Le cose più belle, non sono perfette.

di ElyTheStrange
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 24 ore ***
Capitolo 2: *** Ancora 24 ore ***
Capitolo 3: *** Stiamo solo giocando, giusto? ***
Capitolo 4: *** Qualcosa è cambiato... ? ***
Capitolo 5: *** Al centro del ring ***
Capitolo 6: *** Dubbi e certezze ***



Capitolo 1
*** 24 ore ***


Buonsalve a tutti voi nuovi e vecchi lettori di questo mi insano parto mentale! Come avrete letto dalla presentazione questa ff era nata inizialmente come una long a tre mini capitoli che poi mi è leggermente sfuggita di mano trasformandosi in una seri di long -sempre a mini capitoli-.

Visto che molti hanno fatto fatica a rintracciare tutti i pezzetti della ff ho deciso di ripubblicarla tutta insieme trasformandola in un'unica long a capitoli lunghi in modo che anche per i nuovi avventori fosse semplice leggerla tutta :)

Qualche avvertenza: il mio stile è un po' particolare, come leggerete di seguito. Uso un sacco di punti fermi, li amo e non riesco a separarmene e inoltre capiterà a volte che il POV passi da Hermione a Fred anche in un unico capitolo, in quel caso ve ne accorgerete perchè dividerò le due parti con dei dolci e puffosi asterischi variopinti <3

Ecco tutto, se avete domande non esitate a chiedere.

Buona lettura ;)

 

 

 

 

30 ottobre 1995

Ore 0:00

Clank. Il letto cigola pigramente sotto il mio ennesimo movimento: non riesco a dormire. Quell’idiota ha osato copiare il mio tema. Perché sono certa che l’abbia fatto, nonostante lui abbia negato. Era uguale al mio. Non so come, né quando sia riuscito ad impossessarsene e poco mi importa: domani la McGranitt mi ucciderà. Pensare che lui abbia anche avuto il coraggio di farmelo leggere per correggerlo, mi fa infuriare. Mi crede una stupida? Evidentemente sì, visto che pensava che non me ne sarei accorta, Ron non è così bravo in trasfigurazione. Non lo è mai stato e non lo sarà mai. Senza offesa, ovviamente. Ha un sacco di qualità ma trasfigurazione non è il suo forte, ecco tutto.

Mi muovo ancora nervosamente, i miei occhi ormai si sono adattati al buio e posso distinguere quasi ogni particolare della stanza, non che m'importi, ma potermi guardare attorno è... rassicurante. Le mie compagne di stanza dormono profondamente e non posso che invidiarle. A volte vorrei avere un tasto stand-by e spegnere il mio cervello, almeno di notte, così potrei dormire beatamente come queste quattro. Mi rigiro di nuovo mentre i miei pensieri ritornano alla sfuriata che ho fatto per la storia del tema. Forse ho esagerato, infondo è solo un tema. Inoltre lui è Ron: il mio Ron. Lo stesso Ron che al primo anno si è preoccupato quando non mi ha visto in Sala Grande, a Halloween, lo stesso Ron che al secondo anno mi ha stretto la mano quando avevo paura, lo stesso Ron che il terzo anno mi ha distrattamente appuntato una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Lo stesso Ron che l’anno scorso non mi ha invitata al ballo. Ron che nonostante tutto ci ha messo quattro anni per capire che io sono una ragazza. Ron… quello di cui sono innamorata da... sempre. Mi mordo un labbro e mi rigiro nuovamente. Ron… Ron… Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron. Ron… ok, ho capito: questa notte non riuscirò a dormire.

Ore 1:00 AM

È passata un’ora e sono ancora qui, sveglissima. Mi sento come se avessi bevuto otto tazze di caffè ed io odio il caffè. Decido di alzarmi, anche perché, all’ennesimo cigolio, la mia vicina di letto ha mugugnato infastidita. Mi metto a sedere, scosto le coperte e il freddo mi trafigge pungente. Non ci bado e poggio le punte dei piedi sul pavimento ghiacciato cercando tentoni le pantofole, le trovo, me le infilo. Raccolgo la vestaglia ai piedi del letto e mettendola mi dirigo silenziosamente alla porta, esco. Scendo lentamente le scale assaporando il silenzio, ma quando giungo nella sala Comune, mi accorgo di non essere l’unica insonne: seduto sul divano c’è uno dei gemelli Weasley, ma da dietro non riconosco quale dei due. Mi avvicino di qualche passo e mi accorgo che sta scrivendo, sembra molto concentrato. Mi siedo in poltrona, poco distante da lui e ora lo identifico: è Fred. Sentendo la mia presenza alza gli occhi dal suo impegno.

"Ciao Hermione, che ci fai qui?" Mi chiede incuriosito. Mi acciglio.

"Beh potrei farti la stessa domanda, sai benissimo che non è permesso stare nella sala Comune dopo il coprifuoco." Ribatto stizzita, lui inarca un sopracciglio.

"Davvero? E allora tu che ci fai qui?"

Stingo le labbra, adirata.

"Io sono un Prefetto, è mio compito controllare che tutti siano nei loro letti." Denocciolo tranquilla, cercando di darmi un tono, nonostante la vestaglia rosa che indosso. Lui intanto sta rileggendo quello che ha scritto e annuisce distrattamente, mi muovo nervosamente. Odio essere ignorata. È davvero, davvero irritante. Torna a guardarmi.

"Sai Hermione, sai essere davvero petulante, a volte."

Mi mordo l’interno della guancia per non insultarlo. Lui sorride sornione, poi si alza.

"Mi piacerebbe rimanere qui a chiacchierare con te, davvero, ma devo spedire questa lettera, quindi, se non ti dispiace... ".

Mi alzo si scatto e in un attimo lo fronteggio.

"Tu non vai da nessuna parte, non è permesso uscire dopo il coprifuoco."

I miei occhi mandano fuoco e fiamme, ma lui pare non badarci molto.

"Sappiamo entrambi che uscirò da qui, quindi risparmia il fiato e lasciami passare."

Non mi muovo.

"Ho detto di no, Fred."

Incrocio le braccia al petto, lui ghigna.

"Vuoi togliermi dei punti? Beh fai in fretta, ho una questione piuttosto urgente da risolvere."

La mia sicurezza vacilla quel tanto che basta per farlo ghignare di nuovo.

"Come pensavo, e ora... ".

Mi supera di un passo.

"Dieci punti in meno a Grifondoro" le parole mi escono meno decise di quanto vorrei. Si ferma e mi guarda, non troppo sorpreso.

"Tutto qui? Direi che mi è andata bene: domani ne recupereremo il doppio solo grazie alle tue risposte in classe. Buonanotte, Hermione."

Raggiunge il ritratto della signora grassa e lo apre.

"Lo dirò alla McGranitt" Minaccio, infuriata. Lui fa spallucce ed esce.

Non so perché l’ho seguito. Ora finirò nei guai anch'io. La famiglia Weasley sta volontariamente distruggendo la mia carriera scolastica, ma me la pagheranno, oh sì, vedranno di che cosa sono capace. Incespico nei miei piedi e quasi cado, devo praticamente correre poiché, nonostante sia soltanto pochi centimetri più alto di me, fatico a stargli dietro.

"Vuoi rallentare il passo?" Borbotto a bassa voce.

"No, sei tu che devi muoverti, non è una gita di piacere."

Arrivati in guferia richiama un grosso barbagianni e gli lega la pergamena arrotolata alla zampetta. L’animale vola via e mi fermo un istante a fissarlo. Chissà com'è volare senza una scopa. Lo sento schiarirsi la voce e solo ora mi accorgo di averlo accanto. Ci fissiamo in silenzio per qualche secondo. Sento lo stomaco contorcersi. Mi sento a disagio. Mi sento molto a disagio. Da che conosco Fred, cioè da ben cinque anni, non siamo mai rimasti soli, nello stesso posto, nello stesso momento. Mi mordo leggermente il labbro inferiore e punto lo sguardo oltre la sua spalla.

"Andiamo?" Chiedo, ansiosa di togliermi da questa situazione. Annuisce e si avvia, lo seguo, ma questa volta tiene un’andatura più lenta e riesco ad affiancarlo.

Ore 2:00 AM

Sto camminando per i corridoi deserti, a notte fonda, con Fred Weasley. Se me l’avessero detto qualche ora fa, mi sarei messa a ridere. Beh non c’è nulla da ridere. Sono terrorizzata alla sola idea che qualche professore ci trovi in giro, ho un freddo tremendo e mi sento mortalmente imbarazzata e priva di argomenti di conversazione. Osservo Fred di sottecchi, sembra rilassato, a suo agio. Cammina a passo sicuro guardando dritto davanti a sé e prestando attenzione a ogni minimo rumore. È totalmente diverso da Ron. Che strano. Sono fratelli eppure sono agli opposti, è come se io avessi una sorella molto, molto stupida. Mi mordo l’interno del labbro. Che pensiero orribile da fare. Ron non è uno stupido, è un ragazzo molto... semplice.

Svoltiamo l’ultimo angolo prima di giungere alla sala comune e mi ritrovo la punta illuminata di una bacchetta a pochi centimetri dal naso.

"Bene, bene, bene... chi abbiamo qui? Weasley e Granger."

Riconoscerei questa voce tra mille. Piton. Deglutisco a fatica e punto lo sguardo sulla punta delle mie pantofole.

"Buonasera professore, bella serata, vero?" Esclama Fred giulivo. Vorrei tirargli una gomitata, ma la paura mi paralizza.

"Serata magnifica per decurtare cinquanta punti a Grifondoro, in effetti. E siccome girovagare per il castello dopo il coprifuoco, la diverte tanto, aggiungerei una settimana di punizione." Ribatte Piton tranquillo. Alzo lo sguardo quel tanto che basta per vederlo ghignare.

"Da domani fino a sabato lei e la signorina Granger verrete nel mio ufficio dopo le lezioni... oh vedo che non le va più di scherzare ora... che peccato."

Bene: una settimana di punizione, a un mese dall'inizio dell'anno scolastico. La mia vita è rovinata. Fred sta per dire qualcosa, ma questa volta gli pesto un piede, intimandogli silenziosamente di tacere. Piton ghigna, di nuovo.

"Molto saggio da parte sua Granger."

Sorrido di sbieco mentre ci fa cenno di seguirlo. Arriviamo davanti al ritratto della Signora Grassa, ci congediamo e rientrammo nella sala comune.

"Maledetto Piton! Perché non va a lavarsi i capelli invece che girare per il castello?" Borbotta irritato.

"Piton è un professore, siamo noi che non dovremmo uscire in piena notte!" Ribatto sdegnata, Fred mi guarda inarcando un sopracciglio.

"Certo che sei proprio strana Hermione Granger!"

Scuote il capo rassegnato e sparisce su per le scale.

Rimango un attimo a fissare il vuoto e poi pianto i miei pugni chiusi sui fianchi.

"Non sono per niente strana!" Sbotto stizzita: nessuna risposta. Sbuffo e decido che ora è proprio il caso di andarmene a letto.

Ore 8:45 AM

Lo sapevo: sapevo che alla fine sarei rimasta addormentata. Corro a perdifiato verso l’aula di pozioni. Non ho nemmeno fatto colazione e i miei capelli sono notevolmente più crespi e ribelli del solito, arrivo all’aula respirando affannosamente e tenendomi un fianco dolorante.

"Lieto che abbia voluto onorarci con la sua presenza signorina Granger." La voce di Piton mi accoglie più gelida e sibilante del solito. Purtroppo oggi ha uno strano scintillio negli occhi e la cosa mi preoccupa parecchio.

"Mi... mi scusi professore io... " Tento di giustificarmi mentre occupo posto accanto a Ron, che mi lancia uno sguardo accigliato. Che sia ancora arrabbiato per la sfuriata di ieri?

"Non cerchi inutili giustificazioni, sappiamo entrambi perché è arrivata in ritardo, non è vero? Forse la prossima volta ci penserà seriamente prima di girovagare per il castello dopo il coprifuoco"

Distolgo velocemente lo sguardo dalla nuca di Ron e lo fisso negli occhi di Piton sconcertata, mentre sento gli occhi di tutti puntarsi su di me e delle irritanti risatine provenire dai banchi dei Serpeverde.

"Non ha raccontato ai suoi amici la piccola avventura di stanotte? Quando ho scoperto lei e il signor Weasley a passeggiare tranquillamente per i corridoi della scuola?"

Sbianco di colpo, soprattutto nel momento in cui Ron si volta a fissarmi interrogativamente.

Ore 10:30 AM

Il suono della campanella mi giunge come un bicchier d'acqua dopo un'intera giornata nel deserto. Sto infilando i libri nella borsa, non vedo l'ora di uscire da quest'aula.

"Non così in fretta, signorina Granger. Dobbiamo definire alcuni dettagli della sua punizione."

Perfetto. Davvero perfetto. Degna conclusione di due ore infinite in cui tutti, ma proprio tutti, mi lanciavano occhiate come se al mio posto ci fosse seduto un troll di montagna. Sospiro.

"Certo, professor Piton."

Mi avvicino alla cattedra mentre Harry mi fa cenno per dirmi che mi aspetteranno fuori.

"Da questo pomeriggio alle cinque inizierà la punizione per lei e il signor Weasley, è pregata di comunicarlo anche al suo compagno di avventure... "

Mi rivolge uno sguardo divertito. Lo odio.

" ... non giustificherò ritardi di nessun genere, né da parte sua, né da parte del signor Weasley, sono stato chiaro?"

Annuisco

"Sì, professor Piton, posso andare?" Domando, forse con troppa enfasi. Mi rivolge uno sguardo irritato, ma per mia fortuna non aggiunge altro e mi accorda il permesso di uscire.

Fuori dalla porta trovo Harry, da solo.

"Ron?"

Per un attimo lo sguardo del mio migliore amico si fa preoccupato. Mi sorride di sbieco.

"È andato avanti... sì, ehm, per tenerci il posto... "

Inarco entrambe le sopraciglia.

"Certo, ed io passerò il Natale a casa Malfoy."

Harry mi sorride e il suo sorriso contagia anche me.

"Sai com'è fatto Ron... "

Già, lo so fin troppo bene. Deve esserci un gene difettoso nei maschi di casa Weasley. Ci incamminiamo verso l'aula di trasfigurazione chiacchierando e ne approfitto per spiegargli l'accaduto.

"Per questo ero in quel corridoio, per questo Piton mi ha messo in punizione."

Harry annuisce.

"Ho sempre sostenuto che prendi il tuo compito da prefetto troppo seriamente." Ribatte mentre ci sediamo ai nostri posti. Ron mi dedica uno sguardo offeso prima di rivolgere la sua attenzione alla professoressa Mc Granitt.

Ore 12:30 AM

Esco dalla classe più veloce che posso. Credo di poter catalogare questa come la giornata peggiore della mia vita e non ho ancora pranzato: la professoressa mi ha ripresa davanti a tutta la classe per l'uscita di questa notte, poi ha tolto dieci punti a Grifondoro per il mio "pessimo comportamento" giustificandosi dicendo che essendo io un prefetto dovrei dare il buon esempio; ha aggiunto, inoltre, che è rimasta molto delusa da me. Ho chinato il capo e ho chiesto scusa, di nuovo. Potrei giurare di aver visto Ron gongolare. Gli ficcherei volentieri la bacchetta in gola se non la ritenessi più utile per la mia carriera scolastica. A peggiorare la situazione è stato il risultato del tema. Ho preso un'A. io ho preso una A. E Ron, il ladro di temi, ha ottenuto un'O. Dico io, potrebbe esserci giornata peggiore?

Quando arrivo in Sala Grande, mi rispondo che sì, potrebbe esserci. Giunta al Tavolo di Grifondoro vedo Fred chiacchierare amabilmente con George e Lee, come se niente fosse. Come se non avesse quasi mandato in fumo i miei ultimi quattro anni di studi.

"Fred."

Non mi ha sentita, alzo un po' il tono di voce.

"Fred."

Niente mi sta deliberatamente ignorando.

"FRED!"

Mi guarda con una faccia da schiaffi.

"Buongiorno Hermione, dormito bene?"

Lo fulmino con lo sguardo. George gli dà una leggera gomitata ed entrambi cominciano a ridere.

"Lo trovi divertente? Eh? Mi hai fatto mettere in punizione, a causa tua ho subito due prediche di fronte a tutta la classe e hai fatto perdere sessanta punti a Grifondoro, tutto questo solo nelle ultime dodici ore... che accidenti hai da ridere?"

Sto urlando come una pazza. Devo essere rossa per la rabbia, poiché mi sento il viso in fiamme. D'improvviso si fa serio.

"Hai ragione Hermione, ti chiedo scusa, però ora dovresti proprio calmarti... non vorrei aggiungere l'esplosione della tua testa alle mie malefatte."

Sta ridendo come un matto. E George con lui. E anche Lee. Solo Merlino sa quanto vorrei tirargli un pugno sul naso. Inspiro profondamente.

"Oggi alle cinque davanti all'ufficio di Piton, cerca di arrivare puntuale." Denocciolo tranquilla, fingendo che metà della mia Casa NON stia ridendo di me. Mi volto di scatto e raggiungo Ginny seduta poco più in là.

"Non te la prendere Hermione, Fred è un vero idiota quando vuole."

Cerca di tranquillizzarmi, assicurandosi che la parolaccia giunga al destinatario. Inarco un sopraciglio.

"In pratica lo è sempre, quindi?"

Ginny ride brevemente e annuisce.

Non riesco nemmeno a mangiare, ho fame, ma la rabbia mi chiude lo stomaco. Sbocconcello il pollo che ho nel piatto, senza mai smettere di fissare con puro odio l'idiota dai capelli rossi. Idiota dai capelli rossi sarebbe un soprannome perfetto se non ce ne fossero tre a meno di un metro da me, di persone dai capelli rossi, non d'idioti, ovviamente. I miei occhi lanciano fuoco e fiamme ma Fred pare non accorgersi nemmeno della mia presenza al tavolo, ride e scherza amabilmente con i suoi amici, come se io non esistessi e come se non mi avesse appena reso ridicola pubblicamente, decretando questa la peggiore giornata della mia vita.

Ore 4:45 PM

Inciampo e cado, di nuovo. Mi è successo tre volte negli ultimi quindici minuti, giusto per sottolineare quanto questa giornata stia andando storta. Raggiungo la mia stanza zoppicando, appoggio la borsa con i libri nel baule e mi rimetto in marcia, alla volta dei sotterranei. Mi soffermo solo qualche secondo davanti allo specchio, giusto per quantificare i danni che queste ultime ore hanno lasciato su di me. In testa non ho più i capelli, ma ho la criniera di un leone spettinato. Due segni violacei piuttosto evidenti contornano i miei occhi e la divisa tutta è sgualcita, la mia parte frivola e femminile urla a gran voce di non mettere piede fuori da questa stanza, ma ho una punizione da scontare; volto le spalle a me stessa ed esco. Mentre scendo lentamente le scale, ripenso alle due ore d'incantesimi che abbiamo avuto questo pomeriggio e quasi mi metto a piangere. Dire che sono state un disastro è dire poco, Vitious appena sono entrata mi ha guardato sconsolato, ho faticato a concentrarmi e ho bruciato la pergamena che dovevo incantare, su cui, tra l'altro, avevo scritto il tema di pozioni. Le ultime due ore, invece, le ho passate fissando il muro attraverso il professor Rüf, ovviamente non ho preso appunti e questo graverà sicuramente sul mio andamento scolastico. E di chi è la colpa di tutto questo? Di quel fannullone che ora sta mollemente appoggiato al muro, accanto alla porta dell'ufficio del professor Piton, ovviamente.

Ore 5:15 PM

Credo che la ultima mezz'ora sia stata la più lunga della mia vita: trenta interminabili minuti di silenzio, con tanto di Serpeverde che passano ridacchiando e facendo battute, alle quali Fred non può fare a meno di rispondere, anche se con un'ironia degna di nota, devo ammetterlo. È riuscito perfino a strapparmi una risata involontaria, magistralmente coperta da un attacco di tosse falsissimo.

"Granger, Weasley, nel mio ufficio."

La voce di Piton mi fa sussultare dallo spavento, ma da dove è spuntato? Entra facendo svolazzare il mantello, in quel modo che lo fa somigliare tanto a un pipistrello gigante, mentre lo seguo sconfortata. Si siede alla scrivania e ci fissa congiungendo le mani a piramide come un vero genio del male.

"Signorina Granger."

Mi avvicino di un passo.

"Sì, professore?"

Mi studia qualche secondo.

"Ho saputo che da qualche tempo si è attivata per i diritti degli Elfi domestici, mi sembra che l'associazione si chiami C.R.E.P.A. sono in errore forse?"

Sorrido compiaciuta.

"No signore, in effetti, conta già alcuni membri..."

M'interrompe alzando una mano. Ammutolisco.

"Sono molto colpito, signorina Granger. È una nobile causa, la sua, e mi sento in dovere di perorarla."  

Spalanco gli occhi, incredula: allora in fondo al suo cuore c'è ancora della bontà, lo sapevo! Harry e Ron mi sentiranno questa sera!

"Ho riflettuto molto sul come, ma la vostra punizione mi ha dato un'idea brillante."

Lo fisso confusa, cosa centra ora la punizione?

"Il C.R.E.P.A si batte perché gli Elfi Domestici abbiano pari diritti dei maghi, giusto?"

"Sì, signore."

"E anche perché vengano riconosciuti dalla comunità magica come elementi importanti, essenziali, oserei dire, e che la loro dignità venga salvaguardata, vero?"

Mi viene quasi da piangere per l'emozione, annuisco convinta.

"Molto bene, quindi conviene con me che i maghi dovrebbero sobbarcarsi, almeno in parte, i doveri di questi nostri generosi aiutanti?"

Dove vuole arrivare?

"Sì... certo signore..."

Sorride e questo mi fa provare uno strano solletico dietro la nuca.

"Ne sono lieto, signorina Granger. In questa settimana di punizione lei e il signor Weasley pulirete tutti i bagni della scuola, ovviamente senza magia, così che i nostri cari Elfi si possano riposare un po', non è una meravigliosa idea?"

Il mio sorriso si spegne con queste ultime parole. È davvero un mostro senza cuore, utilizzare la mia splendida associazione come scusa per una punizione crudele è proprio una meschinità. Con la coda dell'occhio vedo Fred fare un passo avanti, sicuramente gliene dirà quattro.

"Ehm... professore?"

"Sì, signor Weasley?"

"Siccome a me non interessa nulla degli Elfi domestici, anzi a dirla tutta mi fanno anche un po' impressione, con quegli occhi sporgenti e le orecchie enormi, potrei avere un altro tipo di punizione?"

Mi volto di scatto verso di lui, fissandolo sconvolta.

"Non sarebbe molto galante da parte sua se la signorina si sobbarcasse tutto il lavoro."

Fred fa una piccola smorfia e alza le spalle.

"Non sono mai stato un galantuomo."

Piton inarca un sopracciglio.

"Questa volta dovrà esserlo, comincerete dal bagno al primo piano" Fa apparire due vecchi catini e due grosse spazzole per pavimenti."Ora sparite, mi avete fatto perdere già troppo tempo."

Ore 6:45 PM

È un'ora che gratto questo stupido pavimento con tutte le mie energie, ma sembra tutto inutile.

"Hermione datti una calmata, non ti ci devi specchiare in quel pavimento!" Sbotta Fred, osservandomi attraverso lo specchio e mangiucchiando una Cioccorana. Inclino il capo di lato e lo fulmino con lo sguardo.

"Tu dovresti aiutarmi, non mangiare cioccolato mentre mi guardi lavorare!"

Si volta a guardarmi crucciato.

"Ho pulito tutti gli specchi, come vedi!"

Faccio una smorfia osservando i grossi aloni sui vetri.

"Tutto qui? Io ho dovuto pulire i gabinetti, Fred, i gabinetti! Ho ancora il voltastomaco!"

Mi alzo a fatica, stare chinata a pulire mi ha indolenzita parecchio.

"Ti riesce così difficile darmi una mano a pulire questo maledetto pavimento? Infondo è colpa tua se sono qui! In questo momento dovrei essere in biblioteca a riscrivere il tema di Pozioni che ho bruciato durante la lezione d'Incantesimi a causa tua!" Mi guarda sconcertato.

"A causa mia? Se non ero nemmeno con te!"

Mi scosto nervosamente una ciocca di capelli dalla fronte.

"Tutta quest'orribile giornata è colpa tua! Se non ti avessi dovuto seguire in guferia, non avrei incontrato Piton, non sarei mai stata messa in punizione, non mi sarei presa una lavata di capo della Mc Granitt, non mi sarei distratta a Incantesimi bruciando il tema per Pozioni e ora Ron mi parlerebbe ancora!" Inveisco ansimando dalla rabbia, Fred cruccia la fronte.

"Ti correggo, Hermione, TU hai deciso di seguirmi, è stata solo una TUA scelta quindi non puoi farmi una colpa della punizione, la Mc Granitt si dimenticherà questa storia alla velocità della luce, il tema di Pozioni lo riscriverai in pochi minuti con quel cervello che ti ritrovi e Ron... beh lui se la prende per qualsiasi cosa, ma gli passa altrettanto velocemente." Conclude pacato.

Sbuffo irritata, nonostante la coltre di collera, so che ha perfettamente ragione. Sto per ribattere quando fa qualcosa che mi spiazza terribilmente: si avvicina a me fissandomi, allunga una mano e la posa delicatamente accanto al mio orecchio, poi con il pollice mi carezza la guancia. Sento il calore salirmi dal collo e irradiarsi nelle mie gote, devo essere rossa come un peperone. Sono paralizzata dall'imbarazzo e sento il mio cuore battere due volte più forte del normale. Raccolgo le forze per sostenere il suo sguardo che, a dirla tutta, in questo momento mi sembra dannatamente affascinante. Sorride.

