Oblivion.ϟ

di SimonAhBoh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hermione Granger. ***
Capitolo 2: *** Draco Malfoy. ***
Capitolo 3: *** Ron Weasley ***
Capitolo 4: *** Luna Lovegood. ***
Capitolo 5: *** Un posto strano, in un mondo strano. ***
Capitolo 6: *** Che ha di strano? ***
Capitolo 7: *** Miseriaccia! ***
Capitolo 8: *** Caspita, che caratterino! ***
Capitolo 9: *** Sono Luna(tica), d'accordo. ***
Capitolo 10: *** Dannati capelli! ***
Capitolo 11: *** Idioti! ***
Capitolo 12: *** Poteva finire male. ***
Capitolo 13: *** Però io sono...? ***
Capitolo 14: *** Simpatia? Questa è bella! ***
Capitolo 15: *** Tutto cambia in fretta. ***



Capitolo 1
*** Hermione Granger. ***


Hermione Granger.

Erano le 8:30. Stava per iniziare un’altra di quelle noiosissime domeniche. La avrei passate a casa dei miei nonni, ingozzandomi come una maiala.
Non avevo voglia di alzarmi, ma mia madre mi costrinse a farlo. Quel giorno era strana, era come se non vedesse l’ora che io mi alzassi, come se non aspettasse altro. Incuriosita dalla sua espressione velocemente indossai i miei jeans, una camicia e le mie adorate converse gialle.
Scesi al piano di sotto e mi diressi verso la cucina… Feci per aprire la porta, ma mia madre mi precedette… Mi porsero una lettera e mi chiesero di leggere cosa c’era scritto:

 

«Signorina Hermione Granger, Le comunichiamo che è stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Nell’elenco sotto riportato troverà la lista di ciò che le occorre».

 

Ero sbalordita. Pensavo fosse uno scherzo, che i miei mi stessero prendendo in giro. Ma dalle loro espressioni sconvolte ma nello stesso tempo allegre, fiere… E forse anche angosciate… Capì che doveva essere vero.
Nessuno disse una parola per circa un minuto…
«Hermione… So che ti sarà difficile credere questo ma io e tuo padre siamo così fieri di te!».
Mia madre era elettrizzata all’idea che potessi frequentare una scuola per maghi. Ma per me non era la stessa cosa. Frequentare quella scuola significava abbandonare quella vecchia, lasciarmi tutto alle spalle. «Grazie mamma».
Riuscì a dire solo questo. Avevo bisogno di riposare e di riflettere. Lasciare la mia vecchia scuola non sarebbe stato male. Non sto simpatica a nessuno, quindi non mi dispiacerebbe. Quello che più mi preoccupa è come farò ad integrarmi nella nuova scuola. Ma ho deciso che ci andrò.

«Mamma, stavo riguardando la lettere che ho ricevuto dalla scuola… Dove comprerò tutto quello che mi serve? Non è facile trovare calderoni e bacchette magiche qui a Londra».

«Calderoni e bacchette magiche? Caspita, questa si che è una bella domanda! Nicolas potresti darci una mano?! » Mia madre era sempre più agitata. Ed io temevo che questa lettera stesse creando dei disagi in casa mia.
«Scusa tesoro, vedrai che riusciamo a trovare il luogo dove trovare tutto l’occorrente! Non preoccupatevi, vi fidate di me giusto?»
Bè si, mio padre era la persona di cui mi fidavo di più in assoluto. Aveva la capacità di trasmettermi sicurezza sempre, e anche questa volta mi sa che c’era riuscito.
Dopo qualche minuto arrivò un’altra lettera. In questa c’era semplicemente scritto che dovevo recarmi in un pub di Londra molto famoso, lì avrei trovato chi mi avrebbe potuto dare una mano.
A quella notizia mia madre si tranquillizzò e mio padre sorrise a trentadue denti. «Visto che vi potevate fidare? »
«Oh, si, non so come avrebbe potuto fare la lettera ad arrivare fino a casa nostra se non fosse stato per te papà… ahahah ».
Immediatamente a casa mia tornò la classica atmosfera di sempre, quella che mi fa sentire bene, quella che non vorrei lasciare per nessuna ragione al mondo.

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Capitolo 2
*** Draco Malfoy. ***


Draco Malfoy.

16:30. Sabato pomeriggio. L’ennesima serata passata in quel posto che odio tanto. Casa mia. Non vedo l’ora di andare via da quel posto, così freddo, così cupo.
Spero solo che almeno oggi riesca a trovare qualcosa divertente da fare. Precisiamo che per me sarebbe divertente anche solo uccidere topi, vista l’immensa allegria di casa mia.
Ecco tonare mio padre.
«Draco, dove sei?»
Casa mia è enorme e spesso anche mio padre ha difficoltà a trovarmi. Non che mi dispiaccia, vivere in una casa che è più una reggia è una cosa fantastica! Essere straricco è meraviglioso. Ho tutto quello che desidero, tranne una cosa: un padre come di deve. E’ molto strano che mio padre mi stia cercando… Dev’essere successo qualcosa di importante.
«Oh, finalmente ti ho trovato, tieni, me l’hanno inviata direttamente al ministero della magia, finalmente. Era ora!»
Poggiò una lettera sulla mia scrivania e uscì dalla stanza.
La riconobbi subito, ne avevo sentito parlare tantissimo e l’aspettavo da tanto. Finalmente era nelle mie mani, dal mio volto si capiva quanto fossi felice di averla ricevuta.
Tremavo anche al pensiero di aprirla. Era una lettera da parte della migliore scuola di magia e stregoneria mai esistita: Hogwarts.
Prima di farlo però pensai a quello che mi aveva detto mio padre, alla sua espressione, la stessa di sempre, nessuna reazione. Niente. Solo un “Finalmente. Era ora”. Un incoraggiamento dalla sua parte sarebbe stato davvero di gradimento, ma cosa potevo aspettarmi da lui?

Feci un respiro profondo e aprì la lettera.
Dopo averla letta decisi di scendere a parlare con mia madre per dirle della bella notizia ma… Quando girai l’angolo per scendere le scale… Ecco. Stavano litigando, ancora, per l’ennesima volta.
Parlavano di me, della mia ammissione a Hogwarts. Mia madre piangeva, ma no. Ora basta.
Scesi le scale e arrivai dritto davanti a loro. Mi madre si asciugò le lacrime e mi portò in cucina.
«Mamma… Perché? Che è successo questa volta? Sono così felice di andare a scuola. Era da tanto che aspettavo quella lettera eh…»
«Lo so tesoro, lo so. Ma vedi… Tuo padre è solo… Preoccupato. Teme che tu non venga ammesso nella casa giusta o che non riesci a fare amicizia con le persone adatte. Ma tu sai badare a te stesso non è così? Mi prometti che sarai capace di integrarti nel modo più opportuno vero? Promettimelo, ti prego. »
Si avvicinò e mi avvolse in uno dei suoi meravigliosi abbracci.
«Te lo prometto mamma. Te lo prometto…» 



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Capitolo 3
*** Ron Weasley ***


Ron Weasley.

«Ssssh… Non fare rumore! Rischi di svegliarlo prima!»
«Scusa Fred…»
*Crash*
«Fred! Fortuna che ho una bella presa io!»
«Oh, scusami George! Coraggio avviciniamoci e… Pronto?»
«Dopo di te Fred…»
Credo sia stato il risveglio più brutto di tutta la mia vita. Ho ancora paura a raccontarlo. Fred e George hanno iniziato a saltare sul mio letto urlando come due matti... Aspetta… loro sono matti.
«Oggi è un nuovo giorno!! Alzati Ronald, alzati Ronald!»
«Si Ronald, dai Ronald, che aspetti Ronald? Alzati Ronald!»
E come finale, dopo la loro incredibile esibizione hanno iniziato a cantare un motivetto alquanto irritante.
«Ooooh, Roooon, alzati da quiiii, sappiamo che lo vuoooi! Sappiamo anche che puooi!
Coraggio che aspetti?
C’è la mamma che aspetta che tu beva il latte a sorsetti! Sei il piccolo della famiglia… Non deludere papà o una sberla ti darà! Ooooooh, Oooooh, Ronaaaaaald!!»
‘Ora mi alzo di scatto e li faccio volare giù dal letto’ Pensai…
Ma quando tentai di fare il minimo movimento Fred mi prese dalla testa e George dai piedi portandomi direttamente al piano di sotto seduto a tavola.
Era la prima volta in tutta la mia vita che a tavola tutti erano gentili e dolci con me… Persino Fred e George!
Quando finimmo di fare colazione mia madre con un sorriso a trentadue denti mi disse che c’era posta per me.
Presi subito la lettera che aveva in mano… La riconobbi… Hogwarts. La migliore scuola di magia e stregoneria. Si esatto, proprio quella! Come i miei fratelli era scontato che anche io ci sarei andato. Ma riceverla, leggerla… è una delle migliori sensazioni del mondo!
Tutti erano felicissimi per me… Persino la piccola Ginny ha capito l’importanza della cosa… Corsi subito nella mia stanza saltando come un’ebete e per poco non iniziai a piangere dalla felicità! Ero assorto nei miei pensieri quando sentì qualcuno aprire la porta…
 «Ei Ron… Volevo dirti che sono davvero tanto felice che ti abbiano ammesso a Hogwarts! Ma ora che anche tu vai a scuola io resterò  da sola con mamma e papà…»
«Coraggio Ginny… Torneremo per le vacanze di Natale… Ti verremo a trovare, lo sai… E poi ci sentiremo sempre, tramite posta! Te lo prometto!»
Dopo questa mia frase Ginny mi saltò addosso stringendomi forte emettendo dei singhiozzi…
Ci sdraiammo sul mio letto e poco prima che si addormentasse la sentì sussurrare ‘Ti voglio bene Ron.’

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Capitolo 4
*** Luna Lovegood. ***


Luna Lovegood.


Si, eccomi qui, seduta sulla finestra di casa mia fissando gli alberi di limoni nel mio orto. Mio padre dice che son pieni di Nargilli…
Certe volte mio padre è davvero strano… Sono passati anni dalla morte della mamma e lui a volte parla come se lei potesse sentirlo, come se lei fosse ancora vicino a lui.
Probabilmente lo fa sentire meglio. Ammetto che a volte anche io lo faccio e si, è come averla ancora al mio fianco, ma incapace di parlare, di darmi un consiglio, di accarezzarmi i capelli come faceva una volta.
Non so cosa darei per poter sentire la sua voce, per poter sentire un minimo sussurro, qualcosa che mi faccia capire che lei c’è, che lei è qui, con me. Qualcosa che mi faccia sentire sicura.
Ma per fortuna con me c’è papà. Io e lui abbiamo dei caratteri molto simili, le stesse paure, gli stessi interessi e le stesse reazioni.
Quando sono con lui mi sento protetta, so che mi vuole bene e che farebbe qualsiasi cosa per me.
Adoro stare seduta sul davanzale della mia finestra, il suono del vento e lo stare a contatto con la natura mi fa pensare, sognare e riflettere.
«Luna… Vieni dentro, è tardi… è pericoloso stare fuori a quest’ora non sai? Coraggio vai a letto.»
«Certo papi. Hai ragione, non ho fatto caso all’orario. »
Mi abbracciò forte, era solito farlo prima di andare a dormire, ma stavolta il suo abbraccio aveva qualcosa di strano. Prima pensai che forse era solo la mia impressione ma quando questo si concluse mi fissò negli occhi e mi accarezzò il viso.
Aveva un’espressione triste e preoccupata e capì subito che doveva esser successo qualcosa.
Preferì non dire nulla. Gli diedi un bacio nella guancia e glia augurai la buonanotte.
Il giorno dopo sembrava più calmo. Mi portò la colazione a letto e quando sollevai la tazza notai che sotto questa si trovava una lettera.
La lessi.
Era la lettera d’ammissione a Hogwarts. Ero al settimo cielo.
Capì subito il motivo della tristezza di papà. Lui non vuole che io vada via da lui. Non vuole restare da solo qui, a casa.
«Tesoro… Sei contenta?»
Le sue mani tremavano, per poco non rovesciò il suo tè.
«Papà, io sono felicissima! Posso studiare nella scuola di magia e stregoneria migliore al mondo! Cos’altro potrei volere dalla vita? Ma lo so papa, so cosa ti preoccupa. Non vuoi che io vada vero? Non vuoi rimanere qui da solo…
Papà, io ti voglio bene. Quest’estate tornerò e durante le vacanze di Natale sarò qui con te!»
Papà mi mise una mano sulle labbra e mi fissò dritta negli occhi.  
«Sei una strega straordinaria Luna. Lo so, ci sentiremo. Ma stare in assenza di tua madre. Stare in tua assenza. Non so se riuscirò a reggerlo. Mi ci abituerò.
Tu devi studiare, è giusto che lo faccia. Andrai a Hogwarts e io sono fiera di questo. Sono fiera di te! Questo è quello che conta davvero.»
Si avvicinò e mi strinse forte a se.
Mio padre è un mago davvero straordinario, si, davvero… straordinario.


