Dirty Love di Alex Simon (/viewuser.php?uid=70548)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chap 1_Piccolo Prologo ***
Capitolo 2: *** Chap 2_Vecchie storie dal passato ***
Capitolo 3: *** Chap 3 and 4_ Paragoni e ricordi ***
Capitolo 4: *** Chap 5 and 6_ Scoperte sconvolgenti e bocconi duri da masticare ***
Capitolo 5: *** Chap 7 and 8_ Un solo ed unico principe ***
Capitolo 6: *** Chap 9 and 10_ Rotture e veri sentimenti ***
Capitolo 7: *** Chap 11 and 12_Cambio di Look e festeggiamenti folli ***
Capitolo 8: *** Chap 13 and 14_ Nuovi amori e Sorprese coi Fiocchi ***
Capitolo 9: *** Chap 15_ You and I ***
Capitolo 10: *** Chap 16_ A sad Goodbye ***
Capitolo 1 *** Chap 1_Piccolo Prologo ***
La neve cadeva
giù ormai da settimane sulla grande mela, notte e giorno
i cittadini occupati dovevano combattere con il tempo che bloccava
quasi ogni
mezzo, persino i taxi venivano rallentati e qualcuno per paura di
slittare sul
ghiaccio con la propria auto non metteva nemmeno il naso fuori di casa.
Alfonse Heiderich
invece nei panni del turista non doveva preoccuparsi
assolutamente di nulla, originario della Germania appena compiuti i
diciotto
anni aveva deciso di trasferirsi in Francia per studiare la lingua e
per
approfittare di un lavoro che gli era stato offerto in uno studio di
medicina,
dunque cosa ci faceva in America, per di più a New York?
E' stato in Francia che
ha incontrato l'amore della sua vita: Edward Elric, quando si sono
conosciuti
si era trasferito a Parigi da qualche mese e aveva già un
lavoro e un
appartamento tutto suo in centro, cosa molto complicata da trovare di
quei
tempi! Bé fatto sta che si sono frequentati e innamorati,
così per il loro
anniversario Alfonse ha avuto la brillante idea di farsi una vacanza a
New
York, città natale di Edward per fargli una bella sorpresa.
Non sapeva poi molto sul
passato del suo amante, l'unica cosa che gli aveva raccontato
è che si era
trasferito da New York dove era nato e cresciuto perché
voleva cambiare aria e
allontanarsi da qualche persona che a quanto pare gli aveva fatto un
bruttissimo torto.
Non sapeva chi era il
povero o la povera sventurata ma Edward senza pensarci due volte gli
aveva
voltato le spalle e raccogliendo le sue cose era scappato in Europa
senza dire
nulla a nessuno, solo giunto a destinazione si era degnato di mandare
un sms a
suo fratello.
Era davvero un tipo
divertente, Alfonse a volte fantasticava sul contenuto di quel
messaggio: “Non
torno a cena perché sono scappato dall'altra parte del Mondo
stammi bene tanti
baci Ed”.
Anche se lui lo trattava
come un oggetto cristallino e delicato, come un cucciolo o un gattino o
qualcosa di simile, Edward lo smentiva sempre dimostrando di essere
testardo,
avventato, coraggioso... però alle volte era davvero una
delizia averlo intorno,
come quando gli girava per casa con in dosso la sua camicia che gli
stava a dir
poco enorme.
Non che avessero mai fatto
qualcosa di concreto nella loro relazione, si scambiavano baci sulla
guancia, a
stampo sulle labbra raramente e si coccolavano sul divano tra qualche
carezza e
abbraccio.
Fosse per Ed sarebbero
andati oltre da un pezzo, eppure Alfonse in un anno aveva quasi paura
di
romperlo e lo trattava alla pari di un Dio, che doveva essere adorato
con la
più estrema delicatezza!
Ora per esempio, Edward lo
aspettava alle terme e il solo pensiero di vederlo nudo nell'acqua
calda in una
vasca deserta non gli faceva alcun effetto... si imponeva di fare
pensieri solo
casti e puri su di lui, di andare lì, dargli un bacio e
abbracciarlo mentre si
rilassavano per smaltire lo stress del viaggio.
Ed è quello che avrebbe
fatto, raggiunta la loro stanza all'ultimo piano e posate le valige si
preparò
per raggiungere l'altro, si diede una rinfrescata e scese nuovamente
diretto
alle terme.
Quando entrò era proprio
come
lo aveva immaginato, Edward si era già immerso e nella
stanza c'era un leggero
alone di vapore, in punta di piedi si avvicinò, si
chinò e delicatamente posò
le labbra sulla sua guancia iniziando ad immergere i piedi nell'acqua.
-Sei arrivato finalmente...-
-Si, per fortuna che non mi
ha fermato nessuno, senza di te non so come fare per interagire con le
altre
persone- Si perché mentre Edward parlava il francese per
interagire con le
altre persone a Parigi, parlava anche il tedesco, da usare solo in casa
per
farlo sentire a proprio agio. Invece lui di inglese non sapeva
assolutamente
nulla! E si vergognava di questo perché era la lingua di
Edward e si sentiva un
verme quando il suo ragazzo sfogliava un dizionario Inglese-Tedesco
quando gli
veniva qualche dubbio, per essere perfetto per lui!
-Dai Heide non cominciare
non è mica un dramma se non sai parlare la mia lingua...-
-Invece si, quando hai
parlato con le assistenti di volo, con il tassista e con il direttore
dell'hotel mi sono sentito un'ignorante! Non ho capito un
“h” di quello che vi
siete detti!-
-Vediamo... ho chiesto due
bicchieri d'acqua sull'aereo perché tu eri agitato, al
tassista ho chiesto
quanto gli dovessimo, gli ho dato trenta dollari e gli ho detto di
tenere il
resto e lui mi ha chiesto se fossi di New York perché
parlavo molto bene e io
gli ho detto la verità, che sono di qui ma che vivo in
Francia, poi vediamo...
il direttore ci ha dato le chiavi, ci ha chiesto come fosse andato in
viaggio,
ci ha chiesto i documenti e ci ha dato le istruzioni per la tipica
giornata in
hotel... non ti sei perso niente-
-Non è questo...
è che tu
hai imparato il tedesco per me e io della tua lingua so dire solo
qualche
stupidaggine- S'imbronciò teneramente incrociando le braccia.
-Bé visto che queste
parole sono praticamente mondiali, mi capisci se ti dico: I Love You So
Much...- Sussurrò le ultime parole baciandogli una guancia
lentamente.
-So che cosa...?- Chiese lui
invece molto confuso.
-Così Tanto...-
-Quindi tu... mi ami
così
tanto? Bé allora anche io: I Love you... com'è?-
-So much Heide...-
-Okay, I love you so much...
too?-
-Esatto bravo-
-Se sei tu a spiegarmelo
capisco molto meglio...- Si avvicinò dandogli un leggero
bacio a stampo sulle
labbra mentre gli levava l'asciugamano dai capelli che ricaddero sulle
spalle
nella loro forma a caschetto: Prima li aveva lunghi fino a
metà schiena ma come
dire, Alfonse lo aveva cambiato in qualcosa e ora li teneva solo fino
alle
spalle, anche se c'era più di qualcosa che ancora non gli
aveva confessato.
Ma che sarebbe venuta a
galla molto presto...
-Forza alzati andiamo a
riposare un po' il fuso è tremendo- Si alzò per
primo uscendo dalla vasca e
coprendosi con l'accappatoio lì vicino.
-Hai ragione mi ha
distrutto...- Concordò raggiungendolo verso la loro stanza.
Una volta arrivati Edward
indossò il pigiama e si sdraiò sul letto a
baldacchino -Hotel a cinque stelle
con vista e un bagno immenso quanto la loro stanza, non hanno badato a
spese
insomma- aspettando che il sonno lo raggiungesse, ma fece prima Alfonse
che
notando il suo stato quasi da coma profondo si sdraiò al suo
fianco
abbracciandolo per far sì che si addormentasse sul suo largo
petto e così
infatti fu...
…
Qualche
ora dopo quando Edward aprì gli occhi si ritrovò
da solo in quella stanza
immensa, si mise a sedere, si stiracchiò un po' e
stropicciò gli occhi per poi
bere qualche sorso d'acqua dal bicchiere che aveva sul comodino,
dopodiché a
mente più o meno lucida scostò definitivamente le
coperte e decise di alzarsi
per cercare Alfonse: Dove poteva essere andato non conoscendo nemmeno
una
parole d'inglese?
Uscito dalla stanza si
chiuse la porta alle spalle senza nemmeno pensarci ancora mezzo
addormentato.
-El! Ma dai sei davvero tu?-
Sentì quel ridicolo nomignolo con cui lo chiamavano alle
superiori e voltandosi
incontrò delle iridi più nere della notte che lo
scrutavano dalla stanza
parallela alla sua.
-R-Roy...?- Domandò
scettico, doveva trattarsi di un bruttissimo incubo... incontrare il
suo ex
mentre era in vacanza con il suo attuale fidanzato! Accidenti con che
coraggio
poi gli rivolgeva la parola? Lo aveva tradito con una prostituta,
motivo poi
della loro rottura.
-Esatto, ciao dolcezza come
stai?- Si avvicinò abbracciandolo ma lui lo
scostò quasi subito, diciamo che
prima ricordò quel dolce profumo che non era affatto
cambiato, il petto
spazioso e quelle braccia forti e muscolose, non come quelle di Heide
che erano
solo grandi e calde senza nemmeno un muscolo.
-Levati di mezzo, ora mi
sono appena alzato e non so se tu sei solo un mio vaneggio oppure sei
qui
veramente con la tua faccia tosta ma non puoi chiamarmi
“dolcezza” in quel modo
dopo quello è successo!-
-Hai ragione, volevo
parlarti ma sei sparito dalla circolazione e adesso ti ho davanti dopo
un
anno... dove sei sparito?-
-Mi hai fatto così
incavolare che me ne sono andato in Francia, puoi prenderla come una
decisione
avventata o stupida ma sono contento di averlo fatto!-
-In Francia addirittura?
Bé
ora non importa, se mi avessi dato modo di spiegare...-
-Spiegare cosa? Che mi hai
tradito con una puttana?!-
-E' vero non ti mentirò,
l'ho fatto e sono stato un vero deficiente perché solo dopo
ho capito a quello
a cui stavo rinunciando con il mio comportamento, El tesoro sei tu
quello con
cui vorrei passare la mia vita, sei tu il solo con cui sono in grado di
farlo,
quella donna non è stata niente per me, l'unica scappatella
di cui mi sia
pentito profondamente, non ho smesso di pensarti nemmeno un giorno da
quando
sei andato via... io...-
-Tu cosa Roy? Smetti di dire
cavolate, ormai è anche tardi tra l'altro...-
-Come sarebbe è tardi?
Io ti
ho aspettato per tutto questo tempo... e tu... non dirmi che
c'è un altro! Chi
è? Dov'è?-
-Non fare il fidanzato
geloso che non sei! L'ho conosciuto in Francia e mi ama tantissimo, mi
ha
portato lui in vacanza qui, oh a proposito non farci l'abitudine
perché sto qui
per poco tempo... poi me ne torno in Europa-
-Non puoi lasciarmi un altra
volta adesso che ti ho trovato!-
-Invece si fattene una
ragione e ora torna nella mia testa perché devo cercare
Heide che non so dov'è
andato e visto che non sa parlare inglese sarà anche in
difficoltà, quindi ci
vediamo, quando usciremo dalle nostre stanze per qualche sfortunata
coincidenza
nello stesso momento.-
-Io sono qui veramente, davanti
a te...- Lo fermò per le spalle voltandolo non appena
accennò a dargli le
spalle. -Ma non so se quello che sto guardando sei tu... ti ha cambiato
questo
ragazzo guardati, quando stavi con me avevi i capelli lunghi e pieni di
ciocche
rosse che ti eri fatto mettere dal tuo amico Envy ad una festa, bevevi
tantissima birra e ti facevi persino qualche spinello se non di
più! Dormivi in
mutande, estate o inverno... adesso che stai facendo?-
-Smettila di dire
stronzate! Ho tagliato i capelli e allora? Fa freddo e dormo con il
pigiama e
allora? Ho smesso di farmi e di bere come una spugna, sai adesso mi
sento
ridicolo per quei discorsi senza alcun senso che facevo sotto l'effetto
di
quella roba, sono cambiato in meglio e se tu sei sempre lo stesso non
mi interessa
più questa conversazione!-
-Ma per favore al liceo ti
divertivi, saltavi le lezioni, passavi il tempo sotto le scalinate del
campo da
rugby a fumare con Envy, ti tingevi i capelli di qualsiasi colore ti
passasse
per la testa, mettevi gli occhiali per nascondere gli effetti che aveva
su di
te il fumo e le altre cose... bevevi, alla finale della stagione ti
hanno
buttato nel bidone della birra, eri il Re dell'istituto, al pari delle
cheerleader e della squadra sportiva, cavolo non eri perfetto ma ti
piaceva e
ne andavi orgoglioso-
-Orgoglioso? Erano i
discorsi di qualcuno che non sapeva nemmeno quello che diceva non
dovresti
usarli nemmeno!-
-Forse, ma con quel qualcuno
ho passato dei bellissimi momenti, l'ultimo giorno di scuola te lo
ricordi? Io
ero alla riunione degli ex alunni e tu dovevi prendere il diploma
quindi
presentarti sul palco a ritirarlo, e non ci sei andato... ci sono
andati i tuoi
visto che nessuno riusciva a trovarti, e dov'eri? Te lo dico io: Con
me, nello
spogliatoio della palestra... te lo ricordi che facevamo?-
-Si me lo ricordo tappati
quella fogna-
-Questo lo sa il tuo
perfetto fidanzatino? Gli hai parlato di chi eri e di quello che facevi
o hai
paura che poi non ti amerà più?-
-Zitto-
-Gli stai nascondendo te
stesso-
-Zitto non sono più quel
tipo di persona-
-Ci hai mai fatto l'amore
almeno? Scommetto di no, tu non lo ami veramente è un
rimpiazzo-
-Sta zitto! Ed è
l'ultimo
volta che te lo dico, ora se vuoi scusarmi...- Sibilò
voltandosi per imboccare
le scale e cercare subito Alfonse.
Non capiva più niente,
sembrava di girare in tondo o era la sua testa a girare? Si stava
facendo tutto
così confuso e... sfocato.
-Edward...- Finalmente lo
trovò mentre freneticamente scendeva le scale, si
ritrovò senza una spiegazione
sul suo petto improvvisamente estraneo.
-Al... ti cercavo-
Sussurrò
senza alzare lo sguardo, concentrandosi sulla camicia bianca, si domandò che
fine avesse fatto quel
nomignolo che utilizzava sempre con lui... gli era venuto
così spontaneo
chiamarlo “Al” come raramente aveva fatto.
-Stai bene? Ed santo cielo
ma tu tremi...- Constatò posandogli subito una mano sulla
fronte, dopodiché lo
abbracciò e sollevò delicatamente per non farlo
sforzare e riportarlo in
camera.
-Non ne sono sicuro...-
Sussurrò ancora flebile sul suo collo, poi tutto cadde
nell'oscurità più nera
avvolgendolo completamente.
Angolino Autrice
:) salve a tutti!!!
finalmente dopo aver avuto il pc
rotto per taaaanto taaaanto tempo posso tornare alle mie adoratissime
fic *-* non vedevo proprio l'ora di postare questa meraviglia :)
Che dire? Spero vi piaccia come
sempre e che qualcuno mi lasci qualche recensione please XD non chiedo
molto
Fatemi felice =3
Ovviamente si scoprirà
molto di più sul passato di Edward e Roy nel corso della fic
e credetemi ci sarà da divertirsi XD che ne dite di fare
questo viaggio insieme a me? *-* hahahaha bè allora alla
prossima gente, vedrò di aggiornare regolarmente e se vedo
che la fic è seguita e recensita aggiornerò
subito :) i promise
P.s per le altre mie fic in corso
ci vorrà un pochino xke devo recuperare i file e venerare la
dea dell'ispirazione affinché mi benedica.
fatta eccezzione per: Black Rose -
An eternal Secret e Due uomini e un cane - amore nella cuccia
Enjoy Guys ;)
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Capitolo 2 *** Chap 2_Vecchie storie dal passato ***
La neve continuava a
scendere sulla città di New York posandosi ovunque ne avesse
la possibilità,
guardando il paesaggio innevato fuori dalla finestra Alfonse Heiderich
rise
alla vista dei taxi completamente bianchi bloccati nel traffico sulle
strade
ghiacciate, tra gli automobilisti che starnazzavano con il clacson
anziché
uscire le teste dai finestrini come invece erano soliti fare, forse il
freddo
pungente aveva questo effetto sulle persone, imbacuccate nei loro
soprabiti di
pelliccia, berretti di lana e sciarpe firmate non avevano comunque il
coraggio
di mettere piede fuori dall'auto per lanciare insulti a destra e a
manca, cosa
che da alcuni punti di vista poteva essere positiva.
Ormai era calata la notte e la luce
nella stanza era
spenta, solo la luce dei lampioni e delle insegne pubblicitarie sui
grattacieli
illuminava l'ambiente e il letto dove riposava ancora Edward, che non
sembrava
voler riprendere conoscenza.
Gli si avvicinò
preoccupato ma con un sorriso tuttavia
tenero: Lo considerava sempre e comunque il suo piccolo angelo, che
senza una
spiegazione plausibile aveva dato quel colpo di testa perdendo i sensi
proprio
davanti a lui, o per meglio dire tra le sue braccia.
Era suo compito aiutarlo come
meglio poteva e lo aveva
fatto, seguendo scrupolosamente tutti i rigidi procedimenti medici che
conosceva.
Non poteva certo diventare un
dottore se non era
nemmeno in grado di aiutare la persona a lui più cara prima
di tutti.
-Ehi cos'è quella
faccia...?-
Si ridestò sentendo la
flebile ma bellissima voce del
biondino che si metteva lentamente a sedere con un sorriso debole.
-Ma come cos'è questa
faccia? Ti sei sentito male, ero
in pensiero per te...-
-Oh... adesso ricordo...- Aveva
parlato con
quell'irritante individuo dopo un anno e il sangue gli stava ribollendo
nelle
vene accidenti a lui e alla sua faccia tosta!
-Già, ti sei stressato
troppo Ed è logico che tu abbia
avuto un calo, non dovevi alzarti così presto...- Povero
Heide, non sapeva
niente di ciò che era successo e si era preso cura di lui
così affettuosamente
ricoprendolo di attenzioni.
-Hai ragione sono stato uno
stupido...- Si sentiva in
colpa mentendogli, anche se in realtà non è che
stesse dicendo chissà quale
bugia... semplicemente occultava una scomoda verità che lo
avrebbe inutilmente
ferito.
-Non fa niente, ti ho fatto portare
qualcosa da
mangiare per tirarti un po' su-
-Te la sei cavata senza di me?-
-Non proprio, ho appuntato alcune
frasi sul
dizionario... ma per fortuna alla reception hanno un traduttore che mi
è stato
davvero d'aiuto- Si sporse per donargli un affettuoso bacio sulla
guancia e
anche per passargli un piatto pieno di delizie che lo avrebbero
sicuramente
rimesso in forze.
-Fantastico, ma tu come te la
caverai con la nostra
cucina?- Rise alludendo al piatto.
-Personalmente penso che voi
americani passiate da un
estremo all'altro-
-Sei nella patria dei
fastfood, il posto in cui sono stati scoperti i popcorn che ti
aspettavi? Qui è
tutto stra fritto o troppo dolce, abituati Mr Carne e Patate-
-Almeno la carne e le patate sono
cose salutari, qui
non sai mai quanto olio stai immettendo nel tuo corpo, il fegato corre
un
grosso rischio per non parlare del mio povero stomaco, che
proteggerò
sicuramente ogni giorno con un antiacido-
-Ma per favore voi tedeschi bevete
una marea di birra
e ti preoccupi dell'olio?-
-Stai parlando con uno dei rari
tedeschi che non
bevono birra... quindi si mi preoccupo-
-Puoi sempre ordinare un insalata,
io se permetti mi
gusto la cucina con cui sono cresciuto, sono stanco di mangiare
formaggio
puzzolente, bere vino acido e cibi insapori...-
-Se quella me la posso condire da
solo la ordinerò
sicuramente... chissà se c'è il menù
turistico...-
-Sei a New York
Heide! Io
mangiavo
ogni giorno qualcosa di diverso! Uscito da scuola mi facevo un giro nei
quartieri tipici, potevo scegliere quello che volevo, dall'italiano al
sushi!-
-Pesce crudo che schifo...-
-Oppure cinese... o messicano!-
-Troppo piccante il messicano! Ma
poi scusa tu non
mangiavi alla mensa della scuola?-
-Heide Heide... la tv insegna
sempre qualcosa! Che hai
imparato sulle scuole americane?-
-Che se non sei un tipo forte ti
sbranano come in una
vasca di squali... che i gruppi più popolari sono i ragazzi
che fanno sport e
le ragazze della tifoseria... che se sei un tipo studioso devi
nasconderti-
-E che il cibo della mensa fa a dir
poco schifo...-
-A proposito tu di che gruppo
facevi parte?-
Domanda dolente... dirgli o non
dirgli la verità?
“Verrebbe più
o meno così: Io avevo moltissimi amici e nessuno mi
tormentava, perché facevo parte del gruppo dei drogati che
passavano giornate
all'insegna dell'amore libero, della pace e della confusione
mentale” Brutta
idea...
-Io? Ehm... si può dire
che fossi un ragazzo... quasi comune, insomma non ero un secchione
quindi la
mia testa non finiva nel water praticamente ogni ora e non ero nemmeno
un tipo
al culmine della popolarità che partecipava agli eventi
sportivi e via
dicendo...-
-E allora cos'eri? Ci sono sempre
dei gruppi l'hai
detto tu...-
-Questo non lo saprai mai...-
-Andiamo Ed... dimmelo di che hai
paura?-
-Di tutto, accontentati della
spiegazione del ragazzo
quasi comune e vai avanti, un giorno forse ti racconterò le
mie avventure al
liceo-
-Spero che questo giorno non sia
poi così lontano- Si
avvicinò ancora con un grande sorriso, lo
abbracciò e gli baciò la fronte
amorevolmente per poi tornare a sedersi al suo fianco, per vegliare su
di lui
in ogni istante.
-Vedremo...- Sussurrò
sorridendo per pochi istanti, i
dubbi lo tormentavano: Raccontargli o non raccontargli la
verità? Lo avrebbe
amato comunque? In cuor suo non riusciva a non dare ragione a Roy anche
se lo
odiava con tutto se stesso doveva ammettere che qualcosa di vero da
quella
boccaccia era uscito. Lui non aveva mai fatto l'amore con Heide eppure
stavano
insieme da un anno, con Roy -e con molti altri ragazzi prima di lui-
era
scattata subito la scintilla, lo aveva fatto negli spogliatoi,
nell'aula di
biologia, in piscina, sul prato primaverile di Central Parc di notte...
perché
non con Heide? Iniziava a pensare di non attrarlo... cos'avevano gli
uomini
europei cavolo?! Erano immuni al suo fascino? Lo sentiva
così dannatamente
distante, i baci piccoli e casti non lo soddisfacevano per quanto
potessero
essere dolci e amorevoli, lui voleva la calda passione travolgente!
Perché Heide non sentiva
questo bisogno...?
…
La stessa sera i due
innamorati si trovavano in uno dei tanti salottini privati dell'hotel,
a
sorseggiare una cioccolata calda, Edward tra le braccia del suo Alfonse
che lo
stringeva sul petto morbido, affatto atletico ma non importava
perché come
diceva sempre per smorzare la tensione e per rallegrarlo era il suo
“Orsacchiotto” morbido, morbido come un cuscino.
-Domani ti porterò a
visitare qualche quartiere tipico e a comprare dei souvenir e dei
dipinti della
statua della libertà, di Central Park e di qualsiasi altro
monumento ti venga
in mente di vedere-
-D'accordo ma ora riposa e cerca di
stare tranquillo...-
Lo scansò solo per un istante per posare le due tazze ormai
vuote sul tavolino
vicino, ma Edward si alzò e le prese entrambe.
-Le riporto io al bar torno subito-
Gli fece
l'occhiolino e un sorriso allontanandosi in direzione del bar.
Arrivato il ragazzo dall'altra
parte del bancone gli
sorrise -Il tuo amico non è americano- Constatò
ridendo.
-La sua goffaggine ha
già colpito?-
-Non ha un buon accento e confonde
molte parole... e
poi devi parlargli sempre molto lentamente così che possa
seguirti sul dizionario-
-Non ci sa fare con l'inglese...
viene dalla Germania,
è tedesco...-
-Oh Europa... capisco, passate una
bella serata-
-Ti ringrazio- Così si
allontanò dal cortese barista
tornando indietro ignaro di quello che aveva appena fatto:
inconsciamente infatti
aveva fornito alla persona sbagliata le informazioni che cercava.
Perché il barista
all'apparenza socievole appena non
lo ebbe più sulla sua visuale si voltò entrando
in una delle salette private a
parte, dove un uomo lo aspettava bevendo un Wisky abbastanza forte con
ghiaccio.
-E' Tedesco signore, non sa parlare
inglese e gira con
un dizionario tascabile...- Riassunse il ricavato di quella sera
passata ad osservare
quei due ragazzi sotto richiesta di un cliente molto particolare.
-Ti ringrazio ragazzo mi sei stato
di grande aiuto-
Roy Mustang gli allungò una banconota da cinquanta dollari
per poi alzarsi,
dargli una pacca sulla spalla e uscire dalla stanza per dirigersi verso
pascoli
più verdi.
Edward Elric non immaginava
assolutamente di essere
seguito o addirittura spiato dalle varie sentinelle segretamente
nascoste in
vari strategici punti dell'hotel, pagate dal caro Mustang che era
decisamente
geloso e motivato a riaverlo con sé.
Aveva architettato un piano
perfetto e quello era
solamente l'inizio, si disse che forse sarebbe stato meglio aspettare
per fare
la prossima mossa, ma perché attendere quando quell'infimo
tedesco allungava le
mani su una sua proprietà?
Bevve l'ultimo sorso del suo drink
e facendosi forza
si diresse verso la stanza dei due fidanzatini per mettere su una
scenata da
attore protagonista, così entrò con fare plateale
e leggermente falso.
-Ma non mi dire, mi sembrava di
averti visto piccola
canaglia!- Esclamò prendendo
la mano del
biondino per baciarla galantemente, sotto gli occhi confusi di Alfonse
che
aveva capito poco o niente di ciò che il moro avesse detto,
quel che però
sapeva e vedeva era che sicuramente provava un certo interesse verso
Edward e
la cosa lo disturbava.
-Roy...- Da quelle che
secondo il nuovo giunto erano labbra di pesca uscì un sibilo
minaccioso e
iracondo, infatti il proprietario della mano si sottrasse a quella
viscida
stretta bruscamente fulminandolo a dir poco con lo sguardo -Che cavolo
ci fai
qui?-
-Te l'ho detto, volevo salutarti oh
ma forse il tuo
amico non ci capisce se parliamo inglese... rimedio subito- Gli fece
l'occhiolino e tendendo la mano all'altro per presentarsi
iniziò a parlare un
perfetto tedesco, merito della scuola linguistica e delle informazioni
che
aveva ricavato dal barista corrotto, altrimenti non si sarebbe lanciato
in una
simile impresa senza poter parlare con il suo avversario -Ciao mi
presento sono
Roy Mustang, un vecchio amico di El...- A quanto pare per intimidirlo e
scoraggiarlo.
Però Alfonse si
sentì improvvisamente più intelligente
e partecipe ascoltando quelle parole, così strinse la mano
del moro sorridendo
cordialmente -Alfonse Heiderich piacere mio- poi rivolgendosi al
biondino -Ti
chiamavano El? Perché non me l'hai mai detto?-
-Era un particolare
insignificante...-
-Ma come insignificante El... caro
Alfonse sei
fortunato a frequentarlo, era un tipo forte al liceo, ti ha mai
raccontato
qualcosa?- S'intromise bruscamente Roy sedendosi sul divanetto difronte
al
loro, manco fosse stato invitato da qualcuno, ma dopotutto non era
quello lo
scopo della sua visita?
Intromettersi nella loro relazione
e raccontare
particolari imbarazzanti e sconosciuti per fare in modo di allontanare
i due.
-Veramente no-
-E' un vero peccato... non ti ha
detto nemmeno di aver
fatto esplodere il laboratorio di chimica al terzo anno? O di aver
liberato le
rane del laboratorio di biologia perché non voleva
vivisezionarle e per questo
essersi beccato una settimana di sospensione! El crede molto nelle sue
battaglie ed è un forte difensore della natura, sai che
è vegetariano?-
Appunto, stava raccontando ad un
tedesco che il suo
fidanzato non mangiava carne.
Edward si lanciò al suo
fianco dandogli una pacca
sulla coscia prima che potesse continuare. -Chiudi il becco imbranato-
Sibilò
in inglese.
-Ed ma tu mangi al fastfood...-
Osservò confuso
Alfonse, per lui si trattava di un argomento nuovo, non poteva
minimamente
immaginare che una persona come Edward potesse essere vegetariana.
-Ordino sempre l'hamburger vegetale
o di soia Heide...
non mi sembra un particolare tanto importante-
-Invece lo è, io non
sapevo che tu non mangiassi
carne...- E quasi provava un senso di rimorso per tutte quelle volte
che aveva
mangiato wustel, bistecche, salsicce e ogni tipo di affettato dinanzi a
lui.
-Già El dovevi
dirglielo- Riprese Roy massaggiandosi
la gamba -Pensa come l'ho scoperto io, al picnic scolastico la mia
squadra di
rugby aveva organizzato l'occorrente per una grigliata e visto che
stavo sempre
intorno ad El mi accorsi subito della sua assenza: si era rintanato nei
bagni
scosso dai conati di vomito per aver visto una bistecca al sangue- Rise
occultando il minuscolo particolare che non gli “stava
semplicemente intorno” ma
gli “faceva una spudorata corte” e non perdeva
nemmeno un occasione per restare
solo con lui.
-Santo cielo Ed davvero hai rimesso
per una bistecca?
Dovevi dirmelo, io mangio carne in continuazione... aspetta
è per questo che
non vieni al ristorante con me?-
Si era sempre interrogato su questo
fatto ma non gli
aveva dato poi così tanta importanza, ogni volta che voleva
portarlo in un
ristorante che avesse nel menù principalmente carne -e
poteva benissimo
capitare- Edward si tirava indietro dicendo di avere mal di pancia... e
non
doveva nemmeno essere una bugia se la carne lo faceva stare male.
-Heide questa è una mia
scelta non tua, cosa dovevo
dirti? Non mangiare ciò che ti piace? O fallo di nascosto?
Non mi crea
problemi...-
-Davvero El? Sono contento che tu
abbia superato
questa cosa... da che ricordo io non potevi nemmeno entrare in una
macelleria
senza dare di stomaco...- Per questa sua affermazione in moro si
beccò un altro
super ceffone sulla coscia.
-Smettila di dire cavolate Roy...-
Era al limite della
sopportazione, quell'idiota lo stava facendo a posta e senza alcun
ritegno!
Voleva distruggere il loro rapporto come si schiaccia una mosca
fastidiosa con
l'ammazza mosche!
-D'accordo passiamo ad un altro
argomento allora...
come avrai capito a El piace la frutta, la verdura e quella cosa
insapore
chiamata soia, ma che dire dei prodotti di madre natura? Intendo quelli
un po'
più forti...- Sorrise di sghembo lanciando uno sguardo di
sottecchi al biondino
che con lo sguardo lo fulminava avendo già capito a cosa si
stesse riferendo.
-Azzardati a dirgli di
“quella cosa” e te la faccio
pagare-
-Sfida accettata...-
Sibilò per poi tornare al
discorso con Alfonse -Era davvero uno forte, che sparava cavolate dalla
mattina
alla sera e non sapeva nemmeno quello che diceva!-
-Che intendi?-
-Non te l'ha detto El? Che al liceo
faceva parte del
gruppo dei drogati e che era fatto ventiquattro ore su ventiquattro,
sai era
molto diverso! Metteva degli assurdi stivali di pelle, dei jeans
stretti e
delle magliette larghe o semplici canottiere, aveva dei bellissimi
capelli
lunghi, lisci e pieni di ciocche rosse, poi aveva anche un piercing...
dov'era
El? Se non ricordo male sulla lingua o sul labbro... ma non importa, e
i suoi
bellissimi occhioni dorati? Non si vedevano mai, per nascondere
l'effetto della
droga indossava sempre gli occhiali da sole-
Alfonse non sapeva veramente che
cosa dire, aveva
scoperto più cose del suo presunto fidanzato quella sera di
quanto avesse mai
saputo in tutto il tempo trascorso insieme.
-Eh già bei tempi,
è un animale da festa questo!- Il
moro diede una sonora pacca sulla spalla al biondino per enfatizzare il
concetto -Alloggiava nei dormitori e cavolo se si faceva festa! Birra,
alcolici, droga, ragazze e lui era sempre al centro di tutto! Una volta
abbiamo
fatto una gara a chi beveva più birra e cavolo se l'ha
vinta! Io non ho
partecipato, altrimenti chi lo avrebbe riportato nella sua stanza?-
-Non montarti Mustang io non ti
davo minimamente corda
al liceo, è stato Envy, il mio compagno di stanza e migliore
amico a riportarmi
in camera! Tu sicuramente ti dilettavi con qualche cheerleader nei
bagni- Ecco
fatto! Almeno per un istante era stato lui a scoprire qualche carta!
Alfonse li ascoltava a bocca aperta
troppo preso da
quello che si stavano dicendo per intervenire, quei due nella stessa
stanza
erano davvero incredibili... ma in futuro si appuntò di
evitare una cosa
simile.
-E' vero devo dartene atto, non mi
hai mai
assecondato, mi cacciavi ogni volta che ci provavo con te-
Ecco il colpo di grazia, ora aveva
scoperto il jolly:
La loro storia.
-Avete avuto una storia?-
Riuscì a chiedere quello che
ormai era diventato il terzo in comodo.
-No assolutamente no-
provò Edward.
-Ma certo che si, micetto che vai
dicendo! Io gli
andavo dietro dalla prima volta che l'ho visto nell'atrio quando ancora
era una
matricola, mi sono fissato, dovevo averlo ad ogni costo così
gli stavo sempre
intorno, ma lui mi respingeva sempre e dico sempre! In cinque anni non
mi ha
mai, mai, mai dato una soddisfazione, ma io non demordevo, fino a che
finalmente
un giorno, io ero a scuola per la riunione degli ex alunni e lui stava
per
ricevere il suo diploma... diciamo che siamo spariti entrambi per un
po'-
Lascio che fosse l'interlocutore a
cogliere ciò che
stavano facendo con un velo di malizia e un sorrisetto.
-Sta zitto Mustang, è
evidentemente ubriaco scusaci
per un momento Heide- Edward prese il moro per un braccio trascinandolo
verso
la hall con tutta la forza che possedeva.
-Che stai dicendo?!-
-La verità visto che tu
non ne hai il coraggio... e ho
ancora tante cose da raccontargli-
-No invece hai già detto
troppo... perché non te ne
torni in camera? Così ti fai una bella dormita?-
-Va bene angioletto... sono stanco
e sicuramente
ubriaco, ma domani non lo sarò più-
-Si spera-
-Però tu sarai sempre
adorabile... e nelle mani
dell'uomo sbagliato- Gli alzò il mento con due dita
avvicinandosi fin troppo al
suo viso e alle sue labbra, faccia a faccia, nasi che per qualche
millimetro si
toccavano, ma il moro invece di fare il maniaco come Edward si
aspettava si
chinò sul suo orecchio -ci si vede- Sussurrò per
poi voltarsi e prendere
l'ascensore.
Il biondo restò a
guardare quelle maledette porte
chiudersi, ripensando alle parole
che
aveva appena udito non riuscì a muovere un passo, si
soffermò sulle sensazioni
che lo scuotevano ancora, su quel profumo che invadeva i vestiti di
quell'idiota, sul suo fiato caldo sull'orecchio... sarebbe riuscito ad
affrontare Alfonse in queste condizioni?
Angolino Autrice :)
Ed eccomi qui con il secondo
capitolo! Credo sia inutile a questo punto aspettare altri recensori...
anche se vorrei fare un piccolo appunto.
La fic ha avuto 2 recensioni,
graditissime davvero *-* e per questo ringrazio infinitamente
MXI
Chiby
Rie_chan
Ma tutti gli altri 59 individui che hanno cliccato la fic che fine
hanno fatto? Non si parla di 2 o 3 persone ma di ben 59 e vorrei che vi
rendeste conto che un autore ci mette impegno in tutto quello che fa, e
gradirebbe un opinione o un apprezzamento o anche un "Mi piace molto
brava!" non chiedo tanto.
