Total eclipse of the heart

di fredster
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Holmes Chapel ***
Capitolo 2: *** 2. You stole my heart ***
Capitolo 3: *** 3. Imbranato ***
Capitolo 4: *** 4. Beautiful Liar ***
Capitolo 5: *** 5. Spare me what you think and tell me a lie ***
Capitolo 6: *** 6. And the question of heaven for a sinner like me ***
Capitolo 7: *** 7. Please don't leave me alone ***
Capitolo 8: *** 8. And I know that (s)he knows I'm unfaithful ***
Capitolo 9: *** 9. Since that day you stole my heart and you're the one to blame ***
Capitolo 10: *** 10. Since I woke up today I look at your photograph all the time ***
Capitolo 11: *** 11. Think that we got more time one more falling behind gotta make up my mind ***
Capitolo 12: *** 12. What I need to hear now Your sincere apology, when you mean it I'll believe it ***
Capitolo 13: *** 13. My loneliness is killing me, I must confess I still believe, when I'm not with you I lose my mind ***
Capitolo 14: *** 14. I've been looking for the answer somewhere (and) I couldn't see that it was right there ***
Capitolo 15: *** 15. And I swear you're just like a pill, instead of makin' me better you keep makin' me ill ***
Capitolo 16: *** 16. Sometimes I want my taking changes everyone before ***
Capitolo 17: *** 17. How can you see into my eyes like open doors ***
Capitolo 18: *** 18. And it's over, and I'm going under, but I'm not giving up, I'm just giving in ***
Capitolo 19: *** 19. And hoping for a better life this time, we'll fade out tonight straight down the line ***
Capitolo 20: *** 20. But even the sun sets in Paradise ***
Capitolo 21: *** 21. EPILOGO ***



Capitolo 1
*** 1. Holmes Chapel ***


One Direction

I raggi del sole facevano capolino dalle sottili tende di color porpora lasciate leggermente aperte e giungevano sul letto dove accarezzavano la mia pelle scoperta per colpa delle stupide lenzuola che
durante un sonno movimentato si erano arrotolate attorno alle gambe. La sveglia aveva suonato un paio di volte e prontamente avevo allungato una mano sul comodino cercando di mettere fine a quella tortura,
ma come se la sveglia non fosse sufficiente sentii i passi pesanti di mia madre trascinarsi lungo il corridoio del piccolo appartamento all'ultimo piano di una palazzina in periferia che con tanto sudore mia madre era
riuscita a guadagnarsi.
- Samantha, sbrigati! Hai chiuso le valigie? -
odiavo doverlo ammettere, ma la sua voce era dolce e melodiosa anche alle prime ore del mattino. Odiavo la sua perfezione e più la guardavo, più mi rendevo conto di non aver ereditato nulla di lei, era alta all'incirca
un metro e ottanta, aveva un fisico da modella e lunghi capelli biondissimi che le ricadevano ondulati lungo le spalle per raggiungere la metà della sua schiena perfettamente dritta, i suoi occhi erano di colore verde
smeraldo ed il suo portamento era dolce ed aggraziato tanto quanto lo era ogni singola parte di lei. Io ero esattamente il suo opposto, raggiungo a malapena il metro e sessanta, non ho il fisico di una modella sebbene
abbia ereditato da mia madre il suo ottimo metabolismo, riesco a mangiare qualunque cosa io voglia senza ingrassare più di tanto e tenere le forme nei punti giusti, la mia pelle è "abbronzata" così come adora definirla mia
madre che al contrario di me ha una carnagione molto più chiara, i miei capelli sono perennemente lisci e castani ed i miei occhi sono di un color ancora da definire, un marrone chiaro e vivace.
Quello appena finito, era stato il mio ultimo anno scolastico, ero riuscita a superare la quinta con ben 85 punti su 100 ed ero dannatamente felice e fiera di me stessa dal momento che ero stata costretta a lavorare come
barista in uno stupido locale notturno sei notti su sette e nonostante tutto andare a scuola tutti i giorni. Sì, potevo proprio dire di essere fiera del mio lavoro e di meritarmi le vacanze che mia madre aveva preparato per me.
Infilai un paio di jeans ed una canotta che avevo appositamente lasciato sul letto e raggiunsi mia madre in cucina che sedeva al tavolo con in mano una tazza di caffè fumante, rigorosamente nero, altra cosa in comune e credo che potrei cominciare a spaventarmi e rivedere la mia posizione, un toast nel piatto senza burro e con sopra spalmata della marmellata dietetica, una di quelle schifezze che le consiglia Carlo, il suo dietologo, uomo
simpatico ma mia padre potrebbe puntare anche più in alto. Prendo posto sulla sedia di fronte alla sua senza accorgermi che come di consueto la televisione trasmetteva uno di quegli stupidi programmi di gossip che
mia madre si ostinava a guardare.
- Tesoro, non hai mangiato del vetro sai? Potresti spostarti per favore? -
scossi la testa sorridendo scalando sulla sedia accanto, quel suo accento inglese era fastidioso, era riuscito a conservarlo sebbene vivesse in Italia da praticamente una vita, o almeno da quando mi ha messa al mondo.
Versai del caffè nella tazza e ci inzuppai un paio di biscotti, ma non riuscii a finire di mangiare la colazione che mia madre, lanciata una rapida occhiata al suo orologio, saltò in piedi e corse di sopra a prendere le valigie
urlando qualcosa come - E' tardissimo, perderai l'aereo - non riuscii a capire perfettamente quello che disse perchè stava ancora finendo di masticare l'ultimo pezzo di toast che si era messa in bocca prima di correre
come una matta. Quando tornò al piano di sotto lanciai uno sguardo in giro per assicurarmi di aver preso tutto e feci un riepilogo mentale di tutte le cose che avrei dovuto portare con me adattatore, telefono, caricatore, i-pod, soldi, passaporto e carta d'identità, eeh . . . cavolo non mi veniva in mente nient'altro
- Tesoro tranquilla, se hai dimenticato qualcosa ce l'avranno sicuramente zia Jen e tua cugina Amanda. Ora muoviamoci che altrimenti perdi l'aereo. -
sbuffai aprendo lo sportello dell'auto ed infilandomi in macchina stringendo le gambe contro il petto, sapevo che mia madre non era contenta quando mi sedevo in macchina in quel modo ma non mi avrebbe detto
granchè in quel momento, era talmente agitata dal pensiero che potessi perdere l'aereo che dovetti ringraziare il cielo se riuscì a non causare nessun incidente lungo la strada.
Quando arrivammo all'aeroporto imbarcai le due valigie tenendo con me una più piccola da portare a bordo dell'aereo, era così maledettamente scomodo viaggiare in aereo, tutte quelle regole sui bagagli mi davano
la nausea. Ci salutammo ben cinque volte, e ad ogni abbraccio mia madre piangeva sforzandosi di sorridere. Aveva fatto lo stesso quando l'estate prima ero partita con i miei amici ed eravamo andati ad Ibiza, la
classica vacanza estiva all'insegna del divertimento, solo che ringraziando sempre il cielo, quella volta pianse a casa davanti a me ed Alex, la mia migliore amica. Quest'anno era riuscita a convincere i suoi genitori
a farle fare un anno intero in America presso una famiglia e stranamente i suoi avevano acconsentito, così le vacanze insieme avevamo semplicemente deciso di rimandarle all'estate successiva.
Quando chiamarono il mio volo mi diressi verso il gate ma fui letteralmente travolta da una folla di ragazzine impazzite con in mano sciarpe, sebbene fosse il 20 Giugno, magliette a cartelloni probabilmente di un
gruppo musicale del momento. Sbuffai rialzandomi sotto l'occhio divertito di un paio di ragazzi ai quali risposi con uno sguardo scocciato e capirono immediatamente che avrebbero fatto meglio a girarsi e parlare
tra di loro che dare delle seccature alla sottoscritta. Raggiunsi il gate e sbuffai nuovamente, non avevo mai pensato di poter trovare così tante persone pronte a salire su quel maledetto aereo, ma avevo dimenticato
che mia madre, perfetta com'era aveva deciso di fare le cose in grande segnandomi sulla corsia preferenziale, quella che ti permette di saltare l'incombenza di fare la fila e raggiungere l'aereo prima degli altri. Così
mi stampai un sorriso sulla faccia e raggiunsi una hostess alla quale mostrai il biglietto e mi lasciò passare indicandomi una via luminosa da seguire. Una volta a bordo inspirai profondamente, l'aereo era enorme e
per più di una volta mi venne in mente il film Final Destination, dove l'intera classe, o quasi, muore su quell'aereo mentre gli altri fanno comunque una brutta fine. Deglutii, non sarebbe stato certo il mio caso. Incrociai
lo sguardo di una hostess che raggiungeva la sua postazione alquanto infuriata, le sorrisi e ricambiò, attraversai la prima classe e capii il motivo della sua rabbia, un gruppo di cinque ragazzi stava cantando una stupida
canzone, sebbene fossero tutti e cinque dannatamente intonati, li superai sentendoli dire qualcosa in inglese, ma poco mi importava tanto non li avrei capiti in ogni caso. Raggiunsi in fretta il mio posto, accanto al finestrino e pensai a mia madre e a sua sorella, probabilmente quello di essere single con una figlia era un vizio di famiglia, anche se in realtà mia zia Jen aveva divorziato da suo marito, io mio padre nemmeno lo avevo
conosciuto, ecco perchè mi ritrovo ad avere non solo un nome strano per essere italiana, ma anche un cognome. Una bambina prese posto accanto a me, aveva poco più di dieci anni e già viaggiava da sola, le sorrisi
pensando se salutarla o meno e cercare di instaurare una conversazione, ma qualcosa mi disse che era inglese e questo mi fece pensare che io in inglese sapevo solamente dire come mi chiamavo, buongiorno e
buonanotte. Quando le hostess richiusero i portelloni dell'aereo, il pilota ci informò che la partenza era imminente, capii di dover allacciare la cintura quando vidi il disegno illuminarsi e l'aereo cominciare a prendere
velocità. Chiusi gli occhi inspirando, sentii delle fragorose risate e vidi l'hostess di prima camminare lungo il corridoio a passo svelto con la stessa faccia arrabiata di poco prima e capii che si doveva trattare dei soliti
cinque ragazzi e per un attimo risi divertita. Credo che la mia espressione fosse realmente terrorizzata perchè la bambina sorridendo mi prese la mano e la strinse cercando di darmi conforto e di non farmi pensare al
peggio, la guardai sorridendole e superato il decollo lasciai la sua mano, che forse avevo stretto un pò troppo forte, a giudicare dal colore rosso e dalla faccia stranamente divertita della bambina.
Il viaggio, al contrario di quello che avevo pensato, procedette bene, riuscii persino ad addormentarmi per venti minuti dopo i quali mi alzai per raggiungere il bagno. Entrai nuovamente nella parte dedicata alla prima
classe e mi feci largo nel corridoio ma proprio quando raggiunsi la penultima fila di poltrona, fui travolta da un ragazzo, decisamente alto per i miei gusti e dai capelli castani e gli occhi azzurri, che mi gettò sulla fila
parallela di sedili schiacciandomi completamente. Lo fissai per qualche secondo e notai un sorrisetto divertito sulla sua faccia, tanto che la mia espressione divenne uguale a quella della hostess, il ragazzo si alzò
aggiustandosi la camicia e mi tese una mano che afferrai e mi aiutò ad alzarmi. Inarcai una sopracciglio aspettandomi delle scuse che tardarono ad arrivare, i suoi amici mi guardavano divertiti ma solo uno prese la
parola e si scusò per l'amico
- Scusaci, stavamo giocando e non ti abbiamo visto -
a parlare era stato un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri, mossi la testa e cercai nella mia mente delle parole in inglese che potessero dire semplicemente non fa niente, sono ancora viva. Un pò ammaccata, ma viva. decisi che quella frase era troppo elaborata così abbozzai un sorriso e mi limitai a dire un semplice
- Tutto okay. Grazie -
il ragazzo che poco prima mi aveva travolta mi squadrò da capo a piedi e poi prese la parola quasi vittorioso
- Non sei inglese vero? -
Einstein gli faceva un baffo, ottima deduzione, d'altronde che cosa gli aveva fatto esattamente capire che non fossi inglese, il mio terribile accento oppure la mia carenza nel vocabolario di lingua inglese?
- No e non lo parlo granchè -
affermai con un lieve sorriso
- Peccato . . . -
sentii una voce di sottofondo provenire da un altro dei cinque ragazzi, aveva i capelli ricci ed una maglietta colorata, mi guardava con un sorriso gentile al quale risposi per poi alzare le spalle e salutare i ragazzi
raggiungendo finalmente il bagno. Quando ripercorsi la stessa strada, i ragazzi si limitarono a guardarmi e raggiunto il mio posto la bambina seduta accanto a me mi accolse con un sorriso
- One Direction -
disse sorridente, come se qualcuno le avesse appena regalato una di quelle meravigliose barbie con i vestiti da sera più belli che io abbia mai visto
- Che cosa piccola? -
chiesi senza aver capito che cosa avesse voluto esattamente dire
- I ragazzi con qui hai appena parlato. Loro sono gli One Direction -
disse indicando i cinque che guardavano dalla nostra parte, mi sporsi dal sedile e quando incrociai lo sguardo del ragazzo dai capelli ricci, mi resi conto che aveva due occhi verdi meravigliosi e subito mi nascosi
scivolando nel mio sedile imbarazzata.
- Oh sì. Sono simpatici -
risposi sorridendo, in realtà non li avevo mai visti nè sentiti prima d'ora ma la bambina sembrava essere una loro fan o almeno sembrava conoscerli e volevo cercare di fare una bella figura.
Dopo un'ora e qualche minuto atterrammo all'aereoporto di Holmes Chapel, mi avvicinai al rullo dove di lì a poco sarebbero cominciate ad arrivare le mie valigie e quando le individuai le trascinai per terra e mi
diressi verso l'uscita dove una guardia mi bloccò indicandomi un'uscita laterale
- Mi scusi ma l'aeroporto è troppo affollato e non possiamo aprire queste porte -
rispose con un marcato accento inglese, annuii sorridendo e mi diressi verso l'uscita che era stata indicata. Ero la prima ad uscire, la prima dopo il gruppo di ragazzi sull'aereo, li superai alzando il
cappuccio della felpa, dannato tempo inglese, mi ero dimenticata che la Rossi, la professoressa di inglese, aveva passato cinque anni a spiegarci come il tempo in Inghilterra, facesse schifo 360 giorni su 365.
- Ehi! Qual'e' il tuo nome? -
sentii gridare uno dei ragazzi che in poco meno di due secondi mi aveva raggiunta, lo guardai divertita porgendogli la mano
- Samantha. Piacere -
- Io sono Louis, piacere mio -
disse stringendo la mano sorridente poi terminò le presentazioni
- Quello al cellulare è Liam, gli piace una ragazza e cerca consigli online su come conquistarla -
lo sguardo di Liam fulminò Louis
- Tante grazie Lou -
dissi sottovoce, ma entrambi risero dopo qualche secondo
- Il biondo è Niall, quello al suo fianco è Zayn e il figone la in fondo è Harry -
Sorrisi a tutti i ragazzi che mi aveva presentato fino a raggiungere il ragazzo riccio dagli occhi verdi, Harry aveva detto che si chiamava. Da parte sua il ragazzo ci raggiunse con un passo deciso, sicuro di sè e mi porse
la mano che strinsi sorridendo
- Piacere di conoscerti Sammi -
disse piegando le labbra in un sorriso lasciando comparire due fossette sulle guance. Sammi?! ma che razza di soprannome è, un cane lo chiamo Sammi, la tartaruga di Alex si chiamava Sammi, nome datole in mio onore, ma Sammi faceva decisamente schifo.
- Sam mi piace di più -
- Allora ti chiamerò Sam -
affermò ridendo, lo guardai divertita e gli indicai la mano che stava ancora stringendo
- Se mi lasci la mano io magari andrei. Mi stanno aspettando -
dissi divertita, il ragazzo indugiò qualche istante e poi lasciò andare la mia mano ma prima che potessi riprendere la strada mi parlò nuovamente
- Lasciami il tuo numero, così magari ci vediamo -
mi voltai guardandolo, poteva anche essere un cantante e l'idolo di tante ragazzine, ma non davo il mio numero a ragazzi conosciuti da poco più di cinque secondi, okay probabilmente se fosse stato Orlando Bloom
gli avrei lasciato anche l'indirizzo di casa scritto su un paio di mutande, ma bello quanto voleva, lui non era Orlando Bloom.
- Non dò il mio numero alle persone che nemmeno conosco -
affermai ridendo
- Se non me lo dai come facciamo a vederci di nuovo -
- Destino -
affermai sorridendo riprendendo le valigie e facendomi strada fra le persone che intanto avevano cominciato ad affollare l'uscita secondaria dell'aereoporto. Con un'abile mossa riuscii a superare le persone ed uscii
nel grande parcheggio dell'aereoporto, vidi l'alta figura di zia Jen fare capolino dal marciapiede poco distante, era identica a mia madre. La raggiunsi sorridendole e la abbracciai, infilammo le valigie in macchina e
mi diressi verso il sedile anteriore aprendo lo sportello ma mi accorsi che qualcosa non quadrava
- Guidi tu? -
disse scherzosamente, scoppiai in una risata divertita. L'altra cosa che la Rossi aveva ripetuto un centinaio di volte era che in Inghilterra la guida era dal lato opposto. Ridendo feci il giro della macchina e misi seduta
sul sedile anteriore giusto. Osservai la strada curiosa, sebbene ormai sapessi della guida dalla parte opposta, mi spaventai per due volte quando la zia camminava lungo la carreggiata che sostenevo dovesse essere
per le macchine provenienti dal senso opposto.
- Credo che se abitassi qui non riuscirei mai a prendere la patente -
dissi ridendo suscitando anche le risate di mia zia. Mi resi conto solo in quel momento che Amanda non era venuta così mi sforzai di fare la brava cugina e chiedere informazioni su di lei
- Come mai Amanda non è venuta? -
domandai con non troppa curiosità, ma mia zia non sembrò farci molto caso
- E' alle prove. Si è iscritta ad un corso di teatro proprio l'altro giorno e . . . non arrabiarti ma sapendo quanto ti piace recitare Amy ha deciso di iscrivere anche te -
per un attimo trattenni il respiro, non sapendo se dare più importanza al fatto che ora la chiamasse Amy, oppure al fatto che mi avesse iscritta ad un corso di teatro
- Se può esserti d'aiuto, è il migliore di tutta Holmes Chapel -
affermò soddisfatta di quell'informazione che mi aveva appena dato.
Io amavo recitare, avevo interpretato diversi ruoli principali nella mia vecchia scuola tra cui Wendy nella recita di Peter Pan il primo anno, Gabriella di High school musical il secondo e altre parti ma questo non gli
dava il diritto di prendere una decisione al posto mio e questo mi faceva irritare. Sospirai abbozzando un sorriso, non avrei cominciato le mie vacanze litigando con la zia così annui con poca convinzione, ma anche
questa volta la zia non si accorse di niente se non del fatto che avevo passivamente accettato di prendere parte a quel progetto di teatro.
Il viaggio durò pochi minuti e non appena imboccato il lungo viale, riuscii a riconoscere la casa della zia, era una casa di modeste dimensioni, uguale a quelle che si stagliavano ai suoi lati se non per un unico dettaglio,
la sua porta era dipinta di un irritante color giallo canarino e questo particolare la rendeva visibile a chilometri di distanza. Era stata Amanda a dipingerla di quel colore quando era ancora piccola, e io la detestavo
perchè la mamma non mi aveva mai permesso di fare una cosa simile, non potevo nemmeno appendere un poster nella mia camera che suscitavo la sua ira.
Trascinai le valigie lungo i minuscoli scalini e raggiunsi la mia stanza al piano di sopra, il lato positivo era che almeno non avrei dovuto condividerla con quel mostro di mia cugina e non avrei dovuto assistere alle
sue scene disgustanti. Mi lasciai cadere sul letto e guardai lo schermo del cellulare che segnava le 17.30, non pensavo che fosse già così tardi. Composi il numero di mia madre ma il telefono squillava senza ricevere
alcuna risposta. Probabilmente aveva già deciso di spassarsela con uno dei suoi tanti amici, e chi la biasimava. Aveva solo 36 anni ed un corpo da favola, chi poteva biasimarla. Aveva passato tutta la sua adolescenza
ed i suoi anni migliore a prendersi cura di sua figlia da sola e adesso si stava prendendo la sua piccola rivincita.
- Saaaammmi! Alle 18.00 è pronta la cena -
sgranai gli occhi, un'altra persona che osava chiamarmi in quel barbaro modo. Ma in quel momento riuscii solamente a pensare che la cena sarebbe stata pronta alle 18.00, mi stava prendendo in giro?! Non sarei
riuscita a buttar giù nemmeno un pezzo di pane a quell'ora, io che ero abituata a mangiare alle 21.00.
Chiusi gli occhi inspirando a fondo, ripensando a quei ragazzi incontrati in aereoporto e non potei fare a meno di sorridere divertita all'idea che centinaia di ragazze si erano fermate per chissà quanto tempo fra le
mura dell'aereoporto solamente per vederli, magari anche da lontano, mentre io che non li avevo mai visti nè sentiti nella mia vita, li avevo conosciuti, tutti e cinque. I miei pensieri furono interrotti dall'arrivo di Amanda
che aprì bruscamente la porta della mia stanza raggiungendo il letto con un sorriso, aveva sempre pensato di starmi simpatica, questo probabilmente perchè la mamma mi aveva sempre corrotta con montagne di
caramelle per trattarla bene ed illuderla così di essere la mia cugina preferita, e d'altronde se pensiamo al fatto che è anche l'unica cugina che ho, potrei concederle il privilegio di essere quella preferita.
La squadrai per qualche istante, dell'Amanda che ricordavo io non era rimasto più niente, certo aveva mantenuto la stessa altezza, carta che però non era nemmeno a mio favore, quindi avrei sorvolato, aveva perso
dieci chili e messo su un fisico perfetto, o quasi, ma era comunque sulla retta via, aveva tinto i capelli facendoli diventare biondi e stranamente non stonavano con i suoi occhi scuri.
- Che ne hai fatto di mia cugina? -
domandai osservandola, da parte sua si scatenò una risata e quasi mi irritai quando dovetti riconoscere che anche il suono della sua voce era diventato quasi piacevole. Ma che ne avevano fatto seriamente di
Amanda? L'avevano abbandonata e sostituita con questa ragazza che mi trovavo di fronte?
- Sono sempre io, cambiata, ma sono sempre io -
disse divertita, e mi sfuggì un sorriso del quale mi pentii pochi secondi dopo quando fattasi forza mi venne ad abbracciare stendendosi accanto a me. Feci un rapido calcolo, io e lei ci passavamo esattamente 3 anni perciò se io dovevo farne diciannove in Agosto, lei dovrebbe averne all'incirca sedici.
- Stasera potremmo uscire, un mio amico dà una festa a casa sua. Suo fratello più grande è tornato a casa oggi con degli amici e vuole festeggiare e sua madre è fuori città -
incrociai lo sguardo di Amanda che voleva esattamente dire che a quella festa si sarebbe divertita da morire, chiunque lo avrebbe fatto, insomma una festa genitori è una signora festa. Ma dovevo anche tenere
presente che sarebbe stata una festa di ragazzi più piccoli di me di tre anni.
- Oh andiamo. Che ne è stato del tuo spirito di festa? Dov'è finita la Sam che non appena sentiva la parola party si precipitava alla porta di casa con una bottiglia di birra in mano? -
Chiese invocando i bei vecchi tempi
- E' rimasta in Italia. Stasera non me la sento, sono un pò stanca. Facciamo un'altra sera okay? -
- Okay -
sbuffò sconsolata, ma riprese quasi subito la parola
- Vuoi che resti a farti compagnia? -
mi chiese anche se capii dal tono della sua domanda che sperava che la mia risposta fosse negativa affinchè potesse andare alla festa
- No tranquilla, credo che mi addormenterò presto stasera. -
dissi sorridendole.
Dopo cena Amanda andò alla festa a casa del suo amico che scoprii abitava infondo alla strada, zia Jen si mise sul divano a guardare un vecchio film inglese di quelli ancora in bianco e nero e io mi ritirai nella mia
camera al piano di sopra. Presi il telefono e notai che erano arrivati un paio di messaggi, in uno la mamma mi informava che stava bene e mi chiedeva se fossi arrivata. Certo mamma, tanto anche se mi fossi persa a quest'ora potresti seriamente aiutarmi. pensai ridendo. Il secondo messaggio era di Alex, avevamo promesso di inviarci un messaggio al giorno sebbene ci trovassimo in due paesi differenti perciò il suo
messaggio diceva semplicemente che stava bene e che le mancavo. Scrissi rapidamente che stavo bene anche io e che anche lei mi mancava e lascia il telefono sulla moquette impostando la sveglia per il mattino
seguente. La zia aveva parlato con una sua amica che mi aveva gentilmente offerto un posto di lavoro per i tre mesi estivi e avrei cominciato l'indomani con il turno di mattina. Fare la cameriera in un bar non era mai
rientrato esattamente nei programmi estivi ma d'altronde l'idea di lavorare non mi aveva mai spaventata e non potevo trascorrere tre mesi interi a spese di mia zia perciò avrei dovuto darmi da fare.




