La luna rossa

di Aishia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I soliti incubi ***
Capitolo 2: *** La vita di sempre ***
Capitolo 3: *** In mezzo alle cose di ogni giorno.. ***
Capitolo 4: *** Addii e circostanze.. ***
Capitolo 5: *** La luna rossa.. ***
Capitolo 6: *** Un nuovo inizio.. ***
Capitolo 7: *** Alla ricerca della Perla ***
Capitolo 8: *** Un nuovo mondo ***
Capitolo 9: *** Jack Sparrow ***
Capitolo 10: *** incubi e spiegazioni ***
Capitolo 11: *** Will ***
Capitolo 12: *** Tuffo al cuore.. ***
Capitolo 13: *** liti e chiarimenti.. ***
Capitolo 14: *** viaggio per l'arrivo ***
Capitolo 15: *** Fobia degli incubi ***
Capitolo 16: *** L'Isla del Teschio ed Eva Bens ***
Capitolo 17: *** Oh mannaggia... ***
Capitolo 18: *** Dopo la pioggia c'è sempre il sereno ***
Capitolo 19: *** sorprese ...(?) ***
Capitolo 20: *** Qual'è la cosa che più vuoi a questo mondo? ***
Capitolo 21: *** ...Primo tenero amore... ***
Capitolo 22: *** Destino ... ***
Capitolo 23: *** Dura realtà... ***
Capitolo 24: *** Sogni e decisioni ***
Capitolo 25: *** due navi e due storie ***
Capitolo 26: *** ritrovamento ***
Capitolo 27: *** Dall'inizio alla fine ***
Capitolo 28: *** Eclissi ***
Capitolo 29: *** Battaglia Finale ***
Capitolo 30: *** La morte è solo il principio ***
Capitolo 31: *** Faccia a faccia con il destino ***
Capitolo 32: *** '' L'inizio della fine '' ***



Capitolo 1
*** I soliti incubi ***


Save lettori! sono Aishia.. innanzitutto volevo scusarmi per il capitolo non molto lungo..prometto che rimedierò nei prossimi ;)..comunque questa è la prima volta che faccio una ff quindi siate clementi.. ringrazio infine chi legge e chi recensisce.. un bacio
Aishia




LA LUNA ROSSA

i soliti incubi

<-Aaaaaaaah!!!!!!!!!!!!!!!!! No ! no lasciami ti prego!! noooooooo
-Chanel!!!!! Chanel svegliati ti prego è stato solo un brutto sogno! Chany!
Quando riaprii gli occhi mi accorsi che veramente era stato solo un sogno, e di fronte a me c’era mio fratello Alan..terrorizzato come non mai,sicuramente per il forte urlo che avevo omesso
-Sorellina ti sei svegliata! Che paura mi hai fatto prendere!hai fatto di nuovo quel brutto sogno?
-Si. Si Alan! Ho fatto di nuovo quell’orrendo incubo che ormai mi perseguita da cosi tanto..
Provai ad alzarmi ma sentii una fitta fortissima alla spalla e sussultai..quindi rimasi per qualche minuto coricata aspettando che il dolore si attenuasse..e mio fratello mi aiutò a sollevarmi..
-Allora mi vuoi dire che cosa ti affligge da più di sei mesi sorellona??
Mi misi seduta sul letto con mio fratello accanto a me che aspettava che aprissi bocca
-Bhe è una cosa talmente assurda..: sono in una nave.. ed è tutto buio..sento solo dei movimenti attorno a me.. e delle lame,forse di spada, che si scagliano l’una contro l’altra.. ma non riesco a vedere i volti dei loro proprietari.. non vedo altro che ombre..mi volto e vedo che una di essa si sta scagliando contro di me.. ho paura cosi tanta da non rieuscire neanche a muovermi.. sono disarmata.. ma all’improvviso mi ritrovo una spada in mano.. il mio aggressore si scaglia con tutta la sua forza contro di me,e dopo un duello estenuante riesce a disarmarmi e con una mossa falsa mi scaglia sul pavimento, e prova a pugnalarmi!
Sospirai e mi toccai la spalla dolorante e sentii un brivido salirmi in tutta la schiena , mi girai verso mio fratello e vidi nei suoi occhioni azzurrognoli tanto interesse e con la mano mi invitava a continuare -E poi! E poi ? dai Chanel finisci quello che stavi per raccontarmi non tenermi sulle spine!
-La vedi questa?- indicai con un gesto della mano la mia spalla arrossata e dolorante! Lui annui con un semplice gesto del capo,mentre il suo sguardo vagava dai miei occhi alla mia spalla
-Questo segno me lo ha procurato quell’ombra nel mio sogno! Prima che riuscisse a infliggermi con la lama.. riuscii a scivolare via,per cui mi prese solo di striscio lasciandomi solo qualche taglio.. ma non contento..anzi più inferocito che mai,mi raggiunge mi prese per i capelli , mi sollevò, e mentre urlavo dal dolore mi pugnala..infligge la sua lama nel mio stomaco e mi lascia inerte sul ponte della nave!
waaaw è fichissimoooooo!!!!!!!!!!!!!!!
-Si guarda stupendo!-risposi io ironica
-Sorellina posso farti una domanda?-io annui, e con il gesto del capo lo invitai a proseguire..-ma perché il dolore alla spalla lo senti ma allo stomaco no?- scrollai le spalle, ne anch’io avevo la più pallida idea di tutto ciò..ma ritornai alla realtà e notai sul display del mio orologio che era tardissimo- Alan va di corsa a prepararti! È tardissimo!
-Sisi sorellona vado! Ma prima un’ultima domanda! …… dove hai imparato a maneggiare la spada?
E detto questo usci dalla nostra camera, mentre io ridevo sotto i baffi..bhe in effetti in quell’assurdo sogno ero davvero un portento a destreggiarmi con la spada. Detto questo mi diressi in bagno per concedermi una doccia prima di andare a scuola! tanto il bus sarebbe arrivato fra un dieci minuti e io non avevo voglia di fare colazione!
Quando mi tolsi il pigiama notai sull’addome un rossore..proprio nel punto in cui la lama mi aveva oltrepassata.. ma è possibile che coincida tutto?
Troppe..troppe coincidenze..

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Capitolo 2
*** La vita di sempre ***


Salve cari lettori.. ben venuti al secondo capitolo della'' luna rossa''..
vorrei dedicare questo capitolo a Gengibuz,che ringrazierò alla fine.
comunque ringrazio sempre chi legge e chi recensisce..(soprattutto a chi recensisce XD )e spero solo che questo capitolo sia esaudiente come il primo.. un bacione
Aishia




LA VITA DI SEMPRE..
Finita la mia doccia rinfrescante e dopo aver appurato che stavo vivendo un film dell’orrore.. mi preparai e mi diressi in cucina dove c’era mio fratello che faceva colazione e mia madre con il suo enorme pancione ai fornelli( e si.. mia mamma aspetta mio fratello)

-Buongiorno tesoro! La colazione è già in tavola.. tuo padre vuole vederti.. quindi appena finisci vai a salutarlo ok amore?
-Si mamma vado subito.. non mi va di fare colazione!

e che avessi mai detto, mia madre si fermò, cercò di girare lei e la sua enorme pancia di ben 7 mesi e mi diede uno sguardo torvo

-Chanel! Devi mangiare! Sei troppo magra! Vuoi andare a finire al pronto soccorso come un mese fa?! Ti prego abbiamo già troppi problemi.. non mi fare preoccupare ancora di più!

Diciamo che da quando ho iniziato quei sogni ho smesso pressocchè di mangiare.., per cui ho perso una decina di chili in un paio di mesi.. inoltre un mese fa ho fatto prendere uno spavento a mamma ..svenendo nell’ora di educazione fisica..

-Va bene .. va bene! Mangio qualcosa.. e tu Alan sbrigati altrimenti rimaniamo qui!

-Ferma signorinella! Che cosa sono quei segni che hai nella spalla?fammi vedere..

-Niente! Niente mamma! Avrò sbattuto da qualche parte!

Detto questo presi un succo di frutta e andai a salutare mio padre..tanto se le avessi raccontato la verità non mi avrebbe creduto!come non mi credette all’inizio..quando le raccontavo dei miei incubi..che ormai mi perseguitano ogni notte..solo che ultimamente sono più realistici..lo dimostra il rossore riportato dalla mia spalla e nell’addome!comunque non pensiamoci .. andiamo a vedere come sta mio padre..

Il mio papà.. lui è confinato a letto da quasi un anno.. ha una grave malattia con un nome talmente lungo e difficile da non potersi neanche pronunciare.. per cui indovinate chi deve portare il pane in casa?

Mio padre non deve categoricamente muoversi dal letto! Mia mamma deve stare con lui, badare alla casa e al resto.. mio fratello è troppo piccolo,ha solo 13 anni e io che sono la maggiore.. devo andare a scuola e dopo di ché andare a guadagnare il pane per cui vado a fare qualche lavoretto..( avvolte mi capita di andare a lavorare in un cantiere,altre di fare la baby-sitter,altre ancora badare agli anziani e cosi via) e se tutto va bene ritorno a casa per l’ora di cena.. poi mettete anche che devo fare i compiti..non vi lascio immaginare quanto sia dura.. ho solo 17 anni e ho sopra di me un’intera famiglia da portare avanti e con un nuovo arrivo.. ma non mi pesa..quello che voglio è solo che mio padre guarisca e avere un po’ di soldi di lato per le sue medicine.. che costano tantissimo.

-buongiorno papà! Come ti senti stamattina? La febbre è scesa?

Gli misi una mano in fronte per controllare se avesse febbre e in effetti era abbastanza caldo .. ma la temperatura era scesa per fortuna! Il giorno prima abbiamo passato una giornata d’inferno..con il dottore che andava e veniva.. non so per chi.. se per mia madre che si sentiva male ogni secondo vedendo mio padre in quello stato o per le condizioni di mio papà!

-Buongiorno bocciolo.. sto bene grazie e tu? Non c’è bisogno che mi controlli.. sto bene tesoro.. ora vai a scuola e non stare in pena per il tuo vecchio.. non voglio esserti di peso.. è già tanto quello che fai..

-Ma papà.. tu non sei un peso né per me né per nessun’altro ricordatelo.. quante volte te lo dovrò ripetere eh? Comunque vuoi qualcosa?? Acqua.. qualcosa da mangiare? Dimmi tutto.. se vuoi dopo scuola passo a prenderti qualcosa prima di andare a lavoro e allora?
Mio padre si sollevò e mi baciò la fronte.. quanto è bello il suo profumo..non ho mai capito di cosa si trattasse.. tutto ciò che toccava aveva quel profumo cosi dolce.. una fragranza buonissima.. che io adoro sempre di più..

-No amore mio va! Non voglio che perdi l’autobus senò ti toccherà andare a piedi..perché io non ti accompagno!

Ci guardammo e scoppiamo in una fragorosa risata ,mio padre non stava bene è vero ma aveva un certo senso dell’umorismo.. e non so che farei se gli succedesse qualcosa..gli voglio troppo bene..

lo salutai e mi diressi in cucina a recuperare quel che rimaneva di mio fratello

-Chanel,chanel! Lo sai?! Domani viene la nonnaaaa! Waaw non vedo l’ora siiiiii!

Mi girai verso mia madre che con un cenno del capo annui!- viene qui per dare una mano e perché ha delle faccende da sbrigare.. ma non so che cosa, comunque andate l’autobus sta quasi per arrivare!

Dopo aver ricevuto quella notizia mi sentì un po’ più rilassata.. la nonna era l’unica che mi potesse aiutare e solo lei poteva trovare la soluzione a tutti i miei problemi.. e avvolte questo mi faceva venire i brividi..ma poi che cosa doveva fare? Forse sapeva già tutto?

Dopo aver ricevuto questa bella notizia salutammo e ci recammo alla fermata del bus.. saliti, mio fratello si andò a sedere accanto ai suoi amici Mike e Bart e io vicino a Charly.. la mia più cara amica.

Io e lei siamo amiche fin da bambine, le nostre mamme erano e sono grandi amiche e noi non facciamo altro che continuare la tradizione.. sappiamo tutto di entrambe..infatti quasi ogni pomeriggio mi da una mano e così allevia le mie giornate..

- la sai l’ultima? la professoressa Licone si sposa!!!!!disse la mia amica con molto entusiasmo

- veramente dici? Dopo quindici anni di fidanzamento! Waaw!ma lui non mi piace per niente..sembra uno sprovveduto..un briccone della peggior specie!-annuncia io con tanto di fierezza

-hahaah sei sempre tu.. ma lo sai che..-le parole della mia amica le morirono in bocca quando notò il rossore della mia spalla destra- ma cosa?!

- I miei soliti incubi Charly.. solo che ogni giorno che passa si fanno sempre più reali..

- ma Chanel! Devi fare qualcosa,non puoi andare avanti cosi.. che succederà la prossima volta..la spada ti oltrepasserà veramente?

- oh ma che stupidaggini.. avrò sbattuto da qualche parte.. poi domani arriverà mia nonna e ne parlerò con lei!

Si, sbattere da qualche parte.. ma a chi la davo a bere? A Charly? A me? sapevo benissimo che non si trattava di qualche livido.. ma che qualcuno da qualche parte mi voleva morta.. ma perché? Bella domanda, spero solo che da qualche parte possa trovare la risposta..perché adesso incomincio veramente ad avere paura..

- tua nonna? Menomale..lei si che è brava in questo! E secondo te riuscirà a trovare una soluzione?

- non lo so.. amica mia .. non lo so.. ma lo spero.. non sai quanto

Scendemmo dal bus.. la campanella era già suonata..cosi cominciava un’altra giornata scolastica e lavorativa..

E per il momento lasciavo i miei incubi alle spalle..sperando in cuor mio che fossero solo..e soltanto incubi..



eccomi!! =) come ho detto prima spero che la storia vi sia piaciuta.. C=
in questo capitolo si racconta un pò la vita della nostra protagonista.. spero non sia risultato noioso.. ma vi prometto che i capitoli successivi saranno molto più appassionanti..e che la suspanse arriverà alle stelle..
comunque ringrazio Gengibuz..: mi fa piacere moltissimo che il primo capitolo ti abbia entusiasmato tanto.. spero che questo non sarà da meno :).. continua a seguirmi.. un bacio :*
e un bacio anche agli altri miei lettori :*
Aishia

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Capitolo 3
*** In mezzo alle cose di ogni giorno.. ***


Salve carissimi lettori..
ben venuti al terzo capitolo della '' luna rossa''..
ringrazio sempre chi legge e chi recensisce.. quindi buona lettura..
Aishia




IN MEZZO ALLE COSE DI OGNI GIORNO
La notte appena trascorsa era stata devastante..
i miei incubi si facevano sempre più veri..sempre più reali.. e ora avevo anche paura di socchiudere gli occhi per paura di non riaprirli più.

Le cinque ore di scuola passarono in fretta..quindi mentre il mio fratellino prendeva il bus per ritornarsene a casa..io e Charly andavamo a lavorare..( come ho detto prima mi veniva ad aiutare cosi usufruiva anche lei della paga) .

Oggi ci toccava andare a pulire un museo.. la cosa era straziante ma perlomeno portavamo a casa un bel po’ di soldi!
Dopo mezz’ora di strada,giungemmo al museo che conteneva oggetti,mappe ritrovate e quadri dal 1200 in poi..

Ad attenderci c’era il proprietario del museo.. un uomo non tanto alto,con un pancione come quello di mio madre e con capelli e barba bianca!

– o signorine Charlotte Bordow e Chanel Bedrok siete arrivate! Vi attendevo! Bene,io devo andare..voi pulite,sistemate,ma fate attenzione a non rompere niente!appena finito date le chiavi del museo al custode..lui vi ricompenserà!

E detto questo quello strano tizio si allontanò.. lasciandoci al nostro lavoro!

Entrammo in silenzio.. il museo era grandissimo con tantissime stanze..un’enorme sala dedicate alle mummie egizie che risiedevano nei loro sarcofagi..delle statuette sempre egiziane che essi utilizzavano per la reincarnazione dell’anima del defunto e dei loro dipinti che raffiguravano l’attraversata nel fiume Nilo..le piramidi ecc ecc..

io e Charly ci separammo per pulire e ordinare i diversi repertori .. io capitai in una stanza piena di tele,dipinti pergamene riguardanti il 1700:l’era della pirateria..

rimasi affascinata.. come imbambolata da una pergamena che riguardava una luna rossa e cominciai a leggerne il contenuto..

la luna rossa comparve per la prima volta nel 1300…si raccontano molte storie su di essa..alcune dicono che equivale e predigga la fine del mondo..altri che possa far cambiare i confini del tempo e dello spazio e far giungere in un’altre era..
queste sono le testimonianze dello scienziato Daniel Brannaman che afferma di aver fatto scalo in un’altra era..ma fu giudicato pazzo..quindi scappò in un altro stato per non essere rinchiuso nel manicomio di Boston e di lui non abbiamo più notizie da ben 20 anni..

-Chanel!!!! Ma che stai facendo? Non siamo venute qui per lavorare?invece tu che fai ti metti a guardare una pergamena..

-Scusa Charly ma mi ero imbambola.. dai rimedio subito..

Dopo una lunga giornata di lavoro riuscimmo a pulire un quarto di museo..quindi per la nostra ‘’ felicità’’ saremmo dovute ritornare anche l’indomani..
lasciammo le chiavi al custode che ci diede un buon gruzzoletto ad entrambe.. per cui contente e soddisfatte ci salutammo e ritornammo a casa.
Per tutto il tragitto non ci fui.. la mia mente era da tutt’altra parte..e i miei occhi dispersi nel vuoto..
non sapevo neanche se fosse la direzione giusta..luna rossa..ecco le parole che girovagavano nella mia mente.. di cosa poteva mai trattare?

Erano le 8 e mezza passate quando aprii la porta di casa…
trovai mio fratello seduto a tavola che mangiava e si vedeva la partita in tv e sentii la voce di mia madre che parlava con mio padre..sicuramente gli stava dando la cena.
Andai a prendere la porzione di riso sia per me che per mia madre e mi sedetti comodamente aspettandola..
nel frattempo il mio adorabile fratellino si era ripulito tutto il piatto

-Bene grazie per la cena io vado a giocare al pc!
-Fermo piccola peste!!prima levi tutto il porcile che hai lasciato,aspetti mamma e poi forse potrai andare! Senò ti levo il computer per un mese intero!

detto questo quella piccola canaglia tornò a sedersi dicendomi-mi sa che l’ombra che ti pugnalava ero io!

-Ah ah ah no non credo lei era certamente più alta!

<-Allora che sono tutte queste grida?!parlate piano che vostro padre si è appena addormentato!
-disse tempestivamente mia mamma prima che infilzassi mio fratello con il coltello.

Dopo mangiato sparecchiai e andai in camera a leggere un bel libro..tanto l’ indomani sarebbe stata domenica quindi non c’era alcun bisogno di studiare cosi la mattina sarei andata al museo e il pomeriggio lo avrei passato con mia nonna.

Intanto si era fatto vivo mio fratello e gli raccontai quello che era accaduto poche ore prima.

Gli parlai della pergamena della’’luna rossa’’ e di quanto mi avesse colpito..
non facevo che pensare a quella scritta: apparendo la luna rossa si poteva cambiare d’era.. Ma come? Solo guardandola?
-ma dai sono solo scemenze.. io ho solo 13 anni e non ci credo.. da quando sei cosi superstiziosa?
-da quando ogni notte vengo pugnalata Alan!
Risposi come per prenderlo in giro

-vero..vero..ma pensi che centri qualcosa questa luna..?

-luna rossa Alan..luna rossa..comunque non è ho la più pallida idea.. ma credo di no! quella indica il passaggio da un’era a un’altra non da soluzione a sogni reali..

-mha.. comunque buona notte ! domani mi devo alzare presto quindi notte Scimmia

-Scimmia a chi?! Va be buona notte pidocchio ..tanto parlare con te o il muro è la stessa cosa..

Mi misi accucciata sotto le coperte..la luna rossa..era una tormenta.. un uragano che mi faceva girare la testa..
avevo costatato che non poteva significare niente con i miei incubi e allora perché continuavo a pensarci?
Forse qualcosa c’entrerà..forse è il mio subconscio che me lo dice..

Alla fine stavo cadendo nelle braccia di Morfeo..aspettando con tanta impazienza l’inizio dei miei attesi e formidabili incubi..

SUSU CARA OMBRA..VEDIAMO SE MI TRAFIGGI ANCHE QUESTA VOLTA..



eccomi!! =) la nostra Chanel ha letto di questa pergamena..
potrebbe signifare qualcosa? e chi lo sa!!
ah si io XD
comunque si prospettano dei capitoli molto significativi e intriganti..quindi non perdeteveli ;)
ringrazio sempre Gengibuz..mi fanno sempre piacere i tuoi complimeti ^.^ <
mi dispiace per non averti accontentato.. ma dei sogni si verrà a sapere verso la fine
quindi continua a seguirmi.. ^.^
Aishia

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Capitolo 4
*** Addii e circostanze.. ***


salve cari lettori..ben venuti al quarto capitolo della luna rossa..ringrazio sempre chi legge e chi recensisce..
vorrei dedicare il capitolo a fly 94 :)
un bacio
Aishia




ADDII E CIRCOSTANZE
-Aaaaaaaaaaaaah..no! non ti prego noooooo! E tu..tu invece di guardare aiutami ti prego..mi sta soffocando.. noooooooooooooo

-Chanel! Chanel svegliati ti prego! è solo un incubo Chanel!

Riaprii gli occhi..contenta che tutto fosse finito.. i miei occhi cerulei erano pieni di lacrime..
-Lo so ..lo so sorellina.. misà che dobbiamo parlarne alla nonna.. e in fretta anche..lei è l’unica persona che ti possa aiutare …
Dopo essermi ripresa e preparata usci velocemente di casa per andare a lavorare.. non avevo fame..avevo solo male alla gola..

-Buongiorno Chanel! O mamma miaChany..che ti è successo hai una cera!!!!

-Giorno a te Charly.. niente i soliti incubi che mi accompagnano ogni notte..

Chanel non puoi continuare cosi ..poi che ti è successo al collo sembra che ti abbiano strangolato!

Azzeccato!! Sta notte si sono aggiunti altri due particolari..

Che cosa? Spiegati meglio..
Praticamente la mia amichetta ombra si è stancata di pugnalarmi.. quindi prima di farlo..mi ha strozzata..

-Cosaaaa?? Bene! ti mancava solo questo..ma racconta..

-Mentre tutto ciò accade.. dal buio compaiono due occhioni scuri come la pece,appartenente ad un’altra ombra,questa è paralizzata dal terrone e mi fissa con occhi sgranati..io imploro il suo aiuto ma lei è come se non si riuscisse a muovere..

-E anche se è una domanda stupida.. stai bene?

-Si benissimo guarda.. non vedo l’ora che arrivi mia nonna cosi tutto forse sarà più chiaro..

Iniziammo a pulire.. la mattinata passò in fretta..ed ebbi solo un po’ di repulsione quando dovetti ripulire la tomba di un faraone..
Spinta da una curiosità infinita mi diressi nella stanza dove avevo letto la sera prima la pergamena..ed era li.. intatta..rinchiusa come se fosse dentro una sfera di cristallo..con i suoi colori dorati..e la sua scrittura fluida e flessibile..era la ..ed era come se mi chiamasse’’ leggimi..leggimi’’diceva..

Chanel! Che succede perché sei venuta qua?

Charly avvicinati!
La mia amica ubbidì e con un cesto del capo le indicai la pergamena..

-La vedi?

-Si fino ad’ora non sono diventata ceca.. ma che succede?

-Ieri mi sono imbambolata a leggerne il contenuto.. parla dei viaggi del tempo compiuti da un certo Brannaman..lui racconta che grazie alla luna rossa si possono compiere dei viaggi nel tempo..

-E cosa c’entra con i tuoi incubi?

-Non lo so..ma mi ha colpito in maniera particolare..come se ne fossi stregata..

-Stregata dici?
Comunque me lo racconterai dopo,sbrighiamoci a pulire perché senò non avrai neanche il tempo di accennarlo a tua nonna..

Finito tutto mi diressi a casa ..e invitai Charly a pranzo da me..cosi avrebbe rivisto la nonna che fra poco sarebbe arrivata ..
probabilmente colei che avrebbe dato una risposta a tutte le domande che mi tormentavano ormai da 6 mesi.. lei.. la fine delle mie torture.. lei..l’inizio delle mie risposte.
Arrivati alla soglia di casa.. entrai e vidi il dottore che parlava con mia madre..il cuore mi arrivò in gola e corsi subito a vedere cosa fosse successo.. mio padre era nell’altra stanza tutto sudato e con la fronte alla brace!

-Mamma!!!!! Che succede che cos’ha papà??!!

-Signorina Bedrok,ogni giorno che passa la vostra bellezza si estende sempre di più..comunque non vi allarmate..a vostro padre gli è solo ritornata la febbre alta e vostra madre si è solo voluta assicurare che non fosse nulla di grave ma.. la malattia va avanti ed ha l’automobile..

-E non c’è niente che voi possiate fare?

-È una malattia piuttosto rara.. ma non mi arrenderò.. comunque se mi vogliate scusare,devo andare,il dovere mi chiama..
Il dottore uscì da casa e io rimasi sola con mia madre,Charly e mio padre che si trovava nell’altra stanza.. mio fratello era andato a casa di un suo amico a studiare..

-Che cosa ha detto mamma?

-Niente tesoro.. gli ha prescritto altre medicine..speriamo che con queste stia meglio..
comunque non ti preoccupare,la nonna sta venendo e ti ricordi che lei è una specie di crocerossina no?

Altro che crocerossina mia nonna sembrava veramente una specie di strega,ma non per il suo aspetto fisico..
anzi mia nonna a 50 anni è tutt’altro che brutta,ma per le sue capacità.. sapeva trovare soluzioni a tutto.. manovrare delle erbe medicinali..sapeva molte cose..diciamo che la nonna è un libro umano..beh sa fare tutto è un vero portento.
Passò una mezz’oretta bella e buona ed eravamo tutti attorno a mio padre..che delirava..

Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii..
il campanello della porta suonò e andai ad aprirla.. quando la spalancai mi trovai davanti la nonna!

-Nonnaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Appena la vidi mi ci buttai di sopra abbracciandola con tutta la forza che avevo in corpo.. forse un po’ troppo!
Non la vedevo da circa un anno.. sono rare le volte che ci viene a trovare

-Frena bella di nonna! Non ho più 20 anni sai? Sono vecchia, non li reggo più tutti questi abbracci!...
Mia nonna si fermò una attimo a guardarmi come per farmi i raggi x

- amore mio ma sei bellissima..
Dietro di lei..vidi un ombra e sussultai

-Salve a tuttiiiii!!!!!

-Alan cosa ci fai qui!! Non dovresti essere da Bart?!

-Emh..Bart era’’ impegnato’’ cosi ho raggiunto la nonna..diciamo che Bart era soltanto un pretesto ma non dirlo alla mamma..
>br> -Che cosa????? Ma sei uscito di testa o cosa?

-Basta ,basta litigare.. poi Chanel credo che io e te dovremo fare una bella chiacchierata..
Alan mi ha raccontato un bel po’ di cosette..

-No nonna tu sapevi già tutto! Anche se non so ancora come..

Amore di nonna.. vado a salutare mamma e papà e vi raggiungo, voi andate nella vostra camera! Sto arrivando..
La nonna andò a posare le valigie nella stanza degli ospiti,quella che utilizzava sempre lei e si diresse nella camera dei miei genitori

-Beh ora la mia unica figlia femmina non mi viene neanche a ricevere sull’orlo della porta?

-Mamma!
Ciao si scusami ma stavo dando la medicina a Chars..come stai? È andato bene il viaggio?

-Si tutto apposto Anna..come sta?

-Diciamo che andiamo avanti entrambi.. ha di nuovo la febbre alta.

-.Non ti preoccupare..più tardi gli farò un miscuglio che lo farà stare meglio,comunque.. devo andare a parlare con tua figlia

-Si tratta di quel discorso?

-Si Anna e la situazione è peggio di quello che pensassi!

Nel frattempo io Charly e Alan eravamo entrati in camera..
io mi misi seduta sul letto a gambe incrociate,Alan ci si scaraventò e Charly si sedette sulla sedia adiacente alla scrivania..
Dopo qualche minuto sentì bussare la porta e da li vi entrò la nonna

-Posso?

-Sisi nonna entra..

-Allora amori miei che mi raccontate?
La scuola.. i ragazzi..

-Nooooonnaaaa non abbiamo nessun ragazzo lo sai !!! comunque per la scuola non mi lamento!
dissi io talmente rossa da fare invidia al fuoco che avevo sul caminetto del salotto..

-Anch’io tutto bene signora..
rispose Charly evidentemente imbarazzata

-Bene,mi fa piacere.. comunque andiamo alle cose serie..
Tutte e tre ci raddrizzammo e rimanemmo in ascolto..

-Allora Chanel un uccellino.. mi ha raccontato che la notte fai degli incubi ricorrenti non è cosi?

-Nonna sarei io l’uccellino? Ma non ti ho detto niente!
disse mio fratello tempestivamente

-Comunque si nonna.. e sono troppo reali..
abbassai la maglietta cosi da poter far vedere la spalla che era evidentemente arrossata..
scoprì il collo che aveva a sua volta gli stessi sintomi,e l’addome..

-Anche li????-urlarono contemporaneamente Charly e Alan

E dimmi da quanto tempo fai questi sogni?

-Da perlopiù sei mesi nonna..

Bene c’è una cosa che vi devo raccontare ..riguarda ..la luna rossa..

-Praticamente la stessa luna dove si possono fare dei viaggi nel tempo ogni volta che compare?
-chiesi io orgogliosa..Vidi mia nonna impallidire,evidentemente l’avevo lasciata di sasso.. non si aspettava che ne fossi a conoscenza

-Molto bene,allora la storia la sai..
e si, la luna rossa può far cambiare d’era ma solo se si possiede uno delle’’5 meraviglie mortali’’..
-5 meraviglie che?
chiese Alan con la faccia storpiata dall’enorme smorfia che aveva appena fatto

-Le 5 meraviglie mortali Alan!
Praticamente sono 5 medaglioni appartenenti alla Dea Diana.. all’inizio esso era unico..
lei lo utilizzava per domare tutti gli elementi appartenenti a questo mondo e ad altri..non solo i 4 più importanti come: terra,acqua,aria e fuoco.. ma anche la più piccola particella appartenente..a che ne so..anche a un sasso..
ma Zeus che non approvava..e si sentiva minacciato dal grande potere che possedeva.. li divise e li affidò ai suoi più umili servitori..che divennero dopo di ché’’ i cinque guardiani degli elementi’’ ;
alla loro morte..essi a loro volta nominavano un successore..che prendevano il loro posto.. uno di loro era la nostro antenata..lo vedi?
La nonna uscì dal collo un medaglione.. totalmente ricoperto d’oro e con un diadema incastonato al centro..
-Quindi uno lo affidò alla nostra antenata..Rebecca Sincers,gli altri due li diede a due clan contrapposti..
uno di loro è sempre in viaggio per le ere mentre l’altro è stato affidato ai nostri nemici..I Cleverbot

-E gli altri 2 ?
chiese Charly incuriosita

-Uno è andato perduto..
è stato distrutto da un certo Brannaman, mentre l’altro appartiene ancora alla dea Diana!

-Brannaman?E nonna cosa c’entra tutto ciò con i miei incubi?

-Si Brannaman..
egli riteneva che questo compito fosse troppo difficile.. e poi fu minacciato dai Cleverbot.. che gli dissero che se non gli avrebbe dato il medaglione avrebbero ucciso coloro che amava..
per cui.. egli lo distrusse per non farlo cadere nelle mani nemiche..
Inoltre Il medaglione supremo,quello appartenente a Diana,molti mesi fa è stato rubato..da James Cleverbot..l’ultimo discendente del clan nemico..
quel medaglione ha dei poteri magici e controlla tutti i medaglioni..i loro poteri.. e se unito con tutti gli altri controlla anche i mondi.. per cui Cleverbot ha fatto apparire la luna rossa.. ha cambiato era..e va minacciando e distruggendo tutto ciò che incontra.. quindi la nostra dimensione e quella dov’è andata a finire lui è in pericolo!
Perché sicuramente userà il medaglione per i suoi loschi piani..distruggendo anche coloro che hanno dato un senso al nostro mondo.
E il nostro sparirà per sempre..
Non so a quale scopo lo abbia fatto e che cosa abbia in mente.. ma dobbiamo scoprirlo.. io sto perdendo tutti i poteri.. sono troppo vecchia ormai.. e poi Cleverbot è l’ultimo discendente..colui che ha compiuto questo enorme peccato..
per cui toccherà a te.. l’ultima erede femmina del nostro clan.. il mio successore..
br> -E quindi cosa dovrei fare?e perché ho questi incubi?

-Semplice ,dovrai cambiare d’era.. recuperare il medaglione e riportarlo alla dea..ma alla tua domanda non so rispondere mi spiace..

-Che cosa?? Nonna non posso! Non posso lasciare mamma e papà!cosa dovrò dirgli?

-Non ti preoccupare,noi sappiamo già tutto!-
la porta si aprii e vi entrò mamma

-Cosa?
dicemmo in coro

-Si la nonna mi ha spedito una lettera qualche giorno fa..e mi ha spiegato la situazione..e poi non credi che la discendente di nonna sia io?ma ho rifiutato il compito..
ero incinta di te e non potevo metterci in pericolo..
quindi lei prima di te è ancora una delle discendenti.. e per il nostro clan la discendenza è solo per le donne,quindi Alan sei al sicuro..e poi lo devi fare anche per il bambino.. perché se è femmina e anch’essa in pericolo..

-Cosa???E perché non me lo hai detto?

-Perché non mi avresti capito.. comunque non preoccuparti per noi ce la caveremo..e poi ora c’e la nonna con noi.. devi andare..
Entrai nel panico, io dovrei viaggiare nel tempo sola e sperduta..

-Non so se posso farcela..

-Verrò io con te..!
disse Alan alzandosi in piedi

-Tu cosa?
Dicemmo tutti contemporaneamente

-Non posso permettere che faccia tutto questo da sola.. devo starle vicino..

-Per me è ok!
disse mamma sbalordendoci tutto

-Lo fa per aiutare Chanel è per ma va bene!

-Ma nonna quando dovremmo partire?
chiesi sollevata ma allo stesso scombussolata

-Quando comparirà la luna rossa..

-Cioè? Sai già quando?

-Si. Domani all’alba.. Chanel.. c’è un’altra cosa che dovete sapere..
la luna rossa non è per sempre..>br> non si sa quando scomparirà..e se voi non ritornerete in tempo..non ci sarà altro modo per ritornare alla vostra era d’origine.. dovrete aspettare la prossima luna rossa..e potrebbe non esserci

-Come non esserci..
-Si Chanel..
nessuno sa quando compaia e quanto scomparirà..e solo il medaglione supremo è in grado di farla comparire.
.il nostro è un modo solo per cambiare era..

E cosi stava per cominciare il nostro viaggio.. che ci avrebbe condotto in un’altra epoca.. in un’altra vita.. chissà se saremo stati all’altezza di quel compito..
ma il mondo era in pericolo e solo noi potevamo salvarlo..

eccomi..:)
ecco! la nostra Chanel..sta per partire..
ce la farà?
fly 94: fly ti ringrazio per il tuo commento..:) mi ha fatto molto piacere.. :D
comunque sto leggendo il tuo racconto ed è bellissimo .. :) complimenti...
comunque continuate a seguirmi
un bacio
Aishia..

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Capitolo 5
*** La luna rossa.. ***


salve carissimi lettori =)..
volevo darvi il benvenuto al quinto capitolo della luna rossa..
ringrazio come sempre chi legge e chi recensisce..
buona lettura..
Aishia




Quella notte dopo tutte quelle rivelazioni non riuscì a dormire..

quindi gli incubi non mi avevano raggiunta..ero tremendamente preoccupata di ciò che sarebbe accaduto l’indomani..

Ero in grado di affrontare questo compito? Avevo tutto il peso del mondo sopra le mie spalle..anzi più mondi.. e avevo paura.. ero totalmente impaurita..e per lo più non sapevo a cosa sarei andata incontro..

inoltre molte domande affioravano la mia mente..come mai facevo quegli incubi?

Neanche mia nonna sapeva il vero motivo.. e se quei sogni predissero cosa mi aspettava..

morirò durante questo viaggio? uccisa da chi? Da Cleverbot? E se si fosse fatto degli amici? Bhe sarebbe diventato il padrone dell’universo..chi non gli sarebbe amico?

Mi alzai,sicura che quella notte i miei occhi non si sarebbero oscurati e che Morfeo si sarebbe tenuto alla larga da me..

mi sedetti nel letto di mio fratello accarezzandogli il volto.. quel pomeriggio mi aveva stupita..si era offerto di seguirmi in questo viaggio..senza alcuna esitazione e lo aveva fatto per me..

Appena senti il tocco delle mie dita sul suo volto Alan si svegliò

-Chanel! Non riesci a dormire?

-No,piccolo mio.. sono preoccupata .. tu no?

-No! ci sei tu con me..
Appena gli senti pronunciare quelle parole mi chinai e gli diedi un bacio sulla fronte.. e pensai che io e mio fratello non avevamo mai avuto momenti cosi..
io e Alan non eravamo mai stati cosi vicini come in quel momento..ed ero sicura che grazie a quel viaggio il nostro legame sarebbe diventato più forte che mai.. e sapevo che anche lui in fondo pensava lo stesso.. ne sono sicura!

-A che debbo questo onore Chany?

-Bhe a te! Senza di te mi sentirei persa no?

-Sorellina ti ricordi quando eravamo piccoli e io la notte avevo paura del buio?

-Si certo che lo ricordo..

-Ecco! Tu ti alzavi, ti coricavi con me e mi dicevi: Alan..non avere paura.. adesso ci sono io con te.. e non ti lascerò mai solo..mai

-Bene sorellina.. ora te lo dico io : Chany ..non avere paura.. adesso ci sono io con te.. e non ti lascerò mai sola..mai
Dopo quelle parole i miei occhi divennero opachi e delle lacrime Fecero capolino dai miei occhi..

-Grazie fratellone..
-dai ora proviamo a dormire senò domani non ci alzeremo neanche con le cannonate br> chiudemmo gli occhi.. ma fui nuovamente io a spezzare il silenzio..
-Alan?!

-Mmh..
mugolò mio fratello che aveva certamente voglia di dormire..

-Ti voglio bene..
Il suo silenzio mi aveva fatto capire che si era addormentato.. beato lui.. io non ci riuscì..e rimasi sveglia.. a combattere con tutte le domande che mi confluivano nel cervello.
Mi girai e rigirai..pensando a tutto ciò che stava per cambiare..e a coloro che stavo lasciando..senza sapere se li avrei mai più rivisti..
La luna rossa.. quella forza insormontabile della natura..
chissà se grazie ad essa avrei scoperto il mio destino..e se avrei dato.. bene o male.. spiegazioni ai miei sogni..

Il giorno prestabilito non si fece attendere per molto..
la notte mi era stata amica..infatti non riuscì a chiudere occhio..quindi quella mattina ero tutt’altro che pimpante..
Mio fratello era ancora nel mondo dei sogni e io mi alzai per preparare quel che serviva per quel viaggio..
Arrivai sull’orlo della cucina e vidi mamma.. era ai fornelli mentre sul tavolo vi era una borsa da viaggio..
-Mamma..
-Ehi.. che ci fai alzata a quest’ora? Sono solo le 5 e mezza.. potresti dormire ancora un po’

-..Non ci sono riuscita mamma e vedo che neanche tu..
Mia madre si girò verso di me e vidi nel suo volto delle lacrime.. mi si avvicinò e mi abbracciò

-Amore mio.. non sai quanto mi mancherai..
Anch’io cedetti all’emozione del momento ed esplosi..


-Tu e tuo fratello siete una delle cose più belle che ho al mondo.. non voglio che vi accada niente..

-Baderò a entrambi mamma..speriamo di ritornare presto..

-Certo.. che tornerete presto.. non la vuoi vedere a tua sorella.. o fratello?

-Voglio rivedervi tutti mamma..

-Vedo che questa notte nessuno è riuscito a chiudere occhio eh?
dalla porta sbucò anche la nonna..

-Nonna! Nono le donne di casa sono troppo agitate per dormire invece quei due..

-Se ti riferisci a tuo padre si è addormentato un ora fa.. e tremendamente preoccupato per te..
Papà.. non dovrebbe preoccuparsi cosi tanto.. non gli farebbe bene.. e poi uno dei motivi principali delle mie paure era lui.. il mio papà…

Passarono un paio d’ore..
tutto ciò che dovevo sistemare era pronto..mio fratello si era svegliato.. e non sarebbe mancato molto alla nostra partenza..

-Chanel!

-Si nonna dimmi..

-Quando te ne sarai andata va a cercare Eva Bens

-E chi è?

-Una donna con delle capacità.. tu cercala e lei ti darà le risposte che cerchi..e per farlo usa il medaglione..ti indicherà la via..
Dopo questo avviso mi spiegò un paio di cosette che mi sarebbero servite durante la permanenza nel viaggio al centro dell’universo..
Il cuore già incominciava a essere irregolare e a battermi fortissimo.. bumbumbumbumbum,ogni suo battito un urlo di tamburi.
. Improvvisamente si senti suonare la porta e andai ad aprire..
Con il mio più grande stupore mi ritrovai davanti Charly.. con un espressione indecifrabile.. appena mi vide mi saltò addosso e insieme incominciammo a piangere..

- Charly..che ci fai qui?

-sono venuta per te sciocchina.. prima della tua partenza dovevo salutarti no?

- mi mancherai amica mia..

- anche tu e ritorna presto..

Ogni secondo.. diventava più agghiacciante..
la consapevolezza di lasciare coloro che amavo si faceva sentire..e la paura di non fare ritorno in questo mondo era vicina al mio animo..
Dall’altra stanza senti pronunciare il mio nome.. e capi subito che era mia padre..avevo salutato tutti meno lui..

-papà sono qui..

- ehi..me lo aspettavo che da grande ti saresti trasferita presto..ma non mi aspettavo cosi tanto e per lo più stai andando in un’altra era..salutami qualche personaggio importante appena lo incontri!

- hahahha sisi papà vuoi fatto anche un autografo?

-si mi piacerebbe tantissimo.. ce l’hai la macchina fotografica?

-si certo papuccio..

-comunque amore mio stai attenta e torna presto..voglio rivedervi..

-certo papà..- e dopo tutto ciò ci abbracciammo..

-Chanel è ora!
Senti pronunciare dall’altra stanza..
Il mio cuore saltò un battito.. e salutato per l’ultimo momento mio padre andai..

Le gambe non avevano voglia di continuare a camminare.. avevo paura di quello che mi aspettava li fuori..
di quello che sarebbe successo a me e a mio fratello..
tutto ciò che conoscevo..tutto ciò che amavo.. stava per essere frantumato..ma la luna rossa ci attendeva e ci avrebbe portato ai confini dell’irreale..
Il cielo si era oscurato.. una gran folata di vento si alzò..e il paesaggio divenne tetro..
ma quello che ancora di più lasciava sbigottiti i presenti.. era che nel cielo accanto al sole vi era la luna.. con un colore rosso fuoco..
Quella palla di fuoco faceva concorrenza al sole..e sembrava un fenomeno inimmaginabile.. surreale..eppure era vero..ed era davanti a me..di fronte agli occhi increduli dei presenti.
Suscitava terrore e sbigottimento anche a coloro che già avevano vissuto quell’attimo..in passato..
Gli occhi di tutti erano rivolti alla luna.. che sprigionava una luce argentea..

Tieni il medaglione vi servirà..
La nonna se lo sganciò dal collo e lo mise nel mio..
-È ora..

Io e mio fratello ci spostammo dal resto nel gruppo e ci mettemmo sotto la luce della luna..
alzai in alto il medaglione come mi aveva detto la nonna..e pronunciai nella mia mente il desiderio di viaggiare..andarmene in un’altra era per ritrovare Cleverbot..
cosi il diadema incastonato al centro del medaglione incominciò a brillare contemporaneamente alla luna e noi fummo avvolti da una specie di tempesta luminosa che ci avvolse e ci portò con se..oltre i confini della nostra vita.. per trasportarci in un luogo a noi sconosciuto..
Scomparimmo dal mondo che conoscevamo come nostro e non sapevamo se ci saremmo mai più ritornati..

La nostra avventura aveva inizio.. il mondo confidava in noi..


eccomi..=) benissimo la nostra protagonista insieme al suo fratello è partita..
che cosa ne sarà di lei?
cari lettori preparatevi..il prossimo capitolo è mozzafiato;)
vorrei ringraziare Gengibuz e Black Fairy.. =) :vi ringrazio sempre per i vostri commenti =) spero che questo capitolo vi sia gradito :)
un bacio
Aishia

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Capitolo 6
*** Un nuovo inizio.. ***


salve lettori ben venuti al sesto capitolo della''luna rossa''
ringrazio sempre chi legge e chi recensisce
un bacio
Aishia



Un nuovo inizio
quando aprii gli occhi era tutto scuro..
mi stavo domandando se stessi tenendo ancora gli occhi chiusi..
intorno a me era tutto buio..scorgevo in lontananza solo piccole lampade accese che affievolivano di poco il luogo dove mi trovavo..
Attorno a me sentivo strani rumori,e non riuscivo a trovare mio fratello..l’ultima volta che l’ho avevo visto era al mio fianco avvolto dalla stessa luce argentea.. cosa poteva essere successo?
Sentivo strani rumori..come del metallo che sbatteva contro lo stesso materiale..e non ci misi molto a capire cosa potessero essere.. spade.. qualcuno stava duellando,ma dovevano essere in tanti..
Vedevo ombre.. e mi chiesi dove potevo aver vissuto quei momenti cosi reali..
Ma a interrompere i miei pensieri fu una di esse..
sentivo dei passi pesanti che venivano nella mia direzione.. rimasi immobile.. incapace di reagire...incapace di respirare.. ordinavo alle mie gambe di muoversi..darsela a ‘’gambe’’ ma no..
stavano ferme ..immobili incapaci di reagire alla situazione!
sapevo di essere in pericolo..lo percepivo.. ma con me non avevo nulla..niente con cui poter affrontare la situazione..

-Chanel! Tieni!

Mi girai verso un punto buio..chi mi aveva chiamata? E poi cosa dovevo tenere?
Ma all’improvviso sentii un peso nella mano..era una spada!
L’ombra adesso era vicina..sempre di più.. fece un salto,si stava scagliando sopra di me..quindi mi presi coraggio alzai la spada..e lo contrastai
Inizio il nostro duello.. non sapevo dov’ero.. e cosa facevo..e il buio non mi aiutava di certo..
diritto,rovescio..stoccata.. non smettevamo di combattere..
ma furtivamente entrò nella mia testa un pensiero poco piacevole: ma io sapevo combattere?
Di certo avevo capito una cosa.. Chanel..pensai tra me e me.. la prossima volta che combatti,lascia i pensieri da un’altra parte..
L’ombra,sfruttando il mio momento d’assenza.. mi fece uno sgambetto e rotolai per le scale..ahi la schiena..!
Sentii un riso.. e mentre essa scendeva le scale .. sbattendo i piedi,io cercavo una via di fuga.. ma non vedevo niente.. comincia a strisciare.. ma l’ombra era di fronte a me, con la spada in mano e la scagliò!
Ma pronta com’ero.. rotolai verso destra e la spada mi colpì una spalla..
Provai a scappare.. a rialzarmi ma non feci in tempo..il dolore alla spalla era troppo forte..e l’ombra era di nuovo li..
mi prese per i capelli per tentare di non farmi fuggire.. quindi afferrò con forza il mio collo e mi sollevò

-Lasciami ti prego!!
Urlai con gli ultimi fili di voce che avevo..e il respiro che andava diminuendo
Poco lontano da me.. vidi degli occhi.. mi fissavano sgranati.. neri come la pece..il proprietario era immobilizzato.. non sapeva cosa fare..

-Ti prego aiutami ti prego.. mi ucciderà..
-Aaaaaaaaaah…

Urlai.. senti qualcosa di freddo.. oltrepassarmi lo stomaco..faceva male.. mi senti l’anima strappata via.. e sentii il gusto del sangue..
Ero esamine sul ponte..
le spade che sentivo fino a poco fa stavano diventando lontane.. sempre più lontane.. stavo morendo.. lo sapevo benissimo..
sentivo solo una voce in lontananza che mi chiamava..

-Chanel! Chaneeeel!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Apri gli occhi.. incapace di capire dove mi potessi trovare.. al mio fianco vedevo qualcuno.. ma chi?
L’immagine era sfocata..cercavo di individuare..di capire da chi provenisse quella voce familiare..

-Chanel! Apri gli occhi..ti prego.. Chanel!

-Alan?

-Chanel! Ti sei svegliata finalmente.. apri gli occhi non dormire..

Il mio fratellino mi prese delicatamente e mi fece sedere..sembrava preoccupato.. ma non capivo.. sentivo solo un dolore allo stomaco..tremendo dolore..

-Stai bene? O mio Dio! Chanel non muoverti..

-Perché?
dissi esanime

-Hai del sangue sulla maglietta..
Abbassai lo sguardo..e sulla maglietta..all’altezza dello stomaco.. c’era del sangue..
Alzai la maglia.. ma non c’era niente..solo un rossore.. ma faceva male..

-Alan aiutami ad alzarmi..

-Chanel ne sei sicura..?

-Dove siamo?
Attorno a noi c’era solo del verde.. ci dovevamo trovare in una foresta.. ma siamo ancora nella nostra era?

-Non lo so.. sorellina..

-Alan dobbiamo andare.. non possiamo rimanere qui..

-E come fai? Ti fa tanto male lo stomaco?hai fatto quei sogni anche qui?

-Ora come ora non ha importanza.. dobbiamo capire in quale era siamo finiti..

-Ok ti aiuto!

Alan mi aiutò ad alzarmi e insieme partimmo all’avventura..
chissà cosa avremmo trovato in quel luogo.. inoltre eravamo nel futuro o nel passato..?
Ora il nostro viaggio ha inizio..



eccomi! =) spero che questo capitolo vi sia piaciuto :)
ringrazio sempre Black Fairy: sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente!!!
spero che anche questo sia di tuo gradimento =)
un bacio
Aishia

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Capitolo 7
*** Alla ricerca della Perla ***


salve! benvenuti all'ottavo capitolo della Luna Rossa..vorrei dedicare questa ff a Black Fairy..ringrazio sempre chi legge e chi recensisce..
Aishia




ALLA RICERCA DELLA PERLA

Ero ancora in acqua e nuotavo il più velocemente possibile cosi che i pirati non mi raggiungessero..ne avevo due alle calcagna..che stavano nuotando per raggiungermi.. e per mia fortuna il capitano che si trovava ancora a bordo della nave gridò ai componenti della ciurma:br>
-lasciatela perdere..non ha lei la mappa..ma non vi preoccupate.. la riprenderemo..e da li potremo farle quello che vorremo..

tutti si girarono verso il capitano e fecero un risolino poco piacevole per i miei gusti..e anche quelli che avevo alle calcagna..smisero di nuotare e si diressero verso l’Alaska
In un primo momento mi rincuorai.. ma dopo mi vennero i brividi al solo pensiero delle parole del capitano
Erano ore che ero in acqua.. avevo paura della terraferma.. avevo paura se il capitano avesse ritirato l’ordine..e avesse permesso ai pirati di venirmi a cercare..
inoltre dovevo uscire immediatamente senò sarei morta assiderata..e per lo più dovevo ritrovare Alan..
Usci dall’acqua … e percorsi tutta la spiaggia per poi entrare nella fitta foresta.. non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi.. ma ricordavo perfettamente il luogo dove eravamo approdati.. perché non molto lontano da li c’era anche una strana cascata che assumeva un colore dorato dai riflessi del sole e della luna rossa..
Sentivo freddo..l’acqua era gelida..e il dolore al torace dopo tutto quel tempo non era ancora cessato,anzi era più forte che mai..
Era ormai buio.. e il colore scuro del cielo..dava un aspetto più tetro al color rosso fuoco della luna.. che spiccava rispetto a quella latte accanto a lei..
Non capivo ancora il motivo della decisione del capitano.. la mappa non era poi cosi importante? eppure sapevo già che in un modo o nell’altro mi avrebbero recuperato..per poi fare di me ciò che voleva?
Proseguii per un bel pezzo finché da lontano non avvistai del fumo..
Inizia a correre verso quella direzione.. e quando arrivai con mia grande gioia vidi Alan attorno al fuoco che si riscaldava..

-Alan!!!

-Chanel! Ce l’hai fatta.. sono ore che sei scomparsa..e stavo iniziando a pensare che i pirati ti avessero presa..
disse mio fratello alzandosi dalla sua postazione e venendomi incontro

- Beh,diciamo che ci hanno ripensato.. hai la mappa?

-Si eccola..
Alan prese la borsa e mi porse la mappa..ci mettemmo attorno al fuoco per vederla meglio.. era grande .. con un enorme X al centro di un isola..

-Alan mi dispiace dirtelo ma per stanotte dovremo fare dei turni..non possiamo stare tranquilli con quei pirati in giro..

-Okay io sarò il primo..

-Che fratellino coraggioso.. ma credo che lo farò io..

-Chanel! Fammi decidere a me per questa volta.. tu poi sarai occupata con la tua ombra no?

-Oh che meraviglia.. okay poi dammi il cambio..

Quella notte non riuscì a dormire.. non volevo lasciare che mio fratello si sentisse completamente solo in quella circostanza..
Dovevo cercare di non lasciarmi sopraffare dal sonno,avevo troppa paura di venire uccisa tra i miei sogni e infine .. guardando la luna ero sicura che non scomparisse.. che rimanesse la .. lasciandoci la libertà di ritornare a casa..
Mamma,nonna,Charly, papà.. quanto mi mancate..sono via da solo un giorno.. ma sembra un’eternità..
Ogni minuto senza di loro..sembrava infinito..infine la luna rossa aveva molti aspetti oscuri.. quando sarebbe scomparsa? E se non scomparirà mai più?
Erano passate almeno tre ore ..e non riuscì a chiudere occhio.. quindi decisi di dare il cambio a Alan ..ma come avevo immaginato.. il gran moschettiere stava già ronfando.. me lo misi in braccio.. e lo posai delicatamente dove mi stavo riposando poco prima e gli misi la mantella di sopra..quella notte era fredda e sarebbe stata di certo una delle più lunghe della mia vita..
Rimasi tutta la notte sveglia.. la notte aveva lasciato il posto al giorno ed il sole era già alto nel cielo.. i suoi raggi facevano capolino tra le foglie degli immensi alberi sopra di noi..sentivo i segni della fatica e quando le mie povere palpebre stavano ormai per cedere..senti uno strattone..

-Perché non mi hai svegliato!perché?

-Alan! Ma cosa stai facendo?!!

-Non mi hai svegliato!

-E come potevo! Stavi ronfando beatamente!

-Si mha..

-Niente ma.. ora prendi le nostre cose.. andiamo in città..

-Prima facciamo colazione?

Dopo una bella scorpacciata di frutta.. entrammo in città.. doveva essere presto.. visto che fuori non c’era neanche un cane..
L’unico posto a noi conosciuto era la ''Sirena imbalsamata''..quindi decidemmo di entrarci nuovamente..
Già di prima mattina.. c’erano persone completamente ubriache.. alcuni erano appollaiati per terra.. altri stiracchiati sui tavoli..
Appena entrata..riconobbi la cameriera che ci aveva serviti la sera precedente..quindi mi decisi a chiederle informazioni..
Ci avvicinammo.. spaventati e impauriti.. mi guardavo intorno per vedere se c’era qualche faccia conosciuta come i pirati del giorno prima.. ma costatato che la via fosse libera mi avvicinai al bancone

-Mi scusi.. miss?

-Si mi dica? Ma voi non siete la ragazza di ieri?
chiese la donna titubante

-Si esatto..Volevo solo delle informazioni..

-Mi dica..
Ero titubante.. non sapevo se parlare o tacere.. ma alla fine non avevo niente da perdere ..

-sapete darmi delle indicazioni sulla Perla Nera?

-La Perla? Il magnifico veliero.. con il capitano più affascinante dei sette mari?!

-Addirittura.. comunque si quella..

-Bhe vi posso solo dire.. che la perla Nera fa scalo qui..per rifornimenti.. e dovrebbe essere qui … secondo i miei calcoli a giorni..

-Oh vi ringrazio siete stata molto gentile....e un ultima cosa..ci sono posti dove passare la notte? Non sappiamo dove andare..ma non abbiamo monete con noi..

-Bhe..si.. se volete potete stare qui per qualche giorno..e siccome non avete come pagare e mi state simpatici.. potete lavorare come cameriera fin quando non ve ne sarete andati..
Detto questo.. ci guidò in una stanza al piano di sopra..

-Bene per ora riposatevi.. sta sera.. servirai ai tavoli..

Detto questo mi distesi sul letto.. chiusi gli occhi ma non mi addormentai..i miei incubi non dovevano sopraffarmi.. per ora c’era bisogno della mia presenza..
La sera non si fece attendere a lungo..la cameriera che mi disse di chiamarsi Jenny.. mi diede una specie di vestito..un po’ corto.. anzi era decisamente troppo corto..
Cominciai a servire..
quello che si andava vendendo maggiormente era il rhum..mentre l’acqua non veniva neanche toccata..
Servivo uomini di ogni genere.. ma a mano a mano che la serata continuava facevano tutti la stessa fine..
Alcuni andavano al piano di sopra con donne molto scostumate , mentre il resto finiva per ronfare..e per parecchie volte.. qualcuno beveva qualcosa di troppo per poi trovarsi o svenuto sul pavimento o a fare a botte.. non c’era un minuto di pace..
Chiudemmo tardissimo..ma per fortuna quel giorno la bottega non sarebbe rimasta aperta fino alla mattina seguente..
dovevano essere le 4 e mezza di notte.. della Perla Nera e del suo capitano non c’era neppure traccia..e io non dormivo da ben due giorni..
finito di ripulire i tavoli e messe a posto le ultime cose..Sali al piano di sopra, in camera mia e di Alan..
Il poveretto era messo seduto sul letto con aria imbronciata.. sicuramente non poteva dormire..a causa di alcuni rumorini proveniente nell’altra stanza..

-Ma stanno facendo un festa?
Chiese mio fratello appena mi vide sull’orlo della porta..

-Emh.. credo.. ma ora rimettiti a dormire..

-Dormire? Con tutto sto baccano? Ora vado la dentro e gli dico di abbassare il volume..
Che situazione imbarazzante..

-Alan non mi sembra il caso.. poi dobbiamo cercare di dormire..anche se sarà difficile.. domani dobbiamo andare al porto per vedere se la perla nera è attraccata

-Va bene.. va bene.. ma secondo te fa rifornimento in questa parte della città?

-Sicuramente, perché mi ha detto Jenny che Port Royal è suddiviso in due parti.. questa è la parte più povera..e malfamata.. e molto spesso approdano pirati per rifornimenti, e l’altra è quella più ricca dove vivono i civili..e Jack Sparrow dovrebbe essere qui a giorni..

Non riuscì a chiudere occhio nemmeno stanotte..con tutto quel baccano nessuno sarebbe riuscito a dormire..ed ero arrivata al 3 giorno senza riposare.. mi sentivo debole e indifesa..ma ero il pilastro portante..le braccia di Alan e dovevo farmi forza..almeno per lui..
Il mattino seguente ci alzammo presto..
In città tra le varie strade di Port Royal.. (parte malfamata).. c’era un sontuoso chiacchiericcio.. molti parlavano dello strano fenomeno nel cielo..altri che l’Isla Cruces era scomparsa..
Sicuramente opera di Cleverbot..ciò significava che era arrivata l’ora di sbrigarsi..
Puntammo gli occhi all’orizzonte e finalmente si vide una nave..
era lei.. LA PERLA NERA..



note dell'autrice:
ebbene i nostri eroi stanno per andare incontro ad una nuova avventura..chissà come si evolveranno le cose..
ringrazio BLACK FAIRY: grazie come sempre per i tuoi interventi =) spero che questo capitolo sia di tuo gradimento..;)..continua a seguirmi :)
ringrazio coloro che mi seguono e un bacio
Aishia

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Capitolo 8
*** Un nuovo mondo ***


Un nuovo mondo

Io e Alan avevamo cambiato era.. ma in quale?
Questo non lo sapevamo.. ma eravamo entrambi stanchi e affamati.. avevamo camminato tutto il giorno..alla ricerca di civiltà.. ma fino a quel momento non ne avevamo visto nemmeno l’ombra..
e poi lei era li.. la luna rossa.. era alta nel cielo accanto al sole.. ma finché rimaneva li.. avevamo una possibilità di ritornare a casa

-Chany..6 stanca? La ferita ti fa ancora male??

-Un po’ Alan.. ma non dobbiamo fermarci.. continuiamo a camminare..

Il sogno mi aveva lasciato dei segni..e del sangue era comparso in tutta la mia maglietta.. nella parte in cui la spada mi aveva oltrepassata..
La ferita faceva male.. ma all’esterno si vedeva solo del rossore.. l’ombra mi stava uccidendo dall’interno..
Mentre camminavamo sentimmo delle voci..quindi ci nascondemmo tra i cespugli..e vedemmo un paio di uomini a cavallo..
Devo sapere.. pensai.. quindi mi alzai dai cespugli quanto basta da fammi vedere solo il capo..

-Mi scusi signore!?
Uno degli uomini a cavallo si girò verso di me e mi guardò in modo molto strano..

-Si miss?...avete bisogno di aiuto?

-Beh..si mi sono persa.. volevo solo sapere qual’ è la città più vicina..

-Beh.. non siete poi cosi tanto lontana.. proseguite lungo quel sentiero..sempre dritto e arriverete in città

-Ooh vi ringrazio..e un ultima cosa.. emh.. in che anno siamo?

Miss sicura di stare bene? Volete che vi porti da un medico?
rispose l’uomo con un aria parecchio stranita

-Nono sto benissimo vi ringrazio.. ma rispondete alla domanda..

-Siamo nel 1776.. mha..

-Okay addio..
Neanche il tempo che il gentile signore, che mi aveva appena presa per una pazza, avesse finito di parlare io e Alan eravamo scomparsi dalla sua visuale
Poco dopo sentii un urlo provenire dalla direzione in cui poco prima si trovava quell’uomo..
sicuramente quei ceffi avevano alzato il naso all’insù e avevano notato quella strana palla infuocata nel cielo.. che non doveva essere certo li a quell’ora e neanche di quel colore..

-Nel 1776 ha detto????
-Si ..se senti quando le persone parlano Alan

Certo che l’ho sentito..quindi siamo ritornati in dietro nel tempo di ben?

-Facendo il conto..di ben 236 anni fratellone

-O mio Dio!!! Che bello quando lo racconterò ai miei amici! Non vedo l’ora di vedere le loro facce..

-Si.. cosi ti manderanno al manicomio in seduta stante Alan..

-Perché scusami ? Charly ti ha creduto

-Perché lei lo ha visto?!!..lei ha visto sia ì segno sul mio corpo che la luna.. Senti Alan.. tutto questo è assurdo pure per noi ma non lo deve sapere nessuno.. ti ricordi ? te ne avevo già parlato della fine che ha fatto un certo Brannaman..no?

-O cavolo! Già è vero.. va bene lasciamo stare eh!?
Dopo una bella oretta .. arrivammo in una cittadina chiamata Port Royal.. non avevo la più pallida idea di cosa ci aspettasse.. ma un turbine di idee mi si propagarono nella mente..

-Alan fermo!!!!

-Perché????? Cosa succede? Siamo attaccati??!!

-Alan.. calmati.. solo che non possiamo. . Beh .. sai sarebbe strano presentarci con una t-shirt e dei jeans.. beh ai quei tempi utilizzavano corsetti e vestiti ai piedi.. e noi dobbiamo passare inosservati..

-E che intendi fare..?

-Mi verrà in mente.. noi però camminiamo il più lontano possibile da case e persone..
Ci eravamo allontanati abbastanza e arrivammo davanti a una bottega, fuori città, che vendeva abiti..e notai che accanto a dei vestiti vi era una botte con sopra un sacchetto pieno di mele.. e un uomo che beveva dell’acqua..
L’uomo sembrava piuttosto assonnato..cosi mi venne un idea

-Fratellino.. lo sai che hai una sorella geniale?

-No..non lo sapevo..

-Idiota! Bene allora non ti dico l’idea che mi è appena balenata in mente..

-Oooo sisi sorellina sei un vero genio … Spara!

-Lo vedi quello?
Indicai la botte..e l’uomo seduto di fianco..

-Si e allora?

-Bene io distraggo l’uomo..tu invece entri e prendi tutto ciò che ti sembra più appropriato..

-Chanel!! Ma questo è rubare!

-No! diciamo che è un prestito! Hai un’altra maniera per entrare in città, passare inosservati.. non morire di fame e di sete entro stasera?

-No Chanel..

-Benissimo.. al mio segnale.. procedi..

-E quale sarà?

-Lo capirai appena lo sentirai..
Mi misi dietro la bottega...nella parte del bosco..e mi sdraiai..in modo da essere visibile.. e urlai più forte che potei..
>br> -Aiutoooooo!!!!!!!!!!!!! Vi prego aiutatemiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Poco dopo come avevo previsto comparve l’uomo che avevo visto nella bottega..

-Miss!!!! Che vi è successo??!!

-Mio signore.. aiutatemi .. mi hanno appena attaccato..
Indicai la mia maglietta piena zeppa di sangue..e l’uomo accanto a me divenne talmente pallido che mi preoccupai di aver provocato in lui uno sciok..