Ma sia ben inteso che non sto evidenziando questo fatto solo per me...
ma per tanti altri autori che si trovano senza uno straccio di
recensione quando invece la meritano perché portano avanti
qualcosa che VOI leggete!
Noi autori non ci perdiamo nulla, perché la fic ce l'abbiamo
sul computer e sappiamo già tutto, come finisce, quali colpi
di scena ci sono e quanti personaggi arriveranno.
Non prendetemi per egoista ma questa è una cosa che
interessa tutti e ci tenevo a farvelo notare, anche perché
poi siamo tutti buoni ad aspettare il nuovo capitolo di qualcosa ma se
poi non ci facciamo sentire con una recensione, possiamo per caso
pretendere che la fic vada avanti? Perché? Cosa abbiamo
fatto noi per contribuire?
Ora, tornando alla fic... per quelli che ovviamente amano seguire, nel
cuore di Ed si sta formando a sua insaputa una piccola crepa... sta
iniziando a perdonare Roy? Sta ricordando vecchi sentimenti nei suoi
confronti oppure ha davvero ragione Mustang....? Alfonse è
davvero un rimpiazzo? E Edward chi ama veramente?
Ora ha paura di perdere Alfonse a causa delle cose dette dal suo ex...
come risolveranno le cose? :)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ragazze ^_^ non ci
metterò molto ad aggiornare, credo che mercoledì
avrete tutte le risposte che volete ^_^
A presto un bacione!!!!! Enjoy!
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Capitolo 3 *** Chap 3 and 4_ Paragoni e ricordi ***
[Chap_3::Parte_1....]
Non sapeva
spiegarselo... guardava ancora la porta dell'ascensore chiusa ormai da
quelli
che erano diventati interi minuti.
Perché non riusciva ad andare avanti
come una
persona normale? Perché il suo passato era tornato a
tormentarlo quando stava
così bene nel presente, senza pensare a nient'altro che alla
sua felicità con
Alfonse.
Già, ora chissà che
pensava... lo considerava
sicuramente un bugiardo, uno stupido, un ragazzino idiota,
penserà di non avere
più nulla a che fare con una persona così
orribile e lo lascerà.
Sono due opposti è vero, molto
probabilmente
Alfonse al liceo era un ragazzo studioso, cordiale, simpatico,
disponibile con
tutti e ora da adulto se la faceva con un ex spaccone, drogato,
vegetariano e
festaiolo.
Era questo il ritratto che il caro Mustang
aveva accuratamente dipinto sulla sua persona, lo aveva descritto alla
perfezione ed era questo che gli dava più fastidio: La
consapevolezza che
avesse sempre detto la verità, non poteva smentirlo questa
volta.
Accidenti a lui, alla sua boccaccia, ai suoi
capelli di un nero così intenso, lisci e setosi, ai suoi
occhi profondi, al suo
sorriso accattivante, a quel suo modo di fare che gli faceva venire i
brividi
di piacere, alla sua camicia profumata e ai suoi muscoli sodi.
“Coraggio, prima o poi dovrete affrontare il
discorso dopotutto” Si disse, non voleva tornare indietro e
affrontare la
situazione che si era venuta a creare per colpa del suo indesiderato ex
e di
quei bicchieri di troppo che aveva bevuto.
Si voltò, tirò
un sospiro e s'incamminò verso la saletta dove lo stava
ancora aspettando
Alfonse, lo trovò seduto come lo aveva lasciato ma con le
mani sulle gambe, la
schiena dritta e un'espressione quasi indifferente, era così
rigido e composto
che per un attimo si spaventò.
-Allora... andiamo a dormire?- Sussurrò
cauto, per non rompere quell'irreale silenzio che gravava su le loro
teste come
un incudine pronta per cadere e schiantarsi al suolo.
-Si... andiamo-
Lo vide alzarsi lentamente e precederlo verso
l'ascensore senza degnarlo quasi di uno sguardo, sembrava uno zombie,
davvero
distrutto, doveva essere una brutta sensazione sentire la fiducia e la
stima
che si provava per una persona crollare così improvvisamente.
Non si rivolsero la parola per molto tempo,
in ascensore il ronzio di una mosca sarebbe sembrato un fracasso
infernale, la
chiave che girava nella toppa era troppo stridula e anche i loro passi
sulla
mochette per quanto ovattati li mettevano a disagio.
Edward indossò il pigiama e dopo aver
spazzolato con cura i capelli almeno una decina di volte pensando a
cosa dire,
entrò nella loro stanza trovando Alfonse già
pronto per la notte, che leggeva
un libro in religioso silenzio.
-Al... sei arrabbiato?- Iniziò timoroso
restando in piedi vicino la sponda, credeva sarebbe sembrato
insensibile
“invadere” la bolla di pace apparente che si era
costruito intorno.
-No...- Non lo guardò, non distolse lo
sguardo dalla pagina, rispose meccanicamente levandosi quel peso il
più
velocemente possibile, sembrava non ci avesse nemmeno pensato.
-Invece si che sei arrabbiato, ti sei chiuso
a riccio- Sussurrò lagnandosi come un bambino che era stato
rimproverato.
-Ed... non sono arrabbiato davvero-
-E allora cos'hai?-
-E' che...- Sospirò trovando le parole
giuste
per continuare, mettendo da parte finalmente quel fastidioso romanzo
-Pensavo
ti fidassi di più di me... insomma tutte quelle cose dovevi
dirmele tu
spontaneamente, non dovevo venirle a sapere da un estraneo che per di
più si è
scoperto essere il tuo ex, ancora interessato a te tra l'altro-
-Scusa ma non volevo che lo sapessi...-
-Ed non me ne frega niente se ti facevi al
liceo, se eri un drogato o un punk o un hippy o qualsiasi altra cosa
fossi, io
mi sono innamorato di te, del te che ho conosciuto e non del te
adolescente-
-Davvero...?- Improvvisamente senti un grosso
peso precedentemente posizionato sul petto dileguarsi, lasciandolo
libero di
respirare liberamente, non si aspettava tanta maturità ed
era grato ad Alfonse
per avergli dato fiducia e a se stesso per aver sbagliato ragionamento,
doveva
immaginare che non lo avrebbe lasciato per una sciocchezza simile
legata al
passato.
-Si cavolo! Io non mi sono innamorato di
“El”
ma di te... Ed, Edward...- Marchiò il suo soprannome del
liceo con una nota un
po' acida, poiché era sempre stato usato da Roy Mustang, il
suo pericoloso
rivale in amore appena giunto dalle misteriose terre degli ex che
potevano
restarsene lontani da loro.
-Sono un vero
imbecille...- Sentì gli occhi pizzicargli ma non era per la
tristezza bensì per
la gioia, tutto l'opposto.
Era sollevato e felice per quelle bellissime
parole, il suo passato non stava rovinando la loro relazione come
temeva perché
stava insieme ad un uomo fantastico che era in grado di fare un
ragionamento
razionale ascoltando anche il cuore e non i pregiudizi di molte altre
persone.
-Ehi Ed...- L'altro appena udì soltanto
quello che somigliava ad un leggero singhiozzo si alzò
catapultandosi
dall'altra parte della stanza per abbracciarlo forte e accarezzargli la
schiena
-Che c'è? Che ti prende?-
-Non è niente...- Alzò la
testa sorridendogli
per tranquillizzarlo, ora ne aveva la prova: Non era arrabbiato con
lui, lo
amava come sempre nel suo modo premuroso, puro, cristallino e
amorevole.
-E allora perché piangi?- Gli fece una
tenera
carezza sui capelli tentato di stringerlo ancora di più ma
poi sarebbe stato
davvero troppo, per Ed si intende, lui non voleva assolutamente vedere
quell'adorabile viso rigato di lacrime.
-Non sto piangendo, sono felice-
-Aspetta un attimo... pensavi che avessi
intenzione di lasciarti per una simile cavolata?- Non poteva credere
che lo
avesse davvero pensato! Però d'altra parte la sua
preoccupazione dimostrava
soltanto un sincero affetto e la paura di perderlo.
-Bé ma è il suo scopo...-
-Bé a me non importa quello che
cercherà di
fare per portarci alla lite io non gli darò ascolto e
qualsiasi cosa la
risolveremo insieme-
Sentì la sua mano calda e morbida
stringere
la propria con una stretta che sapeva di dolcezza e determinazione allo
stesso
tempo.
-Si...-
-Aspetta un momento, avevo capito che
provasse un certo interesse per te... ma pensavo che fosse acqua
passata oppure
che vi stesse stuzzicando come fanno due ex... ma non che cercasse di
portarti
via da me-
Lo lasciò posandosi una mano sul cuore
con la
bocca aperta.
-Heide... mio dolcissimo, bellissimo
Heide...- Sorridendo gli accarezzò la schiena come per
consolarlo -Sei troppo
ingenuo... te la sei fatta fare sotto il naso-
-Oh no, no, no! Adesso che so quali sono le
sue intenzioni non ripeterò quello che è successo
questa sera!-
-Stava cercando di mettermi in cattiva luce
con te...-
-Che infame... bé ma tanto non importa
perché
io ti amo e tu mi ami vero?-
Rimase un po' sorpreso da quelle parole ma
cercò di non darlo a vedere e rispose d'impulso con un dolce
sorriso rassicurante.
-Ma certo-
Ma in cuor suo mentre abbracciava Alfonse si
chiedeva perché la sua camicia non avesse lo stesso odore di
quella di Roy,
perché i suoi muscoli non fossero duri e perché
la sua voce e le sue carezze
non gli facessero venire la pelle d'oca.
-B-bene...- Prese un lungo respiro per
scacciare i brutti pensieri -Non voglio che ti trovi impreparato sulle
“Storielle” di Roy... così voglio che ci
sia la più completa sincerità tra noi,
puoi chiedermi quello che vuoi-
-Ma io non ho bisogno di sapere altro, mi
fido di te- Gli prese il viso tra le mani baciandogli la fronte
contento
comunque che Edward volesse essere un libro aperto con lui.
-Non mentirmi so che muori dalla voglia di
sapere-
-D'accordo forse un pochino...-
-Va bene, allora vediamo...- Mano per la mano
si sedettero sul grande letto e Edward tra quelle braccia si
sentì per lo meno
più sicuro -Ti racconterò... degli esami di fine
anno?-
Oh e quella si che era una storia
interessante...!
[Chap_3::Parte_2....
FlashBack]
[Edward Side]
Quella mattina
mi svegliai -come sempre- in ritardo, il mio letto era a dir poco un
caos, le
coperte all'aria, la mia posizione scomposta e capelli lunghi sparsi
qua e là.
Per non parlare della sveglia che suonava da una buona mezzora senza
ricevere
la minima attenzione, fu Envy, il mio compagno di stanza e migliore
amico a
spegnerla e svegliarmi con estrema delicatezza gettandomi addosso un
secchio
d'acqua gelida.
Inutile dire che le mie grida si sentirono
per tutto il campus insieme agli insulti che stavo mandando a quella
testa di
rapa!
-Che diavolo ti
salta in testa?!- Mi alzai di scatto completamente fradicio scansando i
capelli
dal volto che bagnati gocciolavano sul pavimento e sui miei vestiti,
come se
facesse differenza visto che anche quelli erano bagnati.
-Non hai capito piccoletto?- Lo odiavo quando
mi chiamava in quel modo eppure lui non sembrava farci caso oppure lo
ignorava
palesemente, fatto sta che dopo avermi insultato tirò fuori
un altro secchio
d'acqua bagnandomi una seconda volta.
-Ora ti è
chiaro il concetto angelo?- Si divertiva immensamente a prenderli per
il culo!!
E lo avrei fatto fuori, non so quale forza misteriosa mi
fermò ma forse fu la
consapevolezza che una cella di prigione non era affatto comoda e per
un
drogato quelle quattro pareti strette sarebbero risultate soffocanti.
-Perché mi hai svegliato in questo
modo?-
Sibilai a dir poco infuriato, ma cercando di mantenere il controllo.
-Oggi dobbiamo
entrare più tardi e tu non hai regolato bene la sveglia- La
indicò, lampeggiando
faceva le 8.06 e normalmente io sarei dovuto essere in classe per le
8.30.
-E allora perché non l'hai semplicemente
spenta? Se dobbiamo entrare più tardi che senso ha farmi
alzare adesso?-
-Semplice, mi
stava dando fastidio e poi ci metterai un po' per asciugarti,
prepararti e
portare tutta questa roba in lavanderia-
-Non avrei dovuto farlo se tu mi avessi
svegliato più tardi come una persona normale!-
-Piccoletto...
tu ormai sai che io non sono una persona normale, ora la prossima volta
sai che
devi spegnere questo aggeggio infernale prima che ci pensi io a
sistemare
entrambi- Mi dava pacche sulla spalla che mi facevano arrabbiare ancora
di più,
come quel suo stupido sorriso ebete!
-Ti odio...- E mai parole furono più
sincere,
stringevo i denti come un lupo famelico pronto a lanciarsi sulla preda
per
sbranarla.
Invece lui
tutto tranquillo mi afferrò saldamente il volto per baciarmi
intensamente, poi
dandomi una pacca sul sedere strillò -Anch'io ti voglio
bene, ma ora muoviti a
mettere a posto!!-
…
-Aspetta aspetta
aspetta, avevi una storia anche con il tuo migliore amico?-
Chiese
sconvolto Alfonse non capendo che cosa c'entrasse il bacio in quella
situazione.
-Heide... non si chiamava “Amore
libero” per
niente-
-Oh capisco...
ma non lo pratichi più vero?-
-Non preoccuparti, ho cambiato stile di vita-
…
Ma tornando alla
storia, dopo essermi asciugato e vestito pulii l'acqua a terra e mi
sbrigai a
raccattare le lenzuola bagnate da portare in lavanderia, dopodiché presi
la borsa con i libri e uscii
dal dormitorio.
Dopo essere
passato in lavanderia dove dovetti spiegare che la causa di tutte
quelle
lenzuola da lavare era Envy che aveva avuto la brillante idea di
buttarmi ben
due secchi d'acqua addosso perché la mia sveglia suonava, mi
diressi verso il
parco visto che la campanella delle lezioni per me non era ancora
suonata.
Lì mi sedetti sul prato con l'intenzione
di
ripassare un po' di geometria per l'esame del giorno dopo ma non fu una
delle
mie imprese migliori... poiché arrivò un altro
mio “caro” amico a distrarmi.
-Ehi grande
El!- Corse verso di me Russel: Un ragazzo più giovane di un
anno, dai capelli
biondi tirati indietro con il gel e gli occhi coperti dai soliti
occhiali da
sole e se li indossava poteva significare solo una cosa: Era fatto di
prima
mattina.
-Ciao Russel... che stai facendo?-
-Oh amico tu...
tu devi provare questa cosa- Indicò la canna che aveva in
mano poi iniziò a
frugare nella sua borsa e da un cofanetto metallico ne tirò
fuori un'altra
porgendomela.
Non ero sicuro sul da farsi, insomma dovevo
ripassare geometria per prendere almeno la sufficienza e fumare in quel
momento
non mi sembrava molto corretto, ma poi mi dissi: Ehi ho ancora tutto il
giorno
per sfogliare un libro e poi chi sono io per fare l'anima candida?
Così la
accettai e quando ci raggiunse Envy dai dormitori eravamo entrambi
già belli
che andati.
-Ehi ragazzi...- Sospettoso si avvicinò
a noi
sedendosi sull'erba dove entrambi eravamo sdraiati a fissare il cielo.
-Ciao Envy...-
Salutammo all'unisono, ovviamente però si accorse che
qualcosa non andava e
subito iniziò la sua indagine.
-Piccoletto... che cosa guardi?-
-Quella nuvola-
La indicai come un perfetto idiota -Sembra... una nuvola- Non mi
rendevo conto
di quante cazzate sparassi in quelle condizioni, mi sembrava la cosa
più
sensata da dire.
-Oh è vero... bravo è proprio
una nuvola...
senti Russel, mi spieghi come faccio a portarlo in classe in queste
condizioni?-
Almeno lui
aveva un po' di buon senso, si dava alla pazza gioia solo alla fine
delle
lezioni e io gli ero grato per questo... visto che era sempre compito
suo
coprirmi con i professori per non farmi fare brutte figure in classe e
giocarmi
gli esami.
-Non lo so...- D'altronde che cercava di
ottenere da Russel? Avrebbe riso come un idiota anche se gli avesse
detto che
stava per venire giù l'apocalisse.
-Envy Envy Envy, cos'è sta paranoia?
Rilassati...- E nemmeno io francamente potevo dire qualcosa di sensato.
Fatto sta che
Envy prendendomi per un braccio mi portò a scuola fino al
mio armadietto, dove
mi fece mettere gli occhiali e prendere i libri.
-Ascolta Piccoletto, hai fatto una cazzata ma
possiamo rimediare, basta che tu non parli, non devi dire niente
durante l'ora
di storia e tutto filerà liscio...-
-Capito- Mi
sembrava tutto un gioco ma almeno avevo afferrato il concetto.
Così entrammo nell'aula di storia
sedendoci
infondo dove non avremmo dovuto avere problemi, in teoria.
Tutto faceva pensare che io fossi presente:
Il blocco degli appunti aperto, la penna in mano e il libro sulla
pagina
giusta, ma in realtà non c'ero affatto.
Le scritte sulla lavagna si confondevano ai
miei occhi e la voce del professore sembrava fin troppo roca e
distorta, avevo
l'impressione di dover crollare da un momento all'altro.
-So che è una cosa trita e ritrita ma
voglio
farvi esercitare un po' con le date, dovete saperle tutte a memoria per
ricordarle all'esame, dunque: Chi mi sa dire quando è stata
scoperta
l'America?-
Quel professore mi odiava, so che lo dicono
tutti gli adolescenti ma lui ce l'aveva proprio con me! Sicuramente si
era
accorto di quello che facevamo io e i miei amici e poi diciamolo, i
professori
non dovrebbero dare importanza alle voci che circolano a scuola ma lo
fanno
eccome!
Forse pensava che io mi stessi beffando di
lui e voleva smascherarmi ad ogni costo, i miei compagni sapevano che
non
eravamo ragazzi puliti ma ci volevano bene, avevamo tanti amici e una
vita
sociale perfetta.
Se ti fai non sei certo un'emarginato anzi
tutto l'opposto.
Però ecco... i professori non erano
dello
stesso parere e alcuni ce la mettevano tutta per farci giocare
l'ammissione
all'esame.
Così quel giorno tra tante mani alzate
disponibili per lui scelse proprio me, che non stavo mostrando il
minimo
interesse per la sua domanda.
-Elric? Tu lo sai vero?-
Sorrise avvicinandosi al mio banco a passi
estremamente lenti, li sentivo rimbombare nell'aula che sembrava vuota
e non
capivo che cosa volesse da me però avevo la certezza che mi
stesse guardando
aspettando chissà cosa.
Quando alle mie orecchie giunse un confuso
“pss” da parte di Envy che si era appostato dietro
di me e stava sussurra un:
“Uno... quattro... nove... due”.
-1492...?- Provai sperando che soddisfacendolo
girasse i tacchi lontano da me, mi metteva a dir poco a disagio.
Capii però di aver risposto bene,
perché fece
una smorfia e mi fulminò con lo sguardo: Voleva abbattermi,
sorprendermi
impreparato e ridere della sua magra e stupida vittoria.
-Si... è giusto... ora passiamo a
qualcun
altro-
Finalmente girò sui suoi passi
continuando
l'interrogazione a tappeto, ora che ero stato fatto fuori potevo
rilassarmi
anche se non avevo ben capito quello che era successo.
Comunque una volta suonata la campanella ci
alzammo ed Envy tirò un sospiro di sollievo portandomi fuori
dall'aula fino al
mio armadietto dove posai il libro per prendere quello della lezione
successiva, con cui non avremmo avuto problemi visto che si trattava di
letteratura e le domande non erano abituali se non in tempo
d'interrogazione,
ma comunque avremmo passato le ultime ore a leggere e fingere
d'interessarci.
-Hai rischiato grosso oggi, quello non
aspetta altro che beccarci, se ti fai convincere un'altra volta da
quell'imbecille di Russel vedi che ti faccio-
-Si d'accordo...- Dopo più di un ora
perlomeno iniziavo a vedere le cose più chiaramente e a
seguire un discorso
decentemente.
-Oh... sta arrivando Mustang- Uscì come
un
suono lamentoso dalle sue labbra, nessuno dei due poteva sopportare le
continue
avance dell'ex capitano della squadra di rugby.
Si era diplomato prima di noi essendo
più
grande ma continuava a venire a scuola con la scusa di seguire i nuovi
atleti,
ma sapevano tutti che voleva solo ronzarmi intorno.
-Ehi dolcezza...- Sentii il suo fiato caldo e
fastidioso sul collo e le sue labbra a pochi millimetri dall'orecchio.
-Che vuoi tu adesso...?- Mi voltai per
guardarlo in faccia poggiandomi comunque agli armadietti.
-Wow... prima mattina e già ti sei fatto
qualcosa-
-si... è prima mattina e già
sei qui a
scocciare-
-Volevo invitarti alla partita, vedi devo
allenare la squadra e sarò presente però pensavo
che potremmo fare una piccola
festa post partita nella macchina... ci stai?-
-Mi dispiace ma non sono fatto abbastanza per
venire a letto con te e comunque, adesso devo andare...e non
è una scusa per
allontanarmi da te, ma devo fare...- Guardai per un attimo Envy
interrogativo
cercando la materia di cui mi sfuggiva il nome.
-Lettere-
-Quella con le parole?-
-Si proprio quella-
-Bene allora come hai sentito io devo fare...
lettere, quindi ciao-
Gli sorrisi e puntando alla prossima aula
m'incamminai con Envy verso la direzione opposta, non importava se
avremmo
dovuto fare il giro lungo.
…
-Come hai fatto a
passare da “Non lo sopporto” a “L'abbiamo
fatto negli spogliatoi”?-
-Quello risale
a dopo gli esami... tra poco te lo racconterò, ma
comunque...-
…
Quando suonò l'ultima
campanella che decretava la fine assoluta di ogni lezione una marea di
studenti
felici si riversò nel giardino e nell'intero campus:
C'è chi se ne tornava ai
dormitori, chi andava al bar, chi prendeva un permesso per uscire per
fare
compere e chi come Mustang passava il suo tempo sul campo di rugby
preparando
le attrezzature per l'allenamento.
-Proprio non
capisco cosa ci trovi in lui...-
Ma non era da solo, con lui c'era Jean Havoc
un ragazzo più giovane di un anno ma comunque diplomato,
passavano quasi tutti
i pomeriggi insieme e l'argomento di quel giorno -come di tanti altri-
ero io.
-Non te lo so dire... è diverso-
-Per diverso vuoi dire che è l'unico che
non
cade ai tuoi piedi e non ha paura di tenerti testa? Oppure ti piacciono
i
ribelli, quel ragazzo da solo ha fatto scappare tutte le rane dei
nostri
laboratori di biologia per non parlare di qualche anno fa quando ha
fatto
esplodere l'aula di chimica cerando di “Salvare il mondo dal
buco nello Zono”-
Si misero a
ridere insieme trovando le mie idee molto divertenti, io
però ero serio quel
giorno, volevo davvero fare la differenza nel mondo purtroppo
però mi resi
conto che non era possibile per una sola persona...
-Si quello è stato uno spasso...-
-Oppure ricordi il tuo ultimo anno qui?
Avevamo organizzato quella favolosa grigliata e tu speravi di passare
la serata
in sua compagnia e poi cos'è successo?-
-Ho scoperto che è vegetariano... e la
mia
idea non si è dimostrata molto brillante-
-Te lo sei
scelto proprio bene il ragazzino, vegetariano, drogato, ribelle...-
-Fermamente convinto di ciò che dice e
che
fa, sostiene le sue idee e le difende con tutto se stesso... e poi
diciamolo,
ha fascino-
-Un bel sedere e un bel faccino, a te non
interessano i suoi hobby e i suoi ideali vuoi soltanto conquistarlo
perché ti
rode non fargli alcun effetto-
-Forse... ma ci riuscirò-
Non potevo
immaginare quali erano le sue losche intenzioni da maniaco,
perché mentre loro
erano impegnati in discorsi puramente intellettuali io mi accorgevo di
una
cosa...
Appena entrai nella mia stanza posando la
borsa mi sdraiai sul letto cercando di farmi un riposino ma il libro di
algebra
sul comodino mi riportò alla mente che il giorno seguente
sarebbero iniziati
gli esami di maturità, di cui mi ero completamente
dimenticato.
-Oh cavolo!- Gridai iniziando a farmi
prendere dall'ansia e dall'agitazione, non era la cosa giusta da fare
così
quando me ne resi conto, ragionando a mente lucida presi il toro per le
corna e
mettendo in borsa qualche blocco per gli appunti, una calcolatrice e il
mio
astuccio corsi fuori alla velocità di un fulmine per
rinchiudermi nella
biblioteca, cercando di memorizzare quante più informazioni
possibili.
Non ero proprio indietro con il programma, mi
mancavano forse due o tre lezioni che avrei potuto recuperare
facilmente però
ciò di cui avevo bisogno era ripasso, ripasso, ripasso!
Dovevo raggiungere un buon punteggio,
superare almeno il 60... così avrei trovato lavoro
facilmente e sarei potuto
andare dove cavolo volevo senza dipendere dai miei genitori, ma quella
è
un'altra storia... continuiamo.
Presi un tavolo isolato dal resto degli
studenti indaffarati e addentrandomi tra gli scaffali nella
più completa
solitudine, raccolsi i libri che mi servivano ed iniziai a ripassare
qualsiasi
cosa mi capitasse tra le mani.
Matematica, Fisica, Scienze, Storia, Inglese,
Francese, Letteratura... non so quanto tempo rimasi lì
dentro ma fuori dalla
grande vetrata il sole man mano scompariva oltre gli edifici e ben
presto ebbi
bisogno della lampada posta lì vicino.
Il mio cellulare nella borsa vibrava
incessantemente ma non gli diedi la ben che minima occhiata, dovevo
rimanere
concentrato fino allo stremo delle mie forze, l'esame doveva andare
bene ad
ogni costo e avrei studiato anche tutta la notte se necessario.
Fu sul tardi che sentii dei passi avvicinarsi
al mio tavolo, ma non era sicuramente la bibliotecaria visto che
chiudevano
alle 23.00 -orario
straordinario per il
giorno pre esame- bensì si trattava di Envy che con aria
accigliata si sedette
di fronte a me aspettando che lo degnassi di uno sguardo.
-Che c'è?- Chiesi senza staccare gli
occhi
dal quaderno su cui scrivevo e allo stesso tempo dal libro che leggevo.
-Hai finito tutti quei dannati blocchi, non
ti pare di aver ripassato abbastanza?- Diede un'occhiata ai quattro
blocchi
doppi, pieni di altri fogli contenenti ricerche e appunti aggiuntivi,
post-it
colorati e scritte evidenziate.
-Domani c'è l'esame non posso
smettere...-
-Invece si, smettila di fare lo zombie sei
qui dentro dalla fine delle lezioni e sai che ora è? Sono
quasi le 22.50, tra
dieci minuti la biblioteca chiuderà e tu non hai nemmeno
cenato per fare lo
scribacchino folle- In un gesto secco mi sfilò tutto,
rimettendo i quaderni
nella borsa e i libri al loro posto dopodiché mi fece alzare
con la forza e mi
trascinò fuori.
-Ma che fai?!-
-Ascolta, sei prontissimo per l'esame in
quanto concetti ma sai cos'è un altra cosa che ti serve per
memorizzare? Una
bella dormita, se domani arrivi in aula assonnato non ricorderai
niente...-
-D'accordo... grazie Envy-
-Se non ci fossi saresti spacciato... ti ho
preso un hamburger vegetale e delle patatine, mangia e fila a letto-
Non potevo essere più fortunato, averlo
al
mio fianco era la cosa più fantastica che potesse capitarmi,
si prendeva cura
di me come se fosse mia madre ma allo stesso tempo ci divertivamo come
pazzi
quando ce n'era l'occasione, dopo aver mangiato ed essermi preparato
per andare
a dormire impostai la sveglia sul cellulare notando che Envy mi aveva
chiamato
almeno una decina di volte e aveva lasciato diciassette messaggi...
Qualche settimana dopo...
-Forza
piccoletto hanno appeso i risultati degli esami muoviti!!-
Envy più euforico che mai correva per
tutto
il campus e io con il fiatone lo seguivo, non ero impaziente quanto
lui, avevo
paura di essere andato male e tutto intorno a me dava questa
impressione.
I ragazzi al mio passaggio si voltavano e
restavano a fissarmi come se avessi combinato chissà cosa e
i professori a cui
stavo antipatico non facevano che guardarmi male come se dovessero
sopportarmi
per un altro anno.
Quando arrivai il mio amico si stava già
facendo spazio tra la folla per raggiungere la bacheca e vedere i
nostri
risultati, io lo aspettai vicino la fontanella lontano da quella
confusione
cercando di rimanere calmo eppure quando vidi Envy venirmi in contro
sentii
come una fitta al petto.
-Allora...?-
Mi azzardai a chiedere, volevo sapere tutto e
subito così se fossi morto sarebbe stata una cosa veloce.
-Io ho preso sessanta...- Esclamò
contento di
essere passato, anche se con il minimo.
-E perché tutti mi fissano...? Quanto ho
preso? E' grave...? Dammi la batosta subito...- Posai le mani sulle sue
spalle
tentato di cadere in ginocchio.
Lui mi
abbracciò per tranquillizzarmi ma non faceva altro che
mettermi più ansia
addosso -Perché mi abbracci...? Sono andato così
male?-
-No Piccoletto...- Mi scansò prendendomi
il
viso tra le mani -Ti guardano perché hai preso un bellissimo
95!-
In quel momento non riuscivo a credere alle
mie orecchie, mi stavo facendo tutti quei problemi e il mio voto era
tra quelli
più alti?
-D-davvero?- Balbettai sorridendo.
-Si... 95-
-Io... ho preso... 95?-
Giusto il tempo per rendermi conto di quanto
valesse quel numero e iniziai a strillarlo ai quattro venti correndo a
destra e
a sinistra, uscii persino in giardino sempre seguito da Envy che non
cercava
nemmeno di calmarmi, sapeva quanto mi era costato e poi anche lui
festeggiava
il diploma.
Tra qualche giorno ci sarebbe stata la
cerimonia... e tutta la mia euforia sarebbe stata trasferita altrove.
…
-Fu alla cerimonia
che...?-
-Si Heide, te
la senti di ascoltare ancora?-
-Certo racconta...-
-Bene...
passiamo al giorno della cerimonia-
Angolino
Autrice
Saaalve genteee :D oggi ho voluto
farvi una bella sorpresa, spero che l'abbiate apprezzata! In pratica il
capitolo sarebbe dovuto finire prima del flash back ma visto che a mio
parere era troppo corto (ed era una crudeltà lasciarvi in
sospeso cn un capitolo striminzito) ho unito il 3 e il 4 :)
Andrò avanti con i flash
back ancora per un pochino, almeno 2 o 3 capitoli credo... per
mostrarvi com'era la vita di Edward prima di mettersi con Roy e
soprattutto COME si è messo con Roy XD e anche
perché si sono lasciati ecc... ^_^
Eh lo so lo so..... Roy ha mooolto
più fascino di Alfonse e vi faccio notare alcune piccole
cose.
1. Edward li
paragona entrambi molto spesso, quasi inconsapevolmente
esempio.
Quando ha abbracciato Roy si chiedeva perché non provasse le
stesse cose con Alfonse e quando ha abbracciato il caro Heide ha
paragonato l'aspetto fisico, il profumo e l'atteggiamento con Roy.....
infatti si è chiesto come mai i suoi muscoli non sono sodi e
allenati come quelli di Roy? Perché ila camicia non emana lo
stesso profumo? Perché non ho la pelle d'oca quando
è lui a stringermi?
Si sta facendo un pochino di
problemi eppure non ammetterà mai di essere innamorato di
Roy Mustang... secondo voi Edward sta costruendo solo un castello di
carte? (nel senso che si sta illudendo di essere innamorato di Alfonse
o è innamorato di entrambi?)
2. Edward
a volte chiama Alfonse, solo Al.... e sta succedendo dall'incontro con
Mustang.... perché come vi ho scritto nel primo capitolo
verso la fine... Edward non si spiega come mai con l'apparizzione del
suo ex, stiano perdendo la loro intimità e sta andando tutto
a rotoli... prima invece lo chiama Heide, piccolo nomignolo affettivo
xD
Ora veniamo ai ringraziamenti
:)
MXI
Chiby
Rie_chan
HaChiElriC
Benvenuta cara :)
Ora mi dileguo xD e come sempre aggiornerò velocemente :) ve
lo meritate ragazze, apprezzo molto che vi facciate sentire
:)
Un bacione! Enjoy!!! ^_^
|
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Capitolo 4 *** Chap 5 and 6_ Scoperte sconvolgenti e bocconi duri da masticare ***
[Chap 5_Pt.1]
Quel
pomeriggio ero molto agitato, il sole stava andando a morire oltre gli
edifici
del campus ed io facevo avanti e indietro per il vialetto con la tunica
blu e
il tocco tra le mani, Envy nel frattempo era seduto sugli scalini del
dormitorio, mi guardava stanco, stufo della mia ansia, di tanto in
tanto
sbuffava e cambiava la mano con cui reggeva il capo ma niente di
più, si era
stancato anche di tranquillizzarmi senza successo.
-Dici
che sto bene così?- Lo
ripetevo da ore, per la cerimonia mi avrebbero raggiunto i miei
genitori,
contenti del mio bel voto che sinceramente nessuno si sarebbe aspettato
e se
venivano loro anche mio fratello minore li avrebbe seguiti non avendo
altra
scelta.
Avevo
tolto le ciocche rosse
riposandole in un angolo remoto della mia valigia visto che dopo la
cerimonia
ognuno se ne sarebbe andato per la propria strada, ai miei genitori non
andava
giù il mio animo ribelle per questo cercavo di nasconderlo
per quanto fosse
possibile, avevo tolto anche il piercing e i capelli erano raccolti in
una coda
di cavallo ordinata, non mi facevo da quasi due giorni per avere un
aspetto
migliore e non dare nell'occhio altrimenti uscito dal liceo mi
avrebbero
portato in un centro per disintossicarmi ed era l'ultima cosa che
volevo.
-Si
Piccoletto non si
accorgeranno di niente sta calmo...- Lo ripeteva senza vita come una
cantilena
ormai imparata a memoria.
-Oh
mio dio eccoli...- Dal grande cancello infondo vidi arrivare la
lussuosa
macchina di mia madre: I miei erano divorziati da anni e di certo si
possono
dire molte cose della donna che mi ha dato la vita ma non che fosse una
persona
debole, invece di stare sul divano a mangiare gelato e a piangere si
era
rimboccata le maniche e per consolarsi -a modo suo- si era gettata a
capofitto
nel lavoro diventando una persona piuttosto importante nel suo campo.
Mio
padre invece continuava
a fare il medico in ospedale e a condurre la sua normale vita di uomo
single
che non si interessava a niente e a nessuno, mio fratello stava con lui
visto
che con tutti gli impegni di nostra madre il tribunale aveva deciso che
non era
una buona idea crescerlo in quel modo con un genitore perennemente
assente.
Io
ero contento della mia
vita al campus, almeno per quei cinque anni non dovevo entrare in
un'aula di
tribunale ad assistere a liti continue, non dovevo scegliere con chi
stare alle
feste e non avevo i week end pieni di stupide gite genitore figlio,
come se
bastassero per colmare il vuoto che lascia la rottura nel cuore di un
ragazzino.
Questa
era la mia paura più
grande, cosa mi avrebbe atteso fuori dal campus? Dovevo stabilirmi
temporaneamente da mio padre o da mia madre? Avrebbero litigato come al
solito
per decidere chi fosse il genitore migliore per me? Sicuramente si...
-Il
mio ragazzo!- Gridò subito mia madre correndo ad
abbracciarmi, per meglio dire
stritolarmi, baciandomi le guance e lasciando inevitabilmente macchie
di
rossetto rosso.
-Mamma...-
Mi lamentai per
quanto possibile e lei prendendo un fazzoletto bianco merlettato dalla
borsetta
di Gucci iniziò a ripulirmi.
-Scusa
tesoro ma sono così
contenta per te! Sicuramente hai preso dalla mia famiglia!- Ecco che a
quella
fiera affermazione si fece avanti mio padre molto adirato come al
solito.
-La
tua famiglia? Io sono un
medico, mia madre era un medico e mio padre era un imprenditore- Roteai
gli
occhi per la prima volta in quella che sarebbe stata una lunghissima
giornata... anche se stava per tramontare il sole, lo sarebbe stata
comunque.
