The girl in the middle

di amore_p_siche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The woman in white ***
Capitolo 2: *** Punto d'incontro ***
Capitolo 3: *** Tenerezza ***
Capitolo 4: *** La carezza di Lucifero ***
Capitolo 5: *** Like a virgin ***
Capitolo 6: *** Via d'uscita ***
Capitolo 7: *** It's time to be a woman ***
Capitolo 8: *** Sex on fire ***
Capitolo 9: *** La lieta novella ***
Capitolo 10: *** Biopsia dell'anima ***
Capitolo 11: *** L'angelo consolatore ***
Capitolo 12: *** Son of a bitch! ***
Capitolo 13: *** Parenthood ***
Capitolo 14: *** L'ultimo girone dell'Inferno ***
Capitolo 15: *** Elena Mary Winchester ***
Capitolo 16: *** La dura verità ***
Capitolo 17: *** Lo scontro ***
Capitolo 18: *** Exorcizamus te ***



Capitolo 1
*** The woman in white ***


Dean era alla guida della sua piccola. Come tutte le sere in cui si sentiva più giù del solito, era andato a scaricare la tensione di una giornata di caccia nel locale più vicino e più squallido che potesse trovare.
Sesso, alcol e rock’n’roll erano e uniche cose che riuscissero a tenerlo lontano dal vuoto che si portava dentro da ormai troppo, troppo tempo.
Con il fegato gonfio di wisky e l’odore dolce della “crocerossina” che l’aveva curato, stava tornando a casa di Bobby, dove sapeva di trovare Sam ancora col naso sul computer alla ricerca di nuovi lavori. Che vita di merda, pensò.
“An angel smile is what you set, you promise me heaven but put me through hell”1
cantava Bon Jovi alla radio, e Dean gli faceva eco tamburellando sul volante. A un tratto qualcosa di bianco e veloce uscì dagli alberi e si bloccò davanti alla sua auto, costringendolo a frenare di colpo e sterzare il più possibile per non andargli addosso. L’auto ruotò di 180° ma non riuscì a evitare la sagoma bianca che battè contro lo sportello e fu sbalzata lontano.
Dean corse fuori dall’auto e andò a guardare cosa diavolo fosse e…”Oh mio Dio!” fu l’unica cosa che riuscì a dire di fronte al corpo della ragazza che era a terra priva di sensi e coperta da un leggero vestito bianco non adatto alla stagione. Si chinò su di lei per essere certo che respirasse ripetendo “Ti prego, ti prego, ti prego….si per fortuna respira”. La mise sull’auto e si diresse a tutta velocità verso l’ospedale chiamando Sam al cellulare:
-“Che diavolo di fine hai fatto?” rispose subito burbero
-“Sam sto andando all’ospedale ho investito una ragazza”
-“Cosa?”
-“Ci vediamo lì, muovi il culo!”
E riagganciò lanciando un’occhiata veloce allo specchietto retrovisore per guardare la ragazza che si stava risvegliando.
-“Non ti muovere ti sto portando in ospedale”
-“Ma…che…diavolo” fece lei toccandosi la ferita insanguinata alla testa
-“Mi dispiace sei sbucata all’improvviso non ho potuto evitarti….ma che cavolo ci facevi nella foresta alle due di notte!”
-“Bella domanda”
-“Ok ora stai giù siamo quasi arrivati”
 
Sam e Bobby si precipitarono al pronto soccorso, dove Dean aspettava a testa bassa notizie della ragazza, torturandosi le mani.
-“Mi spieghi che cosa è successo?” disse Sam correndogli incontro
-“Non l’ho vista è sbucata dal nulla!”
Un’infermiera uscì dalla stanza dicendo a Dean che la ragazza stava bene e potevano entrare a vederla.
Dean bussò sullo stipite della porta aperta per essere sicuro di non disturbare.
-“Come stai?” le chiese incerto
-“Ora bene, grazie”
-“Mi dispiace ma veramente non…”
-“Non è colpa tua, ero io che correvo nel bosco in piena notte”
-“Beh, si. Comunque io sono Dean, lui è mio fratello Sam e il nostro amico Bobby”
I due alzarono la mano in segno di saluto e lei rispose con un gran sorriso toccandosi la benda che le fasciava la testa.
-“Io mi chiamo….” ma non riuscì a terminare la frase perché rimase a occhi sgranati a fissare la sagoma che comparve dietro i tre uomini.
-“…Melanie.” terminò per lei Castiel.
 
 
1.You give love a bad name – Bon Jovi
 
 
Ringrazio tutti coloro che avranno avuto il tempo di leggere la mia storia; accetto commenti, critiche e opinioni prima di pubblicare il seguito. Spero vi piaccia

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Capitolo 2
*** Punto d'incontro ***


Tutti si voltarono a guardare l'angelo, mentre la ragazza sgranò ancora di più gli occhi marroni e indicandolo disse quasi senza fiato:
-“Tu eri lì!”
-“Lì dove?” disse Dean confuso.
-“Che cosa volete da me?”
-“Penso che sia ora che tu ricordi.” Disse Castiel avvicinandosi al letto di Melanie
-“Qualcuno si degna di spiegarci qualcosa!” urlò Bobby, ma l'angelo aveva già posato le sue dita sulla fronte della ragazza, che emise un suono soffocato prima di cadere sul cuscino svenuta.
-“Cass che le hai fatto?” tuonò Sam.
-“Le ho restituito i suoi ricordi”
-“Quali ricordi?" Chi è lei e che c’entri tu!” disse un Dean irritato."
-“Dobbiamo portarla via di qui, poi vi spiegherò tutto.”
Non fecero in tempo a rendersene conto ma Castiel li aveva già teletrasportati tutti a casa di Bobby. I tre si guardarono intorno spaesati per poi puntare gli occhi confusi sull’uomo con il trench.
-“Lei non è umana” esordì l’angelo guardandoli seriamente “E’ scappata dal Purgatorio diversi mesi fa. La stavamo cercando ma i demoni l’hanno trovata per primi”.
-“Allora cos’è?” chiese Sam.
-“Un’arma.”
-“Un’arma in che senso?” fece Bobby.
-“Un’arma sovrannaturale molto potente e molto pericolosa.”
-“Che essere è allora? Per cosa vogliono usarla?” sbottò Dean.
-“E’ un ibrido.”
-“Un che?”
-“Mmmm…” Melanie si stava svegliando. Si alzò faticosamente mettendosi seduta sul divano. “Maledetti demoni bastardi, ahi!” strillò premendosi le mani sulla fronte.
Quando aprì gli occhi diede una rapida occhiata a tutti nella stanza, fermandosi su Castiel che la guardava con uno sguardo attento. Lei si alzò di scatto e si avvicinò a lui con sguardo minaccioso. A metà strada però si bloccò guardandolo con gli occhi stretti.
-“Non sei un demone.” gli disse “Sei un angelo!”
-“Si e non voglio farti del male.”
Lei si girò a guardare i cacciatori, che ancora non riuscivano a capire nulla di quello che stava succedendo.
-“Nemmeno loro.”
Melanie allora si rilassò e tornò a sedersi sul divano.
-“Non sono sicura di potermi fidare, ma so che non menti; e poi spero che almeno tu possa spiegarmi che diamine sta succedendo. Perché mi cercano?”
-“Perché sei scappata.”
-“Risposta eloquente.”
-“Tu non fai le giuste domande.”
-“Ma chi sei tu, il saggio indiano?” gli rispose irritata.
Dean si fece avanti sedendosi di fianco a Melanie per cercare di dare un senso alla conversazione, perche se avesse continuato ad occuparsene Castiel non avrebbero cavato un ragno dal buco.
-“Melanie” cercò di usare un tono pacato e rassicurante “spiegaci che cosa è successo così potremo aiutarti.” Disse mentre guardava torvo Castiel, che curvò semplicemente la testa di lato con uno sguardo del tipo: ‘E io che ho detto?’
Melanie fece un lungo respiro chiudendo gli occhi e poi iniziò a parlare:
-“Sono prigioniera in Purgatorio dalla mia nascita. Ero stufa di stare lì in mezzo a quelle creature, a quelle anime. Volevo scappare. E così ho fatto, una volta pienamente cosciente dei miei poteri.”
-“Ma perché eri lì? Chi ti ci aveva portato?”
-“Gabriele” disse Castiel.
Melanie alzò gli occhi sinceramente stupiti verso l’angelo.
-“Forse tu conosci la storia meglio di me.”
-“Forse.”
-“Bè allora che aspetti a dircela, vuoi una richiesta scritta?” gli disse Dean gesticolando animatamente.
-“I genitori di Melanie erano umani, ma le loro anime furono possedute per il suo concepimento.” Detto ciò Castiel si zittì.
-“Possedute da cosa?” chiese Sam preoccupato spronandolo a parlare.
-“La madre da un demone, ma il padre da un angelo. La sua anima è ibrida.”
Lo sconcerto era visibile sui visi dei cacciatori, che ci misero un po a metabolizzare la notizia.
-“So cosa sono.” ruppe il silenzio Melanie.
-“Ma perché mi avete rinchiusa in Purgatorio?”
-“Per evitare che gli uni o gli altri potessero usarti. Non so chi siano l’anglo e il demone che ti hanno creato, ma so che sei il punto d’incontro tra 3 universi. Il loro fine è quello di usarti per dominare Terra, Paradiso e Inferno.”

Grazie a tutti coloro che leggeranno la mia storia. Un bacione!

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Capitolo 3
*** Tenerezza ***


La discussione andò avanti per un po, senza sfociaare in nulla di sensato. Erano tutti stanchi e assonnati; decisero di rimandare il tutto al giorno seguente. Dopo che Castiel se ne fu andato a cercare di scoprire qualcosa di più su quella faccenda, Bobby accompagnò Melanie nella camera degli ospiti.
-"Non è granchè ma c'è un letto comodo e ho cambiato le lenzuola. Ah e ti ho lasciato una vecchia camicia da notte di mia moglie, spero ti vada bene." disse con aria triste.
-"Grazie." rispose poco convinta Melanie.
Appena Bobby se ne fu andato comparve Sam sulla porta.
-"Tutto ok?"
-"Um-um."
-"Posso farti una domanda?"
-"Chiedi pure."
-"Perchè dormi? Cioè sei un angelo/demone superpotente, ti serve dormire?"
-"Ho un corpo umano a tutti gli effetti, richiede manutenzione."
-"Oh certo. Allora buonanotte."
-"Notte Sam."
Melanie chiuse la porta e si gettò sul letto sbuffando. Gli occhi le bruciavano da quanto erano stanchi, voleva solo dormire il più possibile. Decise che prima era meglio togliersi quel vestito ormai più rosso che bianco, dato il sangue che aveva perso dalla testa. Prese la camicia rosa di seta che le aveva dato Bobby e andò in bagno. Si lavò velocemente e si preparò per la notte. Mentre stava uscendo però si bloccò. Le venne in mente qualcosa e guardò il vestito insanguinato lasciato vicino al lavandino. Strizzò gli occhi ricordando. La scena le se presentò davanti offuscata e ovattata, ma chiara: <
-"Devi essere bellissima stanotte. Non sei emozionata per la tua prima volta?">> Un brivido le percorse la schiena ricordando il resto. <>
Melanie scosse la testa e cercò di ricacciare indietro quelle immagini. Si sentiva ansiosa e cofusa mentre si metteva sotto le coperte. Accese la radiolina che si trovava sul comodino. Chiuse forte gli occhi pregando di rilassarsi con un po di musica. "Say goodbye, as we dance with the Devil tonight. Don't you dare look him in the eyes" appena sentì le prime note della canzone trasmessa cambiò idea e spense la radio con un pugno. 'Questo è il Karma avverso!' pensò.
La sua mente non ne voleva sapere di riposare, la tormentò ancora per molto prima di lasciarla addormentare fra le lacrime.
 
                                                         *                 *                 *
 
Dean e Sam erano in cucina mentre Bobby era sommerso da libri risalenti all'invenzione della stampa.
-"Se quel che ha detto Cass è vero, abbiamo un'arma nucleare fra le mani. Angeli e demoni non esiteranno a passarci sopra con un carro armato per averla." disse Dean prima di inforcare un gran pezzo di torta alle ciliege.
-"Salve ragazzi." fece Castiel appena apparso accanto a Sam, che quasi si strozzò con il caffè.
-"Dov'è Melanie?" continuò lui noncurante.
-"Buongiorno anche a te Cass. Sta ancora dormendo comunque." gli rispose Dean.
Castiel sparì all'istante per ricomparire ai piedi del letto di Melanie. Guardò la ragazza dormire per un po. Stava provando qualcosa di strano nel fissare quella poco più di una bambina, tra le lenzuola. Lei si agitava nel sonno, era inquieta. Tenerezza si era proprio tenerezza quella sensazione che invadeva il corpo di Castiel in quel momento. Ancora sorpreso da quell'emozione così umana, la ragazza si svegliò di soprassalto, madita di sudore per l'incubo di quella notte che ancora la perseguitava.
-"Castiel!- urlò riconoscendolo - che c'è sei diventato uno di quei vampiri maniaci ai quali piace guardare le donne mentre dormono?"
Castiel curvò la testa con uno sguardo interrogativo.
-"Era una battuta- disse - ma mi sa che con te non funzionano" aggiunse a voce più bassa.
-"Devi raccontarmi che cosa è successo ieri notte."
-"Forse è meglio che lo racconti a tutti."
 disse Sam aprendo la posta della camera con l'espressione accigliata rivolta a Castiel.
-"Sapete cos'èla privacy in questa casa!" disse Melanie.
-"Ehi, lasciatela svegliare almeno. Vieni a fare colazione così finiremo il discorso di ieri.- fece Bobby con tono autoritario - puoi prendere tutto quello che vuoi dall'armadio, ci dovrebbero essere dei vestiti adatti a te."
Gli uomini uscirono dalla stanze e Melanie pensò che Bobby fosse un uomo molto gentile, anche se si nascondeva dietro quell'aria alla nonno di Heidi. Sotto, sotto era tenero come burro.

Fatemi sapere le vostre opinioni sulla mia storia. Grazie a tutti i lettori!!!!

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Capitolo 4
*** La carezza di Lucifero ***


Melanie si ritrovò in cucina con l’angelo e i tre cacciatori.
“Hai fame?” chiese Sam
“Un po.” Rispose mettendosi a tavola.
Cercò di rimandare il più possibile, ma il momento di rivivere ancora quei terribili ricordi era inevitabile e, a suo malgrado, necessario. La ragazza finì di bere il caffè e iniziò subito a raccontare prima di perdere il coraggio.
“Sono riuscita a scappare dal Purgatorio circa sette mesi fa.” I quattro uomini la ascoltavano attenti.”Ci misi anni a trovare la porta, non molto ad aprirla. Mi ricordo di aver corso per ore prima di ritrovarmi in un giardino. Era notte e per la prima volta sentii il vento freddo sulla pelle nuda. Tremavo ma mi sentivo viva. Usai i miei poteri ‘ibridi’ ”- disse con un sorriso che sembrava più un ghigno ironico rivolto a se stessa- per procurarmi vestiti e cibo. Vedete in Purgatorio non avevo bisogno di mangiare, dormire o cose simili. Ma una volta sulla terra fu come se il mio corpo umano si fosse risvegliato. Volevo semplicemente vivere! Come una ragazza umana. Decisi che avrei vissuto una vita vera, con tante amicizie, risate, pianti, volevo provare ogni emozione possibile. Ma durò poco. I demoni mi trovarono e mi trascinarono letteralmente all’Inferno. Alaster mi legò alla ruota, ma non fu lui a torturarmi, no. Ebbi l’onore di essere tagliuzzata da Lucifero in persona, o quello che è.” Sam sospirò guardandosi i piedi, incapace di sostenere lo sguardo della ragazza, ormai gonfio di lacrime.
“Quello che mi fece…nemmeno l’ultimo figlio di puttana dell’inferno se lo meriterebbe.” disse con voce rotta.
Dean spostò il suo sguardo sulla cicatrice che affiorava dalla scollatura di Melanie, facendoci caso per la prima volta da quando la conosceva. La ragazza se ne accorse e spostò la bretella del vestito per mostrare la ‘carezza’ che le aveva fatto Lucifero. Le linee chiare della cicatrice si espandevano come la tela di un ragno, arrivando a sfiorare la clavicola sinistra, e poi scendendo giù, fin sul lato esterno del seno della giovane.
“Decise di lasciarmi un ricordo di quella sera. - continuò Melanie – Una cicatrice indelebile che nemmeno la magia angelica potrebbe curare. Marchiata a fuoco come una sua proprietà.”
“Perché ti ha torturato?” chiese impassibile Castiel.
“Perché non sapeva usarmi.” Gli rispose guardandolo dal basso verso l’alto.”Cercò di manipolare la mia mente, sottomettermi, provò con la possessione ma nulla. Infine mi marchiò e mi rimandò sulla Terra, dicendomi che ci saremo rivisti presto. Decisi di nascondermi, fuggire il più lontano possibile. Ma da dove poi? Nessun luogo era sicuro per me. Anche gli angeli mi trovarono. Ma come i demoni, non sapevano come usare l’arma.” disse indicandosi con entrambe le mani da capo a piedi.”La realtà è che non so nemmeno io come funziono.”
“Fantastico.” Esclamò Bobby voltandosi a prendere una birra, anzi due.
“Così gli angeli mi cancellarono la memoria facendomi credere di essere un’orfana ospite de ‘la casa del Fanciullo’, per evitare che scappassi ancora. Ah e in attesa di sapere cosa fare con me, naturalmente.”
“Che cosa ti ha detto Crowly ieri sera, prima che arrivassimo noi?” chiese Castiel.
“Crowly!?” dissero in coro Sam e Dean.
“Che ci saremo divertiti. Voleva possedermi. Nel senso umano del termine.”
I cacciatori la fissavano a bocca aperta, mentre Bobby stappava la terza birra e se la scolava tutta d’un fiato.
“Ho capito.” fece Castiel più a se stesso che ad altri.
“Faresti capire anche me?” disse Melanie.
“Devo andare.” E la guardò…gelido (?).
“Non ci pensare nemm… - Castiel sparì senza farla finire- maledetto angelo! Quando torni ti strappo le penne una a una!” continuò a dire guardando il soffitto.
 
