Young boy with eyes like the desert.

di letsdancestyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due: These violent delights have violent ends and in their triumph die, like fire and powder, which, as they kiss, consume. ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre: Possedeva per natura la discrezione dei grandi amatori, seduttori più nobili di Casanova. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. ***


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«Ti ho sentito dal primo momento entrarmi sotto la pelle, penetrarmi dentro le ossa, infettarmi il sangue. Sei stata la mia morfina.»
«Smettila di fare il poetico e comunque la morfina fa dormire, coglione.»
«Allora sei stata la mia droga, la più potente delle droghe.»




Capitolo Uno: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

 



Soffocò il gemito della ragazza imprigionando quelle labbra carnose tra le sue, che sembravano esser state scolpite da un qualche famoso artista greco intento a voler scolpire il prossimo dei suoi Adoni.
- Era Liz…o Violet…o Emily, forse. -
Ma cosa importava in fondo? Era solo una notte e nemmeno. Era solo un pomeriggio, su quel divano, era solo un corpo. Non ricordava molto del suo viso, i lunghi capelli biondi, i jeans che le fasciavano le gambe perfette, il top che metteva in risalto le sue forme, gli occhiali che teneva sulla testa.
Non conosceva il suo sorriso, né l’espressione dei suoi occhi, ma era abituato e gli stava bene così, aveva tutto, quando voleva, chi voleva. Perché preoccuparsene?
Affondò il viso sul suo collo, sorridendo contro la sua pelle e lasciando dei leggeri baci che non fecero altro che rendere ancora più impaziente la ragazza.
Era un tentatore, un vero e proprio Casanova.
La ragazza continuò ad ansimare, guardandolo, implorandolo.
Ma il ragazzo continuò la sua lenta discesa e quei riccioli solleticarono la pelle della ragazza che cercò un contatto con quegli occhi.
Lui intanto continuò, non calcolando la ragazza, imprimeva quei baci sulla sua pelle come a volere farla sua per sempre, come a voler lasciare un segno.
- Katie, era quello il suo nome. -
E ora, poteva finalmente concludere l’opera.

«Allora ragazzo del momento com’è andata con la biondina?»Nick spuntò alle spalle del ragazzo, stringendolo.
«Hai bisogno di chiedere Nick? Come al solito.»Harry gli diede una leggera pacca sulla spalla.
«Qui alla Holmes Chapel Comprehensive School lo sappiamo tutti che sei il re incontrastato della scuola» Il ragazzo fece un gesto plateale indicando il cortile dove tutti gli studenti erano riuniti.
L’edificio era grosso e dai colori scuri, tutto si ricollegava a quella monotonia che Harry e i suoi amici odiavano.
Avevano bisogno di una via d’uscita da quella struttura circondata da pochi alberi, avevano bisogno di salvarsi.
La musica era ciò che li rendeva uguali, per il resto avevano gusti molto differenti.
«Quale sarà la tua prossima vittima?» Chiese il ragazzo sorridendo e facendo irritare Harry.
«Come se qualcuna potesse resistermi.»Rispose il moro scuotendo la testa e rimettendo a posto i ricci che ricadevano sulla fronte.
« Prima di morire ne troverò una, fosse l’ultima cosa che faccio!”Esclamò Nick avviandosi verso l’entrata.
Harry si fermò a salutare alcuni amici accanto ai cancelli quando un rumore di tacchi alti richiamò la sua attenzione.
Si sbagliava o quella era…carne?
Si girò di scatto, poggiandosi al cancello e lasciò che la ragazza passasse, si leccò le labbra appena lo superò.
Era carne, lui non sbagliava mai.
Osservò le forme della mora, aveva un maglia un po’ lunga, giusto il necessario, e una cintura che le esaltava il punto vita, i capelli mossi le ricadevano sulle spalle e le calze impreziosite con dei leggeri lustrini richiamavano la collana che lasciava cadere libera sul seno.
Era un ottimo osservatore, doveva prenderne atto.
Sfoderò uno di quei sorrisi che faceva cadere le ragazze direttamente ai suoi piedi e poi, nel suo letto e sistemò meglio la cartella, avanzando il passo e superando la ragazza.
Entrò nell’edificio bloccandole il passo e voltandosi.
«Oh, scusami…prego.» Ma che gentleman.
Lasciò che lo superasse di poco e le sussurrò quasi sul collo «Belle calze. »
La moretta si voltò e vide la sua espressione cambiare in un sorriso malizioso mentre continuava a guardare verso le gambe della ragazza.
Lei di rimando lo ringraziò e guardò quel ciuffo di capelli fin che il moro non alzò lo sguardo e la guardò negli occhi.
Strike. Ancora una volta.