"Accidenti Hermione, sapevo di avere fascino, ma non credevo di farti questo effetto."

Sbarro gli occhi, sbigottita. Lui fa un passo indietro e sghignazza divertito.

"Avevi dello sporco sulla guancia."

Spiega tranquillo addentando un'altra Cioccorana. Ho il viso in fiamme, mi sento mortalmente imbarazzata e umiliata, ma a che accidenti stavo pensando? Gli volto le spalle e mi rimetto a grattare il pavimento sudicio di questo bagno, fantasticando sul trasformare questa spazzola in una Passaporta che mi porti il più lontano possibile da qui.

Ore 7:30 PM

Non gli ho più rivolto la parola. In realtà non so nemmeno se riuscirò più a guardarlo in faccia.

"Ho fame." Sentenzia sbuffando.

"Beh tanto dobbiamo rimanere qui finché il Professor Piton non verrà a dirci di andare in Sala Grande, quindi rassegnati." Ribatto freddamente senza voltarmi. Sbuffa, di nuovo.

"Col cavolo! Io vado a mangiare, tu vieni?"

Scuoto il capo e poco dopo lo sento uscire.

ORE 8:30 PM

Mi ha davvero lasciata qui come un'idiota a finire il nostro lavoro. È la peggior specie di essere umano con cui abbia mai avuto il dispiacere di parlare. Dopo Malfoy. È meschino ed egoista e...

"Granger che diavolo ci fai ancora qui?"

Mi alzo di scatto per lo spavento.

"P... professor Piton... io stavo aspettando che lei..."

Inarca un sopracciglio azzittendomi.

"Credevo che fosse scontato che la punizione finisse all'ora di cena, ci è arrivata quella testa di legno di Weasley... la facevo più sveglia, devo averla sopravvalutata."

Mi mordo l'interno di una guancia.

"Fili in dormitorio..."

Lo guardo preoccupata.

"Ma professore io non ho ancora cenato..." Rispondo a mezza voce. Mi rivolge uno sguardo disinteressato.

"Questo non è certo un mio problema, fuori di qui ORA!"

Annuisco velocemente ed esco.

Ore 8:45 PM

Sono esausta, frustrata e ho anche la netta sensazione di puzzare quanto un Bundimun*. Raggiungo stancamente il ritratto della Signora Grassa che mi guarda sconcertata.

"Merlino! Che cosa ti è capitato, mia cara?"

Sospiro stancamente.

"Mimbulus Mimbletonia" Borbotto, senza degnare il quadro di una risposta.

La Signora Grassa mi fissa accigliata per qualche istante ma grazie a Merlino mi lascia passare senza aggiungere altro. La ringrazio mentalmente ed entro nella Sala Comune. Al solito tavolino all'angolo vedo George che confabula con quello che oramai è il mio arcinemico numero uno. Dean e Seamus chiacchierano amabilmente poco più in là, mentre un gruppetto di ragazzini del primo anno rumoreggia attorno a chissà quale stramberia. Mi avvio verso le scale con tutta l'intenzione di filare sotto la doccia e poi a letto, ma mi blocco quando vedo i miei due migliori amici seduti di fronte al camino che sorridono nella mia direzione. Davanti a loro, sul tavolo basso, c'è un piccolo vassoio con pasticcio di carne, patate al forno, torta di zucca e un bicchiere colmo di succo di zucca. Inclino il capo leggermente e non posso fare a meno di sorridere a mia volta.

"Ron ha pensato che potessi essere affamata..." Mi dice Harry sorridendo di sbieco e accennando al nostro amico. Mi mordo leggermente il labbro e sorrido a Ron che arrossisce di poco. È semplicemente delizioso.

"Ti adoro!"  

Le parole mi escono dalla bocca contro il mio volere mentre gli butto le braccia al collo; Almeno non mi vedrà arrossire. Mi allontano e sorrido ancora ai mie migliori amici, che farei senza di loro?

Mi congedo un momento e vado verso il dormitorio, ho davvero bisogno di lavarmi! Passando accanto al tavolino dove Fred e George stanno confabulando, però, noto una delle loro strambe invenzioni e un sorriso maligno mi storpia le labbra mentre un luccichio quasi sadico mi attraversa gli occhi, se il fato mi regala la vendetta: che vendetta sia!

Mi avvicino di soppiatto e più veloce che posso afferro lo strano aggeggio, intenzionata a consegnarlo alla Mc Granitt, ma a quanto pare non sono abbastanza lesta. La mano di Fred si chiude rapida attorno al mio polso e basta questo perché le mie guance diventino color porpora.

"Eh no, mia cara!" Sbotta sorridendomi divertito, mentre cerco invano di sciogliermi dalla sua presa leggera, ma ferma.

"Lasciami Fred!" Borbotto infuriata evitando il suo sguardo.

"Che cosa credevi di fare signorina? La mamma non ti ha insegnato che non si ruba?"

Lo fisso indignata e subito mi rendo conto di aver fatto un errore madornale. Quell'idiota del mio muscolo cardiaco decide di raddoppiare la sua corsa mentre le mie budella si contorcono in modo assolutamente innaturale. Che accidenti mi sta succedendo?

"Io... "

Maledizione Hermione! Una stramaledetta frase di senso compiuto non riesci a formularla? Stupido cervello! Da te non mi aspettata un simile tradimento!

"Hermione?"

Com'è possibile che il mio nome scivoli così maledettamente bene fuori dalle sue labbra? La pelle del mio polso sotto quella della sua mano è rovente, così come le mie guance. Respira Hermione, respira. Accidenti a me! Dovevo dar retta a mia madre e frequentare le lezioni di yoga con lei!

"Hermione ti senti bene?"

Oh sta zitto George! Ti sembra che io stia bene?

"Io... devo andare!"

Approfitto di un secondo di distrazione e, scivolando via dalla presa di Fred, corro veloce nel mio dormitorio.

Mi appoggio contro il legno della porta e mi lascio scivolare lentamente fino a ritrovarmi seduta sul pavimento.

Inspiro profondamente. No, non sta succedendo. Io non mi sto assolutamente innamorando di Fred. Rido amaramente. Non è possibile, io sono innamorata di Ron. Di Ron. Non di Fred. Di Ron. Magari c'entra il fatto che hanno entrambi capelli rossi e lentiggini. Sì, deve essere per questo. Inoltre ho avuto una giornata molto pesante. Non mi sto giustificando, però potrebbe avere inciso. È una cosa assolutamente ridicola. Io, brillante studentessa innamorarmi di uno scansafatiche? Impossibile.

Mi trascino verso il bagno e mi concedo dieci meravigliosi minuti di relax sotto il getto dell'acqua calda.

Esco dalla doccia rinvigorita e una volta vestita mi sento notevolmente più in forma.

H 9:10 PM

Quando torno in sala comune, noto con sollievo che Fred non c'è e sorridendo mi siedo accanto a Ron e Harry cominciando a mangiare con gusto.

"Non so come ringraziarvi, stavo morendo di fame." Biascico masticando una patata deliziosamente croccante.

"Tutto bene Hermione?" Mi chiede Harry, mentre Ron mi fissa leggermente accigliato. Annuisco.

"Certo, perché?" Domando addentando il pasticcio di carne.

"Sembravi piuttosto strana... sai prima, con Fred..."

Quasi mi strozzo. Bevo un enorme sorso di succo cercando di inventare una scusa plausibile che giustifichi il mio strano comportamento, ma a quanto pare il mio cervello è entrato in sciopero.

"Io? Strana? Prima? Fred? No, non mi sembra."

Il cane morde la coda al gatto. Il cane morde la coda al gatto. Sì, le funzioni cerebrali ci sono ancora.

Harry inarca entrambe le sopracciglia, ed io lo odio per questo. Perché significa che non lascerà cadere l'argomento tanto presto. Accidenti! Non ha cose più importanti cui pensare? per esempio... il ritorno di Voldemort? Il tema sulla pietra lunare? I suoi dannati ormoni in subbuglio a causa di Cho Chang?

"Smettetela di fissarmi come se avessi appena mangiato un Vermicolo!" Sbotto frustrata. I due si lanciano uno sguardo d'intesa.

"Hermione non ti arrabbiare era solo una domanda! Sembravi davvero in difficoltà prima... " Bofonchia Harry.

"Già... c'è qualche novità?" Domanda Ron con voce leggermente acuta. Poso la forchetta con poca delicatezza e lo fisso negli occhi.

"Certo Ron: tuo fratello è un vero idiota!" Rispondo sicura. Lui sorride di sbieco.

"Questa non è certo una novità."

Le mie labbra dapprima tirate dalla frustrazione si stendono in un sorriso sincero e prorompo in una risata liberatoria.

Finisco di mangiare e continuo a chiacchierare amabilmente con i miei due migliori amici. Mi sento dannatamente bene ora. Sono a mio agio e serena, parlo con scioltezza e rido di gusto quando Ron mi racconta di come Harry abbia tentato invano di avvicinarsi a Cho. Come posso aver anche solo pensato di amare qualcun altro? I suoi occhi brillano quando parla con me. Sto davvero bene con lui.

H 10:30 PM

Nemmeno mi sono resa conto del tempo che è trascorso, mi stiracchio. Sono davvero stravolta.

"Ancora cinque minuti, poi vado a dormire." Mugugno sbadigliando.

"Che peccato Hermione, speravo mi avresti fatto compagnia per un'altra passeggiatina notturna."

Mi volto di scatto e mi ritrovo la faccia gongolante di Fred a pochi centimetri dal naso. Le mie guance prendono diciottomila sfumature di rosso mentre cerco di distogliere lo sguardo dai suoi occhi.

"Smettila Fred! Le hai fatto già passare abbastanza guai non credi? Lasciala stare!"

Oh Ron, il mio cavaliere dall'armatura scintillante. Credo di non averlo mai amato come in questo momento.

"Non mi sembra di aver parlato con te Ronnie - Ronnie." Sibila malignamente in direzione del fratello minore che ora ha le orecchie più rosse dei capelli.

"Hermione, dovresti sentirti offesa, Ronald a quanto pare pensa che tu non sia più in grado di rispondermi per le rime, non lo trovi assolutamente irritante?"

I miei occhi si riducono a fessure. Ora ha notevolmente passato il segno.

"Sai Fred, sinceramente trovo molto più irritante la tua presenza, questione di punti di vista, non credi?" Rispondo sprezzante. I suoi occhi si spalancano di stupore per un microsecondo, poi sorride divertito. Sorrido a mia volta. Si avvicina ancor di più al mio viso fino a far sfiorare i nostri nasi.

"Meglio che tu non sappia a cosa sto pensando in questo momento... " Bisbiglia maliziosamente. Poi si allontana di scatto. "Beh, sono molto stanco... buonanotte!"

E così dicendo se ne va, lasciandomi assolutamente allibita. George lo segue ridacchiando sotto i baffi.

Ma che accidenti è successo? Che cosa voleva dire? È forse pazzo? È sotto l'effetto di qualche strana pozione? Vuole vedermi morta?  Credo di non essermi mai fatta tante domande come in questa giornata. Sento lo sguardo interrogativo di Ron e Harry pizzicarmi il volto, ma non trovo il coraggio di alzare lo sguardo. Per dire cosa poi? Sono la prima a non aver capito nulla di quello che è successo.

Simulo uno sbadiglio notevolmente esagerato e borbottando un "è tardi, buonanotte" mi fiondo nel mio dormitorio. Lascerò ogni spiegazione a domani, quando sarò a mente lucida.

H 11:55

Non riesco a dormire, di nuovo, eppure sono stravolta. Ho la testa talmente piena di pensieri che pare pronta a scoppiare da un minuto con l'altro.

È stata una giornata pesante e infinita, voglio solo chiudere gli occhi e dormire.

Niente. Che accidenti voleva dire Fred? A cosa stava pensando? No, non m'interessa.

Forse stava pensando che me la farà pagare per la mia risposta acida? Devo avere paura? Infondo non è mai stato molto normale Fred. Potremmo quasi definirlo uno psicopatico.

Hermione: ora basta. Dormi. È tardi e domani avrai il compito di Storia della magia.

E se stesse pensando a come farmi fuori? Magari quell'aggeggio cui lavoravano stasera era la sua arma. Potrei aver tenuto in mano l'arma del delitto. Tutti penseranno che mi sia suicidata e lui continuerebbe la sua carriera da serial killer totalmente indisturbato.

Basta. Tutto questo è assurdo. Fred non mi ucciderebbe mai. Ora dormo.

Forse domani dovrei scrivere alla signora Weasley, così, gusto per precauzione. "Salve signora Weasley, credo che suo figlio Fred stia pensando di uccidermi".

Sto impazzendo. Inspiro profondamente. Calma, ora mi calmo e dormo.

E se invece stesse pensando a qualcos'altro? Tipo... che so... a baciarmi?

Mi muovo nervosamente. Il mio cuore accelera e arrossisco. Questo pensiero è anche peggiore di quello dell'omicidio.

Dormo. Dormo. No, sono sveglia come un licantropo in una notte di luna piena.

Fred potrebbe davvero aver pensato di baciarmi? Di baciarmi sul serio? Sulle labbra? Mi copro il volto con le mani. Non può aver pensato una cosa tanto orribile.

E se non fosse una cosa tanto orribile alla fine?

NO! Ora basta, dico sul serio. Devo pensare a Ron. Chiudo gli occhi e lo vedo. Ron che mi sorride. Ron che mi stringe la mano per infondermi coraggio. Ron che mi fa ridere con una battuta. Ron che mi si avvicina. Ron che sta per baciarmi... ehi! Un momento: quello non è Ron!

Spalanco gli occhi nel buio della stanza. Sarà un'altra lunga, lunghissima notte.

 

 

 

 

 

 

 

 

* Il Bundimun è una creatura magica simile a una macchia di funghi o muffe verdastri costellata di occhi. La sua presenza è riconoscibile dall'odore di marciume che esala. Vive infestando negli zoccoli delle pareti e nelle fondamenta delle case, dove con i suoi liquami rischia il crollo delle case stesse. Per tale motivo viene classificato XXX. (Fonte: Wikipedia)

 

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Capitolo 2
*** Ancora 24 ore ***



È notte fonda e non capisco che diavolo ci faccio a quest'ora da sola nel parco di Hogwarts, proprio al limitare della foresta proibita. Un soffio di vento gelido proveniente dalla fitta trama di alberi mi provoca un brivido di freddo e solo ora mi accorgo di essere vestita in modo quanto mai ridicolo... perché indosso un corpetto e una lunga gonna a balze? Questa domanda scivola velocemente in secondo piano. Sto aspettando qualcuno, non so chi e non so perché, ma so di doverlo aspettare.

Una paura irrazionale di essere aggredita mi rende quasi isterica e non riesco a restare ferma.  Non ho la mia bacchetta, perché non ho la mia bacchetta?

"Lady Hermione, speravo sareste venuta..."

Mi volto di scatto e vedo Fred venirmi incontro sorridendo, ma ... perché è vestito come un cavaliere medievale? E soprattutto come cavolo parla?

"Sir Weasley, come potevo mancare?" Rispondo arrossendo.

Merlino, che sta succedendo? Fred sorride ancora e mi fa il baciamano. Dobbiamo essere entrambi sotto l'effetto di qualche maleficio.

"Lady Hermione, siete bellissima."

Arrossisco, di nuovo.  Fred sorride, di nuovo. Che tutto questo sia un giochetto di Voldemort? Forse si è dato al teatro e queste sono le prove generali?

"Grazie Sir Weasley, siete sempre molto cortese... ma... volevate parlarmi?"

Sì, siamo certamente stati maledetti. Fred mi prende la mano.

"Mia bella, bellissima Lady Hermione io la amo!" Replica in modo melodrammatico. 

Dovrei essere sconcertata, ma a quanto pare non lo sono per niente.

"Non dica così, non possiamo Sir Weasley, io sono già promessa a suo fratello: Sir Roland Weasley!  Che cosa direbbero le genti?"

Mi volto teatralmente verso le acque calme del Lago Nero, lui s'inginocchia di fronte a me.

"Non m'importa, fuggiremo se necessario! Io la amo!" Risponde battendosi un pugno sul petto.  Porto il dorso della mano alla fronte in un gesto drammatico e sospiro.

"Lady Hermione, mi concederebbe l'immenso onore di prenderla in sposa?"

Passi nel fogliame.

"GIAMMMAAI!!!" Ron esce dall'ombra, brandendo la spada di Godric Grifondoro. Sussulto per la paura, Fred si alza di scatto.

"Traditore! Ora morirete!" Decreta Ron trafiggendo il costato di Fred con la spada.

"Nooooo!!"

H 6:30 AM

Mi sveglio di soprassalto, madida di sudore. Era solo un sogno, solo uno stupido sogno. E allora perché non riesco a calmarmi? Inspiro profondamente. Nulla. Respira Hermione, respira. Nelle ultime ventiquattro ore ho dovuto ricordare a me stessa di respirare fin troppe volte.

Scendo lentamente dal letto, ho dormito poco e male, ancora. Tutta colpa di quell'idiota di Fred, ha fatto bene Ron a ucciderlo! Ah no, era solo un sogno. Questo vuol dire che dovrò rivederlo a colazione? Ma anche no, grazie ho già fatto il pieno.

Mi do una sistemata, infilo la divisa e prendo la borsa con i libri.

 

H 7:00 AM

Sono uscita dal dormitorio di soppiatto e mi dirigo lentamente verso la Sala Grande. Amo il castello immerso nel silenzio, i miei compagni stanno tutti dormendo e ora mi godrò una pacifica colazione solitaria.

Rettifico. Ginny è già al tavolo di Grifondoro e sbocconcella tranquilla un tortino di zucca. Non ho molta voglia di fare conversazione, ma mi avvicino: sarebbe scortese sedersi lontano da lei visto che siamo sole.

"Ciao Ginny, che ci fai già in piedi?" Le chiedo, occupando il posto accanto a lei. Scrolla le spalle.

"Delmezia non la finiva più di russare, sembrava di avere un Ungaro Spinato nella stanza... "

Borbotta irritata, masticando un enorme pezzo di tortino. Mi sembra di parlare con Ron. Già, Ron. Sospiro.

"E tu, invece?"

Faccio spallucce servendomi del tea caldo.

"Nottataccia, non riuscivo a dormire... "

Si blocca con la tazza poggiata alle labbra e mi lancia uno sguardo indagatore.

"Non te ne sarai andata ancora in giro con Fred, vero?"

La guardo scandalizzata.

"Assolutamente no!" Ribatto incrociando le braccia al petto. Come può anche solo pensare una cosa così tremenda? Lei mi scruta diffidente, poi torna tranquilla alla sua colazione.

"Meglio così, non è il caso che frequenti certa gente."

Inarco un sopracciglio.

"Guarda che stai parlando di tuo fratello... "

Mi lancia uno sguardo eloquente.

"Appunto!"

Ridiamo entrambe. Ginny è davvero una forza della natura, pare che abbia in sé tutte le migliori qualità dei suoi sei fratelli. Mangiamo per qualche istante in silenzio, ma non riesco a non pensare alla frase che Fred mi ha detto ieri sera. Meglio che tu non sappia a cosa sto pensando in questo momento, ma a che cavolo stava pensando? Mi muovo nervosamente. Mi volto verso Ginny che mangia totalmente ignara dei miei pensieri. Forse dovrei chiederle un parere, in fondo siamo amiche. Apro la bocca per dire qualcosa, ci ripenso e torno a mangiare. Sospiro. Apro la bocca ma ancora niente. Giro rumorosamente il mio tea. Bevo. Sospiro. La guardo sottecchi.

"Oh insomma Hermione! Se vuoi dire qualcosa, spara!"

Trasalgo; Un po' dalla veemenza delle sue parole, un po' dalla paura di quello che potrebbe rispondermi. E se mi desse dell'idiota? E se lo dicesse a Ron? Certo, non c'è molto da dire ma...

"Herm, scendi dalle nuvole e parla! È successo qualcosa?"

Sbatto le palpebre un paio di volte, cercando di cancellare l'immagine di Ron che lancia un'avada kedavra a Fred. Inspiro profondamente e inizio a raccontarle quello che è successo la sera prima, omettendo ovviamente il piccolo, trascurabile e insignificante dettaglio del mio cuore impazzito e del rossore inopportuno delle mie guance. Ginny ascolta in silenzio, ma non riuscendo a trattenere alcune smorfie durante il mio racconto; Mi accontento.

"Secondo te, che cosa voleva dire con quel "Meglio che tu non sappia a cosa sto pensando in questo momento"?" Domando infine, con ansia malcelata. Lei inclina il capo e mi guarda come se fossi un povero piccolo cucciolo di unicorno, sperduto tra i ghiacciai. O meglio: come se fossi una povera idiota, direi che è una metafora più appropriata.

"Hermione, Hermione, Hermione... " Comincia, scuotendo leggermente il capo, con tutta l'aria di chi la sa lunga. Le lancio uno sguardo assassino e mi morsico l'interno della guancia per non insultarla. Lo capisce e cambia tono. "Fred è solo un provocatore, voleva farti arrabbiare: tutto qui. Probabilmente stava pensando a cosa mangiare stamattina a colazione o che so io... non devi dar peso alle sue parole, il più delle volte parla solo per dar fiato alla bocca."

Conclude sorridendo. Perfetto. Proprio quello che volevo sentirmi dire. Ma dov'è il sollievo allora? E ora che cos'è questa strana sensazione? Mi sento come quando Piton mi dà un voto basso in temi scritti perfettamente. Delusione Hermione, ecco cos'è. Aggrotto le sopracciglia, perché mi sento delusa?

"Hermione? Stai bene?"

La voce di Ginny mi giunge lontana e ovattata. Annuisco meccanicamente.

"Ho fatto un sogno stranissimo stanotte."

Lei inarca un sopracciglio e sorride furba.

"Scommetto dieci Galeoni che c'era anche Fred!"

Annuisco di nuovo. Questa conversazione sta prendendo una strana piega e ho paura di come andrà a finire. Ginny mi si avvicina con fare cospiratorio.

"Racconta!"

Inizio a raccontare e lei comincia a ridere a crepapelle.

"Fred? Un cavaliere?"

Ora ride talmente forte da doversi tenere la pancia. No Ginny, non c'è niente da ridere.

"Ron? promesso sposo?"

Ha le lacrime agli occhi. Non so se ridere con lei o darle un pugno.

"E alla fine Ron ha ucciso Fred con la spada di Godric Grifondoro!"

In effetti, è abbastanza comico raccontato così. Ridacchio anch'io.

"Ehi che avete tanto da ridere?" Domanda Fred sedendosi accanto a sua sorella. Sbianco di colpo.

"Niente che ti riguardi fratellino." Ribatte Ginny tornando seria.  

Lui guarda prima lei e poi me, sospettoso. Cerco di evitare i suoi occhi, ma sono una calamita e non posso fare a meno di diventare del colore dei suoi capelli. Non riesco a formulare un pensiero sensato, quindi spero vivamente di non dover parlare.

"Hermione non sembra del tuo stesso parere... " Insiste ancora. Divento ancora più rossa iniziando a desiderare ardentemente che nel pavimento si apra una voragine dove scomparire.

"So che da egocentrico come sei quello che sto per dirti ti darà un grande dolore, ma non sei un interessante argomento di conversazione... " Replica Ginny.

Lui fa spallucce, prende un tortino di zucca dal vassoio, lo annusa, lo morde e lo rimette al suo posto.

"Fred: sei davvero disgustoso, qualcuno dovrebbe trafiggerti con la spada di Godric Grifondoro..."

Lui la guarda confuso, mentre entrambe scoppiamo a ridere. Ginny mi prende sotto braccio e continuando a sghignazzare mi trascina fuori dalla Sala Grande.

 

H 13:00

Io, Ron, Harry e Ginny siamo seduti sotto un albero del parco di Hogwarts a goderci gli ultimi raggi di sole, prima dell'arrivo dell'inverno. È stata una mattinata tranquilla, Piton mi ha persino dato una O nel compito sulla Pietra Lunare, che non è cosa da poco, intendiamoci. Ce ne stiamo qui tutti e quattro rilassandoci in attesa dell'inizio delle lezioni pomeridiane, ognuno con i suoi pensieri.

"Quella vecchia rospa della Umbridge! Non ci vuole insegnare nulla!" Esordisce a un tratto Ginny rompendo il silenzio rilassato e scaldando immediatamente i nostri animi.

"La odio! La odio davvero!" Borbotta Ron. Tutti annuiamo convinti.

"Come faremo quando verrà il momento di combattere sul serio? Eh?" Domanda retorico Harry, vivamente alterato. Non posso che dargli ragione.

"Ma soprattutto: come faremo ad affrontare i G.U.F.O?"  

Tutti mi guardano male. Arrossisco.

"Beh? Che cosa c'è? Sono molto importanti." Affermo incrociando le braccia al petto.

"Credo che sarebbe un po' più importante arrivarci vivi... " Replica Ron mestamente.

"Sì, ma sarebbe inutile arrivarci vivi e poi non prendere nemmeno un G.U.F.O.!"

Gli altri tre mi guardano sconcertati e poi si mettono a ridere.

"Non cambierai mai Hermione... " Dice Ginny scuotendo il capo.

"E meno male! Harry ed io saremmo ancora al primo anno se non fosse per lei!" Mi difende Ron, per poi arrossire appena gli sorrido grata.

"Comunque credo che sia necessario fare qualcosa, non possiamo stare qui fermi senza imparare nulla! Qualcuno ci deve insegnare tutti gli incantesimi di difesa che potrebbero servirci in un possibile scontro con i Mangiamorte!"

