The boy next-ROOM

di ICEcream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo « ***
Capitolo 2: *** Capitolo I « ***



Capitolo 1
*** Prologo « ***


Quando tutto era già cominciato.

« So get out, get out, get outta my head
And fall into my arms instead »

La cosa più bella che può capitarti quando, dopo aver passato la notte insonne a rotolarti tra le lenzuola per il caldo e gli incubi, ti alzi da quel tanto odiato materasso incredibilmente duro a causa dell’inesperienza sulla mobilia della propria sorella e scendi in cucina scocciata è di sentire le narici pervase dal paradisiaco odore di un buon caffè italiano (di uno di quelli veri, non risciacquo marrone di piatti allungato), di sentire di sottofondo la musica che si ama e, magari, di trovare ai fornelli in boxer e capelli scarmigliati il proprio, amato, uomo.
Beh, credo che la maggior parte delle ragazze inglesi (e di molte altre nazionalità a quanto pare) ciò che mi ritrovavo io davanti ogni santa mattina corrispondesse a quell’idea di “cosa più bella”, ma per me che sono la protagonista indiscussa e pallosa della storia, la Miss pignoleria per eccellenza, colei che considera ciò che esce dalla propria macchinetta del caffè dell’indiscutibile fanghiglia, il cd che è costretta ad ascoltare e che l’ha svegliata qualcosa di vagamente simile a spazzatura e l’uomo (o forse è meglio dire ragazzo? O, sotto parecchi punti di vista, bambino) l’essere più irritante sulla faccia della terra questo non è proprio quello che può essere definito un “buon inizio giornata”.
« Oh, Good morning Jackie! »
« ‘Giorno Harry » il grugnito che mi uscii lo fece ridacchiare.
Di tutti gli uomini che potevano capitarmi perché Dio mi ha mandato in casa un pervertito senza alcun pudore, che considera divertente tutto ciò che lo circonda e che ha la sfrenata e inspiegabile passione di prendermi per i fondelli? Oh, senza contare che è nella lista delle cose che non mi fa dormire, poiché trascorre le notti nella stanza accanto alla mia, a fare sesso con mia sorella.
« Come on, tesoro, non grugnire » borbottò la sorella in questione baciandomi la nuca « E non fare quella faccia imbronciata, ormai dovresti averci fatto l’abitudine, no? »
« Potevi scegliertene uno con più muscoli.. » borbottai inzuppando una fetta biscottata nel latte. Quest’ultima affermazione li fece ridere molto e il ragazzo gonfiò pomposo i muscoli in evidente ironia mentre attirava a se Lia per baciarla.
Ovviamente non pensarono a me, che non avevo fatto in tempo a ingurgitare prima di sentir l’irrefrenabile bisogno di rimettere.
« Quindi non ti piace il mio fisico? » Chiese sorridendo Harry, restando abbracciato a mia sorella che ridacchiando sotto i baffi macchiati di caffè faceva finta di nulla.
« Oh, no, per fare il cacciatore di farfalle è perfetto, davvero » Alzai un sopracciglio e lo guardai sprezzante mentre lui non accennava a smetterla di guardarmi in modo divertito « Seriamente, hai mai pensato di fare qualcosa di vagamente simile a dello sport? Oh, e ti avviso subito che quello notturno con tanto di gemiti (e a volte anche urletti) annessi non vale »
« Jacqueline Evans! »
Sbuffando mi alzai da tavola e mi gettai sul divano come un sacco di patate, mentre mia sorella si imbarazzava peggio di una quindicenne ed Harry scuoteva la testa ridendo divertito.
Diamine, quel ragazzo mi dava i nervi.
Questo suo lato da “finto adulto”, che mi trattava come se fossi sua figlia, come se fosse l’uomo di casa maturo, come se l’aver fatto breccia nel cuore della famosa trentacinquenne Lia Evans lo rendesse immensamente più figo e quindi gli desse il diritto di fare quello che gli pareva.
Mia sorella venne ad accarezzarmi la testa e a darmi un bacio sulla guancia « Io vado a lavoro, tu fa la brava, eh » poi aggiunse, sottovoce « E, per favore, cerca di essere gentile con Harry, vorrei davvero che voi due riusciste ad andare d’accordo »
“Si, come no” ma le feci un sorriso e ricambiai l’abbraccio.
Non appena lei fu uscita il suo adorabile fidanzato venne a sedersi sul divano sbuffando e lanciandomi un’occhiata accigliata « Certo che tu devi sempre fare così, eh »
Voltai la testa dall’altro lato per ignorarlo, non avevo alcuna intenzione di farmi fregare da lui, non questa volta, nonostante fosse incredibilmente più affascinante da irritato.
« Ehi, non mi ignorare » aggiunse lui avvicinandosi e intrappolandomi tra il suo petto e il bracciolo, allarmata mi guardai intorno alla ricerca di vie di fuga ma lui fu più veloce e mi bloccò il braccio, prima di iniziare a baciarmi il collo, a scendere verso il seno ed a slacciarmi la camicetta.
« Cosa dicevi prima, non ti piace il mio fisico, eh? » ridacchiò nel mio orecchio infilando le dite tra le mie cosce. E addio buoni propositi.
« Già, non è per niente da uomo macho » gli diedi una spintarella per farlo ribaltare e gli salii a cavalcioni, mordicchiandogli l’orecchio e schiacciando il seno contro il suo petto.
« Oh, e questo ti causa grande dispiacere, vedo. »
« Oh, si, non immagini quanto.. » sospirai prima di essere zittita dalla sua lingua.
Certo, Harry Styles mi dava i nervi, ma questo non mi impediva di andarci a letto ogni volta che mia sorella usciva di casa.

