Tutta colpa della musica.

di _Lou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Principessa, ti ricordi di me? ***
Capitolo 2: *** Attrazione. ***



Capitolo 1
*** Principessa, ti ricordi di me? ***


Principessa ti ricordi di me?




A soli vent’anni con pochissima esperienza ma tantissima bravura io Rachel Berry ero già diventata la nuova regina della musica, quasi brava come la Streisand. Abitavo in un attico a New York piuttosto modesto, solo una piscina in salone e qualche cameriera a pulire la mia adorabile casa che condividevo con Kurt e Blaine le uniche persone vere che mi circondavano ormai. Già con il successo non arrivano solo i soldi, i bei figoni e i party; no arrivavano anche le delusioni per ogni singolo che non superava il milione di vendite in cinque minuti, le persone false, già, persone talmente false da fingersi persino tua zia pur di ricevere qualche soldo o un po’ della tua popolarità, ma non sono mai stata fregata.

“Signorina Berry è pronta?” Chiese la giornalista di tvStar, dove dovevo fornire un documentario della mia vita, il quale per il mio manager sembrava di vitale importanza. Infine per la serata sarebbe finita con le riprese del videoclip di loveless il mio singolo con più successo.
“Iniziamo col dire che lei ora è la star più in voga del momento, ma cosa ci dice veramente di lei? Cosa ne dice di raccontarci delle sue origini?” Tzè. Patetico, davvero una sconosciuta vestita anche male per altro pensava che le avrei raccontato tutti i miei segreti più nascosti solo per farla avere più odiens?Giornalisti, patetici.
“Sono nata in un amabile paesino, ho frequentato la scuola e sono sempre stata molto, ma molto ambiziosa! Ed è questo il segreto del successo essere ambiziosi e saper cogliere le occasioni che ogni giorno ci offre la vita.” Usavo sempre frasi ad effetto poiché sconvolgevano chiunque sentisse le mie parole e mi facevano apparire come una ragazza per bene, ciò che ero.
“Fantastico, ma hai vent’anno e nessun ragazzo? Perché? Infondo non sei per niente brutta no?” La solita domanda impertinente, se sei giovane e carina perché non hai un ragazzo? Perchédovrei averne?
“Ragazzi uguale distrazione. Tenga conto delle mie parole perché magari un giorno le saranno utili.” Sfacciata e diretta, così era la nuova Rach dopo aver abbandonato tutti i miei vestiti con i gufi, già per la casa discografica non erano per niente “glamour” così dovetti disfarmene.
“Tieni molto alla tua carriera a quanto pare. Ma dicci di Kurt e Blaine, stanno insieme giusto?”
Lo sapeva tutto il mondo che i miei due migliori amici stavano insieme eppure nessuno ci credeva, forse per la bellezza mascolina di Blaine.
“Esatto.” Annui continuando a sorridere alla telecamera, quella stupida intervista mi stava davvero annoiando.
“Ma c’è un vecchio amore che ha sempre rimpianto? Che magari vorrebbe rivedere? Non so una qualche pazzia mai fatta?” Domanda insolita e che entrava troppo nel privato. Una pazzia non fatta? Forse quella di non amare il più bel ragazzo del McKinley, forse un po’ pazzo e senza un futuro certo, ma di certo l’unica persona con cui io abbia mai provato delle vere emozioni.
“No, ho sempre fatto tutto ciò che desideravo.” Mentii, d’altronde era inevitabile non volevo che il mio singolo “loveless” fosse associato a Noah, perché non era così. No, no, no. Forse solo un po’.
“Benissimo, ora può andare ciao e grazie mille per l’intervista.” Sorrisi e salutai, finalmente libera. O meglio quasi libera siccome dovevo fingere qualche altro sorriso prima di potermi rintanare nel Klarry nascondiglio. La mia casa.

