Hekady Brigyes Rin il destino di una stella senza cielo

di Hekady Brigyes Rin
(/viewuser.php?uid=91016)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO

“Sire la regina sta per partorire due gemelli!” l’uomo, che nervosamente guardava fuori dalla finestra come per ogni figlio che aveva avuto in precedenza, si girò era un uomo bellissimo dell’età di vent’anni a guardarlo, ma ne aveva molti di più.

“Arrivo!”

Corse più veloce che poteva attraversando il corridoio. Sentendo in lontananza le grida dell’amata sfoderò due enormi ali una nera e una Bianca e volò per lo splendido palazzo, che aveva un soffitto alto 6 m etri. Arrivò atterrando davanti alla porta ed entrò nascondendo dietro ai suoi occhi stupendi di color smeraldo, il nervosismo tipico di ogni padre. Su un letto dorato urlava dal dolore una donna bellissima, i suoi capelli lunghissimi corvini e gli occhi di un rosa acceso con sfumature viola, facevano notare all’uomo che era in un momento delicato.

Dopo poco Il primo vagito si sentì nell’aria. Il pianto di quella neonata fece tremare tutto il palazzo, circondata da una luce accecante, le piccole aluccie semi piegate di colore viola e i suoi occhioni di un viola intenso tutti si dovettero reggere dal terremoto, che ne scaturì, scivolando dalle mani della nutrice la bambina stava cadendo a terra, ma il padre la prese al volo tra le braccia era una bambina! Una dolce bambina.

“Ciao piccola!” la bambina rise e alla sua risata una serie di fiori nacquero ai piedi di lei. La bambina allungò le mani verso il viso stupito del padre. Mentre la madre ancora doveva far nascere il secondo figlio, un maschio!

“Sire il bambino è attaccato al ventre della madre sta divorando l’utero è proprio un Diurno come lei bisogna staccarlo o la Regina Turlas morirà!”

Dopo ore, 3 per l’esattezza, di estenuante lotta per staccare il bambino anche lui nacque. Il vagito che ne uscì, fece svenire tutti tranne il padre e la madre. La donna stremata dal parto, tra le lacrime disse all’amato:

“Chiama Melkor e avverti Luxin!”

La donna prese i bimbi in braccio la sua carne si rigenerò in fretta i due bambini si stringevano a posizione fetale uno di fronte all’altro il bambino maschio sembrava quasi baciare la sorella sulla fronte. Dopo poco una Seraphina con sei ali atterrò di fronte al letto. Era bellissima e lucente, di un’eleganza senza fine. Gli occhi castani brillanti, le labbra rosse, la pelle chiarissima e i capelli mossi lunghi e neri.

“Turlas sono bellissimi! Lei è la bambina della profezia?”

“Si!”

“Luxin ne sarà contento! Come stai? Il bimbo ha messo a dura prova la tua vita!”.

“Lo sai che sono immortale! Comunque mi sto rigenerando!”

“Bene allora andiamo ti teletrasporto in paradiso davanti al Concilio degli Dei! La Sacerdotessa Cassandra ci Aspetta!”

Le due donne furono in un secondo davanti al concilio, dove tutti gli dei osservavano i bambini che dormivano beati fra le braccia della madre.

“Eccoti piccola come stai?” disse la sacerdotessa Cassandra.

“Bene nonna grazie!”

“Dei vi prego un po’ di silenzio abbiamo dei piccoli qui!”

Il rumore del chiacchiericcio svegliò i bimbi che piangendo all’unisono fecero tremare e crollare la stanza, naturalmente le pareti si riformarono subito. A un certo punto una voce indescrivibile parlò.

“I miei figli sono nati?”

“Si mio signore!”

“Bene! Aspettate mi ridimensiono!”

Una luce accecante esplose e un uomo d’indescrivibile bellezza apparve.

“Solo per oggi mi concederò a voi in questa forma per comunicare con voi!”

Tutti s’inchinarono, l’uomo arrivò a Turlas le accarezzò il viso e prese in mano la bambina, il bambino subito si attaccò a lei piangendo ed emanando onde sonore che stordirono addirittura gli dei.

“Maat dammi una mano!”

La dea della giustizia egizia prese il bambino e lo fece tacere con una polvere tranquillizzante divina.

