Niente sarà più come prima

di Morgan Snape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** strani eventi ***
Capitolo 2: *** niente sarà più come prima ***
Capitolo 3: *** La Vita Continua ***
Capitolo 4: *** Un sorriso ***
Capitolo 5: *** Conforto ***
Capitolo 6: *** La Soluzione ***
Capitolo 7: *** Brutti Segni ***
Capitolo 8: *** Il Duello ***
Capitolo 9: *** Il Sogno ***
Capitolo 10: *** Effetti Collaterali ***
Capitolo 11: *** Sono Fiero di Te ***
Capitolo 12: *** Amaro Risveglio ***
Capitolo 13: *** problemi tecnici ***
Capitolo 14: *** Voci Pericolose ***
Capitolo 15: *** Illusione ***
Capitolo 16: *** La ricerca ***
Capitolo 17: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 18: *** Il potere più forte ***
Capitolo 19: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** strani eventi ***


Niente Sarà Più Come Prima

Niente Sarà Più Come Prima

 

 

Era una sera calda e afosa quella che si respirava in via Privet in cui il giovane Potter era costretto, come ogni estate a passare le vacanze con i  suoi odiati zii. Harry, un ragazzo di sedici anni, si trovava in quella che era la sua stanza, anche se non si poteva certo definirla tale; le finestre erano state rinforzate con sbarre robuste, l’interno della camera era un insieme di oggetti strani e bizzarri, nonché magici, ammucchiati disordinatamente negli angoli.

Del giovane non si poteva certo dire fosse il ritratto della felicità, anzi manifestava spesso la sua tristezza attraverso l’espressione cupa e corrucciata del viso, smagrito a causa del poco appetito.

I motivi di tanta desolazione erano molti; solo nell’ultimo anno aveva perso il padrino, scomparso dietro un misterioso velo, proprio colui che  avrebbe potuto liberarlo dalla sua famiglia babbana se ne era andato, forse per sempre.

Inoltre aveva scoperto perché fin da prima di venire al mondo, il mago oscuro più potente di tutti i tempi desiderava la sua morte; una profezia lo legava ad egli e non c’era più niente che potesse fare se non affrontarlo in uno scontro all’ultimo sangue. Il peso di questa responsabilità lo aveva portato ad adottare comportamenti impulsivi e irrispettosi nei confronti del preside Albus Silente che in fondo aveva sempre e solo cercato di proteggerlo da un futuro tremendamente impegnativo per un ragazzino che aveva tutto il diritto di crescere come tutti i suoi coetanei, invece lui gli si era scagliato contro l’anziano mago senza remore accusandolo di avergli mentito per tutti quegli anni.

Come se non bastasse, si era comportato in modo sconsiderato anche con il suo professore di pozioni. Harry aveva sempre odiato il suo insegnante e il sentimento era ricambiato, ma ciò che aveva compiuto andava oltre alle solite mascalzonate, si era intrufolato nel suo pensatoio scoprendo ciò che non avrebbe mai immaginato; sapeva che il padre era un combina guai e che le regole per lui erano opzionali, ma mai si sarebbe aspettato che fosse un tale arrogante e strafottente come in effetti aveva sempre affermato il professor Piton.

Per questo si era ripromesso che avrebbe fatto il possibile per non assomigliare così tanto al padre, compreso l’aspetto fisico. Si era fatto crescere i capelli, così, anche se riccioluti come sempre avrebbe potuto domarli legandoli in una coda bassa; non portava più gli occhiali, con un po’ di fatica aveva imparato ad indossare le lenti a contatto, decisamente più comode e pratiche.

Se non fosse stato per le occhiaie e le guance scavate, si sarebbe potuto definire non proprio un ragazzo bello, ma almeno un po’ più interessante e soprattutto non lo avrebbero più confuso con il suo genitore.

Le giornate trascorrevano sempre molto lentamente a Privet Drive, almeno così pareva al giovane Harry, ma le novità non tardarono a sopraggiungere:

- POTTER!- Urlò il suo corpulento zio.

- sì?- Rispose annoiato.

- c’è un piccione che svolazza fuori dalla nostra finestra, caccialo via immediatamente!-

In realtà non si trattava di un semplice piccione, ma di un bel gufo dal piumaggio cenere ed una lettera attaccata alla zampa, dopo averla slegata dall’animale gli offrì un biscotto e il pennuto volò via soddisfatto. Non fece in tempo a leggere il mittente, che Dudley, suo cugino, con uno scatto incredibile per uno della sua mole, gliela strappò dalle mani per dirigersi verso l’esterno dell’abitazione.

Harry raggiunse agitato il parente in giardino e inorridito vide che Dudley stava per dare fuoco alla missiva con un accendino.

- dammela, è mia! Altrimenti giuro che stavolta te la faccio pagare!-

- ah davvero? E cosa mi fai? Tanto lo so che non puoi farmi niente quando sei qua!-

- Dudley, esigo quella lettera!-

- no!-

- Beh allora vorrà dire che chiamerò i miei amici che verranno a punirti!-

- ma sì certo…E chi verrà?Il tuo padrino? Cosa credi?Lo so che è morto!-

- …-

- E’ così giusto? Lo dici spesso mentre dormi, “no Sirius! Mi dispiace, è tutta colpa mia, torna indietro!”-

A tal punto Harry non ci vide più, il peso dei suoi rimorsi lo stavano facendo scoppiare e una forza che non credeva di possedere si impadronì di lui.

Come se fosse un’azione abituale, il giovane allungò il braccio destro con il palmo della mano rivolto verso Dudley, gli occhi, illuminati di un innaturale verde, lo stesso colore che ora lo circondava completamente, si chiusero mentre un fascio di luce si diresse verso il cugino ed Harry pronunciò una formula in una lingua temibile e sconosciuta: il serpentese.

Dudley per magia fece un volo in avanti, verso il giovane mago che, ripresosi dall’evento sovrannaturale sbatté un po’ le palpebre per poi riprendersi la lettera che gli spettava e correre in fretta nella sua camera, conscio di aver compiuto qualcosa di sbagliato.

Si distese sul letto con una grande stanchezza in corpo, ma senza aver capito cosa fosse appena accaduto.

Aprì la busta e quando lesse il mittente la sua espressione fu di sincero stupore:

 

Potter,

sono il professor Severus Piton e ti avverto che questa sera alle 20.00 in punto ti verrò a prendere per portarti in un posto più sicuro; ho avuto modo di impadronirmi di alcune informazioni e so per certo che non sei al sicuro dove ti trovi ora, oltre a ciò dovremo discutere riguardo alla possibilità di alcune variazioni nella tua forza magica e quella del Signore Oscuro. Preparati in fretta, non c’è tempo da perdere.

 

S. Piton

 

Lo sguardo, da sorpreso divenne puro terrore quando rilesse l’ora scritta sulla pergamena: le otto?! Erano almeno le otto e un quarto, quindi il professore aveva assistito all’evento di prima! Sicuro di aver compiuto qualcosa di tremendamente sbagliato e per lo più oscuro, sapeva che probabilmente ora non lo aspettava niente di buono.

Mentre pensava ciò, dal piano inferiore giunsero i gridolini spaventati della zia e sentì qualcuno che saliva le scale.

Era proprio chi temeva che fosse; il professore rivolse al giovane pietrificato dall’angoscia uno sguardo di puro disprezzo. Harry si aspettava una sfuriata di quelle storiche, invece non avvenne niente di simile, semplicemente, senza un accenno di saluto agli zii ( non che ci tenesse) scesero in strada e chiamarono il Nottetempo.

 

***

Salve a tutti! Questa storia, già pubblicata su questo sito, risale al 2004 ed è incompleta. Decisa a portarla a termine, l’ ho riletta per l’ennesima volta per cercare ispirazione e mi sono resa conto che dopo due anni posso dire di poter fare di meglio, così eccola di nuovo qua ma riveduta e corretta. Di certo ne leggete di migliori in giro, ma credo di averla comunque migliorata, sto anche apportando alcune modifiche opportune, dato che nel frattempo è uscito il sesto libro e alcuni dati non quadrano con la storia originale. Non è molto rilevante, comunque avviso che gli stessi capitoli verranno suddivisi diversamente, il primo è un po’ più corto rispetto a quello originario per consentire ai successivi di essere più corposi. Detto questo per stasera è tutto, il prossimo capitolo dovrei pubblicarlo la prossima settimana. Spero nel frattempo di riuscire a scrivere i tre capitoli che mi mancano per concluderla, non nascondo che ci tengo a questa storia, è la mia prima long fiction pubblicata nonché una delle prime mie fantasie “potteriane” ad aver preso una forma più concreta…Non posso abbandonarla così!

Un saluto sincero,

 

Morgan Snape

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Capitolo 2
*** niente sarà più come prima ***


NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA

 

 

NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA

 

 

Il ragazzo non ebbe il coraggio di chiedere alcuna informazione al professore sulla loro destinazione e rimase muto tutto il viaggio,finchè non arrivarono davanti ad un grande maniero di pietra scura,con un grande parco che lo circondava.

-resterai da me per un po’ Potter,finchè Silente non deciderà cosa fare-disse Piton.

Ad Harry di certo l’idea non andava a genio, ma si consolò pensando che erano gli stessi pensieri del professore.

Entrati dal maestoso portone adornato di chissà quali antiche scritture,l’interno si dimostrò ancora più interessante.

Davanti al ragazzo si trovava un immensa sala d’ingresso, nella parete opposta al giovane c’era una vetrata colorata molto grande con rappresentato lo stemma della antica  famiglia purosangue.

D’innanzi alla stessa parete si ramificava l’enorme scala di marmo nero che portava alle due parti del castello.

Harry si ritrovò presto con il dolore al collo per essere stato troppo tempo a fissare le alte pareti ricoperte di quadri rappresentanti tutte la nobile casata,senza nemmeno rendersi conto che il professore lo fissava da parecchi minuti con un espressione decisamente scocciata, ma allo stesso tempo sorpresa per l’enorme interesse che dimostrava Potter nei confronti del castello.

Continuò così ancora per qualche attimo,fino a quando il professore emise un rumoroso colpo di tosse,il ragazzo si riscosse,ricordandosi cosa gli  aspettava.

-Hai qualcosa da dire a tua discolpa Potter?-

-Beh,veramente…-  Non riuscì a completare la frase che il professore irruppe con un urlo possente.

-Come hai potuto fare una cosa del genere?Dove hai letto quella formula,si può sapere?Era magia nera,delle più pericolose che abbia mai avuto modo di vedere!-

Harry stralunato gli disse che non sapeva esattamente come fosse successo,così gli spiegò tutti i particolari.

Piton assunse  uno sguardo strano,indagatore,come se il suo cervello stesse scoppiando in mille ragionamenti,e poi disse:

-Allora è vero…-

-Cosa è vero?- Azzardò a chiedere Harry.

-Vedi,con il potenziamento dei poteri di Voldemort,e probabile che stia accadendo anche a te e oltre a risvegliare i poteri oscuri trattenuti nella tua cicatrice dalla notte in cui sconfiggesti l'anatema mortale, questi si stanno sostituendo completamente alla tua aura bianca, ciò significa che invece di avere un solo mago oscuro in circolazione ne avremo due!-

Harry rimase di sasso,perché innanzitutto non sapeva che dentro di lui ci fossero dei poteri assopiti,cioè sapeva che aveva dei poteri di Voldemort,come ad esempio la capacità di parlare con i serpenti,ma pensava di conoscerli gia tutti,e si sbagliava,in più stava diventando inevitabilmente un mago oscuro!

Non si rassegnò e con tutta l’agitazione che aveva e con voce instabile disse:

-No!Io non posso essere cattivo,insomma…Non può essere,ci deve pur essere una soluzione,io non voglio essere come Voldemort,non voglio divertirmi ad uccidere persone innocenti come lui!- E mentre finiva di dirlo,dalla troppa agitazione e dalla perdita di controllo dei suoi poteri,sempre di più potenti,distrusse un vetro di una finestra della casa,e Piton ormai rassegnato guardò prima la finestra e poi Harry,che lo guardava con sguardo impaurito,e disse:

-Lo vedi Potter che grosso problema e nato?Né io ne Silente sappiamo cosa fare, a quanto pare dovremo contare sulla tua buona volontà,per quanta ce ne sia rimasta,giacchè anche il tuo modo di pensare cambierà,la tua psiche verrà stravolta, inquinata dai poteri oscuri. Niente sarà più come prima.-

Harry sentiva che presto non sarebbe più riuscito a trattenere le lacrime, così chiese tentando di mantenere un po’ di contegno dove poteva dormire quella notte, quindi il professore lo accompagnò nella sua nuova camera.

Il giovane,distrutto dalla giornata si buttò sul letto dove si addormentò ancora vestito,sprofondando in un sonno senza sogni.

 

 

Note:

I capitoli sono quasi tutti corti, ho cercato di allungare e arricchire, ma più di così non riesco a fare perché temo che poi si sfasi tutta la storia, insomma detto in parole povere se la stravolgessi totalmente non saprei che pesci pigliare per riuscire a mantenere un senso allo svolgimento dei fatti. Comunque verso la fine ci saranno capitoli molto più corposi, diciamo dal capitolo nove in poi. Ringrazio coloro che hanno commentato, spero di non deludervi…^^”

A presto e buone feste!

Ps: ho scritto una one shot che pubblicherò fra due giorni, è un regalo di Natale per tutti gli amanti della coppia Ron/Hermione, spero vi possa piacere, altrimenti è il pensiero che conta giusto? ;P

Morgan

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Capitolo 3
*** La Vita Continua ***


LA VITA CONTINUA

LA VITA CONTINUA

 

Al mattino si svegliò presto e decise di gironzolare per la casa cercando di evitare incidenti e dopo un po’ scese per fare la colazione.

Trovò Piton che leggeva la Gazzetta Del Profeta,educatamente gli sussurrò un buongiorno, ma senza riuscire a guardarlo in viso.

Un’elfa li portò la colazione e bevve il suo caffelatte attendendo la domanda che sapeva Severus gli avrebbe fatto di lì a poco:

 

-Come ti senti stamane?-

 

-Non lo so…- rispose vago.

 

E cosa molto strana, Piton si avvicinò per toccare la fronte del ragazzo,e sentì che scottava.

 

-Hai la febbre- Asserì il professore.

 

Harry lo sapeva,se n’era accorto appena svegliato, ma non gli interessava poiché era sempre stato trascurato dai Dursley e quindi era abituato ad avere solo  scarse cure dalla zia.

 

- Sospettavo che sarebbe successo,l'aumento dei poteri richiede un maggiore sforzo fisico e metabolico da parte tua. -

 

Disse Piton ed il ragazzo lo guardò in modo truce,perché con quella affermazione lo faceva sentire simile ad una cavia da laboratorio,in secondo luogo si sentiva effettivamente come sovraccaricato ed era nervoso perché temeva che i poteri potessero fargli perdere il controllo. Quando ebbe finito la colazione,cercò di essere più gentile possibile con l’elfa, non voleva far trapelare troppo la sua irrequietezza poiché il professore avrebbe potuto pensare che stesse diventando malvagio. Tornò in camera e rimise tutto in ordine, ma entrò l’elfa che, vedendo il letto già fatto pensò che il padrone l’avesse sostituita perché non era abbastanza rapida nel fare i lavori, così si mise a gridare e a piangere; ogni tentativo di Harry di calmarla sembrava inutile, fino a quando non giunse a grandi passi il professore che con voce alterata dalla rabbia chiese:

 

- Cosa le hai fatto?!- Con lo sguardo di chi temeva il peggio.

 

Harry se ne accorse e desolato disse:

 

-Non le ho fatto niente… Ho solo rimesso a posto la mia camera,non pensavo che dovesse farlo lei!-

 

Piton si accorse di aver tratto conclusioni affrettate,ma il suo orgoglio non gli permise di giustificare il suo atteggiamento con Harry,così mandò l’elfa in cucina e lasciò il giovane da solo.

Il ragazzo era decisamente abbattuto, in fondo ci teneva alla fiducia di Severus, ma evidentemente il professore era di tutt’altro avviso; decise così che nei prossimi giorni avrebbe evitato qualsiasi magia e comportamenti avventati.

Presto però si rese conto che il rischio di commettere un errore poteva essere molto più accettabile in confronto alla noia che provava, così decise di fare una sorpresa a Piton,anche se non era certo il suo professore preferito.

Andò nel parco della casa,deciso a prendere tutte le piante che conosceva per fare le pozioni; quale regalo migliore per un pozionista?

Girovagando trovò una fitta vegetazione in cui abbondavano erbe medicinali e radici utili in diverse pozioni e felice si avviò all’ingresso.

Poco prima di raggiungerlo, vide una figura famigliare, Albus Silente;  una nuova paura lo invase.

Come lo avrebbe visto adesso il preside?Con lo sguardo di sospetto che avrebbe riservato ad un essere malvagio oppure gli avrebbe sorriso con tranquillità come suo solito?

Mentre era preso da tali pensieri non si era fermato e continuando a camminare gli era giunto davanti senza nemmeno accorgersene.

 

“Oh no!”pensò Harry

 

-Buongiorno- disse Silente, accennando un lieve sorriso  che Harry definì più tardi come diplomatico,come se non sapesse come comportarsi e cosa aspettarsi per risposta.

Harry cercò di sorridere il più naturalmente possibile, e con voce tranquilla, o che almeno sembrasse tale, garbatamente rispose:

 

-Buongiorno preside-

 

Silente stavolta sorrise sinceramente, gli strinse una spalla con fare affettuoso ed entrò nel castello per incontrarsi con il professore.

Harry corse in camera di Piton a posare le piante che aveva trovato; gli avrebbe spiegato tutto dopo e corse giù nei sotterranei dove il professore stava lavorando.