Avete presente le scale gerarchiche (o catene alimentari o come cacchio si chiamano) degli animali? Quelle che dicono esattamente qual è il tuo posto nella società e da dove non devi mai uscire perché altrimenti sei sbagliato? Ecco, a me una cosa del genere è stata impiantata in testa sin da bambina.
Quando sei la terzogenita di una famiglia più o meno importante è raro che i tuoi genitori ti diano ascolto. Alla prima figlia prediletta, con la voce di un angelo, i capelli biondi, gli occhi color cielo, il carattere dolce, comprensivo, divertente di una figlia perfetta è normale dare tutta (o quasi) la propria attenzione di genitore, senza contare che questa bambolina è cagionevole di salute e imbranata di natura, quindi le si deve stare sempre appresso per forza.
Il secondogenito, che io a malapena riuscivo a vedere a natale, ha passato di sua scelta la maggior parte della sua infanzia e adolescenza in una scuola di informatica per geni, ed ora fa il programmatore di videogiochi in Giappone e credo se la passi molto bene, ma non è che parliamo molto. Anzi, a dire la verità Andy non ha mai parlato molto con nessuno. Ha la faccia truce, i capelli neri come i miei che gli ricadono sugli occhi e risponde sempre in modo sgarbato. E, a dire la verità, è un po’ inquietante.
Ed io che, per tutti i miei diciassette anni di vita, sono stata sempre ignorata sono cresciuta come la figlia disgraziata che non vuole dare ascolto a nessuno, che se ne frega di ciò che pensa la gente e dal cuore di ghiaccio. Giusto perché da piccola mi divertivo a creare qualche piccolo problemi ai miei ed alle bambinaie pallose.
A quindici anni i miei non ce l’hanno fatta più e dall’Italia dove abitavo, il paese della mamma, mi hanno mandato a vivere a Londra da Lia, che nel frattempo era diventata una cantante e attrice particolarmente famosa in Inghilterra.
Mia sorella non c’era mai ma quando rincasava era sempre gentile e mi trattava bene, non mi considerava come un’intrusa e nonostante il mio caratteraccio mi sorrideva sempre, andava tutto bene lì. Fino a qualche mese fa.
« Lia, buongiorno! Hai visto per caso dov’è.. » lei mi interruppe facendo il segno di abbassare la voce, come mi faceva la mamma quando la sorellona stava male e dormiva.
« Vedi, Jackie, c’è una cosa che dovrei dirti.. »
Era imbarazzata e contenta insieme, in più mi aveva praticamente detto che c’era qualcuno che stava dormendo, quella notte avevo sentito qualche rumore sospetto.. Doveva esserci per forza di mezzo un uomo.
La abbracciai, contenta « Oddio, ma finalmente! Avevo paura che la carriera ti distogliesse troppo dal divertirti, dato che, sai, hai trentacinque anni e l’ultimo fidanzato che hai avuto è stato otto anni fa.. » Lei era indecisa se offendersi o ricambiare l’abbraccio ma optò per la seconda, infondo era sempre Lia.
« Ma davvero ti va bene? Non so, tu abiti qui, magari potrebbe.. »
« Ah, ma figurati! Anzi, voglio troppo conoscerlo, quando si sveglia.. » non feci in tempo a finire la frase che sentimmo rumori al piano di sopra, forse qualcuno era caduto dal letto, o forse era inciampato nella marea di scatole di scarpe che mia sorella lasciava sparse in giro per casa, poi una voce che chiamava in inglese.
« Ehi, Lia, where are you? »
E dalle scale, mezzo nudo e stropicciandosi gli occhi come un bambino, scese uno dei cantanti della band che, all’insaputa di tutti, mi rapiva il cuore tutti i giorni.
Almeno fino a quel momento.