“Berry in anticipo come sempre.” Costatò Luke il mio produttore facendomi un enorme sorriso, era un uomo sulla quarantina con un principio di calvizia e un enorme pancione.
“Allora iniziamo?” Ero terribilmente seccata, avevo bisogno di una dormita o di un super caffè che mi restituisca tutte le energie, ma ormai di caffè non me ne facevano effetto neanche sei.
“Certo, solo per un miglior aspetto musicale ci sarà un altro al posto di Jack che suonerà la chitarra, ok?” Cauto, mi informò lui, sapeva quanto odiavo non esser avvertita minimo quarantotto ore prima di qualsiasi decisione. Non parlai annui solamente, in segno della mia scocciatura che mi provocava ciò. “Ah, mi chiedevo se potessi ospitarlo in casa siccome la tua è grande e non ha soldi per un appartamento.” Bisbigliò qualche secondo dopo abbassando lo sguardo, ma dico scherziamo?
“Sei pazzo dico?! E perché dovrei far lavorare uno straccione nel mio video?” Urlai in preda all’isteria gesticolando in malo modo.
“E’ mio nipote!” Cercò di giustificarsi iniziando ad annaspare.
“E perché dovrei portare uno sconosciuto in casa mia?” Urlavo come una belva inferocita, tutto ciò non era neanche lontanamente concepibile, per una cosa del genere ci sarebbe voluto minimo un anno di preavviso e una profonda conoscenza dell’individuo in questione.
“Ma non sono uno sconosciuto, principessa.” Una voce abbastanza familiare fece capolinea mostrando una sottospecie di barbone con una cresta non troppo curata, dei jeans completamente malandati e stracciati, converse nere, e una chitarra in spalla. Dove credeva di andare ad un convegno per barboni?
“Cosa c’è? Vuoi un euro, non ho soldi.” Risposi acida alla vista del barbone-ragazzo.
“Rach!” Era allibito forse, lo deducevo dalla bocca spalancata.
“Si sono la grandissima Rachel Berry, niente foto e autografi.” Volevo mandarlo via, era così barbone, forse stavo usando troppe volte quel termine.
“Rachel, sono io non ti ricordi di me?” Mi cercò con lo sguardo che finalmente si intrecciò col mio, quegli occhi, solo quegli occhi erano sempre riusciti a capire il mio vero stato d’animo; quelle labbra le uniche che mi avevano regalato emozioni, lui, il solito stronzo; ma cosa gli era successo? Sembrava molto più cresciuto dall’ultimo anno di scuola, anche se di viso era sempre lo stesso aveva solo il fisico più tonico e vestiti più brutti. La giacca di pelle però  non era cambiata.
“Noah.” Sussurrai, ora ero io ad avere la bocca aperta. Lui, era Noah quel Noah a cui avevo quasi dedicato la mia canzone di più successo, quel Noah che nei cinque anni più brutti della mia vita –le superiori- mi aveva sempre aiutato e supportato, forse non proprio i primi anni, quel Noah che sapevo d’aver sempre amato; solo a scuola però. Ora erano tempi diversi e io e lui eravamo cose completamente diverse.
“Principessa.” Fece un sottospecie di inchino e poi mi sorrise, che sorriso perdifiato.
“Allora è un si? Iniziate a cantare su.” Urlò Luke spezzando l’atmosfera, Noah prese la sua chitarra classica e si sedette su una sedia in mezzo alla stanza, mentre io indossai i costumi di scena.

Without love I wake up in the morning,

without love I am lost in dreams,

I lead my life without love, always looking for you.

Please come back to me and give me a bit 'of your love

so i no longer the girl loveless.



Pronunciare quelle parole con lui così vicino diventava sempre più difficile, sempre più imbarazzante, e per complicare le cose lui non faceva altro che sogghignare ogni volta che aprivo bocca.

“Perfetto ragazzi, avete concluso. Noah le tue valige le ho già mandate a casa Klarry, arrivederci.” Ci buttò fuori dallo studio Luke, per sfuggire alla mia sfuriata. Quando uscimmo era già notte inoltrata e faceva pure freddo, stupido videoclip.
“Casa Klarry?” Chiese lui mentre andavamo verso la macchina, ovviamente lui non l’aveva.
“Dove abitiamo io, Kart e Blaine.” Spiegai mantenendo sempre una certa distanza.
“Oh, una relazione a tre.” Costatò prima di scoppiare a ridere, gli diedi una leggera spinta prima di ridere anch’io.
“Dai sali.” Lo invitai aprendogli la portiera della mia magnifica porche metallizzata.
“Questa è macchina tua?” Allibito, e di nuovo con la bocca aperta.
“Sai io non ho le chiavi delle macchine dei sconosciuti.” Risposi cercando di star attenta alla strada.
“Wow, la mia moto si è distrutta in incidente.” Continuò lui sereno, incidente? Chissà se lui si era fatto male.
“Prevedibile da uno come te.” Sussurrai pensando tra me e me,
“siamo acide e principè?!” Costatò ghignando, di nuovo.
“Non mi piaceva due anni fa, cosa ti fa pensare che mi piaccia ora?” Sibilai alludendo all’orribile nomignolo che da sempre mi aveva innervosito.
“Scusa, principessa.” Finì scendendo dalla macchina dopo aver capito d’esser arrivato, al mio enorme attico. Ed ora come lo spiegavo a Kurt e Blaine?
“Buongiorno, signorina.” Scherzò Blaine indicando l’orologio, le undici e mezza, sorrisi, Kurt già dormiva. Non  si stupì all’entrata in scena di Noah.
“Già ci hanno detto tutto.” Menomale.


