Love Game

di CABARETdelDIAVOLO
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** After Party ***
Capitolo 2: *** The Car ***
Capitolo 3: *** The House ***
Capitolo 4: *** The Shower ***



Capitolo 1
*** After Party ***


Love Game

...ovvero come il tenero ed adorabile Thomas William Hiddleston diventa quando il suo tasso alcolico va oltre la norma.

"Ah! Questo drink è più forte di quanto pensassi!" La profonda voce di Chris risuonò per tutta sala dell'After Party dei BAFTA mentre l'uomo poggiava il suo bicchiere ancora mezzo pieno sul tavolo. Con lui erano seduti Kenneth Branagh, allegro e sorridente come sempre, Luke Windsor, l'assistente personale di Tom Hiddleston e...Tom Hiddleston. O meglio, ciò che ne restava dopo un numero di cocktails di cui l'australiano aveva perso il conto.

L'inglese finì il drink tutto d'un fiato e sbattè energicamente il bicchiere sul tavolo. "AH! Non sei proprio capace di bere, bello!"

A quelle parole, tutti si voltarono verso il moro, leggermente inquietati da quella versione di Tom molto ubriaca, molto sciolta e molto, troppo disinibita. Chris rimase decisamente perplesso dal modo in cui l'inglese si stava comportando ma non ci badò molto, poichè sapeva bene che era l'alcohol ad aver preso il comando e, dopo un istante tornò a chiaccherare con Ken e Luke. Tom rimase immobile per qualche secondo, fissando il bicchiere vuoto davanti a sé, poi come se si muovesse a rallentatore, spostò lo sguardo sul biondo, seduto proprio alla sua destra. Lo percorse completamente con gli occhi soffermandosi su ogni dettaglio del suo viso e del suo corpo. I suoi biondissimi capelli erano cresciuti fino a raggiungere quasi le spalle ed era visibilmente dimagnito, cosa che Tom calcolò essere decisamente vantaggiosa per lui e per quello che stava passando nella sua testa in quel preciso istante.
C'era un solo pensiero che gli attraversava la mente in quel momento.
Un sensuale, indecente, osceno pensiero che spinse il moro a mordersi involontariamente le labbra mentre i suoi occhi ancora divoravano il corpo di Chris Hemsworth. Con un languido movimento, l'inglese si sollevò dallo schienale della sedia fino ad arrivare ad appoggiare un gomito sul tavolo e a lasciarsi cadere il mento sulla mano.
Nessuno notò il suo spostamento.
Bene.

"E comunque quello che intendevo..." Adesso era Kenneth ad aver preso la parola e l'attenzione dell'australiano era concentrata su di lui.
Benissimo.

Improvvisamente il biondo fece un rapido movimento facendo scattare la sedia leggermente più avanti e quindi, di conseguenza, più vicino al moro.
Eccellente.

Mentre un ghigno diabolico gli si dipingeva sul volto, lentamente, silenziosamente, furtivamente, Tom avvicinò la mano che aveva lasciato sotto al tavolo fino ad arrivare a solleticare il ginocchio dell'australiano che, istantaneamente, sussultò sul posto sentendo le dita dell'inglese camminare lungo la sua coscia e avvicinarsi, avvisinarsi, avvicinarsi...
Chris si sentì arrossire violentemente; faceva sempre più fatica a respirare e a stare calmo mentre sentiva l'esile mano del moro salire pericolosamente verso un preciso punto del suo corpo che mai avrebbe pensato quell'uomo volesse raggiungere...

"Tommmhhhh!"
...ma si sbagliava.

"Oh..." La voce dell'inglese era più bassa, più calda del solito. "...ma allora è tutto proporzionato..."

A quelle parole Chris spalancò gli occhi deglutendo faticosamente mentre Ken e Luke si guardarono basiti, completamente ignari di cosa fosse appena accaduto al di sotto del tavolo. Tom sorrise maliziosamente, ammiccando soddisfatto verso il suo assistente che lo guardò per un secondo senza capire assolutamente nulla. L'australiano afferrò energicamente la mano del moro e con uno strattone gliela rimise a posto sulla sua gamba lanciandogli un'occhiata fulminea e truce.

L'inglese non battè ciglio, tenendosi stampato in faccia quel ghigno beffardo e appena Chris fece per allontanare la propria mano, Tom la afferrò agilmente portandosela proprio lì, dove stava il suo "mjolnir". Il biondo soffocò un verso in gola e serrando la mandibola chiuse gli occhi, ispirando profondamente. Subito tentò di spostare la mano ma Tom delicatamente si piegò in avanti, appoggiandosi sul tavolo con i gomiti e bloccando le dita di Chris fra la pancia e le gambe.

