Capitolo 2
“Santo cielo! Questo
hotel è enorme!” mi dissi scendendo dalla Limousine.
Non sapevo nemmeno a che
piano si teneva la festa. Vidi parecchia gente, soprattutto ragazze,
schiacciate sulle transenne che dividevano loro dallo hotel. Li guardai e mi
venne in mente che anch’io ero così alla loro età. Non che fossi così vecchia,
quasi diciannove anni, ma il comportamento era lo stesso.
Entrai e notai un via vai
di giornalisti e fotografi. Mi avvicinai al portinaio “Mi scusi, dove si tiene
la presentazione del nuovo film di Tom McFly?” chiesi in tono gentile
appoggiando la mia borsetta sul bancone.
L’uomo mi guardò serio
alzando un sopracciglio “E lei chi è? Non sono ammesse ammiratrici scatenate,
anche se camuffate da innocue ragazze” mi disse sfogliando un registro.
Lo guardai stringendo gli
occhi “Sono Noemi Milano, una delle protagoniste del film. Può dirmi dove si
tiene questa festa, per favore? Sono già in ritardo!” il tono in cui parlavo mi
stupii molto. Era serio e autoritario.
L’uomo spalancò gli occhi
e prese a sfogliare le pagine del registro nervosamente “Mi perdoni, signorina
Milano. Si, il suo nome e nella lista. La festa è al 150° piano, mi perdoni
ancora! Sam, accompagna la signorina Milano al 150° piano, muoversi!” disse
battendo due volte le mani e sorridendomi per scusarsi ancora.
Un ragazzino, pressoché
della mia età, si avvicinò velocemente a me inchinandosi “La prego di seguirmi
nell’ascensore” indicandomi le porte trasparenti davanti a me.
Non ero abituata a quel
genere di trattamento, ma se avessi avuto fortuna con quel film e fossi
diventata famosa, mi sarei dovuta abituare e la cosa non mi dispiaceva più di
tanto.
Entrai nell’ascensore e
ad ogni piano una voce metallica indicava il numero del piano.
Era molto veloce e
arrivai a destinazione in pochissimo tempo. Con un altro inchino Sam si congedò
lasciandomi in un enorme sala piena di gente.
Non conoscevo nessuno ma
dovevano essere tutti attori.
“Signorina Milano! E’
arrivata. Complimenti è molto graziosa. La prego mi segua dietro le quinte così
le danno una ritoccata. Tra poco si inizia.” McFly mi aveva raggiunta. Era molto
agitato ma sempre gentile.
Mi portò nei camerini e
mi accorsi di averne uno tutto mio. Sulla porta c’era una targhetta ovale d’oro
con scritto “Noemi Milano”.
Mi aprì la porta “Prego.
Elen le darà un ultima sistemata, non che ce ne sia bisogno. Lei è perfetta” e
si congedò con un sorriso.
“Ciao, io sono Elen, la
tua truccatrice e parrucchiera personale” mi disse sorridendo e stringendomi la
mano.
Era una ragazza giovane e
doveva avere qualche anno più di me. Era mora con due bellissimi occhi blu.
“Piacere. Non credevo di
avere una truccatrice mia” le dissi sedendomi su una sedia davanti ad un grande
specchio.
“Tutti gli attori ne
hanno una propria” mi disse ritoccandomi la cipria e il lucidalabbra.
“Vedo che te la cavi con
il trucco” mi disse sistemandomi il chignon.
“Diciamo che ho imparato.
In Italia mi hanno insegnato a truccarmi per i casi estremi” le dissi
sistemando il vestito e stendendo le gambe.
Lei si fermò e mi fissò
negli occhi “Che tipo di casi estremi?” e abbassò la spazzola e la lacca
che aveva in mano.
“Nel caso non ci fossero
truccatori. Io non recitavo nel cinema ma in filmetti di poco conto, dove gli
attori dovevano arrangiarsi col trucco e gli abiti” le spiegai sorridendo.
Elen era un po’ stupita
“Capisco. Agli inizi è così, ma ora penserò sempre io a te, mentre Angel penserà
ai tuoi abiti” mi disse mentre una donna alta, magra, con lunghi capelli
castani e un paio di occhi a mandorla neri, entrava con una serie di abiti a
seguito.
“Ciao, io sono Angel, la
tua stilista. Se l’occhio non mi inganna porti un Armani. Ottima scelta!” mi
disse avvicinandosi per osservarmi.
“Si, è un Armani” le
dissi sorridendo e stringendogli la mano.
Toc Toc…qualcuno bussò alla porta.
“Avanti” dissi voltandomi
verso la porta. Rimasi pietrificata davanti alla persona che stava entrando. Un
ragazzo troppo bello, molto alto, con un fisico ben curato, capelli non troppo
lunghi scuri legati in una coda disordinata e un paio di occhi scuri molto
profondi. Era vestito in modo al quanto strano: portava un paio di jeans
azzurri stappati sul ginocchio sinistro, una maglietta nera leggera, sopra una
maglietta a maniche corte bianca con un dragone disegnato davanti e un paio di
anfibi neri. Orlando Bloom. Lo riconobbi subito, era il mio attore preferito.
