Un cuore a metà.

di _Milla3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una 'tranquilla' giornata di novembre. ***
Capitolo 2: *** Lo sanno tutti! ***
Capitolo 3: *** Regalo inaspettato. ***
Capitolo 4: *** Colpi al cuore. ***
Capitolo 5: *** Separazioni e solitudine. ***
Capitolo 6: *** Tre anni in un momento. ***
Capitolo 7: *** Pettegolezzi positivi. ***



Capitolo 1
*** Una 'tranquilla' giornata di novembre. ***


Capitolo 1
 

Quando avevo nove anni, l'idea di avere un fidanzato mi aveva sempre disgustata. Mi sembrava una cosa strana, che maschi e femmine dovessero stare insieme. Vero che sono cresciuta con due magici del buio, e quindi, anche se sono una strega della luce, il mio carattere è stato influenzato certamente da questo.
Mi presento. Mi chiamo Stella Burdock, ho tredici anni, quasi. Non penso più che fidanzarsi sia un sacrilegio, e mia mamma, Pervinca, ormai si è abituata all'idea che io stia con Willow. Certo, ogni tanto mi dice che sono troppo piccola, ma in fondo lei e papà stanno insieme praticamente da sempre.
Quel giorno, il giorno in cui inizia la storia che sto per raccontarvi, era il dodici novembre. Dodici novembre vuol dire che al mio complean
no mancava un giorno. Ero decisamente emozionata.
«Hei Stella...»
Un sorriso a trentadue denti si stampò sul mio volto, mentre Willow mi si avvicinava e mi dava un bacio sulla guancia. Arrossii. DI solito in pubblico non era tanto espansivo. Io e lui stavamo insieme da poco più di due anni, ma ancora non mi ero adattata al suo modo di fare. Sono sempre stata una persona riservata, quindi è parecchio difficile per me aprirmi. Sorrisi.

«Buongiorno Will, come va?»
«Tutto bene, stai andando a scuola?»
Annuii. Lui aveva quindici anni, e andava già al liceo. Io avrei dovuto aspettare il prossimo anno, e per ora non andavamo a scuola insieme. Mi rivolse un altro di quegli sguardi dolci e speciali, che io sapevo erano solo per me.

«Hm, per caso mi devi dire qualcosa? A proposito di una festa..Tipo..Domani?»
Scossi la testa, ridendo. Se n'era ricordato!

«Non so di cosa parla, signor Green. C'è qualche ricorrenza particolare, domani?»
«Sì, signorina Burdock. E' il compleanno di una persona meravigliosa.»
Stavo per rispondergli, quando sentii la campanella della mia scuola suonare in lontananza. Accidenti, ero in ritardissimo! Iniziai a correre, salutandolo con la mano.

«Ne parliamo dopo, alle quattro sotto Quercia, ciao!»
Arrivai in classe in tempo. Era inutile, riuscivo sempre e comunque ad essere puntuale, anche quando ero in ritardo. Così come Camelia, mia cugina, riusciva ad arrivare sempre in ritardo. Infatti quando entrai, lei non era ancora seduta al suo posto. I banchi della nostra classe erano a tre. Io dividevo il mio con, appunto, mia cugina, Camelia Burium, e con Violetta Buttercup, la nostra migliore amica fin dai tempi delle elementari, nonché 'cognata' di Camelia, visto che era fidanzata con suo fratello Leòn. Violetta - o Iole, come la chiamavamo tutti - era già seduta nel suo banco, infatti, e ripeteva la lezione.

«Buongiorno Iole.»
Sorrisi, sedendomi accanto a lei.

«'Giorno Stè..Sei in ritardo.»
La professoressa non era ancora entrata in classe, ma io sapevo che lei intendeva 'Sei in ritardo rispetto ai tuoi standard'. Aveva ragione.

«Stanotte Sun non ha fatto altro che piangere, non ho dormito!»
Sun era mia sorella. Aveva poco più di un anno, età critica per i bambini. La notte era insopportabile. Ma, come diceva il suo nome, era il sole della casa. Iole non fece in tempo a rispondermi, che la professoressa arrivò.

«Buongiorno, ragazzi.»
«Buongiorno, professoressa.»
Le nostre voci erano un coro perfetto, ma c'era anche una voce che ci sovrastava. Proveniva dalla porta. Lì, in piedi, c'era una chioma biondo scuro raccolta in una treccia, un po' spettinata. Probabilmente mia cugina aveva corso.

