Dark and Cherry - Il Destino dei Traditori.

di CherryBlossomHime97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo – Together in the Murkiness. ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo - The beginning of the betrayal. ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo - The truest happiness in the pure hatred. ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo - The day that will change everything. ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo –The discovery and the end of the games. ***
Capitolo 6: *** 6° Capitolo- The flowers carried by the wind. ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo – Together in the Murkiness. ***


Le parti in grassetto sono Pov Sakura. Quelle normali in 3° Persona.

 

1° Capitolo – Together in the Murkiness.


Insieme nell’oscurità.
Correvo, avevo l’affanno, le gambe mi facevano male, ma dovevo scappare. Il mio crimine era troppo grande. Correvo via anche se sentivo la voce di Naruto invocare il mio nome e implorarmi di restare. Ma io non volevo. Il buio era sempre più allettante e correvo sicura verso l’oscurità dove non era permesso entrare alla luce. Dove non era permesso entrare a coloro puri di cuore. Ecco perché quando finalmente arrivai una sottile membrana mi separò da Naruto che mi inseguiva, ed io, avvolta nelle tenebre, ridevo della mia follia.


 

-Sakura svegliati, Sakura…-
Aprii gli occhi e li richiusi di scatto. Troppa luce.
-Sta tranquilla Sakura, era solo un incubo- sussurrò dolcemente Ino.
Fui bruscamente riportata alla realtà dal rumore di un’esplosione, e mai, prima d’ora, ebbi la concezione così nitida di ciò che stava accadendo in quel momento. Mi alzai lentamente, sentivo gli occhi di Ino fissi su di me.
-Forse dovresti riposarti un altro po’… ho un colorito decisamente…-
-No, sto bene- la interruppi decisa. Stavo bene. Dormire ancora? Sarebbe servito solo a fare altri incubi.
-Sicura? Insomma… hai iniziato a dire parole senza senso… buio, Naruto… Sasuke-  Gli lanciai un occhiataccia. Stavo bene, odiavo ripeterlo. Ma quando incontrai gli occhi preoccupati di Ino non potei far altro che addolcirmi e dissi
-Sei tu che dovresti, andare a riposare Ino- gli sorrisi – siamo in guerra e… dovresti passare più tempo possibile con Shikamaru, tu che puoi-
-Non vorrei lasciarti sola Sakura-chan …-
-Vai! Oggi, mi sembra abbastanza tranquillo, se c’è qualcuno da carure ci penso io!- sorrisi piena di una grinta che non avevo.
-Davvero? Bhe allora, grazie Sakura, sei una vera amica…- affermò Ino mentre si sfilava il camice bianco. Mi diede un leggero bacio sulla guancia ed uscì di corsa fuori dalla tenda.
Sprofondai nella sedia arrugginita più vicina. Era così scomoda. Come questa situazione. La Grande Guerra ormai andava avanti da qualche mese. E il villaggio della Foglia era diventato una vera e propria tendopoli. Io ed Ino eravamo tenute fuori dal campo da battaglia, troppo preziose per morire : dovevamo curare gli shinobi feriti. Tutti gli altri erano fuori a combattere. Naruto… non lo vedevo da un settimana, era scomparso nei confini del villaggio, con Madara. Erano i pochi a sapere dove i due titani stessero combattendo, e a nessuno era permesso andarci. Troppo pericoloso. Madara era di Naruto. Era un problema suo. Odiavo questo sistema… Poi accadde tutto così in fretta.

Il rumore di un’altra esplosione, fumo, fuoco, rumore, urla… che succedeva? Mi precipitai fuori dall’infermeria. Riuscii ad essere abbastanza veloce da scansare qualche scheggia di legno e chiusi gli occhi per istinto. Quando li riaprii vidi l’inferno.
Del fumo circondava la tenda. Un cinquecento metri più avanti un’altra tenda, il dormitorio di alcuni shinobi, era completamente saltato in aria a causa di alcuni Kunai esplosivi. Chi poteva addentrarsi così tanto nel campo nemico senza essere visto? Non c’erano mai stati attacchi in quella parte dell’accampamento.

Sakura si avvicinò alla tenda colpita. Riuscì ad individuare alcuni copri carbonizzati. Ninja alleati colti nel sonno. Sapeva che non poteva farci niente. Erano morti. Era inutile. Poi lo vide.
In mezzo alla cenere, in mezzo a tutte quelle fiamme nere, avevo visto lui.

Mi aveva guardata con lo Sharingan ancora attivo, poi si era allontanato inoltrandosi nel vicino bosco. Io l’avevo seguito. Lui voleva questo. L’avevo capito. Mi era sempre bastato poco per capirlo. Un cenno, uno sguardo, un ringhio.
Forse mi stavo di nuovo sognando tutto. Quando si fermò eravamo in una porzione di bosco uguale alle altre, io e Sasuke. Tutto attorno c’era qualche albero caduto, che non aveva resistito alle continue esplosioni. Odore di fumo, di muschio, di odio.

Sasuke si voltò verso di lei. Quando i suoi occhi, o per meglio dire quelli di Itachi, incontrarono lo sguardo di Sakura sentii un brivido lungo la schiena. Finalmente era lì con lei. L’uomo iniziò a parlare, voleva sentire la sua voce, chissà se era come la ricordava lui.

-Mi hai seguito, Sakura- il suo tono di voce era, non saprei spiegarlo, era gelido ed intenso.
-Sei tu che me lo hai chiesto- risposi pacata, ero davvero stanca.
-Sei tu che interpreti i miei sguardi a tuo piacimento-
-Sei tu che mi dai l’opportunità di farlo-
Sbuffò. Fra quanto tempo mi avrebbe attaccato? Non m’importava.
-Sono stanco, Sakura-  Sorrise.
Sorrisi. – anche io, Sasuke-
Il silenzio creatosi fu rotto dal rumore di un’altra esplosione.
- Chissà chi è morto- mi trovai a pensare, ad alta voce. Questa guerra stava gelando anche me.
Sorrise, di nuovo. La parte più folle della mia mente si ritrovò a pensare che Sasuke avesse raggiunto un nuovo record. Ad ogni modo egli era compiaciuto dalla mia indifferenza. Fece qualche passo verso di me, la mano tesa in avanti. Cercava un contatto?. Stupida. Alzai la mano anche io e mi avvicinai a lui, le punte dei nostri indici si sfioravano. Lentamente, lui intrecciò le sue dita alle mie, io rimasi, immobile, ferma e distaccata, gelida come lui. La sua mano era così fredda.
-Sei calda-
-Tu no-
-Riscaldami allora-
-No- fu il monosillabo che il mio cervello trovò ragionevole e conveniente pronunciare. No, no, no, no, no. Ma non convincevo neanche la parte folle del mio cervello. Proruppe in una risata. Così amara, così irreale.
-Mi ami, Sakura?- mi chiese. Scandì le parole lentamente, e quelle mi perforavano. Come poteva dubitarne?
-Si- fu il monosillabo che il mio cuore trovò irragionevole e sconveniente pronunciare. Certo che lo amavo.
Lui sorrise, di nuovo. Forse nel tentativo di sembrare più dolce. A me sembrava solo più fittizio.
-Come puoi amarmi dopo tutto questo tempo, dopo tutto questo?- mi chiese indicando la distruzione attorno a noi, la distruzione al quale avevo assistito poco prima. Era opera sua. Avrei dovuto ucciderlo. Ma la sua mano era ancora saldamente legata alla mia ed io non ero in pieno delle mie facoltà mentali : troppo persa nei suoi occhi neri, che mi stavano inghiottendo.
Si stava avvicinando, di più. Ci trovavamo uno di fronte all’altra, la distanza di 15 centimetri e un mare di cose non dette.
“ Come puoi amarmi?”Mi ritrovai incapace di rispondergli.
-Non lo so, Sas’ke-
Lui strinse la sua presa e disse
-Sai, Saku, a volte penso che saremmo perfetti, io e te, insieme-
Questa volta risi io, in modo folle.  – Mi pensi Sasuke?- mi concentrai su questa parte della frase, tralasciando la più importante. Non potevo crederci. Stavo di certo di nuovo sognando, e questo era un incubo perfetto. Peccato che prima o poi sarebbe arrivata Ino.
-Certo che si- affermò come se fosse la cosa più naturale del mondo. Un’altra esplosione.
-chissà chi è morto, ora- pensò lui, a voce alta.

Fissai i miei occhi su di lui: il ragazzo che avevo davanti era solo l’immagine sfocata di colui che amavo realmente, ma mi bastava. Tutto di Sasuke mi bastava.
-Io non so se ti amo, Saku- aveva detto lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo –ma- continuò- sono stanco di essere freddo-
Sobbalzai. -Tu sai cos’è l’amore Sasuke, non far finta di averlo dimenticato- eppure ero contenta. Stupida di nuovo. Era bastata quella frase, per rendermi più contenta, e meno sola.
-Allora tu non restarmi indifferente, è una cosa che non sopporto- il suo tono era diventato… quasi normale. Quasi.
-Allora tu baciami- non era una supplica. Era un ordine.
Colmò quel mare di cose non dette e mi baciò. Sentii le sue labbra sulle mie e questo bastò per travolgermi, per sconvolgermi, per sciogliermi. Lo ricambiai, con forza, animata da un desiderio che credevo essersi spento per sempre, anche lui bruciava, bruciavamo insieme. Come eravamo arrivati a questo punto?
Non fu un bacio dolce, non era il mio primo bacio, non era di niente di quello che fin da piccola mi ero sognata con Sasuke. Le nostre labbra si muovevano smaniose alla ricerca di calore, lo trovavamo l’uno nell’altro, le nostre lingue si univano e si legavano al cuore dell’altro, forse per sempre. Quel bacio sapeva di guerra, di odio, di rancore, di frustrazione, di delusioni, di vendetta e di passione, di stupore, forse d’amore.
Quando ci separammo per prendere fiato, avevo paura di svegliarmi da quel sogno. Fu lui a parlare per primo, a riportarmi alla realtà.
-Cosa si fa, ora?- chiese.
-Dipende da te- sospirai –io dovrei ucciderti, l’ho promesso-
Lui rise, di nuovo. –ma non sei mai stata brava con le promesse- constatò gelido. Poi aggiunse con tono incolore:
-Non tornerò, lo sai vero?-  certo che lo sapevo.
- Non te lo sto chiedendo- risposi.
Avevo paura che in quel momento lui se ne andasse, che sparisse. Non potevo permetterlo, dovevo prima dirglielo.
-Io so, Sasuke- e con le mani strette alle sue continuai – so di Danzo, della decisone del consiglio di Konoha, del sacrificio di Itachi-  aveva urlato.

L’uomo restò per un attimo interdetto. Sapeva?! Strabuzzò gli occhi e strinse le mani di Sakura più forte, fino a farla male. Poi la sentì continuare, con la voce da bambina lamentosa che era stata. Se la ricordava bene, quella bambina, in segreto, l’aveva amata.

- Anche io, sono stanca di Konoha- era vero. Konoha aveva portato lontano da me l’amore della mia vita. Konoha aveva fatto pesare il peso di mille responsabilità sul mio migliore amico, che ora era da qualche parte lì fuori, a combattere contro Madara. Forse era morto in una di quelle esplosioni. Non volevo che fosse così, amavo Naruto come si può amare una medicina in grado di guarire tutte le malattie, tranne quella del cuore. Per questo avevo bisogno di Sasuke.
-Mi aiuterai ad ucciderli?-
-Si-
-Coloro che non hanno ancora pagato, del consiglio…-
-Pagheranno, Sasuke- affermai.

Così lei firmò la sua condanna.

Avrei fatto qualunque cosa per lui,ma mi riscoprii così desiderosa di vendetta che mi sorpresi. La guerra cambia, la guerra ti sbriciola l’anima, ti fa assistere a cose che i tuoi incubi peggiori non saprebbero riprodurre.
-Bene- aveva detto. E con questo aveva poggiato di nuovo le sue labbra sulle mie, con un bacio che serviva a sigillare la mia promessa. L’avrei aiutato nella sua vendetta e sarei stata al suo fianco. Avrei ucciso solo i diretti responsabili della sofferenza del mio uomo, degli altri non m’importava, e , ne ero più che certa, sarei stata più che capace di convincere Sasuke a lasciar stare Naruto o Tsunade, o degli altri che ancora contavano qualcosa.
Con un piccolo fulmine recise il mio copri fronte e vi incise una linea diagonale. Ero una nukenin esattamente come lui. Ormai, le sue tenebre avevano inghiottito anche me.

