Mononoke di Adelhait (/viewuser.php?uid=21571)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Haru: Primavera-Infanzia ***
Capitolo 2: *** Natsu: Estate-Giovinezza ***
Capitolo 3: *** Aki: Autunno ***
Capitolo 4: *** Fuyu:Inverno - Morte ***
Capitolo 1 *** Haru: Primavera-Infanzia ***
Mononoke
Quattro stagioni.
Quattro momenti
dell’esistenza umana.
Momenti sfuggevoli come le
ore di una meridiana…
Haru: Primavera
Infanzia
Nao mitashi
Hana ni akeyuku
Kami no kao*.
Scappa. Sfugge dallo
sguardo della sua tutrice.
Vuole rivederlo, sa che lui
tornerà. Sa che mai dimenticherà la sua promessa.
È il suo signore.
Il vento scompiglia la
bruna capigliatura, mentre corre sul manto erboso.
La seta del suo kimono
sfiora la tenera erba, un fruscio armonioso. Sorride felice, mentre il
cuore batte veloce nella cassa toracica.
Si ferma.
Osserva la collina dove,
una figura la aspetta. Ride contenta, mentre riprende, a correre.
È impaziente, è impetuosa
come la sua età.
È ancora una bambina.
Per lei tutto è ancora un
gioco, una scoperta.
Arriva dinanzi a lui. Alza
il viso arrossato, mentre ansima per lo sforzo della corsa. I capelli
sono tutti scomposti, il bel kimono è sciupato.
Avrebbe dovuto tenere conto
della sua persona, ma l’irruenza ha avuto il sopravento. Sorride
felice, mentre lo osserva.
-Ben
tornato Sesshoumaru-sama, Rin è molto felice di vedervi-.
Parla ancora in terza
persona, è la stessa di tre anni fa. Nulla è mutato, è pura e semplice
come, quando le ha ridato la vita…due volte…
La guarda dritta negli
occhi. I quegli occhi neri ancora puri.
-Siete
felice di rivedere Rin?-.
Si azzarda a domandare,
intanto china il capo di lato in attesa di una risposta.
Lui fa un leggero cenno con
il capo facendo ondeggiare la candida frangia.
Gradisce la sua presenza.
Una risata spezza il vento,
che leggero accarezza le due figure.
Ride gioiosa.
Saki midasu
momo no naka yori
hatsu-zakura*.
Lui la osserva ridere. È
incontaminata.
È degna di un suo dono.
L’antico servo Jaken si
avvicina portando tra le mani qualcosa.
Luccica sotto il sole di
primavera.
Soffice seta color dei
petali di ciliegio.
La bimba rimane incantata.
-È
per Rin?-.
Domanda incredula, intanto
le sue mani paffute si allungano verso quel dono.
Lui annuisce, mentre il suo
servo la riprende.
-Certo
sciocca! Il Sommo Sesshoumaru ti ha ritenuto degna di un suo dono-.
Lei di nuovo ride, intanto
accarezza la stoffa. Le piace.
-Che
impudente! Dovresti ringraziare il Padrone-.
La piccola sobbalza. Ha
sbagliato. Abbassa il visino mortificata e sussurra.
-Perdonate
Rin, Sesshoumaru-sama. Lei è molto felice del kimono ricevuto-.
-Lo
so-.
Poche parole ferme e
pacate.
Lei rialza il viso e
ritorna a sorridere.
Lei gli dona la sua
allegria.
Stringe al petto il kimono
e comincia correre intorno a lui, che la osserva.
La guarda correre
spensierata, sa che questo terminerà.
Sa che l’infanzia finirà.
-Rin-.
Lei si ferma di botto. Lo
guarda, intanto lui si volta e si allontana.
Il tempo concesso è
terminato. La piccola è triste.
-Non restate con Rin
ancora un po’?-.
Domanda tristemente.
Il vento continua ad
accarezzare quelle due figure.
Lui si ferma e risponde a
quella domanda della piccola infante.
-No-.