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Capitolo 2
*** 2. You stole my heart ***


One Direction


Aprii gli occhi sbadigliando, afferrai il cellulare dando una rapida occhiata all'orario e quando lessi sullo schermo del telefono che erano già le otto di mattina scattai in piedi precipitandomi in bagno, ero in ritardo, e
arrivare in ritardo il primo giorno di lavoro non era mai una buona idea. Raccolsi i capelli in un paio di trecce e posi sulla fronte un largo elastico di colore rosa pastello, sembravo una di quelle vere hippy che
scendevano dal loro furgoncino con un sorriso stampato in volto ed il segno della pace tatuato ovunque. Infilai un paio di jeans chiari ed una canotta dello stesso colore dell'elastico, sistemai rapidamente il trucco e
scesi di corsa le scale. Trovai la zia seduta sul piccolo tavolino rotondo della cucina intenta a sorseggiare del tè mischiato con il latte, non capirò mai l'ossessione degli inglesi per quella schifezza. Mi guardò con un
ampio sorriso e mi fece cenno di sedermi
- Sono in ritardo, devo correre -
dissi indicando la porta ma notai che la zia scoppiò in una fragorosa risata
- Tua madre me lo aveva detto che ti saresti dimenticata di aggiornare l'orario -
disse appoggiando la tazza sul tavolo e indicandomi l'orologio appeso alla parete, varcai la soglia della porta della cucina e misi a fuoco l'ora determinata dalle lancette dell'orologio e mi lasciai cadere sulla sedia
erano le sette e dieci, e mia madre aveva ragione, mi ero completamente dimenticata che gli inglesi vivevano un'ora indietro. Aggiornai il telefono affinchè non potessi ripetere nuovamente lo stesso errore e versai un
pò di caffè in una tazza vuota
- Deduco che Amanda stia ancora dormendo -
dissi sorridendo
- Oh sì. La scuola qui comincia alle nove e finisce alle quattro del pomeriggio. Anche se a volte Amy torna a casa per pranzo -
disse sgranocchiando un biscotto. Non sapevo se invidiare il fatto che cominciassero alle nove o se deriderli del fatto che invece uscissero da quella prigione alle quattro del pomeriggio, ma in quel momento potevo
fare entrambe le cose tanto io con la scuola non avevo più niente a che fare. Chiacchierai per un pò con mia zia parlando di come andavano le cose in Italia, lasciai che mi raccontasse per la centesima volta dei
litigi con il suo ex marito per gli alimenti che lui doveva pagare alla figlia e poi finalmente uscii di casa dirigendomi verso il bar. Era un posto molto carino, alcuni tavolini in vimini erano posti lungo l'ampio marciapiede
e alcuni camerieri entravano ed uscivano prendendo e consegnando le ordinazioni dei clienti che per essere le otto del mattino erano davvero parecchi. Inspirai profondamente ed entrai nel locale, l'interno era ancora
più bello, numerosi tavolini lucidi erano disposti ordinatamente per tutto il locale che era talmente grande che ne ospitava quasi una cinquantina, una donna dai capelli rossi mi venne incontro porgendomi la mano e
facendomi un largo sorriso
- Ciao, devi essere Samantha. Io sono Julie, piacere di conoscerti -
mi disse stritolandomi la mano, sorrisi cercando di non darlo troppo a vedere e quando finalmente la lasciò tirai un forte sospiro di sollievo, mi spiegò rapidamente come fare gli scontrini, gli orari di lavoro, dove
avrei trovato l'uniforme e mi presentò un paio di altri ragazzi suoi dipendenti. Infilai la camicetta bianca e attaccai il cartellino con il mio nome, afferrai una penna ed un blocchetto per le ordinazioni e ritornai nella
grande sala che nel frattempo si era riempita di nuove persone. Quasi non riuscii a credere ai miei occhi quando posai lo sguardo su un tavolino infondo al locale. Quando avevo parlato di destino in realtà non
pensavo realmente a quello che stavo dicendo ma a quanto pare qualcun altro sì. I cinque ragazzi che avevo incontrato all'aereoporto erano seduti proprio infondo al locale e gran parte della popolazione femminile
presente era girata verso di loro sorridendogli e qualcuna più spavalda era persino andata a chiedere una foto. Mi avviai a passo lento ed incerto verso di loro estraendo il blocchetto, quando fui abbastanza vicina notai lo sguardo sorpreso di Louis posarsi su di me e salutai i ragazzi con un cenno della mano
- Ciao ragazzi. Pronti per ordinare? -
tutti rimasero in silenzio increduli per qualche secondo, tutti tranne Niall, il ragazzo biondo che era intento a leggere accuratamente il menu e che cominciò ad ordinare
- Io prendo la colazione della casa con doppia porzione di bacon e salsiccia -
scrissi rapidamente ciò che aveva detto pensando a come potesse mangiare così tanto specialmente a quell'ora del mattino ma non dissi nulla
- Sam -
disse Harry con un sorriso stampato sulle labbra, quasi non ci credeva nemmeno lui
- Ti ricordi il mio nome -
dissi ridendo, anche se in realtà ero sollevata che non mi avesse chiamata Sammi come la tartaruga di Alex.
- Avevi qualche dubbio? -
chiese, e per qualche secondo pensai che ci stesse provando, il tono della sua voce, i suoi sguardi, erano come dei segnali quasi impercettibili.
- Cosa ci fai qui? -
chiese Louis, lo guardai ridendo indicando il locale con un gesto della mano
- Ci lavoro -
- No, voglio dire. Cosa ci fai ad Holmes Chapel -
- Ah, be ci abito -
dissi alzando le spalle come se la risposta fosse stata ovvia
- Ma non eri italiana? -
disse improvvisamente Zayn interessandosi alla mia storia
- Volete seriamente che cominci a raccontarvi la storia della mia vita o posso prendere le vostre ordinazioni senza rischiare di essere licenziata il primo giorno? -
chiesi ridendo
- E comunque sono a casa di mia zia per un pò -
e la mia risposta sembrò lasciarli abbastanza soddisfatti, o almeno quello che bastava affinchè tornassero a concentrarsi sul menù e sulle loro ordinazioni. Percepivo lo sguardo di Harry e cercai di evitarlo
concentrandomi sul mio lavoro, continuavo a sorridere alle persone che entravano ed uscivano dal locale e pulivo tavolini scambiando ogni tanto qualche battuta con delle signore stranamente simpatiche.
Dopo pochi minuti tornai nuovamente al tavolo dei ragazzi consegnando ad ognuno di loro la rispettiva ordinazione
- Colazione della casa con doppio bacon e doppia salsiccia -
dissi appoggiando il piatto davanti a Niall
- Frittata e salsiccia -
dissi appoggiando entrambi i piatti di Zayn e Liam
- E altre due colazioni della casa senza fagioli -
così dicendo lasciai sul tavolo anche i piatti di Louis ed Harry. Mi chinai raccogliendo i menù quando sentii una mano calda appoggiarsi sul mio fianco lasciato scoperto dalla camicia forse troppo piccola e
per un attimo sussultai al contatto con la sua pelle e probabilmente se ne accorse anche lui perchè quando mi voltai cercando il volto corrispondente a quella mano, vidi che sul volto di Harry un sorriso
compiaciuto al quale risposi imbarazzata
- Dimmi -
quasi lo sussurrai. Lo vidi afferrare uno dei menù e aprirlo all'ultima pagina dove aveva scritto con una bella calligrafia una sottile scritta di colore nero
- Vorrei anche il numero della cameriera, grazie -
il resto del gruppo scoppiò in una fragorosa risata e mi accorsi che nella foga Niall stava rischiando di affogarsi con un pezzo di salsiccia ma Liam era prontamente intervenuto dandogli dei forti colpi sulla schiena
- Quante volte bisogna ripeterti che non devi ridere con la bocca piena. -
disse scuotendo la testa
- Scusa mamma -
bofonchiò Niall che stava riprendendo fiato, i due si scambiarono una rapida occhiata e scoppiarono nuovamente a ridere, questa volta senza che nessuno si affogasse
- Allora? -
si intromise Harry al quale non avevo ancora risposto. Lo guardai per qualche secondo, un buon 85% di me gridava le cifre del mio numero di telefono mentre il resto si stava già recando a comprare una nuova
scheda telefonica.
- Vedo che posso fare -
risposi infine lasciandolo con il suo solito sorrisetto stampato sul volto. Tornai dietro al bancone e cominciai a lavare alcune tazze che erano rimaste nel lavandino fino a quando non fui raggiunta dai cinque ragazzi
che attendevano di pagare. Incrociai lo sguardo di Harry che non disse nulla, si limitava ad osservare ogni mio singolo movimento e mi accorsi più di una volta che osservava attentamente anche ogni singolo
movimento della mia camicetta. Quando finirono di pagare allungai la mano afferrando delicatamente quella del ragazzo che mi guardò compiaciuto senza dire nulla e scrissi sul palmo della sua mano le prime tre
cifre che componevano il mio numero poi alzai lo sguardo incrociando nuovamente i suoi occhi verdi
- Così dovrai fare colazione qui tutte le mattine -
dissi sorridendogli e per un attimo avrei voluto che Alex fosse stata presente. Sosteneva che con i ragazzi fosse lei la migliore a fare colpo e solitamente le davo ragione, non mi piaceva granchè giocare a fare la gatta
morta, ma quella mattina potevo tranquillamente affermare che me la stavo cavando alla grande.
- Allora suppongo che ci vediamo domani mattina -
rispose lui mantenendo costante il suo sorrisetto divertito. Probabilmente si stava divertendo, d'altronde poteva avere qualunque ragazza di questa città e di gran parte del resto del mondo e stava a perdere tempo
con una semplice cameriera che a stento riusciva a parlare in inglese.
Seguii con lo sguardo le cinque figure allontanarsi e sorridendo con me stessa ripresi il mio lavoro, notai una signora non troppo lontana che mi guardava ridendo a sua volta, dovevo avere decisamente
un aspetto alquanto patetico ma notai nei suoi occhi un segno di approvazione, d'altronde tutti erano stati giovani persino quelli che volutamente fanno finta di aver rimosso qualsiasi tipo di ricordo.
Alle 14.00 esatte lasciai alle mie spalle il bar di Julie e camminavo sorridendo a chiunque mi passasse accanto guadagnandomi così delle strane occhiate da parte delle persone. In pochi minuti imboccai il
lungo viale dove abitava mia zia, superavo le alte case inglesi fino a quando non raggiunsi la porta gialla sulla quale trovai un bigliettino.
Le chiavi sono sotto al vaso alla tua sinistra, sono dovuta andare a Liverpool per lavoro. Torno nel fine settimana. Baci Jen.
era un buon metodo quello di suggerire alle persone dove trovare le chiavi di casa, tanto che per qualche secondo entrai in panico non riuscendo a trovarle, questo fino a quando non mi resi conto di cercarle nel
vaso sbagliato. Quando le trovai mi fiondai in bagno dove mi abbandonai alle carezze dell'acqua calda, ero perfettamente a conoscenza che fuori ci fossero all'incirca una ventina di gradi, se non di più, ma
non ero mai riuscita nella mia vita a fare una doccia fresca, nemmeno durante il periodo più torbido dell'estate. Mi avvolsi in un soffice accappatoio bianco e avvolsi i capelli in un asciugamano dirigendomi poi
in camera da letto. Amanda mi aveva mandato all'incirca una decina di messaggi per ricordarmi che per quel pomeriggio era previsto un incontro con il gruppo di teatro al quale, gentilmente, mi aveva iscritta
e l'unica richiesta che era stata avanzata era quella di presentarsi con dei calzini colorati, un colore qualsiasi, basta che non fosse compreso tra la gamma che andava dal nero al grigio, dal rosso vivace ad uno troppo
scuro, dal viola in stile dark al violetto in stile bimbetta di quattro anni, insomma proprio un qualsiasi colore a scelta. Entrai nella piccola camera di Amanda e cercai un paio di calzini adatti da poter indossare, vagai
con lo sguardo fra quelle mura dipinte di una leggera tonalità di lilla, di fronte al letto c'era una piccola scrivania in legno chiaro sulla quale vi era un piccolo computer bianco e sullo specchio una ventina di foto che
la ritraevano felice insieme ad un gruppo di amiche, le guardai una ad una fino a quando raggiunsi l'unica che la vedeva protagonista insieme ad un ragazzo, la staccai dallo specchio e vidi disegnato sul retro un enorme
cuore e non riuscii a trattenere un sorriso. Sistemai tutto come l'avevo trovato e ancora avvolta nell'asciugamano infilai le calze rosa che avevo trovato nel suo cassetto, quasi non precipitai dalle scale quando sentii
suonare la porta. Non poteva essere Amanda, era ancora a scuola infondo erano solamente le tre del pomeriggio
- Un secondo! -
urlai dalla cima delle scale, lanciai l'asciugamano ancora umido sulla moquette della mia stanza ed infilai una di quelle felpe che solitamente utilizzavo per dormire data la grandezza, scesi di corsa le scale ed aprii
la porta. Davanti a me vidi comparire la figura simpatica di Louis, aveva i capelli leggermente scompigliati e fissava la felpa che indossavo
- Ignora le mie condizioni -
dissi sorridendo imbarazzata
- Ora capisco perchè le ragazze odiano le sorprese -
risi divertita annuendo con un lieve cenno della testa e poi ripresi a parlare
- Come hai scoperto dove abito? -
chiesi sorpresa
- Harry abita infondo al viale e ti abbiamo vista rientrare -
disse alzando le spalle come se avessi dovuto arrivarci da sola a quella scontata conclusione. 
- Comunque, mettiti qualcosa che non mi faccia vergognare e vieni a fare un giro con noi -
disse sorridendo mostrando una dentatura perfetta
- Oh, verrei volentieri però ecco io . . . ho già un impegno -
- Hai già fatto colpo sui ragazzi di Holmes Chapel? A parte noi ovviamente -
disse scoppiando in una fragorosa risata che mi ricordò vagamente quella che avevo già sentito a bordo dell'aereo
- Oh no. Voi siete sempre i miei preferiti -
dissi ridendo
- Devo andare ad un corso di teatro -
conclusi sorridendo
- Ma se non sai una parola di inglese -
fu la sua risposta sarcastica, gli lanciai uno sguardo inarcando un sopracciglio
- Ehi, devi insegnarmi a farlo -
disse provando ad imitare la mia mossa ma tutto ciò che venne fuori furono solamente delle facce strane e scoppiai a ridere insieme a lui
- Allora facciamo un'altra volta. -
concluse con poca soddisfazione, fece per andarsene imboccando il vialetto quando ci ripensò voltandosi nuovamente nella mia direzione
- Ti saluta Harry -
disse semplicemente per poi tornare a camminare verso l'uscita del vialetto
- Ricambia -
dissi sperando di aver utilizzato un tono abbastanza alto da farmi sentire. In realtà credo che lo avesse detto solamente perchè aveva intuito che Harry mi piacesse, avevo avuto modo di parlare con lui a colazione
e avevo capito che Harry era un tipo egocentrico al quale piaceva avere l'attenzione delle ragazze e non avrebbe mai mandato i suoi saluti per primo.
Richiusi la porta alle mie spalle e tornai di sopra, infilai qualcosa di comodo e quando Amanda fu rientrata aspettai che si cambiasse e ci avviammo verso un piccolo edificio ad un piano dove si sarebbe tenuta
la lezione di quella sera.
- Amy, non hai caldo? -
Amy?! avevo seriamente cominciato a chiamarla anche io con quello stupido soprannome?
- No sto bene -
disse tirando le maniche lunghe di una sottile maglietta in cotone. Scrollai le spalle senza troppa convinzione e spinsi la porta del piccolo edificio. All'interno di una grande sala vi era un enorme tavolo rotondo attorno
al quale vi erano una decina di sedie alcune delle quali occupate da ragazzi che sembravano avere più o meno la mia stessa età o quella di Amanda. Regalai un sorriso a tutti quanti e presi posto accanto ad una
ragazza dai lunghi capelli neri e qualche ciocca fucsia e verde, aveva il viso coperto da un pesante strato di fondotinta ed un altrettanto pesante strato di ombretto misto ad eyeliner nero attorno agli occhi.
Rimasi in silenzio per qualche secondo, ma non spettava a me giudicare gli stili delle persone. Il silenzio fu interrotto dall'entrata di un uomo sulla trentina dai folti capelli ricci e neri, un paio di occhi altrettanto scuri
e la barba che occupava gran parte del suo viso. Ma dove diavolo sono finita? pensai maledicendo la zia ed Amanda che mi avevano portata in quel posto. Lo vidi avvicinarsi al tavolo a passo svelto e farmarsi
di colpo quando fu abbastanza vicino da squadrarmi da capo a piedi
- Abbiamo finalmente l'onore di conoscere Samantha. -
disse in un ampio sorriso che al contrario di quello di Louis mostrava solamente una fila di denti storti e leggermente ingialliti, mi tese la mano che afferrai con poca convinzione e ricambiai il sorriso. Non era inglese,
o almeno il suo accento non lo era, la sua pronuncia era completamente diversa e molto più simile a quella degli attori americani.
- Lo spettacolo di quest'anno sarà un misto fra amore e passione, una giovane ragazza che lotta con i suoi sentimenti. Non sa se scegliere il ragazzo perfetto, quello dolce che la mette al centro del suo universo,
oppure quello dannatamente bello e dal carattere totalmente opposto al primo. E' un amore . . .  -
lo lasciai parlare seguendo i movimenti della sua bocca, blaterava qualcosa sull'amore ma non afferrai tutto il concetto. Io non avrei mai scelto lo stronzo della situazione, chi era così autolesionista da volersi
complicare gratuitamente la vita.
- . . . . sarai la protagonista -
a quella parola vidi tutti gli occhi puntati su di me e guardai con aria interrogativa Amanda che sorrideva compiaciuta
- Sei perfetta. La bellezza contesa, l'amore che porta allo scontro due ragazzi. Due ragazzi che erano amici, due ra. . . . -
andò avanti blaterando qualcos'altro sulla profonda amicizia e qualche altra cazzata del genere ma anche questa volta lo lasciai parlare.
Quando finalmente ebbe terminato dedicammo il resto della lezione a fare degli esercizi sulla fiducia, qualcosa come camminare in giro per la stanza e quando uno dei nostri compagni gridava dovevamo tutti correre
dietro di lui ed afferrarlo mentre si lasciava cadere fidandosi di noi. Quando fu il momento delle coppie, il buon vecchio Albert, il regista, mi mise insieme a quella ragazza un pò emo che avevo osservato poco prima
e qualcosa mi fece capire che avrebbe colto l'occasione per vendicarsi delle occhiate furtive che avevo lanciato ai suoi vestiti per non parlare dei suoi capelli.
- Comincia tu -
dissi quasi urlando senza lasciarle il tempo di rispondere, la vidi posizionarsi davanti a me allargando le braccia e sperai per un attimo che non superasse i settanta chili perchè altrimenti sarei caduta sotto il suo peso,
proprio mentre la vidi sbilanciarsi all'indietro sentii il cellulare vibrare e quasi mi venne un infarto, avevo dimenticato di spegnerlo. Ritrassi le mani dimenticandomi della presenza di Lily, nota come emo-girl, che
commettendo il tragico errore di fidarsi della sottoscritta era finita per terra fra le risate generali.
Mi dispiace
mimai con le labbra, ma la sua espressione mi fece capire che questa non me l'avrebbe perdonata tanto in fretta.
- Perfetto, abbiamo capito che dobbiamo lavorare di più sulla fiducia. -
concluse quasi divertito Albert
- Bene ragazzi, il prossimo incontro è Lunedì alle 17.00, buon fine settimana -
rimasi in silenzio qualche secondo pensando al motivo per il quale augurasse buon fine settimana il giovedì pomeriggio, ma poi ricordai che qui il weekend comincia esattamente il venerdì e tutto ebbe un senso.
- Ah dimenticavo. Vi mando per e-mail i testi delle canzoni e la musica, studiateli -
Amanda mi trascinò per un braccio e mi guardò con un paio di occhi dolci, come quelli del gatto di shrek
- Potrei aver dimenticato di dirti che si tratta di un musical -
disse camminando a passo svelto, allargai le braccia sbuffando. Io cantavo solamente sotto la doccia, lo shampoo era stato il mio primo microfono e una fila di balsami i miei primi fan ai quali avevo persino regalato
un autografo ma non lo avevo mai fatto davanti a persone in carne ed ossa.
Quando tornammo a casa scaldai nel forno un paio di pizze surgelate e sebbene mangiammo alle nove, come ero abituata, Amanda non si lamentò granchè.
Dopo cena si chiuse nella sua camera e mi rannicchiai sul divano in salotto, mi ricordai della faccia della povera Lily stesa per terra e scoppiai a ridere poi mi ricordai del messaggio che mi era arrivato e che non ero
ancora riuscita a leggere così mi allungai sul bracciolo del divano ed afferrai il telefono, lessi sullo schermo un numero che non avevo in memoria e che mai avevo visto nella mia vita ma quando aprii il messaggio e ne
lessi il contenuto capii che si trattava solo di una persona.
Libera domani sera? Harry :-)
sorrisi scuotendo la testa. . .  e adesso che gli rispondo, se dico di sì sembro la solita sfigata che muore ai suoi piedi e io un pò di dignita ce l'ho ancora, se dico di no . . . ma non voglio dire di no . . .
dopo qualche incertezza mi venne in mente la risposta perfetta, che potesse fargli capire che non pendevo dalle sue labbra e che lo avrebbe incuriosito così digitai ed inviai il messaggio
Forse. :-)
Dopo qualche istante lo schermo del cellulare si illuminò nuovamente
Passo da te alle otto, e lo so che stai morendo dalla voglia di vedermi :-)
l'ego di quel ragazzo era davvero smisurato ma in realtà sapevo benissimo che aveva ragione. Riuscii a raggiungere il letto per miracolo e dopo aver impostato la sveglia lasciai chiudere gli occhi rilassandomi.