-Non
m'importa della tua famiglia di camici bianchi! Edward ha preso da me
perché io
al liceo ebbi un bellissimo 100! E tu...? Oh aspetta tu prendesti un...
75-
-Smettetela!-
Era meglio
interrompere sul nascere quella stupida competizione -Io ho preso 95
perché ho
studiato non perché era nel mio DNA-
-Hai
ragione ragazzo...- Mio
padre mi diede ragione massaggiandosi la barba, aveva tagliato i
capelli...
quando stava con la mamma erano molto lunghi -E comunque... se Edward
ha preso
da te, vuol dire che Alphonse ha preso da me- Con mano ferma
avvicinò a sé quel
povero ragazzo che ancora non aveva aperto bocca -Mi raccomando Al,
prendi un
100 e lode!-
-Io
non ci sono ancora
entrato al liceo...- Povero ragazzo, era spento, sicuramente stufo di
stare in
mezzo a quelle due menti contorte.
Non
lo biasimavo affatto se
avesse pronte tutte le valige per il liceo e tanti opuscoli di campus
recintati
e vietati alle famiglie.
-Ci
entrerai e inizierai a
prendere bei voti già dal primo anno- Suonò quasi
come una minaccia...
-Smettila
di fargli
pressione- Rimproverò la mamma -Comunque tesoro, hai
già scelto il college dove
vorrai andare?-
Andai
per un momento in
confusione, un lungo momento... persino Envy che messaggiava
tranquillamente
alzò la testa al suono di quelle parole.
-Io...
mamma io non voglio
andare al college...-
Spiegai
pregando che la
prendesse nel modo giusto e mi lasciasse in pace chiudendo per sempre
quel
fastidioso discorso, ma era soltanto la mia fervida immaginazione a
parlare.
-No
no tesoro tu ci devi
andare, con queste potenzialità sarebbe un vero spreco non
iscriverti ad un
prestigioso college dove passerai i prossimi otto anni-
Per
lei sembrava una cosa
così entusiasmante, non capiva che per me otto anni in una
scuola di alto
livello erano il primo passo verso il suicidio.
Sarei
stato in mezzo a
persone con la puzza sotto il naso che mi avrebbero sempre guardato
dall'alto
verso il basso, non mi sarei fatto nessun amico dentro quella gabbia di
damerini in giacca e cravatta, mi sarei inimicato i professori per il
mio modo
di fare libero ed indipendente e credo che non sarei nemmeno
sopravvissuto per
una settimana scarsa.
-No
mamma, apprezzo tutto
questo interesse ma davvero io sono contento di essermi diplomato e non
voglio
assolutamente passare altri otto anni dentro un altro campus di
persone...
serie e responsabili-
Praticamente
il tipo di
persona che io evitavo, i miei però non potevano capire che
mi sarei sentito
come un uccello in gabbia, visto che non avevano la minima idea che il
loro
“Adorato figliolo che si stava diplomando con 95”
era un drogato, vegetariano,
fan dell'amore libero, del rock spacca timpani e feste senza fine.
Ero
cambiato in quei cinque
anni, non avendo più freni mi ero sfogato alla grande
seguendo solo ciò che io
ritenevo giusto e non ciò che gli altri volevano per me.
-E
allora tesoro? Sarà un
ambiente salutare per te... sarai concentrato sugli studi e su
nient'altro-
Non
sapevo più che cosa
inventarmi, se gli avessi detto la verità mi avrebbero
sicuramente rinchiuso in
qualche centro per chissà quanto tempo ma non c'era comunque
modo di farli
desistere da questa idea che mi avrebbe distrutto in ogni caso.
-Bé...
lasciatemi il tempo
di pensarci, prima volevo viaggiare un po', girare il mondo, non avevo
intenzione di ricominciare così in fretta-
Prendere
tempo era l'unica
cosa che potessi fare.
-Va
bene caro, ora però
andiamo a sederci sugli spalti così ti riprenderemo quando ritirerai il
diploma!-
Erano
così fieri di me...
non potevo deluderli.
-Oh
aspettate, le valige-
Ricordò papà prendendo i miei bagagli per
metterli in macchina con un sorriso,
mio fratello invece era di poche parole al momento ma con lui avrei
parlato più
tardi, quando nessuno poteva sentirci.
-Ci
vediamo dopo...- Salutai
debolmente con un cenno della mano per poi girarmi verso Envy quando
non furono
più sulla mia visuale.
-Sei
fottuto- Disse
scoppiando a ridere in modo incontrollato, forse perché
nemmeno lui mi ci
vedeva al college.
O
si divertiva a vedermi in
difficoltà.
-Dammi
un piano ti prego...-
Mi inginocchia alle sue gambe con espressione da cucciolo bastonato,
che
funzionava sempre modestamente.
-Te
lo darei Piccoletto ma
non ne ho uno... a meno che tu non dica la verità ai tuoi e
loro così
inorriditi e arrabbiati decideranno di non mandarti al college
perché se si
scoprisse una cosa del genere sarebbe un disonore... e poi non ti
accetterebbero mai in una scuola di pinguini a quelle condizioni-
-Envy...
io stavo chiedendo
alla tua mente contorta e macchinosa un piano decente e il massimo che
sai
dirmi è questo?-
Ero
infuriato, quando presi
F al compito di biologia per non aver vivisezionato la rana e per aver
fatto
scappare tutte le altre -piccolo dettaglio- aveva parlato con il
preside
tirandomi fuori dai guai in qualche ora e il professore aveva annullato
il
votaccio facendomi fare un altro test, tra l'altro anche i successivi
anni io
facevo test a parte -addirittura in un altra aula- quando gli altri
facevano
esperimenti.
E
ora non riusciva a tirarmi
fuori dal guaio?!
-Oppure...
menti, di ai tuoi
di aver copiato al compito d'esame anche se è una bugia
così crederanno che
quel voto non è meritato e non ti iscriveranno da nessuna
parte-
-Pessimo
piano, con il senso
di giustizia che ha mia madre altro che non iscrivermi al college
andrebbe dal
preside per farmi ripetere l'esame e l'anno se necessario!-
-Wow...
ora capisco come mai
sei venuto fuori tu da due come loro-
-Che
devo fare...? Centro di
disintossicazione o college?-
-Io
opterei per il centro,
non li vedi e non li senti per chissà quanto tempo e poi se
ne hai l'opportunità
scappi, peccato volevo chiederti di venire a vivere con me una volta
usciti di
qui-
-Cosa?-
Per
un attimo mi spaventai,
perché Envy mi voleva ancora intorno? C'eravamo divertiti al
liceo e la nostra
relazione non era affatto definibile, ma se stesse iniziando a provare
seriamente qualcosa per me?
-Si
insomma è difficile
lasciare il proprio migliore amico dopo cinque anni passati sotto lo
stesso
tetto, pensavo che ci saremmo trasferiti a New York... avremmo comprato
un
attico e saremmo rimasti insieme per un bel po'-
-Mi
vuoi ancora intorno...?-
Commosso
mi sedetti al suo
fianco tentato di abbracciarlo ma visto che quelle attenzioni troppo
appiccicose gli facevano saltare i nervi mi tenni a distanza.
-Forse...-
Distolse lo
sguardo imbarazzato ma per me bastava ciò che aveva detto,
non pretendevo
manifestazioni d'affetto esagerate.
-D'accordo
vedrò che si può
fare per il nostro futuro attico... intanto andiamo a prepararci per la
cerimonia!-
Envy
non aveva nessuno da
compiacere quel giorno, sua madre non sarebbe venuta alla cerimonia e
francamente non sembrava interessargli, da quello che avevo capito era
anche
contento di non averla intorno, gli causava sempre brutte figure da
ciò che mi
aveva raccontato, io però non aprivo mai il discorso
lasciavo che fosse lui a
sfogarsi con me senza mettergli addosso pressioni.
Lo
faceva raramente eppure
io ero sempre pronto ad ascoltare, eravamo compagni, amici, quasi
fratelli...
era normale avere tutta quella confidenza con la persona con cui hai
condiviso
la stanza per cinque anni, la persona che da un certo punto di vista
era
diventata la tua famiglia visto che nessuno dei due tornava a casa per
le
feste, se non era strettamente necessario, le passavamo insieme ai
nostri
simili organizzando serate divertenti e piacevoli, senza eccessi almeno
per le
feste.
Arrivammo
in perfetto orario
sotto gli spalti del campo da rugby, dove tutti i diplomanti come noi
stavano
aspettando l'inizio della cerimonia: sarebbe stata una cosa veloce, il
preside
con l'intera commissione e il corpo docenti ci chiamava sul palco per
ritirare
una pergamena con un fiocco, dopodiché a seguito di applausi
e qualche foto ce
ne saremmo potuti andare.
Mi
dispiaceva dire addio ai
miei amici, almeno a quelli che vivevano fuori città e quasi
sicuramente non
avrei mai più rivisto, anzi per dirla tutta una parte di me
sapeva che sarei
rimasto in contatto esclusivamente con Envy, la nostra era un
attrazione
chimica non potevamo stare separati per così tanto tempo e
l'idea dell'attico
non era nemmeno male.
Sugli
spalti sopra di noi
vedevo i miei genitori, battibeccare come loro solito e mio fratello
-povera
anima- era in mezzo, al centro di tutto quel caos, non cercava nemmeno
di
placare le acque, ormai doveva essersi arreso... non era possibile far
ragionare quei due quando si trovavano nella stessa stanza e sempre in
questa
circostanza, era bene togliere di mezzo oggetti contundenti
potenzialmente
pericolosi.
-E
tu dovrai andare a vivere
con uno di quei due?-
Anche
Envy era stupito... il
che era tutto dire, sua madre non se lo filava, a pagargli il liceo era
stata
sua zia e suo padre passava più tempo al bar con gli amici
che in qualsiasi
altro posto.
Non
era una situazione
piacevole nemmeno la sua ma almeno non li aveva sempre sotto gli occhi
a
litigare e a scannarsi come belve feroci.
-Già...
credo che quando ne
avrò la possibilità prenderò mio
fratello e scapperò il più lontano possibile-
-Buona
fortuna-
L'avrei
fatto davvero, un
giorno l'avrei portato lontano da tutto quelle liti e quella tensione
che ormai
aleggiava in casa nostra e ci si era stabilita con tanto di incudine
per non
evitare di essere spostata.
-Ehilà...-
Sentii
improvvisamente il fiato caldo di qualcuno sfiorarmi l'orecchio,
immaginavo chi
potesse essere quell'insetto fastidioso, lo stesso che mi ronzava
attorno da
cinque anni.
-Mustang...-
Sibilammo
all'unisono io ed Envy, non era gradita la sua presenza, nemmeno un po'
eppure
lui continuava ad imporsi incessantemente come se ci provasse gusto a
darmi sui
nervi.
-Ho
sentito che ti sei
diplomato con 95, fantastico sapevo che usando il cervellino saresti
arrivato
in alto-
Mi
voltai con un espressione
tra l'indifferente e l'irritato fulminandolo.
-Io
ho studiato e ho preso
quel bellissimo voto, se credevi che non ne fossi in grado ti sei fatto
un idea
del tutto sbagliata sul mio conto, quella è tutta farina del
mio sacco e non è
detto che io sia stupido solo perché non ho mostrato tutto
questo interesse per
la scuola in precedenza, evapora brutto pallone gonfiato!-
-Non
ho mai detto che sei
stupido... anzi- Mi prese il mento con una mano alzandolo per riuscire
a
guardarmi negli occhi, o meglio per fa si che io lo guardassi negli
occhi...
piccoli, furbi, irritanti occhi scuri.
-Sei
intelligente,
divertente, difendi le tue idee come nessuno, determinato, testardo,
affascinante e provocante-
-Se
hai finito con la tua
lista di stronzate, io andrei-
Sibilai
liberandomi della
sua stressante presenza e di quel suo indagare con lo sguardo, come se
volesse
divorarti l'anima.
-E'
un peccato, non saprò
più dove trovarti...-
-Grazie
al cielo qualcosa di
positivo c'è-
Pensavo
che almeno una volta
uscito dal campus non l'avrei mai più visto né
avrei dovuto sopportare le sue
squallide avance, sarei andato avanti e con fierezza avrei potuto dire
di
essere stato l'unico in grado di respingerlo e tenere le sue manacce
fuori
dalla mia biancheria.
Disse
qualcosa ma non lo
ascoltai nemmeno, penso mi avesse dato del
“cattivo” con tono melenso, ma ora
la mia preoccupazione era concentrata su altro, non avevo tempo per lui
e per i
suoi giochi.
Io
ed Envy andammo negli
spogliatoi pregando di non essere seguiti, li trovammo vuoti
fortunatamente e
ci sedemmo su una panca di legno aspettando di essere chiamati,
lì si sentiva
ogni cosa essendo sotto il campo di rugby e a quanto pareva la
cerimonia non
era nemmeno iniziata.
-Ho
l'ansia... non ce la
faccio...-
-Piccoletto
smettila, devi
solo farti una passeggiata sul tappeto rosso, salire sul palco,
prendere un
pezzo di carta, farti scattare una stupida foto e tornare indietro, non
è
difficile-
-Non
è per quello Envy... ho
paura per quello che succederà in seguito-
-Senti,
hai detto a tua
madre che vuoi prenderti del tempo no? Bé non c'è
problema, troviamo un lavoro,
andiamo a vivere insieme e aspettiamo che il tempo passi... hai un anno
per
pensare una scusa decente-
-Ma
ora devo andare con
loro, fino a che non troviamo entrambi lavoro a New York... e se in
questo
lasso di tempo capissero che non sono il figlio perfetto che credono?
Insomma
io mi faccio Envy, ho già problemi a stare lontano da quella
roba per una settimana
figurati con loro intorno!-
-Ti
sta venendo una crisi
d'astinenza vero? Sapevo che dovevi smettere molto prima, ma tu non mi
ascolti
mai-
-Lo
so lo so... ho sbagliato
non serve ricordarmelo-
-Devi
resistere solo un
altro po'... andiamo fuori almeno lo senti di meno...-
Aveva
ragione, stare in uno
spazio chiuso senza finestre come quello non mi faceva di certo bene e
iniziavo
anche a sentirmi confuso, come se la mia mente fosse circondata da
nient'altro
che nubi dense e tossiche.
-Si
hai ragione, andiamo-
Ci
alzammo ma arrivati alla
porta venimmo interrotti, sicuramente quel deficiente di Mustang ci
aveva
seguiti perché ce lo ritrovammo di nuovo davanti, come una
dannata
persecuzione!
-Ehi...
la cerimonia sta
iniziando dovreste andare...-
Ci
avvertì mettendo la
cerimonia come scusa, come se gli importasse poi, era lì per
starmi addosso
come la carta moschicida altro che cerimonia.
-Stavamo
giusto uscendo, se
vuoi spostarti-
Lo
fulminò Envy al mio
posto, in quelle condizioni non me la sentivo nemmeno di tenergli
testa, visto
che la mia scoppiava come se al suo interno
ci fosse una festa con tanto di fuochi d'artificio.
-Inizia
ad andare e tienimi
il posto... ci penso io-
Gli
posai una mano sulla
spalla tranquillizzandolo e anche se titubante uscì
lasciandoci da soli, al
tempo non sapevo che quello spogliatoio sarebbe diventata la mia
rovina,
l'avevo sempre visto come un posto come un altro... forse privo di
gusto,
orrendo e puzzolente.
-Che
cosa vuoi Mustang? In caso ti fosse sfuggito devo andare a ritirare il
mio
diploma e non ho tempo per stare dietro alle tue stronzate, anche
perché una
volta che il sole sarà calato ce ne andremo tutti per non
tornare mai più, non
ci rivedremo ringraziando il cielo...-
-E'
proprio questo il
punto... io non voglio perderti di vista, non voglio che tutto
ciò rimanga un
ricordo sbiadito con il tempo-
-Tutto
ciò cosa? Le tue
avance e i miei insulti? Si sarebbe davvero un peccato perderli-
-Non
voglio avere
ripensamenti, non voglio pentirmi di cose che avrei potuto fare...
perciò...-
Smise
di parlare così di
botto lasciando la frase in sospeso, come se stesse trovando dentro di
sé il
coraggio di fare qualcosa che mi avrebbe dimostrato cosa intendeva con
i fatti.
E
così senza che me ne
accorgessi mi baciò, le sue labbra erano calde, morbide e
per niente
impertinenti come invece mi sarei aspettato, fu molto casto, mi teneva
il viso
tra le mani quasi per impedirmi il distacco e mi sembrò
tutto tremendamente
dolce.
Restai
a guardarlo negli
occhi per secondi interminabili senza dire nulla, aspettando che fosse
lui a
spiegarsi.
-Mi
piaci veramente, non è
una presa in giro, non è un avance che rifiuterai e
finirà nel bidone come
tutte le altre... è una confessione che ti faccio, non mi
aspetto niente ma
dovevo dirtelo prima di perderti dietro quei cancelli-
Non
so cosa mi prese, ora me ne pento amaramente e se avessi saputo come
sarebbe
finita non avrei di certo commesso quel tremendo errore che
segnò la mia vita
per anni: Non dissi nulla, ma lo baciai di nuovo, dolcemente e chiusi
gli occhi
per godermi a fondo quel contatto posando le mani sulle sue spalle
larghe e lui
sulla mia vita stringendomi man mano che il tutto si approfondiva.
Divenne
una lotta senza
esclusione di colpi, ci facemmo trasportare fin troppo dalla situazione
e
finimmo per farlo sui materassini della palestra.
Ti
risparmio i dettagli ma
fu una cosa veloce e intensa, visto che l'appello al di fuori dello
spogliatoio
stava continuando e tra poco sarebbe stato il mio turno.
Finimmo
sdraiati sui
materassini, il respiro corto e uno stupido sorriso stampato in volto,
ridevamo
sollevati per chissà cosa... ma voltandomi incontrai la
tunica e il tocco
finiti su una panca e quasi mi prese un colpo, mi alzai e mi ricomposi
più in
fretta possibile.
Come
se fosse facile, i
capelli erano comunque disordinati e sciolti, solo la tunica per
fortuna
copriva i miei vestiti sgualciti.
Uscii
di corsa dallo
spogliatoio e in lontananza sentivo chiamare il mio nome, strano come
feci
giusto in tempo, pensavo di essere arrivato tardissimo, invece
imboccato il
tappeto rosso vidi i miei sul palco con il diploma che avrei dovuto
ritirare
io.
Sentii
tutti gli occhi
posati su di me e piombò il silenzio, persino la banda smise
di suonare la
marcia, comunque raccolsi un po' di dignità e velocemente
presi a marciare
verso il palco con la musica che riprendeva svelta al ritmo dei miei
passi.
-Scusate...
piccolo
contrattempo- Sussurrai di fronte ai miei e al preside, presi il
diploma, ci
scattarono e una foto e scendemmo dal palco accantonandoci sotto gli
spalti.
Riuscivo
solo a pensare che
quella dannata foto mi avrebbe ritratto per sempre scombinato a quel
modo dopo
aver avuto un rapporto nello spogliatoio in uno dei momenti che non
poteva
essere di certo quello giusto.
Dopo
di me venne Envy e dopo
aver fatto anche lui la foto e tutto il resto scese guardandomi
interrogativo,
forse arrabbiato per le mie condizioni e per il ritardo ma per lo
più si
chiedeva il motivo di quella scenata pietosa.
-Tesoro,
noi iniziamo ad
avviare la macchina ti aspettiamo al cancello tra dieci minuti-
Mia
madre non chiese niente
invece, ma mio padre mi fissò a lungo segno che
più tardi mi avrebbe fatto il
terzo grado.
Mio
fratello invece era
sempre impassibile, curioso anche lui certo ma non avrei mai detto a
nessuno
quello che era successo nello spogliatoio, forse a Envy per evitare una
strage
certa... ma solo a lui.
-Allora?
Che cavolo è
successo con Mustang là dentro? Dimmi che gli hai tirato un
pugno o che vi
siete azzuffati o che presentarsi in questo stato è un modo
per sabotare il
college ti prego-
-Bé...
veramente io...-
-Ti
prego dimmi che non hai
ceduto...-
-L'abbiamo
fatto...-
Non
sapevo come dirglielo se
non tutto d'un fiato, come facevo a confessare di essere capitolato
sotto
qualche parola gentile e una confessione tremendamente adorabile?
Insomma per
me era così allora... adesso sono solo parole stucchevoli di
un idiota che non
ha fatto altro che prendermi in giro.
…
-Wow...
e che reazione ha avuto Envy?-
-Bé...
quando siamo rimasti completamente soli nella nostra stanza, mentre lui
prendeva le valige ha sfogato tutta la sua furia, insomma si
è messo a strillare
e una volta calmato ha cercato di non farmelo pesare troppo e capire le
mie
motivazioni-
-E
poi che è successo?-
-Oh...
non sono andato a
vivere con Envy... né con Roy anche se entrambi l'avrebbero
voluto, diciamo che
mi è stato impedito dai miei... che mi hanno smascherato-
-E
ti hanno mandato in un
centro per disintossicarti?-
-Ora
ti racconto... Sapevo
che tornare a casa sarebbe stata la mia rovina e le mie più
grandi paure
trovarono un fondamento ma non pensavo che a tradirmi sarebbe stata la
persona che
amavo di più...-
[Chap 5_Pt.2]
Nel parcheggio
del campus la mia famiglia mi stava aspettando in macchina, il posto
dietro
accanto a mio fratello sarebbe stato felice di rivedermi dopo tutto
quel tempo,
io però non ero della stessa opinione.
Non volevo tornare a
casa, sapevo che
qualcosa di malvagio mi stava aspettando e che tutto il mio castello di
carte
rischiava di crollare miseramente, ma non avevo altra scelta.
Salutai Envy con un
grande abbraccio
affettuoso promettendogli che ci saremmo sentiti tutte le sere in web
cam e che
gli avrei raccontato sempre tutti i particolari della mia stramba vita
familiare e ovviamente aggiunsi che saremmo presto andati a New York.
Persi di vista Roy tra
la folla, non feci in
tempo a dirgli anche solo una parola dopo quello che era successo,
però dentro
di me ero diviso a metà, da una parte volevo che riuscisse a
rintracciarmi,
dell'altra volevo lasciarmi tutto alle spalle, compreso lui.
Così caricai
silenziosamente la valigia nel
porta bagagli assieme ad altre cose e salii in macchina chiudendo lo
sportello.
Con lo sguardo salutai
il campus, le
avventure che avevo avuto al suo interno, le aule silenziose, le
stanze...
tutte cose che ormai non mi sarebbero più appartenute.
Arrivati a casa mi
travolse quell'odore che
quasi avevo dimenticato, le stanze che non vedevo da anni erano ancora
identiche a come le avevo lasciate e tutto mi metteva un senso di
angoscia
addosso.
Persino la mia stanza,
rimasta perfettamente
identica a quando l'avevo lasciata, non mi rispecchiava
più... era troppo
silenziosa, triste, spenta... vuota.
Con un sospiro posai la
valigia in
quell'ambiente nemico e di corsa uscii di casa per sedermi in giardino,
unico
posto che mi piaceva ancora: Lì potevo trovare un po' di
tranquillità e restare
anche se per poco per conto mio.
Intanto però
non potevo immaginare che nel
salotto mio fratello e mio padre stavano per fare un emerita cazzata.
-Alphonse ascolta,
Edward sicuramente sarà
stanco, gli farà piacere se lo aiuti con la valigia-
-D'accordo
papà...-
-No no cosa state
pensando di fare voi due?-
Li interruppe mamma già alterata -Edward verrà a
vivere con me, vi abbiamo
riportati e basta ma adesso andiamo via-
Avrebbero fatto meglio
ad ascoltarla...
-Il giudice ha detto
che non sei in grado di
avere una famiglia mia cara! Troppi impegni, per questo i ragazzi
staranno con
me-
E ovviamente mio padre
si opponeva con tutte
le sue forze.
Ma nessuno l'avrebbe
avuta vinta, chissà
perché mio fratello li ignorò entrambi e
salì nella mia stanza, si guardò in
torno per un po' e trovò la valigia ancora a terra...
Me lo vedo ancora,
aprirla e rimanere
allibito: Ciocche rosse, occhiali da sole, vestiti insoliti, foto che
mi
ritraevano a feste, balli o semplicemente con i miei amici mentre ci
facevamo
qualche spinello o una birra.
Poi trovò il
cofanetto... un piccolo
cofanetto di legno riposto nella tasca della valigia, lontano da occhi
indiscreti quali erano proprio i suoi.
Che conteneva? Droga...
l'ultima bustina che
mi era rimasta prima del diploma e che non avevo mai aperto per avere
un
bell'aspetto con la mia famiglia.
Scese subito al piano
di sotto portando con
sé il bottino.
-Non verrà
con nessuno dei due, perché ha
problema che dovete subito sapere-
Chissà forse
era solo preoccupato per me e
pensava di agire in buona fede, ma lo detestai.
In men che non si dica
mi presero con la
forza trascinandomi in macchina.
All'inizio non capivo
ma poi vidi la valigia,
le chiusure dell'auto bloccate e i miei molto arrabbiati.
…
-Ti portarono in un
centro per disintossicarti...-
-Si-
-E poi?-
-Bé i primi
tempi furono durissimi, le crisi
d'astinenza frequenti e dolorose quasi non mi lasciavano dormire ma
superai
tutto e andai via quando mi diedero l'okay-
-I tuoi vennero a
riprenderti?-
-No, non li ricevetti
nemmeno una volta,
rifiutavo sempre le loro visite eppure loro ogni settimana
insistevano... ma
poi venne un giorno in cui l'infermiera mi disse che avevo una visita e
che non
si trattava dei miei genitori...-
-Tuo fratello?-
-No, non volevo vedere
nemmeno lui... era
Roy-
…
Stavo facendo le
valigie perché i medici mi avevano dimesso e presto me ne
sarei andato,
accettai la visita per curiosità e quando qualcuno
bussò alla mia porta rimasi
pietrificato quando incontrai i suoi occhi neri.
-Non hai mai
risposto alle mie mail... ci sono rimasto male, non puoi scaricarmi
dopo averlo
fatto-
Era sempre il solito
imbecille, pallone
gonfiato con un sorriso che avrei volentieri preso a schiaffi ma mi
fece
piacere.
-Nel caso in cui non
l'avessi notato sono in
un centro di disintossicazione...-
-E noto anche che stai
facendo le valigie, da
quando sei qui?-
-Dalla notte del
diploma, la mia bugia non è
durata nemmeno un giorno...-
-Che pessimo bugiardo,
bé comunque ti stanno
dimettendo no? Perché non andiamo a mangiare qualcosa
insieme?-
Sempre il solito don
giovanni spudorato e
sicuro di sé al cento per cento.
Sorrisi e annuii, era
sempre meglio che
aspettare i miei e sopportarli per chissà quanto tempo,
sarei passato da una
prigione all'altra.
…
-Come ti aveva
trovato?-
-Disse di aver
rintracciato Envy, che non sapeva nulla, poi di aver provato con altri
miei
amici con lo stesso risultato e infine si era reso conto di aver
sbagliato
strada, ricordò che avevo un fratello e chiese a lui-
-E poi che è
successo?-
-Andai a vivere con
lui, finalmente riuscì a
parlare con Envy, che per la cronaca aveva formato una band e si era
già
stabilito a New York e ripresi contatti con il mondo... da qui in poi
non è
molto interessante-
-Ma poi vi siete
lasciati...-
-Si, stavamo bene
insieme... viaggiavamo per
tutta l'America, siamo arrivati persino al Sud... ma poi successe il
fattaccio,
lavoravo da poco in uno studio giornalistico come assistente del capo
redattore
il che mi impegnava moltissimo e un giorno dovetti restare tutta la
notte in
ufficio per controllare le bozze di una rivista per conto del mio capo,
un vero
lavativo... quando tornai a casa lo trovai a letto con una prostituta e
senza
giri di parole lo lasciai dormire, presi le mie cose e girai i tacchi-
-Più
precisamente prendesti il primo aereo
che ti capitò a tiro... ma aspetta io fantasticavo sul modo
in cui l'avessi
detto alla tua famiglia, ma ora mi viene da pensare: L'hanno mai
saputo?-
-Mhh... no, non mi
vedono dalla notte del
diploma-
-Sei incredibile e non
hai nemmeno un po' di
rimorso?-
-No, però ho
un po' fame... spuntino
notturno?-
Alfonse rise
genuinamente, quanto amava il
suo piccolo Ed, lui e tutte le sue piccole stranezze ed incomprensioni.
-Va bene andiamo a
mangiare qualcosa e poi a
nanna-
…
Il mattino
seguente...
I due
piccioncini ormai uniti indissolubilmente dalla magica forza della
sincerità,
scesero per fare colazione nonostante lo spunto notturno che non era
riuscito a
placare lo stomaco di Edward e si misero a parlare tranquillamente.
-Questa tormenta non
sembra voler smettere...
speriamo che ci faccia ripartire-
Osservò
Alfonse soffermando lo sguardo sulla
candida neve fuori dalla finestra che ancora scendeva bloccando
qualsiasi cosa
sotto il suo manto.
Le strade ghiacciate,
gli aereo porti fermi,
i gradi sotto lo zero che bloccavano persino la voglia di uscire di
casa a
piedi.
-Lo spero proprio-
Edward dal canto suo
non vedeva l'ora di
salutare per sempre il caro Roy e partire per la Francia con Alfonse,
per
tornare alla tranquilla vita di sempre.
-Io no...-
Si aggiunse al duetto
una terza voce,
inaspettata e del tutto sgradita: quella di Roy Mustang, l'odiato Ex
rovina
coppie che sorrideva tranquillamente mentre prendeva una sedia e si
accomodava
senza nemmeno essere stato invitato.
-Mustang...-
Ringhiò il biondino tentato di
minacciarlo con il coltello. -Che diavolo vuoi?-
Anche Alfonse si poneva
la stessa domanda,
incuriosito da tanta sfacciataggine.
-Oh andiamo non sono
più ubriaco e poi mi hai
cacciato in modo così sgarbato ieri sera che non ho avuto
tempo di raccontare
ad Alfonse i dettagli più piccanti-
Pensava sicuramente di
infastidirli ma invece
i suoi piani andarono in fumo quando prese parte al discorso
l'interessato.
-Veramente Edward mi ha
raccontato tutto ieri
sera, ora so tutto e puoi credermi: Non mi interessa, non puoi scalfire
l'amore
che provo per lui con storie appartenenti al passato-
-Beccati questa stupido
scimmione giocatore
di rugby-
-Non è mia
intenzione dividervi, ma se già
sai tutto, buon per te. A proposito, tu che facevi al liceo?-
-Non lo stuzzicherai
Mustang, Al
è una roccia-
-Gli istituti della
Germania sono totalmente
diverse dai vostri, io suonavo nella banda della scuola-
-Ah si? Che cosa
interessante... e che
suonavi? La chitarra? O qualche altro strumento fico come la batteria-
-No... suonavo il
flauto-
Non seppe
perché ma iniziò a vergognarsi,
stava mangiando con un giocatore tosto di rugby, sport che è
tutto contatto
fisico, sudore e forza bruta... e lui cosa faceva? Parlava del suo
flauto.
-Wow... e portavi
l'apparecchio? Perché anche
da noi c'erano i suonatori della banda e avevano tutti l'apparecchio
quindi più
che suonare sputavano-
-Si... portavo
l'apparecchio... ma non facevo
solo parte della banda-
-Oh... facevi qualche
sport?-
Si stava divertendo nel
vederlo in difficoltà
ci avrebbe scommesso, faceva delle domande a trabocchetto per farlo
sfigurare
davanti a Ed.
-Facevo parte del club
di... scacchi e di
matematica...-
Si stava scavando la
fossa da solo e la cosa
più preoccupante era che se ne rendeva persino conto, ma non
cercava di
cambiare argomento, non sapeva come venirne fuori.
-Wow... io non ci
capivo niente né di scacchi
né di matematica però sapevo come stendere il
running back della squadra
avversaria per non fargli fare un punto-
Era come far parte di
una scuola americana:
aveva davanti un bullo sportivo, atletico e bello che gli stava dando
dello
sfigato agli occhi del suo ragazzo, per fregarglielo.
-Si Roy nessuno
dimenticherà mai il modo in
cui travolgevi quelle povere anime come un toro in corsa, davvero
delicato-
Sentenziò il
biondino alzandosi per
trascinare via di lì anche il suo compagno, più
che felice di allontanarsi da
quell'individuo sgradevole.
-Senti Al, non farti
abbattere dalle parole
di quel pallone gonfiato, lui non punta ad altro che a quello, non
dargli
questa soddisfazione-
Lo vedeva dubitare di
se stesso anche a
distanza, era un tipo così delicato e sensibile che si
sarebbe sentito in colpa
se fosse crollato per colpa di Roy Mustang.
-Si lo so Ed non
preoccuparti-
Si fermò di
colpo interrompendo la fuga
strategica, lo voltò tenendolo saldamente per le spalle e lo
baciò come mai
aveva fatto prima, era un bacio che sapeva di sicurezza e forza messe
insieme,
non era abituato a quel genere di atmosfera anche perché di
solito Al lo
trattava come un oggetto cristallino, delicato e prezioso, mai si
sarebbe
azzardato a baciarlo a quella maniera ma a dirla tutta la cosa non gli
dispiaceva affatto, aspettava da tempo che gli dimostrasse un po' di
sano
desiderio.
-Sto bene, non gli
permetterò di ferirmi-
Sussurrò ad un centimetro dal suo viso, affascinante e
sicuro di sé come mai lo
era stato.
-Bene, ne sono
felice... che ne dici se ora
andassimo di sopra, accendessimo il camino e arrostissimo caramelle
come in
campeggio? Scommetto che non l'hai mai fatto-
-Si sembra una bella
idea, ma ho già una cosa
in programma... magari ti raggiungo tra poco-
Gli sorrise, lo
baciò alla svelta e sparì
dalla sua vista lasciandolo lì immobile, era così
strano vederlo determinato e
poi perché quel cambiamento improvviso?
Cercò di non
pensarci, un po' di autostima
non gli avrebbe potuto fare nulla dopotutto no?
Si convinse di
ciò e con un alzata di spalle
e un sorriso tornò in camera da solo.
Angolino Autrice!
^_^ Salve bella gente! Allora
l'ho rifatto xD ho unito due capitoli.... ma è
più bello così no? Perché alcuni sono
davvero corti e mi dispiace lasciarvi nella souspance anche se a dirla
tutta ogni capitolo lascia un pochino di curiosità.
Vi chiarisco io le idee :)
Allora... dal punto di vista di Edward come vi ho già
spiegato, c'è solo confusione, nega i suoi sentimenti ad
oltranza e inizierà solo nel prossimo capitolo a capire
veramente la verità e a farsi venire qualche dubbio...
diciamo che avrà l'occasione di stare un po' solo con Roy.
Che succede ad Alfonse? Come
spiegherà Mustang in seguito, si è messo un po'
in competizione per il cuore di Edward.... cercherà di
rimettersi in forma e imiterà il caro ex... si è
sentito un po' uno sfigato v.v quindi cercherà di porre
rimedio anche se veramente danneggerà la relazione con
Edward forse in modo indelebile.
Volete una piccola
anticipazione? Ma si oggi sono buona XD
Stava
sollevano degli enormi pesi e il sudore gli
solcava la fronte copioso scendendo fino alla gola, si stava forzando
così
tanto per “essere al suo livello” come aveva detto
Roy, infatti era caduto con
tutte le scarpe in una bella trappola.
-Perché
dovrei fare la doccia con te se io non ho
neanche sudato?-
-Bé
pensavo potesse essere una cosa carina- Lasciò
quei pesi per un momento per stampargli un bacio sulle labbra, che non
venne
nemmeno corrisposto, le labbra del biondino erano serrate, la mascella
rigida,
era visibilmente arrabbiato e lui non se n'era accorto prima.
-Come
mai hai quel faccino duro? E' successo qualcosa?-
-Si, ho
fatto colazione da solo e sono stato
bersagliato da Mustang e guarda un po' tu non c'eri!! Non ti rendi
conto che
sei caduto nella sua trappola? E' tutto un piano per separarci e ci sta
anche
riuscendo, tu sei qui tutto il giorno mentre io sono sempre da solo-
-Ci ha
provato con te?- Sembrava davvero arrabbiato,
infatti si alzò di scatto pronto per dare pugni a destra e a
manca -Se la vedrà
con me quello spaccone-
-Heide,
la tua nuova personalità esiste da meno di 24
ore... lui si allena da una vita, non aspetta altro che avere
l'occasione per
farti un occhio nero come minimo, sai i running back delle squadre
avversarie?
