Assassin's Creed-Profecy

di madoka94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Sogni di aquile, fumo e cenere ***
Capitolo 2: *** 2-Salvataggio ***
Capitolo 3: *** 3-Benvenuta a Masyaf ***



Capitolo 1
*** 1-Sogni di aquile, fumo e cenere ***


 

Due settimane.

Erano passate esattamente due settimane, tre giorni e dodici ore da quando vidi  Altair  per l' ultima volta.

Pensai che se avevo preso anche a contare i giorni e le ore da quel momento stavo perdendo del tutto il senno!

La cosa ancora più peggiore era anche che continuavo, freneticamente, a riportarlo con il calamaio su carta: la sua posa dritta, fiera e sicura, gli accessori, il volto coperto dal cappuccio, gli occhi che ti catturavano al primo contatto visivo, la bocca...non tralasciavo niente.

Presi l' ennesimo foglio reso schiavo della mia mania persegutiva del disegno, continuando a scrutare ogni particolare che non fosse danneggiato da qualche sbavatura o aver sbagliato qualche proporzione.

Come al solito era perfetto, immacolato.

Mi sembrava di vederlo ancora lì davanti a me.

"Non sono altro che una maniaca, ecco!"

Presa dal nervoso trasformai quel misero pezzo di carta in un altra palla che gettai insieme alle altre che erano ai miei piedi.Un altro fallimento.

Ero stufa di quella situazione, non ce la facevo più a perseguitarmi col pensiero di rivedere ancora quel ragazzo, dovevo accettare la realtà dei fatti e farmene una ragione una volta per tutte!

-Aaah!!Perchè a me?!Che ho fatto di male per meritarmi tutto questo?- mi chiesi distrutta con le mani fra i capelli.

Sentì Tharanis fare un piccolo stridulo e lo vidi che aveva abbassato la sua testolina di qualche grado, quasi come mi volesse guardare storto.

-Che guardi?Se c' è qualcosa che devi dirmi dilla e basta!-

Lo vidi rialzare la testa con un semplice scatto del collo sbattendo le ali.

Sembrava che mi rimproverasse.

Passai una mano alla fronte massaggiandomela.

Pure a litigare con il falco mi ci ero messa!

Il bussare della porta e la voce di Sarah richiamarono la mia attenzione, prima di risponderle sistemai per bene i fogli che mi erano rimasti e cercai di nascondere per bene i rimasugli ma con insuccesso.

-Avanti..-dissi con tono stanco.

-Astrid, vi stavo cercando per...ma che?!-si interruppe d' un tratto.

-So cosa stai per dirmi: non sono ancora vestita, ho una faccia e una pettinatura orribile e la mia stanza è tutta sottosopra come se ci fosse stata una tempesta.-la precedetti recitando come se la sapessi ormai a memoria i suoi rimproveri.

Infatti era come avevo appena detto: avevo ancora la vestaglia da notte, la capigliatura un pò aruffata per colpa dell' ennesima notte in bianco che avevo trascorso e la faccia un pò torva e ancora assonnata.

La vidi che stava assottigliando le sue iridi smeraldine, guardandomi dall' alto in basso con sguardo pensieroso.

-Degli incubi vi perseguitano.-

Il mio volto da torvo si tramutò in sorpreso.

-Ma come...no, aspetta! Te lo dice la mia faccia.-

-Sia quella che il mio sesto senso.-mi disse sorridendo.

Sbuffai bofonchiando qualcosa che a malapena capivo anche io.

Durante queste notti un sogno mi tormentava: il sogno di una mela posata sul cuscinetto di un nido, su di una torre, un ' acquila che la proteggeva come se fosse stato un suo uovo.

Poi uno stendardo con disegnato sopra una croce che spaventa l' animale e gli fa cadere il nido.

La mela cadeva dalla torre, il volatile si impennava cercando di raggiungerla ma una nuvola...no, anzi, una nube di frecce si scagliavano contro di lui e le sue iridi dorate ne rispecchiavano la sua massa.

Fino a quel punto il sogno si interrompeva lasciando al mio risveglio il sudore freddo che mi bagnava la pelle facendomi rabbrividire tutto il corpo.

Ogni volta cercavo un significato logico analizzandone ogni particolare e sempre ogni volta non ne riuscivo a trovarne.Mi chiedevo cosa potesse significare...

-Cosa vi assilla, Madamigella?-mi chiese con tono apprensivo la mora chinandosi davanti a me.

-Non lo so neppure io Sarah. è tutto così confuso...-dissi con tono sincero sospirando.

-Per caso...-sembrava che la sua voce veniva mozzata nel formulare la frase-...riguarda quell' uomo?Quell' assassino che avevamo incontrato giù alla piazzetta?-

La osservai bene, vedevo ancora i suoi occhi turbati che avevano visto quella strage, la preoccupazione e la paura che ha avuto quando sono sfuggita dalla sua vista si rispecchiavano nelle sue iridi smeraldine.

Avrei tanto voluto risponderle che si trattava di quello, di voler capire, ma avrei attirato altri timori e ansia su di lei e mio padre.

-No.-

-Sicura? Non lo avete visto o ci avete parlato, spero?-

-..no..-le mentì ancora sospendendo quella negazione.

Aspettai che credesse a quella piccola bugia cosicchè mi lasciasse  sola nella stanza.

Finalmente si alzò accennando appena un sorriso sospirando.

-Buono a sapersi.-

Disse solamente dirigendosi alla porta per poi fermarsi allo stipite.

-A proposito, papà non ha mandato niente?-chiesi all' improvviso.

Era da qualche giorno che non avevo sue notizie, di solito mandava qualche lettera per far sapere che era arrivato a destinazione e che stava bene.

-No, mi spiace.-

I miei occhi si abbassarono stanchi sui fogli che avevo davanti, continuando a guardare quell' infinito bianco che riempiva tutta quella massa accatastata a casaccio.

Non era la prima volta che mio padre si assentava da casa per giorni, a volte anche settimane e mesi.

-Comprendo perfettamente...-  

Sospirai dirigendomi con lentezza verso il letto coricandomici sopra, guardando il soffitto con le braccia aperte sino alle mie spalle.

Sentì per l' ultima volta lo sguardo di Sarah su di me fino a quando non chiuse la porta.

Spostai la testa verso il balcone, vidi le tende di raso bianco ondeggiare in una sorta di piccola danza causata dal leggero soffio d' aria fresca del mattino.

Mi ricordai che quando ero piccola sognavo sempre di alzarmi in aria e volare nel cielo insieme a mio padre, a scoprire il mondo e i suoi segreti.

Piccoli sogni di una bambina buttati al vento e frantumati in piccoli pezzi.

I miei occhi stavano chiedendo pietà, infatti li sentivo bruciare un poco e appesantirsi.

Chiusi più volte lentamente le palpebre finchè non cedetti alla loro richiesta, appallottolandomi su me stessa e sprofondando la testa nel mio morbido cuscino.

Ero veramente stanca e stufa.

Stufa di questa vita, stufa di tutti questi segreti, stufa di tutto.

Sentì una voce aleggiarmi nella testa confusa, all' inizio sembrava quella di una donna.

-Mamma?...- bofonchiai non sapendo nemmeno io perchè pronunciai il suo nome.

Poi sentì qualcuno scrollarmi leggermente la spalla e la voce divenne più marcata, maschile.

-Astrid?Astrid?-

Non potendo più sopportare quel continuo richiamo dovetti purtroppo aprire gli occhi.

All' inizio vedevo tutto appannato, in seguito la vista divenne più chiara lasciandomi a bocca aperta.

Che ci faceva Altair in camera mia?!

-A-Alt...mpf!!!-prima che dicessi altro mi tappò la bocca con la sua mano.

-Shhh!Non fare baccano, è già tanto che nessuno mi abbia visto!-mi sussurrò con tono un pò nervoso, notai che era un pò sudato.

Gli tolsi la mano per poter riprendere fiato.

-Altair, cosa ci fai qui? Avevi detto che...-

-Lascia perdere quello che avevo detto.C' è una cosa di cui devo assolutamente parlarti.-

Il suo volto era serissimo e l' atteggiamento assai brusco, doveva essergli successo qualcosa per forza.

