The power of love

di pallina90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova famiglia ***
Capitolo 2: *** Problemi ***
Capitolo 3: *** Un capodanno speciale ***
Capitolo 4: *** Fratelli ***
Capitolo 5: *** Mamma e papà ***
Capitolo 6: *** Ospite ***
Capitolo 7: *** Scoperta ***
Capitolo 8: *** Malattia ***
Capitolo 9: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 10: *** Il ballo di fine anno ***
Capitolo 11: *** Visite e presentazioni ***
Capitolo 12: *** Alice e Jasper ***
Capitolo 13: *** La prima volta ***
Capitolo 14: *** Goodbye my lover ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Una nuova famiglia ***


Ok, eccomi qui con una nuova storia... Per chi non mi conoscesse sono Paola, ho già all'attivo alcune storie qui si efp, e finalmente mi sono decisa a postare questa storia che sta nel mio pc da un bel pò.
Tra gli avvertimenti ne ho volutamente omesso uno per un motivo che scoprirete più in là ;)
Presto farò un banner, non ho avuto tanto tempo ^^
Niente, spero che il capitolo vi piaccia e fatemi sapere qualcosa... buona lettura.



UNA NUOVA FAMIGLIA

 

Ed eccomi qui, seduta nel mio nuovo letto, ad osservare la mia nuova stanza.

Dovrei sistemare la mia roba negli armadi e invece non riesco a fare nulla, se non stare qui sul letto a fissare il soffitto e a ripensare agli ultimi avvenimenti che hanno stravolto la mia vita.

Esattamente una settimana fa mio padre Charlie mi ha comunicato che finalmente era stata decisa la data del nostro trasferimento a casa della sua nuova compagna, perché dopo due anni di relazione avevano deciso di innalzarla ad un livello più alto.

Quindi eccomi qui nella immensa casa Cullen.

Certo che non posso lamentarmi, Esme mi ha riservato una stanza bellissima e almeno il doppio rispetto a quella della mia vecchia casa e, cosa importantissima, ho un bagno personale in camera; nella mia vecchia casa lo condividevo con papà e ogni tanto era complicato organizzarsi dovendo uscire entrambi presto la mattina, io per la scuola e lui per lavoro.

Ad un tratto sento bussare alla porta.

“ Avanti. ” Dico ma non vedo nessuno entrare e sorrido vedendo la maniglia che si muove in maniera strana; mi alzo dal letto e vado ad aprire alla mia nuova sorellina.

 “ Bella, potto entlale? ” Mi chiede un pulcino di quattro anni. Sorrido prendendola in braccio e sedendomi sul letto la faccio accomodare sulle mie gambe.

“ Piccolina cosa sei venuta a fare qui? ”

“ Mamma vuole sapele cosa vuoi mangiare a cena. ” Mi dice tutta allegra.

“ La mamma sta preparando la cena? ” Le chiedo e lei annuisce.

“ Allora andiamo a darle una mano. ” E così dicendo me la carico a mo di sacco di patate sulle spalle scatenando le sue risate che risuonano per tutte le scale. Arrivate in cucina l’adagio sul tavolo, stando attenta a tenerla ferma per non farla cadere.

“ Esme hai bisogno d’aiuto? ” chiedo gentilmente alla donna che, nonostante sia la nuova compagna di mio padre, non posso far altro che adorare: è gentilissima e sempre attenta ai miei bisogni.

Quando mio padre e lei hanno deciso di andare a vivere insieme, è venuta personalmente a parlarmi, spiegandomi che lei non avrebbe mai provato a prendere il posto di mia madre, e se la cosa mi avesse turbato loro avrebbero continuato a vedersi come stavano già facendo, senza complicazioni per nessuno. Ho apprezzato molto il suo gesto e da quel momento le ho voluto bene ancora di più: è la donna giusta per mio padre.

“ No cara, stai tranquilla. Fai già tanto tenendo a bada quella piccola peste. ” E dicendo ciò rivolge un sorriso dolcissimo ad Alice, e lei le manda un bacino con la sua manina paffutella. Ad un tratto mi viene in mente un gioco che facevo con mia madre da piccola, era il suo trucchetto per farmi apparecchiare la tavola e decido di farlo con Alice.

“ Signorina ti va di fare un gioco? ”

“ Sì, sì, sì. ” Comincia a trillare battendo furiosamente le sue manine.

La faccio scendere dal tavolo e inginocchiandomi per arrivare alla sua altezza la guardo attentamente negli occhi per farmi ascoltare

“ Alice abbiamo una missione da svolgere. Io ti darò degli indizi e tu dovrai trovare gli oggetti che io cerco, e poi venirmi a dire dove si trovano. Hai capito tutto? ” Lei mi guarda attentamente, con la fronte leggermente increspata per la concentrazione e poi annuisce.

“ Cominciamo. Mi serve una cosa di stoffa che si mette sulla tavola quando si mangia. ” Alice subito si dirige verso un mobile e urla “ Qui, qui c’è la tovaglia.”

Vado lì e le arruffo un po’ i capelli per complimentarmi con lei e poi prendo la tovaglia e la metto sulla tavola.

“ Adesso ho bisogno di una cosa dove ci si mette l’acqua. ”

“ Bicchiele. ” E corre verso lo sportello della credenza, tentando disperatamente di aprirlo nonostante sia molto più alto rispetto a lei. Ridendo vado a prendere i sei bicchieri che occorrono per cenare.  Esme che guardava divertita quel gioco si intristisce un po’ nel dirmi che stasera saremmo stati in cinque a mangiare visto che uno dei suoi figli non ci sarebbe stato.

“ Per caso Emmett è impegnato con Rosalie? ” chiedo sorridendo, ma lei scuote la testa.

“ No lui ci sarà, non voleva mancare alla prima cena di famiglia tutti insieme. Mancherà Edward, dice che aveva un impegno. ” E ritorna a mescolare il sugo che sta preparando. Io continuo il mio gioco con Alice, che richiama impaziente la mia attenzione, ma non più con la stessa verve di prima.

Edward è il secondogenito di casa Cullen,e non ho mai, in due anni di frequentazioni, avuto l’occasione di  parlare con lui, se non dei saluti da persone educate. Non so per quale arcano motivo ma non può soffrire la mia presenza. Con Emmett invece siamo andati da subito d’accordo; a prima vista sembra un colosso di muscoli e incute un certo timore, ma mi è bastato vedere come gioca con Alice o come guarda con occhi da pesce lesso la sua fidanzata Rosalie per capire che can che abbaia non morde. Si è dimostrato una persona sulla quale poter fare affidamento nei momenti di bisogno, ma forse a causa della mia timidezza non mi sono mai lasciata andare troppo con lui, e poi andando all’università è spesso fuori città.

Alice è ancora piccola, ma anche con lei è stato amore a prima vista; è stata la prima persona che ho conosciuto insieme ad Esme, e senza neanche conoscermi, quando mi ha visto è corsa ad abbracciarmi e a stamparmi un bacio sulla guancia: è davvero una bambina dolcissima, anche se tanto pestifera.  

Dopo un po’ sento la porta di casa aprirsi e in cucina appaiono mio padre Charlie ed Emmett: il primo va subito incontro ad Esme e le da un casto bacio sulle labbra, il secondo intrappola Alice tra le sue braccia per farle il solletico, mentre a me scompiglia i capelli in un gesto affettuoso. Ceniamo tutti insieme allegramente, chiacchierando di quello che ci è successo durante il giorno, e nonostante il fatto che Edward non ci sia a causa mia mi fa sentire un po’ in colpa, sorrido vedendo finalmente mio padre più sereno, con una luce negli occhi che non vedevo da tanto, troppo tempo.

Dopo cena aiuto Esme con i piatti e le faccio una domanda che sento girarmi in testa da tutta la sera.

“ Perché Edward non è venuto? ” Lei si irrigidisce un attimo ma poi si volta verso di me e sorridendomi mi risponde: “ Vedi cara, lui non ha preso bene la separazione tra me e Carlisle, pensava che dopo un periodo di lontananza saremmo tornati insieme. Ma ciò non è successo e il fatto che io e tuo padre nel frattempo ci siamo conosciuti e abbiamo cominciato una relazione seria, che ha portato all’unione di due famiglie, non lo ha certo aiutato. Vedrai che con il passare del tempo capirà. ”

“ Mi dispiace solo che la causa di ciò siamo noi. Se stasera fosse venuto magari avrebbe cambiato la sua opinione; anch’io all’inizio non ho preso la notizia benissimo, ma vedendo come è felice mio padre con te e come ci avete accolti non ho più avuto dubbi sul fatto che questa fosse la scelta giusta. ” Le sorrido per poi stringerla in un caloroso abbraccio. Lei rimane un attimo interdetta dal mio gesto, ma poi ricambia l’abbraccio affettuosamente, e mentre lo sciogliamo mi prende il viso tra le mani e guardandomi intensamente negli occhi mi dice “ So che non potrò mai sostituire la tua mamma, ma vorrei sapessi che io ci sono. Di qualunque cosa tu abbia bisogno.” E mi bacia teneramente la fronte.

“ Grazie. ” Sussurro solamente e poi riprendiamo a fare i piatti.

Quando è ora di andare a letto Alice comincia a fare i capricci dicendo che vuole che io le racconti una fiaba altrimenti non riuscirà a dormire. Ridendo la prendo in braccio e dopo aver augurato la buonanotte agli altri saliamo le scale e andiamo in camera sua.

Con un po’ di fatica le riesco a mettere il pigiama, anche se devo rincorrerla per tutta la camera, mentre lei continua a scappare urlando “ Tanto non mi plendi. ”

Portata a termine l’operazione pigiama, la faccio infilare sotto le coperte e io mi distendo accanto a lei; subito Alice si accoccola sul mio petto, cingendomi la vita con un suo braccino: è davvero tenera questa bimba.

“ Allora quale fiaba vuoi che ti racconti? ”. Lei arriccia le piccole labbra in un espressione così concentrata da fare invidia ad un giocatore di scacchi e dopo un po’ esclama “ Cererentola! ”

“ E Cenerentola sia! Però tu adesso devi chiudere gli occhietti, altrimenti come fai a dormire?! ” Subito fa come le ho detto e io inizio il mio racconto.

“ C’era una volta una ragazza bella, con dei lunghi capelli biondi che viveva in un castello con la matrigna e le sue due sorellastre, le quali erano invidiose della sua bellezza e per questo l’avevano costretta a fare la cameriera e a vivere in cucina, dormendo vicino al camino. Per questo l’avevano soprannominata Cenerentola. ”

“ Bella ma io non shono cattiva come le sorellastre, vero? ” mi chiede ad un tratto Alice, con la voce spaventata.

Io l’abbraccio forte e le rispondo: “ Amore mio non dirlo neanche per scherzo! Sei la bambina più buona e dolce che io conosca, quindi adesso dormi tranquilla che io continuo la storia. ” Aspetto che si risistemi nuovamente e poi continuo. “ Cenerentola aveva tanti animaletti come amici,fra cui il suo cagno-” ma mi interrompo quando qualcuno bussa alla porta.

“ Avanti. ” urla Alice, che ancora non ne vuole sapere di dormire. La porta si apre e trattengo il fiato quando vedo chi si affaccia e soprattutto come mi guarda: se potesse mi truciderebbe con lo sguardo

“ E tu cosa ci fai qui? ” Esclama con una voce gelida e tagliente.

 


Prima di tutto sappiate che se la storia potrebbe sembrarvi simile a L'amore sorprende tutti, se non l'avete ancora letta fatelo ;) ,sappiate che non lo è assolutamente e poi ho già parlato con l'autrice e per lei non c'è nessun problema.
Al momento non ho altro da aggiungere, spero solo che la storia vi entusiasmi. Il prossimo capitolo arriverà tra quindici giorni,dopo che posterò l'epilogo di un'altra storia. A presto, Paola.

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Capitolo 2
*** Problemi ***


Buon pomeriggio ragazze!!!
Lasciatemi dire quanto vi adoro *_* il primo capitolo ha avuto un successo pazzesco che non mi asoettavo proprio e sono ancora senza parole, quindi grazie, grazie e ancora grazie!
Vi lascio al secondo capitolo che attendete da tanto e ci rileggiamo sotto ;)


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PROBLEMI

 

“ Eddy. ” Esclama felice Alice, gettando in aria le coperte e volando giù dal letto per correre ad abbracciare il suo amato fratello, troppo piccola e buona per accorgersi degli sguardi di fuoco che lui indirizza a me.

“ Ciao piccolina. ” Edward le si avvicina, prendendola in braccio e le schiocca un tenero bacio sulla guancia, poi torna a guardare me e nuovamente mi chiede cosa ci faccia nella camera di Alice.

“ Non hai risposto alla mia domanda. ”

“ Stavo raccontando una fiaba alla piccola per farla addormentare, me lo ha chiesto lei, altrimenti non  sarebbe riuscita a dormire. ” Gli rispondo timidamente, senza staccare lo sguardo dalle mie mani, che tengo sul grembo tormentandole fra di loro. Non sopporto il modo in cui riesce a mettermi in soggezione, lo fa sembrare più minaccioso e arrogante di quanto già non lo sia.

“ Ci sono io per questo. ”

“ Scusami. È solo che tu non eri ancora arrivato e così Alice lo ha chiesto a me. ”

“ Adesso sono qui; puoi andare via, non abbiamo bisogno di te, non sei nostra sorella. ” Mi risponde gelido.

Io mi sento ferita da quella risposta, è vero che non ho alcun legame di sangue con loro, ma non credevo che ciò potesse essere un problema. Senza dire nulla mi alzo velocemente, accarezzo il braccio di Alice per darle la buonanotte, mentre lei, ancora in braccio ad Edward, ci guarda confusa ed esco dalla stanza prima di scoppiare in lacrime: non voglio dargli anche questa soddisfazione.

Arrivata in camera mi butto sul letto e comincio a piangere; odio questo lato del mio carattere, mi fa apparire più debole di quello che sono, ma piangere al momento è l’unica soluzione che trovo per sfogare la rabbia e la delusione che provo per le parole che mi ha rivolto Edward. Sussulto quando sento qualcuno accarezzarmi i capelli; sollevo il viso dal cuscino e incontro lo sguardo tristissimo di Alice, che mi osserva con i suoi occhioni verdi pieni di lacrime. Senza pensarci un attimo la stringo forte al mio petto e cerco di calmare i singhiozzi che scuotono entrambe.

“ E’ cattivo Eddy. ” Sussurra Alice quando riesce a prendere fiato. Mi stupisce sempre: più sto a contatto con lei, più mi rendo conto di quanto stia attenta a tutto ciò che la circonda nonostante sia così piccina. Le prendo il viso tra le mani e la guardo attentamente, legando i suoi occhi ai miei, prima di iniziare a parlare.

“ No amore, non è cattivo. Ha detto solo la verità: io non sono veramente tua sorella. ” Cerco di spiegarle trattenendo le lacrime, non voglio che per colpa mia il rapporto che c’è tra Alice e Edward si rovini: Esme mi ha raccontato che sono molto uniti, per la piccola il fratello è quasi un padre, visto che quello vero li ha abbandonati quando lei aveva solo un anno.

“ Sì invece, io ti voio bene. ” Mi abbraccia forte, stringendo il mio collo con le sue braccine e infilando la testa nell’incavo tra il collo e le spalle. Ricambio il suo abbraccio e alzando lo sguardo vedo riflesso nello specchio Edward che ci osserva da dietro la porta. Subito riabbasso gli occhi: è un comportamento da codardi, ma non riesco a fare di meglio. Nel frattempo sento il respiro di Alice regolarizzarsi, e lentamente la scosto un po’ dal mio corpo per vedere se si è addormentata: ed infatti è così. E’ crollata per la stanchezza e adesso che la vedo dormire è ancora più carina, con il viso rilassato e la boccuccia leggermente aperta. Facendo attenzione che non si svegli l’adagio sui cuscini del mio letto e cerco di infilarla sotto le coperte senza svegliarla. Salto in aria quando vedo una mano sbucare da dietro la mia schiena e aiutarmi a sollevare il piumone, visto che con l’altra mano tengo alzate le gambe di Alice.

Dopo averla messa a letto Edward le fa una carezza leggerissima sul viso e io sussurro un “ grazie ” sperando capisca che mi riferisco al fatto che mi ha appena aiutato.

“ Dopo quello che ti ho detto poco fa mi dici anche ‘grazie’? ” Sussurra anche lui, per evitare di svegliare la bambina. Non riesco a capire se il suo è un rimprovero o un’accusa implicita a se stesso per quanto ha fatto prima.

“ Mi hai aiutato a mettere a letto Alice e quindi io ti ringrazio. Anche se probabilmente lo hai fatto solo per evitare che cadesse. ”

“ Scusa. ” Dice, cogliendomi di sorpresa. “ Prima ho esagerato. Ma mi sono ritrovato ad essere geloso di te.”

“ Cosa? ” Chiedo allibita.

“ Ogni sera sono io a raccontare la favola ad Alice per farla dormire. Prima lo faceva mio padre, ma da quando i miei si sono separati ho preso io il suo posto; il fatto che ci fossi tu mi ha fatto sentire un fratello cattivo, che non pensa alla sua famiglia. Ho avuto paura che Alice credesse che l’avessi abbandonata pure io. Tu non sei sua sorella, non devi prenderti cura di lei. ” Il suo tono si indurisce e conclude la frase con le stesse parole con cui prima mi ha offesa: strano modo per chiedermi scusa.

“Non c’è bisogno che ti scusi se la tua opinione rimane sempre la stessa. Adesso scusami tu ma ho sonno e voglio dormire. Buonanotte. ” Rispondo a tono, non voglio che mi veda piangere di nuovo.
Con un’occhiata sprezzante prende delicatamente Alice in braccio, ed esce. Sarei stata una stupida se avessi creduto che l’avrebbe lasciata dormire con me dopo quello che ha detto.
Prima di chiudere la porta lo vedo portare Alice in camera sua: l’adagia sul letto e poi le si corica affianco, stringendola tra le sue braccia come a volerla difendere da qualcuno. Di scatto chiudo la porta e mi butto sul letto, mi infilo sotto le coperte e faccio di tutto per non piangere, ma non ci riesco, e piangendo mi addormento. Purtroppo però il mio sonno non è affatto tranquillo: per tutta la notte non faccio altro che sognare me che scappo di casa a causa del comportamento meschino che Edward ha nei miei confronti.

Il mattino dopo, quando suona la sveglia ho un aspetto orribile: il volto pallido, segnato da profonde occhiaie per la pessima dormita, gli occhi rossi e gonfi per le lacrime che sono continuate a scendere imperterrite tutta la notte e un mal di testa assurdo che rende anche il rumore dell’acqua della doccia fastidioso. Tento di mascherare il mio viso degno della notte di halloween con un leggero strato di fondotinta e poi, stampandomi in faccia il più falso dei sorrisi, scendo a fare colazione.

In cucina trovo già tutti seduti a tavola, compreso lui che gioca amorevolmente con Alice; quando saluto, lui alza appena gli occhi dal piatto della colazione per poi tornare a mangiare. Alice invece si sporge dalla sedia per scendere, ma prima che cada la raggiungo io e mi inginocchio alla sua altezza. Senza avere il tempo di dire nulla lei appoggia un ditino sul mio naso e poi scoppia a ridere, seguita a ruota dagli altri, compreso Edward che non riesce a trattenere un lieve sorriso che gli increspa le labbra. Io non capisco cosa sta succedendo così Esme mi passa un cucchiaino invitandomi ad usarlo a mo di specchio; lo faccio e scoppio anch’io a ridere: quella piccola peste mi ha sporcato il naso di nutella. Con il dito mi pulisco per poi prenderla in braccio e farle il solletico.

“ Batta, batta Bella. Non lo faccio più. ” Mi dice quasi senza fiato.

“ Sarà meglio per te signorina. ” Le rispondo e poi sfrego il mio naso contro il suo: lei diventa tutta rossa, mentre con la coda dell’occhio vedo Edward irrigidirsi. Ma non mi importa, non cambierò i miei atteggiamenti per lui, mi trovo bene in questa famiglia e voglio godermela il più possibile.

 

POV EDWARD

Ho sempre odiato stare al centro dell’attenzione, ma da quando io e Isabella siamo costretti a condividere la stessa casa a scuola sembra non si parli d’altro e siamo solo al primo giorno: spero che la cosa scemi con il tempo. Ma oggi me la sono anche cercata, perché per non accompagnare anche lei, ho inventato a mamma che la macchina aveva un problema, e il risultato che ho ottenuto è stato che ci ha accompagnati ad entrambi Charlie con l’auto della polizia. Complimenti Edward, queste trovate di prima mattina sono ottimi modi con cui iniziare la giornata.

“ Ehy Cullen. ” Mike con la sua delicatezza mi saluta con un pugno sulla spalla e io sono certo che mi ritroverò con un livido nel giro di qualche ora. “ Come ti butta amico? ”

“ Secondo te Mike? Tra un’ora abbiamo la prima verifica di matematica e mi chiedi come sto? ” Sono sempre stato uno studente modello, il mio sogno è studiare medicina e quindi mi sono da sempre impegnato a scuola, ma io e la matematica siamo due calamite che si respingono, due poli positivi che cozzano invece di unirsi tranquillamente.

“ Non potevi farti dare una mano da quella gnocca di tua sorella? ” Se vuole farmi perdere le staffe, il mio amico ci sta riuscendo benissimo.

“ Punto primo non è mia sorella, secondo come fai a dire che è gnocca? ”

“ Edward non dirmi che non hai mai pensato a fartela? Io fossi in te una bottarella gliela darei. ”

“ Mike vuoi che ti spacchi la faccia subito? Non fare casini con lei, non sarà mia sorella ma ormai abita con noi e io non voglio certo ritrovarmi per colpa tua a dover essere il suo segugio. ” Lo mollo al centro del corridoio senza aggiungere altro, la campanella è appena suonata e io non ho intenzione di beccarmi un rimprovero per stare a sentire le sue cretinate.

 Se il buongiorno si vede dal mattino avrei già dovuto immaginare che quella giornata non avrebbe riservato nulla di buono. Il compito di matematica era più difficile di quanto prevedevo e stavolta sarà un miracolo se riuscirò a strappare la mia solita B.

Quando apro la porta di casa, mia madre esce come una furia dalla cucina.

“ Dove sei stato? ” Il suo tono di voce è decisamente incazzato e mi stupisco di non vederla con un cucchiaio di legno in mano come nei migliori cartoni animati.

“ Avevo gli allenamenti di basket. Oggi è mercoledì, ti sei scordata? ”

“ E avvisare Bella ti costava parecchio sforzo? E’ tornata a casa a piedi perché ti ha aspettato un’ora all’uscita da scuola e l’autobus non passava più. Adesso stai esagerando Edward, capisco che tu possa avere delle remore sul fatto che lei e suo padre  stiano qui con noi, ma almeno comportati in maniera educata: se dovesse succede un’altra volta, tu la macchina te la scordi per un mese. ” Mi dice con aria minacciosa e dal suo sguardo è facile intuire che non sta mentendo.

“ Non succederà più. ” Le dico e poi salgo velocemente in camera mia. Mi fiondo in bagno e apro l’acqua nella doccia; mi spoglio lentamente, dando così tempo all’acqua di raggiungere la giusta temperatura. Quando mi infilo dentro lascio che il getto della doccia mi colpisca le spalle, cercando con il calore di farle rilassare. Mamma non ha ancora capito che la sua convivenza con Charlie non è un problema, la persona che temo è Isabella. Alice ha subito legato con lei e io ho paura che possa prendere il mio posto nella sua vita. La mia sorellina mi ha sempre visto come il suo punto di riferimento, la persona più vicina ad un padre che abbia mai conosciuto, ma è chiaro che lei crescendo avrà più bisogno di una sorella che di un fratello. E questi pensieri mi torturano dal giorno in cui ho saputo che loro si sarebbero trasferiti qui.