Haloa :3
Salve a tutte/i, facendo finta che vi sia anche una piccola percentuale maschile che impazzisca per gli one direction xD
Piccolo angolo per me :-)
Premessa, amo le faccine! ahaha! stavo ascoltando una canzone meravigliosa, forse un pò depressa, ma meravigliosa ù.ù meravigliosa, l'ho già detto?
Così mi sono sentita un pò ispirata, un pò no e ho detto . . .  finiamo il capitolo così poi posso raggiungere la parte della fanfiction dove le cose diventano interessanti.
La storia non è delineata, non ho una trama fissa in mente, io sono un tipo che ha un'idea meravigliosa e cinque minuti dopo me ne viene in mente un'altra che cambia completamente
le carte in tavola perciò cerco di scrivere e di far uscire fuori qualcosa di decente xD
Detto questo, Samantha è un misto di vari personaggi, c'è dentro un pò del mio carattere e un pò di quello che mi piacerebbe avere. Cerco di dare spessore anche al personaggio di Amanda
che nella storia sostanzialmente non occupa un posto di grande importanza, ma spero che ne avrà in futuro.
Ringrazio le due meravigliose persone che hanno recensito lo scorso capitolo, e chi l'ha semplicemente letto :-)
Mando un bacio a tutti quanti e mi dileguo in cerca di nuove ispirazioni :3








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Capitolo 3
*** 3. Imbranato ***


One Direction


Imbranato

Avevo cambiato tre magliette prima decidere quale fra quelle mi stesse meglio e la decisione non ero nemmeno riuscito a prenderla da solo
- Lou quale preferisci? -
avevo costretto Louis a restare in camera mentre gli altri al piano di sotto si sfidavano a colpi di kart davanti alla televisione
- Hazza, ti preferisco nudo lo sai -
disse con un tono ammiccante e se non fossi stato in ritardo avrei gettato i vestiti per aria e gli sarei saltato addosso dando il via ad una lotta e a numerose risate
- Anche io mi preferisco nudo -
risposi semplicemente ridacchiando
- Quella grigia -
disse infine lanciandomi la maglietta grigia che avevo gettato sul letto
- Vada per quella grigia allora -
sfilai quella che stavo indossando in quel momento ed infilai quella che mi aveva passato Lou, guardai il mio riflesso nello specchio
- Io cadrei ai tuoi piedi all'istante -
disse Louis ridendo
- Ecco perchè sono sicuro che Sam non farà la stessa cosa -
- Vuoi dire che sono uno facile? -
disse fingendosi infuriato per poi scoppiare in una nuova risata scompigliandomi i ricci, quando riuscii a divincolarmi dalla sua presa passai una mano fra i capelli e guardai l'orologio che segnava le 20.15
e voleva dire che ero in forte ritardo, scesi di corsa le scale afferrando le chiavi della macchina di Louis dal mobiletto accanto alla porta
- Trattala bene miraccomando -
- Tranquillo Lou, Sam mi piace -
- No, parlavo della mia principessa -
disse con aria preoccupata rivolto alla sua macchina parcheggiata alla fine del vialetto, scossi la testa ed uscii richiudendo la porta alle mie spalle. In effetti non capivo come Lou potesse ancora permettermi di guidare
la sua macchina, gliene avevo distrutte tre. La prima volta che commise l'errore di lasciarmi al volante della sua Cecilia finii contro un cassonetto della spazzatura, la seconda volta che invece mi prestò Mike, il suo
bolide nuovo di zecca, finii contro ad un muro e la storia di Priscilla sarebbe meglio tralasciarla. E' colpa sua, errare è umano, perseverare è però diabolico. Bella frase Hazza, sono fiero di te pensai divertito.
Inserii la prima e guidai per pochi secondi, giusto il tempo di raggiungere la casa di Sam alla fine della strada, lasciai la macchina davanti al cancello e scesi sistemando la maglietta. Arrivati davanti alla porta di casa
indugiai qualche secondo, non speravo che mi avrebbe aperto, non dopo venti minuti di ritardo ma decisi di fare lo stesso un tentativo. Chiusi la mano a pugno e bussai con forza sulla porta per poi mettermi ad
aspettare con le mani in tasca studiando ogni singolo particolare del suo giardino.


- Senti questa: Harry pensa che una delle cose più romantiche da fare con una ragazza, sia il bagno in una vasca piena di petali di rosa e candele è schifosamente romantico -
Amanda quasi gridava comodamente stesa sul letto davanti al computer, aveva passato tutta la sera a fare delle ricerche su Harry per capire se fossi una delle tante che voleva aggiungere alla sua lista, perchè
tra le varie stronzate c'era anche quella Harry rubacuori, oppure avrei potuto baciarlo sulla porta di casa come in tutti i film romantici che passano in televisione il sabato sera quando tutto il mondo ti ha
tagliata fuori e resti a casa a deprimerti.
- Condivido il tuo schifosamente romantico -
io ed il romanticismo non avevamo una relazione stabile, a dire la verità non ce l'avevamo semplicemente. Una ragazza ricorda sempre le date importanti, gli anniversari, i compleanni e qualsiasi altra stronzata di quel
genere. Io riuscivo a malapena a ricorda il giorno del mio compleanno. Passai una mano fra i capelli leggermente mossi e sistemai la gonna a vita alta nera che avevo scelto per l'occasione e finalmente uscii dal
bagno raggiungendo Amanda
- Harry è solito baciare al primo appuntamento. Perciò spera che non lo faccia -
- Così mi inviterà una seconda volta e concluderà la serata in bellezza -
finimmo in coro la frase che lei aveva cominciato
- Sei da urlo. -
disse guardandomi, dal canto mio sorrisi facendo una giravolta su me stessa per poi lasciare il posto ad una sonora risata. Lanciai una rapida occhiata all'orologio che segnava le otto e venti e realizzai che
Harry era in ritardo
- Non so con chi sia uscito prima di me, ma questi venti minuti non glieli perdono -
dissi indicando ad Amanda l'orologio
- Eccolo! -
disse non appena sentimmo qualcuno bussare alla porta, con le labbra mimò un imbocca al lupo e successivamente mi dileguai lasciandola nella mia stanza.
Scesi le scale ed aprii la porta trovandomi davanti la figura di Harry avvolta in un paio di jeans ed una maglietta grigia che toglievano il fiato.
- Sei meravigliosa -
furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca, devo ammettere che però fecero la loro figura, avevo già tolto cinque minuti al suo fastidioso ritardo
- Se lo dico un'altra volta mi perdoni per il ritardo? -
disse piegando gli angoli delle labbra in una sorriso facendo comparire sul viso un paio di adorabili fossette. In quel momento avevo cancellato il suo ritardo, ma non glielo avrei detto.
- Può darsi -
dissi semplicemente sorridendo
- Allora, sei meravigliosa -
disse allungando una mano verso di me. Mi sporsi afferrando una giacchetta nera e la borsa ed afferrai la sua mano richiudendo la porta alle mie spalle. Arrivati davanti alla macchina vidi Harry precedermi
con uno scatto felino e fiondarsi sulla portiera spalancandola e facendo un ampio cenno con la mano
- Prego -
disse sorridente, lo guardai con un sorriso e mi accomodai seguendolo con lo sguardo. Prese posto accanto a me e mise in moto la macchina.
- Dove mi porti? -
chiesi voltandomi leggermente verso di lui, i suoi capelli erano perfetti ed il suo sguardo era concentrato dritto davanti a sè
- E' una sorpresa -
rispose e mi accorsi che stava sorridendo perchè vidi spuntare nuovamente quelle adorabili fossette. Rimasi in silenzio ad osservare i suoi lineamenti
- Se continui così finirai per consumarmi -
disse ridendo e sentii le guance prendere improvvisamente fuoco
- Scusa -
dissi tornando ad osservare il paesaggio che scorreva rapido dietro al finestrino
- Non ho detto che non mi piacesse -
disse sorridendo nuovamente, il semaforo era rosso e la macchina si fermò. Ero nervosa, non era il mio primo appuntamento eppure sentivo una sensazione, in un certo senso piacevole, quella leggera ansia
che ti prende lo stomaco e ti fa capire che sei con la persona giusta.
Passai una mano fra i capelli aggiustando nervosamente un piccolo ciuffo che era già perfetto senza che nemmeno lo toccassi, fu in quel momento che sentii la mano di Harry avvicinarsi alla mia e stringerla
delicatamente, sentivo le nostre dita intrecciarsi e giocare dolcemente e mi voltai verso di lui sorridendogli. Quando scattò il verde la macchina ripartì e le nostre mani si dividevano solamente per quei pochi
secondi necessari ad Harry per cambiare le marce. Parcheggiammo in un ampio parcheggio ma prima di poter scendere dalla macchina vidi Harry avvicinarsi
- Questa fa parte della sorpresa -
disse mostrandomi una benda nera
- Devo preoccuparmi? -
chiesi ridendo
- No, devi solo fidarti -
disse guardandomi negli occhi, ripensai alla questione della fiducia e sorrisi leggermente
- Mi fido -
affermai alla fine voltandomi verso il finestrino per permettergli di posizionare la benda. Sentii lo sportello di Harry e chiudersi e dopo pochi secondi sentii aprirsi il mio
- Harry? -
chiesi titubante
- Sono qui -
rispose prendendo la mia mano aiutandomi a scendere dalla macchina. Mi lasciai guidare fino a quando non sentii due braccia sollevarmi da terra ed il profumo della sua pelle diventare dannatamente vicino,
passai un braccio attorno al suo collo ridendo
- Ma dove mi stai portando? -
chiesi incuriosita, sentivo in sottofondo il lieve rumore delle onde e capii che mi aveva portata al mare ed immaginai la reazione di Amanda quando glielo avrei raccontato schifosamente romantico
- Siamo quasi arrivati -
quando mi lasciò ritornare con i piedi per terra e mi tolse la benda dagli occhi avevo davanti a me uno scenario perfetto, davanti a me era stato disegnato un piccolo sentiero con centinaia di candele accese e alla
fine vi era un piccolo tavolo rotondo apparecchiato con due sedie ed al centro un enorme conchiglia rosa.
- Hai fatto tutto da solo? -
chiesi meravigliata, nessuno era riuscito a stupirmi in quel modo. Certo, non che potessi vantare una lista di ex fidanzati lunga quanto la Divina Commedia, ma nessuno di loro si era spinto fino a questo punto.
- Devo ammettere che l'idea è stata mia ma che con la realizzazione mi hanno aiutato i ragazzi -
disse soddisfatto
- E' stupendo Harry. Non so cosa dire -
- Non dire niente -
ci guardammo per pochi istanti fino a quando la sua mano non strinse nuovamente la mia, sfilai le scarpe e raggiungemmo il piccolo tavolino. Fu la serata più bella della mia vita, tutto era così perfetto che se solo
me lo avessero raccontato avrei fatto fatica a crederci.
Parlammo come se ci conoscessimo da una vita, ridemmo ad ogni stupida battuta che veniva in mente all'altro e tutta l'ansia e la tensione che avevo accumulato erano come svanite.



