A un passo dal tuo cuore.

di _Milla3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un àngel llegò. ***
Capitolo 2: *** El beso que no se diò. ***
Capitolo 3: *** Donde Estàs? ***
Capitolo 4: *** Nada es lo que parece. ***
Capitolo 5: *** Besa mi boca. ***
Capitolo 6: *** Queda una cancion. ***
Capitolo 7: *** Escaparé contigo. ***
Capitolo 8: *** Cuando llegue tu amor. ***
Capitolo 9: *** Solo espero no te moleste. ***
Capitolo 10: *** No dejo de llorar. ***
Capitolo 11: *** Algun lugar donde te tengo. ***
Capitolo 12: *** Lastima. ***
Capitolo 13: *** Volvì a vos. ***
Capitolo 14: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Un àngel llegò. ***


 

 Un àngel llegò
a tu vida y te hablò.
Ye se queda
para siempe con vos.


 

Capitolo 1
 

«Ti prego, Mar! Se non vieni anche tu sarà un disastro!» 
Jazmin la guardava con occhi imploranti, e Mar sapeva benissimo che avrebbe finito per cedere. Di certo la sua migliore amica non aveva bisogno di lei, per fare colpo su un ragazzo, o per farsi dare sicurezza. La realtà, e Mar lo sapeva bene, era che Jazmin si era stufata di vederla sempre da sola, e faceva di tutto per combinarle un appuntamento. 'Beh' Pensò la ragazza 'In fondo un appuntamento non ha mai fatto male a nessuno' . E, sebbene titubante, Mar si ritrovò a dire le parole che mai avrebbe pensato di pronunciare.

«D'accordo Jaz. Ma mi devi un favore.»
La bionda si illuminò. Finalmente aveva modo di far stare Mar meno sola. Sarebbe stato tutto perfetto.

In realtà, Mar non aveva la più pallida idea di come ci si preparava per un appuntamento. Aveva quindici anni, e non era mai uscita con un ragazzo. Il suo problema era che non si rendeva conto di quando piaceva a qualcuno. Era stato così con Rama, il suo migliore amico, che le aveva rivelato di essersi innamorato di lei da quando si erano conosciuti. Ed era stato così con il ragazzo nuovo della città, Simon. E lei che aveva pensato che lui le dedicasse attenzioni solo perché era cotto di Tefi, sua sorella! Insomma, era un po' 'tarda'.

«Mar! Ti ci vuole ancora molto?» La voce di Jazmin, da fuori al bagno, la riportò alla realtà. Si rese conto di essere ancora in accappatoio.
«Ehmm..Certo Jaz..Ancora cinque minuti, eh.» In fondo non le ci era mai voluto tanto tempo per prepararsi, avrebbe solo dovuto ravvelocizzare un po'. In fretta indossò un abitino blu cobalto, delle scarpe con un piccolo tacco e mise un fermacapelli in testa. Non era mai stata brava a truccarsi, quindi si limitò a mettere un po' di fard, mascara e matita, poi uscì dal bagno.
«Almeno un po' di lucidalabbra...» Mormorò Jazmin sconsolata, avvicinandosi con il tubetto di lucido alla bocca dell'amica. Dopo averle 'impiatricciato le labbra', come diceva Mar, le sistemò anche un po' i capelli, e le diede un bracciale. Poi rimirò soddisfatta il suo lavoro.
«Ecco.» Disse tranquilla la bionda «Adesso possiamo anche andare.»

Jazmin Romero era la classica ragazza che, ovunque la mettevi, in qualsiasi contesto o situazione, stava sempre bene e a suo agio. Marianella Tallarico Rinaldi, al contrario, era goffa e timida, anche se quando la si conosceva bene si apriva fin troppo. 'Sei senza speranza' le ripeteva sempre Jazmin, e Mar non aveva mai capito fino in fondo cosa volesse dire quella frase. Iniziò a capirlo quando, quella sera, la sua amica si ritrovò spiaccicata contro un muro a pomiciare con quel tizio che sembrava un vighingo, mentre lei era seduta al tavolo a parlare imbarazzata con Thiago.

«Allora...» Il ragazzo sembrava nervoso. In fondo il loro era un appuntamento combinato, e sia Jazmin che Tacho sembravano convinti che i due sarebbero finiti insieme «Che scuola frequenti?»
Mar fissò il ragazzo di fronte a lei, ed arrivò alla conclusione che, anche se sembrava impossibile, era più agitato e timido di lei. Sorrise e gli disse il nome della sua scuola.

«Rockland High School?» Chiese lui, con un tono di voce stupito «Ma che coincidenza! A settembre ci andrò anche io.»
Marianella era una ragazza che non si era mai innamorata, e non credeva di esserne il tipo. 'Allora perché' si chiedeva in quel momento 'Questa notizia mi ha provocato le farfalle nello stomaco?'.

Alcuni dicono che il colpo di fulmine non esiste. Dicono che per innamorarsi di qualcuno bisogna conoscerlo bene, bisogna vedere i pro e i contro, bisogna rendersi conto di com'è. Quella sera Mar si innamorava ogni secondo di più di Thiago, delle sue parole, dei suoi gesti. Dopo sole due ore, avrebbe saputo descrivere a memoria ogni singolo lineamento del ragazzo. 
Jazmin, tra un bacio e l'altro con Tacho, si girava a guardare soddisfatta l'amica, che sembrava presa da Thiago come non l'aveva mai vista presa da nessuno. Lo capiva dai suoi piccoli gesti. Si stringeva le braccia, guardando di tanto in tanto a terra, e a volte faceva cadere un ciuffo di capelli sugli occhi, come per nascondersi. Mar faceva sempre così quando era nervosa. Davanti alle cose belle si tirava indietro, e Jaz voleva fare qualcosa per aiutarla. Sussurrò qualcosa nell'orecchio a Tacho, che annuì. Poi si diresse verso l'amica, mettendole una mano sulla spalla.

'Certo che Jazmin mi ha tirato proprio un colpo basso!'. In realtà Mar non era così scontenta, visto che l'amica, con la sua 'fuga' con Tacho, le aveva dato la possibilità di restare ancora un po' sola con Thiago. Era incredibile, lui le aveva illuminato la vita in poche ore, e adesso si ritrovava a desiderare le sue labbra, come non aveva mai desiderato nient'altro. 'Cosa ti succede, Mar?' Ripeteva a sè stessa 'Tu non sei così, non lo conosci nemmeno, questo tizio!'. Eppure le sembrava di conoscerlo da sempre. Thiago la stava guardando, sembrava aspettare qualcosa. Improvvisamente si rese conto che lui le aveva fatto una domanda, che ovviamente lei non aveva sentito.

«Hai detto qualcosa?» Chiese, imbarazzata.
«Ti ho chiesto se volevi essere accompagnata a casa» Ridacchiò lui. 'Ecco brava Mar, adesso pensa che sei una ritardata. Complimenti, davvero, non avresti potuto fare meglio...' Annuì debolmente, mentre sentiva il suo viso che si arrossava.
«Bene, ho la macchina fuori..Vieni che sennò si fa tardi.»
'Perfetto. Vuole sbarazzarsi di te'. Alla sola ideai gli occhi le si riempirono di lacrime. Lui se ne accorse, ma fece finta di niente. Davvero per lei l'appuntamento era stato tanto terribile? Mar gli indicò la strada, e quando arrivò a casa le si strinse il cuore. Fece un cenno con la mano per salutarlo ed uscì. O meglio, provò ad uscire, perché Thiago l'afferrò per la mano. Si girò con il batticuore.

«Che...Che c'è?»
«Pensavo che magari un giorno potremmo uscire, io e te da soli. Mi dai il tuo numero?»

Mar entrò in casa quasi volando.

«Hei, cos'è successo?» Le chiese sua sorella Tefi, quando la vide così felice.
«Ho incontrato un angelo»
 

Spazio dell'autrice:
Innanzitutto grazie a chi è arrivato fin qui. Come ho scritto nella descrizione, questa storia è dedicata ad AnneMarieClaire, che mi ha chiesto una storia su di loro. Spero vi sia piaciuta, anche perché ci ho messo il cuore, in questa storia. Per ora la trama è ancora semplice, più avanti si complicherà. Un vostro commento mi farebbe piacere, se non chiedo troppo. Un bacio<3

 

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Capitolo 2
*** El beso que no se diò. ***


Un encuentro, un desencuentro,
una flor, una cancion,
un espera, un destiempo,
el beso que no se diò.

 

Capitolo 2
 

Ebbene sì. Se uno dei suoi compagni di classe l'avesse vista in quel momento, non l'avrebbe riconosciuta. Si stava preparando per il secondo appuntamento in meno di una settimana. Jazmin, soddisfatta come non lo era mai stata, l'aveva presa per le spalle e messa su una sedia.
«Oggi ti trucco io!» Aveva sentenziato, e Mar si era solo dovuta arrendere di fronte alla testardaggine dell'amica. 
Almeno aveva tutto il tempo per pensare a Thiago. L'aveva chiamata il giorno prima, dopo che non si era fatto sentire per tre giorni, e lei stava già perdendo le speranze. Nel momento in cui il telefono aveva suonato, era stesa sul letto, ancora in pigiama, nonostante fossero le quattro del pomeriggio, e con una scopa al posto dei capelli. Aveva risposto, ed anche attraverso il telefono aveva riconosciuto la voce che l'aveva fatta innamorare in così poco tempo.

«Thiago?»
«Sì sono io, scusa se chiamo solo oggi, ma ho avuto dei problemi, e mi era totalmente passato di mente.»
Mentre lui parlava, Mar cercava la spazzola per sistemarsi i capelli, nonostante sapesse benissimo che non poteva essere vista attraverso il telefono.