Riprende a camminare. La
piccola è triste, ma s’impone di non piangere.
Stringe di più tra le mani
il suo dono, ma poi impudentemente corre di fronte a lui.
Lo ferma.
China il capo, in segno di
rispetto.
-Tornerete a trovare
Rin?-.
Lui la guarda. Lei rialza
timidamente il visino paffuto e lo guarda dritto negli occhi.
Attende. Aspetta una sua
risposta.
Lui annuisce con il capo.
La piccola ritorna a
sorridere.
-Grazie
Sesshoumaru-sama, ora Rin è felice-.
China di nuovo il capo e
ritorna dalla sua tutrice che la chiama.
Lui la osserva scendere il
pendio e ritornare da quell’anziana miko.
Presto tornerà da lei, ma
la troverà cambiata…mutata.
Continua...
__________________________
Sono consapevole che ho
troppe storie in sospeso, ma questa ha qualcosa che mi lega a una
persona.
Le haiku che troverte qui,
in questa storia, fanno parte di una raccolta che mio fratello maggiore
mi regalò, quando ho compiuto 18 anni.
Ora lui non c’è più da 6
mesi e per ricordarlo ho voluto inserirle qui, in questa breve storia
di 4 capitoli. Ogni capitolo sarà una stagione di vita...
Traduzione:
Prima
haiku:
Ancora
vorrei vedere
tra i
fiori all’alba vagare
il
volto del dio.
Seconda haiku:
Tra
fiori di pesco
che
sbocciano ovunque
il
primo fior di ciliegio.
Haiku di Bashô (1644-1694)
Mononoke:
è il titolo della mia fanfiction, ma ha un significato. Infatti,
secondo la cultura nipponica chi convive con un Youkai (spettro o
demone) viene definito appunto mononoke. Però alcuni studiosi hanno
anche classificato questo termine con spirito vendicativo, per capire
meglio basta vedere il film di animazione “Mononoke Hime” tradotto in
italiano “La principessa Mononoke”.
Con questo è tutto al
prossimo capitolo Natsu: estate.
Ringrazio chi leggerà
questa pazzia ^^.
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Capitolo 2 *** Natsu: Estate-Giovinezza ***
Natsu: Estate
Giovinezza
Yamabata wo
kosame
hareyuku
wakaba
kana*.
È all’ombra di un albero
secolare, seduta comodamente su di un tronco ricoperto di morbido
muschio.
Attende.
Aspetta impaziente la sua venuta. Sa che lui non
tarderà, mai infrangerà una sua promessa.
Giocherella con la punta
del suo ban gasa facendo dei cerchi sul terreno. Sorride, mentre
aspetta la sua venuta. Si ferma e accarezza la stoffa liscia del suo
kimono azzurro.
Deve essere perfetta.
Inumidisce le labbra con la
lingua, vuole che siano lucide.
Sorride felice. Una ciocca
bruna accarezza il suo esile collo. Lei velocemente la ripone dietro
l’orecchio. Ride spensierata.
Alza il viso e tra le
fronde dell’albero scorge il cielo terso.
-Non pioverà oggi-.
Sussurra, quando una
leggera folata di vento le fa chiudere gli occhi. Li riapre e volge il
capo alla sua destra.
Un sorriso solare illumina
il suo giovane viso. Si alza, socchiude gli occhi e fa un leggero
inchino.
-Ben
arrivato Sesshoumaru-sama-.
Rialza il capo e continua a
sorridere al suo Signore. Lui
fa un cenno con il capo in segno di saluto.
Lei continua a sorridere
felice.
Lui la osserva è cambiata.
La sua piccola ningen è
cresciuta è divenuta una giovane
donna.
Il suo corpo è cresciuto.
Sana e bella.
I suoi occhi sono ancora
limpidi come quelli di un infante.
Nulla è mutato è ancora
come, quando era la sua bambina.
Dolce e spensierata.
La vede arrossire e chinare
il capo.
Perché?
-Sesshoumaru-sama…vedete
io…io…-.