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Capitolo 5
*** Un posto strano, in un mondo strano. ***


«Alzati tesoro, è già ora!»
Non è stato necessario che mia madre urlasse quelle cose per farmi alzare.
Era il giorno di andare a comprare tutto il necessario per frequentare la scuola.
La lettera diceva che sarei dovuta andare a Londra… Al “Paiolo Magico”… Mai sentito nominare.  Nemmeno i miei genitori avevano mai sentito parlare di un simile posto.
Sono corsa al piano di sotto dove i miei genitori mi stavano già aspettando, entrambi con un sorriso gigante dritti, dritti e tesi pronti a partire.
Appena usciti di casa però ho pensato a tante di quelle cose, tutte in una volta, che non sono stata capace di dire altro che “Andiamo”.
Mentre viaggiavamo in automobile sono riuscita a riordinare tutti i miei pensieri come ero solita fare in, così chiamati da mia madre, scompartimenti speciali.
Mamma mi ha sempre detto che sono una ragazza molto complicate, molto suscettibile e che mi confondo alla minima cosa che non quadra, ma devo ammettere di non esserlo mai stata più di quanto lo sono adesso.
Sto pensando a come farò senza mia madre che ogni mattina mi sveglia e mi prepara la colazione, come farò senza il mio papino che ogni giorno mi accompagna a scuola e mi fa la solita ramanzina chiedendomi di non dar retta agli sconosciuti.
E se mi tratteranno male? E se ci faranno preparare da mangiare da soli? Se i miei compagni mi odieranno come i ragazzi della mia vecchia scuola? Se non sarò abbastanza preparata?
Immagino che la maggior parte dei bambini provenga da famiglie di maghi e quindi non siano del tutto estranei al mondo della magia… Ma come farò io… Una semplice ragazza, ad entrare in un mondo completamente diverso dal normale? Dovrei esercitarmi a fare qualche magia… Lo farò subito quando comprerò i libri e la bacchetta…
I miei pensieri furono interrotti dalla voce di mio padre.
«Eccoci qua! Scendiamo coraggio… La via dovrebbe essere questa… »
«Però!  Londra è davvero enorme e  non credo che sarà facile trovare questo bar…»
La voce di mamma assumeva il suo classico tono preoccupato…  Ma non ho avuto il tempo di pensarci su tanto.  Subito vidi una piccola porta all’angolo tra due edifici con su incisa l’insegna “Paiolo Magico”.
«Eccolo! E’ lì! Andiamo dai! Forza!! Sbrigatevi!! »
Il bar era piuttosto malridotto. La gente seduta ai tavoli era molto strana… Tutti portavano degli strani cappelli a punta e un mantello scendeva giù per la loro schiena.
Una di queste strane persone si avvicinò a noi e con un’aria molto stanca ci rivolse la parola.
«Si, mia figlia è un’iscritta alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts… Sulla lettera c’è scritto che dobbiamo recarci a Diagon Alley e per arrivarci, chiedere informazioni in questo bar. »
«Siete babbani, non è vero? »
Papà fece una faccia un po’ strana.
«Come scusi? »
«Nulla, nulla… Coraggio raggiungetemi  di là.»
La porta che ci ha indicato quello strano tizio conduceva in una stanza “vuota”.
C’era solo un grosso muro di mattoni.
Si avvicinò a esso e toccò alcuni mattoni con la sua bacchetta, questi si allargarono creando una grossa porta.
«Grazie mille dell’aiuto…»
Fu l’unica cosa che riuscì a dire mia madre ancora sottoshok.
Attraversata la porta siamo giunti in un posto meraviglioso.
Non avevo mai visto nulla di simile prima d’ora.
La città era composta da una lunga strada dritta, ai quali lati sorgevano migliaia di negozi che vendevano oggetti stranissimi.
Sulla strada spiccava un’enorme edificio sul quale era incisa la scritta “Gringott”.
Notai che una ragazzina uscì di lì con i suoi genitori e in mano stringeva strane monete d’oro , più grandi del normale…
Mi chiesi se per comprare gli oggetti dai negozi servissero quelle… Poi la mamma si accorse anche di questo e ritornò ad essere cosciente delle sue azioni.
«Mi sa che anche tu dovresti avere quel tipo di monete. Andiamo, sarà una specie di banca quella no? »
Ma appena misimo piede lì dentro, quasi mi venisse un colpo!
La banca era gestita da piccoli esserini con il naso lungo e le orecchie a punta… Sembravano dei folletti!
Uno di loro si avvicinò a noi, non nel modo più cordiale possibile.
«Possedete una camera? »
Una cosa? Una camera? Che diavolo sta dicendo? Chiunque avrebbe notato la mia espressione molto dubbiosa e infatti…
Si chinò per guardare le monete che stringevo in mano.
«Ah, infatti… Capisco… Volete fare un cambio… Quante monete vi servono? Primo anno a scuola suppongo… Potreste porgermi la lista con ciò che vi occorre?»
A quelle parole mia madre diede subito la lettera nelle mani dell’elfo che lesse solo da dove proveniva… Poi si avvicinò alle mia mani e con uno scrocchio di dita le monete che avevo in mano diventarono come quelle che possedeva la ragazzina che ho visto prima…
Il folletto si voltò e senza degnarci del minimo sguardo si rimise al posto che gli spettava.
Fuori dalla banca c’era la confusione più totale… Persone con buffi vestiti, bambini e bambine che non sapevano come usare le proprie bacchette, famiglie dai capelli rossi… Famiglie dai capelli rossi? Ma che?
Un fuoco d’artificio mi sfiorò i capelli bruciando le punte di una ciocca e due ragazzi completamente uguali corsero davanti a me urlando le loro scuse.
Sembravano davvero simpatici. 


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Capitolo 6
*** Che ha di strano? ***


Diagon Alley… Che bel posto, già.
Lo conosco a memoria, lo frequento dal giorno in cui sono nato e non mi sorprendo nel vederlo ancora.
Solo che stavolta era diverso… Stavolta non sono venuto perché mio padre aveva bisogno di comprare strani oggetti, o perché mia madre doveva comprare nuove pentole per la cucina…
Stavolta eravamo lì per me.
Eravamo in quel posto perché dovevo comprare tutto quello che mi serviva per la scuola e questa è una cosa che mi rendeva un po’ più felice del normale. Sempre ben chiarendo che niente può farmi sentire felice quando sono in compagnia dei miei genitori.
«Draco, vai da Olivander, è lì che comprerai la tua bacchetta. Puoi benissimo cavartela da solo ne sono sicuro. Io e tua madre abbiamo altro da fare. »
Come non detto…
Quel negozio era strano… Parecchio strano… Era pieno di scaffali, sui quali erano poste  tante scatoline contenenti, suppongo, tante bacchette magiche.
Un uomo anziano era seduto dietro la scrivania e mi accolse quasi un  po’ spaventato.
«Come ti chiami ragazzo? »
«Draco, signore, sono Draco Malfoy.»
L’uomo fu quasi sconvolto quando gli rivelai la mia identità e ho subito pensato che mio padre si sarà fatto riconoscere anche dal fabbricante di bacchette…. Mi guardò dritto negli occhi… Poi si rivolse a uno scaffale e prese una scatolina… All’interno della quale ne estrasse un bastoncino di legno dritto, nero… 
«Biancospino e crine di unicorno. Dieci pollici esatti. Sufficientemente elastica. Proviamo… »
Mi porse la bacchetta e toccandola provai una sensazione strana, era come se mi avesse riconosciuto come se toccandola avesse percepito la mia presenza.
«Ne ero più che sicuro signor Malfoy»
Mi guardò negli occhi ancora una volta e poi ci avviò sulla scrivania per il pagamento.
Un attimo dopo entrò mio padre e Olivander fece un salto quasi di terrore. Prese il denaro e corse nella stanza accanto.
«Ben fatto Draco... Emm… Io e mamma abbiamo un’altra importante faccenda da svolgere, tieni, va a comprare la divisa. »
Così facendo mi riempì le mani di monete d’oro.
Corsi davanti a un negozio che senza dubbio era di abiti… E trovai esposta la divisa che mi sarebbe servita per la scuola.
Era piuttosto affollato e per trovare la divisa ci misi un po’… Finalmente riuscii ad afferrarne una ma… Non era il mio unico obiettivo… Una ragazzina piccolina dai capelli rossi la stava tirando dall’altra parte. Istintivamente la tirai più forte che potevo ma quando decisi di lasciarla la bambina cadde a terra.
«Scusami, scusami tanto…  Non volevo… Puoi tenerla la divisa non è un problema. Scusami davvero. Ti sei fatta male?»
«Non preoccuparti, va… tutto… bene.. sto.. benissimo. »
«Davvero, mi dispiace. Come ti chiami?»
«Ginny… Ginny Weasley. »
«Piacere, sono Draco Malfoy.»
Dopo un po’ ecco che mio padre entrò nel negozio di abiti e mi fissò con aria di disgusto.
«Che diavolo ci fai tu qui? In questo negozio per gente che non ha uno straccio da mettersi addosso? E come osi tenere la mano a questa… Sei una Weasley non è così?  Draco, vieni subito via di qui! »
Senza rendermene conto stavo stringendo la mano di quella ragazzina… Stavamo ancora tenendo entrambi la divisa, ma non capisco. Cosa aveva che non andava? Sembrava simpatica.
Un uomo adulto dai capelli rossi si avvicinò a lei.
«Ginny! Dove eri finita? Ti cercavo da un sacco di tempo! Con chi stai parlando? Ti ho detto di non rivolgere la parola a nessuno…»
Quindi rivolse lo sguardo prima a mio padre e poi a me.  E con aria quasi disgustata mio padre incredibilmente gli rivolse la parola.
«Buongiorno Arthur. Ah, i giovani di oggi, non sanno proprio dove ficcare il naso per curiosare… Anche tua figlia si trova ne posto sbagliato… Oh… Forse…»
Rivolse lo sguardo verso altre persone con i capelli rossi facendo una piccola smorfia malvagia.
«Probabilmente è qui che la ‘gente come voi’ compra gli abiti. Tolgo il disturbo. »
Riuscì a notare l’espressione molto irritata dell’uomo con i capelli rossi, ma non a sentire quello che aveva intenzione di rispondere.
Mio padre uscì dal negozio silenzioso e non mi rivolse la parola per tutto il tempo della strada.
Gente come voi? 
Cosa intendeva dire? Cosa avevano quelle persone che non andava? Perché le odiava tanto? Perché le considerava diverse da noi?
‘Ginny… Ginny Weasley….’
Che ha di strano?

