The power of love di pallina90 (/viewuser.php?uid=109061)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 2: *** Problemi ***
Capitolo 3: *** Un capodanno speciale ***
Capitolo 4: *** Fratelli ***
Capitolo 5: *** Mamma e papà ***
Capitolo 6: *** Ospite ***
Capitolo 7: *** Scoperta ***
Capitolo 8: *** Malattia ***
Capitolo 9: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 10: *** Il ballo di fine anno ***
Capitolo 11: *** Visite e presentazioni ***
Capitolo 12: *** Alice e Jasper ***
Capitolo 13: *** La prima volta ***
Capitolo 14: *** Goodbye my lover ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Una nuova famiglia ***
Ok,
eccomi qui con una nuova storia... Per chi non mi conoscesse sono
Paola, ho già all'attivo alcune storie qui si efp, e
finalmente mi sono decisa a postare questa storia che sta nel mio pc da
un bel pò.
Tra
gli avvertimenti ne ho volutamente omesso uno per un motivo che
scoprirete più in là ;)
Presto farò un banner, non ho avuto tanto tempo ^^
Niente,
spero che il capitolo vi piaccia e fatemi sapere qualcosa... buona
lettura.
UNA NUOVA
FAMIGLIA
Ed eccomi
qui, seduta nel mio nuovo letto, ad osservare la mia nuova stanza.
Dovrei
sistemare la mia roba negli armadi e invece non riesco a fare nulla, se
non
stare qui sul letto a fissare il soffitto e a ripensare agli ultimi
avvenimenti
che hanno stravolto la mia vita.
Esattamente
una settimana fa mio padre Charlie mi ha comunicato che finalmente era
stata
decisa la data del nostro trasferimento a casa della sua nuova
compagna, perché
dopo due anni di relazione avevano deciso di innalzarla ad un livello
più alto.
Quindi
eccomi qui nella immensa casa Cullen.
Certo che
non posso lamentarmi, Esme mi ha riservato una stanza bellissima e
almeno il
doppio rispetto a quella della mia vecchia casa e, cosa
importantissima, ho un
bagno personale in camera; nella mia vecchia casa lo condividevo con
papà e
ogni tanto era complicato organizzarsi dovendo uscire entrambi presto
la
mattina, io per la scuola e lui per lavoro.
Ad un tratto
sento bussare alla porta.
“ Avanti. ”
Dico ma non vedo nessuno entrare e sorrido vedendo la maniglia che si
muove in
maniera strana; mi alzo dal letto e vado ad aprire alla mia nuova
sorellina.
“
Bella, potto entlale? ” Mi chiede un pulcino
di quattro anni. Sorrido prendendola in braccio e sedendomi sul letto
la faccio
accomodare sulle mie gambe.
“ Piccolina
cosa sei venuta a fare qui? ”
“ Mamma
vuole sapele cosa vuoi mangiare a cena. ” Mi dice tutta
allegra.
“ La mamma
sta preparando la cena? ” Le chiedo e lei annuisce.
“ Allora
andiamo a darle una mano. ” E così dicendo me la
carico a mo di sacco di patate
sulle spalle scatenando le sue risate che risuonano per tutte le scale.
Arrivate in cucina l’adagio sul tavolo, stando attenta a
tenerla ferma per non
farla cadere.
“ Esme hai
bisogno d’aiuto? ” chiedo gentilmente alla donna
che, nonostante sia la nuova
compagna di mio padre, non posso far altro che adorare: è
gentilissima e sempre
attenta ai miei bisogni.
Quando mio
padre e lei hanno deciso di andare a vivere insieme, è
venuta personalmente a
parlarmi, spiegandomi che lei non avrebbe mai provato a prendere il
posto di
mia madre, e se la cosa mi avesse turbato loro avrebbero continuato a
vedersi
come stavano già facendo, senza complicazioni per nessuno.
Ho apprezzato molto
il suo gesto e da quel momento le ho voluto bene ancora di
più: è la donna
giusta per mio padre.
“ No cara, stai
tranquilla. Fai già tanto tenendo a bada quella piccola
peste. ” E dicendo ciò
rivolge un sorriso dolcissimo ad Alice, e lei le manda un bacino con la
sua
manina paffutella. Ad un tratto mi viene in mente un gioco che facevo
con mia
madre da piccola, era il suo trucchetto per farmi apparecchiare la
tavola e
decido di farlo con Alice.
“ Signorina
ti va di fare un gioco? ”
“ Sì, sì,
sì.
” Comincia a trillare battendo furiosamente le sue manine.
La faccio
scendere dal tavolo e inginocchiandomi per arrivare alla sua altezza la
guardo
attentamente negli occhi per farmi ascoltare
“ Alice
abbiamo una missione da svolgere. Io ti darò degli indizi e
tu dovrai trovare
gli oggetti che io cerco, e poi venirmi a dire dove si trovano. Hai
capito
tutto? ” Lei mi guarda attentamente, con la fronte
leggermente increspata per
la concentrazione e poi annuisce.
“ Cominciamo.
Mi serve una cosa di stoffa che si mette sulla tavola quando si mangia.
” Alice
subito si dirige verso un mobile e urla “ Qui, qui
c’è la tovaglia.”
Vado lì e le
arruffo un po’ i capelli per complimentarmi con lei e poi
prendo la tovaglia e
la metto sulla tavola.
“ Adesso ho
bisogno di una cosa dove ci si mette l’acqua. ”
“ Bicchiele.
” E corre verso lo sportello della credenza, tentando
disperatamente di aprirlo
nonostante sia molto più alto rispetto a lei. Ridendo vado a
prendere i sei
bicchieri che occorrono per cenare.
Esme
che guardava divertita quel gioco si intristisce un po’ nel
dirmi che stasera
saremmo stati in cinque a mangiare visto che uno dei suoi figli non ci
sarebbe
stato.
“ Per caso
Emmett è impegnato con Rosalie? ” chiedo
sorridendo, ma lei scuote la testa.
“ No lui ci
sarà, non voleva mancare alla prima cena di famiglia tutti
insieme. Mancherà
Edward, dice che aveva un impegno. ” E ritorna a mescolare il
sugo che sta
preparando. Io continuo il mio gioco con Alice, che richiama impaziente
la mia
attenzione, ma non più con la stessa verve di prima.
Edward è il
secondogenito di casa Cullen,e non ho mai, in due anni di
frequentazioni, avuto
l’occasione di parlare
con lui, se non
dei saluti da persone educate. Non so per quale arcano motivo ma non
può
soffrire la mia presenza. Con Emmett invece siamo andati da subito
d’accordo; a
prima vista sembra un colosso di muscoli e incute un certo timore, ma
mi è
bastato vedere come gioca con Alice o come guarda con occhi da pesce
lesso la
sua fidanzata Rosalie per capire che can che abbaia non morde. Si
è dimostrato
una persona sulla quale poter fare affidamento nei momenti di bisogno,
ma forse
a causa della mia timidezza non mi sono mai lasciata andare troppo con
lui, e
poi andando all’università è spesso
fuori città.
Alice è ancora
piccola, ma anche con lei è stato amore a prima vista;
è stata la prima persona
che ho conosciuto insieme ad Esme, e senza neanche conoscermi, quando
mi ha
visto è corsa ad abbracciarmi e a stamparmi un bacio sulla
guancia: è davvero
una bambina dolcissima, anche se tanto pestifera.
Dopo un po’
sento la porta di casa aprirsi e in cucina appaiono mio padre Charlie
ed
Emmett: il primo va subito incontro ad Esme e le da un casto bacio
sulle
labbra, il secondo intrappola Alice tra le sue braccia per farle il
solletico, mentre
a me scompiglia i capelli in un gesto affettuoso. Ceniamo tutti insieme
allegramente, chiacchierando di quello che ci è successo
durante il giorno, e
nonostante il fatto che Edward non ci sia a causa mia mi fa sentire un
po’ in
colpa, sorrido vedendo finalmente mio padre più sereno, con
una luce negli
occhi che non vedevo da tanto, troppo tempo.
Dopo cena
aiuto Esme con i piatti e le faccio una domanda che sento girarmi in
testa da
tutta la sera.
“ Perché
Edward non è venuto? ” Lei si irrigidisce un
attimo ma poi si volta verso di me
e sorridendomi mi risponde: “ Vedi cara, lui non ha preso
bene la separazione
tra me e Carlisle, pensava che dopo un periodo di lontananza saremmo
tornati
insieme. Ma ciò non è successo e il fatto che io
e tuo padre nel frattempo ci
siamo conosciuti e abbiamo cominciato una relazione seria, che ha
portato
all’unione di due famiglie, non lo ha certo aiutato. Vedrai
che con il passare
del tempo capirà. ”
“ Mi
dispiace solo che la causa di ciò siamo noi. Se stasera
fosse venuto magari
avrebbe cambiato la sua opinione; anch’io
all’inizio non ho preso la notizia
benissimo, ma vedendo come è felice mio padre con te e come
ci avete accolti
non ho più avuto dubbi sul fatto che questa fosse la scelta
giusta. ” Le
sorrido per poi stringerla in un caloroso abbraccio. Lei rimane un
attimo
interdetta dal mio gesto, ma poi ricambia l’abbraccio
affettuosamente, e mentre
lo sciogliamo mi prende il viso tra le mani e guardandomi intensamente
negli
occhi mi dice “ So che non potrò mai sostituire la
tua mamma, ma vorrei sapessi
che io ci sono. Di qualunque cosa tu abbia bisogno.” E mi
bacia teneramente la
fronte.
“ Grazie. ”
Sussurro solamente e poi riprendiamo a fare i piatti.
Quando è ora
di andare a letto Alice comincia a fare i capricci dicendo che vuole
che io le
racconti una fiaba altrimenti non riuscirà a dormire.
Ridendo la prendo in
braccio e dopo aver augurato la buonanotte agli altri saliamo le scale
e
andiamo in camera sua.
Con un po’
di fatica le riesco a mettere il pigiama, anche se devo rincorrerla per
tutta
la camera, mentre lei continua a scappare urlando “ Tanto non
mi plendi. ”
Portata a
termine l’operazione pigiama, la faccio infilare sotto le
coperte e io mi
distendo accanto a lei; subito Alice si accoccola sul mio petto,
cingendomi la
vita con un suo braccino: è davvero tenera questa bimba.
“ Allora
quale fiaba vuoi che ti racconti? ”. Lei arriccia le piccole
labbra in un
espressione così concentrata da fare invidia ad un giocatore
di scacchi e dopo
un po’ esclama “ Cererentola! ”
“ E Cenerentola
sia! Però tu adesso devi chiudere gli occhietti, altrimenti
come fai a
dormire?! ” Subito fa come le ho detto e io inizio il mio
racconto.
“ C’era una
volta una ragazza bella, con dei lunghi capelli biondi che viveva in un
castello con la matrigna e le sue due sorellastre, le quali erano
invidiose
della sua bellezza e per questo l’avevano costretta a fare la
cameriera e a
vivere in cucina, dormendo vicino al camino. Per questo
l’avevano soprannominata
Cenerentola. ”
“ Bella ma
io non shono cattiva come le sorellastre, vero? ” mi chiede
ad un tratto Alice,
con la voce spaventata.
Io
l’abbraccio forte e le rispondo: “ Amore mio non
dirlo neanche per scherzo! Sei
la bambina più buona e dolce che io conosca, quindi adesso
dormi tranquilla che
io continuo la storia. ” Aspetto che si risistemi nuovamente
e poi continuo. “ Cenerentola
aveva tanti animaletti come amici,fra cui il suo cagno-” ma
mi interrompo
quando qualcuno bussa alla porta.
“ Avanti. ”
urla Alice, che ancora non ne vuole sapere di dormire. La porta si apre
e
trattengo il fiato quando vedo chi si affaccia e soprattutto come mi
guarda: se
potesse mi truciderebbe con lo sguardo
“ E tu cosa
ci fai qui? ” Esclama con una voce gelida e tagliente.
Prima
di tutto sappiate che se la storia potrebbe sembrarvi simile a L'amore
sorprende tutti, se non l'avete ancora letta fatelo ;) ,sappiate che
non lo è assolutamente e poi ho già parlato con
l'autrice e per lei non c'è nessun problema.
Al
momento non ho altro da aggiungere, spero solo che la storia vi
entusiasmi. Il prossimo capitolo arriverà tra quindici
giorni,dopo che posterò l'epilogo di un'altra storia. A
presto, Paola.
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Capitolo 2 *** Problemi ***
Buon
pomeriggio ragazze!!!
Lasciatemi
dire quanto vi adoro *_* il primo capitolo ha avuto un successo
pazzesco che non mi asoettavo proprio e sono ancora senza parole,
quindi grazie, grazie e ancora grazie!
Vi
lascio al secondo capitolo che attendete da tanto e ci rileggiamo sotto
;)
PROBLEMI
“ Eddy.
” Esclama
felice Alice, gettando in aria le coperte e volando giù dal
letto per correre
ad abbracciare il suo amato fratello, troppo piccola e buona per
accorgersi
degli sguardi di fuoco che lui indirizza a me.
“ Ciao
piccolina. ” Edward le si avvicina, prendendola in braccio e
le schiocca un
tenero bacio sulla guancia, poi torna a guardare me e nuovamente mi
chiede cosa
ci faccia nella camera di Alice.
“ Non hai
risposto alla mia domanda. ”
“ Stavo
raccontando una fiaba alla piccola per farla addormentare, me lo ha
chiesto lei,
altrimenti non sarebbe
riuscita a dormire.
” Gli rispondo timidamente, senza staccare lo sguardo dalle
mie mani, che tengo
sul grembo tormentandole fra di loro. Non sopporto il modo in cui
riesce a
mettermi in soggezione, lo fa sembrare più minaccioso e
arrogante di quanto già
non lo sia.
“ Ci sono
io
per questo. ”
“ Scusami.
È
solo che tu non eri ancora arrivato e così Alice lo ha
chiesto a me. ”
“ Adesso
sono qui; puoi andare via, non abbiamo bisogno di te, non sei nostra
sorella. ”
Mi risponde gelido.
Io mi sento
ferita da quella risposta, è vero che non ho alcun legame di
sangue con loro, ma
non credevo che ciò potesse essere un problema. Senza dire
nulla mi alzo
velocemente, accarezzo il braccio di Alice per darle la buonanotte,
mentre lei,
ancora in braccio ad Edward, ci guarda confusa ed esco dalla stanza
prima di
scoppiare in lacrime: non voglio dargli anche questa soddisfazione.
Arrivata in
camera mi butto sul letto e comincio a piangere; odio questo lato del
mio
carattere, mi fa apparire più debole di quello che sono, ma
piangere al momento
è l’unica soluzione che trovo per sfogare la
rabbia e la delusione che provo
per le parole che mi ha rivolto Edward. Sussulto quando sento qualcuno
accarezzarmi i capelli; sollevo il viso dal cuscino e incontro lo
sguardo
tristissimo di Alice, che mi osserva con i suoi occhioni verdi pieni di
lacrime. Senza pensarci un attimo la stringo forte al mio petto e cerco
di
calmare i singhiozzi che scuotono entrambe.
“
E’ cattivo
Eddy. ” Sussurra Alice quando riesce a prendere fiato. Mi
stupisce sempre: più
sto a contatto con lei, più mi rendo conto di quanto stia
attenta a tutto ciò
che la circonda nonostante sia così piccina. Le prendo il
viso tra le mani e la
guardo attentamente, legando i suoi occhi ai miei, prima di iniziare a
parlare.
“ No amore,
non è cattivo. Ha detto solo la verità: io non
sono veramente tua sorella. ” Cerco
di spiegarle trattenendo le lacrime, non voglio che per colpa mia il
rapporto
che c’è tra Alice e Edward si rovini: Esme mi ha
raccontato che sono molto
uniti, per la piccola il fratello è quasi un padre, visto
che quello vero li ha
abbandonati quando lei aveva solo un anno.
“
Sì invece,
io ti voio bene. ” Mi abbraccia forte, stringendo il mio
collo con le sue
braccine e infilando la testa nell’incavo tra il collo e le
spalle. Ricambio il
suo abbraccio e alzando lo sguardo vedo riflesso nello specchio Edward
che ci
osserva da dietro la porta. Subito riabbasso gli occhi: è un
comportamento da
codardi, ma non riesco a fare di meglio. Nel frattempo sento il respiro
di
Alice regolarizzarsi, e lentamente la scosto un po’ dal mio
corpo per vedere se
si è addormentata: ed infatti è così.
E’ crollata per la stanchezza e adesso
che la vedo dormire è ancora più carina, con il
viso rilassato e la boccuccia
leggermente aperta. Facendo attenzione che non si svegli
l’adagio sui cuscini
del mio letto e cerco di infilarla sotto le coperte senza svegliarla.
Salto in
aria quando vedo una mano sbucare da dietro la mia schiena e aiutarmi a
sollevare il piumone, visto che con l’altra mano tengo alzate
le gambe di
Alice.
Dopo averla
messa a letto Edward le fa una carezza leggerissima sul viso e io
sussurro un “
grazie ” sperando capisca che mi riferisco al fatto che mi ha
appena aiutato.
“ Dopo
quello che ti ho detto poco fa mi dici anche
‘grazie’? ” Sussurra anche lui, per
evitare di svegliare la bambina. Non riesco a capire se il suo
è un rimprovero
o un’accusa implicita a se stesso per quanto ha fatto prima.
“ Mi hai
aiutato a mettere a letto Alice e quindi io ti ringrazio. Anche se
probabilmente lo hai fatto solo per evitare che cadesse. ”
“ Scusa.
” Dice,
cogliendomi di sorpresa. “ Prima ho esagerato. Ma mi sono
ritrovato ad essere
geloso di te.”
“ Cosa?
” Chiedo
allibita.
“ Ogni sera
sono io a raccontare la favola ad Alice per farla dormire. Prima lo
faceva mio
padre, ma da quando i miei si sono separati ho preso io il suo posto;
il fatto
che ci fossi tu mi ha fatto sentire un fratello cattivo, che non pensa
alla sua
famiglia. Ho avuto paura che Alice credesse che l’avessi
abbandonata pure io. Tu
non sei sua sorella, non devi prenderti cura di lei. ” Il suo
tono si indurisce
e conclude la frase con le stesse parole con cui prima mi ha offesa:
strano
modo per chiedermi scusa.
“Non
c’è
bisogno che ti scusi se la tua opinione rimane sempre la stessa. Adesso
scusami
tu ma ho sonno e voglio dormire. Buonanotte. ” Rispondo a
tono, non voglio che
mi veda piangere di nuovo.
Con
un’occhiata sprezzante prende delicatamente Alice in braccio,
ed esce. Sarei
stata una stupida se avessi creduto che l’avrebbe lasciata
dormire con me dopo
quello che ha detto.
Prima di
chiudere la porta lo vedo portare Alice in camera sua:
l’adagia sul letto e poi
le si corica affianco, stringendola tra le sue braccia come a volerla
difendere
da qualcuno. Di scatto chiudo la porta e mi butto sul letto, mi infilo
sotto le
coperte e faccio di tutto per non piangere, ma non ci riesco, e
piangendo mi
addormento. Purtroppo però il mio sonno non è
affatto tranquillo: per tutta la
notte non faccio altro che sognare me che scappo di casa a causa del
comportamento meschino che Edward ha nei miei confronti.
Il mattino
dopo, quando suona la sveglia ho un aspetto orribile: il volto pallido,
segnato
da profonde occhiaie per la pessima dormita, gli occhi rossi e gonfi
per le
lacrime che sono continuate a scendere imperterrite tutta la notte e un
mal di
testa assurdo che rende anche il rumore dell’acqua della
doccia fastidioso.
Tento di mascherare il mio viso degno della notte di halloween con un
leggero
strato di fondotinta e poi, stampandomi in faccia il più
falso dei sorrisi, scendo
a fare colazione.
In cucina
trovo già tutti seduti a tavola, compreso lui che gioca
amorevolmente con
Alice; quando saluto, lui alza appena gli occhi dal piatto della
colazione per
poi tornare a mangiare. Alice invece si sporge dalla sedia per
scendere, ma
prima che cada la raggiungo io e mi inginocchio alla sua altezza. Senza
avere
il tempo di dire nulla lei appoggia un ditino sul mio naso e poi
scoppia a ridere,
seguita a ruota dagli altri, compreso Edward che non riesce a
trattenere un
lieve sorriso che gli increspa le labbra. Io non capisco cosa sta
succedendo
così Esme mi passa un cucchiaino invitandomi ad usarlo a mo
di specchio; lo
faccio e scoppio anch’io a ridere: quella piccola peste mi ha
sporcato il naso
di nutella. Con il dito mi pulisco per poi prenderla in braccio e farle
il
solletico.
“ Batta,
batta
Bella. Non lo faccio più. ” Mi dice quasi senza
fiato.
“
Sarà
meglio per te signorina. ” Le rispondo e poi sfrego il mio
naso contro il suo: lei
diventa tutta rossa, mentre con la coda dell’occhio vedo
Edward irrigidirsi. Ma
non mi importa, non cambierò i miei atteggiamenti per lui,
mi trovo bene in
questa famiglia e voglio godermela il più possibile.
POV EDWARD
Ho sempre
odiato stare al centro dell’attenzione, ma da quando io e
Isabella siamo
costretti a condividere la stessa casa a scuola sembra non si parli
d’altro e
siamo solo al primo giorno: spero che la cosa scemi con il tempo. Ma
oggi me la
sono anche cercata, perché per non accompagnare anche lei,
ho inventato a mamma
che la macchina aveva un problema, e il risultato che ho ottenuto
è stato che
ci ha accompagnati ad entrambi Charlie con l’auto della
polizia. Complimenti Edward, queste trovate
di prima
mattina sono ottimi modi con cui iniziare la giornata.
“ Ehy
Cullen. ” Mike con la sua delicatezza mi saluta con un pugno
sulla spalla e io
sono certo che mi ritroverò con un livido nel giro di
qualche ora. “ Come ti
butta amico? ”
“ Secondo
te
Mike? Tra un’ora abbiamo la prima verifica di matematica e mi
chiedi come sto?
” Sono sempre stato uno studente modello, il mio sogno
è studiare medicina e
quindi mi sono da sempre impegnato a scuola, ma io e la matematica
siamo due
calamite che si respingono, due poli positivi che cozzano invece di
unirsi
tranquillamente.
“ Non
potevi
farti dare una mano da quella gnocca di tua sorella? ” Se
vuole farmi perdere
le staffe, il mio amico ci sta riuscendo benissimo.
“ Punto
primo non è mia sorella, secondo come fai a dire che
è gnocca? ”
“ Edward
non
dirmi che non hai mai pensato a fartela? Io fossi in te una bottarella
gliela
darei. ”
“ Mike vuoi
che ti spacchi la faccia subito? Non fare casini con lei, non
sarà mia sorella
ma ormai abita con noi e io non voglio certo ritrovarmi per colpa tua a
dover
essere il suo segugio. ” Lo mollo al centro del corridoio
senza aggiungere
altro, la campanella è appena suonata e io non ho intenzione
di beccarmi un
rimprovero per stare a sentire le sue cretinate.
Se
il
buongiorno si vede dal mattino avrei già dovuto immaginare
che quella giornata
non avrebbe riservato nulla di buono. Il compito di matematica era
più
difficile di quanto prevedevo e stavolta sarà un miracolo se
riuscirò a
strappare la mia solita B.
Quando apro
la porta di casa, mia madre esce come una furia dalla cucina.
“ Dove sei
stato? ” Il suo tono di voce è decisamente
incazzato e mi stupisco di non
vederla con un cucchiaio di legno in mano come nei migliori cartoni
animati.
“ Avevo gli
allenamenti di basket. Oggi è mercoledì, ti sei
scordata? ”
“ E
avvisare
Bella ti costava parecchio sforzo? E’ tornata a casa a piedi
perché ti ha
aspettato un’ora all’uscita da scuola e
l’autobus non passava più. Adesso stai
esagerando Edward, capisco che tu possa avere delle remore sul fatto
che lei e
suo padre stiano
qui con noi, ma almeno
comportati in maniera educata: se dovesse succede un’altra
volta, tu la
macchina te la scordi per un mese. ” Mi dice con aria
minacciosa e dal suo
sguardo è facile intuire che non sta mentendo.
“ Non
succederà più. ” Le dico e poi salgo
velocemente in camera mia. Mi fiondo in
bagno e apro l’acqua nella doccia; mi spoglio lentamente,
dando così tempo
all’acqua di raggiungere la giusta temperatura. Quando mi
infilo dentro lascio
che il getto della doccia mi colpisca le spalle, cercando con il calore
di
farle rilassare. Mamma non ha ancora capito che la sua convivenza con
Charlie
non è un problema, la persona che temo è
Isabella. Alice ha subito legato con
lei e io ho paura che possa prendere il mio posto nella sua vita. La
mia
sorellina mi ha sempre visto come il suo punto di riferimento, la
persona più
vicina ad un padre che abbia mai conosciuto, ma è chiaro che
lei crescendo avrà
più bisogno di una sorella che di un fratello. E questi
pensieri mi torturano
dal giorno in cui ho saputo che loro si sarebbero trasferiti qui.
Allora,
abbiamo visto che il vero problema per Edward è Isabella:
lui teme che Alice possa affezionarsi maggiormente a lei, essenso
entrambe delle ragazze.... Si sistemeranno le cose? A
mercoeldì prossimo per scoprirlo, un bacio Paola
|
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Capitolo 3 *** Un capodanno speciale ***
Buona domenica gente! scusate se non ho postato mercoledì ma il mio pc si è rotto nuovamente e i dati sono riuscita a recuperarli solo ieri...
Prima di lasciarvi ad un capitolo molto importate, volevo ringraziarvi di vero cuore per l'entusiasmo con cui avete accolto la storia: 25 recensioni per i primi due capitoli sono un sogno per me, quindi grazie di cuore a tutti!