                                     #                              #                                #        
 
Castiel tornò solo un’ora dopo, trovando  tutti in salotto a commentare quello che Melanie gli aveva appena raccontato su cosa era successo prima che Dean la investisse. Apparve dietro al divano. Li guardava dall’alo con aria preoccupata.
“Scusate ragazzi,vado a spennare il pollo per la cena.” Disse Melanie con un sorriso malizioso sulle labbra, e si diresse verso l’angelo.
“Tieni.” Castiel le diede un libro dalla copertina nera con scritte rosse in ebraico.
“Cos’è?” chiese Sam avvicinandosi.
“Il manuale d’istruzionei di Melanie.”
La diretta interessata aprì il libro e si mise a leggere seduta sul divano. Aveva il fiato corto ormai sovrastata dall’ansia per quello che avrebbe potuto scoprire tra quei fogli.
“Visto che noi non sappiamo l’ebraico, potresti farci un riassuntivo?” Chiese Dean a Castiel vagando per la stanza.
“Gli ibridi valicano le porte dell’aldilà anima e corpo, i due sono inscindibili. Quindi nessun essere può possederla. Diciamo che la dentro è già troppo affollato.”
Melanie alzò gli occhi dal libro per vedere Castiel che la guardava con occhi cupi. Riabbassò la testa leccandosi il dito medio per voltare pagina. Castiel non capì, ma Dean accennò un sorriso tornando subito serio per chiedere all’angelo: “Ok, quindi non può essere ‘usata’ con la forza. Allora che c’è in quel libro? Un incantesimo per farle fare quel che vuoi, o roba del genere?”
“La magia non ha effetto su di lei. Tecnicamente lei non è nemmeno l’arma.”
“Oh no! Oh mio DIO!” esclamò Melanie leggendo una nuova pagina del libro.
“Cosa? Cosa!”  fece Dean guardando prima Melanie e poi Castiel.
“Lei è il mezzo con il quale si può fabbricare l’arma.”
“Fabbricare?” chiese Sam.
“Si fabbricare, creare, concepire, come volete voi.”
“Concepire!!!?” Sam e Dean all’unisono.
“Il problema è cosa concepirà. Un ibrido racchiude in se poteri e debolezze di un angelo e di un demone. Se dovesse concepire con un demone, creerebbe una creatura oscura potentissima, in grado di polverizzare ogni esercito celeste in un attimo. Ma se dovesse concepire con un angelo sarebbe anche peggiore. Un essere celeste con quei poteri potrebbe distruggere l’universo, se solo lo volesse.”
“Io non concepirò un bel niente!” sbottò Melanie dopo qualche istante.
Tutti la guardavano stupiti o forse troppo intontiti da tutte quelle informazioni.

“E’ l’ora dello scotch. ” disse Bobby barcollando verso la cucina.

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Capitolo 5
*** Like a virgin ***


 

Ecco il quinto capitolo! Scusate tanto per il ritardo ma la Jib mi ha tenuta impegnata anche se 

 
non ero presente (in pratica ho rosicato come un criceto).
Fatemi sapere se vi piace con un commento.
 
 
 
 
cap 5 LIKE A VIRGIN
 
Passarono molti giorni da quella sera, ma i ragazzi non sapevano proprio come combattere angeli 
e demoni che volevano concepire un'arma di distruzione di massa con un'adolescente dall'anima 
ibrida. Era il tutto molto assurdo. Ma ormai l'assurdità era di casa nelle loro vite da troppo 
tempo per scoraggiarli. Visto che Sam e Dean dovevano occuparsi di altri casi mentre aspettavano Castiel, alla ricerca 
di maggiori dettagli utili ad affrontare la situazione, Melanie decise di dare una mano a Bobby 
nell'autorimessa.
"Ti intendi di motori?" chiese l'uomo perplesso.
"Per niente, ma ti prego dammi qualcosa da fare se no impazzisco!"
"Ok. Vieni quì ti faccio vedere cosa c'è sotto la gonna." e le fece cenno di avvicinarsi ad una 
 
vecchia Mustang verde, prima di aprire il cofano scricchiolante.
Era così che passava i suoi pomeriggi, cercando di non pensare al suo destino. La faceva stare 
 
troppo male sapere che tutta la sua vita era una farsa. I bambini dovrebbero nascere da un atto 
 
d'amore, non per un piano di distruzione mondiale!
Quella mattina aveva deciso di restare in cucina a preparare qualcosa con un sapore diverso da 
 
quello dei contenitori del take away. Pollo con peperoni e purè di patate. Si ce la poteva fare, 
 
dopo tutti quei programmi di cucina in tv in quei giorni, si sentiva uno chef.
Sentì l'auto dei ragazzi sul vialetto ed uscì a salutarli con un gran sorriso sulle labbra, 
 
felice di vedere qualcun'altro oltre Bobby, mentre si asciugava le mani sul grembiule.
"Ehi ti sei data alla cucina?" le disse Dean mentre scaricava le valige dall'auto.
"Sono una cuoca provetta, il tuo fegato mi ringrazierà."
Dean le sorrise di rimando squadrandola dalla testa ai piedi. Le donne ai fornelli le aveva 
 
sempre trovate sexy. Ma che cavolo stava pensando? Scosse la testa e entrò in casa, seguito dal 
 
fratello "Ho una fame da lupo, potrei vendermi l'anima al diavolo per qualcosa che non sia manzo 
 
pressato."
"Ah-ah-ah, ma quanto sei spiritoso." si sentì dire Dean dalla cucina.
"E che avrò detto mai!" rispose Sam facendo l'occhiolino a Melanie.
 
               *           *               *
 
La mattina dopo Melanie stava uscendo dalla doccia, quando si accorse di non essere sola nel 
 
bagno. Cacciò un urlo e dallo spavento mancò il tappetino con il piede e il suo tallone scivolò 
 
sulle mattinelle umide facendola finire a gamba all'aria. Cercò di riprendersi stringendo forte 
 
l'asciugamano che,grazie a Dio, si era messa prima di uscire dalla cabina.
"Cass ma sei impazzito!!! Esci immediatamente di quì!"
"Io devo parlarti di..." iniziò un Castiel nemmeno minimamete imbarazzato.
"Qualsiasi cosa sia può aspettare che io sia vestita."
"Ah, si...certo." disse come accorgendosi solo ora della situazione.
Sam e Dean corsero su per le scale avendo sentito il grido. Quando Sam aprì di scatto la porta 
 
gli si presentò la scena di un Castiel imbarazzato che aiutava una Melanie semi nuda a 
 
rialzarsi.
"Cass!- urlò Dean- quante volte ti ho parlato di spazi personali!?"
"Mi dispiace ma è urgente."
"Come minimo." fece Sam.
Dopo un lungo momento di silenzio imbarazzante, che fece diventare Melanie rossa dalla testa ai 
 
piedi, riuscì a dire: "Vogliamo farci le trecce e scambiarci consigli da donna o muovete il culo 
 
e mi lasciate vestire in pace?"
"Si.", "Certo.", "Ce ne andiamo." fu il mormorio che accompagnò fuori i tre uomini.
Melanie tirò un sospiro di sollievo e guardandosi allo specchio pensò fra se: "Angelo guardone!"
La ragazza si vestì velocemente e raccolse i lunghi capelli castani in un mollettone, sembrava 
 
pazza ma voleva sapere al più presto cosa le doveva dire Castiel di tanto urgente.
"Allora che succede?" gli chiese.
"Dobbiamo evitare che Melanie abbia rapporti sessuali con un angelo o un demone."
"Credimi, non è fra le mie fantasie erotiche."
"Fantasie..."
"Lascia stare." Lo fermò Dean. "Comunque questo già lo sapevamo, grazie Sherlock."
"In realtà ho scoperto altro. Sono riuscito a parlare con Gabriele. Mi ha spiegato che ci sono 
 
alcune regole da seguire per creare un'arma. Può essere concepita solo se il mezzo - e ndicò 
 
Melanie continuando a parlare - è pura."
"Pura nel senso..." fece Melanie incerta.
"Vergine."
Tutte le teste nella stanza si voltarono verso la ragazza con una domanda mal celata sul viso.
"Che c'è? Mi state chiedendo se sono 'pura'?" disse lei virgolettando l'aria. "Si, e allora? 
 
Sono una brava ragazza, IO." fece guardando verso Dean, che fu un po risentito dalla messa in 
 
discussione della sua reputazione.
"E quindi?" chiese Bobby a Castiel. "Non vedo come l'informazione possa aiutarci, dati i fatti." 
 
ammiccando verso Melanie.
"Bhè - iniziò l'angelo un po nervoso - basta che lei non sia più vergine."
Gli occhi di Melanie si sbarrarono."Che cosa vorresti, che la dessi al primo che passa!"
"Veramente non ti ho chiesto di dare niente a nessuno." rispose Castiel spazientito, stringendo 
 
gli occhi. Melanie non riuscì a controbattere, troppo scioccata da quello che per Castiel era 
 
così banale. Cercò lo sguardo complice dei cacciatori, ma quello che vide fu solo tre uomini 
 
spaesati. Sam iniziò a girare per la stanza, Dean si passò più volte la mano sul viso, e Bobby 
 
beveva. Come al solito. "Mi verrà la cirrosi epatica per colpa tua." biascicò il vecchio 
 
caciatore verso Melanie.
 

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Capitolo 6
*** Via d'uscita ***


Cap. 6 VIA D'USCITA

 

Passarono un paio di settimane. Sam e Dean cacciavano, Bobby aggiustava le auto, Melanie si annoiava.Divieto assoluto di usare i poteri. Quando èpoteva rubava il computer a Sam per girovagare su internet. Poi girovagava per casa. Girovagava in giardino. Ma soprattutto girovagava un pensiero nella sua testa. Bastava fare sesso, una sola volta, e tutto quel casino sarebbe cessato. Pensò anche che se quel giorno in orfanotrofio avesse ceduto alle avance di Clarance, ora non avrebbe problemi. Ma no, che stava dicendo, quel tipo era troppo viscido, e aveva anche un anno meno di lei!

I ragazzi erano tornati dalla caccia da un paio di giorni e stavano aiutando Bobby nell'officina.Dean entrò a prendere i rifornimenti(birra of course).

"Cass smettila per Dio!" disse sbattendo lo sportello del frigorifero.

"Non nominare il nome di Dio in vano."

"E tu smettila." fece aprendo una birra e bevendone un sorso.

"Tu puoi porre fine a tutto questo."

"Alle tue apparizioni?"

"No.Dean.- riusciva sempre a spazientirlo- Alla lotta tra Inferno e Paradiso per creare l'arma."

"Che intendi dire?"

"Bhè, tu... sei...esperto in quelle cose..." biascicò l'angelo.

Dean ancora non aveva capito dove volesse arrivare.

"Sento che stai cercando di dirmi qualcosa..."

"Dean fai sesso con Melanie."

"Se è una battuta non fa ridere." disse il cacciatore sbalordito.

"Dean ascolta, cesserebbe tutto. Smetterebbero di cercarla, non sarebbe più in pericolo, l'umanità non lo sarebbe."

"Vuoi che seduca una diciassettenne vergine?"

"A te non dovrebbe dispiacere."

"Ma, che cavolo...sai in queste cose bisognerebbe prendere in considerazione l'altra parte."

"Perchè non dovrebbe volere?"

Mentre Castiel parlava la faccia di Dean assumeva un'espressione tra lo sconvolto e il rassegnato.

"Vedo come ti guardano le donne. Vogliono tutte fare sesso con te."

"Lo prenderò per un complimento." disse ammiccando.

"Ma vedi, quì la situazione è diversa Quelle donne vengono con me per piacere, per divertimento. Io dovrei andare a letto con lei per evitare di farla violentare da dei mostri?  Oddio detta così sembra una cosa buona. Ma non è così!" aggiunse puntando un dito contro Castiel.

"Perchè? Pensi che lei non si divertirebbe?" Niente, non c'era niente da fare, Castiel non ci poteva arrivare.

""Oh credo che si divertirebbe molto. Ma che cavolo mi fai dire!? Ok, allora ascoltami attentamente. Oltre che per divertimento, tra due adulti, (cosa che Melanie non è ancora del tutto), consensienti, si fa sesso per un altro motivo. Amore. Quando si peovano dei sentimenti forto per qualcuno e si vuole condividere tutto con l'altra persona."

"Perchè non glielo chiedi?" Castiel non aveva ascoltato mezza parola.

"Oh certo ora vado da Melanie e le chiedo < Vuoi fare sesso con me per evitare di far esplodere l'Armageddon?> E lei risponderà < Oh sicuro, ma una botta e via senza impegni>"

"Credo di dover far parte del discorso." Melanie era appena entrata in cucina. Aveva gli occhi fuori dalle orbite. Rossa in volto. Come si permettevano di parlare di cose così intime su di lei con tanta faciltà!

Dean si voltò di scatto guardandola a bocca aperta "No aspetta, non è come pensi."

"Io penso che tu mi abbia preso per una facile, che solo perchè hai un bel viso e gli occhioni verdi verrebbè a letto con te senza battere ciglio."

"No ma che dici! E poi non guardare me è stata sua l'idea." disse guardando CAstiel, che di rimando girò lentamente la testa verso di lui con sguardo torvo. Scena al quanto inquietante.

Riportando lo sguardo sulla ragazza, l'angelo scrutò il suo viso rosso, i suoi occhi tremanti, le labbra tese...e non capì. Perchè una cosa tanto semplice, in fondo, e piacevole, a detta di Dean, doveva spaventarla così tanto?

"Sarebbe la soluzione."

"Lo so." Melanie sapeva benissimo che quella era l'UNICA soluzione. Tanto se non òl'avrebbe fatto prima con qualche umano, un angelo o un demone l'avrebbero presa con la forza. E questo di certo sarebbe stato mille volte peggiore. Ciò che la lasciava basita era che Castiel ne parlasse così semplicemente, e che altrettanto semplicemente l'avesse chiesto a Dean. Per carità il cacciatore era un bellissimo ragazzo, uno di quelli da mangiare con gli occhi pensò,ma come avrebbe fatto poi a sostenere il suo sguardo? Come avrebbe fatto a cominciale la ...cosa. Non aveva immaginato proprio così la sua prima volta. Tutti questi pensieri le passarono dentro come un fiume in piena, mentre quei due la stavano ancora guardando come se fosse una bomba pronta ad esplodere.

Si rese conto che tratteneva il fiato da un po troppo tempo, e forse il suo viso si era gonfiato come un pesce palla. Gettò fuori l'aria rumorosamente e si girò verso le scale. "Ho bisogno di pensare." disse prima di lanciarsi nella sua camera e buttarsi sul letto. Girò la testa verso la finestra. Non si mosse fino a che non fece buio. Poi cominciò a contare le stelle. Contare le cose la faceva stare bene. Quando era scappata dal Purgatorio aveva contato tutti gli alberi che incontrava. 593 fu in fine il numero che le calmò l'ansia e la fece fermare in quel giardino pieno di giochi per bambini.

96 stelle.

Pensò. Pensò tutta la notte. Pensò alle sofferenze che aveva patito, alle bugie. Non voleva che nessun'altro provasse cose del genere.

185 stelle.

Sis tupì nel sentire un forte dolore allo stomaco quando la sua mente le fornì lo scenario dei suoi amici sofferenti. Si perchè Sam, Dean, Bobby e Castiel erano la cosa più simile a degli amici ai suoi ochhi. Capì in quell'istante che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerli. 

301 stelle infine.

Si alzò dal letto per andare di fronte allo specchio attaccato al muro. Guardò serio il suo riflesso: "Melanie non fare la bambina codarda. Rilassati per una volta! Devi farlo! Per un bene superiore, diciamo così."

Aspettò l'alba poi aprì brusca la porta, scese di corsa le scale e si mise di fronte a Dean e Castiel che trovò in cucina (ma che avevano passato la notte lì?). Bobby e Sam alzarono il naso dalla loro colazione per guardare l'espressione seria e decisa che colorava il volto della ragazza.

"Ok, ci sto'."

"Cosa?" disse Dean.

"Ci sto'. Farò sesso con te."

 

 

Salve a tutti! Spero che la mia storia fin quì vi sia piaciuta. Vi lascio un po in sospeso ihihihihi

Grazie a tutti per aver letto, commentato, preferito e così via, la mia storia.

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Capitolo 7
*** It's time to be a woman ***


 
Scusate il ritardo ma internet (maledetto!) non mi funzionava.
Avviso: dal prossimo capitolo il rating della storia cambierà (ormoni impazziti hanno preso il sopravvento ihihihihi).
Grazie ancora a tutti coloro che leggono la mia storia.
Bacio a tutti!
 
CAP 7 It's time to be a woman
 
"Hicrgrtc..." il boccone andò di traverso a Sam mentre a Bobby cadde la forchetta di mano.
"No aspetta, non ho mai detto che condividevo l'idea di questo pazzo Dean era un po spaesato."
"Cosa? Prima ti fai avanti e poi ti tiri indietro!?"
"Dean..." provò Sam.
"Io non mi sono mai fatto avanti!" 
Il tono di voce era ormai quello dell'urlo.
"Dean..." ancora Sam.
"Oh certo fai il vago adesso" incrociando le braccia.
"Io non faccio il vago."
"DEAN!"
"Che c'è!"
"Stai cercano di portarti a letto Melanie?" con tono tranquillo.
"No."
"Si.- si intromise Castiel - Deve farlo perchè se Melanie non sarà più pura non potranno creare l'arma. Non potrò ancora per molto tenerli tutti lontani. Molti miei fratelli stanno morendo per tenere nascosto questo luogo."
"Perchè non lo fai tu se è tanto facile!" I cacciatori avrebbero giurato di aver visto un'ombra di rossore sulle guance di Castiel.
"Che fai ora cerchi di vendermi a un angelo!? Sei senza ritegno!"
"No, ok. Quì la situazione sta diventando surreale. Vado a farmi un giro." prese le chiavi dell'Impala e fece per uscire. Melanie rimase a guardare la porta sbattere a braccia conserte. Una lacrima rigò il suo volto, ma non arrivò mai a morire sul mento, perchè una mano morbida la raccolse.
"Perchè piangi?"
Melanie si girò sorpresa di realizzare che fosse Castiel. La guardava sinceramente preoccupato, e lei non riuscì più a trattenersi. Scoppiò in un pianto liberatorio gettandosi sul petto dell'angelo, che rimase a braccia e bocca aperte, senza sapere cosa fare. Cercò aiuto nello sguardo di Sam che gli fece segno di abbracciarla. Lui lo fece, molto meccanicamente, ma lo fece. Il calore che sentì però non arrivava da quel gracile corpo, proveniva da dentro di sé. Un calore rassicurante, morbido avvolgente. Che lo fece rilassare. Forse da quando aveva preso possesso di Jimmy quel corpo non era mai stato così sciolto.
Andò Sam a toglierlo dall'imbarazzo, prendendo Melanie tra le sue braccia e portandola nel suo letto.
Castiel era rimasto lì imbambolato in coridoio.
"Ehi, terra chiama angelo.- lo riscosse Bobby schiocchiandogli le dita davanti al naso- Più che un abbraccio sembra che hai appena ricevuto un ginocchio nei paesi bassi."
"Sono quasi sicuro che questa sia ua battuta. Anche se non l'ho capita."
"Facciamo progressi è?" gli diede due pacche sulla spalla e si diresse verso l'uscita.
"Se Sam mi cerca sono a curare un po di ferraglia malata per schiarirmi òe idee.- tornò un po indietro facendo capolino dalla porta- Sono..."
"Si, ad aggiustare auto, ho capito." lo interruppe Castiel.
"Passi da gigante, proprio."
                 
