Dirty Love

di Alex Simon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chap 1_Piccolo Prologo ***
Capitolo 2: *** Chap 2_Vecchie storie dal passato ***
Capitolo 3: *** Chap 3 and 4_ Paragoni e ricordi ***
Capitolo 4: *** Chap 5 and 6_ Scoperte sconvolgenti e bocconi duri da masticare ***
Capitolo 5: *** Chap 7 and 8_ Un solo ed unico principe ***
Capitolo 6: *** Chap 9 and 10_ Rotture e veri sentimenti ***
Capitolo 7: *** Chap 11 and 12_Cambio di Look e festeggiamenti folli ***
Capitolo 8: *** Chap 13 and 14_ Nuovi amori e Sorprese coi Fiocchi ***
Capitolo 9: *** Chap 15_ You and I ***
Capitolo 10: *** Chap 16_ A sad Goodbye ***



Capitolo 1
*** Chap 1_Piccolo Prologo ***


La neve cadeva giù ormai da settimane sulla grande mela, notte e giorno i cittadini occupati dovevano combattere con il tempo che bloccava quasi ogni mezzo, persino i taxi venivano rallentati e qualcuno per paura di slittare sul ghiaccio con la propria auto non metteva nemmeno il naso fuori di casa.

Alfonse Heiderich invece nei panni del turista non doveva preoccuparsi assolutamente di nulla, originario della Germania appena compiuti i diciotto anni aveva deciso di trasferirsi in Francia per studiare la lingua e per approfittare di un lavoro che gli era stato offerto in uno studio di medicina, dunque cosa ci faceva in America, per di più a New York?

E' stato in Francia che ha incontrato l'amore della sua vita: Edward Elric, quando si sono conosciuti si era trasferito a Parigi da qualche mese e aveva già un lavoro e un appartamento tutto suo in centro, cosa molto complicata da trovare di quei tempi! Bé fatto sta che si sono frequentati e innamorati, così per il loro anniversario Alfonse ha avuto la brillante idea di farsi una vacanza a New York, città natale di Edward per fargli una bella sorpresa.

Non sapeva poi molto sul passato del suo amante, l'unica cosa che gli aveva raccontato è che si era trasferito da New York dove era nato e cresciuto perché voleva cambiare aria e allontanarsi da qualche persona che a quanto pare gli aveva fatto un bruttissimo torto.

Non sapeva chi era il povero o la povera sventurata ma Edward senza pensarci due volte gli aveva voltato le spalle e raccogliendo le sue cose era scappato in Europa senza dire nulla a nessuno, solo giunto a destinazione si era degnato di mandare un sms a suo fratello.

Era davvero un tipo divertente, Alfonse a volte fantasticava sul contenuto di quel messaggio: “Non torno a cena perché sono scappato dall'altra parte del Mondo stammi bene tanti baci Ed”.

Anche se lui lo trattava come un oggetto cristallino e delicato, come un cucciolo o un gattino o qualcosa di simile, Edward lo smentiva sempre dimostrando di essere testardo, avventato, coraggioso... però alle volte era davvero una delizia averlo intorno, come quando gli girava per casa con in dosso la sua camicia che gli stava a dir poco enorme.

Non che avessero mai fatto qualcosa di concreto nella loro relazione, si scambiavano baci sulla guancia, a stampo sulle labbra raramente e si coccolavano sul divano tra qualche carezza e abbraccio.

Fosse per Ed sarebbero andati oltre da un pezzo, eppure Alfonse in un anno aveva quasi paura di romperlo e lo trattava alla pari di un Dio, che doveva essere adorato con la più estrema delicatezza!

Ora per esempio, Edward lo aspettava alle terme e il solo pensiero di vederlo nudo nell'acqua calda in una vasca deserta non gli faceva alcun effetto... si imponeva di fare pensieri solo casti e puri su di lui, di andare lì, dargli un bacio e abbracciarlo mentre si rilassavano per smaltire lo stress del viaggio.

Ed è quello che avrebbe fatto, raggiunta la loro stanza all'ultimo piano e posate le valige si preparò per raggiungere l'altro, si diede una rinfrescata e scese nuovamente diretto alle terme.

Quando entrò era proprio come lo aveva immaginato, Edward si era già immerso e nella stanza c'era un leggero alone di vapore, in punta di piedi si avvicinò, si chinò e delicatamente posò le labbra sulla sua guancia iniziando ad immergere i piedi nell'acqua.

-Sei arrivato finalmente...-

-Si, per fortuna che non mi ha fermato nessuno, senza di te non so come fare per interagire con le altre persone- Si perché mentre Edward parlava il francese per interagire con le altre persone a Parigi, parlava anche il tedesco, da usare solo in casa per farlo sentire a proprio agio. Invece lui di inglese non sapeva assolutamente nulla! E si vergognava di questo perché era la lingua di Edward e si sentiva un verme quando il suo ragazzo sfogliava un dizionario Inglese-Tedesco quando gli veniva qualche dubbio, per essere perfetto per lui!

-Dai Heide non cominciare non è mica un dramma se non sai parlare la mia lingua...-

-Invece si, quando hai parlato con le assistenti di volo, con il tassista e con il direttore dell'hotel mi sono sentito un'ignorante! Non ho capito un “h” di quello che vi siete detti!-

-Vediamo... ho chiesto due bicchieri d'acqua sull'aereo perché tu eri agitato, al tassista ho chiesto quanto gli dovessimo, gli ho dato trenta dollari e gli ho detto di tenere il resto e lui mi ha chiesto se fossi di New York perché parlavo molto bene e io gli ho detto la verità, che sono di qui ma che vivo in Francia, poi vediamo... il direttore ci ha dato le chiavi, ci ha chiesto come fosse andato in viaggio, ci ha chiesto i documenti e ci ha dato le istruzioni per la tipica giornata in hotel... non ti sei perso niente-

-Non è questo... è che tu hai imparato il tedesco per me e io della tua lingua so dire solo qualche stupidaggine- S'imbronciò teneramente incrociando le braccia.

-Bé visto che queste parole sono praticamente mondiali, mi capisci se ti dico: I Love You So Much...- Sussurrò le ultime parole baciandogli una guancia lentamente.

-So che cosa...?- Chiese lui invece molto confuso.

-Così Tanto...-

-Quindi tu... mi ami così tanto? Bé allora anche io: I Love you... com'è?-

-So much Heide...-

-Okay, I love you so much... too?-

-Esatto bravo-

-Se sei tu a spiegarmelo capisco molto meglio...- Si avvicinò dandogli un leggero bacio a stampo sulle labbra mentre gli levava l'asciugamano dai capelli che ricaddero sulle spalle nella loro forma a caschetto: Prima li aveva lunghi fino a metà schiena ma come dire, Alfonse lo aveva cambiato in qualcosa e ora li teneva solo fino alle spalle, anche se c'era più di qualcosa che ancora non gli aveva confessato.

Ma che sarebbe venuta a galla molto presto...

-Forza alzati andiamo a riposare un po' il fuso è tremendo- Si alzò per primo uscendo dalla vasca e coprendosi con l'accappatoio lì vicino.

-Hai ragione mi ha distrutto...- Concordò raggiungendolo verso la loro stanza.

Una volta arrivati Edward indossò il pigiama e si sdraiò sul letto a baldacchino -Hotel a cinque stelle con vista e un bagno immenso quanto la loro stanza, non hanno badato a spese insomma- aspettando che il sonno lo raggiungesse, ma fece prima Alfonse che notando il suo stato quasi da coma profondo si sdraiò al suo fianco abbracciandolo per far sì che si addormentasse sul suo largo petto e così infatti fu...

Qualche ora dopo quando Edward aprì gli occhi si ritrovò da solo in quella stanza immensa, si mise a sedere, si stiracchiò un po' e stropicciò gli occhi per poi bere qualche sorso d'acqua dal bicchiere che aveva sul comodino, dopodiché a mente più o meno lucida scostò definitivamente le coperte e decise di alzarsi per cercare Alfonse: Dove poteva essere andato non conoscendo nemmeno una parole d'inglese?

Uscito dalla stanza si chiuse la porta alle spalle senza nemmeno pensarci ancora mezzo addormentato.

-El! Ma dai sei davvero tu?- Sentì quel ridicolo nomignolo con cui lo chiamavano alle superiori e voltandosi incontrò delle iridi più nere della notte che lo scrutavano dalla stanza parallela alla sua.

-R-Roy...?- Domandò scettico, doveva trattarsi di un bruttissimo incubo... incontrare il suo ex mentre era in vacanza con il suo attuale fidanzato! Accidenti con che coraggio poi gli rivolgeva la parola? Lo aveva tradito con una prostituta, motivo poi della loro rottura.

-Esatto, ciao dolcezza come stai?- Si avvicinò abbracciandolo ma lui lo scostò quasi subito, diciamo che prima ricordò quel dolce profumo che non era affatto cambiato, il petto spazioso e quelle braccia forti e muscolose, non come quelle di Heide che erano solo grandi e calde senza nemmeno un muscolo.

-Levati di mezzo, ora mi sono appena alzato e non so se tu sei solo un mio vaneggio oppure sei qui veramente con la tua faccia tosta ma non puoi chiamarmi “dolcezza” in quel modo dopo quello è successo!-

-Hai ragione, volevo parlarti ma sei sparito dalla circolazione e adesso ti ho davanti dopo un anno... dove sei sparito?-

-Mi hai fatto così incavolare che me ne sono andato in Francia, puoi prenderla come una decisione avventata o stupida ma sono contento di averlo fatto!-

-In Francia addirittura? Bé ora non importa, se mi avessi dato modo di spiegare...-

-Spiegare cosa? Che mi hai tradito con una puttana?!-

-E' vero non ti mentirò, l'ho fatto e sono stato un vero deficiente perché solo dopo ho capito a quello a cui stavo rinunciando con il mio comportamento, El tesoro sei tu quello con cui vorrei passare la mia vita, sei tu il solo con cui sono in grado di farlo, quella donna non è stata niente per me, l'unica scappatella di cui mi sia pentito profondamente, non ho smesso di pensarti nemmeno un giorno da quando sei andato via... io...-

-Tu cosa Roy? Smetti di dire cavolate, ormai è anche tardi tra l'altro...-

-Come sarebbe è tardi? Io ti ho aspettato per tutto questo tempo... e tu... non dirmi che c'è un altro! Chi è? Dov'è?-

-Non fare il fidanzato geloso che non sei! L'ho conosciuto in Francia e mi ama tantissimo, mi ha portato lui in vacanza qui, oh a proposito non farci l'abitudine perché sto qui per poco tempo... poi me ne torno in Europa-

-Non puoi lasciarmi un altra volta adesso che ti ho trovato!-

-Invece si fattene una ragione e ora torna nella mia testa perché devo cercare Heide che non so dov'è andato e visto che non sa parlare inglese sarà anche in difficoltà, quindi ci vediamo, quando usciremo dalle nostre stanze per qualche sfortunata coincidenza nello stesso momento.-

-Io sono qui veramente, davanti a te...- Lo fermò per le spalle voltandolo non appena accennò a dargli le spalle. -Ma non so se quello che sto guardando sei tu... ti ha cambiato questo ragazzo guardati, quando stavi con me avevi i capelli lunghi e pieni di ciocche rosse che ti eri fatto mettere dal tuo amico Envy ad una festa, bevevi tantissima birra e ti facevi persino qualche spinello se non di più! Dormivi in mutande, estate o inverno... adesso che stai facendo?-

-Smettila di dire stronzate! Ho tagliato i capelli e allora? Fa freddo e dormo con il pigiama e allora? Ho smesso di farmi e di bere come una spugna, sai adesso mi sento ridicolo per quei discorsi senza alcun senso che facevo sotto l'effetto di quella roba, sono cambiato in meglio e se tu sei sempre lo stesso non mi interessa più questa conversazione!-

-Ma per favore al liceo ti divertivi, saltavi le lezioni, passavi il tempo sotto le scalinate del campo da rugby a fumare con Envy, ti tingevi i capelli di qualsiasi colore ti passasse per la testa, mettevi gli occhiali per nascondere gli effetti che aveva su di te il fumo e le altre cose... bevevi, alla finale della stagione ti hanno buttato nel bidone della birra, eri il Re dell'istituto, al pari delle cheerleader e della squadra sportiva, cavolo non eri perfetto ma ti piaceva e ne andavi orgoglioso-

-Orgoglioso? Erano i discorsi di qualcuno che non sapeva nemmeno quello che diceva non dovresti usarli nemmeno!-

-Forse, ma con quel qualcuno ho passato dei bellissimi momenti, l'ultimo giorno di scuola te lo ricordi? Io ero alla riunione degli ex alunni e tu dovevi prendere il diploma quindi presentarti sul palco a ritirarlo, e non ci sei andato... ci sono andati i tuoi visto che nessuno riusciva a trovarti, e dov'eri? Te lo dico io: Con me, nello spogliatoio della palestra... te lo ricordi che facevamo?-

-Si me lo ricordo tappati quella fogna-

-Questo lo sa il tuo perfetto fidanzatino? Gli hai parlato di chi eri e di quello che facevi o hai paura che poi non ti amerà più?-

-Zitto-

-Gli stai nascondendo te stesso-

-Zitto non sono più quel tipo di persona-

-Ci hai mai fatto l'amore almeno? Scommetto di no, tu non lo ami veramente è un rimpiazzo-

-Sta zitto! Ed è l'ultimo volta che te lo dico, ora se vuoi scusarmi...- Sibilò voltandosi per imboccare le scale e cercare subito Alfonse.

Non capiva più niente, sembrava di girare in tondo o era la sua testa a girare? Si stava facendo tutto così confuso e... sfocato.

-Edward...- Finalmente lo trovò mentre freneticamente scendeva le scale, si ritrovò senza una spiegazione sul suo petto improvvisamente estraneo.

-Al... ti cercavo- Sussurrò senza alzare lo sguardo, concentrandosi sulla camicia bianca,  si domandò che fine avesse fatto quel nomignolo che utilizzava sempre con lui... gli era venuto così spontaneo chiamarlo “Al” come raramente aveva fatto.

-Stai bene? Ed santo cielo ma tu tremi...- Constatò posandogli subito una mano sulla fronte, dopodiché lo abbracciò e sollevò delicatamente per non farlo sforzare e riportarlo in camera.

-Non ne sono sicuro...- Sussurrò ancora flebile sul suo collo, poi tutto cadde nell'oscurità più nera avvolgendolo completamente.

Angolino Autrice 

:) salve a tutti!!!

finalmente dopo aver avuto il pc rotto per taaaanto taaaanto tempo posso tornare alle mie adoratissime fic *-* non vedevo proprio l'ora di postare questa meraviglia :)

Che dire? Spero vi piaccia come sempre e che qualcuno mi lasci qualche recensione please XD non chiedo molto

Fatemi felice =3

Ovviamente si scoprirà molto di più sul passato di Edward e Roy nel corso della fic e credetemi ci sarà da divertirsi XD che ne dite di fare questo viaggio insieme a me? *-* hahahaha bè allora alla prossima gente, vedrò di aggiornare regolarmente e se vedo che la fic è seguita e recensita aggiornerò subito :) i promise

P.s per le altre mie fic in corso ci vorrà un pochino xke devo recuperare i file e venerare la dea dell'ispirazione affinché mi benedica.

fatta eccezzione per: Black Rose - An eternal Secret e Due uomini e un cane - amore nella cuccia

Enjoy Guys ;)

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Capitolo 2
*** Chap 2_Vecchie storie dal passato ***


La neve continuava a scendere sulla città di New York posandosi ovunque ne avesse la possibilità, guardando il paesaggio innevato fuori dalla finestra Alfonse Heiderich rise alla vista dei taxi completamente bianchi bloccati nel traffico sulle strade ghiacciate, tra gli automobilisti che starnazzavano con il clacson anziché uscire le teste dai finestrini come invece erano soliti fare, forse il freddo pungente aveva questo effetto sulle persone, imbacuccate nei loro soprabiti di pelliccia, berretti di lana e sciarpe firmate non avevano comunque il coraggio di mettere piede fuori dall'auto per lanciare insulti a destra e a manca, cosa che da alcuni punti di vista poteva essere positiva.

Ormai era calata la notte e la luce nella stanza era spenta, solo la luce dei lampioni e delle insegne pubblicitarie sui grattacieli illuminava l'ambiente e il letto dove riposava ancora Edward, che non sembrava voler riprendere conoscenza.

Gli si avvicinò preoccupato ma con un sorriso tuttavia tenero: Lo considerava sempre e comunque il suo piccolo angelo, che senza una spiegazione plausibile aveva dato quel colpo di testa perdendo i sensi proprio davanti a lui, o per meglio dire tra le sue braccia.

Era suo compito aiutarlo come meglio poteva e lo aveva fatto, seguendo scrupolosamente tutti i rigidi procedimenti medici che conosceva.

Non poteva certo diventare un dottore se non era nemmeno in grado di aiutare la persona a lui più cara prima di tutti.

-Ehi cos'è quella faccia...?-

Si ridestò sentendo la flebile ma bellissima voce del biondino che si metteva lentamente a sedere con un sorriso debole.

-Ma come cos'è questa faccia? Ti sei sentito male, ero in pensiero per te...-

-Oh... adesso ricordo...- Aveva parlato con quell'irritante individuo dopo un anno e il sangue gli stava ribollendo nelle vene accidenti a lui e alla sua faccia tosta!

-Già, ti sei stressato troppo Ed è logico che tu abbia avuto un calo, non dovevi alzarti così presto...- Povero Heide, non sapeva niente di ciò che era successo e si era preso cura di lui così affettuosamente ricoprendolo di attenzioni.

-Hai ragione sono stato uno stupido...- Si sentiva in colpa mentendogli, anche se in realtà non è che stesse dicendo chissà quale bugia... semplicemente occultava una scomoda verità che lo avrebbe inutilmente ferito.

-Non fa niente, ti ho fatto portare qualcosa da mangiare per tirarti un po' su-

-Te la sei cavata senza di me?-

-Non proprio, ho appuntato alcune frasi sul dizionario... ma per fortuna alla reception hanno un traduttore che mi è stato davvero d'aiuto- Si sporse per donargli un affettuoso bacio sulla guancia e anche per passargli un piatto pieno di delizie che lo avrebbero sicuramente rimesso in forze.

-Fantastico, ma tu come te la caverai con la nostra cucina?- Rise alludendo al piatto.

-Personalmente penso che voi americani passiate da un estremo all'altro-

-Sei nella patria dei fastfood, il posto in cui sono stati scoperti i popcorn che ti aspettavi? Qui è tutto stra fritto o troppo dolce, abituati Mr Carne e Patate-

-Almeno la carne e le patate sono cose salutari, qui non sai mai quanto olio stai immettendo nel tuo corpo, il fegato corre un grosso rischio per non parlare del mio povero stomaco, che proteggerò sicuramente ogni giorno con un antiacido-

-Ma per favore voi tedeschi bevete una marea di birra e ti preoccupi dell'olio?-

-Stai parlando con uno dei rari tedeschi che non bevono birra... quindi si mi preoccupo-

-Puoi sempre ordinare un insalata, io se permetti mi gusto la cucina con cui sono cresciuto, sono stanco di mangiare formaggio puzzolente, bere vino acido e cibi insapori...-

-Se quella me la posso condire da solo la ordinerò sicuramente... chissà se c'è il menù turistico...-

-Sei a New York Heide! Io mangiavo ogni giorno qualcosa di diverso! Uscito da scuola mi facevo un giro nei quartieri tipici, potevo scegliere quello che volevo, dall'italiano al sushi!-

-Pesce crudo che schifo...-

-Oppure cinese... o messicano!-

-Troppo piccante il messicano! Ma poi scusa tu non mangiavi alla mensa della scuola?-

-Heide Heide... la tv insegna sempre qualcosa! Che hai imparato sulle scuole americane?-

-Che se non sei un tipo forte ti sbranano come in una vasca di squali... che i gruppi più popolari sono i ragazzi che fanno sport e le ragazze della tifoseria... che se sei un tipo studioso devi nasconderti-

-E che il cibo della mensa fa a dir poco schifo...-

-A proposito tu di che gruppo facevi parte?-

Domanda dolente... dirgli o non dirgli la verità?

“Verrebbe più o meno così: Io avevo moltissimi amici e nessuno mi tormentava, perché facevo parte del gruppo dei drogati che passavano giornate all'insegna dell'amore libero, della pace e della confusione mentale” Brutta idea...

-Io? Ehm... si può dire che fossi un ragazzo... quasi comune, insomma non ero un secchione quindi la mia testa non finiva nel water praticamente ogni ora e non ero nemmeno un tipo al culmine della popolarità che partecipava agli eventi sportivi e via dicendo...-

-E allora cos'eri? Ci sono sempre dei gruppi l'hai detto tu...-

-Questo non lo saprai mai...-

-Andiamo Ed... dimmelo di che hai paura?-

-Di tutto, accontentati della spiegazione del ragazzo quasi comune e vai avanti, un giorno forse ti racconterò le mie avventure al liceo-

-Spero che questo giorno non sia poi così lontano- Si avvicinò ancora con un grande sorriso, lo abbracciò e gli baciò la fronte amorevolmente per poi tornare a sedersi al suo fianco, per vegliare su di lui in ogni istante.

-Vedremo...- Sussurrò sorridendo per pochi istanti, i dubbi lo tormentavano: Raccontargli o non raccontargli la verità? Lo avrebbe amato comunque? In cuor suo non riusciva a non dare ragione a Roy anche se lo odiava con tutto se stesso doveva ammettere che qualcosa di vero da quella boccaccia era uscito. Lui non aveva mai fatto l'amore con Heide eppure stavano insieme da un anno, con Roy -e con molti altri ragazzi prima di lui- era scattata subito la scintilla, lo aveva fatto negli spogliatoi, nell'aula di biologia, in piscina, sul prato primaverile di Central Parc di notte... perché non con Heide? Iniziava a pensare di non attrarlo... cos'avevano gli uomini europei cavolo?! Erano immuni al suo fascino? Lo sentiva così dannatamente distante, i baci piccoli e casti non lo soddisfacevano per quanto potessero essere dolci e amorevoli, lui voleva la calda passione travolgente!

Perché Heide non sentiva questo bisogno...?

La stessa sera i due innamorati si trovavano in uno dei tanti salottini privati dell'hotel, a sorseggiare una cioccolata calda, Edward tra le braccia del suo Alfonse che lo stringeva sul petto morbido, affatto atletico ma non importava perché come diceva sempre per smorzare la tensione e per rallegrarlo era il suo “Orsacchiotto” morbido, morbido come un cuscino.

-Domani ti porterò a visitare qualche quartiere tipico e a comprare dei souvenir e dei dipinti della statua della libertà, di Central Park e di qualsiasi altro monumento ti venga in mente di vedere-

-D'accordo ma ora riposa e cerca di stare tranquillo...- Lo scansò solo per un istante per posare le due tazze ormai vuote sul tavolino vicino, ma Edward si alzò e le prese entrambe.

-Le riporto io al bar torno subito- Gli fece l'occhiolino e un sorriso allontanandosi in direzione del bar.

Arrivato il ragazzo dall'altra parte del bancone gli sorrise -Il tuo amico non è americano- Constatò ridendo.

-La sua goffaggine ha già colpito?-

-Non ha un buon accento e confonde molte parole... e poi devi parlargli sempre molto lentamente così che possa seguirti sul dizionario-

-Non ci sa fare con l'inglese... viene dalla Germania, è tedesco...-

-Oh Europa... capisco, passate una bella serata-

-Ti ringrazio- Così si allontanò dal cortese barista tornando indietro ignaro di quello che aveva appena fatto: inconsciamente infatti aveva fornito alla persona sbagliata le informazioni che cercava.

Perché il barista all'apparenza socievole appena non lo ebbe più sulla sua visuale si voltò entrando in una delle salette private a parte, dove un uomo lo aspettava bevendo un Wisky abbastanza forte con ghiaccio.

-E' Tedesco signore, non sa parlare inglese e gira con un dizionario tascabile...- Riassunse il ricavato di quella sera passata ad osservare quei due ragazzi sotto richiesta di un cliente molto particolare.

-Ti ringrazio ragazzo mi sei stato di grande aiuto- Roy Mustang gli allungò una banconota da cinquanta dollari per poi alzarsi, dargli una pacca sulla spalla e uscire dalla stanza per dirigersi verso pascoli più verdi.

Edward Elric non immaginava assolutamente di essere seguito o addirittura spiato dalle varie sentinelle segretamente nascoste in vari strategici punti dell'hotel, pagate dal caro Mustang che era decisamente geloso e motivato a riaverlo con sé.

Aveva architettato un piano perfetto e quello era solamente l'inizio, si disse che forse sarebbe stato meglio aspettare per fare la prossima mossa, ma perché attendere quando quell'infimo tedesco allungava le mani su una sua proprietà?

Bevve l'ultimo sorso del suo drink e facendosi forza si diresse verso la stanza dei due fidanzatini per mettere su una scenata da attore protagonista, così entrò con fare plateale e leggermente falso.

-Ma non mi dire, mi sembrava di averti visto piccola canaglia!- Esclamò  prendendo la mano del biondino per baciarla galantemente, sotto gli occhi confusi di Alfonse che aveva capito poco o niente di ciò che il moro avesse detto, quel che però sapeva e vedeva era che sicuramente provava un certo interesse verso Edward e la cosa lo disturbava.

-Roy...- Da quelle che secondo il nuovo giunto erano labbra di pesca uscì un sibilo minaccioso e iracondo, infatti il proprietario della mano si sottrasse a quella viscida stretta bruscamente fulminandolo a dir poco con lo sguardo -Che cavolo ci fai qui?-

-Te l'ho detto, volevo salutarti oh ma forse il tuo amico non ci capisce se parliamo inglese... rimedio subito- Gli fece l'occhiolino e tendendo la mano all'altro per presentarsi iniziò a parlare un perfetto tedesco, merito della scuola linguistica e delle informazioni che aveva ricavato dal barista corrotto, altrimenti non si sarebbe lanciato in una simile impresa senza poter parlare con il suo avversario -Ciao mi presento sono Roy Mustang, un vecchio amico di El...- A quanto pare per intimidirlo e scoraggiarlo.

Però Alfonse si sentì improvvisamente più intelligente e partecipe ascoltando quelle parole, così strinse la mano del moro sorridendo cordialmente -Alfonse Heiderich piacere mio- poi rivolgendosi al biondino -Ti chiamavano El? Perché non me l'hai mai detto?-

-Era un particolare insignificante...-

-Ma come insignificante El... caro Alfonse sei fortunato a frequentarlo, era un tipo forte al liceo, ti ha mai raccontato qualcosa?- S'intromise bruscamente Roy sedendosi sul divanetto difronte al loro, manco fosse stato invitato da qualcuno, ma dopotutto non era quello lo scopo della sua visita?

Intromettersi nella loro relazione e raccontare particolari imbarazzanti e sconosciuti per fare in modo di allontanare i due.

-Veramente no-

-E' un vero peccato... non ti ha detto nemmeno di aver fatto esplodere il laboratorio di chimica al terzo anno? O di aver liberato le rane del laboratorio di biologia perché non voleva vivisezionarle e per questo essersi beccato una settimana di sospensione! El crede molto nelle sue battaglie ed è un forte difensore della natura, sai che è vegetariano?-

Appunto, stava raccontando ad un tedesco che il suo fidanzato non mangiava carne.

Edward si lanciò al suo fianco dandogli una pacca sulla coscia prima che potesse continuare. -Chiudi il becco imbranato- Sibilò in inglese.

-Ed ma tu mangi al fastfood...- Osservò confuso Alfonse, per lui si trattava di un argomento nuovo, non poteva minimamente immaginare che una persona come Edward potesse essere vegetariana.

-Ordino sempre l'hamburger vegetale o di soia Heide... non mi sembra un particolare tanto importante-

-Invece lo è, io non sapevo che tu non mangiassi carne...- E quasi provava un senso di rimorso per tutte quelle volte che aveva mangiato wustel, bistecche, salsicce e ogni tipo di affettato dinanzi a lui. 

-Già El dovevi dirglielo- Riprese Roy massaggiandosi la gamba -Pensa come l'ho scoperto io, al picnic scolastico la mia squadra di rugby aveva organizzato l'occorrente per una grigliata e visto che stavo sempre intorno ad El mi accorsi subito della sua assenza: si era rintanato nei bagni scosso dai conati di vomito per aver visto una bistecca al sangue- Rise occultando il minuscolo particolare che non gli “stava semplicemente intorno” ma gli “faceva una spudorata corte” e non perdeva nemmeno un occasione per restare solo con lui.

-Santo cielo Ed davvero hai rimesso per una bistecca? Dovevi dirmelo, io mangio carne in continuazione... aspetta è per questo che non vieni al ristorante con me?-

Si era sempre interrogato su questo fatto ma non gli aveva dato poi così tanta importanza, ogni volta che voleva portarlo in un ristorante che avesse nel menù principalmente carne -e poteva benissimo capitare- Edward si tirava indietro dicendo di avere mal di pancia... e non doveva nemmeno essere una bugia se la carne lo faceva stare male.

-Heide questa è una mia scelta non tua, cosa dovevo dirti? Non mangiare ciò che ti piace? O fallo di nascosto? Non mi crea problemi...-

-Davvero El? Sono contento che tu abbia superato questa cosa... da che ricordo io non potevi nemmeno entrare in una macelleria senza dare di stomaco...- Per questa sua affermazione in moro si beccò un altro super ceffone sulla coscia.

-Smettila di dire cavolate Roy...- Era al limite della sopportazione, quell'idiota lo stava facendo a posta e senza alcun ritegno! Voleva distruggere il loro rapporto come si schiaccia una mosca fastidiosa con l'ammazza mosche!

-D'accordo passiamo ad un altro argomento allora... come avrai capito a El piace la frutta, la verdura e quella cosa insapore chiamata soia, ma che dire dei prodotti di madre natura? Intendo quelli un po' più forti...- Sorrise di sghembo lanciando uno sguardo di sottecchi al biondino che con lo sguardo lo fulminava avendo già capito a cosa si stesse riferendo.

-Azzardati a dirgli di “quella cosa” e te la faccio pagare-

-Sfida accettata...- Sibilò per poi tornare al discorso con Alfonse -Era davvero uno forte, che sparava cavolate dalla mattina alla sera e non sapeva nemmeno quello che diceva!-

-Che intendi?-

-Non te l'ha detto El? Che al liceo faceva parte del gruppo dei drogati e che era fatto ventiquattro ore su ventiquattro, sai era molto diverso! Metteva degli assurdi stivali di pelle, dei jeans stretti e delle magliette larghe o semplici canottiere, aveva dei bellissimi capelli lunghi, lisci e pieni di ciocche rosse, poi aveva anche un piercing... dov'era El? Se non ricordo male sulla lingua o sul labbro... ma non importa, e i suoi bellissimi occhioni dorati? Non si vedevano mai, per nascondere l'effetto della droga indossava sempre gli occhiali da sole-

Alfonse non sapeva veramente che cosa dire, aveva scoperto più cose del suo presunto fidanzato quella sera di quanto avesse mai saputo in tutto il tempo trascorso insieme.

-Eh già bei tempi, è un animale da festa questo!- Il moro diede una sonora pacca sulla spalla al biondino per enfatizzare il concetto -Alloggiava nei dormitori e cavolo se si faceva festa! Birra, alcolici, droga, ragazze e lui era sempre al centro di tutto! Una volta abbiamo fatto una gara a chi beveva più birra e cavolo se l'ha vinta! Io non ho partecipato, altrimenti chi lo avrebbe riportato nella sua stanza?-

-Non montarti Mustang io non ti davo minimamente corda al liceo, è stato Envy, il mio compagno di stanza e migliore amico a riportarmi in camera! Tu sicuramente ti dilettavi con qualche cheerleader nei bagni- Ecco fatto! Almeno per un istante era stato lui a scoprire qualche carta!

Alfonse li ascoltava a bocca aperta troppo preso da quello che si stavano dicendo per intervenire, quei due nella stessa stanza erano davvero incredibili... ma in futuro si appuntò di evitare una cosa simile.

-E' vero devo dartene atto, non mi hai mai assecondato, mi cacciavi ogni volta che ci provavo con te-

Ecco il colpo di grazia, ora aveva scoperto il jolly: La loro storia.

-Avete avuto una storia?- Riuscì a chiedere quello che ormai era diventato il terzo in comodo.

-No assolutamente no- provò Edward.

-Ma certo che si, micetto che vai dicendo! Io gli andavo dietro dalla prima volta che l'ho visto nell'atrio quando ancora era una matricola, mi sono fissato, dovevo averlo ad ogni costo così gli stavo sempre intorno, ma lui mi respingeva sempre e dico sempre! In cinque anni non mi ha mai, mai, mai dato una soddisfazione, ma io non demordevo, fino a che finalmente un giorno, io ero a scuola per la riunione degli ex alunni e lui stava per ricevere il suo diploma... diciamo che siamo spariti entrambi per un po'-

Lascio che fosse l'interlocutore a cogliere ciò che stavano facendo con un velo di malizia e un sorrisetto.

-Sta zitto Mustang, è evidentemente ubriaco scusaci per un momento Heide- Edward prese il moro per un braccio trascinandolo verso la hall con tutta la forza che possedeva.

-Che stai dicendo?!-

-La verità visto che tu non ne hai il coraggio... e ho ancora tante cose da raccontargli-

-No invece hai già detto troppo... perché non te ne torni in camera? Così ti fai una bella dormita?-

-Va bene angioletto... sono stanco e sicuramente ubriaco, ma domani non lo sarò più-

-Si spera-

-Però tu sarai sempre adorabile... e nelle mani dell'uomo sbagliato- Gli alzò il mento con due dita avvicinandosi fin troppo al suo viso e alle sue labbra, faccia a faccia, nasi che per qualche millimetro si toccavano, ma il moro invece di fare il maniaco come Edward si aspettava si chinò sul suo orecchio -ci si vede- Sussurrò per poi voltarsi e prendere l'ascensore.

Il biondo restò a guardare quelle maledette porte chiudersi, ripensando alle  parole che aveva appena udito non riuscì a muovere un passo, si soffermò sulle sensazioni che lo scuotevano ancora, su quel profumo che invadeva i vestiti di quell'idiota, sul suo fiato caldo sull'orecchio... sarebbe riuscito ad affrontare Alfonse in queste condizioni?

Angolino Autrice :)

Ed eccomi qui con il secondo capitolo! Credo sia inutile a questo punto aspettare altri recensori... anche se vorrei fare un piccolo appunto.