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Capitolo 7
*** Miseriaccia! ***


Mi sembra quasi una cosa incredibile che per recarmi in una scuola di magia i deva prendere un treno. E’ una cosa abbastanza buffa… Ma ho visto tante volte come fare per arrivare al famoso binario 9 e ¾ e non è stato difficile attraversare la barriera… anche se confesso che all’inizio ho avuto una paura bestiale di schiantarmi contro il muro!
Non vedevo l’ora di salire su quel treno che portava verso quel magnifico posto dove ho sempre sognato di stare:  Hogwarts.
Ma non volevo nemmeno lasciare mamma, papà e Ginny per tutto quel tempo… Mi sarebbero mancati tanto.
Prima di salire dovevo salutarli come si deve… Ginny aveva gli occhi lucidi e mi guardava pensando sicuramente al discorso che gli ho fatto tempo fa.
Quando corsi da lei per abbracciarla notai che fissava qualcosa dietro di me… C’erano due ragazzi che parlavano, ma non sembravano andare molto d’accordo… Il ragazzo era biondo con gli occhi chiari e aveva un’aria piuttosto arrogante.
La ragazza aveva degli occhi grandi e di un azzurro meraviglioso; aveva i capelli lunghi, biondi e lisci che le cadevano sulla schiena.
Dopo averli fissati per un po’ mi rivolsi a Ginny e la strinsi forte a me, sapevo che non voleva che c’è ne andassimo e che non voleva che mamma o papà lo sapessero. E’ una bambina piuttosto riservata dopotutto.
Fui quasi contento di salire sul treno, perché non riuscivo più a sopportare mia madre e le sue raccomandazioni, il viso di Ginny mi faceva venir voglia di restare, il silenzio di papà e i suoi sono fiero di te.
Sul treno i posti erano tutti occupati e trovai solo un posto a sedere accanto alla ragazza bionda che avevo visto prima era seduta a leggere una rivista.
Inizialmente sono passato dritto… non volevo sedermi lì.
Poi però fui costretto a tornare indietro perché tutto il resto era occupato.
«Scusa, posso sedermi qui? Il treno è tutto occupato…»
«Oh, si, certo… Siediti pure…»
«Piacere, mi chiamo Ronald Weasley. »
«Molto lieta. Io sono Lunatica Lovegood, Luna per gli amici. »
La ragazza parlava in un modo molto strano… Parlava lentamente e aveva proprio l’aria da… Lunatica, già, il nome era azzeccato. Ho preferito evitare commenti però.
«Bè, allora… Luna… Tu puoi chiamarmi Ron! »
Mi guardò con quei suoi grandi occhi azzurri e fece una piccola smorfia che doveva somigliare a un sorriso.
Dopodiché  abbassò lo sguardo e tornò a leggere la rivista che teneva in mano… Si chiamava “Il Cavillo”. Era piuttosto strana…
Passammo tutto il tempo a chiacchierare del più e del meno per conoscerci meglio.
Ho scoperto che la rivista è abbastanza famosa e parla di strane e il direttore di questa è proprio suo padre.
Anche lei era abbastanza agitata… Non sapeva far magie e temeva che l’avrebbero rimandata a casa il primo giorno… Cavoli come la capivo.
Il viaggio è durato un paio d’ore e siamo arrivati al castello che era già buio.
Il castello era enorme, meraviglioso. Uno di quei posti che si vedono solo nelle favole.
Composto da tante torri. Per arrivarci dovevamo andare in barca… Ad accoglierci fu un uomo piuttosto grande e grosso… Piuttosto… Troppo… Doveva essere una specie di gigante!
«Salve a tutti! Io sono… Eii! Venite qui voi di primo! Scusate, dicevo… Io mi chiamo… Dove vai tu! STATE FERMI! »
In un attimo calò il silenzio e tutti coloro che erano distanti dalla fila si inserirono in questa in silenzio. Ammutoliti da quell’uomo così grande e grosso.
Un bambino si avvicinò a lui e lo salutò come se niente fosse… 
«Ciao Hagrid!!»
Il ragazzino aveva i capelli neri e lunghi e gli occhi verdi… Portava gli occhiali, tondi, tondi…
Il gigante gli rivolse un grande sorriso e continuò a parlare.
«Allora, dicevo… Io sono Hagrid, il guardiacaccia. Vi condurrò direttamente all’interno delle mura. Siete pregati di stare calmi e mantenere il silenzio…  Emm… Capisco la vostra emozione, ma provate a contenerla per un po’! »
Questo gigante non mi faceva paura. Era simpatico e anche un po’ imbranato (la lanterna che teneva in mano gli era scivolata un paio di volte mentre faceva quel suo mini discorso).
Entrammo nel castello. Passammo per diverse strade e scalinate… C’erano quadri ovunque e avrei giurato di aver visto uno di questi muoversi e parlare con Percy.
Percy è un prefetto e appena è entrato è corso a dare ordini alla sua casa, anche se devo dire che tutti erano felici di vederlo. E’ quasi strano che stesse simpatico a qualcuno! Improvvisamente tutti si fermarono e io andai a finire con la faccia dritta tra i capelli di una ragazza davanti a me.
«Ei! Stai attento! »
«Scusami…»
La sentì sussurrare “imbranato…”.
Caspita, che caratterino!
«Salve a tutti! Sono lieta di avervi finalmente tutti qui… E’ da un po’ che vi aspettavamo!  Io sono la professoressa Mcgranitt, insegnate di trasfigurazione e capo della casa Grifondoro. »
La donna era magra, alta, con i capelli raccolti in uno chignon. Aveva un’espressione inquietante.
«Se volete seguirmi, vi condurrò in Sala Grande, dove verrete smistati nelle vostre case… Oh, scusatemi un momento, aspettate qui. »
«Cavolo, sono emozionata… Ci smistano di già! Spero di non essere Serpeverde… E spero tanto di finire nella tua stessa casa Ron.»
Già… Anche io speravo di finire insieme a Luna… Non conoscevo nessun altro… Ma caspita. L’inquietudine che mi trasmetteva era peggio di quella che con un solo sguardo riusciva a farti provare la Mcgranitt!
«Bene, ragazzi, seguitemi! »
La sala grande era enorme! C’erano quattro tavoli lunghissimi nei quali erano seduti centinaia di ragazzi con i cappelli a punta in testa.
La Mcgranitt ci condusse verso il centro di questa, dove si trovava uno sgabello e un vecchio cappello.
Lo prese in mano e iniziò a chiamare uno per uno gli studenti.
«Hermione Granger! »
Era la ragazza di prima… Quella con i capelli piuttosto ricci.
Ci fu un momento di pausa e il cappello parlante dopo urlò: Grifondoro!
«Luna Lovegood!
Luna era molto tesa… Quando mise il cappello ci volle più del previsto… E alla fine questo urlò: Corvonero!
Caspita… Era la prima volta che desideravo di non finire in Grifondoro.
«Ronald Weasley! »
Oh, cavoli, è il mio turno…  Cosa sarò? Voglio stare con Luna… Ma cosa direbbero i miei genitori se fossi l’unico della famiglia di un’altra casa?
Un attimo di panico ed eccomi lì… Seduto sullo sgabello con in testa un vecchio cappello.
Questo iniziò a sussurrare strane cose… E alla fine urlò: Grifondoro!
Si! Ero Grifondoro, come tutti gli altri miei fratelli! Tutti si alzarono in coro pronti ad accogliermi e notai che anche quegli stupidi dei miei fratelli erano contenti che fossi un Grifondoro.
Ma Luna… Mi è dispiaciuto tanto… Uh, e come se non bastasse fui costretto a sedermi accanto a Hermione… Bene.
 «Draco Malfoy! »
Era il ragazzo biondo che parlava con Luna alla stazione… E anche quello che mio padre ha incontrato al negozio di abiti usati…
Il cappello parlante sfiorò appena i suoi capelli e subito urlò: Serpeverde!
Oh, un Serpeverde… Caspita…
«Harry Potter!»
Cosa?! Harry Potter? Il bambino sopravvissuto? Ei ma… E’ il ragazzo con gli occhiali che ha salutato il gigante!
Il capello ci ha impiegato un bel pezzo per decidere, ma poi ha urlato: Grifondoro!
Bè… Abbiamo Potter! Devo dire che è un buon inizio… Si è seduto vicino a me e… Miseriaccia! Aveva davvero la cicatrice!
«Piacere, sono Harry! »
Cosa? Uh, parla con me… «Piacere! Ron…»
Improvvisamente dal tavolo spuntarono centinaia di dolci, cosce di pollo… di tutto e di più! Finalmente! Il banchetto! Me ne hanno sempre parlato…
Morivo di fame. Finalmente… Ora va davvero tutto bene.


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Capitolo 8
*** Caspita, che caratterino! ***


Ennesimo anno a Hogwarts… Tutto come sempre…  Solito banchetto, smistamento, pivelli di primo anno che non sanno come comportarsi.
La cosa che preferisco in assoluto e prenderli in giro riempiendoli di scherzi insieme al mio caro, stupido e furbo fratello gemello: George. 
Sono le 8 del mattino e alle 9 devo scendere in serra per la lezione di erbologia. Credo di avere il tempo di fare uno scherzo a qualche pivello di Grifondoro assieme a George. Solo che non ho proprio voglia di muovere il culo dal letto oggi!
«Fred!! Alzati! Sbrigati! Altrimenti non possiamo divertirci! Non possiamo mica prepararci per la lezione come tutti gli altri… Coraggio!»
«Cavolo fratello! Non è necessario che tu mi faccia cadere dal letto ogni giorno!»
«Si, certo. Muoviti! No.. non ti vestire, il pigiama ti dona. »
Senza aspettare siamo corsi giù per le scale della torre del dormitorio fino ad arrivare alla sale comune che, molto stranamente, era deserta.
Come prima cosa abbiamo riempito il terzultimo gradino di una specie di cosa appiccicosa che ci hanno fatto preparare a pozioni, così che il primo ragazzo che sarebbe sceso sarebbe scivolato nel tentativo di staccarsi.
Ma abbiamo pensato anche a fermare la caduta in caso si potesse far male.
Seduti sulle poltrone rosse della sala ci siamo seduti ad aspettare ridendo come due deficienti immaginando la scena.  Che faccia avrebbe fatto? Solitamente quando facciamo questo scherzo (perché si, lo ripetiamo ogni anno usando tecniche e strumenti diversi) i ragazzi corrono via spaventati o si mettono a piangere… A quel punto siamo noi che siamo costretti a correre via… Non ci teniamo a beccarci una punizione il primo giorno di scuola.
Solo che… Stavolta a scendere le scale non è stato un ragazzino… Ma una ragazzina.
Non avevamo pensato a cosa sarebbe accaduto se a scendere le scale fosse stata una ragazza.
Come previsto è scivolata arrivata al terzultimo gradino e stava per arrivare con la faccia dritta a terra perché George che avrebbe dovuto fermarla era ancora sotto shock.
Ma prima che potessi aprire bocca per aiutarla ecco che lei lancia un incantesimo per parare la caduta.
‘Arresto momento’. Un incantesimo particolare… Soprattutto… E’ insolito che una ragazzina di primo anno riesca a farlo.
George è corso via passando dal buco della signora grassa. Io invece non riuscivo a muovermi… Non riuscivo a capire se avevo paura o se ammiravo il fatto che quella ragazzina fosse così… Insolita…
«Ciao… Scusa… Noi non volevamo… Era solo uno scherzo per…»
«Che stupido scherzo da quattro soldi! Nella mia vecchia scuola sapevano fare di meglio. E loro erano babbani! Voi che potete usare la magia davvero non sapete far meglio di così? Strano… Direi!»
Aveva un tono piuttosto da saputella… E questo la rendeva piuttosto antipatica, ‘direi’. E per  di più si è permessa di dire che io e George facciamo scherzi “da quattro soldi”?! Fred e George Weasley?? No, non sa contro chi si è messa.
 «Noi? Scherzi  da… Senti bella ragazza, potrai essere un piccolo prodigio, ma fidati. Mai insultare i nostri scherzi! Mai. Ora se vuoi scusarmi io…»
Non ho capito come e nemmeno quando. So solo che due secondi dopo ero a terra senza pantaloni con lei che mi fissava dritto negli occhi con quei suoi grandi occhi nocciola.
«Ops…»
Dopo aver  distolto lo sguardo da me si allontanò scostandosi dal viso quei suoi folti capelli ricci e ridendo come una frastornata.
‘Ragazza non sai contro chi ti sei messa. Vuoi la guerra? Bene, che guerra sia.’