Con una sensualità che non credevo davvero mi appartenesse gli accarezzai il petto disegnando cerchi immaginari, salii a baciargli la clavicola, il collo, la spalla, fino a depositarne uno con uno schiocco al centro della stella tatuata sul braccio.
Lui mi accarezzava i capelli e li ordinava da una parte, borbottando che gli facevano il solletico, così per infastidirlo presi a muovere la testa peggio di un cavallo mentre lui rideva e sputazzava cercando di allontanarmi. « Ah, dannata! Ecco perché preferisco le ragazze coi capelli corti! »
Alzando un sopracciglio incrociai le braccia sul suo petto e ci appoggiai sopra la testa « Infatti è colpa tua se mia sorella si è fatta quel terribile taglio a caschetto, le sta davvero male. »
« Non l’ho mica costretta, eh. »
« Si ma lo dicevi praticamente in ogni intervista, è ovvio che.. » « Oh, ma stai un po’ zitta.. » borbottò sorridendo sulle mie labbra.
Solitamente non mi piace essere interrotta, ma quel contatto era incredibilmente caldo e morbido quindi non osai fermarlo. Me ne ero accorta dalla prima volta, che le labbra di Harry erano morbide, ti facevano venire voglia di restare lì attaccata per sempre.
Un giorno lui me l’aveva anche chiesto, divertito, se per caso volevo strappargliele e portarmele via ma per tutta risposta si era beccato un imbarazzato pugno in testa. Non avrei mai ammesso che toccarlo mi piaceva così tanto, mai.
« Ehiehi, vacci piano » sussurrai con la voce liquida di piacere mentre mi lasciava l’ennesimo segno sul collo, sul seno, sull’interno coscia.. « Altrimenti dovrò inventarmi un altro fidanzato immaginario per Lia, con quello che mi lascia i mozzichi sul braccio ci siamo già lasciati »
Lui ridacchiò mentre con la lingua tracciava percorso dalle mie dita alla spalla « Puoi dirle che vi siete rimessi insieme ma che, da quando ha scoperto quanto ti stanno bene addosso i succhiotti si è appassionato e li vuole sperimentare ovunque »
« Vuoi davvero sperimentarli ovunque? »
« Non sono mica il tuo ragazzo » mi aprì le gambe e allungò la lingua verso la mia femminilità, strappandomi un gemito di piacere. « Ma credo che potrebbe essere divertente »
Stava ridendo, lo sentivo, e per questo lo odiavo.
Già, non era mica il mio ragazzo.
Proprio mentre si stava preparando per abbassarsi i boxer per la seconda volta nella giornata suonarono alla porta, facendoci raggelare. Scocciato Harry si alzò e andò al citofono.
« Chi è? ..Ah, occhei, vieni. »
Ma che era impazzito?! « Sai di essere nudo, vero? »
« E tu sai di avere giusto un minuto per togliere quella macchia dal divano e vestirti, vero? »
Era divertito, lo stronzo menefreghista, e mentre mi impiccavo per rivoltare l’enorme cuscino lui rideva sonoramente appoggiato alla porta.
Probabilmente il misterioso visitatore doveva aver partecipato alle olimpiadi di corsa perché ci mise giusto una ventina di secondi, ed io feci a malapena in tempo ad abbottonarmi la camicetta e ad infilarmi gli slip.
« Harry, allora, sei pronto? Dobbiamo andare! »
Sospirai di sollievo, grazie al cielo era solo Louis, poteva anche dirmelo prima.
« Oh » fece lui accorgendosi di me, in quell’imbarazzante stato in effetti, ma tanto ormai c’era abituato. Louis aveva infatti l’innata capacità di capitare in casa sempre nei momenti meno opportuni. « Buongiorno Jackie, come stai? »
Non potei rispondere perché Harry tentò di respingere fuori l’amico mentre borbottava qualcosa di vagamente simile ad un: “Ti vuoi mettere qualcosa addosso?!” ah, adesso faceva i problemi, eh?!
Per tutta risposta gli feci notare che non ero io quella solo in mutande.
« Si, ma io sono un uomo. E lui è il mio migliore amico! »
« Appunto. Secondo te preferisce vedere te nudo o una ragazza? »
Scoppiai a ridere alla testa di Louis che rispuntava illuminata esclamando “Ha ragione!” con Harry che lo minacciava di dirlo ad Eleanor e gli altri membri della band che da fuori suonavano intimando loro di sbrigarsi.
« Ehi, Jackie, posso chiederti una cosa? » mi fece Louis non appena il suo poco pudico amico si fu precipitato su per le scale a cambiarsi « E’ solo una curiosità, eh, ma tu non ti senti in colpa? »
Lo guardai sorpresa, aveva proprio l’aspetto del cazzuto moralista, ma era la prima volta che mostrava questa sua indole così apertamente. Tralasciando il fatto che era proprio bravo, la frecciata mi colpì in piena pancia come un cazzotto.
« Ecco, io.. »
« Ah, nono » esclamò lui ridendo « Guarda che non volevo deprimerti! E’ che mi chiedevo solo perché non volete dire tutto a Lia e stare insieme sul serio, infondo a lui piaci davvero, si vede, parla sempre di te, anche se si nasconde dietro alle stupidaggini. »
Se possibile lo guardai ancora più sorpresa. « Harry parla.. »
« Ehm, non dovevamo andare, Louis?! » esclamò l’interessato spuntando fuori da chissà dove e spingendo nervosamente l’amico verso la porta « Forza che abbiamo le prove! »
Afferrò le chiavi al volo, gli occhiali, la giacca e spinse del tutto l’amico in cortile, ordinandogli di mettere in moto, poi tornò da me e sulla porta mi diede un bacio a fior di labbra, dolce, inaspettato, come quelli che danno i mariti dei film alle mogli prima di andare a lavoro.
« Pranziamo insieme? »
« Ok, ma.. » borbottai smarrita, ma lui si allontanò ridendo e urlando dietro: « Perfetto, ti vengo a prendere io! » per poi salire in macchina e partire.
Scossi la testa energicamente e rientrai in casa, con il viso bollente.
Era assurdo, io lo odiavo! Come potevo così sfacciatamente andare a letto con il ragazzo di mia sorella, nonché acerrimo nemico, nonché ex idolo, nonché ragazzo per il quale mi ero evidentemente presa una terribile sbandata?!
Non immaginavo neanche lontanamente in che casini ci stavamo mettendo.