C’era una bassa percentuale di possibilità che mi informava che sarebbe potuta finire male. Ma, in fondo, morire a fianco di Sasuke era lo cosa più romantica che in quel momento riuscivo a pensare.
-E poi? Quando finirà la vendetta?-  gli chiesi, non rendendomi conto, che forse, la vendetta non sarebbe mai finita.
-Ce ne andremo- rispose. I suoi occhi neri illuminati un po’ dalla luce verde della speranza. I miei occhi riflessi nei suoi.
-Dove?-
-Dovunque ci sia posto per noi- ci guardammo per un istante. Non ci sarebbe mai stato posto per noi. Ed allora compresi il nostro destino.
Da quanto tempo stavo aspettando questo momento?

Dentro di me, già da quasi un anno a questa parte stavo maturando la convinzione che solo seguire Sasuke  mi avrebbe dato un po’ di pace.
Lo abbracciai, forte, nascondendo il volto sul suo petto. Lui mi mise una mano sulla schiena. L’altra era ancora saldamente intrecciata.
-Comunque, io lo so che mi ami, Sasuke-
-Non dire idiozie, Saku- disse lui, stringendomi un po’ di più. Io risi. Una risata cristallina dopo tanto tempo. E quando sentì quel suono disse:
-Forse un pochino- e percepii chiaramente le sue gote tingersi di rosso e la stretta farsi più salda.
-Alla fine hai vinto tu Sasuke- dissi, guardandolo negli occhi. –mi hai trascinato nel tuo buio-
Rise amaramente – Ti sbagli, in fin de conti hai vinto tu, anche se sono stato abbastanza furbo da farmi catturare nel mio mondo- disse.
Già, furbo , davvero furbo.

“Non ricordava esattamente quando aveva capito di amare Sakura. Forse quando aveva visto Karin baciare Suigestu ed aveva capito che poteva esistere qualcosa anche tra le loro schiere. Forse quando per più notti di fila, il volto di Sakura gli appariva in sogno. Forse quando uccideva qualcuno e poi pensava chi realmente non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidere e gli veniva in mente lei (e quel dobe). Forse perché l’unica cosa che riusciva ancora a sentire quando veniva travolto dall’oscurità , era il dolce profumo dei fiori di ciliegio.”
Alla fine le tenebre avevano vinto anche Sakura Haruno, perché l’unica cosa che lei voleva davvero apparteneva a loro.





Anticipoazione Capitolo Secondo :
-Devo parlarle, è una questione urgente-
Il suo viso si fece improvvisamente più serio, più duro. Mi guardò, dritta negli occhi, regalandomi tutta la sua attenzione.
-Nel bosco… ho visto Sasuke, credo che l’esplosione sia opera sua-
Tsunade sbiancò e si lasciò sprofondare su una vecchia poltrona. 



Note D'Autrice :  Allora Ecco qui la mia nuova Long Fic, ovviamente Sasuke-Sakura (è che paring *-*) . Avevo tramutato, tempo fa, questo primo capitolo in una breve One-Shot intitolata "Darkness and Cherry - Together at Last" per vedere se la trama piaceva. Ha avuto in piccolo (ma per me discrEto e davvero speciale) successo, così ho deciso di pubblicarne la Long (Prevedo circa Sette Capitoli...). Vi ripropongo questo capitolo (con molte modifiche ovviamente) e spero di rivedervi tutti al prossimo, che uscirà tra breve (davvero tra breve, massimo tre giorni xD). 




"Sappi che non puoi tirarti indietro, lentamente il tuo nome viene scritto tra quelli dei Nukenin di questo Villaggio"

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo - The beginning of the betrayal. ***


Le parti in grassetto sono Pov Sakura. Quelle normali in 3° Persona.



                                     2° Capitolo – The beginning of the betrayal.

L’inizio del tradimento.
Tra quelle braccia fredde tutto mi sembrava giusto. Cosa potevo fare se la decisone giusta per me era quella sbagliata per il resto del mondo? Quando la scelta giusta giace nella scelta sbagliata, cosa si deve fare? E se le tenebre oscurassero la tua facoltà di pensiero, come sceglieresti? Gli uomini spesso spiccano per il loro egoismo e a me andava benissimo così. Io sono Sakura Haruno, e mi crogiolo nella mia scelta sbagliata.

 


Sasuke era seduto sul suolo freddo e umido della foresta, la schiena appoggiata al tronco di uno dei pochi alberi che stava ancora in piedi. Io ero accoccolata sul suo petto, mentre mi accarezzava la schiena. Non so da quanto tempo stavamo in quella posizione. Troppo. Ma, entrambi ci sentivamo in pace, avevamo finalmente l’altro, c’era finalmente un noi.

-Devo andare- disse lui, e sperai di non essermi solo immaginata la nota di tristezza nella sua voce.
-Attieniti al piano- mi sussurrò ad un orecchio prima di iniziare a mordicchiarmelodolcemente. Per tutti gli dei, non pensavo possibile poter usare un simile avverbio riferito a lui.
-Lo so, tranquillo…-  lasciai perdere il discorso. Sapevo ciò che dovevo fare. Si alzò lentamente e mi voltò le spalle. Gli dovevo fare una domanda, era di vitale importanza.
-Sasuke devo chiederti una cosa… -
Lui si voltò di scatto, alzò un sopracciglio
-Dimmi-
-Promettimi che mi risponderai, fidati di me-  gli chiesi, ne valeva degli altri.
Sasuke ritornò a sedersi, mi prese il volto tra le mani e mi analizzò.
-Mi fido di te-
-Allora-  iniziai lentamente – Tu sai vero…-

Gli formulai la mia domanda ed ottenni una giusta risposta.

Sorrisi, la mia scelta sbagliata era perfetta.
 
 
Ritornai all’infermeria nell’accampamento. Dovevo appuntarmi ciò che avevo appena saputo da Sasuke, così presi un vecchio pezzo di carta, un po’ macchiato di caffè, e iniziai a scrivere. Speravo solo che gli altri, un girono, avessero capito. Mi sfilai il copri fronte segnato, ormai per sempre, un po’ come me, e lo nascosi nel cassetto della mia roba, tra i miei pochi vestiti e qualche libro di medicina. Per fortuna Ino non c’era. Doveva essere da qualche parte a sbaciucchiarsi con Shikamaru. Sempre se fossero ancora vivi. In guerra non si poteva mai dire. Forse stavano combattendo insieme, ognuno per salvare l’altro, ognuno per difendere la propria ragione di vita.

L’infermeria era circondata da Jonin, alcuni piangevano, disperati. Perché tutto questo non mi toccava? I Ninja avevano riconosciuto i compagni carbonizzati. Uno di loro mi si avvicinò, se ricordavo bene, io stessa gli avevo curato una frattura alla spalla. Si chiamava Vusèki.
-Dottoressa Haruno, sta bene?- chiese allarmato.
-Si certo- dissi.Il mio volto era pieno di espressioni non mie. Orrore, tristezza, panico, paura, quando forse quel giorno, era stato un dei più belli della mia esistenza.
-E lei?- dissi preoccupata
-Sto bene, io non ero qui, con gli altri- e l’uomo strinse le mani in un pugno. I suoi occhi tradivano un’immensa tristezza.
-Lei non ha visto chi è stato, insomma ha visto qualcosa?-
-Mi dispiace, ma ero nel bosco a cercare erbe curative- perché mi risultava così facile mentire? Per essere più convincete aggiunsi –ma non ho trovato niente, avevo troppa paura di stare nel bosco da sola...- la voce tremante… così finta…
Vusèki mi poggiò gentile una mano sulla spalla, come per rassicurarmi –Stia tranquilla dottoressa, ha fatto bene, di questi tempi non è prudente andare in giro da sola nel bosco, neanche in questa parte di accampamento-  poi indicò la tenda distrutta davanti a noi –i nemici riescono ad arrivare fin qui-.
Nemici. Quella parola mi colpì in pieno viso, più forte di un cazzotto. Ecco cos’ero diventata?
-Devo andare da Tsunade-sama- dissi
-Vuole che venga con lei?-
-No, lei serve qui- guardai l’uomo in viso – non si senta in colpa per i suoi compagni, lei non poteva far niente-. Io si.

Con l’illusione di essere stata di conforto, mi diressi in una delle tende situate ad est dell’accampamento. La zona più colpita. In quella più grande c’era Tsunade-sama, la mia maestra. Entrai, senza esitazione, e la trovai intenta a leggere un rapporto. Lei alzò lo sguardo e quando mi riconobbe e mi sorrise ampiamente. Si alzò
-Sakura, sono così felice di vedere che stai bene, ho sentito dell’esplosione…-
-Ero nel bosco, in quel momento- la interruppi, non volevo perdermi in chiacchiere inutili, non ero proprio in vena.
Lei annuì.
-Tutto bene?-
-Si-
-Ma sei un po’ pallida, c’è qualcosa che ti preoccupa?- mi chiese. Certo non si rese conto che quella domanda in un contesto del genere poteva apparire un po’ ridicola.
-Devo parlarle, è una questione urgente-
Il suo viso si fece improvvisamente più serio, più duro. Mi guardò, dritta negli occhi, regalandomi tutta la sua attenzione.
-Nel bosco… ho visto Sasuke, credo che l’esplosione sia opera sua-
Tsunade sbiancò e si lasciò sprofondare su una vecchia poltrona.
-Ti ha vista?-
-No-
-Cosa hai visto esattamente, Sakura?-
Mi portai le mani al viso, preoccupata. Scossi la testa ed sputai tutto d’un fiato
-Io, non lo so… non lo so esattamente…
…qual Sasuke, era folle, Tsunade-sama, parlava di uccidere, vaneggiava, non sono riuscita a vedere con chi stava parlando, il suo interlocutore era nascosto dietro un albero… e io non avevo la forza di avvicinarmi oltre...-
La mia maestra si alzò, mi scrollò, per calmarmi.
-Tranquilla- ripeteva –Spiegami cosa hai sentito- –Calmati- poi aggiunse, per essermi di conforto -sono sicura che il vero Sasuke esiste ancora , da qualche parte-.
Dei, quanto si sbagliava. Lei non sapeva niente, niente. Io continuai ad agitarmi, a singhiozzare … ma annui speranzosa.
- Lui… lui ha detto che voleva completare la sua vendetta, voleva uccidere il resto del consiglio…-
-Danzo è già morto-
-No so… lui ha detto che dovevano pagare tutti coloro che avevano segnato la condanna degli Uchiha, ha detto che due del consiglio segreto sono ancora vivi-
-Cancu Hituri e Dunami Riko- bisbigliò Tsunade spalancando gli occhi – Sono in pericolo-
-Si- affermai, certo che lo erano. –Dove si trovano adesso?- chiesi con una voce, che forse, tradiva la mia folle impazienza.

Ero così vicina al mio obbiettivo.

