Non ho mai smesso di amarti

di Nikki Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non ho mai smesso di amarti ***
Capitolo 2: *** Mi manchi ***
Capitolo 3: *** Vivere o morire ***



Capitolo 1
*** Non ho mai smesso di amarti ***


Mark Lexie1

Una storia di tre capitoli sulla mia coppia preferita di Grey's Anatomy!!

Spero che vi piaccia, si può collocare dopo la puntata 8x18.

Ora vi lascio, buona lettura!

Non ho mai smesso di amarti

Erano le cinque di notte e il buio sovrastava ancora Seattle. Stavo andando a lavoro, visto che il mio turno iniziava alle 5,30.

Accesi la radio e subito la canzone dei Coldplay, Paradise, invase l'abitacolo. Iniziai a canticchiare battendo le dita a ritmo sul volante. Mi fermai a un semaforo rosso e mi guardai intorno. Le strade erano completamente deserte, c'era solo qualche auto in giro, non un passante o un negozio aperto.

Scattò il verde e ingranai la marcia. Non mi resi nemmeno bene conto di quello che successe, sentii solo un gran botto e poi buio totale.

Non so quanto tempo passò, ma fu un forte dolore alla fronte e qualcosa di caldo e appiccicaticcio che mi portarono ad aprire gli occhi. Il mio viso era appoggiato sull'airbag del volante, mentre la parte opposta della mia auto era completamente distrutta. Mi misi a sedere con un gemito di dolore, mi faceva male il collo per il colpo preso.

Sganciai la cintura e osservai nello specchietto il mio viso. La mia coda era sfatta, ciocche di capelli mi contornavano il viso sporco da una parte di sangue che scendeva dalla ferita che avevo sulla fronte.

Aprii la portiera e scesi piano, calpestando pezzi di vetro e di lamiera. Notai l'altra auto che mi era venuta addosso, era una Chrysler di grosse dimensioni, assomigliava parecchio a un suv. Andai automaticamente in quella direzione, come mi imponeva la mia coscienza di medico.

Dentro c'erano un ragazzo e una ragazza. La ragazza era sveglia e stava cercando di aprire la portiera, il ragazzo che era al posto del guidatore invece era svenuto se non peggio.

Subito raggiunsi la ragazza che urlava in preda al panico.

"Ehi, come ti chiami?" domandai ad alta voce.

"Cassie" mi rispose la ragazza bionda con le labbra che tremavano.

"Adesso ti aiuto. Quanti anni hai?" domandai per distrarla.

"17" mi disse.

Con uno strattone riuscii ad aprire la portiera.

"Come si chiama il tuo amico?" domandai andando dall'altra parte del veicolo.

"Ethan, è mio fratello, ha 20 anni" mi informò Cassie seguendomi agitata.

Insieme riuscimmo ad aprire la portiera. Tolsi la cintura al ragazzo e mi chinai su di lui per cercare di sentire se c'era battito. Tirai un sospiro di sollievo, sì c'era, era ancora vivo.

Sollevai le palpebre e notai che doveva avere un edema cerebrale e doveva essere operato subito.

"Chiama il 911" le dissi passandole il mio telefono.

"Io...io non ce la faccio..." mormorò Cassie piangendo come una disperata.

"Ok, calmati...ho bisogno che tu li chiami, io devo bloccare l'emorragia di Ethan alla gamba, altrimenti potrebbe perdere troppo sangue, mi hai capito? So che ce la puoi fare, ok?" le dissi ficcandole il telefono in mano.

Cassie annuì e compose il numero.

La sentii parlare mentre io mi toglievo la cintura e la stringevo intorno alla gamba di Ethan, di poco sopra alla ferita profonda che aveva sulla coscia.

"Stanno arrivando" mi informò Cassie.

Io annuii. "Brava".

"Come sta?" Cassie indicò col capo il fratello.

"Deve essere operato subito, ma stai tranquilla ok?" ripresi il telefonino e lo rimisi in tasca.

"Non so com'è successo, la macchina non frenava più...noi non volevamo venirti addosso..." si scusò Cassie.

"Lo so, l'unica cosa che importa adesso è Ethan, va bene? L'auto posso sempre ricomprarla" le dissi accarezzandole i capelli.

"Sei un medico?"

"Chirurgo" risposi con un sorrisetto.

In lontananza si iniziavano a sentire le sirene dell'ambulanza.

Dopo cinque minuti eravamo già diretti al Seattle Grace Mercy West Hospital.

Ci fermammo e le porte vennero aperte per far scendere la barella. Subito scesi trovandomi davanti uno stupito Derek.

"Lexie?"

"Maschio di 20 anni, edema cerebrale e profonda ferita alla coscia con emorragia" dissi prima del paramedico.

"Stai bene?" mi domandò rapido.

Io annuii. Notai dietro di lui Avery, Kepner e Karev.

Derek mi fissò non molto convinto e sparì con la barella seguito subito da Jackson, April e Cassie. Alex invece mi si avvicinò incerto.

"Sei sicura di stare bene?"

Respirai profondamente, ora che l'adrenalina se n'era andata il dolore al collo e alla testa erano più forti.

Gli strinsi forte un braccio fissando un punto a caso del suo camice giallo.

"Mi fanno male il collo e la testa" gli dissi a bassa voce.

"Devi sottoporti a degli esami di controllo" riferì Alex.

Ma iniziavo a sentire qualcos'altro, un dolore costante a sinistra, sotto il diaframma e il sudore freddo imperlarmi la fronte.