I due adulti stavano parlando proprio di lui e Piton lo guardò storto quando lo vide entrare senza invito, così Harry lo guardò innocentemente. 

Il giovane cercava sempre di più di sembrare lo stesso, come se non stesse accadendo a lui tutto quel male, eppure si sentiva diverso, non solo sentiva un enorme forza dentro di lui, ma si sentiva più ribelle, più desideroso di vendetta nei confronti di  Voldemort, colui che aveva ucciso i suoi genitori.

Così si ritrovava inconsciamente a pensare alle lente e dolorose torture che avrebbe sperimentato su Voldemort una volta sopraffatto e come avrebbe ucciso subito Codaliscia per aver tradito tutti i suoi amici.

Sapeva che questi pensieri erano sbagliati, eppure,più se lo ripeteva ,più si convinceva del contrario…

 

 

Note:

Semplicemente grazie per i commenti e per l’enorme pazienza! Stavolta comunque sento di potervi assicurare che aggiornerò con molta più regolarità perché finalmente ho finito l’esame di maturità e ho tutta l’estate per finire la storia (ancora due capitoli) , correggere e ripostare quelli già scritti nel lontano 2004…

Grazie ancora e a presto!

 

Morgan

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Capitolo 4
*** Un sorriso ***


UN SORRISO

 

UN SORRISO

 

 

Alla sera Harry si trovava in sala da pranzo.

La giornata era trascorsa serena e a quanto pare anche Piton aveva notato che il giovane almeno all’apparenza non era cambiato,così Silente se n’era andato tranquillo promettendogli che un giorno sarebbe potuto andare a trovare Hagrid.

Harry stava studiando Storia della Magia, un po’ per noia, un po’ per distrarsi dai tanti pensieri che lo angosciavano.

Il professore entrò e dal suo atteggiamento rigido Harry capì che presto avrebbero dovuto parlare.

In quel breve periodo di convivenza Harry aveva imparato a riconoscere l’umore di Piton dal suo aspetto e dai suoi movimenti, come il passaggio ripetuto della mano destra tra i capelli: significava che era teso ed imbarazzato, infatti…

 

- Cosa stai studiando?- “ecco che si comincia” pensò Harry.

 

- Storia della Magia. -

 

Ci fu un attimo di silenzio  in cui Piton osservò attentamente Harry come se sul suo viso potesse trovare le parole giuste.

 

-senti Pot… Harry, è da un po’ che ti osservo e non ho notato nessun apparente cambiamento in te; sembri tranquillo quando sai di essere osservato, ma come ormai dovresti sapere non mi serve essere nella tua stessa stanza per sapere che c’è dell’altro, quindi ti chiedo: va tutto bene davvero?

 

-no, tutto ok, sto bene- rispose, ma Harry non era mai stato bravo a nascondere le sue emozioni e il professore amareggiato per la poca fiducia se ne accorse.

 

-non è vero-

 

Harry allora alzò lo sguardo dal libro e incrociò seccato lo sguardo del professore.

 

Piton sospirò e aggiunse:

 

-          comunque sia, io vado nello studio, sarò lì per un po’ perciò… ti basterà bussare –

 

Era il suo modo per dire al ragazzo che lui voleva aiutarlo ed Harry lo comprese e ne rimase colpito, ma le sorprese non erano finite.

Il professore si alzò lentamente, come a voler dare tempo al giovane di riprendersi, e giunto alla porta si girò per dirgli un ultima cosa:

 

- Ah quasi dimenticavo…grazie -

 

- Per cosa? -

 

- Per le piante; ne avevo davvero bisogno - E sorrise.

 

Harry rimase a bocca spalancata incredulo. Il professore più arcigno e temuto di Hogwarts nonché ex mangiamorte gli aveva appena sorriso! A lui! Il figlio del suo nemico di gioventù!

Superato lo shock, il giovane si rese conto che avrebbe avuto ancora bisogno di quel calore che ora sentiva sprigionarsi nel petto, di avere la conferma che non sarebbe stato solo in questa spiacevole avventura che lo aspettava.

Dopo la serata iniziata nella monotonia e finita con un tale colpo di scena sarebbe stato impossibile concentrarsi e studiare, così Harry decise di andare a letto. Passò davanti alla porta dello studio da cui si intravedeva uno spiraglio di luce che sembrava quasi  volerlo invitare all’interno. Così prese la decisione e dopo aver bussato piano e aspettato l’invito fece un passo all’interno.

Il professore era seduto dietro la sua scrivania di legno scuro ed era intento a scrivere una lettera. Giunto alla fine della frase posò la penna d’oca e rivolse l’attenzione al giovane.

 

- Ecco…io volevo solo augurarle una buona notte -

 

- Buona notte Harry -

 

Aspettò un attimo, poiché sembrava che il professore volesse aggiungere qualcosa, ma sembrò ripensarci, così Harry uscì e salì le scale che lo portavano alla sua camera.

Dopo essersi cambiato si lanciò sul letto e si addormentò quasi subito; sul viso un sorriso vero che non gli riusciva da tempo e che quella sera aveva inaspettatamente ricevuto: un sorriso sincero.

 

 

 

 

Note:

 

Eccomi dopo un’ eternità ad aggiornare e so bene che non merito nessun commento, non me li aspetto nemmeno perché sarebbe il minimo come punizione dopo tutta questa attesa ingiusta nei confronti di chi si è appassionato alla mia storia. Nonostante tutto ecco un altro capitolo; spero di riuscire a mettere un punto a questa storia al più presto perché mi piace, ma richiede tempo che un po’ per pigrizia ma soprattutto per gli impegni (chi mi conosce sa che il tempo che dedico a me è molto poco e con questo non voglio assolutamente giustificarmi) non riesco a dedicarle come vorrei e dovrei. Comunque sia bando alle ciance, ringrazio anticipatamente chi avrà ancora intenzione di leggere questo capitolo. Se avete piacere ho scritto una storia originale che trovate nel mio account intitolata “L’ultima nota”.

Un abbraccio forte!

 

Morgan

 

 

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Capitolo 5
*** Conforto ***


CONFORTO

CONFORTO

 

Nonostante Harry si fosse addormentato serenamente, inaspettato arrivò un incubo.

Attorno al Signore Oscuro si trovavano i Mangiamorte, inginocchiati in riverenza al loro padrone. La tensione nella cerchia era palpabile poiché uno di loro avrebbe dovuto "testare" la nuova maledizione da egli inventata, dato che gli Auror avevano intercettato il loro attacco in una zona abitata da babbani.

 

- Tu, Goyle!Vieni al centro.-

 

-N...No mio Signore ti supplico!Ho una famiglia!-

 

- Che riceverà molti onori per il tuo sacrificio!- Sentenziò Voldemort, il quale non perse ulteriore tempo e in pochi istanti Goyle era a terra morente e dopo averlo fatto soffrire sospeso tra la vita e la morte, il Signore Oscuro gli diede il colpo di grazia, e del suo corpo non rimase che cenere.

Nel gruppo di attoniti servitori c'era anche Piton, il quale venne chiamato dal mago malvagio.

 

-Severus- disse con finta dolcezza Voldemort prolungando le "s" del nome più del necessario.

Severus era piuttosto agitato al momento, non sapeva cosa aspettarsi, ma come sempre controllò le sue emozioni.

 

-Hai informazioni riguardanti Silente e la sua compagnia di perdenti?Hanno capito cosa sta accadendo al bambino sopravvissuto?- Disse con scherno.

 

-No mio Signore, Silente non sa ancora nulla di Potter.-

 

-Perfetto...Ho un'idea e ho bisogno della tua collaborazione. Voglio che mi porti Potter; ho intenzione di assimilare i suoi poteri, così nessuno potrà lontanamente pensare di riuscire a sconfiggermi!Ma dobbiamo agire in fretta: se il ragazzo diventasse consapevole delle sue capacità potrebbe essermi di ostacolo. -

 

- Ma...Signore, Potter è ben protetto, come...-

 

-Niente ma! Non indugiare e portamelo domani notte, altrimenti sarai tu a morire per primo!-

 

Finito l'incontro, Severus si smaterializzò ed entrato in casa lanciò con rabbia il mantello a terra senza accorgersi del ragazzo che aveva assistito stupito allo scatto dell'uomo che difficilmente perdeva il controllo. Harry capì subito dalla reazione che i guai erano vicini e non potendo aspettare raggiunse il professore, il quale nel frattempo era giunto nel suo studio.

Se Piton non lo avesse ancora visto o lo stesse semplicemente ignorando, Harry non era in grado di dirlo, ma era chiaro che il professore era teso.

Quando Piton vide il ragazzo, gli rivolse uno sguardo che Harry non seppe interpretare; era forse paura quella che faceva brillare così intensamente i suoi occhi?

 

-Ci sono state delle...complicazioni. - Dichiarò l'uomo. Harry non insistette oltre, avrebbe fatto le domande in un secondo momento, così raggiunse la porta ma il professore lo fermò.

 

- C'era qualcosa che volevi dirmi?-

 

-No...Volevo solo sapere cosa era accaduto ma non fa niente se sono informazioni private non ho intenzione di disturbarla. -

 

Il professore scrutò attentamente il ragazzo ora imbarazzato sulla soglia che sembrava avesse fretta di andarsene.

 

Alla fine il giovane cedette e con uno sbuffo si avvicinò al divano e si sedette pesantemente.

 

- E' solo che...-

 

-Cosa?- Premette Severus.

 

-...Ho sentito le torture di stanotte. -

 

-Hai sognato il Signore Oscuro?-

 

-No ma ho sentito la sua...rabbia e...sembrava che fossi io ad essere furioso...- Finì tristemente Harry.

 

Inaspettatamente Piton, consapevole delle preoccupazioni del giovane di diventare un giorno come l’assassino dei suoi genitori, nonostante non fosse pratico nel consolare, impacciato mise una mano sulla schiena del ragazzo per confortarlo.

 

Harry lo guardò sconvolto per quel gesto, ma presto si rilassò mentre dentro il petto sentiva sprigionarsi quel calore che aveva provato solo poche volte nella sua giovane vita.

 

Dopo qualche minuto l'imbarazzo tornò poiché Harry sapeva che era tempo di tornare nella sua camera, anche se aveva paura di riaddormentarsi.

 

Il professore per l'ennesima volta in quella notte stupì sé stesso e senza pensarci due volte disse:

 

-Ho un divano spazioso nella mia camera, se per stanotte preferisci non rimanere solo puoi dormire lì. -

 

- Nella stessa stanza?!Con lei?-

 

- Capisco, allora buonanot...-

 

- No va bene!- aggiunse in fretta Harry prima che il professore potesse cambiare idea e congedarlo.

 

Così i due, ancora confusi dalla situazione che si era creata si avviarono silenziosamente verso la camera del professore.

 

A metà strada Harry non riuscì a trattenere una risatina.

 

-Cosa c'è?- Chiese il professore.

 

-Stavo pensando a quale sarebbe la reazione di Ron alla notizia che ho dormito nella stanza del più temuto professore nella storia di Hogwarts!-

 

Piton colpì scherzosamente il giovane sulla testa e dopo essere arrivati a destinazione accomodò Harry sul divano.

 

Nel buio, Harry avvolto nelle coperte ascoltava il respiro regolare dell'uomo poco distante.

 

"Le preoccupazioni possono aspettare fino a domani" Fu l'ultimo pensiero prima di cadere in un sonno per una volta senza incubi.

 

 

Note:

 

Ciao a tutti!Sorpresa!Un nuovo capitolo e in pochissimo tempo!:P
Non so quanti si ricordino di questo capitolo nella prima versione, ma è quasi del tutto diverso dalla prima stesura. Rileggendola mi sono resa conto che acceleravo troppo i tempi per quanto riguarda la relazione tra Severus e Harry e sarebbe stato troppo difficile da “digerire” anche per una storia AU come questa.
Ringrazio
Tigre94 per la recensione, mi ha fatto molto piacere! Un grazie va anche a chi ha letto ma non recensito. Se vi va ho scritto una storia originale dal titolo L’ultima Nota, inoltre presto pubblicherò il seguito (già finito quindi non c’è rischio che l’abbandoni a metà!) di             “In ritardo”. Un abbraccio!!

 

 

Morgan

 

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Capitolo 6
*** La Soluzione ***


LA SOLUZIONE

LA SOLUZIONE

 

 

 

La mattina arrivò fin troppo presto, e a dare il buongiorno a Harry non fu l’elfa, ma un’altra persona.

 

Severus, che si era svegliato non molto tempo prima, si trovava in sala da pranzo quando Albus aveva bussato alla porta e aveva chiesto di vedere Harry. Piton a tale richiesta si era sorprendentemente imbarazzato poiché temeva che Silente pensasse male, dato che il giovane aveva dormito nella sua stanza e con voce più acuta del normale aveva chiesto:

 

-Ehm, preside, come mai già qui?-

 

-Già qui, Severus? Non pensavo di disturbare alle 11 e mezza, visto che di solito ti svegli all’alba…-

 

Insieme salirono le scale che portavano alla camera da letto.

 

-Harry, ragazzo mio, è ora di svegliarsi- sussurrò il preside.

 

Per qualche istante il giovane mantenne un’espressione confusa, poi un lampo di comprensione attraversò il suo viso e sorridente rispose al saluto del preside.

 

Quando più tardi si trovavano in biblioteca, Harry si accorse che i due adulti dovevano parlare da soli riguardo gli avvenimenti della notte precedente, così si diresse in camera sua.

 

-Non so cosa fare preside…-

 

-Credo che l’unica soluzione sia nascondervi a Hogwarts, con l’incanto Fidelius, così sarete al sicuro e appena Harry sarà pronto, dovrà affrontare Voldemort-

 

-Pronto ad affrontare il Signore Oscuro!? E’ un ragazzino, Albus, non puoi credere davvero che possa riuscirci!-

 

-Oh ma una soluzione ci sarebbe!- Aggiunse Silente con gli occhi che brillavano come sempre quando macchinava qualcosa.

 

-Tu ed io lo alleneremo insieme!-

 

Severus lo guardò come se si fosse tinto la barba di viola. Poi sbottò:

 

-Cosa?! Ma si rende conto che ha solo 15 anni? Nemmeno noi possiamo addestrarlo quanto basta in così poco tempo!-

 

-Severus, ti dimentichi che adesso è più forte di un normale ragazzino? Può darsi che allenandolo lui riesca a controllare i suoi poteri e diventare abbastanza forte da reggere un mago del calibro di Voldemort e me!-

 

-E come pensa di fare? Si è dimenticato che devo consegnarlo entro stasera? Di certo non penserà di riuscirci in un pomeriggio! Abbiamo bisogno di tempo!-

 

-Esatto Severus, di tempo…E io so come fare!-

 

-Davvero?-disse Piton con  tono scettico.

 

-Useremo una Giratempo! Recupereremo il tempo perso spostando indietro le lancette di qualche giorno; ci alleneremo a Hogwarts, dove nessuno potrà vederci-

 

-E come farà con le persone presenti a scuola? Gazza ad esempio potrebbe vederci, e anche la Cooman!-

 

A Silente era sfuggito questo particolare. Non parlarono per una manciata di minuti, persi com’erano nei loro pensieri, finché  il silenzio non fu interrotto da Harry che dopo pochi istanti aveva ceduto alla curiosità di sentire cosa dicevano i due maghi.

 

-Potremmo usare la Camera Dei Segreti…-

 

I professori stavano per sgridarlo per aver origliato,ma si bloccarono a bocca spalancata,  ripensando a quello che Harry aveva appena detto, e Silente rispose:

 

-Credo che sia una buona idea, ma non sappiamo come è fatta; è adatta al combattimento?-

 

-Beh,credo di si, è molto grande-

 

-Allora andiamo, ma prima dovremo andare a Diagon Alley; non sapendo quanto tempo ci vorrà per riuscire nella nostra impresa, ho una commissione urgente che preferirei fare prima del nostro ritiro-  E così partirono verso la città.

 

Diagon Alley era particolarmente bella in estate,perché veniva abbellita per le feste serali,anche se quell’anno l’atmosfera era un po’ spenta , poiché molta gente temeva un attacco da parte dei Mangiamorte.

Per strada incontrarono Hagrid,che doveva comprare del mangime dietetico per Thor, ingrassato a causa di un pacchetto abbandonato di caramelle tutti i gusti +1  e il cane aveva pensato bene di mangiarle tutte.

Harry gli corse incontro, ma Hagrid sembrava preoccupato, come se avesse paura di lui. Harry se ne accorse, salutò tristemente il mezzo gigante con un gesto della mano e tornò dai professori, mentre Hagrid andò avanti per la sua strada.

 

-Se vuoi puoi gironzolare un po’ qua intorno Harry, ma non ti allontanare troppo, mi raccomando-

disse Silente.

 

-Albus, non credo sia una buona idea, è rischioso!-

 

-Non ti preoccupare Severus, ha bisogno di svagarsi, povero ragazzo!E poi noi saremo nei dintorni, per qualsiasi evenienza lo raggiungeremo immediatamente-

 

Harry girò in lungo e in largo la piazzola in cui si trovava; finalmente si stava rilassando, finché non si trovò davanti alle porte di Notturn Alley.

 

Quel luogo, così oscuro, nonostante avesse sempre cercato di negarlo a sé stesso, lo aveva sempre affascinato ed ora, con la magia che scorreva impetuosa dentro di sé, ne era ancora più attratto.

 

-No, non posso andarci…Non mi farebbe di certo bene, devo restarne fuori!-  Si disse tra sé e sé.

Non aveva ancora preso una decisione quando alle sue spalle sentì una voce di sua conoscenza…

 

 

 

Note:

 

Ecco un nuovo capitolo…Chi sarà questo personaggio? :D
Mi sto accorgendo che più vado avanti con i capitoli e più li modifico dalla versione iniziale. Incredibile come in pochi anni possa cambiare lo stile di scrittura e la visione della trama …Beh spero comunque che la storia vi piaccia e se vi vengono in mente delle correzioni o altri particolari che potrebbero migliorare la riuscita dalla fanfic, non esitate a scrivermi!!Grazie a tutti i lettori e commentatori!

