Tutta colpa della musica. di _Lou (/viewuser.php?uid=126776)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Principessa, ti ricordi di me? ***
Capitolo 2: *** Attrazione. ***
Capitolo 1 *** Principessa, ti ricordi di me? ***
Principessa
ti ricordi di me?
A soli vent’anni con pochissima esperienza ma tantissima
bravura io Rachel
Berry ero già diventata la nuova regina della musica, quasi
brava come la
Streisand. Abitavo in un attico a New York piuttosto modesto, solo una
piscina
in salone e qualche cameriera a pulire la mia adorabile casa che
condividevo
con Kurt e Blaine le uniche persone vere che mi circondavano ormai.
Già con il
successo non arrivano solo i soldi, i bei figoni e i party; no
arrivavano anche
le delusioni per ogni singolo che non superava il milione di vendite in
cinque
minuti, le persone false, già, persone talmente false da
fingersi persino tua
zia pur di ricevere qualche soldo o un po’ della tua
popolarità, ma non sono
mai stata fregata.
“Signorina Berry è pronta?” Chiese la
giornalista di tvStar, dove dovevo
fornire un documentario della mia vita, il quale per il mio manager
sembrava di
vitale importanza. Infine per la serata sarebbe finita con le riprese
del
videoclip di loveless il mio singolo con più successo.
“Iniziamo col dire che lei ora è la star
più in voga del momento, ma cosa ci
dice veramente di lei? Cosa ne dice di raccontarci delle sue
origini?” Tzè.
Patetico, davvero una sconosciuta vestita anche male per altro pensava
che le
avrei raccontato tutti i miei segreti più nascosti solo per
farla avere più
odiens?Giornalisti, patetici.
“Sono nata in un amabile paesino, ho frequentato la scuola e
sono sempre stata
molto, ma molto ambiziosa! Ed è questo il segreto del
successo essere ambiziosi
e saper cogliere le occasioni che ogni giorno ci offre la
vita.” Usavo sempre
frasi ad effetto poiché sconvolgevano chiunque sentisse le
mie parole e mi
facevano apparire come una ragazza per bene, ciò che ero.
“Fantastico, ma hai vent’anno e nessun ragazzo?
Perché? Infondo non sei per
niente brutta no?” La solita domanda impertinente, se sei
giovane e carina
perché non hai un ragazzo? Perchédovrei averne?
“Ragazzi uguale distrazione. Tenga conto delle mie parole
perché magari un
giorno le saranno utili.” Sfacciata e diretta,
così era la nuova Rach dopo aver
abbandonato tutti i miei vestiti con i gufi, già per la casa
discografica non
erano per niente “glamour” così dovetti
disfarmene.
“Tieni molto alla tua carriera a quanto pare. Ma dicci di
Kurt e Blaine, stanno
insieme giusto?”
Lo sapeva tutto il mondo che i miei due migliori amici stavano insieme
eppure
nessuno ci credeva, forse per la bellezza mascolina di Blaine.
“Esatto.” Annui continuando a sorridere alla
telecamera, quella stupida
intervista mi stava davvero annoiando.
“Ma c’è un vecchio amore che ha sempre
rimpianto? Che magari vorrebbe rivedere?
Non so una qualche pazzia mai fatta?” Domanda insolita e che
entrava troppo nel
privato. Una pazzia non fatta? Forse quella di non amare il
più bel ragazzo del
McKinley, forse un po’ pazzo e senza un futuro certo, ma di
certo l’unica
persona con cui io abbia mai provato delle vere emozioni.
“No, ho sempre fatto tutto ciò che
desideravo.” Mentii, d’altronde era
inevitabile non volevo che il mio singolo
“loveless” fosse associato a Noah,
perché non era così. No, no, no. Forse solo un
po’.
“Benissimo, ora può andare ciao e grazie mille per
l’intervista.” Sorrisi e
salutai, finalmente libera. O meglio quasi libera siccome dovevo
fingere
qualche altro sorriso prima di potermi rintanare nel Klarry
nascondiglio. La
mia casa.
