Le Cinque Porte

di Fiore del deserto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'inizio del gioco ***
Capitolo 3: *** Porta della Tentazione ***
Capitolo 4: *** Porta dell'Enigma ***
Capitolo 5: *** Porta della Sfiducia ***
Capitolo 6: *** Porta della Paura ***
Capitolo 7: *** Porta del Coraggio ***
Capitolo 8: *** "E' solo un sogno" ***
Capitolo 9: *** Regina Sarah ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questa storia è dedicata a Piso93 che non ha fatto altro che avere la cortezza, la pazienza e la generosità di seguire passo per passo le mie storie (povera sciagurata, probabilmente la faranno SANTA XD)! Spero che questa storia piaccia a tutti voi! Un bacio alla piccola Piso93 e un saluto a tutti!
 
 
Indossava una lunga camicia di seta scura che faceva risaltare il suo incarnato chiaro e il punto luce a falcetto; dei pantaloni aderenti grigi e degli stivali marroni che gli arrivavano sotto al ginocchio. Jareth osservava fuori dalla finestra della sua sala . Era solo. I rami scheletrici neri degli alberi facevano contrasto con il rosso e l’oro del tramonto
- Che cosa ci fai tu qui? – chiedeva Jareth continuando ad osservare il sole, senza voltarsi
- Jareth... – rispondeva una voce femminile – E’ questo il modo di trattare una parente che non vedi da un secolo? –
- Riconoscerei questa voce tra mille, Kassandra! – il fae si girò lentamente; dal suo sguardo glaciale, Kassandra capì che la sua presenza non era gradita. Per non parlare de tono della voce del cugino
- Dopo tutto questo tempo – sorrise malamente la fanciulla – sai dirmi solo questo, caro cugino? –
 Kassandra  aveva i capelli biondi come Jareth, ma un po’ più chiari, tendenti al platino, lisci e lunghi fino alla fine delle cosce, occhi verde smeraldo, pelle chiara, corporatura snella. Anche se era carina, il suo sguardo incuteva terrore. Era la regina del regno di Thor, poco distante dal regno di Jareth
- Mio caro cugino – Kassandra si accomodò sul trono di Jareth senza chiedere il permesso – mi è giunta voce che qualche tempo fa sei giunto nell’Aboverground... –
- Ero stato evocato! – si giustificò Jareth
- Per carità... – continuò Kassandra – Ho sentito anche dire che hai proposto un giochetto ad una mortale... Com’è che si chiama? Ah, sì... Sarah! –
Nell’udire quel nome, Jareth sbarrò gli occhi
- Ti ha raccontato tutto questo? –
- Calma, Jareth! – sorrise malignamente Kassandra – Dimentichi che a me non sfugge nulla di te, caro il mio cuginetto? – si alzò dal trono e si avvicinò al fae – Jareth, Jareth, Jareth... Ho saputo anche che la giovane mortale ti ha addirittura sconfitto, gettando fango al tuo nome, al tuo regno... –
- Dove vuoi arrivare, Kassandra? – Jareth digrignò i denti
- Jareth... – Kassandra gli lanciò un’occhiata maligna – E’ da tanto tempo che non giochiamo insieme! –
- Cosa... – Jareth venne bloccato da un dito della fae poggiato sulle proprie labbra
- La cosa più importante, Jareth è che hai importunato una mortale per un tuo piacimento! – il tono di Kassandra si fece cupo – Hai dimenticato le regole dei sidhe verso l’Aboverground? A causa dei tuoi capricci, Jareth, da questo momento, nessuno dei tuoi sudditi ti riconoscerà e dovrai affrontare la sfida che ti lancerò in compagnia della mortale uscendone vittoriosi, altrimenti...  –
Intorno a loro, tutto stava cambiando! Il castello! Il regno!
Non c’erano dubbi!
Kassandra aveva lanciato un incantesimo sul regno di Jareth!
- No... – quasi gridò Jareth – Kassandra, non puoi... –
Lei sparì... Jareth ne udì solo la voce
- Avrete tredici ore di tempo per vincere la sfida, mio caro Jareth! Che il gioco abbia inizio! -

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Capitolo 2
*** L'inizio del gioco ***



ABOVERGROUND
 
 
Nonostante fossero passati tre anni,  Sarah non aveva smesso di pensarlo.
Aveva rapito il suo fratellino, aveva costretto il suo caro amico Hoggle a tradirla, l’aveva messa duramente alla prova per tredici ore con rischi indicibili e traversie innumerevoli; ma le sue ultime parole l’avevano segnata. Sarah le ricordata bene:
Guarda cosa ti sto offrendo : i tuoi sogni!
Tutto ciò che ti chiedo è così poco!
Lascia solo che io ti domini e potrai avere tutto quello che desideri...
Non hai che da temermi, amarmi fare ciò che io ti dico...
E io diventerò il tuo schiavo!”
Tre anni prima, Sarah l’aveva preso per una minaccia: lasciarsi dominare, vendere la sua anima per i suoi sogni adolescenziali? No, assolutamente no!
Ma ora, in età matura, capì che quella non era affatto una minaccia, ma una sorta di dichiarazione...
Quante volte si pentì per non averlo seguito!
Ora si trovava in una triste realtà!
Anche quella sera, come al solito, si trovava sola in casa; era evidente che Karen e suo padre fossero usciti. Ed anche stavolta le toccava fare da baby-sitter al piccolo Toby di tre anni. Purtroppo, non aveva amici. Del resto, chi mai osava avere per amica una ragazza che ancora credeva nelle favole? Forse, Sarah si trovava meglio così. Indossava una maglietta grigia che facevano risaltare le sue curve sensuali, un jeans blu cobalto stretto alla vita da una cintura marrone e delle scarpe da tennis.
Udì il suo cane Merlin abbaiare, ma non ci fece caso.
Qualcuno bussò alla porta. Ecco svelato il motivo per cui Merlin abbaiava.
Si sorprese per questo: erano le nove di sera, chi mai poteva essere a quell’orario?
Scese le scale della sua camera e andò ad aprire.
Non vi era nessuno
<< Forse >> pensava Sarah << sono un po’ stanca...! >>
 Prima che potesse chiudere la porta, Sarah udì una voce familiare
- Sono qui, mia preziosa! –
Sarah sobbalzò! No! Non era possibile!
Uscì e vide che fuori, dietro l’angolo della porta, c’era proprio lui! Il re di Goblin!
- Cielo, quanto sei cresciuta, mia dolce Sarah...! –sorrise beffardo il re.
Pioveva, ma il fae non sembrava interessato a questo
- Tu! – balbettò Sarah – Tu che ci fai qui? –
- Non mi fai entrare, mia preziosa? – esclamò Jareth senza abbandonare il suo sorriso.
Effettivamente, non poteva lasciarlo fuori sotto la pioggia, e poi...
C’era qualcosa di diverso in lui...
La prima volta che lo vide, gli parve minaccioso e molto sicuro di sé. Adesso, invece, pareva una persona comune. Sarah sospirò
- Entra... –
- Molte grazie, mia dolce Sarah! – continuò a sorridere Jareth.
Lo fece accomodare in cucina. Jareth udì un pianto familiare: Toby
- Scusa, Jareth. Vado un attimo da Toby... Torno subito. Tu mettiti pure comodo...!-
Sarah salì le scale che portavano alla stanzetta di Toby. Si sorprese quando vide che Jareth era già lì dentro! Del resto, c’era da aspettarselo...! Lo vide che lo stava fissando dalla sua culla. Toby non piangeva più; era come se lo avesse riconosciuto, sembrava più calmo. Istintivamente, Sarah si precipitò verso la culla
- Sta’ lontano da lui! – gridò.
Jareth rise, probabilmente si aspettava una reazione del genere da Sarah
- Che insolenza davanti al re! Non temere, non voglio lui, Sarah! – disse il fae. Sospirò – Il motivo per cui io sono qui, è un altro! –
Sarah rimboccò le coperte del fratellino e si rivolse al sidhe
- Perché sei qui? –
- Ho bisogno del tuo aiuto, Sarah... – poggiò la schiena ad una parete e, preso un bel respiro, cominciò a raccontare – Inutile che ti chieda se ti ricordi dei rischi indicibili che hai subito nel mio Labirinto per tredici ore, tre anni fa... Bene... Poiché  sono stato ritenuto colpevole di aver dato fastidio a te, una mortale, per un mio secondo fine, Kassandra, mia cugina, regina del regno di Thor, mi ha inflitto una punizione: dovrò superare il Labirinto entro tredici ore, come hai fatto tu, e dovrò farlo insieme a te! I miei sudditi non mi conoscono perché sono in balia dell’incantesimo di Kassandra e... –
- Davvero una brutta faccenda... – lo interruppe Sarah – Ma perché devo superarlo anch’io? –
- Ci sto arrivando – continuò Jareth -  Kassandra vuole che io impari la via dell’umiltà e per farlo dovrò accettare il fatto che tu venga con me... Ho dovuto cominciare venendo qui da te a cercarti...! –
-  E’ già un buon inizio... – Sarah si passò una mano tra i capelli – Ma perché dovrei aiutarti dopo quello che mi hai fatto? –
- Sapevo avresti detto questo! – non c’era delusione nel tono di Jareth, chiaro che avesse in mente qualcosa – Però dovrai venire con me per forza, anzi, sarai tu stessa a voler venire, mia preziosa! –
- Perché? –
- Nel mio castello, ora in possesso di Kassandra, sono tenuti in ostaggio i tuoi amici: il gigante peloso, lo Yorkshire dalla parlantina galante in groppa al suo bobtail e Frivolo! –
Bastarono le parole “amici” per far cambiare idea a Sarah
- Cosa? Ludo, Sir Didymus, Ambrosian e Hoggle sono tenuti come ostaggi? E’ stato fatto loro del male? –
- A questo non so risponderti, mia dolce Sarah! – sbuffò il re – Allora? Vuoi aiutarmi? Se non vuoi farlo per me, almeno fallo per i tuoi amici...! –
Sarah guardò il fratellino che si era deciso a dormire, sbuffò
- D’accordo... Andiamo...! Tredici ore? –
- A dire il vero... – Jareth si grattò la testa – E’ già passata un’ora da quando sono qui... Ce ne restano dodici... –
- Che stiamo aspettando? – Sarah lo bloccò all’istante – Non c’è un minuto da perdere! –
- Bene...! – disse Jareth. Bastò che Sarah si voltasse per ritrovarsi nella città di Goblin.
La sfida era iniziata!
 
UNDERGROUND
 
Sarah notò che il paesaggio era totalmente diverso da come lo aveva visto l’ultima volta. Si girò verso Jareth, come per chiedere spiegazioni, ma notò che anche lui era sorpreso
- E’ un incantesimo di Kassandra...! – spiegò – Mi sa tanto che vuole il gioco duro! –
Sarah sospirò. I due cominciarono ad avanzare.
Fu una brutta sorpresa per entrambi quando videro l’ingresso del Labirinto. Davanti a loro c’erano cinque porte grigie, dove sopra di essa, partendo da sinistra, c’erano scritti le seguenti parole: Porta della Tentazione, Porta dell’Enigma, Porta della Sfiducia, Porta della Paura e Porta del Coraggio
- Ma cosa? – quasi gridò Sarah – Che significa tutto questo? –
- Maledetta! – Jareth strinse i pugni – Altro che gioco duro, Kassandra vuole il gioco pesante! –
I due notarono una strana vecchia di bassa statura che se ne stava seduta, la testa bassa, vicino alle porte. Dormiva. Era vestita di stracci e i lunghi capelli arruffati e bianchi erano legate in due lunghe trecce. Sarah le si avvicinò, la scosse delicatamente
- Scusami... –
La vecchia si svegliò di colpo
- Oh, dei visitatori! – esclamò – Scusatemi se mi avete trovato così, ma una vecchia come me ha bisogno di riposo... Posso fare qualcosa per voi, cari? –
Jareth e Sarah si guardarono negli occhi. Jareth non la conosceva
- Non ti ho mai vista qui nel Labirinto, sei forse suddita di Kassandra? –
- Labirinto? Di quale labirinto parli, giovanotto? – si stupì la vecchia - Qui non c’è mai stato un labirinto. Io sono la guardiana delle Cinque Porte. Mi chiamo Gudule, servile alla regina Kassandra! –
Jareth si innervosì di più, ma cercò di restare calmo
- Senti, Gudule – intervenne Sarah – hai detto che non c’è mai stato un Labirinto, giusto? Dunque, per arrivare al castello della regina Kassandra dobbiamo entrare in uno di queste porte? –
- Non esattamente, mia cara – disse Gudule – Queste sono le cinque porte che vi condurranno al castello, ma per entrarvi, dovrete entrare in tutte e cinque le porte e dovrete uscirne vittoriosi. Solo uno sbaglio e non vi sarà concesso entrare al castello! –
- Tutte e cinque? - si sbalordì Sarah – Nemmeno un errore? Ma non è giusto! –
- Baule – disse Jareth – dicci a cosa portano queste  stanze!–
- Innanzitutto – si stizzì la vecchia – mi chiamo Gudule! E poi, non ho intenzione di parlare ai maleducati! –
- Ma che... – Jareth venne subito bloccato da Sarah, la quale cercò di trovare una soluzione
- Gudule, per favore, perdona il nervosismo di Jareth, ma dobbiamo arrivare al castello della regina Kassandra e abbiamo poco tempo. Sii clemente, per favore, potresti dirci a cosa conducono queste porte? –
Gudule ci pensò su e tirò un sospiro
- Va bene, fanciulla! – si rivolse a Jareth – Ringrazia la tua amica, giovanotto! E prendi esempio da lei! –
Jareth restò sbalordito, ma decise di non fiatare
- Allora, ragazzi – continuò Gudule – In ognuna di queste porte, vi saranno dei test che dovrete superare, ognuno comandato da un guardiano per stanza. Purtroppo non posso dirvi che tipo di test vi saranno richiesti, dato che non ci sono mai entrata. Non appena terminerete tutte e cinque le porte, vi troverete dritti al castello! –
Jareth e Sarah sospirarono. Lei lo guardò negli occhi
- Da quale porta iniziamo? –
- Beh... – disse Jareth – Visto che non abbiamo di che di scegliere, ci andremo per ordine: cominciamo dalla Porta della Tentazione! –
- Va bene! – esclamò Sarah
- Buona fortuna, figlioli! – disse Gudule mentre guardava i giovani avvicinarsi alla prima porta, per poi sparire in un’immensa luce rosata.