 


Allora, abbiamo visto che il vero problema per Edward è Isabella: lui teme che Alice possa affezionarsi maggiormente a lei, essenso entrambe delle ragazze.... Si sistemeranno le cose? A mercoeldì prossimo  per scoprirlo, un bacio Paola

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Capitolo 3
*** Un capodanno speciale ***


Buona domenica gente! scusate se non ho postato mercoledì ma il mio pc si è rotto nuovamente e i dati sono riuscita a recuperarli solo ieri...
Prima di lasciarvi ad un capitolo molto importate, volevo ringraziarvi di vero cuore per l'entusiasmo con cui avete accolto la storia: 25 recensioni per i primi due capitoli sono un sogno per me, quindi grazie di cuore a tutti!
Ci risentiamo sotto, buona lettura :)



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UN CAPODANNO SPECIALE
 
POV EDWARD

Adoro andare in discoteca per l’ultimo dell’anno. E’ una tradizione per me, mio fratello Emmett e la sua ragazza Rosalie: tutti i capodanno si va nella discoteca più esclusiva della città, per divertirci e nel mio caso ammirare un po’ il ‘panorama’. Quest’anno però ci sarebbe stata una novità, con noi sarebbe venuta anche Bella. Mia madre mi ha costretto ad invitarla, minacciandomi che altrimenti anch’io non ci sarei andato.
Si possono ricevere minacce del genere a diciotto anni? A quanto pare sì. Sto finendo di aggiustarmi davanti allo specchio i miei capelli indomabili, quando la porta si spalanca.
“ Non si usa più bussare? ” Dico, immaginando sia mio fratello.
“ Sono tua madre e non c’è bisogno che io bussi. Ho trovato di sotto Bella che stava per andare in discoteca con la sua macchina; ho dovuto fermarla e dirle che naturalmente ci sareste andati insieme. Ma dico ti sei fumato il cervello? ” Mi risponde mia madre piuttosto incazzata.
“ No, perché? ”
“ E hai anche il coraggio di chiedermi perché… quando ti ho detto di invitare Bella per me era sotto inteso il fatto che lei venisse in macchina con te. Quale ragazzo sano di mente manderebbe in giro da sola una ragazza la sera tardi, per di più la notte di capodanno, quando gli incidenti che si registrano il giorno dopo sono innumerevoli? Quindi se non vuoi che io ti rinchiuda seduta stante in questa stanza va subito di sotto e dille che in discoteca ci andrete insieme, è chiaro? ”
“ Agli ordini maresciallo! ” Rispondo sbuffando. Velocemente scendo di sotto e trovo Bella che mi aspetta all’ingresso con già il cappotto addosso; mi avvicino a lei e con la testa le faccio cenno di seguirmi e lei ubbidiente lo fa. Saliamo in macchina, e fortunatamente il viaggio è breve perché nessuno dei due ha spiccicato una parola. Non appena arriviamo la mollo all’ingresso del locale e vado subito a cercare i miei amici; con loro mi dirigo in pista, dove vengo accalappiato da una ragazza. La biondina mi si struscia addosso, schiacciando il suo bacino contro il mio, io le avvolgo i fianchi con le mani e assecondo i suoi movimenti. Lei allaccia le sue mani dietro il mio collo e si sporge verso di me per baciarmi, ma io mi tiro indietro, non è il caso che baci la prima arrivata.
In quel momento la vedo.
E’ seduta al bancone, con davanti due bicchieri vuoti che un tempo dovevano contenere Mojito, a giudicare dalle foglioline rimaste incollate nel bicchiere, e il barman che le sta porgendo il terzo; mollo su due piedi la biondina, senza molte galanterie, e mi dirigo al bancone.
“ Cosa hai intenzione di fare? ” Lei sussulta sentendo la mia voce, parecchio alta anche a causa della musica che ci assorda.
“ Non sono affari tuoi. ” Mi risponde acida. Le prendo un braccio e nonostante le sue proteste riesco a trascinarla fuori dal locale.
“ Se vuoi ubriacarti sei libera di farlo, ma non in mia presenza. ” Chiarisco.
“ Cullen hai per caso paura che ti vomiti in macchina? Stai tranquillo torno in taxi. Adesso puoi tornare a divertirti. ”
“ Senti Bella cosa credi di fare? Tu vieni con me che ti piaccia o no. ” Le rispondo a tono
“ Tu non sei nessuno per darmi ordini. ” Mi urla contro e velocemente si dirige verso la strada; la bloccò nuovamente per il braccio e lei si volta verso di me lanciandomi uno sguardo assassino.
“ Lasciami immediatamente! ” Sibila a denti stretti. La accontento e lei riprende a camminare.
“ Fermati. Dove hai intenzione di andare? ”
“ Non ti riguarda. ” Esclama.
“ Cazzo Bella, non posso lasciarti andare via da sola. ” Le urlo mentre lei continua imperterrita a camminare. Sentendo le mie parole si blocca, si volta verso di me ed urla, con il viso rigato dalle lacrime:
“ Perché? Non sono mica tua sorella. ” E corre verso la strada.
E’ un attimo.
Succede tutto in un secondo: io che urlo il suo nome e un motorino la travolge, investendola in pieno e lasciandola a terra sull’asfalto.
 

Due ore dopo sono ancora in ospedale in attesa di notizie; ho perso il conto di quante volte ho fatto su e giù in questo corridoio attendendo che qualcuno venisse a darmi spiegazioni. A nulla è valso far sapere che sono il figlio del dottor Cullen, come tutti avrei dovuto aspettare. Finalmente le porte di quella maledetta sala operatoria si aprono: un medico viene verso di me.
“ Lei è un parente della ragazza? ” Mi chiede freddo e distaccato.
“ Sì, sono il fratello. ” Rispondo subito.
“ Bene. La ragazza è fuori pericolo. Le abbiamo dato qualche punto in testa perché aveva una ferita abbastanza profonda  e adesso a parte qualche ecchimosi e due costole incrinate, sta bene. ”
Tiro un sospiro di sollievo. “ Posso vederla? ”
“ Sì al momento è sveglia. ” E mi indica la stanza. Velocemente mi dirigo verso la porta che ha indicato il medico, prendo un profondo respiro e abbasso la maniglia. Sbircio un po’ all’interno e la noto subito, sdraiata su quel lettino che fissa un punto sul soffitto. Lentamente entro nella stanza e appena lei si accorge della mia presenza volta la testa dall’altro lato: non so perché il suo gesto mi faccia male, ma in effetti non potevo aspettarmi un’accoglienza diversa, è colpa mia se si trova qui.
Mi avvicino al suo letto e mi siedo nella sedia posta lì accanto.
“ Come stai? ” Sussurro.
“ Bene. ” Risponde lei senza guardarmi, con la voce che le trema leggermente.
Lentamente faccio un gesto che mai mi sono concesso di fare, le accarezzo delicatamente la guancia, passando le mie dita anche sulla benda sulla fronte che copre i suoi punti. Lei a questo contatto trattiene il respiro, poi lacrime copiose fuori escono dai suoi occhi.
“ Ehi cosa succede? ” Chiedo preoccupato.
Bella finalmente si volta verso di me e con occhi tristi e spaventati mi sussurra “ Ho avuto paura Edward. Tanta paura. ” E dei singhiozzi la scuotono violentemente.
Istintivamente l’abbraccio; non so neanche io bene perché lo faccio, ma per una volta mi lascio guidare dal mio istinto, so che è la cosa giusta da fare. In un primo momento lei si irrigidisce, sembra volersi scostare, ma quando io stringo maggiormente la presa, si abbandona al mio abbraccio e si sposta un po’ sul letto per permettermi di stendermi accanto a lei. Non so per quanto tempo rimaniamo così abbracciati, con lei che da libero sfogo alla sua paura. Finalmente dopo un po’ si calma e mi guarda con i suoi occhioni lucidi, quasi a volermi chiedere scusa.
“ Va meglio? ” Le chiedo. Bella annuisce e timidamente mi sorride. Distolgo per un attimo gli occhi dal suo viso e mi accorgo, guardando l’orologio, che la mezzanotte è passata già da dieci minuti.
“ Auguri. Buon anno nuovo. ” Le sussurro e lei mi guarda confusa per poi aprirsi in un sorriso meraviglioso.
“ Grazie, buon anno anche a te. Ma ti prego, adesso torna a festeggiare con gli altri, non preoccuparti per me. ”
Scuoto la testa violentemente “ Da qui io non mi muovo. ”
“ Dai Edward, dico sul serio, tanto io non festeggio il capodanno da… tanto. ” Il suo sguardo torna nuovamente triste a quelle parole. Non ho il tempo di chiederle come mai, perché la porta della sua stanza si spalanca e nella stanza entrano di corsa Charlie, mia madre e la piccola Alice, che dorme beatamente tra le braccia di Esme.
“ Posso sapere che cosa è successo a mia figlia? ” Tuona Charlie, rivolgendomi delle occhiate omicide; sono nel panico, non so cosa dire, sto per parlare quando Bella mi precede.
“ Papà tranquillo, non è colpa di Edward. Anzi se non fosse stato per lui probabilmente la situazione adesso sarebbe più grave. Sono semplicemente caduta dalle scale del locale, e sbattendo sul gradino finale mi sono incrinata due costole e ferita alla testa, ma sto bene. ” Conclude serena e vedo tutti tirare un sospiro di sollievo. Io sono sempre più confuso dal suo comportamento: sarebbe stata l’occasione perfetta per farmela pagare e invece lei mi ha coperto; in fondo se io non l’avessi trascurata per tutta la sera e non le avessi urlato contro, Bella non sarebbe finita sotto il motorino. Dopo un po’ i nostri genitori decidono che è l’ora di tornare a casa anche per mettere a letto Alice e mia madre si propone per restare a fare compagnia a Bella, ma io mi oppongo, ho bisogno di parlarle.
“ No mamma, vai tranquilla. Rimango io con Bella, ovviamente se per te non ci sono problemi. ” Mi volto verso di lei che annuisce sorridente. Dopo un tempo che mi sembra interminabile ci lasciano soli, e nella stanza cala un silenzio surreale; siamo entrambi in imbarazzo per la strana situazione che si è venuta a creare. Decido io di rompere quel silenzio assordante, ho una domanda che mi preme farle.
“ Perché? ” Dico e so che lei intuisce a cosa mi riferisco.
Comincia a torturarsi le mani e senza guardarmi mi risponde con un filo di voce.
“ Non so nemmeno io perché l’ho fatto. Forse non volevo ammettere davanti a mio padre di aver esagerato con gli alcolici, di aver litigato con te e forse perché non volevo che finissi nei guai per colpa mia. Non voglio che la felicità di Esme e Charlie venga distrutta per colpa dei nostri battibecchi. ”
 Cala nuovamente il silenzio tra di noi, e di nuovo sono io a romperlo.
“ Prima che entrasse la nostra famiglia ti avevo fatto una domanda ma non hai avuto il tempo di rispondermi. Puoi farlo ora? ”
Ma Bella anziché rispondere volta la testa verso la finestra e vedo scendere una lacrima sul suo viso.
“ Adesso no, ma prometto che un giorno te ne parlerò. ” Mi dice semplicemente, lasciando che la sua lacrima attraversi tutto il viso per fermarsi in bilico sulla punta del suo mento, ed io con un gesto improvviso la colgo con il mio dito. Lei continua a rimanere voltata verso la finestra e capisco che quello è il momento delle scuse.
Prendo un profondo respiro e inizio a parlare. “ Scusami Bella, per tutto. Sono stato uno stupido; mi sono comportato malissimo con te in questo mese di convivenza. Credevo che tu e tuo padre foste la causa della fine del matrimonio tra i miei, ma mi sbagliavo. La colpa era di mio padre, che continuava a trascurare noi e la mamma per il suo lavoro. Ho sfogato tutto il mio rancore nei suoi confronti verso di te e non lo meritavi affatto. Ti prego, se puoi, perdonami e ti prometto che da ora in poi cercherò di essere un buon fratello.” Concludo, senza avere il coraggio di guardarla in faccia. Dal fruscio del lenzuolo capisco che si è mossa e improvvisamente sento una mano accarezzarmi i capelli; alzo il viso e incontro il suo, abbellito da un fantastico sorriso.
“ Certo che ti perdono Edward. In fondo io e mio padre siamo arrivati in casa vostra invadendo i vostri spazi e le vostre abitudini. E mi dispiace se quella sera ti sei sentito messo da parte perché Alice aveva chiesto a me di raccontarle una storia. ” Ci sorridiamo entrambi adesso e io di slancio l’abbraccio.
Lei si irrigidisce ed emette anche un lamento.
“ O mio dio, scusami Bella non pensavo di farti male. ” Le dico staccandomi immediatamente da lei.
“ Tranquillo,se vuoi possiamo rifarlo però cerca di essere meno irruento. ” E allarga le sue braccia quel poco che può a causa delle costole incrinate. Delicatamente mi avvicino e la stringo tra le mie braccia: è così piccola. Guardando verso la finestra noto che nevica.
“ Voltati Bella, sta nevicando! ” Lei immediatamente si gira e spalanca la bocca come una bambina felice alla vista della neve; fa per scendere dal letto ma io la blocco.
“ Dove hai intenzione di andare? Se ti muovi peggiori la situazione. ”
Scocciata si copre nuovamente. “ Uffa! Volevo solo toccare la neve. Lo faccio sempre durante la prima nevicata dell’anno. ”
Senza proferire parola mi alzo, vado alla finestra, la apro e sporgo fuori le mie mani mettendole a forma di coppa; appena si riempiono un po’ di neve torno verso il letto, dove Isabella mi guarda con aria interrogativa.
“ Ora puoi toccare la tua prima neve dell’anno. ” Le dico sorridendole. Lei mi guarda scioccata ma non se lo fa ripetere due volte e immerge le sue mani tra le mie per toccare quel po’ di neve che ho raccolto.
“ Grazie. ” Mi dice semplicemente, e rimaniamo così fino a quando tutta la neve non si scioglie.
Non avrei mai immaginato di dover passare la serata di Capodanno in una stanza d’ospedale con la mia nuova sorella, ma sono sicuro che un altro capodanno così speciale non lo passerò mai più.



Direi che finalmente Edward è tornato normale, siete d'accordo? Allora il prossimo capitolo non so bene quando arriverà, ma credo non prima di giovedì 16 perchè prima devo finire di scrivere un extra... a buon intenditor poche parole ;)
Ancora mille grazie e a presto, un bacio Paola

 

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Capitolo 4
*** Fratelli ***


Buon pomeriggio ragazze! Senza sapere come sono riuscita  a scrivere questo capitolo: sono sotto esami e anche scrivere una recensione mi sembra un impresa titanica O_O
Il capitolo non mi soddisfa al massimo, forse perchè è un capitolo di passaggio, dove non succede nulla...
Vi ringrazio per l'entusiasmo con cui avete accolto questa storia: avere 36 recensioni in 3 capitoli mi fa gongolare, e poi rileggere le vostre parole mi tira su nei momenti di sconforto pre-esame. Non vi annoio e vi lascio al capitolo, ci si legge sotto ;)


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FRATELLI

 

Sono passate due settimane dal mio incidente. Finalmente adesso posso muovermi meglio e stasera ho deciso di preparare la cena per me, Alice ed Edward: i nostri genitori sono fuori e non mi va di abusare ancora della pazienza di mio fratello. In questi giorni mi è stato tanto vicino, aiutandomi in tutto; i nostri rapporti sono decisamente migliorati, ci siamo chiariti e finalmente posso considerarlo mio fratello o per meglio dire il mio migliore amico. E’ un ragazzo meraviglioso e imparandolo a conoscere sono rimasta affascinata dalla sua anima dolce e sensibile: forse ciò è dovuto a quello che ha dovuto affrontare a causa della separazione dei suoi, diventando adulto in fretta e dovendo aiutare Alice a superare la situazione, ma non è facile trovare un ragazzo di diciotto anni tanto maturo come lo è lui.

Lentamente scendo in cucina e metto sopra il sugo e l’acqua per la pasta, il menù prevede spaghetti al pomodoro. Mentre mescolo il sugo sento una macchina rientrare nel vialetto, sicuramente sono Edward e Alice che ritornano dal parco, e le mie impressioni vengono confermate dalle urla della piccola che sta raccontando qualcosa a suo fratello: incredibile come la sua voce si senta perfettamente dal giardino, ha un tono squillante e sempre allegro.

La porta di casa si apre e un mini tornado entra in cucina.

“ Bella! Come tai? ” Mi chiede premurosa come sempre: quando il mattino dopo l’incidente è venuta a trovarmi in ospedale era terrorizzata, temeva che fossi morta e che le avessero detto una bugia, e dopo aver visto che stavo bene era stato difficilissimo convincerla a tornare a casa, nonostante la promessa che il giorno seguente sarei rientrata pure io.

Vorrei piegarmi e darle un bacio, ma una fitta al fianco mi fa ricordare che la mia guarigione non è del tutto completa.

“ Sto bene piccola, ti sei divertita al parco? E dov’è Edward? ” Le chiedo visto che non lo vedo entrare in cucina, né sento i suoi passi in giro per casa.

“ Vieni, sta appettando davanti la polta. ”

Confusa, scendo le pentole dal fuoco e afferro la manina che mi porge Alice. Mentre raggiungiamo l’ingresso, la piccola peste non fa altro che sbellicarsi dalle risate e io continuo a chiedermi il perché, ma la mia domanda trova risposta non appena vedo Edward fermo sulla soglia di casa: è tutto sporco di fango. Non riesco a trattenere le risate e scoppio anch’io, mentre lui mette il broncio.

“ Ma cosa ti è successo? ” Riesco a dire tra una risata e l’altra.

“ Potreste cortesemente smetterla di ridere? ” Ci chiede lui, e almeno io tento di trattenere le risate, visto che Alice è ormai in lacrime per quanto ride, in effetti non è carino comportarsi così in sua presenza.

“ Scusa. ” Sussurro un po’ imbarazzata, non vorrei che questo mio modo di comportarmi inclini nuovamente i nostri rapporti, che adesso sono splendidi.

“ Grazie. Comunque è tutta colpa di quel mostriciattolo lì. Stava correndo  inseguendo una farfalla e se io non l’avessi acchiappata sarebbe caduta in una pozza di fango; sfortunatamente però ci sono caduto io. ” Conclude con uno sbuffo e io scoppio nuovamente a ridere.

“ Se permettete avrei di meglio da fare che stare sulla porta a vedervi ridere. ” Lui ci guarda in cagnesco e poi ci supera dirigendosi al piano di sopra, sicuramente per farsi una doccia e cambiarsi.

“ Torniamo in cucina piccola. Finiamo di preparare la cena, prima che tuo fratello ci uccida quando scende.” E lei tutta felice mi segue saltellando fino in cucina. Preparare la cena con Alice non è semplice, come tutti i bambini vorrebbe dare una mano, ma il più delle volte rischia di farsi male, ma fortunatamente riesco a farla stare buona, dandole un libro da colorare, e non farle fare guai; quando sto per scendere la pasta sento dei passi e voltandomi trovo Edward davanti la porta: ha i capelli umidi, segno che è appena uscito dalla doccia. Facendo attenzione a non scottarmi scolo la pasta e quando è tutto pronto ci sediamo a tavola. Non parliamo molto durante la cena, io ed Edward siamo troppo impegnati a imboccare Alice a turno per evitare che il pomodoro degli spaghetti schizzi fino al tetto: quando sarò mamma dovrò ricordarmi di non cucinare mai spaghetti fino a quando i bambini non compiono 10 anni, almeno.

Finita la cena io comincio a lavare i piatti mentre Edward porta in salotto Alice; poco dopo mi raggiunge anche lui.

“ Facciamo che tu lavi e io asciugo?” Propone.

“ Va bene. Ma dove hai lasciato Alice? ” Mi preoccupa saperla sola in un’altra stanza.

“ Tranquilla. È incantata a vedere la Bella e la bestia, non si muoverà per un bel po’. ”

“ Allora cosa mi racconti di bello? Che avete fatto in questa settimana di scuola? ” Non potrò tornare in classe prima di un’altra settimana e mi mancano i miei amici, non li vedo da prima delle vacanze di Natale, e poi non mi piace rimanere indietro con i compiti, ma per fortuna io e Edward condividiamo alcuni corsi.

“ Il professore di biologia ci ha fatto catalogare le varie fasi della mitosi osservando delle bucce di cipolla; quello di inglese invece ci ha uccisi facendoci vedere Romeo e Giulietta di Zeffirelli. ”

“ Ma quanto sei ignorante, fratellino? Quel film è qualcosa di sublime, dalla scenografia alla colonna sonora, i vestiti, gli attori… è tutto meraviglioso. ” Sospiro, sono pazzamente innamorata di quel film.

“ Mi è venuto il diabete. Quasi dimenticavo, la professoressa di matematica ha consegnato i compiti. ”

Gli mollo uno schiaffo sul braccio. “ E cosa aspettavi a dirmelo? ”

“ Che manina delicata sorellina, sono sicuro che domani mi ritroverò con un livido. Comunque che cosa ti preoccupi tu? Hai preso la tua solita A. ”

“ Wow, stavolta non me l’aspettavo, era difficile il compito. A te come è andata? ”

“ B meno. Pensavo peggio. ” Si scompiglia i capelli imbarazzato, la matematica da quello che ho capito non è mai stato il suo forte.

“ Dai, la prossima volta ti aiuto io, così riparerai questo voto. ”

Per un po’ rimaniamo in silenzio però sento di dovergli delle scuse per il mio comportamento di poco fa.

“ Senti Edward per quanto riguarda prima, bè mi dispiace. Non volevo scoppiarti a ridere in faccia, solo che la tua espressione era buffissima. ” Cerco di non ridere nuovamente al ricordo della sua faccia.

“ Non preoccuparti. So che non volevi offendermi e ti assicuro che non lo hai fatto, però è certo che non porterò più la piccola peste al parco da solo. ” Scoppiamo a ridere entrambi, in effetti Alice al parco diventa una scalmanata unica. Finiti i piatti ci spostiamo in soggiorno dove troviamo la piccola addormentata nel divano: è tenerissima, tutta raggomitolata su se stessa, neanche sembra quel diavoletto che di giorno ci fa disperare. Delicatamente Edward la prende in braccio e la porta in camera sua, io li seguo e insieme riusciamo a infilarle il pigiama, ma purtroppo lei si sveglia.

“ Mi raccontate una favola insieme? ” Chiede con la voce assonnata; io e suo fratello ci guardiamo un attimo negli occhi e poi annuiamo: entro cinque minuti si sarebbe riaddormentata.

E invece ci vuole quasi un’ora per farla riaddormentare.

Abbiamo pensato di raccontarle Biancaneve e la piccola, ogni qual volta la principessa cadeva vittima di uno dei sortilegi della strega, cominciava a commentare su quanto fosse stupida questa “ principessa ”. Alice non ha tutti i torti, anche io non l’ho mai digerita la storia di Biancaneve, è una buona  a nulla che porta solo guai a quei poveri nanetti. Alla fine riusciamo a farla dormire, prima che io ed Edward crolliamo dal sonno insieme a lei: non è facile starle dietro tutto il giorno.

“ Buonanotte Bella, a domani. ” Mi dice Edward prima di aprire la porta della sua stanza.

“ Notte anche a te. ” Mi richiudo la porta di camera mia alle spalle.

Mi balena in mente un’idea: domani ho il mio appuntamento mensile e magari potrei chiedere ad Edward di accompagnarmi. Senza rifletterci su ancora, spalanco la porta e vado a bussare in quella di mio fratello “Avanti. ” Mi risponde lui da dentro.

Apro la porta, sporgendomi con la testa all’interno, e lui rimane sorpreso nel vedermi “ Bella che succede, hai bisogno di qualcosa? ”

“ No, cioè sì. Ecco, mi chiedevo se domattina ti andasse di accompagnarmi in un posto. Sai, ancora non posso guidare  ed avrei chiesto a Charlie, ma lui è di turno a lavoro e io non posso rimandare l’appuntamento. ”

“ Certo non c’è alcun problema. Ti accompagno dove vuoi, ma dove si va? ”

Domanda più che legittima la sua, ma io non so bene cosa dirgli “ Lo scoprirai domani, è una sorpresa. ” Spero si accontenti di questa risposta, anche se tutto può definirsi il luogo in cui andremo tranne che una sorpresa.

“ Va bene, allora notte o devi dirmi altro? ”

“ No assolutamente no. Ti lascio dormire, oggi è stata una giornata pesante. Buonanotte. ” Lascio definitivamente la sua stanza. Tornando nella mia e specchiandomi noto che sono rossa in viso come un peperone: maledetta timidezza. Gli avevo promesso che avrebbe avuto delle spiegazioni sul mio non voler festeggiare il capodanno e non c’è miglior occasione di domani; spero che capisca, in fondo si è dimostrato un ragazzo molto dolce e sensibile.

Senza che neanche me ne accorga scivolo nel mondo dei sogni e come tutte le notti ormai il mio incubo prende vita.

