Ora ti vedo più che mai - storia di Marco ed Eva

di Kiki34
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All'alba di un amore ***
Capitolo 2: *** Il gioco dei ricordi ***
Capitolo 3: *** Porte che si aprono, porte che si chiudono ***
Capitolo 4: *** Equazioni d'amore ***
Capitolo 5: *** Che il mondo aspetti...Per un minuto ***
Capitolo 6: *** Videogiochi spenti...Sinonimo di? ***
Capitolo 7: *** Giri di chiave ***
Capitolo 8: *** Starnuti Innamorati ***
Capitolo 9: *** L'anima della città ***
Capitolo 10: *** Affidarli al vento? ***



Capitolo 1
*** All'alba di un amore ***


Primo Capitolo - All'alba di un amore

Eva si sedette sul letto tirando un respiro di preoccupazione, o più che altro, un sospiro tipico da chi è innamorato bruciato: dire cotto, non renderebbe
l'idea.
Ormai era certo: non sarebbe riuscita a chiudere occhio per nemmeno un secondo quella notte. E non perchè, allo schiudersi delle sue palpebre,
le sarebbero passate davanti, come in un flash, tutti i momenti passati con lui, ma perchè quei momenti sarebbero stati un eterno rimpianto, una continua
botta in testa, l'esatta definizione di ciò che si sentiva in quel momento: un'emerita idiota!
'Cioè, Eva, ragiona: bacini, bacetti, sorrisi, favori, futili litigi risolti con un semplice, ma allo stesso tempo, fantastico, abbraccio...Ma chi credevi di
illudere, oltre a te stessa, s'intende?? Butterei giù il muro a forza di capocciate, scema, scema, scema..Chissà, forse, a forza di ripeterlo dando testate,
mi rimarrà impresso in fronte, cosi tutti potranno sapere come mi sento...Perlomeno, non dovrei fingere di stare bene, quando in realtà, va tutto un
po' una merda...Basta domande, su: domani, o meglio, fra qualche ora, sarà un nuovo giorno, e ci sarà tempo per pensarci. Ah, dimenticavo: buonanotte,
scema, scema, scema.'

Marco, nel buio della camera che condivideva con i due fratelli, non smetteva di pensare a Rachele, ancora lei, sempre lei. 'Come ha potuto non accorgersi
di quanto era fantastica la nostra storia? Come ha potuto distruggere tutto?' Andò ad aprire un cassetto della scrivania, ed iniziò a rovistare. Voleva
fare a pezzi quelle dannate pagine di quel dannato taccuino, a pezzi, un po' come si sentiva in quel momento. Ribaltò senza tante cerimonie, metà delle
cianfrusaglie, fino a trovare quello che cercava. Il blocchetto era aperto alla pagina giusta, proprio lì, e sopra a quelle parole, la scritta istintiva ''X
RACHELE''. Girò un attimo il foglietto, perchè spuntava fuori il bordo, sembrava di una fotografia. E quando si trovò davanti agli occhi la foto di Eva,
capì di aver sbagliato tutto. Nel cuore della notte, girava una pagina e puff, vedeva Eva per la seconda volta:ma questa volta non si sarebbe più fatto male.
La vedeva veramente, e gli ritornò in mente ogni cosa. Cos'è che aveva detto? Che non esistono amori impossibili, se uno ci crede; e questa volta,
ormai se lo sentiva, l'impossibile sarebbe morto, sepolto per sempre, lasciando vivo un amore, che in fondo, nemmeno una biondina dai magnetici occhi
azzurri era riuscita a spezzare, ma solo ad accantonare. 'Un po' come la mia testa, eh..? Cielo, ho avuto sempre sotto gli occhi tutto ciò che
io abbia desiderato, e non me ne sono accorto...' E sorrise: in fondo, il loro non era un mare di guai....

I due ragazzi, si erano addormentati, inconsapevoli di essere pensati, e sognati, dall'altro; ma presto, tutto sarebbe stato più chiaro, come lo è sempre,
in fondo, all'alba di un nuovo giorno e...di un nuovo, vecchio, amore.

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Capitolo 2
*** Il gioco dei ricordi ***


 

Secondo Capitolo - Il gioco dei ricordi

 


Tipica colazione Cesaroni già apparecchiata, a tavola tutta la famiglia, meno due, Marco ed Eva. Dormiglioni..? Macchè! Semplicemente innamorati.
Giulio era felicissimo, presto tutti in vacanza, lui e Lucia; Mimmo, Rudi e Alice con Gabriella e Cesare (sperava di ritrovarli vivi, al suo ritorno) e i
giovani adulti...Boh, c'avrebbe pensato un'altra volta.
Mimmo sembrava l'unico un po' triste: non avrebbe visto la bambina che gli piaceva, Sara, la sua fidanzatina.
Rudi era silenzioso ed apparentemente innocuo; un fatto che poteva avere due spiegazioni: o era il preannuncio di uno dei suoi soliti scherzi,
o gli alieni avevano preso il vero Rudi sostituendolo con una cavia da laboratorio. Era troppo improbabile la terza opzione, invece: Rudi innamorato, Rudi tranquillo...? No, era da escludere a priori.
Alice invece pareva felice, sicuramente per le vacanze appena iniziate...Ma ne siamo poi così sicuri?
Gabriella fischiettava allegramente: incredibile, vista la prospettiva che le sarebbe toccata pochi giorni dopo, stare con Cesare una settimana. Forse
aveva trovato un'altra fiamma, perchè, come dice lei stessa, aveva un fascino innato che sprizzava da tutti i pori...Beh, se ne è convinta lei, noi
non possiamo far altro che annuire!
Cesare, invece, era sempre lo stesso, burbero, Cesare: con i suoi maritozzi un po' passati 'di moda' e il suo broncio ormai naturale..Ma l'ombra di un
sorrisetto non mancava.
Visto? Guardandoci bene, non era poi proprio così 'la solita' colazione Cesaroni; perchè in fondo, nulla è cio che sembra...
E in quel momento, pareva proprio che l'amore avesse fatto un strage in casa Cesaroni.

Al piano di sopra, Marco ed Eva si stavano preparando per andare in bagno. Incredibilmente assonnati, complice la notte insonne (alla fine, i pensieri
avevano prevalso) si muovevano entrambi un po' a tentoni, un po' a istinto.
Uscirono dalle loro stanze nello stesso momento, e vedersi a vicenda fu la doccia fredda (una doccia fredda non era mai stata così piacevole, accidenti)
della giornata e li risvegliò completamente.
Ci fu qualche secondo d'imbarazzo, tipo quando tutto ciò che vorresti è baciare la persona che ami e che hai sempre amato(ma che, complici l'imbarazzo
e le circostanza che ti bloccano irrimediabilmente, non puoi fare), e poi Marco esordì
"Eh....Mi servirebbe il bagno...Ma non importa, vai prima tu!''
"No, figurati, vai pure tu!"
"No, tu"
"Insisto, Marco, tu!"
"Ok, io!" Marco le aveva sorriso, uno di quei sorrisi che risvegliano la speranza, pensando che anche per dichiararsi avrebbe dovuto fare così: lui avrebbe
dovuto prendere il coraggio, annullando l'imbarazzo.
Anche a voi sembra che se la stia solo raccontando nella speranza di autoconvincersi..? Ma è giusto che sia così: finalmente la determinazione avrebbe
spiegato le vele di quella nave, pronta a salpare verso una bellissima storia...O a rimanere in porto, chi lo sa....

Rudi e Alice dovevano uscire per andare ad un supermercato a prendere delle cose per la vacanza in stile Cesaroni. La ragazzina non riusciva a spiegarsi
come mai quel malefico avesse accettato di seguirla a fare compere: una cosa che non stava nè in cielo nè in terra. Infatti, venti minuti prima, mentre
erano a tavola per la colazione, Lucia aveva chiesto a sua figlia il favore, e Rudi aveva addirittura detto che ''gli avrebbe fatto molto piacere
accompagnarla''! Giulio aveva cominciato a correre per tutto il pianterreno; accortosi che tutti lo guardavano come se fosse impazzito (cosa che veramente
sembrava, bisogna dirlo), aveva esclamato "Aho, chiamate un medico! A Rudi è cascato er galateo in testa e ha preso 'na botta!" Tutti ridevano, eccetto
Rudi; forse gli mancava un po' di autoironia, o forse, cosa che adesso diventava sempre più probabile, stava veramente diventando meno animale del solito.
Mentre camminavano, l'uno vicino all'altra, Alice provò a rompere il silenzio con una provocazione:
"Beh, che cos'hai, non dirmi che mi toccherà chiamare lo zoo e chiedere perchè il loro migliore scimmione si comporta civilmente!"
Rudi sembrò uscire da uno strato di trance: "Eh? Che c'è? Cosa?"
"Niente, niente" la ragazza ormai non ci stava capendo più nulla. 'Dov'è finito quel tipo che mi dava il nome di tutte le specie ittiche esistenti, che si
atteggiava a bullo della scuola, che rispondeva male ogni volta che ne aveva l'occasione? Oddio, e io perchè mi sto interessando a QUELLO LI'..? Non è
che...
"..Mi cominci a piacere" disse Alice ad alta voce, quasi incosciamente.
"Che? Alice? Tu..Tu.."
Passava intanto Betty, quella che Rudi avrebbe voluto baciare veramente, sbagliandosi nel buio, quella volta. E Alice trovò il coraggio di baciarlo lì,
di zittirlo, di nasconderlo alla vista di quella che, lo sapeva, si stava prendendo una cotta per lui. E lei doveva impedirlo.
Non seppe dire il perchè, ma sentì una strana sensazione vicino allo stomaco, o forse vicino al cuore, chi sa.
I minuti dopo l'imbarazzo si era steso completamente, ricoprendoli da capo a piedi.
Ah, l'amour...