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Capitolo 3
*** Porta della Tentazione ***



Ed eccomi ancora qui.
Come vi sentite? Annoiati? Immagino le vostre facce ._. ! Ma comunque... Che ne pensate di questa situazione? Il Labirinto non esiste più e Jareth, come al solito, ha dovuto coinvolgere Sarah (niente da fare, per la rottura di scatole si è fatta fare l’abbonamento, povera fanciulla)! Comunque...
Questo capitolo vi sono delle cosucce che ho aggiunto. Stavolta, per descrivere le scene viste da una sfera di cristallo, al posto delle virgolette e del corsivo, vi sono altri simboli (questo perché è Kassandra che spia Jareth e Sarah in maniera  personale che non sto a spiegarvi qui, sennò potrei farvi spoiler X3!)
Come sempre, vi auguro una buona lettura e regalo un bacetto a Piso93! Ciao a tutti!
 
 
 
 
 
La sfida era appena iniziata.
Sarah tirò un sospiro, chiaramente delusa dal fatto che non avrebbe potuto superare il Labirinto come lei ricordava. I due notarono che davanti all’entrata vi era un guardiano. Era sicuramente uno gnomo. Indossava un armatura semplice, un mantello, aveva gli occhi azzurri e due baffoni grigi risaltavano sulla sua pelle rossastra
-Salve, a voi! - disse la creatura – Io sono Tyrone, il guardiano della Porta della Tentazione! Sua Altezza Kassandra mi aveva avvisato che avrei avuto visite! Con chi ho il piacere di parlare? –
Jareth si fece avanti
- Lei è Sarah, io sono Jareth e... –
- Oh, sì! Jareth... – lo interruppe il guardiano – Sua Maestà Kassandra mi aveva anche detto che tra i visitatori c’era uno che si chiama Jareth ed è un fae! –
- Esattamente! –
- Bene! – disse il guardiano – E’ giusto che voi sappiate che in questa sala, come tutte le altre del resto, vi sono delle regole da seguire! – si rivolse al sidhe – Jareth, per far sì che riuscirete a superare questa prova, in questa stanza non potrai usare i tuoi poteri a piacimento: dovrai usarli una solo volta, e dovrai farlo con saggezza! –
I due si stupirono
- Solo una volta? – si stupì Sarah
 - Sì, madamigella! – annuì il guardiano – Solo una volta, non una di più! –
- D’accordo! – esclamò Jareth – Quali altre regole ci sono? –
- Nessun’altra, oh giovane! Dovrete solo cercare di superare la stanza nel tempo che ritenete opportuno ed usare solo una volta la magia! –
- Cosa dovremmo fare con esattezza, Tyrone? – chiese gentilmente Sarah. Tyrone indicò loro una via e si formò una sala che Jareth riconobbe
- Ma è uguale ad una delle mie sale ! – esclmò Jareth
- La sala di Escher...! – si stupì Sarah
- Dovrete solo raggiungere l’uscita, ragazzuoli! – spiegò Tyrone – Attenti alle scale, possono fare qualche scherzetto! –
- Non vedo dove siano le tentazioni! – disse Sarah dubbiosa
- Sarà un gioco da ragazzi! – disse Jareth – Conosco i trucchi di questo tipo di stanza come il palmo della mia mano! Kassandra ha di certo poca fantasia! Non dovrò nemmeno usare la magia per questo! –
- Non partire col piede superbo, giovincello! – lo avvertì Tyrone – Ti avverto, usa la magia con prudenza! –
I due si misero in cammino.
Purtroppo, Jareth si sbagliava:

 
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- La tua superbia no ha limiti, caro cuginetto! – diceva Kassandra mentre osservava la scena dal vino versato nella coppa dorata che aveva intenzione di bere – Sai, Jareth... Mi sono presa la libertà di farti una sorpresina, mi spiace solo di recare fastidio alla giovane mortale! Scusami, Sarah. Nulla di personale! –
così dicendo, riprese a sorseggiare la forte bevanda rossa!

 
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Intorno a loro vi era solo buio, la luce bianca era solo creata dalle candide scale di platino. I loro passi echeggiavano nel silenzio della stanza
- E’ diversa – disse Sarah – da come la ricordavo! –
Era da mezz’ora che continuavano a girare a zonzo per le scale, e ancora pareva di ritrovarsi sempre nello stesso punto
- Te l’ho detto, Sarah! – esclamò Jareth - Conosco i trucchi di questa stanza molto bene! Solo un po’ di pazienza! –
- Jareth, non voglio offendere la tua intelligenza, ma a me sembra che stiamo solo girando intorno... –
Jareth sapeva che Sarah diceva il vero, ma cercò di non darlo a vedere
- Dobbiamo avere pazienza, Sarah! – sostenne Jareth – Nient’altro! Solo così potremmo raggiungere l’uscita! –
- Ma se non abbiamo fatto altro che camminare! – si stizzì Sarah – Altro che “Porta della Tentazione”, questa mi pare la porta della follia! –
- Vuoi stare calma? – quasi le gridò Jareth – Nemmeno a me diverte questa situazione! Ma così facendo non mi aiuti, lo sai? –
Sarah abbassò lo sguardo, consapevole di essersi comportata da bambina.
 
- Dannazione! – imprecò Jareth – Non ce la faccio più! E’ tempo di usare la magia! Mi sono stufato di camminare per poi andare a finire nello stesso punto! –
Stava agitando le mani per lanciare un incantesimo, ma Sarah lo fermò in tempo
- Aspetta, Jareth! Potrebbe essere una trappola! –
- Cosa? –
- Forse è proprio per questo che si chiama “Porta della Tentazione”! – spiegò Sarah - Non capisci? L’ha detto Tyrone che le scale amano fare degli scherzi : sono proprio loro che ci danno l’illusione di proseguire nella stessa direzione! E’ proprio questo che vuole Kassandra: farci perdere la pazienza a forza di camminare inutilmente, farti usare i poteri e poi, se ti servirà per cose più importanti, restare fermo a guardare, di conseguenza, perdendo la prima prova! –
Lui le afferrò le spalle con delicatezza- I suoi occhi gelidi si incontrarono con quelli di lei
- Sarah, sei un genio! –
Come se la sala avesse udito le loro parole, improvvisamente, davanti a loro apparve una porta di legno
- Che sia l’uscita? – domandò Sarah
Jareth afferrò la maniglia, la piegò verso il basso e i due entrarono.
La scena cambiò totalmente. Era sparita la stanza buia illuminata dalle scale di platino e davanti a loro si presentava un meraviglioso paesaggio naturale. Erano di fronte ad una cascata. Gocce di acqua bagnavano il viso di Sarah, stupita da tanta bellezza fiabesca. Tutto intorno era bellissimo
- Sarah, guarda! – Jareth le indicò una porta che stava in mezzo alla cascata – Deve essere quella l’uscita! –
La porta era situata in mezzo alla forte acqua. Sarah notò che c’era qualcosa di molto strano. Poggiò le dita sulla limpida acqua e la ritrasse all’istante
- E’ bollente! – esclamò massaggiandosi la mano
- Doveva esserci per forza una clausola in carattere minuscolo! – sbuffò Jareth – Non temere, Sarah! Userò la magia per diminuire la temperatura dell’acqua, così riusciremo a passare senza problemi! –
Aveva fatto bene Sarah a non fargli usare i poteri, pensava il fae, a quest’ora si sarebbero ritrovati lì davanti alla porta senza far nulla o, peggio ancora, provare a raggiungere la porta finendo bolliti! Jareth stava per ricorrere alla magia, quando improvvisamente, sentirono un urlo agghiacciante, provenire sopra di loro
- Aiuto! Qualcuno mi aiuti! –
I due alzarono lo sguardo e videro una bambina appesa ad un ramo proprio sopra la cascata
- Aiutatemi, vi prego! – piagnucolò la piccina
- Oh, no! – esclamò Sarah – Quel ramo si regge appena! Non resisterà a lungo! – si voltò verso Jareth – Jareth, dobbiamo fare qualcosa! –
-Ma, Sarah – disse egoisticamente il sidhe – abbiamo l’uscita a pochi passi! Mi basterà usare i poteri per andare via e toglierci la prima prova dai piedi! –
A quelle parole, Sarah non ci vide dal nervoso e afferrò il sidhe per la camicia
- Per arrivare all’uscita troveremo un’altra soluzione! Quella bambina va aiutata adesso! –
- Che insolente! – Jareth si liberò dalla presa. Doveva decidere all’istante. Salvare la bambina, sprecando l’unica possibilità di usare i propri poteri, o usarli per raggiungere l’uscita?
- Dannazione! – gridò Jareth e scelse giustamente di salvare la piccina. Con un gesto delle mani, fece fluttuare la bambina facendola atterrare verso di loro. La piccola smise di piangere. Sarah le andò vicino
- Tutto bene? – le chiese
- Sì, grazie! – sorrise la piccola – Siete stati bravi! –
- Cosa? – Sarah non fece in tempo a completare la frase che la piccola continuò a spiegare
- Se avreste scelto di andare in quella porta, sareste ritornati al punto di partenza! Grazie per avermi salvata, vi ricompenserò a dovere! – con queste parole, la piccina si trasformò all’istante in una porta.
Jareth e Sarah restarono di stucco, ma dovevano muoversi, ogni secondo era prezioso. Entrarono e la scena davanti a loro li lasciò a bocca aperta
- Già qui? – chiese loro una voce familiare
- Gudule? – si meravigliò Sarah
- Bravi, ragazzi! Avete superato la prima prova! – la vecchia fece notare loro che sopra la Porta della Tentazione era acceso un braciere che emanava un fuoco rosato, simbolo della prova superata
Jareth osservò Sarah
- Grazie per avermi indotto a ragionare! –
Lei sorrise teneramente
 – Non so come avete fatto, - continuò Gudule - ma le mie più sentite congratulazioni! Presto, presto! Entrate nella seconda porta! Avete solo dieci ore! –
I due non la fecero continuare che già erano entrati nella seconda porta sparendo nella luce verde smeraldo, la Porta dell’Enigma!

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Capitolo 4
*** Porta dell'Enigma ***


 
Ciao a tutti! Come vi è sembrato il capitolo precedente? Spero di non avervi recato noia! Chissà cosa sarebbe successo se Jareth non avesse dato ascolto a Sarah sin dall’inizio (mi avreste senz’altro ammazzata)! In questo capitolo, ci sarà una bella sorpresa! Naturalmente, spero che nessuno di voi verrà a cercarmi sotto casa per fare un discorsetto composto da lupara e cerbottana XD ( Piso93, non uccidermi! )!
Buona lettura a tutti! Si accettano recensioni! Bacino a Piso93 !
 