 

 

A quante di voi piace la favola di Biancaneve? a me non è mai piaciuta, infatti quando ho scoperto che Kris l'avrebbe interpretata sono rimasta abbastanza sorpresa, fortuna che poi vedendo foto e trailer ho capito che non sarà la solita storia e andrò a vederla al cinema con curiosità!
Proprio perchè sono sotto esami il prossimo capitolo non arriverà prima di Marzo: odio farvi aspettare così tanto, ma il prossimo è un capitolo importante e ho bisogno di tranquillità per scriverlo, e al momento tutto sono fuorchè tranquilla. Vi chiedo un pò di pazienza e poi spero di non fare più ritardi.
Scappo, un bacio e ancora grazie, Paola

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Capitolo 5
*** Mamma e papà ***


Buon pomeriggio ragazze! Rieccomi qui un minimo più libera, spero non vi siate dimenticate di me XD
Allora, avevamo lasciato Bella che aveva chiesto ad Edward di accompagnarla in un posto: dove andranno? Non vi faccio aspettare oltre.
Buona lettura, ci sentiamo giù :)


MAMMA E PAPA’

 

POV EDWARD

Un raggio di sole che filtra dalle veneziane mi costringe ad aprire gli occhi. È domenica mattina e avrei tanto voluto dormire ancora a lungo ma ieri sera ho promesso a Bella di accompagnarla e quindi è meglio che  mi sbrighi. Mi alzo e vado in bagno a fare un doccia per cercare di svegliarmi, ho ancora un occhio chiuso e uno aperto.

Con i capelli ancora umidi scendo sotto a fare colazione; lei è già seduta che chiacchiera allegramente con Emmett, rientrato ieri sera per passare il week-end in famiglia.

“ Buongiorno a tutti! ” Dico entrando in cucina.

“ Giorno. ” Mi risponde Bella con la bocca piena di frittelle e io sorrido divertito, mentre Emmett borbotta qualcosa di incomprensibile ingurgitando un cucchiaio stracolmo di cereali.

Quando ha la bocca vuota mi guarda con un sorriso che non promette nulla di buono “ E così voi due avete un appuntamento? ”

Lo sapevo che avrebbe fatto meglio a stare zitto: io quasi mi strozzo con il caffè mentre il viso di Bella ha assunto una tonalità di rosso pazzesca.

“ Non dire idiozie Emmett. Sto solo facendo un favore a Bella che ancora, poverina, non può guidare: è normale tra fratelli.” Rispondo io e vedo Bella rilassarsi a quelle parole.

“ Comunque sia vi auguro una buona giornata fratellini miei, vado che la mia Rosalie odia aspettare. ” E così dicendo ci lascia soli.

“ Bella non farci caso a quello che dice quell’orso di Emmett, altrimenti se dovessi arrossire a tutte le sue battute non avresti vita facile. ”

Lei sorride imbarazzata e io mi chiedo come facessi ad odiare un essere così puro come Bella.

“ Se sei pronto per me possiamo andare. ” Le sue parole mi riportano su questo pianeta e le annuisco sorridendole. Lasciando un biglietto ai nostri genitori che sono già usciti con la piccola peste, ci dirigiamo verso la mia macchina. 
Per tutto il viaggio Bella non spiccica parola, tranne quando deve indicarmi che direzione prendere; sembra persa nei suoi pensieri e io le lascio i suoi spazi, non vorrei sembrarle invadente.

“ Siamo arrivati, puoi anche accostare. ”

Faccio come mi dice e solo in un secondo momento mi accorgo che siamo al cimitero: non avrei mai immaginato che il luogo dove Bella volesse andare fosse questo

“ Cosa ci facciamo qui? ” Chiedo stupito. Lei abbassa lo sguardo  e inizia a torturarsi le mani, segno che è in imbarazzo.

“ Ti ricordi, la sera dell’incidente mi facesti una domanda a cui io non volli rispondere. Se hai ancora un attimo di pazienza saprai la risposta. ” Scende velocemente dalla macchina e si avvicina al cancello d'ingresso; si volta nella mia direzione e io faccio una piccola corsetta per raggiungerla. Comincia a percorrere le interminabili file di tombe, per poi fermarsi davanti ad una, sedendosi sul marmo bianco che la ricopre. Mi avvicino di più e il mio cuore perde un battito: sulla tomba c’è la foto di una donna bellissima, sorridente, il cui nome è Renèe Dwyer, e non impiego molto a capire che è la madre di Bella, anche perché la figlia le somiglia moltissimo. Mi giro verso di lei e noto che sta sistemando dei fiori che qualcuno aveva precedentemente messo nel vaso.

“ Ciao mamma, oggi come vedi non sono sola, mi ha accompagnata Edward. Ti ricordi? Ti ho parlato tante volte di lui. ” Si volta verso di me sorridendomi leggermente; io sono ancora impietrito non so bene cosa fare e sono piuttosto stupito dal fatto che abbia raccontato di me a sua madre: chissà se le ha parlato del modo meschino in cui l'ho trattata i primi mesi della convivenza, ma sicuramente lo avrà fatto. Nonostante la madre non sia più presente, fisicamente almeno, il rapporto che le legava non è stato spezzato dalla tragedia: é intenso e quasi palpabile. Lei riprende a parlare, stavolta rivolgendosi a me.

“ Credo che ieri Esme abbia accompagnato papà. Lui non è capace di fare queste bellissime composizioni con i fiori, né scegliere dei colori che si abbinino così bene fra loro. ”

“ Hai detto Esme? Mia madre? ” Chiedo quasi balbettando, riprendendomi un po’ dal mio stato di shock.

“ Sì, da circa un anno lei a volte accompagna mio padre. La prima volta che ho chiesto a Charlie se era giusta la mia intuizione, che lui fosse venuto qui in sua compagnia, mi sono infuriata: credevo fosse una mancanza di rispetto nei confronti di mia madre. Poi invece lui mi ha spiegato che era stata Esme ad insistere,voleva conoscere ‘la donna meravigliosa che mi aveva dato alla luce e che con il suo amore era riuscita a stregare Charlie’ sono state proprio queste le sue parole. Quindi ogni volta che trovo questi bellissimi fiori so che anche lei è venuta a trovare la mia mamma. Sai, sono felice che Esme sia entrata a far parte della vita i mio padre; dopo la morte della mamma lui ha fatto di tutto per non farmi sentire la sua mancanza ma spesso la sera lo scorgevo seduto nel lettone, con una sua foto tra le mani e lo sguardo triste e addolorato, quasi spento. Adesso con Esme un pizzico di quella luce è ritornata e io sono felicissima. ”

“ Wow, non sapevo nulla di questa storia … ma ancora non riesco a capire come dovrei trovare la risposta alla mia domanda. ” Dico imbarazzato. Lei non solleva lo sguardo per rispondermi, anzi se possibile copre ancora di più il suo viso con i lunghi capelli castani.

“ Leggi la data della sua morte. ” Mormora solamente. Faccio come mi dice e nuovamente il mio cuore perde un battito: su quel marmo liscio le cifre incise non lasciano adito a dubbi, 31-12-1998.

“ Era la notte di capodanno. ” Quasi sobbalzo sentendo la sua voce rotta dai singhiozzi; velocemente mi avvicino a lei e la stringo forte tra le mie braccia “ Shh, Bella. Non c’è bisogno che parli ho capito tutto. Calmati ti prego. ”

Ma lei scuote la testa, testarda come sempre “ No, voglio raccontarti quello che è successo, so che di te posso fidarmi e ho bisogno di sfogarmi. ” La stringo ancora più forte, per farle capire che io sono lì vicino a lei, mentre sento le sue piccole dita aggrapparsi alla mia camicia.

“ Era la notte di capodanno. Lo stavamo festeggiando a  casa mia con i miei nonni; eravamo tutti allegri perché stava cominciando a nevicare e ancora quell’anno non era successo. Papà però era di turno al lavoro, mamma mi aveva spiegato che i poliziotti dovevano sempre essere pronti per qualsiasi evenienza, ma io non accettavo che il mio papà non fosse con noi. I miei nonni però sapevano come farmi distrarre così non ci pensai più. A mezzanotte stappammo lo champagne e guardammo i fuochi sparati da un vicino di casa: ero veramente felice. Mia nonna dopo un po’ disse a mia madre di andare a raggiungere mio padre alla stazione di polizia, tanto era sicura che fosse da solo e si stesse annoiando. Mia madre non se lo fece ripetere due volte e dopo avermi raccomandato di fare la brava e non far disperare i nonni, salì in macchina e si avviò verso la stazione. E poi è successo l’inevitabile. A circa 200 metri dalla centrale un ragazzo ubriaco ha sbandato con la macchina, arrivando addosso a mia madre, che per evitarlo sterzò bruscamente andando a sbattere contro un albero. E da quel momento lei non è più stata con me. ” Le ultime parole quasi non riesco a capirle tanto forti sono i singhiozzi che scuotono il petto di Bella. Se possibile tento di stringerla ancora di più al mio petto, vorrei quasi che sprofondasse in esso per capire quanto mi fa male vederla così. Non sapevo nulla della sua storia, o meglio mia madre mi aveva solamente detto che Bella aveva una situazione simile alla nostra, quindi io pensavo che i suoi avessero divorziato non che sua madre fosse morta. Nonostante Forks sia una cittadina piccola, in cui tutti sanno tutto di tutti, all'epoca dei fatti io ero piccolo e non ricordo nulla; probabilmente Emmett ha sempre saputo la verità sulla sua storia. Ora capisco anche perché quella sera si è inventata quella balla con suo padre: se lo sceriffo avesse saputo che sia figlia ubriaca aveva rischiato di morire investita per lui sarebbe stato troppo doloroso, e oltretutto credo che si sarebbe parechio arrabbiato con sua figlia per la leggerezza avuta.

Piano i suoi singhiozzi si affievoliscono sempre più e la scosto un po’ da me per poterla osservare.

“ Va un po’ meglio? ” E le sorrido sperando così di incoraggiarla un po’. Lei tenta di ricambiare il mio sorriso ma le esce una specie di smorfia che la fa sembrare ancora più piccola e indifesa di quanto non sia.

“ Sì e grazie per avermi accompagnato e per aver sopportato il mio sfogo. Ti ho rovinato tutta la camicia. ”

“ Non dire sciocchezze, la metto in lavatrice e torna come nuova. Ti va di venire con me in un posto? ” Mi è venuto in mente di mostrarle un luogo che forse potrebbe tirarla su di morale, o almeno lo spero.

“ Certo! In fondo devo ricambiare il favore che mi hai fatto. ” E stavolta si apre in un bellissimo sorriso che contagia anche i suoi occhi. Ci alziamo, lei controlla che i fiori siano apposto, saluta la madre e poi prendendola per mano andiamo via da lì.

Il tragitto in macchina è breve, perché una parte del percorso dovremmo farla a piedi.

 Dopo dieci minuti di scarpinata in cui Bella non fa altro che lamentarsi, non sapevo che odiasse tanto l’attività fisica, giungiamo nel mio posto magico. È una radura piccola, perfettamente circolare, piena di fiori di campo e il sole alto nel cielo la rende ancora più magica, creando un gioco di luci e ombre che la fanno sembrare un posto al di fuori del tempo.

“ Edward è bellissima questa radura. Ma come hai fatto a trovarla? ” Le vedo gli occhi brillare felici alla vista dei magnifici fiorellini che decorano questo luogo.

“ Un giorno di quattro anni fa vagavo senza meta con l’unico intento di dimenticare l’ennesima lite tra i miei genitori e mi ci sono imbattuto per sbaglio. Ne sono rimasto folgorato e da allora è il mio posto preferito: quando ho bisogno di stare solo e di riflettere vengo sempre qua. ” Le spiego semplicemente.

Lei mi fissa un attimo poi correndo mi abbraccia forte. Ricambio il suo abbraccio e mi sento felice di averla portata qui, in un posto che nessuno oltre lei conosce.

“ Ti va di sentire la mia storia? ” Le chiedo improvvisamente, lei annuisce e insieme ci distendiamo sul prato. Rimango un attimo a fissare il groviglio di foglie e rami che ci sovrasta e poi, prendendo un profondo respiro, inizio il mio racconto.

“ Da piccolo ero orgoglioso del lavoro di mio padre: sapevo che quando non era a casa voleva dire che era impegnato a salvare delle vite e questo ai miei occhi di bambino lo faceva sembrare un supereroe. Certo, mi mancava, ma mi dicevo che ero uno stupido, il mio papà non poteva perdere tempo con me quando aveva cose più importanti da fare. Crescendo però ho iniziato a ridimensionare le cose e mi sono reso conto che le sue assenze da casa erano volute: non credo abbia mai avuto un’amante, ma era evidente che il rapporto con mamma si fosse ormai deteriorato. Vedendo il rapporto meraviglioso che c'è tra e tuo padre ho capito che il mio non é mai stato una presenza fissa nella mia vita, è come se mi fossi abituato alle sue assenze ma nonostante tutto ne sento la mancanza. Ho capito il motivo per cui non ho mai voluto fare sport agonistici, perché sapevo che lui non avrebbe mai trovato il tempo per essere presente alle mie gare, o perché il mio sogno è entrare in medicina: in questo mondo lo sentirei più vicino, ci sarebbe qualcosa a legarci, ad accomunarci, più di quanto non abbia fatto il legame di sangue. Ci ha fatto soffrire tanto, soprattutto la mamma, e adesso sono contento che ci sia Charlie a farle compagnia: è tornata la mamma felice e spensierata che ho sempre adorato.” Sorrido, ripensando agli occhi luminosi della mamma quando ci ha comunicato la notizia del suo nuovo fidanzamento.

Bella mi guarda senza dire una parola, semplicemente mi prende una mano tra le sue e la stringe forte, e il suo gesto vale più di mille parole. Ricambio la stretta e la osservo: ha le labbra piegate in un sorriso appena accennato e gli occhi sono finalmente sgombri da quella malinconia che li aveva offuscati. Mi chiedo come sia possibile che io prima odiassi questa tenera ragazza, sono stato proprio uno stupido.

“ Torniamo a casa? ” Mi chiede.

“ Sì andiamo, ci staranno aspettando. ” L’aiuto a mettersi in piedi e dondolando le nostre mani intrecciate come fanno i bambini, ci incamminiamo verso la strada del ritorno.




Alcune di voi avevano indovinato dove sarebbero andati e perchè Bella non festeggia più il capodanno, ora avrete tutto più chiaro. Inoltre conosciamo un pò meglio i pensieri di Edward e il suo rapporto con Carlisle. Spero che il capitolo sia riuscito ad emozionarvi un pò.
Per qualsiasi chiarimento non esitate a chiedere :) Inoltre ne approfitto per ringraziare tutte coloro che leggono e chi trova un pò di tempo per lasciare il suo comment: è sempre un piacere leggerli e poi mi piace interagire con voi, quindi anche i timidoni si facciano avanti.
Bene, ci risentiamo tra una settimana con un capitolo in cui farà il suo ingresso un nuovo personaggio... Un bacio, Paola

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Capitolo 6
*** Ospite ***


Buon pomeriggio ragazze! Siete tutte in fermento per questo nuovo personaggio, vediamo cosa ne direte... Se per caso alla fine del capitolo avrete le idee confuse, tranquille, è normale, LOL
Ho notato un piccolo calo nelle recensioni, quindi vi chiedo: c'è qualcosa che non va? Anche perchè se c'è stato un calo in questi capitoli non oso immaginare cosa succederà quando leggerete il prossimo... Ne approfitto per dirvi che da lunedì riprendo le lezioni all'università e il mio orario prevede che io quasi pernotti lì, ergo se gli aggiornamenti non saranno puntuali non uccidetemi XD
Smetto di rompervi e vi lascio leggere, ci sentiamo sotto :D


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OSPITE

 

Questa giornata è stata particolarmente intensa. Non mi aspettavo di certo che Edward si aprisse con me in quel modo. Però è stato bello, adesso sappiamo di poter contare tranquillamente l’uno sull’altra.
Tornati a casa vediamo una macchina parcheggiata nel vialetto che non appartiene a nessuno di noi.
“ Abbiamo ospiti. ” Dico.
“ Già. Chissà chi sarà venuto a trovarci. ” Risponde, aprendo la porta di casa.
Dal soggiorno sento provenire la voce di Charlie e una più squillante, allegra, e mi basta un secondo per riconoscerla: come una pazza corro nel salone e mi fiondo tra le braccia del ragazzo seduto in poltrona. Lui ricambia subito il mio abbraccio, anzi si alza e tenendomi salda per la vita, mi solleva da terra per girare in tondo. Entrambi ridiamo e continuiamo a rimanere stretti nel nostro groviglio di braccia. Una fitta alle costole però mi costringe ad allentare la presa e fare una smorfia.
" Tutto bene? " chiede Jacob allarmato.
" Sì, tranquillo. Solo un piccolo incidente accaduto a capodanno, ma siamo sulla via di guarigione. "
Dopo un po’ mi stacco e lo guardo attentamente.
“ O cielo Jake ma quanto sei cresciuto? ” Esclamo divertita: è davvero enorme. Da piccoli mi ricordo che odiava il fatto che io fossi più alta di lui, perché lui era l'uomo e non poteva sfigurare stando con me. Adesso invece mi ci vorrebbe una scala per guardarlo dritto negli occhi e le mie braccia fanno fatica a cingere la sua schiena, tanto è diventato muscoloso.
“ Ehi piccolina, ora devi portarmi rispetto, sono più grande di te. Ma guardati, sei bellissima, hai una luce particolare negli occhi. ” E dicendo ciò mi sorride nel modo speciale che solo lui sa fare. È sempre stato così Jacob, schietto e sincero con me, ma anche un vero gentiluomo, capace di fare dei complimenti che farebbero girare la testa a qualsiasi donna.
“ Scemo non farmi arrossire. Adesso tu vieni in camera mia, dobbiamo raccontarci tantissime cose. ” Così dicendo lo prendo per mano e lo trascino su per le scale, accennando appena un saluto a Charlie che sta per andare in centrale e superando Edward ancora imbambolato sulla porta del salone.

 

In camera mia ci sediamo entrambi sul mio letto, con le gambe incrociate, la nostra posizione preferita quando dobbiamo raccontarci tante cose.
“ Allora Jacob inizia tu, raccontami del tuo tour europeo. ”
“ E’ stato meraviglioso Bella! Sapevo che l’Europa fosse bella, ma vederla dal vivo è un’esperienza meravigliosa. Quando anche tu concluderai il college dovrai andarci, ti piacerà da morire. Parigi, Londra, Barcellona e Roma sono città favolose; storia, cultura e tradizioni popolari si intrecciano insieme a creare qualcosa di magico. ” Jake va avanti a raccontarmi del suo viaggio on the road per l’Europa, e io pendo letteralmente dalle sue labbra. Nella mia mente si formano le immagini dei luoghi che mi descrive, quasi stessi vedendo un film, e sembra che io sia stata insieme a lui a fare quel viaggio tanto il suo racconto è accurato. Quando poi parla di Londra vedo i suoi occhi brillare più del normale, quella città deve essergli entrata dentro o non si spiegherebbe la faccia da ebete che ha mentre me la descrive, non omettendo nessun particolare. Alla fine del suo racconto io non sono ancora tornata nel mondo reale. 
“ Ma adesso tocca a te - dice indicandomi - raccontami le novità e le esperienze del vivere in una famiglia così numerosa. ” E allora inizio a parlargli di me, dei miei approcci con Emmett, Esme e Alice e delle difficoltà iniziali con Edward che adesso però sono state superate.
“ Stavo quasi per dimenticarmi ho un grandissima novità! ” Esclama lui ad un tratto.
" Che aspetti a raccontarmela? " Lo incito.
" Ti ricordi di Leah? " Annuisco e lui riprende il suo discorso. " L'ho incontrata a  Londra, era lì per uno stage. Ci siam incrociati per caso, abbiamo preso un caffè insieme e lei ha deciso di farmi da guida nelle due settimane che dovevo stare in città. Per farla breve, mi sono fermato a Londra per un mese e beh, si adesso stiamo insieme. " Mi confessa super imbarazzato e io scoppio a ridere e inizio a battere le mani come una bambina la mattina di natale. Leah è sempre stata una ragazza molto serios; a La Push se ne stava sempre per i fatti suoi, non dava molta confidenza a nessuno, neppure a me che ero l'unica ragazza del gruppo. Tutti l'hanno sempre giudicata snob, io invece credo che sia solo tanto timida e il vivere in una cerchia ristretta come la tribù non ha giovato molto al suo carattere. A quanto pare l'aria di Londra deve averla cambiata molto e sono felice di questo, si merita un po' di felicita e di tranquillità dopo la morte del padre.
" Non ci posso credere, il mio lupachiotto si è innamorato. " Trillo felice, non perdendomi l'occasione per prenderlo in giro.
" Ok, sei felice per me ma adesso basta. " Mi lancia un cuscino e ha inizio la sua fine: diamo vita ad una battaglia all'ultima piuma, proprio come facevamo da bambini.
 
POV EDWARD
Chi è quel ragazzo che Bella ha letteralmente preso d’assalto al nostro arrivo a casa? Questa domanda mi turbina nel cervello da ben due ore. Lei non me ne ha mai parlato e nessuno, né lei né Charlie, hanno pensato che fosse opportuno presentarmelo. Sono rimasto impalato davanti l’ingresso del salone come un idiota a guardare quella allegra scenetta familiare e a lambiccarmi il cervello su chi potesse scatenare in Bella una reazione tanto esaltante. Sembrava non lo vedesse da molto e che ne sentisse la mancanza: anche lui sembrava che fosse felice di vederla e di poterla riabbracciare. Quando l'ho visto una strana morsa mi ha stretto lo stomaco e adesso devo stare attento ai miei atteggiamenti. Si sono sviluppati lentamente, ma a questo punto non posso più ignorarli; all’inizio non capivo bene cosa fosse, ma ora ne sono certo.

Sono in cucina ad attendere l’arrivo di mamma e Alice, e loro due sono rimasti tutto il tempo chiusi in camera: perché mai pensare di invitare me o anche solo presentarmi? In fondo sono solo suo fratello.
Sento la porta di casa aprirsi e un piccolo uragano arriva in cucina.
“ Ciao Eddy, guadda cosa mi ha complato mamma! ” Mia sorella mi sventola sotto il naso il giornalino di Barbie con allegata una bambola.
“ E’ bellissima piccola peste. ” Le dico e prima che scappi via riesco a darle un bacio tra i capelli.
“ Vado a falla vedele a Bella. ”  Urla mentre sale al piano di sopra: vorrei fermarla, ma la parte meno nobile di me mi dice di stare fermo e vedere quello che accadrà.
Aiuto la mamma a sistemare la spesa sugli scaffali e poco dopo sento dei passi scendere dalle scale. Io ed Esme ci voltiamo quasi contemporaneamente e troviamo Bella, con in braccio Alice, e accanto a lei Jake.
“ Ciao Esme, volevo chiederti se per te è un problema avere un ospite in più a cena. ” Bella si rivolge a mia madre indicando con un cenno della testa il ragazzo accanto a lei.
Edward trattieniti, mi ripeto, ora dovrà presentartelo per forza.
“ Certo che no tesoro, ma è il tuo ragazzo? Non me ne hai mai parlato. ” Chiede Esme e i due interessati scoppiano a ridere.
“ No, assolutamente no. Anzi devo scusarmi con te Edward per non averti presentato prima, la felicità di rivederlo mi ha fatto dimenticare le buone maniere, ma rimedio subito. Esme, Edward vi presento Jacob, mio cugino.”
“ E’ un piacere conoscerti - mormora Esme un po’ imbarazzata - e scusa per prima. ”
“ Si figuri signora. ” Risponde lui educato. Ma la mia testa al momento ha deciso di soffermarsi solamente sulle parole mio cugino... suo cugino… L’ansia che mi attanagliava lo stomaco è di colpo sparita e quasi sento le campane suonare a festa nella mia testa: la serata si prospetta decisamente migliore del previsto! Anche se dovrei aspettare a cantar vittoria.
" Piacere Edward. " Dico, allungando la mia mano verso di lui. Jacob ricambia prontamente la stretta e per un attimo temo che la mia mano possa venire stritolata: la sua è enorme, copre quasi completamente la mia, ma il suo tocco è misurato, come se sapesse di avere delle armi al posto di arti.
" Ho sentito tanto parlare tanto di te. "
" Vorrei poter dire lo stesso di te. " Ammicco verso Bella, che sorride imbarazzata.
" Touché. " Ammette lei. " Sono accadute così tante cose che non ho proprio pensato a parlarti di lui. Chiedo umilmente perdono a entrambi. "
" Che dici Edward, basterà farla rimanere in ginocchio sui ceci per una notte?! " Jacob mi da una leggera spallata, mentre osserva divertito sua cugina.
" Direi di sì! " Scoppiamo a ridere entrambi mentre lei ci lancia occhiate omicide.
" È pronto. " La voce di mia madre ci interrompe e ancora ridendo ci accomodiamo a tavola per la cena.
 