Marco, seduto sul suo letto e con in braccio la sua chitarra, provava un nuovo accordo. Un accordo che sentiva un po' di amore alla follia, un po' di
sorrisi mai compresi, ed anche di capelli ricci da accarezzare. Tre lettere, ed il gioco era fatto, l'ispirazione perfetta.
Interruppe questa scia di pensieri l'aprirsi della porta, ed Eva entrò nella sua stanza, sedendosi, senza chiedere il permesso.
Non avevo chiesto il permesso nemmeno a lui, quei suoi occhi gli si erano impressi dentro senza ulteriori domande, così....
Eva pareva persa nei suoi pensieri. Continuavano a guardarsi, per un secondo in più ed Eva disse "Sai, ho deciso di tornare a Milano...."
Fu in quel momento che Marco si sentì cadere un masso in testa... Un masso grande come il suo amore, che ormai pesava troppo, e doveva essere
liberato: ma come faceva, dopo quello che aveva sentito?
"Perchè?" quasi lo urlò.
Eva ci rimase un po', e poi decise che non avrebbe più nascosto la verità; parzialmente, s'intende.
" Perchè, perchè quando senti che il mondo ti crolla addosso, è quello il momento in cui senti che è l'ora di cambiare...Voglio andarmene da qui,
mi sentirei triste a rimanere quando sento che ho perso ciò che volevo."
Marco non capiva cosa Eva voleva lasciar intendere. Forse la scuola? Christian che incombeva ancora? No, impossibile, lei non poteva essere così stupida,
andiamo. Doveva esserci qualcos'altro..
" Continua, spiegati meglio..E dai, Eva!"
Eva era indecisa. Doveva fare solo l'ultimo tentativo...Usare delle parole che lui disse qualche tempo prima, per riportargli la mente al ricordo, e forse...
"Forse perchè, alla fine, gli amori impossibili sono davvero impossibili...E uno si illude che non lo siano."
Marco all'improvviso, capì tutto. Non voleva fare niente di affrettato, in quel momento, ci pensò un attimo su e disse:
"Io non credo...Un po' come la canzone: funziona solo se non esistono amori impossibili"
Marco aveva deciso di 'giocare' allo stesso gioco a cui aveva giocato Eva, con quella frase. Era il gioco dei ricordi. Un gioco che spesso ci scuote, e rende
tutto, ad un tratto, più semplice.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Porte che si aprono, porte che si chiudono ***


Terzo Capitolo - Porte che si aprono, porte che si chiudono

Eva aveva spalancato ancora di più i suoi occhi grandi, pareva aver capito tutto come Marco, in un attimo.
Marco pareva incantato, le fissava le labbra sempre più vicino, ormai la ragazza poteva vedere tutto l'amore che c'era negli occhi del ragazzo,
e viceversa...
Fu un attimo, ma loro vollero farlo durare un eternità, quel bacio, e così fu. Quando si staccarono, si scrutarono ancora, ancora, ed ancora.
Poi Marco sorrise, uno dei suoi sorrisi più belli, riservato solo per Lei, e finalmente la abbracciò; entrambi avevano saputo affidare all'istinto
ciò che non erano riusciti a dirsi.
Non ci voleva un "ti amo" di qualcuno a rovinare l'atmosfera, quel suono era già stato liberato in quell'incontro di labbra...
Ed in fondo, ci sono attimi che non hanno bisogno di parole....
...E nemmeno di qualcuno che bussa alla porta, 'azzo!
"Posso?" era Rudi.
Marco ed Eva, imbarazzati si separarono; il ragazzo però non capiva come mai quel marmocchio di suo fratello avesse bussato per entrare
nella sua camera; ma poi ringraziò l'improvvisa perdita di memoria, o di qualcos'altro, di Rudi, altrimenti sai che casino! Avrebbe dovuto sborsare
fior di quattrini per pagare il suo silenzio...
Rudi fece capolino nella stanza con una faccia a cui nessuna descrizione potrebbe rendere giustizia: pareva sorpreso, sconcertato, sconvolto;
insomma, la tipica faccia che avrebbe uno che è appena stato baciato dalla sua pseudo-sorella (XD)!
Ad un certo punto finse (o forse fece sul serio) una faccia terrorizzata, ed indicando Eva, seduta sul letto di Marco, simulò ( o forse no)
un urlo, e disse "Le Cudicini sono pericolose, via! Altrimenti chiamo la disinfestazione!"
Eva, con un sorrisetto, chiese "Ma povero, povero Rudi! Finalmente hai capito che Alice è una ragazza? Sai, sappiamo essere terribili" e fece
un verso, poi mettendosi a ridere genuinamente.
Marco sorrise fra sè e sè, pensando a quel giorno, in cui il destino aveva fatto piombare quel miracolo dal cielo, ops, da Milano.
"E finalmente l'accordo giusto non sta più dietro un vetro, ma è proprio qui, accanto a me..."

Alice stava sistemando la spesa aiutata dalla nonna, con cui stava facendo una delle loro conversazioni. Una nonna intuisce sempre tutto, e
vedere la "sua bambina" arrossire mentre Rudi la scansava, le dava non poco a cui pensare!
"Sai che la nonna capisce sempre, tesoro..."
"Sì, ma sono io che non ci capisco niente..."
"Spiegati pure, su..."
" Beh, insomma, stavamo camminando, poi passa quella là..Betty, io mi giro e..che vergogna! Ho baciato quell'impiastro!
Cesare spuntò in cucina, aveva sentito l'ultima frase.. "Aho, che se je sta uno che tocca 'a nipote mia je spezzo le gambe, se poi è pure 'n'impiastro
tanto vale chiamà le tombe funebbri.."
"Si chiamano pompe funebri, Signor Cesare, ma dubito che lei possa arrivare a capire una cosa del genere.. E tanto per cambiare, vedo che lei
non sa nemmeno cosa voglia dire fare il gentiluomo, non si ascoltano le conversazioni altrui, soprattutto se sono fra donne, e quindi di un livell
superiore alle sue doti intellet.."
"E lei 'nvece come ar solito parla sempre troppo!" Cesare era partito in quarta.
"Solo perchè riesco a mettere più di cinque parole in fila non vuol dire certo che io sia logorroica!"
" Logorro che? A me me pare più sclerotica che lorrogoica, che poi manco so che vo' di', ma visto che da quanno è arrivata lei in 'sta casa nessuno
possono più farsi ji affari propri, sa cosa faccio, lo sa?"
" Mi faccia indovinare: torna nel suo covo pieno di ubriaconi il cui unico contributo che danno all'umanità è quello di urlare come scimmie per quattro
ragazzetti in pantaloncini..?"
"No, me ne torno alla bottiglieria mia,dove ci saranno pure fiumi de vino, ma armeno nun je stanno certe vecchie befane! E quindi, Cesare Cesaroni,
toglie il disturbo!"
" Ed era anche ora! A mai più rivederci!"
Cesare esclamò solo "Che amarezza!" e poi uscì sbattendo la porta.

Insomma: in casa Cesaroni, per una porta che si chiudeva ce n'erano altre che stavano per aprirsi; alcune, forse, solo di uno spiraglio, ed altre, chi
lo sa, magari si sarebbero spalancate...