Ci risentiamo sotto, buona lettura :)
UN CAPODANNO SPECIALE
POV EDWARD
Adoro andare in discoteca per l’ultimo dell’anno. E’ una tradizione per me, mio fratello Emmett e la sua ragazza Rosalie: tutti i capodanno si va nella discoteca più esclusiva della città, per divertirci e nel mio caso ammirare un po’ il ‘panorama’. Quest’anno però ci sarebbe stata una novità, con noi sarebbe venuta anche Bella. Mia madre mi ha costretto ad invitarla, minacciandomi che altrimenti anch’io non ci sarei andato.
Si possono ricevere minacce del genere a diciotto anni? A quanto pare sì. Sto finendo di aggiustarmi davanti allo specchio i miei capelli indomabili, quando la porta si spalanca.
“ Non si usa più bussare? ” Dico, immaginando sia mio fratello.
“ Sono tua madre e non c’è bisogno che io bussi. Ho trovato di sotto Bella che stava per andare in discoteca con la sua macchina; ho dovuto fermarla e dirle che naturalmente ci sareste andati insieme. Ma dico ti sei fumato il cervello? ” Mi risponde mia madre piuttosto incazzata.
“ No, perché? ”
“ E hai anche il coraggio di chiedermi perché… quando ti ho detto di invitare Bella per me era sotto inteso il fatto che lei venisse in macchina con te. Quale ragazzo sano di mente manderebbe in giro da sola una ragazza la sera tardi, per di più la notte di capodanno, quando gli incidenti che si registrano il giorno dopo sono innumerevoli? Quindi se non vuoi che io ti rinchiuda seduta stante in questa stanza va subito di sotto e dille che in discoteca ci andrete insieme, è chiaro? ”
“ Agli ordini maresciallo! ” Rispondo sbuffando. Velocemente scendo di sotto e trovo Bella che mi aspetta all’ingresso con già il cappotto addosso; mi avvicino a lei e con la testa le faccio cenno di seguirmi e lei ubbidiente lo fa. Saliamo in macchina, e fortunatamente il viaggio è breve perché nessuno dei due ha spiccicato una parola. Non appena arriviamo la mollo all’ingresso del locale e vado subito a cercare i miei amici; con loro mi dirigo in pista, dove vengo accalappiato da una ragazza. La biondina mi si struscia addosso, schiacciando il suo bacino contro il mio, io le avvolgo i fianchi con le mani e assecondo i suoi movimenti. Lei allaccia le sue mani dietro il mio collo e si sporge verso di me per baciarmi, ma io mi tiro indietro, non è il caso che baci la prima arrivata.
In quel momento la vedo.
E’ seduta al bancone, con davanti due bicchieri vuoti che un tempo dovevano contenere Mojito, a giudicare dalle foglioline rimaste incollate nel bicchiere, e il barman che le sta porgendo il terzo; mollo su due piedi la biondina, senza molte galanterie, e mi dirigo al bancone.
“ Cosa hai intenzione di fare? ” Lei sussulta sentendo la mia voce, parecchio alta anche a causa della musica che ci assorda.
“ Non sono affari tuoi. ” Mi risponde acida. Le prendo un braccio e nonostante le sue proteste riesco a trascinarla fuori dal locale.
“ Se vuoi ubriacarti sei libera di farlo, ma non in mia presenza. ” Chiarisco.
“ Cullen hai per caso paura che ti vomiti in macchina? Stai tranquillo torno in taxi. Adesso puoi tornare a divertirti. ”
“ Senti Bella cosa credi di fare? Tu vieni con me che ti piaccia o no. ” Le rispondo a tono
“ Tu non sei nessuno per darmi ordini. ” Mi urla contro e velocemente si dirige verso la strada; la bloccò nuovamente per il braccio e lei si volta verso di me lanciandomi uno sguardo assassino.
“ Lasciami immediatamente! ” Sibila a denti stretti. La accontento e lei riprende a camminare.
“ Fermati. Dove hai intenzione di andare? ”
“ Non ti riguarda. ” Esclama.
“ Cazzo Bella, non posso lasciarti andare via da sola. ” Le urlo mentre lei continua imperterrita a camminare. Sentendo le mie parole si blocca, si volta verso di me ed urla, con il viso rigato dalle lacrime:
“ Perché? Non sono mica tua sorella. ” E corre verso la strada.
E’ un attimo.
Succede tutto in un secondo: io che urlo il suo nome e un motorino la travolge, investendola in pieno e lasciandola a terra sull’asfalto.
Due ore dopo sono ancora in ospedale in attesa di notizie; ho perso il conto di quante volte ho fatto su e giù in questo corridoio attendendo che qualcuno venisse a darmi spiegazioni. A nulla è valso far sapere che sono il figlio del dottor Cullen, come tutti avrei dovuto aspettare. Finalmente le porte di quella maledetta sala operatoria si aprono: un medico viene verso di me.
“ Lei è un parente della ragazza? ” Mi chiede freddo e distaccato.
“ Sì, sono il fratello. ” Rispondo subito.
“ Bene. La ragazza è fuori pericolo. Le abbiamo dato qualche punto in testa perché aveva una ferita abbastanza profonda e adesso a parte qualche ecchimosi e due costole incrinate, sta bene. ”
Tiro un sospiro di sollievo. “ Posso vederla? ”
“ Sì al momento è sveglia. ” E mi indica la stanza. Velocemente mi dirigo verso la porta che ha indicato il medico, prendo un profondo respiro e abbasso la maniglia. Sbircio un po’ all’interno e la noto subito, sdraiata su quel lettino che fissa un punto sul soffitto. Lentamente entro nella stanza e appena lei si accorge della mia presenza volta la testa dall’altro lato: non so perché il suo gesto mi faccia male, ma in effetti non potevo aspettarmi un’accoglienza diversa, è colpa mia se si trova qui.
Mi avvicino al suo letto e mi siedo nella sedia posta lì accanto.
“ Come stai? ” Sussurro.
“ Bene. ” Risponde lei senza guardarmi, con la voce che le trema leggermente.
Lentamente faccio un gesto che mai mi sono concesso di fare, le accarezzo delicatamente la guancia, passando le mie dita anche sulla benda sulla fronte che copre i suoi punti. Lei a questo contatto trattiene il respiro, poi lacrime copiose fuori escono dai suoi occhi.
“ Ehi cosa succede? ” Chiedo preoccupato.
Bella finalmente si volta verso di me e con occhi tristi e spaventati mi sussurra “ Ho avuto paura Edward. Tanta paura. ” E dei singhiozzi la scuotono violentemente.
Istintivamente l’abbraccio; non so neanche io bene perché lo faccio, ma per una volta mi lascio guidare dal mio istinto, so che è la cosa giusta da fare. In un primo momento lei si irrigidisce, sembra volersi scostare, ma quando io stringo maggiormente la presa, si abbandona al mio abbraccio e si sposta un po’ sul letto per permettermi di stendermi accanto a lei. Non so per quanto tempo rimaniamo così abbracciati, con lei che da libero sfogo alla sua paura. Finalmente dopo un po’ si calma e mi guarda con i suoi occhioni lucidi, quasi a volermi chiedere scusa.
“ Va meglio? ” Le chiedo. Bella annuisce e timidamente mi sorride. Distolgo per un attimo gli occhi dal suo viso e mi accorgo, guardando l’orologio, che la mezzanotte è passata già da dieci minuti.
“ Auguri. Buon anno nuovo. ” Le sussurro e lei mi guarda confusa per poi aprirsi in un sorriso meraviglioso.
“ Grazie, buon anno anche a te. Ma ti prego, adesso torna a festeggiare con gli altri, non preoccuparti per me. ”
Scuoto la testa violentemente “ Da qui io non mi muovo. ”
“ Dai Edward, dico sul serio, tanto io non festeggio il capodanno da… tanto. ” Il suo sguardo torna nuovamente triste a quelle parole. Non ho il tempo di chiederle come mai, perché la porta della sua stanza si spalanca e nella stanza entrano di corsa Charlie, mia madre e la piccola Alice, che dorme beatamente tra le braccia di Esme.
“ Posso sapere che cosa è successo a mia figlia? ” Tuona Charlie, rivolgendomi delle occhiate omicide; sono nel panico, non so cosa dire, sto per parlare quando Bella mi precede.
“ Papà tranquillo, non è colpa di Edward. Anzi se non fosse stato per lui probabilmente la situazione adesso sarebbe più grave. Sono semplicemente caduta dalle scale del locale, e sbattendo sul gradino finale mi sono incrinata due costole e ferita alla testa, ma sto bene. ” Conclude serena e vedo tutti tirare un sospiro di sollievo. Io sono sempre più confuso dal suo comportamento: sarebbe stata l’occasione perfetta per farmela pagare e invece lei mi ha coperto; in fondo se io non l’avessi trascurata per tutta la sera e non le avessi urlato contro, Bella non sarebbe finita sotto il motorino. Dopo un po’ i nostri genitori decidono che è l’ora di tornare a casa anche per mettere a letto Alice e mia madre si propone per restare a fare compagnia a Bella, ma io mi oppongo, ho bisogno di parlarle.
“ No mamma, vai tranquilla. Rimango io con Bella, ovviamente se per te non ci sono problemi. ” Mi volto verso di lei che annuisce sorridente. Dopo un tempo che mi sembra interminabile ci lasciano soli, e nella stanza cala un silenzio surreale; siamo entrambi in imbarazzo per la strana situazione che si è venuta a creare. Decido io di rompere quel silenzio assordante, ho una domanda che mi preme farle.
“ Perché? ” Dico e so che lei intuisce a cosa mi riferisco.
Comincia a torturarsi le mani e senza guardarmi mi risponde con un filo di voce.
“ Non so nemmeno io perché l’ho fatto. Forse non volevo ammettere davanti a mio padre di aver esagerato con gli alcolici, di aver litigato con te e forse perché non volevo che finissi nei guai per colpa mia. Non voglio che la felicità di Esme e Charlie venga distrutta per colpa dei nostri battibecchi. ”
Cala nuovamente il silenzio tra di noi, e di nuovo sono io a romperlo.
“ Prima che entrasse la nostra famiglia ti avevo fatto una domanda ma non hai avuto il tempo di rispondermi. Puoi farlo ora? ”
Ma Bella anziché rispondere volta la testa verso la finestra e vedo scendere una lacrima sul suo viso.
“ Adesso no, ma prometto che un giorno te ne parlerò. ” Mi dice semplicemente, lasciando che la sua lacrima attraversi tutto il viso per fermarsi in bilico sulla punta del suo mento, ed io con un gesto improvviso la colgo con il mio dito. Lei continua a rimanere voltata verso la finestra e capisco che quello è il momento delle scuse.
Prendo un profondo respiro e inizio a parlare. “ Scusami Bella, per tutto. Sono stato uno stupido; mi sono comportato malissimo con te in questo mese di convivenza. Credevo che tu e tuo padre foste la causa della fine del matrimonio tra i miei, ma mi sbagliavo. La colpa era di mio padre, che continuava a trascurare noi e la mamma per il suo lavoro. Ho sfogato tutto il mio rancore nei suoi confronti verso di te e non lo meritavi affatto. Ti prego, se puoi, perdonami e ti prometto che da ora in poi cercherò di essere un buon fratello.” Concludo, senza avere il coraggio di guardarla in faccia. Dal fruscio del lenzuolo capisco che si è mossa e improvvisamente sento una mano accarezzarmi i capelli; alzo il viso e incontro il suo, abbellito da un fantastico sorriso.
“ Certo che ti perdono Edward. In fondo io e mio padre siamo arrivati in casa vostra invadendo i vostri spazi e le vostre abitudini. E mi dispiace se quella sera ti sei sentito messo da parte perché Alice aveva chiesto a me di raccontarle una storia. ” Ci sorridiamo entrambi adesso e io di slancio l’abbraccio.
Lei si irrigidisce ed emette anche un lamento.
“ O mio dio, scusami Bella non pensavo di farti male. ” Le dico staccandomi immediatamente da lei.
“ Tranquillo,se vuoi possiamo rifarlo però cerca di essere meno irruento. ” E allarga le sue braccia quel poco che può a causa delle costole incrinate. Delicatamente mi avvicino e la stringo tra le mie braccia: è così piccola. Guardando verso la finestra noto che nevica.
“ Voltati Bella, sta nevicando! ” Lei immediatamente si gira e spalanca la bocca come una bambina felice alla vista della neve; fa per scendere dal letto ma io la blocco.
“ Dove hai intenzione di andare? Se ti muovi peggiori la situazione. ”
Scocciata si copre nuovamente. “ Uffa! Volevo solo toccare la neve. Lo faccio sempre durante la prima nevicata dell’anno. ”
Senza proferire parola mi alzo, vado alla finestra, la apro e sporgo fuori le mie mani mettendole a forma di coppa; appena si riempiono un po’ di neve torno verso il letto, dove Isabella mi guarda con aria interrogativa.
“ Ora puoi toccare la tua prima neve dell’anno. ” Le dico sorridendole. Lei mi guarda scioccata ma non se lo fa ripetere due volte e immerge le sue mani tra le mie per toccare quel po’ di neve che ho raccolto.
“ Grazie. ” Mi dice semplicemente, e rimaniamo così fino a quando tutta la neve non si scioglie.
Non avrei mai immaginato di dover passare la serata di Capodanno in una stanza d’ospedale con la mia nuova sorella, ma sono sicuro che un altro capodanno così speciale non lo passerò mai più.
Direi che finalmente Edward è tornato normale, siete d'accordo? Allora il prossimo capitolo non so bene quando arriverà, ma credo non prima di giovedì 16 perchè prima devo finire di scrivere un extra... a buon intenditor poche parole ;)
Ancora mille grazie e a presto, un bacio Paola
|
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Capitolo 4 *** Fratelli ***
Buon
pomeriggio ragazze! Senza sapere come sono riuscita a
scrivere questo capitolo: sono sotto esami e anche scrivere una
recensione mi sembra un impresa titanica O_O
Il
capitolo non mi soddisfa al massimo, forse perchè
è un capitolo di passaggio, dove non succede nulla...
Vi
ringrazio per l'entusiasmo con cui avete accolto questa storia: avere
36 recensioni in 3 capitoli mi fa gongolare, e poi rileggere le vostre
parole mi tira su nei momenti di sconforto pre-esame. Non vi annoio e
vi lascio al capitolo, ci si legge sotto ;)
FRATELLI
Sono passate
due settimane dal mio incidente. Finalmente adesso posso muovermi
meglio e
stasera ho deciso di preparare la cena per me, Alice ed Edward: i
nostri
genitori sono fuori e non mi va di abusare ancora della pazienza di mio
fratello. In questi giorni mi è stato tanto vicino,
aiutandomi in tutto; i
nostri rapporti sono decisamente migliorati, ci siamo chiariti e
finalmente
posso considerarlo mio fratello o per meglio dire il mio migliore
amico. E’ un
ragazzo meraviglioso e imparandolo a conoscere sono rimasta affascinata
dalla
sua anima dolce e sensibile: forse ciò è dovuto a
quello che ha dovuto
affrontare a causa della separazione dei suoi, diventando adulto in
fretta e
dovendo aiutare Alice a superare la situazione, ma non è
facile trovare un
ragazzo di diciotto anni tanto maturo come lo è lui.
Lentamente
scendo in cucina e metto sopra il sugo e l’acqua per la
pasta, il menù prevede
spaghetti al pomodoro. Mentre mescolo il sugo sento una macchina
rientrare nel
vialetto, sicuramente sono Edward e Alice che ritornano dal parco, e le
mie
impressioni vengono confermate dalle urla della piccola che sta
raccontando
qualcosa a suo fratello: incredibile come la sua voce si senta
perfettamente
dal giardino, ha un tono squillante e sempre allegro.
La porta di
casa si apre e un mini tornado entra in cucina.
“ Bella!
Come tai? ” Mi chiede premurosa come sempre: quando il
mattino dopo l’incidente
è venuta a trovarmi in ospedale era terrorizzata, temeva che
fossi morta e che
le avessero detto una bugia, e dopo aver visto che stavo bene era stato
difficilissimo convincerla a tornare a casa, nonostante la promessa che
il
giorno seguente sarei rientrata pure io.
Vorrei
piegarmi e darle un bacio, ma una fitta al fianco mi fa ricordare che
la mia
guarigione non è del tutto completa.
“ Sto bene
piccola, ti sei divertita al parco? E dov’è
Edward? ” Le chiedo visto che non
lo vedo entrare in cucina, né sento i suoi passi in giro per
casa.
“ Vieni, sta
appettando davanti la polta. ”
Confusa, scendo
le pentole dal fuoco e afferro la manina che mi porge Alice. Mentre
raggiungiamo l’ingresso, la piccola peste non fa altro che
sbellicarsi dalle
risate e io continuo a chiedermi il perché, ma la mia
domanda trova risposta
non appena vedo Edward fermo sulla soglia di casa: è tutto
sporco di fango. Non
riesco a trattenere le risate e scoppio anch’io, mentre lui
mette il broncio.
“ Ma cosa ti
è successo? ” Riesco a dire tra una risata e
l’altra.
“ Potreste
cortesemente smetterla di ridere? ” Ci chiede lui, e almeno
io tento di
trattenere le risate, visto che Alice è ormai in lacrime per
quanto ride, in
effetti non è carino comportarsi così in sua
presenza.
“ Scusa. ”
Sussurro un po’ imbarazzata, non vorrei che questo mio modo
di comportarmi
inclini nuovamente i nostri rapporti, che adesso sono splendidi.
“ Grazie.
Comunque è tutta colpa di quel mostriciattolo lì.
Stava correndo inseguendo
una farfalla e se io non l’avessi
acchiappata sarebbe caduta in una pozza di fango; sfortunatamente
però ci sono
caduto io. ” Conclude con uno sbuffo e io scoppio nuovamente
a ridere.
“ Se
permettete avrei di meglio da fare che stare sulla porta a vedervi
ridere. ” Lui
ci guarda in cagnesco e poi ci supera dirigendosi al piano di sopra,
sicuramente
per farsi una doccia e cambiarsi.
“ Torniamo
in cucina piccola. Finiamo di preparare la cena, prima che tuo fratello
ci
uccida quando scende.” E lei tutta felice mi segue
saltellando fino in cucina.
Preparare la cena con Alice non è semplice, come tutti i
bambini vorrebbe dare
una mano, ma il più delle volte rischia di farsi male, ma
fortunatamente riesco
a farla stare buona, dandole un libro da colorare, e non farle fare
guai; quando
sto per scendere la pasta sento dei passi e voltandomi trovo Edward
davanti la
porta: ha i capelli umidi, segno che è appena uscito dalla
doccia. Facendo
attenzione a non scottarmi scolo la pasta e quando è tutto
pronto ci sediamo a
tavola. Non parliamo molto durante la cena, io ed Edward siamo troppo
impegnati
a imboccare Alice a turno per evitare che il pomodoro degli spaghetti
schizzi
fino al tetto: quando sarò mamma dovrò ricordarmi
di non cucinare mai spaghetti
fino a quando i bambini non compiono 10 anni, almeno.
Finita la
cena io comincio a lavare i piatti mentre Edward porta in salotto
Alice; poco
dopo mi raggiunge anche lui.
“ Facciamo
che tu lavi e io asciugo?” Propone.
“ Va bene.
Ma dove hai lasciato Alice? ” Mi preoccupa saperla sola in
un’altra stanza.
“ Tranquilla.
È incantata a vedere la Bella e la bestia, non si
muoverà per un bel po’. ”
“ Allora
cosa mi racconti di bello? Che avete fatto in questa settimana di
scuola? ” Non
potrò tornare in classe prima di un’altra
settimana e mi mancano i miei amici,
non li vedo da prima delle vacanze di Natale, e poi non mi piace
rimanere
indietro con i compiti, ma per fortuna io e Edward condividiamo alcuni
corsi.
“ Il
professore di biologia ci ha fatto catalogare le varie fasi della
mitosi
osservando delle bucce di cipolla; quello di inglese invece ci ha
uccisi
facendoci vedere Romeo e Giulietta di Zeffirelli. ”
“ Ma quanto
sei ignorante, fratellino? Quel film è qualcosa di sublime,
dalla scenografia
alla colonna sonora, i vestiti, gli attori… è
tutto meraviglioso. ” Sospiro,
sono pazzamente innamorata di quel film.
“ Mi è
venuto il diabete. Quasi dimenticavo, la professoressa di matematica ha
consegnato
i compiti. ”
Gli mollo
uno schiaffo sul braccio. “ E cosa aspettavi a dirmelo?
”
“ Che manina
delicata sorellina, sono sicuro che domani mi ritroverò con
un livido. Comunque
che cosa ti preoccupi tu? Hai preso la tua solita A. ”
“ Wow, stavolta
non me l’aspettavo, era difficile il compito. A te come
è andata? ”
“ B meno.
Pensavo peggio. ” Si scompiglia i capelli imbarazzato, la
matematica da quello
che ho capito non è mai stato il suo forte.
“ Dai, la
prossima volta ti aiuto io, così riparerai questo voto.
”
Per un po’
rimaniamo in silenzio però sento di dovergli delle scuse per
il mio
comportamento di poco fa.
“ Senti
Edward per quanto riguarda prima, bè mi dispiace. Non volevo
scoppiarti a
ridere in faccia, solo che la tua espressione era buffissima.
” Cerco di non
ridere nuovamente al ricordo della sua faccia.
“ Non
preoccuparti. So che non volevi offendermi e ti assicuro che non lo hai
fatto, però
è certo che non porterò più la piccola
peste al parco da solo. ” Scoppiamo a
ridere entrambi, in effetti Alice al parco diventa una scalmanata
unica. Finiti
i piatti ci spostiamo in soggiorno dove troviamo la piccola
addormentata nel
divano: è tenerissima, tutta raggomitolata su se stessa,
neanche sembra quel
diavoletto che di giorno ci fa disperare. Delicatamente Edward la
prende in
braccio e la porta in camera sua, io li seguo e insieme riusciamo a
infilarle
il pigiama, ma purtroppo lei si sveglia.
“ Mi
raccontate una favola insieme? ” Chiede con la voce
assonnata; io e suo
fratello ci guardiamo un attimo negli occhi e poi annuiamo: entro
cinque minuti
si sarebbe riaddormentata.
E invece ci
vuole quasi un’ora per farla riaddormentare.
Abbiamo
pensato di raccontarle Biancaneve e la piccola, ogni qual volta la
principessa
cadeva vittima di uno dei sortilegi della strega, cominciava a
commentare su
quanto fosse stupida questa “ principessa ”. Alice
non ha tutti i torti, anche
io non l’ho mai digerita la storia di Biancaneve,
è una buona a
nulla che porta solo guai a quei poveri
nanetti. Alla fine riusciamo a farla dormire, prima che io ed Edward
crolliamo
dal sonno insieme a lei: non è facile starle dietro tutto il
giorno.
“ Buonanotte
Bella, a domani. ” Mi dice Edward prima di aprire la porta
della sua stanza.
“ Notte
anche a te. ” Mi richiudo la porta di camera mia alle spalle.
Mi balena in
mente un’idea: domani ho il mio appuntamento mensile e magari
potrei chiedere
ad Edward di accompagnarmi. Senza rifletterci su ancora, spalanco la
porta e
vado a bussare in quella di mio fratello “Avanti. ”
Mi risponde lui da dentro.
Apro la
porta, sporgendomi con la testa all’interno, e lui rimane
sorpreso nel vedermi
“ Bella che succede, hai bisogno di qualcosa? ”
“ No, cioè
sì. Ecco, mi chiedevo se domattina ti andasse di
accompagnarmi in un posto. Sai,
ancora non posso guidare ed
avrei
chiesto a Charlie, ma lui è di turno a lavoro e io non posso
rimandare
l’appuntamento. ”
“ Certo non
c’è alcun problema. Ti accompagno dove vuoi, ma
dove si va? ”
Domanda più
che legittima la sua, ma io non so bene cosa dirgli “ Lo
scoprirai domani, è
una sorpresa. ” Spero si accontenti di questa risposta, anche
se tutto può
definirsi il luogo in cui andremo tranne che una sorpresa.
“ Va bene, allora
notte o devi dirmi altro? ”
“ No
assolutamente no. Ti lascio dormire, oggi è stata una
giornata pesante.
Buonanotte. ” Lascio definitivamente la sua stanza. Tornando
nella mia e
specchiandomi noto che sono rossa in viso come un peperone: maledetta
timidezza. Gli avevo promesso che avrebbe avuto delle spiegazioni sul
mio non voler
festeggiare il capodanno e non c’è miglior
occasione di domani; spero che
capisca, in fondo si è dimostrato un ragazzo molto dolce e
sensibile.
Senza che
neanche me ne accorga scivolo nel mondo dei sogni e come tutte le notti
ormai
il mio incubo prende vita.
A quante di voi piace la favola di Biancaneve? a
me non è mai piaciuta, infatti quando ho scoperto che Kris
l'avrebbe interpretata sono rimasta abbastanza sorpresa, fortuna che
poi vedendo foto e trailer ho capito che non sarà la solita
storia e andrò a vederla al cinema con curiosità!
Proprio perchè sono sotto esami il prossimo capitolo non
arriverà prima di Marzo: odio farvi aspettare
così tanto, ma il prossimo è un capitolo
importante e ho bisogno di tranquillità per scriverlo, e al
momento tutto sono fuorchè tranquilla. Vi chiedo un
pò di pazienza e poi spero di non fare più
ritardi.
Scappo, un bacio e ancora grazie, Paola
|
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Capitolo 5 *** Mamma e papà ***
Buon
pomeriggio ragazze! Rieccomi qui un minimo più libera, spero
non vi siate dimenticate di me XD
Allora,
avevamo lasciato Bella che aveva chiesto ad Edward di accompagnarla in
un posto: dove andranno? Non vi faccio aspettare oltre.
