Quel viaggio che ti cambia la vita.

di Hummingbird
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio del viaggio: quello che non ti aspetteresti mai. ***
Capitolo 2: *** All'interno del treno: ciò che viene chiamato 'scomodo'. ***
Capitolo 3: *** Curiosità umana: non si dimentica un ricordo amaro ***
Capitolo 4: *** Quando Morfeo ha voglia di giocare ***
Capitolo 5: *** E quel fatidico mattino... ***
Capitolo 6: *** So strange... ***



Capitolo 1
*** L'inizio del viaggio: quello che non ti aspetteresti mai. ***


 


 

L'inizio del viaggio: quello che non ti aspetteresti mai.


 


 

Tutto era tranquillo a Central City: gli uccellini cinguettavano, le nuvole non si azzardavano ad invadere il cielo color indaco che si mostrava agli abitanti di Amestris; sì, una giornata perfetta. Una di quelle che, quando vengono, ti lasciano senza fiato e ti infondono una voglia di vivere davvero rara. Strano, visto che stiamo parlando della fine di Novembre

Ebbene sì: potremmo dire questo, ma otto persone, ferme alla stazione del treno, non sarebbero affatto d'accordo con noi; ormai stanchi, stavano cercando di ignorare il sole caldo che scaldava un po' troppo l'atmosfera. I militari in questione, quelli che ho citato poco fa, sono piuttosto noti alla nostra memoria: Roy Mustang, ventinovenne Colonnello dell'esercito di Amestris, era seduto accanto a Riza Hawkeye, sua fedele sottoposta e tenente; ogni cinque minuti sbuffava scocciato, maledicendo mentalmente ogni singolo secondo che passava inutilmente, e mandando insulti non ripetibili all'orologio che ticchettava imperterrito; Jean Havoc, l'altro tenente che aveva appena recuperato la capacità di camminare grazie ad una lunga e dolorosa riabilitazione, stava dialogando tranquillamente con la sua nuova fidanzata, Rebecca Catalina. Infatti, dopo diversi e frastagliati avvenimenti, i due avevano deciso di confessarsi l'uno all'altra, ricevendo risultati ottimi; certo, se non fosse stato per Riza (che li aveva segregati dentro l'archivio del loro ufficio per farli dialogare in santa pace) non sarebbero mai riusciti a parlarsi. Lì vicino, Vato Falman stava discutendo con Heymens Breda: entrambi stavano cercando di capire quale fosse la strategia migliore per stracciare qualcuno a scacchi. Infine, Kain Fuery e il maggiore Alex Luis Armstrong erano tranquillamente adagiati al limite della panchina; il primo osservava il suo bagaglio in silenzio, mentre l'altro cercava di smettere di emanare luccichini...Inutilmente.

Tutti quanti stavano aspettando un treno, quel treno, che avrebbe dovuto già essere lì da una buona mezz'ora; ritardo, sempre e solo ritardo.

-Colonnello,- Disse ad un tratto Riza, interrompendo il silenzio che da un po' si era creato intorno a loro -Dovrebbe rilassarsi un po' di più, signore: la vedo teso-. Tutti si voltarono ad osservare la ragazza bionda che aveva appena finito di proferire parola: gli occhioni da cerbiatta lievemente spalancati,infastiditi dalla troppa luce; i capelli arricciati che le arrivavano fino alla spalla, visto che erano ricresciuti tanto dopo che li aveva tagliati, erano scompigliati dal vento perpetuo che rinfrescava di un poco quella giornata afosa. Sembrava un'altra persona: va bene che, da quando erano tornati da Ishbal, aveva ripreso a sorridere di più e aveva ritrovato il suo carattere, di gran lunga più dolce e gentile, ma quando parlava con quel tono dolce era impossibile considerarla il freddo tenente, che riprendeva sempre gli altri militari (colonnello compreso). Anche Roy era piuttosto sorpreso, ma comunque le sorrise tranquillo – Sì, beh scusa Riza ma non è normale che il treno sia così in ritardo.-

Ormai era una specie di dèja-vu sentir dire al caro Mustang il nome del suo tenete, ma comunque recava non poco stupore sentirli dialogare come una coppietta innamorata.

-Rizey- Disse Rebecca, esibendosi in un acuto così mieloso da far sentire una caramella anche il più virile degli uomini – Ti ho già ringraziato per avermi presentato il mio Orsacchiotto?!-

Riza si portò una mano sugli occhi, lasciandosi sfuggire un sospiro esasperato.

-Rebecca, basta: ogni tre secondi mi devo sorbire un tuo monologo sdolcinato; ormai ho lo zucchero anche nelle orecchie! -

-Sarebbe un sì ?-

Un piccolo ringhio , che non veniva certo da Hayate (accucciato accanto alla padrona), si levò dalla biondina.


 

Gli altri sorrisero: quelle due si volevano un gran bene, eppure spesso erano completamente diverse.

L'una era spigliata,sorridente e tranquilla; l'altra invece era davvero molto dolce, abbastanza permalosa e in costante contrasto con la sua migliore amica.

Riza la considerava una sorella, però a volte, quando la trattava come una bambina, le saliva il sangue alla testa.

Da quando, poi, si era fidanzata con Havoc, stava diventando ancora più zuccherosa di quel che era: si vedeva che erano piuttosto innamorati, infatti stavano quasi sempre insieme e ormai, si compensavano a vicenda; il tutto condito da una bella dose di illegalità e di clandestinità, più che necessaria per far funzionare bene un rapporto.

-Reb, ti consiglio di stare un po' più attenta- Disse la bionda tanto per ribadire il concetto - Non siamo mica gli unici militari presenti qui alla stazione, sai?-

Rebecca accennò un sorrisetto -Riza, sei tu che, semmai, dovresti tare attenta...- La diretta interessata sollevò lo sguardo verso l'amica, scostando la mano dalle tempie,- Per..perchè?!-

Un ghigno sadico si dipinse sul viso della mora, lievemente inclinato verso destra.