 

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Capitolo 4
*** Equazioni d'amore ***


Quarto Capitolo - Equazioni d'amore

In bottiglieria, Cesare, ancora visibilmente arrabbiato, stava raccontando a suo fratello Giulio, e all'immancabile, grande lavoratore (...), Ezio, la discussione con 'la vecchia pazza', come disse lui.
"Nun se po' più vive' in quella casa, da quanno je sta lei! Me sembra de esse' diventato n'estraneo nella casa mia..."
Giulio lo fermò " Ma casa tua de che, aho?"
" Senti Giulio, nun te ce mette' pure tu, eh... "
Ezio, come al come al solito la prese a ridere, ma poi chiese " E sentiamo, come sarebbe cominciato 'sto litigio con Gabriella?"
" E io che kakkio ne so, so solo com'è finito..'Nsomma, te spiego: stavo ad entra' in cucina, e je stava la vecchia che stava a parla' con Alice, e sento di' da lei che quarche 'mpiastro l'ha baciata... Poi, come er solito, anvedi te che me doveva capitare? La vecchia inizia a macina' le palle con quella cosa chese ritrova ar posto della bocca!"
Giulio chiese: "Impiastro? Quale 'mpiastro, aho?"
" Boh! Senti Giulio, io nun me voglio più 'mpiccia', visto quello che è successo oggi! ....Che amarezza..." Cesare se ne andò nel suo studio chiudendosi la porta alle spalle.
"Aho, io nun ho proprio capito ando' sta il problema, c'ha sempre litigato con Gabriella, no?"
" Sì, infatti.. E' proprio strano in questi giorni.."
" Solo strano? Lui è sempre strano...Diciamo che da 'n po' e più 'ncomprensibbile, che solo strano, eh..."
"Vabbè, vabbè..." Giulio chiuse la questione. Aveva altro per la testa....

Mimmo: A casa Cesaroni, è arrivata l'ora di pranzo, e tanti sembrano avevano qualcosa da chiarire con qualcun altro..
Rudi non è sceso per pranzo, ed Alice sembra che stia proprio sulle nuvole..
Eva e Marco, invece, continuano a guardarsi, sorridere e diventare rossi: chi sa perchè?
Papà stava cercando di parlare con Lucia, ma poi ha detto che si era dimenticato cosa doveva dirle...
Lucia invece sembra felice, ha sistemato un po' la casa, ma papà le ha detto di non esagerare, che se no succedeva la stessa cosa di due settimane fa.
Insomma, qui a casa siamo tutti con i nostri pensieri...Li avrà portati l'estate?
Ma allora, perchè tutti dicono che quando finisce la scuola non abbiamo più nulla a cui pensare? Non capisco proprio, ma io sono solo un bambino...

"E' solo Rudi, Ali! Perchè ti preoccupi?" Alice stava raccontando per telefono alla sua amica Jolanda, ciò che era successo quella mattina.
" Appunto, è proprio quel 'solo' che mi preoccupa! Cioè, è solo Rudi, e allora perchè mi sono sentita le farfalle nello stomaco?"
"Beh, forse ti aveva messo ancora il ketchup nel maritozzo?" azzardò ironica la sua amica.
"Senti, non sono proprio in vena di battute, eh! Mi servirebbe un consiglio, più che altro!"
" E io che ti posso dire? Lo sai com'è Rudi, dai..Non saprei dirti più di questo!"
" Ed è proprio questo il problema! Non so più com'è veramente..Ultimamente sembra..sembra sempre meno alieno, ecco..."
" Ali, proprio non so...Tocca a te conoscere meglio quella particolare sottospecie..A me basta, e avanza il mio, di fratello!"
"Vabbè, Ola, fa niente...Ciao" la ragazza riattaccò, rimanendo sola a pensare ai suoi problemi esistenziali...

E' proprio una bella giornata, e Marco, dopo l'imprevisto di quella mattina, non aveva nessuna voglia di doversi sorbire casa o, peggio ancora, Walter!
Aveva un'idea per Eva...La sua Eva? Poteva dirlo?
Scese le scale ed uscì dalla porta. La ragazza era seduta sulla panchina, e sembrava essere completamente persa nei suoi pensieri.
"Ehi, a che pensi?" Marco si sedette accanto a lei.
"Cosa, scusa..?" la ragazza si girò verso di lui.
"Chiedevo a che pensavi.."
"Beh, mettiamola così..Pensavo a come risolvere l'equazione di un compito per le vacanze..." Marco rimase un po' deluso, ma Eva lo guardò sarcastica,
e poi continuò... "Pensavo a te, scemo! E a chi, se no?"
"Anch'io pensavo la stessa cosa..Cioè, a te, non a me, hai capito, no?" Marco, timido come al solito, si era impappinato.. Ma la ragazza era proprio per
quello che lo amava: non sarebbe riuscita ad immaginarlo in un altro modo.
"E pensavo che, forse, potevamo andare a fare un giro, io e te, da soli...Che ne dici, ti va?"
"No, ma sai, ti avevo detto che c'era quell'equaz.."
"Su andiamo! Marco l'aveva presa per mano, e sullo scooter, insieme erano andati al parco: il parco dei sogni di Eva, per correre, felici, su quel prato,
fino a cadere l'uno sopra l'altro, innamorati...E finalmente insieme. Senza segreti, senza problemi...
"Sai, quando me l'hai detto non l'avevo mica capito, io, che il ragazzo in questione fossi io..."
Eva spostò una ciocca dalla fronte di Marco, avvicinandosi di più.
" Beh, ti dirò una cosa per esperienza: spesso non vediamo mai quello che abbiamo sotto gli occhi..."
"Oh, io invece ciò che ho sotto gli occhi in questo momento lo vedo benissimo, e mi piace, mi piace da impazzire..."

I due ragazzi stavano vivendo il loro amore liberi, in quel momento... Ma avrebbero dovuto fare i conti con problemi più o meno gravi: il primo aveva già
svoltato l'angolo. E rispondeva al nome di Walter, che aveva visto tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Che il mondo aspetti...Per un minuto ***


 

 

 

Quinto Capitolo - Che il mondo aspetti...Per un minuto

Walter era rimasto scioccato, i suoi due migliori amici...fratelli...che si baciavano. 'Anvedi te quel pisellone, ahò..'
Voleva tornare a casa, ma prima doveva passare a scuola per incontrarsi con un suo amico.
Solo che, davanti all'edificio della Garbatella, c'era solo Veronica, seduta su un muretto, che sembrava essere naufragata in un pensiero..Un comportamento
assolutamente incredibile!
"Ciao Vero.." Walter era giù di morale.
"Ah, ciao Walter...Ammazza, tieni la faccia di uno che ha appena litigato con un laziale incallito...Che succede?"
"Forse sarebbe stato meglio il laziale.."
"Ehi, che c'è?  Guarda che non posso mica stare qui in eterno a guardare la tua faccia da pesce lesso.."
"E' successo che stavo passando vicino al parco, no, e vedo, indovina un po'? Cesaroni ed Eva che si baciano..."
Veronica fece un salto giù dal muretto, e con un espressione di puro trionfo, abbracciò Walter, inziando ad intonare un 'poooopopopopopo pooo' degno
dei migliori stadi!
"Eh?? Ma che ti festeggi?? E' una tragedia!"
"Tragedia? Tragedia? Ma dico io, su che pianeta vivi? Era talmente evidente che erano innamorati! E poi, ho vinto la mia personale scommessa con la signorina
Cudicini...Pessimista cronica!"
"Quale scommessa? Quale pessimista?" Walter sembrava disorientato dall'esultanza della bionda.
" 'Nsomma, avevamo scommesso che se riusciva a conquistarlo entro una settimana, non avrei dovuto fare una determinata cosa, se invece non ci fosse riuscita,
mi sarebbe toccato di farla.."
"Quale determinata cosa, ahò..?" Walter si era incuriosito e aveva dimenticato già la scena vista al parco; in fondo, Walter è pur sempre Walter...
"Ma un chilogrammo di cavoli tuoi, tu mai?" Veronica si era girata dall'altra parte, e anche se può sembrare assurdo, era arrossita.
"Eddai, Vero! Ti supplico!" Walter aveva fatto la faccia da santarellino e si era inginocchiato, come per pregarla.
La ragazza gli fece una smorfia, tra un sorriso e uno sguardo di puro sarcasmo, poi decise di confessare:
" La cosa in questione sarebbe stata baciarti, ecco"
"....Beh, si può sempre rimediare..."
"Nun ce prova', eh!"
Entrambi poi si fiondarono sulle labbra dell'altro... Prova inconfutabile che ciò che diciamo, è quasi sempre il contrario di quello che stiamo pensando...