La fic ha avuto 2 recensioni, graditissime davvero *-* e per questo ringrazio infinitamente 

MXI
Chiby Rie_chan

Ma tutti gli altri 59 individui che hanno cliccato la fic che fine hanno fatto? Non si parla di 2 o 3 persone ma di ben 59 e vorrei che vi rendeste conto che un autore ci mette impegno in tutto quello che fa, e gradirebbe un opinione o un apprezzamento o anche un "Mi piace molto brava!" non chiedo tanto.
Ma sia ben inteso che non sto evidenziando questo fatto solo per me... ma per tanti altri autori che si trovano senza uno straccio di recensione quando invece la meritano perché portano avanti qualcosa che VOI leggete!
Noi autori non ci perdiamo nulla, perché la fic ce l'abbiamo sul computer e sappiamo già tutto, come finisce, quali colpi di scena ci sono e quanti personaggi arriveranno.
Non prendetemi per egoista ma questa è una cosa che interessa tutti e ci tenevo a farvelo notare, anche perché poi siamo tutti buoni ad aspettare il nuovo capitolo di qualcosa ma se poi non ci facciamo sentire con una recensione, possiamo per caso pretendere che la fic vada avanti? Perché? Cosa abbiamo fatto noi per contribuire?

Ora, tornando alla fic... per quelli che ovviamente amano seguire, nel cuore di Ed si sta formando a sua insaputa una piccola crepa... sta iniziando a perdonare Roy? Sta ricordando vecchi sentimenti nei suoi confronti oppure ha davvero ragione Mustang....? Alfonse è davvero un rimpiazzo? E Edward chi ama veramente?
Ora ha paura di perdere Alfonse a causa delle cose dette dal suo ex... come risolveranno le cose? :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ragazze ^_^ non ci metterò molto ad aggiornare, credo che mercoledì avrete tutte le risposte che volete ^_^
A presto un bacione!!!!! Enjoy!

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Capitolo 3
*** Chap 3 and 4_ Paragoni e ricordi ***


 [Chap_3::Parte_1....]

Non sapeva spiegarselo... guardava ancora la porta dell'ascensore chiusa ormai da quelli che erano diventati interi minuti.

Perché non riusciva ad andare avanti come una persona normale? Perché il suo passato era tornato a tormentarlo quando stava così bene nel presente, senza pensare a nient'altro che alla sua felicità con Alfonse.

Già, ora chissà che pensava... lo considerava sicuramente un bugiardo, uno stupido, un ragazzino idiota, penserà di non avere più nulla a che fare con una persona così orribile e lo lascerà.

Sono due opposti è vero, molto probabilmente Alfonse al liceo era un ragazzo studioso, cordiale, simpatico, disponibile con tutti e ora da adulto se la faceva con un ex spaccone, drogato, vegetariano e festaiolo.

Era questo il ritratto che il caro Mustang aveva accuratamente dipinto sulla sua persona, lo aveva descritto alla perfezione ed era questo che gli dava più fastidio: La consapevolezza che avesse sempre detto la verità, non poteva smentirlo questa volta.

Accidenti a lui, alla sua boccaccia, ai suoi capelli di un nero così intenso, lisci e setosi, ai suoi occhi profondi, al suo sorriso accattivante, a quel suo modo di fare che gli faceva venire i brividi di piacere, alla sua camicia profumata e ai suoi muscoli sodi.

Coraggio, prima o poi dovrete affrontare il discorso dopotutto” Si disse, non voleva tornare indietro e affrontare la situazione che si era venuta a creare per colpa del suo indesiderato ex e di quei bicchieri di troppo che aveva bevuto.

Si voltò, tirò un sospiro e s'incamminò verso la saletta dove lo stava ancora aspettando Alfonse, lo trovò seduto come lo aveva lasciato ma con le mani sulle gambe, la schiena dritta e un'espressione quasi indifferente, era così rigido e composto che per un attimo si spaventò.

-Allora... andiamo a dormire?- Sussurrò cauto, per non rompere quell'irreale silenzio che gravava su le loro teste come un incudine pronta per cadere e schiantarsi al suolo.

-Si... andiamo-

Lo vide alzarsi lentamente e precederlo verso l'ascensore senza degnarlo quasi di uno sguardo, sembrava uno zombie, davvero distrutto, doveva essere una brutta sensazione sentire la fiducia e la stima che si provava per una persona crollare così improvvisamente.

Non si rivolsero la parola per molto tempo, in ascensore il ronzio di una mosca sarebbe sembrato un fracasso infernale, la chiave che girava nella toppa era troppo stridula e anche i loro passi sulla mochette per quanto ovattati li mettevano a disagio.

Edward indossò il pigiama e dopo aver spazzolato con cura i capelli almeno una decina di volte pensando a cosa dire, entrò nella loro stanza trovando Alfonse già pronto per la notte, che leggeva un libro in religioso silenzio.

-Al... sei arrabbiato?- Iniziò timoroso restando in piedi vicino la sponda, credeva sarebbe sembrato insensibile “invadere” la bolla di pace apparente che si era costruito intorno.

-No...- Non lo guardò, non distolse lo sguardo dalla pagina, rispose meccanicamente levandosi quel peso il più velocemente possibile, sembrava non ci avesse nemmeno pensato.

-Invece si che sei arrabbiato, ti sei chiuso a riccio- Sussurrò lagnandosi come un bambino che era stato rimproverato.

-Ed... non sono arrabbiato davvero-

-E allora cos'hai?-

-E' che...- Sospirò trovando le parole giuste per continuare, mettendo da parte finalmente quel fastidioso romanzo -Pensavo ti fidassi di più di me... insomma tutte quelle cose dovevi dirmele tu spontaneamente, non dovevo venirle a sapere da un estraneo che per di più si è scoperto essere il tuo ex, ancora interessato a te tra l'altro-

-Scusa ma non volevo che lo sapessi...-

-Ed non me ne frega niente se ti facevi al liceo, se eri un drogato o un punk o un hippy o qualsiasi altra cosa fossi, io mi sono innamorato di te, del te che ho conosciuto e non del te adolescente-

-Davvero...?- Improvvisamente senti un grosso peso precedentemente posizionato sul petto dileguarsi, lasciandolo libero di respirare liberamente, non si aspettava tanta maturità ed era grato ad Alfonse per avergli dato fiducia e a se stesso per aver sbagliato ragionamento, doveva immaginare che non lo avrebbe lasciato per una sciocchezza simile legata al passato.

-Si cavolo! Io non mi sono innamorato di “El” ma di te... Ed, Edward...- Marchiò il suo soprannome del liceo con una nota un po' acida, poiché era sempre stato usato da Roy Mustang, il suo pericoloso rivale in amore appena giunto dalle misteriose terre degli ex che potevano restarsene lontani da loro.

-Sono un vero imbecille...- Sentì gli occhi pizzicargli ma non era per la tristezza bensì per la gioia, tutto l'opposto.

Era sollevato e felice per quelle bellissime parole, il suo passato non stava rovinando la loro relazione come temeva perché stava insieme ad un uomo fantastico che era in grado di fare un ragionamento razionale ascoltando anche il cuore e non i pregiudizi di molte altre persone.

-Ehi Ed...- L'altro appena udì soltanto quello che somigliava ad un leggero singhiozzo si alzò catapultandosi dall'altra parte della stanza per abbracciarlo forte e accarezzargli la schiena -Che c'è? Che ti prende?-

-Non è niente...- Alzò la testa sorridendogli per tranquillizzarlo, ora ne aveva la prova: Non era arrabbiato con lui, lo amava come sempre nel suo modo premuroso, puro, cristallino e amorevole.

-E allora perché piangi?- Gli fece una tenera carezza sui capelli tentato di stringerlo ancora di più ma poi sarebbe stato davvero troppo, per Ed si intende, lui non voleva assolutamente vedere quell'adorabile viso rigato di lacrime.

-Non sto piangendo, sono felice-

-Aspetta un attimo... pensavi che avessi intenzione di lasciarti per una simile cavolata?- Non poteva credere che lo avesse davvero pensato! Però d'altra parte la sua preoccupazione dimostrava soltanto un sincero affetto e la paura di perderlo.

-Bé ma è il suo scopo...-

-Bé a me non importa quello che cercherà di fare per portarci alla lite io non gli darò ascolto e qualsiasi cosa la risolveremo insieme-

Sentì la sua mano calda e morbida stringere la propria con una stretta che sapeva di dolcezza e determinazione allo stesso tempo.

-Si...-

-Aspetta un momento, avevo capito che provasse un certo interesse per te... ma pensavo che fosse acqua passata oppure che vi stesse stuzzicando come fanno due ex... ma non che cercasse di portarti via da me-

Lo lasciò posandosi una mano sul cuore con la bocca aperta.

-Heide... mio dolcissimo, bellissimo Heide...- Sorridendo gli accarezzò la schiena come per consolarlo -Sei troppo ingenuo... te la sei fatta fare sotto il naso-

-Oh no, no, no! Adesso che so quali sono le sue intenzioni non ripeterò quello che è successo questa sera!-

-Stava cercando di mettermi in cattiva luce con te...-

-Che infame... bé ma tanto non importa perché io ti amo e tu mi ami vero?-

Rimase un po' sorpreso da quelle parole ma cercò di non darlo a vedere e rispose d'impulso con un dolce sorriso rassicurante.

-Ma certo-

Ma in cuor suo mentre abbracciava Alfonse si chiedeva perché la sua camicia non avesse lo stesso odore di quella di Roy, perché i suoi muscoli non fossero duri e perché la sua voce e le sue carezze non gli facessero venire la pelle d'oca.

-B-bene...- Prese un lungo respiro per scacciare i brutti pensieri -Non voglio che ti trovi impreparato sulle “Storielle” di Roy... così voglio che ci sia la più completa sincerità tra noi, puoi chiedermi quello che vuoi-

-Ma io non ho bisogno di sapere altro, mi fido di te- Gli prese il viso tra le mani baciandogli la fronte contento comunque che Edward volesse essere un libro aperto con lui.

-Non mentirmi so che muori dalla voglia di sapere-

-D'accordo forse un pochino...-

-Va bene, allora vediamo...- Mano per la mano si sedettero sul grande letto e Edward tra quelle braccia si sentì per lo meno più sicuro -Ti racconterò... degli esami di fine anno?-

Oh e quella si che era una storia interessante...!

[Chap_3::Parte_2.... FlashBack]

[Edward Side]

 

Quella mattina mi svegliai -come sempre- in ritardo, il mio letto era a dir poco un caos, le coperte all'aria, la mia posizione scomposta e capelli lunghi sparsi qua e là.
Per non parlare della sveglia che suonava da una buona mezzora senza ricevere la minima attenzione, fu Envy, il mio compagno di stanza e migliore amico a spegnerla e svegliarmi con estrema delicatezza gettandomi addosso un secchio d'acqua gelida.

Inutile dire che le mie grida si sentirono per tutto il campus insieme agli insulti che stavo mandando a quella testa di rapa!

-Che diavolo ti salta in testa?!- Mi alzai di scatto completamente fradicio scansando i capelli dal volto che bagnati gocciolavano sul pavimento e sui miei vestiti, come se facesse differenza visto che anche quelli erano bagnati.

-Non hai capito piccoletto?- Lo odiavo quando mi chiamava in quel modo eppure lui non sembrava farci caso oppure lo ignorava palesemente, fatto sta che dopo avermi insultato tirò fuori un altro secchio d'acqua bagnandomi una seconda volta.

-Ora ti è chiaro il concetto angelo?- Si divertiva immensamente a prenderli per il culo!! E lo avrei fatto fuori, non so quale forza misteriosa mi fermò ma forse fu la consapevolezza che una cella di prigione non era affatto comoda e per un drogato quelle quattro pareti strette sarebbero risultate soffocanti.

-Perché mi hai svegliato in questo modo?- Sibilai a dir poco infuriato, ma cercando di mantenere il controllo.

-Oggi dobbiamo entrare più tardi e tu non hai regolato bene la sveglia- La indicò, lampeggiando faceva le 8.06 e normalmente io sarei dovuto essere in classe per le 8.30.

-E allora perché non l'hai semplicemente spenta? Se dobbiamo entrare più tardi che senso ha farmi alzare adesso?-

-Semplice, mi stava dando fastidio e poi ci metterai un po' per asciugarti, prepararti e portare tutta questa roba in lavanderia-

-Non avrei dovuto farlo se tu mi avessi svegliato più tardi come una persona normale!-

-Piccoletto... tu ormai sai che io non sono una persona normale, ora la prossima volta sai che devi spegnere questo aggeggio infernale prima che ci pensi io a sistemare entrambi- Mi dava pacche sulla spalla che mi facevano arrabbiare ancora di più, come quel suo stupido sorriso ebete!

-Ti odio...- E mai parole furono più sincere, stringevo i denti come un lupo famelico pronto a lanciarsi sulla preda per sbranarla.

Invece lui tutto tranquillo mi afferrò saldamente il volto per baciarmi intensamente, poi dandomi una pacca sul sedere strillò -Anch'io ti voglio bene, ma ora muoviti a mettere a posto!!-

-Aspetta aspetta aspetta, avevi una storia anche con il tuo migliore amico?-

Chiese sconvolto Alfonse non capendo che cosa c'entrasse il bacio in quella situazione.

-Heide... non si chiamava “Amore libero” per niente-

-Oh capisco... ma non lo pratichi più vero?-

-Non preoccuparti, ho cambiato stile di vita-

Ma tornando alla storia, dopo essermi asciugato e vestito pulii l'acqua a terra e mi sbrigai a raccattare le lenzuola bagnate da portare in lavanderia,  dopodiché presi la borsa con i libri e uscii dal dormitorio.

Dopo essere passato in lavanderia dove dovetti spiegare che la causa di tutte quelle lenzuola da lavare era Envy che aveva avuto la brillante idea di buttarmi ben due secchi d'acqua addosso perché la mia sveglia suonava, mi diressi verso il parco visto che la campanella delle lezioni per me non era ancora suonata.

Lì mi sedetti sul prato con l'intenzione di ripassare un po' di geometria per l'esame del giorno dopo ma non fu una delle mie imprese migliori... poiché arrivò un altro mio “caro” amico a distrarmi.

-Ehi grande El!- Corse verso di me Russel: Un ragazzo più giovane di un anno, dai capelli biondi tirati indietro con il gel e gli occhi coperti dai soliti occhiali da sole e se li indossava poteva significare solo una cosa: Era fatto di prima mattina.

-Ciao Russel... che stai facendo?-

-Oh amico tu... tu devi provare questa cosa- Indicò la canna che aveva in mano poi iniziò a frugare nella sua borsa e da un cofanetto metallico ne tirò fuori un'altra porgendomela.

Non ero sicuro sul da farsi, insomma dovevo ripassare geometria per prendere almeno la sufficienza e fumare in quel momento non mi sembrava molto corretto, ma poi mi dissi: Ehi ho ancora tutto il giorno per sfogliare un libro e poi chi sono io per fare l'anima candida?

Così la accettai e quando ci raggiunse Envy dai dormitori eravamo entrambi già belli che andati.

-Ehi ragazzi...- Sospettoso si avvicinò a noi sedendosi sull'erba dove entrambi eravamo sdraiati a fissare il cielo.

-Ciao Envy...- Salutammo all'unisono, ovviamente però si accorse che qualcosa non andava e subito iniziò la sua indagine.

-Piccoletto... che cosa guardi?-

-Quella nuvola- La indicai come un perfetto idiota -Sembra... una nuvola- Non mi rendevo conto di quante cazzate sparassi in quelle condizioni, mi sembrava la cosa più sensata da dire.

-Oh è vero... bravo è proprio una nuvola... senti Russel, mi spieghi come faccio a portarlo in classe in queste condizioni?-

Almeno lui aveva un po' di buon senso, si dava alla pazza gioia solo alla fine delle lezioni e io gli ero grato per questo... visto che era sempre compito suo coprirmi con i professori per non farmi fare brutte figure in classe e giocarmi gli esami.

-Non lo so...- D'altronde che cercava di ottenere da Russel? Avrebbe riso come un idiota anche se gli avesse detto che stava per venire giù l'apocalisse.

-Envy Envy Envy, cos'è sta paranoia? Rilassati...- E nemmeno io francamente potevo dire qualcosa di sensato.

Fatto sta che Envy prendendomi per un braccio mi portò a scuola fino al mio armadietto, dove mi fece mettere gli occhiali e prendere i libri.

-Ascolta Piccoletto, hai fatto una cazzata ma possiamo rimediare, basta che tu non parli, non devi dire niente durante l'ora di storia e tutto filerà liscio...-

-Capito- Mi sembrava tutto un gioco ma almeno avevo afferrato il concetto.

Così entrammo nell'aula di storia sedendoci infondo dove non avremmo dovuto avere problemi, in teoria.

Tutto faceva pensare che io fossi presente: Il blocco degli appunti aperto, la penna in mano e il libro sulla pagina giusta, ma in realtà non c'ero affatto.

Le scritte sulla lavagna si confondevano ai miei occhi e la voce del professore sembrava fin troppo roca e distorta, avevo l'impressione di dover crollare da un momento all'altro.

-So che è una cosa trita e ritrita ma voglio farvi esercitare un po' con le date, dovete saperle tutte a memoria per ricordarle all'esame, dunque: Chi mi sa dire quando è stata scoperta l'America?-

Quel professore mi odiava, so che lo dicono tutti gli adolescenti ma lui ce l'aveva proprio con me! Sicuramente si era accorto di quello che facevamo io e i miei amici e poi diciamolo, i professori non dovrebbero dare importanza alle voci che circolano a scuola ma lo fanno eccome!

Forse pensava che io mi stessi beffando di lui e voleva smascherarmi ad ogni costo, i miei compagni sapevano che non eravamo ragazzi puliti ma ci volevano bene, avevamo tanti amici e una vita sociale perfetta.

Se ti fai non sei certo un'emarginato anzi tutto l'opposto.

Però ecco... i professori non erano dello stesso parere e alcuni ce la mettevano tutta per farci giocare l'ammissione all'esame.

Così quel giorno tra tante mani alzate disponibili per lui scelse proprio me, che non stavo mostrando il minimo interesse per la sua domanda.

-Elric? Tu lo sai vero?-

Sorrise avvicinandosi al mio banco a passi estremamente lenti, li sentivo rimbombare nell'aula che sembrava vuota e non capivo che cosa volesse da me però avevo la certezza che mi stesse guardando aspettando chissà cosa.

Quando alle mie orecchie giunse un confuso “pss” da parte di Envy che si era appostato dietro di me e stava sussurra un: “Uno... quattro... nove... due”.

-1492...?- Provai sperando che soddisfacendolo girasse i tacchi lontano da me, mi metteva a dir poco a disagio.

Capii però di aver risposto bene, perché fece una smorfia e mi fulminò con lo sguardo: Voleva abbattermi, sorprendermi impreparato e ridere della sua magra e stupida vittoria.

-Si... è giusto... ora passiamo a qualcun altro-

Finalmente girò sui suoi passi continuando l'interrogazione a tappeto, ora che ero stato fatto fuori potevo rilassarmi anche se non avevo ben capito quello che era successo.

Comunque una volta suonata la campanella ci alzammo ed Envy tirò un sospiro di sollievo portandomi fuori dall'aula fino al mio armadietto dove posai il libro per prendere quello della lezione successiva, con cui non avremmo avuto problemi visto che si trattava di letteratura e le domande non erano abituali se non in tempo d'interrogazione, ma comunque avremmo passato le ultime ore a leggere e fingere d'interessarci.

-Hai rischiato grosso oggi, quello non aspetta altro che beccarci, se ti fai convincere un'altra volta da quell'imbecille di Russel vedi che ti faccio-

-Si d'accordo...- Dopo più di un ora perlomeno iniziavo a vedere le cose più chiaramente e a seguire un discorso decentemente.

-Oh... sta arrivando Mustang- Uscì come un suono lamentoso dalle sue labbra, nessuno dei due poteva sopportare le continue avance dell'ex capitano della squadra di rugby.

Si era diplomato prima di noi essendo più grande ma continuava a venire a scuola con la scusa di seguire i nuovi atleti, ma sapevano tutti che voleva solo ronzarmi intorno.

-Ehi dolcezza...- Sentii il suo fiato caldo e fastidioso sul collo e le sue labbra a pochi millimetri dall'orecchio.

-Che vuoi tu adesso...?- Mi voltai per guardarlo in faccia poggiandomi comunque agli armadietti.

-Wow... prima mattina e già ti sei fatto qualcosa-

-si... è prima mattina e già sei qui a scocciare-

-Volevo invitarti alla partita, vedi devo allenare la squadra e sarò presente però pensavo che potremmo fare una piccola festa post partita nella macchina... ci stai?-

-Mi dispiace ma non sono fatto abbastanza per venire a letto con te e comunque, adesso devo andare...e non è una scusa per allontanarmi da te, ma devo fare...- Guardai per un attimo Envy interrogativo cercando la materia di cui mi sfuggiva il nome.

-Lettere-

-Quella con le parole?-

-Si proprio quella-

-Bene allora come hai sentito io devo fare... lettere, quindi ciao-

Gli sorrisi e puntando alla prossima aula m'incamminai con Envy verso la direzione opposta, non importava se avremmo dovuto fare il giro lungo.

-Come hai fatto a passare da “Non lo sopporto” a “L'abbiamo fatto negli spogliatoi”?-

-Quello risale a dopo gli esami... tra poco te lo racconterò, ma comunque...-

Quando suonò l'ultima campanella che decretava la fine assoluta di ogni lezione una marea di studenti felici si riversò nel giardino e nell'intero campus: C'è chi se ne tornava ai dormitori, chi andava al bar, chi prendeva un permesso per uscire per fare compere e chi come Mustang passava il suo tempo sul campo di rugby preparando le attrezzature per l'allenamento.

-Proprio non capisco cosa ci trovi in lui...-

Ma non era da solo, con lui c'era Jean Havoc un ragazzo più giovane di un anno ma comunque diplomato, passavano quasi tutti i pomeriggi insieme e l'argomento di quel giorno -come di tanti altri- ero io.

-Non te lo so dire... è diverso-

-Per diverso vuoi dire che è l'unico che non cade ai tuoi piedi e non ha paura di tenerti testa? Oppure ti piacciono i ribelli, quel ragazzo da solo ha fatto scappare tutte le rane dei nostri laboratori di biologia per non parlare di qualche anno fa quando ha fatto esplodere l'aula di chimica cerando di “Salvare il mondo dal buco nello Zono”-

Si misero a ridere insieme trovando le mie idee molto divertenti, io però ero serio quel giorno, volevo davvero fare la differenza nel mondo purtroppo però mi resi conto che non era possibile per una sola persona...

-Si quello è stato uno spasso...-

-Oppure ricordi il tuo ultimo anno qui? Avevamo organizzato quella favolosa grigliata e tu speravi di passare la serata in sua compagnia e poi cos'è successo?-

-Ho scoperto che è vegetariano... e la mia idea non si è dimostrata molto brillante-

-Te lo sei scelto proprio bene il ragazzino, vegetariano, drogato, ribelle...-

-Fermamente convinto di ciò che dice e che fa, sostiene le sue idee e le difende con tutto se stesso... e poi diciamolo, ha fascino-

-Un bel sedere e un bel faccino, a te non interessano i suoi hobby e i suoi ideali vuoi soltanto conquistarlo perché ti rode non fargli alcun effetto-

-Forse... ma ci riuscirò-

Non potevo immaginare quali erano le sue losche intenzioni da maniaco, perché mentre loro erano impegnati in discorsi puramente intellettuali io mi accorgevo di una cosa...

Appena entrai nella mia stanza posando la borsa mi sdraiai sul letto cercando di farmi un riposino ma il libro di algebra sul comodino mi riportò alla mente che il giorno seguente sarebbero iniziati gli esami di maturità, di cui mi ero completamente dimenticato.

-Oh cavolo!- Gridai iniziando a farmi prendere dall'ansia e dall'agitazione, non era la cosa giusta da fare così quando me ne resi conto, ragionando a mente lucida presi il toro per le corna e mettendo in borsa qualche blocco per gli appunti, una calcolatrice e il mio astuccio corsi fuori alla velocità di un fulmine per rinchiudermi nella biblioteca, cercando di memorizzare quante più informazioni possibili.

Non ero proprio indietro con il programma, mi mancavano forse due o tre lezioni che avrei potuto recuperare facilmente però ciò di cui avevo bisogno era ripasso, ripasso, ripasso!

Dovevo raggiungere un buon punteggio, superare almeno il 60... così avrei trovato lavoro facilmente e sarei potuto andare dove cavolo volevo senza dipendere dai miei genitori, ma quella è un'altra storia... continuiamo.

Presi un tavolo isolato dal resto degli studenti indaffarati e addentrandomi tra gli scaffali nella più completa solitudine, raccolsi i libri che mi servivano ed iniziai a ripassare qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani.

Matematica, Fisica, Scienze, Storia, Inglese, Francese, Letteratura... non so quanto tempo rimasi lì dentro ma fuori dalla grande vetrata il sole man mano scompariva oltre gli edifici e ben presto ebbi bisogno della lampada posta lì vicino.

Il mio cellulare nella borsa vibrava incessantemente ma non gli diedi la ben che minima occhiata, dovevo rimanere concentrato fino allo stremo delle mie forze, l'esame doveva andare bene ad ogni costo e avrei studiato anche tutta la notte se necessario.

Fu sul tardi che sentii dei passi avvicinarsi al mio tavolo, ma non era sicuramente la bibliotecaria visto che chiudevano alle 23.00  -orario straordinario per il giorno pre esame- bensì si trattava di Envy che con aria accigliata si sedette di fronte a me aspettando che lo degnassi di uno sguardo.

-Che c'è?- Chiesi senza staccare gli occhi dal quaderno su cui scrivevo e allo stesso tempo dal libro che leggevo.

-Hai finito tutti quei dannati blocchi, non ti pare di aver ripassato abbastanza?- Diede un'occhiata ai quattro blocchi doppi, pieni di altri fogli contenenti ricerche e appunti aggiuntivi, post-it colorati e scritte evidenziate.

-Domani c'è l'esame non posso smettere...-

-Invece si, smettila di fare lo zombie sei qui dentro dalla fine delle lezioni e sai che ora è? Sono quasi le 22.50, tra dieci minuti la biblioteca chiuderà e tu non hai nemmeno cenato per fare lo scribacchino folle- In un gesto secco mi sfilò tutto, rimettendo i quaderni nella borsa e i libri al loro posto dopodiché mi fece alzare con la forza e mi trascinò fuori.

-Ma che fai?!-

-Ascolta, sei prontissimo per l'esame in quanto concetti ma sai cos'è un altra cosa che ti serve per memorizzare? Una bella dormita, se domani arrivi in aula assonnato non ricorderai niente...-

-D'accordo... grazie Envy-

-Se non ci fossi saresti spacciato... ti ho preso un hamburger vegetale e delle patatine, mangia e fila a letto-

Non potevo essere più fortunato, averlo al mio fianco era la cosa più fantastica che potesse capitarmi, si prendeva cura di me come se fosse mia madre ma allo stesso tempo ci divertivamo come pazzi quando ce n'era l'occasione, dopo aver mangiato ed essermi preparato per andare a dormire impostai la sveglia sul cellulare notando che Envy mi aveva chiamato almeno una decina di volte e aveva lasciato diciassette messaggi...

Qualche settimana dopo...

 

-Forza piccoletto hanno appeso i risultati degli esami muoviti!!-

Envy più euforico che mai correva per tutto il campus e io con il fiatone lo seguivo, non ero impaziente quanto lui, avevo paura di essere andato male e tutto intorno a me dava questa impressione.

I ragazzi al mio passaggio si voltavano e restavano a fissarmi come se avessi combinato chissà cosa e i professori a cui stavo antipatico non facevano che guardarmi male come se dovessero sopportarmi per un altro anno.

Quando arrivai il mio amico si stava già facendo spazio tra la folla per raggiungere la bacheca e vedere i nostri risultati, io lo aspettai vicino la fontanella lontano da quella confusione cercando di rimanere calmo eppure quando vidi Envy venirmi in contro sentii come una fitta al petto.

-Allora...?-

Mi azzardai a chiedere, volevo sapere tutto e subito così se fossi morto sarebbe stata una cosa veloce.

-Io ho preso sessanta...- Esclamò contento di essere passato, anche se con il minimo.

-E perché tutti mi fissano...? Quanto ho preso? E' grave...? Dammi la batosta subito...- Posai le mani sulle sue spalle tentato di cadere in ginocchio.

Lui mi abbracciò per tranquillizzarmi ma non faceva altro che mettermi più ansia addosso -Perché mi abbracci...? Sono andato così male?-

-No Piccoletto...- Mi scansò prendendomi il viso tra le mani -Ti guardano perché hai preso un bellissimo 95!-

In quel momento non riuscivo a credere alle mie orecchie, mi stavo facendo tutti quei problemi e il mio voto era tra quelli più alti?

-D-davvero?- Balbettai sorridendo.

-Si... 95-

-Io... ho preso... 95?-

Giusto il tempo per rendermi conto di quanto valesse quel numero e iniziai a strillarlo ai quattro venti correndo a destra e a sinistra, uscii persino in giardino sempre seguito da Envy che non cercava nemmeno di calmarmi, sapeva quanto mi era costato e poi anche lui festeggiava il diploma.

Tra qualche giorno ci sarebbe stata la cerimonia... e tutta la mia euforia sarebbe stata trasferita altrove.

-Fu alla cerimonia che...?-

-Si Heide, te la senti di ascoltare ancora?-

-Certo racconta...-

-Bene... passiamo al giorno della cerimonia-

Angolino Autrice 

Saaalve genteee :D oggi ho voluto farvi una bella sorpresa, spero che l'abbiate apprezzata! In pratica il capitolo sarebbe dovuto finire prima del flash back ma visto che a mio parere era troppo corto (ed era una crudeltà lasciarvi in sospeso cn un capitolo striminzito) ho unito il 3 e il 4 :) 

Andrò avanti con i flash back ancora per un pochino, almeno 2 o 3 capitoli credo... per mostrarvi com'era la vita di Edward prima di mettersi con Roy e soprattutto COME si è messo con Roy XD e anche perché si sono lasciati ecc... ^_^ 

Eh lo so lo so..... Roy ha mooolto più fascino di Alfonse e vi faccio notare alcune piccole cose.

1. Edward li paragona entrambi molto spesso, quasi inconsapevolmente 

esempio. Quando ha abbracciato Roy si chiedeva perché non provasse le stesse cose con Alfonse e quando ha abbracciato il caro Heide ha paragonato l'aspetto fisico, il profumo e l'atteggiamento con Roy..... infatti si è chiesto come mai i suoi muscoli non sono sodi e allenati come quelli di Roy? Perché ila camicia non emana lo stesso profumo? Perché non ho la pelle d'oca quando è lui a stringermi?

Si sta facendo un pochino di problemi eppure non ammetterà mai di essere innamorato di Roy Mustang... secondo voi Edward sta costruendo solo un castello di carte? (nel senso che si sta illudendo di essere innamorato di Alfonse o è innamorato di entrambi?)

2. Edward a volte chiama Alfonse, solo Al.... e sta succedendo dall'incontro con Mustang.... perché come vi ho scritto nel primo capitolo verso la fine... Edward non si spiega come mai con l'apparizzione del suo ex, stiano perdendo la loro intimità e sta andando tutto a rotoli... prima invece lo chiama Heide, piccolo nomignolo affettivo xD 

Ora veniamo ai ringraziamenti :) 

MXI

Chiby Rie_chan

 HaChiElriC        Benvenuta cara :)

Ora mi dileguo xD e come sempre aggiornerò velocemente :) ve lo meritate ragazze,  apprezzo molto che vi facciate sentire :)
Un bacione! Enjoy!!! ^_^


 

 

 

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Capitolo 4
*** Chap 5 and 6_ Scoperte sconvolgenti e bocconi duri da masticare ***


 [Chap 5_Pt.1]

Quel pomeriggio ero molto agitato, il sole stava andando a morire oltre gli edifici del campus ed io facevo avanti e indietro per il vialetto con la tunica blu e il tocco tra le mani, Envy nel frattempo era seduto sugli scalini del dormitorio, mi guardava stanco, stufo della mia ansia, di tanto in tanto sbuffava e cambiava la mano con cui reggeva il capo ma niente di più, si era stancato anche di tranquillizzarmi senza successo.

-Dici che sto bene così?- Lo ripetevo da ore, per la cerimonia mi avrebbero raggiunto i miei genitori, contenti del mio bel voto che sinceramente nessuno si sarebbe aspettato e se venivano loro anche mio fratello minore li avrebbe seguiti non avendo altra scelta.

Avevo tolto le ciocche rosse riposandole in un angolo remoto della mia valigia visto che dopo la cerimonia ognuno se ne sarebbe andato per la propria strada, ai miei genitori non andava giù il mio animo ribelle per questo cercavo di nasconderlo per quanto fosse possibile, avevo tolto anche il piercing e i capelli erano raccolti in una coda di cavallo ordinata, non mi facevo da quasi due giorni per avere un aspetto migliore e non dare nell'occhio altrimenti uscito dal liceo mi avrebbero portato in un centro per disintossicarmi ed era l'ultima cosa che volevo.

-Si Piccoletto non si accorgeranno di niente sta calmo...- Lo ripeteva senza vita come una cantilena ormai imparata a memoria.

-Oh mio dio eccoli...- Dal grande cancello infondo vidi arrivare la lussuosa macchina di mia madre: I miei erano divorziati da anni e di certo si possono dire molte cose della donna che mi ha dato la vita ma non che fosse una persona debole, invece di stare sul divano a mangiare gelato e a piangere si era rimboccata le maniche e per consolarsi -a modo suo- si era gettata a capofitto nel lavoro diventando una persona piuttosto importante nel suo campo.

Mio padre invece continuava a fare il medico in ospedale e a condurre la sua normale vita di uomo single che non si interessava a niente e a nessuno, mio fratello stava con lui visto che con tutti gli impegni di nostra madre il tribunale aveva deciso che non era una buona idea crescerlo in quel modo con un genitore perennemente assente.

Io ero contento della mia vita al campus, almeno per quei cinque anni non dovevo entrare in un'aula di tribunale ad assistere a liti continue, non dovevo scegliere con chi stare alle feste e non avevo i week end pieni di stupide gite genitore figlio, come se bastassero per colmare il vuoto che lascia la rottura nel cuore di un ragazzino.

Questa era la mia paura più grande, cosa mi avrebbe atteso fuori dal campus? Dovevo stabilirmi temporaneamente da mio padre o da mia madre? Avrebbero litigato come al solito per decidere chi fosse il genitore migliore per me? Sicuramente si...

-Il mio ragazzo!- Gridò subito mia madre correndo ad abbracciarmi, per meglio dire stritolarmi, baciandomi le guance e lasciando inevitabilmente macchie di rossetto rosso.