“Berry in anticipo come sempre.” Costatò
Luke il mio produttore facendomi un
enorme sorriso, era un uomo sulla quarantina con un principio di
calvizia e un
enorme pancione.
“Allora iniziamo?” Ero terribilmente seccata, avevo
bisogno di una dormita o di
un super caffè che mi restituisca tutte le energie, ma ormai
di caffè non me ne
facevano effetto neanche sei.
“Certo, solo per un miglior aspetto musicale ci
sarà un altro al posto di Jack
che suonerà la chitarra, ok?” Cauto, mi
informò lui, sapeva quanto odiavo non
esser avvertita minimo quarantotto ore prima di qualsiasi decisione.
Non parlai
annui solamente, in segno della mia scocciatura che mi provocava
ciò. “Ah, mi
chiedevo se potessi ospitarlo in casa siccome la tua è
grande e non ha soldi
per un appartamento.” Bisbigliò qualche secondo
dopo abbassando lo sguardo, ma
dico scherziamo?
“Sei pazzo dico?! E perché dovrei far lavorare uno
straccione nel mio video?”
Urlai in preda all’isteria gesticolando in malo modo.
“E’ mio nipote!” Cercò di
giustificarsi iniziando ad annaspare.
“E perché dovrei portare uno sconosciuto in casa
mia?” Urlavo come una belva
inferocita, tutto ciò non era neanche lontanamente
concepibile, per una cosa
del genere ci sarebbe voluto minimo un anno di preavviso e una profonda
conoscenza dell’individuo in questione.
“Ma non sono uno sconosciuto, principessa.” Una
voce abbastanza familiare fece
capolinea mostrando una sottospecie di barbone con una cresta non
troppo
curata, dei jeans completamente malandati e stracciati, converse nere,
e una
chitarra in spalla. Dove credeva di andare ad un convegno per barboni?
“Cosa c’è? Vuoi un euro, non ho
soldi.” Risposi acida alla vista del
barbone-ragazzo.
“Rach!” Era allibito forse, lo deducevo dalla bocca
spalancata.
“Si sono la grandissima Rachel Berry, niente foto e
autografi.” Volevo mandarlo
via, era così barbone, forse stavo usando troppe volte quel
termine.
“Rachel, sono io non ti ricordi di me?” Mi
cercò con lo sguardo che finalmente
si intrecciò col mio, quegli occhi, solo quegli occhi erano
sempre riusciti a
capire il mio vero stato d’animo; quelle labbra le uniche che
mi avevano
regalato emozioni, lui, il solito stronzo; ma cosa gli era successo?
Sembrava
molto più cresciuto dall’ultimo anno di scuola,
anche se di viso era sempre lo
stesso aveva solo il fisico più tonico e vestiti
più brutti. La giacca di pelle
però non
era cambiata.
“Noah.” Sussurrai, ora ero io ad avere la bocca
aperta. Lui, era Noah quel Noah
a cui avevo quasi dedicato la mia canzone di più successo,
quel Noah che nei
cinque anni più brutti della mia vita –le
superiori- mi aveva sempre aiutato e
supportato, forse non proprio i primi anni, quel Noah che sapevo
d’aver sempre
amato; solo a scuola però. Ora erano tempi diversi e io e
lui eravamo cose
completamente diverse.
“Principessa.” Fece un sottospecie di inchino e poi
mi sorrise, che sorriso
perdifiato.
“Allora è un si? Iniziate a cantare su.”
Urlò Luke spezzando l’atmosfera, Noah
prese la sua chitarra classica e si sedette su una sedia in mezzo alla
stanza,
mentre io indossai i costumi di scena.
Without love I wake up in the morning,
without love I am lost in dreams,
I lead my life without love, always looking for
you.
Please come back to me and give me a bit 'of
your love
so i no longer the girl loveless.
Pronunciare quelle
parole con lui così vicino diventava sempre più
difficile,
sempre più imbarazzante, e per complicare le cose lui non
faceva altro che
sogghignare ogni volta che aprivo bocca.