-Di..di che si tratta?-lo incoraggiai ansiosa.

Stava per dire qualcosa quando il suono dello spalancare della porta al piano sottostante fece interrompere la sua azione.

C' era Sarah che stava parlando con qualcuno, una persona che aveva la voce di un giovane.

Corrucciai interrogativa le sopracciglia, chi poteva mai essere?

-Astrid, ascoltami, io...-stava cercando di riportare l' attenzione su di lui l' Assassino.

La voce di Sarah che mi richiamava lo fece nuovamente interrompere e sentivo che la presa che aveva sulle mie mani stava facendo maggiore pressione nello stringerle, mi lamentai un poco.

-Altair, mi stai facendo male se continui così!-lo sgridai senza alcun contegno.

-Tu sei in pericolo, dannazione!!!-ruggì a bassa voce infuriato facendomi avvicinare al suo volto quasi leggendogli il labbiale.

Cercai di guardarlo dentro le sue iridi nere per capirci qualcosa, vedevo solo una luce di pura ostinazione e irritazione.

-Astrid! Per favore, scendete!-continuò ad assillarmi la voce della mia serva.

Alzai gli occhi al cielo perdendo quasi ogni lume e con un leggero scatto mi divincolai con forza dalla presa del ragazzo scocciata.

-Non so di che cosa tu stia parlando, ma riprenderemo il discorso a più tardi prima che Sarah sospetti qualcosa.-

Decisi che era meglio vestirmi alla svelta dopo averla avvertita del mio arrivo.

Purtroppo mi ricordai che Altair era ancora nella stanza con i pugni serrati da chissà quale rabbia che stava cercando di reprimere.

Sospirai quasi scocciata, mi avvicinai inchinandomi leggermente davanti a lui.

-Ascolta, ti prometto che ascolterò ogni cosa che abbia da dirmi, voglio solo chiederti di cercare di riprendere la calma. Così almeno potremo parlare tranquillamente.- cercai di sorridergli un pò sperando che funzionasse, ma lui non ne voleva sapere.

-Lo vuoi capire che tu sei..-

-Ho capito testa di cocco, ma lo vuoi capire anche tu che mi stai mettendo solo dell' agitazione addosso?!-dissi portando le mani ai fianchi con espressione severa.

Lui sbuffò sonoramente preso dall' ira e si alzò bruscamente dal letto dandomi le spalle, piazzandosi davanti alla finestra.

-Già che ci sei potresti restare così per un pò, che mi devo cambiare?-

Detto questo andai dietro al paravento sentendo i brontolii di un Altair abbastanza imbarazzato.

Cercai di ignorarlo e indossai una veste verde con decorazioni dorate e le  maniche lunghe sino a coprire le mani, dopo aver sistemato qualche piega uscì dal paravento e mi diressi verso lo specchio aggiustandomi con il pettine i capelli.

Dopo che ebbi finito lasciai che il ragazzo si voltasse per guardare.

-Bene, adesso tu resta qui e non provare a sbirciare nei miei affari, cercherò di fare il più presto possibile.Non fare innervosire Tharanis!-gli dissi all' ultimo quando aprì la porta.

-E chi è Tharanis?-

Indicai il falco che si era appena appisolato sul trespolo e vidi l' Assassino guardarlo con faccia interdetta, mi veniva quasi da ridere.

Alla fine chiusi la porta e scesi le scale arrivando nel salotto, trovando assieme a Sarah appunto un ragazzo dai capelli biondi e corti e un vecchio signore con i baffoni.

Scrutai entrambi i loro volti, non li avevo mai visti prima di allora.

-Finalmente siete scesa.Madamigella, voglio presentarvi Ser Fernando di Wellinghton e suo figlio Sophien.-

Li vidi entrambi avvicinarsi a me e con eleganza mi inchinai di fronte a loro presentandomi.

-Sono onorata di conoscervi. Benvenuti nella nostra casa.-

-L' onore è tutto nostro nel conoscere la figlia del mio vecchio amico Gianni.-disse il signore inchinandosi a sua volta susseguito dal figlio.

Avevo sentito parlare di loro ma non ne avevo mai avuta l' occasione di conoscerli, Fernardo era lo stimato compagno di studi di mio padre e tutt' ora collega.

Mi guardai intorno cercando lui appunto, non era tornato a casa con loro.

-Mio padre non ha fatto ritorno con voi, vero?-

-Sapete come è fatto, Madamigella Astrid, la curiosità prende sempre soppravvento su di lui.-

-Uhn...avete ragione.-sorrisi appieno cercando di non preoccuparmi.

Infondo ero ormai abituata a non vederlo tanto in casa.

-Su, non siate troppo in vena per lui, ha detto che farà ritorno a casa presto.Ah, vi voglio presentare mio figlio Sophien.-

Il ragazzo avanzò di qualche passo inchinandosi appena facendo un mezzo sorriso.

Si vedeva nei suoi occhi grigiastri che non aveva tanto voglia di rimanere in quella stanza.

Notavo anche che non c' era alcuna somiglianza con Fernardo, probabilmente aveva preso tutto dalla madre.

Per quel momento mi limitai a sorridergli.

-Lieta di fare la sua conoscenza.-

-Lo stesso vale per me.-

Ero così presa nell' accoglierli e nel presentarmi che mi stavo letteralmente dimenticando di Altair che era ancora in camera mia.

Mi morsi di nascosto il labbro inferiore mentre Fernardo parlava con Sarah dirigendosi altrove, lasciandomi in compagnia del biondo svogliato. Dovevo trovare all' istante qualche idea e subito!

-Madamigella Astrid, che ne dite di fare una passeggiata fuori?-mi chiese all' improvviso Sophien.

Rimasi sorpresa e poco preparata alla richiesta del ragazzo.E adesso?

-Ehm...non saprei...-dissi guardando di sottecchi la scala che portava al piano di sopra.

-Scusate la mia insolenza, ma non credo che volete sorbirvi il discorso degli adulti.-disse con tono sarcastico.

Lui non lo sapeva, ma con la sua proposta mi aveva del tutto spiazzata lasciandomi una tale confusione alla testa da farmi girare tutto quanto.

Stavo per rispondergli quando il biondo fece prima a prendermi per il polso e a trascinarmi fuori di casa.

Mentre ero dietro di lui guardai il balcone dove si affacciava camera mia, sperando mentalmente che l' Assassino sarebbe riuscito a perdonarmi se avessi tardato a rientrare.

Dopo un pò sentì il ragazzo che aveva rallentato il passo e allentare la leggera presa che aveva al mio polso, guardai prima la sua mano e poi lui scrutandolo per bene.

La sua reazione era troppo improvvisa e c' era qualcosa di strano nel suo comportamento.

Guardai dietro di me, ormai eravamo abbastanza lontani da casa.

-Se volevate passeggiare lo potevamo fare anche in giardino.-gli dissi con tono sarcastico.

-Perdonatemi...era da tanto che volevo rivedere Gerusalemme.-

-Abitavate anche voi qui?-

-Quando ero piccolo sì, poi io e mio padre dovemmo prendere la prima nave per l' Inghilterra.-

Quel ragazzo aveva un non so chè di malinconico, di sicuro questa città gli era mancata molto.

Decisi di cambiare discorso, anche per conoscere un pò quel ragazzo e tirarlo su di morale.

-Andiamo in piazza, vi va?- gli chiesi senza esitazione e lui accossentì sorridendomi lievemente.

Lungo la strada non avevamo parlato molto, anzi quella a parlare di più ero proprio io, non riesco a stare tanto zitta quando ho una persona nuova davanti a me.Non me ne capacito.

Con Altair più o meno era stato lo stesso ma era uno scambio di battute uno dopo l' altra.

Pensando a lui mi ritrovai a guardare il sole ormai alto del pomeriggio chiedendomi cosa avesse mai da dirmi quel folle.Ripensai che ritenerlo tale era errato, visto il mestiere che faceva.