Una volta a casa avrei dovuto ringraziare Liam fino alla fine dei miei giorni, la sua idea della spiaggia e della cena romantica era stata fantastica, per non parlare del dettaglio delle candele aggiunto da Zayn.
Per un attimo mi era dispiaciuto essermi preso il merito di un'idea così brillante, ma il dispiacere svanì quasi subito quando guardai l'espressione dipinta sul viso di Sam.
Avevamo passato l'intera serata a parlare del più e del meno, a fare battute più o meno divertenti, ma non si era accorta che il più delle volte mentre lei parlava fingevo di ascoltarla concentrandomi invece
su di lei e su quanto fosse bella. Tutto di lei mi aveva colpito, ogni minimo dettaglio. Il colore dei suoi capelli, leggermente più chiaro sulle punte, la sua carnagione abbronzata che le dava un tono estremamente
sexy, i suoi occhi color del miele, la sua voce,le sue labbra, i suoi vestiti, il suo corpo.
- Adesso sono io che finirò per essere consumata -
disse ridendo, aveva ragione, probabilmente avevo persino assunto un'aria da maniaco che doveva averla messa in imbarazzo visto il colore rosso delle sue guancie
- Chiedo scusa -
dissi sorridendole
- Non ho detto che non mi piacesse -
disse ripetendo le mie stesse parole.
- Vieni con me -
le dissi alzandomi e prendendola per mano. Mi piaceva stare con lei, la vedevo così fragile come una di quelle stupende bambole di porcellana. Mi fermai vicino al mare e mi lasciai scivolare sulla sabbia tirando
Sam giù al mio fianco, il vento le aveva scompigliato i capelli e mi avvicinai riportandoli alla loro forma originale. La vidi avvicinarsi a me e sentii il suo corpo vicino al mio, la sua testa appoggiata sul mio petto ed
il suo profumo dolce inondare le mie narici. Ci stendendemmo sulla sabbia umida e restammo per oltre un'ora ad osservare le stelle, poi improvvisamente vidi una stella cadere
- Hai espresso un desiderio? -
le chiesi appoggiando la guancia sui suoi capelli, quando spostò piano la testa per incontrare i miei occhi la vidi sorridere
- No. Stasera non potevo desiderare niente di meglio -
rispose con naturalezza, seguii i movimenti delle sue labbra e ogni particella del mio corpo gridava di baciarla e di assaporare il gusto di quelle labbra ma decisi di aspettare, Sam era diversa dalle altre e volevo
trattarla come tale. Socchiusi gli occhi lasciandomi cullare dalla brezza marina e dal dolce profumo di Sam.



Aprii gli occhi ancora assonnata, mi domandai per un secondo se avevo immaginato tutto, l'appuntamento meraviglioso con Harry, le candele, il mare, i suoi occhi. Quando mi accorsi di essere ancora fra le sue
braccia realizzai che non era stato tutto un sogno ma che era successo davvero. Sollevai lo sguardo sul suo viso, dormiva ancora, la sua espressione era rilassata e non potei fare a meno di sorridere a mia volta.
- Ehi -
disse con un filo di voce
- Ehi -
risposi sorridendogli, mi alzai sebbene controvoglia, avrei voluto rimanere con lui su quella spiaggia per sempre, ma la vita reale ci stava aspettando
- Dobbiamo andare. Ho il turno in caffetteria -
dissi tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Il viaggio in macchina fu reso piacevole da una delle mie canzoni preferite che veniva trasmessa da una radio locale, quando la macchina si fermò davanti al vialetto di casa Harry con lo stesso scatto della sera
prima, raggiunse il mio sportello e lo aprì scortandomi fino alla porta di casa, rovistai nella borsa in cerca delle chiavi e quando le trovai mi voltai verso di lui
- Allora grazie -
dissi sorridendogli, ecco comparire nuovamente quelle due meravigliose fossette e seguii la sua figura girarsi per imboccare nuovamente il vialetto, ma dopo pochi passi sembrò ripensarci e lo vidi tornare
indietro e quando fummo abbastanza vicini, sentii le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie, le nostre lingue si intrecciarono in una danza dolce e quando ci staccammo nessuno dei due riuscì a cancellare
dalla faccia quell'espressione felice che si era delineata durante il bacio.
- Ti chiamo -
mi disse prima di rientrare nell'auto e sperai tanto che mantenesse fede alla sua parola.


Haloa :3
lo scorso capitolo non sembra essere piaciuto :( spero che questo sia migliore ^^
E' interamente dedicato ad Harry e Sam, ma se siete arrivati fin qui senza saltare nemmeno una riga, probabilmente ve ne sarete già
accorti :)
Stasera mi sentivo particolarmente ispirata, sarà perchè ho visto amici e la visione eterea di Gabriel Garko è stata come una musa.
Spero di leggere qualche recensione, per sapere che cosa va bene della storia e cosa invece non va (:
a presto!













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Capitolo 4
*** 4. Beautiful Liar ***


One Direction
Beautiful Liar

Girai la chiave nella serratura e quando entrai mi accorsi del totale disastro che regnava in quella casa, il vaso che la zia adorava accanto al televisore si trovava dalla porta opposta della stanza distrutto in
mille pezzi, un paio di ragazzi dormivano sulla moquette senza maglietta sporchi e puzzolenti, dalla cucina arrivavano dei rumori di tazze sbattute nel lavandino così mi diressi a passo incerto verso quella stanza
e vidi Louis in piedi davanti al lavandino intento a lavare un paio di tazze, quando si voltò lo guardai allargando le braccia
- Ma che cavolo è successo in questa casa? -
- Tua cugina ha dato una festa da urlo e sentendo un chiasso infernale stamattina mi sono fiondato per vedere che succedeva ed ho cacciato gran parte delle persone. Tranne quei due in soggiorno che
non riesco a svegliare. Ho provato a fargli annusare i miei calzini ma non ha funzionato nemmeno quello -
disse ridacchiando. Non potevo crederci, mi aveva promesso che avrebbe passato la serata da ragazza responsabile. Sbuffai lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e mi voltai ritornando in salotto
- Non te la prendere Sam, è una ragazzina -
gridò Louis certo che lo stessi ascoltando. Una ragazzina che mi aveva messa nei guai fino al collo con sua madre. Afferrai con due dita il bordo dei jeans di uno dei due ragazzi strattonandolo
sperando che si svegliasse, quando finalmente lo vidi aprire gli occhi sfoderai uno dei miei sorrisi migliori e la mia tattica vincente: quando vuoi che la gente vada via, dì loro che c'è da pulire.
- Okay ragazzi alzatevi e datemi una mano a pulire -
dissi raccogliendo un bicchiere dal pavimento, improvvisamente entrambi i ragazzi si alzarono dal pavimento senza nemmeno cercare la loro maglietta e si dileguarono con un paio di scuse.
Decisi di tornare in cucina da Louis ma per mia sfortuna inciampai in uno dei tremila bicchieri sparsi per tutto il soggiorno e volai come se avessi appena bevuto una redbull
- Carenza di affetto? Potevi dirmelo, ti avrei abbracciata io -
sentii la voce di Louis divertita fare capolino dalla porta della cucina, non voltai nemmeno la testa dalla sua parte perchè la mia attenzione fu catturata da una piccola bustina nascosta sotto al divano,
mi trascinai strisciando ed allungai una mano cercando di afferrare la mia preda sapendo di trovarmi sotto lo sguardo curioso di Louis, quando riuscii a prenderla mi rialzai dal pavimento scrollandomi dai vestiti
alcune briciole di patatine sparse sul pavimento.
- Che razza di roba è? -
chiesi rigirando la bustina fra le mani, sentii una mano appoggiarsi sul mio fianco ed il viso di Lou fisso su quella bustina, quando mi girai ed incrociai il suo sguardo fui certa che entrambi sapevamo perfettamente
di che cosa si trattasse.
- Okay, non è detto che sia di tua cugina. Infondo c'è stata una marea di gente in questa casa stanotte -
Louis cercava di sdrammatizzare ma le sue parole non riuscivano a calmare la mia mente, come poteva essersi ridotta a fare uso di quella stupida polvere, che cosa c'era nella sua vita che non andava a tal punto da
farle credere che quella fosse la sua unica soluzione, e da quanto andava avanti . . . possibile che non me ne fossi mai resa conto? Certo, da quando sono arrivata ho avuto occhi solo per Harry ed i suoi amici.
- Ho vinto il premio come peggiore cugina del mondo -
sospirai sbattendo la bustina sul tavolo e prendendo la testa fra le mani
- Ehi, non è colpa tua. -
- Cosa non è colpa sua? -
mi voltai di scatto e vidi la figura esile di Amanda entrare in cucina con addosso un'enorme felpa ed un paio di shorts
- Am, che è successo? -
le chiesi notando i suoi occhi gonfi ed arrossati, aveva pianto.
- Niente -
disse scrollando le spalle
- Amanda? -
- Lasciami in pace okay. Se sei incazzata per la festa non mi interessa, tanto mamma non torna -
sgranai gli occhi incredula di ciò che aveva appena detto e dal tono che aveva utilizzato per farlo
- Che vuoi dire? -
- Che resta in qualunque posto sia andata. Ha mandato una lettera -
disse lanciandomi una busta leggermente spiegazzata, poi il suo sguardo cadde sulla bustina rimasta sul tavolo e fu in quel momento che si scatenò l'ira che aveva cercato di reprimere sino a quel momento
- Adesso ti metti anche a frugare nelle mie cose? -
- Am! Stai sbagliando -
dissi afferrando la bustina prima che potesse farlo lei
- Non ho chiesto il tuo parere -
la sua voce era fredda, mi si avvicinò e tutto quello che sentii fu la sua mano colpire la mia guancia con un sonoro schiaffo per poi impadronirsi di ciò che le apparteneva.
Louis era rimasto in silenzio appoggiato allo stipite della porta senza sapere bene che cosa dire o in che modo intervenire, Amanda girò i tacchi chiudendosi nella sua camera ed io rimasi immobile nel mezzo
della cucina intenta a realizzare quello che era appena successo.
- Ehi Sam, tutto a posto? -
colsi la preoccupazione nel tono della voce di Louis e mi sforzai di sorridergli trattenendo a stento le lacrime, le sue bracci circondarono i miei fianchi e mi tirò a sè, nascosi il viso nel suo petto scoppiando in un
pianto liberatorio. Volevo aiutarla ma lei mi aveva appena tagliata fuori dalla sua vita.
- Che cosa devo fare Lou? -
chiesi singhiozzando
- Non lo so -
sussurrò al mio orecchio stringendomi ancora più forte, inspirai a fondo cercando di calmare le lacrime che continuavano a rigare rapide il mio volto
- Vai a cambiarti, andiamo a mangiare qualcosa -
disse rompendo il nostro abbraccio accarezzandomi sorridente una spalla, annuii salendo al piano di sopra e sfilai i vestiti che odoravano ancora di Harry, infilai un paio di shorts di jeans ed una maglietta nera larga
ed aperta lungo i fianchi, lasciai che i capelli ricadessero mossi lungo la schiena e tornai in salotto dove Louis stava finendo di pulire quel casino.
- Andiamo -
disse porgendomi delicatamente la sua mano che afferrai e tenni stretta a me per tutto il tempo.
Camminammo in silenzio sotto lo sguardo indagatorio di tutte le ragazze che per strada lo riconoscevano, alcune più temerarie si avvicinavano sorridendo chiedendogli una foto che prontamente doveva scattare
la sottoscritta, ma per Lou avrei scattato tutte le foto del mondo. Quando riuscimmo a raggiungere un piccolo bar non troppo lontano da casa un nuovo gruppo di ragazzi ci si avvicinò sorridente ed ecco che
mi ritrovai a scattare un'altra decina di fotografie, tutto perchè in una Lou aveva gli occhi chiusi, in un'altra stava facendo una smorfia e altre espressioni strane.
Prendemmo posto in un piccolo tavolino in fondo al locale dove in pochi secondi fummo raggiunti da una cameriera dai lunghi capelli biondi mossi da leggeri boccoli, stringeva fra le mani un piccolo block notes
ed una penna di colore verde e non smetteva di fissare Louis sorridendo
- Ciao ragazzi, volete ordinare? -
rimasi in silenzio, sebbene avesse parlato al plurale ero certa che le interessava di più l'ordinazione del ragazzo seduto di fronte a me.
- Per me uova con bacon grazie -
disse Lou rispondendo ai sorrisi della cameriera che finalmente, anche se contro voglia, spostò lo sguardo su di me mantenendo sempre il suo sorriso
- Per me un caffè e un muffin al cioccolato -
dissi porgendole il menù
- Perfetto, arrivano subito -
concluse dileguandosi dietro al bancone ancheggiando per attirare l'attenzione di Lou
- Smettila di fissarle il sedere, sembri un maniaco -
dissi lanciandogli una bustina di zucchero
- Non è colpa mia se madre natura le ha regalato un ottimo lato b -
si scusò ridacchiando lanciandomi la stessa bustina di zucchero, scossi la testa divertita. Aprii la borsa nera che avevo portato con me ed uscii la lettera che Amanda mi aveva dato poco prima e la
aprii in silenzio sotto lo sguardo di Louis, lessi rapidamente incredula a ciò che vedevo scorrere sotto ai miei occhi.
" . . . . sei la parte migliore di me, mamma. "
quelle ultime parole mettevano fine alla sua lettera, ed era vero. Porsi la lettera a Louis che la lesse con molta più rapidità di me, la ripiegò senza proferire parola e la infilò nella mia borsa
- Ha bisogno di te -
alzai lo sguardo incrociando gli occhi azzurri di Lou
- Non so come aiutarla Lou, ci sono già passata in passato con un mio amico ed il mio aiuto non è bastato -
dissi sentendo gli occhi tornare nuovamente lucidi, era vero, la storia si ripeteva. In realtà quello che avevo perso non era un mio amico, era l'amore della mia vita. Era il ragazzo perfetto che si era lasciato
trasportare dalle sue brutte amicizie e lo avevo perso senza poter fare nulla per aiutarlo.
- Proprio perchè ci sei già passata puoi aiutarla -
fu in quel momento che una lampadina si accese all'interno della mia mente, avrei dovuto chiamare mia madre e portare Amanda il più lontano possibile da Holmes Chapel
- Torno subito -
dissi afferrando il cellulare nella mia borsa. Mi diressi fuori dal locale componendo rapidamente il numero di mia madre, dopo solo due squilli sentii la sua voce dall'altro capo del telefono e per un attimo mi sentii
a casa, quella voce così dolce e familiare mi dava un senso di pace e di sicurezza. Le raccontai ogni cosa senza soffermarmi molto sull'abbandono di mia zia che mia madre già conosceva ed insieme decidemmo che
Amanda sarebbe partita l'indomani per raggiungere mia madre a Milano
- Tesoro, vuoi che prenoti un biglietto anche per te? -
sommersa dalle lacrime avrei voluto risponderle di sì e correre a casa a preparare le valigie ma come un fulmine a ciel sereno, nella mia mente passò l'immagine di Harry, dei suoi occhi, le sue labbra piegate in
un sorriso e quelle adorabili fossette lungo le sue guance.
- No, se non ti dispiace vorrei restare qui ancora per un pò. Sentirò la zia per la casa -
conclusi asciugando l'ultima lacrima
- D'accordo, sono fiera di te tesoro. -
- Ti voglio bene mamma -
conclusi prima di mettere fine alla telefonata, inspirai profondamente per riprendere fiato e rientrai nel locale. Mi accorsi, senza troppo stupore, che la bionda era in piedi davanti a Louis ridendo per qualcosa
che lui aveva appena finito di dire con una faccia buffa e decisi di aspettare prima di interrompere la loro conversazione, quando raggiunsi il mio posto Lou mi mostrò la mano divertito
- . . .9275 . . . -
lessi alcune cifre di un numero che era stato gentilmente annotato sul suo palmo destro seguito da un piccolo cuoricino verde
- Hai fatto conquiste eh Lou? -
dissi sorridendogli
- A quanto pare -
disse infilzando un pezzo di pancetta
- Sei più tranquilla, trovato una soluzione? -
chiese masticando
- Amanda andrà a Milano, a casa mia -
un colpo di tosse e gli occhi sgranati di Lou mi fecero preoccupare nuovamente fino a quando non lo vidi riprendere a respirare normalmente sebbene con il viso un pò arrossato
- E tu andrai con lei? Voglio dire, hai intenzione di tornare a casa? -
mi chiese con lo sguardo preoccupato, sorrisi stringendo fra le mani la tazza di caffè fumante e lo guardai negli occhi
- Credo che resterò, almeno ancora per un pò -
dissi dando un leggero sorso alla bevanda
- Sono felice -
disse rubando il mio muffin
- Ehi! Se poi vomiti non ti tengo la fronte, sappilo! -
dissi ridacchiando. Guardai l'orologio appeso al muro di fronte a me e mi accorsi di dover andare a lavoro, uscii dal locale insieme a Louis, che da vero gentiluomo pagò la colazione per entrambi e dopo averlo
salutato con un abbraccio mi diressi verso il locale di Julie.

La giornata era volata, avevo lavorato sodo tutto il pomeriggio senza nemmeno un secondo di pausa. Quando finalmente vidi Julie raggiungermi tirai un sospiro di sollievo
- Sam, vieni nel mio ufficio -
disse sorridendo e per un attimo volevo riprendere l'aria che avevo buttato fuori pochi secondi prima e tenerla per dopo quando fossi stata certa che il mio turno era finito e che non mi avesse
chiamata per darmi delle brutte notizie.
Mi misi seduta su una sedia di fronte alla sua scrivania giocherellando nervosamente con le mani e quando finalmente si decise a parlare alzai lo sguardo ascoltando le sue parole
- Ho saputo di tua zia e volevo sapere se c'è qualcosa che io possa fare per aiutare te o Amanda -
il suo tono era gentile e sembrava che ci tenesse davvero
- Ti ringrazioe Julie. Amanda raggiungerà mia madre in Italia mentre io resterò qui per un pò. Ti sarei grata se potessi continuare a lavorare nel tuo locale -
dissi sorridendole
- Ma certo tesoro. Da questo posto non ti manda via nessuno -
la vidi sgattaiolare via da dietro la scrivania e raggiungermi per stritolarmi in un abbraccio.
Quando tornai a casa notai con piacere che Amanda aveva sistemato tutto, ogni cosa era tornata al suo posto e la casa brillava.
- Amanda? -
urlai per farmi sentire, vidi la sua schioma sporgere dalla cime delle scale e la guardai con un ampio sorriso, quando mi raggiunse in salotto ci buttammo sul divano rimanendo in silenzio
- Sam mi dispiace per oggi, giuro. Non sono una drogata, non voglio esserlo -
disse scoppiando a piangere, passai un braccio lungo le sue spalle e la strinsi a me. Per la prima volta fu come se provassi la sensazione di essere una madre, lei, così piccola e stretta a me in cerca di conforto, di
aiuto.
- Non preoccuparti Am, non succederà -
le dissi accarezzandole i capelli
- Non arrabbiarti, ma ho cercato una soluzione e credo che la cosa migliore per te in questo momento sia andare via da Holmes Chapel -
dissi tutto d'un fiato aspettandomi una nuova reazione violenta da parte sua, che però al contrario rimase appoggiata sulla mia spalla annuendo semplicemente con la testa
- Ho pensato, be veramente io e Sophie, abbiamo pensato che sarebbe meglio che tu la raggiungessi a Milano. Finirai la scuola lì e starai a casa nostra -
- Quindi la zia sa tutto? -
chiese alzando la testa, annuii in silenzio
- D'accordo -
disse infine convinta
- La mamma ti ha prenotato un volo domattina alle nove da Liverpool -
conclusi sorridendole
- Allora sarà meglio che mi sbrighi a fare le valigie -
la seguii con lo sguardo svanire dietro la porta della sua stanza. Afferrai il telecomando e cominciai a guardare la televisione, davano uno di quei film d'animazione di ultima generazione con milioni di effetti
speciali e attori super fighi, non riuscii a sistemare un soffice cuscino dietro la schiena che sentii qualcuno bussare alla porta. Mi alzai sbuffando
- Arrivo -
blaterai afferrando la maniglia e spalancando la porta
- Come stai? Louis mi ha raccontato che . . . -
non lasciai che portasse a termine la frase che mi gettai fra le sue braccia, mi era mancato. Mi era mancato il suo profumo, i suoi capelli, i suoi occhi, le sue fossette, la sua pelle tutto di lui mi era mancato.
Sentii il petto vibrare da una sottile risata, così mi staccai ridendo a mia volta e gli feci cenno di entrare
- Mi sei mancato -
dissi semplicemente richiudendo la porta alle mie spalle
- Se sapevo di essere accolto così, sarei venuto prima -
disse ridacchiando, sorrisi passando una mano fra i capelli e allungai una mano prendendo il suo braccio per poi portarla dietro al suo collo e mi lasciai avvolgere da un altro abbraccio, sentivo le sue mani sfiorare
la mia pelle lasciata nuda lungo i fianchi e mi sforzai di controllare il respiro. Ci guardammo per pochi istanti e fui io a prendere l'iniziativa, avvicinai le mie labbra alle sue sentendole di nuovo mie, mi sentivo
al sicuro con lui e dannatamente felice.