 

Un abbraccio,

 

Morgan

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Capitolo 7
*** Brutti Segni ***


BRUTTI SEGNI

BRUTTI SEGNI

 

 

 

-Ma guarda chi c’è! Sfregiato!- Harry, capito immediatamente a chi apparteneva quella voce fastidiosa, non si girò nemmeno e rispose indispettito:

 

-Lasciami in pace Malfoy!-

 

-Ah davvero? Chi ti credi di essere per parlarmi così?E guardami in faccia quando ti parlo, o hai paura?- e si mise a ridere.

 

Harry allora si girò esasperato e lo fissò con rabbia, ma Draco invece di girare i tacchi e andarsene come Harry aveva sperato, disse:

 

-Come mai non sei a casa dai tuoi sporchi zii babbani?Non ti vogliono più?Oh povero Potterino, malvoluto dai maghi e anche dagli insulsi babbani…Adesso come farai che non c’è la mamma a proteggerti?-

 

Aveva detto troppo,Harry, incapace di controllarsi oltre lo afferrò alla gola ,e forse aiutato da una forza innaturale lo tenne sospeso a qualche centimetro da terra; gli occhi illuminati dalla stessa luce verde di quel giorno a Privet Drive. Poi gli sibilò:

 

-Stai attento Malfoy, o può darsi che un giorno ti possa trovare anche tu nella mia stessa situazione e allora non avrai il tuo paparino ad aiutarti, hai capito? Anzi probabilmente mi ringrazierà per averlo liberato da una piaga come te!-

 

Detto questo lasciò andare Draco che cadde a terra, sconvolto dalla reazione imprevista del Bambino sopravvissuto ,ma non di meno infuriato. Potter aveva osato offendere la sua famiglia! D’impulso impugnò la bacchetta ed urlò con tutto il fiato che aveva in gola:

 

-AVADA KEDAVRA!-

 

Ma Harry, ancora dominato da quella nuova fonte di potere che lo aveva investito non si spaventò e come quella notte in via Privet ,allungò il braccio, stese la mano e il lampo verde scaturito dalla bacchetta di Malfoy venne aspirato da essa, avvolgendo Harry in una luce accecante.

 

Subito dopo quell’azione, dalle braccia di Harry scaturivano piccole scosse elettriche,come se avesse troppa energia al suo interno. Ma ciò che fu più spaventoso, fu la calma sul viso del giovane quando i piccoli lampi si affievolirono fino a spegnersi e, rivolgendosi a Malfoy con un sorriso malizioso disse:

 

-Arrivederci Malfoy-

 

Harry decise di tornare sui suoi passi, verso dove aveva visto i professori dirigersi, ma non dovette fare che pochi passi per raggiungerli, poiché i due maghi avevano assistito alla scena.

Quando vide le loro espressioni, il giovane si sentì gelare; tutto il suo impegno nei giorni passati per far credere di non essere cambiato era stato demolito in pochi attimi. Silenzioso e con lo sguardo a terra, Harry si aspettava un rimprovero dai due adulti, invece Silente disse:

 

-Per la barba di Merlino, è peggio di quanto pensassi e di quanto ci hai fatto credere ragazzo mio, è meglio sbrigarci, andiamo-

 

E detto questo si avviarono al castello.

Mentre salivano il sentiero che portava all’ingresso di Hogwarts, il preside parlò:

 

- Quella a cui abbiamo assistito oggi è stata una scena preoccupante, Harry e ora sono ancora più convinto che non abbiamo tempo da perdere, perciò portaci alla Camera dei Segreti. -

 

Harry, troppo preoccupato per riuscire a parlare, semplicemente annuì e allungò il passo verso la loro destinazione e, con ogni probabilità, verso una nuova sfida.

 

 

Note:

 

Ciao a tutti! Lo so è un capitolo corto, mi farò perdonare postando prima possibile il seguente. Scusate l’ennesimo ritardo, sono una frana nell’organizzarmi i tempi e quando si avvicinano gli esami sono così ansiosa che se mi dedico ad altro che non sia lo studio o attività affini mi sento in colpa. Alla fine mi sento in colpa lo stesso dato che vi ho fatto aspettare…-_-

Comunque domani inauguro il seguito di In Ritardo 2 postando il primo di quattro capitoli che (sorpresa) sono più lunghi della mia media. Spero che anche questa storia possa appassionarvi come le precedenti!

Grazie a tutti per i commenti!

 

Un abbraccio,

 

Morgan

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Capitolo 8
*** Il Duello ***


IL DUELLO

IL DUELLO

 

 

-Apriti! - disse Harry in Serpentese,e scesero fino alla grande sala centrale.

 

Dal secondo anno, ultima volta che Harry  era stato nella Camera dei Segreti, non era cambiato niente, eccetto per i danni provocati dalla frana e dal basilisco, il cui corpo era scomparso e rimaneva solo una macchia scura e angosciante sul pavimento.

 

-E’… sorprendente!-disse Piton con occhi brillanti di curiosità, affascinato com’era dalla grande sala.

 

Silente si limitò a sorridere, ma presto assunse un’espressione seria e disse:

 

- Bene, direi che è il momento di cominciare -

 

Harry annuì, mentre Piton gli faceva gesto di impugnare la bacchetta. Quindi i due maghi adulti si distanziarono dal giovane e lo fissavano in attesa.

Harry passò lo sguardo da uno all’altro mago, cercando di capire che intenzioni avessero.

 

-Beh? Tocca a teHarry!-

 

 

-Tocca… a me?-

 

-Suvvia Harry, siamo venuti qui per insegnarti qualcosa, giusto? Allora attacca! – Silente finì la frase indicando nella direzione di Piton.

 

Il professore di pozioni rivolse ad Harry il suo rinomato mezzo sorriso perfido, quello che gli alunni avevano imparato ad interpretare come “So cosa hai combinato perciò preparati a  pagarne le conseguenze”.

Harry deglutì rumorosamente.

 

-Si possono usare qualsiasi tipo di incantesimo?- chiese Piton con una velata nota di speranza nella voce.

 

-Certo Severus, tutto quello che vuoi, tranne l’anatema mortale…per ora -

 

“PER ORA?!” pensò sbalordito il ragazzo.

 

-Basta chiacchiere…bacchette in posizione!- urlò allegro Silente.

 

-Pronti…al mio tre…1…2…3!-

 

-Imperio!- pronunciò risoluto Piton.

 

Harry non riuscì a creare uno scudo in tempo e sentì nella sua mente la familiare voce del professore che gli ripeteva “ porgimi la tua bacchetta” .

Harry, non più padrone della sua coscienza si chiedeva : “Perché no? Forse la sua non funziona bene… No! Questo è un duello…”

Il ragazzo intanto avanzava lento verso Piton, il braccio con la bacchetta tesa verso di lui. Stava per raggiungerlo quando con uno sforzo immane Harry pronunciò :

 

-NO!- e per istinto fece uno scoordinato passo indietro e capitombolò rovinosamente a terra.

 

Piton lo guardò per un attimo sorpreso, ma tornò subito serio.

 

-Un futile tentativo, ma pur sempre qualcosa, vero signor Potter? La prossima volta cerchi almeno di rimanere in piedi.-

 

Harry, indispettito dal commento partì subito al contrattacco.

 

 

-Rictus sempra!-

 

Piton fu più veloce,schivò il colpo e passò al contrattacco.

 

-Impedimenta!-

 

Harry si ritrovò bloccato dall’incantesimo.

 

-Ah Potter, se non riesci a bloccare neppure uno tra i più semplici incantesimi, come credi di poter affrontare Tu-Sai-Chi? O forse hai bisogno di più…stimoli? Proviamo con…Crucio!-

 

Harry non se l’ aspettava :la maledizione Crociatus! Il dolore attanagliante si manifestò improvvisamente e lì per lì il giovane non riuscì a reagire, le sue stesse urla gli impedivano di concentrarsi. Anche se la maledizione era stata lanciata solo da pochi secondi, ad Harry sembrava un’eternità. Disperato e deciso a non sopportare oltre, cercò di ignorare il dolore e immaginò di essere nel suo buio sottoscala a Privet Drive, unico posto in cui poteva stare in pace.

 

Così non pensò più al dolore, si alzò faticosamente e d’istinto pronunciò una formula in serpentese che nemmeno lui sapeva di conoscere.

 

Sul momento non successe nulla, solo dopo qualche secondo la Crociatus si estinse perché dal pavimento erano sbucati  serpenti che si avvolsero intorno al professore deconcentrandolo.

Severus restò di sasso, temeva che qualsiasi suo movimento avrebbe potuto innervosire i serpenti mordendolo.

Harry, sconvolto dagli effetti della maledizione e dall’incantesimo che aveva appena scagliato, cercò lo sguardo di Silente, il quale nonostante gli eventi sembrava rilassato.

 

-Non guardarmi così ragazzo mio, sei stato tu a invocare i serpenti e sarai tu a richiamarli a te.-

Harry quindi cercò di parlare di nuovo in serpentese, ma non funzionava.

 

-Potter…- ringhiò innervosito Piton.

 

Il ragazzo allora concentrò il suo sguardo sugli occhi di uno dei serpenti e finalmente riuscì a parlare nella loro lingua.

 

Li richiamò a sé ed essi gli salirono addosso, Harry li lasciò avvolgersi intorno alle sue braccia e torso, poi disse loro “ è meglio se ve ne andate ora” ed essi dopo aver emanato un sibilo come se volessero salutarlo, si polverizzarono.

 

A questo fatto seguì un lungo silenzio carico di tensione nonostante il pericolo passato, mentre Piton fissava cupo il ragazzo.

 

Silente cercò di smorzare la tensione.

 

-Impressionante ragazzo! Severus prego, dopo questa esperienza mi sembra giusto che il prossimo attacco tocchi a te! Pronti? Continuate!-


E passarono le due ore successive a duellare.

 

Alla fine dell’allenamento Harry era quasi soddisfatto anche se un po’ acciaccato; il duello era proseguito non senza difficoltà, ma almeno era riuscito a bloccare qualche incantesimo.

Presto però la sua soddisfazione venne figurativamente sbriciolata come i serpenti di qualche ora prima: mentre raccoglieva il suo mantello e una scarpa che era finita qualche metro più in là (in seguito ad un potente schiantesimo), sentì Piton parlare sottovoce a Silente.

 

 

-E’ inutile, è una causa persa, non riusciremo mai ad addestrarlo in tempo! Non riesce a controllarsi, non conosce altri incantesimi al di fuori di quelli ordinari e combatte solo d’ istinto, così se non si ucciderà da solo con questo atteggiamento, morirò io! Magari perderà definitivamente il controllo e diventerà malvagio, così avremo due maghi oscuri a cui pensare!- Finì sarcastico.

 

-Non dire così Severus, adesso deve ancora abituarsi alla situazione e…-ma non finì la frase, perché Harry stava quasi correndo fuori dalla Camera dei Segreti. Piton riuscì ad afferrarlo per il braccio.

 

- Potter dove credi di andare?-

 

Harry, stizzito cercò di liberarsi dalla presa ferrea del professore.

 

-Smettila di avere questo atteggiamento da ragazzino! Hai delle grosse responsabilità su di te, o forse questa parola non rientra nel tuo limitato vocabolario?-

 

-Mi lasci andare! Oggi l’ ho sopportata abbastanza!-

 

-Come ti permetti!? Insolente…-

Non riuscì a terminare il rimprovero perché Harry rilasciò involontariamente un po’ della sua magia che causò a Piton di ricevere una scossa alla mano con cui teneva il giovane, così mollò la presa ed Harry corse via all’istante.

 

Piton mentre guardava irato il ragazzo risalire le scale, sentì la mano gentile di Silente posarsi sulla sua spalla.

 

-Severus…figliuolo sei un ottimo Legilimens, ma quando riuscirai veramente a leggere la vera essenza delle persone?-

 

Piton non seppe che rispondere alla strana domanda; ora che aveva sentito le parole di Silente si sentiva ancora più nervoso e forse, nel profondo si sentiva un po’ in colpa per come aveva trattato il giovane, ma ovviamente il suo orgoglio non gli avrebbe mai permesso di ammetterlo.

 

Nello stesso momento in cui il professore di pozioni pensava a ciò che era accaduto e si massaggiava il palmo dolente, Harry era giunto col fiatone nella sala comune di Grifondoro, dove si lanciò sul divano e in breve tempo si addormentò con un’espressione tormentata sul viso.

 

 

 

 

Note:

 

Lo so…lo so…mi dispiace, non chiedo nemmeno scusa perché non ma la merito… Quando ho iniziato a scrivere non pensavo sarebbe stato così difficile mantenere la continuità necessaria. Comunque sto cercando di impuntarmi con me stessa, forse sarà la volta buona che la pubblico tutta, in fondo le lezioni all’uni per questo semestre sono finite.

 

*Sigh*

 

Un abbraccio,

Mariangela

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Capitolo 9
*** Il Sogno ***


IL SOGNO

IL SOGNO

 

 

 

 

Harry sperava che il riposo gli portasse maggior chiarezza nella mente. Era molto confuso dall’atteggiamento del professore; il Severus che poco fa lo aveva rimproverato e deriso era davvero lo stesso che la sera prima lo aveva consolato con semplici gesti?

Era con questo genere di domande che il giovane si era addormentato.

 

Lo stress doveva avergli fatto un brutto scherzo perché i sogni consistevano quasi tutti in duelli improbabili con lui appeso a testa in giù, con una parrucca da clown mentre Hermione lo interrogava di Storia della Magia…                Poi ad un certo punto il ridicolo scenario cambiò totalmente e comparve un castello in fiamme.

 

Harry si avvicinò lentamente e ciò che vide gli fece gelare il sangue nelle vene: c’era Voldemort attorniato dai suoi fedeli Mangiamorte.

Il ragazzo tentò di decifrare chi fossero i maghi nascosti dalle maschere; soprattutto cercava incuriosito gli occhi scuri del suo professore, ma stava guardando dalla parte sbagliata: legato ad una parete, gravemente ferito, c’era proprio Piton. Ad Harry sfuggì un verso strozzato di sorpresa e corse a  liberarlo, ma quando si avvicinò, si rese conto che nonostante fosse uscito allo scoperto nessuno batteva ciglio.

Harry pensò che forse stava rivedendo il passato, come in un pensatoio…o forse aveva il potere di diventare invisibile?

Qualunque fosse la risposta, il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla voce fredda e strascicata di Colui Che Non Deve Essere Nominato.

 

 -Miei cari Mangiamorte, come potete vedere il nostro caro Severus sta per essere punito una volta per tutte poiché ha osato tradirmi. Sperava di farla franca sotto il mio naso, il naso del più grande mago oscuro di tutti i tempi!-

Gli incappucciati risero sommessamente e borbottarono insulti nei confronti di Piton. Il Signore Oscuro lì zittì con un semplice gesto della mano e il silenzio e la tensione calarono nuovamente nel cerchio.

 

-Severus è arrivata la tua ora, ma prima di lasciare la tua futile carcassa alla mia Nagini, mi dovrai dire dov’è Potter, e quanto sa Silente della forza del ragazzo –

 

Piton, nonostante il dolore e il sangue che lentamente si stava incrostando sulle palpebre provocandogli  uno spiacevole solletico,  riuscì a mantenere un’ espressione stoica e non rispose, malgrado fosse consapevole che avrebbe pagato caro il suo silenzio.

 

Gli occhi di Voldemort sembrarono diventare ancora più rossi dalla rabbia, poi però ghignò, e con un sibilo pronunciò:

 

-Crucio-

 

Piton cominciò a tremare poiché il suo corpo veniva avvinghiato dagli spasmi di dolore, ma cercò con tutte le sue forze di non urlare, poiché se proprio doveva morire, lo avrebbe fatto senza perdere la sua dignità.

 

Alcuni Mangiamorte rimasero confusi dalla mancanza di grida da parte del mago sofferente, Harry stesso ebbe quasi il dubbio che la bacchetta di Voldemort fosse difettosa.

 

La furia crebbe negli occhi del mago oscuro.

 

-Ah Severus Severus… Ti credi così bravo non è vero? Credi che il babbanofilo sarà fiero di te? Lo sai cosa penserà invece? Che hai fallito!-

 

Detto questo pronunciò una maledizione ancora più potente.

Piton sentì come se dentro di lui tutti i suoi organi volessero “traslocare”da una parte all’altra e stavolta non riuscì a resistere, ma non ebbe  il tempo di urlare che svenne dal dolore.

 

Il Signore Oscuro sghignazzò, si avvicinò al corpo inerme di  Piton, lo risvegliò e tenendo il suo viso tra le dita innaturalmente lunghe sussurrò:

 

-se vuoi che la smetta di farti soffrire devi dirmi dove si trova il ragazzo, bramo il suo potere, dimmi dov’è!!!-

 

- Il potere del ragazzo va oltre il  saper scagliare qualche potente incantesimo, la sua forza va al di là delle tue capacità e te ne accorgerai perché Harry Potter trionferà su di te,  Tom Riddle!-

 

- Piton sei solo un povero illuso e morirai per un futile ideale… di una vita migliore grazie alle… forze del bene…Il bene e il male non esistono, esiste solo il potere, il mio! E quando avrò estirpato dal ragazzo ciò che mi spetta di diritto, tutti coloro che mi ostacoleranno ancora cadranno immancabilmente! Avada Kedavra!-

 

 

Harry urlò con tutto il fiato che aveva in gola ,ma non servì a niente e dalla bacchetta di Voldemort scaturì il lampo verde dell’anatema mortale.