Elle's angle «
Saalve! O mio dio, prima fanfic sul fandom 1D, che bello! **
Non so bene cosa dire, questa fic fa schifo. é.è Cioè, a me Jacqueline come personaggio mi piace molto ed Harry è.. Beh, Harry. (Anche se qui è dannatamente OOC.) e mi piace anche abbastanza Louis e i ragazzi che suonano dalla macchina per dirgli di sbrigarsi me li immagino troppo ma.. Non ha senso. Insomma si, nella mia testa un po' di senso ce l'ha ma ho paura che voi non abbiate capito niente ed ora mi odiate.
No, dai, coraggio Elle! Vi prometto che piano piano si chiariranno un bel po' di cose. Yeah.
Due precisazioni. Mmh, perché l'ho chiamata come una loro canzone? Non lo so, mi piace come titolo, mi piace come significato e centrerà in futuro, perdonate la poca originalità. ^^' Inoltre loro parlano inglese, eh. Cioè, si, ci sono frasi in corsivo quando rendo proprio la frase in inglese ma tranne nelle scene dove conversano da sole Lia e Jackie loro sono tutti inglesi e restano inglesi, non è che perché Jackie parla molto meglio l'italiano che tutti si adattano. Asd
Mmh, piuttosto, è troppo zozza? Non so perché ma dopo le immagini australiane di Harry in costume mi sono troppo gasata e quindi ho fatto loro fare sesso. Yeah.
Ah, e faccio schifo a descrivere le scene di sesso quindi le lascio un po' così.. Oddio, in futuro vorrei descriverla per bene e magari cambierò il raiting e da
Lime a Erotico, per ora non so.
Cos'altro dire? Perché Harry sta con Lia se evidentemente prova qualcosa per Jackie? E perché questa qui si ostina a fare l'antipatica e ad odiarlo?
Tutto nella prossima puntata! Yee
Mmh, ultime cose.. La frase iniziale viene, ovviamente, da One Thing, vorrei mettere una canzone per ogni capitolo e chiamare l'ultimo proprio con il nome della fic, ma non so se riuscirò a farli entrare.. Per quanto riguarda le Icon invece le ho fatte io. Fanno schifo (soprattutto la seconda) ma mi sono divertita e mi piace armeggiare con i textures. **
Ah, piuttosto, dato che Harry, a quanto ho sentito, è appassionato di tizie grandi ho fatto essere Lia una trentacinquenne che corrisponde al suo ideale di ragazza (anche d'aspetto, tipo per la cosa dei capelli), mentre Jackie è tutto il contrario, ma poi lo vedremo meglio.
Grazie a tutti per l'attenzione, davvero, un bacio enorme.
Vostra
» Elle

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Capitolo 2
*** Capitolo I « ***


Per Flà, Flavia, Flappi, @UnicornMABS, solo MABS su efp e nonsoqualialtrinomiusa. A cui ieri sera ho dovuto ripetere come minimo trecentoquarantadue volte la stessa cosa aspettando una frase carina che poi è arrivata solo per sbaglio. Oh, ma sono tanto contenta, si, anche se tu non lo ripeterai mai più, mia timidona, o ti fa imbarazzare. Ti voglio bene, Flà, davvero. Yeah. 
 

Di ricordi, vicoli bui e canzoni poco fiabesche

« All we wanna have is fun,
But they say we’re too young
Let’em say what they want »

 

« Non credi di stare esagerando? » Sussurrava la mora tra un gemito e l'altro.
Il ragazzo che la stava spingendo contro il muro e che stava affondando in lei era troppo pigro per aver voglia di sollevarla, troppo schizzinoso da permetterle di sdraiarsi per terra e troppo impaziente  da aspettare l’arrivo a casa o in un hotel ad ore, così lei era costretta ad assecondarlo ed a graffiarsi la schiena contro il muro ruvido di un vicolo buio e nascosto.

Il ragazzo le sollevò del tutto la gonna e le afferrò i glutei per spingerla maggiormente contro di lui, l’altra mano era premuta contro il muro ed anche lui si stava facendo male, ma alla fine a nessuno dei due importava davvero. Sentì le unghie della ragazza affondargli nelle spalle e cominciò a spingere più velocemente, impaziente, schiacciando le labbra contro quelle di lei nel tentativo di soffocare i gemiti troppo forti di entrambi.
« Perché, scusa? » riuscì finalmente a rispondere lui un attimo prima di sentirla venire.
La mora lo abbracciò, accasciandosi sul petto « Beh, perché.. »
Ma come al solito fu interrotta dalla sua lingua impaziente e non poté terminare la frase.
Oh, ma infondo erano solo in un vicolo buio, in pieno giorno, a due fermate in metro da casa e a meno di cento metri da dove stavano lavorando sua sorella e il resto del gruppo di lui.
E dire che lei si aspettava solo un benedettissimo, innocentissimo, pranzo.
 