“TU PICCOLA MIA DOLCE FIGLIA IL TUO NOME SARA’ HEKADY COLEI CHE DEVE SOFFRIRE, SEI PREZIOSA SALVERAI L’INTERO UNIVERSO! A MIO DISPIACERE SOFFRENDO MOLTO” Girandosi verso Melkor gliela mise in braccio “QUESTA E’ LA TUA KETER SARAI TU IL SUO ANGELO CUSTODE, PROTEGGILA A COSTO DELLA TUA ESISTENZA!”

Le lacrime sgorgarono dal viso di Melkor e abbracciò la bambina teneramente. Poi l’uomo andò verso il bimbo tenuto in braccio da Maat, lo prese fra le braccia e disse:

“TU GIOVANE FIGLIO MIO TI CHIAMERAI RUKUEKY IL COMPLEMENTARE DEL DOLORE E VERRAI VIA CON ME IL TUO DESTINO TI ATTENDE”

Turlas piangendo disse:

“La prego mio signore me lo lasci baciare un’ultima volta, non sopporto che me lo porti via!”

“Mi dispiace mia dolce Turlas ti sembrerà sempre crudele che io ti abbia fatto generare due figli per vederli andar via, ma il loro compito sarà quello di salvare la mia creazione!”

“La prego! Non posso farlo io! Non voglio che Hekady soffra così! La prego lei non ha colpa!”

“Lo so! Purtroppo io non ti ho creato come contenitore dell’opalescente! Che cosa credi che non soffra io! Ma Lucifer va fermato ed io per il libero arbitrio non posso intromettermi! Quindi sarà lei a farlo! Deciderà il destino dell’intero universo, ha un peso enorme addosso sorreggila e accompagnala perché ne avrà bisogno, ci rivedremo presto!”.

E scomparve con la stessa luce portando via Rukueky. La donna cadde in ginocchio piangendo Melkor gli diede la bambina in braccio disperata e con le lacrime che sgorgavano copiose, disse:

“Scusami mia piccola! Perdonami piccola! Perdonami Hekady portatrice dell’opalescente!”.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


Capitolo 1

CINQUE ANNI DOPO

Hekady guardava la madre, incuriosita fino ad allora la madre non l'aveva mai portata fuori dal palazzo reale Soraphis, si trovava in un posto lontano da casa sua. Nella piccola testolina pensò che i genitori, visto che era il suo compleanno, l'avessero portata a fare una gita. Ad un certo punto la piccola si mise a guardare la madre:

"mimi, che cos'è una Eroina?" disse Hekady, la bambina aveva i capelli capelli biondi argentati e gli occhi viola profondo. La donna si girò, era in un'armatura lucente che copriva ben poco del suo corpo perfetto. Le ali, che portava sulla schiena erano bianche perla con qualche piuma argentata, guardava quella dolce piccola bambina, cosciente di cosa sarebbe diventata. Pensierosa una lacrima solcò la sua bella guancia. Si mosse verso la dolce bambina, i capelli neri lunghissimi fino alle caviglie, gli occhi azzurri come un lapislazzuli, la prese in braccio cercando di fare attenzione alle piccole ali, che la bambina portava sulla schiena, così fragili e delicate.

"un'eroina è una persona che soffre… ma salva tanta gente piccola mia Hekady… un'eroina sceglie sempre la strada più difficile… piange si dispera e porta la gioia, l'armonia e l'amore nel nome del bene e di Luxin…"

"io mamma diventerò un'eroina come te? Voglio essere come la mia mimi…"

"Tu diventirai di più piccola!" la abbracciò fortissimo piangendo in silenzio.

"Turlas Amore sono pronti… dammi Hekady!" disse Vidram facendo capolino dalla porta presente nella stanza.

"Sì ma io Vidram non entro!"

"ma… non lasciarmi la dentro da solo…"

"perché mamma che mi devono fare?"

"piccola scusami… scusami non dipende da me ti voglio bene!" e la donna piangendo volò via.

Vidram, che era un angelo aitante forte e possente, con la bambina in braccio entrò nella stanza, Lasciando andare la moglie cosciente del suo dolore.

La stanza era dorata e circolare. In piedi in circolo ben venti angeli circondavano un altare. L'uomo dai capelli neri con occhi come smeraldi appoggiò la bambina su di esso:

"Vidram lo sai che è necessario è stata creata per questo!"

"certo Maat non è tua figlia… che cosa te ne frega… Melkor non dovevi essere il suo angelo Custode?"

L'angelo bellissima, come sempre, aveva i capelli lunghi ondulati scuri con occhi dorati, come il miele, voltò il volto verso il muro non avendo il coraggio di guardarlo in faccia.

