Tieniti stretti gli amici, più stretti i nemici!

di Laila
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il furto ***
Capitolo 2: *** Pedinamenti ***
Capitolo 3: *** Torreporetta ***
Capitolo 4: *** Lo scatto ***
Capitolo 5: *** Biliardo minato ***
Capitolo 6: *** Ombre in cielo ***
Capitolo 7: *** La fine dell'eclisse ***
Capitolo 8: *** Ricordi strappati ***
Capitolo 9: *** Salto nel vuoto ***
Capitolo 10: *** Il 5 giugno ***
Capitolo 11: *** Apnea totale ***
Capitolo 12: *** Bugie ***
Capitolo 13: *** Terrificanti rivelazioni ***
Capitolo 14: *** Animo controvento ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il furto ***


Il furto

Non riuscivo a capacitarmi della situazione assurda in cui ci trovavamo.
Lui stavolta mi fissa con fare severo.
- Coraggio Herm, sei con me oppure no? -
Li guardo di nuovo, poi mi scolo il fondo del bicchiere, aspettando il postumo del bruciore dell’ acquaviola corretta, eccolo è arrivato.
Deglutisco aspettando ancora un istante, prima di liberare le mie labbra in "sì" basso e profondo per poi lasciarmi trascinare dalla sua mano, nella notte gelida e fonda.


Quando questa storia è cominciata, è bene specificare che non sapevo cosa significasse tormentarsi d’amore, mi ero innamorata sì in diverse occasioni, ma ero sempre riuscita a rimanere razionale persino quando uscivo con quel geniaccio di Ron… non avevo conosciuto, come si dice? Ah sì, il grande amore, quello che tanto schernivo guardando i mielosi film babbani con mamma.
Allora non sapevo nemmeno cosa fosse l’istinto, perché io dovevo sempre avere un piano in mente, e almeno altri due di riserva pronti all’uso, ragion per cui non dovevo essere colta alla sprovvista da niente e nessuno, e mai e poi mai mi sarei permessa d’agire senza considerare tutte le conseguenze possibili e immaginabili, ma poi qualcosa dentro di me cambiò.


Tutto cominciò a metà del mese di maggio.
Le lezioni frequentate erano raddoppiate, allo scopo di aiutare gli studenti più inetti con corsi di riepilogo, io ci andavo per puro e semplice ripasso, quel venerdì diciassette ero appena uscita dall’aula di erbologia e seguivo Harry di trafilata.
Il corridoio era sovraffollato, le finestre pregne del caldo riflesso stagnato erano tutte ermeticamente chiuse, l’afa si era fatta davvero insostenibile.
Avevo perso di vista Harry, ma suppergiù doveva trovarsi un paio di teste avanti a me.
Un attimo dopo, non so per quale maledizione, urto bruscamente una spalla, finisco col sedere a terra soffocando a stento un gemito di dolore, se a questo aggiungete che nella caduta anche i miei appunti si erano sparsi dovunque sul pavimento, capirete in che stato pietoso gli studenti mi lanciavano occhiate.
Alzo lo sguardo per vedere chi ho urtato, ma decido subito tra me che non è il tipo da meritarsi le mie scuse… probabilmente l’ha fatto apposta!
Mentre lo scruto dal basso Draco Malfoy si massaggia all’altezza dell’ascella con una smorfia appena accennata del mento.
Raccolgo i miei appunti in silenzio ma all’improvviso me lo ritrovo ginocchioni di fianco, così, cercando di non pensarci faccio più in fretta che posso a raccogliere le mie cose.
- Guarda dove vai sangue sporco! - sillaba forte mentre afferra il suo quadernetto nero, caduto assieme ai miei.
Rimango allibita ad osservare il suo ghigno riprovevole e i suoi occhi di un grigio-azzurro neutro e spento.
- Lasciala in pace! -
E’ Harry, deve essere tornato a cercarmi.
Il serpeverde torna ora in piedi - Perché altrimenti tu che fai? — lo sbeffeggia.
Mi alzo di scatto impedendo come sempre la zuffa, me la cavo sussurrando due paroline all’orecchio di Harry.


Stavamo per allontanarci ma a quanto pareva Malfoy non aveva finito.
- Ti fai comandare da una mezzosangue, Potter? -
Harry si volta incrociando lo sguardo beffardo del coetaneo.
Metto prontamente una mano sulla spalla del mio amico, è tesa.
- Lascialo stare quel pazzo, non ne vale la pena! —
Mi sembra che persino Malfoy avverta le mie parole perché mi posa lo sguardo addosso per mezzo istante.
Stavolta però Harry non è intenzionato a lasciar cadere la faccenda.
- Sei bravo solo a parole Malfoy, SOLO A PAROLE! -
Comincia ad accalcarsi della gente, ora si che mi manca l’aria.
Le sopracciglia rettilinee del serpeverde si divincolano dallo stato di calma e assumono un taglio minaccioso.
L’ansia mi assale.
Entrambi infatti come seguendo il flusso dei miei peggiori ragionamenti sostano la mano destra sulla bacchetta.

 

- Che sta succedendo qui! — interviene ora la Mcgranitt, facendosi largo fra i ragazzi.
L’educatrice batte le mani per fare ordine e richiama ognuno nella sua aula di destinazione.
Fu con ritrovato sollievo che anch’io passai la seconda e la terza ora di difesa contro le arti oscure seduta in un angolo lontano dalla cattedra.
Quando però cerco nella tasca della gonna un fazzoletto, il sangue mi si gela nelle vene.
Non c’era! Il giratempo non c’era!
Faccio un paio di respiri profondi e cerco di rimettere a fuoco lo scorrere di quella pessima mattinata, non per niente era venerdì diciassette!
Dove l’avevo perso? A colazione era ancora lì, ad Erbologia pure, ma allora dove?
Un Flash, il corridoio, Malfoy…Malfoy, il corridoio, tutta la scena mi ruota veloce attorno come un vortice impazzito, l’epicentro è nella mia testa, lì c’è anche la risposta.
Ce l’ha lui! Raggiungo il luogo del mio "scontro" col serpeverde e lo passo al setaccio, ma sul pavimento trovo solo un pò di polvere.


Lascio passare la giornata, alle 21.30 mi dirigo con il libro che ho preso in prestito dalla biblioteca quel pomeriggio stesso e mi sistemo nel panchetto del sottoscala, completamente sola.
C’è una pagina bianca tra la centosei e la centootto, incuriosita pronuncio un incantesimo che avevo letto su un libro per maghi maggiorenni ed assennati… so che non dovevo, ma è stato più forte di me, e poi Silente si era allontanato dall’ufficio!

La pagina è proprio quella che fa al caso mio.
Bacchetta puntata sul collo, leggo le parole di un difficile incantesimo che è per risultato l’opposto dell’accio.
- Controrumund giratempo accio! -
In pratica invece che riprendere il mio prezioso giratempo con l’accio, che tra parentesi non avrei potuto richiamare senza vedere l’oggetto in questione, la bacchetta mi materializzerà nel luogo dove si trova il mio giratempo.
Questo incantesimo funziona solo perché devo ritrovare un oggetto smarrito.
Anche se non è possibile smaterializzarsi all’interno della scuola, con questa formula potevo aggirare l’ostacolo e riuscire a smaterializzarmi.


A conferma di ciò, nell' istante dopo appaio con mia infinita sorpresa in una stanza da bagno!
Lo scroscio dell’acqua e la vetrata separé appannata, sono chiari segni che non sono sola in quella stanza.
Cerco di sbirciare dovunque, dal lavandino al baule, mi muovo in punta di piedi attenta ad ogni singolo passo, esitante, mentre senza accorgermene avanzo piano verso l’uscita.
Lo scroscio dell’acqua si blocca con un inquietante cigolio acuto, la figura all’interno si è alzata in piedi. Sono tremendamente nei guai!
Mi sento mancare le gambe... Poso le spalle sul muro gelido e mi aggrappo al portasciugamani, non ho neppure il tempo per appurarmi che abbia le fattezza di due serpenti intrecciati come sospetto, perciò trattengo il respiro.
La sagome chiara è di spalle e mi sembra abbia le fattezze di un ragazzo.
Inoltre chiunque ci sia al di là della barriera annebbiata è sicuramente un serpeverde, uno vale l’altro, non starò certo qui a scoprirlo!
Mi accorgo che l'incauta presenza si sta tamponando con un asciugamano bianco, se l’è già annodato alla vita, potrebbe voler uscire… devo nascondermi o sarà la fine!


Ogni mobilio che osservo mi pare troppo esile o troppo basso per nascondermi decentemente e così rimango paralizzata dove sono, percorsa dai brividi. Poi un pensiero coerente. Ho la bacchetta in mano! Ho la bacchetta! Di sicuro lui non ce l’ha…

Mi sono concessa il lusso di gioire di questo mio vantaggio ma fra poco scoprirò che è già troppo tardi.
Il divisorio viene tirato via bruscamente. Ora vedo chiaramente chi c’è.
Lui mi pare un attimo accigliato.
- Granger? — sussurra con una nota d’ilarità nella voce roca, come se si fosse appena svegliato.
Luccido e gocciolante allo stesso tempo, scende come oro colato su quella pelle diafana, con l’eclatante esibizionismo di una medaglia immeritata.
- Accio giratempo! — urlo riprendendo ciò che è mio.
Malfoy non mi pare arrabbiato, sorride quasi divertito della mia impresa.
- Che ci fai qui sangue sporco? Vuoi che ti dia una lavata? -
- Attento a quello che dici Malfoy! — distendo il braccio con la bacchetta arrossendo.
Il serpeverde scarta l’ostacolo e in breve guadagna sulla nostra distanza, poi mi stringe il polso costringendomi a lasciare la mia unica arma di salvezza.
La bacchetta rotola a terra, diciamocelo, sul fronte fisico non ho speranze.
- Faresti meglio a stare attenta a ciò che faccio… - finge di rimproverarmi.
- Che ci fai qui nel mio dormitorio? Non lo sai che sono un prefetto, potrei anche punirti...- sta volta fa sul serio.
- Ah sì? Bel lavoro di guardia stai facendo!- sbuffo di rimando esibendo un sorrisino tirato.
L’altra mano affaticata sembra che lo lasci quasi fare mentre si riprende il medaglione che mi ha rubato e lo getta sul tappeto accanto alla bacchetta.
- Come hai fatto a intrufolarti? Non ti ho sentito arrivare...— domanda curioso senza mollare di un minimo la presa.
Cerco invano di liberare i polsi che lui tiene con una sola mano sopra le nostre teste mentre mi blocca il lato sinistro con un gomito puntatomi a pochi centimetri dall’orecchio.
Non dice più nulla, continua a guardarmi imperscrutabile, mentre una nube di vapore attraversa le nostre facce e aspetta.
Aspetta una risposta che non gli svelerò mai.

Non sento più le mani, abbasso lo sguardo, saranno passati pochi minuti da che sono lì ma somigliano di più all’eternità.
- Guarda che ti vedo tutto — confesso non accennando a muovere il mio sguardo lì dove ci dovrebbe essere il pube del serpeverde.
Malfoy mi libera quasi imbarazzato, ma prima che scopra che è un bluff mi riprendo giratempo e bacchetta.


- Controrumund letto accio! — sussurro prima che Malfoy mi afferri, ed eccomi di nuovo nella mia stanza da Grifondoro, col cuore a mille. Le mie amiche placidamente addormentate non si sono accorte di nulla.
Devo ammettere che ho imparato un incantesimo utilissimo.  
 

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Capitolo 2
*** Pedinamenti ***


Nuova pagina 1

Pedinamenti

 

La fortuita scoperta del “controrumund” non portò solo effetti positivi nella mia vita da strega… per esempio, qualche giorno dopo mi sentì notevolmente osservata.

Ogni volta che giravo l’angolo o buttavo un’occhiata all’indietro, nove su dieci intercettavo Malfoy poco distante da me.

Le statistiche mi davano da pensare…

Nell’intervallo dal pranzo, decido di restare in compagnia di Harry, Ginny e Ron, invece che passare in biblioteca…

Il gruppo senza percepirlo mi trasmette sicurezza.

 

Nessuno però si era accorto della presenza costante del serpeverde, chiramente perché nessuno di loro aveva fatto irruzione nel suo bagno, con la conseguenza di sentirsi più spiato del solito.

- Hermione è preoccupata per il test di biologia, non vedi com’è silenziosa stamattina! -

Oh, Ron, vorrei che fosse solo quella la mia preoccupazione, eludo dall’affermare, al solo pensiero di dovergli riferire l’imbarazzante figura della nottata scorsa mi sale la pelle d’oca.

Devo rilassarmi, sono troppo tesa, forse la mia è solo paranoia, chissà magari è solo una coincidenza.

– E’ solo che ho dormito poco, le ragazze non la finivano più di chiacchierare…- per dar maggior sfoggio della mia stanchezza porto una mano alla bocca simulando uno sbadiglio.

Anche se non è una cosa di cui mi dovrei gloriare, mentire mi è sempre riuscito bene.

 

Harry e Gin camminano una con la mano sul fianco dell’altro.

Ginny stringe maggiormente la presa attorno alla giacca di Harry, il braccio per così dire libero, lo ha fasciato da un foulard lilla che le attraversa in diagonale la camicia della divisa.

Purtroppo per colpa di una lezione mal gestita dall’ex professore di difesa (ora licenziato e sostituito) Ginny si è quasi rotta un braccio e così conciata non può di certo giocare a quidditch! Tutti i titolari sperano che si rimetta in tempo per il torneo perché oggettivamente difende molto bene la nostra metà campo.

- Posso vedervi allenare? -

Che carina! Ha un aria così genuina e adorante in questo momento.

Harry balbetta senza riuscire a darle risposta, infine si volta indeciso verso il fratello di Ginevra.

- Ron? - supplica passando la palla al collega.

Weasly sbuffa contrariato, non capisco se ce l’abbia con la debolezza di cuore di Harry, o col fatto che deve ripetere sempre la stessa nenia a sua sorella.

- No che non puoi, testa di zucca! Lo sai anche tu che ci alleniamo più severamente! - incrocia le braccia al petto evitando di guardarla.

Ginny si ferma nel bel mezzo del chiostro, costringendoci a fare altrettanto…

- Ma non mi succederà niente! Insomma so schivare un bolide meglio di te! – rimbecca.

- Ginny… - ora c’è Harry, che con pazienza la interrompe.

- Ron ha ragione, non puoi fare sempre di testa tua. -

Sento che è il mio turno di rincarare la dose, debbo aiutarli.

- Madama Chip ti ha detto che non puoi giocare e non sta bene nemmeno che tu stia lì a sedere tra gli spalti, logorandoti perché non puoi giocare… stai ancora prendendo la pozione che ti ha dato giusto? –

- Beh in effetti… – borbotta desolata, sa benissimo che quel discorso è a senso unico per lei.

Con un buffetto Ronald colpisce Harry sulla spalla - A proposito! noi dobbiamo sbrigarci… –  intende che devono correre ad allenarsi.

- Ci vediamo – Harry sorride, poi mi mormora nell’orecchio:

- Tienila d’occhio per un paio d’ore, ok? –  mi schiocca un bacio sulla guancia, ne tira uno a Ginevra e s’incammina anche lui dietro al rosso.

Salendo in una marcia rapida e scomposta raggiungono lo sbocco che dà sull’esterno.

Lascio vagare i miei occhi sul posto, Malfoy è appoggiato ad un pilone del colonnato, sta in piedi con un ginocchio alzato, le braccia incrociate dietro la nuca, ha l’aria annoiata.

 

- Come li invidio! – rimarca Gin mandando una linguaccia alle spalle dei due giocatori grifondoro.

Annuisco brevemente, in realtà poco interessata all’argomento – Harry non riesce proprio a baciarti quando tuo fratello è con te! – svio.

Sorride. L’è venuta in mente una battuta: - la prossima volta lo bacio io, vedrai di che colore diventa! Scoppiamo a ridere sommessamente, Gin è ancora più raggiante da quando sta con Harry, e lui pure è quasi più sereno.

Torno a guardare quel pilone, Malfoy è scomparso, smaterializzato.

Senza i miei due grifondoro sono una facile preda dell’ansia.

- Scusa Mione ma devo proprio andare -

No Gin! non puoi lasciarmi qui da sola!

- Dove? –

- Ci sono Sasha e Lauren, ci vediamo dopo in sala grande! -  fa un cenno di saluto con la mano sana.

Sasha e Lauren sono coetanee di Gin, una è di grifondoro l’altra è di tassorosso.

Si riuniscono mettendosi a chiacchierare alla buona… si nota immediatamente che sono affiatate.

Ho promesso al mio migliore amico di tenere d’occhio Ginny e non lo deluderò… quindi decido di pedinarle a distanza, non posso certo far gruppo con loro! Finirei per sembrare “un tantino” invadente! Aspettare che escano dal chiostro per poi inseguirle mi sembra la cosa più saggia.

 

Sfilo con calma apparente tra gli studenti fino a che mi ritrovo due braccia prestanti addosso e mi sento sollevare sgarbatamente di peso.

- Buona mezzosangue, non fare scenate! -

Tiger sogghigna al compagno, entrambi mi sostengono sottobraccio, impedendomi qualunque torsione o mossa azzardata.

Vengo spintonata a forza, strattonata e infine lasciata cadere in una stanza dove, non ci vuole la Cooman, so già chi mi attende.

- Un inchino! sei felice di vedermi? - Malfoy e la sua linguaccia velenosa.

Mi tiro su da ginocchioni, facendo leva sulla superficie di un banco, viola dalla rabbia.

I discorsi stanno a zero, mi hanno fatto male e poi non sopporto d’essere trattata come uno zerbino!

- Perdi tempo sorvegliandomi con questi inutili appostamenti. –

I suoi gorilla parlottano alle mie spalle.

- Potete andare – li congeda il capo e loro se ne escono senza replicare.

Sul suo volto spicca un mezzo sorriso.

 - Dì un po’ chi era la maniaca squilibrata di ieri sera? Non sei nelle condizioni di fare la schizzinosa… ti facevo più intelligente Granger!–

Attraverso un crescendo di malumore che mi porta ad uno stato di forte disagio interiore.

Prende a gingillarsi con la punta di un mio ricciolo, serro i pugni.

- Smettila! -

- Di far cosa? – si diverte eccome!

Lo osservo strusciarsi la punta della mia ciocca sulle labbra, mi sembra quasi di sentire il calore sprigionato da quel gesto. Che mi prende? Ho la gola assetata. 

- La parola d’ordine del nostro dormitorio è stata cambiata, ho preparato anche altri piccoli accorgimenti per la sicurezza, ma ora spiegami come diavolo hai fatto! -

Lascio scivolare piano la bacchetta nascosta dalla lunghezza della manica della camicia.

Il serpeverde sposta simultaneamente lo sguardo verso il basso come attratto da qualcosa.

La sua mano ora è sul dorso della mia, me ne accorgo dal suo sfacciato solleticarmi.

- E’ meglio se me lo dici con le buone… - bisbiglia.- Non sai di che cosa sono capace…-

Se crede d’impressionarmi con la sua nonchalance da bello e dannato si sbaglia di grosso. Ho un cervello io! Lo addito con la bacchetta, pronta a invocare un incantesimo.

Accade tutto in un lampo, sopporto un agghiacciante strattone all’attaccatura dei capelli, indietreggio e perdo per l’ennesima volta in due giorni la bacchetta. Maledetto!

Mi costringe a reclinare la testa da un lato, cerco di strapparmelo di dosso agitandomi come una serpe, lui non molla, tanto per condire di più la situazione mi sono fatta male sullo spigolo di uno dei banchi ma i nostri visi rimangono tuttora vicinissimi…

Spossata, sudata, ho le palpitazioni, praticamente sono un disastro e lui che fa? Mi bacia!

La sua lingua scava veloce sull’insenatura della mia bocca che, da appena dischiusa si spalanca per la sorpresa.

Con una mano, mi spinge il dorso non troppo delicatamente e mi issa contro il suo corpo come fossi una banderuola in balia del vento.

Mi difendo mantenendo la distanza fra in nostri busti frapponendovi le braccia intirizzite.

Trasalisco impercettibilmente, ci mette troppa foga!

Racimolando quanto mi resta, raccolgo le mie ultime forze tutte in una, per allontanarlo.

Mi stupisco subito di non avergli piantato un bello schiaffo, tanto per colorargli una di quelle pallide guance ossute. Si pulisce le labbra col polsino della camicia.

- Mezzosangue – dice prima di sputare giù per terra.

Fermo le lacrime in extremis, incapace di frenare un tremito di paura. Sarei dovuta scappare proprio in quella frazione di secondo ma per qualche assurdo motivo non lo faccio.

- …Che ti è preso… perché? –  spaesata passo una mano sul punto in cui mi aveva tirato i capelli.

Malfoy mantiene il mio sguardo, i lineamenti di quel viso non si contraggono, che senta  piacere o fastidio non posso capirlo, non accenna neppure uno dei soliti ghigni sintetici.

La sua voce, in seguito, rompe il silenzio…

- Conosci il detto che recita testualmente: Tieniti stretti gli amici, ma /

\ Ancora più stretti i nemici. – finisco io per lui.

- Te lo detto Granger, lo scoprirò o con le buone o con le cattive…-

Mi avvicino senza tentennamenti. – Facciamo che te lo dico se tu mi dici che volevi fare con il mio giratempo… –

Storce un sopracciglio paglierino. - O con le buone o con le cattive – ripete antipaticamente, senza darmi adito. Basta così, mi sono gingillata abbastanza con lui.

- Preferisco le cattive –

Ecco il suo Ghigno.

- Ti do tempo una settimana, poi ne verrò a capo, stanne certa.- una volta oltrepassata la soglia avverto la sua voce a malapena.

Il battito che mi era tornato quasi regolare, accelera assieme ai ricordi degli istanti appena trascorsi, facendomi piombare nella confusione più totale, mista a stress.

Respiro all’insegna della calma e del sangue freddo che possiedo, ma che irrimediabilmente mi hanno abbandonata per colpa sua!

Di lì a poco farò un salto in infermeria, alla ricerca di qualche pozione tranquillizzante.

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Capitolo 3
*** Torreporetta ***


Nuova pagina 1

Torreporetta

 

Una settimana.

Nonostante le sue minacce, le notti e i giorni sono trascorsi così lisci che provo un certo disappunto per Malfoy…

Persuasa che si fosse scordato della parola data, non capivo perché mi sentissi così irascibile, bastava un niente per farmi saltare la mosca al naso, anche se questo può benissimo imputarsi al fatto che ero sempre pronta a smascherare i suoi scagnozzi da dietro l’angolo.

