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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Il prezzo della redenzione 1° parte *** Capitolo 2: *** Il prezzo della rednzione 2° parte *** Capitolo 3: *** Il prezzo della rednzione- 3a parte *** Capitolo 4: *** Il vero amore non conosce ostacoli - 1°parte *** Capitolo 5: *** Il vero amore non conosce ostacoli - 2° parte *** Capitolo 6: *** Il vero amore non conosce ostacoli - 3° parte *** Capitolo 7: *** Il vero amore non conosce ostacoli - 4° parte ***
Capitolo 1 *** Il prezzo della redenzione 1° parte ***
Giusto e Magnifico (2° cap - 1°parte)
Ciao a tutti come ho scritto nell’introduzione
questa è la traduzione di una bellissima fic delle cronache di narnia come
protagonisti Peter e Edmund….si riallaccia alle
avventure de “il leone la strega e l’armadio” e poi se ne distacca sviluppando
comunque da subito una trama a parte. L’autore di questa fic è di Suborbital.
La mia è solo una semplice traduzione…non ho né alterato né modificato niente
della sua storia, ho cercato solo di tradurla al meglio.
Ciao a tutti e Buona lettura!
Daniel
Giusto e Magnifico - Il vero amore non
conosce ostacoli
1°parte
Le vuote cerimonie
L’incoronazione dei tre Pevensie fu colma di pompa e
solennità, un avvenimento pieno di proclami e gioia. Per tutti almeno, tranne
che per il maggiore dei quattro fratelli Pevensie. Erano appena stati incoronati
Peter il Magnifico, Grande re, insieme a Susan la
Gentile e Lucy la Valorosa e già sembrava a Peter che tutti si fossero già
dimenticati del sacrificio di quei molti valorosi che avevano combattuto ed
erano morti nella battaglia contro Jadis. Incluso il suo…Edmund.
Il funerale di Edmund fu una cosa relativamente modesta.
Aslan aveva insistito affinché coloro che erano morti in battaglia non fossero
pianti ma celebrati con una piccola cerimonia. Peter poteva capire la logica
dell’idea del Grande Leone eppure voleva che tutti ricordassero quanto
importante era Edmund. Almeno, ora aveva avuto la sua redenzione. Tutti coloro
che avevano dubitato del suo valore e del suo coraggio ora erano i primi a
mostrare i loro ossequi al funerale. Peter credeva che non fosse stato un gran
che come funerale; non era stato degno del suo Edmund.
Certamente Susan
aveva pianto come una madre che aveva appena perso suo figlio e Luci era triste
come un bambino che aveva perso il suo migliore amico. Anche Aslan sembrava
profondamente addolorato della perdita di Edmund. Peter non riuscì a versare
neanche una lacrima al suo funerale; troppa era ancora l’amarezza e la rabbia
di cui il suo cuore era colmo. E troppa era la paura che se qualcuno avesse visto
le sue lacrime, avrebbe potuto intuire più di quello che lui voleva mostrare in
pubblico. Avrebbero potuto vedere…la natura dell’amore di cui lui stesso aveva
preso coscienza ormai quando era troppo tardi.
Era solo nella fredda quiete della notte che, solo nelle sue
stanze, Peter si lasciava andare al turbinio di sentimenti e di dolore che la
morte di Edmund aveva provocato in lui. Era allora che piangeva fino ad
addormentarsi e desiderava per un momento che Narnia non fosse mai entrata
nelle loro vite. Perché era stata Narnia a portare via suo fratello.
Il funerale di Edmund e dei caduti della Battaglia di Beruna
fu strano e surreale per Peter. Il corpo di Edmund gli era stato portato via
assieme a tutti quelli che erano caduti con lui, Aslan gli aveva detto solo che
il corpo di Edmund, assieme a quelli di tutti i caduti, sarebbe stato portato a
Salei Barion per essere sepolto, l’antica terra custode della storia di Narnia.
Mentre Peter stava al fianco del Grande Leone sulla sommità
di una delle torri più alte di Cair Paravel, maturò in lui la decisione di
seppellire altrove i caduti, specialmente Edmund.
“Aslan, perché mia hai portato via Edmund? E coloro che sono
caduti in battaglia? Perché i loro cari non li possono piangere qui?” chiese
Peter.
“Il loro sangue è stato versato in battaglia. Il loro sangue
è stato versato per Narnia. La loro presenza qui sarebbe di grande pena e
tristezza per il gran numero di caduti. La loro morte inoltre ha un grande
significato. Per loro noi assicuriamo un ricordo di un destino da eroi, da
giusti…un esempio per tutte le generazioni future, a Salei Barion. Un destino
non accordato alla leggera, Peter.
Edmund ha trovato ora la pace e la redenzione che non ha
avuto in vita. Non disperarti per lui.
“Molto bene” disse Peter con la voce spezzata, “Molto bene”
“Il dolore di Susan è diverso dal tuo, Peter. Lei piange
come una madre il figlio morto. Il tuo dolore è diverso.
“Lo è, Aslan”
“Dimmi, figlio di Adamo. Perché nascondi i tuoi veri
sentimenti a coloro che ti vogliono più bene?”
Peter si trovò senza parole. Aslan sembrava sapere dal primo
momento in cui era arrivato a Narnia, quali davvero fossero i suoi sentimenti
per Edmund. Tuttavia Peter non era mai riuscito ad ammetterli. Aslan l’aveva
sempre gentilmente spinto a dichiarare ad alta voce i suoi sentimenti, tuttavia
Peter l’aveva mai fatto. Aslan aveva sempre sospirato un disappunto, come aveva
appena fatto ora, e Peter si era subito allontanato da lui. Solo questa volta
Aslan parlò prima che Peter potesse allontanarsi.
“Un amore che è puro non è sbagliato, Peter. E la cosa a cui
noi tutti aspiriamo. E’ il fuoco che brucia nelle nostre anime. In tutta Narnia
non c’è niente di così grande, niente di così potente. Anche nella morte, un
vero amore, un amore puro…e giusto non verrà mai meno. Può chiamare coloro che
sono caduti, da oltre il Velo. Faresti bene a ricordarlo sempre, figlio di
Adamo.”
“Sì Aslan, me lo ricorderò fino a che non morirò. “ disse
Peter girandosi per lasciare il Grande Leone. “Di questo sono certo”.
Il vero amore non
conosce ostacoli
I giorni diventarono settimane per Peter. Le settimane
divennero mesi e i mesi divennero insopportabili. Peter sperava che, giorno
dopo giorno, il dolore nel suo cuore si attenuasse, che riuscisse così a superare
il suo dolore per Edmund. Ma ogni giorno capiva sempre di più che non sarebbe
stato facile per lui superare la perdita del fratello, e molto di più.
Quel giorno in particolare sembrava ancora più difficile che
mai. Susan aveva trovato un fidanzato particolarmente stimabile. Uno a cui
Peter non si sentiva incline di tagliare la testa. Mentre Peter sedeva a tavola
quella sera a cena, li osservava, riconoscendo ciò che lui non avrebbe mai
avuto.
Il modo in cui si scambiavano sguardi e sorrisi. Lucy sembrava
completamente impressionata da tutto ciò, ma Peter semplicemente trovava tutto
ciò insopportabile a tal punto da congedarsi prima della fine della cena a
causa di un improvviso mal di stomaco. Tranquillizzando le preoccupazioni sia
di suo sorella che del suo fidanzato, Peter si alzò e si ritirò nella sua
stanza.
Appena la raggiunse, scoppiò in lacrime. Si chiuse
violentemente la porta alle spalle e urlò di disperazione. Con la mano destra
si coprì il petto come se tentasse di diminuire un dolore fisico che gli stava
dilaniando il cuore. Dopo qualche istante cadde sulle ginocchia e pianse
incontrollabilmente.
“Oh, Ed…” disse Peter fra le lacrime.
“E’ una bella serata, non credi Peter?” disse una voce fin
troppo familiare.
“Ed…”
Peter non riusciva a credere alle proprie orecchie. E quando
alzò lo sguardo, non poté credere neanche ai propri occhi. Davanti a lui,
chiaro come il colore della luna, c’era Edmund. Edmund guardava fuori il cielo
illuminato dalla luce della luna, girandosi solo per sorridere a Peter.
“Ciao, Peter” disse
Edmund con un sorriso caldo e delicato. “Ti sono mancato?”
“Oh, Ed” gridò Peter fra le lacrime per lo stupore, ancora
piegato sulle ginocchia, “Tu non puoi essere vero. Ti ho visto morire. Ti ho
tenuto stretto mentre il tuo corpo diventava freddo”.
Edmund continuò a sorridergli. Questa volta era un sorriso
pieno di tristezza e di rimpianto. Peter voleva saltare su e abbracciare
Edmund, ma si ritrovò solo a poterlo guardare intontito dall’incredulità.
“Peter, perché sei così triste” Per colpa mia? Quanto tempo
è passato da quando mi hai perso? Non puoi piangermi per sempre, Peter.”
“Posso farlo se voglio!” urlo Peter dal dolore.
“Io sto bene, Peter, sono felice ora” disse Edmund con tono
rassicurante.
“Beh, buon per te! Io sono un miserabile. Perché non potevi
aspettare un po’ di più?”
“Va tutto bene, Peter. Non è stata colpa tua.”
“E’ stata tutta colpa mia, Ed. Solo colpa mia!”
“Ti amo, Peter”.
Peter non riuscì a trattenere le lacrime che cominciarono a scorrergliliberamente sul viso. Si piegò in due sulle
sue mani, sul freddo pavimento. Singhiozzava mentre avanzava lentamente i
avanti non togliendo mai gli occhi di dosso a Edmund. Aveva paura che, se
l’avesse fatto, Edmund sarebbe scomparso.
“Ed…mi manchi così tanto”.
“Quanto?” chiese Edmund allontanandosi un po’ da Peter.
“Più di quanto tu possa mai immaginare”gemette Peter “Più di quanto sia mai riuscito
dirti quando eri qui con me”.
“Allora dimmelo ora”
“Perché?” disse Peter quasi con rabbia. “Che differenza farebbe?”
“Potrebbe farti sentire meglio”
“Niente mi farà mai sentire meglio!” urlò Peter, “Ed…io
sono…così miserabile senza te accanto. Sono morto senza di te!”
“Beh non possiamo permetter che Peter il Magnifico si senta
perduto ora, non è così? Il Grande Re può avere tutto ciò che vuole. Non c’è
nessuno che ti possa far sentire di nuovo felice?”
“Io non voglio essere felice. Io non voglio niente.” Urlò
peter mentre si teneva la testa fra le mani. “Io non ce la posso fare, Ed.Penso a te ogni giorno. Non posso non farlo.
Io voglio solo stare con te”.
“Peter…tu devi essere forte. Narnia ha bisogno di te”
“E di cosa ho bisogno io Ed?” Sono stufo di sentire di cosa
ha bisogno Narnia. E’ stato per Narnia se…”
“Che cosa?”
“Se tu sei morto, Edmund! Se tu mi hai lasciato!” urlò
Peter, riuscendo finalmente ad alzarsi in piedi.
“Io sono qui, Peter.” disse Edmund pacatamente, mentre si
avvicinava a Peter.
“Tu sei un fantasma, Ed. Mi stai perseguitando”.