 

 Harry si lanciò in avanti, nel tentativo di salvare il professore ,ma il raggio passò attraverso il suo corpo. Nonostante ciò provò un dolore allucinante, l’ultima cosa che vide fu il professore accasciarsi inerme.

 

Si svegliò improvvisamente a causa della forte stretta che sentiva al braccio.

 

-Potter…H- Harry! Cosa ti è successo? -chiese un allarmato professore di pozioni.

 

Harry non riusciva a rispondere, era ancora attanagliato dal dolore che ora si concentrava sulla cicatrice. Ci passò la mano sopra e quando la ritirò vide che era cremisi; stava sanguinando dalla cicatrice, mentre gli occhi erano gonfi di lacrime.

Incrociò lo sguardo del professore, ancor più preoccupato dall’assenza di risposta del giovane.

Così Harry prese un bel respiro per farsi coraggio e con voce strozzata parlò.

 

-Io…ho fatto un sogno, credo…Lei era legato, Voldemort e i Mangiamorte ridevano…ho provato a salvarla ma…-

 

Piton si rese conto che il giovane era troppo scosso per parlare e la cicatrice aveva bisogno di essere pulita, inoltre doveva avvisare Albus di questo evento. Così aiutò il ragazzo a sedersi e chiese ad un elfo domestico di portargli una delle pozioni tranquillanti che teneva nel suo laboratorio.

Appena il ragazzo si fu ripreso, Severus gli parlò cercando di mantenere un tono calmo:

 

-allora, Pot…Harry mi puoi dire che cosa ti è accaduto?

 

Harry aprì la bocca, ma la chiuse subito. E se era stato solo un incubo? Se invece era qualcosa di più…il futuro?  Il ragazzo rabbrividì al pensiero e decise che forse era meglio non spaventare il professore per uno stupido sogno.

 

 -Non è successo niente, ho solo sognato di essere nuovamente nel labirinto del Torneo Tre Maghi…-

 

-Tutto qui? Prima hai parlato di qualcuno legato se non sbaglio…di chi si trattava? –

 

 -Era…ero io legato alla tomba di Riddle, glie l’ ho detto era solo un incubo. –

 

Piton lo fissò scettico; non era facile ingannare una spia, così decise che avrebbe indagato nelle ore successive.

Alle 5 di mattina, quando Harry era finalmente riuscito ad appisolarsi e quasi a rilassarsi nonostante il leggero dolore che ancora proveniva dalla cicatrice, si trovò, in meno di un istante, senza le sue calde e soffici coperte, con le tende aperte che fecero entrare la luce accecante del sole.

Poi una voce famigliare tuonò:

 

-Giù dal letto, ora!-

 

Era Piton.

 

-Eh?- fu la risposta confusa di Harry.

 

-Scendi dal letto e raggiungici in cucina immediatamente!-

 

Harry emise un gemito di protesta, ma il professore che non sopportava i perditempo, prese per le gambe del giovane e le spostò fuori dal letto, lo afferrò per le braccia e lo costrinse ad alzarsi. Strinse una mano sulla spalla del giovane e lo accompagnò fino in cucina  dove il preside li aspettava con la colazione imbandita dagli elfi domestici.

 

-La mummia si è alzata-disse Piton

 

-Alzata ma non svegliata- ridacchiò il preside.

 

Dopo un’abbondante colazione, scesero di nuovo nella Camera dei Segreti.

 

- Oggi proveremo a combattere due contro uno- Disse Piton.

 

-Noi due contro Silente?-domandò Harry.

 

Piton ghignò e Silente rispose:

 

-No…sarai tu contro noi due, Harry. -

 

-CHE COSA?? Ma…-

 

Niente ma, questi sono gli ordini, quindi… Bacchetta alla mano!-

 

-Stupeficium!-incominciò il professore, ma Harry, che grazie agli allenamenti di Quidditch e le fughe dal cugino manesco aveva sviluppato ottimi riflessi, riuscì ad evitare l’attacco e rispose con un altro incantesimo e il professore venne colpito al fianco e per questo rimase momentaneamente stordito. Perciò intervenne Silente.

 

-expelliarmus!- Ed Harry venne disarmato.

 

Harry si aspettava che il preside gli restituisse la bacchetta per ricominciare, invece Silente continuò a lanciare incantesimi. Harry non riuscì ad evitarli tutti e dopo qualche minuto si reggeva  in piedi a stento.

Piton allora chiese:

 

- Preside,che cosa vuole fare? Le ricordo che ci serve vivo e intero!-

 

-Sta tranquillo Severus, sto solo sperimentando; ho un’ipotesi e vorrei provarla proprio…ora! Avada…-

 

Harry impallidì. “No!non è possibile” pensò, “sta per uccidermi!non è possibile!”.

 

Il professore non diede cenno di fermarsi e così finì di pronunciare l’incantesimo, ma proprio quando la luce verde stava raggiungendo il petto del giovane, quest’ultimo scomparve nel nulla.

 

I professori si guardarono intorno sorpresi, come era possibile? Non ci si può materializzare o smaterializzare ad Hogwarts ! Quindi dov’ era finito Harry?

Non ebbero bisogno di attendere poiché  Potter ricomparve dietro di loro, e immediatamente protestò.

-Come! No, dico come le è venuto in mente di lanciarmi l’anatema mortale? Potevo rimanerci!!-

Ma il preside impassibile rispose:

 

-E tu allora come! E dico come ti è venuto in mente di smaterializzarti a Hogwarts quando è impossibile?-

 

Harry non rispose e sbatté stupidamente le ciglia.

Piton, che era rimasto ammutolito dagli eventi, assunse un’espressione accigliata e massaggiandosi inconsapevolmente il fianco ( Harry era riuscito a fargli male ma non lo avrebbe mai ammesso) propose :

 

-è probabile che Potter in qualche modo abbia appreso, oppure possegga in maniera innata la possibilità di diventare incorporeo e quindi di spostarsi rapidamente da un punto all’altro senza che niente possa scalfirlo fintantoché rimane in quella condizione. E’ un potere raro quanto antico e ovviamente chi poteva averlo se non Potter! – Finì Piton con un velo di gelosia nella voce.

 

-Mh…è una valida teoria, anche se non è questo ciò che cercavo…ma non importa, mi hai sorpreso lo stesso!- Rispose allegro il preside, che a quanto pare godeva nello scoprire nuove caratteristiche della potenzialità di Harry.

 

Dopo il lungo allenamento durato fino al tardo pomeriggio, Harry cenò con fatica dato che era esausto e dopo aver finito l’ultimo boccone, salutò i due maghi e si congedò per tornare nella torre di Grifondoro dove accese il camino, dato che nonostante fosse estate, quella sera sentiva un gran freddo.

 

***

 

 

 

Note:

 

Un grazie enorme in particolare a iaco , e poi grazie a chi ha messo la mia storia tra i preferiti  e a coloro che la stanno seguendo.

 

Al prossimo capitolo!

 

Morgan

 

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Capitolo 10
*** Effetti Collaterali ***


EFFETTI COLLATERALI

EFFETTI COLLATERALI

 

 

 

 

Come con il precedente allenamento, Harry si era stancato molto e così si era addormentato, misteriosamente infreddolito nonostante la temperatura mite.

La mattina successiva, Piton spalancò la porta e le finestre e con voce imponente intimò ad Harry di svegliarsi seduta stante, ma  non ottenne nessuna reazione dal giovane.

 

Allora Piton pensò che stesse fingendo, così sogghignò e lanciò l’incantesimo che provocava un forte solletico, ma la sua espressione mutò improvvisamente quando si rese conto che il ragazzo non reagiva.

 

-Potter…Harry!-

 

Lo chiamò ancora per nome, ma niente, Harry rimaneva di sasso. Piton cominciava a preoccuparsi e notò il colorito cinereo del giovane; la sua preoccupazione giunse al culmine quando sentì il polso dal battito debole e scostante.

Corse a prendere una pozione rigenerante e provò qualche incantesimo, ma niente sembrava funzionare.

 

Harry sembrava entrato in coma e  non sapendo più cosa fare Piton fece chiamare il preside da un elfo domestico.

 

Nell’insopportabile attesa Piton tentò anche di utilizzare la sua abilità di Legilimens e anche se le immagini erano particolarmente sfocate (non era mai entrato nella mente di una persona in questo stato) riuscì a tornare agli eventi del giorno prima per cercare la possibile causa di questa condizione.

 

Si ritrovò nella Camera dei Segreti e osservò Harry nel momento in cui veniva disarmato, l’anatema lanciato dal preside, il lampo verde che si dirigeva verso il ragazzo, e…

Solo in quel momento notò un particolare preoccupante, cioè gli occhi di Harry: quasi non si percepiva da lontano, ma da vicino vide che il bel color smeraldo era macchiato dal rosso; il rosso degli occhi di Voldemort!

 

Sentì anche dei bisbigli in serpentese che in circostanze normali non avrebbe compreso, ma essendo all’interno della mente di Harry, riusciva a carpirne il significato.

Ciò che sentì fu “scompari, ora!” e come anche Piton ricordava, Harry quel giorno era scomparso nel nulla per poi ripresentarsi qualche metro più in là.

Ora che quei sussurri erano comprensibili, riusciva a riconoscere la voce del Signore Oscuro, il quale era evidentemente riuscito a controllare il ragazzo. Ma come era stato possibile? Non erano forse al sicuro fisicamente e mentalmente grazie agli incantesimi-scudo  di Hogwarts?

Uscì dalla mente del giovane, se possibile ancora più preoccupato di prima e gli rimase accanto attendendo il preside.

 

Erano molti i pensieri che attanagliavano Piton in quel momento; non solo doveva cercare una cura, ma doveva anche comprendere perché sentiva come una fitta nel petto quando ripensava a come aveva trattato il giovane la sera prima, dato che in altre occasioni passate aveva utilizzato toni taglienti nei confronti di Harry senza però ritrovarsi a rimuginarci su.

 

Perché ti senti in colpa” gli ripeteva la coscienza.

No! Non si tratta di questo, si meritava il rimprovero!” dibatteva dentro di sé.

 

In realtà, anche se non lo avrebbe mai ammesso, Harry gli stava molto a cuore e la sua preoccupazione non era dettata solo dal legame di parentela del giovane con Lily; semplicemente era quasi impossibile non rimanere coinvolti dall’ingenuo, ribelle combina guai che ora giaceva nel letto, e Severus si era reso conto che per quanto i lineamenti del ragazzo ricordassero tremendamente quelli di James, in Harry erano presenti molti tratti caratteriali di Lily.

 

Dopo il lungo dibattito con la sua coscienza, Severus si trovò a malincuore concorde su un punto:  si era inesplicabilmente, inesorabilmente affezionato al Bambino Sopravvissuto.

 

Si passò nervosamente una mano sugli occhi, come in segno di sconfitta con sé stesso per l’impossibilità di controllare i suoi sentimenti, i quali in passato erano stati il motore di tanti suoi errori: l’amore per Lily lo aveva reso vulnerabile e infelice per la sua incapacità di conquistarla, la rabbia di essere stato maltrattato -da suo padre prima e dai malandrini dopo- lo aveva portato a diventare un Mangiamorte. Questa…vicinanza per Harry dove lo avrebbe condotto?

Sospirò e  senza rendersene conto aveva preso tra le sue mani quella ghiacciata del giovane e se l’era portata sulla guancia , forse in cerca di sollievo; se per lui o per il giovane non avrebbe saputo dire.

 

Contemporaneamente entrò Silente che notò lo scatto di Piton nell’abbandonare rapidamente la mano del giovane, tuttavia fece finta di nulla; in fondo non voleva imbarazzare ulteriormente il Professore di Pozioni, il cui viso era diventato piuttosto rosso!

 

“Ecco dove mi porterà questo attaccamento a Ha…Potter! A perdere il mio onore! Già mi immagino cosa sta pensando ora il vecchio; ma se crede che abbia  un cuore tenero come lui si sbaglia di grosso!”  Pensò amaramente Severus mentre stizzito si alzava per lasciare spazio a Silente e cercare un punto in ombra della stanza dove poter attendere il ritorno del suo normale colorito bianco e della sua dignità.

 

 

 

 

Note:

 

Ecco un altro capitolo; tre in meno di due settimane! Direi che pian piano mi sto facendo perdonare … J   

Il prossimo penso di postarlo nei primi giorni della prossima settimana, così mi do un po’ di tempo per scrivere l’epilogo e aggiustare il terzultimo capitolo che è ancora in forma di bozza. Insomma giuro che mi sto impegnando a finirla questa volta!

Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno inserito tra i preferiti, chi ha deciso semplicemente  di seguire questa fic e un grazie enorme a chi ha commentato il capitolo precedente, cioè  chiaramalfoypotter , Elfosnape e iaco. Grazie infinite!

 

Un abbraccio,

 

Morgan

 

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Capitolo 11
*** Sono Fiero di Te ***


SONO FIERO DI TE

SONO FIERO DI TE

 

 

 

Mentre Piton se ne stava appoggiato alla parete più in ombra della stanza, Silente si era chinato accanto ad Harry e man mano che passava la bacchetta sul corpo del giovane, chiedeva al professore di pozioni quali incantesimi aveva provato nel tentativo di svegliare il ragazzo. Severus aveva utilizzato la maggior parte degli incantesimi esistenti, ma non aveva ottenuto nessuna reazione da Harry.

 

- Severus, è davvero strano che il ragazzo non si sia svegliato dato che non riesco a captare nessun incantesimo su di lui che abbia come fine uno stato comatoso-

 

- Preside…Non crede che si tratti del Signore Oscuro? Il collegamento che condividono potrebbe essere la causa di questa situazione; sembra quasi che l’Oscuro voglia… consumarlo dall’interno, renderlo debole e vulnerabile. Inoltre ho provato ad entrare nella sua mente…-

 

- Severus! Lo sai che è altamente peri…- Piton venne interrotto da Silente, ma egli continuò come se non fosse stato mai interrotto.

 

- …e ho assistito alla scena dell’allenamento di ieri, quando Potter si è smaterializzato ed è poi ricomparso inspiegabilmente: potevo sentire la voce di Lei-Sa-Chi ordinare al ragazzo di scomparire. È chiaramente opera sua e credo che a questo punto sia necessario che mi presenti davanti al Signore Oscuro, forse si lascerà scappare qualche informazione e…-

 

- No ragazzo mio, non è il momento di rischiare in questo modo; Voldemort capirà immediatamente che la tua apparizione in mancanza di una sua chiamata e in coincidenza con lo stato di Harry lo renderà sospettoso. Devi rimanere qui e creare qualche pozione ricostituente e studiare con me un modo per togliere i poteri ad Harry-

 

- Togliergli i poteri? Silente ma che sta dicendo? Lo vuole rendere un magonò?!-

 

- Non intendevo questo: dopo averlo visto oggi, credo che Harry  non sia in grado di governare una tale quantità di materia magica, inoltre è una fonte di magia piuttosto oscura e la magia che appartiene al giovane è di tutt’altra natura, soprattutto grazie al sacrificio di sua madre; un potere così puro non può convivere con la magia oscura di Lord Voldemort. Speravo di riuscire a far coesistere le due fonti di magia all’interno del ragazzo attraverso gli allenamenti ed uno studio indirizzato, ma è chiaro che una tale concentrazione magica sta consumando il suo fisico, quindi dobbiamo cercare ovunque, in qualsiasi volume, legale e non, un modo per estrarre la magia oscura da Harry. Troveremo un altro modo per sconfiggere Voldemort; impedirgli di avere i poteri nascosti nel giovane è comunque un primo passo. -

 

- Ma…Non è mai accaduto qualcosa di simile e non sappiamo nemmeno da dove cominciare, né quanto tempo ci servirà e potrebbe rivelarsi troppo tardi per Potter! Se anche trovassimo un modo saremmo degli inesperti e potremmo rischiare di ucciderlo. Non sarebbe meglio se andassi da Voldemort stesso? Potrei fingermi compiaciuto e genuinamente interessato a sapere quale metodo magico sta utilizzando; si ricordi Preside che è principalmente per la sete di conoscenza che ero diventato suo seguace, non interpreterà questo mio interesse per il suo piano come un tentativo di aggirarlo!-

 

- Severus è troppo pericoloso!-

 

- E con ciò? Se anche mi scoprisse almeno avremo tentato! La vita del ragazzo è molto più importante della mia!- “ Lo devo a Lily” aggiunse mentalmente.

 

 

- Basta con questi discorsi Severus! La tua vita vale molto per me, e non sto parlando solamente del ruolo che detieni in questa guerra! Perciò rimarrai qui con me e condurremo insieme la ricerca, solo come ultima, e ripeto ultima possibilità potrai comparire davanti a Voldemort. -

 

 

Piton strinse le labbra con rabbia e guardò con occhi furenti Silente, ma non resse lo sguardo preoccupato e allo stesso tempo fermo del potente mago.

 

Da un lato era colpito dalle parole del preside; sapeva che l’anziano mago provava affetto per lui, ma sentirselo dire gli faceva sempre provare come del calore irradiarsi nel petto. Era un uomo fiero e introverso perciò non aveva e non avrebbe mai richiesto segni d’affetto, eppure ci teneva moltissimo a farsi apprezzare da Silente; quel vecchio che era riuscito a fargli risalire quella strada buia che aveva intrapreso quando era solo un adolescente.

Il suo sguardo si spostò sul ragazzo disteso nel letto e da infuriati i suoi occhi si aprirono in un’espressione di preoccupazione.

 

Silente se ne accorse e poteva immaginare quali pensieri turbinavano nella mente di Piton; sapeva che l’ex Mangiamorte non era ancora riuscito a perdonarsi e che questo continuo mettersi alla prova rischiando la vita era il suo modo per rifarsi dei suoi tanti errori, così gli disse:

 

- Andrò avanti io con la ricerca, ora somministra ad Harry le pozioni ricostituenti e prenditi un’ora di riposo,  poi raggiungimi in biblioteca. -

 

- Va bene Albus – Acconsentì Severus troppo stanco per obiettare.