«Dov’eri finito?»Un biglietto di Will gli arrivò sul banco.
«Ero al bagno
.»Rispose tranquillamente.
«Cristo, devi avere qualche problema fratello, sei stato fuori per tutta la prima ora.» Harry accennò una risatina.
«Non ho mai detto di esserci andato da solo.»
Will si voltò e spalancò la bocca, parlandogli con dei gesti «Un’altra?»
Harry scosse leggermente la testa verso il basso, nascondendo con i ricci un sorrisetto impertinente.
Questa volta non era stata colpa sua, era stata la ragazza, poteva giurarlo.

**


« E quindi Wilde passò anni in un carcere solo perché era gay?»Quanto diavolo si era evoluta l’Inghilterra? Ma cos’erano quelle risatine?
Avrebbe adorato quelle lezioni se non fosse stato per quei due, quei due della band.
Will e l’altro…il tipo con un mucchio di capelli.
Ma perché non andavano a farsi un giro e parlavano di tutte le ragazze che si erano scopati nell’ultimo anno di vita?
Erano così ridicoli, con quei risolini.  Anche un bambino dell’asilo avrebbe potuto intuire l’argomento di quella conversazione.
L’altro però era pro
prio carino.
Ma cosa stava dicendo, cosa le saltava in mente?
Era sicuramente uno di quei classici fighi.
E poi era montato, era palese.
A volte sarebbe voluta nascere bionda, alta, bellissima e stupida.
Erano di certo quelli che se la passavano meglio.
Si era persa di
nuovo, dov’erano? Oh, certo.
« Il ritratto di Dorian Gray, l’esasperazione dell’intima depravazione di Wilde, il suo libro preferito.»


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Ciao ragazze.
Niente e
hm, ora arrossisco.
Questa è una Fanfiction su quel tipo che ha quel mucchio di capelli, ahhahhaha.
No ok, questo è il primo capitolo, spero davvero che vi piaccia, ne ho già pronti altri due e cercherò di scriverne altri al più presto in modo che non rimaniate a bocca asciutta, sempre se qualcuno voglia leggerla.
So che questo capitolo è un po' corto ma vi prometto che diventeranno sempre più lunghi.
Sono @letdancestyles anche su Twitter se volete dirmi qualsiasi cosa (ma chi mi caga? bbboh).
Allora, recensite mi raccomando, ahahaha, alla prossima. xx

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due: These violent delights have violent ends and in their triumph die, like fire and powder, which, as they kiss, consume. ***


Capitolo due: These violent delights have violent ends and in their triumph die, like fire and powder, which, as they kiss, consume.