"A me, de Gabriella, nun me ne p'o frega' de meno..Lo v'oi capi' o no? Quindi, pure se ce andrà in vacanza, Cesare Cesaroni la IGNORERA', ecco che farà,
signori..." Cesare aveva direttamente voltato le spalle a Giulio.
"Sì, vabbè, tu puoi fare quello che vuoi, ma pensa ai ragazzi..Dovranno passare una vacanza con due 'adulti' ( Ezio sottovoce disse "Seh, adulti...") che litigano
come due bambini?"
" Ma allora sei de coccio..Te ho detto che semplicemente farò finta che non esista nessuna Gabriella..Ecco tutto!"
"Vabbè, nun cambia il concetto, comunque! Dovete cercare de anna' più d'accordo, perchè così n'se p'o più anda' avanti, a Ce'..."
Cesare fece uno dei suoi più famosi sguardi in tralice: "Senti, chiedeme de lasciarti i tuoi spazi co' Lucia tua va bene, chiedeme de portarmi dietro
quell'impiastro de tuo figlio Rudi va bene, ma nun me p'oi assolutamente chiedere de sopporta' la vecchia, hai capito?"
Giulio sembrava essersi fermato a metà frase..."Impiastro di Rudi, hai detto?"
"Sì, perchè...?"
"Perchè nel futuro di quell'impiastro è appena entrato uno scopettino, ecco!" Giulio lanciò il suo grembiule per aria, e corse fuori dalla bottiglieria dei
fratelli Cesaroni.
Ezio e Cesare si guardavano attoniti...Fu il primo a chiedere: "Ahò, ma che c'ha?"
"Sono suo fratello, mica er suo angelo custode! Ma tu, a lavorare mai? Che amarezza.." e per la seconda volta in un giorno, il burbero Cesare sbattè la
porta del suo ufficio.
Ezio rimase come un ebete a chiedersi che cavolo avevano tutti, da qualche giorno...

Giulio era appena arrivato con il furgone a casa, quando appena entrato, ebbe una strana visione..
Il salotto era arredato con festoni; Gabriella, sua moglie, e Stefania, intanto, servivano agli 'ospiti' cibi afrodisiaci.
Ma ciò che lo terrorizzava veramente erano proprio gli ospiti, quando si accorse..Che erano tutto tranne che quello!
Eva&Marco, e Rudi&Alice, ballavano stretti un lento, baciandosi e accarezzandosi... Intanto, Walter suonava il pianoforte, cantando sinistramente 'E adesso,
scambio di coppia! E adesso, scambio di coppia!"
Poi la visione sparì: il salotto era normalissimo, vuoto. Niente festoni, ma soprattutto niente visioni incestuose!
Giulio tirò un sospiro di sollievo, e poi decise di andare a controllare su.
Rudi era in camera sua, a fare l'impiastro (aiutooo, ho il terrore di questa parola! n.d.a.) come al suo solito, mentre Alice sembrava essere in bagno.
Ad un certo punto, decise di entrare furtivamente nella camera delle ragazze, prendere il cellulare (al quale Alice teneva in maniera morbosa) e nasconderlo..
Che so, nel marsupio di Rudi, per esempio.
Così, un bel litigio, e tutta la famiglia avrebbe scampato il pericolo.
Eva e Marco non erano più un problema: sapeva infatti che suo figlio si era trovato un altra ragazza, 'Seguendo un mio geniale consiglio, da falegname
a falegname' (pensò Giulio modestamente), ed Eva...'Beh, Eva...'..Giunse presto alla conclusione, che un controllo non avrebbe certo fatto male.

Marco aveva appena finito di suonare una canzone per la sua ragazza...Era stata un'ora fantastica, fatta di sguardi innamorati che ora non erano
più nascosti..Non che prima lo fossero, ma non erano capiti, e quindi perdevano tutto il loro significato.
"E adesso perchè non mi vuoi suonare la canzone che abbiamo scritto insieme?" Eva inclinò un po' la testa, come una bambina curiosa.
"Perchè..-Marco le diede un bacio a fil di labbra-.." Marco non voleva ferirla, non voleva finire a parlare di Rachele.
Anche Eva intanto pensava con tutta sè stessa 'Ti prego non nominare Rachele, ti prego, ti prego, ti prego...Finiresti solo per rovinare l'atmosfera..'
"Perchè quella canzone è dedicata all'errore più grande della mia vita, e tu non meriti roba riciclata" Marco sorrise.
Eva allora lo baciò, sapeva che i ricordi potevano ferire, ma il presente lo stava guarendo. E aveva avuto la prova di essere la sua medicina.
Allora la ragazza lo guardò negli occhi, e gli chiese: "Ma tu non mi lascerai mai?"
Marco soppesò un po' la domanda, poi: "Beh, se per caso tu iniziassi ad interessarti al calcio, diventando laziale, ti lascerei di sicuro.." il ragazzo
sfoderò un sorriso da schiaffi adorabile.
Eva gli mollò uno ceffone (che in realtà pareva più una carezza) e poi iniziò a baciarlo...Ma lo squillo di un cellulare li interuppe.
"Che tempismo..." commentò Marco, vedendo la scritta 'Papà' sul display.
" Sai una cosa, Eva?" disse il ragazzo, lasciando suonare il telefonino. "Il mondo può anche fare a meno di noi, per un momento..."
E ripresero da dove erano rimasti.

Intanto, a casa Cesaroni, qualcuno stava litigando furiosamente...Alice se la prendeva con Rudi che per una volta era innocente.
"Tu, che ti credi?! Non rispetti mai niente e nessuno! Mi fai schifo!"
"Ma, Alice, ti giuro, io il tuo cellulare non l'ho manco mai sfiorato!" Rudi stava imparando cosa voleva dire essere accusato ingiustamente(Visto che le innumerevoli,
precedenti volte, la colpa era sempre stata, effettivamente, sua)...
"Ah, sì?! E nel tuo marsupio come c'è finito, allora?! C'è arrivato in volo?!"
"Per una volta che non ho fatto niente!"
"Questo lo dici tu!"
"E dai, Alice, sarà stato...Che so, Mimmo! Magari l'ha scambiato per il mio..Lo sai com'è, ha solo otto anni!" l'animo del vero Rudi era tornato...
"Mmh...Può essere. Beh, glielo chiederò dopo. Nel frattempo..Ti tengo d'occhio, impiastro."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Videogiochi spenti...Sinonimo di? ***


 

 

 

Sesto Capitolo - Videogiochi spenti...Sinonimo di?

Eva e Marco rientrarono in casa Cesaroni per l'ora di cena. Al loro arrivo, Giulio era proprio lì, davanti alla porta, e pareva avere uno sguardo da
ecatombe imminente.
"Dove siete stati?!" esordì con un classico del manuale dei rimproveri modello.
Eva e Marco si scambiarono rapidamente uno sguardo, poi il ragazzo disse "Con Walter e Veronica, sì..A fare un giro" Marco era stato abbastanza convincente.
"E ce sarebbe 'na ragione valida pe' giustifica' il fatto che i vostri cellulari sembravano 'na versione tecnologica dell'intelligenza di Ezio?" Giulio pareva arrabbiatissimo.
"Difettosi?" azzardò Eva.
"No, inesistenti!" alzò la voce Giulio.
"Eddai, pa', mica abbiamo fatto niente, mo' non esagerare.."
"Mmh... Marco, con te facciamo i conti dopo..In ogni caso, andatevi a lava' le mani, che se magna"

Intanto, a casa Masetti, l'ennesima discussione...
"No, tu non vai proprio da nessuna parte: manco sappiamo se sei stato promosso, per esempio" Stefania era categorica.
"Ma er preside nun dovrebbe saperlo chi passa o no?" Ezio come al solito non aveva capito niente.
"Ecco, sono questi i momenti in cui ti chiedi PERCHE' ti sposi con un imbecille del genere quando potresti rimanere libera come l'aria. Ezio, sveglia!"
"Azz, scusa Ciu Ciu.." Ezio cercò di baciare sua moglie.
"Nun ce prova', eh!"
Sentendo quelle parole, Walter sorrise. Le aveva dette anche Veronica, prima che si baciassero... Aveva capito, anche se ancora non era passato il primo giorno,
che avere una ragazza era una cosa meravigliosa: ma non per far vedere di essere strafigo, ma per avere qualcuno con cui imparare ad amare...
"Walter, ci sei? Ma che te ridi, poi?"
"No, ma', niente..." il ragazzo sembrava completamente su un altro pianeta.
"Niente equivale a ragazza, eh?" Ezio aveva alzato un sopracciglio in modo allusivo.
"Eh...Boh, forse, comunque io esco...Ciao a tutti!" Walter si era alzato in fretta e furia, iniziando a correre verso l'uscita.
"Ah, dimentichi che da qui non esci senza prima dirmi dove vai, signorino! Allora, la domanda non è difficile!"
Walter sembrò valutare la risposta, ma poi urlacchiò un semplice "Fuori!" e si chiuse la porta alle spalle.
"Ammazza che perspicacia..Se vede che è ha preso da me, no, Ciuciu?"
"Sì, se vede 'na cifra..Infatti l'intelligenza da te s'è l'è presa e 'n t'ha lasciato più nulla!"
I due genitori rimasero lì, con i loro interrogativi, più o meno complicati. Ma una domanda in testa: ma per che cosa sta quel 'fuori'?
Ed erano ignari che il fuori, era il paese dell'amore, che finalmente aveva dato la cittadinanza anche a due ragazzi apparentemente normali.