“Perfetto
ragazzi, avete concluso. Noah le tue valige le ho già
mandate a casa
Klarry, arrivederci.” Ci buttò fuori dallo studio
Luke, per sfuggire alla mia
sfuriata. Quando uscimmo era già notte inoltrata e faceva
pure freddo, stupido
videoclip.
“Casa
Klarry?” Chiese lui mentre andavamo verso la macchina,
ovviamente lui non
l’aveva.
“Dove
abitiamo io, Kart e Blaine.” Spiegai mantenendo sempre una
certa
distanza.
“Oh, una
relazione a tre.” Costatò prima di scoppiare a
ridere, gli diedi una
leggera spinta prima di ridere anch’io.
“Dai
sali.” Lo invitai aprendogli la portiera della mia magnifica
porche
metallizzata.
“Questa
è macchina tua?” Allibito, e di nuovo con la bocca
aperta.
“Sai io non
ho le chiavi delle macchine dei sconosciuti.” Risposi
cercando di
star attenta alla strada.
“Wow, la mia
moto si è distrutta in incidente.”
Continuò lui sereno, incidente?
Chissà se lui si era fatto male.
“Prevedibile
da uno come te.” Sussurrai pensando tra me e me,
“siamo acide
e principè?!” Costatò ghignando, di
nuovo.
“Non mi
piaceva due anni fa, cosa ti fa pensare che mi piaccia ora?”
Sibilai
alludendo all’orribile nomignolo che da sempre mi aveva
innervosito.
“Scusa,
principessa.” Finì scendendo dalla macchina dopo
aver capito d’esser
arrivato, al mio enorme attico. Ed ora come lo spiegavo a Kurt e
Blaine?
“Buongiorno,
signorina.” Scherzò Blaine indicando
l’orologio, le undici e mezza,
sorrisi, Kurt già dormiva. Non si stupì
all’entrata in scena di Noah.
“Già
ci hanno detto tutto.” Menomale.
Me: Ok, forse non è
proprio
verosimile ma cosa ne pensate?
Rachel forse è diventata un po’ troppo frivola, ma
da lei me lo sarei aspettata.
E, oh addio vestiti con i gufi! Hhahha
Il ritornello della canzone “loveless”
l’ho inventato al momento perciò per
favore non criticatelo >_< Hhhaha, la traduzione
è
Senza amore mi sveglio la mattina,
senza amore mi
perdo nei sogni,
senza amore
conduco la mia vita
sempre in cerca di te.
Ti prego torna
da me, e donami un po'
del tuo amore
in
modo che io non sia più la ragazza senza amore.
Una
sciocchezza, niente di più >-<
Grazie
a chiunque sia arrivato fin qui!
Alla
prossima,
Lisa
☮
☮
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Capitolo 2 *** Attrazione. ***
Attrazione.
Noah dormiva
sul divano, seppur ci fossero altre cinque stanze libere per gli ospiti.
Era casa mia e
decidevo io, forse era un ragionamento da bambina, ma ero troppo
nervosa per saperlo in una camera vicino la mia. Mentre dalla mia
stanza al salone
c’era qualche metro di distanza ed ero molto più
sicura. Forse avevo paura che
venisse in camera mia con qualche stupida scusa, forse aspettavo che
venisse da
me; ma erano già le due e lui non si vedeva.
Anche se fosse venuto
cos’avremmo fatto? Parlato? Magari mi avrebbe raccontato
di come è finito a fare il barbone, o magari di
com’era finita con Quinn. Già,
in un secondo mi ritrovai a pensare che magari loro due non stessero
più
insieme. Ora Beth avrebbe dovuto avere quattro anni, o forse tre e lui
sarebbe
dovuto essere il suo magnifico papà eppure era in casa mia.
“Rach?”
Qualcuno alla mia porta, quasi caddi dal letto per andare ad aprire con
il cuore che batteva all’impazzata. Era Blaine, con delle
occhiaie enormi.
“Che
c’è?” Ero preoccupata ma anche
scocciata. Blaine ci teneva molto alla sua
pelle e faceva di tutto per dormire minimo tre ore al giorno.
