Dragon Ball F.E.M!

di ScandalousLaRabiosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fede. ***
Capitolo 2: *** Elena. ***
Capitolo 3: *** Marta. ***
Capitolo 4: *** Salvata dal suo idolo! ***
Capitolo 5: *** E la mia figura l'ho fatta... ***
Capitolo 6: *** Una coppia che tanto stima. ***
Capitolo 7: *** Una possibile soluzione. ***
Capitolo 8: *** Casa Son. ***
Capitolo 9: *** Marta 'vs' Vegeta... ***
Capitolo 10: *** Tre ragazze nel Dragon World! ***
Capitolo 11: *** Marta ed Elena di nuovo insieme! ***
Capitolo 12: *** Chiamata dall'aldilà. ***
Capitolo 13: *** Gelosia inaspettata... ***
Capitolo 14: *** La confessione di Gohan. ***
Capitolo 15: *** Breve capitolo: una nuova speranza. ***
Capitolo 16: *** La 'promessa' di Goku. ***
Capitolo 17: *** Chiacchierata al telefono. ***
Capitolo 18: *** Rapporto complicato. ***
Capitolo 19: *** Il pianeta del Gran Maestro Re Kaioh. ***
Capitolo 20: *** Lezioni di volo e altruismo. ***
Capitolo 21: *** Incontri notturni. ***
Capitolo 22: *** Peggio di Bella Swan! ***
Capitolo 23: *** Il Palazzo del Supremo e la rivelazione. ***
Capitolo 24: *** Videogiochi e immagini satellitari. ***
Capitolo 25: *** Sola negli Inferi! ***
Capitolo 26: *** Goku e Fede contro Cell e Freezer! ***
Capitolo 27: *** Ritorno da Re Kaioh. ***
Capitolo 28: *** Un piccolo problema di insicurezza. ***
Capitolo 29: *** Discesa sulla Terra... e dal Palazzo del Supremo! ***
Capitolo 30: *** Telefonata a tre e questione di fascino. ***
Capitolo 31: *** L'ultima sera in casa Son e la F.E.M saga. ***
Capitolo 32: *** Un invito implicito. ***
Capitolo 33: *** Verso il castello. ***
Capitolo 34: *** E ora... trappole ***
Capitolo 35: *** Di acqua, serie tv e uscite. ***
Capitolo 36: *** Il nemico. ***
Capitolo 37: *** Battaglia... Forse. ***
Capitolo 38: *** In difficoltà. ***
Capitolo 39: *** Il piano di Fede, Elena e Marta. ***
Capitolo 40: *** L'ultima promessa. ***
Capitolo 41: *** Ritorno a casa. ***



Capitolo 1
*** Fede. ***


Genova, Terra, un pomeriggio d'aprile.

Quell'episodio l'aveva sempre fatta piangere, forse per l'influenza che aveva avuto su di lei Elena riguardo quell'episodio.

Ormai in classe sua tutti guardavano Dragon Ball e anche a lei era tornata la voglia di rivederlo.

Cell era stato sconfitto e Goku era morto. Le Sfere del Drago, purtroppo, non potevano aiutarli, non potevano riportare il loro eroe in vita. E poi Goku li contatta dall'aldilà.

Fede cercò di trattenere le lacrime. Era così triste....

Povero Gohan!

Continuò a guardare quell'episodio mentre mangiava la frutta. Sua mamma era di là a leggere sul letto prima di andare a lavorare, quindi era lì sola in cucina a guardare il cartone preferito nella sua infanzia.

Poi ecco lì che accadde: dalla finestra arrivò un lampo rosso che colpì velocemente la tv, la quale andò in tilt. Le immagini della serie Z si allungavano fino a diventare deformi.

Fede sbattè più volte gli occhi per capire se se l'era immaginato o meno, però una cosa restava di fatto: niente più DBZ!

Si alzò per vedere che problema avesse la tv, visto che quel giorno il sole spaccava le pietre e non tirava un alito di vento che potesse interrompere il segnale.

Appoggiò la mano sul fianco della tv controllò dietro i cavi, poi una strana forza la risucchiò in direzione dello schermo, fino a farla entrare dentro lo schermo stesso!

Fede tirò un urlo, non capendo se stesse sognando o meno.

 

Chiuse gli occhi e li riaprì soltanto quando si sentì sbattere contro una superficie dura, provocandole un lieve dolore alle braccia e alle ginocchia.

Si guardò intorno per capire dove fosse finita: si trovava su una specie di sentiero argenteo, decorato ai lati di scaglie grandi quanto la sua mano, dello stesso colore. Oltre il sentiero vi erano enormi nuvole dorate, che non permettevano di vedere al di sotto di esse.

Si guardò intorno spaesata: Dove sono finita? Si chiese un po' spaventata.

Si rimise in piedi, cercando di ricordare dove avesse già visto quel paesaggio.

Eppure l'ho gia visto,pensò.

Iniziò camminare in una delle due direzioni, pensando intanto a dove l'avesse già visto, come fosse possibile che fosse stata trasportata lì e come avrebbe fatto a tornare indietro.

-C'è qualcuno?- urlò al nulla, in attesa di una risposta che non arrivò.

Sospirò e riprese a camminare.

Qualcuno ci sarà da queste parti, pensò. 

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Capitolo 2
*** Elena. ***


Terra, stessa città, stessa dimensione, poco lontano dalla casa di Fede.

-Mamma, non vuole tornare!- sbraitò Elena seduta sul divano a guardare Dragon Ball, rivolta a sua madre, mentre Goku voleva restare nell'aldilà.

-Bene, contento lui...- commentò sua madre dalla cucina, per niente interessata.

Elena era troppo presa per ascoltarla o ribattere, dato che l'episodio era quasi finito.

Pazienza, domani potrò commentarlo con Fede e Marta, pensò immaginando i commenti che probabilmente farà con le sue amiche.

La sua sorte non fu molto diversa da quella della migliore amica: mentre era concentrata a vedere Goku salutare i suoi amici dall'aldilà, lo stesso lampo rosso colpì la televisione e rese le immagini molli e deformi, fino a renderle irriconoscibili.

Elena fece un salto. E quello che cos'era?si chiese sbattendo più volte gli occhi.

Poi si concentrò sulla tele, che aveva iniziato a fare quelle immagini strane.

Elena si avvicinò dubbiosa allo schermo, fissandolo. Era stato colpito... da un fulmine rosso. Normale...

Ele si voltò un secondo in direzione della cucina: sua madre non si era accorta di niente.

Ritornò a guardare lo schermo. Sembrava così... così vivo.

Ebbe l'impulso si toccarlo e, un po' titubante, allungò un dito per tastare lo schermo liqueforme, prima di esserne letteralmente risucchiata.

 

Dopo aver urlato per tutta la caduta, Elena cadde in un bosco pieno di alberi.

Iniziò a guardarsi intorno.

-Sono stata risucchiata da una tv...- commentò tra sé e sé, non smettendo di guardarsi intorno con circospezione.

-Sono stata risucchiata da una tv!- commentò a voce più alta, lasciandosi scappare un urletto, sicura di essere impazzita, pizzicandosi anche le braccia per vedere se stava sognando.

-E' tutto vero...- ammise infine sconcertata.

Si alzò, pulendosi le ginocchia dall'erba e cominciò a cercare qualcuno o magari un villaggetto lì in mezzo, tanto per capire dove fosse stata catapultata. 

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Capitolo 3
*** Marta. ***


Terra, poco lontano da casa di Elena.

Marta fissò Gohan e tutti gli altri lasciare il Palazzo del Supremo, andare a casa e riferire a Chichi della morte del marito.

-Ma insomma! Se non fosse stato per Gohan ora Goku sarebbe ancora vivo! Ma ti rendi conto.- Marta aveva la stessa tendenza delle sue due amiche di parlare con un genitore della puntata del giorno, senza che davvero quest'ultimo ascolti per davvero.

Suo padre fingeva di essere interessata alla puntata annuendo ogni tanto o dando qualche cenno che avesse capito.

Suo padre doveva andare al lavoro. La salutò rapidamente, mentre lei era troppo impegnata a gustarsi la fine della Cell Saga.

Appena la porta si chiuse alle spalle del padre, Marta si sedette di fronte alla tv, per guardare più intensamente quell'episodio.

Ecco lì, Chichi che scoppiava in lacrime, il che fece scattare Marta in avanti a toccare la tele con decisione:- Perchè li hai lasciati, Goku?!- sbraitò, degna di una vera fan.

Successivamente vide un lampo rosso e si sentì risucchiare dentro la tv.

 

Marta cadde per un po', poi cadde di schiena e battè la testa contro una superficie dura.

Mugulò dolorante, vedendo il sole alto nel cielo e tutt'intorno molto sfocato.

Una figura minuta, forse un bambino, si avvicinò e la fissò. Lo vedeva molto sfocatamente, quasi fosse sott'acqua. Aveva battuto la testa molto forte.Infatti, ci mise poco ad iniziare di girare e subito il buio la risucchiò. 

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Capitolo 4
*** Salvata dal suo idolo! ***


Ormai Fede camminava da diversi minuti per quell'interminabile sentiero, proprio non riuscendo a ricordare dove l'avesse già visto.

Ogni tanto provava a guardare cosa ci fosse oltre le nuvole, ma niente, troppo fitte.

E poi chissà a che altezza siamo! Pensò.

Ad un certo punto si fermò: era passato troppo tempo e non c'era anima viva. Iniziava a preoccuparsi, come quando da bambina si perdeva.

Si sedette per terra, sulla superficie liscia. Qualcuno doveva pure passare per di lì.

Persa nei suoi pensieri, notò poco più avanti uno strano piccolo globo che galleggiava poco sopra quel sentiero argentato. Sembrava un pianeta.

Un pianeta sopra un serpente argenteo, in mezzo alle nuvole...

Non poteva essere vero! Era finita nell'aldilà! Nel mondo di Dragon Ball, per giunta!

Si alzò e iniziò a correre finchè non si ritrovò sotto il pianeta.

Non poteva essere vero, ma in quel momento le importava solo che forse aveva trovato qualcuno.

-Ehi! Scusate! C'è qualcuno lassù?!- urlò nella speranza che Re Kaioh le rispondesse, o comunque qualcun altro.

Si spostò un po' di più verso il bordo del serpente per vedere se ci fosse qualcuno dall'altra parte.

-Scusate!- urlò di nuovo.

Fede inciampò in una delle scaglie che decoravano il serpente, cadendo oltre.

Poco prima di sparire oltre le nuvole, afferrò d'istinto una delle scaglie, rimanendo appesa lì, mentre urlava in preda al terrore.

Chiuse gli occhi, mentre sentiva i palmi diventare viscidi del suo stesso sangue.

Poi sentì due braccia forti sollevarla e portarla in alto, per un tempo indeterminato.

Aprì piano gli occhi, rimanendo senza fiato: era sul piccolo pianeta di Re Kaioh e un Goku piuttosto sollevato la stringeva tra le braccia come una bambina.

 

-Meno male! Sono arrivato in tempo!- commentò con uno dei suoi semplici sorrisi, quelli che faceva spesso in gran parte degli episodi.

Fede mise cautamente una mano sulla sua guancia destra, guardandolo incantata:-Go. Ku.- disse senza fiato. Quello non era un sogno: era stata salvata da Goku! Il suo idolo da bambina!

Il ragazzo la fissò sorpreso:- Ci conosciamo?

Fede non gli rispose neanche, troppo presa dall'incredulità.

Possibile che quel lampo rosso che ha colpito la televisione mi abbia catapultata nel mondo di Dragon Ball? Si chiese mentalmente.

Goku la appoggiò a terra. Solo allora si accorse che, come era stato detto anche nell'anime, la gravità su quel piccolo pianeta era molto pesante. Poco più in là, su una piccola sdraio, stava un Re Kaioh addormentato con la bolla al naso.

Bubbles, la scimmia del Kaioh, le venne incontro curioso, girandole un paio di volte intorno.

-E' tutto vero...- commentò piano senza voce per l'emozione.

-Se sei qui per essere allenata lo sveglio.- le disse Goku, indicando Re Kaioh.

Fede si rischiarò, non capacitandosi ancora di star parlando con Son Goku in persona.

-No, non ce ne è bisogno. - A dire il vero non so neanche perchè sono arrivata qui, pensò.

Goku si avvicinò di più a lei e le guardò la testa.

-Non hai l'aureola.- disse.

Fede allora si guardò la testa, per poi fissare quella di Goku, dove c'era il cerchio dorato ad indicare che era morto.

A giudicare dagli abiti e dall'aspetto maturo, e dal fatto che pure Bubbles e Re Kaioh avessero l'aureola, doveva essere capitata nel periodo dopo la morte di Cell.

-Si, perchè non sono morta.

-Ma... se non sei morta, come sei arrivata fin qui?

-Non lo so nemmeno io.

Calò il silenzio tra i due.

-Quanto tempo è passato dalla sconfitta di Cell?- chiese infine lei.

Goku fu sorpreso della domanda.

-Bè... sono passati all'incirca sei anni.

Facendo un rapido calcolo, Fede capì di essere capitata un anno prima dell'inizio della Saga di Majin Bu.

-Scusa, ma se non sei qui per allenarti, perchè sei venuta fin qui?

-Vedi, io vengo in una specie di... dimensione alternativa e futura e non so nemmeno come sia riuscita ad arrivare fin qui. Un raggio rosso mi ha colpito e...

Il discorso fu interrotto da Goku:- Un futuro alternativo? Non sarai venuta ad avvertirmi di un'immane minaccia, spero!

-No,no! Hai capito male! Non sono come Trunks.

Goku strabuzzò gli occhi:- Conosci Trunks?

Fede si rimproverò, capendo di star parlando troppo. Però aveva visto tutta la serie e sapeva ogni singola cosa...

-Bè... è una storia complicata...- farfugliò, non sapendo se continuare.

Goku sorrise:- Ho tutto il tempo libero, se me la vuoi raccontare. 

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Capitolo 5
*** E la mia figura l'ho fatta... ***


Elena stava cercando da un tempo indeterminato un qualunque villaggetto in cui chiedere informazioni per tornare a casa, ammesso che fosse sempre nel suo mondo.

Purtroppo quel bosco si era rivelato più fitto del previsto e doveva ammettere di essersi persa.

-Accidentaccio!- sbraitò pestando un piede tra l'erba. Come se non bastasse era scalza e la brina le bagnava i piedi, provocandole un fastidioso freddo.

Doveva trovare un modo per orientarsi, anche se lei non era mai stata il massimo in geografia e con tutta quella storia dei punti cardinali.

Iniziò a guardarsi intorno.

Se non ricordo male i ragni fanno le loro ragnatele a sud, pensò, però poi ricordando che i ragni erano il suo più grande punto debole e non si sarebbe messa a cercarli.

Però il muschio cresce sempre sul lato nord degli alberi, quindi... i suoi ragionamenti per orientarsi vennero interrotti da delle voci provenienti da poco lontano...

Che fortuna! C'è qualcuno! Elena si avviò verso quelle voci, sperando che potessero darle informazioni.

Alla fine riuscì ad arrivare: era un'ampia distesa verde senza alberi, circondato da montagne poco elevate. Al centro vi erano due ragazzi che si stavano colpendo a vicenda, probabilmente allenandosi.

Ma non era questo a mettere a disagio Elena: quei due ragazzi erano Gohan e Goten.

 

Elena rimase ferma appoggiata all'albero ai confini di quella piccola radura, letteralmente a bocca aperta.

Stava sognando: davanti a lei c'erano i figli di Goku!

Goten sembrò accorgersi della presenza di lei, infatti si voltò nella sua direzione e smise di combattere.

-Cosa c'è, Goten?- gli chiese il fratello, voltandosi poi anche lui verso la direzione in cui guardava il ragazzino.

Entrambi la fissarono con sguardo interrogativo, chiedendosi probabilmente chi fosse.

Gohan si avvicinò di più ad Elena, che non smetteva di fissarlo sbalordita.

-Ehm... Ti serve qualcosa?- gli chiese imbarazzato dalla sua espressione per niente furba.

Fu allora che Elena esplose in un urletto con voce fin troppo acuta fin troppo per lei.

Gohan rimase storidito, non capendo la sua reazione.

Elena gli prese una mano:- Ti sto stringendo la mano! Oh mio dio! È tutto vero!

Goten si avvicinò piano al fratellone, ma prima che potesse fare domande, venne preso in braccio da una Elena emozionatissima:- Oddio! Sto stringendo tra le braccia Goten!- urlò con voce acutissima e gli occhi che brillavano.

Elena iniziò ad abbracciarlo:- Ma lo sai che sei ancora più carino dal vivo?

Dopo quell'attimo d'euforia che fece preoccupare i due fratelli, Elena si rese conto della sua terribile gaffe e si ricompose, rimettendo a terra il piccolo Goten, ancora sconcertato.

-Scusatemi! Ero in preda alla sopresa e... e...- E ora come spiego che li conosco? Si chiese arrossendo per l'esplosione di gioia avuta poco prima.

-Ci conosciamo?- gli chiese il piccolo Goten:- Come fai a sapere il mio nome?

Perfetto. Ora come mi spiego?

-Ecco.... E' una storia piuttosto lunga. Molto buffa e incredibile...

Cambia discorso, cambia discorso!

-Voi siete i figli di Son Goku giusto?

I ragazzi si guardarono sorpresi, poi fu Gohan a rispondere:- Conosci nostro padre?

-Diciamo che la sua fama lo precede...- disse iniziando a tormentarsi le mani, cercando una scusa credibile. Ma che dico? Qui non ci sono scuse credibili. E poi in questo mondo, dove vi sono pure i dinosauri, cyborg, gente che viene dal futuro, alieni, animali parlanti, non deve essere così strano essere risucchiati da una tv in un altro mondo. Per giunta di un cartone animato.

-Vostro padre dov'è?- chiese per accertarsi dell'anno della saga in cui si trovava.

Lo sguardo di Gohan si fece più buio:- E' morto sei anni fa, combattendo contro Cell...

-Mi dispiace.

Fu il piccolo Goten a sciogliere la tensione:- Ma tu che ci fai qui? Stavi cercando nostro padre?

-A dire il vero stavo cercando un posto dove chiedere indicazioni, ma ormai penso non abbia più senso...

I due fratelli le lanciarono uno sguardo interrogativo.

Elena si sedette su una roccia:- Vi va di ascoltare il motivo per cui mi sono ritrovata in questo bosco? 

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Capitolo 6
*** Una coppia che tanto stima. ***


Marta aprì piano gli occhi, sentendo freddo alla fronte, in preda ad un dolore lancinante alla testa.

Con un sforzo disumano, si mise a sedere e, dopo aver contato fino a dieci, aprì gli occhi: si trovava su un letto matrimoniale, in una stanza molto accogliente. In testa aveva una borsa del ghiaccio blu. Ecco spiegato il freddo. La posò sul comodino e posò la schiena al muro.

Cercò di ricordare come fosse finita lì, ma proprio non ci riuscì. Però ricordava di aver battuto la testa e anche uno strano lampo rosso.

-Cosa credi che avrei dovuto fare? Lasciarla in mezzo alla strada svenuta?- disse una voce oltre la porta della camera. Una voce di donna.

-Non intendo questo, però perchè proprio in camera mia?!- rispose un'altra voce maschile.

-Nostra, scimmione. In ogni caso era l'unica camera al momento disponibile.

-Si, si, certo, con tutte le stanze che ci sono in questa maledetta casa.

Marta non conosceva i due interlocutori al di fuori di quella stanza, o almeno così sembrava dalle voci. Restava di fatto che era stata soccorsa mentre era priva di sensi.

Si alzò dal letto, restando qualche secondo ferma per fermare la testa che aveva preso a girarle.

Andò incontro la porta per vedere chi fossero le persone oltre la soglia.

Aprì la porta con un cigolio e ancora un po' ha paura di riperdere per l'ennesima volta i sensi: davanti a lei ora si trovavano Vegeta e Bulma, intenti a discutere sul perchè si trovasse proprio lì.

 

Marta sbattè più volte gli occhi, per accertarsi di non stare sognando o di non avere allucinazioni dovute alla botta presa in testa.

Bulma le si avvicinò con un sorriso:- Meno male, ti sei ripresa. Stai bene?- le chiese in tono gentile, mentre Vegeta alle sue spalle sbuffava.

Marta indicò con l'indice Bulma, non riuscendo a spiccicare parola, per poi indicare Vegeta, il quale in risposta inarcò un sopracciglio nero.

-Oh. Mio. Dio.- disse infine con voce smorzata dall'emozione.

-Va tutto bene?- le chiese Bulma calma.

Marta non rispose e, con reazione del tutto imprevedibile anche a lei stessa, andò da Vegeta e iniziò a fissarlo con sguardo sognante.

-Ma tu sei Vegeta...- mormorò in preda ad una forte emozione.

Bulma la guardò stupita per l'aver riconosciuto il marito.

-Esatto.- disse con una sfumatura lievemente sorpresa nella voce.

Marta gli toccò con una mano la guancia. Dopo poco lui si tolse infastidito.

-Sei vero!- commentò con un sorriso che fece preoccupare i due con lei.

Bulma le mise una mano sulla spalla:- Ehm... cara...- si fermò non sapendo come si chiamasse.

-Marta.- l'aiutò lei ancora in preda alla felicità.

-Marta, mi sa che hai battuto la testa un po' troppo forte.

Allora Marta capì di avere avuto una reazione un po' troppo strana.

-Oh, scusa, Bulma, è che fa strano trovarmi qui con voi.

La donna dai capelli turchini strabuzzò gli occhi:- Conosci il mio nome?

-Si può sapere chi sei?- domandò brusco Vegeta.

-Scusate, ho avuto una reazione un po' esagerata.- si scusò Marta. Allora si rese conto di essere dentro le Capsule Corporation, in casa Brief.

-Ehm... posso farvi una domanda?- chiese la ragazza poco dopo.

-No, se non rispondi prima alla mia.- disse in tono secco Vegeta, guadagnandosi una gomitata nelle costole da parte della moglie.

-Sono Marta, ho quasi quattordici anni, sono una terrestre e mi trovo qui per un motivo sconosciuto.

-Come fai a sapere chi siamo?

Marta gli rivolse una sorta di sguardo accusatorio:- No, ora tocca a me fare le domande.

Il saiyan la guardò con sguardo irritato, non dicendo niente.

-Avete già affrontato Majin Bu?- forse non era il miglior modo per capire in che periodo della saga si trovasse, però non le era venuto in mente altro modo.

Vegeta inarcò un sopracciglio:- Majin che?

Marta si morse il labbro, distogliendo lo sguardo:- Okay, direi di no...- bisbigliò.

Bulma fece per andare giù dalle scale, però prima si rivolse a Marta:- Senti, Marta, ti va una tazza di tè?

-Bulma noi non abbiamo finito.- la ammonì Vegeta.

-Oh, andiamo! Potete sempre discutere davanti a un po' di tè con biscotti.- rispose secca la moglie.

Marta sorrise, non capacitandosi di trovarsi davanti a quella coppia che tanto stimava:- Grazie,Bulma, un po' di tè non mi dispiacerebbe affatto. 

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Capitolo 7
*** Una possibile soluzione. ***


-Quindi questo lampo rosso ti avrebbe trasportato in questo mondo?- chiese Goku a Fede mentre l'aiutava a fasciarsi le mani, che si era tagliata contro le scaglie del serpente.

-Si,almeno penso. So che prima che la colpisse, la televisione non aveva mai trasportato nessuno in un'altra dimensione...- commentò sarcastica.

-E ora devi tornare a casa?

-Si, vorrei, anche se non ho la più pallida idea di come fare...

Tra i due calò il silenzio, mentre Bubbles continuava a guardarli incuriosito.

-Non è che magari Bulma o qualcuno delle Capsule Corporation sa come costruire una macchina per cambiare dimensione? O magari Dende....- si bloccò, capendo di star parlando troppo.

-Ma... Conosci anche loro?- gli chiese stupito.

-Te l'ho detto: vengo da una specie di futuro.- rispose limitandosi a evitare di dire qualcosa in più.

-Comunque pensi che loro possano aiutarmi? Voglio dire, nel futuro di Trunks, Bulma ha costruito la macchina per i viaggi nel tempo e magari Dende, essendo diventato il dio della Terra, ha qualche potere che glielo consente.

Goku storse il naso, non troppo convinto:- Non penso: la Bulma del nostro tempo non è ancora arrivata a questi livelli, in fatto di tecnologia. E Dende è ancora un principiante e non penso abbia questo genere di potere.

Fede sospirò. Trovarsi sul pianeta di Re Kaioh, con Goku, il suo idolo, le sembrava davvero un sogno, e di certo non poteva lamentarsi: in quante, nel suo mondo, potevano dire di essere state salvate da Son Goku in persona e di aver tenuto una conversazione con lui? Nessuna, probabilmente. Però voleva tornare a casa.

-E Re Kaioh? Non mi può aiutare?

Goku fissò il dio del nord che stava ancora dormendo sulla sdraio. Fede intuì perfettamente che non l'avrebbe potuta aiutare.

Iniziò a massaggiare le mani doloranti, chiedendosi ancora come fosse possibile che nell'aldilà avessero il kit di prontosoccorso...

-Però magari c'è qualcuno che ti può aiutare sulla Terra. Possiamo cercarlo.- propose Goku, dopo un po'.

-Si può fare?- chiese Fede con un briciolo di speranza.

Goku le sorrise:- Certo. Re Kaioh ha questa capacità.

Fede sorrise:- E' vero. È grazie a lui che hai trovato il nuovo pianeta di Namecc.- disse poi rimproverandosi. Quando avrebbe imparato a stare zitta?

-Già, esatto...- si limitò a dire Goku, ormai sempre più sconcertato dalle informazioni che Fede possedeva sul loro conto.

-Però, prima di tutto, resta il problema più grande.

Fede non capiva:- Che problema?- il suo entusiasmo iniziò a sparire.

-Come farai ad uscire dall'aldilà?

-A questo non avevo pensato... Però tu lo facevi in continuazione, anche quando eri vivo.- disse cercando un barlume di speranza. Non voleva passare il resto della sua vita nell'aldilà di un'altra dimensione!

-Già, perchè so fare il teletrasporto.- ormai Goku era rassegnato al fatto che Fede sapesse ogni cosa di lui.

Prima che Fede potesse dire la sua idea, Re Kaioh fece qualche mugugnio, segno che si stava svegliando.

-Ah, Re Kaioh!- esclamò Goku contento.

Forse lui può aiutarmi... pensò Fede fiduciosa.

Dopo che si fu svegliato completamente, Goku iniziò a spiegare la storia di Fede e del fatto che forse sulla Terra c'era qualcuno che la poteva aiutare.

-Pensavo che magari Goku poteva teletrasportarmi fino da Re Yammer, così che io possa spiegargli la situazione ed essere mandata sulla Terra.- propose Fede.

Re Kaioh ci pensò un attimo su:- Bè, è un'idea. Però prima bisognerebbe controllare se ci sia davvero qualcuno che ti possa aiutare sulla Terra.

Fede congiunse le mani in segno di supplica:- La prego! Non è che lei potrebbe controllare se ci sia?

-Si, Re Kaioh! Lei può, no?- gli chiese Goku, evidentemente intento a darle una mano.

Dopo poco, Re Kaioh sospirò:- E va bene, proviamo.- alla fine si era arreso.

Si alzò dalla sdraio e andò nel lato nord del suo pianeta. Le sue antenne divennero più rigide. Stava cercando.

-Ce la faremo, vedrai.- le disse Goku sorridendo e ammiccando.

Fede gli sorrise fiduciosa. Voleva aiutarla nonostante si conoscessero da pochi minuti.

Ha proprio un cuore d'oro, pensò la ragazza, dando conferma che quello doveva essere l'idolo di tutti e non solo il suo. 

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Capitolo 8
*** Casa Son. ***


Gohan aveva detto che era il caso di tornare a casa, quindi, per ascoltare comunque il racconto di Elena, se l'era caricata in spalle e stavano tornando a casa Son.

Ora eccoli lì: davanti a quella casa che in molti episodi aveva rappresentato la quotidianità nella vita del protagonista.

Elena si portò le mani alla bocca per non rifare una figuraccia:-Wow! Casa Son!- disse con gli occhi che brillavano per la felicità.

La porta d'ingresso si aprì e ne uscì fuori Chichi, la quale stava andando incontro ai propri figli, quando si bloccò alla vista di Elena.

-E lei chi è?- chiese ai due fratelli.

Questa volta Elena non ce la fece e si lasciò scappare un gridolino di felicità, indicando l'unica donna in famiglia Son.

-Ma tu sei Chichi!- esclamò.

Chichi guardò stupita prima lei, poi Gohan.

-Ehm... l'abbiamo incontrata nel bosco e sembra che conosca sia noi che papà e... e voleva raccontarci il motivo per cui ci conosce...- cercò di giustificarsi Gohan, grattandosi la testa, facendolo somigliare di più al padre.

Chichi girò un paio di volte intorno alla ragazza, facendole praticamente i raggi X.

-Non è che magari sei una fidanzata di Gohan, vero?- le chiese con la puzza sotto il naso.

A quella richiesta Elena trattenne un conato di vomito: Gohan non le era mai piaciuto, né da bambino, né da adolescente, né tantomeno da adulto. L'unico momento in cui l'aveva visto come figo era quando aveva battuto Cell e basta. Per il resto l'aveva sempre considerato uno sfigato.

-Ma vuole scherzare?!- chiese con faccia schifatissima, come se avesse mangiato un limone:-Non è per niente il mio tipo suo figlio! Può starne certa!

Chichi inarcò un sopracciglio:- Quindi siete solo amici?

-Neanche! L'ho appena conosciuto!- disse riprendendosi.

A quel punto Chichi sorrise:- Meno male. Allora in questo caso puoi restare qui quanto vuoi.

Elena aveva sempre considerato Chichi come una tipa strana: sempre fissata con i compiti e la scuola, sempre arrabbiata... e ora, dopo averla guardata con tanta diffidenza le diceva di stare li quanto volesse.

Potrei benissimo essere l'assassino della porta accanto! Anche se loro sono le persone più potenti dell'universo! Forse Goku dovrebbe “soddisfarla” di più... pensò constatando che quella donna era strana quanto la serie tv.

-Ho preparato la merenda ai ragazzi. Vuoi unirti anche tu?

A quella richiesta, però, non potè fare a meno di sorridere:- Si grazie, accetto volentieri.

 

Erano tutti e quattro seduti ad un tavolo in giardino a fare merenda. Elena stava nel frattempo raccontando come fosse venuta lì, ad iniziare dal fulmine rosso che aveva colpito la sua televisione.

Alla fine del racconto, tutti rimasero un po' in silenzio.

-E adesso che farai, sorellona?- chiese Goten.

Dopo aver guardato strano Goten per come l'aveva chiamata, Elena poggiò il viso sul tavolo:- Questo ancora non lo so. È un sogno trovarmi qui da voi, però penso che in questa dimensione non sopravviverei nemmeno per una settimana.

-Ma come pensi di fare per tornare a casa?- chiese Gohan.

Elena ci pensò su, anche se, in conclusione, non ne aveva la benchè minima idea.

Sospirò:- Non lo so. Qui non avete macchine per salti spazio-temporali o qualcosa di simile, vero?

-Trunks era venuto dal futuro con una macchina costruita da Bulma, però quella è di un altro tempo e la nostra non penso ne sia ancora in grado.- disse Gohan.

Elena si stava scorraggiando sempre di più. Doveva pure esserci una soluzione.

-Non può nemmeno costruirmi una televisione che possa risucchiarmi in un'altra dimensione ancora?- chiese sorridendo, cercando di essere un po' più umoristica.

Goten rise:-No, mi sa di no.

-Scusa, Elena, posso sapere come fai a conoscerci? Non ce lo hai detto.- chiese dopo Chichi, molto più simpatica che dal suo arrivo.

-Vedi...- cercò di inventarsi qualcosa di credibile:- Nella mia dimensione siete molto conosciuti, però diciamo sotto altre vesti.

-In che senso?- chiese Gohan.

Elena voltò lo sguardo altrove:- Questo non posso dirvelo.

Chichi le poggiò una mano sulla spalla, facendola nuovamente voltare:- Stai tranquilla. Non sei obbligata a raccontarci tutto. L'importante è che la parte più grossa ed essenziale ce l'hai detta.

La donna si alzò ed iniziò a sparecchiare:- Se vuoi, finchè non trovi una soluzione per tornartene nella tua dimensione, puoi stare qui. La casa è piccola, ma ci si può stringere.

Elena non si aspettava una proposta simile:-M-ma Chichi! Sarei solo di disturbo!

La donna le sorrise calorosamente:- Tranquilla. E poi qui non hai un posto dove andare, no? Approfittane.

Elena non aveva mai pensato che la moglie di Goku potesse essere così buona:- Grazie, Chichi. Non ti sarò mai grata abbastanza. 

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Capitolo 9
*** Marta 'vs' Vegeta... ***


-E questo è tutto.- concluse Marta mandando giù un biscotto.

Marta aveva raccontato tutta la vicenda davanti ad una tazza di tè e biscotti a Bulma e Vegeta.

Vegeta sbuffò:- E tu vorresti darmela a bere?- gli chiese con tono duro:- Saresti stata portata qui da un lampo rosso? Ma per favore!

-Vegeta...- lo rimproverò Bulma.

-E' la verità, Vegeta. Per quale motivo dovrei dirti una bugia? E poi scusa, anche tuo figlio è arrivato dal futuro e non mi sembra che vi abbia fatto così strano.

Bulma strabuzzò gli occhi:- Sai addirittura dell'arrivo di Trunks dal futuro!

-E potrei sapere, se vieni da un'altra dimensione, come fai a sapere tutte queste cose su di noi?- gli chiese Vegeta sempre serio e a braccia incrociate.

Marta sospirò:- E'... complicato.

-Prova a spiegarti.

In tv sembra più simpatico, pensò trattenendosi dal guardarlo male.

-Diciamo che siete come delle rockstar o qualcosa della stessa fama e che non esiste persona sana di mente che non vi conosca.

Marta fissò la faccia di Vegeta, che non cambiava espressione.

-Soddisfatto?- chiese.

-Famosi? Noi?- chiese Bulma esterrefatta.

Marta annuì:- Siete i miei preferiti, e anche di due mie amiche.

Vegeta inarcò un sopracciglio:- E' impossibile.

-Tu dici? Fammi qualche domanda sui vostri combattimenti. Tipo su quello contro Freezer. Da brava vostra fan so tutto.

Vegeta poggiò le braccia sul tavolo, fissandola negli occhi.

-Quante trasformazioni ha effettuato Freezer?

-Contando dalla prima fino a quella super pompata cinque.

-Chi è stato a diventare super saiyan per primo?

-Goku. O, come lo chiami tu, Kaaroth.

-Chi è morto contro Freezer?

-Te, Crilin e tutti i nammecciani tranne Junior. Vuoi continuare?

Vegeta la fissò in modo truce, mentre la moglie gli poggiava una mano sulla spalla:- Direi che come prova basti, Vegeta.

Trunks entrò in cucina, con la richiesta di preparargli qualcosa per merenda alla madre.

È davvero carino, con l'aria un po' strafottente del padre e la spensieratezza di un bambino, pensò sorridendo.

Marta tornò a rivolgersi a Vegeta:- Allora, ti basta come prova che voi siate così famosi nel mio mondo?

In tutta risposta ebbe un sonoro 'Tsk' da parte del saiyan, prima che si alzasse e se ne andasse.

Non è che magari si è offeso? Si chiese la ragazza guardandolo sparire dietro l'angolo della porta.

-Ti chiedo scusa, Marta, Vegeta è fatto così. Non sai infatti quanti problemi mi causi...- si scusò Bulma iniziando a togliere le tazze vuote.

La ragazza le sorrise:- Non ti preoccupare, Bulma. So benissimo com'è fatto e non sono per niente offesa.

Bulma si avvicinò un po' di più a Marta:- Ma in che senso siamo famosi?- bisbigliò.

E adesso?

-Come dire... Siete una specie di leggenda. Una storia che almeno una volta qualcuno ha ascoltato, come Cappuccetto Rosso o Hansel e Gretel... Anche se non penso che voi li conosciate.

-Pensi bene.- disse Bulma, facendo ridere Marta.

È molto più simpatica e “sensata” che nella serie tv, pensò Marta.

Trunks scese dal tavolo:- Mamma, io vado da Goten.

Prima che Bulma potesse rispondergli, Marta esplose:- Vai da Goten?!

Il ragazzino quasi si spaventò e indietreggiò leggermente:- S-si...

Allora anche Marta si alzò dalla sedia:- Posso venire con te, per favore? Ho sempre desiderato conoscere la famiglia Son!

Trunks guardò la madre, non sapendo cosa fare.

La donna sospirò:-Va pure con lei, Trunks. Ti spiego tutto quando torni.

Detto ciò, Marta sorrise felice e andò dietro al bambino fino alla porta d'ingresso.

Una volta che furono in giardino, Trunks si rivolse a Marta:- Tu sai volare?

-No. No...

Trunks inarcò un sopracciglio:- E come pensi di andare fin la?

Marta ci pensò su: non sapeva la strada, non sapeva volare, ma sapeva che ci avrebbe messo una vita a piedi.

Alla fine le venne in mente solo un modo:- Non è che potresti portarmi tu, per favore?

Il bambino la guardò come se fosse pazza.

-Sei molto forte, no? Non dovrebbe essere un problema portarmi in spalla.- gli disse, sbattendo le ciglia come per incantarlo.

Trunks sospirò, scofitto:-Va bene.

Marta gli poggiò saldamente le mani sulle spalle, prima che il ragazzino spiccasse il volo. 

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Capitolo 10
*** Tre ragazze nel Dragon World! ***


Re Kaioh continuava a cercare, mettendoci più tempo del solito.

Goku si era sdraiato sul prato, mentre Fede giochignava con la sua aureola, in preda alla noia, mentre Bubbles girava intorno ai due scimmiottando.

La ragazza guardò prima il re e poi il ragazzo:- In genere non ci mette così tanto per un solo pianeta... o sbaglio?- chiese a Goku.

-Bè, evidentemente si è rivelato più complicato del previsto.- rispose Goku.

Fede continuò a fissare a turno i due, finchè Re Kaioh non si mosse impercettibilmente, facendo però riscuotere la ragazza.

-Ha trovato qualcosa?- chiese alzandosi.

Il re si girò verso di lei:- Mi dispiace, Fede, ma purtroppo sembra che per il momento nessuno sappia aiutarti.

Fede strinse i pugni, scorraggiata come non mai. Avrebbe sul serio passato il resto della sua vita lì...

-Però ho trovato un fatto molto interessante.- le disse.

-Che fatto?- chiese con un briciolo di speranza.

-Sembra quasi che tu non sia l'unica che sia stata catapultata nella nostra dimensione da un'altra.

-Dice davvero Re Kaioh?- chiese Goku alzandosi.

In tutta risposta il Kaioh si rimise a nord:- Vieni a vedere.- disse a Fede.

La ragazza aveva visto abbastanza episodi per ricordarsi come si facesse a vedere che succedeva sulla Terra.

Poggiò con cautela la mano sulla schiena di Re Kaioh.

In pochi secondi le immagini presero a scorrergli nella mente come un fiume in piena: distinse chiaramente la figura minuta di Trunks bambino che volava sopra i boschi. Sulle spalle portava una figura più grande di lui, una ragazza dai capelli castani e lisci, con occhi marroni e un nasino lievemente all'insù. Quel viso che le aveva sempre ricordato una bambola.

Marta. Anche lei era lì...

Poi le immagini cambiarono: si trovava davanti alla casa di Goku e della sua famiglia. Lì in giardino vi erano i due fratelli, seduti uno di fronte all'altro ad un tavolo di legno. Seduta di fianco a Goten, vi era una ragazza snella e alta, con gli occhi verdi, la pelle chiara e i capelli castano scuro che arrivavano alle spalle.

Non era possibile! Quella era Elena! La sua migliore amica.

Ma cosa ci fanno pure loro qua?! Si chiese in preda ad una crisi di nervi.

D'istinto staccò la mano dalla schiena di Re Kaioh e automaticamente le immagini cessarono, riportandola sul piccolo pianeta del Re.

Goku la fissava interrogativo come Bubbles.

-Visto?- le chiese Re Kaioh.

-Si ho visto.- rispose frastornata:- Ma la cosa sconvolgente è un'altra: quelle due, si da il caso, sono due delle mie migliori amiche.

-Sul serio?- chiese Re Kaioh.

-Già... Ma come mai anche loro due sono lì?

-Magari anche loro hanno avuto la tua stessa identica sorte...- commentò Goku ragionandosi su.

Fede si mordicchiò il pollice, pensierosa.

Perchè a noi? Si chiese esasperata. Poi si rivolse a Re Kaioh:- Però non c'è nessuno che mi può aiutare, giusto? Ne io ne loro.- chiese.

Re Kaioh sospirò:- Mi dispiace, cara. Non sono stato in grado di trovare nessuno.

-E ora che faccio?- si chiese sottovoce massaggiandosi le dita doloranti.

Fede venne riscossa dalla mano di Goku poggiata sulla sua spalla:- Tranquilla, Fede. Vedrai che qualcuno lo troviamo.

-Tu credi?- chiese Fede speranzosa.

Goku fece un sorriso radioso:-Ma certo! Vuoi dire che in tutto l'Universo non c'è qualcuno in grado di aprire varchi per altre dimensioni?

Fede sorrise, pensando che nell'Universo di Dragon Ball praticamente tutto era possibile.

Goku indicò la casetta di Re Kaioh sul piccolo pianeta:- Puoi restare qui con noi finchè non lo troviamo.- disse per poi rivolgersi a Re Kaioh:- Non è un problema, vero?

Re Kaioh sorrise in modo rassicurante:- Ma certo cara. Non è un problema.

Fede sentì crescere in sé un barlume di speranza, convinta di potercela fare.

-Grazie mille, ragazzi. Però posso chiedervi una cosa?

-Certo.- dissero Re Kaioh e Goku insieme.

Fede fece una faccia di supplica:- Posso avvertire ad Elena e Marta che ci sono pure io in questa dimensione? 

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Capitolo 11
*** Marta ed Elena di nuovo insieme! ***


Elena si mise comoda su una roccia ad osservare i due fratelli allenarsi.

Era finita nel mondo di Dragon Ball, ancora non ci credeva...

Eppure eccoli là: i fratelli Son che si allenavano in perfetto stile Goku. In mezzo ai monti Paoz, poco distante dalla casa dove Chichi si stava occupando delle faccende domestiche.

Grazie al cielo i Son si erano dimostrati cordiali e lei aveva un tetto sotto cui dormire. Però voleva i suoi vestiti e la sua camera da letto.

Sorrise a quel pensiero: quante persone avrebbero pagato per essere al posto suo in quel momento? E lei stava lì a lamentarsi che sarebbe voluta tornare a casa, invece di godersi il surreale e splendido mondo di Dragon Ball. Certo, quell'anime le piaceva perchè le ricordava i tempi delle elementari, però non era uno dei suoi preferiti.

Doveva godersi quegli attimi, perchè forse non le sarebbe mai ricapitato.

Come forse non potrei più tornare a casa mia... riflettè amareggiata.

-Va tutto bene, Elena?- le chiese Goten avvicinandosi.

La ragazza si portò le ginocchia al petto:- Si tranquillo. Ero solo sovrappensiero...

Il bambino le sorrise:- Sai, tra poco arriva un mio amico.

Elena riprese un po' di vitalità:-Stai parlando di Trunks, vero?

Goten la fissò stupito:- Conosci Trunks?

Elena fece spallucce:- E' un po' come con voi.

-Aaaah chiaro.

Appena finirono di parlare, una voce dall'alto richiamò l'attenzione dei tre:-GOTEEEEEEEEN!!!!

Trunks stava scendendo dal cielo.

Elena ebbe un tuffo al cuore: ormai non si sorprendeva più a vedere personaggi della serie spuntare da ogni dove, però si stupì molto di più nel vedere con Trunks quella figura più minuta ed elegante di lei...

-M-Marta?- chiese stupitissima.

La ragazza si voltò nella sua direzione con un'espressione stupita quanto la sua.

-Elena?- le chiese.

Quest'ultima le corse incontro e l'abbracciò fortissimo.

-Oddio! E tu che ci fai qui?- chiese a Marta felicissima di trovare qualcuno che conosceva davvero.

-Potrei farti la stessa domanda.

Trunks guardò Goten con aria interrogativa:- E quella chi è?- gli chiese sottovoce.

-E' una ragazza che ho conosciuto oggi. E quella invece chi è?

-Una che ho trovato svenuta stamattina nel mio giardino.

Gohan si rivolse a Trunks:- Anche lei viene da un'altra dimensione?

Il bambino dai capelli viola fece spallucce:- Non ne ho idea.

Elena andò dai ragazzi, dopo quell'attimo di felicità:- Lei è Marta. È una mia amica.

-Si, anche lei è di un'altra dimensione.- confermò Gohan.

Elena si rivolse all'amica:-Sei arrivata anche te qui perchè un lampo rosso ha colpito la tua tv mentre guardavi Dragon Ball e tu l'hai toccata, venendo risucchiata da ella. Giusto?

-Allora è stata la tv a risucchiarmi! Ora tutto si spiega!

E, mentre i tre ragazzi tornavano ad allenarsi, le due amiche iniziarono a raccontarsi di come fossero finite lì e di dove, ridendo delle gaffe che avevano fatto con i protagonisti dell'anime.

-Avresti potuto usare mille modi differenti per capire che anno della storia ti trovavi!- commentò Elena ridendo a crepapelle.

Marta rise a sua volta:- Ma la tua reazione quando hai visto i fratelli Son è impareggiabile.

Le loro risate furono interrotte da una voce che risuonò nella loro testa:- Ele, Marta, mi sentite?