"Dimmi Ken, come sta andando la lavorazione del tuo nuovo film?" A quella domanda di Tom, il regista subito si riprese e iniziò a raccontare sotto gli occhi attenti di Luke. Mentre i due discutevano Chris cercava in ogni modo di liberarsi muovendosi con cautela e cercando di non far notare tutti i suoi sforzi. Dopo qualche secondo, Tom si tirò improvvisamente indietro e la mano dell'australiano scattò verso l'alto, attirando l'attenzione di tutti. Per un attimo calò un silenzio che per Chris fu imbarazzante come trovarsi nudo in mezzo alla folla.

"C-c'era una...una mosca..." Tentò inutilmente di spiegarsi, diventando di un colore paragonabile a quello del mantello che indossava per le riprese di Thor.

"Oh..." Tom colse l'occasione al volo e con una voce terribilmente preoccupata e sensuale si rivolse al suo collega. "Ti vedo accaldato Chris... stai bene?" Delicatamente, gli posò una mano dietro al collo, solleticandogli la base della testa con le dita. Immediatamente l'australiano gliel'afferrò con forza e la ricacciò al suo posto.

"Si grazie sto bene non preoccuparti stai lì stavi dicendo Kennet ero molto interessato ti prego continua."
Chris parlò con un solo fiato, puntando gli occhi sgranati sul regista e slacciandosi pian piano la cravatta ed il primo bottone della sua camicia bianca.

"Tranquillo Tom! È che qui dentro fa davvero caldo!" Disse Kenneth a voce alta, afferrando un tovagliolo e sventolandosi leggermente il viso.

"Oh, allora dovresti proprio spogliarti Chris!" Quelle parole dell'inglese fecero immobilizzare il biondo che subito si voltò accigliato verso Tom. Il moro, con un sinuoso e perverso movimento, si stava passando la lingua sulle labbra fissando le mani di Chris ancora ferme sul bottone sul collo.

Senza nemmeno pensare il biondo si richiuse camicia e cravatta in tutta fretta, stringendole fino all'inverosimile; afferrò i lembi della giacca e serrò anche quella con forza, incrociando infine le braccia sul petto. Se avesse avuto un qualsiasi altro indumento, se lo sarebbe messo addosso.

Tom sorrise diabolicamente, visibilmente divertito dalla reazione del collega, e riportò lo sguardo sul tavolo ma d'un tratto la sua attenzione fu attirata da un'oggetto semplice ma che in quel momento poteva diventare un'arma incredibilmente utile ai suoi scopi.
La forchetta.
Con un languido gesto si appoggiò al tavolo e con un colpetto del gomito fece -accidentalmente- scivolare la posata che cadde tintinnando sotto al tavolo. Sotto a Chris.

"Oooops..." La voce di Tom era tanto falsa quanto ubriaca.

E in quel momento, il biondo venne invaso da una paura fulminante.
Ti prego, ti scongiuro, non vuole davvero farlo...

"Colpa mia...ora la raccolgo..." Concluse il moro abbassandosi dolcemente e posando di nascosto le mani sulle gambe dell'australiano. Per una frazione di secondo I loro sguardi si incrociarono e Chris vide quello che era probabilmente il sorriso più sensuale, malizioso e sadico che avesse mai visto sul viso di una persona.

"È ORA DI ANDARE!" Con una velocità degna di un atleta, Chris si alzò in piedi mentre la sua voce, stranamente più acuta del solito, ancora risuonava per la stanza. "Buonanotte Luke, buonanotte Ken, e tu..." Il biondo gettò dall'alto in basso uno sguardo glaciale verso l'inglese ma l'unica reazione che ottenne furono due occhioni da cucciolo che lo guardavano con infinita innocenza.
Doveva portarlo via.
Per lo meno se fossero stati soli, sarebbe riuscito a tenerlo a bada senza dare troppo nell'occhio.
La decisione più sbagliata della sua vita.

"...muoviti che ti riporto a casa." Disse afferrando Tom per un polso con violenza e trascinandolo via dal tavolo sotto gli occhi ancora un pò stupiti di Luke e Kennet.

"Grrr..." Come se nulla fosse successo il moro, con uno slancio, gettò un braccio all'indietro, oltre le spalle del biondo e finì con la mano direttamente sul sedere di Chris afferrandogli una chiappa con visibile intensità.