Balbetta. È nervosa.
-Che
cosa c’è Rin?-.
Domanda curioso.
-Io…io…vorrei che voi…ecco che
voi…partecipaste alle mie nozze-.
Dice tutto d’un fiato.
Lui le passa accanto.
La seta delle loro vesti si
toccano.
Un dolce fruscio. Antica
sinfonia.
Lei attende speranzosa.
Tiene ancora il capo chino, quando lui le dice.
-No-.
Lei rialza il viso di
scatto sentendo quella negazione. Veloce gli si pone davanti.
-Perché
Sesshoumaru-sama?-.
Domanda con occhi lucidi.
Stringe con forza il manico di bambù del suo ban gasa, mentre attende
una risposta.
-Sai già
la risposta Rin-.
Afferma secco. La supera di
nuovo.
Lei abbassa il viso
tristemente, sa la risposta.
-Voi odiate noi ningen-.
Owarete wa
tsuki ni kakururu
hotaru kana*.
Sussurra. Intanto una
piccola lacrima percorre il suo roseo viso.
Alza la mano e la asciuga
con la manica del suo kimono.
-Vi prego Sesshoumaru-sama venite alle mie
nozze-.
Supplica. Lui volta il capo
e la guarda freddamente.
-Non
voglio ripetermi Rin-.
Lei sospira sconfitta, sa
che mai cambierà idea.
Lui si allontana. Il loro
incontro tristemente si è terminato.
Lei resta ferma a osservare
il terreno, quando con un impeto si lancia ai suoi piedi. Vuole tentare
di nuovo.
-Perdonate
questa stupida ningen, ma vorrei che mi concedeste la vostra
benedizione-.
Lo guarda dritto negli
occhi. I quei gli occhi che l’hanno guidata, quando era bambina.
China il capo e attende.
Lui è fermo.
Il tempo si arresta, quando
qualcosa sfiora la sua testa.
Rialza timidamente il capo
e vede la mano del suo Signore toccarla.
Sorride felice. Lacrime di
gioia attraversano il suo viso.
-Grazie-.
Sospira.
Lui sposta la sua mano e si
allontana lasciando la sua piccola ningen ormai donna.
Il giorno passa.
La notte trascorre serena.
È mattino.
Lei si alza dal suo futon.
È ora di andare a raccogliere nuove erbe.
Sorride felice, mentre
osserva l’anziana miko dormire.
Si veste, afferra la cesta
accanto alla porta e scosta la tenda.
È quasi giorno.
Una leggera nebbia avvolge
il villaggio, ma qualcosa posta di fronte alla capanna attira la sua
attenzione.
Lentamente si avvicina. Si
piega.
Poggia accanto a sé la
cesta e osserva.
-Un
kimono-.
Sussurra, mentre lo afferra.
-Un kimono nuziale-.
Sorride felice. Accarezza
la soffice seta preziosa bianca, intanto lacrime di commozione rigano
il suo volto.
-Vi ringrazio Sesshoumaru-sama-.
Si alza e urla.
-Grazie-.
Si volta e corre nella
capanna dove, ancora dorme l’anziana miko.
Lei ora è felice…
Continua…
_______________________
Buondì e Buon Lunedì
dell’Angelo ^^.
Eccomi con il secondo
capitolo …la giovinezza di Rin… so che molti volevano Rin sposa di
Sesshoumaru, ma qui non lo ritenevo giusto e consono. Dopotutto lui è
uno spirito e lei un’umana ^^.
Ora passo con la traduzione
di alcuni termini:
Ban gasa:
è un ombrello fatto di bambù e di carta di riso. Utilizzato prima dai
samurai, ma poi dalle donne.
Prima
Haiku:
Sui
campi montani
la
pioggia leggera svanisce
fra tenere foglie.
Di Buson.
Seconda Haiku:
Quando
l’insegui
la
lucciola s’occulta
nel plenilunio.
Di Ryôta (1707-1787)
Ringrazio: Angorian –
Batuffolo – Dioni – HarleyQuinn88 – Sweet_Nightmeres.
