Don't you know? You spin me out of control.

di xtwobananasforapound
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


  

Primo capitolo.

«Bene ragazzi, so che siete giovani e vivaci e vi auguro una buona permanenza nel nostro hotel, ma ci sono varie regole da rispettare. Come non schiamazzare nei corridoi a notte inoltrata e.. Sapete una cosa? A chi importa, siete giovani! Se qualcuno si lamenterà dirò che il mio hotel ha ospitato una boy band capace di far impazzire milioni di ragazze!».

Il signore di mezza età che stava davanti ai cinque cantanti era molto amichevole, gli occhi marroni trasmettevano simpatia, sembrava quasi che li adorasse.

L'ufficio dove li aveva accolti era decisamente ampio e luminoso grazie alle grandi finestrone di vetro. L'imponente scrivania sui cui stava appoggiato con i gomiti, seduto sulla sua poltrona di pelle nera, era invasa dal sole di agosto. Faceva decisamente caldo, se non fosse stato per la leggera brezza proveniente dai condizionatori innovativi incollati alle pareti, sarebbero stati tutti sciolti come ghiaccioli su un termosifone acceso.

I ragazzi gli stavano seduti davanti, su delle seggioline di plastica nera, attenti a ciò che veniva loro detto.

«Grazie mille signore, ma non faremo baccano, parola di scout!», a Lou scappò un sorrisino che non prometteva niente di buono.

«Per favore ragazzi, non chiamatemi signore, mi fate sembrare più vecchio di quello che sono, chiamatemi pure David!», li incitò quel signore alto, dai capelli castani e gentile come pochi.

«Sì, sign..David!», annuì vigorosamente Liam, che era il più diligente. «Senta, lei conosce qualcuno che possa farci da guida? Insomma siamo a Los Angeles da stamattina e vorremmo conoscerla meglio e visitare più posti possibili prima di ripartire».

«Se devo essere sincero avevo già pensato a questo e credo di conoscere la persona perfetta per voi!», replicò mostrando un grande sorriso incorniciato da piccole fossette.

«Davvero? E chi sarebbe?», chiese il biondissimo Niall, salterellando sulla sedia tutto contento.

«Beh, diciamo che ho convinto mia figlia Alex a farvi da guida durante la vostra permanenza, ho dovuto davvero combattere con lei per coinvolgerla in questo compito, dato che sta studiando tantissimo per entrare al college. Ha 18 anni ed è molto socievole, andrete sicuramente d'accordo!».

«Speriamo sia carina!», sussurrò Harry Styles al compagno che gli era seduto praticamente in braccio, mentre dall'altra parte Zayn alzava gli occhi al cielo.

«Qualche problema Harry?», domandò David.

«No signore, va tutto bene! Stavo solo chiedendo a Louis di spostarsi perchè non mi sento più le gambe!».

«Chiamami David, Harry!», rispose l'uomo, guardandolo di sottecchi.

«Bene», riprese il direttore dell'albergo. «Eveline?», chiamò la signora che lavorava in quell'hotel da tantissimi anni e che stava pronta sulla porta, pronta a ricevere un qualsiasi ordine. Ma era di famiglia, praticamente. «Puoi andare a chiamarmi Alex, per favore?».

«Certo signore», disse la donna annuendo e sfoggiando un sorriso dolcissimo.

***

«Signorina lo faccia per suo padre, ci tiene davvero molto!».

«Primo: quante volte devo dirti di chiamamarmi Alex? E secondo: NON puoi e NON devi darmi del lei, Eveline!», sbottò la ragazza. «E comunque sai che devo studiare per entrare all'università, non ho tempo per fare la guida!».

«Lo so cara, ma tuo padre ci tiene davvero molto, sono i primi artisti internazionali che il suo hotel abbia mai ospitato», disse sedendosi sul letto dov'era distesa la giovane.

«E poi sono dei ragazzi davvero molto simpatici, sono sicura che ti piaceranno!», continuò, sfoggiando quel sorriso a cui Alex non poteva dire di no. In fondo, quella signora bassotta dai capelli biondi e quegli occhi confortanti dal color del cioccolato le era sempre stata accanto da quando sua madre se ne era andata, dando alla luce Rosie, la sua piccola sorellina di 4 anni. Sì, erano passati 4 anni dalla sua morte e lei ne sentiva terribilmente la mancanza.

«Va bene, Eveline», accettò, scuotendo la testa e liberandosi da quei pensieri. «Ma solo per dimostrare che non esiste nessun'altro che conosce Los Angeles meglio di me!». Alex saltò su dal letto e andò verso l'armadio, cercando uno dei suoi tanti tailleur da brava ragazza.

«Ancora con quei tailleur, Alex? Ma perchè non dici a tuo padre quello che..».

«NO!», la interruppe la ragazza, guardandola con un viso spaventato. «Mai e poi mai, Eveline! Sai che voglio che lui mi veda in questo modo!».

«Sì cara, lo so, ma la cosa giusta è dire la verità!», la rimproverò.

La ragazza la guardò preoccupata e annuì, ma Eveline la rassicurò e si fece avanti per aiutarla.

***

«Oh andiamo, quanto ci mette questa ragazza?».

Il silenzio era interrotto dagli scherzetti che Louis faceva a Niall, i quali erano davvero comici, ma la band anglo-irlandese non vedeva l'ora di uscire un po' e trovare magari un locale dove potersi distrarre.

La ragazza che avrebbe dovuto guidarli non la conoscevano nemmeno, ma Harry cominciava ad irritarsi seriamente per il suo ritardo. All'improvviso sentirono la porta bussare e dopo il permesso dato da David di entrare, girarono tutti la testa verso l'entrata, dove si misero a fissare quella che sarebbe stata la loro "guida".

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Capitolo 2.

«Ciao, sono Alex» si presentò la ragazza in modo austero e sfoggiando quelle fossette tanto simili a quelle del padre.

La boy band la fissava , dalla testa ai piedi, con aria annoiata.

In effetti la ragazza lasciava anche troppo spazio all'immaginazione, il suo corpo era coperto da un noiosissimo tailleur beige, che copriva, se c'erano, le curve, in più i capelli erano raccolti in un chignon e gli occhi erano contornanti da grandi occhiali neri.

«Ciao» risposero in coro, con tono scocciato, mentre lei si affiancava al padre.

«Bene, dato che è sabato ho pensato che potresti accompagnarli a visitare qualche posto importante di Los Angeles, e si da il caso che sia un pomeriggio meraviglioso e stasera magari potresti portarli in un locale dove potrete divertirvi» guardando la figlia.

«Beh, sai che io quando esco è per andare a casa di Charlie o per andare al club del libro papà, non conosco molti locali dove ci si possa divertire» guardandolo di sottecchi.

«Sicuramente conosci più locali di me, scricciolo» sorridendole. Suo padre era molto orgoglioso di lei, le voleva davvero molto bene e questo si vedeva, si vedeva che era una ragazza seria, responsabile e come si dice nel linguaggio comune si direbbe che sia una secchiona, sì, una ragazza studiosa che farebbe tutto per accontentare suo padre.

«Va bene, credo di sapere già dove portarli papà» riprese lei, guardando i ragazzi con un sorriso malizioso? Sì, era quello che aveva intravisto Harry, che anche se era rimasto deluso dal suo aspetto esteriore, c'era qualcosa in lei che lo attraeva..infondo le apparenze ingannano, no?

«Direi perfetto, tesoro! State tranquilli che non c'è migliore guida di lei in tutta Los Angeles» disse, quando si alzò dalla sedia sovrastando sua figlia di una ventina di centimetri e le baciò la fronte.

«Ho una riunione importante adesso, ci vediamo stasera, va bene?» riprese l'uomo che intanto si trovò davanti l'entrata di quel grandissimo ufficio sorridendo ai ragazzi.

I ragazzi lo salutarono venendosene fuori con un 'Arrivederci David', ormai in quella stanza c'erano solo lei e i ragazzi.

I ragazzi la guardavano come per dire 'bene adesso cosa facciamo?' Accorgendosene, lei prese le redini della situazione dicendo che si sarebbero ritrovati una mezz'ora dopo per una visita turistica.

Loro non vedevano l'ora di ammirare le bellezze di quella città movimentata e perchè no, in quelle "bellezze" erano sopratutto incluse le ragazze, ma le loro speranze si ridussero a quando Alex li portò a visitare il MOCA, cioè il museo delle Arti Contemporanee. Sotto la guida di quella noiosa ragazza che intraprendeva discorsi complicati, nessuno dei componenti di quel gruppo aveva intenzione di ascoltare, tranne Liam che era l'unico a cui interessava questo tipo di cose.

Una volta entrati nella hall dell'hotel, la band era esausta e non vedevano l'ora di andare in camera loro, ma speravano in una serata diversa, come dire, più divertente? Ci speravano, ma dubitavano del fatto che Alex conoscesse qualche locale dove divertirsi.

Lei non era sicuramente una ragazza che sapeva divertirsi; tutto casa e scuola.

Ad un certo punto vedemmo una bambina andare verso Alex che era davanti a noi, urlò il suo nome e le si gettò tra le braccia. Si girò, verso di noi, insieme a quella dolce bambina dai capelli biondicci boccolosi raccolti in buffi codini e gli occhi castani.

«Lei è Rosie, ha 4 anni ed è mia sorella» disse sorridendo e scoccandole un bacio sulla guancia.

«Ciao Rosie! Noi siamo i One Direction!» i ragazzi risposero contemporaneamente, come se fossero davanti ad una telecamera e dovessero fare uno di quei stupidi video diary, almeno così pensò Alex, roteando e alzando gli occhi al cielo; quei ragazzi gli sembravano una massa di scimmioni senza cervello che non trovavano interessante uno dei musei più importanti della città, ASSURDO.

Non voleva assolutamente passare il resto dei giorni facendo da guida a quelli lì, durante la loro permanenza nell'hotel, quell'hotel che era casa sua. E poi aveva meglio da fare quella sera, avrebbe trovato una scappatoia.

«Senti Rosie, stasera papà è a cena con dei suoi amici vero? Potrei farti da baby-sitter, che ne dici?» saltò su la ragazza, la bambina la guardò con un faccino imbronciato, evidentemente non era d'accordo con la sorella maggiore.

«No, papà ha cancellato perchè voleva che tu facessi da guida a loro!» indicandoli col dito, Alex sbuffò sapendo che non avrebbe avuto tempo per se stessa finchè c'erano loro in giro.

«Eh va bene, incontriamoci alle 10 davanti all'ascensore del nostro piano, okay?» rispondendo in modo scorbutico, non le andava a genio tutto questo.

«E se io non volessi?» rispose il riccio, quella alzò un sopracciglio e gli si avvicinò fino ad essere a due centimetri di distanza.

«Tu fai quel che dico io, va bene cespuglio vivente?» con questa affermazione causò una risata di massa, e continuò «Mi sembra che l'unica che conosce Los Angeles fra noi sono io, o no?» Questa girò sui tacchi e si diresse verso l'ascensore con la sorellina che saltellava di qua e di là.

«molto simpatica la ragazza!» sbottò Niall, che guardò gli altri scettico.

***

Harry's POV

Erano le 10 e stavamo aspettando Alex, doveva sempre essere in ritardo quella ragazza? Beh evidentemente, sì. D'altronde avevamo capito che anche lei era scocciata del fatto di doverci scarrozzare dappertutto, non le davo torto, non sarebbe andato a genio nemmeno a noi fare una cosa del genere.

Eccola, che si avvicinò con suo padre che la seguiva, evidentemente per darci qualche avvertimento del tipo 'state attenti ragazzi, non bevete troppo' a proposito..saremo mai riusciti a divertirci e magari ubriacarci con una come Alex? Ma usava sempre quei terribili tailleur? Una volta nell'ascensore il signor David ci salutò dicendoci di non ritornare troppo tardi ma di divertirci, lo salutammo e una volta chiuse le porte il telefono di Alex squillò.

«Sì, sarò lì tra poco Charlie, non preoccuparti! Sto arrivando» con chi stava parlando? Una sua compagna del club del libro? Un'idea terribile ci passò per la mente e a quanto pare era venuta a tutti, dato che ci guardammo nello stesso momento, e se ci avrebbe portato in uno di quei orribili club di secchioni? L'avremo sicuramente lasciata sola dicendole che potevamo farcela benissimo da soli. Una volta chiusa la chiamata buttò il telefono nella borsa, Zayn si mise a fissarla. «Scusa non vorrei essere sgarbato ma..usi sempre quei terribili tailleur?» sbottò il moro, che per un secondo sembrava essersi trasformato nella "FASHION POLICE", causando il risolino di Louis e Niall.

Lei lo guardò alzando un sopracciglio e curvando le sue labbra in un sorriso compiaciuto.

«Scusatemi ragazzi per questo!» All'improvviso la vedemmo sbottonarsi la giacchetta e buttarla a terra, accompagnata dalla camicietta bianca che aveva indosso due secondi fa, eravamo sorpresi e non sapevamo che cosa stava succedendo. Ma che voleva fare? Uno streap-tease nell'ascensore? Ci accorgemmo che sotto aveva una specie di canotta nera, molto stretta, che metteva in risalto le sue forme, e che forme.

Il pavimento fu accompagnato anche da quella gonna, slacciata in modo disordinato, scoprendo le sue gambe, sulle quali erano ripiegati in tanti risvolti un jeans strappato chiaro, se li tirò giù coprendo quelle gambe poco prima delle caviglie. Cercò qualcosa frettolosamente nella borsa, tirando fuori collane e un paio di orecchini che nel giro di due secondi erano già su di lei, tirò fuori tacchi altissimi neri e un gilet con delle borchie; dopo essere pronta, frugò per l'ennesima volta nella borsa tirando fuori una mini trousse, si fece strada separandoci e arrivando allo specchio che era attaccato alla parete di fronte alle porte dell'ascensore, si tolse gli occhiali buttandoli nella borsa e cominciò a truccarsi velocemente, si sciolse quel terribile chignon liberando quei capelli che le arrivavano prima del fondoschiena, erano castani, ondulati ed emanavano un odore di cocco e menta, per un momento quel piccolo spazio era inondato da quel buonissimo odore, posso scommetterci una mano che tutti abbiamo chiuso gli occhi per poter assaporare per bene quell'aroma coinvolgente.

«Hei, state dormendo?» schioccò le dita e aprimmo gli occhi immediatamente «Sentite, andremo in un locale e.. »

«Cosa? In un locale? Con te?» sbottò Louis, aveva un'espressione più che meravigliata.

«Credevate davvero che io..? Oh, emh, sentite dovete darmi i vostri numeri perchè non ho intenzione di starvi appiccicata tutta la sera, quindi quando sarà ora di andare vi chiamerò così non dovrò girare per tutto il locale per cercarvi, tutto chiaro?» mi guardò e mi sorrise, cavoli, ancora quel sorriso malizioso.

Dopo esserci scambiati i numeri si aprirono le porte, quanto tempo siamo stati là dentro? Lei raccattò la sua roba sparsa per quel piccolo spazio e si fece avanti uscendo dall'ascensore, vedemmo che ordinò a uno degli impiegati di portare via i suoi vestiti, si girò verso di noi che eravamo ancora dentro l'elevatore che era stato testimone di quella sua "trasformazione" e chissà di quante altre.

Eravamo a bocca aperta, tutti quanti, ci aveva spiazzati..

«Vogliamo andare oppure no?» disse, girò sui tacchi e uscì da quell'hotel con una camminata davvero molto provocante.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

Capitolo 3

«Ma siam sicuri che è lei e non Wonderwoman?» chiese Niall, quando riuscirono a raggiungerla fuori dal Wilson Hotel, nome preso dal cognome del proprietario, nonchè il signor David, nonchè padre di quella misteriosa ragazza di nome Alex.

«Biondo, ti sento, sono qui!» disse, sfoggiando una risata cristallina che coinvolse tutti quanti.

Durante il tragitto Niall, che a quanto pare era entrato nelle grazie di Alex, le avevo chiesto sì e no 40 volte quando sarebbero arrivati e se c'era un bancone che vendesse cibo, non si smentiva mai quell'irlandese. Lei rideva ogni volta e con disarmante gentilezza gli rispondeva che mancava sempre meno e che non c'era nessun bancone che vendesse cibo, ma gli aveva promesso che il giorno dopo sarebbero andati da Nando's. Sì, era anche il suo ristorante preferito.

«Ma io ti amo! Davvero è il tuo ristorante preferito?».

Lei annuì. «Certamente..ma perchè così tanta euforia?», lo guardò con un sorriso a trentadue denti.

«Beh, è anche il nostro ristorante preferito!», si volse verso gli altri componenti della band e sorrise annuendo.

Sicuramente aveva fatto un punto per entrare nelle grazie della band.

Arrivarono al locale, era pieno di gente, e si sperava non ci fossero tanti fan, sennò avrebbero passato la sera a fare autografi e foto, e loro non ne avevano proprio voglia.

Alex fece segno ai ragazzi di avvicinarsi, non so come, aveva risparmiato a tutti di aspettare un'eternità per entrare, data la marea di persone che c'era.

Il locale strabordava di persone, la musica era altissima, la seguimmo a malapena fino ad arrivare al bancone dove c'erano due ragazze che armeggiavano alla perfezione con le varie bottiglie di alcohol.

«Stronza! Ma quanto tempo c'hai messo, eh? Muoviti, vieni a darci una mano!», disse la rossicia liscia dagli occhi color cioccolato.

«Scusami Charlie, ma oggi ho dovuto fare da balia», sedendosi sul bancone per poi scavalcarlo e passare dall'altra parte, la band si ritrovò a non capire, di nuovo; lavorava lì? Perchè? Non era ricca sfondata?.

«Come scusa?», il ricciolo si intromise infastidito dalla frase della castana, e cercò di avvicinarsi a lei per avere un confronto, ma Liam lo fermò con una mano sulla spalla. Harry si ritrovò a sbuffare sonoramente.

«Ragazzi, lei si chiama Charlie», cominciò Alex, fregandosene di quello che le aveva detto Harry due secondi prima. «E' la mia migliore amica ed una barwoman, figo vero?», sorridendo, riprese il discorso. «Charlie loro sono..»

«So chi sono! Mia sorella va matta di voi e me ne parla SEMPRE, è asfissiante» replicò, guardandoli uno ad uno.

«Bene, mi hai risparmiato la palla delle presentazioni» affermò l'altra, che stava servendo un sex on the bitch, richiesto da un ragazzo sulla ventina.

«Hei bella», lei alzò lo sguardo allo stesso ragazzo dell'ordinazione. «Non è che ti andrebbe di fare un giro? Che ne dici eh?». Ormai era ubriaco marcio, poverino.
Lei si avvicinò a lui con nonchalance a due millimetri dalla faccia, lo guardò negli occhi e all'improvviso fece partire uno schizzo d'acqua potentissimo da riuscire a far cadere il ragazzo per terra, tutto bagnato.

«Sei proprio una stronza!», riprese il tipo quando si rialzò.

«Mh, che c'è non vuoi più fare un giro?», disse la ragazza, fingendo di essere triste.

«Vaffanculo!» protestò quello.

«Mh, peccato, addio amore!» lo salutò con un'espressione accattivante e battendo il cinque alla sua migliore amica che rideva come una matta.

I ragazzi erano piegati in due dal ridere, non credevano che in realtà lei fosse così, non ci credevano davvero.

«Ma che fate ancora qui? Non andate a ballare?», riprese Alex ridendo ancora e armeggiando con quelle bottiglie.

«Ah, ho capito, volete un drink?», Louis rise e si avvicinò di più al bancone insieme a Liam, seguito da Niall.

«Sì vogliamo un drink, ma solo se offre la casa» rispose Louis, con un sorrisino malizioso.

«Che ne dici Charlie, offriamo noi?» consultò l'amica accanto, che si dimenava fra le ordinazioni di quella mandria di persone.

Charlie li guardò e poi rise.

«Solo per questa volta, sia chiaro, siate liberi di sentirvi onorati non siamo così gentili!».

Fu la volta per Alex di ridere, i ragazzi le guardarono divertiti.

I ragazzi notarono la confidenza fra le due ragazze, si vedeva che si conoscevano da tanto tempo e come dire..erano in armonia.

Poco a poco i ragazzi si allontanarono, ognuno con un drink in mano, vispi e contenti di far festa, ma solo uno era rimasto lì.

«Hei, che hai da guardare? Invece di una spruzzata d'acqua vuoi uno schiaffo per toglierti quella faccia da ebete?».

Alex alzò gli occhi prima su Charlie poi su Zayn, Charlie non era mai stata cautelosa su quello che diceva.

«Zayn ti serve qualcosa? E' tutto okay?» Alex, s'intromise nel discorso, cercando di capire cosa gli succedesse.

«Niente Alex, tutto bene», e anche lui se ne andò, guardando Charlie e sfoggiando un sorrisino compiaciuto.

Alex era sicura del fatto che Charlie avrebbe voluto tirargli uno schiaffo.

***

La sera passava, e il turno delle ragazze finì, finalmente per loro.

«Ti va di venire a dormire a casa stasera?» chiese Alex alla sua amica che sbuffava a tutto andare perchè non ne poteva più, dato che era stanchissima.

«Mio padre chiede sempre di te e non vede l'ora di rivederti» riprese, ricordando quante volte suo padre abbia chiesto di far venire Charlie a pranzo o a cena. Quando loro erano piccole, lui le "rapiva" per un intero weekend portandole in campeggio o al maneggio dove impararono ad andare a cavallo, avevano passato insieme momenti indimenticabili e si divertivano da matti con suo padre. Tra l'altro, David, sapeva che Charlie era l'unica vera amica di Alex.

«No Alex non posso, mi dispiace, ma domani ho il turno al bar di mattina e non posso assolutamente arrivare tardi.. »rispose tristemente la rossa, le sarebbe piaciuto tanto, ma sapeva che se sarebbe andata a casa sua non avrebbero dormito tutta la notte facendo casino e ridendo come delle coglione.

«Va bene, ma nessuno ti libera dal 'BALLA DOPO LA PALLA TANTA!'» la rossa scoppiò a ridere.

«Eh va bene, ma questa volta sarò io ad acchiappare più ragazzi»disse Charlie dall'aria superiore.

«Ah sì? Quanto scommettiamo?» disse la castana con tanto di sorrisetto compiaciuto.

«Scommettiamo che, se tu perdi, ti devi fare uno dei ragazzi!», mentre si girò e pose lo sguardo su Niall e Liam, che ridevano di Louis e Harry mentre ballavano.

«Guardandoli meglio..non sono niente male», Charlie si girò nuovamente per guardare però la faccia dell'amica, aveva un'espressione mista tra il sorpreso e il disgustato.

La castana la guardò malissimo e se venne fuori con un: 'Ma di che ti fai? Tu non sei normale!', ridendo, la prese per i polsi e la costrinse a seguirla in mezzo alla folla ballerina e ubriaca, cominciarono a ballare come delle pazze, catturando l'attenzione di molti, ma molti ragazzi.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 

Capitolo 4

La festa stava degenerando, la gente era fuori di testa, e le ragazze erano ancora lì, a ballare e ad attirare sempre più ragazzi.

Ad un certo punto, quelle due, si ritrovarono sui tavoli, che erano circondati dalla maggior parte delle persone che c'era in quel locale, tutti che le guardavano con la bava fin sotto i piedi.

Si scatenavano, volevano divertirsi e vincere la scommessa.

Le due, ballavano in modo sensuale, mettendo in risalto le curve, la band anglo-irlandese le guardavano già da un pò, meravigliati da quelle due scalmanate.

Alla fine della canzone, ci fu una specie di Standind Ovation solo per loro, che intanto scendevano dal loro "palco" per assetarsi dopo tutto quel movimento, erano esauste, ma non negavano inchini e tutto il resto, erano delle cretine adorabili, loro.

Si avviarono verso i ragazzi sorridendo, ma furono fermate da due ragazzi, erano alti e robusti. Uno di loro prese il braccio di Alex malamente, le stava facendo male, si capiva dalla sua faccia, la costringeva a seguirlo ma lei cercava di liberarsi..intanto anche Charlie era in difficoltà, il tipo gli ficcò la lingua in bocca senza pochi preamboli, lei voleva liberarsi, ma non ci riusciva.

La band non ci mise due secondi nel raggiungerli.

«Lasciatele o ve ne pentirete» azzardò Zayn, che nonostante fosse un puttaniere non riusciva a vedere una ragazza in difficoltà, questo ero un lato del suo carattere amato da tutti i componenti del gruppo.

«Eh lasciami, troglodita!» urlò Alex, senza successo.

«Stai zitta o te ne pentirai!» annunciò quel cretino.

«Cosa fate se non le lasciamo, eh?» azzardò l'altro che teneva Charlie ben stretta.

«Uno: possiamo picchiarvi, siamo in 5, e voi sarete anche grossi e palestrati, ma siete sempre 2 coglioni, due..» esclamò Liam, interrotto dall'improvvisa risata di quei trogloditi.

«Voi credete veramente di riuscire a batterci? Voi? Bambocci di 16 anni? Oh, andiamo..AHIA!» esclamò quello. Aveva appena ricevuto un calcio nelle palle, proprio da Alex, la castana riuscì a sfuggire dalla sua presa e scappò dietro a Niall.

Charlie fu salvata da Zayn, che grazie a un momento di distrazione di quei due, aveva tirato un pugno in piena faccia al tipo che la teneva.

I due se ne andarono mandandoli tutti a fanculo, Zayn stava per riacchiapparli, ma fu fermato da Louis, dicendogli che non ne valeva la pena.

Erano fuori al locale ormai, tutti erano agitati e anche arrabbiati con le due ragazze.

«Ma siete impazzite? Ma che vi passa per la testa?» sbuffò Harry,

«Vi pare il modo di ballare e attirare così tanti ragazzi? Eh? Non avete visto cosa è successo poco fa?» era davvero scocciato dal loro comportamento.

«Così ci guardavi eh? Non eri impegnato con quella bionda rifatta?»rispose Alex, sorridendo. Harry alzò un sopracciglio e la guardò, stette zitto, non sapeva cosa rispondere, o almeno non voleva ammetterlo. La verità è che quando vide Alex ballare, si fermò per ammirarla fregandosene di quella bionda; la castana era così bella e sicura di sè mentre il suo corpo andava a ritmo con la musica, che meritava d'essere vista dal doppio delle persone che erano lì, era una forza della natura, doveva ammetterlo.

«Ricciolino non sei nostro padre, non devi preoccuparti per noi, siamo abbastanza grandi per cavarcela da sole.. »sbottò Charlie che era agitata, ma anche scocciata del fatto che qualcuno la stesse rimproverando, nessuno lo faceva.

«Sentite ragazzi, vi ringraziamo ma..non abbiamo bisogno di qualcuno che ci faccia da balia, non è la prima volta che succede e poi era una scommessa! Chi acchiappava più ragazzi vinceva! »disse guardandoci.

«A proposito, ho vinto io Charlie! »disse, guardando poi la rossa.

«Che cosa? No, ho vinto io di gran lunga, Alex! Hai bisogno di una visita oculistica, per caso? Non hai visto quanti ragazzi avevo intorno? »sbottò l'altra.

«Sì, voi siete impazzite» s'intromise Liam, era sorpreso e anche divertito a dire la verità, le amiche lo guardarono e scoppiarono a ridere.

***

Erano arrivati al Wilson hotel in taxi, il viaggio l'avevano trascorso in silenzio, Harry e Alex ogni tanto, si volgevano sguardi che avrebbero potuto incendiare una casa, presente quando nei cartoni animati ci sono gli "avversari" che si incontrano e scatta quella specie di fulmine che va dagli occhi di uno agli occhi dell'altro? Così. I ragazzi lo notarono, e sinceramente erano spaventati, Harry era come una bomba, Alex invece, beh ecco, ancora non la conoscevano bene, ma intuirono che non era una ragazza facile, proprio no.

Erano in ascensore tutti e sei, Niall si lamentava come suo solito perchè aveva fame, Zayn si guardava stranamente allo specchio, Liam stava sgridando Louis perchè gli aveva appena strizzato un capezzolo, Harry stava scancherando col telefono. Alex li guardava divertita, li trovava carini, infondo, tranne Harry, lui era soltanto uno sbruffone.

«Non ti cambi più alla wonderwoman, Alex?» disse all'improvviso il biondo divertito, attirando l'attenzione degli altri su di lei.

«No biondo, non ne ho bisogno, mio padre starà già dormendo, quindi non corro il rischio» quella fu la sua risposta, seguita da una fragorosa risata.

«Perchè lo fai?» domandò il moro, sempre più curioso.

La castana lo guardò, non ridendo più e cambiando la sua espressione, che diventò fin troppo seria.

Si aprirono le porte dell'ascensore, proprio in quel momento? Si chiese Harry.

Lei uscìì immediatamente, e si avviò verso la sua porta, li salutò, facendo soltanto un cenno con la testa.

***

«Stasera mi sono divertito tantissimo!» urlò Liam, buttandosi sul lettone che divideva con Niall.