Ora era a pochi metri da me e non sapevo che dire.
“Scusa se ti disturbo ma
volevo vedere che faccia avevi. Sono Orlando Bloom, ma penso che tu mi abbia
riconosciuto visto la reazione” mi disse sorridendo in modo antipatico.
Io cercai di darmi un
tono e tossii “Si, so chi sei. Piacere di aver fatto la tua conoscenza,
Orlando!” gli risposi sfoderando un sorriso altrettanto antipatico.
“So alcune cose di te.
Hollywood è diverso dal cinema italiano, soprattutto quello che hai fatto tu.
Qui non ci sono parti piccole e facile, ma difficile e di grande impegno. Se
fossi in te ci ripenserei prima di intraprendere questa strada, Noemi” mi disse
in tono tagliente. Dio mio se era antipatico e pieno di sé. Ok, sei famoso e
amato ma non puoi trattarmi in quella maniera senza avermi prima vista al
lavoro.
“So quello che faccio!
Grazie del tuo illuminante consiglio. Se non ti dispiace dovrei finire di
sistemarmi. Quella è la porta, ciao!” gli dissi girandosi verso lo specchio e
fissando con la coda dell’occhio Orlando che usciva.
Lo credevo diverso invece
era un pallone gonfiato, sputa sentenze. Avevo lavorato molto per arrivare fino
qui e non sarebbe di sicuro stato Mister Orlando Bloom a impedirmi di realizzare
il mio sogno.
Elen e Angel sembrarono
aver capito i miei pensieri e mi sorrisero.
“Non dar retta a quello
che ti ha detto! Se ti hanno scelta è perché credono in te e nelle tue
potenzialità” mi disse la mia stilista con un sorriso.
“Le star di Hollywood
sono tutte così, Noemi. Cercano sempre di tarpare le ali alle nuove scoperte.
McFly non è uno scemo, ti ha scelta perché hai del talento. Fidati!” mi
incoraggiò Elen con un occhiolino. Mi venne quasi da ridere. Avrei dimostrato a
Orlando quello che sapevo fare.
“Pronta. Puoi andare
bellezza” mi disse Elen girando la mia sedia. Respirai profondamente.
“Sapete dove devo
andare?” chiesi avvicinandomi alla porta.
“In fondo al corridoio, la
porta a destra” mi disse Angel.
“Grazie, grazie di tutto”
dissi sorridendo e aprendo la porta.
“Ma figurati. In bocca al
lupo” mi disse Elen mostrandomi un pollice in su incoraggiante.
“Crepi” e uscii di corsa.
Arrivai in fondo al corridoio e svoltai a destra. Mi trovai in un corridoio
enorme e sentii degli applausi e dei nomi da dietro una pensante tenda blu.
“Noemi eccoti! Preparati,
devi salire sul palco” McFly mi affiancò.
Spalancai gli occhi
“Cosa? Sul palco?” chiesi terrorizzata.
“Certo. Ti chiameranno e
tu non dovrai far altro che salire sul palco, sorridere e salutare” mi disse
trascinandomi sulla scaletta davanti alla tenda.
Sorridere e
salutare..sorridere e salutare.
Mi ripetevo a mente queste due cose per darmi coraggio.
“Ora vi presento la
protagonista femminile del film che interpreterà Danielle. E’ una nuova attrice
proveniente dall’Italia. Noemi Milano!” il sipario si aprì lasciandomi alla
folla che applaudiva e mi guardava incuriosita. Salii i pochi gradini che mi
separavano dal palco cercando di star calma.
Sorridere e
salutare..sorridere e salutare,
ce la stavo facendo e alla fine ci presi anche gusto. Camminavo sul palco a
passi lenti, salutavo e sorridevo. Girandomi vidi McFly che mi faceva segno di
raggiungerlo. Feci un ultimo saluto e mi congedai.
“Cavoli! E’ stupendo! Che
sensazione! Senti l’adrenalina a mille…wow!” dissi e l’uomo rise.
Ero curiosa di sapere chi
sarebbe stato il protagonista maschile e mi fermai in un punto dove si vedeva
bene il palco.
“Molte donne sono curiose
di sapere chi sarà il protagonista maschile di questo film!” iniziò il
presentatore e un coro di “Siii!” femminili salii dalla platea.
“E’ un giovane attore
molto in vista al momento. Per la gioia di voi donne, uomini state attenti, vi
presento l’attore che interpreterà il principe Hanry.Orlando Bloom!” gli
applausi furono numerosi e ci furono anche parecchie urla da parte di ragazze.
Orlando salii sul palco
con fare sexy, indicando ogni ragazza che gli mandava pupazzi, lettere e baci.
Mandava baci alle donne aggiungendo “Ti amo!” a ognuna di loro.
La cosa mi diede
parecchio fastidio. Come poteva dire “Ti amo” così, senza un perché ma solo
perché erano sue fan? Era una cosa stupida a parer mio.
Ricordai poco dopo che io
era la protagonista e che per la maggior parte del film avrei lavorato a
stretto contatto con lui. Mi misi una mano sulla fronte.
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Per le parti del film che
gireranno Orlando e Noemi o usato “Leggenda di un amore-Cinderella”.
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