Se la cavavano con una slogatura se erano fortunati-
-Non
affaticare la tua testolina con queste cose, vai
in camera e aspettami penso a tutto io-
-Adesso
parli anche come lui...-
Non si rendeva conto di ferirlo a
quella maniera, non
voleva essere trattato come “La sciocca bambolina di
turno” che non poteva mai
capire nulla e non poteva intromettersi mentre due scimmioni facevano a
pugni
per lei.
Era una persona non una coppa da
vincere o perdere,
questo però non riusciva a capirlo, anzi da un punto di
vista ora come ora solo
Roy si stava comportando bene... e la cosa lo infastidiva.
-Sono
sempre lo stesso, avanti non restare qui sono
impegnato adesso-
::Edward se la
vedrà brutta poverino, i danni che farà Alfonse
non saranno poi così deboli... e sarà la prima
crepa nel loro rapporto:::
^_^ allora,
ringrazio come sempre:
Chiby
Rie_chan
MXI
HaChiElriC
^_____^ Ci sentiamo al
prossimo ragazze!!! Enjoy!! :D
|
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Capitolo 5 *** Chap 7 and 8_ Un solo ed unico principe ***
[Chap 7_Pt.1]
Non
vedeva Alfonse da tutto il giorno, precisamente da quella mattina
quando si era
dileguato con un programma misterioso in agenda di cui non sapeva
nulla, quindi
doveva essere stata una decisione improvvisa.
Non
lo aveva nemmeno
chiamato, non si erano sentiti per niente il che era davvero insolito
visto che
stavano sotto lo stesso hotel, eppure era come se il suo ragazzo si
fosse
trasferito lontano mille miglia.
Così
per farsi compagnia aveva acceso il fuoco e arrostito milioni di
caramelle, ma
non avevano lo stesso sapore senza di lui, lo immaginava
così dolce e goffo
mentre indagava su quell'azione che sembrava tanto insolita ma davvero
divertente e magari si scottava la lingua per la troppa fretta, come un
bambino.
E
invece era lì tutto solo,
come aveva pensato qualche ora prima, un po' di autostima in
più non avrebbe
certo fatto qualche danno, ma gli dispiaceva quella situazione,
sicuramente ne
avrebbe parlato con Alfonse per giungere ad un accordo, magari se non
si
trattava di qualcosa di così segreto poteva accompagnarlo.
Sempre
meglio della solitudine...
Proprio
allora però la porta
si aprì e non credette letteralmente ai suoi occhi: Alfonse
indossava una
canottiera nera senza maniche da vero duro, era completamente sudato,
aveva
persino i capelli zuppi e un asciugamano sulle spalle, i suoi muscoli
non erano
caldi e morbidi come se li ricordava ma sembravano allenati e duri.
-Al...
ma che hai fatto?-
Chiese
quasi intimorito da
quella nuova e aitante figura sportiva che stonava con la
personalità del
ragazzo di cui si era innamorato.
-Oh
nulla, sono andato solo
in palestra per allenarmi un po'...-
Aveva
un tono di voce
affascinante e profondo, si chiese se era davvero il suo Al o una
qualche
specie di clone malvagio che lo aveva rapito e preso il suo posto.
-In...
palestra?-
-Si
è così strano?-
Era
indifferente, si
avvicinò al letto e sfilò la canottiera restando
con addominali e bicipiti
scoperti, anch'essi più atletici e in vista.
Sbalorditivo
per un solo
giorno di allenamento, anche se era durato tutto il pomeriggio.
-Oh
stai facendo le
caramelle...- Non lo fece nemmeno parlare, si avvicinò
subito prendendo in bocca
la caramella che aveva appena arrostito, senza scottarsi, senza
lamentarsi e lo
baciò prima castamente ma poi la sua mano si
insidiò tra i capelli biondi come
il grano e si ritrovarono sdraiati sul tappeto.
Edward
ancora incredulo lo
lasciò fare, pensando si trattasse di una scarica di
adrenalina momentanea, ma
finirono per avere un rapporto tutt'altro che leggero e breve, il corpo
sudato
e caldo di Alfonse lo mandò in estasi facendogli toccare il
cielo con un dito,
non lo credeva capace di tanto, ma cosa gli aveva fatto abbattere le
barriere
della sua delicata timidezza?
…
Il
mattino seguente quando aprì gli occhi non se lo
ritrovò a fianco come al
solito, al suo posto però c'era un biglietto:
“Vado
in palestra, raggiungimi dopo colazione”.
Era
davvero, davvero strano, non smetteva mai di pensarlo e di porsi le
solite
domande.
Da
quando Alfonse era un
patito dell'esercizio fisico, sicuro di sé, affascinante,
malizioso... insomma
non che non gli fosse piaciuta la sorpresa della sera prima ma non
c'era abituato.
Non
se l'aspettava... da un giorno all'altro era passato dalla delicatezza
di un
fiore appena sbocciato a un rocker strafico mal imitato.
Comunque
si preparò e scese
per fare colazione per la prima volta da solo.
Era
così insolito, quasi non si sentiva a proprio agio.
Quando
però arrivò qualcuno
ad invadere la sua tranquillità quasi rimpianse il silenzio
e la solitudine.
-Ehi
che ci fa un bocconcino come te tutto solo? La mamma non ti ha
avvertito del
lupo cattivo?-
Ed
ecco qua Roy Mustang,
invadente e sarcastico... pessima combinazione.
-Che
vuoi Mustang?-
-Dov'è
il cacciatore? Oh
aspetta mi correggo, dov'è lo sfigato? Non sarà
andato mica a prendere il
flauto per picchiarmi?-
Si
lasciò andare ad una
interminabile risata, dopodiché si accomodò senza
nemmeno essere stato
invitato.
-E'
in palestra...-
-Oh
allora le mie parole
hanno colpito il bersaglio, ha capito di non essere degno di te e si
sta
mettendo sotto per convincersi del contrario-
-Adesso
che ci penso, si, è
colpa tua! Io non voglio un super palestrato spaccone e troppo sicuro
di sé-
-Allora
siete in crisi?-
Sorrise
gustandosi quelle
dolci parole.
-Assolutamente
no, gliene
parlerò e risolveremo tutto, ma comunque da una parte hai
fatto una cosa buona,
Alfonse e la sua nuova fantastica autostima ieri hanno fatto centro-
-Non
dirmi che...-
Sibilò
iniziando ad
alterarsi con i pugni stretti e la mascella rigida.
-Proprio
così-
-Oh
merda! Adesso sono
davvero geloso-
-Fattene
una ragione-
-Bé
può anche aver assaporato
le dolci porte del paradiso ma sarà sempre un cretino
sfigato-
-E
per quale assurda
ragione?-
Si
trovò la mano calda
dell'altro sulla guancia e quegli occhi magnetici inchiodati ai suoi.
-Ha
lasciato un tesoro come
te tutto solo e incustodito... ti sta trascurando troppo e questo non
va bene
per lui, ma per me... va benissimo, ci penserò io a te
dolcezza-
Gli
fece un occhiolino e si
alzò teatralmente per uscire di scena.
…
Era
davvero arrabbiato! Alfonse per seguire chissà quale stupida
voce nella sua testa
lo stava trascurando e anche se il sesso era stato favoloso non era
giustificabile!
La
cosa che lo faceva infuriare di più era dare ragione a
Mustang! Era vero, si
sentiva trascurato, Alfonse era stato colpito e affondato dalle sue
parole e
come una marionetta stava facendo tutto quello che lui si aspettava,
era tutta
una tattica per allontanarli e lui c'era cascato in pieno.
E
poi gli dava così fastidio
essere scoperto e vulnerabile agli occhi del proprio ex... quell'infame
lupo
non aspettava altro che sorprenderlo da solo nel bosco per papparselo!
Oh
no ma non poteva
permetterlo.
Dopo
colazione si diresse
nella palestra dell'hotel dove super fusti atletici lo squadravano come
se
volessero saltargli addosso o contenderselo tra loro, si
sbrigò quindi a
trovare il suo ragazzo e ad affiancarlo mettendoli così
tutti ai loro posti,
barbari, non sapeva come altro chiamarli.
-Sei
venuto, volevo fare la doccia con te ma ho un altra serie di pesi da
fare per i
bicipiti quindi se vuoi ci vediamo direttamente in camera-
Stava
sollevano degli enormi
pesi e il sudore gli solcava la fronte copioso scendendo fino alla
gola, si
stava forzando così tanto per “essere al suo
livello” come aveva detto Roy,
infatti era caduto con tutte le scarpe in una bella trappola.
-Perché
dovrei fare la
doccia con te se io non ho neanche sudato?-
-Bé
pensavo potesse essere
una cosa carina- Lasciò quei pesi per un momento per
stampargli un bacio sulle
labbra, che non venne nemmeno corrisposto, le labbra del biondino erano
serrate,
la mascella rigida, era visibilmente arrabbiato e lui non se n'era
accorto
prima.
-Come
mai hai quel faccino
duro? E' successo qualcosa?-
-Si,
ho fatto colazione da
solo e sono stato bersagliato da Mustang e guarda un po' tu non c'eri!!
Non ti
rendi conto che sei caduto nella sua trappola? E' tutto un piano per
separarci
e ci sta anche riuscendo, tu sei qui tutto il giorno mentre io sono
sempre da
solo-
-Ci
ha provato con te?-
Sembrava davvero arrabbiato, infatti si alzò di scatto
pronto per dare pugni a
destra e a manca -Se la vedrà con me quello spaccone-
-Heide,
la tua nuova
personalità esiste da meno di 24 ore... lui si allena da una
vita, non aspetta
altro che avere l'occasione per farti un occhio nero come minimo, sai i
running
back delle squadre avversarie? Se la cavavano con una slogatura se
erano
fortunati-
-Non
affaticare la tua
testolina con queste cose, vai in camera e aspettami penso a tutto io-
-Adesso
parli anche come
lui...-
Non
si rendeva conto di
ferirlo a quella maniera, non voleva essere trattato come “La
sciocca bambolina
di turno” che non poteva mai capire nulla e non poteva
intromettersi mentre due
scimmioni facevano a pugni per lei.
Era
una persona non una
coppa da vincere o perdere, questo però non riusciva a
capirlo, anzi da un punto
di vista ora come ora solo Roy si stava comportando bene... e la cosa
lo
infastidiva.
-Sono
sempre lo stesso,
avanti non restare qui sono impegnato adesso-
-D'accordo
ci vediamo dopo-
Sussurrò
per poi voltarsi e
dirigersi verso la porta lontano da lui, era la prima volta che
scappava da
Alfonse, che si rifiutava di parlargli o di guardarlo negli occhi.
Ma
stava cambiando in
negativo e non sapeva come farglielo capire, lo trattava come un
trofeo,
pensava solo a se stesso ed era davvero odioso... tutta quella
presunzione e
quell'essere insensibile non facevano parte di lui.
Arrivato
davanti la porta
della sua camera cercò la chiave nelle tasche per
interminabili secondi, fino a
che qualcuno alle sue spalle non lo inchiodò tra essa e il
suo corpo caldo, ma
non alzò lo sguardo per vedere di chi si trattasse,
già dall'odore dell'acqua
di colonia, le scarpe firmate e la camicia di puro cotone poteva
immaginarlo.
-Vattene
non è aria-
-Che
ti ha fatto quello
sfigato?-
-Niente
va via è colpa tua,
se non gli avessi inculcato nel cervello quelle idiozie adesso non
sarebbe
successo niente-
-Prima
o poi avresti dovuto
scoprirlo, quando le persone come lui guadagnano un po' di autostima
superano
del tutto i limiti, sei sicuro di voler tornare in Francia con un
individuo del
genere?-
-Non
ho altre alternative-
-Si
invece: resta, non
andare via... mi prenderò io cura di te, per sempre-
Gli
prese la mano
stringendola per trasmettergli sicurezza.
-Non
è vero, tu mi hai
tradito con una puttana, non mi fido di te e non mi fiderò
mai più, ormai è
tardi per rimediare agli errori del passato-
-Non
lo nego sono stato un
cretino, ho ceduto alla tentazione ma l'anno in cui non sei stato qui
mi è
servito per riflettere, io sto male senza di te perché ti
amo e nessun altro
potrà mai prendere il tuo posto-
Gli
prese delicatamente il
mento alzandolo per guardarlo negli occhi lucidi.
-E
non posso restare a
guardare mentre uno sfigato prende il mio... non sarai felice con lui-
-Non
che tu sia migliore...
risolverò tutto non disturbarti-
Prese
finalmente le chiavi e
aprì la porta facendo per entrare e lasciarlo lì
fuori, ma venne fermato
ancora.
-So
che è un ripiego...
ammettilo tu non lo ami affatto-
-Vattene
Roy non mi va di
parlare con te-
Così
velocemente entrò nella
stanza chiudendo la porta per restare da solo.
Roy
però non sembrò
accettare quella risposta, ma visto che parlare con Edward non sembrava
dare i
suoi frutti decise di risalire alla fonte dei guai, che lo aveva fatto
arrabbiare e che meritava una bella lezione.
Scese
in palestra sicuro di
sé al cento per cento e determinato a mettere la parola fine
a tutta la storia
andò verso gli attrezzi alzando di peso l'interessato, che
rimase stupito e
irritato.
-Qualche
problema?- Chiese
arrogantemente Alfonse.
-Si
brutto cazzone, per
cercare di imitare me stai trascurando Edward quindi o alzi il culo e
vai da
lui o ti ci trascino a calci-
-La
mia relazione non deve
interessarti-
-Mi
interessa invece perché
se sei così cretino da non capire ti illumino io d'accordo?
Ti sei rinchiuso
qui dalla mattina alla sera dimenticando di essere in vacanza con il
tuo
ragazzo che stai trascurando e ha una faccia da funerale, io non so
cosa tu gli
abbia fatto ma so benissimo che se lo rivedo piangere desidererai di
non essere
mai nato, chiaro cazzone?-
Gli
diede una bella spinta
tanto che quasi scivolò sul pavimento ma rimase in piedi.
-Come
sarebbe “se lo rivedo
piangere”?-
-Oh
ma non mi dire, eri così
occupato a sollevare quarti di vacca da non esserti accorto di niente?
Con
questa tua aria da spaccone lo stai ferendo idiota, non sei in
competizione con
me chiaro!? Non è un premio, non devi batterti per vincere
un bel niente-
-Sei
tu che cerchi di
portarmelo via-
-Stai
facendo tutto da solo,
guarda un po': Tu sei qui e lui dov'è? Lo vedi da qualche
parte? Io no-
-L'ho
mandato via... sono un
cretino, ma perché me lo stai dicendo? Potevi sfruttare la
situazione a tuo
vantaggio-
-Si
è vero ma non sarebbe
divertente schiacciarti senza il minimo sforzo-
-Hai
appena detto che non
siamo in competizione-
-Già,
ufficialmente no ma se
Edward si stancherà di te per qualche ragione,
sarò più che felice di
riaccoglierlo da me-
-Lui
resterà con il
sottoscritto non ti illudere-
-Vedremo,
prima devi
raccogliere i pezzi del danno che hai fatto...-
Sembrava
che avesse una
sfera di cristallo per prevedere qualsiasi cosa e apparire sempre il
migliore
agli occhi di Edward: Prima aveva spinto Alfonse a trascurarlo, per
avere più
campo libero e insinuare dei dubbi in lui, poi ancora lo aveva tentato
quando
era più vulnerabile e ancora lo aveva difeso eroicamente
facendo la parte del
fidanzato geloso che non era e in tutto ciò Alfonse aveva
solo fatto la parte
del cattivo.
[Chap 7_Pt.2]
Nella
camera di Alfonse e
Edward, quest'ultimo era sdraiato sul grande letto mentre
distrattamente
guardava la neve fuori dalla finestra, cadere inevitabilmente al suolo
per
coprire qualsiasi cosa e si ritrovava a pensare alla sua storia, non
aveva
potuto fare niente per impedire ciò che era accaduto al suo
Al, si era fatto
influenzare dalle parole di quell'idiota di Roy Mustang che puntava
solo ad
abbattere la sua autostima e ci riusciva senza il minimo sforzo,
sembrava
ignorare volontariamente il fatto che stava rovinando tutto con le sue
stesse
mani, invece di concentrarsi sulla loro vacanza e sul tempo che in
teoria
avrebbero dovuto passare assieme.
Non
che lui fosse da meno,
iniziava a dubitare
seriamente di tutta quella faccenda e soprattutto sui suoi
sentimenti, forse aveva ragione Roy, doveva restare a casa e riprendere
la sua
vita invece di scappare, ma d'altra parte sperava che
tornando in Francia tutto
sarebbe tornato come prima, lui e Alfonse sarebbero tornati nella loro
bella
casetta, dove si sarebbero amati in segreto nella loro
intimità perfetta.
Ma
se si sbagliasse? Se non
cambiasse nulla... anzi peggiorasse ulteriormente?
Il
suo cuore sembrava spaccato a metà e non sapeva quale dei
pezzi salvare:
L'America, la sua patria, la sua dolce casa con un uomo che avrebbe
volentieri
preso a calci ma allo stesso tempo avrebbe baciato giurandogli amore
eterno o
la Francia, il suo sogno ad occhi aperti, la sua storia d'amore
proibita con un
dolcissimo ragazzo.
Al quale però...
non avrebbe
mai giurato cose del genere.
Non che non le sentisse ma
Roy era diverso, con quel suo fare magnetico e affascinante sapeva bene
come
prenderlo e sapeva come farlo cadere ai suoi piedi come una ragazzina
infatuata.
Ci
voleva ad odiarlo...
doveva metterci molto impegno per non dimenticare.
Sentì
improvvisamente il
rumore di passi fuori nel corridoio e istintivamente chiuse gli occhi
fingendo
di dormire, il caminetto acceso riscaldava la stanza e le fiamme in
movimento
lo illuminavano a tratti, c'era un'atmosfera molto pacifica e serena,
non
avrebbe faticato a prendere sonno realmente.
Alfonse
entrò
silenziosamente nella stanza e dopo aver visto Edward sul letto si
tolse le
scarpe per non fare rumore e lentamente gli si avvicinò: si
sentiva in colpa
per come l'aveva trattato e sperava di potergli parlare, ma avrebbe
aspettato,
per ora gli fece una carezza e lo coprì con una coperta ai
piedi del letto per
poi entrare in bagno per farsi una doccia.
Quando
uscì si cambiò velocemente,
non era nemmeno ora di pranzo e non aveva voglia di tornare a dormire,
comunque
sarebbe rimasto al fianco del biondino, mentre magari leggeva qualcosa
in
attesa che si svegliasse.
Però
non fece in tempo a
prendere nemmeno un tomo dalla sua raccolta personale che qualcuno
bussò alla
porta facendolo sobbalzare, più che altro non voleva
disturbare il sonno
dell'altro così si alzò e aprì la
porta.
-Oh
sei tu...-
Sussurrò
funereo incontrando
lo sguardo scuro e penetrante del diretto rivale che gli sorrideva in
modo
furbo e per lui agghiacciante.
-Hai
chiarito con El?-
Di
sfuggita diede
un'occhiata all'interno della stanza e notò la posizione che
aveva Edward nel
letto e per lui che lo conosceva come un libro aperto non era difficile
capire
che non stava veramente dormendo, altrimenti avrebbe avuto la pancia
scoperta e
la sua deliziosa boccuccia aperta quindi decise di sfruttare la
situazione a
suo vantaggio, visto che il caro sfigato tedesco non ne aveva
sicuramente idea.
-Che
ti importa?-
-Mi
importa visto che lo hai
ferito cazzone che non sei altro-
-Ha
parlato il puttaniere-
-Ehi
avrò fatto anche degli
sbagli ma con me Edward ha passato anni stupendi e lo conosco meglio di
quanto
tu possa conoscerlo in una vita quindi bada a quello che fai-
Sapeva
tanto di minaccia,
una minaccia solida come la roccia e facilmente realizzabile, aveva
già avuto
l'occasione di provare la sua forza, che con una piccola spinta lo
aveva quasi
fatto sbilanciare.
-Hai
finito? Posso
interrompere questa sgradevole conversazione?-
-No,
devi dargli questo da
parte mia e non ti azzardare ad aprirlo-
Mise
in mostra uno scrigno
nero con un lucchetto che poteva essere aperto solo tramite una
combinazione,
si chiese cosa ci fosse dentro, se avrebbe compromesso il loro rapporto
danneggiandolo in qualche maniera.
Non
sapeva se prenderlo e
chiudergli la porta in faccia o rifiutare e chiudergli la porta in
faccia
ugualmente.
-C'è
la combinazione non
potrei aprirlo nemmeno volendo-
-El
però può, lui la conosce
molto bene la combinazione visto che lo abbiamo chiuso insieme tanto
tempo fa
ed è molto importante per entrambi-
-Perché
conservi le sue
cose?-
Chiese
geloso dei segreti
che avevano quei due, che li legavano ancora.
-Non
è la sola cosa che ho
conservato, sai nella mia stanza ho: I suoi quadri, la sua spazzola
preferita,
i suoi vecchi vestiti...-
-Dipingeva?-
-No,
si faceva dipingere, in
quadri molto molto... come dire, sexy, oh aspetta non lo sapevi vero?
Bé adesso
si... buona giornata sfigato-
E
con ciò chiuse la
conversazione andando per la sua strada, lasciandolo a dir poco
infuriato con
quella scatoletta ancora tra le mani.
Chiudendo
la porta iniziò a
guardarla seduto davanti al camino, c'erano incise delle frasi sopra ma
erano
in inglese e non riusciva a capirle.
Poi
però prese il suo
cellulare e le riscrisse cercando di tradurle.
In
alto c'era scritto: “Il
nostro piccolo sporco segreto”
Gli
fece gelare il sangue
nelle vene ma continuò cercando di non crollare
psicologicamente.
Poi
sotto c'era: “El
e Ro
per sempre insieme” Con un cuore inciso sul
legno, da quello che poteva capire
si trattava di una scatola contenente i loro segreti d'amore.
Sapeva
che non doveva
fidarsi di quell'avvoltoio.
Avvertì
dietro di sé un
leggero rumore di coperte, infatti Edward si stava
“svegliando” e il suo
ficcanasare veniva purtroppo interrotto, si alzò
avvicinandosi per posare la
scatoletta sul comodino per poi chinarsi e dargli un bacio sulla
guancia.
-Che
stavi facendo...?-
-E'
passato Mustang con
qualcosa per te... ma prima volevo dirti che mi dispiace per essermi
comportato
come un idiota prima, puoi perdonarmi?-
Si
inginocchiò ai suoi piedi
aspettando che si girasse per poterlo vedere, rimase stupito nel
vederlo lì
come un cucciolo bastonato in cerca di coccole quando fino a poco prima
aveva
fatto lo spaccone insensibile.
-Dai
Al non fare così... ti
perdono non importa, ma ora alzati-
-Grazie
Ed...- Galantemente
gli prese una mano baciandola in segno di riconoscimento.
-E'
quello...?-
Il
biondino appena vide
quella scatoletta parve riconoscerla subito, Alfonse però
non riuscì a
decifrare l'espressione sul suo volto.
-Si...
che cos'è?-
-Oh...
bé nulla...- Si alzò
lentamente quasi con timore di toccare nuovamente quel contenitore, lo
prese
quasi accarezzandolo con i pollici, mise gli stivaletti di pelliccia e
si
diresse verso la porta senza aggiungere altro.
-Ed
dove vai? vuoi che venga
con te?-
-No
Al... devo fare una cosa
solo... torno tra poco-
Non
capiva cosa stesse
succedendo ma gli lasciò giustamente il suo spazio, l'unica
cosa che poteva
fare era aspettare.
…
Flashback
Era
una bellissima giornata di sole a New York, Edward Elric e Roy Mustang
passeggiavano mano nella mano sotto gli alberi giganteschi di Central
Park, si
godevano il sole, il cinguettio degli uccelli e quella sensazione di
serenità
che aleggiava intorno a loro.
-E'
stato un anno stupendo
El...-
Il
più grande scansò qualche
ciocca di capelli dall'orecchio del biondino per sussurrargli con voce
suadente
parole d'amore, che sarebbero sempre rimaste nel cuore di entrambi.
-Si
lo penso anche io...-
Si
sedettero sull'erba abbracciati, felici come non mai per essersi
ritrovati e
per aver passato un anno stupendo assieme, viaggiando per l'America
come due
novelli sposi: Las vegas, Chicago, California, Messico, Brasile... era
stato tutto
magico.
Avevano
fatto l'amore su
infiniti prati e si erano scambiati voti eterni di fedeltà
in ogni dove
suggellando nuovi patti con le labbra accese di passione, l'ardente
desiderio
che provavano l'uno nei confronti dell'altro.
-Che
ne dici se ci accampassimo
in questa zona remota con una tenda e passassimo la notte sotto le
stelle? Io e
te?-
Chiese
Roy baciandolo,
istigandolo ad iniziare una lotta che sarebbe stato difficile finire.
-Non
so potremmo metterci
nei guai...-
La
cosa in realtà lo
emozionava, Roy era
quel tipo di uomo che avrebbe potuto adorare ciecamente per
tutto il resto della vita.
L'amore
con lui era come
fare i fuochi d'artificio ma sapeva sorprenderlo in qualsiasi modo,
anche con
piccoli gesti quali una coppa di gelato o una cena vegetariana solo per
lui o
una rosa rossa, un bacio improvviso, una carezza, aveva la certezza di amarlo
alla follia come mai aveva amato nessun altro, lui era come il suo Dio, la
sua
figura di riferimento, la persona dalla quale voleva essere rassicurato
e protetto
come un cucciolo.
-Mmh...
dici che ci
metteremo nei guai se scaviamo un buchetta qui?-
-Perché
vuoi scavare
qui...?-
-Guarda...-
Da
una sacca tirò fuori una
scatola di legno e gliela porse facendogli capire che la sorpresa stava
dentro.
Quando
la aprì... c'erano
tutte le foto dei loro viaggi, le chiavi del lucchetto che avevano
attaccato
sul cancello del campus, con le loro iniziali e il giorno del diploma,
quando
avevano scoperto i loro sentimenti, più sul retro una
piccola dichiarazione
d'amore: “Crollasse
la terra, precipitassero le stelle dal cielo in una pioggia
infuocata ma ti amerò per sempre Roy Mustang, e io
amerò per sempre te mio
piccolo biondino” era scritta su un foglio di
carta a caratteri cubitali come
promemoria, poi c'erano addirittura i preservativi che non avevano
avuto modo
di usare durante il viaggio, quella era una dimostrazione della vena
pervertita
del suo caro compagno... e ancora c'erano tappi di bottiglie che
avevano bevuto
assieme, ciondoli a forma di cuore e due piccole fedine in argento che
nessuno
dei due aveva mai voluto indossare ma che avevano trovato nell'uovo di
pasqua
per qualche fortunato scherzo del destino.
-E'
bellissimo Roy...-
Quasi
gli venivano le
lacrime agli occhi per una tale dimostrazione d'amore, avrebbe gridato
a tutto
il mondo la sua felicità quel giorno.
Ma
glielo dimostrò con un
bacio più che appassionato, un bacio che si spinse in ben
altro che contatto di
labbra.
-El...
amami, per favore,
promettimi che mi amerai per sempre, qualsiasi cosa succeda, qualsiasi
cosa
possa accaderci-
Disse
il maggiore tra i
sospiri soffermandosi sul delicato visetto dell'altro, sulle labbra
rosee e sui
grandi occhi dorati e coperti da lunghe ciglia nere.
-Te
lo prometto, tu però
promettimi che non mi lascerai mai Roy, qualsiasi cosa succeda, sono
troppo
felice, permettimi di esserlo ancora-
-Certo
amore, tutto quello
che vuoi-
…
Fine flashBakc
Edward
Elric era seduto nel grande giardino dell'hotel, su una panchina
cosparsa di
neve, vecchia e logore che lo reggeva a mala pena.
Intorno
a lui non c'era anima viva, nessuno era così folle da uscire
con quel tempaccio
eppure lui aveva avuto il bisogno di fare quella follia.
Di
sedersi in solitudine,
ignorare il freddo pungente dal quale non poteva nemmeno difendersi non
avendo
portato una giacca e ricordare ciò che aveva spontaneamente
rimosso e che era
riaffiorato prepotentemente nel suo cuore ora che teneva in mano quella
scatoletta, aperta.
-Non
ci credo... ma vuoi
prenderti una polmonite?-
Si
voltò di scatto facendo
cadere un po' di neve che si era posata tra i suoi capelli, qualcuno lo
aveva
cercato e lo aveva anche trovato.
Ma
non era Alfonse, lui ora non c'era...
Vedeva
solo Roy Mustang,
visibilmente arrabbiato che lo raggiungeva annaspando tra la neve alta.
Non
disse nulla, lasciò che
si inginocchiasse ai suoi piedi e gli prese le mani ghiacciate cercando
di
scaldarle con le sue.
-Stai
congelando, che ti è
saltato in testa?-
Istintivamente
prese la
scatoletta, la chiuse mettendola da parte per concentrarsi solo ed
esclusivamente
su di lui e togliendosi galantemente il cappotto glie lo mise sulle
spalle
cercando di riscaldarlo.
-Ah
inutile, forza andiamo
dentro-
Senza
aspettare una sua
risposta lo prese in braccio come un bambino, in quell'enorme cappotto
e lo
portò in hotel.
Edward
intanto non riusciva
a capire perché
si fosse presentato Roy e non il suo Alfonse... non era nei
suoi progetti essere trovato ma qualcuno si era preoccupato per lui e
come un
eroe sul suo cavallo bianco era accorso in suo soccorso.
Perché
l'eroe doveva essere
Roy...?
Perché
il principe che si
aspettava lui non si era presentato...?
O
forse, in fin dai conti
sapeva... che sul cavallo bianco ci sarebbe sempre stata una sola
persona.
[Angolino
Autrice]
Ehilààà
xD rieccomi come ormai avrete capito u.ù con due nuovi chap
solo per voi ^_^
come vedete ho sottolineato
alcune cose nel corso della narrazione e penso che abbiate capito di
cosa si tratta:
Edward inconsciamente pensa
delle cose che nella realtà negherebbe ad oltranza ma mi
sembra abbastanza chiaro che ormai siamo quasi alla frutta... il suo
cuoricino si sta dividendo in due parti giorno dopo giorno... e Alfonse
non è stato in grado di mettere qualche toppa nel rapporto
per riparare ai danni commessi u.u
Ora, i due avranno un po' di
tempo per parlare e avere un confronto.... e precisamente mie care
sarà domani che Edward si renderà davvero davvero
conto di ciò che è accaduto.
Volete l'anticipazione?? ^^ ma
siiii dai eccola qua:
-Hai visto i progetti futuri
nella scatola? O ti sei dimenticato del doppio fondo?-
Qualcosa colpì la sua
mente
come un ricordo annebbiato, vide se stesso tanto tempo fa con Roy,
insieme
scrivevano dei biglietti che avrebbero messo nella scatola, era il
giorno in
cui l'aveva vista per la prima volta al parco ed era molto felice, ma
non
ricordava perché.
-Quale doppio fondo?-
Il moro allungò una mano
per
prendere la scatola, la aprì usando il codice ovvero il
primo giorno di scuola
in cui si erano conosciuti, scansò tutti quei ricordi e
aprì il sottofondo
tirandone fuori tanti biglietti sgualciti e impolverati.
-Prendine uno a caso, erano
i nostri progetti futuri-
Anche se insicuro fece come
gli era stato detto, prese un foglio a caso, lo aprì e
lesse: “Baciarsi sotto
la torre Eiffel”.
E ancora un altro:
“Prendere
in giro i Francesi e la loro puzza sotto il naso”.
“Farsi
una vacanza a New York anche vivendoci ogni giorno”.
“Coccolarsi
nell'acqua calda delle terme”.
-Li
hai contraffatti bugiardo!-
Lo accusò restituendogli i
foglietti.
-Oh no mio caro questa è
la
tua grafia, io ho scritto solo: “Bere una cassa di birra e
darsi alla pazza
gioia”.
-Molto poetico-
-Perché avrei dovuto
contraffarli poi?-
-Perché... sono tutte cose che
ho fatto con Alfonse-
Ta-ta-ta-taaan xD Che idea vi siete
fatte? Vi piace il capitolo e che pensate dei prossimi? ^_^
misà che sta per arrivare una bella bufera a New York o
meglio nel cuore di una certa persona... u.ù
^_^ Allora, ringraziamenti:
Chiby Rie_chan
MXI
HaChiElriC
Non
odiatemi se vi lascio così ^^' con questi tremendi dubbi...
dai oggi sono particolarmente buona, quindi se finisco di rivedere i
capitoli per questa sera aggiornerò ^__^ fatemi sapere che
ve ne pare! Un bacione!
Enjoy!!
|
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Capitolo 6 *** Chap 9 and 10_ Rotture e veri sentimenti ***
[Chap
8_Pt.1]
La
stanza era silenziosa e
calda, scura ma accogliente al tempo stesso, lo faceva sentire a casa
trasmettendogli un senso di sicurezza e beatitudine.
Seduto
difronte al caminetto
non si spiegava quelle emozioni rinnovate che lo invadevano totalmente
scaldandogli il cuore, forse unico organo non congelato dalla neve.
Osservava
le fiamme danzare
cercando solo una distrazione per uscire al più presto da
quella situazione a
dir poco scomoda: Roy Mustang lo aveva salvato dal gelo invernale
portandolo di
peso nella sua stanza e chissà per quale miracolo Alfonse
non si era accorto di
niente, seppure le due camere fossero l'una dinanzi all'altra.
-Hai
fatto una stronzata...-
Il
moro comparve dalla porta
del bagno con tutta naturalezza senza una camicia o un maglione
addosso, a
pettorali scoperti come se fosse la cosa più normale del
mondo ultimamente
mostrare il proprio corpo scolpito, almeno però aveva
indossato i pantaloni di
una tuta e dei calzini, visto che anche i suoi vestiti si erano bagnati
tra la
neve che entrati in hotel si era sciolta.
-Non
serve ricordarmelo...-
Lo
riprendeva come se fosse
un adulto responsabile e lui un bambino testardo, non ne aveva nemmeno
il
diritto, in quanto stronzate era lui a detenere il record mondiale.
-Tieni...-
Si
avvicinò porgendogli uno
dei suoi maglioni enormi, che sicuramente lo avrebbe riscaldato, ma non
voleva
spogliarsi davanti a lui e nemmeno dargli la soddisfazione di
accettarlo e
tornare da Alfonse con quello indosso, sarebbe stato umiliante.
-Preferisco
rimanere bagnato
piuttosto-
Confermò
il tutto con un
leggero starnuto simile allo squittio di un topino infreddolito e con
il pelo
bagnato.
-Certo
sarebbe una cosa
sensatissima topo giggio, su forza non lo dirò allo sfigato-
-Non
lo indosso lo stesso-
-D'accordo
allora andrò da
Alfonse e gli dirò di portarti dei vestiti nella mia stanza-
Sapeva
bene come ricattarlo
quel viscido!
Se
Alfonse avesse saputo di
tutta quella storia avrebbe anche potuto fraintendere! Insomma era
nella stanza
di Roy Mustang, cosa già di per sé sbagliata, con
i vestiti bagnati e con
quell'imbecille a petto nudo!
Era
tutto sbagliatissimo!!
-Non
ci provare nemmeno!-
-Allora
ci vai tu a
spiegargli tutto?-
-Neanche
per sogno-
-Non
vedo altre alternative,
o forse si: Metti questo maglione e aspettiamo che i tuoi vestiti si
asciughino
davanti al fuoco, ci vorrà pochissimo-
Certo
la faceva facile lui,
si stava sicuramente divertendo un mondo.
-No-
-Sei
impossibile, devo
toglierteli io? Sai che sono in grado di farlo-
-Ricattatore,
d'accordo
dammi questo coso-
Velocemente
lo prese e si
chiuse in bagno insultandosi mentalmente per la sua ingenua
stupidità, appena
lo aveva visto doveva darsela a gambe oppure tuffarsi nello stagno
ghiacciato
sperando di spaccare lo strato gelido ed arrivare da qualche altra
parte a
nuoto, prima che finisse congelato ovviamente.
Quando
tolse i vestiti e
indossò quel maglione caldo venne invaso dal profumo
dell'altro che lo riportò
ai bei tempi, quando rimanevano accoccolati tra le coperte tutto il
giorno,
mangiavano schifezze e si prendevano in giro.
Erano ricordi magici e
meravigliosi ma sarebbero rimasti nel cassetto, mai li avrebbe tirati
fuori
facendosi condizionare da essi per cadere di nuovo tra le braccia di
quel don
Giovanni senza speranza.
Lui
amava Alfonse, Alfonse e
solo Alfonse! Non c'era spazio per nessun altro.