“Vai a
prendermi un bicchiere d’acqua, sbrigati!”
Sussurrò agitato gesticolando
in malo modo, senza pensarci due volte corsi in cucina per prendere
l’acqua,
fermandomi di colpo quando mi accorsi che dovevo attraversare il
salone. E se
fosse sveglio? La luce era accesa, ma lui mi aveva detto che con la
luce spenta
non riusciva a dormire, siccome non era casa sua e non si trovava.
Secondo me
aveva paura. Presi un respiro e andai dritta in punta di piedi cercando
di fare
meno rumore, quando quasi lanciai un urlo alla sua vista, era nudo.
Volevo far
di tutto per distogliere lo sguardo, ma lui dormiva e non poteva
vedermi. Il
suo fisico era diventato veramente più tonico e da quando
aveva abolito le
mutande? No, me ne andai lasciando perdere l’acqua e tutto.
Odiavo Blaine.
Appena entrai lo vidi soffocare una risata assieme a Kurt, avevano il
sonno
leggero a quanto pareva. Non gli parlai, gli indicai solo la via
d’uscita.
“Dai
Rach!” Commentò Kurt facendo la faccia da
cucciolo, ma no, non attaccava.
“Quanto
tempo ci hai messo a capire che non’era un
anaconda?” Feci finta di non
sentirlo e mi infilai sotto le coperte, morendo
dall’imbarazzo. Il giorno dopo
avrei dovuto discutere con lui sul fatto di dormire nudi.
“Buondì
principessa.” Mi girai verso di lui, avevo gli occhi
semichiusi e un
sonno terribile. Per colpa sua avevo trascorso i miei sogni sul set di
un film
porno. NO. In un romantico film pieno di baci. Meglio.
“Buongior..
oh cazzo ma perché sei nudo?!” Urlai svegliando
anche Blaine e Kurt
che corsero in cucina con una macchina fotografica in mano.
“Perché
vestirmi?”Era dannatamente sicuro e poi era Puckerman.
Alzò un
sopracciglio e si appoggiò al frigorifero. Chiusi gli occhi
d’istinto
convincendo il mio cervello di non aver visto niente, come si fa subito
dopo un
film horror.
“Blaine,
Kurt.” Li salutò entrambi come se tutto
ciò fosse normale, ed entrambi
quasi non ci fecero caso.
“Ragazzi voi
due state insieme perciò io posso stare tranquillo
giusto?” Detto
questo scoppiai a ridere tenendo sempre gli occhi chiusi.
“Oh,
tranquillo Puckerman non tutti ti trovano attraente.”
Conclusi io con un
che di acido, che stavolta fece ridere lui.
“Suvvia che
ai tempi del liceo anche tu sei caduta ai miei piedi.” Sapevo
d’esser rossa scarlatto, ma mi limitai a bere il mio latte,
dovevo anche
sbrigarmi siccome avevo un’intervista alle nove ed erano solo
le otto e
qualcosa.
“Alla fine
però ho scelto Finn, no?” Lo azzittii e in
silenzio andai nel bagno
per vestirmi, che Noah era cresciuto ed era diventato molto
più sexy era certo,
ma non per questo anche il suo cervello era cresciuto. Poi i suoi vizi
erano
sempre gli stessi, il sopracciglio alzato, una mano appoggiata e il suo
solito
sguardo ammiccante; ma cosa ci trovavo di tanto bello in Finn ai tempi
del
liceo? E pensare che lo avevo anche quasi sposato, se Quinn non avesse
avuto
quell’incidente forse io a quest’ora era una
cantante divorziata, e tutti sanno
che una ventenne con già un divorzio alle spalle non avrebbe
ottenuto successo.
Quando uscii dalla
doccia erano già tutti vestiti e pronti, merito delle sei
docce che avevo in casa.
Kurt indossava i suoi
soliti vestiti sgargianti e Blaine lo guardava con aria
di venerazione, fra qualche ora se non mi sbagliavo sarebbero dovuti
andare in
un talkshow per presentare il loro nuovo album Love has different ways.