«Si anch'io! Quel locale poi è una bomba!» ribattè il biondo che mangiò fino all'ultima merendina del pacco.

«Non credevo che Alex fosse così, insomma è davvero misteriosa quella ragazza, non credete?» disse Louis, meritandosi le occhiate degli altri e passeggiando avanti e indietro per la stanza.

«Insomma, prima è vestita con un terribile tailleur, ci ha fatto da guida spiegandoci tutte le cavolate che c'erano in quel museo, poi c'è stata la trasformazione nell'ascensore, lavora in un locale e in più si mette a ballare come una pazza con quella sua amica per una scommessa..vi pare normale una così? Che starà nascondendo?» riprese, andando a sedersi vicino al moro e inarcando le sopracciglia, assumendo un comportamento alla Sherlock Holmes.

«Secondo me è solo una viziata che per non annoiarsi fa queste cavolate all'insaputa del padre, è solo una ragazzina..» ribattè il riccio, scrivendo velocemente un messaggio, probabilmente a sua madre. Prima di andare a dormire, anche se erano le 4 di mattina le mandava un messaggio per dirle che stava bene e per dirle che le voleva bene.

«Devo fare assolutamente delle ricerche» eccolo, Louis era partito, voleva saperne di più e non l'avrebbe fermato nessuno.

«Zayn tu che ne pensi? »riprese, rivolgendo la domanda al moro che sembrava tra le nuvole.

«Zayn? Ci sei?» disse Niall, addentando qualche Haribo, era un pozzo senza fine.

«ZAYN!» urlò il riccio che fece sussultare Zayn dal letto.

«Che hai, tutto bene, fratello?» riprese Harry.

«Sìsì, tutto okay, stavo solo pensando..» rispose, fissando insistentemente il letto.

«Stavi pensado a Charlie, eh? eh? eh?» chiese Louis con fare divertito e dando qualche piccola gomitata al braccio di Zayn.

«Ma che cavolo..NO! Assolutamente no!» disse, rianimandosi improvisamente e diventando tutto rosso.

«Sese, ho visto come la fissavi mentre ballava, andiamo ammettilo, ti piace la rossa!» e lì, tutti scoppiarono a ridere per la frase di Louis; ma venne improvvisamente interrotto da Zayn, che si gli si era appena buttato addosso picchiandolo a cuscinate.

Da lì a poco la stanza diventò un campo di battaglia, tutti che urlavano come dei matti e si ammazzavano di cuscinate.

Quando la cuscinata-guerra finì, la stanza era avvolta dal silenzio, erano entrati tutti in coma per il sonno.

Quello era soltanto il primo giorno, chissà cos'altro sarebbe successo.

 

 

naiubdauibd Buondì! Bene, è la prima volta che scrivo una nota, e sono nervosa..ma perchè? è.é

Beh, spero vi piaccia la mia storia, e se vi piace recensite!

*angolo ringraziamenti*

Ringrazio una mia amica che mi ha aiutato tantissimo nella stesura del capitolo e nel trovare delle idee! Okay, dopo questa me ne vado, ciao! :3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

Capitolo 5

Alex fu svegliata da Eveline quella mattina, che le aveva portato la colazione. Insieme fecero quattro chiacchiere come d'abitudine, fino a che quest'ultima non dovette andarsene per fare delle commissioni.

La ragazza si mise il costume da bagno, coperto da un vestitino leggero che le arrivava a metà coscia, era una giornata troppo bella per restare rinchiusi in casa.

Scese e uscì dalla porta posteriore dell'hotel, che dava proprio sulla piscina, solo lei conosceva quell'uscita. Essere la figlia del proprietario aveva i suoi vantaggi, conoscere tutte le entrate e le uscite era una buona cosa se non avevi voglia di aspettare masse di persone che ti ostacolano dappertutto.

Si guardò intorno, c'era poca gente, ma non stette a guardare e a domandarsi se li avesse intravisti da qualche parte, no, si levò il vestito e le infradito e si buttò in acqua.

Aveva sempre amato nuotare, un pò perchè la distraeva da tutto il resto, un pò perchè quando era lì sotto non sentiva nulla, c'era solo lei.

I suoi pensieri furono interrotti da tipi che si buttarono a bomba nella grande vasca, la ragazza ritornò in superficie per vedere chi cavolo era e perchè no, anche per mandarlo a fanculo.

«Ah bene, siete voi! Stavo per mandarvi a fanculo, sapete?» rispose scocciata Alex, mentre la band rideva, beh band, non era al completo, il riccio era sdraiato beatamente sullo sdraio.

«Che avete da ridere?» riprese, ancora più scocciata.

«Non fare la scocciata, noi siamo ancora arrabbiati!» affermò Louis, assumendo tutto d'un tratto una faccia seria, fingendo ovviamente.

«Arrabbiati? E per cosa? Per fare quello che voglio? Non devo darvi spiegazioni...siete voi sotto la mia responsabilità, non io sotto la vostra!» esclamò, la ragazza, buttandosi i capelli all'indietro e uscendo da quella grande massa d'acqua.

Uscirono anche i ragazzi, sembravano dei cagnolini.

«Oggi cosa facciamo Alex?» disse Niall, buttandosi su uno sdraio.

«Avevo intenzione di starmene qui, perchè?» rispose quella, aggrottando le sopracciglia.

«Si da il caso che tu sia la nostra guida! Pertanto devi farci visitare la città!» esclamò Liam.

«E devi ringraziarci per bene per ieri sera, dato che ti abbiamo parato il culo!» disse il moro, asciugandosi il petto con un asciugamano.

Alex li gardava estrefatta, ma che cavolo volevano da lei?.

«Se vi porto in un museo vi annoiate, se vi porto nel locale in cui lavoro vi incavolate perchè faccio una cosa che faccio sempre..ma cosa volete?» sbottò lei.

«Sapere perchè fai tutto questo alle spalle di tuo padre..» esclamò quello che fino ad ora non si era nemmeno degnato di guardarla o almeno salutarla. Si alzò e si avvicnò a lei, guardandola con aria di sufficienza.

«Perchè tuo padre non sa quello che fai, no?» riprese, quando fu talmente vicino da sentire il suo respiro.

Alex si avvicinò sempre di più a lui, spingendolo fino al bordo della piscina, all'insaputa del ricciolo.

«Che c'è? Vuoi spruzzarmi dell'acqua?» chiese lui ridendo e scatenando il risolino di tutti.

«Mh, mi piacerebbe tantissimo, giusto per levarti quel bel faccino da bebè, ma sai com'è, con te non basterebbe soltanto una pompa spara-acqua, a te servirebbe un oceano dove potrei tenerti sott'acqua finchè non impareresti a pensare e a farti i benedetti cazzi tuoi, Styles».

Alex rispose per le righe, usando un tono di voce ironico e allo stesso tempo provocante, troppo provocante per i gusti di Harry. L'essere provocante è un lato del carattere di Alex che lui aveva notato la prima volta che l'aveva vista, e non gli dispiaceva affatto, gli piacevano le ragazze come lei, una preda da inseguire.

Peccato che per lui, la castana era soltanto una ragazza viziata.

Fece sparire quei pensieri dalla sua contorta testa pronto a rispondere per le rime, ma non ci riuscì; Alex lo aveva appena spinto, facendolo cadere in acqua.

I ragazzi ridevano come matti a quell'episodio, lui infuriato uscì dalla vasca, non la sopportava più.

«Ragazzi ci vediamo nella hall all'una, va bene? Si va a pranzare da Nando's!» esclamò tutta contenta, facendo saltellare Niall dalla felicità.

«Perfetto! Ci sarà anche Charlie?» sussurrò Zayn, vicino all'orecchio di Alex, come se non volesse farsi sentire dagli altri.

«Sì..no..non so, perchè?» rispose curiosa la ragazza.

«No niente chiedevo! Anche lei deve ringraziarci per ieri..quindi sarete voi due a pagare!» assumendo all'improvviso un tono più forte per farsi sentire dagli altri.

Gli altri componenti sprizzavano gioia da tutti i pori. Alex s'intenerì e decise di accontentarli, solo per questa volta.

«Eh va bene, eh va bene! Ma solo per questa volta, sia chiaro! All'una, ricordatevi!» disse la castana ad alta voce, dato che si allontanò sempre di più per rientrare in albergo.

***

«Quanto mi mancava il pollo di Nando's, mi sembra secoli che non vengo!» farfugliò Niall, addentando una coscia di pollo, ne aveva almeno dieci nel piatto e ne stava addentando una per una.

Alex scoppiò a ridere, Niall la divertiva un sacco. Chi non si divertiva con Niall? Era un irlandese tenero che sparava minchiate ogni tre per due, ed era dotato di una risata molto coinvolgente.

«Niall ti giuro che potrei sposarti!» disse quella mentre mangiava e rideva, fino a che non cominciò a tossire come una forsennata. Niall gli colpì fievolmente la schiena e le offrì un bicchiere d'acqua.

«Per me va bene, ma non farmi diventare vedovo prima del matrimonio» rispose il biondo, che si mise a ridere pure lui.

Alex dopo essersi ripresa sospirò e si appoggiò sullo schienale della poltrona.

«Oddio, mi sono vista la vita davanti!» esclamò quella.

Niall, Louis e Liam scoppiarono in una fragorosa risata, mentre gli altri due erano nel loro mondo.

«Perchè fate gli associali voi due?» chiese a quei due che scancheravano continuamente con i loro cellulari e non partecipavano per niente.

Questi alzarono gli occhi su di lei e Harry se ne venne fuori con un: Farti gli affari tuoi, no? Il quale si guadagnò un'occhiataccia da parte di Alex, mentre Zayn se spiaccicò parola, nessuno comprese, la castana sospirò quando il suo telefono cominciò a squillare.

«Hei, ma che fine hai fatto? Ti stavamo aspettando» chiese, guardando Zayn, che capì che quella che aveva chiamato Alex era Charlie, era improvvisamente più partecipe.

«Quel cavolo di bar che non mi lascia un minuto libero! Senti ho una brutta notizia, il capo mi ha detto che stasera saremo noi a fare il turno» disse la rossa.

«CHE COSA? No, io gli ho detto chiaramente quando posso o non posso lavorare, Charlie!» sbottò, guadagnandosi le occhiatacce dei molti presenti nel ristorante.

«Ha detto che se per te questo lavoro è importante devi esserci, o sai dov'è la porta, parole testuali..» rispose quella dall'altro lato del telefono.

«Che palle, e va bene, solito orario?» disse, calmandosi.

«Sì, porterai con te quella sottospecie di scimmie?» urlò la rossa, quasi volesse farsi sentire dagli altri, e a quanto pare ci riuscì dalla faccia di Louis, alla quale Alex non riuscì a trattenersi.

«Se loro vogliono...» disse guardandoli e chiedendoglielo con lo sguardo, quelli annuirono.

«Sì, vogliono venire, a stasera rossa!» riprese, la salutò, ricevendo indietro un 'a stasera bella'.

«Stasera si fa baldoriaaaaaaaaa!» urlò Niall.

«Ma che urli scemo!» esclamò Harry.

«Scusa associale» si scusò il biondo, usando quel termine usato poco prima da Alex, il ricciolo lo guardò molto male e lei accorgendosene ci rise sopra.

 

*Spazio autrice*

Okay, scusatemi, so che questo capitolo è un pò morto! Ma dal prossimo succederanno cose più interessanti, oh yeah!

Quanto è dolce Niall che mangia a più non posso e gli manca Nando's? Troppo *w*

Ciaoo, Ile :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 

Capitolo 6.

«Ma quante cazzo di persone ci sono stasera?» urlò Alex per farsi sentire da Charlie.

«Anche troppe! Non è mai stato così pieno, porca puttana!» sbottò Charlie.

«Viva la finezza!» disse scoppiando a ridere coinvolgendo anche l'altra.

«Alex, ma quello non è Harry?» esclamò la rossa ad un certo punto.

«Dove? Ah..sì, tu non sai, ma è davvero un coglione» sbottò quella rispondendo.

Alex lo guardava insistentemente e Charlie accorgendosene cominciò a ridere come un matta.

«Smettila di ridere, stupida!» urlò la castana.

«La smetto, la smetto! Ma tu piantala di mangiartelo con gli occhi!» disse ridendoci su.

«Ma ce l'ha con le bionde? E poi si vede che è più grande di lui...no ma guardalo, sembra un cavallo in calore, che schifo!» sbottò dopo un pò.

Charlie non la sopportava più, andava avanti a dire le stesse cose da venti minuti ormai..la sua migliore amica si stava interessando al riccio per caso? Era da troppo che non parlavano e stavano un pò da sole.

«Senti io vado un attimo in bagno, arrivo tra poco!» esclamò la rossa saltando il bancone e avviandosi.

La sua via fu intralciata da qualcosa, o meglio, da qualcuno.

Zayn l'aveva appena presa per il polso e la fece entrare nello sgabuzzino dove si teneva l'occorrente per pulire il locale.

«Ma che cazzo fai? Sei scemo?» sbottò arrabbiata la ragazza.

«Sei molto gentile e raffinata, sopratutto dopo averti salvata ieri sera! Sai mi aspettavo un ringraziamento diverso..» Charlie cominciò a ridere, Zayn non capiva niente.

«Cosa ridi?» chiese lui.

«Credi davvero che verrò a letto con te solo per ringraziarti? Tu stai male, se pensi questo!» rispose Charlie.

«Non ho mai incontrato un ragazza come te capace di smontarmi ogni due secondi, sei scocciante!» sbottò il moro, causando in Charlie rabbia, chi era lui per giudicarla quando non la conosceva?.

«Senti babbuino, tu non sei nessuno per dirmi come sono va bene? E scusami se non sono una tua fan che farebbe di tutto per venire a letto con te e comunque se anche lo fossi, continuerei a pensare che sei solo un ragazzino che si crede figo solo perchè è una star e acchiappa più ragazze del solito» disse la rossa, avvicinandosi sempre di più a lui, spingendolo fino a farlo combaciare con il muro di quella piccolissima stanza.

Zayn capovolse la situazione, adesso era Charlie con le spalle al muro e la intrappolò tra le sue braccia.

Non perse un minuto in più e la baciò, lei si staccò immediatamente e gli tirò uno schiaffo, ma Zayn non ci fece caso e ritornò a baciarla con ancora più foga.

Questo bacio durò di più, Zayn si era posizionato meglio tra le sue gambe, Charlie cercò di liberarsi; quando ci riuscì gli tirò un secondo schiaffo, questo aveva fatto molto più male, tanto che Zayn dovette toccarsi la guancia per sentire se fosse ancora lì.

Charlie lo guardò male e si avviò verso la porta.

«Non mi arrendo così facilmente rossa, tu sarai mia» queste furono le ultime parole di Zayn, prima che lei se ne andasse e sbattesse la porta in modo violento.

***

«Quando finisce il tuo turno, Alex?» chiese il riccio, una volta raggiunto il bancone insieme alla sua nuova amichetta bionda.

Alex alzò gli occhi verso di loro.

«Tra poco, perchè?» rispose la castana.

«Voglio sapere quando comincerai a ballare come una scatenata su un tavolo per attirare le persone su di te, e quanto ci metterai, ho una vita e delle esigenze..» disse, interrotto dalla risata di Alex.

«Ma cosa vuoi fare con quella faccia da bambino? Senti tu..»rivolgendosi alla bionda, tutta rifatta, di fianco a lui «Non rimanerci male quando scoprirai che l'età non è l'unica cosa piccola in lui» riprese la castana, ridendo di gusto.

Harry la guardava davvero male, non riusciva più a sopportarla.

«Beh almeno io andrò a letto con una star, tu sei soltanto una pezzente che lavora in uno stupido locale» prese parola la ragazza accanto al riccio, lui rideva.

«Devo dire che la tua voce si abbina perfettamente a come sei, un'oca, e comunque puoi andare a letto con tutte le star che vuoi, ma alla fine spero capirai che loro vengono a letto con te per quella massa di tette finte e per quei chili di trucco che hai in faccia»ribattè la castana con un sorriso compiaciuto, l'aveva completamente abbattuta, infatti era rimasta a bocca aperta e non sapeva come ribattere.

«Okay che sei abituata a tenere la bocca aperta ma..chiudila un pò, o ti entreranno le mosche!» riprese.

«Harry andiamocene, non ho più voglia di star qui a parlare con una pezzente» disse la bionda, Harry si fece trascinare, 'coglione' disse Alex a sottovoce, tanto anche se l'avrebbe urlato non l'avrebbe sentita nessuna da quanto era alta la musica.

***

Alla fine del loro turno, Alex e Charlie si erano rintanate in una specie di spogliatoio, riservato solo al cast del locale.

Alex raccontò come aveva risposto per le rime a quella oca bionda tutta rifatta e Charlie "ascoltava", per modo di dire, dato che non riusciva a smettere di pensare al suo bacio con Zayn.

«Charlie mi stai ascoltando?» chiese alla rossa.

«Sì Alex, gli hai detto che è figa, ho sentito..» rispose Charlie mentre si allacciava una scarpa.

Alex la guardò disgustata.

«Ah sì? Le ho detto che è figa? Ma l'hai vista?» sbottò la castana, Charlie la guardò confusa.

«Ma che hai? Come mai sei così pensierosa?» riprese, dopo un pò, una volta calma.

«No niente..tu piuttosto che hai, stai sempre a parlare di Harry, ma che t'importa?» chiese stranita.

«Non m'importa un fico secco di lui..è solo un bamboccio.» disse la castana in modo convincente, la rossa decise di crederle, se Alex cominciasse a sentire qualcosa per lui, gliel'avrebbe detto sicuramente.

***

Erano in macchina e stavano ritornando all'albergo, Alex, Niall, Louis, Liam, Zayn e Harry accompagnato dalla bionda rifatta.

Si sbaciucchiavano ogni tanto meritandosi sguardi schifati da parte di tutti quanti, Alex stava per vomitare.

«Liam è vero che hai una fidanzata?» chiese Alex per non continuare a guardare quello spettacolino a dir poco agghiacciante.

Liam annuì «Sì, si chiama Danielle ed è una ballerina, l'ho conosciuta ad X-factor, io cercavo di diventare quello che sono adesso e invece lei ballava, è inglese ed è meravigliosa» si vedeva quanto lui l'amasse, quando parlava di lei gli si illuminavano gli occhi.

«Louis anche tu avevi una ragazza non è così?» chiese poi a Louis.

«Si chiamava Eleanor, era una modella ma non è durata tanto, peccato..a lei piacevano le carote, non si trovano tante ragazze che mangiano carote!» mi spiegò, Alex scoppiò a ridere.

«Io mangio le carote, anzi, posso dirti che è la verdura che più preferisco in assoluto! Nella mia famiglia, ti dico, non tutti amano le carote, solo io e mia cugina..» spiegò lei.

«No mi dispiace Louis, lei si sposerai con me, non ti ricordi?» saltò su Niall, era un pò ubriaco ma qualcosa lo capiva, e già aveva capito cosa volesse chiedergli l'amico.

«Eddai Niall, ci sono così tante fan che ti vogliono, lasciami Alex»Niall lo guardò male.

«No!» esclamò il biondo fingendosi offeso.

«Ma mangia le carote!» sbottò occhioni azzurri.

«No, ormai è mia moglie, cercatene un'altra» Louis gli fece le coccole, ma non lo convinse, Alex scoppiò a ridere.

Strano, da quando li conosce non faceva altro che scoppiare a ridere, erano davvero comici.

«Alex ma tu sei una nostra fan?» chiese improvvisamente Zayn, Alex lo guardò confusa, non si aspettava questa domanda, tutti e quando dico tutti, volevano ascoltare la risposta.

«Se devo essere sincera, no. Se mio padre non mi avesse tartassato col fatto di essere la vostra guida, probabilmente non vi avrei mai conosciuto e non avrei mai saputo chi foste» rispose la castana.

«Mi ha fatto vedere giornalini con delle vostre interviste, vostre foto, mi ha fatto ascoltare addirittura delle canzoni» riprese quella.

«Ma prima d'allora non mi avevano mai parlato di voi, no!» terminò Alex.

«Perchè ha insistito tanto che tu fossi la nostra guida?» disse il riccio, interrompendo i suoi momenti di slinguazzamento.

«Beh ecco, lui era contento che delle star internazionali avrebbero alloggiato nel suo hotel, avrebbero diciamo così "alzato" il livello di prestigio, anche se è già un hotel a 5 stelle» rispose al riccio, che annuiva.

«E poi è vero che sono una delle poche a conoscere così bene la città, e poi c'è anche il fatto che si fida più di me di una persona mai conosciuta, quindi..» riprese la ragazza.

I ragazzi annuirono.

«Se ci chiederà come stai andando noi diremo che sei perfetta come guida e "tutrice"» disse Niall, tutti scoppiammo a ridere.

«Grazie Niall »ringraziò dolcemente e regalandogli un sorriso che nessuno di loro aveva mai visto, era..dolce, sincero.

«E così sei figlia di un proprietario di hotel, e io che pensavo fossi una pezzente..» interruppe la rifatta, diventando magicamente carina.

«Diciamo che in questo caso la pezzente sei tu» non voleva essere cattiva, ma con quella lì non poteva farne a meno.

Non aveva mai sopportato le tipe come lei, e a L.A. ce n'erano davvero troppe, per questo Charlie era una delle pochissime persone con cui stava, lei era vera.

«A proposito com'è che ti chiami? Non mi ricordo più sai..» riprese la castana, lei stava per rispondere quando Harry la interruppe.

«Si chiama Buddy!» disse, fiero di sè, Alex guardò la ragazza per come dire 'machecazzo di nome c'hai? Il nome di un cane?'.

«Veramente mi chiamo Bonnie» rispose quella scocciata, più dal modo in cui Harry l'aveva interrotta, più per come l'aveva chiamata.

Poverina, il riccio gli aveva appena storpiato il nome, e quando lui se ne accorse rimase a bocca aperta e facendo il pentito, le chiese scusa al quale lei rispose con un 'non preoccuparti, non perderai l'occasione di andare a letto con una come me' al quale tutti si misero a ridere.

«Cavolo Styles, sei davvero fortunato!» Alex non riusciva a smettere di ridere e anche gli altri non si tiravano indietro.

Per essere sinceri, anche Harry stava per mettersi a ridere ma la realtà è che voleva andare a letto con una ragazza quella sera e non voleva perdere l'occasione con quella bionda, quindi la "difese".

«Dio mio, sei proprio disperato, è la prima volta per caso?» disse Alex.

«Ti piacerebbe, ma almeno io sto per andare a letto con qualcuno, da quant'è che tu non lo fai? O almeno, l'hai mai fatto?» rispose Harry.

«Oh sì caro, e nessuno si è mai lamentato, anzi, a fatica si alzavano dal letto» rispose la castana per le rime, alzando un sopracciglio.

Sapeva sempre come lasciarlo a bocca asciutta, e dire che lui aveva sempre l'ultima parola.

«E comunque preferisco conoscerle un pò le persone, non sono una che si espone così facilmente alla prima occasione> riprese, riferendosi sia ad Harry che a Bonnie.

«Hai la mia stima, ragazza» esclamò Zayn, facendo scoccare la sua mano con quella di Alex in un batti 5.

Arrivarono all'albergo e tutti si avviarono all'ascensore, tranne Harry che fermò Alex, voleva parlarle.

«Amorino non vieni?» chiese quella con quella voce gracchiante, già nell'ascensore.

Il ricciolo, per il soprannome che gli aveva affibbiato, fece una faccia disgustata, ma poi decise di sorriderle e risponderle.

«Certo piccola arrivo subito» rispose lui, fingendosi contento.

Finalmente si chiusero le porte, adesso poteva affrontarla.

«Cosa vuoi? Non vedi che la tua accompagnatrice ti reclama?» disse scocciata.

«Perchè trovi sempre il modo per sputtanarmi, che ti ho fatto io?» rispose Harry.

«Mh, penso che tu sia uno stupido, un impiccione, un viziato e un puttaniere, e in più devo ammettere che mi diverte tantissimo prenderti per il culo» rispose con quel tono provocante che la caratterizzava.

Ad Harry per un nano secondo passò per la testa di prenderla e baciarla per farla stare finalmente zitta, aveva delle labbra così invitanti e carnose, alle quali difficilmente si poteva dire di no.

«Sei davvero una viziatella!» riprese, cercando di eliminare quegli stupidi pensieri..erano così tanto stupidi?.

Sì Harry lo sono, non pensare a quanto lei sia bella e..e..cavoli se era bella!.

«Sei morto? Oh, bene, meglio per me!» quella si girò cercando di andarsene, ma Harry la prese per il polso e la avvicinò a sè.

Alex emanava quell'odore di menta e cocco, che lui aveva imparato ad apprezzare.

«Ma che fai?» gli chiese la castana abbassando il suo tono di voce notevolmente, era in uno stato più che confusionale.

«Sei acida» rispose Harry, anche lui con un tono più basso del normale.

Alex si liberò dalla sua presa ben stretta.

«Sei un bamboccio!» urlando.

«Sei stronza, assurdamente stronza!» anche Harry cominciò ad urlare, per fortuna che a quell'ora non c'era quasi nessuno, quei pochi presenti però si girarono verso loro.

Cominciò una guerra di insulti tra i due e come se non bastasse quando Alex spintonò Harry, questo finì contro un cameriere che stava armeggiando con una di quelle aspirapolveri giganti per pulire la hall.

Un secondo, bastò un solo fottutissimo secondo per far sì che in quella hall regnasse l'inferno, gente che correva a destra e manca, il tubo dell'aspirapolvere che serpeggiava nell'aria e liberava polvere, camerieri che cercavano di fermare quell'apparecchio dell'inferno e Harry a Alex che guardavano la situazione scioccati e a bocca aperta per il disastro che avevano combinato.

 

*Spazio autrice*

Uhh, e chi se lo immaginava che Zayn e Charlie si baciassero?

E che Zayn vuole conquistarla!

E Harry e Alex che litigano e trasformano quella povera hall in ua giungla?