Entrò nella sala, si sentiva così potente.
Sapeva di averle tutte ai suoi piedi, alcune ragazze lo guardavano con la coda dell’occhio, altre lo fissavano spudorate e poi c’erano quelle che si guardavano tra di loro e facevano calare il silenzio quando passava.
Quelle erano le sue preferite, quelle erano sempre pronte a chiudersi con lui nello stanzino.
In effetti quello era come ogni liceo, con tutti i cliché che ne derivavano.
Non era uno di quei licei in cui tutti aiutano tutti e ci si siede attorno a un’enorme tavolata raccontandosi i propri problemi e si piangeva e si stava meglio, no.
Era un liceo come un altro, persone come altre, problemi come altri e come gli altri nessuno li raccontava.
Tutti i ragazzi che non parlano dei loro problemi hanno davvero una vita perfetta? Non credo proprio.
Eccoli: il tavolo dei patiti di chimica, quelli che vivevano per lo skate, gli sportivi, le ragazze facili e il suo tavolo.
Will stava giocherellando con le bacchette della batteria mentre chiacchierava con Hayden . Dal tono della conversazione sembrava che stessero parlando di ragazze, delle sue ragazze.
Sì avvicinò e si sedette poggiando il mento sul dorso della mano destra e allargando la bocca in un sorriso.
«State parlando di me, vero?»lanciò un’occhiataccia ai due che fecero roteare gli occhi «Sapevo di attirare le ragazze ma non pensavo di avere un tale sex appeal anche con i ragazzi.»
Hayden guardò il ragazzo negli occhi «Ma per favore, smettila Narciso e parliamo di cose serie. Quale sarà la nostra prossima mossa? Non che suonare nel tuo garage non sia emozionante, anzi mi eccita da matti ma vorrei suonare a qualcosa che non sia vecchi quadri, auto e motoseghe.»
«Io mi preoccuperei delle motoseghe.»sbottò Will.
Harry fece un sorriso forzato e guardò dritto Haydn «Lo so, dobbiamo registrare ‘First Date’. C’è una specie di ballo tra un paio di settimane, potremmo fare qualcosa qui, non mi direbbero mai di no.»
«Stai attento, lo specchio potrebbe caderti addosso e potresti morire.» Disse sbeffeggiandolo Will.
«Sei un simpaticone.» rispose allargando le mani «intanto quella mi sta mangiando con gli occhi.» e indicò una biondina al tavolo degli studenti di chimica.
La ragazza lo osservava quasi in trance, Hayden non capiva quello che Harry faceva alle ragazze, quello che faceva alle persone.
Era impossibile non prestargli attenzione, un bel ragazzo, con una bella voce, nonostante tutto intelligente, simpatico, divertente, forse l’unica cosa che gli mancava era il cuore.
Non poteva avere tutto, non di certo.
E trattava le ragazze come vestiti, lui non l’avrebbe mai fatto, ecco perché non aveva successo con le ragazze, avrebbe dato qualsiasi cosa per somigliare almeno un po’ ad Harry Styles.
Mentre era perso nei suoi pensieri il moro si era avvicinato al tavolo e stava chiacchierando con la biondina, non era nemmeno così carina.
Le stava sussurrando qualcosa contro l’orecchio e le sue labbra toccavano la pelle della ragazza mentre lei nitriva come una bambina.
E la sua sfacciataggine lo irritava terribilmente ma, nonostante tutto, non poteva fare a meno di ammirarlo.
Era la legge della natura, i ragazzi volevano essere Harry e le ragazze…
Le ragazze volevano Harry.

**

Nicole varcò la soglia del locale, non era tanto spazioso ma a pranzo non c’era nessuno.
Era un posto tranquillo per mangiare, pensare, aspettare la fine delle lezioni o osservare adorabili coppiette, no okay forse non così adorabili, non adorabili per niente in effetti.
C’era il tipo della band. Con quante ragazze l’aveva visto nell’ultimo mese?
E quella era Emma, l’aveva conosciuta al corso di spagnolo, era una ragazza carina ma molto timida e anche molto riservata ma c’era cascata anche lei, come tutte.
Cosa avrebbe dato per essere al suo posto?
Forse tutto.
Forse nulla.
Le storie una botta e via non erano per lei, o almeno lo credeva, come poteva saperlo? Non aveva esperienze in materia.
Il moro le stava divorando le labbra e si avvicinava sempre di più, facendola indietreggiare verso la rete mentre lei si nascondeva sotto la frangetta.
Si fermò e le sorrise sulle labbra.
Non doveva farsi vedere, non poteva ma voleva rimanere lì, voleva capire perché tutte cadevano ai suoi piedi.
Con le mani che teneva sui fianchi esili l’avvicinò al suo corpo.
Non era di certo la migliore ma non era male, solo baci, si poteva fare.
Lei si staccò dal bacio «Scusa devo andare.» e si allontanò rimettendosi a posto gli occhiali.
Si stiracchiò mostrando i muscoli delle spalle che erano rimasti leggermente contratti.
Era davvero molto alto, non se ne era mai resa conto; in effetti non lo conosceva, se non di vista e lui non si era nemmeno mai accorto della sua esistenza, non che Nicole volesse. Non provava niente per quel ragazzo, ma forse si sentiva un po’ esclusa. Non era mai stata “una delle tante”.
Rimaneva lì mentre il suo ego si gonfiava ricordando tutte le ragazze che aveva fatto innamorare e mentre lei cadeva a pezzi, rimanendo lì ad osservare la vita degli altri.
Poi cominciò a camminare ed entrò dalla porta che dava sul cortile.
Lei tirò un sospiro di sollievo, aveva temuto che l’avesse sentita quando si era fermato improvvisamente.