Harry, Ron e Ginny mi scrutano confusi.

"Se stai parlando di Lupin... "

Scuoto il capo.

"No, Harry: sto parlando di te."

Harry cerca lo sguardo esasperato che condivide con Ron quando ritiene che io abbia delle idee assurde, ma non lo trova. Ginny sorride e annuisce convinta.

"Credo che sia un'ottima idea."

Amo quando Ron è d'accordo con me, sorrido compiaciuta mentre Harry continua a fissarci poco convinto.

"Non sono un'insegnante, Hermione tu sei molto più brava di me a... "

Lo interrompo agitando le mani.

"Harry come puoi non capire? Qui non si tratta di voti, ma di quello che tu hai fatto! Non ti dice niente la "coppa Tre Maghi"?"

Ok, questa mossa è davvero un colpo basso, ma abbiamo davvero bisogno di lui. Leggo la sconfitta nei suoi occhi e sorrido tronfia.

"Bene, quindi è deciso! E non insegnerai solamente a noi, potrà partecipare chiunque voglia!" Concludo entusiasta.

"Tranne i Serpeverde... " Borbotta Ron, lo guardo storto.

"Ron, tutti hanno diritto di imparare a difendersi!" Ribatto stizzita. C'è un attimo di silenzio imbarazzato, poi riprendo la parola.

"Comunque assicuratevi di dirlo solamente a persone di cui potete fidarvi... "

Sì so che ho detto tutto e il contrario di tutto, ma sono una donna e ho il diritto di cambiare idea quando mi pare e piace.

"Stasera lo dico a Fred e George, saranno elettrizzati!"

Divento bianca, poi rossa e poi verde. Fred no, ti prego! Tutti ma non lui! Ero riuscita quasi a dimenticarmi della sua esistenza e ora dovrò trascorrere con lui anche il mio tempo libero? Ditemi che è un brutto sogno! Ginny intercetta il mio improvviso cambiamento d'espressione e decide che no, proprio non può farsi gli affari suoi.

"Hermione, ti posso parlare?"

No, lasciami da sola con la mia disperazione.

"Certo Ginny, dimmi tutto."

Sorriso falsissimo e tono di voce troppo stridulo perché passi inosservato. Lei inarca un sopracciglio, dubbiosa, si alza e mi si avvicina.

"In privato."

Inarco entrambe le sopracciglia fingendo sorpresa e lancio uno sguardo a Harry e Ron nella speranza che i miei due migliori amici mi salvino da questa situazione, ma rimango delusa.

"Tranquille, Ron ed io dovevamo comunque andare in dormitorio a recuperare dei libri."

Detto fatto, si alzano e si allontanano. Io resto immobile, dove sono, incapace di staccare lo sguardo dalle uniche due persone che potevano evitarmi questa conversazione e che invece mi hanno abbandonata al mio destino. Ginny si siede di fronte a me, braccia conserte e sguardo severo.

"Hermione, che succede tra te e Fred?"

Diretta come colpo di pistola in pieno petto. Le mie guance s'infiammano di imbarazzo. Boccheggio alla ricerca disperata di aria.

"Ma... ma niente... io... " Balbetto, incapace di formulare una frase sensata; Ora so cosa prova Neville durante le interrogazioni di Piton.

"Niente?  Hermione ormai ti basta sentire il suo nome per diventare rossa come un peperone."

Ti prego Merlino, fammi scomparire... adesso.

"No... non è vero... "

Ginny mi lancia uno sguardo di sfida.

"Ah non è vero? Fred." Arrossisco.

"Fred." Arrossisco ancor di più.

"Fred. Fred. Fred. Fred... "

Mi tappo le orecchie. "Va bene, va bene ora smettila!" Sbotto allo stremo delle forze. Ginny ghigna trionfante. Vorrei ucciderla.

"Hermione, siamo da sole tu ed io, dimmi la verità: ti piace Fred?"

Ecco la domanda che ho evitato accuratamente negli ultimi due giorni. Mi mordo un labbro.

"No!"

Ah- ah ecco l'Hermione che conosco e ammiro, negare l'evidenza con convinzione. Ginny alza gli occhi al cielo.

"Per merlino, allora ti piace sul serio!"

 

H 17:00

È stato un pomeriggio fisicamente spossante: ho trascorso le ultime quattro ore cercando di evitare in ogni modo il 90% della famiglia Weasley presente a Hogwarts. Fred, beh, per ovvie ragioni. Ginny perché mi sta tormentando con questa storia e George... per ora la sua unica colpa è di essere maledettamente identico a Fred.

Mi dirigo mestamente verso i sotterranei, consapevole che da qui a poco sarò costretta a lavorare fianco a fianco per ben due ore con quello che ormai è il mio incubo peggiore.

"Granger, sei in ritardo!"

Bugia, sono in perfetto orario, come sempre del resto, ma è Piton a parlare, quindi abbasso lo sguardo e mi scuso. Entriamo nel suo ufficio, si siede alla scrivania e inizia a riordinare dei fogli.

"Oggi si occuperà dei bagni al secondo piano." Mi dice senza guardarmi. Faccio un passo avanti.

"Da sola?" Chiedo stizzita.

Quell'idiota di Fred non può averla scampata anche questa volta. Piton mi scruta serio qualche secondo, come a pensare se la mia domanda sia degna di risposta.

"Sì signorina Granger, da sola. Il signor Weasley ha pensato bene di farsi punire anche dalla professoressa Umbridge, la quale mi ha garantito che quella testa di legno del suo compagno avrà una punizione abbastanza severa da incorporare anche la mia."

Risponde mal celando una nota di fastidio, probabilmente nemmeno a lui piace il rospo rosa, come non capirlo? Annuisco e senza aggiungere altro mi dirigo al secondo piano, armata di secchio e spazzolone.

 

H 18:30

 È un'ora e mezza che sto pulendo questo stramaledetto bagno. Ora sono dentro uno dei gabinetti cercando di cancellare una scritta piuttosto volgare riguardante le abitudini... ehm sessuali... di una certa Camille.

Slam! La porta principale dei bagni sbatte talmente forte da farmi quasi perder  l'equilibrio.

"Maledetta vecchiaccia sessualmente repressa!"

Fred. Acqua che scorre. Rimango immobile. L'unico pensiero sensato che il mio cervello riesce a formulare è che dopo sarò costretta a lavare nuovamente il lavandino. Ok, non è un pensiero molto sensato, ma è il meglio che riesco a fare in questo momento. E ora? Non posso stare qui in piedi sul water ad aspettare che se ne vada, e se stesse qui per tutta la notte in fuga da chissà chi? Va bene, è assurdo... ma potrebbe succedere. Nel dubbio, esco. Fred tiene la mano destra sotto l'acqua corrente, la manica della camicia è arrotolata fino al gomito ed è sporca di qualcosa che somiglia terribilmente a sangue.

"Fred? Ti senti bene?"

Si volta di scatto verso di me, probabilmente colto di sorpresa dalla mia voce.

"Hermione, cos'è sei emersa dalle limpide acque del water?"

Ecco come pentirsi amaramente di essersi preoccupati per questo idiota. Faccio una smorfia seccata.

"No Fred, stavo semplicemente facendo anche il tuo lavoro."

Bofonchio stizzita. Sorride di sbieco e torna a osservarsi la mano destra.

"Avevo di meglio da fare." Risponde sarcastico chiudendo l'acqua. Quanto vorrei dargli un pugno. La curiosità mi spinge ad avvicinarmi, ma appena vedo com'è ridotta la sua mano, vorrei non averlo fatto. C'è un taglio, anzi molti tagli che sembrano formare una scritta che non riesco a decifrare, ma che vedo fin troppo bene sanguinare.

"Cos'è successo alla tua mano?!" Domando preoccupata avvicinandomi ancor di più a lui. Fred fa spallucce.

"Niente che valga la pena commentare." Replica tranquillo. Non so come possa essere così rilassato, io sono nel panico.

"Fred: devi andare subito da Madama Chips! È stata la Umbridge? Andiamo da Silente, non può fare certe cose! Anzi, prima andiamo in infermeria e poi da Silente!"

La mia voce deve risuonare un po' troppo isterica perché lui torna a guardarmi divertito.

"Hermione, questa è una ferita di guerra, non ho nessuna intenzione di andare né in infermeria, né tanto meno da Silente!" Ribatte, fin troppo serio, alzando il pugno ferito. Un paio di gocce di sangue colano dalla ferita lungo il braccio fino ad arrivare al gomito per cadere poi sul pavimento. Fisso quelle piccole gocce rosse infrangersi a terra e nonostante io sia preoccupatissima mi devo rassegnare all'idea di avere di fronte un uomo, essere notoriamente conosciuto per aver saltato un passaggio dell'evoluzione.

"Stai sgocciolando, Fred."  Borbotto. Inarca entrambe le sopracciglia.

"Come scusa?"

Indico il suo gomito.

"Stai sgocciolando, lì."

Guarda il suo braccio e poi me.

"Non è niente." Afferma, dandosi un tono da uomo vissuto.

"Sarà, ma quella parte di pavimento l'avevo già lavata e stai sporcando dappertutto."

Mi fissa leggermente sbigottito e poi esplode in una fragorosa risata. Incrocio le braccia al petto. Stupido idiota. Non lo sopporto, non lo sopporto davvero.

"Non c'è nulla da ridere, sai? Ora dovresti davvero smetterla di fare l'idiota e venire con me da Madama Chips!"

Così dicendo mi avvicino a lui e afferro il suo polso con tutta l'intenzione di trascinarlo a forza in infermeria. Purtroppo non ho tenuto conto del fatto che avrebbe potuto opporre resistenza e, infatti, senza il minimo sforzo mi attira a sé e posa la mano libera proprio lì tra le mie scapole impedendomi di indietreggiare o meglio: di fuggire a gambe levate da questa situazione che ho evitato con cautela tutto il santo giorno. Ok Herm, respirarespirarespira e sopratutto: non guardarlo negli occhi.

"Che c'è Hermione? Che succede? Mmh? Dov'è finita tutta la tua grinta?"

Bastardo. Ecco, l'ho detto. O forse l'ho solo pensato. In questo momento ho serie difficoltà a fare qualsiasi cosa, ogni singola parte del mio cervello è scollegata. Tutti gli altri sensi, in compenso, sono fastidiosamente attenti. I miei occhi fissano il nodo leggermente sfatto della sua cravatta, riuscendo a catturare anche la più minuscola increspatura della stoffa. Le mie orecchie catturano ogni suo singolo respiro. Il mio olfatto s'inebria del suo odore, non riesco a decifrarlo, ma è buonissimo. Infine il mio tatto, ogni singola cellula della mia pelle vibra al contatto con il suo corpo e davvero, non vorrei che fosse così, lo giuro. Mi sento come se fossi fuori e dentro il mio corpo nello stesso momento. Forse sono morta. No, impossibile. L'unica cosa certa, in questo momento, è che il mio cuore batte. Lo sento forte e chiaro nelle orecchie. Ho la netta sensazione che i battiti stiano rimbombando per tutta la stanza... e se li sentisse anche lui?

"Lasciami Fred."

Un sussurro, niente di più. Mi stupisco di essere ancora in grado di parlare.

"No."

Una negazione secca, due singole sillabe che sembrano bastare al mio corpo per starsene qui placido e immobile tra le sue braccia. Stupido corpo. Stupido cervello. Raccolgo quel poco di forza che mi rimane per ordinare alla mia mano libera di frapporsi tra noi e premere contro il suo stomaco per allontanarlo.

"Lasciami!"

Ripeto, questa volta con un po' più di convinzione e alzando addirittura lo sguardo a incontrare il suo. Ok, potevo evitare. Le mie gambe diventano di burro. Sorride sornione.

"Altrimenti?"

Si sta divertendo come un matto, lo odio.

"Altrimenti ti darò una ginocchiata talmente forte tra le gambe da dare un'altra femminuccia alla famiglia Weasley!"

La rabbia mi fa un gran bene, devo ammetterlo.  Il suo sorriso si allarga ancor di più.

"Sai Hermione, sei davvero una meraviglia quando ti arrabbi, ora capisco perché Ron passa le giornate facendoti infuriare..."

Le mie guance prendono ogni sfumatura di rosso immaginabile, sto per svenire o per vomitare o entrambe le cose. Spero almeno non in quest'ordine. La mano sul suo stomaco lo respinge con più forza e finalmente mi libero dalla sua stretta.

"Vai subito fuori di qui!"

Lui continua a ridacchiare come un bambino che gioca ad acchiapparella e si lascia spingere, nemmeno troppo gentilmente, fuori dalla porta.

 

H 19:30

Non vorrei fare quello che sto per fare, davvero. C'è ogni singolo neurone rimastomi attivo che si ribella, ma il mio stomaco brontola da più di mezz'ora e sono costretta a entrare in Sala Grande. Un passo. Ecco, non è poi così difficile no? Costeggio la tavolata di Corvonero, oh guarda c'è Luna. Ora mi fermerà sicuramente per consegnarmi l'ultima copia del cavillo o per darmi una delle sue perle di saggezza. Eccola, eccola. Non si è nemmeno voltata! Mi ferma sempre, dico sempre. Anche nei momenti meno opportuni come l'altro giorno quando dopo aver bevuto mezzo litro di succo di zucca, stavo per entrare in bagno; Invece oggi che vorrei davvero tanto essere fermata che fa? Mangia beatamente. Ok, proseguo. Ecco Ron ed Harry. Mi siedo accanto a loro e saluto Ginny seduta di fronte a me. Mi servo del pollo e delle verdure mentre chiacchiero con i miei amici della nostra giornata. Una risatina acuta attira la mia attenzione e i miei occhi si ritrovano nuovamente a fissare Fred. E adesso basta però, a nessuno è mai venuta l'idea di espellerlo dalla scuola? Magari con una bella catapulta di quelle che si vedono sui libri di storia. Angelina accanto a lui continua a ridere di gusto, gli tira una leggera gomitata sul fianco e lui le circonda le spalle in un abbraccio seguito da un leggero bacio sulle labbra. Fermi tutti. Cos'era quello? Per qualche motivo all'incontrarsi delle loro bocche il mio stomaco è caduto sotto il tavolo. Non è per niente normale questa cosa. Una furia omicida s'impossessa di me e in un micro secondo trovo almeno cento modi diversi e assolutamente cruenti per uccidere Angelina e nessuno di questi prevede una bacchetta. Perfino la forchetta che impugno, diventa un'arma pienamente papabile. Non sta succedendo veramente, non posso essere gelosa. Non io. Non per lui. Io amo Ron, non Fred. Se devo essere gelosa lo devo essere per Ron. Tutta questa situazione mi manderà dritta al San Mungo, reparto psichiatrico, grazie.

"Herm, fissare il tramonto troppo a lungo può far male sai?"

La voce di Ginny mi solleva dalle mie elucubrazioni. La guardo confusa.

"Il tramonto?" Domando sconcertata. Inarca un sopracciglio e fa un cenno verso Fred.

"Sì, Hermione: il tramonto. Tutto quel rosso può darti alla testa."  Ribatte ammiccando. La fulmino con lo sguardo. Oh, quanto vorrei ucciderla. Mi mordo l'interno della guancia. Non ha ancora finito.

"Certo, se la testa è ancora attaccata al collo... perché se è da qualche altra parte, allora puoi stare tranquilla..."

Un calcio ben assestato sulla tibia le toglie il sorrisetto dalle labbra. Odio la violenza, ma quando è l'unica possibilità, è inevitabile. Ron e Harry seguono il siparietto, confusi.

"Hermione: tu ci nascondi qualcosa."

Harry vai a quel paese. Ron mi fissa addentando una coscia di pollo, Ginny bisbiglia un "ops". Inspiro profondamente e punto le mie iridi castane in quelle verdissime del mio migliore amico.

"Hai ragione Harry. Sono un Mangiamorte sotto copertura. Accidenti, mi hai beccato come farò ora? Oh no." Recito in tono piatto. Harry sorride di sbieco e annuisce. Ginny ride.

"Non vuoi parlarne, ricevuto."

Gli sorrido e torno a mangiare.

"Io non ho capito... di cosa esattamente non vorresti parlare?" Domanda Ron osservandomi inquieto. Poi mi si avvicina di poco.

"Siamo i tuoi migliori amici..." Borbotta in tono lamentoso. Inclino leggermente il capo: Ron sa essere un enorme e adorabile rompiscatole.

"Non c'è nulla, davvero." Lo rassicuro. Al mio amico pare bastare perché annuisce e torna a concentrarsi sul suo piatto. Sbadiglio. Sono davvero esausta.

"Vado in dormitorio, ci vediamo dopo ok?"

Domando alzandomi. Harry, Ginny e Ron annuiscono. Prima di andare lancio uno sguardo a Fred: ormai è come una calamita. Arrossisco quando vedo che mi sta guardando a sua volta e devo fare uno sforzo sovrumano per voltargli le spalle e andare per la mia strada.

 

H 20:30

Me ne sto seraficamente sul divano godendomi un piccolo tomo d'incantesimi che ho trovato in biblioteca, ci sono cose davvero pazzesche che saranno utilissime per le lezioni che Harry ci darà. Domani pomeriggio ci sarà il primo vero incontro alla Testa di Porco. Il posto l'ho scelto io, lontano da occhi indiscreti, e quindi perfetto per l'occasione. A volte mi stupisco di essere così brillante. Mi compiaccio di me stessa osservando il fuoco che scoppietta allegramente nel caminetto di fronte a me e nemmeno mi accorgo che Harry e Ron si sono seduti sulle poltrone.

"Trovato qualcosa d'interessante?"

Sobbalzo leggermente e fisso Harry, confusa. Lui indica il libro che tengo in mano. Annuisco sorridendo.

"In effetti, sì: ci sono un paio di incantesimi davvero notevoli." Rispondo, sporgendomi leggermente verso di lui.

"Ho trovato un bell'incantesimo di difesa..."

Inizio a sfogliare il libro, mentre i miei due migliori amici cominciano una partita a scacchi.

"Ecco qui."

Gli passo il libro, Harry legge e annuisce convinto. Ron esulta, cadendo quasi dalla poltrona, quando uno dei suo pedoni fa a pezzi uno di quelli di Harry.

"Ma no! Avevo fatto una sola mossa!"

Dimentico dell'ES, della Umbridge, dell'importanza di imparare questi incantesimi per proteggerci da i Mangiamorte e da Voldemort stesso, il "bambino che è sopravissuto", l'eroe del mondo magico si dispera per una stupida pedina. Uomini, chi li capisce è bravo. Aspetta un momento: io sono brava, anzi io sono brillante, che è molto più di brava. Forse per capirli devi essere idiota come loro.

"Potreste prestarmi un po' di attenzione?" Sbotto frustrata.

"Povera piccola Hermione, ignorata da questi due mascalzoni..."

Mi volto di scatto. Fred è seduto accanto a me. O forse è George. No, è Fred. O George? Mi sto sciogliendo, in ogni caso.

"Già, parla con noi: sfogati."

George, o Fred termina la frase del gemello accomodandosi in poltrona. Arg. Due paia di occhi indistinguibili mi fissano con lo stesso identico scintillio malefico. Arrossisco e cerco di rimpicciolirmi il più possibile, voltandomi a cercare disperatamente lo sguardo dei miei due migliori amici.

"Non la stiamo ignorando è solo che... oh cavolo, no! No! No! Stupido alfiere che diavolo stai facendo!"

Ron continua a imprecare sottovoce mentre Harry sorride trionfante. Il gemello accanto a me si appoggia meglio contro lo schienale e allunga un braccio sulla spalliera del divano, proprio dietro la mia schiena. L'altro sembra studiare ogni mia mossa: mi sento maledettamente a disagio. Merlino, perché devono essercene due? Uno non bastava? Che tra l'altro spesso riesco anche a distinguerli, non so come, sarà intuito femminile, ma ora... ora fatico anche a distinguere Harry da Ron, sono nel panico più totale e il mio stramaledetto cuore continua imperterrito la sua corsa all'impazzata.

"Ron, Ron, Ron... dobbiamo proprio insegnarti tutto?" Borbotta quello accanto a me scuotendo il capo, Ron torna a guardarlo inarcando un sopracciglio.

"Non sai che se ignori continuamente una ragazza lei finirà per sognare qualcun altro?" Conclude Fred. Sì, quello seduto in poltrona è sicuramente Fred. A queste parole sbianco di colpo, chi avrà parlato? Ginny? La ucciderò, oh sì, e non sarà per nulla una cosa rapida. Ron pare sempre più confuso.

"Ma di che accidenti stai parlando?" Domanda distogliendo completamente l'attenzione dalla sua partita a scacchi. Fred sorride sornione, sta per scagliare il suo ultimo colpo. Bastardo.

"Beh, vedi fratellino... si dice in giro che Hermione la notte scorsa abbia sognato il sottoscritto, certo... come non capirla, un grosso salto di qualità..."

"Chi te l'ha detto?"

Sono scattata in piedi come una molla e ora lo fisso, furiosa. Nei suoi occhi vedo un guizzo divertito, il suo sorriso si allarga.

"Allora è vero! Hai buon gusto ragazza!" Esclama trionfante facendomi l'occhiolino. Arrossisco all'inverosimile e ringrazio Merlino di dare le spalle a Ron per questo.

"No che non è vero! Voglio solo sapere chi va a raccontare certe idiozie su di me!"

Cerco di controllarmi, ma la mia voce trema di rabbia. Fred pare impassibile e vorrei davvero strozzarlo in questo momento.

"Lavanda Brown lo stava raccontando stamattina... blaterava su di te che invocavi il mio nome nel sonno o roba simile..."

Sarà il destino, ma proprio mentre Fred finisce la frase, il ritratto della Signora Grassa si apre e appare Lavanda con Calì.

"Tu!"

Scavalco le gambe di George per avvicinarmi a quella... "Brutta oca giuliva!"

Lei mi fissa con una faccia da schiaffi che mi fa imbestialire ancora di più.

"Ce l'hai con me Granger?"  Ribatte stizzita, Calì mi scocca uno sguardo sprezzante.

"No Brown, parlavo con il muro dietro di te... Merlino, sei proprio rintronata!" Ribatto sardonica. Lei strabuzza gli occhi e fa un passo verso di me.

"Come ti permetti! Sono una delle studentesse migliori del nostro anno, la professoressa Cooman dice che potrei aspirare ad avere un posto al Ministero!"

Una risata roca e ironica prorompe dalle mie labbra.

"Ma piantala! Il posto migliore cui puoi aspirare è quello di schifezza sotto spirito sulla bacheca di Piton!" Le rispondo sprezzante.

Sento alcuni ridere, altri esalare degli Ooh, ma tutto arriva ovattato oltre la coltre della mia furia. Lei spalanca la bocca sbigottita.

"Sei proprio una zitella acida Granger, forse se ti trovassi un ragazzo nella realtà invece che sognarteli solo di notte... "

Congiunge le mani e ci posa il viso. Non farlo, non farlo sei vuoi arrivare viva a colazione.

"Oh Fred, Ti amo Fred, Sei magnifico ... uuh!"

L'ha fatto. È un attimo e senza che nemmeno io me ne accorga, la mia bacchetta punta la sua gola. Lei estrae la sua. Sento un bel po' di frastuono e cerco in tutti i modi di liberarmi dalle braccia che mi allontanano da quella maledetta. Vedo Lee e Dean trattenere lei e Calì che strillano come galline.

"Lasciami! Lasciami, me la deve pagare quella brutta..."

Anch'io sto strillando. Sono fuori di me come mai nella mia vita.

"Granger sei pazza, completamente andata!"

Mi scimmiotta Lavanda da dietro la spalla di Lee. Strattono George. Ora la uccido, davvero.

"Già, fatti visitare al San Mungo!"

Continua Calì, mentre Dean cerca di spingerla verso i dormitori.

"Certo non hanno una cura per il mal d'amore, la cotta per Fred te la dovrai far passare da sola!"

Conclude Lavanda, scoppiando poi a ridere e salendo di corsa verso la loro stanza. Rifilo una gomitata nello stomaco a George e una nelle costole a Fred, scatto in avanti per raggiungerla ma Harry mi prende per le spalle, bloccandomi.

"Ron, portala subito fuori di qui."

Ordina Harry. Ron mi guarda spaventato, devo far più paura di quanto pensi.

"Perché proprio io?" Borbotta tremante.

"RON!" Le voci di George, Fred e Harry lo fanno sobbalzare, mi prende tra le sue braccia e annuisce.

"Ho capito, vado! Vado!"

Così dicendo mi accompagna velocemente fuori dal ritratto.

"Miseriaccia, Hermione: che accidenti ti è preso?"

Scrollo le spalle, sono ancora furiosa. Tremo per la rabbia e sento un gran bisogno di piangere.

"La odio! La odio!" Borbotto infuriata, Ron mi fissa sconcertato, non credo mi abbia mai vista in queste condizioni.

"Ciao Ron... Hermione: che cos'hai?"

Ginny mi si avvicina osservandomi preoccupata.

"Ron, che cosa le hai fatto?" Sbotta poi verso il fratello che scuote il capo convinto.

"Io... io niente, ha litigato furiosamente con Lavanda e... " Ribatte lui agitandosi sul posto. Inspiro profondamente cercando di calmarmi, Ginny mi circonda le spalle con un braccio.

"Ok, vai dentro, sto io con lei."

Ron annuisce sollevato e accennando un saluto si defila più veloce che può. Non posso essere che felice di vederlo scomparire dietro il ritratto della Signora Grassa. Mi sento così in colpa. Io e Ginny cominciamo a camminare, mi accompagna in un'aula vuota e mi fa sedere.

"Cos'è successo Hermione?"

Mi mordo leggermente un labbro.

"Lavanda ha detto a tutti che ho sognato Fred... "

Ginny sgrana gli occhi sconvolta.