Il giorno dopo è stato piuttosto faticoso… Ma non per questo volevo andare subito a dormire… Così decisi di andare nell’unico posto che nessuno visitava mai dopo cena: la biblioteca.
Non so perché decisi di recarmi in un posto simile.. Magari avrei trovato qualche secchione occhialuto con il quale mi sarei potuto divertire!
Bè, mi sbagliavo… La biblioteca era praticamente vuota… Iniziai a girare tra i vari scaffali cercando di scorgere anche solo una figura, un’ombra che potesse tenermi compagnia. Ma niente.
Mi sdraiai nella panca dove solitamente tutti si riunivano per discutere di libri e di quali potessero essere interessanti e ‘istruttivi’.
Improvvisamente però sentì un rumore provenire dallo scaffale dietro di me.
Qualcuno mi spiava. Mi fissava da dietro i libri.
Non so cosa mi spinsi a farlo, probabilmente avrei preferito correre via… Ma ero curioso di sapere chi c’era… Chi come me aveva avuto una ‘giornataccia’ magari, e non sapeva cosa fare… Cercava compagnia. Ma avrebbe anche potuto esserci qualsiasi altra cosa! Anche un mostro. O peggio: Gazza o il suo gatto!
Ormai era troppo tardi per tirarsi indietro però.
Mi avvicinai allo scaffale cercando di vedere qualcosa… Poi scrutai due grandi palle marroni, si, è questo che erano. Delle palle marroni che mi fissavano.
Da dietro lo scaffale uscì una ragazzina acqua e sapone che mi sorrise e mi disse:
«Ciao! Ricordi chi sono?»
«Come no! Come scordarsi di te e dei tuoi… toni vivaci! »
«Ah, ah. Spiritoso il ragazzo! Sei il fratello di Ron vero? »
«Oh, cavolo, non dirmi che va in giro per tutta la scuola dicendo a tutti che sono suo fratello! Ha intenzione di rovinarmi la reputazione? Comunque si, sono io. »
«No! Non ha detto a tutta la scuola che sei suo fratello sta tranquillo… Ci sono andata a intuito. »
La sua risata era una della più irritanti che abbia mai sentito in tutta la mia vita e io di risate ne ho sentite parecchie!
«Oh, menomale, per favore potresti non dire a nessuno di questo? Non mi va che si sappia che ho uno sfigato per fratello!»
«Più che ‘sfigato’ io lo definirei un ragazzo strano, fuori dal comune, piuttosto ignorante e inconsapevole di quanto è fortunato a essere un mago! Non c’è un solo incantesimo che riesca a fare in modo corretto! Ma è comunque simpatico.»
«Bè lo conosco già! Sai… è mio fratello!»
Avrei preferito non aver detto nulla, stare zitto e ridere a quello che mi ha detto! Ma Fred Weasley non ride mai alle battute delle persone che non ridono alle sue! Evidentemente non si è resa conto della persona che aveva davanti. Eppure non riuscivo a farla ridere. Era seria. Mai vista persona più seria di così!
«Ti chiedo scusa, ho tanto sonno, devo proprio scappare… Ci si vede Weasley… Come hai detto di chiamarti? »
«Fred! Sono Fred!»
«D’accordo Fred… Sono Hermione Granger. A presto! »
Così dicendo si voltò muovendo i lunghi capelli ricci e si diresse all’uscita della biblioteca… Ma da dietro uno scaffale intravidi il gatto di Gazza che miagolava come una furia!
Non so perché lo feci, so solo che non meritava di essere messa in punizione… Mi diressi verso di lei, la presi per mano, la zittì e la portai dietro uno scaffale. Come previsto nel giro di pochi secondi Gazza entrò in biblioteca e iniziò a girovagare di scaffale in scaffale.
Voleva parlare e fui costretto a coprirle la bocca con le mani. Piano, lentamente, cercando di non far il minimo rumore la portai fuori dalla biblioteca la presi nuovamente per mano e la trascinai fino alla torre di Grifondoro senza dirle una parola. Giunti in Sala Comune lei, ancora un po’ sottoshok, riuscì a dire qualcosa.
Mi aspettavo dei ringraziamenti, ma non è esattamente quello che ottenni.
«Che diavolo fai? Sei impazzito? Mi stavi per soffocare! E… come diavolo ti sei permesso di mettermi le mani addosso e di portarmi qui, eh? »
«Figurati, è stato un piacere aiutarti a non finire tra le grinfie di un vecchio rimbambito e un gatto assassino! Oh, non ti disturbare, non c’è di che! Ci sono abituato! Io e Gazza siamo amiconi! E il suo gatto! E’ così tenero che farei la qualsiasi cosa per stare a coccolarlo tutto il giorno!»
«Ti credi divertente? Bè, senti un po’, non lo sei affatto! Se oggi fossi finita nei guai la colpa sarebbe stata solo la tua! Assumitene le responsabilità… Se sei un ragazzo come si deve dovrai farti perdonare, direi! Non so te, ma questa storia mi ha stancata, io me ne vado a letto. Spero di non dover rivedere la tua faccia almeno fino a domattina! Buonanotte. »
«Fidati, non ho alcun interesse di farmi perdonare da te! Pessima nottata.»
Caspita che caratterino! Devo essere sincero? E’ odiosa.
Spero di non dover avere a che fare proprio più niente con lei. 

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Capitolo 9
*** Sono Luna(tica), d'accordo. ***


Caspita! Che confusione… Non sono abituata a dover fare tutte queste cose durante il giorno… Di solito papà mi aiuta notevolmente durante le attività quotidiane, ma adesso che lui non c’è devo sbrigare tutte le faccende da sola e non è affatto semplice!
Riuscire a finire i compiti prima di domattina è la cosa che per il momento mi preoccupa maggiormente!
Domani ho trasfigurazione e non so ancora trasformare un filo di paglia in un ago! I miei compagni sono molto avanti e davvero non so come diavolo fare…
Devo esercitarmi almeno per tutta la notte e sto già morendo di sonno… Considerando che sono solo le 9 e mezza non sono affatto a buon punto. Concentrati Luna. Concentrati diamine!

*

«Buongiorno!»
« … Cosa?»
«Dì un po’… Hai dormito qui tutta la notte?»
«Io… Credo di si…»
Davanti a me c’era una ragazza molto carina con i capelli lunghi e scuri. Aveva degli occhi a mandorla dolcissimi e mi sorrideva come non avevo mai visto far a nessuno.
«Io sono Cho Chang! Molto lieta di conoscerti… Tu sei Luna Lovegood vero? »
«Si ma… Come sai chi sono? »
«Bè… Lo so e basta! Conviene che ti vai a vestire! E’ tardi e tra un po’ inizia la lezione! Ti aspetto qui così magari ci andiamo insieme… Ti va? »
«Oh, si… Sto arrivando, ci metto un secondo. »
Era la prima volta che una ragazza mi chiedeva di andare a lezione insieme a lei come se fossimo proprio… amiche. Le uniche persone che volevano stringere amicizia con me sono state di altre case e per questo motivo mi sono sempre chiesta se Corvonero fosse la casa adatta a me. Il fatto che Cho mi abbia rivolto la parola è già una cosa stranissima e… Adesso mi chiede di andare a lezione insieme… Cosa succede?!
Dopo essermi preparata sono scesa al piano di sotto e l’ho trovata seduta ad aspettarmi ripassando storia della magia…
«Cho? Eccomi… Andiamo allora? »
«Sisi! Coraggio o rischiamo di far tardi! Sbrigati!! »
E’ una ragazza piena di energia e anche molto simpatica! Mentre camminavamo nel corridoio ci fissavano tutti in modo strano come se stessimo facendo chissà cosa… Oggi avevamo lezione con Grifondoro… Mentre entravamo in classe Cho è andata a sbattere con un ragazzo con gli occhiali e i capelli neri. Dopo essersi resa conto che era Harry Potter ha preso il libro di storia della magia e ha iniziato a sbatterselo forte in testa.
«Wow! Bè sono andata a sbattere contro Harry Potter! Direi che posso vantarmene! Ahahah! »
«Senza dubbio è una cosa di cui andare fieri! Ahahah! »
«Lovegood e Chang! Silenzio per favore! Luna… Magari potresti far vedere a tutti come si trasforma un filo di paglia in un ago? »
«Io.. Sisi.. Certo! »
Per la prima volta in vita mia sono riuscita a trasfigurare qualcosa! E’ stata una soddisfazione vedere la faccia incredula della Mcgranitt che ha ricominciato subito a parlare e parlare senza nemmeno badare al fatto che io ero riuscita a fare un incantesimo nel modo corretto!
All’ora di pranzo mi sono recata in sala grande… Sono passata davanti a Cho ma lei era seduta con altri ragazzi così ho deciso di non disturbare e di sedermi più distante senza farmi notare… Non ho potuto evitare di sentire quello che dicevano.
«Cho che diavolo ci facevi con quella svitata di Lunatica a lezione di trasfigurazione?! »
«Noi ci siamo sempre per te! Cerca di evitare di stare con persone del genere o potresti diventare come lei! »
«Ma cos’ha che non va? »
«Basta solo guardarla negli occhi per capire che non è sana di mente! Quando parla sembra avere una radio che produce suoni con un tono di cantilena! Ha uno sguardo ‘sognante’, se può chiamarsi così, e suo padre.. E’ il direttore della rivista ‘Il Cavillo’! E’ più svitato della figlia! »
«Già! Tutta la scuola sa che è una persona da evitare! »
«So cosa dice tutta la scuola ragazzi… e…»
«Vorresti che si direbbe lo stesso di te? »
«No. »
«Allora ascolta il nostro consiglio. »
Non volevo nemmeno ascoltare cosa Cho rispondesse loro, mi sono alzata di corsa rovesciando tutto il pollo sulla divisa di un ragazzo seduto accanto a me e ovviamente il rumore si è sentito fino al tavolo dei Serpeverde così l’unica cosa che sono riuscita a fare è stata correre via piangendo come un’idiota sentendo gli occhi di Cho che mi seguivano fino a quando non sono uscita dalla Sala.
Non mi sono mai sentita peggio in vita mia… Tutta la scuola pensava che io e mio padre fossimo dei malati di mente e adesso capisco perché mi evitavano tutti! Capisco gli sguardi che rivolgevano a Cho quando camminava accanto a me nei corridoi!
La scuola è iniziata da tre mesi e io non mi sono resa conto di come tutti mi fissavano o parlavano di me!
Non mi sono nemmeno resa conto di dove fossi arrivata… Continuavo a correre senza sapere dove andare quando improvvisamente andai a sbattere contro qualcosa di morbido che cadde e io gli finì addosso…
«Oh, mio dio ti chiedo scusa… Non ti ho vista! Ma.. Luna! »
Mi asciugai gli occhi per vedere chi avessi davanti e fu quasi una visione celestiale vedere che era una persona che credo non pensasse quelle cose di me!
«Ron! Ciao… Scusami tu.. Sono un’imbranata… O sarebbe meglio dire una svitata, lunatica o malata di mente! »
Non riuscì a trattenermi e scoppiai a piangere… Ron  mi chiese cosa mi faceva stare tanto male e io gli raccontai quanto era successo…
«Bè… Sai Luna… Io ti capisco! Davvero perché… Anche io sono in una situazione simile… Molti a scuola pensano che io sia una persona da evitare perché sono uno stupido… Uno sfigato! E non è bello quando tutti ti parlano alle spalle… Ma in questi tre mesi ho imparato a capire chi sono le persone da evitare e chi le persone da tenersi strette! Sai… Ho degli amici meravigliosi e so per certo che loro sono le persone che devo avere al mio fianco… Prendi Harry… O Hermione!
Sono sicura che anche tu hai degli amici che ti vogliono bene e ti conoscono davvero! E non danno retta a quello che sentono in giro…»
«Bè… Ron io credo che l’unica persona che pensi questo di me sia tu. Ho anche altre persone che con me ci parlano… Conosci Draco Malfoy? So che sembra odioso… Ma in fondo anche lui ha i suoi attimi in cui è simpaticissimo! »
«Malfoy?! Ne dubito! Quel ragazzo è stupido! E’ antipatico e crudele! Non ha un cuore! E’… è insopportabile! »
«Non dire così Ron… Se lo conoscessi meglio non lo diresti… Prendi te, io non penso che tu sia uno sfigato o uno stupido!
Sei un ragazzo dolce e sensibile se vuoi esserlo! Le cose che mi hai detto prima non le avevo mai sentite dire da nessuno… E ti ringrazio… Lo so, hai ragione… Sei un buon amico Ron. Grazie davvero… Ma adesso e tardi ed è meglio se torno alla Sala com… al dormitorio. Buonanotte Ron. »
«Miseriaccia.. Grazie per le belle cose… che hai detto tu! Notte Luna! »
Lo guardai negli occhi e lui mi sorrise… Che bravo ragazzo!
Non volevo guardare le facce dei miei compagni quando entrai. Salì dritta al dormitorio dove trovai Cho ad aspettarmi seduta sul suo letto.
«Luna! Ascolta… Mi dispiace… Io non…»
Non volevo ascoltarla quindi mi misi a dormire e mi chiusi la testa sotto il cuscino.
Sentì Cho sospirare e sistemarsi sotto le coperte.
«Buonanotte Luna. »