Buona
lettura, ci sentiamo giù :)
MAMMA E
PAPA’
POV EDWARD
Un raggio di
sole che filtra dalle veneziane mi costringe ad aprire gli occhi.
È domenica
mattina e avrei tanto voluto dormire ancora a lungo ma ieri sera ho
promesso a
Bella di accompagnarla e quindi è meglio che
mi sbrighi. Mi alzo e vado in bagno a fare un doccia per
cercare di
svegliarmi, ho ancora un occhio chiuso e uno aperto.
Con i
capelli ancora umidi scendo sotto a fare colazione; lei è
già seduta che
chiacchiera allegramente con Emmett, rientrato ieri sera per passare il
week-end in famiglia.
“ Buongiorno
a tutti! ” Dico entrando in cucina.
“ Giorno. ”
Mi risponde Bella con la bocca piena di frittelle e io sorrido
divertito, mentre
Emmett borbotta qualcosa di incomprensibile ingurgitando un cucchiaio
stracolmo
di cereali.
Quando ha la
bocca vuota mi guarda con un sorriso che non promette nulla di buono
“ E così
voi due avete un appuntamento? ”
Lo sapevo
che avrebbe fatto meglio a stare zitto: io quasi mi strozzo con il
caffè mentre
il viso di Bella ha assunto una tonalità di rosso pazzesca.
“ Non dire
idiozie Emmett. Sto solo facendo un favore a Bella che ancora,
poverina, non può
guidare: è normale tra fratelli.” Rispondo io e
vedo Bella rilassarsi a quelle
parole.
“ Comunque
sia vi auguro una buona giornata fratellini miei, vado che la mia
Rosalie odia aspettare.
” E così dicendo ci lascia soli.
“ Bella non
farci caso a quello che dice quell’orso di Emmett, altrimenti
se dovessi
arrossire a tutte le sue battute non avresti vita facile. ”
Lei sorride
imbarazzata e io mi chiedo come facessi ad odiare un essere
così puro come
Bella.
“ Se sei
pronto per me possiamo andare. ” Le sue parole mi riportano
su questo pianeta e
le annuisco sorridendole. Lasciando un biglietto ai nostri genitori che
sono
già usciti con la piccola peste, ci dirigiamo verso la mia
macchina.
Per tutto
il viaggio Bella non spiccica parola, tranne quando deve indicarmi che
direzione prendere; sembra persa nei suoi pensieri e io le lascio i
suoi spazi,
non vorrei sembrarle invadente.
“ Siamo
arrivati, puoi anche accostare. ”
Faccio come
mi dice e solo in un secondo momento mi accorgo che siamo al cimitero:
non
avrei mai immaginato che il luogo dove Bella volesse andare fosse
questo
“ Cosa ci
facciamo qui? ” Chiedo stupito. Lei abbassa lo sguardo e inizia a torturarsi le
mani, segno che è in
imbarazzo.
“ Ti ricordi,
la sera dell’incidente mi facesti una domanda a cui io non
volli rispondere. Se
hai ancora un attimo di pazienza saprai la risposta. ” Scende
velocemente dalla
macchina e si avvicina al cancello d'ingresso; si volta nella mia
direzione e
io faccio una piccola corsetta per raggiungerla. Comincia a percorrere
le
interminabili file di tombe, per poi fermarsi davanti ad una, sedendosi
sul
marmo bianco che la ricopre. Mi avvicino di più e il mio
cuore perde un
battito: sulla tomba c’è la foto di una donna
bellissima, sorridente, il cui nome
è Renèe Dwyer, e non impiego molto a capire che
è la madre di Bella, anche
perché la figlia le somiglia moltissimo. Mi giro verso di
lei e noto che sta
sistemando dei fiori che qualcuno aveva precedentemente messo nel vaso.
“ Ciao
mamma, oggi come vedi non sono sola, mi ha accompagnata Edward. Ti
ricordi? Ti
ho parlato tante volte di lui. ” Si volta verso di me
sorridendomi leggermente;
io sono ancora impietrito non so bene cosa fare e sono piuttosto
stupito dal
fatto che abbia raccontato di me a sua madre: chissà se le
ha parlato del modo
meschino in cui l'ho trattata i primi mesi della convivenza, ma
sicuramente lo
avrà fatto. Nonostante la madre non sia più
presente, fisicamente almeno, il rapporto
che le legava non è stato spezzato dalla tragedia:
é intenso e quasi palpabile.
Lei riprende a parlare, stavolta rivolgendosi a me.
“ Credo che
ieri Esme abbia accompagnato papà. Lui non è
capace di fare queste bellissime
composizioni con i fiori, né scegliere dei colori che si
abbinino così bene fra
loro. ”
“ Hai detto
Esme? Mia madre? ” Chiedo quasi balbettando, riprendendomi un
po’ dal mio stato
di shock.
“ Sì, da
circa un anno lei a volte accompagna mio padre. La prima volta che ho
chiesto a
Charlie se era giusta la mia intuizione, che lui fosse venuto qui in
sua
compagnia, mi sono infuriata: credevo fosse una mancanza di rispetto
nei
confronti di mia madre. Poi invece lui mi ha spiegato che era stata
Esme ad
insistere,voleva conoscere ‘la donna meravigliosa che mi
aveva dato alla luce e
che con il suo amore era riuscita a stregare Charlie’ sono
state proprio queste
le sue parole. Quindi ogni volta che trovo questi bellissimi fiori so
che anche
lei è venuta a trovare la mia mamma. Sai, sono felice che
Esme sia entrata a
far parte della vita i mio padre; dopo la morte della mamma lui ha
fatto di
tutto per non farmi sentire la sua mancanza ma spesso la sera lo
scorgevo
seduto nel lettone, con una sua foto tra le mani e lo sguardo triste e
addolorato,
quasi spento. Adesso con Esme un pizzico di quella luce è
ritornata e io sono
felicissima. ”
“ Wow, non
sapevo nulla di questa storia … ma ancora non riesco a
capire come dovrei
trovare la risposta alla mia domanda. ” Dico imbarazzato. Lei
non solleva lo
sguardo per rispondermi, anzi se possibile copre ancora di
più il suo viso con
i lunghi capelli castani.
“ Leggi la
data della sua morte. ” Mormora solamente. Faccio come mi
dice e nuovamente il
mio cuore perde un battito: su quel marmo liscio le cifre incise non
lasciano
adito a dubbi, 31-12-1998.
“ Era la
notte di capodanno. ” Quasi sobbalzo sentendo la sua voce
rotta dai singhiozzi;
velocemente mi avvicino a lei e la stringo forte tra le mie braccia
“ Shh, Bella.
Non c’è bisogno che parli ho capito tutto. Calmati
ti prego. ”
Ma lei
scuote la testa, testarda come sempre “ No, voglio
raccontarti quello che è
successo, so che di te posso fidarmi e ho bisogno di sfogarmi.
” La stringo
ancora più forte, per farle capire che io sono lì
vicino a lei, mentre sento le
sue piccole dita aggrapparsi alla mia camicia.
“ Era la
notte di capodanno. Lo stavamo festeggiando a
casa mia con i miei nonni; eravamo tutti allegri
perché stava
cominciando a nevicare e ancora quell’anno non era successo.
Papà però era di turno
al lavoro, mamma mi aveva spiegato che i poliziotti dovevano sempre
essere
pronti per qualsiasi evenienza, ma io non accettavo che il mio
papà non fosse
con noi. I miei nonni però sapevano come farmi distrarre
così non ci pensai
più. A mezzanotte stappammo lo champagne e guardammo i
fuochi sparati da un
vicino di casa: ero veramente felice. Mia nonna dopo un po’
disse a mia madre
di andare a raggiungere mio padre alla stazione di polizia, tanto era
sicura
che fosse da solo e si stesse annoiando. Mia madre non se lo fece
ripetere due
volte e dopo avermi raccomandato di fare la brava e non far disperare i
nonni, salì
in macchina e si avviò verso la stazione. E poi è
successo l’inevitabile. A
circa 200 metri dalla centrale un ragazzo ubriaco ha sbandato con la
macchina, arrivando
addosso a mia madre, che per evitarlo sterzò bruscamente
andando a sbattere
contro un albero. E da quel momento lei non è più
stata con me. ” Le ultime
parole quasi non riesco a capirle tanto forti sono i singhiozzi che
scuotono il
petto di Bella. Se possibile tento di stringerla ancora di
più al mio petto, vorrei
quasi che sprofondasse in esso per capire quanto mi fa male vederla
così. Non
sapevo nulla della sua storia, o meglio mia madre mi aveva solamente
detto che
Bella aveva una situazione simile alla nostra, quindi io pensavo che i
suoi
avessero divorziato non che sua madre fosse morta. Nonostante Forks sia
una
cittadina piccola, in cui tutti sanno tutto di tutti, all'epoca dei
fatti io
ero piccolo e non ricordo nulla; probabilmente Emmett ha sempre saputo
la
verità sulla sua storia. Ora capisco anche perché
quella sera si è inventata
quella balla con suo padre: se lo sceriffo avesse saputo che sia figlia
ubriaca
aveva rischiato di morire investita per lui sarebbe stato troppo
doloroso, e
oltretutto credo che si sarebbe parechio arrabbiato con sua figlia per
la
leggerezza avuta.
Piano i suoi
singhiozzi si affievoliscono sempre più e la scosto un
po’ da me per poterla
osservare.
“ Va un po’
meglio? ” E le sorrido sperando così di
incoraggiarla un po’. Lei tenta di
ricambiare il mio sorriso ma le esce una specie di smorfia che la fa
sembrare
ancora più piccola e indifesa di quanto non sia.
“ Sì e grazie
per avermi accompagnato e per aver sopportato il mio sfogo. Ti ho
rovinato
tutta la camicia. ”
“ Non dire
sciocchezze, la metto in lavatrice e torna come nuova. Ti va di venire
con me
in un posto? ” Mi è venuto in mente di mostrarle
un luogo che forse potrebbe
tirarla su di morale, o almeno lo spero.
“ Certo! In
fondo devo ricambiare il favore che mi hai fatto. ” E
stavolta si apre in un
bellissimo sorriso che contagia anche i suoi occhi. Ci alziamo, lei
controlla
che i fiori siano apposto, saluta la madre e poi prendendola per mano
andiamo
via da lì.
Il tragitto
in macchina è breve, perché una parte del
percorso dovremmo farla a piedi.
Dopo
dieci minuti di scarpinata in cui Bella
non fa altro che lamentarsi, non sapevo che odiasse tanto
l’attività fisica, giungiamo
nel mio posto magico. È una radura piccola, perfettamente
circolare, piena di
fiori di campo e il sole alto nel cielo la rende ancora più
magica, creando un
gioco di luci e ombre che la fanno sembrare un posto al di fuori del
tempo.
“ Edward è
bellissima questa radura. Ma come hai fatto a trovarla? ” Le
vedo gli occhi
brillare felici alla vista dei magnifici fiorellini che decorano questo
luogo.
“ Un giorno
di quattro anni fa vagavo senza meta con l’unico intento di
dimenticare
l’ennesima lite tra i miei genitori e mi ci sono imbattuto
per sbaglio. Ne sono
rimasto folgorato e da allora è il mio posto preferito:
quando ho bisogno di
stare solo e di riflettere vengo sempre qua. ” Le spiego
semplicemente.
Lei mi fissa
un attimo poi correndo mi abbraccia forte. Ricambio il suo abbraccio e
mi sento
felice di averla portata qui, in un posto che nessuno oltre lei conosce.
“ Ti va di
sentire la mia storia? ” Le chiedo improvvisamente, lei
annuisce e insieme ci
distendiamo sul prato. Rimango un attimo a fissare il groviglio di
foglie e
rami che ci sovrasta e poi, prendendo un profondo respiro, inizio il
mio
racconto.
“ Da piccolo
ero orgoglioso del lavoro di mio padre: sapevo che quando non era a
casa voleva
dire che era impegnato a salvare delle vite e questo ai miei occhi di
bambino
lo faceva sembrare un supereroe. Certo, mi mancava, ma mi dicevo che
ero uno
stupido, il mio papà non poteva perdere tempo con me quando
aveva cose più
importanti da fare. Crescendo però ho iniziato a
ridimensionare le cose e mi
sono reso conto che le sue assenze da casa erano volute: non credo
abbia mai
avuto un’amante, ma era evidente che il rapporto con mamma si
fosse ormai
deteriorato. Vedendo il rapporto meraviglioso che c'è tra e
tuo padre ho capito
che il mio non é mai stato una presenza fissa nella mia
vita, è come se mi
fossi abituato alle sue assenze ma nonostante tutto ne sento la
mancanza. Ho
capito il motivo per cui non ho mai voluto fare sport agonistici,
perché sapevo
che lui non avrebbe mai trovato il tempo per essere presente alle mie
gare, o
perché il mio sogno è entrare in medicina: in
questo mondo lo sentirei più
vicino, ci sarebbe qualcosa a legarci, ad accomunarci, più
di quanto non abbia
fatto il legame di sangue. Ci ha fatto soffrire tanto, soprattutto la
mamma, e
adesso sono contento che ci sia Charlie a farle compagnia: è
tornata la mamma
felice e spensierata che ho sempre adorato.” Sorrido,
ripensando agli occhi
luminosi della mamma quando ci ha comunicato la notizia del suo nuovo
fidanzamento.
Bella mi
guarda senza dire una parola, semplicemente mi prende una mano tra le
sue e la
stringe forte, e il suo gesto vale più di mille parole.
Ricambio la stretta e
la osservo: ha le labbra piegate in un sorriso appena accennato e gli
occhi
sono finalmente sgombri da quella malinconia che li aveva offuscati. Mi
chiedo
come sia possibile che io prima odiassi questa tenera ragazza, sono
stato
proprio uno stupido.
“ Torniamo a
casa? ” Mi chiede.
“ Sì
andiamo, ci staranno aspettando. ” L’aiuto a
mettersi in piedi e dondolando le
nostre mani intrecciate come fanno i bambini, ci incamminiamo verso la
strada
del ritorno.
Alcune
di voi avevano indovinato dove sarebbero andati e perchè
Bella non festeggia più il capodanno, ora avrete tutto
più chiaro. Inoltre conosciamo un pò meglio i
pensieri di Edward e il suo rapporto con Carlisle. Spero che il
capitolo sia riuscito ad emozionarvi un pò.
Per
qualsiasi chiarimento non esitate a chiedere :) Inoltre ne approfitto
per ringraziare tutte coloro che leggono e chi trova un pò
di tempo per lasciare il suo comment: è sempre un piacere
leggerli e poi mi piace interagire con voi, quindi anche i timidoni si
facciano avanti.
Bene,
ci risentiamo tra una settimana con un capitolo in cui farà
il suo ingresso un nuovo personaggio... Un bacio, Paola
|
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Capitolo 6 *** Ospite ***
Buon
pomeriggio ragazze! Siete tutte in fermento per questo nuovo
personaggio, vediamo cosa ne direte... Se per caso alla fine del
capitolo avrete le idee confuse, tranquille, è normale, LOL
Ho
notato un piccolo calo nelle recensioni, quindi vi chiedo:
c'è qualcosa che non va? Anche perchè se
c'è stato un calo in questi capitoli non oso immaginare cosa
succederà quando leggerete il prossimo... Ne approfitto per
dirvi che da lunedì riprendo le lezioni
all'università e il mio orario prevede che io quasi pernotti
lì, ergo se gli aggiornamenti non saranno puntuali non
uccidetemi XD
Smetto
di rompervi e vi lascio leggere, ci sentiamo sotto :D
OSPITE
Questa
giornata è stata particolarmente intensa. Non mi
aspettavo di certo che Edward si aprisse con me in quel modo.
Però è stato
bello, adesso sappiamo di poter contare tranquillamente l’uno
sull’altra.
Tornati a casa vediamo una macchina parcheggiata nel vialetto che non
appartiene a nessuno di noi.
“ Abbiamo ospiti. ” Dico.
“ Già. Chissà chi sarà
venuto a trovarci. ” Risponde, aprendo la porta di casa.
Dal soggiorno sento provenire la voce di Charlie e una
più squillante, allegra, e mi basta un secondo per
riconoscerla: come una pazza
corro nel salone e mi fiondo tra le braccia del ragazzo seduto in
poltrona. Lui
ricambia subito il mio abbraccio, anzi si alza e tenendomi salda per la
vita,
mi solleva da terra per girare in tondo. Entrambi ridiamo e continuiamo
a
rimanere stretti nel nostro groviglio di braccia. Una fitta alle
costole però
mi costringe ad allentare la presa e fare una smorfia.
" Tutto bene? " chiede Jacob allarmato.
" Sì, tranquillo. Solo un piccolo incidente accaduto a
capodanno, ma siamo
sulla via di guarigione. "
Dopo un po’ mi stacco e lo guardo attentamente.
“ O cielo Jake ma quanto sei cresciuto? ” Esclamo
divertita: è davvero enorme.
Da piccoli mi ricordo che odiava il fatto che io fossi più
alta di lui, perché
lui era l'uomo e non poteva sfigurare stando con me. Adesso invece mi
ci
vorrebbe una scala per guardarlo dritto negli occhi e le mie braccia
fanno
fatica a cingere la sua schiena, tanto è diventato
muscoloso.
“ Ehi piccolina, ora devi portarmi rispetto, sono
più grande di te. Ma
guardati, sei bellissima, hai una luce particolare negli occhi.
” E dicendo ciò
mi sorride nel modo speciale che solo lui sa fare. È sempre
stato così Jacob,
schietto e sincero con me, ma anche un vero gentiluomo, capace di fare
dei complimenti
che farebbero girare la testa a qualsiasi donna.
“ Scemo non farmi arrossire. Adesso tu vieni in camera mia,
dobbiamo
raccontarci tantissime cose. ” Così dicendo lo
prendo per mano e lo trascino su
per le scale, accennando appena un saluto a Charlie che sta per andare
in
centrale e superando Edward ancora imbambolato sulla porta del salone.
In
camera mia ci sediamo entrambi sul mio letto, con le
gambe incrociate, la nostra posizione preferita quando dobbiamo
raccontarci
tante cose.
“ Allora Jacob inizia tu, raccontami del tuo tour europeo.
”
“ E’ stato meraviglioso Bella! Sapevo che
l’Europa fosse bella, ma vederla dal
vivo è un’esperienza meravigliosa. Quando anche tu
concluderai il college
dovrai andarci, ti piacerà da morire. Parigi, Londra,
Barcellona e Roma sono
città favolose; storia, cultura e tradizioni popolari si
intrecciano insieme a
creare qualcosa di magico. ” Jake va avanti a raccontarmi del
suo viaggio on
the road per l’Europa, e io pendo letteralmente dalle sue
labbra. Nella mia mente
si formano le immagini dei luoghi che mi descrive, quasi stessi vedendo
un
film, e sembra che io sia stata insieme a lui a fare quel viaggio tanto
il suo
racconto è accurato. Quando poi parla di Londra vedo i suoi
occhi brillare più
del normale, quella città deve essergli entrata dentro o non
si spiegherebbe la
faccia da ebete che ha mentre me la descrive, non omettendo nessun
particolare.
Alla fine del suo racconto io non sono ancora tornata nel mondo reale.
“ Ma adesso tocca a te - dice indicandomi - raccontami le
novità e le
esperienze del vivere in una famiglia così numerosa.
” E allora inizio a
parlargli di me, dei miei approcci con Emmett, Esme e Alice e delle
difficoltà
iniziali con Edward che adesso però sono state superate.
“ Stavo quasi per dimenticarmi ho un grandissima
novità! ” Esclama lui ad un
tratto.
" Che aspetti a raccontarmela? " Lo incito.
" Ti ricordi di Leah? " Annuisco e lui riprende il suo discorso.
" L'ho incontrata a Londra,
era lì
per uno stage. Ci siam incrociati per caso, abbiamo preso un
caffè insieme e
lei ha deciso di farmi da guida nelle due settimane che dovevo stare in
città.
Per farla breve, mi sono fermato a Londra per un mese e beh, si adesso
stiamo
insieme. " Mi confessa super imbarazzato e io scoppio a ridere e inizio
a
battere le mani come una bambina la mattina di natale. Leah
è sempre stata una
ragazza molto serios; a La Push se ne stava sempre per i fatti suoi,
non dava
molta confidenza a nessuno, neppure a me che ero l'unica ragazza del
gruppo.
Tutti l'hanno sempre giudicata snob, io invece credo che sia solo tanto
timida
e il vivere in una cerchia ristretta come la tribù non ha
giovato molto al suo
carattere. A quanto pare l'aria di Londra deve averla cambiata molto e
sono
felice di questo, si merita un po' di felicita e di
tranquillità dopo la morte
del padre.
" Non ci posso credere, il mio lupachiotto si è innamorato.
" Trillo
felice, non perdendomi l'occasione per prenderlo in giro.
" Ok, sei felice per me ma adesso basta. " Mi lancia un cuscino e ha
inizio la sua fine: diamo vita ad una battaglia all'ultima piuma,
proprio come
facevamo da bambini.
POV EDWARD
Chi è quel ragazzo che Bella ha letteralmente preso
d’assalto al nostro arrivo
a casa? Questa domanda mi turbina nel cervello da ben due ore. Lei non
me ne ha
mai parlato e nessuno, né lei né Charlie, hanno
pensato che fosse opportuno
presentarmelo. Sono rimasto impalato davanti l’ingresso del
salone come un
idiota a guardare quella allegra scenetta familiare e a lambiccarmi il
cervello
su chi potesse scatenare in Bella una reazione tanto esaltante.
Sembrava non lo
vedesse da molto e che ne sentisse la mancanza: anche lui sembrava che
fosse
felice di vederla e di poterla riabbracciare. Quando l'ho visto una
strana
morsa mi ha stretto lo stomaco e adesso devo stare attento ai miei
atteggiamenti.
Si sono sviluppati lentamente, ma a questo punto non posso
più ignorarli;
all’inizio non capivo bene cosa fosse, ma ora ne sono certo.
Sono
in cucina ad attendere l’arrivo di mamma e Alice, e
loro due sono rimasti tutto il tempo chiusi in camera:
perché mai pensare di
invitare me o anche solo presentarmi? In fondo sono solo suo fratello.
Sento la porta di casa aprirsi e un piccolo uragano
arriva in cucina.
“ Ciao Eddy, guadda cosa mi ha complato mamma! ”
Mia sorella mi sventola sotto
il naso il giornalino di Barbie con allegata una bambola.
“ E’ bellissima piccola peste. ” Le dico
e prima che scappi via riesco a darle
un bacio tra i capelli.
“ Vado a falla vedele a Bella. ”
Urla
mentre sale al piano di sopra: vorrei fermarla, ma la parte meno nobile
di me
mi dice di stare fermo e vedere quello che accadrà.
Aiuto la mamma a sistemare la spesa sugli scaffali e poco
dopo sento dei passi scendere dalle scale. Io ed Esme ci voltiamo quasi
contemporaneamente e troviamo Bella, con in braccio Alice, e accanto a
lei
Jake.
“ Ciao Esme, volevo chiederti se per te è un
problema avere un ospite in più a
cena. ” Bella si rivolge a mia madre indicando con un cenno
della testa il
ragazzo accanto a lei.
Edward trattieniti, mi ripeto, ora dovrà presentartelo per
forza.
“ Certo che no tesoro, ma è il tuo ragazzo? Non me
ne hai mai parlato. ” Chiede
Esme e i due interessati scoppiano a ridere.
“ No, assolutamente no. Anzi devo scusarmi con te Edward per
non averti
presentato prima, la felicità di rivederlo mi ha fatto
dimenticare le buone
maniere, ma rimedio subito. Esme, Edward vi presento Jacob, mio
cugino.”
“ E’ un piacere conoscerti - mormora Esme un
po’ imbarazzata - e scusa per
prima. ”
“ Si figuri signora. ” Risponde lui educato. Ma la
mia testa al momento ha
deciso di soffermarsi solamente sulle parole mio cugino... suo
cugino… L’ansia
che mi attanagliava lo stomaco è di colpo sparita e quasi
sento le campane
suonare a festa nella mia testa: la serata si prospetta decisamente
migliore
del previsto! Anche se dovrei aspettare a cantar vittoria.
" Piacere Edward. " Dico, allungando la mia mano verso di lui. Jacob
ricambia prontamente la stretta e per un attimo temo che la mia mano
possa
venire stritolata: la sua è enorme, copre quasi
completamente la mia, ma il suo
tocco è misurato, come se sapesse di avere delle armi al
posto di arti.
" Ho sentito tanto parlare tanto di te. "
" Vorrei poter dire lo stesso di te. " Ammicco verso Bella, che
sorride imbarazzata.
" Touché. " Ammette lei. " Sono accadute così
tante cose che non
ho proprio pensato a parlarti di lui. Chiedo umilmente perdono a
entrambi.
"
" Che dici Edward, basterà farla rimanere in ginocchio sui
ceci per una
notte?! " Jacob mi da una leggera spallata, mentre osserva divertito
sua
cugina.
" Direi di sì! " Scoppiamo a ridere entrambi mentre lei ci
lancia
occhiate omicide.
" È pronto. " La voce di mia madre ci interrompe e ancora
ridendo ci
accomodiamo a tavola per la cena.
Contente?
Era solo Jacob il personaggio tanto atteso... Bene, io vado in
palestra, ci sentiamo la prossima settimana con IL capitolo e capirete
perchè lo chiamo così XD
Un
bacio, Paola
Ps:
scusate, la volta scorsa ho dimenticato il banner ^^
|
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Capitolo 7 *** Scoperta ***
Salve!!!