“Vuoi che me ne vada?”
“No!”
“Che cosa vuoi allora?”
Le lacrime smisero di scendere dagli occhi di Peter. Si alzò
in silenzio mentre sembrava capire finalmente cosa Edmund gli stava chiedendo.
Capì che quella era forse l’ultima volta in cui aveva l’occasione di dirgli
quello che avrebbe dovuto quando lui era in vita.
“Vorrei dirti quello che avrei dovuto dire prima che tu
morissi” disse Peter con decisione. “Io ti amo, Edmund. Il mio cuore è vuoto
senza di te. Tutto quello che voglio è tenerti con me. A…Amarti. Io ti amo
Edmund. Capisci cosa voglio dire quando dico questo?”
“Mi ami?” chiese Edmund, con una sorprendente dose di
speranza pensò Peter, specialmente per un fantasma.
“Io ti amo”.
Peter sentì come una enorme peso sollevarsi dalle sue spalle
con quella ammissione. Nonostante fosse in enorme ritardo, la sensazione di
sollievo fu immensa. Peter sentì quasi una pace, ora che finalmente aveva detto
a Edmund la vera natura e la profondità del suo amore per lui.
“Non ti senti meglio ora?” chiese Edmund con un sorriso
quasi insolente.
“Che cosa?”
“Non sei contento di avermelo detto alla fine?”
“Ed…” disse Peter mentre avanzava verso suo fratello., “Io
darei qualsiasi cosa perché tu fossi davvero qui, Ed. Non so quanto riuscirò a
vivere senza di te. Non lacerò che tu te ne vada, Ed.”
Peter non sapeva cosa stava facendo. Non capiva cosa stava
succedendo. Avanzò verso Edmund mentre il suo stomaco sembrava sgorgata una
fontana di mille farfalle. Allungò la sua mano verso la faccia di Edmund. Il
suo cuore fece un balzo mentre egli sperava sempre più di poter toccare Edmund
ed in questo modo, di riaverlo davvero insieme con lui.
“Peter…” disse Edmund con voce soffice, mentre lacrime
stavano formandosi nei suoi occhi.
Edmund alzò la sua mano e lentamente la mosse vero Peter.
Entrambi avevano uno sguardo pieno di ansia e paura, come se sapessero cosa
sarebbe successo. Nel momento in cui le loro dita vennero in contatto Edmund
iniziò a svanire. Il suo corpo si dissolse lentamente fino a che non rimase che
una linea di petali che avevano la sagoma di Edmund.
“Mi dispiace, Peter” sussurrò Edmund, come un alito di
vento.
“Ed!”
“Ti amo, Peter” sussurrò Edmund mentre lentamente i petali
volavano delicatamente fuori dalla finestra della camera di Peter.
“Ti amo, Edmund”disse Peter mentre cadeva all’indietro sul suo letto.
Per ore, Peter rimase seduto sul tuo letto senza muoversi.
Fu solo quando Lucy entrò per controllare come stava che alla fine si mosse.
Prima di Narnia egli avrebbe pensato che sarebbe di sicuro impazzito. Ma in
qualche modo egli credeva che Edmund fosse davvero venuto da lui. Era il loro
amore così forte da trascendere la morte, anche se solo per un fugace attimo?
Era questo che aveva voluto dire Aslan?
Ogni notte per i trenta giorni a seguire, Peter aspettò
nella sua stanza, esattamente allo stesso momento. Sperava che Edmund
ritornasse da lui, anche se solo per un momento. Tuttavia con il passare dei
giorni, Peter cominciò a perdere la speranza. E alla fine, si chiese se per
caso Edmund fosse venuto a trovarlo solo per fargli superare il dolore della
sua perdita. In un sorprendente evoluzione, Peter trovò leggermente più facile
andare avanti con la sua vita quotidiana. Alla fine era riuscito almeno a
dichiarare a Edmund i suoi veri sentimenti. Forese ora, avrebbero potuto
entrambi avere pace.
Chiedo scusa per l’enorme ritardo con cui ho aggiornato
questa storia…vi assicuro che sarò molto più puntuale con i prossimi
aggiornamenti….Indicativamente ne uscirà uno ogni fine settimana. Buona lettura
a tutti!!!
Capitolo 2 *** Il prezzo della rednzione 2° parte ***
Giusto e Magnifico – Il prezzo della redenzione
Ciao a tutti come ho scritto nell’introduzione
questa è la traduzione di una bellissima fic delle cronache di narnia come
protagonisti Peter e Edmund….si riallaccia alle
avventure de “il leone la strega e l’armadio” e poi se ne distacca sviluppando
comunque da subito una trama a parte. L’autore di questa fic è di Suborbital.
La mia è solo una semplice traduzione…non ho né alterato né modificato niente
della sua storia, ho cercato solo di tradurla al meglio.
Ciao a tutti e Buona lettura!
Daniel
Giusto e Magnifico – Il prezzo della redenzione
2° parte
Il Ritorno
Quando
Peter finalmente rivide Edmund, non era sicuro di cosa provare o pensare. Si
sentiva euforico ma non poteva azzardarsi a toccare Edmund. Aslan aveva detto
di lasciare il passato al passato, ma Peter non riusciva a scrollarsi di dosso
la sensazione di frustrazione e di tradimento di cui Edmund era responsabile. Come
aveva potuto, il suo stesso fratello, aver fatto ciò alla sua famiglia? Come
aveva potuto aver fatto ciò a lui? Aveva isolato Edmund così tanto che lui non
aveva avuto altra scelta se non quella di allontanarsi sul suo sentiero?
Peter sapeva esattamente ora come
e perché lo aveva fatto, grazie ad Aslan. Era stato grato ad Aslan di aver
inviato Oremus a salvare Edmund. Era grato, più di ogni
altra cosa, del fatto che ora Edmund fosse finalmente al sicuro. E tuttavia, non era sicuro di come poter parlare con Edmund.
Non era sicuro di cosa dirgli. Mentre Susan e Lucy
Avevano abbracciato suo fratello, Peter era rimasto fermo, incerto su cosa
doveva dire o fare.
“Cerca di non sparire” era stato
tutto ciò che era riuscito a dire a Edmund.
Una volta che Edmund si era ritirato nella sua tenda Susan aveva guardato Peter
accigliata. L’aveva preso in disparte e gli aveva parlato in un tono che solo
lei riusciva ad avere. Peter era stato tentato di ricordarle chi era il leader,
ma sapeva che ciò l’avrebbe fatta infuriare ancora di
più.
“Aslan ci ha detto di lasciare il
passato al passato. Lui è tuo fratello. Dobbiamo perdonarlo…io
e Lucy lo abbiamo fatto. Perché tu no?” disse
Susan prima di uscire infuriata e allontanarsi insieme a Lucy.
“E’ colpa mia, Su” le sussurro
dietro Peter, “Non c’è niente da perdonare.”
Il sacrificio degli angeli
Peter guardò con ansia la Strega
Bianca mentre stava di fronte ad Aslan. Era terrificante ben al
di là di come egli si era immaginato. Il suo portamento gelido e
calcolatore gli faceva venire i brividi per tutto il corpo. Si chiese come
aveva fatto Edmund a cadere sotto il suo incantesimo. Peter pensò che la Strega
aveva avuto una bella faccia tosta a chiedere di
parlare con Aslan. Aveva la sfrontatezza di farsi vedere nel campo dei suoi
stessi nemici.
“C’è un traditore tra i tuoi,
Aslan” disse Jadis con un tono calmo e gelido al tempo stesso.
“Nessuna offesa
ti è stata arrecata da lui, strega” replicò Aslan
“Hai forse dimenticato le leggi
sulle quali Narnia si fonda?”
“Non osare citare la Grande Magia
in mia presenza, strega.”ruggì
Aslan “Io c’ero quando è stata scritta”.
“Allora certo ricorderai che ogni
traditore appartiene a me. Il suo sangue è di mia proprietà.”
Peter aveva sentito abbastanza.
Non poteva stare ad ascoltare le richieste della Strega un minuto di più. C’era
un fuoco nel suo cuore che ardeva di rabbia…finché il suo cuore gli sarebbe
battuto nel petto, non avrebbe lasciato che nessuno ferisse Edmund di nuovo.
“Prova a venire a prenderlo
allora” disse Peter sfoderando la spada.
Peter avanzò verso la Strega,
pieno sia di paura che di determinazione. Lei si mosse appena di fronte al suo
scoppio d’ira.
“Pensi davvero che la mera forza
possa togliermi ciò che è mio di diritto?” disse Jadis come se la
determinazione di Peter fosse niente altro che una
seccatura, “Piccolo re”.
“Aslan sa che se io non avrò il
sangue del traditore, come vuole la legge, allora tutta Narnia verrà distrutta, dall’acqua e dalle fiamme.” disse Jadis guardando intorno la folla che si era radunata
prima di puntare in dito contro Edmund, “Quel ragazzo morirà…sulla tavola di
pietra, come tradizione. Non oserai rifiutarmelo.”
“Ora basta, parlerò da solo con
te” disse Aslan prima di entrare nella sua tenda.
La grande
folla aspettò con trepidazione e ansia mentre la Strega Bianca e il Grande Leone
deliberavano. Peter volse lo sguardo verso Edmund e vide uno sguardo confuso sulla suo faccia. Ma c’era anche
qualcos’altro. Qualcosa che instillò terrore nel cuore di
Peter. Lui e il fratello avevano a stento parlato da quando Edmund era
tornato, e quando lo avevano fatto erano stati sempre formali. Edmund sembrava
distante da lui e Peter si sentiva in colpa come se fosse lui la causa della
separazione di Edmund dal resto dei suoi fratelli. E tuttavia da quando Edmund era ritornato Peter vedeva che
in lui c’era qualcosa che non riusciva a comprendere. Qualcosa che faceva sembrare
Edmund sollevato e gravato da un pesante fardello al tempo stesso.
“Peter…”disse Edmund,
sorprendendo il fratello.
Peter stava quasi per congedare
Edmund, incerto su cosa poter dire o fare per risolvere la situazione. E tuttavia si sentiva ancora tormentato dalla sua colpa di
aver lasciato che Edmund si sentisse così solo. Eppure vedeva negli occhi di Edmund che lui non se ne sarebbe andato senza una
risposta.
“Peter, mi perdoni?” chiese
Edmund guardando Peter negli occhi.
“Aslan ci ha detto di lasciare…”
iniziò a dire Peter, ma venne subito interrotto da
Edmund.
“Peter…mi perdoni?”
Peter non si aspettava una
domanda così diretta da Edmund. E l’espressione di rassegnazione che Edmund
aveva dipinta sul volto quando aveva pronunciato
quelle parole, lo metteva a disagio ancor di più. Che
cosa aveva fatto cambiare Edmund da quando era tornato? La sua astuzia maligna
e il suo grondante sarcasmo erano spariti del tutto. Non aveva incrociato lo
sguardo di nessuno ancora. E sembrava portare nel cuore un fardello ancora più
pesante di quanto avesse mai portato prima. Anche in
quel momento…Peter poteva leggerlo chiaramente negli occhi di
Edmund. L’intensità della precedente esperienza con Jadis e ora la
domanda di Edmund era più di quanto Peter potesse tollerare.