"Ma lei come fa a saperlo?"

Mi metto le mani nei capelli.

"Non so... dice che parlavo nel sonno e... Merlino è stato terribilmente imbarazzante!"

Mi stringo nelle spalle.

"L'ha detto così, davanti a tutti?"

Scuoto il capo, catturando con la punta della lingua una lacrima scivolata fino al lato della mia bocca.

"No, è stato Fred... l'ha sentita parlare a colazione e stasera..."

Singhiozzo, non posso credere che abbia fatto una cosa così orribile.

"Stasera l'ha detto lì davanti a Ron... a Ron! Capisci?"

Mi copro il volto con le mani. Ginny mi accarezza i capelli, comprensiva.

"Per questo sei così sconvolta?"

Annuisco. La sento sorridere.

"Hermione ascolta, Ron sa che tipi sono Fred e Lavanda, non darà mai peso alle loro parole, credimi."

Torno a guardarla speranzosa.

"In ogni caso Fred è stato proprio uno stronzo."

Dichiara incrociando le braccia al petto. Non posso che darle ragione. Questa volta ha davvero passato il limite.

"Ginny ora vorrei stare un po' sola..."

Lei annuisce, mi abbraccia e se ne va.

 

Nel frattempo, in Sala Comune.

Harry, Ron, Fred, George e Lee sono seduti rispettivamente sulle poltrone e sul divano. Fissano il fuoco, sconvolti.

"Miseriaccia è stato orribile..." Esordisce Ron ripensando alla scena di poco prima. Harry annuisce.

"Non ho mai visto Hermione così furiosa..." Borbotta il moro.

"Merlino... è stato peggio di quando mamma ha scoperto che abbiamo cercato di vendere Ron a Mundungus per dieci Galeoni..." Aggiunge George. Fred annuisce. Le guance di Ron s'infiammano d'imbarazzo, ma è troppo sconvolto perché replichi. Lee lancia uno sguardo assassino a Fred.

"Fred, la prossima volta... stai zitto!"

 

H 23:45

Sto seduta in Sala Comune, ancora. Grazie a Merlino tutti sono andati a letto, io non ho proprio voglia di andare in dormitorio. Sospiro fissando il fuoco, che serata orribile. Non posso credere che Fred abbia detto cose del genere davanti a Ron. Ron. Non l'ho più visto dopo la discussione, probabilmente sarà arrabbiato con me e non so con che faccia lo affronterò domani.

"Hermione..."

La voce di Fred mi riscuote dai miei pensieri facendomi trasalire. Se ne sta in piedi a qualche metro da me, guardingo.

"Posso avvicinarmi o rischio la vita?" Domanda sorridendo. Torno a guardare il fuoco.

"Non è divertente Fred." Ribatto atona. Lo sento sospirare e fare qualche passo verso di me.

"In effetti, è stato molto più spaventoso che divertente..." Commenta. Mi mordo un labbro senza distogliere lo sguardo dal fuoco.

"Sei qui per gongolare?" Chiedo stizzita. Sento il divano cedere sotto il suo peso, è seduto accanto a me.

"No, sono qui per scusarmi."

Torno a guardarlo inarcando un sopraciglio. Lui sorride.

"Non fare quella faccia, per quanto ti possa sembrare assurdo, so quando sbaglio e so quando è il momento di chiedere scusa."

Non riesco a trattenere un sorriso.

"Mi dispiace di aver detto quelle cose..."

Scuoto il capo, zittendolo. Non gli darò questa soddisfazione, oh no.

"Non è per quello che hai detto, è che non sopporto quell'oca della Brown."

Lui pare sollevato, ma non m'importa. Preferisco sollevarlo dai sensi di colpa che fargli capire quanto mi abbia scombussolata sapere che sa che l'ho sognato.

"La Brown ha una vita dannatamente banale, per questo sente la necessità di infangare il buon nome degli altri... dovresti compatirla."

Questa conversazione è talmente assurda da sembrare irreale.

"Da dove esce tutta questa saggezza Weasley?" Domando, sorridendo divertita. Lui si finge offeso.

"Hei! Io sono molto saggio!"

Ribatte senza riuscire a smettere di sorridere.

"Sì, certo..." Commento ironica. Rimaniamo in silenzio qualche istante. Mi sento incredibilmente meglio e non posso credere che quest'attimo di serenità me lo stia dando proprio il ragazzo che mi ha letteralmente fatto ammattire nelle ultime quarantotto ore.

"Amici come prima?" Mi chiede rompendo il silenzio e porgendomi la mano. Annuisco.

"Amici."

Gli stringo la mano, ma a quanto pare non posso terminare una serata tranquilla. Mi attira a sé e mi abbraccia ridendo e scompigliandomi giocosamente i capelli. Il suo profumo mi circonda, è così maledettamente buono. Inspiro profondamente nell'incavo del suo collo.

"Hermione, mi hai appena annusato?"

Mi chiede tranquillo poggiando il mento sulla mia testa. Spalanco gli occhi. Merlino, ti prego fammi scomparire, ti prego. Scuoto il capo animatamente senza però muovermi di un millimetro. Non sono rossa, ormai inizio a prendere molte sfumature di viola e tutto questo è già abbastanza imbarazzante così com'è. Stringo le mani a pugno aggrappandomi alla sua maglietta. O scompaio o non solleverò mai la faccia da qui, sono seria. Non posso proprio.

"Ehm... Hermione io ho smesso di abbracciarti..."

Stringo le labbra e cruccio la fronte. Lui sorride, forse tremendamente compiaciuto dalla situazione. Ogni secondo che passa la cosa si fa sempre più imbarazzante. Mi sciolgo velocemente dall'abbraccio e mi volto verso il camino il più in fretta possibile.

"Sì, scusa io... beh..."

Mi scompiglia i capelli, di nuovo.

"Buonanotte Hermione."

Annuisco e respiro di sollievo quando lo sento allontanarsi. Io VS nottate in bianco: 0-3.

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Capitolo 3
*** Stiamo solo giocando, giusto? ***


Finalmente un po' di pace. Dopo la discussione con Lavanda, Fred pare essersi stancato di mettermi continuamente in imbarazzo. Merlino sia lodato. La mia vita è tornata quella di sempre e anche il mio stupido cuore pare aver ritrovato un po' di senno smettendo di battere furiosamente ogni volta che mi ritrovo vicino a quell'idiota. Ora per festeggiare questo lieto, lietissimo evento, me ne andrò in biblioteca a leggere un bel libro rilassante. In fondo può esistere un modo migliore per passare il sabato pomeriggio? No, non esiste. Ah, come sono contenta. Sto camminando lungo un corridoio del terzo piano, una piccola scorciatoia che mi risparmierà la folla di studenti che si aggirano per il castello ciondolando annoiati a causa della pioggia. Non ringrazierò mai abbastanza Harry d'avermi mostrato quel passaggio. Svoltato l'angolo, però, devo notare con disappunto che non sono sola. In fondo al corridoio ci sono un ragazzo e una ragazza in atteggiamenti... ehm... equivoci. Ok, si stanno solo sbaciucchiando, ma io non sono una grande esperta di baci, in effetti, non lo sono proprio per niente. Mi blocco un attimo. Forse dovrei tornare indietro, queste cose mi mettono sempre a disagio; però mi girano abbastanza le scatole al pensiero di rifarmi tutta la strada, le scale che portano direttamente in biblioteca sono poco lontano da quei due. La risata stridula della ragazza mi riscuote dai miei pensieri.

"Fred smettila... devo andare davvero adesso..."

Ecco, ti pareva. Poteva essere chiunque e invece no, doveva proprio essere lui. E ora non posso nemmeno tornare indietro perché quella lì mi ha visto e mormorando un "abbiamo compagnia" si è rimessa a ridere. Gli stampa un ultimo bacio e se ne va in fretta lanciandomi un'occhiata divertita. Mi mordo un labbro e mastico un insulto. Proseguo la mia strada verso la biblioteca, Fred se ne sta appoggiato al muro con una faccia gongolante da schiaffi. Il mio istinto di fratellanza femminile prevale e mi fermo a pochi passi da lui fissandolo severa e incrociando le braccia al petto.

"Beh? Che c'è?" Mi chiede, sfoderandomi un sorrisone innocente. Merlino dammi la pazienza, perché se mi dai la forza, giuro che lo ammazzo.

"Niente." Borbotto sarcastica, devo lasciar correre. Devo lasciar correre e andare in biblioteca. Lui inarca un sopracciglio.

"Oh dai, Hermione, so che muori dalla voglia di farmi una predica."

Stringo le labbra. Lui sorride malizioso.

"Me la ricordavo diversa Angelina..." Soffio sdegnata. Il suo sorriso si allarga ancor di più.

"Che occhio..."

Stringo le mani a pugno. Una vocina nella mia testa mi dice di andarmene, ma ormai è una questione di principio.

"Chi era quella?"

Si stacca dal muro e fa un paio di passi verso di me osservando il punto dove la ragazza di prima aveva svoltato l'angolo.

"Quella? Uhm, credo si chiami Camille... ma non ne sono assolutamente certo, non posso tenere a mente i nomi di tutti..."

Mi ha fatto l'occhiolino. Io dal canto mio l'ho fulminato con lo sguardo, come si fa a essere così irrimediabilmente irritanti? Si avvicina ancora di qualche passo. La vocina di prima sta strillando a gran voce di scappare.

"Non sarai gelosa, vero Hermione?"

Vorrei insultarlo, ma ora è davvero, davvero troppo vicino. Posso sentire distintamente ogni suo singolo respiro.

"N-no... io..."

Sorride. Arrossisco. Nooo! Com'è possibile? Ne ero uscita! Calmati Hermione, calmati. Faccio un paio di passi indietro, quel tanto che basta da permettermi di inspirare senza respirare il suo destabilizzante e maledettamente attraente profumo. Bene, va già un po' meglio.

"Io lo dicevo per Angelina!" Sbotto seccata. Lui inarca un sopracciglio.

"Che c'entra Angelina ora?"

Lo guardo sbalordita, lui fa un passo verso di me, io faccio un passo indietro.

"Come che c'entra Angelina? Lei è la tua ragazza!"

Fred scoppia in una risata che mi fa vibrare ogni singola cellula del corpo, no così non va. Non va proprio. La vocina ormai si sta sgolando, ripetendomi di andarmene il più in fretta possibile.

"Ascolta, Hermione. Punto primo: Angelina non è la mia ragazza."

Un passo verso di me, io indietreggio di un passo.

"Punto secondo: io sono davvero troppo indaffarato per avere anche una fidanzata di cui occuparmi."

Un altro passo in avanti per lui, uno indietro per me.

"Punto terzo: sono così meraviglioso che se mi dedicassi a una sola ragazza, non solo sarebbe un vero spreco, ma comporterebbe una enorme perdita per l'intera popolazione femminile di Hogwarts." Conclude ammiccando.  Fa un altro passo avanti e mettendomi spalle al muro. Ha l'ego talmente gonfio che se lo bucassi con uno spillo volerebbe via.

"Non credi di esagerare? Solo un pochino eh..." Borbotto sostenendo a fatica il suo sguardo. Lui mi guarda malizioso.

"Provare per credere..."

Ok, le mie gambe stanno concretamente cedendo anche perché lui è troppo, troppo vicino. Il suo profumo, i suoi occhi, il suo respiro. Ognuna di queste cose sta contribuendo a rigettarmi nella stessa identica situazione di una settimana fa. Ho il cuore che pare voler schizzare come un missile fuori dal mio petto, per andare dove poi, non mi è dato saperlo. Mi sudano le mani e ho il viso in fiamme. Lui continua a guardarmi malizioso, forse in attesa di una mia reazione, ma ho il cervello liquefatto e trovo difficile anche solo mantenermi in vita. Perché mi guarda così? Non è un modo normale di guardare. O almeno di guardare me. Il mio stomaco ha appena fatto una capriola e poi è caduto ai miei piedi, Merlino! Si è avvicinato ancora, se arretro ancora di un passo rischio di diventare parte integrante della parete.

"Fred! Puzzolente caccola di Troll è un'ora che ti cerco!"

Ci voltiamo entrambi mentre George cammina mollemente verso di noi. Merlino sia lodato, Fred fa un paio di passi indietro sorridendo ed io posso lentamente tornare a respirare rimanendo comunque immobile con la schiena appoggiata alla parete. Camminare mi è ancora impossibile.

"Se non ti è di troppo disturbo, noi avremmo del lavoro da fare, quindi saluta questa giovane donzella e... oh..."

George si ferma a pochi passi da noi, le sue labbra disegnano una"O" perfetta.

"Ciao Hermione!" Mi saluta incerto lanciando un'occhiata inquisitoria al fratello che sorride sornione. Vorrei tanto aver superato l'esame di smaterializzazione in questo momento.

"Ho interrotto qualcosa?" Domanda ironico. Fred sghignazza. Lo odio. Anzi LI odio.

"No, assolutamente no! Noi... stavamo solo... parlando, ecco!" Ribatto molto più insicura di quanto vorrei. George mi guarda divertito, Fred continua a sghignazzare.

"Beh Hermione, tecnicamente non stavamo parlando..."

Torno a guardare Fred, sconvolta. Evidentemente vuole morire e sta cercando in tutti i modi di farsi uccidere da me. Sento lo sguardo del suo gemello pizzicarmi il volto che ora deve essere di un intenso color porpora.

"Fred! Smettila di dire idiozie!"

Lui ricomincia a sghignazzare. Mi sfugge un verso stizzito.

"Sei fortunato che io non abbia la bacchetta altrimenti avresti già fatto una brutta fine!" Sbotto esasperata. Lancio uno sguardo di fuoco a entrambi e mi avvio a grandi passi verso la biblioteca.

 

**************************************************************


Ok, devo ammettere che all'inizio è stato piuttosto disorientante. Non capita tutti i giorni che Hermione Granger arrossisca per un ragazzo. Soprattutto non è mai capitato che lo facesse per me. Ci conosciamo da cinque anni e ci vediamo in pratica ogni giorno. Abbiamo perfino diviso il tetto della Tana per ben quattro estati e per le ultime tre vacanze di Natale, eppure niente. Mi ha sempre ignorato, non fosse per sgridarmi in un modo talmente petulante da rendere le ramanzine di mia madre una piacevole chiacchierata, e ora invece, tutto a un tratto, la vedo arrossire smisuratamente anche solo per un mio sguardo.

Come dicevo, all'inizio è stato disorientante, poi è diventato estremamente divertente. Insomma dai, chi non avrebbe approfittato di questa piccola debolezza della Granger?

Tutto procedeva per il meglio, soprattutto quando la Brown mi ha servito quelle chiacchiere riguardanti i sogni di Hermione su un piatto d'argento. Peccato per il piccolo inconveniente del confronto immediatamente successivo alla lite tra le due: la Granger mi ha annusato. Ha appoggiato la sua faccetta saccente nell'incavo del mio collo e ha inspirato profondamente il mio profumo. In un'altra situazione probabilmente mi sarei fatto una risata e l'avrei presa in giro talmente tanto che alla fine lei mi avrebbe lanciato una fattura. Il problema è che, per qualche motivo, il mio corpo ha trovato questa cosa terribilmente... eccitante. Già, eccitante. Di norma le parole "eccitante"  e "Granger" non hanno nessun motivo per stare nella stessa frase, ma davvero non saprei come altro definire il fatto di aver trovato il cavallo dei miei pantaloni notevolmente più costrittivo del solito.

Quindi, nel giro di due giorni la situazione è passata da disorientante a eccitante. Questo per me non è mai stato un problema. Se la ragazza in questione non fosse stata lei, probabilmente avrei seguito l'onda del momento come mio solito, ma fare certe cose con Hermione mi pare qualcosa di tremendamente sbagliato, contro natura, oserei dire. Insomma è Hermione. La ragazzina saccente e fastidiosa, il prefetto rompiscatole con dei capelli improponibili, la secchiona che a volte riesce ad essere persino meno femminile di Ron! Per tutte queste ragioni, e molte altre, ho preso la decisione di darmi un po' alla macchia con lei e di dedicare le mie attenzioni a ragazze più adatte a me. Per un'intera settimana ho allegramente volato da un fiore all'altro nella speranza di ritrovare quella fortissima sensazione di piacere che mi aveva dato quello stupido, insignificante abbraccio di Hermione. Il risultato è stato alquanto deludente, devo ammetterlo. Altrimenti non mi sarei ritrovato a provocarla, di nuovo, in questo corridoio.

"Hei Fred, non vorrei interrompere le tue profonde riflessioni, ma ora dovremmo proprio andare, Lee ci sta aspettando."

La voce di mio fratello mi riporta alla realtà. Sono rimasto imbambolato come un idiota a fissare il punto in cui Hermione è scomparsa. Mi volto e lui mi lancia uno sguardo malizioso.

"Sai fratellino, se non ti conoscessi bene, inizierei a pensare che tu abbia una brutta cotta per la Granger." Denocciola tranquillo. Incrocio le braccia al petto, contrariato.

"Beh per fortuna che mi conosci bene, allora."

Il suo sorriso non accenna a diminuire.

"Sicuro che non ci sia niente di cui vuoi parlarmi? Magari di quello che stavate facendo tu e Hermione..."

Questi sono i momenti in cui mi domando perché non l'ho ucciso quando eravamo ancora nel grembo di nostra madre.

"Non ho niente da dirti. Non stavamo facendo niente. E soprattutto non mi piace Hermione, chiaro ora? O preferisci che ti faccia un disegnino?"

George inarca un sopracciglio.

"Beh credo che il tuo amico là sotto non sia molto d'accordo con te..." Espone con tranquillità. Istintivamente copro la parte incriminata con il lembo inferiore del maglione.

"Idiota. Ero qui con Camille Higgs di Tassorosso, hai presente? Gambe chilometriche, sedere da favola... Hermione-topo-di-biblioteca-Granger è arrivata dal nulla a disturbarci probabilmente in uno dei suoi frenetici tentativi di raggiungere la biblioteca il più in fretta possibile, mi chiedo se non farebbe prima a trasferircisi direttamente."

George ride divertito facendo ridere anche me. In effetti, l'idea di Hermione che vive in biblioteca non è poi così lontana dalla realtà.

"Possiamo andare ora?  Sai che Lee diventa irascibile quando lo si fa aspettare."

Lui annuisce senza smettere di sghignazzare.

"Era già irritato quando mi ha mandato a cercarti, ti farà una paternale!" Ribatte provocatorio. Io sbuffo annoiato.

"Non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima della giornata."

Così dicendo lo supero e mi avvio verso l'uscita, lui mi affianca.

"Camille Higgs, eh?"

Annuisco compiaciuto. George mi sorride orgoglioso di rimando.

 

Odio mentire a mio fratello. Sul serio. Solamente non credo che capirebbe quello che sta succedendo: in effetti, non lo capisco nemmeno io. Merlino, stiamo parlando di Hermione. Non può farmi questo effetto, non è normale. E giuro che davvero, davvero non vorrei continuare così, ma è così dannatamente stuzzicante questa situazione. È una sorta di istinto primordiale. Guardare l'effetto che le faccio, mi sta facendo letteralmente impazzire. Vederla completamente indifesa, rossa in viso e incapace di ribattere con la sua solita sfrontatezza risveglia il mio istinto predatorio come poche altre cose. Come prima, lì seduti in Sala Grande per la cena, la vedevo guardarmi di sfuggita e arrossire appena i nostri occhi s'incontravano. Sì, lo ammetto. Per quanto sia tremendamente innaturale, adoro questa situazione.

Forse è per questo che ora, mentre quasi tutti sono andati a dormire, mi avvicino a lei che tanto per cambiare sta leggendo. Ron e Harry stanno disquisendo di Quidditch sul divano mentre lei se ne sta in poltrona tutta concentrata. Mi metto accanto a lei e mi abbasso per poterla guardare bene in faccia.

"Ciao Hermione! Bella serata, vero?"

Non alza nemmeno lo sguardo.

"Sparisci, chiunque tu sia." Soffia stizzita. Sorrido divertito.

"Sono Fred." Affermo, studiandola. La vedo arrossire impercettibilmente. Il mio ego sta festeggiando. Lei continua imperterrita a tenere gli occhi sul libro, ignorandomi.

"Non è carino da parte tua ignorarmi." La provoco. Mi lancia una fugace occhiata omicida finendo per arrossire ancor di più. Sbuffa irritata.

"Ti ignoro perché so esattamente che cosa stai cercando di fare."

Inarco un sopracciglio.

"Ah davvero? E che cosa stare cercando di fare?" Domando, curioso.

"Stai cercando di distrarmi per dar modo a tuo fratello di far da mangiare una delle vostre disgustose creazioni a quel ragazzino del primo anno... GEORGE!"

Chiude il grosso tomo con un tonfo e si dirige a grandi falcate verso il mio gemello, che ora sta appuntando il successo delle Crostatine Canarine. Il ragazzino è interamente ricoperto di piume, soltanto Hermione può non trovarlo divertente.

"George, vi avevo avvertito: niente esperimenti!"

George si volta a guardarla senza smettere di sorridere. Lee ride apertamente da un po'.

"Infatti, non è un esperimento, il nostro caro amico, ehm... oh sì, Finn, ha regolarmente comprato una scatola di Merendine Marinare, vedi?"

Replica tranquillo mostrandole due scintillanti Galeoni. Lei guarda i soldi e poi mio fratello con rabbia, fa un verso stizzito e torna a sedersi al suo posto senza dire altro. Io non mi sono mosso e ora le sorrido furbo.

"Visto? Non ero qui per distrarti. Avevi torto. Torto." La canzono. Lei mi lancia uno sguardo assassino e ringhia un insulto a denti stretti.

"Sparisci Fred, non potrò impedirvi di vendere le vostre schifezze, ma posso sempre affatturarti!" Borbotta furiosa. Semplicemente deliziosa.

"Te l'ho già detto che sei davvero irresistibile quando ti arrabbi?" Le bisbiglio all'orecchio. Lei avvampa d'imbarazzo, io ghigno.

"Irresistibile... " Confermo a bassa voce, giusto per provocarla ancora un po'.

Questa volta però lei, dopo essere arrossita all'inverosimile, reagisce colpendomi sulla testa con il grosso tomo di Rune Antiche e con un verso sprezzante se ne va in dormitorio senza nemmeno salutare Ron e Harry che la guardano allontanarsi, confusi.

Mi alzo massaggiandomi la testa, mi verrà un bernoccolo talmente grande da farmi somigliare a un unicorno.

"Ma che le è preso?" Mi chiede Ron con la sua solita faccia da pesce lesso. Non posso credere che sia davvero mio fratello.

"Niente Ron, o almeno niente che il tuo micro cervello ammuffito possa comprendere, torna a dormire."

Ron arrossisce a dismisura e mi mostra il dito medio. Mi avvicino e gli tiro un pugno leggero, ma neanche troppo, sulla testa.

"Ronnie i bambini della tua età non devono fare certi gestacci."

Lui si alza di scatto e ora mi fronteggia, furioso. Patetico.

"Finiscila Fred oppure io..."

Come dicevo, patetico.

"Oh no! Ronnie - Ronnie mi vuole picchiare..." Lo schernisco, lui avvampa nuovamente mentre i presenti iniziano a sghignazzare."

"Sto morendo di paura." Gli soffio in faccia, minaccioso. Lui fa un piccolo passo indietro, spaventato, e si ritrova nuovamente seduto sul divano. Quando fa per rialzarsi George lo rimette al suo posto mettendogli le mani sulle spalle.

"Lascia stare Bilius, ti sei già reso abbastanza ridicolo per oggi, non credi?"

Scoppio a ridere e raggiungo il mio gemello. Ron rimane zitto al suo posto bofonchiando insulti, sa che con noi è una partita persa in partenza. Non riesco proprio a capire che accidenti ci trovi Hermione in quell'idiota, ma soprattutto non capisco perché io me lo stia domandando.


********************************************

 

Inspiro, inspiro, inspiro. Guardo in alto. Etciù. Ron fa un salto di lato finendo quasi in braccio a Harry, seduto accanto a lui sul divano della Sala comune.

"Miseriaccia Hermione! Stai lontana da me con quei germi, non posso ammalarmi proprio ora! Se la squadra di Grifondoro perde anche il portiere che faranno?" Esclama agitato. Gli lancio uno sguardo omicida.

"Grazie Ron, è bello sapere che ti preoccupi per la mia salute." Ribatto stizzita. Harry sghignazza divertito, Ron pare non aver colto il sarcasmo.

"In ogni caso stavo giusto andando da Madama Chips per farmi dare un po' di Pozione Pepata, questa influenza mi sta uccidendo. Mi accompagnate?" Domando immaginando la loro risposta. Infatti, Ron scuote il capo.

"Oh no, non posso, ho gli allenamenti di Quidditch e se li salto Angelina mi fa fuori, è davvero isterica da quando Harry, Fred e George sono stati squalificati." Si affretta a rispondere, mandando un'occhiata dispiaciuta a Harry che a quelle parole si affloscia contro il divano. Da quando è stato espulso dalla squadra, diventa sempre di pessimo umore a sentir parlare di Quidditch.

"Non posso nemmeno io... devo cercare di finire il tema di Trasfigurazione per domani o questa volta la Mc Granitt mi metterà una T."

Annuisco comprensiva, come ho detto, immaginavo la loro risposta.