La stanza si presentava alquanto fredda, probabilmente a causa dell’umidità che si presentava nelle pareti. Non c’erano finestre, la sala oscura era illuminata di alcune fiaccole appese alle mura di pietra. Era una stanza lugubre, non sembrava affatto una sala dei quiz o indovinelli. Jareth notò che ad un angolo una vasta libreria, accanto un desco con sopra delle ampolle di varie forme, come quelle usate dagli scienziati, e un po’ vicino al tavolo c’era un grande calderone nero
- Che strano luogo... – disse Sarah stringendosi le spalle, aveva freddo. Jareth se ne accorse
- Vuoi che ti plasmi una giacca, mia preziosa? – le chiese fissandola con i suoi occhi spaiati
- No! – esclamò Sarah – Non sappiamo se anche qui avrai un limite per usare la magia, non sappiamo se... –
- Non sopporto di vederti così, mia preziosa! – disse Jareth
Prima che Jareth potesse creare una giacca per scaldare Sarah, una figura curva, incappucciata, si avvicinò a loro
- Benvenuti nella Porta dell’Enigma! – la voce della figura era incomprensibile, il fae e Sarah non capirono se si trattasse di una voce maschile o femminile – Io sono il guardiano di questa stanza! Con chi ho il piacere di parlare? –
Sarah si presentò
- Io sono Sarah e lui è Jareth... – notando la sua voce tremante dal freddo, la figura estrasse un bicchiere mezzo pieno di una bevanda rossastra e la porse alla ragazza
- Hai freddo, Sarah? Lo so, non è facile abituarsi qui con questo clima freddo! Bisogna sempre coprirsi bene per non rischiare una febbre! Bevi questo, ti scalderai! –
Jareth pareva diffidente davanti alle gentilezze della figura, ma Sarah decise di fidarsi. In fondo, non c’era nulla di male se beveva qualcosa offerto da una creatura fatata. Sapeva che gli abitanti dell’Underground non potevano fare del male ai mortali, a meno che non siano quest’ultimi ad attaccarli per primi! Bevve tranquillamente la bibita rossastra. Era un po’ forte, ma dal buon sapore
-Grazie... – Sarah non fece in tempo a completare la frase che subito iniziò a tossire
- Sarah! – Jareth le si avvicinò – Sarah! Che ti succede? –
Sarah non riusciva a proferir verbo, dato che venne interrotta dalla forte tosse. Si sentì soffocare, divenne pallida, le labbra le si colorarono di viola e delle macchie livide le si formarono su tutto il corpo; le forze le mancarono, si accasciò. Jareth riuscì ad afferrarla al volo
- Sarah! – chiamò a gran voce il fae, poi si rivolse alla figura incappucciata, colmo di rabbia – Cosa le hai fatto? E’ una mortale! Conosci le regole dell’Underground riguardo ...–
- Sì, Jareth, certo che le so! – la figura si tolse il lungo mantello nero, mostrandosi apertamente davanti al fae, il quale cambiò subito espressione non appena la vide
- Tu! –
- Quanto tempo è passato dal nostro ultimo incontro, Jareth? Un secolo? Due? –
- Ellys! Ma... non è possibile! Io ti avevo rinchiuso nelle segrete! – Jareth stringeva Sarah tra le braccia
- Già, ma fortunatamente, Kassandra è stata di parere contrario! Voleva rendermi partecipe al vostro gioco! – rise malignamente – Sai, Jareth! Ho preparato un bell’indovinello per te! Il veleno che ho dato alla mortale non è così pericoloso, peccato che gli umani abbiano poca resistenza rispetto ai noi sidhe! Comunque, dovrai prepararle un antidoto in meno di dieci minuti e dovrai farlo senza usare la magia! –
- Maledetta! – le gridò Jareth furioso
- Risparmia il fiato! – lo indicò malamente Ellys – Ti rimangono otto minuti per salvarla! Ti consiglio di sbrigarti, ogni istante mancato può essere fatale per la tua amica! –

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Kassandra guardava la scena dal suo anello di diamante
- In passato, Ellys era la tua migliore amica, Jareth – disse lei malinconica – La tua famiglia ti metteva in guardia da lei, perché troppo malvagia e con pessimi gusti sulla vita, riconosciuta come colei che tanto amava far soffrire la gente per puro divertimento! Nella scuola di sidhe era la più brava nella materia delle pozioni, ti aiutava quando avevi difficoltà! Divenne la più brava del regno nel creare pozioni di qualunque tipo, veleni, medicinali. Amava tantissimo giocarci! Non a caso, un giorno, quando ti lanciò un brutto scherzo, facendoti bere un veleno in grado di uccidere una legione di gnomi, dopo che ti riprendesti, decidesti di rinchiuderla nella Segreta, luogo adatto per dimenticare la persone. Senza dubbio, bella come una fata, dai lunghi capelli del grano, occhi limpidi come l’acqua, dalla liscia pelle di seta, ma dal cuore di ghiaccio e l’anima nera come l’oblio! Non so se ti ricordi qualcosa riguardo alle pozioni, ma ti auguro di cavartela, Jareth! –

 
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Ellys plasmò una clessidra e la rovesciò, facendone cadere la sabbia dorata
- Questo è il tempo che ti resta, amor mio! -
Jareth si rese conto di non avere scelta. Poggiò delicatamente Sarah sulla parete, in modo che lei stesse seduta, e si diresse verso la libreria
- Allora... – pensò a voce alta il fae guardando i sintomi di Sarah – Tosse violenta, pelle pallida, labbra bluastre,  lividi ovunque... – Cercò sulla libreria il libro adatto. Provò con “veleno”. Trovò qualcosa che avesse a che fare con i sintomi di Sarah: “Fiala della Disperazione”! I sintomi coincidevano con quelli che aveva Sarah. Jareth continuò a leggere:
“... Si presenta con tosse violenta, pallore, labbra bluastre e lividi su tutto il corpo. Causa dapprima lo svenimento di chi lo beve e, se non curato entro dieci minuti, la morte. Gli ingredienti per creare il giusto antidoto sono due gocce di Lacrime di Drago Bianco, tre gocce di sangue nero di folletto, una radice di quercia, peperoncino in polvere e olio di petali di rosa gialla... Neutralizza tutti gli effetti nocivi del veleno, ma può essere inefficace se si esagera con le dosi: in questo caso, l’effetto dell’antidoto sarà nullo!
 - Sei minuti, Jareth! – lo provocò Ellys mentre giocherellava con le ciocche dei lunghi capelli biondi.
Jareth pareva non darle ascolto e si precipitò a cercare gli ingredienti richiesti.
Sul tavolo vi erano adagiati molti animali morti, fiori, e varie dosi di lacrime e sangue di qualunque creatura. Il fae prese ciò che gli serviva. Mise in un’ampolla allungata due gocce di drago bianco, mischiandole con tre gocce di sangue nero di folletto, ottenendone un liquido grigiastro; prese una radice di quercia e la tagliuzzò per bene, aggiungendola al miscuglio grigiastro; aggiunse una discreta quantità di peperoncino e, infine, dovette solo aggiungere dell’olio di petali di rosa gialla.
La cosa gli parve un po’ complicata. Quanti petali avrebbe dovuto aggiungere?
 Cominciò a ricordare quanto aveva studiato riguardo le rose : un petalo, scarso equilibrio; due petali, poco equilibrio; tre petali, giusto equilibrio; quattro petali, eccessivo equilibrio!
Ci volevano dunque tre petali per dare la giusta dose di olio, rendendo così l’antidoto efficace!
Jareth iniziò a ricavare dai tre petali l’olio richiesto e, infine, lo aggiunse al liquido.
- Un minuto! – gli fece premura Ellys con aria soddisfatta.
Jareth agitò delicatamente il tutto ottenendone un liquido trasparente e si avvicinò a Sarah, pronto a farglielo bere
- Ma cosa speri di ottenere? – lo sfidò Ellys – Pensi di farla guarire dandole un po’ di lacrime di drago? Il mio veleno è molto potente! Lei è una mortale, è troppo debole per sopravvivere ai miei veleni! –
Jareth poggiò l’ampolla alle labbra bluastre di Sarah. Era rigida. Lui l’aiutò a bere
- Coraggio, mia preziosa! Solo uno sforzo! –
Sarah era cadaverica, il suo respiro divenne sempre più breve, ma Jareth era fiducioso
- Avanti, mia preziosa! Basta anche un solo sorso! –
Quasi l’avesse sentito, Sarah dischiuse le labbra, aiutando Jareth a versarle l’antidoto. Poche gocce le caddero ai lati delle labbra bluastre, ma Sarah riuscì a berne una dose sufficiente
- Dieci secondi! – disse soddisfatta Ellys.
Sarah aprì gli occhi. La sua pelle riprese colore, le macchie sparirono e le labbra tornarono del loro colore naturale. Si ritrovò tra le braccia del fae
- Stai bene? – le chiese preoccupato
- Credo di sì... – balbettò Sarah.
Jareth lanciò un’occhiata furiosa ad Ellys, la fae che le stava per portar via la sua Sarah. Ellys non parve preoccupata dello sguardi di Jareth
- Bravo, amor mio! Lo ammetto, hai vinto! Ma non sperare di riuscire a superare il resto delle altre sfide che ti attendono! – Detto questo, buttò per terra un’ampolla contenente un liquido verdastro. L’ampolla si ruppe e creò una vasta nube di fumo di smeraldo. Jareth coprì Sarah con le proprie braccia per proteggerla. Ellys era sparita e al suo posto c’era una porta. Jareth aiutò Sarah a rialzarsi
- Andiamo, Sarah! Non c’è tempo da perdere! –
Una volta alzata, i due aprirono la serratura e, come prima, si ritrovarono davanti alle cinque Porte, dove li attendeva Gudule
- Bravi! – si congratulò la vecchia – Anche stavolta ce l’avete fatta! Ci avete messo poco tempo, mi meraviglio! Forza, vi mancano nove ore! –
Jareth afferrò Sarah per un polso e si diressero verso la prossima porta. Sarah pareva perplessa. Jareth non capì, ma aprì la Porta della Sfiducia, mischiandosi nella luce arancione.
  

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Capitolo 5
*** Porta della Sfiducia ***


Ed eccoci qua, signore e signori!
Come avrete senz’altro capito, la sorpresa era proprio la figura di Ellys! A proposito che ne pensate dell’ “amor mio” da lei pronunziato? Secondo voi, Sarah rimarrà indifferente, oppure la prenderà male? Eheheh, siccome sono cattiva, non ve lo dico! Per scoprirlo, vi toccherà leggere XD Bacino Piso93 e un saluto a tutti!
 