Haloa :3
Nuovo capitolo *__*
Mi sorprendo di me stessa, non credevo che sarei riuscita ad aggiornare così presto (:
Che dire, poor Amy . . .  ma vi assicuro che il viaggio a Milano le servirà ;-)
Che ne pensate della friendship tra Sam e Lou? Io li adoro ù.ù
Lo so che gli altri directions si vedono poco, per niente. Ma li introdurrò come meritano nei prossimi capitoli :-)
Harry e Sam vi piacciono??
Baciiii, a presto :-)
aaah, quasi dimenticavo!
Questa è la mia Sam :-) (l'immagine è presa da internet :-))
















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Capitolo 5
*** 5. Spare me what you think and tell me a lie ***


One Direction Spare me what you think and tell me a lie

Harry rimase tutta la notte con me, prima di andare a dormire mi fermai lungo lo stipite della porta di Amanda che già dormiva avvolta fra le lenzuola, non faceva freddo ma lei era esattamente come me, anche
nel bel mezzo dell'estate io avevo bisogno di sentire il cotone delle lenzuola sulla pelle, era un'abitudine senza la quale non riuscivo ad addormentarmi. Rimasi in silenzio ad osservarla certa che mandarla in Italia
fosse la soluzione migliore per lei, almeno in quel momento, ma capivo perfettamente che allontanarla dalla sua vita qui ad Holmes Chapel non sarebbe stato affatto facile per lei. Un braccio che circondò la mia
vita mi riportò sulla Terra, sorrisi leggermente lasciando appoggiare la testa sulla spalla di Harry che era comparso al mio fianco, le sue labbra sfiorarono appena la mia fronte lasciando un piccolo bacio e sospirai
- Mi mancherà -
dissi cercando di trattenere le lacrime sebbene gli occhi fossero diventati lucidi già da un pezzo
- Ehi, ci sono io qui con te -
disse in un sussurro vicino al mio orecchio, sorrisi stringendomi a lui non avrei potuto chiedere di meglio pensai confortata dalla sua presenza.
Ci allontanammo ancora stretti l'uno all'altra richiudendo la porta di Amanda alle nostre spalle e accesi la luce della mia stanza, il letto era perfettamente intatto, d'altronde non ci aveva dormito nessuno dalla sera prima che avevo trascorso con Harry sulla spiaggia. Quella sarebbe stata la nostra seconda notte insieme, dovevo ammettere che sebbene mi fossi abituata alla sua presenza, quella sensazione di avere mille
farfalle nello stomaco ogni qual volta che mi si avvicinava, che mi stringeva a sè o che semplicemente sfiorava la mia pelle, non se ne era mai andata.
- Harry, devo andare in bagno! -
cercai di non urlare troppo ma allo stesso tempo quel poco che bastava per farmi sentire Harry ancora chiuso in bagno da venti minuti
- Ho quasi finito -
rispose chiudendo finalmente il rubinetto dell'acqua, quando finalmente la porta del bagno si aprì Harry mi stupì per la seconda volta. Il bagno era illuminato da diverse candele e la vasca da bagno era stata riempita
di acqua sulla quale galleggiavano una marea di petali di rosa, sorrisi lasciando che Harry mi tirasse a sè, lo guardai nei suoi occhi verdi per qualche secondo dimenticando per un momento la vasca, i fiori, le candele e
tutto il resto
- Ti amo. Lo so, ci conosciamo da poco tempo ma le sensazioni che mi regali ogni giorno, anche solo con uno sguardo, con un sorriso, con un gesto. Fidati, non me le ha mai regalate nessun'altra ragazza prima d'ora -
lo guardai arrossendo, non importava da quanto lo conoscessi ma sentivo di provare qualcosa per lui, se fosse amore non saprei dirlo ma era qualcosa di molto simile
- Harry, io . . . . -
mise un dito sulle mie labbra
- Shh . . . va bene. Lo dirai quando sarai pronta -
disse avvicinando le sue labbra alle mie, le nostre lingue si unirono, di nuovo, sentivo le sue mani accarezzare il mio corpo e mille brividi percorrevano ogni centimetro della mia pelle, i nostri respiri erano uniti
così come i nostri corpi, lasciai che mi sfilasse la maglietta appoggiando la mia pelle sulla sua e in pochi secondi i nostri vestiti erano sparsi lungo il pavimento del bagno.
Fui sommersa da una sensazione meravigliosa, uno strano senso di benessere accanto a quel ragazzo meraviglioso. I suoi ricci erano bagnati e ricadevano lungo il suo viso, non avevamo smesso di sfiorarci nemmeno
per un istante, si era avvicinato posando le labbra lungo il mio collo lasciando una scia di dolci baci fino a raggiungere le mie labbra e unirle nuovamente alle sue.
Lo amavo, ma dirlo mi avrebbe resa vulnerabile, lui sarebbe stato il mio punto debole ed io odiavo sentirmi scoperta, odiavo far sapere alla gente quale fosse il punto esatto dove ferirmi.

- Okay, allora io ed Harry ti accompagnamo all'aereoporto, il gate è il numero 37, miraccomando non ti sbagliare che sennò chissà dove vai a finire, a Milano dovresti arrivare per le 12.00 considerando il fuso orario
e fuori ti aspetterà mia madre. -
- Sam, non credi di esagerare? Lo hai ripetuto un centinaio di volte -
disse Harry divertito, lo guardai inarcando un sopracciglio ma sapevo che aveva ragione, ero in ansia d'altronde Amanda la vedevo così piccola per mandarla in un posto a lei sconosciuto completamente da sola e
per un attimo mi sentii in colpa, forse avrei dovuto essere meno egoista e andare con lei
- Posso farcela. Fidati -
ancora la fiducia, io mi fidavo, erano gli altri a doversi preoccupare quando la situazione si sarebbe invertita
- Okay, andiamo allora altrimenti rischi di perdere l'aereo -
dissi afferrando la mano di mia cugina, Harry aveva finito di caricare in macchina l'ultima valigia, presi posto accanto a lui e ogni tanto guardavo i suoi occhi verdi fissi sulla strada anche se sapevo che si era accorto
del mio sguardo, ma non dava a vederlo. Oltre che un bravo cantante, era anche un bravo attore.
- Sam nella mia stanza ci sono ancora dei vestiti e delle altre cose, potresti portarmele quando torni? -
disse sorridendomi dallo specchietto
- Certo tesoro -
dissi sorridendole a mia volta. L'aereoporto di Liverpool era grande, almeno uno tra i più grandi che io abbia mai visto, e questo potrebbe dirla lunga su quante volte io abbia viaggiato.
Quando varcammo l'entrata, tutti gli occhi erano puntati su di noi, o per essere precisi su Harry. Adoravo vedere le ragazze sorridere alla sua vista perchè riuscivo a capirle perfettamente, chiunque avrebbe
sorriso guardandolo. Gli feci un rapido cenno con la mando indicandogli il banco del check-in dove mi diressi tenendo stretto a me il sottile braccio di mia cugina
- Credo di essere più nervosa io di te -
ammisi sorridendo
- Come sono i ragazzi italiani? -
chiesi ridacchiando
- Oh be, pensa ad un ragazzo inglese -
- Fatto -
disse ridendo
- Ecco, ora immaginati il contrario -
scoppiai in una risata, in effetti sostenevo che i ragazzi italiani fossero l'esatto opposto di quelli inglesi, a partire dal loro modo di vestire. E poi, sarà per puro spirito patriottico ma io amavo gli italiani e li trovavo
decisamente sexy. Questo però non ditelo ad Harry.
Concluso il check-in e lasciati i bagagli accompagnai Amanda fino all'ingresso dell'imbarco dove comincia tutta la fila di quei macchinari che sono pronti a guardare anche come sono fatte le tue ossa e dopo
una decina di abbracci Amanda riuscii a divincolarsi dalla mia stretta e scomparì tra la folla. Sospirai, era andata.
Girai per l'aereoporto alla ricerca di Harry, la mia missione fu abbastanza facile, mi bastò semplicemente individuare un gruppo di ragazze che si era notevolmente moltiplicato dal nostro arrivo e mi misi in un angolo
aspettando di riuscire ad attirare l'attenzione di Harry. Quando incontrai il suo sguardo lo vidi avvicinarsi verso di me, il risultato fu che tutti gli sguardi delle ragazze ricaddero su di me, alcuni erano dolci e gentili
mentre altri avrebbero voluto incenerirmi all'istante
- Andiamo? -
disse semplicemente con un sorriso
- Se vuoi restare non è un problema, posso prendere un taxi -
dissi leggermente imbarazzata, l'ultima cosa che volevo fare era rubare a quelle ragazzine il loro idolo ma dentro di me prendere il taxi era l'ultima cosa che avrei voluto fare
- Prenderai il taxi di Harry Styles, nessun altro -
affermò afferrando la mia mano, in quel momento una marea di fotocamere erano fisse su di noi e vidi Harry salutare le ragazze con un ampio gesto della mano e grandi sorrisi
- Okay, lo sai vero che con questo hai reso tutto come dire . . . . ufficiale? -
dissi ridendo cercando di nascondermi dietro di lui, sapevo quanto fosse popolare ma io ci tenevo a restare nel mio anonimato
- Voglio stare con te alla luce del sole, voglio che tu sia mia e che tutto il mondo lo sappia -
disse aprendomi la portiera, mi lasciai scivolare sul sedile appoggiando la testa lungo il finestrino ed incrociai il suo sguardo
- Non voglio essere di nessun altro -
dissi quasi sussurrando. La macchina partì lasciandosi alle spalle l'aereoporto e dopo un paio d'ore di macchina superammo il cartello che dava il benvenuto nella cittadina di Holmes Chapel.
Scesi dalla macchina ridendo per una delle tante battute di Harry ma il mio cuore si fermò quando vide parcheggiata davanti al vialetto una macchina, non una macchina qualsiasi ma quella che mi aveva scortata
la prima volta che arrivai in Inghilterra, era la macchina di mia zia. Sentii un brivido percorrere tutto il corpo e strinsi entrambe le mani
- Ehi, vuoi che resti? -
Harry accanto a me aveva immaginato di chi potesse trattarsi e se da una parte avrei voluto che restasse per poter fermarmi nel momento in cui avrei scaraventato contro di lei qualsiasi oggetto presente in quella casa, mi resi conto che era una questione che dovevo risolvere da sola.
- No, non preoccuparti. Ti chiamo più tardi -
dissi appoggiando le mie labbra alle sue e lo guardai salire in macchina e raggiungere casa sua non troppo lontano, mi girai dando le spalle alla strada e imboccai il piccolo vialetto che conduceva alla porta principale,
inserii la chiave ed aprii la porta. Lei era seduta sul divano, giocherellava nervosamente con le chiavi della macchina e non appena mi vide comparire sulla soglia della porta alzò lo sguardo su di me riuscendo solamente a pronunciare il mio nome
- Samantha -
lasciai sbattere la porta alle mie spalle, interrogandomi su quale possibile ragione avrebbe utilizzato per scusarsi di aver abbandonato sua figlia ma nessuna era all'altezza del gesto che aveva compiuto.





Haloa :3
Questo capitolo non è uno dei miei preferiti, sarà che l'ispirazione era davvero poca . . . la scuola mi sta
seriamente devastando, in più in questi giorni sono super impegnata con il gruppo di teatro perchè
giovedì si va in scena e sono troppo agitata, ed impegnata con le prove D: Posso farcela, posso farcela.
Nel prossimo capitolo, che ancora non ho scritto, ci sarà sicuramente il motivo per il quale la zia ha deciso di lasciare Amanda,
e sarà un pò triste, ma non svelo altro!
Passando a Sam ed Harry, per la scena della vasca da bagno mi sono rifatta ad uno dei mille facts che ho letto girando per le pagine facebook (:
E devo dire che se lo avesse fatto con me, sarei svenuta all'istante. . . cioè una vasca piena di petali di rosa e candele è stratosferica! e bravo hazza.
Volevo aggiornare ieri sera ma ero troppo presa dai Trl awards, e ci sono rimasta male che i nostri One Direction non abbiano vinto, pazienza, si rifaranno
alla prossima occasione ;-)
Detto questo, mi tocca salutarvi . . . ho Montaigne, Rabelais e Ronsard che mi aspettano . . . D:
Colgo l'occasione per ringraziare quelle meravigliose persone che utilizzano il loro tempo lasciando una recensione alla mia storia, che apprezzo davvero moltissimo,
a chi l'ha inserita fra le preferite, seguite e ricordate <3 Mi fa davvero piacere :-)
Aggiungo che questo è il mio twitter, così se qualcuno ne ha voglia può seguirmi e sarò ben felice di ricambiare (:
A presto bella gente <3
https://twitter.com/#!/fuckness_





















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Capitolo 6
*** 6. And the question of heaven for a sinner like me ***


One Direction And the question of heaven for a sinner like me

Inspirai a fondo e senza dire una parola mi andai a sedere sul divano di fronte a lei, probabilmente la rabbia che provavo in quel momento era immotivata, d'altronde lei era stata disponibile nei miei confronti, mi
aveva accolta in casa sua e se aveva lasciato Amanda con me voleva dire che godevo della sua fiducia, eppure non riuscivo a guardarla in faccia.
- Mi dispiace -
sussurrò forse più a sè stessa che a me e mi lasciai andare ad  una sottile risata scuotendo il capo
- Non credo. Se così fosse non te ne saresti andata -
dissi amaramente
- Vedi Sam, non conosci la situazione. Sono malata . . .  -
le sue parole furono interrotte da un singhiozzo e istintivamente sollevai lo sguardo, dai suoi occhi scendevano delle lacrime
- E' ereditaria, ho convinto tua madre a fare dei controlli, ma per me ormai non c'è molto da fare. I medici hanno solamente detto che ho un mese, forse due e preferisco che Amanda viva felice sapendomi altrove
piuttosto che averla accanto egoisticamente lasciando che mi veda morire giorno dopo giorno -
se la sua era una scusa, era la migliore che avessi mai sentito ma qualcosa nella sua voce e nella sua espressione mi fece capire che in realtà di finto c'era ben poco. Inspirai, di nuovo. Non riuscivo a credere a quello
che avevo appena ascoltato, e se fosse stata realmente ereditaria anche io avrei perso mia madre? Il solo pensiero fece che il mio stomaco si chiudesse e sentii le mani tremare. Guardavo mia zia e vedevo in lei
una donna insicura e terribilmente impaurita
- Ti sbagli, non devi allontanare Amanda dalla tua vita. Quello che hai fatto è da egoisti, l'hai allontanta perchè sei tu che hai paura di perderla. L'hai distrutta zia, l'hai resa insicura di sè stessa -
dissi tra le lacrime
- Lo sa che le voglio bene più della mia stessa vita -
- No! non lo sa, non in questo momento! Ha bisogno di sentirselo dire, ed ha bisogno che a dirglielo sia tu -
quasi gridai, poteva realmente credere di fare del bene ad Amanda tenendola lontano da lei?
- Dovrebbe avere almeno il diritto di saperlo -
- No. Il pensiero di dover passare ogni singolo giorno come se fosse l'ultimo la ucciderebbe, e ucciderebbe me. Preferisco morire da sola conservando quel bel ricordo che ho di lei -
quelle furono le sue ultime parole, seguii la sua figura sollevarsi dal divano e stringere a sè una sottile borsetta rosa pallido
- Volevo che tu lo sapessi, e vorrei anche che tu le consegnassi questa. Non subito, ma quando arriverà il momento giusto -
- Quando te ne sarai andata vuoi dire -
ammisi sotto voce
- Esatto. E ti prego di mantenere il segreto, tua madre lo sa e mi ha dato la sua parola. Ora ho bisogno che sia tu a darmi la tua -
era così fragile, leggermente smagrita ed in preda ad un forte tremolio che non permetteva al suo corpo di restare fermo nemmeno per un secondo, i suoi occhi erano spenti e lucidi e provai un profondo sentimento
di pietà verso quella donna e non potevo lasciarla andare via, non potevo permettere che lasciasse questo mondo chissà dove senza avere nessuno accanto, chiunque, anche il peggiore dei peccatori, merita di avere
qualcuno accanto nell'ultimo momento della sua vita, in modo da poter avere fino all'ultimo secondo la possibilità di pentirsi per le sue scelte e di redimersi
- Hai la mia parola, ma solo se resti qui. Non ti lascerò da sola -
- Non voglio far soffrire nemmeno te Sam. Non è giusto -
- Non te lo sto chiedendo -
affermai decisa e non ci volle molto per convincerla, ero certa che anche lei lo desiderava ma era troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Ti voglio bene -
disse abbracciandomi ed entrambe restammo unite in quell'abbraccio per un'infinità di tempo.