Ringrazio tutte le ragazze che leggono e recensiscono!
Spero vi piaccia, e dato che è la mia prima FF abbiate pietà :3

Bene, vi saluto, bye! <3

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
«Adesso spiegatemi come avete fatto a rivoltare la hall dell' hotel alle 4 del mattino» chiese David, seduto sulla grande poltrona del suo ufficio.
Alex e Harry, dopo il casino combinato, erano stati mandati dalla guardia di sicurezza nell'ufficio del proprietario.
«Scusaci papà, è che stavamo discutendo sulle mete da visitare e abbiamo opinioni diverse..» rispose Alex guardando Harry.
«E c'è bisogno di litigare e trasformare il mio albergo in una giungla, Alex?» riprese suo padre, che nonostante tutto aveva un tono di voce non arrabbiato, sarà perchè era davvero stanco, talmente stanco da ospitare i ragazzi in pigiama e in vestaglia da notte.
«Signor David, ha perfettamente ragione, ci scusi, non succederà più..» riprese Harry, che non aveva parlato fino a quel momento.
«D'accordo, mi fido, e sinceramente sono troppo stanco per farvi la ramanzina» disse il signor David sbadigliando e sorridendo ai ragazzi. 
«Piuttosto..avrei voluto vedere la scena, è stata divertente, vero?» riprese divertito, immaginando la scena.
«In effetti...sì, papà!» riprese Alex ridendo, seguita a ruota da Harry.
«Mh, bene, Alex ma dove siete stati? Come mai sei vestita in quel modo?» domandò il padre aggrottando le sopracciglia.
Alex lo guardò sorpresa. Già, non si era cambiata.
Aveva un pantalone nero lucido, una canottiera bianca stampata, tacchi altissimi ed era truccatissima.
Harry stava per rispondere al posto suo ma venne interrotto immediatamente dalla castana.
«Emh, siamo andati ad una festa in maschera, papà! E io mi sono travestita da pop star..ti piace?» rispose Alex preoccupata, suo padre la squadrò dalla testa ai piedi.
«Stai molto bene vestita così, scricciolo!» disse infine.
Alex tirò un sospiro di sollievo, aveva paura che scoprisse che lavorava in un pub; per fortuna suo padre non era mai stata una persona diffidente, si fidava ciecamente di lei e le dava tutto il sostegno di cui aveva bisogno.
Se avesse scoperto il segreto però, era sicura che il loro rapporto sarebbe cambiato.
«Grazie papà» rispose quella.
«Bene, adesso a letto» disse David alzandosi dalla poltrona e avviandosi verso sua figlia, le baciò la fronte e salutò Harry con una pacca sulla spalla.
«Ah, Harry, domani andrebbe a te e agli altri venire a pranzo da noi? Così parliamo su come sta andando l'escursione a Los angeles» domandò David.
«Certo signore, sarà un piacere pranzare con voi» rispose il riccio sorridendo.
«Perfetto, dirò a Eveline di preparare un pranzo coi fiocchi, come fa sempre del resto!» disse lui uscendo dalla porta.
In quella stanza c'erano soltanto lei e Styles, in silenzio.
Si guardarono e si alzarono pure loro, Harry stava per aprire la porta quando Alex gli prese il polso e lo fece girare.
«Cosa stavi per dire quando mio padre ci ha chiesto dove eravamo andati?» domandò la castana.
«Che eravamo andati nel locale dove lavori tu - rispose lui, sorridendo - ma per sfortuna non ho potuto dirlo» riprese subito dopo.
«Sei uno stronzo, e se ti azzardi a parlargliene, SEI MORTO» disse quella avvicinandosi alla porta, ma subito fermata dal ragazzo.
La fece appoggiare alla porta facendo combaciare la sua schiena all'entrata, lui le si avvicinò pericolosamente e le bloccò l'uscita con le braccia.
«Spostati, immediatamente» gli disse la ragazza.
«Non voglio» disse lui.
«Ti ritroverai senza palle tra 1, 2 e..» Alex fu interrotta da Harry.
Il giovane la baciò per farla stare zitta, la baciò perchè lo faceva andare fuori di testa, la baciò perchè sinceramente non aspettava altro.
Alex all'inizio non reagiva, lasciava fare tutto a lui - era davvero sconvolta - ma quando sentì la sua lingua chiederle accesso, schiuse la bocca e si lasciò andare.
Quel bacio stava prendendo una via decisamente diversa, si baciavano con foga, come se fossero anni che non provavano cose del genere.
Le mani di Harry accarezzavano tutto il corpo di Alex, voglioso di scoprire sempre di più. La ragazza, invece, aveva una mano sul suo petto e l'altra tra i suoi capelli.
Harry improvvisamente, la prese per i glutei e lei circondò il bacino di lui con le sue gambe, così da sentirlo sempre di più.
Il ragazzo si avviò verso la scrivania con lei ancora avvinghiata, buttò per terra tutto quello che trovò, e la fece sedere lì. Tra loro c'era attrazione e questo si vedeva.
Il bacio durò ancora una manciata di minuti, giusto il tempo per Harry di baciarle il collo, lasciarle qualche traccia di lui e  ritornare a baciarle quelle labbra, a cui ormai non poteva resistere.
Si staccarono e Alex gli morse il labbro inferiore. Cercarono di calmare i loro respiri e riprendersi, ma quando Harry cercò di riprendere possesso delle sue labbra, lei si spostò tirando indietro la testa e lo allontanò con una mano.
«Che c'è?» chiese lui affannoso e con uno sguardo disperato.
«Ho sentito dei rumori» disse lei con un tono di voce che Harry a malapena sentì.
Si mise ad ascoltare, ma sinceramente pensava più a quella ragazza che aveva di fronte che ai rumori.
Lui cominciò a baciarle il collo fregandosene dei suoi lamenti, lei invece era all'erta ai vari rumori.
«Harry smettila!» sussurrò, ma lui sembrava non sentisse nulla.
«Harry, ti tiro un pugno» la castana alzò un pò la voce. Lui la zittì con un altro bacio e le accarezzò la schiena sotto la fine canottiera, facendo in modo che lei si lasciasse andare un'altra volta. Le piacevano quelle labbra morbide al sapore di vaniglia e il tocco delle sue mani su di lei, che la mandavano letteralmente in estasi.
Quel sogno sparì nel momento in cui Eveline aprì di scatto la porta. Loro si separarono immediatamente e cercarono di ricomporsi.
«Ragazzi che succede?» chiese la signora.
«Mh, niente Eveline, che..che ci fai qui a quest'ora?» rispose Alex, sperando non avesse visto niente.
«Il signor David mi ha chiesto di venire a controllare che non stavate litigando..» disse lei.
«E' tutto a posto Eveline, davvero, grazie per esserti preoccupata» riprese la castana.
Eveline si congedò dando la buonanotte a tutti e due.
«E' meglio andare a dormire adesso..» disse Alex.
«Insieme?» domandò Harry, guardandola maliziosamente. Non aveva avuto abbastanza quella sera?
Alex lo guardò di sottecchi, divertita.
«No, tu in camera tua e io in camera mia, chiaro?» rispose lei spingendolo fuori dall'ufficio di suo padre.
«E poi ricordati che c'è una professionista in camera tua che ti aspetta..» riprese lei, scocciata un bel po' da quella cosa.
«Perchè devi rovinare sempre tutto?» chiese lui infuriato.
«Senti Harry, questo bacio è stato una sciocchezza, non è mai successo va bene?» chiese lei, per poi avviarsi alla porta della sua suite.
Harry la vide sparire e decise di entrare nella sua.
Niall e Liam ormai dormivano come ghiri e Zayn fumava alla finestra, quel ragazzo non gliela raccontava giusta, ultimamente era troppo pensieroso. Louis probabilmente era in bagno.
Bonnie era seduta su una sedia e stava scrivendo qualcosa al cellulare, quando lo vide sorrise e si avvicinò a lui con nonchalance.
«Ma quanto ci hai messo? Mi hai fatto aspettare tantissimo!» disse la rifatta con voce gracchiante.
«Scusami ma te ne devi andare» replicò lui con voce ferma.
«Che cosa? Io ho aspettato così tanto per niente?» urlò quella facendo sobbalzare Liam nel sonno.
«Non urlare, hai fatto quasi svegliare Liam!» rispose Zayn, spegnendo la sigaretta e avviandosi nel suo letto.
«E a chi importa?» disse lei di getto.
«Non ti sopporto più, chiamo un taxi e te ne vai, d'accordo?» disse il riccio, chiamando la hall per fargli prenotare una macchina che lo avrebbe salvato da quella oca.
«Sei un bambino, quella pezzente c'ha ragione» esclamò quella meritandosi un'occhiataccia dal ragazzo.
La sbattè fuori dalla porta e mise la sveglia alle 12.00, all'una avrebbero pranzato con la famiglia Wilson.
 
***
 
I ragazzi si trovavano già seduti a tavola con David e la piccola Rosie, naturalmente la ritardataria era Alex, come sempre.
«Eveline, può andare a chiamarmi Alex, l'ho svegliata prima io ma evidentemente si è riaddormentata..» chiese alla signora in piedi pronta a qualsiasi richiesta.
«Certo signor David, la vado a chiamar subito» disse lei, sorridendo.
«E dille di portarmi le bambole che ho lasciato ieri in camera sua, Eve!» esclamò la bimba, facendo sorridere i presenti, solo lei e Alex la chiamavano Eve, Rosie perchè non sapeva pronunciare per completo il suo nome e Alex perchè aveva estrema confidenza con lei.
«Certo piccola Rosie» rispose, avviandosi verso la camera della castana.
Eveline la trovò nel suo letto a dormire placidamente, le dispiaceva svegliarla ma doveva, c'erano ospiti a pranzo e non poteva mancare.
«Signorina, si svegli per favore, ci sono ospiti a pranzo» disse Eve muovendola un po'.
«Non voglio Eve, sono stanca..» disse Alex coprendosi la testa con la coperta.
«Oh andiamo, non ha fame?» disse lei.
«No, per un giorno posso non vedere quei ragazzi e starmene in pace in camera mia a fare quel che voglio?» rispose lei di getto.
Eveline scostò le tende facendo entrare i raggi di sole e le tirò via le coperte da dosso.
«Si alzi e faccia pochi capricci, signorina» riprese con tono calmo ma fermo.
«Eve, quante volte devo dirti di non chiamarmi signorina? Sai che lo odio!» rispose alzandosi magicamente su, non sopportava chi le dava del lei solo perchè era figlia di un proprietario di hotel molto potente, ma sapeva che Eve lo faceva per estrema educazione.
«Scusami, però per favore alzati! Ho preparato il tuo piatto preferito!» disse lei.
«Davvero? E' da tanto che non me lo fai Eve» rispose Alex, quando si alzò dal letto e rispose con un tono più allegro, sia per il suo piatto preferito sia perchè sperava non l'avrebbe mai più chiamata signorina.
Eveline si avviò verso la porta per uscire ma Alex la fermò.
«Senti Eveline, riguardo a quello che hai visto ieri, io..»
«Non preoccuparti Alex, non ho visto niente» disse la signora, baciandosi le dita per fare una specie di giuramento, lei non lo avrebbe mai detto a suo padre.
Alex sorrise e la ringraziò.
«Ha detto Rosie che deve portarle le bambole che ha lasciato qui ieri sera» disse lei, dopo il giurin giurello.
«Oh, d'accordo, mi vesto in un battibaleno e vengo di là» rispose la castana.
 
***
 
Quando Alex entrò in sala da pranzo c'erano Liam e Zayn che parlavano animatamente del loro tour con David, Niall che mangiava un pezzo di pane e Harry e Louis che giocavano con Rosie e la facevano divertire facendo facce strane, mostruose a dire la verità.
Harry quando la vide si fermò e rimase a fissarla, Alex distolse immediatamente lo sguardo da lui per cercare di non ricordare quello che era successo la sera prima. Anche Harry non la guardò più, probabilmente pensava alla stessa cosa.
«Eccomi - disse la castana quando entrò, scacciandosi il ciuffo ribelle dal viso con una mano - scusatemi per il ritardo» riprese, dando le bambole a sua sorella e le baciandola in testa. Poi si avviò verso suo padre e gli baciò la guancia come segno di saluto e si sedette accanto a lui, come sempre.
«Oggi Eve ha cucinato il tuo piatto preferito, lo sai?» chiese David alla sua figlia adorata.
«Sì papà, è per quello se adesso sono qui» rispose facendo ridere suo padre.
«Questa è la pasta migliore che abbia mai mangiato, complimenti Eveline!» saltò su Niall.
«Grazie mille signorino, mi fa piacere» rispose quella.
«E' vero Eveline, lei cucina davvero benissimo!» riprese Liam.
«Quasi quasi ve la rubiamo e ce la portiamo a Londra per farci da cuoca, che ne dice Eve, è d'accordo?» sbottò Louis, rivolgendosi a noi per l'approvazione.
«No, lei è mia!» sbottò la piccola Rosie, buttando un pezzetto di pane in faccia a Louis, che fece una faccia buffissima e facendo così ridere tutti nella stanza.
«Mi dispiace Louis, ma lei sarà sempre nostra, non è vero Eve?» riprese Alex ridendo.
«Certo signorina» disse lei subito interrotta da Alex.
«Come Eveline?» sbottò Alex.
«Certo Alex, sarò sempre vostra» rispose lei correggendosi.
«Ahh, musica per le mie orecchie» disse lei sorridendole.
«Non ha mai sopportato le persone che le danno del lei» disse improvvisamente suo padre, rivolgendosi ai ragazzi.
I ragazzi annuirono e sorrisero ad Alex, era anche ricca sfondata ma non era una ragazza che si vantava e vestiva firmata in ogni occasione.
Lei era diversa, se ne fregava dei giudizi degli altri, era semplice in poche parole.
«Come va il tour in giro per Los Angeles ragazzi? Alex è brava come guida?» chiese il signore ai ragazzi davanti a lui.
«Oh sì David, sa alla perfezione la storia di tutti i monumenti, conosce posti fantastici dove pranzare ed è molto paziente con noi» rispose il biondo, mangiucchiando quel poco che gli restava nel piatto.
«Ve l'avevo detto, Alex è la miglior guida di Los Angeles! Ieri siete andati ad una festa in maschera, no? Vi siete divertiti?» chiese suo padre, non sapendo tutto ciò che succedeva intorno alla figlia.
I ragazzi lo guardarono sorpresi e poi guardarono Alex che li fissava con una faccia spaventata, Harry se ne accorse e prese parola.
«E' stata una festa fantastica signore! Ci siamo divertiti tantissimo! Non è vero Alex?» chiese lui.
«Oh sìsì, è stato fantastico» ripetè guardando suo padre.
«C'era anche Charlie con voi?» riprese lui.
«Sapete noi la conosciamo da quando lei era piccolissima, loro due si sono conosciute in un parco, Charlie aveva rubato il gelato ad Alex e lei cominciò a piangere..» riprese subito dopo, interrotto però da Alex.
«Papà, non credo che a loro interessi di come ho conosciuto Charlie» disse lei.
«Sì che m'interessa!» riprese Zayn, affascinato dall'argomento.
«Insomma, c'interessa, non è vero ragazzi?» disse poi rivolto verso i suoi compagni.
Alex e suo padre si guardarono sorridendo, avevano capito che il moro provava interesse per quella ragazza tanto cara a loro.
«Certo certo Zayn, comunque, ha detto che il prossimo weekend è tutta nostra» rispose la castana sorridendo.
«Ho sentito il preside del college e ha detto che hai la prova mercoledì, Alex» riprese suo padre, facendo sobbalzare la figlia.
«Così presto? Mercoledì è tra due giorni papà..» disse la castana preoccupata.
«So che sei nervosa, ma sta tranquilla, andrà tutto bene! Hai studiato tantissimo per questo esame e sei sempre stata brava a scuola, sarà una passeggiata vedrai..» disse lui, orgoglioso di sua figlia.
«Se lo dici tu» disse in sottovoce e abbassando lo sguardo verso il suo piatto, facendo giocare la forchetta con il cibo.
«Non vedo l'ora di vedere il mio scricciolo all'università, la stessa università che ho frequentato io, sapete?» esclamò lui tutto contento rivolgendosi ai ragazzi.
Loro guardarono Alex, e sembrava triste, almeno..era quello che avevano visto loro. Anche se non parlava, i suoi occhi erano così trasparenti da far capire agli altri i suoi sentimenti.
Avevano capito che lei aveva altri sogni, ma che non poteva realizzarli per non deludere suo padre; forse era per quello che lavorava in un pub e faceva gare stupide per attrarre ragazzi e non ne aveva mai parlato con suo padre, voleva soltanto distrarsi e non pensare alla vita che l'aspettava.
Lui, prima di morire, le avrebbe lasciato le redini dei suoi numerosi hotel, facendola diventare proprietaria di quella specie di tesoro per lui.
Così si concluse il pranzo, i ragazzi ritornarono nella loro suite dopo che Alex si congedò con un 'Ci vediamo dopo, ragazzi'.
 
 
*angolo autrice*
Ciao caroteeeeee! :3
Volevo ringraziare le ragazze che leggono e recensiscono, grazie grazie mille, davvero!
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Quel pomeriggio, Alex e i ragazzi rimasero in albergo.
Fuori c'era il diluvio universale, e loro stavano stravaccati sul divano senza voglia di far niente, insomma, un bel pomeriggio da coma.
«Bene ragazzi» esclamò Alex, entrando improvvisamente dalla porta e battendo le mani, quasi come volesse tutta l'attenzione su di lei.
«State bene? Sembrate morti!» riprese subito dopo, aggrottando le sopracciglia.
Harry che fino a quel momento dormiva ad occhi aperti ed era stravaccato sul divano, è come fosse risuscitato con l'entrata della ragazza, che lo portò ad alzarsi di scatto e mettersi seduto.
Grazie al bacio di ieri si rese conto di quanta attrazione c'era, dietro le loro liti quotidiane.
Lei sentiva lo sguardo fisso di lui su di lei, cominciava ad agitarsi, non aveva mai sopportato le gente che fissa.
«Non siamo morti, è solo che non sappiamo che fare! E il tempo non aiuta per niente» disse Niall, con voce assonnata. Santo Niall che aveva preso parola.
«Sì non si può far molto con un tempo così a Los Angeles» disse avvicinandosi alla finestra per guardare fuori.
«Quindi non vi prometto un pomeriggio avventuroso, ma possiamo far qualcos'altro..» riprese la giovane.
I ragazzi la guardarono curiosi.
«Possiamo guardare un film con tanto di pop corn, che ne dite?» esclamò subito dopo con un gran sorrisone.
«Buona idea, Alex! Vado a preparare i pop corn!» rispose Louis, quando si alzò dalla poltrona e si avviò verso la mini-cucina che avevano a disposizione.
«Che guardiamo?» chiese Liam.
«Non saprei, ma sono sicura che di film d'amore non ne volete sapere, quindi faccio scegliere voi» disse la castana aspettando una risposta, i ragazzi stavano pensando ma lei si spazientì.
«Muovetevi!» urlò lei.
«Hei, la pazienza non è un tuo pregio a quanto vedo!» esclamò Zayn, che si alzò per andare a prendere da bere.
«Guardiamo Superman!» esclamò occhioni azzurri una volta entrato in sala, con due contenitori pieni di popcorn.
«Finalmente! Dovrei avere un cd da qualche parte..» disse lei voltandosi di spalle e alzando il braccio verso la libreria.
«Qui?» chiese il riccio, guardando il fondoschiena della giovane.
«Sì, prima che venivate voi, quando volevo star da sola o ero con Charlie, venivo qui e niente..facevo quel che volevo, e mi sembra di avere lasciato qui un paio di cd..» rispose lei, ancora girata.
«Beh..molto interessante!» disse lui, non riuscendo a cavarle gli occhi di dosso.
Alex si girò e lo vide alzare improvvisamente gli occhi dal suo fondoschiena ai suoi occhi.
«Sì, molto interessante quando si tratta del mio sedere, no Styles?» disse lei, con tono offeso. Era una femminista convinta, lei.
I ragazzi si misero a ridere, Harry diventò immediatamente rosso per la figura appena fatta, ma si riprese subito, decise di provocarla.
«Beh, devo dire che sei attrezzata molto..molto bene!» confessò il riccio assumendo uno sguardo più che malizioso.
Niall gli tirò un pugno su un braccio, per ricordargli il rispetto che bisogna dare alle ragazze.
«Ahià mangione!» urlò lui.
«Porta rispetto, sarà mia moglie lei!» esclamò lui, giustificandosi. Venne prontamente ringraziato dalla castana.
«Se non me la faccio io per primo..» sussurrò il riccio.
Cominciò a far volare la sua immaginazione, pensando a quel bacio, i suoi ormoni gli schizzavano...ma che aveva quella ragazza? Non gli era mai successo una cosa del genere, eppure non gli dispiaceva affatto. I suoi pensieri furono interrotti dai lamenti della castana per riuscire ad afferrare quel cd,che si trovava su uno scaffale troppo alto per lei.
Beh, finalmente, avrebbe preferito il suo ammirabile fondoschiena a Superman.
«Trovato!» esclamò lei, zittendo quei due che adesso litigavano per chi dovesse tenere il contenitore con tutti i popcorn, che bambini, pensò lei.
Introdusse il cd nel lettore DVD e schiacciò il tasto play, poi raggiunse il divano e si accoccolò in mezzo a Niall e Zayn.
Harry era stato costretto a sloggiare sul divanetto di fianco a Louis, Liam invece era seduto in una poltrona singola.
Verso la fine del film la testa di Alex cadde sulla spalla di Niall, questo la guardò e le passò il braccio dietro la spalla, per far sì che stesse più comoda, poi continuò a guardare lo schermo.
Harry, che guardava due secondi il film e dieci minuti la castana, quandò assistette a quella scena sentì il suo corpo surriscaldarsi, la mascella si contrasse e dalle sue narici prima o poi sarebbe uscito del fumo.
La gelosia aveva preso il sopravvento, si alzò e si chiuse in bagno.
Rimase per qualche minuto, giusto il tempo per bagnarsi la faccia e calmarsi.
Quandò usciì, la stanza era invasa dal silenzio ed era completamente al buio, che era successo? Lo schermo li aveva per caso risucchiati?.
«SUPERMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN!» Louis urlò talmente tanto da far gridare Harry e a farlo saltare sul posto dalla paura.
Gli altri, dopo aver acceso la luce, risero per talmente tanto tempo che gli fecero male gli zigomi.
Harry li guardò male, quasi potesse ucciderli con una sola occhiata.
«No ma di chi è stata questa bellissima idea?» esclamò lui, infuriato.
Tutti si girarono verso Alex che non riusciva a smettere di ridere.
«Hei, voi un segreto non riuscite proprio a tenervelo, eh?» disse lei smettendo di ridere e pulendosi con la manica della felpa le lacrime, che scendevano senza sosta dal ridere.
«Chi la fa l'aspetti ricciolo, ricordatelo» esclamò una volta passata la ridarella, aggiungendo un sorriso malizioso.
Harry si avvicinò a lei, tanto da sentire il suo respiro accelerarsi.
«Non giocare col fuoco piccola, potresti bruciarti» le sussurrò sul collo dove leccò una delle tracce che aveva lasciato la sera prima, attento a non farsi vedere dagli altri presenti. Se fossero stati soli, altro che leccatina di collo, le avrebbe fatto decisamente altro. Si allontanò da lei e si sedette sul divano portandosi il braccio dietro la nuca, soddisfatto come non mai della piccola vincita.
Lei lo guardò e gli fece una smorfia, cosa che lo portò a sorridere.
Ad un tratto si sentì la porta bussare, Alex che si trovava lì vicino andò ad aprire, non fece in tempo ad aprire che una chioma rossa entrò di scatto liberando un 'Ciao Alex'.
Era zuppa, probabilmente si era dimenticata dell'ombrello, come sempre.
Si fermò nel bel mezzo della stanza, si guardò e girò su se stessa fino a trovare l'amica ancora con la porta in mano.
«Che ci fanno loro qui?» chiese alla castana, aggrottando le sopracciglia e indicandoli col dito.
«Ciao anche a te Charlie! Loro sono qui perchè è la loro suite»rispose chiudendo la porta e avvicinandosi a lei.
«Loro suite? Ma non era tipo il tuo appartamento?» chiese ancora più confusa.
«Sì, fino a quando non lo prenota qualcuno Charlie!» rispose lei ridendo, mentre si stravaccò sul divano, di fianco a Liam che giocava con la play.
«Come mai sei qui? Non hai il tuo solito turno?» chiese la castana.
«Avevo un pò di tempo libero e dato che non stiamo insieme da un pò, ho pensato di passare a salutare anche tuo padre, Rosie e Eveline» rispose lei, avvicinandosi al divano, intenta a sedersi su di esso.
«NO!» urlò la castana, alzandosi e allontanando la rossa dal divano e facendo sobbalzare anche gli altri, Charlie la guardò come per dire 'what the fuck?'.
«Ma che cazzo? Sei normale o ti droghi?» esclamò quella, infastidita dal comportamento dell'amica.
«Tipo che sei tutta bagnata, stupida?» rispose lei, alzando la voce.
«Beh, calmati bionda!» ribattè la rossa.
«Vado a prenderti qualcosa di pulito, aspetta qui..» disse la giovane.
Una volta uscita, i ragazzi fissavano la rossa.
«Beh, che c'è? Non avete mai visto una ragazza bagnata?» domandò lei scocciata dalla prensenza di quelli.
«Scusaci se proviamo curiosità per te, in fin dei conti sei amica di Alex, non devi essere poi così male» contrattaccò Louis, meritandosi un'occhiataccia da parte sua.
Così tutti continuarono con le loro cose, tranne Zayn.
Era lì che la guardava imbabolato, e con la bava che gli scendeva. In quel momento gli passarono per la testa pensieri poco puri su quella ragazza che si trovava al centro della sala.
Charlie se ne accorse e lo squadrò talmente male che lui dovette arrendersi e abbassare lo sguardo.
«Sentite, posso farmi una doccia, qui?» domandò lei, rivolgendosi ai ragazzi.
«Certo, fa pure!» rispose Niall, girandosi verso di lei.
Charlie annuì, una volta in bagno, si svestì e s'infilò nella doccia.
Harry si accorse di quanto Zayn fosse pensieroso, da giorni in realtà, così decise di avvicinarsi e farsi due chiacchiere.
«Hei, qualcosa non va, Zayn?» chiese il riccio.
Il moro lo guardò e poi volse il suo sguardo verso la porta del bagno, Harry capì immediatamente.
«Ti piace Charlie» gli disse, sicuro della sua affermazione.
Zayn lo guardò, non era sorpreso, Harry aveva una specie di radar che gli permetteva di capire tutto ciò che gli succedeva.
Decise di dirgli la verità.
«La verità...sì, mi piace, e anche tanto!» disse lui, tranquillamente.
«E' una bella ragazza, ma non è per niente facile, Zayn!» affermò Harry, con tono preoccupato. Questo Zayn lo sapeva, ma la voleva a tutti i costi, avrebbe potuto anche resistere senza i suoi specchi per giorni, pur di averla.
«Lo so Harry, ma la voglio, e l'avrò!» rispose lui per le rime.
«Piuttosto, tra te e Alex, che succede?» riprese subito dopo senza interrompere il discorso.
«Emh, niente, ci siamo solo baciati!» disse lui tranquillo. Sì, come se pensando a quel bacio non gli si rizzassero i peli e gli ormoni non gli andassero magicamente a mille.
«Cosa? E quando?» urlò il moro facendo sobbalzare gli altri, i quali chiesero cosa fosse successo. Vennero subito zittiti da Harry che li tranquilizzò con un 'niente, tranquilli'.
«Ieri, nell'ufficio di suo padre, tu non sai, tu non immagini Zayn..cavolo! - farfugliò il riccio poggiando le mani sulla faccia - bacio selvaggio sulla scrivania, mi si è avverato una fantasia, lo sai?» riprese subito dopo, facendo ridere il compagno.
«Anch'io ho baciato Charlie, al locale, in realtà nello sgabuzzino» disse lui, ripensando all'episodio.
I due appoggiarono la testa allo schienale del divano e sospirarono.
La porta dell'entrata si aprì, cosa che annunciava che Alex era appena entrata nella suite.
«E' in bagno?» chiese Alex. Niall annuì.
«Charlie, posso entrare?» chiese lei, che entrò due secondi dopo per lasciare i vestiti.
Andò a sedersi, nell'attesa della sua amica.
Quando usci, Zayn non potè non notare quanto fosse bella struccata e coi capelli leggermente bagnati.
Quella ragazza lo mandava fuori di testa.
«Hei, ha detto mio padre che vuole salutarti prima che tu te ne vada, e Rosie ha detto che vuole giocare alle bambole come fate sempre» disse la castana ridendo, cosa che anche la rossa fece.
«La famiglia di Alex ti vuole molto bene, no?» chiese Liam, poggiando il joystick sul tavolino lì davanti.
«Mh sì, e io voglio molto bene a loro» rispose guardando l'amica sorridendo.
«Resti a cena allora?» chiese dopo un pò la castana, speranzosa di una risposta affermativa.
Charlie ci pensò su e disse di sì, questo fece sobbalzare Alex dalla felicità.
«Massì, domani è martedì giusto?» si chiese la rossa, mentre si guardava in giro, in cerca di un calendario, ma senza successo.
«Sì, perchè?» rispose la castana.
«Ho il turno di pomeriggio, direi perfetto» rispose lei.
Niall accese la tv, in cerca di qualcosa di interessante, ma continuava a cambiare canale, oltre alla pioggia ci si doveva mettere anche la tv non trasmettendo niente di bello? Perfetto.
«Ma tra un pò c'è la cerimonia, Alex!» urlò la rossa, fece spaventare tutti quanti.
«Quale cerimonia?» chiese il riccio, cercando una risposta ai grossi punti interrogativi che albergavano sulla testa di tutti i componenti della band.
Alex si stupì della domanda, non se l'aspettava, sapeva benissimo di che cerimonia Charlie stesse parlando.
Era da giorni che ci pensava su, ma sperava che nessuno glielo ricordasse, ma evidentemente quello sarebbe stato soltanto un sogno.
«La cerimonia in onore di Rosalie, la madre di Al...» la rossa zittì, soltanto quando capì che Alex, non aveva ancora toccato il tema: MAMMA.
Lei sapeva quanto questo facesse male ad Alex, cavoli non stava mai zitta, rovinava sempre tutto con le sue parole di troppo.
Alex si incupì sempre di più.
«Scusa Alex, non volevo, io non..» si scusò Charlie.
«Tranquilla Charlie, è tutto okay, davvero» disse, cercando di rassicurare più se stessa che l'amica.
Prese un bel respiro prima di cominciare a parlare.
«Sabato ci sarà una cerimonia in onore di mia madre Rosalie, è una cosa che si fa da quattro anni ormai..» .
«Beh, bello, incontreremo tua madre finalmente! Non ci hai mai parlato di lei, e non l'abbiamo mai vista!» esclamò il riccio tutto contento e con un sorriso a trentadue denti. Non aveva capito che era una cerimonia per ricordarla e non per darle dei meriti.
Alex deglutì e fece il miglior sorriso che potè in quel momento.
«Harry, voi non vedrete mai mia madre, lei è morta..» disse lei quasi sussurando, era come se dicendolo ad alta voce, le sue debolezze venissero a galla, e lei non voleva.
Scomparse dalla sala, seguita immediatamente dalla sua amica fidata.
I ragazzi si guardarono sconvolti, non lo sapevano, e l'avevano scoperto così.
Harry, si sentiva terribilmente in colpa.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
Alex si buttò di getto sul suo letto dando libero accesso a quelle lacrime che aveva trattenuto per troppo tempo.
Il ricordo di sua madre si faceva sempre più presente nella sua testa, e questo le stava facendo male.
Non voleva ricordare, non voleva soffrire.
La porta di camera sua si aprì poco dopo, lasciando intendere che Charlie era appena entrata e l'aveva raggiunta sul letto. Le si stese accanto e le appoggiò un braccio sul fianco.
Erano in silenzio, si sentivano soltanto i singhiozzi soffocati della castana, la rossa le accarezzava i capelli per cercare di calmarla.
Stettero così per minuti, un'ora, quattro ore, non lo sapevano.
La castana si addormentò, ormai le lacrime erano finite e il tocco della sua amica sui suoi capelli aiutarono a farla rilassare.
Quando Charlie se ne accorse, decise di uscire dalla sua camera per lasciarla riposare.
Entrò in sala dove trovò i ragazzi seduti sul divano che ringraziavano Eveline per i dolcetti e il tè.
«Che ci fate voi qui?» chiese lei, stupita.
I ragazzi alzarono la testa contemporaneamente, al suono della voce della ragazza.
«Volevamo sapere come sta Alex» rispose Liam con tono preoccupato.
«Si è appena addormentata, quindi non azzardatevi a far casino»esclamò lei, aiutando Eveline con i vari vassoi.
«Grazie signorina Charlie - la ringraziò la signora - come sta Alex?» chiese infine.
«Come può Eveline, sai com'è quando si avvicina questo periodo dell'anno..» sussurrò lei.
«Come possiamo aiutare a farla star meglio?» chiese il riccio, dopo aver bevuto un goccio di tè dalla sua tazzina. Si sentiva in colpa, in fondo era stato lui a fare quella domanda sciocca.
Eveline e Charlie lo guardarono tristi.
«Non c'è niente che puoi fare Harry - rispose lei, scuotendo la testa- dopo un anno che cerca di non pensarci, quando si avvicina questo periodo dell'anno si chiude in sè stessa e non fa entrare nessuno, è come se si costruisse una corazza..» riprese lei, sedendosi sul divano di fianco a Niall.
«E questo si ripete da quattro anni, ormai - prese parola la dolce signora- e con lei, tutti noi stiamo male, la signora Rosalie era una donna incredibile».
I ragazzi si sentivano male per lei, loro anche se erano lontani dalle loro madri milioni di chilometri, non sapevano cosa volesse dire non averle per niente.
«Ci sarà pur qualcosa che possa rallegrarla, facciamole passare questo periodo in modo più sopportabile» esclamò il moro, guardando Charlie.
Lei lo guardò con un sopracciglio alzato e scosse la testa, come se stesse valutando la proposta.
«Non lo so, potrebbe essere un'idea» sbottò lei, enfatizzando il discorso con gesti della mano.
«Bene, c'è qualcosa, qualsiasi cosa che riesce a farla felice?» riprese lui, contento dell'accettazione da parte della giovane.
Charlie e Eveline si scoccarono uno sguardo, poi sorrisero.
«La signorina Alex ama le torte - disse Eve, con un sorriso triste -quando era piccola ed era triste sua madre gliene cucinava a palate, poi andava in camera sua, accendevano la tv e stavano lì per ore a parlare, a scherzare, a ridere..» concluse lei.
«Facciamole una torta allora!» esclamò Niall, tutto contento.
«Perfetto, io vado ad affittare un dvd!» disse Liam, alzandosi dal comodo divano, seguito a ruota da Louis e Niall.
Charlie, Eveline, Harry e Zayn si avviarono verso la cucina per cercare di trovare ricette di torte, ne scelsero una con crema e frutta, la preferita di Alex.
Charlie e Eveline iniziarono il tutto, mentre Zayn e Harry le guardavano armeggiare con tutti quei strumenti appoggiati al bancone, e ogni tanto gli passavano gli ingredienti che servivano.
Non facevano altro, loro erano anche bravini a cucinare, finchè si parlava di pasta e panini, però.
Zayn continuava a fissare Charlie e si mordeva il labbro, Harry quando lo vide gli diede una gomitata, cosa che lo fece "risvegliare" da quella specie di sogno.
Eveline, che capì che il signorino Zayn aveva interesse per la giovane aiutante, decise quindi, di lasciarli soli.
«Signorino Harry, può accompagnarmi a prendere della glassa e dei vassoi?» chiese al ricciolo.
Lui accettò cogliendo immediatamente il senso di quella frase.
«Oh, certo Eve! - disse lui, accompagnandola alla porta della cucina - posso chiamarla Eve pure io?» ormai le loro voci erano ovattate, in cucina rimasero solo loro due.
Charlie continuava a mescolare, ad aggiungere ingredienti e a leggere la ricetta, si stava mettendo d'impegno.
«Ti ci stai mettendo d'impegno, eh?» chiese lui, in cerca di un inizio per partire un discorso.
«Per Alex, questo ed altro» la sua risposta fu più che esauriente, ritornò silenziosa, attenta a quello che faceva.
Zayn, si accorse di quanto era scomoda la loro relazione. Voleva chiarire con lei e iniziare, a sua malavoglia, anche una relazione d'amicizia.
«Senti Charlie, mi dispiace per il bacio - iniziò lui, avvicinandosi a lei - non avrei dovuto» terminò, prendendole le mani e costringendola a guardarlo negli occhi.
Stettero così per una manciata di minuti, entrambi non riuscivano a staccare gli occhi l'uno sull'altro.
La rossa abbassò lo sguardo e staccò le sue mani da quelle del moro.
«E' tutto apposto, non preoccuparti» disse lei, allontanandosi leggermente da lui.
Doveva ammettere che quel bacio non l'aveva lasciata indifferente, anzi, le era piaciuto eccome, ma non poteva e non doveva lasciarsi andare.
«Amici?» saltò su lui, porgendogli la mano, in segno di patto e con un gran sorrisone.
Lei sorrise, gli strinse la mano, patto fatto. Ma sarebbe durato?
«Benissimo, comunque, posso dirti una cosa?» chiese lui alla giovane. Lei annuì con la testa.
«Credevo baciassi meglio» continuò, tranquillo.
La rossa lo guardò, prese il mestolo con cui stava mescolando gli ingredienti, glielo puntò in faccia e si avvicinò.
Quello spaventato indietreggiò, fino a sbattere contro il frigo.
«Questo non avresti dovuto dirlo» disse lei, quasi sussurrando e assumendo un sorrisino compiaciuto.
«Ti prego, non lo dico più, ma non sporcarmi con quel coso lì»rispose lui. Si pentì immediatamente della sua affermazione, quella ragazza poteva anche mandarlo fuori di testa, ma gli faceva anche paura, come in quel preciso momento.
«Con questo? No, mi serve per la torta» disse lei, avvicinandosi al moro con nonchalance, mai abbandonando quel sorrisino.
Lei gli passò il braccio dietro la schiena, sfiorandogli il fianco, si avvicinò sempre di più alla sua faccia e al suo corpo.
Per il moro, quello era il paradiso, e stava per mandare a fanculo il patto.
Lui le strinse il bacino con tutte e due le braccia, per farla combaciare meglio con il suo corpo, si avvicinò sempre di più al suo viso finchè non fu interrotto da una massa di farina cadutagli sui capelli.
Era sconvolto, i suoi capelli, cazzo.
Charlie si liberò della presa e si allontanò ridendo come una matta, Zayn la guardò sorpreso e decise di vendicarsi.
Prese un uovo li vicino e glielo tirò in piena faccia, lei lo guardò schifata. Iniziò una guerra.
Dopo svariati minuti la cucina era un disastro.
Charlie lo stava puntando con del ketchup ma Zayn con una mossa rapida riuscì a toglierglielo e a prenderla per i fianchi, erano pericolosamente vicini, loro lo sapevano, quel patto non sarebbe durato un accidente.
Si guardarono intensamente fino a che Eveline e Harry entrarono dalla porta, si sciolsero immediatamente cercando di far finta di niente.
Abbassorono lo sguardo e Charlie mise l'impasto in una grossa teglia. Harry invece guardò l'amico in modo malizioso.
«Ma cosa è successo qui? La terza guerra mondiale?» urlò Eveline, portandosi le mani alla fronte.
«Non si preoccupi Eveline, puliamo tutto noi!» la rassicurò il moro, guardando il riccio in modo divertito.
Quando Louis, Niall e Liam rincasarono, la cucina era perfettamente pulita, la torta era pronta e Zayn e Charlie si erano ormai cambiati.
Decisero di entrare finalmente a vedere quella ragazza, che in poco tempo era riuscita a fare in modo che i ragazzi si affezionassero a lei.
Quando entrarono la stanza era buia, Charlie andò ad aprire le tende, e la figura esile della castana riuscì ad essere intravista dai presenti.
La camera, che non avevano mai visto prima d'ora era molto grande e luminosa. C'era il letto matrimoniale su cui la castana riposava, una scrivania piena di libri di scuola e infine una grossa libreria bianca, sulla quale c'erano vari trofei.
Le pareti erano di un azzurrino accogliente, tutte tappezzate di foto e da un quadro che rappresentava un cavallo e una donna.
Accesero la luce e la rossa si avvicinò a lei, sedendosi sul letto, la mosse un pò e ottenne dei mugugni strani da parte sua.
«Alex, dai svegliati!» esclamò la rossa.
«Non è ho proprio voglia Charlie, lasciami dormire» ribattè lei, portandosi il cuscino sulla testa.
Charlie fece segno ai ragazzi di avvicinarsi al letto e poggiarcisi sopra.
«Ho una sorpresa per te» riprese lei, togliendole il cuscino, al quale lei si alzò di scatto per protestare.
Ma davanti a lei c'erano una torta e i ragazzi, che ci facevano là? Non voleva vedere nessuno ora come ora.
«Che fate qui voi?» chiese confusa.
«Ci guardiamo un bel film e mangiamo un pezzo di torta, è la tua preferita, no?» chiese Louis, inserendo il dvd nella televisione, posta davanti al letto della castana.
Alex posò gli occhi sulla torta e poi li alzò su di loro.
Guardò poi Charlie con fare accusatorio, ma decise di non dire nulla, sapeva che quella " cosa" la faceva solo sua madre quando lei era triste. La sua amica lo sapeva, voleva solo vederla sorridere.
«L'avete fatta voi? - i ragazzi annuirono - allora no, non voglio morire» disse lei, buttandosi nuovamente a capofitto nel letto, ma Charlie la fermò prima che potesse succedere.
«No, bella, adesso tu ti alzi, vai a lavarti la faccia e facciamo quello che ha detto Louis» esclamò lei, facendo alzare la castana senza voglia di niente.
«E va bene, e va bene, rompipalle» disse chiudendosi la porta alle sue spalle.
Quando uscì, i ragazzi - alcuni per terra e altri sul letto - la stavano aspettando per dare il via al film, i pezzi di torta erano già pronti nei piattini, dovevano solo essere mangiati.
Alex si posizionò sul lettone in mezzo a Harry e la rossa. Prese la sua porzione e diede un morso, era buona ed erano stati carini a preoccuparsi per lei.
Durante il film Alex si accorse che Charlie e Zayn si scambiavano degli sguardi complici e sorrisini vari, evidentemente lei non lo odiava così tanto come all'inizio, magari avevano messo in chiaro i rapporti. Lui era un bravo ragazzo, in fondo. Per quanto riguarda Harry, ogni tanto le prendeva la mano o le accarezzava i capelli, la castana capì che era dispiaciuto per come le aveva strappato le parole da bocca, costringendola a parlargli di sua madre, questo lo apprezzava.
Finito il film, Alex decise di ringraziarli, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere. Nessuno, in realtà, si era mai permesso di dirle qualcosa quando si trovava nel periodo più difficile dell'anno, forse per la paura di farla soffrire ancora di più, chi lo sapeva.
«Ragazzi, grazie» furono le sue uniche parole, prima che tutti si fiondassero sopra di lei per un abbraccione di gruppo.
«Okay, okay, mi state stritolando, smettetela» riprese lei, scoppiando in una risata fragorosa.
I ragazzi la guardavano trasognanti. La rossa si accorse di quanto la castana facesse bene con anche un solo sorriso, lei questo lo sapeva; quando era incazzata, infastidita, triste andava da Alex, e senza neanche parlare lei la capiva e cercava tutti i modi per farla sorridere e rallegrare, e ci riusciva sempre con quel fottutissimo sorriso, era perfetta.
Stettero a parlare ancora per un bel pò, tra le battute di Louis e i lamenti di Niall per la sua fame insaziabile, Alex riuscì a staccarsi dalla realtà per un pò. Si sentiva bene, in mezzo a quella banda di scimmioni.
 