Mi avvio verso l'infermeria, da sola. Tra il Quidditch e il malumore di Harry quest'anno mi ritrovo a passare un sacco di tempo con me stessa. Non che mi dispiaccia, è bello trascorrere il tempo con qualcuno che si stima, ma era molto che non stavo tanto tempo da sola ed è davvero strano. Per quanto a volte mi facciano saltare i nervi, mi manca la costante e rassicurante presenza di Ron e Harry. Anche perché quando sono con loro, Fred è molto meno rompiscatole del solito, mentre se sono sola, non mi lascia in pace finché le mie guance non sono rosse come i suoi capelli. Etciù, etciù, etciù. Mi copro naso e bocca con il palmo della mano, maledetto raffreddore. Un Corvonero del primo anno si è preso uno spavento sentendo i miei starnuti echeggiare per il corridoio deserto ed è fuggito. Pensare che io alla sua età ho affrontato un Troll e questo scappa per uno starnuto, non ci sono più i giovani d'una volta. Ed io ho iniziato a parlare come mia nonna.

Arrivo in infermeria e mi dirigo verso le stanze di Madama Chips, busso leggermente.

"Ehm... Madama Chips? C'è nessuno?" Chiedo piano, la Chips è ben nota per il suo carattere autoritario, non vorrei subire una paternale.

"Eccomi cara, come posso aiutarti?"

Mi volto e la vedo venire verso di me dopo aver posato una pozione sul comodino, accanto ad un letto dove è sdraiato Neville.

"Oh salve, io vorrei un po' di Pozione Pepata, sa, per l'influenza."

Lei si acciglia e mi squadra da capo a piedi, non so perché, ma istintivamente faccio un passo indietro e deglutisco spaventata.

"Come fai a dire che è influenza?" Domanda, leggermente stizzita.

"Beh soffro di raffreddore, tosse e qualche linea di febbre quindi..." Elenco tranquilla, lei incrocia le braccia al petto.

"E quindi?" Borbotta seccata. Sbatto le palpebre, un paio di volte, allibita dal suo cipiglio adirato.

"Quindi... ho dedotto di avere una semplice influenza."

Inarca entrambe le sopracciglia.

"L'hai dedotto eh? Dimmi sei forse tu la Medimaga qui?" Domanda sardonica. Scuoto il capo.

"Bene, allora potresti sdraiarti e lasciare che sia io a diagnosticarti la malattia?"

Annuisco sempre più allibita e vado a sdraiarmi sul letto accanto a quello di Neville che mi lancia uno sguardo comprensivo. Dopo una visita piuttosto accurata mi fissa seria.

"Hai l'influenza, un po' di Pozione Pepata e passerà tutto." Dichiara, fissando lo sguardo sulla cartelletta che ha in mano. È in evidente imbarazzo, ma non mi va di infierire, la ringrazio, bevo la pozione e la guardo allontanarsi a grandi passi.

"Oggi è più intrattabile del solito." Borbotta Neville dal letto accanto al mio.

"Mi sono tagliato mentre aiutavo la professoressa Sprite e quando sono venuto qua e le ho detto che volevo del dittamo per il taglio si è arrabbiata e ha voluto visitarmi dicendo che non potevo sapere che cosa avevo."

Racconta imbarazzato. Rido sommessamente.

"La Umbridge sta facendo impazzire tutti..." Borbotto sbadigliando, lui annuisce.  Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi. Penso che starò qui sdraiata a riposare un po' e ad aspettare che la pozione faccia effetto. Credo di meritarmi un po' di riposo, è l'anno più impegnativo e stressante che abbia mai passato qui a Hogwarts. Già è cominciato male con l'arrivo della Umbridge e dei suoi maledettissimi "decreti didattici", poi i compiti che sembrano aumentare di giorno in giorno, l'ES, i berretti per gli elfi. Non dormo decentemente da settembre. Sbadiglio, di nuovo e lasciandomi cullare dal silenzio, mi addormento.

Apro lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza, non so nemmeno per quanto tempo ho dormito.

"Aaah!"

Un paio di occhi azzurri, fin troppo conosciuti, mi fissano con un luccichio inquietante.

"Buongiorno dormigliona!" Dice Fred sorridendo contento per chissà quale motivo.

"Che ci fai qui? E soprattutto perché accidenti mi guardi mentre dormo?" Bisbiglio irritata, sollevandomi leggermente sui gomiti.

"Sei sempre così cordiale quando ti svegli?"

Faccio una smorfia irritata.

"Comunque, per rispondere alla tua prima domanda: cercavo un po' di Pozione Rimpolpasangue. I Torroni Sanguinolenti sono sicuramente da rivedere, George ha perso sangue per circa venti minuti." Prosegue tranquillo, io inarco un sopracciglio.

"Non l'hai trovata?"

Fred mi mostra una boccetta colma.

"Certo eccola qui!"

Inarco entrambe le sopracciglia e lo guardo interrogativa.

"E quindi perché non gliela porti invece che fissare la gente mentre dorme?" Chiedo, sentendomi sempre più a disagio, ma utilizzando tutte le mie energie per non darlo a vedere.

"Innanzitutto io non guardavo la gente: guardavo te. Sarà una sottigliezza, ma ci tengo a precisarlo. Non vorrei che pensassi che sia una specie di psicopatico che si aggira di notte nei dormitori a fissare quelli che dormono."

Poggio la schiena contro la testata del letto e incrocio le braccia al petto. Sono indecisa se essere più imbrazzata o infastidita.

"Il motivo è piuttosto semplice. Osservare te che dormi, è molto più appagante che guardare la brutta faccia di George resa pallida dalla copiosa perdita di sangue."

Sorrido di sbieco.

"Devo ricordarti che siete gemelli?"

Il suo sorriso si allarga ancor di più.

"Certo, ma io sono decisamente il più bello!" Ribatte facendomi l'occhiolino. Non riesco a frenare una risata. Lui pare piuttosto soddisfatto. Rimaniamo in silenzio per un po' ed io non posso fare a meno di perdermi per l'ennesima volta nei suoi occhi, così come non riesco a impedire alle mie guance di prendere quella ormai fin troppo conosciuta sfumatura rosso fuoco. Mi sento così stordita da questa situazione. Essere innamorata di Ron è difficile, ma in qualche modo rassicurante. Mentre il sentimento per Fred è qualcosa di assolutamente inaspettato, disarmante e spaventosamente elettrizzante. Proprio come lui che continua a guardarmi negli occhi completamente ignaro delle mie digressioni mentali.

"Ho una gran voglia di baciarti"

Sbatto le palpebre, un paio di volte. Che cosa ha detto?

"Che... che cosa?" Domando con gli occhi sgranati. Il mio cuore si sta preparando per una maratona o per un infarto.

"Ho detto: ho una gran voglia di budino."

Il mio muscolo cardiaco decelera talmente in fretta che istintivamente porto una mano al petto per controllare di essere ancora viva, Fred mi guarda confuso.

"Stai bene Hermione?"

Annuisco meccanicamente, per nulla convinta del mio assenso. Stupida, stupida idiota.

"Andiamo in Sala Grande? È quasi ora di cena." Domanda lui tornando sereno come sempre. Deglutisco a fatica, cercando di riprendermi dallo shock di poco fa.

"Ti raggiungo là ok?"

Lui sorride e annuisce, poi se ne va. Sono una vera idiota, come posso aver pensato che lui volesse baciare me? La so tutto io con i capelli a cespuglio che si aggira ingobbita dal peso dei libri. Stupida. Stupida Hermione. Sospiro delusa, per un attimo ci avevo creduto sul serio, la situazione sta lentamente degenerando e ora più che mai sono convinta di aver fatto bene ad accettare di andare a sciare con i miei genitori invece che passare il Natale con i Weasley. Ed io odio sciare. Chiudo gli occhi, di nuovo e inaspettatamente mi riaddormento.

Un raggio di sole impertinente mi risveglia da un sogno piuttosto piacevole. Quando apro gli occhi, mi viene in mente il perché sono qui e giuro che vorrei rimanerci per un altro bel po', almeno finché qualcuno inventerà un antidoto a quello che mi sta succedendo. Di malavoglia mi alzo e stiracchiandomi noto sul comodino un pezzo di pergamena piegata in quattro, la prendo e mi accorgo che è un bigliettino per me.


"Ciao Hermione, siamo passati a vedere come stavi, ma dormivi e non abbiamo voluto disturbarti. Ci vediamo domani a colazione. 

Harry e Ron

PS: Signorina Granger, sarò costretta a decurtare 10 punti a Grifondoro per aver dormito invece di adempiere ai suoi compiti di prefetto e cioè:  infastidire gli studenti con la sua petulante dedizione alle stupide regole della scuola. Professoressa Mc Granitt.

PPS: Scusa Herm, quell'idiota di Fred ha insistito per accompagnarci."


 Scuoto il capo sorridendo ed esco dall'infermeria. Svoltato l'angolo che porta ai dormitori di Grifondoro, però, vengo fermata dalla professoressa Mc Granitt.

"Signorina Granger, la stavo cercando." Mi dice seria. Spero che non voglia sgridarmi, anche se non so per quale motivo dovrebbe farlo. Ormai sto diventando paranoica.

"È successo qualcosa professoressa?" Domando inquieta. Lei annuisce grave.

"Mi segua, per favore."

Mi conduce nel suo ufficio e mi indica la sedia di fronte a lei. Inizio a essere davvero in ansia.

"Signorina Granger, mi duole avvertirla che il signor Potter, il signor Weasley e i suoi fratelli sono dovuti tornare immediatamente al quartier generale dell'Ordine."

La guardo perplessa.

"Cos'è successo?"

Lei mi scruta seria.

"Arthur Weasley è stato attaccato e ferito gravemente."

La professoressa Mc Granitt mi ha accompagnato da Silente, che mi ha spiegato tutto quello che è successo ed io non ho potuto fare a meno di restarmene lì, seduta su quella sedia, con il cuore che mi martellava nelle tempie, incapace di proferire verbo. Mi sono sentita così... impotente. Durante tutto il resto della giornata non ho pensato ad altri che a Ron e alla sua famiglia. Sapevo che Voldemort era tornato, erano mesi che ci allenavamo in segreto per contrastarlo, ma mai come in questo momento sento la minaccia così reale e palpabile. Appena sono finite le lezioni, ho scritto a mamma e papà per avvertirli che non sarei stata con loro questo Natale, non posso lasciare soli i miei amici, non ora.

Arrivo a Grammund Place sopravvivendo a stento alla peggiore bufera di neve degli ultimi cinque anni, ho i pantaloni zuppi fino al ginocchio, i capelli bagnati e le guance rosse per il freddo. Appena entro trovo Ron ad aspettarmi con un sorrisetto gongolante.

"Non dovevi andare a sciare? Hai detto che adori sciare..."

Gli lancio uno sguardo di rimprovero.

"Smettila Ron!" Ribatto imbarazzata, lui sorride di nuovo ed è così... così... Ron che non riesco a fare a meno di abbracciarlo di slancio. Il suo profumo mi avvolge e come sempre non posso impedire al mio cuore una brusca accelerazione quando sento le sue braccia cingermi goffamente le spalle. Mi scosto appena, quel tanto che basta per perdermi un istante nei suoi occhi.

"Oh Ron, ero così in pensiero! Come sta tuo padre? E tua madre? Merlino, non credevo fosse possibile... ma hanno arrestato il colpevole? È stato Tu-Sai-Chi? E Harry? Come sta? Dov'è?" Domando a raffica senza prendere fiato. Lui mi sorride.

"Tranquilla, papà sta bene, mamma è con lui al San Mungo. Noi stiamo tutti bene, ci siamo presi un bello spavento, ma l'abbiamo visto e ci abbiamo anche parlato... e Harry, beh... non vuole parlare con nessuno."

Cruccio la fronte.

"E perché?" Domando allibita. Ron scioglie il nostro abbraccio e per un attimo ho la sensazione di non avere mai avuto tanto freddo in vita mia, ma lui non pare farci caso. Mi conduce verso la cucina, dove insieme a Ginny mi spiega tutto quello che è successo.

Abbiamo parlato con Harry, che finalmente pare essersi convinto di non essere lui l'aggressore, so che non dovrei pensarlo siccome è il mio migliore amico, ma Harry a volte è davvero un po' tonto. Scendiamo in salotto, dove Sirius canticchia tutto allegro le carole natalizie mentre decora con dei gran festoni le pareti sciupate e muffite di Grammund Place.

"Dov'è Kreacher?" Chiedo ad un tratto, sorpresa di non vederlo girare per casa biascicando insulti. Harry, Ron e Ginny fanno spallucce totalmente disinteressati.

"Non lo so e sinceramente non mi interessa, è sparito da quando gli ho detto di uscire dalla cucina!" Borbotta Sirius, mentre sistema una lanterna piena di uno strano liquido luminescente, che cambia colore come le lucine degli alberi di Natale babbani.

"Bella vero? Un'invenzione di Fred e George, sanno il fatto loro quei ragazzi."  Continua, notando il mio sguardo incuriosito. Sorrido appena e mi alzo, per quanto ne dica lui, non mi piace l'idea che Kreacher sia sparito.

Vado in cucina e trovo la signora Weasley intenta a preparare dello stufato che manda un profumino fantastico.

"Signora Weasley ha visto Kreacher?"

Lei si volta a guardarmi e sorride amabilmente.

"No Hermione cara, hai provato al piano di sopra? Pare che Sirius lo abbia strapazzato prima, probabilmente ora si nasconde..."

Annuisco e le sorrido.

"Grazie, proverò a vedere."

Salgo le scale e controllo le stanze ma nulla. Alla fine rimane solo la soffitta. Socchiudo lentamente la porta della soffitta e un cono di luce proveniente dal corridoio illumina di poco la stanza. Non c'è quasi nulla. Un po' di paglia e qualche piuma sul pavimento. Fierobecco pare dormire accanto alla finestra, unica fonte di luce della stanza. Mi richiudo lentamente la porta alle spalle e solo ora mi accorgo di non essere sola. Uno dei gemelli è seduto a terra, spalle alla parete. I nostri sguardi s'incontrano e lui sorride debolmente nella mia direzione.

"Ciao Hermione."

Ti prego, ti prego Merlino: fa che non sia Fred.

"Ciao..." Saluto vaga, incapace di riconoscere di quale dei due si tratta.

"Fred." Termina per me.

Ecco appunto. Arrossisco. Rimango ferma dove sono, indecisa se tornare sui miei passi oppure no. Fred batte una mano sul pavimento accanto a lui, invitandomi a occupare il posto al suo fianco. Inspiro profondamente e mi avvicino.

"Che ci fai qui?" Domando sedendomi.

"Potrei farti la stessa domanda." Risponde atono.

"Sì, ma te l'ho chiesto prima io." Ribatto stizzita. Gli sono accanto da dieci secondi e già mi dà ai nervi.

"Pignola."

Lo guardo male.

"Insolente." Soffio lanciandogli uno sguardo glaciale. Sorride.

"Allora, che ci fai qui? Nostalgia di Beccuccio o folle desiderio di rintanarti in una stanza che puzza di paglia, piume e cacca di Ippogrifo?"

Domanda ironico. Incrocio le braccia al petto, fissando un punto imprecisato della parete di fronte a noi.

"Molto divertente, sono salita a cercare Kreacher, sembra sparito."

 Lui si sporge leggermente verso di me.

"Magari se né andato, direi che questo migliorerebbe notevolmente la qualità delle nostre vacanze." Risponde sorridendo. Torno a guardarlo e i miei occhi mandano fuoco e fiamme. Se non desiderassi ardentemente schiaffeggiarlo fino a fargli perdere i sensi lo troverei adorabile.

"Non dirlo nemmeno per scherzo! Kreacher sa tutto sull'Ordine! Vuoi che porti informazioni a Tu-Sai-Chi o a qualche Mangiamorte? Inoltre non dovresti parlare così di lui è solo un povero elfo..."

"Non ricominciare con la storia del crepa!" M'interrompe, facendomi infuriare ancora di più.

"A parte che è C.R.E.P.A. e non crepa inoltre, sì ricomincio! Soltanto perché è un po'... un po'..."

Maledetto Fred Weasley con i suoi maledetti occhi che mi impediscono di pensare correttamente.

"... malvagio? Crudele? Odioso con tutti?" Domanda, io lo guardo male.

"Non è questo che volevo dire!" Ribatto furiosa. Rimaniamo in silenzio per un po', mentre la tensione della discussione appena avuta ci aleggia intorno.

"Allora tu che ci fai qui?" Domando di nuovo. Lui fa spallucce.

"Volevo rimanere un po' da solo". Ribatte fin troppo serio. Lo guardo stranita.

"Beh allora io vado..." Borbotto, sentendo ancora qualche ondata di stizza per le sue parole di prima. Sto per alzarmi quando le sue dita avvolgono il mio polso.

"Rimani... ok?"

Annuisco e riprendo il mio posto. Questa situazione è davvero strana. Lo guardo di sottecchi cercando di carpire i suoi pensieri ma appare più incomprensibile del solito.  Tiene lo sguardo fisso davanti a sé, ma sembra non guardare nulla.

"Tutto bene Fred?" Chiedo inquieta. Lui sospira.

"Che forma prende un molliccio davanti a te?"

Inarco un sopracciglio. La mia parte petulante vorrebbe rispondergli che non si risponde a una domanda con un'altra domanda ma credo che ora non sia proprio il momento. Mordicchio l'interno della mia guancia.

"Quando lo abbiamo affrontato con Lupin, al terzo anno... beh, ora mi prenderai in giro, ma era la McGranitt che m'informava di essere stata bocciata in tutti i gufo..."

Fred sorride un poco e rimango davvero basita che non cominci a deridermi.

"... Ora non so che forma prenderebbe, sono cambiate molte cose da allora. Perché me lo chiedi?"

Sospira, di nuovo.

"Non lo so... questa cosa che è successa a papà... mi ha fatto pensare, se Harry non l'avesse visto? E se la prossima volta toccasse a... uno di noi a me o peggio a George?"

I miei occhi si dilatano leggermente di stupore. Perché mi sta dicendo questo?

"Fred... io... non pensavo... non succederà." Ribatto tranquilla, cercando di confortarlo. Lui si volta verso di me e punta le sue iridi azzurre nelle mie. Sembra arrabbiato.

"Tu dici? E come fai a saperlo?"  Soffia adirato. Rimango allibita dalla sua reazione.

"Io... lo so e basta. "

Scuote il capo.

"Se dovesse succedere io..."

Le mie mani corrono meccanicamente a stringere le sue.

"Ho detto che non succederà. L'importante è che stiate sempre insieme, uniti siete imbattibili. Voi siete i gemelli Weasley dannazione!"

Il suo sguardo si addolcisce e le sue labbra si distendono in un lieve sorriso. Mi appunta una ciocca ribelle dietro l'orecchio e la sua mano si sofferma sulla mia guancia in una carezza. Devo essere rossa come un peperone e ringrazio l'oscurità che nasconde questa mia debolezza. Mi sento tremendamente stranita da questa situazione. Lui mi si avvicina lentamente, sento il suo respiro caldo sulla mia pelle per pochi istanti e i miei occhi saettano dalle sue iridi alle sue labbra che ora più che mai mi appaiono assolutamente invitanti. Pochi centimetri ancora e sento la sua bocca poggiarsi delicatamente sulla mia. Il mio cuore fa un triplo salto mortale e ringrazio Merlino di essere seduta, o finirei lunga e distesa. Le sue labbra sono morbide e calde, proprio come le avevo immaginate.

"FRED! GEORGE! RAGAZZI! LA CENA è PRONTA!"

Finita la magia, in un istante le sue labbra sono sparite, così come il loro proprietario. Mi ritrovo sola in questa soffitta, umida e sudicia. Batto le palpebre un paio di volte, sconcertata da quello che è appena successo. Fierobecco raspa in un angolo in cerca di pezzetti di carne tra la paglia e io mi domando se in realtà non ho immaginato tutto.

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Capitolo 4
*** Qualcosa è cambiato... ? ***


Ho appena baciato Hermione. Ho. Appena. Baciato. Hermione.

"Fred caro, mi passeresti il pasticcio di carne?"

Baciato. Appena. Hermione. H-E-R-M-I-O-N-E.

"Fred? Ti ho chiesto se puoi passarmi il pasticcio di carne, per favore."

Hermione. Soffitta. Bacio.

"Fred? Fred? Ti senti bene caro?"

Sbam. Una botta in testa mi riporta alla realtà.

"Ehi! Ma sei scemo?" Domando senza troppa gentilezza al mio gemello che brandisce ancora un mestolo gocciolante di salsa al mirtillo.

"George! Metti giù quel mestolo... e Fred! Non dire parolacce a tavola, abbiamo ospiti! Scusa Remus, scusa Tonks."

Lupin nasconde un sorriso divertito, mentre Tonks sghignazza apertamente.

"Scusa mamma!" Borbottiamo in coro io e il mio gemello. Il chiacchiericcio riprende ed io posso tornare ai miei pensieri. Ho appena baciato Hermione. Ho appena baciato Hermione. Ho appena baciato...

"Hermione?!"

Alzo gli occhi e incrocio lo sguardo con Lei che arrossisce fino alla punta dei capelli mentre Ron le agita una mano davanti agli occhi.

"Hermione tutto bene?"

Lei sbatte le palpebre un paio di volte e annuisce.

"Certo, ero solo sovrappensiero, mi hai chiesto qualcosa?"

Ron le lancia uno sguardo indagatore, poi scuote il capo.

"Niente, lasciamo stare."

Quell'idiota le ha messo il broncio, chissà per cosa poi! Hermione lo fissa un attimo, perplessa, poi le sue labbra -troppo, troppo invitanti- si arricciano leggermente di stizza. Adorabile. Torna a fissare il piatto, si volta di nuovo verso Ron e socchiude le labbra - morbide, calde... deliziose- per dire qualcosa, ma lui le da le spalle e parlotta fitto fitto con Harry. Hermione socchiude gli occhi, irritata e tra le sue sopracciglia si forma una piccolissima ruga. Ah, quella ruga non promette nulla di buono! Ronnie incapperà presto nella rinomata furia di Hermione.

"Hermione, cara, hai trovato Kreacher?" Domanda mia madre tranquilla, ignara di aver fatto LA domanda. Hermione si strozza con il succo di zucca e comincia a tossire.

"Oh Merlino, tutto bene, cara?"

Hermione annuisce tra un colpo di tosse e l'altro mentre Ron le batte leggermente sulla schiena ridacchiando.

"S... sì grazie signora Weasley. Non ho trovato Kreacher, non so, dove sia …"

Mia madre le sorride, senza smettere di fissarla.

"Beh, lo cercheremo domani. Tutto bene, cara? Mi sembri preoccupata."

Hermione arrossisce ancora e le si legge in faccia la tremenda lotta con se stessa per non guardare nella mia direzione. Il mio ego saltella allegramente, anche se con meno convinzione del solito.

- Io … no, non sono preoccupata.

Tutti gli sguardi sono rivolti a lei, che sembra sempre più smarrita. Mia madre, però, non demorde e le lancia occhiate inquisitorie mentre lei, se possibile, arrossisce ancor di più osservando intensamente le carote stufate nel suo piatto.

"Sei sicura di stare bene? Sembri turbata per qualcosa."

Ok, so che qualcuno mi definirebbe un bastardo, ma l’occasione è d’oro.

"Forse l’ha turbata qualcosa mentre era su in soffitta …"

Hermione continua a fissare il suo piatto, ma ho visto distintamente l’angolo delle sue labbra scattare leggermente di rabbia e i suoi occhi ridursi a fessure. Ora mi ucciderà, lo so, ma ne è valsa la pena. Con un enorme sforzo torna a guardare mia madre negli occhi e riesce addirittura ad abbozzare un sorriso.

"Sto bene signora Weasley, davvero; sono solo un po’ stanca. In soffitta non c’era nulla se non Fierobecco, qualche piuma, un po’ di paglia e tanta, veramente tanta ..." E qui il suo sguardo si sposta su di me."… cacca di ippogrifo."

Sorride beffarda e io non posso impedirmi sorridere di rimando. Torna a mangiare molto più rilassata, quasi si fosse tolta un peso. Mia madre sposta lo sguardo da me a lei, confusa dal repentino cambiamento di toni. So che non ha senso, ma quando poco più tardi incrocio lo sguardo con Hermione e lei arrossisce di poco, non è il mio ego a fare una capriola, ma il mio cuore.

 

La notte appena passata è stata una delle più assurde della mia vita. Ho faticato a prendere sonno e quando finalmente mi sono addormentato, ho fatto strani sogni su me che baciavo Fierobecco nel parco di Hogwarts mentre mia madre cuciva un abito da sposa per il mio imminente matrimonio con la Mc Granitt. Mi sono svegliato prestissimo e affamato come non mai.

Entro in cucina mollemente e la vedo. Hermione è appoggiata al lavello con una tazza di tea in mano e chiacchiera tranquillamente con mia madre, poi si volta, mi vede e ammutolisce arrossendo a dismisura. Merlino, quanto vorrei riuscire a gongolare in questo momento, ma l'unica cosa che sento distintamente è il mio stomaco che fa una capriola. Ci fissiamo in silenzio per un istante, anche se a me sembra un'eternità.

"Oh ciao tesoro! Siediti ho preparato il mio speciale pudding natalizio!" Cinguetta mia madre sorridendo, vedendomi sulla soglia. Annuisco senza muovermi di un passo. Non riesco a smettere di fissarla imbambolato come un idiota, ma che accidenti mi sta succedendo?

"Io... io vado su a chiamare Harry e Ron." Balbetta Hermione prima di schizzare fuori dalla stanza più velocemente che può. Mi siedo cercando di sembrare disinvolto ma nulla sfugge allo sguardo attento di Molly Weasley, che ora mi guarda sospettosa con le mani sui fianchi.

"Fred... cosa succede tra te e Hermione?"

Beccato. Inarco entrambe le sopracciglia fingendo sorpresa.

"Che cosa dovrebbe succedere tra me e la piccola Granger?" Replico, meno tranquillo di quanto vorrei. Lei incrocia le braccia al petto.