«Tranquillo, tranquillo, nessun problema ... Dovevi .. Dirmi qualcosa?»
'No Mar, non doveva dirti niente, ti ha chiamata solo perché aveva voglia di digitare i numeri sulla tastiera del telefono. Ma ti sembrano domande da fare?'

«Ehmm.. Sì. Volevo sapere se ti andasse di uscire domani.»
Mentre dentro di sè faceva ottocentonovemila salti mortali, Mar rispose di sì. Poi presero accordi sul posto e sull'orario.


«Non capisco perché ti fai aiutare da lei e non da me.»
Tefi la guardava contrariata sulla soglia della porta.

«Perché» Spiegò Mar, esasperata «Se a te Luca ti chiama per uscire tu scappi subito, e mi lasci il lavoro a metà, ecco perché.»
Lo sguardo di Tefi si fece ancora più cupo.

«Come sei cattiva!» Strillò, costringendo Jazmin e Mar a tapparsi le orecchie. Le urla di Tefi erano terribili «E' successo solo una volta, e ti ho anche chiesto scusa!»
Le due amiche si guardarono e alzarono le spalle, trattendendo a stento una risata, mentre Tefi, offesa da quel comportamento, spariva dalla stanza sbuffando.
«Bene!» Trillò Jazmin «Abbiamo finito. Sei meravigliosa!» 
Mar si guardò allo specchio. Non si riconosceva neanche. Aveva un trucco pesantissimo, ma allo stesso tempo leggero, un paio di jeans strettissimi e un top rosso acceso.
«I tacchi no, Jazmin!» Si lamentò. Pessimo errore.
«Marianella Tallarico Rinaldi, tu scherzi vero? Sei alta mezzo metro e non ti metti i tacchi? E se vuole baciarti? Cosa fai? Andiamo, Mar! Devi metterli per forza. Capito?»
La ragazza si arrese. Ed uscì contenta per raggiungere il cinema.

Altro che tacchi! Jazmin le aveva dato delle vere e proprie trappole mortali. Arrivata al cinema in leggero anticipo, si guardò intorno per vedere se Thiago fosse già lì. Guarda caso, un sassolino aveva deciso di andarle a rompere le scatole, ed infatti ci inciampò sopra. Con quelle scarpe era impossibile sperare di rimettersi in piedi. Mar chiuse gli occhi ed attese lo schianto a terra. Solo che lo schianto non ci fu.

«Hei attenta...» Sussurrò qualcuno dietro di lei, che l'aveva presa giusto al volo.
«Thiago..» Balbettò lei, rossa e imbarazzata «Già qui?»
Lui annuì, porgendole qualcosa. Dei fiori.

«Oh...» sussurrò Mar «Che belli..»
Le diede un bacio sulla guancia e la prese per mano, portandola dentro il cinema. Comprò i biglietti per entrambi, i pop corn, e la coca cola. Il tutto in silenzio.

«Tutto bene?» Domandò lei, quando si furono seduti. Per il film mancava ancora un quarto d'ora.
«Hm, direi di sì..Se devo essere sincero sono un po' nervoso..E a te come va?»
«Bene..Perché nervoso?»
«Non lo so..» Thiago si morse un labbro «Di solito con le ragazze sono abbastanza spigliato, ma con te non ci riesco. Hai qualcosa di diverso dalle altre, sai Marianella?»
Aveva le guance in fiamme. Lui era così meravigliosamente perfetto, e lei non sapeva cosa dire o cosa fare in sua presenza. Era tutto così confuso. Tutto così irreale e fantastico. 'Se è un sogno' pensò, mentre le luci si spegnevano, il film iniziava e lui le prendeva la mano 'Vi prego non svegliatemi più'.

Erano ormai fuori dal cinema, era sera. Mar aveva passato tutto il tempo sulla spalla di Thiago, ed era convinta che non avrebbe potuto essere più felice. Gli altoparlanti diffondevano una canzone di Max Pezzali. 'Eccoti'. Lui la guardò sorridendo.

«La senti? Questa è la nostra canzone.»
Mar si stava seriamente lasciando prendere. Le farfalle nello stomaco si facevano sentire sempre più forti. Erano vicini, forse troppo, forse non abbastanza. Lo vide che si avvicinava, e già desiderava sentire il suo sapore sulle labbra. Chiuse gli occhi, ma tutto quello che sentì fu un telefono che squillava.

«Scusa..» Balbettò Thiago imbarazzato, allontanandosi da lei e pescando il cellulare che ancora suonava «E' mio padre, devo rispondere.»
Mentre parlava con il padre lei, già delusa per quel bacio mancato, iniziò a sentirsi agitata. Come mai ci metteva tanto? E come mai aveva una faccia così preoccupata? Lo vide attaccare e riavvicinarsi a lei, quasi sconvolto.

«Mar, mia mamma ha avuto un incidente. Veloce, ti riaccompagno a casa.»
Il mondo non le era mai sembrato tanto buio.


Spazio dell'autrice:
Hello! Beeeh, che dire? 'El beso que no se diò', e infatti non si è dato. E mi spiace dirvi che dovrete aspettare ancora moooolto mwamwamwamwamwa! O forse no, eh. Dipende da come mi gira ^-----^ Bien, spero vi sia piaciuto. Aspetto le recensioni, un bacio <3

 

 

 

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Capitolo 3
*** Donde Estàs? ***


Donde estàs, donde fue,
donde el beso se hizo sal,
donde el sueno hace mal,
y no tenerte es mortal.

 

Capitolo 3

 

Aveva passato una settimana aspettando notizie di Thiago. 
«In ospedale non credo di poter rispondere» Aveva detto lui «Ti chiamo io appena ne ho la possibilità.»
Ma la chiamata non arrivava. Gli aveva mandato almeno ottocento messaggi, tutti senza risposta. 'Ma ti vedi, Mar?' diceva a sé stessa, quando si rendeva conto di star fissando il cellulare in attesa di una risposta di lui 'Non sei più tu, che ti sta facendo questo ragazzo?'. Non riusciva a darsi una risposta, ed era diventata parecchio irritabile.
«Secondo me, è stato per colpa del trucco che ti ha dato buca. Se ti fossi fatta truccare da me non sarebbe successo, puoi giurarci.»
Mar amava sua sorella. Ma in quel momento avrebbe voluto ucciderla. 'Mi ha dato buca, è vero.' Probabilmente non era nemmeno reale la storia della madre, se l'era inventata perché con lei si era trovato male.
Parte 'Eccoti' alla radio. E lei non sa fare altro che buttarsi sul letto e piangere.


Jazmin era in piedi di fronte a lei, mordendosi il labbro.
«Dio, Mar, scusa! Tutta colpa mia, non avrei dovuto presentartelo...» 
'Ma che colpa e colpa..' Si sentiva così nervosa. 

«Non puoi chiedere a Tacho che fine ha fatto?»
«Sììì, potrei. Se non avessi, ehmm.. Litigato con Tacho, ecco.»
Di bene in meglio, non c'era niente da dire. I giorni passavano lenti, e lei non aveva più notizie di lui. A poco a poco la vita riprese a scorrere.

 

Caro Thiago, non so nemmeno perché ti sto scrivendo questa lettera. Cazzo, c'è stato solo un appuntamento! Solo un cinema, solo un mazzo di fiori. Nemmeno un bacio. Ma quella canzone. Perché hai dovuto dirlo? 'Questa è la nostra canzone'. Che senso ha avuto? Perché hai voluto illudermi prima di abbandonarmi?
Tante domande, domande senza risposta. Ma in fondo non è finito il mondo. Il sole continua a splendere, il cielo è sempre lì. Noi camminiamo ancora sulla terra. Però qualcosa manca. Io sono la stessa che ero prima, ancora una volta non credo nell'amore. Ma è diverso. Prima ero cinica, ora sono ferita. Perché mi hai fatto questo? Ho appena detto che il sole splende, ma non splende davvero senza te. L'estate sta finendo, è arrivato settembre. Ed inisieme alle foglie spero cada anche questa brutta sensazione.
Affido le mie domande a questo foglio, non voglio una risposta, e so che non l'avrò. Grazie della piccola illusione che mi hai fatto vivere.

 

Mar.
 

Mar chiuse lo zaino. L'aveva preparato per il giorno dopo, sarebbe iniziata la scuola. 
«Anno nuovo, vita nuova.» Sussurrò.
Voleva mettere fine a quel triste capitolo della sua vita, a quell'estate in cui aveva capito cosa volesse dire stare male. Sapeva di potercela fare. Anche se la ferita aperta bruciava ancora.

Spazio dell'autrice:
Ciaaaaao :) Solite cose, bla bla bla. Il capitolo è un po' drammatico (E decisamente piccolo, lo ammetto), d'accordo. Però mi andava, questo tocco. Chissà perché Thiago non si è più fatto sentire lalalallala. Voi lo sapete? No? Io sì. E per saperlo anche voi, basta che leggiate :D .. Alla prossima. Much Love<3
 

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Capitolo 4
*** Nada es lo que parece. ***


Siento che siento,
una y mil veces,
que nada es lo que parece.

 

 

Capitolo 4

Quel giorno - il primo giorno di scuola - Mar si svegliò particolarmente di buon umore. La sveglia suonò alle sei e mezza. Lei, allegramente, si svegliò. Allegramente premette il tasto per spegnere la sveglia e sempre allegramente tornò a dormire. 
«Marianella, alzati subito!» Urlò sua madre dalla cucina.
Non voleva alzarsi.
«Insomma Mar, non farò tardi per colpa tua!»
Tefi che urlava. Erano passate all'artiglieria pesante. A malavoglia lasciò il letto. Lo zaino già pronto, i vestiti sulla sedia. Non aveva bisogno di un'ora e mezza per prepararsi, come sua sorella. Avrebbe potuto dormire ancora. Si vestì velocemente, mise un filo di trucco ed era già pronta. Passò l'ora successiva a lamentarsi con Tefi del fatto che ci mettesse tanto a prepararsi. Infatti, come al solito, arrivarono a scuola alle otto e dieci, giusto un minuto prima che si chiudessero i cancelli.
«In ritardo anche il primo giorno, Rinaldi?» Le disse la professoressa, mentre entrava in classe e si sedeva, senza nemmeno guardare, nell'unico banco libero. Vuoto, ovviamente.
Si maledisse mentalmente per avere la sua migliore amica in un'altra sezione, e per il fatto che nella loro classe fossero dispari.