- Perché ti ricordo che io conosco notizie su di te che nessuno qui dovrebbe sapere... Quindi vedi un po' che puoi fare.- Concluse soddisfatta Rebecca.

Riza sgranò gli occhi mentre gli altri sette scoppiarono a ridere - Lo sai che ti voglio bene, ma ho una calibro carica proprio qui di fianco, l'hai vista?-

-Voi due siete troppo forti - Disse Roy molto divertito da quella conversazione: infatti adorava quando il suo tenente lasciava libero quel lato gentile e amorevole del suo carattere – Siete così diverse eppure siete come sorelle-

-Tsk, da che pulpito- Dissero ad un certo punto Havoc, Breda e Fury all'unisono. Mustang si girò verso di loro un po' confuso, mostrando quello sguardo indagatore che si dipingeva sul suo volto solo quando davvero non riusciva a capire qualcosa. Havoc si schiarì la voce, e, passando un braccio attorno alle spalle della sua ragazza, cercò di spiegare al colonnello cosa voleva dirgli – Beh, lei e Riza avete due carattere completamente differenti, eppure siete l'uno l'ombra dell'altra: non vi lasciate mai, siete sempre insieme e vi conoscete da più di vent'anni; peccato che entrambi siate completamente diversi.-

La buffa conversazione fu interrotta dal fischio assordante del treno: il gigante nero si fermò esattamente davanti ai militari, quasi come se volesse segnalare che il ritardo con cui era arrivato non fosse importante.

-Finalmente!- Sbuffò Roy alzandosi dalla piccola panca sulla quale era “elegantemente” seduto; alzò le braccia al cielo e cercò di allungare la schiena. Fatto ciò, si chinò lievemente e sollevò la propria valigia e quella del suo tenente.

-Colonnello non c'è bisogno che lo porti lei- Tentò di protestare la ragazza, inutilmente.

Come se non l'avesse sentita, cominciò ad avviarsi verso la porta della carrozza, ignorando il peso di entrambe le borse -No, no, Riza figurati, te la porto io.- Disse concludendo con un sorriso dolce.

Lei acconsentì, cercando non pensare alla bellezza serafica di quell'espressione.

Peccato che, mentre salivano su quel treno, non potevano sapere quanti guai avrebbero passato; chi avrebbe mai pensato che un viaggio per riportare la pace ad Amestris, passando per tutti i punti cardinali, si sarebbe dimostrato tanto difficile?!


 


 


 

Piccolo angolo dedicato a me:

Allora, questa storia l'avevo già scritta molto tempo fa, infatti era la mia prima fic.

Non so perché, mi è venuta voglia di riscriverla, cercando di cancellare gli errori. Se posso, aggiornerò regolarmente. Non vi prometto nulla e, soprattutto, non vi aspettate nulla di che: devo cancellare un p' di OOC e sistemare la grammatica, però la storia DOVREBBE rimanere immutata.

Fatemi sapere **

-Hummingbird-

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Capitolo 2
*** All'interno del treno: ciò che viene chiamato 'scomodo'. ***



 

All'interno del treno: ciò che viene chiamato ''scomodo''.

Il treno appariva stanco, quasi come se tutti i chilometri che aveva affrontato lo avessero fatto faticare seriamente: i colori lievemente sbiaditi, i finestrini opachi... Non si poteva esattamente definire “prima classe”.

Nonostante ciò, i militari incominciarono a salirono sul vagone e si diressero, dopo essersi informati, verso le loro stanza: sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo, ecco perchè aveva prenotato le cabine anche per dormire.

Non sarebbe stato facile abituarsi a condividere gli spazi, però ormai erano quasi abituati a vivere proprio come una famiglia.

Appena entrati, un soldato a loro sconosciuto bloccò il passaggio: un militare davvero molto alto, leggermente stempiato e molto robusto; sembrava più nerboruto di Armstrong, e questo dovrebbe bastare per farsi un'idea approssimativa del suo fisico.

Roy storse il naso, notando le diverse medaglie che gli adornavano la divisa, incorniciata da tre stelle luccicanti.

Guardandolo intimiditi, i ragazzi si allontanarono di qualche passo da quella figura ingombrante, portandosi la mano destra alla tempia.

-Bu... Buon giorno- Disse Roy quasi a un po' stupito

-Salve, io sono il generale Grainer-

Lo sguardo di Riza e Rebecca cambiò tanto rapidamente che quasi nessuno se ne accorse, entrambe diventarono così pallide da sembrar di ceramica: due bambole con gli occhioni sgranati e quasi impaurita da una figura sconosciuta.

-Il comandante supremo Grumman mi ha incaricato di visionare i vostri progressi in questo viaggio, quindi vi accompagnerò anche io, sappiate che sono molto ligio alle regole e che non accetto compromessi: dovete mettervici di impegno e lavorare sodo!-

Quasi tutti tra i militari sorrisero imbarazzati, forse a disagio in quella scomoda situazione -Certo signore!-

Abbassando lo sguardo, Riza e Rebecca conclusero quel saluto tanto sgradito -Sissignore-

A Grainer non sfuggi questo piccolo particolare: poteva essere un omaccione robusto e nerboruto, ma, a quanto sembrava, avevo un orecchio fino – E voi due sare...Oh ma certo! Hawkeye e Catalina,mi ricordo perfettamente di quanto veniva all'accademia...Ne è passato di tempo, certo che ne avete fatta di strada eh?!-

-Certo signore- Risposero le altre cercando di mimetizzarsi con la tappezzeria bordeux dello scompartimento.

-Bene- Ricominciò il generale -Allora vi auguro un buon viaggio, se vi serve qualcosa io sono nel vagone qui a fianco-

Detto questo si congedò con un piccolo saluto.