Il nome non prometteva nulla di buono.
Jareth e Sarah si aspettavano un tiro mancino da un momento all’altro.
La stanza si presentava come una buia grotta. La cosa strana era che non c’era ancora traccia del guardiano della sala. Anche qui, l’aria era fredda, ma Sarah non tremava. Jareth notò che c’era qualcosa di strano in lei
- Hai ancora freddo, mia preziosa? –
- No! – il tono di Sarah era tagliente come una lama affilata
- Che ti prende, Sarah? – chiese Jareth incuriosito
- Niente! Forse devo ancora riprendermi dopo quel dannato veleno! – il tono di Sarah non cambiava
- Ti conosco molto bene, mia preziosa – disse provocatoriamente Jareth – Qual è il problema? –
- Problema? – si irritò Sarah – Io non ho nessun problema, Jareth! O forse, diciamo che sono infastidita!-
- Infastidita? – Jareth non capiva il motivo dell’improvvisa arroganza di lei
- Oh, sì! Credevo che solo i maschi del mio mondo fossero infami e che ti chiamavano con sdolcinati soprannomi solo per illuderti, facendo la stessa cosa con le ragazze di tutto il mondo! Invece, vedo che anche nell’Underground i maschi fanno la propria parte... –
- Ma di cosa stai parlando? – domandò  Jareth sbalordito da tanta durezza
- Sai bene di cosa sto parlando! – continuò lei furiosa -E poi... come potevo pensare che tu, il re di Goblin, potessi perdere tempo con una misera mortale come me? Del resto, sei troppo vecchio per me! Quanti anni avrai? Cento anni? –
- Ne ho compiuti giusto duecento il mese scorso! – disse serio Jareth – Hai ragione sono troppo vecchio per te! –
- Sono stata una stupida! – Sarah parve non aver sentito la risposta del fae – Mi sono illusa che tu mi chiamassi in certi modi perché provassi qualcosa di diverso... – i suoi occhi si inumidirono – chissà a quante fanciulle chiamerai così! Dopotutto, sono passati tre anni! Come dimenticare quel ballo... dove tutte ti sbavavano dietro e si strofinavano a te come delle gatte in calore... –
- Basta, Sarah! – a quelle parole, Jareth non le permise di continuare – Basta! Non sai quello che dici! –
- Davvero? O forse è la verità che fa male? – lo provocò Sarah
- Ho detto basta! – le intimò Jareth stringendole le spalle, senza farle male, puntandole i suoi occhi spaiati – Smettila, Sarah! Stai esagerando! –
- Lasciami! Sei un fasullo! – quasi gli urlò Sarah.
Prima che Jareth potesse obiettare, i due udirono dei passi. A loro, si avvicinò una creatura che rassomigliava ad un coniglio antropomorfo, vestito di stracci
- Tutto bene, figlioli? – chiese gentilmente il coniglio
- Beh... – balbettò Sarah – Tutto bene, non preoccuparti! –
Il coniglio si alzò della sua altezza naturale e si trasformò nelle sue sembianze originali: Kassandra!
I due restarono allibiti
- Tutto bene dici, Sarah? – chiese Kassandra gentilmente – Eppure qualcosa mi dice che il mio cuginetto ti tratta un po’ male! –
- Dunque... tu sei... – barbugliò Sarah
- Sì, Kassandra! – si presentò – Regina di Thor! Legittima cugina di Jareth, re di Goblin! Artefice del vostro gioco! –
- Dove sono i miei amici? – esclamò Sarah
- Ogni cosa ha suo tempo, bambina! – disse gentilmente Kassandra, poi lanciò un’occhiata di sfida al fae – Jareth... Non lo sai che non si gioca con i sentimenti a prescindere, specialmente con quelli degli umani? Sono molto più sensibili degli abitanti dell’Underground! –
- Io non ho fatto nulla di male! – si giustificò Jareth, restando impassibile
- Ma davvero? – disse Kassandra – E allora, perché non le hai mai parlato della tua vecchia fiamma, alias Ellys? –
- Kassandra! – quasi urlò Jareth
- Ah-ah! – Kassandra gli fece di “no” con il dito indice – Jareth! E’ così che pensi di guadagnarti la fiducia di una mortale? La fiducia non si compra chiamando qualcuno per soprannomi amorevoli, la fiducia si guadagna con il sudore della verità! –
Una lacrima scorse lungo il viso di Jareth. Lui era mortificato
- Sarah... io... – tentò di dire. Ma cosa avrebbe potuto dire? Volle asciugarle la lacrima, ma lei lo ritrasse
-  Non toccarmi! – urlò Sarah
- Jareth... – continuò Kassandra – Per la tua mancanza, sono costretta a darvi una punizione! – guardò teneramente Sarah – Mi dispiace, bambina, ma purtroppo dovrò coinvolgere anche te! –
Kassandra fece apparire un orologio il quale segnava le ore che erano rimaste a Jareth e a Sarah. Kassandra roteò l’indice facendo girare in senso orario la lancetta dell’orologio! Dacché mancavano otto ore e mezzo, adesso ne mancavano solo quattro!
- No! – Sarah rimase di sasso – No! Non di nuovo! –
Jareth mi mise una mano in fronte
- Sono spiacente, bambina – disse Kassandra – Ma ho dovuto farlo! Non preoccuparti per i tuoi amici, loro stanno bene! Ma dovrete sbrigarvi se vorrai vederli! –
Detto questo, Kassandra si diradò come la nebbia.
Sarah si inginocchiò. Confusa. Nervosa. Molto nervosa.
Jareth voleva parlarle, non temendo una reazione di Sarah, si avvicinò a lei
- Ascoltami... – esclamò – Non ti avevo mai parlato di Ellys proprio perché per me lei non contava nulla! E poi, non avrei mai pensato di ritrovarla: molto tempo l’avevo fatta addirittura chiudere nella Segreta, per poterla dimenticare definitivamente. Era molto malvagia! Era una minaccia anche per lo stesso regno! Hai provato anche tu, sulla tua pelle, l’amaro della sua cattiveria! –
- Io... Io voglio sapere... – balbettò Sarah, evitando di piangere – Perché non mi hai mai detto nulla...! –
- Te l’ho detto, Sarah! Lei non contava nulla per me, l’avevo anche quasi dimenticata! – Jareth poggiò una mano sulla sua spalla – In questi tre anni, non ho mai guardato nessuna fae come guardo te! Anzi, ti dirò... In questi tre anni ho guardato solo te! Tu non lo sai, ma ero sempre con te durante le tue giornate, tristi o felici : sorridevo se eri allegra, mi rammaricavo se eri giù di morale! –
Sarah puntò i suoi occhi lucidi su quelli del fae
- Devi credermi, mia preziosa! – continuò Jareth – Io capisco i tuoi dubbi, ma devi fidarti di me! – con un gesto del pollice, coperto da un guanto nero, asciugò una lacrima dal viso di Sarah, la quale, stavolta, non oppose alcuna resistenza – Maledizione, Sarah! Hai dimenticato quante cose ho fatto per te? E poi, credi che abbia creato un antidoto, salvandoti la vita, solo per mostrare ad Ellys quanto ero bravo? O per vincere la sfida all’istante? Per favore! Sii ragionevole! –
Sarah si sentì così a suo agio nel sentire il tocco delicato del re, anche se coperto da un guanto. Era così vicino che lei ne poté sentire il dolce respiro. Si pentì delle cattiverie che gli aveva detto. Jareth le carezzò la guancia vellutata
- Allora? Ti fidi di me, mia preziosa? –
Sarah rimase per un po’ in silenzio, mentre il fae continuava a carezzarle il viso
- D’accordo... – disse Sarah – Mi fido delle tue parole, sire...! –
Jareth le sorrise e l’aiutò ad alzarsi
- Jareth... – continuò lei – Scusami per ciò che ti ho detto prima...! –
Jareth sorrise di nuovo
- A parer mio, è stato qualche trucco di questa stanza, mia preziosa... –
- Ed hai pensato bene... – disse una voce dietro di loro. Jareth e Sarah si voltarono di scatto – Salve, io sono Shawn e sono il guardiano della Porta della Sfiducia! La prova consisteva che uno di voi venisse condizionato da qualcosa che creasse dei dubbi riguardo l’altro, mentre chi veniva insultato, in questo caso tu, ragazzo – disse guardando Jareth – aveva il compito di farle ritornare la fiducia, e tu ci sei riuscito! La prova è superata! Potete pure procedere! –
Shawn mostrò loro una roccia che in realtà era una porta segreta. La aprì
- Siete stati bravi! Buona fortuna! –
I due uscirono dalla sala e, sorpresi di aver superato quella strana prova, si ritrovarono davanti a Gudule. Il braciere della Porta della Sfiducia si accese di un fuoco arancione. Gudule parve preoccupata
- Ragazzuoli, ho saputo che la regina Kassandra ha posticipato il tempo a vostro sfavore! –
- Purtroppo! – disse Jareth – Spiacente, Emule! Ma non abbiamo tempo per chiacchierare, ci restano due porte... e poco tempo! –
Jareth non perse altri secondi che afferrò Sarah per un braccio, entrando nella Porta della Paura, inghiottiti da una luce d’argento, mentre Gudule gli urlò dietro
- IL MIO NOME E’ GUDULE, DISGRAZIATO!!! -

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Capitolo 6
*** Porta della Paura ***


Ragazzuoli e Ragazzuole,
eccomi di nuovo qua! Che cosa ne pensate del capitolo precedente? Una boiata, vero?
Premetto che certe volte io e la fantasia facciamo a botte! E anche qui, Kassandra ha posticipato il tempo come fece Jareth a Sarah tempo prima ( che dire? Vizio di famiglia! ) !
Spero che questo capitolo vi aggrada! Scusate se mi sono fatta attendere, ma non mi sono sentita molto bene... Ma basta con le lagne e buttiamoci in questo capitolo!
Saluti a tutti e un bacio e un abbraccino a Piso93!
 
Sarah si guardava intorno come se aspettasse che una tegole dovesse cadergli in testa da un momento all’altro. Jareth se ne accorse
- Non abbiamo cominciato che già inizi ad avere un po’ di tensione, mia preziosa? –
- Molto spiritoso! – lo rimproverò Sarah. I due udirono qualcuno avvicinarsi
 - Benvenuti! – disse una creatura che somigliava un nano – Io sono Percy! Il guardiano della Porta della Paura! –
- Salve! –disse Sarah – Io sono Sarah, lui è Jareth... Dobbiamo superare questa sala, abbiamo poco tempo! –
Percy prese la mano di Sarah
- Uh, è molto raro che qualcuno venga qui, specialmente una bella fanciulla come voi, Lady Sarah! – disse Percy baciandole la mano, scatenando una folle gelosia nel cuore di Jareth
- Quali sono le regole? – chiese Jareth in tono autoritario allontanando il guardiano dalla sua Sarah
- Bene! – disse Percy offeso – Seguitemi! –
Li condusse in una sala che pareva un sotterraneo. C’era solo un letto adatto ad una persona con sopra  alla testiera una grande sfera di cristallo e una porta. Percy la indicò
- Dovrete solo addormentarvi, a turno! – si rivolse al fae – Giovanotto, tu possiedi la magia? –
Jareth annuì
- Bene! – continuò Percy – Potrai usarla solo una volta, ma attenzione: dovrai scegliere se usarla per salvare te o la tua compagna! E’ la regola! Se ambedue riuscirete a vincere le vostre paure, allora avrete vinto e quella porta davanti a voi si aprirà! Questo è quanto! –
- A che serve quella sfera? – chiese Sarah indicandola
- Quella, Lady Sarah – aggiunse Percy – è la Sfera dei Sogni. Come dice il nome, si possono appunto intravedere i sogni di chi dorme! -
Jareth e Sarah si guardarono negli occhi
- Comincio io! – disse Jareth
- Ma, Jareth... – obiettò Sarah
-  Sono proprio curioso di vedere com’è questa prova! – disse Jareth con sorriso scherno.
Chissà quale sarebbe stata la prova da superare?
Jareth si appoggiò sul letto
- Bene! – esclamò Percy – Chiudi gli occhi, ragazzo! –
Jareth obbedì. Percy poggiò l’indice sulle palpebre chiuse del fae, facendolo addormentare in un baleno.
La Sfera dei Sogni si illuminò. Jareth stava sognando...
 
Doveva senz’altro trattarsi di un episodio di secoli fa; Jareth viveva il sogno in terza persona. Era dentro una stanza che conobbe all’istante... Era proprio la sua cameretta... Sul pavimento c’era un bambino, biondo, occhi chiari spaiati, molto magro. Aveva in mano due pupazzi a forma di gnometti. Li faceva combattere. Poteva avere sì e no sette anni. Ma non pareva per niente allegro. Jareth capì che quel bambino era proprio lui... Ricordò quell’episodio e un brivido gli salì lungo la schiena... Infatti, come ben rimembrava, in quell’istante, nella sua camera entrò un fae adulto, vestito in abiti non molto formali, anche lui biondo, capelli lunghi,viso ovale segnato da qualche leggera ruga, non era molto giovane, ma nemmeno molto vecchio, di corporatura robusta; quel fae era suo padre!
 Il bambino si alzò in piedi di scatto. Tremava. Il fae diede uno schiaffo molto forte al bambino, facendolo ruzzolare. Jareth si voltò, si mise una mano sulla guancia come se avesse sentito un’altra volta quel violento schiaffo. Sentì il padre che urlava
- Jareth! Alla tua età dovresti già pensare al regno, e invece ti ritrovo qui a perdere tempo con i tuoi giocattoli! –
Il bambino provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca uscivano solo barbugli, facendo innervosire sempre di più il padre, il quale lo afferrò per un orecchio e gli urlò di nuovo contro
- Cosa? Vuoi forse obiettare davanti a tuo padre? – così dicendo lo sbatacchiò a terra, facendolo urtare contro il pavimento, sbucciandosi un ginocchio. Non ebbe nemmeno il tempo di lamentarsi che il padre lo acciuffò per i lunghi capelli, stringendoli con forza, quasi a strapparglieli
- Non ti permettere, Jareth! – un altro schiaffo alla guancia – Sei una nullità! E il mio regno dovrà essere affidato a te? – un altro schiaffo ancora più forte – Sei un disonore! –
Jareth non ebbe il coraggio di guardare e si coprì il viso con ambo le mani...”
 
Sarah cercò di trattenere una lacrima. Chi mai poteva pensare che Jareth avesse avuto un infanzia difficile? E lei che si lamentava tanto per il proprio padre, che usciva ogni sabato con Karen. Si sentì una stupida e allo stesso tempo in colpa! Notò lo sguardo del dormiente fae, la fronte corrugata
- Oh, Jareth... – sussurrò.
Il sogno non era terminato...
 