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Capitolo 10
*** Dannati capelli! ***


Aaaah! Son o le 7:15 ed è il quinto mese che io, Hermione Granger, passo nella migliore scuola di magia e stregoneria! Non è più pesante della scuola babbana… ma c’è da impegnarsi parecchio… Tra compiti e ‘faccende segrete’ da svolgere con Ron ed Harry quasi non riesco ad avere cinque minuti liberi per poter scrivere a mamma e papà.
Oggi finalmente è domenica… Ho un’intera mattinata da passare insieme a Ron e Harry e poi vedrò di darmi da fare con i compiti… Credo proprio che loro non toccheranno libro. Se non ci fossi io a spronarli ogni tanto credo che non riuscirebbero a far nulla.
Mi preparo e scendo in sala comune.
Come previsto erano lì che mi aspettavano ma stranamente non stavano scambiando le figurine che trovavano nelle ciocorane o parlando di Quidditch… Parlavano di qualcosa sussurrando così piano che nessuno si rese conto che erano nella stanza…
Mi avvicinai e mi sedetti accanto a Ron che quasi cadde dal divano per lo spavento.
«Miseriaccia, Hermione! Potresti avvertire prima di piombare sul divano all’improvviso?!»
«Oh, scusami Ron! Magari la prossima volta preparo uno striscione e inizio a urlare: Attenzione! Sto per sedermi sul divano accanto a Ronald Weasley! Cortesemente potete avvisarlo in modo che non si spaventi?»
«Devi sempre esagerare? Guarda che io ho solo detto che…»
«La piantate per favore?! Ron, dobbiamo raccontarle quello che abbiamo trovato durante le vacanze di Natale! Se per favore evitate di litigare almeno oggi ve ne sarei grato…»
«Ah ah! Ora capisco perché oggi eravate così tranquilli! Avanti sputate il rospo…»
«Bè, non è niente di che… Harry ha trovato uno specchio che gli fa vedere i suoi genitori e Silente gli ha spiegato che ci mostra quello che noi vogliamo di più dal profondo del nostro cuore.»
«Non banalizzare la cosa Ron! Sai che per me è una cosa importante… Volevo solo dirtelo Hermione, non voglio che tu mi risponda dicendomi che è inutile continuare a guardarlo perché sono solo i tuoi più profondi desideri e non è nulla di reale, o qualcosa del genere. L’ho già sentito dire un paio di volte per circa tutto il mese… Quindi se non vi dispiace preferisco uscire a fare una passeggiata fuori…»
Preferì non dire nulla come lui mi aveva chiesto… Era un argomento delicato e non era il caso di parlarne oggi.
Restammo in silenzio per un bel po’ ma questo fu rotto da Ron.
«Per me va benissimo… Nevica ancora fuori! Perché non andiamo davvero?»
«Oh, si… Perfetto! Andiamo a giocare fuori…»
Harry non disse nulla, si alzò e seguì Ron. Io feci lo stesso…
Fuori faceva piuttosto freddo… Molti erano fuori a giocare… Tra questi si distinguevano quei cafoni di Fred e George che stavano facendo svolazzare quella che sembrava una viscida sanguisuga finta sulla testa di una ragazza di Tassorosso che non appena se ne accorse iniziò a urlare e corse in bagno piangendo.
Fred e George erano a terra dalle risate… Ma non potendo sopportare la scena presi la bacchetta e decisi di vendicarmi…
«Vingardium Leviosa »
Un grosso cumolo di neve si sollevò alle spalle dei gemelli… George fu più sveglio e si spostò appena in tempo… Ma Fred venne colpito subito in testa…
Sfortunatamente ero l’unica ragazza con la bacchetta puntata al cielo e non fu difficile per Fred capire chi aveva fatto l’incantesimo…

«Oh, oh… Hermione, ti do un consiglio da fedelissimo amico, se hai un cervello… Scappa! » disse Ron con tono preoccupato.
Ma non lo feci… Cosa vuoi che potesse farmi…? In verità mi aspettavo che mi scagliasse addosso una massa gigantesca di neve ghiacciata, ma mi sbagliavo clamorosamente.
Prese a correre verso di me e quindi fui costretta a seguire il consiglio di Ron.
Arrivai alle scale che portavano alla Sala Comune di Grifondoro ma quando mi mancavano solo 5 scalini ecco che queste si spostarono…
Come se non bastasse anche Fred si trovava sulla rampa di scale e venne spostato insieme e me verso una porta che conduceva a un corridoio che non avevo mai visto… Prima che mi rendessi conto di quello che era successo, Fred riprese a correre e io fui costretta a entrare e a correre tra le milioni di ragnatele che c’erano sul pavimento… Decisi di nascondermi dietro una torcia… Ma purtroppo la massa dei miei capelli mi tradì.
«Ah ah! Beccata!»
«E adesso cosa mi farai?!»
«Credo che ti consiglierò di andare subito via dal piano… E’ il terzo! E’ proibito!»
Annuendo incominciai a camminare insieme a lui e uscimmo senza essere visti da nessuno…
Io stavo andando in Sala Comune e Fred ovviamente mi seguì…
Ci aspettavamo di trovare qualcuno ma la sala era vuota, così mi sedetti sul divano e presi il libro di Pozioni e iniziai a scrivere il titolo del tema che ci aveva assegnato il professor Piton.
«Se vuoi ho già fatto questo tema quando ero al primo anno. Posso prestartelo così puoi scopiazzare un po’ se ti va!»
«Non credo sia necessario grazie, faccio tutto da sola. »
Si sedette accanto a me.
«L’ho notato sai… Direi anche che fai per tre! Magari uno dei tre te lo posso risparmiare io… Se non vuoi copiarlo tu il tema puoi darlo a Ron. Sono sicuro che non gli dispiacerà! Ho preso il massimo in questo compito e credo che per lui sarebbe magnifico averlo.»
«Tu?? Il massimo? Con il cervello da bradipo che ti ritrovi? Non è che ti creda molto… Ma per risparmiare tempo penso che a Ron lo darò il tuo compito, grazie. »
Senza troppe cerimonie lo presi dalle sue mani e iniziai a leggerlo…
«C’è da dire che non è male… Non ti facevo così bravo in pozioni! »
«Se non fosse per il professore credo che sarebbe la materia che preferisco in assoluto… E’ grazie alle pozioni che io e George riusciamo sempre a fare scherzi strepitosi!»
«Io li trovo stupidi. Si, stupidi e banali! Non mi fanno ridere per niente. Avete trattato malissimo quella ragazzina oggi! Dovreste solo vergognarvi. »
Mi aspettavo una risposta arrogante delle sue. Ma invece si mise comodo sul divano con le mani dietro la nuca e rimase a fissarmi mentre scrivevo. Non volevo farglielo sapere ma questa cosa mi irritava parecchio.
Passarono circa due minuti così.
«Ma tu non dovresti studiare?!»
«Eh?! Io? Eccome se dovrei farlo! Solo che non mi va affatto! Preferisco rimanere a fissare te che studi visto che di uscire fuori dove ci saranno centinaia di ragazzini a rompere non mi va di andarci. »
«Io invece non voglio che mi fissi mentre studio quindi o ti prendi un libro oppure sto salendo a studiare al dormitorio… Anzi! Mi chiedo perché non l’ho fatto subito! Salgo subito in camera, la tua presenza mi irrita parecchio!»
«Oh! Piccola impertinente! Stai certa che non mi metterò a studiare comunque! Preferisco rimanere a fissare il fuoco. »
Ovviamente finsi di salire la torre e rimasi a spiare quello che faceva… Si guardò intorno per un attimo… Rimase a fissare il punto dove ero ‘scomparsa’ per un po’ e ho avuto l’orribile sensazione che forse sapeva che ero lì... O che mi avesse vista i piedi…
Ma subito lui si girò, prese un libro dal tavolo e iniziò a studiare.
Allora decisi di scendere e sedermi nuovamente accanto a lui senza dire una parola..
Calò il silenzio… Ma all’improvviso si avvicinò alle mie orecchie e parlò molto piano, sorridendo.
«Dovresti tagliarli i capelli.»