Tutti si voltarono verso Riza, che ormai era tanto pallida da poter svenire.

Appoggiò la schiena alla porta, finendo poi per terra; lentamente, portò entrambe le mani alle tempie, come per poter rinfrescare la sua mente confusa e preoccupata.

-Lui non...Non dovrebbe essere qui...-

Girò piano la testa verso Rebecca, cercando di evitare lo sguardo di tutti coloro che s'erano avvicinati; ci mancò poco al che Roy svenne: vederla così pallide e, per giunta, con gli occhi lucidi gli faceva male.

-Riza...- Mormorò il colonnello a bassa voce -...Chi è quel tipo?-

La ragazza non rispose, forse troppo scossa.

. - Se volete, ve lo spiego io-

Si girarono tutti quanti, osservando la persona che aveva appena parlato: Rebecca stava avanzando verso Riza, le prese il polso e l'aiutò ad alzarsi – Ne parleremo quando ci siamo saremo sistemati comunque, va bene?-

La bionda annuì, anche se evidentemente preferiva che non se ne parlasse proprio; il fatto che gli altri venissero a conoscenza del suo passato le dava oltremodo fastidio.

Roy si affiancò a lei, cercando di capire cosa le stesse prendendo; non riuscì ad intuirlo però, anche perchè arrivarono in fretta alla loro carrozza.

Entrati nello scompartimento, esaminarono con calma ogni singolo elemento: le pareti biancastre, le poltroncine rosse, l'ordine totale che regnava ovunque, le stanze... Oh, le stanze...

-Oh no..- Esclamò Rebecca sottovoce.

-Ma cos..- Tutti si accorsero che qualcosa non andava: infatti c'erano solamente cinque stanze ciascuna con un letto.

-E ti pareva che sbagliavano il numero dei letti?!- Disse Riza alquanto innervosita.

Insieme, si voltarono allarmati, ma la ragazza alzò la mano in segno di scuse; meglio così, se il pericolosissimo cecchino si arrabbiava, ci potevano essere delle conseguenza... Emh...Letali.

Roy iniziò a pensare ad una plausibile soluzione, in modo tale da salvare la situazione.

-Bene- disse il colonnello- Faremo così: Havoc tu dormi con la tua ragazza, ma per favore, dormi e basta,- Si fermò un attimo, in tempo per vedere il leggerissimo sorriso che Riza gli rivolgeva mentre Rebecca, leggermente arrossita, sbuffava scocciata.

-Poi – continuò il moro – Maggiore, lei si scelga una della stanze a piacere; Fury, Falman voi due dormite nella stessa stanza, niente obiezioni: dividete il letto, uno dorme per terra e l'altro no; non me ne frega nulla, decidete voi. Breda tu dormi da solo e Riza...-

Spostò lo sguardo verso la ragazza che, evidentemente, aveva capito cosa volesse fare il suo superiore, infatti aveva già cominciato a spostare le valigie -...Già, tu dormi con me.-

Intanto il treno era partito con un ritmo lento lento... Cosa ci sarà dietro questa nuova identità che abbiamo appena scoperto?

Lo saprete nella prossima puntata!


 


 

Piccolo angolo dedicato a me:

I'm alive **

Allora, sono viva e sto cercando di pubblicare i cap con una cera frequenza … Anche se adesso devo aggiornare l'altra fic ç_ç

Ce la farò!

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Capitolo 3
*** Curiosità umana: non si dimentica un ricordo amaro ***


Curiosità umana: non si dimentica un ricordo amaro.

Ormai, si erano tutti sistemati, nonostante la stanchezza che ormai li stava tormentando: strano, si erano svegliati piuttosto tardi, eppure sentivano le gambe cedere e la testa girare.

Inoltre, erano anche piuttosto curiosi di scoprire chi diamine fosse questo fantomatico generale; naturalmente, tutti tranne Roy: se quel tizio recava così tanto disturbo alla sua sottoposta, che andasse anche a morire all'inferno!

Arrivata l'ora della cena, Riza si avviò ai fornelli, dopo essersi infilata il grembiule blu che aveva portato Fuery, e incominciò a preparare la cena per tutti; nel frattempo, Rebecca incominciò ad apparecchiare, prendendosi tutta la calma possibile: portava i bicchieri, i piatti e tutto il necessario con una lentezza quasi snervante.

Fortuna che avevano preso l'intera carrozza: era bello avere tutto lo spazio per loro.

Il gruppetto si mise a tavola, peccato che, dopo nemmeno cinque minuti, tutto il mangiabile era già finito nello stomaco affamato dei militari, ormai così colmo da scoppiare.

-Mamma mia, questa è una manna dal cielo!- Esultò Havoc, avendo ormai la pancia più che piena -Bravissima Riza, non conoscevo questo tuo innato talento!-

La diretta interessata si voltò e sorrise cordiale al tenente -Grazie Jean, ma dovrai abbassare un po' il tuo livello di aspettative se continui a stare con Rebecc...- Purtroppo per Riza, uno schizzo d'acqua gelata arrivò dritto dritto sula sua frangia scompigliata: a quanto pare, la stessa Rebecca non aveva apprezzato la battuta...

-Touchè.- Disse la bionda sottovoce, cercando di asciugarsi il ciuffetto alla meno peggio.

L'altra mise su quel broncio da ragazzina che mai nessuno era riuscito a cancellare, nemmeno con tentativi disperati; Riza la conosceva molto bene, sapeva che quel lato da bambina non sarebbe mai sparito dal suo stesso essere...

-Oh, andiamo!- Disse cercando di farla sorridere, adottando quindi la tattica delle “scuse-forzate” -Scherzavo! Sei sempre la solita, possibile che le cose non cambino mai?- Sbuffò, mentre con un leggero colpo lasciava cadere un piatto accanto al lavello. Per due o tre minuti, il tempo necessario perchè Riza finisse di lavare i piatti, Roy e gli altri rimasero in un imbarazzante e statico silenzio, che fu interrotto sempre da colei che, a quanto sembrava, non aveva ancora finito il suo discorso.