Prima di postare il nuovo capitolo sono andata a dare un'occhiata alla
valanga di recensioni che mi avete lasciato per lo scorso, visto che
non sono sicura di riverle più. Dunque, questo è
il capitolo della svolta, ecco perchè lo avevo definito 'IL
capitolo' ma ho come l'impressione che lascerà deluse alcune
di voi; spero solo di non perdere troppe lettrici, soprattutto le mie
affezionate, perchè mi dispiacerebbe parecchio. Non aggiungo
altro e vi lascio leggere, ci sentiamo sotto :)
No,
prima devo dirvi un'altra cosa, o meglio devo ringrazire una persona:
mikocullen. Grazie per star leggendo tutte le mie storie, questo
capitolo è dedicato a te ;)
SCOPERTA
La cena è
trascorsa piacevolmente. A tenere banco sono stati Jacob e Alice: uno
faceva
facce buffe e battute cretine, l’altra rideva tutto il tempo,
dimenticandosi a
volte pure di mangiare, così io ed Esme l’avevamo
aiutata per evitare che
digiunasse. Stranamente Edward è rimasto silenzioso,
guardava Jake giocare con
sua sorella, ma non sembrava esserne geloso, anzi.
“ Bella ti
va di andare al cinema? C’è l’ultimo di
Harry Potter e io non l’ho ancora visto.
” Vengo distolta dai miei pensieri da mio cugino e gli
annuisco felice, io
adoro Harry Potter e anche se l’ho già visto
è sempre bello rivederlo.
“ Certo! Ti
dispiace se lo dico pure ad Edward, mi sembra brutto non invitarlo.
” Dico,
pensando che sicuramente mio fratello sarà di sopra ad
annoiarsi.
“ No fai
pure, ti aspetto qui. ”
Salgo di
corsa le scale e busso alla sua porta.
“ Bella entra
pure. ” Faccio come mi dice e lo trovo sdraiato sul letto a
leggere.
“ Scusa come
facevi a sapere che ero io? ”
“ Diciamo
che riconosco il tuo passo felpato. Mentre salivi le scale temevo
potesse
crollare la casa.” Ride da
solo della
sua battuta.
“ Mi stai
dicendo che ho il passo pesante? Brutto cretino che non sei altro e io
che ero
venuta per invitarti ad uscire. ”
“ Per andare
dove? ”
“ Al cinema
con me e Jake a vedere Harry Potter. ”
“ Ok ci sto.
” E velocemente si infila le scarpe.
“ Frena, io non
ti ho mica invitato, sono ancora offesa con te. ”
“ Non è vero
sorellina. ” Mi passa accanto arruffandomi i capelli.
Io sbuffo e
lo seguo per le scale, ma un sorriso spontaneo mi nasce sulle labbra
quando il
mio cervello recepisce che mi ha chiamato
‘sorellina’: ha capito il mio punto
debole.
Decidiamo di
andare al cinema a piedi, dista poco da casa di Edward e durante il
tragitto
lui rimane qualche passo più indietro rispetto me e Jacob e
ad un tratto mio
cugino mi si fa più vicino e mi sussurra
all’orecchio: “ Bella sei sicura che
Edward ti consideri sua sorella? ”
“ Certo
Jake, ti ho detto che ormai abbiamo chiarito, non abbiamo
più avuto un solo
battibecco su quel discorso e poi cosa ti lascia pensare che non lo
faccia? ”
“ Il fatto
che abbia deciso di camminare indietro rispetto noi solo per poter
ammirare il
tuo fondoschiena. ”
La sua
risposta mi lascia così sconvolta che mi fermo
immediatamente sul posto.
“ Bells
continua a camminare, fai finta che non ti abbia detto niente
altrimenti si
accorgerà che c’è qualcosa di
strano.” Mi prende sotto braccio e mi trascina un
po’ prima che i miei piedi decidano che è ora di
muoversi nuovamente.
“ Ma ne sei
sicuro? ” Ancora non riesco a credere alle parole di mio
cugino.
“ Voltati.
Guarda tu stessa e dimmi se non è vero. ”
Faccio come
mi dice Jake, così con la scusa di sistemarmi i capelli mi
volto indietro ed
effettivamente noto Edward distogliere subito il suo sguardo e le sue
guance
colorarsi di rosso. Sul momento decido di non agire, ma una volta a
casa avrei
indagato.
Al cinema mi
siedo in mezzo a loro due e nell’attesa che il film cominci
chiacchieriamo un
po’, ma noto Edward distratto: è perso tra i suoi
pensieri, sembra che qualcosa
lo turbi e risponde a monosillabi solo se viene interpellato
direttamente. Solo
quando scende il buio in sala lo vedo prendere un profondo respiro e
rilassarsi
un po’.
Il film è
stato molto bello: io come sempre mi sono commossa alla fine e quei due
non
hanno fatto altro che prendermi in giro. Io e Edward abbiamo
accompagnato Jake
nella piccola pensione in cui alloggia e poi siamo tornati a casa. Nel
momento
di salire alle nostre camere gli ho chiesto se potevo fermarmi un
attimo da lui
e, anche se un po’ stranito, mi ha fatto entrare.
“ Volevo
sapere se ti sei divertito stasera… ”
“ Sì, è
stata una serata carina. ” Mi risponde, dandomi le spalle,
troppo intento a
cercare qualcosa nella sua libreria.
“ Davvero?
Mi sei sembrato strano. ”
“ No,
tranquilla, è tutto apposto. ”
“ Ok, non
insisto. Posso farti un’altra domanda? ” Non posso
più tergiversare, o lo
faccio ora o non lo farò più.
“ Dimmi. ”
Si volta a guardarmi, finalmente, anche se adesso avrei preferito che
rimanesse
voltato.
“ Edward
volevo chiederti… si insomma, ecco…secondo te io
sono carina? ” Credo che il
mio viso sia lo stesso colore di un pomodoro, accidenti a Jacob e alle
sue
idee!
“ Certo che
sei carina, e non lo dico perché sono tuo fratello.
”
La sua
affermazione sembra confermare i sospetti di mio cugino, ma io voglio
capirci
qualcosa di più.
“ Quindi secondo
te potrei essere una ragazza attraente, da suscitare delle attenzioni
in un
ragazzo? ” In questo momento vorrei che una voragine si apra
sotto di me per
inghiottirmi, ma mi sforzo di restare calma e andare avanti con il mio
piano,
che sto improvvisando in questo momento.
Il suo
sguardo è impagabile, sembra scioccato dalla mia domanda, ma
poi si appresta a
rispondere.
“ Sì, certo
che attireresti l’attenzione di un ragazzo, magari non le
mie, ma te l’ho detto:
sei carina. ”
Dovevo
immaginarlo: sono carina ma non a tal punto da interessargli. Non che
io voglia
avere una storia con lui, assolutamente no, sarebbe troppo strano,
però mi ha
fatto capire che io non potrei mai stare con un ragazzo tanto bello
come lui,
per il semplice fatto che non sarei neppure calcolata.
“ Oh, quindi
non ti piaccio. ” Esclamo, forse un po’ troppo
dispiaciuta.
Lui sembra
allarmarsi con la mia frase. “ Bella non dirmi che ti
piaccio? Perché io ho
altri gusti. ” Mette subito in chiaro.
“ Certo: sicuramente
stangone tutte gambe, occhi azzurri e capelli biondi.”
Borbotto e lui sbuffa, ma
io non ho intenzione di guardarlo in viso: la situazione sta diventando
più
imbarazzante del previsto, voglio solo andare via da questa stanza.
“ Neanche
loro sono il mio tipo. ”
“ E sentiamo,
chi sarebbero, le
rosse? ” Mi sto
scavando la fossa da sola, ma ormai ci sono dentro, non posso
interrompere la
discussione senza sembrare una cretina paranoica e poi voglio capire
quale rara
bellezza potrebbe conquistare il suo cuore.
A quel punto
lui perde la pazienza e sbotta. “
No, io
sono gay Bella, mi piacciono gli uomini, non le donne.”
Entrambi
rimaniamo pietrificati dalla sua rivelazione: Edward si porta la mano
alla
bocca, come se improvvisamente si fosse accorto di aver parlato troppo,
e sul
mio viso credo sia chiaramente leggibile lo stupore.
Borbottando
un frettoloso “ Buonanotte ” mi allontano ed esco
immediatamente dalla stanza, chiudendomi
la porta alle spalle.
POV EDWARD
Quando sento
la porta chiudersi, capisco di aver detto una cazzata. Non sapevo come
farle
capire che lei non potrebbe mai essere il mio tipo senza offenderla o
crearle
complessi di inferiorità, come solo le ragazze sono capaci
di fare, e ho optato
per la verità. Ma a quanto pare ho solo ottenuto che
fuggisse via da me. Mi
chiedo come la prenderanno i miei genitori il giorno in cui lo verranno
a
sapere. Sobbalzo quando qualcuno bussa alla mia porta; visto
l’orario sarà mia
madre per accettarsi che siamo rientrati dal cinema. Ma appena apro mi
ritrovo con
Bella, non so bene come, avvinghiata al collo.
“ Scusami
sono una stupida. Sono scappata non per quello che mi hai confessato,
ma per la
figura del cavolo che ho fatto. Ti prego perdonami. ” Mi
implora, parlando
tanto velocemente e con il volto immerso nell’incavo del mio
collo che a fatica
riesco a capire le sue parole. Io la stringo tra le mie braccia, e poi
la
scosto un po’ per guardarla negli occhi.
“ Sei
perdonata, ma ammetto di esserci rimasto male quando sei scappata via.
” E’ il
motivo per cui non ho mai confessato a nessuno il mio orientamento
sessuale,
non avrei resistito gli anni del liceo ad essere costantemente preso di
mira.
“ Hai
ragione ma ti giuro che non è per quello che mi hai detto.
Non mi interessa se
ti piacciono i ragazzi, io ti voglio bene lo stesso fratellone.
”
La trascino
con me sul letto e ci lasciamo cadere lì insieme,poi lei si
accoccola sul mio
petto e io le cingo la schiena con un braccio.
“ Quando hai
scoperto di essere gay? ” Mormora lei, quasi timorosa nel
pormi quella domanda.
“ Bella puoi
farmi tutte le domande che vuoi, è giusto che tu ora voglia
sapere tutto. ” Chiarisco
e poi rispondo alla sua domanda “ Intorno ai quattordici
anni, quando nella mia
classe arrivò il nuovo professore di storia. Avrà
avuto circa venticinque anni,
ma era veramente carino; all’inizio non capii subito di
essere attratto da lui,
ma poi quando ripensavo a lui a casa sentivo una strana eccitazione
nascermi
dentro e più di una volta mi sono ritrovato con
un’erezione nei pantaloni.
Credo che quell’anno a scuola sia stato il più
bello ma nello stesso tempo il
più imbarazzante: temevo si scoprisse che mi piaceva il
professore. ” Un
sorriso spontaneo mi affiora alle labbra ricordando
quell’anno in cui tutto è
cambiato.
“ Hai mai
avuto una storia? Forse la domanda è un po’ troppo
personale, scusa. ”
“ No, anche
perché sarebbe stato complicato visto che a scuola non lo sa
nessuno. Solo una
volta mi sono incontrato a Port Angeles con un ragazzo conosciuto via
chat ma è
bastato un attimo per capire che non eravamo fatti per stare insieme.
”
Rimane per
un po’ in silenzio, rimuginando probabilmente su quanto le ho
detto e io ne
approfitto per farle una domanda che mi gira in testa da quando
è venuta qui.
“ Posso
sapere perché mi hai fatto tutte quelle domande se tu
potessi piacermi o meno?
Non ho ancora capito le tue intenzioni. ”
La vedo
sgranare gli occhi, forse sperava di non ricevere mai questa domanda.
“ Niente,
lascia perdere.”
“ No, adesso
me lo dici. ” Prendo a farle il solletico e lei inizia a
contorcersi sotto di me.
“ Ok, ok. ”
Annaspa in cerca d’aria e decido di porre fine alla mia
tortura. “ Jacob
credeva che camminassi dietro di noi per osservare il mio sedere e
quando io mi
sono voltata per controllare se fosse vero ho avuto anche io la stessa
impressione, ma è evidente che abbiamo preso un abbaglio.
”
Scoppio a
ridere a quella assurda spiegazione, anche perché non sono
andati tanto lontano
dalla verità.
“ In effetti
stavo osservando un fondo schiena, ma era quello di tuo cugino.
” A quel punto
anche Bella inizia a ridere ma cerca di riprendersi un minimo per
potermi
rispondere.
“ Mi
dispiace deluderti ma Jacob si è appena fidanzato e con una
donna, quindi hai
ben poche speranze. ”
“ O cielo e
adesso come farò a sopravvivere? ” Faccio un
po’ il melodrammatico e le risate
non vengono a mancare neppure stavolta.
“ E la tua
famiglia come ha preso la notizia? ” La domanda di Bella,
fatta così a
bruciapelo, mi prende un po’ in contropiede.
“ Semplice, non
lo sanno. Gli unici a saperlo siete tu ed Emmett, perché mi
ha beccato in una
situazione inequivocabile con un video di due ragazzi che puoi
immaginare bene
quello che stessero facendo. ”
Osservo il
volto di mia sorella diventare bordeaux e sogghigno divertito, prima di
ricevere una cuscinata in faccia.
“ Mi hai fatto
male. ” Mugolo.
“ Così
impari. ” Mi risponde lei facendomi la linguaccia, poi torna
seria “ Non credi
sia il caso di informare i tuoi di questa tua scoperta? ”
“ Sì hai
ragione, ma ho paura che non capirebbero. ”
“ Io non
credo e comunque ci sarei io a sostenerti. ” Biascica, con un
piede già nel
mondo dei sogni.
“ Adesso è
tardi Bella, dormiamo, domani ne riparleremo. ” Ma invece di
andare nella sua
stanza, si accoccola meglio sul mio petto e ci addormentiamo
così.
Sventola bandiera bianca: vi chiedo solo di non
scomparire e di farmi sapere cosa ne pensate, naturalmente anche i
pareri negativi sono accetti.
Ultima cosa l'aggiornamento della prossima settimana salta
perchè devo mettere la parola FINE all'altra storia. Ci
sentiamo tra due settimane, Paola ;)
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Capitolo 8 *** Malattia ***
Avete
presente quando si hanno così tante cose da fare che alcune
si dimenticano? Perfetto, io ieri ho dimenticato di aggiornare XD
Sono
pessima, ma perdonatemi, giuro che non l'ho fatto intenzionalmente
ç____ç Voi invece siete speciali: mi aspettavo
una pioggia di bandierine rosse e invece le vostre recensioni mi hanno
stupita tantissimo e sono felicissima che continuerete a seguirmi in
questa mia pazzia. Altro motivo di gioia è che con lo scorso
capitolo si sono fatti avanti anche tanti lettori che fino ad ora erano
rimasti nell'ombra: grazie! Voglio solo chiarire che Edward
è gay e morirà gay (tranquille, non nella storia,
di vecchiaia, in un futuro molto lontano) quindi non ci saranno
possibilità di vederlo convolare a nozze con Bella.
Detto
questo vi lascio al capitolo, buona lettura :D
MALATTIA
Mi sveglio
improvvisamente e sento degli strani rumori provenire dal basso. Mi
alzo e con
cautela scendo giù, cercando qualcosa che possa spaventare
l’eventuale presenza
in casa, ma l’unica cosa che trovo a portata di mano
è un ombrello. Vado verso
la cucina, il luogo
da cui provengono i
suoni, cercando di fare il meno rumore possibile: sospiro di sollievo
quando mi
accorgo che è semplicemente Edward che sta mangiando una
tazza di cereali.
“ Ehi che ci
fai qui a quest’ora? ” Bisbiglio per evitare di
svegliare gli altri che dormono
beati.
Solleva la
testa guardandomi incuriosito con i suoi occhioni verdi assonati.
“ Non
riuscivo a dormire, stasera prima di andare a letto ho chiamato mio
padre e gli
ho detto di venire qui domani pomeriggio, ho deciso di dirglielo.
”
“ Ah. ” E’
tutto quello che riesco a dire.
Sono passati
due giorni dalla confessione di Edward e non credevo che prendesse
così presto
questa decisione.
“ Tu cosa ci
fai con quell’ombrello in mano? ” Chiede curioso e
so già che mi prenderà per
pazza.
“ Non ho
trovato altro come arma. ” Infatti mi guarda scettico,
sollevando un
sopracciglio, e io sbuffo.
“ So che non
avrei potuto spaventare nessuno, ma speravo che avessi avuto delle
allucinazioni o che ci fosse un animale. ” Chiarisco, andando
verso lo
sportello della credenza.
“ Che fai? ”
“ Ti faccio
compagnia. ”
Prendo anche
io una ciotola e mi siedo accanto a lui gustandomi i miei cereali al
cioccolato
alle tre del mattino. Rimaniamo per un po’ in silenzio,
mentre lui rigira il
latte nella sua tazza. Sono certa che tra poco vedrò il fumo
uscirgli dalle
orecchie, tanto è nervoso per quello che dovrà
fare tra alcune ore.
“ Edward
stai tranquillo, io sarò con te domani, o sarebbe meglio
dire oggi, visto che
la mezzanotte è passata da un po’, qualunque cosa
accada. ” Riesco a
strappargli un timido sorriso, che però non arriva ai suoi
bellissimi occhi.
“ Grazie
Bella. Non è stata una decisione facile da prendere, ma alla
fine ho capito che
era arrivato il momento e non posso più rimandare.
”
Mi alzo e lo
stringo forte tra le mie braccia: in questi momenti in cui rivela tutta
la sua
fragilità e le sue paure mi fa una tenerezza unica e non
capisco come un tempo
potesse trattarmi così freddamente, lui che adesso
è la persona più dolce di
questo mondo.
E’ arrivato
il tanto temuto momento.
La mattinata
è volata senza che potessi veramente accorgermene: la scuola
ha aiutato a non
pensare, ma il fatto di non aver dormito stanotte mi ha fatto apparire
uno
zombie tutto il giorno. Edward dovrà restituirmi parecchie
ore di sonno una
volta chiusa questa storia.
Carlisle è arrivato
una decina di minuti fa e io sono andata a chiamare Edward dopo aver
chiesto
agli adulti di aspettarci in salotto: sono stranamente stupiti, ma non
hanno
fatto alcuna domanda. Emmett invece è uscito con Rosalie ed
Alice; Edward ha
preferito così, sia perché crede che la piccolina
possa confondersi un po’ le idee
e soprattutto perché teme le reazioni dei nostri genitori e
non vuole che
assista alle urla che probabilmente seguiranno la sua confessione.
Busso alla
sua porta ma la apro senza attendere risposta, so che mi sta
aspettando; lo
trovo che guarda dalla finestra il cielo illuminato dal sole. Si vede
lontano
un miglio che è nervoso, lo capirebbe anche un estraneo. Ha
le spalle
contratte, il respiro leggermente accelerato e i capelli sparati in
ogni
direzione, segno che deve averci passato le mani più volte.
“ Sono tutti
di sotto che ci aspettano, sei pronto? ” Quasi sobbalza
quando gli parlo.
“ Non lo
sarò mai. ” Mi supera, iniziando a scendere le
scale, ma all’ultima rampa si
blocca. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano: Edward solleva lo
sguardo fino
a portarlo nel mio e cerco di trasmettergli la forza di cui ha bisogno.
Prende
un profondo respiro e continuiamo a scendere.
Quando
arriviamo nel salone tre paia di occhi fissano sgomenti le nostre mani
intrecciate: poverini, non sanno che sono completamente fuori strada!
Però ho
quasi paura per papà, è tutto rosso, spero non
gli venga un malore proprio ora.
Edward ed io
ci sediamo di fronte a loro; mio fratello prende un respiro profondo e
poi
inizia a parlare.
“ Noi…io, devo
dirvi una cosa. ” Con questa frase ha catalizzato
l’attenzione di tutti su di
lui, più di quanto già non lo fosse.
Il mio cuore
batte a mille per l’ansia e non oso immaginare quello di
Edward: stringo più
forte la sua mano e lui si volta verso di me, che gli sorrido
incoraggiante.
“ Ok. Non so
come dirvelo in un modo meno scioccante, quindi andrò dritto
al punto: sono
omosessuale. ” La bomba è stata sganciata e ha
fatto più morti del previsto: nessuno
dei tre adulti fiata per dieci minuti buoni, mentre io ed Edward
rimaniamo lì a
torturarci nell’attesa di sapere qualcosa. L’aria
si è come immobilizzata, uno
spesso strato ha avvolto tutti noi, attutendo tutti i rumori e
proiettandoci in
una dimensione quasi surreale, tanto Esme, Carlisle e mio padre sono
rigidi e
fermi, quasi sotto shock.
Stranamente
il primo a rompere il silenzio è Charlie: “
Edward, figliolo, hai avuto un enorme
coraggio oggi a confessarci questa cosa. Posso solo immaginare quanto
sia stato
difficile per te fare ciò e sono quasi sicuro che
c’entri mia figlia in questa
tua decisione. Dal canto mio per me non cambia nulla, il coraggio che
hai
appena dimostrato oggi fa di te un vero uomo, a prescindere dal tuo
orientamento sessuale, quindi per me non c’è
nessun problema. ” Il discorso di
mio padre mi stupisce e non poco: lui ha sempre vissuto a Forks, in
questo
piccolo paesino dove anche un semplice divorzio è visto come
un peccato
capitale, ma forse proprio da lui, che ha sfidato le malelingue con la
sua
convivenza con Esme, una donna sposata e divorziata, e sa cosa vuol
dire essere
additati per strada e sentire bisbigli alle sue spalle per la propria
scelta, non
potevo aspettarmi altro.
“ Grazie
Charlie.”
“ Per così
poco Edward e poi mi hai tolto un grosso peso dallo stomaco, figliolo.
Quando
vi ho visti scendere mano nella mano pensavo vi foste innamorati, ma
considerando che ti piacciono gli uomini starò molto
più tranquillo adesso. Sei
un bravo ragazzo, ma non approfittare della cosa per vedere Bella nuda.
”
“ Papà! ” Urlo
rossa d’imbarazzo, mentre mio padre si avvicina per dare una
pacca sulla spalla
ad Edward.
“ Scherzavo
Bells! ” Ribatte mio padre facendomi l’occhiolino,
e io gli sorrido felice,
perché so che in fondo lo ha fatto per stemperare la
tensione che si è venuta a
creare.
Poi è il
turno di Esme. “
Tesoro mio non mi
aspettavo una notizia del genere. Non so come ho fatto a non accorgermi
di
nulla. Chissà che periodo difficile devi aver passato e io
ho pensato solo a me
stessa: sono una pessima madre. ”
Edward
impiega mezzo secondo ad alzarsi e andare ad abbracciare sua madre per cercare di rasserenarla.
“ Mamma non
te ne saresti potuta accorgere semplicemente perché non
è stato così
traumatico. Certo, mi è pesato non potervi dire niente per
paura della vostra
reazione, ma non devi fartene una colpa, avrei dovuto immaginare che
non
sarebbe cambiato nulla tra noi. ”
“ Infatti è
così figlio mio: tu sarai sempre il mio piccolo Edward.
”
Esme lo
abbraccia e lui ricambia la stretta, per poi lasciarle un tenero bacio
in
fronte e io sono costretta a distogliere lo sguardo, tanto è
intenso il
momento.
Ma la
deflagrazione avviene con Carlisle: la sua risposta fa tremare le
fondamenta
della casa peggio di un terremoto . “ Edward, caro, non
preoccuparti, stasera
stessa contatterò i migliori psicologi del paese, ti
farò guarire da questa
malattia. ” Il suo tono di voce è pacato, calmo,
sembra che stia parlando con
un suo paziente e gli stia spiegando la terapia da seguire per curare
il
raffreddore.
Rimaniamo
tutti impietriti dalla sua affermazione: lui, medico affermato, che
considera
l’omosessualità una malattia?
“ Papà cosa
stai dicendo? ” Edward è sconvolto dalle parole
del padre.
“ E’ mio
dovere di genitore farti passare certe idee dalla testa, per cui
incontrerai
delle persone che ti riporteranno sulla retta via. Anzi, se queste idee
ti sono
state messe in testa da qualcuno ti prego di dirmelo:
contatterò io stesso la
famiglia del ragazzo per far visitare anche lui. ”
A quel punto
non riesco più a trattenermi: so che lui è una
persona più grande, per cui
dovrei portargli rispetto, ma in questo momento non mi importa nulla
della
buona educazione, non quando lui non ha avuto un briciolo di rispetto
verso suo
figlio.
“ Ma come si
permette? Edward è suo figlio e lei non può
trattarlo così! L’omosessualità non
è una malattia e lei che viene considerato un luminare della
medicina dovrebbe
saperlo. Dove ha preso la laurea? Gliel’ha data Topolino?
”
“ Come ti
permetti tu, ragazzina insolente. ” Carlisle si alza dalla
poltrona parecchio
infervorato, per avvicinarsi a me, ma Edward è
più veloce e gli si para davanti
in un attimo.
“ Non la
toccare! Non osare alzare mai più la voce contro di lei,
è chiaro? ”
“ Ragazzino
non parlare così a tuo padre. ”
“ Mio padre?!
Io da adesso non ho più un padre. ” Dicendo
così Edward mi prende per mano e
velocemente facciamo le scale per poi chiuderci in camera sua. Dal
basso si
sentono le urla di Esme e Carlisle, con Charlie che cerca di fare da
paciere, ma
stavolta il medico ha oltrepassato ogni limite. Le parole che ha
rivolto ad
Edward sono state orribili.
Lui è
rannicchiato sul letto e mi da le spalle; mi avvicino lentamente e mi
stendo
dietro di lui. Sentendo il mio corpo premere contro il suo si volta e
affonda
il suo viso nel mio petto, e in breve mi ritrovo la maglietta bagnata
dalle sue
lacrime.
“ Perché? ”
Continua a mormorare e io non capisco a cosa possa riferirsi, se alla
sfuriata
di suo padre o alla sua sessualità.