-Contento?-
Uscì
da bagno avvicinandosi
molto velocemente al camino per posare i suoi vestiti lì
vicino e sedersi a
terra come il moro che aveva un sorriso sghembo stampato in faccia,
sicuramente
al settimo cielo.
-Molto,
dai vieni qui che
non ti mangio, ti asciugo i capelli-
Ma
si avvicinò lui intuendo
che il biondino non avrebbe mosso nemmeno un passo microscopico,
così con un
piccolo phon prese ad asciugargli i capelli.
-Perché
li hai tagliati?
Erano tanto belli prima...-
-Mi
andava di farlo-
-Comunque...
visto qualcosa
di interessante nella nostra scatoletta?-
-Un
po' tutto... ma non ti illudere, sono sicuramente ricordi bellissimi e
un tempo
potevo anche amarti ma non me lo dimentico quello che hai fatto e per
la
cronaca se alludi alla promessa del “Per sempre” si
è rotta con la puttana-
-Sei
sempre così delicato...
ti ho spiegato un milione di volte com'è andata,
dimenticatela quella... non
conta niente-
-Si
che conta, se ci sei
andato a letto conta fine del discorso-
-Hai
visto i progetti futuri
nella scatola? O ti sei dimenticato del doppio fondo?-
Qualcosa
colpì la sua mente
come un ricordo annebbiato, vide se stesso tanto tempo fa con Roy,
insieme
scrivevano dei biglietti che avrebbero messo nella scatola, era il
giorno in
cui l'aveva vista per la prima volta al parco ed era molto felice, ma
non
ricordava perché.
-Quale
doppio fondo?-
Il
moro allungò una mano per
prendere la scatola, la aprì usando il codice ovvero il
primo giorno di scuola
in cui si erano conosciuti, scansò tutti quei ricordi e
aprì il sottofondo
tirandone fuori tanti biglietti sgualciti e impolverati.
-Prendine
uno a caso, erano
i nostri progetti futuri-
Anche
se insicuro fece come
gli era stato detto, prese un foglio a caso, lo aprì e
lesse: “Baciarsi sotto
la torre Eiffel”.
E
ancora un altro: “Prendere
in giro i Francesi e la loro puzza sotto il naso”.
“Farsi
una vacanza a New York anche vivendoci ogni giorno”.
“Coccolarsi
nell'acqua calda delle terme”.
-Li
hai contraffatti bugiardo!-
Lo
accusò restituendogli i
foglietti.
-Oh
no mio caro questa è la
tua grafia, io ho scritto solo: “Bere una cassa di birra e
darsi alla pazza
gioia”.
-Molto
poetico-
-Perché
avrei dovuto
contraffarli poi?-
-Perché...
sono tutte cose
che ho fatto con Alfonse-
A
quelle parole Roy sembrò
illuminarsi e saltò in aria con tutto l'entusiasmo che
possedeva.
-Sapevo
di essere nel
giusto, quello sfigato è un rimpiazzo! Rimpiazzo! Rimpiazzo!
Ammettilo, mi ami
ancora ma sei troppo orgoglioso per cedere-
-Finiscila
di dire idiozie!
Io ti detesto-
Anche lui si alzò di
scatto
paonazzo in viso per quelle affermazioni, arrabbiato ma con le farfalle
allo
stomaco allo stesso tempo.
-No,
tu mi ami follemente
come se non fosse passato un giorno ma sei arrabbiato e non vuoi
fartela
passare, andiamo, io ti ho tradito con quella, tu con lo sfigato, ma in
realtà
non possiamo vivere lontani-
-Ti
stai facendo tante
illusioni-
-Io
so che vuoi anche
baciarmi quindi perché non levarsi il pensiero?-
Gli
prese le mani avvicinandolo
al suo petto caldo e scolpito anche se il biondino si dimenava cerando
di
prenderlo a schiaffi per tanta arroganza.
-Io
non voglio baciarti e se
volessi farlo l'avrei già fatto!-
-Allora
fallo-
-Neanche
se fossi l'ultimo
essere umano presente sulla terra-
Detto
ciò si liberò, prese i
suoi vestiti e si diresse verso la porta evitando ampiamente di
raggiungere il
limite della sua sopportazione e fare qualcosa di cui avrebbe potuto
pentirsi.
-Puoi
scappare quanto vuoi
ma ti avverto, ti seguirò anche fino in Francia se
necessario!-
-Va
a quel paese!-
Sbatté
la porta con violenza
attraversando il corridoio fortunatamente deserto che lo separava dalla
sua
camera, aprì la porta e fu sollevato nel vedere che Alfonse
non c'era, così si
cambiò alla svelta e lo aspettò dinanzi al camino
cercando di sbollire tutta
quella rabbia per non darla a vedere.
Anche se avrebbe dovuto
spiegare molte cose ma non al suo compagno, quanto più a se
stesso.
[Chap 8_pt.2]
La
stessa sera Alfonse
rientrò piuttosto tardi in camera e fu sollevato nel vedere
che Edward era lì
ad aspettarlo sano e salvo, lo aveva cercato per tutto l'hotel quel
pomeriggio
e stava veramente considerando l'idea di uscire con la tormenta nel
caso in cui
si fosse avventurato da qualche parte.
-Ehi
finalmente ti ho trovato...
tutto a posto? Dov'è lo scrigno?-
Si
avvicinò a grandi passi
sollevato nel notare che la scatoletta che gli aveva causato tutte
quelle
preoccupazioni non c'era e dentro di sé, sperava davvero che
fosse stata
restituita al mittente, con tanti insulti.
-Ce
l'ha Mustang...-
Tuttavia
nella stanza c'era
un'atmosfera fredda e anche se era seduto al fianco del ragazzo che
amava,
dinanzi al fuoco non riusciva a sentire il suo calore, era come spento.
-Glie
l'hai ridata
quindi...-
-Si-
Cercava
in vano di guardarlo
negli occhi, coperti dalla frangia ma per raggiungerlo e stabilire il
contatto
di cui sentiva tanto bisogno gli prese la mano, stringendola con
sicurezza.
-E
allora cosa c'è che non
va...?-
La
stretta però era a senso
unico, Edward non ricambiava, non stringeva la presa in cerca di
affetto e
protezione, era come indifferente.
-Niente
è che... quella
scatola mi ha un po' scombussolato, sai l'avevamo seppellita insieme a
Central
Park e dentro ci sono i nostri ricordi e le nostre foto e...-
Si
bloccò per via di un
fastidioso groppo in gola che gli impediva di continuare, almeno senza
piangere
e visto che non voleva lasciarsi andare a quel livello e non voleva
nemmeno
mostrare simili lacrime ad Alfonse si fermò prendendo un
respiro profondo.
-E
cosa? Noi abbiamo ricordi
migliori, abbiamo il nostro amore, io ho te e tu hai me... no?-
-Al... io non voglio ferirti
capisci? Vorrei amarti con tutto il mio cuore ma adesso è
spaccato a metà e io
non me ne sono mai accorto, o almeno ho sempre finto di non
accorgermene...-
Non poteva smentire le
parole di Roy neanche volendo, quelli erano i loro ricordi e le loro
speranze e
lui ne aveva abusato inconsciamente, aveva sostituito Alfonse a Roy e
quel caro
ragazzo non meritava un amore fasullo.
Credeva di odiare il suo ex,
era diventata una certezza, la sua ancora di salvataggio e invece
tornando a
New York si era accorto di tante cose, era solo scappato dalla
tristezza quella
sera, era fuggito senza mai voltarsi ma così facendo non
aveva cancellato
nulla, il suo passato era lì e lo stava aspettando a braccia
aperte.
-Quindi
fammi capire, sei
incerto su ciò che provi per me? Sei ancora innamorato di
lui?-
-No
Al, io devo far
chiarezza nella mia vita e avere la certezza di amarti e di averlo
dimenticato,
devo capire cosa provo per entrambi-
-E
quindi cosa faremo nel
frattempo...?-
-Non
lo so...-
Alfonse
si sentiva male
ascoltando quelle parole, lui amava Edward con tutto se stesso e non
poteva
credere che il loro rapporto rischiasse di finire per colpa di un
idiota
arrogante, ma comunque cercò di comprendere
perché alla fine di tutta quella
storia poteva avere la certezza che il suo fidanzato lo amava veramente
e in
caso contrario sarebbe stata la decisione più giusta, quella
dettata dal cuore.
-Non
fa niente Ed, prenditi
il tempo che ti serve-
Il
biondino lo abbracciò
riconoscente per tanta comprensione, gli posò un casto bacio
sulle labbra e
uscì afferrando il maglione che Roy gli aveva prestato, che
fortunatamente
Alfonse nemmeno aveva visto.
Fuori
dalla stanza non
poteva credere a ciò che aveva appena fatto, con quale
coraggio aveva chiesto
una pausa al suo fidanzato? Non riusciva a crederci ma Roy ci era riuscito, li
aveva messi in crisi...
Che
fare ora?
Sicuramente
doveva
riflettere e anche bene... ma prima di tutto doveva restituire con
molta
gentilezza il maglione a quel cretino e ciò significava,
lanciarglielo in
faccia con tutta la forza che aveva.
Sperando
di non essere
notato da Al, si avvicinò alla porta della suite difronte la
sua e bussò
delicatamente, dopodiché udì dall'interno un
rumore ovattato di passi e si
ritrovò dinanzi al moro che come al solito sorrideva in modo
sghembo e secondo
lui da totale presa per i fondelli.
-Questo
è tuo- Gli fece
vedere il maglione e lo restituì con mano molto delicata,
tanto che quasi
l'altro fu spinto indietro.
-Wow,
devi essere arrabbiato
per qualcosa se non avessi i miei bellissimi muscoli a proteggermi mi
avresti
fatto male-
-Smettila
di vantarti
cretino, sono arrabbiato con te-
-Perché?
Perché ti ho messo
davanti alla verità? Scusa se ci tengo...-
Il
biondino per paura che
Alfonse potesse ascoltare qualcosa lo spinse all'interno della stanza
chiudendo
la porta.
-Vuoi
che ci senta per
caso?!-
-Solo
tu hai problemi a
riguardo, io ti amo e posso anche andarglielo a dire a quello sfigato
anche se
penso che lo abbia capito-
-Sei
veramente uno stupido,
non ti basta averci messi in crisi devi anche gongolare e sbattercelo
in
faccia?-
Si
bloccò subito dopo
rendendosi conto solo a danno fatto di ciò che aveva appena
detto, pregò che
l'altro non avesse capito ma quanto si trattava di Roy Mustang, capiva
benissimo
tutto quello che lo interessava.
-Aspetta
aspetta aspetta, vi
ho messo in crisi? Vuoi dire che hai litigato con lo sfigato?-
Sembrava
come un bambino il
giorno di natale, si sarebbe messo a saltare dalla gioia da un momento
all'altro, ci avrebbe scommesso i pantaloni.
-Gli
ho chiesto una pausa,
non ti scaldare troppo...-
-Bé...
ma questo vuol dire
che hai dei dubbi- Ecco che ricominciava a fare il dongiovanni
tentatore, si
avvicinava a lui sempre di più inchiodandolo con le spalle
alla porta, in modo
da non farlo scappare, con le sue forti dita gli alzava il mento
legando gli
sguardi tra loro. - E' così? Hai dei dubbi micetto? Ti stai
finalmente rendendo
conto di chi sia il tuo uomo? Il tuo vero ed unico amore?-
-Io
ti detesto però non
voglio che un bravo ragazzo come Al debba rimetterci, non farti
illusioni-
-No
no no tu non detesti
me...- Si stava facendo fin troppo vicino, lui, le sue labbra, i suoi
occhi, il
suo fiato caldo -Detesti
il fatto di amarmi ancora-
-Nei
tuoi sogni-
-Nei
miei sogni sei nudo e
pazzo di me quindi no, non penso che questo sia un meraviglioso sogno-
-Mi
fai schifo, Dio avevo
dimenticato quanto fossi pervertito-
-Oh
no a te piace la mia
vena pervertita, ammettilo vorresti baciarmi-
-Ma
per favore, vomiterei-
-Ammettilo
farai un favore a
te stesso-
-Non
direi, il favore me lo
faccio stando lontano da te-
-Tu
vuoi baciarmi, perché
sai che sarebbe meglio che baciare quello sfigato totale-
-Anche
se ti baciassi non
proverei un bel niente-
Affermò
sicurissimo di sé e
invece l'altro non voleva minimamente ammettere di aver torto, anche
lui era
certo di ciò che stava dicendo, così si
avvicinò al suo orecchio e sussurrò un
ultima piccolissima cosa che lo fece andare su tutte le furie -Andresti
a
fuoco-.
E
infatti ci andò ma per la
rabbia, voleva
provare a tutti i costi di aver ragione così senza preavviso
afferrò la maglia dell'altro tirandoselo addosso per
stampargli un bacio
mozzafiato sulle labbra.
D'altro
canto, Mustang
essendo stato provocato non poteva non rispondere al fuoco che aveva
atteso per
così tanto tempo, lo strinse a sé ancora di
più approfondendo quel meraviglioso
contatto.
Si scambiarono baci
lunghissimi e pieni di ardente passione per minuti interi fino a che le
labbra
di entrambi non divennero rosse e l'ossigeno arrivò allo
stremo, così Edward lo
scansò asciugando un piccolo rivolo di salita al lato della
bocca con la manica
della maglia.
-Visto?
Niente, niente di
niente, tu per me non esisti nemmeno-
-Ma
per favore, è stato un
bacio magnifico e scommetto che non ne dai di così al tuo
caro Alfonse, non lo
sfiori nemmeno quel soggetto-
-E'
molto delicato e non è
il tipo quindi non infierire anche su questo-
-E'
uno sfigato, fine del
discorso, non c'è altro da dire... con lui non ti si accende
la scintilla che
ti ha portato a baciarmi adesso, con lui non saresti caldo nemmeno in
una
sauna-
-Adesso
non ha importanza,
spetta a me riflettere su certi aspetti e poi il fattore fisico non
è la sola
cosa importante in un rapporto-
-In
un rapporto tra
vecchietti no...-
-Smettila
con questo dannato
sarcasmo, ti ho riportato il tuo maledetto maglione quindi prendilo e
rimettilo
nel tuo armadio- Arrabbiato prese nuovamente il maglione andando verso
la
stanza guardaroba.
-No
Ed non aprire quella
stanza!-
-Perché?
Hai qualcosa da
nascondere...?-
Non
ascoltò il suo
avvertimento e aprì di scatto la porta ma quando
guardò all'interno rimase a
dir poco pietrificato:
Alle
pareti erano appesi
quadri giganteschi che lo ritraevano e di cui quasi si era dimenticato,
quadri
molto sexy tra l'altro, c'erano anche alcuni suoi effetti personali
come la sua
spazzola, le ciocche colorate che attaccava ai capelli, tutti i suoi
pantaloni
di pelle, gli stivali, le magliette, le giacche, addirittura i suoi
libri di
scuola e il suo diario, tutte cose che aveva lasciato nella loro casa
ma che
non pensava di rivedere.
-Che
cosa sarebbe questo
Roy...?-
-Ehm...
bé sono qui in hotel
perché sto ridipingendo casa e non mi separo mai da queste
cose quindi dovevo
trovarglielo un posto-
-Quindi
trovi normale il
fatto di aver conservato tutte le mie cose e di portartele dietro?!-
-Te
l'ho detto, io non mi
sono mai dimenticato di te e ti amo ancora...-
Sentì
la mano calda del moro
stringere la sua e guardandolo negli occhi, per una volta sinceri e
innamorati
come quelli di un cucciolo, come quelli di un essere umano o meglio del
ragazzo
di cui si era innamorato tanto tempo fa, sentì una stretta
al cuore.
-Ti
detesto...- Sussurrò
stanco andandosi a sedere sul letto, al limite della sopportazione e
della
confusione.
-L'ho
capito questo, ma ora
di cosa mi incolpi?-
-Prima
ho baciato Al... ma
non mi ha fatto nessun effetto, almeno non come fidanzato,
però ho apprezzato
il suo abbraccio-
-Quindi
hai capito che lo
sfigato per te è solo un amico?-
-Si...
è così complicato-
-No
non lo è...- Si avvicinò
sedendosi al suo fianco, lo abbracciò niente di
più, gli accarezzò la schiena e
la testolina bionda cercando di rassicurarlo solo dopo gli diede un
leggero
bacio sulla guancia.
-Ti
odio...-
-Anche
io ti amo...-
[Angolino Autrice]
Eeeeeh rieccomi ^^
allooora vi piace questo fantastico capitolo? *-* Io l'avevo detto che
succedevano grandi cose ù.u è ufficiale, Edward
ha fatto chiarezza nei suoi sentimenti o almeno in parte... si
è accorto di non amare Alfonse... ma si renderà
conto di amare forse qualcun'altro di estremamente vicino??
Vedremo vedremo
^_^ piccoli passi Ed... e ce la farai XD
Quanto mi piace
sottolineare le sue piccole insicurezze sentimentali u_u
Comunque.... ^-^
volete l'anticipazione? Ma si che la volete XDD
-Che
devo dirti? Io ho
ammesso un milione di volte di essere stato un cretino, non dovevo
tradirti e
lo so, ammetto di essere stato un immaturo e di non aver mai apprezzato
ciò che
avevo davanti agli occhi quando era l'unica cosa di cui avevo realmente
bisogno, all'inizio sei stato come un capriccio ne sono cosciente, ti
volevo
perché eri diverso, perché eri speciale ma poi
sei diventato molto di più, io
ho imparato ad amarti veramente e ho sottovalutato ciò che
sentivamo l'uno per
l'altro per la debolezza di una notte, Ed per piacere perdonami, non
odiarmi, io
sono cambiato e non commetterò mai più lo stesso
errore, è stata tutta colpa
mia e voglio rimediare con tutto me stesso, sono al tuo fianco e ci
sarò
sempre, d'ora in poi ci penso io a te-
Avvicinò
la mano alla sua
per stringerla, aspettando una risposta e nel frattempo ancora una
volta gli
sguardi si incontrarono e si fusero in una cosa sola, inscindibile e
perfetta.
-So
che sei pentito e ti
credo ma ho paura Roy... devo fidarmi nuovamente di te e non so se ci
riuscirò-
-Ma
ci siamo baciati, io ti
amo e tu ami me... ti darò tutto il tempo del mondo,
aspetterò altri cinque
anni e più se sarà necessario ma ti voglio El...
voglio il vecchio te, puoi
nasconderti sotto un taglio di capelli diverso e questi vestiti comuni
ma la
tua personalità grida per venire fuori ogni volta che sei
con me e non puoi
smentirlo-
Non
sapeva più che dire, si
ammutolì per mancanza di risposte perché in parte
era vero, sentiva il bisogno
di essere più libero e di fare ciò che volva,
cosa che nell'ultimo anno non
aveva mai fatto, forse tornare alle origini non sarebbe stato affatto
male ma
allo stesso tempo era insicuro.
-Anche
perché...- Continuò
il moro attirando nuovamente la sua attenzione -Recentemente ho sentito
un tuo
caro amico che era in viaggio con la sua band nel sud America e gli ho
riferito
che eri qui a New York-
-Cosa...?-
Un
brivido gelato gli
attraversò la schiena nel sentire quelle parole che
preannunciavano solo
sventura, morte e distruzione.
-Hai
capito benissimo, Envy
sa che sei qui a New York-
-E
che ha detto? Voglio
dire, n-non tornerà vero?-
-Oh
dai non vuoi rivederlo?-
-Certo
che voglio ma non
conciato così!!-
-Adesso
ti vergogni eh?-
Scoppiò in un indelicata e sonora risata immaginando la
scena dei dure cari
compagni che si ritrovano e soprattutto delle torture che Envy
potrà
architettare per punirlo dopo averlo visto.
-Non
è che mi vergogno ma
Envy è Envy e si infurierà tantissimo con me!
Dimmi che non gli hai detto di
venire!-
-No io non gli ho detto
nulla, è lui che ha insistito per sapere il nome dell'hotel
e che ha sospeso il
suo tour per precipitarsi qui-
Hahahahahahaahahah XD ragazze io ho
iniziato a ridere da un bel po' ma vi assicuro che quando
arriverà Envy inizierete anche voi XD
Allora allora, ieri non ho fatto in
tempo a rivedermi tutte queste cose e chiedo venia u.u ma forse questa
sera ci riesco ^_^
Ora, come sempre ringrazio:
HaChiElriC
MXI
Chiby Rie_chan
^____^
alla prossima gente! Un bacione a tutte
Enjoy!!
|
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Capitolo 7 *** Chap 11 and 12_Cambio di Look e festeggiamenti folli ***
[Chap_9 Pt.1]
Quella
mattina il sole sorse
all'orizzonte in modo differente dal solito, per la prima volta dopo
lunghi
giorni di abbondante nevicate riusciva a sovrastare le nuvole grigie e
farsi
vedere in un cielo finalmente limpido.
Certo
l'aria restava fredda
e i gradi non si alzavano ma gli spazzaneve avevano l'occasione di
uscire e
dare il meglio sgomberando le strade dalla neve che andava lentamente a
sciogliersi, così anche gli aereo porti potevano finalmente
riaprire e
permettere a turisti e lavoratori di spostarsi in libertà.
Edward
Elric questo non
l'aveva ancora capito poiché era immerso ancora nel mondo
dei sogni e non
sembrava volersi per niente svegliare, era così bello stare
tra le coperte, al
riparo dal freddo con il caminetto acceso e tutto ciò di cui
aveva bisogno a
portata di mano.
Peccato
che però non si trovava
nella sua stanza bensì in quella di Roy Mustang, la sera
prima si era fermato a
parlare con lui, aveva scoperto molte cose e fatto almeno in parte
chiarezza
sui suoi sentimenti.
Ma
la stanchezza dovuta agli
avvenimenti di quella lunga giornata aveva avuto la meglio su di lui e
si era
addormentato senza nemmeno rendersene conto.
D'altro
canto il caro
Mustang non poteva certo rovinarsi quella deliziosa visione
svegliandolo,
dormiva così bene e poi non aveva l'occasione di stare
così tanto tempo con lui
da troppo tempo, e allora aveva deciso di metterlo sotto le coperte e
dormire
al suo fianco come una volta.
Sarebbe
rimasto tutto in
quella perfetta atmosfera di vetro se il sole non avesse iniziato ad
invadere
la stanza, felice di essere tornato a splendere nel cielo di New York,
soprattutto sul viso del nostro biondino che infastidito fu costretto a
svegliarsi e girarsi tra le coperte in modo da non essere
più esposto.
Però
dovette comunque aprire
gli occhi visto che si trovò su un petto fin troppo spazioso
e forte per essere
quello di Alfonse e tra l'altro non ricordava nemmeno di essere tornato
nella
loro stanza.
-Ma
che...?- Confuso alzò lo
sguardo incontrando il viso beato e sereno del suo ex che dormiva
ancora
profondamente e finalmente ricordò ciò che era
accaduto, aveva praticamente
confessato di essere in crisi con il suo attuale e presunto fidanzato e
di
considerarlo solo un amico, ciò doveva avergli dato il via
libera per
comportarsi da maniaco.
Però
era tanto dolce... non
se la sentiva di svegliarlo per strillargli addosso,
non l'aveva per forza fatto con cattive
intenzioni, forse non voleva svegliarlo e basta... o conoscendo la
situazione
non voleva riportarlo in camera.
Ma
cosa avrebbe pensato
Alfonse di tutto questo? Sapeva di comportarsi da ipocrita, prima gli
aveva
chiesto una pausa di riflessione e poi si trovava a letto con il suo
ex,
insomma non avevano fatto mica qualcosa di male ma era sicuramente
equivocabile!
“Aspetta
ma noi ci siamo baciati... cioè no,
io ho baciato lui perché ero arrabbiato e lui mi ha
volentieri assecondato,
accidenti! Però... pensandoci, non è stato come
il bacio che ho dato ad Al,
quello non era niente, lui non mi suscita certi sentimenti,
perché è così
difficile? Forse ha ragione questa zucca vuota... odio solo il fatto di
amarlo
ancora, ho paura di quello che potrebbe accadere, non voglio essere
ferito
ancora, ma come lo dico ad Al? E poi varrebbe la pena
rischiare?”.
Si
alzò molto lentamente coprendo la parte del letto doveva
aveva dormito per non
svegliare l'altro e a piccoli passi cercò le sue scarpe, le
indossò e uscì
dalla stanza entrando nella sua.
Alfonse
si stava cambiando e
quando lo vide a quelle condizioni: Capelli spettinati, vestiti
sgualciti del
giorno prima, uno strano profumo addosso che sicuramente gli era
rimasto a
causa del proprietario, pensò per un istante male...
-Dove
sei stato? Non sei
neanche tornato questa notte...-
-Scusa
ma mi sono
addormentato...- Cercava di sviare il discorso per non rivelare da chi
era
stato e a fare cosa.
-Non
importa, ascolta Ed non
voglio metterti fretta ma hai visto il tempo fuori? Possiamo ripartire
adesso... e devo sapere se tornerai in Francia con me- Lo disse
tristemente,
dubitando quasi sicuro che in Francia ci sarebbe tornato da solo al 90%
delle
possibilità.
-Non
ci avevo fatto caso...-
Era inutile girarci intorno, gli era bastata una serata per capire i
suoi veri
sentimenti o meglio li aveva capiti grazie a Roy anche se era strano a
dirsi,
sentiva che la sua casa era L'America e per niente al mondo se ne
sarebbe mai
andato. -Bé Al... io resterò qui, mi dispiace ma
è questa casa mia-
-Capisco...
lo avevo
immaginato, sei così diverso da quando siamo arrivati,
questo è il tuo posto e
sicuramente non potrà mai essere il mio, perché
non mi ami giusto?-
-Sei
davvero un caro ragazzo
Al, dolce e fantastico ma io sono Americano, al 100% e non siamo
proprio sulla
stessa lunghezza tonda, credo che le tue delicate attenzioni faranno
felici
altre persone, ma non possiamo fingere e non possiamo nemmeno cambiare
per
compensarci-
-Tu
adori la calda passione,
gli uomini duri come la roccia e arroganti, i cibi stra fritti e quelli
troppo
dolci, sei così innovativo e rivoluzionario, sei
vegetariano, ribelle,
fantastico e bellissimo-
-E
tu tanto dolce, dedito
allo studio e al lavoro, delicato, morbido e caldo... tu hai bisogno di
una
principessa al tuo fianco, non di qualcuno che beve vodka ghiacciata e
sia
ribelle come me-
-Quindi...
stiamo
rompendo... mi mancherai, credo sia una stronzata chiederti di rimanere
amici-
-Dipende
dai punti di vista,
possiamo comunque provarci...-
-D'accordo
allora...
amici...- Fu tentato di abbracciarlo ma represse quello scomodo
istinto, dentro
di sé sapeva che sarebbe andata a finire così,
lui ed Edward appartenevano a
due mondi totalmente differenti ma ci sarebbe voluto moltissimo tempo
per
dimenticarlo e innamorarsi nuovamente, di questo ne era certo.
-Amici...-
Piombò un
silenzio imbarazzante nella stanza che si poteva addirittura tagliare
col
coltello per quanto era denso, così tirò un
sospiro e cercò di venirne fuori
-Credo sia meglio darmi una sistemata... se mi aspetti ti aiuto con la
reception-
-Va
bene...-
Entrò
nel bagno velocemente
e con altrettanta fretta si spazzolò i capelli e fece una
doccia lampo per poi
uscire e vestirsi, nell'armadio c'erano ancora i suoi vestiti ma non
quelli di
Alfonse, che se ne sarebbe davvero andato via.
Scesero
alla reception in
totale silenzio, era così imbarazzante ma non poteva
nascondere di essere in
parte sollevato, era come togliersi un grande peso dal cuore, in questo
modo
non l'avrebbe più illuso permettendogli di rifarsi una vita.
-Mi
scusi? Sa dirmi se gli
aereo porti hanno già riaperto?-
-Oh
no ragazzo, tutti gli
aereo porti sono chiusi, il massimo che puoi trovare è
qualche taxi-
-Ma
come... la neve è stata
spalata e il cielo è limpido-
Il
receptionist sembrò
guardarlo stupefatto, come se non avesse capito una cosa
importantissima.
-Non
sai che giorno è oggi?-
-Il...
22 di Dicembre?-
-Sei
rimasto un po' indietro
caro, è il 24... oggi
è la vigilia di
natale, tutti i mezzi non sono disponibili, ripeto, sei fortunato se
trovi un
taxi ma di aereo porti non se ne parla nemmeno-
-D'accordo
e allora come
possiamo fare? La nostra prenotazione è scaduta-
-Lei
è?-
-Elric,
sono nella suite
all'ultimo piano, la 3200-
-Oh
ecco si si, non c'è
alcun problema la sua prenotazione contava fino a capodanno, lei ha
scelto il
pacchetto delle feste natalizie che scade esattamente il 2 di Gennaio-
-Oh
capisco, la ringrazio
allora...-
-Di
nulla si figuri, se ha
fretta di andare via comunque gli aereo porti apriranno nuovamente il
26
Dicembre-
-La
ringrazio ancora, scusi
il disturbo-
Si
voltò verso Alfonse
prendendolo per un braccio per trascinarlo via di lì vista
la figuraccia che aveva
appena fatto.
-Bé
che è successo?-
Chiese
lui non avendoci
capito niente.
-Oggi
è il 24 Dicembre Heide
tutti gli aereo porti sono chiusi, la nostra prenotazione scade il 2
Gennaio
quindi possiamo restare però ti sarà possibile
andare solo dopodomani...-
-Accidenti...
grandioso-
Sbuffò
incamminandosi con
tanto di valige alla mano verso l'ascensore, aveva ricevuto una bella
batosta.
Oltre
alla loro rottura ora
doveva passare il natale in un hotel, da solo tra l'altro.
Edward
si senti quasi in
colpa per l'accaduto, non era certo responsabile di ciò che
stava avvenendo,
insomma non l'aveva mica deciso lui di chiudere gli aereo porti il
giorno della
vigilia e quello di natale, d'altro canto però se si fosse
accorto prima di
questi suoi sentimenti, Alfonse sarebbe potuto andare via
tranquillamente e
invece era costretto a trascorrere il natale lontano da casa, con il
suo ormai
ex.
Sbuffò
non sapendo più che
pesci prendere ma a stomaco vuoto non poteva certo ragionare meglio
pensò, così
per il momento lasciò Alfonse da solo e andò a
prendere qualcosa da mangiare
per portarlo anche a lui in camera, non voleva invadere troppo il suo
spazio
emozionale ed imporre la sua presenza, ma per la colazione almeno
potevano
convivere pacificamente, in seguito avrebbe trovato qualcosa da fare.
Quando
arrivò dinanzi alla
porta della suite con un meraviglioso carrello pieno di delizie quasi
ebbe
timore nel bussare, ma lo fece con la convinzione che morire di fame
non
avrebbe giovato a nessuno dei due, spazio emozionale o meno.
-Non
ho fame- Disse subito
Alfonse appena lo vide, seduto sul letto con le gambe raccolte al petto
e
un'espressione imbronciata.
-Devi
mangiare lo stesso,
senti so che è una bella batosta questa ma non puoi iniziare
a trascurarti in
questo modo-
-Va
bene va bene, ma perché
sei ancora qui? Voglio dire, non hai ancora parlato con Mustang?-
-Per
dirgli cosa scusa? Io e
quell'essere non siamo nemmeno della stessa specie, figurati se posso o
voglio
avere un confronto razionale con lui-
-Vuoi
dire che non ti sei
accorto di provare ancora qualcosa per lui?-
Ora
finalmente tutto gli
apparve più chiaro!
Era
così giù non solo per la
loro rottura, ma aveva capito che tutto quel casino era stato frutto di
rinnovati sentimenti verso una certa persona, che avrebbe fatto meglio
a non
intromettersi molto.
-Oh
no Al! Non ti ho mica
tradito con Roy, ma per piacere...-
-Forse
dovresti
riconsiderare il tuo odio nei suoi confronti, non parlo da ex quanto
più da
amico, ho notato che quando sei con lui ti illumini, che si tratti di
rabbia o
di qualcosa di indecifrabile che leggo nei tuoi occhi, sei sicuro di
odiarlo
veramente?-
-Ma
perché state tutti con
questa convinzione? Si lo odio per quello che mi ha fatto, ne sono
certo-
-Però
sei tentato di perdonarlo...
sempre da amico posso dirti che in lui ci vedo il tuo uomo ideale:
Forte,
arrogante, seducente... ha fascino lo ammetto-
-Ma
è un puttaniere-
-Credo
che sia davvero
pentito, ora che posso osservare le cose da un punto di vista oggettivo
ed esterno
penso che ci tenga davvero a farsi perdonare-
Ma
perché doveva diventare
così saggio tutto insieme? Insomma da ex doveva arrabbiarsi,
litigare e magari
dargli dell'ipocrita non difendere quello che era stato fino ad un
giorno prima
il suo diretto rivale.
-Lo
so che è pentito ma non
mi va di perdonarlo...-
-Hai
paura che possa
ripetere ciò che ti ha fatto, ma pensala così: Se
lo ripete, invece di scappare
dall'altra parte del pianeta, tu vendicati su di lui-
-Già
su questo devo darti
ragione, non gli ho mai detto apertamente come mi ha fatto sentire e
nemmeno
l'ho punito-
Prese
ancora una ciambella,
una delle poche che erano rimaste sul vassoio mentre passeggiava per la
stanza
nervosamente, incapace di stare fermo per qualche strano motivo, c'era
qualcosa
nell'aria quella mattina, qualcosa che lo faceva sentire libero e
potente.
Bussarono
alla porta con
mano gentile, tanto che rimase sorpreso nel vedere di chi si trattava,
parli
del diavolo e spuntano le corna appunto: Roy Mustang avanzò
verso di lui con
andatura sicura, degnando solo di un cenno con la mano il povero
Alfonse che
era diventato il terzo in comodo.
-Non
lo perdi il vizio di
lasciarmi mentre dormo- Gli sussurrò all'orecchio per non
metterlo nei guai con
l'altro, ovviamente non sapendo che avevano rotto da meno di un ora o
forse
più.
-E
tu non perdi quello di
essere un tremendo stronzo-
Sibilò
prima di appioppargli
un sonoro cinque su una guancia, il più forte che aveva mai
dato a qualcuno,
anche Alfonse rimase a bocca aperta non conoscendo questo lato del suo
carattere.
-Ma
che ti ho fatto adesso?-
Chiese
la vittima
massaggiandosi la guancia dolorante, che quasi non sentiva
più per quanto si
era indolenzita.
-Mi
sono reso conto di non
averti mai punito per ciò che mi hai fatto e non ti ho mai
detto come mi sono
sentito, brutto cretino, hai idea di cosa si provi ad essere
abbandonati? Dico
io cavolo, mi stai alle costole per cinque anni della mia esistenza e
poi osi
tradirmi con una puttana? Hai idea di cosa ho passato? Mi sono sentito
un vero
scemo, un ingenuo, un giocattolo rotto! Non avevi nemmeno il diritto di
perseguitarmi qui in hotel con le tue avance! Dio se l'avessi saputo
prima non
avrei perso un anno a starti dietro, si ci siamo divertiti è
vero però la cosa
più importante in un rapporto è la fiducia e tu
non me l'hai dimostrata, vuoi
sapere se provo ancora qualcosa per te? Si è ovvio
però non posso permettermi
di prendere in giro me stesso e tornare da te! Perché
sarebbe questo: Una presa
in giro!!-
Buttò
fuori tutta l'aria che
aveva incamerato in quell'interminabile sfuriata senza fine,
però si era
sfogato, aveva finalmente ammesso ciò che si portava dentro
e doveva proprio
ammettere che si sentiva benissimo, come se si fosse tolto un macigno
opprimente dal cuore e ora potesse respirare a pieni polmoni.
-El...
l'hai detto in
inglese-
Altra
dimostrazione di
totale stupidaggine alla Roy Mustang, invece di replicare, di dire
qualcosa di
sensato sparava solo scemenze, perché lui era questo: Un
distributore gratuito
di cazzate!
-Non
me ne frega niente se
l'ho detto in inglese per la fretta, devi rispondermi!-
Esigeva
una risposta chiara
e precisa di quello che provava e di ciò che pensava al
riguardo, niente più
giri di parole ormai, dovevano chiarire il tutto senza tralasciare
nulla,
nemmeno il minimo particolare.
-Va
bene va bene- Lo prese
velocemente per un braccio portandolo fuori dalla stanza, facendo segno
però ad
Alfonse di aspettare ancora un po' ma d'altro canto quel poveretto non
aveva
capito nulla di ciò che Edward avesse appena detto,
già non riusciva a capirlo
quando parlava molto lentamente figuriamoci in quella circostanza.