“Peter, ho bisogno di saperlo”
insisté Edmund
“Ed,
io…” iniziò a dire Peter mentre Jadis emergeva dalla tenda.
Edmund guardò Peter accigliato
per la delusione prima di volgere lo sguardo verso Jadis. Peter aspettò con
ansia che Aslan riemergesse dalla tenda e quando Aslan
uscì Peter emise un sospiro di sollievo. Non avrebbe giurato che la Strega non
volesse provare a fare qualcosa di sinistro mentre era da sola con Aslan.
Con la coda dell’occhio Peter
capì l’intenzione che Edmund aveva e che stava per compiere. Edmund stava
studiando lo sguardo ed il portamento di Alsan che
sembrava emanare ora molta tristezza e questo non faceva altro che rendere
Edmund più risoluto e determinato.
“Ella ha
rinunciato al sangue…” incominciò a dire Aslan prima che Edmund cominciasse ad
urlare.
“No!” urlò
Edmund “Ha ragione lei! Io sono il traditore!”
Peter si allontanò da Peter e
dalle sue sorelle. Si avvicinò a Jadis mentre continuava a guardare sia
l’esercito di Aslan che il manipolo delle truppe di
Jadis. Quando parlò sembrò che parlasse come ad una
confessione. Il cuore di Peter iniziò a battere di ansietà
e di paura mentre Edmund si allontanava da lui.
“Ed, che
stai facendo!” disse Peter avanzando verso di lui.
“Stai indietro,
Peter…devo farlo.” disse Edmund con le labbra
tremanti e un tremito nella voce.
“Parla, Edmund. Che cosa è che devi dirci?” disse Jadis con un sorriso gelido e privo
di emozioni
“Ho tradito la mia famiglia. Ho
tradito Narnia. Ho tradito tutti quelli che amo. Verrò con te di mia spontanea
volontà.” disse Edmund prima che Jadis si muovesse in
avanti per prenderlo.
“No, Ed!” urlò Peter. “Che stai facendo?”
“Strega abbiamo un patto” ruggì
Aslan “Lascia andare il figlio di Adamo”
“Ma lui
mi si è consegnato liberamente. Davvero lo vuoi provare della possibilità della
redenzione?”
Aslan ruggì il ruggito di un
centinaio di leoni. Jadis diede subito il segnale che Edmund fosse
liberato. Peter non avrebbe mai creduto di poter avere così tanta paura in vita
sua.
“Va bene, Aslan. Come desideri. Ma ricordati che abbiamo un patto.” Disse Jadis mentre
risaliva sul suo trono.
“Sarà onorato, Strega”
Edmund rimase a guardare con la
disperazione negli occhi mentre Jadis lasciava il campo col suo manipolo. Si
voltò per un attimo indietro a dare ad Edmund un ultimo sguardo ed un attimo
dopo era sparita. Edmund affondò la testa fra le
braccia e i suoi occhi divennero pieni di disperazione. Guardò Peter con uno
sguardo uno sguardo pieno di confusione e disperazione, che lo guardò con le
stesse emozioni nel cuore.
“Ed, che cosa era tutto ciò?”
chiese Peter mentre realizzava che per poco non aveva
perso suo fratello un’altra volta.
“Ed, a
cosa stavi pensando?” chiese Susan mentre sia lei che Peter si precipitavano da
Edmund.
“Credevo che fosse la cosa giusta
da fare…per tutti” disse Edmund con un singhiozzo disperato.
Prima che Susan e Peter potessero dire qualsiasi cosa, Edmund se ne andò via
lentamente, lasciando i suoi fratelli più grandi con uno sguardo di confusione
negli occhi. Susan si coprì la bocca con una mano mentre le lacrime le rigavano
il volto.
“Peter che cosa non va in
Edmund?” urlò Susan dalla disperazione.
Peter non poteva credere a quello
che Edmund aveva appena detto. Appena comprese appieno il significato di quelle
parole Peter trasalì. E nonostante
tutto Edmund sembrava così calmo e determinato in quello che stava per fare.
Tutto sul suo volto faceva capire che era molto dispiaciuto di non essere
riuscito a sacrificarsi alla regina.
“Va tutto bene, Su. Me ne occuperò io, te lo prometto.” disse
Peter abbracciando la sorella, “Gli parlerò io”
“Peter cammina con me per qualche
minuto” ordinò Aslan.
Peter baciò Susan sulla guancia
rassicurandola prima di unirsi ad Aslan. Il leone sembrava triste e Peter non avrebbe mai potuto immaginare quale patto aveva stretto con
la Strega Bianca. I due camminarono fino al punto più alto della collina così
da poter vedere la strega Bianca andarsene con le sue truppe.
“Peter, tuo fratello sta
percorrendo una pericolosa linea di confine tra la disperazione e la
rassegnazione” disse Aslan guardano Peter. “Tu sei la
sua unica speranza”
“Cosa devo
fare Aslan” chiede Peter con preoccupazione, “Non l’ha mai visto in queste
condizioni”
“Non posso dirti cosa fare. Tu
farai ciò che deve essere fatto o non lo farai, non c’è
nessun’altra possibilità. Ma ricorda…se fallisci il suo fato sarà lo stesso che
avrebbe potuto essere oggi.”
Con queste parole che risuonavano
nella mente di Peter, Aslan se ne andò. Peter guardò
in lontananza la Strega Bianca desiderando trafiggerla con la sua spada e far
finire quell’orribile guerra ancora prima che cominciasse.
Invece si mise a ripensare al profondo significato delle parole di Aslan Aveva come la sensazione che di essere all’apice di
qualcosa che avrebbe cambiato la sua vita, per sempre. Non era sicuro che fosse
l’imminente battaglia con la Strega Bianca, o la situazione con Edmund, o
qualcosa di completamente diverso. In quel momento la sua più grande preoccupazione era suo fratello. Era davvero così
desideroso di morire? Peter l’avrebbe scoperto presto. Sapeva che presto
sarebbe arrivato il momento di aver a che fare con Edmund una
volta per tutte. Anche se questo voleva dire
rivisitare una storia che aveva quasi dimenticato.
Prima di entrare nella notte
Peter stava disteso nel letto
sveglio. Non riusciva a chiudere occhio. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era
la battaglia imminente, e suo fratello. Edmund non aveva parlato a Peter da
quando la Strega Bianca aveva lasciato il campo. Noncurante del fatto che Edmund
non gli aveva parlato, Peter stava attento a non perderlo di vista. L’ultima
cosa che voleva era che Edmund scappasse di notte per andare a sacrificarsi
alla tavola di pietra. Peter sapeva che se avessero vinto la battaglia contro
Jadis, tutto si sarebbe sistemato.
Si voltò verso di lui per vedere
il delicato alzarsi e abbassarsi del suo petto, all’altro lato della tenda.
Peter si chiese cosa avrebbe dovuto fare per riportare Edmund a fidarsi di lui,
come faceva un tempo. Avrebbe dato qualsiasi cosa per avere indietro l’Edmund
sarcastico o per poterci parlare senza averlo in realtà così distante da sé.
In silenzio negli occhi di Peter
iniziarono a formarsi delle lacrime mentre guardava Edmund dormire. Se solo Edmund avesse saputo quanto in realtà era amato, quanto
Peter avrebbe fatto per lui.
“Non inizierai a piangere, Peter”
si disse a se stesso sussurrando. “Non lo farai”
Peter iniziò a chiedersi cosa
avesse voluto dire Aslan quando aveva detto che Peter era l’unica speranza di Edmund. Incominciò a chiedersi perché e come faceva Aslan
a osservare e capire le cose come se provenisse da un
altro mondo. Come faceva a sapere cose che persino Peter aveva
quasi dimenticato. Perché Aslan gli aveva fatto
ricordare quel bacio? Era stato semplicemente per fargli capire che era stato
in quel momento che Edmund aveva perso la sua fiducia in Peter?
“Smettila di mentirmi”le
parole di Edmund echeggiarono nella mente di Peter
“Non può essere” si disse Peter
fra sé e sé. “Certamente lì era stato quando Edmund aveva perso fiducia in
Peter ma…c’era dell’altro?”
Perché peter era stato così
dilaniato nel profondo dal tradimento di Edmund? Solo
perché erano fratelli? O era una cosa ben più
profonda? Era da talmente tanto tempo che lui e Edmund avevano
una relazione basata solo sul risentimento e sulla disapprovazione reciproca
che Peter aveva quasi dimenticato il sentimento che fluiva tra loro prima
dell’inizio di tutto questo. Quel calore che era solito
avvolgerli quando erano insieme. Era qualcosa che non condivideva né con
Susan né con Lucy . Certamente non era quella
sensazione che aveva condiviso con Edmund quando si erano baciati, quel giorno.
Peter scosse la
testa confuso.
“Ed…”
disse Peter all’improvviso“dobbiamo
parlare, Ed?”
Il petto di Edmund
si alzava e si abbassava come pochi istanti prima. Si era a mala pena stirato.
Peter non voleva disturbare suo fratello ma aveva bisogno di parlargli prima di
avere il compito di guidarlo in battaglia la mattina dopo. Doveva parlargli
subito.
“Ed…sei
sveglio?”
“Ed !”
urlò Peter
“Che
cosa c’è?” chiese Edmundmentre apriva i
suoi occhi lentamente per guardare Peter.
“Dobbiamo parlare, Ed”
“Ora?” mugugnò Edmund
stiracchiandosi “Sono stanco…lasciami in pace, Peter”
“Che c’è
che non va, Ed? Perché ti comporti così…”
“Sono stanco, Peter” possiamo
parlare dopo la battaglia. Disse Edmund girandosi dall’altra parte.
“Ed…” implorò Peter, “Che c’è che non va? Perché ti comporti in
un modo così strano con me? Sei arrabbiato?”
“Buonanotte, Peter” disse Edmund
in un tono così perentoria da far capire a Peter che
la conversazione era finita.
“Mi prometti che parleremo dopo
la battaglia?”
Edmund non rispose. E forse
questo ferì Peter più di ogni altra cosa. Sentì un
torrente caldo di lacrime scendergli sulla faccia mentre si rendeva conto che,
benché lui e Edmund fossero nella stessa stanza, c’era
un oceano che li separava. Peter si voltò verso il muro e pianse amaramente
fino ad addormentarsi. Anche
se sapeva che non sarebbe stata una buona cosa piangere, sperava che nell’oscurità
della notte ciò non avrebbe fatto alcuna differenza.
Capitolo 3 *** Il prezzo della rednzione- 3a parte ***
L’esercito di Aslan si era radunato ed era pronto ad affrontare
l’oscurità della Strega Bianca
Ciao a tutti come ho scritto nell’introduzione
questa è la traduzione di una bellissima fic delle cronache di narnia come
protagonisti Peter e Edmund….si riallaccia alle
avventure de “il leone la strega e l’armadio” e poi se ne distacca sviluppando
comunque da subito una trama a parte. L’autore di questa fic è di Suborbital.
La mia è solo una semplice traduzione…non ho né alterato né modificato niente
della sua storia, ho cercato solo di tradurla al meglio.
Ciao a tutti e Buona lettura!