"Alex...credo di essermi rotta la milza" mormorai un secondo prima di vomitare sangue dalla bocca e macchiargli il camice.

"Lexie!" urlò Alex afferrandomi per impedire che cadessi a terra.

Mi sentivo debolissima, udivo benissimo il battito accelerato del cuore di Alex e la sua voce.

"Una barella qui, presto!"

Mi sentii sollevata e appoggiata alla barella.

"Karev, che succede? Grey?!" 

Questa era la Bailey.

"Dobbiamo eseguire una splenectomia d'urgenza" disse Alex.

Lo sentivo tenermi il polso, probabilmente per registrare l'abbassamento della pressione sanguigna.

"Grey, ci senti?" domandò la Bailey.

Sollevai di poco le palpebre vedendo tutto sfocato.

"Ok, adesso ci pensiamo io e Karev a te, va bene? Portala nella due, sbrigati" ordinò la Bailey.

"Va bene...e Meredith? Glielo diciamo o..." iniziò Alex titubante.

"Ci penso io, ora tu portala nella due e preparati, io vado nella tre dove l'altra Grey sta operando con Sloan, Robbins e Hunt e glielo dico, poi ti raggiungo...ora muoviti Karev".

Quella situazione era così irreale...quello fu il mio ultimo pensiero prima di perdere definitivamente i sensi.

*

Avevo appena finito di ricostruire il viso di Matthew, un bambino di otto anni che si era schiantanto contro un muro col monopattino elettrico dei genitori.

Meredith e Arizona si stavano occupando di bloccare l'emorragia intestinale mentre Owen aveva appena terminato una toracotomia con successo.

La porta della sala operatoria si aprì, sulla soglia la Bailey con una mascherina davanti alla bocca.

"Grey, vieni con me immediatamente".

"Non posso, sto riparando un intestino" obiettò Meredith.

"C'è tua sorella nella due" aggiunse Miranda seria.

"Cosa sta operando?" chiese Meredith curiosa senza distogliere lo sguardo dall'intestino.

"Deve essere sottoposta a una splenectomia d'urgenza" rivelò Miranda.

Le sue parole mi fecero sbarrare gli occhi e rimanere di sasso.

Meredith finalmente fissò la Bailey, negli occhi la paura.

"Se non ci muoviamo rischia di andare in shock emorragico...credo che quando si sveglierà vorrà vederti al suo fianco" aggiunse Miranda.

"Vai Grey, ce ne occupiamo noi" disse Owen.

"Vai anche tu Mark, qui hai finito" aggiunse Arizona con sguardo consapevole.

Io mi alzai di scatto sfilandomi violentemente i guanti insanguinati e seguendo Meredith fuori dalla sala operatoria. Mi tolsi camice e cuffia e presi al volo una mascherina nuova, poi seguii la Grey nella due.

Lì le infermiere e l'anestesista erano già pronti, Karev si stava lavando al di là del vetro e lì, sul tavolo operatorio, c'era Lexie priva di sensi e mortalmente pallida. Aveva un taglio sulla fronte e un'infermiera le stava pulendo il viso dal sangue secco.

"Ehi spostati, a quel taglio ci penso io!" dissi con tono un tantino arrabbiato.

Ero arrabbiato perchè Lexie stava per essere operata e sarebbe potuta morire...ero furioso e preoccupato.

"Sloan, Grey, fuori dalla sala, andate in galleria" ordinò Karev entrando.

"Ma..." proruppe Meredith contrariata.

"Sei sua sorella, non puoi restare qui" disse Karev categorico.

"Io non sono un parente" protestai.

"Sì ma lei è la tua ex fidanzata e sei ancora innamorato di lei" rispose prontamente Miranda entrando nella sala pronta per l'operazione.

Rimasi senza parole, che potevo dire?

Karev mi rivolse un'espressione ovvia e concorde con le parole della Bailey.

"Vieni Mark, andiamo" Meredith mi prese un braccio nel tentativo di trascinarmi fuori.

"Ma io sto con Julia" iniziai.

"Bella copertura la Canner, ma non ci crede nessuno che sei innamorato di lei...non come lo eri, anzi sei di Lexie" replicò Karev convinto.

Cazzo, aveva ragione lui in pieno, e io detestavo che Karev avesse ragione e io torto.

Seguii docilmente Meredith nella galleria, le parole di Karev mi ronzavano ancora in testa e non riuscivo a pensare ad altro che a Lexie.

Furono ottanta minuti lunghissimi, Meredith non la smetteva di torturarsi le mani e mordersi le labbra, quanto a me non riuscivo minimamente a restare seduto, facevo avanti e indietro, lo sguardo sempre puntanto sul viso di Lexie, intubata e addormentata. Fortunatamente il fegato e nessun altro organo era lesionato.

Callie ci raggiunse e abbracciò prima Meredith e poi me, facendomi un cenno di comprensione.

"Tu sai dirci perchè? Insomma, ieri stava bene..." domandò Meredith avida di informazioni.

Non mi ero posto nemmeno quella domanda, la preoccupazione mi aveva completamente annebbiato il cervello.

"Il capo mi ha detto che ha avuto un incidente in macchina, le sono andati addosso due ragazzini. Il ragazzo che guidava adesso è nella uno, lo sta operando Derek, ha un edema cerebrale e un'emorragia alla gamba che Lexie ha fermato" spiegò Callie.