-Che
devo dirti? Io ho
ammesso un milione di volte di essere stato un cretino, non dovevo
tradirti e
lo so, ammetto di essere stato un immaturo e di non aver mai apprezzato
ciò che
avevo davanti agli occhi quando era l'unica cosa di cui avevo realmente
bisogno, all'inizio sei stato come un capriccio ne sono cosciente, ti
volevo
perché eri diverso, perché eri speciale ma poi
sei diventato molto di più, io
ho imparato ad amarti veramente e ho sottovalutato ciò che
sentivamo l'uno per
l'altro per la debolezza di una notte, Ed per piacere perdonami, non
odiarmi, io
sono cambiato e non commetterò mai più lo stesso
errore, è stata tutta colpa
mia e voglio rimediare con tutto me stesso, sono al tuo fianco e ci
sarò
sempre, d'ora in poi ci penso io a te-
Avvicinò
la mano alla sua
per stringerla, aspettando una risposta e nel frattempo ancora una
volta gli
sguardi si incontrarono e si fusero in una cosa sola, inscindibile e
perfetta.
-So
che sei pentito e ti
credo ma ho paura Roy... devo fidarmi nuovamente di te e non so se ci
riuscirò-
-Ma
ci siamo baciati, io ti
amo e tu ami me... ti darò tutto il tempo del mondo,
aspetterò altri cinque
anni e più se sarà necessario ma ti voglio El...
voglio il vecchio te, puoi
nasconderti sotto un taglio di capelli diverso e questi vestiti comuni
ma la
tua personalità grida per venire fuori ogni volta che sei
con me e non puoi
smentirlo-
Non
sapeva più che dire, si
ammutolì per mancanza di risposte perché in parte
era vero, sentiva il bisogno
di essere più libero e di fare ciò che volva,
cosa che nell'ultimo anno non
aveva mai fatto, forse tornare alle origini non sarebbe stato affatto
male ma
allo stesso tempo era insicuro.
-Anche
perché...- Continuò
il moro attirando nuovamente la sua attenzione -Recentemente ho sentito
un tuo
caro amico che era in viaggio con la sua band nel sud America e gli ho
riferito
che eri qui a New York-
-Cosa...?-
Un
brivido gelato gli
attraversò la schiena nel sentire quelle parole che
preannunciavano solo
sventura, morte e distruzione.
-Hai
capito benissimo, Envy
sa che sei qui a New York-
-E
che ha detto? Voglio
dire, n-non tornerà vero?-
-Oh
dai non vuoi rivederlo?-
-Certo
che voglio ma non
conciato così!!-
-Adesso
ti vergogni eh?-
Scoppiò in un indelicata e sonora risata immaginando la
scena dei dure cari
compagni che si ritrovano e soprattutto delle torture che Envy
potrà
architettare per punirlo dopo averlo visto.
-Non
è che mi vergogno ma
Envy è Envy e si infurierà tantissimo con me!
Dimmi che non gli hai detto di
venire!-
-No
io non gli ho detto
nulla, è lui che ha insistito per sapere il nome dell'hotel
e che ha sospeso il
suo tour per precipitarsi qui-
-C-come?
E questo quanto
tempo fa?!-
-Due
giorni fa, ero venuto
nella tua stanza a posta per avvisarti prima che mi schiaffeggiassi e
per dirti
che Envy ha chiamato ed era in autostrada, sai era stato impedito dal
tempaccio
che c'è stato negli ultimi giorni ma quel ragazzo supera di
gran lunga ogni
forza della natura-
-E
me lo dici così
tranquillamente?! Sarà sicuramente arrivato a quest'ora, da
qui all'autostrada
sono dieci minuti e noi parliamo da molto di più!!-
-Forza
scendiamo nell'atrio
sono sicuro che ancora non è arrivato, forse hai tempo per
rimediare ai tuoi
disastri-
Ma
certo era così ovvio,
mentre lui andava nel panico più totale quell'imbecille lo
prendeva per mano e
lo scortava fino all'ascensore e poi nella hall dell'hotel dove
iniziò a
guardarsi intorno, senza nemmeno difficoltà visto che a
quell'ora tutti erano
nelle varie sale svago in attesa del pranzo.
Era
deserto, fatta eccezione
per un facchino che portava due enormi valige nere con delle catene ai
lati,
molto strane ed eccentriche ma di chi potevano essere?
-Ehi
guarda, ho torto: Envy
è arrivato-
Sembrava
essere tutto un
gioco per lui, non pensava che poteva rimetterci la pelle, pensava solo
a se
stesso.
Gli
si gelò il sangue nelle vene: All'ingresso c'era un ragazzo,
alto, magro ma non
troppo, con la giusta dose di muscoli allenati, lunghi capelli neri
pieni di
ciocche verdi, occhi color ametista, un espressione tra lo sconcertato
e
l'arrabbiato, indossava una canottiera nera nonostante fuori ci fosse
ancora la
neve, vi era disegnato un teschio sopra color argento e aveva i jeans
stretti e
strappati sulle ginocchia, una vera rock star insomma, con tanto di
stivali di
pelle e una chitarra posta nell'apposito fodero vicino le appariscenti
valige.
-Ehi
Envy!- Iniziò a
chiamarlo Roy sventolando in aria una mano. -Guarda chi ti ho portato!-
E nel
frattempo il povero biondino cercava di nascondersi alle sue spalle
come se poi
non fosse già stato visto, anche molto bene dall'altro.
-Roy
non peggiorare la
situazione per favore-
Sibilò
mentre il moro
cercava di scansarsi in modo da renderlo ancora più visibile
ma ad ogni passo
che faceva Edward lo imitava cercando di restare nell'anonimato.
-Dovrai
affrontarlo prima o
poi, perché non ora?-
-Perché
ho paura adesso...-
Si
accorse però di avere la
mano libera, prima stretta dall'altro e quindi di avere la
possibilità di
scappare senza essere ostacolato o trattenuto da nessuno.
Si
lanciò quindi di corsa
verso l'ascensore mentre Envy e Roy cercavano di raggiungerlo a passo
lento e
minaccioso, quando riuscì ad entrare tra quelle porte
miracolose cliccò
insistentemente il bottone che lo avrebbe portato al suo piano, temendo
per un
istante per la sua vita se avessero fatto prima loro della chiusura
delle porte
metalliche, ma si salvò quasi per miracolo anche se il
saluto di Envy non fu
poi così caloroso.
-Shorty...
I'll Kill You- (Piccoletto... Ti ucciderò).
-Hi
Envy, nice to see you again, i missed you... you too right?- (Ciao Envy, sono contento di
vederti ancora, mi sei mancato, anche tu
vero? -Oppure: Anche tu hai sentito la mia mancanza vero?).
Le
porte dunque si chiusero
e iniziò la sua corsa verso l'ultimo piano sperando che Envy
non avesse preso
le scale e lo stesse raggiungendo in un lampo, cosa di cui era
perfettamente in
grado.
Ma
fortunatamente quando
arrivò non trovò nessuno a sbarrargli la strada
così corse verso la sua camera
e si chiuse dentro buttandosi sul letto nel patetico tentativo di
nascondersi
tra le coperte mentre Alfonse, rimasto lì ad aspettarlo lo
fissava sconvolto.
-Edward
che sta succedendo?-
Cercò
di guardarlo tra quel
cumulo di coperte ma non ci riusciva proprio, si era come creato una
barriera
per difendersi da chissà cosa.
-Envy
is here, i'm scared...he wants to kill me...- (Envy è qui,
sono spaventato, lui vuole uccidermi)
-Edward
sai che non ti
capisco se parli inglese, riprenditi un secondo-
-I'm
sorry... cioè volevo
dire, scusa Heide ma sono agitato e non mi sono reso conto di parlare
inglese,
dicevo che Envy è qui in hotel e sta venendo e vuole
uccidermi-
-Perché
dovrebbe ucciderti?-
-He
saw me... mi ha visto,
ha visto il mio cambiamento e non ne è contento,
è arrabbiato-
-Ed
fai un respiro profondo,
stai mischiando l'inglese con il tedesco-
-Yes
i know... lo so, i'm so
scared Al... sono così spaventato, non posso farci niente-
-Non
so come aiutarti Ed...
se è tuo amico risolverete le cose-
-Lo
so... ma per ora dovrò
affrontare l'uragano della sua furia-
Detto
fatto, qualcuno iniziò
a bussare alla porta prepotentemente e non poteva trattarsi di altri se
non di
Envy, era quel suo tipico modo di fare.
-Shorty,
be a man and open this door Now!!- (Piccoletto
sii uomo e apri questa porta adesso!).
-Che
ha detto?-
Sussurrò
il tedesco non avendoci
capito niente di niente.
-Vuole
che gli apra la
porta...-
-Shorty
listen to
me!-(Piccoletto ascoltami)
-I'm
sorry Envy but i can't...- (Scusa Envy ma non posso/non
ne sono in grado).
-You
have to open this door Edward, we need to talk face to face-
(Tu
Devi aprire questa porta
Edward, noi dobbiamo/abbiamo bisogno di parlare faccia a faccia).
-Okay...
wait- (okay
aspetta).
Si
alzò e titubante posò la
mano sul pomello della porta mentre Alfonse per lasciargli un minimo di
intimità o per paura si scansò verso la finestra
in modo da non essere
visibile.
Quando
si trovò faccia a
faccia con il suo migliore amico ebbe quasi paura di ciò che
potesse dire o
fare, osservò solo la sua espressione che mutava di secondo
in secondo mentre
lo guardava bene.
-Come
ti sei conciato razza
di scemo...?-
-Mi
dispiace... ho passato
un brutto periodo-
-Si
lo vedo ma adesso non
temere, me la pagherai dopo ma prima devo occuparmi del tuo look
orrendo e
renderti per lo meno presentabile, forza imbranato ora ci pensa Envy a
te-
Gli
tese la mano avvolta da
un guanto di pelle con al polso un bracciale spinato, proprio nel suo
stile, lo
fece sentire finalmente a casa dopo tutti quegli anni e si sentiva bene
adesso,
consapevole del fatto che qualcuno gli volesse bene e lo trattasse come
un
fratello.
-Thank
you brother...- (Grazie fratello)
-Come
on...- (Dai…)
Si
sentiva come un bambino
smarrito che in quella mano aveva ritrovato la strada di casa, gli
piaceva
vedere il sorriso di Envy, era bello e tenero per una volta, in quel
momento si
sarebbe anche lasciato cadere tra le sue braccia sicuro di potervi
trovare
rifugio e pace, finalmente qualcuno capace di capirlo e amarlo come lui
voleva.
[Chap.9 Pt.2]
Era
il primo pomeriggio, la neve quel giorno aveva ripreso a scendere sulla
città
di New York sorprendo tutti gli abitanti che avevano sperato anche se
per un
solo giorno in un po' di quiete.
Sembrava
che il tempo
giocasse le carte a suo sfavore, questo pensava Edward Elric mentre
trovava nel
getto dell'acqua calda un che di confortante, quell'abbraccio delicato
e
rilassante che distendeva i suoi muscoli tesi.
Envy
era tornato in città
solo per lui, con l'aiuto ovviamente di madre natura che aveva smesso
di
avventarsi sulla città giusto il tempo necessario per
aggiungere all'allegra
comitiva dell'hotel un altro ospite.
-Non
eri in viaggio con la
band?-
Chiese
mentre usciva dalla
cabina della doccia mettendosi l'accappatoio, Envy lo aspettava fuori
mentre
preparava chissà che cosa, una grande idea ovviamente a suo
dire.
-Si
ma il tempo ha
interrotto il tour e poi ho ottenuto un posto fisso qui a New York
quindi credo
che metterò radici-
-Sul
serio? E' fantastico
hai avuto un ingaggio-
-Non
provare a fare il
ruffiano tesoro, un mio amico ha aperto il locale dei suoi sogni, un
pub stra
fico e noi saremo la band principale e comunque se dovesse essere una
cosa
temporanea ne ho una lista piena di locali che mi richiedono, il tour
ha dato i
suoi frutti-
Uscì
dal bagno con indosso
solo i boxer visto che il suo caro amico gli aveva come dire
sequestrato tutti
i vestiti, all'inizio doveva requisire solo quelli che riteneva
orrendi, ma
purtroppo la cosa si è espansa in tutto il suo guardaroba,
fatta eccezione per
qualche stivale e un paio di jeans attillati.
-Sono
comunque contento per
te, se volessi fare il ruffiano credimi ci sarei già
riuscito-
-Non
sei furbo quanto me
quindi non montarti e ora siediti-
Ordinò
accennando con il
capo ad una sedia mentre prendeva uno strano aggeggio e della colla a
caldo
particolare.
-Non
vorrai uccidermi spero-
-Anche
se fosse scapperesti
per tutto l'hotel in mutande? No piccolo idiota, questa è
colla a caldo per
capelli e queste- Allungò la mano verso lunghe ciocche
dorate, identiche ai
suoi capelli -Sono le ciocche che sostituiranno momentaneamente la tua
chioma,
almeno fino a quando non ricresce, guarda che scempio, se ti rasavi a
zero era
la stessa cosa-
Sentenziò
arrabbiato facendo
accomodare con “Gentilezza” per poi iniziare ad
asciugargli i capelli con il
phon.
-Come
sei cattivo...-
-Una
cosa buona l'hai fatta
almeno, sono contento che tu abbia smesso di farti, anche io ci ho dato
un
taglio, non voglio essere un cattivo esempio per i miei milioni di
fans...
almeno non troppo-
-Milioni
di Fans? Allora ho
l'onore di essere nella stessa stanza con una vera rock star, me lo fai
l'autografo?-
-Ma
certo caro, quando ti
colpirò lo farò così forte che la mia
mano sarà un bellissimo ricordo indelebile
e potrai andare in giro dicendo: “Ehi sono stato picchiato da
una rock star!!”
ci stai?-
-No,
grazie lo stesso ma
credo che passerò per questa volta-
-Bravo,
ora sta fermo che
inizio con la colla-
-Va
bene...-
-Allora...
chi è lo sfigato
di cui mi parlava il tuo ex ancora più sfigato?-
-Si
chiama Alfonse
Heiderich, l'ho conosciuto in Francia... e per la cronaca anche lui
è il mio
ex... ci siamo lasciati, o meglio io l'ho lasciato perché
ero incerto sui miei
sentimenti, alla fine aveva ragione quell'idiota di Mustang,
è stato solo un
rimpiazzo-
Disse
con l'amaro in bocca e
quasi con voce rotta, dall'avere due contendenti era passato all'essere
single
e infelice.
-Spiegami,
perché sei
scappato in Francia facendo perdere a tutti le tue tracce? Questa
ancora non
l'ho capita-
-Roy
non te l'ha detto? Lo
trovai a letto con una sgualdrina...-
-Quel
brutto piccolo figlio
di buona donna!! Lo picchierò con la pistola a caldo!-
-Il
punto non è lui, sono
io, sono ancora innamorato e non so come comportarmi, perché
da una parte so
che è dispiaciuto veramente e non lo ripeterà
più ma chi me lo assicura?-
-Piccoletto,
se non domandi
non potrai mai avere una risposta, buttati, se davvero ami quel pesce
lesso
allora non piangerti addosso ma fagli vedere ciò che si
perde! Cavolo se ti ha
corteggiato in questo stato ti ama davvero tanto!-
-Dici
che dovrei provare?-
-Ehi
questo non è l'Edward
Elric che conosco- Posò la pistola a caldo, prese uno
specchio e gli andò
davanti facendogli vedere la sua immagine riflessa -Questo, sei tu. Sei
affascinante, bello, accattivante, cavolo ragazzino datti una mossa!
Basta
dormire! L'Edward Elric che conosco sarebbe andato da lui e se lo
sarebbe
fatto, se sei innamorato allora fa quello che ti senti, grida, salta,
ama ma
non deprimerti!-
Sulle
sue spalle cadevano di
nuovo delle splendide ciocche dorate, lunghe e lucenti, era come essere
tornato
indietro nel tempo e non riusciva a crederci.
-Basta
fare la vecchia
zitella innamorata, ora ti metti quei pantaloni di pelle, quegli
stivali, la maglia
con il teschio blu che ti ho gentilmente prestato, aggiungi qualche
accessorio
e vai! Vai in discoteca, in un pub, vai dove cavolo ti pare ma non
restare qui
a poltrire chiaro?-
-Chiaro,
grazie Envy sei una
vera rock star-
-Di
niente piccoletto-
Gli
diede una pacca
amichevole sulla spalla e lo abbracciò, ora che non poteva
vederli nessuno,
altrimenti la sua reputazione da duro ne avrebbe risentito.
…
Nella
hall intanto Roy e Alfonse si erano accomodati su delle poltrone in
attesa di
sapere qualcosa dai due amici per la pelle, Envy aveva preso possesso
della sua
stanza sfrattandolo, perché gli serviva per fare un qualcosa
di epico e
fantastico di cui non era permesso avere alcun accenno.
Alfonse
da parte sua cercava un modo per distrarsi, ora che aveva rotto con
Edward si
sentiva come una pecorella smarrita dal gregge, non aveva nemmeno un
punto di
riferimento così vagava alla ricerca di qualcosa.
-Così
avete rotto... mi
dispiace, sul serio... pensavo che ti avrei battuto lealmente non che
ti
piantasse lui-
-Non
importa, è meglio così
insomma se dovevamo vivere la nostra storia in una fantasia non ne
sarebbe
valsa la pena e non avremmo avuto nient'altro che rimpianti-
-Già...-
-Ehi
si apre l'ascensore...-
Entrambi
si misero in piedi
impazienti di vedere il risultato di quella lunga giornata, di sapere
cosa
stesse tramando Envy, se avesse intaccato Edward o se l'avesse
semplicemente
ucciso.
Ma
ciò che videro superò le
aspettative di entrambi, non potevano credere ai propri occhi e non
sapevano se
essere sconcertati o confusi.
Edward
era tornato in pista,
anzi El era tornato.
Camminava
verso di loro con
un effetto rallenty che rendeva il tutto affascinante e catturava la
loro
attenzione come una falena viene attratta dalla luce, rendendoli
incapaci di
pensare o di formulare una frase di senso compiuto senza sbavare.
Capelli
biondi come il
grano, setosi e lisci nuovamente lunghi, occhi di gatto magnetici, un
sorriso
provocante, pantaloni di pelle, stivali, canottiera con il teschio e
per
ripararsi dal freddo aveva portato una giacca di lana pesante che poi
avrebbe
sicuramente tolto.
-Edward
sei... così...
diverso...-
Provò
ad accennare Alfonse.
-Già...
cioè... sexy...-
Le
uniche parole che
uscirono dalla bocca dell'altro.
-Grazie...
almeno credo, io
e Envy usciamo: Discoteca, alcolici, macchine truccate... avete capito
no? Ci
state?-
-Edward
penso sia
pericoloso...-
Cercò
di farlo riflettere
Alfonse facendo sempre l'anima candida e saggia del gregge che non
smarrisce
mai la retta via.
-Si
lo so Al...- Annuì senza
alcun interesse per l'avvertimento, come se fosse un noioso adulto che
cerca di
stoppare il suo divertimento da adolescente.
-E
poi fuori c'è una
tormenta non potete uscire- Continuò cercando almeno una
buona ragione per trattenerlo
all'interno dell'hotel e non farlo avventurare fuori, dove sarebbe
andato
incontro a morte certa con quel vestiario.
-Non
importa allora, andremo
alla discoteca dell'hotel, sapevi che ce n'è una? Fanno
entrare solo i
maggiorenni quindi nessun limite per gli alcolici e nessun bambinetto-
-Aspetta
aspetta aspetta,
non ti sembra di esagerare? Voglio dire, alcolici? Divertimento? Auto
truccate,
ma che succede? Mi sono perso qualche passaggio per caso?-
-Al
non mi rompere, sono
maggiorenne e vaccinato posso fare quello che voglio compreso
riprendermi la
mia vita, per troppo tempo mi sono pianto addosso e ora è il
momento di
finirla-
Decretò
voltandosi verso
Envy che stava arrivando giusto in tempo per avviarsi nella discoteca.
-Visto
che non possiamo uscire,
prendi Roy-
Gli
mollò il cappotto
iniziando a camminare verso la sua libertà, verso una festa
che sarebbe durata
tutta la notte e anche più.
-Io
lo seguirei fino
all'inferno...-
Sussurrò
questo ammaliato
dal caratterino di cui si era infatuato anni addietro, mentre Alfonse
non
poteva che fissarlo sconcertato, senza parole.
-Io
invece lo seguo per
impedirgli di fare cazzate-
Infatti
anche se titubante
lo segui mantenendo una certa distanza, fino a che i due entrarono
nella
discoteca sorvegliata da un butta fuori alto e muscoloso, per un attimo
ebbe un
po' paura ma ci pensò Mustang a fargliela passare
ricordandogli di essere
maggiorenne e quindi di essere il benvenuto.
Quasi
si sentiva un cattivo
ragazzo in mezzo a tutta quella gente che ballava, beveva e raramente
parlava
visto il volume della musica.
Trovarono
Edward ed Envy già
al bancone, seduti mentre ridevano tra loro e li raggiunsero rovinando
il loro
divertimento.
-Che
vuoi fare?-
-Al
perché non vai in camera
e dormi?-
-Perché
tu sei qui e stai
facendo una cavolata-
-Non
ti riguarda- Si sentiva
così sotto pressione quando aveva intorno quel ragazzo, come
aveva fatto a non
rendersene conto prima? Gli stava tarpando le ali con la sua politica
moralista
-Mi scusi, una vodka prego-
Disse
al barista che subito
lo accontentò versandogli il liquido in un bicchierino che
lui prese
volentieri.
-Alla
nostra- Augurò Envy
portando in alto il suo drink, stessa bevanda, stesso gesto, lo
mandarono giù
tutto d'un fiato senza nemmeno dare tempo al ghiaccio di sciogliersi
per poi
posare il bicchiere vuoto sul bancone con un sospiro.
-Wow
che botta- Ammise
Edward lasciandosi però andare ad una leggera risata
soddisfatta.
-Di
già piccoletto? Non te
ne berresti una bottiglia, stramazzeresti a terra prima-
Lo
sfidò con aria arrogante
l'amico, ma come tutti sapevano ai tempi del college: Quando Envy
sfidava
Edward, non c'era mai una volta in cui rifiutava, pur di rimetterci la
faccia
perdeva lottando.
-Ma
per favore, un altro,
barista-
-Anche
per me-
Era
una scena da brividi per
il tedesco, voleva fare qualcosa per fermarli ma non sapeva che cosa e
aveva
come le mani legate in quella gabbia di pazzi.
-Bene
Envy, continuerò
finché non sarò così ubriaco che i
tuoi capelli mi sembreranno alla moda-
-E
io finché i tuoi non
sembreranno l'acconciatura di un chihuahua con i colpi di sole-
-Me
li hai fatti tu grande
genio...-
-Si
lo so, ma a farti
sembrare un chihuahua tremante è la statura e anche quei
tuoi occhioni
innocenti e spauriti contribuiscono-
-Ve
lo dico io adesso cosa
farò- Si intromise Alfonse -Visto che nessuno qua sembra
voler ragionare, me ne
torno in camera e domani magari ne riparleremo con più
calma- fece per voltarsi
ma aggiunse solo una piccola cosa per Roy -Riportalo in camera tu, ma
non so se
vorrò vederlo...-
-Ci
penso io, vai a riposare
che è meglio-
…
Edward
Elric non pensava che sarebbe mai andata a finire in quel modo, la
stessa
mattina era un ragazzo innocente, buono e rispettoso, nella norma
insomma. Nel
pomeriggio aveva subito un cambiamento dettato dal suo migliore amico e
dalla
sua vena ribelle che era tristemente stata sepolta in quegli anni, la
sera si
erano trovati in una discoteca e aveva a dir poco esagerato, quando
Alfonse si
era ritirato dalla scena non volendo assistere a quello scempio, lui ed
Envy
avevano iniziato la loro gara di alcolici bevendo almeno una bottiglia
di vodka
a testa.
Come
si era concluso il
tutto? Più o meno alla parità visto che il
barista si era rifiutato di servirli
ancora, altrimenti avrebbe dovuto chiamare il butta fuori.
Così
trovandosi senza uno
scopo e non proprio coscienti avevano iniziato a ballare tra la folla,
e non
erano certo mancati gli spasimanti che ci provavano con il bel biondino
e che
prontamente venivano intimiditi da Roy che gli stava sempre vicino,
forse nella
speranza di un flirt o di qualcosa di più che
però non gli era stato concesso.
Verso
le quattro del mattino
poi mentre la folla sgomberava l'area anche loro decisero di fare lo
stesso
visto che la festa andava a morire.
Peccato
che Edward non si
reggeva a dir poco in piedi e moriva di sonno visto il mal di testa e
la
stanchezza.
Si
trovarono così in quella
situazione assurda, Envy era già in camera per cambiarsi e
mettersi sotto le
coperte il prima possibile visto che nel pomeriggio avrebbe avuto le
prove con
la band per la serata rock di natale al pub e Roy stava riaccompagnando
Edward
in camera.
-Hai
esagerato sai?-
-Non
trattarmi come un
bambino...-
-Ma
dai El non ti reggi in
piedi... guardati-
Teneva
la mano sul suo
fianco per non farlo cadere a terra ma improvvisamente lo
lasciò per
permettergli di capire che da solo sarebbe caduto, comunque non glie lo
permise
riprendendolo immediatamente.
-Ma
sei scemo? Stavo per
cadere...-
Rimproverò
con i pugni
stretti al suo petto mentre la mano dell'altro era passata sulla
schiena per
tenerlo meglio e guardarlo negli occhi languidi.
-Allora
lo ammetti che hai
esagerato...-
-Zitto
e accompagnami in
camera non ho voglia di sentire i tuoi commenti, se volevi giudicare
potevi
anche restare in camera e non venire-
Per
facilitare il tutto lo
prese direttamente in braccio camminando lungo il corridoio senza il
minimo
sforzo, merito dei suoi super muscoli, come avrebbe sicuramente detto
in un
altra circostanza.
-Mi
ha chiesto Alfonse di
riaccompagnarti, ci è rimasto male-
-Non
può ordinarmi quello
che posso o non posso fare, deve pensare a se stesso, domani
potrà partire per
la Francia e ricomincerà da capo-
-Vedi
di essere gentile con
lui, capisco che stai cercando di riprenderti la tua vita ma non
è pur sempre
una scusante-
-D'accordo,
ma devi farmi un
piccolo favore adesso-
-Sarebbe?-
-Non
ho voglia di dormire
con il mio ex, visto che Envy sta nella tua stanza pensavo di stare con
lui-
Sapeva
benissimo come
ammaliare una persona, per di più se si trattava di un
ragazzo ancora pazzo di
lui.
-Dovrei
dormire con il tuo
ex...?-
Non
sembrava tuttavia molto
convinto a cedergli il posto nella sua stanza, per dormire con Alfonse
poi, che
già reputava uno sfigato.
-Please
Ro...-
Mise
quindi in mostra
l'espressione alla quale il caro Mustang non sapeva resistere, quella
che lo
convinceva a fare qualsiasi cosa: “L'espressione da cucciolo
alla Edward Elric”
tremendamente adorabile, accompagnata poi dal suo nomignolo affettivo.
-D'accordo
d'accordo ma mi
aspetto una ricompensa sai?-
-Non
me lo dimenticherò-
Gli
fece l'occhiolino
scendendo finalmente a terra per andare nella camera dove dormiva
sicuramente
beato il suo amico e lasciandolo alla ramanzina del suo ex che
sicuramente gli
avrebbe dato del fesso per essere capitolato.
[Angolino
Autrice]
Ed
eccomi qua ^____^ scusate un po' di ritardo di solito aggiorno la
mattina ma oggi sn andata un po' a spasso u.ù spero vi
piacciano questi due nuovi capitoli, non ho molto da dire in
realtà penso che parlino da soli XD mi diverto
però a descrivere le pazzie che combina Edward u.u
con Envy poi.... ahahahahaha XD che ne pensate? Non è
adorabile la nostra piccola Rock star?
Allora,
vi faccio la solita anticipazione ^-^
Envy
ha un problema ù.u chi deve risolverglielo? ED XD
-Fai
in modo di trovare una
soluzione e saremo pari, annullerò la mia punizione per il
modo in cui ti sei
fatto trovare-
-E cosa avresti fatto…?-
-Mi avresti fatto da servo
per un mese, sai che non sono bravo nelle pulizie e le faccende di casa
e poi
mi serve qualcuno che stiri, lavi, cucini e all’occorrenza
dia da mangiare al
mio animaletto domestico-
-Hai preso un cucciolo?-
domandò intenerito curioso di sapere quale animale fosse: Un
tenero gattino, un
cagnolino, una deliziosa coppia di canarini…!
-Si un pitone, si chiama
Squama vedrai che andrete d’accordo…-
Edward inorridì a quelle
parole: Lui odiava i rettili e qualsiasi altra cosa strisciasse! Gli
facevano
semplicemente schifo, non c’era un'altra spiegazione.
-Col cavolo!! Io non darò da
mangiare a quel tuo piccolo mostro e scordati che venga a trovarti! Non
voglio
trovarmelo tra le caviglie!-
-Sarebbe possibile… sai
potrebbe scambiarti per il pranzo data la statura-
Con un gran sorriso gli posò
una mano sulla testa come se tutto ciò fosse normale, mentre
a lui venivano i
sudori freddi al solo pensiero.
-E che diavolo mangia quel
coso…?-
-Topi, ma dovrai darglieli
vivi… ama stritolarli per conto suo-
-Come puoi pretendere che
io, un vegetariano amante degli animali compri dei topini indifesi per
buttarli
nelle fauci di un viscido mostro?!-
-Allora mio caro, trovami un
posto dove suonare, possibilmente vicino e con del pubblico per quanto
il tempo
permetta-
Envy Envy Envy...... u.u così
me lo traumatizzi Edduccio..... bé ma ora, passando ai
ringraziamenti ^_^
MXI
HaChiElriC
aubry97
^__^
ci sentiamo ragazze un bacione!!!
Enjoy!!
|
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Capitolo 8 *** Chap 13 and 14_ Nuovi amori e Sorprese coi Fiocchi ***
[Chap
10_Pt1]
Era
passata l'ora di pranzo,
la neve aveva ormai ripreso ufficialmente a cadere, ma non importava a
nessuno
visto che si trattava del giorno di natale, la festa più
bella attesa da adulti
e bambini, le scuole erano ormai chiuse come anche gli uffici e
qualsiasi altro
negozio o edificio lavorativo che sia.
L'hotel
tuttavia era quasi
vuoto, al suo interno erano rimasti solo turisti impossibilitati a
tornare a
casa come il povero Alfonse, che faceva colazione nel salone
praticamente
deserto assieme a Roy Mustang che era rimasto senza uno scopo... erano
almeno
per il momento accomunati da qualcosa e cercavano di farsi compagnia
mostrando
almeno un po' di solidarietà il giorno di natale.
-Non
posso credere che sei
capitolato sotto l'espressione da cucciolo...-
Borbottava
il tedesco
scuotendo il capo, se l'era ritrovato a fianco quella mattina e inutile
dire
che quasi gli era venuto un infarto per lo spavento, di certo non se lo
aspettava.
-Tu non
l'hai mai vista la
sua espressione da cucciolo quindi non puoi giudicarmi-
-Lasciamo
cadere il discorso
che è meglio, cosa ha combinato ieri sera?-
-Se ti
riferisci all'alcool
sono stati stoppati fortunatamente del barista, ma poi si sono
mischiati alla
gente in pista e si sono divertiti ugualmente, io non sarei rimasto in
piedi se
non avessi bevuto almeno due lattine di una strana bevanda energetica-
-E ora
dove sono? Non li
vedo in giro, saranno sicuramente a letto dopo ieri sera-
-Immagino
di si, Envy però
doveva provare qualche accordo per la serata natalizia con la band,
sempre se
il tempo gli permetterà di mettere piede fuori dall'hotel-
-Capisco...
oggi doveva
essere il gran giorno-
Iniziò
con una faccia che
non prometteva nulla di buono, si stava già lasciando andare
ai ricordi passati
e a quelli che avrebbe voluto avere.
-Avevi
qualcosa in mente?-
-Niente
di che, avremmo
cenato al lume di candela sulla terrazza di vetro sul tetto, con il
camino
acceso, avremmo parlato e gli avrei dato il mio regalo di natale: Un
album con
le nostre foto che stupidamente riempio da quando ci siamo conosciuti.
So che è
una cavolata ma ci tenevo a darglielo-
-Non
è una cavolata, gli
sarebbe piaciuto tanto, però vedi... è meglio che
se ne sia accorto ora,
altrimenti una volta tornati in Francia non avreste avuto nulla,
è stato un
sogno però è questa casa sua-
-Si lo
so... il problema è
che non potrà mai essere la mia perché io ci
lavoro in Francia e devo finire
gli studi per diventare dottore e poi... non sono l'uomo giusto per
lui, quello
sei tu, dovresti andare a dirglielo-
Era
così strano come
andavano d'accordo tutto d'un tratto, accomunati da un amore
impossibile che
nessuno dei due possedeva e legati da una specie di fratellanza degli
ex.
-Glie
lo dico da quando l'ho
rivisto, è tutto nelle sue mani adesso, deve rendersene
conto lui, sa cosa
provo...-
-Ma non
sei lì adesso, vai
imbecille e digli chiaro e tondo che lo ami e che deve fare una scelta
perché
vuoi saperlo-
-E'
strano che sia tu a
dirmelo, ma ti do comunque ragione, fammi gli auguri perché
prenderò il toro
per le corna-
Si
alzò con rinnovata
determinazione incamminandosi verso la hall dove prese l'ascensore e
tamburellando i piedi a terra aspettò di arrivare al suo
piano, dopodiché
marciò verso la sua stanza mentre si incoraggiava
mentalmente e preparava una
sorta di discorso eroico e valoroso, un discorso che avrebbe lasciato
il segno.
Bussò
e quando Envy gli
diede l'okay per entrare lo trovò sul letto con in mano la
chitarra, ma Edward
non c'era.
-Dov'è
El?-
-Oh
buongiorno anche te...
io ho dormito bene grazie e tu?-
Immancabilmente
fu oggetto
di una delle battutine del ragazzo che amava così tanto il
suo sarcasmo.
-Scusa
Envy hai ragione, ma
sono un po' di fretta vedi devo dire una cosa importante a El e devo
farlo
prima che dimentichi tutto-
-Va
bene rubacuori, è sotto
la doccia-
L'idea
che fosse sotto la sua
doccia quasi lo fece arrossire, ma Roy Mustang non arrossisce no
signore!
Quindi annuì e lo aspettò puntando bene i piedi
in terra.
Quando
uscì era già bello
che pronto quindi si risparmiò il velato imbarazzo di
vederlo in accappatoio,
appena uscito dalla doccia quindi con la pelle calda e imperlata di
piccole
goccioline d'acqua e quei suoi grandi occhioni messi in risalto dai
capelli
biondi bagnati... e insomma avete capito, sarebbe impazzito.
-Roy,
che ci fai qui?-
-Devo
dirti una cosa El,
vogliamo fare un giro mentre cerco le parole?-
Il
biondino anche se confuso
annuì e lo seguì fuori dalla stanza e poi nella
sala relax dell'hotel dove come
in ogni altra parte c'era il camino acceso e comodi divani su cui
sedersi, però
era chiamata sala relax perché c'erano moltissimi libri e
lì regnava il
silenzio.
-Credo
di aver capito quello
che vuoi dirmi...-
Iniziò
il biondo
sorridendogli quasi derisorio.
-Sul
serio?-
-Si,
non mi sono dimenticato
del favore che mi hai fatto ieri- Gli mise una mano sulla spalla e lo
abbassò
per far combaciare le loro labbra perfettamente in un bacio casto ma
dolcissimo
che simboleggiava la così detta
“ricompensa” per il favore ricevuto.
-Ehm...
non posso dire che
non mi sia piaciuto ma questo bacio lo avrei voluto per qualcos'altro
veramente...-
-E per
cosa?-
-E' da
quando sei arrivato
in hotel che ti sto dicendo apertamente ciò che sento per
te, te l'ho fatto
capire in ogni modo ma ciò che voglio sapere adesso
è se tu mi ricambi, io ti
amo, ti amo e non smetterò mai di dirtelo ma dammi un segno,
dimmi qualcosa,
perché io sono sicuro di piacerti ma non mi hai mai dato
modo di fantasticare
su una relazione-
Lo
lasciò senza parole,
questi sentimenti erano puri e sinceri ma lui era indeciso... o forse
no, aveva
solo paura di rischiare ed era questo il problema, questa era la
decisione che
doveva prendere.