"lo sai che non dipende da noi i sacrifici vanno fatti" rispose Melkor sempre non guardandolo in faccia.

Intanto la bambina Hekady li guardava senza capire cosa stesse succedendo.

"ciao zia Melkor…"

"Oh piccola farà un po' male ma non odiarci per questo…"

"cosa vuol dire odiare?"

"spero non lo imparerai mai…" e dopo averle accarezzato il viso si allontanò con gli occhi lucidi.

Gli angeli iniziarono a parlare in una lingua strana, la bambina guardava incuriosita ciò che si stava formando su di lei. Una luce intensissima si stava formando, all'interno un cristallo rosso a forma di diamantelentamente prendeva vita. La pietra materializzò un filo spinato che si conficcò nel petto della bambina aprendolo. Oltretutto il filo trapassò il corpicino della bambina avvolgendola completamente e iniziando ad emanare elettricità lungo tutto il suo percorso.

Le urla di dolore della bambina riecheggiarono nella stanza. Urlava così tanto che perfino la madre volata via a km di distanza la sentiva:

"BASTA! BASTA PAPA' FA MALE PAPA' FA MALE BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA MIMI! MIMI! MIMI! FA MALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!" Hekady si dimenava il più possibile cercando di liberarsi da quell'atroce morsa, ma finendo soltanto per far stringere ancora di più la morsa.

"piccola resisti non ti agitare!"

"PAPA' TI PREGO FALLO SMETTERE!" Le lacrime e il sangue della bimba si mischiavano, chiedendosi come mai nessuno l'aiutasse o facesse niente, guardò il padre con gli occhi supplicanti,ma notò che esso era rivolto con lo sguardo verso il muro che stranamente si era macchiato di rosso.

Resistette ben 3 delle 10 ore della tortura svenendo E ogni tanto risvegliandosi per poi riperdere i sensi poco dopo sempre per il dolore. Fino a che la pietra non entrò nel suo petto sormontandosi al suo cuore.

Il padre con i pugni insanguinati dalle botte date al muro prese la piccola in braccio:

"oh figlia mia sei stata brava e coraggiosa… ora riposa Hekady…tu salverai l'universo proprio con quel dolore!" la strinse e le baciò la fronte.

Guardò gli angeli supremi e superiori presenti con sdegno e disse:

"A quando la prossima tortura?"

"Non chiamarla così Vidram! La pietra si nutre di energia vitale e sicuramente si attiverà spesso, sai che comunque non puoi dire a nessuno chi è lei almeno fino a che non avrà accettato il suo destino"

"lo so ora la porto a casa dopo tutto è il suo compleanno… spero solo che non impari mai cosa sia l'odio!"

Tutti abbassarono lo sguardo molti tra di loro si sentivano in colpa a portare avanti quegli ordini nei confronti di una bambina così piccola e dolce, ma dopo tutto che scelta avevano?

Vidram prese il volo verso il loro pianeta Soraphis la loro casa arrivò alla sera ad accoglierlo due dei suoi figli più grandi Turalim e Vigex, che alla vista della piccola sorellina conciata in quel modo sporca di sangue e svenuta, accorsero immediatamente:

"Padre cosa è successo?"

"Niente che vi interessi!" disse Vidram nel suo solito modo scontroso.

"Come niente che ci interessi? Io sono colui che si occupa di Hekady fin da neonata credo che mi interessi eccome! È stata attaccata? Sta bene?" Rispose inviperito Turalim.

"Sta bene non ti preoccupare! Da domani ad occuparsi di Hekady saremo io e sua madre!"

"Come mai?" chiese incuriosito Vigex

"Domani inizierà ad allenarsi"

"Ma padre ha solo cinque anni di solito gli allenamenti nostri e degli altri fratelli ha avuto inizio a dodici anni!" disse preoccupatissimo Turalim.

"Questo perchè nessuno di voi era reggente!"

"Cosaaa?" dissero in coro i fratelli.

"Avete capito bene Hekady è la principessa reggente sarà la futura Regina Soraphis" e detto questo se ne andò lasciando i due ragazzi sbalorditi e con non poca preoccupazione per la sorella. Per lei non sarebbe sicuramente stato facile, avrebbe dovuto sopportare allenamenti estenuanti e prendere decisioni che per una bambina di cinque anni sarebbero state veramente improponibili, ma loro non potereno che sperare soltanto che lei sopravvivesse, anche perchè l'addestramento Soraphis per le principesse reggente è famoso per essere il più duro e crudele.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1029766