***
«Come sta Eveline?» chiese David, venuto a sapere della tristezza della figlia.
«Adesso meglio, quei ragazzi la fanno stare meglio, signore! Le hanno fatto una torta e hanno guardato un film, proprio come faceva la signora Rosalie» rispose lei con tono pacato, attenta a non urtare i sentimenti del signore.
David sorrise a sentire il nome della sua defunta moglie, era contento del fatto che il suo scricciolo avesse fatto nuove amicizie.
«Papà, dov'è Alex?» chiese la piccola Rosie, sedendosi sulle gambe del padre.
«E' in camera sua tesoro, con i suoi amici» rispose lui, sorridendole.
«Voglio andare anche io, papà!» disse lei, salterellando sulle sue grandi gambe ferme.
Lui le sorrise decise di fare un saluto in generale.
«Andiamo!» riprese lui.
I ragazzi furono interrotti dal un ticchettare sulla porta.
«Avanti - rispose Alex - ciao papà» disse lei, dopo essere bombardata dal peso di sua sorella che le si era praticamente buttata addosso. La salutò con un bacio sulla testa.
David si avvicinò a Charlie dove le diede un bacio leggero sulla testa, poi andò da sua figlia facendo la stessa cosa.
«Come stai?» gli chiese lui, scostandole una ciocca di capelli sulla sua faccia.
«Meglio» rispose lei sorridendo ai ragazzi. Anche David gli sorrise, ringraziandoli con una mano sul cuore.
Si avviò verso la porta, e prima di aprirla guardò tutte le persone che erano riusciti a far salire l'umore a sua figlia in quei giorni tanto difficili per la loro famiglia. Non sapeva come poterli ringraziare. E se ne andò.
La band restò lì ancora un pò, poi decise di tornare nella propria suite. Sarebbero ritornati il giorno dopo non appena svegli.
La serata passò tranquillamente, le tre: Charlie, Alex e Rosie, si misero a giocare alle bambole, sotto richiesta della più piccola.
Loro non poterono non accettare, e giocarono per delle ore fino a che la piccola si addormentò.
David la prese in braccio e la portò nella sua stanza, e poi diede la buonanotte alle ragazze, ormai sfinite.
«Charlie, grazie per tutto» disse la castana alla sua amica, poco dopo essersi scambiate confessioni come non facevano da un po'.
La rossa la guardò e le sorrise.
«Sei la mia migliore amica da sempre Alex, e ti voglio un bene dell'anima, tu avresti fatto lo stesso» ribattè lei, con tono assonnato, chiuse anche gli occhi, facendo intendere all'amica che era stanca. Alex sorrise.
«Sì, Charlie, per te farei qualsiasi cosa» riprese la giovane, che venne zittita dai lamenti della rossa.
«Buonanotte» disse, dando fine a quella giornata interminabile.
 
 
*Angolo autrice*
Scusate letrtici se ci ho messo tanto, ma mi si è presentato un problemino con i capitoli a seguire! Avevo un blocco assurdo .__.
Beh, spero vi piaccia, se leggete recensite, per favore :3
Goodbye!

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Capitolo 10
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
«Tutto bene Alex?»chiese Eveline preoccupata alla ragazza seduta sul letto, impegnata a sfregarsi le mani nervosamente.
La castana la guardò, le pungevano gli occhi, segno che le lacrime sarebbero uscite di lì a poco, non ce la faceva più.
«Sì..»rispose la castana con la voce tremolante, si mordeva insistivamente il labbro inferiore e guardava il pavimento.
Eveline sapeva quanto Alex soffrisse e non ce la faceva a vederla così. Era come una figlia per lei, insieme a Rosie. Loro erano quelle figlie che non aveva mai avuto, ma che aveva sempre desiderato.
La signora si avvicinò al letto e si sedette, prese il viso della ragazza, che si era incupito; i suoi occhi non erano illuminati da quella luce particolare che sempre la caratterizzava.
Doveva farla reagire, o sarebbe caduta in un abisso dal quale pochi riuscivano a risalire.
«Dovresti andare al maneggio questo weekend»saltò su Eve.
«Al maneggio? A far che, Eve?»rispose lei, strabuzzando gli occhi, non capiva.
«Beh, è da tanto che non ci vai, e sai benissimo che quando sei giù, Ginger aiuta a farti risalire l'umore..e poi tu ami andare a cavallo, no?»chiese lei, speranzosa di una sua reazione e di una risposta affermativa.
La castana sembrava stesse pensando alla proposta, ma scosse la testa in senso di negazione.
«No Eve, sai che quel posto mi ricorda mamma, mi farebbe stare peggio.. » concluse lei, con voce tremante.
«Io credo che l'unico modo per riuscire a superare questo periodo è distrarti e passare del tempo con quei simpatici ragazzi, Alex - sbottò Eve - sono gli unici che sono riusciti a farti star meglio in questo periodo, dopo che ogni volta diventavi atona per ben quattro anni, loro ce l'hanno fatta»riprese lei, voleva convincerla, doveva per il suo bene.
«Tu vuoi che io ci porti loro e che gli dica tutto quanto?»sbottò la ragazza, guardando Eve negli occhi.
«Non dico di dirgli tutto, non sei obbligata a farlo, ma quei ragazzi ti vogliono bene Alex! - nel frattempo la giovane si alzò dal letto, andando avanti e indietro per la camera, Eve la seguiva con gli occhi - da loro la possibilità di conoscerti, e fai vedere la persona meravigliosa che sei»concluse lei.
La castana non sapeva che dire, non era una cattiva idea in fin dei conti.
«Potreste partire già da domani, così da venire alla cerimonia della signora Rosalie sabato..»riprese Eve, ancora seduta sul letto.
«Una cosa per volta Eveline.. - disse - vado a chiederlo ai ragazzi e a Charlie, spero vogliano venire»concluse la castana.
«Sicuramente cara, vedrai»rispose lei.
Alex uscì dalla camera e si avviò verso la suite dei ragazzi, da fuori si sentivano strani rumori, sinceramente aveva paura.
Entrò facendo meno rumore possibile, ed intravide i ragazzi sul divano che facevano i cretini davanti ad una..telecamera? Era una telecamera quella? Capì che stavano filmando uno di quei stupidi video diary, o come si chiamano.
Si avvio verso il divanetto di fronte a loro, proprio dietro la telecamera.
Sul divano c'erano Niall, Louis e Harry e sui braccioli, l'uno opposto all'altro, si trovavano Zayn e Liam.
Quando i ragazzi la videro, zittirono per qualche secondo e le sorrisero, Alex fece segno loro con la mano di continuare.
Loro continuarono a fare i coglioni, e la castana a mala pena riuscì a trattenersi dalle risate, ma non doveva farsi sentire, chissà cosa avrebbero pensato tutte quelle fan per una sola risatina femminile.
Una volta finito il video, Alex diede libero sfogo alla sua risata, coinvolgendo tutti i componenti della band, quasi cadde dal divano.
«Oddio, credo di non aver riso così tanto in tutta la mia vita, vi giuro!»esclamò lei, cercando di soffocare quella risata che non voleva cessare.
«Veramente quello che fa ridere qui sono soltanto io!»esclamò Louis, strabuzzando gli occhi e assumendo un’aria di sufficienza.
«No, tu sei soltanto un coglione, Boo bear»gli rispose Alex per le rime.
«Come sei a conoscenza di questo soprannome? COME? Mi hai messo qualche spia alle calcagna? Eh?»urlò il ragazzo, puntandola col dito.
«Ma tu stai veramente male, mio caro Boo bear!»rispose quella, provocandolo.
Louis si gettò su di lei facendola cadere da quel piccolo divanetto su cui si era seduta poco prima.
«No ti prego, smettila, ti scongiuro!»strillò la castana, facendo sì che occhioni azzurri non continuasse più a farle il solletico.
«Promettimi che non mi chiamerai più così, è imbarazzante e c’è già mia madre che mi chiama così! Lei basta e avanza»piagnucolò quello, sedendosi sul pavimento con un’espressione da cucciolo bastonato. Alex si scaraventò su di lui e lo abbracciò, lui si mise a ridere.
«Okay, credo che mi “arrabbierò” di più, se mi consoli così»riprese lui, dopo averla strapazzata per bene.
«Sei uno scemo»esclamò lei di rigetto ridendo.
«Posso essere il TUO scemo, se vuoi»disse lui in modo provocatorio e facendole l’occhiolino.
Alex si chiese se stesse facendo finta o fosse serio. Lui sorrise. Okay, era uno scherzo.
«Ma certo che puoi scemo»ribattè lei, maliziosamente.
«Ehm, ehm..»la scenetta venne interrotta dalla tosse del ricciolo. Tosse..era più un modo per dire di smetterla.
Louis si alzò e aiutò Alex ad alzarsi prendendola dalla mano, poi s’inchinò davanti a lei.
«Alex, nonché mia scema, vuoi sposarmi?»chiese lui.
Alex lo guardò sorpresa, occhioni azzurri voleva fare le cose in grande.
«Ma certo mio scemo!»rispose lei tutta contenta.
Lui per risposta la prese in braccio e le fece fare due tre giri su se stessa, facendola scoppiare a ridere.
I ragazzi li guardavano divertiti, tranne Harry. Era per caso geloso? E di che? Sì, si erano baciati, ma questo non voleva dire che stessero insieme, assolutamente no. E poi non c’era motivo di ingelosirsi, Alex e Lou stavano soltanto scherzando, non l’aveva capito forse? Mah, strano il ragazzo.
Lou finalmente, pose per terra la castana, ormai sfinita dalle continue risate.
«Perché sei venuta qua, Alex?»borbottò il ricciolo senza perdere quello sguardo scocciato.
Lei si fece più seria.
«Beh, ecco, io..volevo chiedervi se volevate venire per un paio di giorni in un posto molto importante per me - sussurrò lei, fermandosi per cercare di capire quale sarebbe stata la risposta dei ragazzi, ma niente - è un posto vicino, è fuori città, ma ci si mette pochissimo ad arrivare, quindi se avrete impegni improvvisi potrete ritornare in un batter d’occhio».
I componenti della band si scoccarono sguardi tra loro cercando di capire cosa fare, poi posarono il loro sguardo su di lei, speranzosa in un ‘sì’ come risposta.
«Certo Alex, verremo di sicuro»rispose quel coccolo di Liam, sempre col suo tono pacato ed educato.
Le labbra della ragazza si curvarono in un sorriso a trentadue denti, era davvero contenta.
«Oh, grazie mille ragazzi»saltellò sul posto.
«Dove andremo?»chiese il biondiccio entusiasta.
«A un maneggio, è praticamente la mia seconda casa- disse lei trasognante, Harry la guardò stranito- dove ci sono i cavalli Harry, presente? Hai bisogno di un disegnino per capire?»concluse lei, ridendo e facendo ridere anche gli altri scimmioni.
«Grazie Alex, senza di te non saprei proprio come fare!»rispose lui, fingendosi sbalordito per la nuova “scoperta” fatta.
«Guarda, sei anche fortunata che non abbiamo impegni fino alla prossima settimana»prese parola il moro, facendole un gran sorrisone, sembrava un demente, con affetto.
Quella si avviò verso la porta correndo tutta contenta, si congedò ricordandogli di fare le valigie e che sarebbero partiti l’indomani appena svegli.
Come imposto dalle ragazze, la band cominciò a preparare i vestiti in borsoni, Zayn si stava beccando con Niall perché voleva portarsi dietro tanti tipi di gel e più di specchi in ordine di grandezza. Liam e Louis si stavano divertendo tantissimo a guardarli, ma Harry era sovrappensiero, si vedeva. Lou se ne accorse e volle parlargli. Riuscì a tirarselo dietro con la scusa di aver scoperto una cosa fantastica.
I due arrivarono nella terrazza sull’hotel, anche quella molto lussuosa, come tutto il resto, del resto.
«Sarebbe questa la tua grande “scoperta”?»chiese il riccio, rimasto immobile non appena varcata la soglia. Lou, che già si trovava dalla ringhiera, fece segno all’amico di avvicinarsi, quest’ultimo obbedì.
Non appena raggiunse l’amico, non potè non meravigliarsi per il paesaggio presentatosi davanti. Gli alti grattacieli erano tutti illuminati, la gente camminava avanti e indietro nonostante fosse tardissimo, il cielo era ricoperto da tantissime stelle luminose e l’arietta scompigliava fievolmente i loro capelli.
Il riccio restò a bocca aperta, doveva ammettere che Los Angeles di sera era davvero stupefacente.
Louis si voltò verso il compagno e notò che anche in quel momento era in un altro mondo, un mondo tutto suo. Si rigirò per ammirare quello spettacolo.
«Ti piace Alex, vero?»chiese tutto ad un tratto. Glielo domandava, ma ne era quasi sicuro.
Il ricciolo sobbalzò sorpreso.
«Senti, noi stavamo soltanto scherzando, era una specie di “scatch” per divertir..»
«Io non lo so Lou, sono confuso.. »sussurrò.
«Confuso per il vostro bacio selvaggio sulla scrivania del padre?». L'amico sgranò gli occhi, diventando immediatamente rosso. Lui si mise a ridere di gusto mentre Harry malediceva il moro.
«Come fai a saperlo? Eh? COME?»urlò lui, letteralmente sconvolto.
«Beh, Zayn non sa mantenere i segreti, ormai dovresti saperlo..»rispose lui con aria insufficiente.
«Santo Zayn! Possibile che non stia mai zitto quel capelli-mania?»sbottò lui incavolato.
Louis lo guardò divertito, ma subito dopo cambiò la sua espressione in offeso, e incrociò le braccia sul petto.
«Comunque sono offeso, ne hai parlato prima con lui che con me»borbottò. Sembrava davvero offeso, Harry sapeva che faceva finta, ma qualcun’ altro avrebbe creduto il contrario. Il suo migliore amico era un attore nato.
«Scusami, Boo bear»rispose lui abbracciandolo.
«Eh no eh! Pure tu no!»sbottò Lou, contariato.
Il ricciolino si staccò e sorrise.
«Comunque sì, lei mi piace, fisicamente dico! Però anche caratterialmente m’intriga davvero molto, è un bruttissimo segno Lou, te ne rendi conto?»bofonchiò lui disperato, illustrando la situazione con grandi gesti delle mani. Lou, lo guardò maliziosamente e sorrise.
«Uohh, Hazza si sta innamorando, Hazza si sta innamorando!»canticchiò quello fino al ricevere una botta dall’amico.
«Ma sta zitto, va la!»protestò il ricciolo poggiando il suo braccio sulle spalle del migliore amico. Insieme si avviarono alla porta per rientrare in hotel, lasciandosi dietro quella meraviglia di paesaggio.
«La vuoi sapere una cosa su Zayn, my Lou?»chiese Harry, muovendo le sopracciglia su e giù, mentre le labbra che disegnavano un ghigno.
Il suo compagno drizzò le orecchie, manco fosse una zitella in cerca di nuovi pettegolezzi. Peggio, era peggio. Harry rise di gusto.
«Dimmi, my Hazza»rispose lui, contento di sapere delle news sul moro.
Lui si avvicinò al suo orecchio per non farsi sentire, come se ci fosse altra gente presente.
«A Zaynuccio piace Charlie»sussurrò il ricciolo. A Louis brillarono occhi, come se la notizia fosse diventata oro.
«Bravo Hazza, sei bravo quasi quanto me nelle investigazioni»esclamò occhioni azzurri grattandosi il mento con aria intelligente.
Harry sorrise compiaciuto: ‘chi la fa, l’aspetti Zayn caro’ pensò.
Una volta arrivati in camera, i due amici ancora a braccetto, trovarono i loro compagni spaparanzati sul divano a guardare la televisione.
Lou e Harry si sedettero su un divanetto lì vicino e cominciarono a fissare il moro che dopo un po’ se ne accorse, cominciò ad innervosirsi. Quando quei due stavano insieme erano pericolosi, e Zayn lo sapeva.
«Che avete da guardare, sbruffoni?»chiese lui scocciato.
I due spensero la televisione con il dissenso di Liam e Niall, interessati in una partita di baseball. Cominciarono a canticchiare e a ballare come due mongoli. No, non è che ballassero come due mongoli, loro lo erano per natura.
«A Zayn piace Charlie, a Zayn piace Charlie»cantilenarono quei rimbambiti, ricevendo così cuscinate in piena faccia da parte del moro.
«E’ la verità Zayn?»gli chiese Liam.
«Cosa? Ma no, che dite..»rispose lui in modo vago.
«E’ andato!»urlò il biondissimo Niall, saltando sul divano per avviarsi in cucina a mangiare. Zayn lo guardò malissimo, come a tutti gli altri.
Continuarono così per il resto della serata, i ragazzi prendevano “in giro” Zayn, e Liam come dolce che era cercava di difenderlo. Era una bromance dolcissima la loro.
La mattina seguente, Alex si svegliò di buonissimo umore, era davvero contenta.
La sera prima, una volta rientrata dalla suite dei ragazzi, si era fiondata in camera di suo padre per chiedergli il permesso, lui aveva accettato senza esitazioni, felice di vedere la figlia così contenta.
Si preparò velocemente, prese la su valigia, e corse a far colazione.
«Mi raccomando, divertitevi scricciolo».
«Certo papà»rispose la castana sorridendo.
«Anche io voglio venire, Alex - urlò la piccola Rosie, col faccino imbronciato e portandosi le fievoli braccia al petto – voglio imparare a andare a cavallo pure io».
«Sarà per la prossima volta, te lo prometto piccolina»le assicurò la sorella maggiore, tranquilizzandola.
Sparì dalla sala da pranzo e si avviò verso la suite dei ragazzi che stavano ancora dormendo, ne era convinta. Decise di preparargli la colazione e di svegliarli.
Una volta dentro, grazie alla sua chiave, si tolse il peso della valigia accanto alla porta.
Pose sulla tavola una tovaglia, preparò il caffè in cinque tazze e posizionò croissant invitanti dal buonissimo profumo in mezzo alla tavola su un vassoio.
La porta si aprì, Niall si era svegliato, forse per l’odore che emanava la sala, beh non era sorpresa. Il ragazzo stava avanzando a passi lenti e si sfregava gli occhi, Alex sorrise e pensò a quanto fosse meraviglioso quel ragazzo.
Si sedette nella prima sedia che trovò e lei avvicinandosi a lui, gli posò un bacio sulla testa dandogli il buongiorno.
Entrò in camera e si avvicinò al lettone su cui Liam e Zayn dormivano beati.
«Dai ragazzi, svegliatevi, dobbiamo partire»sussurrò lei dolcemente.
Liam rispose con qualche mugugno incomprensibile, così decise di scuoterlo un po’, giusto per vedere se si risvegliavano da quel sonno pesante.
«Dai è pronta la colazione su»disse lei con tono più fermo. Liam finalmente si svegliò e diede il buongiorno alla castana per poi avviarsi in sala.
«Ora tocca a te»sussurrò la ragazza guardando il moro.
«Se non ti alzi tra due secondi ti taglio i capelli, Zayn»esclamò lei al suo orecchio. Lui si spaventò e si sedette frastornato.
«Cosa vuoi dai miei capelli, tu?»borbottò lui con gli occhi socchiusi e la bocca schiusa.
«No, niente, se non ti alzi immediatamente ti taglio i capelli, tutto qua, Zaynuccio»affermò la giovane portandosi le mani sui fianchi.
Il moro scattò su immediatamente e corse in sala, finalmente.
Bene, era il turno di quegli altri due scimmioni. Per sua fortuna, Louis era già sveglio, divertito dalla scenetta di due secondi prima.
Si alzò e diede un bacio sulla guancia ad Alex in segno di buongiorno, lei rispose soltanto con un sorriso. Adesso in quella stanza c’erano soltanto lei e il ricciolino.
Si sedette accanto a lui e non potè non notare quanto fosse bello mentre dormiva.
Era a pancia in su, le braccia erano posizionate disordinatamente di fianco alla testa, la bocca rosea era schiusa, la mascella era rilassata e  i ricciolini gli ricadevo sugli occhi.
«Se non fossi così sbruffone, ti troverei anche carino»sussurrò lei, attenta a non farsi sentire mentre gli scostava qualche ciocca di capelli dal viso.
Lui sorrise, sì, l’aveva sentita. Le sue labbra si curvarono in quel sorrisino compiaciuto di sempre. La prese per i polsi facendola cadere su di sè e la rinchiuse tra le sue braccia, attento a non farsela scappare.
«Mi hai sentita?»disse lei, abbastanza turbata e sorpresa.
«Beh, sì..»quella fu la sua unica risposta. Finalmente lui aprì quegli occhioni verdi che alla castana piacevano davvero tanto, tanto da perdercisi.
Stettero svariati minuti a guardarsi, fino a che Alex si posizionò meglio sul corpo, mezzo nudo del ragazzo, e posando la testa sul suo petto.
Lui le accarezzava i lunghi capelli castani, e lei si rilassò talmente tanto che avrebbe potuto addormentarsi. In realtà, questo le succedeva ogni volta che qualcuno le toccava i capelli. Quell’atmosfera rilassante, che andava avanti da un po’, fu interrotta dalle urla di Liam.
Lei alzò leggermente la testa per incontrare gli occhi di Harry.
«Forse è meglio andare a vedere che combinano»disse lei di malavoglia.
Lui si limitò soltanto a sorriderle. Si alzarono e insieme si avviarono alla porta, fino a che lui la bloccò e la salutò a modo suo. Un bacio su una guancia, un altro in quella opposta e uno sulla fronte, lei arrossì.
Una volta in sala la situazione era questa: Liam continuava ad urlare come un pazzo, cercando di scampare dal cucchiaio impugnato da Lou, e Zayn cercava di difenderlo. Che bambinoni, pensò.
«Riuscite a stare fermi per cinque minuti?»sbottò la castana, tirando via il cucchiaio in mano a Lou, contrariato. Liam finalmente si calmò e Zayn tirò un sospiro di sollievo.
«Cinque minuti? Siete lì dentro da non so quanto, che stavate facendo?»chiese occhioni azzurri malizioso.
Harry che già era seduto cominciò ad addentare il suo croissant, si trovava vicino a Niall, che da bravo ragazzo com’era si limitava soltanto a sorseggiare il suo caffè, ignorando la situazione di poco prima.
«Fatti le carote tue, Lou»disse semplicemente Harry, zittendo le provocazioni dell’amico.
Una volta finita la colazione, la band si preparò e insieme si recarono all’uscita dove li aspettava una limousine.
Stavano ponendo le valigie nel bagagliaio quando sentirono un: 'Alex, aspettami’ ovattato, insieme si girarono e videro la rossa correre come una scalmanata e con un borsone in mano.
«Buongiorno»riuscì soltanto a dire, si piegò su sé stessa per riprendere fiato.
I ragazzi e la castana sorrisero, e con un Zayn ancora più contento, ricambiarono il saluto divertiti.
Ecco, adesso erano davvero pronti per partire.
 