“La scena era mutata...
Jareth adesso si trovava in un meraviglioso giardino; vide sé stesso quando era un ragazzo, in groppa ad uno splendido cavallo bianco, in compagnia di altri due fae della sua età, suoi cugini, ognuno montando il proprio equino
- Ehi, Jareth! – disse uno di loro – Sei sicuro che tuo padre non verrà a sapere di tutto questo? Sei stato molto imprudente! –
- Stai tranquillo, cugino! – sorrise il giovane Jareth – Mio padre non si accorgerà di nulla! –
- Darrel ha ragione! - gli disse la seconda fae – sappiamo tutti che tuo padre è un tipo molto irascibile!-
- Non c’è ragione di preoccuparsi, Kassandra!- esclamò il giovane Jareth
- Jareth... – continuò lei, carezzando la morbida criniera del suo cavallo color grigio cenere – I miei genitori non sono irascibili come il tuo, ma si arrabbierebbero come iene se dovessi mancare alla riunione! –
- Me ne infischio della riunione, Kassandra!– disse Jareth più sicuro che mai – Io non ho intenzione di governare un regno di creature dementi! -
- Ma come? – chiese Darrel sbalordito – Jareth, sii ragionevole: sei l’unico erede al trono e... –
- Che mia madre ne partorisca un altro! – disse il giovane Jareth in tono provocatorio – Io non ho intenzione di governare! –
La scena mutò...
Jareth si trovò fuori dalla stalla. Dovevano essere passati poche ore dall’episodio della cavalcata. Sentì dei rumori strani e decise di andare a constatare. La scena era raccapricciante. Oh, come la ricordava bene!
Il giovane Jareth a terra, il padre che lo picchiava a sangue con una frusta, gridandogli un sacco di brutte parole
- Allora? – gridò il padre – Vuoi governare il regno dopo la mia morte? –
- No! – disse il giovane Jareth stringendo i denti; si beccò un’altra frustata, trattenne un urlo di dolore
- Non ho capito bene! – un’altro colpo deciso
 - No! – gridò il giovane in preda al dolore.
Jareth ricordò che quel giorno, il padre gli chiese spiegazioni per non essersi presentato alla riunione e, quando gli spiegò che non aveva intenzione di governare, il padre andò su tutte le furie, picchiandolo con tutte le sue forze.
Sebbene il dolore fosse insopportabile, il giovane tenne duro, non volle dargliela vinta
- Governerai? – urlò il padre
- NO! – gridò il giovane con quanto fiato avesse in gola, il corpo sanguinante. Il padre perse ogni ragione e, buttata via la frusta, si buttò sul figlio. Lo prese a calci e a pugni, ignorando le urla del ragazzo, voleva ucciderlo, ma Jareth non si arrendeva, non gli avrebbe mai e poi mai detto di sì!
Jareth non sopportava quella scena, temeva di dover vedere il suo ricordo peggiore, la sua vera paura...”
 
- USA I POTERI, JARETH! – urlò Sarah guardando la sfera, sperando che Jareth potesse sentirlo – USALI! USALI PER SVEGLIARTI! –
 
“Jareth sentì la voce di Sarah. In un primo momento volle eseguire ciò che gli aveva chiesto, ma si fermò all’istante
<< No, >> pensava << non posso! I miei poteri non sono necessari! Posso farcela! >>
Jareth continuò ad osservare la scena di suo padre che massacrava il giovane figlio con la furia delle botte. Un pugno violento colpì la bocca del giovane Jareth, facendogli scorrere un rivolo di sangue!
Il giovane lanciò un urlo disperato
- LASCIAMI ANDARE! –
Il padre lo buttò per terra, afferrandogli la gola
- Dimmi che regnerai! – gli ordinò – DILLO! –
Il giovane sentì una disperata voglia d’aria, cercò di liberarsi con ogni mezzo, ma fu tutto inutile, il padre era troppo forte per il suo fisico troppo magro!
In quel momento, si sentì un urlo femminile
- LASCIALO! LASCIALO ANDARE! –
Jareth si voltò
- No! – sussurrava il sidhe alla vista della madre che correva contro il marito. Era proprio quella la scena che non avrebbe mai voluto vedere, ma doveva farsi coraggio
- LASCIA STARE MIO FIGLIO! – la donna si buttò sul marito, cercando di liberare il figlio, ma inutilmente. Il fae la lanciò con tanta forza, sbatacchiandola contro una parete. La donna picchiò forte la testa. Il giovane sidhe, in quel momento, ritrovò tutte le forze e riuscì a liberarsi dalla furia del padre. Lo colpì con un pugno alla mascella. Il giovane sidhe si precipitò verso la madre
- Madre! – implorò il giovane – Madre, ti prego, rispondimi! –
Il padre di Jareth era riconosciuto per la sua illimitata forza, gli bastava un colpo per uccidere qualcuno a mani nude. E lo stesso, fece con la madre del povero sidhe
- Madre... –
Nessuna risposta...
Il giovane Jareth guardò il padre con occhi pieni di vendetta...
Ma il padre parve più distrutto e pentito che mai... Invece di scusarsi, quel pazzo si gettò nuovamente sul figlio
- GUARDA COSA MI HAI FATTO FARE, BUONO A NULLA! SEI TU L’ASSASSINO DI TUA MADRE! –
A quelle parole, Jareth non ci vide più dalla collera
- STA’ ZITTO! – urlò, ma non poteva essere sentito da nessuno...
Come pronunciò quelle parole, la scena mutò di nuovo.
Ora Jareth si trovava da solo, da qualche parte nel buio. Si guardò intorno. Udì solo una voce odiosa
- Non sei cambiato affatto! –
- Dove sei? – quasi gridò Jareth
- Dietro di te, Jareth! –
Jareth si voltò di scatto e davanti a sé vi era proprio suo padre
- Sei sempre il solito! Non sei mai stato all’altezza di regnare! – ogni parola era una coltellata per Jareth – Sempre a pensare a divertirti, ed ora a correre dietro alle mortali! Non sei degno del tuo sangue reale! –
Jareth tremava davanti alla figura possente e paterna che aveva di fronte
- Io sono diverso da te! – trovò il coraggio di dire
- Come, scusa? – si sbalordì il padre dall’arroganza del figlio
- Io sono diverso da te, e ne vado orgoglioso! – ogni parola da lui pronunziata, Jareth avanzava causando un affronto al padre – Forse sarò troppo vecchio o troppo giovane per avere un erede al trono, ma una cosa è certa: i miei figli non dovranno mai temermi come tu mi hai insegnato, io non farò in modo che i miei figli si vergognino del loro padre! I miei figli non avranno che amarmi, per poi regnare amando il loro popolo come hanno amato il proprio padre! –
Con queste parole, colme di rabbia e di coraggio, la figura del padre si dissolse e Jareth venne colpito da una luce violenta che squarciarono le tenebre....”
 
Il sogno era terminato...
Jareth riaprì gli occhi e trovò la sua Sarah che lo guardava con fierezza mista a malinconia
- Ben fatto, giovanotto! – lo acclamò Percy – Hai vinto le tue paure senza ricorrere alla magia! –
Il fae si alzò dal letto e incrociò il suo sguardo con quello di Sarah
- Bravo, Jareth... – si complimentò Sarah – Ora vado... Abbiamo poco tempo... –
Sarah avrebbe voluto parlargli ma, come aveva detto, avevano poco tempo e tante prove da superare. Si adagiò sul letto e chiuse gli occhi. Percy fece la stessa cosa con lei come fece con Jareth e, poggiato l’indice sulle palpebre di lei, la fece addormentare. La Sfera dei Sogni si illuminò...
 
Non era passato molto tempo da quando Sarah ritornò a casa dopo la sua avventura nel Labirinto.
A malincuore, aveva messo da parte ogni cosa che riguardasse il mondo fatato: libri, disegni, pupazzi.
Quel giorno doveva andare a scuola.
Vestiva di una maglietta bianca e un jeans attillato.
La scena si svolgeva all’interno di una classe.
Anche lei vide il suo sogno in terza persona.
Si vide seduta al suo posto. Era l’ora della ricreazione e mentre tutti i suoi compagni se ne stavano tra di loro  a parlare, lei se ne stava seduta a disegnare un po’. Una sua compagna la chiamò mentre se ne stava appoggiata alla finestra della classe, in compagnia delle altre ragazze
- Ehi, Sarah! Ma perché non ti decidi a scollare il sedere dalla sedia e te ne stai con noi? –
- Ma che dici, Fanny? – intervenne l’amica – Lo sai bene che a Sarah non interessano queste cose! –
- Ah, già ! – continuò Fanny con tono di sfida – Grazie per avermelo ricordato, Erin! A lei interessano solo le favole! Peccato che lei non sappia che qui sulla Terra non c’è posto per i sognatori come lei! –
- Sognatori? – intervenne una terza ragazza di nome Eugene – Ma quali sognatori? Quelli che credono nelle favole a questa età sono solo degli stupidi! –
Le tre ragazze risero malignamente, soddisfatte per averla ferita.
La piccola Sarah rimaneva zitta
- E chi te le racconta le favole?  - chiese Fanny con tono pieno di veleno – La tua mammina? –
- Ma Fanny, non lo sai? – intervenne Eugene  - La mamma di Sarah non ha tempo di perdere tempo con le sue sciocchezze: ha preferito seguire il suo sogno per diventare un’attrice! –
- E ha fatto bene! – continuò Erin – Quale madre sana di mente sarebbe disposta a perdere tempo con una ragazza che ancora crede nelle favole? –
La loro risata generale venne interrotta quando Sarah gettò il suo libro in faccia ad Erin, colpendola in pieno volto
- Non vi permettete! – gridò Sarah!
La scena mutò...
Sarah vide la lei di un anno fa, fuori da una porta di casa, dove si sentivano un sacco di suoni e gente che si divertiva.
Indossava una maglietta stretta, rosa perlato. I capelli erano legati da una semplice coda. Suonò al campanello e ad aprirla c’era una signora
- Oh, Sarah! – disse la donna
- Salve... – Sarah porse alla signora una piccola scatola confezione regalo – E’ per Rebecca. So che non mi ha invitata, ma ci tenevo a farle un regalo... –
- La chiamo subito... – disse la donna in tono gentile
Sarah vide la donna dirigersi nel salotto, trovando Rebecca che parlava del più e del meno con altri ragazzi
- Rebecca, fuori c’è Sarah, ti ha portato un regalo! –
- Sarah? – disse Rebecca seccata – Uff! Mandala via! Non ho voglia di vedere quella sciocca! –
- Ma, Rebecca! Non essere scortese! Ti ha portato addirittura un regalo, falla entrare! – insisteva la signora
- Mamma, no! Con lei ho chiuso! Sono stanca di lei! Come puoi pensare che una ragazza ricca come me possa uscire con una ragazza che ancora crede nelle favole! Puah! Mandala via! Ora! –
Sarah quasi pianse a quelle parole!
La signora tornò alla porta, nel più completo imbarazzo e, con una scusa, congedò la povera Sarah. Inutili furono le sue preghiere...”
 
 - Sarah... – sussurrò Jareth osservandola nella Sfera – Non immaginavo che la solitudine fosse una vera tortura per te... Eppure, ti vedevo sempre da sola a recitare, giocare e leggere... Ma non credevo che la solitudine ti facesse orrore...! –
 
Intorno a lei tutte le persone che aveva conosciuto che la deridevano, ognuno con una frase sempre più tagliente, ma la peggiore di tutte era una sola
<< Tutti quelli che hai conosciuto andranno avanti nella vita...
Tu, invece, resterai una fallita!
E non farai altro che piangere...
Sarai sempre da sola! >>
Sarah si accasciò a terra
- NO! – urlò mettendosi le mani alla testa – LASCIATEMI IN PACE! NON E’ VERO!-
<< Sarai sola!!! >> le ripetevano! Sarah si disperò sempre di più... “
 
- ADESSO BASTA! – gridò Jareth e con un gesto rapido, fece ricorso alla magia...
 
Tremava! Le mani le coprivano il volto. Sentiva ancora le maligne voci che la deridevano.
D’un tratto, le voci tacquero, e Sarah ne sentì una per lei molto gradevole
-Non importa cosa accadrà, mia preziosa...-
Sarah non alzò lo sguardo, ma era comunque sorpresa di sentire quella voce
- Jareth...- sussurrò appena
- Non avrai nulla da temere, mia dolce Sarah... – continuò lui, chinandosi verso di lei – So che mi odi, ma io ci sarò per te! Ogni volta che sarai in difficoltà, io ci sarò! Non sarai mai sola! Non lo permetterò! Non ti farò vivere con questa paura: tu non sarai mai sola! –
Sarah alzò lo sguardo e i suoi occhi si specchiarono su quelli del fae
- Svegliati, Sarah... – le sussurrò Jareth – E’ tutto finito...! –
Una luce li inghiottì e Sarah chiuse gli occhi all’istante, accecata dalla luce troppo forte...!
 
- Svegliati... – le sussurrava una voce – Svegliati, mia preziosa...! –
Sarah aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi sul letto con al lato Jareth che la guardava preoccupato e il guardiano Percy sbalordito
- State bene, fanciulla? – le chiese Percy
- S..sì! – balbettò Sarah massaggiandosi la tempia; il suo primo pensiero fu uno solo – Jareth! –
- Sì, mia preziosa? – disse lui con un sorrisetto provocatorio
- Grazie... – sussurrò lei
- E di cosa? – chiese lui come se non sapesse di cosa stesse parlando – Io non ho fatto proprio niente! –
Sarah si alzò dal letto, contrariata dal comportamento del fae
- E allora... grazie di niente, farfallone! –
Jareth rise beffardo, prendendosi gioco di lei. Ci pensò Percy a calmarli
- I miei complimenti! Avete superato la prova! –
- Oh, è vero! – si ricordò Sarah – Dobbiamo sbrigarci! Manca poco alla fine di tutto! –
- Dannazione! – imprecò Jareth. Percy aprì loro la porta
- Andate! E buona fortuna! –
I due si precipitarono ad uscire e finirono di nuovo davanti a Gudule. Il braciere della Porta della Paura ardeva di un luminoso fuoco d’argento
- Eccovi qua! – disse l’anziana – Forza muovetevi! Avete solo un’ora! Sbrigatevi! -  
- Andiamo, Jareth! – esclamò Sarah portandoselo dietro.
I due entrarono nell’ultima porta.
Chissà quale prova aveva in serbo per loro la Porta del Coraggio che li investì di una luce rossa come il sangue?