«Mi scusi, professoressa.» Era all'inizio del secondo anno di superiori, e non era mai arrivata nemmeno una volta in classe al suono della campanella. Era sempre stata da sola nel banco. 
Ma qualcosa era destinato a cambiare, anche se lei non lo sapeva.

Dieci minuti dopo l'inizio della lezione, Mar vide entrare la preside in classe. Tutti si alzarono.

«Buongiorno ragazzi, e buon primo giorno di scuola. Seduti, seduti. Volevo informarvi che da oggi avrete un nuovo compagno di classe. Viene da un'altra scuola, e spero lo aiuterete ad ambientarsi. Entra pure, Thiago.»
'Tranquilla Mar, tranquilla, non può essere lui.'
La porta si aprì.
'Oddio. Lui aveva detto che a settembre sarebbe venuto qui.'
Una chioma castana, un tuffo al cuore. Un viso, quel neo. Quegli occhi. Lui.

«Benvenuto Thiago» Sentì dire, da una distanza che sembravano chilometri, alla sua professoressa «Puoi sederti vicino a Marianella, è l'unico posto libero.»
E poi un'altra voce. 
«NO!»
Era la sua, si ritrovò in piedi. Subito si tappò la bocca con le mani. Non voleva stare seduta vicino a lui, non lo voleva nella sua classe. Aveva paura di mettersi a piangere da un momento all'altro. Tutti la guardavano. Certo, quella strana faceva un'altra delle sue stranezze. Scosse la testa e si risedette.

«Scusate..» Mormorò, mentre lui prendeva posto accanto a lei.

«Te la faccio breve.» Sibilò, durante il primo cambio d'ora «Non parlarmi, non guardarmi, non pensare di toccare o guardarmi. Condividiamo la stessa scuola, la stessa classe, lo stesso banco, ma finisce qui. Non ti azzardare a rivolgermi la parola.»
«Marianella, lasciami spiegare..»
«Spiegare un corno!»
Lui le prese la mano.

«Mar. Sono stato rapinato, non ho più il cellulare.»
«Trovane un'altra, potevi chiedere a Tacho il numero di Jazmin, e da lei farti dare il mio.»
«Tacho era con me.»
'Non crederci, Mar. Ti sta riempiendo la testa di sciocchezze, non è vero niente.'

«Sono anche venuto a casa tua. Ma non c'era nessuno.»
'Eravamo in vacanza, è vero.'

«Ti prego, credimi. Non avrei motivo di mentirti. Tu mi piaci davvero.»

Mentre Mar rifletteva, José Diaz, che la odiava, si avvicinò di soppiatto al suo zaino. Poi iniziò a parlare ad alta voce. Il rossore si diffuse sul viso di Mar, mentre lui iniziava a leggere ad alta voce la lettera che lei aveva scritto a Thiago la sera prima. Dio, perché aveva messo quel foglio nello zaino? Voleva morire. Tutta la classe la fissava e rideva. Lui la fissava e sorrideva. Mar si alzò e corse in bagno.

Quando uscì, circa dieci minuti dopo, Thiago era fuori la porta. 

«Quindi..» Sussurrò «Hai pensato a me?»
Lei arrossì ancora di più. Non rispose.

«Sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia, l'ultimo desiderio che la notte mi culla.» Disse lui, citando le parole della 'loro' canzone. «Per me vale ancora. E adesso ti rispondo alla domanda.»
Le sventolò davanti al viso il foglio, spiegazzato, che era riuscito a recuperare non si sa come. Mar era senza parole.

«Te l'ho detto perché volevo che quella fosse la nostra canzone, tutto qui. E se ti ho abbandonata, scusa non è stata colpa mia. Ma di certo non ti ho illusa, perché a te ci tengo davvero, Marianella.»
Si avvicinò dolcemente a lei. 
'Ecco ci siamo'

«NIENTE SMANCERIE NEI CORRIDOI, IN CLASSE, SU!»
Tuonò la voce della preside. Mar rise. Altro bacio mancato. Ma sapeva che mancava ancora poco.


Spazio dell'autrice:
Rieccomi :) Spero vi sia piaciuto questo capitolo. No perché a me è piaciuto. E se fossi stata a Mar non avrei creduto a Thiago, ma pazienza :'D .. Beh, grazie a chi mi segue. Spero vi piaccia. Ancora niente bacio, sto facendo arrabbiare sia voi che Mar, giusto? :D .. Ma se avete visto High School Musical siete abituati ad aspettare, no? (Non so che c'entra, ma okkei, sto sclerando LOL :O) Alla prossima <3

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Capitolo 5
*** Besa mi boca. ***


5Con sus ojitos 
llenitos de amor,
besa a mi boca
con todo su ardor.

 
Capitolo 5
 
«Quindi usciamo insieme, domani?»
Thiago la guardava, in attesa di una risposta.

«Uhmm...Certo, perché no.»
Lui fece per andarsene, quando a lei venne una cosa in mente.

«Thiago aspetta!..Tua mamma come sta?»
Lui sorrise. Era così bello sapere che lei si ricordava, che faceva caso alla sua vita, a quello che diceva. Era così bello sentirsi importante.

«Sta bene Mar, grazie di esserti interessata.»
Lei iniziò a camminare verso casa sua. Ad un certo punto la raggiunse Jazmin.

«Allora Mar, com'è andata oggi? Sempre sola?»
«No, no. C'era un nuovo compagno di classe. E ovviamente si è seduto vicino a me. Unico posto libero.»
«Ah bene, è simpatico?»
'Dai Mar, dillo ora. Sarà divertente'

«E' Thiago.»
L'espressione di Jazmin in quel momento fu impagabile.

Mar era stesa a terra, con la testa sopra un cuscino. Allo stesso modo, appoggiate sullo stesso cuscino, c'erano Jazmin e Tefi. Loro la chiamavano 'Ronda De Amigas'. Insomma, una specie di riunione dove parlavano dei loro problemi, o delle novità.

«Su, racconta!»
Allora lei raccontò tutto, ogni singolo dettaglio.

«Beh.» Disse Tefi alla fine del racconto «Se l'hanno rapinato..Forse puoi credergli. Ma dico io, poteva lasciarti un biglietto qui a casa!»
In effetti la sorella non aveva tutti i torti, infatti Mar, a mente lucida, aveva fatto la stessa domanda a Thiago. 

«Ed io come facevo a sapere, sciocchina» Aveva risposto lui «Che tu abitassi ancora lì?»
Era vero, sembrava tutte scuse. Ma lei aveva tanta voglia di crederci, quindi ci credette.

«Domani usciamo»
«Bene. E se ti da ancora buca, capitolo chiuso.» Questa era Jazmin.
Mar ingoiò un groppo di saliva. C'era possibilità che lui le desse buca? No, stavolta non aveva scuse. La casa la sapeva, il numero ce l'aveva, andavano a scuola insieme. Era impossibile!

«STAVOLTA TI PREPARO IO!»
Strillò Tefi. Le altre due risero.

«D'accordo Tefi, d'accordo.»

Mar era pronta. Era fuori alla villa comunale, da lì sarebbero poi andati a fare un giro. Lui arrivò in ritardo. Pessimo inizio non c'è che dire.

«Scusami, ma c'era traffico. Ecco a te.» 
Altri fiori. Quel ragazzo voleva proprio farla impazzire. Lei sorrise.

«Non preoccuparti. Almeno sei venuto.»
C'era un tono amaro nella sua voce, e lui se ne accorse, anche se fece finta di niente.

«Già. Allora, andiamo?»
Lei annuì. Thiago le prese la mano - Dio, quel contatto la faceva impazzire - ed iniziò a camminare. Camminavano e parlavano. Si raccontavano la loro vita. Questo finché non arrivarono avanti un bivio. C'era la possibilità di proseguire per la strada principale, o di entrare in un vialetto secondario. Lui le strinse di più la mano.

«Vieni, andiamo di qua.»
Un'altra ragazza forse si sarebbe spaventata. Lei si fidava ciecamente di lui. Si addentrarono per delle campagne, la strada non era asfaltata. Poi lui le lasciò la mano e gliele mise entrambe sugli occhi.

«Ora piano, gira qui. Non aprire gli occhi, eh. E' una sorpresa.»
Camminarono così per cinque minuti, più o meno. Poi lui le tolse le mani. E Mar rimase a bocca aperta.

Fiori. Una distesa immensa di fiori.

«Questo è il mio posto preferito.» Sussurrò lui dopo un po', interrompendo il silenzio irreale che si era creato «Ci vengo quando ho bisogno di riflettere. Volevo fartelo cnoscere.»
Mar non sapeva che dire. Si morse un labbro e si girò a guardarlo.

«E' meraviglioso.»
«Mai quanto te.»
«Perché fai tutto questo per me?»
Thiago rise.

«Te l'ho detto, Mar. Dal primo momento in cui ti ho vista, ho capito che eri speciale, ho capito che volevo stare con te, e voglio ancora stare con te. Tu sei l'unica che sia mai riuscita a farmi sentire così.»
Non sapeva cosa dire. Lui era così perfetto, non le sembrava vero.

«Anche tu..Anche tu mi fai sentire in un modo strano. Specie se pensi che non mi ero mai innamorata, prima.»
Ce l'aveva fatta, l'aveva detto. 'Sei innamorata di lui, Mar, accettalo'. Chissà come avrebbe reagito. Lui sorrise, accarezzandole dolcemente una guancia. Poi la prese per mano.