 

Contente? Era solo Jacob il personaggio tanto atteso... Bene, io vado in palestra, ci sentiamo la prossima settimana con IL capitolo e capirete perchè lo chiamo così XD
Un bacio, Paola
Ps: scusate, la volta scorsa ho dimenticato il banner ^^

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Capitolo 7
*** Scoperta ***


Salve!!! Prima di postare il nuovo capitolo sono andata a dare un'occhiata alla valanga di recensioni che mi avete lasciato per lo scorso, visto che non sono sicura di riverle più. Dunque, questo è il capitolo della svolta, ecco perchè lo avevo definito 'IL capitolo' ma ho come l'impressione che lascerà deluse alcune di voi; spero solo di non perdere troppe lettrici, soprattutto le mie affezionate, perchè mi dispiacerebbe parecchio. Non aggiungo altro e vi lascio leggere, ci sentiamo sotto :)
No, prima devo dirvi un'altra cosa, o meglio devo ringrazire una persona: mikocullen. Grazie per star leggendo tutte le mie storie, questo capitolo è dedicato a te ;)


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SCOPERTA

 

La cena è trascorsa piacevolmente. A tenere banco sono stati Jacob e Alice: uno faceva facce buffe e battute cretine, l’altra rideva tutto il tempo, dimenticandosi a volte pure di mangiare, così io ed Esme l’avevamo aiutata per evitare che digiunasse. Stranamente Edward è rimasto silenzioso, guardava Jake giocare con sua sorella, ma non sembrava esserne geloso, anzi.

“ Bella ti va di andare al cinema? C’è l’ultimo di Harry Potter e io non l’ho ancora visto. ” Vengo distolta dai miei pensieri da mio cugino e gli annuisco felice, io adoro Harry Potter e anche se l’ho già visto è sempre bello rivederlo.

“ Certo! Ti dispiace se lo dico pure ad Edward, mi sembra brutto non invitarlo. ” Dico, pensando che sicuramente mio fratello sarà di sopra ad annoiarsi.

“ No fai pure, ti aspetto qui. ”

Salgo di corsa le scale e busso alla sua porta.

“ Bella entra pure. ” Faccio come mi dice e lo trovo sdraiato sul letto a leggere.

“ Scusa come facevi a sapere che ero io? ”

“ Diciamo che riconosco il tuo passo felpato. Mentre salivi le scale temevo potesse crollare la casa.” Ride  da solo della sua battuta.

“ Mi stai dicendo che ho il passo pesante? Brutto cretino che non sei altro e io che ero venuta per invitarti ad uscire. ”

“ Per andare dove? ”

“ Al cinema con me e Jake a vedere Harry Potter. ”

“ Ok ci sto. ” E velocemente si infila le scarpe.

“ Frena, io non ti ho mica invitato, sono ancora offesa con te. ”

“ Non è vero sorellina. ” Mi passa accanto arruffandomi i capelli.

Io sbuffo e lo seguo per le scale, ma un sorriso spontaneo mi nasce sulle labbra quando il mio cervello recepisce che mi ha chiamato ‘sorellina’: ha capito il mio punto debole.

 

Decidiamo di andare al cinema a piedi, dista poco da casa di Edward e durante il tragitto lui rimane qualche passo più indietro rispetto me e Jacob e ad un tratto mio cugino mi si fa più vicino e mi sussurra all’orecchio: “ Bella sei sicura che Edward ti consideri sua sorella? ”

“ Certo Jake, ti ho detto che ormai abbiamo chiarito, non abbiamo più avuto un solo battibecco su quel discorso e poi cosa ti lascia pensare che non lo faccia? ”

“ Il fatto che abbia deciso di camminare indietro rispetto noi solo per poter ammirare il tuo fondoschiena. 

La sua risposta mi lascia così sconvolta che mi fermo immediatamente sul posto.

“ Bells continua a camminare, fai finta che non ti abbia detto niente altrimenti si accorgerà che c’è qualcosa di strano.” Mi prende sotto braccio e mi trascina un po’ prima che i miei piedi decidano che è ora di muoversi nuovamente.

“ Ma ne sei sicuro? ” Ancora non riesco a credere alle parole di mio cugino.

“ Voltati. Guarda tu stessa e dimmi se non è vero. ”

Faccio come mi dice Jake, così con la scusa di sistemarmi i capelli mi volto indietro ed effettivamente noto Edward distogliere subito il suo sguardo e le sue guance colorarsi di rosso. Sul momento decido di non agire, ma una volta a casa avrei indagato.

Al cinema mi siedo in mezzo a loro due e nell’attesa che il film cominci chiacchieriamo un po’, ma noto Edward distratto: è perso tra i suoi pensieri, sembra che qualcosa lo turbi e risponde a monosillabi solo se viene interpellato direttamente. Solo quando scende il buio in sala lo vedo prendere un profondo respiro e rilassarsi un po’.

 

Il film è stato molto bello: io come sempre mi sono commossa alla fine e quei due non hanno fatto altro che prendermi in giro. Io e Edward abbiamo accompagnato Jake nella piccola pensione in cui alloggia e poi siamo tornati a casa. Nel momento di salire alle nostre camere gli ho chiesto se potevo fermarmi un attimo da lui e, anche se un po’ stranito, mi ha fatto entrare.

“ Volevo sapere se ti sei divertito stasera… ”

“ Sì, è stata una serata carina. ” Mi risponde, dandomi le spalle, troppo intento a cercare qualcosa nella sua libreria.

“ Davvero? Mi sei sembrato strano. ”

“ No, tranquilla, è tutto apposto. ”

“ Ok, non insisto. Posso farti un’altra domanda? ” Non posso più tergiversare, o lo faccio ora o non lo farò più.

“ Dimmi. ” Si volta a guardarmi, finalmente, anche se adesso avrei preferito che rimanesse voltato.

“ Edward volevo chiederti… si insomma, ecco…secondo te io sono carina? ” Credo che il mio viso sia lo stesso colore di un pomodoro, accidenti a Jacob e alle sue idee!

“ Certo che sei carina, e non lo dico perché sono tuo fratello. ”

La sua affermazione sembra confermare i sospetti di mio cugino, ma io voglio capirci qualcosa di più.

“ Quindi secondo te potrei essere una ragazza attraente, da suscitare delle attenzioni in un ragazzo? ” In questo momento vorrei che una voragine si apra sotto di me per inghiottirmi, ma mi sforzo di restare calma e andare avanti con il mio piano, che sto improvvisando in questo momento.

Il suo sguardo è impagabile, sembra scioccato dalla mia domanda, ma poi si appresta a rispondere.  

“ Sì, certo che attireresti l’attenzione di un ragazzo, magari non le mie, ma te l’ho detto: sei carina. ”

Dovevo immaginarlo: sono carina ma non a tal punto da interessargli. Non che io voglia avere una storia con lui, assolutamente no, sarebbe troppo strano, però mi ha fatto capire che io non potrei mai stare con un ragazzo tanto bello come lui, per il semplice fatto che non sarei neppure calcolata.

“ Oh, quindi non ti piaccio. ” Esclamo, forse un po’ troppo dispiaciuta.

Lui sembra allarmarsi con la mia frase. “ Bella non dirmi che ti piaccio? Perché io ho altri gusti. ” Mette subito in chiaro.

“ Certo: sicuramente stangone tutte gambe, occhi azzurri e capelli biondi.” Borbotto e lui sbuffa, ma io non ho intenzione di guardarlo in viso: la situazione sta diventando più imbarazzante del previsto, voglio solo andare via da questa stanza.

“ Neanche loro sono il mio tipo. ”

“ E sentiamo,  chi sarebbero, le rosse? ” Mi sto scavando la fossa da sola, ma ormai ci sono dentro, non posso interrompere la discussione senza sembrare una cretina paranoica e poi voglio capire quale rara bellezza potrebbe conquistare il suo cuore.

A quel punto lui perde la pazienza e sbotta.  “ No, io sono gay Bella, mi piacciono gli uomini, non le donne.”

Entrambi rimaniamo pietrificati dalla sua rivelazione: Edward si porta la mano alla bocca, come se improvvisamente si fosse accorto di aver parlato troppo, e sul mio viso credo sia chiaramente leggibile lo stupore.

Borbottando un frettoloso “ Buonanotte ” mi allontano ed esco immediatamente dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.

 

 

POV EDWARD

Quando sento la porta chiudersi, capisco di aver detto una cazzata. Non sapevo come farle capire che lei non potrebbe mai essere il mio tipo senza offenderla o crearle complessi di inferiorità, come solo le ragazze sono capaci di fare, e ho optato per la verità. Ma a quanto pare ho solo ottenuto che fuggisse via da me. Mi chiedo come la prenderanno i miei genitori il giorno in cui lo verranno a sapere. Sobbalzo quando qualcuno bussa alla mia porta; visto l’orario sarà mia madre per accettarsi che siamo rientrati dal cinema. Ma appena apro mi ritrovo con Bella, non so bene come, avvinghiata al collo.

“ Scusami sono una stupida. Sono scappata non per quello che mi hai confessato, ma per la figura del cavolo che ho fatto. Ti prego perdonami. ” Mi implora, parlando tanto velocemente e con il volto immerso nell’incavo del mio collo che a fatica riesco a capire le sue parole. Io la stringo tra le mie braccia, e poi la scosto un po’ per guardarla negli occhi.

“ Sei perdonata, ma ammetto di esserci rimasto male quando sei scappata via. ” E’ il motivo per cui non ho mai confessato a nessuno il mio orientamento sessuale, non avrei resistito gli anni del liceo ad essere costantemente preso di mira.

“ Hai ragione ma ti giuro che non è per quello che mi hai detto. Non mi interessa se ti piacciono i ragazzi, io ti voglio bene lo stesso fratellone. ”

La trascino con me sul letto e ci lasciamo cadere lì insieme,poi lei si accoccola sul mio petto e io le cingo la schiena con un braccio.

“ Quando hai scoperto di essere gay? ” Mormora lei, quasi timorosa nel pormi quella domanda.

“ Bella puoi farmi tutte le domande che vuoi, è giusto che tu ora voglia sapere tutto. ” Chiarisco e poi rispondo alla sua domanda “ Intorno ai quattordici anni, quando nella mia classe arrivò il nuovo professore di storia. Avrà avuto circa venticinque anni, ma era veramente carino; all’inizio non capii subito di essere attratto da lui, ma poi quando ripensavo a lui a casa sentivo una strana eccitazione nascermi dentro e più di una volta mi sono ritrovato con un’erezione nei pantaloni. Credo che quell’anno a scuola sia stato il più bello ma nello stesso tempo il più imbarazzante: temevo si scoprisse che mi piaceva il professore. ” Un sorriso spontaneo mi affiora alle labbra ricordando quell’anno in cui tutto è cambiato.

“ Hai mai avuto una storia? Forse la domanda è un po’ troppo personale, scusa. ”

“ No, anche perché sarebbe stato complicato visto che a scuola non lo sa nessuno. Solo una volta mi sono incontrato a Port Angeles con un ragazzo conosciuto via chat ma è bastato un attimo per capire che non eravamo fatti per stare insieme. ”

Rimane per un po’ in silenzio, rimuginando probabilmente su quanto le ho detto e io ne approfitto per farle una domanda che mi gira in testa da quando è venuta qui.

“ Posso sapere perché mi hai fatto tutte quelle domande se tu potessi piacermi o meno? Non ho ancora capito le tue intenzioni. ”

La vedo sgranare gli occhi, forse sperava di non ricevere mai questa domanda.

“ Niente, lascia perdere.”

“ No, adesso me lo dici. ” Prendo a farle il solletico e lei inizia a contorcersi sotto di me.

“ Ok, ok. ” Annaspa in cerca d’aria e decido di porre fine alla mia tortura. “ Jacob credeva che camminassi dietro di noi per osservare il mio sedere e quando io mi sono voltata per controllare se fosse vero ho avuto anche io la stessa impressione, ma è evidente che abbiamo preso un abbaglio. ”

Scoppio a ridere a quella assurda spiegazione, anche perché non sono andati tanto lontano dalla verità.

“ In effetti stavo osservando un fondo schiena, ma era quello di tuo cugino. ” A quel punto anche Bella inizia a ridere ma cerca di riprendersi un minimo per potermi rispondere.

“ Mi dispiace deluderti ma Jacob si è appena fidanzato e con una donna, quindi hai ben poche speranze. ”

“ O cielo e adesso come farò a sopravvivere? ” Faccio un po’ il melodrammatico e le risate non vengono a mancare neppure stavolta.

“ E la tua famiglia come ha preso la notizia? ” La domanda di Bella, fatta così a bruciapelo, mi prende un po’ in contropiede.

“ Semplice, non lo sanno. Gli unici a saperlo siete tu ed Emmett, perché mi ha beccato in una situazione inequivocabile con un video di due ragazzi che puoi immaginare bene quello che stessero facendo. ”

Osservo il volto di mia sorella diventare bordeaux e sogghigno divertito, prima di ricevere una cuscinata in faccia.

“ Mi hai fatto male. ” Mugolo.

“ Così impari. ” Mi risponde lei facendomi la linguaccia, poi torna seria “ Non credi sia il caso di informare i tuoi di questa tua scoperta? ”

“ Sì hai ragione, ma ho paura che non capirebbero. ”

“ Io non credo e comunque ci sarei io a sostenerti. ” Biascica, con un piede già nel mondo dei sogni.

“ Adesso è tardi Bella, dormiamo, domani ne riparleremo. ” Ma invece di andare nella sua stanza, si accoccola meglio sul mio petto e ci addormentiamo così.

 

Sventola bandiera bianca: vi chiedo solo di non scomparire e di farmi sapere cosa ne pensate, naturalmente anche i pareri negativi sono accetti.
Ultima cosa l'aggiornamento della prossima settimana salta perchè devo mettere la parola FINE all'altra storia. Ci sentiamo tra due settimane, Paola ;)

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Capitolo 8
*** Malattia ***


Avete presente quando si hanno così tante cose da fare che alcune si dimenticano? Perfetto, io ieri ho dimenticato di aggiornare XD
Sono pessima, ma perdonatemi, giuro che non l'ho fatto intenzionalmente ç____ç Voi invece siete speciali: mi aspettavo una pioggia di bandierine rosse e invece le vostre recensioni mi hanno stupita tantissimo e sono felicissima che continuerete a seguirmi in questa mia pazzia. Altro motivo di gioia è che con lo scorso capitolo si sono fatti avanti anche tanti lettori che fino ad ora erano rimasti nell'ombra: grazie! Voglio solo chiarire che Edward è gay e morirà gay (tranquille, non nella storia, di vecchiaia, in un futuro molto lontano) quindi non ci saranno possibilità di vederlo convolare a nozze con Bella.
Detto questo vi lascio al capitolo, buona lettura :D


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MALATTIA

 

Mi sveglio improvvisamente e sento degli strani rumori provenire dal basso. Mi alzo e con cautela scendo giù, cercando qualcosa che possa spaventare l’eventuale presenza in casa, ma l’unica cosa che trovo a portata di mano è un ombrello. Vado verso la cucina, il  luogo da cui provengono i suoni, cercando di fare il meno rumore possibile: sospiro di sollievo quando mi accorgo che è semplicemente Edward che sta mangiando una tazza di cereali.

“ Ehi che ci fai qui a quest’ora? ” Bisbiglio per evitare di svegliare gli altri che dormono beati.

Solleva la testa guardandomi incuriosito con i suoi occhioni verdi assonati.

“ Non riuscivo a dormire, stasera prima di andare a letto ho chiamato mio padre e gli ho detto di venire qui domani pomeriggio, ho deciso di dirglielo. ”

“ Ah. ” E’ tutto quello che riesco a dire.

Sono passati due giorni dalla confessione di Edward e non credevo che prendesse così presto questa decisione.

“ Tu cosa ci fai con quell’ombrello in mano? ” Chiede curioso e so già che mi prenderà per pazza.

“ Non ho trovato altro come arma. ” Infatti mi guarda scettico, sollevando un sopracciglio, e io sbuffo.

“ So che non avrei potuto spaventare nessuno, ma speravo che avessi avuto delle allucinazioni o che ci fosse un animale. ” Chiarisco, andando verso lo sportello della credenza.

“ Che fai? ”

“ Ti faccio compagnia. ”

Prendo anche io una ciotola e mi siedo accanto a lui gustandomi i miei cereali al cioccolato alle tre del mattino. Rimaniamo per un po’ in silenzio, mentre lui rigira il latte nella sua tazza. Sono certa che tra poco vedrò il fumo uscirgli dalle orecchie, tanto è nervoso per quello che dovrà fare tra alcune ore.

“ Edward stai tranquillo, io sarò con te domani, o sarebbe meglio dire oggi, visto che la mezzanotte è passata da un po’, qualunque cosa accada. ” Riesco a strappargli un timido sorriso, che però non arriva ai suoi bellissimi occhi.

“ Grazie Bella. Non è stata una decisione facile da prendere, ma alla fine ho capito che era arrivato il momento e non posso più rimandare. ”

Mi alzo e lo stringo forte tra le mie braccia: in questi momenti in cui rivela tutta la sua fragilità e le sue paure mi fa una tenerezza unica e non capisco come un tempo potesse trattarmi così freddamente, lui che adesso è la persona più dolce di questo mondo.

 

 

E’ arrivato il tanto temuto momento.

La mattinata è volata senza che potessi veramente accorgermene: la scuola ha aiutato a non pensare, ma il fatto di non aver dormito stanotte mi ha fatto apparire uno zombie tutto il giorno. Edward dovrà restituirmi parecchie ore di sonno una volta chiusa questa storia.

Carlisle è arrivato una decina di minuti fa e io sono andata a chiamare Edward dopo aver chiesto agli adulti di aspettarci in salotto: sono stranamente stupiti, ma non hanno fatto alcuna domanda. Emmett invece è uscito con Rosalie ed Alice; Edward ha preferito così, sia perché crede che la piccolina possa confondersi un po’ le idee e soprattutto perché teme le reazioni dei nostri genitori e non vuole che assista alle urla che probabilmente seguiranno la sua  confessione.

Busso alla sua porta ma la apro senza attendere risposta, so che mi sta aspettando; lo trovo che guarda dalla finestra il cielo illuminato dal sole. Si vede lontano un miglio che è nervoso, lo capirebbe anche un estraneo. Ha le spalle contratte, il respiro leggermente accelerato e i capelli sparati in ogni direzione, segno che deve averci passato le mani più volte.

“ Sono tutti di sotto che ci aspettano, sei pronto? ” Quasi sobbalza quando gli parlo.

“ Non lo sarò mai. ” Mi supera, iniziando a scendere le scale, ma all’ultima rampa si blocca. Mi avvicino a lui e gli prendo la mano: Edward solleva lo sguardo fino a portarlo nel mio e cerco di trasmettergli la forza di cui ha bisogno. Prende un profondo respiro e continuiamo a scendere.

Quando arriviamo nel salone tre paia di occhi fissano sgomenti le nostre mani intrecciate: poverini, non sanno che sono completamente fuori strada! Però ho quasi paura per papà, è tutto rosso, spero non gli venga un malore proprio ora.

Edward ed io ci sediamo di fronte a loro; mio fratello prende un respiro profondo e poi inizia a parlare.

“ Noi…io, devo dirvi una cosa. ” Con questa frase ha catalizzato l’attenzione di tutti su di lui, più di quanto già non lo fosse.

Il mio cuore batte a mille per l’ansia e non oso immaginare quello di Edward: stringo più forte la sua mano e lui si volta verso di me, che gli sorrido incoraggiante.

“ Ok. Non so come dirvelo in un modo meno scioccante, quindi andrò dritto al punto: sono omosessuale. ” La bomba è stata sganciata e ha fatto più morti del previsto: nessuno dei tre adulti fiata per dieci minuti buoni, mentre io ed Edward rimaniamo lì a torturarci nell’attesa di sapere qualcosa. L’aria si è come immobilizzata, uno spesso strato ha avvolto tutti noi, attutendo tutti i rumori e proiettandoci in una dimensione quasi surreale, tanto Esme, Carlisle e mio padre sono rigidi e fermi, quasi sotto shock.

Stranamente il primo a rompere il silenzio è Charlie:  “ Edward, figliolo, hai avuto un enorme coraggio oggi a confessarci questa cosa. Posso solo immaginare quanto sia stato difficile per te fare ciò e sono quasi sicuro che c’entri mia figlia in questa tua decisione. Dal canto mio per me non cambia nulla, il coraggio che hai appena dimostrato oggi fa di te un vero uomo, a prescindere dal tuo orientamento sessuale, quindi per me non c’è nessun problema. ” Il discorso di mio padre mi stupisce e non poco: lui ha sempre vissuto a Forks, in questo piccolo paesino dove anche un semplice divorzio è visto come un peccato capitale, ma forse proprio da lui, che ha sfidato le malelingue con la sua convivenza con Esme, una donna sposata e divorziata, e sa cosa vuol dire essere additati per strada e sentire bisbigli alle sue spalle per la propria scelta, non potevo aspettarmi altro.

“ Grazie Charlie.”

“ Per così poco Edward e poi mi hai tolto un grosso peso dallo stomaco, figliolo. Quando vi ho visti scendere mano nella mano pensavo vi foste innamorati, ma considerando che ti piacciono gli uomini starò molto più tranquillo adesso. Sei un bravo ragazzo, ma non approfittare della cosa per vedere Bella nuda. ”

“ Papà! ” Urlo rossa d’imbarazzo, mentre mio padre si avvicina per dare una pacca sulla spalla ad Edward.

“ Scherzavo Bells! ” Ribatte mio padre facendomi l’occhiolino, e io gli sorrido felice, perché so che in fondo lo ha fatto per stemperare la tensione che si è venuta a creare.

Poi è il turno di Esme.  “ Tesoro mio non mi aspettavo una notizia del genere. Non so come ho fatto a non accorgermi di nulla. Chissà che periodo difficile devi aver passato e io ho pensato solo a me stessa: sono una pessima madre. ”

Edward impiega mezzo secondo ad alzarsi e andare ad abbracciare sua madre per  cercare di rasserenarla.

“ Mamma non te ne saresti potuta accorgere semplicemente perché non è stato così traumatico. Certo, mi è pesato non potervi dire niente per paura della vostra reazione, ma non devi fartene una colpa, avrei dovuto immaginare che non sarebbe cambiato nulla tra noi. ”

“ Infatti è così figlio mio: tu sarai sempre il mio piccolo Edward. ”

Esme lo abbraccia e lui ricambia la stretta, per poi lasciarle un tenero bacio in fronte e io sono costretta a distogliere lo sguardo, tanto è intenso il momento.

Ma la deflagrazione avviene con Carlisle: la sua risposta fa tremare le fondamenta della casa peggio di un terremoto . “ Edward, caro, non preoccuparti, stasera stessa contatterò i migliori psicologi del paese, ti farò guarire da questa malattia. ” Il suo tono di voce è pacato, calmo, sembra che stia parlando con un suo paziente e gli stia spiegando la terapia da seguire per curare il raffreddore.

Rimaniamo tutti impietriti dalla sua affermazione: lui, medico affermato, che considera l’omosessualità una malattia?

“ Papà cosa stai dicendo? ” Edward è sconvolto dalle parole del padre.

“ E’ mio dovere di genitore farti passare certe idee dalla testa, per cui incontrerai delle persone che ti riporteranno sulla retta via. Anzi, se queste idee ti sono state messe in testa da qualcuno ti prego di dirmelo: contatterò io stesso la famiglia del ragazzo per far visitare anche lui. ”

A quel punto non riesco più a trattenermi: so che lui è una persona più grande, per cui dovrei portargli rispetto, ma in questo momento non mi importa nulla della buona educazione, non quando lui non ha avuto un briciolo di rispetto verso suo figlio.

“ Ma come si permette? Edward è suo figlio e lei non può trattarlo così! L’omosessualità non è una malattia e lei che viene considerato un luminare della medicina dovrebbe saperlo. Dove ha preso la laurea? Gliel’ha data Topolino? ”

“ Come ti permetti tu, ragazzina insolente. ” Carlisle si alza dalla poltrona parecchio infervorato, per avvicinarsi a me, ma Edward è più veloce e gli si para davanti in un attimo.

“ Non la toccare! Non osare alzare mai più la voce contro di lei, è chiaro? ”

“ Ragazzino non parlare così a tuo padre. ”

“ Mio padre?! Io da adesso non ho più un padre. ” Dicendo così Edward mi prende per mano e velocemente facciamo le scale per poi chiuderci in camera sua. Dal basso si sentono le urla di Esme e Carlisle, con Charlie che cerca di fare da paciere, ma stavolta il medico ha oltrepassato ogni limite. Le parole che ha rivolto ad Edward sono state orribili.

Lui è rannicchiato sul letto e mi da le spalle; mi avvicino lentamente e mi stendo dietro di lui. Sentendo il mio corpo premere contro il suo si volta e affonda il suo viso nel mio petto, e in breve mi ritrovo la maglietta bagnata dalle sue lacrime.