«In ritardo, come sempre, Burium.»
«Mi scusi, prof.»
Mely si sedette al suo posto, accanto a me, che ero centrale, tra lei e Violetta. 

«Ero con George, scusate.» sussurrò.
Come se noi non sapessimo che lei passava tutto il tempo prima della scuola con il suo ragazzo. George e Mely stavano insieme più o meno dallo stesso tempo mio e di Willow. In realtà da meno tempo, però di più. Insomma, ufficialmente si erano messi insieme solo da un anno, ma tra loro c'era sempre stato qualcosa, fin da quando lei aveva solo nove anni. Una storia antica, insomma.

«Lo sappiamo, Mely.»
Ridemmo piano, mentre la professoressa batteva una mano sulla cattedra per richiamare la nostra attenzione. 
Appena finita la lezione, durante l'intervallo, uscimmo in giardino. Di solito i nostri ragazzi ci venivano a trovare, ma quel giorno Will non era potuto venire, per una partita di calcio. Mi vidi invece venire incontro Abel Bugle.

«Hei Ab, tutto bene?»
«Sì, sì, Stella, posso pavlavti?»
Come il padre Acanti, Abel aveva la R moscia. Ma per il resto non gli assomigliava proprio. Se Acanti, tranquillo com'era, aveva trovato lavoro come bibliotecario, Abel aveva presto tantissimo dalla mamma, Flox, e dalla zia Margherita, una pazza scatenata, tutto il contrario del fratello.

«Ceeerto, che mi devi dire?»
«Beh, domani compi tvedici anni. E io e te da quanto ci conosciamo?»
Non capivo dove volesse arrivare.

«Da tanto, Ab. E quindi?»
«E quindi» mi disse lui, spazientito «Ti ci vuole ancova molto per capive che mi piaci?»
Restai impietrita a fissarlo. Wow. Questa proprio non me l'aspettavo.

Nota dell'autrice:
Rieccomi! Non riesco a stare lontana da questa sezione! E da questi personaggi. Anche se sono più affezionata a Camelia, una FF su Stella ci voleva. Per chi di voi non conosce la mia storia precedente, ecco il link. 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=992348&i=1 Se la volete leggere, per farvi un'idea, o perché vi va, mi farebbe molto piacere. Al prossimo capitolo. Un bacio forte forte. Ciaaau <3

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Capitolo 2
*** Lo sanno tutti! ***


Capitolo 2
 

«Dai, Stè! Ce ne siamo accorti tutti, solo tu no! Ovvio che piaci ad Abel!»
Violetta, che con una scusa mi aveva appena trascinata via da quella situazione imbarazzante, mi stava dicendo qualcosa che io proprio non capivo.

«Da..Davvero? Io non avevo capito niente..»
Iole rise, battendomi piano un pugno sulla testa.

«Toc toc, c'è nessuno lì dentro? Certo che sei un caso senza speranza, signorina Burdock!»
«Senza speranza, senza speranza.»
Cantilenò Camelia, raggiungendoci allegramente, seguita a ruota da George.

«Che succede, Iole? Che ha combinato, stavolta, mia cugina?»
Invece di rispondere, Violetta osservava la folla di studenti che camminavano. Poi ne chiamò uno a caso.

«Ora ti faccio vedere.»
Disse a mia cugina, per poi rivolgersi al ragazzo.

«Hei tu, mi sai dire di chi è innamorato Abel Bugle?»
«Di Stella.»
Rispose quello, indicandomi. Ero spiazzata. Violetta si girò verso di me con uno sguardo di trionfo, come a dire 'Visto? Lo avevo detto, io'.