-Miss.. non muovetevi..o che dico.. non potete.. vado a chiamare aiuto..

-Nononnononono!!! Emh ..statemi vicino.. non andate via.. MI SENTO MANCARE LE FORZE.. QUINDI SBRIGATEVI..
dissi in tono talmente alto cosi che Alan mi potesse sentire..

-Okay.. penso sia il segnale..
disse e si intrufolò dentro la bottega..

-Miss.. non capisco.. cosa dovrei fare?

-Statemi vicina..
risposi io prima di rimanere in silenzio.. sprovvista di idee..e feci finta di essere svenuta..nel frattempo pregavo che quella frana uscisse..Passarono un paio di minuti.. l’uomo era al mio fianco.. mi teneva la mano..era evidentemente preoccupato per le mie condizioni,a quanto pare gravi..

-Chanel!!!!
urlò Alan..-andiamo!!!!

-Bhe pregare!!!
dissi successivamente mentre mi alzavo e correvo a perdifiato.. con la ferita che bruciava!Lo lasciai li quel poveretto … un pò mi dispiaceva in fondo sembrava una brava persona..
Quando fummo certi di esserci allontanati abbastanza ci fermammo..

-Allora fammi vedere il malloppo!
Apri la sacca e trovai delle mele.. una borraccia piena d’acqua,monete e dei mantelli.. mantelli?

-Alan.. cosa non hai capito nella frase’’ passare inosservati’’?

-Dimmi te.. ho preso la prima cosa che mi è capitata fra le mani..e poi sempre meglio di niente no?

-Va bene dai andiamo.. vediamo se possiamo andare a fare un po’ di spesa..

-Spesa?

-Pensi che delle mele ci bastino?

-No.. mangiamo?
Ci sedemmo a terra per fare una belle scorpacciata.. e infatti come avevo previsto..la riserva di mele e acqua fini in seduta stante..quindi dopo esserci riposati qualche minuto..il tempo di prender fiato.. ci inoltrammo in città sperando in qualche modo di passare inosservati..e notai con mia grande felicità che molte persone indossavano la stessa nostra mantella.. o qualcosa di simile..
cosi saremmo passati per forestieri..
Scoppiai quasi a ridere quando notai che tutti i passanti..erano con la testa reclinata all’indietro.. verso il cielo.. con lo sguardo sconvolto..
Sicuramente eravamo arrivati in una delle vie più povere e malfamata della città
Si vedeva da qualche barbone che passeggiava lungo le vie..e da qualche donnina con forme prorompenti e altamente scostumate..
Non sapendo dove andare fermai una coppia di sposini e chiesi loro informazioni..

-Mi scusi.. miss e voi signore.. ma avrei urgentemente bisogno di sapere dove io e mio fratello potremo sfamarci.. abbiamo fatto un lungo viaggio e siamo affamati..
Sia il signore che la donna spostarono il loro sguardo verso di noi..ci sorrisero un po’ turbati.. e a parlare fu l’uomo

-Andate alla locanda.. : ‘’la sirena imbalsamata‘’ li troverete ciò che vi aggrada.. e subito dietro l’angolo..
Ringraziammo..e dopo aver percorso l’angolo entrammo nella locanda..
Era affollatissima..piena zeppa di uomini ubriachi.. alcuni stesi per terra..e con l’aria sorridente,cosi avevamo l’opportunità di trovare dei tavoli liberi..
Quando fummo finalmente seduti..dal nulla comparve una cameriera..altamente scostumata..e truccata..ma dallo sguardo dolce..come se invocasse aiuto

-Buongiorno..Volete qualcosa?

-Si io vorrei un po’ di pasta e acqua tu Alan?
Il nulla.. mio fratello era rimasto talmente imbambolato dalla donna da non riuscire neanche ad aprire bocca..

-Alan!-
presi e tirai un bel ceffone a mio fratello

-Ahi! Ma sei ammattita??

-No.. sei tu che guardi troppo..vuoi qualcosa o preferisci ancora guardare il bel panorama?

-Emh.. la stessa cosa che ha preso lei grazie..
La signorina lusingata dagli sguardi di mio fratello si abbassò e gli diede un bacio sulla guancia sinistra
Questo non aiutò di certo la buon’anima di mio fratello che divenne rosso peggio di un peperone..
Avevamo incominciato a mangiare quando sentii delle voci provenire dall’altro tavolo adiacente al nostro..
erano degli uomini un po’ troppo ubriachi per potersi accorgere del mio sguardo indagatore.. quindi continuavano a parlare normalmente

-Lo sai..ho sentito in giro che il capitano della Perla Nera.. quel tale di nome Sparrow..si è dato a una nuova modesta missione.. indovina cosa cerca?

-Non so..cosa?

-Il tesoro di Francisco..hahaahHahaahh.. ma lui non sa che la mappa per il tesoro l’ abbiano noi! HahahaJack sparrow.. il famoso capitano della famigerata Perla Nera se vorrà la nostra mappa dovrà affrontare il nostro capitano e non credo che gli aggrada.. il terrore di tutti i mari..hahaah
Nel frattempo arrivò la cameriera e ci portò quel che avevamo richiesto..

-Ecco a voi..

-Vi ringrazio e visto che ci siete ci potete portare anche due fettine di carne e un po’ di frutta?

-Certo miss..

-Sorellina? Ma vuoi metterti all’ingrasso?
chiese mio fratello dopo che la cameriera si fu allontanata abbastanza..

-Alan vuoi morire di fame?è la scorta per domani e poi mi è venuta un’altra idea..

-Un’altra? Avanti spara.

-Allora fratellino.. ho sentito parlare da quei due tizi laggiù che un certo Sparrow sta cercando un tesoro.. il tesoro di Francisco..o come si chiama.. e che la mappa ce l’anno loro.. quindi stanotte ruberemo la mappa e andremo alla ricerca della Perla Nera..

-Ma perché proprio della Perla Nera?

-Perché ho già sentito parlare di questa nave.. ne ho letto.. in una libreria quando eravamo ancora nel nostro mondo.. quindi .. appena quei tizi se ne andranno, noi li seguiremo e poi troveremo un modo per entrare sulla nave e rubare la mappa okay?
Detto questo aspettammo che due tizi se ne andassero.. e una manciata d’ore dopo si decisero ad uscire..dopo aver pagato con le monete che avevamo ‘’preso in prestito’’ da quel signore alla bottega..uscimmo..
Quei due barcollavano..andavano un po’ a destra e un po’ a sinistra..a causa dell’eccessivo alcol ingerito e mi chiesi se fosse stata una buona idea.. Ma quella era l’unica rotta che avevamo,l’unica nostra possibilità ..
Poco dopo.. arrivammo davanti a una nave possente..grandissima..: L’Alaska.. era il suo nome..e quei due cominciarono a percorrere la passerella..
sempre barcollando..per poi salire sulla nave.. Stavo cercando una via.. o qualcosa che mi permettesse di salire sulla nave senza passare per il ponte e notai una fune..

-Alan.. allora ti ricordi la tattica utilizzata in bottega?

-Si sorellina.. ho capito vado immediatamente!

-Frena frena.. pensi che ti metterei in pericolo? Ora tu li distrai e io salgo sulla nave..

-Come?

Attraverso quella fune.. appena salgo a bordo,fatti notare..
Detto questo entrai in acqua e comincia ad arrampicarmi su per la fune .. e appena salii a bordo sentii mio fratello invocare aiuto.. e tutta la ciurma rimanente scese dalla passerella per prestargli soccorso..

-Buona fortuna..piccola peste
Entrai nelle cabine.. per cercare quella del capitano.. e non ci misi molto a scorgerla.. doveva essere l’ultima opposta e messa frontalmente rispetto alle altre
Entrai.. mi tolsi le scarpe per non fare rumore.. la cabina era vuota..almeno a me sembrava..infatti sul letto c’era qualcuno che ronfava.. doveva essere lui.. il capitano
La cabina era piuttosto grande.. ma fortunatamente il nostro capitano era un tipo ordinato..cosi non ci avrei messo molto a trovare ciò che bramavo..
Cominciai a cercare la mappa..dovevo fare in fretta.. cercavo ma non trovavo nulla..c’erano solo cianfrusaglie ma all’improvviso sentii un sospiro troppo grosso e mi girai.. per fortuna stava ancora dormendo.. ma voltandomi di scatto avevo spinto un quadro.. dove faceva capolino una fessura..
Tolsi delicatamente il quadro..e per mia grande fortuna..il capitano aveva nascosto li la mappa..
Tolsi la mappa e la misi dentro lo zaino e subito dopo rimisi il quadro nella sua postazione..e quando mi girai trovai una bella sorpresina..
Il capitano si era svegliato..e aveva il suo sguardo sopra di me
Per fortuna la parte in cui stavo non era illuminata dalla luce delle luna.. quindi non mi poteva vedere in volto

-Di questi tempi neanche di una donna si ci può fidare.. dimmi chi sei e ridammi la mappa!

-Mi dispiace mio caro signore ma devo andare… addio!
Usci dalla porta .. con l’addome dolorante.. per il forte correre..e il capitano alle calcagna..
Ogni suo passo una tortura..il capitano era talmente grosso da far invidia ad un orso..e avevo avuto il tempo di notare una cicatrice sull’occhio destro..

-Alan!!!!! Forza andiamo!!!!!
Urlai appena uscita dalle cabine..saltai giù e finii in acqua.. mio fratellino che era alle prese con i pirati della nave si liberò e cominciò a correre..fin quando si fermò non vedendomi..

Forza Alan non pensare a me! tieni la mappa e corri ci vediamo nel luogo dove siamo approdati la prima volta..
Gli Tirai lo zaino contenente la mappa e il mio fratellino scappò verso l’oscurità della foresta..
non sapevo ancora cosa ne sarebbe stato di me.. ce l’avrei fatta?

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Capitolo 9
*** Jack Sparrow ***


dedico questo capitolo a Black Fairy: grazie mille per i complimenti =)..bello anche la tua storia:)
ringrazio sempre chi legge e chi recensisce
Aishia


Jack Sparraw

ll sole e la luna erano già alti nel cielo..e questa dava un colore roseo a quell’azzurro che rifletteva sul mare..
La Perla Nera era appena attraccata al porto..suscitando la curiosità di molti passanti..
Il sole la illuminava con i suoi raggi..facendola splendere..tra le sponde del mare..
Rimanemmo tutti immobili..sbalorditi da tanta bellezza..
Calata la passerella uscirono molti uomini tutti con un aspetto molto strano e stravagante..
Due attirarono maggiormente la mia attenzione..uno era alto,molto magro e con un occhio di legno che perdeva ogni secondo..e per riprenderlo faceva le capriole strappando un occhiata in cagnesco dal suo amico.. molto più basso di quest’ultimo,con un espressione da malato mentale..
Mi salì l’angoscia,io stavo confidando le ultime mie speranze a dei manigoldi senza cervello? Era la fine..
Tutti gli uomini si dispersero per la città con delle botte in mano..solo poco dopo scesero altri due uomini..uno dall’aspetto vissuto con barba e capelli bianchi e l’altro..
lui doveva essere il capitano..
Era strano.. dall’aria perennemente ubriaca..si capiva dal modo di camminare..e di sbattere le mani a destra e a manca
Scesero dalla passerella e scomparvero subito dopo aver intrapreso una stradina..

-Allora sorellina! Che fai.. andiamo a parlargli!!!

-Fermo Alan! Prima voglio osservarlo un po’..seguiamolo..

Detto fatto..seguimmo quei due per un po’.. seguendoli a distanza ma senza perderli di vista..e arrivammo a una locanda..l’aragosta rossa..
Ci mettemmo qualche minuto ad entrare..indecisa sul da farsi.. ma un puntino rosso nel cielo mi fece pensare che tempo ne avevamo fin troppo poco..

-Alan te la senti di entrare con me?

-Ti seguirò fino alla morte sorellina..

-Non dire cosi..comunque okay entriamo..

La locanda era affollatissima già alle prime ore del mattino..e mi stavo cominciando a chiedere veramente se questi ceffi avessero una casa..dilagai lo sguardo..per scorgere il bel capitano e dopo un po’ lo trovai..
Era nel tavolo all’angolo della locanda.. insieme all’uomo barbuto di prima..in compagnia di due belle signore.. non perdeva tempo il capitano..
Mi avvicinai insicura sul da farsi..ma infine raggiunsi il gruppetto seguita da Alan e mi misi proprio davanti a quell’uomo..

-Tu! Tu sei jack sparrow?

-Capitan.. capitan jack sparrow..gioia.. perché nessuno lo ricorda mai!!

-ja..capitan sparrow.. ho bisogno del vostro aiuto!

-E di grazia.. in cosa?

-Non potremo parlarne da un’altra parte?è una questione piuttosto delicata

-Mmh..certo..andremo da qualche parte.. sei un bel bocconcino lo sai?ma per ora sono piuttosto occupato ..come potete vedere..per cui vai a giocare con le bambole.. ti chiamerò dopo..

-Ma per chi mi avete preso!!.. come volete allora non vi consegnerò neanche la mappa per il tesoro di Francisco! Andiamo Alan..

Feci per andare.. ma prima lo guardai con la cosa dell’occhio e lo vidi impallidire di colpo.. il suo amico invece sputò tutto il rhum che aveva ingerito poco prima e lo riversò su la donna..che si trovava in braccio al capitano che gli rifilò uno schiaffo che lo fece girare di 360 gradi..

-Frena frena.. tu hai la mappa del tesoro di Francisco??
mi chiese il capitano alzandosi di botto e mettendosi dinanzi a me..sventolandomi le mani davanti

-Non dovevo andare a giocare con le bambole?vado subito..

-Emh.. no gioia avrai capito male..ti chiedo scusa cara.. okay andiamo subito alla nave..signor Gibbs..

-Si capitano?

-Andiamo,ritorniamo alla Perla!

Il capitano dileguò con un inchino le belle signore che divennero rosse dalla rabbia.. e tornammo alla perla..
Quella situazione era piuttosto imbarazzante..il capitano e il suo nostromo camminavano in avanti rispetto a me e ad Alan e in noi c’era un profondo imbarazzo..non so in che guai ci stavamo cacciando.. ma ormai la frittata era fatta..
Il mastro si avvicinò al suo capitano e gli sussurrò qualcosa..tipo’’porta male signore’’e il capitano rispondere a sua volta’’bazzecole..ci servono’’

-Posso sapere i vostri nomi?

-Io sono Alan e questa è mia sorella.. Chanel Bedrok!

-Io sono il Capitan Jack sparrow come già saprete.. sono il capitano della Perla Nera..la nave più veloce di tutti i Caraibi..modestamente è capitanata dal capitan Jack sparrow..comunque prima di salire sulla perla dovremmo aspettare due mie conoscenze..cosi parlerai una sola volta gioia! Signor Gibbs ma di solito nel cielo ci sono due soli?
Chiese il capitano dopo aver visto la luna vicino al sole..e storpiando cosi la faccia

-No.. capitano..ma quello non sembra un sole.. ma più che altro una lun..

-Capitan sparrow.. o chi so io..fatemi capire.. io dovrei parlare in presenza di altre persone..di una questione altamente personale..e che non ho mai visto in vita mia?
Infuriata mi posi davanti al capitano impedendogli di proseguire..e facendo zittire i nostromo che stava per finire la frase..il capitano fece finta di pensarci su e poi rispose

-Tecnicamente Cha -cha- Chanel..o come si dice.. non conoscete nemmeno me..quindi non state parlando delle ‘’vostre cosette personali’’ solo a persone sconosciute visto che io a mia volta sono sconosciuto a voi visto che voi non mi conoscete?

Rimasi interdetta..non avevo seguito il filo.. ma dopo tutto quello che aveva detto e che avevo capito non aveva poi cosi torto..quindi mi zittii..dopotutto lui non avrebbe messo in pericolo coloro che gli avrebbero dato delle indicazioni sul tesoro di Francisco no?
Arrivammo davanti alla nave e aspettammo per un bel po’ fin quando .. da una via non comparve una carrozza.. che si pose proprio davanti alla perla.. e da cui uscirono due personaggi..
il primo ad uscire era un ragazzo alto super giù quanto Jack..con i capelli lunghi raccolti..e con un sorriso che emanava sicurezza..e dietro di lui,una donna dai capelli biondissimi e un vestito lunghissimo.. come faceva a non inciampare?

-Elizabeth! Will! Quanto tempo!

-Jack!!
dissero in coro

-Vi trovo bene..ma Liz tu sei piuttosto ingrassata..non è che da qui a poco divento zio no?Venite è ora di partire..la via è lunga.. ma prima ci sono due persone che vorrei presentarvi..
Vidi la signora diventare rossa di rabbia..ma si ricompose subito dopo aver visto me e mio fratello..

-ELizabeth, Will vi presento Chanel e Alan Betrok..a quanto pare sanno qualcosa sulla mappa per il tesoro di Francisco..
disse sussurrando l’ultima frase..
-No capitano.. noi abbiamo la mappa! Comunque piacere di conoscervi..

-Il piacere è nostro
dissero entrambi con un sorriso stampato in volto..
Non era molto diversa da quella che avevo visto sull’Alaska.. ma di certo c’era più confusione..
Era piuttosto grande.. con una scrivania al centro..e due sedie dalla parte opposta..
Il tavolo era pieno di cianfrusaglie..con tantissimi fogli sparsi a caso e due bottiglie vuote..
Il capitano..si mise seduto sulla sedia(che aveva trovato da qualche parte) con le gambe incrociate sul tavolino..intento a esaminare il fondo delle bottiglie per costatare se ci fosse altro ben di Dio.. mentre sia la signora che l’uomo si sedettero sulle sedie rimanenti

-Allora gioia.. sono tutto orecchie..

-Allora capitano sparrow.. voi dovete aiutarmi a trovare un certo James Cleverbot.. lui ha qualcosa che ci appartiene..

-E come dovrei aiutarvi di grazia?

-Ovvio! Cercandolo..
rispose Alan..

-Oh vi ringrazio! Ma fino a qui c’eravamo arrivati tutti credo!

-Capitano..noi ora faremo un patto.. voi ci prenderete fra la vostra ciurma.. ci aiuterete a trovare Cleverbot.. e noi in cambio vi daremo la mappa del tesoro di Francisco.
Presi la mappa dalla borsa che tenevo a tracollo e gliela mostrai..ero intenta a riferirgli il minor cose possibili..non mi fidavo pienamente di loro
I suoi occhi si fecero grandi e un sorriso beffardo comparve nel suo viso

-Si affare fatto.. quindi la mappa!
Il capitano si allungò per prendermi la mappa tra le mani ma con un fulmine la riposi in borsa..

-E no capitano.. lo sa che fidarsi è bello ma non farlo è meglio? Quindi terremo noi la mappa e poi.. alla fine del nostro scopo.. ve la renderemo..

-No gioia.. chi mi da la parola che mi renderai la mappa? Mi stai dando solo una tua promessa.. niente di più..mentre io ti sto dando un passaggio..e ti sto dando una mano per ritrovare il tuo amico li..comprendi?
Dopo quelle parole mi venne un idea.. presi la mappa e la strappai in due.. vidi i presenti irrigidirsi e il capitano imprecare sotto voce..

-Questa è per voi..la prima parte della mappa..al lavoro compiuto vi daremo anche il resto..

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Capitolo 10
*** incubi e spiegazioni ***


incubi e spiegazione

Erano passate solo poche ore da quando io e Alan eravamo saliti sulla Perla Nera..io e il capitano eravamo arrivati ad un accordo..ma eravamo ancora in vena di trattative..infatti ci trovavamo ancora tutti nella sua cabina per prendere le ultime decisioni..

- bene ..partiremo tra tre giorni!!
disse infine il capitano dopo aver finito una bottiglia di rhum che aveva trovato nel suo armadio

-cosa??? Nono jack non se ne parla neanche ..partiremo questa sera!

- emh..Chanel..non sapevo che ti avessero nominata capitano..

-Infatti non l’hanno fatto..

-no ma daii! Bene allora sta al tuo posto!

-jack ti prego..

-jack..non c’è alcun motivo di ritardare la partenza.. e poi non pensi..che prima ritroveremo questo Cleverbot e prima andrai a recuperare il tesoro ?
disse elizabeth..forse avendo compreso la gravità della situazione..o almeno immaginandola in parte..
Il capitano ci pensò su per un po’,ma forse la biondina era riuscita a convincerlo

-va bene probabilmente hai ragione..dico solo probabilmente.. ma partiremo domani all’alba cosi che gli uomini si siano ripresi e siano tornati tutti a bordo..
Detto questo uscimmo dalla cabina e ci andammo sul ponte,dove jack alla fine informò gli uomini rimanenti..per poi finire con:
-ogni uomo che a terra è..a terra rimane … quindi brutti luridi cani rognosi andate a informare quel che resta della ciurma senò vi butto in mare uno ad uno forza!
I pirati che poco prima si stavano rimpinzando di rhum scesero dalla nave come se fossero inseguiti dal diavolo in persona..alzando cumuli di polvere al loro passaggio..
Jack alzo il mento in modo orgoglioso e fece un sorriso truffatldino.. in quei momenti si doveva sentire l’uomo più forte dell’universo..
Poi mi guardò..

-di grazia.. mi potete indicare la via per ritrovare …
comincio a svolazzare le braccia a destra e a manca..

-Cleverbot jack..il suo nome è Cleverbot..

-va bene ..va bene..lasciando stare il nome che sembra quello di una seppia..sapete indicarci la via?
Guardai Alan.. il mio sguardo era una richiesta di aiuto.. ma lui fece spallucce..

-emh.. no mi dispiace non ne abbiamo la più pallida idea..

-come non ne avete la più pallida idea!… grandioso iniziamo alla grande.. davvero..
disse il capitano dopo una serie di imprecazioni …

-Eva Bens!
Annunciò Alan con uno strillo

-come Alan?

-Chanel ti ricordi cosa ti aveva detto la nonna? Di cercarla cosi che avremo avuto le risposte che cerchiamo.. ma non so come trovarla però..

-siamo punto e d’accapo..
affermo Will abbassando lo sguardo su di me..

-io si..nel senso che so come trovarla..
I seguenti posarono tutti gli occhi su di me..e mi senti un po’ osservata..

-la nonna mi ha detto anche..che se voglio trovarla dobbiamo utilizzare il medaglione..

-quale medaglione?
chiese il capitano guardandomi con l’aria di chi avesse appena bestemmiato..

-un giorno ti spiegherò Jack.. ma ora dobbiamo capire come farlo funzionare..Alan?

-emh vediamo.. no.. non mi viene nulla..però dobbiamo sbrigarci prima che la luna scompaia..

-la luna? Cosa c’èntra adesso la luna?!
disse il capitano avendo costatato che avevo sorvolato molte faccende..

-la luna?giusto la luna!!! Alan sei un vero genio!
Detto questo corsi subito al centro del ponte..seguita a ruota dal resto del gruppo..

-Alan.. la nonna ci ha spiegato che il medaglione ha molti poteri giusto?e mi ha detto inoltre di utilizzarlo per trovare Bens.. ma esso funziona solo con la luce della luna..quindi proviamo a esporlo al suo potere..allontanatevi..
Detto fatto tutti fecero qualche passo indietro,meno il capitano che mi guardava serio e perplesso con le braccia conserte..
Alzai il medaglione in cielo..in direzione della Luna.. e nella mia mente pensai a Eva Bens..
Il diadema incastonato al centro del medaglione cominciò a brillare..sprigionando una forte luce..
una scritta provocata dal riflesso della luna..apparve sul ponte: 90 N-70W..per poi scomparire qualche attimo dopo..
I presenti rimasero di sasso..con gli occhi puntati sul punto dove qualche minuto prima era comparsa l’ombra..eravamo rimasti spiazzati..

-bene..poi tu questo dovrai spiegarmelo..eccome se lo dovrai fare!... signor Gibbs!

-si capitano mi dica..

-abbiamo una rotta.. domani all’alba partiremo..
Detto questo andò nella sua cabina.. sicuramente per studiare quelle indicazione e vedere di quale posto si trattava..
La sera non si fece attendere a lungo..tutti gli uomini erano ritornati sulla Perla.. per paura che quella notte fossero stati troppo sbronzi per ricordarsi della partenza del giorno dopo
Io e Elizabeth eravamo rimaste insieme fino ad allora ed eravamo già ottime amiche..
Dopo qualche minuto il capitano usci dalle cabine e si diresse sul posto di comando..

-signor Gibbs.. domani partiremo verso l’Isla del Teschio..
Detto questo Gibbs lasciò il capitano per riferire tutto ciò alla ciurma..ma subito dopo fu fermato dall’urlo del capitano

-ora facciamo baldoria!!!!!!!
Tutta la ciurma cominciò a strillare dalla gioia.. e furono portate le prime botti di rhum..

-scusa Elizabeth.. ma cosa stanno facendo?

-stanno festeggiando..
rispose sorridendomi..

-festeggiando? E cosa scusa..

-i pirati non hanno alcun bisogno di un motivo per festeggiare..lo fanno e basta..

-oh capisco..
sorrisi di rimando e sbadigliai..non dormivo da ben tre giorni..

-elizabeth.. io vado in cabina..domani voglio essere pronta..
E si.. quel pomeriggio Gibbs..con ordine di jack..ci aveva dato una cabina.. non troppo lontana da quella del capitano..sicuramente ci volevano tenere sotto controllo..
Salutai Liz e mi diressi in cabina..chiusi involontariamente la porta a chiave..ero troppo stordita per sapere quello che stavo facendo..
Mi misi sotto le coperte..avevo sonno..le mie palpebre si stavano a poco a poco chiudendo..i sensi mi stavano abbandonando..e mi stavo abbandonando a Morfeo che mi proteggeva fra le sue braccia..
Intanto sul ponte continuavano i festeggiamenti..la maggior parte dei pirati cantavano a squarciagola con due o tre bottiglie in mano..altri giocavano a barare con le carte..
La festa era grande,c’erano balli..di qualsiasi genere..bevute di gruppo e qualche rissa..
Il capitano stava facendo ubriacare mio fratello con un bicchiere di rhum..mentre Liz e Will ascoltavano le storie di un ubriaco Gibbs..
Alan dopo aver assaggiato solo un goccio di quella bevanda infernale , rovesciò involontariamente il bicchiere sul pavimento scatenando le grida fin troppo femminili di Jack..
Si girò e rigirò alla ricerca di qualcosa o meglio qualcuno..
Non trovandomi sul ponte si diresse da Elizabeth..accompagnato da un capitano affranto dalla perdita subita..

-Liz hai visto mia sorella? Non la trovo da nessuna parte..

-si Alan..aveva sonno ed è andata in cabina per riposarsi..

-che cosa?????? E l’hai fatta andare da sola??!!!
Detto questo mio fratello scappò sotto coperta seguita dal capitano,Elizabeth e Will che erano rimasti scombussolati dalla reazione del ragazzo

-Alan che succede!!?
Chiesero in coro..mentre correvano a perdifiato verso la nostra cabina..

-Chanel! Lei di notte fa degli incubi ed è in pericolo!!

-degli incubi?
chiesero in coro..
Arrivarono alla porta della cabina e si sentivano dei piccoli rumori..come se qualcuno invocasse aiuto..
Alan andò per aprire

-dannazione è chiusa a chiave!

-Alan in che senso che tua sorella la notte fa degli incubi? Li fanno tutti!
disse William

-si ma voi non penso che vi risvegliate sanguinando!

-aaaaaaaaaaaah!!!!!!!!!!!! No lasciami..lasciamiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dalla cabina si sentirono delle urla che fecero agghiacciare i presenti

-Chaneeel!!!!!!!!
urlò Alan terrorizzato
-apri questa dannata porta..ti prego!

-Alan stai indietro..ora la butto giù ..
Detto fatto Jack allontanò Alan..e aiutato da Will la scaraventò a terra..
La mia ombra, dopo giorni di tranquillità era tornata all’attacco..infilzandomi come sempre con la sua spada..
Ogni volta il dolore aumentava..e urlavo..strillavo dal dolore..mi sentivo divisa in due..
Improvvisamente sentì invadermi da un calore..un qualcosa mi stava avvolgendo..stava cercando di riportarmi alla vita..
Quando apri gli occhi davanti a me vidi Jack che cercava di farmi rinvenire..dietro di lui vi era Alan in lacrime avvolto da un caloroso abbraccio di Elizabeth e Will affianco a Jack che mi chiamava:
- Chanel! Svegliati..Chanel..

-guarda ..sta aprendo gli occhi …
sussurrò Jack più rivolto a se stesso che a Will..
Sentì come al solito una forte fitta all’addome..e udì un forte urlo femminile..ero troppo frastornata per capire cosa stava succedendo intorno a me.. senti solo un ‘’o mio Dio..sta sanguinando’’..
Jack vedendomi più la che qua..mi afferrò e mi diede uno schiaffo..probabilmente per darmi uno stimolo
Infatti mi ripresi dallo stordimento e provai ad alzarmi ma una mano mi bloccò facendomi distendere

-non muoverti Chanel! Prima dobbiamo controllarti..
Detto fatto mi controllarono l’addome per vedere da dove potesse provenire il sangue ma non videro altro che una macchia rossa..

-ci riesci a sollevarti?
chiese Will
Aprì la bocca e la richiusi.. non avevo forza neanche per parlare..
Il capitano vedendomi in difficoltà.. mi prese e mi sollevò..il suo profumo sapeva di rhum e mare..e mi dava alla testa..

-va meglio?

-si..
risposi solo dopo aver ripreso parola..
Alan mi si buttò addosso.. dandomi una gomitata dove non doveva..

-Alan già ci ha pensato la spada.. non ti ci mettere anche tu adesso..
dissi ansimando..
Jack guardò torvo a Elizabeth..

-Alan vieni andiamo a prendere delle bende e dell’acqua per tua sorella..
Quando uscirono..Jack puntò i suoi occhi su di me..

-Allora vuoi spiegarmi?

-non c’è niente da dire Jack sono solo degli incubi..

-ma degli incubi solitamente non fanno ne sanguinare né provocano una morte apparente

-hai ragione Will.. ma anche se vi raccontassi tutto non mi credereste..

-no? guarda.. vedendoti ora come ora ti crederemmo eccome..
puntualizzò Jack.. con uno sguardo che vagava tra i miei occhi e la ferita..

-allora rispondete alla domanda ..voi credete al soprannaturale?
Nel frattempo ritornarono Liz e Alan..quest’ultimo si sedette sul letto.. mentre Elizabeth mi ripuliva dal sangue
Abbassai lo sguardo..sconsolata..ormai dovevi raccontargli ogni cosa

-allora.. io e Alan veniamo.. dal..dal futuro..esattamente 236 anni più in la..
Alzai lo sguardo..e vidi i presenti seri.. non battevano ciglio..
-siamo arrivati in quest’era grazie al medaglione e alla luna rossa..

-intendi la stessa luna che ora naviga sopra le nostre teste?
chiese Jack con una punta di umorismo..e puntando l’indice in alto

-esattamente..io sono la discendente di Rebecca Sincers una delle custode dei medaglioni!
Cominciai a raccontargli quello che era successo.. di ciò che aveva fatto Cleverbot..dei medaglioni della dea Diana..come eravamo arrivati.. e del mio sfortunato incontro con l’Alaska..

-quindi la mappa l’hai rubata al capitano Florens? Ed è per questo che vuoi partire subito?

-non solo Jack..vedi la luna rossa potrebbe scomparire da un momento all’altro..

- in che senso?

-che potrebbe scomparire anche in questo momento..e noi non avremo più possibilità di ritornare nel futuro.. inoltre l’Isla Cruces è scomparsa..sicuramente Cleverbot l’avrà distrutta..

-ma perché? E poi perché fai questi incubi?

- non lo so.. per questo dobbiamo cercare Bens.. lei sicuramente saprà darci delle risposte..
Ora anche loro sapevano tutto..avremo fatto bene a fidarci?

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Capitolo 11
*** Will ***


voglio dedicare questo capitolo alla mia piccola stella..=) mari ti voglio un mondo di bene
non ti scordare mai di me
grazie di esistere=)
Aishia


Will


Quella notte nessuno di noi chiuse occhio..restarono tutti in ascolto ad ascoltare il racconto mio e di Alan..
LA mattina seguente la Perla era pronta per la partenza..l’ancora fu issata e la nave si allontanò da quel porto..stavamo abbandonando un’avventura per dedicarci ad un’altra..
I pirati erano tutti all’opera..Jack era con Gibbs al timone a blaterare di non so che cosa.. Alan era con alcuni pirati..ed Elizabeth era rimasta con me.. da quella notte non mi aveva lasciata neanche un momento..
Eravamo nella mia cabina.. io sdraiata e lei seduta nel mio letto.. le raccontai dei miei sogni e le parlai dell’ombra che ogni notte mi accompagna..

-allora quando mi darai il permesso di alzarmi? Sto bene..

-sei stata pugnalata Chany..non credo proprio..

-ma dai è sei mesi che succede..sto bene davvero..prometto che non farò sforzi..

-okay ma io e gli altri non ti perderemo d’occhio un solo secondo!
Uscimmo dalla cabina per andare sul ponte,appena mio fratello mi vide mi abbracciò chiedendomi se stavo bene..e poi andò da uno che a quanto avevo capito si doveva chiamare Cotton..a giocare con il pappagallo..

-questa notte si è preoccupato molto per te..

-chi Alan? No..ormai c’è abituato.. -dovevi vedere come piangeva..
disse Elizabeth prima di essere chiamata da Will..

-devo andare..arrivo subito
disse infine..
Wow Alan stava piangendo?

Mi sporsi dal parapetto.. davanti a me una grandissima distesa d’acqua.. mi venne un qualcosa al cuore. .nostalgia …
Mi mancava tutto.. la mia vecchia vita ..la mia famiglia..la mia amica..anche se questo mondo non mi dispiaceva..avevo tanta tanta nostalgia di coloro che amavo..

-Ehi che succede?

-Liz di nuovo qui?

-te l’ho detto che non ti avrei abbandonato un secondo.. che succede? Ti fa male la ferita?

-no.. no la ferita,il cuore..mi manca la mia vecchia vita..le persone che amo Liz..

-ti capisco sai?..pensa che Will è rimasto lontano da me da più di un anno.. ed è stato tremendo..

-Come? Perché dov’era andato?

-è una storia lunga..
sorrise Liz con una punta di amarezza ..

-abbiamo tutto il tempo..sempre se la luna non cambi idea..

-allora.. devi sapere fino a qualche anno fa la Perla era in contrasto con l’Olandese Volante..essa al tempo era capitanata da Davy Jones..un vecchio lupo di mare.. l’incubo di tutti gli oceani Jack aveva un debito con lui.. infatti Jones aveva riportato la Perla dalle profondità del mare facendone Jack capitano.. con la promessa che quest’ultimo dopo 13 anni sarebbe stato per 100 anni sotto il comando di Jones

-e Jack accetto?

-all’inizio.. ma passati 13 anni Jack non mantenne la promessa e cercò in tutti i modi di sfuggire al suo destino..quindi si mise alla ricerca del forziere di Jones e del suo cuore..

-come del suo cuore?

-si.. Jones a causa di un tradimento riportato da Calypso si cavò il cuore dal petto e lo mise nel forziere..ma chiunque avesse pugnalato il cuore
Avrebbe preso il posto del capitano e governato l’olandese per l’eternità
Inoltre Jones era costretto a 10 anni in mare e un solo giorno a terra.. questa fine toccò a Will..
Infatti alla battaglia finale Jones uccise Will ma prontamente Jack..avendo già recuperato il forziere..prese la mano di Will e gli fece pugnalare il cuore..uccidendo Jones e facendone capitano della nave.. Quindi Will dovette partire.. ma prima durante la battaglia ci siamo uniti in matrimonio..

-e che cosa successe a Will.. come ha fatto a tornare?

-grazie al padre.. Will aveva perso il padre molti anni fa per poi ritrovarlo a bordo di quella nave..Bill Tarner era il suo nome..o meglio conosciuto come sputafuoco Bill
Lui e il figlio hanno navigato per più di un anno .. il loro compito era quello di traghettare coloro che morivano in mare..per spedirli dall’altra parte..ma Will non era felice..per cui il padre pregò la dea Calypso di fare uno scambio.. lui sarebbe diventato capitano dell’olandese lasciando il figlio libero.. la dea ascoltò le sue suppliche e Will poté ritornare a casa..

-immagino che sia stata dura per te..
-si lo è stato davvero.. poi dopo un anno abbiamo sentito parlare di jack.. lui era alla ricerca della Fonte della giovinezza.. ma non riuscendo a trovare il passaggio si è dato alla ricerca di un qualcosa di più pericoloso.. il tesoro di Francisco..
-e cosa fa?
-ha la possibilità di far controllare i venti e i mari..
disse una voce alle nostre spalle..
Ci girammo e vedemmo Jack

-allora Sparrow hai abbandonato l’idea della fonte?

-no di certo.. ma l’ho lasciata perdere per un po’..

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Capitolo 12
*** Tuffo al cuore.. ***


Tuffo al cuore..


Eravamo partiti da qualche ora..il sole era cocente..e la luna accanto.. non faceva altro che mettere ansia ai presenti..
Ero sul il ponte a dar una ripulita a destra e a manca..anche se Elizabeth me lo aveva espressamente vietato..
Era accucciata a quattro zampe..con un secchiello pieno d’acqua al mio fianco e con una spugna in mano..ma ad un tratto mi sentì osservata..quindi alzai il capo notai una figura accanto al timone..capii chi fosse dall’enigmatico sorriso..
Jack mi sorrideva..con un sorriso spiazzante..mi senti accaldata e mi accorsi di essere arrossita fino alla punta dei capelli..
Distolsi lo sguardo..evidentemente imbarazzata..e continuai a pulire il ponte..

-se continui cosi ti ci potrai specchiare tesoro..

-Jack.. mi hai fatto spaventare non.. non ti avevo visto …

-non credi di stare esagerando dolcezza?

-no.. mi sento bene davvero..

-sicura gioia? Devi essere in forma.. e poi volevo solo informarti che prima faremo scalo a Tortuga per fare rifornimenti..
Mi Sali una rabbia improvvisa..lo avrei ammazzato sicuramente
-che cosa? Ma jack allora non hai capito che dobbiamo sbrigarci?

-calmati tesoro..per arrivare alle isole del Teschio ci vorranno quattro giorni e Tortuga è in mezzo al tragitto..

-ma Jack avete appena fatto rifornimenti a Port Royal!

-ma i viveri non durano per sempre!
Detto questo ritorno sul ponte di comando..

-Jack! Al posto di bere rhum in continuazione ti limiti!la luna rossa non dura per sempre potrebbe scomparire da un momento all’altro..
Lo avevo seguito sul ponte di comando.. era evidentemente seccato ed entrambi stavamo per esplodere..

-è vero potrebbe scomparire da un momento ma potrebbe anche non andarsene.. potrebbe essere che non scompaia e voi rimarreste intrappolati qui mia cara non ci avevi pensato?e poi se scomparisse senza che tu abbia recuperato il medaglione? Non possiamo essere più veloce di cosi..
Mi sentì male..fino al quel momento non avevo minimamente pensato a quest’ipotesi..oppure se lo avevo fatto l’ avevo subito spazzata via.. e se la luna rossa non fosse mai più scomparsa?
Perché non posso essere padrona del mio destino..
Mi senti invadere dalle lacrime..comincia a tremare..le mie gambe si fecero pesanti..la ferita comincio a bruciare e la testa a girare e la vista si offuscò..
Le gambe mi cedettero e se Jack non mi avesse presa al volo sicuramente sarei volata dalle scale che si trovavano sotto di me..
Quando riapri gli occhi ed acquistai il controllo dei miei sensi vidi qualcuno sopra di me..

-Chanel..

-jack..cos’è successo..

-ce la fai ad alzarti?
Ci provai e jack tentò di aiutarmi.. ma le mie gambe non volevano saperne.. e ricaddi di nuovo..quindi jack prontamente mi prese tra le sue braccia..

-ora va meglio dolcezza?
Sentì i suoi occhi su di me..quel color cioccolato era in contrasto con i miei color del cielo..ero tra le sue braccia..aveva una presa cosi..cosi imponente.. e mi sentì invadere da un senso di sicurezza..

-si Jack..meglio grazie..
Sicura di aver ripreso il controllo di me scesi da quell’abbraccio..

-senti Chany.. volevo dirti ..che..mi dispiace per quello che ho detto..non volevo..

-jack..no..non c’è alcun bisogno di scusarti.. hai ragione..
Detto questo ritornai in cabina..lasciando il capitano sul ponte con aria afflitta e preoccupata
Quando entrai in cabina mi buttai sul letto.. e molte emozioni mi soffocarono..
Non sapevo cos’era:tristezza,imbarazzo,malinconia..fatto sta che i miei occhi furono sommersi da lacrime amare..e cominciai a piangere..

Chissà se..un giorno sarò padrona del mio futuro..

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Capitolo 13
*** liti e chiarimenti.. ***


Liti e chiarimenti


Quella sera non feci altro che piangere..il dolore allo stomaco era diventato tremendo … avevo voglia di scomparire.. mi sentivo una nullità..
sapevo che in quelle condizioni non potevo dare neanche una mano..
Senti bussare la porta..

-posso?
Mi asciugai le lacrime e mi ricomposi..

-certo signor Gibbs entri pure

-Jack mi ha espressamente ordinato di venirti a dare un occhiata.. sai moolto tempo orsono ho studiato medicina quindi mene intendo..
Sorrisi.. e lui si avvicinò a me..

-cosa ti prende bambina..

-niente Gibbs..sto bene davvero..

-jack non è affatto d’accordo..mi ha raccontato quello che è successo sul ponte..e mi ha detto di non uscire da qui finché non avessi capito cosa ti è successo..

-e Alan? Non voglio che si preoccupi per me..

-emh..non arrabbiarti.. ma mentre il capitano mi spiegava l’accaduto.. lui era li ed ha ascoltato ogni cosa.. e se non fosse stato per Jack sarebbe venuto.. ma il capitano ha proibito a chiunque meno me di avvicinarsi..voleva che riposassi un po’ bocciolo..
‘’bocciolo’’…. Mio padre mi chiamava sempre cosi.. quanto mi mancava.. chissà come stava …
Eccole..di nuovo quelle lacrime..cercai di non farle cadere ma una volò via dal mio controllo..il mastro si avvicinò e con la mano la portò via..

-allora che succede?

-nostalgia..Gibbs..ho una gran nostalgia di casa..

-lo capisco.. è brutto per tutti..allontanarsi da proprio nido.. ma tu hai un grande compito miss Bedrok e ne dovresti andar fiera..

-e cosi Gibbs..
Come gli aveva detto il capitano mi fece un controllo accurato e alla fine sentenziò che forse era stato un calo di pressione.. e dopo tutto ciò si alzò e si diresse alla porta cosi da lasciarmi sola..

-signor Gibbs?

-si miss?

-può far venire qui Alan avrei bisogno di parlargli..
Dopo un paio di minuti sentì dei passi correre a tutta velocità..sembrava quasi un terremoto..ma invece era Alan

-Chanel!!!!!!! Chanel come stai? Tutto apposto ti sei ripresa?

-Alan calmati… si sto molto meglio fratellone..
mentii

-ma che ti è successo?

-Il signor Gibbs crede che sia stato un calo di pressione..comunque siediti dobbiamo parlare..
Il mio fratellino mi guardò strano..e si sedette sul letto in ascolto..

-senti fratellone..ti devo parlare della luna rossa..

-ci sono novità?

-no fratellino..ma abbiamo sorvolato una cosa importante..tu sai che la luna potrebbe scomparire da un momento all’altro no?
Lui annuì .. ma forse non capiva ancora dove volessi arrivare..

-Alan non abbiamo fatto altro che sorvolare su una cosa:e se la luna rossa non scomparisse più?

-che cosa? Chanel dove vuoi andare a parare..

-Alan se la luna rossa non scomparirà noi rimarremmo imprigionati qui per sempre.. non avremo più la possibilità di ritornare..mentre se..se dovesse scomparire troppo presto..non potremmo andarcene..perchè prima dovremo recuperare il medaglione..capisci cosa voglio dire Alan..?
Visi nei suoi occhi il terrore.. non sapevo cosa.. fare..

-che cosa?? No assolutamente no.. non intendo rimanere qui per sempre!!

-lo so..infatti se dovesse succedere tu andrai a casa!

-come e tu che farai?
-resterò qui..ho un compito da portare a termine..

-no! io non ti lascio! Io rimarrei qui al tuo fianco!

-no Alan non possiamo..non è quello che voglio per te..questa battaglia non è tua!

-certo.. perché siccome sono più piccolo devo fare sempre quello che dite voi!no Chanel io voglio fare quello che mi pare..voglio essere padrone della mia vita.. non puoi decidere per me!
E con questo uscì dalla porta..

-Alan fermo..
Mi alzai consapevole di averla fatta proprio grossa..ma non avevo intenzione di cambiare idea..e lui doveva capirlo..
Mi alzai..con la ferita che faceva un male del diavolo e salì sul ponte..
Alan era sul parapetto affacciato..guardava il mare..

-Alan..

-no Chanel..tu lo sai quanto io voglia ritornare a casa.. ma non voglio lasciarti.. quindi in tal caso succedesse voglio restare..

- ma Alan.. la mamma..papà?

-c’è la nonna con loro Chany..

-Alan..non fare il testardo! In tal caso tu non puoi rimare qui.. mi sentirei in colpa e..

-io..io ..io.. non sai dire altro? Non pensi a me?basta Chanel..preferisco..non parlarti che starti a sentire ancora!!
Mi urlò contro tutto ciò che aveva in corpo e se ne andò lasciandomi li.. colpita nell’animo.. la ferita faceva male.. ma non quella nell’addome..ma quella che era appena comparsa nel cuore..
Mi inginocchiai sul pavimento.. divisa in due dal mio stesso sangue e delle lacrime mi dipinsero il viso..
Sentì un tocco nella mia spalla..mi girai cosi da poter vedere il suo proprietario..
Jack mi guardò , mi aiutò a sollevarmi e mi strinse a se..
Non ce la feci a controllarmi ed esplosi..mai avrei pensato di poter piangere davanti a qualcuno..
Ero sempre stata forte.. anche quando mio padre stava veramente male.. io sono sempre stata il pilastro della famiglia..non mi piaceva farmi vedere debole..preferivo piangere in silenzio..

-Jack..perchè non capisce che lo faccio solo per proteggerlo..

-gioia..sei sua sorella e lui ti vuole bene..e ha paura di perderti..chi non l’avrebbe..
Lo guardai e mi persi nei suoi occhi.. ma che cosa mi stava succedendo? Il cuore che batteva in una maniera smisurata.. il suo profumo che mi dava alla testa..il suo sorriso mozzafiato e i suoi occhi..no no no no..
Mi separai da lui.. ma rimasi ugualmente li a guardarlo..

-lo so.. ma questo mondo non ci appartiene jack..il compito di ritrovare il medaglione è stato affidato a me..quello di combattere Cleverbot è un mio compito.. non il suo..lui si è offerto di seguirmi ma entrambi non sapevamo a cosa andavamo incontro..questo è un mio peso da portare Jack..lui non merita di soffrire..

-Teeeerraaaaaaaaaaaa
urlò il pappagallo Cotton di vedetta
Tutti gli occhi si puntarono su quello strano di terra che faceva capolino dall’orizzonte..
Jack prese il suo cannocchiale e lo puntò

-brutti luridi cani rognosi.. ammainate le vele..andiamo più veloci ..Tortuga ci aspetta!!!!!!!
Poi si voltò verso di me e mi fece un inchino..

-Miss Bedrok..
Sorrisi e mi diressi in cabina.. visto che dovevamo rimanere li per fare rifornimenti quanto valeva prepararsi a scendere..
Presi la borsa che mi aveva dato mio madre..e andai sul ponte..

-allora.. Pintel e Ragetti voi rimarrete a badare alla Perla tutti gli altri potete scendere ma all’alba vi voglio qui..senò partiremo senza di voi!mentre Cotton ,Ana Maria e mastro Gibbs..scegliete altri tre uomini per andare a fare rifornimenti e poi sarete liberi..
Attraccammo a Tortuga e scendemmo dalla nave..io andai con Elizabeth,Will Jack a una locanda..cosi da poter alleviare alle nostre anime..
Per tutto il tragitto non feci altro che guardarmi in torno per trovare mio fratello.. ma di lui nemmeno l’ombra..

-non preoccuparti..ho detto a Gibbs di tenerlo d’occhio..

-come Jack?

-stavi pensando a Alan ne vero?l’ho affidato alle cure di Gibbs..starà al sicuro..
Entrammo in una locanda di cui nome faceva:la sposa ubriaca..un nome assai bizzarro..
Entrammo..il locale era strapieno..peggio di quello di Port Royal..c’erano tizi ubriachi zeppi..alcuni cantavano a squarciagola..e non era benefico per le mie orecchie..trovammo un tavolo vuoto e ci sedettimo..

-ooooh guarda c’è Jack Sparrow..Jackieeee
Si avvicinarono a noi, due strane donne..totalmente scostumate..

-Scarlett ..Giselle quanto tempo!!!

-Jackie ma che fine hai fatto.. non ti sei fatto più vedere in giro..

-o gioia ma adesso sono qui..perché non vi sedete con noi miei care..
Detto fatto si sedettero una in una gamba di ‘’Jackie’’ e l’altra nell’altra..
Diventai rossa di rabbia..non sapevo cosa mi prendesse ma ero infastidita..

-Chany..che ti prende? Perché hai quel muso?

-Niente Liz sono solo una stupida nient’altro..
Mi sentivo una sciocca quindi mi alzai e uscì dalla locanda seguita da Liz..

-ehi..che ti succede vuoi parlarne?
Abbassai lo sguardo..

-si tratta di Jack?

-come fai a saperlo?

-ma dai si vede da lontano un miglio che provi qualcosa per lui Chany!

-Come?no Liz ti sbagli io non provo niente per Jack..

-si certo.. ho visto che hai cambiato faccia alla vista di quelle due.. ma puoi stare tranquilla a Jack non gli importa niente di loro..

-dici sul serio? Non che mi interessi..

-certo..dai ora entriamo..
La serata trascorse limpida e tranquilla..tranne per quelle due che strisciavano al capitano e per qualche rissa..ma a quanto pare la cosa da queste parti era normale..

-ragazzi io vado a fare un giro.. ci vediamo qui tra una mezz’oretta

-vuoi che vengo con te? Non è sicuro per una ragazza andare in giro da sola per Tortuga.. Chany..

-no Liz tranquilla.. divertiti mi so difendere..
Uscì dalla locanda..c’era una bella brezza..il vento sventolava i miei capelli..alzai gli occhi al cielo..era di un blu intenso..con tantissime stelle e due lune..
Procedetti per una stradina..ero immersa nei miei pensieri..chissà dov’era Alan in questo momento..e se gli mancavo allo stesso modo di quanto lui mancava a me..era passata una bella oretta..avevo perso le condizioni del tempo..e procedetti per la strada del ritorno..

-guarda guarda che bel bocconcino che abbiamo qui..
Mi girai per vedere da chi provenisse quella voce..era rozza e appena vidi l’uomo il mio cuore saltò un battito..

-chi siete?!

-un pover’ uomo annoiato..che cerca compagnia..e voi siete tutta sola soletta..vorresti alleviare la mia giornata?

-emh.. mi piacerebbe molto.. ma sono occupata ..addio!
Fece per andare ma quell’uomo mi prese per un braccio e mi strinse a se..potevo sentire esattamente il suo alito..pesante quanto la sua puzza..cercai di divincolarmi ma mi teneva stretta a lui..

-mi lasci! Vi ho detto di lasciarmi!
Non mi ascoltò e incominciò a baciarmi il collo.. cercavo di divincolarmi..avevo una paura tremenda..
Successe tutto cosi velocemente..:mentre quel brutto ceffo continuava a baciarmi il collo e ad allungare le mani.. un qualcosa ci divise cosi da far cadere entrambi per terra..

-mi sembra che la signora ti abbia appena detto di no!
disse l’uomo

-e tu chi saresti?!| chi ti ha chiesto niente!

-sono il Capitan Jack Sparrow e ora fila via!
Rimasi sbigottita..che ci faceva lui qui? L’uomo si rialzò in piedi e cercò di attaccarlo..cominciarono a duellare..un duello che finì presto..perchè il ceffo era talmente sbronzo da non reggersi nemmeno in piedi!

-tutto bene tesoro?

-Jack che ci fai qui?
-avevi detto una mezz’oretta..ma è passata da un bel pezzo quindi ti sono venuto a cercare..

-ti ringrazio..

-non mi merito niente? Un abbraccio..un bacio?
Sorrisi evidentemente imbarazzata..mi guardava come sempre con quel suo sorriso ignoto..talmente bello..da incantare chiunque..

-andiamo Jackie..dobbiamo raggiungere gli altri..
Sorrise e proseguimmo la strada..

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Capitolo 14
*** viaggio per l'arrivo ***


viaggio per l’arrivo


- Chanel ! Ma che fine hai fatto! Sei scomparsa …
Eravamo tornati alla locanda..e ad aspettarci c’erano Will ed Lizy preoccupati come non mai..

-Liz calmati..ho avuto un brutto incontro ma per fortuna c’èra Jack.

. -forse sarà meglio ritornare alla Perla Nera..li saremo tutti al sicuro

-si io sono d’accordo con Will..
disse Elizabeth appoggiando il marito
Detto questo arrivammo alla nave..
Trovammo molti pirati tra cui Pintel e Ragetti tracannare rhum..queste fece agitare il capitano

-mastro Pintel e Ragetti non vi avevo forse affidato un compito importante?
I due lo guardarono come se avesse appena parlato Finlandese..ma poi ritornarono alla realtà

-si capitano..
disse Pintel poco dopo

-e di grazia..come vorreste voi badare alla Perla se non avete le facoltà mentali per badare a voi stessi..cosi non potendo badare a voi stessi, a vostra volta non potete badare alla Perla e cosi facendo, avete divulgato il vostro compito e questo.. è non buono!comprendi?
I due lo guardarono ancora più confusi..e impiegarono un paio di minuti buoni per capire i suoi scioglilingua..

-ci dispiace capitan Jack.. ma ci siamo lasciati un po’ andare..

-mastro Gibbs?

-si capitano..qual buon vento..oooh che belle lune ci sono oggi..
cominciò a dire il mastro un po’ troppo ubriaco..
Mi Sali la paura..il panico,Jack aveva lasciato Alan sotto il suo controllo.. ma lui a quanto pare non era nelle sue piene facoltà mentali..cercavo con lo sguardo mio fratello ma non lo vedevo da nessuna parte..quindi mi feci spazio..e scrollai il mastro..

-Gibbs..Gibbs..dov’è Alan?

- Alan..Alan..Alan..questo nome mi è familiare ma non ricordo a chi appartiene..mmh..

-oh cielo!..
Mi voltai verso i miei amici e dovevo proprio avere lo sguardo disperato perche Elizabeth mi si avvicinò per tranquillizzarmi..

-Dai Chanel lo ritroveremo..

-qualcuno ha qualche idea?
disse Will guardandoci a uno a uno
Mi misi le mani trai capelli..come avevo fatto a perdere mio fratello..se gli fosse successo qualcosa io..
- separiamoci e setacciamo la Perla da cima a fondo..chi lo trova informa gli altri..-si pronunciò il capitano Ci separammo..setacciai tutto il ponte della nave ma vedevo solo pirati ubriachi che cantavano e parlavano a vanfera..alcuni in una lingua che forse neanche il mondo li per se conosceva..
Scesi giù al piano inferiore per setacciare le cabine..ne rimanevano solo due da controllare ..la nostra e quella di Jack..
Era tutto buio,l’unica luce proveniva da quella lunare che oltrepassava gli oblò..
Apri velocemente la porta della mia cabina ..e non vedendo nessuno la richiusi.. e uscì..
Mi fermai..qualcosa l’avevo vista la dentro però..quindi ritornai e l’apri..piano..lui era li ..sdraiato a terra al bordo del mio letto..che dormiva..

-oh Alan..
Lo presi e me lo misi in braccio..lui si svegliò

- Chanel! Perché stai piangendo?

-perché ero tremendamente preoccupata per te sciocchino..

-sorellina puoi perdonarmi?

-certo..piccolo mio.. certo..e tu?
Ci abbracciammo.. io piangevo e davo libero sfogo ai miei sentimenti..ero talmente preoccupata di essermi dimenticata di avvertire gli altri
Si sentì scendere le scale.. e vidi spuntare dall’orlo della porta prima Elizabeth poi Will e Jack … Liz li spinse via e richiuse la porta alle loro spalle..
Quella notte io e mio fratello rimanemmo a parlare di tutto..facemmo pace e gli parlai di Tortuga.. volle sapere ogni minimo particolare.. della bellezza della città..della ‘’molta’’ospitalità dei cittadini e della locanda..
Il giorno dopo non si fece attendere molto..Alan stava dormendo nelle mie braccia … invece io non avevo per niente sonno..
la Perla fu pronta a partire..l’ancora fu issata e noi partimmo verso una nuova avventura:L’isla del Teschio
saremmo arrivati fra due giorni.. cosi finalmente avrei dato una risposta a tutti i miei dubbi.. e ai miei incubi..
misi Alan nel suo letto e salì sul ponte..doveva essere mattino presto,il ponte era assolutamente deserto,c’era solo qualche pirata con le loro fidate bottiglie..residui del giorno precedente..
non avendo niente da fare andai sotto coperta..ma mi vidi spuntare davanti il capitano

-dolcezza..tutto ok?

-si capitano..stavo andando in cabina per riposarmi un po’..visto che stanotte non ho dormito..

-si non ho sentito..

-cosa..?

-a te!

-ma fare che?

-urlare

-non ti seguo..
Il capitano mi sorrise e mi lasciò in preda a un mal di testa che mi procurò la sua mente assai contorta..scesi in cabina per controllare mio fratello..stava ancora dormendo;non sapendo cosa fare presi la borsa..ritrovai la mezza mappa del tesoro di Francisco e comincia a studiarmela per bene..in caso ci fossero stati problemi..
Dal ponte a un certo punto del pomeriggio si sentì un gran baccano..che fece svegliare anche Alan..
Salimmo sul ponte per andare a controllare e vedemmo una folla che incitava..si sentivano rumori di lame che si scagliavano l’una con l’altra..
Mi feci spazio e vidi Will e Jack..indaffarati in un duello..
Poco lontano notai Elizabeth con le braccia conserte guardare seriamente i due duellanti..

-Liz che sta succedendo? Perché Will e Jack stanno duellando?

- perché sono pirati..e anche un po’ matti.. vogliono vedere chi dei due sia il più forte..
Guardai ad occhi sgranati il duello che i due stavano facendo.. pensandoci io non avevo tenuto una spada in mano in vita mia..ma nei miei sogni..o meglio..incubi..ero agile e abile..in tal caso dovevo imparare!
Le due spade si scagliavano l’una contro l’altra..i pirati che circondavano i duellanti incitavano il combattimento.. molti erano nella parte di Will e altrettanti in quella di Jack..ma erano alla pari..

-caro Will sei migliorato parecchio dal nostro ultimo duello..ma non sarai mai alla pari del famigerato Capitan Jack Sparrow..

-oh Jack..mi ricordo che nel nostro ultimo incontro stavo quasi per vincere..e non aver timore anche in questo!
Una stoccata..una giravolta e Will si scaglia contro Jack..e la spada del capitano finisce per terra..Will si inchina per la vittoria..ma qualcuno gli punta la lama alla gola..

-caro Tarner..quante volte ti ho ripetuto.. di non abbassare mai la guardia eh?
E con una mossa anche la spada dell’avversario cade a terra.. suscitando le risa e le grida di molti pirati..e anche un Will sbuffante

-hai imbrogliato!

-pirata?
Quando si separarono..anche i pirati circostanti ripresero le loro mansioni..

-Jack..Jack!!!!

-dimmi gioia..
Mi disse con uno dei suoi sorrisi mozzafiato..

-insegnami!

-cosa di grazia?!

-la spada..voglio imparare ad usarla..

-Jack! E scusami come penso di poter affrontare Cleverbot senza saper usare un’arma? Ci pensi tu?br> Gli dissi mettendomi a braccia conserte e guardandolo dal basso verso l’alto..

-va bene ..va bene..se proprio insisti..questa sera al calar del sole..ti insegnerò..
-grazie Jackie..
gli schioccai un bel bacio sulla guancia e andai in cabina seguita da Alan..
La sera, dopo essermi preparata a dovere salì sul ponte..era proprio deserto..il cielo era decorato da stelle..molte sembravano brillare di luce propria.. e le lune.. creavano un atmosfera surreale..

-pronta dolcezza?-mi disse una voce alle mie spalle che mi fece sussultare

-Jack sei tu!

-e chi ti aspettavi che fosse..se non mi vuoi posso pure andarmene gioia..

-nonononono.. apposto..mi hai solo spaventata incominciamo?
Jack prese due spade e me ne lanciò una.. io presa alla sprovvista cercai di afferrarla ma mi scivolò dalle mani..

-riflessi zero..
sottolineò quel capitano strambo

-grazie..mi hai preso alla sprovvista..

-gioia..vedi.. è questo che non deve accadere.. devi avere sempre i riflessi pronti..non devi abbassare la guardia neanche per un istante.. senò è ovvio che ti ritrovi infilzata da una spada..

-grazie capitano.. iniziamo?

-lanciami la spada..
Detto questo gliela lanciai ma con poca convinzione..ma la prese al volo..girò su se stesso..fece una capriola e finì dietro di me puntandomi la lama della spada alla gola!

-sorpresa?
-bhe si..ora se mi facessi il favore di allontanarti..

-È questo che devi fare..sorprendere l’avversario..non devi essere prevedibile..poi mentre combatti distrai il tuo nemico magari chiacchierando con lui come se stessi sorseggiando un the.. non avere timore..
Come un fulmine mi tirò la spada..e anche questa volta ero distratta, la lama in aria mi stava colpendo..ma un urlo di jack mi fece tornare alla realtà e la scansai..

-ma che cos’hai nel cervello!!! Ho detto di non farti distrarre!! Devi essere lucida! Ti stavi quasi per far colpire!!!!

-mha..

-niente ma..è pericoloso! Devi stare pronta e attenta!io non intendo continuare cosi..
Il capitano fece per andarsene ma lo fermai prendendolo per un braccio..

-ti prego Jack..starò più attenta promesso..

-mmh…dolcezza..che bella presa che hai!...
Disse Jack guardandomi maliziosamente..e provocando nel mio stomaco uno svolazzamento di farfalle…

-Jack!!!!

-allora pronta.. prendi la spada..devi andare a tempo con il tuo corpo..devi essere in armonia..come se stessi ballando..dritto! rovescio! E ora un giro su te stessa e stoccata!
Andavo a tempo con il mio corpo..e stavo attenta a non sbagliare anche se Jack mi distraeva con il suo continuo chiacchiericcio.. passarono ore..e avevo capito il meccanismo..
Stavo cosi bene in sua compagnia.. che mi sembrava di volare ogni volta all’incrociar dei nostri sguardi..

-su ora credo che possa bastare..va a letto piccola..domani sera arriveremo all’Isla del Teschio e dovremo essere in forma..

-okay capitano
Stavo per dirigermi negli alloggi … ma una voce mi fermò -Chanel?
Il capitano mi lanciò una delle sue spade

-notte capitano
E mi allontanai
Mi allontanai per dirigermi in cabina.. andando a raggiungere i miei incubi mentre abbandonavo un sogno..

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Capitolo 15
*** Fobia degli incubi ***


15 fobia degli incubi



Eccola...quell’ombra sempre cosi vicina,con il suo intento, quello di pugnalarmi...di uccidermi;
No,non può riuscirci anche questa volta,ho la spada e so come usarla...
No!!! non avvicinarti nooooooooo

-ehi...svegliati Chany..chaniiiiii

-Alan!!!!!!

-stai bene?

-affatto...Aylan,quando finirà tutto questo...
-presto sorellina...riesci ad alzarti?

Ci provai,ma la fitta all’addome si fece sentire...e non mancò al saluto,quel sangue,quella chiazza rossa presente nel mio addome...
Una fitta fortissima mi impedì di respirare e di alzarmi...

-no Alan...il dolore è atroce
Risposi immersa nelle lacrime,ero stanca..stufa,ogni giorno il dolore era più forte...

-morirò Alan...
ripresi io scura in volto

-ma che stai farneticando? Non dire queste stupidaggini...

-non capisci? L’ombra mi sta uccidendo dall’interno,e un giorno o l’altro mi addormenterò per non svegliarmi più...

-ti prego non dire certe cose,ho bisogno di te...

Forse stavo esagerando,ma il dolore e la mancanza di ossigeno al cervello mi faceva parlare a vanvera, non potevo dire certe cose davanti a lui...era solo un bambino...
Mentre mi rispondeva, abbassò lo sguardo, e scorsi sul suo viso una lacrimuccia scendere giù...

-perdonami Alan,non volevo,scusami...

-ti perdonerò,ma devi farti forza,pensa che questa sera arriveremo all’Isla del Teschio, e li Eva Bens potrà spiegarci il perché dei tuoi sogni...
Toc toc...qualcuno bussò alla porta, e dopo aver ricevuto il nostro permesso vi entro Liz...

-buongiorno… che succede?
Chiese con il sorriso che svanì poco dopo aver visto quel sangue comparso nella mia veste …

- Chanel stai bene? Riesci ad alzarti?

-no,fa male...

-non riesce nemmeno a respirare bene Elizabeth! Dobbiamo fare qualcosa!
disse Alan con un evidente accento preoccupato...

-mettiamola seduta,cosi almeno riprenderà a respirare bene...
Insieme mi aiutarono,ma il dolore si fece più forte e buttai un urlo tremendo... mi accorsi solo dopo, che sotto il rossore c’era anche un piccola ferita che perdeva sangue...ma a quanto pare gli altri non si accorsero di nulla...