-Va bene, adesso ho finito...- Mormorò infatti Riza, ritornando verso il tavolo -Penso che me ne andrò a letto, sto sinceramente crollando dal sonno. Dovrò aspettare che la frangia si asciughi, comunque...- Seccata, scoccò uno sguardo provocatorio verso Rebecca, che invece sorrise con arroganza; la bionda ricambiò lo stesso sorriso, e cominciò ad avviarsi verso quella camera che avrebbe dovuto dividere con Roy.

Entrando, si accorse subito che non si trovavano in un così orrendo scompartimento, infatti la stanza era molto graziosa: le tende color turchese incorniciavano il finestrino opaco, ormai rovinato dalle troppe intemperie che lo avevano scalfito; i muri erano di un bianco quasi stinto, che condiva l'atmosfera con quel pizzico di antico, che non guasta mai; anche il letto, sistemato in prossimità della piccola finestra, aveva un qualcosa di particolare. Riza, tranquillamente, cominciò ad infilarsi la camicia da notte, per poi sistemarsi sotto le lenzuola dando una leggera carezza al suo piccolo Hayate. Un po' turbata, s'incominciò a chiedere cosa stesse succedendo nell'altra stanza, dove sarebbero stati svelati i segreti del suo passato, ciò che interessava proprio lei. Cercò di rilassarsi, e di non pensare al racconto che Rebecca stava andando ad incominciare.

-Bene,- Cominciò la mora, appena citata, lanciando un'ennesima occhiata alla porta ormai chiusa della stanza di Riza. -Adesso posso parlarvi di quel generale, ma non aspettatevi una storia di felici circostanze, non piace nemmeno a me ricordare...-

Tensione palpabile” Pensò Roy irritato, puntando le sue iridi d'onice in quelle zaffiro di Rebecca, che non riuscì a sostenerne lo sguardo preoccupato e quindi abbassò di poco la testa.

-Beh, Grainer è stato il nostro professore all'accademia e non è mai stato uno stinco di santo: è uno di quegli uomini che non si fa mai scrupoli quando si parla di avvicinare una ragazza, senza nemmeno tener conto dell'età o della stessa volontà di quella; parlando chiaro, era uno di quei professori che provavano insistentemente ad adescare noi studentesse. Per quanto riguarda me e Riza, non ci ha mai risparmiato i suoi sermoni insopportabili e le sue estenuanti lusinghe, anche se non è una di quelle cose di cui ci si può vantare... -.

Sentendo uno strano silenzio governare l'ambiente, Rebecca sollevò la testa per controllare che stessero tutti seguendo; stupita, si ritrovò addosso lo sguardo allarmato dei presenti: inoltre, poteva quasi avvertire l'ira che ormai aveva conquistato l'animo di tutti, in particolare del colonnello.

-Non... Non è solo questo...- Sussurrò con voce strozzata. -Grainer è... Lui ha ucciso la madre di Riza.-

Boom, un macigno di dimensioni gigantesche distrusse tutto ciò che il cervello di Mustang riusciva ancora a concepire, per quanto poco fosse.

Impallidendo, si sporsero tutti verso la mora che ancora doveva concedere delle spiegazioni. -Che cosa hai detto?!-

-E' così, non abbiamo più dubbi su quest'argomento; Grainer stesso ci ha confessato la verità, ma Riza ha dovuto attendere per capirci qualcosa. Una volta, quando siamo entrate proprio nel primo anno dell'accademia, ho visto che dialogava con lei, e decisi di ascoltare anch'io, per quanto mi fu possibile ovviamente. Elogiandola, Grainer le disse che la sua bellezza tanto semplice riusciva quasi a surclassare quella della madre, e naturalmente lei si chiese come mai la conoscesse. Dovette aspettare ben due anni per capire...-

Una miriade di ricordi invase la mente già ostruita di Rebecca, che divenne annebbiata a causa di tutte quelle immagini sfocate: il momento in cui Riza le aveva rivelato ciò che si ricordava di quel giorno...


 

Era una bellissima giornata, di quelle che si presentano rare volte; una bimba, che aveva da poco compiuti i tre anni, convinse i suoi genitori ad andare alla spiaggia, perché voleva passare un po' di tempo insieme a loro e sfruttare quel bel sole caldo.

La sabbia era bianchissima, lo era sempre stata; il mare era mosso da una leggera brezza e su, in cielo, non c'era una nuvola.

-Papà, papà!- La voce della bimba ruppe il silenzio che dominava quello spiazzo tranquillo..

-Papà guadda che conchilla bellisshima che ho trovato!-

-Riza, tesoro, è davvero stupenda, ma si dice “conchiglia” non ''conchilla''.-

-Adesso non impotta papà! Mi dici dov'è mamma, così le porto la conchilla?-

-Sì, tesoro mio ora andiamo da mamma va bene?-

-Sì,Sì andiamo da mamma così le porto la conchilla!-

La piccola Riza, dai capelli dorati e splendenti, era davvero molto allegra e vivace, anche se aveva sempre avuto un'indole tranquilla. Ma i bambini, si sa, conservano tutte le loro energie per liberarle nei momenti più opportuni.. “Beata gioventù” pensò tra se e se il maestro Hawkeye, mentre con lo sguardo cercava la figura di sua moglie.

-Elizabeth, guarda che bella conchiglia che ha trovato la nostra bambi...-

L'esclamazione del maestro venne interrotta dell'apparire di un uomo, comparso dietro una collina. Hawkeye riconobbe la figura, ma rimase impietrito poiché l'altro aveva appena estratto una pistola. Lui si butto a terra con la figlia, ma l'omicida non stava puntando l'arma verso di loro.