“ Perché? ” Continua a mormorare e io non capisco a cosa possa riferirsi, se alla sfuriata di suo padre o alla sua sessualità.

“ Edward perché cosa? ”

“ Perché doveva succedere proprio a me? Cosa ho di sbagliato? Pensavo che per una volta nella mia vita stesse andando tutto bene e adesso guarda che casino è successo. ”

“ Mi dispiace tanto, è tutta colpa mia. Se non ti avessi spinto a parlare con i tuoi tutto questo non sarebbe successo. Credevo di fare il tuo bene, così ti saresti sentito più libero e almeno qui a casa non avresti dovuto fingere e invece ho combinato un casino.”

“No, Bella non dire così, tu non c’entri niente. È tutta colpa mia: se io non fossi nato sbagliato, adesso i miei non starebbero urlando. ”

Lo stringo forte a me. “ Edward ascoltami bene: tu non hai nessuna colpa e non sei sbagliato. Essere omosessuali non è una malattia, ma è un diverso modo di amare, anche se non esiste un modo giusto per amare: l’amore c’è e basta, non puoi decidere a chi indirizzarlo, non esiste giusto o sbagliato in amore. Tu sarai sempre il solito Edward  e avrai al fianco un compagno che ti amerà per quello che sei: un ragazzo dolcissimo che pensa alla felicità degli altri prima che alla sua. ”

Mio fratello non risponde, ma si stringe ancora più a me, quasi volesse scomparire, e rimaniamo in quella posizione non so quanto tempo: lui rannicchiato contro il mio grembo ed io che gli accarezzo i capelli.

Piano lo sento rilassarsi e il suo respiro  diventa regolare, segno che si è addormentato, stremato dopo le forti emozioni che ha provato. Mi lascio andare anche io tra le braccia di Morfeo, sperando che presto le cose si aggiustino.




Prudence, cosa mi dici adesso di Carlisle?
Dunque, vi dico subito che la ff non sarà sempre così 'allegra' già il prossimo capitolo sarà più felice e entrerà in scena un personaggio completamente estraneo alla saga. Come vedete per Carlisle è stato uno shock scoprire che suo figlio è gay e purtroppo queste reazioni sono molto più comuni di quanto possiamo immaginare...Fortuna che c'è Bella a dargli man forte: adoro il rapporto che c'è tra i due, tutti vorremmo avere un fratello o una sorella così XD
Bene, vi rignrazio ancora per il vostro supporto e vi do appuntamento alla prossima settimana. Un bacio, Paola

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Capitolo 9
*** Un nuovo inizio ***


Buon pomeriggio ragazze! Gazie mille per essere ancora qui a sostenermi e supportarmi in questa storia fuori dai canoni :)
Nello scorso capitolo tutte avete odiato Carlisle e non vi posso dare torto, ma ci voleva qualcuno che rispecchiasse un pò la realtà dei nostri giorni, perchè purtroppo queste cose succedono realmente...
Vi lascio al capitolo e alla nuova conoscenza: buona lettura!!!



Image and video hosting by TinyPic UN NUOVO INIZIO
 
Quando la campanella suona tiro un sospiro di sollievo. Mi dirigo verso gli spogliatoi insieme alle altre mie compagne.
“ Dio, menomale che per oggi è finita. ” Sbuffa Angela massaggiandosi il collo.
“ Hai ragione, quella è pazza, non può decidere di farci fare esercizi così complessi senza preparazione. ”
“ Sarà la menopausa a renderla così acida. ”
“ E che scopasse un po’. ” Scoppiamo a ridere con Angela per quella mia battuta: non sono il tipo da usare certi tipi di linguaggio, ma stavolta mi è proprio scappata.
“ Vieni con me in mensa? ” Mi chiede la mia amica dopo esserci rivestite.
“ No, passo un attimo dall’infermeria. Anzi puoi avvisare Edward se dovessi incontrarlo? ”
“ Certo. Ma stai male? Vuoi che ti accompagni? ”
“ No figurati, solo dolori mestruali. Spero abbiano una bustina di oki, altrimenti sopporterò stoicamente. ”
“ Va bene, allora a dopo. ”
Ci salutiamo all’uscita degli spogliatoi e io mi incammino verso l’infermeria.
Quando arrivo trovo un mio compagno, seguiamo insieme il corso di letteratura.
“ Ciao Nate. ”
“ Ehi Bella, anche tu da queste parti? ”
“ Già, dolori mestruali. Tu? ”
“ Mal di testa. Ho chiesto un’aspirina e la signora Cheeps la sta cercando. Anche se avrei bisogno di un estratto di cicuta. ” Dice, lasciando ricadere la testa all’indietro fino a quando non tocca il muro, provocando un sonoro tonfo.
“ Così credo che il mal di testa ti aumenti solo. Ma addirittura la cicuta? Che ti succede? Se posso saperlo…”
“ I miei voti in matematica hanno subito un crollo, quindi o mi ammazzo io o lo farà mia madre. ”
“ Se vuoi posso darti una mano. Neanche Edward, mio fratello, è una cima in matematica, così lo aiuto un po’. Se ti va puoi venire oggi pomeriggio, abbiamo un’altra lezione.”
“ Davvero posso venire? Mi salveresti Bella. ”
“ Sei il benvenuto. ”
 
POV EDWARD

Mancano due minuti alle quattro e io sto aspettando la mia insegnante privata per la lezione di matematica.  Bella è stata categorica: alle quattro devo già essere in salone con i libri aperti, non ammette ritardi o distrazioni. Spero non decida mai di fare l’insegnante, altrimenti poveri alunni!
Mentre aspetto che arrivi apro il quaderno e vedo ciò che mi aspetta oggi: equazioni di secondo grado. Leggo gli appunti ma io non ci vedo altro che x e y attaccate a dei numeri che nella vita di tutti i giorni non mi serviranno a nulla.
Sobbalzo quando suonano alla porta: strano, non aspettiamo nessuno e gli altri non dovrebbero rientrare prima di due ore. Vado ad aprire e nello stesso tempo sento la porta di camera di Bella aprirsi.
“ Ciao, tu devi essere Edward. ” Mi dice il ragazzo che ha suonato.
“ Sì, esatto. Tu sei? ”
“ Nate, sei arrivato! ” Esclama Bella alle mia spalle, invitando il ragazzo ad accomodarsi.
“ Sì, tu sei stata tanto gentile e io non potevo rifiutare un’offerta come questa. ” Risponde un po’ in imbarazzo questo Nate.
“ Bene. Edward non sarai più solo nella tua avventura: ti presento Nathan, un mio compagno di letteratura, anche lui con qualche problemino in matematica. ”
“ Piacere Edward, puoi anche chiamarmi Nate. ” Dice il ragazzo tendendomi la mano, che io prontamente afferro.
“ Piacere mio Nate. Almeno avrò un compagno di sventure, è terribile mia sorella come insegnante. ” Dico, facendogli l’occhiolino e lo vedo stranamente arrossire.
“ Visto che io sono così terribile, sedetevi immediatamente che è già tardi. ” Ci ordina Bella, con un cipiglio che ci induce a non disobbedire ai suoi ordini.
 
Il pomeriggio trascorre in maniera piacevole, Nate è più indietro di me, quindi Bella è stata con il fiato sul collo su di lui e io ho avuto un po’ più di libertà. Sicuramente lui non la pensa come me: quando vuole mia sorella sa essere veramente pesante, non mi stupirei se lui non volesse più tornare.
“ Bella che ne pensi se facciamo una pausa? Sono due ore che stiamo sui libri, credo che tutti e tre siamo abbastanza stanchi. ” Provo a convincerla, sperando capisca che ha un po’ esagerato con il suo voler fare l’insegnante.
“ Sì, hai ragione Edward. Mi sa che mi sono lasciata prendere un po’ la mano; scusami Nate, sentiti libero di fermarmi ogni volta che vuoi. So che non è facile capire la matematica e non vorrei mai arrivare a fartela odiare. ”
“ Tranquilla, mi stupisco solo che non mi esca ancora il fumo dalle orecchie. Sento le rotelline del mio cervello girare freneticamente. ” Scoppiamo a ridere tutti e tre, Nate è davvero un ragazzo simpatico, chissà se tra lui e Bella possa nascere qualcosa.
“ Benissimo. Allora voi uomini spostatevi pure sul divano, io vado in cucina a prendere qualcosa per fare merenda. ” Mia sorella si dirige in cucina, mentre io faccio segno a Nate di seguirmi in salotto.
“ Wow, chi di voi suona il piano? ”
“ Il sottoscritto. Anche tu sai suonarlo? ”
“ Sì, ma non lo faccio da una vita. ”
“ Se vuoi è tutto tuo, accomodati pure. ”
“ No, grazie. Ho perso l’interesse a suonarlo. ” Sono stupito dalla sua risposta, non sembrerebbe uno che ha perso l’interesse a giudicare dall’aria sognante con cui guarda lo strumento: deve essere successo qualcosa per cui lui non vuole più suonare.
“ Eccomi qui, ho portato un po’ di ciambella che Esme ha fatto stamattina per colazione e del succo di frutta, spero vadano bene. ” Bella è una perfetta padrona di casa.
“ Grazie, ma non dovevi disturbarti. ”
Passiamo un po’ di tempo lì nel salone, chiacchierando e giocando alla playstation e Bella si sente la padrona del mondo quando batte entrambi alla formula uno.
 
“ E’ stato un pomeriggio davvero divertente! ” Nate sta raccogliendo la sua roba per tornare a casa, abbiamo passato insieme più tempo del  previsto, infatti è quasi ora di cena.
“ Quando vuoi rifarlo Nate sappi che sei il benvenuto. ” Dico e Bella accanto a me annuisce sorridente.
“ Grazie ragazzi, per tutto. ”
Lo accompagniamo alla porta e mentre lo salutiamo, noto che una fotografia gli è scivolata dal diario.
“ Nate ti è caduta questa. ” Lo chiamo mentre lo rincorro lungo il vialetto di casa ma le parole mi muoiono in gola quando vedo cosa ritrae la foto: è un Nate di qualche anno più giovane che bacia un ragazzo.
“ Ridammela. ” Nate furioso me la toglie dalle mani. “ Non avevi il diritto di guardarla. ”
“ Nate, io… ” Tento di dire, ma non mi fa finire di parlare.
“ Non fare finta di essere dispiaciuto. Immagino che già domani tutta la scuola saprà la grande novità: Nate, lo studente asociale, è frocio. ”
“ Non lo farei mai, per chi mi hai preso? ” Sto iniziando a scaldarmi anche io e non è un bene.
“ Per un normalissimo ragazzo diciottenne che, come tutti,  avrà i suoi pregiudizi. ”
“ Caschi male, Nate, stavolta. Prima di parlare e sputare sentenze faresti bene ad informarti. ” Dico con voce fredda e tagliente che lo fa sobbalzare.
“ Che vuoi dire? ”
“ Che non farei mai una cosa del genere, visto e considerato che sono anche io gay. ”
Lo sguardo di Nate cambia immediatamente: da furioso passa in un attimo a sorpreso e poi addolorato.
“ Scusami, io non volevo dire quelle cose. ” 
“ No Nathan, non venirmi a chiedere scusa adesso. A quanto pare i pregiudizi li hai pure tu sugli etero, perché ti assicuro che non avrei detto o fatto nulla anche se non fossi stato omosessuale. Vedi di farti anche tu un bell’esame di coscienza: non si ha sempre ragioni solo perché si è diversi. ”
Senza dargli il tempo di replicare mi volto e mi incammino verso casa, ma lui mi afferra per il braccio.
“ Edward, davvero scusami. Ma il motivo se sono così scontroso con chi non conosco è quella foto. ” Mi volto nuovamente verso di lui e rimango di sasso quando vedo i suoi occhi colmi di lacrime.
“ Nate che… ”
“ Eravamo al primo anno di liceo. Sapevo di essere omosessuale già da qualche anno e non lo avevo detto a nessuno, ma non so come iniziò a diffondersi la voce che lo fossi, forse a causa della mia timidezza oppure perché più di una volta avevo rifiutato la corte di alcune ragazze. Adam si iniziò ad avvicinare a me in quel periodo, prima come amico e poi come ragazzo. Era strano, a volte sembrava avesse paura che io lo toccassi, specialmente quando eravamo in pubblico, ma credevo fosse solo per timore degli insulti che avremmo potuto ricevere. Credevo davvero tanto nella nostra storia, sai per me era la prima e come un idiota credevo potesse durare per sempre. Per i nostri tre mesi insieme avevo composto una melodia al piano: gliela suonai durante l’intervallo, nell’aula di musica della scuola che era deserta a quell’ora. Mi disse che lui non aveva pensato ad alcun regalo, ma avrebbe rimediato subito: mi baciò. Non lo aveva mai fatto prima. Fu veloce, appena uno sfioramento di labbra, come puoi vedere dalla foto, ma per me fu una sensazione meravigliosa, mi sembrava di sognare ad occhi aperti.
Il giorno dopo tutta la scuola era stata tappezzata di volantini con scritto ‘ Un frocio è tra noi’ e questa foto sotto: l’avevano scattata i suoi amici a mia iansaputa. Adam mi aveva solo preso in giro, non era affatto gay, era stata una trovata del suo gruppetto per capire se le voci erano fondate. Dopo un anno d’inferno in quella scuola i miei genitori hanno capito che era il caso di trasferirmi e così eccomi qui.
La foto che hai visto la tengo come memento, per ricordarmi della cattiveria di certa gente. ”
Sono letteralmente sconvolto, la storia di Nathan è incredibile, la gente quando vuole è davvero cattiva.
“ Nate, io… mi dispiace, non trovo le parole per spiegarti quanto schifo possano farmi quei ragazzi. ”
“ Tranquillo. Ci vediamo domani a scuola. ” Fa per andarsene, ma in quel momento mi ricordo che poco fa ha detto che i suoi sarebbero rientrati dopo cena e mi viene un’idea.
“ Ehi, Nate, perché non ti fermi a mangiare con noi? ”
“ No, avete già fatto tanto oggi per me. ” Si gira nuovamente ma io lo afferro per il braccio.
“ Andiamo scemo. ” E lo trascino con me nuovamente verso casa.



Che ve ne pare? Vi piace Nate? Ringraziate con me mikkiko78 che mi ha dato una dritta per inserire le immagini  in questo modo e passate a leggere le sue storie u.u meritano davvero!
Ragazzi vi faccio tantissimi auguri di buona Pasqua e mi raccomando, fatevi regalare tante uova di cioccolato che non si è mai troppo grandi per riceverli u.u
Un bacione e alla prossima settimana, Paola

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Capitolo 10
*** Il ballo di fine anno ***


Salve gente! Passate bene le vacanze? Avete ricevuto tante uova? Io una sola, ma mi accontento, alla veneranda età di 21 anni non si può chiedere di più ;)
Grazie come sempre per l'appoggio che continuate a dare alla storia ed è bello che in ogni capitolo un nuovo lettore si faccia avanti: continuate così :D
Vi lascio a questo capitolo piuttosto importante per il nostro protagonista e colgo l'occasione per dirvi, visto che alcune me lo anno chiesto, che effettivamente non ho pensato ad un eventuale storia di Bella con qualcuno: la trama dei vari capitoli, ne rimangono solo 4 più l'epilogo, è già definita e non saprei come inserirvi una sua storia, al massimo se mi verrà in mente qualcosa farò un missing moment, ma non vi assicuro nulla XD
La smetto e vi faccio leggere: buona lettura!!!


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IL BALLO DI FINE ANNO

 

“ Cravatta o papillon? ”

“ Clavatta! ” Esclama convinta Alice, ma aspetto che anche Bella dia il suo assenso e quando lo fa, opto per quella.

Sono passati tre mesi dalla mia rivelazione e adesso mi sembra incredibile trovarmi nella stanza con le mie sorelle a scegliere l’abito per il ballo di fine anno a cui andrò con il mio quasi ragazzo. Con il tempo il rapporto con Nate è cambiato, da amici siamo diventati più intimi e adesso siamo in una situazione di stallo: nessuno di noi ha compiuto il passo definitivo per essere più che amici e credo che questa sarà la sera decisiva per dare una svolta alla nostra relazione.  

Prendo due camice dall’armadio e gliele mostro.

“ Blu. ” Risponde subito Alice e Bella le accarezza la testolina complimentandosi per il suo buon gusto.

Metto tutto quello che ho scelto su una sedia e continuo a fissarlo, per poi sbottare “ Basta io non ci vado, rimango a casa. ”

Bella mi guarda come se avessi detto un’eresia.  

“ Alice tesoro tappati le orecchie per favore. ” Aspetta che mia sorella faccia quanto le ha detto e poi sussurra tra i denti “ Edward Cullen sei un coglione. ”

Io la guardo stralunato mentre Alice, confusa, si toglie le mani dalle orecchie e dice “ Cosa vuol dire coione?”

Bella le tappa subito la bocca “ Alice ascoltami bene, non devi dire mai più questa parola; è cattiva e se la sentono i grandi non avrai più alcun regalo, capito? ” Alice annuisce velocemente, mentre dai suoi occhi spaventati traspare tutta la sua paura di non avere più alcun regalo per ogni suo capriccio.

Bella torna a guardarmi con uno sguardo duro “ Edward hai avuto la fortuna di trovare una persona che ti vuole bene, dolce e premurosa. Che studia nella tua stessa scuola, che ti ha invitato ad andare al ballo con lui fregandosene di ciò che potrebbero pensare gli altri studenti, sapendo bene quanto per lui questo sia difficile, e sei ancora qui a farti queste pippe mentali? ”

Sospiro e annuisco “ Hai ragione. Forza uscite che mi vesto. ”

Tutte e due fanno un urletto eccitato e scendono giù dal letto, scoccandomi un bacio ciascuno sulla guancia e correndo in camera di Bella: anche lei deve prepararsi.

Ma prima che escano Alice chiede ingenuamente: “ Eddy ma sei fidanzato? ” La sua domanda mi manda in crisi, lei ancora non sa nulla di Nate, prima di parlargliene voglio essere sicuro dei nostri sentimenti.

“ Vedi Alice, c’è questa persona speciale per me e stasera abbiamo un appuntamento importante. Non so ancora bene quello che succederà, ma ti prometto che te la presenterò presto se le cose andranno bene. ”

“ Va bene. ” E vanno via così che finalmente io possa vestirmi.

Nei miei diciotto anni di vita non avrei mai creduto possibile che il ballo di fine anno mi avrebbe provocato tutta quest’ansia: invece eccomi qui, un fascio di nervi pronto ad esplodere da un momento all’altro. Il ballo di fine anno è une delle tappe fondamentali nella vita di un ragazzo, qualcosa che ti ricorderai per sempre insieme al giorno del diploma o quello della laurea; per molte ragazze è secondo solo al giorno del matrimonio: già dal primo giorno di scuola pensano a che tipo di abito indossare e che acconciatura fare, mentre i ragazzi si preoccupano di accalappiarsi la ragazza più carina.

Io non ho nemmeno questo problema, visto che sono stato invitato ma lo stesso l’ansia mi sta divorando. Metto un po’ di musica per rilassarmi, ma anche quella stasera non serve a molto; credo che neppure le ragazze siano tanto nervose ed eccitate quanto lo sono io in questo momento. Sono incapace perfino di fare il nodo alla cravatta tanto mi tremano le mani.

“ Posso? ” Sobbalzo sentendo la voce di mia madre, non l’avevo sentita entrare.

“ Certo. Ah, non riesco a mettermi questa dannata cravatta. ” La lancio sul letto e sbuffo guardandomi allo specchio. Vedo mia madre avvicinarsi con quell'accessorio infernale in mano.
“ Lascia fare a me. E poi se chiudi l'ultimo bottone della camicia ti verrà più facile. ” Mi affido alle mani esperte di mia madre e nel giro di due minuti sono pronto.
“ Sei bellissimo tesoro. ” Mi dice continuando ad osservarmi tramite lo specchio.
“ Perché io invece ho l'impressione di fare schifo? ”
Mia madre ride. “ Mi stupirei se fosse il contrario. ”
“ Che intendi? ”
“ Edward questo è il ballo di fine anno, che già di per se manda in fibrillazione tutti i ragazzi: i maschi perché sanno che è un'ottima occasione per rimorchiare e le ragazze perché sperano di incontrare il principe azzurro. Per quanto riguarda poi le coppie è ancora più emozionante perché un'apparizione pubblica del genere serve a sancire la loro unione davanti al corpo studentesco che a volte è peggio della più temibile delle suocere. ” Ridiamo insieme per quella sua battuta. “ Edward, vai tranquillo, ho capito che c'è qualcuno d'importante che ti aspetta, tu pensa solo ad essere te stesso, vedrai che questo qualcuno non ci metterà troppo a capitolare. ”
“ Grazie mamma e ti prometto che presto, se le cose andranno bene stasera, te lo presenterò. ”
“ Adesso finisci di prepararti, ti aspetto di sotto. ”
“ Grazie mamma. ” Le do un bacio in fronte e lei mi accarezza dolcemente il viso per poi lasciarmi solo.

 

Quando scendo di sotto, naturalmente Bella non è ancora pronta: le donne, perché ci mettono sempre tanto?

Dopo una decina di minuti sento la porta aprirsi e un terremoto mi annuncia che sta scendendo Alice.

“ Chiudete tutti gli occhi, fozza! ” Ordina a me, mamma e Charlie, che siamo tutti riuniti in salotto. Facciamo come ci dice e lei urla “ Bella puoi scendele e voi non guaddate. ”

Dopo qualche secondo si sente distintamente il rumore di tacchi che scendono i gradini e poi Alice urla con la sua voce squillante “ Ora potete aprire gli occhi. ”

Noi facciamo come dice e tutti rimaniamo senza fiato: Bella è meravigliosa con il suo abito blu scuro, lungo fino ai piedi, e i capelli raccolti. Non indossa gioielli, ma solo un semplice bracciale e il trucco tende a valorizzare i suoi bellissimi occhi. Mia madre e suo padre la riempiono di complimenti e lei si imbarazza; decido quindi di salvarla, dicendo che è tardi e la porto fuori.

“ Grazie. ” Mi dice mentre entriamo in macchina.

“ Prego, ma comunque avevano ragione, sei stupenda. ” E nuovamente le sue guance si imporporano. E’ una ragazza davvero deliziosa Bella, vera e sincera come poche ne sono rimaste, di quelle che non pretendono niente di speciale e si stupiscono con poco, che sono felici anche per un semplice fiore: per questo non riesco a capire il motivo per cui non abbia ancora trovato un ragazzo, se non fossi stato gay e oltretutto suo fratello ci avrei già provato.

Il viaggio in macchina trascorre silenzioso, ognuno è perso nei proprio pensieri. Quando arriviamo nel parcheggio della scuola noto che Nathan è già arrivato.

“ Va da lui e divertiti. Non pensare a me, ci rivedremo qui verso mezzanotte come stabilito ok? ”

“ Va bene, ma se hai bisogno di qualcosa chiamami al cellulare. ” Scendiamo entrambi e vedo Bella salutare con la mano Nate, mentre si dirige verso l’ingresso della palestra, io invece mi avvicino a lui.

“ Ciao. ” Diciamo all’unisono e sorridiamo imbarazzati.

“ Ti va di entrare? ” Gli chiedo ma lui fa cenno di no con la testa

“ Pensavo di passeggiare per il bosco qui dietro. Giuro che non voglio assalirti, ma dentro la musica è alta e non potremmo neppure parlare. ”

“ Mi fido di te, quindi è ok. ” Gli rispondo e iniziamo a camminare. Le nostre mani si sfiorano più di una volta e ogni volta un brivido mi percorre la schiena: alla fine è lui a prendere la mia e intrecciarla con la sua. Lo guardo e gli sorrido: non so se per lui è lo stesso, ma è come se questo contatto mi avesse riscaldato il petto, sento un calore piacevole invadermi.

Parliamo del più e del meno e finalmente scopro come lui ha capito di essere omosessuale: si era innamorato dell’ex fidanzato della sorella; per lui era difficile nascondere l’effetto che gli faceva il tizio, temeva di mancare di rispetto a sua sorella, infatti non ha mai raccontato alla sua famiglia il vero motivo che lo ha portato a scoprire di essere gay.

Ci fermiamo vicino ad uno spiazzo da cui è possibile ammirare la luna.

“ E’ bellissima. ” Sussurra Nathan, quasi a non voler rompere quel silenzio magico che ci avvolge.

“ Già. ” Dico voltandomi a guardarlo e il respiro mi si ferma in gola: anche lui è voltato verso di me e siamo vicinissimi, i nostri nasi quasi si sfiorano e gli occhi di entrambi sono persi a contemplare l’uno il volto dell’altro. Lentamente le nostre palpebre si abbassano e i nostri volti si avvicinano, spinti da una forza sconosciuta.