"Mhgf!" L'australiano si lasciò sfuggire un rantolo ma si costrinse a continuare camminare senza voltarsi indietro nonostante le dita di Tom che si avvinghiavano sempre di più al suo sedere.

"Sarà una gran notte!"

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Capitolo 2
*** The Car ***


Love Game - The car

"Piantala..." Chris era alla guida della macchina e cercava di stare attento alla strada poco illuminata, tentando di non lasciarsi distrarre. Ma la cosa gli risulatava incredibilmente difficile. "Piantala..."

Tom gli stava soffiando in un orecchio, sporgendosi con la testa dal sedile posteriore dell'auto mentre con una mano gli sfiorava i lunghi capelli biondi. "Ti va di cambiare le marce..." Sussurrò sensualmente. "Ho qui un altro cambio da farti provare..." Concluse l'inglese mentre con il corpo si spingeva contro il sedile del guidatore, miagolando nell'orecchio del biondo.

"PIANTALA TOM! O ti f-"

"Posso spostarmi davanti?" Il moro lo interruppe brutalmente cambiando argomento e tono di voce ed assumendo l'espressione di un bimbo innocente.

"...eh?" Chris si accigliò per qualche istante guardando il collega attraverso lo specchietto retrovisore, ma non fece nemmeno in tempo a ribattere.

"Sto... sto male qui dietro..." Concluse Tom accennando un singhiozzo e sbattendo gli occhi come un cucciolo di cerbiatto.

"Mh..." Il biondo era davvero poco convinto della sincerità delle azioni dell'inglese ma non aveva il tempo di stare a controllarne la veridicità poichè doveva rimanere concentrato sulla strada. "...ok."

Immediatamente, con uno scatto, Tom si lanciò goffamente in avanti, tentando di scavalcare i sedili per raggiungere il posto del passeggero.

"Ma che...Tom, piano, fai pia-MERDA!" Chris inchiodò accorgendosi all'ultimo istante che il semaforo che stavano raggiungendo era appena diventato rosso. La frenata fu tanto violenta che Tom non riuscì a mantenersi in equilibrio e cadde bruscamente in avanti, finendo con la testa proprio fra le gambe dell'australiano.

"MFGFH!" Un animalesco lamento sfuggì dalle labbra del biondo che con un rapido movimento voltò la testa, spostando lo sguardo verso l'esterno della macchina e imprecando mentalmente.

Fuori, sul marciapiede, due ragazze si fermarono incuriosite dallo strano rumore che avevano sentito provenire dalla macchina e, gettando uno sguardo all'interno, incrociarono gli occhi di un bellissimo ed elegante uomo seduto al posto di guida. Chris deglutì rumorosamente e serrò la mandibola quando le due sorrisero estasiate, salutando divertite.
Ti prego, ti prego, ti prego non ti muov-
D'un tratto, entrambe si bloccarono vedendo una testa piena di ricci comparire dentro la macchina proprio all'altezza della gambe del biondo e sexy guidatore. Tom alzò il volto incontrando lo sguardo delle ragazze e con infinita tranquillità tirò le labbra in un ammiccante sorriso e salutò con la mano, giocherellando con le dita. Sotto gli occhi di quelle due donne visibilmente sconvolte, Chris si sentì imbarazzato come mai in vita sua e, appena la luce del semaforo divenne verde, ripartì a tutta velocità, sgommando.

"Alzati. Immediatamente." Disse ansimando mentre la sua voce sembrava il feroce ruggito di un leone.

Tom sospirò, voltandosi a pancia all'aria e poggiando la nuca appena sotto il ventre del biondo iniziando poi a strusciarsi energicamente come un gatto, mordendosi sensualmente le labbra. "mmm...non ne ho voglia...è comodo e morbido quaggiù..."

"TOM!"

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Capitolo 3
*** The House ***


Love Game - The house

"Dai, attaccati a me..." Sospirò Chris tentando di sorreggere Tom per la vita mettendogli un braccio dietro al collo. Erano quasi arrivati davanti alla porta di casa dell'inglese dopo un estenuante ed imbarazzante viaggio in auto quando egli aveva dato segni di cedimento fisico e il biondo si era avvicinato per soccorrerlo.

"Mmm...va bene..." Rispose languidamente il moro avviciandosi all'orecchio dell'australiano ed attaccandosi d'un tratto con brutale ferocia al suo sedere.

"Ah! Tom! No! Smettila!"