                      *           *         *
 
"Melanie non devi farlo. Cioè, troveremo un altro modo."
"Ah, si? Non ci credi nemmeno tu." Era in lacrime, stretta al cuscino del suo letto, con Sam ad accarezzarle il braccio, cercando di calmarla. Sam aprì la bocca ma la serrò subito, non sapendo controbattere.
"Lasciami sola, voglio piangere senza ritegno."
"Va bene. Se hai bisogno..."
Melanie sentì chiudere la porta e finalmente scoppiarono i singhiozzi, ricacciati in gola fino a poco prima. Il pianto prolungato le calmò l'attacco di panico che tutta quella situazione assurda le aveva procurato. Il sonno la colpì di sorpresa; ma fu tutto fuorchè ristoratore. Si ritrovò di nuovo all'inferno, su quella maledetta ruota. L'aria satura di zolfo rendeva la visuale sfuocata e tremolante, come quella di un pomerigio d'estate. Dal fondo si avvicinarono due figure. Crowley e Lucifero avanzavano verso di lei con ghigni poco rasicuranti sul volto.
"Sapevi dall'inizio che non potevi sfuggirci." le disse il demone pogiando una mano di fianco al suo viso. Melanie non riuscì a proferire parola, guardava i suoi carcerieri con occhi sbarrati, respirando faticosamente dalla bocca.
"Che dici diamo inizio alle danze?"
I due si guardarono sorridendo. Poi quell'incubo diventò un insieme di immagini sconnesse.
Lucifero che le strappava il vestito candido; Crowly che le baciava il collo; mani; occhi; labbra; e ancora mani. Ovunque.
"Nooooo!" Si svegliò di soprassalto urlando.
1.2.3.4.5.6. Contava i suoi respiri profondi. 
7.8.9.10.11.12. Ora passa. Ora passa. 13.14.15....
Il 33esimo respiro fu quelo che la risvegliò dalla sua trance.
"No. No. No, no, no, no, io non farò quella fine."
Scese di corsa dal letto e sbirciò dalla finestra. Bene l'auto c'era. Prima di uscire dalla sua stanza fece un gran respiro a occhi chiusi.
'Smettila di fare la bambina; è ora di diventare donna.'
E si diresse a grandi passi verso la camera di Dean.

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Capitolo 8
*** Sex on fire ***


Cap. 8 Sex on fire
 
Scusate il ritardo ma io e il collegamento internet abbiamo un rapporto complicato.
Avviso: le parti tra virgolette singole '' esprimeranno i pensieri diretti di Melanie.
 
"...soft lips are open
them knukled are pole
feel like you're dying, you're dying
your sex is on fire
and so the words to traspire
but it's no forever
but it's just tonight
oh we're still the greatest, the greatest, the greatest..."  Kings of Lion
 
 
Era dieci minuti che fissava la maniglia della porta. Aveva ricominciato tre volte a contare le venature del legno. Non la calmava nemmeno quello. 'Che faccio busso o apro? Busso? Con quel sonno pesante che si ritrova non sentirebbe nemmeno se usassi un ariete.'
Abbassò la maniglia, aprì piano la porta che scricchiolò, entrò e si chiuse la porta alle spalle. A chiave.
'E ora? Credo dovrebbe essere sveglio per farlo.'
Tossì un paio di volte, ma il ronfo di Dean non cessò. Si guardò intorno in cerca di qualcosa da far cadere per svegliarlo. O da tirargli. 'Oh al diavolo.' Diede un calcio al letto e Dean si mise subito seduto con un occhio chiuso e uno semi aperto, gridando "Si, Sam sono pronto, andiamo."
"Ssssssscc! Vuoi svegliare tutti?"
"Ma che diamine cci fai tu quì?" si stava ancora stropicciando gli occhi.
"Abbiamo un discorso in sospeso."
Melanie afferrò il bordo della sua camicia da notte , appena sopra le ginocchia, e lentamente le fece percorrere il suo corpo fino a sfilarla rimanendo in intimo di pizzo nero.
Dean riuscì finalmente ad aprire gli occhi "No, ferma."
"No tu fermo. E zitto."
Dean increspò le sopracciglia, stupito da quel piglio d'autorità. Ah si, anche dal fatto che Melanie stesse gattonando sul letto verso di lui in maniera...sensuale?
"No, no, no, n..." l'ultimo no gli rimase in gola perchè la ragazza gli chiuse la bocca con un bacio. Dean la allontanò "Melanie non mi sembra il caso."
"Mmm vediamo, o te o un orgia con angeli e demoni. O magari un bel menage a troi con Lucifero e Crowley.- un brivido le percorse la schiena pensando a poco prima- Ora ti sembra il caso? A me si. Vedi un po tu." e si mise seduta di fianco a lui, con le caviglie e le braccia incrociate, guardando un punto nel vuoto.
"Si lo so che la tua verginità, o meglio non verginità, è la soluzione. Ma non sarebbe più semplice pagarti un gigolot?"
"Io non vado a prostituti!"
"Ma dai , per la donna è diverso. Sono tutti bellissimi ragazzi, istruiti, ben educati..."
"Smettila, non pagherò un uomo per venire a letto con me. E ricordati che sono un angelo e un demone insieme, se fai troppo il difficile ti lego al letto!"
"Vorresti violentarmi!"
"No, ma potrei." rimasero in solenzio assorti nei propri pensieri.
'Ok la situazione mi è sfuggita di mano. Ma è chiaro che Dean non mi aiuterà mai, non in quel senso. Eccolo che torna. Lo sapevo. Maledetti attacchi di panico.'
Nessuno dei due sapeva come uscire da quel momento troppo imbarazzante. Dean si girò verso Melanie.
"Ascolta....perchè piangi?" Due grandi gocce argentate le rigavano il volto. Era stanca, voleva che tutto finisse.
"Uccidimi allora." disse disperata voltandosi verso il cacciatore.
"Voglio che tutto questo finisca. Di t-te mi fido. M-ma se tu non vuoi non p-posso certo obbligarti. Dean prima o poi mi troveranno. Non voglio che, che..." scoppiò a piangere tra le braccia dell'uomo che la strinse sempre più forte a se. Lui sapeva che cosa voleva dire essere braccati, senza via di scampo. Capiva perchè Melanie desiderava addirittura morire per porre fine a tutto. Ma lei aveva un'altra via d'uscita.
Prese il volto rosso dal pianto tra le mani. "Non ti lascerò morire."
La baciò. Le sue labbra erano piene di labbra e dolore. Melanie dopo un attimo di incertezza ricambiò il bacio. Le labbra si schiusero, le lingue si toccarono. Le mani del cacciatore scesero sul collo, spalle, sfiorarono le braccia e poi l'afferrarono forte per i fianchi e la tirarono su di lui. Il bacio si interruppe. Lei gli sfilò la maglietta e lo fissò implorante. Gli occhi di Dean le fecero una domanda silenziosa. Melanie annuì impercettibilmente, e si ritrovò distesa con la testa verso i piedi del letto, spinta da quel corpo che si stava facendo spazio tra le sue gambe, le quali si piegarono automaticamente. Aveva uno sguardo terrorizzato, ne era consapevole, ma sperava che la penombra mascherasse le sue emozioni. Dean le spinse verso l'esterno un ginocchio per farle aprire di più le cosce e si sdraiò su di lei.
'Oh mio Dio. Ok. Calma. Il segreto è continuare a respirare.'
Le baciava il collo, il seno, le guance. Poi il tutto divenne troppo colmo di foga per Melanie.
La mano detra di Dean le abbassò la spallina del reggiseno, per poi scendere a delineare la sua figura fino ai fianchi. Un pollice nell'elastico delle mutandine che le spingeva verso il basso.
"Dean, aspetta."
La sinistra andò dietro la schiena a slacciarle il reggiseno. Le labbra sotto l'orecchio.
"No, Dean, non così. Aspetta."
Cercava di allontanarlo premendo sulle spalle, ma non lo smosse di un millimetro.
La mano destra andò indietro seguendo l'elastico delle mutandine, per poi entrare completamente in esse, alzandole il bacino per sfilarle.
"No! Smettila!"
Melanie riuscì a tirarsi indietro puntellandosi sulle mani. Ansimante chiuse le ginocchia, tenendosi con n braccio il reggiseno sbottonato. Guardava impaurita Dean che con le mani alzate cercava di scusarsi: "Ok, scusami. Non volevo, mi sono lasciato trasèportare."
Per un po gli unici rumori nella stanza furono i loro respiri affannati. 
Dean scostò le coperte "Vieni sotto le lenzuola."
Melanie era indecisa se scappare via urlando o andare fino in fondo a quella maledetta storia. Alla fine gli occhi di Dean la rassicurarono. Erano colmi di apprensione, ma anche di desiderio. Si, Dean Winchester desiderava ardentemente quella ragazza che, di li a poco, avrebbe trasformato in una donna.
Melanie lo seguì sotto le coperte. Lui le sfilò del tutto il reggiseno lanciandolo sul letto. Melanie tremava. Dean la strinse a se e per quella che sembrò un'eternità furono solo baci, carezze e sospiri. Lei adorava quando le passava la mano tra i capelli baciandola dolcemente, con la lingua che le solleticava la sua. Sapeva essere dolcissimo, attento e delicato.
Le carezze divennero più ressanti. Dean si spostò su di lei. 
'Ma quando cavolo se li è tolti i boxer!' 
"Posso?" Melanie fece su e giù con la testa accennando un sorriso.
'Melanie più convinta, così sembra che hai una paresi.'
Dean le sfilò le mutandine lanciandole chissà dove. 'Non le troverò mai più.'
I baci si fecero sempre più caldi e si spostarono sul collo, mentre Dean iniziò a spingere. Melanie inarcò la schiena affondando le unghie nella carne del cacciatore. Non si aspettava quel dolore. Non si aspettava fosse così difficile. Spostò le mani oltre la sua testa per aggrapparsi alla sponda del letto. I denti serrati gli occhi chiusi. Cercava di non dare a vedere quanto le facesse male. Le spinte si fecero sempre più violente e veloci finchè non entrò in lei, che non riuscì a trattenere un urlo anche se soffocato. Piegò la testa verso destra nascondendo una lacrima che si sciolse sul cuscino.
"Ehi Mel, guardami." Le girò la testa con una mano costringendola a guardarlo. Con il pollice ridisegnò il tragitto della lacrima.
"Mi dispiace, non volevo farti male, potevi fermarmi."
"E a che scopo? Per ricominciare da capo?"
Melanie mollò la presa dalla testiera del letto per legare le braccia intorno al collo del cacciatore e tirarlo a se. Lui si avvicinò incerto. I suio occhi verdi piantati in quelli marroni della ragazza. 'Cazzo, quanto è bello.'
Le mani delicate accarezzarono quelle spalle forti, i pettorali, indugiando intorno ai capezzoli. L'uomo ebbe un brivido. E anora sui fianchi, per spingerlo contro il suo corpo. Dean ricominciò a muoversi baciamndola lentamente, mentre lei le mordeva le labbra, delicata.
"Se ti faccio male fermami."
"Non voglio che ti fermi."
I due amanti soffocarono i sorrisi in un bacio pieno di passione.
'E' bello, è dannatamente bello. Le sue mani sui miei seni. La sua bocca nell'incavo del mio collo. Il suo bacino contro il mio, ancora, e ancora, e ancora.'
Melanie si aggrappò forte alle spalle dell'amante soffocando i gemiti di piacere sulla sua pelle. Dean le prese le braccia spingendole contro il materasso ai lati della testa, stringendo al limite della sopportazione. Si spinse sulle ginocchia per esserle ancora più addosso. Poi le prese i polsi con la sola mano destra, portandoli dietro la nuca di lei, mentre con l'altra mano le alzò la coscia stringendola alla base del sedere. Spinte veloci, piene di foga, le fecero ricordare il dolore iniziale.
'Le rose hanno le spine.' si ritrovò a pensare Melanie. 'Resisti e tra poco sarà tutto finito.'
Gemiti di dolore misti a quelli di piacere fuoriuscivano dalla bocca socchiusa della ragazza.
Finchè un grido roco di piacere non invase la stanza e Dean uscì svelto da Melanie piegando la testa sul seno della giovane.
Al di la della porta, un angelo in trench aspettava in silenzio.

Grazie mille a Tasha_Natasha per i suoi commenti sempre spiritosi e carini!

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Capitolo 9
*** La lieta novella ***


cap 9 La lieta novella

 

"Dai non fare quella faccia, sono sicuro che il prossimo che sverginerà sarai tu."
"Balthazar. Che ci fai quì?" Castiel si incamminò verso le scale mentre l'amico lo seguiva.
"Ho saputo che l'emergenza era passata, così sono venuto a vedere come avevate risolto la situazione. Dean-style a quanto vedo."
Il sorriso divertito di Balthazar infastidì Castiel che si era fermato in coridoio per guardarlo.
"Ehi, non guardarmi così, la scimmietta ha seguito il tuo consiglio, no? E' tutto andato per il meglio."
"Si. Credo di si." abbassò gli occhi.
                
                     *             *          *
 
Stringeva forte il lenzuolo, le nocche le facevano male; il labbro inferiore straziato dai denti; la schiena poggiata alla sponda del letto; le ginocchia piegate. Non riusciva a muoversi. Voleva rivestirsi, tornare in camera sua a piangere, probabilmente. O forse no. In fondo non era andata poi così male. Ma si vergognava, si vergognava tantissimo. 
Dean era in bagno. Sentì lo scroscio dell'acqua fermarsi e si irrigidì. Il cacciatore indugiò sulla porta vedendo lo sguardo spaventato della ragazza. Gettò l'asciugamano su una sedia e si rimise sotto le coperte.
"Vieni quì." Passò un braccio intorno a Melanie e la fece sdraiare sul fianco  stringendola da dietro. Lei era tesa, impaurita, non sapeva che fare, era ormai in iperventilazione.
"Mel rilassati! Voglio solo farti calmare."
'Il tuo fiato sull'orecchio non aiuta la mia mente a restare calma.'
"Scusami ancora se ti ho fatto male." la mano destra le accarezzava l'addome.
'O minimamente lucida!'
"Posso dormire quì?"
"Ma certo che puoi."
"Sono troppo stanca per alzarmi dal letto ora. Voglio solo dormire."
"Tranquilla, non russerò. Non troppo almeno".
Melanie si addormentò finalmente rilassata, con un sorriso sulle labbra e diversi brividi che le percorrevano la schiena.
 
                   *             *              *
 
La porta era socchiusa.
"Ehi, Dean." fece Sam entrando nella stanza con gli occhi sul libro polveroso che aveva in mano.
"Senti quì..." le parole gli morirono in gola. Dean si stava infilando la camicia e gli fece segno di non parlare guardando la ragazza ancora addormentata nel letto.
"Che cazzo hai fatto!" voleva urlare ma fu solo un sussurro.
"Usciamo." lo spinse fuori dalla porta e la chiuse con cura.
"Dean non sai proprio regolarti è!"gli puntò il dito contro "E non nasconderti dietro al 'l'ho fatto per salvare il mondo' perchè non attacca."
"Guarda che è stata lei a piombare semi-nuda in camera mia."
"Perchè non ragioni con il cervello 'di sopra' ogni tanto?"
Blah, blah, blah, era ormai l'unica cosa che Dean sentiva.
Accuse, blah blah, sei uno stupido, blah blah, potrebbe essere tua figlia blah blah.
"Ha fatto la cosa giusta." Castiel era apparso dietro di loro.
"Ehi, idioti, scendete invece di confabulare per le scale." I tre raggiunsero Bobby in salotto.
"Dean è andato a letto con Melanie." sbottò Sam ancora adirato di fronte a Bobby.
"Lo so." Facce perplesse.
"Ho la vescica debole, la notte devo andare in bagno. Ti si sentiva ansimare dal coridoio, Don Giovanni." A Dean sfuggì un ghigno beffardo, della serie *sonotroppofortelosograzie*.
"E non hai fatto niente!?"
"Che cosa dovevo fare? Quella era l'unica cosa da fare. Non va a genio nemmeno a me, Melanie è una ragazzina, ma era l'unica via d'uscita."
La discussione andò avanti per un po. Alla fine Sam dovette accettare il fatto che grazie all'istinto animale del fratello, erano usciti da quel casino finalmente.
 
                               *                  *                    *
 
Dean stava aprendo tutti gli armadietti della cucina "Dio che fame. Ma non c'è mai niente quà dentro." Melanie si era fermata ai piedi delle scale. Aveva fame anche lei, ma le si chiuse lo stomaco sentendo la voce di Dean. Stava per correre di nuovo su per le scale quando Sam le apparse accanto "Buongiorno Melanie."
Il cuore le perse un colpo "Giorno Sam."
"Tutto ok? Stai...bene?"
"SI, si grazie. Ho solo un po fame."
"Oh, em, mi sa che ci tocca uscire a fare la spesa se vogliamo sopravvivere, c'è rimasto solo liquore in casa. Mi vado a cambiare e usciamo. Ti va di venire con me?" le chiese poi non capendo il suo sguardo.
"Si, certo. Ho voglia di uscire."
"Sam salì le scale a due a due e sparì nella sua stanza."
Dean si affacciò dalla cucina guardando Melanie con l'espressione preoccuoata.
'Ti prego non arrossire, ti prego, ti prego!'
La squadrava come se cercasse ferite nascoste.
"Ciao Mel, come stai?"
"Perchè mi chiedete tutti come sto? Sto bene." rispose acida.
Entrò in cucina con passo deciso prendendo un bicchiere d'acqua dal lavandino. Avrebbe voluto affogare in quel bicchiere.
 
                            *                      *                     *
 
Passò un mese tranquillo. Sam e Dean eranpo quasi sempre fuori a caccia. Nessuno aveva affrontato il discorso di cosa avrebbe fatto Melanie alla fine di quella storia. Ma andò da se che sarebbe rimasta con Bobby, dove altro poteva andare? Anche se il vecchio non l'avrebbe mai ammesso, gli faceva piacere averla intorno. Teneva in ordine la casa, si occupava della cucina e delle pratiche burocratiche dell'officina. "Se non fossi così vecchio ti sposerei." le disse un giorno che Melanie gli aveva riordinato tutte le scartoffie degli ultimi decenni.
A volte se ne andava con Castiel per un paio di giorni. Le insegnò tutto quello che c'era da sapere su Paradiso, angeli, ecc...,le fece conoscere alcini suoi fratelli; infine le fece vedere come difendersi e usare al meglio i suoi poteri. Era il suo mentore e le piaceva tantissimo la sua compagnia e il suo sguardo ingenuo.
Quando i ragazzi tornavano, preparava la tavola stile pranzo di Natale, felicissima di poter fare un discorso più lungo di quattro battute. Bobby non era proprio un grande interlocutore.
Con Dean le cose si sistemarono non affrontando mai più il discorso. Era stato un atto dovuto per salvare il mondo, blahblahblah, e così via. L'aveva superato.
"Ehi fra dieci minuti inizia Dott. Sexy M.D., sbrigati a finire la cena." e corse verso il divano. L'aveva mandata in fissa con quello stupido telefilm.
Sam alzò gli occhi al cielo "L'hai rovinata." Dean fece un sorriso malizioso e la seguì masticando ancora l'ultimo boccone.
Quella notte Melanie si sentiva strana. Aveva un peso sullo stomaco, come se avesse mangiato sassi al posto delle patate.
In men che non si dica, si ritrovò sul pavimento del bagno a vomitare l'anima (si fa per dire). Quando alzò gli occhi vide un uomo in piedi di fronte a lei, che la guardava con un sorriso strano, continuando a masticare caramelle commose.
"Gabriele che ci fai quì?"
"Sono venuto ad annunciare la lieta novella, zucchero."
Il sorriso dell'arcangelo si specchiò nel viso cereo della ragazza, prima che questa si accasciasse a terra svenuta.
"Uff. ma quanto siete melodrammatiche."
 