Daniel
Senza un leone, senza una speranza
L’esercito di Aslan si era radunato ed era pronto ad
affrontare l’oscurità della Strega Bianca. Peter aveva lottato duramente per
radunarli tutti senza l’aiuto di Aslan. O almeno aveva lottato per radunare il
suo coraggio. Aveva ormai capito che tutti loro l’avrebbero seguito in
battaglia fino alla morte, se necessario. Tuttavia c’era stato qualcuno che
aveva evitato il suo sguardo per tutta la mattinata. Edmund era stato impegnato
a preparare la Guardia Reale, i battaglioni aerei dei grifoni, e gli arcieri.
Peter era rimasto colpito da quanto seriamente Edmund avesse preso seriamente
il suo compito. Non aveva mai visto Edmund così determinato.
Peter si trovava all’uscita della sua tenda, mentre si
preparava il discorso finale da pronunciare alle truppe prima della battaglia.
Si trovò più volte a pensare se quella sarebbe stata la prima e ultima
battaglia a cui avrebbe mai partecipato. Il pensiero di morire non l’aveva
neanche sfiorato visto che c’era sempre stato qualcosa che, in un modo o
nell’altro, l’aveva distratto. Sempre qualcosa di cui preoccuparsi. E anche
allora con il suo destino a portata di mano si rese conto di essere più
preoccupato per la sorte di coloro che avrebbe guidato quel giorno piuttosto
che del suo.
“Peter”
La voce di Edmund dissolse
velocemente, come il sole la nebbia mattutina, gli strani pensieri su cui
indugiava la mente di Peter mentre un sorriso appariva sulle sue labbra.
Edmund gli si avvicinava con un grande
sorriso sulla faccia; era l’ultima cosa che Peter si aspettava.
Edmund l’aveva sempre evitato e quando non aveva potuto era rimasto sempre molto sulle sue durante i
brevi momenti in cui avevano parlato l’uno con l’altro.
Per la prima volta Edmund gli appariva aperto, sorridente. Con una grazia, un coraggio e una magnificenza straordinarie
dipinte sul volto. A quella vista il cuore di Peter si era sollevato
tanto quanto il cielo dalla terra. E ancora non sapeva perché quella sola vista
gli procurava quel vortice di emozioni.
“Ed…” disse Peter sorpreso, “Va
tutto bene?”
“Peter…” disse Edmund con un sorriso rassicurante “Non
temere, la Strega Bianca è già condannata…te ne accorgerai
presto.”
“Come puoi essere così fiducioso? Come fai
a sapere che riuscirò a condurre questo esercito alla vittoria?”
Edmund mise la mano sulla spalla di Peter e la strizzò
dolcemente. Peter sentì una sorgente di ispirazione
sgorgare dentro di sé e riempirlo completamente. Edmund credeva in lui, non era
importante cosa era accaduto tra loro, Edmund voleva che Peter lo sapesse.
“Perché io credo in te” disse
Edmund con un sorriso, “Da sempre e per sempre. Non lo dimenticherai mai,
vero?”
“No, non lo dimenticherò, Ed” disse Peter
guardando Edmund in maniera strana, “E Ed, c’è qualcosa di cui…”
“Maestà, l’esercitò della Strega Bianca si prepara ad
avanzare” disse Oreius mentre raggiungeva Peter al galoppo. “Dobbiamo schierare
le truppe e prepararci ad avanzare”
“Ha ragione, Peter” disse Edmund
seriamente, E’ l’ora di marciare verso il nemico. Darò il segnale alla
Guardia Reale di avanzare. Ci rincontreremo in battaglia”
Peter avrebbe voluto abbracciare Edmund e ringraziarlo per
le sue parole di incoraggiamento, ma prima di poterlo
fare Edmund era già lontano da lui. Peter guardò suo fratello correre verso la
parte dell’esercito che aveva il compito di guidare. Fu allora che Peter capì
che Edmund non era più un bambino. Era diverso ora. L’oscurità e la sofferenza
che aveva sofferto per colpa della Strega l’avevano
cambiato. Era un giovane uomo ora, cambiato dall’aver visto in faccia la vera
natura del male, e avendo macchiato la sua anima per colpa di esso. Peter non poté fare a meno di sentirsi orgoglioso di
suo fratello, in quel momento.
“Grazie, Ed” disse Peter a se stesso prima
di voltarsi verso Oreius, “Andiamo in battaglia, Oreius…Per Narnia!”
Edmund il giusto ed il redento
La battaglia fu feroce e
sanguinosa. Già le forze del Bene venivano respinte
sulle rocce di Beruna. Peter aveva visto centinaia se non migliaia dei suoi
cadere di fronte all’avanzata dell’esercito della
Strega Bianca. Anche Oreius era caduto combattendo
contro Jadis in persona. Ora la Guardia Reale era stata costretta a scendere in
campo nel combattimento corpo a corpo. Ciò significava che Edmund era orami nel centro della battaglia.
Peter non perdeva mai d’occhio
tutto lo scenario della battaglia e tutte le volte che guardava verso Edmund si
meravigliava sempre di più di quanto il fratello si fosse
gettato nella battaglia e di come stesse combattendo valorosamente. Tuttavia ogni secondo che passava Peter si accorgeva sempre
di più che non avrebbero potuto vincere quella battaglia. Le forze di Jadis
erano di molto superiori alle loro e li stavano
spingendo sempre di più sulle colline. Anche ora Peter
poteva vedere Jadis avanzare minacciosamente verso di lui. Non ci sarebbe
voluto molto prima che l’intero esercito venisse
spazzato via dalla furia inarrestabile della Strega. Peter non poteva
abbandonare il suo esercito. Ma Edmund sì.
“Edmund! Sono troppi! Vattene di lì!” urlò Peter così forte da farsi sentire da Edmund,
“Prendi le ragazze e portale a casa!”
Peter riuscì a mala pena a urlare il suo ordine prima che due minotauri lo
attaccassero. Schivò l’attacco del primo mentre con uno slancio trapassò
l’altro con la spada. Ansimò mentre la fatica iniziava a farsi sentire in tutto
il suo corpo dopo l’ultimo attacco, tuttavia non poté che emettere un sospiro
di sollievo alla vista del signor Castoro che portava via
Edmund dal campo di battaglia.
“Ripiegare!”urlò Peter “Arcieri indietreggiate e coprite la ritirata della fanteria”
Peter sapeva che sarebbe stato
troppo tardi, ma ora doveva tentare di salvare quanti
più poteva.
Sapeva che ormai la battaglia era
persa. Poteva vedere Jadis guadagnare terreno e avanzare verso di lui ma lui
non poteva fuggire, non ancora. Lui non sarebbe fuggito. Fino a che i suoi
soldati avessero combattuto con lui, lui sarebbe rimasto a combattere con loro.
“Indietro, creature dell’ombra!”
urlò Peter mentre, con la sua spada, tagliava di netto la testa ad un lupo.
Peter si trovò ben presto
circondato da ogni lato. L’esercito di Jadis l’aveva circondato e la Strega
stessa non era che a pochi passi da lui ora; nonostante questo
egli continuava a combattere più valorosamente e tenacemente che poteva.
Aveva appena trafitto con la spada un Minotauro quando fu
abbagliato da una forte luce bianca. Si voltò e vide che la bacchetta di
Jadis era stata distrutta da Edmund. La sua sorgente di potere per tramutare i
nemici in pietra era stata distrutta per sempre, nonostante questo
ella rimaneva una formidabile nemica.
Peter urlò di terrore e di rabbia
quando Jadis trapassò Edmund con la sua bacchetta spezzata. Edmund guardò fisso
Jadis dapprima con incredulità e poi con rassegnazione, come se avesse saputo
che quel momento sarebbe arrivato prima di cadere a terra con un rumore sordo.
Peter sentì una sorgente di odio sgorgare in lui come
mai prima di allora. Trapasso con la spada un ultimo
nemico prima di precipitarsi contro Jadis, uccidendo qualsiasi nemico gli si
parasse davanti.
Con un fendente alimentato da una
rabbia senza precedenti la sua spada colpì le due spade della Strega. Peter
combatteva d’istinto, accecato dal dolore e dall’odio. Il suo unico pensiero
era quello di spazzare via per sempre Jadis e il suo regno dalla faccia della
terra. Per Narnia, e per Edmund.
Peter combatté con tutte le sue
forze, schivando e attaccando più con odio che con precisione. Nonostante questo Jadis era troppo veloce e forte per lui. Poteva a mala pena bloccare i suoi attacchi. Con un colpo
secco Jadis lo fece cadere in ginocchio sfiorandogli la guancia con la spada.
Peter nonostante tutto, si rialzò immediatamente e continuò a combattere,
rifiutando di arrendersi davanti a lei.
Jadis con i suoi modi freddi e i
suoi gelidi fendenti quasi sembrava schernirlo ma Peter non
si arrendeva.
All’improvviso sia Peter che la
Strega Bianca furono entrambi distratti dal grande
ruggito di Aslan. E non c’era solo Aslan ma migliaia
di rinforzi. Peter ebbe poco tempo per chiedersi come poteva Aslan essere vivo,
poiché la Strega fu di nuovo su di lui in un istante. Questa volta sembrava
combattere ancora più ferocemente di prima. Peter combatteva con tutte le sue
forze ma lei era semplicemente troppo forte. Lo fece cadere a
terra e con una delle sue spade gli trafisse un braccio. Peter urlò dal
dolore e cercò di ripararsi con lo scudo dagli attacchi della sua altra spada.
Con un colpo netto ella stacco lo scudo dal braccio di
Peter, pronta a sferrare il suo attacco finale.
“Addio, Piccolo Re” mentre alzava
la sua spada sul collo di Peter.
Peter si era ormai rassegnato
alla morte quando vide all’improvviso Aslan balzare
addosso alla Strega. Nel momento in cui Peter si era rialzato Jadis era morta.
Aslan l’aveva uccisa e con la sua morte la battaglia si concluse
presto.
“E’ finita” disse Aslan con un sospiro di sollievo.
Peter si lasciò andare per la
prima volta da quando la battaglia era iniziata. Tuttavia i
suoi pensieri si rivolsero subito a Edmund. Corse più in fretta che poté
nel punto dove Edmund era caduto, sicuro che l’avrebbe trovato ancora lì.
Con grande
sollievo di Peter Edmund era ancora vivo. Tuttavia Peter sapeva che era ormai
quasi sul filo tra la vita e la morte.
Con grande odio Peter si accorse
che un nano della Strega stava proprio sopra Edmund con l’ascia alzata. In men
che non si dica Peter trafisse il nano da parte a
parte con la sua spada, uccidendolo sul colpo.
Peter si mise accanto al fratello
con gli occhi pieni di lacrime. Cadde sulle ginocchia e abbracciò velocemente
Edmund come per impedirgli di lasciarlo. Poteva sentire il corpo di Edmund diventare freddo, mentre la vita lo stava
abbandonando.
“Va tutto bene Edmund” disse
Peter pieno di sgomento mentre teneva stretto Edmund, “Lucy ti può ancora salvare, devo andarla a cercare! Deve essere nei
paraggi visto che anche Aslan è qui”
“Tu sei salvo, Peter” disse edmund con un sorriso pallido, “Lei…è morta?”