"Grrr andiamo..." Sussurrò sensualmente Tom con le labbra attaccate all'orecchio del biondo che tentava di divincolarsi. "Vieni dentro...ti faccio vedere il mio... set di figurine della Marvel..." Il moro pronunciò le ultime parole come un malizioso e passionale ruggito. Chris, spazientito ed imbarazzato, scosse la testa e con decisione entrò nella casa dirigendosi in fretta verso la stanza di Tom che aveva iniziato a ridacchiare rumorosamente. L'australiano si liberò dalla presa dell'inglese e con una leggera spinta lo fece stendere sul letto. "Dormi." Disse puntando il dito verso il collega che aveva iniziato a strusciarsi con la schiena contro le coperte come un gatto, mugungando con un sorriso malizioso stampato in faccia. Chris lo guardò per un secondo, sempre più sconcertato da quella situazione poi sollevò gli occhi al cielo e uscì dalla camera accostando la porta e tornando nel salotto.

Si fermò accanto al mobile appena prima del divano ed estrasse il cellulare dalla tasca, avviando subito la chiamata e portandoselo all'orecchio. Dopo un paio di squilli, Luke, l'agente di Tom rispose dall'altro capo.

"Pronto Chris?"

"Ciao Luke, volevo solo avvisarti che sono riuscito a riportarlo a casa..." Disse il biondo passandosi una mano fra i capelli e slacciandosi il primo bottone della camicia, appena sopra la cravatta ancora ben legata.

"Oh! Perfetto! Allora grazie!" Rispose l'uomo.

"Figurati, ora torno a caAH!" Non riuscì a finire la frase. Perchè in una frazione di secondo subì da parte di Tom un placcaggio dritto alla schiena degno di un giocatore di rugby. Chris finì spiaccicato faccia a terra mentre il telefono gli cadeva di mano aprendosi a metà e, di conseguenza, terminando l'ultima possibile chiamata della serata.

"Merda...ahh..." Chris rimase fermo sul pavimento, dolorante, reggendosi con le mani il fianco che aveva sbattuto sul parquet e sentendo il peso sulla sua schiena che all'improvviso scompariva e i passi di Tom che tornavano a dirigersi in fretta verso la sua camera da letto.

"Ho una cosa per te..." La voce del moro era divertita, esaltata, quasi maniacale.

L'australiano non sprecò tempo a farsi domande. Appena il dolore passò abbastanza da potersi muovere, si sollevò e si spostò strisciando a quatto zampe verso la porta. Doveva uscire a tutti i costi. Prima che potesse accadere il peggio.

D'un tratto sentì uno schiocco violento e rumoroso provenire dalla sue spalle e d'istinto si bloccò ancora fermo sulle ginocchia, a poco meno di un metro dalla porta.

Con una lentezza scenica si voltò incontrando con lo sguando qualcosa che per una frazione di secondo sperò con tutto se stesso fosse un'allucinazione. Una terribile, inquietante, conturbante allucinazione.

Tom.

Appoggiato, o meglio, avvinghiato allo stipite della porta, l'inglese si mordeva un labbro con dipinta sul volto un'espressione di pura lussuria e reggendo in mano un lucido frustino di pelle nera. "Dove pensavi di andare...?"

La sua voce era un ruggito mostruosamente libidinoso e fece scorrere un tremendo brivido lungo la schiena dell'australiano che, come una preda quando fiuta il pericolo, riprese a strisciare rapidamente verso una qualsiasi via di fuga.

Ma, quasi sempre, il predatore veramente affamato riesce a catturare il suo obiettivo.

Così Tom, con un balzo, lo raggiunse saltandogli sulla schiena e sedendosi sopra di lui come un cavallo. Il biondo attutì il colpo con un lamento e subito iniziò a dimenarsi, ma con poco successo.

"Scendi! Tom! Maledizione! Staccati!" Gridò Chris cercando di girare la testa per vedere il viso dell'inglese ma, nell'urlare non si era accorto del rapido gesto che Tom stava facendo con il frustino.

Con un disordinato movimento il moro aveva spostato il braccio e, con quello che pochi istanti dopo si sarebbe accorto essere il più enorme colpo di fortuna della sua vita, infilò il frustino di traverso in bocca a Chris, afferrandolo subito dopo da entrambe le parti, come se in mano avesse delle briglie.

L'australiano mugugnò sorpreso non riuscendo più a deglutire e sentendosi sulla lingua la rigida e stopposa pelle. Non riuscì più a dire nulla ma continuava a cercare di liberarsi anche se avvertiva i suoi respiri farsi più veloci e ansiosi mentre sentiva il ventre e il petto di Tom poggiarsi lungo tutta la sua schiena. Fino a quando le labbra dell'inglese quasi gli sfiorarono l'orecchio.