-Roy te
lo dirò apertamente:
Anche tu mi piaci, però ho paura e non so se rischiare o
no...-
-Non
sbaglierò ancora... te
lo prometto, e nel caso in cui dovesse accadere potrai punirmi come
vorrai ma
non ti tradirò più El, sto troppo male senza di
te per tradirti-
Seguirono
attimi di
silenzio, era il momento della verità e non era certo
semplice scegliere, non si
trattava di una caramella o di un libro ma di una cosa che lo avrebbe
accompagnato forse per tutta la vita.
-Ti
avverto, tradiscimi
ancora e ti taglio gli attributi io stesso...-
-Ricevuto-
Questa
volta fu lui a
chinarsi con un leggero sorriso per baciarlo ancora, infilare le mani
in quei
bellissimi capelli biondi anche se non naturali al 100%, accarezzare le
sue
guance di pesca e la sua schiena meravigliosa, non poteva certo
ignorare il
desiderio che cresceva nel suo petto ma avrebbe comunque aspettato il
momento
giusto.
-Non
farti venire i soliti
attacchi da maniaco…-
Lo
avvertì il biondo ad un
millimetro dalle sue labbra divenute rosse di passione, sentiva la mano
del più
grande sulla sua schiena, il suo tocco infuocato che lentamente
scendeva verso
altre zone e l’altra mano sulla sua guancia andava a giocare
con il lobo
dell’orecchio e con il collo niveo e perfetto da baciare:
Senza alcuna ombra di
dubbio Roy Mustang era un seduttore nato, voleva assecondarlo
volentieri e
lasciarsi accarezzare e baciare e sentirsi finalmente una cosa unica
con la
persona di cui era follemente innamorato da anni, però non
si trovavano
esattamente nel posto adatto.
-E’
colpa tua cappuccetto
rosso… questo lupo vuole sbirciare un po’ sotto la
mantella-
Lo
baciò ancora prima
castamente e poi con le labbra morbide iniziava a vagare sul collo, sul
pomo
d’adamo sulle spalle perfette ed era tentato di togliergli il
maglione e
abbracciarlo totalmente, riscoprire quel corpicino che gli era mancato
tanto e
che non poteva essere lontanamente paragonato ad un paio di gambe lisce
o seno
prosperoso che sia, ora ne era consapevole.
-Il
lupo si tratterrà
altrimenti cappuccetto lo picchia col cestino- Lo avvertì
nuovamente
puntellando il piccolo indice sulle sue labbra fameliche del moro.
-Non ce
l’hai un cestino…-
-Ho
altre armi…-
Detto
ciò lasciò in sospeso
la faccenda liberandosi dalla stretta del compagno per avviarsi verso
la loro
camera, seguito fedelmente da Mustang divenuto un bravo cucciolo.
Dietro
una delle porte della
sala relax però si era appostato un unico spettatore,
Alfonse Heiderich pensava
di essere sulla strada giusta per la toilette degli uomini e invece si
era
trovato inconsapevolmente davanti ai due amanti che si riappacificavano
con fin
troppo ardore.
Non ce
l’aveva assolutamente
fatta a non guardare e non poteva certo negare di essere stato un
po’ geloso,
anche se era stato lui a dire a Roy di pretendere una risposta sincera
da
Edward non si aspettava certo che quest’ultimo si facesse
palpare e baciare in
quel modo!
Ma
dopotutto cosa poteva
aspettarsi? Ormai aveva capito quali attenzioni preferiva, quale genere
di uomo
era fatto a posta per lui e anche se personalmente riteneva Roy Mustang
un
maiale a Ed stava bene così, almeno sapeva mettere dei
paletti quando
servivano.
Non
avrebbe mai creduto che
gli piaceva sottomettersi a qualcuno e amare una persona
così gelosamente
possessiva, ma i gusti sono gusti… ora però aveva
la certezza di essere rimasto
solo, non aveva più nessuna possibilità e sarebbe
rincasato nella più totale
solitudine.
Camminava
così pensieroso e
angosciato per il corridoio quando andò a sbattere contro
qualcuno e quando
alzò lo sguardo capì che forse su
nell’olimpo qualche Dio o Dea stava vegliando
su di lui, chissà se c’entrava qualcosa cupido in
tutto ciò perché sentì quasi
una fitta al cuore.
…
Intanto
Edward e Roy stavano
tornando nella loro stanza, quando vennero travolti da un tornado dai
capelli
neri.
-Piccoletto
ho bisogno di
una mano!!-
Gridò
in preda
all’agitazione, tanto che Edward iniziò a
preoccuparsi seriamente: Non aveva
mai visto Envy così preoccupato per qualcosa, di solito era
sarcastico, una
scarica di energia e di puro rock n’roll ma mai in ansia per
qualcosa, stonava
con il suo modo di essere.
-Che
succede...?-
-In
pratica in tv dicono che
la tormenta continuerà e il mio concerto di natale
è saltato! Il mio amico non
aprirà il locale per via della neve e io di conseguenza non
ho un posto dove
esibirmi!-
-Come
vuoi che ti trovi un
posto dove suonare? Fuori di qui c’è il nulla!-
Cercò
di farlo ragionare ma
non sembrò riuscire nell’impresa, quando Envy
voleva qualcosa la otteneva e a
maggior ragione se questa cosa era il suo concerto natalizio doveva
ottenerlo
altrimenti ci sarebbe andata di mezzo la salute mentale di moltissime
persone.
-Fai in
modo di trovare una
soluzione e saremo pari, annullerò la mia punizione per il
modo in cui ti sei
fatto trovare-
-E cosa
avresti fatto…?-
-Mi
avresti fatto da servo
per un mese, sai che non sono bravo nelle pulizie e le faccende di casa
e poi
mi serve qualcuno che stiri, lavi, cucini e all’occorrenza
dia da mangiare al
mio animaletto domestico-
-Hai
preso un cucciolo?-
domandò intenerito curioso di sapere quale animale fosse: Un
tenero gattino, un
cagnolino, una deliziosa coppia di canarini…!
-Si un
pitone, si chiama
Squama vedrai che andrete d’accordo…-
Edward
inorridì a quelle
parole: Lui odiava i rettili e qualsiasi altra cosa strisciasse! Gli
facevano
semplicemente schifo, non c’era un'altra spiegazione.
-Col
cavolo!! Io non darò da
mangiare a quel tuo piccolo mostro e scordati che venga a trovarti! Non
voglio
trovarmelo tra le caviglie!-
-Sarebbe
possibile… sai
potrebbe scambiarti per il pranzo data la statura-
Con un
gran sorriso gli posò
una mano sulla testa come se tutto ciò fosse normale, mentre
a lui venivano i
sudori freddi al solo pensiero.
-E che
diavolo mangia quel
coso…?-
-Topi,
ma dovrai darglieli
vivi… ama stritolarli per conto suo-
-Come
puoi pretendere che
io, un vegetariano amante degli animali compri dei topini indifesi per
buttarli
nelle fauci di un viscido mostro?!-
-Allora
mio caro, trovami un
posto dove suonare, possibilmente vicino e con del pubblico per quanto
il tempo
permetta-
-Bene
io ti troverò un posto
dove suonare e saremo pari, così non dovrò mai
più sentir parlare di rettili e
tanto meno vederne uno o addirittura dargli da mangiare… sei
disumano-
Sibilò
infine correndo fuori
dalla stanza senza degnare di un saluto nessuno dei due, troppo
impegnato nella
sua disperata ricerca.
-Tu non
hai un pitone vero
Envy…?-
Chiese
Mustang sospettando
che si trattasse di un trucco per spronare Edward a dare il meglio di
sé e fare
l’impossibile per il successo dell’amico.
-Veramente
si, ma di certo
non lo tengo libero per casa, è in una teca-
-A
questo punto puoi
scordarti davvero che venga a farti visita…-
-Non fa
niente verrò io da
voi, Squama resta libero per casa solo quando io suono tutta la notte
in
qualche locale, è più efficace di un cane da
guardia-
-Credo
che andrò a dare una
mano a Edward…-
Silenziosamente
lasciò la
stanza rifiutandosi di ascoltare oltre incamminandosi verso la hall
dove
sicuramente il suo ragazzo cercava un taxi o un qualsiasi altro mezzo
di
trasporto, a rischio di doversi avventurare in mezzo alla neve da solo
e
congelare.
Fortunatamente
però lo trovò
che parlava con il Receptionist così si avvicinò
per ascoltare.
-Ci
pensi è un affare! La
sua band per questa sera non può venire perché
è rimasta bloccata in California
e non credo che abbandoneranno quelle belle spiagge per recarsi in un
posto
stracolmo di neve, tra l’altro non li farebbero
passare… ma si da il caso che
in hotel ci sia una famosa rock star, salverebbe la serata e il suo
superiore
le farà i complimenti!-
L’uomo
sembrò rifletterci un
po’ su e forse con la speranza di ricevere un aumento sorrise
–Va bene ragazzo,
qualcuno dopotutto dovrà esibirsi questa sera e credo che il
pubblico
apprezzerà di più della musica dal vivo-
-Quindi
può suonare?-
-Si,
digli di andare in
discoteca alle 21.30 per accordare gli strumenti, inizierà a
suonare alle 22.00
e mi raccomando che siano canzoni moderne, il tema non è
soltanto il natale, ma
il liceo… è un idea di mia figlia…-
-Oh
quindi ci si deve
vestire a tema… d’accordo glielo dirò,
più moderno di lui mi creda non c’è
nessuno-
Si
allontanò dal bancone
raggiungendo il moro con un gran sorriso.
-Non
dovrai dar da mangiare
a squama dico bene?-
-Esatto!-
-E se
ho ben capito dovremmo
vestirci a tema… non mi pare una grande idea quella del
liceo ma è meglio se
non glielo diciamo altrimenti non farà suonare Envy-
-Effettivamente
con il
natale non c’entra un cavolo, però vedila
così potrai mettere la divisa della
squadra-
Ricordò
quanto fosse carino
coi colori della squadra addosso: Il Blu e l’oro, solo ora
però se ne accorse.
Sentì
una mano calda
afferrare la sua e portarlo verso l’ascensore così
tornò al presente scuotendo
leggermente la testa: Ora doveva dare la notizia a Envy e sbattergli in
faccia
che non avrebbe mai avuto niente a che fare con quel mostro che lui
chiamava
Animale Domestico.
Anche
se c’era qualcosa a
distrarlo… Roy lo guardava intensamente e in pochi secondi
si trovò attaccato
alla parete dell’ascensore con il suo corpo caldo addosso.
-Che
c’è? Ho detto che devi
trattenerti…-
Le sue
mani forti gli
sfiorarono il viso facendogli morire qualsiasi parola in gola, lo vide
avvicinarsi fino a sfiorare le sue labbra, c’era parecchia
tensione tra loro e
non era certo dovuta agli eventi… sentiva il desiderio di
Roy come un gatto
avverte il pericolo.
-Mi sto
trattenendo infatti…
Ma non vedo l’ora di sapere cosa indosserai, hai dimenticato
che ho tutti i
tuoi vestiti attillati nel guardaroba?-
-Oh
è a questo che stai
pensando allora…-
Annullò
le distanze tra loro
lentamente passando lo sguardo tra le sue labbra ai suoi occhi neri
come la
notte, poi non ebbe dubbi: doveva dargli un bacio, gli piaceva troppo
sentirlo
vicino, passare le mani tra quei capelli d’ebano e le spalle
forti e quei
pettorali scolpiti.
-Sei un
gattino famelico El
ma questa volta devo dirti io di trattenerti…- Lo
allontanò a malincuore
facendogli una carezza sulla testa osservando la sua piccola e
deliziosa
espressione imbronciata, ma si stava riservando per quella sera.
–Questa sera
vedrai i fuori d’artificio e non soltanto fuori dalla
finestra-
-Va
bene vorrà dire che
aspetterò, ora mi devo concentrare su Envy-
Fece un
respiro profondo
cercando di allontanare possibili pensieri compromettenti dalla sua
testolina e
poi, una volta arrivati al loro piano sgattaiolò verso la
camera del ragazzo
per dargli la bella notizia.
…
Intanto
nel salottino al
piano di sotto Alfonse Heiderich superando ogni sua più
rosea aspettativa aveva
trovato compagnia, forse un Dio benevolo lo teneva davvero sotto la sua
ala
protettrice perché davanti a sé aveva un piccolo
miracolo.
-E
quindi anche tu vieni
dalla Francia…-
Stavano
prendendo un
cappuccino mentre parlavano del più e del meno, il ragazzo
davanti a lui annuì
con un sorriso bellissimo, le tenere guance quasi si colorarono e si
lasciò
sfuggire la più cristallina e dolce risata
dell’universo.
-Si,
doveva essere una
normale vacanza all’estero ma il mio aereo ha fatto scalo qui
e non è più
potuto ripartire per via della neve, ieri ho fatto in tempo a trovare
questo
hotel e purtroppo sarò costretto a restare fino a che
l’aereo porto non sarà
agibile-
Bisbigliò
con la flebile
vocina dall’accetto francese, il tedesco sorseggiò
un altro po’ della bevanda
calda dandosi un pizzicotto sulla gamba: Non riusciva a crederci,
voleva avere
la certezza che tutto ciò non fosse solo un sogno.
Quella
delicata creatura
aveva i capelli biondi, simili a quelli di Edward, corti fino alle
spalle ma la
frangetta quasi gli copriva parte del viso e quindi con una mano la
scansava
sempre dai grandi occhi color nocciola, le labbra erano delicate come
un petalo
di rosa e le guance quasi sempre rosse… inoltre non era
molto alto ma ai suoi
occhi quel piccolo ed insignificante difetto lo rendeva solo
più adorabile.
-Anche
io ero qui in
vacanza… e sono rimasto bloccato-
Tralasciò
gli avvenimenti di
quel periodo fin troppo movimentato lasciando al suo cuore la forza di
battere
per qualcun altro, sapeva però nel profondo di aggrapparsi
solo ad una speranza
o più precisamente un illusione: Era conscio del fatto che
quel ragazzo poteva
essere scambiato per il gemello di Edward, solo più timido e
di certo con un
passato meno interessante ma non poteva non esserne attratto.
-Non
siamo stati molto
fortunati allora…-
-Io
credo di si invece…-
Era
tentato di prendergli la
mano, di sfiorarlo soltanto ma represse questo istinto dietro un
sorriso
rassicurante: Non voleva lasciarlo, era un perfetto estraneo e questo
lo sapeva
non era certo uno sciocco, ma sperava in qualcosa di più, un
amicizia magari…
era convinto che fosse opera del fato quel fortunato incontro, proprio
il
giorno di natale mentre scappava da una storia meravigliosa ormai
finita e
leccava le ferite che aveva lasciato.
…
-Hai
visto Piccoletto? Se ti
impegni puoi fare miracoli…-
Envy
seduto sul letto
lucidava la chitarra con un bel sorriso a trentadue denti pienamente
soddisfatto della riuscita del piano, era certo che Edward avrebbe
trovato una
soluzione piuttosto che avere a che fare con un pitone carnivoro,
debole di
stomaco com’era quando si trattava di carne.
E in
caso contrario… bé non
avrebbe avuto il suo concerto di natale però si sarebbe
fatto un bel po’ di
risate e avrebbe avuto le faccende domestiche fatte per un mese intero,
in più
un pitone sfamato e felice.
-Piuttosto
che incontrare il
tuo adorabile cuccioletto sarei uscito dall’hotel per andare
incontro ad una
morte per assideramento-
Sputò
sarcasticamente con un
sorrisetto falso aprendo l’armadio per cercare al suo interno
un completo sexy
e provocante per quella sera, doveva far cadere Roy ai suoi piedi, non
doveva
nemmeno guardarle le puttanelle che probabilmente lo avrebbero
squadrato da
testa a piedi quella sera.
-Oh
andiamo non essere
teatrale, comunque se la discoteca non ha altri musicisti
vorrà dire che la
batteria dovrà essere riprodotta artificialmente magari con
la Console del Dj…
ma almeno la chitarra sarà vera-
Quasi
era tentato di
baciarlo quello strumento che teneva in braccio come un bambino, del
colore più
nero che aveva mai visto e argento sotto le corde e per tutto il manico.
-Si
Envy sarai una grande
rock star questa sera e le fan ti si butteranno addosso…-
Mentre ascoltava
distrattamente le parole dell’amico trovò un
bellissimo completo che avrebbe
mandato il sangue al cervello al suo uomo. –E non saranno le
sole a perdere la
testa…-
-Hai
trovato qualcosa…?-
-Oh
si… ma deve essere una
sorpresa, quindi…- Coprì il completo con una
coperta riponendolo in uno
scaffale dell’armadio guardaroba dove non avrebbe guardato
nessuno in attesa di
quella sera.
-Non
importa vorrà dire che
lo vedremo questa sera, io indosserò il mio solito
abbigliamento da rocker
super tosto…- Si interruppe guardandosi distrattamente
intorno –Ora che penso,
dov’è finito il tuo neo fidanzato?-
-Non lo
so ha detto che
doveva fare una cosa, credo sia andato a prendere la divisa della
squadra… se
il tempo va a peggiorare doveva darsi una mossa-
-Piccoletto…
non vorrei
interrompere le tue fantasie da ragazzina innamorata ma non credi che
sia
andato a prenderti un regalo?-
Ciò
colpì la mente del
biondino come un fulmine a ciel sereno, date le circostanze non avrebbe
mai
pensato di dover comprare un regalo per Roy prima di partire anche
perché non
avrebbe mai pensato di rivederlo né tanto meno di rimettersi
con lui e insomma
era stato tutto così improvviso che…!
-Hai
ragione che razza di
imbecille che sono... tu dici che il negozio dell’hotel
è aperto? Magari riesco
a trovare qualcosa altrimenti mi faccio una corsa verso
l’emporio sportivo
all’angolo… che ricordi facevano sempre gli
straordinari la mattina di
natale…!-
-Piccoletto…
non
straparlare, corri piuttosto!-
-Hai
ragione… ci vediamo a
pranzo!-
Si
alzò e come una saetta
uscì dalla stanza alla ricerca del regalo perfetto per
quella serata che doveva
essere indimenticabile, avrebbe fatto qualsiasi cosa perché
lo fosse: Il
completo, l’atmosfera, la musica di Envy, Roy con la divisa
della squadra… non
poteva certo rovinare tutto!
[Chap_10
Pt2]
Alfonse
Heiderich poteva
considerarsi ufficialmente in paradiso, non riusciva a smettere di
pensare a
quel bellissimo ragazzo, conosciuto solo qualche ora prima, sapeva che
forse
era troppo presto per considerare l’idea di essere innamorato
e forse era
soltanto un rimpiazzo, un riflesso di Edward ma il suo cuore batteva
troppo
forte per permettergli di fare pensieri razionali.
Infondo
non era stato
proprio Edward a dirgli che lui meritava una principessa da adorare
incondizionatamente con i suoi modi delicati e premurosi? Bé
Jamie –questo il
nome di quell’angelo che lo aveva benedetto- era una vera e
propria
principessa, non aveva alcun dubbio.
Era
così meravigliosamente
timido, delicato e sensibile… per molti aspetti erano simili
e sentiva un certo
legame spiritico con lui, si erano trovati la mattina di natale come in
una
storia fantastica dove tutto finisce con il lieto fine e il principe
con il
cuore spezzato trova una principessa.
Avevano
parlato tanto quella
mattina mentre prendevano un cappuccino e mangiavano piccoli dolcetti
che
solitamente venivano serviti con il thè pieni di zucchero,
cioccolato, fragole,
pesche e tal volta panna dai vari insoliti colori.
Aveva
scoperto di avere
tantissime cose in comune con lui e si convinceva sempre di
più di aver trovato
l’anima gemella: Lui al liceo suonava il flauto, Jamie il
piano forte… entrambi
non erano al top della popolarità ed erano ottimi studenti,
non avevano molti
amici ma stavano bene lo stesso e Jamie non aveva alcuna convinzione
animalista, mangiava la carne, non aveva mai nemmeno fumato una
sigaretta e
l’alcool lo disgustava per il retrogusto frizzante e
fastidioso.
Non che
le convinzioni
animaliste di Edward fossero stupide o insensate, lo avrebbe sempre
appoggiato
nelle sue battaglie solo che avere una persona al proprio fianco meno
complicata era più semplice: Potevano andare al ristorante
come una coppia
normale, fare la spesa assieme e divertirsi in modo genuino senza
esagerazioni
di alcun tipo ma soprattutto non doveva sempre tenere gli occhi aperti
per
uomini e donne che sbavavano dietro al suo ragazzo.
Edward
con il suo fascino
era come una calamita mentre Jamie e la sua timida
sensibilità non avrebbe
certo attratto spacconi super forzuti…
-Ciao
Al!- Tutto d’un tratto
come un mini tornado entrò Edward in tutto il suo splendore,
perché doveva
ammetterlo: Da quando si era riappacificato con il suo amico Envy non
c’era
uomo, donna o essere vivente sulla faccia della Terra che avrebbe
potuto
resistergli, aveva un potenziale nel piegare le persone al suo volere
di certo
non indifferente.
-E-Ed…
che succede?-
Sembrava
molto affrettato
come se qualcuno gli corresse dietro.
-Storia
lunga, hai per caso
visto il mio portafogli?-
-Nel
cassetto-
Il
biondo facendo svolazzare
i capelli si voltò verso la direzione giusta,
aprì il cassetto indicatogli
mettendo in tasca l’oggetto che cercava per poi avvicinarsi
all’armadio per
prendere una sciarpa e una giacca pesante.
-Hai
rimesso le tue cose
nell’armadio… vuol dire che resti?-
Si
bloccò dalla sua corsa
per voltarsi un momento per degnare di un po’
d’attenzione il povero biondo
sempre servizievole anche se al momento un po’ confuso.
-Per il
momento-
Poi
Edward si fermò un
attimo ad indagare sulla sua espressione, sembrava molto più
sereno e c’era
qualcosa nei suoi occhi che non lo convinceva abbastanza, sembravano
più luminosi.
-C’è
qualcosa che mi sfugge
al momento… e sarà perché sono di
fretta ma dopo indagherò… ah prima che
dimentichi, ci vieni alla festa?-
Alfonse
a quella domanda non
seppe più che dire: Lui, andare in discoteca per rivivere
l’esperienza della
scorsa sera? Tra alcool, una marea di gente rumorosa, musica assillante
e caos?
-Non
sono il tipo… da…-
-Ma che
hai capito Al… c’è
la festa di natale, non sarà come quella di ieri,
è una cosa molto più
tranquilla e sicuramente si riesce a parlare senza dover strillare...-
Si
sentì uno sciocco per non
averci pensato prima, ma il suo programma per natale era la romantica
cena a
lume di candela nella terrazza di vetro non si era informato su altre
attività
in hotel.
-Oh…
bé allora può darsi che
verrò…-
-Ci si
veste a tema, non
chiedermi cosa c’entri perché non lo so nemmeno io
ma il Receptionist questa
sera vuole tutti adolescenti liceali… ora però
devo scappare ci vediamo!-
Corse
fuori dalla porta a
gran velocità, chissà forse aveva in programma
qualcosa di speciale con Roy…
visto il loro riavvicinamento miracoloso.
Improvvisamente
si sentì un
perdente… anche se non ne aveva più ragione ormai
si sentì quasi geloso del
moro che poteva abbracciare Edward, baciarlo e coccolarlo in
un’atmosfera
romantica: perché sicuramente aveva qualcosa in mente per
quella sera, dubitava
che stesse con le mani in mano… un don Giovanni come
lui… o meglio un maniaco
come lui.
Ma non
doveva pensarci, non
stava forse fantasticando su Jamie? Non aveva motivo di guardare al
passato,
poteva essere contento del rapporto di amicizia che aveva con il suo
ex, almeno
non si scannavano e come si ripeteva dalla rottura: Era meglio
così, se se ne
fosse accorto troppo tardi sarebbero stati solo infelici assieme, lo ha
fatto
per lui e glielo aveva detto apertamente, voleva dargli la
possibilità di
trovare una principessa, qualcuno che lo apprezzasse come lui meritava.
Quindi
basta guardare
indietro… doveva concentrarsi sulla sua principessa.
…
Così
il pomeriggio passò tra
preparativi e confusione alla ricerca del regalo perfetto: Envy nella
sua
stanza provava qualche accordo aspettando il grande momento,
riscaldando le
dita per la folla adorante.
Roy per
tutto il pomeriggio
non aveva visto Edward che si era dichiarato tremendamente indaffarato
a fare
una cosa di cui non gli era permesso sapere nulla e così si
era messo davanti
la tv a guardare un po’ di sano football in attesa anche lui
della grande
serata visto che il fidanzato voleva fare un entrata ad effetto e si
sarebbero
incontrati direttamente là.
Alfonse
aveva in mente una
passeggiata in giardino con Jamie che grazie al suo misterioso
protettore aveva
accettato di passare del tempo insieme, ma visto che il giardino era
stracolmo
di neve e del tutto inutilizzabile passeggiavano per la terrazza, piena
di
meravigliose piante giganti, rose, gigli e altri fiori dai colori
diversi,
forse dopo cena sarebbero scesi anche alla festa menzionata da Edward
tanto per
dare un’occhiata e se non si trattava di qualcosa di
esagerato e rumoroso
magari sarebbero rimasti.
Galantemente
lo avrebbe
invitato a cenare assieme, sotto la cupola di vetro come aveva
programmato di
fare mesi e mesi prima ma in compagnia di un’altra
persona… però non poteva
certo farsi sfuggire questa occasione e cenare da solo lì in
cima.
Intanto
che i due si
godevano la serata in solitudine, Edward nella camera di fidanzato si
preparava
per la sua entrata a sorpresa, quando gli occhi sarebbero stati puntati
solamente su di lui, ma ciò che contava non erano gli
sguardi di completi ed
insignificanti estranei ma solo quelli di Roy.
Si fece
un lungo e
rilassante bagno nella vasca piena di bollicine profumate,
asciugò i capelli
con minuziosa attenzione per poi stirarli in modo da non far notare le
extension e ne aggiunse altre, nere solo vicino le punte, la parte
superiore
della chioma doveva restare bionda e lucente.
Mise il
profumo preferito
del moro e stranamente si ricordò anche quale fosse,
controllò di non avere
imperfezioni sul viso ma la sua pelle era perfetta e nivea come al
solito e le
labbra rosee come quelle di un angelo.
Con
l’accappatoio
infinitamente più grande di lui che toccava terra e gli
lasciava scoperte le
spalle entrò nella stanza guardaroba prendendo il completo
prescelto e
controllando che anche quello fosse perfetto.
Mancava
poco, tra dieci
minuti sarebbe sceso al piano di sotto dove si era raccomandato a Roy
di
attenderlo, non vedeva l’ora di vedere quale meravigliosa
faccia avrebbe fatto.
Il suo
regalo poi non era
certo da meno, sarebbe rimasto certamente contento.
…
Era
passata l’ora di cena da
un bel pezzo e ormai la serata si era movimentata, Envy sul palco
assieme ad un
batterista e un secondo chitarrista suonava i suoi pezzi più
famosi, quelli che
aveva entusiasmato di più il pubblico durante il tour e che
sembravano sortire lo
stesso effetto in quel momento, era felice dell’affetto che
stava ricevendo e
dell’entusiasmo di tutti i presenti ma in cuor suo si
domandava dove si fosse
cacciato quel piccolo cretino del suo migliore amico.
La
stessa mattina andava
blaterando di un completo epico, di far cadere il suo ragazzo
altrettanto fesso
ai suoi piedi e poi nemmeno si presentava… o forse era un
modo per aumentare la
tensione e fare un entrata ad effetto, però si stava facendo
attendere anche
troppo, manco fosse lui la rock star del momento.
Roy era
dello stesso parere,
si guardava intorno ma non lo vedeva tra la gente eppure la sala non
era
stracolma, si stava bene e l’atmosfera era piacevole.
Motivo
per cui quando
Alfonse e Jamie decisero di scendere per dare un’occhiata
alla famosa festa
decisero di restare e si accomodarono su un divanetto al bordo della
sala in
disparte.
Erano
presenti tutti… ora
poteva fare il suo ingresso trionfale, forse lo aveva appositamente
studiato o
forse no però proprio in quel momento arrivò il
tanto atteso Edward Elric,
facendo voltare un gran numero di persone, tra cui anche Alfonse e
Jamie per
quanto volessero restare tranquilli e la famosa Rockstar che
però continuò a
suonare, era un professionista dopotutto sarebbe stato sciocco
interrompere la
musica per così poco.
Per
quanto quello potesse
essere poco… indossava dei pantaloni di pelle stupendi, li
aveva sempre amati
anche al liceo, una maglietta bianca di una taglia o due più
grande della sua,
ma appositamente fatta per ricadere da una parte e lasciare una spalla
leggermente scoperta, stivali anch’essi di pelle lunghi quasi
fino al
ginocchio, era tentato di indossare un rialzo ma poi avrebbe sfiorato
la soglia
del ridicolo e non era certo una ragazza e le ciocche più
scure le aveva
pensate a posta per richiamare il colore nero della pelle che indossava.
Era
comunque fantastico, con
grazia si avvicinò alla sola persona che occupava i suoi
pensieri in quel
momento, fermandosi ad una spanna da suo viso.
-Ciao
stupido giocatore di
rugby…-
Sussurrò
malizioso sulle sue
labbra piantando lo sguardo su quello dell’altro nero e
intenso con una leggera
sfumatura di sorpresa ma decisamente felice di vederlo.
-Ciao
dolcezza…-
Rispose
come tante e tante
volte aveva fatto negli anni passati passando una mano tra quei capelli
biondi
come il grano e lisci come la seta, per avvicinarlo e stampargli un
bacio su
quelle labbra perfette che sembravano dirgli solo
“Baciami”.
[Angolino
Autrice]
Ed
eccomi quaaa ^__^ Vi piacciono questi capitoli? Siete
contente? Ormai è ufficiale ù.u Edward e Roy sono
tornati insieme *-*/ e se Mustang fa un altro passo falso si ritrova
sicuramente castrato u.u quindi.... credo ci penserà almeno
10 volte prima di fare un torto al nostro Ed ^_^ Vi piacciono le scene
più romantiche tra loro? :3 a me tanto e chissà
se scriverò di più.... ehehehe XD
Ma
venendo ad Alfonse...... Jamie non è un personaggio di mia
fantasia, o almeno non troppo! Al 10% almeno l'ho ripreso da FMA ^^ Per
la precisione sarebbe il sosia di Edward della Terra u.u solo che gli
ho schiarito e allungato un po' i capelli, cambiato colore degli occhi
e reso timido e adorabile... altrimenti sarebbe stato troppo lampante e
invece che per un ragazzo che somiglia a Ed diventava il Gemello di Ed
u.u Ho voluto dare un po' di felicità anche a quel
poveraccio di Al... perché come ho già detto i
loro caratteri sono molto differenti e non è che avevano
tutte ste possibilità di restare assieme... così
gli ho voluto dare qualcuno che rispecchiasse le sue esigenze.
^_^
Purtroppo care oggi non posso darvi alcuna anticipazione
perché devo scriverla u.u ma lo farò al
più presto :) non preoccupatevi, non vi faccio rimanere in
sospeso u.u
Allora,
Ringraziamenti:
Chiby Rie_chan
HaChiElriC
MXI
^___^ ci sentiamo nel prossimo capitolo ragazze!!!
Enjoy!!!
|
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Capitolo 9 *** Chap 15_ You and I ***
La musica della discoteca
risuonava anche nel più remoto degli angoli allietando la
serata degli ospiti
dell’hotel con balli sfrenati, allegria e adrenalina.
Era un ritmo che ti prendeva
fin nelle viscere e ti faceva venire dei brividi indescrivibili, quasi
nessuno
infatti aveva il coraggio di restare seduto in disparte: tutti si erano
riuniti
al centro della pista proprio davanti il palco dove Envy suonava ormai
da ore
la sua amata chitarra, sentendosi a dir poco un Dio nel vedere che la
sua
musica coinvolgeva un così gran numero di persone, preso
dall’entusiasmo a
volte si azzardava persino a fare qualche assolo rock di chitarra
elettrica non
previsto nel programma ma certamente apprezzato.
E tutto lo doveva al suo
caro Piccoletto, era merito suo se quella serata stava andando alla
grande,
perché era lui che aveva convinto il direttore
dell’hotel a farlo suonare,
sostituendo una scialba musica registrata, il rock vero e proprio per
lui
doveva essere ascoltato dal vivo, un cd non poteva mai reggere il
confronto!
Anche il direttore avrebbe
dovuto ringraziarlo, sicuramente gli ospiti rimasti bloccati dalla
tormenta non
si erano affatto pentiti della situazione, se avevano potuto
trascorrere un
natale così fantastico: Gli aveva risparmiato un bel
po’ di persone arrabbiate
e di lamentele.
Proprio quel piccoletto che
ora ballava con il suo sciocco fidanzato che non smetteva di fissarlo
escogitando chissà quale stratagemma per portarselo in
camera il prima
possibile, ci avrebbe scommesso: Dopotutto Roy Mustang non era certo un
santo,
spirito candido e casto, proprio per niente e non poteva tenere a freno
i suoi
istinti da animale in quella circostanza.
-Quanto mi farai aspettare
ancora…?- Disse Roy prendendo le mani delicate del biondino
per avvicinarlo e
parlargli sotto voce.
-Oh andiamo Ro…
è ancora
l’una…-
L’una del mattino per la
precisione, non del pomeriggio e quell’ora moltissimi erano
già sotto le
coperte, anche se si trattava di Natale e anche Roy voleva andarci, ma
non per
dormire.
-Ho fame…-
Sussurrò con voce
più roca e sensuale il più grande avvicinandosi
alle sue labbra, voglioso di
qualcosa che forse non gli sarebbe stato concesso, lo baciò
castamente più e
più volte tentando di persuaderlo ma per il biondino tutto
sembrava un gioco.
–Di te- Famelico, aveva soltanto un desiderio, saltargli
addosso, caricarselo
in braccio e portarlo al piano di sopra il più in fretta
possibile.
-Bè mi dispiace molto
mio
caro giocatore di Rugby… ma dovrai attendere ancora un
pochino-
Si divertiva nel vederlo
fremere mentre lui tutto tranquillo continuava a ballare e a lanciargli
sguardi
equivoci e maliziosi che non facevano altro che peggiorare la
situazione,
voleva farsi desiderare e chissà forse Roy sarebbe arrivato
a portarlo di peso
al piano di sopra.
-Quanto di grazia…?-
Lo prendeva per un polso
facendolo volteggiare per stringerlo infine tra le sue forti braccia, e
le
spalle rese enormi dalle protezioni che la divisa comportava, ma almeno
aveva
avuto la decenza di non indossare il casco e il para denti…
allora sarebbe
stato ridicolo anziché carino.
-Solo un minuto, vado a
prendermi una vodka-
-D’accordo basta che non
diventi un’abitudine, ti stai attaccando troppo alla
bottiglia ultimamente-
Insieme si incamminarono
verso il bancone mano nella mano e mentre Edward prendeva da bere
qualcuno li
osservava da lontano.
-E’ molto
bello…- Commentò
Jamie seduto con Alfonse su un divanetto ai bordi della sala, forse
soltanto
loro erano rimasti in disparte, ma andava bene così, nessuno
dei due era solito
partecipare a certe feste o ad esagerare sotto i riflettori, anzi
entrambi si
tenevano ben lontani dalle luci dirette, non amavano essere al centro
dell’attenzione.
-Si lo è… e
sta con un
giocatore di Rugby… sembra di essere tornati davvero al
liceo-
Dove quelli come lui
venivano sempre accantonati e quelli come Edward erano popolari e amati
da
tutti e si mettevano soltanto con persone al loro pari, i due gruppi
non si
sarebbero mai potuti mischiare, doveva saperlo… doveva
aspettarsi che sarebbe
successo, dopotutto il gene della popolarità sembra essere
nel loro DNA, sono
costretti a ricercarsi.
-Io non ero molto inserito
al liceo, però sono felice lo stesso… insomma ad
ognuno il suo modo di vivere
no?-
-Si hai ragione…-
Gli sorrise stringendogli la
mano sinceramente sollevato da quelle parole e grato di averlo accanto,
in un
momento che per lui altrimenti sarebbe stato triste.
Quelli erano i primi passi
verso un’amicizia meravigliosa, che magari con il tempo forse
sarebbe diventata
qualcosa di più, per ora tutti e due non potevano che
sorridersi mostrando
tutto l’affetto che potevano, riscaldandosi a vicenda il
cuore.
Edward invece nella sua
stravagante vivacità non si era limitato ad un solo
bicchiere di vodka ma stava
per bere il quarto approfittando della distrazione del moro che aveva
attaccato
briga con tutti gli ubriaconi infelici lì presenti che
stavano guardando troppo
il biondino e il suo bel fondoschiena.