“E’ morta, Edmund. Narnia è
salva. Io sono salvo. Per merito tuo. Aspettami, devo
andare a cercare Lucy”
“No…”disse
Edmund con un singhiozzo, “E’ troppo tardi, non andare. Non mi
lasciare…Non voglio morire da solo!”
“Edmund…”disse Peter tra le
lacrime “Andra tutto bene. Vedrai che guarirai. E
tutto finito, ora.”
“Hai ragione, Peter. Va tutto
bene. Sapevo che sarebbe successo. “Dovevo…dovevo,
Peter. Ma tu ancora non me l’hai mai detto. Non l’hai
mai detto. Gli altri lo hanno fatto, ma tu no. Peter puoi perdonarmi?” riuscì
Edmund a dire tra i singhiozzi “Per favore Peter. Perdonami”.
“Che cosa?” chiese Peter
incredulo “Di che cosa stai parlando, Edmund?”
“Per favore Peter, perdonami.”
“Perdonarti? Ed…non
parare così. Lucy sarà qui a momenti e…”
“Dillo!” Urlò Edmund tra i
singhiozzi, “Per favore, Peter. Per favore, dillo. Di che mi perdoni.”
“Oh Ed…certo che ti perdono”
singhiozzò Peter mentre stringeva a se il debole corpo di Edmund,
“Ti perdono, Ed. Potrai tu mai perdonarmi?”
“Mi dispiace, mi dispiace…così
tanto, Peter.”Disse Edmund
debolmente, “Mi dispiace così tanto. Io…ti ho sempre deluso. Ma guarda
il lato positivo.”
“Quale lato positivo,
Ed?”
“Non posso più deluderti
ancora…”singhiozzò Edmund mentre la vita scivolava via dal suo corpo, “E tu mi
hai perdonato…”
Peter iniziò a scuotere la testa
incontrollabilmente mentre la vita abbandonava gli occhi di Edmund.
Il suo corpo cadde senza vita tra le braccia di Peter. Edmund era morto.
“No, Ed!No!” urlò Peter mentre
seppelliva la sua testa nel petto di Edmund, “Non
lasciarmi, Ed! Ed, ora capisco. Mi dispiace! Per
favore non lasciarmi, Ed!”
Peter pianse amaramente mentre
teneva stretto tra le braccia il corpo senza vita di Edmund.
Non poteva credere a ciò che i suoi occhi gli dicevano. Non poteva credere che
suo fratello era morto. Non poteva credere che la
fonte della sua felicità lo avesse lasciato per sempre. Edmund era morto.
Lucy arrivò pochi minuti dopo, ma
Peter sapeva che ormai era troppo tardi. Stette seduto lì intirizzito mentre
Susan esaminava Edmund e Lucy cercava invano di fargli bere del cordiale. Tutti
e tre rimasero seduti lì in un triste silenzio mentre loro
fratello giaceva senza vita tra le braccia di Peter.
Mentre
Aslan si avvicinava Peter si senti di nuovo pervadere dalla rabbia. Voleva
urlargliela in faccia al Grande Leone, ma nel suo cuore sapeva che non poteva
biasimare Aslan per la morte di Edmund. Non c’era
nessuno da biasimare…tranne se stesso. Aslan aveva avuto ragione su tutto.
Peter era l’unica speranza di Edmund, ma egli ava
agito troppo lentamente, aveva capito troppo tardi, aveva aspettato troppo.
“Mi dispiace, Peter. Mi dispiace,
Susan. Mi dispiace Lucy.” Disse aslan col cuore pesante, “Edmund è caduto
poiché egli credeva che non ci fosse altra strada per lui per redimersi. Solo
uno ha il potere di dare a Edmund la fiducia di poter vivere e
essere redento. Sfortunatamente, se ne sono accorti troppo tardi. Così spesso
vanno le cose.”
“Chi, Aslan?” domandò Susan, “Chi avrebbe potuto salvarlo?”
“Io avrei potuto, Su” disse Peter
pervaso dal dolore e dall’angoscia, “Potevo averlo salvato ben prima
dell’inizio della battaglia”
“Non c’è più niente da fare qui.
Lucy, ci sono molti feriti che hanno bisogno di te.”disse Aslan mentre alitava su una delle numerose statue,
“Come vi sono molti che hanno bisogno di me. Peter, non rattristarti per
Edmund. Lui è in pace ora.”
Peter rimase a sedere per quelle
che gli sembrarono ore mentre il mondo correva attorno a lui. Susan e Lucy curavano i feriti. Erano rattristati per Edmund, ma sapevano
che c’erano compiti che richiedevano il loro impegno e molti che avevano
bisogno del loro aiuto. Peter, d’altro canto aveva servito in battaglia. E benché avesse ferite che avevano bisogno di cure non
riusciva a lasciare andare Edmund dal suo ultimo abbraccio. Il giorno diventò
notte, i suoi muscoli si intirizzirono e il suo corpo
cominciò a gemere. Nonostante ciò Peter non lasciò mai andare
Edmund. Anche quando gli altri lo pregarono di
lasciar andare Edmund, lui non voleva muoversi. Alla fine quando la fatica lo
vinse, lasciò andare Edmund. Appena si svegliò la
mattina dopo, il corpo di Edmund era stato portato via. Ora era davvero solo.
N.D.T :
Non temete questa non è la fine ma solo l’inizio di qualcosa di stupendo e
grandioso…abbiate un po’ di pazienza e vedrete! Se leggete bene l’ultima parte vi renderete conto che ho modificato un tempo di un
verbo che sembra non tornare…l’ho fatto apposta…è l’unica cosa che ho
modificato…da lì molto si può intuire su ciò che accadrà….Ciao al prossimo
capitolo e grazie per le recensioni, sono sempre molto gradite!
Capitolo 4 *** Il vero amore non conosce ostacoli - 1°parte ***
Giusto e Magnifico (2° cap - 1°parte)
Ciao a tutti come ho scritto nell’introduzione
questa è la traduzione di una bellissima fic delle cronache di narnia come
protagonisti Peter e Edmund….si riallaccia alle
avventure de “il leone la strega e l’armadio” e poi se ne distacca sviluppando
comunque da subito una trama a parte. L’autore di questa fic è di Suborbital.
La mia è solo una semplice traduzione…non ho né alterato né modificato niente
della sua storia, ho cercato solo di tradurla al meglio.
Ciao a tutti e Buona lettura!
Daniel
Giusto e Magnifico - Il vero amore non
conosce ostacoli
1°parte
Le vuote cerimonie
L’incoronazione dei tre Pevensie fu colma di pompa e
solennità, un avvenimento pieno di proclami e gioia. Per tutti almeno, tranne
che per il maggiore dei quattro fratelli Pevensie. Erano appena stati incoronati
Peter il Magnifico, Grande re, insieme a Susan la
Gentile e Lucy la Valorosa e già sembrava a Peter che tutti si fossero già
dimenticati del sacrificio di quei molti valorosi che avevano combattuto ed
erano morti nella battaglia contro Jadis. Incluso il suo…Edmund.
Il funerale di Edmund fu una cosa relativamente modesta.
Aslan aveva insistito affinché coloro che erano morti in battaglia non fossero
pianti ma celebrati con una piccola cerimonia. Peter poteva capire la logica
dell’idea del Grande Leone eppure voleva che tutti ricordassero quanto
importante era Edmund. Almeno, ora aveva avuto la sua redenzione. Tutti coloro
che avevano dubitato del suo valore e del suo coraggio ora erano i primi a
mostrare i loro ossequi al funerale. Peter credeva che non fosse stato un gran
che come funerale; non era stato degno del suo Edmund.
Certamente Susan
aveva pianto come una madre che aveva appena perso suo figlio e Luci era triste
come un bambino che aveva perso il suo migliore amico. Anche Aslan sembrava
profondamente addolorato della perdita di Edmund. Peter non riuscì a versare
neanche una lacrima al suo funerale; troppa era ancora l’amarezza e la rabbia
di cui il suo cuore era colmo. E troppa era la paura che se qualcuno avesse visto
le sue lacrime, avrebbe potuto intuire più di quello che lui voleva mostrare in
pubblico. Avrebbero potuto vedere…la natura dell’amore di cui lui stesso aveva
preso coscienza ormai quando era troppo tardi.
Era solo nella fredda quiete della notte che, solo nelle sue
stanze, Peter si lasciava andare al turbinio di sentimenti e di dolore che la
morte di Edmund aveva provocato in lui. Era allora che piangeva fino ad
addormentarsi e desiderava per un momento che Narnia non fosse mai entrata
nelle loro vite. Perché era stata Narnia a portare via suo fratello.
Il funerale di Edmund e dei caduti della Battaglia di Beruna
fu strano e surreale per Peter. Il corpo di Edmund gli era stato portato via
assieme a tutti quelli che erano caduti con lui, Aslan gli aveva detto solo che
il corpo di Edmund, assieme a quelli di tutti i caduti, sarebbe stato portato a
Salei Barion per essere sepolto, l’antica terra custode della storia di Narnia.
Mentre Peter stava al fianco del Grande Leone sulla sommità
di una delle torri più alte di Cair Paravel, maturò in lui la decisione di
seppellire altrove i caduti, specialmente Edmund.
“Aslan, perché mia hai portato via Edmund? E coloro che sono
caduti in battaglia? Perché i loro cari non li possono piangere qui?” chiese
Peter.
“Il loro sangue è stato versato in battaglia. Il loro sangue
è stato versato per Narnia. La loro presenza qui sarebbe di grande pena e
tristezza per il gran numero di caduti. La loro morte inoltre ha un grande
significato. Per loro noi assicuriamo un ricordo di un destino da eroi, da
giusti…un esempio per tutte le generazioni future, a Salei Barion. Un destino
non accordato alla leggera, Peter.
Edmund ha trovato ora la pace e la redenzione che non ha
avuto in vita. Non disperarti per lui.
“Molto bene” disse Peter con la voce spezzata, “Molto bene”
“Il dolore di Susan è diverso dal tuo, Peter. Lei piange
come una madre il figlio morto. Il tuo dolore è diverso.
“Lo è, Aslan”
“Dimmi, figlio di Adamo. Perché nascondi i tuoi veri
sentimenti a coloro che ti vogliono più bene?”
Peter si trovò senza parole. Aslan sembrava sapere dal primo
momento in cui era arrivato a Narnia, quali davvero fossero i suoi sentimenti
per Edmund. Tuttavia Peter non era mai riuscito ad ammetterli. Aslan l’aveva
sempre gentilmente spinto a dichiarare ad alta voce i suoi sentimenti, tuttavia
Peter l’aveva mai fatto. Aslan aveva sempre sospirato un disappunto, come aveva
appena fatto ora, e Peter si era subito allontanato da lui. Solo questa volta
Aslan parlò prima che Peter potesse allontanarsi.
“Un amore che è puro non è sbagliato, Peter. E la cosa a cui
noi tutti aspiriamo. E’ il fuoco che brucia nelle nostre anime. In tutta Narnia
non c’è niente di così grande, niente di così potente. Anche nella morte, un
vero amore, un amore puro…e giusto non verrà mai meno. Può chiamare coloro che
sono caduti, da oltre il Velo. Faresti bene a ricordarlo sempre, figlio di
Adamo.”