Ma ringrazio anche chi solo
legge ^^.
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Capitolo 3 *** Aki: Autunno ***
Aki:Autunno
Maturità
Hito ha
chiru
totsu hito ha chiru
kaze no ue *.
Gialle.
Sono gialle le foglie sugli
alberi. Lui osserva il mutare della Natura.
Sua
amica.
Sua
compagna.
Il tempo scorre veloce,
come la vita di un essere.
Di un ningen.
Socchiude gli occhi, mentre
il vento trasporta la fragranza della natura pronta ad assopirsi.
D’un tratto sente dei passi
lenti che si avvicinano.
Sente il suo profumo.
Lei è arrivata.
Il suo passo, un tempo
svelto e leggiadro, ora è pesante e lento.
-Sesshoumaru-sama
perdonate il mio ritardo-.
Nel suo timbro di voce,
dolce e melodioso, vi è una nota di maturità.
Riapre gli occhi, mentre
gira il capo.
La vede.
Ha il capo chino in segno
di rispetto.
-Rin-.
La chiama. Lei rialza il
capo.
Gli sorride come un tempo,
quando era una tenera e innocente creatura.
La osserva. I suoi capelli
d’ebano, elegantemente legati, sono attraversati da strisce d’argento.
Il suo viso, un tempo
fresco come le foglie di primavera, ora è solcato dalle incisioni della
vita.
Continua il suo muto
osservare.
-Sesshoumaru-sama-.
Dice sorridendo. Un sorriso
stanco.
Presto l’inverno verrà, lo sa.
Presto la sua ningen non ci sarà più.
Tsuki hayashi
kozue wa ame wo
mochinagara * .
Lui volta il capo e
continua il suo silenzioso scrutare la natura.
Una leggera pioggia di
foglie cade sui due.
-Sesshoumaru-sama, questa sarà l’ultima
volta-.
Parla.
Triste e melodica.
Lui socchiude gli occhi, sa
cosa vuole dire.
-Io non potrò venire più…mi rincresce, ma
io non potrò più venire a porgervi omaggio come adesso-.
Verità.
Fredda e cruda verità.
Fatica a dire questa frase.
È triste, ma è così. Presto l’Oscura
Signora la porterà via con sé.
Un leggero singhiozzo.
Piange.
-Lo so-.
Afferma imperioso.
Un leggero vento accarezza
le due figure. Una danza di foglie li avvolge.
Un ballo di morte, ma anche di vita.
Di promesse.
La sente sospirare.
-Già Voi sapete tutto-.
Sussurra, mentre lo osserva.
Osserva quelle larghe
spalle che l’hanno rassicurata nell’infanzia.
Lui tace.
E’ una silenziosa
affermazione.
Lei china capo e guarda le
foglie secche.
-Mio Signore, voi rappresentate un albero,
invece noi umani siamo le foglie…e come esse abbiamo una breve
esistenza-.
Lui volta il capo e la
guarda.
Scruta quella donna che ha
formulato quel paragone. Quel veritiero paragone.
-Un albero-.
Dice, mentre alza il capo e
guarda l’albero, quasi privato del fogliame.
-Sì, un maestoso e protettivo albero, che
mi ha protetto in questa vita terrena…ma che mi proteggerà anche nella
mia vita spirituale. Proteggerà la mia prole…la mia discendenza…-.
Di nuovo la guarda.
Osserva quegli occhi neri
come la notte, dove vi legge forza e determinazione.
Sì, la proteggerà.
L’accompagnerà nella sua
futura dimora.
Lei china il capo.
-Sesshoumaru-sama devo lasciarla-.
Si congeda a lui.
Al Suo Signore.
Un regalo.
Lei si volta e lo prende.
Un kimono.
Un ultimo dono.
Un’antica consuetudine.
Lei gli sorride come un
tempo.
Ringrazia e stringe a sé,
quel regale dono.