Le due ragazze si guardarono, non capendo. Però una cosa la capirono eccome: quella voce era di Fede. 

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Capitolo 12
*** Chiamata dall'aldilà. ***


-Fede! Dove sei?!- chiese Elena alzandosi di scatto dalla roccia, ricevendo gli sguardi perplessi dei tre ragazzi.

-Non urlare! È una voce nella vostra testa, quella che sentite.

Marta guardò l'amica con aria interrogativa:- Ma da dove ci stai parlando? Sei pure tu qua?

-Si, sono anche io nel mondo di Dragon Ball. Mi trovo nell'aldilà e sto comunicando con voi attraverso Re Kaioh.

-Sei nell'aldilà? Che figata!- commentò Elena.

-C'è anche Goku con te?- chiese Marta con gli occhi che brillavano.

-Si, esatto. Voi invece siete con i fratelli Son e Trunks, giusto?

-Si.- dissero le due ragazze insieme.

-Bene. Come siete arrivate qua?

-Un lampo rosso ha colpito le nostre tv mentre stavamo guardando Dragon Ball e, quando abbiamo toccato lo schermo, siamo state catapultate nella sua dimensione!

-Allora anche a voi è successo!

-Si. Io non lo sapevo, ma a quanto dice Ele è così.- disse Marta.

-Sentite, non è che magari sapete se qualcuno può darci una mano a tornare nel nostro mondo?

-Come tornare?- chiese Marta, non capendo.

Elena si voltò verso di lei:- Non pensavi mica di rimanere in questa dimensione per tutta la vita, vero?

Marta distolse lo sguardo:-No... è che proprio non avevo pensato al fattore tempo. Non pensavo né di stare, né di tornare. Non ci avevo proprio pensato...

-Mi dispiace, Marta, ma prima o poi dovremo tornare, no?

-Si, è vero. Ma non possiamo restare ancora un po'? Quando ci ricapiterà un'avventura simile?- chiese Marta allargando le braccia.

-Tranquille: resteremo ancora per un po'.

-E perchè?- chiese Elena.

-Re Kaioh non ha trovato nessuno in grado di darci una mano sulla Terra. O almeno per il momento. Quindi mi sa che dovremo aspettare un po' di giorni....

-Ma non c'è qualcuno in grado di aiutarci nel resto dell'Universo?- chiese Elena con una nota di esasperazione nella voce.

-Non ne ho idea, però secondo Re Kaioh è più facile trovare qualcuno sulla Terra. Così siamo più vicini.

Marta ed Elena sopirarono. Sarebbero rimaste lì ancora per un po'...

-Avete un luogo dove alloggiare, vero?

-Si, i Son mi hanno invitato a stare da loro.- disse Elena tutta emozionata.

Marta si poggiò una mano su un fianco:- Io no, però penso che per i Brief non ci sia problema.- disse:- Però forse per Vegeta...- aggiunse poi sottovoce.

-Aspetta: Marta, sei finita da Bulma e Vegeta?!- chiese quasi euforica.

-Si.- rispose lei con un sorrisetto.

-Maledetta! Ti odio! Non è possibile!- le urlò con tono scherzoso, che fece scoppiare la ragazza a ridere, allentando la tensione.

-Bè, sei nell'aldilà con Goku, non ti puoi di certo lamentare!- la consolò Elena.

-Si, ma Vegeta è più figo!- disse Fede con voce falsamente offesa.

-Okay, ma tornando serie, tu rimarrai nell'aldilà, Fede?- chiese Elena rivolta al cielo.

-Non penso. Devo ancora vedere... Da una parte vorrei anche vedervi e conoscere gli altri protagonisti.... Però dall'altra non so se è possibile uscire dall'aldilà con tanta facilità....

-E allora che farai?- chiese Marta.

Si sentì un sospiro nelle loro teste:- Vedrò. Tanto qua c'è la casa di Re Kaioh ed è presente pure il cibo e il kit di prontosoccorso, quindi non avrò problemi a sentirmi “normale”.

-E se scendessi?- chiese Elena.

-Vi aggiornerò in futuro, ragazze. Però voi, se trovate qualcuno in gradi di darci una mano, contattatemi!

-Certo, contaci!- dissero in stereo Elena e Marta.

-Bene! Allora per il momento vi lascio, ragazze. Ci sentiamo più avanti!

-Ciao, Fede!- salutarono infine le ragazze al cielo.

Appena ebbero finito, i tre si avvicinarono.

-Vi siete connesse con Re Kaioh?- chiese subito Gohan.

-Più o meno: attraverso lui ci siamo connesse con una nostra amica che viene dal nostro mondo ed è stata spedita da Re Kaioh.- spiegò Elena.

-Fratellone, ma nostro padre non è da Re Kaioh?- chiese Goten a Gohan.

-Si, infatti è lì con lui.- disse Marta sorridendo:- E dice che ci contatteranno solo quando sapranno se c'è qualcuno che può riportarci a casa.- aggiunse.

-E c'è?- chiese Goten.

Prima che le due potessero rispondere, Trunks attirò l'attenzione portandosi le mani ai fianchi e pestando un piede:- Ma si può sapere di che state parlando?!

-Come? Non sai niente?- chiese Gohan sorpreso.

Trunks scosse la testa.

-In breve: io e lei veniamo da un'altra dimensione. Siamo state catapultate qui da un lampo rosso e ora dobbiamo trovare un modo per ritornare a casa.- spiegò Elena indicando prima se stessa e poi Marta.

-Ooooh.- disse Trunks, finalmente capendo. Poi si rivolse a Marta a braccia incrociate al petto:- E' per questo che hai fatto arrabbiare mio padre?

Elena e i due fratelli guardarono Marta interrogativi.

La ragazza si morse il labbro:-In tutta sincerità non ne ho idea del perchè si sia arrabbiato, però diciamo che forse non gli è piaciuta la mia storia...

Elena le battè due volte una mano sulla spalla:- Marta, Marta... Non si deve far arrabbiare il principe!

Marta sorrise:- Lo so, lo so... Ma ha iniziato lui!- disse facendo la voce da bambina.

-Ma allora quanto starete qui?- chiese Gohan, intromettendosi.

Elena si portò una mano al mento, pensando:- Non lo sappiamo con precisione, però dovremo aspettare qualche giorno, prima che Re Kaioh trovi qualcuno. E dobbiamo pure aspettare che Fede torni sulla Terra dall'aldilà.

Poi Gohan si rivolse a Marta:- E tu dove alloggi?

Marta si voltò verso il piccolo Trunks:- Non è un problema se sto da voi per un po', vero?- chiese facendo stupire Elena di come lo avesse chiesto, con così tanta naturalezza.

Trunks inarcò un sopracciglio:- Ti stai autoinvitando per caso?

-Non proprio, però non so dove altro stare, sennò.

-Se alloggi da noi, papà non sarà affatto contento.

Marta fece spallucce:- Se Bulma vorrà, dubito ci sia qualche problema. Sbaglio o tuo padre “si piega” sotto la volontà di tua madre?

A quella domanda Trunks non potè fare a meno di ridere:- Si, precisamente: lei vince sempre.

-Allora è ok se sto da voi?

-Direi di si.

Goten si girò verso Trunks:-Ehi, Trunks, che ne dici se diamo loro una mano, eh?

Gli occhi di Trunks si illuminarono:- Si, perchè no?

Gohan si grattò la testa e si avvicinò di più ad Elena:- Per qualunque cosa, io sono disposto ad aiutarvi.

Elena sorrise:- Grazie, Gohan. Forse un po' d'aiuto non ci farà male.

Come cambiano facilmente umore i ragazzi del manga... pensò, notando dall'espressione di Marta che probabilmente anche lei stava pensando la stessa cosa. 

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Capitolo 13
*** Gelosia inaspettata... ***


Fede staccò la mano dalla schiena di Re Kaioh con un lieve senso di vertigini, dovuto alle immmagini delle sue amiche nella mente.

-Quindi stai ancora qui con noi?- chiese Goku.

Fede si massaggiò le tempie:- Si, per il momento si. Però poi dovrò congiungermi con le mie amiche, no?

Goku sospirò:- E' vero. Però per il momento sarai nostra ospite.

Fede sorrise a sua volta:-Certo.

Prima la ragazza non se ne era accorta, ma dietro Goku era comparso un enorme tavolo con tantissime pietanze diverse.

Fede passò il suo sguardo interrogativo da Goku al tavolo per due o tre volte.

-Bè, si. Non hai fame?- chiese sorridendo.

Fede si accorse solo allora di come il tempo fosse volato e che il suo stomaco stava brontolando da un po'.

-Si, un po'.- ammise.

Goku si sedette al tavolo:- Allora mangiamo!- disse, iniziando a mangiare gran parte delle portate.

Fede inarcò un sopracciglio, mentre si sedeva di fronte all'uomo:- Non è nei vostri geni saiyan l'eleganza, vero?

L'espressione che fece il saiyan per esprimere il suo interrogativo mentre aveva la bocca piena di diversi cibi fu troppo buffa perchè Fede non scoppiasse a ridere.

Al tavolo, poco dopo, si unì pure Re Kaioh, mentre la ragazza iniziava a mangiare degli spaghetti con molta più calma e compostezza di Goku.

-Fede, cara, non sono sicuro che riuscirò a trovare qualcuno in grado di darti una mano, la sai?

Fede si rabbuiò un poco. Posò il suo sguardo sul piatto di spaghetti:- Si, ne sono consapevole. Però non sono mai stata una tipa pessimista e sono sicura che, se continuiamo a cercare e sperare, la fortuna ci assisterà.- concluse con un sorriso.

Goku mandò giù una coscia di pollo rumorosamente:- Che belle parole, Fede!

-Grazie. In un certo senso tu mi hai sempre ispirata, facendomi capire che non bisogna mai arrendersi.

-Eh? Io?- chiese indicandosi.

Fede annuì:- Sei sempre stato il mio idolo e ho sempre seguito i tuoi “insegnamenti”, se così li vogliamo chiamare.

Goku abbassò lo sguardo, quasi triste. Era la prima volta che la giovane lo vedeva così.

Ho detto qualcosa che non va? Si chiese critica.

-Goku, va tutto bene?- gli chiese sporgendosi fino a lui.

Il saiyan le rivolse uno sguardo da cane bastonato.

Fede non capiva il perchè di quella reazione.

-Sarò anche il tuo idolo, però preferisci Vegeta.

La ragazza non si aspettava sul serio quell'affermazione. Goku era invidioso di Vegeta? Uno stupro all'opera di Akira Toriyama, come lo avrebbe definito Marta.

-E... e perchè dici questo?

-Bè, prima quando eri in contatto con le tue amiche, hai detto che invidiavi la tua amica perchè era stata catapultata in casa Brief e che Vegeta è molto più figo di me!- disse con faccia e voce offesa.

Fede non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, arrivando quasi alle lacrime.

-Oddio, Goku! Non posso crederci!- disse Fede non riuscendo a smettere di ridere, iniziando a stringersi la pancia per il divertimento.

Appena riuscì a calmarsi, si alzò e si sedette di fianco a Goku:- Non puoi essere geloso di Vegeta! Andiamo!

-Però hai detto che è più figo!- continuò.

Fede alzò gli occhi al cielo divertita:- Bè, si, Vegeta lo trovo fighissimo, con quel fisico scolpito e quell'aria da Bad Boy.- disse con gli occhi che brillavano:- Però, se ti può consolare, tu non fai tanto il gradasso con il nemico, vantandoti di essere il più forte, per poi prenderle da tutti. Dalle mie parti questa è conosciuta come Figura alla Vegeta.

Allora fu Goku a ridere:- Sul serio?

-Si! Per carità, io lo adoro, però fa sempre così!

La risata di Goku si fece più rumorosa, fino a coinvolgere pure Fede. I due si guadagnarono da subito uno sguardo interrogativo e preoccupato da Re Kaioh e Bubbles.

Appena finirono di ridere, i due nuovi amici ripresero a mangiare.

Doveva godersi quei momenti con Goku, perchè sentiva che presto sarebbe scesa sulla Terra.

Aveva questo presentimento. 

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Capitolo 14
*** La confessione di Gohan. ***


Dopo una cena sostanziosa in casa Son, Chichi aprì il divano letto e prestò ad Elena un pigiama.

Aveva passato la serata a chiacchierare con Gohan e Goten in camera loro, e adesso si era buttata sul divano letto, cercando di dormire.

Dopo essersi rigirata diverse volte, rinunciò alla speranza di avere sogni tranquilli.

Accese la lampada sul comodino, in cerca del telecomando della tv.

Si fermò, ridendo piano, ricordando che era merito della sua tele se ora si trovava lì.

Magari anche questa mi risucchia in un'altra dimensione...pensò divertita.

Accese ad un volume bassissimo, iniziando a fare zapping, capendo già da subito che in quella dimensione avevano programmi davvero noiosi. E poi non c'era da meravigliarsi se preferivano salvare il mondo piuttosto che marcire sul divano!

Sbuffò, non trovando niente: canali di cucina, fitness, telegiornale, programmi comici tristissimi... ma chi guardava quella roba a quell'ora di notte? Bah! Stranezza di Dragon Ball!

Una porta alle sue spalle si aprì: Gohan ne uscì in boxer e cannotiera.

Appena la notò, si grattò la testa con faccia assonnata.

-Non riesci a dormire?- le chiese.

Elena fece spallucce:- Neanche te mi sembra.

-Io sto andando in bagno, a dire il vero.

-Oooh...- commentò per niente interessata, continuando a cambiare canale.

-Senti, ma non avete un canale... decente?- chiese senza voltarsi, cercando di essere il più educata possibile.

Gohan si bloccò poco prima di aprire la porta del bagno, per andare verso il divano di Elena.

Le prese il telecomando e si fermò un attimo a pensare ad un bel canale.

-Bè... Noi la tv non la guardiamo mai tanto spesso, quindi non ne so molto.- disse infine, rigirandosi il telecomando tra le mani.

Elena sbuffò, portandosi le ginocchia al petto.

-P-però potresti provare con i canali che vanno dal sessanta in poi. Se non sbaglio alla Kame House li guardano spesso.- aggiunse.

Elena alzò un sopracciglio:- Sbaglio o il Maestro Muten ha tendenze un po' da vecchio sporcaccione?

Gohan le sorrise timido:- Non sbagli.

Elena rise:- Allora non mi conviene provare a guardarli. Specialmente a quest'ora!

Alla risata si aggiunse pure quella del ragazzo.

Si vedeva proprio che non era abituato a trattare con le ragazze, proprio come il padre. Era sempre molto impacciato con lei. E perchè lo capisse pure Elena...

-Senti, Elena...- iniziò Gohan.

La ragazza si voltò a guardarlo con sguardo interrogativo:- Si?

Il ragazzo si sedette sullo schienale del divano, cosa che, se sua madre l'avrebbe visto, l'avrebbe mandato in bestia.

-Oggi, quando è arrivato Trunks con la tua amica, ti sei connessa con un'altra tua amica che è nell'aldilà, giusto?

Elena annuì, non capendo dove volesse andare a parare.

-Sai mica se lì con lei c'era pure mio padre?

Elena abbassò lo sguardo, capendo perfettamente quanto gli mancasse.

Certo che però Goku è un padre parecchio irresponsabile... pensò Elena, non volendo esprimere il suo giudizio ad alta voce.

-Si, penso di si. Mi ha detto che si trovava sul pianeta di Re Kaioh. Quindi penso che ci sia pure Goku.

-Ah...- disse piano il ragazzo, abbassando gli occhi.

Allora anche Elena si sedette sullo schienale:- Ti manca tanto?- gli chiese infine.

Gohan annuì, con un sorriso triste.

-Sai, non riesco a smettere di rimproverarmi per la sua morte: in fondo è solo colpa mia se è morto. Mia e della mia superbia.

Bè, infatti è colpa tua, pensò maligna, ricordando di come si fosse arrabbiata vedendo quell'episodio.

Però decise di consolarlo un po':- Vedi, Gohan, in te scorre sangue saiyan e...

Il ragazzo la guardò come se fosse un fantasma, il che le fece alzare gli occhi al cielo:- Vi conosco e vengo da un'altra dimensione. Non ti dovrebbe impressionare il fatto che sappia che siete saiyan, no?

-Ah, già, è vero...- disse Gohan abbassando lo sguardo di nuovo.

-Dov'ero rimasta? Ah si: anche tu sei un saiyan e nei saiyan scorre la brama di sangue e l'eccitazione che scatena un duello alla pari. Non ci puoi fare niente e, anche se provi ogni volta a tenere a freno la rabbia, prima o poi essa prevale.

Elena poggiò una mano sulla spalla di Gohan:- Tu non ne hai colpa: doveva andare così. Hai fatto solo quello che il tuo animo ti diceva di fare, pensando solo ai tuoi amici e a “vendicarli”. Che colpa c'è, nel voler bene agli amici?

Ma sono davvero io che sto dicendo 'ste cose a Gohan? Si chiese impressionata delle sue stesse parole.

Le guancie di Gohan andarono in fiamme e i suoi occhi si inumidirono lievemente.

Poi un sorriso timido e lievemente commosso passò sul volto del giovane saiyan:- Grazie, Elena. Nessuno mi ha mai parlato così.

Elena ricambiò il sorriso:- Prego.

Gohan si passò una mano tra i capelli neri:-Anzi, a dire il vero a nessuno l'ho mai detto.

Questa volta fu Elena ad arrossire lievemente: cos'era? Una dichiarazione?

-Però sta tranquillo.- gli disse Elena:- Fra un anno le cose cambieranno.

-In che senso?

Elena fece un sorrisetto furbo:- Non te lo posso dire. Però sappilo: cambieranno in meglio.

-Non puoi darmi neanche un indizio?- gli chiese curioso.

-No, mi dispiace.- disse infine con un sonoro sbadiglio.

Il sonno stava arrivando. Alle quattro di notte. Meglio tardi che mai!

-Io me ne torno a dormire.- disse infine Gohan, alzandosi.

Elena si rimise a letto, rimboccandosi le coperte.

Il ragazzo si fermò sulla soglia della sua camera:- Grazie ancora, Elena.- e chiuse la porta alle sue spalle. Non è andato in bagno, si accorse Elena, per poi sorridere, accorgendosi che, probabilmente, voleva fare qualcos'altro. 

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Capitolo 15
*** Breve capitolo: una nuova speranza. ***


Marta si lavò i denti con il suo spazzolino nuovo, guardandosi nello specchio e constatando che era davvero distrutta, guardando la sua faccia.

Alla fine Bulma aveva accettato di “tenerla” in casa loro, più perchè si divertiva a vedere come faceva arrabbiare Vegeta, che per misericordia, secondo Marta.

Bulma le aveva prestato una camicia da notte blu a maniche lunghe troppo grande per lei.

Era sempre stata minuta, rispetto a Fede ed Elena, quindi lo era per forza anche in confronto a Bulma.

Si arrotolò le maniche, fino a farle arrivare ai gomiti.

Se fosse capitata in un anno dove c'era già Bra e dove aveva la sua età, avrebbe potuto prendere qualche pigiama da lei, e invece...

Nello specchio vide che dalla porta era entrata Bulma:- Ti va bene la roba e la camera?- le chiese in tono gentile.

Marta la guardò dallo specchio:- Si Bulma, è perfetta. Grazie mille.

-Allora... Come pensate di tornare a casa, te e le tue amiche?- le chiese. Poche ore prima lei e Trunks le avevano raccontato tutto.

Marta sbuffò:- Vorrei saperlo anch'io. Però Fede ha detto che Re Kaioh non ha ancora trovato nessuno...

-E allora che si fa?

-Bè, non è detto che sulla Terra non ci sia, però al momento non c'è qualcuno che ne sia in grado.

-E pensa che io non sarei in grado di costruire una macchina per viaggi in altre dimensioni? Non mi ha contata?- chiese Bulma con faccia offesa.

Marta si girò nella sua direzione con un barlume di speranza negli occhi:- Ne saresti in grado?

Bulma si morse il labbro:-Posso provarci. Del resto, nel futuro ho anche costruito una macchina del tempo!

Marta sorrise:-Già,è vero. Ma lo faresti davvero per una che conosci da appena un giorno?

Bulma le sorrise:-Sai, ultimamente mi annoio perchè non so più cosa inventare di nuovo: riuscire a costruire una macchina per un'altra dimensione potrebbe essere una nuova sfida per me e servirebbe a dimostrare ancora una volta che sono un vero genio!- concluse facendole l'occhiolino.

Marta trattenne una risata euforica:- Oddio, Bulma, grazie!

-Di niente, cara.

Marta non poteva crederci: forse avevano la soluzione. Non vedeva l'ora di comunicarlo a Fede ed Elena. 

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Capitolo 16
*** La 'promessa' di Goku. ***


Fede si mise su un fianco sulla sdraio di Re Kaioh.

Nell'aldilà non avevano bisogno di dormire, quindi lì non c'erano letti. Allora Re Kaioh le aveva prestato la sua sdraio e una coperta.

Anche se lì era sempre giorno, Fede sentiva il sonno e la fame legate all'ora della sua città.

Quindi adesso voleva dormire un po'.

Certo, con quella luce non era poi così facile, e i discorsi di Re Kaioh e Goku, misti agli scimmiottii di Bubbles non aiutavano, però doveva tentare, per essere pronta ad affrontare un nuovo giorno.

Già, un nuovo giorno...

Chissà come aveva reagito sua madre al non vederla più in cucina.

Sospirò, pensando alla sua preoccupazione e a che situazione si sarebbe scatenata con la sua scomparsa.

E poi chissà come reagirà quando le spiegherò cosa mi è successo! Pensò con un sorriso.

Un tonfo alle sue spalle la fece scattare a sedere.

Goku era per terra in mezzo all'erba, con degli strani sacchi rigonfi che gli prendevano braccia e gambe, arrivando fino alle ginocchia e ai gomiti. Si stava allenando, in sostanza.

-Va tutto bene?- gli chiese Fede, sorridendo alla vista di quello strano “abbigliamento”.

Il ragazzo si rimise in piedi:-Si. Re Kaioh mi ha aumentato il peso dei sacchi.

-A quanto?- chiese.

-A ottanta chili l'una.

-Ottanta?!- chiese sbalordita, però poi ricordando l'incredibile forza di cui erano dotati i saiyan.

-Già, ma tranquilla, ci farò presto l'abitudine.- disse ammiccando.

Fede si risdraiò, posandosi il dorso della mano sulla fronte:-Scusa, ma non dovresti allenarti sul pianeta del Gran Maestro Re Kaioh?

Goku fece spallucce:-Si, in genere si. Però ormai mi sono affezionato a questo posto: qui mi sono allenato per fronteggiare i saiyan. Certo, però quando voglio allenarmi con qualcuno di forte, faccio un salto laggiù.

La ragazza sbattè un paio di volte le palpebre:-Non è che un giorno mi ci porteresti? Sono curiosa di conoscere gli altri guerrieri fortissimi dell'aldilà e anche gli altri Re Kaioh.

Il saiyan le fece un sorriso da un orecchio all'altro da scaldare il cuore:-Certo! Assolutamente! Anche domani se vuoi!

A quel punto fu Fede a sorridere:-Ci sto!

-Bene!

Si sollevò da terra di qualche braccio ed iniziò a prendere a calci e pugni l'aria.

Mentre lo osservava, Fede tirò un sonoro sbadiglio, chiedendosi come avrebbe fatto a riposare con l'eroe del Dragon World che si allenava sotto i suoi occhi e con l'agitazione che di poter conoscere i Re Kaioh il giorno seguente. Non ce l'avrebbe mai fatta rimanendo incantata da quello spettacolo che probabilmente non avrebbe più rivisto in vita sua.

Sospirò di nuovo: forse non avrebbe più rivisto Goku allenarsi, come probabilmente non avrebbe più riabbracciato la sua famiglia e il suo mondo. Rabbrividì al solo pensiero, cercando di vedere tutto dal verso positivo e di credere che si sarebbe risolto tutto per il meglio. Anche se non ci sarebbe stata alcuna speranza. 

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Capitolo 17
*** Chiacchierata al telefono. ***


-Eh?! Sul serio?!- la mattina seguente il telefono di casa Son aveva squillato, portando una telefonata da casa Brief.

Marta si era fatta passare Elena da Chichi, per comunicarle che Bulma avrebbe provato a costruire la macchina per viaggi in altre dimensioni, e ora la felicità era alle stelle.

-Ma certo! Non sa quanto tempoci impiegherà, ma crede di riuscirci in massimo due settimane.- disse Marta, usando un tono più basso per comunicarle la second anotizia.

-Due settimane?!

-Si, ma forse potrebbe riuscirci anche prima.

Elena sospirò: voleva tornare a casa, certo, però voleva anche conoscere meglio il mondo di Dragon Ball e i suoi abitanti. Voleva avere la possibilità di godersi quell'avventura. Forse due settimane sarebbe stato più che sufficiente.

-Bè, forse è meglio così.

-E perchè, scusa? Non vedevi l'ora di andartene?

-Si, però credo che nessuno possa dire di essere stato nel mondo di Dragon Ball e che dovremo approfittarne per goderci questa dimensione.

-Io è da ieri che cercavo di dirlo a te e Fede. Si, i nostri genitori staranno in pensiero, però torneremo, e potremo vivere senza il rimpianto di non aver vissuto al meglio i giorni in questa dimensione, no?

Elena non potè fare a meno di sorridere:- Si, hai ragione.- disse iniziando a rotolarsi intorno all'indice il filo del telefono.

-L'hai già detto a Fede?- chiese tornando seria.

Elena poteva già vederla mentre si mordeva il labbro inferiore in quel silenzio:- E' qui che sta il problema: non ho la più pallida idea di come mettermi in contatto con lei. Mettersi in contatto con noi da Re Kaioh è una passeggiata, ma non lo è altrettanto da questo mondo.

Elena battè un dito sul molibetto su cui era posato il telefono, cercando di farsi venire in mente un'idea.

-Scusa, ma tu che sei l'esperta di Dragon Ball, non conosci un modo per metterti in contatto con loro?

Marta sospirò dall'altra parte del telefono:- Si, ma bisogna essere morto per andare da Re Yammer.

-E quale sarebbe l'idea? Magari è plausibile.

-Ecco, pensavo che magari il Supremo potrebbe portarmi da Re Yammer, così che io possa chiederle di incontrare Re Kaioh.

Elena storse il naso:-Potrebbe essere. Ma dovresti percorrere il serpente, no?

-Aaaah, è vero. E quindi?

Le due sospirarono insieme.

Elena si passò una mano tra i capelli:- A questo punto non ci resta che aspettare che sia lei a contattarci, o a scendere sulla Terra.

-Ma non aveva detto che saremo state noi a contattarla?

-Bè, si, ma non l'abbiamo giurato con il sangue! Magari lei scopre un modo più rapido per riportarci a casa e ci contatterà, no?

-Anche questo è vero.

-Allora per il momento non lo saprà, dico bene?

-Così sembra.

Tra le due amiche calò il silenzio. C'era qualcosaltro da dire?

-Come va a casa Brief?- chiese alla fine Elena per smorzare la tensione.

-Mah, bene. Bulma è molto simpatica e gentile, Trunks è un bambino fantastico e Vegeta... è l'orgoglioso principe dei saiyan.

Elena sorrise divertita:- Non gli hai più parlato, vero?

-Già. Si è limitato a guardarmi male ogni volta che incrociava il mio sguardo.

-Cos'è, è arrabbiato perchè tu vieni da un'altra dimensione e lui no?

Marta rise dall'altra parte del telefono:-Può darsi. E te che mi dici di casa Son?

Elena si guardò intorno, per vedere se c'era qualcuno che avrebbe potuto sentire:-Che dire: Chichi è premurosa, però è un po' strana, Goten è bellissimo e dolcissimo e mi chiama “sorellona”, e Gohan... Gohan si è... aperto.

-Aperto?- Marta non capiva che volesse dire quel verbo.

-Si. Ieri mi ha confessato che si sente in colpa per la morte di suo padre...

-Davvero? E tu che hai fatto?

-Ho messo insieme tutte le cose più profonde e poetiche che ero in grado di pensare e gliele ho dette, per fargli capire che non è colpa sua.

-Bè, è colpa sua eccome...- la sentì borbottare al telefono.

Elena rise:-Si, ma non mi sembrava carino dirglielo in un momento così delicato.

-Giusto, giusto. Ma deve saperlo che la verità fa male, no?

Elena rise più forte.

-Insomma! Hai finito di parlare al telefono? Si sentono le tue chiacchiere dall'altra camera!- sentì Elena dalla parte di Marta, capendo che si doveva trattare di Vegeta.

Marta sbuffò sonoramente:-Uffa, scusa! Ma che te frega se parlo al telefono? Cos'è, aspetti la telefonata della tua amante?

Elena soffocò una risata, non credendo possibile che Marta stesse rispondendo così al suo idolo.

Marta sospirò scocciata:-Scusa, ti devo lasciare. Il principino deve chiacchierare al telefono con la sua amante.- rispose facendo la voce da ochetta.

-Okay, ciao.- detto ciò la ragazza riattaccò il telefono, scoppiando poi a ridere.

In quel momento Gohan passò di lì:- Tutto bene?

Elena si riprese:- Si, si, tranquillo. È solo che il principe dei saiyan ha trovato pane per i suoi denti...- disse piano.

-Cioè?

-Mettiamola così: Marta vs Vegeta. Chi vincerà la guerra a suon di battute?

Gohan spalancò gli occhi:- Ma allora la tua amica è in pericolo!

Elena sbuffò, facendo un vago gesto della mano:-Ma figuarati! Non è una battaglia corpo a corpo: si dicono insulti e basta. Non devi prendere tutto così alla lettera.

-Ah, si... Ma Marta non lo sopporta?

La ragazza trattenne un sorriso a quella domanda:- No, figurati! Marta è una grande fan di Vegeta!

-Ma se lo è perchè lo tratta così?

-Non so. Penso lo faccia per non sembrare una ragazzina urlante tutta gasata.

Allo sguardo interrogativo del ragazzo, Elena iniziò a saltare facendo la vocetta acuta:-Oh mio Dio è il principe dei saiyan! Veggy ti amoooo!!!!

Gohan scoppiò in una fragorosa risata ed Elena lo seguì.

-Capisci ora?- gli chiese asciugandosi una lacrima.

Gohan si rimise dritto:-Si, credo proprio di si. Ma allora a te non importa se ci fai questa figura?

-E perchè dici così, scusa?

Il ragazzo sorrise:- Bè, per come hai reagito ieri alla vista di me e Goten.

La ragazza rise, arrossendo lievemente a quel ricordo:- Sono una figuraccia fatta persona. Alle volte non so come contenermi ed esplodo, facendo le gaffe più svariate.

Così, Elena iniziò a raccontare alcune delle sue figuracce più famose, facendo piegare il mezzosangue dal ridere.

Iniziava una nuova giornata nel Dragon World. 

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Capitolo 18
*** Rapporto complicato. ***


Marta mise giù il telefono molto imbronciata: perchè quell'uomo che tanto stimava era sempre di cattivo umore con lei?

Tirò una sonora sbuffata, andando in direzione di quella che adesso era la sua camera.

Si buttò sul gran materasso, mettendosi a sedere, accorgendosi di un dettaglio: il principe era lì sulla parta a fissarla male.

Marta ricambiò lo sguardo truce:-Qualcosa non va? Non dovevi telefonare?

Vegeta ringhiò.

La ragazza decise di provocarlo ancora un po':-Cosa c'è? Il gatto ti ha morso la lingua?

Vegeta fece un ghigno falsamente divertito:-E invece a te sono venute?

Marta divenne rossa, in preda ad imbarazzo e rabbia:-Come ti permetti, scimmione?!

-Tu mi provochi, io rispondo.- disse con un'alzata di spalle.

Allora si alzò e lo andò a fissare. Come immaginava:-Credi di riuscire a tenermi testa, non è vero?

-Non sarà di certo una mocciosetta come te a mettermi i piedi in testa.

Marta fece un sorrisetto furbo:-Allora, se pensi di riuscire a “sconfiggermi”, com'è che ogni volta eviti di guardarmi in faccia?- chiese con un'evidente alzata di sopracciglia.

A quella domanda, gli occhi del saiyan divennero due fessure, una vena iniziò a pulsare sul collo e sulla fronte. Stava per esplodere.

In un millesimo di secondo Marta si trovò sospesa a dieci centimetri da terra, con la mano del saiyan a stringerle il bavero della maglia. L'aveva sbattuta contro lo stipite della porta e ora la testa le andava a fuoco.

-Tu non hai idea di cosa io sia capace.- le disse con una voce da far paura, scandendo bene le parole.

Marta sostenne il suo sguardo, poi la mollò di scatto e se ne andò, probabilmente per evitare di ucciderla sul serio.

L'ho fatto arrabbiare, pensò sarcastica e massaggiandosi la testa.

Si ributtò sul letto, sbuffando. E adesso che avrebbe fatto? Non aveva per niente voglia di litigare di nuovo con Vegeta.

Doveva stare lì a poltrire sul letto tutto il giorno?

Cioè, sono nel mondo di Dragon Ball! Non posso di certo starmene a dormire mentre fuori ci sono tutti gli eroi della serie! Pensò decisa ad andare da qualche parte.

Scese le scale e andò alla porta d'ingresso, intenta a mettersi le scarpe, quando si accorse di una cosa strana: la casa era deserta.

Bulma stava sicuramente armeggiando con attrezzi per costruire la macchina per le altre dimensioni e le aveva detto che i suoi genitori erano partiti chissà dove. Ma Trunks e Vegeta dov'erano? Era con il principe poco prima.

Marta uscì dalla porta d'ingresso facendosi questa domanda, quando quell'enorme sfera bianca e nera che spuntava dal retro chiarì tutti suoi dubbi: dove altro potevano essere se non nella Gravity Room?

La ragazza non resistette alla curiosità e decise di dare una sbirciata, dimenticandosi di come l'aveva spinta contro lo stipite poco prima Vegeta.

Si aggrappò con fatica a uno dei finestrini rotondi e iniziò a guardare che succedeva all'interno: Vegeta stava colpendo a ripetizione Trunks, il quale cercava di schivarli e di contrattaccare.

Marta allungò ancora di più il collo per cercare di scorgere sul computer a che gravità si stavano allenando, ma niente, il riflesso sul vetro glielo impediva.

Però non doveva essere tanto elevata se entrambi si stavano allenando da normali.

Mentre faceva un ultimo tentativo di capire il numero della gravità, il volto serissimo di Vegeta comparve dall'altra parte del finestrino rotondo, facendo prendere un colpo a Marta, la quale mollò la presa dolente e cadde sull'erba con un tonfo.

Lo sportello della camera gravitazionale si aprì, facendone uscire un Vegeta sudato e a torso nudo.

-Si può sapere che vuoi ancora?- le chiese incrociando le braccia al petto:-Non ti è bastata la lezione di prima, ragazzina?

-V-volevo dare un'occhiata ai vostri allenamenti.- farfugliò Marta rialzandosi.

In tutta risposta Vegeta inarcò un sopracciglio, seccato, per poi sbuffare.

Rientrò nella camera chiudendo lo sportellone, come se niente fosse stato.

Marta sbuffò, dirigendosi fuori dal giardino.

Si allontanò dalla casa, cercando di ricordare il più possibile la strada.

Essendo che le Capsule Corporation erano in periferia, ci avrebbe messo un po' ad arrivare in centro.

Magari anche in questa dimensione esistono gli autobus, pensò guardandosi intorno in cerca di un mezzo pubblico. Sospirò, vedendo che la sua speranza era in risposta negativa.

Accelerò il passo, cercando di accorciare la distanza tra il centro e lei.

 

Ci mise un po' ad arrivare, ma alla fine la città aveva soddisfatto ogni sua aspettativa: era grande, caotica, futuristica. Proprio come ci si aspettava da quel mondo.

Non aveva la più pallida idea di che cosa avrebbe fatto, ora, visto che era senza un euro o uno zeny.

Uno dei cartelloni tecnologici appesi mostrava un video di Mr.Satan, che fece fare una smorfia a Marta, tentata di urlare contro il cartellone che era un impostore codardo e idiota. Fece qualche giro per le vetrine, guardando cosa andasse di moda in quella dimensione e guardò pure qualche spettacolo di alcuni artisti di strada.

Dopo un po', decise di andare un po' al parco lì vicino, magari per rilassarsi un po' e guardare la fontana.

Non aveva pensato di chiedere ad Elena se volesse venire con lei, così magari si sarebbe divertita di più e avrebbero potuto fare qualche battuta.

E invece era lì da sola, seduta su una panchina ad osservare le allegre famiglie che passavano e gli anziani che davano da mangiare ai piccioni.

Sospirò, pensando che non era un mondo poi tanto diverso dal suo. Le cose emozionanti si trovavano fuori da quella città, probabilmente tra i monti dove era finita Elena. L'unica cosa interessante dove era finita era Vegeta, il quale si mostrava particolarmente antipatico con lei. Certo, anche Trunks era una cosa interessante , però il principe dei saiyan era in primis.

Il brontolio del suo stomaco la risollevò dai suoi pensieri. Era già ora di pranzo e non aveva neanche uno spicciolo. Doveva tornare alle CC.

Si mise in marcia verso quella che era casa sua, per il momento.

Dopo un po' che si avviava fuori dal centro, iniziò a chiedersi dove dovesse svoltare.

Accidenti! Se l'era già dimenticato! Iniziò a sbattere un piede nervosa, cercando di ricordarselo.

Si era persa. Si era persa in un'altra dimensione. Si era persa in un'altra dimensione in città. Accidentaccio!

-Dove stai andando?

Una voce alle sua spalle la fece voltare di soprassalto. Vegeta stava lì, vestito tutto di nero con giacca di pelle e jeans scuri, con le mani in tasca.

-V-Vegeta! Che ci fai qui?- chiese stupita di trovarlo lì.

-Bulma si stava preoccupando perchè non sapeva dove fossi finita e mi ha chiesto di andarti a cercare.

A quelle parole Marta ricordò di essere uscita senza aver detto nulla a nessuno. Se ne era completamente dimenticata.

-Mi dispiace. Avrei dovuto avvertire.- disse.

Marta gli si avvicinò di più:-Però grazie al cielo mi hai trovato. Mi sono persa proprio adesso.

Vegeta alzò gli occhi al cielo, probabilmente disgustato davanti a tale idiozia.

Non mi aspetto di certo che sia felice di vedermi, pensò realista.

La prese per la vita, facendola quasi urlare dalla sorpresa, poi se la caricò in spalla come quei fidanzatini di oggi. Poi spiccò il volo, facendo rimanere Marta senza fiato. Stava volando sopra la città, dandole una visione a dir poco fantastica. Ma la parte più bella era che il principe dei saiyan la stava portando con sé.

-Certo che sei proprio strano, lo sai?- gli chiese divertita ricordando come poco prima fosse infuriato per le sue provocazioni. Come minimo non avrebbe voluto più vederla!

-Ah, sta zitta!- disse brusco e minaccioso.

Ma invece di farla tacere, il suo ammonimento la fece solo scoppiare a ridere, mentre appoggiava la testa alla sua schiena.

Ora si, che poteva dire di essere la ragazza più fortunata del mondo. Suo e non. 

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Capitolo 19
*** Il pianeta del Gran Maestro Re Kaioh. ***


Come già aveva capito dagli svariati episodi in cui l'aveva utilizzato, il teletrasporto di Goku era una figata!

Come le aveva promesso il saiyan, loro due più Re Kaioh erano andati sul pianeta del Gran Maestro. Per fare prima Goku aveva utilizzato la sua tecnica ed ora erano in mezzo al prato dove si stavano allenando gran parte dei guerrieri più forti della galassia che erano defunti in qualche impresa eroica.

Fede fissò meravigliata i numerosi guerrieri che si colpivano a vicenda o fendevano l'aria con qualche tecnica particolare. Cercò di ricordare se qualcuno fosse apparso in degli episodi.

Poi vide quell'omone vestito alla greca con fluenti capelli biondi venirgli incontro: Olibu.

Fede si posò una mano sulla bocca e guardò Goku, non smettendo di indicare l'uomo:-Ma quello è Olibu!

Goku sorrise:-Esatto. Ormai non mi dovrei più sorprendere se conosci pure lui, vero?

Fede ridacchiò:-Già.

-Bè, mi riesce troppo difficile!

A quell'affermazione i due scoppiarono a ridere.

Con un colpo di tosse architettato, Re Kaioh riportò la loro attenzione a lui e ad Olibu.

-Olibu, questa è Fede, una nuova amica di Goku.- disse Re Kaioh.

Fede si fiondò a stringergli la mano, gasatissima. Era felicissima di poter conoscere alcuni tra i guerrieri più forti di tutti i tempi di quella dimensione!

Goku, dopo le presentazioni, si rivolse a Fede:-Ascolta, noi andiamo ad allenarci. Tu fa pure un giro, ma non disturbare gli altri. Ci vediamo tra qualche oretta davanti alle porte del palazzo del Gran Maestro Re Kaioh. D'accordo?

-Agli ordini.- rispose la ragazza con un sorriso.

 

Goku, Re Kaioh e Olibu erano andati da qualche parte sul pianeta ad allenarsi e Fede aveva preferito sdraiarsi sotto un albero e osservare i più svariati guerrieri che passavano di lì.

Eppure voleva conoscere anche gli altri Re Kaioh, dei quali non vi era stata l'ombra.

Sospirò, poggiando la schiena al tronco dell'albero. Mi annoio senza Goku... pensò, cercando con lo sguardo il suo nuovo amico.

Alla fine decise di andare a cercare qualcuno di interessante, magari Paikuan o il Gran Maestro Re Kaioh in persona. Sarebbe stata una fortuna per una ragazza viva conoscerlo!

Mentre passava per i prati, molti guerrieri la guardavano sorpresi o perplessi. Forse perchè lì era l'unica donna oppure perchè non aveva l'aureola.

Andò in direzione del palazzo.

In poco tempo si ritrovò davanti alle sue grandi porte , rimanendo incantata ad osservare tanto splendore. Poteva entrare? Doveva bussare? Come si faceva ad incontrare il Gran Maestro? Ecco il dettaglio più significativo al quale non aveva pensato...

-Ti serve qualcosa, ragazzina?- una voce alle spalle di Fede la fece voltare di scatto.

Era un Re Kaioh, quello più basso e che aveva allenato Paikuan. Non ricordava a quale punto cardinale appartenesse, perchè ogni volta si confondeva.

Finalmente un Re Kaioh! Pensò Fede felice.

-Bè, stavo cercando il Gran Maestro Re Kaioh e...- si interruppe, accorgendosi di non essersi presentata:-Mi scusi, Re Kaioh, non mi sono presentata. Sono Fede, una specie di allieva del Re Kaioh del nord. Piacere.

Il re basso inarcò quella parte dove ci sarebbe dovuto essere il sopracciglio:-Re Kaioh del nord?

-Si, esatto.- Fede si indicò la testa, facendo un movimento circolare con la mano:-Quello che è morto pochi anni fa.

-Cosa che non mi sembra tu sia...- commentò piano.

A quell'affermazione la ragazza rimase zitta. Cosa sarebbe successo se si fosse scoperto che una viva era entrata nel mondo dei morti senza alcun permesso? Forse si doveva aver bisogno di un qualche permesso tipo Dante...

-Ecco, vede....

-Fede! Che cosa ci fai qui?- le chiese urlando una voce alle sue spalle, allarmata.

Era il Re Kaioh del Nord.

-Scusi, Re Kaioh, è che mi annoiavo e pensavo magari di fare un giro e mi sono imbattuta in questo Re Kaioh, mentre pensavo di cercare il Gran Maestro.

-Ma sei impazzita?! Non puoi commettere un atto del genere senza che un Re Kaioh ti accompagni!

Fede non capiva il perchè di tale allarmamento. Non le era sembrato un vecchietto così pauroso e che si arrabbiava perchè non era accompagnata da un Re Kaioh.

-Allora è una tua allieva. - intervenne l'altro Re Kaioh, provocando il suo “rivale”.

Il Re del nord ringhiò sommessamente.

-Qualcosa in contrario?- chiese serrando i denti.

-Nient'affatto. È che è troppo educata per essere una tua 'allieva'.

-Come ti permetti?!

La ragazza sapeva già perfettamente come sarebbe andata a finire. Avrebbero iniziato a litigare e non avrebbero più smesso, se non per un qualche miracolo divino.

Prima che la rissa iniziasse, Fede si rivolse al Re del nord:-Senta, può dirmi dov'è Goku? Magari vado a vederlo mentre si allena.

-Oh, si certo. È da quella parte.- disse indicando un punto imprecisato del pianeta, non staccando lo sguardo dall'altro Re.

Fede, per evitare di vedere spargimenti di sangue, si allontanò velocemente, cercando Goku.

Dopo una breve corsetta, lo trovò in compagnia di Olibu e di Paikuan, il quale, visto dal vivo, sembrava ancora di più un pesce. I tre stavano facendo un combattimento tutti contro tutti. Ma era possibile tra diverse galassie? Le interessava poco, a dire il vero.

-GOKU!- urlò Fede al saiyan, nel tentativo di farsi sentire, pensando poi che forse così l'avrebbe solo disturbato.

Goku in quel momento si avventò contro Paikuan, il quale parò il suo colpo, poi lo afferrò per la caviglia e lo fece roteare più volte, tipo tornado.

Al vedere quella scena Fede si fermò.

Poi, ecco che tutto accadde di nuovo così velocemente che nemmeno riuscì a rendersene conto: Paikuan mollò la presa sulla caviglia di Goku, il quale volò parallelo al terreno a tutta velocità nella sua direzione.

L'impatto contro la sua schiena fu violentissimo. Battè la testa contro il terreno coperto dall'erba.