Ok questo capitolo non mi è venuto benissimo, ma non riuscivo a dare un senso alle immagini confuse nella mia testa. Spero vi piaccia comunque. Al prossimo capitolo.
Grazie ancora a tutti coloro che leggono e lasciano un commento alla mia storia.

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Capitolo 10
*** Biopsia dell'anima ***


Cap. 10 BIOPSIA DELL'ANIMA
 
"Ehi, perchè la colazione non è pronta? Dov'è Mel?" Dean vagava per la cucina in cerca disperata di cibo.
"Strano che ancora stia dormendo." fece Sam guardando le scale. I fratelli si scambiarono uno sguardo pensieroso. Non era da lei svegliarsi tardi. Raggiunsero la camera di Melanie, ma non ci fu risposta alle loro chiamate. Dean aprì piano la porta.
"Salve ragazzi!" scattò indietro quando si vide la faccia di Gabriele a una spanna dalla sua.
"Ma che diavolo?"
Melanie era seduta sul letto con le ginocchia contro il petto, dondolando avanti e indietro.
"Non ho resistito, mi dispiace. Adoro queste cose! Sapete ai tempi di..."
"Ehi,ehi,ehi, fermo! Ma di che stai parlando?" 
In quel momento un fruscio d'ali invase la stanza, seguito da Castiel che apparve di fianco al letto.
"Mi dispiace, non ho fatto in tempo a fermarlo." parlava guardando Melanie che ancora ondeggiava sul letto come in trance.
"Non doveva andare così." la sua voce era flebile e atona.
"Ah, a proposito: auguri Dean." disse Gabriele con un sorriso beffardo.
"Auguri di cosa?"
"Oh cavolo, non ho portato nemmeno un sigaro. O forse quello si fa dopo?"
"Gabriele. di. che .stai. parlando?" Sam scandì ogni parola per attirare l'attenzione dell'arcangelo.
"Sono incinta!" Melanie si risvegliò dal suo stato mentale, urlando la verità in faccia a Dean. Lo guardava con occhi furiosi e disperati  al tempo stesso. Dean non afferrò subito il senso di quelle parole. Guardò a lungo Melanie senza riuscire a reagire alla notizia. Le orecchie gli fischiavano. Qualcuno stava parlando, ma non sapeva chi, nè cosa gli stesse succedendo intorno.
"Lasciateci soli." ma gli altri non lo sentirono, il loro chiacchiericcio sconnesso, le domande confuse di Sam lo sovrastavano.
"Lasciateci soli! ORA!"
Gli uomini uscirono in silenzio, fissando il volto sconvolto del cacciatore.
Una volta soli Dean si andò a sedere sul bordo del letto di fronte a Melanie che si ritrasse un po, non riusciva a stargli vicino ora.
"E' vero? sei..."
"Si. Almeno così dice Gabriele. E se lo dice lui....Mi sentivo strana da un paio di giorni. Stanotte poi ero in bagno a dare di stomaco, quando è apparso e... me l'ha detto."
"Oh, ma porca..." si passò la mano sul viso alzandosi dal letto. Imprecava sotto voce, passeggiava nervoso. Diede un calcio alla sedia, Melanie ebbe un sussulto e scoppiò a piangere.
"Ti prego no, non piangere."
Ma le sue lacrime ormai erano fuori controllo.
Non poteva smettere, era troppo spaventata dalla situazione; ma soprattutto dalla reazione di Dean.
"Non ti preoccupare- le disse avvicinandosi- risolveremo la situazione. E' stato un errore, mi dispiace, non sono stato abbastanza attento. Scusami Mel, scusami."
La stava abbracciando.
'Un errore. E' solo un errore.' erano le parole che si ripeteva come una litania.
 
                                    *                                  *                                 *
 
"Dean ma sei stupido e cosa? Ti sei affidato alla fortuna in una situazione del genere?"
"No Sam, non sono mica un idiota! Sono stato attento (espressione poco convinta). Ma gli incidenti capitano."
"Te, piuttosto- parlando a Gabriele- che c'entri?"
"Ehi, io sono l'angelo dell'annunciazione, ho un dono naturale per queste cose."
"La notizia ha avuto risonanza in Paradiso." Castiel spiegò la situazione; di come gli angeli fossero incuriositi. Cosa sarebbe nato da un ibrido e un umano? Un angelo, un demone o un semplice homo sapiens sapiens? Nessuno sapeva dare una risposta.
Dean stava correndo con l'Impala su una strada secondaria che passava in mezzo alla campagna. Correre con la sua piccola era l'equivalente di 'vado a fare una passeggiata per schiarirmi le idee'.
Non sapeva bene come doveva sentirsi in quella situazione.
Era spaventato? Si.
Si odiava per essere stato così stupido? Si.
Ma una parte del suo cuore non poteva non pensare: 'avrò un bambino'. Aveva sempre voluto una famiglia, dei figli, casa e quant'altro. L'istinto paterno gli era cresciuto dentro per tutti gli anni passati a prendersi cura di Sam. Ma quella non era una situazione ideale per creare una famiglia. Non sapeva nemmeno se sarebbe stato umano! E Melanie poi? Cosa provava per lei? Di sicuro non ne era innamorato, la conosceva da troppo poco tempo. Ma il motivo principale era che non era sicuro di saper amare una donna che non fosse sua madre.
Possibile che la sua vita dovessere essere sempre così incasinata?
 
                                         *                                  *                                    *
 
'Solo un errore. Risolveremo tutto.'
Le parole di Dean le rimbalzavano nel cervello come la pallina di un flipper senza via d'uscita. Voleva liberarsi di quell' "errore" il prima possibile.
"Castiel? Castiel ti prego ho bisogno di te."
L'angelo apparve nella sua stanza. Sul viso nessuna espressione. Anzi sembrava distaccato. Mel sorvolò, doveva affrontare altro al momento.
"Te puoi aiutarmi a risolvere questo problema, vero?"
Castiel piegò il capo di lato, perplesso.
"Puoi togliermelo, qualsiasi cosa sia?"
"Tu vuoi che... lo uccida?" granò gli occhi raddrizzando la testa.
"No! Cioè...non metterla così. Non sappiamo cosa sia. Potrei dar vita a un mostro, o che ne so io!"
"Se sei preoccupata per questo, potrei provare a scoprirlo."
"Cosa? Puoi farlo?"
"Potrei toccare la sua anima, e capire cosa nascerà."
"Si, ma forse non cambierebbe niente." abbassò gli occhi.
"Perchè?"
"Non sono pronta a fare la ragazza madre."
"C'è Dean."
A Melanie sfuggì una risata nervosa.
"Non credo lo voglia. Non lo vedo pronto a prendersi questa responsabilità, a diventare padre."
"Ne hai parlato con lui? Potrebbe stupirti."
"Non gli devo parlare proprio di niente, il corpo è mio sono io a decidere."
Sapeva che non era proprio giusto quello che stava dicendo, ma era arrabbiata, sconvolta. Si guardarono per un po in silenzio. Castiel la scrutava come se volesse leggerledentro, per capire cosa stesse passando.
"Fallo."
"Non sarà piacevole."
"Voglio sapere. Prima di prendere qualsiasi decisione. Fallo."
Castiel la fece stendere sul letto e le tirò su la maglietta. Prese a sbottonarsi la manica della camicia ed arrotolarla su quella del trench. Il tutto senza mai staccare gli occhi da quelli della ragazza. Il blu intenso di quelle iridi furono come un calmante per i sensi di Melanie. L'angelo si sfilò la cintura dai passanti.
"Mordila. Cercherò di fare in fretta."
Melanie strinse forte fra i denti il cuoio, aggrappandosi con le mani alla coperta e puntando i talloni sul materasso.
Castiel fece entrare la sua mano nella ragazza, sotto l'ombelico. Una luce intensa invase la stanza. Melanie cercò di urlare, ma si sforzò di tenere ben salda la stretta sulla cintura. Castiel proseguì la sua ispezione ed entrò con il braccio fino al gomito. Il dolore era insopportabile, era come se una morsa la stringesse da dentro, le stritolasse ogni organo, fino al più piccolo osso. Non riuscì più a trattenersi. Gettò la testa indietro urlando fino a sentir graffiare la gola. Si aggrappò con una mano alla camicia dell'angelo tirandolo verso di se, pregando che smettesse subito quell'agonia.
In quel momento Dean rientrò a casa di Bobby, accolto dall'urlo sovraumano proveniente dal piano di sopra.
"Che cazzo sta succedenso?"
Sam e Bobby si affacciarono verso le scale con aria spaventata.
"Mel! Melanie!" urlava Dean salendo le scale due a due seguito dagli altri. Entrarono nella stanza trovando Castiel, piegato sul corpo di Melanie, che si risistemava la manica  della camicia.
"Che cosa le hai fatto!?" Dean avnzò verso di lui. Melanie non si muoveva; gli occhi chiusi.
"Castiel, brutto figlio di puttana!" l'aveva preso per il Trench e strattonato verso di lui.
"Calmati. Starà bene è solo svenuta."
"Perchè stava urlando, è? Che le stavi facendo?"
"Quello che mi ha chiesto. Ho controllato l'anima che sta crescendo dentro di lei. Temeva che non fosse prettamente umana."
Dean mollò la presa e fece un passo indietro. Il terrore nei suoi occhi "E, cosa..."
"Tranquillo Dean, è umana. Nascerà un bambino umano.  Magari con qualche dono speciale, ma umano."
Dean tirò un lungo sospiro di sollievo. Fermò il suo sguardo si Melanie. Era ancora svenuta ma il suo corpo tremava. Si avvicinò e la coprì con il pail che era sul letto. Le scrutò il viso, così delicato, così giovane, così bello. Sapeva di stare per fare l'errore più grande della sua vita, ma in quel momento capì seriamente che voleva quel bambino. lo desiderava con tutto se stesso. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per difendere lui e Melanie. Si girò verso i tre uomini che lo stavano guardando.
"Sei sicuro di volerlo fare?" Bobby capì al volo l'espressione di Dean.
"Mai stato cos' sicuro." 
Mentiva.


Ancora un grazie a tutti coloro che leggono la mia storia. Sono graditi commenti :)
Besitos

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Capitolo 11
*** L'angelo consolatore ***


CAP 11 L'ANGELO CONSOLATORE
 
L'aria era diventata densa dei loro respiri nello spazio angusto della dispensa. Le perline colorate della tenda tintinnavano ai movimenti dei loro corpi. La ragazza ansimava trattenendo la voglia di gridare. Il ragazzo le teneva la gamba destra alzata baciandole il collo lasciato indifeso dalla sua testa gettata indietro.Le spinte si fecero violente finchè i loro ansimi si fecero grida. Nessuno li sentì, la musica nel locale era troppo alta. L'attenzione dei presenti completamente rapita da quei corpi lucidi e seminudi che si dimenavano intorno a pali argentati. La cameriera si aggiustò la gonna e riprese le mutandine dalla tasca della giacca del ragazzo.
"Chiamami quando ripassi da queste parti, Dean." gli porse un foglietto preso dal reggiseno. Lui le sorrise malizioso di rimando.
 
 
'Televendita,sesso, televendita, televendita, sesso, repliche, sesso, sesso, televendita. Oddio non ce la faccio più! Insonnia maledetta.'
Melanie era sul divano con una strana sensazione addosso che non la faceva dormire. L'orologio segnava le 03:15. Sam e Bobby ronfavano da un pezzo. Già alle 02:00, quando si era svegliata, Dean non c'era. Non sapeva che fare.
Gli ormoni della gravidanza la rendevano irrequieta, e stare da sola in una stanza buia non le faceva bene. Il pancione ormai era ben visibile. Mancavano poco più di tre mesi alla nascita e Melanie era sempre più terrorizzata. Si sentiva sola. Sam era l'unico con cui potesse parlare, confidarsi. Dean era fin troppo protettivo e ansioso. La trattava come una bambola di porcellana. E questo la mandava ai pazzi! Non era una gracile donzella in difficoltà, era un potentissimo essere sovrannaturale, sapeva badare a se stessa.
Anche se aveva deciso di mettere da parte i suoi poteri. Voleva essere il più umana possibile. Come se avesse paura che con quei poteri, oscuri o meno, potesse contaminare l'anima pura che cresceva dentro di lei.
 
 
< Blame it on the goose
 got you feeling loose
 blame it on Patron
 got you in the zone
 blame it on the a-a-a-a-alcohol
 blame it on the a-a-a-a-alcohol >*
 
"Ma anche no!" spense la radio.
Anche lei quella sera lo prendeva in giro. Bhè i due rossi sulle guance e la testa leggera erano sicuramente colpa dell'alcol. Cercava di calmare il suo vuoto con sesso e alcolici da tutta una vita. E per un po funzionava. Quella notte però non gli aveva fatto granchè effetto. Era come se si sentisse...in colpa. I suoi pensieri furono interrotti da un fruscio d'ali.
"Cosa stai facendo?"
"Ma che...- perse per un momento il controllo dell'auto sfiorando il guard-rail - Cass che ti sembra che stia facendo? Cerco di tornare a casa sano e salvo."
"Non intendevo in questo momento. Continuerai a fare il 'ruba cuori' anche una volta diventato padre?"
"Mi stai facendo la morale? Tu? Devi essere un grande esperto di paternità."
"No, non lo sono. Ma non credo che il tuo comportamento sia quello giusto."
"Cass non ho voglia di farmi sgridare da un angelo nerd stasera. Vai a dare fastidio a qualcun'altro."
Il suo viso era cupo e segnato da profonde occhiaie. Guardava la strada davanti a se pregando che non finisse mai. Castiel sparì.
 
 
Melanie cadde quasi dal divano quando sentì la voce di Castiel salutarla.
"Come stai, Melanie."
"Se ti rispondessi bene mi crederesti?"
L'espressione dell'angelo fu eloquente. Melanie cercò di spezzare la tensione.
"E' un pezzo che non ti fai vedere. Sai, mi piacevano le nostre passeggiate in Paradiso. Ultimamente mi sarebbero servite." 
Strinse la coperta fra le mani combattendo contro la voglia di piangere che l'assalì.
Castiel si mise seduto sull'altro lato del divano.
"Abbiamo avuto dei problemi lassù. Ho dovuto guidare la guarnigione."
"Immagino." Melanie si sentiva triste e più vuota di prima.
"Ma, se vuoi, qualche volta puoi venire con me . Ci sono degli angoli del Paradiso che non ti ho fatto vedere." le sorrise l'angelo.
A Melanie si illuminò il volto "Davvero? Posso?"
"Certo quando vuoi."
"Non è un problema lui, vero?" gli chiese guardandosi il ventre.
"No, non ti preoccupare."
"Fantastico! Ahi!" si portò le mani sulla pancia  colpita da un calcio del bambino.
"Che succede?" si allarmò l'angelo.
"Niente, il mio entusiasmo ha agitato la peste quà dentro. Uh senti come scalcia!"
Melanie prese istintivamente la mano dell'angelo e se la portò sul gremo. Castiel rimase come pietrificato a occhi sgranati. Sentiva quel piccolo essere umano muoversi e scalciare contro la sua mano. Rimaneva sempre senza parole di fronte al miracolo della vita. Era la sensazione più bella che avesse mai provato da quando era sulla terra.
"Dean è uno stupido. Dovrebbe essere quì con te, non in giro per night con donne dalla dubbia moralità."
"Cosa?" Melanie alzò gli occhi su di lui. Castiel si rese conto di aver parlato troppo e ritirò la mano.
"Scusa, dove hai detto che è Dean?"
"Ehm, io, non ne sono sicuro, ma..."
"Non prendermi in giro!" era furiosa.
"Quel figlio di puttana è in giro a spassarsela con le peggiori zoccole, mentre io aspetto suo figlio!? Lo so che non stiamo insieme, ma dovrebbe portarmi almeno un po di rispetto! Quel grandissimo...STRONZO!"
Mentre continuava a imprecare contro Dean, non si rese conto che Castiel si era alzato e stava guardando oltre il divano.
Melanie si girò di scatto verso l'entrata.
"Ah, proprio di te stavo parlando. Bravo, i miei complimenti- si stava avvicinando a lui mentre le saliva sempre di più la rabbia - spero tu ti sia scopato la più bella puttana del locale stasera."
Dean guardò  con sguardo accusatorio Castiel, che in quel momento si sentiva in colpa, avrebbe voluto sparire. Un momento: in realtà poteva farlo. Allora perchè se ne stava ancora lì con lo sguardo da cucciolo bastonato?
"Mel ti prego non cominciare, non ne ho proprio voglia." si passò la mano sul volto, voleva solo andare a dormire e far passare quella sbonia.
"No Dean, sei un grandissimo bastardo! Fai l'iperprotettivo appiccicoso e come mi giro ti fotti la prima che passa!? Mi fai schifo!"
"Noi non stiamo insieme!" ormai urlava.
"E meno male! L'unica cosa che mi dispiace è che mio figlio dovrà avere un padre così stupido. Sarebbe stato meglio se Castiel avesse interrotto la gravidanza quando gliel'avevo chiesto."
Dean non si trattenne e prima di ragionare le diede uno schiaffo.
Castiel gli fu subito addosso e lo bloccò contro il muro. Ma Dean continuava a guardare Melanie; e lei fissava lui con una mano sulla guancia e una lacrima sull'altra.
"Che cazzo volevi fare? Non provare nemmeno a pensarlo! E tu levami le mani di dosso- Dean lo spinse e Castiel lo lasciò andare - Perchè non mi hai detto niente?"
"Non avrei mai fatto una cosa del genere." rispose tranquillamente.
Melanie non riusciva a respirare normalmente, il bambino aveva ripreso ad agitarsi.
"Castiel ti prego accompagnami di sopra."
"Mel aspetta non te ne andare, mi dispiace. Non volevo darti uno schiaffo; sono ubriaco, mi scoppia la testa e quello che hai detto mi ha fatto impazzire!" Dean era sincero, ma lei aveva bisogno di riflettere lontana da lui.
"Dean sono stanca, e tu hai bisogno di smaltire la sbornia. Ne parliamo domani." e si avvicinò a Castiel che con il tocco delle sue dita la portò direttamente in camera sua.
Melanie cadde di schiena sul letto massaggiandosi la pancia. I calci e i pugni non si fermavano.
"Ma perchè deve fare così? Perchè deve fare lo stronzo? So che non è così, la sua anima è pura, la sento, ma la nascode dietro a quel comportamento da duro che mi fa così....ah..." era ormai scoppiata a piangere mettendosi seduta con una scatola di fazzoletti, presa dal comodino, sulle gambe.
Castiel non riusciva a vederla così, gli si stringeva il cuore. Si ritrovò ad abbracciarla. Non come la prima volta però, questo era un abbraccio vero, sincero, pieno d'affetto.
E mentre il pianto di Melanie veniva cullato e calmato dalla grazia celeste di un angelo, Dean era di fronte allo specchio a maledire il suo riflesso, che con un pugno spezzò in tanti spicchi tremolanti.
 