«Vieni, andiamoci a sedere sotto quell'albero..»

Erano rimasti lì a parlare per quanto? Ore? A Mar sembravano solo pochi minuti. Sentiva il suo cuore battere più forte ogni secondo che passava. Però si era fatta sera, dovevano tornare a casa.

«La mia auto è ancora alla villa comunale..Oddio, almeno spero sia ancora lì.»
Rise. La sua risata era il suo più bello che lei avesse mai sentito. Arrivarono alla Villa dopo un'ora circa. 

«Vuoi un passaggio in auto? Casa tua non è lontana, ma è meglio non andare da sola in giro a quest'ora.»
«Sì, grazie mille.»
Salì in auto.

Dopo circa cinque minuti erano arrivati.

«Eccoci qui.»
«Hmhm. Grazie ancora del passaggio, Bedoya. Ci vediamo domani a scuola.»
Fece per scendere, ma lui la fermò.

«Aspetta. Sono in attesa da due mesi. Non puoi fuggire così.»
Si avvicnò a lei e posò le labbra sulle sue. Il suo primo bacio. Le amiche le avevano detto che non era niente di che, che era una cosa da niente. Per Mar fu come se mille fuochi d'artificio esplodessero nello stesso momento, come se un miliardo di fate avessero reso tutto così magico. Lo sentì mentre con le labbra dischiudeva dolcemente le sue, e le loro lingue si intrecciavano. Gli mise le mani dietro al collo, come a tenerlo. Voleva che quel momento non finisse mai. 
Dopo un tempo che a lei sembrò troppo breve, si staccarono.

«A domani, principessa.»
Disse lui, guardandola dolcemente.

«A domani..»
Mar teneva gli occhi bassi, in imbarazzo. Lui le stampò un bacio sulle labbra, e lei scese di corsa. Quella notte, lo sapeva, avrebbe sognato Thiago Bedoya Aguero.


Spazio dell'autrice:
Non sono riuscita a farvi aspettare. Anche io aspettavo quel bacio, sapete? Beh, spero vi sia piaciuto il capitolo. Nient'altro da aggiungere. Grazie a voi che mi seguite e recensite. Vi amo tanto così ! *AllargaLeBracciaAlMassimo* Ciau a tutti<3

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Capitolo 6
*** Queda una cancion. ***


Y anque hoy tenga que irme,
sé que no te olvidaré.
Queda una cancion,
Que me habla de vos.
Capitolo 6
 
Un mese. Perfetto. Era il tempo massimo per essere felice? Era questo che pensava Mar, in lacrime, stesa sopra il letto. Era iniziato tutto una settimana prima.

«Marianella» Le aveva detto il padre - patrigno, in realtà - una sera, mentre cenavano «Sai che non mi piace che tu ti veda con persone che non conosco. Hai intenzione di farcelo conoscere, questo ragazzo?»
Imabarazzatissima, la tagazza aveva cercato di svincolare. Insomma, non erano mica nel medioevo! E di certo non voleva fidanzarsi in casa dopo un mese.

«Ehmm...Certo. La prossima volta che mi viene a prendere per uscire te lo presento»
Fece un sorriso a trentadue denti. Stranamente l'uomo ci cascò.

«Perfetto. Allora, dicci, come si chiama?»
Prima che Mar potesse anche solo aprire bocca, per azzardare un 'Non importa', la voce squillante di sua sorella la precedette.

«THIAGO BEDOYA AGUERO!»
La madre delle due ragazze si girò verso la figlia minore, osservandola.

«Bedoya Aguero, Marianella?»

Guardando la madre in modo strano, Mar annuì, non capendo dove la donna volesse arrivare.

«Bedoya Aguero come Bartolomé Bedoya Aguero? Quell'uomo che è stato arrestato per maltrattamenti di minori, due mesi fa?»
Un lampo nella testa di Mar. 'Thiago me ne aveva parlato.' Annuì ancora, scombussolata. Il signor Elordi alzò le mani in un teatrale segno di vittoria.

«La piccola di casa frequenta il figlio di un criminale. Yeah.»
'Decisamente' Pensò Mar 'Questo Yeah è stato il meno entusiastico che ho mai sentito in vita mia'

«Sì, ma..» Provò ad obiettare Mar «Lui non è un criminale. Solo suo padre lo è.»
«Non importa, Marianella» Aveva detto sua madre, pronunciando le parole che Mar non avrebbe mai voluto sentire «Non potrai più vedere questo ragazzo.»

Mentre piangeva, i ricordi continuavano ad affiorare. In modo ancora più deprimente, quella sera non era stata la cosa peggiore. Il peggio era stato dirlo a Thiago. La sua voce risuonava ancora nella testa della ragazza.


«Hei amore mio!»
Thiago le si era avvicinato, come per baciarla. Ma lei si era scostata. Aveva ancora gli occhi rossi, la sera precendente non aveva dormito, pensando a cosa dirgli.

«Che succede, Principessa?»
«Thiago..» La voce le si spezzò in gola «E'.. Finita.»
Non riuscì a trattenersi, scoppiò a piangere. Lui restò pietrificato.

«Co..Cosa? Mar che è successo? Perché è finita..? Perché piangi?»
In lacrime, stringendosi a lui, gli raccontò tutta la verità.

«Scusa Thiago..Scusa, davvero.»
Si era allontanata. Quel giorno aveva chiesto alla professoressa di cambiare posto. C'erano tante ragazze che avrebbero voluto sedersi vicino a Thiago. Non credeva che avrebbe mai ricominciato a vivere.
 
Caro Thiago.
Sempre io, di nuovo.
Ti scrivo perché è l'unico modo che ho per avere l'idea di comunicare con te. Scusami, scusami davvero.
Spero potrai essere felice, anche se io non lo sono, e non lo sarò ancora per molto.
E' buffo quando ti innamori, e scopri di essere ricambiato. In quel momento ti sembra che niente potrà essere più perfetto. 
Mi è venuto in mente di scriverti mentre ascoltavo Valerio Scanu. La canzone 'Ricordati di noi', non so se la conosci. Dice 'Non sapevamo che a volte il destino decide per noi'. 
Ho tanta voglia di piangere, Thiago. Ma poi la canzone mi aiuta a sperare 'Non lo sapeva il destino, che noi siamo più forti di lui'.
Thiago, io sto sbagliando. Perché dovrei venire da te, e dimostrarti che possiamo essere più forti del destino. Sto sbagliando perché dovrei riuscire a sfidare i miei genitori, per te. Invece non ci riesco, e mi sento tanto vigliacca.
Scusa amore mio. Perdonami, se puoi. E continua ad amarmi, anche se incontrerai mille persone nella tua vita. C'è un posto, dentro me, che sarà tuo per sempre. E la nostra canzone mi parlerà ogni volta di te. Ti amo. 

 

Mar
 

Stavolta non avrebbe rischiato di fargliela avere. Una volta finito di scrivere, ancora con le lacrime agli occhi, Mar prese la lettera e la stracciò. Niente aveva più senso.

Spazio dell'autrice:
Oh, lo so, sono MOOLTO cattiva. Perdonatemi, tendo al drammatico ah ah ah. Il capitolo mi piace, è molto intenso, spero piaccia anche a voi, perché ci ho messo tanto a scriverlo, e l'ho fatto con taaanto amore. Alla prossima <3

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Capitolo 7
*** Escaparé contigo. ***


Escaparé contigo para siempre,
te quidaré, te ense
ñaré a quiererme,
y tu corazoncito unto al mio,
unidos en la misma direcciòn.

 

Capitolo 7
 

«Aspetta, non scappare!» 
Come ogni volta che lo vedeva, Mar cambiò strada. Ormai erano passate due settimane, e ancora non aveva superato la rottura. Ma questa volta, lui non fece finta di niente, non la guardò con gli occhi da cane bastonato. Le prese un braccio.

«Mar, ti prego.»
«Io...Non ho niente da dirti, Thiago. Non rendere le cose più difficili, ti prego.»
Lui sembrò titubante. Da un lato non voleva disturbala, dall'altro non riusciva a starle lontano.

«Ma io te le voglio rendere più semplici, Marianella. I tuoi genitori non devono per forza sapere di noi.»
Sarebbe stato così bello, tornare con lui. Ma...
«Sono in punizione, Thiago.»
Lui la guardò intensamente, con l'aria di chi sta per prendere una decisione importante. Dopo un minuto parlò.
«E allora scappiamo insieme.»

Mar non credeva a quello che stava per fare. 'Resta lucida, Mar, d'accordo?'. Ogni cosa, in quel momento, avebbe potuto farle perdere il controllo. Specie sua mamma, che usciva dalla cucina con sguardo sospettoso.
«Dove vai con quella valigia, Marianella?»
'Oh accidenti. E ora? E ora? Pensa Mar, pensa!'
«La porto..A...Alla fondazione. No? Sai, quella degli orfani, cioè delle suore, cioè ... Ai poveri, mà!»
La donna sembrò convincersi. Tornò in cucina con un lieve cenno del capo. Mar sudava freddo. Si avviò verso la scuola, ma all'ultimo momento deviò.
«Dove vai, Mar?»
La voce di Tefi le ricordò che, al contrario di quello che immaginava, non era sola.
«La mia classe entra più tardi Tefi...Ne approfitto per portare questa roba al centro donazioni.»
Mentre parlava restò sconvolta. Da quando era diventata così sciolta nel mentire? Da quando era disposta a rinunciare a tutto, alla sua vita, per un ragazzo? Non credeva sarebbe mai successo. Tefi non disse nulla, la salutò, e continuò verso la scuola. Mar si sentiva una traditrice.

«Non credevo saresti venuta.»
Il sorriso luminoso di Thiago, che l'aspettava appoggiato contro il muretto, le fece dimenticare tutte le preoccupazioni. 'Con te andrei in capo al mondo, Bedoya.'.