"Lo so che mi hai sempre voluto..."

D'un tratto Chris si bloccò, incapace di fare qualsiasi movimento.

"...lo so che sarai fantastico..."

I sussurri di Tom erano qualcosa di soffice e dolce accanto al suo viso.

"So che ti ...prenderai cura di me..."

Parole semplici pronunciate con delicata sensualità, da un uomo che non sembrava poi così tanto ubriaco.

"...e mi darai tutto quello di cui...ho bisogno..."

Parole che gli fecero sentire improvvisamente caldo...

"...come fai sempre..."

...in ogni punto del suo corpo.

Improvvisamente Chris diede un violento colpo di bacino verso l'alto liberandosi dalla presa del frustino; poi si dimenò spostandosi su di un lato e cadendo con uno schianto a terra, trascinandosi dietro Tom.

L'inglese accusò il colpo con un mugugno e rimase fermo al suolo mentre il biondo si sollevò rapidamente, alzandosi subito in piedi.

"S-smettila!" Iniziò a sbraitare, balbettando sconvolto e facendosi serissimo in volto. "Che cazzo ti-ti è preso? Sei impazzito!"

Era ancora accaldato e scombussolato al punto che quasi non controllava le parole che gli uscivano dalla bocca.

Tom piano piano si risollevò mettendosi seduto e portandosi una mano alla testa.

"Datti una calmata! Smettila di fare il...il...dominatore assatanato!" La voce di Chris aumentava sempre di pià di volume. "Sei c-completamente fuori di testa!" Conculse con un profondo sospiro, deglutendo a fatica e rimanendo a fissare il viso di Tom che teneva lo sguardo puntato sul pavimento.

Uno strano silenzio calò nella stanza interrotto solo dai respiri affannati del biondo che pian piano si affievolivano.

Poi, d'un tratto un lieve singhiozzo fece sobbalzare l'australiano che subito vide Tom portarsi le mani sul volto.

Forse aveva esagerato. Era stato troppo aggressivo, non doveva urlargli così in faccia. Dopotutto non era completamente in sè, anche se nel tono, nelle parole che aveva sentito poco prima aveva intravisto, molto bene, il Tom che era abituato a vedere.

Chris fece un lieve sospiro e lentamente si abbassò, avvicinandosi e inginocchiandosi accanto all'inglese.

"Tom...scusa, mi dispOH!" Non riuscì nemmeno a finire la frase, perchè in meno di un batter di ciglia si ritrovò steso schiena a terra con Tom seduto a cavalcioni sopra il suo bacino. E in quel momento, Chris, sorpreso, spaventato, si sentì più Thor di quanto non lo fosse mai stato in vita sua.

"Possibile che tu ancora non abbia imparato..." Sussurrò il moro sorridendo soddisfatto.

"M-maledizione,Tom n-"

"Loki, per te..." Disse l'inglese cambiando tono di voce e lasciando Chris completamente incapace di formulare un pensiero di senso compiuto.

Poi, con una foga improvvisa, il moro portò le mani sulla cintura dell'australiano e con rapidi e precisi movimenti, gli slacciò i pantaloni scendendo poi con le dita lungo le cosce per sfilarglieli.

"Ah! Ma che caz-? Tom!"

"Loki!" Ripetè l'inglese senza fermarsi dalla sua attività di denudazione di Chris, che si dimenava a terra mentre l'uomo gli sollevava le gambe per i polpacci.

"Smettila! Lasciami andare! Tom!"

"LOKI!" Gridò il moro dando uno strattone più forte alle braghe.

"Ok, ok Loki! Allora io sono Thor! Ti ordino di lasciarmi andare! Lasciami!"

In quel momento i pantaloni, con uno strappo, si sfilarono completamente dalle gambe di Chris e l'uomo con uno scatto si mise a gattonare più velocemente possibile, allontanandosi da Tom.

Si lanciò oltre il divano, rialzandosi in piedi e ansimando. Indossavava ancora la giacca, la camicia e la cravatta ben allacciate ma, da dietro lo schienale del sofà si vedevano le sue gambe muscolose fino a metà dell coscia e i suoi stretti boxer neri.

Solo la visione di quel poco di pelle fece scorrere un lascivo brivido lungo la schiena di Tom, che gettando i pantaloni da parte si avvicinò, selvaggio e sensuale come un gatto, all'australiano.

"Stai lontano! S-stai lì, non ti avvicinare Tom!" Gli intimò il biondo spostandosi intorno al divano nella direzione opposta a quella del moro.