-Mamma...- Mi lamentai per quanto possibile e lei prendendo un fazzoletto bianco merlettato dalla borsetta di Gucci iniziò a ripulirmi.

-Scusa tesoro ma sono così contenta per te! Sicuramente hai preso dalla mia famiglia!- Ecco che a quella fiera affermazione si fece avanti mio padre molto adirato come al solito.

-La tua famiglia? Io sono un medico, mia madre era un medico e mio padre era un imprenditore- Roteai gli occhi per la prima volta in quella che sarebbe stata una lunghissima giornata... anche se stava per tramontare il sole, lo sarebbe stata comunque.

-Non m'importa della tua famiglia di camici bianchi! Edward ha preso da me perché io al liceo ebbi un bellissimo 100! E tu...? Oh aspetta tu prendesti un... 75-

-Smettetela!- Era meglio interrompere sul nascere quella stupida competizione -Io ho preso 95 perché ho studiato non perché era nel mio DNA-

-Hai ragione ragazzo...- Mio padre mi diede ragione massaggiandosi la barba, aveva tagliato i capelli... quando stava con la mamma erano molto lunghi -E comunque... se Edward ha preso da te, vuol dire che Alphonse ha preso da me- Con mano ferma avvicinò a sé quel povero ragazzo che ancora non aveva aperto bocca -Mi raccomando Al, prendi un 100 e lode!-

-Io non ci sono ancora entrato al liceo...- Povero ragazzo, era spento, sicuramente stufo di stare in mezzo a quelle due menti contorte.

Non lo biasimavo affatto se avesse pronte tutte le valige per il liceo e tanti opuscoli di campus recintati e vietati alle famiglie.

-Ci entrerai e inizierai a prendere bei voti già dal primo anno- Suonò quasi come una minaccia...

-Smettila di fargli pressione- Rimproverò la mamma -Comunque tesoro, hai già scelto il college dove vorrai andare?-

Andai per un momento in confusione, un lungo momento... persino Envy che messaggiava tranquillamente alzò la testa al suono di quelle parole.

-Io... mamma io non voglio andare al college...-

Spiegai pregando che la prendesse nel modo giusto e mi lasciasse in pace chiudendo per sempre quel fastidioso discorso, ma era soltanto la mia fervida immaginazione a parlare.

-No no tesoro tu ci devi andare, con queste potenzialità sarebbe un vero spreco non iscriverti ad un prestigioso college dove passerai i prossimi otto anni-

Per lei sembrava una cosa così entusiasmante, non capiva che per me otto anni in una scuola di alto livello erano il primo passo verso il suicidio.

Sarei stato in mezzo a persone con la puzza sotto il naso che mi avrebbero sempre guardato dall'alto verso il basso, non mi sarei fatto nessun amico dentro quella gabbia di damerini in giacca e cravatta, mi sarei inimicato i professori per il mio modo di fare libero ed indipendente e credo che non sarei nemmeno sopravvissuto per una settimana scarsa.

-No mamma, apprezzo tutto questo interesse ma davvero io sono contento di essermi diplomato e non voglio assolutamente passare altri otto anni dentro un altro campus di persone... serie e responsabili-

Praticamente il tipo di persona che io evitavo, i miei però non potevano capire che mi sarei sentito come un uccello in gabbia, visto che non avevano la minima idea che il loro “Adorato figliolo che si stava diplomando con 95” era un drogato, vegetariano, fan dell'amore libero, del rock spacca timpani e feste senza fine.

Ero cambiato in quei cinque anni, non avendo più freni mi ero sfogato alla grande seguendo solo ciò che io ritenevo giusto e non ciò che gli altri volevano per me.

-E allora tesoro? Sarà un ambiente salutare per te... sarai concentrato sugli studi e su nient'altro-

Non sapevo più che cosa inventarmi, se gli avessi detto la verità mi avrebbero sicuramente rinchiuso in qualche centro per chissà quanto tempo ma non c'era comunque modo di farli desistere da questa idea che mi avrebbe distrutto in ogni caso.

-Bé... lasciatemi il tempo di pensarci, prima volevo viaggiare un po', girare il mondo, non avevo intenzione di ricominciare così in fretta-

Prendere tempo era l'unica cosa che potessi fare.

-Va bene caro, ora però andiamo a sederci sugli spalti così ti riprenderemo  quando ritirerai il diploma!-

Erano così fieri di me... non potevo deluderli.

-Oh aspettate, le valige- Ricordò papà prendendo i miei bagagli per metterli in macchina con un sorriso, mio fratello invece era di poche parole al momento ma con lui avrei parlato più tardi, quando nessuno poteva sentirci.

-Ci vediamo dopo...- Salutai debolmente con un cenno della mano per poi girarmi verso Envy quando non furono più sulla mia visuale.

-Sei fottuto- Disse scoppiando a ridere in modo incontrollato, forse perché nemmeno lui mi ci vedeva al college.

O si divertiva a vedermi in difficoltà.

-Dammi un piano ti prego...- Mi inginocchia alle sue gambe con espressione da cucciolo bastonato, che funzionava sempre modestamente.

-Te lo darei Piccoletto ma non ne ho uno... a meno che tu non dica la verità ai tuoi e loro così inorriditi e arrabbiati decideranno di non mandarti al college perché se si scoprisse una cosa del genere sarebbe un disonore... e poi non ti accetterebbero mai in una scuola di pinguini a quelle condizioni-

-Envy... io stavo chiedendo alla tua mente contorta e macchinosa un piano decente e il massimo che sai dirmi è questo?-

Ero infuriato, quando presi F al compito di biologia per non aver vivisezionato la rana e per aver fatto scappare tutte le altre -piccolo dettaglio- aveva parlato con il preside tirandomi fuori dai guai in qualche ora e il professore aveva annullato il votaccio facendomi fare un altro test, tra l'altro anche i successivi anni io facevo test a parte -addirittura in un altra aula- quando gli altri facevano esperimenti.

E ora non riusciva a tirarmi fuori dal guaio?!

-Oppure... menti, di ai tuoi di aver copiato al compito d'esame anche se è una bugia così crederanno che quel voto non è meritato e non ti iscriveranno da nessuna parte-

-Pessimo piano, con il senso di giustizia che ha mia madre altro che non iscrivermi al college andrebbe dal preside per farmi ripetere l'esame e l'anno se necessario!-

-Wow... ora capisco come mai sei venuto fuori tu da due come loro-

-Che devo fare...? Centro di disintossicazione o college?-

-Io opterei per il centro, non li vedi e non li senti per chissà quanto tempo e poi se ne hai l'opportunità scappi, peccato volevo chiederti di venire a vivere con me una volta usciti di qui-

-Cosa?-

Per un attimo mi spaventai, perché Envy mi voleva ancora intorno? C'eravamo divertiti al liceo e la nostra relazione non era affatto definibile, ma se stesse iniziando a provare seriamente qualcosa per me?

-Si insomma è difficile lasciare il proprio migliore amico dopo cinque anni passati sotto lo stesso tetto, pensavo che ci saremmo trasferiti a New York... avremmo comprato un attico e saremmo rimasti insieme per un bel po'-

-Mi vuoi ancora intorno...?-

Commosso mi sedetti al suo fianco tentato di abbracciarlo ma visto che quelle attenzioni troppo appiccicose gli facevano saltare i nervi mi tenni a distanza.

-Forse...- Distolse lo sguardo imbarazzato ma per me bastava ciò che aveva detto, non pretendevo manifestazioni d'affetto esagerate.

-D'accordo vedrò che si può fare per il nostro futuro attico... intanto andiamo a prepararci per la cerimonia!-

Envy non aveva nessuno da compiacere quel giorno, sua madre non sarebbe venuta alla cerimonia e francamente non sembrava interessargli, da quello che avevo capito era anche contento di non averla intorno, gli causava sempre brutte figure da ciò che mi aveva raccontato, io però non aprivo mai il discorso lasciavo che fosse lui a sfogarsi con me senza mettergli addosso pressioni.

Lo faceva raramente eppure io ero sempre pronto ad ascoltare, eravamo compagni, amici, quasi fratelli... era normale avere tutta quella confidenza con la persona con cui hai condiviso la stanza per cinque anni, la persona che da un certo punto di vista era diventata la tua famiglia visto che nessuno dei due tornava a casa per le feste, se non era strettamente necessario, le passavamo insieme ai nostri simili organizzando serate divertenti e piacevoli, senza eccessi almeno per le feste.

Arrivammo in perfetto orario sotto gli spalti del campo da rugby, dove tutti i diplomanti come noi stavano aspettando l'inizio della cerimonia: sarebbe stata una cosa veloce, il preside con l'intera commissione e il corpo docenti ci chiamava sul palco per ritirare una pergamena con un fiocco, dopodiché a seguito di applausi e qualche foto ce ne saremmo potuti andare.

Mi dispiaceva dire addio ai miei amici, almeno a quelli che vivevano fuori città e quasi sicuramente non avrei mai più rivisto, anzi per dirla tutta una parte di me sapeva che sarei rimasto in contatto esclusivamente con Envy, la nostra era un attrazione chimica non potevamo stare separati per così tanto tempo e l'idea dell'attico non era nemmeno male.

Sugli spalti sopra di noi vedevo i miei genitori, battibeccare come loro solito e mio fratello -povera anima- era in mezzo, al centro di tutto quel caos, non cercava nemmeno di placare le acque, ormai doveva essersi arreso... non era possibile far ragionare quei due quando si trovavano nella stessa stanza e sempre in questa circostanza, era bene togliere di mezzo oggetti contundenti potenzialmente pericolosi.

-E tu dovrai andare a vivere con uno di quei due?-

Anche Envy era stupito... il che era tutto dire, sua madre non se lo filava, a pagargli il liceo era stata sua zia e suo padre passava più tempo al bar con gli amici che in qualsiasi altro posto.

Non era una situazione piacevole nemmeno la sua ma almeno non li aveva sempre sotto gli occhi a litigare e a scannarsi come belve feroci.

-Già... credo che quando ne avrò la possibilità prenderò mio fratello e scapperò il più lontano possibile-

-Buona fortuna-

L'avrei fatto davvero, un giorno l'avrei portato lontano da tutto quelle liti e quella tensione che ormai aleggiava in casa nostra e ci si era stabilita con tanto di incudine per non evitare di essere spostata.

-Ehilà...- Sentii improvvisamente il fiato caldo di qualcuno sfiorarmi l'orecchio, immaginavo chi potesse essere quell'insetto fastidioso, lo stesso che mi ronzava attorno da cinque anni.

-Mustang...- Sibilammo all'unisono io ed Envy, non era gradita la sua presenza, nemmeno un po' eppure lui continuava ad imporsi incessantemente come se ci provasse gusto a darmi sui nervi.

-Ho sentito che ti sei diplomato con 95, fantastico sapevo che usando il cervellino saresti arrivato in alto-

Mi voltai con un espressione tra l'indifferente e l'irritato fulminandolo.

-Io ho studiato e ho preso quel bellissimo voto, se credevi che non ne fossi in grado ti sei fatto un idea del tutto sbagliata sul mio conto, quella è tutta farina del mio sacco e non è detto che io sia stupido solo perché non ho mostrato tutto questo interesse per la scuola in precedenza, evapora brutto pallone gonfiato!-

-Non ho mai detto che sei stupido... anzi- Mi prese il mento con una mano alzandolo per riuscire a guardarmi negli occhi, o meglio per fa si che io lo guardassi negli occhi... piccoli, furbi, irritanti occhi scuri.

-Sei intelligente, divertente, difendi le tue idee come nessuno, determinato, testardo, affascinante e provocante-

-Se hai finito con la tua lista di stronzate, io andrei-

Sibilai liberandomi della sua stressante presenza e di quel suo indagare con lo sguardo, come se volesse divorarti l'anima.

-E' un peccato, non saprò più dove trovarti...-

-Grazie al cielo qualcosa di positivo c'è-

Pensavo che almeno una volta uscito dal campus non l'avrei mai più visto né avrei dovuto sopportare le sue squallide avance, sarei andato avanti e con fierezza avrei potuto dire di essere stato l'unico in grado di respingerlo e tenere le sue manacce fuori dalla mia biancheria.

Disse qualcosa ma non lo ascoltai nemmeno, penso mi avesse dato del “cattivo” con tono melenso, ma ora la mia preoccupazione era concentrata su altro, non avevo tempo per lui e per i suoi giochi.

Io ed Envy andammo negli spogliatoi pregando di non essere seguiti, li trovammo vuoti fortunatamente e ci sedemmo su una panca di legno aspettando di essere chiamati, lì si sentiva ogni cosa essendo sotto il campo di rugby e a quanto pareva la cerimonia non era nemmeno iniziata.

-Ho l'ansia... non ce la faccio...-

-Piccoletto smettila, devi solo farti una passeggiata sul tappeto rosso, salire sul palco, prendere un pezzo di carta, farti scattare una stupida foto e tornare indietro, non è difficile-

-Non è per quello Envy... ho paura per quello che succederà in seguito-

-Senti, hai detto a tua madre che vuoi prenderti del tempo no? Bé non c'è problema, troviamo un lavoro, andiamo a vivere insieme e aspettiamo che il tempo passi... hai un anno per pensare una scusa decente-

-Ma ora devo andare con loro, fino a che non troviamo entrambi lavoro a New York... e se in questo lasso di tempo capissero che non sono il figlio perfetto che credono? Insomma io mi faccio Envy, ho già problemi a stare lontano da quella roba per una  settimana figurati con loro intorno!-

-Ti sta venendo una crisi d'astinenza vero? Sapevo che dovevi smettere molto prima, ma tu non mi ascolti mai-

-Lo so lo so... ho sbagliato non serve ricordarmelo-

-Devi resistere solo un altro po'... andiamo fuori almeno lo senti di meno...-

Aveva ragione, stare in uno spazio chiuso senza finestre come quello non mi faceva di certo bene e iniziavo anche a sentirmi confuso, come se la mia mente fosse circondata da nient'altro che nubi dense e tossiche.

-Si hai ragione, andiamo-

Ci alzammo ma arrivati alla porta venimmo interrotti, sicuramente quel deficiente di Mustang ci aveva seguiti perché ce lo ritrovammo di nuovo davanti, come una dannata persecuzione!

-Ehi... la cerimonia sta iniziando dovreste andare...-

Ci avvertì mettendo la cerimonia come scusa, come se gli importasse poi, era lì per starmi addosso come la carta moschicida altro che cerimonia.

-Stavamo giusto uscendo, se vuoi spostarti-

Lo fulminò Envy al mio posto, in quelle condizioni non me la sentivo nemmeno di tenergli testa, visto che la mia scoppiava come se al suo interno  ci fosse una festa con tanto di fuochi d'artificio.

-Inizia ad andare e tienimi il posto... ci penso io-

Gli posai una mano sulla spalla tranquillizzandolo e anche se titubante uscì lasciandoci da soli, al tempo non sapevo che quello spogliatoio sarebbe diventata la mia rovina, l'avevo sempre visto come un posto come un altro... forse privo di gusto, orrendo e puzzolente.

-Che cosa vuoi Mustang? In caso ti fosse sfuggito devo andare a ritirare il mio diploma e non ho tempo per stare dietro alle tue stronzate, anche perché una volta che il sole sarà calato ce ne andremo tutti per non tornare mai più, non ci rivedremo ringraziando il cielo...-

-E' proprio questo il punto... io non voglio perderti di vista, non voglio che tutto ciò rimanga un ricordo sbiadito con il tempo-

-Tutto ciò cosa? Le tue avance e i miei insulti? Si sarebbe davvero un peccato perderli-

-Non voglio avere ripensamenti, non voglio pentirmi di cose che avrei potuto fare... perciò...-

Smise di parlare così di botto lasciando la frase in sospeso, come se stesse trovando dentro di sé il coraggio di fare qualcosa che mi avrebbe dimostrato cosa intendeva con i fatti.

E così senza che me ne accorgessi mi baciò, le sue labbra erano calde, morbide e per niente impertinenti come invece mi sarei aspettato, fu molto casto, mi teneva il viso tra le mani quasi per impedirmi il distacco e mi sembrò tutto tremendamente dolce.

Restai a guardarlo negli occhi per secondi interminabili senza dire nulla, aspettando che fosse lui a spiegarsi.

-Mi piaci veramente, non è una presa in giro, non è un avance che rifiuterai e finirà nel bidone come tutte le altre... è una confessione che ti faccio, non mi aspetto niente ma dovevo dirtelo prima di perderti dietro quei cancelli-

Non so cosa mi prese, ora me ne pento amaramente e se avessi saputo come sarebbe finita non avrei di certo commesso quel tremendo errore che segnò la mia vita per anni: Non dissi nulla, ma lo baciai di nuovo, dolcemente e chiusi gli occhi per godermi a fondo quel contatto posando le mani sulle sue spalle larghe e lui sulla mia vita stringendomi man mano che il tutto si approfondiva.

Divenne una lotta senza esclusione di colpi, ci facemmo trasportare fin troppo dalla situazione e finimmo per farlo sui materassini della palestra.

Ti risparmio i dettagli ma fu una cosa veloce e intensa, visto che l'appello al di fuori dello spogliatoio stava continuando e tra poco sarebbe stato il mio turno.

Finimmo sdraiati sui materassini, il respiro corto e uno stupido sorriso stampato in volto, ridevamo sollevati per chissà cosa... ma voltandomi incontrai la tunica e il tocco finiti su una panca e quasi mi prese un colpo, mi alzai e mi ricomposi più in fretta possibile.

Come se fosse facile, i capelli erano comunque disordinati e sciolti, solo la tunica per fortuna copriva i miei vestiti sgualciti.

Uscii di corsa dallo spogliatoio e in lontananza sentivo chiamare il mio nome, strano come feci giusto in tempo, pensavo di essere arrivato tardissimo, invece imboccato il tappeto rosso vidi i miei sul palco con il diploma che avrei dovuto ritirare io.

Sentii tutti gli occhi posati su di me e piombò il silenzio, persino la banda smise di suonare la marcia, comunque raccolsi un po' di dignità e velocemente presi a marciare verso il palco con la musica che riprendeva svelta al ritmo dei miei passi.

-Scusate... piccolo contrattempo- Sussurrai di fronte ai miei e al preside, presi il diploma, ci scattarono e una foto e scendemmo dal palco accantonandoci sotto gli spalti.

Riuscivo solo a pensare che quella dannata foto mi avrebbe ritratto per sempre scombinato a quel modo dopo aver avuto un rapporto nello spogliatoio in uno dei momenti che non poteva essere di certo quello giusto.

Dopo di me venne Envy e dopo aver fatto anche lui la foto e tutto il resto scese guardandomi interrogativo, forse arrabbiato per le mie condizioni e per il ritardo ma per lo più si chiedeva il motivo di quella scenata pietosa.

-Tesoro, noi iniziamo ad avviare la macchina ti aspettiamo al cancello tra dieci minuti-

Mia madre non chiese niente invece, ma mio padre mi fissò a lungo segno che più tardi mi avrebbe fatto il terzo grado.

Mio fratello invece era sempre impassibile, curioso anche lui certo ma non avrei mai detto a nessuno quello che era successo nello spogliatoio, forse a Envy per evitare una strage certa... ma solo a lui.

-Allora? Che cavolo è successo con Mustang là dentro? Dimmi che gli hai tirato un pugno o che vi siete azzuffati o che presentarsi in questo stato è un modo per sabotare il college ti prego-

-Bé... veramente io...-

-Ti prego dimmi che non hai ceduto...-

-L'abbiamo fatto...-

Non sapevo come dirglielo se non tutto d'un fiato, come facevo a confessare di essere capitolato sotto qualche parola gentile e una confessione tremendamente adorabile? Insomma per me era così allora... adesso sono solo parole stucchevoli di un idiota che non ha fatto altro che prendermi in giro.

-Wow... e che reazione ha avuto Envy?-

-Bé... quando siamo rimasti completamente soli nella nostra stanza, mentre lui prendeva le valige ha sfogato tutta la sua furia, insomma si è messo a strillare e una volta calmato ha cercato di non farmelo pesare troppo e capire le mie motivazioni-

-E poi che è successo?-

-Oh... non sono andato a vivere con Envy... né con Roy anche se entrambi l'avrebbero voluto, diciamo che mi è stato impedito dai miei... che mi hanno smascherato-

-E ti hanno mandato in un centro per disintossicarti?-

-Ora ti racconto... Sapevo che tornare a casa sarebbe stata la mia rovina e le mie più grandi paure trovarono un fondamento ma non pensavo che a tradirmi sarebbe stata la persona che amavo di più...-

[Chap 5_Pt.2]

Nel parcheggio del campus la mia famiglia mi stava aspettando in macchina, il posto dietro accanto a mio fratello sarebbe stato felice di rivedermi dopo tutto quel tempo, io però non ero della stessa opinione.

Non volevo tornare a casa, sapevo che qualcosa di malvagio mi stava aspettando e che tutto il mio castello di carte rischiava di crollare miseramente, ma non avevo altra scelta.

Salutai Envy con un grande abbraccio affettuoso promettendogli che ci saremmo sentiti tutte le sere in web cam e che gli avrei raccontato sempre tutti i particolari della mia stramba vita familiare e ovviamente aggiunsi che saremmo presto andati a New York.

Persi di vista Roy tra la folla, non feci in tempo a dirgli anche solo una parola dopo quello che era successo, però dentro di me ero diviso a metà, da una parte volevo che riuscisse a rintracciarmi, dell'altra volevo lasciarmi tutto alle spalle, compreso lui.

Così caricai silenziosamente la valigia nel porta bagagli assieme ad altre cose e salii in macchina chiudendo lo sportello.

Con lo sguardo salutai il campus, le avventure che avevo avuto al suo interno, le aule silenziose, le stanze... tutte cose che ormai non mi sarebbero più appartenute.

Arrivati a casa mi travolse quell'odore che quasi avevo dimenticato, le stanze che non vedevo da anni erano ancora identiche a come le avevo lasciate e tutto mi metteva un senso di angoscia addosso.

Persino la mia stanza, rimasta perfettamente identica a quando l'avevo lasciata, non mi rispecchiava più... era troppo silenziosa, triste, spenta... vuota.

Con un sospiro posai la valigia in quell'ambiente nemico e di corsa uscii di casa per sedermi in giardino, unico posto che mi piaceva ancora: Lì potevo trovare un po' di tranquillità e restare anche se per poco per conto mio.

Intanto però non potevo immaginare che nel salotto mio fratello e mio padre stavano per fare un emerita cazzata.

-Alphonse ascolta, Edward sicuramente sarà stanco, gli farà piacere se lo aiuti con la valigia-

-D'accordo papà...-

-No no cosa state pensando di fare voi due?- Li interruppe mamma già alterata -Edward verrà a vivere con me, vi abbiamo riportati e basta ma adesso andiamo via-

Avrebbero fatto meglio ad ascoltarla...

-Il giudice ha detto che non sei in grado di avere una famiglia mia cara! Troppi impegni, per questo i ragazzi staranno con me-

E ovviamente mio padre si opponeva con tutte le sue forze.

Ma nessuno l'avrebbe avuta vinta, chissà perché mio fratello li ignorò entrambi e salì nella mia stanza, si guardò in torno per un po' e trovò la valigia ancora a terra...

Me lo vedo ancora, aprirla e rimanere allibito: Ciocche rosse, occhiali da sole, vestiti insoliti, foto che mi ritraevano a feste, balli o semplicemente con i miei amici mentre ci facevamo qualche spinello o una birra.

Poi trovò il cofanetto... un piccolo cofanetto di legno riposto nella tasca della valigia, lontano da occhi indiscreti quali erano proprio i suoi.

Che conteneva? Droga... l'ultima bustina che mi era rimasta prima del diploma e che non avevo mai aperto per avere un bell'aspetto con la mia famiglia.

Scese subito al piano di sotto portando con sé il bottino.

-Non verrà con nessuno dei due, perché ha problema che dovete subito sapere-

Chissà forse era solo preoccupato per me e pensava di agire in buona fede, ma lo detestai.

In men che non si dica mi presero con la forza trascinandomi in macchina.

All'inizio non capivo ma poi vidi la valigia, le chiusure dell'auto bloccate e i miei molto arrabbiati.

-Ti portarono in un centro per disintossicarti...-

-Si-

-E poi?-

-Bé i primi tempi furono durissimi, le crisi d'astinenza frequenti e dolorose quasi non mi lasciavano dormire ma superai tutto e andai via quando mi diedero l'okay-

-I tuoi vennero a riprenderti?-

-No, non li ricevetti nemmeno una volta, rifiutavo sempre le loro visite eppure loro ogni settimana insistevano... ma poi venne un giorno in cui l'infermiera mi disse che avevo una visita e che non si trattava dei miei genitori...-

-Tuo fratello?-

-No, non volevo vedere nemmeno lui... era Roy-

Stavo facendo le valigie perché i medici mi avevano dimesso e presto me ne sarei andato, accettai la visita per curiosità e quando qualcuno bussò alla mia porta rimasi pietrificato quando incontrai i suoi occhi neri.

-Non hai mai risposto alle mie mail... ci sono rimasto male, non puoi scaricarmi dopo averlo fatto-

Era sempre il solito imbecille, pallone gonfiato con un sorriso che avrei volentieri preso a schiaffi ma mi fece piacere.

-Nel caso in cui non l'avessi notato sono in un centro di disintossicazione...-

-E noto anche che stai facendo le valigie, da quando sei qui?-

-Dalla notte del diploma, la mia bugia non è durata nemmeno un giorno...-

-Che pessimo bugiardo, bé comunque ti stanno dimettendo no? Perché non andiamo a mangiare qualcosa insieme?-

Sempre il solito don giovanni spudorato e sicuro di sé al cento per cento.

Sorrisi e annuii, era sempre meglio che aspettare i miei e sopportarli per chissà quanto tempo, sarei passato da una prigione all'altra.

-Come ti aveva trovato?-

-Disse di aver rintracciato Envy, che non sapeva nulla, poi di aver provato con altri miei amici con lo stesso risultato e infine si era reso conto di aver sbagliato strada, ricordò che avevo un fratello e chiese a lui-

-E poi che è successo?-

-Andai a vivere con lui, finalmente riuscì a parlare con Envy, che per la cronaca aveva formato una band e si era già stabilito a New York e ripresi contatti con il mondo... da qui in poi non è molto interessante-

-Ma poi vi siete lasciati...-

-Si, stavamo bene insieme... viaggiavamo per tutta l'America, siamo arrivati persino al Sud... ma poi successe il fattaccio, lavoravo da poco in uno studio giornalistico come assistente del capo redattore il che mi impegnava moltissimo e un giorno dovetti restare tutta la notte in ufficio per controllare le bozze di una rivista per conto del mio capo, un vero lavativo... quando tornai a casa lo trovai a letto con una prostituta e senza giri di parole lo lasciai dormire, presi le mie cose e girai i tacchi-

-Più precisamente prendesti il primo aereo che ti capitò a tiro... ma aspetta io fantasticavo sul modo in cui l'avessi detto alla tua famiglia, ma ora mi viene da pensare: L'hanno mai saputo?-

-Mhh... no, non mi vedono dalla notte del diploma-

-Sei incredibile e non hai nemmeno un po' di rimorso?-

-No, però ho un po' fame... spuntino notturno?-

Alfonse rise genuinamente, quanto amava il suo piccolo Ed, lui e tutte le sue piccole stranezze ed incomprensioni.

-Va bene andiamo a mangiare qualcosa e poi a nanna-

Il mattino seguente...

I due piccioncini ormai uniti indissolubilmente dalla magica forza della sincerità, scesero per fare colazione nonostante lo spunto notturno che non era riuscito a placare lo stomaco di Edward e si misero a parlare tranquillamente.

-Questa tormenta non sembra voler smettere... speriamo che ci faccia ripartire-

Osservò Alfonse soffermando lo sguardo sulla candida neve fuori dalla finestra che ancora scendeva bloccando qualsiasi cosa sotto il suo manto.

Le strade ghiacciate, gli aereo porti fermi, i gradi sotto lo zero che bloccavano persino la voglia di uscire di casa a piedi.

-Lo spero proprio-

Edward dal canto suo non vedeva l'ora di salutare per sempre il caro Roy e partire per la Francia con Alfonse, per tornare alla tranquilla vita di sempre.

-Io no...-

Si aggiunse al duetto una terza voce, inaspettata e del tutto sgradita: quella di Roy Mustang, l'odiato Ex rovina coppie che sorrideva tranquillamente mentre prendeva una sedia e si accomodava senza nemmeno essere stato invitato.

-Mustang...- Ringhiò il biondino tentato di minacciarlo con il coltello. -Che diavolo vuoi?-

Anche Alfonse si poneva la stessa domanda, incuriosito da tanta sfacciataggine.

-Oh andiamo non sono più ubriaco e poi mi hai cacciato in modo così sgarbato ieri sera che non ho avuto tempo di raccontare ad Alfonse i dettagli più piccanti-

Pensava sicuramente di infastidirli ma invece i suoi piani andarono in fumo quando prese parte al discorso l'interessato.

-Veramente Edward mi ha raccontato tutto ieri sera, ora so tutto e puoi credermi: Non mi interessa, non puoi scalfire l'amore che provo per lui con storie appartenenti al passato-

-Beccati questa stupido scimmione giocatore di rugby-

-Non è mia intenzione dividervi, ma se già sai tutto, buon per te. A proposito, tu che facevi al liceo?-

-Non lo stuzzicherai Mustang,  Al è una roccia-

-Gli istituti della Germania sono totalmente diverse dai vostri, io suonavo nella banda della scuola-

-Ah si? Che cosa interessante... e che suonavi? La chitarra? O qualche altro strumento fico come la batteria-

-No... suonavo il flauto-

Non seppe perché ma iniziò a vergognarsi, stava mangiando con un giocatore tosto di rugby, sport che è tutto contatto fisico, sudore e forza bruta... e lui cosa faceva? Parlava del suo flauto.

-Wow... e portavi l'apparecchio? Perché anche da noi c'erano i suonatori della banda e avevano tutti l'apparecchio quindi più che suonare sputavano-

-Si... portavo l'apparecchio... ma non facevo solo parte della banda-

-Oh... facevi qualche sport?-

Si stava divertendo nel vederlo in difficoltà ci avrebbe scommesso, faceva delle domande a trabocchetto per farlo sfigurare davanti a Ed.

-Facevo parte del club di... scacchi e di matematica...-

Si stava scavando la fossa da solo e la cosa più preoccupante era che se ne rendeva persino conto, ma non cercava di cambiare argomento, non sapeva come venirne fuori.

-Wow... io non ci capivo niente né di scacchi né di matematica però sapevo come stendere il running back della squadra avversaria per non fargli fare un punto-

Era come far parte di una scuola americana: aveva davanti un bullo sportivo, atletico e bello che gli stava dando dello sfigato agli occhi del suo ragazzo, per fregarglielo.

-Si Roy nessuno dimenticherà mai il modo in cui travolgevi quelle povere anime come un toro in corsa, davvero delicato-

Sentenziò il biondino alzandosi per trascinare via di lì anche il suo compagno, più che felice di allontanarsi da quell'individuo sgradevole.

-Senti Al, non farti abbattere dalle parole di quel pallone gonfiato, lui non punta ad altro che a quello, non dargli questa soddisfazione-

Lo vedeva dubitare di se stesso anche a distanza, era un tipo così delicato e sensibile che si sarebbe sentito in colpa se fosse crollato per colpa di Roy Mustang.

-Si lo so Ed non preoccuparti-

Si fermò di colpo interrompendo la fuga strategica, lo voltò tenendolo saldamente per le spalle e lo baciò come mai aveva fatto prima, era un bacio che sapeva di sicurezza e forza messe insieme, non era abituato a quel genere di atmosfera anche perché di solito Al lo trattava come un oggetto cristallino, delicato e prezioso, mai si sarebbe azzardato a baciarlo a quella maniera ma a dirla tutta la cosa non gli dispiaceva affatto, aspettava da tempo che gli dimostrasse un po' di sano desiderio.

-Sto bene, non gli permetterò di ferirmi- Sussurrò ad un centimetro dal suo viso, affascinante e sicuro di sé come mai lo era stato.

-Bene, ne sono felice... che ne dici se ora andassimo di sopra, accendessimo il camino e arrostissimo caramelle come in campeggio? Scommetto che non l'hai mai fatto-

-Si sembra una bella idea, ma ho già una cosa in programma... magari ti raggiungo tra poco-

Gli sorrise, lo baciò alla svelta e sparì dalla sua vista lasciandolo lì immobile, era così strano vederlo determinato e poi perché quel cambiamento improvviso?

Cercò di non pensarci, un po' di autostima non gli avrebbe potuto fare nulla dopotutto no?

Si convinse di ciò e con un alzata di spalle e un sorriso tornò in camera da solo.

Angolino Autrice!

^_^ Salve bella gente! Allora l'ho rifatto xD ho unito due capitoli.... ma è più bello così no? Perché alcuni sono davvero corti e mi dispiace lasciarvi nella souspance anche se a dirla tutta ogni capitolo lascia un pochino di curiosità.

Vi chiarisco io le idee :) Allora... dal punto di vista di Edward come vi ho già spiegato, c'è solo confusione, nega i suoi sentimenti ad oltranza e inizierà solo nel prossimo capitolo a capire veramente la verità e a farsi venire qualche dubbio... diciamo che avrà l'occasione di stare un po' solo con Roy.

Che succede ad Alfonse? Come spiegherà Mustang in seguito, si è messo un po' in competizione per il cuore di Edward.... cercherà di rimettersi in forma e imiterà il caro ex... si è sentito un po' uno sfigato v.v quindi cercherà di porre rimedio anche se veramente danneggerà la relazione con Edward forse in modo indelebile.

Volete una piccola anticipazione? Ma si oggi sono buona XD 

Stava sollevano degli enormi pesi e il sudore gli solcava la fronte copioso scendendo fino alla gola, si stava forzando così tanto per “essere al suo livello” come aveva detto Roy, infatti era caduto con tutte le scarpe in una bella trappola.

-Perché dovrei fare la doccia con te se io non ho neanche sudato?-

-Bé pensavo potesse essere una cosa carina- Lasciò quei pesi per un momento per stampargli un bacio sulle labbra, che non venne nemmeno corrisposto, le labbra del biondino erano serrate, la mascella rigida, era visibilmente arrabbiato e lui non se n'era accorto prima.