«Invece..Eccomi qui.»
Entrambi si guardavano, non ci credeva nessuno dei due, a quello che stavano per fare. Ma era così.

«Credi..Credi che sia la cosa giusta?»
Lo credeva. Lo credeva perché lei, guardandolo in quegli occhi così profondi, così dolci, si sentiva a casa. Non aveva bisogno di nient'altro. Lui era tutto il suo mondo ora.

«Sì.»

Thiago le aveva rivelato di avere una casa. Niente di che, però era di sua proprietà. Una delle poche cose che non avevano sequestrato, quando il padre era finito in galera, uno dei due appartamenti di proprietà della madre, intestati a lui.

«Sai..» Le aveva detto quella sera, tutti e due abbracciati sul divano, angosciati per il futuro «Non voglio vivere qui per sempre. Magari i tuoi capiranno, e ci faranno stare insieme. Così potresti tornare a casa tua.»
Mar lo sperava. Voleva la sua camera. Si immaginava come stessero i suoi. Era ovvio che era scappata con Thiago, e non ci avrebbero messo troppo a trovarla. Come chiamato dai suoi pensieri, il telefono squillò, per la sedicesima volta, quel giorno. Lei si decise a rispondere.

«Mamma...?» Disse, con la voce che tremava.
«Sei con lui, vero?»

Thiago non contava più i minuti. Ormai erano a telefono da quasi un'ora, e non sentiva nemmeno la voce di Mar. Non osava pensare di cosa stesse parlando con la madre.


«Non importa. Abbiamo sbagliato noi. Ti prego torna. Lo vogliamo conoscere.»
A Mar non sembrava vero, che sua madre stesse pronunciando quelle parole. Sorrise.

«Mi sei mancata, mamma.»
E attaccò. Poi corse dentro casa. Thiago era lì, seduto sul divano, con la testa fra le mani. I loro sguardi si incrociarono.

«Ha posto una condizione» sussurrò lei «Vogliono conoscerti»
Lui la fissò incredulo. Poi si alzò. La guardò negli occhi e la prese in braccio, facendola girare. La baciò.

«Ti amo, Mar.»
«Anch'io, Thiago.»
E bastava vedere i loro occhi, per capire quanto queste parole fossero vere.


Spazio dell'autrice:
Io mi alterno, eh? Un capitolo buona, uno cattiva. Il prossimo quindi è cattivo hehe. Preparatevi. No dai scherzo. Farò la brava per un po', ma non aspettatevi niente di fisso, posso cambiare da un momento all'altro u.u. Spero vi sia piaciuto, e spero continuiate a seguirmi. Un bacio a tutti<3

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Capitolo 8
*** Cuando llegue tu amor. ***


Cuando llegue
tu amor,
no habrà mas 
desillusion, ni soledad.

Capitolo 7
 

Mar era seduta nel suo banco. Era passata una settimana dalla 'fuga' con Thiago, e, con tante preghiere ed una buona condotta, erano riusciti a convincere la professoressa a ripristinare i posti originali. 
«Rinaldi, potrebbe illustrarci la teoria di Mendel?»
'Eh? Parla con me?' Mar, in preda all'agitazione, fece cadere lo sguardo sul banco, dove Thiago stava scrivendo qualcosa. La risposta! Lo ringraziò con lo sguardo, e si rivolse a parlare con la professoressa. Non era la prima volta che lui la salvava da un brutto voto.


«Te la sei vista brutta, eh, prima?»
Le chiese lui, non appena la professoressa fu uscita.

«Eh già. Per fortuna ci sei tu..»
Si alzarono e si diressero verso il distributore di bevande, dove Mar aveva appuntamento con Tefi e Jazmin. Le trovò a chiacchierare con Melody, una ragazza che stava in classe con la sorella. A Mar non era mai stata simpatica.

«Ciao ragazze!»
Esclamò, piazzandosi avanti.

«Ciao Mar..Lei è Melody. Melody, lei è Mar, mia sorella.»
Guardandosi ancora intorno, Mar vide anche altri ragazzi della loro scuola. Simon e Nacho. Avrebbe tanto voluto vedere Rama, le mancava parecchio, ma purtroppo le finanze della sua famiglia non gli permettevano di andare in una scuola tanto costosa.

«Mar! Sai la novità?»
Le chiese Tefi, apparentemente emozionatissima.

«No, cosa?»
«Ha detto Luca che verrà in questa scuola, il prossimo quadrimestre!»
Mar sorrise, mentre una smorfia di disappunto si dipingeva sul volto di Nacho.

«Quindi, Tef, io e te non potremmo più andare a pomiciare nei bagni della scuola?»
Disse il ragazzo. Tutti risero, tranne Tefi, che lo guardò disgustata.

«Se proprio lo vuoi sapere, Alzamendi, credo che tu mi abbia confusa con una delle tue amichette.»
'Chissà perché Tefi si è arrabbiata tanto..' Si chiese Mar, mentre la campanella suonava e lei, per mano con Thiago, si dirigeva verso la classe. 'In fondo, era solo una battuta'.

Alle quattro di quel pomeriggio, mentre tentava inutilmente di studiare, Thiago sentì squillare il telefono. 
«Pronto?»
«Amoore, sono io...Senti, mi ha chiesto mamma se stasera tu e tua madre volete venire a mangiare da noi..»
«Hm, aspetta che glielo chiedo..»
Con il cellulare in mano, il ragazzo si diresse al piano di sotto, in soggiorno, dove la madre stava leggendo un libro.

«Mamma..Ho Mar al telefono, mi ha chiesto se vogliamo mangiare a casa sua, stasera.»
La donna annuì. Aveva proprio voglia di conoscere la famiglia della ragazza per cui suo figlio aveva perso la testa e, ovviamente, voleva conoscere anche la ragazza. Thiago sorrise, poi riportò il telefono all'orecchio.

«Ha detto di sì, amore..»
«Perfetto, alle sette a casa mia.»

Erano le sette meno venti e Marianella Tallarico Rinaldi era in accappatoio, con i capelli e il trucco già pronti, avanti l'armadio. Non riusciva a decidersi. Cosa si indossava, per conoscere la famiglia del proprio ragazzo? Tefi era seduta sul letto di Mar, a gambe incrociate, e le dava indicazioni.

«Saaai, quando io ho conosciuto i genitori di Luca, avevo un adorabile vestitino turchese, però non era troppo corto, perché sennò pensavano che ero una poco di buono. Poi i capelli li avevo alti, ma forse erano sciolti.. E .. Le ballerine, sì, avevo le ballerine e poooiii...»
Mar aveva smesso di ascoltarla da un pezzo, ormai. Alla fine optò per un paio di pantaloni bianchi ed una maglia rosa pallido a balze. Faceva un po' freddo, quindi mise un coprispalle bianco. Le ballerine ai piedi - l'unico suggerimento di Tefi che seguì - avevano un piccolo fiocco sopra. La porta suonò, e lei si precipitò ad aprire.


«Buongiorno signora, è un piacere conoscerla!»
'Forse ho avuto un tono di voce troppo acuto..'

«Buongiorno cara, il piacere è tutto mio.»
La serata incominciava bene.


Spazio dell'autrice:
Allooora. Spero vi sia piaciuto. Niente di che, lo so, ma vado di fretta, infatti non posso farvi nemmeno un commento decente. Un bacio, vi adoro <3

 

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Capitolo 9
*** Solo espero no te moleste. ***


Yo solo espero no te moleste
que todos sepan hoy...
Mi vida es mas feliz, con vos
bajo el sol.

Capitolo 8

«Allora, Marianella, parlami un po' di te.»
Nella sala da pranzo calò il silenzio. Beh, la signora Kendra non poteva sapere che la domanda che Mar detestava maggiormente era 'Parla di te', non poteva sapere che era un disastro a descriversi, e che odiava dare particolari della sua vita a qualcuno che, in realtà, nemmeno conosceva.

«Beh..» Iniziò la ragazza «Non c'è molto da dire. Sono una ragazza come tante. Studio, esco con le amiche, non mi piace mettermi in mostra o essere al centro dell'attenzione..»
Thiago rise.

«Insomma, mamma, non farle più domande che la costringano a parlare di fronte a tutti, o me la distruggi.»
Tutti si unirono a lui nella risata, tranne Mar, che diventava ogni momento più rossa. Specie poi quando, una volta alzati da tavola, nell'attesa che il dolce fosse pronto, sua madre cacciò fuori le foto di lei da bambina. Un classico. Voleva morire.


«Mamma, io e Thiago andiamo un attimo di là.»
Urlò Mar, prendendo per mano il suo ragazzo e trascinandolo via. Nella sua mente quel gesto avrebbe solo dovuto allontanare lui dalle foto pericolose, ma in realtà gli adulti presenti nella sala, pensarono subito 'A male'.

«Ragazzi!» Tossì la signora Rinaldi «Non chiudete la porta.»
Mar realizzò, forse, l'equivoco e strillò, ancora pù forte.

«VIENI ANCHE TU TEFI!»
Mentre Tefi, con passo annoiato, saliva le scale, si sentì distintamente il sospiro di sollievo dei genitori. 'Certo che' pensò Mar 'Non hanno nemmeno un minimo di fiducia in me...'


«Estefania, Marianella..Thiago..»
Disse il signor Elordi, cinque minuti dopo, facendo capolineo nella stanza. I ragazzi si girarono verso di lui, e fu Tefi a rispondere.