Me: Ok, forse non è proprio verosimile ma cosa ne pensate?
Rachel forse è diventata un po’ troppo frivola, ma da lei me lo sarei aspettata.
E, oh addio vestiti con i gufi! Hhahha
Il ritornello della canzone “loveless” l’ho inventato al momento perciò per favore non criticatelo >_< Hhhaha, la traduzione è
Senza amore mi sveglio la mattina,

senza amore mi perdo nei sogni,

senza amore conduco la mia vita sempre in cerca di te.

Ti prego torna da me, e donami un po' del tuo amore

in modo che io non sia più la ragazza senza amore.

Una sciocchezza, niente di più >-<
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui!
Alla prossima,


Lisa  





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Capitolo 2
*** Attrazione. ***


Attrazione.

 

Noah dormiva sul divano, seppur ci fossero altre cinque stanze libere per gli ospiti.
Era casa mia e decidevo io, forse era un ragionamento da bambina, ma ero troppo nervosa per saperlo in una camera vicino la mia. Mentre dalla mia stanza al salone c’era qualche metro di distanza ed ero molto più sicura. Forse avevo paura che venisse in camera mia con qualche stupida scusa, forse aspettavo che venisse da me; ma erano già le due e lui non si vedeva.
Anche se fosse venuto cos’avremmo fatto? Parlato? Magari mi avrebbe raccontato di come è finito a fare il barbone, o magari di com’era finita con Quinn. Già, in un secondo mi ritrovai a pensare che magari loro due non stessero più insieme. Ora Beth avrebbe dovuto avere quattro anni, o forse tre e lui sarebbe dovuto essere il suo magnifico papà eppure era in casa mia.
“Rach?” Qualcuno alla mia porta, quasi caddi dal letto per andare ad aprire con il cuore che batteva all’impazzata. Era Blaine, con delle occhiaie enormi.
“Che c’è?” Ero preoccupata ma anche scocciata. Blaine ci teneva molto alla sua pelle e faceva di tutto per dormire minimo tre ore al giorno.
“Vai a prendermi un bicchiere d’acqua, sbrigati!” Sussurrò agitato gesticolando in malo modo, senza pensarci due volte corsi in cucina per prendere l’acqua, fermandomi di colpo quando mi accorsi che dovevo attraversare il salone. E se fosse sveglio? La luce era accesa, ma lui mi aveva detto che con la luce spenta non riusciva a dormire, siccome non era casa sua e non si trovava. Secondo me aveva paura. Presi un respiro e andai dritta in punta di piedi cercando di fare meno rumore, quando quasi lanciai un urlo alla sua vista, era nudo. Volevo far di tutto per distogliere lo sguardo, ma lui dormiva e non poteva vedermi. Il suo fisico era diventato veramente più tonico e da quando aveva abolito le mutande? No, me ne andai lasciando perdere l’acqua e tutto. Odiavo Blaine. Appena entrai lo vidi soffocare una risata assieme a Kurt, avevano il sonno leggero a quanto pareva. Non gli parlai, gli indicai solo la via d’uscita.
“Dai Rach!” Commentò Kurt facendo la faccia da cucciolo, ma no, non attaccava.
“Quanto tempo ci hai messo a capire che non’era un anaconda?” Feci finta di non sentirlo e mi infilai sotto le coperte, morendo dall’imbarazzo. Il giorno dopo avrei dovuto discutere con lui sul fatto di dormire nudi.

