Neve di Marzo

di faith15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO: That Boy. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Maybe, i like you ♥ ***
Capitolo 4: *** Neh Ryo, do you remember that day? ***



Capitolo 1
*** PROLOGO: That Boy. ***



NEVE DI MARZO



Titolo: Neve di Marzo

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)


Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U
Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!


Note: Allora, qui la nota all'inizio è obbligatoria! Allora, questo è un “remake” della mia vecchia fanfic “the eyes of the night”.

Ovviamente ci saranno delle parti diverse e altre esaminate molto meglio ma essenzialmente la storia è quella.

Visto che non sono riuscita a completarla, forse perchè per troppo tempo non ci ho pensato e sono uscita mentalmente dalla storia o perchè era scritta malissimo, ho deciso di riscrivere tutto u.u

In modo più fluido e meno sbrigativo dell'altra volta.

Spero che la leggiate comunque e che la seguirete çOç

Chuuuu <3





. PROLOGO.


Fino a qualche anno fa mi sarei descritto come un ragazzo ordinario. Poco interessante.

In effetti non ero ne molto attraente ne possedevo una personalità spiccata; vedevo la vita come un modo stupido per passare il tempo prima di giungere alla fine e scoprire se tutte le teorie sul paradiso o la reincarnazione fossero vere, nulla di più.

A quei tempi non desideravo nulla, il mio destino era già segnato nonostante frequentassi la scuola superiore e un giorno avrei frequentato, forse, l'università statale con non si sa quale indirizzo.


Sarei diventato il proprietario di un piccolo negozietto di cianfrusaglie nella periferia di Tokyo; mi spettava di diritto.

Anche se più come un diritto lo vedevo come una condanna ad una vita destinata a scorrere dietro a degli scaffali impolverati per guadagnare quel giusto che serviva per arrivare alla pensione.


Mio nonno era prossimo alla morte, la sua malattia stava iniziando a dargli qualche problema alle articolazioni e la sua consorte non avrebbe retto molto a lungo in quel posto; non avevo mai pensato di oppormi o di crearmi un futuro con le mie mani, non mi interessava un gran che.

La vita mi annoiava e mi andava bene così.


Alzai gli occhi al cielo, percorrendo quella strada che ormai conoscevo a memoria ma che ogni volta mi stupiva.

La scuola distava dieci minuti a piedi da casa mia e farsi accompagnare in macchina sarebbe stato un inutile perdita di tempo per mia madre.

In realtà non avevo nemmeno molti amici con cui parlare, perciò usavo questi momenti per poter pensare un po alla mia vita quasi inutile.


Ad occhi esterni la mia esistenza sarebbe potuta sembrare penosa o triste, ma per me, che non avevo mai avuto niente di speciale, era la quotidianità con cui vivevo e che non ero disposto a cambiare.

Sono stato cresciuto con il motto "Mai lasciare la strada vecchia per la nuova" ed ero propenso a continuare così.


Abbassai la testa, perdendomi nelle dolci note al piano di non so quale canzone; tutto era calmo e sereno.

Era rilassante poter ammirare il paesaggio semi addormentato, con la sinfonia adatta nella mente mentre pian piano la testa lasciava volar via quei pensieri inutili che ti oscuravano la vista, impedendoti di vedere il mondo per quello che in realtà è e non per quello che, grazie alla mano incivile dell'uomo, appariva.

Con un gesto poco curato mi spostai una ciocca di capelli biondi dal volto, lasciando lo sguardo libero di vagare dapprima sui piccoli fili d'erba leggermente ghiacciati per poi guardare distrattamente l'acqua scorrere lentamente al mio fianco, di tanto in tanto potevo persino notare delle piccole lastre di ghiaccio galleggiare sulla sua superficie.

Rabbrividì al sol pensiero di poter cadere nella morsa di quelle acqua gelide, sarebbe stato come avere il corpo trafitto da mille lame affilate ma avere ancora la forza per rimanere cosciente fino all'ultimo respiro; mi strinsi forte alla giacca e aumentai il passo.


Non ci misi molto tempo a raggiungere quell'enorme stabile pieno di schiamazzi e risate che era la mia scuola, i miei passi si muovevano quasi in modo automatico raggiungendo l'entrata esterna.

Schiusi appena gli occhi, il tempo di immergermi per l'ultima volta in quella melodia appena cominciata che mi faceva sognare ogni volta di poter volare in alto, libero nel grande cielo blu.

Mi ritrovai a sorridere, forse in modo troppo stupido, al centro del cortile interno della scuola; la musica era l'unica cosa che mi trasmetteva emozioni così grandi da diventare inspiegabili a parole umane.

Mi teneva compagnia in ogni istante della mia vita, era la mia migliore amica.


Ogni volta che tutto attorno a me perdeva di significato mi gettavo tra le sue braccia amorevoli per farmi cullare, non mi ha mai tradito.


Ma questo mio piccolo viaggio liberatorio non durò molto tempo, il mio sorriso scomparve non appena sentì il mio corpo urtare qualcosa si abbastanza grande da farmi perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente a terra; serrai di scatto gli occhi, pronto a provare l'asfalto contro la mia pelle, ma la caduta non fu così dolorosa come mi aspettavo, nonostante qualcosa di duro, probabilmente un gomito, mi colpì lo stomaco, facendomi quasi mancare il respiro.

Qualcosa si parava tra me e il cemento.

Pian piano riaprì le palpebre, lasciando che la luce mi riempì nuovamente la mente, mentre quel corpo sotto di me si muoveva lentamente schiacciato dal mio peso.

Ci misi qualche secondo a capire cosa fosse accaduto; mi alzai quasi di scatto e con il volto probabilmente rosso dalla vergogna mi voltai nella direzione dove c'era ancora l'altro ragazzo a terra.

Non lo riconobbi subito, il viso era nascosto tra la sciarpa bianca di lana e dei lunghi capelli neri.


< Dio, scusami! > Mormorai, inchinandomi profondamente dispiaciuto, cercando di mascherare il dolore.

Sinceramente speravo di non dover arrivare alle mani, molti degli studenti della mia scuola non erano di certo famosi per la loro calma e simpatia.

Ho sempre cercato di stare alla larga da tutti quelli che non conoscevo sin dall'asilo, ovvero due o tre persone, per non avere dei fastidi inutili, ma una piccola risata mi risuonò nella testa.


Era una di quelle risate che ti rimanevano impresse anche se non volevi.

< Suzuki, sei Suzuki vero? > Alzai gli occhi, mentre una delle cuffie mi penzolava ad un lato della nuca bloccata dalla sciarpa.

Tutto mi aspettai meno che lui, il sempai della IIID.

< Shiroyama sempai! > mormorai < Stai bene? >

Gli porsi la mano, aiutandolo ad alzarsi da terra.

< beh, contando che mi sei caduto addosso e mi sono ritrovato schiacciato a terra, stò bene! > Sorrise benevolo.

Io e il Sempai non eravamo ne amici e ne conoscenti, a dire il vero prima di allora mi aveva rivolto la parola solo due o tre volte in tutta la mia vita, ma era quella persona che ti rimaneva impressa nella mente anche senza volerlo.

Sarà per la sua allegria o per la sua infinita bellezza, forse un po troppo femminea per il volto di un ragazzo, ma non era uno che passava inosservato.