-Come mai hai quel faccino duro? E' successo qualcosa?-

-Si, ho fatto colazione da solo e sono stato bersagliato da Mustang e guarda un po' tu non c'eri!! Non ti rendi conto che sei caduto nella sua trappola? E' tutto un piano per separarci e ci sta anche riuscendo, tu sei qui tutto il giorno mentre io sono sempre da solo-

-Ci ha provato con te?- Sembrava davvero arrabbiato, infatti si alzò di scatto pronto per dare pugni a destra e a manca -Se la vedrà con me quello spaccone-

-Heide, la tua nuova personalità esiste da meno di 24 ore... lui si allena da una vita, non aspetta altro che avere l'occasione per farti un occhio nero come minimo, sai i running back delle squadre avversarie? Se la cavavano con una slogatura se erano fortunati-

-Non affaticare la tua testolina con queste cose, vai in camera e aspettami penso a tutto io-

-Adesso parli anche come lui...-

Non si rendeva conto di ferirlo a quella maniera, non voleva essere trattato come “La sciocca bambolina di turno” che non poteva mai capire nulla e non poteva intromettersi mentre due scimmioni facevano a pugni per lei.

Era una persona non una coppa da vincere o perdere, questo però non riusciva a capirlo, anzi da un punto di vista ora come ora solo Roy si stava comportando bene... e la cosa lo infastidiva.

-Sono sempre lo stesso, avanti non restare qui sono impegnato adesso-

::Edward se la vedrà brutta poverino, i danni che farà Alfonse non saranno poi così deboli... e sarà la prima crepa nel loro rapporto:::

^_^ allora, ringrazio come sempre:


 Chiby Rie_chan

 MXI

 HaChiElriC

^_____^ Ci sentiamo al prossimo ragazze!!! Enjoy!! :D

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Capitolo 5
*** Chap 7 and 8_ Un solo ed unico principe ***


[Chap 7_Pt.1]

Non vedeva Alfonse da tutto il giorno, precisamente da quella mattina quando si era dileguato con un programma misterioso in agenda di cui non sapeva nulla, quindi doveva essere stata una decisione improvvisa.

Non lo aveva nemmeno chiamato, non si erano sentiti per niente il che era davvero insolito visto che stavano sotto lo stesso hotel, eppure era come se il suo ragazzo si fosse trasferito lontano mille miglia.

Così per farsi compagnia aveva acceso il fuoco e arrostito milioni di caramelle, ma non avevano lo stesso sapore senza di lui, lo immaginava così dolce e goffo mentre indagava su quell'azione che sembrava tanto insolita ma davvero divertente e magari si scottava la lingua per la troppa fretta, come un bambino.

E invece era lì tutto solo, come aveva pensato qualche ora prima, un po' di autostima in più non avrebbe certo fatto qualche danno, ma gli dispiaceva quella situazione, sicuramente ne avrebbe parlato con Alfonse per giungere ad un accordo, magari se non si trattava di qualcosa di così segreto poteva accompagnarlo.

Sempre meglio della solitudine...

Proprio allora però la porta si aprì e non credette letteralmente ai suoi occhi: Alfonse indossava una canottiera nera senza maniche da vero duro, era completamente sudato, aveva persino i capelli zuppi e un asciugamano sulle spalle, i suoi muscoli non erano caldi e morbidi come se li ricordava ma sembravano allenati e duri.

-Al... ma che hai fatto?-

Chiese quasi intimorito da quella nuova e aitante figura sportiva che stonava con la personalità del ragazzo di cui si era innamorato.

-Oh nulla, sono andato solo in palestra per allenarmi un po'...-

Aveva un tono di voce affascinante e profondo, si chiese se era davvero il suo Al o una qualche specie di clone malvagio che lo aveva rapito e preso il suo posto.

-In... palestra?-

-Si è così strano?-

Era indifferente, si avvicinò al letto e sfilò la canottiera restando con addominali e bicipiti scoperti, anch'essi più atletici e in vista.

Sbalorditivo per un solo giorno di allenamento, anche se era durato tutto il pomeriggio.

-Oh stai facendo le caramelle...- Non lo fece nemmeno parlare, si avvicinò subito prendendo in bocca la caramella che aveva appena arrostito, senza scottarsi, senza lamentarsi e lo baciò prima castamente ma poi la sua mano si insidiò tra i capelli biondi come il grano e si ritrovarono sdraiati sul tappeto.

Edward ancora incredulo lo lasciò fare, pensando si trattasse di una scarica di adrenalina momentanea, ma finirono per avere un rapporto tutt'altro che leggero e breve, il corpo sudato e caldo di Alfonse lo mandò in estasi facendogli toccare il cielo con un dito, non lo credeva capace di tanto, ma cosa gli aveva fatto abbattere le barriere della sua delicata timidezza?

Il mattino seguente quando aprì gli occhi non se lo ritrovò a fianco come al solito, al suo posto però c'era un biglietto:

“Vado in palestra, raggiungimi dopo colazione”.

Era davvero, davvero strano, non smetteva mai di pensarlo e di porsi le solite domande.

Da quando Alfonse era un patito dell'esercizio fisico, sicuro di sé, affascinante, malizioso... insomma non che non gli fosse piaciuta la sorpresa della sera prima ma non c'era abituato.

Non se l'aspettava... da un giorno all'altro era passato dalla delicatezza di un fiore appena sbocciato a un rocker strafico mal imitato.

Comunque si preparò e scese per fare colazione per la prima volta da solo.

Era così insolito, quasi non si sentiva a proprio agio.

Quando però arrivò qualcuno ad invadere la sua tranquillità quasi rimpianse il silenzio e la solitudine.

-Ehi che ci fa un bocconcino come te tutto solo? La mamma non ti ha avvertito del lupo cattivo?-

Ed ecco qua Roy Mustang, invadente e sarcastico... pessima combinazione.

-Che vuoi Mustang?-

-Dov'è il cacciatore? Oh aspetta mi correggo, dov'è lo sfigato? Non sarà andato mica a prendere il flauto per picchiarmi?-

Si lasciò andare ad una interminabile risata, dopodiché si accomodò senza nemmeno essere stato invitato.

-E' in palestra...-

-Oh allora le mie parole hanno colpito il bersaglio, ha capito di non essere degno di te e si sta mettendo sotto per convincersi del contrario-

-Adesso che ci penso, si, è colpa tua! Io non voglio un super palestrato spaccone e troppo sicuro di sé-

-Allora siete in crisi?-

Sorrise gustandosi quelle dolci parole.

-Assolutamente no, gliene parlerò e risolveremo tutto, ma comunque da una parte hai fatto una cosa buona, Alfonse e la sua nuova fantastica autostima ieri hanno fatto centro-

-Non dirmi che...-

Sibilò iniziando ad alterarsi con i pugni stretti e la mascella rigida.

-Proprio così-

-Oh merda! Adesso sono davvero geloso-

-Fattene una ragione-

-Bé può anche aver assaporato le dolci porte del paradiso ma sarà sempre un cretino sfigato-

-E per quale assurda ragione?-

Si trovò la mano calda dell'altro sulla guancia e quegli occhi magnetici inchiodati ai suoi.

-Ha lasciato un tesoro come te tutto solo e incustodito... ti sta trascurando troppo e questo non va bene per lui, ma per me... va benissimo, ci penserò io a te dolcezza-

Gli fece un occhiolino e si alzò teatralmente per uscire di scena.

Era davvero arrabbiato! Alfonse per seguire chissà quale stupida voce nella sua testa lo stava trascurando e anche se il sesso era stato favoloso non era giustificabile!

La cosa che lo faceva infuriare di più era dare ragione a Mustang! Era vero, si sentiva trascurato, Alfonse era stato colpito e affondato dalle sue parole e come una marionetta stava facendo tutto quello che lui si aspettava, era tutta una tattica per allontanarli e lui c'era cascato in pieno.

E poi gli dava così fastidio essere scoperto e vulnerabile agli occhi del proprio ex... quell'infame lupo non aspettava altro che sorprenderlo da solo nel bosco per papparselo!

Oh no ma non poteva permetterlo.

Dopo colazione si diresse nella palestra dell'hotel dove super fusti atletici lo squadravano come se volessero saltargli addosso o contenderselo tra loro, si sbrigò quindi a trovare il suo ragazzo e ad affiancarlo mettendoli così tutti ai loro posti, barbari, non sapeva come altro chiamarli.

-Sei venuto, volevo fare la doccia con te ma ho un altra serie di pesi da fare per i bicipiti quindi se vuoi ci vediamo direttamente in camera-

Stava sollevano degli enormi pesi e il sudore gli solcava la fronte copioso scendendo fino alla gola, si stava forzando così tanto per “essere al suo livello” come aveva detto Roy, infatti era caduto con tutte le scarpe in una bella trappola.

-Perché dovrei fare la doccia con te se io non ho neanche sudato?-

-Bé pensavo potesse essere una cosa carina- Lasciò quei pesi per un momento per stampargli un bacio sulle labbra, che non venne nemmeno corrisposto, le labbra del biondino erano serrate, la mascella rigida, era visibilmente arrabbiato e lui non se n'era accorto prima.

-Come mai hai quel faccino duro? E' successo qualcosa?-

-Si, ho fatto colazione da solo e sono stato bersagliato da Mustang e guarda un po' tu non c'eri!! Non ti rendi conto che sei caduto nella sua trappola? E' tutto un piano per separarci e ci sta anche riuscendo, tu sei qui tutto il giorno mentre io sono sempre da solo-

-Ci ha provato con te?- Sembrava davvero arrabbiato, infatti si alzò di scatto pronto per dare pugni a destra e a manca -Se la vedrà con me quello spaccone-

-Heide, la tua nuova personalità esiste da meno di 24 ore... lui si allena da una vita, non aspetta altro che avere l'occasione per farti un occhio nero come minimo, sai i running back delle squadre avversarie? Se la cavavano con una slogatura se erano fortunati-

-Non affaticare la tua testolina con queste cose, vai in camera e aspettami penso a tutto io-

-Adesso parli anche come lui...-

Non si rendeva conto di ferirlo a quella maniera, non voleva essere trattato come “La sciocca bambolina di turno” che non poteva mai capire nulla e non poteva intromettersi mentre due scimmioni facevano a pugni per lei.

Era una persona non una coppa da vincere o perdere, questo però non riusciva a capirlo, anzi da un punto di vista ora come ora solo Roy si stava comportando bene... e la cosa lo infastidiva.

-Sono sempre lo stesso, avanti non restare qui sono impegnato adesso-

-D'accordo ci vediamo dopo-

Sussurrò per poi voltarsi e dirigersi verso la porta lontano da lui, era la prima volta che scappava da Alfonse, che si rifiutava di parlargli o di guardarlo negli occhi.

Ma stava cambiando in negativo e non sapeva come farglielo capire, lo trattava come un trofeo, pensava solo a se stesso ed era davvero odioso... tutta quella presunzione e quell'essere insensibile non facevano parte di lui.

Arrivato davanti la porta della sua camera cercò la chiave nelle tasche per interminabili secondi, fino a che qualcuno alle sue spalle non lo inchiodò tra essa e il suo corpo caldo, ma non alzò lo sguardo per vedere di chi si trattasse, già dall'odore dell'acqua di colonia, le scarpe firmate e la camicia di puro cotone poteva immaginarlo.

-Vattene non è aria-

-Che ti ha fatto quello sfigato?-

-Niente va via è colpa tua, se non gli avessi inculcato nel cervello quelle idiozie adesso non sarebbe successo niente-

-Prima o poi avresti dovuto scoprirlo, quando le persone come lui guadagnano un po' di autostima superano del tutto i limiti, sei sicuro di voler tornare in Francia con un individuo del genere?-

-Non ho altre alternative-

-Si invece: resta, non andare via... mi prenderò io cura di te, per sempre-

Gli prese la mano stringendola per trasmettergli sicurezza.

-Non è vero, tu mi hai tradito con una puttana, non mi fido di te e non mi fiderò mai più, ormai è tardi per rimediare agli errori del passato-

-Non lo nego sono stato un cretino, ho ceduto alla tentazione ma l'anno in cui non sei stato qui mi è servito per riflettere, io sto male senza di te perché ti amo e nessun altro potrà mai prendere il tuo posto-

Gli prese delicatamente il mento alzandolo per guardarlo negli occhi lucidi.

-E non posso restare a guardare mentre uno sfigato prende il mio... non sarai felice con lui-

-Non che tu sia migliore... risolverò tutto non disturbarti-

Prese finalmente le chiavi e aprì la porta facendo per entrare e lasciarlo lì fuori, ma venne fermato ancora.

-So che è un ripiego... ammettilo tu non lo ami affatto-

-Vattene Roy non mi va di parlare con te-

Così velocemente entrò nella stanza chiudendo la porta per restare da solo.

Roy però non sembrò accettare quella risposta, ma visto che parlare con Edward non sembrava dare i suoi frutti decise di risalire alla fonte dei guai, che lo aveva fatto arrabbiare e che meritava una bella lezione.

Scese in palestra sicuro di sé al cento per cento e determinato a mettere la parola fine a tutta la storia andò verso gli attrezzi alzando di peso l'interessato, che rimase stupito e irritato.

-Qualche problema?- Chiese arrogantemente Alfonse.

-Si brutto cazzone, per cercare di imitare me stai trascurando Edward quindi o alzi il culo e vai da lui o ti ci trascino a calci-

-La mia relazione non deve interessarti-

-Mi interessa invece perché se sei così cretino da non capire ti illumino io d'accordo? Ti sei rinchiuso qui dalla mattina alla sera dimenticando di essere in vacanza con il tuo ragazzo che stai trascurando e ha una faccia da funerale, io non so cosa tu gli abbia fatto ma so benissimo che se lo rivedo piangere desidererai di non essere mai nato, chiaro cazzone?-

Gli diede una bella spinta tanto che quasi scivolò sul pavimento ma rimase in piedi.

-Come sarebbe “se lo rivedo piangere”?-

-Oh ma non mi dire, eri così occupato a sollevare quarti di vacca da non esserti accorto di niente? Con questa tua aria da spaccone lo stai ferendo idiota, non sei in competizione con me chiaro!? Non è un premio, non devi batterti per vincere un bel niente-

-Sei tu che cerchi di portarmelo via-

-Stai facendo tutto da solo, guarda un po': Tu sei qui e lui dov'è? Lo vedi da qualche parte? Io no-

-L'ho mandato via... sono un cretino, ma perché me lo stai dicendo? Potevi sfruttare la situazione a tuo vantaggio-

-Si è vero ma non sarebbe divertente schiacciarti senza il minimo sforzo-

-Hai appena detto che non siamo in competizione-

-Già, ufficialmente no ma se Edward si stancherà di te per qualche ragione, sarò più che felice di riaccoglierlo da me-

-Lui resterà con il sottoscritto non ti illudere-

-Vedremo, prima devi raccogliere i pezzi del danno che hai fatto...-

Sembrava che avesse una sfera di cristallo per prevedere qualsiasi cosa e apparire sempre il migliore agli occhi di Edward: Prima aveva spinto Alfonse a trascurarlo, per avere più campo libero e insinuare dei dubbi in lui, poi ancora lo aveva tentato quando era più vulnerabile e ancora lo aveva difeso eroicamente facendo la parte del fidanzato geloso che non era e in tutto ciò Alfonse aveva solo fatto la parte del cattivo.

[Chap 7_Pt.2]

               

Nella camera di Alfonse e Edward, quest'ultimo era sdraiato sul grande letto mentre distrattamente guardava la neve fuori dalla finestra, cadere inevitabilmente al suolo per coprire qualsiasi cosa e si ritrovava a pensare alla sua storia, non aveva potuto fare niente per impedire ciò che era accaduto al suo Al, si era fatto influenzare dalle parole di quell'idiota di Roy Mustang che puntava solo ad abbattere la sua autostima e ci riusciva senza il minimo sforzo, sembrava ignorare volontariamente il fatto che stava rovinando tutto con le sue stesse mani, invece di concentrarsi sulla loro vacanza e sul tempo che in teoria avrebbero dovuto passare assieme.

Non che lui fosse da meno, iniziava a dubitare seriamente di tutta quella faccenda e soprattutto sui suoi sentimenti, forse aveva ragione Roy, doveva restare a casa e riprendere la sua vita invece di scappare, ma d'altra parte sperava che tornando in Francia tutto sarebbe tornato come prima, lui e Alfonse sarebbero tornati nella loro bella casetta, dove si sarebbero amati in segreto nella loro intimità perfetta.

Ma se si sbagliasse? Se non cambiasse nulla... anzi peggiorasse ulteriormente?

Il suo cuore sembrava spaccato a metà e non sapeva quale dei pezzi salvare: L'America, la sua patria, la sua dolce casa con un uomo che avrebbe volentieri preso a calci ma allo stesso tempo avrebbe baciato giurandogli amore eterno o la Francia, il suo sogno ad occhi aperti, la sua storia d'amore proibita con un dolcissimo ragazzo.

Al quale però... non avrebbe mai giurato cose del genere.

Non che non le sentisse ma Roy era diverso, con quel suo fare magnetico e affascinante sapeva bene come prenderlo e sapeva come farlo cadere ai suoi piedi come una ragazzina infatuata.

Ci voleva ad odiarlo... doveva metterci molto impegno per non dimenticare.

Sentì improvvisamente il rumore di passi fuori nel corridoio e istintivamente chiuse gli occhi fingendo di dormire, il caminetto acceso riscaldava la stanza e le fiamme in movimento lo illuminavano a tratti, c'era un'atmosfera molto pacifica e serena, non avrebbe faticato a prendere sonno realmente.

Alfonse entrò silenziosamente nella stanza e dopo aver visto Edward sul letto si tolse le scarpe per non fare rumore e lentamente gli si avvicinò: si sentiva in colpa per come l'aveva trattato e sperava di potergli parlare, ma avrebbe aspettato, per ora gli fece una carezza e lo coprì con una coperta ai piedi del letto per poi entrare in bagno per farsi una doccia.

Quando uscì si cambiò velocemente, non era nemmeno ora di pranzo e non aveva voglia di tornare a dormire, comunque sarebbe rimasto al fianco del biondino, mentre magari leggeva qualcosa in attesa che si svegliasse.

Però non fece in tempo a prendere nemmeno un tomo dalla sua raccolta personale che qualcuno bussò alla porta facendolo sobbalzare, più che altro non voleva disturbare il sonno dell'altro così si alzò e aprì la porta.

-Oh sei tu...-

Sussurrò funereo incontrando lo sguardo scuro e penetrante del diretto rivale che gli sorrideva in modo furbo e per lui agghiacciante.

-Hai chiarito con El?-

Di sfuggita diede un'occhiata all'interno della stanza e notò la posizione che aveva Edward nel letto e per lui che lo conosceva come un libro aperto non era difficile capire che non stava veramente dormendo, altrimenti avrebbe avuto la pancia scoperta e la sua deliziosa boccuccia aperta quindi decise di sfruttare la situazione a suo vantaggio, visto che il caro sfigato tedesco non ne aveva sicuramente idea.

-Che ti importa?-

-Mi importa visto che lo hai ferito cazzone che non sei altro-

-Ha parlato il puttaniere-

-Ehi avrò fatto anche degli sbagli ma con me Edward ha passato anni stupendi e lo conosco meglio di quanto tu possa conoscerlo in una vita quindi bada a quello che fai-

Sapeva tanto di minaccia, una minaccia solida come la roccia e facilmente realizzabile, aveva già avuto l'occasione di provare la sua forza, che con una piccola spinta lo aveva quasi fatto sbilanciare.

-Hai finito? Posso interrompere questa sgradevole conversazione?-

-No, devi dargli questo da parte mia e non ti azzardare ad aprirlo-

Mise in mostra uno scrigno nero con un lucchetto che poteva essere aperto solo tramite una combinazione, si chiese cosa ci fosse dentro, se avrebbe compromesso il loro rapporto danneggiandolo in qualche maniera.

Non sapeva se prenderlo e chiudergli la porta in faccia o rifiutare e chiudergli la porta in faccia ugualmente.

-C'è la combinazione non potrei aprirlo nemmeno volendo-

-El però può, lui la conosce molto bene la combinazione visto che lo abbiamo chiuso insieme tanto tempo fa ed è molto importante per entrambi-

-Perché conservi le sue cose?-

Chiese geloso dei segreti che avevano quei due, che li legavano ancora.

-Non è la sola cosa che ho conservato, sai nella mia stanza ho: I suoi quadri, la sua spazzola preferita, i suoi vecchi vestiti...-

-Dipingeva?-

-No, si faceva dipingere, in quadri molto molto... come dire, sexy, oh aspetta non lo sapevi vero? Bé adesso si... buona giornata sfigato-

E con ciò chiuse la conversazione andando per la sua strada, lasciandolo a dir poco infuriato con quella scatoletta ancora tra le mani.

Chiudendo la porta iniziò a guardarla seduto davanti al camino, c'erano incise delle frasi sopra ma erano in inglese e non riusciva a capirle.

Poi però prese il suo cellulare e le riscrisse cercando di tradurle.

In alto c'era scritto: “Il nostro piccolo sporco segreto”

Gli fece gelare il sangue nelle vene ma continuò cercando di non crollare psicologicamente.

Poi sotto c'era: “El e Ro per sempre insieme” Con un cuore inciso sul legno, da quello che poteva capire si trattava di una scatola contenente i loro segreti d'amore.

Sapeva che non doveva fidarsi di quell'avvoltoio.

Avvertì dietro di sé un leggero rumore di coperte, infatti Edward si stava “svegliando” e il suo ficcanasare veniva purtroppo interrotto, si alzò avvicinandosi per posare la scatoletta sul comodino per poi chinarsi e dargli un bacio sulla guancia.

-Che stavi facendo...?-

-E' passato Mustang con qualcosa per te... ma prima volevo dirti che mi dispiace per essermi comportato come un idiota prima, puoi perdonarmi?-

Si inginocchiò ai suoi piedi aspettando che si girasse per poterlo vedere, rimase stupito nel vederlo lì come un cucciolo bastonato in cerca di coccole quando fino a poco prima aveva fatto lo spaccone insensibile.

-Dai Al non fare così... ti perdono non importa, ma ora alzati-

-Grazie Ed...- Galantemente gli prese una mano baciandola in segno di riconoscimento.

-E' quello...?-

Il biondino appena vide quella scatoletta parve riconoscerla subito, Alfonse però non riuscì a decifrare l'espressione sul suo volto.

-Si... che cos'è?-

-Oh... bé nulla...- Si alzò lentamente quasi con timore di toccare nuovamente quel contenitore, lo prese quasi accarezzandolo con i pollici, mise gli stivaletti di pelliccia e si diresse verso la porta senza aggiungere altro.

-Ed dove vai? vuoi che venga con te?-

-No Al... devo fare una cosa solo... torno tra poco-

Non capiva cosa stesse succedendo ma gli lasciò giustamente il suo spazio, l'unica cosa che poteva fare era aspettare.

Flashback

Era una bellissima giornata di sole a New York, Edward Elric e Roy Mustang passeggiavano mano nella mano sotto gli alberi giganteschi di Central Park, si godevano il sole, il cinguettio degli uccelli e quella sensazione di serenità che aleggiava intorno a loro.

-E' stato un anno stupendo El...-

Il più grande scansò qualche ciocca di capelli dall'orecchio del biondino per sussurrargli con voce suadente parole d'amore, che sarebbero sempre rimaste nel cuore di entrambi.

-Si lo penso anche io...-

Si sedettero sull'erba abbracciati, felici come non mai per essersi ritrovati e per aver passato un anno stupendo assieme, viaggiando per l'America come due novelli sposi: Las vegas, Chicago, California, Messico, Brasile... era stato tutto magico.

Avevano fatto l'amore su infiniti prati e si erano scambiati voti eterni di fedeltà in ogni dove suggellando nuovi patti con le labbra accese di passione, l'ardente desiderio che provavano l'uno nei confronti dell'altro.

-Che ne dici se ci accampassimo in questa zona remota con una tenda e passassimo la notte sotto le stelle? Io e te?-

Chiese Roy baciandolo, istigandolo ad iniziare una lotta che sarebbe stato difficile finire.

-Non so potremmo metterci nei guai...-

La cosa in realtà lo emozionava, Roy era quel tipo di uomo che avrebbe potuto adorare ciecamente per tutto il resto della vita.

L'amore con lui era come fare i fuochi d'artificio ma sapeva sorprenderlo in qualsiasi modo, anche con piccoli gesti quali una coppa di gelato o una cena vegetariana solo per lui o una rosa rossa, un bacio improvviso, una carezza, aveva la certezza di amarlo alla follia come mai aveva amato nessun altro, lui era come il suo Dio, la sua figura di riferimento, la persona dalla quale voleva essere rassicurato e protetto come un cucciolo.

-Mmh... dici che ci metteremo nei guai se scaviamo un buchetta qui?-

-Perché vuoi scavare qui...?-

-Guarda...-

Da una sacca tirò fuori una scatola di legno e gliela porse facendogli capire che la sorpresa stava dentro.

Quando la aprì... c'erano tutte le foto dei loro viaggi, le chiavi del lucchetto che avevano attaccato sul cancello del campus, con le loro iniziali e il giorno del diploma, quando avevano scoperto i loro sentimenti, più sul retro una piccola dichiarazione d'amore: “Crollasse la terra, precipitassero le stelle dal cielo in una pioggia infuocata ma ti amerò per sempre Roy Mustang, e io amerò per sempre te mio piccolo biondino” era scritta su un foglio di carta a caratteri cubitali come promemoria, poi c'erano addirittura i preservativi che non avevano avuto modo di usare durante il viaggio, quella era una dimostrazione della vena pervertita del suo caro compagno... e ancora c'erano tappi di bottiglie che avevano bevuto assieme, ciondoli a forma di cuore e due piccole fedine in argento che nessuno dei due aveva mai voluto indossare ma che avevano trovato nell'uovo di pasqua per qualche fortunato scherzo del destino.

-E' bellissimo Roy...-

Quasi gli venivano le lacrime agli occhi per una tale dimostrazione d'amore, avrebbe gridato a tutto il mondo la sua felicità quel giorno.

Ma glielo dimostrò con un bacio più che appassionato, un bacio che si spinse in ben altro che contatto di labbra.

-El... amami, per favore, promettimi che mi amerai per sempre, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa possa accaderci-

Disse il maggiore tra i sospiri soffermandosi sul delicato visetto dell'altro, sulle labbra rosee e sui grandi occhi dorati e coperti da lunghe ciglia nere.

-Te lo prometto, tu però promettimi che non mi lascerai mai Roy, qualsiasi cosa succeda, sono troppo felice, permettimi di esserlo ancora-

-Certo amore, tutto quello che vuoi-

… Fine flashBakc

Edward Elric era seduto nel grande giardino dell'hotel, su una panchina cosparsa di neve, vecchia e logore che lo reggeva a mala pena.

Intorno a lui non c'era anima viva, nessuno era così folle da uscire con quel tempaccio eppure lui aveva avuto il bisogno di fare quella follia.

Di sedersi in solitudine, ignorare il freddo pungente dal quale non poteva nemmeno difendersi non avendo portato una giacca e ricordare ciò che aveva spontaneamente rimosso e che era riaffiorato prepotentemente nel suo cuore ora che teneva in mano quella scatoletta, aperta.

-Non ci credo... ma vuoi prenderti una polmonite?-

Si voltò di scatto facendo cadere un po' di neve che si era posata tra i suoi capelli, qualcuno lo aveva cercato e lo aveva anche trovato.

Ma non era Alfonse, lui ora non c'era...

Vedeva solo Roy Mustang, visibilmente arrabbiato che lo raggiungeva annaspando tra la neve alta.

Non disse nulla, lasciò che si inginocchiasse ai suoi piedi e gli prese le mani ghiacciate cercando di scaldarle con le sue.

-Stai congelando, che ti è saltato in testa?-

Istintivamente prese la scatoletta, la chiuse mettendola da parte per concentrarsi solo ed esclusivamente su di lui e togliendosi galantemente il cappotto glie lo mise sulle spalle cercando di riscaldarlo.

-Ah inutile, forza andiamo dentro-

Senza aspettare una sua risposta lo prese in braccio come un bambino, in quell'enorme cappotto e lo portò in hotel.

Edward intanto non riusciva a capire perché si fosse presentato Roy e non il suo Alfonse... non era nei suoi progetti essere trovato ma qualcuno si era preoccupato per lui e come un eroe sul suo cavallo bianco era accorso in suo soccorso.

Perché l'eroe doveva essere Roy...?

Perché il principe che si aspettava lui non si era presentato...?

O forse, in fin dai conti sapeva... che sul cavallo bianco ci sarebbe sempre stata una sola persona.

[Angolino Autrice]

Ehilààà xD rieccomi come ormai avrete capito u.ù con due nuovi chap solo per voi ^_^ 

come vedete ho sottolineato alcune cose nel corso della narrazione e penso che abbiate capito di cosa si tratta: 

Edward inconsciamente pensa delle cose che nella realtà negherebbe ad oltranza ma mi sembra abbastanza chiaro che ormai siamo quasi alla frutta... il suo cuoricino si sta dividendo in due parti giorno dopo giorno... e Alfonse non è stato in grado di mettere qualche toppa nel rapporto per riparare ai danni commessi u.u 

Ora, i due avranno un po' di tempo per parlare e avere un confronto.... e precisamente mie care sarà domani che Edward si renderà davvero davvero conto di ciò che è accaduto.

Volete l'anticipazione?? ^^ ma siiii dai eccola qua:

-Hai visto i progetti futuri nella scatola? O ti sei dimenticato del doppio fondo?-
Qualcosa colpì la sua mente come un ricordo annebbiato, vide se stesso tanto tempo fa con Roy, insieme scrivevano dei biglietti che avrebbero messo nella scatola, era il giorno in cui l'aveva vista per la prima volta al parco ed era molto felice, ma non ricordava perché.
-Quale doppio fondo?-

Il moro allungò una mano per prendere la scatola, la aprì usando il codice ovvero il primo giorno di scuola in cui si erano conosciuti, scansò tutti quei ricordi e aprì il sottofondo tirandone fuori tanti biglietti sgualciti e impolverati.
-Prendine uno a caso, erano i nostri progetti futuri-
Anche se insicuro fece come gli era stato detto, prese un foglio a caso, lo aprì e lesse: “Baciarsi sotto la torre Eiffel”.
E ancora un altro: “Prendere in giro i Francesi e la loro puzza sotto il naso”.
“Farsi una vacanza a New York anche vivendoci ogni giorno”.
“Coccolarsi nell'acqua calda delle terme”.

-Li hai contraffatti bugiardo!-
Lo accusò restituendogli i foglietti.

-Oh no mio caro questa è la tua grafia, io ho scritto solo: “Bere una cassa di birra e darsi alla pazza gioia”.
-Molto poetico-
-Perché avrei dovuto contraffarli poi?-
-Perché... sono tutte cose che ho fatto con Alfonse-

Ta-ta-ta-taaan xD Che idea vi siete fatte? Vi piace il capitolo e che pensate dei prossimi? ^_^ misà che sta per arrivare una bella bufera a New York o meglio nel cuore di una certa persona... u.ù 

^_^ Allora, ringraziamenti: 

Chiby Rie_chan

MXI

HaChiElriC

Non odiatemi se vi lascio così ^^' con questi tremendi dubbi... dai oggi sono particolarmente buona, quindi se finisco di rivedere i capitoli per questa sera aggiornerò ^__^ fatemi sapere che ve ne pare! Un bacione!
Enjoy!!

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Capitolo 6
*** Chap 9 and 10_ Rotture e veri sentimenti ***


[Chap 8_Pt.1]

La stanza era silenziosa e calda, scura ma accogliente al tempo stesso, lo faceva sentire a casa trasmettendogli un senso di sicurezza e beatitudine.

Seduto difronte al caminetto non si spiegava quelle emozioni rinnovate che lo invadevano totalmente scaldandogli il cuore, forse unico organo non congelato dalla neve.

Osservava le fiamme danzare cercando solo una distrazione per uscire al più presto da quella situazione a dir poco scomoda: Roy Mustang lo aveva salvato dal gelo invernale portandolo di peso nella sua stanza e chissà per quale miracolo Alfonse non si era accorto di niente, seppure le due camere fossero l'una dinanzi all'altra.

-Hai fatto una stronzata...-

Il moro comparve dalla porta del bagno con tutta naturalezza senza una camicia o un maglione addosso, a pettorali scoperti come se fosse la cosa più normale del mondo ultimamente mostrare il proprio corpo scolpito, almeno però aveva indossato i pantaloni di una tuta e dei calzini, visto che anche i suoi vestiti si erano bagnati tra la neve che entrati in hotel si era sciolta.

-Non serve ricordarmelo...-

Lo riprendeva come se fosse un adulto responsabile e lui un bambino testardo, non ne aveva nemmeno il diritto, in quanto stronzate era lui a detenere il record mondiale.

-Tieni...-

Si avvicinò porgendogli uno dei suoi maglioni enormi, che sicuramente lo avrebbe riscaldato, ma non voleva spogliarsi davanti a lui e nemmeno dargli la soddisfazione di accettarlo e tornare da Alfonse con quello indosso, sarebbe stato umiliante.

-Preferisco rimanere bagnato piuttosto-

Confermò il tutto con un leggero starnuto simile allo squittio di un topino infreddolito e con il pelo bagnato.

-Certo sarebbe una cosa sensatissima topo giggio, su forza non lo dirò allo sfigato-

-Non lo indosso lo stesso-

-D'accordo allora andrò da Alfonse e gli dirò di portarti dei vestiti nella mia stanza-

Sapeva bene come ricattarlo quel viscido!

Se Alfonse avesse saputo di tutta quella storia avrebbe anche potuto fraintendere! Insomma era nella stanza di Roy Mustang, cosa già di per sé sbagliata, con i vestiti bagnati e con quell'imbecille a petto nudo!

Era tutto sbagliatissimo!!

-Non ci provare nemmeno!-

-Allora ci vai tu a spiegargli tutto?-

-Neanche per sogno-

-Non vedo altre alternative, o forse si: Metti questo maglione e aspettiamo che i tuoi vestiti si asciughino davanti al fuoco, ci vorrà pochissimo-

Certo la faceva facile lui, si stava sicuramente divertendo un mondo.

-No-

-Sei impossibile, devo toglierteli io? Sai che sono in grado di farlo-

-Ricattatore, d'accordo dammi questo coso-

Velocemente lo prese e si chiuse in bagno insultandosi mentalmente per la sua ingenua stupidità, appena lo aveva visto doveva darsela a gambe oppure tuffarsi nello stagno ghiacciato sperando di spaccare lo strato gelido ed arrivare da qualche altra parte a nuoto, prima che finisse congelato ovviamente.

Quando tolse i vestiti e indossò quel maglione caldo venne invaso dal profumo dell'altro che lo riportò ai bei tempi, quando rimanevano accoccolati tra le coperte tutto il giorno, mangiavano schifezze e si prendevano in giro.