 

 

Mentre Severus si faceva portare le pozioni necessarie da un elfo domestico,  Silente non era ancora uscito dalla stanza perché aveva tentato ancora alcuni incantesimi sul giovane. Quando poi giunse alla porta, prima di chiuderla si girò verso Severus, il quale dopo aver somministrato le pozioni, si era nuovamente seduto accanto al giovane e gli aveva scostato i capelli ribelli dalla fronte imperlata di sudore.

Vedendo Piton così premuroso nei confronti del giovane che diceva di non sopportare e che tanto gli ricordava il suo nemico James, Silente si rivolse a lui dicendo:

 

-Sono fiero di te, Severus-

 

Piton si girò di scatto pieno di sorpresa verso Silente, ma vide solo la porta richiudersi e la maniglia ripiegarsi e tornare nella sua posizione.

Lentamente si girò posando lo sguardo sul giovane; se Harry fosse stato sveglio avrebbe visto un’espressione incredula sul viso del professore, segnato prematuramente dal tempo e dalle insidie della vita, ma poi, dopo aver scosso la testa, il ragazzo avrebbe intravisto un leggero sorriso.

 

 

 

 

 

 

Note:

 

Ecco un altro capitolo! Come sempre ringrazio per i commenti e per il seguito che questa storia sta avendo nonostante la mia incostanza.

 

Un abbraccio!

 

Morgan

 

 

 

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Capitolo 12
*** Amaro Risveglio ***


AMARO RISVEGLIO

AMARO RISVEGLIO

 

 

 

Mentre i minuti d’attesa si trasformavano in ore, Severus Piton camminava nervosamente per la stanza, sperando che il giovane nel letto desse segni di vita.

Ad un tratto sentì un gemito flebile provenire dal ragazzo e si voltò in quella direzione: il giovane si stava agitando movendo la testa da una parte all’altra. Senza aspettare oltre attivò la metropolvere e chiamò Silente nella stanza.

 

 

 

>>>>>>><<<<<<<

 

Buio.

Non riusciva a ricordare né a capire in che luogo si trovasse.

 

Non poteva muoversi,gli occhi non volevano aprirsi.

 

"Cosa sta succedendo?"pensò.

 

Ogni tanto sentiva delle voci,come sussurri,ma non comprendeva i loro discorsi.

Si costrinse ad aprire gli occhi e rimase scioccato da ciò che vide d’innanzi a sé.

C'erano tantissime persone, ma i loro corpi erano sfocati tanto da essere irriconoscibili.

 

Una gli si avvicinò,e riconobbe la voce: era quella di Sirius!

 

Man mano che si avvicinava i contorni del corpo di Sirius diventavano sempre più definiti, eppure bastava osservare più attentamente per rendersi conto che era possibile vedere attraverso il mago.

 

-Sirius! ma come...?-

 

- Non c'è tempo Harry!Devi svegliarti o sarà troppo tardi. È una trappola!- Disse Sirius con sguardo visibilmente preoccupato.

 

- Una trappola!? È opera di...Voldemort?-

 

- Non c'è tempo!Svegliati, ora!-

- E come faccio? Io non…capisco...come sono arrivato qui? Sirius!Ma dove sei andato! Cosa sta succedendo?-

 

Il padrino era sparito,come tutte le altre anime.

Sentì una sensazione simile a quando si cade,una luce abbagliante lo investì,per ritrovarsi in un luogo a lui familiare:

 

Casa Riddle.

 

"Sono in trappola" pensò.

 

-Sì Potter,proprio così...-

 

"Ma come?! Mi ha..."

-...letto nella mente, sì, ma forse è meglio dire che sono nella tua mente-

Rispose con voce maligna.

 

- Sai dove siamo,Harry?Questa è quella che una volta io definii casa,ora...sarà la tua prigione!-

 

-No!-

 

-Non hai più scampo...Crucio!-

 

Harry urlò,il dolore era troppo da sopportare.

 

Stava per svenire quando il Signore Oscuro terminò l'incantesimo; in viso un espressione sorpresa.

 

- Ma che...-

 

Calò il silenzio, interrotto solo dai respiri irregolari del giovane, che riuscì a sentire anche lui ciò che preoccupava Voldemort: una voce che recitava antiche ed arcane formule,in una lingua che Harry non conosceva.

 

Un’espressione di comprensione apparve sul viso di Voldemort, il quale capì che se voleva riuscire nel suo obiettivo doveva agire in fretta.

 

- Potter! Ricorda! Dì una sola parola di questo nostro incontro a Silente e dovrai dire addio alle persone a te più care! E adesso…-

 

Il mago oscuro non finì mai la frase perchè sparì dalla vista di Harry.

 

Il giovane sentì uno strappo all'ombelico,come se stesse usando una passaporta e si ritrovò...in un letto e con il viso imperlato di sudore freddo.

 

-Harry! Finalmente, come stai ragazzo mio?- Chiese Silente.

 

Il ragazzo non rispose. Era troppo impegnato a riordinare le idee:aveva visto Sirius, ma dove si trovava? C’era forse un modo per comunicare con le anime che si trovavano dietro il velo?

 

Poi c'era stato l’incontro con Voldemort.

 

Lo aveva torturato con la maledizione Crociatus, per poi minacciarlo di...no,non voleva pensarci.

I suoi pensieri vennero interrotti dal preside.

 

-Allora? Cos’è successo? Hai cominciato ad urlare  e a dimenarti...sembravi sotto maledizione.Hai fatto un altro incubo?-

 

-No Signore,ho solo bisogno di riprendermi...sono un po’ affaticato ultimamente-

-  Harry…una persona affaticata non perde i sensi per ore ed ore…non c’è niente che vuoi dirmi?-

 

Il giovane scosse la testa in diniego, cercando di assumere un’aria indifferente, come se ciò che era accaduto fosse qualcosa di ordinario.

 

Silente sospirò, decidendo che per il momento avrebbe lasciato cadere il discorso.

 - Va bene, allora se per caso vorrai parlarne, basterà che mi chiami.Nel frattempo il professor Piton si prenderà cura di te-

 

Harry trasalì.

 

Solo in quel momento si accorse che c'era anche Piton nella stanza e dalla sua espressione scetticaHarry capii che il professore non era soddisfatto della sua risposta inconsistente.

 

- Così era solo...un incubo da niente,Potter?-

 

Harry non riuscì a reggere lo sguardo e decise di non rispondere.

- Non riesco a capire perché non ne hai parlato con il preside, ma non credere di passarla liscia con me-

 

In cuor suo Harry desiderava dire la verità, ma la minaccia di Voldemort rimbombava fin troppo forte nei suoi pensieri, così si impose di rimanere muto d’innanzi ad un professore sempre più scocciato da questo suo rifiuto.

Severus non era semplicemente indispettito dalla reticenza del giovane; ora che il ragazzo si era finalmente svegliato, la tensione delle ore precedenti sembrava crollargli addosso trasformandosi in impazienza.

 

"Perché diavolo non parla?”

 

Quindi cercò un approccio più confidenziale.

 

-Cosa nascondi Harry? Cos’ hai sognato?-

    

 - Niente di speciale signore, davvero- Rispose Harry con un finto tono spensierato.

 

- Non ti fidi di me?-

 

- Non si tratta di questo, semplicemente non  vedo perché dovrei parlarne con lei!-

 

Il professore roteò gli occhi.

 

"Possibile che debba sempre perdere la calma con lui?!"

 

- Potter,mi stai facendo perdere la pazienza, se non ti spieghi come pretendi che ti possa aiutare?-

 

 

-    Beh se il suo metodo è lo stesso che ha usato al ministero per aiutare Sirius a farsi ammazzare, allora è meglio che me la cavi da solo!

 

Piton spalancò gli occhi indignato dall’accusa.

 

- Complimenti Potter, hai appena dimostrato quanto tu sia ancora immaturo… prenditela pure con me se ti fa sentire meglio, ma entrambi sappiamo che Black è morto per la sua impulsività!-

Poi con un ultimo sguardo freddo si girò e uscì dalla stanza a grandi passi.

 

Harry lanciò uno sguardo furente alla porta ormai chiusa, sbuffò e si distese pesantemente nel letto, consapevole di aver deluso il professore. Troppo stanco per affrontare gli eventi della giornata e le lacrime che sembravano essere decise ad uscire, chiuse gli occhi nella speranza di ottenere un po’ di vero riposo.

 

 

 

 

Note:

 

Eccomi qua un po’ in ritardo, ma è arrivato giugno e come potete ben capire è un mese ricco di impegni, esami etc. Comunque sia ecco un altro capitolo! Come sempre ringrazio per i commenti, chi ha inserito la storia nei preferiti e coloro che la stanno semplicemente seguendo.

Un abbraccio!!

 

Morgan

 

 

 

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Capitolo 13
*** problemi tecnici ***


Ciao a tutti! Scusate ma il computer è stato invaso da qualche virus di quelli tosti e non riesco più ad accedere al mio account nel pc. Ci tenevo ad avvisarvi che se non sto aggiornando è solo per questo motivo e non perchè sto nuovamente accantonando la storia. Spero possiate avere pazienza, tenterò di risolvere il problema al più presto. Un abbraccio e grazie per i commenti positivi! :) *******************aggiornamento del 15.08.11! postato il nuovo capitolo!*******************

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Capitolo 14
*** Voci Pericolose ***


VOCI PERICOLOSE

VOCI PERICOLOSE

 

 

 

Qualche ora più tardi il ragazzo si svegliò, ma non fu una sensazione piacevole: aveva fatto l’ennesimo incubo e la cosa più preoccupante è che era lo stesso spiacevole sogno fatto qualche sera prima, in cui il professore di Pozioni veniva torturato.

 

“riuscirò mai ad avere un attimo di tranquillità?” pensò Harry.

 

Dopo essersi cambiato gli abiti,scese le scale del dormitorio,quando da una finestra giunse un gufo della scuola che recapitava un messaggio.

Incuriosito, Harry aprì la lettera e gli si illuminò il viso quando lesse quello che riportava:

 

Harry,

 

io e il professor Piton siamo momentaneamente impegnati e non torneremo alla scuola prima di questa sera.

Cerca di non affaticarti troppo, Ho raccontato ad Hagrid il nostro segreto e ha detto che ti vorrebbe invitare a pranzo.

 

A più tardi!

 

A.Silente

 

Harry non stava più nella pelle: avrebbe rivisto Hagrid!

 

Era stato così tanto tempo solo, prima con i suoi odiosi parenti e ora con i due professori, che aveva proprio bisogno di qualcuno con cui poter parlare liberamente.

 

Attraversò il giardino di corsa, dimenticandosi di essere molto debole, così arrivato davanti alla porta di Hagrid ci mancò poco che cadesse a terra sfinito, ma due possenti braccia lo ressero.

 

-Harry! Ragazzo incosciente! Ti sembra questo il modo di comportarsi!?!?-

 

Il ragazzo ripresosi guardò preoccupato la faccia severa del gigante,ma venne presto sostituita da un sorriso.

Harry non fece in tempo a rispondergli che venne preso e stritolato dall’amico che lo spettinò affettuosamente.

 

-Harry! Quanto tempo! Il preside mi ha detto tutto, entra pure!-

 

Il giovane ancora stordito venne assalito dall’enorme cane Thor che lo leccò affettuosamente.

Così i due passarono molte ore insieme ed Harry non poteva essere più felice.

 

Mentre pranzavano ed Harry raccontava senza sosta tutto quello che era accaduto tranne che per i suoi incubi, Hagrid gli fece una domanda che lo mise in difficoltà:

 

-dimmi Harry, come va con Piton? Tutto questo tempo insieme dovrà per forza aiutare a migliorare il vostro rapporto, no?-

 

-beh, i primi giorni erano trascorsi quasi bene…ma adesso è tutto come prima- rispose amareggiato.

 

- perché? È successo qualcosa?-

 

-…diciamo che…non sono stato molto…ehm, gentile-

 

Hagrid assunse un cipiglio severo a questa affermazione, ma il gigante aveva un animo buono e comprensivo, così disse:

 

-Harry, non dovresti essere così duro con il professor Piton, credimi, lui vuole aiutarti: cerca di fidarti di lui, è una brava persona, anche se in passato ha commesso qualche errore…-

 

-Hagrid, tu sai perché ha tradito Voldemort per schierarsi con Silente?-

 

-arrogante di un ragazzo, quante volte ci ho detto che non ci devi dire quel nome!?? E comunque non sono affari tuoi i motivi per cui Piton è tornato dalla nostra!-

 

-ah…quindi sono più di un motivo, non uno solo!-

 

-ho detto questo?-

 

-già-

 

-ciò non toglie che tu non devi sapere niente di sua madre!-

 

-sua madre? Cosa centra sua madre!?-

 

-e chi ha parlato di madre? Adesso basta mi stai confondendo! Torna al castello, sono già le tre del pomeriggio e fra un po’ torneranno i professori, a presto!- rispose sbrigativo Hagrid.

 

Il giovane Grifondoro, confuso, curioso e scoraggiato più che mai borbottò un saluto scontento al suo grosso amico, per poi dirigersi a passi rapidi verso il castello pensando:

 

“possibile che ogni volta sono vicino alla soluzione delle cose e non riesco mai a risolverle? Sono stufo di essere sempre l’ultimo a sapere la verità dei fatti, non sono più un bambino!”

 

Potresti provare a estirpare i segreti degli altri…con la forza…

 

-cosa? Chi ha parlato?-Chiese Harry a voce alta.

 

Harry non ottenne risposta e non vide nessuno nei dintorni, possibile che si trattasse di un’allucinazione?

 

“sarà la stanchezza, forse è meglio rilassarmi un po’…”

 

Ma non fece in tempo a compiere qualche passo che sentì dei rumori vicino alla foresta e ad un ascolto più attento si rese conto che si trattavano di passi d'uomo.

 

Harry era a dir poco impaurito perché era consapevole che la foresta era molto spesso fonte di pericolo, ma non lo diede a vedere. Impugnata la bacchetta domandò:

 

-chi è là?-

 

Non ottenne risposta,ma un ombra si avvicinava dal fitto sottobosco, delineandosi sempre di più, fino a comprendere di chi si trattava…e questa persona non era certo contenta di vederlo.

 

 

 

Ciao a tutti!

 

Dovrei nascondermi in un bunker e non uscire mai più, lo so…è durissima per me riuscire a conciliare tutto quello che faccio e la tentazione di sacrificare quello che materialmente serve di meno (scrivere fanfiction ad esempio) è troppo grande e come avete potuto vedere ho fallito di nuovo.

 

Comunque la storia l’ ho finita e verrà pubblicata tutta entro settembre, ma mi limiterò a qualche aggiustatina perché, come avevo detto un po’ di tempo fa, non scrivo più allo stesso modo e sinceramente dopo l’uscita dell’ultimo libro trovo molto difficile scrivere un AU con personaggi non IC senza pensare di scrivere cavolate immani. Cambierei tutto e come in precedenza probabilmente mi arrenderei. -_-

 

Prendetela per quello che è: una storia iniziata quando avevo sedici anni, ripresa in mano da una ventiduenne con la stessa fantasia (per fortuna quella non mi manca) ma con un “percorso di vita” che ovviamente è cambiato con il passare degli anni. Scrivo, penso e ho un approccio alla scrittura creativa diverso rispetto a quei tempi, nonché impegni di studio e di lavoro che richiedono maggiori attenzioni.

 

Non mi piace lasciare le cose a metà, perciò oggi vi lascio con una cliff anger, ma non per molto non preoccupatevi: ho già dato una revisione al capitolo successivo… Sempre se c’è ancora qualcuno disposto a leggere questa povera storia maltrattata! ^_^”

 

 

 

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Capitolo 15
*** Illusione ***


ILLUSIONE

ILLUSIONE

 

 

 

-Professor Piton!-

 

-Potter! Cosa ci fai fuori dal castello? Non lo sai che potrebbe essere rischioso?-

 

-beh, veramente il Preside...- Ma non riuscì a finire la frase che comparve Silente proprio dietro il professore, che lo interruppe dicendo:

 

-andiamo Harry, non c'è tempo da perdere: devi seguirci nella foresta! abbiamo trovato una cura per i tuoi malesseri, ma non possiamo trasportarla fin qua-

 

Harry spostò lo sguardo dal preside al professore, pensando quanto sembrassero strani i loro sguardi, come se fossero…ansiosi per qualcosa! Ma forse quello che avevano trovato era veramente importante...

 

-va bene, arrivo!-

 

Si inoltrarono nella foresta. I professori, notò Harry, camminavano con una certa fretta continuando a girarsi per vedere se li stesse ancora seguendo.

 

"eppure...e se non fossero loro?"

 

Poi ripensò a ciò che gli era stato detto appena si erano incontrati: "che ci fai fuori dal castello...il professor Piton lo sapeva…lo avevano mandato da Hagrid! Perciò…"

 

Si fermò di colpo, il cuore batteva a mille, mentre il panico si faceva strada nel suo animo.

 

I professori, accortisi di quella sosta si girarono e quando videro gli occhi sbarrati dalla realizzazione del giovane non persero tempo, sguainarono le bacchette e un ghigno beffardo si dipinse sui loro visi.

 

- c'è qualcosa che non va Potter?-

 

-sì…il preside non mi avrebbe mai chiamato per cognome!- Detto questo lanciò uno Stupeficium e date loro le spalle cominciò a correre il più velocemente possibile al di fuori della foresta, ma non aveva tenuto conto della sua enorme debolezza che lentamente stava prendendo il sopravvento.

 

è inutile fuggire! Ti prenderanno...