< E tu, come stai? Penso di averti tirato involontariamente una gomitata! > Si avvicinò di qualche passo, giusto per appoggiarmi una mano sulla spalla e guardarmi meglio negli occhi.

< Io tutto ok! > Non so per quale motivo ma non riuscì a ricambiare il suo sguardo per più di due secondi, mi sentivo quasi a disagio davanti a lui < Mi dispiace, scusa! >

Ripetei nuovamente.

La sua mano scottava sul mio corpo, nonostante tra me e lui ci fossero innumerevoli strati di stoffa.

Sentivo il cuore iniziare a battere ad un ritmo irrefrenabile, quasi mi fossi appena fermato da una lunga corsa.

Erano sensazioni nuove queste, nessuno mi aveva mai trasmesso questo genere di sentimenti con un solo tocco.

< Figurati! Ma stai più attento la prossima volta! > La sua voce e il suo sorriso mi colpirono in pieno viso in modo così violento da farmi mancare anche il respiro.

< Ora vado in classe! Nonostante tutto, è stato un piacere Suzuki > Mi salutò gentilmente prima di scomparire tra la massa di studenti in procinto di entrare nell'edificio scolastico.

Quasi maledissi quella campanella che suonava ripetutamente da 2 minuti, fosse stato per me sarei rimasto li a fissarlo per ore e ore, ammaliato e un po stregato da quei lineamenti non perfetti, ma assolutamente bellissimi.


Non so come hai fatto, ma in meno di dieci minuti hai quasi stravolto il mio mondo e pensandoci ora, a mente lucida, potrebbe sembrare un caso ma io sono sicuro che il nostro incontro era scritto nel grande libro del destino già da molto tempo.



Note : Allora, già come primo capitolo è un po differente XD

Spero vi sia piaciuto *^* fatemi sapere tutto quello che pensate.. anche se dovete insultarmi per non averla continuata e per ripartire dal primo capitolo U.U

a prestooo <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


NEVE DI MARZO

 

Titolo: Neve di Marzo

 

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)

 

 

Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U

Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!

 

Note: Ehm.. Non ho scusanti, lo so T^T Ma siccome non avevo ricevuto molte recensioni con il primo capitolo del remake mi ero un po depressa e poi ho passato un periodaccio davvero pesante che mi ha fatto perdere completamente l'isiprazione T^T

Però l'importante è ritornare nello status adatto noh? T^T vero? mi perdonate? E soprattutto... recensite vero??? Se no mi deprimo e non scrivo più niente =ç= 
Spero che questa versione vi piaccia, voglio continuare a scrivere e finirla... ci tengo davvero tanto!  Anche perchè un po mi rappresenta.. fa parte di me e vorrei vederla finita T^T


Commentate~  a presto ragazze *si mette subito a scrivere il terzo capitolo visto che si sente ispirata*

 

bye~

 

 

 

______

 

 

Ancora non riuscivo a capacitarmi di come tu, ragazzino dai capelli corvini, sia riuscito ad entrarmi prepotentemente nella mente così in fretta.

Erano passate  settimane ormai dal nostro ultimo incontro e ancora non riuscivo a togliermi dalla testa la tua risata, maledettamente dolce e dannatamente penetrante, i tuoi occhioni enormi e spensierati, neri e profondi come la pece e il tuo profumo, che ricordava molto l'odore agrodolce delle pesche estive dei campi dell'Hokkaido; ancora ora, chiudendo gli occhi, posso ricordare chiaramente questi piccoli particolari.

Per la prima volta in tutta la mia vita mi ero ritrovato dinnanzi a questo muro, il muro della mia coscienza.

Fino a quel momento ero praticamente certo che nessuno al mondo sarebbe stato così speciale da fare breccia nella mia corazza di cemento, specialmente un'altro ragazzo; tuttavia senza saperne il motivo, mi ritrovavo seduto su quel sedile tanto piccolo e tanto scomodo, pensando a cosa avrei fatto se percaso ti avrei rivisto.

Tirai un lungo sospiro, cercando di spezzare la lunga sequenza dei pensieri che occupavano dannatamente la mia mente da quelle che sembravano ore per me, ma tutto quello che riuscii a fare fu aspirare un'ingente quantità di ossigeno misto a puzzo di sudore, che a causa delle decide e decine di persone che si erano radunate nel vagone, riempiva quelle pareti di metallo e vetro; almeno, grazie a quell'odoraccio, mi ero preso una pausa da quella che ormai era diventata una tortura psicologica bella e buona, specialmente per quell'ora del mattino.

< Ryo-kun? > sentii una voce chiamare il mio nome, obbligandomi finalmente a destarmi dal mio stato semicomatoso.

Alzai lo sguardo verso la persona che stava seduta davanti al mio sedile con fare curioso e quasi infastidito. < Mi hai ascoltato? > Mi disse ancora una volta, aumentando leggermente il tono della voce.

< Scusa, non... >

< Va bene, va bene.. > Kouyou, il mio amico d'infanzia < Siccome non ho fatto i compiti, ora tu ed io, ci saltiamo la prima ora! va bene? >

Il mio unico amico aggiungerei.

L'unico, fino a quel momento, che riusciva a girarmi e rigirarmi a suo piacimento; infatti non cercai nemmeno di protestare al suo chiaro ordine, acconsentì con un leggero movimento di capo e ritornai a fissare il panorama mattutino delle strade, ancora poche caotiche, di Tokyo.

< Sai chi mi ha chiesto di te? > L'unica pecca che aveva il suo carattere era quella di essere estremamente fastidioso, specialmente quando si trattava di interagire con le altre persone poco consone a relazionarsi con gli altri.

< Chi? > Chiesi, quasi più per cortesia che per reale curiosità.

< Shiroyama, della mia classe. Non pensavo vi conosceste, anzi, non pensavo conoscessi altre persone! > Quasi sobbalzai dal mio posto, mi sembrava già strano che qualcuno potesse chiedere di me, ma lui, era proprio fuori da ogni possibile candidato. borbottai, cercando di non attirare molto la sua attenzione.

Era dannatamente intuitivo, ma sinceramente non mi andava di rivelare a nessuno cosa stessi provando in quel periodo, soprattutto perchè non era ben chiaro nemmeno a me.

< No perchè mi sembrava piuttosto insistente > Finì di parlare anzando le spalle, per poi ritornare al suo giornale.

Ad occhi esterni potevamo sembrare davvero un duo di amici alquanto insolito, lui fin troppo logorroico, sempre pieno di cose da raccontare e disposto ad accoglierti con un grande sorriso, anche quando in realtà non desiderava altro che piangere, mentre io, perennemente assorto nei miei pensieri, taciturno e avvolto nella mia aura di assoluta antipatia.

Molte volte chiedevano a Kouyou come potesse frequentare una persona come me, ma gentilmente lui piegava la testa e sorridendo diceva gentilmente: "Non posso decidere io a chi voler bene, no?" . Mi ritrovai a sorridere come un'idiota al solo pensiero della sua faccia buffa.

< Perchè ridi? > Mi chiede, inclinando la testa proprio come l'immagine che avevo stampata in mente, cosa che mi fece ridere ancora con più insistenza.

< Ehy coso? Ridi di me per caso? > Mi chiese sbuffando, lanciandomi la rivista che aveva tra le mani.