Quando la sera rientrai in casa dopo il lavoro, notai con gran sorpresa che zia Jen aveva preparato la cena e aveva anche deciso di aspettarmi sebbene fosse decisamente tardi per gli standard inglese.
Presi posto di fronte a lei e sebbene una parte di me ancora condannava quello che aveva fatto ad Amanda, il restante 50% non poteva non amarla per la forza che quella donna aveva dentro di sè. Mi chiese
della mia giornata, di come mi trovassi a lavoro, insomma i tipici discorsi durante i pasti eppure sentivo un nodo alla gola che non accennava ad andarsene perchè sapevo che presto o tardi quelle conversazioni
sarebbero finite, per sempre.
Afferrai la grossa brocca d'acqua che si trovava esattamente al centro della tavola, l'acqua era di colore rosa e quella era la cosa che maggiormente amavo dell'Inghilterra, oltre ad Harry Styles si intende, gli inglesi
avevano persino l'acqua diversa dalla nostra ed era dannatamente bella e buona.
Sentii il campanello suonare un paio di volte e guardai la zia con aria interrogativa
- Aspettavi qualcuno? -
mi chiese deglutendo, scossi la testa negativamente e mi alzai dalla sedia dirigendomi verso la porta quando sentii il campanello squillare un'altra volta
- Non ho le ali come Mercurio, sto arrivando! -
gridai sbuffando. Quando aprii la porta mi trovai davanti Louis con i capelli leggermente arruffati e con il fiatone, non disse niente ma si limitò a chiedere di entrare con un gesto della mano, sorrisi scostandomi giusto quel poco per lasciarlo passare
- Io . . .  inseguito . . . loro . . . aiutami -
disse ansimando lasciandosi cadere sul divano, lo guardai ridendo scuotendo la testa notando un gruppo di fan in delirio davanti al mio vialetto, sorrisi chiudendo la porta alle mie spalle e mi lanciai sul divano
accanto a Louis
- Qual buon vento ti porta nella mia umile dimora? -
gli chiesi ridendo
- Che linguaggio erudito il suo signorina Samantha Penelope Davis -
disse sfoderando un falso sorrisetto. Come diavolo aveva fatto a conoscere il mio secondo nome?
- Non usare il mio secondo nome. -
dissi alzando l'indice della mano destra verso di lui
- Oh andiamo è così carino chiamarti Penelope, ti chiamerò Penny -
- Tu provaci e ti stronco la carriera -
dissi quasi ringhiando ma non durò molto, lo sguardo di Lou mi fece scoppiare in una sonora risata e le mie cattive intenzioni andarono a farsi benedire. In quel momento detestai mia madre per aver scelto un
secondo nome così maledettamente orribile. Un nome non sarebbe stato sufficiente?
- Sam, chi era alla porta? -
la figura sottile di mia zia fece capolino dalla porta della cucina, il volto era pallido e smagrito e sebbene stessi cominciando a farci l'abitudine, vederla così mi metteva lo stesso una certa tristezza mi sforzai di sorridere
- E' Louis, non credo di avertelo mai presentato -
dissi notando che Louis si era già alzato e si era diretto verso la zia stringendole la mano, non potei leggere nei suoi pensieri ma fui certa che si preoccupò di non stringere forte quella mano sottile
- Louis Tomlinson, piacere di conoscerla -
disse in un ampio sorriso
- Oh, devi essere qualcuno di importante per presentarti anche con il cognome -
disse la zia ricambiando la stretta di mano del giovane
- Io sono Jennifer, ma Jen va benissimo -
disse per poi sparire lungo le scale probabilmente dilenguandosi nella sua stanza.
- Ma lei non era . . . -
non gli lasciai il tempo di finire la frase
- E' malata Lou, Amanda non sa niente -
- Non credi che forse dovresti dirglielo? -
il tono della sua voce era esattamente quello di una persona che ti stava dicendo una cosa talmente ovvia che quasi gli scocciava dovertelo dire, lo guardai allargando le braccia
- Non lo so, ha già sofferto abbastanza. I medici le hanno dato un mese o due . . . -
lasciai la frase in sospeso
- E' ereditaria? -
la frase uscì di getto dalla sua bocca e notai un velo di preoccupazione nei suoi occhi
- Come? -
chiesi titubante
- Voglio dire, puoi avercela anche tu? -
non mi ero mai posta quell'interrogativo, la zia aveva parlato di ereditarietà ma aveva solo nominato mia madre, non me.
- No, non è ereditaria -
mentii, non volevo che si preoccupasse, non ce n'era bisogno
- Allora che si fa? -
disse battendo le mani come un bambino
- Film? -
dissi sventolando davanti ai suoi occhi il mio dvd preferito, tre metri sopra il cielo, era un classico italiano, voglio dire, qualsiasi ragazzina poteva vantarsi di averlo visto e di essersi presa una bella cotta per
Scamarcio, che in realtà è bello solo in quel film. Non lasciai a Lou il tempo di replicare, sapevo che le storie d'amore non erano esattamente la sua passione perciò prima che proponesse qualche film comico
o fantasy, introdusse il disco nel lettore dvd e corsi in cucina a prendere delle patatine e due bottigliette di coca cola.
Mi lasciai avvolgere dal suo braccio appoggiando la testa sulla sua spalla, esattamente nello spazio fra il collo e quest'ultima e guardai l'intero film in quella posizione mentre sentivo dalla sua mascella
provenire il rumore di patatine masticate e scoppiai a ridere
- Si sono appena lasciati Sam, lui ha preso un bel cazzotto in faccia da un pirla e ha fatto un gesto così nobile e tu ridi? -
era completamente assorto dal film, seguiva ogni singolo momento senza perdersi nemmeno una scena e, mi dispiace per chi ancora non ha avuto il piacere di guardare questo film, vidi comparire sul suo volto
delle lacrime quando Pollo morì in sella alla sua moto
- E' così triste Sam -
disse tirando su con il naso, mi voltai verso di lui trattenendo a stento le risate. Anche io avevo pianto per quella scena, ma solo la prima volta, non come in Titanic che la morte di Jack mi sconvolge ogni volta, e poi
lui era un ragazzo, lui era Louis Tomlinson, l'idolo di milioni di ragazzine che scoppiava a piangere per la morte di un personaggio secondario di un film di non troppa importanza quale tre metri sopra il cielo.
Passai una mano fra i suoi capelli scompigliandoli nuovamente e lo vidi girarsi verso di me improvvisamente serio, i suoi occhi erano fissi sui miei e per un attimo sentii mancare l'ossigeno attorno a me
- Lou, cos'è quella faccia? -
chiesi quasi avendo paura della sua risposta
- Ho promesso a Harry che avrei aspettato a dirtelo perchè voleva farlo prima lui, però non ci riesco. -
disse tutto d'un fiato
- Ok, mi stai spaventando -
dissi in una risata isterica
- Niente era sicuro ma oggi ci hanno chiamato dall'America per confermare il nostro tour e partiremo fra un paio di giorni, staremo via . . .  un mese -
le ultime due parole le disse talmente sotto voce che quasi non le afferrai
- Un mese? -
ripetei dopo di lui non convinta di aver ben capito le sue parole, lo vidi annuire semplicemente con un cenno del capo. Avrei voluto alzarmi in piedi e implorarlo di non partire, di restare ad Holmes Chapel con me
perchè da sola non ce l'avrei fatta ma il mio egoismo non era mai stato il mio forte. Inspirai a fondo mandando via quei pensieri e lasciai comparire un sorriso sul volto
- E' meraviglioso Lou -





Haloa :3
E' passato davvero un sacco di tempo D: ma giuro che sono stata impegnatissima! Oggi ho avuto lo spettacolo che, anche se non vi interessa,
vi dico che è andato benissimo (Y). Da domani si spera che io possa riuscire a dedicarmi con maggiore tempo a questa fan fiction : D
Per prima cosa, chiedo umilmente scusa per la brevità del capitolo e per il contenuto, non ero per niente ispirata tanto è vero che l'ho
riscritto per ben tre volte indecisa su cosa fare accadere esattamente, perchè ero indecisa su due fatti e alla fine mi è venuta in mente una storiella e quindi ho optato per
quello che avete letto : D Seconda cosa, non trovate che questa gif di Lou sia magnifica? ahahaha! Terza cosa, quante di voi stanno aspettando l'uscita fra poco meno di mezz'ora
del video di More Than This? *alza la mano*
Infine, ma non per importanza, voglio ringraziare tantissimo tutte le persone che leggono la mia storia, tutte colore che l'hanno recensita (tanto amore <3), e tutti coloro che l'hanno inserita fra le seguite,ricordate e preferite <3 grazie di cuore! :3
Mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate di questo capitolo e soprattutto di avere delle idee per i prossimi, se avete idee o suggerimenti sarei lieta di ascoltarli :)
A presto, ricordo che per chiunque volesse seguirmi su twitter, può farlo seguendo questo link:
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Capitolo 7
*** 7. Please don't leave me alone ***


One Direction
Please don't leave me alone

Mi svegliai ancora stretta fra le braccia di Louis, avevamo passato tutta la notte a guardare la serie di film sdolcinati in stile italiano targati Moccia. Mi sollevai dal divano cercando di non svegliarlo dal momento
che dormiva ancora beatamente, il forte odore del caffè attirò la mia attenzione e mi trascinai in cucina dove vidi la sottile figura di zia Jen in piedi davanti ai fornelli. Era una mia impressione oppure diventava
magra ogni giorno di più? Quando si accorse della mia presenza si voltò sorridendomi
- Buongiorno tesoro -
- Giorno . . . -
sibilai ancora addormentata, afferrai la caffettiera bollente e mi bruciai la mano imprecando in una strana lingua che nemmeno io stessa riuscii a comprendere, versai in una tazza il caffè, che bevevo rigorosamente
senza zucchero e mi lasciai cadere con non troppa grazia su una sedia. Il caffè nero senza zucchero era una tradizione per me e Alex, insomma era come la danza irlandese per l'Irlanda.
Non riuscivo a tollerare le persone che bevevano zucchero con caffè e non viceversa, solo per sentirsi grandi abbastanza per bere quella bevanda ritenuta il nettare dei grandi.
- Allora, con quel ragazzo? . . .  Louis -
disse zia Jen sedendosi sulla sedia di fronte a me, sollevai lo sguardo stringendo la tazza fra le mani ed incrociai la sua espressione divertita. Qualcosa mi diceva che era convinta che sul divano, fra me e Louis, nella
sua immaginazione fossero successe delle cose poco caste. E da una parte potevo capirla, insomma Louis era praticamente una sorta di principe azzurro, a parte i suoi modi eccessivamente infantili e scherzosi,
ma finchè teneva la bocca chiusa poteva tranquillamente spacciarsi per uno dei Windsor.
- Non abbiamo fatto sesso se era quello che intendevi -
dissi ridacchiando dando un altro lieve sorso al mio caffè
- Oh. Avreste dovuto, insomma ha guardato tutta la notte dei noiosissimi film d'amore era il minimo che tu potessi fare -
disse allargando le braccia, avrei voluto dirle che io l'avevo costretto a guardare SOLO tre metri sopra il cielo, che era il mio preferito, non tutti gli altri.
- Oggi lavori? -
mi chiese lasciando per un attimo da parte l'argomento Louis, scossi la testa negativamente. Julie aveva deciso di darmi un paio di giorni liberi dal momento che aveva saputo del rientro della zia e mi aveva detto
di passare del tempo insieme a lei, in caso si fosse presentata una situazione d'emergenza.
- Buongiorno bellezze -
la voce di Louis risuonò per tutta la stanza scatenando una lieve risata in mia zia, lo guardai per qualche secondo, i suoi occhi azzurri brillavano e le sue labbra erano distese in uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
Okay Sam, dove stai andando a parare? Dove sono finite le fossette? Quelle che ti piacciono da morire?
In America con molta probabilità
Il fatto che nella mia testa vi fossero delle vocine non faceva di me una persona particolarmente a posto mentalmente, specialmente se queste parlavano di Harry Styles e delle sue fossette.
- Ciao Sammina carotina -
disse scompigliandomi i capelli, sbuffai irritata. Non sapevo se avrei dovuto incazzarmi di più per il fatto che avesse osato scompigliare i miei capelli a quel barbaro orario del mattino oppure che avesse trovato
un nomignolo orribile seguito da uno degli ortaggi che più detestavo. Perchè le carote sono ortaggi vero?
- Lou, per la tua incolumità ti consiglio di non chiamarmi mai più Sammina, tanto meno seguita da quello stupido ortaggio, nè tanto meno di toccare i miei capelli -
dissi cercando di mantenere un'espressione arrabbiata ma con scarso successo.
- Che cos'hai contro queste dolci carote? -
disse afferrando una carota dal frigorifero, lo guardai sgranando gli occhi
- Non vorrai fare colazione con una carota vero? -
scrollò le spalle dando un morso alla carota che stringeva fra le mani
- Perchè no? Fanno bene alla vista sai? -
disse mostrando il cibo che stava masticando, lo guardai disgustata e mi alzai lasciando la tazza quasi vuota nel lavandino
- Io vado, devo finire di preparare le valigie -
disse guardandomi, probabilmente stava aspettando una mia reazione ma rimasi impassibile. In realtà avrei voluto buttarmi per terra, strisciare fino ai suoi piedi e supplicarlo di non partire, ma sapevo che era da
egoisti e che se fossi stata io a dover partire non avrei voluto che qualcuno ostacolasse il mio sogno. Mi sforzai di sorridere accompagnandolo alla porta, tamburellavo nervosamente le dita sul pantalone e tenevo
lo sguardo fisso per terra, probabilmente se qualcuno mi avesse insegnato a fischiare, in quel momento mi sarei anche messa a fischiettare qualche strano motivetto per rendere l'aria meno tesa.
- Louis! -
lo richiamai allargando le braccia incredula che avesse imboccato il vialetto senza nemmeno salutarmi
- Domani parti e starai via un mese intero e non guardi nemmeno la mia faccia? E se poi è l'ultima volta che la vedi? -
dissi ridacchiando, okay era una battuta infelice ma chi di voi poteva affermare il contrario. Vidi il suo volto girarsi ed il suo sguardo incenerirmi, tornò sui suoi passi stritolandomi in un abbraccio
- Non è divertente -
sibilò vicino al mio orecchio
- Scusa -
dissi semplicemente arrampicandomi sulle sue spalle, era dannatamente troppo più alto di me e sembravo la scimmietta di Tarzan intenta ad arrampicarsi su un albero.
- E' solo che mi mancherai Lou -
dissi trattenendo le lacrime, staccò la sua presa e mi guardò dritta negli occhi asciugando con un dito una lacrima
- Ti chiamerò tutti i giorni, promesso -
disse infine soddisfatto, lo salutai un'ultima volta e poi rientrai in casa richiudendo la porta alle mie spalle. Inspirai a fondo, se a malapena avevo salutato Louis, come pensavo di poter fare lo stesso con Harry . . .
Sentii il telefono squillare e cominciai a cercarlo dappertutto, maledizione, avrei dovuto perdere il dannatissimo vizio di lasciarlo in giro per casa perchè quando poi ne avevo bisogno non riuscivo mai a trovarlo . . .
Lo individuai finalmente fra i cuscini del divano e risposi appena in tempo senza nemmeno leggere il nome che era comparso sul display
- Buongiorno dolcezza -
un inconfondibile accento italiano mi aveva appena dato il buongiorno e non potevo non riconoscerlo
- Alex! -
urlai allegra, era una vita che non sentivo la voce della mia migliore amica. Certo, ne avevamo passate di tutti i colori, dai soliti litigi da bambine a quelli di proporzioni fin troppo elevate, ma la nostra amicizia era
riuscita a sopravvivere.

- Tocca a me adesso! Lascia la mia bambola! -
urlavo cercando di attirare l'attenzione della mia amica con scarso successo, lei teneva salda tra le mani la mia barbie, la mia preferita, quella con il vestito migliore che le avessi
mai comprato e sebbene lei ne avesse centinaia rinchiuse in uno dei suoi cassetti, adorava giocare con la mia bambola
- Dai Sam! Ci sto giocando io, prendine una delle mie -
- Ma io voglio la mia -
sibilai arrendendomi, non l'avrei avuta in dietro, non ora nè mai.

- Terra chiama Sam! Ci sei bellezza? -
Cercava invano di attirare la mia attenzione, ma una marea di ricordi stavano riaffiorando nella mia mente
- Ehm, sì ci sono -
mentii prima che un nuovo ricordo riaffiorasse, questo era più recente

- Sam, devo confessarti una cosa -
il suo volto era sconvolto, lui era appena morto e noi due eravamo rimaste da sole nel mezzo della sala d'attesa dell'ospedale, mia madre non aveva risposto alle mie chiamate e
avevo implorato Alex di venire a prendermi. Sapevo che cosa stava per dirmi, lei e Stefano erano stati insieme, lei la mia migliore amica mi aveva tradita andando a letto con il mio ragazzo,
l'unico di cui mi sia mai innamorata. Ma avrei fatto finta di niente, avevo bisogno di lei, avevo bisogno di qualcuno ed ero maledettamente sola e sebbene facesse male avevo bisogno di lei.
- Lo so già -
dissi guardandola dritta negli occhi, non era da me, non guardavo mai le persone negli occhi perchè molto spesso per via del mio carattere non riuscivo a sostenere lo sguardo e mi imbarazzavo,
ma avevo voglia di vedere la sua reazione, di capire sebbene da capire ci fosse molto poco
- Sam io ti giuro che mi dispiace, tu mi conosci, lo sai come sono fatta . . . io non sono una persona cattiva ma lui era lì e tu non c'eri e io . . . -
vidi un paio di lacrime comparire sul suo volto, non dissi molto a riguardo, non le avrei detto nessuna parola di conforto se quello era ciò che sperava, l'unica cosa che proferii fu
- Non parliamone mai più -
e così dicendo l'avevo superata infilandomi nella sua macchina in silenzio.
Non la vidi piangere mai più.
Non parlammo di quell'argomento mai più.
Come se non fosse mai successo, una piccola parentesi della nostra vita lasciata ai bordi dei nostri ricordi.
Ma non era sparita, io lo ricordavo ancora.

- . . . . e poi è anche simpatico, voglio dire non è solo una massa di muscoli e capelli -
silenzio
- Sam non mi hai ascoltata -
si lamentò dall'altra parte del telefono, aveva ragione, tutto quello che avevo sentito era una massa di muscoli e capelli e nient'altro
- Se ti piace fattelo -
risposi alzando le spalle, la mia frase era poco elegante ma si adattaca perfettamente allo stile di Alex, sin da bambina era sempre stata una ragazza dai facili costumi e nel corso del tempo era andata peggiorando
- Ma ti ho detto che ci sono andata a letto ieri sera -
disse ridendo, le avevo dato la prova di non aver ascoltato nemmeno una sillaba del suo discorso
- Allora fattelo di nuovo -
conclusi ridendo
- Mi manchi pagliaccia -
disse rendendo il tono della sua voce più dolce
- Anche tu pagliaccissima -
dissi sorridendo anche se lei questo non avrebbe potuto vederlo
- Hai ancora i capelli fucsia? -
domandai divertita, Alex era sempre stata quella un pò alternativa, passava continuamente le sue fasi emo girl, punk girl e altre cavolate del genere, aveva il suo stile e nella sua stranezza ed eccentricità lo trovavo
persino carino a volte.
- Nope, li ho fatti rossi -
affermò entusiasta.
- Ti manderò una foto -
concluse soddisfatta
Parlammo al telefono per una mezz'oretta, raccontai ad Alex di Harry e degli altri ragazzi e da parte sua ci fu una sonora risata
- Li ho sentiti, qui in America le ragazzine sono pazze di loro -
disse ridacchiando
- Dai, magari li vedi -
- Allora posso ritenermi fortunata -
rispose ridendo.
- Ti salutano i miei -
disse poi come se si fosse ricordata improvvisamente. I suoi genitori erano delle persone adorabili, a volte erano parecchio severi con i figli e con me non erano stati da meno e li avrei ringraziati per sempre per
questo, mi avevano cresciuta come se fossi stata veramente la sorella di Alex, sebbene da qualche parte un padre ce l'avessi e una madre che era intenta a riprendersi la gioventù
- Ricambia -
dissi felice

- Alex! Sam! Non vi chiamerò un'altra volta -
la voce di Paolo era diventata forte, non stava più giocando e non aveva più voglia di aspettarci
- Ancora uno papà -
gridò Alex in cima allo scivolo, io ero subito corsa ad infilare le scarpe e lo raggiunsi lasciandomi abbracciare. Paolo ci portava al parco quasi tutti i pomeriggi quando era libero dal lavoro.
Guardavo Alex e suo padre e invidiavo quel bel quadretto familiare e odiavo persino me stessa perchè non avevo mai avuto nessuno con cui andare al parco, a parte Paolo.