Erano ricordi magici e meravigliosi ma sarebbero rimasti nel cassetto, mai li avrebbe tirati fuori facendosi condizionare da essi per cadere di nuovo tra le braccia di quel don Giovanni senza speranza.

Lui amava Alfonse, Alfonse e solo Alfonse! Non c'era spazio per nessun altro.

-Contento?-

Uscì da bagno avvicinandosi molto velocemente al camino per posare i suoi vestiti lì vicino e sedersi a terra come il moro che aveva un sorriso sghembo stampato in faccia, sicuramente al settimo cielo.

-Molto, dai vieni qui che non ti mangio, ti asciugo i capelli-

Ma si avvicinò lui intuendo che il biondino non avrebbe mosso nemmeno un passo microscopico, così con un piccolo phon prese ad asciugargli i capelli.

-Perché li hai tagliati? Erano tanto belli prima...-

-Mi andava di farlo-

-Comunque... visto qualcosa di interessante nella nostra scatoletta?-

-Un po' tutto... ma non ti illudere, sono sicuramente ricordi bellissimi e un tempo potevo anche amarti ma non me lo dimentico quello che hai fatto e per la cronaca se alludi alla promessa del “Per sempre” si è rotta con la puttana-

-Sei sempre così delicato... ti ho spiegato un milione di volte com'è andata, dimenticatela quella... non conta niente-

-Si che conta, se ci sei andato a letto conta fine del discorso-

-Hai visto i progetti futuri nella scatola? O ti sei dimenticato del doppio fondo?-

Qualcosa colpì la sua mente come un ricordo annebbiato, vide se stesso tanto tempo fa con Roy, insieme scrivevano dei biglietti che avrebbero messo nella scatola, era il giorno in cui l'aveva vista per la prima volta al parco ed era molto felice, ma non ricordava perché.

-Quale doppio fondo?-

Il moro allungò una mano per prendere la scatola, la aprì usando il codice ovvero il primo giorno di scuola in cui si erano conosciuti, scansò tutti quei ricordi e aprì il sottofondo tirandone fuori tanti biglietti sgualciti e impolverati.

-Prendine uno a caso, erano i nostri progetti futuri-

Anche se insicuro fece come gli era stato detto, prese un foglio a caso, lo aprì e lesse: “Baciarsi sotto la torre Eiffel”.

E ancora un altro: “Prendere in giro i Francesi e la loro puzza sotto il naso”.

“Farsi una vacanza a New York anche vivendoci ogni giorno”.

“Coccolarsi nell'acqua calda delle terme”.

-Li hai contraffatti bugiardo!-

Lo accusò restituendogli i foglietti.

-Oh no mio caro questa è la tua grafia, io ho scritto solo: “Bere una cassa di birra e darsi alla pazza gioia”.

-Molto poetico-

-Perché avrei dovuto contraffarli poi?-

-Perché... sono tutte cose che ho fatto con Alfonse-

A quelle parole Roy sembrò illuminarsi e saltò in aria con tutto l'entusiasmo che possedeva.

-Sapevo di essere nel giusto, quello sfigato è un rimpiazzo! Rimpiazzo! Rimpiazzo! Ammettilo, mi ami ancora ma sei troppo orgoglioso per cedere-

-Finiscila di dire idiozie! Io ti detesto-

Anche lui si alzò di scatto paonazzo in viso per quelle affermazioni, arrabbiato ma con le farfalle allo stomaco allo stesso tempo.

-No, tu mi ami follemente come se non fosse passato un giorno ma sei arrabbiato e non vuoi fartela passare, andiamo, io ti ho tradito con quella, tu con lo sfigato, ma in realtà non possiamo vivere lontani-

-Ti stai facendo tante illusioni-

-Io so che vuoi anche baciarmi quindi perché non levarsi il pensiero?-

Gli prese le mani avvicinandolo al suo petto caldo e scolpito anche se il biondino si dimenava cerando di prenderlo a schiaffi per tanta arroganza.

-Io non voglio baciarti e se volessi farlo l'avrei già fatto!-

-Allora fallo-

-Neanche se fossi l'ultimo essere umano presente sulla terra-

Detto ciò si liberò, prese i suoi vestiti e si diresse verso la porta evitando ampiamente di raggiungere il limite della sua sopportazione e fare qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi.

-Puoi scappare quanto vuoi ma ti avverto, ti seguirò anche fino in Francia se necessario!-

-Va a quel paese!-

Sbatté la porta con violenza attraversando il corridoio fortunatamente deserto che lo separava dalla sua camera, aprì la porta e fu sollevato nel vedere che Alfonse non c'era, così si cambiò alla svelta e lo aspettò dinanzi al camino cercando di sbollire tutta quella rabbia per non darla a vedere.

Anche se avrebbe dovuto spiegare molte cose ma non al suo compagno, quanto più a se stesso.

[Chap 8_pt.2]

La stessa sera Alfonse rientrò piuttosto tardi in camera e fu sollevato nel vedere che Edward era lì ad aspettarlo sano e salvo, lo aveva cercato per tutto l'hotel quel pomeriggio e stava veramente considerando l'idea di uscire con la tormenta nel caso in cui si fosse avventurato da qualche parte.

-Ehi finalmente ti ho trovato... tutto a posto? Dov'è lo scrigno?-

Si avvicinò a grandi passi sollevato nel notare che la scatoletta che gli aveva causato tutte quelle preoccupazioni non c'era e dentro di sé, sperava davvero che fosse stata restituita al mittente, con tanti insulti.

-Ce l'ha Mustang...-

Tuttavia nella stanza c'era un'atmosfera fredda e anche se era seduto al fianco del ragazzo che amava, dinanzi al fuoco non riusciva a sentire il suo calore, era come spento.

-Glie l'hai ridata quindi...-

-Si-

Cercava in vano di guardarlo negli occhi, coperti dalla frangia ma per raggiungerlo e stabilire il contatto di cui sentiva tanto bisogno gli prese la mano, stringendola con sicurezza.

-E allora cosa c'è che non va...?-

La stretta però era a senso unico, Edward non ricambiava, non stringeva la presa in cerca di affetto e protezione, era come indifferente.

-Niente è che... quella scatola mi ha un po' scombussolato, sai l'avevamo seppellita insieme a Central Park e dentro ci sono i nostri ricordi e le nostre foto e...-

Si bloccò per via di un fastidioso groppo in gola che gli impediva di continuare, almeno senza piangere e visto che non voleva lasciarsi andare a quel livello e non voleva nemmeno mostrare simili lacrime ad Alfonse si fermò prendendo un respiro profondo.

-E cosa? Noi abbiamo ricordi migliori, abbiamo il nostro amore, io ho te e tu hai me... no?-

-Al... io non voglio ferirti capisci? Vorrei amarti con tutto il mio cuore ma adesso è spaccato a metà e io non me ne sono mai accorto, o almeno ho sempre finto di non accorgermene...-

Non poteva smentire le parole di Roy neanche volendo, quelli erano i loro ricordi e le loro speranze e lui ne aveva abusato inconsciamente, aveva sostituito Alfonse a Roy e quel caro ragazzo non meritava un amore fasullo.

Credeva di odiare il suo ex, era diventata una certezza, la sua ancora di salvataggio e invece tornando a New York si era accorto di tante cose, era solo scappato dalla tristezza quella sera, era fuggito senza mai voltarsi ma così facendo non aveva cancellato nulla, il suo passato era lì e lo stava aspettando a braccia aperte.

-Quindi fammi capire, sei incerto su ciò che provi per me? Sei ancora innamorato di lui?-

-No Al, io devo far chiarezza nella mia vita e avere la certezza di amarti e di averlo dimenticato, devo capire cosa provo per entrambi-

-E quindi cosa faremo nel frattempo...?-

-Non lo so...-

Alfonse si sentiva male ascoltando quelle parole, lui amava Edward con tutto se stesso e non poteva credere che il loro rapporto rischiasse di finire per colpa di un idiota arrogante, ma comunque cercò di comprendere perché alla fine di tutta quella storia poteva avere la certezza che il suo fidanzato lo amava veramente e in caso contrario sarebbe stata la decisione più giusta, quella dettata dal cuore.

-Non fa niente Ed, prenditi il tempo che ti serve-

Il biondino lo abbracciò riconoscente per tanta comprensione, gli posò un casto bacio sulle labbra e uscì afferrando il maglione che Roy gli aveva prestato, che fortunatamente Alfonse nemmeno aveva visto.

Fuori dalla stanza non poteva credere a ciò che aveva appena fatto, con quale coraggio aveva chiesto una pausa al suo fidanzato? Non riusciva a crederci ma Roy ci era riuscito, li aveva messi in crisi...

Che fare ora?

Sicuramente doveva riflettere e anche bene... ma prima di tutto doveva restituire con molta gentilezza il maglione a quel cretino e ciò significava, lanciarglielo in faccia con tutta la forza che aveva.

Sperando di non essere notato da Al, si avvicinò alla porta della suite difronte la sua e bussò delicatamente, dopodiché udì dall'interno un rumore ovattato di passi e si ritrovò dinanzi al moro che come al solito sorrideva in modo sghembo e secondo lui da totale presa per i fondelli.

-Questo è tuo- Gli fece vedere il maglione e lo restituì con mano molto delicata, tanto che quasi l'altro fu spinto indietro.

-Wow, devi essere arrabbiato per qualcosa se non avessi i miei bellissimi muscoli a proteggermi mi avresti fatto male-

-Smettila di vantarti cretino, sono arrabbiato con te-

-Perché? Perché ti ho messo davanti alla verità? Scusa se ci tengo...-

Il biondino per paura che Alfonse potesse ascoltare qualcosa lo spinse all'interno della stanza chiudendo la porta.

-Vuoi che ci senta per caso?!-

-Solo tu hai problemi a riguardo, io ti amo e posso anche andarglielo a dire a quello sfigato anche se penso che lo abbia capito-

-Sei veramente uno stupido, non ti basta averci messi in crisi devi anche gongolare e sbattercelo in faccia?-

Si bloccò subito dopo rendendosi conto solo a danno fatto di ciò che aveva appena detto, pregò che l'altro non avesse capito ma quanto si trattava di Roy Mustang, capiva benissimo tutto quello che lo interessava.

-Aspetta aspetta aspetta, vi ho messo in crisi? Vuoi dire che hai litigato con lo sfigato?-

Sembrava come un bambino il giorno di natale, si sarebbe messo a saltare dalla gioia da un momento all'altro, ci avrebbe scommesso i pantaloni.

-Gli ho chiesto una pausa, non ti scaldare troppo...-

-Bé... ma questo vuol dire che hai dei dubbi- Ecco che ricominciava a fare il dongiovanni tentatore, si avvicinava a lui sempre di più inchiodandolo con le spalle alla porta, in modo da non farlo scappare, con le sue forti dita gli alzava il mento legando gli sguardi tra loro. - E' così? Hai dei dubbi micetto? Ti stai finalmente rendendo conto di chi sia il tuo uomo? Il tuo vero ed unico amore?-

-Io ti detesto però non voglio che un bravo ragazzo come Al debba rimetterci, non farti illusioni-

-No no no tu non detesti me...- Si stava facendo fin troppo vicino, lui, le sue labbra, i suoi occhi, il suo fiato caldo -Detesti il fatto di amarmi ancora-

-Nei tuoi sogni-

-Nei miei sogni sei nudo e pazzo di me quindi no, non penso che questo sia un meraviglioso sogno-

-Mi fai schifo, Dio avevo dimenticato quanto fossi pervertito-

-Oh no a te piace la mia vena pervertita, ammettilo vorresti baciarmi-

-Ma per favore, vomiterei-

-Ammettilo farai un favore a te stesso-

-Non direi, il favore me lo faccio stando lontano da te-

-Tu vuoi baciarmi, perché sai che sarebbe meglio che baciare quello sfigato totale-

-Anche se ti baciassi non proverei un bel niente-

Affermò sicurissimo di sé e invece l'altro non voleva minimamente ammettere di aver torto, anche lui era certo di ciò che stava dicendo, così si avvicinò al suo orecchio e sussurrò un ultima piccolissima cosa che lo fece andare su tutte le furie -Andresti a fuoco-.

E infatti ci andò ma per la rabbia, voleva provare a tutti i costi di aver ragione così senza preavviso afferrò la maglia dell'altro tirandoselo addosso per stampargli un bacio mozzafiato sulle labbra.

D'altro canto, Mustang essendo stato provocato non poteva non rispondere al fuoco che aveva atteso per così tanto tempo, lo strinse a sé ancora di più approfondendo quel meraviglioso contatto.

Si scambiarono baci lunghissimi e pieni di ardente passione per minuti interi fino a che le labbra di entrambi non divennero rosse e l'ossigeno arrivò allo stremo, così Edward lo scansò asciugando un piccolo rivolo di salita al lato della bocca con la manica della maglia.

-Visto? Niente, niente di niente, tu per me non esisti nemmeno-

-Ma per favore, è stato un bacio magnifico e scommetto che non ne dai di così al tuo caro Alfonse, non lo sfiori nemmeno quel soggetto-

-E' molto delicato e non è il tipo quindi non infierire anche su questo-

-E' uno sfigato, fine del discorso, non c'è altro da dire... con lui non ti si accende la scintilla che ti ha portato a baciarmi adesso, con lui non saresti caldo nemmeno in una sauna-

-Adesso non ha importanza, spetta a me riflettere su certi aspetti e poi il fattore fisico non è la sola cosa importante in un rapporto-

-In un rapporto tra vecchietti no...-

-Smettila con questo dannato sarcasmo, ti ho riportato il tuo maledetto maglione quindi prendilo e rimettilo nel tuo armadio- Arrabbiato prese nuovamente il maglione andando verso la stanza guardaroba.

-No Ed non aprire quella stanza!-

-Perché? Hai qualcosa da nascondere...?-

Non ascoltò il suo avvertimento e aprì di scatto la porta ma quando guardò all'interno rimase a dir poco pietrificato:

Alle pareti erano appesi quadri giganteschi che lo ritraevano e di cui quasi si era dimenticato, quadri molto sexy tra l'altro, c'erano anche alcuni suoi effetti personali come la sua spazzola, le ciocche colorate che attaccava ai capelli, tutti i suoi pantaloni di pelle, gli stivali, le magliette, le giacche, addirittura i suoi libri di scuola e il suo diario, tutte cose che aveva lasciato nella loro casa ma che non pensava di rivedere.

-Che cosa sarebbe questo Roy...?-

-Ehm... bé sono qui in hotel perché sto ridipingendo casa e non mi separo mai da queste cose quindi dovevo trovarglielo un posto-

-Quindi trovi normale il fatto di aver conservato tutte le mie cose e di portartele dietro?!-

-Te l'ho detto, io non mi sono mai dimenticato di te e ti amo ancora...-

Sentì la mano calda del moro stringere la sua e guardandolo negli occhi, per una volta sinceri e innamorati come quelli di un cucciolo, come quelli di un essere umano o meglio del ragazzo di cui si era innamorato tanto tempo fa, sentì una stretta al cuore.

-Ti detesto...- Sussurrò stanco andandosi a sedere sul letto, al limite della sopportazione e della confusione.

-L'ho capito questo, ma ora di cosa mi incolpi?-

-Prima ho baciato Al... ma non mi ha fatto nessun effetto, almeno non come fidanzato, però ho apprezzato il suo abbraccio-

-Quindi hai capito che lo sfigato per te è solo un amico?-

-Si... è così complicato-

-No non lo è...- Si avvicinò sedendosi al suo fianco, lo abbracciò niente di più, gli accarezzò la schiena e la testolina bionda cercando di rassicurarlo solo dopo gli diede un leggero bacio sulla guancia.

-Ti odio...-

-Anche io ti amo...-

[Angolino Autrice]

Eeeeeh rieccomi ^^ allooora vi piace questo fantastico capitolo? *-* Io l'avevo detto che succedevano grandi cose ù.u è ufficiale, Edward ha fatto chiarezza nei suoi sentimenti o almeno in parte... si è accorto di non amare Alfonse... ma si renderà conto di amare forse qualcun'altro di estremamente vicino??

Vedremo vedremo ^_^ piccoli passi Ed... e ce la farai XD

Quanto mi piace sottolineare le sue piccole insicurezze sentimentali u_u 

Comunque.... ^-^ volete l'anticipazione? Ma si che la volete XDD 

-Che devo dirti? Io ho ammesso un milione di volte di essere stato un cretino, non dovevo tradirti e lo so, ammetto di essere stato un immaturo e di non aver mai apprezzato ciò che avevo davanti agli occhi quando era l'unica cosa di cui avevo realmente bisogno, all'inizio sei stato come un capriccio ne sono cosciente, ti volevo perché eri diverso, perché eri speciale ma poi sei diventato molto di più, io ho imparato ad amarti veramente e ho sottovalutato ciò che sentivamo l'uno per l'altro per la debolezza di una notte, Ed per piacere perdonami, non odiarmi, io sono cambiato e non commetterò mai più lo stesso errore, è stata tutta colpa mia e voglio rimediare con tutto me stesso, sono al tuo fianco e ci sarò sempre, d'ora in poi ci penso io a te-

Avvicinò la mano alla sua per stringerla, aspettando una risposta e nel frattempo ancora una volta gli sguardi si incontrarono e si fusero in una cosa sola, inscindibile e perfetta.

-So che sei pentito e ti credo ma ho paura Roy... devo fidarmi nuovamente di te e non so se ci riuscirò-

-Ma ci siamo baciati, io ti amo e tu ami me... ti darò tutto il tempo del mondo, aspetterò altri cinque anni e più se sarà necessario ma ti voglio El... voglio il vecchio te, puoi nasconderti sotto un taglio di capelli diverso e questi vestiti comuni ma la tua personalità grida per venire fuori ogni volta che sei con me e non puoi smentirlo-

Non sapeva più che dire, si ammutolì per mancanza di risposte perché in parte era vero, sentiva il bisogno di essere più libero e di fare ciò che volva, cosa che nell'ultimo anno non aveva mai fatto, forse tornare alle origini non sarebbe stato affatto male ma allo stesso tempo era insicuro.

-Anche perché...- Continuò il moro attirando nuovamente la sua attenzione -Recentemente ho sentito un tuo caro amico che era in viaggio con la sua band nel sud America e gli ho riferito che eri qui a New York-

-Cosa...?-

Un brivido gelato gli attraversò la schiena nel sentire quelle parole che preannunciavano solo sventura, morte e distruzione.

-Hai capito benissimo, Envy sa che sei qui a New York-

-E che ha detto? Voglio dire, n-non tornerà vero?-

-Oh dai non vuoi rivederlo?-

-Certo che voglio ma non conciato così!!-

-Adesso ti vergogni eh?- Scoppiò in un indelicata e sonora risata immaginando la scena dei dure cari compagni che si ritrovano e soprattutto delle torture che Envy potrà architettare per punirlo dopo averlo visto.

-Non è che mi vergogno ma Envy è Envy e si infurierà tantissimo con me! Dimmi che non gli hai detto di venire!-

-No io non gli ho detto nulla, è lui che ha insistito per sapere il nome dell'hotel e che ha sospeso il suo tour per precipitarsi qui-

Hahahahahahaahahah XD ragazze io ho iniziato a ridere da un bel po' ma vi assicuro che quando arriverà Envy inizierete anche voi XD 

Allora allora, ieri non ho fatto in tempo a rivedermi tutte queste cose e chiedo venia u.u ma forse questa sera ci riesco ^_^ 

Ora, come sempre ringrazio:

HaChiElriC

MXI

Chiby Rie_chan

^____^ alla prossima gente! Un bacione a tutte
Enjoy!!

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Capitolo 7
*** Chap 11 and 12_Cambio di Look e festeggiamenti folli ***


[Chap_9 Pt.1]

Quella mattina il sole sorse all'orizzonte in modo differente dal solito, per la prima volta dopo lunghi giorni di abbondante nevicate riusciva a sovrastare le nuvole grigie e farsi vedere in un cielo finalmente limpido.

Certo l'aria restava fredda e i gradi non si alzavano ma gli spazzaneve avevano l'occasione di uscire e dare il meglio sgomberando le strade dalla neve che andava lentamente a sciogliersi, così anche gli aereo porti potevano finalmente riaprire e permettere a turisti e lavoratori di spostarsi in libertà.

Edward Elric questo non l'aveva ancora capito poiché era immerso ancora nel mondo dei sogni e non sembrava volersi per niente svegliare, era così bello stare tra le coperte, al riparo dal freddo con il caminetto acceso e tutto ciò di cui aveva bisogno a portata di mano.

Peccato che però non si trovava nella sua stanza bensì in quella di Roy Mustang, la sera prima si era fermato a parlare con lui, aveva scoperto molte cose e fatto almeno in parte chiarezza sui suoi sentimenti.

Ma la stanchezza dovuta agli avvenimenti di quella lunga giornata aveva avuto la meglio su di lui e si era addormentato senza nemmeno rendersene conto.

D'altro canto il caro Mustang non poteva certo rovinarsi quella deliziosa visione svegliandolo, dormiva così bene e poi non aveva l'occasione di stare così tanto tempo con lui da troppo tempo, e allora aveva deciso di metterlo sotto le coperte e dormire al suo fianco come una volta.

Sarebbe rimasto tutto in quella perfetta atmosfera di vetro se il sole non avesse iniziato ad invadere la stanza, felice di essere tornato a splendere nel cielo di New York, soprattutto sul viso del nostro biondino che infastidito fu costretto a svegliarsi e girarsi tra le coperte in modo da non essere più esposto.

Però dovette comunque aprire gli occhi visto che si trovò su un petto fin troppo spazioso e forte per essere quello di Alfonse e tra l'altro non ricordava nemmeno di essere tornato nella loro stanza.

-Ma che...?- Confuso alzò lo sguardo incontrando il viso beato e sereno del suo ex che dormiva ancora profondamente e finalmente ricordò ciò che era accaduto, aveva praticamente confessato di essere in crisi con il suo attuale e presunto fidanzato e di considerarlo solo un amico, ciò doveva avergli dato il via libera per comportarsi da maniaco.

Però era tanto dolce... non se la sentiva di svegliarlo per strillargli addosso,  non l'aveva per forza fatto con cattive intenzioni, forse non voleva svegliarlo e basta... o conoscendo la situazione non voleva riportarlo in camera.

Ma cosa avrebbe pensato Alfonse di tutto questo? Sapeva di comportarsi da ipocrita, prima gli aveva chiesto una pausa di riflessione e poi si trovava a letto con il suo ex, insomma non avevano fatto mica qualcosa di male ma era sicuramente equivocabile!

“Aspetta ma noi ci siamo baciati... cioè no, io ho baciato lui perché ero arrabbiato e lui mi ha volentieri assecondato, accidenti! Però... pensandoci, non è stato come il bacio che ho dato ad Al, quello non era niente, lui non mi suscita certi sentimenti, perché è così difficile? Forse ha ragione questa zucca vuota... odio solo il fatto di amarlo ancora, ho paura di quello che potrebbe accadere, non voglio essere ferito ancora, ma come lo dico ad Al? E poi varrebbe la pena rischiare?”.

Si alzò molto lentamente coprendo la parte del letto doveva aveva dormito per non svegliare l'altro e a piccoli passi cercò le sue scarpe, le indossò e uscì dalla stanza entrando nella sua.

Alfonse si stava cambiando e quando lo vide a quelle condizioni: Capelli spettinati, vestiti sgualciti del giorno prima, uno strano profumo addosso che sicuramente gli era rimasto a causa del proprietario, pensò per un istante male...

-Dove sei stato? Non sei neanche tornato questa notte...-

-Scusa ma mi sono addormentato...- Cercava di sviare il discorso per non rivelare da chi era stato e a fare cosa.

-Non importa, ascolta Ed non voglio metterti fretta ma hai visto il tempo fuori? Possiamo ripartire adesso... e devo sapere se tornerai in Francia con me- Lo disse tristemente, dubitando quasi sicuro che in Francia ci sarebbe tornato da solo al 90% delle possibilità.

-Non ci avevo fatto caso...- Era inutile girarci intorno, gli era bastata una serata per capire i suoi veri sentimenti o meglio li aveva capiti grazie a Roy anche se era strano a dirsi, sentiva che la sua casa era L'America e per niente al mondo se ne sarebbe mai andato. -Bé Al... io resterò qui, mi dispiace ma è questa casa mia-

-Capisco... lo avevo immaginato, sei così diverso da quando siamo arrivati, questo è il tuo posto e sicuramente non potrà mai essere il mio, perché non mi ami giusto?-

-Sei davvero un caro ragazzo Al, dolce e fantastico ma io sono Americano, al 100% e non siamo proprio sulla stessa lunghezza tonda, credo che le tue delicate attenzioni faranno felici altre persone, ma non possiamo fingere e non possiamo nemmeno cambiare per compensarci-

-Tu adori la calda passione, gli uomini duri come la roccia e arroganti, i cibi stra fritti e quelli troppo dolci, sei così innovativo e rivoluzionario, sei vegetariano, ribelle, fantastico e bellissimo-

-E tu tanto dolce, dedito allo studio e al lavoro, delicato, morbido e caldo... tu hai bisogno di una principessa al tuo fianco, non di qualcuno che beve vodka ghiacciata e sia ribelle come me-

-Quindi... stiamo rompendo... mi mancherai, credo sia una stronzata chiederti di rimanere amici-

-Dipende dai punti di vista, possiamo comunque provarci...-

-D'accordo allora... amici...- Fu tentato di abbracciarlo ma represse quello scomodo istinto, dentro di sé sapeva che sarebbe andata a finire così, lui ed Edward appartenevano a due mondi totalmente differenti ma ci sarebbe voluto moltissimo tempo per dimenticarlo e innamorarsi nuovamente, di questo ne era certo.

-Amici...- Piombò un silenzio imbarazzante nella stanza che si poteva addirittura tagliare col coltello per quanto era denso, così tirò un sospiro e cercò di venirne fuori -Credo sia meglio darmi una sistemata... se mi aspetti ti aiuto con la reception-

-Va bene...-

Entrò nel bagno velocemente e con altrettanta fretta si spazzolò i capelli e fece una doccia lampo per poi uscire e vestirsi, nell'armadio c'erano ancora i suoi vestiti ma non quelli di Alfonse, che se ne sarebbe davvero andato via.

Scesero alla reception in totale silenzio, era così imbarazzante ma non poteva nascondere di essere in parte sollevato, era come togliersi un grande peso dal cuore, in questo modo non l'avrebbe più illuso permettendogli di rifarsi una vita.

-Mi scusi? Sa dirmi se gli aereo porti hanno già riaperto?-

-Oh no ragazzo, tutti gli aereo porti sono chiusi, il massimo che puoi trovare è qualche taxi-

-Ma come... la neve è stata spalata e il cielo è limpido-

Il receptionist sembrò guardarlo stupefatto, come se non avesse capito una cosa importantissima.

-Non sai che giorno è oggi?-

-Il... 22 di Dicembre?-

-Sei rimasto un po' indietro caro, è il 24...  oggi è la vigilia di natale, tutti i mezzi non sono disponibili, ripeto, sei fortunato se trovi un taxi ma di aereo porti non se ne parla nemmeno-

-D'accordo e allora come possiamo fare? La nostra prenotazione è scaduta-

-Lei è?-

-Elric, sono nella suite all'ultimo piano, la 3200-

-Oh ecco si si, non c'è alcun problema la sua prenotazione contava fino a capodanno, lei ha scelto il pacchetto delle feste natalizie che scade esattamente il 2 di Gennaio-

-Oh capisco, la ringrazio allora...-

-Di nulla si figuri, se ha fretta di andare via comunque gli aereo porti apriranno nuovamente il 26 Dicembre-

-La ringrazio ancora, scusi il disturbo-

Si voltò verso Alfonse prendendolo per un braccio per trascinarlo via di lì vista la figuraccia che aveva appena fatto.

-Bé che è successo?-

Chiese lui non avendoci capito niente.

-Oggi è il 24 Dicembre Heide tutti gli aereo porti sono chiusi, la nostra prenotazione scade il 2 Gennaio quindi possiamo restare però ti sarà possibile andare solo dopodomani...-

-Accidenti... grandioso-

Sbuffò incamminandosi con tanto di valige alla mano verso l'ascensore, aveva ricevuto una bella batosta.

Oltre alla loro rottura ora doveva passare il natale in un hotel, da solo tra l'altro.

Edward si senti quasi in colpa per l'accaduto, non era certo responsabile di ciò che stava avvenendo, insomma non l'aveva mica deciso lui di chiudere gli aereo porti il giorno della vigilia e quello di natale, d'altro canto però se si fosse accorto prima di questi suoi sentimenti, Alfonse sarebbe potuto andare via tranquillamente e invece era costretto a trascorrere il natale lontano da casa, con il suo ormai ex.

Sbuffò non sapendo più che pesci prendere ma a stomaco vuoto non poteva certo ragionare meglio pensò, così per il momento lasciò Alfonse da solo e andò a prendere qualcosa da mangiare per portarlo anche a lui in camera, non voleva invadere troppo il suo spazio emozionale ed imporre la sua presenza, ma per la colazione almeno potevano convivere pacificamente, in seguito avrebbe trovato qualcosa da fare.

Quando arrivò dinanzi alla porta della suite con un meraviglioso carrello pieno di delizie quasi ebbe timore nel bussare, ma lo fece con la convinzione che morire di fame non avrebbe giovato a nessuno dei due, spazio emozionale o meno.

-Non ho fame- Disse subito Alfonse appena lo vide, seduto sul letto con le gambe raccolte al petto e un'espressione imbronciata.

-Devi mangiare lo stesso, senti so che è una bella batosta questa ma non puoi iniziare a trascurarti in questo modo-

-Va bene va bene, ma perché sei ancora qui? Voglio dire, non hai ancora parlato con Mustang?-

-Per dirgli cosa scusa? Io e quell'essere non siamo nemmeno della stessa specie, figurati se posso o voglio avere un confronto razionale con lui-

-Vuoi dire che non ti sei accorto di provare ancora qualcosa per lui?-

Ora finalmente tutto gli apparve più chiaro!

Era così giù non solo per la loro rottura, ma aveva capito che tutto quel casino era stato frutto di rinnovati sentimenti verso una certa persona, che avrebbe fatto meglio a non intromettersi molto.

-Oh no Al! Non ti ho mica tradito con Roy, ma per piacere...-

-Forse dovresti riconsiderare il tuo odio nei suoi confronti, non parlo da ex quanto più da amico, ho notato che quando sei con lui ti illumini, che si tratti di rabbia o di qualcosa di indecifrabile che leggo nei tuoi occhi, sei sicuro di odiarlo veramente?-

-Ma perché state tutti con questa convinzione? Si lo odio per quello che mi ha fatto, ne sono certo-

-Però sei tentato di perdonarlo... sempre da amico posso dirti che in lui ci vedo il tuo uomo ideale: Forte, arrogante, seducente... ha fascino lo ammetto-

-Ma è un puttaniere-

-Credo che sia davvero pentito, ora che posso osservare le cose da un punto di vista oggettivo ed esterno penso che ci tenga davvero a farsi perdonare-

Ma perché doveva diventare così saggio tutto insieme? Insomma da ex doveva arrabbiarsi, litigare e magari dargli dell'ipocrita non difendere quello che era stato fino ad un giorno prima il suo diretto rivale.

-Lo so che è pentito ma non mi va di perdonarlo...-

-Hai paura che possa ripetere ciò che ti ha fatto, ma pensala così: Se lo ripete, invece di scappare dall'altra parte del pianeta, tu vendicati su di lui-

-Già su questo devo darti ragione, non gli ho mai detto apertamente come mi ha fatto sentire e nemmeno l'ho punito-

Prese ancora una ciambella, una delle poche che erano rimaste sul vassoio mentre passeggiava per la stanza nervosamente, incapace di stare fermo per qualche strano motivo, c'era qualcosa nell'aria quella mattina, qualcosa che lo faceva sentire libero e potente.

Bussarono alla porta con mano gentile, tanto che rimase sorpreso nel vedere di chi si trattava, parli del diavolo e spuntano le corna appunto: Roy Mustang avanzò verso di lui con andatura sicura, degnando solo di un cenno con la mano il povero Alfonse che era diventato il terzo in comodo.

-Non lo perdi il vizio di lasciarmi mentre dormo- Gli sussurrò all'orecchio per non metterlo nei guai con l'altro, ovviamente non sapendo che avevano rotto da meno di un ora o forse più.

-E tu non perdi quello di essere un tremendo stronzo-

Sibilò prima di appioppargli un sonoro cinque su una guancia, il più forte che aveva mai dato a qualcuno, anche Alfonse rimase a bocca aperta non conoscendo questo lato del suo carattere.

-Ma che ti ho fatto adesso?-

Chiese la vittima massaggiandosi la guancia dolorante, che quasi non sentiva più per quanto si era indolenzita.

-Mi sono reso conto di non averti mai punito per ciò che mi hai fatto e non ti ho mai detto come mi sono sentito, brutto cretino, hai idea di cosa si provi ad essere abbandonati? Dico io cavolo, mi stai alle costole per cinque anni della mia esistenza e poi osi tradirmi con una puttana? Hai idea di cosa ho passato? Mi sono sentito un vero scemo, un ingenuo, un giocattolo rotto! Non avevi nemmeno il diritto di perseguitarmi qui in hotel con le tue avance! Dio se l'avessi saputo prima non avrei perso un anno a starti dietro, si ci siamo divertiti è vero però la cosa più importante in un rapporto è la fiducia e tu non me l'hai dimostrata, vuoi sapere se provo ancora qualcosa per te? Si è ovvio però non posso permettermi di prendere in giro me stesso e tornare da te! Perché sarebbe questo: Una presa in giro!!-

Buttò fuori tutta l'aria che aveva incamerato in quell'interminabile sfuriata senza fine, però si era sfogato, aveva finalmente ammesso ciò che si portava dentro e doveva proprio ammettere che si sentiva benissimo, come se si fosse tolto un macigno opprimente dal cuore e ora potesse respirare a pieni polmoni.

-El... l'hai detto in inglese-

Altra dimostrazione di totale stupidaggine alla Roy Mustang, invece di replicare, di dire qualcosa di sensato sparava solo scemenze, perché lui era questo: Un distributore gratuito di cazzate!

-Non me ne frega niente se l'ho detto in inglese per la fretta, devi rispondermi!-

Esigeva una risposta chiara e precisa di quello che provava e di ciò che pensava al riguardo, niente più giri di parole ormai, dovevano chiarire il tutto senza tralasciare nulla, nemmeno il minimo particolare.

-Va bene va bene- Lo prese velocemente per un braccio portandolo fuori dalla stanza, facendo segno però ad Alfonse di aspettare ancora un po' ma d'altro canto quel poveretto non aveva capito nulla di ciò che Edward avesse appena detto, già non riusciva a capirlo quando parlava molto lentamente figuriamoci in quella circostanza.