"Che Lexie ha fermato? Non capisco..." mormorai confuso.

"Lexie stava bene, è quando è arrivata qui che ha cominciato a sentirsi male, ha vomitato sangue addosso a Karev ed è svenuta" rispose Callie.

Annuii meccanicamente. Un suono familiare mi portò a voltarmi di nuovo verso la sala operatoria e distogliere lo sguardo dal volto della mia migliore amica.

La pressione di Lexie si era abbassata di colpo, stava andando in arresto.

"Lexie!" urlai in sincrono con Meredith.

Vidi Karev effettuare una prima defibrillazione senza risultato, e poi una seconda.

"Dai piccola Grey...non puoi lasciarmi così..." mormorai a bassa voce.

Anche la terza defibrillazione andò a vuoto.

"Lexie!" urlai battendo il pugno contro il vetro.

Tum...tu-tum...

"Bentornata Lexie...certo che le Grey ti fanno sempre spaventare..." commentò Miranda sollevata.

Emisi un sospiro e chiusi gli occhi abbandonandomi su una sedia. Dio, ero ancora terrorizzato da morire. Sentii una mano sulla spalla, Callie...

"Ti ci voleva proprio questo per far ammettere a te stesso di essere ancora innamorato di lei?" mi disse sedendosi di fianco a me.

Riaprii gli occhi fissando il pavimento e poi Meredith, le lacrime ancora ben visibili sul suo volto.

Come un razzo entrò Cristina che strinse forte la sua migliore amica.

Meredith e Callie la aggiornarono sull'intervento, io invece non dissi una sola parola. Solo una volta ero stato così terrorizzato in tutta la mia vita, quando Callie aveva avuto l'incidente e la nostra bimba aveva rischiato di morire per la nascita troppo prematura.

Sì, io l'amavo ancora con tutto me stesso, non avevo mai smesso di amarla per quanto ci avessi provato. La consideravo ancora la mia piccola Grey, la mia Lex...

La consideravo ancora mia, nonostante tutto.

*

Mi sentivo intorpidita e stanca, come se mi fosse passato sopra un camion.

Sentivo qualcuno stringermi la mano, non avevo dubbi si trattasse di Meredith. Infatti aprii prima un occhio e poi l'altro e misi a fuoco i capelli di mia sorella e i suoi occhi azzurri.

"Lexie...come ti senti?" mi domandò titubante.

"Stanca...mi avete operato?" mi uscì una voce bassa e rauca.

"La Bailey e Alex ti hanno sottoposta a una splenectomia d'urgenza" mi informò Mer.

Annuii leggermente, il collo mi faceva male, la testa invece molto meno, il sonno doveva avermi fatto bene.

Meredith mi avvicinò alle labbra un bicchiere pieno d'acqua e bevvi un po', in effetti avevo la gola parecchio secca.

Mi toccai la fronte dove sapevo esserci il taglio e i miei polpastrelli sfiorarono un enorme cerotto.

"E' stato Mark, ha ricucito il taglio subito dopo l'operazione, quando tu eri ancora sotto anestesia, così non avresti sentito niente" rivelò Meredith.

Io la fissai sconcertata. Mark?

"Sai durante l'operazione sei andata in arresto...ho avuto tanta paura, anche Mark...sembravamo due fuori di testa" Meredith sorrise.

Sorrisi di rimando. "Quanto devo stare in ospedale?"

"Dieci giorni come minimo, poi giudicherà la Bailey quando potrai andare a casa" mi rispose Mer.

"Allora siamo a posto" commentai divertita.

Meredith ridacchiò.

"Cognata, vedo che stai molto meglio" esordì Derek entrando con un megasorriso.

Gli sorrisi in risposta. "Sono viva, no? Come sta Ethan?"

"L'operazione è riuscita perfettamente, il tuo intervento sulla gamba è stato determinante. Adesso la sorella è con lui, non lo molla un attimo, qualche ora fa sono arrivati anche i genitori..." mi informò Derek.

Qualche ora fa? "Scusate ma quanto ho dormito?"

"Una decina d'ore" rispose Meredith. "Tatcher è andato a prendermi un caffè, riteneva ne avessi un assoluto bisogno".

"Ha ragione, hai due occhiaie da far spavento" commentai con un ghigno.

Io e Derek scoppiammo a ridere davanti alla faccia contrariata di Mer.

"Sei sempre bellissima" Derek baciò mia sorella sulla guancia prima di scappare via al suono del cercapersone. 

La giornata era passata con la visita di tutti i miei colleghi, April ci aveva messo da sola un'ora per raccontarmi delle due operazioni a cui aveva partecipato quella mattina, senza omettere nessun dettaglio.

Erano venuti tutti a farmi un salutino, persino Jackson, tutti tranne lui, Mark.

Dove diavolo era? Perchè non era ancora arrivato? Avevo fatto qualcosa di male nei suoi confronti? No, decisamente no.

Poteva degnarsi di sprecare due secondi del suo preziosissimo tempo per dirmi anche solo un veloce ciao. Ma ovvio, doveva essere impegnato con Julia in attività in cui era richiesto un uso intensivo di lingua e saliva.

Oddio, mi veniva da vomitare. Letteralmente. Afferrai una ciotola di plastica sul mio comodino con dentro dei barattoli che rovesciai sul letto prima di espellere praticamente l'acqua che avevo bevuto.

All'improvviso sentii una mano grande e fresca sulla fronte e quel profumo così virile...