Ciò non era certo
sfuggito
ad Alfonse che lo osservava con sguardo di rimprovero e si chiedeva
come Roy potesse
lasciarlo fare, forse era lui ad essere troppo protettivo
–come amico
s’intende- ma stava oltrepassando la soglia della decenza e
non riusciva a
rimanere impassibile, quella sua “nuova vita” aveva
fatto tornare alla luce un
lato di lui che mai aveva visto e che sinceramente neanche apprezzava,
anzi
iniziava davvero ad odiarlo, era come se si fosse trasformato da un
tenero
angioletto al Dio dell’ebbrezza e dei piaceri carnali.
-Dovresti fermarlo- Gli
suggerì Jamie attirando la sua attenzione.
-N-no, godiamoci la serata-
Si sentì un idiota improvvisamente, stava passando una
bellissima serata con
quel fantastico ragazzo e non riusciva comunque a non pensare ad Edward.
-Non fa niente Alfonse, io
farei lo stesso per un amico… vai io aspetto- Gli sorrise
dolcemente
trasmettendogli comprensione: Quello era un vero angelo.
-Va bene, torno subito-
Si alzò dal divanetto
dirigendosi verso Edward e fece in tempo a sfilargli
l’ennesimo bicchierino
dalle manine.
-Non stai esagerando?-
Il biondino accorgendosi
dell’intrusione mise un tenero broncio tentando in vano di
riprendersi il
bicchiere che però venne condotto fuori dalla portata: ben
in alto.
-Tu stai esagerando, ti
intrometti-
-Mi intrometto perché
negli
ultimi due minuti sei arrivato a…- Contò i
bicchieri presenti sul bancone –Sei
bicchieri, ora basta-
-Altrimenti…?-
Chiese inarcando un fine
sopracciglio e scansandosi i lunghi capelli su una spalla.
Il più grande sorrise e
picchiettò sulla spalla del moro che si girò
incuriosito tralasciando la
“tranquilla” conversazione con i beoni intontiti
dall’alcool.
-Se n’è
scolati sei, gli ho
tolto di mano il settimo-
Lo informò.
-Che cosa?- Roy sembrò
arrabbiato quanto Alfonse, mise le mani sui fianchi guardando il
proprio
ragazzo con rimprovero –Avevi detto solo uno-
-Tu eri occupato, mi sono
occupato anche io- La giustificazione.
-Con l’alcool?? Ti ho
già
detto che ti stai attaccando troppo alla bottiglia ultimamente, basta
Ed-
-Basta lo dico io, vi state
intromettendo un po’ troppo! Sempre a dirmi quello che devo o
non devo fare
come se fossi un idiota, mi avete scocciato-
Fece per girare i tacchi ed
andare via ma Roy lo trattenne per un braccio.
-Dove vai conciato così?-
-A divertirmi con chi mi
capisce, e lasciami pezzo di coglione!-
Riuscì a liberarsi e si
mischiò alla folla dirigendosi verso il palco sparendo dalla
vista dei due.
-Ti ha chiamato
coglione…?-
-Si l’ha
fatto…-
-Sta esagerando, la passa
liscia?-
-Non credo proprio…-
-Che farai?-
-Tu torna a divertirti e non
preoccuparti, lo riporto in camera e cerco di farlo ragionare, con
tutto
l’alcool che s’è bevuto poi
crollerà sicuramente-
Diede una pacca sulla spalla
al biondo rassicurandolo e si diresse nella stessa direzione di Edward,
mentre
Alfonse, ora più sereno tornò dal suo Jamie.
La musica vicino al palco
diventava più che assordante, le tempie del moro iniziarono
quasi a pulsare ma
si disse che sarebbe durato soltanto in tempo necessario per trovare
quel
piccolo cretino e portarlo via così cercò di
resistere.
Fino a che lo vide, ballava
da solo, non voleva concedersi giustamente a nessuno, di certo quella
piccola
discussione non era una scusa per tradirlo.
-Ed, muoviti andiamo in
camera!- Gridò al suo fianco.
-Non darmi ordini!-
-E’ ora di andare!-
-Io non voglio, vacci da
solo!-
-Tu vieni con me con le
buone o con le cattive-
-Bene, mostrami quali sono
le cattive!-
Istigato, Mustang lo prese
con decisione per la vita issandoselo sulle spalle e ignorando le sue
grida e
le sue proteste tornò in camera.
-Diavolo Roy mettimi
giù!-
-Un attimo e ti metto
giù…-
entrato nella stanza chiuse la porta, dopodiché
posò il biondino sul letto
–Ecco fatto-
-Che ti salta in testa?!-
-Ed, non arrabbiarti, io
sono preoccupato… non voglio che l’alcool per te
diventi una dipendenza-
-Ma certo, pensi che visto
che ero un drogato allora sia facilmente assoggettabile alle dipendenze-
-No certo che no, lo sai che
ti ho sempre amato…- Si inginocchiò ai suoi piedi
prendendogli le mani tra le
sue.
-Però odio quando vi
intromettete in quello che faccio, siete dannatamente invadenti-
-Anche Al era preoccupato
per te... e lo sai-
-Uff… va bene questa
volta
ve la do vinta, ma non trattatemi come un moccioso-
-Non ti ho mai trattato come
un moccioso- Si alzò sussurrandogli all’orecchio
per poi mordicchiargli
leggermente il lobo e baciargli la mascella e il candido collo.
–Come il mio
gattino si però…-
Il biondino rise scaricando
la tensione che prima era palpabile tra loro.
-Questa divisa è
ingombrante…-
Sussurrò inclinando la
testa
per permettere al moro di continuare il suo giochetto.
-Rimedio subito- Velocemente
si staccò per poco da lui sfilando la maglia e le
protezioni. –Tocca a te-
Edward raccolse la sfida con
un sorriso sghembo e levò a sua volta la maglia lasciando
vedere il fisico
asciutto e perfetto in contrasto con i muscoli gonfi e atletici di
Mustang.
Il moro tolse le scarpe e
sfilò
i pantaloni.
Il biondino alzandosi in
piedi fece lo stesso, tolse prima gli stivali, poi dirigendosi pian
piano verso
il bagno tolse anche i calzini e i pantaloni di pelle.
-Cerchi di scappare da me
dolcezza…?-
Provocò il moro
mangiandosi
quella visione deliziosa visione con gli occhi.
-Al contrario, mio stupido
giocatore di rugby…-
Sensualmente oltrepassò
la
porta del bagno e dopo pochissimi secondi il moro si vide arrivare
addosso i
boxer del biondino che se la rideva di gusto: Quella era una
chiarissima
provocazione.
-Mmmh… cappuccetto sta
provocando il lupo… questa è una svolta
inaspettata-
Senza farselo ripetere due
volte corse nel bagno alla ricerca della sua preda che se ne stava
tutta
tranquilla nella vasca da bagno piena di bolle di sapone che lasciavano
troppo spazio
all’immaginazione ma che rendevano il tutto magico.
-Il lupo mi ha
trovato…?-
-Il lupo non solo ti ha
trovato, ma adesso si diverte un bel po’- Come un bambino
troppo cresciuto
saltò all’interno della vasca facendo cadere un
po’ d’acqua a terra.
Edward intanto rideva come
non faceva da molto tempo e lo vedeva avvicinarsi con finta aria
minacciosa.
-Non sai come tremo…-
-Inizia a tremare sul serio
piccolo…-
Quando fu abbastanza vicino
lo baciò da prima castamente, lo strinse a sé
accarezzandogli la schiena nuda
immersa nell’acqua, poi il bacio si fece più
profondo, non più limitandosi ad
un leggero sfioramento di labbra, ma un intreccio di lingue, una lotta
sfrenata
per la supremazia, alla ricerca di passione.
Il biondino si faceva
trasportare con un sorriso docile e sentire le grandi mani
dell’altro
accarezzargli la nuca e i morbidi capelli lo mandava in estasi
provocandogli
brividi inaspettati, chinò il capo all’indietro
quando sentì quella bocca
vorace spostarsi sul suo collo per divorarlo, leccarlo, baciarlo e
venerarlo.
Nell’aria non
c’erano altro
che languidi sospiri d’amore, l’acqua nella vasca
si muoveva con i loro
spostamenti, in quello stretto spazio Ed cercò di fare
spazio all’altro come
poteva e si ritrovò ad aprire le gambe per abbracciarlo e
accoglierlo dentro di
sé.
Negli anni passati avevano
fatto l’amore in modo sfrenato, passionale e del tutto
incontrollato ma in quel
momento, era sicuro che il loro rapporto si stesse elevando, minuto
dopo minuto
in qualcosa di molto più profondo.
Sentire la presenza del
compagno dentro di sé lo completava e senza quasi rendersene
conto fu preso dalla
passione crescente, dall’amore che provava, un amore intenso
e rinnovato…
gemette, sospirò languidamente e con le mani si
aggrappò a quella schiena
perfetta man mano che le spinte si facevano più intense e il
respiro cercava di
sfuggirgli dalle labbra senza però riuscirci bloccato nella
sua gola.
Gridò il suo nome come
mai
aveva fatto, senza violenza o irruenza nel tono della voce, solo un
richiamo,
un desiderio che voleva essere espresso, mentre le carezze
dell’altro lo
confortavano e lo rassicuravano mentre lo baciava.
Agli sgoccioli di quel
rapporto si guardarono negli occhi divenuti liquidi, traboccanti
desiderio.
-Ti amo lo sai?-
Chiese Roy baciandolo sulle
labbra, scansandogli i lunghi capelli dalla fronte ora imperlata di
sudore, un
po’ per il vapore un po’ per il caldo che provavano
al solo contatto tra loro.
-Si che lo so… anche io
ti
amo tanto-
Stremato si accucciò
contro
la sua spalla cercando di riposare, anche perché
l’alcool che aveva bevuto
iniziava a fargli un certo effetto e rendergli la testa pesante e piena
di
confusione.
Allora il moro, lo avvolse
nell’accappatoio e lo riportò in camera dove si
misero sotto le coperte per
concedersi un meritato riposo.
…
Il mattino seguente i raggi
del sole tornato dopo tanto tempo a far da padrone tra le nuvole,
rischiararono
anche i due amanti abbracciati tra le coperte, ancora con gli
accappatoi
addosso, completamente nudi.
Quando Envy tornò dopo
qualche ora il mattino precedente aveva ben pensato di non svegliarli e
accucciarsi sul divano buono buono, anche perché francamente
l’idea di dormire
tra quei due non gli sfiorava neanche lontanamente il cervello.
Però quando
riaprì gli occhi
e li trovò nella stessa identica posizione di quando li
aveva lasciati,
s’inviperì e decise che era meglio porre fine a
quelle che per lui potevano
definirsi “Porcate Affettive”.
-Voi due volete alzarvi o
devo rischiare di morire di crepacuore togliendovi le lenzuola di
dosso?!-
Gridò senza alcun
ritegno
facendoli svegliare, Edward inquadrando la sua figura a dir poco
iraconda e
verdognola era indeciso se: Mandarlo dolcemente a quel paese o tiragli
uno
stivale in testa con grazia.
Ma decise che ignorarlo era
la cosa migliore così si accucciò meglio tra le
braccia dell’amato, che
iniziava a svegliarsi.
-Piccoletto, hai capito
benissimo: Alzati!-
Roy intanto aveva
abbandonato la stretta sul suo fagottino biondo e si stava
stiracchiando con un
espressione fiera dipinta sul volto.
-Su bimbo abbiamo dormito
troppo se ci siamo ridotti a farci chiamare da lui-
-Chiamami di nuovo bimbo e
ti levo quel sorriso ebete dalla faccia con un pugno-
-Che caratterino… me lo
immaginavo diverso il nostro risveglio-
-Sisi- s’intromise Envy
sventolando per aria una mano –Congratulazioni te lo sei
fatto, l’abbiamo
capito tutti, il tuo nome sarà ricordato nei secoli dei
secoli dei secoli dei
secoli, ora alzatevi!!-
-Perché tanta
fretta…?-
Chiese Ed mettendosi seduto.
-Ho fame, voglio mangiare,
ma fare colazione da solo equivale a dire essere uno sfigato e non
posso
passare da essere un rocker leggendario ad essere sfigato, il mondo ne
risentirebbe capisci? Come posso spiegartelo, la Terra non ruoterebbe
più sui
suoi assi, il sole diverrebbe di ghiaccio e tu non grideresti come una
donnetta-
-Io non grido come una
donnetta, palma-
-Davvero…? bé
allora devo
ricredermi, ma si insomma non ti sei neanche accorto che ho portato qui
squama,
sai ti fissava mi sa che gli piaci-
Disse guardandosi le unghie
con non chalance: Tutto un trucco ben orchestrato.
Infatti Edward, tempo di
assimilare quelle parole che fece un balzo per niente umano dal letto
iniziando
ad agitarsi come una palletta pazza.
-AAAH!!!- Gridò con
tutta
l’aria che aveva nei suoi apparentemente piccoli polmoni.
In un micro secondo Roy
capì
la situazione e allargò le braccia pronto per accoglierlo e
infatti il biondino
saltò dal letto e ci si fiondò senza farselo
ripetere due volte.
-Roy andiamo via, sbrigati,
sbrigati! Prima che quel coso mi trovi!! Sbrigati!!-
-Perché devi essere
così
sadico con lui…?-
Sussurrò
all’indirizzo di
Envy tenendo ben saldo tra le braccia il biondino, facendogli carezze
sulla
schiena e baciandogli il capo amorevolmente.
-Perché mi diverte tanto-
Envy neanche se ne curava
più di tanto mentre per Edward la situazione era tragica,
catastrofica, la fine
del mondo in pratica.
-Mentre tu ti diverti sai
cosa aspetta me? Per farlo calmare dovrò controllare sotto
il letto,
nell’armadio e in tanti altri posti per assicurarmi che
nessun rettile immondo
gli si avvicini-
-Quanto siete
melodrammatici, squama non è qui… calmati
piccoletto-
-No, lo dici tanto per dire,
poi quando mi girerò mi troverò quel coso
dietro!!-
-Su andiamo a vestirci-
Disse Roy tranquillamente conducendolo verso il bagno visto che non
accennava a
voler mollare la presa e scendere a terra –Vedi come
funziona? Tu mi insulti e
io ti salvo anche dai rettili-
-Non ti azzardare a
lasciarmi!-
-E come potrei mai…?-
Gli schioccò un bacio a
stampo sulle labbra sorridendo per via di quei suoi grandi occhi da
cucciolo
spaventato, chissà che trauma c’era dietro a
quell’insensata paura.
Tuttavia dopo pochi minuti i
due amanti uscirono dal bagno e apparentemente Edward sembrava essersi
calmato,
continuava a guardarsi intorno sospettosamente però almeno
era sceso dalle
braccia dell’altro.
Che i suoi possenti muscoli
si fossero indolenziti?
Nah, forse si vergognava a
farsi scarrozzare ovunque.
Envy però da bravo
migliore
amico –un pochino sadico- quando il biondino aprì
la porta ispezionando con lo
sguardo il corridoio gli si avvicinò sibilando.
-Attento Piccoletto Squama
è
tornato!!-
Esclamò poi facendo
saltare
dalla paura l’amico che corse giù per le scale
cascandoci in pieno come un allocco.
-Rettili carnivori Rettili
carnivori Rettili carnivori Rettili carnivori!!!-
-Grazie per aver rovinato
una giornata praticamente perfetta… è tanto
chiederti di non parlare di carne o
rettili in sua presenza?-
Disse amaramente il moro
affiancandolo sulla porta mentre se la rideva di gusto piegandosi in
due.
-E io come mi diverto
scusa?-
-Una cosa è certa, io
non mi
divertirò più…-
Poco ma sicuro, finché i
due
grandi amici sarebbero rimasti assieme, lui non avrebbe avuto un attimo
di
pace.
Però di una cosa era
più che
felice: Aver riconquistato l’amore di Edward e questa volta,
non se lo sarebbe
fatto sfuggire tanto facilmente.
[Angolino Autrice]
Ed eccomi tornata finalmente! ^_^ Mi scuso per il ritardo ma purtroppo
la scuola mi ha tenuta davvero impegnata, ora quindi spero di poter
ricominciare a dedicarmi alle mie povere Fic abbandonate
ç-ç dovremmo essere agli sgoccioli dopotutto
ù.u (speriamooooo ti odio scuola del cavolooo -.-")
Ma comunque ^^ sono finalmente riuscita a scrivere un capitolo coi
fiocchi e spero vi piaccia quanto piace a me ^_^
Purtroppo non ho avuto neanche il tempo per farne uno doppio, ma
preferivo aggiornare e non farvi attendere oltre :)
Poi a dirla tutta, non saprei come andare avanti, magari non so
farò incontrare a Ed qualche suo vecchio conoscente.... suo
fratello per esempio o i suoi genitori, in qualche chap speciale ^^ voi
che ne pensate?
Ringrazio:
Melanie7997
HaChiElriC
MXI
Per la vostra pazienza ^^ spero che non rimaniate deluse da questo
capitolo.
Ci sentiamo nel prossimo ^__^ vedrò di mettercela tutta per
farmi venire qualche idea.
un bacione ^-^
Alex :3
|
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Capitolo 10 *** Chap 16_ A sad Goodbye ***
Dopo un risveglio abbastanza
movimentato, Roy Mustang seduto al tavolo della colazione cercava di
tranquillizzare il suo ragazzo, in preda ad attacchi a dir poco
paranoici.
-El, non ci sono pitoni
né
serpenti di alcun genere qui in hotel…-
Ripeté per
l’ennesima volta
osservando il biondino che con fare attento si guardava intorno
ispezionando
persino il pavimento sotto al tavolo, nel caso in cui un malvagio
rettile gli
strisciasse tra le caviglie.
-Questo lo dici tu… in
hotel
c’è questo soggetto, quindi tutto è
possibile-
Con un cenno del capo
indicò
Envy che nel frattempo mangiava tranquillamente, soffermandosi di tanto
in
tanto su qualche ragazza con sguardo ammiccante, per difendere la
propria
reputazione.
-Ti ho detto che squama non
è qui piccoletto, ma se ci tieni tanto a vederlo posso
portarti a casa, sarà
felice di ricevere visite-
Evidentemente spaventarlo lo
divertiva enormemente, si vedeva dalla sua espressione, palesemente da
presa in
giro.
-Chi è il malato che
visita
un pitone?!-
-Nessuno, l’ultima visita
che ha ricevuto è stata quella di un gatto, lo avevo preso
per tenergli
compagnia… poi non so che fine abbia fatto, è
sparito-
Edward sgranò gli occhi
e
lentamente si spostò con la sedia più vicino a
Roy, quasi saltandogli in
braccio.
-Roy... il gatto…-
Si lamentò con gli occhi
lucidi, immaginando quale orribile sorte potesse essere toccata a quel
povero
animale.
Il moro lo strinse a sé
rassicurandolo anche se nemmeno lui sapeva cosa dire, però
l’espressione da
cucciolo bastonato di Ed era troppo da sopportare.
-Bé… i gatti
sono furbi e
agili, magari è scappato da una finestra-
Il più piccolo parve
rilassarsi un po’, tornando composto sulla propria sedia
mentre cercava di
gustarsi una ciambella senza avere in testa immagini raccapriccianti di
pitoni
schifosi o del loro “pranzo”.
-Era tutto chiuso-
Malignò come al solito
Envy
quasi fosse lui il vero serpente squamoso, infatti ricevette
un’occhiata
esasperata da Roy, che con lo sguardo lo supplicava di fare silenzio e
fargli
godere la giornata senza terrorizzare il suo fagiolino, quasi non
riusciva
neanche a credere che quei due fossero seriamente amici.
Come aveva fatto Ed a
sopportarlo per cinque anni nella stessa stanza? Forse era tollerabile,
per il
semplice fatto che nel dormitorio non erano permessi animali, se non
pesci
rossi e tartarughe.
O forse il senso del
rispetto di quel ragazzo, in quegli anni era calato sotto lo zero,
visto che
ora come ora, gli venne il sospetto che potesse tranquillamente
sventolargli
una bistecca di manzo al sangue davanti al naso, visto
l’incredibile senso del tatto.
-Puoi scordarti che venga a
farti visita Envy…-
Sibilò il ragazzo
fulminandolo con un’occhiataccia: lui che era un difensore
degli animali non
avrebbe mai accettato di dover assistere allo spettacolo
raccapricciante del
così detto “pasto” di un pitone e tanto
meno si sarebbe mai trovato nella
stessa stanza con un essere orrendo come quello.
-Non importa verremo noi-
Propose sorridendo
tranquillamente.
-Col cavolo, sbarro porte e
finestre!-
-Bel amico-
-Grazie, sempre e solo per
te caro-
Il biondino sfoggiò un
dolce
sorriso pizzicandogli una guancia, poi la sua attenzione venne
richiamata dal
moro che gli prese la mano facendolo voltare.
-Possiamo tralasciare pitoni
e simili per cinque minuti?-
-A meno che non me ne
ritrovo uno tra le gambe si, possiamo-
-Tranquillo nessun rettile
si avvicinerà a te-
Delicatamente gli prese il
viso tra le mani fondendo i loro sguardi e unendo le loro labbra in un
bacio
casto, che sapeva di zucchero e caffè del mattino.
-Bé se mi proteggi tu
allora
va bene…-
-Ovvio, non aver paura di
niente…-
-Comunque, di cosa volevi
parlare…?-
Chiese prendendo un po’
di
succo per rinfrescarsi un po’ la gola.
-Di tuo fratello-
Peccato però che quasi
si
strozzò con la bevanda, a sentire
quell’argomentazione, mentre il compagno
aveva pronunciato quelle semplici parole con tranquillità.
-Per quale assurdo motivo?-
Tossì cercando di
togliersi
la fastidiosa sensazione che il liquido volesse uscirgli dal naso.
-Non lo vedi da tanti
anni…
dovresti andare da lui, anche perché ora che riprenderemo a
vivere a New York,
lo incontrerai-
-Non è detto,
sarà ancora al
liceo-
-Non ha scelto di stare in
un campus come noi, lui studia al liceo locale, che non ha dormitori o
altro-
Quindi faceva avanti e
indietro ogni mattina e molto probabilmente lo avrebbe incrociato visto
che il
liceo non era poi così lontano dall’attico di Roy.
Né da tantissimi
ristoranti
che i ragazzi frequentavano dopo le lezioni, aveva moltissime
probabilità di
vederlo… non aveva altra scelta.
-Uffa… bé
comunque non
saprei neanche dove andarlo a cercare-
Come ogni volta, se non
aveva voglia di fare qualcosa si intestardiva e cercava una semplice
scusa per
tirarsi indietro, però più che altro la sua non
era svogliatezza, aveva paura
di affacciarsi al suo passato, di parlare con il fratello che lo aveva
tradito
appena tornato a casa, come poteva pensare di fidarsi nuovamente di
lui?
-Ho il suo numero-
Decretò il moro senza
lasciargli neanche un appiglio per scamparla, non era cattivo
però i due
fratelli prima o poi avrebbero dovuto chiarire le loro controversie,
altrimenti
cosa avrebbero fatto? Non si sarebbero parlati per il resto dei loro
giorni,
ignorando l’uno la presenza dell’altro?
-Uff…-
-El è tuo fratello, devi
parlargli… vedrai che vi riappacificherete e
andrà tutto bene, ma non potrai
mai saperlo se non tenti-
-Non è questo Roy,
è che lui
mi ha tradito, a lui non piaccio, chissà che pensa di
me… non voglio vederlo,
non per sentirmi rifiutato-
Incrociò le braccia al
petto
come un bambino testardo che non vuol sentir ragioni, convinto soltanto
di ciò
che pensa, timoroso di affrontare una situazione più grande
di lui.
-Anche lui vuole
parlarti…-
-E tu come fai a saperlo?-
Immediatamente lo
fulminò
con lo sguardo ricollegando le cose: Se aveva contattato il suo
migliore amico
Envy –anche se probabilmente iniziava già a
pentirsene- aveva sicuramente
contattato anche suo fratello, dicendogli tutto!
-L’ho
chiamato…-
Confessò sorridendo.
-Lo sapevo, tu brutto
traditore! Come puoi giocarmi certi scherzi alle spalle eh?! E vista la
tua
abitudine di parlarmi sempre delle cose all’ultimo secondo,
devo dedurre che
sia già qui vero?!-
Non avrebbe mai pensato di
avere una simile tentazione nella vita, ma in quel momento avrebbe
tanto voluto
saltare giù dalla sedia per strangolarlo fino a vederlo
diventare blu, come uno
di quegli sciocchi pupazzi che da bambino vedeva in tv, fino a che poi
gli
sarebbe scoppiata la testa come un palloncino.
-Forse, l’importante
però è
che vi parliate-
-Perché non mi consulti
mai
eh?!-
-Tu avresti detto di no!-
-E tu dovevi far finta di
nulla e lasciarmi fare!
-Non se ne parla, dovete
chiarirvi-
-No!-
Si alzò di scatto
cercando
una qualsiasi via di fuga prima che il moro riuscisse a fermarlo, si
affrettò
verso l’ascensore, chissà perché la
scelta più ovvia ma quando le porte di
aprirono, invece di rivelargli la sua salvezza, tutt’altro,
la sua rovina.
-Ciao Ed…-
Alphonse Elric, colui che
doveva essere suo fratello, in teoria, lo salutò con un
debole movimento della
mano e un sorriso imbarazzato.
-Lo sapevo, avete giocato
sporco!-
Alle sue spalle arrivò
anche
Mustang che per impedirgli un’ulteriore fuga lo tenne fermo.
-Soltanto a fin di bene-
Si giustificò infatti
questo.
Envy intanto non aveva
minimamente accennato a volersi lanciare nell’eroico
salvataggio –improvvisato-
del proprio amico, anzi continuava a mangiare come se niente fosse,
salutandolo
con la mano, lasciandolo nelle fauci di quei due mostri, che furono
contenti di
tale menefreghismo.
-Allora- iniziò il
più
grande trascinandolo in ascensore e spingendo il tasto del loro piano
–Funziona
così, ora rimarrete in camera da soli, io
chiuderò la porta e andrò a farmi un
giro, la riaprirò soltanto quando sarà Al a
chiamarmi per tornare indietro,
tutto chiaro?-
Il minore annuì convinto
di
quel piano antifuga alla Edward Elric.
L’interessato con
un’espressione
truce si limitò al silenzio camminando lungo il corridoio
come un prigioniero
che veniva scortato nella propria cella.
-Divertitevi-
Augurò spingendo il
ragazzo
nella loro stanza e chiudendo velocemente la porta.
Una volta rimasti soli, i
due non sapevano che dirsi, Alphonse avrebbe volentieri iniziato un
discorso ma
l’atteggiamento del fratello lo intimoriva un po’ e
d’altra parte Edward era
stanco di essere trattato come un moccioso, e di non avere mai voce in
capitolo, così andò a sedersi sul divano.
-Senti Ed… so che sei
arrabbiato però… Roy l’ha fatto
perché gliel’ho chiesto io, volevo parlare con
te, ma entrambi sapevamo che ti saresti tirato indietro, non
prendertela con
lui-
-Puoi biasimarmi?! Secondo
te perché non voglio parlarti?!-
Il ragazzo tirò un lungo
sospiro sedendosi sull’altro divano davanti a lui.
-Pensi che io ti abbia
tradito? Che abbia fatto qualcosa di sbagliato? Dimmelo-
-Puoi anche arrivarci da
solo, hai detto a mamma e papà tutto quanto e sono stato
rinchiuso in un centro
di disintossicazione per colpa tua! Non hai pensato che parlarne con me
sarebbe
stata la cosa migliore?!-
-Tu a quelle condizioni non
avresti mai ammesso di aver bisogno di aiuto-
-Ma perché
l’hai fatto?! Io
non ti ho chiesto niente!-
-Lo so, però…
avevo paura
per te, non sono state le altre cose a spaventarmi Ed…
voglio dire è normale
che uno cambi al liceo, che faccia le proprie scelte, l’unica
cosa che mi ha
spaventato è stata la droga…-
-Era un problema mio!-
-No invece, io avevo paura
per te, la gente muore per colpa di quella roba Ed! Avevo paura che
capitasse a
te, e sapevo che con il tuo caratteraccio non avresti mai ammesso di
aver
bisogno di aiuto per smettere o non ne avresti soltanto avuto la
forza… ti
prego perdonami… l’ho fatto per te-
-Avevi paura che
morissi…?-
Si sciolse finalmente capendo
in parte il terrore che aveva animato le azioni del più
piccolo, in parte
poteva comprendere, se si fosse trovato lui al suo posto, forse avrebbe
fatto
la stessa cosa.
-Si… quella roba fa
malissimo, muore tantissima gente per quella maledetta dipendenza e io
non
volevo perdere te… lo sai come sono mamma e papà,
io non li sopportavo più,
volevo soltanto andare via, poi quando ti sei diplomato ho pensato che
se
saresti tornato a casa le cose magari sarebbero cambiate, saremmo stati
di
nuovo solo io e te, non sarei più stato solo con quei
due… mi dispiace Ed, ho avuto
paura di perdere anche te e non ho pensato alle conseguenze-
Il biondo guardò il suo
fratellino con occhi più dolci e comprensivi, si
alzò dal divano e andò a
sedersi al suo fianco, tenendogli la mano, non più piccola e
liscia, la mano di
un ragazzo grande, più alto di lui per giunta!
-Sono qui, adesso ci
sono… e
non andrò via di nuovo-
Alphonse lo abbracciò
stretto, felice di poter toccare nuovamente quei capelli setosi e
sentire il
calore della pelle della persona che più gli era mancata.
-Scusa…-
-E’ a posto…-
Come poteva avercela con
lui? Gli aveva dato fastidio quel comportamento eppure ora che ne
stavano parlando
faccia a faccia, la rabbia era svanita, aveva capito ciò che
lo aveva spinto a
fare ciò che aveva fatto… e in parte gli era
grato, visto che alla fine si era
disintossicato.
-Comunque… Roy mi ha
detto
che ti attacchi troppo alla bottiglia adesso!-
Ecco, era tornato il
fratello impiccione e moralista di sempre.
-Oh non preoccuparti, sto
imparando la moderazione-
-Vorrei ben vedere!-
-Te lo prometto, non ti
farò
preoccupare ancora…-
-Mi fido allora…-
-Comunque, ora puoi chiamare
Roy, almeno andiamo a mangiare qualcosa tutti insieme-
Propose sorridendo.
-Certo che il tuo stomaco
è
sempre lo stesso: Un pozzo senza fondo-
Ridendo tirò fuori il
telefono e avvertì il moro che la questione si era
finalmente risolta, così
pochi minuti dopo arrivò aprendo la porta.
Edward lo guardò prima
un po’
ancora arrabbiato, ma poi con un dolce bacio si sciolse e
perdonò anche lui per
il suo continuo intromettersi nelle sue decisioni, infondo voleva bene
a quei
due testoni e avevano agito a fin di bene.
Così passarono i giorni
successivi a festeggiare insieme i giorni di vacanza che rimanevano,
come un
famiglia, e a proposito il biondino riuscì a riappacificarsi
anche con i suoi
genitori che lo accettarono per quello che era senza imporgli alcuna
decisione
che non approvasse.
Finché non
arrivò il giorno
in cui, anche Alfonse tornò in Francia.
Si trovava nell’aereo
porto
in compagnia di Jamie, entrambi aspettavano che il loro volo atterrasse
con le
valige in mano e una certa impazienza.
Anche se il tedesco avrebbe
tanto voluto salutare l’ex ragazzo prima di ripartire, non
poteva andare via
così senza dire nulla, infondo erano molto legati,
nonostante tutto e si
sarebbe venuto a creare un pesante senso di colpa nel suo cuore
altrimenti.
Continuava a guardarsi
intorno, quando finalmente tra la folla vide la sua testolina bionda
farsi
strada di corsa, quando giunse a pochi passi da lui con il fiatone, si
fermò
sfoggiando per quanto ci riuscisse un tenero sorriso.
-Ce l’hai fatta, che
stavi
combinando?-
-Strillavo con quella testa
di rapa di Roy!-
Esclamò ancora un
po’
arrabbiato, mentre l’interessato arrivava alle sue spalle
tutto tranquillo.
-Che gli hai fatto?-
Chiese Al sorridendo,
sapendo che la spiegazione sarebbe stata esilarante viste le loro
espressioni.
-Volevo soltanto appendere
alle pareti dell’attico i suoi quadri sexy, che
c’è di male?-
-Visto che ci sei fatti fare
degli striscioni no?!-
Gridava il biondino, un
po’
imbarazzato.
Nel sentire il motivo del
loro litigio, come previsto Jamie e Alfonse scoppiarono a ridere, poi
arrivò
anche Envy, che non sapendo parlare né il francese
né il tedesco rimase in
silenzio rivolgendosi soltanto ai due amanti.
-State parlando dell’idea
di
questo microcefalo pervertito?-
-Si, diglielo anche tu che
è
una stupida idea!-
-Bé il piccoletto mica
ha
tutti i torti Mustang… non per la sua dignità, ma
più che altro squama verrebbe
traumatizzato-
Si posò una mano sul
cuore
delicato come al solito, col cavolo che si interessava alla
dignità del proprio
amico, o a quello che potesse provare, no! La cosa importante era non
traumatizzare il suo piccolo mostro.
-Prima di tutto, tieni
quella bestia lontano da me- Iniziò Edward del tutto serio
–Secondo, se crepa
per lo spavento è anche meglio!! Crepasse pure! Stapperei lo
champagne!
Chiamerei il TG! Farei una festa galattica! E sarei acclamato da tutti
i poveri
piccoli animali del pianeta!-
-Che hai detto?!-
S’infervorò il
rocker con
una leggera vena pulsante sulla tempia.
-Che il tuo schifoso mostro
deve tirare le cuoia, crepare, andarsene all’altro mondo!-
-Te lo sei inimicato
così e
non è una bella cosa-
-Che si azzardi a fare
qualcosa, lo tagliuzzo, quella bestia-
-Non ci mette niente a
stritolarti, ricordalo-
-E io non ci metto niente a
chiamare la protezione animali, così lo porteranno lontano
dalla mia vista,
dove sarà liberato in natura e magari se sono fortunato,
trucidato dagli
animali selvaggi o meglio ancora, cercando di tornare indietro
finirebbe sulle
rotaie di un treno e verrebbe spappolato!-
-Ci finirai tu sulle rotaie
di un treno se non chiudi quella boccaccia!-
Edward stava per rispondere
–gridare-
a tono una risposta, ma Roy lo fermò mettendogli una mano
sulla bocca e
tenendolo fermo, per farlo calmare almeno un po’.
-Ed, ti ricordo che Al e
Jamie vanno via, puoi concentrarti su questo?-
Dopo qualche secondo lo
liberò e il biondino fece un respiro profondo focalizzando
la situazione.
-Avete ragione, allora…
aspettiamo vostre notizie e fatevi sentire ogni tanto!-
Disse ai due sorridendo,
senza pensare alle litigate con il suo presunto amico o col suo pitone.
-Contaci, vedete di non
combinare casini voi-
-Dillo al signor donnaiolo,
ma se si azzarda di nuovo io lo castro-
-Sei sempre così
delicato-
Esclamarono in coro.
-Mi mancherai Al…-
-Anche tu…-
Si concessero un abbraccio da
buoni amici prima che i due si imbarcassero salutandoli per
l’ultima volta,
mentre l’aereo spariva sopra le loro teste.
Dopotutto non c’era
bisogno
di dire altro, non volevano riprendere una conversazione dolorosa,
andava bene
così ad entrambi, erano felici e tutto andava bene.
Quello era un nuovo inizio
per tutti.
Per Edward e Roy… e
forse,
perché no, per Jamie ed Alfonse.
[Angolino Autrice]
Ed eccomi qui :) tornata con un nuovo capitolo, scritto un pochino di
fretta lo ammetto xD è che non avevo alcuna idea e non
volevo rimandare, altrimenti non lo avrei scritto più -.-
Ma comunque, le cose si sono concluse bene per tutti ^_^
Edward si è riappacificato con la sua famiglia ed
è tornato con Roy.
Alfonse ha trovato la felicità con Jamie.
Ed Envy.... sarà felice con squama xD hahahaha, a parte gli
scherzi, finalmente ha di nuovo il suo amico e una brillante carriera
da rock star ^^
Bien ^^ che dire, ormai non saprei che altro scrivere, ma mi rattrista
finire una fic ç___ç
Per questo la lascerò in corso... magari mi verrà
in mente qualche stralcio di vita dei nostri piccioncini da scrivere ^^
Ringrazio:
MXI
Melanie7997
HaChiElriC
Per le fantastiche recensioni ^_^ Spero che vi piaccia questo capitolo
e che mi facciate sapere ;)
Un bacione ragazze!!
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