Due colpi secchi e poi un tonfo... Finito.

-Papà!!! Perché ci sono i tuoni se le nuvole non le vedo?! Io ho paura dei tuon... Papà perchè piangi? Dov'è la mamm... - La bimba si girò e urlò appena vide la figura di sua madre: era a terra in un lago di sangue. -MAMMA!Mamma! Mamma perchè non mi rispondi... papà lasciami, lasciami andare, lasciami!-

 


 

-Questo è..- Ricominciò Rebecca, interrompendo quel flusso di ricordi ormai concluso -...Tutto quello che so di quell'uomo.- concluse.

-Scusami Reb,- Disse Havoc storcendo il naso, confuso – Ma se quell'uomo ha ucciso una donna senza una ragione più che plausibile, perchè è il vice del comandante supremo..?Cos'è Grumman è un idiota per cas..-

-No invece è molto astuto...- Tutti si girarono verso Roy, che aveva interrotto il tenente – Se tu dovessi controllare una persona e volessi farla sentire sempre un gradino più in basso di te, dov'è che la collocheresti?-

Ci fu il silenzio per un attimo, ma poi Breda ebbe un'intuizione- Ma certo come vice! È il modo più crudele che si ha per far capire ad una persona che sarà sempre un gradino sotto di noi!-

-Esattamente, era proprio quello che intendevo- concluse Roy -Bene ora vado a letto, buonanotte ragazzi e ricordatevi che, domani mattina, la sveglia sarebbe alle otto-.

Salutando, si avviò verso sua stanza e bussò; non ottenendo nessuna risposta, entrò: Riza stava dormendo nella parte del letto più vicina al muro, aveva una camicia da notte color del cielo che le arrivava fino al ginocchio e un piccolo maglioncino che le copriva le spalle. Intanto, Hayate si era comodamente sistemato ai piedi del letto, accanto alla stufetta.

Roy sorrise e, dopo essersi cambiato, si infilò sotto le coperte accanto al suo tenente.

Non aveva la minima intenzione di sfiorarla, lei che era fin troppo importante; dopo un attimo di indecisione, decise di abbracciarla delicatamente, per sentirla più vicina. Notò con piacere che lei, nonostante dormisse, si era accucciata premendo il viso sul suo petto; stupito, non riuscì a non sorridere.

-'Notte colonnello- Biascicò la ragazza crogiolandosi ancora tra le sue braccia.

-Buonanotte Riza- sussurrò lui, accarezzandole i capelli sciolti.

Era seriamente sorpreso, nonostante non fosse la prima volta che dormiva vicino alla sua Riza: quando era diventato cieco per quel tremendo periodo, la ragazza era stata vicina a Roy anche di notte, riconoscendo quale paura doveva provare il suo superiore quando si svegliava e, lì vicino, non poteva né vedere né sentire nessuno.

Eppure, non c'era mai stata una volta in cui lei si fosse lasciata stringere, nemmeno sfiorare; si stendeva accanto a lui, discretamente, e cercava di tenere quella distanza necessaria per entrambi, giusto quando bastava per far capire al suo colonnello di non scherzare troppo.

Chissà, forse su quel treno , che li cullava col suo ritmo tranquillo, potevano anche rilassarsi di più.

 

 

Piccolo angolo dedicato a me:

Alloooora, io sono viva XD Spero che a qualcuno piaccia questo capitolo, anche se non so se Riza sia troppo OOC, segnalatelo u.u

Adesso penso di lasciarvi, perché debbo (?!) scappare!

Arrivederci gente!

Hummingbird

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Capitolo 4
*** Quando Morfeo ha voglia di giocare ***


Quando Morfeo ha voglia di giocare.


 

Notte. Notte fatta per sognare,per dormire, per trovare quella poca pace che durante il giorno manca.

Una notte senza luna, o se anche ci fosse non la si potrebbe vedere: troppe nuvole all'orizzonte.

Un tuono squarcia il silenzio, massacrando l'oscurità, e un urlo quasi disumano si solleva dalla stanza di Mustang...


 

Come ci si sente quando si sogna qualcosa che la nostra stessa mente ci ha severamente vietato di ricordare?

Il respiro si blocca, lasciando il diaframma fermo immobile in mezzo al petto, e gli occhi si spalancano all'improvviso; si avverte una strana sensazione, come se si galleggiasse nel vuoto, cadendo indietro.

Era così che si era svegliata Riza: aveva sentito il suo corpo ribellarsi alla mancanza di ossigeno, forse traumatizzato da quelle immagini che avevano appena smesso di scorrere alla rinfusa nella sua mente, spezzate dal brusco risveglio.

Roy perse metà degli anni che aveva solo nell'udire quell'urlo: non aveva mai sentito il suo tenente urlare, escluse naturalmente le minacce di morte che spesso gli rivolgeva in ufficio, quando faceva il lavativo.

Inebetito, si portò una mano fra i capelli, cercando di comporre una frase di senso compiuto.

-Riza... T-tutto bene?-

Voltandosi verso il moro, la ragazza annuì, simulando quel sorriso che l'altro aveva visto davvero troppe volte; non si lasciò ingannare dalla sua espressione falsa e, cercando di rinfrancarla, allungò una mano verso la sua spalla: voleva riportarla accanto a lui, avvicinandola al suo petto.

Lei, intuendo ciò che il suo superiore stava per fare, si girò nuovamente di spalle, lasciandolo con una mano a mezz'aria.

-Colonnello,- Disse seccata -Che avevamo detto sulle “distanze obbligatorie” ?-

Roy rivoltò gli occhi al cielo, chiedendosi cosa mai avesse fatto per meritarsi una ragazza tanto bella quanto fredda; nonostante il tono distaccato, Mustang riuscì a capire quanto fosse terrorizzata.