Eva era seduta fuori, sul retro della casa. Stava guardando il cielo, e più lo guardava, più si chiedeva se le stelle fossero più luminose perchè era estate,
o perchè l'amore rende tutto più brillante... Pensava alla sua vita, che da meno di ventiquattr'ore non era più la stessa; ma più ci pensava e più le pareva
che qualcosa non quadrasse.
Non preoccupatevi, eh, lettori, il suo dubbio non era il sentimento per Marco, ma bensì che conseguenze avrebbe avuto quello stesso sentimento sulla famiglia.
'Che cosa succederà, quando lo verranno a sapere? Come faremo a spiegare tutto questo? Ci ha travolto come una tempesta a cui non possiamo opporci..'
Eva non volle dare una risposta a tutto ciò: quando sarebbe arrivato il momento, lo avrebbe affrontato. Anzi, e non era mai stata più felice di correggersi,
l'avrebbeRO affrontato. Insieme.

Marco era affacciato alla finestra e guardava, in basso, la ragazza che gli aveva rapito il cuore. 'Chi sa a cosa starà pensando?' ultimamente quella
domanda gli rimbombava sempre nella testa, quasi lo volesse incoraggiare a credere nella telepatia. Perchè in cuor suo, lo sapeva, lei stava pensando
a quelle ultime ore, così diverse che gli avrebbero cambiato per sempre la vita.
Il ragazzo, guardò prima giù, poi verso il cielo...E in quel momento, capì anche che stavano guardando la stessa stella.
Mimmo ad un certo punto interruppe il turbine di pensieri del fratello.."Che guardi?" chiese, con la sua vocina adorabile.
Marco doveva trovare una scusa, non poteva certo dirgli che stava ammirando loro sorell..ops, 'Sorellastra, Marco, sorellastra!'
"No, beh, è che c'è un panorama stupendo, stasera..."
Mimmo si avvicinò alla finestra, mettendosi in punta di piedi. "Perchè? Non è mica diverso dalle altre sere.."
"Infatti, ma quando sarai grande capirai, che c'è una cosa, al mondo, che rende tutto più bello, Mimmo." Marco scompigliò i capelli al suo piccolo e curioso fratellino.
"E..che cos'è?"
"Lo scoprirai, Mimmo, lo scoprirai..." Marco fece un sorriso enigmatico e prese la chitarra, sedendosi sul letto.
"Marco, ma questa cosa, fa anche stare le persone tutte zitte, sulle nuvole?"
"Beh, anche..." Marco rispose.
"E le fa anche diventare più buone?" Mimmo era inarrestabile.
"Ma sì, Mimmo, ma perchè tutte queste domand..."
"E le fa anche dimenticarsi il videogioco spento per tutto il giorno?"
Rudi, che era sdraiato sul suo letto, parve capire, e chiese 'minaccioso':
"Spiegami che centro io, nano!"
"Beh, visto che tu hai tutte le cose che ha detto Marco, vuol dire che questa cosa ce l'hai anche tu" Mimmo e la sua innocenza rendevano tutto più divertente.
"Eh, Rudi, il nostro Mimmo ti ha scoperto..E così sei innamorato, eh?" Marco ormai ribolliva dalla curiosità..
"Innamorato???" Rudi simulò dei conati di vomito. "Io, Rudi Cesaroni, innamorato di quell'impiastro?"

Intanto, Giulio aveva sentito l'ultima parola, ed aveva, metaforicamente, fatto un salto fino al soffitto: quella parola stava diventando un tormentone!
Scosse la testa credendolo un brutto incubo, e se ne andò a letto, pregando Iddio di non mandargli sogni sottoforma di dizionari con scritta un'unica, dannata parola...
Un suono scosse Eva dalle sue riflessioni. Un SMS di Veronica: 'e allora, che mi devi dire qualcosa?'
E pensò di risponderle alla perfezione: una foto di lei e Marco che si stavano baciando, con sotto scritto: Sarà pure Califano, ma mo' è solo mio!
Sorrise, e premette invio.
Dopo un minuto, le arrivò una cosa che la lasciò sbalordita: Veronica e Walter! Quel giorno, sembrava destinato ad entrare nella storia!
Tutta felice, rientrò in casa e salì le scale in un batter d'occhio, poi entrò nella camera dei ragazzi, e tutta festante (sotto gli sguardi attoniti di Rudi
e Mimmo) disse a Marco di venire subito giù.
Una volta sulla panchina, Eva fece vedere la foto al ragazzo, il quale rimase felicissimo; poi guardò la ragazza negli occhi, e si fermò.
"Cosa c'è, Marco?"
"Pensavo che...Non ti ancora detto un paio di parole."
"Che cosa, Marc..."
"Ti amo" disse lui, tutto d'un fiato.
"Guarda che tutto questo vale più di due parole, per me..."
"Lo so. Ma era una sfida con me stesso: non voglio che esistano segreti, parole che non riesco a dirti...E quella era una di queste"
"Già che ci siamo..Ti amo anch'io, ma non per le ragioni che puoi pensare tu..."
"E perchè, scusa?" Marco non capiva.
"Ma tu stai sempre a fare domande? Baciami, e sbrigati pure!"
Un sorriso, e le loro labbra si toccarono di nuovo, fondendosi, con passione, ma soprattutto con 'la cosa che fa tenere spenti i videogiochi'.
Un bel sinonimo di amore.

Una tenda, a pochi metri di distanza, veniva spostata...Alice aveva visto tutto, ma non ci era rimasta granchè sorpresa...
Anzi, le aveva lasciato un sorriso. E una mezza idea su come giocare la sua possibilità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Giri di chiave ***


 

Settimo Capitolo - Giri di chiave

Casa Cesaroni.
Raggi di sole penetravano nella stanza e disturbavano il sonno di due giovani innamorati.
Marco, in questa semi-luminosità, pensava e ripensava, e si torceva le mani, pareva nervoso.
'E' un supplizio starle vicino così, e non desiderare nient'altro che fare l'amore con lei...Ma non gliene posso parlare, se no rischierei solo di essere
frainteso...Crederebbe che sono uno come tutti gli altri, che vuole solo approfittarne... Però, se non troviamo nemmeno l'occasione di stare in un posto
intimo, non avrò nemmeno questa possibilità...Ci vuole un'idea, Marco, e subito......Ma certo! Una vacanza, soli, io e lei...Sei un genio!'
Beh, forse un genio avrebbe riflettuto un attimo in più, rendendosi conto che c'era l'impossibile ad impedirlo...L'impossibile fatto a persona: Giulio, suo padre.

Anche Eva, nella sua stanza, aveva iniziato a svegliarsi, ed appena aperti gli occhi, si era detta che quella giornata sarebbe stata meravigliosa...Non c'era
spazio per il sonno! Ai piedi del letto, il suo diario, su cui, la sera prima, aveva confessato le sue preoccupazioni; si intravedeva una frase, in particolare...
'...Però, mi sento strana, è come se stessi scoprendo qualcosa di nuovo...Una sensazione mai provata prima...Da un lato mi spaventa, e mi fa rabbrividire,
ma dall'altro lato, mi piace! Mi fa sentire viva..."
Insomma, i due ragazzi avranno pur usato espressioni diverse, ma quello era il concetto: volevano che il loro legame diventasse indissolubile, per sempre...E oltre.