«Che succede, papà?»
«Giù, c'è il dolce..Scendete?»
Loro annuirono e scesero le scale. Mentre mangiavano con molto gusto, le ragazze videro Thiago alzarsi. Tossì, e prese parola.
«Innanzitutto, volevo dire grazie a voi, signori, per avermi accolto in casa vostra, per non esservi fermati alle apparenze, e per avermi dato una seconda chance. E non ve ne pentirete, perché io amo davvero vostra figlia, e non permetterò mai a nessuno di farle del male...Grazie per avermi concesso l'onore di avere lei al mio fianco, che mi illumina il mondo come nessuno ha mai fatto. Grazie per aver messo al mondo la persona più speciale del mondo.»

Tutti fissavano il ragazzo con occhi sgranati, tranne la madre che sorrideva amabilmente. E tranne, ovviamente, Mar, che non sapeva se ridere istericamente, commuoversi o arrossire. Quindi fece tutte e tre le cose.

«Spero non ti abbia dato fastidio...»
Le sussurrò il ragazzo poco dopo, appena furono in piedi.

«E' stato molto imbarazzante...Ma sei in assoluto il ragazzo più fantastico del mondo.»
E poi lo baciò. Senza importarsene di chi li potesse vedere o no. Consapevole solo del fatto di amarlo.


Spazio dell'autrice:
Vi giuro.Mi sto trascinando giusto per non lasciarvi senza niente (Anche se non è che mi date chissà quante soddisfazioni,eh)...Ma non va proprio,mi sa. Spero vi piaccia lo stesso, al prossimo cercherò di fare meglio. Un bacio <3

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Capitolo 10
*** No dejo de llorar. ***


Me voy buscándome, 
intento comprender, 
no dejo de llorar, 
no paro de volver. 

 

Capitolo 9
 

Aria. Ossigeno. Ne aveva bisogno, in quel momento. Non riusciva a respirare. Se qualcuno le avesse detto di averi visto Thiago che baciava Melody, non ci avrebbe creduto, avrebbe riso, si sarebbe arrabbiata. In effetti anche in quel momento, nonostante avesse la scena sotto gli occhi, non riusciva a crederci.
«Non..Non può essere.»
Sussurrò. A chi? Forse a sè stessa. Si portò una mano alla bocca, mentre li osservava. Lui sembrava così ... Preso. Non voleva vedere altro, corse via.

«Amore..» 
Thiago si avvicinava. Erano passati dieci minuti circa, e Mar era sulla panchina di fronte casa sua. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, e tirò su con il naso.
«Perché sei andata via così presto, da scuola? Potevi aspettarmi, eh...»
'Che faccia tosta, Bedoya'. Aveva voglia di piangere ancora.
«Mi sei sembrato occupato..»
Lui rise. 'Chissà poi che ha da ridere tanto'
«Quindi signorina, mi hai anche visto, e non ti sei avvicinata?»
Questo era troppo. Mar si alzò, con un'espressione sconvolta.

«Avvicinarmi?» Voleva urlare, ma non voleva attirare l'attenzione «Avvicinarmi mentre baciavi Melody? No grazie, ho ancora il mio orgoglio!»
Lui sembrò spiazzato, la guardò.

«Volevo dirtelo..Ma..E' stata lei, non io..»
«Certo, Thiago. Ci scommetto, sì, proprio come nei film: Lei ti bacia, tu non vuoi. Questo non è un film, sai? E io non sono la ragazzina innamorata che crede a tutto.»
Non ribatté. Mar andò via, mentre le lacrime riprendevano ad impossessarsi dei suoi occhi. Non poteva finire così.

Il display del cellulare si illuminava ad intervalli irregolari. La camera buia si rischiarava per qualche secondo, poi tornava tutto come prima. Mar prese in mano il telefono. Otto messaggi. Aprì il primo. Thiago, ovviamente. 'Amore, d'accordo, ho ricambiato il bacio. Scusami. Ma è stata lei, te lo assicuro, io non c'entro. Perdonami.'. Sti cazzi. Altri messaggi. Sempre uguali. Posò il telefono. Ancora buio. BIP. 'Muori, Bedoya'.


«Sei sicura, Mar?»
La signora Rinaldi-Elordi era parecchio preoccupata, mentre guardava la figlia minore.

«Mà, io qui non riesco più a starci...Sarebbe per poco, giuro. Il tempo di tranquillizzarmi.»
«Ma...Scuola? Potresti anche cambiare semplicemente classe, Marianella!»
«Non andrebbe bene..Lui è nella mia stessa scuola..»
Avrebbe cambiato. Non aveva voglia di andare nella stessa scuola con Thiago. Sarebbe morta.

 

Caro Thiago, sempre qui, sempre io. Non voglio nemmeno più dire 'Caro'. Perché  mi fai sempre star male? Stavolta non hai scusanti. Mi hai fatto toccare il cielo con un dito, mi hai fatta innamorare, più di quanto abbia mai amato nessuno - non ho MAI amato nessuno, oltre te, Thiago -, e poi mi hai tradita. 
Perché hai baciato Melody?
Perché non hai pensato a me?
Perché non mi ami quanto io amo te?
Perché nonostante questo continuo ad amarti tanto?
Sono più domande, rispetto l'altra volta, eh Bedoya? Ma stavolta non credo che tu conosca le risposte. Non voglio che tu le conosca, perché vorrebbe dire che io ho ragione, che non t'è mai importato di me. Non sopporterei la conferma di questo. 
Non ti importa di me, Thiago? Non ti importa di avermi spezzato il cuore?
Cambio scuola, scappo da te. Adesso sei soddisfatto? Con lei, puoi stare con lei, come hai voluto tu. Ti amo, ancora, accidenti a me. Addio.

 

Nuova lettera nell'archivio delle 'Non inviate'. Marianella guardò la sua nuova divisa sul letto. Non voleva andare via dalla sua vita. Ma voleva dimenticarlo. Le sembrava di essere lontana, ogni giorno di più. Quando si avvicinava al cuore di Thiago, lui la ributtava indietro, e restava così. Ad un passo dal suo cuore.

Spazio dell'autrice:
Ja, stavano andando troppo bene le cose,spero di non avervi sconvolte.Scusate se mi sto facendo sentire di meno çwç .. Vi prometto un capitolo almeno ogni due giorni *Incrocia le dita sperando di mantenere la promessa* D: .. Ma anche prima, se ce la faccio ... e.e .. Beh, spero vi sia piaciuto, un bacio e alla prossima ^^''

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Capitolo 11
*** Algun lugar donde te tengo. ***


 

Y anque de vos quiero escapar
siempre me acuerdo,
che existe en mi algun lugar
donde te tengo.

Capitolo 10
 

«Diamo il benvenuto alla nostra nuova compagna, Marianella Talarico Rinaldi.»
Non era facile cambiare scuola, ancor meno se si è quasi a dicembre.

«Grazie..»
Sussurrò Mar, senza sapere che altro aggiungere.

«Pss. Siediti qui.»
Un ragazzo con dei capelli ricci e neri la guardava dolcemente. Era la prima persona che le dimostrava un po' di gentilezza, e si sedette vicino a lui.

«Piacere. Io sono Pedro, Pedro Vorg.»
Non le sembrava come tutti i ragazzi snob della scuola. In realtà aveva proprio l'aria da ribelle, ma stranamente le ispirava fiducia. Gli strinse la mano.

«Marianella» Disse, nonostante l'avessero presentata poco prima «Ma chiamami Mar, per favore.»
«Perfetto, Mar. Come mai sei qui, in questa scuola?»
«Problemi nell'altra. Non mi piacevano le persone..»
Lui la guardò con un sorriso ironico, e forse un po' amaro.

«Troppo volgari per una brava bambina?»
Lei rise, cercando di non offendersi.

«Brava bambina a chi? Pensi che se potessi togliermi questa stupida divisa non lo farei?»
Pedro sembrò colpito. Stette stranamente in silenzio per il resto della lezione. Dal banco dietro quello di lui, sua sorella Luna si chiedeva cosa gli fosse successo.


«Allora, sorellina, com'è andata nella nuova scuola?»
Tefi ci scherzava sopra, anche se in realtà era parecchio preoccupata.

«Tutto bene, ho conosciuto delle persone simpatiche. Cioè Pedro, sua sorella un po' meno.»
Perché se era vero che Pedro era il classico ragazzo ribelle, un po' casinista, ma sempre con classe, sua sorella era veramente una 'perfettina', e Mar non le sopportava.

«Uhuh, Marianella, un ragazzo?»
Jazmin, come al solito, aveva afferrato solo la parte del discorso in cui Mar aveva conosciuto un qualcuno il cui nome finisse con la O.

«Sì un ragazzo, un ragazzo simpatico in una scuola di morti, il che è un miracolo!»
Si sarebbe divertita, lo sapeva. Ma...Sarebbe riuscita a dimenticare Thiago?

Era quasi Natale, era quasi tempo delle vacanze. Due settimane, che ovviamente non erano bastate a Mar per dimenticare l'amore della sua vita.
'Ci vuole un attimo per scordare una vita ed una vita per scordare un attimo', le diceva Pedro. Lui non voleva vederla giù. Era il classico tipo che per amore non soffriva, e si era legato parecchio a Mar, quindi non gli piaceva vederla così triste.

«E' solo un ragazzo, noi non siamo abbastanza speciali per stare così per noi.»
Lei, per un momento, rideva. Poi tornava ad incupirsi.
Pedro non sapeva che fare per farla sentire meglio.

La festa di Natale era arrivata.

«Andiamo, Mar, hai una voce stupenda! Devi cantare!»
Pedro, nel suo smoking un po' scombinato, la guardava.

«Ma non saprei nemmeno cosa cantare!»
'Sì che sai cosa cantare, Mar'.

«Quella che ti ho sentito cantare l'altro giorno era bellissima. L'hai scritta te?»
Lei annuì. E capì di non avere scampo, ormai. Salì sul palcoscenico, nel suo vestito verde, mentre tutti la osservavano. Fece un respiro profondo.