**

Hayden stava entrando in classe mentre una brunetta lo sorpassò quasi perdendo l’equilibrio.
Si voltò con un sorriso gentile «Scusami»e arricciò le labbra «ero di fretta.»
Hayden la guardò negli occhi, due pozze verdi lo guardavano sorridendo.
Velocemente andò verso il suo posto senza dargli modo di rispondere.
Come aveva potuto non notarla prima?
Quegli occhi verdi lo scrutavano dal banco divertiti.
Harry entrò nell’aula allargando le braccia verso Haydn e dandogli un leggero colpetto dietro la testa.
«Ce l’ho fatta.»gli soffiò in un orecchio.
«Mhm.»rispose mentre tornava al suo posto, qualche banco dietro alla mora.
Il professor Blain continuava a blaterare qualcosa riguardo i verbi irregolari, o gli aggettivi irregolari, qualcosa di irregolare.
All’improvviso Nicole vide un ciuffo di capelli a pochi centimetri dal suo naso. Era quello della band, Styles, che le sventolava un bigliettino davanti alla faccia.
- Non sono cieca, idiota. -
«Sì?»Nicole alzò un sopracciglio.
«Non è che potresti…?»e indicò con l’occhiolino l’altro membro della band.
Nicole fece un sorriso tirato «Okay.»e il moro chinò la testa per ringraziarla.
Poi dovette ridargli il bigliettino di Haydn e una volta che il riccio ebbe risposto ripassarlo al biondino.
«Non sono un postino, diamine!»e alzò gli occhi al cielo.
«Styles? Monrow? Volete illuminarci con i vostri discorsi? O altrimenti potete tranquillamente continuarli in corridoio.»
Il riccio era rimasto con la bocca spalancata e la ragazza era arrossita.
Lei di certo non si faceva mai richiamare dai professori.

**

Sfortunatamente la cartella sbattè contro il pomello della porta e i pochi quaderni caddero per terra.
Nicole si abbassò per riprendere il contenuto della borsa e una mano le si avvicinò.
Sembrava una di quelle scene dei film romantici, un tocco e si sarebbero trovati.
La mano nel frattempo era scivolata sulle sue spalle e l’aveva leggermente spinta in avanti facendole perdere l’equilibrio.
Troppo bello per essere vero.
«Hey…hey…HEY!»qualcuno la stava scuotendo.
«Ci vedo, ci sento, sto bene, Dio” sbraitò Nicole.
Non si girò e continuò a raccogliere i quaderni, si alzò e si ritrovò all’altezza delle scapole di un ragazzo. Posò lo sguardo su quel collo, perfetto e suoi riccioli che gli pendevano dalla testa.
Alzò gli occhi, un sorriso impertinente le mozzò il fiato. Lo mozzò? Era il sorriso più bello che avesse mai visto.
«Volevo scusarmi per…ehm…prima…non mi hai più calcolato, mi stavo divertendo in realtà, mi spiace ma comunque Blain è isterico.»
E sbattè le ciglia.
Non l’aveva mai guardato da così vicino.
Era…bellissimo.


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Allora, ciao a tutte!
Appena ho postato il capitolo non avevo inserito lo spazio dell'autrice perchè dovevo scappare a un corso d'inglese, sorry. ahahahaha
Anyway volevo ringraziarvi tantissimo per le 500 visite al primo capitolo, per chi ha messo nelle preferite, chi ha recensito, chi nelle seguite e chi nelle ricordate.
E anche a chi ha solo aperto la pagina, va. ahahahahahah.
Davvero non me l'aspettavo proprio, vi ringrazio tantissimo.
Spero tanto che questo capitolo vi piaccia e niente.
See u later. xx
P.S. Vi voglio tanto bene. (?)

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Capitolo 3
*** Capitolo tre: Possedeva per natura la discrezione dei grandi amatori, seduttori più nobili di Casanova. ***


Capitolo tre: Possedeva per natura la discrezione dei grandi amatori, seduttori più nobili di Casanova.


«Ti aspetto allora, è alle nove e porta qualcosa da bere.»
«Porto la coca cola.»
«La dai a tua nonna la coca cola.»
Harry scosse la testa, Cody era impossibile, organizzava un party ogni settimana.
E le sue feste erano un successo, tutte le volte.
Stasera però voleva strafare, aveva praticamente invitato tutta la scuola e nessuno, nessuno voleva perdersi una festa di Cody Lerman, figlio di John Lerman, il capo della più grossa catena di fast food del paese, si sa che alla gente piace mangiare una merda.
Nel pomeriggio dovevano registrare “First Date”, avrebbe fatto un salto alla festa più tardi.
Nick lo strattonò «Allora superstar? Oggi alle quattro?».
Il ragazzo sospirò e si voltò verso il bassista continuando a camminare.
«Oggi alle quattro.»