"Tutti a tavola! Ce stanno i maritozzi de Zio Cesare, i più boni de tutta Roma!" Cesare aveva letteralmente ignorato Gabriella, mentre si avviavano entrambi
verso l'ingresso dell'affollata casa.
"Zio, ma io voglio i cornetti!" Mimmo non poteva dire cosa peggiore...
"Caro Mimmo- si intromise Gabriella-non ascoltare chi fa concorrenza sleale..Tieni, questi i cornetti appena sfornati..Un capolavoro!"
Cesare guardava Gabriella come se fosse stato un arbitro che aveva annullato un gol perfettamente regolare alla Roma. Uno sguardo altamente incazzato, dunque...
"La sa una cosa, la sa? Io me ne frego della vacanza sua e me ne sto qui alla Garbatella mia, dove, per armeno 'na settimana, non dovrò stare a senti'
vecchie befane come lei!"
"E lei, Cesare, lo sa che mi ha proprio stufato, lo sa? Ma chi si crede di essere?"
"Io me credo de esse' quello che voglio io, ma non sopporto chi viene a casa MIA e pretenne de da' ordini!"
Ciò che successe in seguito, non fu molto chiaro. E' certo, però, che quella mattina, la porta di casa aveva già sbattuto sonoramente..Per ben due volte.
Giulio e Lucia si guardavano senza parole; non erano di meno Rudi, Alice e Mimmo.
Insomma, sembrava che in casa, l'equivalenza estate = relax fosse pura fantascienza...E menomale che la matematica non è un opinione.
Quella mattina, finita la colazione, uscì di casa QUASI tutta la famiglia: Lucia si portò dietro i ragazzi per Roma, mentre Giulio andò, come ogni mattina,
nella sua amata bottiglieria. E a casa, rimanevano solo....
"Eva, Marco! Noi usciamo, voi che fate?" Lucia alzò la voce per farsi sentire al piano superiore, non ottenendo nessuna risposta.
'Boh-si disse-staranno dormendo' prima di chiudere la porta della casa, lasciandola silenziosa, per qualche secondo...

Al piano di sopra, intanto, Eva stava entrando in bagno, quando Marco spuntò, assonnato, dalla sua camera, e la seguì, furtivo.
Il ragazzo entrò e si chiuse la porta alle spalle, facendo sobbalzare la ragazza. Tanto per sicurezza, diede anche un paio di giri di chiave.
"Ehi...Marco, ma che ci fai qui? Se ci scoprono??" disse Eva sottovoce, sembrava essere preoccupata da quella situazione.
"Non ci scoprono, non ci scoprono...Non c'è più nessuno, in casa..." Marco si stava avvicinando piano a lei, vicino al muro, dalla parte opposta.
"Ma, non si sa mai! Eddai, non rischiam.." lui le aveva messo un dito sulle labbra, come a zittirla dolcemente.
Poi aveva posato le labbra su quelle di lei, giocandoci, accarezzandole.
Si erano staccati solo per mancanza di fiato. O forse per qualcos'altro. I due ragazzi si erano lasciati prendere dalla foga, e Marco non voleva rovinare tutto:
sapeva che per lei era la prima volta, e non la voleva far diventare una cosa squallida...Doveva essere speciale, romantica...E soprattutto, lei se la doveva sentire,
doveva sapere che era la cosa giusta con la persona giusta, e che avrebbe rispettato i suoi tempi, in ogni caso.
Le disse tutto questo guardandola negli occhi, vedendola arrossire come una bambina...Una bambina che presto sarebbe diventata donna, con la persona che amava.
Ma quella mattina, non era destino. E proprio quest'ultimo, imprevedibile, incredibile, a volte crudele, destino, li avrebbe ripagati di avere aspettato. Alla grande.

Stefania, Lucia e Mimmo, stavano passeggiando per le vie di Roma, guardando ogni tanto una vetrina, ogni tanto quell'altra. Lucia teneva la mano al più piccolo
dei Cesaroni, che intanto osservava tutte quelle belle cose da comprare, stupendosi sempre di più, mentre gli occhi gli si illuminavano, come soltanto ad un bambino può succedere.
La preside più simpatica della storia della Garbatella, invece, era livida di rabbia, e si sfogava con la sua amica di gioventù gesticolando inferocita.
"Sai cosa c'è, Lucia? Io non capisco come ho fatto a pigliarmelo, uno così. Stamattina, tutta felice, gli porto la colazione a letto, a letto, ti rendi conto?
E lui sai cosa mi chiede? Lo sai?" Stefania sembrava totalmente accecata dalla rabbia.
"No, non lo so, come farei, scusa?" Lucia pareva addirittura divertita dal comportamento dell'amica. Questo perchè sapeva bene che, anche se Stefania
inveiva contro suo marito urlandogli contro tutti gli insulti di questa Terra, era innamorata di lui come quando erano ragazzine.
"Beh, te lo dico io cosa mi ha chiesto, con la sua solita faccia da babbeo: 'Che, c'è qualcosa d festeggia'??' Ma io dico, siamo sposati da diciotto anni,
e per quanto Ezio possa essere imbecille, non s'è mai, dico MAI, dimenticato del nostro anniversario!"
"Aho', si calmi, lei, eh!!!" le urlò dietro una vecchietta alla quale era capitato di essere colpita dall'incontrollato gesticolare di Stefania.
"Ahò lo dice a qualcun'altro, non è ancora il 6 gennaio!"
"Ma, Stefania, dai, sta' calma..." Lucia cercava di calmare la donna, la cui furia omicida si stava scatenando anche sugli estranei.
"Calmarmi? Calmarmi, dici? A questo punto, rimpiango di non averlo lasciato suicidare, sul serio!"
La rabbia fa dire cose che non si sfiorano minimamente con il pensiero...Quindi, lasciamola pure parlare, la nostra Stefania...

Ezio faceva presenza nella bottiglieria dei suoi amici epocali, come sempre. Quel giorno, però, pareva particolarmente felice, eccitato.
"E sapete 'na cosa, raga'? Sarà 'na sorpresa cor botto, tarmente cor botto, che stasera se sentiranno pure i toni!"
Giulio rise, come si ride fra uomini, insomma. "E, che cosa sarebbe questa sorpresa?"
"'Nsomma, c'hai presente che lei, quarche mese fa, me aveva fatto 'na capoccia così che voleva un cane? Quer cane mo' è nostro..'N vedo l'ora che arrivi
stasera...Prima il regalo, poi 'na cenetta, e poi...Ce siamo capiti!"
"Buona idea, me ricordo come c'era stata male quanno era morto er suo vecchio...M'era dispiaciuto, sur serio" Cesare pareva pensare nostalgicamente al passato.
" E pe' forza che te deve dispiace', l'avevi buttato sotto te, con la 127!"
"E vabbè, so' dettagli..." Cesare minimizzò.
"Allora è 'n dettaglio pure che ve saluto...'N c'hai proprio 'n minimo de core, Cesare..." Ezio si alzò ed uscì dalla bottiglieria degli amici, ignaro del fatto che sua moglie stava progettando il suo omicidio.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Starnuti Innamorati ***


Ottavo Capitolo - Starnuti Innamorati


A casa Masetti, Stefania aveva preparato un pranzo delizioso: minestrone ai fagioli e broccoli: un menù che avrebbe fatto scappare a gambe levate
anche i più accaniti salutisti.
Ezio si era seduto, chiedendole: "Ma che se magna? C'è sta n'odore teribile..."
"Oh, povero marito, oggi hai lavorato tanto...Quindi, per primo piatto, della minestra al gusto che più ti si addice - e intanto gli rovesciava il contenuto del piatto,
rovente, giù per la schiena - e poi, caro maritino mio, dei buonissimi broccoli...Perchè sai, quando bisogna festeggiare, bisogna farlo anche con il cibo" Stefania
era stata perfidissima, mentre Ezio era ancora pietrificato dallo stupore. "Ah, dimenticavo...Visto che IO mi sono ricordata di che giorno è oggi, tutta 'sta
schifezza per terra la pulisci tu...E pure di corsa!"
Stefania arrabbiatissima lasciò lì suo marito e si avviò verso l'uscita, prendendo solo la sua borsa, quando, inaspettatamente, vide Walter comparire dalla porta con
un cucciolo di cane in braccio.
"E...e quello cos'è?" la preside aveva dimenticato per un attimo i suoi propositi omicidi per rivolgersi al figlio.
"O ca**o, mamma!"
"E mo' che c'è? Per una volta che non m'arrabbio con te, potresti pure rispondermi!
"No, beh...Io ve saluto!" Walter posò per terra il cuccioletto ed uscì di casa come ne era entrato.
Intanto, Stefania si era chinata ed accarezzava il piccolo beagle.
"Senti, Ciu Ciu..." Ezio s'era alzato in piedi, gocciolando minestra sul pavimento che, prima o poi, avrebbe dovuto pulire.
"Ciu Ciu un cavolo, non ti avvicinare eh!"
"Ma 'scolta 'n'attimo! Vedi...Quel cane è il mio regalo de anniversario pe' te... E io cercavo de fa finta di niente, ma solo pe' farti 'na sorpresa, stasera...
Ma vista la pasta ai fagioli, forse devo ave' fatto quarcosa che non va..."
Stefania era rimasta ad ascoltare: prima scettica, poi sorpresa, e poi...terribilmente in colpa!
"Io, io sono senza parole..." la donna corse verso di lui, abbracciandolo.
"Amo', così te sporchi de.."
"Chissenefrega!"
Stefania spinse Ezio a sedersi sul divano, poi lo baciò, non prima del loro rituale, ovviamente...
Ad un certo punto, Stefania sentì il cane ai piedi del divano, e si scostò.
"Ahò - intervenì il marito - pensavo che i cane s'embarazzassero...Artrimenti mica te lo prendevo!"
Stefania stava per replicare con una battuta al vetriolo, ma una serie di starnuti la bloccò...
Riuscì solo a dire, con difficoltà: "Non ricordavo di essere allergica ai cani!"
Prova inconfutabile che non sempre, basta il pensiero...Forse conta anche il regalo!