“Sì Aslan, me lo ricorderò fino a che non morirò. “ disse
Peter girandosi per lasciare il Grande Leone. “Di questo sono certo”.
Il vero amore non
conosce ostacoli
I giorni diventarono settimane per Peter. Le settimane
divennero mesi e i mesi divennero insopportabili. Peter sperava che, giorno
dopo giorno, il dolore nel suo cuore si attenuasse, che riuscisse così a superare
il suo dolore per Edmund. Ma ogni giorno capiva sempre di più che non sarebbe
stato facile per lui superare la perdita del fratello, e molto di più.
Quel giorno in particolare sembrava ancora più difficile che
mai. Susan aveva trovato un fidanzato particolarmente stimabile. Uno a cui
Peter non si sentiva incline di tagliare la testa. Mentre Peter sedeva a tavola
quella sera a cena, li osservava, riconoscendo ciò che lui non avrebbe mai
avuto.
Il modo in cui si scambiavano sguardi e sorrisi. Lucy sembrava
completamente impressionata da tutto ciò, ma Peter semplicemente trovava tutto
ciò insopportabile a tal punto da congedarsi prima della fine della cena a
causa di un improvviso mal di stomaco. Tranquillizzando le preoccupazioni sia
di suo sorella che del suo fidanzato, Peter si alzò e si ritirò nella sua
stanza.
Appena la raggiunse, scoppiò in lacrime. Si chiuse
violentemente la porta alle spalle e urlò di disperazione. Con la mano destra
si coprì il petto come se tentasse di diminuire un dolore fisico che gli stava
dilaniando il cuore. Dopo qualche istante cadde sulle ginocchia e pianse
incontrollabilmente.
“Oh, Ed…” disse Peter fra le lacrime.
“E’ una bella serata, non credi Peter?” disse una voce fin
troppo familiare.
“Ed…”
Peter non riusciva a credere alle proprie orecchie. E quando
alzò lo sguardo, non poté credere neanche ai propri occhi. Davanti a lui,
chiaro come il colore della luna, c’era Edmund. Edmund guardava fuori il cielo
illuminato dalla luce della luna, girandosi solo per sorridere a Peter.
“Ciao, Peter” disse
Edmund con un sorriso caldo e delicato. “Ti sono mancato?”
“Oh, Ed” gridò Peter fra le lacrime per lo stupore, ancora
piegato sulle ginocchia, “Tu non puoi essere vero. Ti ho visto morire. Ti ho
tenuto stretto mentre il tuo corpo diventava freddo”.
Edmund continuò a sorridergli. Questa volta era un sorriso
pieno di tristezza e di rimpianto. Peter voleva saltare su e abbracciare
Edmund, ma si ritrovò solo a poterlo guardare intontito dall’incredulità.
“Peter, perché sei così triste” Per colpa mia? Quanto tempo
è passato da quando mi hai perso? Non puoi piangermi per sempre, Peter.”
“Posso farlo se voglio!” urlo Peter dal dolore.
“Io sto bene, Peter, sono felice ora” disse Edmund con tono
rassicurante.
“Beh, buon per te! Io sono un miserabile. Perché non potevi
aspettare un po’ di più?”
“Va tutto bene, Peter. Non è stata colpa tua.”
“E’ stata tutta colpa mia, Ed. Solo colpa mia!”
“Ti amo, Peter”.
Peter non riuscì a trattenere le lacrime che cominciarono a scorrergliliberamente sul viso. Si piegò in due sulle
sue mani, sul freddo pavimento. Singhiozzava mentre avanzava lentamente i
avanti non togliendo mai gli occhi di dosso a Edmund. Aveva paura che, se
l’avesse fatto, Edmund sarebbe scomparso.
“Ed…mi manchi così tanto”.
“Quanto?” chiese Edmund allontanandosi un po’ da Peter.
“Più di quanto tu possa mai immaginare”gemette Peter “Più di quanto sia mai riuscito
dirti quando eri qui con me”.
“Allora dimmelo ora”
“Perché?” disse Peter quasi con rabbia. “Che differenza farebbe?”
“Potrebbe farti sentire meglio”
“Niente mi farà mai sentire meglio!” urlò Peter, “Ed…io
sono…così miserabile senza te accanto. Sono morto senza di te!”
“Beh non possiamo permetter che Peter il Magnifico si senta
perduto ora, non è così? Il Grande Re può avere tutto ciò che vuole. Non c’è
nessuno che ti possa far sentire di nuovo felice?”
“Io non voglio essere felice. Io non voglio niente.” Urlò
peter mentre si teneva la testa fra le mani. “Io non ce la posso fare, Ed.Penso a te ogni giorno. Non posso non farlo.
Io voglio solo stare con te”.
“Peter…tu devi essere forte. Narnia ha bisogno di te”
“E di cosa ho bisogno io Ed?” Sono stufo di sentire di cosa
ha bisogno Narnia. E’ stato per Narnia se…”
“Che cosa?”
“Se tu sei morto, Edmund! Se tu mi hai lasciato!” urlò
Peter, riuscendo finalmente ad alzarsi in piedi.
“Io sono qui, Peter.” disse Edmund pacatamente, mentre si
avvicinava a Peter.
“Tu sei un fantasma, Ed. Mi stai perseguitando”.
“Vuoi che me ne vada?”
“No!”
“Che cosa vuoi allora?”
Le lacrime smisero di scendere dagli occhi di Peter. Si alzò
in silenzio mentre sembrava capire finalmente cosa Edmund gli stava chiedendo.
Capì che quella era forse l’ultima volta in cui aveva l’occasione di dirgli
quello che avrebbe dovuto quando lui era in vita.
“Vorrei dirti quello che avrei dovuto dire prima che tu
morissi” disse Peter con decisione. “Io ti amo, Edmund. Il mio cuore è vuoto
senza di te. Tutto quello che voglio è tenerti con me. A…Amarti. Io ti amo
Edmund. Capisci cosa voglio dire quando dico questo?”
“Mi ami?” chiese Edmund, con una sorprendente dose di
speranza pensò Peter, specialmente per un fantasma.
“Io ti amo”.
Peter sentì come una enorme peso sollevarsi dalle sue spalle
con quella ammissione. Nonostante fosse in enorme ritardo, la sensazione di
sollievo fu immensa. Peter sentì quasi una pace, ora che finalmente aveva detto
a Edmund la vera natura e la profondità del suo amore per lui.
“Non ti senti meglio ora?” chiese Edmund con un sorriso
quasi insolente.
“Che cosa?”
“Non sei contento di avermelo detto alla fine?”
“Ed…” disse Peter mentre avanzava verso suo fratello., “Io
darei qualsiasi cosa perché tu fossi davvero qui, Ed. Non so quanto riuscirò a
vivere senza di te. Non lacerò che tu te ne vada, Ed.”
Peter non sapeva cosa stava facendo. Non capiva cosa stava
succedendo. Avanzò verso Edmund mentre il suo stomaco sembrava sgorgata una
fontana di mille farfalle. Allungò la sua mano verso la faccia di Edmund. Il
suo cuore fece un balzo mentre egli sperava sempre più di poter toccare Edmund
ed in questo modo, di riaverlo davvero insieme con lui.
“Peter…” disse Edmund con voce soffice, mentre lacrime
stavano formandosi nei suoi occhi.
Edmund alzò la sua mano e lentamente la mosse vero Peter.
Entrambi avevano uno sguardo pieno di ansia e paura, come se sapessero cosa
sarebbe successo. Nel momento in cui le loro dita vennero in contatto Edmund
iniziò a svanire. Il suo corpo si dissolse lentamente fino a che non rimase che
una linea di petali che avevano la sagoma di Edmund.
“Mi dispiace, Peter” sussurrò Edmund, come un alito di
vento.
“Ed!”
“Ti amo, Peter” sussurrò Edmund mentre lentamente i petali
volavano delicatamente fuori dalla finestra della camera di Peter.
“Ti amo, Edmund”disse Peter mentre cadeva all’indietro sul suo letto.
Per ore, Peter rimase seduto sul tuo letto senza muoversi.
Fu solo quando Lucy entrò per controllare come stava che alla fine si mosse.
Prima di Narnia egli avrebbe pensato che sarebbe di sicuro impazzito. Ma in
qualche modo egli credeva che Edmund fosse davvero venuto da lui. Era il loro
amore così forte da trascendere la morte, anche se solo per un fugace attimo?
Era questo che aveva voluto dire Aslan?
Ogni notte per i trenta giorni a seguire, Peter aspettò
nella sua stanza, esattamente allo stesso momento. Sperava che Edmund
ritornasse da lui, anche se solo per un momento. Tuttavia con il passare dei
giorni, Peter cominciò a perdere la speranza. E alla fine, si chiese se per
caso Edmund fosse venuto a trovarlo solo per fargli superare il dolore della
sua perdita. In un sorprendente evoluzione, Peter trovò leggermente più facile
andare avanti con la sua vita quotidiana. Alla fine era riuscito almeno a
dichiarare a Edmund i suoi veri sentimenti. Forse ora, avrebbero potuto
entrambi avere pace.
Chiedo scusa per l’enorme ritardo con cui ho aggiornato
questa storia…vi assicuro che sarò molto più puntuale con i prossimi
aggiornamenti….Indicativamente ne uscirà uno ogni fine settimana. Buona lettura
a tutti!!!
Capitolo 5 *** Il vero amore non conosce ostacoli - 2° parte ***
Peter il Magnifico, Grande Re di Narnia
Peter il Magnifico, Grande Re di Narnia
Peter era seduto sul suo trono e ascoltava,
con la mente persa altrove, le ultime notizie dal suo consigliere reale, Rask la Volpe. Era ormai Grande Re di
Narnia da un anno ma trovava il suo incarico incredibilmente poco
entusiasmante.Nonostante questo
prendeva molto sul serio i suoi doveri e cercava il più possibile di essere
cortese e diligente con chiunque. Nell’anno passatoaveva lottato duramente per riuscire a
trovare un senso alla sua vita. Susan, d’altra parte, aveva orami numerosi
pretendenti ma era ancora indecisa su chi scegliere come marito. Peter, sul
loro conto, si informava sempre in segreto per assicurarsi che avessero delle
virtù consone a sua sorella. Lucy, infine, sembrava essersi assunta il compito
di spargere per tutto il reame quanta più gioia possibile; si prendeva cura
degli ammalati e dei feriti, portava gioia e amore a coloro a cui mancavano,
cose che l’avevano resa una giovane regina molto popolare.
La Battaglia di
Beurna si era conclusa molto tempo addietro. Era ormai una pagina di storia che
molti avevano girato, ciononostante, a volte, c’erano delle occasioni in cui
Peter non riusciva a dimenticare tanto facilmente quel giorno. Non era solo lui
tuttavia che aveva perso qualcuno a cui teneva molto, ma anche la maggior parte
dei cittadini di Narnia sapeva che molti altri erano caduti in quel triste
giorno. Peter stesso aveva dei problemi a ricostituire l’esercito nella sua
interezza: molti erano i reparti ancora decimati e solo il tempo li avrebbe ricostituiti.