"Sono Loki! Di Asgard!" Ringhiò Tom rincorrendolo intorno al sofà, appoggiandosi contro i cuscini e chinandosi verso Chris, ruggì come una tigre affamata.

"Ok, va bene Loki! Loki!" Gridò il biondo bloccandosi e facendo fermare ogni cosa nella camera. Tutto sprofondò in un gelido silenzio spezzato solo dai respiri affannati dei due uomini.

"Loki...non possiamo farlo...dammi ascolto...fratello..." Disse Chris cercando di mettere nel suo tono di voce tutta la dolcezza che riuscì a trovare e guardando Tom con uno sguardo pietoso e tenero. Stava tentando di aggrapparsi all'unica cosa che gli rimaneva e che sembrava avere un qualche effetto sull'inglese: Thor.

"Non dire cazzate..." Rispose immediatamente il moro in un caldo e vibrante sussurro.

L'australiano si bloccò confuso, perplesso, quasi intontito.

"Non sono tuo fratello... Non lo sono mai stato..." Concluse chinandosi verso Chris che sgranò gli occhi lasciandosi scappare dalla gola quello che a tutti gli effetti sembrò lo squittio di un topolino in trappola.

Fregato.

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Capitolo 4
*** The Shower ***


Love Game - The shower

"No! No-No-No-Tom-No."

D'un tratto, l'inglese saltò sopra il divano gettandosi addosso all'australiano che, colto di sorpresa, cadde all'indietro finendo col sedere a terra e la schiena poggiata contro la parte bassa dell'altro divano presente nel salotto.

L'inglese, adesso seduto sopra di lui, con le gambe piegate da una parte e dall'altra delle sue, prese immediatamente a slacciarlgli la camicia.

"Stai f-fermo!" Gridò Chris agguantando con forza i suoi avambracci e allontanandolo dal suo corpo.

Il moro si dimenò con insistenza sporgendosi con il volto verso l'australiano e aprendo leggermente la bocca, cercando un focoso bacio.

Il biondo spostò le braccia prendendo entrambi i polsi dell'inglese in una sola mano e afferrandogli il viso con l'altra, spingendolo indietro.

"Chiudi quella cosa! Basta! No!"

Ma quella posizione precaria fu la sua rovina. Le dita non ressero a lungo la stretta sui polsi di Tom che con un rapido movimento liberò una mano e la gettò oltre il viso di Chris, afferrandogli la testa e tirandolo contro di sè.

Chris tentò di ribellarsi ma con immensa sorpresa, l'inglese non portò le loro labbra ad unirsi bensì si spinse contro il suo corpo bloccandogli il braccio. Affondò il volto nel suo collo e iniziò a fargli un lento, erotico, interminabile succhiotto appena dietro l'orecchio.

"No! No! Toahhh..."

Nel giro di pochi secondi, la situazione si ribaltò completamente. Il biondo sentì l'inglese afferrare la sua mano e stringerla per impedirgli di liberarsi.

Lentamente, sfiorandogli il collo con le labbra, Tom salì fino ad arrivare a soffiargli dolcemente nell'orecchio per poi iniziare a mordicchiarlo e a leccarlo.

Chris emise un gemito soffocato, sofferto, goduto, sentendo una scossa, una palpito continuo scendere lentamente dal suo petto, giù giù fino alla vita.

Allora, Tom si staccò, allontanandosi fino a trovarsi di nuovo faccia a faccia con il biondo con poco meno di un centimetro fra i loro nasi.

Il suo sguardo era invaso da una fiamma di eccitazione incontenibile che fece crescere ancora di più quella pulsazione che gli afferrava il ventre.

"Buonasera...possente Thor..." Mormorò il moro mordendosi il labbro inferiore, rimanendo seduto a cavallo di un Chris Hemsworth privo di pantaloni.

"...c-cosa...?" Chiese l'australiano accigliandosi per un secondo e cercando di riprendere il controllo di sè e di calmare i battiti del cuore e il calore che sentiva invadergli tutto il corpo. Ma con poco successo.

Era troppo tardi.

"...non parlavo con te..." Rispose l'inglese sorridendo maliziosamente poi, scese lentamente con lo sguardo, giusto quanto bastava per indicare all'australiano un'altra zona del suo corpo che, a quanto pare, anche se lui tentava di evitarlo o negarlo, aveva gradito le attenzioni che Tom gli stava dando.

Chris abbassò leggeremente il viso nel punto che il moro gli avevano appena suggerito e un singhiozzo sorpreso e sconvolto gli uscì dalle labbra.