< Sei carino quando ti arrabbi! > Gli dissi, senza pensare minimamente alle mie parole; vidi il suo viso arrossire nel giro di pochi secondi. Non essendo una persona che si lasciava andare facilmente con i complimenti mi sorpresi io stesso delle mie parole < Smettila Suzuki! Sai che... >

< Quanto casino che fai Takashima! > Posso dire che nello stesso istante in cui alzai gli occhi verso l'alto, trovandomi davanti al tuo viso sorridente, persi qualche anno di vita. I tuoi capelli neri, leggermente spettinati ti cadevano lungo il viso, ornando alla perfezione la tua pelle bianca, macchiata leggermente da quelle occhiaie violacee che ti rendevano umanamente bellissimo.

Non ero gay, non lo ero mai stato, la sola vista di un ragazzo nudo mi faceva venire i brividi, eppure quando guardavo la sua figura aggraziata ma mascolina,  tutti gli stereotipi dell'amore moderno crollavano come un castello di sabbia  durante l'alta marea; uomo o donna che era,in sedici anni era stato l'unico a farmi provare quella strana sensazione di avere un macigno sullo stomaco, tanto pesante da farti mancare il fiato.

< Le tue cose hanno bisogno di un posto privato, no perchè potrei anche volermi sedere! > Aggiunse, aggiungendo un sorriso di pura ironia, cosa che capii più avanti, era una delle sue migliori abilità.

< Non sei per niente spiritoso, sai? > Disse il biondo, raccogliendo le sue cose, gettate senza ritegno sul sedile accanto al suo per far posto al moro.

< Sai che alla fine ti voglio bene! >  Commentò, sedendosi nel sedile davanti al mio. Deglutì leggermente quando le sue gambe toccarono per sbaglio il mio ginocchio; non capivo cosa mi stava succedendo.

< Buon giorno Ryo-san! > Sorrise dolcemente, obbligandomi ad alzare gli occhi per osservarlo nuovamente in viso.

< Buon giorno! >  La voce mi morì in gola, uscendo dalla mia bocca in modo quasi gruttuale e spaventoso.

Odiavo sentirmi in quel modo; totalmente incapace di gestire una normale situazione di dialogo con un normale ragazzo della mia scuola.

< Allora, Shiro-kun! Vieni con noi a fare colazione? > E per di più il mio migliore amico non riusciva a tenere chiusa quella sua bocca tanto carnosa quanto vogliosa di parlare come una radiolina.

Vigliaccamente abbassai lo sguardo, rimanendo in silenzio per tutto il tragitto in treno; nonostante tutto, sentivo il suo sguardo vigile sulla mia figura silenziosa, era come un falco in cerca della sua preda, ma al momento instaurare un discorso con il sottoscritto non era così facile.

< La prossima fermata è la nostra! > Si alzò di colpo Takashima, seguito da Yuu.

< Kyu-kun, mi sa che io me ne ritorno a casa! > Dissi all'improvviso, poco consapevole delle parole che avevo appena pronunciato. Non sarei riuscito a reggere altri silenzi e altre sensazioni poco chiare, dovevo prima chiarire delle cosette con me stesso prima di poter girare liberamente al fianco di Shiroyama.

< Ah, vai via? > Fù Yuu a rispondermi, voltandosi di scatto. Il suo sguardo si fece cupo, la sua voce nel pronunciare quelle tre brevi parole aveva perso gran parte della vitalità che aveva qualche minuto prima < Perchè non rimani? >

< Io.. non.. >

< Rimani! >

Disagio.

 

Non sapevo cosa rispondere. Le sue parole quasi imploranti mi avevano lasciato completamente basito.

In pochi secondi, davanti al leggero velo di tristezza che aveva coperto i suoi occhi da cerbiatto che io stesso avevo causato, avevo capito che non volevo che il bagliore che rendeva quel viso così speciale si spegnesse, soprattutto per colpa mia.

< E va bene! > Afferrai le mie cose e li seguii vicino alla porta d'uscita.

< Sono felice che viene anche Ryo-kun con noi! > Aggiunse, appoggiando una mano sul mio braccio prima di scendere gli scalini e raggiungere Kou.

Era bastato un semplice gesto.

Un tocco.

A far crollare tutti i dubbi che avevo in mente, lasciandomi completramente disarmato ed indifeso davanti a      questa esperienza che non ero pronto ad affrontare ma che era comunque arrivata.

 Il mio destino era ancora tutto da vedere, ma da quel giorno capii che era arrivato il momento di aprire leggermente il mio cuore ad un'altra persona.

Non era amore, non ancora. Ma non potevo negare che quello che provavo  non era semplice e pura curiosità che si prova verso un'amico.

Mi stavo innamorando.

Mi stavo innamorando di un ragazzo dai capelli dello stesso colore delle tenebre più scure e affascinanti, ma nonostante questa leggera consapevolezza non potei fare altro che arrendermi e farmi trascinare in quell'inferno che era l'amore.

 

 

 

 

 

Il buio mi acceca e mi rende suo schiavo.

Corro, urlo e non provo dolore.

Sarà questa la mia dannazione o è soltanto il passaggio alla mia vera vita?

 

To be Continued...

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Maybe, i like you ♥ ***




NEVE DI MARZO








Titolo: Neve di Marzo

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)


Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U
Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!











E fu così che mi ritrovai immerso in un mondo nuovo.

Totalmente estraneo ai miei occhi.

Un mondo di cui non riconosco ne i colori ne il profumo, ma di cui farò parte per molto tempo.

Un mondo perfetto ma nello stesso tempo completamente sbagliato.




Parole, parole e solo parole.

Le ore rinchiuso in quella scuola passavano così lentamente che ogni tanto credevo che il tempo amasse prendersi gioco di noi e smettesse di scorrere. Il professore di filosofia era un finto perbenista, una di quelle persone che cercava di farti capire quanto il mondo potesse essere bello nella propria complessità, esortandoti ad essere una persona migliore, affidabile e profonda, quando questo, dentro di se, non aveva altro che vigliaccheria e disonestà.

Ormai ero perfettamente conscio che l'unico modo per poter vivere al meglio era usare il cervello, il proprio e non quello degli altri. Provavo quasi pena per tutte quelle persone che pendevano dalle sua labbra come se la loro stessa vita dipendesse da quelle misere parole dette senza nè un significato nè un vero credo.

Sorrisi amaramente, alzando lo sguardo verso la finestra poco distante da me.

< Qualcosa non va,Suzuki-san? > Cercò di attirare la mia attenzione il vecchio vigliacco, quegli occhi color pece mi fissavano a mo' di sfida < Assolutamente no! > Senza distogliere lo sguardo da lui risposi, tranquillamente. < La mia lezione ti annoia? > Chiese ancora, conoscendo già la reale risposta a quella sua stupida domanda.

< No! > Risposi, ignorando qualsiasi altra pretesa di conversazione da parte sua, quello che proprio volevo evitare era un'altra divergenza con lo stupido personale di quella scuola.

L'ora per fortuna passò, non velocemente ma prima che potessi accorgermene era già ora di pranzo e non vedevo l'ora di addentare il mio pasto, non c'era cosa migliore che un bel bento colmo di cibo per alleviare le sofferenze di un'intera mattinata di noia assoluta.