"Fred, sono tua madre, capisco quando sta succedendo qualcosa."

Ora tocca a me incrociare le braccia al petto.

"Non sta succedendo niente di niente."

Mamma sbuffa leggermente, abbandona lo sguardo di sfida e si siede accanto a me.

"Ascoltami tesoro, certe cose non sfuggono a una madre. Ho visto il modo in cui vi guardate, il tuo continuo punzecchiarla..."

Scuoto il capo, risoluto come non mai.

"Ti ho detto che non sta succedendo niente! Ora posso avere il mio pudding? Sto morendo di fame."

Lei sospira, annuisce, ma non demorde e continua a fissarmi compassionevole come se fossi affetto da qualche rara e incurabile malattia.

"Allora poniamo il caso che stia succedendo qualcosa..."

Sbuffo scocciato. Insiste?

" Ti ho detto che..."

Mi zittisce annuendo e stringendo la mia mano nella sua.

"Ok, tesoro, ho capito. Però ascoltami, ti prego. Poniamo il caso che stia succedendo qualcosa, ti prego: lascia perdere. Non fraintendermi io adoro Hermione, ma lei... non è per te. Finiresti per fare molto male a qualcuno e non ne usciresti per niente bene nemmeno tu."

Quante sciocchezze. Non me ne importa nulla. Ignorerò la sgradevolissima sensazione delle mie viscere che si contorcono nella lava bollente. Non me ne importa nulla. A me non piace Hermione. Annuisco tranquillo.

- Beh, allora è un bene che non stia succedendo nulla, non credi?

Mia madre mi lancia quel' odioso sguardo alla so che stai mentendo, ma farò finta di nulla nella speranza che tu dia retta al mio consiglio, anche se sono praticamente certa che non lo seguirai e farai un casino totale.

"Già, è un bene... " Ribatte tristemente, si alza e mi passa una ciotola piena di delizioso budino con canditi e panna montata.

"... ora mangia il tuo pudding."

Annuisco stringendo le labbra, non so perché, ma non ho più fame.

 

********************************

 

 

Finalmente si torna a scuola. Per quanto detesti la Umbridge è nulla in confronto allo stare nella stessa casa con Fred dopo quello che è successo in quella soffitta. Fred ha cercato di parlare con me più di una volta, come se io fossi stata in grado di affrontarlo dopo quello che mi ha fatto. Insomma, mi ha baciata! Non è una cosa così semplice. Fred mi ha baciata. Suona strano solo a pensarlo, figuriamoci a dirlo ad alta voce. Sono ancora tutta scombussolata e al solo pensiero sento un fastidioso sfarfallio al livello dello stomaco. La situazione era diventata insostenibile ed io alla fine me ne stavo ore ed ore rinchiusa in camera costringendo Ron Ginny ed Harry a fare lo stesso. Per quanto Grimmauld place sia grande era diventato veramente impegnativo evitare Fred ed io lo dovevo evitare ad ogni costo. Forse è per questo che è quasi una liberazione chiudermi la porta della casa di Sirius alle spalle. Tonks ci ha appena comunicato che torneremo ad Hogwarts con il Nottetempo e Harry non pare molto contento, Ron invece è eccitato come un bambino.

"Ho sempre desiderato salire su questo coso."

Afferma salendo a bordo. Vorrei tanto dirgli che è semplicemente un autobus, nulla di che entusiasmarsi, ma poi vedo il suo sorriso così accalorato e disarmante che il cuore mi si scioglie e la lingua mi si annoda, impedendomi di parlare. Ci siamo divisi: io, Ron ed Harry siamo saliti al piano superiore con Tonks e per me è un vero sollievo non dover affrontare questo viaggio con Fred che mi lancia occhiate strane, mettendomi terribilmente a disagio. L'autobus parte rombando e veniamo tutti catapultati all'indietro, la gabbia di Leo cade a terra, si apre e il gufetto inizia a svolazzare fischiando come un pazzo per poi posarsi sulla mia spalla. Il viaggio si sta rivelando un vero incubo, Ron sarà caduto almeno sei volte per terra e ora non sembra più così contendo di stare su questo autobus infernale. Ecco, è caduto nuovamente; lo aiuto ad alzarsi e quando la mia mano viene stretta dalla sua il mio cuore manca un battito, come ogni maledetta volta. Insomma, viviamo praticamente in simbiosi da cinque anni, com'è possibile che il suo tocco mi emozioni ancora in questo modo? E dov'è la mia cotta per Fred mentre mi perdo negli occhi così dannatamente azzurri di Ron? Anche Fred ha gli occhi azzurri. Un azzurro molto simile a quello di Ron, tra l'altro, ma se gli occhi del primo sono vivaci e furbi al limite della malizia, quelli del secondo sono dolci e sinceri in modo assolutamente destabilizzante. Riprendo il controllo di me. Sono sempre più confusa, amo Ron, ma amo anche Fred ed in modi totalmente differenti... com'è razionalmente possibile? Non lo è, ecco il punto.

Quando il Nottetempo si ferma per farci scendere ringrazio Merlino di essere finalmente giunti a destinazione. I sensi di colpa nei confronti di Ron per aver baciato suo fratello mi stavano letteralmente soffocando.

Le lezioni sono ricominciate, così come gli allenamenti di Qidditch di Ron, mentre le lezioni dell'ES riprenderanno questa sera. Tutto sembra tornato alla normalità. Persino il rapporto tra me e Fred sembra essere tornato quello di prima. Lui passa intere giornate con George e Lee a studiare chissà quale assurda diavoleria, ignorandomi almeno finché la mia carica di Prefetto non ci impone uno scambio di battute velenose ed io... studio, per la maggior parte del tempo. Sarebbe tutto perfetto, se ora, dopo averlo evitato accuratamente per due settimane ed essere fuggita a qualsiasi possibile confronto, non sentissi l'impellente bisogno di un chiarimento. So che potrà sembrare assurdo e irrazionale, ma da quando ha smesso di cercarmi, la necessità di parlare con lui è diventata un'ossessione. So anche che lui è fatto così. Bacia una ragazza, si toglie lo sfizio e passa ad altro. Peccato che IO non sia il genere di ragazza che lascia correre. Per quanto mi sforzi, non riesco proprio a far finta che nulla sia successo e questo suo ignorarmi sta diventando frustrante. E irritante.

Con questi pensieri mi dirigo circospetta alla Stanza delle Necessità per la prima lezione dell'ES dopo le vacanze. Harry e Ron mi accolgono con un sorriso, Ginny mi saluta con la mano mentre chiacchiera con Luna e Neville si sta esercitando negli Schiantesimi con Dean. Rivederli tutti qui mi fa sentire euforica, non solo perché stiamo infrangendo le stupide regole dell'Umbridge, ma perché tutti i miei migliori amici sono qui insieme a me. Abbraccio l'intera stanza con lo sguardo, persino Lavanda e Calì, che parlottano concitatamente tra loro, mi paiono meno odiose in questo momento. Un sorriso soddisfatto mi si stampa sul volto mentre osservo uno per volta i membri dell'ES, ma subito si spegne quando vedo lui. Fred se ne sta mollemente appoggiato al muro accanto a George. Come se niente fosse. Come se non avesse mai posato le sue diaboliche labbra sulle mie, mettendo in subbuglio il mio già precario equilibrio mentale. Ma guardatelo, lì in bella posa con il cravattino sfatto e i capelli leggermente spettinati, che si atteggia a grande uomo. Sembra voler dire: "guardatemi: ho baciato anche la Granger". Oh, mi ha salutato. Non ha proprio un briciolo di vergogna! Vedi questo sguardo Fred? Significa che ti prenderei a schiaffi. Lo fisso ancora un istante e sono quasi pronta ad andare da lui a dirgliene quattro, ma Harry richiama la nostra attenzione. Ci fa disporre a coppie, io sono con Luna, e iniziamo un veloce ripasso di quello che abbiamo imparato fino ad oggi.

Sono le ventidue e trenta, la prima lezione dell'ES è andata molto bene e ora sto chiacchierando con Ginny sul divano della sala comune mentre due ferri da maglia sferruzzano cappellini davanti a noi. Sto diventando piuttosto brava e di questo passo entro la fine dell'anno tutti gli elfi di Hogwarts saranno liberi. Sono soddisfazioni. Ron e Harry stanno disquisendo di qualche questione che non riesco bene ad afferrare, probabilmente stanno parlando di manici di scopa o roba simile. Sto spiegando a Ginny l'importanza del movimento di polso durante l'incantesimo per creare i berretti, quando una puzza tremenda m'inonda le narici.

"Accidenti che cos'è questa puzza?" Domando tappandomi il naso. Fred prende posto accanto a me con un sorriso sornione.

"Questo è odore di uomo, piccola Granger." Replica facendomi l'occhiolino. Inarco un sopracciglio.

"Quindi secondo il tuo modesto parere un uomo dovrebbe puzzare come un gregge di pecore?" Ribatto sardonica. George scoppia a ridere occupando il posto in poltrona.

"Visto? Te l'ho detto che quel dopobarba è disgustoso! Lo metti solo perché papà ti ha detto che lo mettono gli uomini d'affari Babbani!" Sbotta George. Fred scuote il capo con aria saputa.

"Siete troppo giovani per capire... "  Cerca di ribattere concitato.

"Devo ricordarti che siamo nati lo stesso giorno?" Lo interrompe il suo gemello. Lui fa un gesto stizzito con la mano, come a scacciare una mosca fastidiosa.

"Non capisci: parlo di giovinezza mentale, io sono di gran lunga il più maturo tra noi."

George gli lancia uno sguardo dubbioso.

"Credo che quella puzza gli abbia annebbiato quel poco di cervello che gli è rimasto..." Mi dice, facendomi ridere.

"Tranquillo fratellino, ora ti porto a dormire, vedrai che passa!" Continua sghignazzando e portando via Fred che si fa letteralmente trascinare facendo resistenza passiva e lagnandosi come un bambino.

"Uffa, ma io non sono stanco!"

Lo sento borbottare mentre si allontanano. Scoppio a ridere di nuovo e il fastidioso sfarfallio a livello dello stomaco torna a farsi sentire.

Nell'ultima settimana Fred è diventato, se possibile, più strano del solito. Passa intere giornate a confabulare con George e Lee azzittendosi di colpo appena sono nei paraggi. Poi mi guarda. Mi guarda in continuazione e questa cosa mi sta facendo impazzire. Perché continua a fissarmi? Che cosa vuole? Vuole uccidermi? Non so, per precauzione comunque ho cominciato a evitarlo il più possibile.

Mentre esco dalla sala comune per recarmi in biblioteca e trovare un po' di pace vedo George e Lee ridere come matti, ma non ci faccio molto caso. I corridoi sono vuoti, come è giusto che sia in un sabato pomeriggio di settembre in cui l'estate non ha ancora dato spazio all'autunno. Imbocco il passaggio segreto per abbreviare la strada, ma appena entrata ho un'orribile sensazione. Mi sento osservata. Aumento il passo, ma ad un tratto sento un rumore, come di un sassolino che rotola e mi devo fermare perché non vedo più niente, tutto è diventato buio.


**************************************


Sono un idiota. Sì, perché soltanto uno con veramente poco cervello si sarebbe lasciato andare a certe confidenze con la migliore amica del proprio fratello minore; e soltanto uno con la cacca di Goblin nella scatola cranica avrebbe baciato la suddetta amica, non che innamorata cronica del suddetto fratello, in una soffitta buia, sporca e puzzolente alla presenza di un ippogrifo dalla dubbia moralità. Sono un idiota, ma non di quelli che si trovano facilmente, no; sono un'idiota della peggior specie: quelli che sanno di esserlo, ma sono talmente stupidi da non capire che da certe situazioni, prima se ne esce, meglio è. Se così non fosse, non avrei passato le ultime due settimane ad assillare Hermione nel vano tentativo di convincerla a parlare con me. Domani si tornerà a Hogwarts ed io ho assolutamente bisogno di chiarire con lei. Tutto è diventato troppo strano, imbarazzante e a tratti... spaventoso. Se soltanto lei si lasciasse avvicinare, la prenderei in disparte e le direi "è stato un errore, noi siamo buoni amici, è stato un attimo di debolezza, non roviniamo tutto, fingiamo che non sia mai accaduto e... uno gnomo da giardino non fa primavera". Patetico.  Mi vergogno di me stesso, ma nemmeno sotto tortura ammetterò che quella singola unione di labbra ha significato per me molto più di qualsiasi cosa fatta con qualsiasi altra ragazza. Andiamo, qui si parla della Granger: io non m'innamoro di quelle come lei. Che parolona poi, innamorato. È troppo complicata soltanto da pensare, figuriamoci da provare. Mi guardo allo specchio e vorrei tanto schiaffeggiare quell'idiota identico a me, che mi fissa con una faccia da gatto famelico al solo pensiero di riavere la piccola Granger tra le grinfie. Che cavolo hai da sorridere? Lei non è per te. L'ha detto mamma, giusto? Patetico, scemo e balordo. So che è così, ma questo non impedisce al mio stupido cuore di accelerare bruscamente ad ogni suo sguardo, non impedisce ai miei occhi di cercarla continuamente e non impedisce alle mie labbra di desiderare le sue con tanto ardore da farmi perdere il sonno. Inspiro profondamente ed esco dalla mia stanza, è ora di tornare a scuola.

Hogwarts si staglia davanti a me come un'enorme, gigantesco gufo dallo sguardo severo. Quando l'ho lasciata, due settimane fa, il mio rapporto con Hermione era normale, semplice e chiaro. Doveva rimanere tutto così, ma adesso il solo vedere Ron che la fa sorridere in quel modo mi fa letteralmente impazzire. Io la faccio ridere, ma non mi sorride mai così.

Il ritorno a scuola è stato molto più traumatico del previsto. Speravo che, ignorandola, questi assurdi e inopportuni sentimenti sarebbero spariti, ma non è stato così. L'ho cercata in continuazione. Ho fatto di tutto per costringerla a venire a sgridarmi e lei l'ha fatto, puntualmente. Solo Merlino sa quanto mi piaccia quando si arrabbia. Le sue guance si colorano di un rosso acceso, le sue labbra si stringono e le si forma quella deliziosa ruga tra le sopracciglia. Basta. Sul serio.

I giorni passano e la situazione mi sta sfuggendo pericolosamente di mano. La Granger sta diventando una vera e propria ossessione. Perché è dovuto succedere proprio a me? Perché proprio di lei? Già, perché nonostante non lo ammetterei nemmeno sotto tortura so esattamente cosa mi è successo. No, non aspettatevi che io lo dica, non mi azzardo nemmeno a pensarlo.

La scuola è ricominciata da tre settimane, Hermione mi odia per qualche motivo che non capisco e io ora ho davvero bisogno di parlarne con qualcuno. Ma con chi?

"Hei, fratellino: si può sapere cosa fai chiuso in bagno? Ti stai rifacendo il trucco?"

George. Perché non ci ho pensato subito? Apro la porta e me lo ritrovo ad un palmo di naso.

"Dobbiamo parlare" dico serio, andando a sedermi sul mio letto. Mio fratello mi guarda stranito. "Accidenti che solennità, non vorrai mica lasciarmi, vero? Saresti un vero mascalzone: dopo tutto quello che c'è stato tra noi!" esclama fingendosi sdegnato, gli lancio un'occhiataccia. "Puoi smettere di fare l'idiota per dieci secondi?" domando secco, lui sorride avvicinandosi a me, ma rimanendo in piedi. "Certo che no!" ribatte pacato, espiro rumorosamente senza ribattere: potremmo andare avanti ore con questi battibecchi.

Rimango in silenzio qualche istante riflettendo su come esporgli il mio problema, ma George non è mai stato un tipo paziente.

"Sputa il rospo Fred, che succede?" mi domanda irrequieto. Gli lancio uno sguardo carico di significato sperando che lui capisca senza che io debba parlare, noi non siamo tipi da confidenze sentimentali e inizio a temere che dirgli questa cosa non sia una buona idea. Lui però non capisce e mi guarda sempre più stranito. Ho deciso: glielo dico. Inspiro profondamente, ma mi blocco a metà del respiro, meglio precisare un paio di cose. "Promettimi che qualunque cosa io dirò non riderai e che non lo dirai a nessuno" lui inarca entrambe le sopracciglia "per le mutande di Morgana: non ti sarà tornata la Puzzolosi!" Esclama.

Apro la bocca per parlare, mi blocco guardandolo confuso "ma che cavolo dici! A parte che non credo nemmeno che esista una malattia chiamata Puzzolosi e... oh, Merlino! Puoi prometterlo e basta?" domando stizzito, lui fa spallucce "ok, ok... non c'è bisogno di essere così irascibile, sembri Ginny quando ha le sue cose".

Inspiro profondamente, di nuovo. Ok: è il momento.

"Credo di essermi innamorato della Granger" biascico rassegnato, osservando con maniacale interesse i lacci delle mie scarpe.

Silenzio. Ancora silenzio. Mi volto verso George, preoccupato dal suo prolungato tacere e vorrei tanto non averlo fatto. Tiene entrambe le mani sulla bocca ed è di una tonalità molto vicino al bordeaux nel tentativo di non farmi sentire la sua risata. Gli lancio uno sguardo assassino proprio nell'istante in cui le sue risa iniziano a risuonare chiare in tutta la stanza.

"Oh, è molto divertente vero?" domando sarcastico. Lui continua a ridere, ma trova la forza di annuire. Sapevo che era una pessima idea e ora mi rendo conto del perché non avessi pensato subito a lui, mi alzo e faccio per andarmene.

"Dai fratellino, non fare così! Non puoi lanciarmi una Caccabomba del genere e pensare che io possa rimanere serio!" mi dice, sforzandosi di non ridere.  Mi blocco sulla porta lanciandogli uno sguardo assassino.

"Non fare quella faccia, ti sembra normale dirmi cose del genere?" Domanda, ironico.

"Fino a prova contraria sei mio fratello, a chi dovrei dirlo?" Ribatto incrociando le braccia al petto. Lui fa spallucce.

"E io che ne so? Forse a Ginny, sai magari tra ragazze vi capite..." Replica sghignazzando.

"Sei ad un passo da un vaffanculo, George"

"Oh, grazie di avermi avvisato... su dai, sto solo scherzando! Cos'è hai perso il senso dell'umorismo oltre che la mascolinità?" Domanda, retorico. Gli mostro il dito medio, andando a sedermi sul suo letto, proprio di fronte a lui. Rimaniamo in silenzio, studiandoci a vicenda.

"Quindi ti sei innamorato della Granger... " biascica sforzandosi di non ricominciare a ridere.

"Credo di esserlo, non ne sono certo" Ribatto concitato. Lui annuisce.

"Quindi fai sul serio, non mi prendi per il culo?" Domanda, osservandomi come fossi una strana creatura mai vista prima. Scuoto il capo, sentendomi improvvisamente senza forze. Non so come facciano le ragazze a parlare per ore di sentimenti, io ne parlo da due minuti e mi sento sfiancato.

"Posso darti la mia opinione?" Chiede George, all'improvviso. Annuisco.

"Lascia perdere. Potrei citarti almeno duemila motivi per cui devi lasciar perdere" espone pacato. Il mio stomaco scivola da qualche parte sotto il suo letto.

"Non credi di esagerare?"

"Ok, forse non duemila, ma almeno dieci sì... devo farti l'elenco?" Non mi da nemmeno il tempo di rispondere.

"Numero uno: è innamorata di Ron dal primo anno. Numero due: non è una che ti scolleresti facilmente se decidessi di mollarla. Numero tre: odia quasi ogni cosa che fai. Numero quattro: tra le cose che non sopporta c'è il Quidditch. Numero cinque: è innamorata di Ron dal primo anno. Numero sei: mamma sta già sferruzzando i sottobicchieri per il loro matrimonio. Numero sette: è probabilmente la ragazza più tediosa che abbia mai incontrato. Numero otto: è innamorata di Ron dal primo anno. Numero nove: è morbosamente attratta da vecchi libri impolverati. Numero dieci: ... ho già detto che è innamorata di Ron dal primo anno?"

Lo fisso tra lo scioccato e il risentito.

"Le cose cambiano, fratellino" replico cercando di non sembrare più patetico del dovuto.

"No, Fred. Questa cosa non cambierà. Lei è una 124..." Ribatte serio. Scuoto il capo, risoluto.

"Non dire cazzate, lei non è una 124! È sicuramente una 137!" Replico, quasi offeso.

"Che cosa? Sei proprio fuori strada ragazzo mio, lei non è una 137, anzi è ancora peggio! Lei è una 146!"

Lo guardo confuso.

"Una 146?"

"Sì. Una 146 è una che sa di essere una 124, ma finge di essere una 137... 146: la peggior specie." Conclude scuotendo il capo in modo drammatico.

" No, ti sbagli! Lei..."

"Ah mi sbaglio?" Si alza in fretta e va alla porta, la spalanca e fa capolino fuori con la testa.

"Lee! Lee!"

"Che cosa vuoi?" Urla l'altro dalle scale.

"Vieni su, abbiamo bisogno di un consulto!" Gli urla George di rimando. Lo guardo spazientito mentre ascolto i passi di Lee avvicinarsi.

"Eccomi, che succede?"

"Parlando di numeri... la Granger?" Gli chiede mio fratello senza tanti preamboli. Il nostro amico inarca un sopracciglio.

"Una 146, decisamente." Risponde ovvio. George mi lancia uno sguardo compiaciuto. Li squadro entrambi come fossero pazzi.

"Perché?" Domanda Lee, curioso.

"Fred crede di essersi innamorato di lei" replica, tranquillo, il mio ormai ex fratello.

"GEORGE!" sbotto, indignato dalla sua infamia.

"Hei, è Lee!" Controbatte lui, stizzito.

"Ma che cosa c'entra? Ti avevo detto... "

"Ti sei innamorato della Granger?" Mi chiede Lee sbigottito.

"Sì, cioè, no, non lo so." Biascico confuso, la situazione mi è decisamente sfuggita di mano, Lee mi guarda come se gli avessi appena detto che sono affetto da una rarissima ed incurabile malattia.

"Oh no, Fred, le 146 sono le più pericolose... " mi dice con un tono di voce orribilmente compassionevole. Sbuffo e vado a buttarmi sul mio letto. Affondo il viso nel cuscino sperando di sprofondarci o di morire soffocato. Alle mie spalle sento George e Lee che confabulano tra loro.

Sono passati due giorni dalla mia conversazione privata con George riguardante Hermione e da quel momento devo ammetter che le cose sono andate di male in peggio. George e Lee sghignazzano ogni volta che Hermione ci passa anche solamente accanto. Mi hanno assicurato, senza che io potessi replicare, che troveranno il sistema di farmi passare la cotta per lei.

"Ho trovato la soluzione." Mi dice George qualche giorno dopo, trascinandomi insieme a Lee nel nostro dormitorio.

"Sentiamo." Borbotto sedendomi sul mio baule.

"Devi baciare la Granger. Baciarla sul serio intendo: non una cosetta da niente come quella che mi hai racconto che è successa nella soffitta di Sirius. Devi prenderla con violenza e infilare la ling..."

"Ho capito! Ho capito." Lo interrompo bruscamente.

"Bene." Replica lui ammiccando nella mia direzione. Sospiro, esasperato.

"Questa è la Polvere Buiopesto" mi spiega mettendomi in mano una piccola sfera "io e Lee abbiamo modificato leggermente la formula per farla durare alcuni minuti, dovrai semplicemente farti trovare nel passaggio che porta alla biblioteca sabato alle quattordici e trenta esatte: Hermione passa sempre di lì a quell'ora. Tu sarai lì nascosto sotto il mantello che Harry non sa ancora di averci prestato e appena ti passa davanti bam! Buio completo, a quel punto la bacerai." Espone eccitato come un vero genio del male che ha trovato il modo perfetto per far fuori il buono di turno.

"Ok, ma c'è una cosa che mi sfugge"

"Uhm, che cosa?" Domanda lui riflettendo su cosa avrebbe potuto dimenticare.

"Come potrebbe tutto questo aiutarmi a farmi passare la cotta per Hermione?" Rimbecco, dubbioso. Lui mi sorride furbo.

" È molto semplice. Appena la bacerai ti lancerà una decina di fatture e quasi sicuramente perderai la memoria" Replica ovvio.

Ok, sono un idiota, ma sul serio eh. Sono nello stramaledetto passaggio segreto e sto accucciato in una piccola insenatura sotto il mantello di Harry. Fa un caldo soffocante, le mani mi tremano per l'agitazione e continuo a domandarmi come ho fatto a farmi convincere a fare una cosa così stupida. Sono sul punto di andarmene quando dei passi mi immobilizzano sul posto. Osservo il punto da cui proviene il rumore e vedo apparire proprio Hermione, puntuale come un orologio. Non posso più scappare, devo farlo per togliermi il pensiero. Appena è davanti a me faccio rotolare la piccola sfera contenente la Polvere Buiopesto e in un attimo è tutto buio, per le mutande consunte di Merlino: è persino troppo buio! Mi alzo di scatto, cercando di non perdere tempo, e sbatto la testa contro il soffitto della piccola insenatura "Ouch!" borbotto.

"Chi è là?" Esclama Hermione, spaventata.

Ok, è il momento: faccio un passo in avanti e allungo una mano cercando Hermione nel buio, dopo un paio di tentativi la mia mano si appoggia sulla sua spalla. La sento sussultare.

"Chi è?" esclama con voce tremante.