La prima volta che Jacqueline aveva visitato il Big Ben e il Westminster Palace aveva sei anni. Era andata a Londra con la famiglia perché Lia, all’epoca quasi diciannovenne ed agli inizi della sua carriera, era stata richiesta per l’album fotografico di una qualche marca di vestiti londinese e mentre la sorella si divertiva tra vestiti vintage, trucchi e scatti lei era stata trascinata lì dai genitori che erano stati costretti a portarsela dietro a causa della malattia della tata. Fosse per loro l’avrebbero tranquillamente lasciata in albergo.
Jacqueline aveva solo sei anni ma si ricordava benissimo i finti sorrisi dei genitori così alti e quasi invisibili per una bambina, che la tenevano per mano mentre passeggiavano nei luoghi aperti al pubblico di quel grande palazzo, che le lanciavano sguardi stufi ogni volta che apriva bocca, che si mettevano a litigare ad alta voce per cose stupidissime, che presi com’erano l’avevano lasciata andare.
Jackie odiava le urla, le facevano paura, ogni volta che sentiva qualcosa di simile a un grido si nascondeva nell’armadio con le orecchie tappate e non usciva finché non la tiravano fuori con la forza.
Nel palazzo del parlamento non c’erano armadi, ma miliardi di altri posti dove nascondersi. Solo che quella volta nessuno l’aveva tirata fuori per parecchie ore, anche perché inizialmente i signori Evans non si erano neanche accorti della sua scomparsa. O forse non gli interessava.
La seconda volta che Jacqueline aveva visitato quel tanto temuto palazzo, che le faceva venire voglia di piangere anche solo guardandolo in foto, era stato a quindici anni appena compiuti, poco prima del suo trasferimento a Londra.
Era stato durante una gita scolastica. Non se la sentiva di entrare così aveva finto di sentirsi male ed era rimasta su una panchina ad ascoltare la musica del suo gruppo preferito, pensando a quanto fosse frustante essere nella stessa città dei suoi idoli e non poter fare niente per anche solo provare ad incontrarli. E aveva visto un ragazzo della sua classe uscire di nascosto, avvicinarsi sorridente ad una colonna e nascondersi là dietro dove c’era quella che Jackie considerava la propria migliore amica, e baciarla e forse andare anche oltre dopo essersi spostati in un luogo più appartato.
Jacqueline ricordava di essere stata così tanto male solo quel giorno in cui aveva capito che, infondo, i suoi genitori non tenevano più di tanto a lei. Sempre in quello stesso luogo.
La terza volta che era entrata in quel palazzo, subito dopo un pranzo ed una scopata col suo coinquilino, solo per raggiungere sua sorella e i suoi amici, aveva di nuovo visto qualcosa che l’aveva fatta stare male.
« Jackie.. Sei tu? »
 