< Ehy Ryo, senti.. > una vocina molto acuta mi chiamò alle spalle. Quando mi voltai vidi una ragazza della mia c lasse, rossa in viso e di costituzione robusta, mentre cercava probabilmente di mettere insieme tutte le parole che conosceva per formulare al meglio la domanda che stava per rivolgermi torturava il povero fazzoletto che avvolgeva il suo bento.

< Pranzeresti con me oggi?> La voce si fece improvvisamente bassa che a steto riuscii ad udirla, era carina non lo nego ma purtroppo non era il mio tipo, o almeno lo sarebbe stato prima di capire che in quel periodo la mia attenzione era rivolta ad un altro individuo della stessa scuola ma dal sesso un tantino differente dal suo.

< Mi dispiace > Cercai di rifiutare gentilmente, cercando di non offenderla o sminuire la sua richiesta davanti alle amiche < Purtroppo ho già un impegno per oggi, magari domani, che ne dici? > Purtroppo ero fatto così, davanti a certe cose non riuscivo proprio a dire di no, anche se la cosa in questione non mi interessava affatto.

< Ok! > La vidi sorridere felicemente ed allontanarsi tutta saltellante per essere riuscita ad ottenere un pranzo dal sottoscritto.

< Ryo~chan > Eccolo li, la mia condanna quotidiana!

Kouyou non era di certo una persona tranquilla e silenziosa. Mi sentii quasi morire mentre la sua presa ferrea si strinse attorno al mio collo quasi fosse una morsa d'acciaio.

< Ho una fame da lupi e tu non ti degni di passare alla mensa? Siamo arrivati fino a qui solo per prendere te, sai? Me la pagherai..> Si..siamo?

Allontanai lo sguardo dal mio migliore amico e iniziai a cercare in giro per la classe, individuando subito il suo compagno di sventure. Yuu.

Stava in disparte, fissando la scena divertito come pochi. Ormai tutti erano abituati a queste scene di "affetto" tra me e Kouyou, ma evidentemente lui ancora no.

< Vuoi uccidermi? No perchè così non avrai più la mia onesta compagnia durante i tuoi pranzi reali! > Cercai di parlare riuscendoci a malapena tanto tossivo.

< Siediamoci e mangiamo! Mangerei anche te al momento! > Sbuffai, fingendomi offeso mentre prendevamo posto tutti e tre nei banchi vicino alla finestra, inutile precisare che Kou non perse molto tempo prima di aprire il suo pasto e divorarlo in fretta e furia.

< Allora, com'è andata la tua mattinata? > Mi chiese il moro, forse più che per reale interessamento la sua domanda era nata con l'intento di spezzare l'atmosfera piuttosto imbarazzante che si era creata senza Kouyou che parlava ogni due secondi.

< Non male, noiosa e lenta come al solito! > Mormorai, addentando un pezzo di pollo < E la tua? > deglutii

< Il tuo amico qui non ha fatto altro che parlarmi di quanto avesse voglia di uscire! > Disse sorridendo, indicandolo divertito.

< Azzardati che ti taglio le mani! > Ringhiai al biondo, notando la sua mano allungarsi verso il mio bento con fare minaccioso.

< Da quanto vi conoscete? > Domandò, quasi stupito per la confidenza che c'era tra noi due.

< Da quando questo giovane microcefalo aveva ancora un cervello, non lo usava eh, ma c'era. Ovvero da 9 anni! > Sentenziai quella frase sentendomi quasi orgoglioso di avere un'amicizia così duratura in un età dove solitamente le vecchie amicizie contano poco o niente.

Yuu ci guardò sinceramente colpito prima di alzarsi per gettare della cartaccia nel cestino, non potei fare altro che seguire ogni suo movimento con lo sguardo.

Era magnetico, non ci potevo fare niente; erano passate ormai diverse settimane da quando ammisi a me stesso di essermi invaghito di un ragazzo, da all'ora non avevo fatto altro che pensare lui, valutare i pro e i contro di questa quasi desiderata storia d'amore. I pro erano molti, ma anche i contro non scherzavano.

Nel frattempo, mentre la mia mente era presa ad osservare le spalle di quel quasi dio del portamento, i miei occhi non potevano non cadere sul suo sedere. Ancora ora posso giurare che quel gesto fu più che involontario, non potevo ancora accettare il fatto che il mio cuore batteva per un uomo figuriamoci sbavare per il suo didietro.

< Neh~ Ryo-chan~ Dimmi una cosa! > E come un fulmine a ciel nuvoloso eccolo, conoscevo benissimo quel tono malizioso ed indagatore.

Poi quando sentì il suo braccio passarmi attorno le spalle pensai solamente di abbandonare tutto e scappare via. Sapevo già dove volesse arrivare la sua futile curiosià! Era stupido ma fino ad un certo punto, poi mi conosceva più di quanto io stesso potessi conoscermi. Lui sapeva già tutto, forse anche da molto più tempo prima di me.

< Non ti sarai mica preso una cotta per Shiroyama, vero? > Mormorò nel mio orecchio, con quella voce dannatamente roca e paurosamente sensuale. Mi irrigidì immediatamente, facendolo ridere di gusto.

< Lo sapevo! > Concluse da solo, battendo quelle sue dannate mani per un paio di volte.

< Che diavolo dici, non è vero! perchè mai lo chiedi?> Cercai di negare, rimanendo pietrificato al mio posto.

< Ah no? Ho sbagliato allora? Non ti sei mai stato goffo davanti ad una persona, non hai mai balbettato e soprattutto, non hai mai guardato nessuno con quello sguardo da "oddio mio, sei la cosa più bella che io abbia mai visto" >

Quello che mi faceva paura non era tanto quello che stava dicendo, ma era il modo in cui lo faceva che mi terrorizzava. Il sorriso sadico sul volto, la mano che era ritornata sulla mia spalla che più come contatto intimo significava "se scappi ti spacco la clavicola" e quel dannato entusiasmo. Era quello che più mi inquietava.

< Hai sbagliato alla grande! > Obbiettai, cercando di rimanere il più serio possibile, fingendomi anche un po' arrabbiato. < E poi...> Cercai di spiegarmi, ma la frase mi morì in gola notando lo sguardo curioso di Yuu puntato giusto su di noi.

< Che succede qui? > Chiese ad entrambi, ma l'unica risposta che ottenne fu un "niente di che!" da un Kouyou ancora più sorridente del solito.

< Va bene! > Non deve averci creduto molto ma almeno lui è sempre stato bravo a nascondere la propria curiosità e a fare finta di niente.

< Comunque io ora ho una cosa urgente da fare, mi dispiace ma scappo! > Raccolsi di fretta alcune cose e scappai via dalla MIA aula.


Non so perchè lo feci, paura? non lo so. Probabilmente è stato un segno del destino. Mi chiedo ancora se fossi rimasto lì, seduto a quel tavolo facendo finta di niente, le cose sarebbero andate come sono andate ora? Questa domanda mi persegueta come mille altre.



Entrai in bagno, era vuoto e silenzioso.

Volevo un momento da dedicare a me stesso per riorganizzare al meglio il mio cervello e fare pace con la mia coscienza. Mi sedetti su uno di quei bagni inutilizzati, chiudendomi dentro come se quelle tre assi di legno potessero proteggermi da qualsiasi attacco nemico.

Non ero mai stato un codardo, eppure la sua sola presenza mi faceva tremare le gambe. Odiavo queste reazioni.

< Ryo? > Dannazione.