Un ultimo conato poi alzai il viso incrociando gli occhi azzurri di Mark. Mi pulì la bocca con una salvietta senza dirmi niente.

Erano ore che lo volevo lì, esattamente dove si trovava adesso, eppure non sapevo cosa dirgli.

Eppure dovevo dire qualcosa, qualsiasi cosa per spezzare quel silenzio carico di tensione.

"Come mai sei passato di qui?"

Dire quelle semplici parole mi era costato uno sforzo enorme.

"Volevo controllare il taglio sulla fronte" rispose solo.

"Ah".

Delusa, ero delusa, ma cosa cavolo mi dovevo aspettare? Lui era andato avanti definitivamente, ero stata io a chiedergli di lasciarmi in pace, e adesso che cavolo pretendevo?

Mi tolse piano il cerotto e poi controllò la situazione.

Il suo collo...potevo quasi sfiorarlo con la punta del naso e il suo profumo era talmente intenso da stordirmi...era ancora lo stesso che gli avevo regalato io...Eternity di Calvin Klein.

Mi mise un altro cerotto prima di allontanarsi a distanza di sicurezza.

"Tutto a posto, un paio di mesi e non si vedrà neppure la cicatrice" mi riferì.

Ma non mi interessava affatto di avere un segno permanente sul viso, la cicatrice mai rimarginata che avevo sul cuore sarebbe rimasta per sempre, per cui una in più non faceva differenza.

Non dissi nulla, perchè non sapevo che dire. Volevo solo che uscisse il più velocemente possibile, in modo da poter piangere in pace. Sentivo gli occhi bruciare e non sarei durata ancora per molto, soprattutto se continuava a guardarmi in quel modo così...intimo.

"Beh...rimettiti presto" proruppe Mark.

"Ok" mormorai.

Lo vidi aprire la bocca e poi richiuderla prima di voltarsi e uscire. Appena sentii la porta chiudersi tirai un respiro di sollievo prima di iniziare a piangere silenziosamente.

ANGOLO AUTRICE

Il secondo capitolo dovrei pubblicarlo mercoledì, e non ci dovrebbero essere problemi, visto che la ff è già tutta scritta.

Fatemi sapere con un commento se vi è piaciuta. Grazie mille per aver letto!

Ciao

Nikki Potter

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Capitolo 2
*** Mi manchi ***


Mark Lexie2

Come avevo annunciato nello scorso capitolo eccovi il secondo, nell'attesa spasmodica di altri momenti slexie nella futura 8x19.

Spero vi piaccia! :)

*

Erano passati tre giorni e non l'avevo più visto. Mi stavo annoiando a morte, per fortuna Alex mi aveva portato delle riviste scientifiche e dei cruciverba, Meredith l'Allegro Chirurgo per mantenermi in allenamento e April il mio notebook dove chattavo con mia sorella Molly. Papà aveva riempito la mia stanza di palloncini rosa e bianchi e di fiori nel tentativo di renderla più confortevole. Cristina mi portava di nascosto frutta, ago e filo per migliorare le mie suture già di per sè perfette. Beh, era sempre meglio di niente.

Non vedevo l'ora di tornare a lavorare.

Raramente ero da sola, di solito c'era sempre qualcuno a tenermi d'occhio. Fissai con un sorriso il disegno appeso alla finestra. In realtà era solo un ammasso di linee colorate, ma l'aveva fatto Zola apposta per la zia Lexie.

Sospirai e decisi di approfittare del temporaneo e miracoloso momento di solitudine per camminare un po'. Avevo il tremendo bisogno di sgranchirmi un po' le gambe e non avevo di certo intenzione di farlo camminando per tutta la stanza come avevo già fatto tre volte.

Volevo curiosare un po' in giro, ero una ficcanaso di prima categoria.

Ridacchiai come una bambina eccitata all'idea di trasgredire le regole.

Aprii e richiusi piano la porta della mia camera e mi ritrovai nel corridoio. Camminai piano e lentamente, la ferita tirava un pochino. Fare le scale era fuori discussione, magari avrei potuto prendere l'ascensore...

Stavo giusto andando in quella direzione quando una fitta di dolore mi tolse il fiato. Mi toccai delicamente il punto in cui si trovava la ferita e trattenni il respiro di nuovo a un'altra fitta. Che diavolo mi era venuto in mente di sforzarmi così tanto?

Non sarei mai riuscita a tornare in camera, non riuscivo nemmeno a stare in piedi, le gambe mi tremavano all'inverosimile. Mi lasciai cadere a terra seguendo il muro, fino a ritrovarmi seduta sul pavimento, gli occhi semichiusi e il respiro accelerato per il panico.

Più restavo immobile più il dolore diminuiva, quindi alzarsi e ritornare in camera era decisamente fuori discussione.

Stavo pensando a cosa fare quando le porte dell'ascensore si aprirono mostrandomi Derek e Mark che discutevano abbastanza concitatamente.

"Adesso ci vai, chiaro?" stava dicendo Derek perentorio.

Mark sospirò profondamente e alzò lo sguardo incrociando la mia figura.

"Lexie?!"

Derek si voltò e anche lui mi vide. "Che ci fai lì per terra?"

Boccheggiai un secondo, proprio loro dovevano trovarmi con tutte le persone che c'erano nell'ospedale? Quella sì che era proprio sfiga. Cercai di alzarmi appoggiandomi al muro, ma il dolore ritornò più forte di prima e le gambe mi cedettero di colpo.