“ Non dovresti baciarmi a mezzanotte e con la luna. ” Sospiro, senza aprire gli occhi.

“ E chi lo dice? ” Sussurra lui di rimando, inebriandomi con il suo alito che fa fremere la mia lingua.

“ Una canzone che ho ascoltato una volta, dice che non bisogna fidarsi dei baci dati a mezzanotte e con la luna piena. ”

“ Primo la luna stasera non è piena; secondo manca un po’ a mezzanotte; terzo sta zitto e fatti baciare. ” E così dicendo pone fine alla distanza tra le nostre labbra. E quando finalmente ci baciamo, sembra non esserci più nulla attorno a noi. Solo quel contatto tra le nostre bocche sembra esistere.  Le nostre lingue si esplorano, prima quasi timorose, poi sempre più audaci. È un bacio tenero, adorante, fatto per conoscersi e scoprirsi, non c’è fretta, siamo solo noi in questo momento: il tempo sembra fermarsi, il mondo sembra smettere di girare e il mio cuore fa un balzo nel petto, per poi accelerare come volesse volarmi via.

Quando ci stacchiamo abbiamo entrambi il respiro corto e nessuno dei due parla per un po’, ma il sorriso di Nate rispecchia perfettamente il mio e allora so che non c’è niente di sbagliato in quello che sta accadendo, che pure io ho diritto alla mia felicità e nessuno potrà portarmela via.

Sobbalziamo entrambi quando sentiamo il rumore di un ramo spezzato e ci voltiamo verso la fonte del suono: con la testa bassa e, posso scommetterci, le guance rosse, Bella si dondola sul posto.

“ Scusatemi, giuro che stavo andando via, non volevo interrompervi. Solo, ecco, io mi sono preoccupata non vedendovi entrare, temevo che qualcuno avesse potuto farvi del male. ” 

Io sono totalmente in imbarazzo, non so che fare, ma a quanto pare Nathan non la pensa come me: scoppia a ridere e velocemente si avvicina a Bella; con due dita la costringe a sollevare il suo viso e poi le dice “ Sei veramente carina a preoccuparti per noi. Ma hai un fratello testardo e ci ho messo una vita per riuscirlo a baciare. È tutta colpa sua se ti sei preoccupata. ” Ed entrambi sorridono, mentre io mi accorgo di aver fatto la figura del cretino con lui e adesso vorrei che una voragine si aprisse sotto di me.

“ Scusami Nathan mi sono comportato da stupido con te. ” Lui velocemente si volta nella mia direzione e incatena i suoi occhi con i miei, prendendomi le mani tra le sue.

“ Edward io capisco che tu hai paura, ma devi dirmelo. Solo se parliamo e chiariamo le cose insieme potremo andare avanti, altrimenti è meglio finirla qui, prima di farci seriamente del male. Non voglio più stare male, ho già sofferto abbastanza.”

Le sue parole fanno male, sono dure, ma ha perfettamente ragione. Lui sa cosa vuol dire essere ingannati dalla persona in cui si ripone la propria fiducia e il proprio affetto e io non voglio comportarmi allo stesso modo, non dopo quello che è successo stasera e non dopo che ho capito che i miei sentimenti per lui sono più profondi e sinceri di quanto pensassi.

“ No, io voglio stare con te. Mi piaci, sei una delle persone più belle che abbia mai conosciuto, sei solare e sento che mi completi. Non voglio buttare al vento questi mesi passati con te, sarebbe come lasciare andare una parte importante di me. Tu mi sei entrato dentro, da quella volta in cui mi hai urlato contro ho capito che tu avresti fatto parte della mia vita: pensavo come un amico, ma le cose si sono evolute e a me va benissimo così. Ti prometto che d’ora in poi farò di tutto per farmi perdonare e capire da te: siamo una coppia e i problemi si affrontano insieme, no? ”

“ Una coppia? ” E’ la prima volta che ci diamo una definizione, sicuramente lo ha stupito il fatto che sia stato io a farlo, visto che dei due sono sempre stato il più insicuro fino ad ora. I suoi occhi brillano per la felicità anche alla debole luce della luna e so con certezza che farò di tutto per vedere sempre questo sfarfallio in loro.

“ Una coppia. ” Sentenzio e faccio nuovamente avvicinare le nostre labbra, in un bacio appena accennato, ma dolce, che serve per creare le fondamenta alla nostra unione.

 


Ok, spero di non aver scandalizzato nessuno e che il capitolo vi sia piaciuto. Non ho molto altro da aggiungere, le parole adesso spettano a voi ;) Un bacio e a sabato prossimo, Paola
 

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Capitolo 11
*** Visite e presentazioni ***


Buongiorno ragazze! La scorsa settimana vi ho lasciato a bocca asciutta ma non perchè mi sia dimenticata di postare, semplicemente ho deciso di pubblicare la mia prima oroginale: E poi all'improvviso sei arrivata tu, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1035868&i=1, se qualcuno volesse farsi un giro è il benvenuto ;)
Avevamo lasciato Edward e Nate alle prese con il ballo di fine anno e con la loro sospirata unione, oggi li ritroveremo a compiere un altro passo importante come coppia ufficiale.
Buona lettura ;)


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VISITE E PRESENTAZIONI

 

“ E Bella per inseguire il coniglietto è caduta nella piscina! ”

Tutti scoppiano a ridere alla fine del racconto di mio padre, mentre io lo fulmino con lo sguardo, ma alla fine mi unisco pure io alle loro risate. Siamo tutti in cucina per un pranzo in famiglia e con noi c’è anche Nate.

E’ la seconda volta che Edward porta Nathan a pranzo da noi: all’inizio lo ha presentato come un nostro amico di scuola ma, ovviamente, né Esme né Charlie ci avevano creduto, visto che non è mai successo che invitassimo ragazzi a pranzo e soprattutto di domenica; qualche giorno dopo si è convinto a confessare che era in realtà il suo ragazzo ed Esme ha quasi pianto per la gioia.

Così eccoci qua al secondo invito a pranzo che funge da pranzo ufficiale, di presentazione se così si può dire. Nonostante stiano insieme da circa sei mesi le cose tra loro sembrano abbastanza serie: spesso li ho colti a guardarsi negli occhi, come se fossero impegnati in un dialogo mentale, che solo loro possono capire. E’ incredibile l’intensità del loro rapporto, sembrano due anime affini nel cui destino era già segnato che si dovessero incontrare. Un giorno spero anch’io di incontrare un uomo così.

“ Papà gentilmente puoi finirla di mettermi in imbarazzo davanti a tutti? ” Dico piccata.

Lui mi sorride e si sporge sul tavolo per accarezzarmi la testa. “ La mia bambina odia essere al centro dell’attenzione. ” E giù altre risate. Ma si è per caso ubriacato?

“ Perché vi state divertendo a metter me in imbarazzo? Non dovrebbe essere Edward quello preso di mira visto che siamo qui per conoscere Nate? ” Ribatto facendo finta di essere seccata.

“ Sorellina mia, il problema è che non c’è nulla da dire su di me: sono sempre stato perfetto sin da piccolo.” Risponde sfrontato mio fratello, scatenando di nuovo le risate dei miei famigliari.

Non ho il tempo di ribattere come vorrei perché la piccola Alice scende giù dalla sua sedia e va da Nathan, tirandogli la manica della camicia per attirare la sua attenzione. Quando lui si volta lei gli regala un sorriso a trentadue denti e poi esclama “ Tu scei bellittimo. Vuoi essele il mio plincipe azzulo? ”

Tutti sgraniamo gli occhi gli occhi alla sua richiesta e il povero Nate si gira verso di noi a chiedere aiuto.

“ Lei non sa nulla? ” Chiede e Alice, a cui non sfugge niente nonostante sia piccola, ribatte “ Cosa non so? ”

Edward fa un cenno ad Esme, la quale annuisce: ecco giunto il momento della rivelazione ad Alice.

“ Vieni qui piccoletta. ” Edward la prende in braccio e la fa sedere sulle sue gambe, poi prende una mano di Nate tra le sue.

“ Vedi Alice, Nathan non può essere il tuo principe azzurro perché è il mio. A volte capita che due maschi si innamorino perché sono speciali e così è successo a me e Nate, lo capisci? ”

Alice sgrana gli occhi felice “ Vuol dile che siete magici? Come gli spesalisti? ” 

“ No amore, siamo solo speciali ma chi sono quei tizi? ” Le chiede curioso Edward.

“ I fidanzati delle Winx! Ma lo potto dire a quella antipatica di Giulia che ho due flatelli speciali? ”

“ Va bene, ma perché due fratelli speciali? Emmett non mi sembra tanto speciale. ” Sghignazziamo tutti alle parole di mio fratello, mentre il diretto interessato non sembra pensarla allo stesso modo.

Alice appena si riprende dal suo eccesso di risate batte ad Edward una mano sulla spalla. “ Che sei cemo Edward. Nate è il tuo plincipe azzulo quindi anche lui è mio flatello. ”

Adesso tutti la guardiamo ammutoliti; il primo a riprendersi è proprio Nathan.

“ Sai Alice, sei proprio una bambina intelligente. E ti prometto che se Edward mi farà arrabbiare, diventerai tu la mia principessa.” Alice urla felice, gli scocca un bacio sulla guancia e poi corre di là urlando che deve andare a giocare.

 

Nel pomeriggio riceviamo una visita inaspettata:  Carlisle. Quando Charlie ci avvisa del suo arrivo, Edward si rifiuta di scendere, invece io vado, sono curiosa di sapere cosa ci dirà e non voglio passare per maleducata. “ Salve Carlisle. ” Saluto entrando nel soggiorno.

“ Ciao Isabella, Edward? ” Si aspettava forse che suo figlio lo ricevesse a braccia aperte dopo quello che gli ha detto?

“ Non è voluto scendere. Sai, dopo il modo in cui l’hai trattato l’ultima volta… ” Lascio volutamente la frase in sospeso, ma nei suoi occhi non c’è un minimo di rimorso o imbarazzo.

“ Saresti così gentile da andarlo a chiamare? ”

Stavo per rispondergli a tono, ma proprio la voce di Edward mi interrompe: “ Non c’è bisogno, grazie Bella.”

Mi volto verso le scale e noto con piacere che accanto a lui c’è Nate e i due si tengono per mano. Con la coda dell’occhio noto Carlisle deglutire a vuoto, assottigliare lo sguardo  e stringere le mani in pugni fino a farsi  sbiancare le nocche.

“ Papà lui è Nathan, il mio ragazzo. Nate lui è mio padre. ” Mio fratello fa le presentazioni del caso, solo che non credo verranno apprezzate.

“ E’ un piacere conoscerla dottor Cullen. ” Dice il mio amico e gli allunga la mano per stringerla, ma Carlisle la guarda quasi con disgusto e risponde “ Vorrei che fosse lo stesso per me ma non è così. ” E poi, rivolgendosi al figlio “ Così lui sarebbe la causa della tua uscita di testa? ”

Edward lo guarda con disprezzo “ Se credi che Nate sia solo un passatempo o che il mio essere omosessuale funzioni ad intermittenza, ti sbagli di grosso papà. ” Dice, sputando tra i denti l’ultima parola.

“ Io… io non ti riconosco più! Dov’è finito mio figlio, quello che da piccolo diceva di voler essere come me, di voler diventare un bravo medico? ”

“ E’ sempre qui davanti a te, solo che adesso non voglio più diventare come te. Papà io ti ho sempre difeso, anche quando tu non c’eri mai perché eri sempre a lavoro; io pensavo che  in quel momento tu stessi salvando delle vite ed ero orgoglioso di essere tuo figlio. Quando tu e mamma avete divorziato neppure in quel caso sono riuscito ad odiarti. Ma ora sì. Ora mi hai profondamente deluso, perché se non accetti questo - e dicendo ciò solleva la sua mano intrecciata a quella di Nate - Per me puoi anche dimenticarti di avere un figlio. Tu non sei più mio padre. ” Ed esce velocemente dal salone dirigendosi verso la sua stanza, seguito a ruota da Nathan, e sbattendo violentemente la porta alle sue spalle. Sentendo il botto della porta, in salone accorrono Charlie ed Esme e la scena che si para loro davanti è surreale: io completamente attonita per le parole di Edward, Carlisle sul divano, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani tra i capelli: sembra, o forse lo è, l’immagine della disperazione. Esme fa per avvicinarsi ma Charlie la blocca per un braccio e va lui verso l’ex marito della donna, sedendosi accanto.

“ Posso dirti una cosa? ”

Carlisle lo guarda di sottecchi e fa cenno di sì con la testa.

“ Conosco tuo figlio da quasi tre anni ormai e convivendo con lui da un anno ho imparato a conoscerlo ancora meglio. Edward è un ragazzo come pochi: è dolce, premuroso, gentile con tutti e si fa in quattro per questa famiglia. Tu dici che non lo riconosci più, ma se guardi bene lui non è mai cambiato. È sempre lo stesso ragazzo, con gli stessi sogni e la stessa voglia di voler diventare medico che aveva qualche anno fa. L’unica cosa diversa è la sua felicità: da quando ha confessato di essere gay è più sereno e ora con Nate è l’immagine della felicità. Non lasciare che le tue paure sgretolino il rapporto che hai con tuo figlio, non ne vale la pena. ”

“ Tu come avresti reagito se fosse stata Bella a dirti che si è innamorata di una donna? ” Controbatte Carlisle.

“ Sicuramente mi lascerebbe stupito la cosa, non me lo aspetterei. Ma se vedessi negli occhi di Bella la stessa luce che c’è in quegli di Edward da quando ha conosciuto Nate, non potrei che essere felice per lei e accetterei chiunque mi portasse, anche un marziano. ”

Charlie riesce a strappare un piccolo sorriso a Carlisle, mentre io e Esme siamo commosse per le parole di mio padre: ho sempre saputo che mi vuole un bene dell’anima ma ora so che cosa sarebbe disposto ad accettare pur di vedermi felice.

“ Forse è il caso che ci vada a parlare, vero? ” Non riesco a credere che Carlisle abbia realmente pronunciato quelle parole.

“ Mi sa di sì. ” Risponde mio padre, sorridendogli leggermente per incoraggiarlo. Carlisle si alza, si liscia i pantaloni, forse per prendere un po’ di coraggio, e si dirige sopra.

“ Grazie. ” Esme si siede sulle gambe di mio padre, cingendogli il collo con le braccia e baciandolo sulle labbra, e capisco che è arrivato il momento di togliere il disturbo.

 

POV EDWARD

“ Che ti avevo detto Nate? Non è cambiato nulla da sei mesi fa. ”

“ Io… Mi dispiace Edward, credevo che conoscendomi le cose potessero cambiare. ”

“ La cosa che mi fa più rabbia è che lui è un uomo di scienza, non un uomo qualsiasi. È considerato un luminare, dovrebbe avere una mentalità aperta e invece si sta dimostrando la persona più ottusa che abbia mai conosciuto. ” L’incontro di oggi con mio padre si è rivelato un altro buco nell’acqua e la situazione sta diventando insostenibile; il fatto poi che abbia praticamente ignorato Nate e lo abbia trattato quasi si trattasse di un lebbroso mi ha fatto irritare parecchio.

Veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.

“ Avanti. ” Dico e rimaniamo di sasso quando mio padre fa il suo ingresso nella stanza: io sollevo il capo dal petto di Nate e lui smette di carezzarmi i capelli, fermandosi con la mano a mezz’aria.

“ Possiamo parlare Edward? ” Chiede mio padre gentilmente e io non so cosa fare.

Nate si solleva dal letto e mi prende il viso tra le mani. “ Vi lascio soli, ti chiamo dopo, ok? ” Annuisco e lui mi posa un tenero bacio sulla fronte per poi uscire dalla mia camera, non prima di aver salutato gentilmente mio padre.

Nella stanza scende un silenzio surreale, che fa quasi più rumore dello sparo di un cannone: nessuno dei due parla e di certo non sarò io a cominciare, visto che è venuto lui a dirmi che aveva bisogno di parlarmi.

Carlisle, le mani in tasca, inizia a passeggiare per la stanza per poi fermarsi davanti la finestra e osservare il bosco che circonda la nostra casa.

“ Un padre non dovrebbe fare disparità tra i propri figli, ma io per te ho sempre avuto un occhio di riguardo. Sei sempre stato il più simile a me, quello a cui, se mai l’avessi avuta, avrei affidato l’azienda di famiglia: Emmett ha sempre sospettato una cosa del genere e da piccolo era veramente geloso di te, ma poi gli è passata, quando ha capito che lui non era fatto per le responsabilità.

Io mi sono sentito tradito da te, perché prima mi hai sempre confessato tutto e ora invece ci siamo allontanati. ”

“ Mi vuoi dire che è solo perché non ti ho detto nulla prima che hai reagito in quel modo? ” Lo interrompo, sperando che la sua non sia una risposta affermativa, perché sarebbe veramente da bambini il suo comportamento.

“ No, o meglio non solo. Tu mi hai messo allo stesso livello di Charlie in quella occasione e poi io mi sento responsabile del tuo essere diverso: magari se non ti avessi abbandonato, se non fossi stato tanto assente, non sarebbe successo ciò. ”

“ Sai papà, puoi anche usare la parola omosessuale, non lo diventi dicendolo. E poi ti assicuro che non sarebbe cambiato nulla, la mia sessualità non c’entra nulla con te, ma se ti da tanto fastidio puoi andartene, mi abituerò alla tua assenza. ” Stringo forte la mascella per ricacciare dentro le lacrime, non voglio che mi veda piangere, non voglio dargli anche questa soddisfazione.

“ Io non ho intenzione di rinunciare a te. Tu sei mio figlio e Dio solo sa quanto ti amo. Ti chiedo solo un po’ di tempo per accettare il tuo ragazzo: un conto è sapere che tuo figlio è gay, un conto è vederlo in atteggiamenti intimi con un altro ragazzo. ”

“ Papà tu stai solo girando intorno alla questione senza affrontarla: se accetti che io sono gay devi accettare anche Nate, io lui non lo lascio. ” Chiarisco. “ Se è di tempo che hai bisogno aspetterò, ma non lo farò in eterno, perché se è vero che mi ami tanto dovresti essere solo contento per la mia felicità. ”

“ Ma davvero non ti danno fastidio i commenti della gente? Il fatto che appena passiate per strada la gente vi indichi? ”

“ Papà dimmi la verità, sei preoccupato perché da fastidio a noi o a te? Io e Nate siamo bene così: l'altra sera anche il reverendo Weber, alla festa di compleanno di sua figlia, ci ha dato la sua benedizione, perché ha visto che siamo felici e si è reso conto che tutto sommato se il Signore  ha voluto così un motivo a lui noto ci sarà e noi non siamo nessuno per contraddirlo. E comunque benedizione divina o meno io e Nate ce ne freghiamo altamente di quello che pensa la gente: se lo fanno  è perché le loro vite sono tanto miserevoli e poco interessanti e a quanto pare anche la tua papà se hai tempo di stare dietro a loro. ”

Esco dalla stanza lasciandolo da solo; credevo che fosse venuto lì per chiarire, invece senza rendersene conto non ha fatto un solo passo avanti. Aspetterò, perché non voglio perdere mio padre, ma non mi ho intenzione di cambiare per piacere a lui.

 

Se il discorso di Carlisle vi sembra confuso e senza senso avete ragione: ho cercato di immedesimarmi in lui e nella sua paura di non voler perdere Edward, ma nello stesso tempo di non riuscire ad accettarlo omosessuale, e questo è quello che è venuto fuori.
Siamo agli sgoccioli ormai, ma questo non vuol dire che dovete abbassare la guardia... Ci risentiamo tra dieci giorni, così ho il tempo di aggiornare anche l'orginale, un bacio, Paola

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Capitolo 12
*** Alice e Jasper ***


Bun pomeriggio a tutte! Scusate enormemente per il ritardo, ma mi servirebbero giornate di 48h in questo periodo per stare dietro a tutto. Grazie mille a chi continua a seguirmi in questa storia che sta ormai volgendo alle battute finali: godetevi questo capitolo che è il terz'ultimo.
Niente note finali perchè sono anche adesso di fretta XD Un bacio e appuntamento tra 15 giorni, scusate ma non riesco ad aggiornare prima.



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ALICE E JASPER

 

Spaparanzato sul divano aspetto che Alice e Bella scendano per andare insieme al parco e inganno l'attesa facendo zapping alla tv. Vengo distolto dalla mia attività dalla vibrazione del mio cellulare, segno che è arrivato un messaggio e sorrido quando vedo il mittente.

< Ciao amore, che fai? >

Digito velocemente una risposta.

 

 < Ehi! Sto aspettando le mie sorelle per andare al parco, tu? >

Pochi secondi e arriva la sua risposta

 

< Uffa, volevo chiederti se venivi a farmi compagnia, devo fare da baby sitter a Jasper...>

Mi ci vuole un secondo per trovare una soluzione al problema

 

< Venite al parco con noi, così finalmente Jasper ed Alice si conosceranno. >

< Ti rendi conto che se quei due andranno d'accordo sarà un suicidio? >

Rido, ha ragione ma in tre riusciremo a tenergli testa.

 

< Ho voglia di vederti, vedrai che ce la caveremo. >

< Ok ;) >

Mai risposta mi ha reso più contento.
“ Siamo plonte! ” Urla Alice scendendo di corsa le scale.
“ Finalmente, muovetevi che avremo compagnia. ” Dico, alzandomi dal divano e stiracchiandomi per bene.
“ Sì? Chi verrà? ” Chiede Bella, anche se secondo me sa già la risposta.
“ Nate con Jasper, il suo fratellino più piccolo. ”
“ Yuppie, avrò un nuovo amichetto! ” Dice mia sorella, convinta che quel povero bambino diventerà il suo schiavetto, visto che la sua idea di amico maschio al momento è questa e tutto sommato mi va bene.
Usciamo di casa e ci mettiamo un'infinità ad arrivare al parco visto che ogni tre passi Alice pretende che noi la solleviamo in aria per farla volare. Alla fine i miei muscoli urlano pietà e anche quelli di Bella a giudicare da come si massaggia il braccio. 
Alice fa qualche passo indietro per prendere la spinta e inizia a cantilenare “ Vola, vola, vola. ” Ma stavolta l’aeroplano non decolla.

“ Basta Alice, siamo stanchi io e Bella. E poi siamo arrivati e siamo pure in ritardo. ” Sbotto, ma me ne pento subito quando la vedo diventare triste e lasciare subito la mia mano per sporgere poi le braccia verso mia sorella che la prende subito in braccio.

“ Dai piccolina, non fare così, andiamo a cercare Jasper e Nate. ” Le dice e in silenzio ci incamminiamo verso le scivole. Passa qualche minuto e poi li scorgiamo mentre il mio ragazzo fa fare l’altalena a suo fratello.

Aumento il passo e gli vado incontro.

“ Ciao. ” Gli sussurro all’orecchio per poi lasciargli un bacio dietro il lobo: in pubblico ci limitiamo sempre nelle effusioni, consci che potrebbe dar fastidio a qualcuno, soprattutto in un luogo come il parco frequentato da tanti bambini.

“ Buongiorno. Avete impiegato un po’ per arrivare. ”

“ Non dirlo a me, Alice non la smetteva più di voler saltellare e così abbiamo impiegato più tempo del previsto. Adesso è pure offesa con me perché l’ho rimproverata. ”

“ Vedrai che le passerà non appena inizierà a giocare. ” Mi dice Nate, facendomi l’occhiolino e afferrando al volo Jasper e insieme ci dirigiamo verso Bella e Alice.

Jasper si avvicina a loro e Bella si abbassa un po’ per arrivare alla sua altezza.

“ Ciao piccolo, io sono Bella e questa bimba è Alice. ”

“ Ciao, io sono Jasper. ” Il bambino gira intorno a loro fino a portarsi davanti al viso della mia piccola sorellina, ma lei lo nasconde nell’incavo del collo di Bella.

“ Perché fa così? ” Chiede lui.

“ E’ un po’ capricciosa. ” Rispondo io e mi becco un’occhiataccia da Isabella, sicuramente non vuole che stuzzichi troppo la piccoletta.

Jasper si guarda intorno e poi si china per raccogliere uno di quei fiori che assomigliano a piccole margherite e crescono spontaneamente nei prati e lo avvicina al viso di Alice.

“ Tieni. Vuoi venire a giocare con me? ”

Alice sbircia con un occhio solo in direzione del piccolo, poi afferra la margheritina e sgambetta per farsi mettere giù da Bella.

“ Andiamo. ” Dice e afferra il piccolo per mano e insieme scappano verso le altalene.

“ Nate per caso tuo fratello ci sta provando con la mia sorellina? ” Chiedo sospettoso.