"...Oh..."

Con uno scatto riportò il volto verso l'alto sgranando gli occhi, a disagio come mai gli era capitato nella sua vita.

"N-no! Nononono!" Chris iniziò a balbettare una serie di parole sottovoce, mentre un leggerissimo rossore gli tingeva tutto il viso facendolo sembrare un liceale alla sua prima esperienza.

"Sssh..." Mormorò Tom poggiando la punta delle dita sulla bocca dell'australiano che subito si zittì, assumendo un'espressione stupita ma sempre agitata.

Lentamente, l'inglese andò verso il basso, sfiorando il mento, il collo, i pettorali che scendevano e salivano al rapido ritmo dei respiri del biondo. Scese sulle costole, sul ventre, fino ad arrivare a posare la mano su quella parte del corpo di Chris che, in quel momento, imbarazzava l'australiano più di ogni altra cosa.

"N-nn..."

Un lamento uscì dalle sue labbra quando il moro sfiorò la stoffa nera dei suoi boxer.

Poi, subito dopo, Tom tornò con uno scatto con le mani sul petto di Chris senza mai abbandonare il suo sguardo. Con un lento movimento infilò le dita sollo la sua giacca, sopra le spalle e gliela sfilò di dosso notando, finalmente, che l'uomo non mostrava nessuna apparente contrarietà, rispetto a ciò che lui gli stava facendo.

Anzi, sembrava non essersi ancora ripreso dalla reazione che il suo corpo stava avendo per delle semplici carezze.

"...T...To-"

"Ssshh...sta tranquillo..."

Tom non lo lasciò parlare. Finì di sfilargli la giacca lascindola scivolare a terra dietro la schiena del biondo e, dopo averlo aiutato a liberare i polsi, gli afferrò le mani, intrecciando le sue dita con le proprie.

Lentamente, dolcemente, si spostò in avanti con tutto il corpo, portandosi con il bacino proprio sopra quello del biondo e sollevandogli le braccia fin sopra la testa, arrivando ad appoggiarle contro il divano e a bloccarle con le proprie.

Con un delicato movimento, spinse il suo petto contro quello dell'australiano portando le loro bocche ad un sospiro di distanza.

Un silenzio pieno e denso scese per qualche secondo fra i due uomini che respiravano pesantemente scandendo un ritmo frenetico e intenso.

"Ti voglio..."

Il sussurro di Tom fu come il sospiro di una pantera che fece andare Chris completamente fuori controllo ma, prima che potesse elaborare un qualsiasi pensiero, l'inglese spinse la bocca contro la sua afferrandogli il labbro inferiore fra i denti e dandogli un impercettibile morso.

Poi, immediatamente si staccò, riportando quella minima distranza fra la loro pelle.

Chris rimase immobile, sentendosi invadere da una vampata di bruciate calore, di incontrollabile desiderio che, ben presto, trovò risposta nella voce di Tom.

"...prendimi..."

A quella semplice parola, il biondo, come spinto da una forza che nemmeno credeva di avere dentro di sè, si diede una spinta verso l'altro, liberandosi le braccia e afferrando al volo le cosce di Tom, tenendoselo attaccato addosso. Si mise in ginocchio, poi in piedi, senza mai mollare la presa sul fondo schiena dell'inglese, o spostare l'attenzione dai suoi occhi chiari e magnetici. Finalmente aveva capito perchè nonostante in qualsiasi momento avrebbe potuto fermarlo, non lo aveva fatto. Perchè lo voleva. Voleva Tom.

Prese bene l'equilibrio, mentre il moro lo avvolgeva dietro al collo con le sue braccia.

Allora, iniziò a camminare, andando oltre i divani, lungo il corridoio, verso la camera da letto, percorrendo con lo sguardo tutto il volto di Tom, che gli sorrideva maliziosamente a quei pochi respiri di distanza.

Arrivarono nella stanza e il biondo, senza più ombra di esitazione, adagiò il moro sul materasso rimanendo steso sopra di lui, avvolto dalle sue gambe.

Si sollevò sulle ginocchia, slacciando immediatamente i pantaloni dell'inglese che sorrise, sussultando leggermente e spostando entrambe le gambe di lato, riunendole.

Chris gli sfilò l'indumento in un colpo solo, portandogli gli arti verso l'alto.

Poi, gli afferrò una gamba poggiandosela contro il petto e partendo dalla caviglia, l'australiano cominciò a baciare ogni punto che riusciva a raggiungere, spostandosi verso la parte altra del suo corpo.