Comunque non potevo lasciare solo quel giovane, non sarebbe stato cortese, e non lo sarebbe stato se avessi insistito a tornare a casa al più presto.Ma dovevo fare qualcosa prima che Sarah entrasse in camera mia e trovarlo colto nel sacco.

Mi illuminai travando un pretesto che calzava a pennello.

-Oh, accidenti!-esclamai.

-Qualcosa non va, Mylady?-mi chiese avvicinandosi un poco.

-Ho dimenticato di dare da mangiare a Tharanis, il mio falco!-dissi falsamente ingenua e sbadata.

-Ne siete davvero sicura?-disse guardandomi con quei suoi occhi azzurrini che mi scrutavano, come se fossero sicuri della mia menzogna.

-Non vi fidate per caso?-gli chiesi con tono offeso incociando le braccia al petto.

Ci fu una piccola pausa dove i nostri sguardi stavano combattendo tra loro su chi avesse ragione o torto finchè non sentì uno sbuffo mal celato provenire dalle sue labbra.

-In effetti si è anche fatto tardi, meglio tornare.-

Sospirai sollevata di nascosto, appena si era voltato e aveva inziato a camminare con passo calzato e svelto.Improvvisamente sentì uno strano brivido che mi percorreva la schiena e inevitabilmente inclinai leggermente la testa dietro di me, delle guardie ci stavano osservando poco lontano da noi dietro alla bancarella del sarto.

Un idea stupida e folle si fece strada nella mia mente e scossi leggermente la testa.

"Deve essere una coincidenza."

Ma una coincidenza non poteva definirsi tale se nel frattempo, mentre attraversavamo la strada del ritorno, sentivo il tintinnio pesante delle loro armature farsi sempre più vicine a noi.Qualcosa decisamente non quadrava.

Poi sentì qualcosa di nuovo nell' aria.

Non era l' odore salmastro del mare, ne dei datteri e ne della sporcizia della strada, era qualcos' altro.

Qualcosa che faceva leggermente bruciare i polmoni e lacrimare involontariamente gli occhi, era anche vicino a casa.

Sbarrai un attimo gli occhi quando vidi una coltre di fumo innalzarsi in cielo e uno strano dolore al petto mi trafisse quando realizzai che quel che temevo divenne realtà.

Il mio corpo scattò da solo oltrepassando quello  di Sophien che camminava tranquillo.

Non mi importò più di lui, la mia sola ed unica speranza era che il timore che mi stava prendendo l' anima fosse solo un illusione, che quella tenaglia fosse scomparsa appena sarei arrivata a casa.

Finalmente arrivai nella mia via e quello che vidi fu come una spada che mi perforava il petto.

La dimora in fiamme alimentata dal leggero vento che l' indomani sarebbe diventata solo fumo e cenere mi si prostrava davanti come se un bambino avesse assistito a qualcosa  che non avrebbe dovuto  vedere.

Intanto il suono sordo del battito delle mani compiaciute di Fernardo si fece strada nelle mie orecchie.

Mi voltai a guardarlo mentre lui si godeva la mia faccia impaurita e sorpresa sorridendo come una serpe velenosa e Sophien al suo fianco mi guardava con sguardo spento.

-Voi...-

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti! eccomi qua con il primo capitolo dopo la breve introduzione di " Dieci rintocchi".Spero che con questo capitolo non abbia sminuito qualcosa nella storia e che la lettura sia stato di vostro gradimento.

Prendo l' occasione per ringraziare Toshira_Chan e Aly99 per aver recensito la storia precedente.

Vi ringrazio ancora ^^ e ringrazio anche chi le ha messo nelle preferite e nelle seguite (sinceramente pensavo di aver fatto un buco nell' acqua ma mi sono ricreduta eheh).Con questo termino qui altrimenti divento troppo noiosa o impazzisco all' improvviso.

Ci si vede nei prossimi capitoli!Byebye!!!


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Capitolo 2
*** 2-Salvataggio ***


I soldati che mi inseguivano avevano circondato tutto il perimetro, alcuni mi avevano presa alle spalle cercando di far sì che non scappassi via.Da una parte sentii i lamenti di una donna che venne trascinata alla mia destra, anche lei era prigioniera come me.
Le tirarono in dietro la nuca prendendola per i capelli e riconobbi il viso, ormai pieno di lividi con piccoli tagli e il sangue alla bocca, di Sarah.
Cercai di divincolarmi in tutti i modi ma erano troppo forti per me.
Così i miei occhi pieni di rabbia ritornarono verso quello che una volta pensavo fosse un amico di famiglia...ed invece...
-Cosa significa tutto questo, Fernardo?!-
-Mi sembra ovvio my lady, la sto catturando.-disse semplicemente con un ghigno.
Una rabbia incommensurabile mi logorava lo stomaco fin dentro l' anima.
-Lasciala stare!Lei non c' entra!-gli sbraitò contro Sarah che in cambio ricevette uno schiaffo bello secco da uno dei soldati.
-Zitta infedele!-
-Sarah!!!-
-State tranquilla, una donna come lei che appartiene alla setta degli Assassini può sopportare questo e altro.-
Dopo che Fernardo mi disse questo sembrò che il mondo mi crollò addosso.
Quella donna, quella stessa donna che aveva vissuto nella nostra casa e mi aveva cresciuta facendomi da nutrice. La stessa che in quel momento era di fronte a me piena di ferite e agonizzante, era un Assassina come Altair.Cos' altro non mi era stato detto per tutto questo tempo?
- Mi dispiace...avrei dovuto dirvelo...-disse guardandomi con occhi dispiaciuti, quasi spenti.
-Che scena poetica!-disse l' omone coi baffi con tono falsamente sdolcinato.
-Perchè...-dissi a denti stretti-...perchè state facendo tutto questo?-
-Vostro padre ha annotato cose che interessano ai miei padroni nel suo diario, mi chiedevo dove l' avesse messo.-
Mi bloccai di colpo, mio padre portava sempre con sè il suo diario e come faceva a sapere che non l' aveva trovato se lo conosceva fin troppo bene?
Un dubbio mi colpì all' improvviso.
"Signore, fa che non è come penso..."
-Ah, ho dimenticato di dirvi...-l' uomo si avvicinò a me, proprio all' orecchio bisbigliandomi, cosìcchè ascoltassi soltanto io -...che vostro padre Gianni...è morto per mio pugno.-
Non so se era la collera , l' unica cosa che sapevo era che volevo affrontarlo e ucciderlo con le mie stesse mani.
-MALEDETTO BASTARDO!VIGLIACCO!TRADITORE!IO TI UCCIDO!-
Gridai con tutto il fiato in gola dimenandomi con forza e questa volta gli orsi che mi stavano tenendo avevano un pò di difficoltà a farmi star ferma.Fernardo si allontanò subito ma non fece in tempo che gli diedi un pugno dritto sul naso.
Con quel gesto non mi ripagava la mia sete di sangue ma faceva accrescere ancora di più la mia furia vendicativa.
-Portatele al quartier generale.La ragazza mettetela in gabbia e uccidete pure l' Assassina.Sophien, lascio a te questo compito, sai che dobbiamo interrogarla.-disse ai suoi uomini e al ragazzo biondo cercando di bloccare l' emorragia nella parte in cui avevo colpito.
-Contate su di me.-disse deciso e freddo per poi guardare l' uomo ormai un pò anziano andarsene via.
Sentendo quelle parole cercai ancora di liberarmi dando calci e sgomitando i miei agressori senza successo, richiamai più volte Sarah ma a causa della perdita del sangue era svenuta.Non sapevo più che cosa fare.
Affidare le mie preghiere all' Onnipotente non mi sarebbe servito a niente, cosa avrebbe potuto fare una persona che non avevo mai visto e che non sapevo se esisteva veramente da qualche parte?E poi lui dov'era?Anche lui era morto?
Se non era così, se era davvero ancora vivo, almeno a lui volevo riporre la mia folle speranza.La mia ultima preghiera.
"Dove sei?"
Un urlo.
Un nome.
Il suo nome, echeggiò in tutta l' area circostante, quasi perforando le mie orecchie con la mia stessa voce.
-ALTAIIIIIIR!!!-