La mia maestra non mi rispose, disse solo –Vanno trasferiti immediatamente in una parte più sicura dell’accampamento- -sono colpevoli certo, ma meritano un giusto processo…-  disse l’anziana donna ragionando…
-Lasciate che me ne occupi io, Tsunade- mi proposi. Dove diavolo erano quei maledetti consiglieri?
-Non so Sakura, è pericoloso…-
-Sono stanca di essere lasciata indietro! Mi affidi questa missione!Proteggerò io i due consiglieri- la pregai.
-Ma…-
-La scongiuro, Tsunade, io sono di più che una kunoichi…-
-E sia- disse la donna sorridendomi. Stavo iniziando ad odiare quel sorriso, troppo vero, troppo genuino, troppo fiducioso.
-Grazie, non se ne pentirà, maestra-
La donna bionda prese la cartina dell’immenso accampamento. Poi, con un pennarello blu, fece un cerchio intorno ad una tenda
-Qui è dove sono i consiglieri ora- la guardavo attentamente.
Prese un pennarello rosso, e con quello cerchiò una tenda situata al confine est, distante forse meno un kilometro da quella che riconobbi come l’infermeria. Si trovava nelle zona dei dormitori, perfetto, era piena di jonin tra tende tutte uguali.
-Questa è la tenda in cui dovranno essere trasferiti i consiglieri, è la più sicura. Inoltre questa parte è stata attaccata oggi…quindi dubito che ci saranno nuovi attacchi-.
Mi limitai ad annuire.
-Sakura… sarebbe meglio che coinvolgessi un’altra persona in questa missione, qualcuno che faccia la guardia perennemente alla tenda, un jonin…-
Mi morsi il labbro inferiore e questo non sfuggì a Tsunade. Ma mi imposi di mantenere la calma: se avessi coinvolto qualcuno dei miei amici, se fosse stato necessario Sasuke l’avrebbe ucciso e io… no, però scegliere un perfetto estraneo sarrebbe stato sospetto.
- Vusèki Kikori- annunciai sorridendo a Tsunade. Era ferito, non sarebbe stato un grosso problema per Sasuke o per me. Sentii però il bisogno di spiegarmi ed aggiunsi –Ha assistito all’esplosione, ci ho parlato poco fa…se è stato Sasuke ad attaccare la tenda, sono sicura che Vusèki vorrebbe l’opportunità di fermarlo…-
-Hai ragione, è una buona idea- La mia ex.maestra mi diede in mano la cartina dell’accampamento. Io la salutai cordialmente mentre uscivo dalla tenda più in fretta che potevo : volevo scappare da quell’ambiente.

Le ultimi parole di Tsunade-sama mi avevano profondamente turbata “io mi fido di te, so che farai un buon lavoro”.

Uscii dalla tenda con la cartina stretta al petto mentre un sorriso folle che mi attraversava il volto.
 
Mi diressi alla svelta da Vusèki, sapevo di trovarlo all’infermeria. Lo chiamai, da parte, dovevo parlargli da sola.
-Qualcosa non va dottoressa?- mi chiese formale
-No, ecco… ho una missione top-secret per te, l’Hokage stesso mi manda ad avvisarti-

Il volto dell’uomo divenne rosso acceso. Che tipo strano: sentirsi lusingato. Non era il più forte tra i jonin, eppure era stato scelto per una missione, che a quanto pare, aveva il cartellino rosso. Forse questa era la sua occasione, forse la dea fortuna gli aveva finalmente sorriso.

Sakura gli sorrise ed iniziò a parlargli della missione, dei due consiglieri che andavano protetti, di Sasuke e dei suoi sospetti…
-Non possiamo permettere a quell’Uchiha di fare altre vittime, chiaro?-
-Sissignora- aveva risposto lui. Era davvero un tipo strano.
Con lui al mio fianco mi diressi verso la tenda cerchiata con il blu, per incontrare finalmente i due bastardi.

Per la sicurezza delle varie postazioni, nessuno, se non l’Hokage stesso e i diretti interessati, sapeva dove e quali fossero le tende ed da chi fossero abitate. Ma la cartina che Sakura aveva in mano era tutta un’altra storia. La ragazza sperava solo che il suo amato Uchiha non si arrabbiasse troppo una volta venuto a conoscenza della piccola complicazione nel piano. Tsunade era pur sempre una vecchia volpe e il trasferimento dei consiglieri non era stato calcolato. Bisognava semplicemente sapere deve si trovavano, dirlo a Sasuke e attendere la loro morte. Era questo il piano. O almeno il vecchio piano. La donna dai capelli color pesco sapeva, tuttavia, cosa fare.

-è permesso?- chiesi gentilmente
-chi è la?- mi domandò una vecchia voce raggrinzita.
-Siamo due jonin, ci manda l’Hokage-
-Ah- disse un’altra voce.
-Avanti- disse voce raggrinzita.
Entrai nella tenda, Vusèki al mio seguito. E li vidi, uno di loro, il più anziano, era seduto su una sedia a dondolo, l’altro stava in piedi al centro della stanza, si era appena alzato :mi aspettava. Mi guardò con aria interrogativa.
-Sono Sakura Haruno-
-Perché è qui?-
-Per la vostra sicurezza… voglio essere chiara con voi- recitai una battuta non mia.
-Cosa è successo?- chiese voce raggrinzita leggermente allarmato(alias quello in piedi)  che riconobbi come Dunami Riko.
-è stato avvisato Sasuke Uchiha- ed entrambi sussultarono. Gioii quando vidi un barlume di paura nei loro vecchi occhi. Dovevo essere più chiara e tormentosa possibile. -Per la vostra sicurezza, signori, è meglio che cambiate tenda, insomma dovete essere trasferiti in una parte più sicura, immediatamente- dissi con enfasi, voltandomi quasi di scattò per uscire già dalla tenda
Cancu strabuzzò gli occhi e disse – ma come? Così all’improvviso?-
-Si-
-Ma…ma lasciateci almeno chiamare qualche AMBU e farlo venire con noi…-
-No!-dissi, la voce un po’ più alta del normale.. Vusèki alle mie spalle se ne accorse e disse -La missione è top-secret, più persone vengono coinvolte, più l’operazione sarà osservata dai nemici, inoltre metteremo più persone in pericolo, state tranquilli, lasciate fare a noi!- aveva un tono di voce così rassicurante.
I bastardi annuirono, raccolsero i pochi oggetti personali nella piccola tenda e li misero in un sacchetto.
Dunami chiese ancora –Non posso neanche avvisare mia moglie di ciò?Forse dovrei avvisare anche i miei figli, Sa?! Ora sono al centro del campo di battaglia, stanno combattendo per la pace…- il suo tono di voce era pieno di orgoglio
Sentì il mio cuore raggelarsi. Forse smettere di battere per qualche secondo. Questa giustizia precaria avrebbe fatto male a molti. Troppi. Inizia a sudare freddo quando capii che stato assecondando la pazzia di un uomo consumato dall’odio. Ma non potevo fare altrimenti, io ero consumata dall’amore.
-Vedrò cosa posso fare, signore- dissi incerta.
E con Vusekì ed i vecchi uscii dalla tenda diretta verso il cerchietto rosso sulla cartina. Di nuovo un sorriso folle ad illuminarmi il volto. Non se ne accorse nessuno… forse solo Cancu, che in quell’istante fu attraversato da un nuovo brivido di paura.

“Non avrei mai dubitato dell’amore di Sasuke, eravamo perfetti. Lui così duro, così lui, forse folle, ma l’odio è un sentimento forte. C’è bisogno di un cuore per odiare. E per capire cos’è l’odio, bisogna prima capire cos’è l’amore. Forse la nostra  idea di amore era sbagliata, ma era autentica. Io amavo lui e lui amava me. Era semplice. E forse agli altri non sembrava così, anzi direi che gli altri non è sapevano niente, ma era così. Io e Sasuke ci amavamo profondamente. Forse, non esisterà mai amore più vero”.






Anticipoazione Capitolo Terzo :
-E di quello sporco traditore dell’Uchiha neanche l’ombra- affermò Cancu sprezzante – siete sicura che siamo in pericolo?-
-Oh, assolutamente si- dissi, forse con una voce che tradiva un po’ troppo la mia contentezza.
Cancu impallidì. Conosceva la dottoressa Haruno come una delle eroine del villaggio e la kunoichi più promettente del paese del Fuoco.





Note D'autrice:
Ecco qui il capitlo secondo, il vero capitolo originale insieme a tutti gli altri che lo seguiranno...Un ringraziamento speciale a Orient Express e Black Virago, i primi due recensori del capitlo precedente, grazie a tutti coloro che hanno messo la storie tra le ricordate, tra le seguite e (rullo di tamburi) addirittura tra le preferite!
Ci vediamo al prossimo Chappy!
Fly





"Cosa ci trovi di onorevole nell'essere una persona leale? Io trovo molto più orgoglio nel tradire i traditori."

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo - The truest happiness in the pure hatred. ***


Le parti in grassetto sono Pov Sakura. Quelle normali in 3° Persona.
L'introduzione al capitolo "La vera felicità nell'odio puro" è Pov Sasuke.

 


3° Capitolo – The truest happiness in the pure hatred.



La vera felicità nell’odio puro.
“Guardai dritto davanti a me. C’era solo un jonin, una sciocco jonin del villaggio della foglia che aveva osato arrivare fino a questo punto. Ci misi poco a sbarazzarmi di lui: eravamo nel mio territorio. Posai la mia katana sull’erba bagnata e mi sedetti a terra, le mani dietro la testa. Alle mie orecchie giungeva ovattato il rumore delle esplosioni. Le sentivo così vicine, forse perché le esplosioni erano anche dentro di me. E se c’era un’esplosione che faceva più rumore, più male delle altre, quella si chiamava Sakura Haruno, la mia Saku,un’altra nuinkein come me. Chissà cosa stava facendo in quel momento, chissà se stava rispettando il nostro accordo. Speravo che andasse tutto bene, per lei, che stava sacrificando tutto per me. Ero consapevole, purtroppo o per fortuna, di amarla. Certo, l’amavo solo come un uomo consumato dall’odio può fare”
 




Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte. Ero arrabbiata, stavo facendo un bellissimo sogno, bellissimo perché stavo sognando lui; chiusi gli occhi cercando di riprenderlo : da due giorni ormai non lo vedevo, dovevo necessariamente sognarlo…

“Io e Sasuke eravamo in un parco, pieno di fiori, pieno di profumi, pieno di luce e pieno di una pace che forse non sarebbe mai stata nostra. Correvamo felici, ci inseguivamo, per una volta era lui a cercarmi, a prendermi. Quando mi raggiunse mi abbracciò forte, ed io felice lo ricambiai.
-Ti ricordi il tuo primo tentativo di molestarmi?- mi chiese serio
Io risi. –Certo, avevo solo otto anni- … - Ti avevo preparato dei biscotti e te li avevo portati dopo il tuo allenamento…-
-Eri davvero insopportabile, già così petulante… io, tanto per accontentarti, presi un biscotto e lo assaggiai, ma erano disgustosi….-
-E lo sputasti subito.- continuai ridendo
Poi aggiunsi un po’ titubante
-Erano davvero tanto male?-
-Erano orribili, Sakura, davvero orribili- disse non sorridendo. Non lo faceva mai, neanche nei miei sogni.
-Hei, guarda che avevo solo 8 anni ed ora non cucino molto meglio…- e misi un ridicolo broncio.
-Non credo proprio- disse serio, poggiando le sue labbra sulle mie, in un gesto che era prepotente, ma che per i nostri standard aveva il gusto dell’amore. Per me era perfetto, assolutamente perfetto. Quando ripresi possesso delle mie capacità mentale dissi
- E ti ricordi il nostro primo bacio?- chiesi…bhe forse per lui non era una cosa così importante…
-Quando scappai da Kakashi-sensei e mi rifugiai  nel bosco?-
-Si, quella volta… ricordi? Ti venni a cercare tutto il giorno e alla fine ti trovai seduto sul ramo di un vecchio ciliegio… eri immobile e per un attimo temetti il peggio…-
Questa volta rise lui, rise davvero. – Iniziasti ad urlare il mio nome come un oca impazzita, salisti sull’albero e mi scrollasti per bene, ma io non mi muovevo…stavo semplicemente dormendo…-
-…guarda che temevo il peggio- dissi diventando rossa in viso, ricordando quello che era successo dopo…
-allora tu mi baciasti, all’improvviso, come per farmi svegliare…-
-era quello che cercavo di fare!- sbottai
-dai, ammettilo che hai solo approfittato della situazione…- disse con fare seducente. Lo odiavo quando faceva così. Tuttavia ero pienamente consapevole di una cosa: un Sasuke così normale poteva esistere solo nei miei sogni.
-Ma tu ricambiasti!-
-Tzè- fu il suo monosillabo di risposta.
-Ma perché eri scappato dal maestro Kakashi?-
-Perché gli avevo rivelato un segreto e lui mi aveva minacciato di dirtelo-
-Cosa?- dissi io, capendoci sempre di meno.
-Gli rivelai che quando ti vedevo mi facevi uno strano effetto… così ero andato a dirglielo, era l’unico che forse poteva aiutarmi a guarire, ma mi ris…-
- Rise e scappasti, e guarda caso, ti nascondesti su d’un ciliegio?!- continuai per lui, era facile immaginare un Sasuke 13enne alle prese con i sentimenti e un Kakashi che per questo non fa altro che ridergli in faccia.
-E tu perché mi inseguisti?- chiese, stringendomi di più a se.
-Ma ancora non l’hai capito? Io ti seguirò sempre, Sasuke-”

Mi sveglia di nuovo a causa del rumore assordante di un’altra esplosione. Bhe, addio bel sogno. La mia brandina, che si trovava nell’infermeria non mi era mai sembrata così comoda.
Ero avvolta da odore di disinfettante. Strabuzzai gli occhi e vidi Ino medicare dolcemente un jonin della sabbia feritosi ad una gamba.
-Scusami, stavo dormendo, di nuovo- dissi con fare colpevole
-Tranquilla Sakura-chan, e poi avevi un’espressione così felice…- disse lei, girandosi verso di me e prendendo altro disinfettante. – che stavi sognando?-
L’impossibile. –Bha, niente di che, sinceramente ora non ricordo- e feci un espressione un po’ stupida, di quando si cerca di ricordare qualcosa che è avvenuto dieci secondi prima, ma proprio non ce la si fa. In realtà ricordavo benissimo. Tutta quella felicità, tutta quella gioia, io e Sasuke così puri, avrei voluto che quel sogno durasse in eterno.