**

Laura si appoggiò sulla sua spalla «Hey bella pupa, stasera vieni?»
Nicole alzò un sopracciglio «Venire? Dove?»
«Non scherzare, la festa di Cody, Cody Lerman, tutti sono stati invitati»le disse quasi urlando.
«Io non ne sapevo niente»Disse tranquillamente la mora addentando la sua barretta ai cereali.
«E sei così calma e pacata?»Laura strabuzzò gli occhi.
Nicole la guardò e socchiuse le palpebre fino a ridurre gli occhi a due piccolissime fessure «Sinceramente? Sì.»
«Tu sei malata»continuò a blaterare Laura «ma ti rendi conto? No, tu stasera verrai con me. »
Nicole si fermò «Non soffrirò tanto, quindi vai senza di me. »
«Io lo faccio unicamente per te, quindi ho deciso»e la trascinò con sé.

**
POV. Nick

Il pullman puzzava, odiava da morire quell’odore.
Erano tutti addossati gli uni agli altri come animali e la sua era l’ultima fermata.
Fortunatamente scese dall’autobus prima di soffocare e si sgranchì le gambe sulla piazzola.
Di fronte c’era la panetteria dove Harry lavorava nei week end, e c’era per l’appunto folla.
Entrò e il campanello appeso appena sopra la porta suonò, Harry lanciò uno sguardo a Nick «Sto arrivando Nick»si passò una mano sul viso «altri cinque minuti e stacco.»
«Non preoccuparti, sono io ad essere in anticipo»e si poggiò allo scaffale all’entrata.
«Sì? Mi dica»il riccio sfoderò un sorriso alla donna davanti al lui, tendendole la mano per prendere il biglietto sulla quale c’era scritto il suo numero.
«Dei panini, una busta di panini, grazie…Harry?»e abbassò la testa verso destra.
Il moro prese il cartellino che teneva appeso al petto e se lo rigirò tra le mani «Sì, Harry»e alzò il viso, inchiodando i suoi occhi in quelli nocciola della donna.
Nick scosse la testa, era un tale casanova.
Si tolse il camice e cominciarono a camminare verso casa del patrigno di Harry. I ragazzi imboccarono il vialetto mentre il riccio fischiettava.
«Ha avuto un bel po’ di fortuna tua madre, eh? Ha trovato un bel pollo da spennare.»
«Robin non è un pollo, mia madre merita di essere felice, non c’è una sola persona al mondo che lo meriti più di lei e ringrazio il cielo che si siano trovati, è riuscito a farla stare bene, si amano.» ringhiò.
Harry amava la madre, l’amava tantissimo.
Era la sua corazza, riusciva a confortarlo solo con un abbraccio, solo con una parola a capire ciò che succedeva solo con uno sguardo.
Salirono su per le scale e lì trovarono già Hayden e Will.
«Ci ha aperto Anne e ci ha anche portato da mangiare. »
«Io adoro tua madre, te l’ho mai detto? »cercò di dire Will mentre si rimpinzava di biscotti al burro.
«Circa ogni giorno»sbuffò Harry «su andiamo in sala. »
Si scostò dalla porta e prese le chiavi, scendendo in cantina dove c’era un mini studio di registrazione.
La musica era tutto ciò che contava nella sua vita, era il suo unico e primo amore, l’unica donna che gli avrebbe mai fatto perdere la testa, tutto ciò con la quale avrebbe riempito i suoi giorni.
Cantò e si sentì svuotato, con le lacrime agli occhi.
Tutto ciò che voleva fare era quello, per il resto della sua vita.
Ce l’avrebbe mai fatta? Era abbastanza bravo? C’erano così tante persone piene di talento, forse non era abbastanza, ancora una volta, nemmeno in questo.