Buone nuove d’altra parte ce ne furono, al braccio Ginny non portava più la fascia, tra la nostra felicitazione si era quasi ristabilita.

Stacco gli occhi dalla finestra, sono seduta in sala grifondoro, accanto ad un Ron talmente concentrato che sembra un altro.

Il sole del pomeriggio gonfia di luce le sassose nubi che lo accerchiano, quasi si opponesse ad esserne investito.

- Uffa, ma quanto ci mettono! – rimbrotta Gin un po’ isterica.- Per me non ha mai tempo! -

Nell’attesa il volto di Harry è serio e contratto.

Le faccio notare che se suo fratello s’impegna può farcela.

- Alfiere in E sei –

Il pezzo prescelto si muove in diagonale sbriciolando poi il pedone avversario, il re nero di Harry è in trappola.

Un calcio alla gamba del tavolo lo fa vibrare facendone ballonzolare le pedine. – E che cavolo! – sbotta il bruno contrariato.- Speravo non te ne accorgessi! -

- Ti arrendi? –.

- Non mi sembra che possa fare altrimenti – confermo.

Gin finalmente si da pace.- Bene, ora puoi venire con me! – lei e il suo amore devono andare al lago.

Ron rivolge lo sguardo all’amico – Hai un appuntamento con mia sorella… adesso? –

Harry casca dalle nuvole, sembra la reincarnazione di un pesce rosso.

- Io non me lo ricordavo… ah già! Me l’aveva dato lei… – si salva in corner.

- Dovresti fare più attenzione a quel che ti dice testa di zucca – commenta Ron da perfetto fratello maggiore.

Dopo aver mordicchiato il labbro inferiore annuisce, così i due piccioncini se la svignano con permesso.

Povera Gin, io non avrei mai la sua pazienza, è anche per questo che ho lasciato Ron… erano più i momenti di litigio che quelli d’intesa… ad un certo punto non capivo più perché mi c’ero messa assieme, lui si era scordato anche le basi del mio carattere, di come ero fatta.

Sono giunta alla conclusione che paradossalmente lo preferivo come amico.

Quando ci frequentavamo, una volta, andavamo ad una festa qui, o una partita di là… lo seguivo perché come tutti i Weasly è molto estroverso e gli piace stare in buona compagnia.

Ron era molto più impacciato di Victor, il mio primo ragazzo, e spesso di una gelosia imbarazzante ma gliele ho sempre perdonate.

L’unico difetto era che non poteva vedermi toccare libro! Se ci penso può sembrare una motivazione molto stupida, ma per stare dietro al nostro rapporto avevo lasciato la vera me stessa alle spalle. Insomma io non l’avevo certo obbligato a smettere di giocare a quidditch!

Il rapporto comunque sia l’abbiamo fatto fallire assieme, non posso dargli anche le colpe che non ha avuto.

All’imbrunire, verso le 20 ogni casata ha l’obbligo di portarsi in sala grande, di lì a poco si sarebbe tenuto il discorso del preside.

Circolava una voce, quella sera confermata dal Albus in persona, che ci sarebbe stata un ispezione importantissima tra le quattro mura del castello.

Tale ispezione, indetta una volta ogni cinquecentoottantatre anni dal consiglio di amministrazione scolastico è un evento vissuto dagli studenti come una festa coi controfiocchi.

Eravamo un po’ tutti sconquassati per via dei preparativi, dovevamo sloggiare al più presto da Hogwarts e prepararci ad un massacrante tour de force fra letti e valige.

Per l’occasione l’itero corpo docente e non (fatta eccezione dei fantasmi e del custode gigante), traslocava in un casolare ad Hogsmead chiamato “Torreporetta” residenza di una strega, ex-studentessa di cui Silente andava ciarlando fieramente.

La rigorosità con cui il capo d’istituto ci informò della gita di cinque giorni ad Hogsmead, o del fatto che lui e i professori avevano già fatto un sopralluogo sul posto o dell’assicurarci il regolare svolgimento delle lezioni mi lasciò con l’amaro in bocca.

Possibile che ero la sola a pensare che fosse una pessima idea? Se Voldemort avesse cercato di nuovo Harry avrebbe fatto stragi di innocenti e mucchietti di polvere delle attrazioni di Hogsmead…

Avrei confessato volentieri i miei timori a Silente, ma forse anche lui era fornito di un mantello dell’invisibilità come Harry, perché sparì.

Fui costretta a seguire la massa e preparare i miei bagagli, del resto non c’era molto tempo.

L’appuntamento con gli ispettori era previsto fra tre giorni alle 16 del pomeriggio.

Ammassati in centinaia, praticamente sbattuti fuori dal monumentale ingresso con valige, gabbiere, e sacchi a pelo che adornavano la collina, ci radunammo per case.

Certe ragazze si erano portate due, tre valige a testa, tra cui andava premiata per la volontà, Pansy  Parkinson (e la sua scorta di elfi al seguito) munita di ben due valige imbottite, un borsone e due zaini tipo scout affamato!

D’un tratto io ed Harry avvistiamo Silente in compagnia di Hagrid lungo le pendici della nera foresta, e ci capiamo tempestivamente.

- Professor Silente! – strilliamo nella sua direzione.  

Il vecchio mago ci saluta con un cordiale cenno del capo e aspetta d’essere raggiunto.

Harry non si perde in convenevoli - E’ sicuro che sia la cosa giusta da fare? Voglio dire, ci si può fidare di questi maghi? E se fossero dei mangiamorte? – sussurra mentre io recupero aria nei polmoni. Silente lo accarezza sulla testa, spettinandolo.

- Non c’è nulla da temere… i seyttor sono auror di una sezione speciale, tipi molto in gamba, anche se con un orrendo gusto per le divise – soggiunge – …E’ la prassi, e poi Hagrid resterà ad occuparsi del bosco – ci strizza l’occhio.

Sospiro – Beh, se le cose stanno così, mi sento un po’meglio –

Dalle acque, limpide e piatte fa il suo ingresso una battello dalle fiancate bianche-rosse.

Silente ce la indica – Eccoli! –

Il primo mago che mette piede a terra sale diretto verso di noi, anche Ron ora ci affianca.

I nuovi visitatori vestono tute ignifughe simili a quella dei pompieri o degli automobilisti da corsa babbani, le tinte sono tutte standard, sul beige con uno stemma di un poliedro stampato al centro della tuta.

Intorno al capo indossano visiere rossicce che gli ricoprono buona parte del setto nasale e degli zigomi.

Grattastinchi impaurita dai seyttor si divincola e scappa dalle mie braccia.

Quando il capo del gruppo ci è davanti stringe vigorosamente la mano di Silente.

- Ben arrivati, spero abbiate fatto buon viaggio -

- Il migliore Signor Silente – risponde quello, poi sembra notarci.

- Buongiorno – ci saluta alla militare, sulla sua mascherina cominciano ad apparire lettere e cifre.

- Hermione Granger, 17 anni, peso 52,2 kg, segni particolari nessuno, Uh! Complimenti per il suo quoziente intellettivo signorina. – si ferma.

Ci stringiamo la mano – E lei è? –

- Tod Quarantes, della squadra seyttor, per servirla! - china il capo fatto di irti capelli bruni.

Ronald infila due diti in bocca e fischia – E’ davvero stupenda quella roba – allude alla visiera.

- Grazie! - Solo ora Tod vede Harry.

- Non occorre avere questa visiera per sapere chi è lei –

Harry si gratta la testa - Oh… mi dia del tu – gli tende la mano.

Dopo una generica chiacchierata sull’edificio, Silente lascia le chiavi a Tod e partiamo alla volta di “Torreporetta.”

All’arrivo ci sentiamo spossati.

- Finalmente i ragazzi sono arrivati! –

Esulta sbracciandosi una donna sulla cinquantina, bassa e corpulenta, i capelli raccolti in due lunghe trecce nere, le sopracciglia corte e spesse, veste un abito color mandarino con un ampia gonna a motivi floreali e calza stivali in pelle.

Rimango incantata ad osservare i suoi orecchini.

Sono formati da due farfalle che scuotono le ali fulve, con macchie dalle tinte d’orate!

Conosciamo così la proprietaria: Lisel Germoun.

Ci invita a salire le scale, l’ingresso si trova  al secondo piano.

Mentre risaliamo la balaustra di marmo ingiallito ci fa notare che distaccato dall’edificio principale si intravedono le rovine di una torre (da qui infatti prende il nome di Torreporetta), le mura sono grossolane ma le stanze sono tantissime e possiamo dividerci per case. Diversamente da Hogwarts qui le pietre murarie sono celestine oltre che più giovani di qualche secolo.

Sistemiamo i bagagli, sono felice anche perché le mie compagne sono le solite: Brown e Patil.

Al centro del cortile che da sul pian terreno c’è un bellissimo mulino ad acqua, lento ma funzionante, ci ritroviamo lì per le 20.

La proprietaria apre la fila - Suppongo che siate un po’ affaticati dal viaggio e che per stasera non organizzerete uscite -

Silente si risistema gli occhiali a mezzaluna sul naso sudaticcio e annuisce discretamente – Piuttosto io avrei un certo appetito. – tossicchia.

Lisel giocherella con una treccia - Stavo proprio per portarvi alla mensa – ma a me non sembrava se ne ricordasse.

Piatti e bevande di ogni tipo abbondano, purtroppo non me la sento di cenare e spiluzzico appena formaggio e crostini, alcuni si abbuffano come Ron, altri no.

Il volto di Severus s’irrigidisce in una palese smorfia.

- Non mi va questa…questa…-

La padrona sorda alle sue proteste scarica sul piatto del professore un’abbondante cucchiaiata fatta di un intruglio dall’aspetto impreciso e corposo.

- Assaggi! Riso in bianco con pezzetti di carote! –  gli spiega.

- Ah, interessante…e cos’è questa pappina gialla? – chiede la professoressa Sprite, nella tavolata dei docenti.

- Patatine – sorride la strega, a cui evidentemente piace mangiare scotto. Delle zampe di gallina le si increspano agli angoli degli occhi.

Nelle facce ammutolite degli insegnanti è come se leggessi distintamente “per fortuna che domani cucinano gli elfi.”

Nota d'autrice: Vi ringrazio tanto per i commenti, spero continuerete a seguirmi, alla prossima! Laila

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Capitolo 4
*** Lo scatto ***


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Lo scatto

 

La Mcgranitt è andata avanti di tre paragrafi!

Le lezioni cominciano a ridiventare pesanti, il motto dei docenti è: “Chi ha recuperato nella settimana offertagli bene, chi non ce l’ha fatta si arrangia.”

Mi spiace solo per la materia di Hagrid, dove tutti rimarremo indietro, io comunque penso di proseguire lo studio, occupando sola la piccola biblioteca di Torreporetta.

Dalle finestre binarie la luce si proietta con inclinazioni variabili, dalle 16 alle 20 nella stanza si fa sempre più ombra, pausa cena e riprendo a sfogliare.

Sbadiglio.

Qualcuno mi strappa via il dizionario sulle creature magiche che stavo consultando, ho l'impressione di vedere scie di lettere che ruotavano nel vuoto delle mie mani.

- Signorina Granger! Leggere a quest'ora, ma non le sembra un pochettino tardi? - tuona Lisel Germoun, dall’alto delle sue trecce.

Resto seduta dove sono e l'affronto con calma e razionalità - Non ho sonno -

Sembra raffreddare i nervi e sdegnata posa il tomo sopra la pila di quelli che ho letto nel pomeriggio.

- Beh, allora è preferibile che si faccia un giretto - afferma convinta, sento le formiche risalirmi la colonna vertebrale.

- Voglio dire - continua - Io alla sua età ero sempre in giro... non mi ammuffivo di certo tra le scartoffie! -

Rimango sconvolta dalla lucidità con cui la proprietaria mi dice di andare a divertirmi... insomma nessun istitutrice prima me l'aveva detto tanto spensieratamente!

Evito di farle notare che andare a zonzo in gioventù non le è servito neanche a trovarsi uno straccio di compagno.

- Non me ne importa gran ché in realtà, ma una boccata d'aria la prenderei volentieri -

Meglio non contraddirla, l'euforia di quella donna mi spaventa, va dall'irascibile ad un amabile disponibilità nel giro di in un attimo... insomma quanto il tempo che i suoi orecchini impiegano a compiere un battito d’ala!

- Prenda per quel piccolo sentiero sul bosco, una volta arrivata al bivio giri a destra, a capito? a destra, dopo un po’ si troverà davanti ad una scena meravigliosa! -

- E cioè? -

- Benedetta figliola! - Alza gli occhi verdi al soffitto - Va a scoprirlo! - mi sospinge verso l'uscita.

In prossimità della porta, prima di accingermi a lasciarla, le getto ancora uno sguardo.

La Germoun sospira, si siede e prende il mio libro, cioè, quello che stavo leggendo! Comincio a sospettare che avesse più bisogno di consultarlo lei che non di sbattermi fuori di lì...

 

Ad ogni modo, raggiungo la stradina sterrata seguendo le sue istruzioni, oramai mi ha incuriosita.

La boscaglia mi manda alle narici un forte odore muschiato, il viottolo è stretto e talvolta incespico in dei rovi bassi... ringraziando i maghi indosso dei buoni jeans lunghi e delle scarpe chiuse, sennò addio pelle!

La camminata dura si è no venti minuti.

Mi fermo in procinto del lago, la sorpresa maggiore è quella di trovare un biondino seduto e beato, con un gufo, che pizzicotta qualcosa sul terreno beccando in prossimità della sua mano.

- Come hai trovato questo posto? - esordisco prima di sedermi accanto al serpeverde.

Il gufo pare non gradire la cosa a prende ad agitare le grandi ali quasi volesse scacciarmi.

Il suo padrone non mi risponde, allora guardo i piccoli pesci luminosi che si muovono eleganti nell'acqua nera come la notte sopra di noi. E' davvero suggestivo qui.

Ci riprovo: - Non mi avevi lasciato una settimana di tempo? -

- Ho avuto da fare -

Malfoy indossa una maglia rossa cupa con cappuccio, la sua pelle albina mi sembra addirittura più pallida, mentre continua a fissare un punto indefinito fra gli abeti.

Rabbrividisco.

- Comunque sia non preoccuparti Granger, prossimamente ti farò sapere - il buio ladro si porta via anche il suo ghigno.

- Come vuoi - rispondo sdraiandomi sull'erba fresca, lasciando parlare i suoni del bosco.

Ora che mi rilasso io, sembra risvegliarsi lui.

- Che sei venuta a fare? San Potter e lo straccione non hanno avuto misericordia? Ti hanno abbandonata? -

Mi viene un idea, lo guardo e sorrido, Draco sussulta appena.

- Proprio così, probabilmente a quest'ora sono con Neville ad abbuffarsi a Mielandia, o al negozio di Fred e George... vuoi sapere come stanno i gemelli? - mi giro d'un fianco per considerarlo meglio, è proprio bello anche quando arriccia il naso.

- Bene mezzosangue ora che mi hai stomacato puoi pure andartene... la tua presenza mi annoia -

Scatto a sedere inferocita.

- Ma come? Non vuoi sapere come finisce? -

- Finisce che una mezzosangue viene ritrovata morta nei pressi del lago di Torreporetta! - scoppia a ridere di una spontaneità che non gli ho mai ascoltato prima.

- Vattene - ripete tornando inespressivo in un istante.

- No! -

Occhi sorprendentemente celestiali, si posano assenti sopra i miei e lo fanno come se volessero fuggire dalla sconcertante fragilità che li compone.

- Ma che vuoi da me? -

Porto le gambe al petto e mi ci accovaccio in posizione fetale, fisso le punte delle mie scarpe.

- Sai quella storia di tenersi più stretti i nemici? ecco, comincia a piacermi... - mi stringo più forte sui ginocchi e poi lo punto con la coda dell'occhio.

Malfoy si è pietrificato, ma almeno non sembra disgustato.

Ora o mai più, siamo già abbastanza vicini basterebbe poco, mi faccio coraggio e chiudo gli occhi. Neanche il tempo di contare fino a tre.

Uno...

Due...

E...

Uno schizzo d'acqua, l'evoluzione di un pesce dorato ci fa sobbalzare.

Malfoy si alza fulmineo.- Oltre ad essere Mezzosangue sei pure completamente di fuori! - gesticola arrabbiato.

Non mi perdo d'animo.

- Perché? una settimana fa sei stato tu a cacciarmi la lingua in gola e dovresti ringraziare che non l'ho detto a nessuno! - accidenti sto urlando!

Malfoy arrossisce - Che centra... stavo solo scherzando io! - La rabbia mi corrode.

- Senti un po’! solo perché provo a baciarti non vuol dire che ti voglio sposare! -

- Preferirei un bacio da un dissennatore che da te! - quest'ultima uscita mi da il colpo di grazia, ma non gli permetterò di vedermi piangere, non qui davanti.

- Allora dovresti già essere morto! - lo dico talmente sottotono che ho la certezza che non l'ha sentito.

Ho una gran voglia di rompere qualcosa, la mia bacchetta per esempio, magari usando la sua testa come incudine.

Altri due pesci saltano sull'orlo dell'acqua, per fortuna il primo mi ha impedito di fare il più grosso sbaglio della mia vita.

- Lumus - dalla punta della mia 12 pollici si accende una luce piccola come una lucciola che cresce ogni istante d’intensità.

Lo lascio solo e ripercorro a ritroso il sentiero, avverto una presenza ma non vedo e non sento più niente, tranne il frinire delle cicale.

Domani è un altro giorno…

- Lasciatemi dormire, è domenica! – rimbrotto con un alito pesante da fare schifo.

Calì vuol portarmi via a tutti i costi il cuscino, nemmeno fosse uno dei suoi ultimi capi firmati!

- Dai Herm usciamo un po’! -

- Um… - come risposta mi sembra più che sufficiente.

Dal corridoio che divide le camere si sente un gran vociare.

Lavanda entra sbattendosi la porta alle spalle ha l’aria d’aver affrontato una maratona.

- Mione! – mi chiama flebilmente sventolando un giornale.- Vieni presto!-

Strizzo gli occhi ma da quella distanza non metto a fuoco.

Lentamente abbandono il mio letto e mi avvicino, oramai non riprenderò di certo il sonno.

Osservo meglio.

- Che mi prenda un colpo! – urlo fuori di me.

Sono in prima pagina con Malfoy, a giudicare dall’inclinazione della foto, quello di ieri sera al lago sembra un bacio vero!

- No! Non ci posso credere! – stringo il giornale della scuola conficcandoci le unghie dentro, anche Calì è visibilmente scioccata.

- E’ un fotomontaggio di Canon? – chiede prudentemente.

Non so cosa dirle.

- Mione ci nascondi qualcosa? Da quant’è che passi le tue serate con furetto Malfoy? -

Le spiego quello che penso, se la curiosità di Lavanda mi gela, quella dei mie migliori amici quali sconfinati poteri avrà sulla mia emotività?

Non impiegherò poi molto a scoprirlo visto che le ragazze mi dicono che sono tutti nel salone riservato alla nostra casa. Prendo le prime due cose che trovo nella valigia semi-disfatta e mi lavo abbondantemente la faccia prima di andare al patibolo.

I ragazzi sono seduti sulla poltrona assieme al fotoreporter, probabilmente mi stavano attendendo con trepidazione, sento i loro occhi addosso, Ginny li posa sui miei con fare titubante.

Tirandomi un fianco della maglia Lavanda sussurra.

- Guarda Colin! Guarda come l’ha ridotto Ron! –

Spalanco gli occhi, non ci credo...

- Sei un grifondoro della peggior specie – sussurra in direzione di Canon quest’ultimo.

Il piccoletto si alza, porta ancora la tracolla con l’odiata macchina fotografica.

- Ora che sei qui mi lasceranno in pace! Diglielo che è la verità! –

Ci sono diversi testimoni per la stanza oltre alla gente che conosco.

- Parli della foto in prima pagina? – chiedo.

Annuisce.

Gli tiro un ceffone, colpendolo in pieno. Oggi è una giornataccia per il piccolo Col.

L’articolo era da spazzatura, ipotizzava un mucchio incredibile di sciocchezze.

Non era nemmeno la prima volta che Colin scriveva articoli fastidiosi sul mio conto! Ne avevo a tonnellate di ragioni a mio favore.

Tanto per cominciare con Malfoy mi ero chiarita l’altra notte, eravamo tornati ad odiarci a vicenda, nemici e contenti, ma, per assurdo ora tutti credevano che ci frequentassimo amorevolmente!

Sento le guance arrostite.

- Come ti sei permesso di spiattellarmi in prima pagina? – dalla foga temo mi si spezzeranno le corde vocali.

Harry sprofondato nello schienale della poltrona tende la schiena in posizione eretta per chiamarmi in causa:

- Vogliamo sentire il tuo parere -

- Tra me e Malfoy non c’è niente – questo è certo.

- Ma anche se fosse non meriterei un trattamento simile – furente non scollo gli occhi da Colin, le mani sui fianchi per non portarle sul suo collo da gallina spiumata.

- Lo sapevo – si fida.

Accampo scuse su scuse finché tutti non mi paiono rilassati e tornano al loro tram-tram festivo.

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Capitolo 5
*** Biliardo minato ***


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Biliardo minato

 

Evito i luoghi più affollati del casolare, rintanandomi in soffitta con la gatta fino a tardi, non ho voglia di sentire chiacchiere su me e Malfoy, di ripetere le stesse cose ad oltranza.

Per la prima volta in vita mia, ho pena di me stessa… eppure avevo scorto qualcosa nei suoi occhi, una fragilità e una passione accendersi come una fiammella che però si è dissolta.

I dubbi mi assalgono, negli ultimi tempi, da quando mi ha rubato il giratempo è un po' come se ci fossimo cercati a vicenda, d’altra parte il pensiero di Malfoy che mi respinge scuote le basi di quest’ipotesi.

Accarezzo la barbetta di grattastinchi, miagola d’istinto.

Di notte, un paio d’ore dopo il coprifuoco, quando il custode smonta per uno spuntino, alcuni studenti se la squagliano per la volta di Hogsmead… Tra i suddetti, obbligata praticamente da Harry e compagnia bella, a passare da un camino all’altro c’ero anch’io…

In generale, trascorsi una piacevole serata a bere e ridacchiare dentro da “Madama Rosmerta” con loro.