Ripensai velocemente agli avvenimenti degli ultimi tre giorni. Io, l’Uchiha, la mia promessa, la mia follia, il mio amore, la mia disperata voglia di stare accanto a lui, il mio insensato desiderio di rispettare quel piano, quelle regole, quel gioco. No, non era un gioco. Perché sarebbe potuta finire male, troppo male. Ma perché doveva essere tutto così difficile? Io e lui desideravamo solo stare insieme, perché l’amore deve essere sempre così difficile?! In realtà lo sapevo benissimo. Sapevo che l’amore non è un sentimento indipendente, che nasce e che cresce rilegandosi ad altro, intrecciandosi con gli altri. Ilnostro amore si era legato inevitabilmente alla vendetta. E la vendetta si era legata a noi, rendendoci ancora più uniti, facendoci diventare ancora più complici.

Il flusso dei miei pensieri fu bloccato dalla nascita di un pensiero più urgente: dovevo vedere gli anziani. I bastardi, come li avevamo soprannominati.
-Ino, io devo svolgere delle mansioni per Tsunade-sama, ti dispiace restare qui da sola?-
-No, Saku, saprò cavarmela, io sono una kunoichi professionista- disse facendomi l’occhiolino.
Sorrisi –non lo metto in dubbio Ino- e detto questo uscii dalla tenda.

Mi avviai verso la parte est del campo, nei dormitori dei jonin, dove sapevo che in quel momento, si nascondevano, ignari, gli anziani.
Scorsi Vusèki accucciato contro la parete della tenda, che sonnecchiava. Mi ricordava vagamente Naruto, con quella sua espressione serena. Non aveva idea del male che aveva intorno.
-Ehi, dormiglione, ti ricordo che sei in missione!- urlai divertita
-Ehm, mmmh….cos… sono Sveglio, Sono Sveglio, lo giuro!- si alzò in piedi di scatto, ma il cambio improvviso di posizione giocò a suo svantaggio e nel giro di pochi secondi si ritrovò di nuovo a terra, sotto lo sguardo divertito di Sakura.
-Si, sei davvero buffo…-
-Mi scusi, dotoressa- e dicendo ciò mi sorrise largamente e si rimise in piedi.
-Come stanno?- chiesi con fare preoccupato, riferendomi agli anziani.
-Bene: di Sasuke Uchiha neanche l’ombra- disse, con estremo orgoglio
-Fantastico- e sorrisi anche io. – Mica è stato avvisato qualcun altro del pericolo che corrono i consiglieri?-
-Assolutamente no. È stato mantenuto il segreto, come da lei e dall’Hokage richiesto. Nessun AMBU, nessun familiare sa niente… vedrà andrà bene!-
-Mmmh, si, andrà benissimo- e percepii di nuovo quella nota di follia nella mia voce. Per fortuna Vusèki non diede segno di accorgersene.
-Chi è la?- sentii una voce provenire dalla tenda. Cancu.
Vi entrai e vidi i due vecchi seduti vicini, rigidi e composti, con tutte le loro armi a portata di mano.
-Ah, siete voi dottoressa-
-Come state?-
-Stavamo meglio nell’altra tenda, era più grande- disse Dumani con fare lamentoso.
-E di quello sporco traditore dell’Uchiha neanche l’ombra- affermò Cancu sprezzante – siete sicura che siamo in pericolo?-
-Oh, assolutamente si- dissi, forse con una voce che tradiva un po’ troppo la mia contentezza.

Cancu impallidì. Conosceva la dottoressa Haruno come una delle eroine del villaggio e la kunoichi più promettente del paese del Fuoco. Ma quel suo strano guizzò negli occhi, ed improvvisamente quella sua tranquillità, quasi glaciale, così fuori luogo durante una guerra, lo facevano rabbrividire e gli mettevano addosso una sorte di paura tormentosa, un angoscia del domani e un senso di preoccupazione che aveva solo quando incrociava quegli occhi verdi. Così stramaledettamente brillanti, così maledettamente vivi.

-Bene, devo andare, ero solo venuta a controllare, sono contenta che stiate bene-
-A presto, signorina Haruno- disse Cancu, le labbra serrate. Dunami non mi degnò minimamente della sua attenzione, l’unica cosa che mi disse fu
-Aspettate, dottoressa, prima che andiate, ditemi, sapete qualcosa dei miei figli, sono venuti all’infermeria ultimamente… sono due jonin così bravi ma… uno di loro ha solo 17 anni…-
-Non ne so niente, signore-
-Ah- disse lui, con un misto di delusione e gioia. Forse questo significava che erano ancora vivi.
-Se li vede all’infermeria, può salutarmeli e dirgli che sto bene? Oh, loro sono la mia gioia più grande, per favore, se venissero feriti, la prego di curarli lei stessa, mi fido di lei!-
-Certamente signore- risposi, cercando di sorridere. Mi voltai ed uscii in fretta dalla tenda. Volevo correre via, scappare, ma mi sentii trattenere per un braccio.
-Cosa c’è Vuseki?-
-Mhn, niente… è solo che… visto che devo stare qui tutto il giorno… non è che lei potrebbe farmi compagnia? Tra un po’ mi dovrebbero portare del ramen…eh-
Sentii un’altra esplosione. Questa volta dentro di me.
Un po’ imbarazzata dissi – mi dispiace, ma devo andare urgentemente da Tsunade a fargli rapporto…sarà… sarà per un’altra volta- forse all’inferno.
-Ah, già…si certo- aveva detto lui, sorridendomi ancora.
Lo salutai e andai via, una volta uscita del suo campi visivo, cambiai direzione : ero diretta verso il bosco.

“Quando il sole sarà alto sulle nostre teste, tra due giorni, raggiungimi nel bosco, nello stesso punto di oggi e ci rivedremo”. Erano state queste le ultime parole di Sasuke l’ultima volta che c’eravamo visti. Agli altri potevo benissimo dire che ero andata a cercare delle erbe.

E in quello stesso scorcio di bosco, lo vidi, bello come sempre, seduto sopra il ramo di un vecchio albero. Mi arrampicai anche io e, lentamente, avvicinammo le nostre bocche fino a farle incontrare. Il bacio che ne seguì fu passionale, pieno di desiderio e così intenso che entrambi perdemmo l’equilibrio e finimmo al suolo. Ridemmo del leggero dolore che sentivamo ai muscoli dopo la botta: ma in quel momento esisteva solo l’altro.
Quando ci staccammo per prendere aria, fu lui a parlare per primo

-Il mondo va secondo i nostri desideri?-
-Si… tranne per un piccolo imprevisto-
-Cosa?-
-Tsunade ha voluto trasferire i vecchi e ha messo un jonin a loro guardia-
-è potente?-
-Si, ma si può rendere facilmente inoffensivo-
-Allora fallo-
-Si-


Silenzio interrotto solo dal rumore dei nostri pensieri.
-Mi dispiace che tu debba sopportare tutto questo, Saku- e mi avvolse in una specie di abbraccio, io mi accoccolai sul suo petto.
-è giusto che sia così-
-No, è semplicemente giusto per me, tu…-
-Ho giurato di seguirti per sempre, Sasuke- - non mollerò ora, io so che voglio-
-Vuoi me, ma io non posso offrirti niente-
-Puoi offrirmi la pace che a Konoha non avrò mai-
-E poi? Mi seguirai anche quando dormirò in una grotta perché saremo ricercati in tutte le terre?-
-Si-
-La tua follia è ammirevole, Saku-
-Si chiama amore, Sasu-
-Lo so, ma questo non cambia che sia folle-
Sorrisi.
-Siamo in due ad essere folli, vero?-
-Si- rispose, serio. Era sincero. Forse stavo sognando di nuovo. No.
Era assolutamente vero, era tutto così falsamente vero.

Mi mossi, cercai di nuovo le sue labbra, e quando ci trovammo in quel contatto, e lo approfondimmo, capimmo che c’era solo una cosa da fare, una cosa che volevamo entrambi. Approfondirlo di più.
Ci guardammo negli occhi, che ora erano diventati fuoco, e le nostre menti, e i nostri corpi erano perfettamente in sincronia.
Sentivo le sue mani dovunque, mi sentivo scottare e lo sentivo caldo, finalmente avvertivo che anche lui era vivo. Lo sentii indugiare sui miei vestiti, e quando finalmente ce ne liberammo, stavamo già rotolandoci sull’erba, ansimando leggermente e baciandoci con foga.
-Sasuke… per me è la pri…-
-Anche per me- aggiunse lui, sorridendo sulla mia mascella e continuando, poi, a baciarla.
-Sei sicu…-
-Voglio te-

Ed era tutto perfetto ora che finalmente ci amavamo.







Anticipazione Capitolo Quarto :
I grandi capi si concentrano sempre sulle cose sbagliate, ignorando i veri pericoli.
-Scusa Shizune, vado un po’ di fretta- la interruppi e sorrisi, al diavolo gli Hyuga –devo consegnare questa lettera- e gli sventolai sotto il naso una busta, che emanava uno strano odore di pesca – alla mia maestra, e se lei non c’è, la lascerò nella tenda, puoi dirgli tu che sono passata?-
-Ah, Ok Sakura, ma di chi è questa lettera?-
-Informazioni personali Shizune- e gli feci allegramente l’occhiolino, lei rise, si fidava così tanto di me.




Note D'autrice: Eccoci qui al terzo capitolo...è stato il più difficile da scrivere e da rendere accettabile, poichè questo rappresenta un ponte tra "il piano" e il suo svolgimento, a cui sarà completamente dedicato il capitolo quarto. Ormai stiamo a metà della storia xD. Spero che vi piaccia...mi raccomando lascite un commento :D
Grazie a tutti coloro che mettono la storia tra le preferite, le seguite, e a tutti coloro che recensiscono, vi sono davvero grata!



"L'amore non è un sentimento puro come ci vogliono far credere. L'amore è fatto di gelosia, di desiderio, di guerre: è come una battaglia che non possiamo fare a meno di combattere."

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo - The day that will change everything. ***


Le parti in grassetto sono Pov Sakura. Quelle normali in 3° Persona.


      4° Capitolo- The day that will change everything.

 

 


Il giorno che cambierà ogni cosa.
“Era notte o forse l’inizio dell’alba e Sakura Haruno entrava di soppiatto nell’infermeria, sperando che la sua amica Ino stesse dormendo da Shikamaru. La tenda era vuota. In modo folle lei rise; rise poiché finalmente lei non era più vuota, si sentiva completa, appagata, e lo era davvero. Sorrise, ricordandosi ciò che era successo poco prima. Lei, Sasuke, Loro. Il momento della separazione non era stato tragico, si sarebbero dovuti vedere di lì poco. Certo, in circostanze completamente diverse, ma per quello ne avrebbero avuto di tempo, dopo. E così si perse nel ricordo dei suoi baci. Baci al quale solo un sole al tramonto e una sfavillante luna avevano assistito. Ed ora la donna era pronta ad affrontare un nuovo giorno, ad affrontare le conseguenze delle sue scelte sbagliate, mentre un nuovo sole si faceva largo nel cielo terso.”