-Che devo dirti? Io ho ammesso un milione di volte di essere stato un cretino, non dovevo tradirti e lo so, ammetto di essere stato un immaturo e di non aver mai apprezzato ciò che avevo davanti agli occhi quando era l'unica cosa di cui avevo realmente bisogno, all'inizio sei stato come un capriccio ne sono cosciente, ti volevo perché eri diverso, perché eri speciale ma poi sei diventato molto di più, io ho imparato ad amarti veramente e ho sottovalutato ciò che sentivamo l'uno per l'altro per la debolezza di una notte, Ed per piacere perdonami, non odiarmi, io sono cambiato e non commetterò mai più lo stesso errore, è stata tutta colpa mia e voglio rimediare con tutto me stesso, sono al tuo fianco e ci sarò sempre, d'ora in poi ci penso io a te-

Avvicinò la mano alla sua per stringerla, aspettando una risposta e nel frattempo ancora una volta gli sguardi si incontrarono e si fusero in una cosa sola, inscindibile e perfetta.

-So che sei pentito e ti credo ma ho paura Roy... devo fidarmi nuovamente di te e non so se ci riuscirò-

-Ma ci siamo baciati, io ti amo e tu ami me... ti darò tutto il tempo del mondo, aspetterò altri cinque anni e più se sarà necessario ma ti voglio El... voglio il vecchio te, puoi nasconderti sotto un taglio di capelli diverso e questi vestiti comuni ma la tua personalità grida per venire fuori ogni volta che sei con me e non puoi smentirlo-

Non sapeva più che dire, si ammutolì per mancanza di risposte perché in parte era vero, sentiva il bisogno di essere più libero e di fare ciò che volva, cosa che nell'ultimo anno non aveva mai fatto, forse tornare alle origini non sarebbe stato affatto male ma allo stesso tempo era insicuro.

-Anche perché...- Continuò il moro attirando nuovamente la sua attenzione -Recentemente ho sentito un tuo caro amico che era in viaggio con la sua band nel sud America e gli ho riferito che eri qui a New York-

-Cosa...?-

Un brivido gelato gli attraversò la schiena nel sentire quelle parole che preannunciavano solo sventura, morte e distruzione.

-Hai capito benissimo, Envy sa che sei qui a New York-

-E che ha detto? Voglio dire, n-non tornerà vero?-

-Oh dai non vuoi rivederlo?-

-Certo che voglio ma non conciato così!!-

-Adesso ti vergogni eh?- Scoppiò in un indelicata e sonora risata immaginando la scena dei dure cari compagni che si ritrovano e soprattutto delle torture che Envy potrà architettare per punirlo dopo averlo visto.

-Non è che mi vergogno ma Envy è Envy e si infurierà tantissimo con me! Dimmi che non gli hai detto di venire!-

-No io non gli ho detto nulla, è lui che ha insistito per sapere il nome dell'hotel e che ha sospeso il suo tour per precipitarsi qui-

-C-come? E questo quanto tempo fa?!-

-Due giorni fa, ero venuto nella tua stanza a posta per avvisarti prima che mi schiaffeggiassi e per dirti che Envy ha chiamato ed era in autostrada, sai era stato impedito dal tempaccio che c'è stato negli ultimi giorni ma quel ragazzo supera di gran lunga ogni forza della natura-

-E me lo dici così tranquillamente?! Sarà sicuramente arrivato a quest'ora, da qui all'autostrada sono dieci minuti e noi parliamo da molto di più!!-

-Forza scendiamo nell'atrio sono sicuro che ancora non è arrivato, forse hai tempo per rimediare ai tuoi disastri-

Ma certo era così ovvio, mentre lui andava nel panico più totale quell'imbecille lo prendeva per mano e lo scortava fino all'ascensore e poi nella hall dell'hotel dove iniziò a guardarsi intorno, senza nemmeno difficoltà visto che a quell'ora tutti erano nelle varie sale svago in attesa del pranzo.

Era deserto, fatta eccezione per un facchino che portava due enormi valige nere con delle catene ai lati, molto strane ed eccentriche ma di chi potevano essere?

-Ehi guarda, ho torto: Envy è arrivato-

Sembrava essere tutto un gioco per lui, non pensava che poteva rimetterci la pelle, pensava solo a se stesso.

Gli si gelò il sangue nelle vene: All'ingresso c'era un ragazzo, alto, magro ma non troppo, con la giusta dose di muscoli allenati, lunghi capelli neri pieni di ciocche verdi, occhi color ametista, un espressione tra lo sconcertato e l'arrabbiato, indossava una canottiera nera nonostante fuori ci fosse ancora la neve, vi era disegnato un teschio sopra color argento e aveva i jeans stretti e strappati sulle ginocchia, una vera rock star insomma, con tanto di stivali di pelle e una chitarra posta nell'apposito fodero vicino le appariscenti valige.

-Ehi Envy!- Iniziò a chiamarlo Roy sventolando in aria una mano. -Guarda chi ti ho portato!- E nel frattempo il povero biondino cercava di nascondersi alle sue spalle come se poi non fosse già stato visto, anche molto bene dall'altro.

-Roy non peggiorare la situazione per favore-

Sibilò mentre il moro cercava di scansarsi in modo da renderlo ancora più visibile ma ad ogni passo che faceva Edward lo imitava cercando di restare nell'anonimato.

-Dovrai affrontarlo prima o poi, perché non ora?-

-Perché ho paura adesso...-

Si accorse però di avere la mano libera, prima stretta dall'altro e quindi di avere la possibilità di scappare senza essere ostacolato o trattenuto da nessuno.

Si lanciò quindi di corsa verso l'ascensore mentre Envy e Roy cercavano di raggiungerlo a passo lento e minaccioso, quando riuscì ad entrare tra quelle porte miracolose cliccò insistentemente il bottone che lo avrebbe portato al suo piano, temendo per un istante per la sua vita se avessero fatto prima loro della chiusura delle porte metalliche, ma si salvò quasi per miracolo anche se il saluto di Envy non fu poi così caloroso.

-Shorty... I'll Kill You- (Piccoletto... Ti ucciderò).

-Hi Envy, nice to see you again, i missed you... you too right?- (Ciao Envy, sono contento di vederti ancora, mi sei mancato, anche tu vero? -Oppure: Anche tu hai sentito la mia mancanza vero?).

Le porte dunque si chiusero e iniziò la sua corsa verso l'ultimo piano sperando che Envy non avesse preso le scale e lo stesse raggiungendo in un lampo, cosa di cui era perfettamente in grado.

Ma fortunatamente quando arrivò non trovò nessuno a sbarrargli la strada così corse verso la sua camera e si chiuse dentro buttandosi sul letto nel patetico tentativo di nascondersi tra le coperte mentre Alfonse, rimasto lì ad aspettarlo lo fissava sconvolto.

-Edward che sta succedendo?-

Cercò di guardarlo tra quel cumulo di coperte ma non ci riusciva proprio, si era come creato una barriera per difendersi da chissà cosa.

-Envy is here, i'm scared...he wants to kill me...- (Envy è qui, sono spaventato, lui vuole uccidermi)

-Edward sai che non ti capisco se parli inglese, riprenditi un secondo-

-I'm sorry... cioè volevo dire, scusa Heide ma sono agitato e non mi sono reso conto di parlare inglese, dicevo che Envy è qui in hotel e sta venendo e vuole uccidermi-

-Perché dovrebbe ucciderti?-

-He saw me... mi ha visto, ha visto il mio cambiamento e non ne è contento, è arrabbiato-

-Ed fai un respiro profondo, stai mischiando l'inglese con il tedesco-

-Yes i know... lo so, i'm so scared Al... sono così spaventato, non posso farci niente-

-Non so come aiutarti Ed... se è tuo amico risolverete le cose-

-Lo so... ma per ora dovrò affrontare l'uragano della sua furia-

Detto fatto, qualcuno iniziò a bussare alla porta prepotentemente e non poteva trattarsi di altri se non di Envy, era quel suo tipico modo di fare.

-Shorty, be a man and open this door Now!!- (Piccoletto sii uomo e apri questa porta adesso!).

-Che ha detto?-

Sussurrò il tedesco non avendoci capito niente di niente.

-Vuole che gli apra la porta...-

-Shorty listen to me!-(Piccoletto ascoltami)

-I'm sorry Envy but i can't...- (Scusa Envy ma non posso/non ne sono in grado).

-You have to open this door Edward, we need to talk face to face-

(Tu Devi aprire questa porta Edward, noi dobbiamo/abbiamo bisogno di parlare faccia a faccia).

-Okay... wait- (okay aspetta).

Si alzò e titubante posò la mano sul pomello della porta mentre Alfonse per lasciargli un minimo di intimità o per paura si scansò verso la finestra in modo da non essere visibile.

Quando si trovò faccia a faccia con il suo migliore amico ebbe quasi paura di ciò che potesse dire o fare, osservò solo la sua espressione che mutava di secondo in secondo mentre lo guardava bene.

-Come ti sei conciato razza di scemo...?-

-Mi dispiace... ho passato un brutto periodo-

-Si lo vedo ma adesso non temere, me la pagherai dopo ma prima devo occuparmi del tuo look orrendo e renderti per lo meno presentabile, forza imbranato ora ci pensa Envy a te-

Gli tese la mano avvolta da un guanto di pelle con al polso un bracciale spinato, proprio nel suo stile, lo fece sentire finalmente a casa dopo tutti quegli anni e si sentiva bene adesso, consapevole del fatto che qualcuno gli volesse bene e lo trattasse come un fratello.

-Thank you brother...- (Grazie fratello)

-Come on...- (Dai…)

Si sentiva come un bambino smarrito che in quella mano aveva ritrovato la strada di casa, gli piaceva vedere il sorriso di Envy, era bello e tenero per una volta, in quel momento si sarebbe anche lasciato cadere tra le sue braccia sicuro di potervi trovare rifugio e pace, finalmente qualcuno capace di capirlo e amarlo come lui voleva.

[Chap.9 Pt.2]

Era il primo pomeriggio, la neve quel giorno aveva ripreso a scendere sulla città di New York sorprendo tutti gli abitanti che avevano sperato anche se per un solo giorno in un po' di quiete.

Sembrava che il tempo giocasse le carte a suo sfavore, questo pensava Edward Elric mentre trovava nel getto dell'acqua calda un che di confortante, quell'abbraccio delicato e rilassante che distendeva i suoi muscoli tesi.

Envy era tornato in città solo per lui, con l'aiuto ovviamente di madre natura che aveva smesso di avventarsi sulla città giusto il tempo necessario per aggiungere all'allegra comitiva dell'hotel un altro ospite.

-Non eri in viaggio con la band?-

Chiese mentre usciva dalla cabina della doccia mettendosi l'accappatoio, Envy lo aspettava fuori mentre preparava chissà che cosa, una grande idea ovviamente a suo dire.

-Si ma il tempo ha interrotto il tour e poi ho ottenuto un posto fisso qui a New York quindi credo che metterò radici-

-Sul serio? E' fantastico hai avuto un ingaggio-

-Non provare a fare il ruffiano tesoro, un mio amico ha aperto il locale dei suoi sogni, un pub stra fico e noi saremo la band principale e comunque se dovesse essere una cosa temporanea ne ho una lista piena di locali che mi richiedono, il tour ha dato i suoi frutti-

Uscì dal bagno con indosso solo i boxer visto che il suo caro amico gli aveva come dire sequestrato tutti i vestiti, all'inizio doveva requisire solo quelli che riteneva orrendi, ma purtroppo la cosa si è espansa in tutto il suo guardaroba, fatta eccezione per qualche stivale e un paio di jeans attillati.

-Sono comunque contento per te, se volessi fare il ruffiano credimi ci sarei già riuscito-

-Non sei furbo quanto me quindi non montarti e ora siediti-

Ordinò accennando con il capo ad una sedia mentre prendeva uno strano aggeggio e della colla a caldo particolare.

-Non vorrai uccidermi spero-

-Anche se fosse scapperesti per tutto l'hotel in mutande? No piccolo idiota, questa è colla a caldo per capelli e queste- Allungò la mano verso lunghe ciocche dorate, identiche ai suoi capelli -Sono le ciocche che sostituiranno momentaneamente la tua chioma, almeno fino a quando non ricresce, guarda che scempio, se ti rasavi a zero era la stessa cosa-

Sentenziò arrabbiato facendo accomodare con “Gentilezza” per poi iniziare ad asciugargli i capelli con il phon.

-Come sei cattivo...-

-Una cosa buona l'hai fatta almeno, sono contento che tu abbia smesso di farti, anche io ci ho dato un taglio, non voglio essere un cattivo esempio per i miei milioni di fans... almeno non troppo-

-Milioni di Fans? Allora ho l'onore di essere nella stessa stanza con una vera rock star, me lo fai l'autografo?-

-Ma certo caro, quando ti colpirò lo farò così forte che la mia mano sarà un bellissimo ricordo indelebile e potrai andare in giro dicendo: “Ehi sono stato picchiato da una rock star!!” ci stai?-

-No, grazie lo stesso ma credo che passerò per questa volta-

-Bravo, ora sta fermo che inizio con la colla-

-Va bene...-

-Allora... chi è lo sfigato di cui mi parlava il tuo ex ancora più sfigato?-

-Si chiama Alfonse Heiderich, l'ho conosciuto in Francia... e per la cronaca anche lui è il mio ex... ci siamo lasciati, o meglio io l'ho lasciato perché ero incerto sui miei sentimenti, alla fine aveva ragione quell'idiota di Mustang, è stato solo un rimpiazzo-

Disse con l'amaro in bocca e quasi con voce rotta, dall'avere due contendenti era passato all'essere single e infelice.

-Spiegami, perché sei scappato in Francia facendo perdere a tutti le tue tracce? Questa ancora non l'ho capita-

-Roy non te l'ha detto? Lo trovai a letto con una sgualdrina...-

-Quel brutto piccolo figlio di buona donna!! Lo picchierò con la pistola a caldo!-

-Il punto non è lui, sono io, sono ancora innamorato e non so come comportarmi, perché da una parte so che è dispiaciuto veramente e non lo ripeterà più ma chi me lo assicura?-

-Piccoletto, se non domandi non potrai mai avere una risposta, buttati, se davvero ami quel pesce lesso allora non piangerti addosso ma fagli vedere ciò che si perde! Cavolo se ti ha corteggiato in questo stato ti ama davvero tanto!-

-Dici che dovrei provare?-

-Ehi questo non è l'Edward Elric che conosco- Posò la pistola a caldo, prese uno specchio e gli andò davanti facendogli vedere la sua immagine riflessa -Questo, sei tu. Sei affascinante, bello, accattivante, cavolo ragazzino datti una mossa! Basta dormire! L'Edward Elric che conosco sarebbe andato da lui e se lo sarebbe fatto, se sei innamorato allora fa quello che ti senti, grida, salta, ama ma non deprimerti!-

Sulle sue spalle cadevano di nuovo delle splendide ciocche dorate, lunghe e lucenti, era come essere tornato indietro nel tempo e non riusciva a crederci.

-Basta fare la vecchia zitella innamorata, ora ti metti quei pantaloni di pelle, quegli stivali, la maglia con il teschio blu che ti ho gentilmente prestato, aggiungi qualche accessorio e vai! Vai in discoteca, in un pub, vai dove cavolo ti pare ma non restare qui a poltrire chiaro?-

-Chiaro, grazie Envy sei una vera rock star-

-Di niente piccoletto-

Gli diede una pacca amichevole sulla spalla e lo abbracciò, ora che non poteva vederli nessuno, altrimenti la sua reputazione da duro ne avrebbe risentito.

Nella hall intanto Roy e Alfonse si erano accomodati su delle poltrone in attesa di sapere qualcosa dai due amici per la pelle, Envy aveva preso possesso della sua stanza sfrattandolo, perché gli serviva per fare un qualcosa di epico e fantastico di cui non era permesso avere alcun accenno.

Alfonse da parte sua cercava un modo per distrarsi, ora che aveva rotto con Edward si sentiva come una pecorella smarrita dal gregge, non aveva nemmeno un punto di riferimento così vagava alla ricerca di qualcosa.

-Così avete rotto... mi dispiace, sul serio... pensavo che ti avrei battuto lealmente non che ti piantasse lui-

-Non importa, è meglio così insomma se dovevamo vivere la nostra storia in una fantasia non ne sarebbe valsa la pena e non avremmo avuto nient'altro che rimpianti-

-Già...-

-Ehi si apre l'ascensore...-

Entrambi si misero in piedi impazienti di vedere il risultato di quella lunga giornata, di sapere cosa stesse tramando Envy, se avesse intaccato Edward o se l'avesse semplicemente ucciso.

Ma ciò che videro superò le aspettative di entrambi, non potevano credere ai propri occhi e non sapevano se essere sconcertati o confusi.

Edward era tornato in pista, anzi El era tornato.

Camminava verso di loro con un effetto rallenty che rendeva il tutto affascinante e catturava la loro attenzione come una falena viene attratta dalla luce, rendendoli incapaci di pensare o di formulare una frase di senso compiuto senza sbavare.

Capelli biondi come il grano, setosi e lisci nuovamente lunghi, occhi di gatto magnetici, un sorriso provocante, pantaloni di pelle, stivali, canottiera con il teschio e per ripararsi dal freddo aveva portato una giacca di lana pesante che poi avrebbe sicuramente tolto.

-Edward sei... così... diverso...-

Provò ad accennare Alfonse.

-Già... cioè... sexy...-

Le uniche parole che uscirono dalla bocca dell'altro.

-Grazie... almeno credo, io e Envy usciamo: Discoteca, alcolici, macchine truccate... avete capito no? Ci state?-

-Edward penso sia pericoloso...-

Cercò di farlo riflettere Alfonse facendo sempre l'anima candida e saggia del gregge che non smarrisce mai la retta via.

-Si lo so Al...- Annuì senza alcun interesse per l'avvertimento, come se fosse un noioso adulto che cerca di stoppare il suo divertimento da adolescente.

-E poi fuori c'è una tormenta non potete uscire- Continuò cercando almeno una buona ragione per trattenerlo all'interno dell'hotel e non farlo avventurare fuori, dove sarebbe andato incontro a morte certa con quel vestiario.

-Non importa allora, andremo alla discoteca dell'hotel, sapevi che ce n'è una? Fanno entrare solo i maggiorenni quindi nessun limite per gli alcolici e nessun bambinetto-

-Aspetta aspetta aspetta, non ti sembra di esagerare? Voglio dire, alcolici? Divertimento? Auto truccate, ma che succede? Mi sono perso qualche passaggio per caso?-

-Al non mi rompere, sono maggiorenne e vaccinato posso fare quello che voglio compreso riprendermi la mia vita, per troppo tempo mi sono pianto addosso e ora è il momento di finirla-

Decretò voltandosi verso Envy che stava arrivando giusto in tempo per avviarsi nella discoteca.

-Visto che non possiamo uscire, prendi Roy-

Gli mollò il cappotto iniziando a camminare verso la sua libertà, verso una festa che sarebbe durata tutta la notte e anche più.

-Io lo seguirei fino all'inferno...-

Sussurrò questo ammaliato dal caratterino di cui si era infatuato anni addietro, mentre Alfonse non poteva che fissarlo sconcertato, senza parole.

-Io invece lo seguo per impedirgli di fare cazzate-

Infatti anche se titubante lo segui mantenendo una certa distanza, fino a che i due entrarono nella discoteca sorvegliata da un butta fuori alto e muscoloso, per un attimo ebbe un po' paura ma ci pensò Mustang a fargliela passare ricordandogli di essere maggiorenne e quindi di essere il benvenuto.

Quasi si sentiva un cattivo ragazzo in mezzo a tutta quella gente che ballava, beveva e raramente parlava visto il volume della musica.

Trovarono Edward ed Envy già al bancone, seduti mentre ridevano tra loro e li raggiunsero rovinando il loro divertimento.

-Che vuoi fare?-

-Al perché non vai in camera e dormi?-

-Perché tu sei qui e stai facendo una cavolata-

-Non ti riguarda- Si sentiva così sotto pressione quando aveva intorno quel ragazzo, come aveva fatto a non rendersene conto prima? Gli stava tarpando le ali con la sua politica moralista -Mi scusi, una vodka prego-

Disse al barista che subito lo accontentò versandogli il liquido in un bicchierino che lui prese volentieri.

-Alla nostra- Augurò Envy portando in alto il suo drink, stessa bevanda, stesso gesto, lo mandarono giù tutto d'un fiato senza nemmeno dare tempo al ghiaccio di sciogliersi per poi posare il bicchiere vuoto sul bancone con un sospiro.

-Wow che botta- Ammise Edward lasciandosi però andare ad una leggera risata soddisfatta.

-Di già piccoletto? Non te ne berresti una bottiglia, stramazzeresti a terra prima-

Lo sfidò con aria arrogante l'amico, ma come tutti sapevano ai tempi del college: Quando Envy sfidava Edward, non c'era mai una volta in cui rifiutava, pur di rimetterci la faccia perdeva lottando.

-Ma per favore, un altro, barista-

-Anche per me-

Era una scena da brividi per il tedesco, voleva fare qualcosa per fermarli ma non sapeva che cosa e aveva come le mani legate in quella gabbia di pazzi.

-Bene Envy, continuerò finché non sarò così ubriaco che i tuoi capelli mi sembreranno alla moda-

-E io finché i tuoi non sembreranno l'acconciatura di un chihuahua con i colpi di sole-

-Me li hai fatti tu grande genio...-

-Si lo so, ma a farti sembrare un chihuahua tremante è la statura e anche quei tuoi occhioni innocenti e spauriti contribuiscono-

-Ve lo dico io adesso cosa farò- Si intromise Alfonse -Visto che nessuno qua sembra voler ragionare, me ne torno in camera e domani magari ne riparleremo con più calma- fece per voltarsi ma aggiunse solo una piccola cosa per Roy -Riportalo in camera tu, ma non so se vorrò vederlo...-

-Ci penso io, vai a riposare che è meglio-

Edward Elric non pensava che sarebbe mai andata a finire in quel modo, la stessa mattina era un ragazzo innocente, buono e rispettoso, nella norma insomma. Nel pomeriggio aveva subito un cambiamento dettato dal suo migliore amico e dalla sua vena ribelle che era tristemente stata sepolta in quegli anni, la sera si erano trovati in una discoteca e aveva a dir poco esagerato, quando Alfonse si era ritirato dalla scena non volendo assistere a quello scempio, lui ed Envy avevano iniziato la loro gara di alcolici bevendo almeno una bottiglia di vodka a testa.

Come si era concluso il tutto? Più o meno alla parità visto che il barista si era rifiutato di servirli ancora, altrimenti avrebbe dovuto chiamare il butta fuori.

Così trovandosi senza uno scopo e non proprio coscienti avevano iniziato a ballare tra la folla, e non erano certo mancati gli spasimanti che ci provavano con il bel biondino e che prontamente venivano intimiditi da Roy che gli stava sempre vicino, forse nella speranza di un flirt o di qualcosa di più che però non gli era stato concesso.

Verso le quattro del mattino poi mentre la folla sgomberava l'area anche loro decisero di fare lo stesso visto che la festa andava a morire.

Peccato che Edward non si reggeva a dir poco in piedi e moriva di sonno visto il mal di testa e la stanchezza.

Si trovarono così in quella situazione assurda, Envy era già in camera per cambiarsi e mettersi sotto le coperte il prima possibile visto che nel pomeriggio avrebbe avuto le prove con la band per la serata rock di natale al pub e Roy stava riaccompagnando Edward in camera.

-Hai esagerato sai?-

-Non trattarmi come un bambino...-

-Ma dai El non ti reggi in piedi... guardati-

Teneva la mano sul suo fianco per non farlo cadere a terra ma improvvisamente lo lasciò per permettergli di capire che da solo sarebbe caduto, comunque non glie lo permise riprendendolo immediatamente.

-Ma sei scemo? Stavo per cadere...-

Rimproverò con i pugni stretti al suo petto mentre la mano dell'altro era passata sulla schiena per tenerlo meglio e guardarlo negli occhi languidi.

-Allora lo ammetti che hai esagerato...-

-Zitto e accompagnami in camera non ho voglia di sentire i tuoi commenti, se volevi giudicare potevi anche restare in camera e non venire-

Per facilitare il tutto lo prese direttamente in braccio camminando lungo il corridoio senza il minimo sforzo, merito dei suoi super muscoli, come avrebbe sicuramente detto in un altra circostanza.

-Mi ha chiesto Alfonse di riaccompagnarti, ci è rimasto male-

-Non può ordinarmi quello che posso o non posso fare, deve pensare a se stesso, domani potrà partire per la Francia e ricomincerà da capo-

-Vedi di essere gentile con lui, capisco che stai cercando di riprenderti la tua vita ma non è pur sempre una scusante-

-D'accordo, ma devi farmi un piccolo favore adesso-

-Sarebbe?-

-Non ho voglia di dormire con il mio ex, visto che Envy sta nella tua stanza pensavo di stare con lui-

Sapeva benissimo come ammaliare una persona, per di più se si trattava di un ragazzo ancora pazzo di lui.

-Dovrei dormire con il tuo ex...?-

Non sembrava tuttavia molto convinto a cedergli il posto nella sua stanza, per dormire con Alfonse poi, che già reputava uno sfigato.

-Please Ro...-

Mise quindi in mostra l'espressione alla quale il caro Mustang non sapeva resistere, quella che lo convinceva a fare qualsiasi cosa: “L'espressione da cucciolo alla Edward Elric” tremendamente adorabile, accompagnata poi dal suo nomignolo affettivo.

-D'accordo d'accordo ma mi aspetto una ricompensa sai?-

-Non me lo dimenticherò-

Gli fece l'occhiolino scendendo finalmente a terra per andare nella camera dove dormiva sicuramente beato il suo amico e lasciandolo alla ramanzina del suo ex che sicuramente gli avrebbe dato del fesso per essere capitolato.



[Angolino Autrice]

Ed eccomi qua ^____^ scusate un po' di ritardo di solito aggiorno la mattina ma oggi sn andata un po' a spasso u.ù spero vi piacciano questi due nuovi capitoli, non ho molto da dire in realtà penso che parlino da soli XD mi diverto però  a descrivere le pazzie che combina Edward u.u con Envy poi.... ahahahahaha XD che ne pensate? Non è adorabile la nostra piccola Rock star?

Allora, vi faccio la solita anticipazione ^-^
Envy ha un problema ù.u chi deve risolverglielo? ED XD

-Fai in modo di trovare una soluzione e saremo pari, annullerò la mia punizione per il modo in cui ti sei fatto trovare-
-E cosa avresti fatto…?-
-Mi avresti fatto da servo per un mese, sai che non sono bravo nelle pulizie e le faccende di casa e poi mi serve qualcuno che stiri, lavi, cucini e all’occorrenza dia da mangiare al mio animaletto domestico-
-Hai preso un cucciolo?- domandò intenerito curioso di sapere quale animale fosse: Un tenero gattino, un cagnolino, una deliziosa coppia di canarini…!
-Si un pitone, si chiama Squama vedrai che andrete d’accordo…-
Edward inorridì a quelle parole: Lui odiava i rettili e qualsiasi altra cosa strisciasse! Gli facevano semplicemente schifo, non c’era un'altra spiegazione.
-Col cavolo!! Io non darò da mangiare a quel tuo piccolo mostro e scordati che venga a trovarti! Non voglio trovarmelo tra le caviglie!-
-Sarebbe possibile… sai potrebbe scambiarti per il pranzo data la statura-
Con un gran sorriso gli posò una mano sulla testa come se tutto ciò fosse normale, mentre a lui venivano i sudori freddi al solo pensiero.
-E che diavolo mangia quel coso…?-
-Topi, ma dovrai darglieli vivi… ama stritolarli per conto suo-
-Come puoi pretendere che io, un vegetariano amante degli animali compri dei topini indifesi per buttarli nelle fauci di un viscido mostro?!-
-Allora mio caro, trovami un posto dove suonare, possibilmente vicino e con del pubblico per quanto il tempo permetta-

Envy Envy Envy...... u.u così me lo traumatizzi Edduccio..... bé ma ora, passando ai ringraziamenti ^_^

MXI

HaChiElriC

aubry97


^__^ ci sentiamo ragazze un bacione!!!

Enjoy!!

 

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Capitolo 8
*** Chap 13 and 14_ Nuovi amori e Sorprese coi Fiocchi ***


[Chap 10_Pt1]

Era passata l'ora di pranzo, la neve aveva ormai ripreso ufficialmente a cadere, ma non importava a nessuno visto che si trattava del giorno di natale, la festa più bella attesa da adulti e bambini, le scuole erano ormai chiuse come anche gli uffici e qualsiasi altro negozio o edificio lavorativo che sia.

L'hotel tuttavia era quasi vuoto, al suo interno erano rimasti solo turisti impossibilitati a tornare a casa come il povero Alfonse, che faceva colazione nel salone praticamente deserto assieme a Roy Mustang che era rimasto senza uno scopo... erano almeno per il momento accomunati da qualcosa e cercavano di farsi compagnia mostrando almeno un po' di solidarietà il giorno di natale.

-Non posso credere che sei capitolato sotto l'espressione da cucciolo...-

Borbottava il tedesco scuotendo il capo, se l'era ritrovato a fianco quella mattina e inutile dire che quasi gli era venuto un infarto per lo spavento, di certo non se lo aspettava.

-Tu non l'hai mai vista la sua espressione da cucciolo quindi non puoi giudicarmi-

-Lasciamo cadere il discorso che è meglio, cosa ha combinato ieri sera?-

-Se ti riferisci all'alcool sono stati stoppati fortunatamente del barista, ma poi si sono mischiati alla gente in pista e si sono divertiti ugualmente, io non sarei rimasto in piedi se non avessi bevuto almeno due lattine di una strana bevanda energetica-

-E ora dove sono? Non li vedo in giro, saranno sicuramente a letto dopo ieri sera-

-Immagino di si, Envy però doveva provare qualche accordo per la serata natalizia con la band, sempre se il tempo gli permetterà di mettere piede fuori dall'hotel-

-Capisco... oggi doveva essere il gran giorno-

Iniziò con una faccia che non prometteva nulla di buono, si stava già lasciando andare ai ricordi passati e a quelli che avrebbe voluto avere.

-Avevi qualcosa in mente?-

-Niente di che, avremmo cenato al lume di candela sulla terrazza di vetro sul tetto, con il camino acceso, avremmo parlato e gli avrei dato il mio regalo di natale: Un album con le nostre foto che stupidamente riempio da quando ci siamo conosciuti. So che è una cavolata ma ci tenevo a darglielo-

-Non è una cavolata, gli sarebbe piaciuto tanto, però vedi... è meglio che se ne sia accorto ora, altrimenti una volta tornati in Francia non avreste avuto nulla, è stato un sogno però è questa casa sua-

-Si lo so... il problema è che non potrà mai essere la mia perché io ci lavoro in Francia e devo finire gli studi per diventare dottore e poi... non sono l'uomo giusto per lui, quello sei tu, dovresti andare a dirglielo-

Era così strano come andavano d'accordo tutto d'un tratto, accomunati da un amore impossibile che nessuno dei due possedeva e legati da una specie di fratellanza degli ex.

-Glie lo dico da quando l'ho rivisto, è tutto nelle sue mani adesso, deve rendersene conto lui, sa cosa provo...-

-Ma non sei lì adesso, vai imbecille e digli chiaro e tondo che lo ami e che deve fare una scelta perché vuoi saperlo-

-E' strano che sia tu a dirmelo, ma ti do comunque ragione, fammi gli auguri perché prenderò il toro per le corna-

Si alzò con rinnovata determinazione incamminandosi verso la hall dove prese l'ascensore e tamburellando i piedi a terra aspettò di arrivare al suo piano, dopodiché marciò verso la sua stanza mentre si incoraggiava mentalmente e preparava una sorta di discorso eroico e valoroso, un discorso che avrebbe lasciato il segno.

Bussò e quando Envy gli diede l'okay per entrare lo trovò sul letto con in mano la chitarra, ma Edward non c'era.

-Dov'è El?-

-Oh buongiorno anche te... io ho dormito bene grazie e tu?-

Immancabilmente fu oggetto di una delle battutine del ragazzo che amava così tanto il suo sarcasmo.

-Scusa Envy hai ragione, ma sono un po' di fretta vedi devo dire una cosa importante a El e devo farlo prima che dimentichi tutto-

-Va bene rubacuori, è sotto la doccia-

L'idea che fosse sotto la sua doccia quasi lo fece arrossire, ma Roy Mustang non arrossisce no signore! Quindi annuì e lo aspettò puntando bene i piedi in terra.

Quando uscì era già bello che pronto quindi si risparmiò il velato imbarazzo di vederlo in accappatoio, appena uscito dalla doccia quindi con la pelle calda e imperlata di piccole goccioline d'acqua e quei suoi grandi occhioni messi in risalto dai capelli biondi bagnati... e insomma avete capito, sarebbe impazzito.

-Roy, che ci fai qui?-

-Devo dirti una cosa El, vogliamo fare un giro mentre cerco le parole?-

Il biondino anche se confuso annuì e lo seguì fuori dalla stanza e poi nella sala relax dell'hotel dove come in ogni altra parte c'era il camino acceso e comodi divani su cui sedersi, però era chiamata sala relax perché c'erano moltissimi libri e lì regnava il silenzio.

-Credo di aver capito quello che vuoi dirmi...-

Iniziò il biondo sorridendogli quasi derisorio.

-Sul serio?-

-Si, non mi sono dimenticato del favore che mi hai fatto ieri- Gli mise una mano sulla spalla e lo abbassò per far combaciare le loro labbra perfettamente in un bacio casto ma dolcissimo che simboleggiava la così detta “ricompensa” per il favore ricevuto.

-Ehm... non posso dire che non mi sia piaciuto ma questo bacio lo avrei voluto per qualcos'altro veramente...-

-E per cosa?-

-E' da quando sei arrivato in hotel che ti sto dicendo apertamente ciò che sento per te, te l'ho fatto capire in ogni modo ma ciò che voglio sapere adesso è se tu mi ricambi, io ti amo, ti amo e non smetterò mai di dirtelo ma dammi un segno, dimmi qualcosa, perché io sono sicuro di piacerti ma non mi hai mai dato modo di fantasticare su una relazione-

Lo lasciò senza parole, questi sentimenti erano puri e sinceri ma lui era indeciso... o forse no, aveva solo paura di rischiare ed era questo il problema, questa era la decisione che doveva prendere.