Strinse più forte che potè gli occhi e le labbra, per impedirsi di urlare e soprattutto di piangere.

Si portò una mano al viso, che bruciava tremendemente. L'impatto con la schiena di Goku le aveva fatto sanguinare labbro e naso. Dalle spalle alla testa si sentiva il dolore dello scontro contro il terreno.

L'altra mano, la quale ora era sotto Goku, doveva essere stata slogata, visto il dolore acuto. Com'era possibile che il semplice impatto contro una persona le avesse procurato così tanto danni? Però quella non era una persona normale, ricordò.

Il saiyan si alzò rapidamente e sbiancò in volto mentre andava a controllarla.

-Fede!- urlò allarmato.

Anche Paikuan sembrò parecchio preoccupato:-Scusa! Non ti avevo visto.

Anche Olibu si avvicinò.

-Stai bene?- le chiese Goku.

Fede annuì, mentendo spudoratamente.

-Oddio! Stai sanguinando!- urlò con voce acuta, quasi isterica, come se non avesse mai visto un po' di sangue.

-Sto bene, Goku. È solo un po' di sangue.- disse con uno sforzo incredibile.

Non bastavano le dita, anche il viso e il polso, pensò sarcastica.

Proprio quando meno se lo aspettava, Goku la prese in braccio, il che fece sobbalzare Fede.

-Ti porto subito da Re Kaioh!- urlò lasciando lì Olibu e Paikuan.

A tutta velocità il ragazzo corse fino al palazzo del Gran Maestro, dove i due Re Kaioh erano impegnati a battibeccare come loro solito. Il ragazzo urlò il nome del suo maestro e gli spiegò in breve cosa era successo. Sembravano tutti così allarmati nel vedere solo un po' di sangue. Non era poi una cosa così grave, a parere di Fede, anche se faceva male.
E così iniziavano le sue giornate nell'aldilà.
 

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Capitolo 20
*** Lezioni di volo e altruismo. ***


-No, devi rilassarti di più.- le disse Gohan il più dolcemente possibile.

Elena si concentrò più che potè per rimanere quei pochi centimetri sollevata da terra, facendo uno sforzo immane.

Aveva chiesto a Gohan di insegnarle a volare. Il ragazzo all'inizio aveva cercato di rifiutare in modo gentile, ma alla fine le era bastato fare gli occhi dolci per convincerlo.

In un giorno aveva imparato cos'era l'energia spirituale e a controllarla, e ora stava imparando a metterla in pratica.

Alla fine non ce la fece più e cadde a terra, ansimando.

-Non pensavo fosse così difficile.

Gohan le si sedette accanto:-Ci vuole un po' di pratica per imparare a volare come me e gli altri.

-Immagino, ma non pensavo di dovermi sforzare così tanto.

-Il segreto non è sforzarsi, ma rilassarsi.

-Non è tanto facile comunque.

I due rimasero un po' in silenzio, poi Elena si alzò e riprovò: più provava più andava in alto. Ce l'avrebbe fatta, se lo sentiva.

Andava nel mondo di Dragon Ball e non imparava a volare? Neanche per sogno!

Passò il pomeriggio ad alzarsi in volo sempre più in alto, di tanto in tanto perdendo la concentrazione e quindi venendo presa in braccio da Gohan, per evitare che facesse una brutta caduta.

Verso il tramonto era riuscita a volare più in su degli alberi, senza neanche perdere la concentrazione ne sforzarsi tanto.

Salutò dall'alto Gohan con un sorriso trionfante. Il ragazzo alzò un pollice in segno che andava bene.

Gohan spiccò un balzo e le fu davanti.

-Impari molto in fretta. Complimenti.

Elena fece un inchino:-Grazia, milord.

Il ragazzo rise.

-Ora non mi resta che imparare a volare velocemente.- disse soddisfatta e decisa.

-Vuoi già provare?- le chiese esasperato.

-Perchè no? Preferisci fare domani, forse?

Gohan agitò le braccia davanti a se:-No,no! Figurati!

Elena sorrise trionfante:-Bene. Perchè mi servirà tutto il tuo aiuto per apprendere, Son Gohan.

Il saiyan sospirò:-Immaginavo. Allora iniziamo.

Così Gohan iniziò a spiegarle come controllare l'energia spirituale per volare più velocemente e come “regolarla”. Poi le fece vedere come fare.

Elena non ci riuscì subito, però in poco tempo migliorò subito, anche se non raggiungendo queste velocità così elevate.

-A tavola!- urlò Chichi sotto di loro dalla casa.

-Ah, finalmente si mangia.- commentò Gohan soddisfatto.

In effetti il sole era già calato e si era fatta ora di cena. E poi imparare a volare metteva fame.

-Tale padre, tale figlio.- commentò Elena piano, iniziando ad atterrare lentamente.

 

Quella sera Chichi aveva cucinato del pesce. Non sapeva che tipo, però era buono.

A tavola si parlò dei compiti che i due fratelli dovevano finire e che cosa avevano fatto in giornata.

Quando Elena disse che Gohan le stava insegnando a volare, Chichi la fissò a palpebre strette:-Sbaglio o tu e Gohan state entrando troppo in confidenza?

Elena alzò gli occhi al cielo: suo figlio aveva sedici anni, doveva lasciarlo respirare!

-No, affatto. È solo che ieri...- prima che Elena potesse raccontare della confessione che il ragazzo le aveva fatto la sera precedente, Gohan le lanciò un occhiata che voleva chiaramente dire “Non dire niente”.

-Lascia stare.- concluse infine.

Con gran sorpresa di Elena, Chichi non continuò le domande.

 

Goten si era addormentato sul divano sulle sue gambe, mentre stavano scherzando e giocando. Passò una mano tra i capelli neri del bimbo, reprimendo l'impulso di spupazzarselo e così di traumatizzarlo a vita.

Chichi era andata a dormire tempo prima e, in preda ai suoi soliti attacchi d'insonnia, aveva visto Goten uscire dalla camera perchè aveva fatto un brutto sogno. Allora si era fermato con lei a parlare e a ridere, e ora quel marmocchio dormiva beatamente sulle sue gambe.

Peccato che poi cresce con il solo pensiero delle donne, pensò rattristata.

La porta della camera di Gohan e Goten si aprì, mostrando il maggiore dei fratelli Son in piedi, mentre si passava una mano tra i capelli.

Elena gli sorrise:-Ha fatto un incubo ed è venuto da me. Sono riuscita a calmarlo e ora dorme come un angioletto.

Gohan le sorrise:-Meno male. Lui di solito non si alza mai la notte e mi sono preoccupato.

-Tranquillo. Dove altro poteva andare?

Il fratello maggiore si sedette accanto ad Elena.

-Domani devi finire di insegnarmi a volare.

Gohan sospirò:-Lo so. Però dovresti farcela in poche ore, considerando i risultati.

Elena sentì una punta di orgoglio a quell'affermazione: nemmeno Videl ci aveva messo così poco tempo! A parte che in quel periodo non avevano ancora incontrato Videl...

Gohan prese suo fratello tra le braccia, intento probabilmente a rimetterlo nel suo letto.

-Mi dispiace che ti abbia recato disutrbo.- le disse.

La ragazza inarcò un sopracciglio:-Recato? Ma come parli, scusa?

-Bè, nell'unico modo possibile...- disse facendo sospirare Elena per l'esasperazione.

Poi fece spallucce, ricordando ciò che le aveva detto:-Comunque non mi ha dato alcun fastidio. Io adoro tuo fratello.

-Già...- disse piano.

Quel ragazzo si imbarazzava facilmente in sua presenza. Doveva frequentare più ragazze. Ammesso che ce ne fosse una diversa da Videl che lo volesse!

-Goten non ha mai conosciuto Goku, vero?- chiese poi.

Gohan scosse il capo:-Era già morto quando mia madre ha scoperto di aspettarlo.

-Che peccato... Era un così grand'uomo.- disse, cercando di avere la reazione più normale del mondo, anche se in realtà lei sapeva già che poi Goten l'avrebbe conosciuto un anno dopo.

-Si, penso che nessuno sia come lui.

Allora Elena, ricordando la conversazione avuta a tavola, gli si avvicinò.

-Come mai non vuoi che tua madre sappia dei tuoi sensi di colpa?- gli chiese a palpebre strette, quasi lo stesse interrogando.

Il ragazzo abbassò lo sguardo:- Forse non sembrerà, ma mia madre è sicuramente quella che, dalla comparsa di Vegeta e Nappa, è quella che più di tutti ha sofferto. Ha perso mio padre più di una volta, l'ha aspettato per tantissimo tempo senza poter alzare un dito, è rimasta in ansia per un tempo interminabile quando io e lui eravamo in battaglia senza nessuno garanzia di ritornare, e lo è stata ancora di più quando siamo partiti per la volta di Namecc, senza poter sapere niente sulle nostre condizioni. Ha dovuto crescere due figli senza una figura paterna...- si bloccò un attimo, facendo una sorta di pausa ad effetto:-Non voglio che si preoccupi anche dei miei sensi di colpa.

Che purezza d'animo. E che altruismo, pensò con lo sguardo addolcito dalla tenerezza.

Elena gli mise una mano sulla spalla:-Capisco. Sei davvero buono.

Gohan arrossì ed abbassò nuovamente lo sguardo:-Grazie.

Alla fine lei le diede una pacca sulla spalla:-Ora va a dormire, mr. Son, perchè domani ti voglio attivo per insegnarmi a volare!

Dopo essere stato preso alla sprovvista, Gohan le sorrise:-Certo, hai ragione.

Elena si allungò e scoccò un bacio sulla guancia a Gohan, che lo fece arrossire, e uno sulla fronte di Goten, che mugugnò qualcosa nel sonno.

Si alzò con in braccio il fratello e imboccò la porta della loro camera.

-Buonanotte.- le disse prima di chiudere la porta.

Elena gli sorrise e si sdraiò. Il suo giudizio su Gohan non era cambiato, però doveva ammettere e che stava iniziando ad affezionarcisi. Però non poteva di certo battere il suo fratellino. Quello proprio lo amava.

Doveva dormire adesso: il giorno seguente probabilmente Gohan si sarebbe alzato presto e lei non avrebbe potuto replicare, visto che era lei quella che stava imparando a volare.

Chiuse le palpebre che iniziò a sentire pesanti, pensando con un sorriso che nessun sogno fatto in futuro avrebbe eguagliato quello che stava vivendo in quel momento. 

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Capitolo 21
*** Incontri notturni. ***


Il suo unico punto di riferimento per trovare la terrazza era quello di andare in salita, per il resto non sapeva come orientarsi, date le dimensioni di quella casa!

Alla fine eccola: una porta un po' più spessa delle altre e un po' più metallica, con un quadratino di vetro che faceva passare i raggi lunari.

L'aprì e uscì in terrazza a godersi quella notte di luna piena e trapuntata di stelle. Riusciva a rendere anche con le luci della città di sfondo. Chissà come si vedevano dai monti Paoz. Doveva chiederlo alla Elena, poi.

Si appoggiò alla ringhiera ed iniziò ad osservare il cielo. Si era svegliata perchè in preda ad un incubo, pieno di nemici di quel mondo, della sua dimensione che probabilmente non avrebbe più rivisto e scene truci. Non riuscendo a prendere sonno, si era avviata per i corridoi della casa, in cerca di qualcosa da fare. Alla fine aveva scelto la terrazza perchè non voleva disturbare la famiglia Brief che dormiva beatamente. E poi chissà cosa avrebbe fatto Vegeta se il suo regale sonno fosse stato disturbato! Proprio non voleva saperlo.

Si riarrotolò per l'ennesima volta le maniche della camicia da notte troppo larga. A sapere che sarebbe stata risucchiata da una televisione nel mondo dell'anime di Akira Toriyama si sarebbe preparata una valigia con tutto l'occorrente! E poi ridacchiò a quel pensiero. Vestiti, spazzolino e dentifricio, qualcosa da mangiare e la macchina fotografica con blocchetto per gli autografi. Perchè no? Sicuramente l'avrebbe fatto.

E, a proposito di qualcosa da mangiare, il suo stomaco iniziò a brontolare. Si fece schifo da sola: a quell'ora aveva fame! Bah!

Decise di scendere, un po' sconsolata, dato che dopo tanti tentativi, al buio, aveva trovato la tanto “ambita” terrazza.

Ritornò giù, con gli occhi perfettamente abituati all'oscurità, cercando la cucina, che era una stanza molto più facile da trovare.

Nonostante il buio, riuscì a trovare con facilità il frigo, lo aprì e, dopo una strizzata d'occhi per l'improvvisa luce, iniziò a cercare qualcosa che fosse di suo gradimento, non troppo pesante.

Alla fine trovò una banana. Almeno quella le avrebbe fatto bene e l'avrebbe anche saziata almeno un po'.

Appena chiuse il frigo, sentì dei passi rapidi farsi sempre più vicini, poi la luce della cucina venne accesa e la fece sobbalzare per la sorpresa.

Vegeta era lì, in piedi sulla porta in calzoncini, sudato e con un asciugamano intorno alle spalle. Sembrava leggermente sorpreso nel vederla lì. Marta si sentì improvvisamente colpevole di essere andata in cucina a quell'ora, come un bimbo che viene colto con le mani nel vasetto di marmellata. Per quale ragione, poi?

-Che ci fai qui?- le chiese brusco, mentre apriva il frigo a sua volta.

-Spuntino notturno.- rispose velocemente:-Tu, piuttosto. A quest'ora sei ancora ad allenarti?

Il saiyan tirò fuori dal frigo una bottiglia di aranciata.

-Non sono mica debole come voi esseri umani, io.- rispose senza dare una risposta vera e propria.

Si poggiò al frigo e bevve direttamente dalla bottiglia, mentre Marta si sedeva sul tavolo ed iniziava ad aprire il frutto.

Non parlarono per qualche secondo, poi lei si accorse che quel principe orgoglioso la stava squadrando molto intensamente. Probabilmente doveva essere molto più ridicola di quanto pensasse con quella camicia da notte tre volte più larga di lei.

-Posso farti una domanda?- gli chiese finita la banana.

Vegeta non rispose, ma lo prese comunque per un sì.

-Come mai non mi sopporti?

Il saiyan inarcò un sopracciglio:-Scusa?

Marta abbassò lo sguardo, un po' imbarazzata:-Sei sempre arrabbiato con me, non incroci mai il mio sguardo e ti irrita ogni cosa che faccio, anche la più banale.

Il saiyan rimase zitto per un po' a fissarla con un'espressione indecifrabile. Alla fine sbuffò.

-Ci dev'essere una ragione per cui io faccia così?- le chiese infine.

Marta appoggiò un gomito sulla gamba e ci poggiò il mento:-Non lo so. Dimmelo tu.

Vegeta le si avvicinò e le mise una mano tra i capelli, arruffandoglieli appena.

La ragazza, colta alla sprovvista, si ritirò di scatto, lievemente rossa in viso:-E questo che vuol dire?

Il principe non rispose, rimise la bottiglia in frigo ed imboccò la porta che portava alla sua stanza.

Marta rimase un secondo lì a rimettersi a posto i capelli, anche se sapeva che sarebbe stato inutile, visto che poi sarebbe andata a dormire di nuovo.

Ma che gli è preso? Si chiese, pensando che l'orgoglioso e testardo principe dei saiyan le aveva appena scompigliato i capelli con un gesto quasi d'affetto, paterno.

Forse significava che non le stava antipatica. Improbabile, ma considerò la possibilità.

Salì le scale e si diresse verso la sua camera. Appena fu davanti alla porta, vide Vegeta che stava entrando nella sua stanza. I due si fissarono nel buio, poi a Marta parve sorridere.

-'Notte mocciosa.- disse il saiyan chiudendosi la porta alle spalle e lasciando lì una Marta molto felice, con di nuovo la voglia di dormire sogni tranquilli. 

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Capitolo 22
*** Peggio di Bella Swan! ***


Una settimana. Era già passata una settimana. Anzi, era solo passata una settimana. Eppure le sembrava un'eternità.

Era sul pianeta di Re Kaioh e faceva avanti e indietro da quel pianeta a quello del Gran Maestro Re Kaioh, insieme a Goku, ovviamente, per gli allenamenti di quest'ultimo.

Aveva conosciuto diversi guerrieri con cui aveva fatto amicizia, ma ovviamente Goku restava il migliore. Aveva anche fatto la conoscenza degli altri tre Re Kaioh, i quali si erano dimostrati simpatici con lei, ma non tra di loro. Però non aveva ancora fatto la conoscenza del Gran Maestro.

Adesso era seduta su quella sdraio ad osservare l'allenamento a cui lo stava sottoponendo il re del nord.

Solo una settimana prima aveva rischiato di cadere dal serpentone e si era praticamente sfasciata per l'impatto con Goku.

Alla fine non era nulla di così grave: il naso non era rotto, le labbra si erano solo gonfiate lievemente con un taglietto sul labbro inferiore e il polso le faceva ancora male, ma niente di grave. Forse erano le dita quelle messe peggio: ancora bruciavano terribilmente e i tagli non sembravano essere migliorati. Accidenti a quel serpentone!

Eppure, nonostante quel dolore, si stava divertendo molto a stare con Goku e Re Kaioh. Il saiyan le sembrava quasi di conoscerlo da sempre. Era simpatico, semplice, pieno di vita e molto premuroso nei suoi confronti. E, anche se il fatto di non aver ancora trovato una soluzione per tornare a casa le metteva l'ansia, si stava divertendo e non poteva chiedere di più che stare con Goku. Eppure Re Kaioh continuava a cercare con grande impegno. Infatti era spesso sul lato nord del suo pianeta con le antenne dritte per captare qualcosa di utile.

Anche lui si dava così tanto da fare solo per lei. Erano così gentili...

Si alzò, certa di non poter stare un altro secondo ferma. Andò dritta da Goku, attenta a non finire come una settimana prima.

Il ragazzo si accorse subito dell'avvicinamento della nuova amica e si fermò, certo che volesse dirgli qualcosa.

-Tutto bene?- le chiese atterrando di fronte a lei.

-Si, si. Volevo chiederti una cosa.

-Certo, dimmi pure.- rispose lui con un sorriso.

-Potresti portarmi sul serpentone? Vorrei farmi una corsetta. Sai com'è: stare qui mi ha reso inattiva e vorrei fare un po' di sport.- ed evitare di accumulare ciccia e cellulite, aggiunse a mente, mentre glielo chiese lievemente imbarazzata.

Il saiyan sorrise:-Certo. Se vuoi posso farti fare un po' di esercizi.

Fede inarcò un sopracciglio:-Tu? Un saiyan grande e grosso che ha salvato la Terra innumerevoli volte e che potrebbe spezzarmi l'osso del collo con un dito?

Goku sembrava averci pensato solo in quel momento:-Si, in effetti hai ragione.- ammise con un risolino.

La prese tra le braccia come al loro primo incontro. Re Kaioh era troppo concentrato a cercare per accorgersi dello spostamento dei due.

Goku posò Fede sulla superficie argentea del serpente.

-Appena ti stanchi torna indietro. Sai, è piuttosto lungo e potresti perdere le forze facilmente.

Fede gli sorrise, commossa dal fatto che si preoccupasse tanto per lei:-Tranquillo, lo so bene.

Il ragazzo si mise in volo:-Bene, allora a fra poco!- e tornò sul piccolo pianeta.

La ragazza inziò a fare una corsetta per scaldarsi, poi aumentò l'andatura. I muscoli bruciavano, e le facero capire subito quanto fosse fuori allenamento. Eppure, nonostante avesse iniziato a correre da poco, si sentiva già stanca.

Non ci badò più di tanto, pensando a sua madre che le diceva di fermarsi solo se aveva delle fitte particolari.

Si allontanò parecchio dal pianeta di Re Kaioh, e allora iniziò a camminare in preda alle fitte all'addome.

Le girava tremendamente la testa. Aveva fatto troppo sforzo e ora barcollava, più che camminare.

Forse era dovuto anche all'altitudine, visto che il serpentone era sospeso sopra gli inferi.

Fece retro marcia e si avviò verso il pianeta che in quel periodo era diventata la sua casa.

Le palpebre le si fecero sempre più pesanti, probabilmente per la stachezza della corsa.

Quando non riuscì più a tenere gli occhi aperti, sentì i suoi piedi sbattere contro una scaglia e improvvisamente sentì la vertigine della caduta. Non aveva neppure la forza di tentare di nuovo di aggrapparsi. Era come se fosse in uno stato di dormiveglia, dove non riusciva a fare ne a capire niente.

Sentì qualcuno chiamare il suo nome, forse era Goku, oppure la sua immaginazione, ma le nuvole la inghiottirono e perse i sensi.

 

Quando si svegliò non aprì subito gli occhi, un po' perchè era stanca, un po' per i dolori alla schiena. Prese dei respiri profondi, poi aprì piano gli occhi, cosa che le costò uno sforzo incredibile.

Sopra di lei si stagliava un cielo rosso, con qualche nuvola dorata di tanto in tanto.

Si mise a sedere molto lentamente, in preda alla nausea. Il paesaggio intorno a lei era sconcertante: una distesa arida, con enormi palle di ferro piene di spuntoni e ossa di ogni genere. I suoi piedi erano immersi fino alle cavigli in un lago rosso. La picca su cui era posto il cartello di legno li accanto diceva tutto: Lago di Sangue. Alla velocità della luce ritrasse le gambe, in preda ad un conato. Dalla densità del liquido sulle sue gambe, doveva essere proprio sangue. Provò a sfregarselo via con le dita, scossa dai brividi, cosa piuttosto inutile.

Come ci era finita lì?

Ricordava di essere andata a correre sul serpentone e poi si era sentita più debole, fino a cedere alla stanchezza. Era caduta.

Il serpentone non è molto largo, il che significa che, se sono davvero svenuta là...

-...vuol dire che sono caduta negli inferi.- concluse ad alta voce con un tono smorzato dal panico.

Era negli inferi!!! Oddio! E adesso come avrebbe fatto a tornare su? Ma soprattutto, come avrebbe fatto con tutti i malvagi che probabilmente giravano di lì?

Perchè devono capitare tutte a me?! Si chiese lanciando un grido di frustrazione. Neanche Bella Swan attira così tanti guai!

Ebbe appena il tempo di formulare quella domanda esasperata che qualcuno le cadde di fianco pesantemente, che la fece urlare.

Era un omone dalla pelle rossa con le corna, un guardiano degli inferi, con un enorme squarcio al petto e il viso straziato.

Era stato ucciso?

Fede si allontanò dal corpo, in preda alla nausea, guardandosi frenetica intorno, nel caso un qualunque nemico fosse comparso.

Com'era possibile che un guardiano fosse stato conciato così? C'era qualcuno in grado di sovrastarli?

Le immagini dell'episodio dove Goku scendeva negli inferi con Paikuan nella sua testa le diedero la risposta.

-Oh no...- sussurrò appena.

Come avrebbe fatto? Era sola lì, senza Goku a proteggerla.

Un movimento alle sue spalle la fece voltare: Cell e Freezer si stavano avvicinando per controllare il corpo del guardiano. 

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Capitolo 23
*** Il Palazzo del Supremo e la rivelazione. ***


-Non mi prendi!- urlò Elena facendo la linguaccia a Gohan, che era diversi metri più indietro di lei.

La settimana prima aveva imparato a volare alla perfezione e, come aveva immaginato, era la sensazione più bella che un uomo potesse mai provare.

Volava spesso tra le nuvole, avvitava su se stessa, faceva lo slalom tra gli alberi, volava raso terra per le città ad una velocità così elevata che i cittadini non capivano neanche cosa fosse successo... Era più felice che mai. Non avrebbe mai pensato di essere grata a quel lampo rosso: ora sapeva volare!

L'ultima settimana l'aveva passata molto tranquillamente: quando nessuno era “disponibile”, chiamava Marta e insieme andavano da qualche parte, o in città o tra le montagne, questo di mattina, in genere. Nel pomeriggio, invece, Goten adorava portarla in giro per le montagne per farle vedere i suoi nascondigli, i nidi dei dinosauri, erbe commestibili o medicinali, i dinosauri ... Quale altra donna avrebbe potuto dire di averli visti vivi?

Insomma, Goten si era rivelato un eccezionale compagno di giochi. Quel bambino era praticamente diventato il fratellino che non aveva mai avuto. Forse non a caso la chiamava “sorellona”.

E poi adorava ancora di più quando Goten e Trunks si incontravano e insieme a lui portava pure Marta, così facevano qualcosa loro quattro.

E poi c'erano quelle volte dove Marta voleva stare a casa Brief e Goten doveva studiare e lei andava a volare un po' con Gohan. Si divertiva molto a fare gare con quel ragazzo, anche se quasi ovviamente lui la lasciava spesso vincere.

Come quella volta: lei volava al massimo della velocità e lui le stava dietro e solo ogni tanto le si avvicinava quasi a prenderla.

Era divertente, doveva ammetterlo.

Elena rideva a crepapelle, mentre sorvolava boschi popolati da dinosauri di ogni forma, dimensione e colore.

Ogni tanto lanciava uno sguardo indietro per vedere Gohan che le urlava qualcosa che il vento si portava via.

Poi la ragazza si bloccò di colpo e il mezzosangue le andò quasi contro, rischiando di urtarla.

-Ehi! Perchè ti sei fermata?- le chiese.

Elena allungò l'indice nella direzione di fronte a lei.

-Quello è l'Obelisco di Balzar!- disse con occhi luccicanti.

E infatti era proprio così: in mezzo a quegli alberi enormi si ereggeva quel lontano “bastone” bianco e sottile che risaliva ad altezze spropositate, fino a congiungersi con il Palazzo del Supremo.

-Già, esatto.- rispose il ragazzo, sconcertato per il fatto che sapesse pure dell'Obelisco.

-Wow! Ma è fantastico!- commentò Elena.

-Ci sei mai stata?- le chiese.

Elena scosse la testa. Era una domanda molto sciocca da rivolgere ad una ragazza che viene da un'altra dimensione.

-Ora che ci penso è da un sacco che non vedo Piccolo.- commentò il ragazzo ad alta voce, poggiando le mani sui fianchi.

-Piccolo?!- chiese euforica.

Ormai il ragazzo si era abituato alle reazioni esagerate della nuova amica, che tra l'altro era forse l'unica amica femmina della sua generazione che avesse mai avuto come compagnia.

-Ehm, già... Vuoi fare un salto?- chiese alla fine, comprendendo già la risposta della ragazza solo dal modo in cui le brillavano gli occhi.

-E me lo chiedi anche? Andiamo!- gli disse riprendendo a volare senza preavviso.

I due volarono paralleli all'obelisco e, dopo svariati metri, il volto di Elena si fece sempre più teso.

-Va tutto bene?- le chiese Gohan.

La ragazza annuì per niente rilassata:-E' che non mi piacciono le altezze così elevate, mi danno fastidio.- disse cercando di non guardare giù.

-Se vuoi possiamo andarci un'altra volta.- le disse cercando di essere gentile.

Elena gli fece un sorriso strafottente:-E perdermi l'occasione di conoscere il supremo? Neanche per sogno!

Allora Gohan rise ed entrambi aumentarono la velocità.

 

Quando passarono davanti alla “casa” di Balzar e Jirobay, salutarono rapidamente i due e salirono ancora più in alto senza fermarsi.

Poi eccolo lì: congiunto all'obelisco, grazie al bastone di Goku, il Palazzo del Supremo.

-Eccolo!- esclamò Elena indicacandolo emozionatissima.

Lo superarono, per poi atterrarci sopra agevolmente.

Elena si guardò intorno, esterrefatta della bellezza di quel luogo sacro e onnipotente.

Da dentro il palazzo uscirono due nammecciani e un essere dalla pelle nera: Dende, Piccolo e Popo.

Gohan conosceva ormai bene Elena, e prima che potesse fare un'altra figuraccia, il ragazzo andò a salutarli, seguito da lei.

-Quanto tempo, Gohan.- disse Piccolo stringendo la mano dell'amico.

Il ragazzo salutò pure Dende e Popo.

Il piccolo nammecciano, ormai cresciuto dal suo arrivo sulla Terra, le andò incontro.

-Tu devi essere Elena, giusto?

La ragazza lo guardò stupita:-Ma mi conosci?

-Dende è il nuovo Dio. Lui sa e vede tutto.- disse Piccolo, rivolto a lei.

-Quindi ha visto il mio arrivo?- chiese Elena, intuendo cosa il nammecciano volesse dire con quell'affermazione.

Lui annuì:-Sappiamo che vieni da un'altra dimensione, che ci sono pure due tue amiche con te e che tutti stanno facendo il possibile per aiutarvi. Re Kaioh, Bulma...

Elena sorrise:-Siete ben informati, eh?

Stranamente anche Piccolo fece un lieve sorriso:-Esatto.

-Quindi sapevate già tutto?- chiese Gohan sorpreso.

-Di che ti meravigli, Gohan? Dende sa sempre tutto.- gli disse Piccolo.

-Ah, già, è vero...- disse stolidamente.

-Visto che sembrava una questione interessante, stiamo dando anche noi il nostro contributo.- disse Dende rivolto ad Elena.

-Davvero? Grazie. Mi sento quasi in colpa per il fatto che così tanta gente che appena conosciamo ci stia aiutando...- disse Elena abbasando gli occhi, rossa in viso.

Il piccolo nammecciano le sorrise calorosamente:-Un supremo che si rispetti deve sempre aiutare i terrestri, di questa dimensione e non.

-Grazie.

Gohan si intromise nel discorso, mettendosi di fianco alla ragazza:- E al momento avete trovato qualcosa?

Dende si portò fino all'orlo della piatta forma, dove sotto si estendeva una Terra in miniatura.

-Si, devo dire che qualcosa ho notato.- disse senza voltarsi.

Elena si avvicinò molto piano per raggiungere il Supremo, reprimendo le vertigini che aveva al solo vedere il mondo da così in alto.

-E... e che cosa avresti notato?- chiese tesissima, cercando anche di scorgere qualcosa. Ma come faceva a distinguere tutto da quell'altezza?

Il nammecciano guardava lontano, serissimo, e presto si aggiunsero anche Piccolo e Popo, mentre Elena si aggrappava a Gohan, come sostegno per non “cadere” giù, sentendosi lievemente più sicura.

-Poco prima che voi tre giungeste in questo mondo, in un punto del mondo un castello ha sparato in cielo uno strano e sinistro lampo rosso, il quale ha letteralmente squarciato il cielo e poi è scomparso. Il giorno successivo, siete arrivate voi.- spiegò Dende.

-Aspetta, un lampo rosso?- chiese sorpresa Elena.

Il supremo annuì.

-Lo stesso che ha colpito le televisioni.- concluse Gohan per lei con tono quasi grave.

Elena era sconcertata. Finora non aveva avuto idea di come fossero giunte lì, ma pensava fosse un caso del destino. Anzi, non aveva mai fatto ipotesi logiche. Però almeno ora una cosa la sapevano: era stato qualcuno di quella dimensione a volere il loro arrivo. 

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Capitolo 24
*** Videogiochi e immagini satellitari. ***


 

-Non vale! Hai barato!- urlò Marta da un asteroide a Trunks, il quale gli aveva appena inferto un colpo che le aveva abbassato la vita di un bel po'.

In quella dimensione aveva proprio tutto: macchine volanti, dinosauri, alieni, animali parlanti, cyborg, oggetti che si possono chiudere in una capsula... e anche i videogiochi di ultima tecnologia.

Bulma l'aveva regalato a Trunks qualche giorno prima e adesso lo stavano provando.

Era davvero una figata: bisognava mettersi dei guanti, degli stivali e degli occhiali fatti apposta. Con quelli entravi in un videogioco ambientato nello spazio e dovevi annientare il tuo nemico, con colpi energetici e colpi fisici, mentre dovevi schivare gli asteroidi ed evitare che delle navicelle nemiche ti facessero fuori.

Trunks, forse perchè abituato alla battaglia nella realtà, era in netto vantaggio.

Eppure era molto divertente. Sembrava tutto così vero.

-Su, non fare la bambina! Accetta la sconfitta e forse ti darò la rivincita.- le disse con tono degno del figlio del principe dei saiyan, con tanto di braccia incrociate al petto.

Marta si rimise in piedi:-Accetto!

E i due ripresero a combattere, ovviamente virtualmente.

-E voi cosa state facendo?- chiese una voce brusca esterna al gioco.

-Pausa!- urlò Trunks, e il gioco si fermò, riportando i due alla realtà, nonostante avessero l'equipaggiamento per giocare addosso.

Vegeta era entrato nel salotto tutto sudato, con solo addosso i calzoncini e un'asciugamano intorno alle spalle.

-Ciao papà!- esclamò Trunks tutto contento:-Proviamo il videogioco che mi ha regalato la mamma.

Il principe inarcò un sopracciglio nero:-Videogioco?

-Non ne hai mai provato uno?- chiese Marta sorridendo.

Il saiyan restò in silenzio, confermando in negativo.

-Perchè non fai una partita, papà?- gli chiese Trunks porgendogli il suo equipaggiamento.

-Tsk, che sciocchezze.- disse sprezzante, intento ad andarsene.

-Pfui, non ci sa giocare e ha paura di perdere.- mormorò Martatra sé e sé.

Dopo quella sera che non sapeva dire se era stato un sogno o meno, il saiyan aveva in un certo senso cambiato atteggiamento: non era più così scontroso e non lo irritava qualunque cosa lei facesse. Alle volte addirittura la lasciava avvicinare e le permetteva anche di farle qualche domanda che non facesse arrivare al limite la sua pazienza (Es: come si era innamorato di Bulma, perchè aveva deciso di tornare a combattere ecc.).

In quei giorni si era molto divertita ad andare in giro per Satan City con Elena, così anche per comprare nuovi vestiti, questa volta con i soldi a portata di mano. Poi passava anche molto tempo con il piccolo Trunks, con il quale giocava e faceva battute. Con Bulma non parlava tanto, se non per dirle qualcosa riguardo la macchina per i viaggi in altre dimensioni o a tavola, come da manuale per una famiglia ordinaria.

Però, alla fine, quello a cui era più attaccata era proprio quell'orgoglioso principe dei saiyan: non parlavano così tanto, però si era instaurato una specie di legame fra loro.

Non era più raro che lei scendesse in cucina a notte fonda per fare uno spuntino notturno e che incontrasse il principe di ritorno dagli allenamenti serali.

Si mettevano lì, o a mangiare o a bere, ormai abituati l'uno della presenza dell'altro, per lo più in silenzio. E poi tornavano alle loro camere insieme.

Non le aveva mai risposto veramente sul perchè i primi giorni la odiasse tanto, però in fondo, con questo legame che si era creato, non le importava più tanto. E poi il saiyan molte volte le permetteva di assistere ai suoi allenamenti, cosa che le piaceva da impazzire. Certo, non lo diceva esplicitamente né con un sorriso stampato in volto, però quando lei glielo chiedeva lui faceva una sorta di grugnito per dire di si.

Alla fine non si era sbagliata: quell'uomo era davvero il suo idolo, quello che più stimava. Sorrise a questo pensiero, non accorgendosi che il saiyan le si era avvicinato.

-Come hai detto scusa?- le chiese scandendo bene le parole.

-Bè, è vero: non sai giocare, e non può che essere così, e quindi hai paura di perdere e di farci una brutta figura. Fine.- rispose come se niente fosse. Non le aveva mai fatto davvero paura, quindi perchè doveva fargliene adesso?

Il saiyan si voltò verso il figlio:-Dammi quegli arnesi.- ordinò secco.

Il bambino non protestò e diede l'equipaggiamento per giocare al padre, il quale se li mise.

Trunks lo fermò un momento e gli spiegò le funzioni, che non si doveva muovere per davvero, sennò avrebbe potuto benissimo uccidere Marta.

Alla fine quando Vegeta ebbe capito, Marta si mise in posizione di difesa:-Pronto, principino?- gli chiese con un sorrisetto. Ormai quello era diventato il suo soprannome, e il saiyan aveva perso la speranza di farglielo cambiare.

-Nuova partita!- disse Marta senza attendere una risposta.

Appena sullo schermo comparve la scritts Fight lei partì all'attacco contro Vegeta, il quale, evidentemente non ancora abituato, cercava di schivare i colpi e di tirarne a segno qualcuno.

Marta non era il massimo nel combattimento reale, però in fatto di giochi si poteva dire che era un'esperta e che in pochi erano riusciti a batterla, tra quelli Trunks.

Il principe si ritrovò in poco tempo con la vita rossa e, per completare il tutto, iniziarono a piovere meteoriti e ad arrivare navi nemiche.

Provò a lanciare un attacco come faceva spesso la sua avversaria, ma sbagliava mira e gli si abbassava l'energia.

-Ma come funzionano 'sti arnesi???!!!!- urlò Vegeta mentre cercava di schivarne il più possibile.

Marta respingeva meteoriti e sconfiggeva navi nemiche senza troppa difficoltà.

Alla fine, come lei stessa aveva immaginato, il principe perse.

-Vittoria!- esclamò la ragazza senza pensarci.

Poi tornarono alla realtà, in quanto il gioco era finito.

Vegeta buttò a terra guanti e occhiali, furioso per la schiacciante sconfitta.

-Che scemenza!- urlò come per non perdere la faccia.

Marta represse una risata, sicura di quale sarebbe stata la reazione del principe se l'avesse sentita.

-Però ti brucia comunque, papà.- gli disse Trunks con aria da bambino innocente.

Vegeta grugnì e allungò il braccio contro la televisione e quindi contro il videogioco.

Marta e Trunks ci misero poco a capire cosa volesse fare ed entrambi si apprestarono a bloccargli il braccio.

-No, Vegeta!- gli disse Marta come se fosse un cane.

-E' solo un videogioco, non ne vale la pena, per giunta nuovo.- gli disse Trunks per calmarlo.

-E poi magari a Bulma serve una tv da colpire per riportarmi a casa.- disse scherzosa Marta. Fece ridere Trunks, ma non Vegeta, il quale ritrasse la mano lentamente e se ne andò oltre una porta.

Appena se ne andò, Trunks raccolse l'equipaggiamento, constatando se fosse rotto o meno, cosa che alla fine non era.

-Un'altra partita?- le chiese come se non fosse successo nulla.

-Certo.-rispose sorridendo.- Poi che ne dici se usciamo?

-Ci sto!

E così i due ripresero a giocare.

-Marta! Marta!- urlò una voce esterna.

Misero in pausa e si tolsero gli occhiali: Bulma era entrata in un salotto tutta spettinata e rossa in viso, con il fiatone.

-Si, Bulma?- chiese lei lievemente preoccupata dal tono di voce della donna.

Bulma riprese fiato:-Vieni in laboratorio. Devo farti vedere una cosa.

 

Nel laboratorio sotterraneo di Bulma sembrava che fosse scoppiata una bomba: il pavimento non era riconoscibile perchè coperto da cavi di ogni dimensione, pezzi di metallo più o meno grandi, viti e attrezzi vari e un'enorme serie di fogli scritti e stampati che, avendo già ricoperto i due tavoli, erano scesi pure sul pavimento. E c'era anche una strana e sospettosa puzza di bruciato.

E io che credevo fosse Fede quella disordinata... pensò fra sé e sé osservando quella saletta.

Bulma si sedette sulla sedia dall'ampio schienale davanti al computer che era praticamente incastonato nel muro e iniziò ad inserire una serie di codici incomprensibili ad una mente normale.

-Stavo calcolando sul computer la potenza che avrebbe dovuto emettere il raggio per portarvi nell'altra dimensione e, visto che questo è un argomento completamente nuovo per me, ho controllato qualche informazione sui siti scientifici, riguardo alle teorie sull'esistenza di altre dimensioni...- fermò quelle dita che correvano veloci sulla tastiera e premette invio con il medio.

-...quando mi sono imbattuta per caso in delle immagini satellitari.

Sullo schermo apparve l'immagine di uno strano castello nero stile medievale. Dalla torre più alta partì un lampo rosso che colpì il cielo e lo squarciò per un tratto, per poi scomparire.

-Un lampo rosso...- commentò piano Marta, pensierosa.

Bulma si voltò a guardarla:-Hai detto che tu e le tue amiche siete arrivate qua attraverso un lampo rosso, no? Bè, sullo schermo è anche riportata la data dell'accaduto e risale al giorno prima del vostro arrivo.

Marta poggiò le mani sull'ampio schienale:-Ma che vuol dire? Quel lampo sarebbe la causa del nostro arrivo?

Bulma si fece improvvisamente seria, come nella serie non l'aveva mai vista:-Bè, vuol dire che qualcuno ha voluto che voi arrivaste qui.

La ragazza si inquietò non poco per questa informazione.

-Forse abbiamo trovato il modo di riportarvi a casa. 

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Capitolo 25
*** Sola negli Inferi! ***


 

Si rannicchiò contro le enormi palle spinate, facendo attenzione a non ferirsi o traffiggersi con quei giganteschi aghi.

Fece aderire la schiena al metallo freddo e si tappò la bocca con le mani, per evitare di urlare o di fare un rumore troppo molesto.

Anche se, quando il guardiano morto le era stato tirato accanto, Freezer e Cell erano piuttosto distanti, dovevano per forza essersi accorti di lei e di come si era messa a correre ai ripari. E poi lei non aveva idea di come si azzerasse l'aura e in quella landa desolata non ci avrebbero messo molto a trovarla. Avrebbero benissimo potuto distruggere tutti i possibili ripari.

Cercò di calmarsi, cosa che non era per niente una passeggiata, visto che aveva a pochi metri di distanza due dei più pericolosi nemici dei Guerrieri Z.

Non poteva rimanere nascosta per sempre. Doveva scappare. Ma dove? Negli inferi era pieno di cattivoni, l'episodio dove Goku risaliva al Palazzo di Re Yammer se l'era perso, quindi non aveva la minima idea da dove si risalisse e i guardiani erano completamente inutili alla forza di quei due.

In sostanza: era spacciata.

Sentì le loro voci avvicinarsi, ma non prestò tanto caso a ciò di cui stavano parlando. Era troppo presa dal panico per ascoltarli veramente. Aguzzava soltanto l'udito per cercare di sentire i loro passi, sentire quanto la sua fine sarebbe stata vicina.

Mentre era concentrata sull'ascoltare, un raggio laser viola, spesso quanto uno spaghetto, con un ronzio basso trapassò la palla con gli spuntoni con un tono secco, il quale le prese di striscio il braccio, poco sotto la spalla.

Iniziò a perdere sangue e si strinse le mani intorno al viso, graffiandosi pure con le unghie, per impedirsi di urlare. O almeno quanto le consentivano le fasciature intorno alle mani.

Sbattè più volte gli occhi anche per impedirsi di piangere.

Cacchio! Cacchio! Cacchio! Continuava a dirsi in testa. Com'era possibile che un raggio così piccolo potesse fare così male? Bruciava molto più delle dita, sembrava che qualcuno avesse messo un tizzone ardente sulla sua pelle.

Maledizione! E adesso cos'altro mi deve capitare? Ebbe giusto il tempo di pensarlo che una voce davanti a sé le fece raggelare il sangue.

-Trovata.- disse quel demone del freddo poco più basso di lei, molto più letale. Freezer la fissava con un ghigno divertito e crudele.

-Speravi davvero di riuscire a nasconderti dietro quest'ammasso di ferraglia?- chiese con scherno.

E adesso? Si chiese mordendosi il labbro già tagliato in precedenza. Senza rendersene conto, aveva iniziato a tremare.

-Tanto valeva tentare...- mormorò. Forse quel briciolo di coraggio le venne dal pensiero che si trovava in un anime, perchè nel suo mondo non ne avrebbe mai avuto il coraggio.

Poco dopo, ecco che apparve pure Cell.

-Eppure tu non sembri né un guardiano, né un'anima impura, ragazzina.- commentò il cyborg studiandola.

-Infatti non lo sono.- disse in un soffio, senza però mai abbassare lo sguardo.

Sono sola, negli inferi, con due demoni potentissimi, senza Goku ne qualcun'altro in grado di aiutarmi. La mia fine è dunque giunta? Si chiese stringendo un pugno, quasi per darsi coraggio.

Cell le si avvicinò ad una velocità non visibile ad occhio nudo, e le fu davanti con tutta la sua altezza e il suo senso di oppressione che trasmetteva.

-E cosa ci fa una mocciosa come te quaggiù?- chiese con un tono quasi gentile davvero inquietante.

Adesso era davvero in trappola, con la schiena spiaccicata contro la palla. Non c'era via di fuga.

E non c'era neppure Goku, l'unico in grado di salvarla da quella situazione.

Decise di non rispondere, più per paura che per altro.

La mano di Cell le strattonò i capelli, facendola urlare. Per un attimo ebbe paura che tutti i capelli che il cyborg le stava stringendo si staccassero.

-Ti ho fatto una domanda.- disse arrabbiato.

-S-sono caduta per sbaglio dal serpentone.- disse con uno sforzo incredibile.

-Il serpentone?- chiese Cell con una nota interrogativa nella voce.

Fede cercò di annuire, per quanto le fosse possibile.

-Eppure non mi sembra così morta.- commentò dietro Freezer, probabilmente notando anche lui che lei non aveva l'aureola sospesa sopra la testa.

Cell le esaminò la testa, come se avesse notato solo in quel momento quel dettaglio.

-Questo si che è curioso.- commentò Cell parecchio interessato:-E come ha fatto una ancora viva a finire nell'aldilà?- chiese aumentando la presa sui suoi capelli.

-I-io non lo so.- rispose, dicendo la verità. In parte.

-Ma davvero?- chiese più minaccioso.

Fede mugugnò di dolore.

-Si...- disse in tono strozzato.

Sempre con la presa sui suoi capelli, Cell la sollevò da terra, facendola gridare.

La tenne li sospesa per qualche secondo.

-Lo diresti anche se adesso ti trovassi infilzata in uno di questi spuntoni? Perchè sai, non sono molto paziente...