Mi avvicino ancora un po' a lei, le carezzo una guancia per avere un'immagine mentale della posizione delle sue labbra, mi chino e finalmente la bacio. Le mie labbra si sono posate sulle sue con delicatezza e come in quella soffitta una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo. Con mia enorme sorpresa Hermione non si sposta, inizialmente rimane ferma e temo per un attimo che sia svenuta, ma mi devo ricredere: poco dopo, infatti, allaccia le mani dietro il mio collo e mi permette di approfondire il bacio. Il contatto con la sua lingua mi stordisce completamente e il cuore comincia a battermi furiosamente nel petto. Se questo bacio doveva confermare che quello che provavo per lei era solo un capriccio, non ha funzionato. Non so se sia Hermione a baciare così bene o se sono davvero giunto al punto di non ritorno, ma sento che potrei baciarla per il resto della mia vita.

Quando ci stacciamo per riprendere fiato sono talmente frastornato che fatico a fare un passo indietro. Sento le gambe molli e ho la netta sensazione di aver perso il contatto con il pavimento. Inspiro profondamente per calmarmi e appena raggiungo un briciolo di lucidità mi rendo conto che devo andarmene, l'effetto della Polvere Buiopesto non durerà ancora a lungo.

Mi allontano a piccoli passi, procedendo con le mani avanti per non sbattere ancora contro qualcosa.

"Fred..."

Mi blocco di colpo. Come ha fatto a riconoscermi? Mi volto in direzione della sua voce.

"... se vuoi rimanere nell'anonimato, evita di metterti quell'orribile dopobarba."

La sento sorridere e sento i suoi passi allontanarsi.

Sono un vero idiota.

 

 

 

 

 

 

 

*SPAZIO AUTRICE* La parte con i numeretti è un riferimento ad un telefilm che adoro, il primo che indovina vince una drabble personalizzata su qualsiasi personaggio voglia *W*

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Capitolo 5
*** Al centro del ring ***


Buonsalve a tutti voi! So di essere in un imperdonabile ritardo e mi vergogno profondamente *si fustiga* a mia discolpa posso dire solo che in questi mesi ho avuto un sacco di novità, alcune belle e altre meno, ma mi hanno comunque preso tanto tempo e tanti pensieri mandando l'ispirazione e la voglia di scrivere a farsi benedire :(

Spero tanto, anzi tantissimo, che il capitolo sia all'altezza delle vostre aspettative e che vorrete ricompensare la mia mente malata con i vostri meravigliosi commenti :)

Buona lettura!

PS: il primo POV è giustamente della nostra adorata Hermione *W*

 

 

 

 


AL CENTRO DEL RING

 

È buio. È tutto dannatamente buio. Sono in un corridoio segreto, al buio completo, probabilmente in compagnia di qualche malintenzionato o peggio qualche Mangiamorte. Sono a dir poco terrorizzata.

"Ouch!"

"Chi è là?" chiedo sobbalzando, terrificata. Non posso nemmeno scappare perché non vedo un accidenti.  Oh Merlino! Qualcuno mi sta toccando!

"Chi è?" domando sempre più spaventata. Nessuna risposta. Una mano si posa sulla mia guancia e un dito mi sfiora le labbra: è sicuramente uno stupratore, adesso mi metto ad url... Mi sta baciando! Mi sta baciando! Un momento... questa puzza l'ho già sentita: Fred. Fred mi sta baciando. Le gambe a questa consapevolezza iniziano a diventarmi molli e l'unica cosa che ritengo sensata da fare è aggrapparmi a lui. Allaccio le mani dietro la sua nuca, incapace di staccarmi dalle sue labbra. Quando le nostre lingue si sfiorano per la prima volta sento il cuore schizzarmi dal petto allo stomaco e il cervello perdere quel poco di lucidità rimasta. Sto baciando Fred Weasley, anzi per essere precisi sto pomiciando con Fred Weasley ed è assolutamente travolgente. Quando separiamo le nostre labbra per riprendere fiato lo sento allontanarsi di un passo; io al momento non riesco a muovermi, fatico anche solo a pensare.

Quando sento i suoi passi incerti allontanarsi non riesco però a rimanere in silenzio, non gli permetterò di sgattaiolare via impunemente.

"Fred... " sussurro, sorpresa di essere ancora in grado di parlare. Lo sento fermarsi.

"... se vuoi rimanere nell'anonimato, evita di metterti quell'orribile dopobarba" concludo, sorridendo di sbieco, imbarazzata e felicemente stupita dal mio improvviso, quanto inaspettato, sarcasmo.

Mi allontano, in quella che spero vivamente sia la direzione per la biblioteca, senza riuscire a smettere di sorridere. Ho la netta sensazione di camminare ad un metro da terra e sento distintamente le farfalle nel mio stomaco svolazzare.

Giungo sana e salva in biblioteca, ma temo che oggi non riuscirò a combinare molto. Infatti, dopo la decima volta che rileggo lo stesso paragrafo della rivolta dei Goblin chiudo il libro con un tonfo, guadagnandomi un'occhiataccia da parte di madama Price. Sospiro provando a cimentarmi con il quarto capitolo di Incantesimi, ma la mia mente ritorna costantemente a quel corridoio e alle labbra di Fred, così morbide e calde, incastrate così maledettamente bene con le mie. Alla sua mano poggiata sul mio fianco. Alle nostre lingue che si sfiorano. Un brivido inopportuno mi percorre la spina dorsale e arrossisco a dismisura. Come farò a guardarlo in faccia quando più tardi ci incontreremo? Mi sento mortalmente imbarazzata solo al pensiero e soppeso l'idea di stabilirmi definitivamente in biblioteca.

Dopo circa tre ore e mezza di inutili tentativi nello studio decido che, sì,  è proprio giunto il momento di farsi coraggio e tornare nella mia sala comune. Dove di sicuro ci sarà Fred.

Evidentemente mi sbagliavo di grosso. La sala comune è praticamente vuota, eccezion fatta per Ginny che se ne sta accoccolata sulla poltrona leggendo un libro. Mi avvicino e mi siedo sul divano attirando la sua attenzione.

"Oh, ciao Hermione!" Mi saluta sorridendo.

"Ciao Ginny!" Replico sorridendole a mia volta.

"Tutto bene?" Mi domanda osservandomi con più attenzione. Le mie labbra fingono di stendersi in un sorriso ingenuo, ma il risultato è una smorfia ridicola che rende Ginny ancora più curiosa.

"Cos'è successo Hermione? Devo preoccuparmi?"

"Io... no, ma certo che no è solo che..."

"Che?" Domanda impaziente.

"Frdmhabct" farfuglio, sperando che non capisca.

"Eh?" Ecco, appunto.

"Fred... mhabct"  ripeto, senza troppa convinzione.

"Hermione se continui a mangiarti le parole non capirò mai nulla!! Che cosa c'entra Fred?"

"Oh, insomma... Fred. Mi. Ha. Baciata."

"Ancora?"

"Sì... ma questa volta... ehm, sul serio..." Replico lanciandole uno sguardo imbarazzato.

"Oh." Boccheggia.

"Eh." Replico, mentre le emozioni di questo pomeriggio tornano prepotentemente a scuotere i miei pensieri.

 

                                                           ********************************************************

 

Non ho nemmeno fatto in tempo a raggiungere la Sala Comune che George e Lee mi hanno agguantato e trascinato in quello che noi chiamiamo "il confessionale". Un luogo segreto e nascosto, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Ok, è l'ex aula di Trasfigurazione, quella dove tipo duecento anni fa un inaspettatamente giovane Silente insegnava a trasformare un uccello in un bicchiere d'acqua.

"Allora?" Domanda mio fratello curioso come non mai. Sorrido sornione.

"Allora... cosa?"

"Fred, non fare l'idiota e parla! Cos'è successo con Hermione?"

" Oh, quello! Sai George, sembri una vecchia zitella avida di pettegolezzi... di questo passo ti trasformerai in zia Muriel!"

"Fred!" Esclamano in coro George e Lee, io sghignazzo divertito.

"Ok, ok!" Borbotto in segno di resa, rimanendo comunque in silenzio. Entrambi mi fissano, in attesa. Mi sto divertendo un mondo e in questo momento ne ho davvero bisogno, quel bacio mi ha scombussolato molto più di quanto ammetterei mai.

"Quindi?"

"Oh, sì... beh, ci siamo baciati." Butto lì tranquillo.

"Cosa?! Mi stai dicendo che Hermione Granger, quella Hermione Granger, ha lasciato che le tua insolente bocca si posasse sulle sue vergini labbra?"

"Certo che sì, e anche per un bel po', ma non entrerò nei dettagli... non mi piace vantarmi, ma nessuno resiste al fascino di Fred Weasley."

"Balle... non puoi crederci sul serio, George!" Esclama Lee, quasi indignato.

"No... sta dicendo la verità, quando dice una bugia arriccia il naso in un modo ridicolo..." borbotta mio fratello studiandomi come fossi un animale di rara stravaganza. "Hai davvero baciato la Granger..." Biascica, stavolta con una punta di ammirazione "e bravo fratellino!" Conclude poi dandomi una pacca sulla spalla. Io sorrido, Lee continua a fissarmi sospettoso.

"E quindi?"

"E quindi... cosa?"

"Abbiamo architettato tutto questo casino perché tu capissi se sei o non sei innamorato di Hermione! Lo sei o no?"

"No, assolutamente e indiscutibilmente no. Io non mi innamoro di nessuno, tanto meno di Hermione Granger." George e Lee mi sorridono, sollevati dalla mia affermazione e insieme ci dirigiamo verso il parco.

 

Sono innamorato di Hermione Granger. Sono innamorato di Hermione Granger. Sono innamorato di Hermione Granger. Sono innamorato di Hermione Granger. Sono letteralmente fottuto. Perché ho dato retta a quei due? Stavo così bene cullandomi nell'incertezza!  Ora so cosa provo, ma non sto meglio per niente e fingere che la mia testa non stia esplodendo sta diventando sempre più difficile. Penso a Hermione in ogni maledettissimo istante della maledettissima giornata, non riesco a concentrarmi su niente. Sono passati due giorni da quel bacio e io non riesco a capire che cosa devo fare. Hermione mi osserva sottecchi spesso, troppo spesso. Anche ora, mentre stiamo pranzando in sala grande. Io cerco di fare il disinvolto, ma sento il suo sguardo e così la guardo a mia volta: è sempre stata così Hermione? Le sue stramaledette labbra sono sempre state così... allettanti? Vorrei baciarla. Ora. Qui. Chi se ne frega se Hogwarts intera è presente. Chi se ne frega se dovrò poi fare i conti con gli sguardi divertiti di George e Lee. Non m'importa che Ron... no, non posso. Non posso. Stupido, stupido Fred Weasley. Perché? Perché mi devo sempre cacciare in queste situazioni?

Ingollo l'ultima forchettata di torta di zucca e con una scusa mi dileguo. Ho davvero bisogno di schiarirmi le idee. Ho bisogno di stare solo.

"Fred..."

Hermione. Non ho nemmeno raggiunto il primo piano, grazie destino, te ne devo una.

"Oh, ciao Hermione! Bella serata, non è vero?" Sono molto sciolto, o almeno ci provo. Hermione mi fissa in silenzio un istante.

"Credo che dovremmo parlare di quello che è successo, Fred." Denocciola tranquilla. Certo, mi pare giusto, possiamo rimandare a... per esempio mai?

"Oh, sì certo... vieni con me"  Rispondo infine. Le faccio strada camminando in fretta, forse nella speranza di farle perdere le mie tracce ma lei tiene il passo, maledizione.

Entro in un'aula vuota, la lascio entrare e poi chiudo la porta. Rimango voltato a fissare il legno graffiato cercando la forza di affrontarla.

"Fred..." Mi richiama all'ordine, mi volto. Rimaniamo in silenzio, fissandoci. Non so cosa dire, davvero.  L'unica cosa che vorrei ora è riprovare quella meravigliosa sensazione.

"Fred io credo che davv..." La sto baciando.

Ci siamo baciati per non so quanto tempo, so per certo che ora mi ritrovo in debito d'ossigeno ed Hermione ha le guance praticamente in fiamme: non è mai stata più bella di così.

"Fred, io..." biascica, fissando intensamente un punto imprecisato oltre la mia spalla. Non voglio parlare, non voglio chiarire nulla. Non c'è niente di sensato in quello che è successo meno di trenta secondi fa. Mi esibisco in una smorfia dispiaciuta.

"Ora devo andare, ne parliamo un'altra volta, eh?" Detto fatto fuggo a gambe levate da questa situazione sentendo a malapena il versetto esasperato che Hermione esala vedendomi sparire.

 

Due settimane. Sono esattamente due settimane che puntualmente Hermione mi si materializza davanti dal nulla per parlare e ogni volta finisce allo stesso modo. Lei prova a parlarmi, io la bacio, lei mi bacia, ci guardiamo imbarazzati e poi io fuggo. Così non va, per due ottime ragioni. Primo: l'ultima volta ho schivato di un soffio la Fattura che Hermione mi ha lanciato. Secondo: non faccio che pensare alle sue labbra ogni singolo istante della giornata. Terzo, sì, c'è anche un terzo punto: George inizia a sospettare qualcosa e non sono nelle condizioni di affrontare questo argomento con mister ti leggo in faccia qualsiasi cosa.

Devo distrarmi e l'occasione mi si presenza nelle deliziosamente formose sembianze di Camille Higgs.

"Ciao Fred... o George?" Mi domanda con un tono che lascia intendere che poco le importa chi io sia.

"Fred, hai indovinato" Ribatto, facendole l'occhiolino, lei ride per un motivo a me sconosciuto.

"Come va, Fred? È un po' che non chiacchieriamo io e te, vero?"  Mi domanda, scorrendo distrattamente con la punta del dito tutti i bottoni della mia camicia. Deve avere una bella fantasia per definire chiacchiere quello che abbiamo fatto. Sogghigno e involontariamente mi ritrovo a pensare quanto vorrei che a volte anche Hermione fosse così audace. Ricaccio indietro il pensiero.

"Possiamo sempre rimediare, che ne dici? Conosco giusto un posticino..."

Lei sorride soddisfatta e si avvia sinuosa verso il passaggio segreto che porta alla biblioteca.

Baciare Camille è assolutamente eccitante. I suoi baci sono passionali e le sue mani vagano con sicurezza sul mio corpo, tutto l'opposto dei baci di Hermione, così timidi ed insicuri... eppure. No, non devo pensare ad Hermione, non ora che ho Camille talmente avvinghiata a me da faticare a distinguere il suo corpo dal mio. Voglio solo divertirmi e non pensare a niente.

"Fred..." La voce di Hermione mi riporta alla realtà.

Mi volto di scatto e anche nella penombra posso leggere la delusione nei suoi occhi. Questa volta non la passerò liscia, lo so. Hermione mi volta le spalle e si allontana correndo, senza pensarci due volte le corro dietro lasciando Camille infuriata e confusa.

"Hermione!" Niente, non si volta nemmeno.

"Hermione! Hermione, aspetta!" L'ho quasi raggiunta.

"Lasciami in pace, Fred!"

"Hermione, fermati! Possiamo parlarne?" Domando, trattenendola per il polso.

"Cosa vuoi Fred? Lasciami in pace!"

"Non è come pensi!"

"Ah, no?"

"No"

"Quindi non eri tu nel passaggio segreto che porta alla biblioteca cinque minuti fa?"

"Io... beh... sì, ma..."

"Ed eri in compagnia di una Tassorosso del settimo anno?"

"Io... sì, ma posso..."

"E non la stavi forse baciando?"

"Sì, ma..."

"Quindi è esattamente come penso" enuncia, con tono acido e trionfante al contempo, incrociando le braccia al petto.

"Ti sbagli..."  

Mi lancia uno sguardo eloquente e per un attimo ammutolisco alzando le mani in segno di resa.

"Ok, d'accordo hai ragione! Contenta ora?"

"Certo che no! Come potrei esserlo? Hai baciato un'altra ragazza!"

"Sì è vero e mi dispiace che tu te la sia presa così... ma noi non avevamo mai parlato di esclusiva..." Mi mordo la lingua. Posso vedere distintamente la rabbia, la delusione e l'amarezza nei suoi occhi. Non credevo di riuscire ad essere così stronzo senza nemmeno metterci impegno. Hermione trattiene a fatica le lacrime e scuote il capo sostenendo il mio sguardo.

"Addio Fred."

L'ho lasciata andare. Forse doveva andare così. Staremo meglio entrambi, non siamo fatti per stare insieme... eppure. Basta con questi e se ed eppure. Mi sento così stravolto. Possibile che l'amore sia davvero così complicato? Se è così per quale assurdo motivo la gente continua a cercarlo? Sono sempre stato sicuro di me e delle mie scelte, ma da quando è iniziata questa cosa con Hermione non sono più sicuro di nulla. Mi sento così confuso, stupido e... vulnerabile. Mi viene da vomitare anche solo per aver pensato la parola vulnerabile associata al mio nome. Devo farmi passare questa cosa o finirò per impazzire. Mi serve un piano. Raccatto un pezzo di pergamena, una piuma, una boccetta d'inchiostro e mi rifugio nel confessionale.

 

PIANO PER DIMENTICARE HERMIONE GRANGER

 

PUNTO 1: Smettere di guardarla (anche solo di sfuggita).

PUNTO 2: Smettere di pensare a lei.

PUNTO 3: Smettere di pensare alle sue dannatissime labbra.

PUNTO 4: Cercare conforto tra le braccia (e non solo) di Camille Higgs.

PUNTO 4bis: Farmi perdonare da Camille per averla mollata senza una spiegazione nel bel mezzo di una delle nostre "chiacchierate".

PUNTO 5: Buttarmi nel lavoro per non pensare ad Hermione (vedi punto 2).

PUNTO 6: Smettere di fare sogni in cui Hermione sta a cavalcioni su di me con indosso solamente la mia camicia sbottonata (vedi punto 3).

 

Ecco fatto, seguendo queste semplici regole riuscirò a dimenticarla sicuramente.

 

Non sta funzionando. Il mio stramaledetto piano NON STA FUNZIONANDO. Sono nel panico. Non riesco a concentrarmi su niente, non ho fame, poi ho una fame vorace, non riesco a dormire e quel che è peggio è che nemmeno le effusioni con Camille servono a distrarmi. E perché? Perché Hermione non mi guarda, sono patetico. Ho persino fatto esplodere una Caccabomba nella nostra Sala Comune per far sì che tornasse a parlarmi come un tempo, ma tutto quello che ne ho ricavato sono stati gli sguardi omicidi dei miei compagni di casa che hanno dovuto sopportare la puzza per quasi due giorni.

Maledetta Hermione! Che cosa mi ha fatto? Che assurda stregoneria è mai questa? Rientro mestamente nel mio dormitorio dopo aver inviato l'ultimo ordine per il negozio di scherzi e trovo George ad attendermi seduto sul mio baule.

"Inviato, spero che stavolta non ci mettano altri due mesi per gli ingredienti" Borbotto irritato. George mi fissa senza dire una parola. Inarco un sopracciglio.

"Beh? Che c'è? È ancora per la Caccabomba? Ti già ho detto che mi dispiace, mi è scappata di mano..."

"Non è per la Caccabomba" replica stizzito. Lo guardo confuso.

"Cos'è questo, Fred?" Mi domanda sventolando un pezzo di pergamena ingiallita. Sgrano gli occhi e deglutisco a vuoto.

"Dove l'hai trovata?"

"Stavo cercando dell' Erba Fondente nel tuo baule."

"Oh"

"Sei un fottuto bugiardo, Fred."

"Dammi quel foglio"

"No! Sapevo... avevo intuito che stessi mentendo, ma fino a questo punto, Fred?"

"Ne stai facendo una tragedia, George. E ora se non ti dispiace..."

"Tienilo, tanto ormai l'ho letto." Scuote il capo "perché mi hai mentito?"

"Perchè sapevo che non l'avresti presa bene"

"Certo che non l'avrei presa bene! Stiamo parlando della Granger, Fred!"

"Vedi? Lascia stare, tanto mi è passata"

"Bugiardo."

"Ok, non mi è passata... e quindi? Non è un tuo problema."

"Certo che lo è, sei mio fratello!"

"E quindi?"

"Avresti dovuto dirmelo."

"Sei offeso soltanto perché non ti ho coinvolto in questa cosa" Sbraito con troppa enfasi. Ci fissiamo a lungo in cagnesco.

"Cosa pensi di fare ora?" Mi chiede, infine, come se nulla fosse successo.

"Non lo so, Hermione non vuole nemmeno avvicinarsi a me" Replico depresso.

"Andiamo, qui ci vuole un piano B" Conclude trascinandomi fuori dalla stanza.

 

Il piano B era semplice: Lee avrebbe distratto Hermione, George le avrebbe rubato la bacchetta, l'avrebbero portata da me, che ero in un'aula vuota, e infine avrebbero chiuso la porta con un incantesimo. Così mi avrebbe ascoltato per forza.

Non avevamo tenuto conto che Hermione è sveglia e non si fa distrarre da dei buffoni come noi. George e Lee si son beccati una Fattura ciascuno e io ho atteso un'ora in una stupida aula vuota finché non è arrivato Vitious a cacciarmi via domandandomi  perché non fossi in biblioteca a scrivere il tema sull'Incantesimo Emendo.

Mi siedo sul letto accanto a George che si tampona il mento con del dittamo, la Fattura di Hermione lo ha fatto cadere a terra come un troll.

"La tua ragazza è completamente pazza, lasciatelo dire."

"Non è la mia ragazza" Ribatto, non riuscendo a trattenere un sorrisetto.

"Non fare quella faccia" Mi rimprovera.

"Che faccia?"

"La faccia da Oh, quanto vorrei che lo fosse "

"Non sto facendo quella faccia, è la mia faccia di sempre" Protesto.

"Certo, come no" Replica George andando allo specchio del bagno per verificare i danni subiti.

"E ora che si fa?" Domando appena rientra nella stanza.

"Sei impazzito anche tu? Non mi avvicinerò ad Hermione per un bel pezzo, provaci tu se vuoi, io tengo alla mia pellaccia."

 

Non è stato necessario rischiare, Hermione è venuta da me il giorno dopo. Per dirla tutta mi ha aspettato in guferia. Sono entrato e lei era lì, braccia conserte e mascella contratta: deve essere a dir poco furiosa.

"Ciao..." Biascico, intimorito.

"Dì a tuo Fratello e Lee di lasciarmi in pace, sono stanca dei vostri scherzi e diavolerie. Le fatture di ieri sono state solo un assaggio di quello che farò se non mi lasceranno in pace." Sentenzia rabbiosa.

"Beh, forse allora dovresti dirlo a loro." Replico ovvio.

"No, lo dico a te perché sono certa che c'entri con tutte le scarpe in questa faccenda." Ribatte stizzita.

"E come fai a saperlo?"

"Lo so e basta"

"Ok, riferirò"

"Bene" Ribatte seccata, si volta e si avvia alla porta.

"Hermione" La chiamo, non posso perdere questa occasione per chiarire con lei, che si ferma con la mano sulla maniglia.

"Hermione per favore, possiamo parlare? Ti ruberò solo un minuto"

"Niente di quello che dirai mi farà cambiare idea su di te, quindi non vedo perché dovrei ascoltarti." Ribatte, senza nemmeno voltarsi.

"Hermione... per favore." Devo avere un tono di voce davvero patetico perché si è voltata.

"D'accordo, parla... ma sbrigati, non ho tempo da perdere io." Borbotta incrociando le braccia al petto.

"Mi dispiace, mi dispiace davvero tantissimo per come mi sono comportato con te... sono stato un vero stronzo."

"Puoi giurarci che lo sei stato."

"Già... è solo che io..."

"Che tu... cosa, Fred?" Domanda con una nota di curiosità nella voce.

"Il fatto è... è che io solitamente non frequento ragazze come te" dico, pentendomi un secondo dopo delle parole appena pronunciate. Negli occhi di Hermione passa una scintilla assolutamente inquietante.

"Le ragazze come me, Fred? E dimmi, come sarei io? Mmh?" Domanda, con una calma tutt'altro che rassicurante.

"Io non intendevo... " borbotto, consapevole che qualsiasi cosa dirò sarà usata contro di me.

"So perfettamente cosa intendevi, Fred." Ribatte continuando a mantenere un tono apparentemente calmo. "Certo, il grande e magnifico Frederick Weasley è troppo per quella secchiona dai capelli crespi della Granger, vero?"

"No io... " Merlino, mille galeoni per una via d'uscita.

"Beh, ti dirò un paio di cose su questa secchiona dai capelli crespi: ed è meglio che tu stia ad ascoltarmi" continua, lanciandomi uno sguardo minaccioso. Mai nella mia vita ho avuto meno intenzione di disubbidire a qualcuno.

"Magari non avrò capelli splendidi e lucenti e magari non avrò nemmeno tutte le curve al posto giusto, ma sono intelligente e in gamba. al primo anno ho accompagnato Harry fino alla Pietra Filosofale, al secondo anno ho preparato una pozione illegalmente in un bagno abbandonato per aiutare Harry a scoprire chi fosse l'erede di Serpeverde, al terzo anno ho contribuito attivamente a salvare la vita di Sirius e Fierobecco. Sono stata l'unica con abbastanza palle da tirare un ceffone a Malfoy...  e devo forse ricordarti che l'anno scorso Vicktor Krum, il cercatore più ambito da tutte le ragazze, ha chiesto a me di andare al ballo!" Strepita, senza nemmeno riprendere fiato.

"A me!" sottolinea "non a Camille Higgs!" precisa, con un tono che fa suonare il nome di Camille come un insulto. Io sono talmente frastornato e al contempo ammirato da non riuscire a proferir parola.

"Sai che ti dico Fred? Credo che sia tu a non essere alla mia altezza e non il contrario!" Afferma, infine, spostando nervosamente un ciuffo di capelli ribelle.