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Capitolo 7
*** Porta del Coraggio ***


E ciao a tutti quanti!
Allora, innanzitutto ci tengo molto a ringraziare le rispettive persone: la dolce Piso93, la gentile Devilcancry e la cordiale Jo_The Ripper per il continuo sostegno, la loro pazienza nel leggere queste mie bowi...ate ( ecco, già sto sclerando XD ) che grazie a loro riesco a trovare la fonte di ispirazione e il motivo per continuare a scrivere!
Quindi...
Un bacio a Piso93, un abbraccio a Devilcancry e un batti il cinque a Jo_The Ripper!!!
;D     
 
 
Non aveva fatto altro che pensare alle paure della sua Sarah da quando lei si era svegliata...
Era dunque questo ciò che temeva di più?
Davvero la solitudine le faceva tanto tremare le gambe?
Davvero questa poteva dimostrarsi una grande tortura?
Guardò Sarah di sottecchi, pareva turbata.
Questo perché anche lei stava pensando a ciò che aveva visto nella Sfera dei Sogni quando Jareth dormiva.
Era ancora rimasta sconvolta da quanto aveva visto.
Non poteva mai immaginare che Jareth, il re di Goblin, avesse avuto un’infanzia tanto cruda.
Allora, pensava, era per questo che a volte era crudele, ed anche se lo era, ma non le aveva mai torto un capello!
Questo perché lui odiava fare del male corporalmente qualcuno senza ragione, proprio perché voleva essere diverso da suo padre.
Per questo si comportava così con lei, con tutti quanti: il suo modo di comportarsi, era una specie di sfogo dopo una vita d’inferno passata con la persona che tanto odiava!
Tirò un sospiro e cercò di concentrarsi su ciò che stava per accadere.
Erano giunti in una foresta.
Gli alberi, le rocce, il terreno, erano privi di polvere brillante come lei ricordava.
Anzi, tutto parve più cupo.
Davanti a loro, giunse uno gnomo che indossava un’armatura e un mantello, chiaramente si trattava del quinto guardiano
- Benvenuti! – si inchinò lo gnomo – Io sono Craig, guardiano della Porta del Coraggio! Se siete qui vuol dire che avete già superato le altre prove, i miei complimenti! –
- Craig, – disse Sarah in tono educato – non per essere scortese, ma abbiamo poco tempo a disposizione... –
- Nessun problema! – sorrise Craig – Prego, seguitemi! Vi mostrerò la prova da superare! –
Il guardiano condusse i giovani in un posto a pochi metri di distanza da dov’erano giunti.
Lo spettacolo si rivelò agghiacciante.
Tutto intorno era coperto dalla nebbia, il paesaggio, dapprima naturale, si mostrava in una macabra palude, piena di alberi neri, scheletrici e spogli, e un orrido lago color verdastro riempiva lo spazio del tenebroso paesaggio. Sopra il lago vi era un ponte di legno, apparentemente in buone condizioni, che conduceva dritto ad una porta
- Allora, ragazzi – spiegò Craig – come avrete senz’altro capito, dovrete attraversare il ponte per arrivare alla porta che vi porterà dritti dalla regina Kassandra. –
- Solo attraversare il ponte? – chiese Jareth – Dov’è il trucco? –
- Ecco! – esclamò Craig – Qui vi volevo! Dovete sapere che quel lago è infestato da indescrivibili creature che cercheranno in tutti i modi per farvi gettare in acqua, con la forza o con l’astuzia. Voi non stateli ad ascoltare! Ignorateli e arriverete appena in tempo da Kassandra! Se finirete in acqua, le creature vi trasformeranno in uno di loro e non potrete tornare indietro!–
- Scusami... – intervenne Sarah – Hai detto che oltre all’astuzia utilizzano anche la forza. In che senso, scusa? –
- Non temere, fanciulla! – la rassicurò Craig – Io vivo qui da oltre cinque secoli e ti assicuro che è molto raro che le creature trascinino con la forza le loro vittime in acqua. Sai, sono molto timide! –
- Capisco. - disse Jareth – Quali sono le regole? –
- Beh... – continuò Craig – Come avrete già visto nelle altre porte, avevate dei limiti nell’usare la magia. In questa stanza, la regola è più severa: potrete usare solo una volta la magia, ma attenzione! Se la userete qui, non potrete usarla quando sarete dalla regina Kassandra! –
- Cosa? – esclamò Sarah – Ma non è giusto! –
- Non è colpa mia, fanciulla! – si giustificò Craig – Non sono io che faccio le regole, io faccio solo il mio lavoro da guardiano! –
Jareth mise una mano sulla spalla di Sarah
- Su, andiamo! Abbiamo già perso minuti preziosi! Dobbiamo proseguire se vogliamo salvare i tuoi amici! –
 - Va bene...! – sbuffò Sarah
- Mi raccomando, - disse Craig – siate prudenti! –
I due annuirono.
Erano arrivati all’inizio del ponte, quando i due si guardarono negli occhi
- Prima le signore! – disse Jareth con sorriso beffardo.
Sarah lo fulminò con lo sguardo e Jareth proseguì per primo, offeso ma scherzoso.
In effetti, il ponte non sembrava essere messo male. Certo, era scomodo camminarvi poggiando le mani su una fune che reggeva le piccole travi di legno, dove ogni movimento li faceva ciondolare
- Jareth... – disse Sarah – non che io mi lamenti, ma mi sta venendo una sorta di mal di mare... –
- Tu non guardare giù! – le consiglio Jareth senza voltarsi.
In quel momento, le creature iniziarono a farsi sentire con le loro voci stridule
- Sarah... Jareth... Venite con noi...-
- Vi offriremo molti doni... –
Jareth si irritò
- State zitti! – gridò il fae
- Kassandra è malvagia! – continuarono le voci – Possiamo svelarvi il segreto per batterla... –
Come Craig aveva suggerito, Jareth e Sarah ignorarono totalmente le richieste , chiaramente false, delle creature. Improvvisamente, Sarah vide qualcosa, o qualcuno, sbucare dall’acqua: era una creatura del lago, dalle sembianze femminili
- Jareth! – gridò Sarah indicando la creatura – Guarda! -
Jareth vide la creatura acquatica e prese Sarah per una mano
- Voltati! Non la guardare neanche! – ordinò il fae.
La creatura aveva la pelle liscia, color verde chiarissimo, tendente al celeste, occhi grandi e felini scuri come la notte, priva di sopracciglia, capelli rossastri, mani che parevano pinne. Pareva una sirena. Incredibilmente bella, ma molto letale.
Jareth continuò a camminare, ma non si accorse che Sarah non lo stava seguendo...
Sarah era come incantata dall’incredibile bellezza della creatura.
Quest’ultima non distoglieva lo sguardo da Sarah; era come se volesse incantarla, ipnotizzarla.
Sarah, in preda all’incanto, lasciò che la creatura poggiasse una squamosa mano sul suo braccio, per farsi trascinare dolcemente verso il lago
- Siamo quasi arrivati, mia preziosa! – disse Jareth sollevato; non ottenne risposta – Sarah? – Jareth si voltò e ciò che vide lo sconvolse
- Sarah! – gridò appena vide Sarah che si lasciava attrarre dalla creatura. Sarah si svegliò di colpo, ma era troppo tardi. La creatura si voltò di scatto verso Jareth, mostrandogli i denti aguzzi, soffiando a mo’ di gatto e trascinò di peso Sarah nel lago!
- SARAH! – urlò Jareth mentre la sua Sarah veniva spinta sempre più giù nell’orrido lago. Il fae non ci pensò due volte e si gettò immediatamente anche lui.
Inizialmente, volle farcela da solo, con le proprie forze.
Vide la sua Sarah che si dimenava mentre la creatura la portava sempre più in basso.
La pressione dell’acqua si faceva sempre più forte, impedendo a  Jareth di nuotare più velocemente, ma tenne duro.
Sarah emise un gemito, stava soffocando.
La creatura era troppo veloce.
Jareth era quasi arrivato vicino a Sarah, allungò una mano per afferrare quello di lei, ma la creatura se ne accorse e , mostrati i denti aguzzi, riprese a nuotare più velocemente. A Jareth iniziò a mancare l’aria, ma tenne duro.
Sarah guardò Jareth disperata, come se volesse gridare aiuto.
Quegli occhi..
Jareth non li avrebbe mai più dimenticati...
Non aveva mai visto tanta disperazione...
Forse, Sarah aveva capito che per lei era giunta la fine...
Sarah perse i sensi, distrutta per la mancanza di ossigeno.
Il sidhe perse il controllo e fece ricorso alla magia!
Avvilito, Jareth fece una cosa che mai avrebbe pensato di fare, supplicò
<< Kassandra! >> pensava, anzi parlava telepaticamente << So che riesci a sentirmi! So che ci stai guardando! Ho un enorme favore da chiederti! Questa è l’ultima volta che potrò ricorrere ai miei poteri e li sto usando per comunicare con te! Ascoltami! La mia vita, in cambio di quella di Sarah e dei suoi amici! >>
<< Dunque ti importa? >> rispose Kassandra usando anche lei la telepatia << Saresti disposto a sacrificare la tua vita, in cambio di quella della mortale e dei suoi amici? >>
<< Sì! >> rispose Jareth più sicuro che mai
<< Sai bene >> disse Kassandra solennemente << che così facendo, le causerai atroci sofferenze, Jareth? >>
<< Preferisco vederla vivere piangendomi una volta sola, >> disse Jareth << piuttosto che vederla morire e causare atroci dolori a più persone...! >>
<< Essia... Addio, Jareth...! >>
Una luce bianca intensa illuminò il lago oscuro.
La creatura, accecata dalla luce violenta, lasciò andare Sarah, per poi svanire insieme al paesaggio.
 
- Sarah! - Gudule le scuoteva la spalla – Sarah, svegliati! Avete vinto! Forza! Svegliati! –
 - Sarah! – una mano verrucosa le sfiorò la guancia – Sarah! Siamo noi! Svegliati!-
La ragazza aprì lentamente gli occhi.
Il suo sguardo cadde sul braciere sopra la Porta del Coraggio: una fiamma rossa ardeva di suo splendore, la prova era stata superata!
- Oh, Sarah! – esclamò una voce così familiare che Sarah scattò subito in piedi
- Hoggle! – quasi urlò Sarah per la bellissima sorpresa – Hoggle! Sei tu? -
Sarah si buttò tra le braccia del nano che l’accolse calorosamente nell’abbraccio
- Stai bene, Hoggle? – chiese lei colma di gioia – E Ludo e Sir Didymus ? –
- Milady! Milady! – Sir Didymus andò incontro alla ragazza che l’accolse tra le braccia – Noi tutti esultiamo nel saper che avete ripreso conoscenza! –
- Shara, sta bene! – sorrise Ludo
Sarah si voltò e il suo cuore si riempì di gioia nel vedere il suo amico gigante!
-Sì, sto bene! E voi come state? Vi hanno fatto del male? – chiese lei
- Affatto, Milady! – rispose Sir Didymus – Sua Altezza Kassandra fu molto magnanima con noi! -
- Davvero? – si stupì Sarah
- Ti sembrerà strano, Sarah – continuò Hoggle – Kassandra ci ha trattati molto bene! –
- Ma come? Non eravate suoi ostaggi? – chiese Sarah
Hoggle, Sir Didymus e Ludo si guardarono negli occhi, confusi e imbarazzati
- Beh, in un certo senso sì... – balbettò Hoggle – Però ci ha trattati con rispetto! Eravamo suoi ostaggi e, come tali, eravamo chiusi in una gabbia; però era molto confortevole. Ci dava comunque da mangiare e rispettava le nostre esigenze. Ci avrebbe liberati non se avreste superato tutte le prove, ma solo se Jareth avrebbe imparato la lezione, ovvero la via dell’umiltà... -
- Un momento! – sussultò Sarah – Fermi tutti! Dov’è Jareth? –
Già! Dov’era Jareth?
Che sciocca, pensava, come aveva potuto dimenticarsi di lui?
I suoi amici tacquero, chiudendosi in loro stessi, facendo rabbrividire la ragazza
- Beh? – esclamò Sarah – Cos’è questo silenzio? –
Nessuna risposta. Ci pensò Gudule a rompere il silenzio. Si avvicinò a lei
- Ascoltami, piccina... – la vecchina le mise una mano sulla spalla – Purtroppo... –
- Cosa?- Sarah intuì qualcosa di raccapricciante; gli occhi le si inumidirono, afferrò Gudule per le spalle –Gudule! Che cos’è successo? Dov’è Jareth? –
Nessuna risposta. Gudule abbassò lo sguardo.
Una luce intensa investì le spalle di Sarah, accecando tutti quanti
- Regina Kassandra! – si inchinò Gudule
- Vostra Altezza! – Sir Didymus si piegò in un formale inchino, seguito da Ludo e Hoggle.
Sarah si voltò e vide Kassandra, in tutta la sua bellezza e regalità, dal volto segnato dalla durezza.
La luce intensa non permise a Sarah di capire chi o cosa stesse tenendo tra le braccia.
Ogni volta che la luce si schiariva, Sarah si sentì morire sempre di più...
Come se l’aria le stessero abbandonando i polmoni...!