Mark mi afferrò sotto le ascelle portandomi a terra in modo molto più dolce.

"Che succede?" domandò Derek.

"Volevo fare un giro...ma se mi muovo ancora la ferita mi fa un male tremendo..." risposi con voce roca per il dolore.

Sentivo gli occhi di Mark scrutare il mio volto con attenzione.

A sorpresa mi prese in braccio senza il minimo sforzo.

Il cercapersone di Derek suonò. "La riporti tu in camera? Ho un'emergenza..."

Mark annuì e Derek sparì alla velocità della luce nell'ascensore.

Mark camminò lentamente verso la mia stanza senza dire una parola. Una volta dentro mi adagiò sul letto.

Appoggiai la testa al cuscino con un sospiro. Mark era ancora lì, in piedi e mi fissava.

"Che c'è?" gli dissi con curiosità.

Conoscendolo bene doveva essere parecchio arrabbiato con me. E infatti...

"Sei stata un'irresponsabile, la ferita avrebbe potuto riaprirsi e saresti potuta morire dissanguata".

"Sono in un ospedale pieno di gente, non sarei morta dissanguata" obiettai.

"La verità è che non saresti potuta uscire dalla tua stanza, la Bailey non ti ha dato il permesso" replicò Mark convinto e ad alta voce.

"O andiamo, non mi è successo niente..."

"Non ti è successo niente?! Sei stata operata Lexie! Ti hanno tolto la milza e stavi per morire! Sei andata in arresto!" urlò Mark.

La verità delle sue parole mi portò a chinare la testa, sentivo un groppo in gola.

Passarono un paio di minuti in completo silenzio, credevo quasi che se ne fosse andato, ma non osavo alzare lo sguardo per controllare.

Furono la sua voce roca e le sue parole a farmi rialzare gli occhi.

"Stavi per lasciarmi di nuovo, Lex".

Sembrava sul punto di scoppiare a piangere, gli occhi tremendamente lucidi.

"Io..."

Non sapevo cosa dire.

"Mi manchi" disse solo Mark prima di voltarsi e uscire dalla stanza.

Mi manchi...quelle due parole famose che mi aveva detto prima di rimetterci insieme la seconda volta. Adesso cosa significavano? Lui stava con Julia...

Appoggiai la testa al cuscino e senza nemmeno accorgermene iniziai a piangere e singhiozzare. Meredith entrò con un megasorriso che si spense subito non appena mi vide.

"Che è successo?"

"Mark".

Lei annuì, in qualche modo aveva capito. La ringraziai mentalmente per non avermi fatto altre domande a cui al momento non ero in grado di rispondere.

*

Passai la notte insonne, il volto di Mark e le sue parole continuavano a rimbombarmi in testa.

Alex venne a trovarmi verso le cinque del pomeriggio, circondato come al solito dalla sua aria scazzata e annoiata, con in mano un pacchetto di m&m's.

"Come va la giornata?" gli domandai.

"Di merda" mi rispose sedendosi sulla poltrona.

"Pure la mia" dissi allungando la mano.

Alex ci rovesciò sopra alcuni m&m's. "Solo questi, in teoria non dovrei nemmeno darteli".

"Sì, ma la Bailey non c'è".

Nel dire quelle parole pensai a Mark, a quello che mi aveva detto.

"Anzi guarda, hai ragione, mangiali te" dissi ficcandoglieli in mano.

"Che succede? Di solito non rifiuti mai niente di dolce..." mi fece notare con un sopracciglio alzato.

"Dannato Mark, è colpa sua!" commentai sbuffando rumorosamente.

Alex mi fissò confuso ficcandosi in bocca una manciata di m&m's.

"Mi ha detto che gli manco, capisci? E intanto sta con Julia...e io come lo devo interpretare? Cioè..."

"Non sta più con la Canner" disse Alex.

Mi zittii all'istante e lo guardai sconcertata.

"Sloan l'ha lasciata il giorno dopo la tua operazione, lo sa tutto l'ospedale" mi informò.

"Cosa?!" esclamai sorpresa. "Perchè Meredith non me l'ha detto?"

"Beh, avrà pensato che di Sloan non te ne fregava più niente, vista la storia con Avery. In effetti non si è mai capito molto bene cosa ci sia davvero tra di voi. Insomma vi mollate, vi riprendete, un po' come la storia tra Meredith e Shepherd agli inizi" commentò Alex.

Ma io non lo stavo ascoltando, ripensavo di nuovo alle parole di Mark, alla luce delle notizie che ora sapevo. E presi una decisione.

"Alex, dov'è Mark adesso?"

"Opera in sala uno con Avery e Torres, se l'intervento riesce ha fatto una nuova scoperta scientifica sulle corde vocali" rispose Alex continuando a mangiare m&m's.

"Senti, devi farmi un favore, devi aiutarmi ad andare da lui" dissi concitata.

"Che? Sei pazza, non puoi ancora andartene in giro" obiettò Alex.

"Ti prego, è importante" lo implorai sfoggiando anche i miei occhioni da cucciolo.

Alex sbuffò. "E va bene, se proprio vuoi andare da lui ti consiglio questa".

Si alzò, parlò un secondo con un'infermiera e dopo nemmeno un minuto ritornò in stanza con una sedia a rotelle.

"Sei un genio!"

"Non sono io che so la tavola periodica degli elementi a memoria, Lexiepedia" ribatté Alex. "Però ogni tanto i lampi di genio li ho anch'io".