 
*Blame it on the alcohol-Jamie Foxx feat T-Pain

Grazie a tutti quelli che ancora seguono la mia storia. 
Prevedo (sai che sforzo, sono io che scrivo) novità per Melanie................;)

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Capitolo 12
*** Son of a bitch! ***


CAP 12 SON OF A BITCH!
 
 
 
Quella mattina il sole splendeva alto, nessuna nuvola tetra 
 
all'orizzonte, sia reale che metaforica, sembrava minacciare quella 
 
giornata.
Era ancora presto ma Melanie si svegliò riposata e dopo una doccia 
 
veloce, indossò un vestitino a fiorellini blu e saltellò a piedi 
 
scalzi verso la cucina.
Sapeva che fosse strano quell'umore allegro dopo la sfuriata della 
 
sera prima.
'Quell'angelo non me la racconta giusta.'
Era sicura che Castiel c'entrasse qualcosa con la sua allegria.
Seduta sullo sgabello alto della cucina, sorseggiando il suo te, 
 
guardava fuori due uccellini rincorrersi tra un'auto arruginita e 
 
l'altra.
"NO, no...ecco si, prendi quello. Ora gira. No, così no!"
Bobby era fuori a dare istruzioni a Sam su come trasportare spranghe 
 
di ferro senza uccidere nessuno.
Si girò goffamente rischiando di staccare la testa a Bobby. Tre 
 
volte. Distrusse un parabrezza, tre specchietti e mise in fuga i 
 
poveri uccellini.
"Sembri un Grizley ubriaco!"
"Ok, fallo tu allora!"
"Ehi, sei tu l'idiota alto e muscoloso."
Melanie iniziò a ridere da sola di quella scena da film comico.
"Finalmente ti vedo ridere." l'angelo dagli occhi blu la guardava 
 
sorridendo.
"Dio! Smettila di apparire come un fantasma, dai i brividi."
"Scusa." disse continuando a sorridere.
"E comunque, credo sia colpa tua se rido."
"Perchè?" piegò la testa di lato. Venne illuminato da un raggio di 
 
sole filtrato dalla finestra che gli fece brillare gli occhi, gia 
 
scandalosamente belli senza aiuti esterni.
Il cuore di Melanie perse un colpo, inebriato da quella vista 
 
celestiale.
'Cosa ti prende Mel? Dai respira e rispondigli prima che pensi ti sia 
 
venuta una paresi.'
"Ehm, Perchè hai usato i tuoi poteri angelici per calmare la mia 
 
agitazione?"
"Non ho fatto nulla del genere. Non so nemmeno se funzionerebbe su di 
 
te."
"Ah. Allora è ancora più strano." Melanie lo disse quasi sotto voce, 
 
parlando alla tazza di te ormai fredda. La poggiò sul mobile. 
 
Voltandosi sobbalzò nel trovarsi Castiel vicinissimo; sulle labbra 
 
ancora quel mezzo sorriso divertito; anche se poteva leggere 
 
benissimo l'imbarazzo nei suoi occhi.
"Come sta?" lanciò un'occhiata veloce al pancione.
"Credo bene, non si è più agitato."
"Posso?" allungò la mano titubante verso il suo ventre.
"Ehm, s-si." rispose un po confusa.
L'angelo posò la mano e Melanie venne attraversata da un brivido 
 
caldo, la pele d'oca lungo le braccia, il rossore sulle guance. Alzò 
 
gli occhi verso di lui che la guardava ormai perso in quelli scuri di 
 
lei.
Quello che successe dopo fu inevitabile, Melanie lo sapeva. Si arrese 
 
subito a quel tocco angelico. Le labbra dell'angelo sulle sue, 
 
inaspettatamente calde e rassicuranti. Fu un bacio casto e 
 
lunghissimo, senza nessuna malizia, senza nessun intento. Castiel le 
 
teneva ancora la mano sul pancione, mentre con l'altra le spostò i 
 
capelli. Toccò il profilo del suo viso,del suo collo, fino a fermarsi 
 
sulla spalla e iniziare a delineare i contorni gelidi di 
 
quell'orrendo marchio, ricordo dell'inferno.
Melanie si irrigidì interrompendo il bacio e posando la sua mano su 
 
quella dell'angelo. Le fronti poggiate una sull'altra, il respiro 
 
corto, gli occhi incollati.
"Scusami. Non volevo farti sentire a disagio."
Melanie scosse la testa e tirò un sorriso, ma non riuscì a dire nulla 
 
sentendo infrangersi qualcosa vicino a loro.
"No...non lo stai facendo..."
Dean era sulla porta. Guardava la madre di suo figlio tra le braccia 
 
del suo migliore amico. Ai suoi piedi il bicchiere in mille pezzi. 
 
Tanti quanti quelli in cui si era diviso il suo cuore. Non avrebbe 
 
mai pensato di soffrire in quel modo. La mano dell'angelo sul 
 
pancione della ragazza fu come un pugno dritto allo stomaco.
Poi divenne tutto rosso e si diresse a denti e pugni stretti verso 
 
Castiel.
"Tu, brutto figlio di puttana traditore."
"Dean non lo fare."
Ma il cacciatore gli aveva gia sferrato un pugno rompendosi almeno 
 
due dita, e ora imprecava dal dolore.
"Io te l'avevo detto."
"Dean sei un idiota. Fammi vedere." Melanie gli si era avvicinata per 
 
prendergli la mano.
"Non mi toccare! Sei una..."
"Non ci provare nemmeno! Tra i due la puttana sei tu."
"Ah, e tu adesso come ti definiresti?"
"Una che può spezzarti l'intero braccio se non la pinati di fare il 
 
cretino."
"Tu non hai niente da dire?" Dean si rivolse a Cstiel.
"Non abbiamo fatto nulla di male."
"Ahahahah, no ti prego ora non mi dirai che ti sei innamorato?"
Castiel rimase senza parole, impreparato a un discorso del genere. 
 
Melanie si girò a guardarlo, non del tutto sicura di quale risposta 
 
avesse voluto sentire.
"Non lo so Dean- disse infine abbassando lo sguardio- non so cosa 
 
provo. E' difficile per me capire." poi rialzò la testa con sguardo 
 
deciso "So solo che mi sento strano e confuso, e che tengo a Melanie 
 
in un modo diverso rispetto a te o ai miei fratelli."
"Oh nemmeno tu sei il mio tipo, trope penne e poche tette."
"Possibile che riesci a mettere tutto sotto forma di scherzo?" si 
 
lamentò Melanie, anche se adorava quel suo lato a aveva riso sotto i 
 
baffi per quella battuta.
"E te? Cosa provi per questo bell'angioletto?"
Melanie era ancora meno preparata di Castiel ad affrontare quel 
 
discorso.
"Non sono affari tuoi."
"E dai, non fare la timida con me." fece usando quel suo tono 
 
sensuale.
"Quando lo saprò sarai il secondo a saperlo, te lo prometto." gli 
 
rispose schernendolo, senza farsi abbindolare dagli occhioni da 
 
cucciolo che sfoderò. Poi prese Castiel per un polso volendolo 
 
trascinare fuori verso il cortile, ma Dean lo trattenne per una 
 
spalla. 
"Non provare a portartelo a letto mentre è incinta di mio figlio o, 
 
quanto è vero Dio, troverò il modo di farti il culo a strisce, 
 
capito?"
Castiel strinse gli ochhi e stava per rispondergli ma Melanie ruotò 
 
gli ochhi al cielo dicendo: "Si Dean sei forte e pericoloso, abbiamo 
 
capito, ciao, ciao." e ucirono svelti lasciandoso dietro un Dean 
 
ferito nel fisico e nell'orgoglio, a chiedersi come diavolo fossero 
 
arrivati a quel punto.
 
 
 
 
Capitolo tormentato, l'ho riscritto una ventina di volte, non ero sicura di rendere bene quello che la mia mente immaginava. Spero che vi piaccia una bacio a tutti!

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Capitolo 13
*** Parenthood ***


CAP 13 PARENTHOOD
 
"Ma che diavolo credevi di fare? Picchiare un angelo? Anzi che non ti ha incenerito con lo sguardo!"
Bobby stava rimproverando Dean da almeno mezz'ora, mentre Sam cercava di fasciargli la mano alla meno peggio.
"L'ha praticamente fatto."  era rimasto sorpreso dallo sguardo quasi di sfida che gli aveva rivolto Castiel poco prima.
"Ma perchè? Di tante donne nell'universo si doveva innamorare proprio di Melanie?"
"Dean, scusa è, ma a te in fin dei conti cosa importa? Si è la madre di tuo figlio, ma non state insieme, e poi lei è molto più simile a lui che a te." gli fece notare Sam
"Ha 17 anni! E lui quanti, ventimila?"
"Credo molti di più."
"Questa cosa da i brividi."
"Dean, è un semi-angelo! Mettiti in testa che non è come noi, anche se ci sta provando."
"Si ma mio figlio è umano, al cento per cento. E non voglia che venga 'contagiato' dal sovrannaturale come noi. Voglio che abbia una vita normale."
Il silenzio cadde tra gli uomini. Dean non voleva ammettere nemmeno a se stesso che era geloso. Era geloso di quella 'bambina' che lo stava per rendere padre. Non voleva che soffrisse. Melanie era intenzionata a provare tutte le esperienze umane, lo sapeva; ma sapeva anche che Castiel non avrebbe mai potuto dargli quel tipo di amore. Era un angelo, cavolo! E anche se aveva imparato cos'erano le emozioni, non avrebbe mai saputo amarla come un uomo. Non è una cosa che si apprende! Dean ne era convinto.
 
                                    
                *                  *                 *
 
 
Melanie e Castiel erano seduti sul cofano di una vecchia Camaro scolorita.
Lui la guardava imbarazzato come non era stato mai prima.
Cosa provava veramente per quella ragazza?
Lei si guardava le mani nervosa.
"Non so se è giusto quello che ho fatto poco fa. Ho seguito...l'istinto." all'angelo venne da ridere. "Prima di incontrare Dean e Sam ero convinto che gli angeli non ne fossero dotati. E ora guardami, sono quì seduto a cercare di capire quali sono i miei sentimenti."
Il sorriso amaro sulle labbra di Castiel intristì Melanie.
Aveva baciato un angelo! Blasfemia allo stato puro.
Forse avrebbe dovuto opporsi. Ma come avrebbe potuto, era proprio quello che desiderava.
L'avrebbe rifattio anche in quel momentio se non si sentisse così in colpa.
"Castiel io non voglio illuderti, o illudermi. Non so cosa provo per te. Non sono in grado di dirtelo adesso. Ho paura che qualsiasi cosa ti dica ora sia dettata dal momento, dal risentimento che provo per Dean, dagli ormoni, non lo so."
Dean, certo. Castiel sapeva che se solo Dean non si fosse comportato da completo idiota, per Melanie sarebbe stato facile innamorarsi di lui. Molto più facile che innamorarsi dell'angelo del giovedì.
"Melanie qualsiasi cosa te deciderai, io l'accetterò. Voglio che tu e lui siate felici. E forse lo sareste di più vicino a Dean."
"Oh, si certo, è proprio un modello da seguire."
"Ma ha un animo puro, è quello che conta. Sono convinto che sarà un ottimo padre."
"Castiel quì non si tratta di una competizione tra te e Dean. Lui sarà sempre il padre di questo bambino, nel bene e nel male. Ma non voglio che lui stia con me solo per questo. Io non lo amo." 
Dicendo quelle parole, Melanie si rese conto che era la verità. Non voleva Dean.
Voleva che quegli occhi blu la guardassero con amore, e non con spavento come in quel momento.
Non voleva fare pressioni a quel magnifico essere celestiale, anche se forse era gia convinta di amarlo. Voleva che fosse lui a sceglierla.
"Non so se è giusto quello che provo."
"Giusto per chi? Castiel non tornare ad essere un soldato come tutti gli altri. Il libero arbitrio non esiste solo per gli uomini. E tu l'hai dimostrato.- Castiel la guardava perplesso- Le lunghe chiacchierate con Sam mi hanno fatto capire molte cose delle vostre vite, prima del mio arrivo." Castiel si imbarazzò un po, mentre Melanie lo guardava ammirata per il coraggio che aveva avuto quel piccolo angelo.
"Solo tu puoi dire al tuo cuore cosa provare. O Forse è lui che lo dice a te. Devi solo ascoltarlo."
Il sole era ormai alto nel cielo.
Alcune nuvole grige minacciavano di oscurarlo del tutto. Un vento fresco si alzò facendo rabbrividire la ragazza rimasta in silenzio.
"Melanie dovresti rientrare o prenderai freddo." l'angelo si alzò mettendosi di fronte a lei.
"Promettimi che ci proverai."
Castiel curvò la testa guardandola. Il mare dei suoi occhi si infranse sulla bruna di quelli di lei. Le porse la mano, che lei accettò scendendo dal cofano. 
"Non voglio provarci, Melanie. Voglio riuscirci."
I loo sorrisi si spensero l'uno sulle labbra dellaltro, sperando che la loro voglia di far funzionare quella storia sarebbe bastata.
Volere è potere, dicono.
Sempre che Dio voglia.
 
 
                       *                   *                  *
 
 
Il vicolo era buio e isolato. Solo gatti a rincorrersi tra la spazzatura.
E una sagoma immobile alla fine della stradina.
Il silenzio fu interrotto da un fruscio d'ali seguito da un rumore di passi. Un uomo scuro si stava avvicinando a quella sagoma che si rivelò essere una donna dai capelli scuri, sciolti sulle spalle.
"Perchè hai voluto vedermi?" parlò l'uomo per primo.
"Sai, l'ultima volta ci siamo divertiti così tanto." ghignò la donna.
"Mi hai chiamato per farti sbattere in un vicolo?"
"No, razza di maniaco. Ti porto un messaggio: dobbiamo riprendercela."
"Perchè mai? Non è più utile adesso."
"Io riporto solo gli ordini dal basso, tesoro. Anche se non può più creare l'arma, il fagotto che sta per sfornare potrebbe esserci utile. Winchester blood, baby."
"Può essere utile a voi. Non è un mio interesse."
"Fare un patto con il diavolo e tradire il paradiso è stato affar tuo però. Vuoi ancora portare l'Apocalisse sulla terra? Bhè, allora ti conviene stare dalla parte giusta."
L'uomo rise di gusto a quelle parole.
"Povero, piccolo demone sciocco. Il Paradiso vincerà la guerra è già scritto."
"Il tuo tradimento non era stato revisto. Le carte sono state rimescolate, potrebbe esserci un bel colpo di scena."
L'angelo si avvicinò lentamente al demone, col sorriso che scemava lentamente dallle sue labbra.
"Invece di preoccuparci di lei, potremo divertirci un po e farne un altro....di contenitore per l'arma."
Le stava accarezzando il braccio e si avvicinò alla sua bocca. Il demone si scanzò.
"Sai, non è proprio un bel ricordo quella notte. Ho semplicemente seguito gli ordini. Lucifero voleva che lo facessi, e l'ho fatto. Ma te sei semplicemente uno schifoso pervertito."
L'angelo le prese il braccio piegandoglielo dietro la schiena, e sbattendola faccia al muro. Le tirò indietro i capelli parlandole all'orecchio, quasi in un sussurro.
"Non ,mentirmi, so che ti è piaciuto. Sei solo una piccola puttana."
"Ma stai zitto, sanno tutti della tua perversione per i demoni."
"Disse il demone con la cotta per un angelo."
La ragaza si irrigidì.
"Mi fai ribrezzo, come potrei..."
"NOn stavo parlando di me, ma di quel bell'angioletto a cui vorresti togliere il trench."
Meg rimase senza fiato mentre l'angelo rideva.
"Ti sei emozionata solo a pensarci, vero? posso sentire il tuo corpo fremere."
Le passò una mano sul seno, scendendo sul ventre e poi giù fra le gambe, stringendo.
"Ora basta!" si girò allontanando l'uomo da se. "Dici un sacco di cazzate, sai?"
"Si, come no. Comunque di al tuo 'pappone' di definire i dettagli dell'accordo se vuole il mio aiuto. Ci vediamo dolcezza, dobbiamo finire un discorso." sparì facendole l'occhiolino.
 
 
 
Eccoci quà. Ho introdotto due nuovi personaggi, i genitori della povera Melanie, una è Meg (che ne pensate?) e l'altro è un angelo....secondo voi chi potrebbe essere? Fatemi sapere se sono così trasparente che ve l'ho fatto gia capire (ci sono indizi sparsi) oppure no, così vi tengo un po sulle spine *muahahah risata sadica*.
Ringrazio ancora tutti voi che leggete il mio film mentale.
Baci!!!

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Capitolo 14
*** L'ultimo girone dell'Inferno ***


CAP 14 L'ultimo girone dell'Inferno
 
 
 
 
Il vampiro si avventò alla gola di Dean che con un movimento netto del machete gli troncò la testa dal collo. Sam era a terra a lottare contro una donna tanto piccola quanto cattiva, che gli stava ringhiando contro. Dean andò in soccorso del fratello decapitando anche quest'ultimo succhia sangue. Accatastarono i corpi e gli diedero fuoco.
Tornati al motel Dean stava gia pregustando una bella doccia seguita da una sontuosa dormita.
"Oh, ma porca..."
"Che succede?" chiese Sam.
"Sono quasi le 4 di mattina!"
"Si, allora?"
"Non arriverò mai in tempo."
"...." sguardo perplesso del fratellino.
"Avevo promesso a Melanie di accompagnarla a fare spese per il bambino. Manca meno di un mese alla nascita e non abbiamo nemmeno il lettino! Questa volta mi uccide, ho rimandato troppo volte. Che palle! Io poi non ci capisco niente di questa roba."
Sam ascoltò lo sfogo del fratello, e quasi divertito gli chiese:"Quanto tempo ho?"
"Due minuti, doccia compresa."
Sam si fiondò in bagno mentre Dean cercava vestiti puliti. Era incerto se stavolta Melanie l'avrebbe incenerito angel-style, o torturato per qualche decennio come un bravo demone. Stava seriamente pensando di chiedere a Castiel di riportarlo indietro nel tempo.
Anche se molto spesso in quel periodo desiderasse picchiarlo con un bastone chiodato, rimaneva sempre il suo angelo custode/migliore amico/figlio di puttana che gli aveva salvato il culo troppe volte.
Il rapporto angelo-ibrido sembrava andasse bene, non si era mai spinto oltre qualche bacio e un po di coccole sul divano. Dean era ancora infastidito quando Castiel le toccava la pancia. Era fottutamente geloso di quel bambino ancora prima che nascesse. E aveva ancora tanta paura che Castiel se ne svolazzasse in Paradiso per qualche motivo lasciando, Melanie col cuore spezzato.
Scrollò quei pensieri dalla sua testa con un getto d'acqua gelata, poi si fiondò nell'Impala, pronto a infrangere ogni limite di velocità pur di non sentir sbraitare un angelo/demone incinta.
 