 

"Ancora quella voce!"

 

è inutile, fermati e arrenditi...

 

"No! Mai!"

 

Mentre la vista cominciava ad annebbiarsi, sentì una risata fredda che si prendeva gioco della sua debolezza.

 

è inutile scappare!

 

è inutile

 

…inutile

 

-inutile...- Fu l'ultima cosa che Harry riuscì a mormorare prima di accasciarsi a terra, privo di sensi.

                    

 

                                                           *****

 

 

L'orologio della scuola suonò tre lenti rintocchi e all'estinguersi dell'ultimo, nei pressi dei confini di Hogwarts comparvero due uomini: Severus Piton e Albus Dumbledore.

 

Oltre a svolgere i loro impegni,erano andati dalla famiglia Weasley, i quali erano molto preoccupati non avendo avuto più notizie di Harry da molti giorni, così erano stati avvisati della situazione del giovane Potter, ma senza scendere nei dettagli.

 

Salirono tranquillamente le scale che portavano fino all'ingresso per Hogwarts e a metà strada incontrarono Hagrid.

 

- buongiorno Hagrid, Harry è ancora con te?-

 

-buongiorno a lei preside! No, Harry si è andato circa dieci minuti fa-

 

Piton arricciò il labbro in disgusto: non sopportava l’utilizzo scorretto della sua lingua madre. Silente invece non sembrava esserne scalfito e rispose pacatamente:

 

-grazie per aver badato a lui, allora, a presto Rubeus!-

 

Entrarono nella grande scuola e attraversarono il lungo corridoio che portava alle scale per il terzo piano.

 

La scuola in estate era, se possibile, ancora più piacevole: il sole entrava dalle enormi finestre scaldando lievemente l'ambiente spazioso e creando giochi di luci colorate attraverso gli antichi stendardi raffiguranti i miti e le misteriose leggende del popolo magico, mentre un leggero venticello entrava dalle piccole fessure delle antiche mura.

 

Arrivati alla loro meta chiamarono il giovane, ma invano: infatti l'unica risposta che ottennero furono le note ululate del vento...

 

 

 

 

 

…Visto? Pubblicato un altro capitolo e in tempi record! ^_^


Ringrazio le 42 persone che hanno messo la storia tra i preferiti e le 26 persone che hanno deciso di seguire questa fanfic. Un grazie va anche ai miei recensori del passato, ma spero di ricevere dei commenti anche dei nuovi capitoli, così potrò ringraziare anche i nuovi recensori! :P

 

Un abbraccio,

 

Morgan


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Capitolo 16
*** La ricerca ***


LA RICERCA

LA RICERCA

 

 

 

 

- Sono riusciti a portarcelo via come se niente fosse…come diavolo hanno potuto superare i confini di Hogwarts?!- domandò Severus.

 

Erano ormai passati due giorni da quando erano cominciate le ricerche del ragazzo che è sopravvissuto, ma di lui non c’era traccia.

 

-Non serve a niente arrabbiarsi, Severus. Dobbiamo mantenerci lucidi se vogliamo trovarlo-

 

-Albus…è di Potter  che stiamo parlando…dovunque sia non si trova nelle mani di persone amiche! Non posso restare fermo ad aspettare che ci venga un’illuminazione.- e detto questo prese il suo mantello e uscì nel parco di Hogwarts per avviarsi verso il luogo in cui andava spesso quando aveva bisogno di schiarirsi le idee: la foresta proibita.

 

 

 

 

 

La foresta proibita, in quel periodo dell’anno non si poteva definire fredda, ma la costante umidità che la insediava e il vento filtrato dai rami la rendevano ancora più angusta a chi intendeva attraversarla, quasi a voler far rinunciare chiunque avesse questo proposito.

Il professor Piton, stretto nel suo mantello nero iniziò ad addentrarsi nella foresta, procedendo a zig zag tra il fitto sottobosco, che mosso dalla corrente generava un fruscio continuo e le foglie creavano giochi di luce sui tronchi antichi.

Ma in mezzo ai vari colori del bosco, un particolare fuori posto attirò la sua attenzione: uno strano luccichio proveniva da un punto smosso del terreno.

Si avvicinò e si rese conto che il tappeto di foglie cadute era, lungo una scia definita, deturpato dal terreno rimosso, come se qualcosa di pesante fosse stato trascinato in quel punto. Arrivato esattamente sulla scena, si chinò a raccogliere l’oggetto che aveva attirato la sua attenzione: un pezzo di vetro, o meglio: di lente per gli occhiali.

 

“Potter!” pensò Severus.

 

 

Non ci vollero ulteriori analisi al professore per capire che Potter era passato di lì  per poi essere stato portato via con la forza.

 

Quello che non capiva era come poteva il ragazzo fidarsi così tanto del suo rapitore?

Era forse qualcuno di cui non avrebbe mai sospettato?

 

 

Stava per tornare ad Hogwarts per riferire a Silente quello che aveva scoperto nella foresta, ma a  metà strada si fermò di colpo: qualcosa o qualcuno lo stava osservando e si stava movendo verso di lui.

 

Severus alzò la bacchetta, pronto a difendersi. Passi pesanti, più simili a tonfi cupi si percepivano sempre più distintamente.

 

Quando il professore si rese conto di chi aveva davanti, abbassò la bacchetta e guardò sospetto il suo interlocutore.

 

-non puoi impedirlo- gli disse.

 

-che cosa?- rispose Severus cautamente.

 

-il fato, il giovane Potter deve compiere il suo destino, è scritto…-

 

-…non mi interessa quello che dicono le stelle, centauro! Quello che voglio sapere è dove si trova Potter adesso! Se sai qualcosa devi parlare!-

 

-dobbiamo lasciare che le cose vadano come devono andare. Hai già tentato in passato di cambiare gli eventi e sai bene com’è andata a finire-

 

Il centauro, di nome Motorius, si riferiva a quando Severus aveva cercato di salvare Lily supplicando Voldemort di risparmiarla, ma il sacrificio della donna si era rivelato necessario affinché la profezia si compisse.

 

Severus prese un respiro profondo: i riferimenti al passato gli provocavano sempre una fitta di dolore al cuore.

 

-Centauro Motorius, anche se non sei un mago e la nostra legge non si applica alla vostra specie, ti ho salvato la vita una volta, ricordi? Ora ti chiedo di ripagarmi dicendomi dove è stato portato Potter e da chi!-

 

Il centauro fissò intensamente il mago davanti a sé. Battè nervosamente a terra i suoi zoccoli, e alla fine prese una decisione.

 

-Si trova al maniero dei Gaunt… “e i falsi amici lo portarono tra le pietre in rovina come l’anima del suo possessore”-

 

-…falsi amici? Cosa intendi dire?-

 

-Ti ho già detto troppo, mago. Posso solo consigliarti di non perdere tempo-

 

 

 

 

-Severus ma…il maniero dei Gaunt è accessibile solo se…-

 

-se porti il marchio dei Mangiamorte, è così-

 

-Allora non c’è modo di aiutarti Severus, spetta a te andare a riprenderlo-

 

Severus annuì.

 

-partirò immediatamente-

 

-Fai attenzione Severus. Io contatterò l’Ordine della Fenice, ti aspetteremo ai confini del maniero. E…Severus-

 

-Mi dispiace doverti dare ancora una volta un simile fardello ma…il ragazzo deve sopravvivere…qualunque sia il prezzo da pagare-

 

Severus lo sapeva bene, era quello che era abituato a fare da quando il ragazzo aveva solo un anno: proteggerlo a qualsiasi costo, anche della sua vita.

 

Piton allora uscì dal castello e voltatosi un’ultima volta verso Hogwarts si smaterializzò.

 

Si ritrovò a qualche metro dai cancelli in ferro battuto inverditi dall’umidità e dagli anni di usura che segnavano l’entrata per Gaunt Manor.

 

Si nascose subito dietro le mura della casa confinante perché i guardiani all’ingresso lo avevano sentito smaterializzarsi e allarmati si stavano avvicinando al suo nascondiglio.

Piton non perse tempo e si infilò il mantello dell’invisibilità che apparteneva a Potter, e appena i guardiani voltarono l’angolo, lui passò in mezzo a loro ed entrò con facilità attraverso i cancelli.

 

“il primo ostacolo è superato!” pensò soddisfatto.

 

Una volta superato il vialetto trascurato, ricamato dai rovi lasciati crescere a loro piacimento, si trovò davanti alla porta d’entrata, ma era un’opzione da escludere perché era troppo sorvegliata.

Decise di trovare un’alternativa spostandosi nel retro del maniero.

 

Si trovò davanti a sé una finestra bassa, probabilmente era l’unica fonte di luce ed aria per una stanza sotterranea, così, appuratosi di non essere osservato, usando un incantesimo allargante entrò facilmente dalla finestra.

 

“è troppo facile” pensò sospettoso.

 

Poi, accertatosi di essere solo nella stanza, prese la bacchetta e l’appoggiò sul suo palmo. Sussurrò:

 

-guidami da Harry Potter-

 

Dopo qualche imperius per farsi aprire le porte e qualche schiantesimo per le guardie che avevano percepito la sua presenza, si trovò in una stanza ampia e rettangolare, quasi interamente rivestita dal freddo marmo scuro.

Stranamente nessun Mangiamorte stava facendo la guardia e in fondo alla stanza, disteso su un lungo tavolo d’ebano si trovava Potter, pallido ma cosciente.

 

Non vedendo nessuno si avvicinò alla tavola. Il ragazzo, con una benda sulla bocca cercò di avvisare con gli occhi spalancati il professore del pericolo, ma Severus avvicinò troppo velocemente e non si rese conto che il tavolo era avvolto in una barriera magica invisibile, perciò appena entrò in contatto con essa si ritrovò spinto a qualche metro di distanza e cadde rovinosamente a terra, parzialmente visibile ora che il mantello era scivolato via.

 

 Attirati dal rumore, due Mangiamorte accorsero nella sala.

 

“Idiota…” pensò Severus rivolgendosi a sé stesso. Ma non sarebbe caduto senza combattere, perciò cominciò a duellare con i due.

 

Stava per avere la meglio sui Mangiamorte, ma improvvisamente fu colpito da un dolore lancinante al braccio sinistro che lo fece accasciare a terra e stringere convulsamente il marchio. Il suo Signore lo stava punendo come solo lui poteva farlo.

 

-Severus, ma quale sorpresa trovarti qui!-

 

Non fece in tempo a rimettersi in piedi che Voldemort lo colpì con un potente schiantesimo.

 

Harry gemette per l’aggravarsi della situazione, già di per sé disperata e perché la presenza di Voldemort acuiva il dolore alla sua cicatrice.

 

Il gemito attirò l’attenzione del mago oscuro.

 

-Ah…Harry Harry…hai visto? Come prevedevo Severus è venuto a tenerti compagnia! Cosa ne dici di raggiungerlo nel mondo dei sogni?-

 

Harry adocchiò preoccupato la bacchetta di Voldemort, aspettandosi un incantesimo.

 

-Oh no no, niente schiantesimo per te, ho in mente qualcos’altro!-

 

Da dotto il lungo abito nero Voldemort estrasse una siringa.

 

“Una siringa?! Cosa pensa di fare?” pensò Harry stupito ed allarmato.

 

Non poté fare alcuna supposizione perché Voldemort si era avvicinato velocemente e senza cerimonie aveva conficcato la siringa nel collo del ragazzo.

Bastarono pochi secondi affinché il misterioso contenuto della siringa facesse effetto. Ed Harry non pensò più a niente.

 

 

 

Ciao a tutti!

 

 

Come sempre comincio con i ringraziamenti ai miei lettori e soprattutto ai commentatori! :P

 

Siamo vicini alla fine…quasi non ci credo!

 

Aspetto di sapere cosa ne pensate di questo capitolo!

 

Un bacione

 

Morgan

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Capitolo 17
*** L'inizio della fine ***


Quando si risveglia si presenta lo scenario del sogno con piton legato

L’INIZIO DELLA FINE

 

 

 

Ad Harry sembrava di trovarsi sott’acqua, come quando al Torneo Tre Maghi era rimasto bloccato sotto la superficie a causa degli avvincini e le forze lo stavano abbandonando. Sentiva freddo e per quanto si sforzasse non vedeva nulla, tutto era buio e spostare anche solo un braccio sembrava un’impresa.

 

Mentre cercava di uscire da quella sorta di limbo, poteva sentire dei rumori in lontananza, come dei tonfi sinistri, gemiti e rumori come scariche elettriche.

Pian piano tornò in sé e riprese parzialmente il controllo del suo corpo.

Mentre ciò accadeva si rese conto che quei rumori che prima non riusciva a decifrare non erano altro che le torture che Voldemort stava infliggendo sul professor Piton.

 

Quando aprì gli occhi gli si gelò il sangue nelle vene perché la scena era la stessa del sogno: il professore era legato ad una colonna grazie ad una magia, mentre Voldemort gli lanciava maledizioni per farlo parlare e per punirlo per il suo tradimento.

 

-Miei cari Mangiamorte, come potete vedere questo è quello che accade a chi osa tradirmi.  Ma prima di ucciderti, Severus, ho bisogno della tua opinione di fine pozionista…dimmi, perché non sono ancora riuscito ad impossessarmi di tutti i poteri di Potter?-

 

Piton, nonostante il dolore e il sangue che lentamente si stava incrostando sulle palpebre provocandogli  uno spiacevole solletico,  riuscì a mantenere un’ espressione stoica e non rispose, malgrado fosse consapevole che avrebbe pagato caro il suo silenzio.

 

Gli occhi di Voldemort sembrarono diventare ancora più rossi dalla rabbia, poi però ghignò, e con un sibilo pronunciò:

 

-Crucio-

 

Piton cominciò a tremare poiché il suo corpo veniva avvinghiato dagli spasmi di dolore, ma cercò con tutte le sue forze di non urlare, poiché se proprio doveva morire, lo avrebbe fatto senza perdere la sua dignità.

 

Alcuni Mangiamorte rimasero confusi dalla mancanza di grida da parte del mago sofferente, Harry stesso ebbe quasi il dubbio che la bacchetta di Voldemort fosse difettosa.

 

“Proprio come nel mio sogno!”

 

La furia crebbe negli occhi del mago oscuro.

 

-Ah Severus Severus… Ti credi così bravo non è vero? Credi che il babbanofilo sarà fiero di te? Lo sai cosa penserà invece? Che hai fallito!-

 

Detto questo pronunciò una maledizione ancora più potente.

 

Piton sentì come se dentro di lui tutti i suoi organi volessero “traslocare”da una parte all’altra e stavolta non riuscì a resistere, ma non ebbe  il tempo di urlare che svenne dal dolore.

 

-Perché perdi tempo con lui, è me che vuoi!-

 

Harry non era riuscito a trattenersi oltre: vedere il professore in quello stato, con l’orribile consapevolezza che il suo sogno stava prendendo vita lo aveva spinto ad un disperato tentativo di spostare l’attenzione del Signore Oscuro verso di lui.

 

Voldemort si girò di scatto verso Harry: sul volto del mago oscuro il giovane poteva leggere una rabbia profonda ma allo stesso tempo il suo sguardo era incuriosito.

 

-Potter…forse tu potrai rispondermi…perché la pozione non sta funzionando?-

 

-…non so nemmeno quale fosse lo scopo di quella pozione, come faccio a sapere perché non funziona?-

 

Voldemort sorrise sinistramente.

 

-la pozione che hai assunto serve per permettermi di aumentare il legame tra noi due e in questo modo assorbire completamente i tuoi poteri, che avrebbero dovuto abbandonare il tuo corpo per entrare nel mio. È una pozione antica e nel volume non è descritto come questo processo avvenga, ma quel che è certo è che non è ancora cominciato…-

 

Harry a sentire quelle parole provò sempre più angoscia: “vuole prosciugarmi dei miei poteri?”

 

Il pensiero di Harry fu sentito anche da Voldemort e gli occhi rossi del mago si illuminarono.

 

-ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?- e puntando la bacchetta sul giovane pronunciò:

 

-Legilimens!-

 

Harry non era mai stato bravo con l’Occlumanzia e di certo non era in grado di contrastare un attacco a sorpresa, e dato che si sentiva ancora debole non poté far altro che rimanere inerme all’assalto mentale di Voldemort.

 

 Era molto spaventato perché il mago stava guardando i suoi ricordi più recenti, cioè quelli che riguardavano il tempo passato insieme ai professori.

 

*
*
*

 

-voglio solo dirti che se hai bisogno di me sai dove trovarmi.-

 

*

*

 

-grazie-

-per cosa?-

-per le piante,ne avevo davvero bisogno-

 

*

*

-lo so che stai male Harry, lo vedo in ogni tuo sguardo, perché non mi dici cosa  succede dentro quel cervello?-

 

 

Voldemort si soffermava soprattutto sui  ricordi che riguardavano Harry e Piton, ma dopo quel loro unico, prezioso abbraccio il mago oscuro non poté sopportare oltre e disgustato uscì dalla mente del giovane.

 

-E così…ma certo, potrebbe funzionare…- e Voldemort focalizzò di nuovo la sua attenzione su Piton privo di sensi.

 

Puntò la bacchetta sul professore e pronunciò:

 

-Ennervate-

 

Piton riprese i sensi e non riuscì a trattenere un gemito di dolore.

 

Voldemort si accucciò davanti al mago e gli alzò il volto con due lunghe dita che pose sotto il mento del professore.

 

-Severus, bentornato! Quante cose interessanti ho scoperto nella mente del ragazzo!-

 

 

Piton lanciò uno sguardo furtivo verso il ragazzo, ma per quanto quel gesto fosse durato solo un attimo, Voldemort era riuscito a captare la profonda preoccupazione del mago per il giovane.

 

Voldemort rise fragorosamente.