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Capitolo 8
*** "E' solo un sogno" ***


Ciao a tutti!
E siamo proprio arrivati quasi alla fine della storia.
Di solito sono molto veloce a pubblicare le storie, ma questa volta ho avuto dei disagi che non mi hanno permesso di poter continuare. Ma alla fine, eccoci qua! Spero che abbiate continuato a leggere e ad apprezzare questa storiella :) Un saluto a tutti quelli che mi hanno sostenuto! Un abbraccio a Piso93 (che non sento da un po’ X3), Devilcancy e a Jo_The Ripper!
 
- Non è giusto! – sussurrava Sarah mentre le lacrime le scorrevano a fiotti, imperlandole il viso.
Kassandra mostrava il corpo senza vita del povero Jareth; sebbene passato a miglior vita, era comunque rimasto bellissimo, in tutta la sua grazia e il suo fascino sinistro. Forse la morte, il sonno eterno gli aveva donato un pizzico di dolcezza in più. Era proprio grazioso. Pareva dolcemente addormentato tra le forti braccia della cugina
- Perché? – disse Sarah a denti stretti, in lacrime – Non doveva finire così! –
- E’ stato lui a chiederlo! – spiegò Kassandra; tutti si stupirono da quella risposta, e rimasero pietrificati quando la regina aggiunse, dapprima rivolgendosi a Hoggle, Ludo e Sir Didymus e poi a Sarah  – Ha chiesto lui di sacrificarsi, in cambio della vostra salvezza e della tua, bambina! –
A quelle parole, Hoggle, Ludo e Sir Didymus provarono una profonda colpa, lo sguardo basso. Silenzio totale. Ma Sarah non tacque
- Jareth... Sei uno stupido! – Sarah si morse le labbra a sangue
- Datti una controllata, bambina! – la rimproverò in tono calmo Kassandra
 - STAI ZITTA! – gridò Sarah, tra lo stupore generale, increduli a come Sarah si rivolgesse alla regina; ma a lei parve non importare nulla – È TUTTA COLPA TUA! – gridava tra un singhiozzo e l’altro – SE TU NON AVESSI COINVOLTO JARETH IN QUESTO ASSURDO GIOCO, A QUEST’ORA NON AVREMMO NESSUN MORTO DA PIANGERE... E JARETH SAREBBE ANCORA TRA NOI!-
Kassandra poggiò per terra con delicatezza il corpo di Jareth e si avvicinò a Sarah
- Bada a te, bambina! Non usare questo tono con me! –
- ... E tutto questo per cosa? – continuò Sarah - Per uno stupido gioco? –
Kassandra schiaffeggiò Sarah, facendola zittire
- NON DIPINGERMI COME UN MOSTRO, BAMBINA! – le urlò la regina, poi continuò con tono più moderato – Ti ricordo che Jareth era anche mio cugino! Non è stato facile per me accettare la sua richiesta! –
Sarah si massaggiava la guancia colpita
- I...Io... – balbettò, ma Kassandra la interruppe
-Capisco perfettamente il tuo dolore, bambina! Te lo ripeto, non è stato facile per me accettare la sua richiesta dato che era mio cugino! Ma sappi che lo ha fatto per i tuoi amici... Anzi, prima di tutto lo ha fatto pensando a TE! – l’ultima parola, Kassandra la sottolineò pienamente – Quando la creatura del lago ti aveva trascinato in acqua, portandoti sempre più vicina alla morte, Jareth aveva notato i tuoi occhi colmi di terrore. Oppresso dalla colpa, aveva deciso di salvarti con ogni mezzo, non esitando a darti la propria vita! –
- Ma perché? – piangeva Sarah – Perché doveva proprio sacrificarsi? Non ha pensato al mio dolore? Al dolore per i suoi sudditi? Il suo regno ora è senza un re... –
- Ha preferito – aggiunse Kassandra andando verso Jareth, carezzandogli il volto – che tutti voi lo avreste pianto per una sola volta, continuando a vivere. In particolare, bambina... Sappi che lui non avrebbe mai voluto vederti morta, causando dolore ai tuoi amici, i tuoi cari! Sapeva di essere solo, più solo di te! Non fare in modo che la sua morte sia stata vana! – una leggera lacrima cadde sul volto di Kassandra, lei l’asciugò all’istante. Vide Sarah piangere amaramente. Hoggle le si avvicinò
- Sarah, ascolta la regina Kassandra. Jareth non avrebbe mai voluto vederti così! Lo sappiamo che è difficile, ma devi essere forte! –
- Orsù, Milady! – aggiunse Sir Didymus - Rendi così omaggio al nobile Jareth, in modo da far capire che voi foste grata pel gesto da egli compito per voi! –
Ludo poggiò l’enorme mano tra i capelli di Sarah, uggiolando insieme ad Ambrosian
- Sarah – aggiunse Gudule – coraggio! Vai da Jareth e porgigli il tuo ultimo saluto! –
Sarah abbracciò i suoi amici e si diresse verso il suo Jareth. Con lo sguardo, chiese il permesso a Kassandra
- Vai pure, bambina! – le disse gentilmente Kassandra. Sarah si inginocchiò di fronte al fae. Solo allora si rese conto di provare qualcosa di molto forte per lui. Si strusse per questo. Come si poteva morire, si disse, per una persona che all’inizio non provava nulla di reciproco?
Carezzò dolcemente la guancia, i capelli del fae.
Un profondo dolore la colpì al cuore, le ferì profondamente l’anima.
Lui aveva fatto di tutto per lei, e lei non gli aveva mai detto “grazie”.
Nemmeno quando lui tentò di convincerla della sua veridicità nella Porta della Sfiducia.
Niente...
Era sempre stata sgarbata con lui.
La colpa e il dolore erano troppo forti.
Istintivamente, lo abbracciò con tutte le sue forze, bagnando gli il collo di lacrime; portò il viso di Jareth al suo
- Jareth... perdonami! – singhiozzava lacerando i cuori dei presenti – Perdonami! E’ tutta colpa mia! Perdonami! –
Piangeva Sarah.
Voleva consumare le sue lacrime sul corpo del fae.
Kassandra non sopportò più tale strazio. Poggiò una mano sulla spalla di Sarah, la quale badava a piangere sul suo Jareth
- Avrei voluto conoscerti in un momento diverso... – disse Kassandra -... magari migliore, bambina! Torna a casa –
Alla parola “casa”, Sarah si voltò di scatto
- Cosa? E i miei amici... –
- E’ meglio così, piccina! Ti è concesso salutarli... – disse solenne Kassandra. Gli amici non tardarono ad avvicinarsi a Sarah, non ritenendo giusto che lei si allontanasse da Jareth.
Sarah si rivolse alla vecchia Gudule
- Addio, Gudule! E grazie per essere stata gentile con noi! –
- Sii forte, piccina! – disse la vecchia stringendole le mani.
Ludo le porse la mano
- Addio, Shara... –
- Addio, Ludo...! - Sarah lo abbracciò, inumidendo il suo pelo di gocce di sofferenza
- Se avessi bisogno di noi, Milady... – disse Sir Didymus asciugandosi le lacrime, mentre Ambrosian uggiolava
- Avrò sempre bisogno di voi... – disse Sarah abbracciandolo  – Ve l’avevo detto tre anni fa! Avrò sempre bisogno di voi! Sempre! Addio, Sir Didymus...! Addio, Ambrosian...! – diede un buffetto ad Ambrosian.
Hoggle non ebbe il coraggio di aggiungere parole
- Hoggle.. – esclamò Sarah
- Non abbracciarmi... – disse soltanto – Non mi piacciono gli addii, Sarah! – si asciugò una lacrima.
Sarah ignorò le sue parole e lo abbracciò stretto comunque
- No, Sarah! – obiettò Hoggle, mentre le lacrime gli scorrevano, ma poi ricambiò l’abbraccio anche lui
- Addio, Hoggle! Mi mancherete tutti quanti! Non vi dimenticherò mai! – disse Sarah
- Neanche noi ci dimenticheremo di te! – disse Hoggle.
Kassandra le si avvicinò
- Bene... Ora puoi tornare a casa... Addio, bambina!–
- Addio, Kassandra...! – la salutòlei.
Sarah osservò Jareth un ultima volta, gli carezzò il viso un’ultima volta.
Il corpo di Sarah si illuminò per poi sparire sottoforma di polvere si stelle.
 
ABOVERGROUND
 
Si ritrovò sdraiata sopra il sofà della stanzetta di Toby.
 Si svegliò, avvertì un brutto mal di testa. Ad accoglierla c’era proprio il suo fratellino.
Era sveglio.
La osservava curioso.
Sarah non ci fece molto caso.
Si alzò dal sofà e guardò la finestra.
Ripensò subito a Jareth.
Quanta tristezza, quanto dolore...
E quanta collera...
Un’altra goccia le cadde dall’occhio
- Bacino! – esclamò Toby
- Cosa? – Sarah si meravigliò dalla richiesta del fratellino, non gli aveva mai chiesto una cosa del genere
- Bacino! – implorò il piccolo
- Vuoi un bacino, Toby? – Sarah pensò giustamente che non era giusto prendersela col bambino. Andò da lui per baciarlo
 - No, no! – la bloccò il piccolo mettendole le mani al viso - Io a te! Io bacino a Sarah! –
Sarah restò di sasso!
Era la primissima volta che Toby voleva baciarla
- Come hai detto, Toby? –
- Sarah triste! Io do bacino! – continuò Toby
Lei rimase colpita da tale frase.
Si chinò verso il bambino, permettendogli di baciarla.
Toby le abbracciò il collo e la baciò teneramente sulla guancia.
Sarah era così felice di tale gesto che prese in braccio il bambino e lo abbracciò con tenerezza.
 
 
 
Anche se era molto stanca, Sarah non era riuscita a prendere sonno.
Le emozioni erano state davvero troppo per lei.
Aveva bagnato tutto il cuscino di lacrime e ormai era impossibile dormirvi.
Aveva gli occhi gonfi.
Maledizione quanto le mancava!
Ogni cosa le portava alla mente il suo adorato Jareth.
E tutto ciò che era successo...
Era solo colpa sua...
Si alzò.
Accese l’abat-jour e si guardò allo specchio.
Il troppo piangere l’aveva abbruttita, ma questo non contava.
A cosa le serviva la bellezza se non poteva più attrarre la creatura che tanto desiderava?
Pensò la prima volta che lo vide.
La volta in cui le si presentò nella stanza dei suoi genitori in tutta la sua bellezza sinistra.
Il loro primo ballo.
La sua “dichiarazione”.
Emise un gemito.
Tentò di versare un’altra lacrima
- Non lo farei se fossi in te! – esclamò una voce spirituale.
Sarah sgranò gli occhi e lasciò cadere il coltellino per terra e si guardò intorno.
Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille
- Jareth! Jareth, dove sei? – quasi implorò Sarah
- Sarah... – continuò la voce – E’ così che mi ripaghi dopo quello che ho fatto per te? –
- Jareth, ti prego, fatti vedere... – scongiurò Sarah; sentì qualcuno afferrarle la mano destra e subito si girò
- Jareth! – esclamò lei
- E’ questo che merito? – chiese Jareth con voce flebile
- Jareth... io...! Mi dispiace... – quasi pianse Sarah, magari avesse avuto ancora qualche lacrima
- Sarah, Sarah, Sarah! – disse lui con un sorriso scherzoso – Non imparerai mai, vero? -
Sarah ignorò la presa in giro e provò a buttarsi tra le braccia del fae.
Lo strinse più forte che poteva.
Non l’avrebbe mai più lasciato andare.
Jareth l’abbracciò con tutto l’amore che aveva da offrirle.
Aspirò il dolce profumo dei suoi capelli scuri.
Quanto aveva desiderato quel momento...!
I due restarono incollati in quel meraviglioso abbraccio per un paio di minuti, assaporando ogni momento.
Quando lei chiese spiegazioni, nel viso di Jareth nacque un sorriso diverso dal solito
- Girati Sarah! Guarda lì...- le indicò qualcosa, o qualcuno, alle sue spalle.
Non appena si voltò, Sarah vide sé stessa, tra le coperte, che si girava in continuazione
- Jareth? Cosa significa? – chiese lei un po’ impaurita
- E’ solo un sogno, mia preziosa. Niente di più! – spiegò il fae – Ora, infatti, il tuo corpicino sta dormendo, ma la tua anima è sempre sveglia. Ma se il tuo corpo si sveglierà... poof! io sparirò insieme ai tuoi sogni! –
- Questo vuol dire che...? –
- Stai solo sognando, mia preziosa! E ogni volta che lo farai, io ci sarò! – Jareth mise una mano sulla guancia di lei – Te l’avevo promesso, Sarah! Non ti lascerò mai da sola! Mi rammarico molto di vederti così in pena per me...! –
- E’ una tua magia, Jareth? – Sarah carezzò dolcemente la mano del fae
-No, mia preziosa... – spiegò Jareth – E’ un dono che mi ha offerto Kassandra! –
- Cosa? – si stupì lei
- Vedi, Sarah... – spiegò il sidhe – La sfida di Kassandra era una prova per vedere se prima o poi sarei giunto alla via dell’umiltà. E ci sono riuscito sacrificando la mia vita in cambio della tua e della salvezza dei tuoi amici. Dopo che ti ha riportato nel tuo mondo, Kassandra parlò con me, o meglio, con la mia anima... Lei è molto potente con la magia, riesce ad arrivare fino a questo punto... Mi disse che il mio gesto era stato così nobile, degno di un re, che non poteva fare a meno di offrirmi una possibilità: il mio spirito sarebbe vagato nel mondo della persona degna di me, ed io ho accettato...! –
Sarah era colma di gioia. Allora, infondo, Kassandra non era poi così cattiva.
Si buttò di nuovo tra le braccia di Jareth
- Mi basta anche vederti solo in sogno, o come stato di coscienza, pur di averti vicino, Jareth! Ora so di amarti! Ora so che non potrei mai vivere senza di te! –
A quelle parole, Jareth afferrò con delicatezza il mento della ragazza, portando le labbra di lei sulle proprie. Un bacio fiabesco. Lei, la mortale che era riuscita a conquistare e sciogliere il cuore del re di Goblin.
Chi meglio di lei avrebbe potuto diventare la sua regina?
Era un sogno, è vero, ma Sarah avrebbe voluto che non fosse mai terminato...
Improvvisamente, la stanza si illuminò...
I due si staccarono dal bacio...
Sarah sussultò e Jareth la tenne stretta, rassicurandola, senza dire una parola...
La luce si affievolì e Sarah si trovò in un enorme sala di un grande castello, ovviamente, non del suo mondo...!