Non risposi. Portai le gambe strette al petto, cercando di ignorare quella voce. Un verme, ecco cos'ero.

< Ryo? > Sapeva che ero li, probabilmente mi aveva visto entrare e io cercavo di fargli credere il contrario? Potevo far sentire stupido Kouyou ma non Yuu, lui era troppo sveglio.

Il mio cervello cercava mille piani di fuga mentre il mio cuore cercava di convincermi ad uscire da lì, ovviamente il secondo ebbe molto più effetto sulle mie azioni!

< Fai l'uomo Suzuki! > Mormorai tra me e me, stringendo i pugni come segno di auto-incitamento cercando dentro di me tutta la forza nascosta per reggere una conversazione con il moro.

Spalancai la porta, forse avrei dovuto semplicemente aprirla come fanno le persone normali ma no, la spalancai di forza... colpendolo praticamente in pieno.

< CRISTO! > Urlò Yuu, portandosi la mano al petto < Ma sei idiota? > mi urlò contro prima di cominciare ad inveire contro chissà quali altre divinità create dalla sua mente contorta.

Ero basito, forse non avevo ancora capito bene cosa fosse successo, come fosse successo e soprattutto non sapendo tutte queste cose non sapevo esattamente cosa fare.

< Il ditoo! > Disse, fissandomi con occhi semisgranati < Aprimi l'acqua per favore! >

Mormorai qualche parola priva di senso, entrando nel panico, prima di obbedire ai suoi ordini. Se prima potevo pensare di avere qualche speranza con lui, da lì in poi anche una lucertola avrebbe potuto conquistarlo prima di me.

< Mi dispice! > Dissi quasi sussurrando, prendendogli la mano e portandogliela sotto il getto d'acqua fredda. Non solo ero scappato senza nessun reale moltivo, in più gli avevo rotto un dito e mi ero anche preso dell'idiota. Perfetto.

< Fa niente! > Mi rispose lui di rimando, mordendosi le labbra. < Dispiace anche a me...per l'idiota! > Lo vidi nascondere il suo dispiacere dietro un finto sorriso.

Poi calò il silenzio, nella stanza si sentiva solo il rumore dell'acqua che scendeva giù nel lavandino.

< Senti! > Ci vollero ben 10 minuti prima che Yuu aprì bocca, rompendo quell'atmosfera che piano piano mi stava uccidendo violentemente < Io dovrei.. >

< Ti fa ancora male? > Chiesi, interrompendolo quasi senza accorgermene.

< Nono, apposto! > Rispose, rendendosi conto di avere ancora la mano sotto il getto freddo dell'acqua.

< Meno male, magari... > Stavo per ricominciare a blaterare su cose senza senso quando sentì la sua mano poggiarsi sul mio braccio, quasi come se volesse attirare la mia attenzione verso qualcosa di ben più importante di quello che stavo per dire io.

< Devo parlarti, Ryo! > Era serio in volto, mi faceva paura.

Per diversi secondi iniziai a pensare a così tante cose che la testa iniziò a girarmi.

Lo avevo spaventato e l'idea principale che avevo per la testa era che non volesse più ne parlarmi ne vedermi, soprattutto quando la sua presa diventò sempre più leggera, fino a scomparire completamente.

Vidi il suo braccio cadergli lungo il fianco. Restammo entrambi in attesa di un qualcosa di indefinito per qualche secondo, che a mio avviso sembravano più delle ore; pensai anche che a luipotesse piacere kouyou e che in realtà voleva solamente dei consigli dal sottoscritto, probabilmente se così fosse stato prima lo avrei incoraggiato a farsi avanti, poi però mi sarei rinchiuso dentro al box del bagno per mettere fine alla mia povera esistenza inutile.

< Tu.. > Stentava a pronunciare quelle parole, stavo fottutamente tremando.

< Tu mi piaci, ecco. > Disse d'un tratto, senza respirare e senza guardarmi.

Probabilmente smisi di respirare anche io dopo aver sentito ciò. "Tu mi piaci, ecco"

No, non respiravo e mi dimenticai anche di sbattere le palpebre.

Non era stato un "Mi piace Kouyou" o "mi fai schifo.." ma era un "Tu mi piaci, ecco.".

Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito uscire dalle sue labbra e anche se da una parte ero felice come un bambino il giorno di natale, dall'altra ero terrorizzato a morte.

Era quello che avrei voluto sentirmi dire, eppure quella paura mi aveva completamente paralizzato, non riuscivo a muovere nessun muscolo del corpo.

Yuu era immerso nell'angoscia, il suo sguardo era fisso sul mio viso per cercare ogni piccolo cambiamento d'espressione e il suo respiro diventava sempre più irregolare.

< Scusami! > sussurrò < Non volevo dirtelo così, ma sentivo che dovevo farlo! Io... > Distolse lo sguardo < Avevo paura che mi odiassi. Non mi parli praticamente mai, scappi quando mi vedi troppo vicino a te. Se arrivo con Kou il tuo sguardo...>

Non volevo farlo stare così, era triste per colpa della mia stupida reazione.

Lui mi piaceva , eppure i miei sentimenti erano ancora così in contrasto tra loro per poter essere felice e saltellante per il bagno.

Mi decisi finalmente ad aprire la bocca < Io non sono gay! > per dire cose completamente inutili.

< Capisco.. > Esclamò, seriamente pentito di quello che aveva confessato poco prima.

< Però.. > Dovevo rimediare e anche al più presto < Quando ti vedo divento goffo, sudo, non so mai come comportarmi e cosa dirti > Dissi tutto d'un fiato, cercando di arrivare al più presto al punto. Il mio tono era più supplichevole, dovevo cercare di fargli capire quello che in realtà provavo.

Non era per niente facile dover ammettere a se stessi che la relazione che al momento più bramavi era quella con un altro uomo.

Lo vidi annuire, sorridendo per la prima volta in quella mezz'ora.

< Perciò.. > Cercò di parlare ma mi sentii in dovere di interromperlo.

< Quello che voglio al momento è stare con te, lo voglio con tutto me stesso. Ma sono così confuso su come dovà essere il mio comportamento nei tuoi confronti che non so cosa fare! > Sembravo un pazzo, avevo preso a camminare come un ossesso da una parte all'altra del bagno cercando di trovare le parole più adatte a quella situazione.

< E se imparassimo insieme? > Mi bloccò, mettendosi davanti a me, bloccando il mio vaneggiamento < E se provassimo ad affrontare quest'esperienza insieme? Credi che per me sia facile? Pensi che io abbia avuto altre relazioni? E' la prima volta anche per me, cosa credi! > boccheggiai quasi sentendo quelle parole, poi sorrise.

Il sorriso più dolce che io abbia mai visto e forse fu quello a convincermi a buttarmi dentro questa follia chiamata amore.

< Potrei provarci! > Dissi, guardandolo dritto negli occhi < Ma dovrai essere molto paziente con il sottoscritto, va bene? > Sorrisi anche io, finalmente.

< Lo prometto! > Rispose, spostandosi dolcemente una ciocca color pece dietro all'orecchio.

Ci guardammo, imbarazzati, per qualche secondo. Dio solo sa quali pensieri gli attraversarono la testa in quel momento; avrei pagato oro e argento per scoprirlo.