“Buondì principessa.” Mi girai verso di lui, avevo gli occhi semichiusi e un sonno terribile. Per colpa sua avevo trascorso i miei sogni sul set di un film porno. NO. In un romantico film pieno di baci. Meglio.
“Buongior.. oh cazzo ma perché sei nudo?!” Urlai svegliando anche Blaine e Kurt che corsero in cucina con una macchina fotografica in mano.
“Perché vestirmi?”Era dannatamente sicuro e poi era Puckerman. Alzò un sopracciglio e si appoggiò al frigorifero. Chiusi gli occhi d’istinto convincendo il mio cervello di non aver visto niente, come si fa subito dopo un film horror.
“Blaine, Kurt.” Li salutò entrambi come se tutto ciò fosse normale, ed entrambi quasi non ci fecero caso.
“Ragazzi voi due state insieme perciò io posso stare tranquillo giusto?” Detto questo scoppiai a ridere tenendo sempre gli occhi chiusi.
“Oh, tranquillo Puckerman non tutti ti trovano attraente.” Conclusi io con un che di acido, che stavolta fece ridere lui.
“Suvvia che ai tempi del liceo anche tu sei caduta ai miei piedi.” Sapevo d’esser rossa scarlatto, ma mi limitai a bere il mio latte, dovevo anche sbrigarmi siccome avevo un’intervista alle nove ed erano solo le otto e qualcosa.
“Alla fine però ho scelto Finn, no?” Lo azzittii e in silenzio andai nel bagno per vestirmi, che Noah era cresciuto ed era diventato molto più sexy era certo, ma non per questo anche il suo cervello era cresciuto. Poi i suoi vizi erano sempre gli stessi, il sopracciglio alzato, una mano appoggiata e il suo solito sguardo ammiccante; ma cosa ci trovavo di tanto bello in Finn ai tempi del liceo? E pensare che lo avevo anche quasi sposato, se Quinn non avesse avuto quell’incidente forse io a quest’ora era una cantante divorziata, e tutti sanno che una ventenne con già un divorzio alle spalle non avrebbe ottenuto successo.
Quando uscii dalla doccia erano già tutti vestiti e pronti, merito delle sei docce che avevo in casa.
Kurt indossava i suoi soliti vestiti sgargianti e Blaine lo guardava con aria di venerazione, fra qualche ora se non mi sbagliavo sarebbero dovuti andare in un talkshow per presentare il loro nuovo album Love has different ways. Anche il loro di album aveva ottenuto un gran successo, soprattutto fra gli omosessuali; mentre Noah –finalmente vestito- indossava un jeans sbiadito che gli fasciava magnificamente le cosce facendo solo intuire ai suoi muscoli, e sopra una camicia bianca che faceva intravedere il suo torace. Stupido Puckerman, stupidi ormoni.
“Noah, io e te dobbiamo sbrigarci. Luke mi ha mandato un messaggio dove dice che vuole discutere di una cosa. Perciò andiamo!” Indicai il garage e lui con fare rassegnato uscì dalla porta facendo ridere Kurt che sussurrò qualcosa nell’orecchio di Blaine, dopo poco lo raggiunsi anch’io.
“Guido io, ok?” Disse con fare persuasivo Noah, ma neanche per sogno.
“No.” Risposi fredda entrando in auto.
“Dai principessa.” Sussurrò troppo vicino a me, lo spostai delicatamente appoggiando una mano sul suo torace; ma perché il mio corpo non ascoltava mai il cervello?!
“Ok, ok.” Gli lasciai il posto, non volevo combattere contro di lui o qualcosa mi diceva che gli sarei saltata addosso. Mi sedetti senza proferire parola mentre lui cercava un qualcosa di ascoltabile nella radio.
“Devi girare a destra.” Gli ricordai indicando la via.
“Lo so.” Commentò andando a sinistra, lo guardai storto cercando di prendere il volante.
“Rilassati principessina, voglio solo farti svagare un po’. Sei diventata così acida, scommetto che non scopi da troppo tempo.” Ok, questo era fin troppo. Cercai di schiaffeggiarlo ma bloccò la mia mano, facendomi capire che qualsiasi sforzo io avessi fatto non sarebbe bastato.
“Portami subito in studio!” Urlai cercando magari di rompergli un timpano, ma lui mi ignorava continuando per la sua strada.
“Luke si arrabbierà, e poi io non sono mai mancata si stranirà!” Cercai di convincerlo ma lui fece semplicemente spallucce, ma porca carota perché con sei miliardi di persone al mondo proprio lui doveva essere il mio nuovo coinquilino, e il mio collega!?
“Principessa, suvvia al massimo ti daranno per malata.” Esclamò lui calmo, guardandomi con il suo solito ghigno, strano di come non fosse cambiato in due anni. Al contrario mio che quasi sembravano una persona diversa, ma cosa si aspettava; ora avevo perfino la mia faccia stampata sulle scatole di cereali; era invitabile cambiare almeno quanto basta per non farti sopraffare dai media e i vari paparazzi, o meglio sanguisughe.
“Noah, per le uscite dovrei parlarne con Luke. Se ci vede qualche paparazzo è la fine!” Borbottai acidamente scendendo dall’auto, guardando finalmente dove mi aveva portato. In spiaggia, c’era un bellissimo sole che faceva brillare il mare e poi era deserta; non c’era pericolo d’esser visti.