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Capitolo 11
*** Idioti! ***


Era praticamente ovvio che sarei finito a Serpeverde. Sono un Malfoy, cosa potevo aspettarmi?
Tuttavia penso che sia la casa adatta a me! In questi giorni mi sono reso conto di quanto grandioso sia stare qui. I miei compagni sono come me e sono assolutamente contento di questo.
Due di loro mi ubbidiscono come se io fossi un re… Ma sono due poveri idioti… E’ meglio che li conduca sulla strada giusta.
Oggi ho pozioni… Il professor Piton è l’insegnante che più preferisco. Si vede che odia a morte quel… Potter! Adoro come lo infastidisce durante le lezioni… E’ il mio mito quel professore!
Non vedo l’ora di andare a lezione oggi. Sono pronto ad ascoltare la nuova presa in giro su Potter, ahahah!
«Tiger! Goyle! Forza andiamo! »
Prima di venire Goyle rovesciò a terra tutte le sue cose e tentò di raccoglierle usando la bacchetta ma sbagliò di gran lunga incantesimo… Così che tutto gli cadde addosso.
Tiger tentò di aiutarlo ma anche lui sbagliò incantesimo e finì con le mutande di Goyle in testa.
Che branco di idioti!
Decisi di scendere da solo in sala comune e  di aspettarli sotto.
«Ciao Pansy…»
«Oh… Ciao Draco! »
Ecco un’altra idiota. Appena mi ha visto arrivare ha lasciato cadere a terra la boccetta con la pozione da consegnare e Piton.
«Che hai combinato idiota?! Aspetta… Reparo»
La boccetta si rimarginò immediatamente e il contenuto si rimise al suo interno…
«Oh, grazie Draco! Come avrei fatto senza il tuo aiuto? »
Si avvicinò, mi stampò un bacio sulla guancia e corse fuori dalla Sala Comune.
«Di nulla… Blah, che schifo. »
Un rumore fortissimo come se fossero cascate due torri del castello.
Tiger e Goyle che rotolavano giù per le scale.
Idioti.
Le lezioni di Piton sono noiose fino a quando non fa domande agli sfigati.
«Chi sa dirmi dove posso trovare un Bezoar? »
Subito la mano di quella odiosa mezzosangue della Granger è saltata su… Ma Piton finse di non vederla nemmeno.
«Malfoy… Saresti così gentile da rispondere tu? »
Io?! E che diamine ne so io?! Perché Piton mi ha fatto una domanda? Forse non si ricorda del patto con mio padre.
«Professore… Io non credo di essere la persona più adatta a rispondere a questa domanda. »
Mi guardò con quegli occhi scuri e penetranti. Tutti avevano lo sguardo rivolto su di me e avrei giurato di sentire Weasley ridere sotto i baffi insieme a Potter.
Me la pagheranno.
«Credo di avere l’autorità di decidere chi interrogare mio giovane alunno. Sai rispondere alla mia domanda?»
«No.»
«No? Credo di essere costretto a togliere 5 punti a Serpeverde.»
«Cosa?! Ma… 5 punti?!»
«Oh, povero Malfoy… Come farà a sopportare una simile perdita?»
«Taci Potter. Siete la casa con meno punti in assoluto! Vedi di non fare lo sbruffone.»
«Solo perché siamo una squadra corretta!»
«Nessuno ha chiesto il tuo parere! Lurida mezzosang…»
«Non ti azzardare a dirlo nemmeno per scherzo!»
Weasley si alzò e mi puntò la bacchetta contro. Si sentirono sospiri e ragazze si portarono le mani alla bocca.
«Adesso basta. »
Piton aveva il solito tono calmo e insopportabile.
«Weasley, Potter, Malfoy e Granger. Punizione. Oggi nel mio studio alle 5 e mezza.»
Il quartetto sospirò… Un’altra serata passata in punizione con quegli idioti!
Alle 5 e mezza in puntò uscì dalla Sala Comune e andai nei sotterranei e vidi scendere i tre nei sotterranei per andare da Piton. Li seguì senza rivolgergli la parola.
Non appena ci vide entrare, Piton ci rivolse un sorriso soddisfatto.
«Bene. Venite qui. Oggi mi aiuterete a riordinare lo studio. Come potete vedere è un po’ disordinato. Vi lascio il lavoro… Ah… Ovviamente non potete usare la magia. »
Qui rivolse un sorrisetto alla Granger.
«Consegnatemi la bacchetta. »
Weasley sbuffò e gliela consegnò con riluttanza. La Granger continuò a fissare il pavimento e gli tese la mano. Potter e io ci fissammo negli occhi. Con altrettanto disprezzo ci girammo verso Piton e gli consegnammo le bacchette.
Uscito dalla stanza calò il silenzio.
Iniziammo a riordinare le mensole e lavare il pavimento.
Io presi a spolverare la mensola più bassa.
«Ti conviene iniziare dalla più alta…»
«Cosa? La più alta… D’accordo… Grazie…»
«Lascia… Faccio io. Aiuta Harry. »
«Non è necessario. C’è la faccio benissimo! »
Gli tirai con violenza lo straccio dalle mani che si strappò. Lei mi guardò con quegli occhi marroni grandi per un bel pezzo. Poi posò il resto dello straccio sulla mensola, si girò, rivolse uno sguardo di disapprovazione a Potter e riprese a lavare il pavimento.
Trascorsero tre ore lunghissime senza dire una parola.
«Finalmente abbiamo finito! Vorrei capire che diamine ci ha fatto Piton in quest’ufficio. Ha organizzato una riunione tra troll e giganti?! »
«Non parlarmi di Troll Hermione… Per favore.»
A tutti scappò una risatina, ma subito questa fu interrotta da Piton che entrò all’improvviso facendo sobbalzare Ro… Weasley.
Bene… Vedo che avete finito. Sperò che abbiate finito di fare il tema che vi ho assegnato per domani… E’ una cosina speciale solo per voi quattro… La troverete nei vostri libri nei rispettivi dormitori. Ci vediamo domani. »
Ci riconsegnò le bacchette e si chiuse la porta alle spalle.
«Un tema?! Se lo scorda che io per domani faccio un tema dopo avergli pulito l’ufficio per tutta la serata! Non mi importa di far perdere punti! Io non lo farò! Sono stanchissima… Non se ne parla.»
«Hermione? Sicura di stare bene? Insomma… Tu che ti rifiuti di fare un compito assegnato… Strana la cosa…»
«Non vedo cosa ci sia di strano Harry… Quando è troppo, è troppo.»
«Io e Ron non lo facciamo di certo… E tu Draco? »
«Eh? Io… Nono non credo che… e… e… e… ecciù! Maledetta polvere! Credo che non lo farò neanch’io. Sto morendo di sonno e non so nemmeno se andrò a lezione domani! Oggi è matto! Deve aver seriamente sbattuto la testa! »
Eravamo davanti alla scalinata per uscire dai sotterranei e ci dovevamo separare… Non che mi dispiacesse la cosa! Non vedevo l’ora di tornare in Sala Comune!
Stavo per entrare quando sentì Potter che mi rivolgeva nuovamente la parola.
«Ci si vede…»
Entrai senza rispondergli.
Trovai Goyle seduto ad aspettarmi.
«Allora? Com’è andata la punizione?»
«Come vuoi che sia andata? Passare tre ore con quei tre idioti! »
Iniziai a raccontare loro cos’era successo ma non appena finì la prima frase si addormentò con la bocca aperta e la saliva che gli colava sulla divisa. Una scena rivoltante.
Chiusi gli occhi e mi addormentai anch’io. 

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Capitolo 12
*** Poteva finire male. ***


«Dai Hermione! Ti prego… Una riga sola… Non ti sto chiedendo tanto!»
«Ron… Renditene conto. Se ti faccio io anche questo tema mi dici come farai a imparare? Tra pochissimo dovremmo fare gli esami e a quel punto non ci sarò io che scriverò il tuo tema!»
«Ma io imparo! Imparo leggendo quello che scrivi tu… Non consegno al professor Piton il compito così come me lo fai... Lo correggo in modo che possa sembrare fatto da me. »
«Benissimo, allora basati su un tema che ti ho fatto io e spremi la tua piccola testolina per vedere se esce fuori qualcosa!»
Era vero. Gli esami cominciavano tra tre settimane… E io non sapevo ancora cos’era un bezoar. Eppure il professore continuava a ripetermelo a ogni sua lezione cavolo! C’entrava qualcosa con la capra… Se non mi sbaglio… Ma insomma! Non mi aiuta nemmeno minimamente questo! Per non parlare di erbologia… La professoressa Sprite è bravissima per carità… Sono io che non riesco a capire cosa esce dalla sua bocca?
«Sono un completa idiota! Un fallito. »
«No Ron… Io sono un’idiota! Andiamo!»
Ecco uno dei tanti attacchi di Harry…
«Dove stai andando Harry? Non correre! »
«Dobbiamo parlare con Hagrid!»
Arrivati alla capanna di Hagrid lo trovammo seduto che suonava il flauto… Harry ha iniziato a porgli domande su quel cane gigantescopico nascosto nel corridoio del terzo piano… Quello che protegge la pietra filosofale.
La conclusione fu che Hagrid è un completa idiota… Ha detto come far addormentare il cane all’uomo che gentilmente gli ha regalato un uovo di drago.
Harry era in una specie di trans. Ci ha detto che saremmo dovuti scendere nella botola questa notte stessa.
«Sei impazzito? No, no, no, no. Non se ne parla! Non rimetterò assolutamente piede in quella stanza… Non disturbiamo il cane che dorme d’accordo? »
«Infatti noi non lo disturberemo affatto… Anzi, lo addormenteremo Ron.»
«Spiritoso Harry! »
«Andiamo Ron… Non vorrai dirmi che hai paura?»
«Si! Ho paura, ok? … Temo di non avere scelta… Ok, bene quando si parte? »
Lo dissi come se dovessimo partire per una bellissima gita in campeggio.
«Benissimo, useremo il vecchio mantello di mio padre per arrivare alla stanza.»
Tornati in sala comune continuammo a studiare fino a quando non arrivò il momento tanto atteso da Harry ed Hermione. Mi hanno trascinato a forza sotto il mantello e giunti alla porta… bè mi sono rassegnato. Con nostra grande sorpresa il cane dormiva così siamo riusciti facilmente a scendere giù per la botola.
Atterrammo su una specie di coso morbido che dopo un po’ iniziò a muoversi… Non riuscivo a capire quello che stava succedendo… Harry e Hermione mi dicevano di star calmo… Non ci riuscivo. Dove sono Harry ed Hermione? Che fine hanno fatto? Un lampo di luce, ecco sono morto. Ma con mia grande sorpresa notai che Hermione mi fissava e Harry rideva.
«Wow, per fortuna eravamo calmi! »
Continuando a camminare siamo giunti in una stanza piena di strani esserini che volavano… Erano chiavi. Harry si precipitò verso una scopa sospesa in aria al centro della stanza… Non appena montò sul manico le chiavi iniziarono a scagliarglisi contro ferocemente… Scaltro Harry riuscì a prendere la chiave, Hermione aprì la porta e… fatto.
L’altra stanza era strana, piena di statue enormi… Le conoscevo… Sapevo cos’era.
«E’ una scacchiera.»
Iniziammo a giocare, io ero il cavallo, Hermione la torre e Harry l’alfiere. La partita è stata in assoluto la più entusiasmante di tutta la mia vita. Fino a quando… Rimase una sola cosa da fare… Io… Dovevo farmi mangiare in modo che Harry poteva dichiarare scacco al re. Non avrei voluto… Ma dovevo. Harry e Hermione cercarono di fermarmi… Ma no, dovevo.
Mi feci coraggio. Mi avvicinavo sempre di più… Un colpo secco……