 

-E così non era tutta funzione Severus! Quello che ho visto nei ricordi del ragazzo…pensavo fosse tutta una farsa da parte tua, ma a quanto pare…ci tieni veramente!-

 

Piton sgranò gli occhi ma non ebbe tempo di rispondere.

 

-Vediamo se così funziona! Crucio!-

 

Severus si trovò nuovamente ad essere sottoposto alla maledizione Crociatus.

 

-Smettila! Hai appena detto che vuoi i miei poteri! Cosa credi di ottenere torturandolo?- chiese Harry.

 

Voldemort lo fissò e mentre lanciava un'altra maledizione rispose:

 

-Tutto!-

 

Harry non riusciva a capire qual era il piano di Voldemort, ma non aveva nessuna intenzione di vedere il suo professore morire lentamente sotto tortura, così cominciò a dimenarsi per liberarsi dalla forza che come una calamita lo teneva premuto contro il tavolo e che gli impediva di muoversi.

 

Mentre tutti i suoi tentativi fallivano, vedeva che il professore stava perdendo tutte le forze e che reagiva alle maledizioni solo con dei movimenti convulsi, mentre gli occhi rimanevano chiusi e la bocca spalancata in un grido muto.

 

Cominciò a pensare che forse era veramente giunta la fine.

Gli tornarono in mente i ricordi che Voldemort aveva osservato: tutti i momenti in cui sia Harry che il professore avevano abbassato la guardia e si erano avvicinati l’un l’altro, quelle rare occasioni in cui si erano lasciati trasportare dal desiderio di trovare qualcuno che ci tenesse a loro…e come erano mutati! La sfiducia e la rabbia repressa si erano trasformati in fiducia e affetto.

 

“Non è giusto…”

 

Non riusciva a sopportare l’idea che non ci sarebbero state altre occasioni per conoscersi meglio e perdonarsi il loro turbolento passato.

 

“Non è giusto!” continuava a pensare Harry, che preso com’era dai suoi pensieri non si era reso conto che una flebile luce lo stava avvolgendo.

 

“Se solo riuscissi ad accedere ai miei poteri…come quella volta a Privet Drive e nella Camera dei Segreti…ma come si fa?”

 

Il desiderio di liberarsi e potersi muovere liberamente non era sufficiente, ma poi Voldemort gli diede l’incentivo giusto.

 

-Potter, a quanto pare la mia idea non ha funzionato…mi dispiace non poter giocare oltre con te, Severus, ma non mi servi più! Avada…-

 

-Noooo!!- improvvisamente Harry sentì che il suo corpo era di nuovo libero di muoversi e anzi si sentiva particolarmente leggero. 

 

Voldemort non finì l’incantesimo e si guardò intorno allarmato: il ragazzo era scomparso!

Il mago oscuro lanciò un urlo di rabbia.

 

-chiudete la porta d’ingresso….muovetevi stupidi! E adesso aiutatemi a trovare Potter, deve essere ancora qui!-

 

La scena sembrava quasi comica agli occhi di Harry, dato che tutti i Mangiamorte si muovevano con le braccia protese in avanti, cercando di afferrarlo senza vederlo.

 

Harry non aveva idea di come era riuscito a diventare invisibile e incorporeo, ma non c’era tempo da perdere, doveva salvare il professore.

 

Si avvicinò al punto in cui il professore era sdraiato scompostamente, sfinito dalla tortura.

 

Harry sussurrò:

 

-Ora la libero!-

 

Ma nel momento in cui Harry tentò di afferrare le catene incantate le sue mani passarono attraverso di esse e perso l’equilibrio cercò di stabilizzarsi appoggiandole sulla schiena del professore, ma fu come attraversare dell’aria.

 

“Finché resto così non posso fare niente!” realizzò spaventato.

 

Non ebbe tempo di riprendersi dallo shock che le parole di Voldemort richiamarono la sua attenzione.

 

-Harry Potter! Non so come sei riuscito a liberarti dal mio incantesimo, ma non uscirai vivo da questa stanza, e di certo non con il tuo caro professore! È giunto il momento di dirci addio per sempre Severus!-

 

- Il potere del ragazzo va oltre il  saper scagliare qualche potente incantesimo, la sua forza va al di là delle tue capacità e te ne accorgerai perché Harry Potter trionferà su di te,  Tom Riddle!-

 

-Severus  sei solo un povero illuso e morirai per un futile ideale… di una vita migliore grazie alle… forze del bene…Il bene e il male non esistono,  esiste solo il potere, ed è mio! E quando avrò estirpato dal ragazzo ciò che mi spetta di diritto, tutti coloro che mi ostacoleranno ancora cadranno immancabilmente! Avada Kedavra!-

 

Harry ricordava bene questa scena perché l’aveva già vissuta nel suo sogno e sapeva che probabilmente I suoi sforzi sarebbero stati inutili, ma doveva tentare, così si lanciò in avanti per proteggere il professore con il suo corpo e mentre nel sogno il raggio lo aveva trapassato e aveva colpito mortalmente il professore, l’anatema travolse il giovane.

L’incantesimo che lo aveva reso incorporeo era svanito un attimo prima perché tutta la volontà del giovane si era incanalata verso l’unico pensiero che affollava la mente di Harry: impedire a Voldemort di uccidere l’unica persona che a sua insaputa lo aveva sempre protetto sin dall’inizio.

 

L’Avada Kedavra colpì Harry, il giovane cadde a terra e non si mosse più.

 

-No! non può essere!- esclamò Piton inorridito.

 

Dal corpo inerte del ragazzo si alzò un alone di luce dorata che, come vapore volò nell’aria fino a fermarsi davanti a Voldemort e assunse la forma di una sfera.

 

Voldemort rise vittorioso.

 

- Eccoli qua… i poteri che mi spettano!-

 

Il mago oscuro protese le mani a coppa e afferrata la sfera la avvicinò a sé, come quando ci si vuole sciacquare il viso con dell’acqua e la fonte di magia entrò nel suo corpo.

 

Inizialmente Voldemort si sentì estremamente potente  e volle subito provare i suoi poteri. Ancora ridendo soddisfatto allungò una mano verso un Mangiamorte, rilasciò una parte della sua energia e il suo seguace fu catapultato all’indietro di diversi metri.

 

-Non mi sono mai sentito così….così pot…- Voldemort non riuscì a finire la frase perché fu preso da uno strano attacco di tosse. Non riusciva più nemmeno a respirare bene dato che sentiva come se i suoi polmoni venissero schiacciati gradualmente.

 

Mentre ciò accadeva dinnanzi ai Mangiamorte che non sapevano come intervenire, dei movimenti alla sinistra del professor Piton attirarono l’attenzione di Voldemort: Harry, il ragazzo che si presupponeva fosse morto si stava movendo!

 

Nel frattempo Voldemort, con gli occhi sbarrati, continuava a tossire, sempre più forte e un rivolo di sangue si fece strada tra le sue labbra.

 

Harry, in stato confusionale e con la cicatrice che sanguinava copiosamente, raccolse le sue forze e si mise a sedere e come pietrificato insieme agli altri presenti nella sala, si limitò a fissare il mago oscuro che ora, premendosi una mano sul petto si stava accasciando e atterrito guardava il ragazzo ancora vivo.

 

Gradualmente la luce che poco prima aveva avvolto Harry quando aveva cercato di liberarsi dalla magia che lo teneva legato al tavolo, iniziò ad avvolgere il mago oscuro.

 

Tra un respiro affannoso e l’altro Voldemort parlò con voce strozzata.

 

- com’è possibile? Che cos’è questo…dolore?-

 

In ginocchio, Voldemort si trascinò vicino ad Harry il quale arretrò fino a quando la sua schiena non venne a contatto con il fianco del professore. Il ragazzo istintivamente afferrò il braccio di Piton, ancora legato, come per cercare protezione.

 

Voldemort, vedendo quella scena capì: era di nuovo a causa di quel potere che non poteva comprendere che aveva fallito di nuovo.

 

La luce che lo aveva avvolto era diventata quasi accecante e anche se era riuscito ad afferrare Harry per il colletto della camicia, non poté fare nient’altro perché la luce dorata lo avvolse completamente. I presenti chiusero gli occhi per non rimanere abbagliati e poterono sentire solo l’ ultimo grido agghiacciante di Voldemort, perché quando riaprirono gli occhi, davanti a loro del mago oscuro non c’era più nemmeno l’ombra.

Tutto ciò che era rimasto era la sfera dorata che si era ricomposta davanti ai loro occhi, ma che ora sembrava ancora più grande e da essa partivano scariche di energia, come fulmini: aveva assorbito anche i poteri di Voldemort.

 

Dopo un istante di silenzio ci fu il caos: I Mangiamorte si smaterializzarono, alcuni venivano colpiti dai raggi della sfera e per questo finivano polverizzati.

La grande sala si svuotò nel giro di pochi secondi e gli unici presenti rimasero Piton e Harry.

 

-Harry! Come stai? Come hai fatto…-

 

Harry rispose con un gemito: era ancora molto debole e a stento riusciva a reggersi in piedi; non che il professore fosse in condizioni migliori.

 

Il maniero dei Gaunt cominciò a tremare violentemente e dal soffitto cadeva la polvere dell’intonaco.

 

-Non c’è tempo da perdere professore, non so cosa sia successo, ma sento che dobbiamo andarcene! Relascio!-

 

Harry puntò la bacchetta alle catene che trattenevano il professore e pronunciò l’incantesimo per liberarlo… ma non accadde nulla.

 

 

 

 

 

 

Sigh…siamo vicini alla fine! L

 

Da un lato sono sollevata: significa che finalmente ho portato a termine questa storia, ma dall’altro mi dispiace perché mi ci sono affezionata!

Devo dire la verità, scrivere questo capitolo non è stato facile perché mi immaginavo la morte di Voldemort in modo molto…teatrale, ma non è facile renderla a parole. Spero di esserci riuscita almeno in parte!

 

Forse può sembrare un po’ banale il fatto che a sconfiggere Voldemort sia stato -ancora una volta- l’amore, però nella mi interpretazione è questo il sentimento che guida Harry nel corso degli anni di scuola: tutte le volte che si trova faccia a faccia con Voldemort è perché deve salvare le persone che ama (eccetto nel quarto anno, quando viene portato al cimitero dalla passaporta), perciò anche in questo caso doveva essere l’amore a spingerlo a tentare di salvare Piton.

 

Nella mia visione dei fatti non è che l’affetto che Harry prova per Piton sia poi così forte da poter sconfiggere l’Avada Kedavra (sarebbe troppo OOC), più semplicemente Harry ha ancora a disposizione la protezione di sua madre che, rafforzata dai suoi personali sentimenti nati dal legame che si era formato con Piton nel corso di quel periodo passato assieme ha fatto sì che Harry sopravvivesse ancora una volta alla maledizione mortale.

 

Wow…questa storia è preferita da ben 43 persone e seguita da 30!

Non voglio fare pressioni su nessuno, ma visto che ci avviciniamo rapidamente alla fine mi piacerebbe sapere cosa ne pensano queste persone e se hanno dei consigli da darmi! J

Nel frattempo ringrazio tutti coloro che hanno commentato fino ad oggi e che nominerò uno ad uno nell’ultimo capitolo. (in stile titoli di coda! :P)

 

Nel caso che vi capiti di passare sulla mia pagina di EFP vi invito a leggere la mia ultima storia intitolata Blank Page e vi comunico che entro la metà di settembre mi cimenterò in un’altra fanfic ambientata nel settimo anno con Harry e Piton come protagonisti che credo possa piacere ai lettori di Niente sarà più come prima.

 

Piccola anticipazione: e se Harry dopo essere stato ucciso da Voldemort non si fosse trovato solo con Silente alla stazione di King Cross?

 

Spero di avervi incuriosito! =))))

Per ora vi aspetto al prossimo, ultimo capitolo!

 

Un abbraccio!

 

Morgan

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Il potere più forte ***


Il maniero dei Gaunt cominciò a tremare violentemente e dal soffitto cadeva la polvere dell’intonaco

Premessa: scusate, avviso subito che questo non è l’ultimo capitolo, ma il penultimo perché come spesso capita a noi fanwriter la storia si fa scrivere da sola e ha vinto lei! ^^ perciò buona lettura e al prossimo, ultimo capitolo!

 

 

 

 

 

IL POTERE PIÚ FORTE

 

 

 

 

 

-è tutto inutile Harry, i tuoi poteri sono andati!-

 

-come…andati? Tutti!? –

 

-a quanto pare…ascoltami bene ragazzo: fuori da questa sala c’è un corridoio e in fondo a destra una porta, vai di là e…-

 

-No no, aspetti, cosa sta dicendo? Io non la lascio qui!-

 

-…non puoi liberarmi! Ti conviene correre fuori di qui e cercare aiuto. Probabilmente Silente sarà in arrivo, ho sentito le protezioni antismaterializzazione dissolversi pochi istanti fa. Raggiungilo, ci penserà lui-

 

Harry si morse il labbro e rifletté: avrebbero mai fatto in tempo a tornare dentro per il professore? Il Maniero stava crollando e l’energia della sfera era sempre più instabile e violenta.

 

-No…no! Lo so cosa sta cercando di fare, ma non ci riuscirà. Devo solo trovare una soluzione…-

 

-non c’è tempo, sciocco! Non posso permettere che tu corra un rischio simile!-

 

- Ma...perché?- pronunciò triste il giovane.

 

-L' ho promesso a me stesso e a Silente...non devi morire per niente al mondo!-

 

-Ma non morirò, glielo prometto!- rispose spazientito e allungò le mani verso le catene.

 

-No! Non toccarle! Sono incantate con una potente fattura e non so quali potrebbero essere le conseguenze!-

 

-e allora come faccio?-

 

-non fai niente, scappi e basta!-

 

-la smetta di dirlo!- urlò Harry.

 

-possibile che non capisci?-

 

-che cosa dovrei capire?-

 

-Tu sei il bambino sopravvissuto! Sei Harry Potter per la miseria! Devi vivere! L'intero mondo magico confida in te, sei la speranza per il futuro! Se muori tu è finita! Tu non sei sacrificabile, mentre...-

 

-...lei sì?- finì Harry con voce tremolante.

 

Il professore non rispose e abbassò lo sguardo, ma era chiaro che intendesse proprio ciò che Harry aveva compreso.

 

-Vattene, adesso!- ripeté con foga Piton.

 

Harry lo guardò preoccupato, poi, meccanicamente si voltò verso la via di fuga con passi irregolari e un’espressione contrita.

 

Piton tirò un sospiro di sollievo, finalmente Potter aveva capito le sue priorità.

 

Severus appoggiò la testa contro la colonna dietro di sé e chiuse gli occhi. Dentro di lui non c’era paura, sapeva di aver portato a termine il suo compito ora che Voldemort era morto.

 

Aspettava la morte rivivendo nella sua mente i suoi ricordi più belli: il tempo con Lily, i loro pomeriggi a giocare a studiare insieme…e quelli più recenti, con Harry, quel ragazzino che volente o nolente era riuscito a farsi voler bene. “tzè…la faccia di James e il cuore di Lily…il destino ha un pessimo senso dell’umorismo!” pensò ironicamente.

 

I suoi pensieri furono interrotti bruscamente dal rumore di passi rapidi. Non si era accorto di nulla dato che aveva tenuto gli occhi chiusi e tra i ricordi e il frastuono della sfera impazzita non si era reso conto che non era mai stato solo.

 

-Potter! Ma che…!-

 

-Stia fermo!-

 

Harry stava correndo verso di lui con un pesante candelabro da tavola,  più esattamente si dirigeva verso le catene che scorrevano dietro la colonna, così non avrebbe rischiato di colpire il professore.

 

Harry emanò un grido dallo sforzo e fece calare pesantemente il candelabro sulle catene, ma si sentì come una grande esplosione ed Harry fu scaraventato violentemente parecchi metri indietro.

 

-Harry!-

 

-Mm…sto bene…Più o meno…- la sua caviglia destra era fratturata.

 

Non ci voleva proprio!” pensò il ragazzo.

 

-Potter…ci hai provato, ma non c’è stato nulla da fare, ora vai!- con un tono che non ammetteva repliche.

 

-NO!-urlò Harry più incollerito che mai e con gli occhi lucidi. Poi continuò:

 

-io sarò pure la speranza del mondo magico che tutti si aspettano di veder sopravvivere e vincere, ma non ce la faccio senza di lei!-

 

-ma che diamine stai dicendo!?-

 

Harry, inginocchiatosi per stare faccia a faccia con l'uomo, parlò piano:

 

-per tutti sono il Bambino Sopravvissuto in cui confidano per sconfiggere le forze del male e adesso che Voldemort se n’è andato mi loderanno e ammireranno, ma io su chi mi posso appoggiare? Chi potrà accogliermi per me stesso, per chi sarò solo Harry? Non ce la posso fare da solo...-

 

-vorresti forse dire che sono io la persona a cui affidarti?!-sbuffò incredulo Piton.

 

Harry scosse il capo di fronte allo scetticismo del professore.

 

-...in questi anni ho conosciuto molte persone, ho coltivato amicizie molto profonde e non avendo una famiglia mia non ho potuto fare a meno di cominciare a credere che proprio queste persone fossero… la mia famiglia...per quanto il nostro rapporto sia sempre stato conflittuale, a mio malgrado ho cominciato a guardare a lei come un punto di riferimento… ogni volta un po’ di più...Ron ed Hermione, la famiglia Weasley mi danno gioia, amore, sono la famiglia che avrei sempre desiderato, ma nessuno di loro ha mai avuto la schiettezza di dirmi come stavano le cose, non hanno mai preteso nulla di più di quello che davo. Anche per loro ero, sono e sarò sempre un ragazzo da proteggere dentro una campana di vetro con  il silenzio, con i segreti, ma lei non mi ha mai mentito, mi ha sempre detto la verità nel bene e nel male e soprattutto in questi ultimi mesi mi ha dato il coraggio e la forza di volontà per riuscire nell’impresa! E poi non posso ignorare tutto quello che ha fatto per me, per tutti noi nel corso degli anni. Lei è riuscito dove altri hanno fallito e ogni volta si è rialzato; ha messo in pericolo la sua stessa vita ricoprendo il ruolo di spia e soccorrendomi ogni volta che ne avevo bisogno…lei c'è sempre stato, anche ora! Capisce quindi perché non posso lasciarla qui?-

 

 

Il discorso del ragazzo, pronunciato velocemente ma con il cuore lo aveva spiazzato. Non si aspettava nulla del genere.