**

«Laura, te lo giuro, non mi taglierò le vene stasera. Stai tranquilla. »
«Non andare a quella festa è un suicidio sociale e io non te lo permetterò cara mia. »le urlò Laura dall’armadio.
Le stava cercando un vestito per la serata, sarebbe riuscita a trovarle qualcosa, ne era certa.
All’improvviso uscì con una canotta piena di lustrini e un paio di shorts.
«Sarai perfetta, stasera. »
«Tu sei completamente impazzita»Nicole balzò dal letto prendendo tra le mani i suoi vestiti «io questi non li metto, Laura, cosa ti salta in testa? »
«Ti prego Nicole, lasciati andare. Almeno per una sera. »
Lasciarsi andare? Ma lei lo faceva, non era noiosa o almeno non lo credeva.
Forse sarebbe stato bello poter essere qualcun altro per un’altra sera.
Solo per una sera.

Stava aspettando che Nick si allacciasse le scarpe e poi cominciarono a camminare verso la villa di Cody.
Non era molto distante dalla sua ma si trovava in una zona più “alta” della città.
Arrivarono un po’ in ritardo e bussarono, la porta era aperta.
Cominciava la festa.

«Papà, tranquillo lasciaci qui»lo fermò Laura.
«Ma la casa è lì infondo»protestò il padre indicando una villetta.
«Sì è vero, ma ho appena ricordato che devo bussare a casa di Britney prima, sai lei fa sempre tardi»e Laura si pose davanti a lui, fermandolo.
«Va bene, divertitevi e mi raccomando.»
L’uomo fermò l’auto e le fece scendere.
«Certo non preoccuparti papà.»
Appena la macchina fu partita Laura si sfilò il poncho.
«Andiamo.»
Non l’avevo mai vista così, era piena di entusiasmo per una…festa.
- Bah, chi la capisce è brava -
La porta era già aperta, Nicole chiuse gli occhi ed entrò.

Non l’aveva immaginata proprio così una festa da Cody, pensava a qualcosa di più…meno casto, ecco.
«Correte, è il momento di sette minuti in paradiso»urlò dal salone il ragazzo.
Ecco appunto.
Laura era già lì in cerchio mentre Nicole la guardava dall’alto.
«Non dirmi che vuoi davvero farlo»le sussurrò all’orecchio.
«Una persona diversa, solo per una notte” le soffiò l’altra a pochi centimetri dal mento.
Cody la spostò con forza nascondendo qualcuno dietro di sè «Ragazze non vi vedo tanto convinte e quindi per farvi aumentare guardate chi ho portato?»
Il riccio sbucò dietro dalla schiena del ragazzo magrolino e sorrise mettendosi una mano dietro la testa.
«Sono tutto vostro.»

Un’altra persona, solo per una notte, ma sì. Fanculo.

La bottiglia girava e una volta dopo l’altra un paio di coppiette si chiudevano nelle camere della casa, Cody era quello che andava a controllarli, non dovevano imbrogliare o avrebbero pagato pegno.
Da quando Styles era arrivato le ragazze erano aumentate, cosa diavolo aveva quel ragazzo?
Finalmente Harry fu scelto e andò a chiudersi in una stanza, rigorosamente bendato.
«Ti prego fa che esca io, secondo te esco? Dio quanto è carino! »le sussurrò la ragazza accanto. Nicole alzò gli occhi al cielo, okay era carino ma questi atti di isterismi erano osceni, non era mica un dio greco.
Tutti alzarono gli occhi, la bottiglia aveva parlato.
Decise di non togliere la benda a Styles, non voleva guardarlo negli occhi.
Quegli occhi che conosceva da anni ormai e nella quale guardava di nascosto, nella quale era permesso perdersi e non trovare mai più una via d’uscita.
Entrò e abbassò la luce, rendendola soffusa.
C’era un meraviglioso odore in quella stanza.
O forse era il suo?
Sì avvicinò al ragazzo che era seduto sul letto, si allungò verso di lui e gli respirò sul collo.
Il riccio percepì un brivido lungo la schiena e strinse quel corpo anonimo tra le sue mani.
I fianchi erano esili e portava un jeans.
Mhm.
Sì avvicinò ancora di più e strinse tra i denti il labbro inferiore del riccio, provocando il pericoloso avvicinarsi di questo.
«Posso?» chiese Harry allungando le mani verso la benda.
«Shhh. »e scivolò sempre più in basso, dal collo alle scapole, fino al ventre e solleticò l’ombelico con la lingua.
Aveva un piercing alla lingua, lo sentiva freddo, sulla pelle.
Continuò a torturarlo con quell’aggeggio infernale che gli marcava a fuoco la pelle fino a tornare al punto di partenza, le sue labbra per poi arrivare alla benda, che tirò su con i denti con una lentezza disarmante.
Harry non aprì gli occhi, gustò quelle labbra e fece scorrere le mani lungo la sua schiena.
«Brad? COSA CAZZO…?»
E se lo scrollò di dosso, spalancando gli occhi.
«Era l’unico modo, mio caro playboy, aspettavo questo momento da anni» rispose il ragazzo alto e slanciato lisciandosi il ciuffo.
«Brad, io non sono gay.»
«Ne sei sicuro?»e abbassò la testa verso il bacino di Harry.
Questo lo guardò e arrossì “Cazzo, Brad ero convinto che fossi una ragazza, tu sei pazzo!»
«Sì di te…»disse il ragazzo inginocchiandosi verso il riccio.
«No, Brad pagherò il pegno ma non faremo niente» Harry cercò di svincolarsi ma Brad gli prese le spalle e gli sussurrò all’orecchio mordendogli il lobo «So che lo vuoi.»
- So che lo vuoi, so che lo vuoi -
Lo voleva?
Non lo sapeva più.
Brad si avvicinò sempre di più e cominciò a sfiorargli le cosce lasciando una scia di baci che sporcavano quella pelle così candida.
Fanculo.