Improvvisamente sentì un rantolo provenire da uno dei soldati che mi teneva le braccia, alzando il capo lo vidi con occhi shoccati guardare in alto.Sentii la sua presa via via scivolare e farsi più debole, finchè il suo corpo non si fece più pesante e cadde proprio ai miei piedi.Gli occhi ormai vitrei e il sangue che colava dalla bocca come un piccolo fiumiciattolo.
Con sguardo terrorizzato notai che all' estremità tra la gola e la spalla si era conficcato un coltello.
L' altro compare non fece in tempo ad inginocchiarsi che anche lui divenne un' altra vittima lasciandomi del tutto libera.
Altri due soldati caddero a terra tramortiti come foglie secche trasportando con loro Sarah che era ancora svenuta.
Scattai subito da lei mentre guardavo i crociati che fissavano verso l' alto, alcuni con sguardo incredulo, altri attenti e pronti alla difesa e un possibile attacco con le alabarde e le spade in mano.
Anche io guardai nella loro direzione e quello che vidi mi fece traboccare alcune lacrime dalla  gioia.Le mie preghiere questa volta erano state ascolate.
-é l' Assassino!Uccidetelo!-
Con agilità vidi la sua sagoma bianca saltare dall' edificio ed atterrare su uno dei nemici conficcandogli la lama che aveva al polso sinistro nel torace.
Gli altri lo circondarono e lui tirò fuori la sua spada pronto ad evitare qualsiasi attacco.
-Astrid scappa!-mi urlò mentre evitava un fendente.
-Ma tu...-
-Li terrò occupati.Muoviti!-
Senza ragionarci tanto e spinta dal senso di soppravvivenza presi il braccio di Sarah portandomelo alla spalla dandole sostegno, cercando di farla riprendere.
-Sarah, svegliati, ti prego!-
Però qualcuno mi strattonò per il braccio e notai che era Sophien che mi minacciava con la spada.
-Non ti lascerò andare così facilmente.-
-Lasciami maledetto!-cercai di divincolarmi da lui.
Poi vidi i suoi occhi spalancarsi di colpo dallo stupore e gridare dal dolore, notando l' impugnatura di uno dei coltelli di Altair dietro la sua spalla.
Lasciò la presa e io cominciai a correre con Sarah sotto braccio, vagavo per le vie a casaccio finchè non arrivai allo zuc che era nelle vicinanze.Vi era molta gente, purtroppo c' erano anche tre o quattro soldati che circolavano nei dintorni.
Cercando di non destare sospetti appoggiai delicatamente Sarah cercando di nuovo a farla risvegliare su una panchina.
-Sarah!Sarah!Apri gli occhi!-
Dopo che la scossi un pò rividi i suoi occhi smeraldini che mi fissavano stanchi.
-Astrid..cosa è...-cercò di dire ma io l' ammonì.
-Meno male stai bene.Quei furfanti hanno osato troppo...adesso però non parlare, non siamo ancora del tutto al sicuro.-
Lei si alzò piano mugulando un pò dal dolore e si guardò in torno con circospizione.
-Quattro guardie e due uscite, eh?-analizzò e mi stupì dalla velocità di come l' aveva fatto.
-Tu cosa proponi?-
- I-io non...-
-Non mi riferivo a voi madamigella.-
Accigliai non capendo con chi parlasse e il mio istinto mi portò a fissare alla mia sinistra, Altair era seduto affianco a me.
Stavo quasi facendo l' abitudine nelle sue entrate in scena improvvise.
-Ho sistemato i soldati di prima, ma credo, comunque, che non siano stati fermi.Altri avranno avvertito del fatto e staranno già organizzando le truppe nella vostra ricerca.-disse freddamente il ragazzo.
-Quindi?-
-Sa quanto me che nei paraggi c' è un rifugio della nostra setta.L' unico modo per arrivarci però é per i tetti e voi siete ferita...-
-Sono ancora in grado di muovermi perfettamente.-lo riprese.
-Allora vi guiderò affinchè gli arceri non vi facciano del male.Voi andate avanti, io resterò a una giusta distanza seguendovi e proteggendovi dai soldati che cercheranno di avvicinarsi.-
-Va bene, facciamo così.-
Faticavo un pò a stare ad ascoltare il loro ragionamento, capii che l' unico posto sicuro era tra i tetti e che ci dovevamo sbrigare.
Sarah cercò di alzarsi, io l' aiutai ma mi spinse via con veemenza quando provai a farlo.
-Non ho bisogno del vostro aiuto.Non dovete stare in pena per me.-
Ero sbalordita da come era mutato il suo carattere, dapprima apprensivo e subito dopo distaccato.L' unica cosa che non era scomparsa era la sua testardaggine.Comunque mi inculcai che non dovevo perdere la calma e cercare di restare lucida.
Camminando lentamente con passo deciso ci infiltrammo tra le persone seguendo la sua chioma nera che passava con tranquillità senza destare sospetti.Constatai da dietro se Altair ci stesse seguendo anche lui.
Si era appena alzato dalla panca, cercava di evitare le persone scostandole appena.
In lontananza, oltre la fontana piazzata al centro, i soldati stavano osservando nella nostra direzione.Delle gocce di sudore freddo  mi bagnarono la fronte, ero agitata.
-Sarah quelle guardie...-le sussurrai appena cercando di non essere vista.Per ogni minima stranezza quelli ci sarebbero saltati addosso.
-Restate calma e continuate a camminare.Ci infiltreremo in quel gruppo di persone che sta per passare adesso, ho notato che dei monaci stanno passando da quella via a sinistra, il ragazzo potrà infiltrarsi facilmente tra di loro.Quindi non dovete temere nemmeno per lui.-mi indicò con un cenno della testa.
Da una parte una piccola folla, dall' altra i monaci. Mi domandavo se sarebbe stato davvero facile.
Quando passarono i civili ci mettemmo in mezzo tra di loro, cercando di stare al loro passo attraversammo le due guardie come niente.Appena fummo fuori dallo zuc tirai un sospiro di sollievo.
Non ci fermammo e continuammo a camminare, guardai dietro se il giovane Assassino si era infiltrato tra i monaci.
Come aveva detto Sarah lui si era infiltrato tra di loro facendo finta di pregare e le guardie non avevano notato niente di sospetto.
Erano davvero così idioti quelli?
Passando facilmente anche lui si allontanò dal gruppo, sembrava che stesse andando bene finchè...
-Fermateli!Fermate quelle donne e l' Assassino!-un uomo sbraitò alle guardie.
Mi voltai appena in tempo da vedere in lontananza il viso affaticato di Sophien che cercava di raggiungerci.Era ancora vivo!
-Scappiamo!-mi urlò dietro la mia serva prendendomi per il polso trascinandomi con sè.
-Altair!-gridai invece con il ragazzo che cercò di raggiungerci.
Improvvisamente ci vennero incontro delle guardie da davanti e ci dovemmo bloccare sul posto.
-Arrendetevi subito e non vi sarà fatto alcun male.-ci disse un crociato avanzando  verso di noi.
Sarah sfoggiò un sorriso provocatorio che non gli avevo mai visto fare, si inginocchiò all' improvviso.
-Come volete...-
Vidi con la coda dell' occhio che stava prendendo qualcosa da sotto il suo vestito e notai che era uno stiletto.
-...prima però dovete prenderci!-con uno scatto fulmineo si avvicinò al crociato e gli tagliò la gola con un colpo netto.
Dietro di me altri caddero a terra grazie ad Altair che con una giravolta li aveva colpiti con la sua spada.
-Astrid corri sui tetti, appena trovi un apertura calati dentro e resta lì finchè non arriviamo noi.-mi incitò la donna dandomi il suo stiletto con il sangue che gocciolava ancora dalla lama.Lei invece prese da terra la spada del nemico di prima.
-Ma Sarah tu sei ferita non riuscirai a combattere!-
-Tranquilla, credo che con quel bellinfusto riuscirò a cavarmela egregiemente.Sono pur sempre un Assassina.-mi sorrise cercando di darmi conforto.
-Astrid, fa come ti dice.Ti copriremo per darti la possibilità di salire.Appena arriverai al Covo ci sarà un uomo che è il Rafiq di Gerusalemme, fa il mio nome, lui capirà.- disse Altair incitandomi anche lui ad andare via.
Scossi la testa più volte, non volevo allontanarmi da loro, ma una freccia dovette farmi cambiare subito idea.
Un arcere ci stava prendendo di mira e delle altre guardie stavano per arrivarci addosso.
Con una spinta l' Assassino mi fece andare avanti mentre con una mano libera tirò un coltello da lancio all' arcere all'e stremità del cranio.
Vidi con orrore cadere da una parte ma presi tutto il mio coraggio per aggrapparmi ad una finestra e trovando dei possibili appigli riuscì finalmente ad arrivare in cima.
Non ero per niente abituata ad arrampicarmi.
Vidi che c' era ancora il cadavere dell' arcere, chiusi gli occhi.Non volevo accettare quella realtà.
Mi arrivò alle orecchie le urla dei soldati sotto di me cadere che mosche ai piedi dei due Assassini.
"Tutto questo per un diario?!Cosa ci avete scritto di così importante padre?"
A quella domanda non potevo ancora rispondere, in quel momento dovevo solo scappare.