« Guarda che se ingrassi non ti permetterò più di stare sopra quando facciamo l’amore » ridacchiò Harry soffiando nell’orecchio di Jacqueline, che arrossendo gli dedicò un’occhiataccia.
« Sarà un piacere schiacciarti, te l’assicuro » Borbottò lei continuando a mangiare le sue patatine.
« Ehi, vuoi due, perché state sussurrando? » Chiedeva Niall poiché, oltre a Liam che probabilmente non era minimamente interessato, era l’unico a non aver ancora capito quello che stava succedendo tra loro due.
Jacqueline scosse la testa e riaffondò nel suo cibo, mentre Harry rideva e raccontava qualche battuta sulla sua linea o alimentazione. Probabilmente il ragazzo quel giorno voleva proprio essere preso a pugni.
« Ma lasciala in pace! » ridacchiò Louis prendendo un cucchiaio dal tavolo accanto e posizionandolo accanto al piatto di Liam, che in quel momento era ignaramente in bagno. Niall lo guardò male e nascose la posata sotto la tovaglia. Louis lo guardò altrettanto male e la ritirò fuori. La lotta silenziosa continuò per un bel pezzo fino a che Niall non ebbe la meglio raccogliendo tutti i cucchiai nei dintorni e andandoli a consegnare in cucina leggermente irritato mentre gli altri al tavolo ridevano e Liam tornava dal bagno guardandosi intorno spaesato e chiedendo cosa fosse successo.
« Scusami se alla fine sono venuti anche loro.. » sussurrò Harry a Jackie sempre all’orecchio. La ragazza non capiva come lui riuscisse ad avvicinarsi così all’improvviso senza essere notato da nessuno. « Mannò, a me stanno simpatici. » ridacchiò lei guardandolo negli occhi. Erano incredibilmente vicini, riusciva a sentire benissimo il profumo che le piaceva tanto. Glie l’aveva regalato Lia al suo compleanno.
« Ehi, ti va di andare in bagno? » sussurrò lui maliziosamente, sotto al tavolo le stava accarezzando le cosce lasciate scoperte dai pantaloncini, e risaliva sempre più su.
« Non ci pensare nemmeno. » soffiò Jacqueline bloccandogli la mano e dandogli una schiccherata sulla fronte per allontanarlo « Raffredda i bollenti spiriti, Harry Styles, siamo in un luogo pubblico. »
Lui sbuffò e si appoggiò allo schienale del divanetto, dove aveva tanto insistito di sedersi insieme a lei, mettendole un braccio intorno alle spalle che la ragazza puntualmente pizzicò.
« Sei davvero impossibile! »
« Cosa ti aspettavi da una tizia del genere? » dissè Zayn accoltellando la sua bistecca « Viene a letto con te nonostante sia la sorella della tua ragazza, è disgustoso »
« Grazie, Malik » Sibilò Jackie « Gentile come al solito, vedo. »
Lui le dedicò un finto sorriso al quale lei rispose con un’occhiata di ghiaccio. Le battaglie tra Jacqueline e Zayn erano ogni volta più inquietanti e lasciavano sempre l’impressione che tutto sarebbe esploso da un momento all’altro. Il primo era molto amico di Lia, quindi non poteva accettare di buon occhio la ragazza che la prendeva in giro, soprattutto se si trattava di sua sorella, mentre la seconda semplicemente non sopportava le persone che la trattavano freddamente e che, come faceva Malik, le davano della “falsa” e “manipolatrice di uomini”, sebbene nello strano rapporto che aveva con Harry si sentiva molto più lei la “vittima manipolata”.
« Ehm, ragazzi, direi che dovremmo andare » disse imbarazzato Louis alzandosi dal tavolo e afferrando Zayn per la manica, nonostante questo fosse ancora a metà bistecca. « Facciamo tardi per le riprese del video, forza! » tutti tranne Harry e Jackie, che non aveva alcuna intenzione di guardare i cinque tizi saltellare davanti ad una telecamera, si alzarono. Il ragazzo fece cenno agli altri di andare avanti, ricevendo l’occhiataccia di Zayn e della mora al suo fianco.
Louis gli sorrise ammiccante e trascinò via gli altri due sprovveduti.
« Ehi, Zayn, raggiungi gli altri. » ridacchiò Harry prendendo la mano della ragazza che le era accanto e depositando un bacio sul suo palmo, lei arrossii e si allontanò velocemente, giusto per preucazione.
« Ehi, Harry, raggiungi gli altri » Rispose l’amico alzando un sopracciglio.
« Non ti lascio qui con Jackie, potresti stuprarla! »
« Oh, per questo non c’è pericolo. » Assicurarono sia Jacqueline che Zayn scuotendo la testa.
Harry sospirò, diede un bacio sulla guancia alla ragazza e si alzò, poi, dopo aver sussurrato qualcosa all’amico e aver salutato, si allontanò con le mani nelle tasche e seguì gli altri fuori dal ristorante.
« Cosa vuoi, Malik? » sbuffò Jacqueline incrociando le braccia quando il ragazzo le si sedette accanto.
« Mi dispiace aver intralciato il tuo pomeriggio di sesso, Evans »  Per tutta risposta lei si alzò arrabbiata ma venne trattenuta per un braccio « Dai, sul serio, voglio parlarti. »
Zayn sospirò, non era né irritato, né orgoglioso di farle la ramanzina, sembrava solo preoccupato.
« Sai, ho parlato con Lia »
« Oddio, risparmiami, ci ha pensato già Louis stamattina » sbottò comunque Jacqueline voltando il viso dall’altra parte.
« Jackie, ascoltami » disse lui sospirando e prendendola per le spalle nel tentativo di farla girare verso di lui « Lia sospetta qualcosa! »
La mora non si voltò, né diede segno di aver sentito. « Ehi, mi hai capito? Ovvio che non pensa neanche lontanamente a te, però ieri stavamo chiacchierando e si è lasciata sfuggire di sospettare che Harry la tradisca, anche se non ne è sicura.
Quindi, Jackie, fossi in te se avessi un briciolo di amor proprio la smetterei subito con questo stupido gioco, si tratta sempre di tu.. »
« Lo so, cosa credi?! » Gli urlò quella voltatasi e dandogli una spinta davvero poco femminile. « Lo so, cazzo, lo so benissimo! »
Sentì gli occhi pizzicarle tantissimo e fu certa che le erano appena diventati rossi ma decise che non le importava, infondo si trovavano solo in un luogo decisamente pubblico, pieno di persone che la stavano guardando sconvolte.
« E allora finisci questa storia subito! Tanto lui ti interessa solo perché è carino, ricco e famoso, no? » Ghignò, tamburellando le dita sul tavolo ed ignorando la tempia pulsante della ragazza « Oh, e poi è il ragazzo di tua sorella, ovvio. »
Jacqueline rabbrividì, lo sapeva cosa stava per dire, lo sapeva bene, per questo lo odiava.
« Deve essere davvero umiliante essere la sorella della grande Lia Evans e non riuscire a reggere il confronto, vero? Ti ho capita benissimo, Evans, sei solo una ragazzina complessata ed invidiosa che si diverte a prendere per il culo la propria sorella andando a letto col suo rag.. »
« Smettila! » Zayn alzò la testa e la vide coprirsi le orecchie agitata e rossa « Smettila! Non è così! Io non voglio che Lia stia male quindi non permetterò ad Harry di lasciarla, ma.. Io non voglio separarmi da lui, non ci riesco. »
Il ragazzo si accigliò e tentò di rispondere ma lei continuò ad urlare.
« Lo so che è sbagliato, lo so! Ma per adesso vogliamo entrambi che resti tutto così, ed Harry è tuo amico, quindi aiutaci, ok? Tu cerca di tranquillizzare Lia, noi staremo più attenti. E.. Non lo so, Zayn, cazzo! Non lo so, poi fatti gli affari tuoi! »
E non sapendo come fosse arrivata a quel punto prese la borsa ed uscì di corsa dal ristorante. Corse fino a che non le fecero male i piedi, molto presto a causa degli scomodi sandali che aveva deciso di mettersi quella mattina. Col fiatone si strinse la maglietta all’altezza del cuore, che non accennava a smettere di battere all’impazzata. Sentiva la testa girarle e il corpo decisamente pesante.
« Cavoli, quanti problemi mi dai. » borbottò divertita una voce conosciuta prendendola al volo un attimo prima che cadesse a terra come un sacco di patate. « Cosa diamine ti ha detto Zayn per ridurti in questo stato? »
Jacqueline era troppo affaticata anche solo per starlo a sentire, figuriamoci per rispondergli, così si limitò a scuotere la testa e ad aggrapparsi a lui. Come sempre, d’altronde, ultimamente se ne era resa seriamente conto. Si affidava sempre a lui, lui la faceva sentire bene, non la faceva pensare a quanto fosse ipocrita.
« Seriamente, Jackie, cosa diamine ti è succ.. » Harry sgranò gli occhi sorpreso quando lei gli circondò il collo con le braccia e fece cozzare le sue labbra conto i suoi denti.
Quasi lo scaraventò a terra, gli calpestò i piedi e probabilmente lo ferì anche con le unghie ma pochi minuti dopo, mentre facevano l’amore in un vicolo buio, nessuno dei due se lo ricordava più. Lui pensava ad infilarle la lingua in gola, a slacciarsi i pantaloni e che avrebbe sicuramente fatto tardi alle prove, Jackie, invece, tirandogli i capelli tanto forte da quasi strapparglieli e trattenendo a stento le lacrime ripensava alla conversazione con Zayn sull’invidia, e a quanto avesse ragione.
 