«Sta arrivando, svelto, baciami»disse scostando il ragazzo dal suo bacino e cercando di riallacciare la cintura però con scarsi risultati.
Cody entrò nella stanza «Oh, oh. Styles non si smentisce mai, su vi siete divertiti abbastanza.»
Brad si alzò e si sistemò la camicia dopo essersi leccato le labbra «E’ stato un piacere»disse socchiudendo la porta.
Perfetto.
Ora era anche promiscuo.
Entrò nel salone sorridendo e Hayden gli si affiancò «Niente pegno…quindi?»
«Mi sono solo fatto baciare, un bacio non si rifiuta a nessuno su»disse scrollando le spalle.
- Un bugiardo, era un fottuto bugiardo -

«Nicole è il tuo turno!»
- cazzo no -
 
Cody si alzò e la prese per mano «Okay, vai qui dentro, aspetta ti bendo. Non devi vedere nulla»le stampò un bacio sulla fronte e si dileguò.

«Harry di nuovo tu!»
- oh mio Dio, ancora -
«Questa volta però è una ragazza!»lo sbeffeggiò il moro poggiando le mani sulle sue spalle.
Nick si avvicinò al suo orecchio «Se ti scopi questa sarai il mio dio.»
Il riccio ridacchiò e si avviò verso la camera.
Entrò e accese la luce dell’abatjour che illuminava una piccola parte della stanza, la ragazza stava sul letto, disorientata, lui si mise accanto a lei e le prese il viso tra le mani.
«Ti toglierò la benda ma prima voglio fare questo…»scese a baciarle il collo e la spalla, quando lei emise un gemito sommesso.
Il ragazzo le tolse la benda e le soffiò un «ciao»sulle labbra arrossate ancora con gli occhi chiusi.
Lei li aprì, ritrovò due iridi chiare e perfette.
Che colore erano? Azzurri? Verdi? Erano il deserto o l’oceano?
Si sfioravano con la punta del naso, sorridendo, a quel punto lei si tirò indietro e lo guardò in viso.
- quello della band, cazzo -
«Ciao»gli disse scrutandolo e vedendo il volto del ragazzo stirarsi in un sorriso.
Aveva le fossette.
«Ti ho tolto la benda perché prima con me non hanno fatto lo stesso e beh…non è stata una bella sorpresa. »
«Brad? »disse sollevando un sopracciglio «ha pregato tutti gli dei conosciuti e sconosciuti per uscire mentre eri bendato, è cotto marcio. »
«Non posso dargli torto»sghignazzò.
Lei guardò il soffitto e non rispose, color caramello, fantastico.
«Non ti conosco, no…ti conosco. Ma non so il tuo nome, solo il tuo cognome, non riesco a dimenticarlo da quando…»
«Da quando mi hai quasi fatto prendere una nota? Oh beh, nemmeno io ho dimenticato il suo sai Styles? »
Lui non le rispose «Quindi il tuo nome è?»
Lei sbuffò «Nicole.»
«Bene Nicole, il mio è H…»
«So chi sei»gli fermò la mano “non per farti montare ancora di più la testa, caro mister modestia ma tutti sanno chi sei.»
- cosa diavolo stava dicendo? -
«Oh, mi piace come parli Morlow»disse poggiandole una mano sulla coscia e seguendo i tratti della fantasia delle calze.
Lei gli spostò repentinamente la mano che lui posizionò sui suoi fianchi esili.
«Per sette minuti si può anche parlare»disse buttandosi dall’altro lato del letto.
Styles mise le mani dietro la testa e si stese accanto alla figura asciutta della ragazza.
«Sì se fossimo una coppia di settantenni ti darei completamente ragione e poi…non ho mai perso a questo gioco.»
«C’è sempre una prima volta, dobbiamo riparare sai…»disse lei occupando il rimanente angolo del letto.
Due colpi alla porta, era Cody.
«Vi ho visti dalla serratura, non si deve parlare qui.»
Nicole arrossì e si avvicinò.
«Se proprio devo…» e gli allungò le braccia intorno al collo fino a cingerlo.
«Oh sì, devi proprio»e le stampò un bacio caldo sulla guancia per poi scendere sulle labbra.
- Una persona diversa solo per una notte, una sola notte -
Sentì le mani calde del ragazzo insinuarsi sotto la sua canotta, tremò al suo tocco.
La stava soltanto sfiorando eppure si sentiva male, si sentiva imprigionata in un angolo, con gli occhi sbarrati e il cuore in gola, ma non voleva smettere.
Le sfilò la canotta e poi si tolse la T – Shirt.
Sapeva di buono.
La brunetta si scostò dalle scapole del ragazzo dove aveva poggiato la testa.
«Non potremmo corromperlo?»
Lui era troppo occupato a divorarle il collo.
«Mhm.. »
La ragazza si spazientì e gli morse il lobo provocando un gemito roco da parte del moro.
Poi si avvicinò all’ orecchio «Noi non faremo niente, hai c…»
E le sue labbra travolsero quelle sottili della mora.