A quelle parole, Fede sbiancò ancora di più. Il panico prese presto possesso di lei, la quale iniziò a dimenarsi in aria, ignorando il dolore. Voleva solo scappare in quel momento.

Era in preda alla disperazione, che fece sorridere i due esseri divertiti.

-GOKU!- urlò infine, completamente disperata, serrando gli occhi.

Come a sentire le sue preghiere, il cyborg mollò la presa sulla sua testa, facendola cadere a terra in ginocchio, mentre sentiva un rumore di collisione tra due oggetti.

Si massaggiò la testa dolorante, mentre tornava a sentire il dolore al braccio e alle dita.

Cos'era successo?

Alzò gli occhi perplessa.

Poi ecco lì la risposta che la fece quasi ridere dal sollievo:Goku era in piedi davanti a lei e aveva appena colpito Cell, quasi l'avesse sentita.

Era salva. 

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Capitolo 26
*** Goku e Fede contro Cell e Freezer! ***


 

-Maledetto scimmione!- urlò Cell arrabbiatissimo.

Sul suo viso era comparso chiaramente il segno del pugno del saiyan.

-Ma tu guarda chi si rivede.- commentò Freezer con un ghigno quasi sorpreso.

Goku rimase serio a fissarli:-Ne è passato di tempo.- commentò semplicemente.

-Fede.- la chiamò senza voltarsi.

-Si?

-Allontanati il più possibile da qui o ne rimarrai coinvolta.

Fede non ci pensò un secondo di più ed iniziò a corre verso il riparo più vicino, cercando di non scontrare contro gli spuntoni delle palle di ferro.

Si nascose dietro un ammasso di ossa che ricordavano un T-rex dalle dimensioni. Era piuttosto lontano, ma permetteva comunque di sentire i discorsi dei tre alieni.

Metticela tutta Goku, gli mandò il suo pensiero di incorraggiamento.

A parte il taglio al braccio e il fatto che fino a qualche secondo prima aveva rischiato di morire, poteva ritenersi davvero fortunata: stava per assistere di persona ad un combattimento tra Goku e due dei suoi più potenti nemici.

-Vedo che non sapete proprio starvene buoni ed accettare il vostro destino di anime malvagie.- commentò Goku, riferendosi probabilmente al fatto che avevano ucciso i guardiani degli inferi.

Cell ghignò:- Non riesci proprio a non dire sciocchezze, vero saiyan?- poi si voltò leggermente a guardare il suo compagno:-Inizio io.

Freezer fece un vago gesto con la mano:-Prego, fa pure. Però poi lascialo un po' anche a me.

Fede strinse forte il teschio sotto le sue mani: un combattimento in quel momento. Non era lei la diretta interessata, eppure le budella iniziarono a torcersi nel suo corpo. E poi erano pure morti, quindi non poteva succedere niente di peggio a Goku. O almeno così sperava.

Il saiyan si mise in posizione di difesa, pronto a parare qualsiasi colpo, senza neanche trasformarsi.

Magari ha già raggiunto il terzo livello ed è diventato più forte da normale, ragionò Fede, pronta a qualsiasi mossa.

Cell scattò in avanti, con il pugno ben teso per l'attacco.

Goku parò senza difficoltà, però Cell attaccò con un altro pugno indirizzato alle costole, che però il ragazzo fu in grado di anticipare e saltare all'indietro, riaquistando le distanze.

Sembravano quasi due leoni che si fissavano male prima di attaccare, dovevano solo girare intorno e sarebbero stati identici.

Questa volta fu Goku a lanciarsi in avanti e a tirare una raffica di pugni e calci tipici dell'anime. Cell parò e tentò a sua volta di colpire.

Andavano molto veloci, come era immaginabile, però a Fede non riuscì così difficile seguire i movimenti dei due.

Aveva passato una settimana ad osservare Goku allenarsi con altri guerrieri a velocità impossibili da seguire e il suo occhio ormai si era abituato.

Era concentratissima ad osservare quel duello che non si accorse subito dei piedi bianchi con le unghie nere che atterrarono dolcemente sul teschio da cui era coperta.

Freezer la osservava con un ghigno sadicamente divertito, ancora prima di vederla agognare.

 

-Mi sembra noioso aspettare il mio turno senza fare niente, non ti pare?- le chiese l'alieno con un tono che annunciava chiaramente quanto avesse voglia di uccidere e quanto la domanda fosse retorica.

A Fede le si raggelò il sangue nelle vene. Era un'altra volta in trappola, e Goku non poteva aiutarla, perchè stava già combattendo.

Restò li a fissare gli occhi rossi del distruttore del pianeta dei saiyan con un terrore quasi doloroso. O magari era solo il taglio al braccio.

L'istinto le diceva di correre lontano, via, però il terrore era più forte e stava prevalendo.

Freezer alzò la mano al pugno, lasciando l'indice dritto, puntandolo contro di lei, senza mai smettere di sorridere maleficamente, mentre sulla punta del polpastrello iniziava a formarsi una piccola luce viola.

Fede capì al volo cosa stava per fare e si abbassò appena in tempo perchè il raggio laser venisse lanciato, disintegrando il terreno dietro di lei, alzando molta polvere.

Allora l'istinto riuscì a riprendere il controllo, approfittando dell'attimo di sorpresa dell'alieno per il suo schivamento e iniziando a correre in direzione opposta a lui.

Evidentemente Freezer si stava divertendo a vedere la sua fuga disperata senza meta e le lasciò un attimo di speranza, poi le fu addosso in un istante e l'afferrò per i capelli, facendola quasi cadere a terra per lo strattone.

Urlò per il dolore dell'ennesima presa per i capelli.

-Credevi davvero di riuscire a scappare?- le chiese in tono derisorio.

Fede strinse i denti fino quasi a sentirli scricchiolare per non urlare di nuovo.

-Sei più veloce di quanto mi aspettassi, terrestre.- commentò con nota sorpresa.

Avvicinò il suo viso a quello di lei:-Ma sei anche più resistente?

Questa volta ad una velocità che nemmeno lei riuscì a vedere, l'alieno premette un dito contro il suo taglio alla spalla, facendola gridare come non mai.

Quello era pazzo. Sadicamente pazzo.

Si stava divertendo a vederla dimenare per sfuggire a quel dolore.

Doveva liberarsi da quel tizzone ardente contro la ferita aperta, che prese a sanguinare più abbondantemente.

Si dimenò come un'ossessa pur di staccarsi, ma niente. Ciò aumentò solo il dolore alla testa.

Provò una tattica diversa, con ancora quel briciolo di razionalità che stava riuscendo a resistere al dolore.

Senza che Freezer se ne accorgesse, troppo impegnato a ridere e con entrambe le mani occupate, gli tirò uno schiaffo in pieno viso.

Le fece solo più male: era stato come colpire un muro di mattoni. Tra l'altro con la mano mezza slogata. Freezer rimase un attimo sorpreso.

Ecco, aveva appena firmato la sua condanna a morte. L'aveva praticamente invitato ad ucciderla.

Negli occhi di Freezer brillò la furia mista all'intento omicida nei suoi confronti.

Fede deglutì, pronta già al peggio.

L'alieno la stava già per attaccare con la coda, quando Goku, accortosi di ciò che stava succedendo a Fede, afferrò Cell per una gamba, nel primo attimo che gli fu permesso, e imitò la tecnica del tornado che Paikuan aveva usato contro di lui e che aveva provocato a Fede diverse ferite, lanciandolo contro il suo compare.

La collisione fece cadere tutti e tre, visto che Fede venne trascinata.

La ragazza riuscì a liberarsi dalla presa, nella quale erano rimaste alcune ciocche dei suoi capelli biondo cenere e, nonostante i dolori della collisione con il terreno, della spalla e di tutto il resto, si alzò e corse il più lontano possibile, approfittando del fatto che i due si erano messi a litigare.

Goku le fu davanti in un battito di ciglia, rassicurandola.

-Scusami se ti ho trascinata in questa storia. Stai bene?- le chiese afferrandola per la vita e portandosela in braccio.

Fede venne ripercorsa la panico:-Non mi pare il momento più opportuno per parlarne!

-Già, hai ragione.- Goku fece per posarsi l'indice e il medio sulla fronte.

-Attento!- gli urlò Fede. Alle sue spalle Cell lo stava per colpire.

 

Goku si teletrasportò in tempo, ma riuscì a farlo solo di pochi metri.

Erano ancora negli inferi, e Goku l'aveva fatto solo per evitare di essere colpiti entrambi.

Cell li fissava con sguardo molto, molto arrabbiato.

A Fede spaventava. Ma un altro dettaglio la spaventava di più.

Freezer era scomparso.

Sbiancò al solo pensiero, conscia che sarebbe spuntato da qualche parte, probabilmente alle loro spalle.

-Goku...- iniziò per dirglielo.

-Giù!- urlò quest'ultimo, lasciandosi cadere in basso per non essere colpito da un Kienzan di Freezer.

Cell, a sua volta, avendo in corpo le cellule dell'alieno, ne lanciò uno.

-Maledizione!- imprecò Goku a denti stretti.

Finchè mi tiene in braccio non può combattere al massimo delle forze per sovrastarli. Se continuiamo così, non ne usciremo più e io potrei davvero perdere la vita, riflettè Fede, mentre Goku schivava il Kienzan di Cell.

-Goku, lasciami a terra, così potrai combattere bene.- gli disse in quell'attimo di tregua.

-Sicura?- le chiese schivando l'altro.

-Tranquillo, me la posso cavare da sola.

Detto ciò, il saiyan si fidò di lei e la lasciò correre dietro un'altra palla di ferro con gli spuntoni, mentre osservava Goku schivare ripetutamente quei cerchi rotanti, mentre i suoi due nemici ridevano, sicuri di avere la vittoria in pugno.

Appena i due cerchi furono abbastanza distanti, Goku si trasformò in super saiyan.

La ragazza rimase senza fiato: vederlo in tv era un conto, ma poter assistere ad una trasformazione dal vivo era un'altra storia.

I capelli biondi e lucenti, da ricordare il sole, occhi azzurri che riusciva a distinguere pure da quella distanza, il corpo che emanava una luce dorata dovuta all'incremento stupefacente della sua aura.

Ricordava quasi un dio sceso in terra, da tale bellezza.

-Super saiyan? Pff. Sei monotono.- commentò Freezer annoiato.

Goku iniziò a volare a tutta velocità, seguito dai dischi.

Come poteva fare adesso? Si chiese pensando ad una tattica Fede.

Contro Freezer l'aveva distrutto mandandolo contro il suo creatore, mentre la prima volta contro Cell l'aveva fatto andare contro l'altro, disintegrandoli reciprocamente.

Non avrebbero funzionato anche quella volta, Fede ne era certa.

Sarebbe bastato un attimo di distrazione, che uno dei due Kienzan si fosse allontanato da lui e Goku avrebbe potuto attaccarli.

Però non ce l'avrebbe mai fatta da solo.

A questo ci devo pensare io, arrivò in conclusione la ragazza.

Si allontanò dal suo pseudo nascondiglio e prese la prima pietra grande quanto la sua mano che trovò.

Per darsi forza si aggrappò ad un masso piuttosto alto e prese la mira.

Lanciò il sasso contro Cell, anche se sapeva che non gli avrebbe inflitto grossi danni.

Il cyborg bloccò il sasso con una mano e lo sgretolò tra le dita e posò i suoi terrribili occhi rosa su di lei.

-Mi hai stancato ragazzina!- urlò.

Con un gesto della mano fece scagliare il suo Kienzan contro di lei.

In una frazione di secondo Fede seppe cosa fare.

Ancora un po', ancora un po'... pensò senza perdere di vista il cerchio.

Quando fu a meno di un metro da lei, la ragazza si buttò all'indietro, lasciandosi cadere dal masso.

Il cerchio la mancò, facendola sospirare solo per un attimo, mentre la sua schiena toccava terra.

-Non pensare che basti così poco!- le urlò furioso.

Fede si mise in ginocchio, quando il cerchio stava tornando letale contro di lei. E, questa volta, con il masso alle spalle, non aveva più via di scampo.

Si parò le braccia contro il viso, nell'illusorio tentativo di protteggersi, preparandosi ad essere tagliata in due.

Mentre Cell ghignava, sapendo già che era spacciata, non si accorse che Goku le volò accanto quasi sfiorandolo.

Fu allora che accadde: il Kienzan di Freezer lo prese in pieno, tagliandolo in due all'altezza del petto.

Probabilmente l'alieno l'aveva fatto apposta.

Il cerchio di Cell si dissolse in una polverina tendente al rosso, poco prima di colpire Fede.

La ragazza aprì gli occhi e, non capendo cosa fosse successo, si voltò verso il punto dove prima vi era il cyborg.

Sgranò gli occhi per il disgusto e la sorpresa: Cell stava cadendo a terra, testa e spalle divise dal resto del corpo e dalle braccia. Cadde tutto a terra.

Atroce!

Nel frattempo Freezer rimase sorpreso di come si erano appena svolti gli eventi.

Riuscì a far dissolvere il Kienzan appena in tempo perchè non venisse tagliato anche lui a sua volta, visto che Goku passò pure di fianco a lui.

Il saiyan gli fu addosso appena non ci fu più il pericolo del cerchio.

Prima che l'alieno potesse agire, gli poggiò le mani sul petto e con due onde di energia venne sbattutto con violenza per terra, con il volto atteggiato in una smorfia di dolore e sorpresa.

Goku, ancora trasformato in super saiyan, le atterrò davanti, in cima alla pietra.

-Tutto a posto?- le chiese con un tono molto calmo, che non si atteggiava molto alla sua espressione dura.

Lei annuì, ancora un po' rigida.

-Non è propriamente finita, visto che Cell ci metterà poco a rimaginarsi e loro sono già morti.

Si accucciò fino a prenderla per la vita e se la caricò di nuovo in braccio.

-Sarà meglio sbrigarci.- disse posizionandosi le due dita sulla fronte.

Si dileguarono così.

Finalmente si tornava da Re Kaioh. 

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Capitolo 27
*** Ritorno da Re Kaioh. ***


 

Appena Goku poggiò i piedi sulla superficie liscia del serpentone, la poggiò sul sentiero.

In quel momento, le gambe presero a tremare, la testa a girarle e le ferite a pulsarle dolorosamente, specialemente quella alla spalla che non era medicata.

Cadde sdraiata sul serpentone, cercando di prendere dei respiri profondi.

Era stata per tutto quel tempo in preda all'adrenalina che ora era senza energie.

-Ehi! Stai bene?- le chiese il saiyan accucciandosi e tornando normale.

-N-non ho più energie...- rispose con un sorriso rassicurante.

Il ragazzo passò un braccio sotto le sue spalle e uno sotto le ginocchia e la sollevò.

-Appena arriviamo al pianeta di Re Kaioh ti medico e ti riposi.- le disse con un sorriso a trentadue denti estremamente semplice.

Fede ricambiò il sorriso, felice al pensiero di potersi sdraiare sulla sdraio del re del nord.

Goku spiccò il volo in direzione del piccolo pianeta.

-Ra Kaioh ti voleva parlare e mi ha mandato a riprenderti, per questo ti ho visto appena in tempo per capire che saresti precipitata negli inferi.- spiegò il ragazzo.

-Re Kaioh vuole parlarmi?

-Si, ha detto che è una cosa abbastanza importante.

Quell'informazione la tenne più sveglia.

Avrebbe dovuto aspettare per riposarsi. Uff!

 

Arrivarono sul pianeta in pochissimo tempo, volando.

Appena arrivarono, Re Kaioh venne loro incontro:-Fede! Meno male! Per fortuna stai bene, cara!

Il saiyan la poggiò sulla sdraio, regolando lo schienale.

-Ti devo parlare di un fatto...

Il re fu interrotto da un'alzata della mano di Goku:-Mi scusi, Re Kaioh, ma adesso Fede ha bisogno di una medicazione. Ce la siamo vista brutta negli Inferi. Dopo potrà parlarle.

Re Kaioh rimase un attimo spiazzato da quell'espressione così seria di Goku, mentre Fede sentiva un calore piacevole all'altezza del petto nel vedere come il saiyan si preoccupasse della sua salute.

Goku andò dentro la casetta di Re Kaioh e ne uscì con in mano il tanto familiare kit di prontosoccorso.

Sapendo già dove doveva essere medicata, si tolse la maglia ormai ridotta ad uno straccio e restò in cannotiera.

Lì nell'aldilà non c'erano problemi ne d'igiene, ne di cibo, però chi voleva poteva farlo.

Purtroppo, lì sul pianeta di Re Kaioh non lo facevano, visto che erano sempre lindi e pinti. E anche lei lo era, fino a quel momento.

Goku le disinfettò il taglio, mentre lei stringeva gli occhi e le labbra per il dolore. Quel taglio era la ferita più brutta che finora si era procurata. Diavolo se bruciava! E il dito di Freezer non aveva aiutato granchè.

Mentre le fasciava la spalla, ritrovando finalmente un po' di sollievo, Goku raccontò cos'era successo negli Inferi.

Quando ebbe finito, mentre Fede si rimetteva la maglia, il saiyan le sorrise:-Ti devo ringraziare, Fede.

La ragazza non capiva:-E per cosa? Per essere stata tanto idiota da cadere dal serpentone?

Goku rise:-No, quello l'ho fatto pure io. Intendo che grazie a te non solo ho potuto riaffrontare i miei più grandi nemici, ma hai anche fatto in modo che i loro Kienzan non mi uccidessero.

Il ragazzo si stava riferendo a quando aveva distratto Cell.

Arrossì lievemente:-Oh, di niente...- disse piano, lievemente imbarazzata. Anche se non aveva fatto poi tanto.

Una battuta di mani di Re Kaioh riportò l'attenzione dei due su di egli.

-Avremo tempo dopo per i sentimentalismi. Ora ti devo parlare.

-Certo, mi dica.- Fede era tornata seria e, con l'aiuto di Goku e molto lentamente, si rimise in piedi di fianco al re del nord.

-E' da una settimana intera che cerco qualcuno o qualcosa che possa riportare te e le tue amiche a casa vostra, e finalmente ho trovato qualcosa.

Fede non credette a quelle parole: la fecero sentire così leggera e allo stesso tempo così pesante che credeva di essersele immaginate. Sembrava quasi che non fossero vere.

-Sul serio?- chiese sicura di avere capito male. Se le era immaginate così tante volte quelle parole in quella settimana che sentirle in quel momento faceva uno strano effetto.

Il re annuì:-C'è uno strano castello che, il giorno prima che voi arrivaste qui, ha lanciato uno strano lampo rosso nel cielo, squarciandolo e poi sparendo.

-Lampo rosso?- chiese Fede, capendo perfettamente cosa significasse.

-Come quello che ci ha portate qui?

-Direi di si.- il re le volse le spalle, in segno che voleva mostrarle qualcosa.

Fede si avvicinò e poggiò la mano sulla schiena di Re Kaioh.

Come al solito, le immagini la investirono: un castello nero stile medievale se ne stava in mezzo a montagne desertiche, mentre il cielo tuonava, oscurato da nuvoloni grigi che preannunciavano il peggio.

La ragazza staccò la mano:-Quel castello sarebbe la causa di questo viaggio tra dimensioni?- chiese.

-Così sembra. E non può essere altrimenti: anche le tue amiche, con l'aiuto di Bulma e di Dende, l'hanno notato.

Fede deglutì, non capendo la pesantezza di tale informazione:-Quindi c'è qualcuno che ci può riportare a casa, in sostanza.

Re Kaioh annuì:-Si, cara. Ma non sappiamo se quel qualcuno ci darà una mano e ci verrà contro.

-Già, a questo non avevo pensato. Però dobbiamo comunque tentare, no?

-Certo. Ma non potrete fare molto se tu resti qui, lo sai?

-Già...- rispose piano, sapendo già dove volesse arrivare e che la cosa non le piaceva più tanto, alla fine.

Goku, alle sue spalle, sospirò:-Alla fine il giorno è arrivato.

Fede annuì, un po' triste.

Re Kaioh volse di nuovo le spalle alla ragazza, la quale rimise la mano sulla sua schiena.

Le immagini di Elena al Palazzo del Supremo e Marta nel laboratorio di Bulma nello stesso momento le fecero provare un senso di malinconia e di felicità di poterle rivedere.

-Ragazze, preparatevi, perchè stiamo per tornare a casa, o almeno credo. 

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Capitolo 28
*** Un piccolo problema di insicurezza. ***


 

Alla fine tutto era deciso: il giorno seguente Goku avrebbe accompagnato Fede dal Palazzo di Re Yammer, così Dende sarebbe salito lassù e l'avrebbe portata sulla Terra, dove i S on per quel giorno l'avrebbero ospitata. Poi, il giorno seguente, sarebbero andate dal castello, scortate da Vegeta, Gohan, Piccolo, Goten e Trunks, perchè non si sapeva se fosse un nemico e se fosse forte. E con loro avrebbero portato Bulma, la quale, dopo aver sistemato i tipi se fossero stati cattivi, sarebbe entrata nella probabile “sala macchine” e avrebbe invertito l'effetto del raggio, riportando così le ragazze a casa.

Fede si era sdraiata da un'oretta sulla sdraio di Re Kaioh con la sua solita coperta. Solo che non riusciva a prendere sonno, e continuava a fissare il cielo chiaro sopra di lei.

Questa volta però non era il cielo giornaliero o Goku che si allenava a tenerla sveglia: in parte era il dolore del braccio, dall'altra era che, ora che finalmente avevano trovato una soluzione, non era più sicura di volersene andare.

Cioè, voleva riabbracciare i suoi cari e tornare a vedere i suoi amici di sempre, però si era affezzionata a quel posto: a Goku, a Re Kaioh, a Bubbles, al piccolo pianeta, a quello del Gran Maestro Re Kaioh e a tutto ciò che faceva parte dell'aldilà di quella dimensione.

Sarebbe tornata a casa, però non avrebbe potuto più rivedere il Dragon World.

Sospirò, portandosi il dorso di una mano sulla fronte.

-Non riesci a dormire?- le chiese la voce familiare di Goku alla sua sinistra.

Il ragazzo se ne stava in piedi con un espressione piuttosto seria in volto, per i suoi standard.

Lei scosse la testa lentamente.

-Tra due giorni potrei essere a casa...- iniziò.

-E non è ciò che vuoi?- le chiese il saiyan senza lasciarle il tempo di continuare.

Fede esitò un attimo:-Si, è ovvio che è ciò che voglio, e anche tanto, però... però...

Goku si sedette sul bracciolo della sdraio, guardando lontano:-Però non ne sei più tanto sicura.- concluse lui.

Fede non ripose, non sapendolo con certezza.

-Mi fai un po' di spazio?- le chiese poi.

Fede si schiacciò in un lato più che potè e il saiyan le si sdraiò a fianco, avvolto da un pezzo della coperta che Fede aveva appena condiviso con lui.

-Tu in genere non dormi, o sbaglio?- notò la ragazza un po' stupita.

-Si, è vero. Ma domani tu non ci sarai più, no?

Fede abbassò gli occhi:-Così sembra...

Goku la strinse a sé in un abbraccio. Un abbraccio molto caldo, quasi fraterno. Cosa che per lei Goku era senz'altro.

-Mi mancherai tanto, lo sai?- le sussurrò.

A quel punto sentì gli occhi pizzicarle, minacciando di farla piangere da un momento all'altro, e non doveva.

Anche se Goku le aveva appena fatto quella confessione così dolce e piena di affetto.

-Tu non immagini neanche quanto per me sia stato bello potermi trovare qui.- gli rispose lei sbattendo forte gli occhi.

-Nel mio mondo già amavo la vostra storia, le vostre avventure e i vostri insegnamenti, ma adesso penso che non potrei amare altro.

Sentì la voce incrinarsi appena, cosa che al saiyan non sfuggì.

-Che c'è? Tra qualche giorno sarai a casa, non sei contenta?

-E'... E' che c'è un problema...- disse piano, stringendo gli occhi.

-E cioè?- le chiese alzandole il mento con due dita.

A quel punto non ce la fece più e alcune lacrime le scesero lungo le guance.

Prima che il ragazzo potesse dire qualcosa, affondò la faccia nella sua tuta arancione, inumidendola.

-Mi mancherai tantissimo Goku.

Mentre lei iniziava a singhiozzare, Goku rimase un po' fermo, incerto su come comportarsi in quel momento.

-Mi mancherà non vederti più allenare quando mi sveglio, rischiare ogni giorno di farmi male, parlarti...

Goku la strinse più a sé, capendo che ne aveva bisogno in quel momento.

-Anche a me mancheranno molte cose di te: chi mi farà riincontrare Cell e Freezer? Chi mi guarderà allenare? Chi mi trasformerà in un medico improvvisato?

A quell'ultima domanda Fede rise.

-Però non hai ancora superato la tua paura degli aghi!- lo accusò ridacchiando, anche se le lacrime sembravano non voler smettere di sgorgare.

Goku rabbrividì:- E penso che non la supererò mai!

Finalmente tutti e due riuscirono a ridere.

Rimasero un attimo in silenzio, mentre Fede si rannicchiava ancora di più contro il petto del saiyan.

Inspirò a fondo quel profumo di frutti esotici che emanava, cercando di imprimerlo bene nella memoria per non scordarlo mai.

-Ti voglio bene Goku.- disse lei piano.

-Anche io ti voglio bene, Fede.- le rispose baciandole la fronte con fare affettuoso.

Tra le braccia del suo nuovo amico, che presto avrebbe dovuto lasciare, si addormentò, felice che Goku l'avrebbe ricordata, nonostante tutto, mentre lui le lisciava i capelli con le dita e la teneva sempre stretta a sé, come per cullarla. 

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Capitolo 29
*** Discesa sulla Terra... e dal Palazzo del Supremo! ***


 

La mattina arrivò troppo in fretta, ma doveva andare.

Doveva riabbracciare Elena e Marta. Doveva tornare a casa.

Si alzò di buon ora, con ancora Goku addormentato abbracciato a lei.

Si alzò, si cambiò la fasciatura al braccio e andò a svegliare il saiyan in modo dolce.

Dopo che anche il ragazzo si fu alzato, Fede salutò Re Kaioh con un abbraccio.

-Buona fortuna, cara. Noi ti guarderemo da qua finchè non tornerete a casa e, se possibile, ti daremo una mano.

-Grazie mille, Re Kaioh.

Si sciolse dall'abbraccio e salutò Bubbles con qualche carezza e con un paio di grattini.

Inspirò profondamente per darsi forza:-Ci si vede, Re Kaioh.- disse, sapendo che non sarebbe mai successo.

Si voltò verso il saiyan, volendo passare quel triste momento al più presto:-Andiamo, Goku.

Il ragazzo annuì, prese la ragazza per la vita e si teletrasportò con due dita sulla fronte.

 

Si teletrasportarono davanti all'enorme scrivania di Re Yammer, il quale fu lievemente sorpreso di vedere Goku.

-Goku! Quale sorpresa! Cosa ci fai qui?

-Accompagno una mia amica sulla Terra.- rispose semplicemente indicando Fede.

Il re degli Inferi squadrò per una buona frazione di tempo Fede dalla testa ai piedi.

-Ah, quella che è finita nell'aldilà nonostante sia ancora viva...

Fede e Goku si guardarono stupiti.

-Aspetti! Lei sapeva?- chiese Goku.

-Certo! Sono il re degli Inferi! So tutto.

-Ah, già, giusto...

-E... non è arrabbiato?- chiese Fede un po' sorpresa, mentre le fiammelle bianche che erano le anime rimanevano in fila ordinata ad aspettare il loro turno, facendo versetti molto... pucciosi.

-E perchè dovrei? Non sei neanche di questa dimensione, giusto?

-Ehm... si.- rispose sorpresa la ragazza.

Dei passi alle loro spalle fecero voltare i due ragazzi e fare uno sguardo di sorpresa al re degli Inferi.

Dende, nella sua tenuta di supremo, aveva superato tutte le anime e ora era vicino a Fede e Goku.

-Buongiorno, supremo.- salutò sorpreso Re Yammer.

-Buongiorno a lei.

Fede rimase lì, incantata: Dende!

Tirò un lembo della tuta di Goku:-Ma è Dende!

Goku sorrise, conoscendo ormai a memoria le reazioni della ragazza:- Si. Ti ricordi che lui doveva venirti a prendere, vero?

-Si, però...

Il supremo si schiarì la voce, cercando attenzione.

-E' sempre un piacere rivederti, Goku. Manchi a tutti, sulla Terra.- gli disse con un sorriso caloroso, stringendogli la mano.

-Si, anche loro mi mancano.

Poi Dende si rivolse a Fede:-E tu devi essere l'ultima delle tre ragazze. Fede, giusto?

-Si, esatto.- Fede gli porse la mano:-Molto piacere, Supremo.

Dende gliela strinse:-Chiamami pure Dende, non è un problema.

-Okay.

-Allora, vogliamo andare? Anche perchè qui mi sembra che stiamo bloccando la fila.- disse indicando le animelle in fila.

Fede deglutì, un po' timorosa di lasciare l'aldilà. E Goku.

-Si, solo un attimo.

Si voltò verso il saiyan, che la guardava con un sorriso di incorraggiamento.

Anche lei sorrise, obbligandosi questa volta a non piangere sul serio, mentre scivolava tra le braccia del saiyan, nel loro ultimo, caloroso, abbraccio.

-In bocca al lupo, Fede.- le sussurrò, mentre la stringeva più forte.

-Crepi.

Si staccò dall'abbraccio.

-Addio, Goku.- gli disse, mentre iniziava ad andare via con Dende.

-Ciao, Fede.- le disse facendole un saluto con la mano.

Appena arrivarono all'uscita del palazzo, Fede si voltò:-Ah, mi raccomando, Goku, allenati duramente per l'anno prossimo e per le future grane!- gli agurò con un sorriso.

Fede scomparve così, con Dende, teletrasportata sulla Terra, mentre Goku si chiedeva il significato delle sue ultime parole.

 

Fede uscì dalla costruzione sul Palazzo del Supremo, preceduta da Dende, il quale le stava parlando di qualcosa riguardante il misterioso castello, anche se lei sapeva già tutto e non stava propriamente ascoltando.

Appena ne uscì, il sole l'abbagliò, più forte che mai.

Sembrava tutto così vivo ora che era uscita dall'aldilà: l'aria, la luce, il calore, le percezioni dei suoni, i colori, gli odori...

Sembrava tutto nuovo.

Popo stava lì all'ingresso. Lì salutò, si presentò a Fede e poi continuarono.

Non era che non si emozionasse più a vedere i personaggi di Dragon Ball, era solo che, ora che ci era dentro, non le pareva più così strano poterli conoscere.

All'esterno era visibile Piccolo che guardava giù dal palazzo e al suo fianco una figura più bassa dai capelli castani che, appena la vide, le fece un grande sorriso esterrefatto.

Elena.

Non riuscì a trattenere un gridolino di gioia quando la vide e le corse incontro, abbracciandola fortissimo.

-Fede!

-Ele!

Le due si strinsero sotto gli occhi perplessi del nammecciano più vecchio, probabilmente non abituato a vedere quelle manifestazioni d'affetto.

Si sciolsero dall'abbraccio e inziarono a fare un rapido esame del corpo l'una dell'altra.

Elena sbiancò e la mandibola le si bloccò a metà:-Oh... oh mio Dio, Fede! Cosa hai fatto nell'aldilà?!

La ragazza capì al volo a che cosa si stesse riferendo l'amica: la manica grigia della maglia era zuppa del sangue secco uscito dalla ferita inflittale da Freezer, le fasciature alle mani erano arrossate dal sangue che non sembrava voler smettere di uscire, era piuttosto sbattuta, aveva il labbro tagliato, in alcuni punti i vestiti erano strappati e sotto si intravedevano dei lividi. Ed era anche un po' spettinata.

Sospirò, diverita dal fatto che sembrava stesse peggio di quanto in realtà non fosse.

-Bè... l'aldilà non è proprio un posto calmo...- poi squadrò l'amica e trattenne a stento una risata:-Anche tu non mi sembri messa meglio.

Elena era vestita con un abito cinese rosso a maniche corte che non le stava poi tanto bene, visto che le stava un po' largo.

Lei alzò gli occhi al cielo:-Sai com'è: Chichi era l'unica che mi potesse prestare i vestiti. Certo, ho fatto compere, però non sono così ricchi e mi ha chiesto di mettere questa... bellezza e non me la sentivo di smontarla dicendole che ero ridicola.- sospirò:-Ma ora il tuo simpaticissimo commento me ne ha dato conferma.

Fede scoppiò a ridere, abbracciando di nuovo l'amica, divertita più che mai.

Era bello avere di nuovo Elena a fianco.

-Tu mi devi raccontare com'è l'aldilà, mia cara!

-Ovvio!

Piccolo tossì, dietro di loro, richiamandole.

-Ascoltate, voi due sapete già il piano, vero?

-Certo.-risposero insieme le ragazze.

-Bene. Domani andremo tutti insieme al castello per farvi tornare indietro.

Fede sorrise:-Anche Goku sarà dalla nostra parte. Dall'aldilà, ma pur sempre dalla nostra parte.

Piccolo sorrise:-Questa è una buona cosa.

Si voltò e fece per andarsene:-Allora ci vediamo domani, ragazze.

-A domani, Piccolo!- lo salutò Elena, agitando un braccio, poi tornò seria a fissare Fede con le mani posate sui fianchi:-Allora, vogliamo andare?

-Bè, si ma...

Fede continuava a guardarsi intorno.

Come sarebbero scese da lì? A piedi?

Elena si accorse del suo sguardo e capì tutto:-Ah, non ti preoccupare.

L'amica le diede le spalle e le fece segno di saltare in spalla.

Fede lo fece, un po' perplessa.

-Ma che f...

-Allora si parte per casa Son!

Elena corse fino al bordo della piattaforma e poi spiccò un salto nel vuoto.

 

Fede urlò per buona parte dell'interminabile caduta, continuando a ripetersi che sarebbero morte, chiedendosi cosa fosse saltato in mente ad Elena e perchè fosse così calma.

Superarono la residenza di Balzar, che salutò Elena, ma Fede era troppo terrorizzata perchè potesse farci caso.

Strinse ancora di più la presa sul collo dell'amica, quando la discesa diminuì e l'amica iniziò ad andare in direzione parallela al terreno.

Fede aprì gli occhi: le foreste sottostanti si muovevano in direzione opposta a loro a gran velocità, mentre il vento le scuoteva i lunghi capelli biondo cenere.

Elena stava volando!

-M-ma Ele! Tu voli!

L'amica le sorrise:-Già, Gohan mi ha dato delle lezioni. Cosa credi, che mi sarei suicidata?

Fede rise, ancora sorpresa di essere viva, che l'amica fluttuasse nell'aria e che erano insieme nel Dragon World.

Inziava il loro ultimo giorno in quel mondo, forse. 

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Capitolo 30
*** Telefonata a tre e questione di fascino. ***


 

-Fede! Che bello, sei tornata!- Marta era felicissima di sentire dall'altra parte della cornetta la voce dell'amica.

-Si, Marta. Ora siamo di nuovo insieme!- le disse felice, con il telefono di casa senza fili in vivavoce, così che anche Elena potesse sentire ed intervenire in alcuni casi.

-Allora, dimmi, com'è l'aldilà?- chiese curiosa buttandosi sul suo materasso.

-Di certo non una passeggiata. Vedessi com'è tornata!- commentò Elena dall'altra parte.

Fede ridacchiò:-Guarda che non sto mica così male! Certo, non è piacevole, però sono sopravvissuta.

-Meno male, allora stai bene.- commentò Marta sollevata.-E che mi dici di Goku? Sei l'unica che ha avuto l'occasione di incontrarlo.

-E tu sei l'unica che ha avuto la fortuna sfacciata di finire in casa Brief, cara la mia Mars.- commentò con finta durezza, sottolineando il discorso chiamandola con il suo soprannome nel loro mondo.

Marta alzò gli occhi al cielo:-Oh, andiamo! Tu hai incontrato l'eroe di tutti i giovani del nostro mondo e io il suo eterno rivale iper orgoglioso e super testardo che si dimostra sempre incredibilmente affascinante in ogni situazione, anche quando è pesto per le botte!

-E io sono finita in casa Son con Gohan e Chichi! Sono stata io la più fortunata di tutti! Yuhu!- si intromise Elena con finto entusiasmo, facendo ridere a crepapelle tutte e tre.

Anche se sia Marta che Fede sapevano che nell'ultima settimana l'amica si era molto affezionata al maggiore dei fratelli Son.

-Vabbè, hai sempre Goten!- commentò Fede, cercando di confortarla.

-Si, per carità, io amo quel bambino, ma da grande diventerà soltanto un allupato di donne! Goku dovrebbe castrarsi, dopo due delusioni....- da come Elena ci dava dentro con gli insulti, i familiari Son non dovevano essere nel raggio di ascolto.

Tra le tre calò un attimo il silenzio.

-Domani si torna a casa.- commentò tristemente Marta.

-Non è detto del tutto. Magari non ci possono aiutare gli artefici del nostro arrivo.- disse Elena piano.

-Sapete, mi mancherà questa dimensione.- commentò Fede, un po' triste.

-Direi! Il mondo di Dragon Ball! Il mondo dei nostri sogni!- evidenziò l'ovvio Marta.

-Però non è il nostro mondo.- evidenziò invece Elena.

-Già, per quanto sia stato bello, noi dobbiamo tornare.- le diede manforte Fede.

Marta ripensò a quella settimana e a quanto si fosse divertita senza la minima preoccupazione. Ma adesso che parlava con le ragazze ripensava alla sua famiglia, ai suoi genitori, a sua sorella maggiore, al suo gatto, a casa sua, ai suoi amici e compagni di scuola...

Si, dovevano tornare a casa, non aveva alternative.

-Mi mancherà questa casa, sapete?- disse guardando la sua camera.

-Anche a noi!- dissero insieme le sue amiche.

-Non avete nemmeno idea di quanto mi mancherà Goku. È stato il fratello che non ho mai avuto. È dieci volte meglio dell'eroe dell'anime!

-Si, anche Vegeta è dieci volte meglio! È ancora più figo!- disse sognante Marta.

-No, dannazione! Voglio vederlo anche io!- protestò Fede, facendola ridere.

-Tanto domani lo vedrai, no? Eccoti accontentata!

-Domani sarà il nostro ultimo giorno in questo mondo, ci pensate?- disse Fede sinceramente stupita.

Marta mugugnò:-Non mi ci far pensare. Anche io voglio tornare, ma non voglio lasciare Trunks, Vegeta e Bulma. Anche se creare momenti tristi è sempre stata la tua specialità, Fede.

Fede rise dall'altra parte, mentre l'altra amica rimase seria.

-Anche io devo dirlo: mi mancherà casa Son.- disse Elena con una nota scura nella voce.

-Secondo me, invece ti mancherà Gohan.- disse Fede provocandola.

-No, ti prego, Ele! Non te lo perdonerò mai!- commentò Marta assolutamente schifata.

A Fede Gohan era sempre stato indifferente, ad Elena non era mai piaciuto tanto, anche se in quella settimana l'aveva rivalutato, mentre Marta proprio non poteva vederlo. Lo odiava dal profondo, neanche gli avesse fatto qualcosa.

Elena rise:-Tranquilla, Marta, non lo farei mai! È solo che ultimamente l'ho rivalutato, ma non vuol dire niente.

-Uhm, spero per te che sia così...- commentò poco convinta.

-Però, ammettiamolo: siamo o non siamo le ragazze più fortunate del mondo?- chiese Fede riferendosi all'avventura che stava per finire.

-Ma dell'Universo, Fede!- disse Marta risoluta.

-Concordo, ragazze!- affermò Elena.

-Anche se dubito che qualcuno ci crederebbe.- disse Fede.

-Infatti mica dobbiamo dirlo a qualcuno, no?- chiese Marta naturale.

-Si, ma alle nostre famiglie qualche spiegazione la dovremo pure dare, no? Siamo state assenti una settimana!- disse Elena.

-Si, loro si, ma per gli altri dovremo inventarci una qualche scusa.- affermò Fede.

Dall'altra parte della cornetta, si sentì una voce che urlava chiaramente “A tavola!”. A casa Son doveva essere pronta la cena.

-Vabbè, ne discuteremo stasera o domani, okay Marta?- chiese Elena.

-Certo ragazze. Anche perchè tra poco è pronto anche da noi.

-Okay, ciao Marta! A domani!- la salutarono le due prima di riattaccare.

-Hai finito, finalmente!- commentò una voce seccata alla porta.

Chissà perchè, ma ogni volta che Marta parlava al telefono con qualcuno, Vegeta era sempre sulla soglia della camera.

-Non puoi proprio fare a meno di origliare, eh?- chiese falsamente offesa.

-Ancora l'amante?- chiese poi provocandolo.

Fece spallucce, ormai immune alle sue provocazioni.

Marta si sdraiò sul materasso.

-Sarai anche orgoglioso e corretto, ma origliare non è proprio leale.

-In guerra tutto è lecito, no?- chiese serissimo.

Marta ridacchiò:-Anche in amore, si dice. Però non è un concetto che ti si addice, dico bene?

-Per una volta hai ragione.- disse con un tono di uno che la considera una stupida.

Marta gli lanciò un cuscino che schivò senza alcuna difficoltà.

-Ti odio, lo sai?- mentì.

-No che non mi odi.- disse lui convintissimo.

Marta inarcò un sorpacciglio:-E tu come faresti a saperlo,scusa?

Con sua grande sorpresa, il principe fece un sorrisetto quasi accattivante, misto al divertito.

  • Iper orgoglioso e super testardo che si dimostra sempre incredibilmente affascinante in ogni situazione, anche quando è pesto per le botte. Se non hai detto così, correggimi.

Marta arrossì violentemente. Accidenti! Aveva ascoltato pure quella parte.

-Ciò non vuol dire mica che non mi stai antipatico!- cercò di giustificarsi, completamente in trappola.

-Si, continua pure a trovare scuse, mocciosa.- rispose il saiyan divertito dal suo imbarazzo.

Marta lo fissò per diverso tempo, poi Vegeta si irritò per come lo fissava.

-Che c'è?- chiese con la sua solita scontrosa grazia regale.

Marta lo disarmò sorridendo:-E' la prima volta che mi sorridi così. Sei ancora meglio, sai?

Vegeta la fissò come se fosse pazza, il che la fece ridere di più.

-Stupida mocciosa.- borbottò, facendo per andarsene.

Si divertiva a vedere come Vegeta si imbazzasse per le sue osservazioni, che poi erano complimenti.

Questa volta decise di andare fino in fondo:-Sei ancora più affascinante quando sorridi!- gli urlò dietro, pregustandosi la sua vittoria.

Non ebbe alcuna risposta.

Si risdraiò sul letto con la pancia che le doleva per le risate.

In fondo lei, la mocciosa, e lui, il principino, si volevano bene. Chiunque avrebbe potuto vederlo.

Credo che stanotte farò un altro spuntino notturno. Pensò ridacchiando. 

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Capitolo 31
*** L'ultima sera in casa Son e la F.E.M saga. ***


 

Secondo Fede, Chichi aveva accettato di ospitare pure lei perchè le parlasse di come stava Goku, di cosa era successo nell'aldilà e cose varie.

Infatti, dopo che finalmente si era fatta una doccia, i tre Son avevano continuato a farle domande, con l'aggiunta di quelle di Elena.

Tutti rimasero con il fiato sospeso quando lei raccontò della sua caduta negli Inferi e dello scontro con Cell e Freezer, per il quale Elena e Gohan si gasarono tantissimo.

Fede già adorava quella famiglia, come del resto l'adorava quando la vedeva in tv.

Per quella sera Chichi le aveva prestato un suo pigiama, mentre aveva messo a lavare la sua maglia sporchissima, le sue scarpe zuppe del sangue del lago degli inferi e aveva ricucito gli strappi sui jeans.

Elena le aveva dato una mano a cambiare le fasciature sporche del taglio alla spalla e dei segni alle mani. Per l'enorme portata di sangue e per l'aspetto delle ferite, Elena ancora un po' e sveniva.

-Te l'avevo detto che non reggevi la vista del sangue!- le disse Fede con rimprovero mentre buttava le vecchie bende.

-Si, ma sennò mi sento inutile!- protestò lei dal divano letto.

La famiglia ormai era andata a dormire. Il giorno seguente sarebbe stato impegnativo e tutti lo sapevano.

Eppure le due amiche rimasero a parlare per molto, di come fosse stata la loro settimana, di attimi comici con i protagonisti della saga, di esperienze emozionanti...

-Chi l'avrebbe mai detto che nella pausa tra la Saga di Cell e la Saga di Majin Bu ci sarebbe stata la nostra saga.- commentò Elena sdraiata di fianco all'amica.

-Nostra saga, eh?- chiese divertita, non avendoci mai pensato per davvero.

-Si, la saga per farci tornare indietro. La... F.E.M Saga!- disse Elena dopo averci pensato un po'.

-F.E.M?- chiese l'amica inarcando un sopracciglio.

-Si! Fede, Elena, Marta. Non è poi così difficile!

Fede ci pensò su un attimo. Suonava pure bene.

-Già, perchè no? La nostra saga...

-In quanti possono dire di averla avuta?- chiese Elena sorridendo.

-Si, ma non sarà mai trasmessa!

-Dettagli, dettagli...

I loro discorsi vennero interrotti dall'apertura di una porta.

Ormai Elena era abituata alle alzate notturne di Gohan, e non si sorprese di vederlo in piedi.

-Ehi! Ancora in piedi a quest'ora?- chiese Elena divertita.

Gohan arrossì lievemente:-No, è che... devo andare in bagno.

Con uno sguardo di intesa le due capirono che l'esitazione del ragazzo era dovuta ad una bugia inventata sul momento.