 
                                *              *             *
 
 
ORE 12:37
Dean scese dalla macchina correndo dentro casa con il fiatonee, dovuto più che altro all'ansia che ai tre metri di corsa.
"Ehi, dove siete tutti?" la cucina era deserta.
"Ben arrivato."
La voce giunse dal salotto, dove Dean trovò una Melanie con l'espressione abbastanza contrariata, per non dire proprio incazzata.
"Mi dispiace mel, abbiamo fatto il prima possibile ma i vampiri erano più del previsto. Giuro che oggi pomeriggio ti accompagno."
"Non ti disturbare, ci sono andata con Castiel." l'angelo era dietro la poltrona dove sedeva la ragazza. Il suo sguardo era del tipo: 'scusa Dean io non volevo mi ci ha trascinato' detto tutto d'un fiato. Dean sapeva benissimo come doveva essersi sentito: inutile e superfluo.
"Dean, riuscirai mai a mantenere una promessa? E' anche tuo figlio, visto che il lavoro maggiore lo sto facendo io, vorrei semplicemente che ti occupassi della parte materiale."
"Melanie non è colpa mia! Scusami se non potevo venire a fare shopping con te, visto che un branco di succhia-gole inferociti voleva farmi il culo!"
'Lo so che non è colpa tua, ma volevo fare veramente questa cosa con te, e sono troppo orgogliosa per ammetterlo.'
"Mel" Castiel impedì che quel battibecco sfociasse nell'ennesimo litigio. Si piegò sulle ginocchia di fronte a lei.
"Essi ragionevole, Dean on poteva essere quì, anche se avrebbe voluto. E' il suo lavoro." Alla vista di quel sorriso angelico lo sguardo di Melanie si addolcì.
"Ciao Mel." in quel momento entrò Sam che aveva scaricato la macchina.
"Ciao Sam, come stai?"
"Bene. Mi dispiace se abbiamo fatto tardi."
"Non fa niente, lo capisco."
"Aspetta un attimo! Lui lo capisci e io vengo sbranato!?"
"Scusa anche a te." disse con meno dolcezza.
"Sono stata un po troppo brusca, lo so. E' che ero nervosa." abbassò lo sguardo verso le sue mani.
"Cosa posso fare per farmi perdonare?"
"Bhè, potresti..."
'Ti prego non dire...'
"...montare il lettino."
'Ecco, l'ha detto.'
"Fantastico, minimo le istruzioni saranno in russo."
"Eddai, che ci vuole per un bravo meccanico come te."
'Quel sorrisetto maligno prima o poi te lo levo dalla faccia.'
"Dai, ti aiuto io." Sam gli diede una pacca sulla spalla e lo precedette su per le scale, ridendo.
 
 
                                    *               *             *
 
 
Un mese dopo
"Ora che i termini dell'accordo sono stati chiariti, possiamo stringerci la mano, da bravi soci."
L'accento scozzese di Crowley aveva sempre irritato l'angelo. Ma pur di raggiungere i suoi scopi continuava a sopportarlo, sorridere e non farlo a pezzi seduta stante.
Si strinsero la mano davanti ai testimoni designati: due angeli fedelissimi al traditore del Paradiso, tre demoni minori e Meg.
"Bene. Ora, tanto per andare sul sicuro, non che non mi fidi di te, credo che ti darò un mio fidato collaboratore per aiutarti. Meg?"
Il demone sgranò gli occhi sorpresa di quella decisione.
"Perchè io?"
All'angelo si curvò la bocca in un sorriso macabro, in risposta all'occhiolino di Crowley.
"Oh, credo che voi vi intendiate, avete gia lavorato insieme, no?"
Meg si morse ferocemente l'interno della guancia per non replicare. Guardava l'angelo come se volesse farlo esplodere.
"Allora...buon lavoro."
Con uno schiocco di dita Crowley e gli altri demoni sparirono, seguiti subito dopo dagli angeli congedati da un gesto del loro capo.
L'angelo si avvicinò al demone. Meg si sentì stordita e un secondo dopo si guardò intorno capendo che il traditore l'aveva teletrasportata altrove. Non erano più in un capanno abbandonato della Florida. La stanza era bianca, senza finestre, rischiarata solo da alcune candele. Arazzi, tappeti e mobili barocchi arredavano il posto, insieme ad un enorme letto a baldacchino.
"Perchè mi hai portata quì?" cercò di non perdere fermezza nella voce.
"Bhè, dobbiamo suggellare il patto, no?"
"IN questo caso dovresti baciare Lucifero, o Crowley se ti piace di più."
"Oh andiamo, lo sai anche tu che non ti ho portata quì per baciarti. Divertiamoci come l'ultima volta."
Schioccò le dita e Meg si ritrovò con indosso un baby-doll in pizzo rosso, con tanto di autoreggenti.
Il demone si guardò per un attimo.
"Uff, non sono quì per soddisfare i tuoi appetiti malsani."
"Visto che dobbiamo farlo, perchè non creare un po di atmosfera."
"Mmmm però, mi sta bene." Meg non gli aveva prestato attenzione, si stava ammirando allo specchio pensando che se si fosse presentata così al "suo" angioletto, non avrebbe potuto dire di no nemmeno uno impalato come lui. Poi mise a fuoco le parole dell'angelo.
"Dobbiamo?"
"Fa parte dell'accordo che ho fatto con Crowley."
'Brutto figlio di puttana bastardo.'
"Oh certo, dovevo aspettarmelo da due doppio giochisti come voi."
"Ora basta giochetti." l'uomo la spinse contro il muro tenendole fermi i polsi ai lati della testa. Gli occhi colmi di lussuria. La baciò violentemente, spingendosi con il corpo verso il suo. Con un ginocchio le allargò le cosce, sfregandosi contro di lei.
La gettò di peso sul letto e si spogliò, guardandola lascivo. Meg si sistemò fra i cuscini, sfoggiando il suo miglior sorriso finto, mentre dentro voleva solo tornare all'Inferno. Preferiva essere legata di nuovo alla ruota della tortura pittosto che questo.
L'angelo le si stese sopra tirandola più sotto di lui. La baciò e la toccò ovunque, ma ogni carezza era un livido. A ogni tocco le strappava quel pizzo sottile che la copriva. La prese per la vita e la girò mettendola carponi. Le prese i capelli alla base della nuca tra le dita, tirandoli forte verso di lui. Lei piegò indietro la testa con un gemito, lui le morse forte il labbro inferiore mentre la prendeva con violenza, sempre più forte, facendola gridare; ma non di piacere.
Meg sapeva che non poteva ribellarsi o evitare in qualsiasi modo quella tortura. Ormai Crowley l'aveva venduta per avere l'aiuto di Raffaele.
 
 
                           *                *              *
 
 
Era qualche giorno che Castiel seguiva il fartello, di nascosto dai suoi radar angelici. Era troppo spesso assente dal Paradiso, distante e disinteresato alle problematiche del cielo. 
Quel pomeriggio gli era volato dietro fino in Florida.
'Che ci fa Raffaele in un capanno nel mezzo del nulla?'
Purtroppo la risposta alla sua domanda si materializzò davanti i suoi occhi.
 
 
 
 
Ciao a tutti e grazie per continuare a seguire la mia storia *fa l'inchino varie volte*
Il titolo l'ho usato per introdurre il traditore della mia storia, prendendo ispirazione dall'Inferno Dantesco, dove l'ultimo girone è riservato ai traditori.
Baci, baci, baci!

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Capitolo 15
*** Elena Mary Winchester ***


CAP 15 èlena mary winchester
 
Scusate, scusate, scusate tantissimo per il ritardo, ma questo caldo mi ha mandato in pappa il cervello causandomi un blocco della scrittrice (si vabbè, scrittrice, facciamo blocco della vaneggiatrice).
Ho fatto una piccola modifica al capitolo precedente: il secondo paragrafo (dove Raffaele chiude l'acordo con Crowley) si svolge un mese dopo la scena del lettino. Scusate l'inconveniente mi ero proprio dimenticata di scriverlo.
E ora buona lettura.
 
 
 
 
Castiel era nauseato. La vista in deretta del tradimento del fratello lo aveva ferito e disgustato allo stesso tempo.
Doveva avvertirli. Doveva mettere in salvo Melanie e suo figlio. L'immagine della sua Mel sofferente e privata della sua creatura gli provocò una fitta al cuore. Infuriato volò a casa di Bobby, per metterli al corrente della verità, ma appena atterrato nell'ingresso il caos che lo accolse lo prese di sorpresa.
Sam stava cercando qualcosa sul pc, doveva essere molto importante data la violenza con cui picchiava i tasti. Dean continuava a fare su e giù per le scale, confabulando tra se frasi sconnesse. Bobby era impalato in cucina con una pentola in mano, guardando l'acqua scorrere dal rubinetto. Sudava copiosamente.
"Bobby! Vieni a darmi una mano! Dove sono gli asciugamani puliti?" Dean urlava dalle scale.
Bobby si riscosse guardando la pentola come se qualcuno gliel'avesse messa in mano, e non sapendo cosa farci.
"Ehm...si. Aspetta! Metto a bollire dell'acqua."
"Vuoi metterti a cucinare proprio ora!"
"No...è che...nei film mettono sempre a bollire dell'acqua."
"Questo non è un film! Muovi il culo brutto ubriacone buono a nulla, e portami degli asciugamani!"
"Ehm...ragazzi..." tentò Castiel, ma nessuno si era accorto del suo arrivo.
"Dean, vieni quì subito!" la voce di Melanie veniva dalla sua stanza; sembrava piena di ansia e incrinata dal dolore. Castiel si irrigidì e andò verso lescale.
"Oh, Castiel sei quì, grazie a Dio." un Sam visibilmente preoccupato si avvicinò a lui con le mani nei capelli arruffati.
"Devi proprio darci una mano, internet non serve a niente in queste situazioni."
"Sam aspetta. Dicosa stai parlando. Che succede?"
Il vatusso si avvicinò prendendolo per le spalle; lo guardava a occhi sgranati.
"Melanie. Bambino. Ora!"
Non fece in tempo a finire che Castiel era gia volato nella stanza della ragazza, facendo perdere l'equilibrio a Sam che inciampò nel tappeto e cadde in ginocchio. Bobby in quel momento scese le scale con un mucchio di coperte in mano.
"Ti sembra questo il momento di pregare? Tanto non ti risponderà. Ora dammi una mano, idiota!"
Sam roteò gli occhi al cielo e corse dietro a Bobby.
"Aaaaaaah! Dean non mi lasciare sola o ti ammazzo!"
"Eccomi, sono quì."
Dean teneva la mano a Melanie seduta sul letto appoggiata alla spalliera, matida di sudore e con il corpo contratto dal dolore. Il cacciatore le passava la mano sulla fronte e sul viso, le asciugava il sudore e le sistemava i cuscini dietro la schiena.
"Tesoro andrà tutto bene, non ti preoccupare, ci sono io con te."
Castiel li guardava rapito. Pensò che stavano condividento un momento bellissimo, qualcosa di unico che lui non avebbe mai potuto provare. Si sentì di troppo, come se quella stanza iniziasse a farsi troppo piccola per tutti e tre. E quello in più lì era lui.
"Castiel!" Melanie si accorse della sua presenza nell'angolo della camera, impedendo all'angelo di andarsene silenziosamente. I suoi occhi gli sorridevano. Voleva davvero che lui fosse lì?
Dean si girò guardandolo impaurito.
"Melanie, devo parlare un attimo con Cass. Rimarrà Sam quì con te, io torno subito." disse guardando il fratello appena entrato nella stanza.
Melanie annuì fissando ancora Castiel e lasciò la mano di Dean, che si precipitò fuori dalla camera trascinandosi dietro l'angelo.
"Devi darci una mano, noi non sappiamo che fare!"
"Ma neanch'io so che fare!"
"Sei un angelo diamine, non dirmi che non sai far nascere un bambino!?"
"Non c'è la specializzazione in angelo-ostetrico in Paradiso."
"Ok, sorvolando sul fatto che hai appena usato dell'ironia in una frase di senso compiuto,siamo nella merda. Non posso mica portarla in ospedale! Non puoi chiedere aiuto a qualche angelo, in un bel corpo femminile magari..."
"Dean..."
"Ma che hai capito, per far star a suo agio Melanie. E che sappia cosa fare."
"Si forse hai ragione. Ah...-esitò un momento,poi capì che forse quello non era il momento adatto- dopo dobbiamo parlare...è...importante."
"Si, si, ma ora vai e sbrigati!"
Dean tornò al fianco di Melanie. Sam e Bobby arano ai lati del letto a sentirsi inutili.
"Oh mio Dio!" urlò Melanie.
"Che c'è?" dissero i cacciatori in coro.
"Credo che stia per uscire la testaaa!"
"No, no, no, no." Sam aveva raggiunto il colorito dello svenimento.
"Mel, non spingere, Castiel sta tornando con i rinforzi."
"Brandy, si, si, ci vuole del brandy, come anestetico è fantastico."
"Vuoi dare dell'alcol a una donna che sta per partorire?"
"Mica è per lei, è me che voglio stordire!" e andò verso le scale.
Il fruscio delle ali venne smorzato dalle grida della ragazza. Castiel, Balthazar e Gabriele erano apparsi di fronte al letto. Dean li guardò sconvolto, poi si rivolse a Castiel:
"E questi sarebbero i rinforzi!?" Castiel alzò le spalle. "Stai scherzando vero?"
"Uomo di poca fede." borbottò Gabriele guardando il soffitto.
"Mi vuoi far credere che tu sai far nascere un bambino?"
"Ehi, io ho dato l'annuncio ora è lui l'esperto.- indicando Balthazat- Io sono quì solo per supporto morale. E perchè ho scommesso che avrà i suoi occhi."
"E perderai." gli rispose Balthazar.
"La smettete di fare i deficenti e mi date una mano!? Non mi importa chi lo fa nascere, anche fosse un orso ballerino, basta che mi aiuti! ODDIO, eccone un'altraaa!"
"Tesoro, sei tu che lo devi far nascere, io posso solo guidarti." disse Balthazar andando verso il letto e arrotolandosi le maniche.
"No, no, aspetta un attimo." Dean lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.
"Tranquillo Dean, so quello che faccio."
Dean passò lo sguardo da Balthazar a Castiel, che lo rassicurò:
"E' vero Dean, lascialo fare."
"E' una situazione assurda!- si passò la mano sul viso- Te che fai nascere mio figlio...non mi piace per niente. Ma va bene, basta che l'aiuto."
Bobby entrò con una bottiglia e tre bicchieri in mano.
"Oh fantastico, loro sarebbero i rinforzi? Allora questa non basterà." e ritornò sui suoi passi.
Balthazar si sedette al fianco di Melanie che si stringeva le gambe al petto respirando affannosamente.
"Ora Mel vediamo a che punto sei, ok?"
Melanie annuì a occhi chiusi e l'angelo le tirò su la gonna. Sam diventò viola girandosi a guardare la finestra; Dean smise di respirare stringendo i pugni. Avrebbe voluto fracassargli la testa contro il comodino. L'espressione di Castiel era indecifrabile, una maschera informe che non permetteva alle emozioni di affiorare.
"Aaaaaaaah!" il viso di Melanie era ormai deformato dal dolore, si stringeva alle coperte contorcendosi tra i cuscini.
"Bhè tesoro, ci siamo, è il momento di spingere."
Dean non ce la fece più a vederla così e uscì seguito a ruota dal "cadavere" di suo fratello.
Castiel era gia volato di sotto, a passeggiare nervosamente in cortile.
Gabriele si guardò intorno.
"Che uomini duri." e si avvicinò a Melanie stingendole forte la mano.
"Speriamo non prenda il coraggio del padre..."
"Ora Mel, spingi!"
"Aaaaaah! Non ce la faccio più!"
"...e nemmeno tutte quelle lentigini, sembra un puzzle della settimana enigmistica."
"Gabriele se non stai zitto ti do fuoco alle ali! Non scherzo!"
"Ok, ok, volevo solo allentare la tensione."
 
 
26 minuti, 6 wisky e parecchie birre dopo, un vagito proveniente dal piano di sopra fece perdere un colpo al cuore dei cacciatori in salotto, e precipitare in casa l'angelo ansioso che aveva creato un solco intorno alla casa a forza di camminare avanti e indietro.
Qualche secondo di silenzio, poi Gabriele aprì la porta. Dean si fermò ai piedi delle scale.
"Complimenti papino, è una femmina."
Gli occhi di Dean si riempirono di gioia umida, senza nemmeno se ne accorgesse. Sam gli diede una pacca sulla spalla. 
"Che fai lì imbambolati, idiota. Vai a vedere tua figlia." furono le felicitazioni di Bobby.
"Non ti preoccupare ho reso presentabile mamma e figlia, non vorrei che svenissi con tutto quel sangue." lo schernì Gabriele.
Melanie era semiseduta sul letto conle braccia piene di quel batuffolo rosa. Il suo batuffolo rosa. Così piccola, indifesa. Tutta la sua vita precedente ora gli sembrava non avere senso. Quegli occhi verdi come i suoi (Gabriele aveva perso), quelle manine chiuse a pugno, tutto quello sarebbe stato il senso della sua vita.
Melanie gli sorrise raggiante come non l'aveva vista mai.
"Ehi piccola, è arrivato papà. Dean, ti presento Elena Mary Winchester, tua figlia."
"Elena Mary?"
"Si. Mi sembravano...due bei nomi."
Sul viso di Dean si allargò un grande sorriso. Si avvicinò a prendere in braccio sua figlia con le gambe tremanti. Il suo cuore impazzì nel sentire tra le bracia quel frugoletto. Era stupenda, bellezza pura di fronte ai suoi occhi. Incrociò lo sguardo del fratello:
"Ehi zio, vieni a salutare tua nipote."
Mentre Sam, Dean e Bobby si scambiarono battute coccolando quel piccolo miracolo, un angelo in trench era rimasto ai piedi delle scale a scrutare il vuoto.
'Salgo? E perchè dovrei non c'entro nulla. Vorrei tanto stare al fianco di Melanie ora, ma a quale titolo? No, forse è meglio se me ne vado senza...'
"Quando hai finito di fare pensieri profondi sulle crepe del muro, quassù c'è una neonata che vorrebbe conoscere il suo zio angelico." gli gridò Dean dal pianerottolo.
'Zio. Bhè, è un titolo.'
 