Mi aiutò a sedermi sulla sedia e poi mi spinse fuori fino all'ascensore. Nell'ascensore c'era April con in mano la cartella di un paziente.

"Lexie, che ci fai qui? Alex non dovresti portarla in giro" disse seria.

"Non è stata una mia idea...vuole vedere Sloan" replicò Alex.

"Oh! Anch'io vorrei tanto poter vedere l'intervento, ma devo occuparmi di due post-operatori di Hunt" commentò April dispiaciuta.

"Sai April, io non credo che a Lexie freghi dell'intervento..." Alex lasciò volutamente la frase in sospeso.

Il viso di April si illuminò di comprensione. "Ah, ok".

Le porte si aprirono e Alex mi spinse fuori. Ero stata troppo impegnata e imprigionata nei miei pensieri per intervenire nel loro discorso.

In meno di un minuto eravamo davanti alla galleria dove Alex mi fece entrare con un movimento fluido. Notai che c'erano Meredith, Cristina, Arizona, il capo e Hunt.

"Ciao Lexie" mi salutò Arizona con un megasorriso.

Ricambiai il sorriso. "Ciao".

"Lex che ci fai qui?" mi domandò Meredith preoccupata.

"Voleva vedere l'intervento di Sloan" mentì Alex.

Gli feci un mezzo sorriso di ringraziamento, altrimenti Meredith avrebbe cominciato a darmi il tormento.

Mi avvicinai di più al vetro e osservai giù. Mark era seduto su uno sgabello ed era veramente molto concentrato. Per un sacco di tempo non staccai lo sguardo da lui. Forse fu proprio il sentirsi costantemente osservato che lo portò ad alzare lo sguardo verso la galleria.

E i nostri sguardi si incontrarono. Era sorpreso di vedermi lì e se avesse potuto ero sicura che avrebbe mollato il paziente per riportarmi subito in camera.

Gli sorrisi e appoggiai il palmo della mano sul vetro. Sapevo che dietro la mascherina anche lui stava sorridendo.

Callie gli disse qualcosa, e lui staccò lo sguardo da me per ritornare a occuparsi del suo paziente.

Passò un'ora e poi un'altra prima che l'intervento finisse.

"Riportami in camera" dissi ad Alex.

Alex si alzò e mi condusse fuori verso gli ascensori. Salutai Meredith in un paio di minuti prima di entrare nell'ascensore. Una volta dentro lo sentii sospirare.

"Che c'è?"

"Tu e Sloan siete assurdi, prima di là tra voi due c'era tensione sessuale alle stelle" mi fece notare.

"Ma che stai dicendo..."

"Anche il più idiota capirebbe che tra voi c'è qualcosa che va al di là del semplice sesso" replicò Alex.

Stavo per rispondergli quando le porte dell'ascensore si aprirono e mi ritrovai davanti Mark.

"Karev, la riporto io in camera".

Dal tono di voce sembrava avesse corso.

"E' tutta sua" Alex mi mollò con un sorrisone e la chiara espressione sul viso 'ho ragione io, punto'.

Mark iniziò a spingere la sedia a rotelle e a quella distanza riuscivo a sentire distintamente di nuovo il suo profumo, Eternity.

Ad un certo punto sentii il suo respiro caldo sull'orecchio e il suo sussurro. 

"Sono contento che tu sia venuta".

Oddio, voleva farmi morire. Il cuore batteva forsennato, e non mi aveva ancora nemmeno sfiorata. Forse era proprio per quello.

"Dovevo esserci" dissi solo.

Mi aiutò a sedermi sul letto e consegnò il mio mezzo provvisorio a un'infermiera prima di ritornare nella mia stanza e chiudere la porta.

Lo vidi avvicinarsi titubante al letto, prima di sedersi sul bordo ed essere così più o meno alla mia altezza. 

"Io non sto più con Julia" iniziò Mark.

"Lo so, me l'ha detto Alex" risposi stringendogli una mano tra le mie.

Mark fissò le nostre mani intrecciate prima di alzare lo sguardo e fissarmi negli occhi. "Sono innamorato di te".

"Lo so" dissi con un piccolo sorriso stringedogli la mano più forte.

Mark si avvicinò ancora di più e finalmente mi baciò. Fu un bacio normale, fu come se non ci fossimo mai allontanati. Una volta staccati si coricò sul letto di fianco a me e mi strinse tra le sue braccia.

Fu così che mi addormentai, ascoltando il rumore del suo respiro.

*

Quando mi svegliai scoprii che era già mattino, erano le otto. Mark ovviamente non c'era, ma mi aveva lasciato un biglietto sul comodino.

Sono dovuto andare per un intervento, anche se lasciarti era l'ultima cosa che volevo fare. Già mi manchi...

Ci vediamo a pranzo. Ti amo. Mark

Sorrisi come un'idiota.

"Di buonumore, oggi?" mi domandò la Bailey entrando per il solito controllo giornaliero.

"Sì, decisamente" risposi.

"Scommetto che c'è lo zampino di Sloan".

Il mio silenzio per lei fu una risposta sufficiente.

Diede un'occhiata alla ferita prima di cambiare la medicazione. "Bene, se non succede nulla tra due giorni ti mando a casa dove ti riposerai per una settimana prima di tornare a lavorare".

"Ma..." iniziai subito a protestare.

"Niente ma, hai subito un'operazione e io sono il tuo chirurgo, quindi farai esattamente quello che ti dico, chiaro Grey?" mi interruppe la Bailey.