«E allora?»
Disse Leòn, avvicinandosi a Iole e abbracciandola da dietro, poggiandole il mento sulla spalla

«Si sa che ad Abel piace Stella, quindi?»
«Quindi..» Disse la mia amica «Stella non lo sapeva ancora.»
All'improvviso mi si piantarono addosso quattro sguardi perplessi, che mi fecero sentire un'aliena.
«Come hai fatto a non accorgertene?»
«Boh, non me ne sono accorta e basta...»
«Se è per questo..» Disse George serio «Credo che neanche Willow se ne sia accorto, o lo avrebbe già pestato..O almeno..» Aggiunse, guardando Mely «Se qualcuno avesse una cotta per Mel, io lo ucciderei.»
Eh già. Per come era fatto Will, non avrebbe mai permesso a qualcuno di puntare gli occhi su di me. Non avrebbe mai permesso a qualcuno di pensarmi, guardarmi, pensare di pensarmi o pensare di guardarmi. In effetti, era abbastanza possessivo. La campanella della scuola mi riportò alla realtà. Mely e Iole salutarono George e Leo con un bacio sulla guancia, ed entrarono di corsa in classe. La giornata trascorse in fretta, e tornai a casa pensierosa.

«Buongiorno mamma, 'giorno Sun.»
Avevo l'abitudine di salutare mia sorella, anche se lei, ovviamente, non rispondeva mai. O almeno non del tutto. Infatti la sentii urlare.

«Eeea, eeea!»
Era il suo modo di dire il mio nome. Sorrisi.

«Tutto bene, amore? Ti vedo pensierosa.»
«Ho scoperto una cosa, mà...»
A mia madre non ho mai nascosto niente, non ne vedevo il motivo, quindi anche quel giorno fui sincera.

«Abel mi ha detto che gli piaccio.»
Lei sgranò gli occhi.

«Abel? Abel il figlio di Flox?»
«Sì, mamma. Quanti Abel ci sono nel villaggio?»
«Oh..»
Sembrava piuttosto sorpresa. Mangiammo in silenzio, poi salii al piano di sopra a fare i compiti. Non mi accorsi quasi del tempo che passava, finché non sentii qualcosa contro la mia finestra. Mi affacciai.

«Will!»
«Signorina Burdock, sono le quattro e mezza, ha intenzione di farmi aspettare ancora molto?»
L'appuntamento! L'avevo dimenticato..

«Oddio scusa! Scendo subito, eh..»
Scesi e corsi incontro a Will, urlando a mamma che uscivo.

«Non farmi più aspettare così tanto, Stellina mia..»
«Promesso.»
Sorrisi.

«Ah, amore..Gira una voce, nel villaggio..»
«Che tipo di voce?»
Chiesi, distrattamente. Non ero tipo da pettegolezzi.

«Si dice che tu piaccia ad Abel Bugle.»
Si dice che io piaccia ad Abel Bugle. E adesso, cosa avrei risposto?


Nota dell'autrice:
CIAAAAAAAAAAAAAO. Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Anche se piccina picciò non ho resistito ad aggiungere qualche romanticheria tra Mely e George *OOO*. Comunque, non capisco perché Stella non vuole dire a Will di piacere ad Abel, tanto mica è colpa sua u.u ! Alla prossima, cosi belli che seguite le mie storie. Much Love<3

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Capitolo 3
*** Regalo inaspettato. ***


Capitolo 3
 

Non sapevo cosa dirgli, in realtà. In fondo, se piacevo ad Abel non era certo colpa mia. D'altronde, cosa potevo dire? 'Sì, Will, è vero, ma non te l'avevo detto'. Willow era, come me, un magico della luce. Ed entrambi, se era vero che non eravamo bravi a mentire, allo stesso modo non riuscivamo a smascherare le bugie. Assunsi la mia espressione sconvolta migliore, e lo fissai.
«Abel? Io ad Abel? Ma dai, siamo amici praticamente da quando siamo nati!»
Eh già. Era fin troppo facile ingannare un magico della luce. Mi sentii quasi in colpa quando lui, abbracciandomi e accarezzandomi i capelli mi chiese scusa.

«Tu sei troppo ingenua, piccola..Ma io credo che le voci siano vere. Comunque mi sentirà, quel Bugle!»
Almeno mi aveva creduta. Mi sentii sollevata. Con Abel avevo parlato solo quella mattina, e Willow di certo non sarebbe andato da lui prima del giorno dopo. Bastava che la mattina dopo gli dicessi 'Will, mi sa che avevi ragione. Abel ha detto che gli piaccio', e avrei sistemato tutto. 
Passai la giornata con lui, parlammo, scherzammo. Mi offrì un gelato e poi camminammo lungo la scogliera. Quando ero più piccola mia zia Babù mi portava sempre a vedere le mareggiate, e poi giocavamo con la sabbia. Ho sempre avuto la passione per il mare, e Will lo sa.