Fede capì alla perfezione il motivo di tale uscita, e preferì congedarsi.

-Spiacente, prima vado io!- disse correndo in bagno e chiudendosi dentro, senza poter lasciar replica da parte dei due ragazzi.

Maledetta stronza! Spero per lei che non l'abbia fatto apposta! Si disse adirata Elena, rifiutandosi di credere che l'amica l'avesse fatto per lasciare a lei e a Gohan l'occasione di parlare.

-Ehm... Ti posso parlare?- gli chiese il ragazzo sedendosi sul bracciolo del divano.

Ecco, appunto, pensò sarcastica.

-Tanto ormai sei qui, quindi...

Seguì un attimo di silenzio.

-Allora domani ve ne andate, eh?

Elena alzò gli occhi al cielo:-Domanda più intelligente no, eh?- non ce l'aveva con lui in quel momento, ma solo con Fede che aveva avuto quella folle idea di lascarli soli e ciò si ripercuoteva su ciò che le chiedeva il saiyan.

Gohan arrossì:-Si, giusto. Comunque, credo che... mi mancherai, sai?

Elena sapeva che voleva arrivare lì, eppure la fece stare bene pensare che un ragazzo avrebbe sentito tanto la sua mancanza.

Sospirò:-Anche tu mi mancherai Gohan. Credo che non mi capiterà più di rincontrarvi, e ciò un po' mi dispiace. Però, per quanto io voglia restare qui con voi e farmi una vita, io ho una famiglia e degli amici nel mio mondo. Io devo tornare.

Si sedette anche lei sul bracciolo, di fianco al ragazzo:-Lo capisci, vero?

Gohan abbassò lo sguardo, quasi un po' triste, o almeno così lo vide Elena.

-Certo che lo capisco, è solo che...- fece una smorfia un po' addolorata.

Tiene così tanto a me? Si chiese Elena, non credendolo possibile.

Decise di farlo contento, visto che quella era l'ultima volta che si sarebbero viste.

Gli poggiò la testa su una spalla:-Io non ti scorderò mai, Gohan. Nel mio mondo siete molto conosciuti, te l'ho detto, quindi ti ricorderò quando parleranno di te. E soprattutto me ne ricorderò quando spiccherò il volo, immaginandomi di essere ancora qua con te che mi dai lezioni.

Gohan sorrise impercettibilmente:-Non potrò più vederti, vero?

Elena scosse la testa:-Non credo sia possibile, almeno che Bulma non finisca la macchina per viaggi in altre dimensioni....- disse lasciando in sospeso il discorso.

Gohan sospirò:-Spero davvero che ce la faccia, così io e Goten potremo rivedere te e Vegeta e Bulma potranno rivedere Marta...

-E Goku potrà rivedere Fede.- concluse Elena, anche se sembrava che il saiyan non lo avesse calcolato.

-Ma... mio padre è morto, Elena.- gli ricordò Gohan.

La ragazza ridacchiò, pensando a ciò che sarebbe successo l'anno successivo in quella dimensione:-Non ne sarei tanto sicura...- mormorò.

-Cosa?

-Lascia stare.

In pochissimo tempo la ragazza si addormentò in quella posa un po' scomoda, dato il silenzio che si era formato tra i due, e il saiyan ridacchiò un po' imbarazzato.

La prese in braccio e la rimise a letto, sotto le coperte, per poi scoccarle un bacio sulla fronte, come lei faceva con suo fratello minore e alle volte con lui, la sera, prima di andare a dormire.

Gli bastava quel contatto per sentirsi soddisfatto. Anche perchè una ragazza come Elena non l'avrebbe mai più incontrata, ne era certo.

-Buonanotte Elena, grazie di tutto.- le sussurrò, prima di richiudersi in camera sua.

Allora Fede uscì dal bagno, dopo aver osservato tutto dallo spioncino, curiosa di vedere cosa volesse il ragazzo dalla sua amica.

Si sedette accanto alla sua amica che si era addormentata beatamente.

-Eh, cara la mia Elena, potrà anche non piacerti Gohan, ma tu non provi poi tanto ribrezzo nei suoi confronti.- commentò con la faccia di una che la sa lunga.

O questo oppure sei una grande attrice, pensò divertita. Ma sapeva benissimo che la seconda ipotesi non era molto plausibile.

Si mise a dormire di fianco ad Elena, fissando il soffitto buio, chiedendosi cosa stessero facendo Re Kaioh e Goku in quel momento e se stessero pensando a lei.

Era stata dura dover dire addio al suo eroe, certo, però non poteva fare a meno di sorridere quando pensava che, quando sarebbe tornata, e avrebbe visto le puntate della saga di Majin Bu, non avrebbe potuto far altro che sentirsi fortunata, privilegiata, pensando che lei aveva avuto l'occasione di incontrarlo.

Tutti sogneranno e sognano tutt'ora di potersi trovare al suo fianco a combattere quei nemici leggendari come Cell e Freezer, pensando che sarà impossibile che si avveri. Però io so che non è così, perchè il mio sogno si è avverato, in tutte le sue forme. Pensò, addormentandosi finalmente con il sorriso sulle labbra, mandando un buonanotte a Goku con la mente. 

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Capitolo 32
*** Un invito implicito. ***


 

-Non sei triste che domani me ne vado?- chiese Marta con la voce da bambina triste a Vegeta, seduto al suo fianco a mangiare quel che restava della torta che Bulma aveva preparato per cena, mentre lei beveva un bicchiere di limonata seduta a gambe incrociate sul tavolo.

Quella era l'ultima sera dove facevano uno spuntino notturno insieme, doveva godersela.

Il principe dei saiyan la guardò impassibile:-E perchè dovrei esserlo?

Marta lo conosceva bene ormai, e non si offese per quelle parole dette in tono brusco, anzi, sorrise.

-Sai, trovarmi qua in questa casa è sempre stato il mio sogno. Non avrei mai pensato che si sarebbe avverato. Sembrava così impossibile...- commentò sognante, ignorando il grugnito del saiyan.

-E invece, eccomi qua. Quattordicenne che sta per tornare nel suo mondo senza alcuna avventura dietro l'angolo, lasciandosi dietro il suo idolo e la sua famiglia.- commentò un po' triste, fissando sperduta il suo bicchiere ancora pieno per metà.

Vegeta smise per un attimo di mangiare, fissandola negli occhi.

-Tu te ne vuoi andare?- le chiese con una nota stranamente profonda nella voce.

-Come, scusa?- chiese un po' stupita a tal parole.

-Ti sto chiedendo se te ne vuoi davvero andare, o è solo un obbligo impostoti da altri?- ripetè, quasi quelle parole gli costassero fatica.

Poteva sembrare una curiosità detta così, una domanda quasi di cortesia, ma Marta sapeva che non era così, quello significava altro: era un invito a restare.

Quel saiyan testardo e orgoglioso, affascinante in qualunque situazione,anche quando è pesto per le botte. Quel saiyan, principe della razza di guerrieri più pericolosa dell'intero universo. Quel saiyan, il suo idolo. Quel saiyan, il suo principino.

Quel saiyan, ora, voleva che lei restasse, che non se ne andasse.

Voleva che quella mocciosa stesse ancora in quella casa a fargli compagnia alla sera. A fargli compagnia sempre.

Impiegò tutte le sue forze per non scoppiare a piangere, cosa che due volte nella vita le era succeso di fare, se va bene.

Inspirò a fondo, per ricacciare indietro le lacrime e non abbassare lo sguardo.

-Mi piacerebbe tantissimo non andarmene...

-E perchè allora non lo fai?- gli chiese senza lasciarla continuare.

Scosse piano la testa:-Non posso buttarmi tutto alle spalle. Non posso.

Vegeta si avvicinò molto al suo viso, fissandola con uno sguardo stranamente molto penetrante e profondo.

-Non puoi. Ma non vuol dire che non vuoi.- affermò calmo.

Annuì, chiudendo gli occhi, lasciandosi scappare una lacrima.

-Vorrei tanto continuare a stare qui. A fare compagnia a Trunks nel momento libero, a vedere Bulma alle prese con nuove invenzioni, a vederti allenare... Vorrei passare altre mille e mille notti a parlare in questa cucina, stare al tuo fianco durante i futuri combattimenti e se possibile aiutarti... Ma non posso. Ho una famiglia, Vegeta. Una dalla quale devo tornare, che sarà sicuramente in pensiero per me. È una specie di responsabilità che mi devo prendere.

Il saiyan rimase in silenzio a fissarla, capendo quanto fossero difficili da pronunciare quelle parole.

La ragazza allora non ce la fece più e sighiozzò, abbassando lo sguardo.

Un colpo davvero basso: la persona che più stimava che gli chiedeva una cosa irrealizzabile. Era pur sempre il suo essere stronzo a renderlo così figo e desiderato, no?

Sorrise fra sé e sé.

Vegeta la guardava ancora e allora non ce la fece più. Si lasciò guidare dall'istinto e dall'affetto, abbracciando il suo principino, ripetendosi di smetterla di piangere.

Forse si sarebbe beccata, un rifiuto, o nel peggiore dei casi un cazzotto o un Big Bang Attack, ma in fondo che importava a quel punto? Era la sua ultima sera, che cacchio!

Stranamente il saiyan non si staccò, né le disse di tutto perchè imbarazzato. Restò fermo per un po', poi la prese per le gambe e se la portò in braccio come una bimba stanca che non ha più voglia di camminare, alzandosi dalla sedia, con un sospiro un po' rassegnato.

Cosa doveva fare con quella ragazza?

Iniziò a salire le scale, intento probabilmente a riportarla nella sua camera.

Si lasciò trasportare, troppo stanca per ribattere, assaporandosi quel contatto così intimo per gli standard del saiyan.

-Ti voglio bene, Vegeta.- disse in un soffio, nascondendo la faccia nel suo collo caldo.

In poco tempo arrivarono nella camera di lei, dove il saiyan la posò sul letto, accendendo la luce sul comodino.

Le si sedette accanto e la guardò per un po', poi si alzò e imboccò la porta.

Marta non se la sentì di dirgli qualcosa, troppo triste e anche un po' delusa.

Vegeta si girò e la guardò ancora una volta, lasciandola lì in sospeso.

Un sorriso appena accennato gli comparve sulle labbra:-Anche io, mocciosa.- le disse prima di chiudere la porta, uscendo.

Marta sorrise, felice che ora fosse tutto fondato.

Non era stato un sogno: Vegeta teneva davvero a lei. Le aveva davvero dato la buonanotte una settimana prima.

Smise di piangere, però era comunque triste.

Addesso era tutto ancora più difficile. L'ennesimo colpo basso. Proprio il suo stile, si disse prima di sprofondare in un sonno senza sogni. 

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Capitolo 33
*** Verso il castello. ***


 

-Bene! Noi siamo pronte!- gridò Elena uscendo dalla casa con indosso i suoi vestiti del primo giorno in quella dimensione: maglietta leggera rosa chiaro con fiocco in un lato, pantaloncini corti neri e, invece dei piedi scalzi, scarpe tipiche di quella dimensione, appuntite e di colori sgargianti.

Anche Fede usava sempre i soliti vestiti: maglia leggera a maniche lunghe grigia, tagliata dove era stata ferita, perchè Chichi non aveva avuto tempo di ricucirla, blue jeans e All Star basse.

I due fratelli uscirono poco dopo, vestiti con le loro tute da allenamento, il più piccolo con quella simile a quella del padre e il più grande con quella viola.

Poco dopo uscì pure la madre dei due fratelli.

-Mi raccomando, ragazzi, tornate presto!- raccomandò ai suoi figli.

Poi si rivolse in particolare al maggiore:-Non lasciare che si faccia del male, mi raccomando.- disse riferendosi a Goten.

-Certo, non ti preoccupare, niente ci può sconfiggere.- la rassicurò con un sorriso.

Poi la donna andò verso le due ragazze.

-Buonafortuna per tutto, ragazze. Mi raccomando. Buon ritorno a casa.

Strinse la mano di Fede, poi, con gran stupore di tutti i presenti, andò ad abbracciare Elena, la quale rimase un po' spaesata.

Però Elena comprese il perchè di tale abbraccio, e non era mica per affetto.

-Grazie mille, per tutto ciò che hai fatto per mio figlio.- le sussurrò all'orecchio.

Elena ci mise pochi secondi a capire a cosa alludesse.

-Allora tu sapevi?- le mormorò, attenta a non far vedere il suo movimento delle labbra.

-Sono una madre. Conosco molto bene i lati più profondi dei miei figli. Anche se con me non ne ha mai voluto parlare...- le rispose prima di lasciarla.

-Bene, vogliamo andare?- disse Elena mettendosi le mani sui fianchi.

-Certo.- rispose Gohan prima di voltarsi verso il cielo e mettere le mani intorno alla bocca.

-NUVOLA D'ORO!- urlò.

In pochissimi secondi la nuvola dorata arrivò di fronte a loro come un lampo, dotata di una luce raggiante.

-Wow...- mormorarono le due amiche, emozionate all'idea di poterci fare sopra un viaggio.

Gohan ci saltò su sopra, seguito dal fratellino tutto emozionato.

-Allora, venite?- chiese Gohan sorridendo.

Come somiglia a suo padre quando sorride in quel modo, pensò Fede un po' malinconica al pensiero dell'amico.

Elena saltò su con l'aiuto del maggiore dei due fratelli, seguita poi da Fede.

Era come stare seduti su una massa gassosa, come se stessero sospesi da terra per miracolo, avvolti da quella piccola brezza dorata e ammassata in un unico punto, dalla quale ci si sentiva appena sfiorati.

Elena si posizionò dietro Goten, abbracciandolo teneramente, il quale la guardò con un grande sorriso, pieno di affetto.

Fede si sentiva quasi estranea a quella situazione. Se almeno ci fosse stato Goku, allora almeno avrebbe conosciuto qualcuno così nel dettaglio.

Si appoggiò all'amica, mentre Gohan stava a capo del gruppo.

-Si parte!- annunciò.

La nuvola partì a tutta velocità per i cieli del Dragon World, sorvolando le verdi piane, i luoghi che brulicavano di animazione, mari blu luccicanti per la luce del sole, isole deserte...

La brezza le scompigliava i capelli, però non le dava fastidio, nonostante l'aria le faceva lascrimare un po' gli occhi. Era tutto troppo bello perchè se ne potesse preoccupare. Anche se per un attimo le fece un po' senso il fatto di sembrare che non ci fosse niente su cui erano seduti.

Goten rideva felicissimo, mentre Elena gridava al vento, evidentemente molto gasata per tale evento.

Gohan invece stava in piedi, a proprio agio tra il vento, con un sorrisetto felice sulle labbra, probabilmente divertito dalla reazione dei due ragazzini.

In tutta quella scena la ragazza bionda non potè fare a meno di sorridere.

In brevissimo tempo i quattro arrivarono in mezzo alle montagne rocciose che Re Kaioh aveva mostrato a Fede, quelle dove vi era il castello nero che le aveva trasportate lì.

Atterrarono poco lontano dalla costruzione, mentre il cielo diventava sempre più grigio e il vento si alzava, nonostante facesse un caldo tremendo.

Scesero dove vi si distinguevano quattro figure umane.

Vegeta, Bulma, Marta e Trunks erano già arrivati e li stavano aspettando.

-Siete in ritardo.- commentò Vegeta sprezzante, con le braccia conserte. Indossava la tuta blu che poi avrebbe usato al torneo che precedeva la saga di Majin Bu.

Trunks gli era a fianco, con la sua tuta d'allenamento verde scuro, nella stessa identica posa del padre. Più indietro c'erano Bulma, in jeans e maglia nera a collo alto senza maniche con a tracolla una borsetta color crema e Marta, blue jeans, Kawasaki, e maglia bianca con su scritto Perfect Girls aren't Real e, Fede lo sapeva per certo, con dietro scritto Real Girls aren't Perfect. Il suo sottile cerchietto color oro tra i lisci capelli castani era distinguibile anche con quella poca luce.

Appena vide Fede, le corse incontro e l'abbracciò fortissimo, felicissima di rivederla sana e salva.

-Fedeeeee!!!!!- le urlò praticamente in un orecchio.

Si lasciarono dall'abbraccio, mentre il gruppo si ricompattava .

-Bene, ci siamo tutti, direi.- commentò Gohan, passando lo sguardo sui componenti.

-No, Sherlock, manca Piccolo.- gli disse con tono tagliente Marta, lasciandolo sorpreso.

Fede neanche li sentì, troppo impegnata ad imprimere alla sua mascella di non cadere a terra, guardando quanto dal vivo fosse figo il principe dei saiyan.

Marta non scherzava al telefono. Affatto.

-Che hai da guardare, ragazzina?- le chiese accigliato, accortosi di come lo stava fissando.

La ragazza non riuscì neanche a rispondere. Tutta la sua timidezza era tornata alla carica. Con Goku, certo, era stato diverso, perchè Goku non era Vegeta, si sa!

Marta le diede una pacca affettuosa sulla spalla.

-Scusala, Vegeta, ma sei troppo affascinante perchè non cada ai tuoi piedi.- gli disse la sua amica con voce e sguardo provocatorio.

Il saiyan alzò gli occhi al cielo e grugnì, e a Fede parve imbarazzato per le parole di Marta.

-Cos'è questa storia?- le chiese divertita.

Marta agitò una mano con un sorriso:-Oh, niente in particolare. Poi ti racconto. Cosa che devi fare pure te.

-Oh yes, girl.

Dal cielo arrivò Piccolo, che si unì al gruppo.

-Bè, direi che si può andare.- commentò Elena.

Vegeta si girò verso sua moglie:-Bulma, tu resta qui e aspetta che ti contattiamo.

-Ma... Io voglio venire con voi! Non potete lasciarmi qui da sola!- protestò la scienziata.

-Bulma, Vegeta ha ragione, potrebbe essere rischioso, non sapendo chi sono i nostri nemici.- gli diede manforte Gohan.

-Ma...

-Dai Bulma! Sarai più al sicuro qua che la dentro!- le disse Marta.

Bulma imbronciò il viso come una bambina, cosa che ormai non era più:-E va bene.

La scienziata iniziò a frugarsi nella borsa, alla ricerca di qualcosa.

Ne tirò fuori uno scouter dal vetro verde, probabilmente quello di Radish, e un orologio che diede a Marta.

-Quando siete arrivati a destinazione, clicca il pulsante sul lato. Il rilevatore riceverà un segnale che mi farà capire che devo venire.

La ragazza se lo allacciò al polso:-Okay, allora ci vediamo dopo.

Fede, Elena, Marta, Vegeta, Gohan, Piccolo e i piccolo Trunks e Goten si avviarono verso le porte del castello.

Si cominciava. 

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Capitolo 34
*** E ora... trappole ***


 

Erano tutti e otto sotto le enormi porte sigillate del castello nero, mentre il cielo prendeva a tuonare.

-Ehm... Qualcuno ha un'idea su come entrare?- chiese Fede, dopo qualche secondo di troppo che erano rimasti lì a fissare l'imponenza di quell'enorme costruzione.

-Bè, non possiamo distruggere l'entrata, sennò potrebbero scoprirci. L'alternativa sarebbe entrare dal tetto.- constatò Gohan, cercando un modo sicuro per entrare di nascosto.

-I castelli non hanno il tetto, genio.- gli disse Marta tagliente e a palpebre strette.

Fede ed Elena soffocarono una risata, mentre Gohan la guardava offeso.

L'odio nei confronti del mezzosangue si stava manifestando, nonostante Gohan non le avesse fatto niente di niente. Semplicemente non lo sopportava dal principio.

-Bè, si... Intendo dall'alto... Dalle porte in alto.- si corresse Gohan impacciato, non abituato all'odio di una persona normale.

Anche Vegeta sembrava particolarmente divertito da come Marta era in grado di mettere a disagio un saiyan. Mezzo saiyan.

Prima che qualcun altro potesse replicare, il portone si aprì con un sonoro cigolio davanti a loro, rivelando solo il buio del suo interno.

-Qualcosa mi dice che ci stavano aspettando...- mormorò Elena in un soffio.

-Vogliono che entriamo...- commentò Piccolo.

-Suona decisamente come una trappola.- disse Marta, per niente sorpresa.

Fede mosse alcuni passi verso l'ingresso, arrivando alla soglia, per poi voltarsi a guardare i suoi compagni di squadra con un'alzata di sopracciglia.

-Allora andiamo?- chiese.

Tutti la guardarono basiti.

-Andiamo?- chiese Marta inarcando un sopracciglio.

-Abbiamo appena detto che è una trappola bella e buona!- esclamò Elena sorpresa.

-Si, e allora?- la ragazza incrociò le braccia al petto:-Non sarà mica un'imboscata a spaventare i guerrieri più potenti dell'Universo, giusto?

A quelle parole gli sguardi di Gohan, Goten, Trunks e Piccolo brillarono di un certo orgoglio per essere stati definiti così.

Vegeta si mosse verso di lei e le si fermò di fianco, facendole avere un tuffo al cuore per quanto era figo.

E' figo. È superfigo. È supermegafigo. È supermegaiperfigo! È la perfezione scesa in terra... Ma come ha fatto la Marta a non saltargli addosso per una settimana intera?! Come faccio io a trattenermi?! Si chiese arrossendo di botto per quei pensieri.

-La ragazzina ha ragione. Io non mi lascio di certo intimorire da certi vigliacchi che non ci affrontano a viso aperto.- disse sprezzante.

Trunks raggiunse il padre.

-Si! Nessuno può sconfiggerci! Pestiamoli e riportiamo le ragazze a casa!- esclamò esaltato il ragazzino, seguito a ruota dall'amico.

-Tanto in questo mondo tutto è possibile. E poi voi siete praticamente invulnerabili!- concordò Elena unendosi al gruppetto sulla soglia, seguito timidamente da Gohan, il quale fece un breve commento sul fatto che dovevano aiutarle a tornare a casa.

Marta e Fede si guardarono con un cenno d'assenso: il povero Gohan non aveva la benchè minima speranza di poter conquistare Elena.

-E sia! Allora entriamo!- esultò Marta, prendendo a braccetto Piccolo che era rimasto indietro e dirigendosi verso gli altri.

 

Camminavo per quei corridoi da un tempo indeterminato. Erano piuttosto bassi: i capelli di Vegeta ci stavano per miracolo! Gohan e Piccolo, invece, dovevano camminare bassi.

Non erano neppure tanto larghi, visto che ci stavano due persone affiancate.

Per tutto quel tragitto interminabile, neanche l'ombra di una scala. Erano sempre al pianoterra.

E il buio non aiutava tanto.

Gli unici rumori presenti in quel posto freddo e umido erano i commenti spensierati di Goten e Trunks.

-Secondo me siamo sempre al punto di partenza.- disse dopo un po' Elena con uno sbuffo.

-Si, mi sa che hai ragione.- le diede manforte Marta, per poi rivolgersi a Vegeta:-Ma voi non percepite nessuna presenza?

-No, proprio nessuna. Probabilmente sono così deboli da avere un'aura molto flebile.

-O magari sono abbastanza capaci da saper azzerare la propria aura.- commentò Fede con nochalance, beccandosi un'occhiataccia da Vegeta.

-Bè, che c'è? È la verità!- si giustificò, facendo ridacchiare le sue amiche.

Dopo altri interminabili minuti, sbucarono in una stanza più grande e più illuminata, quadrangolare.

-E questa?- chiese Gohan.

-Sembrerebbe una stanza a parte.- commentò Fede, osservando le pareti di pietra.

La stanza terminava lì, non dava ad altri spazi.

Sembrava normale, come tutte le altre, ma c'era qualcosa di sbagliato.

Goten le passò di fianco, inciampando e schiacciando qualcosa che provocò uno scatto sinistro, che fece mettere tutti in allerta.

Vegeta si parò davanti a Marta, mentre Gohan fece lo stesso con Elena e Piccolo con lei, mentre i bambini si mettevano schiena contro schiena.

Alcune pietre delle pareti si spostarono, lasciando solo buio.

-Vi consiglio di coprirvi le orecchie.- disse Piccolo, senza abbassare la guardia.

Le ragazze lo ascoltarono, e appena in tempo.

La camera si riempì di una pioggia di proiettili, frecce e un sacco di altre armi che possono essere lanciate, con boati da Terza Guerra Mondiale, facendo alzare un polverone per il quale le tre ragazze furono costrette a chiudere gli occhi.

Piccolo e gli altri bloccarono e respinsero tutti gli attacchi con estrema facilità, riuscendo anche a difendere le ragazze dai colpi.

La pioggia durò molto, all'incirca tre minuti. Un tempo da non sottovalutare, vista la velocità con cui i proiettili fendevano l'aria.

Alla fine, il pavimento era ricoperto di tutte le armi.

Il rumore era stato assordante, certo, ma grazie ai ragazzi loro tre erano illese.

-Pfui. Che armi inutili.- commentò Vegeta, buttando a terra una freccia.

-Ecco spiegato perchè ci hanno fatto entrare.- disse Marta.

Il muro più ristretto davanti a loro si aprì verticalmente, rivelando una scala che andava in salita.

-Si è aperto!- disse Goten avviandosi.

-Ehi Goten, aspettami!- gli urlò Trunks andandogli dietro.

Gohan stava per andare a fermare i due bambini, ma Piccolo lo fermò con una mano:-Lasciali andare. Tanto ormai siamo nella tana del lupo e non possiamo tirarci indietro.

-E poi non sono neanche tutta 'sta forza, se cercano di ostacolarci con questi trucchetti terrestri.- commentò Vegeta schifato.

I due piccoli pestiferi erano già scomparsi su per la scala buia, mentre Fede andava sulla soglia e guardava gli altri.

-Ci conviene andare. Altrimenti quei due finiscono nei guai. 

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Capitolo 35
*** Di acqua, serie tv e uscite. ***


 

I loro nemici dovevano essere davvero scarsi: per ogni piano c'era una trappola diversa, che ovviamente i Guerrieri Z avevano superato senza difficoltà. Come un labirinto munito di strani esseri, un pavimento di cristallo sospeso su segli spuntoni d'acciaio (che avevano superato volando), pannelli tagliatesta alla Indiana Jones e quant'altri.

Erano giunti al decimo piano, alla fine, in un'altra stanza di pietra senza via d'uscita.

-E adesso cos'altro c'è?- chiese Vegeta al limite della pazienza, dopo tutte quelle prove inutili.

-Eddai, Vegeta! Non puoi dire che non è stato divertente!- cercò di tirarlo su Marta.

Il principe dei saiyan la fissò a palpebre strette:-Per te è stato divertente perchè sei rimasta nascosta e protetta dietro la mia schiena tutto il tempo!

Marta gli sorrise sincera:-Si, devo ammetterlo. Forse è stato proprio per quello.

Vegeta arrossì.

Il principe dei saiyan che si lascia imbarazzare da una ragazzina come Marta. Questa poi sarebbe da riprendere! Si disse Fede ridacchiando, scambiandosi un sorrisetto complice con Elena.

-Ma insomma! Perchè non arrivano altre prove?- chiese Trunks con il broncio.

Essendo un bambino, lui sicuramente si stava divertendo più di tutti, insieme a Goten.

-Uffa! Io mi sto annoiando!- brontolò l'altro bimbo.

Ebbe appena il tempo per finire quelle parole che la soglia da cui erano entrati si chiuse con un muro di pietra verticalmente, con un tonfo assordante che lasciò tutti perplessi.

-E adesso che vorrà che facciamo, quel pazzo?- chiese Piccolo con la fronte corrucciata.

Questa volta, a far scattare la trappola fu Gohan, mettendo il piede sul bottone mimetizzato con il pavimento.

Tutti si misero in guardia, sempre pronti a proteggere le ragazze indifese.

Per una buona manciata di secondi non accadde niente.

-Bè? Non succede nulla? Come mai?- chiese Trunks.

-Eppure la trappola è scattata, no?- chiese Fede perplessa.

Rimasero tutti in silenzio cercando di capire cosa fosse successo.

-Ehm... ragazzi...- iniziò Marta.

Tutti rivolsero l'attenzione su di lei.

-Sbaglio, o il pavimento è bagnato?- chiese indicando sotto di sé.

Tutti guaradrono.

Era così: sul pavimento vi erano pochi millilitri d'acqua che si stavano alzando a grande velocità.

-Vogliono... Vogliono annegarci!- urlò Elena allarmata da quella certezza.

-E' un po' d'acqua, sta calma.- le disse Vegeta con gli occhi al cielo.

-Sarà anche un po' d'acqua, ma un guerriero, per quanto possa essere invincibile, non resiste senza aria!- sbottò Elena contro il principe.

-Alzeranno il livello dell'acqua fino a che non avremo più aria. Finchè non moriremo per la mancanza di ossigeno...- disse Fede pallida in viso.

-Che gesto codardo!- mormorò Piccolo a denti stretti, stringendo i pugni. Almeno lui aveva compreso la gravità della situazione.

-Q-quindi... vogliono farci morire affogati!- esclamarono i due bambini presi lievemente dal panico.

La stanza era molto alta, quindi ci avrebbe messo un po' l'acqua a riempire l'intero spazio.

Però il livello aveva già raggiunto le caviglie.

-Tsk! E che ci vuole? Basta sfondare il muro!- disse Vegeta caricando un'onda di energia verso il muro.

Era piuttosto potente, quindi avrebbe dovuto buttare giù un muro normale. Ma per loro sfortuna, quello non era un muro normale.

Il colpo rimbalzò contro le pietre e iniziò a schizzare per la sala come se fosse una pallina da flipper.

Quasi tutti lo schivarono per miracolo.

Fede e Marta caddero a terra per evitare di venire carbonizzate.

Alla fine Gohan riuscì a fermarlo, assorbendolo con una mano, prima che colpisse Elena.

-Okay, direi che così non funziona...- disse aprendo e chiudendo il palmo dolorante per il colpo.

-Allora non sono poi così disorganizzati...- commentò Marta.

 

Trunks volò fino al soffitto per evitare l'acqua, seguito da Elena.

E adesso?

-Cosa facciamo?- chiese Gohan un po' allarmato.

-Accidenti! Accidenti! Accidenti!- continuava a ripetere Elena volando intorno come un uccellino impazzito in una gabbia.

-Ehi! Vediamo di non farci prendere dal panico e troviamo una soluzione!- urlò Piccolo, ristabilendo per un attimo l'ordine.

-Per una volta il muso verde ha ragione.- disse Vegeta, poi si rivolse a Marta:-Voi ragazze vedete i rendervi utili e inventatevi qualcosa.

-Tipo?

-Ma che ne so?! Noi muscoli, voi cervello. Al lavoro!

Detto ciò le tre si misero a pensare, mentre i saiyan si agitavano, anche se non dandolo proprio a vedere.

-Se non sbaglio, in un film horror, per sopravvivere ad una situazione del genere, un tipo si faceva un buco in gola con una penna per respirare.- propose Marta con sguardo perso nei suoi pensieri, mentre l'acqua arrivava a tutti alla vita.

-Vuoi scherzare, vero?- chiese Vegeta incredulo davanti ad un'idea così scema.

-Bè, è l'unica cosa che mi è venuta in mente!- cercò di giustificarsi.

-Si, è un'ottima idea: tutti qui dentro possiedono una penna!- le disse sarcastico.

Elena scese un po' di quota, arrivando vicino all'amica:-E anche se ce l'avessimo, con la nostra esperienza anatomica finiremo solo con il prenderci in pieno la giugulare.

Marta annuì piano, mordendosi il labbro:-Anche questo è vero...

-Andiamo! Nessuno ha un'idea più intelligente?!- chiese Trunks dall'alto esasperato.

Il piccolo Goten, che era il più basso, venne preso in braccio dal fratello per evitare che annegasse.

Mentre l'acqua continuava a salire, tutti iniziavano a turbarsi, visto che non se ne erano ancora tirati fuori.

Trunks ed Elena stavano in alto, Gohan cercava di tenere il fratellino più in alto possibile, visto che non sapeva ancora volare, Vegeta rimaneva fermo a braccia incrociate al petto, Fede picchiettava le dita su una mattonella nervosa, Marta andava avanti e indietro nell'acqua spremendo al massimo le meningi e Piccolo ragionava immobile in un angolo.

Poi Fede ebbe l'illuminazione.

-Potremo fare come in Saiyuki!

Tutti la guardarono perplessi.

-Saiyuki?- chiesero i personaggi di Dragon Ball.

-Ma come fa a venirti in mente Saiyuki in questo momento?- chiese Elena con la fronte corrucciata.

-Bè, in un episodio, quello dove Dokugakuji e Gojio si ritrovano in una stanza come questa, il servo di Kogaiji dice “L'uscita si trova bussando” ed è grazie a questo che si salvano.

Tutti rimasero fermi a fissarla perplessa per un secondo.

-Sbaglio ho stai parlando di una serie tv?- chiese Piccolo lievemente scettico.

Bè, anche tu fai parte di una serie tv, si disse mentalmente sarcastica Fede.

-Oh, andiamo! È un'idiozia!- disse Vegeta alzando gli occhi al cielo.

L'acqua salì fino alla gola dei presenti.

-E sentiamo, Detective Conan, abbiamo un piano migliore? A questo punto direi che vale la pena provare!- commentò Elena, iniziando a prendere a pugni abbastanza forti le piastrelle di pietra.

Fede la imitò subito ed iniziò a prendere a pugni le piastrelle alla sua altezza, mentre Trunks ed Elena si stavano occupando di quelle più in alto.

Gohan e Piccolo iniziarono pure loro a occuparsi di quelle vicino. E il mezzosangue ogni tanto andava sott'acqua e provava a colpire quelle più in basso.

Marta faceva come Gohan e ogni tanto andava giù. Alla fine pure Vegeta si mise a colpire le piastrelle.

-Questa non è pietra normale! Non si rompe sotto i nostri colpi!- commentò Piccolo.

Ormai l'acqua era diventata più alta di loro, quindi dovettero mettercela tutta per galleggiare e colpire, o almeno questo valeva per le ragazze.

Continuarono così finchè non si ritrovarono solo con la testa a pochi centimetri dal soffitto, ma dell'uscita nessuna traccia.

Poi ecco che ogni spiraglio di ossigeno veniva tolto dall'acqua che riempì tutta la stanza.

Fede non era il massimo in apnea, ma se le situazioni lo richiedevano, riusciva a trattenere il fiato per una buona dose di tempo.

Marta non aveva grossi problemi, visto che quell'anno aveva fatto nuoto.

Neanche per i personaggi della saga ce n'era, visto che in quasi tutti gli episodi tenevano il fiatto per metà puntata.

Mentre continuavano a colpire sott'acqua, cercando di non fare troppi movimenti a vuoto, Fede notò un corpo che cadeva molle nell'acqua, quasi fosse svenuto.

Non riusciva a capire bene chi fosse, data la poca luce, ma doveva essere per forza Elena, vista la figura magra e slanciata.

Cercò di nuotare verso di lei, per sorreggerla, ma Gohan fu più veloce e la prese in braccio.

Ci teneva proprio a lei.

Dovevano trovare l'uscita al più presto, oppure sarebbero morti tutti per la mancanza d'aria, Elena per prima. E questo non lo poteva accettare.

Però, mentre continuava a colpire le pietre con le mani già fasciate con il dolore che veniva amplificato, prese in considerazione la possibile verità dolorosa: e se non ci fosse stata nessuna uscita, nessuna imperfezione?

Perfetto: era sopravvissuta a Cell e Freezer e ora sarebbe morta in questo modo così patetico anche per un'umana come lei.

Si portò le mani al viso, quasi potesse piangere in acqua!

Poi un ticchettio metallico la distrasse. Che significava?

Alle sue spalle Vegeta stava battendo i pugni contro una piastrella che emetteva quel rumore metallico. Ma come poteva produrre quel rumore una mattonella di pietra?

Non poteva crederci: aveva trovato l'uscita!

Si avvicinò a lui in un paio di bracciate e cercò di dargli una mano, poi si aggiunsero anche i bambini e Piccolo, che diedero un enorme contributo.

Il metallo della piastrella si stava pian piano piegando sotto la forza dei saiyan, facendo sgretolare anche le pietre intorno, in parte.

Alla fine, con un ultimo colpo di energia di Vegeta, il metallo cedette, portandosi dietro anche le piastrelle intorno.

L'acqua iniziò ad essere risucchiata da quel buco e ben presto anche loro, uno alla volta.

Iniziarono a rotolare su una superficie dura, non trovando bene l'uscita dall'acqua, ma alla fine riuscirono a fermarsi uno contro l'altro, mentre l'acqua continuava a sgorgare più lentamente.

Iniziarono a prendere respiri profondi, tra un colpo di tosse e l'altro, sputando anche acqua.

Appena Fede si fu ripresa abbastanza, si ricordò di Elena che cadeva svenuta e corse verso Gohan, che la reggeva ancora tra le braccia, mentre anche lui si riprendeva.

Era pallida, bagnata e soprattutto non respirava.

Spinse via Gohan con un placcaggio degno di un giocatore di rugby e la mise sdraiata, iniziando a pompare sullo sterno per farla riprendere.

Si sentiva malissimo al solo pensiero di poterla perdere in quella dimensione e in quel momento. Ora che erano così vicini dal tornare a casa!

Dopo che sembrava essere persa ogni speranza e lei si sentiva vuota, non ascoltando niente del mondo esterno, Elena sputò fuori praticamente tutta l'acqua della trappola, prendendo un respiro strozzato e mettendosi di colpo a sedere.

Fede le saltò con le braccia al collo sollevatissima dal fatto che fosse viva.

-Elena, stai bene, meno male!- esclamò Gohan al suo fianco, il quale si era quasi certamente preoccupato quanto lei.

Elena lo ignorò, cercando di scrollarsi Fede per evitare che la soffocasse.

Si ricomposero tutti: i saiyan si sistemarono i capelli scuotendo le teste come cani bagati, Piccolo si strizzò il mantello e le ragazze si strizzarono i capelli e se li rimisero in ordine, visto che loro tenevano molto a quella parte del corpo.

-Ehi!- richiamò tutti Vegeta.

A quel richiamo tutti si guardarono intorno: stanza grande e fredda, con una luce gialla molto inquietante, grande quanto due appartamenti, un enorme macchinario al centro, tutti computer e attrezzi intorno...

-Deve essere la sala macchine che diceva Bulma.- disse Fede rialzandosi e sfregandosi le braccia.

Essere fradici dalla testa ai piedi in quella stanza umida non aiutava tanto...

-Siamo giunti a destinazione.- commentò Piccolo mettendosi in piedi.

E aveva davvero ragione. 

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Capitolo 36
*** Il nemico. ***


 

I guerrieri si misero tutti in guardia, le ragazze comprese, anche se probabilmente non avrebbero potuto fare molto.

Attesero in silenzio l'arrivo di qualcuno, cosa che venne confermata che stava per succedere con il suono di lievi passi che echeggiavano dietro una grande porta in fondo alla stanza.

La porta si aprì con un cigolio, rivelando una persona gobba, deforme e pelata, il classico ritratto dell'aiutante di Victor Frankestein.

Dietro comparve una figura dritta, anche se ridotta, più bassa di Marta ma più alta di Goten e Trunks.

Aveva la pelle di un colore fucsia-viola che non si distingueva molto con quella luce fioca, con appariscenti corna da toro ai lati della testa che spuntavano tra i corti capelli neri.

Aveva occhi color rosso sangue e maligni, decisamente poco adatti alla sua figura minuta, e portava una tunica arancione molto particolare, stile monaco buddista.

Avanzò sicuro a piccoli passi verso i Guerrieri Z, seguito da quello che doveva essere per forza il suo servitore.

-Quelli sarebbero quelli che ci hanno condotte qua?- chiese Elena sottovoce, un po' perplessa.

-Così pare...- le rispose Fede con la stessa identica espressione.

-Vedo che siete riusciti a giungere fin qui.- commentò il tipo con la pelle fucsia-viola.

-Allora sei tu quello che ci ha condotte fin qui.- affermò Marta ad alta voce.

L'essere lanciò un'occhiataccia al suo servitore, che si fece ancora più piccolo per la paura.

-Ma bene, ecco cosa abbiamo portato erroneamente da un'altra dimensione...- disse con disprezzo studiando le tre ragazze.

-Erroneamente?- chiese Fede mettendosi dietro Piccolo.

-Bè, si. Quest'idiota qua del mio servitore ha inserito male le coordinate e ha teletrasportato voi tre mocciose in questa dimensione, invece della nostra arma.- spiegò con voce dura.

-Mocciose? Ma l'avete visto quanto è basso quello?- chiese Marta, mettendosi dietro Vegeta, quasi fosse la sua protezione.

L'essere sembrò sentirla, visto che la fissò a palpebre strette, ma non disse niente.

-E perchè mai avreste dovuto ideare un congegno per teletrasportare oggetti in altre dimensioni?- chiese Piccolo, sicurissimo di sé.

Gli occhi rossi dell'essere in tunica si indurirono:-Per vendetta, muso verde.

-Ma senti un po' da che pulpito viene la predica: ha parlato il muso fucsia!- esclamò Elena rivolta alle sue amiche. Il nammecciano sorrise a tale commento.

Come prima, l'essere sentì.

-E che genere di vendetta?- chiese Fede.

-Vendetta contro voi saiyan!- urlò indicando Vegeta, che mandò una domanda muta inarcando un sopracciglio.

-Undici anni fa noi siamo giunti fino a questo pianeta per conquistarlo, essendo esseri più intelligenti e con armi più potenti. Ma contemporaneamente siete arrivati voi, che avete urtato la nostra navicella e ci avete fatto rimanere perennemente su questo pianeta senza poter muovere un dito! Voi saiyan eravate molto più forti di noi, e per tutti questi anni avete attirato esseri fortissimi disposti a conquistare la Terra. Solo che noi non eravamo tra quelli! Abbiamo aspettato così tanto solo per ideare un piano abbastanza utile per sconfiggervi!E ora avremo la nostra vendetta!- urlò l'essere adiratissimo.

Probabilmente si sta riferendo a quando Nappa e Vegeta sono atterrati sulla Terra per prendere le Sfere del Drago. Anche se in due soli non avrebbero fatto molto comunque. Ragionò Fede, pensando che quei due, con ogni probabilità, non avevano fatto niente fino ad allora perchè troppo deboli per bloccare i guerrieri Z.

-Pff. E pensate che adesso sia cambiato qualcosa? Se eravate deboli allora, lo siete anche adesso! E in più non avete quell'arma che volevate usare contro di noi.- commentò divertito Vegeta.

L'essere ghignò:-E' qui che sbagli, caro saiyan. Io non ho mai detto di non avere l'arma. Ho solo detto che una volta il mio servo ha sbagliato coordinate e dimensione. Del resto quella macchina era troppo imprecisa.- camminò fino ad un lato della stanza, dove vi era una strana costruzione cava ed esagonale, formata da diversi componenti elettronici. La accarezzò con lo stesso amore di un padre, molto delicatamente.

-Per questo ne abbiamo cotruita un'altra, molto più precisa e semplice. Grazie a questa abbiamo recuperato i nostri Micro-Soli, solo due speci nella decima dimensione.

-Allora ce l'hanno l'arma!- esclamò il piccolo Goten, spalleggiato dall'amico, anche se entrambi non erano per niente intimoriti.

-Si, anche se il nome “Micro-Soli” non sembra così minaccioso.- commentò Elena calma.

-In tutta franchezza a me non sembrano minacciosi loro. Sono anche così idioti da averci trasportato qui, invece di un paio di soli nani.- commentò Fede, facendo sorridere il suo gruppo.

A quel punto l'alieno non ne potè più e sbraitò.

-Mi avete stancato voi ragazzine! Credete di potervela tirare così e fare le indifferenti davanti al mio piano solo perchè ci sono due scimmioni, due mocciosi e un muso verde a proteggervi?!- chiese puntando loro il dito contro e spargendo un po' di saliva ovunque.

-Bè.... si.- disse a bassa voce Marta in modo naturalissimo.

Fede, Elena, Gohan e i due bambini dovettero soffocare una risata.

Come al solito il loro nuovo nemico li sentì.

-Peggio per voi!- sibilò in modo talmente minaccioso che arrivò alle orecchie del gruppo.

Ad uno schiocco delle sue dita artigliate, l'essere storpio andò ad aprire la grande porta da cui loro due erano entrati, facendo notare loro che vi erano anche delle sbarre oltre il legno della porta.

La parte barrata, che faceva ricordare quella di una cella, si aprì con un cigolio sinistro, mostrando per intero l'oscurità nella stanza.

Tutti rimasero in attesa in silenzio di vedere cosa ne sarebbe uscito da la.

L'unico suono udibile era la risata acuta e graffiante dell'alieno.

Da dietro l'enorme porta arrivarò il rimbombo di passi di sicuramente qualcosa di enorme.

Ad ogni passo il pavimento vibrava leggermente.

I rumori aumentarono. Doveva trattarsi di più esseri.

-Cosa sono?- chiese Marta poggiando le mani sulle spalle di Vegeta, un po' per paura, un po' per sfruttare quella situazione per stargli più vicino.

-Non lo so, ma non mi piace per niente...- disse Gohan, beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che aveva posto la domanda. Non ci poteva fare niente: le stava antipatico in principio!

Finalmente gli esseri uscirono dalla porta uno ad uno.

Erano in cinque, i loro corpi erano sproporzionati: erano alti più di tre metri, con sterno enorme, braccia super pompate che arrivavano fino a terra, gambe piuttosto corte per esseri così grandi e teste piccole su quell'ammasso di muscoli.

Tutti avevano occhi rossi e zanne bavose, ma ciascuno aveva la pelle ricoperta da peluria di colori differenti e teste diverse l'uno dall'altro.

Uno aveva la testa da lupo e la peluria grigia; uno da coniglio e pelo bianco; uno da tigre e peluria nera e arancione; uno da antilope, con pelo marrone, bianco e nero; e l'ultimo aveva la testa da orso e la peluria completamente marrone. E tutti avevano un'espressione minacciosissima e spietata sul volto.