-va meglio?

-…. Si… adesso posso respirare meglio,dai su andate sul ponte,vi raggiungo...

-sorellina ne sei sicura?
-certo andate..

Detto questo,uscirono un po’ titubanti ...
Appena chiusero la porta alle loro spalle,esaminai meglio la ferità e la tamponai con un pezzo di stoffa,che appiccicai con dello scoc ...
Cercai di alzarmi ma persi l’equilibrio e caddi sul letto...

-ahi che male...
dissi ansimando...

Presi tutto il coraggio e andai sul ponte, barcollavo e per reggermi dovevo tenermi alla parete...
Arrivai sul ponte erano tutti a lavoro,Alan era al fianco a Liz e Will,mentre il capitano era al timone...
Non potendo più stare all’in piedi mi poggia all’albero maestro,mi toccai l’addome,lo guardavo come se un serpente mi avesse avvelenata...
Appena alzai lo sguardo ,notai quello del capitano sopra di me,come se mi stesse facendo la radiografia.m.feci finta di niente e gli sorrisi...
Lui rispose al sorriso...ma non tolse su di me quello sguardo indagatore...
Chiamò il signor Gibbs che prese il suo posto al timone,e accompagnato dalla sua camminata sgangherata si avvicinò a me...

-tutto bene dolcezza? Non hai una bella cera...

-si capitano,sto alla grande...

-non ho niente da fare,quindi ti sfido a duello!
Fantastico...come facevo a rifiutare? Avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava,e questo sarebbe stato ‘’non bene’’

-se proprio ci tieni...
Incominciammo a duellare...dritto,rovescio,giro e fondata..
Mi sentivo aperta in due,la ferita sicuramente stava riprendendo a sanguinare e faceva male...
Fondata,per scansarla feci un movimento di troppo,e il dolore si fece sentire...caddi a terra,con un dolore lancinante,mettendomi in posizione fetale e tenendo le mani sullo stomaco...
Vidi gli occhi dei presenti a dosso,e quelli del capitano sbarrati
Alan,Liz e Will mi fissavano sconvolti...

-Chanel!! Sorellina che ti prende!!

-lo stomaco,fa male,brucia!!

Will e Jack si guardarono,mi presero e mi portarono nella cabina del capitano seguiti da Gibbs,richiusero la porta alle loro spalle
Mi sistemarono nel letto...

-che vi succede miss Bedrok...?

-vi ricordate i miei incubi? Questa volta hanno lasciato il segno...
Mi sbottonai la camicia e fevi vedere loro lo stomaco,il pezzo di stoffa che avevo attaccato era pieno zeppo di sangue,Gibbs lo tolse delicatamente...e li c’era una ferita sanguinante...
I presenti si irrigidirono...
-bene,dobbiamo chiudere la ferita,ma prima dobbiamo tamponarla...Will va a prendere un ago con dello spago,Jack tampona la ferita con questo pezzo di stoffa,io vado a prendere il rhum per disinfettare...

-no il rhum no!!

Will e Gibbs uscirono,Jack mi tamponava la ferita,e io ero dolorante sul letto...
Mi sentivo aperta in due,la ferita era aperta,ma anche se era piccola faceva un male del diavolo …

-dolcezza,ora sentirai un po’ di dolore...

-quanto un'' po’ '' capitano...?

-tanto...piccola mia...
Poco dopo tornarono i due...
Gibbs mi comparse la ferita con il rhum,per disinfettarla, poi la tamponò per non far uscire più sangue e cominciò a ricucire il tutto...
Nel mi mondo in genere si utilizzavo gli anestetizzanti, ma in quest’epoca ancora non erano stati inventati...
Quello che aveva detto il capitano era vero,il dolore era tremendo...
Mi ricordai quando da piccola in bicicletta, ero in una discesa,e la percorsi... mi senti volare...ma inceppai in un sasso,la bici volò e io sbattei la testa nel marciapiede,10 punti...ma quelli almeno non erano dal vivo...
Urlai...cominciai a urlare come una dannata,e senti un ‘’o mio Dio cosi l’ammazzano’’ da dietro la porta...
Era la voce di mio fratello Alan,era preoccupato da morire...
Mi tappai la bocca con la mano per non farmi sentire,percepì dell’umido negli occhi e poi il nulla...
Mi svegliai ore dopo, ci misi un po’ a capire dove mi trovassi...
Alzai poco il capo e notai una figura accucciata al mio letto che mi teneva la mano...era Alan...
Rimasi a fissarlo per un po’,quel piccolo angioletto,avrebbe fatto di tutto per salvarmi...
Poco dopo sentì la porta aprirsi e fecero capolino tre soggetti...

-Chanel! Ti sei già svegliata?

-sssssh...fate piano che Alan dorme...
Elizabeth entrò affiancata da Will,Jack e il signor Gibbs ...

-allora diamo un occhiata alla ferita,ti fa ancora male miss Bedrok?

-un po’ Gibbs...

-dolcezza,comunque tra un oretta massimo due attraccheremo nell’isola...

-dici veramente Jack? Okay allora mi alzo!

-frena!!!!!
dissero in coro,ma a proseguire fu Jack

- non scenderemo questa sera a terra...

-eeeeh? Perché!

Quel mio urlò fece svegliare anche Alan,e per svegliare lui ci volevano le cannonate!

-punto primo: è notte fonda,non vedremo un palmo dal nostro naso,
punto due:non ci posso andare io a parlare con la vecchia,visto che tu non puoi muoverti,quindi ce ne resteremo belli e buoni sulla Perla fino a domani...

-e metti che domani non potrò muovermi!

-dolcezza mi deludi profondamente,pensi che io,il magnifico Capitan Jack Sparrow non abbia pensato a questo inconveniente, no?...ho messo in moto il mio magnifico cervello e ho fatto costruire questo...
Il capitano chiamò il mastro Pintel e Ragetti che portarono una sedia con due pezzi di legno nelle assi...

-Clara!
dissi io parlando più con me stessa che con gli altri,e sorridendo leggermente

-Clara chi?
disse Jack inarcando un sopracciglio...

-cartone che?
Poco dopo tutti uscirono scacciati da Gibbs, doveva controllare la mia ferita per bene e non ci riusciva se c’era tutto quel chiacchiericcio;infine sentenziò un assoluto riposo,anche se l’indomani non sarebbe stato per niente assoluto...
Infine attraccammo all’isola e l’indomani saremo scesi per andare a cercare lei: Eva Bens...



Eccomiii!!!!!!!!!!!!!!! =)
benvenuti a questo nuovo capitolo =) spero via sia piuciuto:)
inoltre ringrazio chi legge...e chi recensisce (anche se non lo fate :( )
comunque sono gradite anche le critiche :) sono sempre costruttive,e inoltre mi piacerebbe sapere come sta procedendo la storia,sapere se c'è qualcosa che non va...:(
grazie e ossequi :*
Aishia

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Capitolo 16
*** L'Isla del Teschio ed Eva Bens ***


L'isla del Teschio ed Eva Bens


Quella mattina non impiegò molto ad arrivare,il sole era già alto nel cielo ed illuminava i volti dell’equipaggio della Perla Nera.
Quando arrivò l’ora mi ‘’posarono’’su quella specie di sedia che il capitano aveva fatto realizzare per me,e fui trainata sul ponte da mastro Pintel e compare Ragetti.
Arrivati,potei notare il panorama li fuori,a quanto mi aveva spiegato il signor Gibbs l’isola infatti aveva una forma di teschio,da cui deriva il nome.
Il panorama era lugubre,il sole faceva capolino dalle nuvole grigie che annunciavano qualcosa di terrificante.
La Perla Nera era attraccata su un piccolo porto,e in circolazione vi erano solo pochi pescatori o qualche passate,ma tutti loro avevano uno sguardo truce indirizzato poco meno al nostro equipaggio.
La passerella fu finalmente calata e il primo a scendere fu popò di meno che il capitano
Jack si guardava in torno preoccupato e non sapendo cosa fare,girò su se stesso per svariate volte alla ricerca di qualcosa,o meglio qualcuno.
Avendo trovato la sua preda,fermò uno dei passanti,e quello lo squadrò dalla testa ai piedi,guardandolo insistentemente e con uno sguardo minaccioso che finì per irritare il bel capitano.

-emh … emh …
Cominciò Jack con un finto colpo di tosse per poi continuare
-scusi buon uomo,vogliate esser così gentile da dare una piccola informazione a noi pover uomini di mare?

-che c’è!!!
Rispose l’uomo molto poco loquace

-siete tutti così cordiali da queste parti o cosa?comunque vorrei sapere dove possiamo trovare la rispettiva Eva Bens..voi ne sapete qualcosa?

L’uomo cambiò subito espressione,che mutò da una arrabbiata e spazientita da l’altra terrorizzata e altamente preoccupata e si volatilizzò in men che non si dica
Ci guardammo tutti in faccia sorpresi..chi era Eva Bens da suscitare una reazione simile?
Jack allora fermò una coppia di giovani signori ,e gli pose la stessa domanda con lo stesso risultato dell’uomo precedente.

-ma si può sapere che hanno tutti?Chanel non puoi usare il medaglione?
Jack era visibilmente spazientito,lo percepivo dalla tensione che c’era nell’aria,che non emanava di certo nulla di buono e confortante

-non lo so capitano..ma ci posso provare..
Neanche il tempo di prendere tra le mani il medaglione che dal nulla comparve una strana vecchietta..coperta da una mantella che le avvolgeva il viso..e sorretta da un bastone con un legno molto vecchio..

-..voi siete Chanel e Alan Bedrok?
La donna si era rivolta proprio a noi, Io e mio fratello ci guardammo sorpresi e quasi contemporaneamente calammo la testa a mò di assenso..

-bene seguitemi..miss Bens vi sta aspettando…
Cominciammo a seguire quella strana signora..tutti eravamo rimasti interdetti..come faceva a sapere il mio nome e quello di Alan?...
Dopo circa mezz’ora di strada..dopo svariate salite e discese arrivammo in una locanda’’lo spirito di diamanti’’
La vecchietta entrò e ci invitò a fare lo stesso
Era una locanda..molto tetra..era buia e impolverata e c’erano solo qualche pirata ai tavoli che sorseggiavano del rhum o altre bevande del posto
La vecchietta arrivò al bancone dove vi era un uomo alto,robusto e con uno sguardo da zombi … tutto questo non era niente di buono
I presenti si irrigidirono e Ragetti ebbe un sussulto,che fece spaventare anche il resto dell’equipaggio.

-Cornor la chiave!!
Ordinò la donna al vecchio omone dietro il bancone, che si voltò verso la parete spostando un quadro.
Alla fine prese delle chiavi da una piccola fessurina nascosta ,e gliele porse.

-miss Bedrok seguitemi e portate con voi solo coloro di cui vi fidate di più..il resto della ciurma può decidere se rimanere qui o andare..

-ehi sono io il capitano della nave!!!!!!!
Sbottò Jack irritato,e guadagnandosi uno sguardo poco socievole e fulmineo dalla vecchietta che lo fece zittire immediatamente

-per questa volta faccio un eccezione eh?...
Disse infine,facendomi sorridere
La vecchietta con uno sguardo sempre rude ma più dolce si rivolse a me

-e allora miss? Mi volete seguire?
Mi salirono i brividi in tutta la schiena,poi mi voltai verso l’equipaggio e proferì i nomi di coloro che mi avrebbero seguita nel percorso

-Alan, Jack Liz e Will… venite ?

-si certo sorellina ce la fai?
Mi chiese Alan avvicinandosi a me e allungando una mano per aiutarmi

-si fratellino sto già meglio...
Allora la sedia fu calata e Will e Jack ,aiutati da Alan, mi aiutarono a scendere e a rimettermi in piedi...
Seguimmo paventati la vecchietta nell’altra stanza...questa aprì una porta e cominciammo a scendere delle scale...
Il mio cuore non aveva mai battuto così forse,minacciava di scoppiarmi nel petto … facendo una strage.
Era un corridoio strettissimo...la via era illuminata solo da poche lampade...che affievolivano di poco l’ambiente,almeno che così qualcuno non cadesse a picco ,rotolando in quel posto infernale
Alla fine delle lunghe scale...ci trovammo davanti un grande muro,che lasciò i presenti interdetti e preoccupati

-e adesso?

Chiese Alan..che aveva l’aria di uno che ci capiva sempre meno..ma forse aveva la stessa espressione che avevamo tutti alla fine...
La donna protese la mano verso il muro..dove c’era murata l’impronta di una mano..la spinse e il muro a poco a poco si allontanò rimettendosi tra le pareti…
Davanti a noi un grande e immenso corridoio...
Guardai prima Alan e poi il resto del gruppo,erano tutti bianchi in volto,sicuramente terrorizzati da ciò che stava succedendo
percorremmo quel lunghissimo corridoio,li dentro non c’era aria,questo per mancanza di qualche finestre;l’aria era irrespirabile.
Finalmente dopo una mezz’ora circa arrivammo a destinazione...
Era una grande stanza..priva di finestre..ed anch’essa era illuminata solo da lampade a olio che affievolirono l’ambiente,ma dandogli sempre un tocco lugubre e macabro.
Una figura non poco lontano da noi era posta su una specie di trono.. protetta da dei tizi poco marinareschi e amichevoli...

-voi siete Chanel Bedrok

Mi chiese la donna seduta, Mi vennero i brividi..ma mi presi di coraggio e mi avvicinai

-si lo sono..e voi dovreste essere la cosiddetta Eva Bens?

-si miss Bedrok..sono io..
La donna aveva un aspetto solenne e fiero,ma chi poteva essere di tanto speciale da far impaurire ogni uomo dell’isola?

-mi hanno detto che voi mi avreste dato le risposte che cerco miss Bens è vero?

-se vi hanno detto cosi mia cara un motivo ci dovrà pur essere no? e indovino..vostra nonna ne vero?
Pensai che la nonna non mi avrebbe mai mandato a morire,quindi questa Eva Bens non doveva avere intenzioni così spietate no?

-si.. Miss Bens.. avrei tante domande da porvi..e voi sicuramente potrete darmi le risposte che cerco..ma prima vorrei chiedervi.. perché gli uomini del villaggio vi temono?...
A questa domanda la donna scoppiò a ridere,seguita dal sorriso poco loquace dei suoi uomini

-cara miss Bedrokl..siete giovane..troppo giovane..e avete molto da imparare..il popolo teme chi è potente..e io sono più forte di qualsiasi re..e regina che si rispetti mia cara..è ovvio che la gente mi tema..
Sussultammo tutti,avevo i brividi che mi stavano divorando a poco a poco …

-capisco.. sentite miss Bens vorrei sapere.. perché da sei mesi faccio dei ripetitivi incubi? e il perché ogni notte mi sveglio in agonia?.. e poi cosa vuole da me e da questo mondo Cleverbot?

-voi avete tanto da domandare.. ma il tempo è poco..e i segreti del mondo non possono essere rivelati in una sola notte..
Cleverbot..vuole l’amuleto quando esso è ancora unito..unico..lui vuole diventare il re dell’universo..e sta cercando un modo per unificare tutti i medaglioni..ma non sa come fare..quindi è alla ricerca di coloro che li posseggono..come i discendenti dei’’5 guardiani degli elementi’’ ..ma già uno di loro si è rifiutato di donarglielo quindi lsla de vita è andata distrutta insieme al discendente..
Chanel..devi impedire tutto questo.. devi trovare Cleverbot prima che lui riesca a impossessarsi di tutti i medaglioni.. già uno discendenti è morto e con lui un pezzo del vostro mondo…
Nessuno fiatava,come faceva a sapere il mio nomer?non sentivo neanche i sospiri da parte dei miei amici,veramente non sentivo più neanche il mio fiato …

-e come posso fare da sola?

-come vedo non siete da sola...
Mi voltai.. dietro di me c‘erano i miei amici..e mi sorrisero tutti…
Poi mi venne in mente la domanda giusta da chiedergli

-e come mai faccio questi sogni?

-Chanel ..vi affido un compito.. dovete trovare la discendente suprema..ossia colei che potrà liberarci dal male..forse è proprio a te che toccherà cercarla..forse è per questo che fai quest’incubi..siete la custode della discendente suprema..ella ha poteri inimmaginabili..è più forte di qualsiasi medaglione.. è quasi un semidio..
Io la custode?

-quindi secondo lei faccio questi sogni perché sono la custode della discendente suprema?

-si..evidentemente..essa è in pericolo per cui inconsapevolmente ti manda dei segnali.. i suoi poteri sono troppo troppo deboli per ora..forse nemmeno lei sa tutto questo..ma tu hai il medaglione..sei una delle discendenti dei 5 guardiani degli elementi..hai molti più poteri di quello che credi,mia cara, ed esso ti indicherà la via..ma devi sbrigarti..nemmeno io so quanto la luna rossa rimanga,e Cleverbot è in agguato, cercalo e aiutati con il medaglione..e fa in fretta..

-Ma prima che tu vada..porta con te uno dei miei discepoli..Luis..lui ti aiuterà
Avevo la testa confusa,ma avevo saputo abbastanza

-vi ringrazio miss Bens...

-di nulla..e ora va.. l’oceano ti attende..
Dopo tutto ciò ritornammo alla nave..saremmo ripartita la sera..avevamo bisogno di risanarci..
E ORA CLEVERBOT..ASPETTACI..ARRIVIAMO

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Capitolo 17
*** Oh mannaggia... ***


Oh mannaggia...


Eravamo per mare da un paio d’ore,era ormai notte,e come era solito in queste occasioni a bordo si festeggiava.
Già da neanche due ore alcuni pirati erano ubriachi fradici..e tutta la festa era accompagnata da balli,canzoni,e giochi...
Io,Alan ed Elizabeth,eravamo sul ponte per fare la conoscenza del nuovo arrivato,seduti su delle botti dove prima vi erano enormi riserve di rhum.
Era un bel tipetto,alto..abbastanza magro,abbronzato con capelli lunghi legati in una bella coda,e occhi chiari,era anche molto gentile e con lui al mio fianco,ogni paura si smaterializzava magicamente … emanava sicurezza.

-quindi miss Bedrok voi siete alla ricerca di Cleverbot? Ma sapete quanto sia pericoloso?..
Disse il tipetto sorseggiando del buon rhum

-chiamatemi Chanel..ebbene si, lo so di che pasta è fatto il mio nemico,ma non sono sola ad affrontarlo,con me ci sono degli amici meravigliosi a darmi una mano ed a sostenermi..
Lui mi sorrise,e insieme,guardammo il ballo improvvisato del capitano con il signor Gibbs,tutti e due, almeno il secondo ubriaco fradicio..
Il signor Gibbs alla fine delle immense giravolte con il compare cadde per terra..lasciando Jack immobile e a mani vuote..
Il capitano insieme al resto della ciurma scoppiarono in una fragorosa risata, vedendo l’invano tentativo di Gibbs di rialzarsi … quest’ultimo avendo costato che per ora era impossibile, si arrese e continuò a bere il suo amato liquore stiracchiato a gambe all’aria..
Ero piegata in due dalle risate,la scena che mi si era presentata davanti,era la più spassosa della mia vita.
Jack quando riuscì di nuovo a respirare,e a riprendere le sue facoltà mentali- se ne ha mai avute - girò su se stesso alla ricerca di qualcosa,o meglio,qualcuno e avendo trovato la sua vittima, venne nella nostra direzione..

-Miss Bedrok..allorché il mio fidato compagno non ha retto … il peso del ballo...volete voi concedermi l’onore di danzare..?
Mi prese alla sprovvista ,io danzare? Non sarebbe stato di certo uno bello spettacolo

-emh … non so Jack..non so ballare …
Ma quei traditori di Alan e Elizabeth non ci pensarono due volte, e mi spinsero al centro della pista,per cui il capitano mi prese sotto braccio e insieme cominciammo a ballare,o meglio a far finta
‘’alla faccia dell’assoluto riposo ’’pensai
Era un ballo scatenato..e io mi sentivo parecchio in imbarazzo,c’erano ubriachi che ballavano meglio di me,ma però potevo fingermi altamente sbronza,cosi che la faccenda potesse risultare più normale,o almeno in parte.

-balli divinamente Chanel…
Proferì il capitano ghignando …

-mi stai prendendo in giro o cosa jack?

-se non ti stessi prendendo in giro non ti avrei certo risposto in un modo in cui tu avresti capito la presa in giro..per cui miss..questa non potrebbe non essere una presa in giro..perché altrimenti tu non avresti creduto che io..modesto capitano come sono..ti stia prendendo in giro..comprendi?
Eeeee? Non avevo capito una parola di ciò che era uscito dalle sue labbra

-emh..in verità no capitano..ma sono solo dettagli no?

-mi stai forse prendendo in giro?

-o mio Dio Jack mi stai facendo girare la testa!

-lo so tesoro..faccio questo effetto a molte damigelle..
‘’Non credo solo alle damigelle’’
Scoppiai a ridere,quando stavo con Jack avevo l’impressione di trovarmi davanti a un bambino,un ometto un po’ troppo cresciutello.
in quel momento,mentre facevamo le consone giravolte, mi comincio veramente a girare la testa..forse per il caldo o per il troppo girare.

-emh…ho bisogno di una boccata d’aria,vengo subito capitano..
Lasciai il capitano in centro di pista e andai sul parapetto per godermi un po’ la brezza marina..
Il cielo era di un blu intenso,decorato da immense stelle ,e ne vidi una cadere …
Cosa desideravo in quel momento? Non lo sapevo neppure io
Incominciai ad avere mille pensieri nella testa, strano che in poco più di un minuto si potessero pensare così tante cose, ma il mio colloquio personale fu interrotto da una voce roca e familiare..

-e cosi che voi donne del futuro dileguate noi pover uomini..?

-no di certo Jack … ma avevo bisogno di una boccata d’aria,e un momento per stare sola con me stessa,per pensare …

-questo è un bellissimo posto per pensare,il vento sulla faccia,le onde del mare … è per questo che amo tutto ciò, qui si è liberi…la Perla Nera è Libertà…
Avvolte Jack sapeva stupirmi,quando si parlava della Perla Nera aveva pensieri caldi e profondi,come se stessimo parlando di sua moglie o di sua figlia,provava affetto per quella nave … la considerava Sua …

-già è bellissimo..

-ma giacché siamo sull’argomento..che stavi pensando?
Abbassai lo sguardo e sorrisi

-che… mi sta cominciando a piacere veramente questo posto Jack …

-a si?allora resta con me …
Mi voltai verso di lui e lo vidi ad un passo da me,sentivo i suoi occhi addosso,il suo profumo cosi bello … sapeva infatti di mare …
La luce delle lune faceva capolino tra le immense nubi del cielo e illuminava a metà i nostri volti,quello sguardo così maledettamente magnetico si trovava ad un centimetro dall’oltrepassarmi l’anima…
La mia mente si offuscò,e sentì qualcosa dentro lo stomaco e il cuore aveva dei battiti molto irregolari
Lui Era sempre più vicino … sempre di più …
La distanza che ci divideva andava a mano a mano a diminuire,i suoi occhi erano dentro i miei,e il suo sguardo vagava dal mio,alle mie labbra,potevo già sentire il suo sapore …

-nave a ore dodici capitano!!!!!!!!
Disse mastro Marty di vedetta …
Il capitano si mise subito sull’attenti...mi guardò e mi sussurrò

-non è finita qui dolcezza
Per poi sorridermi come lo avevo visto fare poche volte,in seguito prese il suo enorme cannocchiale per cercare di veder qualcosa …
Il mio cuore tornò al suo solito battito,eravamo ad un soffio,ci eravamo appena sfiorati,ma non era questo che doveva preoccuparmi per ora

-capitano!non penso che abbiano intenzione di attaccare,nessuna nave sarebbe cosi sfrontata a voler combattere di notte fonda ne vero?
Domandò mastro Gibbs,mordendosi la lingua

-ha ragione mastro Gibbs,ma sarebbe vero solo se non si trattasse … dell’Alaska …
Tutti uomini sbiancarono al solo pensiero … e io feci lo stesso solo dopo essermi ricordata dove poter aver sentito quel nome,e mi salirono i brividi per la paura...

-uomini!!!!!! Prepararsi a un combattimento!!!!! animo e armate i cannoni...prendete tutte le armi e siate pronti a morire…

-Chanel non so perché quel nome mi è familiare …
disse il mio fratellino avvicinandosi a me …

- Alan ti ricordi a chi abbiamo sottratto la mappa del tesoro di Francisco!!??!!
Il mio fratellino sbiancò di botto.. era rimasto immobilizzato …

-L’Alaska?!
Subito dopo Jack si avvicinò di fretta e furia a noi

-Chanel!!! Tu e tuo fratello andate a mettervi a riparo!!!!! Va in cabina e non uscire da li sin a nuovo ordine!!

-si capitano!!!

Presi mio fratello e scendemmo giù...rimanemmo nelle scalinate tra il ponte e la cabina...dovevo vedere cosa sarebbe successo
L’Alaska..si avvicinò...quanto bastava ad essere fianco a fianco della Perla …

-capitan Jack Sparrow … è una vita che non ci si vede..

-James Florens … qual buon vento..che ci fa un capitano come te in acque come queste!
Disse il capitano della Perla Nera allargando le braccia e sorridendo furbamente

-Lo sai meglio di me,capitan Sparrow ... ora dammi ciò che mi spetta,e vi lasceremo liberi …

-non so di cosa parli … amicone …

-Voglio la mappa per il tesoro di Francisco Sparrow, e la ragazza …

-la mappa? La ragazza? Da qualche parte sulla mia nave c’è una damigella ... una fanciulla e nessuno me lo ha detto? Bene capitano Florens ... non vi preoccupiate li punirò immediatamente … all’alba saranno appesi tutti all’albero maestro..ecco!
Il capitano fece per darsela a gambe ma fu interrotto dalla voce del capitano di quella nave maledetta ...

-come volete capitan Sparrow ... ma voi di sicuro all’alba non ci arriverete ...
Jack deglutì,abbassando lo sguardo,in quel momento mi passava tutta la mia vita davanti; ma prontamente mi venne un idea,corsi subito in cabina e recuperai la metà mappa e ritornai sul ponte …
Nel frattempo Jack stava continuando il colloquio con Florens..

-suvvia James..non c’è bisogno di scaldarsi tanto

-hai ragione Sparrow! Fuooocoooo …

-noooooooooooooooooooo ...aspetti sono qui!!!!!
Sbucai da dietro i pirati della nostra ciurma e mi misi accanto a Jack che sgranò gli occhi

-ooh guarda chi abbiamo qui..la sciacquetta che mi ha rubato la mappa..

-capitan Florens,volete la mappa,ne ho la metà ... l’altra l’ho strappata… non potevo fidarmi di uno come Jack Sparrow..

-si avete fatto bene..non c’è da fidarsi..
Jack fece una faccia offesa e si mise a braccia conserte,poi si girò verso di me e sobillò
– è capitan..capitan Jack Sparrow

-però voglio che siate voi a consegnarmela...
disse il capitano dell’Alaska

-signor Gibbs..abbassate la passerella..,
dissi io con voce tremante mentre Jack mi fissava scioccato

-oh mannaggia
sussurrò lui...
Le navi furono uniti dalla passerella..io al bordo della Perla e lui nell’Alaska..
Percorsi la passerella..piano senza aver fretta finché non mi ritrovai a metà del percorso..

-ora tocca a voi capitano.. non sono così sciocca da venire direttamente sulla bocca dello squalo … fatevi avanti
Il capitano seguì il mio invito e cominciò ad oltrepassarla..finchè non fummo faccia a faccia..

-prima la vostra parola che non farete del male ad alcun uomo sulla Perla Nera..

-Andata..
Gli diedi la mappa..e dopo averla in mano fece un inchino e se ne ritornò indietro..
Ero salva..era stata l’unica soluzione per non far finire la Perla sul fondo del mare..guardai di fronte a me..c’era Jack che mi guardava un po’ sconsolato..ma subito dopo lo vidi sgranare gli occhi..
Mi sentì afferrare per le spalle..e una mano mi tappava la bocca.. ebbi solo il tempo di voltarmi..
Quel traditore del capitano Florens mi stava portando sulla sua nave ...

-All’arrembaggiooooooooooooo..
Sentì quell’urlo proveniente dalla Perla..e molti uomini salirono a bordo..
Io cominciai a lottare contro Florens..ma era troppo troppo forte..
‘’oh mannaggia’’ pensai..

-mi avevate dato la vostra parola..

-non osate offendermi sull’onore miss.. voi avevate detto di non toccare un capello a un solo uomo della Perla..toccava a voi specificare..
Tutti gli uomini stavano lottano contro i loro avversari..io ero in netto svantaggio..il capitano era troppo agile per me..
Mi voltai e vidi che Jack venire in mio soccorso..

-lascia fare a me!!

-okay Jack..
Non feci in tempo neanche a voltarmi..che un altro pirati mi venne a dosso..
Dritto,rovescio fondata,e cadde a terra ..ormai privo di vita..
Un sentimento mai vissuto priva si impossessò di me.. avevo ucciso un uomo..
Rimasi immobile,spiazzata da ciò che avevo fatto …

- Jack Sparrow come vi ho detto prima ..voi non vedrete mai l’alba..

-non sapete quante persone prima ad ora me lo abbiano detto..ma come potete vedere..
Florens..lo prese per le spalle immobilizzandolo..ma Jack gli morse la mano e riuscì a liberarsi..
Gli puntò la lama della sua spada alla gola..

-ora chi è che non vedrà mai l’alba?
Quasi Tutti i suoi uomini erano tra le mani della Perla Nera..
Il capitano dell’Alaska prese il pezzo della mappa e lo sventolò in faccia a quello della Perla Nera..
Buttò la mappa dal parapetto ed essa volò sul fondo del mare..per non rivedere mai più la luce del sole..

-e ora muori Sparrow!
Stava per infilzargli la lama nel petto di Jack..ma qualcuno di sua conoscenza gli fece lo sgambetto e cadde a terra..infilzato dalla lama del capitano della Perla Nera..e Florens fece la stessa fine che aveva fatto fare qualche secondo prima alla mappa del tesoro di Francisco

-ben fatto Chanel..

-ti ringrazio Jack..

-uomini! La nave è nostra!!!! Prendiamo tutto ciò che ci aggrada e filiamo via!!!!
Saccheggiammo la nave..e la mattina seguente riprendemmo la rotta..verso l’infinito..





NOTE DELL'AUTRICE:
ringrazio sempre chi legge e chi ''recensisce'' ( si ancora le chiedo XD) :( ...
fatemi sapere se vi piace o se secondo voi sarebbe il caso di smettere o continuare :) non vedendo neppure l'ombra di qualche recensione non so :(
baci e abbracci
Aishia

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Capitolo 18
*** Dopo la pioggia c'è sempre il sereno ***


dopo la pioggia c’è sempre il sereno... >

Erano passate già sei settimane da quando io e Alan avevamo abbandonato il nostro mondo,per sprofondare in quelle dei pirati.
La situazione -da quella iniziale - era molto peggiorata, l’sla Cruces … era andata letteralmente distrutta da qualcosa, o meglio qualcuno non ancora identificato,mentre da qualche giorno a questa parte avvenivano strani fenomeni,come cambiamenti atmosferici,e squartamenti di intere famiglie.
La situazione era diventata all’armante,la mia più grande paura però,era la piccola palla di fuoco che si trovava in cielo,chissà quanto ancora sarebbe rimasta li?
Momentaneamente la Perla Nera aveva attraccato nel porto di Tortuga,per dei rifornimenti,concedendo così alla ciurma un po’ di svago e divertimento.
Ogni uomo della nave era già scomparso nelle vie della città,quindi io,Alan,i coniugi Turner e il capitano,scendemmo dirigendoci alla solita locanda.
Quel luogo era sempre esageratamente affollato,ma aveva del buon rhum,quindi Jack insistette per entrare .
I tavoli era tutti occupati,meno uno,che si trovava nell’angolo più isolato della locanda.
Ci accomodammo e ordinammo del buon rhum con qualche pasto tipico del posto,Jack animava la serata raccontandoci qualche aneddoto della sua vita movimentata,facendoci a volte sbellicare dalle risate o tremare dal forte sgomento.
Stavo seguendo con attenzione ogni suo gesto,ogni sillaba da lui pronunciata,poi il mio sguardo andò a finire sulla figura di Elisabeth,mi guardava strano,ma quando si accorse che il suo sguardo venne contraccambiato,lo abbassò facendo l’indifferente.
Dopo un paio d’ore Elizabeth mi chiese espressamente di ritornare alla nave,così noi donne salutammo il resto del gruppo per dirigerci alla Perla.
Quella sera stranamente eravamo silenziose,soprattutto lei,bianca in viso e con gli occhi privi della loro solita luce
Anche sulla Nave non parlammo molto, Io ero appoggiata al parapetto che guardavo come il mio solito le stelle,ammirando la loro bellezza e la loro limpidezza

<< ti volevo chiedere scusa per come mi sono comportata questa sera …>>
Aveva espresso una vocina esile alle mie spalle,mi voltai e vidi Elizabeth dietro di me con lo sguardo basso …

< Liz . ..tu non ti devi scusare di niente ...>>
Che le prendeva? Non era la solita Elizabeth,la stessa con il solito sorriso stampato in volto,colei pronta a sostenere chiunque,senza chiedere nulla in cambio.

<< si invece, sono stata tutta la serata silenziosa e non ti ho rivolto nemmeno una parola …>>

<< ma io ho fatto lo stesso no?>>
Subito dopo si avvicinò a me,poggiando le braccia sul parapetto e puntando gli occhi alle piccole stelle,che illuminando il cielo e i nostri cuori.
Eravamo state in silenzio,fin quando non spostò il suo sguardo verso di me per poi ritornare al cielo

<< Chanel … è un po’ che mi faccio questa domanda,ma quando tutto questo sarà finito,che intenzioni hai?>>
Quella domanda mi lasciò di sorpresa,non facevo che chiedermelo senza ad arrivare ad una risposta,testa e cuore urlavano due cose totalmente opposte

<< non lo so Liz..mi sono affezionata tantissimo a voi,a questo mondo .. a ..>>

<< a Jack!?>>
Jack? cosa c’entrava ora Jack,beh si c’entrava eccome

<< non dire stupidaggini,Jack non c’entra nulla …>> mentìì
Abbassai guardo evidentemente imbarazzata ero certa di essere diventata rossa,quanto la luna rossa

<< ma dai,si vede da come lo guardi,da come vi guardate … nell’aria c’è qualcosa …>>
Sorrisi, non aveva poi cosi torto,ogni volta che Jack si avvicinava o mi guardava solamente, sentivo qualcosa nello stomaco,non sapevo cosa,ma era tutto nuovo per me ...
Non risposi a quella domanda,ed Elizabeth capì che non lo avrei mai fatto.

<< ma se tutto ciò ti piace cosi tanto, perche non rimani?potremmo trovare una soluzione a come ridare il medaglione alla dea Diana,e poi io ho bisogno di te ...

<< non è per questo Liz>>
Elizabeth mi guardò strano,non capiva a cosa stessi alludendo

<< e che cosa allora?>>
<< c’ e una cosa che io e Alan non vi abbiamo detto … e poi lo sai che per me vale lo stesso no?>>
La mia amica si mise in attenti,come per non perdere nemmeno una sillaba che sarebbe uscita dalla mia bocca ...
Divenni cupa in volto e anche Liz se ne accorse,la vista si annebbiò e una lacrima fce capolino dai miei occhi …

<< mio padre sta morendo Liz …>>
Quelle parole risuonarono strano anche a me,faceva male pronunciarle
Lei invece si irrigidì ed abbassò lo sguardo mortificata

<< Io non immaginavo che …>>

<< è rilegato a letto da quasi un anno,ha una malattia sconosciuta,e devo occuparmi io di tutto ...perché mia mamma è incita e lei non si deve assolutamente affaticare>>
Sorrisi,chissà come stavano,e se il pancione della mia mamma era diventato ancora più grosso,il bambino doveva essere ormai arrivato all’ ottavo mese … quasi al nono ...

<< incita? Nel senso che presto avrai un altro fratello?>>
Annui,e le mie labbra si distesero,vedendo così l’ombra di un sorriso

<< quindi è per loro che vuoi andare …>>

<< si,si Liz è per loro … hanno bisogno di me>>
Quanto mi mancavano,ogni giorno era disastroso stare lontano da loro.

<< e se non avreste avuto di questi problemi saresti rimasta?>>

<< si credo ... e tu invece cos’è che ti turba?>>
Anche in questo caso la ragazza si irrigidì e abbassò lo sguardo ...

<< non lo so..mi sento strana ... >>

<< come strana?>>
Strana? Cosa poteva significare sentirsi ‘’strana’’

<< si è un bel po’ che ho continui sbalzi d’umore,nausea,mi sento gonfia,e non so cosa sia ... ho paura di essermi ammalata>>
Sgranai gli occhi e sorrisi ...

<< Liz, hai anche un ritardo?>>
<< bhe ora che ci faccio caso si, perché? ...>>
gridai talmente forte da svegliare tutta Tortuga, mi ci buttai letteralmente addosso strillando per la contentezza,lei sgranò gli occhi

<< ma che ti prende??>>
<< Liz..forse ho capito cos’hai!!>>
Lei era impassibile e con gli occhi sbarrati,non aveva capito nulla,glielo si leggeva in faccia

<< sei ... sei … be è ovvio!..hai gli stessi sintomi di mia madre! O mio Dio quando lo verrà a sapere Will!!

<< che cosa deve sapere Will! E perché sei così contenta?? Ti prego Chanel dimmi qualcosa,mi stai facendo preoccupare>>

<< Elizabeth,sei incinta!>>
Liz era immobile,con le mani nello stomaco e con lo sguardo fisso nel vuoto ... avevo paura di averle procurato un choc

<< no lui non dovrà sapere niente!>>
Pronunciò a tono basso e con un filo di voce

<< perché?>>

<< perché altrimenti no mi farà continuare questo viaggio,e io non voglio stare rinchiusa in una villetta da strapazzo,voglio stare qui!voglio aiutarti in questo viaggio … voglio esserti vicina!>>
Le sue ragioni non mi piacevano affatto,poteva essere pericoloso ma non mi opposi,sapevo cosa significava non sentirsi libera

<< okay Liz come preferisci, non ti preoccupare,non saprà niente nessuno … ma puoi tenere il fatto di mio padre solo per te? Non voglio che gli altri abbiano compassione di me ...>>

<< questo sarà il nostro piccolo segreto,wow,sono incinta …>>
Finalmente era ritornata l’Elizabeth di sempre
Tutti e due ci abbracciamo e scoppiammo a ridere come due vere pazze.. era tanto che non parlavamo da sole,questa era stata una grande occasione per conoscerci ancora meglio.
Poco andammo nella mia cabina parlando della nostra vita..
Lei volle sapere tutto del mio mondo,e io del suo – anche se ormai ne facevo parte-
<< Chanel?c’è una cosa che mi chiedo... ma ora come farai a rispettare la promessa di Jack?

<< già ne ho parlato con lui Liz>>
Lei strabuzzò gli occhi sorpresa

<< davvero?>>

<< si..la mappa non è andata perduta..>>

<< come? Ma l’ho vista affondare con i miei occhi..>>

-<< infatti..ma il suo contenuto è tutto qui dentro..>>
Feci un cenno della mano sulla testa come per indicare che si trovava nella mia testa...
>

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Capitolo 19
*** sorprese ...(?) ***


salve a tutti! scusatemi dell'immenso ritardo ma non è stato un periodo rosi e fiori ...sorry!!!!!!! u.u
vorrei dedicare questo capitolo a una piccola angioletta ...il cielo ha una stella in più ...secondo me la più luminosa! ...
bando alle ciace! vorrei dedicare inoltre il capitolo a: ShimizuJackline e a _Febe . Vorrei tanto ringraziarvi per aver recensito! grazie :D
buon proseguimento :*
Aishia


Sorprese ...(?)


Quella sera io e Liz restammo in cabina a parlare del più e del meno.
I nostri discorsi partivano da bambini,per finire ai mondi e le lune che solcavano il cielo,guadandoci dall’alto con indifferenza e freddezza.
Il nostro discorso principale però rimaneva sempre lo stesso ossia:il mio ritorno a casa

<< beh Elizabeth … ormai questo mondo fa parte di me,c’è l’avventura,la passione che questo viaggio scatena in me,qui mi sento viva … quello che non succedeva quando ero a casa … La mia vita,fino a non molto tempo fa era uniforme,piatta e regolare … sapevo esattamente quelle che sarebbe successo dal momento in cui i miei occhi si aprivano e salutavano il sole,a quando si richiudevano per concedersi a Morfeo,che mi aiutava a sognare una vita più significativa … qui è tutto diverso: ci siete voi,pronti a donarmi un sorriso e un riso in ogni circostanza ,e quando succederà,sarà difficile dirvi addio>>
Quei momenti sarebbero stati difficile e al solo pensiero nel mio volto faceva capolino una lacrima colma di tristezza,che mi si insediava dentro,come quel sentimento che mi opprimeva l’anima.

<< ma allora se non vuoi dirci ‘’addio’’,non farlo,resta con noi Chanel … resta con me …>> mi sentivo un verme a far soffrire in questo modo le persone che amo,ma in fondo è meglio per loro metabolizzare meglio il tutto.

<< non sai quanto vorrei …>> neanch’io sapevo quanto

<< e allora resta Chanel … te ne prego …>>
Le sorrisi,un sorriso che voleva suscitare conforto,sia a lei che a me,ero tremendamente felice con lei e con tutti gli altri… PERCHE’ NON POSSO ESSERE PADRONE DEL MIO DESTINO?

<< ma intanto ,non è detto che uscirò viva da questa missione no? …>>

<< che intendi dire?>>

<< i miei incubi … parlo della mia cara amichetta che la notte non ha di meglio da fare che lasciarmi in catalessi>> al solo pensiero mi salivano i brividi … ma poi perché!

<< non preoccuparti di questo … Jack non permetterà a nessuno di farti del male.>>
Jack … solo al sentire quel nome mi venne una morsa nello stomaco,che non mi permetteva di respirare

<< già …Jack … >> che strana voce mi era uscita al pronunciar il suo nome … come si dice? Un nome mille sensazioni e sentimenti.
I miei pensieri furono allontanati da un risolino e da una domanda che lascia il fiato

<< ma perché non vuoi ancora ammettere che ti sei presa una bella cotta per lui?>>
Credo di esser diventata più rossa del rosso stesso,mi sentì avvampare,ma perché ogni discorso doveva terminare con il nome ‘’Jack’’?

<< chi io??per Jack?ma figuriamoci … i miei standard sui ragazzi non sono poi così bassi,beh si … Jack è molto ma molto affascinante,ha un sorriso mozzafiato,e degli occhi che se ti guardano ti lasciano fuori uso per mezza giornata ma … >>

<< ma a te piace … avanti a me puoi dirlo>>
Ma perché proprio a me? ma era così evidente? No, no e no

<< non lo so Liz … non so ancora cosa provo ,è la prima volta che provo qualcosa per qualcuno,anzi è proprio la primissima volta che provo qualcosa …( di così forte)>>
Pronunciai l’ultima frase tra i miei pensieri,sussurandola anche a me,in modo da non arrossire nuovamente e non accelerare i battiti del mio cuore.
Continuammo a parlare per molto tempo,dei ragazzi nemmeno l’ombra. Sulla nave vi eravamo solo noi donne e un paio di uomini che hanno preferito rimanere sulla nave ha scolarsi del buon rhum, invece di scendere e scolarselo comunque.
Ma all’improvviso nel ponte si sentì un baccano d’inferno. Urla e grida si espansero fino ad arrivare nelle nostre orecchie e suscitare la paura nei nostri occhi e animi:Stava succedendo qualcosa!

<< Liz che succede?!>> le chiesi,magari ne sapeva qualcosa..(?)

<< non lo so … solitamente non succede>> nella sua voce sentì note di preoccupazione,stavo tremando letteralmente dalla paura,ma non potevo farglielo notare … dovevo far qualcosa

<< vado a controllare! Tu stai qui … non muoverti e chiudi la porta a chiave!>> fa che ascolti!
Aprì la porta piano piano … in modo da creare meno rumore possibile. In torno non c’era nessuno,i rumori provenivano dal ponte. Decisi di salire,li era tutto buio e non vedevo a un palmo dal mio naso.
Mi trovavo vicino alle scale che avrebbero portato in superficie, ma dietro di me sentì dei passi,allungai una mano verso l’elsa della spada e …

<< non muoverti o ti infilo la lama della spada nel cuore!>> sgranai gli occhi e rimasi impalata,stupefatta,avevo la stessa espressione del mio interlocutore

<< Chanel! Lo sai che non si punta un’arma contro una donna incinta?>> ero rimasta interdetta … ma quando parlo mi ascolta qualcuno?

<< Elizabeth! Non ti avevo forse detto di rimanere in cabina? Se fossi rimasta dove ti avevo detto forse non avrei puntato l’arma a una donna incinta>> lei mi guardava stupita

<< ogni giorno che passa assomigli sempre di più a Jack!>> solo questa ci mancava

<< torna dentro la cabina e fa come ti ho detto!>>

<< e io non ti ho mai detto di essere stata il re della Fratellanza? So combattere sai?>> ‘’re’’di che?

<< ma non credo che il tuo stato ti favorisca>>
Non ebbe neanche il tempo di rispondere che sul ponte partì uno sparo. Salimmo le scale e puntammo lo sguardo davanti a noi,per poi rimanere letteralmente allibite.
Sul ponte vi era un uomo,solo uno,un po’ andato con gli anni che aveva atterrato uno dei nostri uomini a bordo,e ora stava rivolgendo la parola al resto dell’equipaggio

<< brutti luridi cani rognosi! avete ancora il coraggio di disubbidirmi? Volete fare la fine del vostro compagno eh?>>
Quell’uomo aveva dei tratti somatici bizzarri: era di mezza altezza, barba e capelli rossicci brizzolati e la cosa più strana,aveva una piccola scimmia sulla spalla.
Ad un tratto Elizabeth uscì dal nascondiglio per recarsi sul ponte. Non ebbi neanche il tempo di fermarla che la sentì gridare

<< Barbossa!>> non sembrava preoccupata e si avvicinò all’uomo che appena se la ritrovò davanti rimase di stucco

<< Capitan Barbossa a ragion veduta …>>
L’uomo ritornò normale e sorrise alla mia amica,per poi inchinarsi e togliesi il cappello ,per rimetterselo subito dopo

<< miss Turner …>> sospirò << che piacere rivedervi … vi trovo bene>> proferì in fine a denti stretti

<< anche voi Barbossa, non siete cambiato di una virgola..>>
Lui sospirò,non sembrava malvagio,glielo si vedeva dai suoi occhi,erano malinconici

<< tranne per gli anni che incombono su di me miss..e ditemi dove si trova quello svampito di Sparrow!?>> che cosa voleva da Jack?

<< In giro..ma che avevate intenzione di fare con la Perla?>> ecco bella domanda Liz … ben detto

<< io? Niente volevo solo farci un giretto..>> si un giretto! Ma a chi voleva darla a bere? Fatto sta che io ci capivo sempre meno

<< emh..scusatemi..potete fare capire anche a me?>>
Chiesi io intromettendomi nella discussione...

<< Chanel … questo è Hector Barbossa,ex primo ufficiale di Jack e … ed EX capitano della Perla Nera…..si lo so storia lunga..ti spiegherò giuro..Hector lei è Chanel Bedrok>> ci sentivo male io … o aveva detto EX CAPITANO?
E mentre io riflettevo su quelle parole,vidi l’uomo inchinarsi nello stesso modo con cui aveva salutato Liz

<< miss Bedrok..>>proferì infine

<< allora Barbossa mi dite qual è lo scopo della vostra visita?>> Elizabeth era molto sicura di se,faceva le giuste domande nel momento giusto e più opportuno

<< Miss Elizaeth mi deludete!..perchè insinuate che un povero vecchio debba avere sempre uno scopo per far visita ai suoi vecchi amici?>> chissà perché

<< perché non è da voi fare visite..su ditemi che bramate..>>
<< a tempo debito..miss Turner..a tempo debito..prima vorrei rivedere Sparrow…>>
Ci sedettimo in una sedia ad aspettare che Jack,Will e Dylan si decidessero a far ritorno alla Perla…mi avrebbero sentito,secondo loro come poteva un bambino di soli 13 anni stare fino a tarda notte?
Passarono ore,e dopo un po’ si sentirono dei passi percorrere la passerella,e fecero capolino tre figure distinte,dovevano essere loro…

<< Oh guarda chi si vede..il famigerato Jack Sparrow e sua la truppa di idioti…>>
Quando Jack fu abbastanza vicino … socchiuse gli occhi per esaminare attentamente il nostro gruppetto e dopo aver capito da chi potesse provenire la voce..cessò di respirare e lo vidi sbiancare ..

<< Hec ……… -Hector??..che diamine ci fa quello sulla mia nave?>> chiese più parlando con se stesso che con gli altri

<< Guarda guarda..potrei farti la stessa domanda …>>gli rispose l’altro,mettendosi più comodo nella sedia e assaporando una mela

<< no Hecty mi dispiace darti questo eeenorme dispiacere ma ti sbagli. Tu non puoi farmi questa domanda,perchè solo il capitano potrebbe fare questa domanda, e come si può vedere tu non sei il capitano perché chissà perché sono io il capitano>> come faceva a farfugliare quelle parole senza fine,a camminare tutto strano e a svolazzare le mani a destra e a manca?

<< no Sparrow sono io il capitano della nave …>> misà che questo discorso non avrebbe mai avuto fine

<< E piantatela! Tu Jack stai un po’ zitto!! e ora … Barbossa potreste farci l’onore,ora che il CAPITANO ha fatto ritorno...di chiarire il perché della vostra visita?>>li ammonì io! Questi due erano peggio dei bambini!

<< okay non fate mai arrabbiare quella donna...>> sussurrò Jack portandosi una mano alla bocca per non farsi sentire

<< e sta un po’ zitto Sparrow!comunque voglio ritornare sulla Perla! Mi sono ritirato a Tortuga per qualche tempo, qui la vita all’inizio può essere … si uno spasso!ma poi diventa monotona,e oggi pomeriggio sono venuto a sapere che la Perla è attraccata in questo povero porto … e quindi adesso voglio prendere il mare con voi!>>
Nella nave calò il silenzio … rimanemmo tutti scioccati dal mini discorso ‘’dell’uomo con la scimmia in spalla ‘’ ma a interromper il silenzio fu il nostro ‘’caro ‘’Capitano

<< oh caro Hecty!mi farebbe ‘’mooolto piacere’’ma fammici pensare un momentino...vediamo vediamo..emh..NO!>> quando faceva così non sapevo se piangere o buttarmi a terra dalle risate

<< orsù Sparrow!sai benissimo che sono un capitano molto più appropriato di te … e poi potrei esservi molto utile..>> sbottò adirato Barbossa battendo il pugno sul tavolo.
In effetti avevamo bisogno di aiuto e …

<< ha ragione Jack! ci potrebbe essere utile. Il nostro avversario è troppo forte anche per noi,e ci vuole tutto l’aiuto possibile…>> i miei pensieri furono smontati da Will,che in confronto a me non rimasero solo idee ma divennero qualcosa di più

<< Will tu non immischiarti..ma caro Hecty non pensare di certo di venire qui e comandare!perchè no bello mio il capitano rimango sempre io>> non c’è bisogno di soffermarmi di chi è stato l’artefice di queste parole no?

<< sisi Jack come dici tu!ora ditemi con chi avete a che fare questa volta?l’ultima volta con Davy Jones non vi è bastata?>>
I tre si accomodarono e insieme spiegammo il tutto a l’uomo che ascoltava con estrema attenzione senza neanche fiatare

<< bene..voi mi farete rimanere sulla Perla come Capitano..>> o,O?

<< emh emh>> tossì una vocina con il cappello in testa

<< okay Jack..come capitano in seconda..e io vi aiuterò ad ritrovare il medaglione..andata?>>
Jack era titubante..io non avevo tempo da perdere quindi presi l’iniziativa..

<< okay andata>>
Chi sa cosa sarebbe successo tra quei due..bhe sapete cosa fanno cani e gatti no?




NOTE DELL'AUTRICE:
eccomi! :) spero che il capitolo vi sia piaciuto! vi è piaciuta la sorpresina? a me si tanta ^_^ . Secondo me con Jack e Barby si ci diverte da passi ^_^
comunque vorrei ringraziare tantiss......................imo:
ShimizuJackline = mi fa davvero piacere che la storia e la trama ti sia piaciuta ^_^ e ti ringrazio infinitivamente per le tue lusinghe:) fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo mi raccomando...:) ci conto ;)
_Febe =ringrazio anche a te per aver recensito:) e per i tuoi complimenti sei troppo gentile :) !!!!!! anche a me Jackie piace da pazzi me lo sposereiii :Q___ ( si scioglie) .Fammi sapere che ne pensi del capitolo;)
grazie a tutti voi
un bacio :* Aishia

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Capitolo 20
*** Qual'è la cosa che più vuoi a questo mondo? ***


Qual è la cosa che più vuoi a questo mondo?


Passammo tutta la notte nella sala riunioni,intorno al tavolo rettangolare,con l’intendo di illustrare al capitano in seconda, la situazione.
La circostanza era più complicata del previsto poiché Barbossa era impegnato,oltre a seguire la situazione, a litigare con Jack e a stuzzicarsi a vicenda.
Come per esempio la scimmia che l’uomo teneva sulla spalla,saltò addosso al capitano tirandogli i baffi e rubandogli una delle tre bottiglie di rhum, suscitando nel capitano un enorme disappunto,cominciando ad inseguirla senza sosta.
L’alba non tardò ad arrivare:il cielo aveva assunto un atmosfera celestiale e il mare era di un acceso colore rosato simile al cielo.
Nessuno quella notte dormì
Tutto era stato spiegato e studiato,mancava solo l’ultima decisione da intraprendere: dove andare?
Da un po’ di tempo, Cleverbot non si possedeva nessuna traccia,era come volatilizzato … come scomparso nel nulla.
E come lui,anche l’Isla Cruces era sparita da un pò,senza lasciare traccia,quasi non fosse mai esistita.
Ma ora come ora,il nostro intento era salvare il salvabile,trovando almeno una soluzione

<< allora qualcuno ha qualche suggerimento?>> propose mio fratello,assistendo a un omicidio premeditato del capitano Jack contro Jack la scimmia

<< no Alan,non sappiamo dove andare a parare!>> che delusione,che cosa si poteva fare?

<< e che facciamo Chanel? Rimaniamo qui con le mani in mano?>> se solo avessi avuto una soluzione tra le mani l’avrei proposta no?

<< se solo ci fosse qualche cosa … così che trovassimo quel buon annulla una volta per tutte>> i sogni son deeeesideriiii
Neanche il tempo di finire quella frase,che vidi il capitano sussultare e i suoi occhi illuminarsi. Conoscevo Jack … aveva avuto un idea …
Poi si voltò verso di me e mi guardò ghignando

<< Chanel è proprio quello che vuoi?>> che intendeva dire?
Lo guardai dubbiosa,ma dopo qualche minuti risposi

<< Certo … Jack …>>
Il suo sorriso si aprì,arrivando da un estremo dell’orecchio all’altro

<< e quindi. E’ questa la cosa che più vuoi a questo mondo?>>
Ma cosa aveva nel cervello? Aveva bevuto qualcosa di troppo? La situazione di Jack diventata ogni giorno più preoccupante

<< cosa?>> risposi veramente preoccupata. Avevo paura veramente per la sua salute mentale
Ma Jack non si scompose minimamente,e portò una mano nel taschino dove n’ estrasse un piccolo oggettino metallico,e me lo tirò
Io per poco non lo feci cadere a terra,avendo pochi riflessi,ma feci uno sforzo enorme e riuscì a prenderlo saldamente.
Avrei scatenato l’ira di Jack se l’oggetto avrebbe toccato terra.
Ma avendolo in mano,potei ammirarne la forma,il colore e lo aprì

<< una bussola? Che cosa c’entra una bussola con tutto questo?!>> a si . serve ad indicare in quale parte dell’ecosistema si trova il cervello di Jack! Come ho fatto a non pensarci prima?
Spostai il suo sguardo su Jack,mi guardava fisso negli occhi,mentre il resto dei presenti cambiarono espressione:
Barbossa si mise più comodo,Liz cominciò a giocare con la scimmietta e Will portò le sue mani alla tempia. Gli unici in ascolto eravamo io e mio fratello. Perché?

<< quella bussola non punta al nord>>

<< e dove punta?>>
Un attimo di suspanse.
Il capitano prese fiato e sospirò

<< verso la cosa che più vuoi a questo mondo>>
Rimasi interdetta,stordita da quelle parole. Mi stava forse prendendo in giro?una bussola che non punta al nord ma verso la cosa che più si vuole a questo mondo?

<< me lo giuri Jack?>> chiesi tutto ad un fiato

<< te lo giuro gioia!e la cosa che tu più vuoi a questo mondo..è..:trovare la rotta per poi scovare Cleverbot e riprenderti i medaglioni…>>
Gli illuminavano gli occhi,e il suo sorriso si fece sempre più seducente e attraente.
Spostai il mio sguardo sull’oggetto che tenevo tra le mani.
Mi incuteva terrore al solo tocco,al solo sguardo.
Alzai lo sguardo e vidi quelle dei presenti su di me. avevano abbandonato le loro precedenti attività per ammirare la scena.
Incrociai i miei occhi con quelli di Elizabeth,in quel momento avevo bisogno di un po’ di supporto

<< mi dai una mano?>> le chiesi sorridendo
Le capì e mi accorse immediatamente,alzandosi dalla sedia e venendo dietro di me

<< dai guardiamo insieme!>> proferì sempre con il sorriso sulle labbra
Poggiò le sue candide mani sulle mie e insieme aprimmo quell’oggetto indemoniato
L’ago posto al centro inizialmente cominciò a volteggiare come se fosse indemoniato,per poi fermarsi in un punto ben determinato!
Alzai lo sguardo in direzione dell’ago,per poi spostarlo su quello esterrefatto di Liz,che guardava quell’oggetto come se davanti avesse il diavolo in persona.

<< e allora?>> chiesero un po’ tutti
Nessuna risposta
Eravamo rimaste immobili. Avevo i muscoli atrofizzati e il resto del corpo paralizzati
Questo aumentò la curiosità dei presenti,soprattutto quelli di Alan e Jack che si sporsero per scorgere il risultato definito.
Elizabeth riprese vita e con un gesto fulmineo la richiuse,facendo sbuffare i presenti.
Non so quanto la ringraziai per questo

<< no! emh … no! non sa quello che vuole! >> balbettò infine

<< oh mannaggia!>> rispose Jack scocciato
Ci stavo capendo sempre meno. Poi guardai Liz che a labiale pronuncio un ‘’ti spiego dopo’’
Vidi Barbossa alzare gli occhi al cielo e sospirare,mentre la sua scimmia si sbattè una mano in fronte.
Mio fratello invece si adirò! Non si spiegava il perché di tutto ciò che stava accadendo

<< ma come fai a non sapere quello che vuoi!!?siamo di nuovo punto e d’accapo! Ora che facciamo?>>
Aveva ragione. Non avevamo risolto niente. Solo complicato le cose al mio cervello. Lo avrei perso come quello di Jack lo so!

<< il ragazzo!!>> urlò Barbossa battendo un pugno sul tavolo e con l’altra mano puntò il dito di fronte a se
Che cosa??

<< miss Bedrok,non vorrei disturbarla dal suo mondo di fate! Ma mi fareste il piacere di passarmi la bussola?>>
Che cosa aveva in mente?

<< Hecty che cosa hai intenzione di fare?>>
Mi precedette Jack,che lo guardava un po’ confuso un po’ preoccupato

<< Sparrow tappati la bocca! Il piccoletto insieme alla sorella cercano la stessa cosa no? diciamo solo il piccoletto
Disse l’ultima frase guardandomi di sbiego e sospirando
Io arrossì di botto suscitando le risa di Will e Liz. Che figura!

<< se è cosi..il ragazzo intende ritrovare i medaglioni cosa da condurci fin li..tieni ragazzo e aprila>>
Alan la prese tra le mani fissandola! Speriamo in bene!
Dopo qualche minuto con gesti piuttosto lentì l’aprì. Io mi spostai dietro mio fratello per guardare meglio la situazione! L’ago dopo un breve giro colmo di decisione si fermò

<< Gente abbiamo una rotta!>>
Gridò estasiato Jack ,che come me guardava dall’alto la situazione
La bussola indicava la direzione : sud est
Uscimmo di corsa dalla sala riunione dirigendoci velocemente sul ponte. ..Jack spiegò velocemente a Gibbs la situazione e la Perla Nera partì all’avventura
io mi avvicinai ad Elizabeth,che si trovava accanto al marito sorridente

<< emh … scusatemi! Liz tu mi dovresti spiegare …>>
Le dissi timidamente! Era successo così in fretta che in testa avevo solo domande e dubi
Lei sorrise mi prese per mano e mi condusse sotto coperta nella cabina che condivideva con Will..
Mi fece segno di accomodarmi sul letto e subito dopo anche lei fece lo stesso..

<< e allora?>> le chiesi qualche minuto dopo
La vidi sorridere,con quei sorrisi che si vedono solo qualche volta nella vita

<< avevo ragione io>> disse orgogliosa di se stessa mettendosi una mano sul petto

<< ma per che cosa?>> qualcuno mi può spiegare cosa sta succedendo?

<< tu! Sei pazzamente … incondizionatamente … innamorata di Jack!>>
Cosa cosa cosa? Disse quelle parole scandendole a ogni sillaba ma a me arrivarono come uno schiaffo. Ma dai!

<< che cosa? Ma dai è assurdo!>> si io innamorata di Jack

<< allora hai qualche logica spiegazione per dirmi perché: l’ago puntava proprio in direzione di Jack?>>

<< la rotta?>> certo la rotta!

<< a est … ricordi?>>
Sbuffai! Ero stata colta in fragrante!
Tutti i punti erano in mio sfavore, e dopo la bussola non potevo più negare … nemmeno a me stessa
Liz che mi guardava ancora raggiante,scoppiò a ridere,e anch’io non resistessi a lungo
Tornammo sul ponte un po’ di tempo dopo. Liz mi aveva spiegato perfettamente le funzionalità della bussola.
Alan aiutava un bel po’ di Pirati,Liz era tornata tra le braccia di Will,mentre Jack stava litigando come sempre con Barbossa
Mi avvicinai a loro,e mi dovetti abbassare per scansare il braccio di Jack, che stava svolazzando a destra e a manca

<< Jack mi potresti prestare la bussola?>> gli chiesi introducendomi nella discussione
Il capitano non mi degnò di uno sguardo,quindi io infastidita la presi con forza.

<< ehi!>> ruggì infine

<< non mi hai sentito..>> sorrisi colpevole
E mentre lui continuava la sua lite,io aprì quel dannato oggetto. Dovevo avere un ulteriore conferma
La bussola continuò a girare imperterrita per qualche secondo per poi puntare il suo ago su Jack

<< e che cavolo! Tieni Jack..questa bussola non funziona!>> che esasperazione
Gli lanciai quell’alleggino, che lui prese al volo, per poi dirigermi verso l’albero maestro

<< qualcosa ti turba?>>
Sussultai. Da chi poteva provenire la voce?

<< Luis! Mi hai fatto prendere un colpo!>>

<< scusa Chanel..non era mia intenzione farlo..allora perché quel faccino cosi triste?>>
Luis riusciva sempre a capirmi anche solo con un solo sguardo. Da quando era a bordo eravamo diventati buon amici,anche se passava la maggior parte del tempo da solo,alla larga dal resto dell’equipaggio

<< no!stai tranquillo è tutto a posto,comunque sappiamo la rotta: dobbiamo dirigerci verso est!>>
Lui fece una faccia stupita

<< e li che si trova Cleverbot?>> chiese infine

<< bhe credo di si!anche se potrebbe scappare da un momento all’altro..>>

<< capitan Jack..è già arrivato alla conclusione di quale isola si tratti?>> si. Jack?

<< no. credo che sia troppo impegnato al momento …>>
Bhe a litigare con Barbossa ovviamente

<< emh emh!non credevo di aver dato l’ordine di cessare i lavori..>>si parla del diavolo..

<< mi scusi capitano..vado subito..>>
Luis dopo aver ricevuto il rimprovero di Jack ritornò al suo lavoro. secondo me però era stato troppo sgarbato nei suoi confronti! Luis stava solo chiacchierando un momentino

<< ti sembra giusto il modo in cui lo hai trattato?chi ti credi di essere?>> non avevo mai sopportato gli sbruffoni

<< il capitano? >> affermò con quel suo solito sorriso beffardo

<< e che centra! Non hai nessun diritto per trattare cosi le persone..>>
Jack invece di ribattere mi guardò in modo profondo e si avvicinò a me … sussurrandomi all’orecchio …

<< siamo parecchie confuse eh?>> pronunciò ghignando e guardandomi malizioso
Io mi irrigidì e credo di essere arrossita di colpo

<< Affatto!!so esattamente ciò che voglio! è la bussola che è rotta..>> si la bussola rotta!

<< a si? Prova … aprila davanti a me!e decideremo insieme..>>
Diventai completamente rossa! Molto più di prima. scansai Jack e mi diressi da Elizabeth;mentre Jack da lontano mi guardava con il solito sorriso sornione..
Mi appoggiai alla balaustra..con il cuore a mille..e il respiro spezzato..forse era vero che..



NOTE DELL'AUTRICE:
eccomi di nuovo!! ^_^
ringrazio sempre chi legge e chi recensisce :D
come Febe che ringrazio sempre con affetto ^-^ grazie ancora
un bacio :*
Aishia

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Capitolo 21
*** ...Primo tenero amore... ***




...Primo tenero amore...