- E quindi gli ho detto – si ferma volutamente Neville prolungando l’attesa – che ne volevo un altro, ma anche lì niente, alla fine quando sto per andarmene un tizio entra e gliene chiede 3, paga e sul primo trova il marchio della Gringott, sono 100 testoni! -

- Che avvoltoio! Ti sarai mangiato le mani! – commenta Lavanda reclinando la testa attraversata da uno strass di passata, posandola sulla spalla di Neville con voluttà.

Da quando è dimagrito, se n’è perdutamente innamorata!

Nev si emoziona un istante, perdendo il filo del discorso.

Veste una polo color sabbia che gli risalta l’ardore delle guance e l’espressione limpida e sincera degli occhi.

Calì lo richiama sulla terra - E poi? Sugli altri Smaga e Vinci ha trovato niente? –

Si riscuote annuendo vigorosamente.

- Altri 5 galeoni… se insistevo a comprarli erano miei! Dico, mica si buttano via 100 galeoni, sono proprio un coglione! – finisce d’un sorso la burrobirra che aveva lasciato a metà.

Qualcuno sbatte un pugno sul ripiano, ci giriamo tutti, è Ron – Mai quanto Harry! Um-uh uh! – si sbellica. Escluso il sopravvissuto, sbuffiamo tutti dalle gran risa.

Lui invece si butta schiena al muro con rabbia malcelata.

- Ora basta però! E’ tutta la sera che se ne parla… a me non fa ridere! -

Lo sterno di Gin, fasciato da una maglia attillata intervalla lunghi ispirazioni a brevi espirazioni.

 – Scusa ma sei tu che, Uhm! uhm! – la piccola Weasly proprio non ce la fa a restar seria e dopo un poco riprende – Che sei uscito col mantello dell’invisibilità, tutta la città ti avrà visto! Nich quasi senza testa sarà diventato geloso! –

Harry incrocia le braccia al petto - Colpa di Ron che aveva fretta! – le sue giustificazioni non intenerisco minimamente l’accusato che è il più fragoroso del gruppo a sganasciarsi.

Do uno sguardo all’orologio a pendolo, abbiamo fatto le 22:15, sguscio via dalla panca.

- Io ragazzi torno indietro, sono stanca -

Ron si alza premuroso – Ti accompagno? –

Lo prendo per le spalle e lo ributto giù a sedere, infondo ha bevuto solo qualche sorso della sua ordinazione.

- So cavarmela. -

- Ehm… senti perché non ti porti dietro il mio mantello? – propone Harry – Se senti freddo o vuoi nasconderti, beh in ogni caso ti proteggerà –

Gli sorrido – Sei un tesoro -

Prendo per la strada principale, i vicoli stretti a quest’ora non sono l’ideale.

Il gruppo di ragazzi serpeverde è lì nei paraggi, ci sono Draco, Blaise, Tiger e Goyle.

Serro il mantello dell’invisibilità che tengo piegato sul braccio a mo di cameriera.

Ho davanti a me un occasione più unica che rara, posso vedere com’è veramente Malfoy quando io non ci sono… oppure posso mandarlo al diavolo e andarmene a letto.

Opto per la prima e mi eclisso completamente nel mantello.

Sorrido, al pensiero che sta volta sono io il predatore e loro le mie prede. Forse sto impazzendo, chissà.

All’ingresso di una certo locale con l’insegna “Bye Night” i serpeverde mostrano la carta d’identità come fosse un club esclusivo. In effetti m’accorgo che è pieno di figli di papà…

Le pareti sono di un legno molto lucido, le porte finestre si aprono automaticamente al nostro passaggio mentre attraversiamo una moquette verde chiaro.

Faccio attenzione, ma non troppa, alcuni sono così ubriachi che anche se mi sbattessero contro non lo capirebbero.

L’anticamera è una saletta da bar con tavoli di metallo sfavillante.

Vedo Theodore Nott di schiena, seduto al banco, in mano tiene un bicchiere vuoto con una spolverata di zucchero sull’orlo, la fissa perso in chissà quali pensieri…

Delle cortine di fumo bianco simili a nubi, per sorta di un effetto magico disegnano dragoni, castelli e storie di mitologia antica sul soffitto a botte, però non posso godermi quello spettacolo.

Gli sto alle calcagna mentre cambiano zona.

Una scia di fumo privo di carattere mi avvolge attorno alla testa e mi saluta col bastone, scorgo un figuro riccioluto con le ali ai piedi, riconosco la divinità di Ermes, mi guardo attorno, nessuno sembra dargli peso ma Malfoy sembra girarsi verso di noi.

I lampadari sono enormi e pieni di prismi, con un intelaiatura nera, siamo finiti all’interno di una sala giochi.

Gli scagnozzi di Malfoy si sistemano su dei sgabelli in un angolo della sala iniziando un’interminabile partita a scopa.

Zabini dopo un po’ si toglie la giacca grigio perla, sbuffa, lasciandola scivolare su una sedia e restando in una canotta scura.

Malfoy invece è più informale, indossa una maglia verde militare a maniche corte, i calzoni della divisa ed un polsino nero con un A cerchiata rossa. Anarchia.

La maglia gli va un po’ stretta sul petto e mostra i segni verticali della stiratura… segni così evidenti su di Harry o Ron mi farebbero sorridere (soprattutto su di Ron, per via di Molly…) ma lui ci risulta persino sexy, come se quelle pieghe fossero imbracature di un agente segreto.

- Una partitella? – propone a Blaise.

Il biliardo dei maghi è molto più complesso di quello che conoscevo, anzitutto non c’è il triangolo e le stecche vengono sostituite dalle bacchette magiche che dirigono le traiettorie solo per dare l’input.

Le palle hanno due colori, uno per giocatore e vengono disposte sulle lunghezze del perimetro del tavolo. Lo scopo, come per noi è quello di mandarle in una delle quattro buche negli angoli,(sono solo quattro le buche) ma attenzione! Se nel bocciare la palla, la vostra urtasse quella avversaria, esploderebbe in mille pezzi… Vince chi fa più punti incassando il maggior numero di buche.

Mi siedo silenziosamente sulla moquette.

Draco inclina la testa verso il coetaneo - Comincia tu –

Dal lato opposto il moretto agita la sua bacchetta, la prima palla (che è sempre la più difficile) va ad esplodere contro quella del biondino. Mille schegge color rame esplodono all’impatto, un elfo laborioso le ripulisce.

Anche il biondino sbaglia il primo attacco, mi rendo conto che il gioco si fa più facile a mano a mano che le sfere diminuiscono.

- Vuoi?-

Malfoy annuisce.

Blaise prende del Firewhisky dal carrellino dei liquori parcheggiatogli a fianco e consegna uno dei bicchieri al coetaneo, dei grugniti di rabbia escono dalla bocca di Goyle dal tavolo delle carte.

Zabini fissa il suo avversario - Cosa volevi dirmi? -

- Prima tu. – lo obbliga – Ti è arrivato nulla?-

Il moro conferma – Anche a te? – con palla facile va in buca.

Quei discorsi senza capo ne coda risvegliano la mia attenzione… si tratta sicuramente di qualcosa d’importante.

- E’ da quando ho scoperto di essere mago che aspetto questo momento. –  i suoi occhi scuri brillano per un istante mentre si prepara a colpire di nuovo, Malfoy beve un sorso ma quando la seconda palla di Blaise vacilla all’interno della buca ci posa il suo bicchiere sopra facendola rotolare all’indietro.

Blaise senza far lamentele allunga il braccio e scoppia una sfera blu-elettrico, che si rompe sotto il suo palmo come una palla di cristallo natalizia caduta dall’albero. Sorride, anche Draco lo ricambia.

Dal tessuto ruvido della cappa mi è entrata un po’ di polvere, l’avverto nel naso, sto per fare uno starnuto! Con una mano cerco di rimediare e lo trattengo.

- Era per le 19,15 no?– Si rivolge un dimentico Draco a Blaise.

- Certo, andiamo a vederlo? –

- Palla in buca – annuncia incantando una bellissima palla, che dopo aver zigzagato tre volte cade nell’angolo in cima a destra. – Certo – soffia sulla bacchetta, se fosse una canna di pistola avrebbe un senso ma la sua è solo presunzione.

- Credevo preferissi intrattenerti con la mezzosangue – sogghigna il moretto.

Malfoy si piega sul tavolo per osservare meglio l’angolazione del prossimo tiro, un ciuffo della frangia cade penzoloni davanti ai suoi occhi. La sua seconda buca consecutiva zittisce Blaise.

- Bah, quella non la sopporto, sta sempre tra i piedi… come i suoi amichetti del resto… è giusto degna dello sfregiato e del poveraccio! - non mi abbasso di certo al suo livello, sembra ribadire con sguardo furbo.

Che ci sto a fare qui? Ho avuto la conferma che volevo, Draco è un bastardo anche quando non ci sono, come mi è venuto in mente che nasconda un lato, anzi un segmento, no, no, troppo! un puntino d'umano?!

Li lascio alla loro partita, ho fatto male a preferire il serpeverde alle coperte… tempo tolto al sonno e al buon senso!

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Capitolo 6
*** Ombre in cielo ***


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Ombre in cielo

 

Due quarti della colazione sono ancora lì e più inforco la chiara dell’uovo e maggiore mi sembra la sua proporzione.

Bevo il caffelatte che ho fatto diventare freddo, ben sapendo che fra breve dovrò ingoiare anche un rospo.

La prima ora di lezione non fa che avvicinarsi, quando attraverso la porta é come se camminassi al passo di una marcia funebre.

I banchi sembrano segnati da uno spartiacque invisibile, a destra noi grifoni d’orati, a sinistra i verdi serpenti di Salasar. Il professore esibisce un gelido ghigno, stirando un solo angolo della bocca.

- Oggi compito a sorpresa! Apparum scrittum! - agita la bacchetta ed in ogni banco compare un test a risposte multiple.

E' il caos. Cori di oh no!Oddio! e maledizioni si sovrastano accantonando la quiete ma io non mi scompongo.

Ci sono quindici domande divise in tre livelli di difficoltà, le analizzo punto per punto, posso farcela, ma devo ammettere che l’insegnante ha fatto del suo meglio per venirci in contro e segnare tante belle F sul registro...

Kaila, una compagna di casa mi lancia un foglietto con su scritto le domande che proprio non sa... praticamente, eccetto come si chiama, c'è tutto!

- Hermione ti prego! -

E' il giorno in cui tutti mi idolatrano come una dea! Peccato che finita l'ora ognuno torna a farsi i cazzi suoi e ad escludermi...

Do' piano qualche risposta ad Harry che è nel banco avanti al mio, oggi anche Ron sembra stare attento a quello che dico...

- Dai Hermione, solo un aiutino, dai! - continuo a sentire le loro richieste assillanti.

Ron inaugura il suo compito dandomi una gomitata lieve e dopo un po’ sono nauseata dalla suo tono cavernoso. - E' la B? ne sei sicura? - ripete per l'ennesima volta.

Tsk! Tanto vale che glielo faccia io il compito! E poi a cosa gli gioverebbe? Rimarrebbe lo stesso una schiappa in pozioni.

La bacchetta di Piton sbatte sulla lavagna per tre volte, è il suo segno di richiamarci all' attenzione. Sono stufa.

- Professore! - Tutto tace.

- Professore! - Si gira dall’altro lato rimirando la finestra. Ron borbotta un - Che fai? -

Mi alzo pronta a fare un monologo degno di me... ecco che faccio!

- Professor Piton, voglio cambiare banco, non riesco a concentrarmi! Mi chiamano di continuo. Capisce quant'é fastidioso?! -

Pansy non ci sta un minuto di più a sentirmi - Vuoi startene zitta! - si mette a sbraitare esagitata – Qui c'è gente che deve finire il compito! -

- Sieda signorina Granger - rincara Severus.

Piccata interseco le braccia al petto, non intendo demordere.

- Voglio cambiare posto! -

Piton, probabilmente è in uno dei suoi giorni comprensivi perché almeno getta un'occhiata sui banchi liberi.

- C'é solo quello accanto a Malfoy - si lascia sfuggire.

Batto il mio foglio di papiro sul banco.- Va benissimo – rispondo.

L'intera classe mormora.

Il tintinnio delle 13 pollici del professore torna a farsi sentire sulla lavagna.

- Silenzio! - Alza la voce, velenoso. - Signorina Granger, crede che non legga i giornali? - Qualche risata fa eco alle sue parole. Allude chiaramente alla foto di Colin sul giornalino della scuola.

Faccio spallucce.- Non faremo sesso sul banco se è per questo! -

Scoppiano un tumulto di commenti sotterranei e serie di stravaganti risate.

Harry e Ron sembrano basiti, Draco continua imperterrito a tracciare X sul suo compito o almeno questo è ciò che da’ ad intendere. Prevedibile come sempre, Piton infierisce:

- Dieci, che dico! venti punti in meno a Grifondoro! Ed ora si sieda, prima che la faccia mandare in presidenza! - Stavolta siamo arrivata agli sgoccioli e mi siedo.

Se non altro ora, nessuno osa più rivolgermi domande sul test!

 

Una volta usciti Malfoy e i suoi due buldog ci circondano.

E’ questo il momento peggiore, mi fissa con autentico disprezzo.

- Tieni le tue battute per te manico di scopa! – mi manca un battito.

Ron gli si para davanti: - Un incanto come Hermione non ti capiterà mai fra le mani, non sperarci neanche razza d’imbecille!–

Gli sono riconoscente, io ora come ora non sarei riuscita a scollare le labbra.

Malfoy corruga pietosamente la fronte.

I miei cari amici trattengono a stento il prurito alle mani, la voglia di spaccargli quella faccia da mago imbalsamato è forte. Sorpasso i serpeverde con non curanza e li richiamo a fare altrettanto:

- Dobbiamo andare dalla Mcgranitt, non intendo fare tardi alla spiegazione per loro... -

Mi seguono a ruota, Harry nel farlo da una spallata a Goyle.

Il resto delle lezioni trascorre meno eclatante.

Distesa in giardino seguo Grattastinchi con la coda dell’occhio, accidenti com’è ingrassata nelle ultime due settimane! Ho il presentimento che sia incinta ( ma non posso saperlo con certezza senza il parere esperto di Hagrid) e che il nuovo giardino la renda irrequieta, vaga spesso come adesso, persa tra l’erba alta.

Oggi non mi va’ di studiare e decido quindi per la città, ci andrò a piedi, ho voglia di fare quattro passi e rinfrescarmi.

 

Ottenebrato, il cielo si scolora d’indaco lungo le pendici dei tetti, sulla destra c’è una splendida luna calante.

Scendo per i campi e percorro la strada in prossimità del centro storico.

Voglio andare a comprarmi una t-shirt, ho un po’ di soldi da parte, non ho un idea precisa, basta che mi stia bene.

Più mi addentro e più facilmente vengo scartata da un fuggi, fuggi di gente, c’è qualcosa non va’

Delle urla di sgomento raccapriccianti, che chiedono di non farlo, di non uccidere ancora.

Siamo sotto assedio, fragori di luci lontane, odore di bruciato e polveri trasportate dal vento non lasciano spazio ai dubbi.

Stormi di mangiamorte con le loro scope mi passano tre metri sopra, vanno così veloci che escono dal mio campo visivo in un istante.

Avanzo, devo appurarmi se qualcuno è ancora vivo, e specialmente se c’è qualcuno che conosco!

Tengo la bacchetta stretta, le caviglie dopo un po’ cominciano ad appesantirsi trafitte dallo sforzo e ho la milza che non mi autorizza quasi a respirare.

La gente corre dappertutto, le urla si accavallano distorte, dove mi trovo ora, profonde cicatrici devastano l’asfalto alterandone le zolle.

Una famiglia di maghi scappa nella direzione opposta alla mia, due bambini biondi che si tengono per mano cadono trascinandosi uno sull’altro, un uomo e una donna se li prendono in collo, non gli danno il tempo neppure di piangere.

Sosto quando vedo diversi cadaveri, m’inginocchio e ne testo la morte sul polso o sul collo, nessuno si è salvato.

Una meridiana si staglia sul muro di un negozio di dolciumi, sono le 19:26 e come per magia mi sovviene lo scambio di parole fra Blaise e Malfoy.

Sbaglio ad aderire alle pareti degli edifici, parti di tegole, legni di affissi e croste d’intonaco piovono dal cielo e ne resto incolume per pura fortuna!

Al centro della pista mi fermo, una strega stringe un uomo che può esserle coetaneo, probabilmente è suo marito, mi correggo era… poco più avanti a noi, alcuni maghi fra i più coraggiosi lanciano schiantesimi di legittima difesa in ogni dove.

La strega che sta in ginocchioni accanto a me, è un bagno di pianto dagli zigomi fino al mento, i capelli castani avvolti in quella che sembra una crocchia semi-disciolta, la bacchetta a terra, inerme come la salma che non accenna ad abbandonare. Rimango di sasso quando mi volge il proprio sguardo d’ambra e sussurra febbrilmente:

- La vita è inutile, tutto è inutile… inutileeee! -

Di primo acchito boccheggio, ho le vertigini, sposto il peso da un piede all’altro per non perdere l’equilibrio, ma non posso permettermi altri cedimenti!

- Venga via! – afferro la strega per un polso, la sua mano sguscia via dalla mia presa sudaticcia.

- …Voglio morire… – la sua voce è un tremito disumano.

Un razzo rosso punta su di noi, potente, ne vengo accecata, tra le tante esplosioni non avevo sentito quell’incantesimo venirmi addosso.

 

Vengo spintonata a forza, qualcuno mi ha salvata.

- Protego! - è la voce di Draco, che avvolto nel mantello mi difende, sta seduto a calcioni della scopa.

Un fazzoletto nero sventola dall’alto di un cornicione, glielo indico precisa.

- Lassù -

- Gambemolli! – grida.

Il mangiamorte precipita nel vuoto rasentando l’edificio, dopo lo schianto lo rivedo a terra in una posa improbabile, ha carnagione olivastra e scorgo anche la testa rapata dove occhi e bocca sono spalancati a morte.

La signora di prima è riversa a terra sopra l’amato, una linea di sangue le cola dal naso, sembra quasi sorridere, la sua ultima preghiera è stata accolta da un mangiamorte.

Draco sbraita disincantandomi – Salta su presto! -

Voliamo bassi, radenti al suolo quando all’improvviso le setole della nimbus di Malfoy prendono a fuoco non c’è più niente da fare, scendiamo e cerco di tenermi dietro come posso, ma alla fine è lui che mi trascina.

Un altro colpo ci folgora vicinissimo, causando spruzzi di scintille da un lampione e un assordante rumore di sega elettrica.

- Gambemolli! – strillo facendo crollare ginocchioni un tizio che avevo scambiato per un mangiamorte. Premo le labbra fra di loro.

Maledizione! Oggi sembro proprio un impedita! Spero soltanto che quelli lo credano morto e non lo finiscano…

Draco si avvolge ad una velocità impressionante il mantello attorno al braccio, ottenendone una specie d’alveare di raso, picchia sulla lastra di una vetrina, poi, in seguito afferra la maniglia dall’interno e la spinge senza alcuna delicatezza.

E’ un auto-concessionaria.

- Cazzo! E’ chiusa a chiave! – Un "Alohomora" in questo caso non può venirci in aiuto, i negozi di qui hanno tutti delle serrature a prova di scasso!

Draco impreca laddove io stringo le palpebre accogliendo un buio consolante, vorrei anche essere sorda però.

Insistente finché buona parte del vetro cede frantumandosi sotto i suoi colpi...

Ci nascondiamo veloci dentro ad una Lancia nera, occupando la seconda fila.

Tremo e non riesco a impedirmelo, ho le nocche congelate e in procinto di screpolarsi.

- Giù sta giù! – mi abbraccia osservando la bocca dell’inferno che dilaga fuori dalla vetrina.

- Ci sono gli auror? – gli alito sul collo… nonostante tutto Malfoy mi ha salvata... è venuto qui apposta, mi sento protetta.

Risolvo i miei dubbi, infondo lui è un tipo cinico e contraddittorio, dice e non fa', fa' e non dice.

Il battito furioso del suo petto accanto al mio è piacevole come un lungo sonno dopo una giornata faticosa...

Sento un fianco bagnato nel punto in cui mi stringe.

Sussulto, Malfoy è ferito!

 

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Capitolo 7
*** La fine dell'eclisse ***


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La fine dell’eclisse

 

- Cazzo no! -

All’affermazione di Malfoy mi volto preparata, c’é un ragazzo là fuori ammantato di nero, che, riconosco quasi subito in Blaise, giusto prima che Malfoy mi costringa a incurvare il mento al centro delle mie clavicole!

Zabini non ci ha scorto, una vetrina rotta non lo attira, del resto la città è semidistrutta.

L’aria ha il ritmo dei nostri respiri affannati.

Nel silenzio gli arrotolo con cura, spingendola verso l’alto, il risvolto della manica disseminata dalle  briciole del vetro.

Impallidisco alla vista del sangue, che imbratta completamente il suo bicipite… ho il timore di asciugarglielo, di vederci sotto il marchio nero. Nell’operazione anche le mie dita assaporano il tocco del suo sangue.

- Non è niente -

Rimango stupita, quante volte Malfoy si è lamentato per la più semplice feritina? Oggi invece cerca di non dar peso ad un taglio estremamente brutto.

Ad ogni buon conto l’idea che sia un mangiamorte non è del tutto escludibile.

Ride allegro, ride di me e dell’ ingenuità che ho dipinta in faccia.

- Ti piacciono i miei bicipiti, eh? Fammi la domanda giusta Granger, può darsi che ti dia una risposta… –

- Ti hanno chiamato a far parte dei mangiamorte per caso? – domando ansiosa, il mio viso già lucido non può essere poi tanto peggiorato. Malfoy mi squadra minacciosamente.

- Non è che il signore oscuro invia gufi per arruolare maghi, chiunque va da lui lo fa per sua volontà! E incredibile che voi grifondoro pensiate certe scusami Granger, devo proprio dirlo, stronzate! Potevi chiedermelo! -

- Potevi dirmelo! - rimbecco.

- No, non potevo – il suo tono è un sussurro, quasi si sia pentito di darmi adito.

Corrugo la fronte - invece sì – sento che Malfoy sta per sciogliersi e magari confidarsi.

- No Granger, tu potevi, io non, non dovrei nemmeno essere qui ora... mi stai facendo saltare la copertura...-

Non riesco a seguirlo. Di che parla?