< La campanella è suonata da un bel pezzo, abbiamo perso l'inizio delle lezioni! > Disse d'un tratto, interromendo la raffica di pensieri che avevano ri-riempito la mia testa vuota; mai avevo pensato così tanto nell'arco di una giornata.

< Ormai è tardi per toranere indietro. Si esce prima! > Esclamai, afferrando la borsa dimenticata ai peidi del bagno ed uscii.

< E le mie cose? >

< Mando un messaggio a Kou e gli dico di prendertele! >


In un modo o nell'altro eravamo diventati una coppia. Senza sapere niente l'uno dell'altro, avremmo imparato a conoscerci con il passare dei giorni e degli anni.

Avrei imparato ad amarlo e ad odiarlo, a trattarlo da re e a capire le sue dolci menzogne; avrei imparato a dipendere totalmente da lui, avrei anche capito in seguito che una persona può sopravvivere, e non vivere, senza il proprio cuore. Mi promisi che non lo avrei mai lasciato andare, ma come ogni promessa che si rispetti nemmeno la mia era destinata a durare in eterno; il mio cuore troppo giovane e inesperto si stava promettendo cose troppo grandi, l'avrei perso.. ma in quel momento non me ne curai.






Vorrei poter chiudere gli occhi e ricominciare tutto.
Niente paura.
Niente bramosia.
Solo amore.
Ma questo, ormai, non ci è più concesso.



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Capitolo 4
*** Neh Ryo, do you remember that day? ***




NEVE DI MARZO








Titolo: Neve di Marzo

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)


Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U
Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!












Il buio mi accieca e mi rende suo schiavo.

Corro, urlo e non provo dolore.

Dio ti prego, fai smettere tutto questo. Perché mi hai destinato al dolore eterno?




< Sai che giorno è oggi? > Mi chiese Yuu, voltandosi ad osservare il cielo che si stendeva sereno sopra di noi. < No, che giorno è? > Risposi, fissando il suo profilo sorridente < Come che giorno è? Sono tre mesi, oggi! >
Accompagnando la sua frase da una sonora manata sulla mia testa scoppiò a ridere dolcemente.

< Sono già passati tre mesi? Ho battuto ogni record sai? > Risposi sorridendo, mi piaceva farlo arrabbiare.

< Ah si? Perciò io sono solo il tuo stupido record personale? > Chiese mettendo un finto broncio, sbuffando.

< Direi che sei il mio trofeo! > Ma ormai avevo imparato benissimo a farmi perdonare nel giro di pochi secondi. Era diventata una specie di gioco il nostro e come ogni volta ne uscivo vincitore.

Però alla fine avevo detto la verità, non avevo mai avuto una relazione così duratura. Tre mesi potevano sembrare un traguardo poco rilevante per le altre persone, ma per noi quella era una tappa a dir poco stupenda. In quei pochi mesi avevo imparato a conoscere la maggior parte delle sue abitudini, cosa lo rendeva felice e cosa un po' meno. < Però solitamente, quando superi un record non dovresti passare ad un livello successivo? > mi domandò, iniziando a giocare maliziosamente con la cerniera della giacca che indossavo.

< Beh, solitamente c'è il bonus livello, ma tutto dipende dal gioco alla quale stai giocando. > Ammiccai, prendendo la sua mano tra la mia dolcemente. < Però io sono pro bonus! > Sorrisi prima di avvicinare il mio volto al suo.
Fino a quel momento non ci eravamo mai spinti oltre al bacio. Più che altro non eravamo ancora pronti ad affrontare quel passo così importante. Ma essendo entrambi ragazzi, poco più che adolescenti, sentivamo un certo desiderio di spingerci oltre le solite carezze. Lasciai che le mie labbra diventarono una cosa sola con le sue, prima le sfiorai delicatamente, assaggiando quelle dolci pesche mature e poi esplorai quella bocca con la mia lingua. La nostra fu una danza tanto intima quanto intriasa di passione pulsante, dapprima timida e lenta poi, con l'avanzare dell'eccitazione, si è trasformata in un walzer di frenesia. Il suo corpo fremeva sotto il mio tocco desideroso di superare quelle stupide barriere quali erano i vestiti pesanti che indossava.

Ci ritrovammo sdraiati, sul tetto di una casetta di cemento, in un parco giochi. Nascosti dall'oscurità della notte pronti ad amarci. Non che volessi davvero che la nostra prima volta si consumasse in un posto tanto squallido ma almeno potevamo cercare di dare un pizzico di pepe alla nostra relazione. Alla fine ripeto, storia omosessuale o meno, ero comunque un uomo con delle voglie da soddisfare. Così come lui, anche se in quel momento era avvinghiato a me come una femminuccia.

Il suo profumo dolciastro mi stava mandando all'altro mondo, ero così su di giri che mi buttai quasi assetato sul suo corpo snello e sensuale. < Ryo... > Mormorò. Ma nel suo tono di voce c'era qualcosa che andava oltre l'eccitazione, era titubante, quasi spaventato, ma io sciocco com'ero non ci feci nemmeno caso. Lo sentivo fremere sotto di me, ma non nel modo in cui speravo. Pensai che fosse solo paura di lasciarsi andare, di fare un passo troppo avventato. Ma era solo un mio pensiero; poi un rumore lo fece sobbalzare, un piccolo rumore di poco conto che sembrò spaventarlo da morire. < Ryo, fermati! > Mi disse sussurrando, dividendo i nostri corpi con le mani. < Hai sentito? > Continuò poi, distogliendo lo sguardo dal mio volto per osservare lo spazio vuoto che ci circondava. < Non ti preoccupare, non è niente! > Cercai di calmarlo. Nei suoi occhi potevo leggere chiaramente il terrore, la cosa che mi sfuggiva era il motivo.

< Si che è stato qualcosa! Era un passo! >

< Saranno stati i gatti! > Poi ancora, questa volta il cigolio delle altalente ai nostri piedi.

Yuu si alzò di scatto, colpendomi in piena faccia con la propria testa. Non sono mai stato una ragazzina, il dolore lo sopporto piuttosto bene, ma ero sicuro che quella testata mi avrebbe causato un bel mal di testa nelle ore successive.

< Ma dico, sei impazzito? Volevi uccidermi? > Imprecai, sedendomi al suo fianco, portandomi le mani sulla fronte; lui sembrava non essersi nemmeno accordo di quello che mi aveva appena fatto. Continuava a fissare quelle altalene che dondolavano piano nella notte come se da un momento all'altro potessero trasformarsi in un lupo mannaro < Hai visto? > Sembrava in procinto di una crisi isterica < Le altalene! >

< Yuu.. > Cercai di attirare la sua attenzione, fallendo miseramente.

< C'è qualcuno qui... lo so. > Tremava come una foglia.

< Non c'è ne.. >

< Ti dico di si! >

Non gli credetti affatto quella sera, purtroppo. Yuu aveva sempre avuto molta paura del buio, pensai solo che avesse frainteso ed ingigantito il rumore di qualche gatto randagio che si aggirava per il parchetto. Afferrai dolcemente la sua mano, aiutandolo a scendere dalla costruzione per poi abbracciarlo forte a me. Sapevo che la mia sola presenza non lo avrebbe per niente rassicurato così decisi di portarlo via da lì e dirigerci verso il centro città. Per sentirsi al sicuro doveva stare vicino a tante altre persone.