«Oh, Ron… Sei sempre il solito idiota… Hai fatto una cosa senza testa né piedi! Sei stato coraggioso. Per la prima volta in vita mia sono contenta di te… Ma spero che tu non mi senta mai dire queste cose! » sentivo delle mani delicate accarezzarmi i capelli.
Sorrisi, ma feci finta di non sentire. Era la voce di Hermione… Sentì delle braccia che mi avvolgevano e mi sollevavano… Era Silente.
«Sta bene professore?»
«Non preoccuparti… Madama Chips lo curerà nel giro di due minuti… Non temere signorina Granger. »
«Ed Harry? »
«Lo stesso vale per lui… Il professor Piton lo sta portando in infermeria…»
A quelle parole sussultai… Aprì di colpo gli occhi tanto che Hermione lanciò un gridolino.
«Piton?! Ma professore! Lui vuole la pietra! Sta cercando di rubarla…»
«Si riaddormenti signor Weasley… Gli spiegheremo tutto dopo…»
«Oh, d’accordo… »
Così dicendo, mi girai e mi addormentai tra le morbide braccia del più grande mago del mondo.
Quando mi risvegliai Hermione mi raccontò l’accaduto… La pietra era stata distrutta… Raptor si è rivelato uno sporco traditore… Voldemort è ancora vivo da qualche parte ed Harry è un grande eroe.
«Anche tu sei stato un eroe Ron…»
«Non credo che sarei riuscito a cavarmela se non ti fossi applicata ad Erbologia Hermione! »
Sorrise e mi chiese di raggiungere Harry che probabilmente era già uscito dall’infermeria… Lo trovammo davanti alla porta… Con tanto di divisa… Ci guardava sorridente… Insieme ci avviammo in Sala Grande.
Tra poco iniziava la premiazione per la coppa delle case. Grifondoro era all’ultimo posto… Serpeverde al primo. Siamo spacciati.
Ma quando tutto sembrava ormai finito, ecco che Silente si alza in piedi ed assegna vari punti ad ognuno di noi…
50 punti ad Hermione… per essere la strega più brillante del corso.
50 punti a me, per aver svolto la partita di scacchi migliore del secolo…
60 punti ad Harry, per il suo immenso coraggio…
10 punti a Neville… Per essere riuscito ad affrontare noi, che siamo i suoi più cari amici.
In un secondo superammo Serpeverde, aggiudicandoci la coppa delle case!
Posso definire questo… Un vero lieto fine.
L’anno è stato fantastico. Ho conosciuto persone stupende… Il momento prima della partenza è stato meraviglioso, c’era gente che si salutava da tutte le parti… Vidi in lontananza una ragazza dai lunghi capelli biondi. Era da sola, mi avvicinai a lei e quasi senza crederci la abbracciai.
«Ci vediamo l’anno prossimo Ronald. »
I suoi occhi azzurri mi fissavano… Rimase inespressiva, come al suo solito… Si girò e salì sul treno.
«A presto Lunatica.»




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Capitolo 13
*** Però io sono...? ***


Mio Dio… Che emozione! Il primo giorno di scuola! Caspita… 
Mi sveglio e mi ritrovo sdraiata nel mio letto… Rimango per circa 10 minuti ferma fissando il soffitto… O almeno questo è quello che riuscivano a vedere i miei fratelli dal buco che c’è sulla porta della mia camera che prego mio padre di riparare da decenni. 
In realtà con la mente ero in un altro mondo, nel mondo in cui ho sempre sognato di trovarmi, nel mondo che si aprirà davanti a me nel giro di poche ore… Con la mia mente ero già ad Hogwarts. 
Finsi di non accorgermi di niente, ma le risate dei miei fratelli sarei riuscita a sentirli fino alla stazione di Londra… Ogni riferimento è puramente casuale, non che io stia pensando alla stazione di Londra… 
«Ma la volete piantare! Vostra sorella è emozionata, è una cosa normale! Volete che vi ricordi come stavate il primo giorno di scuola? Soprattutto tu George… »
Nemmeno le strilla di mia madre riuscirono a distrarmi dai miei pensieri, eri in estasi. 
«L’avevo dimenticato! George, te la sei fatta sotto non appena abbiamo attraversato il muro della stazione! Sei penoso…»
Fred e George si punzecchiavano, tutto regolare… Scendevo le scale immaginando di trovarmi sulle scalinate della scuola, non importa quanto quelle di casa mia scricchiolassero, niente poteva riuscire a disturbare i miei sogni, nient-
«Ciao!»
Boom. Tornata alla realtà mi ritrovai Harry Potter in persona seduto a tavola insieme alla mia famiglia. Ecco, lui era riuscito a svegliarmi… Caspita com’è carino. 
Salgo di corsa in camera, mi preparo e partiamo. 
Arriviamo a Diagon Alley tramite la metropolvere. Harry si è perso e mia madre è in paranoia, i miei sogni si riaprono. Mi trovo a scuola, mi stanno smistando… Chissà di che casa farò parte… Il cappello parlante lo sta per dire, ci siamo…
Puff. 
Mi ritrovo davanti Hermione Granger che mi richiama all’attenzione. 
«Ginny! Sono così felice per te! Ero emozionatissima il mio primo giorno… Non che adesso non lo sia, è bellissimo ritornare a Hogwarts! Come ti senti? Sei preoccupata? »
«Un pochino… »
«E’ normale! Ma non preoccuparti, sarai una bravissima Grifondoro!»
Continuammo gli acquisti… Terminati arrivammo alla stazione, attraversammo la barriera e quasi mi si tolse il respiro vedendo l’Hogwarts Express… Tanto che Hermione mi mise una mano in spalla per farmi coraggio… 
«Coraggio ragazzi è tardi! Oh, Ginny cara, vedrai andrà tutto a meraviglia! Sei una bambina fantastica… Scrivici quando puoi! Ciao piccolina mia! »
C’era un bel po’ di commozione nelle parole di mia madre… Mi guardò per un momento e poi mi richiamò in uno dei suoi meravigliosi abbracci al quale si unì mio padre, altrettanto contento. 
Il treno era grandioso. Ogni studente poteva scegliere gli scompartimenti da occupare e io ero molto indecisa su quale prendere. Cercai qualcuno che conoscevo tra la folla… Ma niente… Così mi presi di coraggio e scelsi un vagone a casaccio… Aprì la porta del fortunato scompartimento senza guardare chi dento ci poteva essere. Dopo averla aperta aprì gli occhi e vidi un ragazzino seduto da solo affacciato dal finestrino. Si girò molto lentamente e mi fissò per un po’… Aveva dei capelli biondissimi… Mi guardò dritta negli occhi e mi fissò per circa mezzo minuto. I suoi occhi erano azzurri e penetranti e mi scrutavano dalla testa ai piedi. Erano difficili da dimenticare quegli occhi e io li avevo già visti. Lui era il ragazzino “strano” che ho incontrato a Diagon Alley l’anno precedente! 
«Ciao, io sono… »
«Sei una Weasley. E’ chiaro no?»
A quelle parole inizialmente sorrisi, forse perché non avevo capito esattamente ciò che intendesse. Poi però iniziai a pensare che c’era un po’ di malizia nelle sue parole. 
Stavo per chiedere spiegazioni ma lui si alzò e mi venne incontro.
«Una Weasley… Però tu sei… »
Fissava un punto dietro di me, mi voltai e vidi lo spettacolo più brutto mai visto in vita mia. Due ragazzi grassi si stavano abbuffando di ogni tipo di leccornia venduta dalla signora sul treno. 
Lui fece una faccia disgustata alla quale io risi. Lui se ne accorse e rimase a fissarmi senza fare la minima smorfia. Poi mi superò per andare dai ragazzi.
«Andiamo da un’altra parte. Qui è già occupato. »
Andarono via e io rimasi a fissarmi mentre si allontanavano un po’ perplessa.
Decisi di sedermi accanto al finestrino, chiusi la porta e… aspettiamo. 
Dopo un paio di secondi un ragazzino imbranato batté la testa contro il vetro facendo un rumore talmente forte che persino il macchinista si spaventò. 
Io gli aprì la porta e lui entrò imbarazzato. 
«Ti chiedo scusa… io… sono…. N-Neville… Neville… Paciock. »
«Piacere, sono Ginny Weasley.»
«Sei la sorella di Ron? »
«Si… Lo conosci? »
«Certo! E’ un Grifondoro anche lui! Del mio anno! Siamo molto amici. »
«Sei un Grifondoro? Spero di esserlo anch’io… La mia famiglia lo è sempre stata e io non voglio essere da meno. »
«Non sarai da meno, sei una Weasley! »
Le sue parole erano diverse da quelle dette dal ragazzino biondo. Lui pronunciò il mio cognome come se fosse qualcosa di meraviglioso. 
Sorrisi, e non dissi niente. 
Arrivati a scuola come previsto da Neville finii in Grifondoro… Ma Ron non si vedeva ancora. I miei fratelli erano tutti molto contenti… Tra la confusione cercavo il ragazzino, voglio sapere cosa intendeva con quel suo ‘Però tu sei…’. 
Non trovandolo ci rinunciai e passai la prima nottata nel dormitorio insieme a tante ragazze di Grifondoro, tra cui Hermione, un’amica di Ron e Harry Potter. Era simpaticissima. Sono contenta di essere qui. Non c’era niente di meglio che potessi desiderare.

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Capitolo 14
*** Simpatia? Questa è bella! ***