 
 
Blblblbblbl, I’m back!
E’ vero, ci ho messo tanto ad aggiornare, scusatemi! E’ che avevo scritto già il capitolo da tempo, ma quel cessoide del mio computer me l’aveva cancellato, stavo per affogarlo in mare! Anyway, ce l’ho fatta **
Se leggete ditemi che ne pensate, vi prego.
(Sì, voglio più recensioni, ma come biasimarmi?) No beh, fate quel che volete, amen.
Bene, adios, alla prossima :3

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Alex si svegliò coi raggi di sole che entravano dalla finestra semi- aperta, con quell' arietta fresca di metà agosto e con il cinguettare degli uccellini che volavano fuori. Era il risveglio più bello che si potesse avere, pensò lei.
Si girò e si ritrovò Charlie a pancia in su, e tutte le coperte rivoltate, non era capace di stare ferma mentre dormiva.
Ogni volta Alex si beccava un calcio o un pugno, ma ormai si era abituata.
Erano le dieci passate, ma non voleva alzarsi dal letto, decise di restare lì a perdersi nel cielo azzurro che si intravedeva dalla finestra. Dopo poco tempo, si riaddormentò.
I ragazzi, appena svegli si alzarono e andarono da Alex, come avevano promesso; solo che quando loro arrivarono, Eveline gli disse che le signorine stavano ancora dormendo, così decisero di svegliarle a modo loro. Vennero svegliate da strani rumori, o da strani borbottamenti, non lo sapevano.
Partì un suono, forse era una chitarra, e delle voci si unirono in una dolce melodia, che farebbe più addormentare che svegliare.
Le ragazze, ascoltavano beatamente quella dolce melodia fino a che Liam e Louis cominciarono a saltellare sul loro letto, aumentando il loro tono di voce.
«Siete odiosi» mugugnò la rossa, tappandosi le orecchie e buttando su di sè le coperte.
Zayn le si buttò sopra per toglierle le coperte, questo lo portò soltanto a delle proteste e anche a delle minacce di morte.
Niall che fino ad adesso suonò la chitarra, la posò per terra e saltò sul letto, Alex stava litigando con Harry perchè si era infilato sotto le coperte e gliele stava rubando.
«Harold lasciami le coperte» disse con tono fermo la castana al riccio, che le stava praticamente addosso.
«Mi hai chiamato Harold? Io odio quando mi chiamano così» ribattè lui, guardandola male.
«Bene, se non vuoi essere più chiamato così, spostati» riprese lei, cercandolo di levarselo di dosso.
Il letto era matrimoniale, ma era comunque difficile starci in sette.
«E se io non volessi? Sto molto bene qui» disse lui malizioso, riferendosi al fatto che lei era sotto di lui, e lui..era sopra.
«Se non vuoi essere chiamato costantemente Harold, ti conviene spostarti» ribatte quella, più seria che mai.
«Non ti conviene» disse lui, tranquillamente.
«Ah sì? Perchè cosa mi fai, Harold?» rispose lei per le rime, avvicinando il suo viso a quello del riccio, appoggiandosi sui suoi gomiti.
Harry le fissò la bocca, voglioso di toccarle e assaporarle, ormai era una droga per lui, anche se le aveva provate una fottutissima volta. Era disperato.
Purtroppo lì non poteva, con tutti i suoi compagni che schiamazzavano e litigavano, non se ne sarebbero nemmeno accorti, ma lui non voleva dividere la ragazza con nessuno, era sua.
«Che ti faccio?» chiese alla giovane con un sorrisino. La ragazza alzò un sopracciglio e si morse il labbro inferiore, si avvicinò al suo viso, voleva provocarlo.
Il riccio dopo averle fatto un sorrisino compiaciuto cominciò a farle il solletico, la ragazza stava morendo dalla risate.
Gli altri presenti che fino ad adesso litigavano per il posto sul lettone li guardarono e anche loro si aggiunsero a quella guerra sollettico.
Zayn, che fino ad allora era su Charlie, cominciò a farle il solletico, la rossa non ce la faceva più dalle risate e chiese una pausa, alla quale lui accettò. Si buttarono sugli altri tre, intenti a farli morire dal ridere.
Alex, per cercare di liberarsi, si dimenava sotto di lui, e gli dava colpetti sul petto, così il riccio per farla star ferma, decise di prenderle i polsi e metterglieli all'altezza della testa, tenendoli ben stretti.
Lei era ormai intrappolata.
E lo sguardo del riccio, fece si che si calmasse, lui continuava a trafiggerla col suo sguardo, e solo in quel momento Alex si accorse di quanto quegli occhi verde smeraldo, erano così belli e così tanto espressivi.
Restarono così per minuti fino a che lui si avvicinò al suo orecchio e allentò la presa sui suoi polsi.
«Scusami per ieri, io non volevo..» le sussurrò, Alex lo zittì e gli sorrise.
«Tranquillo, non potevi saperlo - continuò lei, scuotendo la testa - adesso però spostati, mi stai rompendo una costola!» esclamò lei, il riccio sbuffò e assunse una faccia divertita. Sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi, questo era sincero, non il solito sorriso sbruffone.
La castana rimase ferma immobile a guardare quel suo sorriso per minuti, lo trovava carino..NO, NON POTEVA PIACERLE HARRY STYLES, MAI E POI MAI.
«Cosa c'è?» chiese lui infine, ridendo, rendendosi conto che la ragazza lo fissò adorante per svariati minuti.
Alex lo guardò e capovolse le posizioni, adesso lei era sopra di lui a cavalcioni. Lui la guardò sorpreso, assunse il suo solito sorrisino, la castana gli sorrise maliziosamente e si alzò.
Si avviò verso il bagno e lasciò la porta aperta, tanto doveva soltanto lavarsi la faccia, tutto qua.
Ormai la guerra finì, e i ragazzi si calmarono.
«Dopo tutto questo casino direi di andare a far colazione, avete mangiato qualcosa?» chiese Alex, alla quale i ragazzi risposero con un 'no'.
«Bene allora a mangiare, Eve prepara colazioni fantastiche» il suo umore era cambiato, i ragazzi ne erano davvero contenti.
«Ne ero sicuro, amo come cucina quella donna!» esclamò il biondo, alzandosi dal letto felicemente.
Così si alzarono dal letto, tranne Charlie che si lamentò, ma fu tirata su da Zayn come un sacco di patate.
Alex aveva l'impressione di essersi persa qualcosa, anzi, ne era sicura.
A tavola c'erano solo loro ragazzi, dato che David aveva una riunione e Rosie dormiva ancora.
Fecero una colazione abbondante, Alex notò come il moro e la rossa erano tutto dolcezza e carezze, così tirò un calcio alla sua amica disgustata da quella scena. 
La rossa sobbalzò sul posto, Alex la guardava schifata.
Charlie la ignorò, tornando a fare quello che aveva fatto fino ad adesso, da quando in qua la sua amica era così..schifosamente sdolcinata? Alex rabbrividì, dovevano parlare, assolutamente.
Quello era il momento giusto per mandare via la band e parlarle tranquillamente.
«Bene, adesso ve ne dovete andare!» urlò la castana.
«Perchè mai?» chiese contrariato Zayn.
«Devo studiare dato che domani ho l'esame, e voi mi distraete un bel pò..» rispose lei, poggiandosi sullo schienale della sedia su cui era seduta.
«Ah sì?» la voce curiosa di Harry la fece sorridere.
«Perchè devi studiare una cosa che in realtà non ti interessa?» chiese Liam, distraendola dal gioco di sguardi con Harry.
«Cosa? Certo che m'interessa e poi fatti i cavoli tuoi, grazie» disse lei, con fare strafottente.
«Sì, certo..» rispose lui, con altrettanta noncuranza nei suoi confronti.
Si alzarono tutti e se ne andarono.
Alex prese Charlie per il polso e la portò in camera sua, lasciando Eveline pulire la tavola.
«Ma che ti succede? Da quando in qua sei così schifosamente dolce con una persona?» chiese lei facendo una smorfia.
La rossa sorrise per la sua faccia e si sedette sul letto, seguita a ruota dall'amica.
«Non sono dolce, sono solo gentile e poi lui mi fa sentire a mio agio, siamo solo amici» si scusò lei, ma Alex non sembrava convinta.
«Quello non si chiama amicizia, lui ti piace!» urlò la giovane, sorridendole.
«No, non mi piace! Te l'ho detto, è un amico, e se non ci credi problemi tuoi - sbottò la rossa - e poi vogliamo parlare di te e Harry? Secondo te non ho notato di come lui stava per spogliarti e scoparti a seduta stante se non ci fossimo stati noi?» concluse urlando.
«Che cazzo urli finezza in persona? E poi..che t'inventi, l'ho solo provocato per cercare di liberarmi, mi stava facendo morire per quel cazzo di solletico» rispose lei, prontamente.
«Sì, per il solletico, certo..» ribattè quella, beccandosi un pugno sulla spalla dalla sua amica.
«Smettila di dire cose a vanvera - disse lei ridendo, coinvolgendo l'amica - devo studiare, domani ho l'esame» concluse, guardando la scrivania piena di libri.
«Andrà tutto bene, fidati! Io invece ho il turno al bar tra un pò, ci sentiamo più tardi?» chiese lei.
La castana annuì e aspettò che la rossa si vestisse prima di rimboccarsi le maniche.
Lo studio le occupò tutto il pomeriggio e la sera, aveva già studiato quei lunghissimi capitoli e li sapeva alla perfezione, ma doveva ripassare per bene e gli mancava un capitolo. L'aveva lasciato indietro per l'imminente arrivo di quei ragazzi che le scombussolarono la vita in pochissimo tempo. Sembrava assurdo, eppure era così, erano come un uragano, pericoloso ma coinvolgente.
Sorrise sui libri al ricordarli.
Erano le undici passate di sera ed era stanchissima, ormai sapeva tutto, sperava solo che fosse andato tutto bene.
 
***
 
«Alex, svegliati è ora di alzarsi» disse Eveline, che come tutte le mattina la svegliava.
«Che ore sono?» chiese lei con un tono assonnato.
«Le otto, su alzati che devi andare all'univesità per l'esame» rispose lei.
«Oddio, ma è tardissimo, l'esame inizia alle nove e mezzo!» disse alzandosi velocemente dal letto e andando verso l'armadio per trovare qualcosa da mettersi.
Prese uno di quei terribili tailleur, che era costretta a mettersi, l'intimo e si chiuse in bagno dove si fece una doccia velocissima.
Una volta pronta, s'infilò dei terribili mocassini e prese la borsa con tutto l'occorrente; scappò senza neanche fare colazione, salutò soltanto Eve, dato che gli altri componenti della famiglia non c'erano.
Aspettò l'ascensore ma niente, non si decideva a salire, poi vide i ragazzi avvicinarsi a lei, probabilmente stavano per andare da lei.
«Buongiorno Alex, ma che fai?» chiese Liam dopo aver sonoramente sbadigliato, notando l'agitazione dell'amica.
«Devo fare l'esame oggi, non ti ricordi? E sono terribilmente in ritardo» rispose agitando la gamba e salterellando per l'agitazione.
«Strano, tu in ritardo?» ribattè il riccio appoggiato allo stipite dell'ascensore, con le braccia intrecciate sul petto.
Aveva voglia di scherzetti già dal mattino? Che voglia.
«Sì, è vero, forse qualche volta sono in ritardo - disse facendo ridere gli altri - okay, sono sempre in ritardo, è un mio difetto, lo so!» concluse nervosa.
Le porte dell'ascensore finalmente si aprirono e lei si gettò dentro, seguita dai ragazzi.
«Di nuovo quegli orribili tailleur, Alex? No, eh!» urlò il moro, dimostrandogli per la seconda volta quanto odiasse quei completi.
«Li odio anch'io Zayn, ma devo usarli okay?» sbottò lei, fregandosene della sua reazione. Lui sbuffò e si girò verso le porte.
Liam aprì la bocca per parlare, lei sapeva già cosa voleva chiedergli.
«No, Liam» disse lei fermamente.
«Perchè non vuoi parlarci di te? Sei così misteriosa..» s'intormise Louis.
«Perchè vi conosco da quanto? Tre giorni?» chiese lei, alzando la voce e facendosi quegli orribili chignon.
«Ma siamo coccoli e affidabili, noi» affermò Niall.
«Ci avete provato» concluse la castana, mettendosi anche gli occhiali.
Harry la fissava con uno sguardo malizioso, Alex avrebbe voluto tirargli un pugno per togliergli quella faccia da schiaffi.
«Togliti quel sorriso da demente o ti tiro un pugno, faccia da bebè» urlò quella, attirando l'attenzione degli altri.
«Hei calmati, stavo solo osservando che così sembri una di quelle attrici porno vestite da maestrina..» ribattè il riccio, Alex lo guardò stupefatta; non se lo sarebbe mai aspettato, sapeva che quello stupido era un pervertito, ma non credeva potesse arrivare a dire una cosa del genere.
Anche gli altri ci rimasero male all'affermazione del ragazzo.
Un pugno? Uno schiaffo? Un calcio nelle palle? Chissà cosa avrebbe preferito quello scemo.
L'intelligenza, sì quella era l'arma migliore, col piccolo cervello che si ritrovava non si sarebbe più permesso.
«Questo mi fa dedurre che da giovane non acchiappavi molte ragazze, eh? Beh, sarà stato deprimente, tanto deprimente da guardare porno su porno, no? Mi dispiace per la tua adolescenza perennamente in astinenza, poveri ormoni, a forza di non usarli si sciupano, lo sai?» ribattè la castana, facendo levare una risata a tutti i presenti.
Le porte si aprirono e lei uscì senza farselo chiedere due volte, era in ritardo, ed era ancora fuori dall'hotel in cerca di un'auto.
«Noi oggi dobbiamo andare in radio a fare un'intervista, veniamo a prenderti?» propose Louis.
«Per far sì che se delle vostre fan vi vedono vi saltano addosso come delle scalmanate? No, grazie, non ho tempo da perdere» concluse lei, entrando in una macchina.
«E' ritornata l'Alex stronza» esclamò Liam.
 
***
 
Alex era ormai seduta a un banco, in una classe enorme e piena di ragazzi. Loro erano veramente appassionati di economia e gestione finanziarie almeno, lei no, ma aveva una dote capace di farle trovare quegli argomenti facili e anche interessanti.
Ma non l' appassionavano, per niente, voleva altro nella sua vita.
Purtroppo da quando sua madre era morta, non volle deludere suo padre per nulla al mondo, così cominciò a fare quello che lui desiderava.
La prova iniziò e le si concentrò al massimo, non aveva studiato così tanto per niente.
Avrebbe superato la prova e sarebbe entrata al college, avrebbe studiato per altri cinque anni e si sarebbe ritrovata in un ufficio pieno di persone noiose che l'asfissiavano sulla gestione dei vari hotel. Avrebbe sposato uno scalatore sociale, il quale avrebbe preso le redini degli alberghi diventando il proprietario, si sarebbe fottuto tutti i soldi e sarebbe scappato alle Maldive accompagnato dalla segretaria sexy e lei sarebbe diventata vecchia sola, disperata e ubriacona. 
Yu-uh, che bella vita! Alex stava per mettersi a piangere, che vita del cavolo le aspettava? Ma d'altronde, si era ripromessa di non deludere suo padre, era una promessa, non poteva fare altrettanto.
Le due ore d'esame finirono, Alex consegnò ma un signore sulla trentina la fermò, era lo stesso signore a capo della commissione.
«Signorina Wilson, mi scusi!» disse quello avvicinatosi a lei.
«Sì, le serve qualcosa?» chiese lei gentilmente e confusa perchè sapeva il suo cognome.
«Lei è figlia del proprietario degli alberghi Wilson? Quando ho visto il suo foglio, mi è saltato subito all'occhio il suo cognome..» Oh no, un altro scellerato che voleva entrare nelle grazie di papà, le mancava solo questa, pensò lei.
Quello continuava a parlare ininterrottamente, lei lo fermò.
«Sì, sono sua figlia e non capisco perchè le interessi tanto, mi dispiace, è stato bello conoscerla, ma ora devo proprio andare» 
concluse lei scocciata.
Il tipo la fermò di nuovo, con una mano sulla spalla.
La ragazza alzò un sopracciglio e lo guardò malamente.
«La sua prova verrà controllata nei minimi dettagli signorina, e saprà come è andata stasera stessa, comunque ho fonti che dicono che lei è una ragazza responsabile e studiosa, abbiamo bisogno di persone come lei nel nostro ambiente, quindi si reputi già parte di questo posto» disse lui, facendo un sorriso a trentadue denti. Sì certo, ero già lì dentro per il cognome Wilson, altro che per l'essere responsabile e studiosa.
«Grazie signor..» disse lei fermandosi non sapendo il nome.
«Carter, signorina, Matt Carter» rispose lui fieramente.
Alex lo salutò con la mano e poi si avvio verso l'uscita, era lì dentro da tre ore e non ce la faceva già più.
E così se ne ritornò a casa con la macchina che l'aspettava, delusa e triste del fatto che non riusciva ad esprimere i suoi sogni a suo padre, per la paura di deluderlo o peggio, perderlo.
«Allora? Come è andato l'esame?» chiese suo padre più nervoso della figlia, andando su e giù per l'ufficio.
«I quesiti erano abbastanza facili, in più il presidente della commissione, che si è reso conto di chi sono, ha detto che mi farà sapere i risultati stasera stessa» rispose lei, tranquillamente seduta sulla poltrona di suo padre.
«Ma è perfetto, non vedo l'ora di sapere come è andata!» esclamò lui tutto contento.
Alex era felice di vederlo così e cercò di farlo vedere, ma dentro moriva; e in più suo padre non aveva capito che quello lì voleva arruffianarselo come tanti altri, per scopi puramente personali.
«Vado a farmi una doccia e a rilassarmi un po' papà, sono stanca..» disse lei, alzandosi dalla comoda poltrona e avvicinandosi al padre.
«Vai scricciolo, te lo meriti» rispose lui.
Non appena la castana uscì si scontrò contro la parete e sbuffò sonoramente.
Una volta in camera, fece un lungo bagno, che le rilassò i muscoli; una volta finito s'infilò pantaloni della tuta e una maglietta di sua madre, questo la portò a ripensare a lei.
Si stese sul letto e si guardò in giro, gli occhi si posarono sulla libreria, piena di libri, trofei e foto sue con la sua famiglia e Charlie.
Ai suoi occhi spiccò un libro, quello che suo madre le leggeva sempre prima di andare a dormire. Si alzò, lo prese e si rigettò sul letto, intenta a leggerlo; e così fece.
Una volta finito, lo guardò e scoppiò a piangere, il ricordo puntiglioso di sua madre riaffievolì prepotente nella sua testa, facendola soffrire più che mai, avrebbe mai superato quei momenti di assoluta tristezza e dolore? Non lo sapeva.
Sì addormentò, ricordando quante volte sua madre le disse che odiava vederla piangere, ma lei non riusciva fare altro da quando lei l'aveva lasciata, anche se di nascosto.
Dopo svariate ore si svegliò, e una Eveline agitata entrò in camera sua con il telefono in mano, poco dopo.
«Eve che succede? Perchè sei così agitata?» chiese la castana con preoccupazione.
«Il signor Carter signorina, i risultati dell'esame» esclamò lei.
La giovane prese il telefono e lo poggiò all'orecchio. Eveline la guardava e l'unico che faceva la ragazza era annuire e dire di sì, si stava agitando ancor di più.
Quando staccò la telefonata, Alex la guardò.
«E' andata, sono dentro» rispose Alex, sapendo già la domanda della signora lì presente, era terribilmente triste.
La signora Eveline la conosceva e sapeva che non era quello che voleva, ma lei non sapeva che consigliarle, oltre alla possibilità di raccontare a suo padre i suoi sogni.
Le si avvicinò e l'abbracciò.
Alex si strinse di più a lei e stette lì per un bel po', aveva bisogno di amore materno, e Eveline era la figura femminile che più le era stata accanto nei momenti tristi, quando non c'era sua madre.
Quando si staccò dalla presa, la porta di camera sua si aprì, suo padre voleva sapere se c'era riuscita o no.
«Ho fatto l'esame alla perfezione papà, sono dentro» disse lei cercando di sorridere.
La faccia di David da disperato per sapere la risposta cambiò, adesso aveva un sorriso abbagliante e gli occhi gli luccicavano, non era mai stato così orgoglioso di lei prima d'ora.
La prese in braccio e la fece girare due o tre volte, quando la mise per terra le baciò la fronte e le sorrise.
«Sono molto fiero di te, scricciolo» affermò dolcemente.
«Grazie papà, ti voglio bene» ribattè lei, abbracciando suo padre. «Ti voglio bene anch'io tesoro mio, tu non sai quanto» disse lui concludendo, baciandole la testa.
 