 


Ero consapevole che dovevo fare in fretta. Prima del ritorno di Ino almeno, o sarebbe saltato tutto. Presi dall’unico armadietto che c’era nella tenda una minuscola fialetta di Cianuro. Serviva a me ed Ino per avvelenare gli aghi durante le battaglie. La presi e versai il veleno in un piccola bottiglietta di vetro, grande più o meno cinque centimetri. Me la infilai al collo a ‘mo di collana e presi un respiro profondo. Contai fino a dieci.
1…
2…3…4…5…6…7…8…9…
10…


La donna si ricordò di dover fare un’ultima cosa essenziale per la sopravvivenza di quel posto. Dal suo cassetto prese quel  vecchio pezzetto di carta, macchiato di caffè, sulla quale c’era la risposta di Sasuke alla sua domanda. Successivamente prese un foglio pulito dal cassetto più vicino. Era ridicolo : era rosa pallido e profumava di pesca, solo lei avrebbe potuto portare in guerra della carta del genere. Per un attimo la sua mente fu attraversata dal pensiero che scrivere col sangue avrebbe reso tutto più drammatico e ad effetto. Ma si ritrovò a cambiare subito idea: non voleva imprimere la sua essenza su un banale foglio di carta.

Impugnai quindi una vecchia penna, con il tappo un po’ morsicchiato ed inizia a scrivere. Scrivere. Non era mai stata una delle mie doti. Lo trovavo così immensamente difficile: nella nostra mente prendono forma i pensieri più svariati, le idee più bizzarre, le scuse più patetiche, come si fa, allora, a trascrivere tutto su carta? Come può un ridicolo pezzo di carta al profumo di pesca racchiudere il nostro mondo? E come può tramandarlo ad altre persone? Come poteva aiutarmi a farmi perdonare? Forse non poteva, era solo il mio ultimo gesto folle che gli altri non avrebbero capito.
Gli altri. I miei amici...
Cercai di non pensarci, dovevo rispettare il piano.
Non so cosa scrissi esattamente su quella lettera, ma mi sforzai il più possibile poichè volevo che avessero di me un bel ricordo. Anzi, volevo che avessero un bel ricordo di noi. Provai  a spiegare le mie ragioni, quelle di Sasuke, provai a raccontare del nostro amore, provai a trasmettere le nostre sensazioni, le nostre paure, i nostri bisogni, le nostre motivazioni, i nostri errori, i suoi errori, e i miei, molti dei quali li avrei commessi di lì a poco. Provai a raccontare di quello che avremmo voluto fare dopo, finalmente insieme. Mi appellai a Naruto e cercai di non bagnare il foglio con le mie lacrime quando gli scrissi che lui sarebbe stato per sempre una delle persone più importanti per me (e anche per lui), anche se forse non ci saremmo visti mai più, mai più. Lo pregai di non venirci a cercare, perché io e Sasuke potevamo finalmente essere felici nel nostro odio e nel nostro amore e lui aveva il suo bel destino da compiere a Konoha, lui aveva ancora dei sogni, aveva Hinata.

Misi la lettera in una busta e vi collocai anche il vecchio pezzetto di carta “al caffè”. Il simbolo della mia unica decisone giusta.


Dal cassetto estrassi anche il mio copri fronte reciso. Che senso aveva nasconderlo, ora? Sfiorai leggermente il taglio che aveva segnato per sempre il simbolo del mio villaggio. Nukenin. Sospirai e lo misi come al solito, anche se ero consapevole, di non essere la stessa di sempre.

Uscii dalla tenda diretta verso quella di Tsunade-sama. In giro per l’accampamento c’erano pochi Jonin, tutti gli altri erano nelle tende o a combattere. Vidi Shizune
-Tsunade-sama è nella sua tenda?-
-Oh, Sakura-chan, no. L a signora è dagli Hyuga, sta discutendo sulla strategia da prendere… i nemici hanno cercato più volte di impadronirsi del Byakungan, eh…- tipico della guerra. I grandi capi si concentrano sempre sulle cose sbagliate, ignorando i veri pericoli.
-Scusa Shizune, vado un po’ di fretta- lo interruppi e sorrisi, al diavolo gli Hyuga –devo consegnare questa lettera- e gli sventolai sotto il naso una busta, che emanava uno strano odore di pesca – alla mia maestra, e se lei non c’è, la lascerò nella tenda, puoi dirgli tu che sono passata?-
-Ah, Ok Sakura, ma di chi è questa lettera?-
-Informazioni personali Shizune- e gli feci allegramente l’occhiolino, lei rise, si fidava così tanto di me.
-Vado, ciao- addio avrei voluto dirgli. Mi voltai ma sentii il braccio di Shinuze bloccarmi. Il cuore mi mancò un battito…che avesse…
Mi Sorrise. –Ma che hai fatto al copri fronte? Non vorresti cambiarlo? Sembra…-
-Oh, Ah…Bhe… l’ho reciso per sbaglio con un Kunai, mentre mi stavo esercitando... questa guerra mi sta facendo impazzire, ormai sono preda dello stress- eh non solo e scoppiai a ridere come una scema... che scusa patetica, era ai confini dell’inverosimile, e lei lo aveva capito.
-Ah, molto strano…ma…-
-HEI SHIZUNE, Venga qui c’è bisogno di lei, la prego aiuti il mio compagno…-

Oh. Shizune si voltò di scattò –Bhe, io devo andare Sakura, deve esserci pur qualcuno in infermeria e scommetto che quell’irresponsabile di Ino sta con Shikamaru…- e sorrise. Diede segno di scordarsi del copri fronte. Si voltò e corse via, più velocemente possibile verso il grido di aiuto.
-Addio Shizune, mi mancherai- fu il sussurro appena udibile di Sakura Haruno.

Dovevo rimanere concentrata sulla mia missione. Con passo più sicuro, ora che finalmente mi ero accertata che Tsunade non c’era, entrai nella tenda dell’Hokage e lasciai la lettera su di una poltrona, quella in cui era seduta la mia maestra durante il nostro colloquio, all’inizio del mio tradimento. Guardai l’orologio. 11.30. Avevo un’ora per sgomberare il campo.

Attraversai di nuovo l’accampamento, nessuno badava a me. Ma ero davvero pronta a svolgere il mio ultimo compito? Quando vidi Vusèki, il mio cuore infetto prese la sua decisone. Il jonin era ritto in piedi davanti alla tenda dei consiglieri con fare solenne, gli occhi vigili e il cuore pulsante. Ma soprattutto un gran sorriso ad illuminargli il volto. Non avevo mai creduto in Dio, ma vedendo quel sorriso sperai davvero che un qualche Dio lo avesse a cuore, lo prendesse e lo proteggesse. E che un giorno, quello stesso Dio, non avesse pietà di me, e del mio compagno. Che cosa impossibile, se ci fosse stato un Dio, egli non avrebbe permesso lo scoppio di questa guerra, che aveva procurato tanti morti, sia fisicamente sia nell’anima.

-Ehy, Vusèki!- lo salutai allegra.
Se possibile il suo sorriso si allargò ancora di più. – Dottoressa, sono felice di vederla!-
-Sai, per farmi perdonare l’altra volta, quando non sono potuta restare… ti ho portato una cosa- e quasi sentii il suo cuore aumentare di un battito, proprio come quando io ero in presenza di Sasuke.
-Davvero? Non si doveva disturbare…insomma…-
-Oh- nessun disturbo, avrei dovuto aggiungere, ma non trovai il coraggio di farlo. Dovevo tenere duro, presto le bugie sarebbero finite. Mi sfilai la collana con appesa  la bottiglietta e, un po’ titubante gliela porsi. Lui l’afferrò deciso e se la rigirò nelle mani
-Cos’è?- mi chiese Vuseki con fare dubbioso, non volendo però fare la figura dello stupido.
-è un misto di erbe, serve per aumentare la forza di chi lo beve…è un rimedio completamente naturale- mentii pratica.
-Wow, grazie dottoressa, lo berrò ‘sta notte, così da tenermi più sveglio-
-No- ed aggiunsi- prendilo ora, così se vuoi per ‘sta notte te ne preparo altro… voglio vedere che effetto fa-
-Sono tipo una specie di cavia?- e scoppio in una fragorosa risata.
-Una specie- e mi finsi imbarazzata.
Lui stappò sorridente la bottiglietta e l’avvicinò lentamente alle labbra. Una crepa si apriva lentamente nel mio cuore…
-Vuseki…-sussurrai dolcemente, a ’mo di scusa, forese un attimo di esitazione prima di consegnarlo alla Morte.
Vidi il veleno posarsi sulle sue labbra ed entrare nella sua bocca. Una lacrima mi rigò il viso, una sola lacrima. La vide e forse in quell’istante capì tutto.
Il Cianuro è un veleno che uccide nell’arco di pochi secondi. E, nel suo ultimo secondo il jonin davanti a me strabuzzò gli occhi e un guizzò di paura misto a una chiara comprensione di quello che era successo li attraverso. Aveva capito tutto, un istante prima di chiudere gli occhi, per sempre, egli aveva compreso tutto, eppure non c’èra traccia di odio, solo.. solo sorpresa e forse il rimpianto di aver lasciato questo mondo così presto.
Un’altra lacrima mi rigò il viso mentre vedevo il suo corpo inerme accasciarsi al suolo e la bottiglietta ormai vuota cadere sul terreno freddo, emettendo un suono sordo e vuoto.


Lo trascinai dietro la tenda e lo misi seduto, come se stesse dormendo. Ed io volevo illudermi che fosse così. Mi sedetti al suo fianco, rigida, immobile, dovevo aspettarlo, il resto del lavoro toccava alui. Gli altri jonin passavano e a stento ci degnavano di uno sguardo, troppo presi  dalla guerra, dalle loro missioni, schizzavano via, senza accorgersi che l’uomo accanto a me non respirava più.


“Sasuke era entrato nell’accampamento. Stringeva tra le mani la cartina che la sua donna gli aveva lasciato quella sera, era diretto verso la tenda cerchiata di rosso. Seguendo le indicazioni di Sakura marciava silenzioso, la testa bassa, il copri fronte in vista, tra le vie dell’accampamento più buie e silenziose, non c’era quasi nessuno. Indossava dei vecchi vestiti, quelli che indossava a Konoha. Aveva lo Sharingan attivo, se qualcuno lo avesse visto e riconosciuto, ci avrebbe messo poco, o ad ucciderlo, o a formulare un’illusione. 12.25.
Sasuke si fermò ad all’ombra di una tenda. Davanti a se, vide il suo obbiettivo. Scorse, con la coda dell’occhio, Sakura seduta a fianco un uomo. La sua Saku aveva gli occhi spalancati, alla ricerca di un minimo segnale, una minima falla nel piano che le indicasse che erano stati scoperti. Ma niente, era tutto tranquillo. Sasuke prese un bel respiro e alla mezza esatta con un unico, fulmineo scatto entrò nella tenda a pochi metri da lui, dove sapeva ci fossero le sue due vecchie prede”.

Lo vidi, fu un attimo, Sasuke entrò in nella tenda alle mie spalle in un secondo, quando in giro non c’erano altri jonin. Mi alzai. Dubitavo che quei vecchi se ne stessero con la bocca chiusa e non provassero a difendersi. Avevo l’ordine, anzi provavo il desiderio, di proteggere il mio uomo da chiunque si fosse avvicinato alla tenda, da chiunque volesse aiutare gli anziani. La pena che avrei dovuto infliggergli? La morte.