Ormai era trascorsa più di una settimana da quando Barbossa aveva fatto il suo ingresso nell’equipaggio della Perla Nera. Jack ci aveva informato che la rotta ‘’sud est’’ indicata dalla bussola, indirizzava Singapore,e da Tortuga avremmo impiegato si e no una settimana escludendo soste per rifornimento.
Io ero entrata nel panico più assoluto,e l’agitazione mi avvolse: sette giorni erano troppi! E io avevo sorvolato – per via di pensieri futili- il fattore luna,che grazie a qualcosa di superiore non accennava ad andarsene. Almeno per ora.
Quel pomeriggio la giornata era davvero pessima,non fece altro che piovere tutto il giorno,e il mare era agitatissimo,provocando così un oscillazione continua della nave.
non essendo abituata a tutto questo movimento e movenza mi sentì male. Si può rimettere l’anima? Io dico di si.
Elizabeth era rimasta al mio fianco,sostenendomi anche in questa situazione non proprio rose e fiori,mentre rimpiangevo i giorni sulla terraferma

<< va meglio Chanel?>> mi chiese la donna sedendosi al mio fianco per sorreggermi la testa.
Che brutta sensazione avere lo stomaco in subbuglio! Di solito è cosi per via delle ‘’farfalline’’

<< decisamente no Liz! Se continuo così rimetto anche il mio scheletro!>> lo so lo so,non è una bella cosa da dire,ma è per rendere l’idea

<< lo so,ti capisco. Fatti forza,Jack ha detto che fra un paio d’ore cesserà di piovere.>>

<< un paio d’ore?>> mi voltai verso di lei ad occhi completamente sbarrati. Non ci sarei riuscita a sopportare così tanto. Tutto quel dondolio non permetteva di respirare e mi opprimeva l’anima. sarei morta in seduta stante me lo sentivo.

<< si. Dai fatti forza>>
Mi alzai piano piano,stiracchiandomi sul letto per riprender fiato,ed Elizabeth mi raggiunse con un panno bagnato che mi poggiò sul capo. In quel momento notai qualcosa di diverso in lei.

<< Liz ,ma lo sai che ti stai facendo rotondetta?>> che tenerezza sapere che in quel piccolo pancino c’è una nuova vita eh?
Elizabeth poggiò spontaneamente la mano sul ventre e sorrise come una bambina quando scopre che i suoi, le hanno appena comprato le case delle bambole!

<< beh si. In effetti comincia a far capolino qualcosa,e anche Will sembra aver notato un piccolo gonfiore …>> i suoi occhi mutarono espressione,e un velo di tristezza scese in lei,ma che dico tristezza no:angoscia.

<< ma dovrai pur dirglielo prima o poi! Fra otto mesi e mezzo quel bambino dovrà pur uscire.>>

<< non credo di aspettare così tanto per dirglielo>> rispose ridendo.
Questa volta la malinconia venne a me

<< ormai mia madre avrà avuto il bambino>> mamma,quanto mi mancavi.
Il miei pensieri vennero interrotte da urla poco ortodosse provenienti dal ponte. ovvero voci riconoscibilissime appartenenti al capitano e al suo secondo,che da quando era salpato con noi non aveva fatto altro che adirare e irritare il povero Jack,che non ebbe più un attimo di tregua.
Inoltre il capitano era diventato più inquieto,infatti ad ogni rifornimento, decideva di rimanere a bordo della sua amata Perla,per paura che Barbossa la requisisca, come credo abbia fatto già in passato.
E si facevano sentire! Come in quel momento

<< no! nave mia, decisione mia!>>

<< orsù Jack! Tu non sai prender alcun decisione! E non sei tagliato per capitanare questa nave. Quindi levati di torno! O meglio va a vedere come sta la tua donna, e levati dai piedi!

<< io non so prendere alcuna decisione? Mio caro Hecty sbaglio o hai dimenticato un particolare di me che mi rende quello che sono?

<< e quale sarebbe questo grande particolare?!>>

<< sono il capitano Jack Sparrow!>>
Le voci si sentivano dalle cabine,ma ormai ognuno di noi si era rassegnato all’evidenza: la pace era ormai finita da un pezzo.

<< quei due non fanno altro da una settimana>>proferì Elizabeth,costatando la realtà dei fatti

<< e da quasi due mesi che sono qui,e non ho mai visto Jack così esasperato!>> in effetti avevo conosciuto solo il lato ironico e mentecatto di Jack. Questo ancora mi mancava.

<< beh si in effetti Jack si scoraggia molto quando di mezzo c’è Barbossa, ma a proposito sbaglio o Barbossa ha appena detto:’’ perché non vai a vedere come sta la tua donna’’?>>
Lo avevo sentito anch’io ma non ci avevo fatto poi tanto caso. Barbossa era così sveglio da capire i miei sentimenti nei confronti del capitano? Si notava così tanto? E se lo aveva capito lui,allora Jack …

<< oh mio Dio è vero!pensi che abbia capito che … beh che tengo a Jack?>> sono nei guai fino al collo

<< secondo me? Barbossa è un tipo piuttosto sveglio,ma più che altro conosce Jack,quindi avrà capito più cosa prova lui per te.>> avrà capito che? Che Jack beh io,che Jack e io. oh diamine!

<< chi Jack? Provare qualcosa per me? suvvia non diciamo fandonie..>>

<< mha ..sono restia a credere che siano soltanto fandonie>> ma dai insomma! Guardiamo in faccia la realtà. Io e Jack siamo troppo diversi! Innanzitutto lui è un capitano e proviene da un mondo che si trova più di duecento anni prima del mio! Poi è troppo diverso da me,non potrebbe mai funzionare … o forse si.
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Il sole era tramontato già da qualche ora. Come aveva detto Jack la situazione era molto migliorata,infatti quei nuvoli erano scomparsi all’orizzonte,lasciando invece un cielo blu e pieno di stelle,con due lune a governarle.
Mi ero ripresa da stamattina,e per sgranchirmi le ossa,decisi di recarmi sul ponte,così che la brezza marina mi aiutasse a riprendermi totalmente.
Mi appoggiai al parapetto,a guardare il cielo vestito di stelle, era una nottata perlopiù fantastica.
La ciurma dopo essersi ubriacata alla grande,stava già ronfando,quindi in piedi dovevo esserci solo io.
Cominciai a pensare: a quanto ormai amassi questo posto,a quando desiderassi questa vita e inoltre ormai potevo considerarmi una piratessa . Chi avrebbe mai immaginato di poter cambiare era? Io fino a qualche mese fa non avrei mai pensato a tutto questo,ma ora sono qui.
A interromper i miei pensieri furono dei passi. Non mi voltai,sapevo già a chi potesse appartenere quel passo ciondolante e oscillante.

<< dolcezza,che ci fai ancora in piedi?>> mi chiesi il capitano affiancandomi,e poggiandosi al parapetto per osservare il mare.
Il mare… il suo unico e vero amore,come ripeteva sempre …chi sa,se oltre al mare e alla Perla,amava qualcun altro. Quanto avrei desiderato saperlo.

<< Jack … n-o-n riuscivo a dormire! troppi pensieri nella testa. Tu lo sai che non c’è posto migliore per pensare.>>

<< concordo in pieno,dolcezza …>>
Entrambi puntammo il naso all’insù,verso una stella cadente,che aveva sorvolato l’oscurità di quel cielo,lasciando una scia dorata! Che incantevole serata.
Stranamente mi sentivo angosciata,il cuore prese un battito irregolare … avevo uno strano presentimento.
La luce della luna illuminava i nostri volti, facendoli risplendere,quasi brillassero di luce propria..
Notai con la cosa dell’occhio lo sguardo del capitano su di me. Il mio cuore cominciò il suo urlo di tamburi..tumtumtum,una danza accelerata e sostenuta. Calmati cuore! Calmati!
Sentì i suoi passi,sempre più vicini,sempre più prossimi …
Mi voltai,avevo voglia di guardare il suo viso,che con la luce della luna sembrava quello di un angelo. Volevo guardare i suoi occhi , così profondi da immobilizzarti l’anima,e sentire il suo profumo che mi dava alla testa ad ogni respiro.
Ora era ad un passo da me,con uno strano sorriso in volto, lo stesso ma diverso dai suoi soliti sorrisi

<< dolcezza,ti ricordi quella notte quando l’Alaska ci ha attaccati?>> l’Alaska? Dove voleva arrivare?

<< si che lo ricordo. Perché?>>
Il sorriso di prima si ingrandì e i suoi occhi si illuminarono. Si stava avvicinando ancora,ancora e ancora …

<< ti ricordi anche dove ci avevano interrotti?>>
Eravamo ad un soffio l’una dall’altra,potevo addirittura sentire il suo cuore.
Era ad un centimetro di me,ma quella distanza si stava restringendo ancora di più. Jack non tentare il diavolo.

<< Jack … io non …>>
Eccolo … quello che avevo atteso da fin troppo tempo,ciò per cui non riuscivo a dormire,ciò che avevo desiderato da troppo tempo,troppo allungo.
Jack distolse la distanza che ci separava,unendo le sue labbra alle mie.
Sapeva di rhum e mare,e il suo profumo mi dava alla testa! Ora sapevo.
Le sue mani erano sui miei fianchi,mi teneva stretta a lui,quasi non volesse lasciarmi fuggire,mentre le mie vagavano tra le sue possenti spalle e la sua fluente chioma …
Quello che all’inizio poteva sembrare un tenero e casto bacio, si trasformò in qualcosa di più appassionante e travolgente,facendo esplodere ciò che da troppo tempo avevamo dentro.
Attorno a noi c’erano solo il rumore del mare,ed eravamo li … in qualche parte della nave, solo noi …
Mi sembrava di volare sospesa in aria,di non avere niente sotto di me da potermi tenere ancora in equilibrio,anzi si: Jack.
Da quel giorno della bussola avevo capito quali fossero i miei veri sentimenti,e tra me e Jack nacquero degli sguardi nuovi,affiancati a nuove carezze e splendidi sorrisi.
Avevo notato inoltre una sua piccola gelosia nei confronti di Luis. Ogni volta che quel poveretto mi si avvicinava,il capitano lo rispediva a lavoro,non dandogli tregua. E quelle attenzioni mi davano piacere,facendomi sentire al settimo cielo.
Rimanemmo a lungo abbracciati,a guardarci fisso negli occhi,persi una dentro l’anima dell’altra.
Non avevamo bisogno di parole,avevamo capito tutto.

<< non sai quanto l’ho desiderato Jack… >> ed era la verità,solo che non volevo riconoscerlo ,neanche a me stessa.

<< non sai quanto ti stia desiderando adesso dolcezza>>
Sorrisi,alzandomi in punta di piedi per unire nuovamente le nostre anime,avrei desiderato che quell’attimo durasse per sempre. Ma se avessimo continuato,sarebbe stato poi impossibile dividerci,quindi era meglio farlo ora.

<< buonanotte capitano>> dissi melense,avrei preferito rimanere tra le sue possenti braccia ma non potevo.

<< notte dolcezza>> rispose infine lui,dopo avermi dato l’ultimo bacio.
Andai nella mia cabina..tutto ciò era un sogno che diventava realtà..
Quella notte non riuscì a dormire..era troppo euforica per quello che era successo..
Ora andarmene sarà più dura…ma almeno ne era valsa la pena.




NOTE DELL'AUTRICE:
eccomiiii ^_______________^
finalmente dopo tanti capitoli è arrivato sto benedetto bacio ^___^ a me è piaciuto e a voi? =)
ringrazio Febe che fino adesso mi ha seguito =) spero che questo capitolo ti sia piaciuto ^_^
ringrazio inoltre chi legge e chi recensisce :D
un bacio
Aishia

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Capitolo 22
*** Destino ... ***


Salve a tutti! ^-^ avevo postato il capitolo ieri ma l’ho cancellato e modificato grazie ai suggerimenti di FEBE che voglio ringraziare tantissimo. Scusate per i disagi e probabilmente potrete trovare alcune frasi si Jackie in versione un po’ OOC … perdonatemi anche per questo …e ci vediamo alla fine ;)
Aishia



DESTINO

Quella mattina mi alzai presto.
Non ero riuscita a prendere sonno. Ero troppo eccitata e immensamente felice da poter dormire –anche se non lo avrei fatto ugualmente – ma i fatti accaduti non miglioravano di certo la situazione.
Ero rimasta sveglia tutta la notte,pensando e ripensando a Jack: alle sue mani che mi accarezzavano con un magnifico tocco e le sue labbra attaccate alle mie … così piene e calde da riscaldarmi l’anima.
Finalmente avevo capito esattamente i miei sentimenti, ed ero riuscita infine a leggere il mio cuore.
Ora comprendevo il significato della parola amare. Una parola ricca di emozioni e sensazioni ma che provoca paura,almeno a me. Conoscevo Jack e avevo paura dei suoi comportamenti da donnaiolo … e poi sapevo che questo amore sarebbe stato impossibile … irrealizzabile … ben presto me ne andrò e cosa ci succederà? Chi si è visto si è visto? No … non volevo che tutto questo si trasformasse in una cosa passata. Chi potrebbe stare lontano poi dalla persona che ama? Io non potrei vivere con questo peso dentro,non poter vedere i suoi occhi,non poter ridere ad ogni sua faccia buffa,e al suo modo di camminare e di svolazzare le mani a destra e a manca,che lo rendono unico e solo.
Mi alzai dalla brandina. Alan non era nella sua,quindi ipotizzai che si fosse già alzato. Lo avrei voluto ringraziare per ciò che aveva fatto la notte precedente: avevo avuta un’altra mia crisi,ma grazie a lui l’avevo superata,anche se ormai i segni delle lotte con le mie ombre erano più che evidenti,per cui fui costretta ad indossare un fascia per coprire ferite e sangue. Nessuno meno lui doveva sapere che quelle ombre si facevano vivide ogni volta che mi abbandonavo al sonno. Presto sarebbe arrivata la mia fine. Era inevitabile,non si può sfuggire al fato.
Uscì dalla camera e salì con calma ed estrema lentezza le scale che mi avrebbero portato al ponte.
Aprì gli occhi e li richiusi più volte per abituarmi alla luce del sole e della luna che governava imperterrita i cieli,con immenso orgoglio e superbia.
Già alle prime luci del mattino,ogni membro dell’equipaggio era già al suo posto di lavoro,con Gibbs che dettava ordini a destra e a manca,guadagnandosi a volte anche qualche occhiataccia o maledizione dal suo sotto equipaggio.
Avevo il vento tra i capelli,che soffiava imperterrito,causandomi anche qualche piccolo brivido di freddo;e l’odore di salsedine e di mare mi dava letteralmente alla testa. L’effetto che mi dava era quello della libertà. La Perla Nera ne era il simbolo sovrano.
Mi sentì osservata a scrutata,come se qualcuno mi stesse esaminando e oltrepassando la schiena. Mi voltai di scatto e osservai la figura sul punto di comando,che mi guardava con i suoi bellissimi occhi. Mi faceva sempre uno stano effetto rivederlo,soprattutto dopo ieri sera …
Era li,sul ponte di comando con la bussola in mano,con il suo sorrisetto sornione e gli occhi puntati su di me. Chissà cosa stava puntando l’ago della bussola,mi sarebbe piaciuto se l’oggetto dei suoi desideri fossi io.
<< Chanel!!>> mi voltai di scatto sentendo pronunciare il mio nome. Vidi la figura di Elizabeth correre senza sosta nella mia direzione.
<< buongiorno anche a te!>> mi abbracciò con tutta la foga che aveva in corpo,regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli. Mi prese per mano e insieme andammo nella cabina che divideva con il coniuge. Che cosa era successo?
Richiuse la porta alle sue spalle a chiave,e con un piccolo gesto mi invitò ad accomodarmi sul letto, e poco dopo fece lo stesso. Aveva ancora un enorme sorriso stampato in volto e con una mano si teneva il ventre,mentre l’altra stringeva fortemente le mie di mani.
<< si è mosso!>> proferì questa frase prendendo più volte il respiro << il bambino si è mosso!Ha fatto un piccolo movimento,ma l’ho sentito. Ma è stato bellissimo,eclatante. Un esperienza esilarante>>parlava a raffica,con una velocità che era quasi impossibile starle dietro.
<< è semplicemente stupendo! Posso?>>Le chiesi indicando il suo ventre. Lei mi sorrise e io poggiai la mia mano sul piccolo rigonfiamento. Non sentivo nulla,ma era una cosa normale,era ancora piccolo piccolo … chissà se un giorno io e Jack …
<< c’è qualcosa che non va?>>mi chiese vedendomi sovrappensiero. Il mio voltò si allargò in un enorme sorriso. Per me era semplicemente impossibile,non condividere con il mondo la mia felicità
<< allora?>> insistette lei sempre più confusa e spazientita .Non ce la facevo più a resistere,per cui presi fiato e …
<< Jack … mi ha baciata!>> silenzio. Era rimasta in silenzio,immobile a fissarmi ad occhi completamente sgranati senza dire nemmeno una parola.
Poi un sorriso comparve nel suo volto e i suoi occhi si illuminarono
<< Oh Dio! Oh Dio!devi raccontarmi tutto! Ogni minimo particolare di tutto quello che è successo! Non devi tralasciare nulla!!>>
Le raccontai ogni minimo particolare di ciò che era successo quella notte,ripensando ad ogni piccolo dettaglio: a Jack,alle sue labbra sulle mie …ai suoi occhi …
<< OOOh non ci riesco ancora a credere! Non riesco a crederci che tu e Jack state finalmente insieme!>> a quelle parole mi venne qualcosa allo stomaco e non capì nulla
<< frena! Io non sto con Jack … o almeno credo!>> il suoi sorriso si spense,e mi guardò strana come se non avesse capito a cosa volessi alludere
<< come non state insieme? Vi siete anche baciati!>> guardai la punta dei miei piedi, mi ritenevo una sciocca e un illusa ma non potevo farne a meno.
<< non so se Jack ritenesse quel bacio una richiesta di fidanzamento o cosa. E’ questo che ho paura con lui …ho paura di illudermi,di fraintendere le sue emozioni e i suoi sentimenti. Io lo amo Liz,e vorrei tanto sapere cosa gli frulla nel cervello o nel cuore …>> lei mi sorrise,aveva capito esattamente ciò che provavo e la mia sofferenza
<< non ti preoccupare. Si Jack è difficile … troppo direi … ma io lo conosco,e non ti vuole prendere solo e solamente in giro. Fidati di lui!>>
______________ In quella nave la privacy non esisteva.
Era difficile trovare un momento da condividere con lui,soprattutto dopo che la nave aveva subito dei danneggiamenti per colpa di una tempesta improvvisa,che ci obbligò ad attraccare in un porto di una piccola isola di passaggio. Ritardando così,l’arrivo a Singapore.
Molti pirati sfruttarono l’occasione per scendere a terra,sfruttando così l’occasione offerta dalle circostanze per ristabilire il loro contatto con la terra ferma.
Jack,accompagnato dal suo fedele compare furono costretti a scendere sulla terra ferma,per andare alla ricerca di qualche carpentiere che potesse riparare la nave tanto amata dal capitano – provavo quasi gelosia nei confronti di una nave – lasciando il comando al suo peggior nemico: Barbossa.
Si salvi chi può.
Sulla nave rimanemmo in pochi, e mi venne un idea geniale.
Corsi sul ponte in fretta e furia,stando bene a tenta a non maltrattare la ferita nel mio stomaco,e cominciai a cercare una figura dai biondi capelli,trovandola poco dopo affianco del coniuge Turner.
Mi avvicinai piano,forse troppo …> le urlai forse troppo vicina all’orecchio! Lei sussultò mettendosi le mani sul cuore e sbarrando gli occhi castani. Osp forse l’avevo spaventata un pochino.
<< no>> rispose ancora scossa<< perché?>> mi domandò solo dopo aver ripreso funzionalità del suo cuore.
La trascinai lontano dal marito e da orecchie indiscrete,parlandole a bassa voce,quasi ad un sussurro
<< devi farti controllare. E questo è il momento …>> socchiuse gli occhi ad una piccola fessura,sicuramente non aveva capito a cosa volessi alludere. Le feci un piccolo segnale,in modo che nessuno lo potesse vedere,e indicai il piccolo rigonfiamento che faceva capolino nel suo ventre. Quando capì ebbe un sussulto
<< ma ci vuole uno che faccia il dottore di professione! Non mi faccio controllare di certo da un barbone!>>
Scoppiai a ridere. La faccia che aveva fatto era tra le più comiche che avessi mai visto in vita mia<< che ne dici di andarlo a cercare adesso?magari ci portiamo a presso anche Alan! L’ho lasciato solo fin troppo tempo>>
Ci voltammo in più direzioni alla ricerca di quella piccola peste e lo trovai: stava chiacchierando animatamente con Marty, parlando-dalle poche parole che avevo udito – di Singapore.
Mi avvicinai a lui abbracciandolo <> lui si scostò da me,e mi guardò storto.
<< i pirati non si fanno abbracciare dalle sorelle Chanel!>> avevo sentito male? Incrociai le braccia al petto e arricciai il naso << allora vieni?>>
Fece no con la testa<< no,sorellina! Preferisco rimanere qui. Magari vado a fare una chiacchierata con Will! Ci vediamo dopo.>> Preferisce stare con Will che con sua sorella?
<< okay come preferisci!>> c’ero rimasta di sasso. Non mi aspettavo di certo queste parole da parte sua.
Il tragitto fu particolarmente silenzioso. Non avevo voglia di parlare. Troppo pensieri popolavano la mia testa,e Liz parve accorgersene.
<< C’è qualcosa che non va?>> aveva un sguardo preoccupato,scossi la testa e feci spallucce. Non volevo darle troppi problemi e preoccupazioni.
Non potevo fare sempre la bambina e frignare in continuazione.
<< no è tutto magnifico!>> risposi melense,e con un tono di voce che tutto sembrava,tranne che sereno
<< si tratta di Jack?>>
<< no,beh anche se da quando ci siamo baciati non abbiamo avuto neanche un attimo per parlare. Ma stavo pensando ad Alan ... mi manca …>>
<< anche tu gli manchi! Ma dopo tutto è un bambino e vuole divertirsi! Magari è così felice da dimenticarsi del resto del mondo, e lo capisco!quindi non prendertela e togliti quel muso lungo!>> sorrisi. In fin dei conti aveva ragione. Anch’io ero così felice da non pensare a nulla.
Continuammo a camminare per una bella mezz’oretta fin quando arrivammo al centro della città.
<< ora che facciamo?>> chiese. Non sapevo neanche se da queste parti ci fosse un dottore,figuriamoci sapere dove trovarlo
<< chiediamo informazioni!>>
Fermammo una coppia di sposini che stavano passeggiando non curante e speditamente…
<< salve,scusate per il disturbo ma potete riferirci il nome di un dottore?>> i due ci guardarono strani,forse avevano riconosciuto la nostra indole piratesca.
<< si certo. Andate dal dottor Lo Marco! Si trova a dieci minuti da qui..imboccate quella stradina e arriverete in men che non si dica..>>
Dopo aver ringraziato..percorremmo la stradina che i signori ci avevano gentilmente indicato..
Arrivammo davanti ad una specie di villetta,e titubanti entrammo,c’erano: molte donne incinte..altre con i loro bambini appena nati..e altri ancora sul punto di partorire..
I loro occhi erano tutti puntati su di noi, e mi sentì un po’ osservata! Ma che avevano da fissare?
Da lontano scorsi un bancone con una donna anziana e dall’aria gentile.
<< chiediamo?>> chiesi ad Elizabeth che aveva un po’ l’aria disorientata e smarrita
<< andiamo.>>
Ci avvicinammo cauti all’anziana signora,che alla nostra vista sorrise ,mostrando i suoi denti gialli e malconci.
<< buona sera …desiderate?>> un pezzo di pane e marmellata. che cosa possiamo desiderare secondo lei?
<< dovrei fare un controllo>> proferì Liz,parlandole gentilmente e con educazione,toccandosi delicatamente il piccolo protuberanza che si mostrava timida dal suo ventre
La donna allargò il suo sorriso e ci fece segno di accomodarci
<< al vostro turno vi farò sapère miss>>
In un piccolo angolo vi erano due sedie libere,e aspettammo sedute finchè la donna non ci chiamò
Percorremmo un piccolo corridoio fin quando non trovammo lo studio del dottore ed entrammo.
<< buonasera>> bussammo più volte e dopo aver ricevuto il permesso entrammo. Il dottore si alzò e ci venne incontro,salutandoci con una stretta di mano ferrea e decisa << sera. Chi di voi è la paziente?>> ma stava scherzando o cosa? Sembravo veramente incinta?>> << stavo scherzando!>> disse infine dopo aver visto il mio sbiancamento << si accomodi … miss?>>
<< Swan>>rispose Liz sdraiandosi sulla brandina
Il dottore cominciò a toccare il ventre della mia amica e premette leggermente.
<< signorina qui è tutto a posto!il feto è ancora piccolo,probabilmente siete alla ventiseiesima settimana. Volete sentire i battiti del bambino?>>
Prese un piccolo bicchierino e lo poggiò sul ventre << avanti,miss appoggi l’orecchio>>sussultai. Avevo sentito un piccolo battito. Ma probabilmente era normale,era ancora troppo piccolo per sentire qualcosa di più.
Mentre Liz e il dottore stavano discutendo sul bambino,mi venne una piccola fitta allo stomaco.
<< ti senti male?>> mi chiese Liz vedendomi impallidita. La guardai e le sorrisi
<< tranquilla. Tu comincia ad andare che ti raggiungo fra poco …>> restò ferma,immobile e mi guardò strana. Ma decise di ubbidire e di non fare domande. salutò il dottore,ringraziandolo con qualche moneta e uscì dalla stanza.
<< mi volevate chiedere qualcosa miss?>>
<< si. Beh … lei si occupa solo di donne incinte?>> oddio ma che stavo facendo? Me ne sarei pentita amaramente.
<< si perché? Vuole scoprire se è in dolce attesa?>> diventai rossa come un pomodoro secco,e cominciai a tossire freneticamente per nascondere l’imbarazzo
<< Nono assolutamente! Volevo solo sapere se può controllarmi questa …>>alzai con le mani la camicia,mostrando la ferita causata dall’ombra che popolava i miei sogni. Il dottore sbarrò gli occhi e sbiancò di botto
<< si sdrai immediatamente!>> detto fatto,cominciò ad esaminarmi accuratamente,causandomi anche qualche dolorino. Si alzò,e mi guardò con aria truce e arrabbiata
<< è tanto grave?>> domandai d’istinto,senza sapere che la risposta sarebbe stata molto più dolorosa
<< avete anche il coraggio di chiedermelo miss? Chi vi ha fatto tutto questo?>>abbassai lo sguardo,mica potevo dirgli :’’ sa,ogni notte vengo pugnalata da un ombra che per qualche losco motivo vuole farmi fuori!’’
<< miss,da oggi in poi vi ordino un assoluto riposo! Non dovete alzarvi dal letto per nessun motivo al mondo! Io vi metterò una benda con un erba speciale! Non azzardatevi a muovervi da quel letto,e cambiate la benda ogni giorno … altrimenti …>>
<< altrimenti?>> ripetei allarmata
Fece un enorme sorriso,che mi causò un leggero batticuore. Prese tutto il fiato che aveva in corpo e mi rivelò la sua sentenza
<< andrete incontro a un infezione tale che vi porterà alla morte!>> mi sentì crollare il mondo addosso. Un infezione tale che vi porterà alla morte Dentro di me non facevo altro che ripetermi queste parole ininterrottamente. Come potevo impedire tutto ciò? Non avrei dovuto più dormire,altrimenti l’ombra mi avrebbe pugnalata,peggiorando la situazione.
Ringraziai il dottore,uscendo dalla stanza dove trovai Liz ad aspettarmi
<< che cosa hai fatto? … Chanel ti senti bene?>>
<< benissimo>> risposi guardando qualcosa di non definito. Non sentivo nulla,tranne quelle parole che ripetevo tra me e me di continuo
Ritornammo alla Perla in assoluto silenzio,sicuramente aveva capito che sarebbe stato meglio non fare domande.
Jack e Gibbs era già a bordo con il carpentiere che si stava adoperando per riaggiustare la nave alla bella meglio.
Appena incrociai lo sguardo del capitano il mio cuore si fermò. Non ero molto abituata ai suoi sorrisi mozzafiato a ai suoi sguardi complici.
Il capitano venne verso di noi,togliendosi il tricorno per salutarci
<< buongiorno dolcezze,siete andate a far compere?>> chiese rimettendosi il cappello e guardandoci indispettito
<< beh si Jack …>> risposi come se fosse la cosa più ovvia al mondo
<< ah … e che avete comprato?>>
Quella domanda mi fece rimanere di stucco,non me l’aspettavo,tantomeno Liz che aveva esattamente la mia stessa espressione!
<< beh alla fine niente!>> rispose prontamente. Il capitano fece spallucce e noi ne approfittammo per svignarcela.
Mi sentì tirata per un braccio e quando mi voltai vidi Jack vicinissimo a me. br> << Jack …>> dissi solo dopo aver ripreso le mie facoltà respiratorie e mentali
<< dolcezza … stasera che ne dici di vederci qui … su questo ponte. come l’ultima volta?>>
<< è un appuntamento?>> sono sicura della faccia da ebete sul mio volto! << presto lo scoprirai dolcezza>> sospirai cercando di mantenere la lucidità << okay … allora a dopo …>>
Sgattaiolammo in cabina. Avevo il cuore in procinto di uscirmi dal petto!
<< allora mi vuoi dire perché ti sei voluta fermare a parlare con il dottore? Non è che tu e Jack avete …>>
<< Liz che cosa dici?!>> bloccai le sue parole appena in tempo. Sicuramente ero completamente arrossita. Ma come andava a pensare certe cose?
Non ero il tipo di … o lasciamo perdere!
Ad un certo punto cambiò faccia. I suoi occhi diventarono cupi e tetri,e il suo solito sorriso scomparve per lasciare il posto,ad uno di circostanza. Le presi le mani guardandola dritto negli occhi
<< che c’è che non va Liz?>>stava cercando di contenersi,ma non ci riuscì e scoppio in lacrime
<< ho paura Chanel! Sono totalmente terrorizzata … dentro di me ho una vita che si sta facendo spazio e sta crescendo per immettersi nel mondo. E ho paura! Secondo te sarò in grado di affrontare tutto questo?>> capivo benissimo quello che provava,o almeno lo immaginavo. Mi chinai,causandomi un piccolo fastidio nella fasciatura,ma incurante l’abbracciai. Non potevo rovinarmi la vita per una piccola frase! Il dottore poteva anche sbagliarsi no?
<< tu sarai perfetta!e non sei sola! Ci sono io con te,e poi c’è Will! Che appena lo saprà farà i salti di gioia.>>
<< credi d’avvero che ne sarà felice?>> sorrisi e le toccai il ventre
<< Liz qua dentro c’è vostro figlio! Diamine come potrebbe non esserlo?>>
<< hai ragione amica mia!>>
Si alzò,e la guardai andare verso l’armadio e frugarne il contenuto. I miei occhi si fecero enormi alla vista di un bellissimo vestito bianco con una striscia violacea a fascia che si chiudeva nel ventre
<< indossalo>>
<< chi io?non ho mai indossato un vestito in vita mia,non credo che mi starà ben …>>
<< ti ho detto di indossarlo! Su ti starà di incanto>>
Presi il vestito,e cominciai ad indossarlo. nascosi con le mani la piccola fasciatura. Non doveva capire nulla. Non doveva sapere di ciò che mi aveva riferito il dottore! Era il mio peso da portare,mio, e di nessun altro.
<< sei bellissima>>
La sera non si fece attendere a lungo,e dopo che Liz mi ebbe truccata e sistemata salì sul ponte di fretta e furia.
Per la prima volta il ponte era completamente deserto. che cos’era successo?
Il capitano era li,sulla parte estrema della nave,intento ad ammirare le stelle.
<< buonasera capitano …>> lo salutai. Si girò allargando gli occhi appena mi vide
<< okay,probabilmente sono morto. Credo di essere in paradiso ed avere davanti il più bello degli angeli …>>
Sorrisi imbarazzata. Non riuscivo a respirare,per cui per smorzare l’imbarazzo cambiai discorso …
<< Jack dove sono tutti?>> lui ghignò e si avvicinò a me,seguito dal suo passo ciondolante, e le sue mani svolazzavano a destra e a manca.
<< non ci sono! Dolcezza … sei a dir poco fantastica …>> era a pochi centimetri da me. Potevo benissimo sentire il suo respiro sulla pelle e i suoi occhi era piantata sui miei. Era così bello …
<< Tu sei fantastico Jack Sparrow>>
<< capitan Jack Sparrow. gioia>>
Gli presi il cappello con una mano e lui mi prese e mi portò a se … avvicinandoci l’una all’altra.
Potevo benissimo sentire il suo profumo e mi dava letteralmente alla testa. Il capitano si chinò e premette le sue labbra sulle mie.
Era questo il paradiso. Erano le sue braccia,i suoi occhi e le sue labbra sensuali e mozzafiato.
<< vieni …>> mi prese la mano,portandomi al parapetto,e insieme ci accingemmo a guardare le stelle. Nel punto esatto del nostro primo bacio.
Mi abbracciò prendendomi da dietro,e insieme guardammo il cielo stellato e incantato
<< emh emh!questo cielo da alla perla e al tuo viso ancora più bellezza e sensualità>> lo guardai di sbieco e sorrisi
<< grazie capitano! Ma non penso che una nave possa essere sensuale>> lui sorrise e mi baciò
<< forse hai ragione dolcezza>>
Le sue labbra era calde e piene e sapevano di rhum e mare. Quel sapore mi davano letteralmente alla testa. Ma a volte le sue parole mi facevano venire tanti e tanti dubbi. E se magari diceva quelle parole ad ogni damigella che gli capitava tra le braccia? Io non volevo essere per lui solo una delle tante,ma l’unica.
<< Jack … ho paura!>>
La luna ci illuminava i volti e faceva da testimone alle mie parole
<< di cosa dolcezza?>>
<< che tu un giorno ti possa stancare di me …>>
Lui mi voltò di scatto,mettendosi di fronte a me ed accarezzandomi il viso delicatamente
<< Dolcezza, con la paura non si va da nessuna parte! E se un giorno sarai tu a stancarti di me? anche se credo sia impossibile lo so,ma nessuno può sapere quanto rhum ci sia in una bottiglia,ma non bisogna averne paura … bisogna affrontare ogni dubbio e bere lo stesso,anche se sai che quel rhum un giorno finirà! Ma approfitta di ogni momento con lui,perché inoltre hai la certezza che quel rhum vuole questo! Comprendi?>>
comprendo? Non avevo capito un fico secco di ciò che aveva detto.
Sorrise alla mia incertezza e mi baciò! Questa volta il bacio che mi aveva proposto non era di certo casto e puro come tutti quelli che ci eravamo dati,per cui mi colse un po’ alla sprovvista e provai a divincolarmi
<< che succede?>> mi chiede dopo essermi separata con la forza
Avevo il fiatone,non mi aspettavo di certo una foga del genere.
<< piccola,lasciati andare … tranquillizzati>> come se si potesse stare tranquilli con lui!
Poggiò delicatamente le sue labbra con le mie. Questa volta seguì il suo consiglio e mi lasciai un po’ andare.
In quel momento Jack mi fece letteralmente perdere la testa, Mi prese tra le sue braccia,portandomi –ancora tra le sue braccia-sotto coperta.
Stavamo andando speditamente verso la sua cabina. Aprì la porta con un piccolo calcio ed entrammo.
Mi posò delicatamente sul letto …e incominciò a baciarmi piano piano! Mi accarezzò con le sue labbra: il collo,per poi ritornare con tutta la calma del mondo nelle mie labbra,e con una mano cercò di sfilarmi il vestito.
Non potevo … si sarebbe accorto della ferita e poi non …
Non ero pronta per quello …non ora! Ero troppo imbarazzata e il mio cuore faceva piroette ad ogni secondo.
Con una mano fermai il suo intento,guadagnandomi una sua occhiata poco compiaciuta.
<< Jack io …>> mi guardò con aria supplichevole e aveva proprio la faccia da cane bastonato
<< dolcezza … proprio ora?>>
<< ti prego …>> dissi ad un filo di voce …non ce la facevo … era tutto inutile.
<< che ti succede?>> beh … mica potevo dirgli di non aver mai dato neanche il primo bacio e di essere … come dire … incontaminata?
<< dolcezza … non puoi! Proprio non puoi chiedere di non …>>
Abbassai lo sguardo …allora è solo questo che voleva da me? una lacrima mi rigò il viso,e sentì una mano calda,asciugare quella goccia prima che morisse via.
<< okay a lor dunque aspetterò con grande,anzi grandissimo,sforzo>>
Jack si sollevò da me e si mise seduto sul letto,guardandomi desideroso e voglioso
<< grazie Jack>> cominciai ad accarezzargli il viso. Era stato gentile e rispettoso. Anch’io avevo una voglia matta di stare con lui …ma la paura mi frenava e se …?
Mi sdrai sotto le coperte e lui si accucciò insieme a me e mi sorrise.
Eravamo abbracciati: lui si sosteneva con il braccio e mi guardava senza tregua,mentre io ero appoggiata al suo torace. Dovevo rivelargli ciò che provavo …
<< Ti amo …Jack Sparrow>>
<< hai omesso un capitano … dolcezza …>> mi scostai per guardarlo negli occhi … << Jack!>>
<< ti amo Chanel Bedrok>> mi sussurrò avvicinandosi a me e unendo le sue labbra con le mie.
Ci baciammo … ancora … ancora … e ancora …
Mi alzai << forse è meglio andare>> ma mi fermò con un la mano,e mi impedì di muovermi
<< non andare … puoi dormire qui … se vuoi>>
<< sicuro che non ti risulterà difficile?>>
Lui abbassò gli occhi e quando li rialzò fece spallucce e con un segno della testa mi invitò a coricarmi
<< sopravvivrò>>
Poco dopo ci addormentammo una nelle braccia dell’altro. Almeno lui dormiva,io lo guardavo in tutta la sua fierezza e perfezione.
Non avrei dormito quella notte,non potevo … non potevo chiudere occhio per paura dell’ombra e della ferita … o meglio di morire …
La luce del sole non si fece attendere a lungo e i suoi raggi illuminarono i nostri volti.
Mi alzai piano piano in modo da non svegliarlo,gli diedi un piccolo e fuggitivo bacio sulle labbra e mi alzai dal letto.
<< buongiorno. Stai già andando via?>> il mio tentativo fallì. Mi girai e me lo ritrovai a pochi centimetri da ma,con il torso nudo,dove si potevano vedere i suoi tatuaggi e i suoi muscoli.
<< si …>> risposi solo dopo essermi ripresa
Mi baciò e mi portò ancora di più a se,portando forse,involontariamente una mano sul ventre
<< ma cos?>> mi prese la camicia e la sollevò trovando così la fasciatura
<< che cos’è?>> mi chiese furibondo e con lo sguardo serio
Che cosa potevo inventargli? Abbassai subito la magliettina e cominciai a pensare al modo per giustificare la fasciatura
<< attendo la risposta!>>
<< niente Jack! I miei incubi mi hanno provocato di nuovo del sangue e mi sono messa questa fasciatura! Niente di che …>> non ci credeva,glielo si leggeva in volto
<< sai che se voglio qualcosa la ottengo no?>> mi sorrise serio.
<< certo che lo so.>>
Mi alzai,presi i miei effetti e lo guardai in tutta la sua perfezione
<< a dopo … capitano>>
Lui sorrise e mi baciò
<< a dopo … dolcezza …e sappi che indagherò su questo>>
Uscì dalla porta. doveva essere mattina inoltrata,poiché la luce del sole entrava imperterrita dagli oblò.
Raggiunsi la mia camera,entrando con delicatezza e senza far rumore. Dylan dormiva beatamente,probabilmente non si era nemmeno accorto della mia assenza. Almeno spero.
Mi sdrai sul letto,avvolgendomi con le coperte.
Mi sentivo strana … ma … felice.


NOTE DELL’AUTRICE :
Buonasera ^_^ scusatemi per l’immenso ritardo e per il disguido provocato ^.^’’
Sono stata molto impegnata con altre mie ff tra cui –per chi ama particolarmente Johnny Depp - ‘’Amore tra lo scritto’’ e ‘’Love story alla Depp’’se volete faceti un saltino ^.^ Inoltre voglio ringraziare Febe:ti ringrazio tantissimo per il commento e i suggerimenti,spero che il nuovo capitolo sia migliore di quello precedente -.-‘’ … ma comunque non farti scrupoli a fare delle critiche. Sono ben accette ^-^
e Pazza3000 :D :grazie tante per avermi recensito!mi ha fatto molto piacere. Spero che questo capitolo ti piaccia! ^:^ Un bacione a tutti :* A presto! :=)
Aishia

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Capitolo 23
*** Dura realtà... ***




Dura realtà




<< No che fai? Non osare avvicinarti! Non ti permetterò anche questa volta di … nooooo>>
Un dolore atroce mi circondò il ventre,come se una spada infuocata mi fosse entrata dentro,opprimendomi e lasciandomi inerte e priva di vita,in una parte indefinita dell’oscurità più profonda.
Ancora una volta,come tutte le altre,ero stata ferita. Ancora una volta non ero riuscita ad oppormi a quel fato dannato e crudele che ogni notte portava con se un pezzetto di vita,lasciandomi se non altro che ferite di guerra e di morte.
Ero stanca,esausta e tutto quello che stavo vivendo assumeva sempre una forma troppo reale. Non riuscivo più a sopportare il tormento di una morte infinita: appena le mie palpebre si chiudevano per concedersi del riposo da questa vita,venivo trasportata in un altro mondo parallelo,irreale,dove veniva riassunto in semplici gesti,la mia morte.
Il dolore diveniva sempre più vero e cruente,quelle immagini assumevano forma e fisionomia e quell’ombra sembrava sempre più reale,come la mia morte,come quel sangue che si insinuava senza pudore nel mio ventre,facendomi provare il dolore,il dolore di un incubo senza fine.
A volte desideravo morire davvero,per non pensare di provare quel dolore la notte seguente e quelle ancora … la morte sarebbe stata l’unica via d’uscita.
Ogni notte avveniva sempre la stessa cosa,solamente il dolore cambiava,infittendosi,a causa della spada che entrava sempre più in profondità,insinuandosi nel mio ventre e incombendo sulla mia vita.
Da lontano,sentivo una piccola e flebile vocina,con parole distinte che invocavano instancabilmente il mio nome. Sapevo a chi potesse appartenere quella vocina. Ma non potevo far nulla,non ero più padrona di me stessa.
<< Chanel! Sono qui … apri gli occhi … ti prego …>>
Mi trovavo alla deriva,in un filo sottilissimo tra la vita e la morte.
Intorno a me non c’era altro che buio. Ero avvolta dall’oscurità più profonda,senza una via di mezzo per scappare e cercare un po’ di luce. Solo un colore era contrapposto a tutto quel nero,ovvero il rosso sangue,che zampillava incessantemente dal mio ventre ferito.
Anche questa volta me la sarei cavata, mi sentivo morire a questo pensiero,poiché sapevo,che la notte seguente avrei assaporato nuovamente,il sapore del sangue e dell’agonia. Ma … pur con una fitta dolorosa al ventre,mi aggrappavo con le unghie e con i denti per riaffacciarmi alla vita.
<< Chanel? No ti prego no!>>
Aprì di scatto gli occhi. Mi ci volle solo qualche minuto per ricordarmi dove mi trovavo,non sentivo nulla. Percepivo solo un enorme peso all’altezza del ventre e un dolore lancinante che faceva male anche al solo respiro.
Abbassai gli occhi,trovando la figura del mio piccolo Alan su di me,con la testa affondata al mio petto e le mani strette ai lembi della mia veste
Portai la mia mano su di lui,accarezzandogli dolcemente la fluente testolina bionda. Si sollevò,scoprendo così,il viso pieno di lacrime e gli occhi gonfi e disperati.
<< un pirata non dovrebbe mai piangere … non lo sai?>> il suo viso sembrò rilassarsi,ma non smetteva di piangere,aggrappandosi con forza inaudita a me,continuando così, lo sfogo impaurito di un bambino,che non poteva far altro che piangere.
<< credevo … credevo che questa volta fosse la fine!>>
<< lo so,lo so … ma è tutto passato! È finita>> Lo tenevo ancora stretto a me,come una mamma che coccola il suo bambino spaventato dai tuoni. Era cresciuto troppo in fretta,e mi chiedevo se anche lui,una volta vista la luna in cielo,non provasse angoscia e inquietudine ,per un’altra notte che sarebbe passata in veglia.
Cercai di sollevarmi,aiutandomi con l’aiuto delle braccia,ma il ventre faceva troppo male,quindi abbandonai il mio intento accasciandomi lentamente. Alan mi guardò fisso … dal suo sguardo non traspariva più nulla,era come se non provasse niente,che ormai i suoi sentimenti fossero scomparsi inesorabilmente.
Mi prese dalle spalle e mi aiutò a mettermi più comoda,aderendo le spalle al cuscino,mentre per il forte dolore,chiusi forte le palpebre come protezione da questo affanno.
Appena li riaprì,vidi i suoi spalancati,sgranati,alla vista di un qualcosa posizionato all’altezza del mio ventre
Abbassai lo sguardo,trovando la bianca vestaglia,rossa come il sangue all’altezza della ferita. Chiusi gli occhi e contrassi il viso,alla vista di tutto quel sangue e li riaprì solo quando sentì un gran sospiro provenire da mio fratello
<< Chanel non possiamo continuare così!>> proferì sedendosi al mio fianco. Mi prese la mano e la strinse forte forte,mentre nei suoi occhi fece capolino un’altra lacrima,che non pensò due volte di eliminare con il palmo dell’altra mano.
<< lo so fratellino>> sussurrai cercando di mantenere il mio tono di voce più sereno possibile. Glielo dovevo! Dovevo rassicurarlo,non potevo rendere ogni sua notte un incubo e non ringraziarlo nemmeno per la sua veglia. << grazie per tutto quello che fai Alan…ti voglio bene>>
Lui sorrise e mi abbracciò.
Mi alzai,cercando di non dare a vedere il dolore a fondo ventre,come se il fuoco stesse bruciando lentamente i miei organi,faceva male da impazzire.
<< Alan mi passi i miei vestiti? Devo cambiarmi>> Lui si alzò,prendendo i vestiti pirateschi che era appoggiati disordinatamente sulla sedia e me li porte in silenzio
<< hai bisogno di aiuto?>> mi chiese portando lo sguardo sullo zampillo rosso che mi fuoriusciva dal ventre
<< no … vai pure piccolo,se ho bisogno di te ti chiamo>> lui abbassò il capo,uscendo dalla stanza,richiudendosi la porta alle spalle
Mi alzai,cercando di muovermi il meno possibile,mentre notai sotto la veste,il colore che aveva assunto la fasciatura,ormai rossa come il sangue. Un attacco di nausea mi avvolse e cercai di reprimerla,mentre toglievo la fasciatura sostituendola con una migliore e nuova. La ferita era aperta … sul punto esatto in cui tutte le notti,quell’immonda creatura mi uccideva,oltrepassando il mio corpo con la sua spada fredda e affilata.
Mi buttai sul letto,respirando profondamente. Non potevo rimanere li senza far nulla … l’aria fresca del ponte avrebbe risanato la mia anima.
Mi alzai,appoggiandomi ad ogni suolo che incombevo. Aprì la porta,aderendo il mio corpo alla superficie fredda del muro.
<< che stai facendo?>> mi chiese una piccola vocina alle mie spalle
Mi voltai di scatto. Il mio cuore perse un battito mentre vidi la figura di Alan alle mie spalle.
<< Alan … mi hai fatto prendere un colpo!>> Aveva le braccia conserte e un espressione tutta sua in volto.
<< che stai facendo sorellina?>>
<< sto andando sul ponte ... ho un gran bisogno di prendere una boccata d’aria>>
Il suo sguardo divenne divertito,mentre con l’indice della mano faceva un piccolo ‘’no’’
<< ne ho bisogno … sto bene,credimi>>
<< eh va bene,andiamo!>> Alan si appoggiò a me,prendendomi un braccio e mettendoselo attorno al collo in modo che mi potessi appoggiare,e insieme uscimmo dalla nostra camera per dirigerci sul ponte Mi sentivo morire,la ferita mi tirava in un modo pazzesco e avvolte mi sembrava di sentire del sangue zampillarmi.
Alan camminava a passo troppo veloce,mi costava tanta fatica stargli dietro << Alan ti prego rallenta!>> gli chiesi fermandomi. Poggiai una mano sulla pancia cingendomela forte e respirando rumorosamente.
<< Chanel torniamo in camera! Non ti sei ancora ripresa!>> mi prese per una spalla e afferrandomi una mano cercò di tornare indietro,ma non potevo…avevo una voglia tremenda di vedere Jack,anche se solo per un secondo
<< Alan no! solo per pochi minuti poi ritorno in camera te lo prometto!>>
<< prima ammettilo!>> mi si posizionò davanti,con le braccia conserte nel suo petto e uno sguardo serio in volto. Non mi era mai sembrato così grande come in questo momento. Stava crescendo … maturando in giorno in giorno
<< ammettere cosa?>> << che senti così tanto dolore da sentirti morire ogni volta che sospiri!>>
aveva capito tutto. Avevo cercato per così tanto tempo di non far trasparire il mio dolore,ma lui lo aveva capito e sicuramente non mi avrebbe lasciato se solo non gli avessi dato la risposta che aspettava . Sorrisi al pensiero che non potevo mentirgli …mi conosceva meglio anche di me stessa
<< ebbene si … mi sento morire ad ogni respiro … ma ora ti prego … lasciami andare>> mi guardò a lungo,cercando di studiarmi. Mi tese la mano,che non tardai ad afferrare e insieme salimmo sul ponte.
Un venticello fresco mi accarezzò il viso e l’odore salmastro del mare mi entrò dentro e non potei che respirare quel profumo di libertà.
Il ponte era pieno zeppo di pirati che con molta non curanza,svolgevano le loro menzioni,tra le urla stridule dei loro capitani .Mi girai intorno,intravedendo la figura del coniugi Turner,di Gibbs che dettava ordini a destra e a manca e di Ragetti che inseguiva il suo adorato occhi tra le assi del ponte,guadagnandosi un occhiata scocciata da Pintel. Ma di Jack neppure l’ombra
<< buongiorno ragazzi>> proferì una voce familiare alle nostre spalle. Ci girammo contemporaneamente e ci ritrovammo di fronte il capitano più bello che avessi mai visto nell’intero mar dei Caraibi.
Aveva lo sguardo fisso su di me e un sorriso sornione comparve nelle sue bellissime labbra,lasciando intravedere i suoi numerosi denti d’oro
<< Grazie Alan,ci penso io!>> proferì a mio fratello,non distogliendo lo sguardo da me. Alan lo guardò di sbieco,voltandosi verso di me alla ricerca di una conferma.
Calai la testa e gli sorrisi. Di malavoglia mi appoggiò a Jack che mi avvolse tra le sue braccia,mentre Alan lanciava occhiate di fuoco al capitano
<< puoi andare Alan>> proferì Jack,mentre non distaccava gli occhi da me. Mi sentivo qualcosa nella pancia,ma non la sensazione del sangue che fuoriusciva,ma quello delle farfalle che svolazzavano allegramente nella mia pancia. Alan se n’andò,avvicinandosi a Marty e a qualche altro pirata da strapazzo
<< buongiorno dolcezza>> mi sussurrò Jack,mentre il suo viso si avvicinava di più al mio. Aveva gli occhi inchiodati ai miei e di tanto in tanto il suo sguardo si posava sulle mie labbra,per poi ritornare con vivacità sui miei.
<< buongiorno capitano…>> proferì prima di sentire il respiro di Jack sul mio. Si avvicinò,poggiando le sue leggiadri labbra sulle mie. Mi sentì invasa da più emozioni messe insieme,mentre la mia mente era oscurata dal profumo di mare e dal sapore di rum che mi facevano impazzire le papille gustative.
Un applauso mi fece destare da quel momento di tenerezza. Tutti i pirati che stavano lavorando su quel ponte avevano visto la scena e ora battevano le mani come impazziti,fischiando divertiti e anche un po’ rallegrati.
Affondai la testa nell’incavo del collo di Jack per la vergogna,mentre lui mi baciò con un gesto dolce la fronte,sorridendo beffardo e imbarazzato (?)
Si scostò da me,guardando faccia a faccia i suoi uomini,ridendo con loro
<< Razza di luridi cani rognosi,ritornate alle vostre mansioni!!!>>senza farselo ripetere due volte,i pirati ritornarono alle loro attitudini,mentre Jack si voltò verso di me continuando a baciarmi. Gli morsi le labbra,facendolo ghignare di dolore e nello stesso tempo di piacere.
Affondò la testa nel mio collo,lasciando una scia di piccoli baci infuocati al suo passaggio, mentre le sue mani si insinuarono leggiadre sotto la mia camicia,fermandosi di botto.
Mi guardò strano,spalancando gli occhi improvvisamente
<< questo cos’è?>> mi alzò la camicia, scoprendo così, la fasciatura ancora coperta di sangue,guardandomi con uno sguardo torvo e un espressione imbestialita in viso
<< è successo un’altra volta?!>> mi domandò a denti stretti come ringhiando
Mi allontanò di botto,mentre io rimasi a occhi sbarrati per quell’atteggiamento inaspettato
<< Non è niente …>> risposi dopo qualche minuto,cercando di coprirmi più possibile quasi a voler nascondermi dal suo sguardo. Cambiò improvvisamente,diventando scuro in volto e guardandomi arrabbiato e innervosito a tempo stesso. Mi afferrò la mano,così tanto da farmi male,mentre portò lo sguardo in una parte indefinita del ponte
<< Elizabeth!>> chiamò ad alta voce senza staccare gli occhi da me << Elizabeth vieni subito!!>>
Liz si voltò verso di noi e si avvicinò a passo spedito,per poi destarsi tra me e lui
<< che succede?>>
<< portala nella sua stanza … io arrivo subito!>> mi appoggiò alla ragazza dai lunghi capelli biondi e senza dire una parola,girò i tacchi e se ne andò
Elizabeth si voltò verso di me,facendo spallucce e senza dire una parola mi portò nei dormitori,nella mia camera da letto.
Entrando mi appoggiò a letto,mentre ritornò indietro per chiudere la porta alle sue spalle
<< ma che succede?>> chiese subito dopo avvicinandosi a me
<< nulla… non succede nulla>> provai ad indietreggiare per appoggiare la mia povera schiena al cuscino ma il movimento accentuò il dolore,facendomi destare
<< nulla? Non direi proprio! Avanti Chanel … sai benissimo che puoi contare su di me>> si avvicinò a me,aiutandomi nella mia impresa,per poi coricarsi al mio fianco. Mi guardava come per esaminarmi,cercando una risposta nei mio sguardo. Aveva ragione e io mi sentì come una ladra senza via di fuga.
Alzai la camicia,scoprendo la benda che ospitava una certa quantità di sangue che non si degnava a destarsi. Il suo viso sbiancò e spalancò gli occhi,guardandomi sconvolta e amareggiata al tempo stesso << i tuoi incubi?!>> mi chiese puntando lo sguardo nei miei occhi inquieti. Io le risposi con un piccolo gesto della testa
<< perché non me l’hai detto prima?!>>
<< prima quando! Poi non c’era proprio niente da dire …>>
La porta si spalancò di botto e da essa spuntò Alan con gli occhi gonfi e uno sguardo arrabbiato. Ma cos…
<< perché non me l’hai detto?>> sbraitò a denti stretti,continuando a guardarmi indemoniato. Un brivido mi percorse tutta la schiena,non avevo capito il perché di quella sua reazione,che cosa gli avrei dovuto dire?
<< detto cosa?>>
<< che tu e Jack stavate insieme!>> sospirò cercando di badare al suo tono di voce << Chanel … diamine! è Jack>>
<< Alan lo so meglio di te che Jack è Jack! Ma credo che la mia vita privata non ti appartenga e che non sia affar tuo!>>
Quelle parole non aiutarono di certo lo spirito già imbestialito di mio fratello che si infuriò ancora di più. Non lo avevo mai visto così … avevo veramente paura …
<< non è affar mio?! La tua felicità è affar mio … diamine non lo capisci che ti sta prendendo in giro?! Questa vostra relazione è una follia e un giorno te ne potresti pentire amaramente! Ma non sarà affar mio neanche in quella circostanza,ricordatelo!>> uscì dalla stanza in fretta e furia senza lasciarmi nemmeno il tempo di ribattere!! Lo sentì farfugliare qualcosa e una seconda voce rispondere.
Elizabeth era al mio fianco con una strana espressione in volto … probabilmente la stessa che avevo assunto io. Mi voltai verso di lei e mi destai : aveva sgranato gli occhi e guardava qualcosa dal luogo in cui Alan era uscito e sentì una presenza … un ombra. Mi voltai vedendo la figura di Jack all’apice della soglia della porta.
Rimasi immobile,pietrificata da quegli occhi di ghiaccio.
<< Credo di aver sentito la voce di Will … emh … quindi vado a dopo!>> Elizabeth saltò giù dal letto,uscendo svelta svelta dalla porta,mente Jack era rimasto nella sua posizione iniziale,senza batter ciglio,probabilmente senza neanche respirare …
<< hai sentito tutto?!>> lui annuì,non distogliendo lo sguardo da me e cominciò ad avvicinarsi lentamente,mentre seguivo i suoi movimenti con uno strano nodo alla gola.
Dovevo cercare di giustificare le parole che aveva detto Alan,non volevo che si creasse un malinteso,ma dovevo trovare le giuste espressioni senza cominciare a farfugliare parole insensate e inutili come il mio solito
<< era solo arrabbiato e…>>
<< perché non me lo hai detto?!>> a cosa si riferiva? Al fatto che Alan non voleva la nostra relazione?
<< Jack io non ne sapevo niente!non credevo che pensasse questo …>>
<< perché non mi hai riferito che i tuoi incubi continuano a perseguitarti!?!>> rimasi a fissarlo …
Avevo capito male,avevo connesso quel suo comportamento alla scenata di Alan,invece stava parlando dell’effetto che i miei incubi avevano su di me e a cosa mi provocavano. Ispirai violentemente,chiudendo di botto gli occhi per la fitta di dolore ricevuta. Quando li riaprì,trovai il suo sguardo infuriato a dosso
<< ti ho fatto una domanda! Rispondi!!>> Rimasi a fissarlo spaventata. Non poteva … non poteva prendersela con me in quel modo,non ero psicologicamente pronta per affrontare la sua paternale e la sua strigliata
<< non c’è niente da dire Jack! non puoi fare niente per impedire ogni notte a quella dannata ombra di pugnalarmi,per cui non c’è motivo di creare preoccupazioni inutili Jack! Diamine perché non capisci!>>
<< non c’è motivo? Non c’è motivo?! Ma ti rendi conto della gravità della situazione?! ora dimmi: da quanto tempo vai avanti così!?>>
Stavo impazzendo. Non lo capiva che non avevo bisogno di oppressioni ma solo di qualcuno che mi stesse vicino e in silenzio?non avevo bisogno di rimproveri … sapevo a cosa andavo incontro!
<< so benissimo qual è la gravità della situazione! Jack io mi sento morire ogni santo giorno … mi sento male dentro diamine! Ogni notte mi trovo faccia a faccia con la morte e so benissimo che il giorno seguente si ripeterà questo dannato dolore che sto provando adesso .. e mi sento morire! La morte … ogni volta invoco che la morte arrivi e mi strappi da questa sofferenza … perché credimi quando dico che non ce la faccio più,perché è così! Non ho bisogno di rimproveri perché Jack io non ne ho bisogno!Ho solo bisogno di sentirmi dire che andrà tutto bene … che quello che sta succedendo non è real …>> le lacrime cominciarono ad uscire ininterrottamente dal mio viso,mentre cercavo di spiegargli i miei sentimenti,con voce rotta e il fiato corto. Non ce la facevo più … avevo solo voglia di piangere ...solo voglia di piangere … Jack sembrava pietrificato,immobile nella sua posizione iniziale. Senza dire una parola si avvicinò a me e mi abbracciò dolcemente,facendo aderire il mio viso al suo corpo. Non riuscì a trattenermi e nelle sue braccia mi sentivo al sicuro,mentre le mie lo stringevano forte forte.
<< mi dispiace … sono uno stupido! Il fatto è che ho una paura tremenda e mi sono sentito escluso dalla tua vita. Mi fa rabbia pensare che non posso fare niente per poterti aiutare! Io ho sempre trovato soluzioni a tutto,infondo sono uno dei migliori pirati che ci siano in giro,ma adesso mi sento così piccolo>>

si abbassò all’altezza del mio volto,accarezzandomi con una mano il viso pieno di lacrime,asciugando con le dita qualche goccia che scendeva giù come impazzita
<< ti prometto che metterò fine alla tua agonia. Questa è una promessa!>> mi baciò la fronte con le sue labbra,solleticandomi la pelle con i suoi baffi e la sua barba curata. << domani arriveremo a Singapore e da li cominceremo ad avere delle risposte!>>
Sorrisi e mi avvinghiai a lui,mentre appoggiò dolcemente le sue labbra alle mie.
La finestra si aprì di botto,facendo entrare un vento freddo e gelido. Rabbrividì a causa dello strano freddo che entrò in stanza.
Jack sorrise,si sollevò e andò a richiudere la finestra.
Tutto sembrò avvenire in un istante:
Il tempo sembrava essersi fermato a rallentare di botto,mentre nell’aria,proprio davanti a me si formò una polvere rosata e argentata al tempo stesso,che si avvicinò a me con una gran lentezza. Portai la mano tra quella polvere fatata ed essa sembrò aderire alla mia pelle,finendo per entrarmi dentro,scomparendo nel nulla.
Una strana stanchezza si impossessò di me e le palpebre cominciarono a chiudersi da sole.
Il tempo riprese la sua funzionalità originale. Jack ritornò da me affiancandomisi.
<< che succede dolcezza?>> mi domandò premuroso accarezzandomi il viso con le sue mani calde,portai le mie mani alle sue e lo guardai negli occhi,stanca e debole
<< ho sonno Jack … tanto sonno>> Jack mi baciò a fior di labbra e mi mise sotto le coperte
<< Riposa! Rimarrò con te per un pò …>> chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal torpore della sua pelle e dal suo abbraccio.