Anche
il loro di album aveva ottenuto un gran successo, soprattutto fra gli
omosessuali; mentre Noah –finalmente vestito- indossava un
jeans sbiadito che
gli fasciava magnificamente le cosce facendo solo intuire ai suoi
muscoli, e
sopra una camicia bianca che faceva intravedere il suo torace. Stupido
Puckerman,
stupidi ormoni.
“Noah, io e
te dobbiamo sbrigarci. Luke mi ha mandato un messaggio dove dice
che vuole discutere di una cosa. Perciò andiamo!”
Indicai il garage e lui con
fare rassegnato uscì dalla porta facendo ridere Kurt che
sussurrò qualcosa nell’orecchio
di Blaine, dopo poco lo raggiunsi anch’io.
“Guido io,
ok?” Disse con fare persuasivo Noah, ma neanche per sogno.
“No.”
Risposi fredda entrando in auto.
“Dai
principessa.” Sussurrò troppo vicino a me, lo
spostai delicatamente
appoggiando una mano sul suo torace; ma perché il mio corpo
non ascoltava mai
il cervello?!
“Ok,
ok.” Gli lasciai il posto, non volevo combattere contro di
lui o qualcosa
mi diceva che gli sarei saltata addosso. Mi sedetti senza proferire
parola
mentre lui cercava un qualcosa di ascoltabile nella radio.
“Devi girare
a destra.” Gli ricordai indicando la via.
“Lo
so.” Commentò andando a sinistra, lo guardai
storto cercando di prendere il
volante.
“Rilassati
principessina, voglio solo farti svagare un po’. Sei
diventata così
acida, scommetto che non scopi da troppo tempo.” Ok, questo
era fin troppo.
Cercai di schiaffeggiarlo ma bloccò la mia mano, facendomi
capire che qualsiasi
sforzo io avessi fatto non sarebbe bastato.
“Portami
subito in studio!” Urlai cercando magari di rompergli un
timpano, ma
lui mi ignorava continuando per la sua strada.
“Luke si
arrabbierà, e poi io non sono mai mancata si
stranirà!” Cercai di
convincerlo ma lui fece semplicemente spallucce, ma porca carota
perché con sei
miliardi di persone al mondo proprio lui doveva essere il mio nuovo
coinquilino,
e il mio collega!?
“Principessa,
suvvia al massimo ti daranno per malata.” Esclamò
lui calmo, guardandomi
con il suo solito ghigno, strano di come non fosse cambiato in due
anni. Al
contrario mio che quasi sembravano una persona diversa, ma cosa si
aspettava;
ora avevo perfino la mia faccia stampata sulle scatole di cereali; era
invitabile
cambiare almeno quanto basta per non farti sopraffare dai media e i
vari
paparazzi, o meglio sanguisughe.
“Noah, per
le uscite dovrei parlarne con Luke. Se ci vede qualche paparazzo
è
la fine!” Borbottai acidamente scendendo dall’auto,
guardando finalmente dove
mi aveva portato. In spiaggia, c’era un bellissimo sole che
faceva brillare il
mare e poi era deserta; non c’era pericolo d’esser
visti.
“Dai su
all’opera, i castelli non si costruiscono da soli!”
Commentò
arrotolandosi i jeans e togliendosi le scarpe, no Pukerman no. Avendo
io un
vestitino abbastanza corto non ebbi bisogno di arrotolare niente, mi
tolsi solo
i tacchi.
“Perché
non indossi più i gufi?” Chiese mentre stavamo
facendo delle specie di
polpette di sabbia, per la prima volta non mi era affatto dispiaciuto
sporcarmi.
“Non sarei
piaciuta ai fan.” Ammisi cercando di far diventare la mia
polpetta
un po’ più tonda.
“Secondo me
gli saresti piaciuta lo stesso.” Prese la mia polpetta dalle
mani e
iniziò lui ad arrotolarla.