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Capitolo 9
*** Regina Sarah ***


Ed eccoci finalmente qua! La fine di questa storiella! E anche stavolta ce l’abbiamo fatta e, per la seconda volta, mi rammarico molto nell’aver già finito! Ma pazienza! Spero che questa storia vi sia piaciuta!
Un grazie a tutti quelli che i hanno seguito! In particolare a Piso93 ( alla quale ho dedicato la storia ), Devilcancry e Jo_The Ripper ( alle quali ho dedicato questo capitolo! ) Per Piso93, quest’ultimo capitolo è un omaggio per te (più avanti, leggendo, capirai! X3 ) Un bacione a tutti quanti!  
 
 
UNDERGROUND
 
Goblin, gnomi, fairy, Hoggle, Ludo, Sir Didymus, Ambrosian, Gudule, i guardiani delle Cinque Porte, le creature del Labirinto...
Tutti erano lì per loro! O meglio, per lei!
La stavano aspettando!
- Che cosa significa tutto questo? – chiese Sarah sbalordita
- Guardati, Sarah! – le disse il re con sorriso scherzoso; lei obbedì: era vestita con un lungo abito di seta rosa perlato, ornata di polvere d’argento. Notò che quasi ovunque c’erano specchi e poté benissimo guardarsi! Era proprio bella con quei capelli sciolti e ornati di gioielli, sembrava una giovane regina
- Non è possibile! – disse Sarah
- Non imparerai mai, vero? – le si avvicinò Hoggle – Ma dico! Te ne stai sempre in casa tua a piangere e non pensi nemmeno a noi, facendoci stare male! Solo quando Jareth ti porta qui, ci calcoli un po’... –
- Qualcosa in contrario – intervenne Jareth – se lei pensa prima a me? –
- N...no, Maestà! – tremò Hoggle – Assolutamente! –
Sarah guardò Jareth meravigliata
- Stavo scherzando! – esclamò Jareth ridendo di cuore, scatenando una fragorosa risata da parte di tutti i presenti, Sarah e Hoggle compresi
- Lo so, Jareth! – disse Kassandra avvicinandosi a loro; Sarah rimase sbalordita
- E’ di nuovo opera tua, vero? – le chiese
- Sì, bambina... – sorrise Kassandra – Ti avevo causato troppi dispiaceri, ed era giusto che mi facessi perdonare! Se veramente amavi Jareth, lo avresti accettato in ogni forma, anima o corpo, e tu l’hai fatto! Il tuo amore  per lui, mi ha permesso di  riportarlo in vita! Adesso il regno di Goblin ha di nuovo il suo re... ed ora anche una bella regina! –
- Regina? – chiese Sarah
- Ovvio, Sarah! – disse Hoggle inchinandosi come tutti quanti, Kassandra e Jareth esclusi – Ora anche tu sei nostra sovrana! Mi inchino davanti a te, mia regina! –
Sarah era meravigliata, non sapeva cosa fare davanti ad una situazione del genere. Jareth si inchinò, le prese la mano
- Con un questo umile gesto, con queste umili parole, io, Jareth, re di Goblin, ti chiedo di diventare mia regina! Sarah Williams, sovrana del Labirinto, regina di Goblin! –
Kassandra si inchinò.
Sarah era imbarazzata.
Un forte rossore le ornò le guance
-Io... – disse – Sono davvero onorata di tutto questo... Mai avrei pensato una cosa del genere... Ma... –
Jareth si alzò e la guardò con tenerezza
- Non te la senti di lasciare il tuo mondo, non è vero? –
Sarah abbassò lo sguardo, lasciando una vena di tristezza sul viso di tutti.
Kassandra le mise una mano sulla spalla
- Non temere, Sarah... Ho io un’idea che potrebbe soddisfare le richieste di tutti! – il suo sorriso attirò l’attenzione dei fairy
- Ehi, signora regina! – disse uno – Lo sai che sei molto carina quando sorridi? Dovresti farlo più spesso! –
Poiché era pur sempre parente di Jareth, Kassandra, avendo perso le staffe, afferrò la testa del fairy insolente e la spedì da qualche parte della sala con un bel calcione!
 
 
ABOVERGROUND
 
Era un caldo pomeriggio di estate.
 Sarah era rimasta in campagna insieme a Hoggle, Sir Didymus, Ludo e Jareth per tre orette abbondanti. Quel giorno a Jareth venne la strana idea di imparare ad andare in bicicletta.
Quando gliel’aveva chiesto, Sarah era rimasta senza parole!
Jareth le spiegò che se voleva stare nell’Aboverground doveva imparare molte cose.
In effetti, ogni volta che Sarah lo evocava per ospitarlo nel suo mondo,  lei gli insegnò le cose basilari e meno: imparò addirittura a saper utilizzare la macchinetta del caffè senza ricorrere alla magia!
Anche Hoggle, Sir Didymus e Ludo imparavano in fretta un mucchio di cose.
Certo, non era facile per Ludo starsene tranquillo nelle campagne, senza che gli animali si spaventassero di lui; ma presto, imparò a fare amicizia con loro.
Sir Didymus all’inizio ebbe qualche difficoltà nell’accettare il fatto che nell’Aboverground gli animali non possedessero il dono della parola, ma pazienza! Lo consolava il fatto che almeno era lui il cavaliere più forte dell’Aboverground!
Quanto a Hoggle, beh... Il suo hobby nell’Underground era quello di spruzzare il veleno alle fate, ma quando seppe che nel mondo di Sarah, le fate non erano esistenti, Sarah gli insegnò un nuovo passatempo che gli piacque tanto: la caccia alle farfalle!
Erano tutti così orgogliosi di imparare un sacco di cose di un mondo nuovo grazie alla loro amica, specialmente, la regina di Goblin!
Se Jareth era un problema per l’Aboverground, figuriamoci gli altri tre!
Né un nano rugoso vestito di stracci, né un enorme bestione peloso munito di corna, né uno yorkshire che cavalca un altro cane vestito da cavaliere passerebbero inosservati dalla gente comune!
Per questo, Sarah decise di evocarli solamente quando si trovava nelle campagne più isolate!
Non aveva nemmeno iniziato a salire, che già Jareth fece il suo primo capitombolo
- Il primo che si azzarda a ridere – disse fulminando con lo sguardo tutti quanti – ne pagherà le conseguenze nell’Underground! –
- Coraggio, Jareth! – lo rassicurò Sarah – Innanzitutto, tieni la sella in modo tale da poter poggiare i piedi per terra con tutta la pianta. –
Jareth eseguì
- Ora siediti! – aggiunse Sarah - Dal sellino comincia a camminare senza usare i pedali. Devi fare un movimento circolare con le gambe, così la bicicletta inizierà a muoversi... – non fece in tempo a continuare, che Jareth era già partito e...
PATAPUM!
- Jareth! – lo rimproverò Sarah – A parte il fatto che non avevo finito! Devi stare attento all’equilibrio! –
- Potevi dirlo prima! – si lamentò Jareth.
Hoggle, Sir Didymus e Ludo erano così tentati di ridere nel vedere il loro re compiere capitomboli simili, ma sapevano che lo avrebbero fatto a loro rischio e pericolo!
- Dai! – disse Jareth – Ricominciamo! –
Jareth si risistemò sulla bici, si sedette sul sellino e, afferrato il manubrio, iniziò a pedalare.
 Oscillò e proprio nel momento in cui stava per cadere da destra, Jareth poggiò per terra il piede!
Non cadde!
- Bravo, Jareth! – lo acclamò Sarah – E’ già un buon inizio! Su, non arrenderti! Puoi farcela! –
- Grazie, mia regina! - a quelle parole, Jareth si sentì fiducioso.
Prese un bel respiro e ricominciò a pedalare.
Oscillò ancora un po’, ma seppe mantenere l’equilibrio, ci stava riuscendo!
- Forza, Maestà! – esclamò Sir Didymus – Potete farcela! –
- Dai, Jareth! – aggiunse Hoggle – Facci vedere chi sei! –
- Jareth, bravo! – disse Ludo.
Il fae continuava a pedalare, stava andando più che bene, mentre gli altri lo acclamavano.
Più sentiva la voce della sua Sarah fare il tifo per lui, più si sentiva pieno di motivazione!
Pedalava, pedalava sempre più veloce!
Una curva lo sorprese, lasciando Sarah sbalordita
-Oh, no! – esclamò lei – Attento, Jareth! –
Ma Jareth non si tirò indietro e, con un tempismo perfetto, girò il manubrio per il verso giusto!
Non cadde per niente!
Tutti applaudirono tra i complimenti vari!
Il fae era orgoglioso di sé stesso!
Tornò indietro verso gli altri.
Ma non si rese conto di essersi avvicinato un po’ troppo
 - FRENA, JARETH! –urlò Sarah! – OH, NO! TUTTI A TERRA! –
Tutti si buttarono chissà dove per evitare di essere investiti!
Jareth, per non recare danni a nessuno, si buttò anch’egli dal mezzo a due ruote finendo per terra con un sonoro PATAPUFFETE, lasciando la bici anch’essa per terra!
Per fortuna, nessuno si fece male
- Stai bene, Jareth? – le si avvicinò Sarah insieme agli altri
- Tutto bene – rispose il fae – Ho solo i vestiti logori di terra! –
- Avevo dimenticato di dirti quali erano i freni! – aggiunse Sarah sorridendo.
Prima che Jareth potesse rispondere, si sentì una fragorosissima risata che partiva proprio... dai tre amici di Sarah
- CHE CAPITOMBOLO! – si rotolava dalle risate Hoggle
- E CHE FACCIA! – si sbellicava Sir Didymus
- JARETH, GIU’! – rideva Ludo.
Jareth si alzò da terra e, dopo essersi scosso i vestiti un po’ sporchi dalle troppe cadute, dapprima  fulminò con lo sguardo i tre, facendoli tacere
- Ehm... – balbettò il nano – Fatto male, Jareth ? –
Jareth alzò la bicicletta, montò sul sellino e iniziò a pedalare in direzione delle tre creature
- IO VI AMMAZZO! – gridò Jareth inseguendo a perdifiato i tre, mentre i poveri Ludo, Hoggle e Sir Didymus, in groppa ad Ambrosian, se la davano a gambe, lasciando Sarah da sola che si sbellicava dalle risate alla vista di quella buffissima scena.
Si sentì inorgoglire nel vedere il fae pedalare così bene.
Finalmente, dopo tre ore passate lì, Jareth aveva imparato ad usare bene quello strano mezzo a due ruote molto comune nell’Aboverground.
Chissà quale sarebbe stato il suo prossimo passo?
E chi avrebbe salvato i poveri Hoggle, Ludo, Sir Didymus e Ambrosian dalla furia del re di Goblin?

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