Peter non aveva più visto o udito Aslan dalla
sua partenza subito dopo la cerimonia dell’incoronazione; a tutti gli effetti
era lui ora a governare Narnia. Lui che poteva avere qualsiasi cosa, tuttavia,
ultimamente si era trovato a non desiderare che poche cose. La sua sola gioia
era quella di migliorare le vite dei suoi sudditi e mantener Narnia al sicuro
dai suoi nemici. Egli pensava che quel giorno sarebbe stato come i precedenti,
pieno di politica e affari di stato ma all’improvviso un rapporto catturò la
sua attenzionee così smise di leggere la nuova proposta di legge per seguire il
discorso più attentamente.
“Che cosa hai detto?” chiese Peter a Rask
“Abbiamo avuto notizia di strani avvenimenti nei Boschi dellOvest. Le nostre forze stanno investigando ma
sospettiamo la presenza di una forza oscura nell’avest, Vostra Maestà.”
“Tienimi informato” disse Peter preoccupato,
“Non mi fa stare tranquillo tutto ciò. Se qualcuno stesse cercando di iniziare
un conflitto contro Narnia, quello sarebbe il posto da cui partire. Non
possiamo permeterci un’altra guerra.”
“Non abbiamo ragioni per credere che ci sia
qualcuno che si stia preparando a invadere Narnia. Ma vi è abbastanza per andare più a fondo. Forse si tratta
solo di qualche scagnozzo dello sconfitto esercito di Jadis che sta cercando di
causarci qualche problema”.
“Speriamo sia così, Rask. Manda una pattuglia
di grifoni a investigare e fammi avere notizia di qualsiasi cosa trovino
laggiù. Qualcosa mi dice che potrebbero esserci dei problemi in arrivo.”
“Farò come ordinatomi, maestà” disse Rask
inchinandosi, “Prendo congedo ora, mio signore”
“Vecchio amico mio, quando comincerai a
chiamarmi Peter” disse Peter sorridendo
“Quando le stelle cadranno giù dal cielo,
maestà!” rispose Rask mentre usciva dalla sala del trono.
“Peter?” lo chiamò Susan mentre entrava nella
sala
“Ciao, Su.” Peter disse accogliendo sua
sorella con un dolce sorriso, “Va tutto bene?”
“Stavo per chiederti la
stessa cosa, Peter. Ti ho appena
visto sorridere? Dimmi che non è vero. Peter il Malinconico, è così che stanno
cominciando a chiamarti. Tu sembri sempre così triste.”
“Sto bene, Su” la rassicurò
Peter, “Io ho…tante cose a cui devo pensare. Narnia è una terra che ha bisogno di una guida, ed è
mio dovere provvedere a questo, prima di ogni altra cosa. Capisci quandi che mi
rimane poco tempo per me steso.
“Certo, Peter. Ma c’è dell’altro, dico bene? Ed, vero? E’ quasi un anno esatto dal giorno in cui ci ha lasciato. Ti incolpi
ancora per la sua perdita, non è così?
Peter abbassò la testa mestamente al sentir
pronunciare il nome di Edmund. Sentir pronunciare il suo nome era diventato
sempre meno frequente; certo, egli era tutt’ora ricordato da una
iscrizione marmorea nella sala del trono, ma c’era poco altro che
facesse pensare che Edmund fosse anche solo esistito una volta. Ma per Peter non
sarebbe stato possible dimenticare. Nonostante questo in molte occasioni Peter
si era sentito colpevole di confinare il ricordo di Edmund nei più profondi
recessi della sua anima, solo per non continuare a soffrire ancora nel
ripensare a lui.
“E’ passato un anno da quando l’abbiamo perduto, Peter. Di certo lui non avrebbe voluto che tu ti
affliggessi e ti mortificassi per sempre.
“Tu non capisci, Su” disse Peter con un sospiro, “E…E’ meglio che tu non capisca. Ma grazie per il
tuo interesse. Sono fortunato ad averti qui accanto a me in ogni momento”
“Ti starò smepre accanto” disse Susan
sorridendo, “ A proposito…Questa sera ci sarà un ballo per celebrare il nostro
primo anno di regno ed è un occasione fantastica per
scrollarti di dosso questo tuo stato di melanconia. Ho invitato personalmente
alcune belle ragazze che sarebbero perfette per te, Peter. E anche alcuni
ragazzi. Narnia è molto aperta in questo, non credi?”
“E cosa mi dici di te, Su? I tuoi pretendenti
saranno meritevoli della tua attenzione, questa sera?” chiese Peter con un
sorriso compiaciuto, “Perché se così non sarà, non ci penserò due volte a
tagliar loro la testa.”
“Peter!”
Peter rise e trovò quella sensazione essere
alquanto liberatoria. Susan aveva ragione. Era passato un anno dalla morte di
Edmund, e lui non poteva portare il lutto per sempre. Non era sicuro che Susan
conoscesse la natura del dolore di Peter ma, secondo lui, era molto probabile.
Il modo in cui lei lo guardava, con compartecipazione al suo dolore e senza mai
compatirlo, gli faceva pensare che sapesse di che natura erano i suoi
sentimenti. Come con Aslan. Peter poteva senza dubbio affermare che il Grande
Leone sapesse esattamente cosa lui provava per Edmund. E anche dopo la morte di
quest’ultimo, egli aveva spinto Peter ad accettare i suoi sentimenti, senza
riserbo. Non una volta dalla scomparsa di Edmund Peter aveva parlato ad alta
voce del suo amor per il fratello. Se l’era tenuto dentro. Ma ora sapeva che
era giunto il tempo di andare avanti e di aprirsi alla possibilità di qualcosa
di nuovo. Le possibilità erano chiare: o rincominciare o vivere nel dolore ogni
restante giorno della sua vita.
“Stasera sono certa che sarà un toccasana per
te, Peter. potresti persino riuscire a divertirti!” disse Susan ridendo prima
di girarsi per uscire dalla sala, “Ed l’avrebbe voluto, non credi?”
Ciao a
tutti…rieccomi qua con un altro capitolo di questa splendida fic. Chiedo scusa
per esssere sparito nel nulla e aver lasciato questo lavoro incompleto per
tanto tempo…cercherò di essere più costante d’ora in poi…Buona lettura!
Capitolo 6 *** Il vero amore non conosce ostacoli - 3° parte ***
Le maschere cominciano a svanire
Le maschere cominciano a svanire
Cair Paravel era tutto una festa. Tutti a
Narnia erano stati invitati a partecipare alle celebrazioni per il primo anno
di regno dei Pevensie. Peter stesso non poté fare a meno di apprezzare
profondamente la compagnia di così tanti suoi sudditi. Si trovò spesso ad
essere ringraziato per cose che a mala pena si ricordava di avere fatto;
nonostante ciò non mancò di parlare gentilmente con tutti coloro che erano
venuti ad incontrarlo. Il ballo poi si era dimostrato essere un successo
folgorante e Peter si ricordò bene di ringraziare Susan per averlo spinto a
partecipare ad una così gioiosa occasione.
Peter sorrise nel vedere Lucy danzare
appassionatamente sulla pista da ballo, col signor Tumnus che stava trovando
gli intricati passi del valzer abbastanza difficili per le
sua abilità. Susan, d’altro canto era occupata nell’essere gentile e
accogliente con tutti gli ospiti, così come ad evitare le attenzioni di tutti i
suoi potenziali pretendenti. Come la stessa Susan gli aveva detto, lei era fin
troppo impegnata per preoccuparsi di eventuali pretendenti, dopotutto aveva un
regno da portare avanti.
“Su!” la chiamò
Peter mentre attraversava la pista da ballo per riuscire a raggiungerla,
“Susan!”
“Sì, Peter. Sto trascorrendo davvero una bellissima serata. E tu?” disse Susan sorridendo.
“Su, sei davvero uno
splendore e stasera è un magnifico successo. Ma, dimmi, perché non ti ho ancora vista ballare con
qualcuno dei tuoi pretendenti?
“E’ una buona cosa che aspettino ancora e poi
io ho cose più importanti da fare come andare a parlare con i castori. E’ da
mesi che non li vedevo. Ma facciamo un patto, Peter Pevensie.” disse Susan con
uno sguardo divertito, “Io prometto di danzare con qualsiasi pretendente tu
scelga per me a patto che tu poi faccia lo stesso con la persona che io ti
indicherò.”
“D’accordo, Susan. Ma cerca di scegliere qualcuno
che non mi tratti come una maestà”
“Ma tu sei un re, Peter”
“Lo so, ma ormai sta diventando stancante”
“Molto bene. Scegli pure
per primo”
“Lui” disse Peter indicando
l’Ambasciatore di Archenland, “Egli non è un re, ma è un uomo bello e virtuoso. Non vedo nessuna ragione al momento per cui dovrei
tagliargli la testa."
“Peter…” esclamò Susan accigliandosi, “Ora è
il mio turno. Uomo o donna, mi chiedo. Io scelgo…lei. La principessa Eris del
regno di Shian. Non ti pare una buona scelta?”
“Peter volse lo sguardo
nella direzione che Susan stava indicando. I suoi occhi furono come rapiti da una splendida figura su cui non
aveva mai posato lo sguardo. Capelli castani lisci come la seta, penetranti
occhi azzurri e una pelle delicatamente abbronzata. Peter si trovò a fissarla
come perso, cosa che non era più successa da molto
tempo. Susan gli diede un piccolo colpetto col braccio e gli fece cenno di
invitarla a ballare.
“Mia signora, posso avere l’onore di questo
ballo?” disse Peter mentre le porgeva la mano.
“L’onore è mio nell’accettare il vostro
invito, Grande Re” disse la principessa Eris con un inchino.
Peter trovò sorprendente la facilità con cui
sembrava passare il tempo; danzarono e risero, divertendosi molto insieme.
Peter si trovò ben presto letteralmente rapito dalla ragazza, in ogni senso.
Per la prima volta dalla morte di Edmund guardava qualcuno e pensava che…forse...
“Siete un ottimo ballerino, Maestà”
“Be sì, ero solito esercitarmi con…” disse
Peter prima di sprofondare come in un ricordo.
Era a casa in Inghilterra. Lui ed Edmund
avevano “preso in prestito” uno dei nuovi radiogrammofoni dei loro genitori.
Peter era in piedi ed offriva dolcemente la mano ad Edmund, che la prese con un
piccolo inchino. Peter rise a quel gesto ma proseguì con l’insegnare ad Edmund
le meraviglie del ballo.
"Edmund, devi concentrarti.”
disse Peter ridendo mentre teneva Edmund in posizione, “Lo vogliamo fare per
bene o no?”
“Peter, lo sai che per quanto tu mi insegni, io non diventerò mai un ballerino più bravo
di te”.
“Ma tu devi imparare, Ed. Così puoi fare la
corte a tutte quelle belle ragazze a scuola.” disse Peter, prendendolo un po’
in giro mentre si muovevano lentamente nella stanza, “non devi far altro che
seguire i miei movimenti”.
Peter avrebbe giurato che Edmund peggiorasse
ad ogni lezione che facevano. Non riusciva proprio a capire perché, dopo tutti
i suoi insegnamenti, Edmund fosse semplicemente terribile come il giorno in cui
aveva chiesto a Peter di dargli lezioni di ballo.
“Se non ti conoscessi meglio, direi che ti
sei proprio divertito in queste nostre lezioni, Ed”
“Bé questo acuto spirito d’osservazione non
fa che dimostrare la tua intelligenza, Peter” disse Edmund con un sorriso
ironico.