 

-Accidenti!- ringhiò Piton. Aveva capito che o trovava un modo di liberarsi oppure il ragazzo lo avrebbe seguito nella tomba.

 

Il professore cominciò a dimenarsi ed a far forza nel tentativo di far cedere le catene, ma nello stesso momento in cui iniziò ad agitarsi, esse cominciarono a scaldarsi fino a diventare così arroventate da bruciare la pelle e i vestiti di Piton che lanciò un gemito di agonia, mentre dalle nuove ferite scaturiva il fumo e l’odore di pelle bruciata.

 

Harry sgranò gli occhi orripilato da ciò che stava vedendo, ma distolse lo sguardo quando notò che il soffitto stava cedendo. Non c’era più tempo e senza pensare alle conseguenze afferrò anche lui le catene che immediatamente cominciarono a bruciargli le mani.

 

I loro gemiti, sia dal dolore che dallo sforzo si unirono in un coro sinistro, ma non cedettero.

 

Ad un certo punto i loro occhi lucidi di lacrime di disperazione e sofferenza si incontrarono. In essi era comparsa la consapevolezza che di lì a poco sarebbero morti. Ciò che non potevano sapere era che entrambi in quel momento stavano pensando alla stessa cosa.

 

“Almeno non sono…”

 

“…più solo”

 

Improvvisamente le catene emisero un rumore stridulo e metallico e si spezzarono facendo capitombolare Harry all’indietro.

 

Si guardarono per un attimo stupiti, poi, di colpo si alzarono barcollando, l’uno per i postumi della tortura, l’altro per la caviglia rotta e appoggiandosi l’uno sull’altro si trascinarono fuori dal Maniero.

 

La prima cosa che li accolse all’uscita della grande casa fu l’odore acre e la nebbia di fumo della battaglia: appena erano crollate le protezioni del Maniero, l’Ordine era giunto sul posto e aveva ingaggiato battaglia contro i Mangiamorte.

 

-Presto, dobbiamo allontanarci il più possibile e non sono in grado di smaterializzarci in queste condizioni. Raggiungiamo la radura!-

 

Ma non fecero in tempo, poiché la sfera di magia, un tempo appartenuta al Prescelto e a Voldemort, finalmente raggiunse la massima instabilità e rilasciò tutta la sua potenza.

 

I due maghi, come tutti gli altri ancora presenti sulla scena, si bloccarono raggelati, non udirono più un suono. Era calato un silenzio irreale: nemmeno il proprio respiro o il battito del cuore era più udibile.

 

Impotenti, videro un fascio di luce brillante fatto di corrente magica avanzare come un’onda anomala che li avvolse e rubò loro il fiato dalla bocca, un bagliore accecante e poi...buio.

 

 

 

 

Eccomi!

 

Il discorso di Harry è lungo e non ero sicura se inserirlo perché è -per l’appunto- lungo e la situazione drammatica non permette di perdersi troppo in chiacchiere, ma Harry doveva convincere Piton a lottare per la sua libertà dandogli un motivo per continuare a vivere dopo che la sua missione era finita. Ho provato a tagliarlo, ma mi sembrava sempre di eliminare qualche dettaglio importante o che rischiavo di essere troppo sbrigativa nello descrivere i sentimenti di Harry.

Ho pensato anche di spostarlo nell’ultimo capitolo, ma non mi piaceva il risultato finale, perciò ho deciso di lasciarlo qui, spero che non sia un elemento di svantaggio per questo capitolo.

Come sempre grazie per le recensioni, per chi mi ha messo tra le seguite e preferite e da ricordare. Grazie anche alle lettrici di Blank page e Next stop: life. Non potevo sperare in un “pubblico” migliore di voi! Siete preziosissime per me!

 

 

Un abbraccio,

 

Morgan

 

 

 

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Capitolo 19
*** Epilogo ***


EPILOGO

EPILOGO

 

 

 

 

Harry sentiva un odore famigliare. Con non poco sforzo riuscì a muovere la mano destra, che si strinse a pugno attorno ad un tessuto leggermente ruvido…anch’esso famigliare. Qualche istante dopo, mentre cercava di ricordare dove aveva già provato quelle sensazioni, si rese conto che non aveva ancora aperto gli occhi, così lo fece, ma li chiuse immediatamente poiché la luce lo abbagliava.

Tuttavia quell’istante era bastato per realizzare dove si trovasse: l’infermeria di Hogwarts.

Improvvisamente i ricordi degli eventi recenti lo travolsero come un fiume in piena ed Harry trasalì e si rizzò subito in posizione seduta.

 

Anche se gli occhi dovevano ancora abituarsi al chiarore, si guardò febbrilmente intorno fino a quando non trovò la figura distesa del professor Piton qualche letto più in là, così tirò un sospiro di sollievo e si accasciò nuovamente nel letto, dove l’oblio lo avvolse di nuovo.

 

Solo qualche ora più tardi riuscì a tornare in sé, ma era come se si trovasse su un’altalena perché non riusciva a rimanere conscio a lungo, solo una voce calda e rassicurante, di cui non capiva le parole, riusciva a tenerlo ancorato alla realtà per più di qualche minuto e qualche volta, ma forse era la sua immaginazione, gli sembrava che qualcuno gli passasse delicatamente una mano tra i capelli.

 

Era esausto.

 

Passarono due giorni prima che Harry uscisse definitivamente da quello stato semicomatoso e finalmente riuscì a ritornare definitivamente in sé stesso.

 

Al suo risveglio però il letto del professore era vuoto. Fu tenuto a letto per altri due giorni in cui le visite non erano autorizzate da Madama Chips, così Harry si sentì solo e contrariato perché il professore non si era degnato di venirlo a trovare.

 

e perché dovrebbe?” chiese maligna la sua coscienza.

 

“perché sono cambiate tante cose!” si rispose mentalmente.

 

certo, come i tuoi poteri che non ci sono più!”

 

Harry impallidì: quasi se ne era dimenticato…i suoi poteri erano scomparsi e con Voldemort sconfitto…chi avrebbe più pensato a lui? Ora era del tutto inutile!

 

Per fortuna i suoi pensieri tumultuosi furono interrotti poco tempo dopo dall’arrivo dei suoi migliori amici che lo aspettavano fuori dall’infermeria con un sorriso sincero. Almeno loro gli sarebbero sempre stati vicino.

 

-Harry, hai saputo?- chiese Hermione dopo averlo abbracciato.

 

-No, cosa devo sapere?-

 

-Questa sera si terrà una festa in Sala Grande per festeggiare la fine della guerra!- concluse Ron.

 

Harry rispose all’entusiasmo dei suoi amici con un sorriso forzato: l’idea di festeggiare non gli piaceva molto, voleva solo un po’ di tranquillità dopo tutto quello che era successo.

Tuttavia non poté evitare di partecipare alla festa. Per l’occasione i tavoli delle case erano stati disposti in modo da formare un quadrato, così Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero sarebbero state -almeno simbolicamente- unite nei festeggiamenti.

Erano presenti anche le autorità che non mancarono di elogiare Harry per la sua vittoria. Non c’era niente che mettesse Harry più a disagio delle lodi e degli occhi di tutti puntati su di lui per tutta la serata.

Il ragazzo stava infatti sudando dall’agitazione e guardava febbrilmente la porta d’uscita e non riusciva a smettere di pensare amaramente:

 

“Adesso mi credono un eroe, ma aspetta che vengano a sapere che il Prescelto è diventato un magonò…”

 

Ad un certo punto il suo sguardo cadde sul professor Piton, che durante tutta la serata era riuscito a non attirare l’attenzione su di sé nonostante fosse seduto alla stessa tavola di tutti gli altri: era come se non ci fosse, eppure il suo contributo alla causa era stato notevole.

I loro occhi si incrociarono e Piton gli fece cenno con la testa prima di alzarsi in piedi e scusarsi per la sua anticipata dipartita.

Harry borbottò ad Hermione che doveva andare in bagno e la ragazza lo guardò perplessa, ma non disse nulla, così Harry si diresse verso la porta principale della Sala Grande.

Appoggiato alla parete, a fianco ad una delle statue c’era il professore che non si stupì dell’uscita del giovane.

 

-Seguimi- disse semplicemente. Si avviarono verso i sotterranei.

 

Harry annuì, anche se fu inutile perché il professore si era immediatamente voltato verso la direzione prevista.

Il giovane ripensò a quando il percorrere quelle scale portava con sé sentimenti di rancore e ansia per ciò che lo aspettava, mentre ora il lento discendere quasi lo cullava in un senso di sicurezza e sollievo.

 

le cose sono così diverse da prima, almeno per me” pensò Harry, sorridendo incredulo.

 

Harry si aspettava di entrare nella classe di pozioni, invece percorsero una strada diversa e giunsero nello studio del professore.

 

Il ragazzo guardò incuriosito il professore che ancora non gli aveva rivolto la parola e che ora stava dandogli la schiena e frugando tra gli scaffali di mogano scuro.

 

Il professore borbottò spazientito; a quanto pareva non riusciva a trovare cosa stava cercando, poi…

 

-ah, ecco qua!-

 

Piton si girò verso Harry, così il ragazzo potè vedere cosa teneva in mano il professore: era una scatola consunta di biscotti, mezza arrugginita.

 

Harry guardò incuriosito il professore: che cosa poteva contenere quella vecchia scatola, all’apparenza insignificante? La sua curiosità fu presto soddisfatta.

Piton si diresse alla sua scrivania e appoggiò la scatola al centro.

 

-qui dentro- disse l’uomo, -conservo alcuni oggetti a me…cari. Tra questi c’è una cosa che vorrei darti perché penso che ti possa far piacere e ritengo che…te la meriti, dopo tutto quello che è successo-

 

Harry spalancò gli occhi sorpreso e ancor più incuriosito.

 

Il professore lo fissò accigliato per alcuni istanti che sembrarono un’eternità, poi annuì, come a volersi daresi conferma di qualcosa e delicatamente aprì quella scatola e ne estrasse una foto.

 

La fissò per un attimo e il suo volto si illuminò in un sorriso a labbra strette, come se volesse trattenersi, poi la porse al ragazzo.

Harry esitò.

 

-professore, è sicuro…?-

 

-sì Pot…Harry, credo che debba appartenere a te-

 

Così Harry la voltò tra le sue mani e diresse il suo sguardo sulla foto. I pensieri che fino ad un secondo prima turbinavano nella sua mente scomparvero all’improvviso.

 

Nella foto erano raffigurati due giovani, un ragazzo ed una ragazza, non più vecchi di quindici anni. Sembravano divertirsi moltissimo a lanciarsi farina mentre le loro mani erano ricoperte di pasta appiccicaticcia. La foto, seppur in movimento come tutte quelle dei maghi, ovviamente era muta, ma Harry poteva facilmente immaginare le risate genuine dei due.

 

-…ovviamente puoi tagliare la parte in cui…voglio dire puoi tenerti la parte con tua madre, non c’è bisogno di tenerti…- il discorso del professore gli morì in gola: il ragazzo era come…sconvolto e all’imbarazzo dell’uomo si aggiunse un filo di preoccupazione per la reazione che tardava ad arrivare.

 

-io…non so cosa dire! Grazie!- rispose Harry guardando Piton con occhi sgranati e lucidi, pieni d’emozione.

 

Il professore, visibilmente imbarazzato fece un verso per schiarirsi la gola molto simile ad un grugnito e disse:

 

-Purtroppo non ho foto in cui c’è solo Lily…eravamo molto…amici. Come stavo dicendo puoi tagliare la parte della foto dove ci sono io, così rimane solo tua madre-

 

Harry corrucciò la fronte, perplesso.

 

-No, perché dovrei tagliarla fuori? Siete così felici in questa foto! E poi…quando mai si è visto il professor Piton imbiancato di farina?- finì scherzoso.

 

La battuta aveva sciolto il ghiaccio dovuto all’imbarazzo e Piton fece un gesto come per voler picchiare Harry in testa, ma il giovane si abbassò prontamente e schivò il colpo. Scoppiarono a ridere e senza pensarci su il professore, invece di riportare la mano al suo fianco, la fece scorrere tra i capelli del ragazzo, spettinandoli. Entrambi rimasero sorpresi dal gesto, ma Harry non protestò. In fondo non gli capitava tutti i giorni di ricevere gesti d’affetto da un adulto, men che meno dal professore con cui aveva legato, volente o nolente.

Si guardarono negli occhi, senza sentimenti di rabbia o irritazione e su entrambi i volti si dipinse un sorriso sereno.

 

è finita la guerra” pensò Harry e non si riferiva solo al conflitto contro Voldemort.

 

-Beh, ne ho abbastanza per oggi dei tuoi sentimentalismi, Potter! E immagino che i tuoi amici muoiano dalla voglia di sapere come hai passato questi mesi confinato con il vostro professore preferito!- disse Piton con sarcasmo.

 

-Sì…sarà meglio che vada- rispose Harry semplicemente e si avviò poco convinto verso l’uscita. Era strano come la sensazione di pace sembrava rimanere indietro, nello studio del professore, mentre si affacciava l’angoscia per il fatto di non sapere se avrebbe mai riottenuto la sua magia e di cosa gli riservasse il futuro, ma la voce del professore lo richiamò prima di richiudersi la porta alle spalle.

 

-Harry-

 

Il giovane trasalì, come capitava ogni volta che il professore lo chiamava per nome: lo stupiva e allo stesso tempo, come per magia, nella sua pancia si sprigionava una sensazione di calore.

 

-Sì, signore?-

 

-La tua magia…ritornerà da sé, altrimenti lo sai che troverò un modo, non è vero?-

 

-Io…spero che torni da sola e al più presto…- il professore annuì e diede la schiena al giovane per avviarsi nelle sue stanze private, però Harry non aveva finito.

 

-…E sì, lo so che troverebbe sicuramente una soluzione…mi fido di lei!- concluse Harry quasi sottovoce ma con tono sicuro.

 

Il professore, che per tutto il tempo era rimasto girato, non si voltò, sembrava pietrificato.

 

-Allora…arrivederci professore!-

 

-Arrivederci- rispose l’uomo ed Harry notò che la voce era leggermente più roca del solito.

 

 

Harry chiuse delicatamente la porta e salì le scale che portavano ai piani superiori di Hogwarts. Aveva proprio voglia di andare a rilassarsi nel parco illuminato dalle torce e dalla luna piena. E poi ci sarebbero stati i fuochi d’artificio!

In quel momento Ron ed Hermione scesero le scale, probabilmente provenivano dalla loro Sala Comune ed erano venuti a cercarlo, infatti Hermione esordì:

 

-Harry! Finalmente, ma dov’eri finito?-

 

Il ragazzo si rese conto che ancora stringeva tra le mani la foto di Piton e Lily, così la mise con cura nella tasca dei pantaloni. Non volle mostrarla ai suoi amici perché voleva custodirla con la stessa dedizione che aveva dimostrato il professore nell’averla tenuta per tutti quegli anni. Essa era diventata, agli occhi di Harry, un dono preziosissimo da conservare gelosamente e sarebbe rimasta un “segreto” tra lui ed il riservato professore.

 

Incrociò lo sguardo dei suoi amici e disse:

 

-Perché non andiamo a fare una passeggiata? Facciamo a chi arriva prima al lago?-

 

Ron sorrise e lo guardò con aria di sfida. Invece Hermione disse:

 

-Ah no, io non partecipo a queste stupide gare, tanto cosa pensate di dimo…hey non vale! Non avete dato il via!- e anche lei cominciò a correre.

 

-Chi arriva ultimo è una so-tutto-io!- disse Ron e i due ragazzi scoppiarono a ridere a crepapelle.

 

Harry non sapeva se la sua magia sarebbe tornata completamente, ma era certo di una cosa, niente sarebbe stato più come prima: avrebbe sempre avuto i suoi amici su cui contare, tuttavia sapeva anche che, se mai avesse avuto bisogno di un aiuto, di un consiglio, o di un punto di riferimento, avrebbe potuto rivolgersi a Severus Piton, il più arcigno, spaventoso…premuroso e protettivo professore di Hogwarts.

 

 

 

FINE

 

 

 

 

 

Non ci credo…ho scritto la fine! *_* (attimo di solenne raccoglimento…)

 

Non mi resta che ringraziare tutti, ma proprio tutti: chi ha cominciato a leggere questa storia nel lontano 2004, chi ha continuato a seguirmi nonostante la mia incostanza… chi mi ha maledetto per la mia incostanza (:P), chi ha abbandonato la lettura, chi  ha cominciato a leggere la mia storia solo quest’anno e soprattutto chi ha scritto le recensioni, messo tra i preferiti/seguite.

Ringrazio io stessa questa storia che si è infiltrata nella mia testa molti anni fa e non mi ha lasciato in pace finché non l’ ho scritta spingendomi ad iscrivermi ad EFP. È stata la mia croce e la mia delizia, ma soprattutto mi ha regalato molte emozioni e occasioni di confrontarmi con voi lettori e fanwriters e di conoscere persone fantastiche.

In una parola: Grazie!

 

Un abbraccio a tutti, non mi resta che invitarvi a seguire le mie altre fanfictions. J

 

Morgan

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