“Dai su all’opera, i castelli non si costruiscono da soli!” Commentò arrotolandosi i jeans e togliendosi le scarpe, no Pukerman no. Avendo io un vestitino abbastanza corto non ebbi bisogno di arrotolare niente, mi tolsi solo i tacchi.
“Perché non indossi più i gufi?” Chiese mentre stavamo facendo delle specie di polpette di sabbia, per la prima volta non mi era affatto dispiaciuto sporcarmi.
“Non sarei piaciuta ai fan.” Ammisi cercando di far diventare la mia polpetta un po’ più tonda.
“Secondo me gli saresti piaciuta lo stesso.” Prese la mia polpetta dalle mani e iniziò lui ad arrotolarla.
“Da quanto sei un mago delle polpette?” Chiesi soffocando una risata,
“Beth. Ama tutto ciò che si può maneggiare, sabbia, pongo, impasto, terreno, tutto.” Scherzò lui facendo comparire sul suo viso un leggero sorriso nostalgico.
“Come mai non sei con lei e Quinn?” Chiesi posando definitivamente la polpetta per incontrare il suo sguardo.
“Tra me e Quinn non funzionava, non ci siamo mai amati e lei è così irascibile. Poi sai che si è finalmente sposata con Finn?” Disse lui continuando a guardarmi, spalancai la bocca.
“COSA?” Urlai forse un po’ gelosa, quello era stato il mio primo ragazzo secolare; d’altronde però a Quinn era sempre piaciuto.
“Già. Tu invece ora con chi ti senti?” Chiese passandomi la sua polpetta, sospirai.
“Con nessuno Noah, solo storielle di sesso aiuta a scaricare la tensione.” Schiacciò la sua polpetta facendomi ridere. “Scherzo.” Continuai ridendo come una psicopatica.
“Mh, ok.” Finì alzandosi, lo guardai curioso iniziando a dimenarmi appena Noah mi caricò in spalla avviandosi verso il mare. “No! No!” Urlai sempre di più, ma ormai era troppo tardi ero già sommersa dall’acqua e dal suo corpo.
“Aspetta.” Annunciò alzandosi, l’acqua era gelata e lui si stava togliendo la camicia e i pantaloni ovviamente fradici. Porca carota ti prego no, anche se l’avevo visto nudo non mi ero mai soffermata sui suoi addominali siccome il mio sguardo era sempre attratto da altro, i soliti bicipiti scolpiti, lui era tutto scolpito.
“Ora posso farmi il bagno.” Commentò buttandosi di nuovo in acqua, mentre io cercavo di aggiustarmi il vestito che ormai si era alzato fino al seno. Noah mi riprese in spalla, ma stavolta non a sacco di patata ma seduta sulle sue spalle.
“Alzati in piedi!” Continuò lui ridendo.
“Sei pazzo, no!” Già mi aveva distrutto i capelli perfettamente piastrati e il vestito nuovo, almeno le ossa volevo mantenerle intatte.
“Tranquilla, ci sono io.” Sbuffai sonoramente, prima di alzarmi per forse due secondi per poi cadere trascinando anche lui in acqua. Mi sbrigai ad uscire siccome rischiavo di morire per il troppo ridere, mannaccia a me che mi ero fidata. Lui si trascinava sulla sabbia in preda ad attacchi di risa. Sembravamo due bambini imbecilli che si divertivano a cadere in acqua, Dio da quanto non andavo in spiaggia. Controllai l’ora quasi urlando quando mi accorsi che erano le due del pomeriggio, ma quanto tempo eravamo stati a fare quelle stupide polpette?!
“Uh, è tardi. Andiamo a mangiare su.” Commentò rimettendosi i vestiti zuppi come il mio vestitino che da svolazzante era diventato super attillato. Lo seguii, scoprendo che da li a poco c’era un piccolo paesino.
“Di cosa hai voglia?” Chiese fermandoci.
“Gelato!” Esclamai sorridendo, mi guardò un attimo curioso poi fece spallucce.
“Conosco un gelataio ottimo!” Esclamò conducendomi in una vecchia gelateria, dove un anziano faceva su e giù per prendere tutte le ordinazioni.
“Nandoo!” Urlò Noah, facendo sorridere l’anziano che da lontano lo salutò.
“Mi fai due gelati al cioccolato?” Urlò, mentre l’anziano già prendeva i coni. E se a me non piacesse il cioccolato? Ora neanche mi consultava sui gelati, fortunatamente era il mio gusto preferito. Dopo circa dieci minuti passati a parlare con Nando, finalmente uscimmo lasciando tutto quel caos nel locale.
“Ma è buonissimo!” Esclamai entusiasta continuando a mangiarlo,
“Si, ma lo mangi in modo sbagliato.” Continuò prendendo un po’ del suo gelato e spalmarmelo sulla guancia.
“Brutto stupido.” Commentai buttando il gelato sulla sua testa, spalmandolo bene anche sulla sua cresta.
“Tu cosa?!” Eravamo fradici, sporchi di gelato, con diecimila persone che ci guardavano ed ora ci eravamo praticamente stesi per terra mentre lui mi faceva il solletico.
“Dai basta.” Farfugliai completamente coperta dal suo corpo e dalle sue mani che mi solleticavano.
“Solo se prometti che a casa mi farai uno shampo.” Urlai di si, avrei fatto di tutto pur di farlo smettere. Subito dopo ci alzammo, fino a correre alla mia macchina.
“Stavolta guido io.” Puntualizzai lanciandogli un’occhiataccia, lui si mise a ridere facendo spallucce.