- Sei o non sei un mangiamorte? – assume un espressione spazientita, nella risposta c’è una nota vagamente scocciata. - Questa è la guerra di Potter, non la mia -

- Qual’è la tua? –

E’ distratto dalla mia catenella d’argento, della quale il ciondolo si è imbucato nello scollo della maglia. L’afferra e la solleva fino a far apparire la cifra che ne è agganciata, è il n° 1.

- E’ un regalo di Harry e Ron – biascico, cavandomi d’impaccio.

Sbuffa – Si vede che è roba da mercatino delle pulci -

Scrollo i pezzi di vetri dal suo mantello, abbandonato finora sotto ai sedili, poi senza mezzi termini lo spacco.

- Ma sei pazza? Reparo! – invoca riparandolo immediatamente con la magia.

Lo metto in guardia - Devo medicarti! Se non mi lasci fare ti strozzo con la tua stessa cravattina serpeverde! -

- E’ un capo costosissimo. – a mio parere non è una giustificazione efficace. Tanto il sangue difficilmente va via,  sarebbe da buttare comunque!

A quel punto gli strattono la manica insanguinata, lacerandola appena. Si lamenta per il dolore ma si ostina a ripararla come prima, solo ora noto i gemelli d’oro applicati sul polsino sinistro.

Cerco di strappargliela dal lato opposto di nuovo. Inutile, non me lo permette. Nemmeno lo sbranassi!

- Bel modo di ringraziarmi. Perché non ti strappi la tua mezzosangue? – sogghigna mentre arrossisco di botto.

- Credevo mi trovassi brutta come un manico di scopa – aggiungo prima di ridiventare rosso porpora mirandolo di sottecchi.

Una scintilla comunica le stesse emozioni ai nostri occhi ed è come se involontariamente ci attraessimo, non capisco nulla nemmeno quando le nostre labbra si accarezzano. E’ così bello che non mi sembra vero…

Lo stesso grado d’incoscienza lo leggo in lui nel momento della separazione. Sono ancora adagiata sul quel caldo torace, mentre Malfoy aderisce con la schiena alla portiera.

Prima che io dica qualsiasi cosa mi preme l’indice sulle labbra.

- Non chiedermi ancora il perché! – è un ordine ed io non oso infrangerlo, mi accorgo di essermi distratta, ho lasciato sanguinare il braccio di Malfoy a scapito di questi discorsi idioti!

Mi concentro, c’era un incantesimo… – Ma sì! Ferula! – e subito una lunga benda appare, uso questa striscia provvisoria come un laccio emostatico incurante delle sue proteste e lo fascio.

In strada è calato troppo silenzio, come dopo l'uscita di scena di un cantante dal suo palco... Intravediamo alcuni auror ispezionare la zona antistante al negozio.

- Come sapevi che ero qui?  – riprendo. – Ti sei persino ferito... avrei voglia di ringraziarti quasi.-

Ho il pessimo vizio, tipico di ogni ragazza di parlare di tantissime cose ma di arrivare al dunque solo alla fine, come se quello che chiedo, non sia la parte del discorso che più mi interessa di sapere, ma solamente una sciocchezza come le altre…

Mi regala un ghigno.

- Ho ancora bisogno di te, puoi tornarmi utile… e poi stavo facendo un giro quando ti ho visto nel bel mezzo della rissa, imbambolata come una…- interrompo il soliloquio.

- So che non è vero, avevi appuntamento con Blaise alle 19 – lo lascio di stucco, ma non per molto.

- Non fare domande inutili se già sai la risposta, non mi va certo di sprecare il fiato! –

In realtà io la risposta non la so, capisco soltanto che Draco mi nasconde sempre tutto…

- Se mi rispondessi decentemente e non quando ti pare, non ti domanderei così tante cose! – mi sento incrinare il tono in due, chiara metafora del mio umore.

Draco insofferente più a me che al suo braccio apre lo sportello, lo spalanca con un calcio ed esce.

Prendo il suo mantello e glielo tendo.

- Non avvicinarti a me una volta che saremo tornati a scuola – lo afferra e mi precede prima che possa controbattere: - Non voglio farmi vedere in giro con te, ecco perché – si guarda intorno.

Vorrei litigarci ma le proteste mi muoiono in gola.

- Credo che ora possiamo tornare – mi porge la mano per farmi uscire dall’abitacolo.

 

Nella notte continuo a stare ben sveglia fra le coperte.

Quando sono tornata alla scuola provvisoria c’era un gran fermento, Ronald ed Harry erano incolumi, al momento dello scontro stavano discutendo fra loro in sala relax.

Il preside e gli insegnati discutevano nell’ufficio e non avevano fatto entrare nessuno di noi.

Vengo a sapere anche che non c’erano stati feriti gravi fra il ciuffo di studenti che si erano diretti in paese nel tardo pomeriggio.

Mi agito in cerca della posizione più consona che mi permetta di riposare, dovrei sentirmi una carogna perché di tutto lo sconquasso che è successo non riesco che pensare a lui, a Malfoy… soprattutto non riesco a dimenticarmi il suo bacio…

Prova qualcosa anche lui ma non lo vuole ammettere, è come bloccato!

 Balzo giù dal letto e vado a schiarirmi le idee; magari mi stanco quanto basta per tornare fra le coperte mezza sonnambula.

Vagabondo per il corridoio, dopodiché scendo le scale scricchiolanti diretta in cucina, c’è una luce accesa, spio l’interno dalla fessura della porta, la signorina Germoun, i cui lunghi capelli sono liberi di formarle tante onde soffici, indossa una vestaglia cremisi con una cintola stretta sul fianco, sta seduta alla sua scrivania con le spalle ricurve.

Entro.

Alza gli occhi dal libro in cui era immersa, e sorride affabilmente.

- Che ci fa ancora alzata signorina Granger? – Mi passa un braccio attorno alla nuca e mi conduce con calma a sedere.

- Non riesce a dormire vero? – Annuisco mentre sprofondiamo nell’imbottitura a strisce del suo sofà.

- Vuole che le prepari qualcosa? – tamburella con le unghie squadrate sul piccolo tomo.

- No grazie… E’ un libro interessante? -

Me lo porge, ha una copertina in stoffa, il titolo cucito sopra è: “Cartomanzia e Legilimanzia dalla A alla Z”

- Mi piace quest’argomento – rivela.- E a te? -

- Dovrei approfondirlo, non ne so poi molto – ammetto dispiaciuta.- cos’ha di tanto bello quest’arte? –

Lisel mi fissa contenta che l’argomento stimoli la mia curiosità, non sa che la Cooman mi ha fatto disprezzare la divinazione in generale.

- Permette di prevenire anziché curare… ma ad alcune persone non piace sapere in anteprima i loro affanni futuri… alcuni sono già abbastanza sovraccaricati da quelli presenti  - si rattrista, forse ripensando ai danni che Hogsmead ha subito.

- Si potrebbero anche scoprire gli avvenimenti passati di una persona? –

La mia interlocutrice si fa più vicina.

- Già… credo di avere quel che fa per te -

Torna dietro la sua scrivania, la seguo, lei gira la chiave nel cassetto, ne estrae una piccola sfera di cristallo della dimensione di una bolla di sapone.

Allungo istintivamente la mia mano sull’oggetto.

- Non toccarla! – mi spaventa – Se due persone la toccano rimangono stregati dal suo potere e chi l’ha tenuta per primo vede ciò che vuole, frugando nel passato dell’altro, ma la connessione di questa magia è molto pesante da sostenere, bisogna essere capaci di staccarsene prima che questa ci distrugga dalla curiosità! -

La posa al centro della scrivania, su un portacenere a forma di conchiglia.

- In che senso vede ciò che vuole? – chiedo dubbiosa – Intende ciò che si vuole vedere o ciò che è realmente accaduto nella vita dell’altro? -

La Germoun si stringe nelle spalle.

- Le visioni posso essere condizionate dalla personalità di chi le cerca, è poi un margine d’errore è possibile – spiega con tranquillità adolescenziale.

- Il punto è, sei pronta a correre il rischio? –

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Capitolo 8
*** Ricordi strappati ***


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Ricordi strappati

 

Vietarono agli studenti di oltrepassare i confini del podere della Germoun a scopo precauzionale, dicevano gli insegnanti. Dalla cancellata in poi era zona tabù…

Alla quinta ora di lezione, gemellata coi serpeverde, notai che Malfoy era assente, quando il professor Piton chiese di lui, gli risposero che aveva passato la notte in infermeria.

Il senso di colpa è simile ad un’emorragia, ti dilaga da dentro, conosco perfettamente i suoi fastidiosissimi sintomi.

Dopo pranzo passeggio per il corridoio diretta verso quella piccola stanza.

Mi blocco, acquattandomi dietro ad un’armatura completamente oscurata dal suo alto e pesante scudo.

Sento le ginocchia tremare appena, non lo tocco proprio, se lo scudo cadesse sarebbe orribile.

Alcuni serpeverde, sono appena usciti dall’infermeria chiudendo lentamente la porta.

Lo spilungone cammina avanti a tutti, i capelli mossi e neri, risaltano ribelli per l’intera lunghezza del colletto.

- Sch!- Theodore fa cenno alla serpeverde di fare silenzio, ma questa continua a discutere fitto assieme a Blaise.

- Torniamo a trovarlo più tardi – dice la ragazza – Potrei fargli preparare una torta dai miei domestici – Blaise annuisce cacciando le mani sulle tasche anteriori dei pantaloni.

Altri tre chiudono la fila ma non riesco più a sentire distintamente i loro dialoghi.

E’ il mio momento, mi sento anche fortunata, se Draco è nel mondo dei sogni sarà più facile frugare nel suo passato col piccolo regalo della Germoun.

Furtivamente entro e rimango a pochi passi dal suo capezzale.

E’ sdraiato sopra la coperta, il letto, fatta eccezione di qualche piega dovuta al suo peso, è intatto.

La sua felpa bianca, zebrata da diverse squame serpentine ha la zip completamente tirata, mentre dal busto in giù è coperto dai pantaloni della tuta.

I lineamenti così rilassati, nel sonno creano l’illusione che sia un tipo innocuo, tanto che se non lo conoscessi potrei caderci anch’io…

 

Rivivo per un attimo il ricordo del bacio scambiato dentro alla macchina.

Con Victor ho aspettato cinque mesi abbondanti prima di farlo, ma avvampando mi accorgo che se Malfoy me lo chiedesse, forse… non resisterei, è troppo bello.

Ha un ascendente fortissimo quasi che, senza rendermene conto mi avvicino al suo letto.

Mugugna ricordando a me stessa che sono qui per scoprire tutti gli elementi del puzzle che mi nasconde…

Gli faccio scivolare la sfera strapparicordi sul palmo e subito spalanca le palpebre in stato d’allerta.

La piccola sfera di cristallo irradia un forte calore tra le nostre mani.

Il primo dubbio che voglio fugare è perché Malfoy era ad Hogsmead l’altro giorno.

Veniamo risucchiati da quel pugno di vetro e ci ritroviamo per la seconda volta, al lago di Torreporetta, ma prima del mio arrivo, mentre lui era seduto accanto al suo gufo, leggendo un messaggio che dava l’idea d’essere stato precedentemente appallottolato dal medesimo.

Mi avvicino per scrutare la lettera dalle sue spalle, Lisel mi ha spiegato che i suoi ricordi non possono vedermi, sono una proiezione astrale invisibile in quel luogo, un intrusione innocua nel sistema, niente di più.

Una manciata di secondi dopo anche la proiezione astrale di Malfoy mi affianca dubbiosa.

- Che ci facciamo qui? E’ colpa tua? -

Non distinguo nessuna delle sue parole, lo lascio arrovellarsi da solo… intanto ho appena finito di leggere, la firma c’è d’aspettarselo è di Lucius Malfoy.

- E così sapevi dell’attacco! Dovevo aspettarmelo! Eri andato a vederli in azione?-

Malfoy indietreggia preso d’assalto dai miei pugni che lo scalfiggono animosamente sul petto...

Afferra i mie polsi costringendomi alla ritirata. - Certo che lo sapevo stupida mezzosangue – è furente per il mio comportamento.

- E non hai pensato di avvertire nessuno, vero? Potevano far evacuare la zona e risparmiare decine di vite! Quei mangiamorte dovevano uccidere solo un traditore e invece… che macellai! –

Draco corruga la fronte.

- Possibile che tu non abbia un briciolo di rimorso? -

- Che vuoi che m’importi di un pugno di maghi sconosciuti! – palesa semplicemente.

Provai indignazione, ma ero all’oscuro del fatto che tramite lettere come quella, che riceveva puntualmente dal padre, Draco venisse messo alla prova. Un modo meschino per testare la sua fedeltà.

Mentre continuavamo a trattarci male, l’Hermione del passato si confidava all’altro Malfoy.

La guardo, è il momento del bacio schivato e rimango di sasso! la vecchia me stessa viene inaspettatamente corrisposta!

- Non ricordavo di averti baciato al lago – si chiede confuso persino Malfoy.

Le parole della proprietaria mi ritornano in mente, il margine d’errore altri non è che quello che avrei desiderato accadesse. Lo prendo sottobraccio.

Voglio andare in un luogo in cui ancora non ci conoscevamo, dove non potrei incespicare nel margine d’errore, la mia prossima domanda è perché Malfoy è diventato così? Qual’è stata la causa scatenante che lo ha condotto al suo antipatico stato attuale? Basta che lo pensi per trovarci immersi fin sopra i polpacci nella neve, fuori dalle mura di una splendida villa, probabilmente casa sua.

Un elfo tiene una torcia e apre la porta ad un uomo esile, bordato dal pesante cappotto, dei capelli brizzolati di grigio escono a malapena fuori dal berretto scanalato, l’uomo se ne va a passo spedito, lasciandosi dietro delle nubi di fiato.

Lampi imbiancano un cielo plumbeo, ma non accenna a piovere nemmeno una goccia.

Entriamo prima che il portone venga richiuso dal servetto e lo seguiamo in fila indiana verso i piani alti.

- Senti Granger, io voglio tornarmene in infermeria, la spalla mi fa un male cane -

Malfoy comincia a dare i numeri, è nervoso, questo è assodato.

- Finché avrò curiosità irrisolte sul tuo conto, proseguiremo a vagare nella tua testa, perciò rassegnati… -

Alza un sopracciglio scettico - Ma ci metteremo un eternità! Potremmo persino morire dall’altra parte! –

Gli sorrido di rimando – Non fare il melodrammatico ora! Hai così tanti segreti? –

Aspetta almeno un minuto ancora per formulare il suo: - Che te ne frega Granger? -

Lo sa bene che cosa. Faccio finta di non sentirlo e proseguiamo.

 

Nel corridoio, la carta da parati è beige orlata da alcuni finimenti dorati, passiamo d’avanti a decine e decine di quadri, vasi antichi e specchiere.

- Certo che vivi nel lusso – mi scappa di bocca.

- La povera mezzosangue è invidiosa? –

Lo ignoro ancora ed entro in un, credo di non sbagliarmi; salottino da ricevimento.

Un paio di bacchette vengono lasciate svaporare dentro ad una brocca d'alluminio ripiena di cubetti di ghiaccio, che giace sopra un tavolino perfettamente centrato.

Lucius è seduto su di un ottomana blu notte, con la testa reclinata all’indietro e le gambe divaricate.

Il ricordo di un bambino che sfiora appena il metro d’altezza singhiozza, ha le gote rigate dal pianto e cerca di fare meno rumore possibile nel tirar su il naso.

- Che avevi combinato? -

Draco, o meglio la sua entità astrale non replica all’insinuazione.

C’è un atmosfera tombale e tesa che non accenna a diminuire, il mio coetaneo mi tira via da lì.

- Lasciami! – gli rimprovero ma non ce la faccio a tornare sui miei passi, il suo sguardo mi inchioda i piedi a terra.

Nemmeno lui parla, perciò salgo le scale diretta al secondo piano e lui continua a starmi dietro, seguendomi con le braccia incrociate.

Noto una porta socchiusa da cui esce uno spiraglio di luce, dentro c’è la padrona di casa, in un elegante vestito scuro e foulard bianco, all’apparenza discute con uno quadro, ai lati di esso delle opalescenti lampade a muro in stile liberty mi coprono la visuale, mi avvicino per vedere oltre la semplice cornice.

Il soggetto è ritratto con un'altezza predominante sul resto, è una strega bionda dall’abito lungo ed ha entrambe le mani sulla borsa di velluto nero, appesa alla cintola del proprio corpetto, fissa qualcosa sulla sinistra, lo sguardo perso, le iridi grigio-verdi, le sopracciglia snob e sottilissime, il carnato pallido.

La nobil strega non più giovane, ha per sfondo il corrimano d’orato delle scale d’ingresso, due levrieri neri, l’uno accucciato, l’altro con le zampe anteriori diritte e le orecchie tese stanno alla sua destra, mentre dal suo berretto impellicciato quasi a guardare l’osservatore stesso, spunta la testa bianca di un ermellino.

A giudicare dai caratteri facciali, il soggetto, rassomigliava decisamente alla padrona del maniero.

- Lo sospettavo – asserisce Narcissa.- E’ sempre stata un po’ isterica -

- Bellatrix? Oh mia cara, più che isterica! Pazza! – la signora dal quadro non ha alcun freno verbale e il muso dell’ermellino sembra smuova il nasetto ogni volta che quella articola più cose assieme, in una caricatura grottesca della prolissità.

- Uccidere mio nipote, un erede di pochi mesi solo perché lo trovava bruttino! Piuttosto, forse quella là aveva paura che il marito capisse che non era il suo! – sentendoselo calare, la ritrattista si aggiusta il cappellino.- Sento già rintronare le chiacchiere dei vicini! -

Narcissa di riflesso si ravviva un ciuffo biondo della nuca. – Troppe cose si dicono di noi mamma, non dare adito anche tu i pettegolezzi! Non abbiamo la certezza di quello che dici. –

All’improvviso l’uscio sbatté contro la parete, Malfoy trascina isterico il figlioletto e lo getta contro il tappeto arabo.

Il dipinto ritorna inanimato, Narcissa spalanca gli occhi per la sorpresa.

- Sono stufo! – esclama l’uomo, le guance rosee per la rabbia.

- Tuo figlio è un buono a nulla e crescerà così! Tanto valeva adottare un elfo domestico! –

- Sei stato adottato? – chiedo al mio coetaneo.

- No – risponde secco – E’ solo fuori di sé – ha le labbra violacee mentre me lo dice.

Continuo ad osservare la scena.

A piccoli passi Narcissa si avvicina al marito. – Calmati, che è successo? –

- Non dirmi come devo sentirmi! Non dirmi di calmarmi! -

La donna prende un rovescio pazzesco dal mago, vacilla e ricade malamente sul pavimento.

Il piccolo Malfoy fa’ un passo nella sua direzione poi si blocca osservato con rigore dal padre.

Quello addita la consorte rimasta sulla marmorea superficie.

- Come imparerà a duellare se tu continui a viziarlo riempiendogli la camera di giochi! – passo quindi a rivolgersi al figlioletto in tono falsamente cortese.

- Non lo vedi come soffre la mamma quando non fai bene i tuoi esercizi? -

Malfoy è scosso, tiene la bacchetta con entrambe le manine, gli occhi fissi su suo padre.

- Torniamo ad allenarci! Diventerò bravo come te, più di te papà! ma… ma lascia stare la mamma! -

L’uomo ride all’impazzata strattonando Narcissa per un gomito.

- L’hai sentito amore? Vedi come si ottengono i risultati? E’ così che mi hanno insegnato, i miei sì che ci sapevano fare, altrimenti al giorno d’oggi dove finiremmo?! -

Mi sento in colpa per aver obbligato Malfoy a rivivere queste scene, voglio riportarlo alla scuola.

Sono le 21, ora di cena e quando riprendo coscienza, sento un rumore metallico, la sfera è caduta rotolando sul pavimento ecco perché siamo tornati al presente. Ho la testa intorpidita e ripiegata sul ventre di Malfoy, lo sento irrigidirsi.

Prima che possa dire “Ah!” mi afferra per il polso.

- Maledetta mezzosangue! -

- La-lasciami! – balbetto.

- Ficcanaso sangue sporco! Potrei denunciarti per violazione della privaci o peggio! Smettila di tormentami e tornatene da brava da Potty e Weasley… –

- E’ veramente questo che vuoi? –

So di averlo messo in crisi per la seconda volta.

Poggia i gomiti sul materasso e si tira su disinvolto.

- Non stuzzicarmi – sibila, i suoi occhi catturano le mie labbra.

Mi avvicino per baciarlo, i miei ricci nocciola scivolano ad un palmo dal suo volto avvertendolo, di conseguenza abbassa il capo posandomi la fronte sulla spalla, esausto.

- Non mi lascio baciare da nessuna io… – precisa.

Aspira il profumo di pesca del mio bagnodoccia, ho i brividi.

- Vuoi farlo? – domanda.

Sorrido, non credevo me lo chiedesse, poi senza rispondere, gli prendo la testa fra le mani e lo fisso con desiderio.

- Allora prenditi questa notte senza impegno Granger -

- E se invece la prendessimo sul serio? -

- Non ti prometto niente - Si tira indietro fissandomi. - Sei una complicata tu! -

- Che acume Malfoy! … Se la prendessimo sul serio? - ripeto.

- La tua vita cambierebbe da morire e sarei costretto a tenerti d'occhio di continuo... un giorno potresti ritrovarti sola e circondata e non ti garantisco rose e fiori -

- Non mi spaventa se posso averti al mio fianco –

Lui abbassa lo sguardo sul ginocchio.

- Non pensi che… -

Lo interrompo premendogli un dito sulle labbra. – Non penso che a noi –  dico con voce incrinata dall’emozione. Il suo ghigno si fa più simile al sorriso.

- Basta col dire stupidaggini Granger -

Piccoli baci segnano il mio collo leggeri come farfalle.

Tiro giù la lampo della sua maglia, si apre uno squarcio del suo torso dove, come d’incanto lascio scomparire le mani. Sento sulla punta delle dita la pelle liscia e ipertesa del suo torace.

Afferrando i fianchi mi spoglia dalla canotta, il ciondolo di Harry e Ron dal naso atterra a picco sul mio petto facendosi notare... piccola defaians.

- Vuoi che lo tolga? – chiedo in un sussurro.

Sorride senza scrupoli.

Si curva su quell’uno d’argento e brillanti e lo bacia in segno di sfida, poi eccitato mi solletica e  mordicchia la cima dell’orecchio.

Approfittando del fatto, senza tuttavia farmi male, rompe la catenella che scivola dalle sue nocche, si rigira quell’uno fra l’indice e il pollice poi quando si stanca lo infila sotto al cuscino.