 
Ta-daaan! (?)
Eccovi anche il decimo capitolo, YO!
Comunque per il prossimo ci vorrà un bel pò.
Ieri l'avevo scritto, ma naturalmente quel cesso del mio computer l'ha cancellato, odio profondo.
Dopo la sfogata, me ne vado.
Adioos :3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Ormai erano nella limousine da un’ora e sarebbero arrivati a momenti. La band si divertiva un sacco con le due amiche, e ridevano tantissimo, fino a far male la milza.        
«Signorina Alex, apra il finestrino»parlò l’uomo di mezza età, che li avrebbe portati in quel posto tanto importante per la ragazza.                                                                                  
Lei obbedì e mise la testa al di fuori del finestrino. Vide due cavalli correre liberi che facevano a gara con la loro macchina. Erano delle creature perfette e meravigliose. Uno di loro aveva la lunga criniera nera che svolazzava a contatto col vento, l’altro era completamente l’opposto, bianco e candido come la neve. Insieme sfrecciavano come non mai, superando di gran lunga la limousine.                                                                                                                                                                                                  La castana rientrò, finalmente era a casa. Non poteva essere più felice.
«Siamo arrivati, signorini» enunciò dolcemente il signore, che anche lui, conosceva la castana da quando era piccolissima. E lui, come tutti gli addetti all’hotel, l’adorava. I ragazzi quando uscirono restarono a bocca aperta. ‘Wow’ solo questo riuscirono a spiaccicare per tutto il tempo. In effetti quello era uno dei maneggi più belli di Los Angeles, era accogliente e si entrava a contatto con la natura. C’erano tante staccionate, cavalli ovunque, vari box dove i cavalli dormono e una casa. In quella casa ci viveva una persona molto cara a Alex, sua cugina Dani. Beh, parli del diavolo, spuntano le corna, no?
Sua cugina, di figura esile, portava una t-shirt bianca, dei fuseau neri e i soliti stivali che s’indossano quando si va a cavallo. I suoi lunghi capelli castani, così simili ai suoi, erano raccolti in una coda alta. Era di spalle e stava dando da mangiare carote alla cavalla che Alex tanto amava, la sua Ginger. Ginger. Sua madre gliel'aveva regalata un anno prima della sua morte.  Era una cavalla bellissima, era imponente e aveva una criniera lunghissima nera, come la coda. Il suo corpo era di un marrone scuro, mentre le zampe di una tonalità più chiara. A quanto pareva sua cugina non era venuta a meno alla parola data, cioè di darle affetto e averne cura quando Alex non c’era.
«Guarda un po’ chi c’è, Charlie!»esclamò allora all’amica che aveva di fianco, abbastanza forte da farsi sentire da sua cugina. I ragazzi le guardarono sconcertati e aggrottarono la fronte. «Chi?»esclamò Louis, dondolando la testa a destra e a manca.
«Oddio, dici di salutarla con un abbraccio da diabete, di saltarle addosso o di farla cadere nel fango?»chiese Charlie divertita, anche lei alzando la sua voce di qualche ottava. Dani si accorse della loro presenza e scosse la testa in senso di negazione, ma continuò a far finta di niente dando alla cavalla il suo pranzo.
«Ma, io direi un abbraccio da diabete, dato che le piacciono molto»rispose la castana, urlando quasi. Intanto Ginger, che si era accorta della presenza della padrona, cominciò ad agitarsi, scuotendo la testa, facendo sì che la lunga chioma volasse col vento. Alex ne fu onorata, la sua amata cavalla non si era dimenticata di lei.
«Okay, pronta?»esclamò Charlie, facendo l’uno, due, tre con le dita. Al tre, gettarono le valigie ai loro piedi e cominciarono a correre da quella povera ragazza, che non appena si accorse della presenza di quelle due pazze si girò immediatamente per fermarle, portando un braccio davanti a sé, e mostrando finalmente la sua faccia, era bellissima, come sempre. E poi quegli occhi color ghiaccio, riuscivano a coinvolgerti o a gelarti sul momento.
«Fermatevi, immediatamente»protestò quella, ancora col braccio davanti a sé, quasi fosse uno scudo che l’avrebbe protetta da quelle due furie.
Le amiche si scambiarono un’occhiata complice e fecero un risolino inquietante. Dani, si spaventò e cominciò a scappare come una pazza, inseguita da sua cugina e da Charlie. I ragazzi ridevano nonostante non sapessero cosa stesse succedendo in quel momento, ma Alex gli avrebbe spiegato tutto, ne erano certi. Alla fine, le ragazze raggiunsero Dani, e l’abbracciarono talmente forte da farle male.
«Okay, basta, con questo abbraccio sto bene per un anno intero»esclamò la ragazza dagli occhi di ghiaccio, scrollandosi di dosso quelle due, che ridevano come delle cretine.
«Esagerataaa»rispose Charlie per le rime, meritandosi un’occhiataccia da Dani.
«Oh, mi sei mancata Dani la burbera»urlò Alex, portandosi la mano alla pancia per il tanto ridere.
«Non ho parole»protestò quella, portandosi una mano sul fianco e sbuffando come non mai.
«Hey, venite qua - urlò Alex alla band, la quale si avvicinò senza troppe cerimonie sorridenti – questa è Dani, mia cugina»concluse lei, presentandola.
«Sì, purtroppo sono imparentata con questa qui, piacere»rispose la cugina mostrando un sorriso a trentadue denti ai ragazzi. Nonostante fosse un po’ burbera e distaccata all’inizio con le persone nuove, era sempre e comunque gentile. Aveva un cuore d’oro, quella ragazza; la castana era orgogliosa e si riteneva fortunata ad avere una cugina così, che in più aveva i suoi stessi interessi. Erano sempre andate d’accordo, anche con Charlie. Insieme ne combinavano sempre qualcuna quando erano piccole.
I ragazzi si presentarono uno per uno. La ragazza appena conosciuta fece loro strada fino ad arrivare in quella grandissima casa, che Alex conosceva a memoria. Era ancora bellissima, proprio come la castana si ricordava. Il grande salone aveva un grosso camino e poltrone comodissime. Sul camino c’erano varie foto, e lei si avvicinò per vedere.
«Queste foto le hai messe da poco, vero?»urlò la castana a sua cugina, che si trovava in cucina adiacente al salotto. I componenti della band vennero portati nelle loro camere, questa volta guidati da Charlie, un’altra che conosceva a memoria quella grandissima casa. Ci passavano intere estati in quel posto.
«Sì, le ho cambiate…- rispose lei, con tono basso entrando in sala – ma se vuoi le ricambio»concluse lei, preoccupata.
Perché preoccupata? Beh, molte di quelle foto raffiguravano loro tre da piccole, ma in altre c’era la madre di Alex e suo padre David, insieme, sorridenti e felici.
Una foto la colpì maggiormente. C’era suo padre, che non era cambiato un granché. Avrà avuto una ventina di anni in quella foto, era alto, di figura esile, capelli corti castani e mossi, un sorrisone adornato da fossette simpatiche e gli occhi castani. Adesso aveva quarant’anni e li portava davvero molto bene. Poi, c’era sua madre. Alta, bellissima, occhi grandi, capelli tra il biondo cenere e il castano e con un sorriso rassicurante. In quel sorriso, vedeva sempre un qualcosa che aveva anche Eve, la forza di tranquillizzare le persone soltanto con un sorriso. Poi c’era lei, piccolissima, avrà avuto due anni, era su un cavallo. Probabilmente è stato il primo cavallo su cui era stata. I due la sorreggevano sull’animale, ridevano, si divertivano semplicemente. Ad Alex scappò una lacrima, che asciugò immediatamente per non farsi vedere dalla cugina. Si schiarì la voce e prese parola.
«Ma che dici, è casa tua e decidi tu..- disse- vado a salutare Ginger»Dani non parlò, stette in silenzio e acconsentì.
Una volta uscita tirò un sospiro di sollievo, quelle quattro pareti erano cominciate a sembrare improvvisamente una galera. Quando alzò gli occhi, la sua cavalla stava correndo di qua e di là in una staccionata, ammirata da due addestratori. Le si avvicinò e Ginger, sentendo la sua presenza, non fece altro che avvicinarsi pure lei. La cavalla sbuffò felice di avere accanto a sé la padroncina, che una volta saltata la staccionata l’accarezzò. Quanto le era mancata. Decise che il miglior modo per recuperare tempo era quello di farsi una bella passeggiata insieme, da sole.
Prese le briglie e le montò in groppa, uscirono dalla staccionata aperta dai due addestratori e insieme si avviarono verso il bosco, luogo in cui i cavalli venivano liberati per farli correre e pascolare in libertà, lì non c’era nessun tipo di pericolo. Corsero per una mezz’oretta, Alex era estremamente felice, in realtà tutto ciò che riguardava i cavalli o gare, la facevano esaltare e appassionare. Insieme erano una sola cosa, erano una forza della natura. Erano in simbiosi, come accade a molti animali, solo che qui si trattava di una persona e di un cavallo. Si fermarono a un ruscello dove Ginger bevve e Alex si distese sul prato per rilassarsi. La leggera brezza e il rumore dell’acqua che scorreva la fecero rilassare completamente.
Quando si riprese da quella specie di stato comatoso più che meraviglioso, si accorse che era pomeriggio inoltrato e in più non aveva pranzato, la pancia cominciava a brontolare, era ora di ritornare a casa anche se preferiva stare lì in compagnia della sua amata cavalla. Insieme arrivarono, accompagnò Ginger al suo box, e la lasciò lì. Entrando in casa, si accorse che erano le cinque e mezza passate, dall’orologio posto nella parete di fianco alla porta e dalla sala provenivano delle risate. Probabilmente i ragazzi e Dani avevano fatto già conoscenza. Quella ragazza, quando voleva, faceva scompisciare dalle risate.
Entrando i ragazzi zittirono, Charlie e Dani sorrisero.
«Come è andata la cavalcata?»chiese la rossa felicemente. Alex si avviò in cucina e prese una mela, poi mangiandola si buttò accanto a Lou con molta poca grazia. D’altronde, quello non era nel suo dna.
«Bene, mi era mancato farlo - rispose lei addentando la sua mela – di che stavate parlando? Appena entrata ho sentito delle risate assurde».
«Gli abbiamo raccontato di quando Charlie salendo a cavallo è caduta nel fango e si è sporcata talmente tanto da essere imbacuccata da buste della spazzatura pur di non sporcare casa»esclamò Dani ridendo, coinvolgendo sua cugina in una fragorosa risata. La castana, dovette stare attenta a non affogarsi con l’ultimo pezzo della mela.
«Fa pure la sbruffona che non è mai caduta da cavallo»le rinfacciò Charlie diventando rossa.
«Il mio è un talento, Charlie»si vantò Alex, guardandola con sufficienza.
«Ma guarda questa qua, oh»controbatté la rossa alzando la mano verso l’amica. Si levò una risata generale, i ragazzi stavano letteralmente morendo. Alex interruppe il tutto guardandosi intorno disorientata.
«Cosa stai cercando Alex?»rise Dani.
«Ma..gli zii? Dove sono gli zii? Non li ho salutati»esclamò quella portandosi una mano sulla fronte. Aveva sempre avuto un buon rapporto con loro. Il padre di Dani, Carl, era fratello di suo padre David. Si assomigliavano molto loro due.
«Adesso te ne sei resa conto? Non preoccuparti, loro sono in viaggio»la tranquillizzò, lei diede un sospiro.
«Io ho fame»disse Niall, interrompendo quel silenzio che durava da due minuti e poco più.
Alex si alzò di scatto e corse verso la cucina. «Niall, ti preparerò la pizza più buona di questo mondo».
«E io ti amo sempre di più»urlò seguendola a ruota. Evidentemente era per incoraggiarla a fare più veloce che poteva. E il ricciolo vedendo la situazione decise di seguirli in cucina ad aspettare la famigerata pizza, era affamato anche lui.
Intanto, in sala, rimasero a chiacchierare tutti gli altri del più e del meno.
«Che si fa da queste parti per divertirsi?»bofonchiò Lou, assonnato.
Dani, lo squadrò male immediatamente. «E’ un maneggio, se volevi divertirti restavi in città»rispose alterata la ragazza.
«Scusa, non volevo urtare i tuoi sentimenti»continuò lui, questa volta sedendosi meglio sul divano, trovando nella ragazza una scappatoia dalla noia. Saranno stati gli occhi color ghiaccio o il modo in cui lei accarezzava quel cavallo e gli dava da mangiare, ma quella ragazza lo incuriosiva non poco.
Lei in risposta però si alterò maggiormente. Si vedeva, poi si fece più seria.
«Ci vuole ben altro per urtare i miei sentimenti»concluse lei, sorprendendolo. Uscì dalla casa, non aveva mai sopportato gli sbruffoni.
«Ma che ho fatto?»chiese occhioni azzurri stranito dalla reazione della cugina di Alex.
Charlie alzò le spalle per far intendere che non lo sapeva, ma poi prese parola. «Toccale tutto, lamentati su tutto, ma non nominare il maneggio o i cavalli, se sono cose negative quelle che vuoi dire».
«Posso toccarle tutto? Okay, posso scendere ad un compromesso»disse interrotto immediatamente dalla rossa che gli aveva tirato un cuscino in faccia, il tutto accompagnato dal risolino di Zayn e Liam.
«Ben ti sta, Boo bear»esclamò Liam, ridendo. Lou lo guardò male e si diresse di fuori, sapeva già cosa fare. Una volta uscito, si guardò intorno per cercare Dani, quando la vide dirigersi verso i box dei cavalli. Fece una corsa e in quattro e quattrotto, riuscì a raggiungerla.
«Che minchia vuoi?»lo attaccò lei appoggiandosi al box di un cavallo tutto nero. Era bellissimo e si chiamava River, o almeno, era il nome scritto sulla porta.
«E’ bellissimo - sospirò lui. Dani alzò un sopracciglio e lo guardò stupita - quel cesto pieno di carote è semplicemente il paradiso»urlò subito dopo saltellando su sé stesso, facendo sobbalzare alcuni cavalli. Dani sbuffò peggio di un cavallo. Ma da dove cavoli era uscito quello lì?
«Oh mio dio, allora ci ho visto bene, sei un totale cretino»disse lei, prendendo una carota da dare al suo cavallo. Louis, la guardava insistentemente, era affascinato da come Dani e la sua amica Alex fossero così appassionate di quegli animali. Restò in silenzio ad ammirare quella scena. Da River andava a Dani, da Dani ritornava a River.
«Com’è possibile amare così tanto un animale?»chiese lui all’improvviso. Non poteva continuare a stare zitto? Pensò la castana. Sbuffò e si degnò di guardarlo.
«Non è una cosa imposta, quando ami una persona non lo decidi tu, ma il tuo corpo, i tuoi pensieri, la tua anima..la stessa cosa è quando ami un animale – rispose lei, accarezzando il cavallo in muso e guardandolo adorante – e poi, gli animali sono meglio delle persone, la maggior parte delle volte»concluse così, non una parola in meno ne una parola in più.
Louis, le prese il viso e le stampò un bacio sulle labbra, così, di spontanea volontà. Si guardarono per vari secondi, erano tutti e due sorpresi per l’accaduto, Louis scappò praticamente quando vide Dani aprire bocca. Rientrò frettolosamente in casa e si avviò in cucina dove c’era il resto della band e le ragazze, pronti a mangiare le loro pizze. Probabilmente lo avrebbe insultato, se lo meritava infondo, si conoscevano da soltanto qualche oretta e già l’aveva baciata.
No, ma bravo coglione che sei, si disse.
«Dov’è Dani?»chiese Alex incuriosita, addentando un pezzo di pizza.
«Mah, l’ho vista dai cavalli, io sono andato a fare un giro qua intorno»rispose vagamente Lou, sedendosi su una sedia e rubando dal piatto di Niall un pezzo di pizza. Alex lo guardò stranita, non era per niente convinta della versione di occhioni azzurri.
«Stasera facciamo un falò, vi va?»chiese Charlie tutta contenta. Quel posto riusciva ogni volta a metterla di buonissimo umore, strano da dirlo quando parli di lei.
«Certo, i tramonti qui sono la cosa più bella che ci sia»rispose Dani entrando magicamente in cucina. Lou si irrigidì immediatamente e lei pure. Qualcosa non quadrava, Alex era brava a fiutare ogni tipo di situazione, bella o cattiva che fosse.
«Anche tu li noti strani?»sussurrò Harry all’orecchio della castana, la quale si spaventò, distolta dai suoi pensieri, e rabbrividì. Lo guardò e annuì, sorridendogli come un’ebete. Lui assentì e sorrise maliziosamente.
«Dobbiamo indagare», sussurrò ancora. Un’altra volta, un’altra volta e sarebbe morta. Basta, basta sussurrarle nell’orecchio. Lo allontanò da sé e prese le redini della situazione.
«Bene, a preparare il falò»la castana si alzò di scatto e uscì di casa quasi di corsa. Harry sorrise, a quanto pare, la muraglia stava per cadere.
 
 
 
 
Hey, ciao :3
Non sono morta, tranquille! Ho aggiornato, yuh-uh, ce l’ho fatta! Sì lo so, faccio schifo perché ho aggiornato tardi, scusatemi ç_ç Ringrazio tutte le lettrici, chi recensisce e anche chi non lo fa! Bene, spero vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! Al prossimo :D
Byeee!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13


«E’ bellissimo qui» sussurrò Liam, stringendosi di più nella coperta di lana che condivideva con Niall.
I ragazzi erano seduti su dei divanetti intorno ad una specie di falo’, coperti da delle coperte di lana, sì era anche agosto, ma solitamente in agosto di notte fuori città faceva più freddo, e stare coperti era piacevole. Stavano in silenzio a contemplare quella specie di paradiso terrestre, con il sole che tramontava come sfondo.
«E’ stata un’idea fantastica venire qui»disse Zayn ringraziando la castana con un sorriso, che era seduta in mezzo a Charlie e a Dani.
Rimasero ancora un po’ in silenzio finché il sole non scomparve e calò il buio, i loro visi erano visibili soltanto grazie alla fiamma che lampeggiava davanti a loro. Adesso il cielo, nero come il carbone, era contornato da tantissime stelle, piccolissime ma molto luminose. Si sentì anche un ululare di un lupo, o due, non si sa, ma il tutto era perfetto. Come nei film.
«Sapete di cosa avrei bisogno per rendere questo momento ancora più perfetto? - chiese Lou improvvisamente, dopo minuti di silenzio, dove gli unici rumori erano quelli provocati dalla natura. Ad Harry scappò un risolino, probabilmente già sapeva cosa voleva il suo amico – una carota»esclamò Lou. La sua faccia s’illuminò talmente tanto che poteva essere scambiato per un lampione. Dani sbuffò, tirando gli occhi verso il cielo. Alex rise leggermente e si tolse la coperta di dosso, scoprendo così anche Charlie, che si lamentò come suo solito, quando era in dormiveglia.
«Vado a prendertene una - disse lei, ricoprendo la sua amica accuratamente – e già che ci sono prendo dei marshmallow da bruciacchiare».
«L’ho detto io che sei la moglie perfetta»annunciò Niall annuendo con la testa. Alex lo zittì divertita e si avviò verso casa. Harry decise di entrare con lei, insomma, non ce l’avrebbe fatta c0n tutte quelle cose da sola.
«Ti aiuto»esclamò soltanto, tirandosi energicamente su dal divano.
Una volta entrati la castana prese una scodella e una busta di marshmallow, li buttò tutti lì dentro; poi prese due carote, le lavò per bene e le sbucciò, per poi porle in un piatto. Il ricciolo la guardava, la osservava. Ormai faceva soltanto questo da quando l’aveva conosciuta. Sì, invece di andare a letto con tutte le ragazze che voleva, lui stava lì, ad ammirarla. Il fatto è che l’attraeva sia fisicamente che caratterialmente, e non poteva farne a meno.
«Prendiamo anche da bere?»chiese lei girandosi sul posto con tre o quattro bottiglie di birra. Lui chiuse la bocca da dove quasi gli usciva la bava e spiaccicò a malapena qualche parola.
«Ti ha mangiato la lingua il gatto Harry?»domandò lei maliziosamente.
Lui non riusciva a ribattere, quindi lei scocciata gli passò di fianco con le bottiglie, sfiorandogli il braccio nudo a causa della sua maglietta a maniche corte. Rabbrividì, fremeva dalla voglia di baciarla. La fermò violentemente per il braccio, levandogli le birre di mano mettendole sul tavolo, e portandola verso il grande frigorifero, rendendogli impossibile una via di scampo. Era rinchiusa dalle sue forti braccia. I loro visi erano vicinissimi, i loro respiri affannosi si mescolavano dando via ad una danza. I loro nasi si sfioravano e le labbra tremavano dalla voglia di impossessarsi l’uno e dell’altra. Harry accarezzò la sua guancia lentamente, scendendo fino al collo con le dita, per poi passare la sua mano soavemente su uno dei seni, dove si fermò più tempo per esplorare al meglio. Alex si lasciò scappare un gemito, abbastanza corto per non mostrare quanto stesse bene in quella situazione. La mano di Harry però non aiutava. Dal seno scese fino al fianco, alzò lievemente la maglia fine e la introdusse, venendo a contatto con la sua pelle. Aveva la pelle d’oca.
«Harry.. - sussurrò la ragazza, intrappolata in un gioco dal quale difficilmente si esce – smettila». Il ricciolo però non le diede ascolto, zittendola con ‘shhh’ alquanto sexy e disarmante, e guardandola dritta negli occhi. Abbassò nuovamente il suo sguardo verso il seno, poi le baciò il mento, il collo, fino ad arrivare alla scollatura a V della maglietta, dalla quale si intravedeva leggermente il seno, a causa del reggiseno. La castana deglutì e diede un lungo sospiro. Il ricciolo le stava accarezzando il fianco con la mano facendola avvicinare e poi allontanare dal suo bacino e con la bocca, questa volta, la baciava dietro l’orecchio. Punto debole per la ragazza, debolissimo.
Quando la sua grande mano lasciò il fianco, la posò sul suo sedere.
«Togli la mano da lì»disse fermamente lei, guardandolo negli occhi. In realtà non era affatto credibile, ma a quanto pare il ricciolo le diede ascolto, scostando di poco la sua mano. Poi ci ripensò e sospirando in tutta risposta disse un ‘no’ più che deciso, riportando nuovamente la sua mano sul sedere della povera giovane affannosa, continuando l’opera di esplorazione. Tutto quello che aveva visto e toccato finora, gli piaceva tanto, tanto da farlo diventare matto. Un momento e la scintilla scoccò, bastò un minimo movimento della castana perché il ricciolo la intrappolasse con le sue labbra, facendola respirare a malapena. Il bacio pieno di passione durò vari minuti. Harry, che non riusciva a controllarsi, voleva di più, di più e ancora di più. Infatti la alzò leggermente per essere sempre più vicino a lei e sentirla maggiormente. Non avrebbe mai voluto fermare tutto ciò. Solo quando erano completamente schiacciati contro la portiera del frigorifero, la castana si lamentò del fatto che si stava facendo male, avvertendolo spingendo le sue mani contro il suo petto, cercando di allontanarlo. Alex prima di lasciarlo andare del tutto gli morse leggermente quelle labbra così rosse e invitanti al sapore di vaniglia. I due sospirarono nello stesso momento, guardandosi dritti negli occhi.
«Wow» sussurrò la castana, facendo sorridere il ricciolo ancora attaccato a lei come una sardina. Lui si staccò dando il via libera alla ragazza, ancora sconvolta. I capelli erano tutti disordinati, a causa del riccio che per avere maggiore accesso alla sua bocca gli aveva bloccato la testa con la mano, mentre con l’altra continuava ad esplorare e il suo corpo era un tutt’uno con quello della ragazza. Beh, insieme facevano i fuochi d’artificio, i tripli fuochi d’artificio, questo lo sentirono. Altroché.
Alex era in imbarazzo, il colore delle sue guance divenne quasi bordeaux, non le capitava mai di arrossire. In rare occasioni le successe. Come quella volta che dovette presentare davanti alla classe una poesia creata da lei, era spaventatissima, ma quando vide il bel voto preso e gli applausi dei suoi compagni di classe si ripromise di essere più coraggiosa; e per vari avvenimenti divenne più forte di carattere, non era più la solita ragazzina innocente. D’altronde questo la aiutò a evitare gli stronzi che la volevano solo per lavoretti in natura e poco più. Non aveva mai avuto relazioni serie, forse uno, l’unico dolce che aveva beccato in circolazione e con il quale aveva avuto la sua prima volta, dopotutto ne aveva un bel ricordo.
La castana si leccò le labbra, ricordando ancora tutto quello successo due minuti prima e se le toccò, poteva giurare che le sue labbra in questo momento erano rossissime. Il ricciolo la guardava quasi volesse scoprire che aveva in mente.
«Hey, ragazzi ma vi siete… - entrò Niall scattante, facendoli sobbalzare, terminando quel silenzio insistente – addormentati?»concluse abbassando il suo tono di voce.
«No è che..non trovavamo lo sbuccia carote, tutto qua»borbottò la ragazza guardando il ricciolino di sottecchi.
«Beh, che aspettate? Voglio i marshamallow bruciacchiati, e Lou le sue carote, susu»li incitò il biondo spingendoli dal dietro.
Quando uscirono, videro Louis avvicinarsi furtivamente a Charlie, che dormiva beatamente con la testa sulla spalla di Dani. Questa cercava di scostarla senza successo, la rossa era agganciata a Dani, senza intenzione di liberarla, dato che era diventato il suo comodo cuscino. Alex rise, sua cugina odiava quando qualcuno la abbracciava o le si appoggiava sulla spalla. Occhioni azzurri cominciò a stuzzicare, come si dice, il can che dorme con un rametto nell’orecchio e la rossa cominciava ad incazzarsi, si capiva dai suoi lamenti mischiati a ricatti. Probabilmente credeva che quel fastidio fosse causato da una povera mosca.
«Smettila subito se non vuoi rimanere senza palle, Lou»lo avvertì la castana, sistemando tutto ciò che aveva preparato sul tavolino davanti a loro.
Il ragazzo smise immediatamente col suo non-appena-iniziato-scherzo, prendendosi gli attributi tra le mani e guardando la castana spaventato. Si rimise a sedere senza parlare, triste come un cucciolo bastonato per non essere riuscito a finire il suo scherzetto.
«Le mie carote?»chiese sempre spazientito. Non si smentiva mai, era sempre e solo lui.
«Eccole, rompipalle»rispose le castana porgendogli il piatto.
«Ti prego toglimela di dosso Alex»protestò sua cugina quasi sofferente. La castana rise di gusto.
«Okay, okay, hai sofferto abbastanza per oggi dai»disse Alex, divertita dalla situazione. Staccò l’amica da Dani, la prese per i fianchi e fece passare il suo braccio sulle sue spalle per cercare di sostenerla. Quasi le cadde ma trovò uno Zayn pronto ad aiutarla, prendendo in braccio Charlie.
«Lascia fare a me, Alex, ci penso io tranquilla»la rassicurò il moro e lei lo ringraziò con un sorriso.
Il moro la portò in braccio fino in camera, dove una volta raggiunta sdraiò la rossa accuratamente sul letto.
«Zayn…» sussurrò lei.
«Shh, dormi Charlie»ammonì lui. Le tolse le scarpe e la coprì con il lenzuolo di seta bianco. La ragazza tirò un sospiro, segno che era rilassata. Il giovane la osservava e gli sembrava sempre più difficile mantenere quel patto d’amicizia, era una tra le pochissime ragazze ad averlo colpito nella sua intera vita, e poteva averla soltanto come amica. La guardò per l’ultima volta e si diresse verso la porta, pronto a lasciare di malavoglia quella stanza.
«Dove vai?»sussurrò la rossa, sempre con gli occhi chiusi. Il moro credette che stesse sognando, quindi aprì la porta pronto ad uscire.
«Zayn, dove vai?»ripeté lei, questa volta più seria. Lui si girò, la ragazza evidentemente non stava sognando, ma lo stava chiamando per davvero. Si avvicinò al letto e si sedette, accarezzandole i capelli rossicci, lunghi poco più delle spalle, rigorosamente lisci, anche se prevaleva un ciuffo ribelle, che spostava continuamente. Da sinistra lo portava a destra, e da destra lo portava a sinistra. Poteva stare ore a guardare ogni suo minimo movimento, perché qualsiasi cosa facesse.
«Dormi con me, qui»borbottò la ragazza. Lui si sorprese, ovviamente, e l’idea non gli dispiaceva, ma non poteva.
«No, adesso tu dormi da sola»disse lui fermamente, cosa che gli donò un accento ancora più sexy di quello che aveva già. La rossa lo prese per il colletto della polo bianca e lo buttò sul letto, accanto a lei.
«Da amici»disse lei aprendo gli occhi accorgendosi che il viso del moro era vicinissimo. La rossa gli sorrise e diede un bacio al ragazzo sulla guancia e uno sul collo, dove odorò il suo buonissimo ed eccitante profumo.
«Buonanotte amico»sibilò lei, avvicinandosi ancora di più e poggiandogli la testa sul petto. Zayn, ricominciò ad accarezzarle i capelli, proprio come stava facendo minuti prima. Perché lo chiamava amico? Per caso non lo trovava interessante? Perché non lo considerava qualcosa di più come faceva lui con lei?. La guardò per l’ennesima volta, era tranquilla e praticamente su di lui, si ritrovò a sorridere. Almeno avrebbe potuto starle vicino come amico. Si addormentarono tutti e due poco tempo dopo, quasi all’unisono.
***
I ragazzi stavano mangiando marshmallow e chiacchierando del più e del meno, e non mancavano mai le risate. Era impossibile non farlo con quei deficienti.
«Ragazzi, ma Zayn?»esclamò Liam, preoccupato.
«Sarà occupato con Charlie»rispose Lou, addentando la sua carota. Aveva costantemente quel tono malizioso, non si capiva mai quando era serio e quando no.
«Che idiota, dio mio - sbuffò Dani sottovoce portandosi una mano in fronte - Io vado a letto, sono stanca»riprese con tono più alto, in modo da farsi sentire da tutti. Alex le sorrise e le fece gli occhioni dolci.
«Scordatelo Alex, ci dormi tu con Charlie»urlò sua cugina. Quando Alex aprì bocca per protestare la zittì nuovamente.
«Non usare la scusa patetica del: non ti vede da tanto tempo e vuole starti vicino, per poi accaparrarti camera mia e dormire comoda»sbottò lei, quasi infuriandosi.
«Sei proprio stronza»sbottò la castana incrociando le braccia sul petto e guardandola male.
«Tanto mi vuoi bene lo stesso»disse Dani, baciandole la testa e dandole un pizzicotto sulla guancia. Salutò anche i ragazzi con un cenno della mano, ed ecco che anche lei scomparve in casa.
«Uh, finalmente ho trovato una persona in grado di lasciarti con le parole sulla bocca – disse Harry ridendo – dovrei fare una statua a tua cugina».
Alex fece un risolino finto e si alzò, fece per dargli una pacca sulla testa e lui d’istinto se la prese tra le mani credendo che lei avrebbe alzato le mani su di lui. Ci rimase male quando vide che non gli aveva fatto nulla e che stava beatamente ridendo godendosi la scena.
«Sei un coglione – urlò ridendo – io vado, buonanotte ragazzi», seguita a ruota da Niall e Liam, anche loro stanchissimi.
«Buonanotte»dissero gli ultimi due rimasti.
***
Mh, Charlie che dorme avvinghiata a Zayn, Dani che si era chiusa in camera sua e non c’erano più stanze libere, perfetto. Le toccava dormire sul divano. Anche se l’idea di svegliare il moro e la rossa con due pentole le sembrava alquanto divertente, ma l’avrebbero sicuramente uccisa, conoscendoli. Prese una coperta e un cuscino morbido, si avviò verso il salotto e sistemò le cose quando il ricciolino e occhioni azzurri entrarono ridendo, fino a quando non la videro.
«Alex ma che stai facendo?»chiese Lou divertito vedendo l’amica sbuffare, non riuscendo a mettere bene la coperta su di sé.
«Charlie sta dormendo con Zayn, nel nostro letto, e Dani ha pensato bene di chiudersi dentro, sono costretta a dormire sul divano»sbottò lei buttando a terra la coperta e sbuffando sonoramente.
«Se vuoi dormo io sul divano, tu va pure con Harry»la ragazza li guardò alzando un sopracciglio. No, non voleva dormire con quel pervertito.
«No, tranquillo Lou, litigherò con la coperta, niente di che»rispose lei sorridendo.
Louis si avvicinò a lei, la tirò su e prese immediatamente il suo posto.
«Vai a dormire in stanza con Hazza»la castana rise nervosamente.
«No, dai, fa stare me!»disse lei tirandolo dal braccio, ma lui sembrava attaccato con l’attack.
«Ti ho detto di no, non vorrei mai ti svegliassi irritata perché non riuscivi a chiudere occhio! Non ti ho mai visto scazzata, e sinceramente non voglio, ho paura»disse lui di rigetto.
«Stai scherzando vero?»chiese lei stupita, enfatizzando la domanda aprendo le braccia e corrugando la fronte. Lou si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi.
«Quando andate via spegnete la luce, grazie»chiese lui. Il riccio prese la castana per il braccio e la portò via con sé in camera. Oh grazie mille Louis, questa me la lego al dito. Avrebbe passato un intera notte con quello, non voleva, non dopo QUEL bacio. Una volta in camera, Harry si chiuse la porta alle spalle con un calcio, mh, delicato il ragazzo. Lei stava immobile a fissarlo mentre lui si avviava verso l’armadio, dove ne tirò fuori una camicia.
«Tieni»disse lui porgendogli quello che sarebbe stato il suo “pigiama”.
«Davvero? Una camicia? Non hai altro?»chiese lei stizzita.
«Accontentati, ah, io dormo nudo! Ma dato che ci sei tu farò un’ eccezione»rispose facendole l’occhiolino, e mettendosi davanti a lei. Si tolse la maglietta, buttandola per terra, Alex deglutì alla vista di quel fisico a dir poco perfetto. Poi si sfilò la cintura del pantalone, e lei si coprì gli occhi con le mani.
«No che fai? Tira via!»chiese lei, dandogli le spalle. Harry sbuffò sonoramente e tirò fuori un pantalone della tuta e mettendoselo dopo essersi tolto i jeans. Stava facendo uno sforzo assurdo, lui solitamente dormiva in boxer, ma evidentemente quella notte non poteva.
«Puoi girarti, sono vestito»affermò lui tranquillo. La ragazza si girò lentamente e tolse le mani dalla faccia indecisa.
«Vado a cambiarmi»sussurrò lei, scappando in bagno.
Il ricciolo era già sdraiato quando la ragazza entrò in camicia, che lasciava scoperte le lunghe gambe. Harry si alzò leggermente posandosi sui gomiti e la fissò dalla testa ai piedi.
«Se continui a fissarmi così ti faccio del male fisico»intervenne lei sdraiandosi sul letto e poggiando su di sé le lenzuola fresche. Si davano le spalle l’un l’altro, ma nessuno dei due dormiva, nessuno dei due ci riusciva. Harry si sdraiò meglio, era stranito da quella situazione. Di solito quando c’era una ragazza a letto con lui era passarci la notte insieme e non per dormire solamente. Ma Alex non era una ragazza qualunque, lei era LA ragazza, quella con cui avrebbe potuto anche avere una storia seria.
«Alex, per il bacio di prima..»sussurrò il ragazzo con voce tremante, girandosi verso di lei. La ragazza restò in silenzio, fece finta di dormire, ma il suo cuore che batteva all’impazzata la tradiva. Il rumore del suo battito cardiaco accelerato era l’unico rumore che si sentiva, mischiato al suono emanato dai grilli. Il ricciolino senza risposta sbuffò sonoramente e si girò nuovamente dandole le spalle, cadendo in un sonno profondo come Alex, che invece di ascoltare i suoi pensieri preferì addormentarsi. Era stata una vigliacca a non parlarne, ma non era pronta psicologicamente a dei possibili dialoghi. In tutta la casa regnava il silenzio ormai.
***
La mattina seguente Lou, fu il primo a svegliarsi, nonostante il piccolo spazio del divano dormì abbastanza bene. Si alzò e preparò la colazione per tutti e decise di andare a farsi una doccia veloce per poi svegliare i suoi amici. Entrò in bagno precipitosamente, e senza rendendosene conto sui ritrovò Dani, soltanto con un cortissimo asciugamano, la pelle ancora bagnata da piccole gocce, che si pettinava accuratamente i capelli.
«Oh, scusami Dani, io non credevo ci fossi tu»balbettò il ragazzo imbarazzato e tutto rosso in faccia.
«Per questa volta te la faccio passare»lo rassicurò lei, tamponando i capelli con l’asciugamano. Louis si avvicinò alla porta deciso ad andarsene, poi si bloccò con la maniglia tra le mani.
«Qualcosa non va?»chiese lei.
«Volevo scusarmi per il bacio di ieri – rispose lui – ci siamo appena conosciuti e io già ti bacio»concluse lasciando un risolino isterico. La ragazza sorrise e si avvicinò a lui.
«Tranquillo, è una cosa che capita – disse lei accarezzandogli la guancia teneramente – non preoccuparti»lei gli passò di fianco, decisa ad andare in camera a cambiarsi quando il ragazzo la trattene per il polso.
«Sì?»chiese lei, rigirandosi. Louis la guardò dritto negli occhi intensamente e prese il suo viso tra le mani baciandola nuovamente, ma con più passione del primo bacio. La ragazza cercò di liberarsi con le mani ma lui teneva la stretta ben salda con le braccia intorno al  bacino. Quando si staccarono, Dani lo guardò spazientita.
«Un’altra volta, accidenti! Scusa, scusa!»Louis era imbarazzato e scappò dal bagno velocemente. Come il giorno prima.
«Ma che cazzo?»sussurrò lei stranita. Per Dani quello non era un bell’ inizio giornata, decisamente no. Quel ragazzo conosciuto da un giorno l’ha già baciata due volte, in meno tempo di quanto ci riuscirono i suoi ex in due mesi. Lei era una ragazza che si faceva aspettare e desiderare, normalmente. Ma quel ragazzo, era strano.
***
Zayn si svegliò e cercò di stirarsi, ma si accorse di avere Charlie su di sé. Erano le dieci e gli sembrava ora di svegliarsi. Quella notte è stata una delle migliori della sua vita, non aveva mai dormito così bene con una ragazza.
«Charlie..svegliati»sussurrò lui dolcemente all’orecchio della ragazza, la quale si mosse e portò la braccia sopra le testa per stirarsi, poi aprì gli occhi.
«Wow, sono riuscito a svegliarti in un batter d’occhio»disse lui divertito. La ragazza lo guardò e sbuffò.
«Non rompere»bofonchiò lei.
«Uhh, okay, okay»canticchiò lui e alzandosi sul letto in piedi, cominciando a saltellare.
«Che minchia fai demente?>> chiese lei contrariata per tutto quello che aveva o no in mente di fare. Lui le prese le mani e l’ alzò, poi si abbassò alla sua altezza.
«Sei troppo acida e antipatica alla mattina – affermò lui guardandola con quei suoi occhioni scuri e profondi – ma devi scegliere, o ti svegli o ti faccio il solletico! Che da quel che ne so ti da fastidio»concluse lui, facendo un sorrisino soddisfatto. Charlie si alzò di malavoglia dal letto e si cambiò davanti a lui, come se fosse una cosa normale. Si tolse la maglietta del giorno prima per sostituirla con una canotta nera, quel giorno era caldissimo, già si sentiva. E fin lì, il moro ancora non morì, ma quando lei si slacciò i pantaloni, lui si girò di scatto. Voleva vedere ma non poteva, sarebbe stato irrispettoso nei suoi confronti. La ragazza rise. Le era sempre piaciuto mettere a disagio i ragazzi.
«Sono vestita, puoi aprire gli occhi - lei era divertita dalla situazione, il moro proprio no – scusami, non credevo ti desse fastidio»disse lei, stranita. Nessun ragazzo era mai dispiaciuto e vederla in mutande.
Il moro si girò verso di lei ridendo e quando aprì bocca per proferire parola si bloccò, portando il suo sguardo verso la gamba destra della ragazza. Restò a bocca aperta e Charlie si accorse che stava ammirando o forse schifando il tatuaggio di cui lei era tanto fiera. Quel tatuaggio le copriva tutta la coscia, era un intricarsi di rami, spine e rose rosse bellissime, un tatuaggio più che adatto a lei e alla sua personalità.
«Che c’è?»chiese lei spazientita.
«Niente, è che è bellissimo, ti sta bene, complimenti..»rispose lui fermamente, d’altronde lei sapeva che anche lui era un appassionato di tatuaggi. Glielo aveva detto sua sorella minore, quella andata fuori di testa per loro, quindi non vide perché non credere alla risposta del moro. Avevano una cosa in comune: l’amore per i tatuaggi e i suoi significati.
«Andiamo a far colazione, dai»disse lei tirandolo su dal letto per le mani, i due risero insieme, uscendo dalla camera.
Alex si svegliò per la urla che provenivano dalla cucina, cercò di alzarsi ma era ben stretta nella presa del ricciolino, che l’abbracciava da dietro e la teneva tra le sue braccia. Cercò di scostarlo un po’, ma era come se fosse morto, non dava segni di vita. Si avvicinò al suo viso quando lui fece un respiro rumoroso che fece sobbalzare la castana, la quale rise. Okay, non era morto.
«Harry, svegliati»disse lei scuotendolo sempre più. Niente, poteva cadere una bomba e lui starebbe ancora lì a dormire come un ghiro, un ghiro riccio. La castana si smollò dalle braccia di Harry e gli diede una spianta fortissima, tanto da farlo cadere per terra. Due secondi dopo, dal pavimento uscì una testa riccia, con gli occhi socchiusi e l’aria imbronciata. Alex scoppiò a ridere, meritandosi un’occhiataccia dal ricciolo.
«Sei una stronza, ti pare il modo di svegliare le persone?»balbettò lui, arrabbiato.
«No, ma te si, non ti svegli nemmeno con una bomba»rispose lei. Si alzò dal letto, sistemandosi la camicia che lasciava vedere l’intimo. Fortuna che aveva dei boxer femminili, altrimenti Harry avrebbe visto tutto, e conoscendolo gli sarebbe saltato addosso. Quel ragazzo aveva costantemente gli ormoni a mille. Eliminò quei pensieri che le passavano per la testa e uscì dalla camera per andare a cambiarsi in camera sua, lasciando il ricciolo lì da solo. Una volta cambiata, andò in cucina, dove trovò tutti quanti mangiare la colazione, anche Harry.
«Buongiorno a tutti»salutò lei sorridendo.
«Buongiorno»risposero in coro.
«Alex ma lo sapevi che Charlie ha un tatuaggio sulla gamba?»le chiese il biondo addentando una brioche.
«Sì, chi credi ha sofferto e rischiato un’amputazione alla mano per il suo dolore? - rispose lei ridendo e facendo ridere anche Charlie, la quale era seduta di fianco a Zayn – è stato come un parto, orribile»concluse lei schifata.
«La gamba è un posto delicato, faceva male»rispose la rossa divertita.
«Oh, non ho dubbi, tranquilla..ma è stata una tua scelta, mi pare»protestò la castana.
«Come è stata una tua scelta accompagnarmi»esclamò la rossa.
«E sennò dopo chi avrebbe accompagnato me, scusa?»chiese la castana, aggrottando le sopracciglia.
«Hai un tatuaggio?»chiese Liam, sorpreso.
«Tre, in realtà - rispose la ragazza sorridendo – ma niente in confronto a quelli di Charlie»
I ragazzi risero quando il campanello suonò improvvisamente.
«Vado io»esclamò Dani alzandosi e sparendo dalla cucina, i ragazzi continuarono ad urlare e a ridere.
Quando aprì la porta, restò sbalordita per la persona che gli era davanti. Era ritornato, dopo tre anni che non lo vedeva. Un ragazzo alto, robusto, con i capelli castani e gli occhi dello stesso colore, bello come non mai.
«Adam?»sussurò lei, sbalordita.
 