“Luke!” Urlai spalancando la bocca, trovando il mio manager proprio in casa mia.
“Mh divertente.” Ghignò Noah passandosi una mano fra la cresta gelatosa.
“Dove siete stati incoscienti? Guardate qua!” Ci mostrò Vogue con in copertina la mia foto seduta sulle spalle di Noah, storsi la bocca quando vidi che pagine e pagine erano riempite di nostre foto con su scritto “un nuovo amore per la Berry?” Quasi collassai quando vidi la foto di Noah sopra di me, mentre mi solleticava. Ma che cazzo erano passati si e no dieci minuti era impossibile scrivere una rivista così in fretta!
“Ma è uno sbaglio! Mi stava facendo il solletico lo si può vedere benissimo!” Urlai guardando Luke furioso, fortuna che Blaine e Kurt non c’erano.
“Oh si Rachel il solletico! Suvvia chi vuoi che ci crederà??” Urlò ancora più forte Luke facendo abbassarmi lo sguardo, era vero il mio comportamento era davvero stato da incosciente.
“E per di più neanche ti sei presentata a lavoro, Berry questo non me lo aspettavo da te.” Mi aveva chiamato Berry, segno che era davvero arrabbiato.
“Aspetta. Non è stata colpa di Rachel ma mia che le ho praticamente rubato le chiavi e costretta a venir al mare con me, seppur lei non faceva altro che dirmi di dover venire a lavoro!” Esclamò il moro guardando con aria di sfida Luke che sbuffò.
“Noah, Dio. Quando sei venuto ti ho chiesto esplicitamente di non fare casini e tu cosa stai facendo?” Chiese il manager guardandolo furioso.
“Casini. Lo so, faccio sempre casini.” Sbuffò Noah però con un sorriso sfottitore sul volto, non cambiava proprio mai.
“Ecco! E domani avete in programma un’intervista nel Carl’show, magari sistemerete qualcosa.” Entrambi sbuffammo,  odiavo i talk show.
“Ciao.” Ancora furioso Luke se ne andò, Noah mi prese per i fianchi e mi fece girare un po’.
“No! Io che ti avevo detto?!” Urlai frustata.
“Su, principessa, tranquilla.” Sussurrò al mio orecchio mordicchiandolo,
“Noah.” Sussurrai spostandolo, ma perché doveva essere così fottutamente sexy?!
“Su, ora fammi lo shampo.”









Me: Lo so ci ho  messo tanto a scrivere il secondo capitolo,
ma ho la febbre e sto continuando altre due storie.
Pietà T.T
Se volete seguitimi anche qui (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=913402)
I genitori di Rach sono morti è l’unico che la può ospitare per non  farla andare in affidamento è Noah. Oh-Oh-Oh.
Hhahaha ok sto zitta, grazie a chiunque legga e resencisca.
A preso. <3

 

Lisa  

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