- Sei troppo bella per essere una dannata mezzosangue -

Lascio scorrere la braccia sulla sua schiena cosciente che, la natura, radicata e selvaggia, userà i nostri corpi sotto assedio dagli ormoni finché non avremo più forze.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Salto nel vuoto ***


Nuova pagina 1

 

Salto nel vuoto

 

Non è il solito risveglio, sono arrotolata comodamente nel lenzuolo, tanto che ho lasciato il mio vicino di spalla semi scoperto.

Lui ha un rivolo di capelli appena sopra al naso, le labbra dai contorni amorevolmente evidenziati, manifestano i baci consumati.

Il suo braccio seppellito dal cuscino ne difetta la morbidezza e mi resta un po’ incombente dietro alla nuca.

Gli sposto delicatamente quel ciuffo ribelle e sento il battito farmi eco nelle orecchie.

Anni fa il solo immaginarlo nello stesso letto m’avrebbe inorridito… non che lo trovassi brutto, non l’ho mai trovato brutto, ma antipatico sì! E questo m’era servito per starmene alla larga per un bel pezzo.

In sostanza eravamo due sconosciuti finché quello sguardo neutro e inquieto che erroneamente scambiavo per gelo mi ha praticamente ridotto ai suoi piedi...

Alla luce dei fatti odierni, dopo aver visto Narcissa soggetta a suo padre, come potrebbe esserlo tuttora, Draco mi fa un’immane tenerezza nella sua latente voglia di riscossa.

Chissà se quell’uomo onnipresente, destinato ad essere indegnamente chiamato padre, fa parte del carrello dell’ inconscio che lo opprime o anche solo dei suoi incubi...

Fessure screziate di grigio e d’argento si sollevano adombrate da ciglia sottili.

Gli sorrido con disinvoltura - Buongiorno -

- Da quanto, uhm… mi spii? – Elude sempre dalla buona educazione, la voce impastata dal sonno, poco nel nostro caso.

Faccio una smorfia - Mi hai tolto il divertimento così! – gli passo una mano fra i capelli.

Stira le braccia sopra al cuscino e sbadiglia apertamente.

Mi avvicino e lo abbraccio, me lo lascia fare, forse perché ancora non ha i riflessi abbastanza pronti…

- Tu non sei vergine Granger, dì un po’ con quanti te la sei spassata? -

Sogghigna mentre presa alla sprovvista m’irrigidisco.

Sono ancora restia a raccontare lati così intimi di me a Malfoy.

E’ come se inghiottissi una pillola e finalmente butto giù: - Con Krum -

Invece di essermi liberata da un peso, la pillola ingigantisce, diventa un macigno nel mio petto.

Trattengo il respiro.

- Soltanto? -

Il macigno rotola giù per lo stomaco, graffiante e indigeribile.

- Se stai cercando di sottointendere qualcosa che riguarda Ron e me, ti sbagli, lui… non era ancora …maturo… -

La sua risata argentina mi giunge calcolata quanto i fiori a primavera.

- Scusami – si riprende e mi stringe fra le sue braccia, incasso la testa al suo petto con vergogna.

- Devo andarmene – biascico mentre le labbra sfiorano il suo costato.

- Non vuoi sapere quante ragazze ho avuto? –

In teoria vorrei urlargli di no, che preferisco restarne all’oscuro, anche se in pratica non ci riesco e reprimo l’insicurezza lasciando scivolare i miei piedi sui suoi.

Draco sussulta - Hai i piedi gelati! –

A quella protesta, li allontano ma lui intreccia di nuovo assieme le nostre gambe.

- Non ti ho detto di toglierli! Comunque sei ragazze, prima di te ci sono state tre serpeverde, due corvonero e una tassorosso… generalmente non mi ricordo i nomi, ma i loro corpi sì – distende le labbra in un ghigno sottile.

Mi distacco giusto per rivolgergli con limpidezza il mio fastidio.

- Con me hai completato le case disponibili… ora dovrai uscire da Hogwarts! – a giudicare dall’espressione soddisfatta che ha dipinta, la battuta gli è piaciuta.

- Vediamo Herm… - comincia immaginariamente a contare - Tu sei la settima – mi liscia un boccolo, felice del fatto che mi ha battuto in esperienza. – Anzi siccome sei una mezzosangue vali per mezza, sei la sesta e mezza! –

Mi scopro, e sotto il suo sguardo felino me ne esco dal letto.

In punta di piedi vado a recuperare il reggiseno da sopra al comò, quindi mi rassetto i capelli in disordine, devo sbrigarmi o sarà troppo tardi per svignarmela.

L’immagine di Pansy che voleva portare un dolce a Malfoy mi balena nella mente… cerco di non tirarmela, non irromperanno, nessuno ci scoprirà nel giro di un ora o due.

- La sesta e mezza! – borbotto fra me – quindi sono la prima mezzosangue con cui lo fai? –

Una volta infilato anche il tanga passo a spolverare le pieghe del gonnellino lasciato a marcire per terra, infine è la volta delle scarpe.

- Non ne ho la certezza assoluta ma credo di sì – si meraviglia anche lui.

- Almeno questa consolazione ce l’ho… e quanto hanno durato le tue… cosiddette relazioni? –

- Relazioni? Chi ti dice che ne abbia avuta una alla volta Granger? Io ho bruciato le tappe presto sai! – Lo ignoro. Non lo sopporto quando fa il cretino.

- Cosa provi per tuo padre? –

Si stringe nelle spalle marmoree. – Sono fatti miei –

- Sapevo che l’avresti detto, non racconti mai niente di te, è questo il tuo problema! ti farebbe bene sfogarti almeno un po’sai? –

Calca la voce di un tono: - Non osare dirmi cos’è meglio per me! -

Un attimo dopo però se n’è quasi pentito - Granger – mi chiama.

Non mi resta che guardarlo, il serpeverde pare scegliere le parole giuste o risolvere una complicata equazione di rune magica, non so.

Prendo tempo cercando invano di agganciare il laccio dell’orologio, sarebbe più facile se avessi sei braccia come la sanguinaria Dea Kalì.

- Lascia faccio io – allunga una mano.

- Se non cambi idea come una sciocca, possiamo rivederci all’ingresso mezzora dopo il coprifuoco - mormora senza staccare gli occhi dal mio polso.

Ne resto allibita: - Ma…ma il tuo braccio? -

- La ferita è a posto e non è gonfia… ho un ottima capacità di recupero io. – Lascio che le sue stesse spiegazioni boriose lo affascino, se c’è un merito quello è senza dubbio dell’unguento miracoloso di madama Chip, quella ne sa una più del diavolo con tutti gli infortuni che a visto con Harry.

- A-allora a presto. – Balbetto prima di scoccargli un bacio sulla fronte.

Esco in fretta e furia prima che s’arrabbi, detesta che sia io a prendere l’iniziativa… il controllo dev’essere una sua esclusiva.

Accompagnata dalla puntualità in persona sono davanti al portone per l’appuntamento o quello che è, Malfoy non m’ha specificato nulla infondo.

- Hai portato la scopa con te? Lo sai che la mia si è bruciata... -

Sogghigno. Non riesco a trattenere l’ilarità della cosa, del resto è colpa mia.

- Eccola – la mostro sbottonando alcuni calamai del mantello. Dall’ entrata semi aperta si avverte un venticello non particolarmente freddo.

- Se tardiamo molto ho un sacchetto di polvere per il ritorno - Draco mi fa cenno, inclinando la testa a destra che possiamo partire.

- Guido io - dice.

Litigare con lui una vita, per ottenere il permesso di guidare la “mia” scopa sarebbe inutile, Malfoy non conosce il significato della particella “mia” quando quest’ultima è riferita ad altri; perciò stasera sarò permissiva.

Il pub è gremito di gente. Molti discorsi che orecchio nella salone sono incentrati sulla disgrazia, ferita ancora aperta in qualcuno.

Una strega di cui non rammento il nome, ma che conosco di vista ci accompagna al primo tavolo libero che trova.

- Una cocktakola con uno spicchio di limone. – ordina Malfoy.

- Per me un’ acquaviola, grazie – soggiungo prima che la biondina se ne vada a cercare altri clienti.

Malfoy si sfrega le mani arrossate per la presa rigida del volo, la cameriera se ne và.

- Dammi la mano Granger… l’altra notte mi hai lasciato questa –

Sobbalzo mentre impaziente, Malfoy prende la mia mano e mi restituisce l’oggetto in questione.

Quando apro il pugno scopro che quell’uno è diventato sinuoso come una serpolina di brillanti.

Sorride…l’unico particolare che mi ricordi del mio vecchio ciondolo altro non è che la capocchia dell’uno.

Assumo un tono volutamente cantilenante – Oh Malfoy! non dovevi…-

- Quando abbiamo finito qui ti porto in un bel posto…- Mi avvicino saltellando sedere sulla panca.

Probabilmente non risponderà ma almeno ci provo - Dove? –

- Devo presentarti un po’ in giro –

La cosa non mi piace, lo si legge chiaramente dalla mia faccia.

- Amici? –

Sembra rifletterci, poi aggiunge: - Amici è una parola che non conosco, direi più che altro conoscenti…al massimo alleati. –

Il sangue mi si gela nelle vene, però a ben vedere c’è un risvolto positivo nella medaglia.

- Allora anche tu potresti conoscere –

M’interrompe repentinamente.

- Granger, tu sei l’unica reietta che mi posso permettere, ma se cominciassi a frequentare i tuoi amichetti, mettiamo da parte che il mondo, l’universo intero finirebbe d’esistere e in secondo luogo i miei parenti interverrebbero bacchette alla mano per risanarmi, e non potrei dar loro torto, come minimo inizierebbero con un crucius! -

Io sghignazzo.

- Ottimo appello Malfoy, la giuria depone a tuo favore e ti condanna solo alla mia asfissiante presenza! -

Vago con lo sguardo sulla sala, Harry, Ron e Neville si sono appena sistemati dietro il bancone, se la pianta d’edera che cala dal soffitto fa il suo dovere, con un pizzico di fortuna potrei passargli inosservata.

La cameriera con il suo completino bianco nero mi riporta alla realtà.

- Ecco… l’acquaviola? -

- E’ per me – rispondo con un fil di voce.

Finisce il suo servizio e va a scodinzolare altrove.

Sorseggio un po’ il mio bicchiere.

Malfoy intercetta il tavolo dei grifondoro - Cos’hai? – e il suo turno di godersela, se non altro assieme, ci divertiamo un po’ per uno.- Vuoi andare a salutarli? Ti accompagno? –

Divento seria – Draco Malfoy non farmi questo. –

Ha un cipiglio capriccioso e divertito - La prospettiva di conoscere i miei soci ti è meno sgradevole ora? -

Possibile che non trovasse altri modi che il ricatto per ottenere qualcosa? Con me sarebbe bastato mostrare un po’ d’affetto per ottenere gli stessi risultati.

Il nostro tavolo e quello di Harry mi sembrano gli unici in mezzo a quel formicaio di maghi seduti.

Non riuscivo a capacitarmi della situazione assurda in cui ci trovavamo.

Lui stavolta mi fissa con fare severo.

- Coraggio Herm, sei con me oppure no? -

Li guardo di nuovo, poi mi scolo il fondo del bicchiere, aspettando il postumo del bruciore dell’ acquaviola corretta, eccolo è arrivato.

Deglutisco aspettando ancora un istante, prima di liberare le mie labbra in sì basso e profondo per poi lasciarmi trascinare dalla sua mano, nella notte gelida e fonda.

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Capitolo 10
*** Il 5 giugno ***


Nuova pagina 1

Il 5 giugno

 

Tallono, passo, passo il mio accompagnatore lungo una strada angusta e semi deserta.

Sfortunatamente per me, non ci volle poi molto a raggiungere la meta.

Poggiati coi mantelli ad una parete, in perfetta fila indiana riconosco alcuni serpeverde.

Sento risalirmi alla gola il sapore dolce e alacre dell’acquaviola.

Draco mi stringe con premura la mano destra avvisandomi in questo modo, che non sarei potuta fuggire lontano neanche a volerlo intensamente, dato scontato ovviamente.

Nonostante la pressione della sera, che và decisamente diminuendo, vengo invasa da una vampata calda nell’incrociarli così direttamente.

I suoi due scagnozzi, Zabini, Nott, Pansy e Greengas, e mi fermo qui per fortuna, ci fosse stata anche la Bulstrode avrei avuto un infarto per l’emozione!

Tutti mi fissano immusoniti, quasi fossi una piccola imperfezione nel loro quadro perfetto.

Draco rompe le righe - Lei è con me - più chiaro e preciso di così non avrebbe potuto essere!

- Okay capo, ci siamo tutti – sorvolo sull’inutile intervento di Goyle che batte una pacca amichevole sul mantello di Malfoy.

- Entriamo? –

Il locale ha frange di perle plastificate al posto della porta.

All’interno la musica soave di un piano ci incalza, ma non ne percepisco la provenienza.

Le pareti sono ricoperte da copie straordinariamente verosimili di galeoni e agghindate qua e là da veli semitrasparenti messi a mo di festoni, decorazioni un po’ pesanti a mio giudizio.

Barili d’oro alternati a palme dividono in due la stanza principale, fumatori e non.

Domestici e cameriere escono dalla cucina con grossi vassoi di frutta e bevande, gli uni indossano sahari bianchi e le altre abiti succinti, piene di campanellini, che se non bastassero i loro ventri piatti e le loro generose forme ad attirare l’attenzione generale, ci penserebbero loro!

Comunque lo trovo originale! Non c’ero mai stata prima.

- Non chiediamo alla cameriera dove andare? – mi esprimo sottovoce seguendoli nella sala principale.

Daphne ridacchia assieme alla Parkinson, che so essere una delle famose sei ex di Malfoy.

Il caschetto incornicia perfettamente quel volto triangolare, l’ombretto nero e una linea di verde nel bordo inferiore degli occhi la fanno sembrare una procace ventenne.

Daph, come la chiamano i serpeverde, ha capelli tiratissimi di torciglioni biondi e un gloss argilloso sopra una fila di denti madreperlacei, i cui canini scorgono appena.

Degli altri intravedo da sotto al mantello qualche camicia o giacca elegante, rigorosamente nera o comunque scura.

Fondi di barche appianate a pancia in su, fungono da inusuali tavoli e ancora pile di cuscini variopinti al posto delle formali sedie.

Non c’è il pienone, ma i ragazzi si fermano proprio di fronte a due commensali, che si stanno sussurrando fra loro paroline dolci, lambiti dalle luci profumate delle candele.

Dato che i due piccioncini, due asiatici non si sono ancora accorti di noi, ci pensa Tiger.

Prende una mela dal vassoio e se la sgranocchia rumorosamente.

La brunetta ammutolisce mentre il mago lo guarda in malo modo.

- Ma come si permette? -

Intanto Goyle è sopraggiunto alle sue spalle.

- C’è stato un errore – spiega pacatamente lo scimmione, mentre un rivolo di succo d’acero scende lungo il mento butterato – questo è il nostro tavolo! -

- Guardi che noi siamo qui da più di mezzora, non c’è nessun errore! – lo sconosciuto s’incupisce serrando la mascella, la donna impallidisce.

Goyle si sposta alla sua destra puntando la bacchetta contro la schiena della poveretta il cui petto sobbalza per lo spavento.

- Come ti chiami bellezza? Pensi che il tuo uomo abbia le palle abbastanza grosse per salvarti il culo?-  quella resta immobile, solo la bocca si schiude attonita.

- La lasci in pace, ho capito ce ne andiamo, vieni amore… - fa per andare.

Tiger gli puntella il fazzoletto all’occhiello con la sua mela - Davvero un mago coraggioso il piasciasotto! Aspetti, non così in fretta! Non vedo la mancia per il cameriere… -

Mi guardo attorno, nessuno in sala accenna ad intervenire, Malfoy mi trattiene per un braccio.

- Tranquilla Hermione, filerà tutto liscio -

- Non credo… – sussurro inutilmente di rimando.

L’asiatico lascia un baio di biglietti da venti sulla superficie della barca e finalmente si defila con la compagna. Tiro il fiato per questi infausti sconosciuti.

Ci sediamo, Malfoy è a poppa, io sto alla sua sinistra accanto a Tiger intento ancora a sgranocchiare, poi ci sono Goyle e Theodore, dall’altro lato si accomodano Pansy, Blaise e Daphne.

Mentre aspettiamo le ordinazioni, ci spogliamo dei mantelli.

Theodore s’impone fra le altre chiacchiere - Vecchio mio come ti senti? -

Credevo che gli domandasse del braccio, ma una volta tanto il mio intuito sbagliava.

- Come ieri –

- Già ma più ricco, direi che è meglio, no? –

Il provocatore si accende una sigaretta sorridendo, Blaise approfitta del momento per sfilargliene una dal pacchetto e se l’accendono entrambi, usando per fiamma una delle tante candele sparpagliate sulla superficie laccata della barca.

- Grazie per l’invito - Draco glissa sapientemente la discussione passandosi una mano sul collo, accennando un ghigno.

La stessa Pansy alza le sopracciglia ironica: - Sei tu l’ospite d’onore -

L’estasi che leggo nell’espressione di Blaise Zabini per il suo primo tiro della serata è un mistero per me che non l’ho mai fatto, del resto è risaputo che fumare nuoce alla salute, ingiallisce i denti ( i miei già non mi piacciono così come sono!) provoca tumori etc, etc… e allora perché prendersi la briga d’iniziare?

Il serpeverde non si accorge del mio interesse perché riprende a interloquire con Malfoy.

- Volevamo farti una sorpresa, all’inizio pensavamo di festeggiare in infermeria ma poi visto che ti hanno dimesso… a proposito non mi hai ancora spiegato come ti sei fatto male al braccio… -

Non riesco a sentire la bugia che architetta Malfoy perché davanti a me, Daphne mi artiglia per il polso con finta carineria.

- Granger! Tu lo sapevi che Malfoy con la maggior età ha ereditato una piccola fortuna? Ma che sciocca! certo che lo sapevi… altrimenti perché mai avresti lasciato i tuoi amichetti nullatenenti? -

- Co-come scusa? –

Attorciglio stizzita il tovagliolo che, stando al galateo, ho dispiegato sopra le cosce fasciate dai blue jeans.

- Non essere così dura con lei, non la conosci nemmeno… – la riprende accorto Blaise, mentre Pansy lo guarda stupita.

Attimi di puro silenzio poi la biondina con un pretesto, tira fuori da una sacca, un pacchetto di media grandezza, infiocchettato. Chissà se anche lei è stata un ex di Malfoy, diventa il pensiero ricorrente della mia serata…

- E’ il momento di scartare! – lo passa a capotavola.

Goyle si gratta un sopracciglio come a ricordarsi quel che deve dire - Da parte di tutti capo e i miei genitori mi mandano a tirarti le orecchie! –

- Non ci provare… – lo liquida l’altro.

- Comunque ce l’hai fatta tu la sorpresa più grossa stasera portandoti la Granger! – si accoda Blaise dilatando le labbra in modo gentile. Abbozzo un sorriso in risposta, dopodiché squadro il festeggiato minacciosamente. – Io non sapevo nemmeno che oggi fosse il tuo compleanno – ammetto senza pudori. – Avvertirmi no, eh? -

Le due serpeverdi si mettono a bisbigliare di nuovo, amabilmente fra di loro.

Mi concentro sullo scartamento del regalo.

Gli hanno comprato una splendida giacca nera gessata e non un libro di magia oscura come intimamente sospettavo…

- E’ stata una mia idea! – ribadisce la biondina.

- Ed io sapevo la taglia. – si accoda a lei Pansy. - Ti piace? –

Draco annuisce appena.

E’ la volta degli auguri, i ragazzi si fermano lì, al contrario quelle due oche se lo sbaciucchiano pure! Non oso fare altrettanto.

Sprofondo a poco a poco in tutti gli anelli dell’inferno, quando finalmente scorgo la luce all’arrivo delle nostre ordinazioni, c'è di nuovo silenzio.

Tiger e Goyle che si abbuffano su delle code di ranucertole saltate in padella con salvia rossa, le  trangugiano rumorosamente, mentre i restanti del gruppo hanno ordinato perlopiù da bere.

Parlano della scuola, di quanto odiano certi grifondoro e del più e del meno, mi sento quasi un’esclusa qua in mezzo e riesco solo ad annuire sporadicamente come una scema nei rari momenti in cui sono d’accordo con gli altri.

Theodore termina il suo calice in un soffio tanto sembra abituato a scolarsi questo ed altro.

Le ragazze, disgustate dalla diseducazione dei bassotti li richiamano alle buone maniere, in questo frangente non posso biasimarle. La bocca pronunciata di Tiger continua a macinare persino mentre le manda poco celatamente a quel paese!

- Non fareste quella faccia se li assaggiaste! – rincara Goyle.

- Sono davvero buoni? – chiedo.

- Altroché… vuoi provare? – I commensali si girano verso di me alquanto compiaciuti.

- Dammene uno -

Il serpeverde mi passa una coda tenendola con la punta delle dita, l’afferro ed indugio un po’.

E’ croccante dall’esterno, ora che l’ho esaminata non mi resta che mangiarla.

Strabiliato Goyle batte due volte sul tavolo. – Capo… ma la Granger è fortissima! –

Anche Tiger sembra dello stesso parere mentre se la ride in modo nasale.

- Complimenti! - Blaise applaude il mio numeretto divertito.

Quella coda era disgustosa! Piccantissima! Cerco il mio bicchiere, è vuoto e della serie “le sfortune non vengono mai da sole” abbiamo finito anche la bottiglia, quindi mi alzo.

- Dov’è il bagno? -

Pansy e Daph continuano con le loro risatine composte.

Quando qualcun altro, per la precisione Theodore, oltre la sottoscritta si stanca del silenzio, si alza offrendosi di farmi strada.

Prendo anche la borsetta, voglio ripassarmi due dita d’ombretto tanto ci sono.

Il bagno è abbastanza grande e pulito, il serpeverde mi aspetta fuori dallo stipite a braccia conserte.

Frugo nella tracolla in cerca del mio mascara waterproof, dell’ombretto e di qualche fazzoletto, eccezion fatta per i fazzoletti non riesco a trovare il trucco, ci impilo troppe cianfrusaglie dentro! Il ciondolo a serpolina che luccica sul fondo scuro, sembra un piccolo segnale radar che si prende beffa delle mie manovre. Lascio perdere.