**


Aprì gli occhi dolcemente,mentre un piccolo mal di testa mi tormentava la fronte e qualcosa mi fischiava nelle orecchie.
Mi sollevai lentamente e mi guardai intorno. Mi trovavo nella mia camera da letto e una piccola luce giallastra popolava la mia camera da letto:era mattina!
Lo stomaco non faceva male quanto ieri e mi accorsi di essermi addormentata. Alan era nell’altro lato del letto e dormiva beatamente come un bambino. Stanotte non mi ero svegliata? Ripensandoci non avevo fatto nessun incubo particolare. Oddio non avevo fatto i miei soliti incubi che mi perseguitavano da tantissimo tempo. Non potevo credere ai miei occhi …
Mi sollevai cercando di ricordare qualcosa. Nella mia mente navigavano delle parole che non mi lasciavano in pace e delle figure che non avevo mai visto prima mi ronzavano nella testa incessantemente << Chanel!>> mi voltai di scatto verso la voce che mi aveva chiamata. Era mio fratello che si era sollevato dal letto,probabilmente si era appena svegliato e mi guardava strano,con tanti occhi e un espressione imbambolata in volto
<< sei sveglia?>> mi chiese stupito. Quella domanda sembrò più una costatazione che una vera e propria domanda. << non hai fatto nessun incubo stanotte?>> continuò con voce più sopraelevata
Una forma di stupore misto a felicità si impossesso di me. Qualcosa era cambiato,ma cosa?
Finalmente dopo mesi e mesi di agonia ero riuscita a scampare a quella dannata ombra e al sapore del sangue

Sopracoperta, delle voci arrivavano sino alla nostra camera e per la curiosità andammo a vedere ciò che era successo
Sul ponte erano tutti indaffarati,mentre una piccola folla stava ammirando i battibecchi tra i due capitani
<< bene scenderemo in quattro>> proferì Barbossa,accarezzando amorevolmente la piccola scimmiette che era accoccolata sulla sua spalla
<< no Barbossa siamo troppo pochi! E poi chi saremo?>> Barbossa girò lo sguardo verso Jack,guardandolo dal basso verso l’alto,assumendo così una faccia maestosa e solenne
<< chi saremo? Chi l’ha mai detto che TU ci sarai!>> la faccia di Jack diventò talmente buffa da causare le risa di tutta la ciurma me compresa. Posizionò un dito di fronte all’uomo e assunse un aria solenne in viso
<< e di grazia…con chi pensate di andare?>> L’uomo sorrise malefico e dondolando su stesso, si avvicinò a me,avvolgendomi le spalle con un braccio
<< io,i Turner e la tua donna … qui presente>> con un movimento della testa mi indicò,mentre vidi Jack cambiare più volte colore e il suo sguardo accecarsi di rabbia
<< nonono! Non lascio la mia donna nelle tue sporche manacce!>> un brivido di percorse la schiena alla parola ‘’mia donna’’ e assunsi una faccia da ebete,mentre un filo di bava probabilmente stava uscendo dalla mia bocca spalancata
<< Hai paura della rivalità Sparrow?>> oddio questo discorso stava assumendo delle pieghe e delle sfumature non proprio piacevoli,e l’oggetto della discussione ero io!
<< assolutamente no! sono il Capitano Jack Sparrow se ben ricordi. Ho solo paura che con la brutta faccia che ti ritrovi le possa venire la nausea>>
<< allora caro Sparrow,scendi tu!baderò alla Perla!>> Jack sbiancò di botto,ma non cedette,non avrebbe mai messo a rischio la sua adorata Perla!
<< nonono non c’è la lascio la Perla nelle tue mani!>>
<< Hai paura che le venga la nausea?>> chiese con il sorriso sotto i baffi mentre Jack ci pensava su
<< no! ho paura della rivalità!>> Barbossa alzò gli occhi al cielo e aprì automaticamente la bocca per ribattere,ma a questo punto intervenni io.
<< va bene piantatela!non vorrei immischiarmi ma non so fino a che punto arriverà la mia sopportazione! Beh … se scendete entrambi,lasciando il comando della Perla a qualcun altro?>> un applauso partì dal resto dei mozzi al mio fianco e i due furono costretti ad ascoltarmi.
Si avvicinarono a me come delle sanguisughe,lanciandosi sguardi infuocati
<< ebbene miss Bedrok … voi chi proponete?>> chiese Barbossa con il suo solito tono altezzoso.Mi voltai verso gli uomini della nave,facendo finta di pensarci su
<< Alan,Elizabeth … voi rimarrete sulla neve,insieme a … emh ..Pintel e Ragetti..>>
<< che cosa? Chanel..non se ne parla nemmeno! Io verrò con voi!>>
<< e anch’io!>> proferì Alan ponendosi di fronte a me insieme ad Elizabeth
<< io sono d’accordo con loro… potrebbero esserci utile>> mi voltai verso la voce che mi aveva contraddetta,trovandomi Jack con le mani conserte e lo sguardo serio.
<< Capitano… Terra!>> urlò a squarciagola l’uomo di vedetta,causando l’attenzione di tutti i componenti della Perla Nera.
Persi un battito e mi precipitai in men che non si dica sul ponte di comando,mentre Jack prese il cannocchiale per esaminare la situazione.
Nessuno di noi parlava,si sentivano solo i nostri sospiri crescere mentre aspettavamo la conferma del capitano
Jack chiuse di botto il cannocchiale,tenendo sempre gli occhi bassi
Barbossa ci raggiunse aspettando la risposta tanto attesa
<< allora Sparrow! Parla!>> Un sorriso comparve nel volto di Jack e uno sguardo furbo prese vita nel suo volto
<< preparate la scialuppa. Scenderemo a Terra!>>
Un urlo popolò la nave e tutti i presenti si misero in moto per preparare gli ultimi preparativi per scendere a Terra.
Più ci avvicinavamo più prendevamo coscienza che presto avremmo rimesso i piedi a terra. La vita in mare era bellissima,ma ogni tanto noi poveri pirati avevamo bisogno di uno stacco per riprender aria.
Ma l’isola aveva un qualcosa di strano e non solo io avevo avuto quest’impressione. Mi avvicinai a Jack,che si trovava ancora sul ponte di comando. Guardava ancora l’isola senza fiatare.
<< Jack? Qualcosa non va!>>
<< me ne sono accorto,dolcezza!>>
Persi un battito quando arrivammo all’apice di Singapore,le nostre impressioni erano fondate. L’isola era andata completamente distrutta e la fortezza principale non era altro che un immensa distesa di frammenti di mura e cenere
Attraccammo e scendemmo a terra.
Mi sentì una mano afferrarmi e bloccarmi,mi voltai e vidi Jack,fermo dietro di me e con lo sguardo serio
<< resta sempre vicino a me!>> mi comandò a denti stretti.
Più andavamo avanti per raggiungere la fortezza,più ci rendevamo conto che di essa rimanevano solo brandelli di muro.

Le fiamme stavano completando l’opera di distruzione,mentre sul pavimento c’erano ancora i corpi esamini dei servitori di Tai Huang,il figlio di Sao Feng.
<< sembra che sia passato un uragano>> sospirai vedendo quell’orrore. In ogni parte mi voltavo,trovavo solo desolazione. Che cosa era successo?
<< questo ’’uragano’’ ha smesso di mietere vittime da poco miss Bedrok!>> proferì Barbossa avanzando piano tra i frammenti di mura che fino a poco tempo fa appartenevano alla fortezza.
<< Capitano! Quello è Tai Huang!>> urlò a squarciagola un uomo,correndo a più non posso
Lo seguimmo, cercando di mantenerci a passo e il mio cuore si fermò di botto.
Nel muro,infilzato con dei chiodi,c’era un uomo ferito a morte,pieno di sangue e con una spada infilzata nello stomaco.
<< Oddio!!!>> gridò Elizabeth abbracciando forte Will
Io ero rimasta in mobile,senza più la forza di parlare e di dire semplicemente una parola. Chi poteva aver fatto tutto questo?
<< Tai!>> sussurrò Jack,avvicinando lentamente all’uomo
<< Tu … tu sei Jack Sparrow,ne vero?>> proferì l’uomo con la voce rotta dal dolore
Jack non si scoraggiò ma si avvicinò a l’uomo senza batter ciglio
<< sono ioTai! Chi è stato a distruggere Singapore!?>>
<< Lui..lui era qui! Ha distrutto la nostra..la mia città..e ha preso il medaglione.>>
<< lui chi?>>
<< ascoltami Jack Sparrow..non è quello che sembra..lui è un uomo.. ma con i medaglioni diventa una bestia dai poteti inimmaginabili..>>
<< Tai chi è lui..>>
<< lui è..lui è..James Cleverbot.>>
Quelle parole fermarono il battito del mio cuore. Cleverbot aveva distrutto Singapore e ucciso delle persone innocenti. La prossima sarei stata io
<< Tai? ha detto dove sarebbe andato?>>
<< To..to..Tortuga..>>
Ad un tratto prese l’ultimo respiro e si lasciò andare,dicendo addio a questa vita,morendo per colpa di uomo crudele e senza anima

ORA TUTTO SI FACEVA PIU’ DIFFICILE..FRA POCO IL NOSTRO NEMICO SAREBBE VENUTO A CERCARMI..


Note dell'autrice:
salve a tutti!!!! ^___^ vorrei scusarmi per l'enorme ritardo,no non sono scomparsa nel u.u
allora vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la storia tra: le seguite,le ricordate e le preferite ^.^ e invitarli a lasciare anche il loro parere u.u
Vorrei fare un accenno sulla storia:
Tai Huang non è un personaggio da me inventato,ma è il figlio leggittimo del defunto Sao Feng! U_u
vorrei ringraziare infine Pazza3000 e Febe Allison Weasley per le loro recensioni ^_^ grazie ragazze!!! spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^_^
ora devo andare! ci vediamo a presto
un bacione
Aishia



Modifica del 25 dicembre
augurii a tutto il magnifico popolo di EFP!!! ^_^ vi auguro un bellissimo natale e di ricevere tanti tanti regali u.u
Ancora auguri!!!
un bacio :*

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Capitolo 24
*** Sogni e decisioni ***


Salve a tutti marinai!! ^_^ mi scuso per l’enorme ritardo! No,non vi ho abbandonato e prometto che cercherò di essere puntuali! Giuro solennemente! Prima di lasciarvi al capitolo vorrei farvi una piccola parentesi così da ricollegare il tutto e riprendere da dove ci eravamo lasciati:

Chanel è sempre devastata dagli incubi che si fanno sempre più persistenti e si teme appunto per la sua vita,poiché l’ombra che sconvolge le sue notti diventa ogni volta più reale e così come le pugnalate che le infligge che provocano in lei ferite troppo infauste e dolorose! L’ultima notte però … la giovane ragazza è invasa da uno strano bagliore che le dona un senso di pace e di quiete,così per la prima volta dopo tanto tempo può riposare tranquillamente e non sogna la sua ombra ma qualcosa di diverso!

I nostri eroi,arrivati a Singapore per cercare uno dei medaglioni in custodia a Krest,figlio legittimo di Sao Feng! Trovano una amara sorpresa!una violenta notizia che li travolge: La città è completamente rasa a suolo e nulla sembra essersi salvato! Ma Jack vede in lontananza una figura di un uomo e avvicinandosi scopre appunto che si tratta di Krest,ormai morente e agonizzante.
Quest’ultimo rivela ai nostri eroi che l’artefice di tutto è James Cleverbot ed è stato lui a devastare la città e a requisire il medaglione e scopre inoltre che è diretto a Tortuga per prendere il penultimo medaglione!L’ultimo infatti è in possesso di Chanel che ora si trova sbaragliata e senza via di fuga! Ora cosa succederà ai nostri eroi? Lo saprete nelle prossime puntate u.u


Sogni e decisioni

La situazione si stava velocemente degenerando: Krest,figlio legittimo del defunto Sao Feng,era morto senza lasciare il trono a un suo possibile successore e senza tralasciare uno dei nove pezzi da otto,donatogli da Elizabeth il giorno stesso della sua incoronazione. Il tempo a nostra disposizione stava per scadere e stava per giungere al termine della sua folle corsa mentre io ero ignara di quanto ne fosse rimasto a nostra disposizione. Quella palla infuocata che contaminava l’immenso cielo azzurro stava diventando sempre meno nitida,segno che la porta trai mondi stava per chiudersi,non permettendoci così di terminare la missione affidatoci e di ritornare nel nostro mondo.

Eravamo da poco ritornati alla Perla,con animo sconfitto e sbaragliato mentre gran parte dell’equipaggio trafficava ciò che era rimasto di vagamente utilizzabile per la riparazione della Perla o qualche oggettino di valore trovato tra le macerie e i resti delle case ormai spazzate via da quel terremoto che aveva contrastato gran parte dei Caraibi.

Eravamo tutti affranti e abbattuti e l’equipaggio-a mio avviso- si scambiava troppi sguardi fuggenti o battutine poco piacevoli riguardante la nostra sorte o quella del Capitano che se ne stava tranquillo come una pasqua sul ponte di comando a parlare beatamente con Will ed Elizabeth.

Ero appoggiata al parapetto della Perla Nera mentre le mie mani accarezzavano morbosamente quella superficie liscia e legnosa,così nera e raffinata da poter sprofondare nell’oscurità di quel legno pregiato. I miei occhi era piantati,come attirati da una potente calamita sulla terraferma: Guardavo come ipnotizzata la città di Singapore o ciò che vi era rimasto!Ormai non esisteva più nulla. Solo macerie e fumo e mi sentì improvvisamente invadere da un senso di malinconica e afflizione!Tutto stava accadendo così velocemente … e mentre noi stavamo belli e beati, molti uomini stavano perdendo la vita a causa di un destino non loro! Il mondo stava andando in rovina. Quest’era stava giungendo al suo tramonto e se così sarebbe stato la nostra avrebbe smesso di esistere.

Qualcosa mi fece desistere dai miei pensieri fuggenti: udì in lontananza dei passi marcati sulla superficie lignea della nave e lo stritolio del legno e voltandomi vidi in tutta la sua scompostezza,una figura robusta e massiccia dai lunghi capelli argentei dirigersi goffamente sul ponte di comando,affiancandosi al trio di manigoldi

<< ordini capitano! >> balbettò mastro Gibbs ponendosi in posizione d’ascolto. Jack gli riservò un occhiata fuggente e continuò il suo chiacchiericcio con il brunetto e la dolce consorte,proseguendo a gesticolare senza pudore,non prestando così attenzione al pover’uomo. Soffocai una risata quando il povero Gibbs divenne rosso dalla rabbia e si intromise per ripicca e dispetto tra i tre .Quell’uomo nel mio mondo avrebbe potuto fare il comico!

<< Jack ascoltami! Jack è importante>> Impossibile non ridere alla scena:

Gibbs cercava in tutti i modi di attirare l’attenzione del capitano della Perla Nera conosciuto –per chi non lo conosceva affatto- per la sua astuzia e temperanza. Infatti quest’ultimo, per non sentire le blaterazione del suo quartier mastro cominciò a parlare da solo evitando ogni contatto con il gigante buono,finendo anche per gesticolare incessantemente

<< senti Jack! L’equipaggio si sta parecchio innervosendo e se non ti vuoi ritrovare su una bella isoletta ti conviene datti da fare,capitano!>> Jack si immobilizzò all’istante,fermando le mani a mezz’aria e si voltò flebilmente verso il mastro che per tutta risposta gli riservò un grande sorriso con tanto di pernacchia

<< e perché non me lo avete detto prima mastro Gibbs? Per giusta punizione vi toccherà lavare l’intero ponte! e comunque dite agli uomini che la situazione e del tutto sotto controllo! Per un unico e solo motivo>>

<< ma capitano! È quale sarebbe questo ‘’motivo?’’>>

<< che avete a che fare con capitan Jack Sparrow >> concluse Jack con un vasto e maestoso inchino degno della sua fama. Decisi di salire anch’io e aiutare la buon’anima del povero mastro Gibbs deriso da Jack e irriso dai coniugi Turner che al posto di aiutarlo se la ridevano alla grande!

Mi allontanai dal parapetto e salì le scale che mi separavo dal ponte di comando,cercando di ascoltare attentamente la discussione tra Jack e mastro Gibbs ed esaminare meglio la situazione. Dopotutto i discorsi del mastro non andavano del tutto sottovalutati e magari anche lui,come me,aveva notato lo strano comportamento dei pirati

<< si capitano … ma questo non calmerà gli animi dell’equipaggio!>> concluse infine mastro Gibbs,snervato anche lui dal fare strafottente del capitano che cominciò a smangiucchiarsi le unghie non prestando attenzione al resto. A volte sembrava che non gli importasse di niente e di nessuno

Elizabeh aveva perfettamente ragione ma l’unico a non averlo ancora capito era il capitano della Perla Nera! Jack si voltò lentamente verso di lei e con fare noncurante le si avvicinò a passo svelto,costringendola a indietreggiare e la povera donna sbattè violentemente contro il parapetto della Perla,ritrovandosi a pochi centimetri dal viso del suo capitano << e di grazia miss Swan hai già una probabile soluzione così da illuminare le nostre povere menti?>> Elizabeth si ritrasse disgustata e sventolò la mano a mezz’aria così da allontanare l’insopportabile odore di rhum che emanava Il capitan Jack Sparrow!

<< se solo ci fosse un segno! Anche un sogno>> monologò il capitano parlando da solo. In quel momento mi ritornò alla mente un particolare non del tutto irrilevante. Arrivati a quel punto nulla andava preso sottogamba o sottovalutato! Tutto andava preso in considerazione e niente messo da parte

<< Jack ti devo parlare>> intervenni con tono allarmato e superiore di qualche decibel. Non potevo starmene con le mani in mano aspettando la pappa scodellata!Ora che il problema era venuto a galla dovevo prendere la palla al sbalzo e intervenire con un particolare che del resto non sarebbe stato irrilevante.

I presenti si voltarono verso di me,aspettando che dicessi almeno qualcosa << beh devi sapere>>

<< mi scusi miss Bedrok ma non mi sembra il momento per delle smancerie>> mi voltai di scatto andando a sbattere contro la figura massiccia di un uomo abbastanza robusto e dal viso invecchiato e segnato dall’età,mentre una caterva di rossi ricci gli incorniciavano il volto lungarino.Accompagnato come di consuetudine dalla sua allegra e fedele scimmietta immortale

<< Barbossa>> sussurrò Jack a denti stretti e ingoiando il nodo che gli si era formato alla gola alla vista del tutto sgradevole del capitano in seconda. Lo guardai torvo con il desiderio di incenerirlo con il solo sguardo! Non potevo permettergli di zittirmi

<< ma Jack è importante!>> un peso mi premette la pancia,prima leggermente e poi sempre più forte! Finché non ricevetti un grosso spintone che mi fece volare all’indietro. Sbattei contro il petto di Will che fortunatamente mi prese al volo. Solo allora mi accorsi della mano rugosa e piena di calli del capitano dalla chioma infuocata

<< tutto bene Chanel?>> mi chiese Will guardando nella mia stessa direzione. << si! >> risposi senza distogliere gli occhi da Barbossa che in tutta risposta mi riservò uno sguardo maligno e divertito! Gli avrei fatto passare presto la voglia di ridere. Mi avvicinai a Jack e al suo compare in seconda cercando di spegnere quella tensione che si era formata nell’aria.

<< Jack … Jack. Jack!!>> le urla di Barbossa superavano alla lunga quelle mie. Ora mi stavo veramente innervosendo,presi un respiro profondo,inalai più aria possibile e …

<< JACK QUESTA NOTTE HO SOGNATO EVA BENS!!!>> tutti i presenti si voltarono verso di me guardandomi con tanto d’occhi mentre io cercavo furtiva di ritornare nel mio antecedente posto così da poter parlare senza il bisogno che mi fuoriuscissero i polmoni dal petto. Jack diede un occhiataccia a Barbossa per poi soffermarsi su di me << continua cara! E il prossimo che osa interromperla farà una visitina a Poseidone!>> tossicchiai una o due volte e cominciai a raccontare il mio sogno:
<< Non ho sognato proprio la sua figura ma la sua voce!Mi diceva queste esatte parole :

Colui che ardite non potrà esser sconfitto da mani umane …
Ma solo da colei che avrà dentro di se la luce …
La luce potrà essere trovata tra le acque dorate di un fiume e su … una grotta piena di diamanti!e grazie a quel bagliore scoprirete l’identità di colei
che possiede dentro di se la forza per sconfiggere le tenebre

Cercai di ricordare l’esatte parole che erano fuoriuscite dalle labbra della donna mentre i presenti mi guardavano sbalorditi o meglio dire tra lo stupore e l’incredulo. In quel momento mi sentì così stupida e piccola. Passarono minuti di silenzio che in quel momento mi sembrarono anni,decenni,millenni. Avrei dato di tutto per sentire anche la più piccola vocale,finchè quel silenzio non fu smontato da una piccola vocina in lontananza
<< la prescelta hai detto? E come possiamo ritrovarla?>>mio fratello sbucò improvvisamente dal nulla facendomi irrigidire. Una delle doti di mio fratello Alan era il teletrasporto,poteva sbucare dal nulla e quando meno te l’aspetti << esattamente>> risposi prima di prendere una lunga boccata d’aria e continuare << mi ha detto anche che per trovarla dobbiamo cercare uno scettro chiamato ‘’scettro de la vida’’ . Ho ripensato tutta la notte a luogo dove possa essere … ma niente! Non mi è venuto in mente nulla!>>

<< acque dorate ha detto Miss?>> ripeté a gran voce il caro Barbossa toccandosi morbosamente la folta barba dello stesso colore dei suoi capelli. Lo guardai scettica,indecisa sul da farsi. Non riuscivo a fidarmi di lui e di quello sguardo tenebroso che incuteva timore. Mi dava l’aria di una persona infame e non degna della mia fiducia ma non avevo altra scelta. Dovevamo avere tutto l’aiuto possibile,anche da uno come Barbossa … soprattutto da uno come Barbossa.

<< Si! Ma non capisco se si tratti di una similitudine,una metafora o cosa … quali acque possono essere dorate?>>
<< acque dorate … acque dorate … mmh peggio del rompicapo dello scrigno!>> Jack tamburellava incessantemente sul timone della nave e quel suono non mi aiutava di certo a riflettere meglio! Avrei venduto mio fratello pur di farlo smettere
<< e se fosse uno sviamento? Cioè Chanel ti ricordi quando da piccoli giocavamo a Rebus? Ogni cosa non era mai come sembrava e vi era sempre una via secondaria!>> La supposizione di Alan era molto più che logica! Effettivamente le acque erano trasparenti e non esistevano dal colore dorato,altrimenti ne avrebbero parlato anche nei libri di storia! C’era qualcosa che a noi sfuggiva: per quale motivo le acque assumevano un colore dorato?

<< il sole!>> esclamò improvvisamente Elizabeth guadagnandosi la nostra attenzione. << e se le acque assumessero un colore dorato per via dei raggi del sole?>>
<< giusto …>> reiterò Gibbs << ora dobbiamo solo trovare il luogo dove le acque diventano dorate al sole e con una grotta con dei diamanti!>> un grattacapo era stato risolto,ma la seconda parte era più difficile poiché solitamente l’acqua attira i raggi del sole ed è per questo le sue acque diventano dorate. Quindi qualunque fiume,lago può avere un colore dorato!

<< Trovato!>> gridò Alan puntando l’indice in su! Mio fratello era un genio a Rebus quindi poteva benissimo risolvere qualsiasi grattacapo,ma questa volta non era un gioco, era la vita vera e in ballo c’erano le nostre vite << Chanel ti ricordi il posto dove siamo atterrati?>> ripercorsi i meandri più profondi dei miei ricordi e ritornai a Port Royal dove …
<< Alan sei un genio!!!>>
<< di grazia potreste farci l’onore di riferire anche a noi?>> chiese con tono retorico il vecchio lupo di mare in versione Barbossa! Mi avvicinai a Jack mentre il resto del gruppo si strinse a noi per ascoltare con più attenzione << Jack a Port Royal,nel luogo dove siamo approdati,vi è una cascata! È difficile non notarla perché su di essa vi emerge una grotta rialzata e tempestata di diamanti! Ad un punto preciso della giornata ossia quando il sole è nel punto più alto del cielo,i suoi raggi si proiettano in modo diretto sulle sue acque e sui cristalli della grotta provocando così un cambiamento: le acque per qualche minuto diventano completamente dorate! È uno spettacolo bellissimo! È difficile non notarlo e rimanerne indifferenti!>>
<< ci siamo!>> gridò a gran voce mastro Gibbs trasportato dal nostro stesso entusiasmo! Mio fratello mi si gettò addosso aggrappandosi con tutta la sua forza al mio collo,Will avvicinò a se Elizabeth stampandole un delicato bacio a fior di labbra mentre Jack rubò la fiaschetta di mastro Gibbs cominciando a bere il liquore caldo e giallastro al suo interno

<< non festeggiate troppo miei cari>> esclamò Barbossa facendoci voltare contemporaneamente verso di lui << ricordate dove dobbiamo andare? Non possiamo essere in due posti contemporaneamente,quindi dobbiamo decidere quale sia la priorità e lasciare l’altra al dopo>> la felicità scomparve come per magia dai nostri volti e tra noi calò il silenzio. Barbossa stava dicendo il vero e quindi: che fare? Quale doveva essere la nostra priorità?
<< priorità o non priorità questo è il dilemma>> Jack cominciò a farfugliare cose insensate come al solito cominciando a gironzolare dietro di noi << e se il dilemma battesse la priorità?>>
<< eh?>> Alan
<< Oddio cosa bisogna fare per far comprendere una cosa: allora noi siamo in una nave che deve andare in due posti opposti l’una dall’altra giusto?>>
<< giusto!>> enunciammo in coro. Si questo lo avevamo capito anche noi ma adesso cosa c’entrava?
<< e non ci possiamo dividere in due giusto?>>
<< Jack! Piantala e vai al punto diamine!!>> lo interruppe Barbossa guadagnandosi i nostri sguardi più che compiaciuti << va bene va bene! Beh e se fossimo noi a dividerci a metà? Non dico dividere la Perla in due per amor del cielo ma … requisire una nave e andare così in due direzioni diverse!>>
<< si ma quale nave?!>>
<< quella nave!>> Jack puntò il dito sull’orizzonte e noi rivolgemmo lo sguardo verso il punto preciso da lui indicato. Mi avvicinai al parapetto puntando lo sguardo all’orizzonte,dove in un punto impreciso una nave armeggiava tra i mari << è troppo lontana non ce la faremo mai!>>
<< Caro William ti ricordi che nave è questa? E chi è il suo capitano? Quindi cazzate la drizza,su con gli ormeggio,calate le vele e a tutta dritta!!>>
La Perla nel giro di qualche secondo si immise tra le acqua verso l’orizzonte …

**

<< avete un piano?>> chiesi con il vento trai capelli e l’odore di salsedine che mi tempestava il volto
<< non hai mai sentito parlare d’improvvisazione?>> mi canzonò Jack guidando il timone mentre una strana luce gli lampeggiava negli occhi. Avevo imparato che nel gergo di Jack il termine nautico ’’ requisire’’ significava ‘’rubare’’ e non che condividessi le sue idee ma al momento non avevamo altre vie di uscite! E del resto avremmo salvato il mondo e con questo li avremmo ripagati << io invece ce l’ho un piano!>> pronunciò Barbossa guardandomi fisso negli occhi. In quel momento e non sapevo perché mi sentì per la prima volta presa in considerazione da quell’uomo …



Eccomi qui ^^ Mi scuso sempre per il mio enorme ritardo! Sapete: la scuola,i compiti,la scuola e ancora la scuola non si trova più tempo ne per scrivere ne quanto meno per aggiornare! Ma finalmente ho trovato un buco ed eccomi qui!^^
Rincuoratevi! Non ho lasciato in sospeso solo questa storia u.u anche altre … che ormai avranno fatto addirittura la muffa! .-. Se siete interessati,sono alle prese con:Luna rossa, La Rosa Nera, Love story alla Depp (per chi ama il grandissimo Johnny Depp!) molte One short! U,u
Benissimo! Penso di aver detto tutto! Comunque vi lascio all’altro capitolo che ho pubblicato contemporaneamente a questo per farmi perdonare! Un bacione e a presto!
Aishia

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Capitolo 25
*** due navi e due storie ***


Salve a tutti!! ^^ se avete indicato ‘’ultimo capitolo ‘’ andate a quello precedente perché ne ho aggiornati due in una volta sola :D altrimenti mi sto zitta e vi lasciò continuare la storia in santa pace :X


due navi e due storie




<< aiuto vi prego! Aiutatemi!!!>> cominciai ad urlare con tutta la foga che avevo in corpo cercando di attirare l’attenzione della maestosa nave che si prostrava orgogliosa di fronte a me,con delle bianchissime vele candite e con la scritta Oceanya che armeggiava fieramente su di essa!
Le onde sbattevano imperterrite su di me,spinte da un vento freddo che non aiutava di certo il mio flebile corpo,contrastato dall’impeto dei violenti cavalloni che si insinuavano su di me,sul mio viso e molto spesso mi inondavano interamente facendomi inghiottire una gran quantità d’acqua salata. Mannaggia a me e a quando avevo accettato il piano folle di quell’uomo. Ma non potevamo solo attaccare?

<< bene miss Bedrok voi sarete l’assoluta protagonista del piano!>> aveva enunciato fiero l’uomo dalla chioma infuocata. Una strana luce armeggiava tra i suoi chiari e fui costretta ad ingoiare uno strano nodo che mi si era formato alla gola. Non sapevo perché … ma avevo uno stranissimo presentimento. E ora? Ora eccomi qui aggrappata con le unghie e con i denti a un bauletto di legno,cercando di farmi notare da una ciurma di manigoldi! Barbossa l’avrebbe pagata cara e anche Jack che non si era minimamente opposto a quel piano suicida! Il suo concetto di amore era molto minimizzato. Mi stavo ricredendo su tante cose,soprattutto sui sentimenti che provava per me.Se veramente provava qualcosa …

<< donna in mare!>> urlò finalmente qualcuno che si accorse della mia presenza. Improvvisamente sentì una serie di rumori incondizionati e quando alzai gli occhi per capire meglio la situazione,vidi schierati sul parapetto una grandissima quantità di marinai! Molti urlavano con i loro vocioni enormi,altri si movimentavano per darmi soccorso!
Passarono diversi secondi che in quel momento mi parvero anni e quando ormai stavo perdendo anche l’ultima speranza sentì una voce maschile chiamarmi << tenga!!>>. A pochi passi da me fu buttata una corda piuttosto spessa. Mi chiedevo quasi come mi potesse reggere,ma non indugiai oltre e mi aggrappai ad essa. Diedi un flebile sguardo all’orizzonte,verso un punto oscurato dalla nebbia e la vidi: La Perla Nera!

<< Si aggrappi signora! Forza! Un ultimo sforzo e ...> mi sentì tirare per la camicia e due grossi omoni mi aiutarono a salire sulla nave!Mi buttai come per morta sul pavimento del vascello senza nemmeno la forza per respirare e con un gran senso di nausea. Sentì come una forte irritazione alla gola e qualcosa mi opprimeva all’altezza del seno non facendomi respirare adeguatamente: cominciai a tossire e a sputare acqua! Mi sentivo morire e avvertì che le forze mi stavano a mano a mano abbandonando. Mi distesi sul legno scuro,aderendo la schiena ad esso e cercai un modo per riprendere a respirare .Un uomo alto e magro mi si posizionò di fronte. Alzai gli occhi cercando di vedere il volto di uno dei miei salvatori,ma a causa del sole e della sua luce accecante fui costretta a ritrarmi e abbandonare il mio intento.

<< milady sta bene?>> l’uomo si inginocchiò vicino a me e questa volta riuscì perfettamente a vedere il suo viso: indossava un uniforme bianca e un cappellino da marinaio che raccoglieva i suoi capelli scuri e qualche filo gli ricadeva candidamente sul viso scurito dal sole,mentre dei languidi occhi blu mi guardavano con un intensità da lasciarmi di stucco. << milady?>> mi richiese con tono apprensivo << si>> risposi solo dopo essermi ripresa dall’impatto. Era molto giovane,poteva avere si e no una trentina d’anni o forse molto meno. Un brivido mi percorse l’intera spina dorsale e un gelone mi attraversò il corpo. La piccola bava di vento che si avvertiva nell’aria non mi aiutava a reggere la temperatura!L’acqua era molto fredda e i miei vestiti erano completamente bagnati. Sentì poco distante da me dei piccoli ghigni e cominciai a guardare ad uno ad uno gli uomini che popolavano la nave! Avevano tutti un sorriso strano e improvvisamente mi sentì nuda e scoperta e per l’imbarazzo abbassai lo sguardo: fu li che notai la mia camicia bianca completamente trasparente!

Mi strinsi,avvinghiandomi, cercando di coprirmi il più possibile. L’uomo che avevo di fronte lanciò un occhiata furibonda al resto dei presenti,dopodiché di sollevo si tolse con un piccolo gesto la camicia,scoprendo così i suoi addominali scolpiti e mi avvolse l’indumento intorno << Charles>> sussurrò vicinissimo al mio viso << Chanel>> risposi di rimando allontanandomi da lui. Mi aiutò a sollevarmi << venite vi porto nei miei alloggi milady così che vi possiate cambiarvi … e magari riposare un pò>> questo era un colpo di fortuna! Potevo controllare così la parte inferiore della nave e cosa ospitavano le stive e inoltre controllare la situazione a bordo passando inosservata,mentre la Perla attendeva cauta e ferma il mio segnale! Charles mi avvolse un braccio intorno alla vita e gentilmente mi accompagnò nei suoi alloggi. Mi accorsi solo dopo essere entrata che si trattata della cabina del capitano. Quell’uomo era più importante di quanto sembrasse

<< si cambi milady! Dentro l’armadio potrete trovare dei vestiti concioni a una bella donna come voi … appena vi sarete ripresa salite sul ponte di comando se vi aggrada>> sorrisi della sua gentilezza e quando richiuse la porta cominciai a guardarmi intorno: era un ampia stanza con una grande finestra che permetteva un ottima visuale dell’esterno!La Perla non si vedeva ma sapevo esattamente la sua posizione. O Almeno speravo!

Aprì l’armadio: un pomposo vestito scarlatto con dei pizzi neri e qualche diamante sparso nella scollata scollatura a V << fantastico>> pensai tra me e me,ma dopotutto non potevo far altrimenti. Mi lanciai sul letto facendo aderire la schiena al materasso comodo e chiusi gli occhi cercando di far riposare la mente e il corpo! Non potevo credere di aver accettato il losco piano di uno come Barbossa ed essere caduta in una trappola del genere. Non sapevo il vero motivo delle attenzioni ‘’privilegiate’’ di quell’uomo,ma di certo un motivo c’era! E io dovevo tenere gli occhi aperti per scoprire cosa si nascondeva sotto quella veste! Mi alzai delicatamente, tolsi i miei vestiti pirateschi indossando –con molte difficoltà- quell’enorme tenda. Ora toccava all’esplorazione della nave. Uscì dalla porta richiudendomela delicatamente alle mie spalle. Solitamente le navi non erano molto diverse dalle altre,quindi gli interni dovevano essere formati quasi tutte alle stesse maniere! Ma perché non facevano come nel mio secolo? ‘’Stiva a 5 m’’?

Imboccai la destra poiché prima di arrivare alla cabina del capitano avevo notato i dormitori per i marinai. Quindi optai per la logica. Mi ritrovai in un vicolo cieco: davanti a me vi era solo una porta con tanto di lucchetto. Che cosa mi aveva insegnato Will? Presi una forcina che avevo trai capelli,la conservavo poiché era l’unica cosa che mi restava del mio secolo e la immisi nella serratura cercando di aprirla
<< fatto!>> esclamai quando la porta di fronte a me si spalancò interamente. Mi guardai intorno e decisi di entrare. Di fronte a me? Il paradiso terreno! La stiva era interamente zeppa di lingotti d’oro,fucili,statuine di qualunque altezza! Questo sarebbe stato un delizioso bottino!! Oddio … stavo cominciando a pensare come Jack!
Un rumore mi fece desistere e uscì di fretta richiudendomi la porta alle spalle. Intravidi un ombra proiettata nel muro e che fare?? << Miss? Che ci fate voi qui?>> oddio …

<< Charles menomale che vi ho trovato! Vi cercavo e mi sono persa!>> mi avvicinai a lui facendogli gli occhi dolci! Solitamente quando lo faceva mio fratello funzionava!Mi strinsi a lui e cercai con tutte le mie forze di inumidirmi gli occhi con le lacrime <> mi sorrise,avvicinandosi al mio campo limite. Dovevo cercare un modo per sviarlo e … << Charles … mi potete fare un piacere?>> gli domandai arrossendo e abbassando lo sguardo. Mi sorrise e mi continuò a guardare con i suoi occhioni blu,posando lo sguardo anche sulla mia scollatura vertiginosa << mi potete alzare la lampo del vestito?>> mi voltai scoprendo le mie spalle nude e bianche e poco dopo sentì le sue gelide mani sulla schiena << siete bellissima>> mi sussurrò baciandomi il collo.

Okay Chanel sei diventata una vera esperta nel campo della seduzione. Sorrisi e sentì le sue mani sulla vita.
Mi voltai prendendogli le mani e insieme salimmo sul ponte dove tutti i marinai erano alle prese con le loro mansioni. ma mi cominciarono a fissare ad uno ad uno come se non avessero visto una donna in vita loro. Charles mi prese la mano e la baciò

JACK POV
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Il piano a quanto sembrava stava riuscendo alla grande! Stavamo solo aspettando il via libera di Chanel,dopodiché avremmo attaccato! Non capivo mai l’utilità di un piano programmato! Preferivo alla lunga: l’improvvisazione,la mia fedele spada e una bottiglia di rhum! Seguivamo L’Oceanya da un po’,stando bene attenti a rimanere nel campo limite della foschia e della fitta nebbiolina che si era sparsa allegra nell’aria! Vedevo a malapena il mio naso! Ma dov’era finito?!
<< capitano! L’Oceanya è alla portata dei cannoni!>> strillò mastro Ragetti facendo roteare l’occhio di legno! Nonché era disgustosamente disgustoso!Fui costretto a fare qualche passo indietro! Oltre al naso avrei perso anche le orecchie senò! << bene mastro! Mi dia il cannocchiale!>> lo intimai con una voce possente!

<< emh no signor capitano!>> intervenne l’omino spelacchiato affiancandosi all’amico. Alzai un sopracciglio e li guardai accigliato: osavano contraddire l’ordine del capitan Jack Sparrow!?
<< e perché mai occhio di legno e testolina spelacchiata?>> i due si diedero un leggero sguardo di sfuggita e decisi che era il momento opportuno per prendermi l’oggetto!<< preso!>> proclamai vittorioso. Pintel diede un occhiata ammiccata all’amico e si allontanarono velocemente non prima di aver gridato un ‘’gambe in spalla!!!’’ Quei due oltre ad essere orrendi erano anche strani! Presi il cannocchiale e cominciai a vedere al suo interno: la nave si vedeva sfocata ma le persone si potevano distinguere anche se non perfettamente perfette!

<< ah ecco Chanel! Ma chi è quello??>> la vidi in una veste del tutto pomposa con una deliziosa scollatura che lasciava intravedere buona parte del suo seno. Ma non poco distante dalla sua deliziosa e succulenta figura vi era un altro uomo! Ma non potevo essere io! Non Jack tu sei qua …come fai a essere qua e la? Ma se quello non so io quello chi è? E gli stava facendo pure il baciamano!! Questo è troppo!!!<< fuoco!!!>>

<< cosa? Contrordine >> esclamò Barbossa venendomi vicino,guardandomi con la sua aria da svitato come faceva sempre! << che stai facendo Jack?>> mi chiese con aria pacata e con un piccolo sorriso tra le sottili labbra <> << ecco bravo datti fuoco! Ma non a quella nave! Ancora stiamo aspettando il segnale della tua dolce donzella che a quanto vedo si sta dando parecchio da fare!>>
<< mmh!! Ti sbagli o forse la nebbia ti sta dando alla testa?>>

Chanel pov
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<< non ho mai visto angelo più bello di te>> mi sussurrò con un filo di voce avvicinandosi sempre più al mio viso. Gli sorrisi imbarazzata e mi voltai,appoggiando le braccia al parapetto e fissando lo sguardo verso un punto impreciso dell’orizzonte. Avevo ancora la sua giacca tra le mani e gliela porsi ma un colpo di vento arrivò con tutta la sua furia e la fece volare,finendo dritta sull’acqua. Mi voltai veramente mortificata ma lui non si scompose e mi sorrise! Si voltò,adagiando le sue mani sulle mie spalle nude e mi avvicinò a lui,abbassandosi alla mia altezza in modo da potermi guardare negli occhi<< lo so che è troppo presto Chanel ma voi credete all’amore a prima vista? Io adesso si …>> mi sussurrò soffiandomi sul volto. si avvicinò lentamente finchè non sentì le sue delicate labbra sulle mie. Aveva un buon sapore e le sue labbra erano tenere e morbide e poi …

Un qualcosa arrivò a pressione dall’esterno facendoci volare dall’altra parte della nave e una gran nuvola di fumo di sparse nella nave. Non vedevo niente …da lontano sentivo solamente delle voci e riconobbi tutto questo come una BORDATA!! La Perla Nera si stava dirigendo in tutta fretta verso di noi. Che cosa li aveva spinti a farlo senza il mio segnale? Improvvisamente mi ritornò alla mente la giacca di Charles e magari l’equipaggio lo aveva intrapreso come il segnale!
<< All’attacco!!>> sentì una voce piuttosto familiare che ricollegai a Marty. Il panico mi assalì e uno strano magone mi si attaccò allo stomaco.

<< preparate i cannoni !è un bordata>> gridò invece un uomo dell’Oceanya. Cercai di fuggire mettendomi a riparo dalla fonda dei cannoni. Rimanendo li sarei stata un facile bersaglio,per cui mi presi di coraggio e cambiai rifugio! Pregando Iddio di non essere accidentalmente colpita!
<< Chanel!!!>> gridò Charles in lontananza!Non aveva riparo ed si trovava al centro della nave: Li si sarebbe fatto sicuramente ammazzare!<< Charles>> mi ci buttai a dosso prima che una bomba lo potesse travolgere << cessate il fuoco! Ci consegneranno la nave di loro volontà!!>> gridai a squarciagola cercando di farmi sentire dai pirati. Come se non aspettassimo altro incominciò a piovere e questo non migliorò di certo la visuale e la neve si era fatto più fitta che mai!Mi sentì afferrare e qualcuno mi voltò mi scatto!mi trovai il viso di Charles ad occhi spalancati e supplichevoli << tu sei dei loro!!>>proferì con un tono di voce che sfociava nell’incredulo. abbassai lo sguardo e quando lo rialzai vidi una lacrima fuoriuscire dai suoi occhi <> << All’attacco!!>> Mi alzai di scatto sentendo la voce di Jack mentre i cannoni non smettevano il loro processo. Ma non dovevamo salvaguardare la nave?

<< ChaneL!!>> pronunciò Jack quasi urlando. Mi voltai verso di lui << ordina di cessare il fuoco Jack!>> lui mi prese per un braccio e mi avvicinò a se << non stiamo colpendo alla nave ma all’acqua! Solo che provoca lo stesso effetto>>
<< si Jack ma ordina di smettere! Consegneranno la nave di loro spontanea volontà!>> Jack alzò la pistola al cielo e sparò un colpo e qualche secondo dopo i cannoni smisero i loro balletto improvvisato e sulla nave tornò la calma.
<< se permettete capitano … >>Jack si alzò. Guardo prima me e poi portò lo sguardo su Charles,indicando con un breve cenno del capo la grande distesa azzurra. Non dimenticherò mai lo sguardo che mi riservò l’uomo e mi sentì una traditrice … una PIRATESSA Charles si alzò flebilmente e ferito sia nell’animo che nell’orgoglio e ordinò ad uno ad uno di tuffarsi in mare. Prima di farlo anche lui,mi guardò intensamente e mi si avvicinò lentamente << Chanel … avrei preferito che fosse finita in un’altra maniera>> mi prese dai fianchi e mi attirò a se,stampandomi un caloroso bacio sulle labbra e poi si buttò nelle acqua come il resto dei suoi uomini.


**


<< ora dobbiamo solo stabilire chi andrà a Tortuga e chi a Port Royal>> sussurrò Elizabeth guardandoci uno ad uno
<< tu e mio fratello andrete a Port Royal così starete a sicuro>> pronunciai categorica riservandomi le lamentele di mio fratello Alan che cominciò come di consuetudine a brontolare incessantemente come un bambino di tre anni! Non avevo ne la voglia ne il piacere di cominciare a discutere. Mi sentivo una sporca bugiarda e traditrice di me stessa! Avevo mandato a morire dei uomini che mi avevano salvato la vita,avevo rubato la nave a coloro che mi avevano dato ospitalità su essa,avevo tradito un uomo che mi aveva sussurrato parole d’amore!

<< no! Chanel io voglio venire con voi!>>Il mio fratellino non cambiava mai e questo mi fece sorridere del resto! Io ero cambiata ma almeno lui era rimasto lo stesso! mi abbassai alla sua altezza e gli scompigliai i capelli biondi e ricciolini che tanto adoravo << Alan io non posso andare a Tortuga e lo sai … e se tu vieni con me chi li guiderà alla sorgente?>>Il mio fratellino sembrò convincersi e si strinse a me cingendosi al mio petto.

Eravamo partiti da due giorni con la meta prefissata verso Tortuga. Il vento era dalla nostra parte quindi non ci avremmo messo molto,circa due o tre giorni. L’Oceanya invece ce ne avrebbe messi il doppio per andare e ritornare.

Tra l’equipaggio c’era sempre quel filo di tensione che travolgeva un po’ le cose,ma quantomeno la situazione si era normalizzata e per quanto mi riguarda non avevo visto più quelle occhiate fuggenti che si scambiavano solitamente i marinai. Invece io stavo tutt’altro che bene,soprattutto moralmente: ero troppo preoccupata per Alan anche se era abbastanza al sicuro tra le cure amorevoli di Liz e la protezione di Will che aveva deciso di seguire la compagna per sentirsi al sicuro …

Era notte fonda e sulla Perla come ogni sera vi era baldoria e festeggiamenti dovuti a un motivo poco preciso. Io e Lius eravamo lontani da tutta la sfrenatezza,appoggiati al parapetto ad ammirare quello spettacolo che la vita era pronta ad offrirci giornalmente e senza pretendere nulla in cambio
<< allora … fra poco si arriverà alla battagli finale eh?>> esclamò Luis spezzando il silenzio che si era formato tra di noi. Gli sorrisi e tirai un lungo respiro prima di rispondere con un tono piuttosto malinconico
<< eh si! Spero solo che andrà tutto bene …>>
<< non ti preoccupare Chanel andrà tutto a meraviglia! Poi tu stai svolgendo il tuo compito con grazie e maestria>> sorrisi imbarazzata e un pensiero mi annebbiò la mente

<< luis? Se tutto questo sarà finito tu cosa farai? Tornerai da Eva Bens?>> lui rise di gusto lasciandomi interdetta <>
<< bene!>> risposi compiaciuta. Era la cosa migliore pensare positivo. Altrimenti saremmo arrivati alla pazzia! Tra la nostalgia di casa e tutto quello che stava accadendo la pazzia non era la cosa migliore!
<< emh emh!!>> una voce alle nostre spalle ci fece sobbalzare. Mi voltai di scatto trovandomi a pochi passi la figura di Jack con tre bottiglie di rhum: due in mano e una riposta nel taschino della giacca

<< scusa mio caro Luis ti ho dato forse il permesso di parlare alla qui presente per te signorina Bedrok?!! O forse ti ho affidato un compito che tu non hai svolto svolgendo un’altra attività che non ti è permesso svolgere ma che stai svolgendo?comprendi?>> rimasi per qualche minuto stupita riformulando la frase contorta di Jack e solo dopo qualche minuto riallacciai il significato << no signor capitano!>> rispose Luis cordialmente << beh allora sciò sciò! Fila su!>> Luis se ne andò lasciandomi sola con il capitano della Perla Nera. Mi trovai un po’ in imbarazzo per ciò che era successo con Charles e mi sentì un po’ in colpa ma in fondo non dovevo esserlo! Barbossa mi aveva dato un ordine e io lo avevo semplicemente seguito! Inoltre era stato lui a dirmi che potevo fare ciò che ritenevo giusto per la riuscita del piano e Jack non aveva battuto ciglio!
<< ehi>> mi sussurrò Jack talmente serio da farmi quasi paura << ehi >> risposi di rimando. Mi lanciò un lungo sguardo intenso che mi fece salire un brivido su tutta la spina dorsale
<< vieni!>> mi incalzò cominciando a camminare con passo lento e ciondolante come al solito. Se solo non lo conoscessi avrei giurato che fosse ubriaco fradicio.

Lo seguì senza fiatare arrivando così nei dormitori:nella sua cabina.
Si fermò di botto e si voltò verso di me,facendomi cenno di entrare:
Entrai e richiuse le porte alle sue spalle. La stanza era completamente buia ,solo la luce lunare proveniente dall’esterno rischiarava la stanza,facendomi intuire la percezione e le forme del luogo.
Mi sedetti sul letto mentre guardavo la sua figura avvicinarsi lentamente. Alla fine prese una sedia vicino al tavolo e si avvicinò a me,ponendosi ai pieni del letto! Mi accarezzò dolcemente le gambe lasciando una scia di calore al solo tocco
<< è tanto che non stiamo un po’ da soli>> sussurrai più parlando con me stessa che con lui. Tra di noi non c’era più lo stesso rapporto di prima e questo mi dispiaceva molto! Mi mancava stare con lui …

<< è già!>> rispose prima di una lunga pausa di silenzio << oggi vederti li è stato … straziante>> alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi neri e resi più intensi grazie alla luna,che facevano della sua immagine un vero è proprio Adone. Era una cosa rara sentire Jack esprimere le sue emozioni,sentimenti … questo voleva dire che ne aveva necessariamente bisogno e io adoravo quando si comportava in quel modo: mi faceva quasi tenerezza
<< perché?>> sussurrai abbassando gli occhi colpevole intuendo già la possibile risposta
<< beh … gioia … non lo so! Sai che non sono bravo con le parole o forse le parole non sono brave con me! Ma comunque volevo solo sapere se … ti sei innamorata di quell’uomo?>>innamorata?
<< perché pensi questo? Lo sai che non è lui che amo …>> arrossì improvvisamente,avvampando. Abbassai la testa sperando che non lo notasse e il bagliore della luna non mi scoprisse <>

<< l’amore non è uguale alla gratitudine Jack! Charles è stato molto gentile con me e io l’ho ripagato requisendogli la nave e buttandolo in mare! Mi sono sentita un ingrata e si … un pirata!>>
<< Charles? Ora è Charles?>> non potevo vederlo ma il suo tono di voce era nient’altro che sorpreso << Jack!>> lo canzonai e rise << lo so … le prime volte può essere difficile ma poi te ne fai una ragione e diventa un abitudine! Poi non devi fartene una colpa: senza di te sarebbero finiti in acqua senza più un cuore pulsante nel petto,mentre invece il cuore gli batte ancora!Non so ancora per quanto ma questo non è più fatto che ti riguarda … cara…>>
<< hai ragione>> sorrisi. Si,lui mi faceva ridere! Sapeva sempre trovare un modo per farmi ritornare il sorriso … è questo era uno dei motivi perché lo amavo

<< si. Ma questo non spiega però quel bacio che vi siete scambiati mia cara!>>Alzai un sopracciglio e lo guardai divertita. Questo significava che Jack era geloso? Non potevo credere alle mie orecchie!
<< sei geloso Jack?>> chiesi quasi ridendo << io? geloso?Neee>> poi mi guardò e ci penso un attimo su<> si buttò letteralmente su di me,cominciando a farmi il solletico e a baciarmi … dappertutto!
Lo guardai un secondo,quel tanto che serviva a perdermi nell’immensità dei suoi occhi scuri e senza lasciare la visuale mi avvicinai al suo viso lasciandogli un flebile bacio sulle sue labbra. Lui sorrise e cominciò a baciarmi in modo travolgente,incondizionato,senza freni. Il contatto con i suoi baffi mi provocò un po’ di solletico e cominciai a ridere freneticamente,facendo vibrare la mia voce nell’aria. Sentì il tocco gelido delle sue mani sulla spalla,scendere lungo la schiena e arrivare sotto la camicia,intrufolandosi all’interno. Lo fermai con la mano,impedendogli di proseguire oltre << Jack non credo che …>> Sospirò! Un respiro carico di emozioni,sensazione e sentimenti che mi fecero letteralmente impazzire e pentire di averlo frenato

<< ne ho bisogno Chanel! Ti ho aspettato per troppo,troppissimo tempo! Non puoi negarmelo dopo che ti ho vista baciarti con un altro!>>Pensavo alla cosa giusta da fare. Ed era questo il mio problema: pensavo troppo! E se per un giorno avessi lasciato spazio al cuore anziché alla mente?Significava così tanto la felicità per me …e io ero felice solo tra le braccia di Jack! Solo con lui … Per la prima volta volevo provare a legarmi a lui in un altro modo! Lasciando spazio a tutto quell’amore che avevo messo da parte per troppo tempo! Nella mai vita avevo lasciato spazio sempre agli altri,anche alla mia stessa felicità … ma questa era l’ora di dire basta!L’amore aveva un prezzo così alto?Basta! avevo deciso …
Gli sorrisi e gli stampai un dolce bacio a fior di labbra. Forse non si aspettava quel gesto improvviso e lo sentì irrigidirsi. Ma fu una cosa momentanea perché riprese immediatamente stabilità del suo corpo e nel giro di qualche secondo mi ritrovai sotto di lui. Avevo il fiato corto mentre le sue mani si insinuavano con lentezza sopraumana sotto la mia camicia,accarezzandomi dolcemente i seni e si abbassò cominciando a baciarmi le labbra,il collo,il seno. Le sue mani scesero molto più in giù intrufolandosi nei miei pantaloni,cercando di sciogliere l’imbracatura

<< hai qualche problema capitan Jack Sparrow?>> risi di gusto vedendolo dannarsi con i pantaloni << sai com’è gioia,con i vestiti da donna sono un vero e proprio portento ma con quelli da uomo non ho così tanta esperienza …fatto!>> mi tirò giù i pantaloni scoprendo le mie lunghe gambe nude. Mi imbarazzai un po’ quando cominciò ad accarezzarle lentamente non smettendo di guardarmi fisso per poi spostare lo sguardo sui miei occhi e guardarmi con uno sguardo malizioso. Gli tolsi la giacca scoprendo il suo dorso nudo e pieno di tatuaggio e percorsi i lineamenti del suo corpo fino ad arrivare al braccio e poi al polso dove riconobbi la sua famosa P tarchiata dal fuoco.
Ci levammo gli ultimi indumenti che ci separavano fino ad essere completamente nudi e vogliosi. Non avevo mai desiderato Jack così ardentemente come allora. Il suo sguardo mi immobilizzava ed era così bello e intenso che ci avrei fatto l’amore solo a guardarlo. per la prima volta in vita mia mi sentì veramente bellissima,mentre lui desiderava me e nessun’altra .Si sdraiò su di me e mi sentì spingere l’addome con la sua virilità e con una mano mi accarezzava le gambe fino a giungere lentamente verso il mio contorno coscia e spingere con lentezza sovraumana dentro di me,causandomi qualche fitta di dolore che dopo qualche breve secondo si trasformò in intenso piacere. Amavo lui e il modo in cui le sue mani mi accarezzavano con maestria,oppure i suoi sguardi vogliosi e desiderosi … ma l’importante era che lo amavo in maniera incondizionata. Arrivammo insieme al culmine del piacere e cercai con tutta la forza che avevo in corpo di non gridare per non essere scoperti ma era difficile tra i suoi sospiri e i suoi desideri.

Le sue labbra erano incollate alle mie e la sua bocca baciava ogni centimetro del mio corpo,mentre mi aggrappavo con forza alla sua schiena cercando di controllare il mio respiro che cresceva insieme al suo
<< Jack!>> sussurrai appagata e compiaciuta. Lui mi sorrise e si coricò al mio fianco. Mi strinsi su di lui e appoggiai la testa sul suo petto!nell’incavo tra la spalla e il collo,lasciandomi travolgere dal suo abbraccio
<< sei bellissima>> mi sussurrò baciandomi il collo e le labbra. Gli sorrisi e mi sollevai per poterlo guardare più intensamente negli occhi. Mi chinai su di lui mordendogli il lobo dell’orecchio e quando risalì chiusi il nostro amore in un bacio. << Ti amo>> gli sussurai con il fiato corto. Lui mi sorrise e insieme ci abbandonammo all’intenso calore dei nostri corpi …
Adesso c’eravamo solo noi due … senza interferenze e sotterfugi! Solo noi due e il nostro amore …



Eccomi qui!^^
Non ammazzatemi vi prego! U.u per farmi perdonare ne ho aggiornato due! :/
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e alcune parti,si intende quali xD,non ho potuto approfondirle per il raiting giallo! Ma purtroppo non mi conveniva alzarlo visto che siamo quasi alla fine! Qualche capitolo e mi levo tra i piedi! Siiiiiii *urlarono in molti* scusate per gli errori,anzi ORRORI ma non ho avuto il tempo per rileggerlo .-.’’ comunque chiedo sempre venia u.u
Vi prometto che non mi farò attendere a lungo ^^
Vi mando un grosso bacio e alla prossima amici !!!
Aishia

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Capitolo 26
*** ritrovamento ***


ritrovamento




Venni scomposta da qualcosa di freddo sulle labbra che mi fece aprire gli occhi di scatto. Trovai una figura che a causa del buio non era perfettamente visibile e riuscì a riconoscerla grazie al suo profumo di rhum mescolato con la fragranza del mare. Sorrisi quando appoggiò nuovamente le sue labbra sulle mie

«buongiorno …» mugugnai mettendomi più comoda e portandogli una mano in viso,accarezzandogli da prima gli zigomi pronunciati e poi le sue bellissime labbra contornate da un sorriso tipico del pirata

« buongiorno gioia! Hai dormito bene? » soffiò ancora attaccato alle mie labbra. questa domanda mi sembrava più che altro un interpretazione retorica «dormito? No. Non ho dormito affatto questa notte Jack… ma questa volta non per via dei miei ‘’adorati incubi’’»

Rabbrividì quando sentì il tocco della sua mano sul mio ventre e poi sulle mie spalle nude e nel giro di pochi secondi mi ritrovai schiacciata dal suo corpo mentre il mio viso era invaso dal suo respiro. Era buio ma potevo perfettamente distinguere i suoi occhi sui miei e mi sentì invasa da un piccolo brivido che mi percorse lentamente l’intera spina dorsale

« è un ottimo rimedio per farti continuare a vivere tesoro! Da giorni stavo riflettendo sulla soluzione per i tuoi incubi e puf! Finalmente ne ho trovato una! Efficace e perfettamente appagante … da provare per ogni notte quindi! » sorrisi di botto come una bambina e affossai la testa tra l’incavo del suo collo e la spalla,lasciandogli flebili baci,facendo così sorridere anche a lui.

Mi prese con due dita il mento rialzandomi il viso e racchiuse quelle parole in un bacio,mugugnai qualcosa quando sentì la sua lingua cercare spasmodicamente la mia. Avvertì su di me il peso del suo corpo che si muoveva lentamente sul mio e il suo membro premere sul mio ventre. Non potevo resistere a quella sensazione di estasi assoluto: dovevo averlo!

Mi voltai,invertendo le posizioni,ritrovandomi sopra di lui con le gambe che combaciavano con le sue e incominciai a baciare il suo ombelico mentre sentivo la sua eccitazione premere su di me e il suo fiato farsi improvvisamente corto.

« sei unica! » proferì a fiato corto mentre socchiuse gli occhi e contrasse la mascella.

Dall’altra stanza avvertì dei passi persistenti che sbattevano sul legno,facendo un rumore talmente assordante da svegliare anche un morto ma non ci prestai attenzione benché avevo ben altro a cui pensare … fin quando …

«Jack! Jack! Jack siamo sulla via giust …» la porta si spalancò di botto e da essa spuntò un Gibbs tutto trafelato che appena si accorse della posizione del suo capitano si immobilizzò,spalancando gli occhi e la bocca,restando li fermo a fissarci.

Sbiancai di botto e mi coprì con il lenzuolo che era posto disordinatamente in una parte del letto,cercando di coprirmi il più possibile mentre Jack scoppiò a ridere vedendo l’espressione imbambolata del buon vecchio mastro che continuava a guardarci senza dir nulla

« Jack fai qualcosa! » gli ringhiai imbarazzata. Jack si sollevò puntando il peso sui gomiti e diede un leggero sorriso al mastro «va bene mastro Gibbs! Arrivo subito! Ma se permettete»

« eh? Ah sisi emh… si! » si voltò di scatto sbattendo contro l’anta della porta e uscì frettolosamente,maledicendo ad alta voce il suo spirito avventato

Jack mi guardava sornione con un sorriso sulle labbra,mentre mi coprì il viso con le mani per non lasciar trapelare la voglia che avevo di lanciargli un calzino in faccia. Sentì la sua mano sul mio viso e mi scostò una ciocca di capelli che mi era ricaduta sul viso

« tutto bene gioia? »

« non so chi uccidere prima: se te o lui! »

« e io che ho fatto!?» si sollevò,avvicinandosi a me e accarezzandomi flebilmente le braccia mentre lo guardavo in ogni più piccolo gesto,accorgendomi di essere più innamorata che mai. Jack aveva il potere di far bollire il sangue ma far cessare la rabbia solo con un gesto di affetto. Gli presi il viso tra le mani e gli lasciai flebile bacio a fior di labbra. Questo lo fece sorridere

« Non hai sbarrato la porta e ora il caro vecchio Gibbs ci ha visto in posizione non proprio appropriata alla situazione! Sai com’è … »

«Non preoccuparti gioia!ho tutto sotto controllo e sai perché? »

«mica hai intenzione di ucciderlo o strappargli via la lingua?!!? » scattai guardandolo sconvolta,lui sorrise e mi puntò un indice davanti agli occhi«no! anche se non è affatto una cattiva idea ma il ponte è lurido e ha bisogno di una bella lucidata! Gibbs è perfetto per questa mansione! Comprendi gioia? »

Sorrisi e –dopo esserci vestiti,di malavoglia …- salimmo sul ponte di comando cercando di comprendere la nuova situazione.

L’Oceanya era ancora affiancata alla Perla in attesa degli ultimi rifornimenti per cominciare il lungo viaggio verso Port Royal.Presto mi sarei divisa da mio fratello e dalle persone che amavo senza la consapevolezza di rivederli … questo pensiero mi logorava l’anima.

Salita sul ponte cominciai a guardarmi intorno alla ricerca di mio fratello e lo intravidi vicino a Will ed Elizabeth che confabulavano su un qualcosa a me non chiaro

«Ragazzi! » i tre si voltarono nella mia direzione e mi precipitai ad abbracciare mio fratello,dandogli un sonoro bacio in fronte

« Finirai per uccidermi!» lo guardai di sbieco passando poi nelle braccia di Liz che si strinse a me. Gli occhi mi si velarono di lacrime e notai che anche i suoi non erano da meno.

« Bada a quell’imbranato di mio fratello e tu stai attenta! »

« è in buone mani! E poi mi sa che mi dovrai raccontare un po’ di cose! » capì la sua illusione dallo sguardo malizioso che mi lanciò. Sorrisi e li guardai mentre si imbarcarono nella nave. Diedi un ultimo sguardo al mio piccolo fratellino e alla chioma bionda al suo fianco e fui costretta ad ingoiare il nodo che mi si era formato alla gola. Nel giro di qualche secondo il vento li aveva già allontanati da me e L’Oceanya era in balia dell’orizzonte.


Passarono solo pochi giorni da quando le due navi si separarono per svolgere i determinati compiti che si erano prefissati. L’Oceanya stava per subentrare in un piccolo pezzo di terra di Port Royal così da attraccare e recuperare il famoso scettro che avrebbe mostrato loro le sembianze della famosa prescelta: colei che avrebbe annientato James Cleverbot,disarmandolo dai suoi poteri.

« Calate l’ancora!!! » gridò Will mentre ammirava estasiato il paesaggio che aveva di fronte. Ritornare a Port Royal gli sembrava quasi strano,era tanto che non rimetteva piede nella terra in cui era nato e cresciuto,così come miss Swan,con lo sguardo una nota di nostalgia e timore.

Appena toccarono il terreno il piccolo ragazzo dalla chiama bionda e riccioluta respirò a fondo l’aria del porto,mentre la piccola brezza del mare gli accarezzava il viso,trasportando con se dei piccoli odori trasportati dal vento

« finalmente! » proferì tastando con i piedi il terreno duro sotto i piedi,mentre una donna dai capelli biondi gli si avvicinò,scostandogli i capelli con una mano

« non vedevi l’ora eh Alan? »

« e già Liz! Dopo così tanti giorni in mare … la terra è un toccasana! » la donna sorrise e si voltò di scatto quando sentì un rumore alle sue spalle. Si voltò trovando la figura del suo sposo,scendere tutto trafelato dalla passerella di legno e raggiungerli in gran fretta

« su tesoro muoviamoci! Ci riposeremo quando saremo arrivati alla cascata. Forza uomini sbrigatevi a scendere! » Will lasciò un lieve bacio ad Elizabeth per poi rivolgere lo sguardo verso Alan che lo guardava interdetto e confuso

« Alan tu ricordi dove siete approdati tu e tua sorella? »

« si … credo di si! Non è poi così lontano da qui.Seguitemi!» Detto fatto la ciurma iniziò in cammino,seguendo la piccola testolina bionda che marciava accostato a Will e alla moglie.

Molti nella ciurma confabulavano, parlottolavano e bisbigliavano cercando di non farsi sentire. Come potevano fidarsi di un moccioso che beveva ancora il latte dalla mamma? Erano restii a fidarsi,chissà dove li avrebbe condotti il ragazzino! E per lo più non riuscivano a fidarsi del maniscalco e della consorte. Loro ubbidivano solo a loro capitano: capitan Jack Sparrow e già si fidavano poco.

Entrarono in una fitta foresta,dove gli alberi erano così grandi e alti da coprirli interamente,lasciando intravedere solo qualche pezzo di cielo dalle nuvole grigie e terse. Il sole si stava avvicinando al punto più alto del cielo e se volevano ritrovare quelle acque dorate dovevano sbrigarsi e far in fretta.

Dopo poche ore arrivarono nel punto pre-stabilito : intorno a loro continuavano a prostrarsi alberi giganti e poco lontano,vicino a delle rocce,intravidero una piccola cascata dalle acque trasparenti e limpide.

« e ora che si fa? » chiese il pirata occhio di legno,voltandosi verso il compare senza capelli. Quest’ultimo fece spallucce e si voltò verso il bambino

« che hai da guardare! Sono solo un bambino io … non mago Merlino! »

« mago chi? » chiese Pintel increspando le labbra «Merli … oh lascia stare! »

« dobbiamo aspettare che il sole sia nel punto più in alto del cielo … e a quel punto beh … dovrebbe accadere qualcosa! » riferì funesto Will aizzando la vista verso il cielo. Dovevano esserci vicini e mancava poco al momento fatidico. Tutti rimasero in silenzio mentre i loro occhi erano piantati sull’enorme palla di fuoco e sui piccoli movimenti. Quando il sole si pose nel punto più alto nel cielo i loro fiati si smorzarono e tutti rimasero in attesa di quel qualcosa.

« e allora? Qui non succede niente! » proferì mastro Pintel portandosi le mani ai fianchi « si invece! Guarda! »

Dei piccoli cristalli che si trovavano dentro le acque cominciarono a brillare colpiti dalla forte luminosa luce del sole,assumendo una tonalità quasi dorata. Tutto aveva un nonché di magico. I visi dei presenti si illuminarono e spalancarono le bocche increduli di fronte a quell’innato spettacolo

« ci siamo! » proferì estasiata Liz avanzando verso quelle acque. Tutti i presenti seguirono il suo esempio ed entrarono funesti dentro le acque,coprendosi gli per via dell’accecante luce che proveniva sotto di loro. Alan era vicino alla cascata e il sole proiettò qualcosa proprio all’interno,illuminandola.

Il bambino incuriosito si avvicinò lentamente,colpito da quel luccichio proveniente all’interno e si ritrovò come per incanto in una grotta,all’interno della cascata.

Era una grotta buia e cupa illuminata solo dal chiarore della luce solare. Restio,cominciò a camminare verso l’interno della piccola caverna stando ben attento a dove metteva i piedi,mentre la grotta a mano a mano che subentrava si allargava. Quando arrivò alla fine rimase ammaliato da ciò che si mostrava ai suoi occhi. Li dentro era completamente pieno d’oro,anche le pareti era d’orate e delle piccole fiaccole illuminavano tutti un unico punto: un altarino dove giaceva lo scettro.