Peter ricordava quel giorno come se fosse
stato ieri. Quella fu l’ultima lezione che diede al fratello. Fu poco prima di
quel giorno che Edmund lo baciò mentre erano vicino al fiume, prima che tutto
cambiasse fra di loro.
Peter tornò alla realtà bruscamente e trovò che il recente divertimento provato grazie alla compagnia
della principessa Eris stava rapidamente scomparendo. Nonostante questo fece
del suo meglio per mantenere le apparenze. Non sarebbe stato giusto nei
confronti della ragazza.
“Dovete essere stanca” disse Peter quando
smisero di ballare, “Posso andare a prendervi da bere, mia signora?”
“Vi ringrazio della vostra gentilezza, maestà”
disse la principessa Eris dando a Peter un rapido bacio sulla guancia. “Siete
un vero cavaliere”
“Per favore, chiamami Peter” le sorrise Peter
prima di voltarsi.
Peter si incamminò verso uno dei servitori ma
all’improvviso uno degli invitati catturò la sua attenzione. Si trattava di
qualcuno che non aveva mai visto prima. E nonostante ci fossero molti ospiti a
lui sconosciuti, Peter aveva almeno un idea di qual’era
la loro nazionalità.
Peter si fermò e si mise a studiare quello
strano invitato. Indossava una maschera, come molti quella sera, ma quello che
Peter notò di stano è che quello stano ospite era
vestito completamente di nero e sembrava essere in tutto e per tutto un
cavaliere. Più lo studiava e più gli sembrava essere un cavaliere o un
ambasciatore più che un invitato. Qualcuno che era lì per altri affari e che
era arrivato per caso durante il ricevimento. Ma più di questo, più Peter lo
studiava e più si sentiva a disagio. La sua presenza lì lo faceva stare
profondamente male.
“Tu là!” disse Peter chiamando lo
sconosciuto, “Chi sei?”
Peter si incamminò verso di lui ma in quel
momento il cavaliere si girò per andarsene. Qualcosa dentro di lui gli diceva
di fermare lo sconosciuto e di chiedergli che cosa ci facesse al ballo. Ma
prima che potesse raggiungerlo il cavaliere era già sparito nella folla.
“Oreius!” gridò Peter, “Oreius!”
Oreius galoppò velocemente tra gli ospiti e
si mise al fianco di Peter. Peter lo spinse a lato, per non dare troppo nell’occhio.
Il centauro poteva vedere la risolutezza negli occhi del suo sovrano e si
preparò ad agire in fretta.
“Maestà, che cosa vi turba?”
“C’era qualcuno qui, un
secondo fa. un
cavaliere. Un cavaliere in armatura nera che indossava una maschera. Non ho
visto alcun simbolo che potesse suggerire la sua provenienza. non so Oreius. qualcosa non torna. Voglio che tu lo segua e
lo identifichi. Potrei sbagliarmi, ma mi sembrava qualcuno che avesse qualcosa
da nascondere.”
“Come desiderate, maestà” disse Oreius
inchinandosi prima di galoppare verso l’uscita della sala.
“Va tutto bene, Peter?” chiese la principessa
Eris toccando il braccio del re.
“Sì, tutto a posto. Andiamo a prendere da
bere, Eris”.
X Felicity89: Ti ringrazio
della tua recensione. Per quanto riguarda la tua domanda l’unica cosa che posso
dirti è che ciò che avviene a Narnia ha effetto anche di qua dell’armadio.
Capitolo 7 *** Il vero amore non conosce ostacoli - 4° parte ***
L’odore di paura e guerra
L’odore di paura e guerra
Peter non ebbe più notizie di Oerius per una
settimana dopo il ballo. Con ogni giorno che passava, egli temeva sempre di più
di aver mandato il suo fedele generale dritto in una trappola. Ogni giorno egli
inviava un altro gruppo di esploratori sulle tracce di Oreius, ed ogni giorno
questi ritornavano a mani vuote.
“Non avrebbe mai smesso di inseguirli fino a
che o non li avesse trovati o…avesse fallito. Lo sapevo che c’era qualcosa che
non andava in quel cavaliere.” disse Peter maledicendosi.
“Oerius è sopravvissuto a molti pericoli in
passato, Peter.” disse Susan con tono
rassicurante “Ritornerà di sicuro incolume.”
“Non mi piace tutto questo, Su. Temo che
tutto ciò abbia qualcosa a che fare con le notizie allarmanti che ci stanno
giungendo dai Boschi Occidentali. Narnia è minacciata.” disse Peter camminando
avanti e indietro.
“Noto che la Principessa Eris
è rimasta a Cair Paravel per tutta la settimana. C’è qualcosa di cui desideri
parlarmi, Peter?” chiese Susan con un sorriso malizioso.
“Peter ha una ragazza, Peter ha una ragazza!”
cantilenò Lucy ridendo, “Stai per innamorarti e forse per sposarti?”
“Questo non succederà, te lo posso assicurare.”
rimarcò Peter, “E, tra l’altro, ho questioni più importanti di cui occuparmi. Non
ho tempo per le ‘fidanzate’.”
“Peter, Narnia non cadrà in rovina se
deciderai di avere una tua vita. Lei è meravigliosa, no? L’ho scelta
specificamente per te. Mi sono assicurata che fosse perfetta per te.” insisté
Susan.
Susan venne interrotta dal suono di zoccoli
scalpitanti. Oerius il centauro galoppò nella sala del trono, cosa che fece
nascere un sorriso genuino sul volto di Peter.
“Oerius!” esclamò Peter andando incontro al
centauro e abbracciandolo con gioia, “Amico mio, dove sei stato? Ero così
preoccupato per te.”
“Non potevo tornare prima di aver completato
la missione che mi avevate affidato, Maestà.”
“Beh la prossima volta non ti invierò da
nessuna parte a meno che tu non abbia un intero battaglione in armi con te” disse
Peter sorridendo.
“Maestà, sono spiacente ma porto terribili
notizie” disse Oerius con tono grave.
“Re Peter!” esclamò Rask entrando nella
stanza alla massima velocità che le sue quattro zampe gli permettevano “Porto
terribili notizie!”
“Va bene, chi porta notizie più terribili?” chiese
Peter quasi scherzando.
“Narnia è sotto assedio!” disse Rask a fatica
mente riprendeva fiato, “I Boschi Occidentali sono stati invasi! Le sconfitte
forze di Jadis si sono riunite e ci hanno colto di sorpresa con un attacco
contro le città occidentali. I rapporti che ci stanno giungendo confermano che
l’obiettivo delle armate nemiche è quello di conquistare la parte ovest del
regno. Si fanno chiamare l’Esercito di Kjell. Hanno proclamato con un editto
che reclameranno per loro ogni terra senza un legittimo sovrano. Hanno
dichiarato guerra al resto di Narnia e stanno già ammassando una forza
considerevole tra noi e i boschi occidentali. In questo modo noi non possiamo
raggiungere le nostre città assediate.”
“Questo non può essere.” disse Peter nel
panico, “Guerra?”
“Mi spiace informarvi Maestà, porto notizie
altrettanto allarmanti.” disse Oerius con timore nella voce “Quel Cavaliere di
cui mi avevate parlato ha cavalcato più veloce di quanto potessi stargli dietro.
L’ho rintracciato nei pressi dei confini nord del regno; è a capo di un
esercito, Maestà. Non potevo avvicinarmi a sufficienza senza farmi notare, per
cui li ho osservati da una certa distanza, ma sono sicuro che numericamente
sono pressoché equivalenti alle nostre forze.”
“Sono alleati o nemici?”
“Col vostro permesso, tornerò da loro con un
messo per cercare di intavolare un incontro diplomatico. Temo che siano nemici,
ma dobbiamo esserne certi. Tutto quello che so è che stanno marciando da nord. Potrebbero
raggiungere Cair Paravel in una settimana.”
Peter fece qualche passo indietro e si
sedette sul suo trono. Lucy e Susan erano ugualmente angosciate. Peter sapeva
che sarebbe venuto il giorno in cui avrebbe dovuto condurre l’esercito in
battaglia, Aslan glielo aveva quasi detto. Ciò nonostante non si aspettava che
questo giorno sarebbe arrivato così presto. Credeva che avrebbe avuto minimo
qualche anno per rafforzare il regno di Narnia.
“Non possiamo combattere una Guerra su due
fronti. Non ci possiamo permettere il lusso di dividere le nostre truppe. Oerius,
non posso permetterti di partire. Ho bisogno che tu rimanga qui per aiutarmi ad
organizzare le difese. Manda dispacci in ogni angolo del regno … dobbiamo
preparaci alla guerra.”
La battaglia dei Boschi Occidentali
“Eccoci qua, Oerius. Cosa dovremo fare per
scacciare per sempre questi demoni dalle nostre vite?” Peter disse con
malinconia, “Dovremo prepararci a questa battaglia e vincerla il prima possibile
così da avere il tempo di riorganizzarci prima che l’armata da nord ci
raggiunga.”
“Io credo in voi, Maestà. Voi ci condurrete
alla vittoria, ne sono certo.” disse Oerius con nessun dubbio negli occhi.
“Ancora una volta, per Narnia.” disse Peter sguainando
la spada.
Mentre Peter osservava l’armata di Kjell, si accorse
che si trattava quasi della fotocopia dell’esercito che aveva combattuto a
Beruna. L’unica differenza è che entrambi gli eserciti erano leggermente più
piccoli, e Jadis non era presente. Anche se, di contro, neppure Aslan. Peter
sapeva che quella era una battaglia che doveva vincere senza l’aiuto di Aslan.
Peter dette il segnale ai grifoni di iniziare
il bombardamento aereo. Pochi istanti dopo Peter segnalò alla cavalleria di
avanzare seguita a ruota dalla fanteria. Poco tempo dopo la battaglia era nel
pieno del suo svolgimento, i centauri si scontravano con i minotauri e i
ghepardi con i leopardi.
Peter si rese velocemente conto che l’armata
di Kjell aveva qualche nuovo asso nella manica dall’ultima volta che l’aveva
affrontata. Proprio quando Peter credé che la vittoria sarebbe stata di Narnia
con un relativo spargimento di sangue, l’armata di Kjell scoprì una nuova arma.
Unreggimento di serpenti di cui Peter
non era mai venuto a conoscenza; erano creature giganti con spaventose mascelle
piene di denti aguzzi, occhi iniettati di sangue, corpi della grandezza di una
mezza dozzina di centauri e la velocità di ghepardi. Irruppero velocemente
all’interno dell’esercito di Narnia, dividendolo in due ed in brevi istanti
decimarono i narniani e obbligarono Peter a suonare la ritirata.
Fu quasi come nella Battaglia di Beruna, solo
che questa volta, Peter non aveva Alsan, con un esercito al seguito, che lo
aiutasse. Peter sapeva che doveva dare il tempo al suo esercito di
riorganizzarsi e trovare un modo di combattere questa nuova minaccia.
“Ordinate alle Fenici di creare un triplo
muro di fuoco tra noi e l’esercito di Kjell! Stavolta non hanno Jadis per
superarlo! Oerius, ritiriamoci all’accampamento!”