-Beh, a me sembra che tu stia tremando, Tenente. E, essendo un tuo superiore, dovrei almeno sapere come aiutarti... Oppure, come tuo semplice amico-.

Tese nuovamente il braccio per avvicinarla, ma ricevette il medesimo trattamento della volta prima.

-Non le basta il potermi chiamare per nome? Deve per forza andare così oltre?-

Rassegnato, Roy sbuffò e si lasciò cadere a peso morto sul letto, maledicendo il cielo.

-Ti ho già spiegato perché ho ripreso a chiamarti per nome, ma, nel caso non l'avessi capito, ribadisco il concetto.-

Si rimise a sedere e cercò lo sguardo del suo tenente nel buio, mentre pensava a cosa dirle. -Ti ho già detto, che da quando siamo tornati da Ishval riesco di nuovo a vedere quella ragazza che mi sorrideva serena, durante il mio apprendistato a villa Hawkeye. Mi sembra... Che tu ti sia tolta un gran peso, e non mi sembra neanche giusto trattarti ancora come un mio sottoposto; ammettilo, ci conosciamo da troppo tempo per non considerarci almeno amici.-

In un attimo, Roy aveva riassunto tutto ciò che voleva dirle da un po', elencando sinceramente tutte le motivazioni che lo spingevano ad essere più naturale con lei.

-Non mi sembrano motivi adatti, ma lei è così cocciuto che nemmeno insisto...-

Il colonnello, soddisfatto, gongolò tra sé e sé, mentre cercava di scoprire cosa avesse spaventato il tenente.

Nulla: per più di un'ora Riza si cucì le labbra, non rivelando niente; dopo un po', Roy si arrese alla testardaggine della bionda.

-Posso almeno sapere se c'entra quel bastardo di Grainer?- Sbottò il colonnello esasperato.

Il tenente sgranò gli occhi, appiattendosi ancora di più contro il muro, che stava usando per mimetizzarsi; sfruttando il classico metodo “tappezzeria”, cercò di non rispondere a quella scomoda domanda.

-Ti prego... Almeno questo concedimelo: sai, sentirti gridare nel cuore della notte, più o meno saranno le quattro, mentre stavamo dormendo tanto tranquilli... Beh, non è esattamente il massimo!-

La bionda rivoltò a sua volta gli occhi al cielo, mentre si stupiva lei stessa di quello che stava per dire.

-Sì, Grainer era presente nel mio sogno. Si sente soddisfatto adesso?

-Esattamente, mi sento molto soddisfatto.-

Per l'ennesima volta, Risa si accostò contro il muro, cercando di distanziarsi almeno di un metro dal suo superiore: ormai lo conosceva, sapeva che era in grado di rispettare le regole che gli suggeriva, ma si poteva fidare totalmente di lui?

Sì...” Rispose mentalmente “Non farebbe mai nulla contro la mia volontà”...

Chiamata da Morfeo, sentì le palpebre divenire pesanti e la porta del mondo dei sogni si spalancò per un attimo, fino a che...

-Riza..- La ragazza aprì un solo occhio -Mmm?-

-Quando comincerai a darmi del tu e a chiamarmi per nome?-

-Non ci speri minimamente, colonnello-.


 


 


 


 

Piccolo angolo dedicato a me:

Scusate per il ritardo, spero non mi vogliate linciare ^^''

Mi sono molto concentrata per questo capitolo, sperando di cancellare gli OOC, presenti anche nei precedenti capitoli.

Mi potreste segnalare gli errori, se ne trovate?

Non riesco a trovarli...

-Hum.

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Capitolo 5
*** E quel fatidico mattino... ***


E quel fatidico mattino...


 

Mattina: comincia un nuovo giorno, comincia una nuova avventura, comincia una nuova storia.

Il sole non splende, non può farlo perchè le nuvole grigie opprimono il cielo.

Nuvole minacciose di tempesta, tuoni, lampi e fulmini.. Incomincia una bella giornata!


 

Nembi di burrasca oscuravano il cielo; tanto di cappello, la pioggia scendeva violenta, infrangendosi contro il treno in corsa.

In uno degli scompartimenti, si udivano deboli sussurri e mugugni spezzati.

-Riza....-

Un sussurro scosse la giovane che ancora dormiva; quella voce, quel fastidioso rumore, sembrava provenire dalle sue spalle.

Per tutta risposta, il biondo tenente cacciò la testa sotto il cuscino, spossata.

-Riza-.

Il bisbiglio s'era fatto parola, suono forte e deciso.

Di nuovo, l'altra non ci badò.

“ Per una volta che posso dormire, chiunque tu sia, non tentare di svegliarmi!”

-SVEGLIATI!-

Riza buttò giù le coperte e, cacciando un urlo; si alzò così velocemente che cadde dal letto. Irritata, osservò con aria omicida colei che, fregandosene del suo stato assopito, non s'era concessa pietà a l'aveva fatta riversare al suolo. In poche parole, Rebecca s'era fatta beffa di lei facendola cadere dal materasso. Dietro di lei c'era un Roy Mustang abbastanza divertito e un Jean Havoc che se la rideva come un matto.

Ancora più confusa, Hawkeye la guardò bieco.

-Rebecca?! Ma sei diventata matta? Mi hai fatto morire!-

-No, è solo che se la smettessi di interpretare il ruolo della “Bella addormentata” magari potremmo mangiare tutti.-

Lei la guardò confusa -Ma cosa...?-

Istintivamente volse lo sguardo verso l'orologio e divenne pallida come un cencio: erano le undici e mezza passate.

Da bianca divenne rosea, poi color cremisi ed infine completamente paonazza.

-Perché non mi avete svegliato?!-

Roy fece spallucce e, ancora divertito, le porse una mano per tirarla su.

Si avviarono verso la cucina mentre il tenente, ancora assonnata, tentava di sistemare i suoi biondi ciuffi.