“ Edward
perché cosa? ”
“ Perché
doveva succedere proprio a me? Cosa ho di sbagliato? Pensavo che per
una volta
nella mia vita stesse andando tutto bene e adesso guarda che casino
è successo.
”
“ Mi
dispiace tanto, è tutta colpa mia. Se non ti avessi spinto a
parlare con i tuoi
tutto questo non sarebbe successo. Credevo di fare il tuo bene,
così ti saresti
sentito più libero e almeno qui a casa non avresti dovuto
fingere e invece ho
combinato un casino.”
“No, Bella
non dire così, tu non c’entri niente. È
tutta colpa mia: se io non fossi nato
sbagliato, adesso i miei non starebbero urlando. ”
Lo stringo
forte a me. “ Edward ascoltami bene: tu non hai nessuna colpa
e non sei
sbagliato. Essere omosessuali non è una malattia, ma
è un diverso modo di amare,
anche se non esiste un modo giusto per amare: l’amore
c’è e basta, non puoi
decidere a chi indirizzarlo, non esiste giusto o sbagliato in amore. Tu
sarai
sempre il solito Edward e
avrai al
fianco un compagno che ti amerà per quello che sei: un
ragazzo dolcissimo che
pensa alla felicità degli altri prima che alla sua.
”
Mio fratello
non risponde, ma si stringe ancora più a me, quasi volesse
scomparire, e rimaniamo
in quella posizione non so quanto tempo: lui rannicchiato contro il mio
grembo
ed io che gli accarezzo i capelli.
Piano lo
sento rilassarsi e il suo respiro
diventa regolare, segno che si è addormentato,
stremato dopo le forti
emozioni che ha provato. Mi lascio andare anche io tra le braccia di
Morfeo, sperando
che presto le cose si aggiustino.
Prudence,
cosa mi dici adesso di Carlisle?
Dunque,
vi dico subito che la ff non sarà sempre così
'allegra' già il prossimo capitolo sarà
più felice e entrerà in scena un personaggio
completamente estraneo alla saga. Come vedete per Carlisle è
stato uno shock scoprire che suo figlio è gay e purtroppo
queste reazioni sono molto più comuni di quanto possiamo
immaginare...Fortuna che c'è Bella a dargli man forte: adoro
il rapporto che c'è tra i due, tutti vorremmo avere un
fratello o una sorella così XD
Bene,
vi rignrazio ancora per il vostro supporto e vi do appuntamento alla
prossima settimana. Un bacio, Paola
|
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Capitolo 9 *** Un nuovo inizio ***
Buon pomeriggio ragazze! Gazie mille per essere ancora qui a sostenermi e supportarmi in questa storia fuori dai canoni :)
Nello scorso capitolo tutte avete odiato Carlisle e non vi posso dare torto, ma ci voleva qualcuno che rispecchiasse un pò la realtà dei nostri giorni, perchè purtroppo queste cose succedono realmente...
Vi lascio al capitolo e alla nuova conoscenza: buona lettura!!!
UN NUOVO INIZIO
Quando la campanella suona tiro un sospiro di sollievo. Mi dirigo verso gli spogliatoi insieme alle altre mie compagne.
“ Dio, menomale che per oggi è finita. ” Sbuffa Angela massaggiandosi il collo.
“ Hai ragione, quella è pazza, non può decidere di farci fare esercizi così complessi senza preparazione. ”
“ Sarà la menopausa a renderla così acida. ”
“ E che scopasse un po’. ” Scoppiamo a ridere con Angela per quella mia battuta: non sono il tipo da usare certi tipi di linguaggio, ma stavolta mi è proprio scappata.
“ Vieni con me in mensa? ” Mi chiede la mia amica dopo esserci rivestite.
“ No, passo un attimo dall’infermeria. Anzi puoi avvisare Edward se dovessi incontrarlo? ”
“ Certo. Ma stai male? Vuoi che ti accompagni? ”
“ No figurati, solo dolori mestruali. Spero abbiano una bustina di oki, altrimenti sopporterò stoicamente. ”
“ Va bene, allora a dopo. ”
Ci salutiamo all’uscita degli spogliatoi e io mi incammino verso l’infermeria.
Quando arrivo trovo un mio compagno, seguiamo insieme il corso di letteratura.
“ Ciao Nate. ”
“ Ehi Bella, anche tu da queste parti? ”
“ Già, dolori mestruali. Tu? ”
“ Mal di testa. Ho chiesto un’aspirina e la signora Cheeps la sta cercando. Anche se avrei bisogno di un estratto di cicuta. ” Dice, lasciando ricadere la testa all’indietro fino a quando non tocca il muro, provocando un sonoro tonfo.
“ Così credo che il mal di testa ti aumenti solo. Ma addirittura la cicuta? Che ti succede? Se posso saperlo…”
“ I miei voti in matematica hanno subito un crollo, quindi o mi ammazzo io o lo farà mia madre. ”
“ Se vuoi posso darti una mano. Neanche Edward, mio fratello, è una cima in matematica, così lo aiuto un po’. Se ti va puoi venire oggi pomeriggio, abbiamo un’altra lezione.”
“ Davvero posso venire? Mi salveresti Bella. ”
“ Sei il benvenuto. ”
POV EDWARD
Mancano due minuti alle quattro e io sto aspettando la mia insegnante privata per la lezione di matematica. Bella è stata categorica: alle quattro devo già essere in salone con i libri aperti, non ammette ritardi o distrazioni. Spero non decida mai di fare l’insegnante, altrimenti poveri alunni!
Mentre aspetto che arrivi apro il quaderno e vedo ciò che mi aspetta oggi: equazioni di secondo grado. Leggo gli appunti ma io non ci vedo altro che x e y attaccate a dei numeri che nella vita di tutti i giorni non mi serviranno a nulla.
Sobbalzo quando suonano alla porta: strano, non aspettiamo nessuno e gli altri non dovrebbero rientrare prima di due ore. Vado ad aprire e nello stesso tempo sento la porta di camera di Bella aprirsi.
“ Ciao, tu devi essere Edward. ” Mi dice il ragazzo che ha suonato.
“ Sì, esatto. Tu sei? ”
“ Nate, sei arrivato! ” Esclama Bella alle mia spalle, invitando il ragazzo ad accomodarsi.
“ Sì, tu sei stata tanto gentile e io non potevo rifiutare un’offerta come questa. ” Risponde un po’ in imbarazzo questo Nate.
“ Bene. Edward non sarai più solo nella tua avventura: ti presento Nathan, un mio compagno di letteratura, anche lui con qualche problemino in matematica. ”
“ Piacere Edward, puoi anche chiamarmi Nate. ” Dice il ragazzo tendendomi la mano, che io prontamente afferro.
“ Piacere mio Nate. Almeno avrò un compagno di sventure, è terribile mia sorella come insegnante. ” Dico, facendogli l’occhiolino e lo vedo stranamente arrossire.
“ Visto che io sono così terribile, sedetevi immediatamente che è già tardi. ” Ci ordina Bella, con un cipiglio che ci induce a non disobbedire ai suoi ordini.
Il pomeriggio trascorre in maniera piacevole, Nate è più indietro di me, quindi Bella è stata con il fiato sul collo su di lui e io ho avuto un po’ più di libertà. Sicuramente lui non la pensa come me: quando vuole mia sorella sa essere veramente pesante, non mi stupirei se lui non volesse più tornare.
“ Bella che ne pensi se facciamo una pausa? Sono due ore che stiamo sui libri, credo che tutti e tre siamo abbastanza stanchi. ” Provo a convincerla, sperando capisca che ha un po’ esagerato con il suo voler fare l’insegnante.
“ Sì, hai ragione Edward. Mi sa che mi sono lasciata prendere un po’ la mano; scusami Nate, sentiti libero di fermarmi ogni volta che vuoi. So che non è facile capire la matematica e non vorrei mai arrivare a fartela odiare. ”
“ Tranquilla, mi stupisco solo che non mi esca ancora il fumo dalle orecchie. Sento le rotelline del mio cervello girare freneticamente. ” Scoppiamo a ridere tutti e tre, Nate è davvero un ragazzo simpatico, chissà se tra lui e Bella possa nascere qualcosa.
“ Benissimo. Allora voi uomini spostatevi pure sul divano, io vado in cucina a prendere qualcosa per fare merenda. ” Mia sorella si dirige in cucina, mentre io faccio segno a Nate di seguirmi in salotto.
“ Wow, chi di voi suona il piano? ”
“ Il sottoscritto. Anche tu sai suonarlo? ”
“ Sì, ma non lo faccio da una vita. ”
“ Se vuoi è tutto tuo, accomodati pure. ”
“ No, grazie. Ho perso l’interesse a suonarlo. ” Sono stupito dalla sua risposta, non sembrerebbe uno che ha perso l’interesse a giudicare dall’aria sognante con cui guarda lo strumento: deve essere successo qualcosa per cui lui non vuole più suonare.
“ Eccomi qui, ho portato un po’ di ciambella che Esme ha fatto stamattina per colazione e del succo di frutta, spero vadano bene. ” Bella è una perfetta padrona di casa.
“ Grazie, ma non dovevi disturbarti. ”
Passiamo un po’ di tempo lì nel salone, chiacchierando e giocando alla playstation e Bella si sente la padrona del mondo quando batte entrambi alla formula uno.
“ E’ stato un pomeriggio davvero divertente! ” Nate sta raccogliendo la sua roba per tornare a casa, abbiamo passato insieme più tempo del previsto, infatti è quasi ora di cena.
“ Quando vuoi rifarlo Nate sappi che sei il benvenuto. ” Dico e Bella accanto a me annuisce sorridente.
“ Grazie ragazzi, per tutto. ”
Lo accompagniamo alla porta e mentre lo salutiamo, noto che una fotografia gli è scivolata dal diario.
“ Nate ti è caduta questa. ” Lo chiamo mentre lo rincorro lungo il vialetto di casa ma le parole mi muoiono in gola quando vedo cosa ritrae la foto: è un Nate di qualche anno più giovane che bacia un ragazzo.
“ Ridammela. ” Nate furioso me la toglie dalle mani. “ Non avevi il diritto di guardarla. ”
“ Nate, io… ” Tento di dire, ma non mi fa finire di parlare.
“ Non fare finta di essere dispiaciuto. Immagino che già domani tutta la scuola saprà la grande novità: Nate, lo studente asociale, è frocio. ”
“ Non lo farei mai, per chi mi hai preso? ” Sto iniziando a scaldarmi anche io e non è un bene.
“ Per un normalissimo ragazzo diciottenne che, come tutti, avrà i suoi pregiudizi. ”
“ Caschi male, Nate, stavolta. Prima di parlare e sputare sentenze faresti bene ad informarti. ” Dico con voce fredda e tagliente che lo fa sobbalzare.
“ Che vuoi dire? ”
“ Che non farei mai una cosa del genere, visto e considerato che sono anche io gay. ”
Lo sguardo di Nate cambia immediatamente: da furioso passa in un attimo a sorpreso e poi addolorato.
“ Scusami, io non volevo dire quelle cose. ”
“ No Nathan, non venirmi a chiedere scusa adesso. A quanto pare i pregiudizi li hai pure tu sugli etero, perché ti assicuro che non avrei detto o fatto nulla anche se non fossi stato omosessuale. Vedi di farti anche tu un bell’esame di coscienza: non si ha sempre ragioni solo perché si è diversi. ”
Senza dargli il tempo di replicare mi volto e mi incammino verso casa, ma lui mi afferra per il braccio.
“ Edward, davvero scusami. Ma il motivo se sono così scontroso con chi non conosco è quella foto. ” Mi volto nuovamente verso di lui e rimango di sasso quando vedo i suoi occhi colmi di lacrime.
“ Nate che… ”
“ Eravamo al primo anno di liceo. Sapevo di essere omosessuale già da qualche anno e non lo avevo detto a nessuno, ma non so come iniziò a diffondersi la voce che lo fossi, forse a causa della mia timidezza oppure perché più di una volta avevo rifiutato la corte di alcune ragazze. Adam si iniziò ad avvicinare a me in quel periodo, prima come amico e poi come ragazzo. Era strano, a volte sembrava avesse paura che io lo toccassi, specialmente quando eravamo in pubblico, ma credevo fosse solo per timore degli insulti che avremmo potuto ricevere. Credevo davvero tanto nella nostra storia, sai per me era la prima e come un idiota credevo potesse durare per sempre. Per i nostri tre mesi insieme avevo composto una melodia al piano: gliela suonai durante l’intervallo, nell’aula di musica della scuola che era deserta a quell’ora. Mi disse che lui non aveva pensato ad alcun regalo, ma avrebbe rimediato subito: mi baciò. Non lo aveva mai fatto prima. Fu veloce, appena uno sfioramento di labbra, come puoi vedere dalla foto, ma per me fu una sensazione meravigliosa, mi sembrava di sognare ad occhi aperti.
Il giorno dopo tutta la scuola era stata tappezzata di volantini con scritto ‘ Un frocio è tra noi’ e questa foto sotto: l’avevano scattata i suoi amici a mia iansaputa. Adam mi aveva solo preso in giro, non era affatto gay, era stata una trovata del suo gruppetto per capire se le voci erano fondate. Dopo un anno d’inferno in quella scuola i miei genitori hanno capito che era il caso di trasferirmi e così eccomi qui.
La foto che hai visto la tengo come memento, per ricordarmi della cattiveria di certa gente. ”
Sono letteralmente sconvolto, la storia di Nathan è incredibile, la gente quando vuole è davvero cattiva.
“ Nate, io… mi dispiace, non trovo le parole per spiegarti quanto schifo possano farmi quei ragazzi. ”
“ Tranquillo. Ci vediamo domani a scuola. ” Fa per andarsene, ma in quel momento mi ricordo che poco fa ha detto che i suoi sarebbero rientrati dopo cena e mi viene un’idea.
“ Ehi, Nate, perché non ti fermi a mangiare con noi? ”
“ No, avete già fatto tanto oggi per me. ” Si gira nuovamente ma io lo afferro per il braccio.
“ Andiamo scemo. ” E lo trascino con me nuovamente verso casa.
Che ve ne pare? Vi piace Nate? Ringraziate con me mikkiko78 che mi ha dato una dritta per inserire le immagini in questo modo e passate a leggere le sue storie u.u meritano davvero!
Ragazzi vi faccio tantissimi auguri di buona Pasqua e mi raccomando, fatevi regalare tante uova di cioccolato che non si è mai troppo grandi per riceverli u.u
Un bacione e alla prossima settimana, Paola |
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Capitolo 10 *** Il ballo di fine anno ***
Salve
gente! Passate bene le vacanze? Avete ricevuto tante uova? Io una sola,
ma mi accontento, alla veneranda età di 21 anni non si
può chiedere di più ;)
Grazie
come sempre per l'appoggio che continuate a dare alla storia ed
è bello che in ogni capitolo un nuovo lettore si faccia
avanti: continuate così :D
Vi
lascio a questo capitolo piuttosto importante per il nostro
protagonista e colgo l'occasione per dirvi, visto che alcune me lo anno
chiesto, che effettivamente non ho pensato ad un eventuale storia di
Bella con qualcuno: la trama dei vari capitoli, ne rimangono solo 4
più l'epilogo, è già definita e non
saprei come inserirvi una sua storia, al massimo se mi verrà
in mente qualcosa farò un missing moment, ma non vi assicuro
nulla XD
La
smetto e vi faccio leggere: buona lettura!!!
IL
BALLO DI
FINE ANNO
“ Cravatta o
papillon? ”
“ Clavatta!
” Esclama convinta Alice, ma aspetto che anche Bella dia il
suo assenso e
quando lo fa, opto per quella.
Sono passati
tre mesi dalla mia rivelazione e adesso mi sembra incredibile trovarmi
nella
stanza con le mie sorelle a scegliere l’abito per il ballo di
fine anno a cui
andrò con il mio quasi ragazzo. Con il tempo il rapporto con
Nate è cambiato,
da amici siamo diventati più intimi e adesso siamo in una
situazione di stallo:
nessuno di noi ha compiuto il passo definitivo per essere
più che amici e credo
che questa sarà la sera decisiva per dare una svolta alla
nostra relazione.
Prendo due
camice dall’armadio e gliele mostro.
“ Blu. ” Risponde
subito Alice e Bella le accarezza la testolina complimentandosi per il
suo buon
gusto.
Metto tutto
quello che ho scelto su una sedia e continuo a fissarlo, per poi
sbottare “ Basta
io non ci vado, rimango a casa. ”
Bella mi
guarda come se avessi detto un’eresia.
“ Alice
tesoro tappati le orecchie per favore. ” Aspetta che mia
sorella faccia quanto
le ha detto e poi sussurra tra i denti “ Edward Cullen sei un
coglione. ”
Io la guardo
stralunato mentre Alice, confusa, si toglie le mani dalle orecchie e
dice “ Cosa
vuol dire coione?”
Bella le
tappa subito la bocca “ Alice ascoltami bene, non devi dire
mai più questa
parola; è cattiva e se la sentono i grandi non avrai
più alcun regalo, capito? ”
Alice annuisce velocemente, mentre dai suoi occhi spaventati traspare
tutta la
sua paura di non avere più alcun regalo per ogni suo
capriccio.
Bella torna
a guardarmi con uno sguardo duro “ Edward hai avuto la
fortuna di trovare una persona
che ti vuole bene, dolce e premurosa. Che studia nella tua stessa
scuola, che
ti ha invitato ad andare al ballo con lui fregandosene di
ciò che potrebbero
pensare gli altri studenti, sapendo bene quanto per lui questo sia
difficile, e
sei ancora qui a farti queste pippe mentali? ”
Sospiro e
annuisco “ Hai ragione. Forza uscite che mi vesto.
”
Tutte e due
fanno un urletto eccitato e scendono giù dal letto,
scoccandomi un bacio
ciascuno sulla guancia e correndo in camera di Bella: anche lei deve
prepararsi.
Ma prima che
escano Alice chiede ingenuamente: “ Eddy ma sei fidanzato?
” La sua domanda mi
manda in crisi, lei ancora non sa nulla di Nate, prima di parlargliene
voglio
essere sicuro dei nostri sentimenti.
“ Vedi
Alice, c’è questa persona speciale per me e
stasera abbiamo un appuntamento
importante. Non so ancora bene quello che succederà, ma ti
prometto che te la
presenterò presto se le cose andranno bene. ”
“ Va bene. ”
E vanno via così che finalmente io possa vestirmi.
Nei miei
diciotto anni di vita non avrei mai creduto possibile che il ballo di
fine anno
mi avrebbe provocato tutta quest’ansia: invece eccomi qui, un
fascio di nervi
pronto ad esplodere da un momento all’altro. Il ballo di fine
anno è une delle
tappe fondamentali nella vita di un ragazzo, qualcosa che ti ricorderai
per
sempre insieme al giorno del diploma o quello della laurea; per molte
ragazze è
secondo solo al giorno del matrimonio: già dal primo giorno
di scuola pensano a
che tipo di abito indossare e che acconciatura fare, mentre i ragazzi
si
preoccupano di accalappiarsi la ragazza più carina.
Io non ho
nemmeno questo problema, visto che sono stato invitato ma lo stesso
l’ansia mi
sta divorando. Metto un po’ di musica per rilassarmi, ma
anche quella stasera
non serve a molto; credo che neppure le ragazze siano tanto nervose ed
eccitate
quanto lo sono io in questo momento. Sono incapace perfino di fare il
nodo alla
cravatta tanto mi tremano le mani.
“ Posso? ”
Sobbalzo sentendo la voce di mia madre, non l’avevo sentita
entrare.
“
Certo. Ah, non riesco a mettermi questa dannata
cravatta. ” La lancio sul letto e sbuffo guardandomi allo
specchio. Vedo mia
madre avvicinarsi con quell'accessorio infernale in mano.
“ Lascia fare a me. E poi se chiudi l'ultimo bottone della
camicia ti verrà più
facile. ” Mi affido alle mani esperte di mia madre e nel giro
di due minuti
sono pronto.
“ Sei bellissimo tesoro. ” Mi dice continuando ad
osservarmi tramite lo
specchio.
“ Perché io invece ho l'impressione di fare
schifo? ”
Mia madre ride. “ Mi stupirei se fosse il contrario.
”
“ Che intendi? ”
“ Edward questo è il ballo di fine anno, che
già di per se manda in
fibrillazione tutti i ragazzi: i maschi perché sanno che
è un'ottima occasione
per rimorchiare e le ragazze perché sperano di incontrare il
principe azzurro.
Per quanto riguarda poi le coppie è ancora più
emozionante perché
un'apparizione pubblica del genere serve a sancire la loro unione
davanti al
corpo studentesco che a volte è peggio della più
temibile delle suocere. ”
Ridiamo insieme per quella sua battuta. “ Edward, vai
tranquillo, ho capito che
c'è qualcuno d'importante che ti aspetta, tu pensa solo ad
essere te stesso,
vedrai che questo qualcuno non ci metterà troppo a
capitolare. ”
“ Grazie mamma e ti prometto che presto, se le cose andranno
bene stasera, te
lo presenterò. ”
“ Adesso finisci di prepararti, ti aspetto di sotto.
”
“ Grazie mamma. ” Le do un bacio in fronte e lei mi
accarezza dolcemente il
viso per poi lasciarmi solo.
Quando
scendo di sotto, naturalmente Bella non è ancora pronta: le
donne, perché ci
mettono sempre tanto?
Dopo una
decina di minuti sento la porta aprirsi e un terremoto mi annuncia che
sta
scendendo Alice.
“ Chiudete
tutti gli occhi, fozza! ” Ordina a me, mamma e Charlie, che
siamo tutti riuniti
in salotto. Facciamo come ci dice e lei urla “ Bella puoi
scendele e voi non
guaddate. ”
Dopo qualche
secondo si sente distintamente il rumore di tacchi che scendono i
gradini e poi
Alice urla con la sua voce squillante “ Ora potete aprire gli
occhi. ”
Noi facciamo
come dice e tutti rimaniamo senza fiato: Bella è
meravigliosa con il suo abito
blu scuro, lungo fino ai piedi, e i capelli raccolti. Non indossa
gioielli, ma
solo un semplice bracciale e il trucco tende a valorizzare i suoi
bellissimi
occhi. Mia madre e suo padre la riempiono di complimenti e lei si
imbarazza; decido
quindi di salvarla, dicendo che è tardi e la porto fuori.
“ Grazie. ”
Mi dice mentre entriamo in macchina.
“ Prego, ma
comunque avevano ragione, sei stupenda. ” E nuovamente le sue
guance si
imporporano. E’ una ragazza davvero deliziosa Bella, vera e
sincera come poche
ne sono rimaste, di quelle che non pretendono niente di speciale e si
stupiscono con poco, che sono felici anche per un semplice fiore: per
questo
non riesco a capire il motivo per cui non abbia ancora trovato un
ragazzo, se
non fossi stato gay e oltretutto suo fratello ci avrei già
provato.
Il viaggio
in macchina trascorre silenzioso, ognuno è perso nei proprio
pensieri. Quando
arriviamo nel parcheggio della scuola noto che Nathan è
già arrivato.
“ Va da lui
e divertiti. Non pensare a me, ci rivedremo qui verso mezzanotte come
stabilito
ok? ”
“ Va bene, ma
se hai bisogno di qualcosa chiamami al cellulare. ” Scendiamo
entrambi e vedo Bella
salutare con la mano Nate, mentre si dirige verso l’ingresso
della palestra, io
invece mi avvicino a lui.
“ Ciao. ” Diciamo
all’unisono e sorridiamo imbarazzati.
“ Ti va di
entrare? ” Gli chiedo ma lui fa cenno di no con la testa
“ Pensavo di
passeggiare per il bosco qui dietro. Giuro che non voglio assalirti, ma
dentro
la musica è alta e non potremmo neppure parlare. ”
“ Mi fido di
te, quindi è ok. ” Gli rispondo e iniziamo a
camminare. Le nostre mani si
sfiorano più di una volta e ogni volta un brivido mi
percorre la schiena: alla
fine è lui a prendere la mia e intrecciarla con la sua. Lo
guardo e gli
sorrido: non so se per lui è lo stesso, ma è come
se questo contatto mi avesse
riscaldato il petto, sento un calore piacevole invadermi.
Parliamo del
più e del meno e finalmente scopro come lui ha capito di
essere omosessuale: si
era innamorato dell’ex fidanzato della sorella; per lui era
difficile
nascondere l’effetto che gli faceva il tizio, temeva di
mancare di rispetto a
sua sorella, infatti non ha mai raccontato alla sua famiglia il vero
motivo che
lo ha portato a scoprire di essere gay.
Ci fermiamo
vicino ad uno spiazzo da cui è possibile ammirare la luna.
“ E’
bellissima. ” Sussurra Nathan, quasi a non voler rompere quel
silenzio magico
che ci avvolge.
“ Già. ” Dico
voltandomi a guardarlo e il respiro mi si ferma in gola: anche lui
è voltato
verso di me e siamo vicinissimi, i nostri nasi quasi si sfiorano e gli
occhi di
entrambi sono persi a contemplare l’uno il volto
dell’altro. Lentamente le
nostre palpebre si abbassano e i nostri volti si avvicinano, spinti da
una
forza sconosciuta.
“ Non
dovresti baciarmi a mezzanotte e con la luna. ” Sospiro,
senza aprire gli occhi.
“ E chi lo
dice? ” Sussurra lui di rimando, inebriandomi con il suo
alito che fa fremere
la mia lingua.