“Da quanto
sei un mago delle polpette?” Chiesi soffocando una risata,
“Beth. Ama
tutto ciò che si può maneggiare, sabbia, pongo,
impasto, terreno,
tutto.” Scherzò lui facendo comparire sul suo viso
un leggero sorriso
nostalgico.
“Come mai
non sei con lei e Quinn?” Chiesi posando definitivamente la
polpetta
per incontrare il suo sguardo.
“Tra me e
Quinn non funzionava, non ci siamo mai amati e lei è
così irascibile.
Poi sai che si è finalmente sposata con Finn?”
Disse lui continuando a
guardarmi, spalancai la bocca.
“COSA?”
Urlai forse un po’ gelosa, quello era stato il mio primo
ragazzo
secolare; d’altronde però a Quinn era sempre
piaciuto.
“Già.
Tu invece ora con chi ti senti?” Chiese passandomi la sua
polpetta,
sospirai.
“Con nessuno
Noah, solo storielle di sesso aiuta a scaricare la tensione.”
Schiacciò la sua polpetta facendomi ridere.
“Scherzo.” Continuai ridendo come
una psicopatica.
“Mh,
ok.” Finì alzandosi, lo guardai curioso iniziando
a dimenarmi appena Noah
mi caricò in spalla avviandosi verso il mare. “No!
No!” Urlai sempre di più, ma
ormai era troppo tardi ero già sommersa dall’acqua
e dal suo corpo.
“Aspetta.”
Annunciò alzandosi, l’acqua era gelata e lui si
stava togliendo la
camicia e i pantaloni ovviamente fradici. Porca carota ti prego no,
anche se l’avevo
visto nudo non mi ero mai soffermata sui suoi addominali siccome il mio
sguardo
era sempre attratto da altro, i soliti bicipiti scolpiti, lui era tutto
scolpito.
“Ora posso
farmi il bagno.” Commentò buttandosi di nuovo in
acqua, mentre io cercavo
di aggiustarmi il vestito che ormai si era alzato fino al seno. Noah mi
riprese
in spalla, ma stavolta non a sacco di patata ma seduta sulle sue
spalle.
“Alzati in
piedi!” Continuò lui ridendo.
“Sei pazzo,
no!” Già mi aveva distrutto i capelli
perfettamente piastrati e il
vestito nuovo, almeno le ossa volevo mantenerle intatte.
“Tranquilla,
ci sono io.” Sbuffai sonoramente, prima di alzarmi per forse
due
secondi per poi cadere trascinando anche lui in acqua. Mi sbrigai ad
uscire
siccome rischiavo di morire per il troppo ridere, mannaccia a me che mi
ero
fidata. Lui si trascinava sulla sabbia in preda ad attacchi di risa.
Sembravamo
due bambini imbecilli che si divertivano a cadere in acqua, Dio da
quanto non
andavo in spiaggia. Controllai l’ora quasi urlando quando mi
accorsi che erano
le due del pomeriggio, ma quanto tempo eravamo stati a fare quelle
stupide
polpette?!
“Uh,
è tardi. Andiamo a mangiare su.”
Commentò rimettendosi i vestiti zuppi
come il mio vestitino che da svolazzante era diventato super attillato.
Lo
seguii, scoprendo che da li a poco c’era un piccolo paesino.
“Di cosa hai
voglia?” Chiese fermandoci.
“Gelato!”
Esclamai sorridendo, mi guardò un attimo curioso poi fece
spallucce.
“Conosco un
gelataio ottimo!” Esclamò conducendomi in una
vecchia gelateria,
dove un anziano faceva su e giù per prendere tutte le
ordinazioni.
“Nandoo!”
Urlò Noah, facendo sorridere l’anziano che da
lontano lo salutò.
“Mi fai due
gelati al cioccolato?” Urlò, mentre
l’anziano già prendeva i coni.
E se a me non piacesse il cioccolato? Ora neanche mi consultava sui
gelati,
fortunatamente era il mio gusto preferito. Dopo circa dieci minuti
passati a
parlare con Nando, finalmente uscimmo lasciando tutto quel caos nel
locale.