Ultimo legame terreno…
Continua…
__________________________
Dopo un anno ritorno ad
aggiornare questa breve storia. Spero che questo capitolo vi sia
piaciuto, un bacio e a presto.
Traduzione:
Prima
haiku:
Una
foglia cade
totsu!
solo una foglia
sulle
ali del vento.
Ransetsu (1653-1707)
Seconda
haiku:
Tra i rami
bagnati
di pioggia
fuggevole
luna.
Bashô (1644-1694)
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Capitolo 4 *** Fuyu:Inverno - Morte ***
Fuyu:Inverno
Morte
Fuyugare
ya
yo wa hito iro ni
kaze no oto*
Candida.
Pura.
Cade leggiadra su di una natura assopita.
Lui lento cammina in quel
candore.
Il suo fiero sguardo è rivolto verso un umile dimora.
Lei è lì che lo attende.
L’ultimo incontro.
Presto la Nera Signora verrà.
Affretta il passo, il tempo sa, è tiranno.
No, non vuole che lei muoia senza rivederlo…un’ultima volta.
Ora è di fronte all’uscio della piccola capanna.
Allunga la elegante e diafana mano e scosta la tenda di bambù.
Un dolce tempore sfiora la pelle del suo viso.
Socchiude gli occhi. Un dolce ricordo affiora tra le nebbie del passato.
Una piccola e tenera mano che, teneramente gli sfiora il viso. Unica
carezza della sua longeva vita.
Riapre gli occhi ed entra.
Lei è lì, distesa nel suo futon.
È pallida.
È stanca.
È vecchia.
Il lunghi capelli d’ebano, ora sono candidi come la neve.
Le sue rosee labbra, ora sono violacee e raggrinzite.
-Rin-.
La chiama.
Lei apre i suoi stanchi occhi e volta il capo, verso chi l’ha chiamata.
Accenna un sorriso.
È felice Lui è tornato da Lei.
-Sess…Sesshou…ma…ru…sama…-.
Biascica.
Tenta di alzarsi facendo leva con le braccia. No, non vuole mostrarsi
così di fronte al suo signore.
No, non vuole mostrare la debolezza del suo umano corpo. Ma non ci
riesce, le braccia sono troppo deboli.
Ricade sul futon.
Si sente in colpa.
-Sesshou…maru…sama…perdonate …la
mia…insolenza…-.
Dice a fatica.
Lui si avvicina e s’inginocchia accanto a lei.
Non parla, si limita a guardarla.
Lei torna a sorridere. Intanto una solitaria lacrima scende lenta sul
rugoso viso.
Lui allunga la mano e asciuga quella lacrima.
Quella è l’ultima che vedrà.
-Rin-.
Sussurra.
-Sesshou…maru…sama…io...io…ho…paura…-.
-Non avere paura, io sono accanto a
te. Ora dormi-.
La rincuora, come quando era bambina. Lei sorride felice, sa che le
resterà accanto.
Chiude gli occhi.
-Addio Mio Signore-.
Sussurra, mentre il respiro si arresta.
Hiyodori
no
sorekiri nakazu
yuki no kure*.
Continua a cadere.
Leggera ricopre l’eterna dimora della sua
piccola ningen.
Sa che non la rivedrà più.
Sente una strana sensazione che lo pervade.
Tristezza.
È triste.
S’inginocchia, per l’ultima volta.
-Addio Mia Piccola Ningen-.
Si rialza.
Si volta e lentamente sparisce in un turbinio di pura neve.
Pura come la sua bambina.
Fine
____________________________
È finita. Doveva essere postata ieri, ma un motivo serio e triste mi ha
impedito di farlo. Questa ultima parte è dedicata a una persona che
amo, che ora soffre.
Comunque, spero che vi sia piaciuta.
Un bacio.
Traduzione:
1° Haiku:
Desolazione invernale
in un mondo d'un solo colore
il suono del vento
Bashô
(1644-1694)
2° Haiku:
Un uccello ha cantato
poi di nuovo silenzio
nel tramonto nevoso.
Arô
(1879-1951)
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