Si avvicinò cauto esaminando a torno a se tutta la ricchezza che popolava quel luogo e per la prima volta in vita sua scorse in se stesso un senso di avarizia che lo rendeva impotente. Quanto avrebbe voluto prendere un solo lingotto d’oro ma una vocina dentro di se gli ordinava fermamente di prendere lo scettro e correre via.

Seguì il consiglio della vocina,prese lo scettro e corse via,non accorgendosi che la terra sotto i sue piedi cominciò a tremare come se fosse scossa da un violento terremoto. Cominciò a correre con tutte le sue forze,udendo un forte trambusto provenire dietro alle sue spalle. Finalmente fu fuori!

«Alan! Che fine hai fatto ci hai fatto venire un colpo ma.. »

Elizabeth,vedendo quello che aveva in mano si paralizzò,cosi come il resto della ciurma …

«e allora? Perché siete cosi imbambolati? dai andiamo»



Tadaaaan :D
Eccomi finalmente con un nuovo capitolo ^^
Mi vorrei scusare prima di tutto per il mio enorme ritardo! Sapete com’è no? quando di mezzo c’è la scuola tutto è perduto DX io non ne posso più e voi?
Volevo dirvi che il capitolo non doveva finire così ma poi veniva una pergamena o.o quindi ho deciso di dire Stop e metter punto ^^
Spero comunque che sia di vostro gradimento :) ma consideratelo come … si! Un capitolo di transizione ^^’’
Ora vi lascio! Fatemi sapere la vostra eh? xD
Un bacione grosso :*
Aishia

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Capitolo 27
*** Dall'inizio alla fine ***


Dall' inizio alla fine




L’Oceanya era già in viaggio da qualche giorno,diretta come perseguitata dal diavolo in persona verso il tanto sospirato porto di Tortuga,sperando che la sua ammiraglia,la Perla Nera, vi fosse già attraccata e che tutto fosse andato secondo i piani.
Il viaggio non era stato di certo una passeggiata,con le acque agitate e il sole cocente,i poveri pirati non avevano avuto un attimo di tregua e quell’isoletta tanto ambita sembrava ormai irraggiungibile. Una soglia inaccessibile nell’immenso mar dei caraibi.
Il mare era sempre stato la casa e la dimora di ogni uomo che aveva scelto la vita da pirata. L’odore salmastro del mare e il suono delle onde che si scontravano l’un l’altra non poteva non essere esilarante per coloro che si erano abbandonati al mare. Ma con tutto ciò, toccare con i loro luridi piedi il porto più ambito da ogni pirata non sarebbe stato di certo un dispiacere,specialmente per coloro che la terraferma l’avevano vista da un cannocchiale o a distanza di qualche piede.
Quella notte la luna aveva fatto il suo ingresso nel cielo e a poco a poco stavano spuntando le prime stelle della sera. I pirati,dopo aver finito le loro mansioni,come quasi ogni notte si erano dedicati allo spasso più totale e tra canzoni e bottiglie di rhum quella notte non era durata a lungo. Soprattutto per chi si era scolato tutti  i barili e non aveva lasciato scorte per giorni e giorni.
In una delle tante cabine della nave,lontani dal chiasso e dai festeggiamenti di gruppo,vi erano seduti intorno ad un grande tavolo di forma rettangolare e di quercia bianca tre distinte persone,immersi in un silenzio che nessuno osava spezzare,persi tra i loro pensieri e le loro paure.
I loro volti erano ormai stanchi e i loro occhi erano perseguitati dalla paura e dal terrore dell’ignoto.
Una di esse si girava e rigirava tra le mani un oggetto un po’ strano,ritrovato in un posto altrettanto bizzarro e ambiguo,domandandosi come un aggeggio simile potesse annientare un uomo con dei poteri talmente immensi e dalla forza sovraumana.  «ma pensate realmente che questo scettro ci sarà utile per uccidere Cleverbot?» chiese ad un certo punto il bambino,che da svariati minuti tastava il manico di quel caparbio oggetto,cercando di comprendere la sua funzionalità o qualche bottoncino che facesse uscire una spada o una ghigliottina portatile. In pochi minuti si guadagnò l’attenzione di tutti che a giudicare dai loro sguardi, si stavano chiedendo la medesima cosa.
«non lo so Alan » sussurrò Elizabeth con lo sguardo perso nel vuoto «fatto sta che Eva Bens ha chiesto a tua sorella di ritrovarlo! Probabilmente avrà un risvolto in questa storia»
« e qui che ti sbagli Liz! »intervenne Will con una strana luce negli occhi. Aveva intuito tutto! «Eva Bens non ha esplicitamente detto che lo scettro ucciderà James Cleverbot! Ma che troverà la prescelta! Infine ci penserà lei a finirlo … »
« il problema è trovarla la prescelta Will! »
«forse è sotto i nostri occhi … solamente che siamo troppo cechi per vederla»
 
Nel frattempo nella costa più isolata dell’isola come previsto dal piano,la Perla Nera stava attraccando a Tortuga,riparandosi dietro una gran massa di scogli ai piedi di una voluminosa grotta,rimanendo così distanti da qualsiasi attacco nemico.
Ero nella cabina del capitano,adagiata sul suo enorme letto e sotto il torpore di una coperta che probabilmente a giudicare dall’odore penetrante di rhum, non era mai stata sostituita ma da pirata qual’ero dovevo fare l’abitudine alla questa mancanza di igiene da parte della frotta.
Di certo non mi ci sarei abituata e una delle cose che mi mancavano della mia epoca era appunto la mia gradevole vasca idromassaggio.
Tenevo gli occhi chiusi,cercando in tutti i modi di rimanere sveglia e di non abbandonarmi al sonno. Non sapevo dove riuscivo a trovare quella forza ma ormai le mie energie mi stavano a poco a poco abbandonando e la mia resistenza si stava affievolendo sempre più.
Forse era la mia enorme paura e tenermi sveglia. Ormai ero abituata a non concedermi a Morfeo,poiché sarei andata in contro a morte certa. I miei sogni non erano più tali da molto tempo e oramai non comprendevo più la sottile linea tra sogno e realtà perché per me erano la medesima cosa.
Jack era salito sul ponte già da qualche ora,dettando ordini a destra e a manca. Stava apprezzando fin troppo il suo ruolo da capitano,assumendo le sembianze di un dittatore inconscio,non sapendo che le tigri non si fanno comandare da nessuno,tantomeno dal padrone.
Probabilmente a giudicare dalla folte luce che penetrava dagli oblò doveva essere già mattina inoltrata. Mi sollevai,tenendo il peso sui gomiti e guizzai la vista verso l’orizzonte. Era una delle cose che non sarebbe mai cambiata: quella striscia spessissima che divideva cielo e mare, a volte quasi inesistente come se entrambi fossero una cosa sola. Come di consuetudine i miei occhi si posarono su una cosa che tempestava il cielo da molto tempo ormai. La luna rossa popolava quei cieli da quasi quattro mesi,anche se si andava sbiadendo e i suoi raggi erano meno violenti e aggressivi di un tempo.
Brutto segno per noi che simboleggiava il confine per ritornare a casa. La porta tra questo e il mio mondo si stava per chiudere ad ogni secondo passato e noi stavamo perdendo tempo prezioso. Quella era il solo modo per ritornare a casa,altrimenti saremmo rimasti imprigionati in un mondo che forse che forse mi apparteneva fin troppo,tutto ciò finchè non sarebbe ricomparsa una nuova luna,rossa come il sangue o come il fuoco e ciò avrebbe potuto verificarsi fra settimane,mesi,decenni o forse non sarebbe ricomparsa mai più.
All’improvviso un tonfo sordo mi fece desistere dai miei pensieri,facendomi sussultare e ritornare con i piedi per terra. Mi voltai lentamente,cercando con la mano la spada al mio fianco.
Nella stanza non vi era nessuno e probabilmente era stata solamente la porta,percossa dal vento . La mia mente si stava prendendo gioco di me,facendomi immaginare scenari inesistenti o forse era la mia suggestione che si stava approfittando di me e della mia angoscia.
‘’sto impazzendo’’ sussurrai tra me e me,strofinandomi i capelli e,scampato l’inesistente pericolo,rimisi la spada al suo posto.
Mi misi seduta sul letto a contemplare la mia vita e a ripensare a quella di un tempo,quando ero solo una ragazza alla ricerca di se stessa e del suo vero ‘’io’’. Ormai avevo trovato me stessa nella vita da pirata,io che non avevo mai infranto una regola ero diventata una fuorilegge,compagna di uno dei pirati più ambiti dell’ottocento,il Capitan Jack Sparrow.
Un piccolo venticello mi solleticò il collo ,facendomi rabbrividire e provocandomi dei piccoli scossoni in tutta la spina dorsale
«… il destino è dentro di te …»mi sussurrò una voce nell’orecchio. Gelai improvvisamente,smettendo quasi di respirare. Non poteva essere frutto della mia immaginazione. Avevo sentito realmente qualcosa,una voce ovatta e fredda come il ghiaccio,era flebile come se provenisse da lontano ma la sensazione era una sola: morte
Cosa mi stava accadendo?
Un altro rumore sordo mi fece desistere. Era uno stritolio di assi e presi con una movenza leggera la spada,puntandola in direzione del rombo
« dolcezza! » esclamò Jack immobile con le mani tese verso l’alto e gli occhi sgranati verso la punta dell’arma che erano puntati a pochi centimetri dal suo viso  « dolcezza a che devo questo trattamento così … affabile? » abbassò le braccia,togliendosi con il dito, la punta della spada dal volto.
« Jack! Sei solo tu …»proferì in un sussurro tra il sollevato e il demoralizzato
«sei proprio felice di vedermi eh? Ma cosa ti succede? Conoscendo perfettamente la natura di voi donne mi sembri a dir poco … turbata …»
Lasciai l’elsa della spada,facendola scivolare sul pavimento e provocando un rumore sordo. Il mio cuore martellava convulsamente nel mio petto,facendomi quasi male e non riuscivo a togliermi dalla testa le parole che avevo udito un attimo fa da qualcuno di soprannaturale.
Vedendomi in quelle condizioni si sedette al bordo del letto,restando in silenzio di fianco a me
« sto impazzendo Jack» sussurrai con il volto rivolto verso il basso,in modo da non far vedere il mio sguardo turbato e i miei occhi terrorizzati dalla paura,tormentandomi le mani con fare incessante e nevrotico. Non ricevetti nessuna risposta da parte sua e mi voltai verso il capitano che rimase a fissarmi in silenzio,con i suoi soliti occhi seri ma con mezzo sorriso sul volto
«la pazzia è tratta da diversi punti di vista tesoro»
«Jack vedo ombre e non solo nei miei dannati sogni! Qualcuno o qualcosa mi perseguita» Jack sorrise e stentai a credere che dopotutto non credeva alle mie parole. Forse credeva che stessi vaneggiando o che fossi stata colpita da una febbre caraibica.
« non mi credi? »
«non è che non ti credo tesoro … e che mi sembra improbabile che qualcuno ti perseguiti! Nessuno può trovarci qui e la nave è sotto il più discreto controllo! »
Rimasi  a guardarlo a metà tra l’irritata e ferita. Come poteva non credere alle mie parole? Quale motivo avrei di mentirgli? Forse era arrivata l’ora di sbrigarmela da sola,forse avevo fatto un enorme sbaglio a fidarmi di lui.
Mi alzai,guardandolo con uno sguardo di sfida « allora andrò io stessa a cercare il nulla! Basta che stia  più lontano possibile da te … mio capitano da quattro soldi! »
Probabilmente lo avevo colpito nel più profondo a giudicare dal cambiamento radicale del suo sguardo
«come hai detto scusa? » si piantò davanti a me con una faccia più che incredula. Incrociai le braccia a petto e rimasi a fissarlo,decisa a difendere le mie idee.
 « pirata. da. quattro. soldi! Ti rendi conto che stai mettendo in dubbio le mie parole? Mi … stai dando della pazza quando sai benissimo che non lo sono Jack! Questi segni la notte non me li faccio da sola» mi alzai  il tubino facendo intravedere il ventre coperto da lividi e segni di combattimento. Di certo la notte non mi prendevo a mazzate da sola.
Mi sembrò che si fosse arreso e abbassò lo sguardo per poi rialzarlo più deciso che mai« ebbene da oggi in poi sarai messa nella più stretta sorveglianza!uscirai da questa cabina solo per svolgere  i tuoi irrefrenabili bisognini e ci sarà sempre qualcuno dietro la tua porta! sei contenta?! » rimasi basita io stessa e riuscì a malapena a batter ciglio «mi hai messo ai domiciliari? Non se ne parla nemmeno Jack! Non ho bisogno della balia!»
«’’non ho bisogno della balia’’ oh si tesoro! Soprattutto perché mi hai dato del pirata da quattro soldi e nessuno … e dico NESSUNO si è mai permesso di offendere il mio buon nome! Ricorda! Io sono Capitan Jack Sparrow,comprendi?»detto ciò uscì dalla porta,sbattendola con foga e lasciandomi senza parole nella stanza. Jack a volte era peggio di un bambino e l’unica cosa che lo faceva per di più arrabbiare era schernire il suo ruolo di capitano. Per lui significava offenderlo nel profondo. Sapevo che era strano ma non fin a questo punto ma non esistevano ragioni che mi avrebbero tenuta imprigionata in quattro mura.
Dovevo fare qualcosa,il tempo a mia disposizione stava per scadere e quel che più mi premeva e che non ero a conoscenza di quello che ancora rimaneva a mia disposizione. Di certo rimanendo rinchiusa in una cabina non mi avrebbe di certo aiutata,quindi decisi che era arrivato il momento di andare contro il capitano. Quella notte sarei andata io stessa a cercare James Cleverbot.
Rimanendo con le mani in mano non avrei di certo migliorato la situazione,piuttosto avrei messo in pericolo coloro che amavo. La loro vita non doveva esser messa in pericolo per la mia battaglia.
Inoltre Jack mi aveva dato modo di capire che non credeva alle mie parole e non sapevo se si fidava di me. Ma perché? Forse perché credeva che la stavo tirando per le lunghe? Quell’uomo non lo avrei mai capito!
Quando venne notte cercai in tutti i modi il momento propizio per volatilizzarmi del nulla. Con Jack che giaceva al mio fianco dormiente, non sarebbe stato difficile fuggire ma non era quello il problema.
Mi sollevai lentamente,provocando comunque qualche piccolo rumore che mi fece arrivare il cuore a mille. Mi voltai verso l’uomo che avevo accanto.
Riposava come un bambino,con il viso che somigliava a quello di un angelo caduto dal cielo e che non sapeva più ritrovare la strada per ritornare al suo paradiso.
Mi chinai e respirai il suo profumo ,con il palmo della mano gli accarezzai il volto e con il cuore in gola gli diedi un flebile bacio sulle labbra e dopo qualche secondo uscì dalla cabina,con il cuore in gola  e la paura di non rivederlo mai più.
Sapevo a cosa andavo in contro ma non mi importava nulla. Dovevo andare per la mia strada poiché se continuavo con quella via non sarei riuscita a salvare le persone che amavo. Avrei dato la mia vita per salvare la loro ed ero pienamente sicura che non ne sarei uscita vita. Ma dovevo trovare James Cleverbot,era il mio compito.
Il ponte per mia fortuna era semi deserto,in giro vi era solo qualche pirata alle prese con i loro sogni e potei facilmente arrivare sulla terra ferma. Mi voltai un ultima volta verso la Perla con la paura di non rivederla più ma continuai il mio viaggio verso la città pirata.
Le strade erano vuote e stranamente silenziose. In giro vi era solo qualche barbone che aveva fatto del marciapiede la sua casa e chi invece se la spassava con qualche donna di facili costumi.
Il silenzio era snervante e notavo troppi sguardi fugaci da qualche barbone che sembrava avere tutt’altre intenzioni. Forse era colpa mia e del mio panico. Mi stavo facendo suggestionare dalle mie stesse paure e vedevo cose che probabilmente nemmeno esistevano. Probabilmente Jack aveva ragione,forse stavo dando talmente peso ai miei incubi che stavo rendendo tale la realtà ma non lo avrei ammesso mai davanti a lui. Mi fermai e mi guardai alle spalle indecisa se ritornare alla nave
« l’indecisione porta all’oblio » mi voltai verso quella voce che aveva un non so che di familiare,notando un uomo accovacciato sul marciapiede  e con un enorme cappello a coprirgli il volto. Non c’era prima,da dove era spuntato fuori?
  «state parlando con me? » chiesi indietreggiando,cercando di mantenere una certa distanza e cominciando a cercare l’elsa della mia spada.
« quella spada non vi servirà a molto. Sapete? »
«  serve più di quanto pensiate e poi cosa volete da me? » chiesi allarmata mentre sul suo viso comparve un sorriso libertino « io? nulla! Se avessi voluto farvi del male sareste già stecchita al suolo. Ma piuttosto che ci fa una fanciulla come voi in questi luoghi? Non sapete che ultimamente non tira una bella aria? »
«  perché che aria tira? » chiesi avvicinandomi lentamente e con cautela. Si sollevò mettendosi più comodo ma nel viso continuava a popolare quel sorriso non proprio piacevole per i miei gusti e continuava a tenere con una presa ferrea il suo cappello, non lasciandomi vedere il suo volto
«  non siete di queste parti a quanto vedo e dal vostro vestiario deduco che siete una pirata! Ma di poco conto:siete troppo flebile ,magra e il vostro viso è troppo stanco! Anche un bambino vi potrebbe uccidere con un solo pugno»indietreggiai estraendo la mia spada e cercando di avere nel viso un aria più che minacciosa.
«  volete provare? » lui scoppiò a ridere e le sue risa fecero eco in tutto il vicolo
« non vi preoccupate non era  mia intenzione offendervi. Volevo mettervi in guardia perché questo non è un posto sicuro»
« mi hanno sempre narrato che Tortuga è la casa di ogni pirata ma a quanto vedo non ve ne girano poi molti»
«  un tempo Tortuga pullulava di pirati e non ci si poteva annoiare mai ma purtroppo quei tempi sono finiti e ora vi è solo terrore! Soprattutto dagli ultimi devastamenti! » aggrottai le sopracciglia,cercando di capire a cosa si stesse riferendo. Durante il nostro viaggio non eravamo venuti a conoscenza che Tortuga era stata devastata ne annientata. Di cosa stava parlando? Probabilmente vedendo il mio sguardo smarrito continuò a spiegare,cercando di rispondere alle mie domande
«  e da un po’ di tempo  che succedono incendi inanimati! Si sprigionano dal nulla e senza una precisa ragione come se qualcuno volesse bruciare tutta la città,smembramenti di corpi e squarciamenti di cadaveri. Nessuno ormai esce più di notte perché sa che non farebbe più ritorno a casa. Quindi miss,ascoltate le mie parole e ritornate alla vostra nave» rabbrividì ascoltando le sue parole. Solo un nome mi girava nella testa e solo lui poteva essere l’artefice di questo sterminio di persone innocenti solo per diventare il padrone di questo mondo.
Rabbrividì al solo pensiero e mi venne la pelle d’oca immaginandomi che tutto quello che stava accadendo era frutto della malvagità di un uomo avido e senza pietà
«e cosa pensa la gente? Perché al posto di continuare a scappare o aspettare che il destino lo strappi via dalla famiglia non prende tutto ciò che gli resta e va via? »
« non tutti sono disposti a lasciare indietro il passato miss »ma come potevano rimanere sapendo che potevano andare incontro alla morte da un momento all’altro? Non mi potevo dare pace
«non di certo qualcuno di sensato» sussurrai  sconcertata dalle sue parole. Lui sorrise  «io conosco qualcuno di sensato che invece è rimasto »
«chi? »chiesi con nonchalance,avvicinandomi per ascoltare quel nome. Probabilmente sarei potuta andarlo a cercare per chiedergli di schierarsi dalla nostra parte,così da annientare colui che aveva ucciso i sogni di quella povera gente.
Improvvisamente sentì delle grida e mi alzai,cercando di capire cosa stesse succedendo << solamente … chi è padrone del suo destino …>> sentì di nuovo quelle parole,le stesse che avevo udito sulla nave. Mi rigirai verso l’uomo ma … non vi era più.
 
 
 Sentì di nuovo quelle urla e vidi delle fiamme non molto lontano dal posto in cui  mi trovavo. D’istinto cominciai a correre con tutte le forze che avevo in corpo,cercando di arrivare sul posto e dare una mano. Capì di essere vicina quando notai della gente fuori casa,con i volti allarmati e preoccupati, cercando di darsi una spiegazione per quelle urla a squarciagola.
Continuai la mia corsa irrefrenabile e quando arrivai sul posto il mio cuore si fermò. Una casa era interamente coperta dalle fiamme e ogni centimetro era devastato dalle vampate infuocate. A pochi metri da quell’inferno,una povera donna era inginocchiata a terra con dei bambini appoggiati al suo grembo che urlavano disperati e spaventati.
« la mia bambina! Vi prego salvate la mia bambina … è ancora là dentro! » rimasi stordita qualche secondo. La frustrazione nel volto di quella madre che chiedeva soccorso per la figlia. Non potevo non accorrere al suo appello. Avanzai cercando un modo per entrare: la porta era avvolta dalle fiamme,solo una finestra era varcabile. Presi una coperta che era sulla strada e la buttai dentro un secchio pieno d’acqua. Me la misi addosso,annodandomela intorno al collo ed entrai dall’unica apertura disponibile,sotto gli occhi increduli dei presenti.
Le fiamme pullulavano quel luogo e l’ossigeno diminuiva a vista d’occhio,facendomi respirare a fatica e le fiamme divoravano ogni cosa,facendo strage di qualsiasi cosa incrociasse la sua strada.
«c’è qualcuno? »  urla con tutta la forza che avevo in corpo,cercando di farmi sentire e sperai con tutta me stessa di ricevere una risposta o un segnale,provando a non soffocare dal fumo che,attraverso le narici mi bruciava i polmoni.
Mi sentivo il petto bruciare e un gran bisogno d’acqua. La gola era secca e le forze mi stavano a poco a poco abbandonando. Avevo paura di non farcela ma non dovevo darmi per vinta: dovevo trovare quella povera bambina-
« aiuto!! Vi prego aiutatemi»  sentì finalmente una piccola vocina provenire dal piano di sopra e con un po’ di fatica cercai un modo per salirvi.
Le scale non erano molto distanti da dove mi trovavo e con un po’ di fatica le raggiunsi,coprendomi con il panno bagnato,in modo da non prendere fuoco.
La bambina era attaccata al muro con una bambola di pezza tra le mani. Il suo viso era nero per via del fumo e le fiamme si stavano avvicinando a vista d’occhio,divorando ogni centimetro rimanente.
« stai tranquilla piccola»  gridai in modo che mi sentisse,cercando una via più veloce per raggiungerla «sono qui per portarti dalla tua mamma» la rassicurai per tranquillizzarla
«voglio la mia mamma! Voglio la mia mamma!!dov’è la mia mamma …» buttai la coperta sul fuoco,cercando di tenere a bada le fiamme,così mi avvinai a lei
«è giù che ti sta aspettando! Aggrappati! Ti porto da lei» si aggrappò con tutta se stessa al mio collo e le misi in la coperta intorno,così da proteggerla dalle fiamme,cercando di rimanere lucida,avvertendo già le forze che mi stavano a poco a poco abbandonando.
Non trovando modo di uscire,salì sopra una sedia,decisa a saltare le fiamme,pregando con tutta me stessa di  uscire viva da quella casa e di mettere in salvo la piccola
«chiudi gli occhi e conta fino a tre! »
Presi un lungo respiro e feci un bel salto,finendo a terra dall’altra parte della stanza,dove le fiamme ancora non erano arrivate. Mi rialzai subito dopo aver costatato le condizione della piccola che era aggrappata a me come se fosse una sanguisuga.
Corsi più veloce che potei e alla fine riuscì a varcare l’uscita.
Gli occhi della donna si illuminarono come se fossero stelle e ci corse incontro insieme al resto della sua famiglia.
«June! Amore mio stai bene … oddio grazie grazie grazie »sussurrò la donna sollevata e mi guardò in segno di riconoscimento. le sorrisi esausta mentre degli uomini cercavano di domare l’incendio.
Cercai con tutta me stessa di riprendere il controllo di me stessa ma sentivo i polmoni scoppiarmi dentro e non riuscivo a respirare adeguatamente.
‘’tu sei padrona del tuo destino’’ sentì di nuovo quella voce in lontananza e fu li che lo vidi …
 l’uomo di prima era lontano qualche chilometro ma sentì perfettamente le sue parole. mi sorrise come aveva fatto prima.
Caddi a terra,appoggiandomi sulle ginocchia,cercando di mantenere lo sguardo su quell’uomo.
Ma la vista cominciò a sbiadirmi e quell’uomo sparì con lei.
 Le forze cominciarono a mancare e all’improvviso … il nulla …
 

**


Quando aprì gli occhi mi ritrovai in un posto a me conosciuto.
Conoscevo perfettamente quelle pareti legnose e anche quel libro sopra il tavolo al centro della stanza. Mi guardai intorno,cercando di capire cosa fosse successo e come mai mi trovavo distesa sul letto e con la testa che mi scoppiava.
Mi facevano male tutte le ossa,mi sentivo  indolenzita e non riuscivo a respirar adeguatamente anche se il dolore al petto era sparito.
Il sole,penetrava da dentro gli oblò,quindi dovevo trovarmi in una cabina. Ma quanto tempo era passato?
Sentì un rumore provenire dalla porta e …
«finalmente ti sei svegliata» Jack entrò dalla porta,richiudendosela alle spalle.
Cercai di sollevarmi,abbandonando il mio intento dopo il primo giramento ti testa.
Jack si voltò verso di me e il suo sguardo mi fece quasi paura: era tetro e sembrava arrabbiato nero ma dal suo volto non traspariva alcuna emozione.
«come sono arrivata qui? » chiesi,cercando di dimenticare il fatto che ero scappata via senza dirgli nemmeno una parola. Si posizionò davanti a me,con le mani sui fianchi e il volto adirato
« che diavolo credevi di fare eh? »
«Jack! »cercai di giustificare il mio comportamento,cercando delle parole che probabilmente non sarebbero servite poi a molto. il capitano avanzò prepotentemente mettendosi a due centimetri dal mio viso con un dito puntatomi contro
« sei diventata completamente pazza o cosa? » mi misi le mani in testa e strizzai gli occhi. Mi sembrava di trovarmi in una discoteca: mi sembrava tutto amplificato
«Jack! La smetti di gridare come un pazzo? hO la testa che mi scoppia!!»
«ha la testa che le scoppia la bambina..no che non mi calmo! Mi sono svegliato questa mattina e tu non c’eri! Ti ho cercato sulla Perla e tu non c’eri! Mi vuoi dire dove diavolo eri?» mi sollevai, consapevole che non si sarebbe calmato e anche che il mio mal di testa sarebbe durato ancora a lungo. Dopotutto me lo metiravo
«ero … ero»
«lo so benissimo dove sei andata! Ti hanno ritrovato Pintel e Ragetti svenuta in una zona di tortuga dove vi era stato un incendio e dove TU hai salvato una bambina!ma mi vuoi dire che ti è preso? Perché te ne sei andata … perchè diamine!»
«non me ne sono andata! Non posso stare con le mani in mano mentre il mondo va a pezzi Jack!»cercai di giustificarmi ma farlo in quel momento mi risultava al dir poco difficile. Presi fiato e cercai di stare calma
«Il mondo non va a pezzi! Sei tu che vai in escandescenza e sei un peso per tutto» rimasi immobile,cercando di comprendere il senso della sua frase ‘’tu sei un peso per tutto’’. Cercai di non darle peso,cercai di mantenere la calma ma non riuscivo a frenare le lacrime che cominciarono ad uscire dai miei occhi.
«quindi è così? Sono un peso?! »
«Non volevo dire questo. Sai perfettamente cosa intendevo dire» annuì,provando a smettere di piangere. Lo guardai,cercando di provare disprezzo per il genere di persona che era e anche se non ci riuscì,cercai di mantenere le distanze
«si capisco perfettamente! »mi alzai,cercando di essere forte e non morire dentro un nuovo dolore che mi stava crescendo dentro. Era forte e faceva male,talmente male che probabilmente non sarei riuscita a superarlo. Sbattei la porta e uscì,sapendo che non mi avrebbe fermata.
Il suo orgoglio era troppo anche per l’amore.
Ora lo odiavo.
Lo odiavo per tutto il male che mi aveva provocato in una sola frase.
Non capiva … non capiva il male che mi aveva fatto
Ma dopotutto lui fa questo … fa male
Dopotutto lui era Jack Sparrow e non sarebbe cambiato per nessuno
 




Note dell'autrice:
Salve a tutti pirati e piratesse ben venuti in queste acque! ^^
lo so lo so,dopo un lungo e interminabile silenzio ritorno per dare luce a un nuovo capitoletto. Ma sapete il mio motto no? Chi non muore si rivede u.u
secondo me dopo tutto questo tempo vi sarete dimenticati anche di cosa parla la storia :/ oddio chiedo venia per essermi fatta aspettare tanto a lungo :,(
mi è venuto il blocco dello scrittore e sono stata devastata dalla quotidianità DX
so per certo che questo capitolo non è un cranchè quindi possiamo considerarlo ...si! un capitolo di transizione! stiamo per sbarcare :D
stiamo per giungere finalmente al termire,tre-quattro capitoli e finiremo finalmente il nostro viaggio! non vedo l'ora *,*
ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnata in queste acque e hanno amato la mia storia :,) per voi ci sarà una bella (?) sorpresa! sta a voi decidere se bella o brutta u.u
prometto che non mi farò aspettare a lungo u.u
un grosso bacio a tutti voi :*
Aishia

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Capitolo 28
*** Eclissi ***


Eclissi





Io e Jack avevamo litigato di brutto,probabilmente senza una vera e propria ragione ma solo per questioni d’orgoglio e impulsività. Mi riteneva difatti impulsiva,folle e anche una maniaca pazza suicida pronta ad annientare se stessa, per gli altri e probabilmente lo ero davvero ma l’unica cosa che Jack non riusciva a capacitarsi era il vero motivo per cui ero pronta a sacrificare la mia vita.
Non riusciva a comprendere il perché sarei stata pronta a mettermi in gioco per salvaguardare gli altri e ovviamente non lo avrebbe mai capito solo perché il Capitan Jack Sparrow non avrebbe indugiato a salvarsi le ossa e a mandare tutti al patibolo. Lui era così e non sarebbe cambiato per niente e per nessuno,nemmeno per me.
Ero stata solo un illusa a crederci davvero, a credere che forse con me poteva essere diverso ma come aveva enunciato lui non ero altro che unpeso.
Non capiva a cosa stavamo andando in contro,continuando a crogiolarsi e inebriandosi con la sua amata bottiglia di rhum. Non riusciva a capire gli altri,non riusciva a capirmi come non ci riuscivo più nemmeno io. Non capiva che stavo cercando di difendere coloro che amavo ma che nemmeno io sapevo come fare. Mi sentivo colpevole io stesso,mi sentivo responsabile della mia stessa incapacità e tutto ciò che facevo mi sembrava incredibilmente sbagliato e fallimentare. Non riuscivo a trovare un senso per me stessa.
Quelle sue parole mi ferirono come una lama tagliente e dopo aver discusso mi rinchiusi nella mia cabina,cominciando a piangere come una bambina senza difese e protezioni. Mi sentì morire,mi sentivo inutile e quelle parole mi fecero molto male.
Gli avevo dato tutto: il mio amore,la mia purezza ma a quanto pare non era abbastanza. Ero un peso per lui e non immaginava nemmeno il male che mi aveva provocato. In quel periodo mi sentivo troppo fragile e mi aspettavo di tutto tranne una sua stilettata.
Quella notte mi addormentai di proposito,pregando che le ombre si facessero vive e che mettessero fine a quell’inferno atroce che era la mia vita. Desiderai di farla finita,di non essere più un peso per nessuno ma quando mi svegliai ero ancora qui,con il ventre che bruciava e il cuore sanguinante.

**



Mi trovavo ancora nella mia camera,adagiata sul letto e con un braccio a penzoloni,mentre con l’altro mi accarezzavo dolcemente il ventre pieno zeppo di sangue,cercando di riprendermi dal forte dolore che le mie ombre mi avevano nuovamente provocato. Questa volta era stata una mia scelta. Il dolore mi aveva portato a provocarmene altro ma solo adesso mi rendevo conto dell’enorme idiozia che avevo fatto.
Lo avevo notato: il dolore stava divenendo sempre più reale e sentivo sempre di più la lama tagliente della spada penetrarmi l’addome e squarciarmi ogni singola cellula. Non ci sarebbe stato scampo per me se avessi continuato così ma probabilmente doveva andare così. Forse la mia morte sarebbe stata l’unica soluzione per mettere fine a questo massacro.
Tutto ciò che realmente desideravo era quello di trovare una via di uscita,un modo per mettere fine a tutto questo. Desideravo con tutta me stessa di chiudere gli occhi e ritrovarmi a casa,tra le braccia di mamma e il bambino che ormai era già venuto al mondo,di sentire le dolci e confortanti parole di papà , sapere che stava bene e che era guarito dalla sua malattia,di sedere sulle sue gambe come quando ero piccola e sentire le sue mani sui miei capelli e le sue parole di protezioni. Di riabbracciare la mia adorata nonna che adoravo e veneravo come se fosse un angelo,il mio. Perché invece era toccato a me il compito di difendere l’umanità? Questo era un compito troppo grande per aggravare sulla mia schiena.
Ma non dovevo demordere! Non ero mai stata un tipo che si arrende facilmente e non avrei iniziato adesso. Dovevo essere combattiva e avrei vinto la mia battaglia a tutti i costi. Non era una sfida contro James Cleverbot ma contro me stessa.
Mi sollevai,scaricando tutto il mio peso sulle braccia così da non pressare troppo sull’addome e rabbrividì quando toccai il pavimento freddo con la pianta del piede. Restai seduta per svariati minuti guardando un punto fisso senza nemmeno vederlo realmente,sfiorandomi l’addome con una mano e sussultai quando vidi un liquido rossastro ricoprirmi la mano. La ferita era molto profonda e quasi mi sembrava di potermi toccare lo stomaco. Cessai quasi di respirare e sentì la gola farsi arsa e arida da quella visione sovrannaturale. Come poteva essere vero?
Provai ad alzarmi lentamente,imprecando per l’enorme difficoltà che trovai in un così piccolo gesto. Questa volta la lama affilata poteva avermi centrato qualche organo vitale e se non avessi curato la ferita avrei potuto contrarre un emorragia interna o qualche malattia non curabile per mancanza di igiene e medicine. Cercai di riparare alla bella meglio il danno che mi era stato procurato: mi diressi con una lentezza unica verso l’armadio,cercando un appoggio in qualsiasi oggetto che mi potesse offrire il sostegno necessario. Trovai una benda abbastanza larga,una di quelle che aveva usato una volta Gibbs per fasciarmi la ferita e me la rigirai nel ventre,provando a mascherare quell’espressione di dolore dal mio volto.
Mi immobilizzai quando sentì più rumore del solito provenire dal ponte e guizzai le orecchie per capirne il motivo
«L’Oceanya in vista capitano!!!» squittì uno dell’equipaggio che sicuramente stava facendo da vedetta. Non so cosa provai in quel momento ma probabilmente il nodo che avevo in gola si era appena disciolto lasciando spazio a qualcosa di più sereno: Alan era tornato.
Uscì subito dalla cabina ,dirigendomi come perseguitata dal diavolo in persona sul ponte,in attesa di vedere quella nave che mi avrebbe portata dritta alle braccia di mio fratello.
Erano tutti li,nel parapetto,intenti a guardare un punto indefinito nell’orizzonte e a cinguettare felici per l’arrivo dell’altra parte dell’equipaggio. Il cuore mi arrivò in gola e sentì le vene pulsarmi così tanto,da farmi quasi male. Mi avvicinai funesta,cercando di intravedere quella nave dalle vele bianche scarlatte ma mi immobilizzai quando avvertì uno sguardo addosso. Mi voltai verso il timore dove Jack manovrava la sua amata Perla con il solito cappello in testa e una punta di orgoglio sul viso. Mi guardava con uno sguardo serio come a volermi fulminare e incenerire all’istante. Potevo avvertire nell’aria una strana elettricità e contraccambiai lo sguardo omicida. Ci guardammo per un attimo che mi sembrò eterno prima che il suo sguardo cambiasse direzione e che facesse finta di niente,ignorando la mia esistenza. In quel momento sentì l’ira crescermi dentro: lui faceva l’offeso mentre la parte lesa ero io!
«eccola li!» urlò l’uomo di vedetta puntando un dito sull’orizzonte,guadagnandosi la mia attenzione. Cercai di avvicinarmi per vedere qualcosa ma purtroppo il parapetto era troppo affollato e io non riuscì ugualmente ad andare oltre il mio naso. Sulla nave cominciò una specie di festa e tutti gli uomini sembravano fuori giri,mentre io vedevo solo le spalle larghe di un omone che non aveva nessuna intenzione di togliersi di mezzo.
Quando l’Oceanya si schiero al nostro fianco cominciai a guizzare la vista alla ricerca di una piccola testolina bionda e dagli occhioni vispi e da una bella ragazza con un piccolo pancino tondo e tenuto ben nascosto.

La passerella venne calata e le due navi vennero unite,facilitando il passaggio della ciurma da una nave all’altra.
Da li a poco la nave diventò sovraffollata e con ciò la mia opera di visualizzazione venne bocciata e persi le speranze di rivedere mio fratello,almeno non adesso e con quella confusione.
«Chanel!!! » gridò una flebile voce in lontananza .Come potevo non riconoscere la voce di mio fratello? Mi voltai di scatto guizzando la vista,in attesa di vedere quella testolina bionda spuntare dal nulla. Fu li che lo vidi …
Non so cosa provai in quel momento,poiché era una cosa troppo difficile da poter enunciare. I miei sentimenti si erano coalizzati diventando un tutt’uno. Gli occhi si fecero pesanti e sul mio viso cominciarono a scorrere enorme goccioloni. Mi inginocchiai con le lacrime agli occhi e con le braccia aperte pronto ad accoglierlo. Era tanto che non lo tenevo stretto a me e finalmente potevo toccarlo e stritolarlo. Sapere che stava bene era la cosa più confortante di questo mondo.
«Alan piccolo mio!!! » sussurrai per mancanza di voce per via dell’emozione. Finalmente potevo stringerlo tra le braccia,potevo sentire la sua voce da piccolo tempista qual’era e accarezzare la sua pelle calda.
« mi sei mancato così tanto!! »sussurrai con un nodo alla gola che non riuscivo a mandare giù. Lui non parlava o forse come me non riusciva a trovare le parole per spiegare ciò che provava. Non era mai stato bravo a esprimere i suoi sentimenti,mi aveva sempre detto che per lui i gesti valevano più di mille parole. Mi sollevai con lui in braccio e ci guardammo così tanto quasi a voler recuperare il tempo che avevamo passato divisi. Si strinse di nuovo stritolandomi l’addome ancora mezzo malandato. Soffocai un urlo di dolore che lo fece sussultare e sobbalzare
«cos’hai? »gli sorrisi dolcemente e gli accarezzai il visino dolce e da bambino. Abbassai la testa continuando a sorridere in modo forzato cercando di mascherare tutto quel dolore che avevo dentro. Aveva solo tredici anni e non potevo condividere con lui il mio dolore. Per quanto mi riguardava,caratterialmente Alan si era dimostrato più maturo di me,non si era mai tirato indietro anche se come me aveva vissuto l’inferno. Quindi non potevo fargli pesare il fatto che sua sorella stava morendo.
Una figura ci si posizionò davanti e a causa del sole non riuscì a vederle in volto. Fui costretta a mettermi una mano davanti al viso e quando la vidi nitidamente sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta e senza parole
«non si usa più salutare? » Elizabeth Swan era a pochi passi da me e io non avevo nemmeno la forza di muovere un muscolo. Troppe emozioni in un solo giorno.
«Elizabeth! Quanto mi sei mancata! » le saltai letteralmente addosso non rendendomi conto nemmeno io della mia felicità. Con loro al mio fianco probabilmente tutto sarebbe andato meglio. Avremmo superato tutto insieme e la vita sulla Perla sarebbe stata più facile. Ci saremmo aiutati a vicenda e probabilmente questo viaggio sarebbe andato in salita,soprattutto ora che avevo le due persone più importanti della mia vita al fianco. Mi distolsi,notando i suoi occhi gonfi e le guancie arrossate «è bello rivederti! »
«emh emh»mi voltai trovando Jack a pochi passi da noi a fissarci corrucciato. Che cosa gli prendeva adesso? Si avvicinò a passo lento,tenendo le mani dietro la schiena,il viso all’insù e lo sguardo reietto .
« a dopo i saluti signori … Se siete tornati deduco che avete trovato ciò per cui siete partiti e se siete tornati senza quello per cui siete partiti era meglio non ritornare affatto! Allora avete lo scettro de vida? »Ci scambiammo occhiate interdette e vidi Liz e Alan sorridere e scambiarsi sguardi complici. Alan prese una piccola sacca di paglia e comincio a frugare al suo interno. Mi avvicinai cercando di scorgere dentro la sacca e spalancai gli occhi quando Alan estrasse uno piccolo scettro e vidi con la coda dell’occhio Jack sgranare gli occhi e sorridere furbastramente. Quello era lo scettro de vida?
« fammi vedere piccoletto» Jack si avvicinò a mio fratello strappandogli l’oggetto dalle mani, cominciando a visualizzarlo attentamente,rigirandoselo tra le mani e smuovendolo come se volesse scacciare una mosca nell’aria «questo coso non funziona! Avanti fa qualcosa!! »
«Jack,lo scettro funziona solo con la prescelta e a quanto pare tu non lo sei. Non funziona con te! »scherzò Liz avvicinandosi a Jack per togliergli l’arma dalle mani. Jack le riservò un occhiata rude e le diede le spalle,continuando la sua opera « zitta Elizabeth mi sto concentrando. Non vedi? » Elizabeth fece spallucce,allontanandosi velocemente,mentre io come il resto della ciurma cercammo di non scoppiare a ridergli in faccia così da non essere buttati nel mare e dati in pancia ai pescecani .Dovevo dire a Jack che stava diventando ridicolo? Mmh,meglio lasciarlo cuocere nel suo brodo.
Quando se ne rese conto anche lui,stufo e ridicolizzato lasciò cadere lo scettro a terra che rotolò fino a giungere ai miei piedi. Gli lanciai un occhiata omicida che lui contraccambiò. Possibile che quell’uomo non ne combinava una giusta?
Mi abbassai e recuperai quell’arma che avrebbe dovuto salvarci da uno dei più potenti stregoni del tempo e lo guardai con più attenzione,esaminandolo come se gli stessi facendo i raggi X. Non era molto lungo e all’apice vi era una piccola pietra che sembrava quasi diamante. Nel manico notai una piccola fessura con una forma al quanto familiare. Avevo già visto quella forma sbilenca e il mio sguardo andò a finire sul mio collo,dove giaceva il medaglione che mi aveva dato mia nonna prima di intraprendere il viaggio . lo strappai dal collo,contrapponendolo con la fessura,notando che la forma combaciava perfettamente. Che cosa voleva significare? Mia nonna mi aveva detto, una volta, che quel medaglione era uno dei cinque e che tutti avevano uno scopo ben preciso. Rimasi a fissare quell’oggetto indecisa sul da farsi.
«cosa intendi fare? » mi chiese Liz avvicinandosi a me per capire le mie intenzioni . A dire il vero nemmeno io sapevo cosa fosse la cosa giusta da fare ma dopo tutto non poteva andare peggio di così no?
Non so cosa accade precisamente ma sentì il mio cuore farsi leggero e mi sentì in pace con me stessa. Fui guidata da un qualcosa,da una luce calda e infilai il medaglione nella fessura. Non sapevo esattamente cosa stessi facendo ma sembrava quasi che non fossi più io. Era come se stessi guardando la mia vita in terza persona. Sapevo che era la cosa giusta da fare solamente che non sapevo il perché lo stessi facendo.
Appena il medaglione si incastrò perfettamente con lo scettro,quest’ultimo cominciò ad emanare una forte luce, splendente,brillando di luce propria paragonabile a quella del sole. Fui costretta a tapparmi gli occhi con una mano e così fece il resto della ciurma,rimasto a guardare ad ogni sgranati e a bocca aperta. Non avevo paura. Qualcosa mi diceva di stare tranquilla e in quel momento non potevo non esserlo.
« è lei» sentì dire da qualcuno della ciurma che non riuscì ad individuare. Ma cosa stavano farfugliando? Mi voltai verso Elizabeth e Alan,entrambi mi guardavano ad occhi sgranati e con un espressione indecifrabile in volto. Anche Jack aveva la stessa espressione poi lo vidi avanzare lentamente e mi indicò con un dito come a volermi accusare
« sei tu! Tu sei la prescelta»Mi voltai verso di lui con uno sguardo scettico e cinico, non mancò molto che gli scoppiai a ridere in faccia. Come potevo essere io la prescelta. Io che non sapevo nemmeno il mio vero ‘’io’’. Non potevo salvare il mondo se non ero in grado di salvare me stessa
«io? Jack mi sa che ti sei preso un abbaglio»
«io credo proprio di no miss Bedrok» una terza figura comparve dal nulla come d’incanto. Aveva un mantello scuro a ricoprirgli il volto e un cappello di paglia sopra la testa. Io quell’uomo lo avevo già visto da qualche parte. Quegli occhi scuri e lucidi li avevo visti da qualche parte ma non ricordavo ancora dove. Lo guardai scettica come il resto della ciurma. Vidi Gibbs estrarre la spada e da li lo seguirono tutti gli altri « chi siete» chiese il mastro cercando di essere più credibile possibile. L’uomo non fece una mossa,rimanendo fermo immobile,sembrava quasi che non respirasse affatto.
« dovete venire con me miss! Per conto di Eva Bens»
« Eva Bens? » cosa voleva da me quella donna? L’ultima volta mi aveva indicato la via per ritrovare lo scettro de vida e la strada per incontrare James Cleverbot e adesso? Qualcosa di oscuro si stava avvicinando … altrimenti sarebbe rimasta al suo posto,cercando di mantenere un ruolo secondario.
« lei non andrà da nessuna parte! » continuò Alan avanzando verso l’uomo. Lo fermai prima che si spingesse troppo oltre guadagnandomi una sua occhiataccia in cagnesco. Non potevo permettermi di metterlo in pericolo. Era una faccenda troppo pericolosa per un bambino della sua età. Nessuno dovrebbe mettersi in pericolo per una faccenda che riguardava solo me.
« cosa vuole da me? »
«ha bisogno urgentemente di parlarvi miss! È una questione delicatissima … e ha bisogno di parlare SOLO con voi» era chiaro che qualcosa non andava,soprattutto se una donna come lei voleva parlare con me. Avanzai di botto guadagnandomi le proteste di mio fratello. «tu non andrai da sola! »
« zitto Alan! So quello che faccio … se entro il tramonto non mi vedi ritornare,potrai venire a cercarmi ma fino ad allora stai al tuo posto! »detto ciò avanzai con quell’uomo per presentarmi al cospetto di Eva Bens.

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Pov Jack



La vidi scomparire dal nulla con quello strano tizio dal manto buffo e dalla camminatura da capra in calore. Che cosa voleva Eva Bens da Chanel? Probabilmente io sarei stato molto più d’aiuto ma dal’atro canto meglio rimane in disparse a salvaguardarsi la pelle.
Eravamo rimasti tutti sul ponte con un punto interrogativo in faccia,io più degli altri. Con la coda dell’occhio intravidi mastro Gibbs avvicinarsi fulmineo a me,cercando di non farsi notare da nessuno. Cosa poco probabile visto la sua stazza non troppo loquace.
«Capitano!»sussurrò lentamente scandendo l’appellativo che amavo tanto sentire. Mi misi in ascolto per capire meglio cosa volesse quel babbalucco da quattro soldi «Jack cosa dovremmo fare con miss Bedrok? Meglio seguirla?»
« No»risposi con un tono di voce così profondo e sensuale da far eccitare anche me stesso « se la caverà da se! Faremo come ha detto lei: questa sera se non sarà tornata alla Perla andremo a cercarla»
Mi voltai verso Gibbs trovandolo in uno stato confusionale. Che cosa aveva da guardare ancora?
«su su sciò! Non ha del lavoro da sbrigare mastro Gibbs ? Su forza branco di cani rognosi al lavoro o vi do in pasto al primo pescecane che trovo!»
E con le mie parole tutti i pirati che da prima erano rimasti imbambolati a guardare quella donna scomparire con quel caprone in calore,tornarono alle loro mansioni. Tranne qualcuno che continuava a guardarmi con un aria non troppo loquace
« dobbiamo andare con mia sorella! » sbiascicò il mini Bedrok guardandomi in cagnesco. Era peggio di sua sorella,forse era il gene di quella famiglia a renderli così. Mi abbassai ricambiando lo sguardo,mantenendo come sempre il mio atteggiamento da bel pirata qual’ero
« non sapevo piccolo Alan che eri diventato il capitano si? Questi sono i miei ordini e se non vuoi rivedere la tua bella sorellina dalla pancia di uno yeti vedi di tappare la tua boccuccia e sta al tuo posto »rimase per svariati minuti con quell’aria corrucciata,dopodiché Lizzy gli tese una mano e insieme sparirono sotto coperta,non prima di avermi riservato un occhiataccia. Ma che avevano tutti?
Voltai lo sguardo verso il punto in cui Chanel era scomparsa e … dopotutto non potevo lasciarla nelle sue luride mani …

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Chanel Pov


Per tutto il tragitto quell’uomo non disse una parola. Era alquanto inquietante tutta questa faccenda e ora che probabilmente ero io la prescelta lo era ancora di più. Come potevo esserlo? E tutto ciò era legato con i sogni che torturavano le mie notti? Speravo almeno che Eva Bens mi avrebbe dato le giuste risposte e che questa storia cominciasse ad avere un senso.
Arrivammo in una casa rupestre con le finestre sbarrate e due uomini a salvaguardare l’ingresso dell’edificio,sicuramente abbandonato.
«seguimi» ordinò l’uomo dietro di me e non me lo feci ripetere due volte. Mi tremavano le gambe e il cuore sembrava mi stesse uscendo dal petto. Non potevo avere paura adesso,dovevo essere forte e farmi valere in qualunque costo.Ci piazzammo davanti a quei due uomini che ci fecero passare istantaneamente e così entrammo dentro quella catapecchia. Era buio e a giudicare dall’aria pesante quella casa era disabitata da non so quanto tempo,soprattutto si intuiva dalla polvere e dall’odore non proprio di rosa e fiori
«che puzza! » sussurrai coprendomi il naso con le mani,guadagnandomi uno sguardo non proprio loquace di quell’uomo
«tu sai cosa vuole da me Bens? »chiesi cambiando argomento,accorgendomi della mia gaffe.
« lo scoprirete» ci ritrovammo davanti una porta grandissima e per poco non ci finì contro. Quell’uomo spalancò l’apertura dando accesso ad un enorme stanza rettangolare e in pietra,illuminata da fiaccole che illuminavano interamente la stanza,così da permettermi una visuale più completa del luogo in cui ero finita. Nella parte più estrema dell’aula Eva Bens soggiornava seduta su una specie di trono con due omoni al suo fianco,pronti a proteggerla anche a costo della vita
«Benvenuta … vieni avanti prescelta! Ho tante cose da dirti»
Fui restia ad avvicinarmi anche se molte lune prima avevo avuto l’onore di stare al suo cospetto. Mi avvicinai lentamente,guardandomi intorno e stando ben attenta al benché minimo movimento. La donna sorrise e mi guardò teneramente,come se avesse davanti una bambina.
« non temere di ciò che non può farti del male miss Bedrok. Io sono dalla tua parte,non capisci che non sono io il male? »
«perché mi avete chiamata? »chiesi con un tono di voce meno deciso del previsto. Mi tremavano le mani e le gambe come se fossi una foglia scostata da un vento freddo,pronta a cadere in qualunque momento. La donna si sollevò,sorretta da un bastone di legno,contornato da fiori che non avevo mai visto prima d’ora.
«tu sei la prescelta e come tale hai molti compiti e molti poteri. Fra due giorni un disastro sovrannaturale si abbatterà su di noi e solo tu puoi fermarlo! »
« un. Disastro. sovrannaturale? »quelle parole mi morirono in gola nello stesso istante in cui uscirono dalle mie labbra. Che cosa stava farneticando. Mi avvicinai per capire meglio la situazione ma fui fermata da uno dei suoi scagnozzi. Non potevo avvicinarmi eh?
« un eclissi lunare … in tarda sera la luna rossa si unirà a quella originale provocando un eclissi che produrrà un varco temporale» un eclissi lunare? Questa cosa non mi sembrava niente di buono ma la domanda era una: cosa centrava tutto questo con me?
«cosa? E cosa dovrei fare io»
«quando tu e tuo fratello siete entrati a far parte di quest’epoca,l’equilibrio che controllava i nostri mondi si è disfatto e quindi il tempo sta cercando di ripristinare quell’equilibrio e perciò verrà creato un portale che collegherà il tuo mondo con il mio. James Cleverbot potrebbe usufruire del portale ed accedere nel tuo mondo!! In quel caso lo distruggerà e tu devi impedirlo»rimasi sconvolta io stessa da quelle parole che in quel momento mi sembrarono come una spina conficcata nello strato più profondo della pelle. Fra due giorni si sarebbe creato uno spazio temporale con la mia epoca,questo voleva dire che …
« il mio mondo? Questo significa che io e Alan potremo tornare a casa! »Eva Bens smorzò il mio entusiasmo e sul suo volto comparve uno sguardo che non le avevo mai visto prima. Sbattè il suo bastone due o tre volte per richiamare la mia attenzione e riportarmi alla realtà
«potresti ma non posso permettertelo! Una volta che sarai tornata a casa ci lascerai in pasto a Cleverbot che comincerà a spazzerà via il nostro mondo e non posso permetterlo! Tu sei l’unica che lo possa fermare»
« ma questa potrebbe essere la nostra unica possibilità»non capì più nulla,sentivo solo dentro di me un enorme felicità e una voglia matta di ritornare a casa. Questa poteva essere la nostra unica occasione di ritornare a casa. Non potevo farmela sfuggire così! Non potevo …
«Chanel! Come prescelta hai un compito molto importante: tu sei l’unica in grado di impugnare lo scettro che ucciderà James Cleverbot! Devi impedirgli di spargere altro sangue»
« allora lo annienterò e poi potremo tornare a casa! » mi accorsi solo ora che i miei occhi si stavano facendo umidi e che delle lacrime stavano percorrendo i lineamenti del mio viso. Mi sentivo un egoista io stessa ma per troppo tempo non avevo fatto altro che pensare agli altri. Perché per una sola volta non potevo fare ciò che volevo? La luna rossa probabilmente non sarebbe mai scomparsa e questo varco temporale sarebbe stato l’unica via di uscita per ritornare a casa. Perchè … perché non potevo ritornare a casa nello stesso modo in cui ero venuta?
«non sei abbastanza forte per annientarlo Chanel! Quello non sarebbe un momento propizio perché Cleverbot percepisce forza dalla luna e tu ti faresti uccidere dopo pochi minuti» caddi in ginocchio non sentendo più forza nelle gambe. Mi sentì terribilmente male con me stessa e non ce l’avrei mai fatta a distruggere l’unica occasione che mi avrebbe riportata a casa. Avrei distrutto i miei sogni e quello di mio fratello.
«ma io? »
«promettimi che richiuderai il passaggio! Promettimi che non ti tirerai indietro e richiuderai quello sbarco temporale Chanel … il mio mondo ha ancora bisogno di te»
« non lo farà mai! »una terza voce a me conosciuta si intromise,facendomi sussultare. Jack era in piedi a pochi passi da me,braccato da due uomini che lo tenevano immobilizzato dalle spalle. Mi guardava con la sua solita aria. Perché poi aveva detto quella frase? Non credeva in me?
«jack»sussurrai con un filo di voce,cercando di sollevarmi e ristabilire il mio autocontrollo
«non lo farai mai! Sei troppo debole e non hai la capacità di rinunciare a l’unico modo per ritornare a casa! » rimasi impietrita dalle sue parole. Aprì la bocca e la richiusi subito indecisa sul da farsi.Mi sentivo ferita e tradita dall’unica persona che amavo veramente. Come poteva farmi questo?
«allora non mi conosci affatto Jack»
« forse!o probabilmente t i conosco troppo bene e so per certo che non sei pronta a rinunciare all’unico modo per ritornare a casa! Non sei pronta e sei troppo debole» feci per ribattere ma Eva Bens mi fermò prima che potessi ucciderlo con le stesse parole con cui aveva fatto con me
« adesso basta! Chanel va e compi il compito che ti è stato affidato dal destino! Io confido in te … come il resto del mondo»con un cenno della testa ci liquidò e in meno di un istante i suoi scagnozzi ci portarono fuori da quel luogo,abbandonandoci al nostro destino. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia e probabilmente non avrei avuto la forza di guardarlo negli occhi. Mi aveva dato della codarda e questa l’avrebbe pagata cara
« davvero pensi quello che hai detto? Davvero pensi che sia troppo debole? »Jack si fermò,dandomi le spalle e lo vidi sospirare. Si volto dandomi la possibilità di vedere il profilo del suo viso
« io farei lo stesso:io preferirei tornare a casa e salvarmi la pelle piuttosto di rimanere e rischiare la vita!e tu non sei troppo diversa da me»Sospirai fugacemente,costringendolo a voltarsi e guardarmi dritto negli occhi. Cercai con tutta me stessa di frenare quelle lacrime che mi stavano assalendo a poco a poco ma non riuscì a impedirlo. Strinsi i pugni e abbassai lo sguardo
« hai ragione Jack!Siamo uguali.Ci contraddistingue solo una cosa: io non sono una vigliacca»





Chiedo venia e perdono per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare. Gli impegni sono stati tanti e il tempo per scrivere è diminuito a vista d’occhio!Comunque ho messo tutta me stessa in questo capitolo e spero comunque che sia stato di vostro gradimento.
Mi è dispiaciuto costatare che siete in molti ad aver letto la storia ma non vi sono state molte recensioni,quindi non so cosa fare,nel senso se continuare fino alla fine o mettere punto. Perché non so se continua a piacervi o è diventata monotona. Quindi fatevi sentire!Ho bisogno del vostro supporto!! >.<
Grazie comunque a tutti quelli che mi sono stati vicino :3
Baci e a presto
Aishia

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Capitolo 29
*** Battaglia Finale ***


Battaglia Finale






‘’Debole’’

Jack mi aveva considerato senza un minimo di ritegno ,una persona debole,fragile e incapace di portare al termine il compito affidatomi da un destino ingrato. Mi aveva definita uguale a se, un suo simile e suo pari ma si sbagliava alla grande poiché altrimenti non avrei accettato questa missione già molto tempo orsono, per paura di rimetterci la pellaccia. Invece,avevo deciso già dall’inizio dei tempi di mettermi in gioco e spazzare via il male collegante gli ambi i mondi,avrei rispedito James Clevorbot nei meandri più profondi dell’inferno,impedendogli di devastare l’intera umanità. Per questo motivo non ero come Jack! Io non ero una vigliacca
Fra un giorno esatto sarebbe avvenuta l’apocalisse. Si sarebbe scatenato un vero e proprio inferno sulla terra e aperto un varco confinante tra i nostri mondi,la fatidica ‘’eclissi lunare’’ che ci avrebbe permesso di viaggiare nel tempo e fare ritorno a casa. Ma dopotutto non potevo …

Non potevo andarmene e lasciare Jack e gli altri in pasto a qualcosa molto più grande di loro,perfino di una calamità naturale,abbandonandoli a loro destino. Dovevo affrontare il mio e salvare il loro e quello dell’intero universo.

Mi trovavo nella mia cabina,travolta nell’oscurità più profonda e l’unica cosa che contrastava il buio piatto e statico di quel luogo era il chiarore delle due lune che sembravano avvicinarsi lentamente,preparandosi a ricongiungersi ed a scatenare l’inferno. La loro unione avrebbe aperto un varco collegante con la nostra era e tutto ciò lo aveva imposto la natura,così da ripristinare l’equilibrio stroncato dal nostro salto nel passato. In quel tangente, James Cleverbot avrebbe potuto entrare nel varco e spazzare via la mia vita e quella di mio fratello,solo per sollecitarmi e farsi rendere uno dei medaglioni. In ambi i casi,il mondo sarebbe stato spazzato via in un flebile soffio.

Cercavo di sforzarmi per trovare uno sbocco,una via d’uscita,un modo per evitare un eventuale scontro corpo a corpo anche se ormai tutto sembrava intraprendere una solo direzione. Mi sentivo come imprigionata in un vicolo cieco,senza via d’uscita e senza via di fuga. Doveva essere ormai notte fonda a giudicare da quel frustrante silenzio che governava il veliero,l’unico rumore era quello del mare le cui onde si imbattevano voracemente sulla nave o sugli scogli per poi essere risucchiate dal mare e ricongiunsi alle altre molecole d’acqua.

Tenevo le spalle accostate alla superficie legnosa della nave,con le braccia conserte dietro il capo e il resto del corpo rilassato lungo la brandina mentre gli occhi erano rivolti al soffitto e la mente era lontana,oltre la nave e quello stesso cielo.
I miei pensieri erano ostacolati solo dal respiro scosceso di mio fratello e dal suo sonno profondo. Non riuscivo a vederlo distintamente a causa dell’oscurità che ci aveva inghiottiti ma ne distinguevo la flebile sagoma e i sospiri tormentati che mi martoriavano i pensieri e la mente,impedendomi di concedermi al sonno o quanto meno,pensare distintamente

A pochi centimetri da me vi era l’oggetto che mi aveva fatto mettere in dubbio la mia vita. Aveva dato un senso a tutte quelle domande che fino a qualche giorno fa non avevano ancora trovato risposta e con ciò mi aveva dato uno scopo. Fino a pochi mesi fa non sapevo cosa farmene della mia vita tormentata da adolescente in fuga da se stessa e l’unico mio traguardo era quello di salvaguardare la mia famiglia mentre ora mi trovavo a dover salvare interi mondi. Mi sentivo finalmente qualcuno e finalmente nessuno dava per scontato la mia presenza. Esistevo e quindi non ero più l’ombra di me stessa.

Ormai anche questa missione stava per giungere al termine e la cosa che più di tutti temevo era il vincitore di questa battaglia. Conoscevo il mio potenziale e bensì avessi con me, l’unico modo per sconfiggere Cleverbot,mi ritenevo sempre inferiore alla sua forza. Mi ero messa in gioco fino all’ultimo,vincendo le mie battaglie,anche quelle con me stessa e con il sonno che avevo imparato a controllare ma le mie energie erano al limite e questo non mi avrebbe di certo agevolato. Presto ci sarebbe stata la battaglia finale e io non avevo forze. Non avevo la forza di lottare contro quell’essere infame e assetato di potere. Il mio sangue sarebbe ben presto finito sulla lama del mio nemico.

Forse dovevo affrontare l’unica cosa che veramente mi terrorizzava,in modo da recuperare anche l’energia e la forza per sconfiggere quell’uomo che aveva ostacolato e messo in pericolo vite parallele. Dovevo riaffrontare le ombre che sarebbero di certo risalite dai meandri più profondi del mio subconscio,mettendomi nuovamente a KO. Ma dopotutto dovevo essere in forze ... le ferite del corpo si sarebbero rimarginate presto.


Intorno a me era tutto scuro,mi sentivo come soffocata da quel nero intenso e cercai in qualche modo di ricercare in qualche parte circostante anche una piccola fonte di luce. Era come se mi trovassi dentro una scatola chiusa,senza nemmeno uno spiffero per inalare aria. Lo spazio stretto non mi aiutava di certo a rimanere tranquilla e pacata e all’improvviso scorsi in lontananza delle piccole fiaccole luminose,come lanterne disposte una dietro l’altra lungo il perimetro di un grande rettangolo che affievolirono flebilmente il luogo dove mi trovavo.

Attorno a me,come spuntate dal nulla,sentì uno strano rumore come quello del metallo che si imbatteva contro lo stesso materiale e non impiegai molto a capire dove fossi finita. Avevo chiuso gli occhi,ritrovandomi catapultata dentro quello stesso sogno che facevo continuamente da mesi. Sapevo a cosa andavo in contro ma non potevo far nulla per evitarlo. Forse era meglio così,dovevo affrontare le mie paure e smettere di raggirarle. Solo così avrei sconfitto Cleverbot.

Capì,solo dopo l’ennesimo colpo di metallo che mi trovavo vicino ad un duello tra ombre,che si scontrarono con ferocia per poi cadere nel vuoto,erigendo un rumore sordo. Mi trovavo al centro di un campo minato e qualunque fosse stata la mia mossa,sarei saltata in aria senza nemmeno il tempo di rendermene conto. Cercai di individuare me stessa nel bel mezzo della battaglia,cercando di non finire colpita da quei nemici che non riuscivo a percepire.

Dietro di me,sentì uno scricchiolio di assi che cigolavano a causa di una presenza sempre più vicina a me. Si stava dirigendo con più frequenza nella mia direzione e fu allora che capì. Strizzai gli occhi,cercando di rimanere calma e controllare i battiti convulsi del mio cuore che batteva come impazzito nel mio petto,cercando di non pensare alla sensazione di una spada conficcata nel ventre.

E’ come il sapore del sangue in bocca,lo conosci già ma ogni volta ti lascia sempre quell’amaro in bocca.