“ Una
canzone che ho ascoltato una volta, dice che non bisogna fidarsi dei
baci dati
a mezzanotte e con la luna piena. ”
“ Primo la
luna stasera non è piena; secondo manca un po’ a
mezzanotte; terzo sta zitto e
fatti baciare. ” E così dicendo pone fine alla
distanza tra le nostre labbra. E
quando finalmente ci baciamo, sembra non esserci più nulla
attorno a noi. Solo
quel contatto tra le nostre bocche sembra esistere. Le
nostre lingue si esplorano, prima quasi
timorose, poi sempre più audaci. È un bacio
tenero, adorante, fatto per
conoscersi e scoprirsi, non c’è fretta, siamo solo
noi in questo momento: il
tempo sembra fermarsi, il mondo sembra smettere di girare e il mio
cuore fa un
balzo nel petto, per poi accelerare come volesse volarmi via.
Quando ci
stacchiamo abbiamo entrambi il respiro corto e nessuno dei due parla
per un
po’, ma il sorriso di Nate rispecchia perfettamente il mio e
allora so che non
c’è niente di sbagliato in quello che sta
accadendo, che pure io ho diritto
alla mia felicità e nessuno potrà portarmela via.
Sobbalziamo
entrambi quando sentiamo il rumore di un ramo spezzato e ci voltiamo
verso la
fonte del suono: con la testa bassa e, posso scommetterci, le guance
rosse,
Bella si dondola sul posto.
“ Scusatemi,
giuro che stavo andando via, non volevo interrompervi. Solo, ecco, io
mi sono
preoccupata non vedendovi entrare, temevo che qualcuno avesse potuto
farvi del
male. ”
Io sono
totalmente in imbarazzo, non so che fare, ma a quanto pare Nathan non
la pensa
come me: scoppia a ridere e velocemente si avvicina a Bella; con due
dita la
costringe a sollevare il suo viso e poi le dice “ Sei
veramente carina a
preoccuparti per noi. Ma hai un fratello testardo e ci ho messo una
vita per
riuscirlo a baciare. È tutta colpa sua se ti sei
preoccupata. ” Ed entrambi
sorridono, mentre io mi accorgo di aver fatto la figura del cretino con
lui e
adesso vorrei che una voragine si aprisse sotto di me.
“ Scusami
Nathan mi sono comportato da stupido con te. ” Lui
velocemente si volta nella
mia direzione e incatena i suoi occhi con i miei, prendendomi le mani
tra le
sue.
“ Edward io
capisco che tu hai paura, ma devi dirmelo. Solo se parliamo e chiariamo
le cose
insieme potremo andare avanti, altrimenti è meglio finirla
qui, prima di farci
seriamente del male. Non voglio più stare male, ho
già sofferto abbastanza.”
Le sue
parole fanno male, sono dure, ma ha perfettamente ragione. Lui sa cosa
vuol
dire essere ingannati dalla persona in cui si ripone la propria fiducia
e il
proprio affetto e io non voglio comportarmi allo stesso modo, non dopo
quello che
è successo stasera e non dopo che ho capito che i miei
sentimenti per lui sono
più profondi e sinceri di quanto pensassi.
“ No, io
voglio stare con te. Mi piaci, sei una delle persone più
belle che abbia mai
conosciuto, sei solare e sento che mi completi. Non voglio buttare al
vento
questi mesi passati con te, sarebbe come lasciare andare una parte
importante
di me. Tu mi sei entrato dentro, da quella volta in cui mi hai urlato
contro ho
capito che tu avresti fatto parte della mia vita: pensavo come un
amico, ma le
cose si sono evolute e a me va benissimo così. Ti prometto
che d’ora in poi
farò di tutto per farmi perdonare e capire da te: siamo una
coppia e i problemi
si affrontano insieme, no? ”
“ Una
coppia? ” E’ la prima volta che ci diamo una
definizione, sicuramente lo ha
stupito il fatto che sia stato io a farlo, visto che dei due sono
sempre stato
il più insicuro fino ad ora. I suoi occhi brillano per la
felicità anche alla debole
luce della luna e so con certezza che farò di tutto per
vedere sempre questo
sfarfallio in loro.
“ Una coppia.
” Sentenzio e faccio nuovamente avvicinare le nostre labbra,
in un bacio appena
accennato, ma dolce, che serve per creare le fondamenta alla nostra
unione.
Ok,
spero di non aver scandalizzato nessuno e che il capitolo vi sia
piaciuto. Non ho molto altro da aggiungere, le parole adesso spettano a
voi ;) Un bacio e a sabato prossimo, Paola
|
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Capitolo 11 *** Visite e presentazioni ***
Buongiorno
ragazze! La scorsa settimana vi ho lasciato a bocca asciutta ma non
perchè mi sia dimenticata di postare, semplicemente ho
deciso di pubblicare la mia prima oroginale: E poi all'improvviso sei
arrivata tu, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1035868&i=1, se qualcuno
volesse farsi un giro è il benvenuto ;)
Avevamo
lasciato Edward e Nate alle prese con il ballo di fine anno e con la
loro sospirata unione, oggi li ritroveremo a compiere un altro passo
importante come coppia ufficiale.
Buona
lettura ;)
VISITE E
PRESENTAZIONI
“ E Bella
per inseguire il coniglietto è caduta nella piscina!
”
Tutti
scoppiano a ridere alla fine del racconto di mio padre, mentre io lo
fulmino con
lo sguardo, ma alla fine mi unisco pure io alle loro risate. Siamo
tutti in
cucina per un pranzo in famiglia e con noi c’è
anche Nate.
E’ la
seconda volta che Edward porta Nathan a pranzo da noi:
all’inizio lo ha
presentato come un nostro amico di scuola ma, ovviamente, né
Esme né Charlie ci
avevano creduto, visto che non è mai successo che
invitassimo ragazzi a pranzo
e soprattutto di domenica; qualche giorno dopo si è convinto
a confessare che
era in realtà il suo ragazzo ed Esme ha quasi pianto per la
gioia.
Così eccoci
qua al secondo invito a pranzo che funge da pranzo ufficiale, di
presentazione
se così si può dire. Nonostante stiano insieme da
circa sei mesi le cose tra
loro sembrano abbastanza serie: spesso li ho colti a guardarsi negli
occhi, come
se fossero impegnati in un dialogo mentale, che solo loro possono
capire. E’
incredibile l’intensità del loro rapporto,
sembrano due anime affini nel cui
destino era già segnato che si dovessero incontrare. Un
giorno spero anch’io di
incontrare un uomo così.
“ Papà
gentilmente puoi finirla di mettermi in imbarazzo davanti a tutti?
” Dico
piccata.
Lui mi
sorride e si sporge sul tavolo per accarezzarmi la testa. “
La mia bambina odia
essere al centro dell’attenzione. ” E
giù altre risate. Ma si è per caso ubriacato?
“ Perché vi
state divertendo a metter me in imbarazzo? Non dovrebbe essere Edward
quello
preso di mira visto che siamo qui per conoscere Nate? ”
Ribatto facendo finta
di essere seccata.
“ Sorellina
mia, il problema è che non c’è nulla da
dire su di me: sono sempre stato
perfetto sin da piccolo.” Risponde sfrontato mio fratello,
scatenando di nuovo
le risate dei miei famigliari.
Non ho il
tempo di ribattere come vorrei perché la piccola Alice
scende giù dalla sua
sedia e va da Nathan, tirandogli la manica della camicia per attirare
la sua
attenzione. Quando lui si volta lei gli regala un sorriso a trentadue
denti e
poi esclama “ Tu scei bellittimo. Vuoi essele il mio plincipe
azzulo? ”
Tutti
sgraniamo gli occhi gli occhi alla sua richiesta e il povero Nate si
gira verso
di noi a chiedere aiuto.
“ Lei non sa
nulla? ” Chiede e Alice, a cui non sfugge niente nonostante
sia piccola, ribatte
“ Cosa non so? ”
Edward fa un
cenno ad Esme, la quale annuisce: ecco giunto il momento della
rivelazione ad
Alice.
“ Vieni qui
piccoletta. ” Edward la prende in braccio e la fa sedere
sulle sue gambe, poi
prende una mano di Nate tra le sue.
“ Vedi
Alice, Nathan non può essere il tuo principe azzurro
perché è il mio. A volte
capita che due maschi si innamorino perché sono speciali e
così è successo a me
e Nate, lo capisci? ”
Alice sgrana
gli occhi felice “ Vuol dile che siete magici? Come gli
spesalisti? ”
“ No amore,
siamo solo speciali ma chi sono quei tizi? ” Le chiede
curioso Edward.
“ I
fidanzati delle Winx! Ma lo potto dire a quella antipatica di Giulia
che ho due
flatelli speciali? ”
“ Va bene, ma
perché due fratelli speciali? Emmett non mi sembra tanto
speciale. ” Sghignazziamo
tutti alle parole di mio fratello, mentre il diretto interessato non
sembra
pensarla allo stesso modo.
Alice appena
si riprende dal suo eccesso di risate batte ad Edward una mano sulla
spalla. “
Che sei cemo Edward. Nate è il tuo plincipe azzulo quindi
anche lui è mio
flatello. ”
Adesso tutti
la guardiamo ammutoliti; il primo a riprendersi è proprio
Nathan.
“ Sai Alice,
sei proprio una bambina intelligente. E ti prometto che se Edward mi
farà
arrabbiare, diventerai tu la mia principessa.” Alice urla
felice, gli scocca un
bacio sulla guancia e poi corre di là urlando che deve
andare a giocare.
Nel
pomeriggio riceviamo una visita inaspettata: Carlisle.
Quando Charlie ci avvisa del suo
arrivo, Edward si rifiuta di scendere, invece io vado, sono curiosa di
sapere
cosa ci dirà e non voglio passare per maleducata.
“ Salve Carlisle. ” Saluto
entrando nel soggiorno.
“ Ciao
Isabella, Edward? ” Si aspettava forse che suo figlio lo
ricevesse a braccia
aperte dopo quello che gli ha detto?
“ Non è
voluto scendere. Sai, dopo il modo in cui l’hai trattato
l’ultima volta… ” Lascio
volutamente la frase in sospeso, ma nei suoi occhi non
c’è un minimo di rimorso
o imbarazzo.
“ Saresti
così gentile da andarlo a chiamare? ”
Stavo per
rispondergli a tono, ma proprio la voce di Edward mi interrompe:
“ Non c’è
bisogno, grazie Bella.”
Mi volto
verso le scale e noto con piacere che accanto a lui
c’è Nate e i due si tengono
per mano. Con la coda dell’occhio noto Carlisle deglutire a
vuoto, assottigliare
lo sguardo e
stringere le mani in pugni
fino a farsi sbiancare
le nocche.
“ Papà lui è
Nathan, il mio ragazzo. Nate lui è mio padre. ”
Mio fratello fa le
presentazioni del caso, solo che non credo verranno apprezzate.
“ E’ un
piacere conoscerla dottor Cullen. ” Dice il mio amico e gli
allunga la mano per
stringerla, ma Carlisle la guarda quasi con disgusto e risponde
“ Vorrei che
fosse lo stesso per me ma non è così. ”
E poi, rivolgendosi al figlio “ Così
lui sarebbe la causa della tua uscita di testa? ”
Edward lo
guarda con disprezzo “ Se credi che Nate sia solo un
passatempo o che il mio
essere omosessuale funzioni ad intermittenza, ti sbagli di grosso
papà. ” Dice,
sputando tra i denti l’ultima parola.
“ Io… io non
ti riconosco più! Dov’è finito mio
figlio, quello che da piccolo diceva di
voler essere come me, di voler diventare un bravo medico? ”
“ E’ sempre
qui davanti a te, solo che adesso non voglio più diventare
come te. Papà io ti
ho sempre difeso, anche quando tu non c’eri mai
perché eri sempre a lavoro; io
pensavo che in quel
momento tu stessi
salvando delle vite ed ero orgoglioso di essere tuo figlio. Quando tu e
mamma
avete divorziato neppure in quel caso sono riuscito ad odiarti. Ma ora
sì. Ora
mi hai profondamente deluso, perché se non accetti questo -
e dicendo ciò
solleva la sua mano intrecciata a quella di Nate - Per me puoi anche
dimenticarti di avere un figlio. Tu non sei più mio padre.
” Ed esce
velocemente dal salone dirigendosi verso la sua stanza, seguito a ruota
da
Nathan, e sbattendo violentemente la porta alle sue spalle. Sentendo il
botto
della porta, in salone accorrono Charlie ed Esme e la scena che si para
loro
davanti è surreale: io completamente attonita per le parole
di Edward, Carlisle
sul divano, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani tra i
capelli: sembra,
o forse lo è, l’immagine della disperazione. Esme
fa per avvicinarsi ma Charlie
la blocca per un braccio e va lui verso l’ex marito della
donna, sedendosi
accanto.
“ Posso
dirti una cosa? ”
Carlisle lo
guarda di sottecchi e fa cenno di sì con la testa.
“ Conosco
tuo figlio da quasi tre anni ormai e convivendo con lui da un anno ho
imparato
a conoscerlo ancora meglio. Edward è un ragazzo come pochi:
è dolce, premuroso,
gentile con tutti e si fa in quattro per questa famiglia. Tu dici che
non lo
riconosci più, ma se guardi bene lui non è mai
cambiato. È sempre lo stesso
ragazzo, con gli stessi sogni e la stessa voglia di voler diventare
medico che
aveva qualche anno fa. L’unica cosa diversa è la
sua felicità: da quando ha
confessato di essere gay è più sereno e ora con
Nate è l’immagine della
felicità. Non lasciare che le tue paure sgretolino il
rapporto che hai con tuo
figlio, non ne vale la pena. ”
“ Tu come
avresti reagito se fosse stata Bella a dirti che si è
innamorata di una donna?
” Controbatte Carlisle.
“
Sicuramente mi lascerebbe stupito la cosa, non me lo aspetterei. Ma se
vedessi
negli occhi di Bella la stessa luce che c’è in
quegli di Edward da quando ha
conosciuto Nate, non potrei che essere felice per lei e accetterei
chiunque mi
portasse, anche un marziano. ”
Charlie
riesce a strappare un piccolo sorriso a Carlisle, mentre io e Esme
siamo
commosse per le parole di mio padre: ho sempre saputo che mi vuole un
bene
dell’anima ma ora so che cosa sarebbe disposto ad accettare
pur di vedermi
felice.
“ Forse è il
caso che ci vada a parlare, vero? ” Non riesco a credere che
Carlisle abbia
realmente pronunciato quelle parole.
“ Mi sa di
sì. ” Risponde mio padre, sorridendogli
leggermente per incoraggiarlo. Carlisle
si alza, si liscia i pantaloni, forse per prendere un po’ di
coraggio, e si
dirige sopra.
“ Grazie. ”
Esme si siede sulle gambe di mio padre, cingendogli il collo con le
braccia e
baciandolo sulle labbra, e capisco che è arrivato il momento
di togliere il
disturbo.
POV EDWARD
“ Che ti
avevo detto Nate? Non è cambiato nulla da sei mesi fa.
”
“ Io… Mi
dispiace Edward, credevo che conoscendomi le cose potessero cambiare.
”
“ La cosa
che mi fa più rabbia è che lui è un
uomo di scienza, non un uomo qualsiasi. È
considerato un luminare, dovrebbe avere una mentalità aperta
e invece si sta
dimostrando la persona più ottusa che abbia mai conosciuto.
” L’incontro di
oggi con mio padre si è rivelato un altro buco
nell’acqua e la situazione sta
diventando insostenibile; il fatto poi che abbia praticamente ignorato
Nate e
lo abbia trattato quasi si trattasse di un lebbroso mi ha fatto
irritare
parecchio.
Veniamo
interrotti da qualcuno che bussa alla porta.
“ Avanti. ”
Dico e rimaniamo di sasso quando mio padre fa il suo ingresso nella
stanza: io
sollevo il capo dal petto di Nate e lui smette di carezzarmi i capelli,
fermandosi con la mano a mezz’aria.
“ Possiamo
parlare Edward? ” Chiede mio padre gentilmente e io non so
cosa fare.
Nate si
solleva dal letto e mi prende il viso tra le mani. “ Vi
lascio soli, ti chiamo
dopo, ok? ” Annuisco e lui mi posa un tenero bacio sulla
fronte per poi uscire
dalla mia camera, non prima di aver salutato gentilmente mio padre.
Nella stanza
scende un silenzio surreale, che fa quasi più rumore dello
sparo di un cannone:
nessuno dei due parla e di certo non sarò io a cominciare,
visto che è venuto
lui a dirmi che aveva bisogno di parlarmi.
Carlisle, le
mani in tasca, inizia a passeggiare per la stanza per poi fermarsi
davanti la
finestra e osservare il bosco che circonda la nostra casa.
“ Un padre
non dovrebbe fare disparità tra i propri figli, ma io per te
ho sempre avuto un
occhio di riguardo. Sei sempre stato il più simile a me,
quello a cui, se mai
l’avessi avuta, avrei affidato l’azienda di
famiglia: Emmett ha sempre
sospettato una cosa del genere e da piccolo era veramente geloso di te,
ma poi
gli è passata, quando ha capito che lui non era fatto per le
responsabilità.
Io mi sono
sentito tradito da te, perché prima mi hai sempre confessato
tutto e ora invece
ci siamo allontanati. ”
“ Mi vuoi
dire che è solo perché non ti ho detto nulla
prima che hai reagito in quel
modo? ” Lo interrompo, sperando che la sua non sia una
risposta affermativa,
perché sarebbe veramente da bambini il suo comportamento.
“ No, o
meglio non solo. Tu mi hai messo allo stesso livello di Charlie in
quella
occasione e poi io mi sento responsabile del tuo essere diverso: magari
se non
ti avessi abbandonato, se non fossi stato tanto assente, non sarebbe
successo
ciò. ”
“ Sai papà,
puoi anche usare la parola omosessuale, non lo diventi dicendolo. E poi
ti
assicuro che non sarebbe cambiato nulla, la mia sessualità
non c’entra nulla
con te, ma se ti da tanto fastidio puoi andartene, mi
abituerò alla tua
assenza. ” Stringo forte la mascella per ricacciare dentro le
lacrime, non
voglio che mi veda piangere, non voglio dargli anche questa
soddisfazione.
“ Io non ho
intenzione di rinunciare a te. Tu sei mio figlio e Dio solo sa quanto
ti amo.
Ti chiedo solo un po’ di tempo per accettare il tuo ragazzo:
un conto è sapere
che tuo figlio è gay, un conto è vederlo in
atteggiamenti intimi con un altro
ragazzo. ”
“ Papà tu
stai solo girando intorno alla questione senza affrontarla: se accetti
che io
sono gay devi accettare anche Nate, io lui non lo lascio. ”
Chiarisco. “ Se è
di tempo che hai bisogno aspetterò, ma non lo
farò in eterno, perché se è vero
che mi ami tanto dovresti essere solo contento per la mia
felicità. ”
“
Ma davvero non ti danno fastidio i commenti della
gente? Il fatto che appena passiate per strada la gente vi indichi?
”
“
Papà dimmi la verità, sei preoccupato
perché da fastidio a noi o a te? Io e
Nate siamo bene così: l'altra sera anche il reverendo Weber,
alla festa di
compleanno di sua figlia, ci ha dato la sua benedizione,
perché ha visto che
siamo felici e si è reso conto che tutto sommato se il
Signore ha voluto
così un motivo a lui noto ci sarà e
noi non siamo nessuno per contraddirlo. E comunque benedizione divina o
meno io
e Nate ce ne freghiamo altamente di quello che pensa la gente: se lo
fanno è
perché le loro vite sono tanto miserevoli e
poco interessanti e a quanto pare anche la tua papà se hai
tempo di stare
dietro a loro. ”
Esco dalla
stanza lasciandolo da solo; credevo che fosse venuto lì per
chiarire, invece
senza rendersene conto non ha fatto un solo passo avanti.
Aspetterò, perché non
voglio perdere mio padre, ma non mi ho intenzione di cambiare per
piacere a
lui.
Se il
discorso di Carlisle vi sembra confuso e senza senso avete ragione: ho
cercato di immedesimarmi in lui e nella sua paura di non voler perdere
Edward, ma nello stesso tempo di non riuscire ad accettarlo
omosessuale, e questo è quello che è venuto fuori.
Siamo
agli sgoccioli ormai, ma questo non vuol dire che dovete abbassare la
guardia... Ci risentiamo tra dieci giorni, così ho il tempo
di aggiornare anche l'orginale, un bacio, Paola
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Capitolo 12 *** Alice e Jasper ***
Bun
pomeriggio a tutte! Scusate enormemente per il ritardo, ma mi
servirebbero giornate di 48h in questo periodo per stare dietro a
tutto. Grazie mille a chi continua a seguirmi in questa storia che sta
ormai volgendo alle battute finali: godetevi questo capitolo che
è il terz'ultimo.
Niente
note finali perchè sono anche adesso di fretta XD Un bacio e
appuntamento tra 15 giorni, scusate ma non riesco ad aggiornare prima.
ALICE E JASPER
Spaparanzato
sul divano aspetto che Alice e Bella
scendano per andare insieme al parco e inganno l'attesa facendo zapping
alla
tv. Vengo distolto dalla mia attività dalla vibrazione del
mio cellulare, segno
che è arrivato un messaggio e sorrido quando vedo il
mittente.
< Ciao
amore, che fai? >
Digito
velocemente una risposta.
<
Ehi! Sto aspettando le mie sorelle per
andare al parco, tu? >
Pochi
secondi e arriva la sua risposta
< Uffa,
volevo chiederti se venivi a farmi compagnia, devo fare da baby sitter
a
Jasper...>
Mi
ci vuole un secondo per trovare una soluzione al
problema
< Venite al
parco con noi, così finalmente Jasper ed Alice si
conosceranno. >
< Ti rendi
conto che se quei due andranno d'accordo sarà un suicidio?
>
Rido,
ha ragione ma in tre riusciremo a tenergli testa.
< Ho voglia
di vederti, vedrai che ce la caveremo. >
< Ok ;) >
Mai
risposta mi ha reso più contento.
“ Siamo plonte! ” Urla Alice scendendo di corsa le
scale.
“ Finalmente, muovetevi che avremo compagnia. ”
Dico, alzandomi dal divano e
stiracchiandomi per bene.
“ Sì? Chi verrà? ” Chiede
Bella, anche se secondo me sa già la risposta.
“ Nate con Jasper, il suo fratellino più piccolo.
”
“ Yuppie, avrò un nuovo amichetto! ”
Dice mia sorella, convinta che quel povero
bambino diventerà il suo schiavetto, visto che la sua idea
di amico maschio al
momento è questa e tutto sommato mi va bene.
Usciamo di casa e ci mettiamo un'infinità ad arrivare al
parco visto che ogni
tre passi Alice pretende che noi la solleviamo in aria per farla
volare. Alla
fine i miei muscoli urlano pietà e anche quelli di Bella a
giudicare da come si
massaggia il braccio.
Alice fa qualche passo indietro per prendere la spinta e
inizia a
cantilenare “ Vola, vola, vola. ” Ma stavolta
l’aeroplano non decolla.
“ Basta
Alice, siamo stanchi io e Bella. E poi siamo arrivati e siamo pure in
ritardo.
” Sbotto, ma me ne pento subito quando la vedo diventare
triste e lasciare
subito la mia mano per sporgere poi le braccia verso mia sorella che la
prende subito
in braccio.
“ Dai
piccolina, non fare così, andiamo a cercare Jasper e Nate.
” Le dice e in
silenzio ci incamminiamo verso le scivole. Passa qualche minuto e poi
li
scorgiamo mentre il mio ragazzo fa fare l’altalena a suo
fratello.
Aumento il
passo e gli vado incontro.
“ Ciao. ”
Gli sussurro all’orecchio per poi lasciargli un bacio dietro
il lobo: in
pubblico ci limitiamo sempre nelle effusioni, consci che potrebbe dar
fastidio
a qualcuno, soprattutto in un luogo come il parco frequentato da tanti
bambini.
“
Buongiorno. Avete impiegato un po’ per arrivare. ”
“ Non dirlo
a me, Alice non la smetteva più di voler saltellare e
così abbiamo impiegato
più tempo del previsto. Adesso è pure offesa con
me perché l’ho rimproverata. ”
“ Vedrai che
le passerà non appena inizierà a giocare.
” Mi dice Nate, facendomi
l’occhiolino e afferrando al volo Jasper e insieme ci
dirigiamo verso Bella e
Alice.
Jasper si
avvicina a loro e Bella si abbassa un po’ per arrivare alla
sua altezza.
“ Ciao
piccolo, io sono Bella e questa bimba è Alice. ”
“ Ciao, io
sono Jasper. ” Il bambino gira intorno a loro fino a portarsi
davanti al viso
della mia piccola sorellina, ma lei lo nasconde nell’incavo
del collo di Bella.
“ Perché fa
così? ” Chiede lui.
“ E’ un po’
capricciosa. ” Rispondo io e mi becco
un’occhiataccia da Isabella, sicuramente
non vuole che stuzzichi troppo la piccoletta.
Jasper si
guarda intorno e poi si china per raccogliere uno di quei fiori che
assomigliano
a piccole margherite e crescono spontaneamente nei prati e lo avvicina
al viso
di Alice.
“ Tieni.
Vuoi venire a giocare con me? ”
Alice
sbircia con un occhio solo in direzione del piccolo, poi afferra la
margheritina e sgambetta per farsi mettere giù da Bella.
“ Andiamo. ”
Dice e afferra il piccolo per mano e insieme scappano verso le altalene.
“ Nate per
caso tuo fratello ci sta provando con la mia sorellina? ”
Chiedo sospettoso.
“ Dai
Edward, hanno tutti e due quattro anni, cosa pensi possano combinare?
” Ride
Nate.
“ Possono già
baciarsi, lei lo ha fatto. ” Dico indicando Bella e poi
correndo verso i due
bambini per raggiungerli.
POV BELLA
Io e Nate
rimaniamo sconvolti nel vedere Edward correre dietro i bambini.