Quando finalmente chiudemmo la telefonata mi arrivò un messaggio, era di Harry. Il testo diceva solamente che sarebbe passato a prendermi alle 12.30 e l'orologio in cima alla parete del soggiorno mi diceva
che avrei dovuto darmi una mossa se volevo essere pronta per quell'ora così salii in camera aprendo tutti gli armadi ed i cassetti, afferrai una maglietta nera a maniche corte con una manica più larga che lasciava
scoperta una spalla ed infilai un paio di pantaloncini neri con dei disegni ed un paio di scarpe aperte, lasciai i capelli sciolti lungo le spalle e mi fiondai in bagno dando un tocco di trucco al mio viso, alle 12.30
in punto, quando Harry suonò il campanello, era evidente che avesso imparato la lezione dal primo appuntamente, ero prontissima. Scesi le scale urlando un ciao a mia zia e dopo aver afferrato la borsa aprii
la porta trovandomi di fronte quegli occhi verdi meravigliosi e quelle dolci fossette che di lì a poco sarebbero andate in America. Già ma Harry non sapeva ancora che io lo sapevo.
- Andiamo signorina? -
mi disse allungandomi una mano che afferrai portandola dietro la mia schiena, mi voltai verso di lui sorridente e in quel momento l'America era decisamente l'ultimo dei miei pensieri.
- Dove mi porti? -
chiesi facendo dondolare le nostre mani che non si erano mai lasciate dal momento in cui Harry era comparso sulla soglia di casa mia
- E' una sorpresa -
mi disse sorridendo. Come la prima volta che uscimmo, mi accompagnò alla macchina e aprì lo sportello richiudendolo una volta che mi fui accomodata sul sedile ed esattamente come la prima volta, quando
ebbe preso posto sul sedile accanto a me, estrasse una benda e con quella mi coprì gli occhi
- Vedi qualcosa? -
- No -
- Sicura -
- Sì -
- Non è che mi stai mentendo vero? -
- No Harry, giuro che non vedo niente -
dissi ridendo scuotendo la testa, sentii le sue dita fra le mie e sorrisi stringendole e mi lasciai cullare dalla macchina. Guidammo per molto tempo, un paio d'ore, forse di più, non saprei dirlo ma quando mi tolse la
benda realizzai di trovarmi esattamente nella meravigliosa capitale inglese
- Benvenuta a Londra -
disse sorridendo mostrandomi nuovamente le sue fossette, mi avvicinai a lui posando le mie labbra sulle sue, le nostre lingue si unirono e sentii nuovamente il suo sapore che mi era mancato. Mi staccai da lui quando
realizzai di aver allestito un piccolo teatrino al centro dell'attenzione di numerose fan che trattenevano a stento le urla. Sentii le guance prendere improvvisamente colore, e non era per via della cipria, il braccio
di Harry che prima circondava il mio fianco si spostò salutando le fan che stavano cominciando ad accerchiarci e mi limitai a sorridere imbarazzata. Lo vidi dispensare abbracci e firmare autografi e quando finalmente
salutò la piccola folla che si era radunata accanto a noi, sentii di nuovo la sua presa forte su di me come se stesse gridando a tutti quanti che io, Samantha Penelope Davis, ero la sua ragazza.
Visitammo Londra tutto il pomeriggio, e non potè mancare una tappa nel negozio che tanto amavo, Abercrombie, all'entrata ci accolsero un paio di modelli, una ragazza giovanissima dai lunghi capelli rossi e la
carnagione abbronzata ed un ragazzo decisamente alto con lo stesso colore di pelle della ragazza e completamente rasato.
- Non guardarla troppo, potrei diventare gelosa -
dissi dando una leggera gomitata ad Harry che si finse offeso
- Tu piuttosto attenta a dove posi lo sguardo -
disse tirandomi a sè e baciandomi come per marcare il suo territorio. La seconda fermata fu un negozio non molto distante da Piccadilly Circus dove comprai un paio di vestiti ed un paio di shorts.
Stranamente su Londra splendeva il sole e questo era veramente strano ma fui contenta, il Karma sembrava essere dalla nostra parte. Prima di rimetterci in viaggio verso Holmes Chapel Harry mi portò nel parco
vicino Buckingam Palace e una volta seduti sull'erba lo vidi torturarsi le mani pensando probabilmente a come cominciare il suo discorso
- Sam . . . . domani io e i ragazzi partiamo per l'America -
disse senza alzare lo sguardo
- Staremo via un mese ma . . .  non è un impegno poi così importante. Voglio dire, un mese è parecchio e io voglio stare con te, ho paura di combinare dei casini. -
disse alzando lo sguardo, lo guardai sorridendogli
- Harry, tu domani partirai con il resto del gruppo, andrai in America e farai felici milioni di ragazzine -
dissi dandogli un leggero bacio sulle labbra
- E non preoccuparti, chiederò a Louis di occuparsi personalmente di te -
conclusi soddisfatta, sebbene sapessi che Louis, pur essendo il più grande era anche quello meno affidabile del gruppo.
- Ti amo Sam -
disse baciandomi nuovamente
- Ti amo anch'io -
dissi sorridendogli






Haloa :3
Come state??? Io detesto il caldo, odio l'estate, vacanze a parte, sono sempre stata un'amante del freddo ù.ù
Bene, ieri ho visto la puntata finale di The Vampire Diaries e dopo aver pianto per quaranta minuti ho colto al volo il momento d'ispirazione e mi sono messa a scrivere
il capitolo che ho concluso oggi :-) Mi sento potente quando riesco a scrivere un capitolo in così poco tempo :-) Questo è l'ultimo capitolo prima della partenza dei ragazzi :-(
Supposizioni per il futuro? Che cosa succederà in questo mese? Non spoilero, giuro ù.ù
Alloora, concludo perchè sono di corsissima, devo assolutamente andare a lavarmi, perchè sì ogni tanto mi ricordo e lo faccio ù.ù e poi devo uscire D:
Lei è Alex in versione rossa http://i.imgur.com/CZGPw.jpg , e questo è il completo di Sam. http://i.imgur.com/jOeE0.jpg
Ricordo che per chi mi volesse seguire su twitter, il link è il seguente
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Capitolo 8
*** 8. And I know that (s)he knows I'm unfaithful ***


One Direction

 And I know that (s)he knows I'm unfaithful

- Hazza muovi il tuo bel culetto, l'aereo non ci aspetta! -
La voce di Zayn risuonò per tutta la casa di Harry seguito a ruota dalla sonora voce di Lou
- E se non ci presentiamo le fan lo prenderanno a calci il tuo bel culo -
Louis si voltò di scatto verso Zayn realizzando quello che il suo amico aveva appena detto e cercando di assumere un'espressione seria cominciò
- E tu come sai che Harry ha un bel culo? Non lo avrai per caso guardato? O peggio ancora TASTATO? -
disse urlando sgranando gli occhi, quando mi affacciai in cima alle scale ecco che Louis ricominciò
- Harry Styles, tra noi è finita. Non accetto di essere tradito, per di più con un altro membro della band -
disse incrociando le braccia al petto, scossi la testa ridendo e mi trascinai giù dalle scale passando accanto a Louis
- Lo sai che sei tu il mio preferito -
gli sussurrai con una voce sexy all'orecchio, il suo braccio circondò il mio collo e lo sentii tirarmi con forza verso di lui
- Fatti dare un bacetto -
cercai di divincolarmi e quando finalmente ci riuscii con una mano mi sistemai i miei amatissimi ricci
- Lou che cazzo fai -
dissi ridacchiando
- Voglio mantenere la nostra privacy, se Sam ci vede potrebbe lasciarmi -
disse ridendo, il solo pensiero di perdere Sam lo torturava. Fino a quel momento era sempre stato Harry il ruba cuori che insieme a Zayn passava notti intere in discoteca in compagnia di quante più ragazze
possibile, il ragazzo che ogni mattina vedeva andare via dal suo letto una ragazza diversa, il ragazzo che amava quella vita sregolata e senza amore, colma solo di sano sesso.
E poi era arrivata Sam, all'inizio era stata quasi una sfida, poi quella ragazza era finita col piacermi sul serio, lo avevo capito la sera del nostro primo incontro quando stesi sulla sabbia l'avevo tenuta stretta a me,
avevo respirato il suo profumo ed accarezzato la sua pelle. Era diversa dalle ragazze con cui ero uscito, lei era mora ed io avevo sempre avuto un debole per le bionde, aveva la carnagione abbronzata e l'unica
persona che conoscessi con quella stessa tonalità di pelle era Zayn, era simpatica e soprattutto era normale.
- Harry ti vuoi dare una mossa? -
Liam era nervoso, ogni volta che dovevamo partire metteva fretta a chiunque perchè voleva essere in aereoporto tre ore prima del volo per non correre il rischio di restare a terra. Era inutile, Paul non lo avrebbe
permesso, a costo di farci attraversare l'oceano a nuoto.
Salii in macchina sul sedile posteriore in mezzo a Zayn e Niall, Louis e Liam erano sui sedili davanti, mentre il primo guidava, il secondo canticchiava un pezzo di una delle nostre canzoni, passammo davanti casa di Sam, le finestre erano ancora chiuse e le tende non permettevano di vedere all'interno, segno che probabilmente stesse ancora dormendo.
La sera prima ci eravamo salutati con la promessa di vederci tutte le sere e di scriverci su twitter. Avrei mantenuto fede a quella promessa.

L'aereo era stranamente in orario, evento più unico che raro visti gli enormi ritardi che portavano con sè tutte le volte, Paul era seduto insieme agli altri membri dello staff un paio di sedili dietro di noi, io avevo occupato il posto centrale nella fila sulla destra accanto a Liam e Louis mentre Zayn e Niall sedevano nei sedili della fila accanto alla nostra; entrambi si erano addormentati uno sull'altro ed erano talmente carini
che Louis non aveva resistito ad avvicinarsi a loro e urlargli nelle orecchie gustandosi divertito la loro reazione spaventata, al suo scherzo seguì qualche insulto ma i due si riaddormentarono subito.
Liam osservava il paesaggio fuori dal finestrino, la rottura con la sua ragazza Stacey, Pacey o come diavolo si chiamava lo stava uccidendo e mi dispiaceva vederlo in quello stato
- Ehi a che pensi? -
chiesi girandomi verso di lui
- A Lacey, la amo da morire Hazza e il fatto di non essere stato abbastanza per lei mi fa stare male -
parlava quasi sussurrando e riuscii a sentire che a stento si sforzava di trattenere le lacrime. Liam era esattamente il principe azzurro che tutte sognavano, lui non tradiva, non urlava, era calmo, dolce, gentile ed
era anche il ragazzo più romantico che io avessi mai conosciuto e non riuscivo a capire perchè una ragazza avesse potuto tradirlo con il suo esatto antagonista. Quella ragazza non mi era mai piaciuta, io e gli
altri della band l'avevamo vista solo un paio di volte quando andammo a trovare Liam a casa sua ed entrambe le volte ci aveva squadrato dalla testa ai piedi senza nemmeno salutarci. C'era decisamente qualcosa
in lei che non andava e sebbene Liam stesse soffrendo, ero felice che finalmente si fosse liberato di quella ragazza, lui meritava di meglio.
- Per quello che vale, ti meriti di meglio. -
dissi appoggiando una mano sulla sua spalla e lo vidi sorridere sebbene per qualche secondo.
Louis, con la delicatezza di un elefante, si lasciò cadere sul sedile e cominciò a canticchiare un pezzo di Tell me a lie , Louis ed il suo tempismo perfetto . . .

- Tell me everything but don't you say he's what you're missing baby
If he's the reason that you're leaving me tonight spare me what you think
and tell me a lie - 

- Grazie mille Lou -
disse Liam appoggiando la testa contro il finestrino, cercai di reprimere una risata e mi voltai verso Louis che a sua volta cercava di fare lo stesso. Dopo diverse ore di aereo la voce del capitano ci informò che
eravamo finalmente atterrati all'ereoporto di San Francisco, una volta che scendemmo dall'aereo inspirai profondamente. Potevo sentire perfettamente le grida delle fan all'uscita dell'aereoporto, tirai fuori il
telefonino e notai che Sam mi aveva mandato un messaggio
* Mi manchi. Ti aspetto. Ti amo. Sam *
Sorrisi leggendo quelle poche parole e digitai velocemente una risposta
* Anche tu mi manchi. Non vedo l'ora di tornare. Ti amo. *
Zayn e Niall camminavano a braccetto ed avevano già raggiunto l'uscita, Liam camminava poco dietro di loro mentre Louis era accanto a me saltellando felice. Mi avvicinai a lui e cominciammo a saltellare insieme
superando i ragazzi che ci guardavano divertiti, quando raggiungemmo Niall e Zayn ridemmo e dicemmo in coro
- Non sarete mai una coppia bella quanto noi due -
- Ragazzi, finitela. Le fan vi aspettano -
disse Paul, io e Louis ci fermammo davanti a lui mimando il saluto militare
- Sì signore. Ai suoi ordini -
dicemmo prima di scoppiare a ridere sotto lo sguardo divertito di Paul, ormai ci aveva rinunciato, era una causa persa e ancora non riuscivo a spiegarmi perchè non ci avesse lasciato e fosse diventato il manager
di qualche artista più famoso e meno rompi scatole di noi cinque.
All'interno l'aereoporto era pieno di fan, alcune erano sedute per terra, altre erano in piedi gridando i nostri nomi ed alzando al cielo una marea di cartelloni più o meno colorati che riportavano frasi delle nostre
canzoni insieme alle nostre facce.
Uno di quelli recitava una frase di Moments quasi a voler dare il colpo di grazia a Liam
' DON'T WANNA BE REMINDED, DON'T WANNA BE SEEN, DON'T WANNA BE WITHOUT YOU '
Liam guardò il cartello sospirando e si concentrò sulle fan regalando a tutte un sorriso, cercavo di salutarle tutte quante, adoravo vedere quanto fosse apprezzata la nostra musica, quanto l'affetto di quelle
ragazze fosse immenso per tutti noi. Le adoravo semplicemente. Quando lasciammo l'aereoporto era ancora mattina, per via del fuso orario, e senza nemmeno passare in hotel Paul ci portò direttamente
allo stadio nel quale la sera si sarebbe tenuto il primo concerto del nostro tour per poter provare.
Il pomeriggio lo passammo in giro a San Francisco, avevo sempre visto l'America come una sorta di paradiso terrestre, insomma chiunque riusciva ad emozionarsi sentendo semplicemente la parola AMERICA, e
trovarmi finalmente in quel posto meraviglioso non aveva prezzo. Ci avrei portato Sam, non appena tornati dal tour avremmo avuto due settimane di vacanza e le avrei passate con Sam in America.


- Sam! Al telefono! -
spensi il televisore e raggiunsi mia zia in cucina che mi porgeva gentilemente la cornetta. Era sempre più pallida, sempre più magra, era una sofferenza guardarla in quello stato.
- Pronto? -
dissi portando il telefono vicino all'orecchio e ritornando in salotto
- Buongiorno meraviglia -
la voce di Alex dall'altre parte del telefono era squillante e riuscì a trasmettermi persino un pò della sua allegria
- Buonasera a dire il vero -
la corressi ridacchiando
- Oh è vero, da te a quest'ora è già buio -
disse più a sè stessa che a me
- Non mi avevi detto che i tuoi amici sarebbero venuti a San Francisco -
- Parli di Harry e del resto della band? -
chiesi masticando un pop corn
- Sì esattamente! San Francisco è un delirio, ci sono fan urlanti in tutti gli angoli delle strade -
disse sbuffando
- Non lo sapevo. Voglio dire, non mi sono scritta tutte le città che visiteranno -
dissi semplicemente. Non mi interessava molto, l'unica tappa che conoscevo era l'ultima quella che mi avrebbe riportato indietro il mio ragazzo ed il mio migliore amico.
- Allora, che fa di bello? -
chiese, ma la sua era una domanda che non prevedeva esattamente una risposta perchè qualunque cosa io stessi facendo avrei dovuto smettere per parlare al telefono con lei. Ma in quel momento non avevo voglia
di fare una chiacchierata, il pensiero di Harry nella sua stessa città mi aveva disturbata e aveva azzerato la mia voglia di parlare con Alex
- Di Caprio sta per morire, se non ti dispiace torno ad insultare la Winslet. Ci sentiamo domani, il mio domani per intenderci -
dissi ridendo sull'ultima parte della frase
- Va bene. Salutami Leo -
Leo? erano già amici intimi? pensai ridendo


Le luci dello stadio erano accese, sul palco era tutto pronto, i musicisti ai loro posti, il pubblico urlava, mancavamo solamente noi. Sul gigantesco schermo apparvero dei numeri che simbolizzavano il conto alla rovescia, il tempo che separava noi da loro. 5    4    3    2   1
Le note di One Thing partirono ed in pochi secondi ci ritrovammo sul palco davanti a milioni di fan, cantammo una canzone dopo l'altra ognuna dedicandola alle nostre fan. Quando arrivò il momento di
What Makes You Beautiful tutte le fan la cantarono insieme a noi e quando intonai il mio pezzo mi avvicinai ad una ragazzia fra il pubblico, le tesi la mano e la aiutai a salire sul palco sorridendole guardando
i suoi occhi illuminarsi e bagnarsi dalle lacrime. Aveva più o meno l'età di Charlotte, la sorella di Louis, la strinsi a me dedicandole quel pezzo di canzone e con il resto del gruppo cantammo insieme a lei per
poi ri accompagnarla giù dal palco. Quando fu il momento di Tell me a Lie vidi Liam dare il meglio di sè, stava lottando e stava sfogando la sua rabbia sul palco facendo una delle sue migliore performance.
Alla fine dello spettacolo salutammo le nostre fan e una volta nei camerini ci lasciammo cadere sui divanetti stanchi
- Che si fa? -
chiese improvvisamente Zayn
- Film? -
propose Niall che fu subito appoggiato da Liam
- Oh andiamo! Siamo in America, siamo giovani! Per fare i vecchi abbiamo tutta la vita -
dissi alzandomi in piedi
- Usciamo, andiamo in qualche locale -
proposi notando subito lo sguardo di approvazione di Zayn
- Ragazzi, io sono stanco. Per stasera passo -
disse Louis asciugandosi il sudore con un asciugamano
- Io preferisco il film -
disse Niall bocciando la mia idea
- Anche io, scusate ragazzi ma non sono dell'umore giusto per uscire -
si giustificò Liam
- Non prenderci in giro, non saresti venuto lo stesso -
disse Zayn ridacchiando beccandosi una cuscinata da Liam che scoppiò a ridere
- Ci andremo io e Zayn -
affermai scrollando le spalle
- Puoi giurarci -
rispose Zayn aggiustandosi la camicia.
Dopo essere passati in hotel per cambiarci, lasciammo i ragazzi intenti a guardare un film mentre io e Zayn uscimmo per le strade Californiane. Era notte fonda eppure per le strade c'era una marea di gente,
per l'occasione avevo indossato una camicia a quadri ed un paio di jeans, il tutto accompagnato dalle mie amate converse bianche dalle quali mi separavo giusto il tempo di dormire. Anche Zayn aveva indossato una
camicia che aveva lasciato aperta per metà lasciando intravedere il suo fisico ambrato, il solito esibizionista, pensai divertito.
Una ragazza dai capelli rossi ci fermò, era strana parecchio tanto che per un attimo temetti di poter essere aggredito. Aveva delle calze a rete strappate, dei pantaloncini che sembravano per lo più mutande ed una
maglietta stretta nera che non lasciava nulla all'immaginazione, si presentò porgendoci la mano
- Sono Alex, piacere! Tu devi essere Harry, il ragazzo di Sammi -
disse presentandosi. Un momento, aveva detto Sammi?
- E tu come la conosci? -
- Sono la sua migliore amica -
disse in un sorriso
- Non sei male visto dal vivo -
disse ridendo. Era l'esatto opposto della sua amica, per niente timida e del tutto esibizionista, stile a parte avrebbe potuto tranquillamente essere la versione femminile di Zayn. O forse no.
- Dai venite, vi porto in un locale decente -
disse camminando davanti a noi, guardai Zayn che scrollò le spalle
- Tanto non sappiamo dove andare, basta che ci siano alcool e belle ragazze e per me va bene tutto -
disse ridacchiando, Alex camminava spavalda facendosi largo tra la folla le mani lungo le gambe e per un attimo studiai il suo fondo schiena ma distolsi lo sguardo, cavolo era la migliore amica di Sam ed io ero il suo
ragazzo.
Harry Styles, ricordati che sei fidanzato per giunta con la ragazza migliore del pianeta.
La rossa si fermò davanti all'entrata di un locale e salutò il buttafuori facendogli un cenno verso di noi, quando quello annuì si voltò invitandoci ad entrare. La musica era assordante e nel locale un bel pò di ragazze
erano in mezzo alla pista ballando a ritmo di musica elettronica, non esattamente il mio tipo preferito ma decisamente orecchiabile. Vidi Zayn ordinare da bere e lanciarsi subito in pista circondato dalla metà delle
ragazze presenti che avendolo riconosciuto cercavano subito di fare colpo. Presi posto accanto alla ragazza che nel frattempo aveva ordinato un paio di alcolici e quando arrivarono ne avvicinò uno verso di me
- Meglio di no -
dissi, se avessi cominciato a bere non avrei smesso ed Harry ubriaco portava con sè una marea di problemi
- Oh andiamo, non avrai mica paura di un pò di alcool -
disse piegando la testa di lato mettendo in bella mostra la sua scollatura
- Ti tengo d'occhio io -
disse schiudendo le labbra.
Al diavolo, un bicchierino non mi avrebbe fatto male ed infondo me lo meritavo, avevo fatto un ottimo concerto e dovevo festeggiare.
Zayn si unì a noi ed in pochi minuti avevo mandato giù una decina di alcolici, sentivo la gola bruciare ed una sensazione di euforia, mi lanciai in pista ballando insieme alla rossa, sentivo il suo corpo contro il mio,
le sue mani ed il suo profumo. Chiusi gli occhi imponendomi di ragionare ma l'alcool stava già avendo la meglio e mi abbandonai semplicemente a quella piacevole sensazione.