Sbuffai. "Ok, va bene. Se dopo mi sarò dimenticata come si fa ad eseguire la rimozione di una semplice cisti la colpa sarà sua".

"Non funziona Grey, la tua memoria fotografica è conosciuta in tutto l'ospedale" replicò la Bailey divertita.

"Accidenti" ribattei sorridendo.

Osservai la Bailey uscire e poi presi a caso una rivista di medicina. Meglio allenarla la mia memoria fotografica, no?

Dopo un po' iniziai a sentire il bisogno di andare in bagno.

Sbuffai e ci misi una vita per scendere piano e in modo delicato dal letto. Mi ero appena messa del tutto in piedi quando entrò l'ultima persona che mi sarei mai aspettata di vedere. Julia Canner.

La sua faccia non era molto amichevole.

"Carino architettare un incidente stradale per riprendertelo".

Sgranai gli occhi stupita. Architettato?

"Credevo di esserci riuscita a fargli dimenticare te, e invece alla prima occasione lui è tornato da te, alla tua prima sofferenza...tu non lo meriti uno come lui! Ma io sì!" mi buttò in faccia Julia.

Io non lo meritavo, quello era vero e ne ero consapevole, ma lo amavo e non potevo farci niente se anche lui ricambiava i miei sentimenti.

"Non sono stata io a dirgli di tornare da me..." mi difesi.

"Sì ma lui l'ha fatto perchè tu continui a ronzargli intorno. In questo modo non riuscirà mai a staccarsi da te...sembra quasi che tu ti diverta a sapere di averlo sempre in pugno. Ha sofferto molto per te, in modo che tu nemmeno immagini. Tu non lo renderai mai felice come stavo facendo e potrei fare io".

Le sue parole mi bruciavano dentro. Erano le stesse cose che io avevo pensato un miliardo di volte di lui, che non avrebbe mai potuto rendermi felice come meritavo e che non facevo altro che continuare a soffrire.

"Tu non te lo meriti uno come lui!" urlò Julia con le lacrime agli occhi spingendomi per terra.

Andai a sbattere la schiena contro la fiancata del letto e la osservai uscire con espressione ancora stupita. In tutta la mia vita questa era la prima volta che una ex incazzata mi faceva una scenata. Beh, c'era sempre una prima volta, no?

Abbassai lo sguardo sulla ferita, e capii perchè mi faceva così male. Si era riaperta e il sangue mi macchiava la camicia da notte azzurra.

Merda. Allungai il braccio e aprii il primo cassetto del comodino. Frugai dentro con la mano fino a quando toccai qualcosa di duro e rettangolare.

"Dai...dai..." mi sforzai al massimo di prenderlo e rilasciai un respiro profondo quando ci riuscii.

Era il mio cercapersone, il modo più efficace per chiamare aiuto.

Con le mani sporche del mio sangue scrissi un breve ma chiaro messaggio. 

911. E lo inviai alla Bailey, Meredith e Mark.

Sentivo che le forze se ne andavano ma dovevo lottare per tenere gli occhi aperti, anche se la voglia di dormire era tanta...

ANGOLO AUTRICE

Non sopporto Julia, credo si sia capito, vero?? Mentre invece amo Alex, duro e stronzo fuori ma dolce e tenero dentro (un po' come un cioccolatino ripieno...ma questa da dove mi è uscita???).

Ringrazio Sonietta93, _Elizabeth_ e 9Pepe4, i complimenti sono sempre ben accetti e spero vivamente che anche questo capitolo vi sia piaciuto.

Il terzo e ultimo capitolo ho intenzione di postarlo o sabato o domenica, non so perchè sabato sono fuori tutto il giorno.

Grazie e ciao a tutti

Nikki Potter

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Capitolo 3
*** Vivere o morire ***


Mark Lexie3

Ecco l'ultimo capitolo!!! 

Spero che vi piaccia. Buona lettura!

*

"Così sei tornato con Lexie...sono contento" Derek mi diede una pacca sulla spalla.

"Anch'io" risposi sorridendo.

"Sì vede, era da un po' che non ti vedevo così felice" notò Derek.

"Adesso ho tutto quello che ho sempre voluto, una famiglia e la donna che amo...cosa potrei volere di più?" replicai al colmo della gioia.

Ancora non mi sembrava vero di riavere Lexie.

Mi suonò il cercapersone e lo presi in maniera distratta. Lessi il messaggio.

Lexie: 911.

Mi fermai di colpo, il sorriso sparì all'istante dalla mia faccia e sentii il sangue ghiacciare nelle vene.

"Che succede?" mi domandò Derek notando la mia espressione terrorizzata.

Immediatamente mi voltai e iniziai a correre più veloce che potevo. 

"Lexie!" dissi solo.

Avevo paura, una tremenda paura...no, non potevo perderla di nuovo, non così, non adesso...

*

La porta si aprì e riconobbi la Bailey.

"Grey! Ma che diamine è successo?"

Si chinò su di me e la sentii spostarmi le mani per tamponarmi la ferita con delle garze.

"Julia Canner...mi ha spinto..." dissi con voce flebile che al momento non riconobbi come la mia.

"Portate subito una barella!" urlò la Bailey probabilmente a qualche infermiere.

Faticavo a tenere gli occhi aperti, sapevo solo di essere immersa in una pozza del mio sangue e non era una cosa buona.

"Grey adesso sistemiamo tutto, ma tu resta con me, chiaro?"