Appena entrarono, la ragazza si rilassò completamente: mancavano tutti, non si era alzato nessuno eccetto loro.

-Colonnello,- disse ad un certo punto, stizzita. -Io... Le vorrei chiedere se posso dormire in soggiorno, per la durata del viaggio.-

Mustang l'osservò paralizzato, sperando di non aver combinato nulla.

-Ti ho dato fastidio stanotte?-

Lei divenne nuovamente rossa, ma riuscì a ritrovare il suo colore per poi guardarlo negli occhi.

-Affatto, ma non sarebbe meglio se dormissimo separati? Non è idoneo e tanto meno concess...-

Rebecca s'intromise, ponendosi davanti all'amica; la sovrastava in altezza e, per questo, poteva concedersi il lusso di squadrarla per benino.

-Riza, Riza, Riza,- iniziò la mora ghignando -Se noi possiamo infrangere tranquillamente la legge anti-fraternizzazione, voi potete dormire senza problemi nella stessa stanza. Certo, almeno che questo non crei situazioni più che imbarazzanti-.

Dovette fermarsi, a causa dello sguardo nervoso e divertito che Riza le stava rivolgendo: fuoco vivo che si muoveva nelle iridi, mischiandosi all'ambra.

Rebecca s'allontanò lentamente e, correndo, si rifugiò spaventata dietro la schiena di Havoc.

La discussione sarebbe sicuramente finita male, ma in quel momento entrò colui che aveva recato tanto scalpore il giorno prima: Granier.

Sorridendo, li salutò cordialmente e fece finta di interessarsi al loro stato di salute e d'umore; poi, come se nulla fosse, s'avvicinò piano a Riza e le intimò di seguirlo.

Lo sguardo di lei divenne indecifrabile, ma sia Roy che Rebecca sapevano che era terrorizzata.

Tentò di protestare, ma fu inutile. Uscì dalla cucina, seguita dallo sguardo sconcertato degli altri tre.

Rebecca ruppe il silenzio che si era formato -Dobbiamo mandare qualcuno a controllare: non voglio che succeda nulla-.

Mustang non ci pensò un istante: seguì silenziosamente il generale e la sua regina, pronto a difenderla.

Li vide entrare nella stanza del condottiero e poi chiudere la porta.

“Calma Roy,” si disse piano “Se entro un minuto non esce, busserai. Se non risponderanno...”

1...2...3...4...5...

Riza se la stava passando piuttosto male: bloccata contro il muro, una lama d'argento affilata rivolta contro la sua gola.

...6...7...8...9...10...

Grainer sorrise, maligno.

-E' un piacere vederti, bambolina-.

...11...12...13...14...15...

Una sensazione di disgusto aveva ormai conquistato l'anima della ragazza, mentre lui faceva scorrere piano una mano sulla sua vita.

...16...17...18...19...20...

-Credimi,- sussurrò spaventata -Il piacere è solo tuo-

...21...22...23...24...25...

Lui scosse la testa, contrariato

-Quanto mi sei mancata! Oh, non sai quanto io sia stato male! Quanto sei diventata bella-.

...26...27...28...29...30...

-Quale onore!- protestò Riza, ancora bloccata -Essere adulata da uno dei più grandi puttanieri della storia-.

...31...32...33...34...35...

Granier non rise e, per tutta risposta, premette di più il piccolo pugnale sula gola nuda di lei.

-Te ne intendi, non è così? Il tuo superiore sembra essere un esperto in materia-.

...36...37...38...39...40...

Ferita, tentò di tirargli un calcio, ma questo non migliorò le cose: se lo ritrovò più vicino di quanto già non fosse.

-Che diamine vuoi?!-

...41...42...43...44...45...

-Oh,- rispose il generale, ancora ghignando -Lo sai, bambina: voglio te-

Con uno scatto, s'avvicinò ancora di più e le posò un delicato bacio accanto alla lama, sfiorando la pelle candida.

...46...47...48...49...50.......51...52...53...54...55...

-Bastardo, mollami!-

Un improvviso tonfo fece irrigidire entrambi: Roy aveva buttato giù la porta con una spallata.

-Leva. Le. Tue. Sporche. Mani. Dalla. Mia. Donna.-

Allungò il braccio “guantato” verso di lui e cercò di contenere la rabbia che lo stava distruggendo internamente. Granier la lasciò andare e Riza, ancora spaventata, si ritrovò senza accorgersene tra le braccia di Mustang

-Ah, sei una rottura, fiammifero!-

Roy stava per schioccare le dita, regalando l'inferno a quel generale, ma il tenente s'interpose tra i due, fermandolo.

-Vedo che la ragazza è più astuta di te, Mustang. Sei tonto?! Lo capisci che potrei licenziarti anche solo per avermi interrotto?-

Il colonnello sembrò confuso, ma dovette ammettere che aveva esagerato-

-Non è la tua donna, Mustang; alla fine di questo viaggio, il tuo piccolo angelo diverrà mio!-


 


 

Piccolo angolo dedicato a me:

Ok, questo non è uno dei miei capitoli migliori, ma mi trovo in una situazione difficile e mi ero anche scordata di aggiornare... Spero comunque che vi piaccia.

Scusate di nuovo ^^


 


 


 

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Capitolo 6
*** So strange... ***


Rabbia, sentimento che fa perdere ogni concetto morale.

Confonde,inganna; stupisce e tormenta.

C'è quasi sempre bisogno dell'aiuto di qualcuno per tornare da quel abisso oscuro...


 

Il colonnello non resistette in quella squallida stanza un minuto di più: uscì quasi correndo, portandosi dietro Riza; furono investiti dalle aspre parole di Grainer fino a quando non svoltarono l'angolo; poi, fu tutto più tranquillo.

Roy spostò lo sguardo ancora furente sulla ragazza accanto a lui: teneva il capo chino; le sollevò piano il mento e, per un attimo, ebbe l'impressione che il tenente stesse piangendo.