**
Il ragazzo le cingeva i fianchi.
«Nessuno saprà mai cosa abbiamo fatto, okay? »
«Non abbiamo nemmeno scopato, quanto sei tragica.»
«Oh mio Dio, cosa penseranno di me? »e avvicinò le mani al viso che era poggiato nell’incavo del collo del riccio.
«Potrei sempre dire che sei stata una delle peggiori…anche se mentirei. »Ridacchiò il moro giocherellando con i suoi lunghi capelli.
La brunetta si spostò leggermente per guardarlo in viso «Quindi non ho fatto schifo?» sorrise.
«Sei ancora inesperta ma no, non hai fatto schifo e comunque è troppo poco per giudicare ma se vuoi possiamo sempre rimediare.»
La ragazza allungò le braccia verso di lui per tenerlo fermo lì.
«Dimenticavo la tua fama da scrittore di sceneggiature porno e vai via! Non ti avvicinare!»
Lui rise poi si fermò e la baciò.
Cody era entrato e lui l’aveva sentito.
«Niente pegno. Styles perderai mai? »disse Cody portando le braccia al cielo.
«Non credo proprio, vecchio mio.» Sghignazzò mentre si rimetteva la T – Shirt e faceva un rapido occhiolino alla mora.
Poi uscirono lasciandola da sola sul letto a due piazze.
- Cosa.
Cazzo.
Aveva.
Fatto. -




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Ciao bubeee, so che vi ho fatto aspettare tanto per questo capitolo.
Il motivo è che......non ho ancora scritto il quarto *w*
yuppi.
Anyway spero che vi piaccia e spero che non vi faccia annoiare, davvero.
Il titolo è tratto dall'ultimo libro che ho letto "Le vergini suicide" - Jeffrey Eugenides se a qualcuno interessa. (?)
AHAHAHHAAHHA, ringrazio tutte le persone che hanno letto, davvero e vi ringrazio per tutti i complimenti, siete meravigliose.
Se questo capitolo vi fara schifo siate completamente sincere però, ok?
ahahahahah per qualsiasi cosa sono @letdancestyles su twitter uu
See you later! xx
P.S. L'avevo dimenticato sorry, mi scuso per il POV non mi piace tanto segnarlarlo ma diverse persone mi hanno detto che non si capiva bene senza quindi l'ho dovuto mettere! çwç

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