 
 
Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire la mia storia. Spero il capitolo vi piaccia, ho sudato parecchio per metterlo insieme e come al solito non sono mai contenta. Ditemi cosa ne pensate.
Baci.

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Capitolo 16
*** La dura verità ***


Finalmente riesco a pubblicare questo benedetto capitolo! Devo avere contro una qualche congiunzione astrale, vale a dire: capitano tutte a me!
Scusate per la brevità ma questo capitolo mi serviva come punto di svolta per passare allo prossima fase...un po troppo criptica? Non vi preoccupate capirete.
Buona lettura!
 
 
 
CAP 16  LA DURA VERITA'
 
Una leggera brezza faceva volare foglie e piume in leggeri vortici danzanti una musica sorda.
Il vento scompigliò i capelli di Melanie seduta sul dondolo arruginito, dietro la casa di Bobby. Il lento cigolio si mescolava perfettamente alla sua voce candida, che stava canticchiando a fil di voce una ninna nanna insolita. Ma Melanie non poteva sapere le cantilene popolari che gli uomini usavano intonare ai neonati.
L'unica che conosceva era quella; quella che Sam, gli aveva raccontato, cantava a lui e a Dean la madre. A Melanie "Hey Jude" sembrava un'ottima canzone per coccolare un bambino.
Per la ragazza quelle sei settimane erano state stupende. Lei, la sua piccola con il papà, l'angelo custode e poi Sam e Bobby. Anche se in quel periodo i due fratelli erano stati spesso a caccia, e Castiel sembrava sempre più impegnato in Paradiso.
Dean era uno spettacolo con la bimba in braccio, tutti i muri costruiti in tanti snni di sofferenze crollavano.
L'uomo, cioè l'angelo che tanto amava, era bellissimo ai suoi occhi; ma forse un po troppo distante. Ora che ci pensava, non l'aveva più toccata dal parto. Quelle poche volte che tornava, si rinchiudeva nello studio con gli altri a parlare per ore. Le riservava solo qualche sguardo da lontano. Aveva cercato di avvicinarsi a lui, di passare del tempo insieme, ma era troppo sfuggente.
La stava evitando, ma perchè?
Quelle riflessioni la fecero agitare, troppo presa da Elena non ci aveva mai riflettuto veramente.
2, 4, 6, 8. Senza nemmeno accorgersene iniziò a contare le auto rosse a due a due.
'34, 36.....cavolo ora ricomincio a farlo! Calmati c'è sicuramente una spiegazione. Magari sono presi da un caso difficile e non vogliono farti agitare.'
'O magari Castiel non ti ama più e sta cercando il modo più appriopiato di spezzarti il cuore.' disse il diavoletto sulla spalla sinistra.
A passi decisi si avviò in casa da Bobby, posandole la bimba tra le braccia.
"Ohi, aspetta, c..."
"Ho bisogno di dieci minuti Bobby." e si voltò camminando lontano dalle orecchie del cacciatore. Doveva parlare da sola con un angelo latitante, e probabilmente avrebbe alzato la voce.
"Castiel!"
Silenzio.
"Castiel, devo parlarti!"
Fruscio d'ali. Castiel era dietro di lei.
"Sono quì." lo sguardo era fisso ma tradiva una vena di curiosità.
Melanie ebbe un attimo di esitazione di fronte a quel viso, esageratamente, perfetto. Distolse lo sguardo sul terreno polveroso.
"Ho fatto qualcosa che non va? Cioè, qualcosa di cui non mi sono resa conto, cosa ho fatto!?"
Inevitabile inclinazione della testa.
"Perchè mi eviti?"
Ora l'angelo sembrava agitato. Guardava ovunque tranne verso Melanie.
"Io...no, non hai fatto nulla."
Quel silenzio pesava sulle spalle di Melanie.
"Allora perchè, da quando è nata Elena, non siamo più stati un attimo insieme?"
All'improvviso un pensiero attreversò la mente della ragazza.
"Non sarai mica...- no, non poteva essere-...geloso?"
"Di cosa?"
"Di me e Dean, perchè abbiamo avuto Elena e..."
"No Melanie, non è per quello."
"Oh." era quasi dispiaciuta. 'Nemmeno un pochino?'
"La situazione non è delle migliori lo ammetto, ma non è per questo che cerco di non passare troppo tempo solo con te."
"Allora perchè!? Dimmelo Castiel, non farmi stare così."
"Io voglio proteggerti. E Dean pensa sia meglio che tu non lo sappia."
"Che c'entra Dean?" iniziava ad arrabbiarsi.
"Ma è meglio che tu sia informata."
"Parla!"
"Raffaele ha stretto un patto con Crowley, per avere Elena come strumento per portare l'Apocalisse, di nuovo."
"Elena? Vogliono rapire mia figlia?"
Panico. Si ritrovò d'improvviso nel più totale panico, quello che ti fa mancare la terra sotto i piedi e l'aria nei polmoni.
"Ma noi glielo impediremo, è per questo che siamo spesso assenti."parlando si avvicinò a lei abbracciandola, ma Melanie lo spostò indietro.
"E per tutto questo tempo tu non me l'hai detto?"
"Dean pensava che..."
"Al diavolo Dean! Io sto con te! Un rapporto si basa principalmente sulla fiducia, èperchè non me l'hai detto!?"
"Perchè TI AMO!"
Melanie rimase scioccata dalla dichiarazione, senza riuscire a spiccicare parola.
"Sai cosa ho imparato dal genere umano? Che più ami una persona, più menti a questa.Per proteggerla, per non farla soffrire. Non ne capivo il motivo fino a che non ti ho vista con tra le braccia tua figlia. Cosa avrei dovuto dirti?
Come potevo metterti di fronte alla realtà quando eri così felice."
"Mi ami?"
"Cosa?"
"Hai detto che mi ami."
"Si."
Melanie si gettò al collo dell'angelo per baciarlo come mai prima d'ora. Senza vergogna, senza timore, solo passione. Castiel la strinse forte, asciugandole le lacrime che le colavano dagli occhi.
Un movimento al loro fianco li distrasse costringendoli a staccarsi.
Una ragaza ferita, con i vestiti strappati e il viso insanguinato, li guardava piegata su se stessa.
"Meg? disse Castiel."
"Ciao tesoro." rispose con un sorriso tumefatto.
"Come hai fatto ad oltrepassare le barriere protettive?"
"Oh, quei scarabocchi? Mi dispiace ma non sono più efficaci da quando abbiamo dalla nostra le forze angeliche."
Castiel si avvicinò minaccioso, ma lei lo fermò con un gesto della mano.
"State attenti, loro stanno arrivando. Mi dispiacerebbe se ti sfregiassero quel bel visino."
Tentò qualche passo, ma perse l'equilibrio e prima di rovinare a terra, Castiel la prese al volo guardandola perplesso.
Meg gli fece un sorriso carezzandogli il viso e poi perse i sensi.
Melanie passò lo sguardo da Meg a Castiel, che la ricambiò senza riuscire ad aprire bocca.
"Che diavolo sta succedendo? E chi è Meg!?"

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Capitolo 17
*** Lo scontro ***


Vi chiedo umilmente scusa per l'esorbitante ritardo di questo capitolo, ma proprio non riuscivo a metterlo insieme. Inoltre la piscina sotto casa non mi ha aiutato nell'impresa.
Spero fortemente che vi piaccia perchè è stato un parto lungo e difficile.
Buona lettura!
 
 
 
 
CAP 17 
 
LO SCONTRO
 
 
Il corpo abitato dal demone era adagiato sul divano. Castiel la fissava da alcuni minuti con le braccia conserte e un dito sulle labbra. 
'A che diavolo starà pensando?' era la domanda muta di Melanie, che lo scrutava dalla cucina. Aveva riconosciuto Meg solo sotto la luce della lampada, quando Castiel la adagiò sui cuscini. Meg, che qualche mese prima la stava legando ad un letto per essere posseduta da Crowley, ora era lì per aiutarli; per aiutare lei e la sua bambina?
Perchè mai dovrebbe fare una cosa del genere. Che profitto potrebbe mai ricavarne...
"Adesso cosa facciamo?" Bobby era seriamente preoccupato.
"Ci armiamo e aspettiamo. Se è vero ciò che ha detto Meg aspetteremo che vengano quì, e li combatteremo come abbiamo sempre fatto." la voce di Dean suonava dura e eutoritaria.
"E se fosse una trappola?" Sam teneva in braccio Elena che dormiva profondamente, ignara di tutto quello che succedeva intorno a lei.
"Ci ho pensato anch'io, ma non credo che si sarebbe fatta torturare in quel modo, è fedele non stupida."
"Era fedele.- Castiel si avvicinò al gruppo- Ha detto la verità." lanciò uno sguardo a Melanie che lo fissava, con occhi indecifrabili.
"Cosa suggerisci?"
"Aspettare e combattere. Non abbiamo molte chance, ma Gabriele e Balthazar stanno arrivando."
"Bhè, un arcangelo dalla nostra fa sempre comodo."
"Elena e Melanie verranno chiuse nella camera di sopra, mi occuperò io di adottare le migliori protezioni."
"Non se ne parla. Io voglio combattere."
"No." la voce ferma e dura di Castiel fece arrabbiare Melanie.
"Si, invece! Sono più forte di un demone e più furba di un angelo, sono utile e tu lo sai."
"Non vorrei dirlo ma ha ragione." disse timidamente Sam, che fu subito inchiodato dallo sguardo dell'angelo.
"Non vorrei nemmeno io che lei combattesse, ma credo che non abbiamo scelta." Dean stava combattendo contro se stesso nel dire quelle parole, ma si, erano nella merda fino al collo e avevano bisogno di lei.
"Avete finito di fare le femminucce?" la voce di Meg era roca e debole, ma nemmeno in quel momento aveva perso quella sua vena ironica e strafottente che tanto irritava Dean.
"Uh, la traditrice si è svegliata." disse Dean mentre tutti raggiungevano il divano.
"Che grande piano state architettando per sconfiggere il team dell'Apocalisse?"
"Stiamo lavorando sul potere dell'amore."
"E come va?"
"Mmm, non tanto bene."
Sam consegnò tra le braccia della madre la piccola Winchester. Solo allora il demone la notò.
"Tutto questo casino per una pallina du ciccia rosa. Non potrà usarla prima di 15-20 anni, che fretta avrà mai?" fu più che altro un pensiero detto ad alta voce che una domanda, ma rese curiosi i cacciatori.
"Cosa? Che vuol dire?" disse Sam.
"Il piano prevede il rapimento della bambina da consegnare a Michele, per dare vita all'Apocalisse. Naturalmente una neonata è poco indicata, quindi Raffaele aveva deciso di crescerla a modo suo, addestrandola e rendendola pronta al suo "ruolo". Furbo, no? Così sarebbe cresciuta con i suoi insegnamenti, le sue idee, senza tutta quella scena madre del convincimento a dire si."
"Ma MIchele è nella gabbia..."
"Ancora per poco. Crowley ha fatto un piccolo prestito di anime a Raffaele per andare a prenderlo."
Il gelo crollò nella stanza. Melanie iniziò a sentire gli occhi lucidi, e strinse ancora più forte a se la piccola vittima. Se era vero che Crowley aveva dato il potere di chissà quante anime a Raffaele, non avevano veramente speranze.
Le luci iniziarono a tremare e il vento spalancò le finestre.
"Troppo tardi per i piani ragazzi. Stanno arrivando."
Meg si era alzata dal divano e fissava i cacciatori. All'improvviso a Dean venne in mente una domanda che avrebbe dovuto raggiungere prima la sua bocca.
"Ma mi spieghi per che cavolo ci stai aiutando?"
Meg non proferì parola, spostando solo lo sguardo sull'angelo che cingeva le spalle a Melanie.
"Non mi dire...no, non ci credo."
"Che mi venisse un colpo." Bobby era a dir poco scioccato.
"No, aspetta.- fece Sam- ci stai dicendo che hai fatto tutto questo per...lui?" indicando Castiel che mantenne un'espressione...bhè, inespressiva.
"Meg ne abbiamo gia parlato." disse l'angelo.
"E quando." dissero in coro Dean e Sam.
"L'altra settimana, quando ha provato a sedurmi...credo."
Melanie si allontanò di poco da Castiel per guardarlo meglio in volto.
"Ti prego, dimmi che non sei così stupida da esserti innamorata di un angelo?" le disse Dean a occhi chiusi, come se non vedere quella scena la rendesse uno scherzo, un orribile scherzo.
Meg sfoggiò un sorriso amaro di difesa.
"Nemmeno i demoni possono scegliere chi amare."
Ora Melanie fissava lei. Violacea in volto.
"NO, mi stupisce che i demoni possano amare!" quasi urlò Dean.
"Ho passato troppo tempo sulla Terra! Vicino a umani, angeli..." fissò i suoi occhi in quelli di Castiel.
Il viola era diventato rosso.
"Non è fore capitato lo stesso a lui? Gli angeli non dovrebbero conoscere amore al di fuori di quello fraterno o per Dio. Invece lui si è innamorato di una...ora che ci penso non hai una specie ben definita."
"Fottiti!" le fece con una smorfia Melanie.
"E' questo il linguaggio da usare con tua madre?"
"I figli sono di chi li cresce, non di chi li fa. Sperando portino la fine del Mondo, tra l'altro."
Il vento cessò improvvisamente. 
Dopo un secondo di silenzio, la terra sotto i loro piedi iniziò a tremare. Delle luci bianchissime invasero il cortile e penetrarono la casa come lame giganti tra le finestre. Un fischio assordante risuonò nelle loro teste che li costrinse ad accasciarsi a terra, con le orecchie sanguinanti. Solo Castiel e Melanie rimasero impassibili a fissare la fonte di luce attraverso la finestra. I palmi dell'angelo poggiati sulle piccole orecchie di Elena, le permisero di continuare a dormire come niente fosse.
La luce sparì in un lampo come era comparsa. Tre figure distinte uscirono dalla notte, seguite da tante altre confuse tra le carcasse di auto. Michele, Crowley e Raffaele si fermarono a pochi passi dall'entrata della casa. Aspettavano.
"Bobby - Castiel prese Elena dalle braccia della madre - porta di sopra la bambina, non far entrare nessuno, nemmeno noi finchè non sarà tutto finito. Ho già provveduto ai simboli."
"Ok, allora...io vadio a fare il baby-sitter, voi vedete di non farvi ammazzare. Non tutti almeno." così Bobby corse su per le scale con la piccola stretta a se. Melanie li guardò come se dovesse essere l'ultima immagine di sua figlia. Si voltò di scatto verso Castiel, improvvisamente conscia di non aver risposto a tono alla sua dichiarazione.
"Comunque andrà voglio che tu sappia che ti amo anch'io." si gettò su di lui in un bacio breve e violento, che racchiudeva tutto il loro amore.
 
 
                    *                   *                     *
 
 
Sam, DEan, Meg, Castiel e Melanie a fronteggiare gli angeli e i demoni alleati per l'Apocalisse.
Raffaele si avvicinò staccandosi dal gruppo.
"Com'è cresciuta la mia bambina.- si guardò intorno- Dov'è la ia nipotina?"
"Smettila Raffaele. Non ti consegneremo mai la bambina." tuonò Castiel.
"E chi ce lo impedirà, voi?" prese parola Michele.
"Pensi che abbiamo paura di voi cazzoni? Vi abbiamo già preso a calci in passato."
"Smettila DEan, nessuno ti ha dato la parola. Consegnateci la bambina spontaneamente e vivrete." fece Raffaele.
"Vi conviene dargli retta, gli angeli arrabbiati diventano cattivi." disse Crowley, sarcastico come sempre.
"Non costringermi a farlo fratello."
Nel parlare Michele tirò fuori dall'elegante giacca dell'uomo che aveva posseduto, un pugnale argenteo. Castiel, per tutta risposta, fece scivolare il suo dalla manica destra del trench. Tutti si misero sulla difensiva.
"Ahahahahahah." la risata di scherno uscì dalle labbra di Raffaele.
"Cosa credi di fare te, piccolo angelo insignificante, contro di noi. Credi che due uomini e un'ibrida possano aiutarti? Ah, senza dimenticare la puttana traditrice." puntò gli occhi si Meg.
"Dai Raffaele, non fare l'uomo ferito, secondo me le corna ti starebbero bene."
In un impeto di rabbia l'arcangelo scaraventò il demone contro il portico della casa, frantumando la balaustra.
"Risparmia le energie fratello, lei non è importante." Michele si avvicinò a Raffaele poggiandogli la mano sulla spalla.
"Mi dispiace che non vogliate collaborare. MI costringete ad uccidervi."
"Si, come no. Dopo che avremo fatto una bella riunione di famiglia, però."
Gabriele e Balthazar erano apparsi di fianco a Castiel e Melanie.
"Quello è un lecca-lecca?" Dean era stupefatto.
"Sci, pecchè?" Gabriele riusciva a mangiare schifezze anche nei momenti meno opportuni. Tipo la fine del mondo.
"Mi deludete fratelli, non volete compiere la parola di Dio mettendovi contro di me."
"Il libero arbitrio esiste anche per gli angeli, Michele. Papà ci ha dato la facoltà di scegliere." parlò Balthazar.
"Il libero arbitrio è una debolezza dell'uomo. Noi conosciamo la verità, e non dobbiamo mettere in dubbio il verbo del signore nostro padre."
"E' inutile Balyh, è troppo stupido per capire." disse Gabriele facendo ricadere sonoramente le braccia sulle cosce.
"Mi dispiace interrompere voi fratellini, ma siamo quì per un altro motivo, o sbaglio?" si intromise Crowley. 
"Giusto." Raffaele fece comparire la spada d'arcangelo fra le sue mani. All'orizzonte nubi nere si stagliavano contro la luce candida della luna quasi piena. Probabilmente non lontano stava piovendo. I tuoni in lontananza rimbombavano e i lampi accendevano l'oscurità, proiettando l'ombra delle grazie angeliche contro il suolo e la casa.
Ali nere e immense scurivano i volti dei combattenti.
La tensione esplose in un momento.
Fratelli uno contro l'altro a brandire fendenti con l'intento di uccidere.
Sam, Dean, Melanie e Meg combattevano contro i demoni che emergevano tra le macchine. A Melanie bastava un tocco per esorcizzarli, mentre gli altri si dividevano il coltello di Ruby, tagliando teste e gettando acqua santa.
Gabriele contro Michele, Balthazar contro Crowley e Castiel contro Raffaele. La battaglia andò avanti per minuti che sembrarono ore. Fino a che Melanie, voltandosi, vide Raffaele sul corpo ferito e a terra di Castiel. Stava per pugnalarlo al petto.
Agì d'istinto, senza pensare. 
Gridando al cielo un NO disperato, si mise tra Castiel e Raffaele, prendendo con la mano sinistra la lama del pugnale. Una luce abbagliante colò dalla ferita come sangue candido.
Raffaele sbarrò gli occhi spiazzato.
Stringendo più forte la lama, Melanie puntò gli occhi in quelli dell'arcangelo e mise il palmo della mano libera sulla fronte di quest'ultimo. L'aria diventò eletrerica e sembrò come concentrarsi tra i loro due corpi. Poi un silenzio innaturale calò su tutto per un solo secondo, prima che un'esplosione di luce accecasse tutti, lanciando il corpo di Raffaele lontano. Melanie cadde di fianco a Castiel che aveva guardato la scena immobile.
"Melanie? Melanie!" la scosse.
"Che diavolo è successo?" gridò Crowley.
Tuttti i demoni uscirono dai corpi occupati, formando un'unica nube nera che volò via lontano.
Michele guardò incredulo il corpo di Raffaele.
"Non è possibile.- si voltò verso Melanie che aveva riaperto gli occhi e tentava di rialzarsi - Tu non...non puoi aver... "

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Capitolo 18
*** Exorcizamus te ***


Finalmente riesco a pubblicare! Vi annuncio con un po a malincuore che questo è l'ultimo capitolo della mia storia. Credo sia arrivata ad una fine naturale e sono contenta così. Non pensavo che anche solo una persona potesse interessarsi così tanto. Rongrazio tutti gli affezionati che commentano e chi ha letto in silenzio. Grazie a tutti!!!!
P.s. l'ultima parte del capitolo è un piccolo regalo pr chi ama le happy ending targate Melstiel.