-Ti senti bene? Non... Non ti ha fatto nulla, non è così?-

Risa si costrinse a sorridere, cacciando via quel velo di terrore e paura che era imprigionato nel suo sguardo.

-Non si preoccupi: non mi ha fatto nulla.-

Il colonnello, però, non sembrava sereno; anzi.

-Ciò non toglie che ci abbia provato...-

Di nuovo quella scoccata, quel colpo d'occhio che lo mise a tacere in un micro-secondo; la bionda era riuscita a trasmettergli uno strano senso di sicurezza, attraverso un semplice battito di ciglia.

-So badare a me stessa, va tutto bene.-

Nello stesso momento in cui concluse la frase si ritrovò tra le braccia di Roy.

Fu un contrasto atroce: sentire la sua pelle perlacea e gelida a contatto con le mani di Mustang, che cercava di rassicurarla.

Riza divenne una piccola statua di marmo, mentre sentiva il sangue ribollire e il cuore pompare alla massima velocità mai raggiunta. Roy sorrise e le accarezzò i capelli biondi, ancora parzialmente spettinati.

-Grazie...- sussurrò lei, piano.

La lasciò andare, a malincuore, solo dopo cinque minuti buoni, in cui avrebbe potuto giurare di non averla sentita respirare un momento.

Gentilmente, le chiese se avrebbe potuto raccontare agli altri quel che era accaduto, per avvertirli; Riza acconsentì, non molto convinta: dovette ammettere che era piuttosto imbarazzante, ma era necessario mettere in guardia anche i suoi compagni.

Si diressero verso la cucina, per poi spalancare la porta rimanendo infine immobili: i militari si erano svegliati e, tutti, tenevano lo sguardo fermo e fisso sui volti del giovane tenente e del colonnello.

Rebecca si avvicinò piano a loro.

-Che... Che è successo?-

Roy iniziò piano a spiegare tutto, ma si interruppe più volte: ogni volta che proseguiva la narrazione, vedeva sul viso dei suoi sottoposti montare rabbia e collera. Quando ebbe finito di parlare, Riza incominciò a ragionare ad alta voce.

-Non possiamo reagire, purtroppo: è rischioso. Stiamo giocando col fuoco...-

Mustang la guardò sorpreso, sicuro di aver compreso male.

-Fammi capire, - sussurrò curioso -Non vuoi fare nulla?-

Lei scosse il capo, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.

-Non posso agire, si è forse scordato che stiamo parlando di un Generale: se volesse, potrebbe stroncarle la carriera, inventandosi chissà quale scusa...- Cercò lentamente lo sguardo del colonnello, sperando di riuscire a trasmettergli ciò che pensava; sorprendentemente, Roy stava ridendo.

-Bene,- ghignò -Se tu non vuoi intervenire e nemmeno che noi gli torciamo uno di quegli untuosi e sporchi capelli grigiastri, vorrà dire che ti proteggeremo senza toccarlo. Ma ricorda bene: un altro graffio a carico di quel bastardo e non ritroveranno mai il corpo...-

Rendendo la scena più teatrale, si esibì in un esagerato schiocco di dita, che risuonò nella stanza vuota. Riza non poté fare a meno di sorridere, osservando divertita il movimento a vuoto della mano dell'alchimista di Fiamma.

Nonostante fingesse di essere sereno, Mustang non lo era affatto.

“Se vuoi la guerra, allora sia;” si ritrovò a pensare verso il tardo pomeriggio “Tu non la sfiorerai nemmeno con un dito, stiamo parlando del mio tenente...”

Una vocina, dentro di sé, sussurrò diabolica “Ah, il TUO tenente? E da quando in qua siete così intimi?”

Continuando a camminare, non s'accorse nemmeno che il suo sguardo s'era fermato da più di tre minuti sulla figura di Riza, che sedeva su una delle poltroncine del treno con il viso e la mente immersi nelle pagine di un libro.

Incuriosita da quell'occhiata, alzò piano la testa e, non considerando il suo superiore “recettivo”, agitò una mano davanti al volto di lui, per farlo svegliare da quello stata catatonico.

-Umh?! Ah, sei tu.-

-Tutto bene?-

-Sì, a posto-.

“Un dialogo acceso...”costatò la giovane, poco convinta. Decise di continuare a leggere, mentre Roy rimaneva là, fisso in piedi.

Dopo poco, Riza domandò nuovamente se avesse bisogno di qualcosa; Mustang allora si portò entrambe le mani al viso, affondando nella poltrona di fronte a quella di lei, mormorando frasi poco connesse. Il tenente decise di non indagare oltre, lo lasciò pensare, anche se non poteva fare a meno di non fissarlo stranita: accoccolato sulla poltrona, la testa tra le mani mentre cercava di scacciar via chissà quale ansia; ma con lei, poco ma sicuro, non ne voleva parlare.

“Sapevo di essermi innamorato già da tempo,” su questo stava rimuginando l'uomo “Ma non mi pare il caso di mettermi a fare il bambino solo perché al momento abbiamo altro a cui pensare!”

Come nulla fosse, s'alzò e sparì dietro la soglia dello scompartimento.

-Santo il Cielo...- sussurrò Riza -Ma che diavolo vi prende a tutti quanti?!-


 


 

Piccolo angolo dedicato a me:

Yeeeeeh!

Sia benedetta l'entrata posticipata * Mumble Mumble... *

Uhm, beh...

Ok questo capitolo è un po'... Gne U_ù (definizione da altolocati).

Ma non sapevo come correggerlo! Avrei dovuto fonderlo con quello dopo, ma quello dopo poi sarebbe venuto storpio e chissà che sarebbe successo a quello dopo ancora!

..Va beh, leggetevi questo ^^''

-Hummingbird.-


 

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