Chissà da quanto tempo stavo ancora scappando.
Più volte avevo riscontrato la fine di alcuni tetti e per andare dall' altra parte o saltavo o saltavo, non c' erano vie di uscite.
Dopo alcuni tentennamenti riuscì a fare dei salti, dopo un pò che ci fai l' abitudine ti sembra facile.
Mi guardai attorno, ancora non avevo trovato una grata.
"Dov'è accidenti!Sto girando da ore e ancora non l' ho trovata!"
Improvvisamente sentì qualcuno che mi prese di spalle, cominciai a scocciarmi di essere sempre presa di sprovvista.
-Chi siete?!Non dovreste stare qui!-mi ringhiò contro l' uomo.
Dall' ombra vidi che era un altro arcere.
-Io ho..ho sbagliato strada e...-
-Una donna che sbaglia strada e che porta con sè un coltello macchiato di sangue.Sei poco credibile, tesoro.-
Il suo tono di voce era stomachevole e toccava in punti che mi fece agitare ed andare nel panico.
-Lasciatemi!Altrimenti...-
-Altrimenti cosa?Mi taglierai la pancia?-disse schernendomi.
-Vi consiglio di ascoltarla signore...-
Una voce profonda e determinata lo fece scattare facendoci voltare entrambi tenendomi per i polsi.
Alzai il capo e vidi un ragazzo dai corti capelli neri e un pizzetto sul mento che guardava il porco dietro di me con sguardo assassino.Aveva la stessa veste di Altair e sopra aveva in dosso una cappa nera.
Mi era poco credibile che fosse anche lui un Assassino dato che gli mancava il braccio sinistro.
-Anche voi, scendete da questo tetto.Non siete autorizzato a metterci piede!-
-E io vi ripeto che dovreste lasciare andare quella fanciulla.-scannì le parole come se fosse un avvertimento.
-Cos' è, una minaccia?-sputò spingendomi a terra e brandendo la spada.
-No, piuttosto un consiglio.-
-E che pensi di fare con un braccio solo?-
-Sono indeciso se tagliarvi prima il cavallo, incidere lo stomaco e poi spiccarvi la testa oppure l' incontrario.-
A queste parole il soldato si irritò e andò contro il giovane furibondo.
-Muori cane!-
In un attimo, con un sol gesto, il giovane fece una giravolta attorno all' uomo e sfilando un pugnale che partava alla vita gli tagliò prima il ventre, poi gli passò dietro conficcandogli nella cervicale la lama che fuoriusciva dall' altra parte della gola.
Ora avevo la conferma che era un Assassino anche lui.
Il cadavere cadde in ginocchio come niente mentre il ragazzo ripuliva la lama e si incamminò verso la mia direzione porgendomi la mano.
-State bene?-
Ci misi un pò a riprendermi dallo shock momentaneo però accolsi la sua cortesia.
-Sì.-
-Che ci facevate qui sopra?E con quel stiletto poi.-mi chiese guardandomi dall'alto in basso senza cattiveria.
-Voi..siete il Rafiq, vero?Se lo siete allora dovete aiutarmi, Altair e Sarah si sono sacrificati per aiutarmi ed ora non so...-
-Aspettate, aspettate!Prendete un bel respiro, siete bianca come un fantasma.Altair?Sacrificarsi per qualcuno?!-dalla faccia che stava facendo sembrava sbalordito.
Feci due respiri profondi cercando di controllarmi e funzionò per il momento.
-Sì, proprio così.Ha aiutato me e la mia serva a fuggire dai soldati, ora però non so dove sono e se stanno bene entrambi.-
Lui mi guardò negli occhi, forse per vedere se stavo dicendo il vero, eppure sembrava che non gli andassse giù il fatto che mi avesse aiutato.Pensai che tra loro non scorreva buon sangue.
-Come vi chiamate?-
-Mi chiamo Astrid, Corvina Astrid.-
Lo vidi sbarrare un attimo gli occhi dalla sorpresa, poi mi rivolse un piccolo sorriso.
-Il mio nome è Malik Al-Sayf.Ora siete al sicuro.Venite, vi conduco nel nostro Covo.-
Mi prese con sè conducendomi (sempre tra i tetti) verso un apertura dove l' unico modo per scendere era saltare.Ma una porta come ogni essere umano no?!
Scese per primo Malik incitandomi a saltare, all' inizio ero contraria poi  mi dissi che se ero riuscita a saltare da un tetto all' altro allora potevo anche farlo da una grata.
Chiudendo gli occhi saltai e andai addosso al povero Assassino finendo miserabilmente a terra, per fortuna eravamo atterrati su dei cuscini messi li apposta.
-Chiedo venia..non volevo farle male.-cercai di scusarmi imbarazzata.
-Fa niente.Comprendo che non siete abituata a questo tipo di atterraggi- mi aiutò ad alzarmi conducendomi ad un altra parte dell' edificio.
C' era un ampia stanza occupata da delle biblioteche attaccate alle pareti e con esse degli arazzi con disegnato uno strano triangolo, subito all' entrata un balcone e dietro altri scaffali con altri libri.Sembrava quasi di rivedere quello di casa mia...almeno, di quanto ne sarebbe restato.
-Restate qui, vado a cercare quel novizio che vi ha fatto cacciare in questo guaio.-mi disse soppesando la frase.
-Vi sbagliate!Non mi ha cacciato in nessun guaio!-controbattei difendendolo.
Stette sullo stipite della porta per un pò e con tono acerbo sussurrò:-Se si tratta di lui vuol dire che vi ha cacciato in un guaio sicuramente.-
Con quella frase se ne andò lasciandomi confusa in mezzo a quell' enorme stanza con pochi spiragli di luce.
Passò del tempo, la mia preoccupazione stava crescendo sempre più finchè non sentì dei passi.
Sentì di nuovo la gioia quando rividi i volti di Sarah e Altair sani e salvi.
Mi fiondai subito dalla donna abbracciandola con le lacrime che mi salivano agli occhi.Ero allo stesso tempo felice e ancora scossa per tutto quello che ci era stato fatto.
In cambio la mora mi accarezzò i capelli e la schiena chiedendomi perdono per il comportamento di poc'anzi.Non mi importava se mi avesse trattato male perchè sapevo che l' aveva fatto per proteggermi.
-Chiedo perdono se mi intrometto, ma ora abbiamo poco tempo.-si intromise Altair guardandomi negli occhi.
Guardandolo in quel momento mi ritornò la rabbia che avevo contro Fernando e la scagliai contro di lui dandogli pugni a raffica sul petto, sapendo già che erano inefficaci.
-Perchè non sei intervenuto prima?Perchè non hai potuto impedire a quel farabutto di bruciare la nostra casa?Perchè ci ha fatto tutto questo?Perchè?PERCHè?!-gli gridai contro tutto quello che avevo dentro.
Sapevo che lo stavo incolpando ingiustamente ma contro qualcuno dovevo pur sfogarmi.
-Astrid, ho fatto quel che ho potuto.Poi non sapevo che avessero bruciato la tua casa perchè ti stavo seguendo.Sapevo già che quel tizio non era una brava persona e quindi...-
-Tu sapevi che Sophien era un criminale?!-
-Peggio di un criminale.Lui e Fernando sono Templari.-
-Templari...?-
In quel momento ero ancora più confusa di prima.Cosa c' entravano i Templari?
-Madamigella, credo che questo non sia il posto più adatto per parlarne.Tutte le risposte che cercate sono nella nostra casa, a Masyaf.Per il momento resteremo qui, sempre se non siamo di disturbo per messer Malik.-disse Sarah rivolgendosi anche al Rafiq.
-State tranquilla Sorella Sarah, siete le benvenute.L' unica presenza che mi è nociva per il momento è una certa persona che mi è affianco.-saettò con lo sguardo Altair che quest' ultimo ricambiò digrignando i denti.
Passammo la notte al Covo nella stanza riservata ai feriti dove c' erano dei comodi letti.Non riuscii a chiudere occhio, erano successe troppe cose spiacevoli, troppe ferite che  ci avrebbero messo del tempo a rimarginarsi.
Gurdai verso l' unica finestra che era stata costruita in quella stanza, anche quella sera c' erano diverse stelle che brillavano come piccole torce nella notte.In quell' istante si riflettè l' immagine di mio padre col suo lieve sorriso dipinto sulle labbbra.
 Sentivo che la mia vecchia vita non sarebbe più ritornata.
Senza far alcun rumore uscì dalla stanza e andai nel corridoio dove c' era la grata chiusa.Vidi Altair seduto sui cuscini senza il cappuccio a coprirgli il volto.
Aveva dei corti capelli castano scuri, la pelle e gli occhi brillavano alla luce della luna rendendolo ancora più meraviglioso.
Sentii nonostante tutto le mie gote arrossarsi provandone vergogna, in un momento simile addirittura era inaccettabile per me.
Feci un passo indietro e questo mi fece scoprire subito.
-Non dovresti riposarti?-mi riprese e io come una bambina in colpa uscì dal nascondiglio.
-Non riesco a dormire.-confessai ancora rossa in volto.-Ti disturbo se vengo vicino a te?-
Lui scosse leggermente la testa e mi lasciò un pò di spazio concedendomi degli altri cuscini.
-Senti..-cominciai a dire-...io..volevo chiederti scusa per prima.Non dovevo incolparti di tutto quello che è successo.-
Restò un attimo in silenzio massaggiandosi il collo.
-Non devi scusarti, in realtà dovrei essere io a fare le mie scuse.Dovevo fermare in qualche modo Fernando, ma sono arrivato troppo tardi.-
Ci fu un attimo di silenzio e in quell' istante volli prendere una decisione.
-Voglio imparare a fare le stesse cose che fai tu.-
-Cosa?-
-Voglio imparare ad uccidere.-
Altair fece una faccia contraria e seria.
-Imparando ad uccidere non ti riporterà in vita tuo padre, lo sai.-
-Lo so, ma lui ci ha traditi.Ha tradito la fiducia che aveva in mio padre, l' ha ucciso con le sue stesse mani, ha bruciato la nostra casa, ha tentato di uccidere Sarah e rapire me.Tu cosa faresti al mio posto?-
Lo vidi per un attimo pensieroso e leggermente triste, forse sapeva infondo che cosa stavo provando.
-Sì, lo ucciderei.-
Si alzò un attimo dirigendosi sullo stipite della porta rivolgendomi ancora una volta lo sguardo.
-Tu, però, non devi starmi dietro.E pensaci ancora un pò di questa tua decisione, perchè uccidendo una volta imparerai a uccidere altre volte.Ne riparleremo di nuovo quando saremo a Masyaf.Buona notte.-
Chiuse lì il discorso lasciandomi sola.Chissà cosa mi avrebbe portato a Masyaf.
Lentamente mi lasciai trasportare tra le braccia di Morfeo aspettando l' alba del giorno seguente.
 