Tom chiuse gli occhi spingendo la schiena contro il materasso e piegando leggermente la testa all'indietro, lasciando che un pesante sospiro gli uscisse dalle labbra.

Sentiva le mani forti e robuste del biondo reggergli la gamba e la sua bocca tiepida e morbida sfiorare la sua pelle come una lieve e rilassante carezza.

Molto rilassante.

Quando l'australiano raggiunse il bordo dei boxer di Tom, lasciò andare dolcemente la sua gamba e, puntandosi con le braccia, si spinse fino ad arrivare con il volto sopra al suo.

Gli baciò le labbra, lievemente, rapidamente, sentendo crescere dentro di sè la voglia di prendere tutto di quell'uomo. I suoi baci, i suoi sospiri, il suo corpo.

Pian piano, gli sbottonò la camicia aprendogliela poi con delicatezza e, senza più nessun ripensamento, iniziò a baciargli il mento per poi scendere sul suo collo, fino a ritrovarsi a leccare il petto e il suo ventre seguendo la forma dei suoi muscoli e contemporaneament sfiorandolo con in suoi biondi capelli che gli ricadevano accanto al viso.

Arrivò con la lingua fino al bordo delle mutande dell'inglese e, con un lento e misurato movimento, infilò le dita sotto all'elastico scuro.

Allora, improvvisamente, sentì come un ronzio, un ringhio.

Aggrottò le sopracciglia confuso, perplesso e lentamente sollevò lo sguardo abbandonando la presa sulle mutande del moro.

Alzò la testa fino a riuscire a raggiungere con gli occhi il viso dell'inglese. Il suo volto delicato era rilassato, immobile, finalmente quieto.

"...Tom...?"

Mormorò dolcemente, ma non ottenne nessuna risposta sensata se non una specie di verso simile ad un mugugno poi, il silenzio. Totale.

Tom si era addormentato.

Chris lo guardò per qualche istante. Aveva la bocca socchiusa e, dipinta sul viso, un'espressione delicata, gentile, tenera. Nessuno avrebbe mai potuto pensare che quell'uomo così angelico qualche minuto prima sembrava un aggressivo ninfomane il cui unico pensiero era quello di farsi possedere dal suo collega e amico che ora era fermo, seminudo, steso sopra di lui e con il sangue tutto oramai nel posto sbagliato.

Con un lungo e sofferto respiro, il biondo si alzò scendendo dal letto lentamente per evitare di sveglire l'inglese.

E in quel momento, vedendo Tom, il sexy Tom, il provocante oltre l'immaginabile Tom, gli venne il pensiero più cattivo di tutta la sua vita.

Sollevò una mano, pronto ad afferrare un qualsiasi punto del corpo dell'inglese, non importava e prenderlo lì, mentre dormiva, per fargliela pagare di tutto quello che gli aveva fatto passare quella sera.

Si morse le labbra soffocando un ruggito e stringendo la mano a pugno. Poi, semplicemente, sbuffò.

Non poteva.

Avrebbe voluto.

Ma non poteva.

Non a lui, non a Tom.

Stabilito questo, ora, c'era qualcosa che il biondo doveva per forza fare.

Si allontanò dal letto con, dipinta sul viso, un'espressione completamente neutra e priva di qualsiasi sentimento. Si vi voltò portandosi una mano al collo e sfilandosi la cravatta che ancora portava addosso e la gettò a terra, incamminandosi verso il bagno.

Slacciò il primo bottone della sua camicia bianca ed entrò in bagno, richiudendo la porta alle sue spalle.

Non si fermò, si diresse verso la doccia e vi entrò, senza spogliarsi del tutto.

Appena fu sotto la bocchetta, aprì l'acqua con violenza e un getto potente, carico e gelido si riversò sulla sua testa scivolando giù per tutto il suo corpo e facendo si che la sua camicia bianca gli si appiccicasse addosso, lasciando intravedere fra le pieghe i suoi muscoli scultorei e definiti.

Chris rimase immobile con l'acqua che gli scorreva sul viso rendendo i suoi occhi ancora più azzurri e brillanti mentre il getto scrosciava lentamente riempiendo la stanza col suo ronzio costante.

Ma non successe nulla.

Assolutamente nulla.

L'immagine del suo corpo e di quello di Tom, avvinghiati, nudi, sudati, non accennava a voler abbandonare la sua testa.

Ed il possente Thor non aveva la benchè minima intenzione di cambiare la sua...posizione da battaglia.

"...questa doccia non serve a un cazzo..."

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