L'alieno viola-fucsia allargò un braccio:-Ecco cosa si può fare con degli animali terrestri se su di loro si usa un Mini-Sole!

Si comincia, pensò Fede, anche se le avevano fatto molta più paura Cell e Freezer.

-Noi non ci tiriamo indietro! Siamo pronti!- urlò la ragazza a nome di tutto il gruppo.

Sarebbe tornata a casa a tutti i costi. 

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Capitolo 37
*** Battaglia... Forse. ***


 

Il mostro con la testa da lupo dimostrò da subito di possedere un'incredibile velocità, infatti i Guerrieri Z si scansarono proprio all'ultimo momento, evitando per un pelo di essere colpiti.

Piccolo, Vegeta e Gohan poggiarono le tre ragazze in un angolo della stanza.

-Voi state qui. Ci pensiamo noi a questi qua.- disse Piccolo, togliendosi mantello e copricapo.

-Va bene.- disse Marta a nome di tutte.

Lasciate le ragazze da sole, perchè sapevano che erano abbastanza furbe da cavarsela da sole se dei nemici se ne sarebbero occupati loro, i ragazzi si misero tutti in posa di difesa, di fronte a quegli esseri orribili.

L'arteficie di tutto ciò iniziò a ridere sguaiatamente.

-Credevate davvero che le trappole fossero fatte perchè avevo intenzione di annientarvi? Ma per favore: non sono mica così stolto. L'ho fatto solo per impostare la macchina. Ho solo guadagnato tempo.

Scocchiò le dita e tutto inizio a muoversi.

Animali trasformati, saiyan e nammecciani si buttarono in una lotta sfrenata che ricordava molto una danza.

Tra l'altro quei... cosi, si erano rivelati più forti del previsto: riuscivano a tenere testa ai guerrieri più forti dell'Universo!

E non solo: ciascuno aveva un potere diverso.

Il lupo aveva una velocità incredibile, con la quale riusciva a disorientare Piccolo.

Il coniglio sparava intensissimi ki-blast rossi dalla bocca, che mettevano in difficoltà il piccolo Goten, il quale non sapeva ancora volare, e ce la stava mettendo tutta per non essere colpito e contrattaccare.

L'antilope era in grado di lanciare dalle mani strani aghi spessi e neri tipo istrice che Gohan doveva bloccare, per evitare che qualcun altro venisse colpito, tipo le ragazze.

L'orso stava mettendo alle strette Trunks con velocissimi e letalissimi raggi laser lanciati dagli occhi, uno dei quali l'aveva già preso di striscio ad un braccio.

E Vegeta aveva capito che la tigre era molto abile nel corpo a corpo, tanto che anche lui si stava trovando un po' in difficoltà.

Uhm... sembra che il Mini-Sole sia molto efficace se diviso in cinque parti equamente... Pensa un po' se lo si usasse tutto per un solo essere! constatò Fede vedendo come i ragazzi fossero in difficoltà, mentre l'arteficie di tutto ciò se la rideva di tutto gusto con il suo tirapiedi.

Un Mini-Sole... pensò la ragazza umettandosi le labbra. C'era qualcosa che non andava in quel ragionamento, ma non capiva cosa.

-Sembrano in difficoltà...- commentò piano Marta, mettendosi dietro il macchinario al centro della sala insieme alle sue amiche, così da avere almeno un riparo provvisorio.

-E la cosa irritante è che noi dobbiamo starcene qui buone buonine.- rispose Elena frustrata, mettendosi le mani sui fianchi, mentre starnutiva. Il freddo, unito alla trappola precedente, non le aveva fatto molto bene.

-Io non voglio starmene qui con le mani in mano. Dobbiamo fare qualcosa!- disse risoluta la castana più alta.

-No, invece. Dobbiamo stare qua.- sestenziò Fede, vedendo un proiettile dell'antilope prendere di striscio il braccio di Gohan.

Elena la fissò inarcando un sopracciglio.

-Vorresti startene qui a vederli in difficoltà?- chiese incredula.

-No, ma se ci mettessimo in mezzo saremo solo d'intralcio. Io lo so bene.- rispose Fede, ripensando a come nell'aldilà fosse stata poco utile.

Mentre le ragazza facevano quei ragionamente,il piccolo Goten ce la stava mettendo tutta per contrastare il coniglio sproporzionato.

Si era appena riuscito a creare un varco tra un ki-blast e l'altro, buttandosi dritto al suo petto, ma l'essere fu più veloce e lo scacciò con una manata, quasi fosse un moscerino.

Il bambino cadde a terra, stordito per la potente botta.

Nel frattempo, il coniglio stava caricando un'altra sfera rossa, che nella sua bocca si stava ingrandendo sempre di più.

Fede urlò, sapendo cosa sarebbe successo.

-Oh no, Goten!- urlò Marta, anche lei consapevole che nessuno degli altri avrebbe potuto aiutarlo.

Elena fu troppo veloce perchè potessero impedirglielo, e corse verso Goten.

-Elena!- urlarono all'unisono le amiche.

-Forse sarò d'intralcio, ma non voglio vederli morire!- urlò di rimando la ragazza senza rallentare.

Un po' grazie alla velocità, un po' per l'acqua che rivestiva il pavimento, Elena riuscì a fare una scivolata perfetta, degna di un calciatore, prendendo il piccolo Goten e trascinandoselo dietro giusto in tempo che il colpo collisionasse con il terreno, riducendolo in gran parte in macerie.

La ragazza passò sempre in scivolata sotto le gambe dell'essere, mentre Goten non dava grandi segni di ripresa...

Marta e Fede tirarono un sospiro di sollievo, vedendo entrambi sani e salvi.

Ma fu solo per un attimo: il coniglio si accorse subito di aver mancato il bersaglio e si voltò, trovando Goten ancora un po' scosso per terra, abbracciato ad Elena seduta, che lo guardava con un misto di paura e determinazione.

Non sarebbe riuscita a volare via in tempo.

Quando il congiglio aprì le fauci per lanciare un'altra sfera, Elena abbracciò il bambino fortissimo, aspettando il colpo imminente.

Ma il colpo non arrivò: Gohan doveva essersi accorto della situazione e aveva lanciato, appena possibile, l'antilope contro il coniglio, scagliando entrambi contro il muro più vicino.

Tale padre, tale figlio, pensò un po' divertita Fede, ricordando la mossa del tornado che Goku aveva usato su Cell per salvarla da Freezer.

-State bene?- chiese il giovane dando una mano ad Elena ad alzarsi, mentre quest'ultima teneva in braccio il piccolo Goten.

-Si. È solo un po' rintontito per la botta, ma si riprenderà in breve tempo.- confermò la ragazza massaggiando la testa al piccolo che mugugnava dolorante incosciente.

I due esseri, intanto, si erano rialzati, facendo rimettere in alto la guardia dei due.

Però non attaccarono i ragazzi, come invece si sarebbero aspettati: il coniglio e l'antilope si ringhiarono a vicenda, per poi iniziare a battersi fra loro, tra unghiate e ki-blast.

-Saranno anche forti, ma restano pur sempre degli animali.- commentò Elena con un sorrisetto. Non avevano l'intelligenza così sviluppata da ricordarsi chi fosse il loro nemico!

-Si, hai ragione.- confermò Gohan divertito quanto lei, mentre l'essere viola-fucsia imprecava contro quei due animali, definendoli due idioti ed esseri poco evoluti, anche se a loro non sembrava importare molto.

-A questo punto ho un'idea.- disse Elena con sguardo furbo.

 

L'idea della ragazza era delle più semplici: a quel punto chiunque sarebbe venuto in mente di farli combattere fra loro.

Il problema sarebbe stato l'ultimo rimasto, ma a quello avrebbero pensato dopo.

-Dobbiamo trovare un modo per bloccare il lupo, è troppo veloce per poterlo acciuffare così.- disse Gohan ad Elena.

-Che ne dici se prima stendiamo questi due?- chiese lei indicando l'antilope ed il coniglio che si stavano praticamente ammazzando a vicenda.-Così almeno siamo sicuri che non ci rivengano contro. Del resto il farli scontrare serve solo per distrarli.

Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e, con un colpo da maestro, mise a nanna i due con un attacco bello secco fra capo e collo, visto che erano troppo impegnati a fronteggiarsi.

Morti sul colpo. Colpiti nel loro punto più tenero, probabilmente.

Fatto ciò, Gohan andò a dare una mano a Piccolo, mentre Elena andò a dare in custodia il piccolo Goten a Marta e Fede.

-Tenetelo voi. Io sbrigo il mio lavoretto.- disse con un sorriso raggiante.

Volò basso ad aiutare Trunks, sapendo che, se si fosse intromessa con il duello di Vegeta, probabilmente quest'ultimo l'avrebbe carbonizzata.

Schivò per un pelo uno dei laser lanciati dagli occhi dell'orso, senza perdere velocità, così colpendo abbastanza forte il viso dell'animale con un calcio.

Per un attimo l'essere rimase un po' stordito, probabilmente perchè non si aspettava un colpo del genere, mentre Trunks faceva un commento sorpreso, anche lui non aspettandosi l'azione improvvisa di Elena.

Ma, com'era prevedibile, quel calcio era troppo debole per una creatura del mondo di Dragon Ball.

Dopo aver superato un'apparente stupore, il mostro la prese velocemente per una gamba, mentre Elena cercava di liberarsi in tutti i modi, invano, arrivando addirittura ad insultare quell'animale modificato che sicuramente non capiva una parola di ciò che stava dicendo.

L'orso iniziò ad agitare il braccio in cui stringeva la ragazza, quasi volesse sbattere un panno bagnato.

-Lasciami andare!!!!!- urlava Elena nel tentativo di farsi dare ascolto, dimenandosi per sfuggire a quella presa, mentre tutti quei giri della morte le stavano facendo venire la nausea.

Trunks rimase per qualche secondo perplesso, davanti a quella scena semi-comica, se non fosse stato per il fatto che la situazione era abbastanza seria. Non si sarebbe mai aspettato un tale intervento da parte di Elena, che non era neanche vicino ad essere forte come loro!

Ma il momento di comicità passò quando l'orso alzò il braccio in cui stringeva Elena, per poi sbatterlo a terra come una frusta.

 

La ragazza aveva urlato in breve lasso che la separava dal finire spiaccicata come un pomodoro maturo, ed era sicura che l'avessero fatto anche le sue amiche.

La collisione arrivò, facendola rimanere per dieci secondi senza fiato, ma non era stato così duro da provocargli danni irreparabili.

E poi sotto di lei c'era qualcosa di stranamente morbido che ad occhi chiusi non riusciva ad identificare.

-Tutto bene?- chiese una voce un po' strozzata sotto di lei.

Elena spalancò gli occhi: sotto di lei e per metà sotto l'enorme pugno dell'animale, vi era il corpo del piccolo Trunks un po' ammaccato. Il bambino le aveva fatto da cuscino.

Erano dentro un piccolo cratere di pietra spaccata, che lasciava intuire la potenza di quell'essere.

Ed era andata bene che Trunks fosse un saiyan: se lui non si fosse messo in mezzo, ora lei si sarebbe sfracellata al suolo.

-Oddio! Trunks!- urlò lei.

L'orso fece per risollevarla, ma il piccolo fu più veloce e, appena non ebbe più il suo peso addosso, riuscì a sorprenderlo dandogli un pugno proprio sul mento, facendogli scattare la testa all'indietro e facendogli saltare via qualche zanna.

Allentò la presa, permettendo così ad Elena di volare via.

Il piccolo Trunks cadde in ginocchio appena l'orso cadde a terra.

Non si poteva dire che l'essere schiacciato tra un pugno grande quanto metà balla di fieno e un pavimento di pietra fosse piacevole e ora si sentiva parecchio stordito.

-Trunks!- urlò Elena prendendolo in braccio.

Il fatto che si fosse ridotto così per salvarla non la faceva stare tanto bene.

Anche lei comunque aveva sentito l'impatto, ma sicuramente meno del bambino. Se l'era cavata con qualche livido e piccoli taglietti dovuti alle scheggie di pietra che erano balzate in tutte le direzioni.

L'orso, anche se più incostantamente, si stava alzando.

Elena ringhiò sommessamente, odiando dal profondo quell'animale per cos'aveva fatto al suo amichetto. O meglio, per cosa l'aveva costretto a fare.

-Abbassati!- sentì urlare alle sue spalle la ragazza.

Seguì l'istinto e lo fece.

Avvertì un forte spostamento d'aria sopra la sua testa, quasi a venirne sfiorata.

E non le ci volle molto a capire cosa fosse successo: Gohan e Piccolo dovevano essere riusciti a fronteggiare il lupo, anticipando le sue mosse e diventando più veloci, così facendolo scontrare contro l'orso già intontito.

Da come l'essere grigio era coperto di tagli lunghissimi, era chiaro che i due avessero avuto la meglio.

Prima che gli animali inziassero ad azzannarsi, creando ancora più casini, il nammecciano e il mezzosangue furono loro addosso e gli girarono il collo come nei film, così uccidendoli.

-Però! Sono resistenti, per essere degli animali!- commentò Gohan, massaggiandosi le mani.

-Non siete feriti, vero?- chiese Piccolo avvicinandosi alla ragazza.

-Io non gravemente. Trunks ha preso un brutto colpo per salvarmi, ma scommetto che si riprenderà in fretta, esattamente come Goten.- disse, mentre il bambino cercava di divincolarsi dalle braccia di Elena, anche se non con tanta forza.

-Lasciami, Ele, che la faccio benissimo a continuare.- disse Trunks.

Tipico orgoglio saiyan... Tutto suo padre! Pensò Elena fra se e sé.

-Lascialo a me, Ele.- disse Marta correndo verso di loro.

-Vi ho detto che sto bene!- continuò a protestare il piccolo.

Ma le due ragazze non lo ascoltarono.

-Ma fammi il piacere! Riesci appena a reggerti in piedi!- gli disse Marta prendendolo.

Quando la ragazza minuta fu tornata di fianco a Fede, dietro il congengo, l'attenzione dei presenti andò a Vegeta e alla tigre geneticamente modificata contro la quale stava combattendo.

-Di sicuro non vorrà che interveniamo...- commentò Gohan lievemente sarcastico, o almeno così parve ad Elena.

La ragazza si mise una mano sul fianco, fissando il nammecciano e il mezzosangue con un sopracciglio alzato:-E da quand'è che voi seguite le volontà del principe dei saiyan, scusate?

I due sorrisero.

-Anche su questo hai ragione.- assentì Piccolo, voltandosi verso la tigre, pronto a balzare in avanti.

Gli altri due lo imitarono.

-Sei sicura?- le chiese il ragazzo, probabilmente riferendosi al continuare a combattere.

Elena sbuffò:-Ti sembra una domanda da farmi?

Detto ciò, partì all'attacco, non sapendo bene che fare, ma volendo comunque essere d'aiuto in un modo o nell'altro.

Sentì subito le proteste di Vegeta, previste da tutti i suoi compagni, ma non se ne curò più di tanto.

Realizzò troppo tardi di essere eccessivamente vicina al mostro e, nel vano tentativo di “frenare”, battè una gamba contro il lato della sua testa e, non volendo mulinellare in aria per poi schiantarsi al suolo, si appese alla prima cosa che trovò, ovvero le orecchie della tigre.

In pochissimo tempo si ritrovò a cavalcioni sul collo dell'animale, come un bambino con il proprio padre, ma già aveva capito come sarebbe andata a finire.

Sentendo qualcosa intorno al proprio collo che le stringeva le orecchie, la tigre iniziò a scrollare testa e busto, volendosi togliere di dosso quel fastidio.

Ma perchè vado a cacciarmi sempre in questi guai?! Si chiese disperata Elena, rimproverandosi.

-Ma ti sei bevuta il cervello?- le chiese Piccolo perplesso.

-Chi ti ha detto di metterti in mezzo, ragazzina?- urlò Vegeta, infastidito da tale intervento.

Intanto la ragazza stava cercando in tutti i modi di tenersi aggrappata, evitando, con un'agilità stupefacente per lei stessa, le mani artigliate del felino, senza mollare le orecchie.

-Elena, mollalo! Così finirai solo col farti del male!- le disse Gohan, sperando che lei gli desse ascolto, ma da come Elena si era buttata per salvare Goten e da come aveva colpito senza esitazione l'essere contro il quale stava combattendo Trunks, iniziò a considerare l'ipotesi che a lei non importava più di tanto di farsi male.

-Cosa state aspettando?! Colpitelo!- urlò la ragazza, mentre iniziava a sentirsi male per tutto quello sballottamento.

-Non ho chiesto il tuo aiuto! Togliti!- urlò Vegeta, incrociando le braccia al petto, evidentemente non intento a muoversi finchè la ragazza non si fosse spostata.

Ma, anche se Vegeta avesse fatto come aveva detto Elena, ci sarebbe stato il rischio che la ragazza venisse colpita, visto come si dimenava la tigre.

Che fare, quindi?

-Elena! Staccati!- si sentì urlare da Fede, che intanto era sempre dietro l'enorme congengo con Marta ed i bambini.

Si lasciò distrarre appena dalla voce dell'amica e, anche se per pochissimi secondi, la tigre riuscì a prenderla e a lanciarla via, quasi fosse una palla da baseball da lanciare al proprio battitore.

Elena non riuscì a prendere quota: il mostro l'aveva lanciata troppo forte.

Ma, finchè ci sarebbe stato Gohan, questo ormai l'aveva capito anche lei, non le sarebbe successo niente.

Il ragazzo riuscì a prenderla, evitandole una brutta collisione con il muro.

Elena si aggrappò alla sua maglia con tutta la forza che le era rimasta ed iniziò a respirare profondamente, per evitare di vomitare l'anima.

-Stai bene?- chiese il mezzosangue lievemente allarmato, passandole un braccio sotto le gambe, per reggerla meglio.

-Domanda di riserva?- chiese lei, ancora in preda ai giramenti di testa.

Nel frattempo, Vegeta aveva approfittato di quell'attimo di distrazione, in cui il suo avversario aveva abbassato la guardia, e gli aveva caricato un potente Big Bang Attack, che l'aveva preso in pieno sterno, probabilmenti rompendogli numerose ossa.

Non gli lasciò il tempo di riprendersi che iniziò a caricarlo di pugni e calci al volto, finchè il povero animale geneticamente modificato cadde a terra esamine, vendendo finito anch'egli con un giramento di collo dal principe dei saiyan.

Elena si lasciò rimettere giù, avendo riacquistato stabilità.

Fede la raggiunse, mentre Marta saliva sul cadavere dell'essere e andava di fianco a Vegeta, seguita da Trunks.

-Stai bene, vero?- chiese la bionda preoccupata.

-Si, tranquilla, ho passato di peggio.- disse passandosi una mano tra i capelli annodati.

-Dov'è Goten?- le chiese Gohan, notando che Trunks era con Marta, ma non c'era il suo fratellino.

Fede sorrise, indicandosi dietro le spalle:- Il colpo non l'ha danneggiato gravemente, ma gli ha fatto venire sonno, e ora dorme come un angioletto.- concluse, facendo notare ai due come il bambino fosse rilassato, seduto ad occhi chiusi contro il muro, accompagnato da un lieve russare.

Elena ridacchiò scuotendo piano la testa:-Non ci posso credere...

-Aaaah, proprio in questo momento...- commentò Gohan perplesso.

 

Marta salì un po' titubante sul cadavere, cercando di reprimere lo schifo che le faceva. Non poteva dimostrarsi debole di fronte a Vegeta!

-Stai bene?- chiese la ragazza, appoggiandosi al saiyan per non cadere.

-Tsk! Non poteva venirti in mente domanda più stupida.- rispose non guardandola nemmeno.

Ma da come poco prima aveva sputato un grumo di sangue, era chiaro che la tigre fosse riuscita a colpirlo diverse volte.

-Trunks, vai a svegliare il tuo amico. Presto sarà tutto finito.- disse Marta rivolta al bambino, che obbidì e andò dal piccolo Goten a scuoterlo.

L'attenzione del saiyan e della ragazza andò all'alieno viola-fucsia che era con le spalle al muro, gli occhi rossi pieni di una grande collera, probabilmente dovuta alla sconfitta appena subita.

-Povero piccolo stolto! Credevi davvero che bastassero creature così patetiche per contrastarci?- chiese con tono derisorio il principe dei saiyan, con tanto di braccia incrociate al petto.

Marta, nonostante fosse divertita da tale atteggiamento, si accorse subito del piccolo spostamento d'aria.

Niente di buono.

-Vegeta...- lo chiamò lei, picchiettando l'indice sulla sua spalla un paio di volte.

Il saiyan non l'ascoltò, continuando il suo discorso di derisione rivolto a quel vano tentativo di sconfiggerli.

-Ora capisco perchè non siete mai venuti fuori fino ad ora: siete troppo deboli anche solo per pensare di tenerci testa!

-Vegeta...- lo richiamò Marta picchiettando l'indice più freneticamente.

-Freezer e Cell erano un conto, ma tu non puoi neanche sognare di tenerci testa come loro!

-Vegeta....!- ripetè la ragazza con tono più supplichevole, picchiettando questa volta tutte le dita.

-E guardati adesso, dopo aver fatto tanto lo sbruffone! In un angolo, raggomitolato e tremante come un verme!

-VE. GE. TAAAA.....- disse Marta con un tono di qualche ottava più bassa, che fece sembrare la sua voce gutturale, prendendo a dargli sulla schiena forti colpi con la mano, quasi si stesse strozzando con un boccone troppo grande!

Il principe dei saiyan si stava chiaramente innervosendo, ma dove finire il suo monologo.

-Comunque sia, non pensare di cavartela perchè sei così fragile, devi comunque pagare per tutto ciò che hai fatto!

-VEGETA!

-CHE C'E'?!- Alla fine il saiyan non ce l'aveva più fatta, ed era sbottato contro la ragazza, la quale aveva anche perso la pazienza, urlando gli in faccia.

-GUARDA!- gridò, attirando anche l'attenzione dei compagni, indicando il macchinario al centro.

Sopra di esso c'era un particolare sedile, con davanti ad esso attaccato una parte nera e metallica che ricordava tanto un incrocio tra un pungiglione di una vespa e una mitraglia. La base era semisferica, piuttosto grande, quello dietro al quale si erano nascoste le ragazze.

Ma quello non era l'importante: il dettaglio preoccupante era che c'era il servo dell'alieno sul sedile, con in mano un'enorme sfera di un metallo spessissimo, quasi servisse per riprodurre la pressione necessaria a creare un diamante nelle profondita delle montagne.

Velocemente, incastrò la palla in una conca fra il pungiglione e il sedile. All'istante la terra prese a vibrare e il macchinario prese una strana luce che irradiava un calore insopportabile.

Non ci volle molto a capire che quell'essere avesse approfittato del fatto che avesse un'aura davvero bassa e che tutti erano troppo distratti, convinti di aver già vinto.

Il sedile si solevò da terra, solevandosi di parecchi metri da terra.

La risata dell'essere viola-fucsia rinvestì l'aria per l'ennesima volta.

-Stupido saiyan! Ci sei ricascato un'altra volta! Non l'hai capito ancora che non devi mai sottovalutare il tuo avversario?

Il servitore deforme puntò il raggio verso il suo padrone, lanciando un potentissimo raggio arancione accecante che dovette far scansare Vegeta e Marta.

L'alieno venne colpito, mentre la sua risata vittoriosa rimbombava sempre di più nell'ampia sala, facendo rabbrividire tutti, finchè da stridula non divenne profonda, quasi fossero due persone che parlavano insieme.

In pochi secondi la tunica si lacerò, e più il raggio lo avvolgeva, più esso diventava grande, sproporzionato e simile alle sue creature umane, solo più grosso e più spietato.

Tutto il corpo avvolto quasi fosse una ragnatela dalle vene che sembrava dovessero rompersi da un momento all'altro, pelle ancora più viola scuro, corpo pompatissimo, occhi rossi che sembravano fatti di sangue e bocca piena di zanne acuminatissime.

Sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro.

Piccolo aprì bocca per parlare, ma venne preceduto da Elena:

-Ha un'aura potentissima!

Sconcertato, il nammecciano la guardò stupito:-Non mi rubare le parole di bocca!

Fede rimase pietrificata, ricordando il suo pensiero partorito poco prima che Elena si fiondasse a salvare Goten.

Sembra che il Mini-Sole sia molto efficace se diviso in cinque parti equamente.

Tra l'altro i suoi pensieri erano diventati realtà: Pensa un po' se lo si usasse tutto per un solo essere!

Adesso aveva capito il suo errore madornale, e ne rimase amareggiata per non essersene accorta prima.

I Mini-Soli erano due. 

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Capitolo 38
*** In difficoltà. ***


 

Non poté fare a meno di darsi della stupida.

Per colpa di una semplice noncuranza nelle sue osservazioni, aveva fatto in modo che tutta quella faccenda si prolungasse, rendendo il loro debole e vigliacco nemico potentissimo e minaccioso.

Avrebbe dovuto pensarci prima, così almeno ora quei due sarebbero stati sistemati e lei e le sue amiche si sarebbero ritrovate a casa.

E invece, il classico che il nemico sembrava sconfitto ed invece si era rialzato più potente in ogni singola saga di Dragon Ball, si era manifestata anche in quel caso.

Quell'ammasso di muscoli che fino a pochi istanti prima era un alieno poco più alto di un metro e cinquanta lanciò una risata con una voce doppia e gutturale che le fece ghiacciare il sangue nelle vene, e dalle espressioni attonite dei suoi compagni, capì che su di loro aveva avuto il medesimo effetto.

-Ammirate la mia potenza impareggiabile!- gridò, dipingendo nell'aria una parabola invisibile con il braccio, che non poté fare a meno di andare in direzione di Vegeta e Marta.

La ragazza si parò le mani davanti al viso per istinto, mentre Vegeta si mise in difesa di fronte a lei. Non servì a fermare il possente colpo, infatti i due vennero scaraventati da una parte all'altra della grande stanza.

Vegeta, appena toccato il terreno, fece una capriola indietro e si ricompose, pronto ad un qualsiasi movimento dell'avversario, mentre Marta venne presa al volo da Elena, evitandole un brutta caduta.

Il principe dei saiyan sputò un altro grumo di sangue. Era più forte di quanto avesse creduto.

Si voltò verso la ragazzina castana e minuta.

-Perchè non me l'hai detto prima che quello sgorbio stava azionando il macchinario?!- urlò.

Marta si rimise in piedi e a quella domanda chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, cercando evidentemente la calma interiore. Che però parve non trovare.

-Io ho cercato di dirtelo, Vegeta...- iniziò con un tono spaventosamente calmo:- Però tu eri impegnato a deridere il nostro nemico, che tra l'altro finora non ha fatto altro che farvi il mazzo, per ascoltarmi!- finì con una voce collerica che raramente Fede ed Elena le avevano sentito utilizzare.

-Quindi evita di scaricarmi le colpe addosso: perchè è solo colpa tua che non mi hai ascoltato! Quando ti deciderai a dare ragione alla gente?! Non è la prima volta che fai una cosa del genere: devo ricordarti di chi è stata la colpa se Cell ha raggiunto la forma perfetta? E non osare incolpare Crilin, perchè tu sei colpevole almeno quanto lui!

Gli occhi del principe si ridussero a due fessure, ma Marta non ne sembrò intimorita e sostenne il suo sguardo con fierezza. Ormai conosceva bene Vegeta e sapeva come fronteggiarlo anche senza forza fisica.

Prima che quei due si scannassero a vicenda, Fede si mise in mezzo.

-Evitiamo di litigare in una situazione simile! Non voglio lasciarci le penne soltanto per colpa di una discussione fra compagni!

-Ma è colpa sua!- dissero comicamente in coro Vegeta e Marta, indicandosi anche reciprocamente.

-Peggio dei bambini...- borbottò Elena a bassa voce.

Non era tempo di distrarsi.

Infatti avevano temporeggiato troppo: il loro nemico per una parte del battibecco tra il principe e la ragazza era rimasto ad osservarli, quasi a voler vedere quale sarebbe stata la loro prossima mossa, ma, dato che non avevano fatto niente di irrilevante, si era deciso ad attaccare.

Era velocissimo.

In un secondo fu addosso a tutti.

Con una manata spinse via il principe con la stessa facilità con cui si scaccia un moscerino, il quale andò addosso a Marta, la quale rimase senza fiato per una buona porzione di secondi, dall'impatto con il corpo massiccio di Vegeta.

I due strisciarono sul pavimento per qualche metro e, appena furono immobili, il saiyan si alzò di scatto, si passò una mano sul fianco e sul braccio destro per verificare i danni e poi si voltò verso Marta, come se si fosse improvvisamente reso conto di averla travolta.

Era per terra, il viso atteggiato ad una smorfia di dolore, una tempia che sanguinava vistosamente, ma che nonostante ciò cercava in tutti i modi di rialzarsi.

A quella vista non riuscì ad impedirsi di ringhiare sommessamente, gli occhi neri che ardevano di ira.

Forzò il suo collo di voltarsi verso quell'abominio del loro avversario: per colpa sua Marta era per terra ferita.

L'alieno sembrava essersi accorto della rabbia di Vegeta ed iniziò a ridere divertito, fissandolo con sguardo derisorio, probabilmente considerandolo un debole per arrabbiarsi per una fragile umana.

Nel frattempo Fede era corsa da Trunks, che stava ancora cercando di svegliare Goten, invano.

-Ma che cosa è successo? La sua aura è aumentata di colpo vertiginosamente!- esclamò il glicine non smettendo di scuotere l'amico.

-Un errore di distrazione. E ora è cento volte più potente di prima...- spiegò rapidamente Fede, pensando ad un modo veloce per sottrarre Goten ai suoi dolci sogni: se fosse rimasto lì a dormire non sarebbe stato molto utile e probabilmente avrebbe rischiato grosso.

Come si poteva svegliare un saiyan con un sonno più pesante di un pianeta?

Improvisamente le venne in mente l'episodio dove i due bambini venivano portati al Palazzo del Supremo e i due si svegliavano dopo che tutta la compagnia era stata riunita. Sapeva che fare.

Scosse piano il bambino, con fare affettuoso, e dolcemente disse:

-Goten, svegliati: è ora di colazione!

Quelle parole ebbero un effetto immediato sul bambino, che balzò in piedi con un sorriso a trentadue denti.

-Che bello! Si mangia!

Trunks guardò stupito, con una punta di divertimento, prima l'amico poi la ragazza.

-Dovrò ricordarmene quando dovrò svegliarlo.

E te ne ricorderai, pensò Fede.

Si risvegliò come da un trance e si ricordò che erano nel bel mezzo di una battaglia: non potevano permettersi distrazioni.

Ebbe giusto il tempo di finire quel pensiero che venne afferrata da Trunks per un braccio e tirata via, ma non abbastanza in fretta perchè un enorme ki-blast rosso sangue centrasse in pieno il muro e prendendo di striscio loro tre con l'onda d'urto.

Vennero sbalzati da un lato all'altro della sala, rotolando per una buona manciata di metri.

Appena fu ferma, si soffermò un secondo a constatare i danni mentalmente subiti sul suo corpo: le facevano un po' male le scapole, e in alcuni punti aveva picchiato abbastanza forte, e sentiva caldo alla gamba sinistra. Un momento...

All'improvviso si mise a sedere e andò a controllare la gamba: la stoffa dei jeans si era bruciata, ma il fatto che fosse umida non aveva reso il danno grave. Eppure in alcuni punti il pantalone era più bruciato e la pelle doleva. Probabilmente stava già sanguinando.

Spense con le mani quelle scintille che avrebbero potuto accrescere il dolore e la gravità della gamba.

Non era piacevole, ma ce l'avrebbe fatta a muoversi, munita di buona volontà.

-Stai bene, Fede?- le domandò Goten, di fianco a lei.

Anche lui aveva una manica della tuta abbrustolita; mentre Trunks, di fianco a lui, in piedi, sembrava in perfetta forma. Okay, a dire il vero non sembrava aver subito altri danni, oltre a quelli che gli aveva inferto l'orso mutante.

-Si, niente di rotto.- girò la testa verso il nemico, il quale aveva spostato la sua attenzione su Gohan, Elena e Piccolo.

Il mezzosangue, insieme al nammecciano, iniziò ad attaccarlo come meglio poteva, con raffiche di pugni e calci; all'attacco si unì anche Vegeta, prendendolo alle spalle.

Ma, purtroppo, sembrava che nulla potesse scalfire la pelle del loro avversario.

In un attimo velocissimo, non visibile ad un occhio allenato, sbattè con un piede a terra Piccolo, creando un cratere intorno al suo corpo, e, dall'espressione impregnata di stupore e dolore del nammecciano e dal rumore di alcune sue ossa che venivano incrinate, se non rotte, la cosa non doveva essere stata affatto piacevole.

Tossì a terra sangue viola, che andò ad incastrarsi nelle crepe della pietra.

E l'alieno non sembrava aver intenzione di mollare la presa sul suo corpo.

Elena indietreggiò, davanti ad una scena così sconvolgente.

-Piccolo!- gridò Gohan, dirigendosi verso la gamba del suo nemico, intenzionato a fargliela spostare per far riprendere il suo amico.

-Gohan, attento!- gridò Elena, cercando, con quelle semplici parole, di non fargli abbassare la guardia.

Purtroppo il ragazzo era troppo altruista per ricordarsene.

L'alieno approfittò del suo fianco scoperto e lo colpì alla schiena con gli artigli di cui ora erano munite le sue mani.

Le unghie lacerarono la tuta viola, penetrarono la carne e fecero schizzare sangue, tanto sangue, ovunque.

La traiettoria che il saiyan aveva descritto venne così deviata, facendo rotolare Gohan agonizzante per terra.

Allora il loro nemico tornò ad occuparsi del suo obbiettivo principale: Vegeta.

Staccò il piede da Piccolo, che gemette, tossendo altro sangue.

Nonostante il nammecciano cercasse di alzarsi, non sembrava riuscire molto nel suo intento.

-Ora è il tuo turno, scimmione. La mia vendetta sarà completa, con te.- disse l'alieno rivolto al principe.

-E, dopo di te, finalmente potrò avviare la conquista di questo pianeta!

-Tsk, io non ci conterei tanto!- rispose il principe sicurissimo di sé.

Vegeta assunse una posa apparentemente di difesa e, con un urlo basso, si trasformò.

I suoi capelli diventarono biondi e ancora più dritti, i suoi occhi, prima neri come l'oblio più profondo, si schiarirono di colpo, fino a diventare azzurri come due turchesi. Il suo corpo sembrava dotato di una propria luce dorata: la sua aura, visibile dalla grande potenza.

-Il super saiyan...- mormorò Elena a bassa voce, senza fiato da tale spettacolo.

Eppure l'alieno non sembrò turbato da tale cambiamento dell'avversario.

-Pff. E credi che cambiare colore di capelli ti basti per tenermi testa? Non farmi ridere!

In un secondo, appena finita la frase, il saiyan gli fu addosso ed iniziò a prenderlo a pugni sull'addome, lasciando qualche secondo l'avversario senza fiato, per il dolore e per la sorpresa.

Quando si fu ripreso, iniziò a contrattaccare, trovandosi più volte a colpire le braccia in parata di Vegeta.

Le capacità combattive del saiyan erano notevolmente aumentate.

Dopo una serie di colpi alla pari, Vegeta riuscì a sbaragliare la sua guardia e a lanciargli un potentissimo Big Bang Attack sulla cassa toracica.

L'alieno indietreggiò goffamente, tastandosi il petto ustionato e sanguinante con uno sguardo furente.

-Ora non fai più tanto il duro, eh?- lo beffeggiò Vegeta con il suo solito ghigno.

Ma lo sguardo del suo avversario non divenne meno iracondo.

Con uno scatto della testa improvviso, gridò:

-Seconda dose!

In un secondo, il suo servitore, ancora al comando della macchina, lanciò un altro raggio, che colpì il suo padrone, rimarginando in pochissimo tempo la grave ferita.

Dopo essere stato colpito, sembrava ancora più grosso e feroce.

-Credevi fosse così facile, vero, saiyan?

Davanti a tale domanda derisoria e superiore, Vegeta ringhiò sommessamente e strinse i pugni.

Per quanto lo detestasse. Doveva dare ragione a quella ragazzina: quando si sarebbe deciso a non cantare troppo in fretta vittoria, beffeggiando l'avversario?

-Dannazione: l'energia di quei Soli fa in modo che le ferite si rimarginino e che la potenza non venga abbassata...- ragionò ad alta voce Fede, scambiandosi un'occhiata d'intesa con Elena: anche lei aveva pensato la stessa cosa.

-Vegeta, fai attenzione: il suo servo mantiene attivo il raggio! In questo modo, anche se ripetutamente attaccato, potrà tornare illeso come prima!- lo avvertì Fede.

-Già, quei due Soli, me ne ero dimenticato...- mormorò il principe.

Appena il saiyan si rimise in guardia, inaspettatamente, venne colpito in pieno addome dall'avversario, lasciandolo stordito.

Appena esso si allontanò per riprendere fiato e prepararsi ad un nuovo colpo, l'alieno alzò una mano di fronte a se stesso, in direzione di Vegeta, e lanciò le sue letalissime unghie in un gran numero.

Alcune il principe dei saiyan riuscì a pararle e a respingerle, ma la maggior parte lo ferirono, anche se non in modo gravissimo. Alcuni aculei si conficcarono nella carne di Vegeta, facendogli soffocare più volte un gemito: non si sarebbe mai mostrato in difficoltà di fronte all'avversario.

Marca male, dobbiamo trovare un modo per riprendere il vantaggio... Pensò Fede, immobile a fissare lo scontro, come i due bambini al suo fianco.

Appena finì quel pensiero, il nemico scomparve, senza però perdere quel suo sorriso malefico e trionfale, quasi smaterializzandosi.

Dov'era finito?

Vegeta iniziò a guardarsi intorno in maniera un po' agitata.

Anche lui iniziava a comprendere la potenza del nemico.

-Dove sei, codardo? Vieni fuori!- urlò all'aria.

-Non si sente neanche più la sua presenza...- disse Elena.

Da quando aveva imparato a volare aveva anche iniziato a capire cosa intendevano Goku e gli altri per “avvertire l'aura”, ed il fatto che ora quella del loro nemico fosse scomparsa non rendeva la situazione molto rilassante.

-Se ha assorbito tutta l'energia del Micro-Sole, vuol dire che ha anche le stesse capacità degli animali.- disse Fede ai due bambini, mettendosi anche lei in guardia.

-Quindi starà usando la super velocità del lupo...- disse Trunks, mettendosi schiena contro schiena con Goten.

-ELENA, ATTENTA!

A lanciare quell'urlo, inaspettatamente, fu Marta, ancora sdraiata per terra, con tutto un lato della faccia rosso di sangue. Si era ripresa.

Tutti si voltarono verso la ragazza chiamata dall'amica, la quale si voltò di scatto, per trovarsi la figura gigante dell'alieno che, fino a qualche minuto prima, era più basso di lei, con in volto un ghigno pazzo e sadico e una delle mani artigliate alzata, pronta ad ucciderla. 

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Capitolo 39
*** Il piano di Fede, Elena e Marta. ***


 

Paralizzata.

Nessuna parola esprimeva meglio il suo stato in quel momento.

Proprio per la paura che le creava la consapevolezza di ciò che stava per succedere: stava per morire.

E niente e nessuno avrebbe potuto impedirlo, perché tutti erano feriti e il suo nemico era cento, se non mille, volte più veloce di lei.

Non cercò nemmeno di rannicchiarsi su se stessa, o a pararsi le mani di fronte al viso, o ad urlare, perché sapeva che sarebbe stato tutto inutile.

Rimase solo lì a fissarlo, immobile e con gli occhi sgranati.

Il braccio dell'alieno scattò come una molla, velocissimo e letale, e nella traiettoria disegnata dalla sua parabola era compreso anche il suo bacino.

Il colpo stava arrivando, lo vedeva molto chiaramente, quasi fosse tutto a rallentatore, mancava pochissimo, nemmeno un metro.

L'angolazione della sua visuale cambiò sempre alla stessa velocità con cui vedeva ciò che succedeva intorno a sé: si abbassò talmente tanto da evitare di essere colpita, sentendo il contatto freddo con il pavimento di pietra e la pelle calda che bruciava contro di esso mentre ci scivolava sopra.

C'era qualcosa che le premeva le braccia e una buona parte del corpo, qualcosa che stava gocciolando sopra di lei, qualcosa che era completamente diverso dalle immagini che aveva prima nella mente del suo nemico.

Sentiva la testa vuota, le orecchie che fischiavano, il cervello completamente scollegato dagli occhi, tanto che ci mise del tempo, che a lei parve interminabile, a capire cosa fosse successo: Gohan aveva fatto un balzo felino, con la sua super velocità saiyan, l'aveva afferrata per la vita, facendola piegare in due, per poi così farla rotolare sul pavimento per sfuggire dalle grinfie dell'alieno . Ora era sopra di lei, pallido e con un'espressione agonizzante sul volto. Le sue braccia tremavano.

Una goccia scarlatta cadde sulla fronte di Elena, e anche l'ultimo tassello del puzzle andò al suo posto: Gohan era ancora ferito dagli artigli del mostro e la sua schiena non aveva smesso di sanguinare, inzuppando così i suo vestiti.

Allora tutto riprese il solito ritmo, tornò a ragionare con lucidità, il cuore a battere all'impazzata carico di adrenalina e a riavere la solita attività.

-GOHAN!- urlò preoccupatissima, mentre il ragazzo soffocava un gemito ad occhi serrati.

-Stai bene, vero?- le chiese, senza aprire gli occhi.

-Ovvio che sto bene, ma tu...!

Il ragazzo le accarezzò una guancia, ammutolendola, con un tenero sorriso.

-Meno male, non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa!

Elena si mise a sedere, facendo spostare il ragazzo.

-Ma tu sei ferito gravemente! Come diavolo ti è saltato in mente di fare un balzo così per salvarmi la vita? Hai già la schiena mezza spezzata, non ti puoi gettare anche in un atto così folle!

Il ragazzo, alzandosi in piedi, si esibì in una smorfia di dolore. Quelle ferite non era affatto uno scherzo...

-Ora vedi di stare indietro. Non so quanto potremo essere d'aiuto, ma non puoi combattere in quelle condizioni.- lo avvertì rapidamente mettendosi in piedi di fianco a lui.

-Mi dispiace, Elena, ma proprio non posso.

Il ragazzo strinse i pugni e con un ringhio basso esplose in una luce dorata che per un attimo le ferì gli occhi: super saiyan, anche lui. E, anche questa volta, non potè fare a meno di rimanere incantata davanti a tale bellezza celestiale.

Lo sguardo di Gohan si era fatto più duro ed impassibile, non sembrava affatto il ragazzo timido e dolorante che era poco prima, quello che detestava combattere ma che era sempre stato obbligato dal padre. Ora lui era un guerriero, sotto ogni aspetto. E un guerriero non mostrava mai le proprie debolezze.

-Ho detto che ti avrei riportato a casa, no? Beh, è ciò che ora sto facendo.- continuò il saiyan, voltandosi verso il nemico, il quale assunse un espressione sorpresa, per quanto la tiratezza del suo volto venoso permettesse.

-Pagherai per esserti gettato in un atto tanto vigliacco.- sibilò fra i denti Gohan, non smettendo di stringere i pugni.

-Ora te la vedrai con me.- stabilì mettendosi in posizione di difesa.

In questo periodo della saga dovrebbe essere più forte di Goku e Vegeta. Forse ha qualche possibilità in più. Pensò la ragazza cercando di tranquillizzarsi.

-Hai una bella faccia a parlare con un tono così serio, visto lo stato a cui sei ridotto.- lo derise l'alieno, ma non sembrò intenzionato a tirarsi indietro.

-Lo stabilirai solo dopo aver saggiato i miei pugni.- continuò il ragazzo, stupendo Elena per tali parole. Il potere gli stava dando alla testa, come contro Cell? Non era ancora al secondo livello, quindi era tutto da vedere, ma la trasformazione doveva comunque avere effetto sul carattere dell'individuo.

-Non sottovalutare i super saiyan solo perchè ora sei stato gonfiato come un pallone. Tu in confronto a noi sei niente.

A pronunciare queste parole fu Vegeta, dalla parte opposta della stanza, con tanto di braccia incrociate al petto e ancora trasformato. Anche lui era intento a combattere e, pur di sconfiggere tale nemico, sembrava disposto a combattere insieme a Gohan.

Meglio così.

-Elena, tu e le altre state indietro. Prendi Piccolo e lascia che si curi da solo. Non far intervenire i bambini per alcun motivo al mondo, intesi?- le raccomandò il mezzosangue.

La ragazza annuì, anche se il ragazzo le dava le spalle.

Spiccò il volo a bassa quota e andò ad aiutare Fede, che stava cercando di sollevare Piccolo, in uno stato di semi-coscienza. Lo presero mettendosi le sue braccia intorno alle spalle e si sbrigarono ad allontanarsi, raggiungendo i bambini, i quali erano intanto andati ad aiutare Marta a rialzarsi e a rimettersi al riparo.

Si sistemarono in un lato della grande sala dove vi erano ammucchiati un sacco di pezzi di ricambio metallici, ma che era abbastanza grande da farci stare tutti.

Fecero sdraiare Piccolo, il quale non era messo bene, ma era chiaro che si stesse curando da solo dall'interno.

-Si riprenderà presto, vero?- chiese Goten con tono preoccupato.

Fede sorrise, cercando di rassicurarlo.

-Certo, i nammecciani guariscono molto più rapidamente degli umani, vedrai che tra poco sarà di nuovo quello di prima.- rispose Marta, accarezzando le spalle ai due bambini.