Giulio e Marco, dopo pranzo, stavano discutendo animatamente.
Il figlio voleva farsi una vacanza con Eva, Walter e Veronica, ma il padre pareva ancora scettico.
Non si capiva che cosa bloccava veramente Giulio: impedirgli la vacanza era ritenendo troppo tardi, il giorno, per prenotare; ma impedirgli di restare a casa?
La discussione si chiuse, quando Marco, all'ennesimo rifiuto, si alzò, arrabbiato.
Ma non sarebbe stato a sentire il padre, quella volta.

Anche Eva era nella stessa situazione, ma forse per un altro motivo: Lucia non voleva che, mentre tutti passavano una bella vacanza al mare, lei dovesse
rimanere da sola in città.
"Ma non sono sola - aveva detto - c'è Marco... e ci sono anche Veronica e Walter, eh!" si era corretta tanto per precauzione, non voleva rischiare di mettere in pericolo
il loro segreto.
"Lo so, però...Ti divertiresti di più ad andare con la nonna!"
"Ma no, ma', sul serio...Per favore"
"Ci penserò" disse la madre, abbozzando un mezzo sorriso.
E per la figlia, che la conosceva dalla bellezza di diciassette anni, quello era un sì assicurato!
Eva così, andò fuori, con il suo diario, e si accomodò vicino a Marco, che suonava la sua chitarra, e sembrava veramente a terra.
"Che c'è?" chiese Eva, al contrario, raggiante.
"Mio padre non vuole lasciarmi qui a casa...E nemmeno farci fare una vacanza a quattro" Marco guardò negli occhi la ragazza che amava.
"Ahia, che sfortuna...Mia madre mi lascerebbe a Roma, invece..." Eva si era rattristata.
"Non essere triste, perchè questa volta non l'avrà vinta" Marco era deciso a inventarsi qualcosa che non era nei piani del padre.
"E, scusa, come intendi fare...?" la mente della ragazza diceva che sarebbe stato sbagliato disobbedire, ma il suo cuore le diceva che fuggire con lui, oltre
che veramente romantico, era pure il suo più grande desiderio.
"Non so...Ma qualcosa mi verrà in mente, no? Se sei tu ad ispirarmi, riuscirei anche a riscrivere la Divina Commedia!"
"Mmh..Proprio la Divina Commedia? E' una noia assoluta..."
"Era per dire che per te farei qualunque cosa" Marco non aveva capito l'ironia di Eva.
"Qualunque cosa? Ma proprio qualunque?" la ragazza aveva fatto una voce tenera.
Marco annuì, ancora non aveva capito che le ragazze sanno essere terribili, quando ci si mettono..
"Lo terrò a mente" disse la ragazza alzandosi, e lanciò uno sguardo innamorato al ragazzo.
Peccato che quello sguardo aveva un qualcosa di diabolico, che non presagiva nulla di buono.
Ed infatti Eva aveva lasciato il suo diario aperto, sulla panchina. E nemmeno Marco se n'era accorto...

A casa Masetti risuonavano starnuti a non finire. La povera Stefania stava malissimo...Ed Ezio anche peggio, da tanto che era dispiaciuto.
Si era scusato, ma sua moglie gli aveva risposto, stranamente, con dolcezza. Le aveva detto che lui non lo poteva immaginare, e che comunque si era commossa,
perchè, dopo la morte del suo primo cucciolo, non era mai riuscita nemmeno ad accarezzarlo, un altro cane.
Insomma, dobbiamo in parte ricrederci: conta il pensiero...se è unito ad una buona dose d'amore.

Intanto, a casa Cesaroni, si stava consumando una tragedia in miniatura. Rudi aveva avvistato il diario segreto della sua sorellastra sulla panchina di casa,
e non facendosi alcuno scrupolo, si era seduto per leggere chissà quali segreti.
E immaginava tutto, ma non certo di trovare scritto, in poche parole, che Marco ed Eva stavano insieme! Era rimasto tanto sorpreso, che aveva esclamato
un espressione un tantino colorita, appena lette quelle parole...
Un'espressione colorita che, attraverso le finestre aperte, non era proprio sfuggita a Lucia.
"Rudi, ma.. - aveva iniziato, appena uscita dalla porta e visto cosa teneva in mano il piccolo vandalo - ..quello è il diario di Eva! Dammelo subito!"
"Ma no, no Lucia, non è come credi...!" il più disastroso dei figli Cesaroni aveva iniziato ad arrampicarsi sugli specchi...
Lucia lo guardò malissimo, chiedendo sarcasticamente: "Ah, no?"
"Fai tutto quello che vuoi, ma...ti prego, non dirlo a papà!" Rudi era con le spalle al muro.
"Ci penserò, ma intanto, fila in camera tua!"
Lucia, un attimo dopo che fu passata la stizza, si rese conto che sua figlia era strana in quei giorni. E la tentazione era forte... Aggiungendoci una frase
che sua madre Gabriella disse quando era ragazza lei, fu totalmente convinta che stesse facendo la cosa giusta.
'Ma sì, in fondo i ragazzi scrivono il diario proprio perchè sia letto...'
Ma forse, si rese conto dopo, sua figlia era un caso a parte.

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Capitolo 9
*** L'anima della città ***


Nono Capitolo - L'anima della città

Lucia entrò in casa, tenendo il diario della figlia in mano.
Inizialmente non era riuscita a credere a ciò che aveva letto, e si era arrabbiata; ma poi, aveva continuato a leggere, e si era resa conto che era amore.
In fondo, ci sono cose che solo una madre può capire...
Eva era seduta sul divano, immersa nella lettura di uno dei suoi amati libri.
"Eva, ma congratulazioni!"
La ragazza si sentì presa in contropiede. "Cosa?" chiese, perplessa.
"Quando avevi intenzione di dirmelo?" Lucia si trattenne dal sorridere, voleva che la figlia la credesse infuriata!
"Cos..? Tu...tu...Hai letto il mio diario??" chiese, rendendosi conto ad un tratto del suo confidente silenzioso in mano alla madre.
"Sarebbe un problema?"
"Sarebbe un problema?? Sarebbe un problema?? Certo che sì! Ma come ti sei permessa??" Eva era alterata...
"Guarda che se reagisci in questo modo solo perchè credi che fra un secondo salirò di sopra andando a mollare un ceffone a Marco, ti sbagli di grosso.."
"Ah, e perchè? Perchè il ceffone lo dai a me?" la ragazza aveva sfoderato un tono di sfida.
A quel punto Lucia non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una risata.
"E cos'è che ti fa così ridere, precisamente?"
"Che...che non ci posso credere...Ho fatto un sogno assurdo stanotte, e fino a dieci minuti fa credevo che sarebbe rimasto un'assurdità!"
"Quindi...quindi...Non sei arrabbiata?"
Lucia si fece seria. " So che è amore, Eva. L'ho visto nelle tue parole e in come hai reagito. E quando l'amore scoppia, nulla può fermarlo...Nemmeno
la predica di una mamma apprensiva..."
"Niente predica?" dentro di sè la ragazza stava facendo i salti di gioia. Non avrebbe mai creduto che l'avrebbe accettato in quel modo...
"Oh, sì, certo che sì...Anche se so che servirà a ben poco"
"Puoi dirlo forte..." Eva sorrise.
Discussero della famiglia, con le solite raccomandazioni, più semplici, più pratiche...
Poi, la madre disse che non serviva augurarle di capire sempre la cosa giusta da fare, perchè l'amore, in un modo o nell'altro, trova sempre la sua via.
E se l'amore era vero, lei e Marco l'avrebbero potuta percorrere mano nella mano, quella strada...In eterno.