CAP 18
 
EXORCIZAMUS TE
 
Michele era visibilmente sconvolto. Guardava allibito il corpo del fratello.
"NO...come...come hai fatto?"
Castiel e Melanie si erano rialzati barcollando con lo sguardo smarrito sul corpo di Raffaele.
"Non so nemmeno che cosa ho fatto di preciso. Ho solo cercato di difendermi."
Il tono acido di Melanie nascondeva una forte paura per l'ira che sicuramente aveva scatenato in Michele.
"Non può essere, non puoi averlo fatto!"
"Fate capire qualcosa anche a noi!?" urlò Dean.
"Melanie ha...- iniziò Balthazar con un filo di voce- esorcizzato Raffaele. L'ha rispedito in Paradiso."
"Cosa!?" SAm e Dean all'unisono.
"Wow piccola sei proprio forte!" Gabriele sembrava divertito, ma Melanie sapeva di essersi cacciata in un bel guaio, anche se era servito per salvare il suo amore. Qualsiasi sarebbe stata la conseguenza l'avrebbe rifatto mille volte, per il suo angelo.
Castiel le accarezzava i capelli, come se avesse letto nei suoi occhi il terrore che la invase.
"A quanto pare la bastardina sa fare dei giochetti che gli angeli non conoscono." disse Crowley a Michele.
"Stai attento a come parli, lo so fare anche con i demoni." gli rispose Melanie celando la paura. Dopo un arcangelo un demone sarebbe stata una passeggiate.
"Bene, ho capito l'antifona. Addio ragazzi." e sparì all'istante. Meg lo seguì. Ah Melanie parve strano, ma al momento quello era l'ultimo dei suoi problemi.
"Non puoi avere questi poteri, sei solo una sporca mezzo-sangue*!" la voce di Michele cresceva man mano che si avvicinava a Castiel e Melanie.
"Michele ti do la possibilità di andaretene con le tue ali, prima che te le spezzi." Melanie prese coraggio e annullò la distana fra di loro. Erano faccia a faccia a scrutarsi negli occhi. Quelli di Michele si riempirono di odio profondo.
"Non puoi nulla contro di me! Io sono il generale delle schiere celesti!" nell'urlare l'ultima frase alzò il pugnale argenteo per colpirla al cuore. Melanie con un solo gesto della mano lo bloccò. Una luce candida, ancor più forte di quella di prima, illuminò per un attimo la notte. Quando tornò il buio il corpo di Michele era accasciato a terra privo di sensi. Melanie aveva il fiatone e poggiava le mani sulle ginocchia.
"Melanie! Amore mio stai bene?"
"Si...ora...sto bene."
"Ma porca..." Balthazar fissava l'arcangelo, o meglio, il corpo che lo ospitava fino a poco prima.
"Non so se essere spaventato o contento. Castiel ti sei scelto una bella ragazza mutante come compagna, hai occhio lungo."
L'angelo non lo stava nemmeno a sentire. Stringeva tra le braccia Melanie ancora pallida e tremante.
"Castiel possiamo andare a prendere Elena? Voglio abbracciarla."
Lui schioccò le dita e fece apparire Bobby con in braccio la piccola.
"Ehi! Potete almeno avvertire quando f...ma...quelli..."
"Michele e Raffaele. Cioè i tramiti. Melanie sa fare dei bei trucchetti con le ali."
Dean sorrideva a Melanie che si era riappropriata di sua figlia. Elena le sorrideva tirandole i capelli, mentre veniva cullata dolcemente.
"Melanie, mi spieghi come hai fatto a esorcizzare i due arcangeli più cazzuti del Paradiso? Dopo me naturalmente." disse Gabriele con un sorriso malizioso.
"Sinceramente? Non ne ho idea. Quando ho visto Castiel in pericolo, ho agito senza pensare. La rabbia e la paura che stavo provando stringendo il pugnale di Raffaele si sono come...trasformatio in quell'energia. Poi ho solo pensato che lo volevo lontano da quì. Ed è...successo! Con Michele mi sono semplicemente concentrata di più."
Tutti la guardavano, increduli dalla semplicità con cui descriveva tutta quella faccenda.
"Melanie.- le si avvicinò Gabriele posandole le mani sulle spalle - Hai appena rispedito due arcangeli al creato, letteralmente! Non ti sembra una spiegazione un po vaga?"
"Che vuoi sentirti dire? Che sapevo perfettamente quello che facevo? Che vi ho tenuto nascosto di saper fare certe cose? Non è così! Ho solo agito d'istinto. Fin'ora sapevo fare solo qualche trucchetto."
"La situazione ha sciolto il tuo blocco, dato dal rifiuto di essere una creatura ibrida, e ti ha permesso di usare a pieno i tuoi poteri." semplificò Castiel.
'Perchè diavolo mi guardano come se fossi un'aliena? Ho salvato il culo a tutti e guarda il ringraziamento: un silenzio imbarazzante.'
I gridolini di Elena risvegliarono tutti dai loro pensieri.
"Tesoro vieni dal papà.- Dean prese in braccio Elena- Nessuno pensa a te, piccola. Credo abbia fame." e si diresse verso la casa.
"Ehi, che fai vuoi allattarla tu? Guarda che quì la mucca ambulante sono io!" disse correndogli dietro.
"Melanie anch'io ho fame!" le gridò Gabriele entrando in casa con Balthazar e Bobby.
"Ah-ah-ah, farò finta di non aver capito."
"Castiel che facciamo con loro?" chiese Sam indicando i corpi a terra.
"Fortunatamente sono ancora vivi. Li riporterò alle loro case. Di a Melanie che torno subito."
Sam annuì e si diresse in casa. Melanie era in salotto ad allattare Elena, con Dean che le sistemava i cuscini.
"La smetti! vuoi distruggermi la cucina?"
"Ma io ho fame!"
Bobby litigava con Gabriele che cercava inutilmente cibo.
"Bene, facciamo un salto al 'Petit Ami' a Parigi, fanno delle escargot eccezionali." propose Balthazar.
"Lumache!? Ma sei matto? ho detto che ho fame, non che voglio vomitare!"
"Ma che ne capisci tu di alta cucina!"
"Ah, ora delle lumache in brodo me le chiami 'alta cucina'?"
Il battibecco andò avanti per parecchio., tra i brontolii di Bobby e i sorrisi di Sam, che guardava tutti con gli occhi quasi lucidi. Avevano appena sventato l'Apocalisse per la seconda volta, e se ne stavano lì a parlare di cucina francese e a giocare con un neonato come una normale famiglia. BHè, normale è un concetto relativo.
 
 
 
                              *               *               *
 
 
Castiel atterrò davanti la porta di Bobby. Vedeva Melanie dalla finestra. Sorridente e felice nel vedere la sua bambina ridere tra le braccia del padre. Dean la lanciava in aria e la riprendeva con un espressione sul viso estasiata.
No, non era più geloso. Aveva capito la situazione, e aveva accettato il suo ruolo di zio-angelo custode. Avrebbe lasciato crescere tranquillamente la loro figlia a Dean e Melanie. Era giusto così. Forse un giorno lui e Melanie ne avrebbero avuto uno loro...'Oddio, a che penso!'
Fece per entrare in casa ma Meg apparve sulle scale.
"Ciao Castiel." gli disse avvicinandosi. Il suo sguardo era inquieto e imbarazzato.
"Sei fuggita."
"Si, sono fuggita."
"Perchè? Temevi che Melanie esorcizzasse anche te?"
"No.- disse in una risata - Ma avrebbe potuto. Soprattutto dopo aver ammesso di amarti."
"Meg, non so perchè tu ti sia innamorata di me, o se credi solo di esserlo. Io non ti ho mai dato nessun incoraggiamento in questo senso."
"Si è vero, lo so. Non saprei. Forse è quel tuo sguardo da cucciolo spaurito, le tue morbide ali. O il fatto che ti sia ribellato per seguire le tue idee, i tuoi amici." aggiunse l'ultima frase con voce seria.
Ora anche lo sguardo di Castiel era imbarazzato, e non riusciva a reggere il suo. I piedi in quel momento erano un ottimo punto dove focalizzarsi. 
"Io credo di dovermi sentire lusingato dalle tue parole, e ti ringrazio. Ma l'unica donna che potrò mai amare è la dentro che mi aspetta. Melanie è la mia vita adesso, la amo più di me stesso. E voglio passare l'eternità con lei."
"Ti capisco è una bellissima ragazaza e un'ottima madre, a quanto sembra."
"Si, lo è."
"Allora questo è un addio. poggiò la sua mano sul fianco dell'angelo all'interno del trench."
"Si, Meg. E' meglio che tu vada."
"Non mi dai nemmeno un bacio d'addio?" si avvicinò di colpo alle sue labbra sfiorandole.
"No, Meg." le disse rigido nella voce e nella postura. Il demone si ritirò sospirando.
"Ok Castiel, me ne vado. Sii felice, io cercherò di esserlo senza di te." disse tristemente.
Melanie in quel momento aprì la porta.
"Castiel?"
Meg si girò a guardarla, sorridente.
"Mi raccomando Melanie, non fartelo scappare. E' un angelo."
"Si, l'avevo notato." con tono poco amichevole.
"Ciao Melanie.- poi girandosi - Ciao Castiel." gli accarezzò il viso con il palmo della mano.
"Cosa voleva?"
"Un bacio d'addio."
"Cosa!?"
"Melanie calmati, non gliel'ho dato." la raggiunse cingendole la vita con entrambe le braccia.
"Amo solo te."
Melanie sorrise mentre Castiel poggiava le labbra sul suo collo, per poi raggiungere le labbra.
La strinse a se con una mano dietro la nuca. Il bacio divenne profondo, caldo, sensuale...
"Ehi, ehi, ehi, avete intenzione di dare un fratellino ad Elena sul portico? Dai entrate stasera cucina Sam." gli disse Dean sulla porta, storpiando il tono di voce nell'ultima parte.
"Guarda che sono moooolto più bravo di te ai fornelli."
"Certo come no, a cucinare verdure bollite è capace chiunque."
Melanie e Castiel entrarono in casa, dalla loro stramba famiglia, sorridendo felici. Chiudendo la porta in faccia al passato, al dolore, all'Apocalisse, gli angeli, i demoni, e qualsiasi altra cosa li avesse fatti soffrire fino ad allora.
Ora andava tutto bene.
 
 
                           *                   *                   *
 
 
"Si può sapere dove mi stai portando?" Melanie posò il trolley sul pianerottolo.
"Ti fidi di me?"
"Certo che mi fido."
"Allora non chiedere.- si intromise Dean - Stasera Elena sta con me. Dopo lo sventato disastro di ieri abbiamo tutti bisogno di svago." e fece l'occhiolino a Castiel, che si irrigidì subito, ripensando alle lezioni di 'anatomia' della mattina. Deglutì a vuoto e prese la valigia.
"Allora andiamo."
"Ok, facciamo finta che questo non l'ho visto. Ciao tesoro della mamma." schioccò un sonoro bacio ad Elena che le sorrise a tutte gengive, prima di prendere per mano Castiel.
"Ci vediamo domani ragazzi."
"Divertiti, tigre!" il sorriso malizioso di Dean fu l'ultima cosa che vide Castiel, prima di atterrare in una lussuosa camera d'albergo.
"Ma dove ci troviamo?"
"Al Plaza Resort dei Caraibi."
"Mi ha portata ai Caraibi!?" gli chiese a bocca aperta.
"Certo tesoro, tu meriti il meglio."
Ora che guardava meglio infatti, c'erano piante ad ogni angolo della camera, la testiera del letto era di palma e...
"Oh mio DIo!"
Alla destra del letto c'era un'enorme porta-finestra aperta sul terrazzino. le tende bianche sventolavano al leggero vento, rivelando una splendida vista. L'acqua scura era immobile al chiarore della luna. Le luci del Resort erano tenui come quelle delle candele, e irradiavano leggeri fili di luce verso l'acqua.
"Amore, ma è bellissimo!"
"Ho pensato fosse un ottimo modo per festeggiare...tutto."
Melanie alzò un sopracciglio.
"Si ok, sotto suggerimento di Sam."
"Ah, ecco."
Melanie lo abbracciò scoccandogli un bacio sulle labbra.
"Che intendevi con tutto?"
"La mancata fine del mondo, il nostro amore e i tuoi diciotto anni."
"Oh, è vero! Presi da tutto quel casino non me ne ero nemmeno ricordata. Sono maggiorenne!" e scoccò un nuovo bacio al suo angelo.
"Bene, ora devi prepararti."
"Cioè?"
"Vestiti elegante andiamo a cena."
"Ecco perchè Sam ha insistito per farmi portare l'abito nero. Quello corto. E scollato."
La malizia negli cchi di Melanie rese nervoso Castiel. La guardava...preoccupato.
'Ora inizia a fare battute a doppio senso come Dean. Devo portarla via da quella casa.'
 
 
Castiel e Melanie stavano passeggiando mano nella mano sulla spiaggia. Dopo lunghe chiacchiere e risate, la ragazza si accorse che l'angelo si era irrigidito.
"Amore, ti suda la mano, che succede?" chiese preoccupata.
"Siamo vicino al nostro bungalow."
"Si, lo vedo."
"IO...non voglio costringerti a fare nulla."
"Cosa?"
"Si, insomma...non devi se non vuoi. Possiamo solo dormire."
"Aspetta, aspetta, aspetta. Stai parlando si sesso?"
"No! Sto parlando di amore."
'Ok, se non mi porta subito in camera lo prendo quì, sulla spiaggia.'
"Castiel, io ti amo, e voglio stare con te, in tutti i sensi."
Si scambiarono un bacio appassionato, e quasi non si staccarono nel raggiungere la loro camera.
"Ok.- si allontanò Melanie col fiatone- ho bisogno di due minuti in bagno."
"Crto amore."
Melanie chiuse la porta del bagno appoggiandovisi, quasi incredula di quello che stava per succedere. Aprì di fretta il beauty-case. Non era una che impiegava ore in bagno a sistemarsi, ma voleva almeno togliersi il trucco che Castiel le aveva sbaffato. O la prima volta dell'angelo sarebbe stata con un clown.
'E questo che diavolo è?'
Trovò un bigliettino con un pacchetto nel beauty.
Lo aprì e lesse:
 
                 Per la vostra prima volta insieme.
                 Se a Castiel non viene prima un
                 infarto vedendoti.
 
                                   Gabriele :)
 
                 p.s. Dean approva. 
 
 
 
 
Aprì in fretta il pacchetto.
'Sono due pervertiti.'
Tirò fuori un baby-doll in pizzo nero e rosa con tanto di giarrettiera, calze e perizoma coordinati.
'Mmmm, però, devo dire che è carino.'
Se lo poggiò addosso guardandosi allo specchio.
'Oh, al diavolo.' e iniziò a spogliarsi. Dopo mezz'ora di lotte con lacci e fiocchetti, riuscì a metterlo nel verso giusto.
Un profondo respiro e uscì dal bagno. Castiel era semi sdraiato sul letto, con la camicia a maniche arrotolate. Questo bastò al cuore di Melanie per avere un sobbalzo. Ma quando lui vide lei, il suo cuore si fermò del tutto. Gli occhi sgranati, la bocca semi aperta.
"Castiel ti prego di qualcosa o corro a nascondermi dalla vergogna."
"Vergogna di cosa? Sei stupenda. Sei, sei... non ci sono parole sulla terra per descriverti. Forse in enochiano."
Melanie rise di gusto avvicinandosi mentre Castiel si sedeva sula letto. Lei gli era di fronte, mentre lui le posava le mani sui fianchi. Melanie schioccò le dita e la radio iniziò a diffondere una dolce musica nella stanza.
 
"Baby, tonight's the night I let you know
baby, tonight's the night we lose control
baby tonight you need that
tonight believe that
tonight I'll be the best you ever had."**
 
"Ti amo Melanie."
"Ti amo anch'io."
Melanie si sedette su di lui baciandolo delicatamente. Poi lo spinse < sdraiarsi con un sorriso.
"Amore rilassati e lasciati andare."
"OK, sei tu l'esperta."
"Oh certo, farlo una volta con Dean per evitare l'apocalisse vuol dire essere esperta."
"Melanie, potresti evitare di ricordarmelo?"
"Scusa."
Gli si sdraiò sopra e il bacio si approfondì, mentre lui le accarezzava la pelle sotto il pizzo. Melanie si tirò su col busto e iniziò a togliersi l'intimo. Poi cominciò a spogliare lui.
"Ehi! così mi togli tutto il divertimento!"
"Scusami amore, mi è sfuggito." grazie ai suoi poteri Castiel aveva fatto sparire i suoi vestiti. Fece adagiare delicatamente Melanie a fianco a se, baciandole il collo, il seno, l'ombellico. Le sfilò piano le mutandine. Si mise tra le sue gambe baciamdola.
"Se ti faccio male fermami."
Melanie annuì. Entrò piano in lei causando a entrambi brividi d'amore.
Nudi sotto il lenzuolo si amarono fino all'alba. Finchè stanchi non si addormentarono l'uno tra le braccia dell'altro.
 
 
 
 
*Esplicito riferimento ad Harry Potter, non ho resistito.
** Tonight-John legend

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