«Domani, allora, che facciamo?»
Oh, certo, il mio compleanno! Me n'ero quasi dimenticata. Sorrisi.

«Oh già. Beh, c'è la festa a casa mia. Ed è invitata praticamente tutta la scuola, cioè. Mia zia esagera un po', quando si tratta di una festa.»
«Perfetto, allora a domani, Stellina..»
Senza che nemmeno me ne accorgessi eravamo già arrivati a casa mia. Gli diedi un bacio sulla guancia ed entrai dentro. Sun piangeva, come al solito, insomma. Mamma e papà chiacchieravano, mentre lei faceva avanti e indietro con il passeggino di mia sorella. Appena mi vide il suo volto s'illuminò.

«Steeeella, per fortuna sei arrivata. Prendi un po' Sun, forza.»
Al mio posto Camelia, brava com'era a svincolare e a raggirare le persone, avrebbe messo su un musetto dolce, e detto, con la vocina più dolce e lamentosa esistente sulla faccia della terra, qualcosa di simile ad un 'Ma mamma, io devo finire di studiare!'. Ma io, anche se trovavo parecchio stancante occuparsi di Sun, accettavo sempre di buon grado gli 'ordini' della mamma.

«Certo mà..Allora, per domani è deciso?»
«Sìsì, tranquilla, tutto a posto.»
Presi in braccio Sun, che si calmò immediatamente, neanche fossi Violetta. Infatti Iole aveva il potere speciale di far calmare tutti. Però con mia sorella ero capace anche io, infatti lei appoggiò subito la testina sulla mia spalla, ed in pochi minuti prese sonno.
Mamma e papà mi guardarono stupiti, ma neanche tanto. Ormai erano quasi due mesi che Sun dormiva solo se c'ero io, e loro ancora si stupivano di questo! La posai nel passeggino e la portai di sopra, poi iniziai a studiare.
Il mattino dopo, quando mi svegliai, erano quasi le undici. Strano, di solito mi svegliavo prima. Mi stropicciai gli occhi e, ancora in pigiama e con i capelli spettinati, scesi in cucina a fare colazione.

«SORPRESA! BUON COMPLEANNO!»
Nel salotto di casa mia, tutta la mia famiglia e tutti i miei amici erano riuniti, e mi auguravano buon compleanno. Ed io ero in pigiama. Nel mio pigiama rosa con le paperelle, che li fissavo. Tranquilla, Stella, fai buon viso a cattivo gioco.

«Se avessi saputo mi sarei preparata meglio..»
«Tanto tu sei sempre bellissima, Stella..»
A dire l'ultima frase non era stato Will, ma Abel. Abel con un pacco gigante in mano che veniva verso di me e mi dava un bacio sulla guancia. Avvampai, mentre il mio ragazzo si precipitava su di lui.

«FORSE NON HAI CAPITO!» Urlò Willow, parecchio arrabbiato «Lei è la MIA ragazza!»
«Questo si vedrà.»
Rispose, inaspettatamente, Abel, mentre tutti lo guardavamo scioccati.


Nota dell'autrice:
Heilà.Innanzitutto scusate il ritardo.In secondo luogo: MACCIAO ! :D .. Spero vi sia piaciuto, anche se avrei voluto farlo durare di più, ma sapete, per la souspance e.e .. Adesso mi dovete dire se vi è piaciuto, però, eh! Sennò piango e non continuo. E' una minaccia? Sìììì :D .. Quindi fatemi sapere <3 Alla prossima, cosi dolciosi che leggete<3

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Capitolo 4
*** Colpi al cuore. ***


Capitolo 4
 

Dal giorno del mio compleanno, qualcosa era cambiato. No, sarebbe stato semplice dire che la Stella dodicenne era diversa da quella tredicenne, ma il problema era un altro.
'Oggi usciamo, Stella?'
Il bigliettino di Willow mi comparve sul banco. Sorrisi. A scuola - sia nella mia che nella sua - non era possibile usare la magia, ma a Will non importava. E a me? Beh, sì, a me importava. Ma, in fondo, lo facevano tutti, e nessun professore aveva qualcosa da ridire. 
'Non posso, Will, ho da fare..'
Erano circa tre giorni che rispondevo così a tutti i suoi inviti. Questo perché si era aperta una specie di guerra. Tra lui e Abel. Era stupido. In fondo Will era il mio ragazzo, non doveva nemmeno esserci il dubbio. E infatti non c'era. O no?
'Stè. Oggi alle sei sotto Quercia. Non voglio sentire obiezioni'
Abel.
'Okkei, a dopo'.
Certo, nessun dubbio. Cosa stavo combinando?
Alle sei precise, dopo aver finito i compiti, scesi di casa.