-Roy te lo dirò apertamente: Anche tu mi piaci, però ho paura e non so se rischiare o no...-

-Non sbaglierò ancora... te lo prometto, e nel caso in cui dovesse accadere potrai punirmi come vorrai ma non ti tradirò più El, sto troppo male senza di te per tradirti-

Seguirono attimi di silenzio, era il momento della verità e non era certo semplice scegliere, non si trattava di una caramella o di un libro ma di una cosa che lo avrebbe accompagnato forse per tutta la vita.

-Ti avverto, tradiscimi ancora e ti taglio gli attributi io stesso...-

-Ricevuto-

Questa volta fu lui a chinarsi con un leggero sorriso per baciarlo ancora, infilare le mani in quei bellissimi capelli biondi anche se non naturali al 100%, accarezzare le sue guance di pesca e la sua schiena meravigliosa, non poteva certo ignorare il desiderio che cresceva nel suo petto ma avrebbe comunque aspettato il momento giusto.

-Non farti venire i soliti attacchi da maniaco…-

Lo avvertì il biondo ad un millimetro dalle sue labbra divenute rosse di passione, sentiva la mano del più grande sulla sua schiena, il suo tocco infuocato che lentamente scendeva verso altre zone e l’altra mano sulla sua guancia andava a giocare con il lobo dell’orecchio e con il collo niveo e perfetto da baciare: Senza alcuna ombra di dubbio Roy Mustang era un seduttore nato, voleva assecondarlo volentieri e lasciarsi accarezzare e baciare e sentirsi finalmente una cosa unica con la persona di cui era follemente innamorato da anni, però non si trovavano esattamente nel posto adatto.

-E’ colpa tua cappuccetto rosso… questo lupo vuole sbirciare un po’ sotto la mantella-

Lo baciò ancora prima castamente e poi con le labbra morbide iniziava a vagare sul collo, sul pomo d’adamo sulle spalle perfette ed era tentato di togliergli il maglione e abbracciarlo totalmente, riscoprire quel corpicino che gli era mancato tanto e che non poteva essere lontanamente paragonato ad un paio di gambe lisce o seno prosperoso che sia, ora ne era consapevole.

-Il lupo si tratterrà altrimenti cappuccetto lo picchia col cestino- Lo avvertì nuovamente puntellando il piccolo indice sulle sue labbra fameliche del moro.

-Non ce l’hai un cestino…-

-Ho altre armi…-

Detto ciò lasciò in sospeso la faccenda liberandosi dalla stretta del compagno per avviarsi verso la loro camera, seguito fedelmente da Mustang divenuto un bravo cucciolo.

Dietro una delle porte della sala relax però si era appostato un unico spettatore, Alfonse Heiderich pensava di essere sulla strada giusta per la toilette degli uomini e invece si era trovato inconsapevolmente davanti ai due amanti che si riappacificavano con fin troppo ardore.

Non ce l’aveva assolutamente fatta a non guardare e non poteva certo negare di essere stato un po’ geloso, anche se era stato lui a dire a Roy di pretendere una risposta sincera da Edward non si aspettava certo che quest’ultimo si facesse palpare e baciare in quel modo!

Ma dopotutto cosa poteva aspettarsi? Ormai aveva capito quali attenzioni preferiva, quale genere di uomo era fatto a posta per lui e anche se personalmente riteneva Roy Mustang un maiale a Ed stava bene così, almeno sapeva mettere dei paletti quando servivano.

Non avrebbe mai creduto che gli piaceva sottomettersi a qualcuno e amare una persona così gelosamente possessiva, ma i gusti sono gusti… ora però aveva la certezza di essere rimasto solo, non aveva più nessuna possibilità e sarebbe rincasato nella più totale solitudine.

Camminava così pensieroso e angosciato per il corridoio quando andò a sbattere contro qualcuno e quando alzò lo sguardo capì che forse su nell’olimpo qualche Dio o Dea stava vegliando su di lui, chissà se c’entrava qualcosa cupido in tutto ciò perché sentì quasi una fitta al cuore.

Intanto Edward e Roy stavano tornando nella loro stanza, quando vennero travolti da un tornado dai capelli neri.

-Piccoletto ho bisogno di una mano!!-

Gridò in preda all’agitazione, tanto che Edward iniziò a preoccuparsi seriamente: Non aveva mai visto Envy così preoccupato per qualcosa, di solito era sarcastico, una scarica di energia e di puro rock n’roll ma mai in ansia per qualcosa, stonava con il suo modo di essere.

-Che succede...?-

-In pratica in tv dicono che la tormenta continuerà e il mio concerto di natale è saltato! Il mio amico non aprirà il locale per via della neve e io di conseguenza non ho un posto dove esibirmi!-

-Come vuoi che ti trovi un posto dove suonare? Fuori di qui c’è il nulla!-

Cercò di farlo ragionare ma non sembrò riuscire nell’impresa, quando Envy voleva qualcosa la otteneva e a maggior ragione se questa cosa era il suo concerto natalizio doveva ottenerlo altrimenti ci sarebbe andata di mezzo la salute mentale di moltissime persone.

-Fai in modo di trovare una soluzione e saremo pari, annullerò la mia punizione per il modo in cui ti sei fatto trovare-

-E cosa avresti fatto…?-

-Mi avresti fatto da servo per un mese, sai che non sono bravo nelle pulizie e le faccende di casa e poi mi serve qualcuno che stiri, lavi, cucini e all’occorrenza dia da mangiare al mio animaletto domestico-

-Hai preso un cucciolo?- domandò intenerito curioso di sapere quale animale fosse: Un tenero gattino, un cagnolino, una deliziosa coppia di canarini…!

-Si un pitone, si chiama Squama vedrai che andrete d’accordo…-

Edward inorridì a quelle parole: Lui odiava i rettili e qualsiasi altra cosa strisciasse! Gli facevano semplicemente schifo, non c’era un'altra spiegazione.

-Col cavolo!! Io non darò da mangiare a quel tuo piccolo mostro e scordati che venga a trovarti! Non voglio trovarmelo tra le caviglie!-

-Sarebbe possibile… sai potrebbe scambiarti per il pranzo data la statura-

Con un gran sorriso gli posò una mano sulla testa come se tutto ciò fosse normale, mentre a lui venivano i sudori freddi al solo pensiero.

-E che diavolo mangia quel coso…?-

-Topi, ma dovrai darglieli vivi… ama stritolarli per conto suo-

-Come puoi pretendere che io, un vegetariano amante degli animali compri dei topini indifesi per buttarli nelle fauci di un viscido mostro?!-

-Allora mio caro, trovami un posto dove suonare, possibilmente vicino e con del pubblico per quanto il tempo permetta-

-Bene io ti troverò un posto dove suonare e saremo pari, così non dovrò mai più sentir parlare di rettili e tanto meno vederne uno o addirittura dargli da mangiare… sei disumano-

Sibilò infine correndo fuori dalla stanza senza degnare di un saluto nessuno dei due, troppo impegnato nella sua disperata ricerca.

-Tu non hai un pitone vero Envy…?-

Chiese Mustang sospettando che si trattasse di un trucco per spronare Edward a dare il meglio di sé e fare l’impossibile per il successo dell’amico.

-Veramente si, ma di certo non lo tengo libero per casa, è in una teca-

-A questo punto puoi scordarti davvero che venga a farti visita…-

-Non fa niente verrò io da voi, Squama resta libero per casa solo quando io suono tutta la notte in qualche locale, è più efficace di un cane da guardia-

-Credo che andrò a dare una mano a Edward…-

Silenziosamente lasciò la stanza rifiutandosi di ascoltare oltre incamminandosi verso la hall dove sicuramente il suo ragazzo cercava un taxi o un qualsiasi altro mezzo di trasporto, a rischio di doversi avventurare in mezzo alla neve da solo e congelare.

Fortunatamente però lo trovò che parlava con il Receptionist così si avvicinò per ascoltare.

-Ci pensi è un affare! La sua band per questa sera non può venire perché è rimasta bloccata in California e non credo che abbandoneranno quelle belle spiagge per recarsi in un posto stracolmo di neve, tra l’altro non li farebbero passare… ma si da il caso che in hotel ci sia una famosa rock star, salverebbe la serata e il suo superiore le farà i complimenti!-

L’uomo sembrò rifletterci un po’ su e forse con la speranza di ricevere un aumento sorrise –Va bene ragazzo, qualcuno dopotutto dovrà esibirsi questa sera e credo che il pubblico apprezzerà di più della musica dal vivo-

-Quindi può suonare?-

-Si, digli di andare in discoteca alle 21.30 per accordare gli strumenti, inizierà a suonare alle 22.00 e mi raccomando che siano canzoni moderne, il tema non è soltanto il natale, ma il liceo… è un idea di mia figlia…-

-Oh quindi ci si deve vestire a tema… d’accordo glielo dirò, più moderno di lui mi creda non c’è nessuno-

Si allontanò dal bancone raggiungendo il moro con un gran sorriso.

-Non dovrai dar da mangiare a squama dico bene?-

-Esatto!-

-E se ho ben capito dovremmo vestirci a tema… non mi pare una grande idea quella del liceo ma è meglio se non glielo diciamo altrimenti non farà suonare Envy-

-Effettivamente con il natale non c’entra un cavolo, però vedila così potrai mettere la divisa della squadra-

Ricordò quanto fosse carino coi colori della squadra addosso: Il Blu e l’oro, solo ora però se ne accorse.

Sentì una mano calda afferrare la sua e portarlo verso l’ascensore così tornò al presente scuotendo leggermente la testa: Ora doveva dare la notizia a Envy e sbattergli in faccia che non avrebbe mai avuto niente a che fare con quel mostro che lui chiamava Animale Domestico.

Anche se c’era qualcosa a distrarlo… Roy lo guardava intensamente e in pochi secondi si trovò attaccato alla parete dell’ascensore con il suo corpo caldo addosso.

-Che c’è? Ho detto che devi trattenerti…-

Le sue mani forti gli sfiorarono il viso facendogli morire qualsiasi parola in gola, lo vide avvicinarsi fino a sfiorare le sue labbra, c’era parecchia tensione tra loro e non era certo dovuta agli eventi… sentiva il desiderio di Roy come un gatto avverte il pericolo.

-Mi sto trattenendo infatti… Ma non vedo l’ora di sapere cosa indosserai, hai dimenticato che ho tutti i tuoi vestiti attillati nel guardaroba?-

-Oh è a questo che stai pensando allora…-

Annullò le distanze tra loro lentamente passando lo sguardo tra le sue labbra ai suoi occhi neri come la notte, poi non ebbe dubbi: doveva dargli un bacio, gli piaceva troppo sentirlo vicino, passare le mani tra quei capelli d’ebano e le spalle forti e quei pettorali scolpiti.

-Sei un gattino famelico El ma questa volta devo dirti io di trattenerti…- Lo allontanò a malincuore facendogli una carezza sulla testa osservando la sua piccola e deliziosa espressione imbronciata, ma si stava riservando per quella sera. –Questa sera vedrai i fuori d’artificio e non soltanto fuori dalla finestra-

-Va bene vorrà dire che aspetterò, ora mi devo concentrare su Envy-

Fece un respiro profondo cercando di allontanare possibili pensieri compromettenti dalla sua testolina e poi, una volta arrivati al loro piano sgattaiolò verso la camera del ragazzo per dargli la bella notizia.

Intanto nel salottino al piano di sotto Alfonse Heiderich superando ogni sua più rosea aspettativa aveva trovato compagnia, forse un Dio benevolo lo teneva davvero sotto la sua ala protettrice perché davanti a sé aveva un piccolo miracolo.

-E quindi anche tu vieni dalla Francia…-

Stavano prendendo un cappuccino mentre parlavano del più e del meno, il ragazzo davanti a lui annuì con un sorriso bellissimo, le tenere guance quasi si colorarono e si lasciò sfuggire la più cristallina e dolce risata dell’universo.

-Si, doveva essere una normale vacanza all’estero ma il mio aereo ha fatto scalo qui e non è più potuto ripartire per via della neve, ieri ho fatto in tempo a trovare questo hotel e purtroppo sarò costretto a restare fino a che l’aereo porto non sarà agibile-

Bisbigliò con la flebile vocina dall’accetto francese, il tedesco sorseggiò un altro po’ della bevanda calda dandosi un pizzicotto sulla gamba: Non riusciva a crederci, voleva avere la certezza che tutto ciò non fosse solo un sogno.

Quella delicata creatura aveva i capelli biondi, simili a quelli di Edward, corti fino alle spalle ma la frangetta quasi gli copriva parte del viso e quindi con una mano la scansava sempre dai grandi occhi color nocciola, le labbra erano delicate come un petalo di rosa e le guance quasi sempre rosse… inoltre non era molto alto ma ai suoi occhi quel piccolo ed insignificante difetto lo rendeva solo più adorabile.

-Anche io ero qui in vacanza… e sono rimasto bloccato-

Tralasciò gli avvenimenti di quel periodo fin troppo movimentato lasciando al suo cuore la forza di battere per qualcun altro, sapeva però nel profondo di aggrapparsi solo ad una speranza o più precisamente un illusione: Era conscio del fatto che quel ragazzo poteva essere scambiato per il gemello di Edward, solo più timido e di certo con un passato meno interessante ma non poteva non esserne attratto.

-Non siamo stati molto fortunati allora…-

-Io credo di si invece…-

Era tentato di prendergli la mano, di sfiorarlo soltanto ma represse questo istinto dietro un sorriso rassicurante: Non voleva lasciarlo, era un perfetto estraneo e questo lo sapeva non era certo uno sciocco, ma sperava in qualcosa di più, un amicizia magari… era convinto che fosse opera del fato quel fortunato incontro, proprio il giorno di natale mentre scappava da una storia meravigliosa ormai finita e leccava le ferite che aveva lasciato.

-Hai visto Piccoletto? Se ti impegni puoi fare miracoli…-

Envy seduto sul letto lucidava la chitarra con un bel sorriso a trentadue denti pienamente soddisfatto della riuscita del piano, era certo che Edward avrebbe trovato una soluzione piuttosto che avere a che fare con un pitone carnivoro, debole di stomaco com’era quando si trattava di carne.

E in caso contrario… bé non avrebbe avuto il suo concerto di natale però si sarebbe fatto un bel po’ di risate e avrebbe avuto le faccende domestiche fatte per un mese intero, in più un pitone sfamato e felice.

-Piuttosto che incontrare il tuo adorabile cuccioletto sarei uscito dall’hotel per andare incontro ad una morte per assideramento-

Sputò sarcasticamente con un sorrisetto falso aprendo l’armadio per cercare al suo interno un completo sexy e provocante per quella sera, doveva far cadere Roy ai suoi piedi, non doveva nemmeno guardarle le puttanelle che probabilmente lo avrebbero squadrato da testa a piedi quella sera.

-Oh andiamo non essere teatrale, comunque se la discoteca non ha altri musicisti vorrà dire che la batteria dovrà essere riprodotta artificialmente magari con la Console del Dj… ma almeno la chitarra sarà vera-

Quasi era tentato di baciarlo quello strumento che teneva in braccio come un bambino, del colore più nero che aveva mai visto e argento sotto le corde e per tutto il manico.

-Si Envy sarai una grande rock star questa sera e le fan ti si butteranno addosso…- Mentre ascoltava distrattamente le parole dell’amico trovò un bellissimo completo che avrebbe mandato il sangue al cervello al suo uomo. –E non saranno le sole a perdere la testa…-

-Hai trovato qualcosa…?-

-Oh si… ma deve essere una sorpresa, quindi…- Coprì il completo con una coperta riponendolo in uno scaffale dell’armadio guardaroba dove non avrebbe guardato nessuno in attesa di quella sera.

-Non importa vorrà dire che lo vedremo questa sera, io indosserò il mio solito abbigliamento da rocker super tosto…- Si interruppe guardandosi distrattamente intorno –Ora che penso, dov’è finito il tuo neo fidanzato?-

-Non lo so ha detto che doveva fare una cosa, credo sia andato a prendere la divisa della squadra… se il tempo va a peggiorare doveva darsi una mossa-

-Piccoletto… non vorrei interrompere le tue fantasie da ragazzina innamorata ma non credi che sia andato a prenderti un regalo?-

Ciò colpì la mente del biondino come un fulmine a ciel sereno, date le circostanze non avrebbe mai pensato di dover comprare un regalo per Roy prima di partire anche perché non avrebbe mai pensato di rivederlo né tanto meno di rimettersi con lui e insomma era stato tutto così improvviso che…!

-Hai ragione che razza di imbecille che sono... tu dici che il negozio dell’hotel è aperto? Magari riesco a trovare qualcosa altrimenti mi faccio una corsa verso l’emporio sportivo all’angolo… che ricordi facevano sempre gli straordinari la mattina di natale…!-

-Piccoletto… non straparlare, corri piuttosto!-

-Hai ragione… ci vediamo a pranzo!-

Si alzò e come una saetta uscì dalla stanza alla ricerca del regalo perfetto per quella serata che doveva essere indimenticabile, avrebbe fatto qualsiasi cosa perché lo fosse: Il completo, l’atmosfera, la musica di Envy, Roy con la divisa della squadra… non poteva certo rovinare tutto!

 

[Chap_10 Pt2]

 

Alfonse Heiderich poteva considerarsi ufficialmente in paradiso, non riusciva a smettere di pensare a quel bellissimo ragazzo, conosciuto solo qualche ora prima, sapeva che forse era troppo presto per considerare l’idea di essere innamorato e forse era soltanto un rimpiazzo, un riflesso di Edward ma il suo cuore batteva troppo forte per permettergli di fare pensieri razionali.

Infondo non era stato proprio Edward a dirgli che lui meritava una principessa da adorare incondizionatamente con i suoi modi delicati e premurosi? Bé Jamie –questo il nome di quell’angelo che lo aveva benedetto- era una vera e propria principessa, non aveva alcun dubbio.

Era così meravigliosamente timido, delicato e sensibile… per molti aspetti erano simili e sentiva un certo legame spiritico con lui, si erano trovati la mattina di natale come in una storia fantastica dove tutto finisce con il lieto fine e il principe con il cuore spezzato trova una principessa.

Avevano parlato tanto quella mattina mentre prendevano un cappuccino e mangiavano piccoli dolcetti che solitamente venivano serviti con il thè pieni di zucchero, cioccolato, fragole, pesche e tal volta panna dai vari insoliti colori.

Aveva scoperto di avere tantissime cose in comune con lui e si convinceva sempre di più di aver trovato l’anima gemella: Lui al liceo suonava il flauto, Jamie il piano forte… entrambi non erano al top della popolarità ed erano ottimi studenti, non avevano molti amici ma stavano bene lo stesso e Jamie non aveva alcuna convinzione animalista, mangiava la carne, non aveva mai nemmeno fumato una sigaretta e l’alcool lo disgustava per il retrogusto frizzante e fastidioso.

Non che le convinzioni animaliste di Edward fossero stupide o insensate, lo avrebbe sempre appoggiato nelle sue battaglie solo che avere una persona al proprio fianco meno complicata era più semplice: Potevano andare al ristorante come una coppia normale, fare la spesa assieme e divertirsi in modo genuino senza esagerazioni di alcun tipo ma soprattutto non doveva sempre tenere gli occhi aperti per uomini e donne che sbavavano dietro al suo ragazzo.

Edward con il suo fascino era come una calamita mentre Jamie e la sua timida sensibilità non avrebbe certo attratto spacconi super forzuti…

-Ciao Al!- Tutto d’un tratto come un mini tornado entrò Edward in tutto il suo splendore, perché doveva ammetterlo: Da quando si era riappacificato con il suo amico Envy non c’era uomo, donna o essere vivente sulla faccia della Terra che avrebbe potuto resistergli, aveva un potenziale nel piegare le persone al suo volere di certo non indifferente.

-E-Ed… che succede?-

Sembrava molto affrettato come se qualcuno gli corresse dietro.

-Storia lunga, hai per caso visto il mio portafogli?-

-Nel cassetto-

Il biondo facendo svolazzare i capelli si voltò verso la direzione giusta, aprì il cassetto indicatogli mettendo in tasca l’oggetto che cercava per poi avvicinarsi all’armadio per prendere una sciarpa e una giacca pesante.

-Hai rimesso le tue cose nell’armadio… vuol dire che resti?-

Si bloccò dalla sua corsa per voltarsi un momento per degnare di un po’ d’attenzione il povero biondo sempre servizievole anche se al momento un po’ confuso.

-Per il momento-

Poi Edward si fermò un attimo ad indagare sulla sua espressione, sembrava molto più sereno e c’era qualcosa nei suoi occhi che non lo convinceva abbastanza, sembravano più luminosi.

-C’è qualcosa che mi sfugge al momento… e sarà perché sono di fretta ma dopo indagherò… ah prima che dimentichi, ci vieni alla festa?-

Alfonse a quella domanda non seppe più che dire: Lui, andare in discoteca per rivivere l’esperienza della scorsa sera? Tra alcool, una marea di gente rumorosa, musica assillante e caos?

-Non sono il tipo… da…-

-Ma che hai capito Al… c’è la festa di natale, non sarà come quella di ieri, è una cosa molto più tranquilla e sicuramente si riesce a parlare senza dover strillare...-

Si sentì uno sciocco per non averci pensato prima, ma il suo programma per natale era la romantica cena a lume di candela nella terrazza di vetro non si era informato su altre attività in hotel.

-Oh… bé allora può darsi che verrò…-

-Ci si veste a tema, non chiedermi cosa c’entri perché non lo so nemmeno io ma il Receptionist questa sera vuole tutti adolescenti liceali… ora però devo scappare ci vediamo!-

Corse fuori dalla porta a gran velocità, chissà forse aveva in programma qualcosa di speciale con Roy… visto il loro riavvicinamento miracoloso.

Improvvisamente si sentì un perdente… anche se non ne aveva più ragione ormai si sentì quasi geloso del moro che poteva abbracciare Edward, baciarlo e coccolarlo in un’atmosfera romantica: perché sicuramente aveva qualcosa in mente per quella sera, dubitava che stesse con le mani in mano… un don Giovanni come lui… o meglio un maniaco come lui.

Ma non doveva pensarci, non stava forse fantasticando su Jamie? Non aveva motivo di guardare al passato, poteva essere contento del rapporto di amicizia che aveva con il suo ex, almeno non si scannavano e come si ripeteva dalla rottura: Era meglio così, se se ne fosse accorto troppo tardi sarebbero stati solo infelici assieme, lo ha fatto per lui e glielo aveva detto apertamente, voleva dargli la possibilità di trovare una principessa, qualcuno che lo apprezzasse come lui meritava.

Quindi basta guardare indietro… doveva concentrarsi sulla sua principessa.

 

 

Così il pomeriggio passò tra preparativi e confusione alla ricerca del regalo perfetto: Envy nella sua stanza provava qualche accordo aspettando il grande momento, riscaldando le dita per la folla adorante.

Roy per tutto il pomeriggio non aveva visto Edward che si era dichiarato tremendamente indaffarato a fare una cosa di cui non gli era permesso sapere nulla e così si era messo davanti la tv a guardare un po’ di sano football in attesa anche lui della grande serata visto che il fidanzato voleva fare un entrata ad effetto e si sarebbero incontrati direttamente là.

Alfonse aveva in mente una passeggiata in giardino con Jamie che grazie al suo misterioso protettore aveva accettato di passare del tempo insieme, ma visto che il giardino era stracolmo di neve e del tutto inutilizzabile passeggiavano per la terrazza, piena di meravigliose piante giganti, rose, gigli e altri fiori dai colori diversi, forse dopo cena sarebbero scesi anche alla festa menzionata da Edward tanto per dare un’occhiata e se non si trattava di qualcosa di esagerato e rumoroso magari sarebbero rimasti.

Galantemente lo avrebbe invitato a cenare assieme, sotto la cupola di vetro come aveva programmato di fare mesi e mesi prima ma in compagnia di un’altra persona… però non poteva certo farsi sfuggire questa occasione e cenare da solo lì in cima.

Intanto che i due si godevano la serata in solitudine, Edward nella camera di fidanzato si preparava per la sua entrata a sorpresa, quando gli occhi sarebbero stati puntati solamente su di lui, ma ciò che contava non erano gli sguardi di completi ed insignificanti estranei ma solo quelli di Roy.

Si fece un lungo e rilassante bagno nella vasca piena di bollicine profumate, asciugò i capelli con minuziosa attenzione per poi stirarli in modo da non far notare le extension e ne aggiunse altre, nere solo vicino le punte, la parte superiore della chioma doveva restare bionda e lucente.

Mise il profumo preferito del moro e stranamente si ricordò anche quale fosse, controllò di non avere imperfezioni sul viso ma la sua pelle era perfetta e nivea come al solito e le labbra rosee come quelle di un angelo.

Con l’accappatoio infinitamente più grande di lui che toccava terra e gli lasciava scoperte le spalle entrò nella stanza guardaroba prendendo il completo prescelto e controllando che anche quello fosse perfetto.

Mancava poco, tra dieci minuti sarebbe sceso al piano di sotto dove si era raccomandato a Roy di attenderlo, non vedeva l’ora di vedere quale meravigliosa faccia avrebbe fatto.

Il suo regalo poi non era certo da meno, sarebbe rimasto certamente contento.

Era passata l’ora di cena da un bel pezzo e ormai la serata si era movimentata, Envy sul palco assieme ad un batterista e un secondo chitarrista suonava i suoi pezzi più famosi, quelli che aveva entusiasmato di più il pubblico durante il tour e che sembravano sortire lo stesso effetto in quel momento, era felice dell’affetto che stava ricevendo e dell’entusiasmo di tutti i presenti ma in cuor suo si domandava dove si fosse cacciato quel piccolo cretino del suo migliore amico.

La stessa mattina andava blaterando di un completo epico, di far cadere il suo ragazzo altrettanto fesso ai suoi piedi e poi nemmeno si presentava… o forse era un modo per aumentare la tensione e fare un entrata ad effetto, però si stava facendo attendere anche troppo, manco fosse lui la rock star del momento.

Roy era dello stesso parere, si guardava intorno ma non lo vedeva tra la gente eppure la sala non era stracolma, si stava bene e l’atmosfera era piacevole.

Motivo per cui quando Alfonse e Jamie decisero di scendere per dare un’occhiata alla famosa festa decisero di restare e si accomodarono su un divanetto al bordo della sala in disparte.

Erano presenti tutti… ora poteva fare il suo ingresso trionfale, forse lo aveva appositamente studiato o forse no però proprio in quel momento arrivò il tanto atteso Edward Elric, facendo voltare un gran numero di persone, tra cui anche Alfonse e Jamie per quanto volessero restare tranquilli e la famosa Rockstar che però continuò a suonare, era un professionista dopotutto sarebbe stato sciocco interrompere la musica per così poco.

Per quanto quello potesse essere poco… indossava dei pantaloni di pelle stupendi, li aveva sempre amati anche al liceo, una maglietta bianca di una taglia o due più grande della sua, ma appositamente fatta per ricadere da una parte e lasciare una spalla leggermente scoperta, stivali anch’essi di pelle lunghi quasi fino al ginocchio, era tentato di indossare un rialzo ma poi avrebbe sfiorato la soglia del ridicolo e non era certo una ragazza e le ciocche più scure le aveva pensate a posta per richiamare il colore nero della pelle che indossava.

Era comunque fantastico, con grazia si avvicinò alla sola persona che occupava i suoi pensieri in quel momento, fermandosi ad una spanna da suo viso.

-Ciao stupido giocatore di rugby…-

Sussurrò malizioso sulle sue labbra piantando lo sguardo su quello dell’altro nero e intenso con una leggera sfumatura di sorpresa ma decisamente felice di vederlo.

-Ciao dolcezza…-

Rispose come tante e tante volte aveva fatto negli anni passati passando una mano tra quei capelli biondi come il grano e lisci come la seta, per avvicinarlo e stampargli un bacio su quelle labbra perfette che sembravano dirgli solo “Baciami”.

[Angolino Autrice]

Ed eccomi quaaa ^__^  Vi piacciono questi capitoli? Siete contente? Ormai è ufficiale ù.u Edward e Roy sono tornati insieme *-*/ e se Mustang fa un altro passo falso si ritrova sicuramente castrato u.u quindi.... credo ci penserà almeno 10 volte prima di fare un torto al nostro Ed ^_^ Vi piacciono le scene più romantiche tra loro? :3 a me tanto e chissà se scriverò di più.... ehehehe XD

Ma venendo ad Alfonse...... Jamie non è un personaggio di mia fantasia, o almeno non troppo! Al 10% almeno l'ho ripreso da FMA ^^ Per la precisione sarebbe il sosia di Edward della Terra u.u solo che gli ho schiarito e allungato un po' i capelli, cambiato colore degli occhi e reso timido e adorabile... altrimenti sarebbe stato troppo lampante e invece che per un ragazzo che somiglia a Ed diventava il Gemello di Ed u.u Ho voluto dare un po' di felicità anche a quel poveraccio di Al... perché come ho già detto i loro caratteri sono molto differenti e non è che avevano tutte ste possibilità di restare assieme... così gli ho voluto dare qualcuno che rispecchiasse le sue esigenze.

^_^ Purtroppo care oggi non posso darvi alcuna anticipazione perché devo scriverla u.u ma lo farò al più presto :) non preoccupatevi, non vi faccio rimanere in sospeso u.u 

Allora, Ringraziamenti: 

Chiby Rie_chan

HaChiElriC

MXI

^___^ ci sentiamo nel prossimo capitolo ragazze!!!


Enjoy!!!

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Capitolo 9
*** Chap 15_ You and I ***


 

La musica della discoteca risuonava anche nel più remoto degli angoli allietando la serata degli ospiti dell’hotel con balli sfrenati, allegria e adrenalina.

Era un ritmo che ti prendeva fin nelle viscere e ti faceva venire dei brividi indescrivibili, quasi nessuno infatti aveva il coraggio di restare seduto in disparte: tutti si erano riuniti al centro della pista proprio davanti il palco dove Envy suonava ormai da ore la sua amata chitarra, sentendosi a dir poco un Dio nel vedere che la sua musica coinvolgeva un così gran numero di persone, preso dall’entusiasmo a volte si azzardava persino a fare qualche assolo rock di chitarra elettrica non previsto nel programma ma certamente apprezzato.

E tutto lo doveva al suo caro Piccoletto, era merito suo se quella serata stava andando alla grande, perché era lui che aveva convinto il direttore dell’hotel a farlo suonare, sostituendo una scialba musica registrata, il rock vero e proprio per lui doveva essere ascoltato dal vivo, un cd non poteva mai reggere il confronto!

Anche il direttore avrebbe dovuto ringraziarlo, sicuramente gli ospiti rimasti bloccati dalla tormenta non si erano affatto pentiti della situazione, se avevano potuto trascorrere un natale così fantastico: Gli aveva risparmiato un bel po’ di persone arrabbiate e di lamentele.

Proprio quel piccoletto che ora ballava con il suo sciocco fidanzato che non smetteva di fissarlo escogitando chissà quale stratagemma per portarselo in camera il prima possibile, ci avrebbe scommesso: Dopotutto Roy Mustang non era certo un santo, spirito candido e casto, proprio per niente e non poteva tenere a freno i suoi istinti da animale in quella circostanza.

-Quanto mi farai aspettare ancora…?- Disse Roy prendendo le mani delicate del biondino per avvicinarlo e parlargli sotto voce.

-Oh andiamo Ro… è ancora l’una…-

L’una del mattino per la precisione, non del pomeriggio e quell’ora moltissimi erano già sotto le coperte, anche se si trattava di Natale e anche Roy voleva andarci, ma non per dormire.

-Ho fame…- Sussurrò con voce più roca e sensuale il più grande avvicinandosi alle sue labbra, voglioso di qualcosa che forse non gli sarebbe stato concesso, lo baciò castamente più e più volte tentando di persuaderlo ma per il biondino tutto sembrava un gioco. –Di te- Famelico, aveva soltanto un desiderio, saltargli addosso, caricarselo in braccio e portarlo al piano di sopra il più in fretta possibile.

-Bè mi dispiace molto mio caro giocatore di Rugby… ma dovrai attendere ancora un pochino-

Si divertiva nel vederlo fremere mentre lui tutto tranquillo continuava a ballare e a lanciargli sguardi equivoci e maliziosi che non facevano altro che peggiorare la situazione, voleva farsi desiderare e chissà forse Roy sarebbe arrivato a portarlo di peso al piano di sopra.

-Quanto di grazia…?-

Lo prendeva per un polso facendolo volteggiare per stringerlo infine tra le sue forti braccia, e le spalle rese enormi dalle protezioni che la divisa comportava, ma almeno aveva avuto la decenza di non indossare il casco e il para denti… allora sarebbe stato ridicolo anziché carino.

-Solo un minuto, vado a prendermi una vodka-

-D’accordo basta che non diventi un’abitudine, ti stai attaccando troppo alla bottiglia ultimamente-

Insieme si incamminarono verso il bancone mano nella mano e mentre Edward prendeva da bere qualcuno li osservava da lontano.

-E’ molto bello…- Commentò Jamie seduto con Alfonse su un divanetto ai bordi della sala, forse soltanto loro erano rimasti in disparte, ma andava bene così, nessuno dei due era solito partecipare a certe feste o ad esagerare sotto i riflettori, anzi entrambi si tenevano ben lontani dalle luci dirette, non amavano essere al centro dell’attenzione.

-Si lo è… e sta con un giocatore di Rugby… sembra di essere tornati davvero al liceo-

Dove quelli come lui venivano sempre accantonati e quelli come Edward erano popolari e amati da tutti e si mettevano soltanto con persone al loro pari, i due gruppi non si sarebbero mai potuti mischiare, doveva saperlo… doveva aspettarsi che sarebbe successo, dopotutto il gene della popolarità sembra essere nel loro DNA, sono costretti a ricercarsi.

-Io non ero molto inserito al liceo, però sono felice lo stesso… insomma ad ognuno il suo modo di vivere no?-

-Si hai ragione…-

Gli sorrise stringendogli la mano sinceramente sollevato da quelle parole e grato di averlo accanto, in un momento che per lui altrimenti sarebbe stato triste.

Quelli erano i primi passi verso un’amicizia meravigliosa, che magari con il tempo forse sarebbe diventata qualcosa di più, per ora tutti e due non potevano che sorridersi mostrando tutto l’affetto che potevano, riscaldandosi a vicenda il cuore.

Edward invece nella sua stravagante vivacità non si era limitato ad un solo bicchiere di vodka ma stava per bere il quarto approfittando della distrazione del moro che aveva attaccato briga con tutti gli ubriaconi infelici lì presenti che stavano guardando troppo il biondino e il suo bel fondoschiena.