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Capitolo 3
*** 3-Benvenuta a Masyaf ***


C' era bianco, tanto bianco.E poi c' era anche il grigio, un immensa nube grigia.
Sotto a quel bianco e quel grigio si estendeva un mare di granelli e pietruzze gialle che compattate fra loro formavano la sabbia.
Non c'era un filo di vento in quel deserto nè anima viva.
Poi una macchia nera.Che mi sia sbagliata?
Un uomo dalle vesti quasi stracciate di quello che restava un vestito nuovo.
Mi erano famigliari i capelli tra il nero e il grigiastro, pure la voce.
Si volta a guardarmi e io grido il suo nome.
-Papà!PAPà!-lo ripetei una, due, dieci volte ma il suo viso contratto tra lo stupore e la rabbia non accennava a cambiare.
Non stava fissando me, ma quello che era davanti a me.
-No...Fernando...non lo fare!!-gridai.
Lui sembrava che non mi ascoltasse e, forse, entrambi non mi vedevano.
Sentii le sue risate penetrarmi nelle orecchie mentre con il suo coltello minacciava l' altro.Ci fu qualcos' altro, invece, che oltre alle orecchie faceva male anche al mio cuore nel vederlo e ascoltarlo.
Pugnalò al petto di Gianni, lo fece ancora, ancora, ancora, e ancora fino a vedere il sangue che gli sporcava la pelle e a sentirne l' odore forte e metallico.
Volevo fermarlo, poter andare contro a quel demonio travestito da uomo e fare la stessa cosa che aveva fatto a mio padre.
Ma le mani e i piedi non si muovevano, restavano immerse nella sabbia.
Le due figure che all' inizio erano davanti ai miei occhi vennero cancellate con un colpo secco dell' aria, anche il deserto era sparito.
Di nuovo il niente, di nuovo il bianco e il grigio ed insieme ad essi una strana combinazione di numeri e simboli intrecciate tra loro.
Il grido di un aquila prese la mia attenzione, vidi la stessa scena che continuavo a sognare ogni notte.
L' aquila, la mela, lo stendardo, le frecce.
Il volatile improvvisamente sembrò cambiare forma in qualcos' altro: le ali si trasformarono in braccia, gli artigli in gambe, il piumaggio in una tunica bianca e il muso in un viso umano.
-Altair?!-
La sua immagine era così vicina al mio corpo che dava l' impressione che anche io stavo precipitando insieme a lui.
I suoi occhi neri rispecchiavano la nuvola di frecce che ci stavano raggiungendo.
Strinsi gli occhi con forza aggrappandomi al ragazzo che ricambiò la presa stringendomi a sua volta.
-"Cerca...proteggi..."-
Una voce incomprensibile di una donna mi risuonò nella mente ripetendomi di nuovo quelle parole.
-"Cerca e proteggi il Frutto...proteggi il Profeta..."-
Frutto?Profeta?
Invece dei cocci della strada sotto di noi ci fu ancora quell' ignota luce bianca.