Cancu e Dunami sobbalzarono, quando improvvisamente nella tenda si accorsero di essere in tre.
-Chi va la? Sei un altro Jonin venuto a proteggerci?- chiese Dunami, non riconoscendo la figura nell’ombra, e scorgendo solamente il luccichio del copri fronte.
-Proteggervi, certo- susurrò l’uomo, lo voce roca, resa folle dal desiderio di vendetta. Alzò gli occhi e li fisso sulle sue vittime, che, in preda al terrore, riconobbero subito lo Sharingan degli Uchiha.
-Tu…tu sei…- balbettò Cancu, incapace di proseguire.
Sasuke sorrise, ma non gli diede il tempo di finire la frase, si precipitò su di loro, la Katana che brillava nel buio. Il suo unico pensiero? “E una lotta impari, due vecchi stanchi e stolti, convinti di poter farla franca, e un giovane assetato del loro sangue”. Non un urlò uscì da quella tenda maledetta.

La voce di Sasuke mi raggiungeva ovattata, mentre sbarravo con il mio corpo l’entrata della tenda “rossa”. Ma davanti ai miei occhi si formava una nuova immagine. Ino e Shikamaru uscirono tenendosi per mano da una tenda vicina. Mi videro e sorridenti mi si avvicinarono, ma qualcosa nella loro espressione mutò, quando si accorsero che io ero in chiara posizione di attacco.






Anticipazione Capitolo Quinto :
Abbassai lo sguardo quando sentii le parole di Ino, parole che mi colpirono come uno schiaffo, ma non mi fecero così male, ora che avevo Sasuke accanto.
-Andiamo via- disse l’Uchiha.
Di nuovo silenzio. Annui leggermente, mentre tutti finalmente capirono.
-Non vi lascerò scappare- urlò Shikamaru, parandosi però davanti ad Ino.




Note D'autrice : Tantààà...si, lo so, questo capitolo è un pò un casino...avete il diritto di picchiarmi a sangue se non capite niente T.T (anche se sarebbe molto meno doloroso chiedermi spiegaioni...xD) Lo ricordavate il piccolo foglietto di carta al caffè del 2° Capitolo? Quello in cui Sakura segna la risposta alla domanda che pone a Sasuke (mistero sulla domana...ok, la smetto altrimenti mi picchiate davvero) (fine 1° Capitolo per intenderci)... si, so anche che è tutto un ingrippo ç_ç
Finalmente i consiglieri sono morti! Yeah *momento di esultanza*
Bhe che dire, ci stiamo avvicindando al penunltimo capitolo...e come al solito ringrazio *sul serio, vi devo un gelato, che con questo caldo è prorpio qeul che ci vuole* tutti quelli che leggono, recensiscono, aggiungono tra preferite seguite e blbalablaxD
Ciao a tutti^^
Fly

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo –The discovery and the end of the games. ***


Le parti in grassetto sono Pov Sakura. Quelle normali in 3° Persona.
La parte in grassetto posta sul lato destro al centro del capitolo è Pov Tsunade.




       5° Capitolo –The discovery and the end of the games.



La scoperta e la fine dei giochi.
Non sapevo esattamente come comportarmi. Quello era di certo il momento più difficile del piano. Incrocia i loro sguardi, erano confusi, non capivano il perché del mio ringhio soffocato. Era così difficile capire? Eppure per me era così ovvio. Io ero il nemico. Sarebbe stato tutto più facile da superare se mi avessero guardato con odio, con disprezzo. Ma non capivano. Bhe, l’ottusità è un’altra caratteristica degli esseri umani. Di solito gli uomini danno un’interpretazione sbagliata di ciò che vedono,o meglio di ciò che non vogliono vedere, e si creano castelli di forti illusioni, ecco perché poi stentato ad accettare la realtà, quando questa si rivela brutalmente ai loro occhi. E io lo vedevo nei loro sguardi, si rifiutavano di ammettere ciò che stava realmente succedendo.
 




-S-aku-u-r-ra…- balbettò Ino, tenendo sempre per mano Shikamaru.
-Allontanatevi, o sarò costretta a… a…- ma le parole mi morirono in gola. Intanto, intorno a noi, si andava via via a crearsi un consistente gruppo di jonin, che proprio non riusciva a capire il perché di quel comportamento da parte della cara dottoressa Haruno e il motivo degli sguardi di fuoco che lanciava alla Yamanaka.

-Sakura stai bene?- chiese la bionda allarmata, avvicinandosi lentamente.
-Non ti avvicinare- ringhiai. Diamine, quanto ci metteva Sasuke? Dalla tenda dietro di me, provenivano strani rumori, qualche urlo soffocato, e delle piccole scie di fumo. Era soprattutto questo che andava via via attirando sempre più gente. E questo poteva essere un grande problema.
-Ma che ti prende?-
-Va via!- gli urlai.

Shikamaru si avvicinò alla rosa , le mani tese in avanti. C’era qualcosa che non andava. Le occhiate che lanciava alla tenda, il suo sguardo minaccioso e la sua postura… sembrava una leonessa che difende i suoi piccoli, non voleva sentire ragioni, voleva solo proteggerli. O proteggerlo. Un’assurda intuizione si fece largo nella mente dell’uomo.
-Sakura- disse calmo – che sta succedendo la dentro?-
-Niente, niente che vi riguarda andate via, andate via tutti!- urlò la donna. Gli occhi verdi spalancati. Completamente in preda al panico. Quanto diamine ci metteva… la sua mente lavorava frenetica, 1, 6, 10, 27si, c’erano circa una 30ina di jonin attorno a lei, che si guardavano tra loro sempre più confusi. Non ce l’avrebbe fatta ad ucciderli tutti, e non voleva che…
Poi, il silenzio. Tutti si ammutolirono, anche Sakura poiché sentiva una presenza dietro di se. Sasuke.
-Tu…Qui…- disse Shikamaru incredulo, riconoscendolo immediatamente. Ino, sbalordita si portò le mani al volto, e notò con riluttanza che quelle di Sasuke erano sporche di sangue. Guardò Sakura, sconvolta e non potè fare a meno di emanare un sospiro di sollievo. L’amica voleva proteggerli da lui, non c’era altra spiegazione. Non poteva esserci nessun’altra spiegazione. Ma i suoi pensieri crollarono al suolo e si frantumarono in mille pezzi quando vide la sua migliore amica rilassare i muscoli ed indietreggiare, per portarsi a fianco di… non riusciva nemmeno a pensarlo quel nome, del nukenin?!

-Mi dispiace Ino- fu l’unica cosa che riuscii a dire in quel momento. Sasuke rimaneva in silenzio al mio fianco, stava studiando la situazione.
-è morto, Vuseki è morto!- urlò uno shinobi, disperato. Se ne erano accorti solo ora. Idioti. Erano esattamente le 12.45. Si levò un mormorio, jonin che parlottavano tra di loro, altri che imprecavano, alcuni, troppo spaventati per parlare restavano zitti, uno di loro era corso via, ad avvisare l’Hogake probabilmente. Ne vidi un altro che portava in spalla un peso morto, mentre lacrime silenziose gli rigavano il viso. Era troppo tardi per dire “mi dispiace Vuseki”.
-è stata lei, è una traditrice, prendetela- urlò qualcuno. Ma nessuno si mosse. Io e Sasuke eravamo pietrificati al centro del tumulto.
-No! Sono sicura che c’è una spiegazione, Sakura, ti prego, dimmi che…-
Abbassai lo sguardo quando sentii le parole di Ino, parole che mi colpirono come uno schiaffo, ma non mi fecero così male ora che avevo Sasuke accanto.
-Andiamo via- ordinò l’Uchiha.
Di nuovo silenzio. Annui leggermente, mentre tutti finalmente capirono.
-Non vi lascerò scappare- urlò Shikamaru, parandosi però davanti ad Ino.
-Non ti mettere in mezzo, Nara- ringhiò Sasuke.
-CHE SUCCEDE QUI?!- fu l’urlo di Tsunade seguita da Shizune. Attraversò la cerchia di jonin e si portò nello spiazzo dove stavamo Io, l’amore della mia vita, la mia ex-amica e il suo ragazzo.
-Sasuke Uchiha- bisbigliò a fatica quando ci vide.
Mi sentii afferrare e portare in aria. Sasuke mi prese in braccio, io non mi divincolai. Atterrò su un ramo sporgente di un albero vicino, in modo d’avere una visuale completa della scena. Visuale che io avrei preferito non avere.
Tsunade, Shizune, Ino e Shikamaru ci fissavano sconvolti, mentre gli altri jonin avevano i kunai alla mano, tutti puntati su di noi. Eravamo sulla cima dell’albero, come due rapaci che stavano per spiccare il volo per scappare da un padrone troppo rigido.
Sasuke mi mise sul ramo ed io immediatamente mi aggrappai al suo braccio, non l’avrei lasciato mai più. Un vento freddo iniziò a soffiare e barriere invisibili sembravano innalzarsi tra me e gli altri del mio ex-villaggio.

E quando li vide così Tsunade capì. I loro copri fronte, così simili adesso, erano i simboli di una verità che tutti facevano fatica ad accettare.
-Sakuraaaa- urlò di nuovo. Ma la sua allieva preferita non rispose.
-Hogake, devono essere fermati o riusciranno a scappare, dia l’ordine di attaccare-
-NO- no no no no no no no Tsunade scuoteva la testa, non poteva perdere anche Sakura.

-E così che deve andare- urlai a Tsunade. Non avrei sopportato di vedere la mia maestra così ancora per molto.
-Sono morti, singora, Cancu e Dunami sono morti!- sentii dire ad un jonin che era finalmente entrato nella tenda “rossa”.
Vidi Tsunade alzare la testa e fissare i suoi occhi nei miei –Ti sbagli non è così che deve andare, Sakura!-
Sospirai. –è giusto così- dissi, forse più a me stessa.
-Saku, dobbiamo andare…- bisbigliò Sasuke al mio orecchio, dolcemente.

Annuii. –Sharingan, Amaterasu- sentii e fui circondata da lucide fiamme nere.
Queste non osavano toccarmi, anzi, danzavano creando intorno noi una sfera, ci proteggevano. Ed ecco una fitta pioggia di kunai verso di noi,ma niente ci colpì , le fiamme incenerivano tutto.
-Non lasciateli scappare-

-Via via, andate a chiamare rinforzi-
-Uccideteli, quei due bastardi!-
-Sakura, torna!-
-Uccidete l’Uchiha!-

Ma non ascoltavo realmente quelle grida, ero concentrata sui volti dei miei compagni, cercai di fissarli nella memoria il più possibile, e sorrisi, per fargli capire che ero finalmente al mio posto. Fu un attimo.

Sasuke mi prese per mano, e iniziò a correre nella direzione opposta alle urla, io lo seguivo, e ci lanciammo nella foresta, lasciando dietro di noi le fiamme del nostro inferno.

- INSEGUITELI !-
-NO- fu l’ultima parola che sentii di Tsunade-sama. L’ultima che avrei mai sentito pronunciare da lei.

 


 

-Ma…ma signora?-
-Che senso avrebbe farlo?- risposi al jonin.
-Ma hanno appena ucciso due dei nostri!- mi urlò uno shinobi.
-Ed uccideranno anche voi se li seguite!- gli urlai contro. Avevo gli occhi lucidi, ma ero pur sempre l’Hogake, non potevo piangere in una situazione del genere. Sakura e Sasuke erano due assassini, non erano più dei nostri, dovevo accettarlo.
-E ci arrendiamo così? Avevamo l’opportunità di prendere qual bastardo dell’Uchiha!-
-Prendere l’Uchiha?- iniziai a ridere in modo isterico- Prenderlo? Tu sei davvero convinto di prenderlo? I tuoi Ninjutsu non serviranno a niente! Vuoi farti ammazzare?-

-E Sakura, dobbiamo riportarla indietro!- urlò Ino, che orami era in preda alle convulsioni.
Il mio cuore, che aveva già sofferto così tanto, sembrò per un attimo non reggere questo nuovo abbandono, e il nome della mia allieva non fece altro che aumentare in me questa sensazione.

-Sakura ha preso la sua decisone- dissi, la testa bassa e la voce ferma.
-Ma, ma…-
-Ino, ucciderebbe anche te se cercheresti di far del male a Sasuke!- urlai, più calma aggiunsi -lo sai-
Ino si ammutolì. Forse, le mie parole l’avevano trafitta. E forse, avevano trafitto anche me. Così, provai a parlare, per confortarla, per illudermi.