Mentre mamma e figlia si stavano abbracciando, Marco era sceso dalle scale, entusiasta.
"Ehi, Eva, andiamo!" si era fermato quando aveva visto il piccolo quadretto familiare.
La madre accarezzò affettuosamente i capelli della ragazza, poi le disse, sottovoce " Su, vai dal tuo uomo..."
Eva l'aveva ringraziata e poi si era preparata in un nanosecondo. Non voleva sprecare nemmeno un attimo, senza il 'suo' uomo... :D
Con lo scooter andarono fino a Villa Borghese. Si rincorsero ridendo, baciandosi, prendendosi e lasciandosi, fino a quando, esausti, non si sedettero su
una panchina, vicino al laghetto. Il tramonto aveva reso tutto più bello del solito, era come se in quel momento, per i due ragazzi, esistessero solo loro
e il loro amore.
Si erano anche accordati, finalmente. Nessuna vacanza, ma non per i genitori o quant'altro: volevano restare dove il loro sentimento era nato e maturato;
al di fuori di quella città, non sarebbe più stata la stessa cosa.
Quando il sole scomparì definitivamente, e Marco ed Eva si scambiarono un lungo ed appassionato bacio, in quel momento i problemi cessarono di esistere.
La loro storia in fondo era così, un dolce dimenticarsi di ciò che gli stava attorno...E sarebbe rimasto così, fino a quando loro lo avrebbero voluto.

A casa Masetti, mentre marito e moglie avevano appena finito di 'festeggiare' a modo loro, qualcuno bussò insistentemente alla porta.
'Ahò, ma nun se p'o mai stare 'n momento tranquilli?' Ezio non aveva alcuna voglia di aprire alla porta; e pareva non avere nemmeno voglia che lo facesse
Stefania; cercò quindi di abbracciarla di nuovo, ma si ritrovò all'improvviso a stringere l'aria, perchè la donna era scesa come un caccia dal letto.
Alla porta era una ragazzina sui dodici/tredici anni, che aveva bussato per 'proporre un'iniziativa umanitaria'; aveva dato alla signora Masetti un volantino.
La preside le aveva chiesto "Vuoi aiutare due poveri esseri umani?"
"Sì, magari!" aveva risposto lei, con gli occhi con le brillavano.
"Bene, e allora, vai a farte un giro!" Stefania le sbattè la porta in faccia.
Ezio, intanto, si era avvicinato e le aveva preso il giornalino dalle mani.
"Bah, soliti bidoni" e aveva gettato il tutto nella spazzatura senza pensarci un attimo.
Ma poi, Stefania aveva come avuto un'illuminazione, e aveva imprecato contro suo marito: "Riprendilo su un attimo!"
"Ma perchè? Ah, ho capito...Ce stavano dei sordi!" (sappiamo bene che invece, come al solito, non ha capito niente)
Stefania aveva aperto il cestino e pescato il volantino.
In prima pagina, troneggiava una foto di un anziana, e sotto, la scritta "Donna sola cerca cucciolo da compagnia", allegata ad un articolo, con numero di
telefono ed indirizzo della signora.
Stefania si era lasciata sfuggire una riflessione ad alta voce " Ma io questa l'ho già vista da qualche parte..." E sì che l'aveva già vista. E precisamente
quella stessa mattina, quando, gesticolando, aveva mollato alla vecchia malcapitata una botta degna delle migliori star del wrestling...
Anche Ezio aveva letto, e per una volta intuita la situazione, aveva scambiato uno sguardo complice con la moglie.
Quella sera, una persona abituata alla solitudine avrebbe trovato un nuovo amico...a quattro zampe.
E i Masetti senior, avrebbero imparato che alla fin fine, basta poco per donare un sorriso.

Erano le otto in punto, e Lucia avrebbe ritardato un po' la cena. Doveva parlare con Giulio, urgentemente.
Conosceva bene suo marito, e sapeva che non l'avrebbe presa al suo stesso modo...
In quel momento, scostò la tenda e guardò il cielo di Roma per farsi forza.
Aveva bisogno di tutto il suo spirito di madre, per far capire a Mr. Cesaroni l'importanza della cosa....
E proprio in quel momento, il soggetto in questione entrò in cucina.
"Giulio, ti devo parlare" disse Lucia, in tono grave.
"Sì, amo', dimmi" Giulio e la moglie si erano seduti.
"Si tratta di Marco ed Eva...."

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Capitolo 10
*** Affidarli al vento? ***


Decimo Capitolo - Affidarli al vento?

Giulio, sentendo quei due nomi accostati, andò subito sul chi va là.
Lucia fece un pausa e cominciò: "Si sono...."
In quel momento, erano giusto tornati a casa i due ragazzi, che erano entrati in cucina.
"....stavo proprio parlando con Giulio, ma adesso potrete confermarglielo voi, vero, ragazzi?" Lucia fece l'occhiolino alla figlia, che, una volta afferrate
le intenzioni della madre, aveva iniziato dicendo:
"Sì, Giulio, insomma, io e Marco vorremmo rimanere qui a Roma questa settimana...Nulla in contrario..?"
"Beh, in effetti..." Giulio era visibilmente contrariato, invece (appunto! n.d.a.).
"Oh, amore, non ti preoccupare, io il permesso gliel'ho già dato!"
"Ma dai, mica ve divertite a stare qui da soli ..." Giulio dentro di sè era rabbrividito al solo suono di quelle due parole.
"Ti prego, ti prego, ti prego!" Eva e il suo bellissimo sorriso non avevano mai ricevuto un no.
"Anvedi te che me tocca fa'...Vabbè, ce penserò" Mr Cesaroni si alzò ed uscì di casa. Se fosse stato suo fratello avrebbe sicuramente esclamato 'Che
amarezza', ma Giulio voleva solo trovare un modo per impedire che ciò che accadesse.
Intanto, in cucina Cesaroni, la complicità di Lucia era costata ai ragazzi...Ma la loro personale vacanza valeva più di qualsiasi prezzo.

"Rudi, ridammi il cellulare!" Alice stava rincorrendo il disastro ambulante per tutto il piano superiore.
"Vediamo, vediamo...Ti mandi dei messaggini d'amore con quello della 3a C, forse?"
Correndo, erano entrati in bagno, cominciando a farsi gavettoni, e stranamente, a ridere come pazzi...
'Da quant'è che non mi diverto più così? Si chiese il ragazzino, e non voleva credere che quel pensiero fosse nato giocando con la sua non-più-insopportabile
sorella... 'Sorellastra!' urlò dentro di sè, come Marco aveva più volte fatto molto tempo prima.
Successe tutto in un attimo, o meglio, poteva succedere: Alice aveva rischiato di cadere per terra scivolando, ma Rudi si era prontamente lanciato in suo
soccorso, afferrandola con le braccia prima che la ragazza potesse cadere. Ora i loro visi distavano di una manciata di centimetri, e i loro occhi si erano
inchiodati...Si vedevano per davvero, finalmente...Ad infrangere la magia di quel momento, ci pensò il piccolo Mimmo, che entrò in bagno.
I due ragazzi interruppero il contatto e si squadrarono, dicendo entrambi "Vado in camera mia"
Ma prima di entrare nelle loro stanza, tutti e due si erano voltati, nel medesimo attimo.
"Grazie, per prima"
Rudi sfoderò un sorriso totalmente nuovo, poi si girò ed entrò nella sua stanza. Ma prima che la porta si chiudesse, aveva esclamato:
"Ma non te ce abitua', Sardina"
Alice, nonostante quello, sorrise. In fondo, non le piaceva che le persona cambiassero. 'Non troppo, almeno' si disse, pensando a quel furbo di Rudi.

A casa Cesaroni, serata e nottata passaroni 'senza alcun evento particolare', direte voi. Niente di più sbagliato! Perchè dove c'è amore, nulla è dato per
scontato.

In quel preciso momento, Eva, stava seduta sul suo letto, con la testa altrove. Pensava a tutti quei sorrisi, a quegli squardi, ai pezzi aggiunti ad una canzone,
che non l'aveva voluto capire, erano per lei. 'La gente spesso non nota ciò che ha sotto gli occhi...'
In ogni istante di solitudine, temeva che tutti quei momenti passati con Marco svanissero tutto ad un tratto, come se fossero stati solo un bellissimo sogno.
Ma lo sapeva, era realtà, perchè...

'...E' troppo bello per essere un sogno' anche Marco stava annegando in quei pensieri, era malato d'amore, e si rendeva conto che ogni momento senza di
lei era un lento ed inesorabile togliere aria ai suoi respiri. 'Sei troppo romantico, ti ridurrai come uno di quei disperati ed innamorati ragazzi, che regalano
pezzi di canzoni al vento...' Ma in fondo il vento a volte sa portare bene le parole, fino a superare oceani di distanza....
Nel loro caso, però, non ce n'era bisogno: erano vicini come non mai, innamorati come non mai. Bastava affidare le parole al proprio cuore, ed anche
in un momento di calma piatta, il resto sarebbe venuto da sè.

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