«Dove vai, Stella?»
Mia mamma, in piedi avanti la porta, con Sun in braccio, mi guardava attentamente. Accidenti a lei e ai suoi poteri innati da strega del buio.

«Mi devo vedere con..hmm» Pensa a quello che dici, Stè, se menti se ne accorge «Un amico.» Sorrisi. Lei mi guardò, mi scrutò. Voleva vedere se mentivo.
«Divertiti...»
Andata! Mi avviai verso la piazza, piano. Mi sentivo una ladra. Era sbagliato, lo sapevo, ma con le sue attenzioni, con i suoi modi di fare, Abel mi stava colpendo. In fondo, cosa aveva fatto Willow per conquistarmi? Il nostro stare insieme era venuto da sé, senza corteggiamenti e senza romanticità. Invece Abel mi faceva sentire, per la prima volta, messa su un piedistallo.

«Stè!»
Abel era lì, sotto quercia, con due gelati. Sorrisi. Fragola, il mio gusto preferito.

«Grazie Ab! Perché mi hai fatto venire?»
Presi in mano uno dei due gelati, ed iniziai a mangiarlo, mentre lo osservavo. Aveva i capelli castano-rossastro, come la madre. E i grandi occhi azzurri della zia Margherita. Era bello ... 

«Stella, sei lì?»
Mi sventolava una mano avanti la faccia, e arrossii quando mi resi conto di essermi persa a guardarlo, senza ascoltare la domanda che mi stava facendo.

«Oh ecco io...Sì, sono qui. Scusa, ero distratta.»
Mi morsi un labbro.

«Cosa mi hai chiesto?»
«Niente, ti ho detto che non c'è un motivo pveciso. Semplicemente volevo stave con te.»
'Stella, quello che stai facendo è sbagliato'. Stavo per andare via, con una scusa. Ma lui cacciò qualcosa. Una scatolina. Un braccialetto. Colpo al cuore. Will non mi faceva mai regali.
'Ma sì, che fa? Rimani. In fondo non stai facendo nulla di male.'
Accettai il suo regalo con un sorriso. Verso le sette e mezza, mi riaccompagnò a casa. Prima di lasciarmi, sulla soglia, mi attirò a sé. Mi abbracciò forte - nessuno mi aveva mai abbracciata così - e mi stampò un bacio sulla fronte.

«Grazie Stè..»
«Di cosa?»
Chiesi, meravigliata.

«Di tutto. Di essere te stessa. E di sorridermi come mi hai sorriso per tutto il giorno.»
Altro colpo al cuore. Iniziò a battere. Forte, forte. 'Willow, Stella, Willow. Concentrati su di lui'. Entrai in casa sorridendo.

«Dove sei stata tutto il giorno?»
Una voce maschile. Non era papà. Mi girai.

«Will!»
Esclamai, meravigliata. 

«Rispondimi Stella. Dov'eri? E..Con chi?»
La testa mi girava. In che casino ti sei cacciata, Stè? Accennai un sorriso, e mi preparai al peggio.


Nota dell'autrice:
Eccomi eccomi eccomi. Stella Stella Stella, (Tranquilli, ho smesso di ripetere una parola tre volte  D: ) cosa ci combini? La storia doveva smuoversi, mi spiace. Spero che, anche se un po' .. Hmmm.. Diciamo deprimente, per quelle affezionate alla coppia StellaXWillow, spero vi sia piaciuto ugualmente. Grazie a chi segue e .. Alla prossima! 

 

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Capitolo 5
*** Separazioni e solitudine. ***


 

 Capitolo 5 
 

 

«Ero...A prendere un gelato. Con Abel.»
Era inutile, non riuscivo a mentire. E in quel momento non potevo nemmeno sostenere lo sguardo di Willow. Si aspettava una bugia, lo sapevo. Alla verità, anche se la conosceva, non era preparato.