-Conosco Sakura. È una grande kunoichi, una grande ninja, una grande testarda. Era già da un po’ di tempo che i suoi occhi avevano smesso di brillare, ed ogni giorno era tormentata da Sasuke e dal suo ritorno. Penso che la decisone di unirsi a lui, quando ora mai aveva capito che anche lui non poteva più sopravvivere senza di lei, sia stata facile da prendere per una come lei. L’amore distorce il nostro mondo, e Sakura, così profondamente vittima dei suoi sentimenti, ha capito che il suo mondo, per quanto sbagliato possa essere, non potrà mai esistere senza Sasuke. Noi dobbiamo semplicemente accettarlo-

Poi mi rivolsi a tutti i “soldati” – Sasuke Uchiha e Sakura Haruno sono Ufficialmente Ninja Traditori del Villaggio della Foglia, e sono considerati elementi altamente a rischio. Credo che però abbiamo abbandonato questa guerra, e penso che con loro anche molti altri membri dell’Akatsuki che erano fedeli a Sasuke. Il nostro obbiettivo è battere Madara, far tornare la pace e combattere contro chi si oppone ad essa, e per ora i due nukenin non rappresentato una priorità e non credo che provocheranno altre vittime. La vendetta dell’Uchiha è Conclusa.-

Detto questo, con una tremante Shizune al mio fianco, mi avviai verso la mia tenda, per assaggiare un po’ di solitudine.

 

Nella mia tenda, poche ore dopo.

-Tsunade!- mi sentii improvvisamente chiamare, la voce della mia collaboratrice era strana… esaltata?! Shizune entrò improvvisamente nella mia tenda con il volto illuminato.
-Cosa c’è Shizune?- chiesi stanca, ancora non riuscivo a capacitarmi di quello che era successo. Oh, Sakura, ma che hai combinato?
-C’è una cosa che devo dirle… e che poi…gli avvenimenti, insomma... Sak… lei- disse, non trovando la forza di pronunciare quel nome, che adesso faceva così male – mi disse che doveva consegnarle un lettera, non so ben di chi, ma disse che l’avrebbe lasciata nella sua tenda…-
-Dove?-
-Non lo so-

Strabuzzai gli occhi. Dovevo trovare quella maledetta lettera, forse era un ultimo disperato tentativo di Sakura di redimersi, di parlarmi. Iniziai a girovagare per la tenda, gli occhi che saettavano da una parte all’altra del luogo, ed ecco che la vidi. Come avevo fatto a non accorgermene prima? . Scioccamente sorrisi, prendendo la lettera che si trovava sulla mia vecchia poltrona. Aprii la busta e fui subito inondata da un delizioso profumo di pesca, che in quel momento mi sembrava così amaro.

-Shizune ti dispiace uscire un attimo? Vorrei…-
-Si certo, sono fuori se ha bisogno di me- ed uscì dalla mia tenda.

Presi un respiro profondo ad iniziai a leggere.

 




Non so esattamente per quanto tempo corremmo, ma riuscimmo a distanziarci dall’accampamento una ventina di kilometri. Improvvisamente ci fermammo in una piccola radura. Io e Sasuke, ancora mano nella mano ci stendemmo sull’erba, per riposarci.

-Chi stiamo aspettando?- chiesi, intuendo che quella pausa non era dovuta al caso.
-Suigestu…aveva l’ordine di andare a prendere Karin-
-Davvero?-
-Si, doveva approfittare della confusione scatenata da noi e prenderla-
-Ma Karin voleva sta…-
-Karin vuole Suigestu- mi interruppe pratico.
-Ah- E sorrisi. Finalmente quella donna avevo tolto gli occhi da Sasuke
-Gelosa?- chiese dopo un po’ divertito. Divertito?
Risi, come riuscissi a ridere in una situazione del genere, sinceramente non mi era del tutto chiaro, ma Sasuke… mi faceva bene. O forse mi aveva fatto così male in passato che ora non sentivo più dolore.
-Assolutamente no- affermai – So già che ami solo me- e dicendo ciò appoggiai il capo sul suo petto e l’abbracciai. Lui non sia azzardò a ricambiarmi, si limitò ad annuire impercettibilmente, e questo mi bastava.

-Stanno arrivando- disse dopo un po’. Di fatti dopo cinque minuti entrarono nella radura una donna dai capelli rossi, ed uno dagli occhi viola. Suigestu aveva un grande sorriso stampato in faccia, mentre Karin mi si parò dritta davanti è disse
-E così tu sei quella scelta da Sasuke, eh?-
I due uomini fecero finta di non sentire. Divenni rossa all’istante –Ehm… si?!-
-Ah, bhe, evidentemente anche con gli occhi di Itachi non vede più tanto bene-
-Cosa?- dissi incazzandomi all’istante. Lei mi sorrise e mi fece l’occhiolino, per poi voltarsi con sguardo adorante verso Suigestu, che l’ignorava bellamente. Davvero strana, ma per un attimo, mi sembrò di rivedere Ino. Mi si strinse il cuore quando pensai alla mia vecchia amica, ma mi consolai col pensiero, che forse, ne avevo travata una nuova.

-Allora dove si va capo?- chiese Suigestu a Sasuke. Lui si girò verso di me e mi chiese
-Ti fidi di me?-
-Si- risposi prontamente.
-Bene- mi baciò delicatamente sulla fronte e mi prese di nuovo per mano. Iniziammo a correre di nuovo verso il fitto della foresta. Karin e Suigestu ci seguivano e li sentivo battibeccare tra loro,  iniziai a ridere di gusto. Non sapevo dove stessimo andando, ma correvo finalmente felice mano nella mano con lui.










Anticipazione Capitolo Sesto : Ultimo Capitolo.
Pov Naruto.

-Così nonna Tsunade…- disse la bambina per incitarmi a continuare
-Così nonna Tsunade una volta appresa la verità, mandò a chiamare zio Sai, che con una di quelle suo bestioline di carta mi fece recapitare direttamente il pezzo di carta al caffè. Io e Madara stavamo combattendo al confine con il villaggio della Nebbia e solo l’Hogake e pochi altri shinobi sapevano dove eravamo. Il nostro scontro si protraeva per le lunghe, Madara era spietato, non aveva fretta di uccidermi, voleva solo vedermi soffrire il più possibile. 





Nda : Bhe, eccoci qui con il penultimo capitolo...che dire, *lacrima che scende*, spero di non avervi annoiato e che resterete per l'ultimo brve sprazzo di follia.
Ci tengo molto a ringraziare tutti coloro che leggono, recensiscono, mettono tra i preferiti, seguiti e ricordate. Grazie per il sostegno.
Sakura e Sasuke sono finalmente scappati insieme, ma il ricordo delle loro gesta non li perseguiterà per sempre? Chi può dirlo, la follia ci impedisce di pensare corentemente, posso dire solo che loro, sono finalmente felici.




"Si fugge quando non si ha voglia di affrontare la verità. Ma se tutti fuggono, chi resta a combattere, a morire?"

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Capitolo 6
*** 6° Capitolo- The flowers carried by the wind. ***


 

Le parti normali sono Pov Naruto. Le parti in grassetto sono Pov Sakura.
Le parti normali sul lato destro del foglio sono in 3° persona...
(ehm, tranquilli, leggendo si capisce xD)





6° Capitolo- The flowers carried by the wind.

13 anni Dopo.



I fiori trasportati dal tempo 

Sono passati 13 anni. Il tempo ha portato così tanti cambiamenti ed  i nostri shinobi hanno dovuto fare nuove scelte, giuste o sbagliate che siano. Ma se sei arrivato fino a questo punto, significa che anche tu hai fatto la tua scelta sbagliata. Se sei arrivato fin qui significa che sei rimasto in silenzio quando hai saputo della loro alleanza. Ma sei hai letto sin qui significa che, forse, anche tu ti sei lasciato travolgere da quell’amore e da quell’odio che credo nessuno, qui a Konoha, dimenticherà mai. Quindi non mi resta che dedicarti l’ultimo capitolo e sappi che il tuo nome è scritto in modo indelebile sulla lista di Nunkenin di questo villaggio.

 

 

Sorridevo mentre guardavo mia figlia, la mia secondogenita, correre spensierata nel parco di Konoha, il mio villaggio. Ogni tanto qualcuno mi salutava allegramente e mi diceva –Bella giornata Hogake- . Adoravo quando la gente mi chiamava così. Finalmente avevo trovato anche io il mio posto. Dopo la guerra, io, Naruto Uzumaki, avevo finalmente trovato la pace.

-Dai papà, muoviti!- mi urlò la piccola bambina dai lunghi e mossi capelli biondi, che si era fermata nel centro del parco, davanti al monumento ai caduti.

La raggiunsi e gli spettinai i capelli, sicuramente voleva chiedermi di nuovo di raccontargli quella storia.
-Mi racconti di loro papino?-
-Ma, Sekura, saprai quella storia a memoria!-
-E dai…!- mi supplicò lei, un adorabile broncio sul suo volto. Come facevo a resistere alle preghiere di una bambina di 5 anni?.
-è una storia lunga, da quale parte vuoi che cominci?- gli domandai arrendendomi.
-Mmmh…da quando sono scappati, raccontami di nuovo cosa successa dopo che scapparono!- mi riflessi nei suoi occhi color panna, la presi per mano e mi andai a sedere sulla panchina più vicina, con la mia piccolina in braccio.
-Bhe, allora…iniziamo da quando quella vecchiaccia di nonna Tsunade…- Sekura si portò le mani alla bocca
-Non chiamarla così, lo sai che poi si arrabbia! è così forte, spero che un giorno diventerò anche io forte come lei!-
-Sai che una persona è diventata anche più forte di lei?-
-Davvero chi, chi? Non me lo hai mai detto…-
-Bhe, la protagonista della nostra storia possedeva un forza sovraumana…-
-Ah, lei- disse Sekura, come se si aspettasse una cose del genere –Su, su continua…-
-Bhe, stavo dicendo, la cara vecchia nonna Tsunade lesse la lettera che la sua allieva gli lasciò…-

-Ed è la stessa lettera che è incorniciata nel tuo ufficio papà…ok,ok scusa non ti interrompo più- mi disse la piccola, vedendo la mia faccia contrariata.
-Si, è la stessa lettera…allora come sai quella lettera raccontava la loro storia d’amore, ma nella stessa busta…vi era anche un piccolo pezzettino di carta macchiato di caffè, e quell’oggetto così insulso racchiudeva il segreto più grande!- dissi con enfasi e Sekura strabuzzò gli occhi.

-Come sai, i nomi Sakura Haruno e Sasuke Uchiha compaiono sia sulla lista dei ninja traditori, ma anche in quella degli eroi di Konoha!- -Sakura aveva fatto tanti errori, ed aveva perso la guerra più grande, quella contro se stessa e la sua fedeltà al villaggio. Ma alla fine, in un ultimo sprazzo di lucidità ci aveva lasciato il modo per uccidere Madara-
-E come aveva fatto a saperlo?- chiese la bimba, benché lo sapesse già.
-Nella sua lettera, Sakura spiega che prima di attuare il loro piano, durante il primo vero incontro con Sasuke, ella gli abbia chiesto il punto debole di Madara. Sai, Sasuke e Madara erano parenti, e durante la guerra si erano avvicinati molto… il giovane Uchiha aveva studiato l’avo e ne aveva carpito i segreti, e l’unico punto debole. Poi, Sakura gli aveva posto una domanda (trascritta nella lettera) , gli aveva chiesto “tu sai come salvare questo mondo, vero?”. Lei stessa ci racconta che forse quella era stata l’unica decisone giusta della loro esistenza. Ma Sasuke era consapevole che lei avrebbe dato, in qualche modo, l’informazione all’Hogake, e che quindi il suo avo sarebbe stato sconfitto. Decise comunque di dare l’informazione alla sua donna. Loro credevano molto in me, ed in fondo mi hanno aiutato a battere Madara-

-Così nonna Tsunade…- disse la bambina per incitarmi a continuare
-Così nonna Tsunade una volta appresa la verità, mandò a chiamare zio Sai, che con una di quelle suo bestioline di carta mi fece recapitare direttamente il pezzo di carta al caffè. Io e Madara stavamo combattendo al confine con il villaggio della Nebbia e solo l’Hogake e pochi altri shinobi sapevano dove eravamo. Il nostro scontro si protraeva per le lunghe, Madara era spietato, non aveva fretta di uccidermi, voleva solo vedermi soffrire il più possibile. Per questo, quando mi arrivò il messaggio, lui non si scompose per niente, anzi , sorrideva beffardo, credendo che qualunque tattica avrebbe adottato la foglia per aiutarmi, lui ne sarebbe comunque uscito indenne; di certo non si aspettava che suo nipote l’avrebbe tradito-.
-Era proprio uno sciocco-
-Tutte le persone accecate dall’odio lo sono-
-Anche Sasuke?-
-Bhe, da quanto si evince, Sasuke amava Sakura, ed anche se era un vero e proprio teme, i sentimenti che provava per lei lo avevano salvato-
-Cosa facesti quando venisti a sapere della fuga di Sakura?-
-Oh, mi crollò il mondo addosso- dissi con un sorriso amaro sul volto – Quando lessi il messaggio, non pensavo di certo che la mia migliore amica fosse già fuggita via da qualche ora, in effetti ero totalmente allo scuro di quello che succedeva all’accampamento…forse… forse se non fossi andato a combattere con quel mostro, l’avrei fermata, li avrei fermati, forse ora Sakura e Sasuke sarebbero qui.- con violenza diedi un pugno sulla panchina.