-Tu, piuttosto, come stai?- chiese Elena, osservando il lato rosso di sangue secco e di sangue ancora fresco che continuava ad uscire, finendo con il deglutire.

-Ah, sto bene. Fidati, è meno grave di quanto sembri.- rispose con nonchalance sfregandosi l'occhio per evitare che la vista le fosse offuscata dal sangue.

La castana alta passò un dito sulla ferita alla tempia e la ragazza si allontanò di scatto, quasi l'amica avesse preso fuoco.

-Anche se non ci infili il dito mi fai un favore!- disse sarcastica.

Fede volse lo sguardo verso lo scontro, nel quale i due saiyan e l'alieno combattevano alla pari, ferendosi a vicenda e lanciando attacchi davvero micidiali.

-Questa volta vinceranno di sicuro!- esclamò eccitato il piccolo Trunks.

-Certo! Nessuno è più forte del mio fratellone e di tuo padre- gli diede manforte Goten, mettendosi con l'amico a guardare quell'incontro con i nervi a fior di pelle per l'emozione.

-Però non credo che Gohan resisterà molto con quella ferita aperta...- mormorò a bassa voce Elena, tanto che solo Marta e Fede la sentirono.

-E l'incontro sembra che tirerà ancora per le lunghe...- concordò Marta.

Fede si voltò dall'altro lato della sala, dove il servitore sgorbio stava sempre seduto dal macchinario, attento, nell'attesa di aiutare il suo padrone nel caso venisse ferito troppo gravemente.

-Finché il suo servitore rimarrà attaccato a quel congegno credo che Gohan e Vegeta non riusciranno mai a sconfiggere il nemico.- espose ad alta voce la sua idea Fede.

-Si, su quello non ci piove.- concordò Elena, spostando anche ella lo sguardo sul servitore storpio.

-Quindi che proponi di fare in proposito?- chiese Marta a braccia conserte, già intuendo che l'amica aveva un piano.

-I due saiyan hanno chiesto di non metterci in mezzo al loro incontro...

-A dire il vero hanno detto di non coinvolgere i bambini.- la corresse Elena.

-Appunto, ancora meglio.

La bionda indicò il servitore, fissando le sue amiche con sguardo serio.

-Quindi che ne dite di mettere noi K.O il suo tirapiedi?

 

-Non è giusto!- protestò Goten.

-Si, invece. Dovete fare come vi diciamo noi, perchè così hanno deciso Vegeta e Gohan.- replicò Elena.

-Si, ma noi vogliamo essere d'aiuto! Noi vogliamo combattere!- disse Trunks, dando manforte all'amico.

-Ah, fidati, preferiremo mille volte che voi combatteste al nostro fianco, ma non ci tengo a subire le ire di due saiyan!- sbuffò scocciata Marta.

-Allora lasciateci combattere, se vi da così fastidio!- dissero in stereo i due bambini.

-Okay, allora mettiamola così- disse Elena con sguardo impassibile- Goten, se provi anche solo ad intervenire, farò in modo che tua madre venga a sapere che non hai finito tutti i compiti prima di questa missione, solo per andare a giocare nei boschi.

-C-cosa?!- chiese il bambino incredulo, sbiancando.

-Lo stesso vale per te, Trunks.- aggiunse Marta con lo stesso tono- Se provi ad intervenire dirò a Bulma che sei entrato nel suo laboratorio senza permesso e che hai rotto alcune delle sue invenzioni. Per non parlare di cosa dirà Vegeta quando scoprirà che hai finto di essere malato solo per saltare un allenamento...- concluse il discorso con una portata di mano davanti alla bocca con fare falsamente scandalizzato.

-Ma questo è un ricatto bello e buono!- sbottarono i due bambini insieme.

Elena fece spallucce.

-Ordini dai piani superiori.- giustificò Marta.

-Tsk!- commentò infine Trunks ruotando la testa, mentre Goten abbassava il capo.

Si erano arresi.

Fede si voltò verso le due amiche:-Pronte?

Le due annuirono.

Allora si attennero al piano.

Elena prese Fede e la sollevò, volando abbastanza basso da non essere notata dai partecipanti allo scontro, passando dietro alla macchina del laser, così da non essere neanche notate dal servitore storpio.

Poi prese quota di botto, passando sopra il macchinario.

Mollò Fede praticamente quando ci furono sopra, la quale si aggrappò all'uomo colto di sorpresa, e, grazie allo slancio datole dall'amica, riuscì a farlo cadere dalla sua postazione.

Elena la riprese giusto il tempo necessario per non farli sfracellare al suolo, poi l'essere rotolò sul pavimento, mentre Fede si metteva in ginocchio per fermarsi.

-Ci penso io, qua, tu attieniti al piano.- raccomandò all'amica, la quale tirò sul il pollice in segno di assenso e andò a ripetere l'operazione di prima, solo prendendo Marta e posandola sul sedile dei controlli.

Il servo sembrò confuso, mentre passava lo sguardo più volte dal macchinario sul quale stavano le ragazze a Fede.

-Mi spiace, ma non posso lasciarti intervenire.- avvertì la bionda.

Era stranamente calma.

Del resto, era sopravvissuta a Cell e Freezer. Quello in confronto era niente!

L'essere deforme indietreggiò esitante e malfermo, facendo gli ultimi passi che lo distavano dalla parete quasi di corsa.

Poi Fede capì perchè: ora il servo impugnava uno strano tubo metallico non più lungo di un manico di scopa, con all'estremità una strana punta di ferro. Dove vi era l'impugnatura vi stava un grilletto.

E dopo che venne premuto Fede capì anche a cosa serviva: l'oggetto sparò numerose scariche elettriche bluastre.

La ragazza inarcò un sopracciglio, quasi delusa dal fatto che per una volta potesse essere tutto più semplice.

-Che codardo... Così non vale!

 

-Okay, qualche idea su come bloccare questo aggeggio, o comunque invertire l'effetto del Sole?- chiese Elena sospesa di fianco all'amica, aggrottando la fronte.

Sul cruscotto del macchinario vi erano tantissimi pulsanti, tutti etichettati con ideogrammi in una lingua incomprensibile, probabilmente aliena.

-Ma cos'è questo? Marziano stretto?- chiese Marta molto scettica sul riuscire a combinare qualcosa di buono.

-E' una lingua meno capibile dell'arabo e del cinese messi assieme. Ma dobbiamo comunque cavarci un ragno dal buco. Per il nostro bene e per quello degli altri.

-E soprattutto per quello di Fede.- aggiunse Marta guardando sotto di sé, dove l'amica bionda stava schivando i colpi di quello che sembrava un enorme oggetto spara fulmini. E se la cavava abbastanza bene, anche se tutte le numerose ferite la rallentavano.

Le due si guardarono intendendosi.

-Da queste parti secondo te hanno Google Traduttore? Così, giusto per fare prima!

-Ne dubito fortemente. Anche se ce l'avessero non potremo usarlo: qua amano tutti complicarsi da matti la vita!

-Giusta osservazione. Mettiamoci di impegno comunque.- concluse Marta, iniziando a scorrere il dito sui numerosi bottoni, cercando di capirne almeno lo scopo.

-Allora, l'unica cosa che so per certo è che devi impugnare saldamente questa specie di manubrio, o volante, e schiacciare i due pulsanti che vi sono sotto i pollici, per sparare. Il servo di quell'alieno l'ha fatto più volte.- disse Elena, mostrando i pulsanti a Marta.

-E fin qui va bene. Ma come facciamo a spegnerlo?- chiese passandosi una mano sul lato del volto ferito.

-Io direi di non cercare di disattivarlo. Come facciamo dopo a far tornare quel simpaticissimo alienucolo viola normale?

-Verissimo.- concluse Marta.

Le due rimasero un po' in silenzio.

-Che facciamo adesso? Tentiamo il tutto per tutto, dopo questa conclusione?- chiese la ragazza più bassa.

Elena sospirò, passandosi una mano fra i capelli.

-Direi di schiacciare tutti i pulsanti a caso a nostro rischio e pericolo, cercando così di trovare il bottone esatto.

 

Era ufficiale: detestava dal profondo quell'abominio.

Non aveva niente contro le persone deformi o con qualche handicap, ma lui, che rideva con aria superiore e la sfotteva solo perchè aveva dalla sua un'arma più potente, non riusciva proprio a mandarlo giù.

C'erano tante cose che Fede era e non era: e una delle prime era vendicativa.

-Corri e scappa, mocciosa!- la derideva, quando poco prima era terrorizzato al solo averla di fronte, mentre saltava da una parte all'altra per evitare le scariche elettriche. Lo faceva senza difficoltà, visto che ormai si era abituata a velocità molto maggiori presenti in quel mondo.

Devo bloccarlo il prima possibile, e approfittarne per riacquistare il vantaggio, pensò, vedendola come la soluzione migliore.

Ricordò quanto fosse importante aspettare il momento migliore, perchè era stato quello a permetterle di schivare in tempo il Kienzan di Cell, dando anche a Goku il tempo necessario per sconfiggere i due alieni più potenti che avessero mai affrontato.

Il servitore impugnò l'arma e spinse davanti a sé, in direzione di Fede, con un ghigno trionfante sul volto.

Ancora un po'... Ancora un po'... pensò la ragazza mentre il tubo andava incontro a lei ancora spento.

Appena fu a pochi centimetri dal suo addome, schivò spostandosi di lato, afferrò l'arma con una mano, mentre con l'altra tirò un pugno ben assestato alla presa dell'essere, facendogli così mollare il tubo con un grugnito di dolore. Poi gli tirò un calcio nell'addome abbastanza forte per allontanarlo.

Girò velocemente lo spara-scariche e lo impugnò saldamente contro il suo avversario.

Si sorprese da sola di quanto fosse stata rapida e precisa in quell'azione, e come avesse ragionato su tutto a mente fredda e lucida!

L'essere rimasta al fianco dell'uomo più potente dell'universo per una settimana, assistendo ai suoi allenamenti e ai suoi scontri, aveva dato i suoi frutti.

Chissà se Goku la stava guardando da lassù...

Quel pensiero la fece sorridere leggermente: doveva essere sicuramente fiero di lei.

L'uomo storpio si stava massaggiando una mano, piegato in due, e passava lo sguardo rapidamente da Fede all'arma, con fare sorpreso e terrorizzato al tempo stesso.

Fu allora che il suo sorriso più bastardo le si aprì sulle labbra, facendo emergere la sua indole più vendicativa.

Premette un paio di volte il grilletto, giusto per fare un po' di scena all'imminente minaccia.

-A noi due, adesso!

 

-Okay, direi che Fede non ha più bisogno del nostro aiuto.- sestenziò Elena.

-E cosa te lo fa pensare?- chiese Marta distogliendo l'attenzione dai pulsanti.

L'amica alzò un indice verso il basso, dove Fede inseguiva con l'arma il servo del loro nemico, il quale uggiolava chiedendo perdono, mentre le scariche lo facevano saltare, ma, non prendendolo in pieno, non rischiava di ucciderlo.

-Lo sta facendo apposta per farlo soffrire.- affermò Marta. Sapeva bene quanto l'amica fosse cattiva se qualcuno tirava troppo la corda.

-Bene, vediamo di darci una mossa comunque.

Per i successivi dieci minuti le due amiche furono tutto un:

-Prova a girare quella manopola.

-E se premo il bottone rosso, anche se nei film non si deve mai premere?

-Queste scritte potrebbero voler dire che serve per spegnere il macchinario!

-Quest'etichetta è più grande delle altre, potrebbe voler dire qualcosa!

-E se cercassimo un manuale delle istruzioni sotto il sedile?

Alla fine, dopo aver praticamente schiacciato, girato ed invertito tutto il possibile sul pannello di controllo, si guardarono esitanti.

-Che dici? Guardiamo se è cambiato qualcosa?- chiese Elena mordendosi il labbro.

-Abbiamo altra scelta?- domandò l'altra impugnando saldamente il volante.

Premette con un leggero sforzo i due bottoni e in uno scatto un raggio arancione partì e frantumò una parte di muro con un gran chiasso.

Le due fecero un balzo all'indietro, rischiando di cadere.

-Okay, a me non sembra che abbiamo cambiato tanto la situazione.- commentò Marta.

-Anzi, io credo che l'abbiamo peggiorata...- disse l'altra, guardando lo scontro.

E aveva proprio ragione: il combattimento si era fermato, e i due saiyan e il loro nemico erano voltati verso di loro.

 

Solo quando iniziò a correre dietro quell'essere terrorizzato che implorava di fermarsi, da bravo codardo quale era, Fede si rese conto di quanto fosse sadica, specialmente se provocata.

-Cos'è, ora senza il tuo giocattolo non mi provochi più?- chiese mentre sparava due scariche che fecero saltellare la sua vittima.

Si fermò, smettendo di rincorrerlo, solo quando un raggio rossastro arancione partì dal macchinario e disintegrò una parte di muro con un boato.

Sussultò, passando lo sguardo dalla parete alle sue amiche.

-Ma cos...?- chiese non capendo cosa avessero combinato.

-Maledette ragazzine! Mi avete proprio fatto perdere la pazienza!

Fede ci avrebbe scommesso tutto l'oro di entrambi i mondi che la voce fosse appartenuta all'alieno trasformato.

-Ora pagherete per questa vostra insolenza!

Detto ciò, non si voltò verso Elena e Marta, come invece si sarebbe aspettata: si voltò verso di lei.

Ma certo! Non può colpire loro due, perchè sono sopra il macchinario, e così facendo rischierebbe di distruggerlo! E, da bravo vigliacco quale si è già dimostrato, vuole comunque abbattere altri membri del gruppo.

L'alieno strizzò gli occhi e da entrambi partirono due raggi laser, sottilissimi quanto letali.

È un po' come il Raggio Letale di Freezer. Pensò Fede, abbassandosi appena in tempo e scivolando da un lato.

Marta tirò un sospiro di sollievo, vedendola salva.

Il loro nemico non ebbe neanche il tempo di stupirsi e arrabbiarsi del tutto, che venne colpito da un attacco concatenato di Gohan e Vegeta, al quale, inaspettatamente, si unì anche Piccolo.

L'alieno rischiò di cadere, ma resistette e si rialzò dalla posa inginocchiata in cui si era trovato.

-Piccolo! Meno male, ti sei ripreso!- esclamò Fede, mentre un lieve sorriso le si dipingeva sulle labbra.

-I miei ringraziamenti per il colpo di prima. Vedi di non distrarti cercando di colpire le ragazze ancora: hai già i tuoi avversari. Non vorrai finire male, vero?- chiese il nammecciano scrocchiandosi le dita con un ghigno, mentre Gohan gli sorrise, velatamente contento.

Sapendo che la situazione non poteva che migliorare e che senza il suo tirapiedi il loro nemico non poteva usare il raggio per ripristinare le forze, Fede tornò a pensare a ciò che doveva finire di fare, accorgendosi che aveva perso di vista l'essere deforme che stava punzecchiando.

Dopo aver passato lo sguardo per tutta la stanza che il suo campo visivo riusciva a scorgere, lo ritrovò intento a cercare di aprire un lucchetto serrato ad una piccola porta di legno, di fianco a dei computer scassati.

Sembrava essersi accorto che Fede l'aveva visto e si mise a cercare la chiave tra centinaia attaccate ad un anello tirato fuori chissà dove.

Alla fine, ne scelse una, la guardò con un sorriso (orribile) sollevato: entrava perfettamente nel lucchetto gigante.

È troppo distante perchè possa fermarlo in tempo. E non ci tengo a scoprire cos'altro si nasconde dietro quelle porte! Pensò cercando di farsi venire in mente qualcosa su come fermarlo.

Dopo una serie di ipotesi non applicabili partorite in meno di dieci secondi, decise di usare l'unica carta che possedeva.

-Trunks! Goten! Ritiro il ricatto! FERMATELO!- gridò indicando il suo avversario ai bambini.

Quelle due piccole pesti non se lo fecero ripetere due volte: appena la ragazza ebbe finito di pronunciare la frase, scattarono ad una velocità non visibile ad occhio nudo ed insieme bloccarono l'omuncolo. Era poco più alto di loro, quindi non fu nemmeno difficile.

Goten tenne le mani del servo dietro la schiena, mentre Trunks gli assestò una potente manata fra capo e collo, che lo fece immediatamente accasciare a terra.

I due si voltarono verso Fede, che sospirò sollevata ed alzò un pollice in alto, per indicare ai due che andava bene.

-L'ho solo tramortito! Non si sa mai che possa tornarci utile!- le urlò il figlio del principe dei saiyan incrociando le braccia al petto vittorioso.

La ragazza ridacchiò, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

E una piccola parte del problema era più o meno sistemata.

 

Marta tirò un sospiro di sollievo, che fece togliere le mani davanti agli occhi di Elena.

-Allora? Com'è andata?- chiese in ansia.

-Fede ha schivato i laser! E Piccolo è intervenuto nella battaglia. E il tirapiedi dell'alieno è svenuto grazie all'intervento autorizzato da Fede di Trunks e Goten.

-Grazie al cielo!

Per tutto quel breve lasso di tempo Elena aveva tenuto gli occhi chiusi, per la troppa paura che Fede avesse avuto un qualche brutto incidente, o comunque fosse stata ferita in un modo tanto tragico da farle mancare la forza.

-Certo che i bambini sono proprio forti! E anche molto attivi! Avresti dovuto vedere come sono scattati alle parole di Fede! Sono proprio i figli dei due sayan più potenti dell'universo!

-Lo sapevo! Avremmo dovuto farli partecipare sin dall'inizio!- esclamò Elena dandosi un buffetto sulla fronte.

-Ordini di Vegeta e Gohan. Non ci tenevo a sorbirmi le ire del principe!

Fede si avviò verso i bambini con una corsetta, sempre tenendo salda l'arma che aveva preso al suo avversario.

Ora che era salva, le due si riconcentrarono sul loro lavoro.

-Quindi, in sostanza, finora cosa abbiamo capito di questo aggeggio e su come funziona?- chiese la castana alta.

-Poco e niente. Sembra che l'effetto del raggio non sia cambiato di una virgola. E abbiamo fatto lo stupido errore di far svenire quel servo: forse avremo potuto estrapolargli qualche informazione con un paio di minacce...- commentò Marta frustrata, massaggiandosi la tempia ferita.

-Eppure, dai! Ci deve essere un'idea che non abbiamo avuto, o comunque un'opzione che non abbiamo considerato o che abbiamo scartato in partenza!- sbottò Elena mettendosi le mani sui fianchi.

Marta sospirò e passò lo sguardo dall'amica al pannello di controllo più di una volta.

-A questo punto io ne avrei una, ma è molto azzardata e non so quanto possa essere efficace!

-Beh, proviamola! A questo punto cosa potrebbe peggiorare?

Finita la frase, l'amica impugnò di nuovo saldamente il volante, questa volta puntandolo verso il suo nemico e premette i pulsanti con più decisione di prima.

-MA COSA...?!- esclamò Elena rischiando di perdere la concentrazione e di cadere.

Appena il raggio prese il nemico, il due saiyan ed il nammecciano indietreggiarono di diversi metri, chiaramente sorpresi da un'azione simile della ragazza.

Anche l'alieno sembrava sorpreso, ma, superato lo stupore, scoppiò in una fragorosa risata, che sembrava ancora più doppia e agghiacciante.

-Povera sciocca! Cosa speri di ottenere con tale atto? Mi stai solo rendendo più potente!

E aveva chiaramente ragione: il suo corpo si stava ingrossando sempre più, assumendo un colorito più scuro, una voce più grottesca e vene ancora più evidenziate. E la sua aura stava salendo vertiginosamente.

-Sei impazzita?! Smettila subito!- urlò Vegeta livido di rabbia a Marta, cercando di non far trasparire una nota di preoccupazione nella voce.

Ma la ragazza era impassibile, con gli occhi puntati sul suo bersaglio e con i pollici ben premuti sui pulsanti.

-Fidati di me.- disse semplicemente ad Elena.

 

Fede si fermò di colpo, quando il sibilo basso del raggio esplose nell'aria.

Non poteva credere che Marta lo stesse facendo sul serio! Ma che le era preso?

Nessuno fiatava, a parte l'alieno che rideva in modo sempre più agghiacciante.

Tutti erano troppo impegnati ad osservare la scena.

Sarebbe finita male, oh, eccome se sarebbe finita male!

Marta era impazzita di punto in bianco, tutti erano troppo scioccati per reagire e il loro nemico si stava potenziando ed ingrossando sempre di più...

Ingrossando.

In un attimo tutto le fu più chiaro: Marta voleva distruggerlo con un sovraccaricamento di potere!

Voleva fare come con un palloncino quando ci soffi troppo dentro!

Infatti l'alieno, in poco tempo, aveva smesso di ridere, e sembrava si stesse accorgendo che qualcosa non andava in se stesso, che il suo corpo non stava reggendo il troppo potere.

L'energia di un Micro-Sole è troppo potente per un solo essere, come immaginavo! Si disse.

Complimenti per l'idea, Marta! Pensò sorridendo, guardando l'amica concentratissima a non smettere di fissare il suo nemico.

Ormai l'alieno era arrivato a grandezze tali da sfiorare il soffitto, e allora smise di crescere: il raggio si era spento.

Marta cercò più volte di ripremere i pulsanti e di rigirare le manopole, ma niente.

-Che succede?!- le chiese Elena sbiancando.

-L'energia del Micro-Sole è finita!- comunicò altrettanto pallida.

Però ciò non faceva smettere l'alieno di ansimare e di gemere piano.

Le vene fin troppo evidenti ed i muscoli tiratissimi sembravano sul punto di scoppiare al minimo movimento, ma ancora resistevano.

E la sua aura pulsava di una strana luce rossastra, quasi difficile da contenere.

Passò lo sguardo dall'arma elettrica che teneva in mano all'abominio che occupava mezza sala.

Le bastò quell'attimo per decidere.

Mise due dita nel punto scucito della sua manica e con uno strattone la strappò di netto tutta.

Si accucciò, poggiandosi il tubo sulle ginocchia.

Strinse la stoffa strappata intorno al grilletto con tutta la forza che aveva in corpo, finchè non bastò per mantenere attiva l'elettricità alla sua estremità senza il bisogno di una mano che lo tenesse premuto.

Impugnò il tubo con una mano e prese la rincorsa, con l'arma attiva alta, quasi fosse una lancia.

Per far scoppiare un palloncino basta una leggera pressione di qualcosa di acuminato!

Appena ebbe preso abbastanza velocità, lanciò lo spara-scariche, che fendette l'aria dritto e praticamente inarrestabile.

La punta elettrica si conficcò con un suono secco, seguito da lievi scricchiolii, nell'addome del nemico.

Dopo, sentì solo tre cose: l'ululato di dolore dell'alieno, uno scoppio pazzesco assordante e un'onda d'urto che la investì con una forza tale da toglierle il respiro.

Dopo, tutto fu solo buio. 

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Capitolo 40
*** L'ultima promessa. ***


 

Appena la luce fioca che filtrava dagli alti nuvoloni del cielo le fendette gli occhi, li serrò infastidita e diede forti colpi di tosse. La polvere, l'addome schiacciato e anche un probabile attacco di stomaco che l'avrebbe fatta vomitare l'avevano scombussolata.

Nonostante ora fossero fuori dalle macerie e lei fosse a gattoni per terra, dolorante ma viva, Vegeta non dava cenno di voler lasciare la presa sul suo polso.

La sua idea, come già aveva pensato, si era rivelata molto avventata, ma era stata efficace.

Tutto il piano del castello era andato in frantumi, manco fosse stato fatto di vetro, per la grande esplosione provocata dall'eccesso di potere, ma l'alieno era ufficialmente morto.

Prese respiri profondi, neanche fosse stata troppo tempo in apnea sott'acqua.

-Non farlo mai più, intesi?- la intimò Vegeta, pulendosi il sangue che gli colava da un lato della bocca con il dorso della mano libera.

-Un semplice “Grazie” era più che sufficiente. Vi abbiamo salvato!- replicò lei mettendosi in piedi con grande difficoltà, visti i giramenti di testa, finendo con l'accasciarsi addosso al principe, che la sostenne con uno sbuffo.

Aveva perso troppo sangue dalla ferita alla testa. Non capiva ancora come potesse rimanere cosciente. Prese nota di curarsi il taglio appena fosse tornata a casa.

-Meno male: state tutti bene!- Piccolo era in un lato della ormai ex sala con i due bambini leggermente feriti.

Quei tre si erano preoccupati prima di tutto di proteggere il macchinario esagonale che aveva trasportato le ragazze lì: se anche quello fosse andato in pezzi, sarebbero tornati al punto di partenza.

Elena atterrò sostenendo Gohan con un braccio intorno alla vita.

Anche se il ragazzo era ancora trasformato, era più sudato di prima e più pallido, con il volto atteggiato ad una smorfia di dolore.

Ha resistito fino all'ultimo, ma ora basta: è giunto al limite. Constatò Marta, provando una punta di preoccupazione che si rifiutò di accettare.

Appena Gohan ed Elena toccarono terra, il sayan fu attraversato da un brivido che lo scosse e da uno spasmo, i suoi capelli tornarono del loro colore naturale, poi cadde a carponi per terra ed iniziò a tossire sangue, tutto tremante.

-GOHAN!- urlò Elena accucciandosi di fianco a lui.

Piccolo scattò e fu di fianco ai due.

I bambini rimasero interdetti davanti a tale scena, con le bocche spalancate.

Allora Marta si scordò dei suoi giramenti di testa e di quanto fosse debole e corse dal piccolo Goten, lo prese per le spalle e lo abbracciò forte, costringendolo a voltarsi dall'altra parte e di vedere quella scena orribile di suo fratello che vomitava sangue.

Il piccolo cercava di opporre resistenza, ma molto debolmente.

-Goten! Goten guarda me! Andrà tutto bene, non guardare!- gli ripeteva mentre il bambino la fissava bianco e visibilmente spaventato.

-Fallo sdraiare!- ordinò Piccolo ad Elena.

-Ma così la pelle ferita sarà a contatto con il terreno lercio!- obbiettò lei con le lacrime agli occhi.

-Prima dobbiamo pensare a farlo smettere di sputare sangue, altrimenti le cose potrebbero peggiorare!

La ragazza lo prese e lo fece sdraiare, ma le cose non sembrarono affatto migliorare: Gohan iniziò ad avere strane convulsioni che lo fecero piegare in due. E l'emorragia sembrò solo peggiorare.

Elena andò nel panico: la vista di Gohan in quello stato le faceva torcere le budella e tutto quel sangue le dava i brividi e una voglia irrefrenabile di rimettere tutto il cibo che aveva mangiato negli ultimi giorni. Ma doveva ragionare, doveva trovare una soluzione, un qualcosa che lo facesse stare meglio... Ma cosa?! Lei era solo una quattordicenne che fino a qualche settimana prima scene del genere le aveva viste solo in televisione. Non aveva nemmeno qualche potere curativo, o un qualche attrezzo...

-Dobbiamo portarlo da Dende, e alla svelta!- disse Marta, sempre non lasciando andare Goten.

Ma Elena non la sentì nemmeno.

Iniziò a frugare freneticamente nelle tasche dei pantaloncini, alla ricerca di qualcosa.

Era la sua ultima speranza, non poteva averlo perso in tutte quelle trappole o nell'esplosione, le tasche erano troppo stretto.

Quando tutto sembrava perduto, lo trovò e lo tirò fuori con il cuore più leggero e speranzoso: un fagiolo di Balzar un po' ammaccato comparve fra le sue mani.

Sostenne Gohan per le spalle, cercando di ignorare tutto il sangue di cui era ricoperto e che stava sputando anche addosso a lei.

-Gohan! Gohan fai uno sforzo! Gohan mangialo!

Il ragazzo, fra un conato e l'altro, riuscì a prendere il fagiolo, a masticarlo alla bella e meglio e ad ingoiarlo.

-E quello dove lo hai preso?- chiese Piccolo stupito.

-Quando sono andata al Palazzo del Supremo a recuperare Fede mi sono fermata prima un po' a curiosare fra le cose e nell'abitazione di Balzar e, alla fine, visto che non la smettevo di fare domande sui suoi fagioli, me ne ha regalato uno da portare a casa come ricordo.- spiegò tutto d'un fiato senza staccare manco un secondo gli occhi dall'amico.

Tutti rimasero qualche secondo con il fiato sospeso, mentre il ragazzo restava ad occhi chiusi, come in meditazione.

Alla fine si buttò all'indietro con un grosso sospirò, prendendo ad ansimare.

Passò lo sguardo sui presenti a fatica, sudatissimo.

-Grazie Elena, mi hai salvato...- disse quasi rantolante rimettendosi seduto.

Sulla sua schiena non c'erano più i segni profondi degli artigli del loro nemico, ma piccole linee, simili più a delle righe fatte con una biro rossa.

Prima che potesse riprendersi del tutto, le cinque dita di Elena si abbatterono di netto sulla sua faccia come una frusta, lasciando tutti spiazzati.

Non che un colpo del genere gli avesse fatto male, semmai era la ragazza ad averne risentito, ma a Gohan fece comunque uno strano effetto ed Elena non sembrava averci dato tanto peso.

-Non. Farlo. Mai. Più. Non provare mai più a spingerti a tanto così ferito, perchè poi ti finisco io. Chiaro?- la ragazza aveva le guance solcate da una miriade di lacrime: era chiaro quanto si fosse spaventata.

Abbracciò il mezzosangue ancora stordito con tutta la forza che aveva. Il ragazzo non aveva ancora ben capito, ma accettò volentieri l'abbraccio dell'amica e lo ricambiò, per poi essere sommerso anche da quelli di Goten e Trunks.

Marta tirò un sospiro di sollievo e Piccolo gli fece una breve ramanzina sulla sua avventatezza e roba che Elena non gli avesse già detto. L'unico a rimanere impassibile fu Vegeta, ma Marta sapeva bene che in realtà anche lui era felice che il ragazzo non avesse avuto la peggio.

Poco importava: avevano sconfitto quell'alieno di poco valore e avevano salvato la macchina per riportarli a casa. Ora non restava che chiamare Bulma, visto che tutto si era risolto per il me...

-Dov'è Fede?

Una domanda che seccò la gola e strinse il cuore in una fitta dolorosa di Elena e Marta.

La castana alta si guardò intorno e solo allora notò quel dettaglio tanto importante: la sua amica mancava all'appello. E di lei non ve ne era traccia intorno a loro.

-FEDE!!!- gridò Elena iniziando a spostare diverse rovine della sala, trascinata dalla forza della disperazione, mentre Marta andava dalla parte opposta e chiamava l'amica ad alta voce. Al richiamo si unirono anche i bambini, e spostarono anche le macerie meglio possibile.

-Possibile che nessuno di voi abbia pensato a trarla in salvo, dannazione?!- chiese Marta con la voce rotta dalle lacrime. Nessuno le rispose, solo abbassate di occhi colpevoli, come quelli di Piccolo e Gohan.

Vegeta si mise a distruggere un tot di macerie alla volta, con una potenza abbastanza ridotta, per evitare di colpire la ragazzina, se ci fosse stata sotto.

-Non sento la sua aura. Non la sento...- si rese conto Elena, cadendo in ginocchio, con uno strano vuoto per tutto il torace, quasi niente di tutto ciò fosse reale.

Qualcuno da dietro la scosse: era Gohan.

-Elena, calmati.

-Mi calmo un cazzo! La mia migliore amica è là sotto chissà dove e non ho idea se stia bene o se sia...- non riuscì a terminare la frase che iniziò a singhiozzare e a piangere come una bambina.

-L'aura di Fede è debole in principio perchè è umana. Il fatto che tu non la senta potrebbe anche dire che lei sia solo svenuta.- cercò di rassicurarla.

Come faceva ad essere così calmo? C'era di mezzo la vita di una persona e lui reagiva quasi il problema di lei fosse stato un'unghia spezzata. Certo, lui c'era dentro da quando aveva quattro anni, in situazioni del genere, e chissà quante volte si doveva essere sentito come lei in quel momento senza poterlo esternare. Però...

Fede... dove sei?

 

Riprese pian piano coscienza.

Aveva un mal di testa tanto forte da non riuscire ad aprire gli occhi. Sembrava che il suo cranio dovesse aprirsi da un momento all'altro.

Poi le pizzicava tutto il torace, il mento e la gamba, che si ricordò con non poca fatica che aveva rischiato di perderla perchè quasi carbonizzata.

Non aveva la forza per muovere un singolo arto, per verificare se in effetti stesse davvero bene, o anche solo se fosse intera.

Plic.

Questo rumorino era assolutamente assordante, anche se attutito dal suo stesso braccio, che ad ogni impatto sembrava dolorosissimo e troppo freddo per i suoi gusti.

Ma che mi sta succedendo? Dove sono?

Fu solo quando ebbe la forza per formulare questi pensieri e quando non ne potè più di quei continui plic che aprì gli occhi, ignorando la sua testa dolente.

Passò gli occhi intorno, ma era solo buio, molto buio.

Contò mentalmente fino a trenta, poi cercò di mettersi seduta meglio possibile, finchè non trovò dietro di sé una strana parete irregolare su cui poggiarsi.

Si tastò i punti in cui aveva bruciore, trovando delle strane scottature. Grazie al cielo non sembravano tanto gravi.

Prese un respiro profondo e fece mente locale su ciò che era successo prima che avesse perso i sensi: era finita nel mondo di Dragon Ball, all'incirca una settimana prima, di questo era certa; erano andati tutti insieme, i guerrieri e le sue amiche, al castello che le aveva portate in quella dimensione, avevano incontrato gli alieni, artefici di tutto, aveva avuto luogo una lunga battaglia con animali geneticamente modificati, poi con l'alieno...

Si, poi Marta gli ha scaricato addosso l'energia del Micro-Sole e io ho concluso tutto tirando lo spara-scariche addosso al nostro nemico... finì, constatando che di dopo non aveva nessun ricordo.

Si sfregò le mani sulle braccia. Lì dentro faceva molto freddo, ed era anche umido.

Ma che fine avevano fatto tutti? Marta, Elena e gli altri stavano tutti bene? L'alieno viola-fucsia era morto? Il suo servo era ancora sotto sorveglianza di Goten e Trunks?

Come poteva rispondersi a quelle domande se stava lì impalata?

Passò le mani sul muro irregolare, quasi in alcuni punti fosse spezzato e in altri ci fosse solo metallo, per poi passarle in alto e constatare che sopra la sua testa c'erano solo quindici dita da un soffitto praticamente identico al muro.

Ma dove sono finita?

Non sembravano esserci interruttori ne porte e lo spazio in cui si trovava era molto ristretto.

Appena i suoi occhi si abituarono all'oscurità, notò che l'area era più larga che alta: riusciva a tenere le gambe distese e avanza spazio sufficiente a contenere una per...

Si appiattì di scatto contro la parete alle sue spalle, cercando quasi di poterla trapassare e andarsene da lì.

Di fronte a sé c'era qualcuno, una figura piuttosto alta e massiccia, che non riusciva a distinguere bene, con la quale era bloccata in pochi metri quadrati senza uscita. Sulla sua testa qualcosa lanciava una fioca luce dorata.

Non aveva idea di chi fosse, ma il solo pensiero che poco prima avevano rischiato tutti di morire le aveva lasciato uno strano senso di inquietudine dentro.

Iniziò a tastare la parete e il suolo, in cerca di qualcosa con cui eventualmente difendersi, senza mai distogliere lo sguardo dalla figura di fronte a se. Eppure questa non sembrò minimamente intenzionata a muoversi.

Ci fu un movimento sul suo viso e Fede ebbe quasi l'impressione che stesse sorridendo, probabilmente delle sue azioni patetiche.

-Meno male, ti sei ripresa in fretta.

Quelle parole le fecero perdere un battito, provocandole un brivido lungo tutta la spina dorsale.

Non poteva essere.

Eppure, ora che l'aveva sentito parlare, tutto le sembrava più chiaro: la voce, il corpo, i capelli, il bagliore sopra la sua testa... come aveva fatto a non pensarci prima?

La sua voce fu poco più di un sussurro strozzato, spezzato dall'incredulità e da un probabile scoppio di pianto:

-Goku...

Il sorriso del saiyan si allargò di più.

-Che sollievo! Sono riuscito a salvarti in temp...

Il ragazzo non riuscì a finire la frase che venne intrappolato nella tenaglia d'acciaio che era l'abbraccio di Fede.

Lo slancio lo fece cadere all'indietro, facendogli prendere una testata.

-Goku! Oh, Goku!- iniziò a singhiozzare la ragazza. Il suo amico era reale, era davvero lì. Poteva toccarlo, parlarci...

Il saiyan sorrise dolcemente e l'abbracciò stretta a sé, aspettando che i singhiozzi emozionati della ragazza si calmassero.

Le asciugò due lacrime appena nate con un dito, con il suo solito fare fraterno.

-Sei qui...- sussurrò lei, sempre sedutagli in braccio.

-Si, ho dovuto disobbedire agli ordini di Re Kaioh. Quando tornerò dovrò sorbirmi una bella sgridata...- sospirò Goku, grattandosi la nuca con il suo solito fare semplice.

-Perchè sei sceso dall'aldilà? Non ti è permesso...

Il suo amico sorrise dolcemente, passandole una mano fra i capelli.

-Non potevo sopportare l'idea di vederti morire.

-Eh?- chiese lei non capendo.

-Se ti avessi lasciata lì, così vicino all'esplosione, saresti morta carbonizzata, o comunque per la pressione dell'onda d'urto...

A quelle parole Fede ricordò lo scoppio, il calore, le urla... si tastò il petto scottato, dando così una spiegazione alle ustioni lievi sul suo corpo.

-Mi hai salvato?- chiese stolidamente.

-Si, sono riuscito a trasportarti poco lontano, purtroppo.- si passò una mano fra i capelli ribelli e fece un sorriso imbarazzato:- Certo, se non fossi intervenuto ti avrei avuta ancora un po' per me, tempo giusto di trovare le Sfere del Drago, però avete fatto tutta questa fatica per arrivare qui e non mi sembrava giusto nei tuoi confronti mettermi da parte in un modo così egoista.

Nonostante il ragazzo sembrasse vergognarsi particolarmente di questi pensieri, fecero sentire bene Fede: le voleva così bene che avrebbe passato volentieri altro tempo con lei...

-Anche a me sarebbe piaciuto passare più tempo con te, nonostante per una settimana abbia avuto il pensiero fisso di voler tornare a casa...- disse a bassa voce, poggiando la testa sulla spalla forte del guerriero, che sembrò apprezzare il gesto.

-Cambiando discorso, dove siamo, di preciso?- chiese lei non lasciando l'amico.

-Siamo sotto le macerie del castello.- rispose tranquillamente Goku, quasi stesse parlando del tempo.

La ragazza alzò di scatto la testa, per fissarlo con uno sguardo corrucciato, non capendo se fosse serio o stesse scherzando.

Il saiyan sospirò:-Quando hai colpito l'alieno hai provocato un'esplosione tanto forte che ha fatto venire giù l'intera stanza. L'unico modo che avevo per trarti in salvo in tempo era di costruire una sorta di riparo fra le macerie.

Ora che tutti i tasselli andavano al loro posto nel puzzle, sentiva quasi l'aria mancarle: non era delle migliori notizie quest'ultima.

-E gli altri stanno bene?- chiese lei cercando di distrarsi dal fatto di trovarsi praticamente sepolta viva con un suo amico.

Goku volse lo sguardo verso un lato della stanzetta, con fare concentrato.

-Si, le aure dei miei figli, di Trunks, Vegeta e Piccolo ci sono tutte. E ne sento anche altre due più basse...

Fede sospirò, sollevata da quella certezza:- Saranno Elena e Marta. Meno male, stanno tutti bene....- tornò a guardare il suo amico, più seria questa volta:- Scusa, ma perchè ci hai sepolti qua sotto? Non dubito della tua straordinaria forza e velocità per spostare un paio di massi, per non parlare del teletrasporto...- si ritrovò molto confusa da questo interrogativo.

Goku l'abbracciò forte lisciandole i capelli.

-Volevo avere un po' di tempo per parlare con te, senza essere disturbato dagli altri.

La ragazza spalancò gli occhi: Goku teneva così tanto a lei da rinunciare a scambiare quattro chiacchiere addirittura con i suoi figli e i suoi amici, che non vedeva da sei anni? Va bene che l'anno seguente si sarebbero rivisti e lui sarebbe resuscitato, però questo lui non poteva saperlo...

Il ragazzo non lasciò passare altro tempo perchè i suoi pensieri continuassero a scorrere, che le sollevò il viso con due dita sul mento e la guardò negli occhi, con sguardo fermo e deciso, ma allo stesso tempo dolce e fiero come il sorriso che aveva sulle labbra.

-Fede, sei stata bravissima: hai combattuto bene e ti sei fatta valere, per essere solo un'umana, per giunta adolescente! Sono fiero di ciò che hai fatto. È merito tuo se ora tutto si è risolto per il meglio e potrai tornare a casa insieme alle tue amiche.

La ragazza rimase senza parole: il guerriero più potente dell'Universo si stava congratulando con lei, le stava facendo i complimenti per come aveva combattuto, nonostante in confronto a lui non fosse niente.

-Oh Goku...- mormorò Fede sorridendo.

Il ragazzo sorrise a sua volta, sospirando.

-Bene, ora che ti ho detto tutto ciò che volevo dirti, credo sia ora di tornare da Re Kaioh e di lasciarti andare nella tua dimensione.- disse facendo spostare Fede.

Quelle parole provocarono una stretta nel cuore della ragazza: quella consapevolezza, di non potere più vedere il suo eroico amico, la dilaniava. E questa sua ultima visita, unita al fatto che si stavano per lasciare proprio in quel momento, appesantiva solo il carico. Ma doveva essere forte: aveva già pianto abbastanza e aveva già preso la sua decisione.

-Sarà meglio che ti copri le orecchie e chiudi gli occhi.- la avvertì, mentre poggiava una mano sul soffitto.

Fede lo fece, capendo subito dopo perchè: Goku creò un potente ed abbagliante ki-blast che fece saltare in aria tutto quel piccolo covo in cui erano riuniti poco fa, alzando un polverone incredibile seguito da un rombo assordante.

Appena sembrò essere tornata la calma in quei pochi metri quadri, aprì piano gli occhi, facendoli abituare a quella luce che sembrava fortissima, nonostante il cielo fosse sempre nuvolo.

Goku era ancora seduto lì di fronte a lei, fermo che la guardava.

Solo allora Fede si rese conto che doveva essere un completo disastro: vestiti strappati, ricoperta di sangue, polvere e terra dalla testa ai piedi, capelli spettinati e umidi, ferita... finendo con il rassegnarsi al fatto che in quella dimensione non poteva avere aspetto migliore. In fondo quel guerriero l'aveva vista già in stati simili, quindi...

Il saiyan le stampò un bacio sulla fronte, sopra le sopracciglia.

-Te lo prometto Fede: ci rivedremo. Non importa fra quanto o in che dimensione: questo non è un addio. È solo un arrivederci temporaneo.

Non sapeva quanto potesse essere mantenuta quella promessa, ma la fece stare bene e Goku la rese quasi credibile. Quel ragazzo, in fondo lo sapeva già, era davvero capace di tutto.

Goku si mise due dita sulla fronte e con l'altra mano fece un cenno di saluto.

-Buon ritorno a casa, Fede. Alla prossima.

E scomparve, lasciandola con uno strano sapore dolce amaro alla bocca dello stomaco.

-Arrivederci, Goku. 

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Capitolo 41
*** Ritorno a casa. ***


Una forte esplosione scosse il terreno sin dalle fondamenta, distogliendo il gruppo dalle ricerche della loro amica.

Un forte bagliore si sollevò verso il cielo da un lato in fondo alla ex sala, frantumando le macerie circostanti per un raggio di circa cinque metri.

Durante quello scatenamento di potenza, si avvertì un'aura spaventosa da quanto potente.

Tutti si misero in guardia, aspettandosi un attacco da un momento all'altro.

-Non ditemi che è ancora vivo, vi prego...- supplicò esasperata Elena, non potendone più di tutte quelle emozioni. Eppure, dietro tutta l'agitazione e l'adrenalina, riuscì a notare che l'aura scatenatasi poco prima era differente da quella dell'alieno.

-No, questo non è l'alieno di prima...- disse Vegeta, evidentemente sorpreso, sia dal tono che dall'espressione.

-E' troppo potente. Sembra quasi... no, impossibile...- mormorò Gohan, di nuovo bianco come un lenzuolo, altrettanto senza fiato.

Non capiva la causa di tale stupore, ma sentiva comunque il dovere di mettersi in guardia.

Quando il fascio di luce si esaurì, lasciando aperto un cratere e sollevando polvere ovunque, cadde il silenzio e l'aura scomparve, quasi non fosse mai esistita.

-Cos'è successo?- chiese Marta, accucciata, aspettando un attacco da un momento all'altro.

Si sentirono riecheggiare dei suoni provenienti dal buco, quasi qualcuno stesse cercando di risalirlo a fatica.

-State indietro.- ordinò Piccolo alzando un braccio, come a bloccare Marta ed Elena.

Sembravano tutti più rilassati, notò Elena, non capendo perchè.

Alla fine una mano spuntò dal bordo, facendola sussultare.

Notò che non erano mani ne deformi ne viola e artigliate, ma di umano. E femminili.

Sentì tutto il suo corpo alleggerirsi, quasi qualcuno le avesse tolto un macigno dalle spalle.

Fede riemerse dal cratere con il busto appoggiandosi alla pietra spezzata. Capelli biondi arruffati, vestiti strappati ovunque, pelle così coperta di polvere e cenere che sembrava fosse stata carbonizzata. Ma, a parte questo, sembrava non aver subito altri danni gravi.

Appena fu completamente fuori, passò lo sguardo sui presenti con fare perplesso, facendo ammutolire tutti, sorpresissimi.