“ Dai Edward, hanno tutti e due quattro anni, cosa pensi possano combinare? ” Ride Nate.

“ Possono già baciarsi, lei lo ha fatto. ” Dico indicando Bella e poi correndo verso i due bambini per raggiungerli.

 

POV BELLA

Io e Nate rimaniamo sconvolti nel vedere Edward correre dietro i bambini.

“ Ma non credi stia esagerando un pochino? ”

“ Nate lascia perdere, per la tua sanità mentale non cercare di capirlo, non ci riusciresti. ”

Ci sediamo sull’erba all’ombra di un albero, osservando quei tre fare l’altalena: Alice e Jasper sono sopra, mentre Edward spinge un colpo l’uno e un colpo l’altra, perfettamente coordinato.

“ Ma davvero hai baciato un bambino all’asilo? ”

“ Cielo, se sapevo che Edward un giorno avrebbe usato contro di me questa storia non glielo avrei raccontato. Sì è stato il mio primo e ultimo bacio finora; che poi chiamarlo bacio è un’esagerazione e per di più subito dopo sia io che il bambino a cui l’ho dato ci siamo puliti la bocca schifati come se avessimo baciato una lumaca bavosa. ” Scoppiamo a ridere come dei pazzi, Nate addirittura si tiene la pancia per quanto i singhiozzi lo stanno sconquassando.

“ Dai, un minimo di contegno. ” Faccio la finta offesa e lui cerca per un attimo di riprendersi, asciugandosi addirittura gli occhi colmi di lacrime.

“ Scusa, mi sono lasciato un po’ andare. Ma davvero non hai più baciato nessuno da allora? ” Mi chiede sornione.

Scuoto la testa e lui nota subito che il mio atteggiamento è cambiato, incupendosi un po’.

“ Scusa, non volevo farti intristire. ” Nate si avvicina a me tendendo il braccio come per volermi cingere le spalle, ma temendo forse che mi scansi non mi tocca e riporta il braccio sul suo grembo.

“ Non preoccuparti, solo a volte, anzi spesso mi chiedo perché: perché anche io non posso provare cosa vuol dire essere innamorati? ”

“ Non lo sei mai stata? ” Mi chiede Nate prudentemente.

“ Credo di sì. Se essere innamorati vuol dire avere le palpitazioni a mille quando lo si incontra, la salivazione a zero e la testa vuota: sì lo sono stata del mio vicino di casa, per quasi due anni. Peccato che lui pensasse fossi più piccola dell’età che avevo e io, imbranata come sono, non ho mai fatto nulla per fargli capire il mio interesse. Alla fine è sparito, non so che fine abbia fatto, e ti giuro che ci sono rimasta malissimo. ”

“ Povera cucciola. ”

“ La cosa peggiore non è stata questa, ma il fatto che io abbia sognato più di una volta di baciarlo e ti giuro che svegliarsi nel bel mezzo della notte accorgendosi che tutte quelle sensazioni che avevi provato erano solo frutto del tuo inconscio è qualcosa di orribile. ” Concludo, passandomi le mani tra i capelli per cercare di fare ordine in quel caos che è la mia testa.

“ Credo proprio che tu ti fossi innamorata di questo baldo giovane con tutte le scarpe. ”

“ Già. ” Ammetto rassegnata.

“ Non abbatterti, vedrai che troverai la persona giusta. ” Cerca di tirarmi su il morale.

“ No, Nate, ti prego non cercare di dirmi che sono una persona fantastica e che non mi merito i ragazzi che mi stanno intorno o che incontrerò presto l’uomo della mia vita: ho smesso di credere a queste cose dal un bel po’. Io non voglio una persona speciale, ma normale, che sappia accettarmi così come sono. Sai, spesso in questi mesi mi sono ritrovata ad invidiare mio fratello: voi due vi siete trovati, siete perfetti insieme e ogni volta mi ripeto che non è giusto questo sentimento, io vi voglio bene e desidero solo la vostra felicità, ma a volte è più forte di me. ”

“ E’ vero, io e Edward siamo stati molto fortunati. Ma lasciatelo dire da uno che conosce bene i ragazzi della propria età che non sono adatti a te, o meglio quelli che conosco non lo sono: hanno in mente solo di sfogare i loro ormoni con qualsiasi essere respirante che abbia un buco in mezzo alle gambe, scusami la volgarità, e tu non sei così. Anche se decidessi di provare a stare con uno di loro staresti solo male, perché hai bisogno di altro. Non bisogna mai accontentarsi in amore. ” Stavolta allunga il braccio e mi  cinge le spalle, e io mi abbandono a quell’abbraccio, adagiandomi sul suo petto.

“ Anche se non so quanto Edward sia stato fortunato ad incontrarmi proprio ora. ” Aggiunge stranamente pensieroso e quasi angosciato.

“ Che fate? ” Edward si avvicina a noi e ci china a lasciare un bacio sulla punta del naso al suo ragazzo, e io non posso chiedergli cosa intendesse con la sua frase.

“ Passavamo un po’ il tempo chiacchierando del più e del meno, visto che il mio ragazzo, che mi aveva invitato al parco per stare un po’ insieme, ha deciso di fare da sorvegliante a due bambini. ” Risponde Nate fintamente offeso, riprendendo tutto il suo buon umore, e io mi mordicchio il labbro per evitare di scoppiare a ridere.

“ Touchè. Scusami amore, ma comunque non lo vedo un buon motivo per provarci con mia sorella: cortesemente Bella, potresti evitare di spalmarti addosso al petto del mio uomo? ” Edward fa il geloso e io lo provoco di proposito.

“ Ovvio che no, è così comodo. ” E mi poggio ancora meglio sul mio amico, cingendogli anche la vita con un braccio.

“ Basta, ci rinuncio con voi due: siete peggio dei piccoli. ”

“ A proposito dove li hai lasciati? ” Chiede Nathan.

“ Lì, nel recinto con la sabbia: stanno provando a fare dei castelli ma non credo la loro pazienza durerà ancora molto. ”

Li osserviamo per un po’ mentre, con paletta e secchiello, tentano di far stare in equilibrio i mucchietti di sabbia, ma l’impresa è più ardua del previsto. Scoppiamo a ridere quando ad un certo punto Alice prende il secchiello e lo scalcia via, per poi battere furiosa i piedi sulla sabbia e posso immaginare benissimo l’espressione corrucciata che ha assunto il suo visino, anche se la distanza non mi permette di vederla. Jasper allora le prende la mano e le fa una carezza sul viso e quell’immagine è la tenerezza fatta persona.

I due bimbi si avvicinano correndo a noi, sempre tenendosi per mano; quando arrivano hanno entrambi il fiato corto per la corsa e le guanciotte rosse: sono adorabili.

“ Vi dobbiamo dire una cosa. ” Esordisce il piccolo.

“ Io e Jazz ci siamo fidanzati, come Eddy e Nate. ” Ci comunica Alice e come a darcene conferma i due bimbi si scambiano un tenerissimo bacio a fior di labbra, facendo sporgere le loro boccucce. Io e Nate siamo in brodo di giuggiole, ma lo stesso non può dirsi di Edward, che staccherebbe volentieri la testa a quel povero bambino.

“ Nate cosa dicevi prima? ” Sibila Edward a denti stretti e Nate risponde con una scrollata di spalle.

“ Ti conviene iniziare a correre, ora! ” Lo minaccia mio fratello scattando in piedi seguito a ruota da Nate che inizia a correre per il parco, inseguito dal suo ragazzo. Io e i bambini ci guardiamo un attimo in faccia e poi iniziamo a ridere: sì, sono fatti l’uno per l’altro.

 

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Capitolo 13
*** La prima volta ***


Buona domenica gente! Eccoci qui con il penultimo capitolo...Nn mi sembra vero di essere arrivata fino a qui, credevo che tutte dopo la confessione di Edward mi mandaste a quel paese e invece siete ancora qui, quindi grazie di cuore!
Come avrete capito leggendo il titolo, ci sarà nella parte finale del capitolo una scena intima tra Nate e Edward: vi avviso, non c'è nulla di eccessivo o spinto, il raiting non lo pemette e poi non credo sia necessario, ma lo dico per non urtare la sensibilità di nessuno.
Ultima cosa e poi mi tolgo dalle balles: Misa, carissima, il capitolo è tutto tuo! Non sapendo bene come rispondere alla tua bellissima recensione, ho pensato che questo fosse il modo più opportuno per farlo, spero che gradirai :D
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LA PRIMA VOLTA

 

“ Pronto? ”
“ Emmett, ciao. ”
“ Edward perché balbetti e chiami con l'anonimo? ” Già Edward perché ti stai comportando come un cretino con tuo fratello?
“ Avevo paura che non mi rispondessi. Hai da fare? ”
“ Già fatto fratellino: Rose, pienamente soddisfatta, sta facendo la doccia. ” Ride come un cretino e io mi maledico per aver pensato di chiamare lui, ma con Bella mi sarei vergognato troppo e anche lei, e poi non so fino a che punto mi avrebbe potuto aiutare.
“ Emmett devo parlarti di una cosa seria... Ecco, io penso che stasera io e Nate, sì insomma, potrebbe succedere qualcosa… ”
“ Edward non so come sia scopare con un uomo. ” Mi interrompe lui e io vorrei fare il test del palloncino per capire se nel latte di stamattina a mia insaputa è stato messo dell'alcool: devo essere disperato per rivolgermi a lui.
“ Certo che no cretino. Io volevo solo qualche dritta sulla tua prima volta. ”
“ Edward lo capirai quando sarà il momento giusto e non deve essere per forza questa sera. In quel momento il cuore ti batterà forte, quasi volesse lasciare il tuo petto, il fiato si farà corto e la bocca sarà simile al deserto del Sahara: quello è il momento perfetto. Non importa il posto, l'ora o che so io, l'importante siete tu e lei, anzi nel tuo caso lui. ” Sorrido come un imbecille, le parole di Emmett sono  bellissime, non credevo che il mio fratellone potesse essere tanto sentimentale, peccato che io mi senta sempre così con Nate: vuol dire che sono pronto ?

“ Considerando che io mi sento così da sempre con Nate, non so se per me vale la stessa regola. ”

“ Mi chiedo come sia possibile che non vi siate ancora strappati i vestiti di dosso quando siete insieme. Comunque, se ti senti così è perché c’è attrazione tra di voi e chiede solo di essere sfogata. ” Chiarisce mio fratello.

“ Ed è andata così tra te e Rose? ” Indago.

“ Veramente no, è stata un vero disastro. Lei era agitatissima e io così eccitato che sono venuto nel giro di qualche minuto senza preoccuparmi del suo piacere; la seconda volta però è andata meglio, eravamo già collaudati. ” Ride e sono sicuro che se lo avesse sentito Rose gli avrebbe tirato una scarpa in testa o addirittura l’abatjour.

“ Wow, sei stato incoraggiante. ” Sospiro, mentre penso che tutto quello che ho organizzato per stasera sia solo un grande sbaglio.

“ Edward, ascoltami bene: non è detto che tra te e Nate andrà allo stesso modo e poi è un classico che la prima volta non sia sempre eccezionale, ma questo non significa nulla. Se dovesse succedere stasera sarà perché i tempi sono maturi, non è l’atmosfera o il luogo a creare l’occasione perfetta, ma siete solo voi due: per quanto riguarda me e Rose avremmo potuto farlo già dalla prima volta che ci siamo visti perché entrambi sapevamo che eravamo fatti l’uno per l’altra, ma abbiamo deciso di fare le cose con calma, e se tu hai avuto la stessa sensazione con Nate non c’è niente di sbagliato e anche se non dovesse andare come ti sei immaginato fa nulla, ci sarà tempo per rimediare, ma rimarrà comunque la vostra prima volta. ”
“ Grazie Emm, sei stato chiarissimo. ” Non pensavo che mio fratello, l’orso della famiglia, potesse fare dei discorsi del genere e tanto profondi, ma mi è stato di grande aiuto, tutto sommato.
“ Quando vuoi Edward. ” Riattacca e io mi sento un po' più tranquillo, mi ha fatto bene parlare con lui: la serata non mi sembra più così spaventosa.

 

La tavola è pronta, le pietanze stanno riscaldando lentamente sul fuoco e il lettore cd è già programmato: spero solo che Nate apprezzi tutto ciò.

Visto che è il nostro anniversario e volevo preparare qualcosa di speciale,  Charlie e Bella si sono offerti di  prestarmi la loro vecchia casa per organizzare ciò: l’unico monito di Charlie “ Se dovete farlo, evitate la mia camera per favore. ” Inutile dire che ho assunto una colorazione bordeaux da fare invidia a quella di mia sorella e le risate si sono sprecate.

Suonano alla porta ed io volo ad aprire, non prima di aver premuto play nel lettore cd e lasciare che si diffondano per la casa le note di Michael Bublè.

È lui, in tutto il suo splendore, ed io mi sento quasi fuori luogo per indossare dei semplici jeans e una maglietta, mentre lui indossa dei pantaloni beige e una camicia blu con le maniche leggermente arrotolate.

“ Non mi fai entrare? ” Dalla sua domanda mi accorgo che in tutto questo tempo l’ho lasciato davanti la porta senza dire una parola: che idiota!

“ Certo, entra pure e scusami. ” Mi faccio da parte e lui entra, io chiudo la porta e prendo un profondo respiro, devo calmarmi. Quando mi volto lo trovo ad una spanna dal mio viso.

“ Ciao. ” Sussurra e poi fa combaciare le nostre bocche in un bacio tenero, di saluto, dove non c’è lingua, ma solo labbra che giocano e si assaporano. Quando ci stacchiamo i suoi occhi brillano dalla felicità e io prendendolo per mano lo conduco in salotto: Nathan rimane incantato, sgrana gli occhi e li sposta continuamente dalla tavola a me.

“ Hai fatto tutto questo per me? ” Chiede spaesato.

“ E per chi altrimenti, scemotto! ” Gli do un buffetto sulla guancia e lui mi getta le braccia al collo, stringendomi in un abbraccio che mi dimostra quanto sia felice della sorpresa.

“ Sono stato fortunato ad incontrarti. ”

“ Anche io! Ma adesso mangiamo o avrò lavorato per nulla. ” Prima che la situazione ci sfugga di mano, lo faccio accomodare a tavola e poi vado di là a prendere il primo: risotto ai funghi, speriamo gli piaccia. Lui lo guarda curioso, poi ne prende una forchettata e la porta alla bocca; io nel frattempo trattengo il respiro e lo guardo fisso, in attesa di qualche smorfia di disgusto o di piacere, ma lui è impassibile: mastica il boccone senza lasciar trapelare nulla e io tra poco mi mangerò le unghie se non si da una mossa. Deglutisce e ciò vuol dire che il verdetto sta per arrivare.

“ Mhhh, veramente delizioso. Sei un cuoco magnifico Edward, da sposare. ”

Finalmente rilascio il respiro “ Sei uno stronzo , mi hai fatto morire. Comunque grazie, ma il merito non è solo mio. ” Confesso.

“ In che senso? ” Chiede, mentre riprendiamo a magiare, o meglio lui riprende e io inizio.

“ Diciamo che la cena non è tutta opera mia, ho avuto delle insegnanti speciali. ” Dico sornione.

“ A bene, allora domani ricordami di ringraziare Esme e Bella. ” Ride e io gli lancio il mio tovagliolo.

“ Ho aiutato pure io. Sono stato un’ora a pulire i funghi e ho pure ricevuto i complimenti da Bella. ” Replico piccato.

“ Sarà… ” Bisbiglia lui e poi scoppiamo a ridere insieme. Quando ci riprendiamo lui riempie i bicchieri con il vino e poi solleva il suo “ A noi due! ” Dice e io lo imito, facendo tintinnare i nostri bicchieri e bevendo un sorso di vino senza distogliere mai i nostri sguardi da quello dell’altro. Finiamo di cenare chiacchierando del più e del meno, per poi spostarci in cucina, dove decidiamo che io laverò i piatti e lui li asciugherà.

Mentre canticchiamo le canzoni di Bublè ad un tratto sento lui avvicinarsi a me e cingermi da dietro i fianchi: inizia ad accarezzarmi la schiena con movimenti circolari e a baciarmi il collo, per poi passare all’orecchio mordicchiandomi il lobo; lascio andare il piatto che tengo in mano per evitare di farlo cadere e gemo, quando con la lingua prende ad accarezzarmi il collo. Non contento, spinge il suo corpo contro il mio facendo aderire il suo petto con la mia schiena e posso chiaramente sentire la sua erezione premere sul mio sedere.

“ Ho voglia di te Edward. ” Mi sussurra all’orecchio “ Ti voglio da tanto, troppo tempo, e adesso non resisto più. Dimmi che anche tu mi desideri o impazzirò. ”

In questi mesi io e Nate non ci siamo mai spinti oltre baci appassionati e qualche carezza superficiale: io non mi sentivo pronto, avevo e ho paura, e lui ha sempre rispettato i miei tempi. Ma adesso forse è arrivato il momento di lasciarsi andare, lo amo e so che la mia prima volta deve essere con lui, lo voglio anche io.

Non rispondo, mi volto nel suo abbraccio e lo bacio con passione, stringendo il suo viso tra le mie mani e infilando quasi con prepotenza la mia lingua nella sua bocca, dando così vita ad una danza di passione, dove c’è poco amore ma tanto desiderio: desiderio di amarci, di stringerci, di possederci, di sentire le nostre pelli a contatto.

Lui sfila la maglietta dai miei pantaloni e per un brevissimo istante interrompe il contatto tra le nostre bocche per togliermela; io inizio a sbottonare la sua camicia, ma lui è impaziente e se la toglie da solo come fosse una maglia. Rimango a guardarlo per un po’, beandomi del suo fisico asciutto, leggermente più muscoloso del mio, con gli addominali più scolpiti.

“ Sei bellissimo. ” Sussurro e lui mi attira a sé per riprendere a baciarmi. Lentamente le sue mani percorrono il mio torace, mentre le mie scompigliano i suoi capelli; velocemente arriva al bottone dei jeans e lo slaccia, tirando giù anche la cerniera: a quel punto mi irrigidisco un po’ e lui se ne accorge subito.

Pone fine al bacio e mi guarda attentamente negli occhi “ Cosa c’è Edward, ho fatto qualcosa di sbagliato? ”

“ No, non sei tu. È che io, sì insomma, non l’ho mai fatto con nessuno e ho paura di sbagliare qualcosa. ”

Mi guarda sorridendo e poi mi scosta una ciocca di capelli dalla fronte.

“ Allora siamo in due ad aver paura, o forse, essendo due inesperti, non dovremmo avere paura visto che nessuno dei due ha termini di paragone. Io voglio amarti Edward nel modo più naturale e semplice che ci sia: me lo permetti? ”

“ Sono tuo, sono sempre stato tuo. ” Asserisco convinto e riprendiamo da dove avevamo lasciato, con le mani che adesso non tremano più per la paura, ma per l’eccitazione, con i nostri gemiti che riempiono le pareti della cucina, sovrastando la musica che proviene dall’altra stanza.

Quando siamo entrambi nudi, lo prendo per mano e lo conduco in salotto, sul tappeto che si trova davanti il caminetto e lì ci distendiamo, iniziando ad accarezzare l’uno il corpo dell’altro lentamente, per assaporare bene ogni momento.  Le nostre mani vagano sui nostri corpi, cercando ognuno i punti più sensibili dell’altro, per donarci e ricevere piacere; esploriamo timidamente le nostre parti più nascoste, eccitati come non mai, scoprendo il piacere del sesso: bastano poche carezze e veniamo quasi in contemporanea. Continuiamo a baciarci, fino a quando Nate non mi chiede di voltarmi e io lo faccio, perché in questo momento non potrei mai dirgli di no: non posso e non voglio, mi fido di lui. Comincia a percorrere la mia schiena con le sue labbra, causandomi una serie di brividi e di scosse che confluiscono tutte nel mio membro, facendomi gemere in maniera imbarazzante, nonostante il piacere appena provato. Nathan continua nella sua discesa, massaggiando i miei glutei, fino ad arrivare alle mie parti più nascoste: lentamente entra dentro di me, servendosi dei nostri umori per facilitare le cose.

“ Cerca di rilassarti il più possibile, se ti faccio male fermami immediatamente. ” Mi sussurra preoccupato ed io annuisco, al momento non so che tono di voce mi uscirebbe. Nate inizia a muoversi dentro di me, prima lentamente, poi sempre più velocemente fino a quando non lo sento esplodere in me, invocando il mio nome. Non appena riprendiamo entrambi un attimo di fiato, inverto le posizioni, per poter donare al mio ragazzo le stesse splendide sensazioni che lui ha donato a me: entrambi oggi abbiamo provato il nostro primo orgasmo, causato dalla persona che amiamo, e nulla potrebbe rendermi più felice. Essere un solo corpo, sentirsi l’uno parte dell’altro, è una sensazione fantastica: stare stretto tra le sua braccia è come sentirsi a casa*, un porto sicuro che sai ti accoglierà sempre, anche quando la tempesta imperverserà così forte che neppure tu sai se riuscirai a farcela.

Esausti ci accasciamo sul tappeto e io tiro il copri divano e ci copro con quello; Nathan si avvicina a me e poggia la testa sul mio petto.  Lo sento tremare e mi spaventa questa sue reazione, sembra anche piuttosto pallido.

“ Nate, ti senti bene? Stai tremando. ”

“ Sì, amore mio. Grazie, è stata la notte più bella della mia vita. ”

“ Ti amo Nate. ” E’ la prima volta che lo dico, ma so che in questo momento le parole sono quelle giuste da dire e mai sono state più vere per me.

“ Ti amo tanto anche io Edward e lo farò per sempre, qualunque cosa accada. ”

Ci addormentiamo lì, sul tappeto, stretti l’uno tra le braccia dell’altro, innamorati e felici più che mai.

 

 

* Frase rubata alla mia Michy ;)
Allora, sono veramente emozionata, questo capitolo non ne voleva sapere di venire fuori ma alla fine sono piuttosto soddisfatta. Godetevelo, perchè il prossimo, nonchè ultimo, sono certa che vi stupirà parecchio, e non credo proprio in senso positivo.
Prometto che tra dieci giorni sarò di nuovo qui u.u Un bacio, Paola

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Capitolo 14
*** Goodbye my lover ***


Buon pomeriggio ragazze! Eccoci giunti alla fine della storia...Scrivere questo capitolo non è stato per niente facile, ho anche pensato di cambiare completamente il finale alla storia, ma alla fine i personaggi mi hanno costretta a ritornare qui, perchè era così che doveva andare fin dall'inizio. So che il periodo non è dei più felici, e vi assicuro che visto quello che sta succedendo a persone che conosco, questo capitolo mi sembra tanto una premonizione, ma purtroppo spesso le cose non vanno come vorremmo.
Non ho risposto alle scorse recensioni volutamente, altrimenti mi sarei svelata troppo. Spero che leggerete anche l'epilogo, dove troverete le spiegazioni a questo capitolo e i ringrazimenti finali.
Vi lascio leggere e ci ritroviamo tra una settimana esatta, niente note finali. Paola.

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GOODBYE MY LOVER

 

Approfittando del fatto che i suoi genitori non ci sono, Nate ha invitato me, Emmett e Jacob, il cugino di Bella, a casa sua per fare una partita di pallavolo nel piccolo cortile sul retro. Le ragazze abbiamo deciso di lasciarle a casa mia, a badare a Alice e Jasper, che ormai sono inseparabili.

Decidiamo  di giocare io con Jake contro Emmett e Nate, certi  che la vittoria sarebbe stata nostra, ma quei due ci stanno dando filo da torcere. Il mio ragazzo fa una battuta perfetta ed io mi appresto a ribattere, quando noto Emmett pronto a fare muro, e so che non riuscirò a superarlo, così urlo “ Jake tua. ” Fortunatamente il mio compagno di giochi ha i riflessi pronti e lancia la palla nell’altro campo con una schiacciata micidiale: ne seguiamo la sua traiettoria certi che faremo punto quando Nate si lancia letteralmente  a terra e con un pugno riesce a recuperarla e mio fratello la schiaccia nel nostro di campo, facendo punto.

“ Sì. ” Ruggisce l’orso, stritolando poi nella sua morsa un affannato  Nate, che si massaggia il torace, mentre io e Jake siamo completamente attoniti, ancora immobili e con la bocca spalancata a fissare il punto in cui è caduta la palla.

Poi accade tutto molto velocemente, troppo:  Nate, come scottato, si stacca velocemente da Emmett, comincia a tossire, sputando una notevole quantità di sangue e si accascia a terra.

Il gelo mi pervade subito il corpo, ma mi faccio forza per muovermi e raggiungere il mio uomo, privo di conoscenza.