Sekura mi getto le piccole braccia al collo e disse –Tranquillo papino, sono sicura che ogni tanto ti pensano-. Sorrisi.

-Una volta ucciso Madara, seguendo il loro  consiglio, tornai vittorioso all’accampamento. Non trovarla lì, fu una cosa che mi sconvolse. Per un attimo mi sembrò che il Kyubi prendesse il sopravvento, non volevo saperne più niente. Mi sentivo in colpa, perché avevo promesso a Sakura che gli avrei riportato Sasuke, ma alla fine li avevo persi entrambi-
-Secondo me non li hai persi- mi disse la piccola, annuendo solennemente. Si alzò ed andò a posare le mani paffute sul lato destro del monumento, dove c’erano scritti i nomi di coloro che avevano aiutato ad ottenere la pace, e le fermò sui loro nomi.
-Perché mi hai chiamato così?- non me lo aveva mia chiesto.
-Sekura è un bel nome… è l’unione dei nomi di due ero… di due grandi ninja-
-Ma erano due ass…assa-ssini… Sasuke era uno dei peggiore traditori della foglia, e Sakura uccise a sangue freddo un suo compagno con del veleno…- sentii la voce morirle in gola.
Sospirai ed aggiunsi – Se non fosse stato per Sakura probabilmente non avremmo vinto quella guerra. Madara mi avrebbe ucciso, e il mondo ora sarebbe in preda al caos-. 

-Tu che avresti fatto?- chiese improvvisamente
-Cosa?-
-Che avresti scelto?-
-Oh, Sekura, ci vuole un grande coraggio per scegliere il male, molto di più di quello che tanti pensano. Non si può condannare qualcuno per essersi lasciato guidare dal cuore… io… io probabilmente a quell’età ancora non avevo una chiara idea d’amore-
La piccola storse il naso –Di un po’, eri innamorato di Sakura, vero? Guarda che non lo dirò alla mamma- e mi fece l’occhiolino. Scoppiai in una fragorosa risata.
-Bhe, ammetto che Sakura non mi era indifferente- ed alzai le mani in segno di difesa –ma tua madre… è stata una decisione giusta…-

-Sai pa’- Sekura mi interruppe improvvisamente, non lasciandomi finire – anche io voglio diventare come Sakura, voglio trovare anche io un amore così vero…-
-Guarda che è una cosa impegnativa-
-Lo so, ma posso farcela- e mi fece di nuovo l’occhiolino… poi, ritornò di nuovo seria

-Che fine hanno fatto Sakura e Sasuke?-
Mi rattristii di fronte alle verità, non li vedevo da tredici anni, cosa ne sapevo?
-Si vocifera che si siano stabiliti nel villaggio del Suono con alcuni loro seguaci, e che Sasuke sia stato proclamato Otogake…ma nessuno sa niente. Quel villaggio ha completamente tagliato i contatti con il mondo esterno, sono state costruite enormi barricate… si dice che sia il rifugio di molti altri membri dell’Akatsuki e di molti altri nukenin… i civili del villaggio si sono perfettamente integrati con loro, le scelleratezze di Sakura e Sasuke lì saranno parse normali. Ma niente è certo…Loro due potrebbero essere anche mor…- Ma non riuscii a continuare vedendo il volto di Sekura farsi più cupo. No, non erano assolutamente morti.

-Perché non sei mai andato nel villaggio del suono? Avresti potuto incontrarli, avresti…- com’era ingenua la mia piccolina. Sarei andato lì, e poi? Sakura e Sasuke avrebbero tentato di uccidermi, se avessi tentato di riportarli indietro. Non sarebbe servito a niente. Volevo avere di loro un bel ricordo. Sasuke era totalmente un altro dopo essersi unito all’Akatsuki, e Sakura, con lui, col tempo, chissà cos’era diventata.

-Loro sono con me- affermai deciso. Era vero. Sekura annuì e si voltò ancora una volta a leggere i nomi incisi sul monumento. La mia attenzione fu attratta da un vecchio ciliegio in fiore dietro di me. Era bellissimo, sembrava vivo mentre il vento ne agitava i rami. E quello stesso vento ne catturava i delicati fiori e li portava lontano dalla mia vista.
-Non esisterà mai amore più vero di quello fra loro due, vero pa’?-

-Si Sekura mai. Questa storia, anche se noi ne conosciamo solo una parte, la loro storia, è la storia di un amore che per esistere ha dovuto coesistere con l’odio, ma mai, neanche per un istante si è spento, è la storia del destino di due traditori che hanno provato un amore che non sarà mai eguagliato-.

 


Il villaggio del Suono è un villaggio orribile, dove fare la scelta bagliata è lecito. Gli uomini e le donne di quel posto conducono la loro vita normalmente, poiché per loro è normale essere circondati dalla follia. I loro abitanti hanno trovato un equilibrio, hanno tagliato i contatti con il mondo, e vivono nel loro odio.



13 anni Dopo.

         Il passare degli anni, lento, leviga il nostro carattere e porta via le impurità. La follia, che li aveva sempre contraddistinti era andata via via a scemare, lasciando solo poche tracce dietro di sé. Sakura e Sasuke sono adulti ormai, avranno imparato ad amarsi?

 

                                                         -Edelweiss vuoi stare zitta ‘sto cercando di studiare-
                                        -Sei noioso, Itachi- lo avvertì la sorella minore passandosi una mano tra i curiosi cappelli neri a ciocche rosa –e poi è molto più interessante sentire la storia-
-Non che non lo è perchè tu non la sai raccontare- disse lui, agitando la zazzera di capelli blu e incenerendo la piccola di solo 7 anni con i suoi occhi neri. Cosa che non funzionò particolarmente bene, poiché la sorella era dotata dei suoi stessi occhi scuri , solo che i suoi erano più grandi, come quelli della madre. Era perfettamente in grado di reggere quello sguardo.
Sakura ormai si era abituata ai continui battibecchi dei sui due figli maggiori. Tutta la sua attenzione ora però era contrata su Shiki, l’ultimo arrivato in famiglia (e come aveva specificato Sasuke l’ultimo, perché non aveva intenzione di vedere altri marmocchi urlanti in giro per casa) che a quattro anni non ne voleva proprio sapere di fare lunghi discorsi senza senso come i bambini normali. Non che non sapesse farlo, era solo che, evidentemente era esattamente come suo padre. Il che era abbastanza stressante perché Shiki sembrava una copia adepta dell’uomo : Sakura si era dovuta accontentare di trasmettere al bambino il colore dei suoi occhi, e anche solo in parte poichè la forma era quella di un vero Uchiha, come tutto il resto.
-Allora visto che sei tanto bravo, raccontala tu, la storia-
-Io ho 10 anni non perdo tempo con le storie- le rispose il fratello con una certa aria di superiorità.
-Non si è mai troppo grandi per una storia- ribattè Edelweiss, facendogli una linguaccia.
-Tsk-
-Ragazzi finitela, Edel smettila di infastidire tuo fratello, Itachi le storie aiutano a crescere- disse Sakura alzandosi e dirigendosi al piano di sopra, per mettere a letto Shiki, ormai mai erano le nove passate. –Su andate a letto- disse poi agli altri due, prima di sparire oltre la porta.
-Ma mamma è presto…- iniziarono con fare lagnoso.
-A letto- affermò pratico Sasuke, che sedeva su di una poltrona a leggere un rapporto. I due Uchiha si alzarono di scatto, e silenziosi andarono nelle loro stanze.

 


-Sasuke, non guardarmi così- sussurrai, incapace, anche dopo 13 anni di reggere il suo sguardo malizioso.

Lui rise, di una risata così splendida che contagiò anche me. Mi stesi sul letto appoggiando il capo sul suo petto.

-Come è andata la riunione?- gli chiesi

-Bene, insomma non dovremmo avere problemi dagli altri villaggi-

-Ah- Mi schiarii la gola –Sai Sasu, anche a me andrebbe di fare qualche riunione…- dissi, descrivendo piccoli cerchi con un dito sul suo petto.

Lui inarcò un sopracciglio –Oh, sai che ho sempre tempo per le riunioni- emise un piccolo ghigno, falsamente minaccioso. Risi.

-Ti amo, Sasuke-

-Lo so-

-Vedo che il tempo non scalfisce la tua modestia-

-Questo mai-

Sospirai. Era davvero insopportabile.

-Ti amo, anche io- bisbigliò ad un tratto al mio orecchio, in un sussurro che forse mi ero solo immaginata.

Gli sorrisi mentre un’ultima traccia di follia mi attraversava gli occhi verdi. Fu un immenso piacere riconoscere quella stessa follia nei suoi occhi. Mi persi tra i suoi baci di fuoco, che profumavano di una passione che il tempo non era riuscito ancora a spegnere.

 

In quel momento, fuori dalla finestra di Villa Uchiha, casa dell’Otokage nel paese del Suono, tanti piccoli fiori di ciliegio danzavano nel cielo notturno, trasportati da un vento proveniente da Sud, da Konoha.

 

 

Per molti io, Sakura, ero la donna subdola e crudele del capo villaggio. Ed era vero, la guerra cambia. Ma avevo cercato, credetemi, di trasmettere ai miei figli tutto l’amore che avevo rincorso per buona parte della mia giovinezza, e che ora, avevo finalmente trovato.

 

 

L’ultimo pensiero della donna, prima di lasciarsi andare tra le braccia dell’uomo fu “Io sono Sakura Uchiha e adoro la mia scelta sbagliata”.

 

 

FINE.



 

Edelweiss : Stella alpina.
Itachi : Non servono spiegazioni.

Shiki : Demone.







Nda :
Oddio non ci posso credere...è finita davvero! *me che piange disperatamente*
Spero che sia tutto chiaro... per intenderci Itachi è nato dopo 3 anni la "fuga" nel villaggio del suono. Infatti Sakura e Sasuke si rifugiarono lì insieme a Karin e a Suigestu (o come ci tiene a precisare Edelweiss "Zia Karin" xD), è una What If poichè Sasuke prende effettivamente (ed anche con la forza) il titolo di capo-villaggio e diventa Otogake. Da quel giorno, nessuno con un minimo di amor proprio e di normalità è entrato in quel villaggio, ritenuto, da tutti, il covo di tentissimi nukenin.
Naruto è diventato Hogake, ha sconfitto Madara, soloe grazie all'aiuto di Sakura e del buon (ma anche no xD) Sasuke.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vorrete recensire un'ultima volta! ç_ç
Intanto ringrazio : Orient Express, blupen, Eremita, kiel_violet,  tutti coloro che mettono nelle seguite, preferite, da ricordare, o che leggono solamente...questo capitolo è per voi, che ormai, siete dei Nukenin esattamente come loro.




“Non è una favola è vero

Avevo sogni da portare avanti
vivevo istanti davanti agli occhi sogni grandi ma quanti
ora mi rendo conto del mio conto
mi pongo il conto dei miei sbagli nei momenti ora che lascio il mondo”

 Huga Flame.




Flyonclouds.

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