«Hay un lugar al que me voy, cuando estoy triste...»
Pian piano che andava avanti prendeva sempre più coraggio, e alla fine si divertì quasi. Anche se la canzone, alla fine, era per lui.


«Complimenti! Sei stata bravissima!»
Pedro la baciò e abbracciò mentre lei scendeva dal palco, mentre Luna era accanto a lui, stringendo le braccia al petto.

«Hm, sì. Non sei male, Marianella.»
«Chiamala Mar, sorellina!»
«Marianella.»
Quei due litigavano spesso, ma niente di serio. Si volevano veramente bene. Le ricordavano lei e Tefi.

«Grazie mille ad entrambi.»
Anche se Pedro non lo disse, lei sapeva benissimo che lui si era accorto che la canzone era per Thiago. Anche se provava a non pensarlo, lui era sempre dentro. Sarebbe riuscita a cacciarlo fuori?


Spazio dell'autrice:
Innanzitutto, non vi arrabbiate. So che molti di voi odiano Pedro. Non vi anticipo se ci sarà o non ci sarà una storia tra i due, ma sappiate che qualsiasi cosa è per la trama, eh. E poi Thiago si è comportato male.
Vi anticipo, invece, che nella mia FF tra Luna e Thiago non ci sarà mai nessuna storia, così almeno non vi spaventate e.e.
Visto che brava? Ho aggiornato subito subito! Alla prossima, vi amo<3

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Capitolo 12
*** Lastima. ***


Lastima que no me vè,
Lastima que me perdè.
Lastima que no siempre llega
lo que quieres.

Capitolo 12

Lo sguardo vuoto e vacuo di Mar si piantò su Tefi che, ingnara di quello che la sua frase aveva scatenato nella sorella, continuava imperterrita a raccontare. In realtà, la mente di Mar si era fermata sulle prime parole:
'A scuola tutto bene, il solito. Thiago sta iniziando ad uscire con Melody, sai?'
Quanto era passato? Un anno, poco meno. Un anno in cui Mar era stata convinta di averlo dimenticato. Lo diceva a tutti, ne era contentissima. Mai si sarebbe immaginata che una notizia del genere potesse sconvolgerla tanto.

«Sorella? Sei lì?»
«Sì Tefi, ci sono..Scusa..Hmm..Thiago e Melody? Mi fa piacere per loro.»
DOVEVA farle piacere. 'Mar, tu hai dimenticato Thiago, o sbaglio?'. La risposta veniva da sé. Però c'era anche un punto. Un dettaglio. Un piccolissimo dettaglio che Mar non aveva contato, su cui non aveva riflettuto. 

«Hei amore mio!»
La porta di casa si aprì, e il piccolissimo dettaglio sopracitato entrò dalla porta e le stampò un bacio sulle labbra.

«Ciao Pedro..»

Erano seduti in camera di lei a fare i compiti e a baciarsi - più a baciarsi che a fare i compiti, in realtà - ma la mente di Mar quel giorno era altrove. Lui se ne accorse.

«Che ti succede, piccola?»
Mar scosse la testa. 

«Niente, tranquillo..»
Ripresero a studiare. Lui le stette un po' lontano. Sapeva, per esperienza, che quando Mar iniziava a essere strana, non bisognava disturbarla. Lei intanto rifletteva. Era settembre, le scuole appena iniziate. Aveva passato un'estate meravigliosa con Pedro, tutto il contrario di quella precedente, angustiandosi per Thiago. Pedro era il suo ragazzo da circa quattro mesi, e si trovava bene con lui. 

«Adesso vado, piccola..»
Mormorò lui, quando ebbero finito di studiare. Le diede un bacio ed uscì.

«Ciao amore...»
Certo, quel gesto, compiuto da Thiago molto tempo prima, le aveva dato molte più emozioni, ma le andava bene così.
'Chi ha bisogno, poi, di emozioni, delle farfalle nello stomaco? E per cosa, poi? Per soffrire, come ho sofferto con Thiago? Meglio provare di meno, e non star male dopo'
Che ci sarebbe stato un dopo, Mar ne era sicura. Le cose belle finiscono, sempre. L'amore non esisteva, per lei. E il semplice fatto che uno come Pedro stesse con lei, le sembrava bizzarro. Lui era una nave, non aveva mai un porto dove attraccare. Possibile, che avesse scelto di fermarsi proprio dove c'era lei?


«Pronto?»
Il telefono squillava ormai da più di venti secondi. Solo che non c'era numero, sconosciuto. Mar si decise a rispondere.

«Mar! Finalmente hai risposto..Sono..Ehmm..Thiago..»
A distanza di nove mesi, la voce di lui la faceva ancora tremare. Cercò di restare calma.

«Bedoya, quanto tempo!...Cosa c'è?»
«Io..» Sembrava nervoso «Non riesco a chiamare Tefi..Mica è in casa?»
«Certo te la passo subito.»
Silenzio dall'altro capo del telefono.

«Si dice grazie.»
«Oh...Scusa, hai ragione. Grazie, Mar..Pensavo una cosa..Posso farti una domanda?»
'Posso farti io una domanda? Perché mi hai spezzato il cuore?'

«Dimmi..»
«Possiamo vederci?»

'Perché gli hai detto di sì, Mar?'
Si chiedeva mentre, il pomeriggio dopo, si dirigeva verso il luogo d'incontro con Thiago.

«Mar..!»
Lo vide, che sventolava la mano per farsi vedere.

«Bedoya..»
Restarono un po' a chiacchierare del più e del meno, delle loro vite. Lei non parò di Pedro, lui non parlò di Melody.

«Ho saputo..» Disse, però, Thiago dopo un po' «Che ti sei fidanzata..Me lo ha detto Tefi..»
«Beh, mi hai chiesto di vederci per farti i cazzi miei, Thiago? Sì, mi sono fidanzata, tu stai uscendo con Melody. Tra noi è finita quasi un anno fa, che vuoi, ora?»
«Tornare con te. Quello che ho sempre voluto in questi mesi.»
Lei si alzò, prima di iniziare a piangere.

«Peccato, Thiago. Ma hai baciato lei. Vuoi tornare con me, ma intanto stai con lei. Peccato, sai? Mi fa così male. Ma mi hai umiliata, mi hai ferita, mi hai distrutta. Ed ora mi hai persa. Mi spiace...»
Si alzò, ed andò via.

La conversazione era stata breve, ma bastò a spingere Mar a fare un qualcosa che non faceva da ormai nove mesi. Prese una penna, ed iniziò a scrivere.

 

Thiago. Chi sei tu? Me lo puoi spiegare? Te lo dico io, nessuno.
Non sei nessuno, per farmi stare così.
Non sei nessuno per tornare dopo nove mesi e dirmi che vuoi stare con me. 
Peccato che non sei riuscito a vedermi, peccato che mi hai persa. Peccato perché non sempre arriva quello che uno vuole. Io ti volevo, e mi hai tradita.
Ora tu mi vuoi, ma io per te non ci sono. 
Mi ascolti? Sto con Pedro. Sto con Pedro e tu non esisti più. Il tuo pensiero che persiste nel mio cuore non basta a riaccoglierti nella mia mente, ancora offuscata dal dolore che mi hai fatto provare.
Il cuore è uno strumento semplice. Il cuore compie solo tre azioni: Ama, soffre, dimentica. E poi torna ad amare, ricomincia.
Il cuore dimentica, capito? Il cuore riesce a perdonare, perché se ama dimentica. Ma la testa no. E la mia testa ti ha chiuso fuori da molto tempo ormai. 
Sarebbe facile dire che l'ultima lettera che ti scrivo è questa, ma non lo so. Spero smetterai di farmi star male, un giorno. Ciao, Thiago...
 
Spazio dell'autrice:
Allooora. Mi scuso per la grafica OSCENA dell'ultima parte - compresa la nota - della storia, però non so che gli prende a EFP çwç .. Beh, Mar e Pedro, lo so, li odiate. Perdonatemi, ma è la storia, non io (?) .. Beh, innanzitutto grazie a chi recensisce, mette la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate. Grazie a chi mi ama *O* .. Vi amo tanto tanto anche io, eh .. ! Alla prossima. Vi amo<3

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Capitolo 13
*** Volvì a vos. ***


Me fuy buscando
algo mejor.
Volvì a mi mundo
y volvì a vos.

Capitolo 13
 

«Secondo me il problema sei tu, Mar. Cioè. In fondo era stata Melody a baciarlo.»
«Ma lui ha ricambiato.»
«Ma è stata lei. E avresti anche potuto perdonarlo.»
«Tefi! Io sto con Pedro.»
«Seh, okay, hai ragione tu. Ciao Mar.»
Le conversazioni con sua sorella avevano il potere di distruggerla, di farla riflettere. Con il suo modo di fare sbrigativo e un po' acido, Tefi la aiutava a prendere delle decisioni. Ed ormai lei aveva deciso.


«Mi spiace Pedro..Tu..Davvero, è colpa mia.»
Sembrava la solita frase fatta, forse lo era. Ma era davvero colpa sua. Sua e del suo stupido cuore, che non erano riusciti a dimenticare Thiago.

«Beh, non fa niente. Sai come sono io, no?»
Sì, lo sapeva, ma sapeva anche che con lei era diverso, glielo dicevano tutti. E sapeva che in quel momento Pedro stava male, e anche tanto.

«Meglio così, allora.»
«Già.»
L'unica cosa che riuscì a pensare, mentre Pedro andava via, fu che avrebbe dovuto cambiare posto in classe.

Thiago e Melody si erano lasciati - in realtà non erano mai stati insieme - le aveva detto Tefi. E la voglia di stare con lui, di rispondere ad almeno una delle ottocento telefonate giornaliere che le faceva, di aprire almeno uno dei regali che ogni giorno le arrivavano, era forte. 'Non cedere, Mar', si ripeteva in continuazione. Ma la carne, si sa, è debole.