***
Ciao, semplicemente ciao. Difficile trovar parole molto serie, tenterò di disegnare, come u  pittoreee!
Okay, basta D:
Ciaaao, sì, è tardi. Ho aggiornato tardissimo, lo so ç_ç
Parliamo del bacio tra Alex e Harry, beh, wow no? HAHAHAH Sinceramente all’inizio mi vergognavo all’idea di pubblicarlo ma non ho resistito, sono troppo belli boh.
Comunque è un capitolo lungo, luuuungo, luuuunghisssimo! Spero davvero che vi piaccia e vorrei ringraziare tutte le persone che leggono e recensiscono. Grazie davvero *^*
Beh, per il prossimo non manca niente, poco poco!
Ciao, semplicemente ciaooo!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


«Emh, Charlie?»balbettò Dani, catturando l’attenzione di tutti i presenti. La rossa alzò la testa dalla sua tazza di caffè mentre che Dani si scostò dalla porta per lasciare libero il passaggio al ragazzo arrivato poco prima.
«Adam»sussurrò la rossa. Si alzò di scatto e corse verso il ragazzo. Si lanciò su di lui portando le gambe ai suoi fianchi e lo abbracciò, o meglio, lo stritolò. Lui rise e ricambiò l’abbraccio.
«Mi sei mancata anche tu sorellina»Aveva una voce ferma ma dolce.
«Quanto mi sei mancato fratellone»sussurrò la rossa ritornando coi piedi per terra, poi si volse verso e i ragazzi e lo presentò. Quelli sorrisero e Alex si alzò, con l’intenzione di salutarlo.
«Ciao piccola»disse lui, racchiudendola tra le braccia e accarezzandole i capelli.
«Sei sempre più bella, smettila e ti sciuperanno»protestò lui facendola ridere.
«Sei un bugiardo»esclamò lei dandogli una pacca sul braccio.
«Come mai sei qui?»chiese Dani con tono puntiglioso. Adam la guardò e si sedette nel posto che gli aveva ceduto sua sorella.
«Sono arrivato ieri, per salutarvi e dirvi che mi trasferirò definitivamente in Europa»disse lui. La rossa si lasciò cadere il cucchiaio con cui stava bevendo il caffè, quello che aveva lasciato una volta visto suo fratello. Adam la guardò teneramente per cercare di rassicurarla. . La rossa sia alzò di scatto e uscì di casa, infuriata. Dani si irrigidì. Forse era arrabbiata anche lei, d’altronde erano stati fidanzati per tre anni consecutivi, si erano veramente tanto. Ma poi, avendo interessi diversi, si erano lasciati e avevano dovuto dirsi addio. Adam, dopo che suo padre aveva abbandonato la famiglia, era diventato l’uomo di casa, diventando improvvisamente più responsabile e protettivo verso sua madre e le sue sorelline a soli 16 anni. Adesso entrambi avevano 20 anni, erano adulti. Ma evidentemente a Dani ancora non era passata.
«L’Italia è fantastica, e le ragazze sono delle fighe assurde» era chiaro come il sole che ilcommento il ricciolo voleva creare un pizzico di gelosia in Alex.
«Siete fidanzati voi due?»chiese, Adam ai due interessati.
«Cosa? No, mai e poi mai»protestò la ragazza.
«E’ una cosa che non accadrà mai»negò il ricciolino, come gli dispiacesse. Liam, Niall e Louis risero di gusto, loro erano sicuri che quei due in un modo o nell’altro sarebbero finiti insieme, e a quanto pare anche Adam se ne reso conto.
«Vado a parlare con Charlie»annunciò lui, alzandosi. Alex annuì.
«E’ un tuo ex?> domandò Louis curioso, dopo che il ragazzo se ne andò.
«No - rise la ragazza – è come un fratello per me, è l’ex di Dani> disse lei, rivolgendo lo sguardo verso sua cugina cha la guardò male. Lou si girò verso di lei.
«Mh, ex fidanzato, eh?»
Dani elevò un sopracciglio e lasciò la stanza infuriata.
 
***
 
«Hei»sussurrò Adam sedendosi di fianco a sua sorella sul prato.
«Avevi detto che un giorno saresti tornato e che non te ne saresti andato più»sussurrò lei sull'orlo del pianto.
«Tu lo sai che per qualsiasi cosa potrai sempre..»
«Oh, cazzate! Farai come papà!»saltò su lei, urlando.
«No Charlie, questo mai - ribatté lui, alzandosi e raggiungendo la ragazza - hei, guardami, io ti voglio bene e non lascerò mai, hai capito mai, te, la mamma e nostra sorella»disse lui guardandola negli occhi e prendendole il viso tra le mani.
«Mai?»
«Mai - la rassicurò lui - perché non vieni con me? La mamma ha detto che le piacerebbe molto e Ellie, beh la conosci, le è sempre piaciuta l'idea di poter vedere altri paesi. Lì staremo insieme e saremo contenti»propose lui.
Per la ragazza l'idea di ritornare tutti insieme l'allettava molto, ma lì, c'erano cose che non voleva lasciare.
«No, Adam, qui ho il lavoro, Alex, i miei amici»rispose lei, tristemente.
«Quali amici?»chiese lui, beccandosi uno schiaffo sul braccio dalla rossa, che rise. Conosceva sua sorella come le sue tasche, e sapeva che non aveva un carattere facile, e sapeva che in pochi riuscivano a capirla veramente. Alex era una di quelle persone. E per Charlie significava lasciarsi dietro una delle persone più importanti della vita.
«Quindi la mamma e Ellie partiranno con te, domani?»riprese il discorso la ragazza, rattristendosi ancora di più.
«Sì, ma lo sai che sei vuoi venire sei sempre la benvenuta».
«Lo so»rispose lei curvando le sue labbra in un sorrisino soddisfatto. Stettero a parlare per un bel po', dell'Italia, del suo lavoro che lo rendeva fiero e della ragazza che frequentava. Amava vederlo così contento.
Una volta rientrati in casa, i ragazzi stavano guardando la tv, e Adam cominciò a guardarsi intorno. Cercava qualcosa, o meglio, qualcuno.
«Dov'è Dani?»chiese l'alto ragazzo moro.
«Su»rispose pigramente la castana.
Adam annuì e corse prontamente verso le scale come un pazzo.
La stanza fu invasa dal ticchettio della porta. Dani non aveva voglia di parlare con nessuno. Quella mattina non era iniziata particolarmente bene, dato l'improvviso bacio di Louis, che anche la seconda volta è riuscito a scappare con la coda tra le gambe, pauroso probabilmente della sua reazione. Lo capiva sempre meno.
E poi Adam. Era ritornato dopo tre anni, ancora non ci credeva. Era proprio come se lo ricordava. Bello, affascinante, moro e con lo stesso sorriso dolce di sempre, contornato però da barba.
L'aveva dimenticato, lei lo sapeva, ma l'improvviso arrivo di un ex fidanzato non lascia indifferenti, diciamo. In più se si parla di un amore tanto vecchio quanto importante come il loro.
Fortunatamente il loro rapporto non era finito male.
La porta si aprì, dopo l'ennesimo e stanco ticchettio.
Lui si avvicinò a lei e si sedette sulla cassapanca sotto la finestra della camera della ragazza. Si guardò intorno e notò che tutto era rimasto come si ricordava.
Dani, si accorse di quanto quello davanti a lei si guardava in giro, e sorrise.
«Ma che fai?»chiese lei scoppiando a ridere. Lui la guardò sorpreso e divertito e si lasciò coinvolgere dalla risata della ragazza.
«E' che in questa stanza ci sono tantissimi ricordi»rispose lui.
Dani annuì fievolmente, quasi impercettibilmente, abbassando lo sguardo.
E come dimenticare? In quella camera erano racchiusi i momenti più belli e anche brutti della loro relazione. Il loro primo bacio, la loro prima volta, le loro dormite abbracciati, le loro litigate e anche la loro rottura.
«Non sarei dovuto piombare così improvvisamente di nuovo, scusami»si scusò lui.
I loro occhi di colori opposti s'incontrarono e rimasero in silenzio, senza mai interrompere quel contatto che non c'era da tanto, troppo tempo. Dani prese un respirone.
«Mi ha fatto piacere rivederti invece»mormorò sorridendo.
«Davvero?»chiese lui sorpreso.
«La verità è che mi hai presa alla sprovvista trovandoti sulla porta, ma è bello riaverti qui, anche se per poco»rispose lei.
«Anche io sono contento di rivederti, mi sei mancata tantissimo>
Si abbracciarono e stettero uniti per qualche minuto. Si fecero scappare un risolino nervoso contornato da alcune lacrime.
«Comunque non ci credo che vuoi restare in Italia solo perché si sta bene - disse lei dopo essersi ripresa ed essersi asciugata le lacrime - c'è in ballo una bella ragazza italiana?»
«Come fai?» rispose lui.
«Ti conosco, tutto qua - sorrise Dani - allora? Parlami di lei»
«Non credo sia il caso..»
Dani si alzò e cominciò a vagare per la stanza senza meta.
«Perché no? Insomma, è la tua ragazza e voglio sapere com'è fatta» riprese nervosamente la ragazza. Si mordeva il labbro inferiore e si toccava i capelli istericamente.
«Non credo sia giusto parlarne con te, va bene?»rispose lui alterato. La ragazza se ne rese conto, e si sedette sul letto in silenzio. Lei non poteva fare scene di gelosia. Quel diritto non ce l'aveva più.
«Sei felice con lei?». Da un lato era contenta per lui, perché era stato in grado di rifarsi una vita migliore, ma dall'altro era frustrata perché in quella sua nuova vita non c'era spazio per lei, nemmeno come amica.
«Sì, tanto»
«Era l'unica cosa che volevo sapere» lo guardò con fare amareggiato e con un sorriso triste e malinconico.
Adam si alzò dalla panca e le si sedette accanto per poterla abbracciare.
Le voleva tantissimo bene, ma era tutto ciò che provava ormai. Il loro amore era finito lo stesso giorno della loro rottura. Si son lasciati tranquillamente, parlando civilmente. Non una discussione piena di urla e atti isterici.
Si lasciarono e decisero di rimanere amici e sentirsi come tali. Ma da quando lui si era trasferito in Italia lei non ebbe il coraggio di chiamarlo, non se la sentiva. Quella rottura nonostante tutto le bruciava ancora.
«Ti voglio bene, Dani»
«Anche io, Adam»
«Sai, sono sicuro che arriverà prestissimo quel ragazzo che ti amerà alla follia, che ti starà sempre accanto qualunque cosa accada e che ti farà andare fuori di testa tanto da strapparti i capelli e..»
«E...non esageriamo»rispose lei seria, sciogliendosi dall'abbraccio. Sbottarono in una risata sincera e spontanea. In quel momento sbucò dalla porta la testa di Louis.
«Ragazzi, Alex ha proposto di andare a fare una corsetta a cavallo..vi va?»
«Avresti potuto bussare.. » protestò Dani accigliata.
Adam, vedendo la situazione decise di prendere parola per evitare la terza guerra mondiale.
«Emh, sì certo, arriviamo subito»esclamò il ragazzo. Occhioni azzurri sorrise maliziosamente a Dani, ed uscì con un cenno della testa.
«Mi sa che quel qualcuno è già arrivato...»sbottò Adam senza pensarci.
Lei, che fino ad adesso guardava la porta, si girò verso di lui con fare omicida.
«Scordatelo caro mio, quello lì è uno stupido! Mi ha baciata due volte, ti rendi conto? Due! In solo due giorni, e mi fa imbestialire»
«E impazzire..»
«Ma che cazzo ti sei fumato?»
«Niente, più lucido di così non si può»ammise lui, con una smorfia soddisfatta.
«Non succederà proprio un bel niente tra me e quello»
«Non puoi deciderlo tu»riprese lui saggiamente.
«Non farti il finto saggio. Ho ragione io e basta»minaccia lei.
«Ah già, dimenticavo che tu sei quella che comanda»riprese lui sbuffando.
«Smettila - urlò lei divertita - andiamo prima che Alex s'incavoli»
«Sembrate delle dittatrici, siete sempre voi a fare le regole e tutti devono sottostare! E anche Charlie è così, adesso capisco perché andate d'accordo! Siete tremende!».
La ragazza lo guardò sorpresa.
«La smettiamo? E poi noi siamo adorabili»ribatté lei alzandolo dal letto e scendendo dalle scale.
 
***
 
«Harold sei veramente impedito»esclamò Niall ridendo, tutto fiero di sé per essere riuscito a salire su uno di quei grandi animali.
Il ricciolo lo guardò accigliato e incapace di muoversi, essendo appoggiato sul dorso del cavallo. Alex ridendo gli spostò un piede sull'altro lato, aiutandolo ad assumere un posizione decisamente più decente rispetto a quella di prima.
«Visto che ci son riuscito?»cinguettò lui, orgoglioso di sé. Niall fece una smorfia di dissenso e rise.
Una volta tutti in groppa ai cavalli, si avviarono verso i boschetti.
«Non ci sono animali feroci qui, vero?»chiese ad un tratto Louis, dopo alcuni minuti di cavalcata.
«Mh, sì. Pantere, tigri e qualche volta anche coccodrilli, pronti a mangiarti»rispose acida Dani. Lou fece una smorfia preoccupata.
«Davvero?»chiese rivolto a Charlie.
«Sì, davvero»rispose la rossa.
«Alex, davvero?»chiese per l'ennesima volta. Era sempre più preoccupato.
«Sì, ovvio»rispose lei annoiata. Continuarono ancora per un po' e il ragazzo dagli occhi blu non fiatava, anche se si notava il panico che gli torturava qualsiasi parte del suo corpo. Mentre gli altri sembravano abbastanza tranquilli.
«No, basta! Io me ne vado»protestò lui. Girò il cavallo dalla parte opposta, pronta a scappare da quel posto.
«Ma dove che non consoci il posto! Potresti perderti!»esclamò Liam saggiamente.
«Non voglio morire sbranato da tigri e pantere! Ho un disperato bisogno delle mie carote»
«Ma dio santo»sussurrò Dani scocciata.
«Aspettate, i miei capelli stanno bene? Se devo morire, dovrò pur farlo con stile»esclama Zayn, a sua volta preoccupato.
«Qui gli unici animali selvatici siete voi!»urla Charlie.
«Cioè?»chiede Niall titubante.
«Degli scimmioni!»rispose tranquillamente Alex.
«No, io non mi fido, voglio andarmene»protestò Louis.
Gli altri sbuffarono e si lamentarono mandandolo letteralmente a fanculo.
«Dai Louis, sta tranquill..» Adam bisbigliò, finché non venne interrotto da un verso strano, probabilmente era un uccello.
I cavalli si agitarono, ma quello di Louis, sfortunatamente si imbizzarrì più degli altri e prendendo la rincorsa fece sì che lui e Louis sparissero dalla vista di tutti.
«Dani, vai!»urla Alex, preoccupata.
La ragazza in questione, sbuffando, gira il cavallo e comincia ad inoltrarsi sempre più nei boschetti alla ricerca di quello stupido.
«E poi ero io quello impedito» ringhiò il ricciolo al biondo Niall.
«Ma sta zitto! Potrebbe essere in pericolo»rispose lui.
«No tranquilli, Dani saprà sicuramente cosa fare - esclama la rossa - adesso è meglio andare, Dani saprà come contattarci».
 
***
 
«Dani, aiuto!».
Il cavallo, che fin’adesso corse all’impazzata, si fermò di botto, e alzandosi fece cadere il povero ragazzo. Il cavallo impaurito scappò.
«Tutto bene?»chiese la ragazza una volta scesa dal suo River e avvicinatosi a lui.
Gli prese la testa e gliela sollevò.
I due si guardarono negli occhi ed erano abbastanza vicini da sentire i loro respiri. Una scarica di emozioni e elettricità fecero alzare la ragazza, lasciando cadere a terra la testa del castano.
«Ahià!»si lamentò lui spulciandosi la testa con una mano.
Dani lo guardava accigliata.
«Che c’è?»chiese lui urlando.
«Sei uno stupido! Non avresti dovuto fare tutte quelle storie, adesso siamo spersi qui senza un cavallo, senza cibo e senza acqua!».
«Così adesso sarebbe colpa mia, eh?»chiese lui alzandosi da terra.
«Ovvio, se non ti fossi fermato a causa delle tue paure infondate a quest’ora saremmo stati già a casa»
«Ah, ah, ah! – rise lui - bene, andiamocene»
«Come?»chiese lei irritata.
«Col cavallo?»il tono di lui era alquanto acido e sarcastico.
«Dio santo..nel senso che è già buio e potremmo perderci per davvero» rispose lei altrettanto acida.
«Non eri tu quella che diceva che conosceva questo posto alla perfezione?»
«Sì, ma è buio e la cosa migliore è starsene qui finché non ritorni luce»
«Oh no! Non ho intenzione di stare qui con te da solo!»
«Secondo te a me fa piacere?»urlò lei. I due sbuffarono e incavolati si diedero le spalle.
 