"E ora, se non ti dispiace, me ne vado: perché ho di meglio da fare che perdere tempo con un pallone gonfiato pieno di boria come te!" Gira i tacchi e se ne va sbattendo la porta. Rimango imbambolato a fissare il legno scuro e leggermente graffiato dietro a cui è scomparsa e mi rendo conto che se c'è una ragazza che il mio stupido cuore può amare quella è Hermione.

 

                                                                                       **************************************

 

 

Odio Fred Weasley. Cos'ho fatto di male? Perché mi dovevo prendere una cotta per un simile idiota? Maledizione! Scendo le scale della guferia con tata fretta che quasi investo un bimbetto del primo anno. Non dovevo farmi abbindolare così da quel bell'imbusto dai capelli rossi. Cervello: sei un maledetto traditore e tu cuore, sta zitto. Sì, sta zitto. Smettila di pompare a questo ritmo, io non gli interesso, sono stata una parentesi tra le sue continue scappatelle. Oh, non mi interessa se sembrava dispiaciuto. Non mi interessa nemmeno quanto ti piacciano i suoi occhioni quando finge palesemente di essere un cucciolo ferito, balle. Lui è il gatto che gioca con il povero topo prima di mangiarselo, non un dolce piccolo unicorno con una spina nella crine. Fattene una ragione, stupido cuore.

Finalmente è sera e  la Sala Comune si sta lentamente svuotando. Harry e Ron stanno finendo il tema per la professoressa Mc Granitt e io sto ripassando la lezione di Pozioni di questo pomeriggio. Sono arrivata quasi alla fine della pergamena quando un piccolo uccellino di carta mi si posa sulla pergamena. Lo fisso confusa, poi lo prendo tra le mani e quello si apre in un foglietto con due semplici parole ancora luccicanti d'inchiostro: mi dispiace. Sbatto le ciglia un paio di volte, poi mi volto e vedo Fred che mi guarda seduto ad un tavolino con George e Lee.

"Hei, cos'è?"

Mi domanda Ron, sporgendosi verso di me per guardare. Accartoccio il foglietto e lo getto nel camino.

"Niente, solo cartaccia" Ribatto stizzita alzandomi. "Ho sonno, vado a dormire, buonanotte" e così dicendo vado verso le scale del dormitorio, non prima di aver lanciato a Fred uno sguardo sprezzante.

Per un'intera settimana Fred non ha fatto che perseguitarmi. Tra foglietti volanti a forma dei più strampalati animali, bigliettini nei libri e imbarazzanti perdonami apparsi dal nulla nel budino devo ammettere che la mia pazienza è andata esaurendosi abbastanza in fretta. Per questo ora lo sto aspettando in guferia. Era in Sala Comune a scrivere una delle sue misteriose lettere e so per certo che tra poco arriverà... infatti, eccolo.

"Hermione!" Esclama sorpreso.

"Fred" Lo saluto freddamente.

"Che ci fai qui?"

"Volevo sapere quale parte di lasciami in pace non avessi capito" Rispondo seccata.

"Oh, io ho capito benissimo."

"E allora perché non mi lasci in pace?" Domando, sempre più irritata dal suo atteggiamento.

"Semplice: non ti lascerò in pace finché non deciderai di ascoltarmi una buona volta" sto per replicare, ma lui mi zittisce mettendomi un dito sulle labbra "senza interrompermi."

"Ok, se serve questo per farti smettere di assillarmi: parla. Non ti interromperò"

"Non la vedrò più, non vedrò più nessun'altra."

Lo fisso incredula e confusa  inarcando un sopracciglio.

"Si può sapere cosa stai dicendo?"

Incrocia le braccia al petto.

"Sai Herm, inizio a dubitare della tua tanto decantata intelligenza... "

Lo fulmino con lo sguardo e ancora una volta arrossisco guardandolo negli occhi.

"Arriva al punto." Borbotto stizzita.

"Il punto è questo: per te potrei anche arrischiarmi nell'inesplorato campo della monogamia... "

Ok, ho sentito bene? Le mie guance s'infiammano.

"Mi stai chiedendo di essere la tua ragazza?" Domando tutto di un fiato. Lui sorride di sbieco e si passa una mano tra i capelli.

"Beh, dipende."

Mi mordo un labbro, perché mi caccio sempre in queste situazioni, lo so solo io.

"Dipende da cosa?"

Il suo sorriso si allarga.

"Mi stai dicendo di sì?"

Il mio stomaco fa una capriola, tutto questo è surreale.

"Dipende." Ribatto mordendomi un labbro. Lui sorride ancor di più, sembra si stia divertendo parecchio, beato lui, io sono letteralmente in crisi.

"Da cosa?"

Mi chiede di rimando. Mi mordicchio l'interno della guancia.

"Sai cosa voglio."

Lui annuisce.

"Allora è un sì?" Domanda speranzoso. Annuisco, lui sorride e mi bacia.

 

 

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Capitolo 6
*** Dubbi e certezze ***



Buonsalve a tutti voi! Innanzitutto mi devo prostrare e chiedere umilmente perdono ai miei lettori di fiducia che hanno dovuto aspettare quattro, no dico QUATTRO, anni per avere un aggiornamento. Vorrei potervi dire che sono stata rapita dagli alieni, che un buco nero mi ha sparata in un'altra dimensione, che mi sono cadute le mani o che Salvini mi ha rispedita a casa mia con l'ausilio di una ruspa, ma mentirei spudoratamente. La triste realtà è che la mia adorabile ispirazione mi ha fatto ciaone con la manina ed è partita per Honolulu insieme a Mago Merlino gettandomi in un orribile blocco dello scrittore. Grazie al cielo scrivo solo fanfiction perchè se ne andasse del mio sostentamento a quest'ora la scientifica starebbe analizzando i miei resti ritrovati sotto ad un ponte dopo una rissa con un barbone per un tozzo di pane. Scene tristi ed orribili quasi quanto il bacio tra Harry e Ginny nel sesto film.

Dicevamo? Ah sì, il blocco dello scrittore, il ciaone della mia ispirazione... il problema essenziale è che io #queidue li amo tanto, troppo, per scrivere di loro senza cognizione di causa e quuuuindi attesi finchè in questi giorni... puff! L'ispirazione tornò e vissero tutti felici e contenti almeno fino al prossimo capitolo!

Ora bando alle ciance o ciancio alle bande vi lascio al parto malato della mia mente sperando che mi aiuti a farmi perdonare da voi. Il pov iniziale è tutto di Fredduccio mio bello adorato e lo ritroviamo vagante come un cane randagio dopo la sfuriata di Hermione... ricordate? No? E allora tornate indietro a leggere!

Buona lettura!

 

 


Sono innamorato di Hermione Granger, ormai su questo non ci sono dubbi. Non so esattamente perché mi sia capitata questa cosa terribile, ma è successo e basta. Vorrei che non fosse così? Certo! Vorrei essere in grado di gestire questa situazione come qualsiasi altra e cioè con ironia e giusto un pizzico di menefreghismo? Assolutamente sì, ma la triste e penosa realtà e che non sono assolutamente in grado di affrontare un accidenti di niente al momento. Non mi sono mai sentito così e se questo è l'amore... beh, grazie tante, potevate risparmiarmelo.

Io non sono un tipo da amore, cuori e romanticismo. Non so gestire un rapporto in cui devo stare attento a ferire qualcuno. Ancor meno se devo stare attento a ferire ME. Ferito. Odio ammetterlo, ma è così che mi sento. Anzi, in realtà la sensazione che provo in questo momento, mentre cammino mollemente verso non so nemmeno dove, mentre le parole di Hermione mi rimbombano in testa, mentre i suoi occhi delusi non abbandonano i miei pensieri, ecco... la sensazione che provo è che qualcuno mi abbia strappato le viscere e si sia divertito a versare del sale sul buco che queste ultime hanno lasciato. Merlino che immagine disgustosa ed esilarante al contempo! George si farebbe grasse risate. L'amore fa schifo, esattamente come farebbero schifo le mie budella sparpagliate sul pavimento.

 

Rientro in sala comune con l'aria da cane bastonato e George, il mio adorato e adorabile fratellino mi accoglie con una pacca amichevole sulla spalla. So che in questo momento vorrebbe ridere fortissimo di me, perché al suo posto lo farei anch'io, e apprezzo tantissimo che non lo faccia, non ho le forze per affrontare uno scambio di battute al momento.

 

"Sei riuscito a parlare con Hermione?" Mi domanda sedendosi al nostro solito tavolo. Annuisco, sedendomi sconsolato e sfinito.

"Ti ha fatto a pezzi eh?" Aggiunge, dissimulando un sorrisetto ironico con un falsissimo colpo di tosse.

"Già... " Borbotto. Lui scuote la testa.

"Sapevo che sarebbe finita così, io ti avevo avvisato che non sarebbe finita bene, ma tu non mi ascolti mai! La Granger non è come le altre, sai che non devi provarci con quel tipo di ragazza!" Mi rimprovera con un tono che assomiglia dannatamente a quello di mia madre. Gli lancio un'occhiataccia.

"Cosa? Sei stato TU a convincermi a provarci!" Ribatto alterato. Lui fa spallucce.

"E da quando dai retta ai miei consigli in questioni... amorose? Solo un idiota lo farebbe!" Replica scontato. Lo fisso sconcertato e mi copro il volto con le mani per evitare di ammazzarlo di botte qui e ora.

"Ciao George! Ti volevo chiedere se... oh, ciao Fred!" Lee, ci mancava solo lui.

"Ciao Lee" Rispondiamo quasi all'unisono. Lui si siede e inizia a guardarmi come mia mamma guarda i cuccioli di pinguino abbandonati dai genitori alla tv babbana. Poi si volta verso George.

"Ha parlato con... tu.sai.chi?" Bisbiglia, come se io fossi diventato improvvisamente sordo o completamente idiota.

"Esattamente" gli risponde George.

"Cavolo, l'ha fatto nero..." Entrambi annuiscono con compassione, io incrocio le braccia sul tavolo e ci affondo la testa con un verso esasperato.

 

Fortunatamente le mie pene d'amore non sono un argomento di conversazione interessante e i miei due compari hanno cambiato discorso concentrandosi sui vari ordini per il nostro grande progetto. La serata vola tra una chiacchiera e l'altra e il mio stato d'animo migliora ogni minuto, tanto che quando finalmente la sala comune si svuota e vedo Hermione intenta a ripassare mi convinco che sicuramente anche lei ora si sentirà molto meglio e che mi perdonerà se gli chiederò scusa in un modo simpatico. Stappo un pezzo della pergamena su cui Lee sta scrivendo, scrivo un semplice mi dispiace, estraggo la bacchetta ed ecco un adorabile uccellino che svolazza sul suo foglio. Lo adorerà, ne sono certo. Infatti ecco che lo guarda sorpresa, lo apre e mi guarda. É fatta, mi ha perdonato!

"Hei, cos'è?" Le chiede Ron, che come al solito è totalmente incapace di farsi gli affari suoi. Lei accartoccia il foglietto e lo getta nel fuoco.

"Niente, solo cartaccia" risponde stizzita. "Ho sonno, vado a dormire, buonanotte" e così dicendo si dirige verso le scale del dormitorio, non prima di avermi lanciato sguardo sprezzante. Ho la netta sensazione che non sarà così facile, George e Lee sghignazzano senza ritegno.

 

Una settimana, un' intera e lunghissima settimana fatta di animaletti di pergamena, bigliettini tra le pagine dei libri e persino un adorabile richiesta di perdono nel budino. Nulla di tutto questo ha smosso anche solo minimamente dalla sua posizione quella cocciutissima e adorabilmente sadica Hermione. Non ho mai fatto così tanta fatica per avere il perdono di una ragazza, nemmeno con Angelina quando ha scoperto che la tradivo con Camille... o con Katie quando ha scoperto che la tradivo con Angelina e Camille.

Sono sfinito e sempre più demoralizzato, ancor più che ogni momento che Hermione passa arrabbiata con me io affondo sempre più in queste orribili sabbie mobili chiamate innamoramento. Cerco di distrarmi e così butto giù una nuova lista di ingredienti da mandare al nostro fornitore, sono appena arrivato in guferia quando la vedo.

 

"Hermione!" Esclamo sorpreso. Lei mi guarda torva.

"Fred" dice in tono glaciale. Decisamente non è qui per chiacchierare amabilmente.

"Che ci fai qui?" Le domando cercando di apparire disinvolto.

"Volevo sapere quale parte di lasciami in pace non avessi capito" Risponde seccata. Accidenti, ma è sempre stata così... bella?

"Oh, io ho capito benissimo." Ribatto, ostentando una sicurezza che in questo momento non ho nemmeno per sbaglio.

"E allora perché non mi lasci in pace?" Mi chiede sempre più irritata.

"Semplice: non ti lascerò in pace finché non deciderai di ascoltarmi una buona volta" sta per replicare, ma la zittisco mettendole un dito sulle labbra "senza interrompermi." Aggiungo.

"Ok, se serve questo per farti smettere di assillarmi: parla. Non ti interromperò" Conclude, stringendo le braccia la petto spazientita. È giunto il momento di scoprire le carte, credo che peggio di così le cose non possano andare, quindi tanto vale buttarsi.

"Non la vedrò più, non vedrò più nessun'altra."

Mi  fissa incredula e confusa  inarcando un sopracciglio. Adoro spiazzarla.

"Si può sapere cosa stai dicendo?" Mi chiede, incrociando le braccia al petto. Io sorrido divertito.

"Sai Herm, inizio a dubitare della tua tanto decantata intelligenza... " Non so nemmeno io perché la sto tirando tanto per le lunghe, lei mi fulmina con lo sguardo e arrossisce appena i suoi occhi incrociano i miei. Ecco perché lo faccio, vederla così

"Arriva al punto." Borbotta stizzita.

"Il punto è questo: per te potrei anche arrischiarmi nell'inesplorato campo della monogamia... " L'ho detto, ora non si torna più indietro. Lei arrossisce a dismisura e io vorrei soltanto chiudere qui la questione baciandola, ma ho capito che con Hermione le cose non sono mai così semplici.

"Mi stai chiedendo di essere la tua ragazza?" Domanda tutto di un fiato. Le sorrido quasi imbarazzato, mi sento un vero idiota a fare questa conversazione, copro un auto-schiaffeggiamento passandomi la mano tra i capelli.

"Beh, dipende." Lo so, sono un vero stronzo a tenerla così sulle spine, ma è bellissima quando non capisce cosa sta succedendo. Si morde un labbro e questo mi rende ancora più difficile annullare la distanza tra le nostre bocche.

"Dipende da cosa?" Mi domanda curiosa e preoccupata. Le sorrido.

"Mi stai dicendo di sì?" Le domando facendo un passo verso di lei che ora è quasi nel panico.

"Dipende." Ribatte, mordendosi un labbro. Merlino dammi la forza di non saltarle addosso. Sorrido ancor di più pregustandomi il sapore delle sue labbra.

"Da cosa?" le chiedo di rimando, avvicinandomi di un altro passo.

"Sai cosa voglio." So esattamente cosa vule, anche se non sono ancora così certo di poter fare promesse di questo tipo, tuttavia, annuisco.

"Allora è un sì?" Domando speranzoso coprendo la distanza che ci separa. Annuisce, le sorrido e finalmente  la bacio. E giuro su Godric Grifondoro che è il bacio più bello che io abbia mai ricevuto. Ora capisco cosa intenda la gente quando parla di farfalle nello stomaco, mi sento così entusiasta che potrei mettermi a correre nudo per Hogwarts, anche se dubito che lo farò. È tutto esattamente come avevo sperato e forse anche meglio, finalmente Hermione Granger è mia.

 

 

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C'è qualcosa che non va. C'è davvero qualcosa che non va in me. Sono mesi che aspetto questo momento: il momento perfetto. Fred che mi bacia appassionatamente, il silenzio ovattato della neve che cade oltre le mura della guferia, le nostre mani intrecciate teneramente, la prospettiva del mio primo amore corrisposto... eppure. Eppure non mi sento come credo dovrei sentirmi.

Innanzitutto dovrei riuscire a godermi questo momento senza analizzare ogni singola cosa. Dovrei avvertire le farfalle nel mio stomaco sbattere le ali compiaciute, avere la sensazione di svolazzare a mezz'aria e dimenticarmi dell'esistenza del resto dell'universo. Perché non mi sento così? Il mio stomaco sembra essere diventato di ferro, gelido e pesante come se qualcuno mi avesse fatto ingoiare un'incudine. Dove accidenti sono finite quelle stupide farfalle? E perché ora, proprio ora che le labbra di Fred si allontanano dalle mie provo solo sollievo? Perché il suo sguardo da pesce lesso non mi fa provare il desiderio di coccolarlo come fosse un gattino? Eppure Ginny mi ha garantito che è proprio così che ci si sente, che è proprio così che si sente lei ogni volta che Harry entra nel panico per qualcosa e gli viene quella buffa espressione... sto divagando. Forse dovrei dire qualcosa. Fred continua a fissarmi.

"Ehm..."

Niente, sento le mie guance infiammarsi e il cuore scalpitare come durante le interrogazioni del professor Piton. Fred, ti prego: almeno tu dì qualcosa. Nulla, se ne sta lì immobile a fissarmi con un'espressione indecifrabile. Sorrido nervosamente mentre il silenzio attorno a noi sta diventando angosciante.

"Non credevo che ci sarei mai riuscito."Mi dice con un sorriso che fino a qualche ora fa mi avrebbe fatto cedere le ginocchia. Lo guardo stranita.

"A fare cosa?" Domando allibita.

"Lasciarti senza parole." Ribatte sorridendomi furbo e qualcosa dentro di me inizia a sbloccarsi perché un sorriso sincero si fa strada sulle mie labbra.

"Ora devo andare... io... noi..." Sembro una totale idiota, mi sento una totale idiota, voglio solo allontanarmi da questa situazione il più in fretta possibile.

"Ci vediamo in Sala Comune." Termina per me. Annuisco grata.

"Bene... allora... ciao!" Mi faccio quasi pena da sola, lui non deve pensarla così perché mi sorride.

"Ciao, Hermione." Mi fa l'occhiolino, si volta e si dirige verso un grosso barbagianni. Mi sento frastornata e spaventata da questa situazione, ma un pensiero mi attraversa comunque la mente come un fulmine a ciel sereno: Ron.

"Fred!" Lo richiamo, lui si volta con la missiva stretta in mano. Lo fisso senza saper bene cosa dire.

"Possiamo... sì, voglio dire... tenerlo per noi?" Sono patetica. Fred fa un passo verso di me, il suo sguardo si è rabbuiato.

"Non vuoi farlo sapere a Ron, vero?" Mi domanda tranquillo, anche se la sua espressione si è fatta dura. Perché mi legge nella mente? Odio quando mi legge nella mente.

"No... non intendevo questo, è solo che..." Ormai balbetto. Non sono più nemmeno sicura di quello che provo per te, ecco cosa dovrei dirgli, ma con che coraggio? Dopo tutto quello che mi ha detto e quel bacio... non posso. Rimango in silenzio un istante cercando le parole giuste, lui mi lancia uno sguardo dubbioso.

"Davvero, non è per Ron." Concludo, molto meno sicura di quello che vorrei. Annuisce poco convinto e torna sui suoi passi.

Cammino velocemente verso la Sala Comune, mi sento strana, spaventata, colpevole. Spero di non incontrare...

"Hermione! Ma dov'eri finita? È un'ora che ti cerchiamo!" Esclama Harry, venendomi incontro con Ron dalla parte opposta del corridoio. Maledizione, maledizione, maledizione! Il cuore inizia a battermi all'impazzata e sudo freddo.

"Harry! Ron! Anche... io vi stavo cercando." Mento spudoratamente. Ron mi lancia uno sguardo indagatore e io non desidero altro che la terra si apra sotto ai miei piedi per inghiottirmi.

"Beh, l'importante è che ora ti abbiamo trovata... un momento, perché ci stavi cercando?" Oh, Harry Potter: io ti strangolerò nel sonno. Sento lo sguardo di Ron bruciarmi le guance.

"Io... oh, beh sai... le solite cose..." Sul serio? Cervello io e te dovremo fare un discorsetto prima o poi.

"Solite cose? Stai bene Hermione?" Imbecca di nuovo Harry. Perché quel ragazzo ce l'ha con me? Che cosa gli ho fatto di male?

"Certo che sto bene... io... e allora perché voi cercavate me?" Ah- ah! Passare al contrattacco è sempre una tattica vincente. Harry si sistema gli occhiali sul naso.

"La Umbridge ha emesso un nuovo Decreto, non potremo più vedere Hagrid fuori dalle lezioni." Mi risponde Harry abbattuto. Quella vecchia megera!

"Che cosa? E perché?" Domando infuriata.

"Forse perché è una str..."

"Ron!" Lo rimprovero.

"Cosa?!" brontola lui, sdegnato.

"Stai parlando di una professoressa!" So che ha ragione, ma è più forte di me.

"Ma noi la odiamo!" Si giustifica lui con aria imbronciata.

Ed eccolo quello sguardo, quel broncio così adorabile che... oh no, no, no, no! È tutto sbagliato, non dovrei sentirmi così. Non ora. Non per Ron. Faccio istintivamente un passo indietro e distolgo velocemente lo sguardo, non voglio sentirmi così. Li saluto con una scusa banale e mi dileguo alla velocità della luce, dovrò delle spiegazioni ad entrambi più tardi, ora non ne ho le forze. Giunta in Sala Comune mi rifugio nei dormitori che grazie al cielo sono deserti.

Mi butto stancamente sul letto, Grattastinchi, che stava dormendo sul cuscino, miagola stizzito.

"Oh non ti ci mettere anche tu sai?!" Lo rimprovero, lui mi lancia uno sguardo offeso.

"Ho avuto una pessima giornata!" Lui continua a guardarmi con un'espressione risentita e ora inizio a capire perché Ron detesta quel muso schiacciato.

"Smettila, ok? È vero, Fred e io siamo... ma c'è Ron ed è tutto così strano..."

Continua a fissarmi.

"So cosa stai pensando, ma non è come credi! Mi sento solo confusa, è perfettamente normale in questa situazione!" Dico stizzita, lui scuote il testone e sbadiglia.

"Oh, così ti sto annoiando? Bene, torna a dormire!"

Si stiracchia e si mette seduto, come a dire "sono tutto orecchie".

"Andrà tutto bene, ne sono certa, è solo successo tutto troppo in fretta, era... inaspettato, ecco."

Tiene lo sguardo puntato nel mio e sembra che nei suoi occhi passi un lampo divertito, quasi sadico.

"Ti stai divertendo vero? Ah, ah, ah... che ridere! Quella stupida di Hermione non sa nemmeno cosa, o meglio, chi vuole!"

Scuote il testone, di nuovo.

"Cosa vuoi capirci tu di queste cose? Sei solo un gatto! Non hai qualche topo da cacciare?"

E così dicendo lo spingo giù dal letto tra le sue vivaci proteste e affondo il viso nel cuscino.

Ho appena litigato con un gatto. La mia sanità mentale ormai è totalmente sparita e tra un po' potrò far domanda per fare coppia con Gazza come la bidella svitata della scuola.

 

È ora di cena e non posso evitare di recarmi in sala grande dove sarò costretta a starmene seduta lì sentendomi mortalmente imbarazzata e in colpa. Scendo le scalinate guardandomi attorno come se qualcosa o qualcuno dovesse attaccarmi all'improvviso, ma la scuola sembra deserta, probabilmente perché sono in ritardo. Ho perso tempo di proposito in modo che tutti fossero scesi, dalla cima delle scale ho visto Fred che indugiava su una poltrona e Ron ed Harry che mi aspettavano sul divano. Fred ha lanciato un paio di occhiatacce a suo fratello che ignaro di tutto lo scrutava interrogativo. Alla fine Ron ed Harry sono andati via, ma ho dovuto aspettare ancora dieci minuti prima che anche Fred desistesse.

Ecco la sala grande. Faccio ancora in tempo a scappare a gambe levate, ma il mio stomaco protesta e quindi entro, individuo i miei amici e mi siedo accanto a loro. Il mio sguardo però sfugge al mio controllo e vaga subito alla ricerca di Fred che mi sta guardando gongolante, con un'adorabile espressione che non so definire. Mi sorride e lo sfarfallio riprende più vivace che mai. Sorrido a mia volta inconsapevolmente, mi fa l'occhiolino e io arrossisco pensando al significato di quel piccolo, innocente gesto. Arrossisco ancor di più mentre il mio cuore ha una brusca accelerata pensando che ora lui è il mio ragazzo, non so da dove venissero tutte quelle stupide paranoie, quei dubbi assurdi... io sono follemente innamorata di quel furfante.

"Hemione?" La voce di Ron mi riporta alla realtà. I. Suoi. Stramaledetti. Occhi. "Hermione mi stai ascoltando?"

"Scusa, stavo pensando..." A tuo fratello. Che ora è il mio ragazzo. Arrossisco, di nuovo.

"Se lo dici tu..." risponde dubbioso. "Mi passeresti le patate?" Mi chiede poi, mentre io ringrazio il suo stomaco per avermi tolto dall'imbarazzo.

"Certo!" Gli passo il piatto. Le nostre mani si sfiorano: brivido. Maledizione, finirò davvero in manicomio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qui, oltre 3000 parole scritte in meno di due ora, mi prenderei a schiaffi da sola. Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto, voglio solo precisare che la ripetitività (cambiando pov) di alcune scene è essenziale ai fini della storia, spero che la amiate quanto la amo io e che non sia solamente ripetitiva.

Per finire, visto che siamo ad un punto "caldo" voglio farvi una domanda.... secondo voi, avranno il lieto fine? Tranquilli io so già come finirà, quindi non mi farò influenzare dalle vostre ipotesi ;)

 

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