«Ah..E..Che..Perché?»
Mi guardava con uno sguardo abbandonato che non gli avevo mai visto. 'Che ti prende Stella? Tu credi nell'amore!'.

«Non lo so. Davvero, scusa..»
«Ti perdono...» Lui sorrise. Come poteva amarmi così tanto? «Tranquilla, facciamo come se non sia successo nulla.»
«No Will...»
Non credevo a quello che stavo per dire.

«Scusa se tra noi due non può andare avanti.»
Non disse niente. Vidi i suoi occhi farsi lucidi. 

«Ti perdono anche questo. Ciao Stella...»
Uscì, apparentemente calmo e rassegnato. All'ultimo momento, sbattè la porta. Chiusi gli occhi, mentre le lacrime incominciavano a scendere. Mi sentivo un mostro. Entrai in cucina ascigandomele.

«Hai litigato con Willow?»
Mi chiese mamma.

«Ho rotto con Willow. Vado di sopra, non ho fame, mà..»
Lei sembrò sorpresa. Sussultò. Papà mi guardò con gli occhi sgranati. Persino Sun stette in silenzio, come se capisse. Salii in camera.
'Will mi è passato accanto parecchio arrabbiato. Avete litigato per colpa mia?'
Un bigliettino di Abel mi comparve sotto il naso, svolazzando qua e là prima che io riuscissi ad afferrarlo. Cercai velocemente una penna, e scrissi, direttamente sul retro, la risposta.
'Io e Willow ci siamo lasciati'
Sapevo quale sarebbe stato il prossimo biglietto di Abel, quindi non gli diedi tempo di rispondere. Non volevo parlare di queste cose per messaggio. Gliene mandai un altro:
'Vieni sotto casa mia, devo parlare con te'
Mi chiesi se la mia fosse stata la mossa giusta. Se quello che avevo in mente fosse esatto, corretto. Abel arrivò in meno di dieci minuti. Uscii dalla finestra - era attaccata una scala per le emergenze.

«Ab..So cosa vuoi chiedermi. Sì, l'ho lasciato per colpa tua. Ma non l'ho lasciato per te, se vuoi saperlo.»
«Io...Non capisco, Stella, cosa intendi?»
«Intendo..» Dissi io, titubante «Che voglio stare sola. Tu mi piaci, per questo ho lasciato Will. Ma non voglio stare con te.»
Risalii la scala senza dargli il tempo di rispondere. Gli avevo detto la verità, quasi. In realtà, mi disgustava il mio comportamento. Meritavo di stare da sola.


Nota dell'autrice:
Capitolo breve, lo so. Questo perché, in realtà, non è un vero e proprio capitolo. Nel prossimo ci sarà...Uhmm..Non vi anticipo niente.Ma diciamo che mi serviva da 'tramite', perché cambierà qualcosa...Siete curiose?Continuate a seguire. Un bacio, vi amo<3

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Capitolo 6
*** Tre anni in un momento. ***


Capitolo 5
 

«Steeeellaaa!»
La voce di Sun mi scosse dal mio sonno. Mia sorella era entrata in camera, con i suoi occhi verdi, a rallegrarmi la giornata. 

«Sun..»
Sorrisi, aprendo le braccia, e la feci saltare sul mio letto. Felì arrivò dietro di lei.
Da quando Camelia aveva compiuto quindici anni, circa un anno e mezzo prima, la fatina si era trasferita da noi, essendo mia sorella l'unica bambina a cui doveva badare.
In quei tre anni quasi nulla era cambiato.
George aveva riavuto il suo posto come segretario del capo dell'Assemblea, che aveva perso quando, anni prima, lui e Camelia avevano fatto tornare Shirley tra noi.*
Andava e veniva, mancava spesso. Ma alla fine tornava sempre, perchè lontano da mia cugina non riusciva a stare, diceva.
Leòn e Violetta stavano ancora insieme, tra alti e bassi. Litigavano spesso, ma riuscivano sempre a fare pace, grazie al carattere accomodante della mia amica.
E io...E io sola. Dopo aver rotto con Will, non ero riuscita a stare con nessuno. E mi ero resa conto che, forse, quello che provavo per Abel era solo una semplice infatuazione. Ma forse l'avevo capito tardi. Non che lui si fosse fidanzato, anzi stranamente a diciannove anni suonati non stava ancora con nessuna. 
Semplicemente il mio orgoglio, la mia paura di un rifiuto e il pentimento per quello che avevo fatto mi avevano impedito di riavvicinarmi.