***
 
«Uhh, finalmente a casa!» esclamò Zayn non appena entrato in casa.
«Eh già> esclama a sua volta Charlie, dopo averlo raggiunto sul divano.
«Ragazzi, ma Louis e Dani se la caveranno vero?»chiese Liam, tutto preoccupato.
«Certo Liam, non preoccuparti»gli rispose Alex, rassicurandolo.
«Ragazzi, io vado a letto, sono davvero molto stanco per il viaggio e tutto il resto»intervenne Adam, baciò la sua sorellina e Alex e se andò.
«Bene, vado pure io, per ogni cosa su quei due chiamatemi»esclama Liam.
«T-t-i seguo»balbetta il biondo a causa di uno sbadiglio.
«Buonanotte»risposero i presenti in coro.
«Anche stasera si dorme insieme?»la provocò lui. Notò il suo imbarazzo dal bacio in quella. E da un parte era orgoglioso di riuscire ad intimidirla, almeno così sapeva di avere del potere su di lei.
«Spero tu stia scherzando»
«Okay, io vado a farmi una doccia»s'intromise Charlie.
«Vengo con te»saltò su il moro.
La rossa inalzò un sopracciglio, come gli altri due.
«Nel senso che tu vai a farti la doccia in un bagno e io vado in un altro»spiegò lui.
«Ahh»I due s'incamminarono verso le scale lasciando soli gli altri due.
«Io ho fame»
La castana guardò il ricciolo sorpresa, anche perché pure lei era affamata.
«Andiamo a prepararci qualcosa»propose lei.
 
***
«A dopo allora»disse maliziosamente Charlie a Zayn, che si trovava davanti alla porta. La ragazza la chiuse e scomparve dal corridoio. Il moro stette per qualche minuto a rimuginare sul da farsi. Entrare o no? Provarci o no? Fanculo. Da quando la conosceva non faceva altro che essere in completa confusione e pieno di domande. Non ci pensò due volte quando sentì il rumore dell'acqua scorrere. L'istinto prese il sopravvento. Aprì la porta e vide la rossa in intimo. Portava una culotte nera di pizzo e il reggiseno dello stesso tessuto. Si ritrovò a deglutire più volte. Era proprio davanti alla specchio.
«Hai bisogno di qualcosa?»gli chiese la ragazza, guardandolo dallo specchio. Lui chiuse la porta dietro di sé e ammirò il suo corpo più volte. Con passi lenti si avvicinò a lei, prendendole i fianchi e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
«Sì, ho bisogno di te»le sussurrò dolcemente nell'orecchio, dopo averle scostato una ciocca di capelli e averle lasciato qualche bacio sul collo. Charlie tirò indietro il suo collo e Zayn, con un gesto secco e fermo, la fece sedere sul lavandino e si unirono in un bacio, un bacio che nessuno dei due voleva assolutamente fermare. La ragazza gli circondeva il bacino con le gambe e con le mani cominciò lentamente a sbottonargli quella camicia bianca che gli dava un'aria più sexy del solito. Il moro la avvicinò a lui ancora di più, il che fece sussultare la ragazza per il calore che emanava le parte coperta dai pantaloni. La rossa gli graffiò la schiena e gli morse una spalla.
«Fortuna che dovevo fare soltanto una doccia»gli sussurrò Charlie all'orecchio.
«Farla in due è meglio, no?»rispose Zayn, chiaramente eccitato. La prese in braccio e la portò nella doccia, appoggiandola al muro, dopo essersi liberato di tutti gli indumenti rimasti.
Inutile dire come è andata a finire.. Inoltre, si sta parlando di Charlie e Zayn.
 
 
 
Ciaociaociaociaociaociaociaociaociaociao! Sono una brutta persona che aggiorna tardissimisso.. Losolosolosolosolosolosolosoloso.
Bastabastabastabasta scrivere così. Però me gustagustagustagustagusta, y no se porqueporqueporque.
Spero vi piaccia, davvero... EHHHHHH: BUON NATALEEEEE! Anche se in ritardo eheheheh
-Il-
:)

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


«Mh, ho voglia di..»fece Alex, entrando in cucina.
«MAIS!»sbottarono contemporaneamente lei ed Harry. Si guardano spiazzati e sbottarono in una risata.
«Ti piace il mais?»chiese lui, buttandosi indietro dei riccioli ribelli che gli corpivano la visuale.
«Ovvio, piace a tutti»rispose la castana, avvicinandosi al mobile delle posate.
Il riccio si sedette al tavolo, aspettando la sua scatolina di mais e battendo le mani sul tavolo come un bambino di cinque anni.
«No, tranquillo non ti scomodare, faccio io» commentò lei, sarcastica. Prese due cucchiai e due scatoline di mais dal frigo ma, una volta chiusa la porta, non riuscì a reprimere il ricordo di loro due, spiaccicati contro quell'aggeggio.
«Hey, quanto dovrò aspettare ancora? - chiese lui, divertito - ah, quel frigo ti ricorda qualcosa, per caso?». Il ragazzo si alzò e le si avvicinò da dietro.
«Sei insopportabile»sussurrò lei, senza girarsi. Le sue gambe glielo impedivano. Era come se fosse diventata improvvisamente una disabile bisognosa di una carrozzina.«Sei nato per provocare le persone?»
«Probabile, ma con te mi diverto di più»le sussurrò Harry nell'orecchio. Circondò con le braccia il bacino della ragazza, avvicinandola di più di sé, le lasciò un bacio sulla spalla e le rubò dalle mani il barattolo di mais. Una volta preso il suo bottino si sedette al tavolo, felice come un bambino appena salito sulle ginocchia di quei babbi natali finti dei centri commerciali. Alex sbuffò e lo raggiunse.
«Cosa guardi?»le chiese dopo svariati minuti, quando la vide incantarsi su un punto oltre le sue spalle.
«Niente»rispose lei, secca. Lui cercò di scovare il punto in cui la castana aveva riposto la sua attenzione. C'era una foto su uno scaffale dove erano riposte alcune cianfrusaglie: c'era lei da piccola, Charlie, Dani e sua madre. Era come se non parlarne la stesse lentamente facendo impazzire. Quando Harry ripose lo sguardo sulla ragazza, lei aveva lo sguardo basso sulla scatolina e ne rigirava il contenuto col cucchiaio, senza però mangiarlo. Lui si schiarì la voce. Non sapeva cosa dirle, ma quello che non voleva era vederla così.
«Ti manca molto, vero?»le domandò. Lei alzò la testa di scatto, finalmente incorciando il suo sguardo, e annuì fievolmente.
«Ogni giorno di più»sussurrò, col groppo in gola, rispostando lo sguardo verso la foto.
«Ci hai portati qui per cercare di distrarti?».
«Wow, sei perspicace»lo prese in giro lei, fingendo una risata.
«Quando voglio sì »gongolò lui, non perdendo mai un'occasione per vantarsi. La castana sorrise e scosse la testa.
«Senti Alex, ammetto di essere infantile a volte però, sono un buon ascoltatore»riprese Harry, questa volta serio, mettendo la mano su quella di Alex per darle conforto.
Lei gli sorrise riconoscente. «E' che da quando è morta ha lasciato un grande vuoto in tutti quelli che la conoscevano. Era una donna meravigliosa. Era piena di vita e di sogni, era gentile con tutti, intelligente e amava tantissimo la sua famiglia. Era una veterinaia, ha aperto tante fondazioni per aiutare gli animali in difficoltà, ha pubblicizzato varie campagne contro la caccia e lo sfruttamento degli animali»spiegò lei.
«Adesso ho capito da chi hai preso»la interruppe Harry sorridendo.
«Sin da piccolissima mi ha inculcato l'amore per la natura e gli animali - riprese lei sorridendo - mi ha regalato Ginger: è per questo che tengo così tanto a lei».
Harry si accorse di quanto lei aveva bisogno di parlarne e voleva essere quello che l'avrebbe ascoltata e supportata, sempre.
«Mi diceva quanto mi voleva bene un sacco di volte al giorno e mi ripeteva in continuazione che bisognava dimostrare affetto alle persone che ci amano, ogni giorno come se fosse l'ultimo». S'interruppe qualche secondo per cercare di calmarsi e trattenere le lacrime. Dirlo a voce alta la stava aiutando. Era come se un grande peso si stesse pian piano alleviando. «Il giorno in cui Rosie è nata, ci ha fatto promettere di amarla e aver cura di lei. Mio padre all'inizio sembrava un morto vivente, per lui esisteva soltanto il lavoro. Ed è lì che Eve ha cominciato a prendersi cura di noi come una madre».
«E' per questo che hai cominciato a fare quello che voleva tuo padre?»le chiese lui.
«Io volevo renderlo felice, lui è sempre stato un uomo solare e divertente, ma quando la mamma è morta...»la ragazza scoppiò in lacrime e si coprì la faccia con le mani. Harry non fece altro che alzarsi di scatto e prenderla tra le sue braccia.
Alex pianse ininterrottamente, singhiozzando.
«Ho appena capito di odiare quando piangi»le confessò il ragazzo, scostandole le ciocche di capelli davanti agli occhi e asciugandole le lacrime.
«Scusami, ti ho bagnato la maglietta»disse lei staccandosi leggermente e toccandogli la spalla bagnata a causa delle sue lacrime. Lui la guardò contariato e fece una smorfia alla quale la castana non potè fare altro che ridere.
«A chi importa»l'assicurò lui, curvando le labbra rosse in un sorriso rassicurante.
«Grazie, adesso mi sento molto meglio». Alex lo baciò teneramente sulle labbra, intrecciando le mani nei capelli. Quando si staccò, gli sorrise e questo spiazzò Harry, sorpreso dal quel suo gesto così spontaneo.
«D-di niente, insomma, se vuoi parlare ancora io ci sono». Lei gli sussurrò un 'grazie' e sorrise. Si staccò ancora di più e si asciugò il viso.
«Andiamo a dormire?»
«Certo, andiamo».
Insieme si avviarono su per le scale e percorsero il lungo corridoio in silenzio, fino ad arrivare ognuno davanti alla porta della propria camera. La castana aprì la sua e notò che il letto non era disfatto e che Charlie non c'era. Lei riguardò il ragazzo, che se ne stava lì dondolante con le mani in tasca, aspettando che lei entrasse.
«Vuoi entrare?»Alex non voleva star da sola, tantomeno dopo aver detto cose così importanti per lei.
«Non c'è Charlie?»lei aprì ancora di più la porta, per non rispondergli con le parole. Entrò e prese il pigiama dall'armadio, si chiuse in bagno e si cambiò. Il ragazzo ancora davanti alla sua porta si avvicinò a passi lenti, chiuse piano la porta, si tolse le scarpe e la maglietta e si infilò nel letto. Poco dopo la castana lo raggiunse e si sdraiò accanto a lui, coprendosi con le leggere lenzuola.
«Posso?»chiese lei indicando il suo petto.
«Oh, certo»rispose un pochino imbarazzato.
La ragazza non ci fece caso e una volta appoggiata la sua testa, cominciò a disegnare cerchi immaginari sul suo petto, che emanava un profumo inebriante e tanto calore.
Harry era affascinato dalla ragazza, e quando questa si addormentò, si rese conto di quanto gli piacesse osservarla.
I lunghi capelli castani le ricadevano sulla schiena, le labbra carnose erano schiuse, e la respirazione era lenta. Quel viso gli sembrava perfetto e lei sembrava così tranquilla. Styles voleva credere di avere un pochino di merito se adesso sembrava calma e tranquilla.
Lo voleva davvero. Sorrise involontariamente e gli venne l'irrefrenabile voglia di abbracciarla e proteggerla senza mai lasciarla. Quella ragazza gli aveva insegnato ad apprezzare e amare tutto ciò che lo circondava.
E lei era una di quelle cose. Non sapeva il perché, ma lo aveva stregato e moriva dalla voglia di averla soltanto per sé.
 
***
 
«Accidenti»sbottò Louis rigirandosi più volte nel prato su cui era disteso.
«Sto cercando di dormire, non urlare, per favore»disse Dani, che gli dava le spalle. Lui si alzò e rimase seduto appoggiato a un tronco, con le gambe al petto.
La ragazza non sentendolo lamentare o lagnare, si girò e decise di affiancarlo. In realtà nemmeno lei riusciva a dormire.
«Perché litighiamo? - sbottò lui - insomma, non ci conosciamo per niente e litighiamo». Lei stette a guardarlo per vari secondi. Il suo profilo le sembrava interessante. I suoi occhi color mare spiccavano ancora di più col chiarore della luna e le sue labbra erano chiuse. Sembrava anche serio.
«Scusami».
«No, l'unico che si deve scusare sono io - intervenne lui, sorpreso anche per l'iniziativa di scusarsi della ragazza - non avrei dovuto baciarti».
Lei aprì di più gli occhi e fece cenno di sì con la testa, per fargli vedere che era d'accordo con lui. Lui rise e gli diede una leggera spallata, facendole perdere l'equilibrio.
«Hey!»urlò lei, fintamente contrariata.
«Oh-oh-oh, sei deboluccia, eh?»la provocò lui.
«Ricominciamo?»chiese lei con tono sarcastico.
«No, no!»rispose lui, portandosi le mani al petto in segno di scuse. I due risero quasi contemporaneamente fino a calare nel silenzio più assoluto.
«Hai chiarito con Adam?»chiese lui, interrompendo il silenzio.
«Sei sempre così impiccione?»sbottò lei ridendo.
«La verità?»lei annuì energicamente col capo. «Sì, sempre»ammise infine.
«Non avevo dubbi! - ridacchiò - comunque sì, abbiamo chiarito». Si morse il labbro inferiore e si spostò il lungo ciuffo castano dalla parte opposta.
«E' uno stupido»sbottò lui, catturando l'attenzione di Dani, la quale sembrava persa nei suoi pensieri. «Insomma, sei una ragazza perfetta. Sei molto carina, sei intelligente, simpatica e hai carattere...non capisco come mai stia uscendo con un'altra».
«Ci stai provando con me?»chiese lei divertita.
«Cosa? No, ma chi dici?»sbottò lui nervoso.
«Okay, okay»Dani si mise a ridere.
«E' che siete così carini insieme..»ammise lui con un tono amareggiato.
«Lo dicevano tutti, sì».
«E perché allora vi siete lasciati?»
«Avevamo interessi diversi, sogni diversi..»rispose lei vagamente.
«Provi ancora qualcosa per lui?»indagò lui. Voleva arrivare sempre più a fondo e saperne ancora di più. Non che gli interessasse quella ragazza bellissima che aveva davanti, no no.
«No, gli voglio un gran bene ma ormai non provo nient'altro per lui»ammise lei sorridendogli. Non era un tipo che sperperava cose sul suo passato o di sé in genere, ma Louis le trasmetteva fiducia, nonostante fosse stupido e impiccione.
Il ragazzo sorrise spontaneamente, e non sapeva il perché, ma era come se il suo stomaco stesse andando sulla montagne russe.
«Perché hai quella espressione da ebete?»gli chiese lei, scoccandogli le dita davanti agli occhi. Il ragazzo non si era reso conto che la stesse fissando con occhi trasognanti.
«Emh, no niente»rispose Louis, scuotendo imbarazzato la testa. Diventò rosso come un pomodoro, e il fatto che nel frattempo si stesse grattando la testa imbarazzato fece sorridere la ragazza. Era adorabile. Beh, una cosa da aggiungere alla lista.
«Parlami di te, insomma, della band e di come vi siete conosciuti»
«Ti interessa?»chiese lui sorpreso.
«Racconta, dai »gli ordinò lei.
E fu così che i due cominciarono una lunga chiacchierata, e tra una risata e l'altra non si resero conto di quanto fosse tardi. L'alba arrivò e insieme ammirarono quello spettacolo in silenzio.
«Oh cavoli!»urlò Dani, facendo sobbalzare Louis dalla paura.
«Che c'è?»le chiese lui, alzandosi da terra.
«Adam partirà tra poco, devo salutarlo»rispose lei, montando a cavallo e dando la mano al ragazzo per aiutarlo a salire.
«E il cavallo che è scappato?»le chiese lui una volta sul cavallo.
«Ritornerà»rispose lei, dando uno strattone a River per farlo partire. Voleva salutarlo prima che lui se ne andasse per sempre. Voleva una volta per tutte lasciarlo andare.
 
***
 
Zayn si svegliò lentamente, sbattendo più volte le palpebre e formulando parole insensate. Quando cercò di stiracchiarsi si accorse che la rossa stava dormendo beatamente sul suo petto, e le loro gambe erano avvinghiate. Le diede vari baci sulla testa, giusto per svegliarla dato che era tardi. La ragazza cominciò a lamentarsi, sfregandosi gli occhi con le mani e spostando la sua testa dal petto del ragazzo al cuscino.
Si stiracchiò e sospirò. Poi sorrise, aprendo piano gli occhi, ricordando la notte passata. Si sentiva terribilente bene. Il ragazzo le sorrise. .
«Buongiorno anche a te»mormorò Charlie girandosi e rimanendo faccia a faccia con lui.
«Dobbiamo scendere»esclamò Zayn senza voglia.
«No, no e no! Stiamo qui, ti prego»controbatté lei abbracciandolo e rimpiendogli la faccia di baci.
«Sei stanca?»
«Sì, voglio stare a letto tutto il giorno> disse lei toccandogli con un dito il labbro inferiore.
«Ahhh, ti ho praticamente stesa»gongolò il ragazzo, divertito. Charlie lo guardò accigliata, poi sorrise.
«Semmai sono stata io a stenderti per bene> protestò lei tutta soddisfatta consapevole di avergli fatto perdere il controllo più volte.
«Sì è vero, mi hai steso! Soprattutto scoprire i tuoi uccellini sopra..»
«Sì, abbiamo capito, Zayn»lo interruppe lei, scoccandogli un'occhiataccia, sostituita da un'occhiata trasognante, ricordando di quando il moro aveva posato le labbra bollenti sui due uccellini tatuati ai lati del suo basso ventre, proprio sopra la linea degli slip.
«Che c'è? Ti vergogni? Ormai so già come sei fatta»disse lui, felice della piccola rivincita. Ma sapeva che la rossa avrebbe avuto l'ultima parola.
Infatti, lei, che di perdere anche in quel modo non lo sopportava si mise sopra il ragazzo a cavalcioni, intenta a farlo impazzire. Giusto un altro po'.
Lui cominciò ad accarezzarle la schiena con le sue grandi ma delicate mani, portandole alla testa per scombinarle i capelli lisci.
Brutto momento per lasciarlo con la voglia, anche perché la rossa avrebbe voluto molto volentieri continuare, ma doveva sempre avere lei l'ultima parola. Quindi la vittoria.
Si alzò, dopo avergli morso il labbro e prese una maglietta del ragazzo che le arrivava alle ginocchia, si infilò l'intimo e aprì la porta. Si girò verso il Zayn, ancora disteso e insoddisfatto dall'atteggiamento della sua ragazza. La sua ragazza. Faceva ancora fatica a crederlo, ma era tutto vero.
«Beh, che fai ancora a letto? Non era tardi?».
 
***
 
La ragazza fissava il viso del ricciolo addormentato. Quel viso le piaceva sempre di più.
Lui la teneva stretta col braccio sul fianco e la bloccava con le gambe, avvinghiandole alle sue.
Il suo profumo la faceva impazzire. Ogni volta che le si avvicinava le tremavano le gambe, le sentiva improvvisamente deboli. Sì, le faceva questo effetto. Ma la faceva anche arrabbiare, la maggior parte delle volte.
Possibile che una persona possa avere un faccia da schiaffi e una faccia pacioccosa da baciare, allo stesso tempo? Beh, Harry sì.
Adesso che gli aveva raccontato tutto però, aveva paura che il loro rapporto potesse cambiare. Non voleva che lui provasse pena o compassione per lei. E' una cosa che non ha mai tollerato. Ragione per cui difficilmente racconta di sé e delle sue cose.
Il ricciolo cominciò a muoversi lentamente, facendo dei mugugni strani. Lei si girò di scatto, non voleva certo che la sorprendesse proprio mentre lo osservava.
«Hey, da quanto sei sveglia?»borbottò lui, stiracchiandosi e prendendo metà letto matrimoniale tutto per sé.
«Da pochissimo»balbettò lei, diventando rossa in faccia. Che gran palla.
Lui si girò verso di lei e rimase a guardarla, fino a che lei si voltò nella sua direzione.
«Perché mi stai fissando?»chiese lei.
«Ti hanno mai detto che hai un visetto bellissimo quando dormi? Ti bacerei tutta»ammise lui, noncurante, come sempre, di quello che dice.
«Beh, grazie»rispose lei divertita.
«Harry, per ieri..»
«No, non lo dirò a nessuno»giurò lui. Era serio, se non serissimo. Lei sorrise, perché poteva fidarsi di lui, e ne era contenta. Ma, l'avrebbe vista come sempre? Non voleva che il loro rapporto cambiasse.
«Grazie Harry»
«Di niente...andiamo a far colazione?»
«Sì, certo!»
I due si avviarono in cucina dove trovarono un allegro Zayn e una sorridente Charlie. Liam e Niall invece erano abbastanza estrefatti e sorpresi da quella scena.
Il ricciolo e la castana si guardarono sopraffatti. Sì, insomma, Zayn alla mattina non è allegro e Charlie tanto meno sorride.
«Avete fatto sesso voi due?»interruppe Harry. Il solito.
La rossa e il moro smisero di imboccarsi a vicenda per guardare i nuovi arrivati in cucina.
«Dai, si vede! E' ovvio!»rispose Alex per i due "nuovi piccioncini".
«Ma che dite? Non si può essere contenti?»commentò acida la rossa.
«Ah sì? Allora dove sei finita ieri sera? In camera non c'era nessuno»intervenne la castana, sendendosi al tavolo, accanto ad Harry.
Lei si guardò intorno e ripose il suo cucchiaino nella tazza del caffè, era imbarazzata, doveva ammetterlo. La castana non fece altro che rimanere zitta e affondare la sua risata nella sua tazza.
«Vogliamo parlare di te e Harry? Vi ho visti accocolati nel NOSTRO lettone»disse lei, marcando sul "nostro".
«Uhhh, come ci è finito Harry nel tuo letto, Alex?»chiese divertito Niall.
«Non è come pensate...»balbettò lei, senza degnarli di uno sguardo.
«Abbiamo parlato di Rose»intervenne Harry. Il suo tono era un tantino sarcastico. Ad Alex non piaceva affatto, sarebbe finita male, lo sapeva.
La rossa guardò contrariata la sua amica.
«Ne hai parlato con lui?»chiese lei.
«Sì, problemi?»alzò il tono lui.
«Non vorrei che tu andassi a dirlo a qualcuno..»commentò lei sarcastica.
«Non mi permetterei mai, e poi perché dovrei farlo?»
«Smettetela»sussurrò lei. Nessuno la sentì, infatti.
«Insomma, non sei affidabile> urlò la rossa, alzando il tono di voce.
«E tu che ne sai?»
Non ce la faceva più. Non voleva.
«I riccioli danno alla testa, sapevi? Alex, non dovevi parlarne con lui»le rimproverò lei.
«Quanto scommetti che io so più di te?»cinguettò lui, col suo solito sorrisino. La situazione stava degenerando. Niall, Liam e Zayn guardavano imperterriti, erano contrariati da quella discussione. Due bambini, pensò Alex.
«Non credo, e io starei zitto se fossi in te..»
«Sapevi che Rose faceva torte ad Alex quando era triste?»
La rossa lo guardò scioccata. Lei sapeva tutto di Alex e del rapporto con Rose.
«Smettetela»urlò lei, sbattendo la mano sul tavolo, che per secondi vibrò. La sua mano divenne rossissima, e una lacrima le scese per il viso.
«Ne state parlando come se mia madre fosse niente, vi pare il tono con cui parlarne?». I due si zittirono immediatamente.
«Scusa Alex»balbettò Charlie. Lei e il suo solito difetto di parlare e di non pensare prima di farlo. Era un difetto di sé che avrebbe voluto cambiare.
«Alex, perdonaci»s'intromise il ragazzo.
«Potevate risparmiarvela»commentò Liam intromettendosi. Harry rimase con lo sguardo sulla porta. E dire che le aveva promesso di starsene zitto. Era uno sciocco.
«Scusami Alex, davvero»la rossa si riscusò. Era seriamente pentita.
«Tranquilla, so che non l'hai fatto apposta». Charlie pose il suo sguardo su Alex. Dlla sua voce tremolante capì che poteva scoppiare da un momento all'altro.
«E' che sapere che l'hai raccontato a lui così facilmente mi fa ingelosire..»
«Così facilmente? Che vuoi dire?»la castana cominciò ad alterarsi.
«Sì insomma, io per parlarti devo tirartele praticamente fuori dalla bocca le cose, invece con lui...»
«Non è vero Charlie.. Avevo bisogno di sfogarmi, e lui mi ha aiutato.. Molto..» ribatté lei, guardandola negli occhi.
«Non ce la faccio più, okay? Sto male, è come se non potessi mai liberarmi diquesto dolore. Dovresti capirmi accidenti!»Si sentiva male, di nuovo i ricordi affioravano in lei. Pungenti come non mai. Sarebbe scoppiata da un momento all’altro. Ed uscì, lasciando gli altri in cucina, a bocca aperta. D’altronde, non le era mai piaciuto piangere davanti agli altri.
Sentirono la porta d’ingresso sbattere, i due fuggiaschi entrarono e videro tutti in silenzio. Non capivano.
«Che succede qui?»Chiese Dani.
Charlie e Harry si guardarono per due secondi. Ma non aprivano bocca. Niall data la situazione decise di intervenire.
«I due furbi qui presenti hanno deciso di litigare liberamente su Rose»disse guardando Dani. Lei era sconvolta.
«MA SIETE FUORI DI TESTA? VI RENDETE ALMENO CONTO DI QUELLO CHE AVETE FATTO?»Cominciò ad urlare.
«Lo sappiamo Dani.. » sussurrò Harry.
«No, tu non sai proprio niente Harry.. E tu Charlie? Tu? Non ci posso credere.. Davvero!»Charlie aveva gli occhi lucidi, Zayn lo notò subito, ed era stupito. Forse Alex è una delle poche persone che la condizionano talmente tanto da starci male.
Dani se ne andò per cercare Alex, voleva in un qualche modo aiutarla. Sapeva quanto lei ci stava male. Ancora dopo tanti anni.
La trovò seduta, vicino alla sua cavalla, la stava accarezzando. Non era prevedibile come cosa per lei.. Semplicemente la conosceva molto bene.
Le si sedette accanto e Alex si girò verso di lei. Aveva gli occhi rossi, segno che aveva appena finito di piangere. Silenzio tombale.
«Sto bene Dani»sussurrò la castana.
Sua cugina la guardò.
«Vieni con ame alla cerimonia»
«Cosa?!»
«Vieni con me!»
«No Dani dai.. Sai che non ci sono mai voluta andare»
«Lo so.. Ma io credo che tu debba farlo.. Almeno una volta»
«Mi fa troppo male Dani»nella sua voce era tremolante. Si rigirò, per accarezzare il muso della cavalla.
«Lo so Alex. Lo so benissimo. Ma non puoi continuare così, devi cominciare a saper conviverci col tuo dolore. Devi essere abbastanza forte da dire: basta, sì, è doloroso, ma io la ricordo per com’era. Una donna meravigliosa, che mi ha sempre amato e sempre dato affetto. Era, ed è mia madre. Per sempre. Cerca di partecipare all’evento, e ti dare supporto a tuo padre. Perché ne ha bisogno anche lui. Ne ha un disperato bisogno, perché anche lui ci soffre molto, ma cerca di essere quello di sempre per farti vedere che andrà tutto bene.»
Alex sospirò a quelle parole.. Lo sapeva, Dani aveva perfettamente ragione.
«Verrò..»
Dani sorrise vincente. La prese e l’abbracciò.
«Ce la farai perché sei forte, e io starò tutto il tempo con te.
«Me lo prometti?»
«Te lo prometto cugina mia»
 
 
HERE I AAAAAAM!
Hi, how are you? Bene, ho aggiornato tardi, lo so, di nuovo.
Comunque volevo ringrazie specialmente Madame X_7, perché so che segue la mia FF, e le piace molto! Ma non solo questo.. Recensisce sempre, ed è molto carina, perché facendo così capisco che mi sostiene J
Cooomunque, che devo dire? Buona serata e spero vi piaccia :D

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