« Ti uccideranno. »
« Ma no.. »
« Sei in ritardo di una buona mezz’ora, tu che dici? »
Harry le circondò le spalle con un braccio e avvicinò le loro labbra in un bacio casto « Ero con te, mi perdoneranno. »
« Oh, si, soprattutto Lia »
Il ragazzo scoppiò a ridere e si allontanò di qualche passo “per non destare sospetti”, come se vederli entrare insieme con mezz’ora di ritardo non fosse già di per se abbastanza strano.
« Mi spieghi cosa diamine centra il Westminster Palace con la vostra canzone? E poi perché c’è anche mia sorella? »
« Beh, la canzone ha un tema fiabesco, no? Quindi un palazzo ci sta bene. E Lia e’ un’attrice molto amata e questo aumenterà di sicuro le vendite del video » dal nulla spuntò un sogghigno malizioso « E poi è la mia ragazza. »
Jacqueline lo ignorò platealmente e borbottò qualcosa sull’ambientazione in realtà per nulla fiabesca della canzone.
« Jackie, non ti sarai mica ingelosita? »
« Veramente non ti ho proprio risposto, idiota, non ti farai troppi film mentali? »
Lui scoppiò nuovamente a ridere e dopo essersi avvicinato le accarezzò la testa facendola imbarazzare. Questa sperò anche di non essere arrossita ma a giudicare dal bruciore che sentiva in zona orecchie e gote la preghiera non doveva aver avuto molto successo.
Il ragazzo le abbracciò la testa, essendo di trenta buoni centimetri più alto di lei, e la coccolò per prenderla in giro. Harry era in assoluto la persona che più al mondo si divertiva a vedere Jackie imbarazzata.
« Oh, sei così piccola, Jacky. Piccola e carina, la mia orsac.. Ahi! Ma che sei scema?! » si era beccato un bel morso all’avambraccio e se non si fosse immediatamente allontanato ne avrebbe ricevuti parecchi altri.
« Merda, cos’hai al posto dei denti, coltelli? Guarda che segni mi hai lasciato, squalo! »
« E’ colpa tua che fai lo stupido! »
« Ma io ti stavo solo coccolando.. »
« E prendendo in giro! Sai benissimo che io non.. » « Jackie.. Sei tu? »
Lei si immobilizzò lasciando la frase a mezz’aria, sentendo improvvisamente un brivido attraversarle la schiena. Perché, insomma, erano passati due anni ma quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille.
« Jackie, si che sei tu! Dio, che coincidenza! »
Lei si voltò lentamente e quegli occhi azzurri conosciutissimi le perforarono il cuore come mille piccoli aghi.
« E’ davvero una fortuna averti incontrato qui, sono così felice! »
Jacqueline non riusciva quasi più ad ascoltare, sentiva di nuovo quel senso di nausea pervaderla e la testa girare, si guardò intorno e si ricordò di essere in quel tanto odiato palazzo.
Poi Harry la salvò di nuovo, mettendole le mani sulle spalle per non farla barcollare e cadere e chiedendole con lo sguardo se andasse tutto bene. Lei si limitò ad annuire reggendosi la testa con una mano e tentando di sorridere, con scarsi risultati, così Harry si voltò accigliato verso il ragazzo misterioso « Scusami, tu chi sei? »
Quello, dopo essersi ripreso dal leggero stupore di avere davanti un membro della famosa band dei One direction, gli regalò un bianchissimo sorriso innocente.
« Oh, hai ragione, perdonami. Mi chiamo Mike Warrel e, beh, sono il suo ragazzo. »







 
 