“Ma
è buonissimo!” Esclamai entusiasta continuando a
mangiarlo,
“Si, ma lo
mangi in modo sbagliato.” Continuò prendendo un
po’ del suo gelato e
spalmarmelo sulla guancia.
“Brutto
stupido.” Commentai buttando il gelato sulla sua testa,
spalmandolo bene
anche sulla sua cresta.
“Tu
cosa?!” Eravamo fradici, sporchi di gelato, con diecimila
persone che ci
guardavano ed ora ci eravamo praticamente stesi per terra mentre lui mi
faceva
il solletico.
“Dai
basta.” Farfugliai completamente coperta dal suo corpo e
dalle sue mani
che mi solleticavano.
“Solo se
prometti che a casa mi farai uno shampo.” Urlai di si, avrei
fatto di
tutto pur di farlo smettere. Subito dopo ci alzammo, fino a correre
alla mia
macchina.
“Stavolta
guido io.” Puntualizzai lanciandogli
un’occhiataccia, lui si mise a
ridere facendo spallucce.
“Luke!”
Urlai spalancando la bocca, trovando il mio manager proprio in casa
mia.
“Mh
divertente.” Ghignò Noah passandosi una mano fra
la cresta gelatosa.
“Dove siete
stati incoscienti? Guardate qua!” Ci mostrò Vogue
con in copertina
la mia foto seduta sulle spalle di Noah, storsi la bocca quando vidi
che pagine
e pagine erano riempite di nostre foto con su scritto “un nuovo amore per la Berry?” Quasi collassai
quando vidi la foto
di Noah sopra di me, mentre mi solleticava. Ma che cazzo erano passati
si e no
dieci minuti era impossibile scrivere una rivista così in
fretta!
“Ma
è uno sbaglio! Mi stava facendo il solletico lo si
può vedere benissimo!”
Urlai guardando Luke furioso, fortuna che Blaine e Kurt non
c’erano.
“Oh si
Rachel il solletico! Suvvia chi vuoi che ci
crederà??” Urlò ancora più
forte Luke facendo abbassarmi lo sguardo, era vero il mio comportamento
era
davvero stato da incosciente.
“E per di
più neanche ti sei presentata a lavoro, Berry questo non me
lo
aspettavo da te.” Mi aveva chiamato Berry, segno che era
davvero arrabbiato.
“Aspetta.
Non è stata colpa di Rachel ma mia che le ho praticamente
rubato le
chiavi e costretta a venir al mare con me, seppur lei non faceva altro
che
dirmi di dover venire a lavoro!” Esclamò il moro
guardando con aria di sfida
Luke che sbuffò.
“Noah, Dio.
Quando sei venuto ti ho chiesto esplicitamente di non fare casini e
tu cosa stai facendo?” Chiese il manager guardandolo furioso.
“Casini. Lo
so, faccio sempre casini.” Sbuffò Noah
però con un sorriso
sfottitore sul volto, non cambiava proprio mai.
“Ecco! E
domani avete in programma un’intervista nel
Carl’show, magari
sistemerete qualcosa.” Entrambi sbuffammo,
odiavo i talk show.
“Ciao.”
Ancora furioso Luke se ne andò, Noah mi prese per i fianchi
e mi fece
girare un po’.
“No! Io che
ti avevo detto?!” Urlai frustata.
“Su,
principessa, tranquilla.” Sussurrò al mio orecchio
mordicchiandolo,
“Noah.”
Sussurrai spostandolo, ma perché doveva essere
così fottutamente sexy?!
“Su, ora
fammi lo shampo.”
Me: Lo so ci
ho messo tanto a
scrivere il secondo
capitolo,
ma ho la febbre e sto continuando altre due storie.
Pietà T.T
Se volete seguitimi anche qui
(http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=913402)
I genitori di Rach sono morti è l’unico che la
può ospitare per non farla
andare in affidamento è Noah. Oh-Oh-Oh.
Hhahaha ok sto zitta, grazie a chiunque legga e resencisca.
A preso. <3
Lisa ☮
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