Mi sciacquo la bocca sul lavabo, inglobo alcune boccate d’acqua per poi risputarle e ripeto l’operazione un paio di volte, finché le gengive cominciano a refrigerarsi…

- Granger non pensi di dare più problemi che sostegno a Malfoy? Siete così diversi… sarebbe meglio finirla qui con questa sceneggiata che oltraggiarci tutti! – E’ il tono monocorde di Nott.

- Io non sto facendo nessuna sceneggiata! - chiudo il rubinetto con una forza non necessaria per quel gesto abituale.

- D’accordo, ma se vuoi sapere come la penso… -

- Non m’interessa! – urlo collerica.

- Malfoy non ha mai fatto sul serio con nessuna, non penso che proprio tu farai l’ecc… –

Una volta uscita a tutto tacco, l’affronto di petto.

- Non una parola di più! – Ho ancora il mento madido, me l’asciugo con un fazzolettino alquanto irritata dalla situazione.

Theodore alza gli occhi al soffitto. – Come vuoi, però dovresti essere preparata a questo ed altro se vuoi diventare la sua ragazza... io ti stavo solo dando un consiglio –

- Odio i consigli non richiesti, e magari lo dicevi per il mio bene vero? -

- Non trascinarmi nelle tue intricate conversazioni mezzosangue – mi dà il suo ben servito in modo pacato, il volto  inespressivo a tal punto che nemmeno un orda di donne nude che lo circondano potrebbe perturbarlo.

- In questo caso potevi startene zitto – Fa una smorfietta eloquente di per se.

Di ritorno dal bagno individuiamo Blaise e Pansy scambiarsi un bacio, le braccia di lui l’agguantano saldamente da dietro la schiena, dai pantaloni bianchi a vita bassa della serpeverde si fanno notare i pois del tanga leopardato.

Basita, afferro Theodore per un lembo della giacca.

- Stanno insieme sì – sembra aver letto quella richiesta nello sguardo incerto che gli ho poco prima lanciato.

Tornati ognuno al su posto traccheggiamo ancora per una ventina di minuti, finché Draco, per la prima volta da che siamo là dentro non mi rivolge la parola.

- Ci prendiamo una stanza? – mi sussurra flebilmente, da dietro alla nuca.

- Ma… -

- Tu mi devi un regalo – soffia dispettoso.

- Dai Granger! Ti prometto che torniamo in tempo, quel rimbambito del preside non ci scoprirà! –

Sa già quali sono le proteste che avanzo, e le colpisce ad una ad una anzitempo.

- Manipolatore -

Mi è impossibile guardarlo ora, ma sono certa di un fatto: lui sogghigna trionfante – Lo prendo per un sì -

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Capitolo 11
*** Apnea totale ***


Nuova pagina 1

Apnea totale

 

Il festeggiato serrò la porta imprigionandomi davanti a sé.

Alcune piante per proteggersi producono tossine dalle capacità mortali, la tarantola è in grado di lanciare sul nemico decine di peli come aculei velenosi, il morso del serpente a sonagli agisce in poche ore in tutto il corpo, ma nessuna di queste esperienze al limite della vita è minimamente comparabile al bacio di Draco Malfoy.

Ti mozza il fiato e non ti lascia andare finché non lo decide lui, è struggente e dolcissimo insieme, agro e dolce.

Al momento non sento più le sue labbra premere voraci, ne la stretta aggressiva sul mio polso, adesso che ci faccio caso non sento più nemmeno le mie di labbra! E’ come se senza il suo tocco il mio corpo non esistesse che in un riflesso di una vecchia specchiera, come se senza di lui avessi perso la concezione fisica del mio essere donna.

Riapro gli occhi, non c’è più, mi ha lasciata sola a riprendere fiato.

Ha preso questa stanza, al terzo piano del ristorante orientale per piantarmi in asso?

Alzo gli occhi su un orologio a muro col quadrante bordeaux, sono le 3.10. passate.

Oggi, nel pomeriggio, lasceremo Torreporetta per Hogwarts, perciò non abbiamo di che crogiolarci in questo albergo... ma dubito che Malfoy si accontenterà di una sveltina.

 - Granger, aspetta là fuori fino a che non ti do l’okay. – la sua voce proviene dal bagno, dove la porta è socchiusa in maniera parzialmente invitante…

Mi tuffo di dorso sul lettone, sgambetto con le ginocchia di fuori aspettandolo finché la mia curiosità non prenderà il sopravvento.

Sento un gorgoglio strano, come di una lavatrice babbana in funzione.

- Perché non mi hai detto che era il tuo compleanno? -

- Ora puoi entrare –

- Mi hai sentito? – spunto con la testa prima d’introdurmi.

E’ immerso fino a metà petto nell’ampia vasca idromassaggio.

Avverto un pizzicore sulle gote al pensiero che è gia nudo sotto l’increspatura dell’acqua.

- Granger fammi un favore, rilassati! Torna in camera e mettiti sopra solo l’accappatoio… - me lo indica affilando le labbra in un guisa sfacciata.

- D’accordo, ma poi che faccio capo? Vado in giro per il corridoio? – schernisco Tiger e Goyle mentre tolgo dal lussuoso attaccapanni quel telo lanuginoso.

Si rigira d’un fianco, posa il braccio sul bordo della vasca lasciandolo gocciolare sulle piastrelle sottostanti.

- Li hai conquistati col tuo spettacolino disgustoso, del resto se non riuscivi con quei due imbecilli, per gli altri non c’erano speranze… -

Rimango lì, non mi sento offesa da quest’ultima sua uscita ma ho ancora un nodo da sciogliere.

- Nott è stato un gran maleducato con me! – ottengo ciò che voglio, Malfoy s’irrigidisce, dunque proseguo.

- Mi ha praticamente detto che dovevo lasciarti o che ti avrei rovinato! – esibisco lo sguardo più turbato che possiedo. Il serpeverde si accascia sul fondo della vasca sparendo sotto l’orlo per poi poco dopo risalirne.

- Per un attimo mi hai fatto prendere un colpo -

- Non t’importa? –

- Sarà un po’ turbato, suo padre è stato sbattuto in prigione! Quanto vorr…- si blocca fulmineo – Che fai? sei ancora qui! fila a cambiarti! – mi schizza addosso.

Sosto ancora indecisa. Non mi ha convinta…

- Anche quelle due ochette sono insopportabili, forse gli unici che si salvano sono i tuoi gorilla e Blaise – chiudo a malincuore le labbra.

Malfoy sospira passandosi una mano sull’attaccatura dei capelli, la sua chioma si è fatta d’un biondo cenere in sintonia col suo sguardo sbieco.

- Granger non ti ho chiesto di diventare la loro amica del cuore, volevo solo mettere in chiaro che ci frequentiamo, è un modo come un altro per tenerli sotto controllo… –

Giro di polso sulla maniglia - Torno subito –

- Certo, certo! Ricorda che l’acqua si raffredda… oltre al sottoscritto…-

Fischi mi attendono al rientro.

- Giù! – come un imperatore romano comodamente seduto sul trono, gli manca solo la coroncina d’alloro, Draco mi fa segno con il pollice abbassato.

Lasciando scivolare l’accappatoio dalla mia pelle, rabbrividisco, infine con un gesto fluido sciolgo i capelli raccolti nel fermaglio scompigliandoli.

Respira lentamente ma un lieve battito di ciglia lo tradisce quasi impercettibilmente.

Cerco come posso di essere disinvolta ma arrossisco mentre immergo un piede nella vasca, poi un altro, Malfoy mi lambisce il bacino invitandomi a scendere, trasportandomi su di lui con lentezza disarmante, arrossisco ancor di più in prossimità del suo viso.

Gli accarezzo gli zigomi scompigliandogli le basette prima che ci scambiamo un bacio profondo.

- Dobbiamo riprenderci così tanto tempo…- sussurra stringendomi.

Sento il suo torace viscido contro la schiena, due dita cammina a grattino, ridisegnando le mie scapole, baci di cui sento solo il respiro sopra i miei capelli.

Mi rigiro al suo fronte. Fissa una goccia particolare che mi ridiscende la curva del seno, con l’ardore di chi vuole raggiungerla.

Dall’angolo afferro una candela lilla e la lascio gocciolare sulla spalla buona del serpeverde, la cera si addensa provocandogli un gemito a fior di pelle.

- Sei proprio una sporca mezzosangue – il tono è compiaciuto mentre mi costringe a riportare la candela al suo posto. - Basta coi preliminari – sussurra spingendomi fra le sue braccia.

Esiste un gioco in cui non ci sono ne vincitori ne vinti, ci si stimola a vicenda, è un gioco assai soddisfacente.

Il sesso e l’amore gemelli nell’aspetto sono difficili da riconoscere.

In ambedue i casi comunque non v’è garanzia di sopravvivenza, occorre perciò il coraggio della messa in scena prima del verdetto finale… ma non sempre vale pena scaldarsi tanto, spesso i fili si spezzano lasciandoci a terra come marionette sciupate e recluse sotto al sipario del tempo.

Io ero la settima marionetta che aveva toccato o qualcosa di più?

Speranza o illusione accompagnavano i nostri gesti?

Non m’importava, per la prima volta in vita mia non volli sapere la risposta.

Eppure quella domanda urgeva impellente come nessuna nella mia testa e nel circolo irregolare di ogni mio battito, ma lì, chiuso dentro di me rimase solo il suo debole eco. Premetti le labbra e non lo chiesi. Non lo feci perché avrei voluto averne ancora di attimi così totalizzanti.

Ancora come bisbigliavo quella notte a mezza bocca.

Le ore però, scorsero via, inversamente proporzionali al mio volere.

 

Avendo precedentemente nascosto, un fagotto con libri e divisa vicino al caminetto, nella sala relax di Torreporetta, mi sono cambiata lì per non incombere nel rischio di svegliare le mie compagne di stanza.

Sono una delle prime grifondoro a comparire alla mensa, mi trascino un po’ assonnata fino alla tavolata ed aspetto.

Una ventina di minuti dopo la stessa stanza si riempie e gli studenti prendono ognuno il suo posto…

Harry e Ron mi vedono.

Il bambino sopravvissuto però non mi saluta col solito sorriso benevolo.

- Ti ho vista uscire da i tre manici di scopa con Malfoy – accusa.

Tamburello con le unghie sul bordo del piatto. Smetto.

- Ne sei sicuro? –

A quell’ora tarda gli occhiali di Harry tendono ad appannarsi, mi aggrappo a quest'ultima speranza.

Harry sembra titubare, ma Ron no.

- Ti ho vista anch’io, stavamo andando al bagno e tu sei uscita fuori con lui -

Prendo un respiro pesante come se fosse di piombo anziché d’ossigeno.

- Herm, se quello ti ha incastrato o ti sta’ ricattando diccelo, vogliamo aiutarti… – continua il moretto affranto.

- No, mi ci sono messa da sola in questo… ecco come posso dirvelo, ho cambiato parere, mi piace Malfoy e noi due ci frequentiamo adesso… –

So di aver dato ad entrambi un brutto colpo, soprattutto a Ron.

Non dicono una vocale, mi torturo il labbro inferiore sperando nella celerità di una lapidaria quanto indignata risposta.

Alle loro spalle invece spunta Ginny.

- Dove sono Lavanda e Calì? – Evidentemente lei è all’oscuro della storia su di me e Malfoy.

Rimango lì come un pesce, a fissare i suoi occhi turchesi… accidenti! Devo dirle qualcosa, loro sono le mie compagne di stanza, devo sapere dove sono!

- Stavano sistemando ancora i bagagli – ci ho messo un po’ a risponderle così che anche Harry e Ron si sono girati al mio indirizzo.

Mi alzo in stato d’allerta – Vado ad aiutarle o di questo passo ci metteranno un eternità –

Giusto il tempo di tirare un sospiro…

La porta della nostra camera è spalancata, io non l’ho lasciata di certo così quando sono uscita.

Paralizzata mi accorgo che per la stanza dev’esserci passata una mandria di troll.

Le mie compagne sono immobili quanto le cere di Madame Tussaud fra le coperte, le facce sveglie e spaventate.

L’armadio è stato profanato; i vestiti come foglie d’autunno sono ammucchiati disordinatamente dovunque; anche zaini e libri sono stati sparpagliati, la tenda è stata fatta cadere e giace a terra a mò di tappeto!

- Finite Incantatem! – ordino, bacchetta spianata per risvegliarle.

Brown e Patil respirano per tutto il tempo che non l’hanno fatto, paonazze, entrambe con un pugno  stretto sul petto, in primis aspetto che si riprendano.

- Che è successo qui? Voi state bene?- chiedo quando lo ritengo oramai opportuno.

- Oh, Hermione che spavento! – parte in quinta Lavanda, gli occhi scuri ancora sgranati per la paura.

– Era tardi, li abbiamo sentiti e loro… –

- Chi? – chiedo in suspance.

- Gli scagnozzi di Malfoy, Mione che gli ha combinato? – si avvicina Calì. – Che disastro, e dobbiamo pure riordinarlo! -

Le poso una mano in spalla – Io…-

- Cercavano qualcosa di tuo…- riprende la ragazza.

- Il giratempo! – urlo andando a rovistare nella tasca inferiore della valigia.

Mille maledizioni mi ronzano per la testa dirette a quel biondino che mi ha sapientemente giocato questa notte.

- Si proprio quello! – conferma Calì.

Mi assicuro di aver tastato bene e risvolto completamente l’interno della tasca.

- Non c’è! -

 

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Capitolo 12
*** Bugie ***


Nuova pagina 1

Bugie

 

Riuscii ad estorcere una promessa alle mie compagne; quella di non parlare a nessuno del caos che c’era nella nostra stanza, gli anni passati insieme erano serviti a qualcosa infondo.

Di pessimo umore le aiutai a riordinare con un colpo di bacchetta e qualche accorgimento manuale, poi le ragazze si vestirono e scesero di corsa al pian terreno.

Anch’io mi cambio per indossare la tuta, avevo dimenticato della prima ora.

Debbo sbrigarmi o sarò costretta a bigiare la lezione della Bumb!

Stavolta sono furiosa. Il controrumund mi trasporta in un corridoio dell’ala riservata ai serpeverde, alla mia destra le finestre sono aperte per il cambio dell’aria.

Tiger e Goyle passeggiano fianco a fianco, ignorando il pericolo alle loro spalle.

Ci metto meno di niente ad immobilizzarli.

Controllo prima nelle tasche dell’uno poi dell’altro, non mi sembra vero di averla ritrovata! Sospiro avvertendo solo ora la sudorazione presentarsi sulle tempie.

- Granger! Sei davvero un insopportabile scocciatrice… -

- Faccio quello che posso – rispondo a Malfoy con un alzata di spalle.

- Sapevo che quei due si sarebbero fatti scoprire, avrei dovuto chiederlo a Blaise! -Mette mano alla bacchetta.

- Expelliarmus! – Almeno adesso è disarmato.

- Perché t’interessa così tanto? –

Si inchina fin quasi a raggiungere la bacchetta. - Cosa? –

- Accio bacchetta! –

Mi volge il mento con disprezzo – Questo non dovevi farlo… –

Deglutisco soffermandomi sul posto.

Mister mistero Malfoy non depisterà ancora Hermione Jane Granger, no, io di certo non lo permetterò.

Inizia a girarmi attorno come uno squalo su un pesce piccolo, di tanto in tanto mi sfiora i calzoncini, forse per saggiare la mia reazione, stringo le bacchette da un lato, il giratempo dall’altra e resto pronta.

- Granger, cara Granger… Vuoi che ti racconti la storia? Quando l’ho trovato, dopo il nostro fortunato scontro in corridoio, il mio scopo era di rivenderlo o barattarlo, poi però ho fatto delle ricerche in merito ed ho scoperto che è un oggetto interessante… ma questo immagino tu lo sappia già… -

Penso a Lucius e al male che gli ha fatto e lo ritrovo nei sui lineamenti impassibili.

Pupille fredde e calcolatrici mi osservano annebbiate d’indignazione.

Non è sempre così quando mi rivolge lo sguardo, alle volte mi ha fatto sentire speciale, ma adesso è in uno di quei momenti in cui vuole farmi cedere.

Ogni coppia è formata da un partner forte e da uno debole, hanno ruoli assegnati, ed in un certo senso è così che sopravvive la relazione, imbottendosi di compromessi.

Ho lasciato a lui la parte del duro seppur con cognizione di causa, ma adesso se crede di averla vinta sbaglia miseramente.

- Che vuoi farci? – sibilo colpendolo di gomito su un fianco, si ferma dirimpetto a me.

- Non sai quanto è divertente tenerti sulle spine, voglio dire, è persino più eccitante del sesso… sei così coriacea e fastidiosa quanto vuoi sprecare il fiato!  –

- Aggettivi di cui hai tutto il merito, in questi anni mi hai incautamente addestrato, ora parla o non rispondo delle mie azioni, mi hai usato per questa? Che vuoi farci? – sbatto un piede a terra.

- Niente d’importante –

E’ sconcertante ma è proprio quando ci si ritrova vulnerabili di fronte alle battute di una persona, che si capisce di aver messo l’anima in un rapporto.

- Ah sì? Proteggi Nott e i tuoi amichetti purosangue quando vuoi, ma a me non dici mai niente di personale, come puoi escludermi così! Non conto niente per te? –

- Pensala come ti pare. Non ti devo di certo delle spiegazioni.– ringhia serrando la mascella in moto imperativo. Schivo il suo braccio decisa a non farmi sottrarre la refurtiva ed arretro di un passo.

Sospiro cercando d’ignorare il groppo che va’ formandosi alla gola.

- Deficiente! Ma lo sai che se il tuo clone passato ti vedesse potresti impazzire nel tuo imminente futuro, o che se alteri lo stato delle cose vai incontro a conseguenze che, possono cambiare la tua vita e quella delle persone che ti stanno… intorno? –

Scrolla quella sua testa bionda e cocciuta negando persino l’evidenza, dissuaderlo mi sembra un’impresa titanica.

- Solo io posso occuparmene, sono affari miei, miei e basta, sei in grado di afferrare il concetto? -

- Usando uno dei tuoi termini – ripeto – io sono una specie di socia, perciò sono anche affari miei Malfoy – Gli ispiro un mezzo sorriso d’incredulità.

- Definiamo bene le cose, se l’idea che hai del sottoscritto non mi assomiglia, sappi che io non cambierò per rassomigliarle, in linea di principio perché lo trovo stupido, sarebbe un torto alla mia incantevole persona mutare il mio carattere per te, in secondo luogo non mi lascio raggirare come i tuoi amichetti grifondoro, di ragazze ne trovo a milioni e senza nemmeno sprecarmi nella ricerca… sono loro a venire da me e del resto tu cominci ad asfissiarmi! -

- Comincio a capire perché hai cambiato così tante ragazze Malfoy! Sei incapace di lasciarti andare, hai paura di provare ad essere felice una volta tanto per smettere di rovinarti con le tue stesse mani! Bravo sì! Continua a non fidarti mai del prossimo! Crollerai un giorno e nessuno si preoccuperà più per te perché avrai sapientemente allontanato tutti, tutti quelli che contavano veramente qualcosa, perché è così che sai fare! - rispondo per le rime.

Espone un bieco sorriso.

Dio quanto odio quando si comporta come se vivesse in terza persona, come se non fosse fatto di carne, ossa e viscere deteriorabili. Trattengo il fiato e lo schiaffeggio.

E’ rimasto paralizzato dalla mia reazione, ne approfitto, mi avvicino alla parete e scaglio con tutta la rabbia che mi resta in corpo la sua bacchetta fuori dalla finestra, per smaterializzarmi da lì uso la formula originaria.

So perfettamente di aver fatto una scenata isterica, ma ero arrivata al limite oltre il cui è necessario sfogarsi o impazzire, a voi la scelta.

Del resto non ebbi tempo per rimuginare su di lui.

La “vacanza” a Torreporetta era giunta al termine, eppure mi sembra ieri che ammiravamo estasiati la vallata con le valige in mano.

Prima di salutare Lisel Germoun, le riconsegnai la sfera strapparicordi in una scatoletta sigillata, ringraziandola per tutto quello che aveva fatto per me.

I motori della nave si accesero e lasciammo il porto.

Per tutta la durata del viaggio mi accodai a Lavanda e Calì.

- Non vedo l’ora che arrivi la finale - manifesta Lavanda.

Sembrano aver completamente dimenticato della disavventura con Tiger e Goyle.

- La Cooman mi ha detto che sarà una partita sofferta! –

- Come ogni finale – insinuo io.- E’ strano piuttosto che non t’abbia detto o sottointeso che moriranno un sacco di giocatori… -

Calì sedutami accanto mi passa un braccio sulle spalle - Mione per chi hai intenzione di tifare? voglio dire sei una di noi, ma il tuo ragazzo… –

Sbuffo incrociando le braccia al petto.

L’indiana attualmente sta con uno di serpeverde più piccolo di un anno e credo che guarderà la partita dal suo spalto senza poter tifare, se lo facesse rischierebbe il linciaggio…

- Uscite ancora assieme, no? –

- Abbiamo litigato e comunque sono di grifondoro fino in fondo – mi redimo da eventuali dubbi in proposito. Lei resta della sua idea anche se non me lo rinfaccia.

- E’ un bel ragazzo però – bisbiglia ritornando sul discorso - Insopportabile quanto affascinante –

- E’ complicato – approvo passivamente.

- Coraggio Mione – è il consiglio generale.

Lavanda sbadiglia – Raga, ho voglia di stiracchiarmi un po’ le gambe! – e così usciamo dal coperto  per vedere l’orizzonte, l’andatura stabile convoglia una leggera brezza marina.

La scia di schiuma frizzante dell’imbarcazione sembra una ferita ossigenata che si scioglie adagio sopra al pelo dell’acqua.

Nott seduto a gambe incrociate vicino all’uscita carezza un gatto dagli occhi madreperlacei, il pelo corto. Li considero a malapena pensando che Grattastinchi è al sicuro in compagnia di Ginny.

- Dobbiamo assolutamente mantenere i contatti dopo la scuola. – incita Lavanda abbottonandosi con impegno la giacca della divisa svolazzante.

Annuisco aggrappandomi alla balaustrata, devo comprarmi anch’io un gufo, oramai non posso più rimandare.

- Potremmo aiutarci a vicenda nella ricerca del lavoro – rincara Calì – Hermione non avrà problemi in nessun campo comunque. Magistrato o Auror per te non sono un sogno! – mi sorride.

- Non è detto, nella vita non si può mai dire mai –

Lavanda contempla nella sua mente questa frase. – Come non si può mai dire per sempre –

Sorrido di rimando. – In ogni caso voglio ricevere tante lettere, potrei sentire la mancanza dei vostri ultimi scottanti pettegolezzi... –

 

E’ bello ritornare alle origini.