Sentì qualcosa di freddo sul collo,come uno spiffero d’aria e rabbrividì di botto,sentendo le vene del collo pulsarmi e fremere freneticamente e avvertì il sangue agghiacciarmi nelle vene. Era li,dietro di me e potevo avvertire distintamente la sua presenza alle spalle ma senza percepirlo veramente. Le gambe divennero molli e anche se la mia mente gridava a gran voce di fuggire e scappare,loro rimanevano li,inerme e incapace di fare anche un passo. Era lo stesso scenario che mi si ripresentava ogni volta,era come rinascere per poi morire subito dopo. Cominciai a tremare e strinsi le mani in un pugno,boccheggiando e alitando per riprendere fiato,cercando di inalare aria per i miei polmoni che sembravano bruciarmi dall’interno.

Potevo sentire il suo sguardo addosso e il suo respiro affannato,mentre non distinguevo più il mio. Mentre mi sentivo sempre più lontana da quel mondo,come se mi trovassi in un limbo o nel mezzo tra due mondi.

«hai. un .ultimo .desiderio? »,proferì a denti stretti nell’orecchio,facendomi aprire gli occhi lentamente e provocandomi dei piccoli brividi lungo la spina dorsale.

«Chanel tieni!!», mi voltai di scatto verso un punto impreciso e in direzione di quell’urlo,cercando come ogni volta di capirne le origine e la provenienza ma probabilmente quello sarebbe restato sempre un mistero. Mi ritrovai nella mano qualcosa di freddo e metallico, l’elsa di una spada … a noi due ombra dei miei stivali!

Cominciai a indietreggiare,cercando di vedere oltre il mio naso ma a causa di quell’oscurità riuscì a scorgere solo i passi del mio avversario farsi più vicini e le assi del ponte scricchiolare al suo passaggio. Potevo perfino contare i battiti del mio cuore che aumentavano ad ogni suo passo,mentre stringevo la mia arma con tutta la forza che avevo in corpo. Mi fu talmente vicina da poter sentire il suo respiro freddo addosso e il mio viso divenne gelato,come se quell’ombra fosse fatta di ghiaccio. Feci un passo avanti,facendola indietreggiare e le lame delle nostre spade si scontrarono,squillando nell’aria. Nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa e impedire un secondo movimento alla parte opposta. Avrei impedito che anche questa volta l’ombra mi trafiggesse il ventre,lasciandomi inerme sul pavimento della nave.

«Chanel attenta!», un urlo mi fece trasalire e cercai di distinguere e fare breccia nell’oscurità per scorgerne il luogo d'origine. Era questo che quell’ombra bastarda attendeva.

Sfruttando probabilmente il mio momento d’assenza, si caricò di tutta la forza che aveva in corpo e si liberò dalla mia presa,mandandomi all’indietro e facendomi sbattere contro una superficie dura,squarciandomi lo stomaco con un colpo solenne. Rimasi immobile,con le mani distese lungo i fianchi e con ancora l’arma stretta nella mano. Mi portai lentamente una mano nel ventre,riconoscendo un liquido caldo e dallo strano odore che individuai come … sangue.

La spada mi cadde dalle mani,risuonando allo scontro con il terreno e le portai sull’impugnatura della stessa arma che mi aveva trafitto e mi sentì dividere a metà,squarciare e lacerata dall’interno e la bocca divenne amara e aspra. Le forze mi vennero risucchiate e mi sentì debole e con la voglia di dormire per anni e anni. Era quella la sensazione che si prova prima di morire?

Qualcosa di freddo mi prese il collo,stringendolo con una forza sovraumana e non sentì più il terreno sotto i piedi

«lasciami ti prego …», sussurrai con un filo di voce,cercando di portare le mani sul mio collo e impedirgli di strangolarmi. Cercai di visualizzare il suo volto ma le immagini si oscurarono e si sbiadirono. Dovevo restare sveglia … altrimenti mi avrebbe uccisa veramente …

Lo sentì sorridere e difatti,come lo avevo pregato,mi lasciò andare e caddi giù per le scale,finendo di nuovo sul pavimento,senza la capacità di muovermi e con la morte in faccia.



«aaaaaaaaaa», mi tirai su dal letto,guardandomi intorno spaesata e spaventata,cercando di capire dove mi trovassi. Ero forse morta?

«Chanel! », L’oscurità che mi aveva da prima divorata scomparve in un lampo e finalmente vidi la luce. Mi svegliai di botto,boccheggiando e cercando di capacitarmi e capire se fossi veramente nella vita reale. Alan era a pochi passi dal suo letto,sul punto di scendere e ad occhi sgranati,puntati su un punto impreciso del mio ventre. Lo guardai sbigottita,ansimando e cercando di respirare,anche se sentivo un dolore allucinante in qualsiasi parte del corpo. Seguì il suo sguardo,vedendo il mio ventre ricoperto dal sangue che stava uscendo a zampilli e si prostrava dalla canottiera come una enorme macchia rossa in contrasto con un sfondo bianco.
«devo essermi addormentata. »,sussurrai,cercando di alzarmi e mettendo una mano sul mio ventre insanguinato «Tranquillo non fa niente,torna a dormire,ci penso io qui»
«fammi dare un occhiata»,proferì canzonatorio,avvicinandosi a me e scostandomi un pezzo della veste,con il suo fare da adulto che mi fece quasi sorridere «qui non c’è niente! »
Abbassai lo sguardo,ritrovandomi solo il rossore del sangue,senza alcuna traccia della ferita. Ci guardammo basiti,senza capire esattamente cosa stesse succedendo.

*




Doveva essere già mattino inoltrato quando mi ripresi dallo shock subito dalla notte antecedente a causa dei miei incubi ripetenti. Era da tempo che non chiudevo gli occhi concedendomi al sonno e ogni volta che mi abbandonavo ai sogni,quell’incubo ricorrente diveniva sempre più affino e reale,rilasciandomi ferite assidue e profonde nel corpo e nella mente,anche se stranamente questa volta non avevo subito particolari danni.
Non mi rendevo più conto di quale fosse la realtà e quale il sogno e presto o tardi non avrei saputo distinguere l’una dall’altra,nemmeno la verità che si celava nella mia mente.
Quella sarebbe stata una notte importante,me lo sentivo,difatti al sorgere dell’alba io e mio fratello decidemmo di salire sul ponte e controllare la situazione. La nave era stata ancorata nel punto esatto in cui si sarebbe svolta la fatidica eclissi,così da richiudere il passaggio e ripristinare l’equilibrio della natura. Eva Bens aveva riposto la sua fiducia su di me,anche se non sapevo esattamente come agire e procedere. Avrei dovuto salvare il mondo intero da un destino più grande anche di me. Il peso del mondo era ricaduto sulle mie spalle.
Quando arrivai sul ponte,tutto era abbastanza tranquillo e al posto giusto. Ogni marinaio svolgeva le proprie mansioni con la solita tranquillità e disinvoltura di sempre,come se tutto ciò non appartenesse e riguardasse nessuno. Portai d’istinto il naso all’insù,notando la fatidica luna rossa posta alta nel cielo,non troppo lontano dal sole. Tra poche ore la luna sarebbe sorta e si sarebbe ricongiunta alla sua gemella,così da scatenare il finimondo

Mi guardai più volte intorno,cercando quella persona che avrei tanto desiderato rivedere. Jack si era volatilizzato nel nulla come alcuni componenti della nave che non erano ai soliti posti di lavoro. Questa sera probabilmente sarebbe stata cruciale,una degli scontri più importanti con l’essere più imponente di quei mari. Avevo bisogno di vedere Jack e chiarire le cose che erano rimaste in sospeso tanto a lungo. Avevo bisogno di dirgli che lo amavo ancora anche se non sapevo cosa provasse realmente per me,anche se ero perfettamente cosciente che non aveva la benché minima fiducia del mio potenziale. Avevo bisogno di stringerlo anche un ultima volta tra le mie braccia e assaporare quelle labbra che amavo tanto.

Ma ci avrei pensato dopo. In quel momento l’unica cosa da fare era riporre dentro il cassetto le cose non prioritarie,cercando invece il modo più veloce per salvare il mondo e trovare una via d’uscita a quel circolo vizioso di coloro che volevano pavoneggiarsi,dichiarandosi padroni assoluti del mondo e dell’intero universo. La prima cosa da fare era quello di richiudere il portale,sconfiggere Cleverbot e poi chiarire le cose con Jack. Il resto sarebbe subentrato più tardi.


**




Le ore passarono velocemente e con una rapidità disarmante. Le lancette del tempo avevano fatto il suo corso,proseguendo con l’equilibrio naturale della natura e il cielo divenne scuro e cupo,illuminato solo dalle stelle che sembravano puntini dorati attaccati ad un unico sfondo nero. La luna non era poi così lontana. Aveva fatto capolino dal confine tra il cielo e il mare,protraendosi lentamente verso il cielo,così da ricongiungersi alla luna rossa e divenire con lei una cosa sola. Un qualcosa di soprannaturale pronto a scatenare la fine di un qualcosa iniziato da molto tempo.

Jack aveva fatto ritorno al tramonto,quando il sole si abbandonò al creato,morendo nell’orizzonte,accompagnato da Gibbs e da qualche nuovo arrivato che aveva deciso di lottare per una battaglia già persa dal principio. Era salito sul ponte con la sua solita camminata sgangherata ma non ci prestai molta attenzione,intenta a vivisezionare quello strano oggetto che tenevo stretto come se fosse mio figlio. Aveva un lungo manico traforato e dipartito da diamanti preziosi e un diamante all’apice come ancora della sua forza. Come potevo metterlo in moto? Non potevo solo premere un pulsante d’accensione?

Cercai in qualche modo di trovare un metodo per incanalare la mia forza al suo interno,ricercando dentro di me,l’ energia che non avevo mai adoperato fino in quel momento
. Chiusi gli occhi e sospirai rumorosamente,cercando di adoperare ogni cellula del mio corpo e ricongiungerla in un unico essere. Cercai di coordinare ogni battito del mio cuore e svuotare ogni pensiero dalla mia mente,concentrandomi solo su me stessa e su quel magico oggetto.

Intorno a me non sentì nulla,né il frastuono e le voci rumorose della ciurma né il vento e le onde del mare che si scontravano con la chiglia della nave. Non c’era più nessuno o forse non c’era mai stato. Sperai che quella mia concentrazione mi fruttasse qualcosa e desiderai immensamente che quello scettro potesse risolvere tutti i nostri problemi e che potesse trovare un modo per ripristinare la pace e ristabilire l’equilibrio tra i nostri mondi. Ma come si dice? i sogni son solo desideri.

Aprì di scatto gli occhi,ritrovandomi tra il fracasso della nave e il resto del mondo che avevo momentaneamente mandato in standby. Sbuffai rumorosamente e mi portai dietro l’orecchio una ciocca che era mi era ricaduta involontariamente sul viso. Forse la risposta che cercavo non potevo ritrovarla dentro di me,poiché era qualcosa al di fuori della mia stessa logica. Abbassai lo sguardo,accorgendomi solo qualche minuto che qualcuno mi stava osservando persistentemente da svariati minuti e quando alzai il viso mi persi nello sguardo del capitano. Jack era a pochi passi da me,appoggiato al parapetto,con il gomito sul legno scuro della nave mentre con l’altra mano teneva stretta una bottiglia di rhum che non impiegò due volte a portarsi alla bocca e a lasciarsi scivolare dentro la gola il liquido caldo e giallognolo di quella bevanda che lui amava più di se stesso. Ci guardammo per secondi che in quel momento mi sembrarono ore intere e in quel momento desiderai che il tempo si fermasse.

Avrei voluto così tanto stringerlo forte al petto e sussurragli tutto quello che avevo dentro. Avrei voluto avere quel coraggio che non riuscivo a scorgermi dentro e desiderai che le mie gambe si muovessero ma invece,rimasi li,con lo sguardo in quel viso perfetto e lineare e quegli occhi neri come la pece senza sapere se li avrei mai più visti.
Nessuno dei due staccava lo sguardo dal viso dell’altro,come se ci stessimo sfidando per valutare il grado di cocciutaggine dell’altro,come se fossimo avversari e non parte della stessa ciurma.
Non so cosa passasse nella mente del capitano e probabilmente non lo sapeva nemmeno lui ma io avevo paura,paura dell’ignoto. Ero terrorizzata perché non sapevo cosa sarebbe successo quella sera ma di certo il mio cuore ne era perfettamente a conoscenza visto che martellava incessantemente nel petto.
Tutto stava per cambiare,avrei rivisto anche per pochi istanti quel mondo che probabilmente non mi apparteneva più ma che amavo più della mia stessa vita. Sarei entrata in contatto con il luogo in cui ero nata e cresciuta,in cui era conservato lo scrigno del mio passato. Non sapevo quali fossero i miei sentimenti,forse li avevo repressi troppo a lungo e probabilmente non ero a conoscenza neanche del mio volere. Mi guardavo intorno e vedevo solo i volti di coloro che mi avevano accompagnata per mesi interi,quelle persone che consideravo parte di me. Gli stessi che consideravo come membri della mia famiglia.

Distolsi lo sguardo,forse per risparmiarmi quel dolore che mi stavo auto-infliggendo. Perché quello era solo un grande male che mi cresceva dentro,perché non sapevo nemmeno io cosa volevo veramente adesso. Ritornare a casa e ricongiungermi con la mia famiglia o rimanere e continuare a vivere o meglio ricominciare. Perché solo in questo bellissimo mondo potevo sentirmi viva.
Solo dopo svariati minuti mi accorsi che la ciurma si era raggruppata intorno a me,quasi tutti con lo sguardo puntato sul cielo e con le mani mirate nell’elsa delle loro armi. Potevo perfettamente leggere nei loro occhi carichi di tensione tutta la paura che avevano dentro. Il tempo sembrava essersi fermato,era come se non fossero passati mesi interi dal nostro viaggio del tempo,da quando avevamo varcato quella porta che ci aveva fatto precipitare in un posto che adesso consideravo la libertà.
Si perché come aveva sempre detto Jack,la Perla era sinonimo di libertà,fratellanza e determinazione e io li con loro mi sentivo finalmente viva e libera. E adesso, l’idea di quel destino ingrato mi faceva sentire come un passero in gabbia.
Delle rumorose e assordanti voce mi invasero di scatto,destandomi dai miei pensieri e costringendomi ad alzare il naso all’insù. Sgranai gli occhi e mi sembrò quasi di aver smesso di respirare quando notai quelle due fonti di luce a qualche millimetro di distanza. L’ora era scoccata,era sopraggiunta e fra pochi istanti l’orologio avrebbe rintoccato la mezzanotte. Mi alzai lentamente,facendo scricchiolare le assi della nave,mentre i miei occhi non riuscivano a distaccarsi da quel cielo nero come la pece e attorno a me,non sentivo più nulla,nemmeno i respiri dei miei compagni di battaglia. Strinsi con forza lo scettro,strabuzzando gli occhi e boccheggiando. Fu in quel momento che mi resi conto che dovevo mettermi in gioco. Ma cosa avrei dovuto fare io che non ero altro che una piccola cellula nell’universo?Sospirai rumorosamente e avanzai lentamente,sentendo le gambe tremarmi come delle foglie perturbate da un vento violento e il cuore che batteva in modo incessante,pompando più sangue del normale. Avrei voluto che la nonna fosse al mio fianco a ripetermi con il suo fare gentile e rassicurante che tutto sarebbe andato per il verso giusto e che dentro di me avevo una forza e una determinazione fuori dal comune. Avanzai verso il ponte,ponendomi proprio sotto quelle due lune,sotto lo sguardo dei presenti, sotto la supervisione di Will ed Elizabeth che erano a pochi passi da me.
Liz mi sorrise dolcemente,come a volermi incoraggiare. Ma di certo quei gesti benevoli non mi aiutarono a calmare quel dolore che avevo nel petto.
Mi voltai in avanti e ispirai rumorosamente, cercando di ricordare le tecniche di respirazione che avevo visto fare alla mamma nel corso di yoga e le lezioni di arti marziali che avevo seguito da piccola.
«salve prescelta», sobbalzai di botto e alzai le spalle per lo spavento,sentendo dietro di me qualcuno sbiascicare qualcosa sorpreso e altri trattenere il fiato sbigottiti. Mi voltai lentamente verso quella donna dai capelli grigiastri e brizzolati nascosti dietro un mantello nero che le nascondeva gran parte del viso,lasciando intravedere solo gli occhi chiari e stanchi per via dell’età ormai avanzata. Era aggrappata ad un bastone con delle foglie rampicanti,avvinghiata come se quel legno potesse trattenere tutte le sue fatiche. Impiegai vari minuti per riprendermi e dopo qualche secondo riuscì finalmente a sbiascicare qualcosa

«Eva Bens! Cosa ci fa lei qui? », il mio tono di voce sembrò più sorpreso del previsto e vidi la donna sorridere,senza però che il suo viso si tramutasse,restando sempre quella maschera di marmo che ormai avevo imparato a riconoscere

« non potevo di certo abbandonarti mia giovane donna. Ti aiuterò a richiudere il portale e impedire che James Cleverbot raggiunga i suoi scopi», tirò un sospiro e abbassò lo sguardo « fra poco su questa nave si scatenerà l’inferno e non so se ne potremo uscire vivi. Fra poco saremo travolti in un bagno di sangue», Mi si gelò il sangue nelle vene e persi un battito mentre notai lo sguardo di terrore della ciurma che cominciarono a pregare il dio e a maledire il giorno in cui avevano intrapreso tale missione. Chi poteva dargli torto?
«uomini! », Jack spuntò da dietro la ciurma con la spada in mano e la solita bottiglia nell’altra,facendosi avanti con il solo passo sgangherato «statemi ben a sentire brutti luridi cani rognosi e con le pulci!! Sapevamo già da tempo che questa missione non sarebbe stata come le altre ma avevate la cognizione che chi si aggrega alla ciurma del capitan Jack Sparrow va in pasto a missioni impossibili e ad alto tasso di mortalità! Tra poco su questo ponte si scatenerà il pandemonio e orsù vi dico,su questo ponte e ora,che chiunque voglia far ritorno alla terra ferma e comportarsi da eunuco è libero di andare ma per chi resta,dico che dopo questa sera si berrà tanto di quel rhum che vi uscirà anche dalle vostre vesti. Sarete ricordati come coloro che hanno visto l’inferno e se ne sono fatti un baffo! Quindi luridi cani puzzolenti … a voi la scelta,io me la svigno …»,sussurrò infine parlando più a se stesso che ad altri. Gli uomini si guardarono ad uno ad uno come a voler capire gli uni le intenzioni dell’altro

«io ci sono! »,proferirono Elizabeth e Will contemporaneamente guadagnandosi lo sguardo fiero del capitano che fece un inchino per sdebitarsi. Non mancò molto che tutti gli altri si unirono al coro e sulla nave si innalzò un grido di gloria e gioia,pronti per andare all’inferno e farne ritorno.

«guardate il cielo! », sbiascicò un uomo,indicando il dito verso il cielo. Mi voltai di scatto,trovando le due lune a un soffio l’una dall’altra. Il momento era sopraggiunto ma sapevo di avere dalla mia parte l’intera ciurma della Perla Nera ed Eva Bens. Non dovevo più avere paura … o quasi

Mi avvicinai lentamente,ordinando i miei stessi passi e guardando la figura di Eva Bens che si avvicinò a me,mettendomi una mano sulla spalla in segno di incoraggiamento
«sei pronta?»,mi chiese con la sua voce calda e di chi la sapeva lunga. Ispirai e sorrisi con l’amaro in bocca
«posso dire di no?»
Un leggero venticello si innalzò funesto e trattenni il fiato quando i lineamenti delle due lune combaciarono perfettamente,diventando un tutt’uno e una cosa sola. «confidiamo tutti in te! », sussurrò Eva cercando di non distaccarmi da ciò che stava succedendo,come se fosse minimante possibile. Il cielo si tinse di un rosso acceso come l’amaranto e dalle lune si sprigionò una luce accecante che ci costrinse a coprirci il volto con una mano. Il mare cominciò ad agitarsi e il vento ci sovrastò provenendo da ogni direzione,dando vita a piccoli vortici che resero il mare ancora più agitato,facendo così oscillare la nave o qualunque cosa si trovasse sotto il suo raggio d’azione.
Molti degli uomini furono costretti ad aggrapparsi a qualsiasi cosa avessero a tiro per non finire inghiottiti dal mare,mentre il resto dell’equipaggio tennero i piedi ben puntati sulle assi legnose della nave,incapace di muoversi o solamente di respirare. Cercai di aggrapparmi a qualcosa mentre sull’orizzonte comparve un ciclone che cominciò a ruotare intorno al mare,provocando dei vortici che sembravano inghiottire e trasportare il mare stesso. «Mastro Gibbs! Controlli l’ancora e faccia si che rimanga attaccata al fondo!! »,urlò Jack,cercando di proiettare la nave e mantenerla in equilibrio,cosa alquanto impossibile a causa dell’enorme vento e dalla pioggia che si accaniva su di noi,non lasciandoci nemmeno la forza di respirare.
Guardai il cielo e l’accecante luce cominciò a smorzarsi e potei vedere la nuova sembianza della luna,contornata da una luce più tenue e rossa come il sangue. Il mio cuore perse un battito quando la luna abbandonò la sua forma sferica estendendosi in modo disumano. Il portale stava per aprirsi.
Il vento aumentò ancora e ancora e la nave sembrò quasi spingersi verso l’alto,ancorata al mare grazie solamente agli ormeggi e ai comandi di Jack che non smetteva di urlare a destra e a manca
«tenetevi ciurmaaa», gridò a gran voce Gibbs che perse l’equilibrio,rotolando da una parte a un’altra della nave. Mi voltai verso Eva che restò cauta,con lo sguardo fisso verso il cielo come se non si rendesse conto di quello che le stava accadendo in torno. Forse stava solo meditando o come me,cercava un modo per non lasciarsi abbattere e precipitare nello sconforto di un qualcosa perfino più grande di lei
« Miss Bens!! »,urlai a gran voce,cercando di farmi sentire e superare perfino i confini del suono stesso. la donna si voltò lentamente verso di me,restando ben attaccata al suo bastone che sembrava essersi incollato alle assi della nave. «che devo fare?! »
«il portale sta per aprirsi,devi isolarti dallo spazio circostante e concentrarti solo sullo scettro! »
«ci ho già provato!! Non ci sono riuscita e non credo di farcela!», avevo già provato a concentrarmi su me stessa e lasciarmi alle spalle il mondo circostante ma non ne avevo risvolto alcun vantaggio. Cosa era cambiato da allora?
«tu non ci hai provato affatto! Devi essere un tutt’uno con lo scettro,concentrati e cerca l’energia che vi unisce! Devi trovare quel filo conduttore!!!! » ,era così vicina a me ma in quel momento mi sembrò di esserle lontano anni luce. Non riuscivo a concentrarmi con la nave traballante,il vento che mi soffiava impertinente sulla faccia e le gocce d’acqua che sembravano essere piombo che ricadeva dal cielo alla velocità della luce. Come potevo concentrarmi con l’apocalisse intorno a me!?
«Come? Non ce la faccio! »
«concentrati!O il mondo sarà risucchiato da se stesso! »
Restai immobile e chiusi gli occhi,cercando di trovare un equilibrio con il mondo e con me stessa,cercando come aveva detto Eva di concentrarmi su una cosa sola: lo scettro
Dovevo svuotare la mia mente,lasciando spazio a tutte le paure che mi logoravano dentro,di trovare il filo collegante a quello strumento che avevo in mano e per un momento non avvertì più il freddo gelido, né il vento e la pioggia che si imbattevano su di me. Capì che il portale si era aperto quando finì di allargarsi e una forte luce accecante lo attraversò interamente. Al di la c’era il mio mondo!
Mi venne quasi voglia di lasciarmi andare e buttarmici dentro,abbandonandomi a quella sensazione che avevo abbandonato da tempo ma non avrei potuto lasciare questo mondo al suo destino. Dovevo compiere il mio dovere. Io ero la prescelta!
Presi lo scettro e chiusi gli occhi,ricercando la forza che era dentro di me. Ormai non sentivo nulla,era come se intorno a me ci fossi solo io e quel portava che andava chiuso. Avvertì dentro il petto un forte calore e un energia che non avevo mai sentito fino ad ora. Aprì gli occhi di scatto e fui costretta a strizzare le palpebre più volte per via di una luce che si sprigionò dalla scettro,quella era la mia energia vitale.
Mi sentì quasi sollevare dal terreno,mi sentì sospesa ma in quel momento era come se non mi importasse. Mi sentì in pace con me stessa e chiusi gli occhi e quando li riaprì mi ritrovai in un luogo che non conoscevo.
Non c’era nessuno intorno a me e il paesaggio che mi era di fronte si era trasformato in una valle rosastra. Mi guardai più volte intorno,cercando di capire dove fossi finita
«c’è qualcuno!?»,la mia voce fece eco e rimbombò ripetutamente,diventando sempre più lontana.
«ciao piccola mia …»,strizzai le spalle e rimasi immobile,senza più la forza di fare un solo passo. Quella voce l’avrei riconosciuta tra mille,non potevo sbagliarmi. Mi voltai lentamente,con gli occhi già inumiditi dalle lacrime e la trovai li,con il suo solito sorriso a contornarle il viso esile e i suoi occhioni azzurri e vispi a guardarmi come non aveva mai fatto da tanto tempo
«nonna!!! »,mi buttai tra le sue braccia,stringendola forte a me e affondando il viso nel suo petto,coccolandomi tra sue braccia. Lei mi accarezzò il viso con una mano ma quel tocco non riuscì a sentirlo. Mi distanziai quel tanto da poterla guardare in volto,sfiorando quella mano che mi stava accarezzando.
«perché non riesco a sentirti? E … dove siamo? »
«sei dentro il portale bambina … sei a metà tra quel mondo e casa tua! Io sono qui per scongiurarti di ritornare a casa con me,puoi farlo se vuoi … basta dire una parola e ti sembrerà solo un brutto sogno. Non avrei mai dovuto affidare a te e a tuo fratello un compito così arduo,ritorna con me bambina mia … », rimasi a guardarla basita e sconvolta da quella proposta che fino a qualche tempo fa non avrei impiegato due volte ad accettare. Ma come potevo abbandonare i miei amici e ritornare a casa senza sentirmi morire dentro? Le lacrime mi bagnarono il volto e abbassai il capo,lasciando che una ciocca di capelli mi ricoprisse il viso. Non potevo seguire la nonna e ritornare a casa.

«mamma ha bisogno di te … io ho bisogno di te …»
« mi dispiace …», singhiozzai,allontanandomi da quell’abbraccio «non posso ritornare a casa e lasciar morire coloro che amo … vi prometto che ritornerò! Nel frattempo … non dimenticatemi…», mi inginocchia,tenendo stretto il medaglione che avevo al collo e chiusi gli occhi,abbandonando,forse per sempre,l’unica possibilità di riappropriarmi della mia vita.


« Chanel svegliati!!! Ce l’hai fatta!!! »,aprì di scatto gli occhi,ritrovandomi distesa di schiena sulle assi del ponte e con la figura di mio fratello ad un passo dal viso,con le sue piccole e morbide mani che mi accarezzavano spasmodicamente la guancia,cercando di farmi rinvenire. Che cosa era successo?
Non ricordavo nulla di ciò che era accaduto e nella mia mente vi erano solo immagine confuse e senza un filo logico. L’unica cosa che ricordavo era …
«Il portale! »,mi sollevai di scatto,accorgendomi della fitta allucinante nella testa . Era come dopo un esplosione e io sembravo la sola ad essere ferita «dov’è il portale?!? », Mi guardai intorno,accorgendomi solo ora dei festeggiamenti dei miei compagni che urlavano come cani impazziti,mentre brindavano con le loro bottiglie di rhum e cantavano canzoni allegre,con i visi paonazzi e un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Elizabeth,mio fratello ed Eva Bens mi stavano intorno,cercando di darmi il giusto sostegno e vidi nei loro volti la tranquillità che desiderai tanto scorgere.
«lo hai chiuso! Ce l’hai fatta! »,esaltò la donna dai capelli argentati con un sorriso che faceva capolino dalle sue labbra spesse,mentre i suoi occhi era più limpidi e trasparenti,felici della riuscita della missione.
Cercai di alzarmi,aiutata da mio fratello e mi accorsi finalmente della quiete sopraggiunta. La tempesta era finita e le acque si erano calmate,mentre il cielo era più sereno e le lune erano ritornate al loro posto,della giusta lontananza. Avevo chiuso il portale,ce l’avevo fatto con le mie sole forze. Inalai aria,percependo la piccola brezza sulla pelle e chiusi gli occhi,così da assaporare la vittoria e il senso di benessere che mi attraversò le vene «ce l’ho fatta! »,sussurrai a me stessa con un particolare senso d’orgoglio. Finalmente mi resi conto del mio potenziale e potevo dire di aver salvato il mondo.
La guerra era finit …
«… buonasera …» ,drizzai di scatto,voltandomi lentamente verso quella voce che non avevo mai udito fin’adora. Era rauca e roca come se appartenesse ad un vecchio provenuto dall’oltretomba. Fu li che lo vidi …
Seduto sull’albero maestro,un uomo dall’aspetto giovanile,dai capelli biondi color paglia e degli occhi azzurri, mi guardavano con indifferenza e superficialità,facendomi salire i brividi lungo la spina dorsale. Chi era quell’uomo? Mi voltai verso Eva Bens e dal suo sguardo sconvolto e gli occhi sgranati capì tutto.
«Cleverbot»,sussurrò la donna con la voce smorzata,parlando più con se stessa che con gli altri. Il suo sguardo divenne una lastra di ghiaccio e scorsi una paura che non avevo visto nemmeno quando stavamo per essere risucchiati dal portale. Mi sentì morire …
« finalmente», sussurrò lui con un sorriso che non faceva trasparire nulla di buono . Si alzò,saltando giù dalla cima dell’albero maestro e improvvisamente me lo ritrovai a pochi passi da me. Persi un battito e smisi perfino di respirare,non ricevendo nemmeno più imput dai miei polmoni e dal mio cuore che ormai aveva perso ogni possibile funzionalità. Cercai di trovare un modo per levarci da quella situazione scomoda ma con lui a pochi passi da me e i suoi occhi di ghiaccio che mi guardavano come se fossi una preda,non riuscivo a pensare e a trovare un modo per rimanere vivi.
«finalmente ho l’onore di scorgere il nome di colei che mi ha messo i bastoni tra le ruote fin dall’inizio… il nome della prescelta …non sai quanto ho desiderato questo momento e adesso ti ho davanti agli occhi,mia bella fanciulla»,indietreggiai lentamente,tenendo gli occhi inchiodati ai suoi,cercando di non far trapelare nessuna emozione,cercando di non far trasparire le mie paure e le mie angosce. Dietro di me non sentì nemmeno fiatare,probabilmente tutto l’equipaggio smise perfino di respirare. Lui era li … colui che avevamo cercato da fin troppo tempo,colui che aveva distrutto troppe vite e troppi mondi ora era ad un soffio da me.
Cominciò ad avanzare,continuandomi a guardare con quello sguardo che di certo non portava nulla di buono e al posto di scappare o contrattaccare rimasi impassibile,aspettando che si avvicinasse. Lasciando che risucchiasse quello spazio che ci distaccava. Eva Bens aprì la bocca,richiudendola poco dopo. Era rimasta pietrificata e la paura non le permise nemmeno proferir parola
Puntai lo sguardo in avanti,ritrovandomi James ad un soffio dal viso,con i suoi occhi piantati sui miei e il suo respiro addosso. Sorrise furbescamente e la sua mano mi rialzò il mento « sei interessante sai? Sembri fragile ma dentro di te hai una grande forza,mi dispiacerebbe molto eliminarti quindi se mi darai il medaglione che porti al collo,ti lascerò libera»
« mai! », ringhiai allontanandomi da lui e rimuovendo la sua mano dal mio viso. Avevo capito finalmente il mio potenziale e a quanto pare non ero passata inosservata nemmeno agli occhi di uno dei più potenti maghi dell’intero universo. Potevo perfettamente sconfiggerlo!
«allora lo hai voluto tu! »,Rimase sempre con quel sorriso stampato in faccia che non fece altro che innervosirmi ancora di più. Ora che lo avevo di fronte non sembrava nemmeno così potente come lo aveva descritto Eva, oppure ero io che stavo cominciando a capire di che pasta era fatta. Si allontanò da noi, chiudendo gli occhi e alzò le mani al cielo,guardando un punto indefinito dell’orizzonte e i suoi occhi trasparenti divennero completamente bianchi. Dal suo corpo emanò una forte luce che ci costrinse a coprirci gli occhi con una mano «allora miss Bedrok! Dammi i medaglioni o morirai …»
«preferirei morire! »
«accontentata …», come d’incanto s’innalzò quel vento che ci aveva sovrastati durante l’eclissi e tutto divenne buio,solo delle piccole lanterne affievolirono di poco l’ambiente circostante. Cercai di vedere oltre il mio naso ma l’oscurità non ci lasciava scampo e non riuscì più a rendermi conto dello spazio contiguo,incapace di vedere al buio come i gatti. Che cos’era successo? Dal silenzio tombale che regnava in quel momento sembrò scatenarsi un vero inferno. Cominciai a sentire urla provenire in qualche parte indefinita della nave e uno strano rumore come del metallo che si imbatteva nello stesso materiale.Mi voltai,girando intorno su me stessa,cercando di individuare il luogo dello scontro. Era come se avessi già vissuto quelle scene anche se non ricordavo dove o forse non volevo neanche immaginarlo.
«Alan! Alaan dove sei?!? », chiamai a gran voce,sperando che mio fratello mi sentisse ma non riuscivo ad udire altro che le spade scontrarsi l’una contro l’altra e il fiato dei duellanti accrescere e diventare un tutt’uno. Fino a poco fa non era molto lontano dal mio raggio d’azione mentre ora lo avevo perso completamente di vista. Che cosa gli era successo?
Dietro di me,sentì uno scricchiolio di assi che cigolavano a causa di una presenza sempre più vicina a me. Si stava dirigendo con più frequenza nella mia direzione e fu allora che capì. Tutto quello che stavo vivendo lo ritrovavo nei miei incubi continui. Certo! L’oscurità,le lanterne e le ombre che combattevano l’una contro l’altra. Era forse uno dei miei soliti incubi? No,non mi ero addormentata e questa volta sembrava fin troppo reale per essere solo un sogno …
Strizzai gli occhi,cercando di rimanere calma e controllare i battiti convulsi del mio cuore che batteva come impazzito nel mio petto,cercando di mantenere la calma e di trovare un filo logico a quello che stava succedendo. Indietreggiai,cercando di rimanere in equilibrio e rimasi in allerta così da non farmi scorgere di sorpresa.
« dove credi di andare», sentì qualcosa di freddo sul collo e rabbrividì di botto sentendo l’angoscia attaccarsi allo stomaco e ai polmoni. Il mio cuore sembrava come impazzito e cercai di gridare anche se dalle mie corde vocali non uscì nessun suono, sentendo le vene del collo pulsarmi e fremere freneticamente e avvertì il sangue agghiacciarmi nelle venature. Era li,dietro di me e potevo avvertire distintamente la sua presenza alle spalle ma senza percepirlo veramente. Le gambe divennero molli e anche se la mia mente gridava a gran voce di fuggire e scappare,loro rimanevano li,inerme e incapace di fare anche un passo.
Cominciai a tremare e strinsi le mani in un pugno,boccheggiando e alitando per riprendere fiato,cercando di inalare aria per i miei polmoni che sembravano bruciarmi dall’interno. Potevo sentire il suo sguardo addosso e il suo respiro affannato,mentre non distinguevo più il mio.
«hai. un .ultimo .desiderio? »,proferì a denti stretti nell’orecchio,facendomi aprire gli occhi lentamente e provocandomi dei piccoli brividi lungo la spina dorsale. Non potevo stare ferma,aspettando che mi facesse fuori e di annientare ogni cellula dell’universo. Dovevo stare calma e prendere il controllo di me stessa.
« farti fuori e salvare il mondo dalla tua furia omicida! Tu non DEVI diventare il padrone dell’universo e io non te lo permetterò!! », mi distanziai da lui e gli puntai lo scettro contro,chiudendo gli occhi e concentrandomi su quell’uomo che non meritava la benché minima compassione. Aveva annientato interi mondi,distrutto città e delle vittime innocenti che si erano trovate sventuratamente sul suo cammino. Non dovevo lasciarlo andare,era un uomo troppo meschino e aveva fatto del male a troppa gente. Concentrati Chanel …
Non riuscivo a concentrarmi sapendo che era a pochi passi da me e il solo pensiero di averlo così vicino mi mandò in tilt il cervello «secondo me la prima a morire sarai tu»
Chiusi gli occhi,sentendo già le lacrime inumidirmi gli occhi e …
«Chanel tieni! », mi voltai di scatto verso quella voce che finalmente riuscì a dare forma. Non riuscì a intravedere Jack ma mi ritrovai l’elsa di una spada tra le mani. Non ci sarei riuscita a sconfiggerlo con un arma mortale ma almeno avrei preso tempo,così da ricercare dentro di me la forza che avevo avuto prima quando avevo rinchiuso il portale e avevo ritrovato la pace
« adesso a noi due! »
Cominciai a indietreggiare,cercando di vedere oltre il mio naso ma a causa di quell’oscurità riuscì a scorgere solo i passi del mio avversario farsi più vicini e le assi del ponte scricchiolare al suo passaggio. Potevo perfino contare i battiti del mio cuore che aumentavano ad ogni suo passo,mentre stringevo la mia arma con tutta la forza che avevo in corpo. Mi fu talmente vicina da poter sentire il suo respiro freddo addosso e il mio viso divenne gelato,come se dentro di se non avesse più sangue nelle vene. Feci un passo avanti,facendola indietreggiare e le lame delle nostre spade si scontrarono,squillando nell’aria. Nessuno dei due aveva intenzione di mollare la presa e impedire un secondo movimento alla parte opposta. Avrei impedito a qualunque costo che James Cleverbot diventasse il padrone del mondo!

«aaaaaaaa»!», un urlo mi fece trasalire e cercai di distinguere e fare breccia nell’oscurità per scorgerne il luogo d'origine.Mi sembrava la voce di mio fratello e questo mi mando in tilt il cervello e …

Probabilmente,prendendo spunto del mio momento d’assenza, si caricò di tutta la forza che aveva in corpo e si liberò dalla mia presa,mandandomi all’indietro e facendomi sbattere contro una superficie dura «mi dispiace che le cose non siano andate diversamente tra noi due», sentì la lama fredda della sua spada a contatto con la mia pelle fredda e rabbrividì,smettendo di respirare. Avevo voglia di gridare o quantomeno di parlare ma non ci riuscì e strizzai gli occhi «ti prego … non farlo» ,sussurrai,boccheggiando

«in fondo mi dispiace sai? », sentì la pressione della spada farsi sempre più pesante e avvertì la mia pelle lacerarsi e procurarmi un dolore atroce. Rimasi immobile,con le mani distese lungo i fianchi e con ancora l’arma stretta nella mano. Mi portai lentamente una mano nel ventre,riconoscendo un liquido caldo e dallo strano odore che individuai come … sangue.
La spada mi cadde dalle mani,risuonando allo scontro con il terreno e le portai sull’impugnatura della stessa arma che mi aveva trafitto e mi sentì dividere a metà,squarciare e lacerata dall’interno e la bocca divenne amara e aspra. « sei stata una degna avversaria», sussurrò,allontanandosi dalla spada e mi accovacciai al muro e con spada trafitta sul mio ventre. Questa volta il dolore sembrava troppo reale e mi sentì debole e confusa,ansimando e cercando di rimanere sveglia. Qualcosa di freddo mi prese il collo,stringendolo con una forza sovraumana e non sentì più il terreno sotto i piedi
«lasciami ti prego …», sussurrai con un filo di voce,cercando di portare le mani sul mio collo e impedirgli di strangolarmi. Cercai di visualizzare il suo volto ma le immagini si oscurarono e si sbiadirono. Dovevo restare sveglia … altrimenti mi avrebbe uccisa veramente …
Lo sentì sorridere e difatti,come lo avevo pregato,mi lasciò andare e caddi giù per le scale,finendo di nuovo sul pavimento,senza la capacità di muovermi e con la morte in faccia.
«Chaneeeel» sentì la voce di mio fratello e mi sembrò che le lame che fino ad un attimo fa stavano combattendo smisero di botto.
Quello non era un sogno ma era la realtà e tutto ciò che mi era successo durante le mie notti era quel futuro che adesso mi aveva trafitta. Chiusi gli occhi,lasciandomi abbandonare a quel dolore che mi stava lacerando dentro e ad un tratto il mio mondo sparì.



salve ciurma! Benvenuti nel nuovo capitolo della saga xD finalmente abbiamo messo insieme tutti i pezzi e capito che gli incubi ripetenti di Chanel non erano altro che sogni premonitori,di certo un altro potere della prescelta!
Abbiamo anche scorto il volto del famigerato Cleverbot … e aimè i sogni della nostra cara amica si sono dimostrati fin troppo reali,infatti la sua ombra le ha trafitto il ventre lasciandola inerme sul ponte della nave. Chissà cosa accadrà nel prossimo capitolo. Spero di aver alimentato la vostra curiosità.Come ormai avrete capito siamo giunti alla fine,mancano solo altri due capitoli e la storia si concluderà :,)
Mi dispiace solo che nello scorso capitoli sono stati ben 100 a leggere ma nessuno ha espresso il suo parere : ( questo mi spiace molto perché noi autori confidiamo molto su di voi e sul vostro giudizio supremo! Comunque ringrazio tutti coloro che continuano a seguirmi e ad apprezzare la mia storia.
Un bacio e al prossimo capitolo
Aishia

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Capitolo 30
*** La morte è solo il principio ***


La morte è solo il principio




Attorno a me non percepivo più nulla, solo il vuoto più totale e delle flebili voci in lontananza che a mano a mano divennero sempre più vivide ed intense. Non sentivo niente,solo un dolore allucinante al basso ventre e una morsa allo stomaco che mi portava in un mondo adiacente al nostro.

Andavo alla deriva … oltre l’orizzonte,oltre il cielo e le stelle …

Finalmente capì che quelli non erano solo sogni, ma piuttosto erano frammenti di un futuro che potevo prevedere ma non cambiare e questa volta non mi sarei svegliata al centro del letto con la fronte sudata e il ventre pieno di sangue scuro proveniente da una ferita che presto si sarebbe rimarginata,no … stavo andando in un posto in cui nessuno aveva mai fatto ritorno … stavo morendo …

Non avevo paura, anzi, mi premeva solo di non poter più rivedere il cielo punteggiato di stelle,il mare che si disperdeva fluido nell’orizzonte e il sole innalzarsi nel cielo ogni mattina per dare il buongiorno a noi esseri mortali. Mi premeva il fatto di non poter rivedere quelle persone che avevano reso la mia vita più bella. Non avrei visto crescere quella piccola peste del mio fratellino,non sarei mai più stata tra le braccia della persona più importante perfino della mia stessa vita: Jack …

In quel momento non capì nulla,sapevo solamente di essere al centro di un combattimento tra esseri mortali e non, e intorno a me vi era solo una gigantesca pozza di sangue che proveniva dallo stesso punto del dolore che stava a poco a poco mettendo fine alla mia vita.

Cercavo in tutti i modi di aggrapparmi a questa realtà,mi tenevo stretta al mondo e affondai le unghie nel legno del pontile come se fosse l’unico modo per rimanere in vita.

Delle voci squillanti mi rombavano intorno provocandomi fitte al cervello e capì chi fossero solo dopo svariati minuti.

Elizabeth e Alan mi erano vicini,tenendomi la mano così forte da farmi quasi male ma rendendomi partecipi della loro presenza in modo che non mi sentissi completamente sola.

Desiderai con tutta me stessa poterli rivedere un’ultima volta. Aprì leggermente le palpebre e distinsi la figura sfocata del mio piccolo fratellino e il suo volto pieno di lacrime che bagnavano il suo visino ingenuo e da bambino,mentre le sue manine stringevano con foga le mie.

«quanto sei bello», sussurrai con un filo di voce,trovando la forza per accarezzare il suo viso liscio e inumidito dalle lacrime.

« no Chanel, non affaticarti », affermò Elizabeth,strappando uno strascico del suo vestito e ponendolo sopra la ferita per pervenire la fuoriuscita di sangue.

« sorellina,ricordi che hai promesso che saresti tornata da me? quindi su! Alzati …»

Sorrisi, sentendo una lacrima bagnarmi il viso per il forte dolore che cresceva ad ogni respiro. Era un dolore troppo forte da sopportare e forse era un male più mentale che fisico. Mi sentivo in colpa perché non potevo mantenere quella promessa,per non poter tornare insieme a casa e rivedere la nostra famiglia. Mi sentivo in colpa perché stavo per lasciarlo solo in una situazione in cui aveva più bisogno di me,lo stavo abbandonando ad un destino che non era stato buono,ad un destino che stava per mettere fine alla mia vita.

Girai lievemente il capo in modo da poterlo guardare dritto negli occhi e cercai la sua mano che prontamente strinse al petto
«Di a mamma e a papà che li amo tantissimo» , pronunciai con voce rotta e spezzata,sentendomi sempre più debole per via delle forze che mi stavano abbandonando minuto dopo minuto. Desiderai solamente morire. La morte è facile,la vita è più difficile.

« glielo dirai tu! Starai meglio,vedrai »
«… ti voglio bene fratellino …»

Abbassai il capo quando sentì una voce familiare e seguì da lontano due figure ancora in movimento e riconobbi in mezzo alla folla una persona in particolare con la sua camminata bizzarra e il suo cappello da capitano,mentre sguainava la spada contro il suo avversario che non gli lasciava nemmeno il tempo per inalare respiro.

Sembrava che si muovessero a passo di danza, ognuno intento a schivare i movimenti dell’altro finché Jack non si fermò di scatto,prendendo una lampada ad olio con la punta della spada e spaccandola in testa al suo avversario,lasciando che il liquido si diffondesse in tutto il suo corpo,dopodiché prese una torcia infuocata e gli diede fuoco,finché quel mucchio d’ossa divenne solo cenere.

Jack lo guardò per qualche istante con sguardo fiero e preso dalla contentezza girò su stesso,saltellando sul posto finché non si fermò di scatto quando i suoi occhi incrociarono i miei e vidi il suo viso cambiare espressione come se si fosse appena ricordato di quello che era successo poco prima.

Chiamò a gran voce il signor Gibbs e insieme mi raggiunsero,accerchiando i due che non avevano osato lasciarmi sola al mio destino.

« ci penso io», sbiascicò Gibbs,ponendosi sopra di me e scoprendomi il ventre caldo a causa del sangue irrefrenabile Abbassai il capo e vidi il suo viso divenire una smorfia di dolore e gli occhi sgranarsi istantaneamente. Avevo capito tutto …

« che succede Gibbs!? », chiese Jack al suo fianco,guardando i movimenti del suo secondo. Gibbs si sollevo,girandosi di spalle e serrando i pugni,finché le nocche divennero bianche. Jack si alzò ponendosi davanti all’uomo,guardandolo torvo nell’attesa che proferisse parola «allora Gibbs? » chiese mantenendo un tono di voce calmo e pacato ma il mastro rimase in silenzio,strizzando gli occhi e serrando le labbra secche. « ha perso troppo sangue e la ferita è troppo profonda»

« Ce la farà? », il mastro abbassò lo capo,facendo segno di diniego. Era troppo tardi e anche il mio corpo stava dando segnale di cedimento. Non c’erano più speranze e io le stavo abbandonando a poco a poco,sentendo dentro di me solo un senso di angoscia e paura. SI,avevo paura … forse troppa. Avevo terrore della morte e di ciò che ne sarebbe stato di me. Non sapevo più cosa credere o se era ancora giusto credere in qualcosa.
Incrociai lo sguardo di Jack e in quel momento sembrò che il tempo si fosse fermato. In un attimo,con un movimento fulmineo,si avvicinò a me,avvolgendomi delicatamente con il suo braccio. Aprì gli occhi,ritrovandomi il suo viso ad un soffio dal mio e il suo fiato che mi solleticava le gote. Sorrisi quando mi ritrovai finalmente tra le sue braccia … ci avevo sperato tanto e a lungo. Era un sogno che mi sembrava impossibile. Invece era ancora una volta qui … ad un soffio dal cuore

Socchiusi gli occhi quando cominciai a sentirmi veramente stanca ed esausta,convinta di potermene andare finalmente in pace …

« Chanel! Chanel guardami! », urlava spronandomi e incitandomi a guardarlo ma io non rispondevo,non ne avevo più le forze

« Chanel,guardami ho detto! », sentivo il suo tono farsi sempre più agitato ma allontanarsi sempre più dalla mia lunghezza d’onda,tuttavia non potevo andarmene senza dirgli quanto importante fosse per me.

Aprì flebilmente gli occhi,storcendo la bocca dal dolore. Sapevo che il mio tempo era ormai sopraggiunto. Non mancava molto alla fine.
«Jack …», sussurrai,accarezzando delicatamente il viso ruvido «finalmente sei qui … Jack»
«si,sono qui e non me ne vado! »

« sto morendo …», lo vidi irrigidirsi di botto e mi strinse più a se,sfiorando la fronte con la mia « no,tu non morirai! Io non lo permetterò», mi soffiò sulle labbra prima di unirle alle mie.

« ti amo …», sussurrai prima di spostare la mano dal viso di Jack alla spada che era ancora conficcato nel mio ventre,togliendola sotto gli occhi sgranati dei presenti. « così va meglio», dissi ansimando,guardando per l’ultima volta tutti coloro che in un certo qual modo erano stati parte integranti della mia vita. Dovevo qualcosa ad ognuno di loro,dovevo ringraziarli ad uno ad uno per avermi dato tanto in così poco tempo.

Spostai lo sguardo in alto,verso il cielo che ora come ora mi sembrava sempre più vicino. Lo sentivo … sentivo le forze farsi sempre più deboli e il mio cuore battere sempre più piano fino a fermarsi del tutto …

« nooooooooo»


POV JACK

Rimasi immobile quando la vidi chiudere gli occhi e lasciarsi andare definitivamente,mentre il suo respiro divenne sempre più debole fino a fermarsi del tutto. Sbattei più volte le palpebre incredulo e socchiusi gli occhi,finchè non la strinsi forte al mio petto,assaporando questi ultimi attimi insieme. Respirai l’odore dei suoi capelli e le baciai delicatamente la fronte prima che suo fratello si fiondasse sul suo corpo privo di vita,cercando di scuoterla e rianimarla.

Non vedeva forse che era morta?

Elizabeth cercò prontamente di fermarlo e lo strinse forte al suo petto,accarezzando i suoi capelli biondi e cercando di frenare quelle lacrime che iniziarono a bagnarle il viso. La guardai in silenzio,serrando le labbra e i pugni per poi spostare lo sguardo sul corpo immobile di Chanel. Sembrava che dormisse con quei occhi chiusi e il viso cereo e senza più quel rossore che animavano le sue guancie ormai bianche. Non avrei mai più guardato quegli occhi velati da un senso di vitalità,non avrei assaporato quelle labbra rosee. Non l’avrei mai più stretta a me. Mi sollevai lentamente,prendendo lo scettro che si trovava a pochi passi da lei e mi voltai di scatto,pronto per vendicare la sua morte

«Cleverbot! », ringhiai,guardandomi intorno alla ricerca di quel lurido bastardo « Cleverbot!! Dove sei finito? Pagherai per questo,metterò fine alla tua vita come tu hai messo fine alla sua! » avrebbe pagato per il male che le aveva fatto,per aver messo fine alla sua vita come se fosse stata quella di un oggetto senza valore.

«stavi forse cercando me? », Seguì la sua voce e guardai in alto, trovandolo svolazzante a mezz’aria, gravitante su stesso,mentre i medaglioni che aveva al collo brillavano di luce propria. Divaricò le braccia e sorrise in modo assai snervante mentre cominciò a discendere lentamente finchè non poggiò i piedi sul pontile con la sua aria rilassata come un angioletto. Un angioletto a cui avrei tagliato le ali se solo non si levava quell’aria da eunuco dalla faccia.

« Quanto mi dispiace per quella povera ragazza, il destino era contro di lei sin dal principio ma grazie a me e alla mia fedele spada non darà più impaccio a nessuno! Ha smesso di soffrire per sempre », proferì ridendo in modo squillante con una faccia fintamente dispiaciuta, guardandomi di sottecchi in modo volutamente provocatorio,usando come attenuante l’affetto che provavo per lei in modo da aizzarmi. E spingermi ad attaccarlo. Serrai i pugni,cercando di rimanere calmo e strinsi con più foga lo scettro che avevo in mano

« usa i medaglioni e fa si che viva! », ringhiai,puntando l’arma nella sua direzione in modo intimidatorio. Lui sorrise furbamente e fece finta di pensarci un po’ su «e perché mai dovrei farlo? Anche se volessi non posso … ho di meglio da fare! »

«ti ordino di restituirle la vita! »

«tu che dai ordini a me? No mio caro capitano,detto io le condizioni» , drizzò prima di allargare nuovamente le braccia e vidi i medaglioni brillare di una luce ancora più forte. La Perla cominciò a tremare come se fossimo al centro di un vero e proprio terremoto,il cielo divenne scuro e iniziò a piovere.

Fui costretto a tenermi stretto al parapetto per evitare di cadere giù e finire in mare,voltandomi di scatto quando sentì un forte frastuono e sgranai gli occhi quando notai che si stava formando un enorme vortice nell’orizzonte,diretto spedito nella nostra direzione. Fra poco saremmo stati spazzati via senza la possibilità di far nulla.

« pioggia,vento e addirittura un uragano! Sono questi uno dei tanti poteri che possiedono i medaglioni,che possiedo io! invece tu,caro mio capitano,cos’hai? Ah solo quell’insulso scettro senza alcun potere! »

« questo scettro, mio caro James,ha il potere di ucciderti! »

« a si? », proferì prima di scagliarsi contro di me,scaraventando la sua spada contro la mia. Non avrebbe vinto per nessuna ragione al mondo. Non avrei permesso a quell’insulsa canaglia di prendersi anche la nostra vita.

La sua spada premeva con forza contro la mia,facendo pressione in modo che mollassi la presa ma non ne avevo la benché minima intenzione. Uno dei medaglioni che aveva addosso cominciò a risplendere con una luce più energica e fui costretto a socchiudere gli occhi per non rimanerne folgorato,permettendo così a quell’insulso codardo di ferirmi ad una spalla.

Caddi a terra ferito e con la spalla sanguinante,mentre quel liquido rossastro grondava abbondantemente,cospargendosi sulla mia mano. « codardo! » Ripetei con più vigore,alzandomi lentamente con la mano sempre premuta sulla ferita ancora sanguinante.

« Questo codardo ti ridurrà in poltiglia! »

Partì spedito verso di me e potei vedere nei suoi occhi una strana luce, una luce colmo d’odio e avversione contro coloro che osavano minacciare i suoi piani. Dovevo fare qualcosa! Dovevo muovermi in fretta se non volevo fare la stessa fine di Chanel

Mi sollevai,quel tanto da poter impedire alla sua spada di colpirmi ulteriormente e appena le nostre lame si incrociarono un rombo sordo fece eco nell’aria. Cominciammo a duellare senza tregua,entrambi con la voglia irrefrenabile di vincere. Nessuno dei due avrebbe mollato la presa,nessuno dei due avrebbe lasciato che l’altro vincesse. Entrambi volevamo essere vittoriosi e non vinti.

La pioggia,il vento non erano dalla nostra parte e il pontile era troppo scivoloso per continuare a lottare. Dopo questa battaglia potevo pensare seriamente di smettere di fare il pirata e il filibustiere e dedicarmi alla vita di città,con una bella moglie e dei figli,dei piccoli sparrowini. Ma a chi la davo a bere? In qualunque circostanza,anche da morto avrei continuata a vagare nei mari,a navigare con la mia adorata Perla alla ricerca di avventure. Per questo non potevo rimanerci secco in questa grande battaglia. Avevo troppi conti in sospeso,troppe navi da saccheggiare e troppi confini da percorrere insieme alla mia adorata Perla .

« avanti Jack,potremo fare un accordo … che ne dici di governare insieme questo posto! Di coalizzarci contro il mondo intero!?! » sorrisi,guardandolo negli occhi in modo beffardo,fingendo di pensare alla sua domanda come poco fa aveva fatto con la mia.

« potrei pure accettare,mio caro James,potrei essere ricoperto d’oro fino al midollo ma non mi divertirei! Ci sono ben due motivi che mi portano aimè a rifiutare! Il primo sta nel fatto che io non mi coalizzo con un eunuco … sia com’è … potrebbero venirti delle strane voglie e sarebbe un fatto non assai gradito alla mia persona e il secondo sta nel fatto che io non sono … secondo a nessuno! », presi la palla al balzo e feci una giravolta su me stesso per poi infilzare la lama della mia spada sulla sua gamba. Mi allontanai e cadde a terra gravido su una gamba,guardandomi in cagnesco e assetato di sangue. Non ci sarebbe stato alcun problema se non fosse che il sangue che bramava … fosse … il mio!

« poi chi è che un codardo?! », ringhiò a denti stretti con la mano sulla ferita dolente. Allargai le braccia e feci spallucce con un sorriso stampato in faccia « pirata? »

Passarono solo qualche minuto finchè non si alzò,tenendo stretto i medaglioni che aveva la collo e chiuse gli occhi,cominciando a parlare in una strana lingua che non avevo mai sentivo prima.

Ingoiai un rospo che mi si era formato alla gola e mi guardai intorno,deciso a svignarmela e lasciare la situazione in mano ad una persona che sapeva il fatto suo e che sicuramente lo avrebbe sconfitto in meno di qualche secondo « mastro Gibbs? »

« preparati ad andartene per sempre! »

La sua mano era stretta a quei amuleti che sprigionarono una luce accecate che riduceva in cenere qualunque cosa ci fosse nell’oro raggio d’azione. Non potevo rimanere con le mani in mano,altrimenti sarei diventato un mucchietto d’ossa che avrebbero fatto felici molto pesciolini affamati. Guardai lo scettro che avevo in mano e lo tesi verso di lui in modo da parare il corpo e rispedirlo al proprietario. Non era facile rimanere in equilibrio con la nave che oscillava a destra e a manca,cercando in tutti i modi di fronteggiare quella luce accecante.
‘’ ci sono io con te … ’’ mi immobilizzai di scatto quando sentì una voce calorosa soffiarmi nell’orecchio e al momento mi sembrò di distinguere la voce di Chanel. ‘’ colpiscilo in mezzo al cuore ’’ ripeté con più vigore quella voce soave come se fosse quella di un angelo. Non ero solo,Chanel era al mio fianco per darmi la forza di spazzare via Cleverbot dalla faccia della terra una volta per tutte. Potevo farcela!
Avanzai lentamente,accecato da quella luce che sembrava quasi volermi arrostire la pelle ma con ciò cercai di aumentare il passo,così come Cleverbot che tentava di alimentare la forza dei medaglioni e sconfiggermi una volta per tutte.

«questo lo faccio per te … Chanel! », urlai a gran voce quando fui così vicino al mio nemico e avvolto da una strana potenza infilzai la lama della mia spada nel suo cuore. Sbarrò gli occhi di scatto quando la lama della mia spada gli squarciò la pelle e dalla sua bocca uscì del sangue. Mi guardò in un modo che non avrei dimenticato facilmente. Non avrei desiderato arrivare a questo punto ma non vi era altra soluzione per salvare il mio mondo e l’intero universo. Potevo ben dire di aver vinto!

Dal corpo di James uscì una strana luce e in un attimo ne fui oscurato e il bagliore mi circondò pienamente. Udì un enorme boato come la bomba di un cannone e mi ritrovai a terra,sentendo solo e un'unica voce ‘’la morte è solo il principio ’’

« mi vendicheroooo»


**




Spalancai gli occhi dopo qualche minuto,sollevandomi ancora guardingo,con la testa confusa e alla ricerca del mio nemico. Lo avevo veramente sconfitto?

«Jack!! » ,urlò qualcuno alle mie spalle e mi voltai di scatto,trovando Elizabeth corrermi incontro e buttarmi le braccia intorno al collo «ce l’hai fatta!!!! », urlò nel mio orecchio e fui costretto ad allontanarmi per non diventare sordo « scusa» sussurrò poco dopo,sorridendo dispiaciuta

Mi alzai alla ricerca dell’unica cosa che contava davvero. Lei era li … sul punto in cui l’avevo lasciata,attorniata da suo fratello che le accarezzava delicatamente il viso con la mano,con gli occhi gonfi e con il volto contratto,mentre delle lacrime amare scendevano imperterrite dai suoi occhi per la perdita subita. Mi sentì … strano.

Non sapevo come definire quella sensazione,forse perché l’avevo provato poche volte e non ero di certo un sentimentalista ma sentivo un vuoto al petto al solo pensiero che Chanel era andata via per sempre e che nessuno l’avrebbe riportata da me. Non so se era amore o devozione ma sicuramente provavo gradimento.

Mi sollevai lentamente,avanzando verso la sua figura e rimasi immobile davanti ad Alan che distolse lo sguardo da sua sorella per rivolgerlo a me. Che cosa si doveva fare in questi casi? Fargli le condoglianze?

« questo era suo», proferì restituendo lo scettro che prese prontamente con le sue mani piccole come quelle di un bambino di dieci anni. Non avevo il coraggio per abbassare ulteriormente lo sguardo per guardare il suo volto senza vita. Non avrei saputo cosa fare o come reagire. Forse dovevo mettermi a piangere?frignare come una giovincella? Eppure sapevo di dover fare qualcosa,dovevo ringraziarla per avermi aiutato a sconfiggere Cleverbot e ristabilire la pace sul mio mondo.

Dovevo ringraziarla per avermi dato così tanto in così poco tempo,per avermi fatto arrabbiare per una cosa che ora come ora consideravo una sciocchezza. Che eunuco ero stato ad aver dato per scontato questo tempo insieme. Aspetta! Mi ero dato dell’ eunuco?!?

Mi chinai,gravitando su una gamba e le accarezzai il viso freddo,scostandole una ciocca di capelli dal viso per porla dietro l’orecchio << la morte è solo il principio … principessa», sussurrai,chinandomi e guardando le sue labbra secche per poi baciarle dolcemente

« Jack guarda!>> urlò Alan scalpitando come se fosse impazzito. Mi sollevai lentamente,sgranando gli occhi e spalancando le labbra quando vidi lo scettro brillare insieme ai quattro medaglioni che erano rimasti sul punto esatto in cui Cleverbot era scomparso. Elizabeth e Will si avvicinarono a noi,con le stesse facce da ebeti che avevano i componenti dell’equipaggio. Una luce accecante mi pervase e il corpo di Chanel si illuminò ad unisono con quegli oggetti e così com’era venuto il bagliore, scomparve,lasciandoci interdetti.

« cos’è stato?>> chiese Elizabeth dando voce ai pensieri di tutti. Ci guardammo un po’ storditi e incapace di proferire parola. Che diamine … «ciao Jack»

Abbassai lo sguardo,sgranando gli occhi come se in quel momento le orbite stessero uscendo, andando a farsi benedire. Chanel era li… a pochi centimetri da me,guardandomi con i suoi occhi vispi e il suo sorriso come se non fosse successo niente …



Salve ciurma!!! :D
Finalmente sono tornata con un nuovo capitolo! Molti di voi si chiederanno ‘’ ma chi è questa? ’’ Ahahhhah oddio perdonatemi D:
Per prima cosa volevo chiedervi venia * si inginocchia con le mani giunte * a tutti coloro che con molta pazienza mi hanno aspettato e perdonato i miei ritardi. A dire il vero avevo accantonato la storia per ben sei mesi,dedicandomi ad altro,soprattutto a impegni maggiori che mi hanno tenuta lontana dalla mia prima storia. Forse perché mi ero dedicata anche ad altro,come alla mia prima originale che qualcuno avrà già letto ‘’ The Damned ‘’ ^-^ . Se volete andate a farle visita <3 I miei personaggi hanno i denti affilati ma non mordono mica ;)
Prometto che non vi farò aspettare a lungo,soprattutto perché quello che verrà sarà il mio ultimo capitolo e ancora devo decidere se postare in due o in una sola volta.
Passando alla storia…
Finalmente Cleverbot è stato spazzato via e adesso ai nostri protagonisti toccherà prendere la decisione più importante. Torneranno a casa o rimarranno al fianco del capitano della perla nera? Fremete mi raccomando e … fatevi sentire in molti u.u anche per insultarmi del mio ‘’flebile ritardo ’’ ahahah D:
Ci sentiamo presto! ;)
Un bacio
Aishia

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Capitolo 31
*** Faccia a faccia con il destino ***


Mi sentii travolgere da un ondata di calore che si propagò flebilmente in tutto il corpo, abbagliandomi il viso con la sua tenue luce e costringendomi ad aprire gli occhi di malavoglia. Mi sentivo strana, come se avessi dormito per un tempo che sembrava interminabile e impiegai più di qualche minuto a riprendere coscienza di me, sollevandomi di colpo quando mi ritornò alla mente ciò che era successo.
Rammentai solo una successione veloce di immagini che si contrapponevano velocemente nella mia mente, come la lama di una spada rovente che mi trafisse il ventre, oltrepassandomi da parte a parte, causandomi un dolore lancinante; il sapore del sangue che mi lasciò un sapore amarognolo in bocca e in fine il viso preoccupato di Jack che mi stringeva a sé con le sue mani grandi, prima che mi lasciassi abbandonare al nulla, ad un sonno profondo e senza fine.
Mi guardai intorno spaesata e alla disperata ricerca di un misero segnale che mi lasciasse intuire in che posto fossi capitata.
 