Camminammo per diversi minuti in silenzio, tenendoci stretti per mano. Anche se le persone sembravano infastidite da questo nostro piccolo gesto affettuoso cercai di non darci molto peso e Yuu , perso com'era nei suoi pensieri, sembrava non accorgersene nemmeno. Era caduto in una specie di trans post-traumatico, lo avrei potuto portare in qualsiasi posto senza che lui se ne rendesse conto.

< Che ne dici di una torta? > Gli chiesi, scuotendolo un po' per un braccio.

< Eh? > Mi chiese destandosi dai suoi pensieri.

< Una torta, c'è una caffetteria qui a due passi, possiamo andarci! > I suoi occhi si ravvivarono appena, accennando un leggero sorriso d'assenso. < Fanno una torta alla pesca niente male, sai? > Cercai di avviare una conversazione, attirandolo su una cosa che lo interessava non poco, le torte.

< Ah si? > Rispose, avvicinandosi al mio corpo chiedendo silenziosamente un po' di protezione. Io non me lo feci ripetere e avvolsi le sue spalle col braccio, eliminando così ogni piccolo centimetro di distanza che lo separava da me. Sembrò apprezzare molto quel mio gesto, dopo diversi minuti di totale silenzio quello era il primo sorriso sincero che mi rivolgeva.


Non appena fummo dentro ci sentimmo avvolti da un dolce profumo zuccheroso. Trovammo posto in un tavolo poco distante dal bancone, lontano dalle grandi vetrate che davano sulla strada affollata.

< Senti Ryo, mi dispiace per prima! > Corrucciai un po' lo sguardo, facendo finta di non capire a cosa si stesse riferendo. Come risposta allungò semplicemente la mano sfiorando la parte lesa sulla mia fronte. < Hai un bel bernoccolo! Però di dona... > Finì la frase incominciando a ridere come un matto. Mi sentì rallegrato nel vederlo così dopo l'accaduto ma decisi comunque di fare l'offeso.

< Cosa fai, mi prendi in giro? Guarda che è colpa tua eh... Perciò stai attento!>

< Beh, lo stile unicorno non si addice a tutti, ma devo dire che tu lo porti bene! > Continuò a ridere, per una volta fui felice che mi prendesse in giro. Il nostro discorso venne interrotto dall'arrivo della cameriera e dalle ordinazioni, ma quando ci ritrovammo nuovamente soli mi lasciai scappare una domanda.

< Posso sapere che ti è successo prima? > Come al solito la mia bocca si apre solo per prendere aria, in meno di un secondo il sorriso scomparve sul suo volto, ritornano scuro e pensieroso.

< Penso di essermi allarmato per niente, probabilmente erano i gatti e mi sono spaventato! > Rispose sbrigativo, afferrando un tovagliolo tra le mani.

< Ah, allora sappi che da oggi in poi dichiaro guerra ai gatti! Per colpa loro andrò in giro come un pagliaccio! >

Yuu mi guardò cercando di rimanere serio, incrociando le mani al petto < io non c'entro niente! >

< Assolutamente! >

Restammo per almeno un'oretta a chiaccherare del più e del meno in quel locale, che poco a poco si svuotava. Restammo lì fino a quando non fummo completamente soli . Parlammo davvero di tutto, del perchè amassi le pesche e odiassi le fragole, del perchè della sua piccola cicatrice vicino all'ombelico. Mi spiegò che da piccolo, mentre giocava con il fratello maggiore sullo scivolo, nel correre cadde su un bastoncino che gli provocò quella ferita. Risi quasi fino alle lacrime quando mi raccontò i vari anneddoti di famiglia, dovevano essere molto uniti. Un po' lo invidiai.

< Rimani da me questa notte? > E così all'improvviso tirò fuori questa domanda, lasciandomi un po' basito < Non c'è nessuno da me, non voglio dormire da solo! > Mi spiegò, calcando sulla prima parte della frase. Accettai senza nemmeno pensarci su due volte. Il ricordo delle sensazioni che avevo provato poche ore prima soltanto nel baciare quelle sue labbra mi mandava ancora su di giri, non osavo nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto succedere in quella casa nelle ore successive.

Pochi minuti prima dell'orario di chiusura decidemmo di alzarci ed uscire da li. Nonostante fosse un fine settimana le strade erano quasi deserte, o per lo meno quasi deserte per essere una grande metropoli. Mi strinsi forte alla giacca, il contrasto tra il caldo che ci cullava all'interno del locale e l'aria fredda della notte mi aveva praticamente steso. Sono sempre stato un tipo freddoloso anche se cerco di non darlo a vedere.

Senza nemmeno rendermene conto avevamo cominciato a camminare da un bel pezzo, mi facevo portare quasi come un cagnolino dal moro.

< Neh, Ryo... Facciamo la strada verso la ferrovia? > Domandò, fissando la strada sterrata che solitamente usavamo come scorciatoia per raggiungere casa sua.

< Ma così ci mettiamo almeno il doppio! > Risposi dubbioso, con quel freddo non vedevo l'ora di arrivare a casa e gustarmi finalmente il bonus relazione, ma qualcosa nel suo volto mi fece ricredere e tenni i miei pensieri chiusi a chiave dentro il cervello. < Va bene dai, solo perchè sei tu! > Sorrisi e gli accarezzai il volto.

In quei lunghi mesi mi ero stupito di me stesso per il cambiamento che avevo fatto. Ero diventato paziente e dolce. Io che fino a poco tempo fa non avevo nè sogni nè ambizioni e che mi alteravo anche se qualcuno osava parlarmi. Scossi la testa, ridendo di me stesso.

< Secondo te, è una domanda stupida eh. Ma pensi che qualcuno potrebbe spiarmi? > Mi chiese poi, sempre all'improvviso. Probabilmente quella era la serata del “Vediamo se riesco a traumatizzare il mio ragazzo”.

< Perchè dovrebbero farlo? >

< Non lo so, rispondimi! > Quel senso di inquetudine era ritornato. Glielo si poteva leggere sul volto. < E' che.. sento perennemente qualcosa alle spalle che mi guarda! >

< Sarà che forse è buio e la mente ci gioca degli strani scherzi quando attorno a noi è tutto scuro > Cercai di dargli una spiegazione razionale a queste sue sensazioni. Se solo gli avessi creduto quella sera probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso.

< Mi credi pazzo, vero? > Si staccò da me, fissandomi dritto dritto negli occhi < Io sto avendo davvero paura, se no non ti direi queste cose Ryo! > Mormorò piano, quasi avesse paura che questo qualcuno potesse sentirlo e fargli del male.

< Secondo me ti sbagli, ma se hai così paura possiamo andare dalla polizia! > Grade cretinata.

< E per dirgli cosa? Scusate mi sento spiato da qualcuno che non vedo e che non so nemmeno se esiste? Tzk... > Mi rise in faccia e prese a camminare più velocemente.
< Non dico questo Yuu, ma almeno possono fare dei controlli.. > Gli corsi incontro, afferarndolo nuovamente per la mano.

< Controlli per cosa esattamente? Per le paure di un ragazzino? Non prendermi in giro! > Rispose stizzito, continuando a camminare veloce.

Guardando il suo corpo gracile muoversi davanti a me mi fece venir voglia di mettermi ad urlare in mezzo alla strada a questo fantomatico “uomo” che osava seguire il mio Yuu. Non lo feci solo per mantenere alta la mia sanità mentale davanti al mondo, anche se non c'era nessuno vicino a noi.