L’odore del legno e della polvere, i segni delle punte delle dita sulle mensole pluricentenarie.

La biblioteca è meravigliosa ed è piena di studenti dell’ultimo corso, che sfogliano esausti i libri che hanno snobbato per troppe lune spinti dalla paura di non farcela, di non superare gli scrutini finali.

E’ triste se penso che tra un paio di giorni, dopo la partita di quidditch, Ginevra ci lascerà, certo non può restare qui fino a metà agosto solo per colpa nostra!

Come la invidio! vorrei non dover mai lasciare Hogwarts, anche se dall’altro lato desidero l’indipendenza che dà il lavoro.

- Ron! Che! – vengo riportata alla realtà e trascinata via.

- Ti devo parlare… qui c’è troppa gente! –

Mi trascina nella camera delle necessità, non l’ho mai visto tanto serio.

La stanza è arredata a salotto e finalmente riesco a divincolarmi da lui.

- Che c’è? -

- Stai con Malfoy eh? Da quanto di grazia? -

Sposto la coda di capelli da un lato massaggiandomi la nuca.

Forvio la verità che ben ricordo - Un po’… non ho tenuto il conto –

Ron sgrana gli occhi, ma sta volta non lascia spazio al silenzio.

- E ti piace? -

- Te l’avevo gia detto, lui non è come sembra… è complicato spiegartelo! –

Il rossino si mette le mani fra i capelli – Malfoy è un vigliacco arrogante e presuntuoso… non mi sembra si sia mai smentito in questo! – il suo interloquire affettato mi spaventa.

- Lo è sì, però ha un sacco di problemi e non fa che nasconderli… -

- Forse ha solo bisogno del tuo aiuto per il momento… Guarda che è lampante che si sta prendendo gioco di te! – mi offende!

Quelle noti dolenti già sentite, ora ripetute dal mio migliore amico mi colpiscono duramente.

Stringo i denti - Se fosse vorrei appurarmene da sola, ci sono molte cose che devo ancora capire… -

Weasley preoccupato si avvicina accarezzandomi la guancia.

- Lo difendi adesso! Questa non sei tu, cosa ne hai fatto della donna che amavo? -

Replico incerta - Guarda che è ancora qui davanti a te, sei tu che la vedi diversa… –

Il suo sguardo trabocca di tenerezza mentre cerca le mie labbra.

Arretro di un passo, uno solo che mi permetta di sfuggirlo.

- Torniamo ad essere una coppia – In passato queste parole mi sarebbero servita a dargli una seconda possibilità, ma all’epoca non me l’aveva chiesto.

- E torniamo anche ad essere quel trio… – Ho la gola serrata dalla rabbia.

- Come? Vuoi che ritorni ad essere la tua fidanzata solo perché così il trio non si sciolga? -

Arrossisce, incapace di mentirmi, lo conosco troppo bene.

- E ti credi tanto meglio di Malfoy? – con veemenza lo spingo all’indietro, finisce per rimbalzare sullo sportello di un grosso armadio svizzero.

Indolenzito dal colpo abbozza una smorfia ma non demorde.

- Se può servire a farti rinsavire certo che non mi dispiace – bisbiglia sulla difensiva.- Anche Harry è d’accordo - sento il sangue salirmi alla testa.

- Siete due pazzi! Non ho mai detto che volevo abbandonare il gruppo! Io sono sempre la stessa Hermione, devo sillabartelo? –

- Allora smettila di frequentare Malfoy è…è un controsenso! –

Chiudo i pugni per trattenermi…

- Accidenti! Andate al diavolo tutti quanti! – borbotto lasciandolo da solo.

 

Spazio per l'autrice:

Ancora alcuni capitoli e questa storia sarà conclusa... ho già un po' di malinconia^^ma tanti commenti come i vostri me la fanno passare! Rinnovo un gigantesco grazie a tutti i lettori e alle commentatrici, ogni vostro parere, complimento o critica è sempre ben accetto, anche perché l'unico commento che mi metterebbe davvero in difficoltà è "non c'ho capito niente" XD!!!

Fly Irma: Sì i The Calling sono mitici per me! Adoro "Things Will go My Way" e "Could It Be Any Harder"... Un giorno mi piacerebbe andare ad un loro concerto, quello di Bologna me lo sono perso, si sposava mia sorella, mannaggia!^^;;;

Synnovea: Come vedi oggi mi sono avvantaggiata di un paio di giorni per postare il capitolo, sono contenta che trovi la trama interessante!

Valemione: Grazie anche perché tu continui a seguirmi da un po' con la stessa frizzante partecipazione^^vedrai che di qui alla fine ogni incongruenza verrà spiegata.

Grazie ancora ad: Anfimissi, Hermione 09, Julia91, lunachan62, miss malfoy (grazie!), Claheaven (grazie per il complimento sulla scrittura, veramente gentile perché non sono un mai stata un genio in grammatica!) ody, baby 92, mc21, BlackPower, farfallina, Chiaras, Ginevra89, Wonderful, sakura_kimonoto, Willow Malfoy, Andromenda89, Gemellina, Pretty_Princess e Nina. Spero di non aver scordato nessuno.

Al prossimo cap!

Laila84

 

 

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Capitolo 13
*** Terrificanti rivelazioni ***


Nuova pagina 1

Terrificanti rivelazioni

 

Grattastinchi mi si strofina sulla gamba ronfando sentitamente.

- Certe gatte reclamano la presenza della padrona nel momento del bisogno – è quello che decifro dalle parole sgrammaticate del custode.

- Grazie Hagrid, senza di te non saprei cosa fare! –

Il focolare è accesso, le fiamme scoppiettano basse consumando alcuni ceppi secchi e muschiosi, sulla destra, sotto la mensola fa capolino un cesto di vimini rivestito da un quadretto di maglia ai ferri, una specie di cuccetta per la mia gatta in gestazione.

Il gigante socchiude le doppie palpebre e mi sorride imbarazzato.

- Oh, lo faccio con piacere… piuttosto, Harry e Ron? -

La mia faccia cambia d’espressione, Hagrid se ne accorge subito.

- C’è qualche cosa che non va? - mi allunga una tazza fumante con circospezione, quasi che fossimo circondati da spie nemiche.

- E’ una lunga storia – sospiro, forse anche lui mi prenderebbe per un’altra strega, se gli dicessi che sono innamorata cotta almeno quanto questa cioccolata, di un certo Malfoy…

- Abbiamo ancora del tempo prima che…- accenna con un movimento della testa alla gatta, ora gattoni sulla cesta.

Mi confido apertamente, parlando a raffica di tutto quello che mi salta per la testa a lui ascolta di buon grado, arricciando attorno all’indice un ciuffetto crespo della barba.

La tazza nelle mie mani si raffredda nel mentre che ragiono, fino a che non si condensa una patina da cioccolata sulla superficie superiore. Prendo un cucchiaio dal cassetto e comincio a mangiarne a grosse boccate.

- Ed Harry? -

Levo dalla bocca il cucchiaio - Non lo vedo dal giorno della confessione, oh! non sopporterei che mi guardasse con quell’aria di commiserazione anche lui… –

L’omone si è sporcato di glassa al cacao l’angolo delle labbra prominenti, sembra un bambino per certi versi.

- Cerca di essere prudente nelle tue scelte e vedrai che il resto si aggiusterà, Malfoy a me non piace tanto ma il professor Silente crede ci sia del buon senso in lui… e io mi fido del suo giudizio -

Non sa fare l’occhiolino, gli viene una specie di smorfia, trattengo l’ilarità della cosa raschiando il fondo della tazza.

- Metterò una buona parola con loro, non posso vederti così abbattuta… -

Mi pizzica con un buffetto sulla guancia, distendo le labbra in un sorriso.

Dei miagolii ci fanno voltare il mento verso il basso. E’ il momento! Tutto quello che posso fare per la mia gatta è starle vicino trepidante per l’attesa.

Quando il primo cucciolo prova ad alzarsi mi fa un effetto! E’ piccolissimo bianco e grigio, col pelo più rado sulle zampine, gli occhi sono sbarrati, lì aprirà fra giorni…è un amore! Grattastinchi continua a leccarlo, non riesco a smettere di rimuginare sulla verosimiglianza del cucciolo al gattaccio di Theodore, comunque poteva andarmi peggio, considerando che poteva somigliare anche al tenebroso micio di Gazza.

Resto al capanno di Hagrid fino alle 17,30 del pomeriggio osservando altri due nascituri,  dopodiché sono costretta a rientrare al castello, la Mcgranitt  tiene un corso di riepilogo, con riassunto sugli argomenti più salienti di trasfigurazione.

Finita la sua lezione vado in camera a togliermi la divisa, sopra la maglia con maniche a tre quarti, metto la giacca a vento, quest’estate non ha fatto che piovere, sotto indosso la mia gonna di jeans preferita, larga coi tasconi laterali, dopo di che le infradito e schizzo via.

Non è freddo, ma sentendo l’erba umida solleticarmi i piedi mi pento di non aver scelto delle scarpe chiuse, comunque è troppo tardi per voltarsi indietro.

In prossimità della capanna Grattastinchi sgattaiola scomparendo fra le montagne di legno odorose.

Ho letto in qualche libro, che alcune gatte prendono i loro piccoli per la collottola e li nascondono altrove per proteggerli, in ogni caso devo sapere dove sono quei cuccioli, non posso permetterle di avvicinarsi troppo alla foresta…

- Ora ti ci metti anche tu Grattastinchi a farmi arrabbiare! – sbotto come una pazza.

Seguo le tracce fin dove è scomparsa inghiottita dall’ombra delle fascine.

Sento delle voci, c’è qualcuno, in punta di piedi comincio a sbirciare attraverso una fessura offertami fra un ceppo e l’altro.

Dall’altra parte, un ragazzo medio-alto che mi da le spalle getta una cicca, piccole scintille rimbalzano e s’affievoliscono sullo spiazzo polveroso.

Una studente col caschetto gli sta di fronte, somiglia a Pansy Parkinson ma dato l’insufficienza di luce non ne sono proprio sicura.

- Non ci posso credere! – la ragazza alza la voce adirata, ora ho la certezza che sia Pansy.

- Te l’ho già detto… – seppure l’abbia a malapena udita anche la voce del ragazzo mi è familiare.

– Non so com’è successo! Ero lì a cavalcioni della scopa e Malfoy era così vicino e non sai la tentazione di spingerlo e sentire quel BooM! Poi ho osservato per un attimo quei mangiamorte, erano fortissimi, attaccavano così rapidi e precisi e/ – Pansy non lo lascia proseguire, scuote il caschetto bruno incredula.

– Dovevi fare solo quello! E invece sei rimasto lì come un cretino mentre lui è fuggito per chissà dove… Lo so! Lo so! Me l’hai ripetuto cento fottutissime volte! siamo fortunati che non ci abbia scoperto nessuno… – fa per schiaffeggiarlo ma la sua mano si ferma a mezz’aria e piuttosto l’accarezza.

La sua voce si fa flebile, un bisbiglio:

 – Hai paura di me amore? Lo sai che dobbiamo fidarci l’uno dell’altro, ma la prossima volta andremo assieme… e la concludiamo una volta per tutte questa faccenda -

Il mago vestito in tuta si gira delineando il suo profilo. E’ Blaise.

Batto i denti stringendomi nelle spalle, porto le mani a scaldasi sotto le ascelle.

Devo avvertire Malfoy che lo vogliono morto, ma decine di Kg in più appesantiscono le mie gambe, riesco solo ad appoggiandomi ad un tronco che frana rumorosamente rovesciandosi giù dal mucchio. Perfetto!

- Chi è là? -

Mi aggiro nervosa fra i cumuli di legname, mordendomi le labbra, l’unica cosa che considero è quella di nascondermi, ma la sfortuna mi perseguita.

- Oh che bella micia! Non è della Granger? Vieni qui, pussie, pussie! – è la voce stridula della Parkinson a darmi i brividi.

Tento di trovare un nuovo spioncino fra i tronchi per vedere se quella pazza ha preso in collo Grattastinchi, in quel caso la schianto!

Una mano mi afferra costringendomi ad arretrare, Zabini mi torce il polso dietro la schiena, fa così male che la mia mano potrebbe incancrenirsi.

- Quanta fretta Granger, non vuoi vedere la tua micetta? – inveisce sussurrandomi con alito caldo, vicinissimo ad un orecchio.

- Eccola! – Il serpeverde mi strattona per un bel pezzo di strada tenendomi ben stretta.

Lo guardo, Blaise sorride osservando la compagna stringere a sé Grattastinchi, quella stronza non le permette di divincolarsi dal suo pericoloso abbraccio.

Sul volto della strega si dipinge un ghigno orribile.

- Bene, bene, bene… e adesso che ne facciamo di te? -

Cerco di liberarmi dal ragazzo ma basta che lui ruoti appena la presa sul polso per farmi letteralmente piegare in due, nella caduta sbuccio un ginocchio, la ghiaia pizzica come alcol sulla ferita. Gemo di dolore.

- Non fare altri scherzi Granger e non azzardarti ad urlare o la tua gatta finisce molto ma mooolto male… -

Tocca a lui impossessarsi della mia bacchetta, slacciandomela da uno dei passanti della gonna.

- Qualcuno verrà a cercarmi – obbietto.- Vi troveranno prima che possiate dire “La mezzosangue ce l’aveva detto!” -

Zabini se la ride: - Saresti pronta a scommetterci la testa di Nick?... L’hai capita? – fa a Pansy – Nick quasi senza testa! – la ragazza gli lancia uno sguardo di fuoco per ridimensionare le sue risa.

Grattastinchi rotola nervosa fra le sue braccia e alla fine riesce a scapparle.

La serpeverde stizzita si accovaccia tanto vicina che, se non sapessi che mi odia a morte, avrei paura che mi voglia baciare.

- Prima possiamo divertirci… – mi comunica con dolcezza, sollevandomi il mento con la punta della bacchetta ma spingendolo ben bene contro la pelle.

Un gufo vola alto sopra le nostre teste ululando, Zabini struscia un piede sullo sbrecciato, si guarda attorno, un pensiero gli balena per la testa. - Eri sola Granger? Niente scorta? -

Non rispondo.

- Io non ho visto nessuno – si affretta a dirgli la serpeverde.

Il coetaneo le afferra il gomito del pullover verdeacqua dandole una mano ad alzarsi.

 - Meglio che controlli – rincara insicuro, aspetta poi l’assenso di Pansy per partire.

- Sta giù – mi ordina quella rimasta di guardia, costringendomi ginocchioni, le mani incrociate dietro la testa.

- Non so cosa ci trovi in te un purosangue prediletto come Malfoy –

Viceversa non so cosa ci trovava in te, arguisco fra me e me.

A quest’ora Blaise dovrebbe aver superato le file delle cataste, magari starà già ispezionando i margini della foresta.

Scatto in avanti approfittando del momento, quella serpe mi viene dietro, sento che è ancora troppo vicina.

Scarto alcune cataste zigzagando a perdifiato, poi ne faccio crollare un mucchietto ottenendo un po’ di distacco, le infradito strascicano perdendo terreno, ho paura di cadere, tiro un po’ su la gonna per sfrecciare più rapida che posso, il sangue mi cola dal ginocchio.

- Impedimenta!-

D’improvviso i muscoli rallentano fino allo spasimo, rendendomi arduo il solo respirare, il tempo sembra fermarsi mentre dalla ferita il sangue arriva a bagnarmi la cavigliera.

Sono spacciata, è la fine. Un senso di vuoto incolmabile frena ogni mio pensiero di fuga.

Pansy mi raggiunge per prima.

- Tutto apposto, sembra che la mezzosangue non si sia portata pulci e zecche al seguito –

Precisa Blaise intervenendo in aiuto della fidanzata, la quale mi molla un ceffone.

Uno dei suoi numerosi anelli mi stordisce, avverto l’interno guancia pulsare e gli occhi perdere visibilità e campo.

Quanto vorrei essere rimasta in sala grifondoro a parlare con Harry e gli altri dei compiti da fare per l’indomani, o delle loro tattiche di gioco per la finale del torneo, proprio contro i serpeverde.

- Brutta smorfiosetta! Hai firmato la tua condanna a morte! -

- Ti è venuto in mente qualcosa di carino? – le chiede Blaise compiaciuto.

Lei gli bisbiglia qualcosa che non capisco e pur sforzandomi non riesco nemmeno a muovere ciglio!

Il serpeverde mi carica sulla schiena e insieme mi trascinano nel cuore del bosco facendosi strada con un Lumus.

La mascella è intorpidita ma riesco ad articolare qualcosa: - Dove mi state portando? –

Continuano ad inoltrarsi fra gli alberi, bisbigliando.

- Basta così non avanziamo oltre – intima Pansy.

Vengo posata ai piedi di grosso fusto.

Blaise accarezza col dorso della mano la guancia che la sua compagna al quanto psicopatica mi ha schiaffeggiato.

- Ora Granger viene il bello! Anche, anche Malfoy ne andrà fiero! – spiega con voce ancora ansante per la fatica.

Nella sosta il mago tira fuori dalla tasca un biglietto spiegazzato, ossequiosamente, quasi che ci fosse nascosta una reliquia magica lo dispiega.

- Ehi secchiona! Riesci a leggere cosa c’è scritto? – vi punta il suo fascio di luce sopra e scoppia a ridere. Scorro con gli occhi sopra quel pezzetto di carta logoro.

E’ il Morsmorde…

Brividi in serie si ramificano per tutto il corpo atterrendomi.

Un iniziazione… soffoco quasi sul nascere un - Cosa? -

Quella folle punta dritta la bacchetta su di noi, il compagno si sposta dalla sua traiettoria.

- Imperius! -

Angolo dell'autrice:

Babe: Un seguito dici? Forse. Al momento penso di no, ma mai dire mai...

Sakura_kimonoto: Che bello rivederti! Grazie^__^

Valemione: Draco mi riesce più difficile tratteggiarlo che Hermione, ah quel serpeverde! Sono contenta che ti piaccia ancora.

black_shadow: Vero, Herm è una ficcanaso congenita... ma di sicuro quando vuole non le manda a dire^^;;;

piccy1989: Ho letto la tua ficcy, davvero bella anche se pende per la coppia H/Hr che non rientra fra le mie preferite^^degustibus...

Darklight92: Anch'io alle volte sono un pò pigra a commentare le storie che leggo, mi rende felice essere fra i tuoi preferiti, spero di non deluderti nei prossimi cap!

Laila

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Capitolo 14
*** Animo controvento ***


Nuova pagina 1

 

Quando hai una cosa, questa può esserti tolta.

Quando tu la dai, l'hai data.

Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre.

Citazione di James Joyce.

 

Animo controvento

 

Fa caldo, il ginocchio sfrega contro il tessuto della coperta, mi sfugge un lamento strozzato.

Colgo l’immagine nebulosa di un golf dalla tinta caffèlatte, ma subito strizzo le palpebre abbagliata. Realizzo di stare distesa in un letto e allo stesso tempo d’averci dormito malissimo.

I miei capelli, probabilmente anch’essi ridotti ad un intreccio ruvido sopra al cuscino, sono appiccicati a mo’ di ragnatela su di una tempia.

Una mano stringe cauta la mia, non ho la forza di ricambiarla, i tendini del polso destro mi fanno un male insostenibile.

- Hermione sei sveglia? -

- …Ron cosa? –

- Eravamo molto preoccupati per te, Harry sta ancora parlando con Silente… è tutta la notte che ti cerchiamo… pioveva a dirotto quando ti hanno ritrovata. – questo spiega la vestaglia che ho indosso. Biascico un - So-sono in infermeria? – conferma la mia supposizione con un cenno della testa. - E’ stato quel centauro a trovarti –

- Fiorenzo? –

- Sì –

Lascia scorrere l’altra mano sul pomo d’Adamo, portando lo sguardo alla finestra o forse più lontano, sulla foresta.

Provo a sforzarmi ma non ricordo assolutamente niente della nottata precedente, ne di come mi sono procurata questi maledetti bruciori.

- Ho la mente vuota, non mi ricordo nulla… -

Il suo sguardo aumenta d’intensità.

- Qualcuno ti ha abbandonata là fuori e t’ha lasciato questo! -

Mi arrotola la manica ed infine mi gira il polso al rovescio, un teschio che spalanca la bocca, facendone fuoriuscire un sinuoso serpente risalta sull’insolito pallore della mia pelle.

Trattengo il fiato come se potessi contaminare Ron col solo respiro.

- E ora come lo dico alla mamma? – cerco d’ironizzare, ma lui non ride.

- Chi te l’ha fatto Hermione? Sforzati di ricordare! -

- Non lo so ma… non posso accettarlo passivamente… – sento la mia stessa voce complice dell’emozione.

- E’ stato Malfoy? Uno dei suoi amichetti forse? -

- No! – accorgendomi di aver urlato mi do’ un contegno – Lui non c’entra –

Scorticare il disegno repellente del marchio via dal mio avambraccio sarebbe un gesto inutile, per quanto la tentazione di farlo sia insita, tanto da farmi venire un prurito indicibile in quella zona.

Alla stregua di un tumore implacabile, quel teschio ricomparirebbe comunque, evidenziando con durezza lo stato di fatto, scritto e taciutomi dal destino.

Mi sento sollevare di peso, abbracciata con l’attenzione che si può dare ad un’amica malandata e per un istante mi abbandono a Ron completamente inerte.

Mi accarezza la testa cercando di non tirare neanche uno dei miei spettinatissimi capelli.

- Chiunque sia la pagherà cara, stanne certa, nessuno può farti del male senza avere a che fare col sottoscritto – sussurra piano.

Gli cingo la vita posando la fronte sulla sua spalla. – Ho paura Ron… tanta paura… –

Sento la punta di un legnetto appoggiarsi contro la colonna vertebrale.

- Finite Incantatem! –

Scosto il capo per cercarlo, occhi negli occhi –Guarda che questo non può funzionare… –

Però qualcosa si sblocca. La sua faccia inizia a riempirsi di milioni di lucciole bianche, certamente simboli d’allucinazione, fino a che le immagini di un bosco si accavallano lapidarie nella mia mente.

Le palpebre si chiudono repentine, i pugni stringono sulla coperta e mi permettono di non perdere il contatto con la realtà. Qualcuno mi tocca una spalla, tiro il fiato che ho inconsciamente trattenuto.

- Che ti succede? -

Porto una mano al viso coprendolo per la sorpresa.