Wuhu!  Buondì gente!
Si, sarebbe bello essere capaci di dire queste parole quando metti piede fuori dal letto. Sempre se riesci a farlo ovviamente.
Letto comodissimo, tende rosse, finestra con le sbarre… aaah, casa dolce casa!
Sono Hermione Granger e sono pronta a iniziare un nuovo anno ad Hogwarts.
Ma che ore sono? Dormono tutti…
Fisso l’orologio che mi ha regalato mio padre quest’estate e per poco non lo feci cadere. Avevo sonno!
E ci credo, erano solo le 2,00!
Però non ero l’unica persona sveglia… Si sentivano dei rumori provenienti dalla Sala Comune, così scesi di sotto a controllare… Pensai fossero Fred e George, pronti a preparare un altro dei loro scherzi idioti. Non ho dimenticato quello dello scorso anno.
Presi la bacchetta e scesi le scale cercando di non fare il minimo rumore.
Mi misi a spiare la Sala da dietro il muro e come previsto c’era una chioma rossa che si riusciva a vedere appena dal divano. E’ comunque parecchio strano che o Fred o George che sia, stava seduto sul divano… Magari aspettava che l’altro arrivasse con qualche materiale di loro invenzione.
Decisi che era il momento migliore per attaccare.
Tirai fuori la bacchetta dal mantello e la puntai su un bicchiere poggiato esattamente dietro il divano. Dissi ‘Aguamenti’ e questo si riempì d’acqua.
Puntai nuovamente la bacchetta su esso ma stavolta dissi: ‘Vingardium Leviosa’. Il bicchiere si sollevò fino ad arrivare sulla chioma rossa seduta sul divano. Mollai la presa esattamente nel momento in cui questa si sollevò per fissare cosa facesse ombra sul libro che leggeva… Libro? Con mia grande sorpresa notai che i capelli rossi erano molto lunghi e che appartenevano ad una ragazzina. Troppo tardi per fermare il bicchiere che si rovesciò sulla testa della povera ragazzina.
« Oh, mio dio, scusami Ginny! Credevo fossi… »
«Me? »
Con mia grande sorpres/ira Fred ci fissava dall’alto della scala.
«Si. »
«Che scherzo da dilettanti! Ritirati, non puoi nulla contro di me! »
«Dici? Vedremo! »
Mi ritrovai a fissare i suoi occhi marroni nel modo più irritato possibile, ma fui molto felice di vedere che anche i suoi occhi erano parecchio irritati.
«Sparite bamboccione o ci rovinerete lo scherzo!»
Il secondo gemello sbucò giù da un punto non ben definito.
«Oh, ma piantatela! Siete i ragazzi più idioti della vostra età! Mi domando da quale parte sono vostra sorella! »
Ah, bene, questa era la prima volta che sentivo la voce di Ginny Weasley. E’ una ragazzina timida e non è molto socievole.
«Dai capelli presumo… »
«Ma come sei spiritoso! Vedete di piantarla, perché non ci sento a passare un anno orrendo per colpa vostra! »
«Uh, no tranquilla, fa finta di non conoscerci… Ma non venire a piangere da noi se gli altri ragazzi ti fanno i dispetti! »
«Non meritate la mia considerazione fino a tal punto fratellini miei. Io me ne torno a letto. Hermione, vieni anche tu? »
«Ci puoi scommettere! »
La seguì sulle scale, mentre George e Fred rimasero zitti a fissarci.
In fondo non è poi così timida, è piuttosto forte direi.
«Sono due idioti… Ti ci abituerai nel giro di qualche mese, ne sono certa. Ci vuole mano ferma, tutto qui. »
«Scusa se ti dico una cosa del genere ma… Insomma… Sono insopportabili! Odio gli scherzi che fanno e odio loro! Anzi… Odio lui! »
«Shh! O sveglierai qualcuno! … Lui chi? »
«Fred, mi ha presa di mira. Me ne combina di tutti i colori, facciamo a guerra dall’anno precedente… E anche se detesto ammetterlo… Non lo posso battere. »
«Ma per forza! Ci vogliono anni e anni di impegno per diventare stupidi quanto loro. Frequentali spesso e magari potresti farcela! Ahahahah! »
«Frequentarli? Hermione frequenta Fred è George è una frase che può avere senso compiuto solo se prima del predicato troviamo un avverbio di negazione grosso quanto una casa: NON! »
«Non ti scaldare… Era una battuta! Sta di fatto che li dovrai sopportare… Non ti conviene avere Fred come nemico comunque. »
«Oddio, nemico… Non lo considero tale. E non fare quella faccia! Ovviamente non è nemmeno un mio amico! E’ un… un  conoscente. D’accordo? »
«Un po’ di simpatia per lui la provi! »
Scoppiai in una risata talmente forte che Angelina si svegliò urlando:
«No! Il boccino! Harry prendi quel maledetto boccino! »
«Angelina… Calmati è solo un sogno… Non preoccuparti Harry Potter è un grande cercatore… Non ne sbaglierà mai una, promesso, ora torna a letto. »
Nell’udire quelle parole Ginny sussultò, si alzò e mi fissò.
«Emm… Hermione, io vado a letto… Sai mi è venuto sonno, sono le 3 in fondo no? Buonanotte, a domani! »
«Ciao Ginny. »
Simpatia… Simpatia un corno! Fred è il ragazzo più odioso che esista sulla faccia della terra! Anche peggio di Draco Malfoy! E’ qualcosa di incredibilmente irritante!
Simpatia! Ma che diavolo gli passa per la testa a quella…
E adesso perché non prendo sonno!
Aprì la porta del dormitorio giusto in tempo per sentire la risata dei gemelli.
Simpatia? La risata più antipatica del mondo… Per mia sfortuna sono un tipo molto curioso, così decisi di origliare ciò che dicevano!
«Pensi che si vendicherà? »
«Ma chi? »
«Hermione… »
«Adesso cosa c’entra Hermione scusa? Parlavamo dello scherzo! »
«Si, è che… Ho pensato che dovrei prepararne uno anche per lei… In fondo quello del bicchiere era diretto a me! Che ne pensi? »
«Penso che ci stai prendendo troppo la mano fratello! L’hai presa di mira pesantemente! Lasciala in pace… »
«Mai! Lei mi provoca! Insomma George! Cosa vai dicendo? Sono Fred Weasley! La pagherà cara quella bambinetta, è una promessa. »
«L’hai presa di mira.»
«No… C’è… E anche se fosse? Si, l’ho presa di mira. E ora deve vedersela con me! »
Diamine! Chiudo la porta, mi metto sotto le coperte e… Notte. 

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Capitolo 15
*** Tutto cambia in fretta. ***


Buonasera a tutti. Sono seduta su una poltrona a fissare da tre minuti la rivista che tengo in mano. Non ho idea di cosa sia, la fisso, ma non riesco a leggere una sola lettera. Ho la mente occupata da altro per il momento.
Ebbene si, sono al secondo anno ad Hogwarts e devo dire che… No, niente. No è cambiato assolutamente niente.
Sono sempre io. La ragazzina stramba che non ha molti amici poiché bè… è stramba?
Imbambolata a fissare la rivista non mi rendevo conto di ciò che accadeva attorno a me. Non sapevo neanche che ora fosse.
Un rumore e un “Ahi” penetrarono nella mia testa riuscendomi a lasciar andare via quei pensieri che mi affliggevano da circa un anno.
Sollevai la testa dal libro (molto lentamente probabilmente) e vidi una ragazza seduta sull’ultimo gradino della scala per andare ai dormitori che si accarezzava la nuca.
«Ti sei fatta male? »
«Oh… Un po’… ma niente di grave »
«D’accordo, che ore sono? »
Cho mi guardò con uno sguardo un po’ triste. Si, non è cambiato nulla. Forse esagero? So solo che adesso non sono sicuramente arrabbiata con lei come una volta.
«Senti… Luna… Vedi… A me dispiace di quello che è successo lo scorso anno.»
Si alzò dal gradino fino ad arrivare alla mia stessa altezza.
«Lo sai, io non penso certe cose di te! Sei una bravissima ragazza e mi dispiace di quello che pensano tutti. »
Non risposi. Non sapevo cosa avrei potuto dire.
«Scusami, davvero. Ricominciamo da capo? »
Alzai lo sguardo e scontrai i suoi occhi, pieni di speranza e di attesa. La scrutai dalla testa ai piedi… Non aveva niente che non andava, sempre perfetta come al suo solito. Mi sembrava sincera. Va bene. Annuì e le sorrisi…
A quel mio piccolo gesto lei sorride a trentadue denti e mi abbracciò forte ripetendomi scusa altre dieci volte.
Poi sbadigliò.
«Vado a letto… Ah, a proposito…. Sono le 12:15! »
«Mmmh… Buonanotte Cho! »

Il giorno dopo mi recai nella serra, avevo erbologia con i Serpeverde e dopo trasfigurazione con Grifondoro. Ottimo, avrei rivisto Malfoy e Ronald.
Arrivata in serra trovai tutti già perfettamente retti intorno al tavolo. Cho si mise accanto a me e insieme iniziammo.
Draco era molto distante da me, per cui non abbiamo avuto modo di parlare durante la lezione. Quando uscimmo lo guardai e gli sorrisi, lui ricambiò ma subito dopo un ragazzo di Serpeverde lo guardò torvo, a quello sguardo lui si voltò e tenne la faccia bassa fino a quando sparì nel corridoio che conduceva ai sotterranei.
«Tutto bene Luna? Sei sovrappensiero… »
«Oh, no, va tutto a meraviglia. Aspettami qui… Devo andare un attimo in bagno. »
Andai nel bagno delle ragazze al primo piano. Probabilmente avrei fatto tardi a lezione, non sarebbe la prima volta.
Mi sciacquai la faccia e uscì dal bagno… Mentre percorrevo la strada per andare in aula di trasfigurazione sentì un tonfo. Mi voltai. Ron era inciampato sui suoi lacci delle scarpe ed era caduto con la faccia dritta sul pavimento.
Risi per circa un minuto di fila e Ron rimase a fissarmi da terra con la fronte corrugata.
«Grazie mille! »
Si alzò di scatto e si recò verso la classe.
«Oh, andiamo Ron! Non te la sarai mica presa per così poco!»
Non mi rispose… Io continuai a seguirlo ridendo. So che lo faceva solo per ricevere un po’ di attenzioni.
Entrati in classe seguimmo la noiosissima lezione.
Ron ha fatto la sua figuraccia giornaliera, Hermione ha risposto a tutte le domande che la professoressa rivolgeva alla classe, Harry aveva la testa fra le nuvole, Cho dormiva, Neville rotolava giù dalla sedia, Seamus ha fatto esplodere il libro preso in prestito dalla biblioteca… e io… bè io ho continuato a prestare attenzione a ciò che ognuno di loro faceva durante la lezione.
Ron uscì subito dalla classe insieme a Hermione ed Harry… Io li seguì e sentì Cho seguire me.
«Ron! Ron!! »
Dovetti correre per raggiungerli… Andavano molto di fretta…
«Ron senti possiamo parlare? »
«Scusami Luna… Devo fare una cosa importante insieme ad Harry ed Hermione… Ci vediamo dopo in Sala Grande ok? »
Era l’ennesima volta che Ron mi mollava in quattro e quattr’otto così. Harry ed Hermione di qua e di là… Insomma sono i suoi migliori amici, ma credo di contar qualcosa anch’io!
O forse non conto nulla neanche per lui? Magari ha solamente trovato una scusa per non rivolgermi mai più la parola…


                                                                                   *

«Si può sapere che ti prende? E’ da due giorni che non mi dici una parola. »
Cho mi guardava fissa con aria turbata, non sapevo cosa dirle, non mi avrebbe di certo consolata… L’avrei soltanto fatta innervosire.
«Sono solo un po’ stanca. Come sai ho molto da studiare in questi giorni… Scusami, buonanotte.»
Mi guardò per circa 5 secondi, poi abbassò lo sguardo e tornò a sezionare il suo arrosto di maiale.
In realtà non avevo assolutamente toccato libro, o meglio si, ho aperto il libro, letto le prime due righe… Ma poi mi sono persa nei miei pensieri.
Voglio molto bene a Cho, ma ho un po’ voglia di stare sola…
D’un tratto la mia attenzione fu attirata da un ragazzino che parlava delle sue calze.
Perché tutti indossano le calze uguali?
Io indosso sempre le calza di colori differenti… Ad esempio adesso ne ho una a righe gialle, blu e viola e l’altra è tutta verde con un fiore disegnato sopra… Credo siano più fantasiose così…
Oh… Andiamo Luna! Perché penso alle cose più inutili del mondo quando potrei fare altro?
Potrei studiare... Ho già finito… Potrei anticipare qualcosa per domani… Non ho molto per domani, non vedo perché dovrei farlo…
Decisi di indossare gli occhiali sperimentati da mio padre per scovare animaletti invisibili che gironzolano sulla testa della gente, è divertente guardarli e sapere che loro non li vedono.
Il ragazzo che parlava delle sue calze aveva uno strano furetto piccolissimo in testa. Non ho idea di che tipo di animale potrebbe essere, ma è carino… Tentai di avvicinarmi per prenderlo ma questo scappò via… Notai che tutti mi guardavano in modo strano… Molti ridevano… Altri sussurravano cose del tipo: “Eccola, è la svitata, che ti avevo detto?”
Mi voltai salì al dormitorio e infilai la testa sotto il cuscino.
Svitata… Sarò svitata io o loro che non si rendono conto di avere un furetto in testa?
Svitata… In fondo non è un male che gli altri pensino questo di me, sarò anche svitata secondo loro, ma una cosa è certa: nessuno saprà mai quanto è divertente osservare quello che accade alle loro spalle.
A questo ultimo pensiero due ragazze entrarono in camera spettegolando su chi secondo loro fosse il più carino della scuola seguite da folletti invisibili che facevano loro il verso alle spalle.

 




Scusatemi!! Ho avuto molto da fare! Il possimo arriva prima!! Spero vi piaccia:)

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