“ Ma non
credi stia esagerando un pochino? ”
“ Nate
lascia perdere, per la tua sanità mentale non cercare di
capirlo, non ci
riusciresti. ”
Ci sediamo
sull’erba all’ombra di un albero, osservando quei
tre fare l’altalena: Alice e
Jasper sono sopra, mentre Edward spinge un colpo l’uno e un
colpo l’altra,
perfettamente coordinato.
“ Ma davvero
hai baciato un bambino all’asilo? ”
“ Cielo, se
sapevo che Edward un giorno avrebbe usato contro di me questa storia
non glielo
avrei raccontato. Sì è stato il mio primo e
ultimo bacio finora; che poi
chiamarlo bacio è un’esagerazione e per di
più subito dopo sia io che il
bambino a cui l’ho dato ci siamo puliti la bocca schifati
come se avessimo
baciato una lumaca bavosa. ” Scoppiamo a ridere come dei
pazzi, Nate
addirittura si tiene la pancia per quanto i singhiozzi lo stanno
sconquassando.
“ Dai, un
minimo di contegno. ” Faccio la finta offesa e lui cerca per
un attimo di
riprendersi, asciugandosi addirittura gli occhi colmi di lacrime.
“ Scusa, mi
sono lasciato un po’ andare. Ma davvero non hai
più baciato nessuno da allora?
” Mi chiede sornione.
Scuoto la
testa e lui nota subito che il mio atteggiamento è cambiato,
incupendosi un
po’.
“ Scusa, non
volevo farti intristire. ” Nate si avvicina a me tendendo il
braccio come per
volermi cingere le spalle, ma temendo forse che mi scansi non mi tocca
e
riporta il braccio sul suo grembo.
“ Non
preoccuparti, solo a volte, anzi spesso mi chiedo perché:
perché anche io non
posso provare cosa vuol dire essere innamorati? ”
“ Non lo sei
mai stata? ” Mi chiede Nate prudentemente.
“ Credo di
sì. Se essere innamorati vuol dire avere le palpitazioni a
mille quando lo si
incontra, la salivazione a zero e la testa vuota: sì lo sono
stata del mio
vicino di casa, per quasi due anni. Peccato che lui pensasse fossi
più piccola
dell’età che avevo e io, imbranata come sono, non
ho mai fatto nulla per fargli
capire il mio interesse. Alla fine è sparito, non so che
fine abbia fatto, e ti
giuro che ci sono rimasta malissimo. ”
“ Povera
cucciola. ”
“ La cosa
peggiore non è stata questa, ma il fatto che io abbia
sognato più di una volta
di baciarlo e ti giuro che svegliarsi nel bel mezzo della notte
accorgendosi
che tutte quelle sensazioni che avevi provato erano solo frutto del tuo
inconscio è qualcosa di orribile. ” Concludo,
passandomi le mani tra i capelli per
cercare di fare ordine in quel caos che è la mia testa.
“ Credo
proprio che tu ti fossi innamorata di questo baldo giovane con tutte le
scarpe.
”
“ Già. ”
Ammetto rassegnata.
“ Non
abbatterti, vedrai che troverai la persona giusta. ” Cerca di
tirarmi su il
morale.
“ No, Nate,
ti prego non cercare di dirmi che sono una persona fantastica e che non
mi
merito i ragazzi che mi stanno intorno o che incontrerò
presto l’uomo della mia
vita: ho smesso di credere a queste cose dal un bel po’. Io
non voglio una persona
speciale, ma normale, che sappia accettarmi così come sono.
Sai, spesso in
questi mesi mi sono ritrovata ad invidiare mio fratello: voi due vi
siete
trovati, siete perfetti insieme e ogni volta mi ripeto che non
è giusto questo
sentimento, io vi voglio bene e desidero solo la vostra
felicità, ma a volte è
più forte di me. ”
“ E’ vero,
io e Edward siamo stati molto fortunati. Ma lasciatelo dire da uno che
conosce
bene i ragazzi della propria età che non sono adatti a te, o
meglio quelli che
conosco non lo sono: hanno in mente solo di sfogare i loro ormoni con
qualsiasi
essere respirante che abbia un buco in mezzo alle gambe, scusami la
volgarità,
e tu non sei così. Anche se decidessi di provare a stare con
uno di loro
staresti solo male, perché hai bisogno di altro. Non bisogna
mai accontentarsi
in amore. ” Stavolta allunga il braccio e mi
cinge le spalle, e io mi abbandono a
quell’abbraccio, adagiandomi sul
suo petto.
“ Anche se
non so quanto Edward sia stato fortunato ad incontrarmi proprio ora.
” Aggiunge
stranamente pensieroso e quasi angosciato.
“ Che fate?
” Edward si avvicina a noi e ci china a lasciare un bacio
sulla punta del naso
al suo ragazzo, e io non posso chiedergli cosa intendesse con la sua
frase.
“ Passavamo
un po’ il tempo chiacchierando del più e del meno,
visto che il mio ragazzo,
che mi aveva invitato al parco per stare un po’ insieme, ha
deciso di fare da
sorvegliante a due bambini. ” Risponde Nate fintamente
offeso, riprendendo
tutto il suo buon umore, e io mi mordicchio il labbro per evitare di
scoppiare
a ridere.
“ Touchè.
Scusami amore, ma comunque non lo vedo un buon motivo per provarci con
mia
sorella: cortesemente Bella, potresti evitare di spalmarti addosso al
petto del
mio uomo? ” Edward fa il geloso e io lo provoco di proposito.
“ Ovvio che
no, è così comodo. ” E mi poggio ancora
meglio sul mio amico, cingendogli anche
la vita con un braccio.
“ Basta, ci
rinuncio con voi due: siete peggio dei piccoli. ”
“ A
proposito dove li hai lasciati? ” Chiede Nathan.
“ Lì, nel
recinto con la sabbia: stanno provando a fare dei castelli ma non credo
la loro
pazienza durerà ancora molto. ”
Li
osserviamo per un po’ mentre, con paletta e secchiello,
tentano di far stare in
equilibrio i mucchietti di sabbia, ma l’impresa è
più ardua del previsto.
Scoppiamo a ridere quando ad un certo punto Alice prende il secchiello
e lo
scalcia via, per poi battere furiosa i piedi sulla sabbia e posso
immaginare
benissimo l’espressione corrucciata che ha assunto il suo
visino, anche se la
distanza non mi permette di vederla. Jasper allora le prende la mano e
le fa
una carezza sul viso e quell’immagine è la
tenerezza fatta persona.
I due bimbi
si avvicinano correndo a noi, sempre tenendosi per mano; quando
arrivano hanno
entrambi il fiato corto per la corsa e le guanciotte rosse: sono
adorabili.
“ Vi
dobbiamo dire una cosa. ” Esordisce il piccolo.
“ Io e Jazz
ci siamo fidanzati, come Eddy e Nate. ” Ci comunica Alice e
come a darcene
conferma i due bimbi si scambiano un tenerissimo bacio a fior di
labbra, facendo
sporgere le loro boccucce. Io e Nate siamo in brodo di giuggiole, ma lo
stesso
non può dirsi di Edward, che staccherebbe volentieri la
testa a quel povero
bambino.
“ Nate cosa
dicevi prima? ” Sibila Edward a denti stretti e Nate risponde
con una scrollata
di spalle.
“ Ti
conviene iniziare a correre, ora! ” Lo minaccia mio fratello
scattando in piedi
seguito a ruota da Nate che inizia a correre per il parco, inseguito
dal suo
ragazzo. Io e i bambini ci guardiamo un attimo in faccia e poi iniziamo
a
ridere: sì, sono fatti l’uno per l’altro.
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Capitolo 13 *** La prima volta ***
Buona
domenica gente! Eccoci qui con il penultimo capitolo...Nn mi sembra
vero di essere arrivata fino a qui, credevo che tutte dopo la
confessione di Edward mi mandaste a quel paese e invece siete ancora
qui, quindi grazie di cuore!
Come
avrete capito leggendo il titolo, ci sarà nella parte finale
del capitolo una scena intima tra Nate e Edward: vi avviso, non
c'è nulla di eccessivo o spinto, il raiting non lo pemette e
poi non credo sia necessario, ma lo dico per non urtare la
sensibilità di nessuno.
Ultima
cosa e poi mi tolgo dalle balles:
Misa, carissima, il capitolo è tutto tuo! Non sapendo bene
come rispondere alla tua bellissima recensione, ho pensato che questo
fosse il modo più opportuno per farlo, spero che gradirai :D
LA
PRIMA VOLTA
“
Pronto? ”
“ Emmett, ciao. ”
“ Edward perché balbetti e chiami con l'anonimo?
” Già Edward perché ti stai
comportando come un cretino con tuo fratello?
“ Avevo paura che non mi rispondessi. Hai da fare? ”
“ Già fatto fratellino: Rose, pienamente
soddisfatta, sta facendo la doccia. ”
Ride come un cretino e io mi maledico per aver pensato di chiamare lui,
ma con
Bella mi sarei vergognato troppo e anche lei, e poi non so fino a che
punto mi
avrebbe potuto aiutare.
“ Emmett devo parlarti di una cosa seria... Ecco, io penso
che stasera io e
Nate, sì insomma, potrebbe succedere qualcosa…
”
“ Edward non so come sia scopare con un uomo. ” Mi
interrompe lui e io vorrei
fare il test del palloncino per capire se nel latte di stamattina a mia
insaputa è stato messo dell'alcool: devo essere disperato
per rivolgermi a lui.
“ Certo che no cretino. Io volevo solo qualche dritta sulla
tua prima volta. ”
“ Edward lo capirai quando sarà il momento giusto
e non deve essere per forza
questa sera. In quel momento il cuore ti batterà forte,
quasi volesse lasciare
il tuo petto, il fiato si farà corto e la bocca
sarà simile al deserto del
Sahara: quello è il momento perfetto. Non importa il posto,
l'ora o che so io,
l'importante siete tu e lei, anzi nel tuo caso lui. ” Sorrido
come un imbecille,
le parole di Emmett sono bellissime,
non
credevo che il mio fratellone potesse essere tanto sentimentale,
peccato che io
mi senta sempre così con Nate: vuol dire che sono pronto ?
“
Considerando che io mi sento così da sempre con Nate,
non so se per me vale la stessa regola. ”
“
Mi chiedo come sia possibile che non vi siate ancora
strappati i vestiti di dosso quando siete insieme. Comunque, se ti
senti così è
perché c’è attrazione tra di voi e
chiede solo di essere sfogata. ” Chiarisce
mio fratello.
“
Ed è andata così tra te e Rose? ”
Indago.
“
Veramente no, è stata un vero disastro. Lei era
agitatissima e io così eccitato che sono venuto nel giro di
qualche minuto
senza preoccuparmi del suo piacere; la seconda volta però
è andata meglio,
eravamo già collaudati. ” Ride e sono sicuro che
se lo avesse sentito Rose gli
avrebbe tirato una scarpa in testa o addirittura l’abatjour.
“
Wow, sei stato incoraggiante. ” Sospiro, mentre penso
che tutto quello che ho organizzato per stasera sia solo un grande
sbaglio.
“
Edward, ascoltami bene: non è detto che tra te e Nate
andrà allo stesso modo e poi è un classico che la
prima volta non sia sempre
eccezionale, ma questo non significa nulla. Se dovesse succedere
stasera sarà
perché i tempi sono maturi, non è
l’atmosfera o il luogo a creare l’occasione
perfetta, ma siete solo voi due: per quanto riguarda me e Rose avremmo
potuto
farlo già dalla prima volta che ci siamo visti
perché entrambi sapevamo che
eravamo fatti l’uno per l’altra, ma abbiamo deciso
di fare le cose con calma, e
se tu hai avuto la stessa sensazione con Nate non
c’è niente di sbagliato e
anche se non dovesse andare come ti sei immaginato fa nulla, ci
sarà tempo per
rimediare, ma rimarrà comunque la vostra prima volta.
”
“ Grazie Emm, sei stato chiarissimo. ” Non pensavo
che mio fratello, l’orso
della famiglia, potesse fare dei discorsi del genere e tanto profondi,
ma mi è
stato di grande aiuto, tutto sommato.
“ Quando vuoi Edward. ” Riattacca e io mi sento un
po' più tranquillo, mi ha
fatto bene parlare con lui: la serata non mi sembra più
così spaventosa.
La tavola è
pronta, le pietanze stanno riscaldando lentamente sul fuoco e il
lettore cd è
già programmato: spero solo che Nate apprezzi tutto
ciò.
Visto che è
il nostro anniversario e volevo preparare qualcosa di speciale, Charlie e Bella si sono
offerti di prestarmi
la loro vecchia casa per organizzare
ciò: l’unico monito di Charlie “ Se
dovete farlo, evitate la mia camera per
favore. ” Inutile dire che ho assunto una colorazione
bordeaux da fare invidia
a quella di mia sorella e le risate si sono sprecate.
Suonano alla
porta ed io volo ad aprire, non prima di aver premuto play nel lettore
cd e
lasciare che si diffondano per la casa le note di Michael
Bublè.
È lui, in
tutto il suo splendore, ed io mi sento quasi fuori luogo per indossare
dei
semplici jeans e una maglietta, mentre lui indossa dei pantaloni beige
e una
camicia blu con le maniche leggermente arrotolate.
“ Non mi fai
entrare? ” Dalla sua domanda mi accorgo che in tutto questo
tempo l’ho lasciato
davanti la porta senza dire una parola: che idiota!
“ Certo, entra
pure e scusami. ” Mi faccio da parte e lui entra, io chiudo
la porta e prendo
un profondo respiro, devo calmarmi. Quando mi volto lo trovo ad una
spanna dal
mio viso.
“ Ciao. ” Sussurra
e poi fa combaciare le nostre bocche in un bacio tenero, di saluto,
dove non
c’è lingua, ma solo labbra che giocano e si
assaporano. Quando ci stacchiamo i
suoi occhi brillano dalla felicità e io prendendolo per mano
lo conduco in
salotto: Nathan rimane incantato, sgrana gli occhi e li sposta
continuamente
dalla tavola a me.
“ Hai fatto
tutto questo per me? ” Chiede spaesato.
“ E per chi
altrimenti, scemotto! ” Gli do un buffetto sulla guancia e
lui mi getta le
braccia al collo, stringendomi in un abbraccio che mi dimostra quanto
sia
felice della sorpresa.
“ Sono stato
fortunato ad incontrarti. ”
“ Anche io!
Ma adesso mangiamo o avrò lavorato per nulla. ”
Prima che la situazione ci
sfugga di mano, lo faccio accomodare a tavola e poi vado di
là a prendere il
primo: risotto ai funghi, speriamo gli piaccia. Lui lo guarda curioso,
poi ne
prende una forchettata e la porta alla bocca; io nel frattempo
trattengo il
respiro e lo guardo fisso, in attesa di qualche smorfia di disgusto o
di
piacere, ma lui è impassibile: mastica il boccone senza
lasciar trapelare nulla
e io tra poco mi mangerò le unghie se non si da una mossa.
Deglutisce e ciò
vuol dire che il verdetto sta per arrivare.
“ Mhhh, veramente
delizioso. Sei un cuoco magnifico Edward, da sposare. ”
Finalmente
rilascio il respiro “ Sei uno stronzo , mi hai fatto morire.
Comunque grazie, ma
il merito non è solo mio. ” Confesso.
“ In che
senso? ” Chiede, mentre riprendiamo a magiare, o meglio lui
riprende e io
inizio.
“ Diciamo
che la cena non è tutta opera mia, ho avuto delle insegnanti
speciali. ” Dico
sornione.
“ A bene, allora
domani ricordami di ringraziare Esme e Bella. ” Ride e io gli
lancio il mio
tovagliolo.
“ Ho aiutato
pure io. Sono stato un’ora a pulire i funghi e ho pure
ricevuto i complimenti
da Bella. ” Replico piccato.
“ Sarà…
”
Bisbiglia lui e poi scoppiamo a ridere insieme. Quando ci riprendiamo
lui
riempie i bicchieri con il vino e poi solleva il suo “ A noi
due! ” Dice e io
lo imito, facendo tintinnare i nostri bicchieri e bevendo un sorso di
vino
senza distogliere mai i nostri sguardi da quello dell’altro.
Finiamo di cenare
chiacchierando del più e del meno, per poi spostarci in
cucina, dove decidiamo
che io laverò i piatti e lui li asciugherà.
Mentre
canticchiamo le canzoni di Bublè ad un tratto sento lui
avvicinarsi a me e
cingermi da dietro i fianchi: inizia ad accarezzarmi la schiena con
movimenti
circolari e a baciarmi il collo, per poi passare all’orecchio
mordicchiandomi
il lobo; lascio andare il piatto che tengo in mano per evitare di farlo
cadere
e gemo, quando con la lingua prende ad accarezzarmi il collo. Non
contento,
spinge il suo corpo contro il mio facendo aderire il suo petto con la
mia
schiena e posso chiaramente sentire la sua erezione premere sul mio
sedere.
“ Ho voglia
di te Edward. ” Mi sussurra all’orecchio
“ Ti voglio da tanto, troppo tempo, e
adesso non resisto più. Dimmi che anche tu mi desideri o
impazzirò. ”
In questi
mesi io e Nate non ci siamo mai spinti oltre baci appassionati e
qualche
carezza superficiale: io non mi sentivo pronto, avevo e ho paura, e lui
ha
sempre rispettato i miei tempi. Ma adesso forse è arrivato
il momento di
lasciarsi andare, lo amo e so che la mia prima volta deve essere con
lui, lo
voglio anche io.
Non
rispondo, mi volto nel suo abbraccio e lo bacio con passione,
stringendo il suo
viso tra le mie mani e infilando quasi con prepotenza la mia lingua
nella sua
bocca, dando così vita ad una danza di passione, dove
c’è poco amore ma tanto
desiderio: desiderio di amarci, di stringerci, di possederci, di
sentire le
nostre pelli a contatto.
Lui sfila la
maglietta dai miei pantaloni e per un brevissimo istante interrompe il
contatto
tra le nostre bocche per togliermela; io inizio a sbottonare la sua
camicia, ma
lui è impaziente e se la toglie da solo come fosse una
maglia. Rimango a
guardarlo per un po’, beandomi del suo fisico asciutto,
leggermente più
muscoloso del mio, con gli addominali più scolpiti.
“ Sei
bellissimo. ” Sussurro e lui mi attira a sé per
riprendere a baciarmi. Lentamente
le sue mani percorrono il mio torace, mentre le mie scompigliano i suoi
capelli; velocemente arriva al bottone dei jeans e lo slaccia, tirando
giù
anche la cerniera: a quel punto mi irrigidisco un po’ e lui
se ne accorge
subito.
Pone fine al
bacio e mi guarda attentamente negli occhi “ Cosa
c’è Edward, ho fatto qualcosa
di sbagliato? ”
“ No, non
sei tu. È che io, sì insomma, non l’ho
mai fatto con nessuno e ho paura di
sbagliare qualcosa. ”
Mi guarda
sorridendo e poi mi scosta una ciocca di capelli dalla fronte.
“ Allora
siamo in due ad aver paura, o forse, essendo due inesperti, non
dovremmo avere
paura visto che nessuno dei due ha termini di paragone. Io voglio
amarti Edward
nel modo più naturale e semplice che ci sia: me lo permetti?
”
“ Sono tuo, sono
sempre stato tuo. ” Asserisco convinto e riprendiamo da dove
avevamo lasciato, con
le mani che adesso non tremano più per la paura, ma per
l’eccitazione, con i
nostri gemiti che riempiono le pareti della cucina, sovrastando la
musica che
proviene dall’altra stanza.
Quando siamo
entrambi nudi, lo prendo per mano e lo conduco in salotto, sul tappeto
che si
trova davanti il caminetto e lì ci distendiamo, iniziando ad
accarezzare l’uno
il corpo dell’altro lentamente, per assaporare bene ogni
momento. Le nostre
mani vagano sui nostri corpi, cercando
ognuno i punti più sensibili dell’altro, per
donarci e ricevere piacere; esploriamo
timidamente le nostre parti più nascoste, eccitati come non
mai, scoprendo il
piacere del sesso: bastano poche carezze e veniamo quasi in
contemporanea.
Continuiamo a baciarci, fino a quando Nate non mi chiede di voltarmi e
io lo
faccio, perché in questo momento non potrei mai dirgli di
no: non posso e non
voglio, mi fido di lui. Comincia a percorrere la mia schiena con le sue
labbra,
causandomi una serie di brividi e di scosse che confluiscono tutte nel
mio
membro, facendomi gemere in maniera imbarazzante, nonostante il piacere
appena
provato. Nathan continua nella sua discesa, massaggiando i miei glutei,
fino ad
arrivare alle mie parti più nascoste: lentamente entra
dentro di me, servendosi
dei nostri umori per facilitare le cose.
“ Cerca di
rilassarti il più possibile, se ti faccio male fermami
immediatamente. ” Mi
sussurra preoccupato ed io annuisco, al momento non so che tono di voce
mi
uscirebbe. Nate inizia a muoversi dentro di me, prima lentamente, poi
sempre
più velocemente fino a quando non lo sento esplodere in me,
invocando il mio
nome. Non appena riprendiamo entrambi un attimo di fiato, inverto le
posizioni,
per poter donare al mio ragazzo le stesse splendide sensazioni che lui
ha
donato a me: entrambi oggi abbiamo provato il nostro primo orgasmo,
causato
dalla persona che amiamo, e nulla potrebbe rendermi più
felice. Essere un solo
corpo, sentirsi l’uno parte dell’altro,
è una sensazione fantastica: stare
stretto tra le sua braccia è come sentirsi a casa*, un porto
sicuro che sai ti
accoglierà sempre, anche quando la tempesta
imperverserà così forte che neppure
tu sai se riuscirai a farcela.
Esausti ci
accasciamo sul tappeto e io tiro il copri divano e ci copro con quello;
Nathan
si avvicina a me e poggia la testa sul mio petto. Lo
sento tremare e mi spaventa questa sue
reazione, sembra anche piuttosto pallido.
“ Nate, ti
senti bene? Stai tremando. ”
“ Sì, amore mio.
Grazie, è stata la notte più bella della mia
vita. ”
“ Ti amo
Nate. ” E’ la prima volta che lo dico, ma so che in
questo momento le parole
sono quelle giuste da dire e mai sono state più vere per me.
“ Ti amo
tanto anche io Edward e lo farò per sempre, qualunque cosa
accada. ”
Ci addormentiamo
lì, sul tappeto, stretti l’uno tra le braccia
dell’altro, innamorati e felici
più che mai.
*
Frase rubata alla mia Michy ;)
Allora,
sono veramente emozionata, questo capitolo non ne voleva sapere di
venire fuori ma alla fine sono piuttosto soddisfatta. Godetevelo,
perchè il prossimo, nonchè ultimo, sono certa che
vi stupirà parecchio, e non credo proprio in senso positivo.
Prometto
che tra dieci giorni sarò di nuovo qui u.u Un bacio, Paola
|
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Capitolo 14 *** Goodbye my lover ***
Buon
pomeriggio ragazze! Eccoci giunti alla fine della storia...Scrivere
questo capitolo non è stato per niente facile, ho anche
pensato di cambiare completamente il finale alla storia, ma alla fine i
personaggi mi hanno costretta a ritornare qui, perchè era
così che doveva andare fin dall'inizio. So che il periodo
non è dei più felici, e vi assicuro che visto
quello che sta succedendo a persone che conosco, questo capitolo mi
sembra tanto una premonizione, ma purtroppo spesso le cose non vanno
come vorremmo.
Non
ho risposto alle scorse recensioni volutamente, altrimenti mi sarei
svelata troppo. Spero che leggerete anche l'epilogo, dove troverete le
spiegazioni a questo capitolo e i ringrazimenti finali.
Vi
lascio leggere e ci ritroviamo tra una settimana esatta, niente note
finali. Paola.
GOODBYE
MY
LOVER
Approfittando
del fatto che i suoi genitori non ci sono, Nate ha invitato me, Emmett
e Jacob,
il cugino di Bella, a casa sua per fare una partita di pallavolo nel
piccolo
cortile sul retro. Le ragazze abbiamo deciso di lasciarle a casa mia, a
badare
a Alice e Jasper, che ormai sono inseparabili.
Decidiamo di
giocare io con Jake contro Emmett e Nate, certi
che la vittoria sarebbe stata nostra, ma quei
due ci stanno dando filo da torcere. Il mio ragazzo fa una battuta
perfetta ed
io mi appresto a ribattere, quando noto Emmett pronto a fare muro, e so
che non
riuscirò a superarlo, così urlo “ Jake
tua. ” Fortunatamente il mio compagno di
giochi ha i riflessi pronti e lancia la palla nell’altro
campo con una
schiacciata micidiale: ne seguiamo la sua traiettoria certi che faremo
punto
quando Nate si lancia letteralmente
a
terra e con un pugno riesce a recuperarla e mio fratello la schiaccia
nel
nostro di campo, facendo punto.
“ Sì. ” Ruggisce
l’orso, stritolando poi nella sua morsa un affannato Nate, che si massaggia il
torace, mentre io e
Jake siamo completamente attoniti, ancora immobili e con la bocca
spalancata a
fissare il punto in cui è caduta la palla.
Poi accade
tutto molto velocemente, troppo: Nate,
come
scottato, si stacca velocemente da Emmett, comincia a tossire, sputando
una
notevole quantità di sangue e si accascia a terra.
Il gelo mi
pervade subito il corpo, ma mi faccio forza per muovermi e raggiungere
il mio
uomo, privo di conoscenza.
“ Chiamate
un’ambulanza. ” Urlo agli altri due, mentre do dei
leggeri schiaffi in viso a
Nate e chiamo il suo nome per fargli riprendere conoscenza, ma non
succede
nulla.
Dei momenti
successivi ho ricordi confusi: l’arrivo dei sanitari che
mettono subito la mascherina
dell’ossigeno a Nate, lo caricano sulla barella e poi
nell’autoambulanza, mi
chiedono se voglio raggiungerli e io li seguo, mentre Emmett e Jacob mi
urlano
che verranno con la macchina di mio fratello.