«Aprimi.»
Thiago, da sotto la finestra, si dava da fare per non urlare.

«Neanche per sogno, traditore di un Bedoya.»
«Non chiamarmi traditore e aprimi.»
«No.»
Mentre la loro conversazione procedeva nello stesso modo, Tefi uscì di casa. 

«Oh, Thiago!»
Mar sentì distintamente la voce squillante della sorella. 'Andiamo, non può essere così stupida'

«Vuoi entrare?»
'Sì, può esserlo'

«Grazie mille, Tefi..»
Disse Thiago. 'Sì ,davvero, grazie mille' pensò Mar. Anche se aveva il sospetto che il suo fosse un grazie ironico. Lui salì le scale. Accidenti alla sua camera che non aveva la chiave! Entrò.

Sarebbe molto romantico dire che i due si guardarono negli occhi, si resero conto di essere stati degli idioti e si baciarono. Ma non fu così.  Mar iniziò a buttare tutto quello che si trovava sottomano in testa a Thiago, lui strillava che lei era solo una bambina viziata. Il bacio ci fu. Magari non romantico come quello che tutti si aspettavano, ma ci fu. Passionale, intenso. Li lasciò entrambi senza fiato.

«Ti amo»
Sussurrò lui. Lei non rispose. Ma sapeva che lui aveva capito.

 

Caro Thiago, ti amo.
Oh, certo, ti odio anche. 
Ti odio per quello che mi hai fatto, ma ormai è acqua passata, almeno spero.
Baciami ancora, baciami ancora così.
E scusami.
D'accordo, è vero, sei stato un coglione. Ma abbiamo perso un anno per colpa mia. Per il mio stupido orgoglio. 
Me n'ero andata, cercando qualcuno che fosse meglio di te. Pensi che l'abbia trovato? Non lo so. Ma ho capito che tu sei l'unico, per me, e che non posso abbandonarti.
Non so cosa ci riserva il futuro, ma so che io e te siamo perfetti per stare insieme. Ti amo, davvero. Tua - per sempre - Mar.

 

Spazio dell'autrice:
Capitolo breve, sennò avrebbe perso intensità. Spero vi sia piaciuto ugualmente. La storia sta finendo, mi spiace dirvelo. O meglio, è già finita. Manca un ultimo capitolo, che posterò appena possibile. A presto - per l'ultima volta -, Milla<3

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Capitolo 14
*** Epilogo. ***


Asi como el dia sigue la noche,
cada final anuncia siempe un nuevo comienzo.
Que nos volvamos a ver.
Gracias por tanto.

Capitolo 14 - Epilogo
 

«Mamma! Mamma!»
Una bambina dagli occhi luminosi e dai capelli castani fa il suo ingresso nella camera. Seduta sul divano, a leggere un libro, c'è una donna che le assomiglia parecchio.

«Che c'è, Sofia?»
La bambina apre gli occhi, il suo viso si illumina in un enorme sorriso.

«Guarda cosa abbiamo trovato io e Bruno!»
Caccia da dietro la schiena una scatola rossa, piccola e poco pesante. La donna sorride con tenerezza, quando si rende conto di quello che sua figlia ha trovato.

«Ci sono delle lettere, dentro, ma non riesco a leggerle..»
La bambina fa solo la prima elementare, e la calligrafia di quelle lettere, che sua madre scrisse quando aveva circa quindici anni, è troppo complicata per lei.

«Me le leggi tu?»
Allora la donna la prende in braccio, e, piano piano, inizia a leggere. 
La prima lettera era una lettera di delusione, di rimpianto. Una lettera con molte domande, e poche risposte. Era una lettera di una ragazzina alle prime prese con l'amore.
'S
ono la stessa che ero prima, ancora una volta non credo nell'amore. Ma è diverso. Prima ero cinica, ora sono ferita.'
Così dice quella lettera. La donna legge, non si aspetta che sua figlia capisca. Ma legge e si perde nei ricordi. Poi passa alla seconda. Quella era una lettera di scuse. L'aveva scritta quando si era lasciata sopraffare dagli eventi, quando non credeva abbastanza dell'amore a tal punto da sfidare la famiglia.
Si era rifatta, poi, era scappata con lui. Ma questo, alla figlia, di guardò bene dal dirlo, ovviamente.
Terza lettera. Sofia, in braccio alla madre, è sempre più concentrata.
Altre domande. Stavolta non più confuse. Domande da donna, che però non capisce. Domande di chi si chiede il motivo di tanta cattiveria. Un'accusa, contro un tradimento. La donna legge il tutto con le lacrime agli occhi. Quella lettera le fa male, più di tutte le altre. Ma ormai, si dice, è acqua passata.

«Mamma, le hai scritte tu, queste lettere?»
Chiede Sofia. La donna annuisce.

«Vuoi che continui?»
Adesso è la bambina a fare cenno di sì con la testa. Vuole sapere come va a finire la 'storia'.
Allora Marianella prende in mano la quarta lettera. Una lettera di rabbia, di risentimento. Una lettera in cui  non rinnega più il suo amore, ma non è disposta a ridarlo ad una persona che, a suo parere, non se lo merita. Legge la quarta lettera con foga, dimenticandosi quasi di star parlando con una bambina di appena sei anni. Sul fondo della scatola è rimasta solo una lettera. 
Prende la quinta con delicatezza, ed inizia a leggere anche quella. Una lettera d'amore. D'amore tradito, che ricomincia a sbocciare, come un fiore dopo la primavera.
Ancora insicuro, senza volersi troppo sbilanciare, per paura d'illudersi e poi appassire. 
Mar sorride, adesso, con un po' di malinconia, mentre Sofia, ormai soddisfatta, se ne va via contenta. Troppo piccola, la bambina, per capire che c'è un dopo. 
Ancora con la scatola in mano, la donna va nella camera da letto. Lì, sul comodino, accanto ad una foto del marito, c'è un'ultima lettera, scritta appena due mesi prima. Una lettera che mai si sognerebbe di far leggere ai suoi figli, una lettera alla quale non aveva trovato un posto. Ora c'è.
Prima di metterla nella scatola, insieme alle altre, la prende in mano e la legge, per l'ennesima volta.

 

Caro Thiago, dove sei?
Dov'è finita la tua mente, perché non riesco ad incontrarti?
Ormai ho perso le speranze, sai?
Se solo quella maledetta macchina avesse fatto più attenzione, tu ora saresti con noi.
Invece sei lì, in quel letto d'ospedale, a lottare ogni giorno contro la morte.
Sei lì, e non hai mai visto Sofia, non hai visto crescere i tuoi figli.
Sei anni da incubo, amore. Sei anni in cui ho dato tutta me stessa a Bruno e Sofia. Ma a loro manca qualcosa, manca un padre, manchi tu.
Credo di essermente fatta una ragione, ormai. Parlo, ovviamente, del fatto che non tornerai da noi. I medici, lo sai, dicono che non c'è quasi speranza, che dovrei decidermi a staccare quella maledetta spina.
E' giusto costringere una persona a vivere così?
Bruno chiede di te. Non può ricordarsi, ovvio, aveva solo due anni quando sei andato in coma. Ma sa che ha avuto un padre, un tempo.
Ogni tanto li porto da te, i bambini. All'inizio, durante il primo anno, perché dicevano che la voce di Bruno poteva aiutarti a tornare in te.
Adesso, semplicemente perché non voglio che dimentichino.
Ma non sarebbe meglio così? Non sarebbe meglio che loro ti lasciassero andare, se è vero che non puoi tornare?
Ieri è venuta un'amichetta di Sofia a casa. Ha chiesto dove fosse il suo papà. La nostra bambina l'ha guardata con quegli occhioni così belli e ha risposto, con tutta la semplicità del mondo, che il suo papà stava dormendo.
Cosa accadrà quando i nostri figli si accorgeranno che tu dormirai per sempre?
Ho paura, Thiago. E tuttavia non ho il coraggio di staccare la spina, di porre fine alla tua vita che ormai non è più vita. 
Ti amo amore mio, e ti amerò per sempre. 

 

Mar.
 

Mar mise la lettera nella scatola, insieme alle altre, mentre le lacrime le rigavano il volto. Poco dopo si addormentò.
I giorni trascorrevano lenti, tra parole, tra azioni ormai divenute istantanee. Se non fosse stato per Sofia e Bruno, Mar si sarebbe abbandonata, avrebbe smesso di vivere. Ma loro c'erano.
In un giorno d'aprile - erano passati due mesi -, il telefono squillò.

«Pronto?»
«Signora Bedoya Aguero?» Disse la voce al telefono «Venga in ospedale. Si è svegliato.»

Spazio dell'autrice:
Sarò sincera. Volevo far morire Thiago. Poi mia sorella ha iniziato a picchiarmi, quindi ho dovuto abbandonare l'ipotesi. 
La storia è arrivata al termine. So che per la prima parte ho usato una tecnica narrativa diversa, ma volevo rendesse meglio, e solo così ci sono riuscita. Pooooi. Sofia .. Boh. Mi serviva una femmina, un maschietto come Bruno non si sarebbe mai fatto raccontare la storia delle lettere. 
Spero vi sia piaciuta, e che chi mi segue continuerà a farlo nelle prossime FF che scriverò. Anzi, se avete suggerimenti - o richieste, perché no? - chiedete pure. Sono disposta a scrivere su qualsiasi personaggio, e a dedicare FF a chiunque mi abbia seguito.
Un ringraziamento particolare va ad AnneMarieClaire, a cui - come sapete - è dedicata la storia, e a Marthiagojaznacho che mi sempre seguita. Un bacio a tutte.
Ps: Come avete visto la canzone iniziale non c'entra con la storia. Ma essendo l'ultimo capitolo ho voluto mettere questa. Citando Cris Morena, 'Gracias por tanto'.

Se volete sono anche qui http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1012912&i=1 con un Aleca *O*

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