Erica

di Mary Sue
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Erica era seduta sulla sabbia, guardava il mare illuminato dalla faccia bianca della luna piena.
Piangeva.
Suo padre, come da consuetudine, era tornato a casa dal lavoro ubriaco. Ma stavolta aveva picchiato sua madre. L'aveva riempita di lividi.
Erica odiava suo padre, quel malvagio ubriacone. Le tirava una cinghiata per ogni minimo errore. Non ne poteva più. Sedici anni aveva condiviso con lui, sedici anni di lividi e sofferenze.
Ma quella sera aveva sorpassato ogni limite. Ora sua madre stava male, ed Erica era molto affezionata a lei. Guardando le luci delle barche all'orizzonte, immaginava suo padre dietro le sbarre, davanti al plotone d'esecuzione, sottoterra. Come in quelle trasmissioni radiofoniche ambientate in America, quelle del giovedì sera. Ma erano solo film mentali.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il giorno dopo, Erica studiava. Studiava, studiava, studiava. Aveva incominciato la mattina presto, e si era fermata solo per andare in chiesa e a mangiare. Doveva assolutamente riparare l'insufficienza in geografia, altrimenti all'arrivo della pagella suo padre l'avrebbe picchiata. Come al solito.
Verso le cinque del pomeriggio, sentì la voce di suo padre provenire dal salotto. "Ehi, stupidella, alza il culo da quella seggiola e vai dal macellaio. Sul tavolo ci sono i soldi e la lista della spesa. Muoviti!" Non la trattava certo nel migliore dei modi. Erica si avvicinò al tavolino della sala. Doveva solo comprare un pollo e quattro salamelle. Sul tavolo c'erano le lire necessarie. Corse su a prendere la borsa, e mise qualcosa di più nel portafogli: i suoi risparmi per i dischi. Ma ora aveva in mente qualcos'altro, non i dischi. La storia del macellaio le aveva fatto venire un'idea geniale.
Saltò in sella alla bici e pedalò freneticamente fino alla vetrina del macellaio. Entrò nel negozio. Al bancone c'era Guido, un omone gentile e simpatico. "Salve, Guido." "Ciao, Erica! Di cosa hai bisogno?" Tirò fuori i soldi. "Un pollo e quattro salamelle, grazie." L'uomo si mise a trafficare al bancone e impacchettò la merce. "Ecco a te!" Le disse. Erica si avvicinò alla cassa per prendere la carne. "E voglio anche un'altra cosa. Un’informazione.” 

Uscì dal negozio, salutando e ringraziando il signor Guido. Cacciò la carne nella borsa, e saltò sulla bici. Si dirigeva in centro, da un rivenditore illegale di armi. Il negozio si trovava in un vicolo buio e decadente; l’interno non vedeva uno straccio e una scopa da chissà quanto tempo. Il minuscolo negozietto puzzava di cane bagnato, e negli angoli la muffa giaceva indisturbata. Il trafficante era un uomo piccolo; in testa aveva due capelli in croce. “Sì, signorina?” “Desidero un coltello. Ne avete uno che costa all’incirca come un 33 giri?” L’uomo si mise a rovistare in una cassettiera cadente, e ne estrasse un coltello dall’impugnatura di legno. Era piccolo, ma era affilatissimo; Erica riusciva a specchiarsi nella lama. “Mi va benissimo, grazie.” Lasciò i soldi sul vecchio bancone. “Posso chiederle una cosa? Che cosa ha intenzione di fare una signorina così giovane con un coltello da caccia?” disse l’ometto, i denti snudati in un ghigno malizioso. Erica tentennò. “Sono affari miei” disse, “non deve intromettersi”. E uscì dal negozietto polveroso.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


  Erica gettò indietro la coperta, si alzò dal letto con la candela in mano e si diresse verso l'armadio. Raccolse il coltello del macellaio e spense la luce. In punta di piedi, percorse il corridoio verso la camera dei suoi genitori. Fortunatamente, la porta era aperta. Sentiva il respiro pesante di suo padre. Con circospezione, si avvicinò al letto matrimoniale, dalla parte di lui. Teneva la coperta sopra alla testa. Senza pensarci troppo, cacciò il coltello nel corpo di suo padre.
Non udì alcun rumore. Nessun urlo. Sconcertata, Erica tirò indietro la coperta.

Cuscini. Suo padre aveva messo dei cuscini sotto la coperta. Probabilmente era andato al bar a ubriacarsi. Ma all'improvviso sentì qualcosa di freddo e metallico sul collo. Si voltò.

Le cadde il coltello di mano per lo stupore. Sul suo collo c'era una canna di fucile, uno schioppo da caccia. E dietro al fucile, suo padre. Sorrideva, ma era un sorriso malvagio, che faceva curvare in modo strano i baffoni. "Credevi forse di farmela, eh? Piccola sudicia traditrice!" In quel momento sua madre si svegliò. "LUIGI! CHE COSA FAI!" Gridò in preda al terrore. Suo padre rivolse il fucile verso sua madre, e le sparò. Non contento, continuò a bucare il corpo di sua madre con altri proiettili. Erica si riprese e colse l'occasione. Con uno scatto fulmineo si chinò, raccolse il coltello e lo piantò nella schiena di suo padre. Lo aveva piantato talmente in fondo che la punta lo trapassava e usciva dal petto. Luigi strabuzzò gli occhi e cadde di peso sul letto. Erica aveva il fiatone. Osservò suo padre, e si sentì terribilmente felice e realizzata. Ma il suo sguardo passò a sua madre, allora si buttò sul letto e pianse vicino al corpo forato dai proiettili. Dopo circa mezz'ora, le venne in mente che se le autorità avessero scoperto il suo crimine, davanti al plotone d'esecuzione ci sarebbe finita lei. Sfilò il coltello e lo pulì per bene, poi lo mise nel cassetto delle stoviglie. Prese un sacco di tela, e ci mise il cadavere di suo padre. Lo legò per bene e lo trascinò a fatica giù per le scale.
La strada era deserta. Tutte le persiane erano sbarrate. Tutto taceva. Solo Erica era sveglia in un mondo addormentato. Mentre camminava ansimando per il peso di suo padre, pensò a cosa avrebbe fatto il giorno dopo. Sicuramente avrebbe chiamato le autorità, e avrebbe detto di aver sentito dei colpi di fucile, di essersi svegliata e di aver visto sua madre morta e suo padre che fuggiva dalla finestra. Era una scusa piuttosto plausibile.
Arrivata al porto illuminato dalle lanterne, saltò sulla barca di suo padre, appese la lanterna e si mise a remare. Una volta al largo, gettò il sacco di tela in mare. In quel momento, guardando il mare illuminato dalla faccia bianca della luna calante, si sciolse i lunghi capelli biondi e sorrise. In quell'esatto momento, iniziava la sua nuova vita.  

 

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