Feci un movimento impercettibile col capo in segno di assenso. Ormai non mi sentivo più le dita delle mani, stavo perdendo troppo sangue.

"Non...voglio...morire..." mormorai con fatica.

"Non succederà" mi rispose la Bailey.

Sentii qualcuno sollevarmi e adagiarmi su quella che doveva essere la barella.

Mi misero la mascherina per darmi maggiore ossigeno e mi sentii un pochino meglio. Riconobbi Alex che mi pompova aria. Dalla faccia sembrava preoccupato.

Bene, allora era grave come immaginavo.

"Lexie resta sveglia" mi disse.

Continuavo a sbattere le palpebre per cercare di tenere gli occhi aperti.

"Lexie!" Meredith.

"Vai a prendere tutto l'A negativo che abbiamo, muoviti!" le ordinò Alex.

Evidentemente aveva obbedito visto che non sentii più la sua voce.

"Ma che è successo?!"

Sentii una mano stringere la mia, Mark era arrivato.

"Perchè non lo chiedi a quella pazza della tua ex?!" sbottò Alex incazzato.

"Julia? Che centra Julia?" Nella voce di Mark c'era una nota di confusione e perplessità.

"L'ha spinta per terra e la ferita si è riaperta!" esclamò Alex. "Sarà un miracolo se non muore dissanguata!"

*

Sentivo Derek che mi seguiva, dovevo sembrare un pazzo ma non me ne fregava niente. L'unica cosa che mi importava al momento era lei, Lexie.

Entrai di botto nella sua camera, la porta era aperta. La stanza era deserta e c'era un'enorme chiazza di sangue sul pavimento bianco.

"O mio dio" mormorai sconvolto.

"Mark" Derek mi afferrò la spalla.

Il suo tocco mi portò ad agire. Dovevano essere diretti alla sala operatoria, quindi verso gli ascensori. Scattai rapido a destra riniziando a correre e infatti vidi la Bailey con Karev, un infermiere e una barella andare a tutta velocità.

"Ma che è successo?!" Strinsi forte una mano di Lexie e osservai il suo viso.

Era mortalmente pallida, gli occhi socchiusi e la mano gelida. La Bailey premeva sulla ferita con alcune garze mentre Alex le dava ossigeno.

"Perchè non lo chiedi a quella pazza della tua ex?!" mi ringhiò contro Karev.

Lo fissai confuso. "Julia? Che centra Julia?"

"L'ha spinta per terra e la ferita si è riaperta! Sarà un miracolo se non muore dissanguata!"

Le parole di Karev mi fecero restare di sasso. No, non poteva morire...

Fui costretto da Derek a lasciare la sua mano, non ci stavamo tutti nell'ascensore.

Le porte metalliche si chiusero e il viso di Lexie sparì dai miei occhi e pregai che non fosse per sempre. Non mi ero nemmeno reso conto di piangere fino a quando Derek non mi abbracciò forte.

*

Ero nel cimitero di Seattle. Buffo, c'ero venuto solo una volta, per il funerale di O'Malley. Non pensavo ci sarei mai ritornato, per la miseria io odiavo i cimiteri. Ma dovevo farlo, per lei.

Sentii una mano stringere la mia e aumentai la stretta per riflesso. 

"Sono passati dieci anni" dissi solo.

Cavolo, non mi sembrava quasi vero.

"Già" mi rispose lei con voce triste.

Le cinsi le spalle con un braccio e affondai nei suoi occhi verde scuro prima di riportarli sulla tomba. Susan Grey, beloved mother.

"Dieci anni da quanto ti ho visto la prima volta" le feci notare.

Riuscii a strapparle un piccolo sorriso.

"Mamma ho preso una margheritina".

"Vai a metterla sulla tomba della nonna. A lei farà piacere" disse Lexie accarezzando la testolina bionda di Henry.

Aveva quasi quattro anni e aveva i miei stessi capelli biondi e il naso degli Sloan. Ma gli occhi verdi e la dolcezza erano senza dubbio di Lexie.

"Avrei tanto voluto conoscerla" commentò Henry riavvicinandosi a noi dopo aver osservato la foto che raffigurava il viso della sua nonna materna.

"Anch'io campione".

Henry si lasciò prendere in braccio da me ed entrambi osservammo Lexie sorriderci.

"Che c'è mamma? Spencer sta bene?" Henry fissò il pancione di Lexie.

"Certo, la tua sorellina sta benissimo. Stavo solo pensando che vi assomigliate davvero tanto, siete stupendi" rispose Lexie.

"Anche tu sei bellissima mamma, vero papà?"

Sorrisi ad Henry e poi guardai Lexie negli occhi. "Certo, glielo dico tutti i giorni".

Lexie sorrise imbarazzata e compiaciuta, diede un bacio alla foto di sua madre e poi mi strinse il braccio. A passo lento tutti e tre insieme, anzi quattro, uscimmo dal cimitero diretti verso casa.

ANGOLO AUTRICE

Spero che questa piccola ff vi sia piaciuta. Io avevo bisogno di scriverla perchè ho la sensazione che Mark e Lexie torneranno insieme solo all'ultima puntata della stagione, della serie ci faranno penare fino all'ultimo. E diciamo che a 8x24 è troppo lontana per la mia pazienza.

Ringrazio chiunque abbia letto e soprattutto Sonietta93 e _Elizabeth_ che hanno recensito lo scorso capitolo.

Grazie 1000 a tutti!

Un bacio

Nikki Potter

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