«Sbrigati, Stella, o farai tardi a scuola.»
Felì, nonostante non fosse più la mia fata-tata, continuava a trattarmi sempre come se avessi otto anni, e non sedici. 

«Lo so fatina, lo so.»
Mi alzai con poca voglia dal letto, invidiando mia sorella che, dando fede al suo nome, appena sorgeva il sole era già in piedi. Camminavo trascinandomi, inciampando di tanto in tanto in Sun, che mi saltellava avanti.
Mia sorella, in quegli anni, si era fatta bellissima. Aveva i capelli rossicci come mamma, con qualche rflesso biondo. Gli occhi grigi di papà.
Insomma, tutto il contrario di me, che avevo i capelli biondi come papà e gli occhi verdi di mamma e zia Vaniglia. 
Mi vestii in fretta, e scesi a fare colazione. Subito dopo uscii di casa, e mi ritrovai faccia a faccia con Camelia. Mano nella mano con Cassia Corbirock, che accompagnava tutte le mattine a scuola, mi veniva incontro. 

«Buongiorno Stè.»
Sorrise, mentre la piccola dagli occhi color liquirizia mi salutava con la mano.
Sapevo, da mamma e zia Vaniglia, che io e Camelia eravamo le custodi dell'Antica Alleanza. Che il nostro compito era proteggere Cassia, l'Infinito Potere. E sapevamo di avere con lei un legame speciale.
Io mi sentivo strana accanto a quella bambina, ma l'influenza che ella aveva su mia cugina era impressionante.
A volte sembravano una cosa sola.
Passando avanti la casa di Will, qualcosa mi colpì al cuore. Mi faceva sempre male, anche se erano passati tre anni. Camelia intanto blaterava.

«Sai? Stasera torna George! Mi ha promesso che mi porta alla spiaggia, e facciamo una specie di pic-nik. Spero solo non faccia troppo freddo. Secondo te farà troppo freddo?»
Cassia rideva della sua ansia, dicendo che un giorno anche lei avrebbe voluto trovare qualcuno come George.
Io annuivo distrattamente, o scuotevo la testa, sperando di non offendere Mely sbagliando momento. 
Sbaciucchiandosi in modo quasi vomitevole, arrivarono due figure in lontananza. I capelli neri del ragazzo ricadevano sulla testa di lei, sul cui collo s'intravedeva una collanina rovinata, con un laccetto troppo corto che però la mia amica Iole, per motivi affettivi, si rifiutava di cambiare.
Andai incontro a lei e Leòn.

«Hei ragazzi!»
Esclamai, allegra, prima di rendermi conto che dietro c'era Abel, con suo fratello e la sua ragazza.
Stavano insieme da un anno, lui e Iris, e stranamente la cosa non mi toccava.
Ovvio, io pensavo ancora a Willow.
Comunque, non so perché, visto che adesso aveva un'altra, Abel aveva ancora un atteggiamento ostile con me.

«Tu sai, vero, che siete cugini?»
Mi aveva fatto notare Violetta, una mattina di tanti anni prima.
Avevo riso. Era vero. Di grado lontanissimo, ma pur sempre cugini.
E da brava cugina, volevo il meglio per lui. 
Ma perché lui mi odiava tanto?
Arrivammo a scuola tutti insieme, insomma. O meglio. Leo accompagnava Iole, Abel accompagnava Pino e poi i due, insieme a Iris, sarebbero andati da qualche altra parte. Ormai era prassi.
Passai una giornata tranquilla, a scuola.
Ma il pensiero di Willow, nonostante fosse passato tanto tempo, era ancora fisso nella mia mente.


Nota dell'autrice:
Bene. Ho fatto passare tanto tempo per un capitolo che è una vera schifezza,LOL! .. Spero che voi mi amiate lo stesso ç__ç Beh, alla prossima, vi amo *O*
*Per sapere come hanno fatto George e Camelia a salvare Shirley leggi la storia precedente a questa 'sette anni dopo' .