“ Chiamate un’ambulanza. ” Urlo agli altri due, mentre do dei leggeri schiaffi in viso a Nate e chiamo il suo nome per fargli riprendere conoscenza, ma non succede nulla.

 

Dei momenti successivi ho ricordi confusi: l’arrivo dei sanitari che mettono subito la mascherina dell’ossigeno a Nate, lo caricano sulla barella e poi nell’autoambulanza, mi chiedono se voglio raggiungerli e io li seguo, mentre Emmett e Jacob mi urlano che verranno con la macchina di mio fratello.

Il tragitto per l’ospedale fortunatamente è breve, o sarei impazzito sentendo tutti quei bip provenienti dalle macchine che monitoravano il battito cardiaco, troppo basso e veloce a detta degli infermieri, di Nate. Giunti al pronto soccorso, velocemente scendiamo e ad accoglierci trovo mio padre, evidentemente di turno quel giorno.

“ Cosa abbiamo qui? ” Chiede professionale, aiutando i para medici a portare dentro la barella, ma poi mi vede e si blocca “ Edward cosa ci fai qui? ”

“ Papà ti prego aiutalo. ” Singhiozzo, indicando il lettino su cui è disteso Nathan.

“ Dimmi cosa è successo. ”

“ Promettimi che farai tutto il possibile per salvarlo, ti prego, io lo amo. ” Afferro il suo camice per evitare di crollare, scosso come sono dai singhiozzi.

“ Edward, calmati, ti prego. Se non mi spieghi cosa è successo, non potrò fare nulla. ” Mio padre mi scuote per le spalle per farmi riprendere lucidità.

Prendo un respiro profondo, cercando di placare i singhiozzi, e gli spiego che stavamo giocando, che Nate per prendere la palla si è buttato a terra, poi quando si è rialzato si massaggiava il torace con una mano, a quel punto Emmett lo aveva abbracciato, lui era stato colto da un attacco di tosse e aveva sputato sangue.

“ Edward ti prometto che farò di tutto per salvare il tuo ragazzo. Ma calmati, non posso lasciarti in questo stato da solo. ”

“ Ci siamo noi con lui papà. ” Risponde mio fratello, arrivato in quel momento con Jake. “ Abbiamo avvisato anche a casa e stanno venendo qui anche la mamma, Charlie e Bella. ”

“ Ok ragazzi io vado, sicuramente dovremo operare e se la mia supposizione è giusta non sarà una cosa semplice. ” Mio padre mi stringe la spalla e poi si allontana di corsa, per raggiungere la sala operatoria dove hanno portato il mio ragazzo.

Mi lascio trascinare da mio fratello in una di quelle sedie di plastica poste nella sala d’aspetto: incredibile come ogni volta che abbia visto un telefilm di medicina mi sia chiesto come i parenti riuscissero a stare seduti lì con le mani in mano attendendo notizie del loro caro che in quel momento si trovava sotto i ferri, senza fare o dire nulla; pensavo agissero così perché era tutta una finzione e non temevano realmente per le vite che erano oltre quella porta, ma adesso lo so. Stare seduti è l’unica cosa che sei in grado di fare, ti trovi ad avere il cervello scollegato dal resto del corpo, tutto ti scorre addosso come se tu fossi in una bolla; non mi accorgo delle persone che sono intorno a me, solo quando qualcuno stringe una mia mano tra le sue per evitare che continui a torturare le mie pellicine facendole sanguinare, alzo lo sguardo e incontro quello triste ma speranzoso di Bella. Non mi dice nulla, sa che in quel momento ogni parola è vana, e io le sono grato per questo.

Il tempo sembra non trascorrere mai e io non riesco più a stare seduto; ho percorso il corridoio non so quante volte, probabilmente ho fatto gli stessi chilometri di quelli che corrono la maratona di New York, ma le mie gambe non vogliono saperne di fermarsi e il mio corpo non avverte alcuna fatica. Mi blocco solo quando sento il cigolio delle porte e in quel momento tutto sembra fermarsi: l’aria nella stanza si condensa e tutti tratteniamo il respiro. Vedo arrivare mio padre seguito da un suo collega, e subito mi avvicino seguito dai genitori di Nathan; mio padre mi guarda, non dice nulla, ma mi stringe in un abbraccio che sa di disperazione e in quel momento la disperazione è l’unica cosa che sento irradiarsi dal mio corpo.

Mi scosto dall’abbraccio di mio padre e inizio ad inveire contro di lui “ Me lo avevi promesso, avevi promesso che l’avresti salvato. ” Inizio a tempestargli il petto di pugni ma lui non fa niente per difendersi e impedisce persino ad Emmett di allontanarmi da lui.

“ Non dovevo fidarmi di te, tu lo odiavi. ” Le lacrime mi offuscano la vista e sento l’aria iniziare a mancarmi, mi accascio a terra e sento le braccia di papà avvolgermi nuovamente e trascinarmi con lui, fino a farmi appoggiare sul suo petto.

“ Piangi, figlio mio, piangi. Ti giuro che ho fatto tutto il possibile, ma ci sarebbe voluto un miracolo. ” Biascica mio padre, e credo che stia piangendo anche lui ma in quel momento l’unica cosa che so fare è chiedermi “ Perché? ”

 Le braccia di mio padre mi tengono stretto a lui, e dopo aver preso un bel respiro mi spiega cosa è successo “ Edward, con la caduta Nate si era inclinato una costola e questa ha perforato un polmone, per salvarlo ci sarebbe voluto un trapianto, ma sarebbe staro inutile perché…” Ma si interrompe, quasi voglia proteggermi da un’altra ondata di dolore.

“ Cosa papà? ” La lucidità si è impossessata di nuovo della mia mente.

“ Nate sarebbe morto lo stesso nel giro di poco tempo, aveva un grave tumore alle ossa. ”

E quando pensi di aver toccato il fondo, un’altra notizia ti butta giù ancora di più.

“ Ma da quando? ”

“ Lo sapeva da due  mesi, non ti aveva detto nulla? ” Mi risponde suo padre, e io scuoto la testa incredulo. Sento una rabbia potente montarmi dentro, e senza dire una sola parola, scatto in piedi e inizio a correre via, da tutto e da tutti. In questo momento vorrei che la mia testa fosse dotata di un interruttore per scollegare il mio cervello e farlo smettere di pensare.

 

Dopo non so quanto tempo mi ritrovo nel mio luogo speciale e mi siedo lì, con le spalle poggiate ad un albero, cercando invano di trovare un filo conduttore al guazzabuglio che ho in testa. Quasi salto in aria quando sento una mano poggiarsi sulla mia spalla: Bella. Ha gli occhi rossi e gonfi, segno che anche lei ha pianto tanto, ma è venuta lo stesso a cercarmi.

“ Sapevo di trovarti qui. ” Mi dice, sedendosi accanto a me, e io l’abbraccio forte, scoppiando nuovamente a piangere. Mia sorella mi accarezza i capelli, fino a quando i singhiozzi non si placano.

“ Secondo te perché non mi ha detto che era malato? Non si fidava abbastanza di me? Mi voleva lasciare? ” Questo è quello che fa più male, sapere che il mio ragazzo mi aveva nascosto una cosa tanto importante.

“ Edward – mia sorella mi scosta leggermente da lei, per potermi guardare negli occhi – Nate ti amava alla follia, e non è vero che non si fidava di te. Se non ti ha detto nulla della malattia probabilmente è perché non voleva che tu lo facessi sentire un malato o lo guardassi con pietà: aveva paura che il vostro rapporto cambiasse a causa del suo tumore. Avrà sbagliato a non dirtelo, ma lo ha fatto in buona fede. ”

Rifletto sulle parole di Bella, mentre rivedo come un film tutti gli attimi passati con Nate, come fosse diventato parte integrante delle mi giornate, ogni cosa sembrava fatta in sua funzione ed è incredibile quante altre cose avrei voluto dirgli o fare con lui.

“ Io mi sono sentito tradito, ci eravamo giurati di dirci sempre tutto e invece lui mi ha nascosto una cosa tanto importante. ”  

“ Edward ascoltami, so che adesso ti sembrerà assurdo quello che ti sto dicendo, ma se lui ti avesse detto della malattia tu ti saresti comportato normalmente con lui? Avresti, per esempio, accettato oggi di sfidarlo a pallavolo? ” Mi chiede Bella e io quasi la prendo per pazza: non avrei mai fatto nulla che lo avesse potuto mettere in pericolo.

“ Ovvio che no: si sarebbe stancato troppo. Per chi mi hai preso? ” La rabbia si sta nuovamente impossessando di me.

“ Ecco, vedi: Nate non lo avrebbe mai voluto. Se lui ti avesse detto del tumore a quest’ora tu avresti fatto scelte diverse e non avreste più vissuto la vostra storia liberi e spensierati, e lui non aveva bisogno di un’altra persona che gli ricordasse tutti i giorni della malattia. Lui con te ha vissuto appieno ogni momento che gli rimaneva. ” Bella ha nuovamente gli occhi lucidi, ma cerca di trattenere le lacrime, mentre io la guardo negli occhi, ma in realtà non è lei che osservo: nella mia mente rivivo le ultime settimane passate con Nate e capisco che se avessi saputo della malattia non avrei fatto molte scelte: non saremmo andati sulle montagne russe, non avremmo fatto le gare di corsa e cosa più importante non avremmo fatto l’amore tutto il giorno come era capitato la settimana scorsa. Saremmo stati insieme ma non avremmo vissuto davvero, o perlomeno non come voleva lui.

“ Voglio vederlo. Un’ultima volta. ”

“ Ti accompagno. ”

 

Il viaggio in macchina trascorre silenzioso, l’ospedale non dista tantissimo dalla mia radura, e quando arrivo trovo tutti lì. Forse mio padre intuisce le mie intenzioni oppure lo ha avvisato Bella senza che io me ne accorgessi, fatto sta che mi guida attraverso dei corridoi fino ad arrivare ad una porta bianca su cui c’è scritto “ Obitorio ”

“ Vuoi che venga dentro con te? ” Chiede mio padre e io scuoto la testa, voglio rimanere un’ultima volta solo con lui. Mi stringe forte una spalla e poi apre la porta, indicandomi il terzo lettino della fila. Cammino lentamente tra quei lettini tutti uguali, in cui dei corpi sono coperti da un lenzuolo bianco; quando arrivo a quello indicatomi da Carlisle non so che fare: vorrei scappare da lì, ma la voglia di rivedere Nate per l’ultima volta è più forte del dolore che mi attanaglia lo stomaco.

Con mano tremante sollevo il lenzuolo e rimango senza fiato: è bellissimo. Il viso è un po’ più pallido del solito, ma i lineamenti sono distesi, le ciglia gettano la loro ombra sugli zigomi e sembra quasi che stia dormendo.

“ Ti porterò sempre con me. Sarai sempre il mio piccolo grande amore. ” Mi chino fino a sfiorare la sua bocca con le mie labbra e mi aspetto quasi che apra improvvisamente gli occhi, come succede nelle favole, quando  il principe bacia la sua principessa. Ma io non sono un principe e la vita non è certo una favola.

E la mia non lo sarà mai.

 

“ Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

I’m so hollow, baby, I’m so hollow.
I’m so, I’m so, I’m so hollow…”

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Buongiorno ragazze! Che tristezza doverlo dire per l’ultima volta :(

Lo scorso capitolo ha lasciato molto di voi sorprese, non vi aspettavate di certo una fine tanto tragica, ma come ho già detto la storia era nata così. The power of love è stato un mezzo per poter narrare le varie sfaccettature dell’amore: l’amore fraterno, quello genitoriale e quello omosessuale, senza troppe pretese, ma cercando di farvi sorridere e farvi rilassare un po’ durante la lettura. Con l’ultimo capitolo si cambia registro perché nella vita non sempre basta l’amore, ci sono degli ostacoli che provano a schiacciarlo, ma come capirete leggendo l’epilogo, per me invece è la forza più grande che governa il mondo: non sempre è corrisposto, non sempre si ha la fortuna di trovare il grande amore, a volte l’amore può essere rappresentato anche da una bella amicizia, ma per me è il perno della vita. Quindi per me questa storia è stata un inno all’amore, che da e toglie in egual misura.

Vi lascio all’epilogo e ci troviamo sotto.


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EPILOGO (12 anni dopo)

 

“ Vai dallo zio piccolo. ” Appena gli lascio la manina mio figlio corre verso mio fratello: è stato amore a prima vista tra loro, Edward stravede per mio figlio e io non posso desiderare niente di meglio per lui.

“ Tio Eddy. ”

“ Ehi campione. ” Gli dice Edward prendendolo in braccio e scoccandogli un grosso bacio sulla guancia.

“ Fallo salutare anche a me questo piccolino. ” Dice Michael prendendolo dalle braccia di Edward, contendendoselo come se mio figlio fosse una star. Forse è l’unico bimbo ad essere più viziato dagli zii che dai suoi genitori, infatti ogni volta che lo lasciamo da loro lui non fa mai i capricci, anzi è felicissimo di andarci perché sa che troverà regali e giochi ad attenderlo.

“ Ciao Nate. ” E lo lancia per aria, scatenando le risate di mio figlio, mentre mio fratello li guarda felice.

È  meraviglioso vederlo di nuovo allegro dopo la morte di Nathan.

Gli ci è voluto tanto per riprendersi e l’incontro con Michael tre anni fa ha semplificato un po’ le cose. Avevo paura come tutti, che di fronte alla prospettiva di una nuova relazione, si chiudesse a riccio, invece Michael è riuscito con la sua pazienza a fondere il ghiaccio che aveva avvolto il cuore di Edward , e lo ha lentamente riportato alla vita.

La scomparsa di Nate ha segnato profondamente le vite di tutti noi, ma se è vero che tutto avviene per un motivo, questa tragedia è servita per riunire nuovamente Edward e suo padre. Carlisle gli è stato vicino come mai lo avevo visto fare, portando Edward a casa sua per i primi tempi, che sono stati i più duri: lo ha supportato, accompagnandolo sempre al cimitero, consigliandogli l’aiuto di uno specialista quando stava andando alla deriva e impedendogli di fare delle sciocchezze. Sono stati tempi difficili per tutti, ma abbiamo stretto i denti e siamo andati avanti, aiutando anche Edward a farlo: Nate non avrebbe voluto questo e noi ci siamo impegnati per non farlo accadere. E poi è arrivato Michael in nostro aiuto.

“ Ciao sorellona. ” Edward mi abbraccia forte, anche se con il mio pancione è un po’ difficile.

“ Ti trovo in forma. ” Ammicca.

“ Smettila di fare il cretino; oggi mi sento uno schifo, e se non fosse per colpa di quella peste di Alice, sarei rimasta a casa. ” Rispondo, massaggiandomi la pancia dove la piccola Charlize non smette un attimo di scalciare.

“ Ma tuo marito? ”

“ Andrew è andato a prendere Charlie ed Esme. ”

“ Mamma, mamma. ” Mio figlio reclama la mia attenzione, e Michael me lo porge arruffandomi i capelli in segno di saluto, e avvolgendo da dietro i fianchi di Edward.

Poco dopo arriva mio marito insieme ai nostri genitori e tutti attendiamo l’arrivo di Alice e Emmett.

Mi sembra impossibile che quello scricciolo questo inverno partirà per il college, ma questi dodici anni sono volati.

Io da cinque sono felicemente sposata con Andy, ho un figlio di due anni e una piccolina in arrivo. Emmett e Rose in un sol colpo hanno sfornato tre bellissimi gemelli, un maschio e due femmine e a dispetto di quello che pensavamo Bryan è la fotocopia di Emm con il carattere di Rose, invece Alyssa e Holly, bionde e bellissime come la mamma, sembrano due maschiacci da come si comportano. Papà ed Esme sono sempre più innamorati e tra Edward e Michael le cose vanno benissimo: non potrei chiedere di meglio dalla vita.

Finalmente il campanello di casa di Michael suona annunciando l’arrivo di Alice e Jasper; dopo essere stati migliori amici per anni, a parte la parentesi durante l’infanzia, al liceo hanno deciso di provare a stare insieme e ancora ora sono più innamorati che mai.

“ Ciao famiglia. ” Urla la piccolina di casa, trascinando dentro Jasper, seguiti da Rosalie, Emmett e i loro tre bimbi.

Quando ci mettiamo tutti a tavola sembra di essere al pranzo di Natale, ma invece è una delle numerose riunioni di famiglia che facciamo.

A fine pasto Alice e Jasper si alzano in piedi, e per richiamare ulteriormente la nostra attenzione, lei fa tintinnare sul bicchiere di vetro il coltello.

“ Ho sempre desiderato farlo. ” Dice soddisfatta, per poi tornare seria e afferrare la mano di Jasper, e io credo di sapere cosa vogliono dirci.

“ Io e Jasper vogliamo dirvi una cosa importante. ” Annuncia, per poi lasciare la parola al suo ragazzo.

“ Visto che il prossimo autunno andremo insieme al college abbiamo deciso di sposarci. ” Dice senza mezzi termini, è un tipo diretto che va subito al dunque, non staccando mai gli occhi da quelli di una Alice super felice. Noi donne di casa saltiamo subito in piedi e corriamo ad abbracciarli; Michael, Andy e Charlie si congratulano in maniera più tranquilla, mentre Edward e Emmett sono rimasti immobili, spiazzati dalla notizia. I loro occhi sembrano lanciare fiamme nei confronti di Jasper, ma alla fine io, Rosalie e Michael riusciamo a farli ragionare, e anche loro si congratulano con i futuri sposi, felici che la loro sorellina abbia trovato un ottimo ragazzo con cui sposarsi.

“ Jasper trattamela bene o giuro che verrò a cercarti in capo al mondo. ” Lo minaccia Edward bonariamente, anche se so che sarebbe capacissimo da farlo realmente, mentre gli da una pacca sulla spalla.

“ Tranquillo, e poi Alice si saprebbe difendere benissimo da sola. ” Ribatte il futuro sposo e in effetti non possiamo dargli torto: lei ha sempre avuto la meglio sul povero Jasper.

“ Sorellina Sono veramente felice per te. ” Si abbracciano stretti e poi Edward le sussurra all’orecchio “ Anche Nate lo sarebbe, stravedeva per te fin da quando eri piccolina. ” 

Vedo gli occhi della mia sorellina farsi lucidi e in quel momento so quanto Nate possa mancare ad Edward, esattamente come a me è mancata la mamma il giorno del mio matrimonio.

Emmett stappa la bottiglia di champagne e tutti insieme brindiamo ai futuri sposi.

 

 

POV EDWARD

< < Quando il battito del cuore supera le ombre del passato l'amore potrà trionfare sul destino.  > >
Come un uragano

 

< <  Ciao Nate,

avrei tanto voluto che oggi fossi qui accanto a me. E’ stato un giorno importante per tutti noi e mi sarebbe piaciuto che ci fossi anche tu. Hai visto? I nostri fratelli si sposano; sembra incredibile, ma dopo dieci anni, nonostante i litigi e le gelosie reciproche per ragazzi di passaggio, adesso sono più uniti che mai. Avevo ragione io a preoccuparmi quella volta che li facemmo conoscere al parco: secondo me adesso stai ridendo come un pazzo perché hai ottenuto il tuo scopo.

Oggi c’eravamo proprio tutti, anche Bella con la sua famiglia; mia sorella è sempre più bella e con il pancione è ancora più radiosa. Il piccolo Nate è una peste, ma lo adoro e lui ricambia, anche se a volte credo che preferisca Michael perché gli fa passare più capricci. Bella mi ha detto l’altro giorno che fra qualche anno vorrebbe rivelargli l’origine del suo nome, perché neppure lei in questi dieci anni ti ha mai dimenticato; ti porta sempre nel suo cuore, e suo figlio è una presenza tangibile di questo amore.

Adesso stacco o Michael si ingelosirà, quel ragazzo è un santo! Non so ancora come abbia fatto a sopportarmi in questi anni, ad essere sempre così buono e paziente con me e adesso sono sicuro che aspetta che io finisca di scriverti per entrare nella stanza: è ancora convinto di disturbare, anche se sa che mi farebbe molto piacere averlo qui con me mentre scrivo ciò che succede nella mia vita. Ora la smetto veramente.

A presto, Edward. > >

Chiudo il diario e mentre lo sto riposando nel cassetto Michael bussa alla porta di camera nostra.

“ Hai finito? Posso? ” Come scrivevo a Nate è incredibile che nonostante abitiamo insieme da un anno lui non voglia mai disturbarmi quando scrivo il mio diario: era stato lo psicologo a consigliarmi di tenerne uno durante il primo anno dalla morte di Nate, ma da allora non ho mai smesso.

“ Certo sciocchino e poi lo sai che puoi entrare tranquillamente. La porta è aperta per questo motivo. ”

Si sdraia accanto a me sul letto e mi toglie gli occhiali, per poi poggiarli sul comodino.

“ Non voglio invadere uno spazio privato, e poi so che sarò sempre il secondo per te, ma mi va bene così, sapevo quando mi innamorai di te a cosa andavo incontro. ” Michael ha sempre pensato che io non lo ami, che il mio sentimento sia solo un affetto profondo, ma a lui va bene così perché il suo amore è tanto grande che basta per entrambi. Non sa, però, che si sbaglia e anche di grosso.

Io lo amo e non potrei fare altrimenti dopo che lui mi ha letteralmente salvato da me stesso, dal periodo più brutto della mia vita, e con la sua costanza, la sua pazienza e il suo amore è riuscito a ridarmi la speranza in qualcosa a cui io non credevo più: è riuscito a farmi amare di nuovo.

Alle sue parole mi volto verso di lui e gli prendo il viso tra le mani, guardandolo intensamente nei suoi occhi, così scuri da sembrare pozzi senza fondo, in cui tante volte mi sono perso, come in balia della corrente, e mi hanno traportato verso luoghi fantastici dove l’unica cosa che conta siamo io e lui.

“ Sentimi bene Michael, perché te lo ripeterò una volta sola. Io ti amo, ti amo immensamente e tu non sei né sarai mai secondo a nessuno. Nate è stato una parte importantissima del mio passato, e scrivere quel diario mi aiuta a sentirlo vicino, ma questo non vuol dire che io ami ancora lui: il suo amore è rinchiuso in una piccola parte del mio cuore, ma il resto è tuo e sarà così fino a quando tu lo vorrai, perché sei importante per me e io non ti lascerò andare via facilmente.

Nessuno mi assicura che se Nathan fosse ancora in vita io starei ancora con lui. Può anche darsi che tu mi avresti rapito il cuore anche se lui fosse stato ancora il mio ragazzo, e io non sarei riuscito ad oppormi perché tu mi hai salvato con la tua gioia e la tua spensieratezza, mi hai trascinato in un mondo bellissimo, dove ogni giorno è diverso dal precedente. E quindi sono io quello che deve sentirsi secondo a te, io ti devo tutto e per questo ti sarò debitore a vita. ”

“ A me basta il tuo amore come ricompensa, e puoi chiedermi tutto ciò che vuoi, farò qualunque cosa in mio potere per realizzarlo. ”

“ Allora baciami e sta zitto. ” E senza aspettare oltre colmo la distanza che separa le nostre bocche. Ed è  come essere nel posto giusto al momento giusto, perché Michael riesce a trasmettermi la sua forza ed il suo amore anche con un semplice bacio, e mi piace pensare che lui mi sia stato mandato da Nate, perché quando il dolore mi annientava, e una parte di me sarebbe voluta rimanere aggrappata a lui per sempre, è arrivato Michael, e io sono stato finalmente pronto a lasciarlo andare.

E adesso lo so che ogni tanto le favole diventano realtà.

 


Ok, è arrivato il momento dei saluti…Dunque un grazie speciale a Vi, che si è innamorata di questi personaggi forse più di quanto lo sia io: sei un tesoro e una vera amica; a Niky che è sempre stata presente; a Michy, che da quando mi ha ‘scoperto’ non fa altro che viziarmi con i complimenti; a Claudia e Prudence, che nonostante i dubbi iniziali su Edward, non si sono scoraggiate e sono arrivate fino alle fine; la piccola Aleswan. E un grazie immenso anche a tutte voi, che mi avete supportata, non lasciandovi frenare dal fatto che questa storia non fosse una classica Edward/Bella e dandomi una fiducia che non sono certa di meritare; a coloro che hanno accompagnato ogni capitolo con le loro parole e a chi è rimasto nell’ombra: è vero che io scrivo per me stessa, ma vedere quei numerini salire, che siano le recensioni o le visite, vi assicuro che è una soddisfazione immensa!

Grazie veramente di cuore e spero di ritrovarvi presto, perché tornerò in questo fandom, è una promessa.

Un bacione, Paola.

Ps: ne approfitto per fare un po’ di pubblicità alla mia originale, se qualcuno volesse darle un’occhiata http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1035868&i=1

Adesso la finisco davvero :D


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