-Astrid..-
-Frutto...Profeta...-
-Astrid!Attenta al serpente!-
-Eh?!Quale serpente?-
Aprii gli occhi di colpo strattonando con forza le redini del cavallo spaventando sia me che lui.
L' animale si bloccò di colpo ed io mi guardai intorno, nessun serpente!
Ci fu un immensa risata da parte di Sarah che cavalcava alla mia destra ed io divenni rossa dalla rabbia e dalla vergogna.
-Perchè l' hai fatto, si può sapere?!Mi hai fatto prendere un colpo e non c' è niente da ridere!-
-S-scusatemi madamigella ma..non si riusciva a svegliarvi così non ho potuto resistere.-disse asciugandosi una lacrima.
Spostai il mio sguardo verso sinistra notando che anche l' Assassino aveva fatto un sorrisino compiaciuto sotto il cappuccio.
-Spero che hai fatto bei sogni...-disse lui sogghignando.
Improvvisamente sentii caldo non solo alle guance ma anche alle punte delle orecchie ricordandomi del sogno di poc' anzi.
-Beh...non sono stati tanto piacevoli...-dissi spostando lo sguardo verso il cavallo, poi guardai dietro Tharanis che era nella sua gabbia tranquillo.
Se non fosse stato per Altair che l' aveva salvato dalle fiamme subito dopo che era tornato a cercarmi sicuramente non l' avrei più rivisto.
-Comunque siamo quasi arrivati.-
Guardai verso l' orizzonte, dopo due giorni di viaggio tra le montagne cercando di evitare i soldati, finalmente eravamo arrivati davanti all' immensa fortezza di Masyaf, sede dell' Ordine degli Assassini.
Arrivammo alle porte della cittadella, quando vi entrammo vidi gli abitanti che salutavano e si inchinavano davanti ad Altair in segno di rispetto.Pensai che il nome che portava fosse molto importante.C' erano anche alcuni che guardavano straniti l' Assassina e lei sorrise di sottecchi a tutti quanti gli abitanti.Chissà quanto le era mancato il villaggio, i compagni, la sua famiglia...
Da un pò mi domandavo il perchè avesse lasciato tutto quanto per stare con noi a casa ma non me l' aveva ancora detto, disse che anche quello l' avrebbe spiegato appena saremmo arrivati.
Giungemmo davanti alla scuderia, quindi anche davanti al maestoso maniero.
C' erano due che stavano di guardia che salutarono Altair.
-Salute e pace Altair.-
-Salute e pace Uday, Tahir.-rispose lui un pò di fretta.
"Il puro e il veloce" ipotizzai mentalmente come al mio solito traducendo i loro nomi.
-Salute e pace.-disse anche Sarah ma loro invece di rispondere restarono interdetti non capendo perchè aveva usato anche lei il loro solito saluto.
-Ah già...voi non c' eravate ancora quando c' ero io.-sostenne con aria un pò nostalgica.
Ancora una volta fecero una faccia interrogativa e questa volta li ignorammo entrando dentro le mura mentre gli adepti portarono i cavalli nelle scuderie.
Restai a bocca aperta quando vidi com' era dentro, davvero, non c' era niente al confronto.Almeno credo.
Poi sentimmo qualcuno che correva e chiamava il ragazzo che mi stava a fianco.
-Maestro Altair!-disse una giovane voce.
-Qualcuno ti cerca.-gli dissi e tutti noi ci voltammo a sinistra per vedere chi era.
Un ragazzino alto da arrivarmi poco più alla spalla, anche lui aveva la stessa tenuta che aveva l' Assassino, l' unica cosa che lo differenziava era per la minoranza di armi, il cappuccio grigio e una sciarpa lunga da cadere quasi ai piedi di colore rosso acceso.
Aveva anche un aria piuttosto allegra.
-Maestro Altair!Finalmente siete tornato!-gridò entusiasta.
-Chi è quel ragazzino?-chiesi al ragazzo con la cicatrice.
-Un novizio imbranato e distratto.-disse semplicemente con aria disinteressata e scocciata.
-Sei il suo maestro?-
-Ehrm...in verità è lui a chiamarmi così...anche se..-
Non terminò la frase perchè, come io e Sarah, lo fissava mentre stava inciampando nella sua stessa sciarpa cadendo come un sacco di banane battendo il naso e il ventre.Penso che anche la mia serva, dopo che era stata via da tanto tempo, non aveva mai visto un Assassino che cadesse in quel modo così goffo e incosciente in tutti i suoi anni da Assassina esperta.
Ero davvero shoccata e un pò delusa.Altair invece sembrava non battere ciglio, probabilmente ci era abituato.
Visto che nessuno prendeva l' iniziativa gli andai vicino per controllare come stasse.
-Ehi stai bene?-gli chiesi.
Lo sentii mugolare un fievole :- Ahia..che doloreee!-poi calò il cappuccio scoprendo una faccia tonda e sorridente coi capelli neri e gli occhi castano scuro, tra cui il destro segnato da una cicatrice.
-Eh?Ehm sì!Certo!Una caduta così per un Assassino è niente.-disse lui con un sorriso sghembo e le guance colorate di rosa con quelle lentiggini che lo rendevano così...adorabile?
 "Ma in questo posto sono tutti carini?!"
-Samir, quante volte ti abbiamo detto di stare attento con quella sciarpa lunga tre metri che ti ritrovi e di torgliertela quando fai le missioni?-lo rimproverò Altair mentre l' altro si alzava spolverandosi i vestiti.
" 'Compagno divertente' ...azzeccatissimo come nome."
-Ha ragione maestro, solo che ogni volta me lo dimentico.-disse imbarazzato.
-E quante volte ti abbiamo detto che quel titolo non gli appartiene più ed è solo un traditore.-
Un altra voce si unì al gruppo, un ragazzo alto come Altair con la barba ne troppo folta ma neanche troppo corta.
Dal tono con cui si era intromesso sembrava molto arrogante, soprattutto nei confronti del primo.
-Abbas.-
-Altair Ibn-La'Ahad, il cagnolino di Al Mualim, quanto tempo.Sembra che ti sei portato un pò di compagnia solo per te, eh?-
Vidi i suoi occhi che guardavano dall' alto in basso sia me che Sarah, ma con lei sembrava diventare del tutto serio d' un tratto.
-Gran Maestra Adila.-disse con tono onorifico.
-Abbas Sofian.Sembri cresciuto in un modo spropositato non solo in altezza, ma anche in malalingua.-disse la donna dispiaciuta e affranta.
Mi sorpresi, ancora una volta, di aver scoperto un altra cosa che non mi aveva ancora detto.
Vidi Abbas chinare leggermente la testa e fare una smorfia contorta dal disprezzo.
-Penso che oggi abbia bisogno di riscaldarmi negli allenamenti.-e dopo essersi congedato si allontanò verso gli altri confratelli dove al centro c' era un recinto in cui si tenevano gli addestramenti.
Come se nulla fosse successo l' Ibn-La' Ahad si rivolse di nuovo a Samir, questa volta con cortesia celata dal nervosismo.
-Samir, il Maestro è nella torre?-
-Ovvio.Sempre immerso nella lettura.Vi ci accompagno.-si offrì il più giovane.
Io e Sarah li seguimmo da dietro, dandomi l' opportunita di farle delle domande.
-Come mai "Adila" e "Gran Maestra"?-
-Vedete, quello è il mio vero nome.Trasferendomi a Gerusalemme ho dovuto chiamarmi in un altro modo cambiando la mia identità.Ovviamente potete ancora chiamarmi con quel nome.Per quanto riguarda al titolo di Gran Maestra l' ho ottenuto diversi anni fa, anche se il Gran Maestro ufficiale è mio padre.-
-Tuo padre?-
Da quel momento non disse più niente e non le chiesi altro.Entrando dal grande poltrone vidi molte biblioteche suddivise ai lati e lungo il corridoio si suddividevano delle scale che portavano ad un altro piano con un immensa vetrata dove entrava molta luce.
Quel luogo trasmetteva pace e serenità rispetto a quello che succedeva nel mondo esterno.Sarei rimasta per sempre lì.
Dopo tre piani di scale arrivammo allo studio del Gran Maestro dove ad attenderci c' era il vecchio Al Mualim che se ne stava a guardare il cielo dall' immensa vetrata con le mani portate dietro alla schiena.
-Maestro.-sia Samir che Altair si chinarono e il primo si allontanò facendomi un sorriso sornione.Non capì il motivo del perchè l' avesse fatto ma lo accettai sorridendogli a sua volta.