Alla fine alzò semplicemente la mano in segno di saluto.

-Ehilà...

Quelle semplici parole bastarono a far quasi cadere tutti a gambe all'aria come tante di quegli episodi con le scene in super deformed.

-Ehilà? EHILA'??!! Ti stiamo cercando da più di mezz'ora sotto tutte 'ste macerie e tutto ciò che sai dire dopo essere ricomparsa integra è questo?!- sbraitò Elena pallidissima in volto, avvicinandosi a lei a grandi falcate, per poi gettarle le braccia al collo, in una morsa d'acciaio che le fece quasi perdere l'equilibrio.

Quando sentì la sua migliore amica singhiozzare, Fede capì che doveva aver fatto prendere a tutti un bello spavento.

Poi Marta si fiondò nell'abbraccio con la potenza di un missile lunare , facendo definitivamente cadere tutte e tre dentro il cratere, ruzzolando. Ma poco importava, rimasero li, sdraiate ed abbracciate, tra lacrime e risate per la situazione in cui si erano trovate.

Dall'alto Gohan le guardava ridendo, dopo aver tirato un sospiro di sollievo; Piccolo aveva l'ombra di un sorriso sulle labbra, mentre i bambini stavano esultando per come tutto si fosse risolto bene, finendo anche loro ad abbracciare Fede, dopo che Elena e Marta si furono decise a lasciarla andare.

Elena le diede una mano a rialzarsi, appena tutto l'attimo di gioia fu terminato.

Marta le si avvicinò con il viso all'orecchio.

-Come sta Goku?

La ragazza non potè fare a meno di strabuzzare gli occhi.

-Secondo te noi credevamo che quell'onda di energia l'avessi lanciata tu? Ma per favore!- disse Elena al suo fianco.

-Si, giusto...- Fede si sistemò una ciocca dietro l'orecchio- Ultimo saluto, sapete...

-Oooh, che tenero!- esclamò Marta.

-Sicuramente anche gli altri avranno capito che Goku mi ha aiutato, vero?

Elena sollevò lo sguardo verso i due bambini che risalivano verso Gohan e Piccolo, i quali stavano dicendo qualcosa riguardo alla fine della battaglia, del congegno e che stessero tutti bene.

-Credo di si, anche perchè un'aura come quella di Goku si distingue facilmente dalla massa! Persino io che ho da poco imparato ho capito che era la sua, quando ha lanciato il ki-blast.- spiegò la castana alta.

-Ma sicuramente nessuno farà domande, di questo sono certa.- affermò Marta, risistemandosi meglio il cerchietto dorato. Ora che tutto era a posto, anche lei si era resa conto di quanto tutte e tre fossero conciate male.-Forse Vegeta... Ma tranquilla: ci penso io.- concluse strizzandole l'occhio.

 

Elena tirò fuori dal cratere, volando, le sue amiche con un unico viaggio, visto che il “percorso” sarebbe stato molto breve e non avrebbe richiesto molti sforzi.

-A questo punto io chiamerei Bulma: abbiamo sconfitto il nemico e abbiamo la macchina.- disse Marta arrampicandosi su una grossa pietra più alta delle altre macerie, come a cercare un qualche segnale, mentre armeggiava con il suo orologio.

Una strana fitta prese al petto Fede, che prese a guardarsi intorno freneticamente, girando la testa a scatti.

-Che succede, Fede?- chiese curioso Trunks, notando la sua agitazione.

-E' che... c'è qualcosa che non mi convince...- disse dubbiosa, chiedendosi se non fosse solo la sua immaginazione che le giocava brutti scherzi, visto tutto quello che le era appena capitato.

-Che cosa?- chiese Gohan, perplesso.

Ora l'attenzione di tutti era su di lei, tranne quella di Marta.

-Non lo so... E' un po' come quando cadi dagli sci: ti rialzi e continui a sciare, ma hai sempre quella sensazione sgradevole che potresti ricadere da un momento all'altro... E' l'unico modo in cui riesco a spiegarlo...

Un urlo alto, quasi sorpreso, fece voltare tutti di scatto.

Marta era sempre sulla roccia, ma dietro vi era il servo storpio che la teneva bassa per i capelli, mentre con l'altra mano le teneva una specie di sciabola contro la gola, proprio come una chiara minaccia a tutti. Aveva i vestiti strappati in molti punti e sembrava più ferito di prima. Probabilmente era riuscito ad uscire dalle macerie.

-MARTA!- urlò Fede, capendo cos'era quella sensazione sgradevole: si erano dimenticati di controllare che fine avesse fatto il servo dell'alieno.

Vegeta fece per scattare in avanti, con un'espressione molto adirata in volto.

L'omuncolo premette di più il coltello contro la gola di Marta. Rivoli rossi iniziarono a scendere lungo la trachea, facendole strozzare un lamento.

-Non un passo avanti! O lei muore!- minacciò l'essere, strattonandole di più i capelli. E anche la ferita alla testa, dove il sangue sembrava essersi finalmente coagulato, riprese a sanguinare.

-Maledetto codardo...- sibilò a denti stretti Gohan, stringendo e rilassando i pugni di continuo, quasi gli prudessero le mani.

-Va bene! Va bene. Cosa vuoi?- chiese Elena con più calma possibile, capendo subito che, se quell'uomo avesse un ostaggio, era perchè volesse qualcosa in cambio.

-Voglio un mezzo per andarmene di qui. Senza che voi mi seguiate.

-Potremo dargli una capsula di Bulma con dentro un elicottero...- disse piano Fede, pensando al metodo più rapido.

-Non un oggetto così banale! Io voglio un mezzo che mi possa portare fuori da questo insulso pianeta!

-Un'astronave?- chiese Piccolo, mantenendo una calma molto singolare.

-Si. La voglio entro il calar del sole, altrimenti...- lasciò la frase in sospeso, affondando di appena un millimetro più a fondo il coltello nel collo di Marta.

-Non possiamo dartela in così poco tempo, ce ne serve di più per costruirla!- protestò Gohan, dicendo una cosa non propriamente falsa.

-Questo è un vostro problema, se non volete la vostra amica mo...

-Ehi.

Lo storpio si girò verso Marta, che aveva detto quella semplice sillaba in tono controllato, quasi ad indicare che voleva essere ascoltata.

-Capisco che hai paura, e che sei un codardo, e che quindi ti serviva un ostaggio- il suo tono rimase sempre lo stesso- ma, se Fede è riuscita a prenderti a calci anche quando avevi un'arma molto più potente di lei, chi ti ha dato la garanzia di avere più possibilità di farcela contro di me con un semplice coltello?

Non gli diede nemmeno tempo di rispondere, che con un movimento secco riuscì a tirargli una testata dritta sul naso, tanto forte che si sentì l'osso scricchiolare.

Per il dolore e lo stupore, l'essere allentò la presa di entrambe le mani, permettendo così a Marta di levarsi dalle sue grinfie e di buttarsi a carponi giù dalla roccia.

Non ebbe nemmeno il tempo di toccare terra, che Vegeta era già addosso al servo.

Lo prese per la gola e lo fissò negli occhi con uno sguardo spietato.

-Gli esseri miseri come te, devono solo morire.- disse scandendo bene le parole.

Poi, con l'altra mano, gli fece esplodere un ki-blast dritto in faccia, tanto forte da ridurre tutto il suo corpo in cenere, senza lasciargli nemmeno l'ultimo grido.

Marta si rimise in piedi, si spolverò un po' i vestiti con nonchalance e si massaggiò la gola ferita.

-Ora possiamo davvero chiamare Bulma.- disse prima di essere sommersa dagli abbracci, ormai tanto frequenti, delle sue amiche e dei bambini.

 

Gohan andò in volo a prendere la scienziata, visto lo stato dell'orologio e del castello.

Appena la lasciò andare nella sala distrutta, iniziò a parlare in modo agitato, su quanto si fosse spaventata, sul boato e l'esplosione sul fatto che, si, aveva fiducia in loro, ma visto il tempo che avevano impiegato aveva iniziato a temere che fossero stati sconfitti e un sacco di altre preoccupazioni, che le davano l'aria “insensata”, come avrebbe detto Marta, dell'anime.

A tutti quei discorsi Vegeta alzò gli occhi al cielo, sbuffando e le ragazze sorrisero di quelle reazioni. Non doveva essere una passeggiata essere il marito di Bulma.

Si bloccò solo qualche secondo, scioccata, girandosi verso le ragazze, sedute su tre rocce differenti, per poi scoppiare in un urletto che le lasciò allibite, non capendo cosa avesse visto di tanto spaventoso.

-Ma che hai?- chiese Vegeta, evidentemente al limite della pazienza.

-MA CHE COSA VI SIETE FATTE???!!!- esclamò, iniziando a osservare le ragazze da vicino, pallidissima.

La scienziata era rimasta evidentemente scioccata dal loro stato: le ferite ben visibili di Marta, la gamba bruciacchiata di Fede e il sangue e lo sporco che copriva Elena praticamente dalla testa ai piedi. Senza contare che tutte e tre erano coperte di polvere e spettinate.

-La battaglia ha coinvolto anche noi.- sospirò Marta, sorridendo leggermente: Bulma si stava preoccupando tanto, ma le ferite e il loro stato erano meno gravi di quanto sembrasse in realtà.

La donna tirò fuori dalla borsetta il suo inseparabile porta-capsule e prese quella numero 7.

La schiacciò e la tirò poco distante, finchè dalla nuvoletta di fumo non ne spuntò una scatola di legno verniciato di bianco con sopra disegnata una grande croce rossa.

-Forza! È meglio disinfettare e medicare subito le ferite, prima che facciano infezione!- disse Bulma sempre più preoccupata, porgendo il il kit a Marta.

-Appena arrivata e non degna nemmeno la sua famiglia di uno sguardo. Anche noi siamo feriti!- borbottò Trunks mettendo il broncio, facendo ridacchiare Gohan e Goten.

-Però voi siete cento volte più forti e resistenti di noi: non saranno di certo due o tre taglietti a farvi lamentare!- rispose Fede sorridendo.

-Lascia fare a noi, Bulma, sappiamo usare un paio di garze e disinfettanti. Tu occupati del macchinario.- le disse Marta facendole un cenno con la testa nella direzione del portale rimasto intatto grazie a Piccolo e ai bambini.

La donna l'ascoltò e si diresse verso la piccola costruzione, tirando fuori da altre capsule un portatile, una cassetta degli attrezzi e altri piccoli oggetti elettronici delle dimensioni di un palmare collegati a tanti cavetti di svariati colori.

Grazie al cielo che c'era lei, perchè sicuramente tutti gli altri non avrebbero saputo che fare.

Le tre presero a medicarsi le ferite a vicenda il meglio possibile, vista la loro esperienza fatta in pochi giorni.

Quando Fede disinfettò le ferite di Marta, quest'ultima si morse il labbro inferiore a sangue, visto il bruciore. Poi la castana più bassa si fasciò il collo con una garza e tenne premuto un panno ripieno di ghiaccio sulla tempia ferita.

Elena usò un panno bagnato per lavarsi via il sangue incrostato da piccoli tagli e una buona parte del sangue di Gohan che aveva sulla pelle, in particolare gli schizzi sulla faccia che al solo pensiero la fecero rabbrividire.

Fede si rifasciò il taglio al braccio e alle dita e si passò una pomata per le bruciature sulla gamba per poi fasciarla, passandosela anche su mento e petto, non si sapeva mai.

-Goten, Trunks, venite qui: medichiamo anche voi.- chiamò Elena già con un paio di garze in mano.

Goten non fece storie e saltò subito sulle gambe dell'amica, che prese a tamponargli il lato della faccia dove era stato colpito dal mostro coniglio e a massaggiarli una spalla indolenzita. Trunks fece più proteste per orgoglio, dicendo che non era così debole da farsi medicare per qualche graffio, ma dopo un richiamo da parte della madre corse subito a farsi medicare da Marta, che rise divertita.

Dopo che anche loro furono andati, Elena obbligò Gohan a sedersi di fronte a sé per disinfettarle i tagli alla schiena, e probabilmente al ragazzo non dispiaceva poi tanto.

Piccolo era già tornato perfettamente illeso grazie al suo organismo e Vegeta non ci pensò nemmeno a farsi curare, troppo orgoglioso.

Quando ebbero finito, con un apposito bottone sul fianco della scatola, la ritrasformarono in una capsula.

-Ho sempre desiderato provare ad usare una capsula di Bulma.- ammise Fede stringendola in mano.

-Oh, beh, se la cosa ti fa tanto piacere, allora fate una piccola pausa.- le disse Bulma senza girarsi, lanciando indietro una capsula che Fede raccolse per miracolo, vista la mira della scienziata.

Cliccò il pulsante in cima e la lanciò poco distante, visto che dalle parole della donna non sembrava contenere niente di gigante.

Infatti ne uscì fuori un minifrigo, come quello che si era portato dietro Trunks dal futuro, al primo incontro con gli altri personaggi, nell'attesa che Goku tornasse dallo spazio.

Si presero tutti rispettivamente da bere, le ragazze cercando ciò che era più simile ad una Coca Cola, un'Estathè e una Fanta.

-E adesso?- domandò Elena risedendosi per terra.

-Ora possiamo solo sperare che Bulma riesca a compiere una delle sue solite magie scientifiche.- rispose Gohan sorseggiando una bibita simile ad una Lemon Soda.

 

Fede iniziò a girare intorno, prendendo ogni tanto a calci qualche lattina schiacciata bevuta poco prima, usandolo come unico passatempo.

Elena aveva preso a trasformare e ritrasformare la capsula del minifrigo, divertendosi a lanciarla e recuperarla manco fosse un cane solo che si lancia il bastone.

L'unica delle tre che si annoiava in modo normale era Marta: stava seduta su una roccia con le gambe al petto, un braccio che le avvolgeva e la mano libera che si tormentava una ciocca di capelli, lo sguardo perso nei suoi pensieri.

Goten e Trunks saltavano da una parte all'altra della piattaforma a grande velocità e sembravano fare una qualche specie di gioco di ruolo tipico dei bambini della loro età.

Piccolo fissava concentratissimo un punto per terra, quasi lo stesse studiando e se li avrebbe potuti attaccare da un momento all'altro.

Vegeta stava su un estremo angolo e guardava lontano, rigirandosi stranamente tra le mani lo scouter che aveva usato Bulma come comunicatore. Capelli immuni alla forza di gravità lievemente scossi da un venticello fresco.

E poi c'era Gohan, di fianco a Bulma a dargli una mano a reggere gli attrezzi e a fare un paio di prove con il portale.

Era da all'incirca un'ora che la scienziata trafficava con quel macchinario, lo accendeva per qualche minuto, appuntava qualcosa su un taccuino, guardava un paio di modellini tridimensionali sul portatile e metteva a posto dei pezzi con gli attrezzi.

Nessuno sembrava intenzionato a parlare, forse perchè troppo stanchi, o forse perchè non sembrava il caso ricordare che molto probabilmente le ragazze non sarebbero più state in quella dimensione prima del tramonto.

Alla fine fu Elena a trarre un lungo sospiro, lanciando per la migliardesima volta la capsula.

-Che c'è?- domandò con voce annoiata Marta, anche se tutti avevano capito da un pò che non c'era molto che andava, visto che vi era un silenzio tombale rotto solo dalle voci lontane dei bambini e ora dall'amica.

-Niente, solo che stiamo per tornare a casa e che non torneremo mai più...- disse piano, andando lentamente a recuperare il minifrigo.

-Beh, almeno non ho rimpianti: ho imparato a volare, ho usato un fagiolo di Balzar, ho visto tutti i luoghi più importanti ed interessanti di questa Terra (tralasciando l'aldilà, nel quale solo Fede è riuscita a mettere piede e a tornare indietro viva), ho combattuto contro un nemico mortale...

-Io l'unica cosa di cui mi pento è di non avere mai visto le tanto famigerate Sfere del Drago.- buttò lì Fede, sedendosi per terra.

-Si. È un vero peccato non avere avuto nessuna occasione per andarle a cercare.- sospirò Marta distendendo le gambe.

-Potevate lasciare morire Gohan.- commentò seccamente Piccolo non spostando lo sguardo da terra.

Quell'affermazione le sorprese, anche se le ragazze non stavano mica dicendo che sarebbe per forza dovuto morire qualcuno.

-Io le avrei anche usate per chiedere qualcosa di insulso... tipo poter cambiare colore di capelli come i saiyan, o avere le orecchie da gatto... Bastava un pretesto stupido per andarle a cercare!- disse Fede, pensando che probabilmente in quella settimana sarebbe andata a cercarle, se non fosse stata vincolata nell'aldilà.

-Io avrei chiesto il Giappone.- disse sognante Elena.

-Io il mondo di Harry Potter, probabilmente. Anche solo di poterci fare un salto dentro...- disse Marta a sua volta scrutando il cielo plumbeo.

-Beh, a questo punto non mi pare più un desiderio tanto irrealizzabile...- aggiunse poi passando lo sguardo su tutti i personaggi di Dragon Ball presenti in quel momento, facendo ridacchiare le sue amiche.

 

-E' un oggetto così importante quello scouter?

Vegeta girò lievemente la testa verso Marta, quasi a verificare se ci fosse davvero di fianco a lui.

La ragazza si era seduta per terra a gambe incrociate e osservava il principe che continuava a rigirarsi tra le mani il rilevatore, senza smettere di scrutare l'orizzonte.

-Ovviamente so che non mi risponderai, se non lo riterrai necessario, e che potresti rifilarmi una risposta secca come “Non sono affari tuoi” con fare burbero, e che forse volevi stare due secondi da solo, però...- lasciò la frase in sospeso, come sperando che il saiyan dicesse qualcosa. Inutile.

-Cos'è che tormenta così tanto i tuoi contorti pensieri?- chiese infine guardando anche lei l'orizzonte, dove era quasi possibile intravedere dell'azzurro sotto tutte quelle nubi.

Un soffocato “Tsk”, fu tutto ciò che riuscì ad ottenere dal principino.

Eppure anche un'espressione imperturbabile come quella di Vegeta poteva essere scalfita dalle azioni messe in atto con l'innocenza di Marta: per questo il principe dei saiyan si ritrovò a strabuzzare gli occhi sorpreso ed indignato, quando la ragazza si alzò e prese a tirarli con più forza del dovuto una ciocca di capelli vicina alla pelle tenera della tempia, con fare quasi annoiato.

Vegeta bloccò con mano rapida il polso infernale della ragazzina, fissandola con uno sguardo che minacciava chiaramente morte o comunque atroci sofferenze.

-Si può sapere che problemi hai? Che ti passa per il cervello?- sibilò fra i denti.

Marta sbuffò annoiata, senza ritrovarsi sul volto neanche un cenno di paura o di esitazione.

-Non mi ascolti e non rispondi alle mie domande. Non puoi diventarmi così noioso tutto di colpo.

La ormai tanto famosa vena iniziò a pulsargli sulla fronte spaziosa, quasi vicina all'esplosione, a parer della ragazza.

Sembrava sul punto di iniziare ad urlarle contro, a torcerle il polso fino a spezzarlo in due, anche se il suo limite di pazienza era normalmente più alto, viste tutte le volte che l'aveva fatto arrabbiare.

Invece, lasciò la presa con uno strattone, urlando al vento:-Tale e quale! Tale e quale!

La ragazza inarcò entrambe le sopracciglia perplessa.

-Che?

-SEI TALE E QUALE A LEI!

Questa volta l'urlo fu udibile anche agli altri, che si voltarono stupiti verso i due, non capendo di cosa stessero parlando.

-Ti riferisci a Bulma?- chiese spaesata almeno quanto i suoi amici.

Vegeta le rifilò un'occhiataccia quasi avesse detto una cosa tanto stupida e per ciò sarebbe dovuta morire seduta stante.

-Ehm... Potrei sapere a chi sarei tale e quale, così magari posso smettere di sembrare tanto demente?

-Tsk...- disse seccato il principe, voltando la testa dall'altra parte.

-Adesso perchè fa la tredicenne mestruata?- chiese piano la ragazza, anche se probabilmente sentita dal saiyan, vista la vicinanza tra i due.

Cadde un interminabile silenzio, finchè non fu Vegeta a romperlo con una semplice parola.

-Rill.

-Eh?- chiese la ragazza sorpresa.

-Tale e quale a Rill.- rispose incrociando le braccia e tormentando ancora di più lo scouter, scrutando l'orizzonte.

Marta fece un rapido ripasso dei personaggi di Dragon Ball, da quelli dei primi episodi fino a quelli della GT...

No, Rill le mancava all'appello.

Forse si era persa l'episodio...

Oppure è un personaggio che non centra nella serie, ma solo con questa dimensione, esattamente come me, Elena e Fede, rispose una vocina nella sua testa.

-Chi è Rill?- si decise a chiedere.

-Chi era, sarebbe più corretto.

Ahia. Nonostante Vegeta fosse una roccia e la sua espressione fosse sempre stata imperturbabile, riusciva ben a capire quanto un argomento fosse meglio evitarlo e qualcosa, non sapeva bene identificare cosa, le diceva che non era un bell'argomento da affrontare per il saiyan.

E solo un argomento poteva essere tanto delicato per uno come lui.

-E' morta con l'esplosione del pianeta Vegeta?- chiese il più diretta possibile, perchè sapeva che il principe non avrebbe gradito la sua compassione o la sua misericordia.

E seguendo il detto “Chi tace acconsente”, Marta intese che era proprio così: Rill era una saiyan.

-Figlia del braccio destro di mio padre.

-Quindi ci eri molto legato.- intuì la ragazza.

E di nuovo capì di averci azzeccato.

-Siete uguali nell'aspetto e nel carattere... e nell'insopportabilità. Solo il colore dei capelli e degli occhi è diverso.

Marta fissò il principe con tanto d'occhi, non aspettandosi tale affermazione proprio da lui.

La sua scontrosità nei miei confronti da subito, senza aver manco provato a conoscermi, il suo evitare di fissarmi negli occhi, quella strana tristezza che percepivo in fondo al suo sguardo le sere passate in cucina... ora tutto torna.

-Sono un po' un fantasma tornato dal tuo passato, insomma.- affermò con sorriso triste, trovando improvvisamente interessantissime le sue scarpe luride.

Il principe ridacchiò, una risata bassa e con un velo quasi sarcastico.

-Sei troppo reale per essere un fantasma. Se lo fossi non avrei avuto le emicrania di continuo, quest'ultima settimana.

Ci mise qualche secondo ad assimilare appieno quelle parole ironiche, e quando lo fece, non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata, riattirando di nuovo l'attenzione dei presenti su di loro, questa volta più sorpresi, perchè probabilmente la ragazza era scoppiata a ridere per una cosa detta da Vegeta. E cosa avrebbe mai potuto dire di tanto divertente quell'uomo che si sarebbe strappato un arto da solo piuttosto che fare una battuta che non fosse una frecciatina ad un qualsiasi guerriero Z?

-Non puoi di certo dire di esserti annoiato con me nei paraggi, insomma.- riuscì a dire dopo essersi ripresa dallo scoppio di risa.

-Impossibile, visto che sono dovuto starti dietro anche solo per farti tornare a casa dal centro di Satan City.

-Oh, andiamo! L'ho fatto solo una volta! Poi le altre volte ce l'ho fatta a tornare indietro entro due ore!

-Non si può dire lo stesso dal tornare indietro da casa di Kakaroth.

In effetti era così: una volta lei e Trunks erano andati a trovare Goten, Gohan ed Elena e, al ritorno, Marta aveva perso la presa su Trunks ed era caduta in mezzo alle foreste brulicanti di dinosauri. Ritrovarla, con la sua aura bassa e le fronde alte degli alberi, non era stata una passeggiata.

Trunks, alla fine, era arrivata giusto in tempo per evitare che venisse sbranata da un T-Rex di guardia alle proprie uova...

-Ma in quelle due ore riuscivi a far accadere di tutto, per essere una comunissima terrestre.

-Beh, proprio comune non lo sono, dato che vengo da un'altra dimensione!- disse con il sorriso di una che la sa lunga.

-Ma non per questo più utile...- borbottò alzando gli occhi al cielo.

-E intanto senza di me sareste ancora a cercare un modo per sconfiggere quell'alieno.

-Ce l'avremo fatta benissimo anche senza il tuo intervento.

-Certo, certo...- disse, pensando che quel testone non gli avrebbe mai dato retta, quindi tanto valeva finirla li.

Gli poggiò la testa su una spalla con un sospiro, che gli fece inarcare un folto sopracciglio nero.

-Avevi ragione: io non voglio andarmene.- disse piano, trattenendo le lacrime per la consapevolezza che probabilmente sarebbe tutto finito tra breve. Avevano già fatto quel discorso, era vero, però voleva parlare ancora con Vegeta, sentirsi quasi protetta da lui, mentre aspettava l'imminente separazione da quel mondo tanto agognato.

Il principe sbuffò, posando lo sguardo sullo scouter.

-E allora non farlo.- fu la semplice risposta dell'uomo:- Perché dovresti accontentare la gente altrui se i tuoi desideri con loro non coincidono?

-So quanto tu abbia ragione, però...- sospirò di nuovo, consapevole di quanto risultasse patetica in quello stato. Non aveva senso rimarcare un discorso già fatto, dopo aver già preso la propria decisione.

-Io ti ho già detto tutto ciò che dovevo dirti ieri notte, mocciosa. Alla fine la scelta è solamente tua. Se restare a darci noie o andartene con come ricordo di questa dimensione solo le cicatrici.

-Anche se difficile, lo ammetto, la mia decisione è già stata presa: io tornerò con Elena e Fede. Non ho rimpianti in questa dimensione, perchè ho fatto tutto quello che avrei sempre fatto se mai fossi capitata qua.- sorrise mestamente- Ora potrò morire felice, avendo fatto un viaggio che nella mia dimensione non sarebbe possibile per nessuno.

Lo guardò, cercando i suoi occhi, e questa volta li trovò, fissi nei suoi, sempre impassibile, ma con una nota particolare in fondo a quel nero, una nota a cui non sapeva dare un nome, ma che sapeva fosse tutta per lei.

-Nessuno da me potrà mai dire di averti conosciuto.

Vegeta rimase zitto a guardarla, sempre con gli stessi occhi.

Non c'era più bisogno di parole: tutto quello che si dovevano dire seriamente, l'avevano già fatto in quelle notti passate in cucina a parlare.

Un lieve ronzio proveniente alle loro spalle li costrinse a voltarsi, cercando di capire cosa stesse succedendo.

Il macchinario esagonale stava vibrando, seguendo i comandi che Bulma digitava sul computer collegato ad esso, e nel foro al centro non vi era più il cielo grigio del deserto, ma un lieve velo impalpabile rosso scarlatto, così pieno di riflessi animati che sembrava vivo.

La macchina dimensionale era pronta per portarli a casa.

 

-Dai, smettila di piangere, ora. Sei un ometto, ormai.

Elena cercò di consolare Goten, mentre questo singhiozzava contro il suo petto, non volendo più lasciare andare la sua sorellona.

Ma per quanto la ragazza cercasse di sembrare forte, ogni tanto anche lei si mordeva a sangue il labbro, ricacciando indietro le lacrime, il bimbo sempre stretto in una morsa quasi d'acciaio.

Trunks non pianse, ma saltò in braccio a Marta con tale impeto da farla quasi cadere all'indietro.

Anche loro due si strinsero forte.

-Te ne devi per forza andare?- chiese il bambino con un broncio non visibile, dato che il suo viso era affondato nei capelli della ragazza.

-Si, Trunks... Non sai quanto mi piacerebbe stare ancora un po' con te...- mormorò la ragazza, pensando che il non avere più Trunks vicino, senza poter giocare con lui o nemmeno sentirlo per telefono, la distruggeva.

-E' stato davvero un piacere conoscervi, e grazie dell'aiuto.- disse Piccolo stringendo la mano a Fede, non avendoci tutta questa confidenza.

-Grazie a voi per tutto quello che avete fatto, non vi scorderemo mai.

E sapeva quanto fosse vero, perché il viaggiare nella dimensione del proprio programma preferito non era una cosa che succedeva tutti i giorni.

-Una cosa ragazzina.

A parlarle, con sua grande sorpresa, fu Vegeta, che le venne incontro con il suo solito fare autoritario ed imponente, nonostante la sua stazza ridotta.

Accidenti quanto è bello... non riuscì a non pensare per l'ennesima volta.

-La prossima volta che vedi Kakaroth, digli di non scappare subito e di fronteggiare il principe dei saiyan.

Piccolo sorrise, guardandola.

-E magari digli anche di farci un saluto, se può scendere con così tanta nochalance sulla Terra.

Fede rimase un attimo spiazzata: era chiaro che i guerrieri li presenti si fossero accorti del fatto che Goku l'avesse salvata dall'essere sepolta viva, come già detto con le sue amiche, ma quei commenti la fecero sentire un po' in colpa per il fatto che il guerriero avesse sprecato quei minuti per stare con lei e non con i suoi amici.

Ma si sforzò di sorridere.

-Si, vedrò di farlo, anche se dubito che mi ricapiterà l'occasione, quando sarò a casa... Però non temete: credo proprio che tra un anno potrete rinfacciargli tutto quello che vorrete.

-E perché mai tra un anno?- chiese Piccolo perplesso.

Fede sorrise:- Non ti puoi semplicemente fidare di una ragazza che sa una buona parte del vostro futuro? Che sa che succederanno tante cose impensabili, nel bene e nel male, ma che comunque, esattamente come con Cell, senza perdere la speranza riuscirete a risolvere tutto?

Il nammecciano sospirò:-Direi che dovremo accontentarci, visto che non ci direte niente di più, nemmeno sotto tortura.

Fede ridacchiò, pensando quanto fosse vero.

Tutti presero a salutarsi, ringraziarsi, abbracciarsi e anche scherzare per smorzare un po' la tristezza della separazione.

Quando fu il turno delle ragazze di salutare Bulma, ella prese a parlargli del macchinario.

-Dunque, sono riuscita a impostare le coordinate per la vostra dimensione e la vostra città, e lo stesso anche per le vostre rispettive case, riprendendo vecchi dati salvati all'interno di questo congegno. L'unica cosa incerta è il tempo in cui potrei trasportarvi...

A quelle parole le ragazze iniziarono ad allarmarsi.

-In che senso, scusa?- chiese Elena preoccupata.

La scienziata agitò la mano frettolosa:-Non è un problema così grave: non penso di potervi trasportare precisamente ad una settimana dopo il vostro catapultamento qua, ma al massimo dovrei spedirvi qualche giorno precedente, niente di più, niente di meno. Non rischiate di finire cento anni indietro!

Le ragazze tirarono un sospiro di sollievo. Forse era meglio così: almeno sarebbe passato meno tempo dalla loro scomparsa e i loro genitori l'avrebbe presa meglio... forse.

Fede, Elena e Marta abbracciarono Bulma in gruppo, cosa che alla donna fece molto piacere.

-Grazie mille, Bulma. Senza di te non saremo mai riuscite a tornare indietro.- le disse Marta.

Non aveva mai apprezzato più di tanto quella donna, vedendola in tv, ma passando sette giorni con lei l'aveva imparata a conoscere meglio e a scoprire lati di lei molto piacevoli e belli. E, come il primo ritrovamento delle Sette Sfere, il viaggio su Namec, la costruzione della macchina del tempo e tutte le altre cose geniali che erano successe, anche per questo il merito era quasi tutto suo.

-Di niente, ragazze. È stato un vero piacere conoscervi, e chissà: ora che ho scoperto i segreti della macchina per viaggi dimensionale, probabilmente un giorno ci rivedremo ancora.

Quest'affermazione fece brillare gli occhi di quasi tutti i presenti, anche se era una speranza effimera: non si sapeva ancora che effetti avessero sul corpo i viaggi dimensionali, ne quanti avrebbe potuto effettuarne quella macchina, ma sognare non costava niente.

-Speriamo...- disse Fede.

-Così questo sarebbe un semplice arrivederci, non un addio.- disse sorridendo felice Marta, fiduciosa.

Elena si sentì prendere la mano e non si sorprese affatto nel vedere che a farlo era stato Gohan, con sul volto uno di quegli sguardi profondi che le aveva rivolto nelle sere delle sue confessioni.

-Gohan...- iniziò lei, non sapendo bene dove andare a parare.

-Ci rivedremo, quindi...- disse lui, in un'affermazione non tanto convinta.

-Si, spero tanto di potervi rivedere.

Il ragazzo le strinse ancora di più la mano, quasi a non volerla più lasciar andare.

Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, eppure era comunque doloroso.

-Mi mancherai, Elena.- disse alla fine semplicemente.

La ragazza sorrise triste, accarezzandogli una guancia.

-Anche tu mi mancherai tanto, Gohan.

Fede le mise una mano sulla spalla, in una muta condoglianza.

-Dobbiamo andare, Ele.

Lei annuì e strinse un'ultima volta la mano al ragazzo, per poi lasciarla.

Ebbe giusto il tempo di fare due passi, che si fermo di scatto e strinse i pugni lungo i fianchi.

Si morse il labbro con forza, fino a quando non si ritrovò a scattare come una molla, senza più controllo.

Nemmeno Gohan se l'aspettò, quando si ritrovò le labbra calde di Elena a contatto con le proprie e le sue mani a tenergli le guance.

Tutti i presenti rimasero interdetti davanti a tale scena, Marta e Fede in primis.

La bionda fu così sorpresa che l'unico modo in cui riuscì a comunicare con la sua amica fu indicare l'altra e a fare un'espressione molto simile al disgusto più totale, quasi avesse ingerito del pesce avariato.

-Wow...- fu tutto ciò che riuscì a spiccicare Marta.

Elena lasciò andare Gohan, per poi fissarlo negli occhi, con un vivido rossore sulle guance.

-Ehm... Addio?- riuscì a dire con un debole sorriso.

Il ragazzo l'abbracciò un'ultima volta con sguardo basso.

-Ora vai.- disse infine semplicemente, lasciandola.

Le ragazze erano a pochi passi dal portale e si fermarono un attimo titubanti, non certe di potercela fare.

-MARTA.

La ragazza si girò con un tuffo al cuore, riconoscendo immediatamente la voce del proprietario che l'aveva appena chiamata.

Non era possibile: Vegeta l'aveva chiamata per nome. Lo aveva finalmente fatto.

Non “Mocciosa”, “Ragazzina”... Marta.

Riuscì ad afferrare al volo appena in tempo un oggetto che il principino le aveva lanciato: lo scouter che prima si era rigirato tra le mani incalcolabili volte.

-Un giorno me lo restituirai. Abbine cura.- fu tutto ciò che disse il saiyan, senza sciogliersi dalla sua posa con le braccia conserte e con lo sguardo imperturbabile fisso nei suoi occhi.

La ragazza sorrise felice, stringendo il rilevatore al petto. Quella sua non poteva che essere una promessa. E lui manteneva sempre le promesse.

-Certo!

Sventolarono l'ultima volta le mani in segno di saluto ai loro compagni, chi in lacrime, chi vicino e chi impassibile.

Le ragazze si presero per mano.

-Al 3.- disse Elena.

-Uno...- iniziò Marta.

-Due...- continuò Fede, stringendo più forte le mani delle sue amiche.

Addio, Goku. Grazie di tutto, pensò la ragazza bionda, sperando che il suo amico potesse sentirla.

Forse era stato uno scherzo dovuto ai fischi del vento, ma le arrivò alle orecchie una voce lieve e piacevole che lei conosceva bene, ormai.

Alla prossima, Fede.

-Tre.- disse infine Elena.

Tutte e tre si tuffarono nella coltre rossastra.

Si tornava a casa.

 

Quel viaggio dimensionale fu esattamente come ricordavano il primo: devastante e potente quanto un tornado.

Passarono come risucchiati da una forza molto vicina a loro per tunnel rossastri interdimensionali, venendo strattonate in diverse angolazioni.

Strinsero sempre di più le mani delle loro amiche, come fosse l'unica certezza che quella fosse l'unica cosa reale in quel momento.

Ma non riuscirono a restare così fino alla fine del tragitto.

La forza che le stava risucchiando si divise: tre punti differenti con la medesima forza.

La loro potenza fu così forte che le divise, facendo lasciare le loro mani.

Urlarono tutte e tre, ma non poterono più sentirsi a vicenda.

 

Una luce accecante alla fine del tunnel costrinse Fede a serrare gli occhi.

Quando lo fece, la forza attrattrice fu come spenta e sentì un senso di vertigine e il disagio di non avere il terreno sotto i piedi.

Il suo bacino urtò qualcosa con tanta forza da farla tossire, finchè non si ritrovò sdraiata su ciò che aveva colpito.

Contò mentalmente fino a dieci, poi aprì gli occhi ed ebbe l'impressione che il tempo, insieme al suo cuore, si fosse fermato per diversi secondi.

Era nella sua cucina, quella di casa sua, sopra il tavolo, dove aveva appena rovesciato un bicchiere, un piatto e doveva essere seduta sopra una forchetta. E poco distante vi era la mela che stava mangiando prima di essere risucchiata dalla propria televisione.

Dietro di se, Italia Uno stava dando la sigla di chiusura dell'episodio di Dragon Ball della giornata.

Corse subito alla finestra, non facendo nemmeno caso al danno che aveva provocato sul tavolo, aprendola ed aspirando a pieni polmoni l'odore della sua città, l'odore di casa.

Un pensiero le balenò nella mente e le fece fare un rapido calcolo di che giorno sarebbe dovuto essere se fosse passata una settimana dalla sua scomparsa.

Prese il cellulare di fianco alla tv e guardò la data.

-Non è possibile...- disse flebilmente, le labbra che tremavano cercando di trattenere un sorriso.

Era tornata al giorno in cui era entrata nel mondo di Dragon Ball. Cinque minuti dopo che il lampo rosso aveva colpito la sua televisione.

Un rumore di tacchi proveniente dal corridoio la risollevò.

Sulla porta spuntò sua madre, vestita tutta bene, con trucco e borsa, pronta per andare a lavorare.

Stava cercando nella borsa qualcosa.

-Fede, senti, io vado...

Quando alzò lo sguardo su di lei, non riuscì a finire la frase.

La borsa le cadde dalle mani, rovesciando tutto l'interno sul pavimento.

-OH MIO DIO!!! COSA TI E' SUCCESSO???!!!!

Solo allora lasciò da parte la felicità per rendersi conto dello stato in qui era ancora: capelli spettinatissimi, vestiti stracciati, petto e mento bruciacchiati, ferite fasciate alla bella e meglio, sporca di polvere e terra... Senza contare che sul tavolo sembrava passato un uragano.

Doveva risultare tutto molto assurdo, visto che per lei erano passati pochi minuti da quando l'aveva lasciata a pranzare.

Sorrise tristemente, ridandosi la conferma che non era stato tutto un sogno.

-E' una storia lunga ed incredibile, mamma.

L'abbracciò forte, felice di rivederla, anche se lei era troppo scioccata per ricambiare.

-Ti va di ascoltarla?

 

La luce alla fine del tunnel la scaraventò come fuori da un buco in cui passava a stento, facendole scivolare il passaggio come una coperta lungo tutto il corpo, poi si ritrovò a vorticare in aria, senza trovare un appiglio, costringendola praticamente a mollare un urlo.

Le si accese come una lampadina in testa e riuscì a controllare la propria energia spirituale, bloccandosi in aria, riprendendo fiato e regolarizzando il respiro.

Un urlo agghiacciante le fece perdere la concentrazione e si ritrovò a sbattere sedere e schiena per terra, trattenendo un'imprecazione tra i denti.

Si decise ad aprire gli occhi, tenuti serrati per la luce abbagliante.

Il suo cuore battè ancora più veloce: era nel salotto di casa sua, nello spazio tra il divano e la televisione, dove vi era trasmessa la sigla finale di Dragon Ball.

Nella cucina li di fianco, vi era sua madre appoggiata alla parete, con le mani sulla bocca, bianca come un cencio e con occhi grandi come due piattini da tazza.

-Mamma!- esclamò la ragazza, correndo verso di lei, ignorando i dolori, e abbracciandola forte.

-Elena... Ma cosa..? Un attimo prima ero certa fossi andata in camera tua, poi la tv lancia un bagliore accecante e tu ne vieni sputata fuori urlando. E come se non bastasse sei rimasta sospesa in aria per quasi un minuto!!! Che succede??!- chiese sua madre, prima con un tono flebilissimo, per poi concludere quasi con un urlo isterico.

La ragazza si staccò dalla madre per guardarla in faccia con un'espressione perplessa.

-Aspetta... Quanto tempo è che sono via?

-Via? Stavi guardando Dragon Ball e ho abbassato un attimo gli occhi sul tavolo e tu non c'eri più. Credevo fossi andata in camera o in bagno. Ma invece si può sapere che ti è successo?!

Sua madre fece un gesto per indicarla completamente da capo a piedi: le strane scarpe tipiche del Dragon World, vestiti strappati, sporca, ferita e coperta di sangue che per la maggior parte non era suo.

Vuoi vedere che Bulma ci ha riportato esattamente al giorno in cui siamo state catapultate nella loro dimensione? Si chiese la ragazza, felicissima per la possibilità di quell'ipotesi.

Si passò una mano tra i capelli con un sospiro quasi divertito.

Doveva pur dare qualche spiegazione a sua madre, no?

-Se ti dicessi che sono stata catapultata nel mondo di Dragon Ball per una settimana da un lampo rosso, mi crederesti?

 

Marta venne scaraventata fuori dal tunnel attraverso la luce abbagliante con forza che planò tesa, perpendicolare a un qualunque terreno ci fosse sotto di lei, fino a che non battè le braccia su una superficie liscia, dandole uno slancio così forte da farla ruzzolare sul pavimento, fermandosi solo quando con le gambe sbattè contro qualcosa di più alto.

Aprì gli occhi, e il mondo per lei si era fatto sottosopra: era sdraiata sul pavimento del suo salotto a pancia in su, con le gambe sul divano.

Si mise a sedere composta, reprimendo una risata: Macchia, il suo gatto, era sopra il divano e la fissava con tanto d'occhi, schiene ricurva, pronto a balzare via in qualsiasi momento.

Evidentemente il suo sputamento fuori dalla tv doveva averlo fatto spaventare.

Alzò la mano che per tutto il viaggio aveva stretto lo scouter, tirando un sospiro di sollievo quando vide che l'oggetto era ancora intero.

-Ehm....

Una voce alle sue spalle le fece ricordare di essere tornata a casa.

Sua sorella maggiore era sulla soglia dell'ingresso, sul volto un'espressione tra il perplesso e il dubbio di aver appena avuto un'allucinazione.

Il fatto che avesse ancora giacca e borsa indicava che fosse appena entrata.

-Si può sapere cos'è quello che hai appena fatto?- chiese sempre più perplessa, passando lo sguardo da lei alla televisione.

-Franci, da quant'è che sono scomparsa?- chiese mettendosi in piedi e prendendo in braccio il gatto.

Sua sorella inarcò un sopracciglio, sempre più confusa.

-Perchè? Dove sei stata? Sei andata da qualche parte dentro la tv senza il permesso di papà che è appena uscito?- chiese sarcastica.

-Papà è appena uscito?- chiese sorpresa.

-Cinque minuti fa, l'ho incontrato per le scale.

Si voltò a guardare la tv, dove le note di What is my destiny, Dragon Ball? accompagnavano le immagini della sigla di chiusura dell'anime.

Suo padre era uscito da poco, sua sorella era appena rientrata a casa, la televisione era accesa e l'episodio giornaliero di Dragon Ball era appena finito...

-E' come se non fossi mai stata via...- mormorò, incredula la ragazza.

-Ma mi vuoi spiegare che cosa sta succedendo?! Perchè di punto in bianco sei stata sputata fuori dallo schermo della televisione con i vestiti ridotti ad uno straccio, ferita, sporca e con uno scouter in mano?!

Il suo sguardo divenne di colpo triste, stringendo il rilevatore forte nella mano, quasi per ricordarsi della promessa di Vegeta e che tutto ciò fosse realmente successo.

-Beh, si può dire che siano la conseguenza per l'aver vissuto l'avventura più bella di una vita.

Un trillo proveniente dal bracciolo del divano attirò la sua attenzione: sul display del suo cellulare vi erano due messaggi indirizzati a lei. Fede ed Elena.

La prima le aveva scritto: Ce l'abbiamo fatta! :D.

La seconda: Siamo tornate!!!!!

Sorrise tristemente. Anche le altre ce l'avevano fatta.

-Anzi, della nostra vita.

 

E così siamo giunti alla fine, eh...

Sono felice di avercela fatta, anche perchè è la prima storia che finisco per davvero!

Chissà, potrebbe uscirci un seguito, ma non prometto niente! ^^

Volevo solo ringraziare in modo speciale Sutcliffe_Beast e Cyborg 18 Fanning, che mi hanno dato la possibilità di mettere su fogli un nostro piccolo desiderio di quando eravamo bambine e che ci ha sempre accompagnato, unendoci anche un pò :3

E ovviamente un caloroso grazie ai fan che hanno sopportato la mia storia fino alla fine <3

In particolare ringrazio Silver Star (che preferisco chiamare Noe), che mi ha sempre recensito e dato la voglia di arrivare fino in fondo a questa ff, Hikari Hawkeye (che preferisco chiamare Spring), la prima che ha notato la mia fanfiction e che ringrazio sempre anche se per un motivo così futile ad altri occhi... e anche Mallie (che preferisco chiamare Cami), che con quelle sue recensioni mi ha sempre strappato un sorriso :3

Ma ovviamente anche le altre non sono da meno!

Ora che ho finito questa ff, probabilmente il mio “figlio” prediletto, mi viene un po' da piangere, sono commossa! ç_ç

 

Spero di rivedervi tutti in una futura fanfiction

Baci

$candalousLaRabiosa, la vostra Fede <3

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