< Io non dico questo, penso solo che tu stia esagerando! Se devi vivere con l'angoscia che qualche tuo incubo notturno diventi reale non oso immaginare che vita potrai condurre! > Dissi sinceramente. Pensai che il moro avesse soltato bisogno di una spinta per rimanere nel mondo reale e vivere una vita felice.

< Lasciamo perdere va, entriamo! > Ma alla fine avevo solo perso la sua fiducia, aveva capito che in realtà io non credevo al suo racconto e così facendo non mi avrebbe più raccontato nulla, per non passare per pazzo. Rimasi a fissare casa sua; in tre mesi di relazione in realtà non ci ero mai entrato. O aspettavo fuori oppure ci incontravamo direttamente nei posti scelti.

Ero a dir poco curioso di vedere casa Shiroyama.

< Che fai? Rimani fuori? > Urlò il moro già dentro.

< Arrivo! > Mormorai tra me e me, non badando al fatto che lui non potesse sentirmi da così lontano.


Venni accolto da un calore familiare strabiliante. Le mura piene di foto di famiglia, mensole con vari oggettini di taglio tradizionale giapponese. Forse quelle erano le uniche cose davvero giapponesi che c'erano in quella piccola casetta di periferia. Il resto del mobilio era tutto in stile occidentale, tavoli con sedie posizionati al centro della stanza, quadri e tappeti. Era così calda. Mi sentii subito a mio agio. Ricordo alla perfezione ogni singolo dettaglio di quella abitazione, potrei farne una descrizione molto accurata. Per mia fortuna ho sempre avuto una memoria d'acciaio, soprattutto per le cretinate.


Nel frattempo Yuu era sparito dalla stanza, per poi riapparire dopo svariati minuti con una tenuta più comoda per rilassarsi con il sottoscritto.

< Vuoi un thè? > Mi chiese poi, rompendo il silenzio che ci circondava.

< Magari più tardi! > Risposi tranquillamente, avvicinandomi a lui.

< Ci guardiamo un film? O sei stanco? > Il suo sbadiglio mi fece tristemente pensare alla seconda opzione ma speravo ardentemente che non volesse già dormire.

< Direi film! Non ho voglia di andare a dormire ora > Mormorò, afferrando uno dei dvd che c'erano sopra al mobile del soggiorno, rallegrandomi. Non chiese nemmeno il mio parere, mi è sempre piaciuta questa sua indole decisionale, agiva secondo il suo personale pensiero. Alla fine, in qualsiasi situazione, lui decideva cosa fare, o in questo caso, cosa guardare. Io mi stesi sul divano, in attesa dell'inizio del film.

< Ho messo “The wolfman”, mi piace! > Disse sedendosi tra le mie gambe coprendoci entrambi con una coperta.

< E se a me non dovesse piacere? >

< A me importa qualcosa? > borbottò prima di schiacciare il tasto play e accucciarsi comodamente sul sottoscritto. Lo strinsi forte a me, appoggiando la testa sulla sua. Lo ammetto, come posizione non era molto comoda per me ma averlo tra le mie braccia, sentirlo così indifeso e piccolo, mi faceva ribollire il sangue nelle vene.

All'improvviso mi sentì un po' uno schifo per come lo avevo trattato poco prima fuori casa. Ero stato crudele ed insensibile. Quel senso di colpa mi portò ad abbracciarlo ancora più forte, quasi implorando silenziosamente perdono, regalandogli dei piccoli baci sulla nuca di tanto in tanto.

< Cos'hai? > Mi chiese, senza distogliere lo sguardo dalla televisione. Non risposi.

< Ryo? > Chiamò il mio nome, voltandosi per guardarmi in faccia < Che ti prende? >

Lasciai la presa attorno al suo corpo quel tanto che bastava per farlo voltare dalla mia parte.

< Devo avere qualcosa per coccolarti? > Risposi, accarezzandogli il volto.

< Non necessariamente, ma sembrava un abbraccio strano.. non so > Alzò le spalle, voltandosi per ritornare a guardare il film. Ma non gli diedi il tempo, lo bloccai per il polso afferrando con l'altra mano la sua testa, avvicinandola a me.


Lo baciai profondamente, senza preavviso e senza gentilezze. La mia lingua esplorava la sua bocca profonda. Nonostante la sorpresa iniziale Yuu reagì bene a questa mia intrusione. Ricambiava con foga, sistemandosi comodamente sul mio bacino. Al diavolo il film, non avevo nemmeno fatto in tempo a capire di cosa parlasse che già stavo avvinghiato al mio ragazzo. Ottima cosa direi.

Ci baciammo per diversi minuti, rimanendo fissi in quella posizione paradisiaca.

< Ryo... > Mormorò, non appena infilai le mani sotto la felpa < Hai le mani bollenti >

< Colpa tua, cucciolo > Ridacchiai, tirandogli un pizzicotto sul sedere < Questo è l'effetto che mi fai >

< Beh, mi piace allora! > Rispose, sussurrandomelo dritto nell'orecchio. Quel tono, così sensuale e sconosciuto, fu in grado di accendere un fuoco dentro di me. In un'istante lo lanciai sul divano e adagiandomi tra le sue gambe snelle gli baciai ogni parte libera del corpo. Ero come in preda alla fame, lui era il mio cibo. Volevo solo saziarmi fino a stare male.

In men che non si dica mi trovai ad assaporargli il petto, slacciandogli piano piano la felpa fino a lasciarlo completamente a dorso nudo. Non sapevo esattamente come dare piacere ad un uomo, mi muovevo a sentimento. Ma alla fine capii di fare bene il mio “lavoro” quando arrivai vicino al cavallo dei pantaloni.

Mi rialzai, ritornando a fissare quel viso ormai arrossato dal piacere.

< Sei sicuro? > Mi lasciai scappare prima di arrivare ad accarezzargli l'interno coscia. La mia voce risultava strana persino a me. Bassa dall'eccitazione, risultava quasi grottesca.

< Questa domanda è arrivata troppo tardi, oramai non si torna indietro! > Non che la sua voce fosse messa meglio della mia. Sorrisi come un cretino, nascondendomi nell'incavo del suo collo per non farmi vedere.


Purtroppo da quel momento in poi la mia memoria vacilla, non ricordo esattamente cosa accadde successivamente. Ricordo solo che lo feci mio nel modo più dolce possibile, gli feci provare la gioia di fondersi con il proprio uomo e lì capii cosa volessi esattamente dalla mia vita, proteggerlo. Forse prima di quella sera non lo amavo veramente, oppure non così tanto. Ma da lì in poi gli avrei dedicato ogni singolo minuto della mia esistenza.





I tuoi movimenti, la tua voce, il tuo tutto.

Lo bramo, sin dalle viscere. Ma non lo potrò riavere!

Per te e anche per me stesso.











Note:

Il fatto è che io mi lascio sempre scoraggiare dalla mancanza di recensioni e finisco con il non postare più xD Poi mi prendono gli schizzi e penso: “Massì, continua a scrivere... prima poi poi qualcuno ti calcolerà” ed eccomi qui.

Con un capitoletto di questo Remake qui!

Spero che sia di vostro gradimento e soprattutto che riscuota un po' di successo *^*

A voi le critiche~


A presto gente~♥

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