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Capitolo 7
*** Pettegolezzi positivi. ***


Capitolo 6 
 

Camminavo da sola. Mi sentivo spesso sola, in quel periodo.
George era tornato la sera prima, ed ora Mely stava sempre appiccicata a lui, ovviamente. Iole e Leo pure non si staccavano nemmeno un secondo, e di certo, per quanto l'amassi, non potevo passare il sabato pomeriggio a giocare con Sun.

«TIII SEEENTIII SOOOLAAA, GIOOOVAAANEEEE BUUURDOOOCK?»
Persino Quercia mi ricordava che nessuno mi voleva bene. Annuii.

«SAAAIII CHIII AAAALTROOO SIII SEEENTEEE SOOOOLOOO?»
Scossi la testa. 

«DIIICIIIAAAMOOO CHEEE...TUUU SAAAIII CHEEE NOOON AAMOOO II PEEEETTEEEEGOOOLEEEZZIIII...»
'Certo, Quercia, come no..' Risi piano.

«Ma a me puoi dirlo, lo sai..»
«BEEENEEE, MAAA NOOON DIIIIRLOOO AAA NEEEESSUUUNOOOO!»
Promisi solennemente, sempre ridendo. Quercia era fantastica!

«IIIOOOO CREEEEEDOOOO CHEEEE IIIIL GIIIOOOOVAAAANEEEE GREEEEN SEEEENTAAAA LAAA TUUUAAAA MAAAANCAAAANZAAAA!»
Willow? Parlava di Willow? Possibile che sentisse la mia mancanza, che fosse quello il motivo per cui non stava con nessuna? Sentii il bisogno di chiederglielo.
Il coraggio che in tre anni non avevo avuto, uscì fuori all'improvviso, violentemente. 
Salutai Quercia con una carezza sulla corteccia e corsi via.

«Dove vai così di fretta, piccola?»
Mi chiese una voce.

«NON HO TEMPO ADESSO!»
Strillai, prima di rendermi conto di chi fosse stato a parlare. 
Avanti a me, con i suoi meravigliosi occhi azzurri fissi nei miei, c'era Willow.

«Cioè. Per te ho sempre tempo.»
Non sapevo nemmeno da dove mi fossero uscite quelle parole

«Beh, volevo solo sapere dove andavi..Dev'essere una cosa importante, per correre così.»
Beh, volevo un'occasione, ecco l'occasione. Ora serviva solo il fegato di dire tutto quello che pensavo, che, ovviamente, non ebbi. 
Iniziai a parlare, sperando che capisse il messaggio dietro le mie parole.

«Sì...Andavo a chiedere scusa ad una persona...Che...Che ho fatto soffrire molto, o almeno credo. E vorrei capire se potrò mai avere una seconda possibilità, anche se sono passati ormai tre anni da quando ho sbagliato...»
Tenevo la testa bassa, ed ero rossa come un peperone.
Sentivo il suo sguardo sulla testa, poi parlò.

«Stella..Potresti essere più chiara? Non vorrei aver frainteso le tue parole.»
«Non le hai fraintese, tranquillo..»
Dissi, con voce strozzata.

«Beh...Se la mettiamo così, allora...Io non ho mai smesso di pensare ad una persona che mi ha fatto soffrire molto, sicuramente. E sto aspettando da tre anni che lei mi chieda scusa, perché darle una seconda possibilità è la cosa che vorrei di più al mondo.»
Aveva capito. Oh, se aveva capito.
Facendomi coraggio, alzai la testa, e tornai a guardarlo negli occhi. Brillavano, ne ero certa. 
Era felice quanto me, in quel momento.

«Che ti è preso, così all'improvviso?»
Mi chiese, prendendomi dolcemente e abbracciandomi.

«Quercia mi ha detto che ti mancavo.»
Risi io, godendomi il momento. 
Quercia era un'impicciona, certo, ma quella volta aveva fatto qualcosa di buono.
Sapevo che io e Will, adesso, non ci saremmo più separati. Eravamo destinati a stare insieme.
E, stavolta, per sempre.



Nota dell'autrice:
E' finita! Spero vi sia piaciuta, almeno ai pochi che l'hanno letta. Ringrazio Magical Amber_Milky_ per essere una mia fan accanita. La serie di Stella e Camelia, però, non è finita. Mi stopperò per un po', ma - contateci - tornerò.
Grazie, e un bacio. <3

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