Ciò non era certo sfuggito ad Alfonse che lo osservava con sguardo di rimprovero e si chiedeva come Roy potesse lasciarlo fare, forse era lui ad essere troppo protettivo –come amico s’intende- ma stava oltrepassando la soglia della decenza e non riusciva a rimanere impassibile, quella sua “nuova vita” aveva fatto tornare alla luce un lato di lui che mai aveva visto e che sinceramente neanche apprezzava, anzi iniziava davvero ad odiarlo, era come se si fosse trasformato da un tenero angioletto al Dio dell’ebbrezza e dei piaceri carnali.

-Dovresti fermarlo- Gli suggerì Jamie attirando la sua attenzione.

-N-no, godiamoci la serata- Si sentì un idiota improvvisamente, stava passando una bellissima serata con quel fantastico ragazzo e non riusciva comunque a non pensare ad Edward.

-Non fa niente Alfonse, io farei lo stesso per un amico… vai io aspetto- Gli sorrise dolcemente trasmettendogli comprensione: Quello era un vero angelo.

-Va bene, torno subito-

Si alzò dal divanetto dirigendosi verso Edward e fece in tempo a sfilargli l’ennesimo bicchierino dalle manine.

-Non stai esagerando?-

Il biondino accorgendosi dell’intrusione mise un tenero broncio tentando in vano di riprendersi il bicchiere che però venne condotto fuori dalla portata: ben in alto.

-Tu stai esagerando, ti intrometti-

-Mi intrometto perché negli ultimi due minuti sei arrivato a…- Contò i bicchieri presenti sul bancone –Sei bicchieri, ora basta-

-Altrimenti…?-

Chiese inarcando un fine sopracciglio e scansandosi i lunghi capelli su una spalla.

Il più grande sorrise e picchiettò sulla spalla del moro che si girò incuriosito tralasciando la “tranquilla” conversazione con i beoni intontiti dall’alcool.

-Se n’è scolati sei, gli ho tolto di mano il settimo-

Lo informò.

-Che cosa?- Roy sembrò arrabbiato quanto Alfonse, mise le mani sui fianchi guardando il proprio ragazzo con rimprovero –Avevi detto solo uno-

-Tu eri occupato, mi sono occupato anche io- La giustificazione.

-Con l’alcool?? Ti ho già detto che ti stai attaccando troppo alla bottiglia ultimamente, basta Ed-

-Basta lo dico io, vi state intromettendo un po’ troppo! Sempre a dirmi quello che devo o non devo fare come se fossi un idiota, mi avete scocciato-

Fece per girare i tacchi ed andare via ma Roy lo trattenne per un braccio.

-Dove vai conciato così?-

-A divertirmi con chi mi capisce, e lasciami pezzo di coglione!-

Riuscì a liberarsi e si mischiò alla folla dirigendosi verso il palco sparendo dalla vista dei due.

-Ti ha chiamato coglione…?-

-Si l’ha fatto…-

-Sta esagerando, la passa liscia?-

-Non credo proprio…-

-Che farai?-

-Tu torna a divertirti e non preoccuparti, lo riporto in camera e cerco di farlo ragionare, con tutto l’alcool che s’è bevuto poi crollerà sicuramente-

Diede una pacca sulla spalla al biondo rassicurandolo e si diresse nella stessa direzione di Edward, mentre Alfonse, ora più sereno tornò dal suo Jamie.

La musica vicino al palco diventava più che assordante, le tempie del moro iniziarono quasi a pulsare ma si disse che sarebbe durato soltanto in tempo necessario per trovare quel piccolo cretino e portarlo via così cercò di resistere.

Fino a che lo vide, ballava da solo, non voleva concedersi giustamente a nessuno, di certo quella piccola discussione non era una scusa per tradirlo.

-Ed, muoviti andiamo in camera!- Gridò al suo fianco.

-Non darmi ordini!-

-E’ ora di andare!-

-Io non voglio, vacci da solo!-

-Tu vieni con me con le buone o con le cattive-

-Bene, mostrami quali sono le cattive!-

Istigato, Mustang lo prese con decisione per la vita issandoselo sulle spalle e ignorando le sue grida e le sue proteste tornò in camera.

-Diavolo Roy mettimi giù!-

-Un attimo e ti metto giù…- entrato nella stanza chiuse la porta, dopodiché posò il biondino sul letto –Ecco fatto-

-Che ti salta in testa?!-

-Ed, non arrabbiarti, io sono preoccupato… non voglio che l’alcool per te diventi una dipendenza-

-Ma certo, pensi che visto che ero un drogato allora sia facilmente assoggettabile alle dipendenze-

-No certo che no, lo sai che ti ho sempre amato…- Si inginocchiò ai suoi piedi prendendogli le mani tra le sue.

-Però odio quando vi intromettete in quello che faccio, siete dannatamente invadenti-

-Anche Al era preoccupato per te... e lo sai-

-Uff… va bene questa volta ve la do vinta, ma non trattatemi come un moccioso-

-Non ti ho mai trattato come un moccioso- Si alzò sussurrandogli all’orecchio per poi mordicchiargli leggermente il lobo e baciargli la mascella e il candido collo. –Come il mio gattino si però…-

Il biondino rise scaricando la tensione che prima era palpabile tra loro.

-Questa divisa è ingombrante…-

Sussurrò inclinando la testa per permettere al moro di continuare il suo giochetto.

-Rimedio subito- Velocemente si staccò per poco da lui sfilando la maglia e le protezioni. –Tocca a te-

Edward raccolse la sfida con un sorriso sghembo e levò a sua volta la maglia lasciando vedere il fisico asciutto e perfetto in contrasto con i muscoli gonfi e atletici di Mustang.

Il moro tolse le scarpe e sfilò i pantaloni.

Il biondino alzandosi in piedi fece lo stesso, tolse prima gli stivali, poi dirigendosi pian piano verso il bagno tolse anche i calzini e i pantaloni di pelle.

-Cerchi di scappare da me dolcezza…?-

Provocò il moro mangiandosi quella visione deliziosa visione con gli occhi.

-Al contrario, mio stupido giocatore di rugby…-

Sensualmente oltrepassò la porta del bagno e dopo pochissimi secondi il moro si vide arrivare addosso i boxer del biondino che se la rideva di gusto: Quella era una chiarissima provocazione.

-Mmmh… cappuccetto sta provocando il lupo… questa è una svolta inaspettata-

Senza farselo ripetere due volte corse nel bagno alla ricerca della sua preda che se ne stava tutta tranquilla nella vasca da bagno piena di bolle di sapone che lasciavano troppo spazio all’immaginazione ma che rendevano il tutto magico.

-Il lupo mi ha trovato…?-

-Il lupo non solo ti ha trovato, ma adesso si diverte un bel po’- Come un bambino troppo cresciuto saltò all’interno della vasca facendo cadere un po’ d’acqua a terra.

Edward intanto rideva come non faceva da molto tempo e lo vedeva avvicinarsi con finta aria minacciosa.

-Non sai come tremo…-

-Inizia a tremare sul serio piccolo…-

Quando fu abbastanza vicino lo baciò da prima castamente, lo strinse a sé accarezzandogli la schiena nuda immersa nell’acqua, poi il bacio si fece più profondo, non più limitandosi ad un leggero sfioramento di labbra, ma un intreccio di lingue, una lotta sfrenata per la supremazia, alla ricerca di passione.

Il biondino si faceva trasportare con un sorriso docile e sentire le grandi mani dell’altro accarezzargli la nuca e i morbidi capelli lo mandava in estasi provocandogli brividi inaspettati, chinò il capo all’indietro quando sentì quella bocca vorace spostarsi sul suo collo per divorarlo, leccarlo, baciarlo e venerarlo.

Nell’aria non c’erano altro che languidi sospiri d’amore, l’acqua nella vasca si muoveva con i loro spostamenti, in quello stretto spazio Ed cercò di fare spazio all’altro come poteva e si ritrovò ad aprire le gambe per abbracciarlo e accoglierlo dentro di sé.

Negli anni passati avevano fatto l’amore in modo sfrenato, passionale e del tutto incontrollato ma in quel momento, era sicuro che il loro rapporto si stesse elevando, minuto dopo minuto in qualcosa di molto più profondo.

Sentire la presenza del compagno dentro di sé lo completava e senza quasi rendersene conto fu preso dalla passione crescente, dall’amore che provava, un amore intenso e rinnovato… gemette, sospirò languidamente e con le mani si aggrappò a quella schiena perfetta man mano che le spinte si facevano più intense e il respiro cercava di sfuggirgli dalle labbra senza però riuscirci bloccato nella sua gola.

Gridò il suo nome come mai aveva fatto, senza violenza o irruenza nel tono della voce, solo un richiamo, un desiderio che voleva essere espresso, mentre le carezze dell’altro lo confortavano e lo rassicuravano mentre lo baciava.

Agli sgoccioli di quel rapporto si guardarono negli occhi divenuti liquidi, traboccanti desiderio.

-Ti amo lo sai?-

Chiese Roy baciandolo sulle labbra, scansandogli i lunghi capelli dalla fronte ora imperlata di sudore, un po’ per il vapore un po’ per il caldo che provavano al solo contatto tra loro.

-Si che lo so… anche io ti amo tanto-

Stremato si accucciò contro la sua spalla cercando di riposare, anche perché l’alcool che aveva bevuto iniziava a fargli un certo effetto e rendergli la testa pesante e piena di confusione.

Allora il moro, lo avvolse nell’accappatoio e lo riportò in camera dove si misero sotto le coperte per concedersi un meritato riposo.

 

Il mattino seguente i raggi del sole tornato dopo tanto tempo a far da padrone tra le nuvole, rischiararono anche i due amanti abbracciati tra le coperte, ancora con gli accappatoi addosso, completamente nudi.

Quando Envy tornò dopo qualche ora il mattino precedente aveva ben pensato di non svegliarli e accucciarsi sul divano buono buono, anche perché francamente l’idea di dormire tra quei due non gli sfiorava neanche lontanamente il cervello.

Però quando riaprì gli occhi e li trovò nella stessa identica posizione di quando li aveva lasciati, s’inviperì e decise che era meglio porre fine a quelle che per lui potevano definirsi “Porcate Affettive”.

-Voi due volete alzarvi o devo rischiare di morire di crepacuore togliendovi le lenzuola di dosso?!-

Gridò senza alcun ritegno facendoli svegliare, Edward inquadrando la sua figura a dir poco iraconda e verdognola era indeciso se: Mandarlo dolcemente a quel paese o tiragli uno stivale in testa con grazia.

Ma decise che ignorarlo era la cosa migliore così si accucciò meglio tra le braccia dell’amato, che iniziava a svegliarsi.

-Piccoletto, hai capito benissimo: Alzati!-

Roy intanto aveva abbandonato la stretta sul suo fagottino biondo e si stava stiracchiando con un espressione fiera dipinta sul volto.

-Su bimbo abbiamo dormito troppo se ci siamo ridotti a farci chiamare da lui-

-Chiamami di nuovo bimbo e ti levo quel sorriso ebete dalla faccia con un pugno-

-Che caratterino… me lo immaginavo diverso il nostro risveglio-

-Sisi- s’intromise Envy sventolando per aria una mano –Congratulazioni te lo sei fatto, l’abbiamo capito tutti, il tuo nome sarà ricordato nei secoli dei secoli dei secoli dei secoli, ora alzatevi!!-

-Perché tanta fretta…?-

Chiese Ed mettendosi seduto.

-Ho fame, voglio mangiare, ma fare colazione da solo equivale a dire essere uno sfigato e non posso passare da essere un rocker leggendario ad essere sfigato, il mondo ne risentirebbe capisci? Come posso spiegartelo, la Terra non ruoterebbe più sui suoi assi, il sole diverrebbe di ghiaccio e tu non grideresti come una donnetta-

-Io non grido come una donnetta, palma-

-Davvero…? bé allora devo ricredermi, ma si insomma non ti sei neanche accorto che ho portato qui squama, sai ti fissava mi sa che gli piaci-

Disse guardandosi le unghie con non chalance: Tutto un trucco ben orchestrato.

Infatti Edward, tempo di assimilare quelle parole che fece un balzo per niente umano dal letto iniziando ad agitarsi come una palletta pazza.

-AAAH!!!- Gridò con tutta l’aria che aveva nei suoi apparentemente piccoli polmoni.

In un micro secondo Roy capì la situazione e allargò le braccia pronto per accoglierlo e infatti il biondino saltò dal letto e ci si fiondò senza farselo ripetere due volte.

-Roy andiamo via, sbrigati, sbrigati! Prima che quel coso mi trovi!! Sbrigati!!-

-Perché devi essere così sadico con lui…?-

Sussurrò all’indirizzo di Envy tenendo ben saldo tra le braccia il biondino, facendogli carezze sulla schiena e baciandogli il capo amorevolmente.

-Perché mi diverte tanto-

Envy neanche se ne curava più di tanto mentre per Edward la situazione era tragica, catastrofica, la fine del mondo in pratica.

-Mentre tu ti diverti sai cosa aspetta me? Per farlo calmare dovrò controllare sotto il letto, nell’armadio e in tanti altri posti per assicurarmi che nessun rettile immondo gli si avvicini-

-Quanto siete melodrammatici, squama non è qui… calmati piccoletto-

-No, lo dici tanto per dire, poi quando mi girerò mi troverò quel coso dietro!!-

-Su andiamo a vestirci- Disse Roy tranquillamente conducendolo verso il bagno visto che non accennava a voler mollare la presa e scendere a terra –Vedi come funziona? Tu mi insulti e io ti salvo anche dai rettili-

-Non ti azzardare a lasciarmi!-

-E come potrei mai…?-

Gli schioccò un bacio a stampo sulle labbra sorridendo per via di quei suoi grandi occhi da cucciolo spaventato, chissà che trauma c’era dietro a quell’insensata paura.

Tuttavia dopo pochi minuti i due amanti uscirono dal bagno e apparentemente Edward sembrava essersi calmato, continuava a guardarsi intorno sospettosamente però almeno era sceso dalle braccia dell’altro.

Che i suoi possenti muscoli si fossero indolenziti?

Nah, forse si vergognava a farsi scarrozzare ovunque.

Envy però da bravo migliore amico –un pochino sadico- quando il biondino aprì la porta ispezionando con lo sguardo il corridoio gli si avvicinò sibilando.

-Attento Piccoletto Squama è tornato!!-

Esclamò poi facendo saltare dalla paura l’amico che corse giù per le scale cascandoci in pieno come un allocco.

-Rettili carnivori Rettili carnivori Rettili carnivori Rettili carnivori!!!-

-Grazie per aver rovinato una giornata praticamente perfetta… è tanto chiederti di non parlare di carne o rettili in sua presenza?-

Disse amaramente il moro affiancandolo sulla porta mentre se la rideva di gusto piegandosi in due.

-E io come mi diverto scusa?-

-Una cosa è certa, io non mi divertirò più…-

Poco ma sicuro, finché i due grandi amici sarebbero rimasti assieme, lui non avrebbe avuto un attimo di pace.

Però di una cosa era più che felice: Aver riconquistato l’amore di Edward e questa volta, non se lo sarebbe fatto sfuggire tanto facilmente.


[Angolino Autrice]
Ed eccomi tornata finalmente! ^_^ Mi scuso per il ritardo ma purtroppo la scuola mi ha tenuta davvero impegnata, ora quindi spero di poter ricominciare a dedicarmi alle mie povere Fic abbandonate ç-ç dovremmo essere agli sgoccioli dopotutto ù.u (speriamooooo ti odio scuola del cavolooo -.-")
Ma comunque ^^ sono finalmente riuscita a scrivere un capitolo coi fiocchi e spero vi piaccia quanto piace a me ^_^
Purtroppo non ho avuto neanche il tempo per farne uno doppio, ma preferivo aggiornare e non farvi attendere oltre :)
Poi a dirla tutta, non saprei come andare avanti, magari non so farò incontrare a Ed qualche suo vecchio conoscente.... suo fratello per esempio o i suoi genitori, in qualche chap speciale ^^ voi che ne pensate?

Ringrazio:
Melanie7997

 HaChiElriC

MXI

Per la vostra pazienza ^^ spero che non rimaniate deluse da questo capitolo.
Ci sentiamo nel prossimo ^__^ vedrò di mettercela tutta per farmi venire qualche idea.
un bacione ^-^

Alex :3

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Capitolo 10
*** Chap 16_ A sad Goodbye ***


 

Dopo un risveglio abbastanza movimentato, Roy Mustang seduto al tavolo della colazione cercava di tranquillizzare il suo ragazzo, in preda ad attacchi a dir poco paranoici.

-El, non ci sono pitoni né serpenti di alcun genere qui in hotel…-

Ripeté per l’ennesima volta osservando il biondino che con fare attento si guardava intorno ispezionando persino il pavimento sotto al tavolo, nel caso in cui un malvagio rettile gli strisciasse tra le caviglie.

-Questo lo dici tu… in hotel c’è questo soggetto, quindi tutto è possibile-

Con un cenno del capo indicò Envy che nel frattempo mangiava tranquillamente, soffermandosi di tanto in tanto su qualche ragazza con sguardo ammiccante, per difendere la propria reputazione.

-Ti ho detto che squama non è qui piccoletto, ma se ci tieni tanto a vederlo posso portarti a casa, sarà felice di ricevere visite-

Evidentemente spaventarlo lo divertiva enormemente, si vedeva dalla sua espressione, palesemente da presa in giro.

-Chi è il malato che visita un pitone?!-

-Nessuno, l’ultima visita che ha ricevuto è stata quella di un gatto, lo avevo preso per tenergli compagnia… poi non so che fine abbia fatto, è sparito-

Edward sgranò gli occhi e lentamente si spostò con la sedia più vicino a Roy, quasi saltandogli in braccio.

-Roy... il gatto…-

Si lamentò con gli occhi lucidi, immaginando quale orribile sorte potesse essere toccata a quel povero animale.

Il moro lo strinse a sé rassicurandolo anche se nemmeno lui sapeva cosa dire, però l’espressione da cucciolo bastonato di Ed era troppo da sopportare.

-Bé… i gatti sono furbi e agili, magari è scappato da una finestra-

Il più piccolo parve rilassarsi un po’, tornando composto sulla propria sedia mentre cercava di gustarsi una ciambella senza avere in testa immagini raccapriccianti di pitoni schifosi o del loro “pranzo”.

-Era tutto chiuso-

Malignò come al solito Envy quasi fosse lui il vero serpente squamoso, infatti ricevette un’occhiata esasperata da Roy, che con lo sguardo lo supplicava di fare silenzio e fargli godere la giornata senza terrorizzare il suo fagiolino, quasi non riusciva neanche a credere che quei due fossero seriamente amici.

Come aveva fatto Ed a sopportarlo per cinque anni nella stessa stanza? Forse era tollerabile, per il semplice fatto che nel dormitorio non erano permessi animali, se non pesci rossi e tartarughe.

O forse il senso del rispetto di quel ragazzo, in quegli anni era calato sotto lo zero, visto che ora come ora, gli venne il sospetto che potesse tranquillamente sventolargli una bistecca di manzo al sangue davanti al naso, visto l’incredibile senso del tatto.

-Puoi scordarti che venga a farti visita Envy…-

Sibilò il ragazzo fulminandolo con un’occhiataccia: lui che era un difensore degli animali non avrebbe mai accettato di dover assistere allo spettacolo raccapricciante del così detto “pasto” di un pitone e tanto meno si sarebbe mai trovato nella stessa stanza con un essere orrendo come quello.

-Non importa verremo noi-

Propose sorridendo tranquillamente.

-Col cavolo, sbarro porte e finestre!-

-Bel amico-

-Grazie, sempre e solo per te caro-

Il biondino sfoggiò un dolce sorriso pizzicandogli una guancia, poi la sua attenzione venne richiamata dal moro che gli prese la mano facendolo voltare.

-Possiamo tralasciare pitoni e simili per cinque minuti?-

-A meno che non me ne ritrovo uno tra le gambe si, possiamo-

-Tranquillo nessun rettile si avvicinerà a te-

Delicatamente gli prese il viso tra le mani fondendo i loro sguardi e unendo le loro labbra in un bacio casto, che sapeva di zucchero e caffè del mattino.

-Bé se mi proteggi tu allora va bene…-

-Ovvio, non aver paura di niente…-

-Comunque, di cosa volevi parlare…?-

Chiese prendendo un po’ di succo per rinfrescarsi un po’ la gola.

-Di tuo fratello-

Peccato però che quasi si strozzò con la bevanda, a sentire quell’argomentazione, mentre il compagno aveva pronunciato quelle semplici parole con tranquillità.

-Per quale assurdo motivo?-

Tossì cercando di togliersi la fastidiosa sensazione che il liquido volesse uscirgli dal naso.

-Non lo vedi da tanti anni… dovresti andare da lui, anche perché ora che riprenderemo a vivere a New York, lo incontrerai-

-Non è detto, sarà ancora al liceo-

-Non ha scelto di stare in un campus come noi, lui studia al liceo locale, che non ha dormitori o altro-

Quindi faceva avanti e indietro ogni mattina e molto probabilmente lo avrebbe incrociato visto che il liceo non era poi così lontano dall’attico di Roy.

Né da tantissimi ristoranti che i ragazzi frequentavano dopo le lezioni, aveva moltissime probabilità di vederlo… non aveva altra scelta.

-Uffa… bé comunque non saprei neanche dove andarlo a cercare-

Come ogni volta, se non aveva voglia di fare qualcosa si intestardiva e cercava una semplice scusa per tirarsi indietro, però più che altro la sua non era svogliatezza, aveva paura di affacciarsi al suo passato, di parlare con il fratello che lo aveva tradito appena tornato a casa, come poteva pensare di fidarsi nuovamente di lui?

-Ho il suo numero-

Decretò il moro senza lasciargli neanche un appiglio per scamparla, non era cattivo però i due fratelli prima o poi avrebbero dovuto chiarire le loro controversie, altrimenti cosa avrebbero fatto? Non si sarebbero parlati per il resto dei loro giorni, ignorando l’uno la presenza dell’altro?

-Uff…-

-El è tuo fratello, devi parlargli… vedrai che vi riappacificherete e andrà tutto bene, ma non potrai mai saperlo se non tenti-

-Non è questo Roy, è che lui mi ha tradito, a lui non piaccio, chissà che pensa di me… non voglio vederlo, non per sentirmi rifiutato-

Incrociò le braccia al petto come un bambino testardo che non vuol sentir ragioni, convinto soltanto di ciò che pensa, timoroso di affrontare una situazione più grande di lui.

-Anche lui vuole parlarti…-

-E tu come fai a saperlo?-

Immediatamente lo fulminò con lo sguardo ricollegando le cose: Se aveva contattato il suo migliore amico Envy –anche se probabilmente iniziava già a pentirsene- aveva sicuramente contattato anche suo fratello, dicendogli tutto!

-L’ho chiamato…-

Confessò sorridendo.

-Lo sapevo, tu brutto traditore! Come puoi giocarmi certi scherzi alle spalle eh?! E vista la tua abitudine di parlarmi sempre delle cose all’ultimo secondo, devo dedurre che sia già qui vero?!-

Non avrebbe mai pensato di avere una simile tentazione nella vita, ma in quel momento avrebbe tanto voluto saltare giù dalla sedia per strangolarlo fino a vederlo diventare blu, come uno di quegli sciocchi pupazzi che da bambino vedeva in tv, fino a che poi gli sarebbe scoppiata la testa come un palloncino.

-Forse, l’importante però è che vi parliate-

-Perché non mi consulti mai eh?!-

-Tu avresti detto di no!-

-E tu dovevi far finta di nulla e lasciarmi fare!

-Non se ne parla, dovete chiarirvi-

-No!-

Si alzò di scatto cercando una qualsiasi via di fuga prima che il moro riuscisse a fermarlo, si affrettò verso l’ascensore, chissà perché la scelta più ovvia ma quando le porte di aprirono, invece di rivelargli la sua salvezza, tutt’altro, la sua rovina.

-Ciao Ed…-

Alphonse Elric, colui che doveva essere suo fratello, in teoria, lo salutò con un debole movimento della mano e un sorriso imbarazzato.

-Lo sapevo, avete giocato sporco!-

Alle sue spalle arrivò anche Mustang che per impedirgli un’ulteriore fuga lo tenne fermo.

-Soltanto a fin di bene-

Si giustificò infatti questo.

Envy intanto non aveva minimamente accennato a volersi lanciare nell’eroico salvataggio –improvvisato- del proprio amico, anzi continuava a mangiare come se niente fosse, salutandolo con la mano, lasciandolo nelle fauci di quei due mostri, che furono contenti di tale menefreghismo.

-Allora- iniziò il più grande trascinandolo in ascensore e spingendo il tasto del loro piano –Funziona così, ora rimarrete in camera da soli, io chiuderò la porta e andrò a farmi un giro, la riaprirò soltanto quando sarà Al a chiamarmi per tornare indietro, tutto chiaro?-

Il minore annuì convinto di quel piano antifuga alla Edward Elric.

L’interessato con un’espressione truce si limitò al silenzio camminando lungo il corridoio come un prigioniero che veniva scortato nella propria cella.

-Divertitevi-

Augurò spingendo il ragazzo nella loro stanza e chiudendo velocemente la porta.

Una volta rimasti soli, i due non sapevano che dirsi, Alphonse avrebbe volentieri iniziato un discorso ma l’atteggiamento del fratello lo intimoriva un po’ e d’altra parte Edward era stanco di essere trattato come un moccioso, e di non avere mai voce in capitolo, così andò a sedersi sul divano.

-Senti Ed… so che sei arrabbiato però… Roy l’ha fatto perché gliel’ho chiesto io, volevo parlare con te, ma entrambi sapevamo che ti saresti tirato indietro, non prendertela con lui-

-Puoi biasimarmi?! Secondo te perché non voglio parlarti?!-

Il ragazzo tirò un lungo sospiro sedendosi sull’altro divano davanti a lui.

-Pensi che io ti abbia tradito? Che abbia fatto qualcosa di sbagliato? Dimmelo-

-Puoi anche arrivarci da solo, hai detto a mamma e papà tutto quanto e sono stato rinchiuso in un centro di disintossicazione per colpa tua! Non hai pensato che parlarne con me sarebbe stata la cosa migliore?!-

-Tu a quelle condizioni non avresti mai ammesso di aver bisogno di aiuto-

-Ma perché l’hai fatto?! Io non ti ho chiesto niente!-

-Lo so, però… avevo paura per te, non sono state le altre cose a spaventarmi Ed… voglio dire è normale che uno cambi al liceo, che faccia le proprie scelte, l’unica cosa che mi ha spaventato è stata la droga…-

-Era un problema mio!-

-No invece, io avevo paura per te, la gente muore per colpa di quella roba Ed! Avevo paura che capitasse a te, e sapevo che con il tuo caratteraccio non avresti mai ammesso di aver bisogno di aiuto per smettere o non ne avresti soltanto avuto la forza… ti prego perdonami… l’ho fatto per te-

-Avevi paura che morissi…?-

Si sciolse finalmente capendo in parte il terrore che aveva animato le azioni del più piccolo, in parte poteva comprendere, se si fosse trovato lui al suo posto, forse avrebbe fatto la stessa cosa.

-Si… quella roba fa malissimo, muore tantissima gente per quella maledetta dipendenza e io non volevo perdere te… lo sai come sono mamma e papà, io non li sopportavo più, volevo soltanto andare via, poi quando ti sei diplomato ho pensato che se saresti tornato a casa le cose magari sarebbero cambiate, saremmo stati di nuovo solo io e te, non sarei più stato solo con quei due… mi dispiace Ed, ho avuto paura di perdere anche te e non ho pensato alle conseguenze-

Il biondo guardò il suo fratellino con occhi più dolci e comprensivi, si alzò dal divano e andò a sedersi al suo fianco, tenendogli la mano, non più piccola e liscia, la mano di un ragazzo grande, più alto di lui per giunta!

-Sono qui, adesso ci sono… e non andrò via di nuovo-

Alphonse lo abbracciò stretto, felice di poter toccare nuovamente quei capelli setosi e sentire il calore della pelle della persona che più gli era mancata.

-Scusa…-

-E’ a posto…-

Come poteva avercela con lui? Gli aveva dato fastidio quel comportamento eppure ora che ne stavano parlando faccia a faccia, la rabbia era svanita, aveva capito ciò che lo aveva spinto a fare ciò che aveva fatto… e in parte gli era grato, visto che alla fine si era disintossicato.

-Comunque… Roy mi ha detto che ti attacchi troppo alla bottiglia adesso!-

Ecco, era tornato il fratello impiccione e moralista di sempre.

-Oh non preoccuparti, sto imparando la moderazione-

-Vorrei ben vedere!-

-Te lo prometto, non ti farò preoccupare ancora…-

-Mi fido allora…-

-Comunque, ora puoi chiamare Roy, almeno andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme-

Propose sorridendo.

-Certo che il tuo stomaco è sempre lo stesso: Un pozzo senza fondo-

Ridendo tirò fuori il telefono e avvertì il moro che la questione si era finalmente risolta, così pochi minuti dopo arrivò aprendo la porta.

Edward lo guardò prima un po’ ancora arrabbiato, ma poi con un dolce bacio si sciolse e perdonò anche lui per il suo continuo intromettersi nelle sue decisioni, infondo voleva bene a quei due testoni e avevano agito a fin di bene.

Così passarono i giorni successivi a festeggiare insieme i giorni di vacanza che rimanevano, come un famiglia, e a proposito il biondino riuscì a riappacificarsi anche con i suoi genitori che lo accettarono per quello che era senza imporgli alcuna decisione che non approvasse.

Finché non arrivò il giorno in cui, anche Alfonse tornò in Francia.

Si trovava nell’aereo porto in compagnia di Jamie, entrambi aspettavano che il loro volo atterrasse con le valige in mano e una certa impazienza.

Anche se il tedesco avrebbe tanto voluto salutare l’ex ragazzo prima di ripartire, non poteva andare via così senza dire nulla, infondo erano molto legati, nonostante tutto e si sarebbe venuto a creare un pesante senso di colpa nel suo cuore altrimenti.

Continuava a guardarsi intorno, quando finalmente tra la folla vide la sua testolina bionda farsi strada di corsa, quando giunse a pochi passi da lui con il fiatone, si fermò sfoggiando per quanto ci riuscisse un tenero sorriso.

-Ce l’hai fatta, che stavi combinando?-

-Strillavo con quella testa di rapa di Roy!-

Esclamò ancora un po’ arrabbiato, mentre l’interessato arrivava alle sue spalle tutto tranquillo.

-Che gli hai fatto?-

Chiese Al sorridendo, sapendo che la spiegazione sarebbe stata esilarante viste le loro espressioni.

-Volevo soltanto appendere alle pareti dell’attico i suoi quadri sexy, che c’è di male?-

-Visto che ci sei fatti fare degli striscioni no?!-

Gridava il biondino, un po’ imbarazzato.

Nel sentire il motivo del loro litigio, come previsto Jamie e Alfonse scoppiarono a ridere, poi arrivò anche Envy, che non sapendo parlare né il francese né il tedesco rimase in silenzio rivolgendosi soltanto ai due amanti.

-State parlando dell’idea di questo microcefalo pervertito?-

-Si, diglielo anche tu che è una stupida idea!-

-Bé il piccoletto mica ha tutti i torti Mustang… non per la sua dignità, ma più che altro squama verrebbe traumatizzato-

Si posò una mano sul cuore delicato come al solito, col cavolo che si interessava alla dignità del proprio amico, o a quello che potesse provare, no! La cosa importante era non traumatizzare il suo piccolo mostro.

-Prima di tutto, tieni quella bestia lontano da me- Iniziò Edward del tutto serio –Secondo, se crepa per lo spavento è anche meglio!! Crepasse pure! Stapperei lo champagne! Chiamerei il TG! Farei una festa galattica! E sarei acclamato da tutti i poveri piccoli animali del pianeta!-

-Che hai detto?!-

S’infervorò il rocker con una leggera vena pulsante sulla tempia.

-Che il tuo schifoso mostro deve tirare le cuoia, crepare, andarsene all’altro mondo!-

-Te lo sei inimicato così e non è una bella cosa-

-Che si azzardi a fare qualcosa, lo tagliuzzo, quella bestia-

-Non ci mette niente a stritolarti, ricordalo-

-E io non ci metto niente a chiamare la protezione animali, così lo porteranno lontano dalla mia vista, dove sarà liberato in natura e magari se sono fortunato, trucidato dagli animali selvaggi o meglio ancora, cercando di tornare indietro finirebbe sulle rotaie di un treno e verrebbe spappolato!-

-Ci finirai tu sulle rotaie di un treno se non chiudi quella boccaccia!-

Edward stava per rispondere –gridare- a tono una risposta, ma Roy lo fermò mettendogli una mano sulla bocca e tenendolo fermo, per farlo calmare almeno un po’.

-Ed, ti ricordo che Al e Jamie vanno via, puoi concentrarti su questo?-

Dopo qualche secondo lo liberò e il biondino fece un respiro profondo focalizzando la situazione.

-Avete ragione, allora… aspettiamo vostre notizie e fatevi sentire ogni tanto!-

Disse ai due sorridendo, senza pensare alle litigate con il suo presunto amico o col suo pitone.

-Contaci, vedete di non combinare casini voi-

-Dillo al signor donnaiolo, ma se si azzarda di nuovo io lo castro-

-Sei sempre così delicato-

Esclamarono in coro.

-Mi mancherai Al…-

-Anche tu…-

Si concessero un abbraccio da buoni amici prima che i due si imbarcassero salutandoli per l’ultima volta, mentre l’aereo spariva sopra le loro teste.

Dopotutto non c’era bisogno di dire altro, non volevano riprendere una conversazione dolorosa, andava bene così ad entrambi, erano felici e tutto andava bene.

Quello era un nuovo inizio per tutti.

Per Edward e Roy… e forse, perché no, per Jamie ed Alfonse.



[Angolino Autrice]
Ed eccomi qui :) tornata con un nuovo capitolo, scritto un pochino di fretta lo ammetto xD è che non avevo alcuna idea e non volevo rimandare, altrimenti non lo avrei scritto più -.-
Ma comunque, le cose si sono concluse bene per tutti ^_^
Edward si è riappacificato con la sua famiglia ed è tornato con Roy.
Alfonse ha trovato la felicità con Jamie.
Ed Envy.... sarà felice con squama xD hahahaha, a parte gli scherzi, finalmente ha di nuovo il suo amico e una brillante carriera da rock star ^^
Bien ^^ che dire, ormai non saprei che altro scrivere, ma mi rattrista finire una fic ç___ç
Per questo la lascerò in corso... magari mi verrà in mente qualche stralcio di vita dei nostri piccioncini da scrivere ^^

Ringrazio:

MXI

Melanie7997

HaChiElriC

Per le fantastiche recensioni ^_^ Spero che vi piaccia questo capitolo e che mi facciate sapere ;)
Un bacione ragazze!!

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