-Altair, sei tornato dalla missione con successo.-il vecchio Assassino guardò Sarah con occhi addolciti per un momento per poi ritornare seri.
-Adila...-
-Padre...-anche lei sembrava impassibile, nessuna emozione traspariva sui suoi occhi.
Poi l' anziano porse lo sguardo verso di me osservandomi bene.
-Voi dovreste essere la figlia dello studioso Corvina Gianni.Mi spiace per vostro padre.-
La bocca divenne leggermente impastata e buttai giù tutta quanta la saliva come quel ricordo.Dovevo guardare avanti e non reprimermi.Ormai era giunto il giorno in cui la Astrid fanciulla doveva farsi da parte e lasciarne il posto a quella adulta.
Così presi tutto il fiato e il mio coraggio per rispondergli pacatamente.
-Maestro, vi ringrazio, ma ora sono qui per chiedervi il perchè lui sia morto.So che voi lo sapete e so anche che c' entrano i Templari.Quindi, con tutto il rispetto, vi prego di darmi una risposta.-
La stanza divenne silenziosa tutt' a un tratto dove mi sentivo osservata dagl' occhi dei presenti, soprattutto da quelli di Al Mualim.
-è complicato, madamigella Astrid.-
-Non mi importa.Ho tutto il diritto di sapere come ha fatto un amico di famiglia a tradirci in quel modo!-
Ci fu di nuovo una pausa, questa volta più breve della precedente e il vecchio socchiuse leggermente le palpebre porgendomi un diario che riconobbi subito dalla rilegatura.Era il diario di mio padre.
-L' abbiamo preso prima che espiasse il suo ultimo respiro.Eravamo arrivati troppo tardi quando tentammo di aiutarlo.-
Accarezzai il cuoio rilegato dell' oggetto con nostalgia, sentivo le lacrime che volevano uscire ma le ricacciai subito cercando di restare normale.Ascoltai il vecchio Assassino continuare il suo discorso.
-Astrid, vostro padre collaborava con il nostro Ordine nell' intento di scoprire i segreti di un antico manufatto che abbiamo recentemente recuperato dalle mani dei Templari.Un potentissimo oggetto chiamato il Frutto dell' Eden o La Mela.Se i nostri nemici lo avessero avuto ne avrebbero scaturito terribili poteri che avrebbero compromesso l' umanità intera.-
" Il Frutto?!Il mio sogno diceva la stessa cosa!"
Scossi un attimo la testa, quello poteva attendere.
-Gianni in quelle pagine ha scritto ogni cosa specifica riguardante ad esso, ogni uso e meccanismo.Scrisse anche dell' esistenza di altri possibili Frutti, che quello che abbiamo non è altro che uno dei tanti sparsi nel resto del mondo.C' è anche una pagina dove aveva disegnato una mappa specifica che conduceva a uno dei luoghi dove si trova un altro Frutto.Lui non ce ne parlò subito...pensava che non ne fosse sicuro per il fatto che era impensabile una cosa del genere.-
-Dov' è?-gli chiesi decisa.
-A Cipro.Più precisamente a Pafo, dove si dice ci sia un santuario dedicato alla divinità greca-romana Afrodite.-
Ora capivo esattamente per quale motivo Fernando aveva fatto tutto questo, voleva ottenere l' altro Frutto dell' Eden.
-Quindi è per questo che Di Wellinghton ha ucciso mio padre.-
-Di lui sappiamo che è entrato a far parte dei Templari non per i soldi, ma per dei obiettivi che sono tutt' ora a noi ignoti.Abbiamo rivelato da una fonte certa che si sta preparando un élite di crociati proprio a Pafo, purtroppo hanno strappato la pagina della mappa.-
-Quindi l' obiettivo è precederli e far sì che non abbiano il Frutto.-rispose questa volta Altair sentendosi in qualche modo parte della conversazione.
-Esattamente.Altair, tu partirai con la prima nave.Adila, dovrai proteggere la madamigella finchè lei è qui e non si sarà risolta questa storia.-confermò infine il vecchio accarezzandosi quasi con orgoglio la barba grigiastra.
-Voglio partire anch' io.-
La mia voce sembrava quasi un sussurro però tutti erano riusciti a sentire la mia decisione.
-è fuori questione.-setenziò Sarah.
-Concordo.-si intromise l' Assassino più giovane.
Al Mualim lo guardò storto e lui chinò lo sguardo di qualche grado, come se fosse stato un cane bastonato.
-Anch' io sono dello stesso parere.-
A quella risposta mi strinsi le mani facendoli diventare pugni, insomma perchè non lo capivano?!
-Con tutto il rispetto, questa storia riguarda anche me quanto il vostro Ordine.-
-Forse non hai capito Astrid, ma la faccenda è molto più grande di te.Se partecipi potresti compromettere tutto ciò per cui abbiamo combattuto.-
Chissà com' era successo, fatto sta che stavo discutendo con Altair mettendomi i bastoni fra le ruote facendomi sentire anche in colpa.
-Lo dici per il mio bene o perchè pensi che una donna non sappia fare una cosa del genere?-dissi schernendolo rigirando la frittata a mio vantaggio.Cosa di cui ammetto che noi donne sappiamo fare benissimo.
-E questo che c' entra?-
-Non so!Dimmelo tu che non ti fidi di me!-
-Non ho detto che non mi fido di te.-
-E allora perchè non posso venire?-
-Perchè è troppo pericoloso!-
-Tsk!Pericolo è il mio secondo nome.E poi chi può dirlo, ti potrei essere utile.-dissi incrociando le braccia al petto con tono convinto.
Vidi il giovane fare una smorfia sotto il cappuccio alquanto schizzofrenica che cercava di nascondere con la mano dove gli mancava il dito(di cui non sapevo ancora il perchè gli mancasse), forse stavo esagerando nel farlo esasperare in quel modo.
-Ascolta...se ti si dice no è "no"!-
Assottigliai gli occhi in due piccole fessure.Ora stavo esagerando!
-...sto cominciando a pensare che sei un vero e proprio maschilista!-
-Molto meglio!Così non ti avrò tra i piedi.-ammise con tono alto e arrabbiato.
-E sei anche sociopatico!Un sociopatico maschilista!-
-Astrid, mi sta venendo la voglia di ucciderti!-
Improvvisamente sentimmo entrambi un dolore indescrivibile alla testa causata dai secchi pugni di Sarah facendoci smettere di litigare.
-AHIIIII!!!-
-Qui nessuno uccide nessuno per il momento!-righiò lei fulminandoci con i suoi occhi di vetro bottiglia.
Il Gran Maestro tossicchiò cercando di riavere l'attenzione.
- Ne riparleremo più tardi della vostra partecipazione e Altair...chi ti ha detto che dovrai essere solo in questa missione?-
-Che intendete?-chiese con un tono di disappunto.
-Avrai dei compagni di viaggio in questa missione.Malik e Samir ti accompagneranno.-
Come li aveva nominati erano sbucati come funghi alle nostre spalle.
Capivo Samir, ma quando era arrivato il Rafiq?
-Sì Maestro!-disse energico il ragazzino.
-Sì...Maestro.-disse invece poco convinto l' altro.
-Maestro..mi rifiuto.-ribattè Altair.
In quel momento Al Mualim rispecchiava tutt' altra luce, non quella di un maestro o di un capo dell' Ordine degli Assassini. Credetti che in quei occhi diventati di ghiaccio avessi visto la Morte fatta in persona.
-Osi discutere delle mie decisioni?Devo ricordarti cosa è accaduto l' ultima volta che l' hai fatto?!-gli urlò contro come un leone che ruggiva contro uno più giovane.
Vidi Altair curvare le spalle e chinare ancora di più il capo, sembrava gli fosse piombato un macigno enorme.
Stessa cosa fu per Malik che aveva lo sguardo scuro e contorto da un sentimento che gli stava corrodendo dentro.Lo aveva notato anche Samir che aveva il viso preoccupato e sicuramente sapeva il motivo.
Ero certa che quei due avessero un collegamento, lo avevo notato da quando li vidi fulminarsi a vicenda.Chissà cos' era successo.
-Ed ora potete andare, appena sarete pronti tornate da me.Vi spiegherò i dettagli e cosa dovrete fare.-
Ci congedò tutti quanti mentre Sarah mi aveva preso sotto braccio per portarmi in una delle loro innumerevoli stanze.
Poi mi sentii richiamare dal vecchio che con un lieve sorriso mi disse:
-Non vel' ho ancora detto:Benvenuta a Masyaf.-


Un posto di pace e tranquillità?Ho giudicato troppo in fretta.   

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