 
Elle’s angle:
Ehi! Salve a tutti, ci ho messo una vita ad aggiornare, chiedo scusa. E’ che non mi sembrava mai finito e l’avrò riletto almeno un centinaio di volte e scritto almeno venti finali prima di arrivare a questo qua (Laveritàèchenonavevonéinternetnéideemafacciamofintadinulla).
Non so bene cosa dire, ma questa storia sta prendendo una piega interessante nella mia testa, davvero, inizialmente era solo una cacchiata senza trama precisa, ora invece l’ho scritto quasi tutto mentalmente.
Alcune precisazioni abbastanza importanti: Come avrete notato voi che leggete dallo scorso capitolo ho cambiato il titolo (ben due volte, in effetti). Inizialmente la fic si chiamava
Stole my heart, ma poi mi sono accorta che esistono più di cinquanta storie con questo titolo, e non solo nella sezione One Direction, quindi mi sono demoralizzata e mi sono messa sotto per cercarne un altro più decente. Dopo varie ipotesi la scelta è stata per The boy next-door, che è anche il titolo della canzone di Nonsochì, poi però ho ripensato che il tizio a cui si riferisce la frase è un vicino, mentre Harry è proprio un coinquilino, quindi ho reso il titolo inglese “all’italiana” ed è diventato ciò che è ora: The boy next-ROOM, evidenziando il ROOM per far capire che è proprio un vicino di stanza, cioè un coinquilino. In teoria un vicino di stanza è anche un vicino di porta, ma se avessi lasciato il precedente titolo, come ho già detto, tutti avrebbero pensato ad un vicino e non sarebbe andato bene.
Chiedo consiglio a voi, miei carissimi e amati (sul serio, vi amo uno ad uno anche solo per essere qui) che leggete questa schifezza. Mi direste cosa ne pensate del titolo? Preferite questo o la traduzione italiana “
Il ragazzo della stanza accanto”? Che forse rende anche di più.. Ditemi voi.
Un altro cambiamento è stato il lavoro di Lia. Cioè, in realtà nella mia testa l’ho sempre considerata un’attrice o stilista o quello che è, ma per sbaglio la volta scorsa ho scritto “cantante”. Chiedo scusa, mea culpa.
Oh, inoltre ho reso il primo capitolo un prologo perché, infondo, lo è. Ed è anche per questo che lì Jackie parla in prima persona, perché ha il compito di presentare al pubblico la storia a grandi linee, soprattutto di presentare lei ed Harry. Si, alla fine credo sappia proprio di prologo.
Parliamo di questo capitolo! Vi è piaciuto? Siete sconvolti? Spero di si, questa era la mia intenzione, vorrei davvero sconvolgere. E andando avanti vedrete, vedrete..
E’ la prima volta che non mi rivedo neanche in minima parte in una mia protagonista, mi fa un po’ strano, sarà perché Jackie è completamente diversa da me..
Piuttosto, per i nonesistentiinteressati, non ho idea di cosa abbia detto Harry a Zayn all’orecchio prima di lasciarlo solo a parlare con Jacqueline, immagino sia stata una qualche frase di ammonimento tipo “non esagerare” o qualcosa di simile. Perché si, il nostro Harry Holmes sa benissimo ciò che pensano Zayn e Lia, solo che vuole bene a Jackie, ecco.
Oh, e sono davvero soddisfatta del mio Zayn, sisi. Non lo odiate, eh, anche se ha fatto la parte del “cattivo”, è solo per proteggere la sua amica, al posto suo anche io lo farei, quindi lo stimo.
Non so perché ho scelto lui, sarà perché è quello che vedo meglio nella parte del cazzuto moralista. Voi che dite?
Per quasi finire, so che non ci sono parti aperte al pubblico nel Westminster palace (solo una minuscola parte è aperta, ma per due settimane di agosto e si deve prenotare) e il fatto che loro girino il video lì è assurdo, lo so, come che un tizio praticamente sconosciuto capiti vicino al set di registrazione di una banda famosa. So tutto quanto, ma voi fate finta di nulla, ok? Ok.
Per finire (questa volta seriamente), mi sono accorta che sia il nome Jacqueline, sia il cognome Evans sono nomi presenti nel manga
Soul Eater (non sapete cos’è un manga? Fumetto giapponese. Non sapete cos’è Soul Eater? Andatevelo a leggere che è bellissimo). Mentre per Mike il nome me lo sono inventato sul momento, ho solo pensato stesse bene a un tizio “adorabile” come lui, già.
Cavoli, ho decisamente scritto troppo. Un bacio, miei cari, ed alla prossima.
Vostra
Elle :)
P.s: Su twitter, se qualcuno volesse followarmi ed io ricambio sempre, sono @HarrysMeretrix, che ovviamente vuol dire “La meretrice di Harry” e la meretrice, per chi non lo sapesse, nell’antica Roma era la prostituta. Ma ho scelto quel termine solo perché suonava bene ed era rimasto libero.
Ceerto, ci hanno creduto tutti. Come se non venderei(?) di corsa qualche organo pur di essere la sua puttana.
P.p.s. L’icon è su
Neko/Tsubasa di Bakemonogatari mentre la canzone/citazione di questo capitolo è Everything about you, chissà cosa metterò la prossima volta..
P.p.p.s(Lol): Graziegraziegraziegrazie davvero
MABS per la recensione, anche se te l’ho detto migliaia di volte, mi hai fatto felice, e grazie davvero anche a Veruzzina e xAngelWingsx per avere messo questa cagaHta di fic tra le seguite, mi avete dato un sacco di coraggio, sisi.

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