- Blaise e Pansy, sono stati loro… sì, sono stati loro! – finisco per raccontargli tutto quello che ho sentito di nascosto l’altra notte, in uno sfogo d’impeto.

Gli occhi di Ron assumono sfumature litio, sorride, ma più che un sorriso il suo è un ghigno.

- Hanno passato ogni limite! – Dalla sua bocca esce un timbro particolare, con uno strascico aspro tipo soft-rock che non gli riconosco.

Lo trattengo, c’è qualcosa che non quadra.

Si libera dalla mia già debole presa.- Volevano colpire me, non te… – dice.

Il nome del centauro che non ricordava, il suo auto-accusarsi per appurare la mia reazione, ogni cosa assume un significato.

- Malfoy non fare il cretino!Rischi troppo, lascia che lo dica a Silente! - una morsa mi attanaglia alla bocca dello stomaco.

Si siede sul letto accanto, le gambe divaricate e le mani incrociate sulle cosce, immobile.

- La giustizia a cui ti affidi Granger non fa per me… io mi fido solo della mia di bacchetta -

- Se ci tieni a me non farlo! Aspetta… Tu ci tieni a me, no? –

S’alza incamminandosi verso l’uscita, davanti alla vetrina delle erbe curative si ferma.

- Ti arrabbiavi se non ti dicevo niente di personale, ma se fossi stato Malfoy anziché Weasley non ti saresti sfogata così bene e il perché lo sai anche tu, non mescoliamo le carte in tavola… non ti fidi abbastanza del sottoscritto – gran parte dei suoi capelli si sono scoloriti in biondo, questo significa che il polisucco è stato quasi interamente assimilato dal suo organismo.

Abbasso lo sguardo sulla sovraccoperta violacea e tossisco accanitamente, si volta scoprendosi preoccupato per me, la sua mezzosangue. 

Non mi fido, ha ragione, ma questo non cambia che sono arrabbiata.

- E’ vero il contrario Malfoy, sono sempre un po’ insicura quando ti parlo però ho cercato mille volte di capirti, ma tu non mi rendi niente facile, sei tu che non ti fidi!  – raschio col mal di gola in arrivo ma a costo di perdere la voce, parlo.

- Sono stanca di litigare, non ti ho mai chiesto di fare il sentimentale e ce l’ho messa veramente tutta per fare funzionare il nostro rapporto –

Forse Malfoy mi attrae proprio per la sua diffidenza, il suo confondere le acque e rendermi tutto più complicato del previsto.

- Cosa vuoi fare allora Granger? –

Le proprietà plastiche della pozione sono esaurite, sta lì fermo, col suo magnetico aspetto naturale e gli opposti, è scientifico si attraggono. Scendo dal letto.

- Pensi di riuscire a farmelo sapere prima o poi? - sospiro sconfortata. - Solo un sì od un no Malfoy, mi ami? Guarda che per me è importante! –

Crudele, come elemosinare un orgasmo.

Mi stacco dalla spalliera del letto ed ogni passo è una scia di brividi che fanno vacillare il mio equilibrio, Malfoy dapprima esitante si protende in avanti e mi afferra saldamente.

- Rimettiti a letto… sei imbarazzante conciata così! – bisbiglia con ovvietà, facendosi carico del mio peso per riportandomi ben inteso dov’ero.

- Non fare finta di niente! Ogni ragazzo lo dice alla propria ragazza e viceversa… e comunque chiarirmi i tuoi sentimenti, non ti renderà meno subdolo di quel che sei! Non capisco che cosa ti costa…-

Sgrana gli occhi allibito. – In cambio che ne ricavo Granger? –

Comincio a pensarci - Beh… La mia gratitudine innanzi tutto -

Sbuffa divertito. – Potrei dirti una bugia, prendermi gioco di te… l’ho già fatto in passato... con le mie ex, loro pendevano da queste labbra! –

La mia parte meno modesta e riformatrice viene costretta ad emerge.

- Dimentichi che non ho solo un bel fisico… il test che facemmo durante il primo anno, fra gli studenti di prima e seconda di questa scuola, il mio era il quoziente intellettivo più alto… a me non la faresti bere! -

Si ferma dirimpetto al materasso, tenendomi in braccio, sospesa a mezz’aria.

- Qualunque cosa ti rispondessi, poi ti metteresti l’anima in pace e non avresti più il dolce tormento del dubbio… - Sospiro sfinita mentre mi posa giù.

– Vedi? E’ per questo che in prima, seconda, terza, quarta e quinta ti stavo alla larga… è già difficile dover affrontare Harry e Ron sul perché spreco le mie serate con te e non capirlo io stessa, ma non ho intenzione di affrontare tutto questo solo per divertirti, voglio sapere che abbiamo una relazione seria, altrimenti non la voglio continuare! – Cerca negli occhi la profondità delle mie intenzioni.

- Il tuo ultimatum esattamente quando scade? Me lo concedi un ultimo desiderio? – ribatte sprezzante.

- Sapevi che saremmo arrivati a questo, lo sapevi fin dalla prima volta – mugugno.

- E se ben ricordo, mi dicesti che saresti restata con me lo stesso – Sogghigna trionfante.

Con una smorfia gli passo le nocche lungo uno zigomo, ricambia la gentilezza tirandomi le coperte sotto al mento.

La sua espressione deforma in serietà, di quella impostata negli anni come il più ribelle dei serpeverde, una parte di lui che non morirà mai perché oramai è sua.

– Ci rivedremo presto –  La porta si spalanca.

- Oh, prima di quanto credi Malfoy! – Harry lo fronteggia seguito a ruota da Ronald, quest’ultimo  indossa semplice una canotta sopra ai jeans.

- Malfoy questa volta sei morto! – minaccia il rossino indicandolo nervoso.

- Smettetela! Sono stufa! – urlo riprendendo a tossire, maledizione! credo di aver preso la febbre.

I tre si girano verso il mio capezzale.

- Malfoy e i suoi scagnozzi hanno immobilizzato Ronald e gli hanno rubato il maglione! – m’informa Harry, - Inoltre… - continua partecipe incrociando lo sguardo di Malfoy: - Credevo trovassi squallidi i nostri abiti! –

Il serpeverde getta il golf per terra, rimanendo così in camicia, una smorfia di tensione gli altera il viso aguzzo.

- Credevo fossi venuto qui per rincuorare la mezzosangue – replica aspro.

Allargo le braccia euforica per farmi vedere – Giusto! Chiedetemi come sto almeno… mi fa piacere che siate venuti. -

Harry e Ron si avvicinano ai bordi del letto, lasciando il biondino alle loro spalle e dedicandomi le loro attenzioni.

- Anch’io sono contento di rivederti, non sai quanto! -

Il sopravvissuto mi porge un bacio sulla fronte, Draco in un presagio tutt’altro che benigno affina le labbra in un ghigno curioso.

- Zucchero, se ti dicessi ciò che vuoi sapere mi risponderesti senza indugi? -

Aguzzando la vista annuisco.

- Ti amo –

- Anch’io – rispondo senza quasi rendermene conto, ubriaca di felicità.

I grifondoro rivolgono uno sguardo spaesato al serpeverde che sparisce oltre la soglia e poi uno a me. Imbarazzata stritolo le dita delle mani, mentre soppeso ciò che è successo.

I miei amici assumono un’aria fra il disappunto e lo sbigottito, per rimediare, provo a mimare un sorriso forzato quanto ebete.

Finalmente allo scadere del minuto, il ragazzo segnato dalla cicatrice a forma di saetta trova il coraggio di parlare.

- C-come stai? -

Sorrido con sarcasmo, rilassandomi per questo cambio d’argomento…

– Fisicamente Harry ho avuto giorni migliori – ne segue un nuovo attacco di tosse esacerbata.

- Abbiamo saputo quello che ti hanno fatto, ci dispiace di non averti protetto… avremmo dovuto restare nelle vicinanze…– non sa più che pesci prendere ma la sua preoccupazione per la sottoscritta è vivamente sentita.

- E’ stato uno scherzo stupido ma ora sono qui, tu e Ron non avete colpa, non immaginavate… loro volevano solo spaventarmi, pensavano che avrei dimenticato o che avrei avuto paura di parlare suppongo –  poteva andarmi peggio, e proprio mentre lo penso m’irrigidisco.

- Dovete fermare Malfoy prima che vada ad uccidere qualcuno! –

Ron si schiarisce la gola – Dunque è una cosa seria fra voi… –

- Ma non mi avete sentito? Dobbiamo fermarlo!-

Il preside alza un sopracciglio scettico varcando la soglia.

- Fermare chi, signorina Granger? –

- Draco Malfoy signore – velocemente gli confido le intenzioni del serpeverde.

- Oh, beh! Lui non può trovarli qua in giro, Zabini e Parkinson sono stati ritrovati e condotti al dipartimento degli auror, in questo momento li staranno interrogando… piuttosto Fiorenzo testimonierà, è stato lui che li ha messi in fuga, devi ringraziarlo perché ti ha riportato al castello sana e salva e ci ha raccontato di buon grado quello che ha visto… ho scritto una lettera ad un vecchio amico influente, per spiegargli in quali anomale circostanze ti sia fatta il marchio… devono catalogarti, sai è la prassi.-

Annuisco pacatamente, ringraziandolo.

Sprofondato di fianco al materasso Ronald mi accarezza i ricci provando a modo suo a pettinarli.

- E’ un peccato che ti perda la finale – dice, mentre Harry gli lancia un occhiataccia.

Faccio spallucce – La leggerò sulla gazzetta non preoccuparti –

- I festeggiamenti però non puoi perderli – s’intromette il preside – Convincerò madama Chip a farti scendere per la sera -

Restarono ancora per una manciata di minuti a rallegrarmi, prima che la soprannominata madama Chip si presentasse con un’ampolla curativa e li facesse sparire in massa.

Naturalmente l’ultima partita non potevamo perderla e quando Calì e Lavanda irruppero di corsa dentro all’infermeria, precedendo la squadra, capii al volo che Harry aveva preso il suo boccino.

 

 

Angolo dell'autrice:

picci 1989: Hermione una mangiamorte? No, sarebbe troppo OOC^^! questo capitolo è il penultimo della serie perciò siamo quasi alla fine.

sakura_kinomoto: Visto? Ho aggiornato un po' prima! Non morire...manca solo un cap. XD!

Valemione: Anch'io adoro il biondo, anche se a volte pure lui fa' la figura dello stupido^^

Darklight92: Ho aprezzato tantissimo i tuoi complimenti, ho ritoccato diverse volte lo scorso cap!

 

Un bacio,

Laila

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Nuova pagina 1

Epilogo:                                                   

 

Lessi sul trafiletto in basso, della terza pagina della gazzetta, che i miei sequestratori una volta terminato il  processo, come minimo sarebbero stati rinchiusi in un istituto riabilitativo per sei mesi, condannati a lavori umilianti.

Su entrambi gravava oltretutto il tatuaggio del marchio dei seguaci di Voldemort.

Il movente, quello che Blaise aveva definito “ciò che permette all’uomo di vivere al massimo del confort” era in altri termini il lusso, ossia il denaro.

L’articolo oscurava i particolari e le tattiche dell’estorsione di quella confessione, probabilmente c’era sotto molto più di un veritaserum…

La famiglia Malfoy era una delle gerarchie nobili più influenti, neppure la madre di Blaise, che si era risposata in almeno sette formali circostanze, era riuscita ad ottenere tanto prestigio…

Blaise e Pansy perciò volevano uccidere l’erede dei Malfoy e in un secondo tempo, sposandosi, non avrebbero avuto rivali economici rilevanti, vivendo il resto dei loro giorni nel lusso più sfrenato.

Peccato, che quei due fossero stati tanto avventati nei loro movimenti da venire scoperti! Io non ebbi ne incubi ne danni emotivi per causa loro, una volta ristabilita e reintrodotta nella scuola li dimenticai, dedicandomi esclusivamente allo studio.

Controfirmato il mio diploma con lode avevo ben altri progetti che mi frullavano per la testa.

Ad oggi, dopo tanto tempo trascorso mi sento nervosa… cammino su e giù per le quattro mattonelle (si fa per dire) della mia stanza.

Il picchiettio del gufo sul vetro non mi coglie impreparata, tuttavia sobbalzo e vado ad aprire la finestra. Lui è sotto accusa.

Il sigillo di una ceralacca smeraldo porta l’inconfondibile segno di una D scritta in stile medievale.

Rompo la busta e parte della lettera nella frenesia che mi assale.

La grafia è ordinata e senza sbavature.

-Cara mezzosangue,

Sono ai Tre manici di scopa;

Vieni qui subito!!!-

A passo di Troll (due gradini per volta) mi precipito giù per la tromba delle scale, arrivata in fondo spengo l’interruttore.

- Ehi! Chi la paga la bolletta? –

- La fatina della luce? - 

Harry sbuffa una risata, mentre io lancio uno sguardaccio a Ron, diventa ogni giorno più simile ai gemelli.

- Non è divertente! – replico - Tra tutte le catapecchie questa è la peggiore che poteva capitarci! -

In pratica, gli edifici che avevamo visitato in città, alla lunga, erano troppo cari persino per Harry, quando finalmente ci hanno fatto vedere questa due piani, con due bagni, in periferia, e soprattutto di portafoglio accessibile, l’abbiamo presa!

Grave errore non informarci oltre come avrei voluto, perché era l’abitazione di un vecchio magono che si dilettava nella lettura dei tarocchi, ed esattamente come le sue carte questa casa è un tarocco! Dobbiamo pagare le bollette quasi che fossimo in un qualsiasi altro posto babbano e colmo dei colmi siamo a due passi da Hogsmeade!

- Dove vai? -

Biascico un saluto ad Harry e Ron, l’uno spaparacchiato sul divano, l’altro in cucina, impegnato ad allacciarsi le stringhe della scarpa. Dall’euforia non sento nemmeno le loro risposte.

Il pub è a due soli isolati e vado di gran passo.

Il mio ingresso è sottolineato dai campanellini sulla porta.

Riprendo a camminare con naturalezza, occhieggiandomi attorno, accompagnata da un certo fiatone.

- Ehi bellezza per di qua! -

Indossa una maglia a coste rosso sbiadita sopra ad una camicia nera, i pantaloni sono nascosti dal tavolo. Prendo il posto accanto e lui mi afferra subito per un fianco.

- Quanti? -

Arriccia il naso – Quanti cosa Granger? –

- Quanti soldi hai sborsato per venire scagionato? -

- Ti interessa veramente? –

Gli succhio le labbra con un bacio. – No –

Sorride affabilmente. – Non avevano prove a nostro carico, del resto mio padre è scomparso sotto un velo misterioso – le sue dita si allungano sulla coppa del mio seno.

- Come è successo? -

- Non hai letto i giornali? Sono vaghi in merito lo so, dicono solo che l’aggressore, quello che ha visto di sfuggita mia madre sia scomparso nel nulla… – sogghigna.

Reclino la testa su di lui – Voglio la tua versione dei fatti –

- Sicura? Potrebbe non piacerti… -

- Sono pronta al peggio – alzo le sopracciglia per dar maggior sfogo alla mia sincerità.

Draco si morde un labbro ma dopo un attimo abbassa le difese:

- In poche parole… Theodore è entrato nel suo studio e gli ha dichiarato che sapeva tutto, del fatto che era stato mio padre a incastrare quello di Nott, a sbatterlo in gabbia insomma, per non finirci a sua volta, Lucius lo ha ascoltato per un po’, ma alla fine gli ha lanciato un crucius… non irrigidirti così, Nott sta bene si è fatto scudo con la magia… -

- Va avanti! –

- Però nell’impatto la bacchetta gli è volata di mano finendo chissà dove…(poi l'ha ritrovata) allora mio padre si è alzato dalla sedia, è a quel punto che ho fatto irruzione e l’ho ucciso. –

Rimango in silenzio prima di dirgli quello che penso.- Hai difeso Nott –

Draco mi stringe con più impeto, sento come se avesse paura che sgusci via dalle sue dita affusolate.

– No. Volevo ucciderlo –

Lucius gli aveva dato la vita e lui gliel’aveva tolta, punto.

- Non aggrapparti a giustificazioni, sono un mucchio d'ipocrisie mentali Granger… erano anni che aspettavo solo il momento ed il luogo adatti, aspettavo la mia parte d’eredità solo per farlo fuori e pensa! Proprio grazie al velo che lui stesso mi ha imparato ad eseguire! Ricordo ancora quando usava gli elfi domestici come cavie…–

- In questo caso hai fatto bene – rispondo per metà ironica, dato anche il mio noto fervore per il C.R.E.P.A.

- Il tuo giratempo poteva servirci nel caso qualcosa fosse andato storto -

Sorride intanto che aggiungo - Avrei voluto capire prima che Nott stava dalla tua parte –

- Avresti dovuto sì… ma è stato molto meglio che tu abbia frainteso, una mezzosangue goffa come te ci sarebbe stata d’intralcio – rimbrotta.

- Dato che siamo in vena di confidenze, lavati i denti prima di parlare! odio quando dici mezzosangue, mi fai sentire alla stregua di una criminale… o peggio! -

Inclina la testa da un lato:

- Ma lo sei, mezzosangue. Non dovresti arrivare ad arrabbiarti per ciò che sei, semmai vantartene. Tu conosci due mondi diversi, c’è chi nella vita non riesce a capirne uno solo! Anche se devi ammettere che il mondo babbano è un gradino sotto al mio, se non proprio un bunker! -

Aggrotto le mie folte sopracciglia, Malfoy mi sta… rassicurando?

- Quando si ironizza su di una cosa, lo si fa per non darle l’importanza che ha realmente… in special modo io lo faccio per imbruttire quella tua faccia perennemente contrariata –

Arrossisco. - Non so a chi ti riferisca… io non sono perennemente contrariata! – ripeto in una smorfia distensiva.

– Sì che lo sei! Se non ti scaldassi per ogni più piccola scemenza, risparmieresti il fegato invece di rosicartelo dalla curiosità! -

- Quando sarei…? Sì a volte, forse…ma solo con te! –

- Dolce musica per le miei orecchie! La so tutto io mi dà ragione finalmente! - sibila scoprendomi una ciocca dal seno.

La cameriera si presenta al nostro tavolo e il suo sguardo cade in basso per poi riprendersi sul mio volto con fare contrito.

Tolgo la mano del biondino dal mio cardigan, infondo siamo in pubblico, non può arrogarsi il diritto di palparmi così...

- Prendo un acquaviola -

- Acquaviola – ripete appuntandoselo a testa bassa sul taccuino, poi siccome Malfoy ha già ordinato, prende il suo boccale svuotato e si allontana.

Appena quella se ne và, vengo trascinata di nuovo contro il petto del mio vicino.

- Se una persona ti sta' veramente a cuore non l' abbandoni e tu mi hai cercato... Questo significa che ti sono mancata in questi mesi! – sogghigno mentre il suo battito cresce e la sua presa s’indebolisce.

- Questo significa soltanto che deliri e che sarai soprannominata mezzosangue per il resto della tua vita… senza sconti neanche durante l’intimità! –

Mi acciglio biasimante – Già lo fai se è per questo! –

- Allora potrei rapirti, giocheremo al dottore e la mezzosangue fino allo sfinimento… a meno che tu non voglia stabilirti al mio palazzo di tua volontà! -

- La proposta è allettante… ma sai, c’è ancora una guerra in atto! –

- Lascia che si ammazzino fra loro – lo fulmino in uno battito di ciglia.

- Non parlare così di quello che faccio o dei mie… -

Mi tappa la bocca con svogliatezza, non lo sopporto quando m’interrompe!

- Affari tuoi se quando ti dicono di buttarti giù da un burrone, lo fai tanto per la "bella" compagnia – ad ogni parola si fa più vicino.

- Lasciamo perdere…- sbuffo tornando in me, ci sono concetti che non capirà mai. - Credevo che ti avrebbero scoperto, che qualcuno trovasse qualche prova per incolparti… -

Non sono sicura che mi senta mentre si accanisce arditamente sul mio collo.

- Una volta al mese, una sola mezzosangue – bisbiglia recidivo.

Mi scosto per tornare seduta compostamente – Una sola? Malfoy non resisteresti! –

- Cos’hai capito? Una volta al mese potete fare le vostre fottute riunioni da auror a casa mia! -

E’ incredibile quello che non fa per tenermi sotto controllo.

- Guarda che anche Harry e Ron sono dei nostri… -

Tra di loro non scorre di certo buon sangue e se c’è una cosa in cui si trovano tutti d’accordo è nell’evitarsi, però dall’ultima volta in infermeria, ne Harry ne Ron hanno più giudicato Draco, almeno non in mia presenza, dimostrandomi finalmente un po’ di fiducia… anche se so’ che è apparenza, (sarebbero i primi a congratularsi se ci lasciassimo) apprezzo il tentativo.

Ho i miei dubbi che Malfoy sia disposto a sacrificarsi al punto tale da sopportarli. Leggo sul suo volto quella consueta impronta superba, indelebile.

- Sento giusto la mancanza di sfotterli un po’ e oltretutto anche Tiger e Goyle rivogliono i loro giocattolini, visto? Siamo tutti ansiosi di rivederci! e se ti preoccupi per la mia abitazione, l’ho già fatta ripulire dagli oggetti clandestini o dalle/ - gli premo un dito sulle labbra.

- Possiamo trattare il resto più tardi, no? – suggerisco maliziosa.

- Come? Niente ramanzina? –

Scuoto la testa divertita.

Malfoy solleva le sopracciglia e sogghigna furbescamente.

Lascia una discreta mancia sul banco e si alza, lo imito salutando con un cenno di mano la padrona.

Di ritorno dal piano bar, la cameriera stringe al petto il suo vassoio, contenente una ciotola di salatini e il mio cocktail che ondeggia, pieno fino al midollo, poi s’impunta guardandoci uscire nella più completa perplessità.

 

- Fine -

Angolo delle risposte: Grazie a tutti!

Darklight92: Draco che dice "ti amo" per dare fastidio ad Harry e Ron? In effetti^^;;;sì, anche... il capitolo scorso è stato decisamente il più difficile, ho cancellato e riscritto quel "ti amo" almeno cento volte indecisa se metterlo, ma alla fine sono contenta del risultato^^

Valemione: Un altra fedelissima! Ad un seguito ammetto che ci avevo pensato, bisogna vedere però se trovo il tempo^__^

sakura_kinomoto: Sei sempre gentilissima!Grazie!

Smeme: Una new entry! Carino il tuo nick^^

Alla prossima!

Laila

 

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