Intorno a me vi era il nulla più totale, avvolta solamente da un’intensa luce che divideva cielo e terra come se fossero una cosa sola, così intensa che mi costrinse a strizzare gli occhi per non venirne abbagliata e dentro avvertii una strana sensazione di pace, la stessa che non sentivo dentro da così tanto tempo da non ricordarmi nemmeno la sensazione.
Ero forse in paradiso?
Sarebbe stata l’unica soluzione possibile, anche se scorgevo perfettamente lo scalpitio del mio cuore battere incessantemente dentro al mio petto e la brezza delicata del vento soffiarmi sulle gote accaldate.
 Come potevo essere morta?
Pregai che non fosse così. Avevo ancora troppe cose per cui vivere, troppe cose per cui lottare e morire adesso avrebbe significato non aver vissuto davvero.
Mi sfiorai il ventre con la mano tremante e le lacrime mi bagnarono il viso quando ricordai che cos’era successo, sbarrando gli occhi quando mi resi conto di non indossare più la mia uniforme da pirata ma un leggero abito bianco che sembrava confondersi con tutto il resto, se non fosse
per la grande macchia rossa sul ventre.
 Trattenni il fiato per un tempo che mi sembrò interminabile, sollevando il vestito e tirando un sospiro di sollievo quando mi resi conto di non aver alcuna ferita sanguinante ma solo una cicatrice che pareva rimarginata da tempo .
Che cosa stava succedendo? Nulla aveva senso.     
Avanzai di colpo, guardandomi intorno spaesata e alla disperata ricerca di un minimo segno di vita.
«C’è qualcuno?», urlai a pieni polmoni girandomi intorno, sentendo il suono della mia voce rimbombarmi nelle orecchie e propagarsi nel nulla più totale sino a scomparire del tutto.                                                                           
  Una leggera brezza estiva si innalzò, scompigliandomi i capelli e drizzai le orecchie quando avvertii degli strani movimenti dietro di me, finchè qualcosa di freddo non si appoggiò sulla mia spalla nuda, costringendomi a voltarmi di colpo. Tutto entrò in secondo piano quando lo vidi …
Mi portai entrambe le mani alla bocca, sgranando gli occhi quando vidi davanti agli occhi la figura celestiale di mio padre, con i capelli scuri scompigliati dalla brezza e un vestito bianco che sembrava confondersi con tutto il resto, come il mio. Non potevo credere ai miei occhi e aprii la bocca tremante per poi richiuderla un attimo dopo, incapace di pronunciare anche una minuscola sillaba.
«Ciao,piccola mia.», pronunciò con la sua voce calda e paterna,spalancando le braccia per accogliermi e cullarmi dolcemente in un tenero e dolce abbraccio.
Come poteva essere qui?
Come facevo a toccare il suo corpo, guardare il suo viso roseo e rigato dalle lacrime se appartenevamo a due mondi diversi?
 L’ultima volta che lo vidi si trovava inchiodato su un letto, privo di forze, mentre adesso era di fronte a me come se non se ne fosse mai andato e con un sorriso che illuminava il suo volto paradisiaco.
«papà! », scandii assaporando il suono di quelle parole che non pronunciavo da tempo ma che adesso apparivano dolci e soavi. In quel momento più nulla aveva importanza e il peso che avevo sul cuore si dissolse, lasciandomi scivolare in un pianto liberatorio. « quanto mi sei mancato! », mugolai tra i singhiozzi, sentendo le sue mani  fra i capelli.
« anche tu mi sei mancata, bambina mia», sussurrò commosso, soffiandomi nelle orecchie e trattenendo il respiro per reprimere quel senso di angoscia che era salita a galla.
Si distaccò di malavoglia da quell'abbraccio che avevo tanto desiderato nelle lunghe e interminabili notti in mezzo all’oceano e mi persi nei suoi grandi occhi chiari che in una attimo assunsero una tonalità più scura e glaciale, come se gli fosse balenato nella mente un pensiero tormentato 
« ma ora devi starmi bene a sentire Chanel. Non c’è più tempo ormai  e prima di riportarti indietro ho un ultimo compito da affidarti. ». Lo guardai attentamente, aggrottando la fronte e notando i lineamenti del suo viso indurirsi di colpo.
« ciò vuol dire che sai il perché siamo qui? »,annuì abbassando lo sguardo per poi rialzarlo nuovamente, toccandosi la barba ispida con le sue mani grandi e muscolose.
« Chanel posso immaginare come ti senta ma devi fidarti di me! Qui nulla ha più importanza, siamo in una realtà parallela alla nostra, un mondo esterno in cui lo spirito e il corpo sono una cosa distinta e separata. Tutto questo grazie ai grandi poteri di Eva Bens che ha permesso alla tua anima di essere salvata.»
«Eva Bens? Papà cosa stai dicendo? »
«Si Chanel, quando la spada ti ha trafitto il ventre, Eva Bens, ha fatto in modo che non morissi davvero e che la tua anima rimanesse in vita, da qualche parte. Ha sempre vegliato su di te e non avrebbe mai permesso che ti potesse succedere qualcosa. Devi sapere una cosa importante su di lei, bambina mia,lei è tua nonna Anne, Chanel! », sbarrai gli occhi di colpo, smettendo definitivamente di respirare. Non aveva senso. Come poteva Eva Bens essere la mia amata nonna?
Eva mi aveva sempre aiutato nelle mie battaglie più cruente, riportandomi sempre nella retta via quando stavo per perdermi nella strada della vita, ma non avrei mai immaginato che dietro a tutto questo ci fosse una simile verità. E poi, cosa significava che ci trovavamo in un mondo parallelo? Dov'eravamo veramente?
«lo so che sei confusa ma devi starmi a sentire. Chanel, con la tua morte si sarebbe spezzato l’equilibrio tra i mondi e tu, custode dei sette medaglioni, sei l’unica che possa mantenere in vita questo equilibrio che senza di te vacillerebbe, sgretolandosi del tutto. Dovevamo impedire a tutti i costi che ciò accadesse ma purtroppo non erano possibili delle interferenze tra un mondo all’altro e quindi tua nonna, Anne ,decise di trasferire il suo spirito  in quello di Eva Bens , così da starti vicina e vegliarti senza che tu potessi venirne a conoscenza. Mi devi perdonare figlia mia, la mia peggior colpa è stata quella di averti lasciato da sola ad affrontare questa battaglia e questa, purtroppo, sarà l’ultima volta che mi vedrai.»
«Che cosa stai dicendo,papà? Cosa significa?! »
« Il compito di un genitore, di un padre, è quello di custodire e proteggere la propria bambina e mi rammarica di non aver potuto a causa di questa dannata malattia che mi ha costretto a stare, inetto, su un letto. Tutto questo mi ha portato a prendere una decisione.  Per salvare la tua anima e ricongiungerla al tuo corpo è stato necessario un piccolo sacrificio, ‘’ una vita per una vita’’, questo era il prezzo  da pagare e io ho deciso di donarti la mia affinché tu viva. », Mi sentii morire quando pronunciò quelle parole che sembrarono logorarmi dentro come la lama di un coltello. Non gli avrei permesso di sacrificare la sua vita per me, ero pronta a morire , soprattutto se ciò avesse significato tenere in vita le persone che amavo.                                                                                      Non avrei mai potuto lasciare che compisse questo sacrificio per salvarmi, soprattutto perché avevamo ancora bisogno di lui. Avevamo bisogno di un padre e lui era il pilastro della nostra famiglia e la forza portante del mio mondo. Senza di lui ci saremmo sgretolati in mille pezzi.
«Non ci penso nemmeno papà! Non permetterò che tu ti sacrifichi per me!»
«E io non permetterò che mia figlia metta fine alla sua vita senza aver vissuto davvero! »,mi strinse alle sue braccia, ispirando il profumo dei miei capelli e iniziai a piangere, singhiozzando tra quelle lacrime amare.
«ti voglio bene, papà! »
«Mi hai reso orgoglioso di te, figlia mia e continuerai a rendermi fiero anche quando non ci sarò più. Devi solo promettermi che ricorderai chi sei, che vivrai intensamente e amerai profondamente, vivendo la vita al cento per cento e al pieno di te stessa. »,mi baciò la fronte flebilmente,asciugandomi le lacrime con il pollice della sua mano « Addio, piccola mia. »
In quel momento mi sentii infinitamente sola e con un enorme magone al centro del petto che sembrava soffocarmi senza lasciarmi respirare. Spalancai gli occhi quando non avvertii più alcun contatto con la sua pelle e rimasi sola, senza l’unica persona che nella vita mi avesse amata davvero.
«Papà!! »,urlai a pieni polmoni,sentendo la gola andarmi in fiamme per poi gettarmi a terra,iniziando a piangere, sentendo solo dolore attorno a me.
‘’ addio piccola mia’’ sentii prima di venire travolta da una luce calda e accecante.

 

 *


 
Aprii gli occhi lentamente, sbattendo le palpebre che in quel momento sembravano più pesanti del cemento e mi guardai intorno spaesata, con un cerchio alla testa che mi offuscava la mente e un dolore lancinante in qualche parte del mio corpo che non riuscii ad individuare.
Tutto mi sembrava amplificato, dagli odori che s’immischiarono tra di loro dandomi la nausea, ai colori che sembravano divenire un tutt’uno, formando una sorta di arcobaleno dalle tonalità confuse.
Era come se avessi dormito per secoli e nella mia mente si proiettarono solo strane immagini e prettamente senza senso.
Riconobbi quel luogo dalle pareti di un legno scuro e il grosso oblò, dai lunghi tendaggi azzurrognoli che sembrava confondersi con il colore del mare, divenuto un tutt’uno con il cielo terso e limpido.
Mi soffermai soprattutto sul tendaggio e riconobbi la piccola macchia di un rosso vivido al bordo, provocata dall’enorme goffaggine del mio piccolo fratellino che cadendo, aveva rovesciato un intera bottiglia di rhum, presa in prestito da qualche filibustiere, imbranato e ubriaco fradicio.
Mugolai un piccolo lamento quando cercai di muovermi, immobilizzandomi di botto quando sentii dei strani movimenti ai piedi del letto che mi fecero arrivare il cuore in gola.
Solo un nome mi tormentava la mente in quel momento ….
«Cleverbot!», urlai a piena voce, coprendomi il viso con entrambe le mani, cercando di ripararmi da un probabile attacco nemico,trovandomi invece i volti di Elizabeth e Alan che mi guardavano ad occhi sgranati, con i visi pallidi e cerei, come se avessero appena visto un fantasma.
«Non. Posso. Crederci. », sussurrò Liz strofinando con le mani i piccoli occhi nocciola,intanto che Alan mi guardava incredulo, immobile e con la bocca semiaperta.
Sembrava che avessero perfino smesso di respirare e li guardai anch’io, nell’attesa che riprendessero vita. Che cos’avevano da fissare tanto?
 « Avete visto un fantasma o cosa?», chiesi risoluta sentendomi osservata.
I due sembrarono riprender vita ma in modo abbastanza meccanico, lanciandomi brevi e intensi sguardi che non riuscii a interpretare.
Forse il loro strano comportamento poteva dare luce all’enorme vuoto che avevo in testa.
«Chanel!»,  urlarono entrambi con il volto bagnato dalle lacrime, gettandomi le braccia intorno al collo in un abbraccio che non aveva né passato né futuro.
«credevamo che ci avessi lasciato per sempre!»
«perché? Dove sarei dovuta andare?»
Che significava quella frase? Nulla aveva senso, né quello strano sogno che avevo fatto prima di svegliarmi né lo strano comportamento di questi due.
In quel momento la giovane ragazza dai capelli biondo cenere di scostò, lasciandomi finalmente l’opportunità di respirare e abbassò lo sguardo, come se non avesse il coraggio di ammettere una grave colpa.
Anche Alan si incaponì, guardando Liz profondamente e spostando il suo sguardo da lei a me, da me a lei.
Che cosa stava succedendo?
«Beh, non so cosa dire. », sussurrò lentamente lei, lanciando sguardi significativi verso mio fratello. « Non riusciamo a credere che tu sia qui con noi! Credevamo che fossi … morta … e fino a qualche attimo fa lo eri davvero e…»
In quel momento mi venne a mancare il terreno sotto i piedi e a meno il respiro, indebolita dal peso di quelle parole che mi sembrarono come macigni, incoerenti con la realtà.
«Cosa significa che ero … morta? E Cleverbot?»
«E’ morto!», pronunciò beffarda una voce fuori dalla porta che si aprì in un tonfo e da lì entrò la mia fine del mondo personale.
In quel momento tutto ciò che era successo perse importanza. La mia morte, quella di Cleverbot passarono in secondo piano. In questo momento l’unica cosa importante era lui!
 Jack addentrò nella stanza con la sua camminata ciondolante e con un sorriso stampato da un lato all’altro della faccia
« Bentornata dolcezza »
Restò sulla soglia, con le spalle appoggiate sulla superficie lignea e le braccia conserte, con il suo solito sorriso alla Sparrow stampato in volto che gli elargiva l’aria di un adone in tutto il suo splendore.
Beh! Che dire?
Con la coda dell’occhio notai Elizabeth ed Alan scambiarsi occhiate fugaci, prima di uscire quatti quatti dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Jack non disse nulla, fermo ed immobile come una statua di marmo e con lo sguardo serio, sicuro che in quel momento le parole potessero essere superflue.
« Salve Sparrow!»
«Hai omesso un capitano, mi pare», rispose beffardo, prendendosi gioco di me e avvicinandosi in modo promiscuo, accorciando le distanze che dividevano i nostri corpi, rimasti lontano troppo a lungo.
Non sarebbe mai cambiato, sarebbe rimasto il solito furbastro , ciarlatano e filibustiere di sempre! Ma era lui, era Jack e non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di scorgere ciò che si celava sotto la sua corazza di marmo. In quel momento però, non importava.
Mi bastava solo lui, sempre.
Provai a sollevarmi, facendo pressione sui miei gomiti e storcendo il muso quando avvertii un enorme dolore al basso ventre che mi fece pentire del mio gesto avventato.
Mi sentivo ancora strana ma ovviamente ero tornata dalla morte, il che non era una cosa di tutti i giorni.
«Sei stata via per un bel po’, miss Bedrok. Credevamo tutti che ci avessi rimesso la pellaccia!», sempre molto delicato il buon vecchio Jack, vero?
Si alzò, prendendo una bottiglia di rhum dal mobiletto accanto a letto e fece una lunga  sorsata di quel liquido rossastro e dal sapore ben noto e sorrisi quando si pulì le labbra con la mano, offrendomi poi da bere. Si, era il solito Jack.
A me però non interessava della bottiglia di rhum, di Cleverbot o di qualunque altra cosa che potesse distogliermi l’attenzione da quel che bramavo davvero: lui.
Abbassai lo sguardo, torturandomi le dite della mano per poi rialzare gli occhi su di lui, desiderosa di averlo di nuovo tutto per me.
« Come hai fatto a salvarmi anche dalla morte?»
Mi faceva uno strano effetto ripetere quelle parole, soprattutto il pensiero che il mio cuore si fosse fermato per un po’,riprendendo la sua corsa dopo una lunga pausa di riflessione.
Eva Bens, o meglio, mia nonna mi aveva spedito in un’altra dimensione e mio padre aveva sacrificato la sua vita, affinchè continuassi a vivere la mia.
La vista mi si annebbiò per una frazione di secondo e mi passai una mano davanti agli occhi, cercando di spazzare via quel senso di angoscia che stava iniziando  ad assalirmi e a logorarmi lentamente.
 «Beh, miss Bedrok, non c’è alcun bisogno che ti spieghi. Bastano solo quattro parole. O forse cinque. »
« cioè? »
 « Sono il capitan Jack Sparrow», proferì in un inchino, levandosi il cappello da capitano. Scoppiai a ridere davanti alla sua espressione ovvia e al sorrisetto da scemo che comparì sul suo viso bruciato dal sole. Si, era il solito vecchio Sparrow. Capitan Jack Sparrow perdono!
« Per quanto non sono stata … in me? », la sua espressione si indurì di colpo e mi guardo torvo, sotto l’enorme cappello che copriva gran parte del suo volto e si avvicinò a me, accorciando sempre più le distanze.
Persi un battito quando ispirai il suo profumo di mare e rhum, una combinazione alquanto esplosiva quanto quegli occhi così  scuri come la profondità dell’oceano.
Avevo sempre avuto paura di quello sguardo e a volte mi ritrovavo a credere di potermi perdere all’interno, sapendo di non aver scampo di fronte quella morsa letale.
« tre giorni», tagliò corto e sgranai gli occhi incredula.
Con un piccolo movimento del viso indicò un punto indefinito alle mie spalle, fuori dalla finestra « guarda su! », concluse infine, facendomi voltare.
Guardai fuori dal piccolo oblò, sgranando gli occhi quando notai la fatidica luna rossa sbiadirsi lentamente, insieme a quell’incantesimo che ci dava la possibilità di scegliere: o ritornare indietro al nostro mondo, alle nostre vite o di rimanere in questo e continuare a vivere veramente. Il portale tra i due mondi si stava chiudendo e noi ci ritrovavamo in mezzo.
Guardai Jack allarmata, consapevole che il tempo ci stava mettendo alle strette, ci stava remando contro e che da li a poco avrei dovuto prendere la decisione più grande della mia vita.
« Mi ero quasi abituato a quella palletta rossa. Mi dispiace quando resterà solo quella gialla, come si chiama? Ah, il sole!»
Si alzò dalla sedia e lo bloccai, afferrandolo per la mano e stringendo le sue dita alle mie che sembrarono completarsi completamente come i pezzi di un puzzle.
Non potevo permettere che andasse via così, senza dimostrargli che i miei sentimenti non ero cambiati.
«baciami … Jack … »
Mi guardò serio e con gli occhi che oscillavano lentamente sul mio viso e sulle mie labbra, in modo così attraente da farmi accapponare la pelle e avvampare di colpo.
Si avvicinò senza distogliere il contatto visivo, appoggiandosi al letto con una mano e sfiorando l’angolo della bocca con l’altra, percorrendone i lineamenti con il pollice e socchiusi gli occhi, ispirando profondamente quando sentii il suo respiro addosso e il sapore delle sue labbra calde sulle mie.
Sapeva di rhum.
Sapeva di buono.
Sapeva di Jack!
Appoggiai la mano sul suo petto e lo attirai a me quando le nostre lingue s’intrecciarono a passo di danza
« mi sei mancato, Jack Sparrow! »
« quando imparerai a darmi del capitano? », scoppiai a ridere sulle sue labbra e lui sorrise mentre i suoi occhi parlavano in silenzio.
Amavo da impazzire il suo modo di fare, il modo in cui non dava a vedere i suoi sentimenti e come sdrammatizzava tutto quel che gli capitava, forse per paura di ammettere a sé stesso di quanto avesse bisogno degli altri, di quanto avesse bisogno di amare e di essere amato.
« e comunque tesoro, hai ancora un debito da saldare! »
« un debito? »
Jack si alzò, accarezzandosi i baffetti e sorridendomi furbamente. Che cosa stava farneticando?
« Prima di partire per questo viaggio mi promettesti di rivelarmi una  rotta, ricordi? », inarcai un sopracciglio, cercando di capire a cosa volesse alludere. Ma certo! L’indicazione per il tesoro di Francisco!
Mi ricordai quando inizialmente contraccambiai il suo aiuto per il ritrovamento del tesoro, dato che avevo ingoiato la mappa e la rotta si trovava nella mia mente. Feci mente locale e alzai un dito
« Prepara la rotta, capitano! Direzione: Isole Vergini.
 Chiusi gli occhi quando Jack uscì dalla stanza per informare Gibbs della nuova rotta da intraprendere per ritrovare il tesoro di Francisco che permetteva di governare i venti.
Dovevano essere passate delle ore dato che fuori era già calata la notte e sopra coperta si sentivano già le urla assordati dei mozzi che bevevano e festeggiavano la rotta e la vittoria contro Cleverbot.
Mi sollevai, stando ben attenta a non far pressione sul mio ventre e sulla ferita ancora fresca e aprii la finestra, socchiudendo gli occhi quando il vento mi accarezzò le gote accaldate e mi scostò i capelli dal viso.
La Perla veniva cullata dolcemente dall’oscillazione dal mare, illuminata invece dall’intensità della luna e della sfera tondeggiante al suo fianco, di un rosso meno vivido di quanto ricordassi. Il tempo stava per scadere e il portare tra i due mondi stava per chiudersi.
Io e mio fratello non avevamo ancora parlato e deciso sul da farsi anche se già sapevo la sua decisione mentre io mi sentivo talmente confusa …
Decisi di andare da Jack, avevo bisogno di vederlo e parlargli dei miei dubbi  e delle mie insicurezze che sicuramente avrebbe saputo spazzare via a suon di stupidaggini senza senso.
Indossai una piccola casacca e uscii dalla stanza, diretta sul ponte dove sicuramente avrei trovato il capitano già mezzo ubriaco e nella pace dei sensi.
Chiusi la porta alle mie spalle e rivolsi una breve occhiata alla sua cabina, vedendo uno spiffero di luce. Jack era in cabina?
Mi avvicinai, udendo delle voci e rimasi in ascolto sull’uscio, riconoscendo la sua voce e quella di Gibbs.
« Finalmente capitano, tutta questa fatica sarà ricompensata », proferì l’uomo con tono ubriaco.
« Ben detto mastro Gibbs! Presto diventeremo ricchi.»
Stavano sicuramente parlando del tesoro ma di quale fatica parlava Gibbs? Sentii un rintocco di vetro e aprii di più la porta, vedendo i due brindare per poi portarsi il calice alla bocca e buttare giù in modo avido e famelico la bevanda dal liquido rossastro e dagli effetti paradisiaci.
Jack si stiracchiò, incrociando le gambe sul tavolo di legno scuro, facendo cadere a terra una delle tre bottiglie vuote e ridendo sonoramente come un bambino.
« Ci sono voluto mesi per conoscere la destinazione, soprattutto a causa di Miss Bedrok, ricordo ancora quando avete deciso di sfruttare la situazione a vostro favore, facendo di tutto per farla innamorare di voi, come sicurezza per il ritrovamento del tesoro! ».
Mi sentii morire.
Mi sentivo come se mi trovassi sul bordo di un precipizio e qualcuno mi avesse dato un calcio, facendomi cadere giù.
Come avevo potuto essere talmente sciocca?
Il mio cuore spezzato stava sputando sangue e faceva male, molto di più di quando una spada mi aveva trafitta veramente.
Non avevo bisogno di sentire altro, era stata solamente una povera illusa immaginando che il famigerato capitano dalle vele nere potesse avere un cuore meno tetro.
Richiusi la porta e corsi via, con il volto pieno di lacrime e il cuore a metà.
Gli avevo donato tutta me stessa e adesso non mi trovavo più.
Entrai in cabina, fiondandomi letteralmente sul letto e iniziai a piangere come una bambina. Mi sentivo usata, illusa e innamorata.
Avrei voluto scappare via anni luce per non provare tutto quello che adesso mi stava annegando e capii di poterlo fare davvero.
Potevo andarmene, ritornare a casa e dimenticare tutto.
Sarei potuta scomparire nello stesso modo in cui ero apparsa. Di me non sarebbe rimasta alcuna traccia, solo ricordi presenti di un passato che ritorna.
Due rintocchi alla porta mi distolsero dai  miei pensieri e mi asciugai velocemente le lacrime, prima che Elizabeth avesse potuto scorgere il mio cuore spezzato. Entrò velocemente, fiondandosi direttamente addosso a me e abbracciandomi in modo fatale
« Ho detto a Will del bambino! Lui è felicissimo e …», rimase a metà quando mi guardò il viso e capii di non aver proprio un bell’aspetto « che succede? »
« Niente », tagliai corto, asciugandomi gli occhi con la mano. Lei la prese e se la strinse al cuore, guardandomi con i suoi occhi da cucciolo di Bambi.
« Chanel? Parlami »
« Ho deciso di andarmene ». Veramente? Forse era questa la risposta a tutti i miei problemi. Non facevamo parte di questo mondo e con la nostra partenza tutto sarebbe tornato alla normalità, l’equilibrio tra i mondi si sarebbe ripristinato.
Elizabeth sbiancò di botto e mi ammutolì. In quel momento mi sentii in dovere di dargli qualche spiegazione, dopotutto era la mia migliore amica.
« Liz, noi non facciamo parte di questo mondo, non esistiamo ancora se non fra tantissimi anni . Non siamo altro che un effetto collaterale. Il mio compito era quello di ripristinare l’equilibrio e adesso è giunto a termine. E’ ora di dare un lieto fine alla fiaba. »
Si portò una mano tra i capelli biondo cenere, sospirando esasperata dalla mia decisione avventata. Come darle torto?
« Chanel tu sei qui grazie all’universo. Sei capitata nella nostra epoca e non potrei immaginare un mondo in cui tu o Alan non facciate parte. Pensa a Jack e …»
Non avevo fatto altro per tutto il tempo e questa decisione mi sembrava la più ovvia. Mia nonna aveva bisogno di me, mia madre e la piccola creatura che portava in grembo avevano bisogno di una famiglia, soprattutto adesso che papà non c’era più.
Alan ancora non ne sapeva nulla, non avevamo ancora avuto l’opportunità di parlarne e questo sarebbe stato il momento giusto per farlo.
«Sai dov’è Alan? Gli devo parlare».
« Sul ponte».
Mi alzai, dirigendomi sul ponte senza guardarmi indietro e lasciandola li, sul mio letto a fissare il vuoto.
Ormai avevo deciso e questa era l’unica cosa da fare. So cosa stesse pensando Elizabeth e la mia mente gridava a gran voce la medesima cosa: codarda!
Ero una codarda perché stavo scappando da una vita che amavo più di me stessa per una persona che non lo meritava. Cos’altro avrei dovuto fare?
Strizzai gli occhi quando fui illuminata dalla luce proveniente dalle lampade ad olio e mi guardai intorno, riconoscendo Jack e Gibbs, insieme ad altri pirati dalla parte opposta del pontile.
Vidi Alan intento a giocare e scherzare vicino all’albero maestro e mi sbracciai per attirare la sua attenzione.
Appena mi vide il suo viso s’illuminò e mi corse incontro, abbracciandomi dolcemente e cercando di non farmi male.
« devo parlarti », tagliai corto e senza la minima espressione. Avevo paura della sua reazione ma era una scelta che prima o poi doveva essere fatta.
Mi abbassai alla sua altezza, accarezzandogli il viso liscio e lui storse il labbro confuso « di cosa? »
Mi guardai intorno e decisi che gli avrei parlato li, su quel ponte.
« Alan devi essere forte e lo so che sarà difficile: il nostro viaggio si è concluso qui ed è ora di ritornare a casa », sussurrai tutto d’un fiato, riprendendo a respirare. « possiamo tornare dalla mamma e dalle persone che amiamo. Possiamo riappropriarci delle nostre vite …»
Alan cambio dieci tonalità di colori e il suo viso si tramutò in una maschera di dolore e di rabbia incontenibile
« No! », urlò a pieni polmoni, attirando l’attenzione di tutta la ciurma e di Jack. Questo era l’unico modo.
«Non voglio tornare a casa, questa è la nostra casa, Chanel! Non mi sono mai sentito così vivo in vita mia. Và tu se vuoi ma sappi che io non ti seguirò »
Corse via, lasciandomi al centro del ponte e con gli occhi di tutti addosso.
Capivo perfettamente cosa volesse dire mio fratello e ne comprendevo tutti i motivi.
Anche io, come lui , non mi ero mai sentita così viva come in questo sogno ma adesso dovevamo ritornare con i piedi per terra e svegliarci.
Comunque sarebbe andata a finire Alan non mi avrebbe seguita.
Girai le spalle, decisa di parlare con lui ma mi sentii strattonare per un braccio e voltandomi mi trovai il viso di Jack ad un soffio dal mio, serio come mai prima d’allora e senza alcuna espressione sul viso stanco.
«Che significa che te ne vai?! »




Salve gente! Vi ricordate di me? Ci sentiamo dopo tremmilionesimi di secoli e finalmente ritorno con un nuovo capitolo, il penultimo esattamente!
E' passato quasi un anno dall'ultima volta che ho aggiornato e devo dire di essere cambiata molto da allora, soprattutto da quando iniziai questa storia, tre anni fa ^.^
Come si dice: chi va piano, va sano e va lontano! xD pedonatemi vi prego!
Ci lasciammo con la morte di Chanel e ora, grazie al sacrificio del suo papà, è potuta tornare tra noi per poi scoprire del ''tradimento'' di Jack!
Si è sentita usata e quindi ha preso la decisione di andarsene! 
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e quindi spero di aggiornare brevemente. Non ci metterò un altro anno prometto! O,O
un bacione forte
Aishia

 
 

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Capitolo 32
*** '' L'inizio della fine '' ***


 

'' L'inizio della fine ''

 

 

« Che significa che te ne vai? »

Mi voltai lentamente e senza una minima espressione sul viso, come se niente potesse più scalfire quella corazza che avevo indosso e che copriva invece, il mio animo ferito.

Jack stringeva il mio braccio con veemenza, guardandomi con uno sguardo imponente e talmente serio che sembrava quasi volesse leggermi dentro, come se potessi ancora credere a quegli occhi che non mi avevano raccontato altro che un mucchio di bugie.

Come avrei potuto fidarmi ancora? Come avrei potuto ancora credere a quell’uomo dall’anima nera?

Avrei voluto ferirlo nello stesso modo in cui lui aveva ferita me ma purtroppo, io non ero come lui.

Lo guardai dall’alto in basso, con la sola voglia di sputargli addosso tutto il veleno che avevo in corpo e che a poco a poco si insediava nelle mie vene, arrivando sino al cuore che ora come ora non sembrava altro che un abominevole macigno.

« Ho preso la mia decisione Capitano! Sai la rotta per ritrovare il tuo dannatissimo tesoro e in tutto questo, io non sono stata altro che una pedina nelle mani di un calcolatore ».

Aggrottò la fronte, cercando di capire il senso delle mie parole per poi sgranare gli occhi di soppiatto e aprire la bocca per poi richiuderla un attimo dopo. Il Capitano della Perla Nera era rimasto per la prima volta senza parole.

Allentò la presa su di me, lasciando che le braccia gli ricadessero sul suo corpo inerme e approfittai di quel momento per tirare via le cuoie e girai i tacchi, ritornando sotto coperta alla ricerca di mio fratello che era fuggito via e lasciandolo lì , sul ponte e con la Perla Nera a fare da sfondo al suo bel capitano.

Non sentivo nulla.

Il dolore fisico non poteva compararsi al dolore del cuore.

Sembrava che quella lama mi avesse reciso dentro una seconda volta, senza pietà e senza provare alcuna compassione per il mio animo ferito.

Che cosa avevo fatto di male? Il mio unico sbaglio era stato quello di donare il mio cuore ad un essere che non sapeva amar all’infuori di sé stesso e adesso mi ritrovavo a piangerne le conseguenze, con un dolore al centro del petto che faceva così male da non riuscir più a respirare.

Non volevo provare nulla.

Andavo alla deriva e l’unica soluzione sarebbe stata quella di chiudere il mio cuore in un forziere e gettarlo nelle profondità degli arcani abissi.

L’unica soluzione sarebbe stata quella di non averlo più un cuore.

Arrivai in cabina con il fiato corto e cercando dentro di me le parole più giuste. Quelle quattro mura erano l’unico luogo in cui potevamo essere noi stessi, in cui poteva estraniarci dal resto del mondo, sicuri che nessuno avrebbe potuto scalfire quella corazza da noi creata.

Era il nostro rifugio e sembrava pazzesco di come proprio lì, avessimo eretto la nostra fortezza.

Sfiorai la maniglia della porta, ispirando rumorosamente ed entrai quatta quatta e senza far rumore, tentando di non oltrepassare la barriera del silenzio, sicura che mio fratello si fosse rintanato nel suo dolore.

Non si sentiva nulla.

Dall’oblò si udiva solamente il fragore delle onde che si infrangevano sulla chiglia della Perla e l’ululare del vento che pareva interpretare la più cruenta delle battaglie.

I singhiozzi di mio fratello facevano da sottofondo a quello della natura stessa, rischiarato dal chiarore della luna che illuminava il suo volto bagnato dalle lacrime , così fragile come quello di un bambino.

Mi si strinse il cuore nel vederlo così indifeso e ancor di più al pensiero che ne fossi io la causa.

Solo in quel momento mi ricordai che quella piccola pesta non aveva più di dieci anni ma potevo ben dire che in questo viaggio fosse cresciuto più di me.

Aveva presto la sua decisione: Aveva deciso di restare e di dir addio a quel mondo che ci aveva voltato le spalle da sin troppo tempo.

Ed io, io avrei voluto la metà del suo coraggio, quella forza che pareva poter abbattere ogni barriera dell’universo.

Sembrava così piccolo ma aveva già trovavo il suo posto nel mondo, la sua strada, la direzione che doveva intraprendere la sua vita mentre io, mi ero persa nei meandri della vita e non sapevo nemmeno in quale bivio stessi andando incontro.

Mi sedetti al bordo del suo letto, accarezzando i suoi voluminosi capelli biondo cenere e cercando dentro di me quelle parole che avrebbero dovuto dargli la forza di accettare quella realtà che c’era stata imposta.

Come si poteva curare il suo cuore spezzato se non sapevo curare nemmeno il mio?

«Vattene!», tuonò rude, spingendomi via e allontanandomi da lui con veemenza, non riuscendo nemmeno a guardarmi negli occhi e illuminato a malapena dal chiarore della luna.

Come potevo dargli torto?

Gli stavo imponendo una mia scelta, una mia decisione e adesso cosa pretendevo? Che si voltasse con un sorriso a trentadue denti e mi saltellasse intorno?

« Sai anche tu che questa è la scelta più giusta da fare, Alan. Questo mondo non fa per noi ».

« Ti sbagli! », sussurrò a denti stretti, mettendosi a sedere e guardandomi con gli occhi arrossati, con la voglia di sbattermi addosso tutto ciò che sentiva dentro, quello che il suo cuore urlava in silenzio.

« Chi sei tu per stabilire che cos’è giusto o sbagliato? Sai quanto fossimo fuori posto, quanto ci sentissimo terribilmente sbagliati e tu, tu vuoi che ritorniamo in un mondo che non ci appartiene? »

Sapevo perfettamente a cosa si stesse riferendo.

Ricordavo quanto ci sentissimo terribilmente sbagliati, quanto non trovassimo mai un senso a quello che per gli altri era così maledettamente normale. A noi quella normalità faceva paura.

Di questo mondo ne avevamo fatto la nostra casa, il nostro scrigno e ora che il nostro viaggio si era concluso sapevamo entrambi in quale lato della moneta volevamo stare, per una volta però non avrei dovuto pensare solo a me stessa.

Per una volta avrei fatto la cosa giusta.

« Resta »

« Cosa? »

Gli sorrisi lievemente, sfiorando il suo volto liscio e da bambino. Alan meritava di scegliere, anche se quella decisione ci avrebbe costretto ad un addio.

« Resta qui. Alan non sei più un bambino e anche tu hai diritto di scegliere! Da quando siamo arrivati ti vedo diverso, con una strana luce negli occhi che mi fa rimanere senza fiato. Hai diritto di fare le tue scelte, come io le mie. »

Lo guardai con gli occhi colmi di lacrime e lo strinsi al mio petto come faceva da piccoli la mamma, iniziando a piangere come se fossimo ancora quei bambini che non facevano altro che litigare.

« Quindi questo è un addio? »

« No. Due persone che si amano non potranno mai lasciarsi davvero. Tu resterai sempre qui dentro, nel mio cuore »

Presto anche noi ci saremmo separati, senza sapere se le nostre strade si sarebbero mai più rincontrate.

 

*

 

«Terra!!»

Delle urla assordanti mi svegliarono di soprassalto nel cuor della notte, facendomi arrivare il cuore in gola.

Sembrava giunta la fine del mondo e mi sembrò come se un uragano stesse spazzando via la nave a giudicare dai rumori assordanti che provenivano da sopra le nostre teste e che parevano dividermi i timpani a metà.

Sembrava che fossimo inseguiti dal diavolo in persona.

Aprii gli occhi di scatto, cercando di capire che cosa stesse succedendo e non impiegai due volte a ricollegare la parola ‘’terra’’ alla nostra destinazione, sporgendomi di soppiatto al piccolo oblò, dove fui travolta da un intensa folata di vento che solleticò le mie gote accaldate e scompigliò i miei capelli biondo cenere, ammirando estasiata la Perla che si avvicinava velocemente all’orizzonte, dove si proiettava l’immagine di un piccolo sputo di terra.

Quelle erano le famose Isole Vergini, meta del tanto bramato Tesoro di Francisco che permetteva di acquisire l’assoluto controllo dei venti e del flusso del mare.

Quella sarebbe stata l’ultima tappa del mio viaggio, prima che la luna mi risucchiasse via da questo mondo e mi riportasse alla mia realtà, non lasciando di me solo che un vago ricordo.

Non sarebbe rimasta la minima traccia del mio passaggio, sarei scomparsa allo stesso modo in cui ero arrivata ma una parte di me sarebbe rimasta legata a quest’universo, per sempre.

« Che cosa succede, Chanel? », chiese mio fratello sollevandosi di scatto, con gli occhi ancora chiusi e la bocca ancora impastata dal sonno.

« Siamo arrivati », tagliai corto e uscii dalla porta per recarmi sul ponte, seguita a ruota da mio fratello che prese vita una volta collegato il senso delle mie parole.

Il ponte era in baldoria.

I pirati vagavano avanti ed indietro, preparando le scialuppe che ci avrebbero portati sulla terra ferma mentre il resto della ciurma era attaccata al parapetto, con lo sguardo puntato su quell’isola che sembrava ormai sulla punta delle nostre dita, talmente tanta era la voglia di aver tra le mani i gingilli di quel ricco bottino.

Spostai lo sguardo e fu lì che lo vidi.

Jack era al timone, con lo sguardo perso all’orizzonte e una strana luce negli occhi che illuminava quel viso interamente bruciato dalla luce del sole.

Un sorriso soddisfatto faceva capolino sul suo volto, nascosto tra la folte barba scura che si spense quando i suoi occhi incrociarono i miei, devastati da chissà quali pensieri che attraversarono la sua mente.

Mi pietrificai all’istante e giurai di che il mio cuore avesse cessato di battere per un tempo che mi sembrò interminabile.

Come poteva farmi gelare il sangue solo con uno sguardo?

«Chanel!», io e mio fratello ci voltammo verso quella voce e un Elizabeth tutta trafelata ci si piombò addosso « stiamo attraccando! ».

Quando posai i piedi per terra fu come rinascere.

Dopo tanto tempo in mare, la terra non sembrava che un oasi incantevole e quell’isola che dall’orizzonte sembrava così piccola da vicino pareva immensa.

La spiaggia bianca si prolungava di qualche metro sino ad una folte coltre di alberi altissimi da dove provenivano strani rumori di animali e striduli inquietanti che facevano eco da lontano.

Alan si strinse al mio braccio fino a ridurlo in cancrena e indietreggiai leggermente, sentendo un freddo glaciale addosso e la paura mi invase interamente, inchiodandomi i piedi al suolo e bloccandomi il fiato a metà. In che cosa ci stavamo imbattendo?

« Ho paura », bisbigliò mio fratello dando luce ai miei pensieri e di tutta la ciurma che teneva la nostra stessa espressione stralunata e che come noi era rimasta con il fiato sospeso.

Dietro di me sentii una strana presenza, qualcosa alle mie spalle che si stava avvicinando rumorosamente e velocemente e all’improvviso qualcosa di freddo mi sfiorò la spalla, facendo sussultare di botto e indietreggiare di qualche metro, mentre Alan urlò così forte da far voltare verso di noi l’intero equipaggio della Perla Nera.

« Scusatemi Chanel, non avevo intenzione di spaventarvi », proferì mastro Gibbs arrossendo lievemente e soffocando un risolino divertito « volevamo solamente sapere la direzione da intraprendere adesso, miss».

Lo guardai in cagnesco, maledicendolo in tre lingue diverse per poi fare un bel respiro, cercando di rimembrare la mappa nella mia mente e ricordare le sue vie. Dopo mesi non è che la ricordassi così bene, soprattutto dopo che il mio stomaco l’aveva digerita.

« beh io …»

« il tesoro si trova vicino una roccia a forma di teschio! Proprio al centro dell’isola », tagliò corto Alan, proferendo un ‘’che c’è’’ quando lo guardai stralunata. Come poteva ancora ricordarsi?

« un teschio? », chiese ingenuamente il mastro dalla barba bianca, storcendo le labbra e riflettendoci su ancora qualche minuto « allora dovrebbe essere facile trovarlo», assentì dopo che iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa, o meglio , qualcuno.

« Capitano, dovreste usare la vostra bussola per precauzione», urlò richiamando l’attenzione del capitano della Perla Nera che aveva appena messo i piedi per terra e ci stava venendo incontro con la sua camminata ciondolante.

Abbassai lo sguardo e quando lo rialzai lo vidi prendere goffamente l’aggeggio di pelle scura e aprirlo di scatto, facendo una smorfia subito dopo e ghignando a denti stretti per l’esasperazione « Un’altra volta no!».

« Non credo servirà a molto quella bussola », sentenziò Will andandogli vicino e sbirciando sulla bussola che Jack ritirò con prontezza, guardandolo in cagnesco, mentre l’uomo mi rifilò uno sguardo di chi la sapeva lunga.

Capii immediatamente a cosa stesse alludendo: Era ancora convinto che fossi la cosa che più Jack bramava a questo mondo?

Jack si grattò la testa, aprendo la bocca per poi richiuderla poco dopo e alzando l’indice in alto come a volersi giustificare ma lo anticipai, prendendo la palla al balzo e tacendolo all’istante.

« No Will. Quello che brama Jack è solo se stesso», tagliai corto iniziando ad incamminarmi verso quella fitta foresta che adesso non mi faceva più così tanta paura.

 

 

**

 

 

Camminavamo da ore e ore, senza sosta e con la flebile luce del sole che dava spazio all’oscurità della notte che sembrava incombere su di noi, non lasciandoci alcuno scampo alle insidie della foresta che ci attorniava.

Ogni minima possibilità di ritrovare quel dannatissimo tesoro sembrava scemarsi del tutto e ci sentivamo fin troppo stanchi per continuare a camminare e ad avventurarci ulteriormente tra quei fitti arbusti, con solo delle torce ad illuminare il nostro triste cammino.

Quei macabri rumori sembravano più vividi che mai e avevo anche la bruttissima sensazione che qualcuno ci stesse seguendo e a quanto pare non ero la sola, dato che William si guardava attorno con la mia medesima espressione sul viso.

« Ma quanto ancora dovremo camminare? Non ce la faccio più », si lagnò Alan buttandosi per terra sfinito « sono ore che marciamo! E’ possibile che non riusciamo a trovare quel dannatissimo teschio? ».

Buttai gli occhi al cielo esasperata ma in fin dei conti mio fratello non aveva poi tutti i torti e continuare a camminare alla cieca si sarebbe mostrata solo un inutile follia.

Solo allora mi accorsi che qualcosa stava cambiando.

Il cielo si stava incupendo e la luna rossa stava calando sopra le nostre teste, orientandosi dall’altra parte dell’isola, sulla vetta più alta della montagna di cui eravamo ai piedi.

Che cosa stava succedendo?

« Guardate! », proferii allarmata, richiamando l’attenzione dell’intera ciurma che si voltò verso di me, spostando lo sguardo nella direzione indicata dal mio dito, per poi ansimare in un anime, striduli di puro terrore.

« Oh Ca.vo.lo! », scandì Alan, sillabando quelle parole come un singhiozzo « che cosa sta succedendo alla luna? ».

La sua domanda diede voce ai miei pensieri e capii che era giunta la fine dell’inizio.

Come se non bastasse, improvvisamente, s’innalzò un forte vento che iniziò a scuotere le cime dei grandi arbusti e a sradicane qualcuno che cominciò a volare come se avesse messo le ali e il cielo s’incupì di nuvoloni neri e scuri che provocarono una fitta pioggia, seguita da fulmini e saette che parevano dividere il cielo a metà, illuminando i nostri volti con il loro folgore.

In quel momento il medaglione che avevo al collo iniziò a brillare di luce propria e fui abbagliata da un’intensa luce che mi costrinse a chiudere gli occhi e a coprirmi il viso con entrambe le mani.

… Improvvisamente tutto cambiò …

La pioggia smise di battere violentemente sul mio viso e anche il vento sembrava cessato. Attorno a me non sentii più nulla, nemmeno le voci dei miei compagni in sottofondo. Che cosa stava succedendo?

« Chanel », una voce che conoscevo fin troppo bene invocò il mio nome e mi voltai immediatamente, ritrovandomi davanti agli occhi la figura di Eva Bens, coperta solamente da una misera mantellina nera che metteva in risalto la carnagione troppo pallida e cerea.

« Eva? », sussurrai strofinandomi gli occhi incredula, non credendo a ciò che avevo davanti a me.

Com’era possibile?

Fino ad un attimo prima mi trovavo insieme alla ciurma della Perla Nera mentre adesso ero sola con Eva Bens, o meglio, mia nonna.

« Dove sono finita? Che ci fai tu qui? »

Si aggrappò al bastone che teneva saldamente con la mano e si avvicinò a me, sfiorandomi il viso quando mi si parò davanti, accarezzandomi delicatamente le gote accaldate, ricalcando i lineamenti del mio viso così simile al suo.

Le sue mani erano fredde come il ghiaccio e il suo volto non sembrava trasparire alcuna emozione. Come poteva questa donna essere la mia adorata nonna?

« Chanel, è giunta l’ora! La luna rossa sta svanendo e con lei il portale tra i mondi. Devi far presto! Dirigiti velocemente sulla vetta della montagna e senza guardarti indietro compi il sacrificio. Il tuo ultimo compito è quello di ripristinare l’equilibrio dell’universo ».

Mi sentii morire quando udii il suono di quelle parole che mi uccisero una seconda volta.

Non potevo credere che stesse succedendo davvero, non adesso.

Non ero pronta a dir addio a tutto quello che avevo costruito con la sola forza della mia schiena, non ero preparata a dover addio alla mia vita,a Jack!

«Io … non posso! Ho promesso a Jack che lo avrei aiutato a ritrovare il tesoro di Francisco e poi … »

« E un abominio!! », strillò a gran voce dandomi un sonoro schiaffo in pieno volto.

La guardai sconvolta, portandomi entrambi le mani sul viso, avvicinandosi a me a denti stretti « non c’è più tempo! Se non ti sbrighi a richiudere il portale non ci sarà più alcun mondo da salvare. Fra poco tutto questo verrà risucchiato dalla luna e tutto ciò che abbiamo fatto sarà vano!Devi usare il medaglione per richiudere il portale e fai presto Chanel, potrebbe già essere troppo tardi».

Il mondo risucchiato dalla luna?

In quel momento capii che la luna non era solo un portale tra i mondi ma una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro.

« Ora va! E salva te stessa, salva il mondo ».

La vista mi si annebbiò e capii che mi toccava esser forte di nuovo.

Sulle mie spalle gravava nuovamente qualcosa di molto più grande di me. Il mondo si trovava di nuovo sul palmo della mia mano.

In un attimo fui travolta dalla stessa luce di prima e non avvertii più la terra sotto i piedi.

Chiusi gli occhi, coprendomi la faccia con le mani e in un attimo fui travolta dal frastuono della fine del mondo.

Fulmini e saette dividevano il cielo a metà e nel cielo si formò un vortice che presto ci avrebbe risucchiati tutti. Non avevamo più scampo.

« … Chanel … », aprii gli occhi, ritrovandomi davanti la figura scomposta di William che mi teneva saldamente per le spalle, strattonandomi violentemente e cercando di riportarmi con i piedi per terra. Ripresi coscienza di me, guardandolo perplessa senza capire bene che cosa fosse successo.

« ti sei ripresa. Sembravi entrata in una specie di trance e … »

Guardai in cielo, in direzione della luna che si stava dirigendo lentamente verso la vetta più alta della montagna. Non c’era più tempo!

« Dobbiamo sbrigarci! Lasciate perdere quel dannato tesoro. Fra poco la luna finirà per risucchiarci se non chiuderò il portale ».

Will aggrottò la fronte e sbiancò improvvisamente per poi sbarrare gli occhi di botto quando ricollegò il senso delle mie parole.

« Chanel, che cosa stai dicendo? », chiese Liz avanzando di botto e guardandomi allarmata, con i suoi enormi occhi scuri che sembrarono velarsi di lacrime.

Contraccambiai lo sguardo e la guardai esasperata, annuendo con la testa. Non c’era più tempo, diamine!

« Bens! Eva Bens mi è apparsa in sogno, ordinandomi di chiudere il portale, altrimenti la luna risucchierà questo mondo e noi verremo spazzati via. Dobbiamo sbrigarci, forza!».

Avanzai di botto con la consapevolezza che quegli attimi sarebbero stati gli ultimi. Il mondo doveva essere salvato e io mi sarei sacrificata per salvare coloro che amavo più di me stessa. Questo sarebbe stato il mio ultimo atto d’amore.

« Ferma dolcezza!», sussurrò Jack piazzandosi davanti a noi e sbarrandoci la strada, puntandomi il dito contro.

Diamine Jack!

« Avevamo un accordo io e te se ben ricordo di ricordare ». Come poteva pensare a quel dannato accordo in un momento come questo?

« S’impicchi l’accordo, Jack! », sbuffai esasperata, spintonandolo e continuando a camminare finché non mi bloccò per un braccio, costringendomi a guardarlo fisso negli occhi

« Avevi promesso!»

« Jack se non mi lasci non ci sarà più alcun mondo da salvare, ergo , non esisterà più nemmeno il tuo dannatissimo tesoro », ringhiai a denti stretti sul suo viso, così vicino al mio da poter perfettamente sentire il suo respiro sul mio volto.

Storse il muso e s’irrigidì di botto « allora va!Non ho bisogno del tuo aiuto. Ritroverò io stesso il tesoro e tu ritornerai da me supplicando perdono per il tuo alto tradimento!»

In quel momento lo guardai con uno sguardo colmo d’odio. Non aveva ancora capito che non avrei fatto ritorno?

« Sei solo un …»

« … pirata … », proferì lui ghignando a denti stretti e lasciando la presa sul mio braccio.

Continuai a camminare ma non prima di voltarmi l’ultima volta verso l’uomo che avevo creduto di amare più della mia stessa vita.

« Addio, Capitan Jack Sparrow », sussurrai prima di scomparire tra la fitta vegetazione, seguita da tutto l’equipaggio della Perla Nera e lasciandolo lì, con la consapevolezza che quello sarebbe stato il nostro ultimo addio.

 

Pov Jack

Rimasi solo in quello sputo di terra, in compagnia di qualche bestiolina che avrebbe voluto tanto avermi tra le sue piccole, Grosse, ENORMI fauci.

Chanel era fuggita via, correndo a perdifiato verso la vetta di quella montagna, seguita a ruota da quegli insulsi mozzi che avevano preferito lei al loro capitano.

Avrebbero lavato il ponte della Perla finché non mi ci sarei potuto specchiare e poi li avrei dato in pasto ai pescecani per il loro alto tradimento.

Lei non aveva rispettato l’accordo e ora non mi restava che ritrovare il tesoro solo soletto, disperso in chissà quale punto dell’isola.

Increspai le labbra, guardandomi intorno confuso e non sapendo cosa fare presi la bussola dalla tasca dei miei pantaloni, l’aprii di scatto e …

« Codardo!», la stessa parola ripetuta due volte in un giorno. Che premio avevo vinto?

Mi voltai di scatto, ringhiando verso colei che aveva osato darmi del codardo, di nuovo.

Era diventata una moda, ma chi poteva dare del codardo al grande e stupendevole Capitano della meravigliosa Perla Nera?

Davanti a me Elizabeth mi guardava con il suo sguardo di rimprovero, con l’indice aizzatomi contro e una strana luce negli occhi, la stessa che aveva assunto prima di … lasciarmi in pasto al Kraken … oh mannaggia!

Indietreggiai di botto, alzando le mani in segno di resa. Un altro mollusco no, ti prego!!

« Codardo!», ripeté quando fu ad un passo da me e ghignai a denti stretti.

« Ebbene cara, io non vedo alcun codardo tra noi. Ci siamo solo tu, io e forse qualche animaletto batuffoloso che vorrebbe tanto mangiarci … ma no! Non vedo codardi qui in giro, proprio no! ».

« Jack, smettila con i tuoi stupidi giochetti! Come puoi lasciarla andare così? Come puoi solo pensare a quello stupido tesoro dopo che la donna che ami sta per lasciarci, forse per sempre e tu … tu non provi nemmeno a fermarla! Il mondo è in pericolo e per una volta, una volta sola, fa la cosa giusta. Sappi che te ne pentirai per il resto della vita se non corri da lei, adesso! ».

 

Pov Chanel

 

Stavamo giungendo al luogo in cui la mia vita sarebbe cambiata per sempre, stravolta dalle circostanze, in cui una piccola decisione avrebbe mutato il mio destino, catapultandomi in una realtà senza ritorno.

La luna era così vicina alla vetta di quella grande montagna ,dandomi la sensazione di poterla toccare con un dito, così grande e maestosa da non lasciarmi nemmeno più il fiato per respirare.

Come potevo averne?

Attendevo questo momento dall’inizio di questa avventura mentre adesso ero terrorizzata all’idea di compiere la scelta sbagliata, quella sbagliata per me.

Non ero mai stata brava a dire addio.

Non riuscivo a trovare dentro di me quella forza di tagliare i ponti e buttarmi a capofitto in quella decisione che il destino mi aveva imposto.

Chi volevo essere?

La principessa da salvare o la piratessa in grado di salvarsi da sola?

Avevo un compito da portare a termine. Dovevo chiudere il portale e ad ogni minuto che ci avvicinavamo alla luna, la tempesta diveniva più intensa e sembrava catapultarci sempre più al centro del grande vortice che si stava formando sopra le nostre teste.

Mi fermai quando giunsi al pedice del dirupo e volsi lo sguardo verso il vuoto che non mi faceva così tanta paura, non quanto lei …

La luna rossa si beffava di me dall’alto del cielo terso e cupo, svanendo a poco a poco come ogni mia più piccola speranza.

Tenevo saldamente le mani ancorate al medaglione e ricercai dentro di me quella forza per stabile un contatto con la realtà.

Non avevo più tempo per decidere da quale parte stare.

Il mio animo si stava dilaniando a metà.

Avevo dato a Jack l’opportunità di gestire le mie emozioni e ogni singolo battito del mio cuore e adesso che la fine del mondo era vicina il mio unico pensiero era rivolto al bel capitano della Perla Nera.

Come aveva potuto farmi questo? Mi aveva usata per arrivare al suo scopo e io come una stupida lo avevo lasciato fare, senza nemmeno rendermene conto.

Se gli fosse importato di me non mi avrebbe lasciata andare …

« Chanel! »

Mi voltai verso mio fratello che cercava con tutte le sue forze di combattere contro la tempesta e gli eventi che lo stavano trascinando via da me.

Mi allungai verso di lui, cercando di afferrare la sua mano e la strinsi forte, con tutte le forze che avevo in corpo.

« Non andare », sussurrò con la voce rotta, non riuscendo più a trattenere quelle lacrime che spuntarono dai suoi occhi chiari e che spuntarono anche dei miei come una reazione a catena.

Mi sentii male ma non demorsi, avvicinandomi a lui e stringendolo al mio petto, cercando di imprimere nella mia mente il suo dolcissimo profumo, quella dolcissima fragranza che probabilmente i miei polmoni non avrebbero mai più respirato.

« Lo sai che non posso restare , Alan. I pezzi devono ritornare al proprio posto e finché io rimarrò qui non tutti i tasselli si incastreranno perfettamente. Sappi solo che sarai per sempre una parte di me », sussurrai accarezzando il suo viso e lasciandogli un flebile bacio sulla fronte.

Con il cuore a pezzi mi voltai, lasciando il nostro abbraccio ma purtroppo il tempo stava per scadere e non mi rimaneva che qualche minuto da spendere prima che lasciassi definitivamente questi luoghi che avevo considerato per qualche tempo come la mia casa.

Era davvero questo ciò che volevo?

Era davvero questo che il mio cuore urlava a gran voce? Me ne stavo andando senza aver chiuso i conti con il destino, senza aver detto addio a tutte le persone che mi avevano accompagnata in questo folle viaggio, senza dir addio alla persona che avevo amato e odiato più di me stessa.

Ormai era tardi per aver rimpianti e nonostante mi tremassero le ginocchia avanzai verso il dirupo, sperando di sparire prima di cadere e sfracellarmi al suolo.

La tempesta era diventata ormai una tormenta, il vento non ci permetteva di tenere i piedi ancorati al suolo e la pioggia batteva sulle nostre teste in maniera inesorabile.

Presi il medaglione e lo innalzai al cielo, chiudendo gli occhi e sospirando rumorosamente, sentendomi più leggera anche se il macigno che avevo sul cuore sarebbe rimasto per sempre, aggrappandomi inesorabilmente ad una realtà diventata indelebile.

« Luna rossa, chiudi il portale che mi lega a questo mon … »

« NO!! »

Mi voltai verso quella voce, quel suono soave che mi parse quasi celestiale, vedendo il Capitano della Perla Nera correre a perdifiato su un maestoso cavallo bianco, seguito da Elizabeth, aggrappata fermamente a lui.

« Ferma! Non bene, non bene », sbiascicò, scendendo da quel valoroso destriero e venendomi incontro, muovendo le mani come un folle.

Lo guardai interdetta, con il cuore in fibrillazione e una marea di sentimenti contrastanti ad invadermi interamente.

Non potevo credere di aver davanti agli occhi proprio lui, non potevo credere che fosse arrivato, lasciandosi alle spalle tutto l’orgoglio che aveva in corpo e soprattutto che avesse scelto me a quel dannatissimo tesoro.

Si avvicinò a me, cauto , come se volesse accertarsi dei miei sentimenti e mi posò le mani sulle spalle, guardandosi attentamente con quegli occhi scuri che mi fecero fermare il cuore.

La tormenta, la luna e la fine del mondo passarono in secondo piano.

« Resta », sbiascicò tutto d’un fiato, sospirando rumorosamente e fulminandomi con il suo sguardo che mi inchiodò i piedi al suolo.

Lo guardai, con degli occhi carichi di emozione ma con il cuore pesante per tutto ciò che era successo.

Avrei voluto buttargli le braccia al collo ma qualcosa mi fermava.

« Perché? Dammi solo un valido motivo … »

« Perché ti amo », impallidii di botto, indietreggiando lievemente e con un espressione disorientata sul volto.

Come potevo ancora credere alle parole che fuoriuscivano dalla sua bocca.

Come potevo ancora credere alle sue bugie?

Non ero solo che una pedina nelle mani di un calcolatore e lui sapeva muovermi a suo piacimento.

Smossi la testa e iniziai a piangere, piangere come una bambina. Non potevo, non riuscivo a credere a quelle parole.

« E pensi che dopo tutto quel che è successo ti possa ancora credere? »

« certo che lo penso! », scattò con un sorriso sornione a dipingergli il volto. « perché mi ami anche tu », sgranai gli occhi e scoppiai a ridere di gusto.

Amarlo?

L’amore era ben altro e io non avrei voluto altro che urlargli tutto il male che mi aveva fatto, tutte le volte che il cuore si era spezzato a causa sua.

Mi aveva usata ed io che gli avevo donato me stessa nella speranza di essere ricambiata, nell’ illusione che provasse la metà di ciò che provavo io.

Per una volta, una sola, anch’io volevo essere felice.

Lui era Jack Sparrow, Capitano della Perla Nera, nera come la sua anima e nessuno avrebbe potuto cambiarlo, nemmeno l’amore.

Aprii la bocca per ribattere ma mi fermò con un flebile gesto, posando l’indice sulle mie labbra, zittendomi.

« Stammi a sentire! Credo e dico credo di aver un po’ esagerato. Quella volta sul ponte non hai lasciato che mi spiegassi, tesoro. E’ vero, all’inizio era tutto un gioco e quel folle piano sarebbe andato in porto se non fossi caduto nella mia stessa trappola, finendo poi , per innamorarmi di te. Mi spiace non averlo detto prima ma sì! Mi sono innamorato, piratessa ».

Rimasi spiazzata da quelle parole e tutto per la prima sembrò avere un senso. Lo guardai senza fiato, senza riuscire a proferire minima parola.

Il capitano della Perla Nera aveva professato d’amarmi e io come un’allocca non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo.

Come avevo potuto fraintendere tutto?

Dovevo credere a quelle parole?

Spostai lo sguardo verso Liz che sorrise lievemente, annuendo con la testa e incitandomi con la mano a darmi una smossa.

Jack si avvicinò più a me, scostandomi i capelli dal viso e guardandomi con i suoi occhioni profondi. Respirai profondamente, ricambiando quello sguardo innamorato

« Jack, amare significa non dover mai dire ‘’ mi dispiace ‘’ e a me dispiace il fatto di essere così totalmente, completamente innamorata di te. ».

Lui sorrise,scoprendo uno dei suoi denti d’oro e accarezzò le mie labbra con il pollice, finchè non si chinò sul mio viso, unendo le nostre labbra in un eterno bacio.

Noi due eravamo la fonte del nostro universo. Lui amava me e io lui.

Il resto del mondo ci faceva da sfondo.

‘’ Guardate!’’, urlò un uomo alle nostre spalle, richiamando l’attenzione di tutti e di noi, che di malavoglia, ci costrinse a voltarci immediatamente verso il cielo.

La luna ormai stava svanendo inesorabilmente e fra poco non ne sarebbe rimasta alcuna traccia.

Era giunta l’ora.

Mi iniziarono a tremare le gambe.

Dovevo andare ma sapevo che un giorno, prima o poi , ci saremmo rincontrati.

Le lacrime mi bagnarono il viso e mi voltai verso l’uomo più importante della mia vita. Per la prima volta in vita mia sapevo di fare la cosa giusta.

« Non dimenticarmi, Jack Sparrow ».

« Hai dimenticato un Capitano, mi pare », sussurrò mentre mi allontanavo da lui, ponendomi all’estremità del dirupo, sotto la luna, sotto quel portale che mi avrebbe portato via da loro, forse per sempre.

«Chanel, prendi!», mi voltai nuovamente, prendendo al volo un aggeggino di pelle scura: la bussola.

Lo guardai interdetta, stringendola forte al mio petto come se mi avvicinasse a lui. Non potevo credere che…

« Me lo renderai quando farai ritorno da me »

L’aprii di scatto, notando l’ago compiere un breve giro su sé stesso per poi ritornare indietro, puntando a nord, puntando a Jack!

Sorrisi e mimai delle parole che mi sarebbero rimaste impresse sul cuore, per sempre.

« I love you »

Quelle furono le ultime parole prima che un vortice di vento mi avvolgesse, prima che venissi risucchiata da un vortice di luce che mi portò via da quell’universo, forse per sempre.

Il vuoto non mi faceva più paura, il mondo diventava lontano e io stavo per far ritorno a casa.

Questo viaggio mi aveva dato tanto.

Mi aveva insegnato a vivere la vita come meritava di esser vissuta.

Tutto questo sarebbe rimasto impresso nel mio cuore sino alla fine dei miei giorni e lo avrei portato con me, lungo il bagaglio della vita.

Avevo ripristinato l’equilibrio fra i mondi e adesso stavo facendo ritorno alla mia casa, dalla mia famiglia, nel mio mondo.

 

 

 

Dicevo addio a quest’universo, al mio amore verso la pirateria

All’amore verso Jack.

Sapevo però, che questo non sarebbe stato un addio

Ma un arrivederci.

 

FINE

 

 

Epilogo

 

In una grotta, poco lontano dal mondo , due persone erano in lutto per la morte dell’amato figlio.

Un colpo sordo fece rimbalzare l’uomo vestito interamente di nero, mentre guardava la donna dinnanzi a lui infierire con foga, colta dal dolore e dalla disperazione.

«vendicherò coloro che l’hanno ucciso! Ti vendicherò James, caro figlio mio», proferì con tono solenne, innalzando le mani verso il cielo e guardando in alto con i suoi occhi infuocati.

«si madre. Vendicheremo la sua fine e proseguiremo il suo scopo»

La donna si avvicinò al suo secondogenito, accarezzandogli il viso pallido e putrefatto, per poi tirargli i capelli con foga e sbattendo il suo viso sul tavolo di legno

«certo figlio! Coloro che ci hanno fatto questo non avranno pace. Noi diventeremo i padroni assoluti dell’universo. Abbi pazienza e tuo fratello sarà vendicato»

 

 

 

 

Ebbene Salve!!

Al dir la verità avrei così tante cose da dire che non so nemmeno io da dove iniziare!

Questa è stata la mia prima storia e dopo tre anni finalmente l’ho portata a termine. Mi sento, come dire, strana!

E’ iniziato tutto per gioco per poi diventare la mia vita, la mia quotidianità e un modo per mettermi in gioco con me stessa. Devo dire che scrivere è diventata la mia vita e sono felice di avervi regalato qualche sorriso ogni tanto, oppure un po’ di nervosismo per via della mia lentezza nel pubblicare! ^-^

Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo viaggio e prima o poi la luna rossa ritornerà con un nuovo capitolo. Per i nostri eroi non è ancora finita e Chanel avrà nuovi gatti da pelare, tra cui un nuovo personaggio che le darà del filo da torcere, o meglio, ne darà al nostro buon vecchio Capitano! ;)

Qualche idea già c’è ma credo che dovremo aspettare un po’ prima di leggere qualcosa … prima ho altre storie in sospeso, tante idee da sviluppare e nuovi mondi da creare!

Quindi grazie ragazzi, senza di voi non sarei stata niente! Con questo vi saluto e spero di ritrovarci presto!

Yo oh beviamoci su!Dritti alla metà e conquista la preda.

Aishia

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