Il tragitto
per l’ospedale fortunatamente è breve, o sarei
impazzito sentendo tutti quei
bip provenienti dalle macchine che monitoravano il battito cardiaco,
troppo
basso e veloce a detta degli infermieri, di Nate. Giunti al pronto
soccorso, velocemente
scendiamo e ad accoglierci trovo mio padre, evidentemente di turno quel
giorno.
“ Cosa
abbiamo qui? ” Chiede professionale, aiutando i para medici a
portare dentro la
barella, ma poi mi vede e si blocca “ Edward cosa ci fai qui?
”
“ Papà ti
prego aiutalo. ” Singhiozzo, indicando il lettino su cui
è disteso Nathan.
“ Dimmi cosa
è successo. ”
“ Promettimi
che farai tutto il possibile per salvarlo, ti prego, io lo amo.
” Afferro il
suo camice per evitare di crollare, scosso come sono dai singhiozzi.
“ Edward, calmati,
ti prego. Se non mi spieghi cosa è successo, non
potrò fare nulla. ” Mio padre
mi scuote per le spalle per farmi riprendere lucidità.
Prendo un
respiro profondo, cercando di placare i singhiozzi, e gli spiego che
stavamo
giocando, che Nate per prendere la palla si è buttato a
terra, poi quando si è
rialzato si massaggiava il torace con una mano, a quel punto Emmett lo
aveva
abbracciato, lui era stato colto da un attacco di tosse e aveva sputato
sangue.
“ Edward ti prometto
che farò di tutto per salvare il tuo ragazzo. Ma calmati,
non posso lasciarti
in questo stato da solo. ”
“ Ci siamo
noi con lui papà. ” Risponde mio fratello,
arrivato in quel momento con Jake. “
Abbiamo avvisato anche a casa e stanno venendo qui anche la mamma,
Charlie e
Bella. ”
“ Ok ragazzi
io vado, sicuramente dovremo operare e se la mia supposizione
è giusta non sarà
una cosa semplice. ” Mio padre mi stringe la spalla e poi si
allontana di
corsa, per raggiungere la sala operatoria dove hanno portato il mio
ragazzo.
Mi lascio
trascinare da mio fratello in una di quelle sedie di plastica poste
nella sala
d’aspetto: incredibile come ogni volta che abbia visto un
telefilm di medicina
mi sia chiesto come i parenti riuscissero a stare seduti lì
con le mani in mano
attendendo notizie del loro caro che in quel momento si trovava sotto i
ferri,
senza fare o dire nulla; pensavo agissero così
perché era tutta una finzione e
non temevano realmente per le vite che erano oltre quella porta, ma
adesso lo
so. Stare seduti è l’unica cosa che sei in grado
di fare, ti trovi ad avere il
cervello scollegato dal resto del corpo, tutto ti scorre addosso come
se tu
fossi in una bolla; non mi accorgo delle persone che sono intorno a me,
solo
quando qualcuno stringe una mia mano tra le sue per evitare che
continui a
torturare le mie pellicine facendole sanguinare, alzo lo sguardo e
incontro
quello triste ma speranzoso di Bella. Non mi dice nulla, sa che in quel
momento
ogni parola è vana, e io le sono grato per questo.
Il tempo
sembra non trascorrere mai e io non riesco più a stare
seduto; ho percorso il
corridoio non so quante volte, probabilmente ho fatto gli stessi
chilometri di
quelli che corrono la maratona di New York, ma le mie gambe non
vogliono
saperne di fermarsi e il mio corpo non avverte alcuna fatica. Mi blocco
solo
quando sento il cigolio delle porte e in quel momento tutto sembra
fermarsi:
l’aria nella stanza si condensa e tutti tratteniamo il
respiro. Vedo arrivare
mio padre seguito da un suo collega, e subito mi avvicino seguito dai
genitori
di Nathan; mio padre mi guarda, non dice nulla, ma mi stringe in un
abbraccio
che sa di disperazione e in quel momento la disperazione è
l’unica cosa che
sento irradiarsi dal mio corpo.
Mi scosto
dall’abbraccio di mio padre e inizio ad inveire contro di lui
“ Me lo avevi
promesso, avevi promesso che l’avresti salvato. ”
Inizio a tempestargli il
petto di pugni ma lui non fa niente per difendersi e impedisce persino
ad
Emmett di allontanarmi da lui.
“ Non dovevo
fidarmi di te, tu lo odiavi. ” Le lacrime mi offuscano la
vista e sento l’aria
iniziare a mancarmi, mi accascio a terra e sento le braccia di
papà avvolgermi
nuovamente e trascinarmi con lui, fino a farmi appoggiare sul suo
petto.
“ Piangi, figlio
mio, piangi. Ti giuro che ho fatto tutto il possibile, ma ci sarebbe
voluto un
miracolo. ” Biascica mio padre, e credo che stia piangendo
anche lui ma in quel
momento l’unica cosa che so fare è chiedermi
“ Perché? ”
Le
braccia di mio padre mi tengono stretto a
lui, e dopo aver preso un bel respiro mi spiega cosa è
successo “ Edward, con
la caduta Nate si era inclinato una costola e questa ha perforato un
polmone, per
salvarlo ci sarebbe voluto un trapianto, ma sarebbe staro inutile
perché…” Ma
si interrompe, quasi voglia proteggermi da un’altra ondata di
dolore.
“ Cosa papà?
” La lucidità si è impossessata di
nuovo della mia mente.
“ Nate
sarebbe morto lo stesso nel giro di poco tempo, aveva un grave tumore
alle ossa.
”
E quando
pensi di aver toccato il fondo, un’altra notizia ti butta
giù ancora di più.
“ Ma da
quando? ”
“ Lo sapeva
da due mesi, non ti
aveva detto nulla? ”
Mi risponde suo padre, e io scuoto la testa incredulo. Sento una rabbia
potente
montarmi dentro, e senza dire una sola parola, scatto in piedi e inizio
a
correre via, da tutto e da tutti. In questo momento vorrei che la mia
testa
fosse dotata di un interruttore per scollegare il mio cervello e farlo
smettere
di pensare.
Dopo non so
quanto tempo mi ritrovo nel mio luogo speciale e mi siedo
lì, con le spalle
poggiate ad un albero, cercando invano di trovare un filo conduttore al
guazzabuglio che ho in testa. Quasi salto in aria quando sento una mano
poggiarsi sulla mia spalla: Bella. Ha gli occhi rossi e gonfi, segno
che anche
lei ha pianto tanto, ma è venuta lo stesso a cercarmi.
“ Sapevo di
trovarti qui. ” Mi dice, sedendosi accanto a me, e io
l’abbraccio forte,
scoppiando nuovamente a piangere. Mia sorella mi accarezza i capelli,
fino a
quando i singhiozzi non si placano.
“ Secondo te
perché non mi ha detto che era malato? Non si fidava
abbastanza di me? Mi
voleva lasciare? ” Questo è quello che fa
più male, sapere che il mio ragazzo
mi aveva nascosto una cosa tanto importante.
“ Edward –
mia sorella mi scosta leggermente da lei, per potermi guardare negli
occhi –
Nate ti amava alla follia, e non è vero che non si fidava di
te. Se non ti ha
detto nulla della malattia probabilmente è perché
non voleva che tu lo facessi
sentire un malato o lo guardassi con pietà: aveva paura che
il vostro rapporto
cambiasse a causa del suo tumore. Avrà sbagliato a non
dirtelo, ma lo ha fatto
in buona fede. ”
Rifletto
sulle parole di Bella, mentre rivedo come un film tutti gli attimi
passati con
Nate, come fosse diventato parte integrante delle mi giornate, ogni
cosa
sembrava fatta in sua funzione ed è incredibile quante altre
cose avrei voluto
dirgli o fare con lui.
“ Io mi sono
sentito tradito, ci eravamo giurati di dirci sempre tutto e invece lui
mi ha
nascosto una cosa tanto importante. ”
“ Edward
ascoltami, so che adesso ti sembrerà assurdo quello che ti
sto dicendo, ma se
lui ti avesse detto della malattia tu ti saresti comportato normalmente
con
lui? Avresti, per esempio, accettato oggi di sfidarlo a pallavolo?
” Mi chiede
Bella e io quasi la prendo per pazza: non avrei mai fatto nulla che lo
avesse
potuto mettere in pericolo.
“ Ovvio che
no: si sarebbe stancato troppo. Per chi mi hai preso? ” La
rabbia si sta
nuovamente impossessando di me.
“ Ecco,
vedi: Nate non lo avrebbe mai voluto. Se lui ti avesse detto del tumore
a
quest’ora tu avresti fatto scelte diverse e non avreste
più vissuto la vostra
storia liberi e spensierati, e lui non aveva bisogno di
un’altra persona che
gli ricordasse tutti i giorni della malattia. Lui con te ha vissuto
appieno ogni
momento che gli rimaneva. ” Bella ha nuovamente gli occhi
lucidi, ma cerca di
trattenere le lacrime, mentre io la guardo negli occhi, ma in
realtà non è lei
che osservo: nella mia mente rivivo le ultime settimane passate con
Nate e
capisco che se avessi saputo della malattia non avrei fatto molte
scelte: non
saremmo andati sulle montagne russe, non avremmo fatto le gare di corsa
e cosa
più importante non avremmo fatto l’amore tutto il
giorno come era capitato la
settimana scorsa. Saremmo stati insieme ma non avremmo vissuto davvero,
o
perlomeno non come voleva lui.
“ Voglio
vederlo. Un’ultima volta. ”
“ Ti
accompagno. ”
Il viaggio
in macchina trascorre silenzioso, l’ospedale non dista
tantissimo dalla mia
radura, e quando arrivo trovo tutti lì. Forse mio padre
intuisce le mie
intenzioni oppure lo ha avvisato Bella senza che io me ne accorgessi,
fatto sta
che mi guida attraverso dei corridoi fino ad arrivare ad una porta
bianca su
cui c’è scritto “ Obitorio ”
“ Vuoi che
venga dentro con te? ” Chiede mio padre e io scuoto la testa,
voglio rimanere
un’ultima volta solo con lui. Mi stringe forte una spalla e
poi apre la porta,
indicandomi il terzo lettino della fila. Cammino lentamente tra quei
lettini
tutti uguali, in cui dei corpi sono coperti da un lenzuolo bianco;
quando
arrivo a quello indicatomi da Carlisle non so che fare: vorrei scappare
da lì,
ma la voglia di rivedere Nate per l’ultima volta è
più forte del dolore che mi
attanaglia lo stomaco.
Con mano
tremante sollevo il lenzuolo e rimango senza fiato: è
bellissimo. Il viso è un
po’ più pallido del solito, ma i lineamenti sono
distesi, le ciglia gettano la
loro ombra sugli zigomi e sembra quasi che stia dormendo.
“ Ti porterò
sempre con me. Sarai sempre il mio piccolo grande amore. ” Mi
chino fino a sfiorare
la sua bocca con le mie labbra e mi aspetto quasi che apra
improvvisamente gli
occhi, come succede nelle favole, quando
il principe bacia la sua principessa. Ma io non sono un
principe e la
vita non è certo una favola.
E la mia non
lo sarà mai.
“ Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.
I’m so
hollow, baby, I’m so hollow.
I’m so, I’m so, I’m so
hollow…”
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Capitolo 15 *** Epilogo ***
Buongiorno
ragazze! Che tristezza doverlo dire per l’ultima volta :(
Lo
scorso
capitolo ha lasciato molto di voi sorprese, non vi aspettavate di certo
una
fine tanto tragica, ma come ho già detto la storia era nata
così. The power of
love è stato un mezzo per poter narrare le varie
sfaccettature dell’amore:
l’amore fraterno, quello genitoriale e quello omosessuale,
senza troppe
pretese, ma cercando di farvi sorridere e farvi rilassare un
po’ durante la
lettura. Con l’ultimo capitolo si cambia registro
perché nella vita non sempre
basta l’amore, ci sono degli ostacoli che provano a
schiacciarlo, ma come
capirete leggendo l’epilogo, per me invece è la
forza più grande che governa il
mondo: non sempre è corrisposto, non sempre si ha la fortuna
di trovare il
grande amore, a volte l’amore può essere
rappresentato anche da una bella
amicizia, ma per me è il perno della vita. Quindi per me
questa storia è stata
un inno all’amore, che da e toglie in egual misura.
Vi
lascio
all’epilogo e ci troviamo sotto.
EPILOGO
(12 anni dopo)
“
Vai dallo
zio piccolo. ” Appena gli lascio la manina mio figlio corre
verso mio fratello:
è stato amore a prima vista tra loro, Edward stravede per
mio figlio e io non
posso desiderare niente di meglio per lui.
“
Tio Eddy. ”
“
Ehi
campione. ” Gli dice Edward prendendolo in braccio e
scoccandogli un grosso
bacio sulla guancia.
“
Fallo
salutare anche a me questo piccolino. ” Dice Michael
prendendolo dalle braccia
di Edward, contendendoselo come se mio figlio fosse una star. Forse
è l’unico
bimbo ad essere più viziato dagli zii che dai suoi genitori,
infatti ogni volta
che lo lasciamo da loro lui non fa mai i capricci, anzi è
felicissimo di
andarci perché sa che troverà regali e giochi ad
attenderlo.
“
Ciao Nate.
” E lo lancia per aria, scatenando le risate di mio figlio,
mentre mio fratello
li guarda felice.
È
meraviglioso vederlo
di nuovo allegro dopo la
morte di Nathan.
Gli
ci è
voluto tanto per riprendersi e l’incontro con Michael tre
anni fa ha
semplificato un po’ le cose. Avevo paura come tutti, che di
fronte alla
prospettiva di una nuova relazione, si chiudesse a riccio, invece
Michael è
riuscito con la sua pazienza a fondere il ghiaccio che aveva avvolto il
cuore
di Edward , e lo ha lentamente riportato alla vita.
La
scomparsa
di Nate ha segnato profondamente le vite di tutti noi, ma se
è vero che tutto
avviene per un motivo, questa tragedia è servita per riunire
nuovamente Edward
e suo padre. Carlisle gli è stato vicino come mai lo avevo
visto fare, portando
Edward a casa sua per i primi tempi, che sono stati i più
duri: lo ha
supportato, accompagnandolo sempre al cimitero, consigliandogli
l’aiuto di uno
specialista quando stava andando alla deriva e impedendogli di fare
delle sciocchezze.
Sono stati tempi difficili per tutti, ma abbiamo stretto i denti e
siamo andati
avanti, aiutando anche Edward a farlo:
Nate non avrebbe voluto questo e noi ci siamo impegnati per non farlo
accadere. E poi è
arrivato
Michael in nostro aiuto.
“
Ciao
sorellona. ” Edward mi abbraccia forte, anche se con il mio
pancione è un po’
difficile.
“
Ti trovo
in forma. ” Ammicca.
“
Smettila
di fare il cretino; oggi mi sento uno schifo, e se non fosse per colpa
di
quella peste di Alice, sarei rimasta a casa. ” Rispondo,
massaggiandomi la
pancia dove la piccola Charlize non smette un attimo di scalciare.
“
Ma tuo
marito? ”
“
Andrew è
andato a prendere Charlie ed Esme. ”
“
Mamma, mamma.
” Mio figlio reclama la mia attenzione, e Michael me lo porge
arruffandomi i
capelli in segno di saluto, e avvolgendo da dietro i fianchi di Edward.
Poco
dopo arriva
mio marito insieme ai nostri genitori e tutti attendiamo
l’arrivo di Alice e
Emmett.
Mi
sembra
impossibile che quello scricciolo questo inverno partirà per
il college, ma
questi dodici anni sono volati.
Io
da cinque
sono felicemente sposata con Andy, ho un figlio di due anni e una
piccolina in
arrivo. Emmett e Rose in un sol colpo hanno sfornato tre bellissimi
gemelli, un
maschio e due femmine e a dispetto di quello che pensavamo Bryan
è la fotocopia
di Emm con il carattere di Rose, invece Alyssa e Holly, bionde e
bellissime
come la mamma, sembrano due maschiacci da come si comportano.
Papà ed Esme sono
sempre più innamorati e tra Edward e Michael le cose vanno
benissimo: non
potrei chiedere di meglio dalla vita.
Finalmente
il campanello di casa di Michael suona annunciando l’arrivo
di Alice e Jasper;
dopo essere stati migliori amici per anni, a parte la parentesi durante
l’infanzia, al liceo hanno deciso di provare a stare insieme
e ancora ora sono
più innamorati che mai.
“
Ciao
famiglia. ” Urla la piccolina di casa, trascinando dentro
Jasper, seguiti da
Rosalie, Emmett e i loro tre bimbi.
Quando
ci
mettiamo tutti a tavola sembra di essere al pranzo di Natale, ma invece
è una
delle numerose riunioni di famiglia che facciamo.
A
fine pasto
Alice e Jasper si alzano in piedi, e per richiamare ulteriormente la
nostra
attenzione, lei fa tintinnare sul bicchiere di vetro il coltello.
“
Ho sempre
desiderato farlo. ” Dice soddisfatta, per poi tornare seria e
afferrare la mano
di Jasper, e io credo di sapere cosa vogliono dirci.
“
Io e
Jasper vogliamo dirvi una cosa importante. ” Annuncia, per
poi lasciare la
parola al suo ragazzo.
“
Visto che
il prossimo autunno andremo insieme al college abbiamo deciso di
sposarci. ” Dice
senza mezzi termini, è un tipo diretto che va subito al
dunque, non staccando
mai gli occhi da quelli di una Alice super felice. Noi donne di casa
saltiamo
subito in piedi e corriamo ad abbracciarli; Michael, Andy e Charlie si
congratulano in maniera più tranquilla, mentre Edward e
Emmett sono rimasti
immobili, spiazzati dalla notizia. I loro occhi sembrano lanciare
fiamme nei
confronti di Jasper, ma alla fine io, Rosalie e Michael riusciamo a
farli
ragionare, e anche loro si congratulano con i futuri sposi, felici che
la loro
sorellina abbia trovato un ottimo ragazzo con cui sposarsi.
“
Jasper
trattamela bene o giuro che verrò a cercarti in capo al
mondo. ” Lo minaccia
Edward bonariamente, anche se so che sarebbe capacissimo da farlo
realmente,
mentre gli da una pacca sulla spalla.
“
Tranquillo, e poi Alice si saprebbe difendere benissimo da sola.
” Ribatte il
futuro sposo e in effetti non possiamo dargli torto: lei ha sempre
avuto la
meglio sul povero Jasper.
“
Sorellina
Sono veramente felice per te. ” Si abbracciano stretti e poi
Edward le sussurra
all’orecchio “
Anche Nate
lo sarebbe, stravedeva per te fin da quando eri piccolina.
”
Vedo gli occhi
della mia sorellina farsi lucidi e in quel momento so quanto Nate possa
mancare
ad Edward, esattamente come a me è mancata la mamma il
giorno del mio
matrimonio.
Emmett
stappa la bottiglia di champagne e tutti insieme brindiamo ai futuri
sposi.
POV EDWARD
<
< Quando
il battito del cuore supera le ombre del passato l'amore
potrà trionfare sul
destino. >
>
Come
un uragano
<
< Ciao
Nate,
avrei
tanto voluto che oggi fossi qui accanto a me. E’ stato un
giorno importante per
tutti noi e mi sarebbe piaciuto che ci fossi anche tu. Hai visto? I
nostri
fratelli si sposano; sembra incredibile, ma dopo dieci anni, nonostante
i
litigi e le gelosie reciproche per ragazzi di passaggio, adesso sono
più uniti
che mai. Avevo ragione io a preoccuparmi quella volta che li facemmo
conoscere
al parco: secondo me adesso stai ridendo come un pazzo
perché hai ottenuto il
tuo scopo.
Oggi
c’eravamo proprio tutti, anche Bella con la sua famiglia; mia
sorella è sempre
più bella e con il pancione è ancora
più radiosa. Il piccolo Nate è una peste, ma
lo adoro e lui ricambia, anche se a volte credo che preferisca Michael
perché
gli fa passare più capricci. Bella mi ha detto
l’altro giorno che fra qualche
anno vorrebbe rivelargli l’origine del suo nome,
perché neppure lei in questi dieci
anni ti ha mai dimenticato; ti porta sempre nel suo cuore, e suo figlio
è una
presenza tangibile di questo amore.
Adesso
stacco o Michael si ingelosirà, quel ragazzo è un
santo! Non so ancora come
abbia fatto a sopportarmi in questi anni, ad essere sempre
così buono e
paziente con me e adesso sono sicuro che aspetta che io finisca di
scriverti
per entrare nella stanza: è ancora convinto di disturbare,
anche se sa che mi
farebbe molto piacere averlo qui con me mentre scrivo ciò
che succede nella mia
vita. Ora la smetto veramente.
A
presto, Edward. > >
Chiudo
il
diario e mentre lo sto riposando nel cassetto Michael bussa alla porta
di
camera nostra.
“
Hai
finito? Posso? ” Come scrivevo a Nate è
incredibile che nonostante abitiamo
insieme da un anno lui non voglia mai disturbarmi quando scrivo il mio
diario:
era stato lo psicologo a consigliarmi di tenerne uno durante il primo
anno
dalla morte di Nate, ma da allora non ho mai smesso.
“
Certo
sciocchino e poi lo sai che puoi entrare tranquillamente. La porta
è aperta per
questo motivo. ”
Si
sdraia
accanto a me sul letto e mi toglie gli occhiali, per poi poggiarli sul
comodino.
“
Non voglio
invadere uno spazio privato, e poi so che sarò sempre il
secondo per te, ma mi
va bene così, sapevo quando mi innamorai di te a cosa andavo
incontro. ” Michael
ha sempre pensato che io non lo ami, che il mio sentimento sia solo un
affetto
profondo, ma a lui va bene così perché il suo
amore è tanto grande che basta
per entrambi. Non sa, però, che si sbaglia e anche di grosso.
Io
lo amo e
non potrei fare altrimenti dopo che lui mi ha letteralmente salvato da
me
stesso, dal periodo più brutto della mia vita, e con la sua
costanza, la sua
pazienza e il suo amore è riuscito a ridarmi la speranza in
qualcosa a cui io
non credevo più: è riuscito a farmi amare di
nuovo.
Alle
sue parole
mi volto verso di lui e gli prendo il viso tra le mani, guardandolo
intensamente nei suoi occhi, così scuri da sembrare pozzi
senza fondo, in cui
tante volte mi sono perso, come in balia della corrente, e mi hanno
traportato
verso luoghi fantastici dove l’unica cosa che conta siamo io
e lui.
“
Sentimi bene
Michael, perché te lo ripeterò una volta sola. Io
ti amo, ti amo immensamente e
tu non sei né sarai mai secondo a nessuno. Nate è
stato una parte
importantissima del mio passato, e scrivere quel diario mi aiuta a
sentirlo
vicino, ma questo non vuol dire che io ami ancora lui: il suo amore
è rinchiuso
in una piccola parte del mio cuore, ma il resto è tuo e
sarà così fino a quando
tu lo vorrai, perché sei importante per me e io non ti
lascerò andare via
facilmente.
Nessuno
mi
assicura che se Nathan fosse ancora in vita io starei ancora con lui.
Può anche
darsi che tu mi avresti rapito il cuore anche se lui fosse stato ancora
il mio
ragazzo, e io non sarei riuscito ad oppormi perché tu mi hai
salvato con la tua
gioia e la tua spensieratezza, mi hai trascinato in un mondo
bellissimo, dove
ogni giorno è diverso dal precedente. E quindi sono io
quello che deve sentirsi
secondo a te, io ti devo tutto e per questo ti sarò debitore
a vita. ”
“
A me basta
il tuo amore come ricompensa, e puoi chiedermi tutto ciò che
vuoi, farò
qualunque cosa in mio potere per realizzarlo. ”
“
Allora
baciami e sta zitto. ” E senza aspettare oltre colmo la
distanza che separa le
nostre bocche. Ed è come
essere nel
posto giusto al momento giusto, perché Michael riesce a
trasmettermi la sua
forza ed il suo amore anche con un semplice bacio, e mi piace pensare
che lui
mi sia stato mandato da Nate, perché quando il dolore mi
annientava, e una
parte di me sarebbe voluta rimanere aggrappata a lui per sempre,
è arrivato
Michael, e io sono stato finalmente pronto a lasciarlo andare.
E
adesso lo
so che ogni tanto le favole diventano realtà.
Ok,
è
arrivato il momento dei saluti…Dunque un grazie speciale a
Vi, che si è
innamorata di questi personaggi forse più di quanto lo sia
io: sei un tesoro e
una vera amica; a Niky che è sempre stata presente; a Michy,
che da quando mi
ha ‘scoperto’ non fa altro che viziarmi con i
complimenti; a Claudia e
Prudence, che nonostante i dubbi iniziali su Edward, non si sono
scoraggiate e
sono arrivate fino alle fine; la piccola Aleswan. E un grazie immenso
anche a tutte voi, che mi
avete supportata, non lasciandovi frenare dal fatto che questa storia
non fosse
una classica Edward/Bella e dandomi una fiducia che non sono certa di
meritare;
a coloro che hanno accompagnato ogni capitolo con le loro parole e a
chi è
rimasto nell’ombra: è vero che io scrivo per me
stessa, ma vedere quei numerini
salire, che siano le recensioni o le visite, vi assicuro che
è una
soddisfazione immensa!
Grazie
veramente di cuore e spero di ritrovarvi presto, perché
tornerò in questo
fandom, è una promessa.
Un
bacione,
Paola.
Ps:
ne
approfitto per fare un po’ di pubblicità alla mia
originale, se qualcuno
volesse darle un’occhiata http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1035868&i=1
Adesso
la
finisco davvero :D
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