Non ricordo esattamente come tornammo in albergo, ma Zayn era completamente ubriaco e si era portato con sè una ragazza dai capelli biondi e dal viso coperto da lentiggini, si chiusero nella sua stanza e da lì
non li vidi più uscire. Aprii la porta della mia camera seguito da Alex, la vidi barcollare stringendo ancora tra le mani una bottiglia di birra e scoppiò a ridere lasciandosi cadere sul letto stendendosi accanto a me
vedevo il soffitto girare vorticosamente, avevo decisamente esagerato. Mi voltai verso di lei e poi fu tutto molto rapido, si mise sopra di me aprendo un bottone dopo l'altro, gettata via la camicia lasciò una scia
di baci sulla mia pelle e sentii la schiena essere percorsa da un brivido di piacere, mi mossi invertendo le posizioni e la baciai facendo incontrare le nostre lingue, il suo sapore era un misto di alcool e sigaretta,
ad ogni bacio la sentivo respirare sempre più velocemente, passammo tutta la notte insieme fino a quando entrambi stanchi non ci addormentammo.
La mattina dopo fu il rumore della porta della mia camera a svegliarmi, aprii prima un occhio e poi un altro guardando Louis in piedi di fronte al mio letto, cercai di alzarmi ma riappoggiai la testa sul cuscino
in preda ad un fortissimo la di testa. Mi lamentai portando un braccio sugli occhi ed in quel momento sentii qualcuno accanto a me, mi voltai riconoscendo i capelli rossi accanto a me.
- Harry che cazzo hai fatto -
disse Louis scuotendo la testa, mi alzai dal letto svegliando Alex che dopo aver emesso dei lamenti si svegliò guardandosi intorno
- Oh no ti prego, dimmi che noi non . . . -
lasciò la frase in sospeso ma entrambi ci eravamo già dati una risposta
- Questa non me la perdona -
disse prendendosi la testa fra le mani
Louis mi guardò interrogativo ma gli avrei spiegato dopo la storia della ragazza
- Lou ti prego . . . -
non mi lasciò il tempo di finire la frase che subito prese lui la parola
- . . .  dirlo a Sam. Manterrò il segreto perchè ti voglio bene Hazza, ma sai che non è giusto quello che hai fatto e dovrai dirglielo non appena torneremo -
- No! non devi dirglielo -
disse alzando la voce la rossa
- Tu perderesti la ragazza ed io la mia migliore amica. -
- Ha ragione, mi lascerebbe all'istante, senza contare quanto la farei soffrire. -
- E' stato solo sesso, niente di più -
chiarì la rossa. Louis scosse la testa scioccato
- Ma vi sentite? Hazza spero per te che tu non faccia sul serio, altrimenti hai davvero toccato il fondo -
disse uscendo dalla stanza contrariato.
Mi odiavo, ero caduto in tentazione e mi erano bastate dodici ore lontano da Sam per tornare il vecchio Harry. Ero un fottuto disastro.




Haloa :3
    Come state? :-) Questo capitolo è quasi interamente sotto il punto di vista di Harry, loro arrivano in America, il concerto è un successone e quale
occasione migliore per festeggiare? D: pessima idea caro Hazza! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, oggi ero abbastanza ispirata e dal momento che il capitolo
non mi sembra uno dei migliore ma nemmeno tanto obrobrioso (?) ho deciso di postarvelo subito anche perchè non so certa di riuscire a lavorare al prossimo in questi giorni perchè i compiti in classe e le interrogazioni sono parecchie e avendo alcune materie sotto dovrei cercare di rimediare D: Mission impossible . . . .
Che ne pensate della gif? *___* a me piace tantissimo :D
Bene, ringrazio tutti coloro che lasciano recensioni, tutti coloro che semplicemente leggono la mia storia e tutte quelle meravigliose persone che hanno inserito la mia storia fra
le seguite/ricordate e preferite. un grazie di cuore : D
Come ormai di consueto, vi lascio il mio indirizzo twitter se qualcuna di voi volesse seguirmi :D
A presto!
https://twitter.com/#!/fuckness_

























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Capitolo 9
*** 9. Since that day you stole my heart and you're the one to blame ***


One Direction
Since that day you stole my heart and you're the one to blame

- Sam! Farai tardi a lavoro! -
quasi urlò mia zia dal piano di sotto, già quasi. Era passata una settimana dalla partenza dei ragazzi ed in una sola settimana lei era peggiorata di giorno in giorno, ogni mattina mi sforzavo di sorriderle e cercare
di infonderle una certa sicurezza ma svaniva nel momento in cui la stringevo a me prima di uscire temendo che quella potesse essere l'ultima volta. Inspirai a fondo. Per tutta la settimana non avevo avuto notizie
di Louis nè tanto meno di Harry, sapevo che il tour li impegnava tantissimo e con il fuso orario era davvero un'impresa sentirsi. Ero riuscita a parla con Louis per una decina di minuti e avevo ascoltato con
curiosità il racconto delle sue giornate, qualcosa era diverso nella sua voce, era dolce e questo non era normale se si parlava di Louis. Più volte gli chiesi di Harry ma la sua risposta fu sempre E' in bagno e
ti saluta
oppure Si è addormentato, se vuoi lo sveglio ma prontamente rifiutavo la sua offerta sapendo quanto potessero essere stravolti e non lo avrei privato di alcune ore di sonno.
Raggiunsi mia zia in cucina e sorseggiai un pò del caffè che aveva preparato prima di tornare di sopra ed infilare un paio di jeans comodi, una canotta bianca ed un paio di converse, raccolsi i capelli in una coda
e decisi di non truccarmi, non sarei certamente morta e oltretutto non dovevo preoccuparmi di apparire perfetta agli occhi del mio ragazzo che in quel momento si trovava dall'altra parte dell'oceano.
Accesi il computer, avrei dato un'occhiata veloce alle notifiche e sperato di aver ricevuto anche uno stupido messaggio da parte di Harry. Da quando avevamo reso la nostra storia ufficiale rimasi sbalordita dal calore
delle sue fan, mi sarei aspettata centinaia di insulti su ogni singolo centimetro del mio corpo, foto di bambole vodoo che assomigliavano a me, minacce e desderi del tipo Che il Karma ti conduca sotto ad un
autobus
oppure che tu venga schiacciata da un elefante e cose di questo tipo. Invece con mia grande sorpresa notai che quelle ragazze erano solo una minuscola percentuale di tutte le fan di Harry, gran parte
di loro lasciava una marea di commenti carini e simpatici ai quali non potevo non rispondere con un ampio sorriso sulle labbra.
Entrata nella pagina delle notifiche una in particolare attirò la mia attenzione
A quanto pare Harry preferisce le rosse
poco distante dal commento c'era un link, quando avvicinai il cursore per aprirlo sentii il telefonino squillare e lasciai perdere il computer.
* Scusa se non mi sono fatto sentire. Ti penso, Harry *
sorrisi istintivamente leggendo quelle parole ma decisi che gli avrei risposto in seguito, spensi il computer, avrei rimandato a più tardi, il lavoro non poteva aspettarmi.
Afferrai la borsa che avevo lasciato sul letto e tornai in salotto dove salutai zia Jen lasciandole un sonoro bacio sulla fronte. La caffetteria di Julie era decisamente più affollata del solito, persino lei stessa si era messa
a girare per i tavolini a servire i numerosi clienti, dietro al bancone salutai con un cenno della mano Josh, il nipote di Julie che ogni tanto le dava una mano e altri due ragazzi e poi notai una ragazza, probabilmente
nuova, aveva dei capelli biondi e lisci lunghi sopra le spalle, il colore della sua pelle era molto più chiaro rispetto al mio e la sua aria era tipicamente inglese, ma di diverso da tutte le ragazze inglesi era il suo viso,
sembrava simpatica e cercava di destreggiarsi fra i mille vassoi che aveva di fronte a sè. Corsi nello spogliatoio salutando velocemente Julie ed infilai la mia uniforme ritornando nella sala del locale e mi avvicinai
alla nuova ragazza con un sorriso
- Ciao, devi essere nuova -
le dissi porgendole la mano che la ragazza afferrò sospirando
- Sì, sono Hannah piacere -
disse sollevata
- Samantha. Piacere mio. Ti do una mano -
dissi afferrando un vassoio con diverse ordinazioni, vidi comparire un lieve sorriso sul suo volto e le sue labbra mimarono un grazie e cominciai a girare fra i tavoli servendo e raccogliendo ordinazioni.
Alle 14.00 sia io che Hannah prendemmo i nostri più che meritati dieci minuti di pausa ed uscimmo sul retro del locale dove si affacciava un piccolo giardino ben curato, mi misi seduta sul primo scalino e notai sorridendo che anche Hannah fece lo stesso.
- Di dove sei? -
mi chiese sistemandosi una ciocca di capelli
- Sono italiana, si sente parecchio vero? -
dissi ridacchiando, in effetti la mia era una domanda retorica, ero abbastanza certa che il mio accento italiano fosse il mio segno di riconoscimento
- Un pochino -
ammise sorridendo
- Tu di dove sei? -
chiesi a mia volta
- Sono nata a Doncaster ma ho vissuto un pò a Londra ed ora eccomi qui ad Holmes Chapel per lavoro dei miei genitori -
disse facendo un breve riassunto della sua vita.
- Ehi belle ragazze -
disse Josh affacciandosi dalla porta del locale, sorrise mettendo in bella mostra una dentatura più che perfetta. Aveva i capelli neri corvini portati leggermente lunghi e scompigliati ed i suoi occhi azzurri brillavano
mentre osservavano a turno me ed Hannah, probabilmente se non fossi innamorata di Harry gli sarei saltata al collo in meno di qualche secondo ma dovetti contenermi, per quanto bello potesse essere, io amavo Harry Styles.
- Ciao caro -
dissi sorridendogli
- Lo so che vi state godendo i vostri dieci minuti di pausa e credetemi, odio disturbare due belle ragazze come voi, ma non è che tornereste ad aiutarci? Vi prego -
cercò di mimare gli occhi dolci in stile gatto con gli stivali del film shrek e probabilmente fu quello che diede a me ed Hannah il colpo di grazie. Ci alzammo insieme e dopo esserci sistemate i pantaloni ci avviammo
verso la porta facendoci scortare da Josh
- Vi prometto che vi lascio andare a casa venti minuti prima -
affermò cercando di farsi perdonare. Vidi Hannah sorridere e dire qualcosa come non preoccuparti e ritornammo nella confusione che regnava nel locale.

- Mi ha fatto piacere conoscerti -
disse Hannah sfilandosi il cartellino con il suo nome per riporlo accuratamente nel suo armadietto. Sfilai la camicia infilando la canotta bianca con la quale ero uscita quella mattina e mi voltai verso la bionda con
un sorriso
- Anche a me ha fatto piacere conoscerti -
dissi sorridendole
- Sei la prima ragazza simpatica che ho incontrato in questa città. -
ridacchiai divertita
- E' strano, ma anche per me. A parte mia cugina che ora è in Italia, sei la prima ragazza simpatica che ho incontrato qui ad Holmes Chapel -
affermai ricordandomi di Lily, la ragazza emo che avevo conosciuto alle prove di teatro. Fu in quel momento che realizzai di aver un incontro extra quello stesso pomeriggio. Da un pò di tempo a questa parte
stavamo cercando di mettere in scena un musical ed Albert aveva avuto la brillante idea di dare alla sottoscritta il ruolo della protagonista, una specie di Satine del Moulin Rouge con il cuore diviso a metà fra due
ragazzi.
- Io devo scappare, oggi ho le prove extra di teatro ma se ti va domani dopo il lavoro possiamo uscire e fare qualcosa da ragazze -
dissi ridacchiando
- Shopping! -
quasi urlò divertita e scossi la testa affermativamente, la salutai con un abbraccio e ci scambiammo i numeri di telefono. Fui sollevata, finalmente una persona simpatica con la quale avrei potuto passare il tempo.
Da quando Amanda era andata in Italia, Harry e Louis in America, passavo il mio tempo al caffè oppure a casa insieme a zia Jen, non che mi dispiacesse trascorrere del tempo con lei ma ogni tanto avevo semplicemente voglia di uscire a fare le classiche cose che faresti in compagnia di una tua amica. Alex era dall'altra parte del mondo e con lei le cose erano diventate diverse da un bel pò di tempo.

Entrai nel piccolo teatro e salutai tutti con un rapido cenno della mano al quale persino Lily ricambiò, il mondo stava decisamente per finire, pensai ridendo. Notai accanto ad Albert la presenza della stessa chioma
corvina che conoscvo perfettamente e salutai con un largo sorriso il ragazzo, proprietario degli occhi azzurri più belli che avessi mai visto sulla faccia della Terra e volai a cambiarmi quando tornai mi misi seduta
accanto a lui sorridendogli
- A quanto pare non sono l'unica ad avere un debole per il teatro -
sussurrai ridendo
- Che ci vuoi fare, è più forte di me -
disse allargando le braccia muscolose sorridendo. Scossi la testa divertita. Il suo ruolo sarebbe stato quello del ragazzo perfetto, quello che possedeva metà del cuore della protagonista, il dolce ragazzo disposto a
tutto pur di conquistare la sua amata e fui felice di dover recitare al suo fianco.
Cominciammo a provare un paio di canzoni, non solo aveva un fisico perfetto ma la sua voce era altrettanto meravigliosa. La canzone più bella che avrei dovuto cantare era Total Eclipse of The Heart, la mia preferita
e cercai di fare del mio meglio mentre ondeggiavo sul palco lasciandomi prendere prima da Josh e poi dall'altro co-protagonista. Al termine delle prove partì un applauso generale e notai l'espressione compiaciuta
dipinta sul viso di Albert che esclamò
- Ragazzi, ottimo lavoro. Sono fiero di voi. -
si avvicinò a noi per stringerci in un abbraccio di gruppo. Avremmo rubato i cuori delle persone che avrebbero partecipato alla prima del nostro spettacolo, ne ero certa.
- La prossima settimana proviamo la scena finale, vi voglio in forma -
disse dandomi una leggera pacca sulla spalla. Vidi Josh avvicinarsi a me e gli sorrisi
- Hai già dato un'occhiata al copione percaso? -
chiese leggermente imbarazzo, scrollai le spalle
- A dire il vero no, sono arrivata alla scena di oggi -
- Ah. No perchè ecco . . . -
cominciò quasi a balbettare torturandosi i capelli
- Be ecco, noi due, intendo me e te, be si ecco dovremmo baciarci -
disse cercando di sorridere
- Oh . . . -
dissi semplicemente, ero certa che quella scena mi avrebbe messa in imbarazzo. Avrei dovuto baciare un ragazzo, e non uno qualsiasi, ma Josh capelli neri ed occhi dannatamente azzurro sexy.
Okay Sam, respira.

Mi trascinai in cucina con la stessa delicatezza di un elefante, con gli occhi ancora socchiusi afferrai una tazza e ci versai il mio solito caffè nero, in televisione trasmettevano un servizio sulla famiglia reale . . .  che cosa
avrei dato per essere la sedia sulla quale si era adagiato il perfetto lato b del principe più bello dell'Universo? Harry ovviamente. Non che io abbia qualcosa contro William sia chiaro, ma uno era sposato e non
rientrava nelle mie abitudini adocchiare i ragazzi già impegnati, e due per quanto anche lui fosse bello, non poteva competere con la bellezza strabiliante del fratello.
Vidi zia Jen entrare in cucina, gli occhi erano colorati da scure occhiaie e la sua carnagione era più pallida del solito, la sentii tossire un paio di volte e notai la sua mano tremolare
- Zia, ti senti bene? -
- Certo tesoro? -
quasi sussurrò, da qualche giorno faticava persino a parlare e cercavo di farla sforzare il minimo indispensabile
- Grazie per esserti presa cura di me -
disse accennando un lieve sorriso che scomparì quasi subito, sospirai sconsolata perchè mi suonava come un addio?
- Non devi nemmeno dirlo. Prendermi cura di te è stata la cosa migliore che io avessi potuto fare e l'ho fatta col cuore, lo sai -
le disse avvicinandomi a lei stringendola in un abbraccio. Non aveva mai smesso di lottare, ogni giorno lo dimostrava alzandosi dal letto ed iniziando una nuova giornata, lo dimostrava recandosi in ospedale e
sottoponendosi a delle stupide cure che non facevano altro che indebolirla per darle che cosa? Un paio d'ore in più, un giorno forse?
- Ci vediamo più tardi, hai l'appuntamento con Hannah, non ricordi? -
disse facendo ricomparire il lieve sorriso di poco prima, annuii con la testa poco convinta
- Posso restare a casa se vuoi -
- Oh no, vai e divertiti. Sarò qui al tuo ritorno -
disse sorseggiando il suo caffè
- Lo prometti? -
per un attimo mi sentii dannatamente stupida, ma avevo bisogno di sentirglielo dire, di avere una certezza, per quello che di certo potesse avere, che l'avrei trovata a casa al mio ritorno.
- Prometto -
affermò sorridendo, o almeno provandoci.
Il campanello suonò un paio di volte e quando finalmente raggiunsi la porta stretta in una minigonna rosa ed una camicetta a maniche lunghe e larghe di colore bianco, Hannah era davanti all'entrata di casa;
la salutai con un sorriso richiudendo la porta alle mie spalle, per un attimo mi domandai se avessi dovuto fingere con lei, se avessi dovuto far finta che tutto andasse bene e sembrare una ragazza felice ma lei
non era Alex e questo lo avevo capito dal primo giorno, non voleva essere al centro dell'attenzione e si interessava realmente alla persone che aveva accanto e in un certo senso infondeva uno strano senso di
sicurezza, come se tutto potesse filare liscio.
- Tutto bene? -
chiese prendendomi sotto braccio
- Non proprio . . . -
dissi sospirando
- E' mia zia -
dissi semplicemente
- Oh, Julie mi ha raccontato. Mi dispiace Sam, so che può sembrare una frase di circostanza ma credimi, mi dispiace davvero vederti così -
disse stringendomi in un abbraccio
- Grazie. Avevo bisogno di sentirmelo dire -
dissi tirando su con il naso.

- Che te ne pare di questa? -
chiese comparendo dal camerino. Indossava una canotta bianca con diversi disegni e le stava una meraviglia, era semplice come lei ma per nulla scontata o banale.
- E' perfetta -
affermai sorridendo prima di scomparire dietro ad una marea di vestiti. Quello era decisamente il mio negozio preferito, non aveva capi all'ultima moda ma quello che c'era era decisamente perfetto e soprattutto
era uno dei pochi negozi che aveva ancora dei prezzi accessibili per delle semplici commesse di una caffetteria.
- Che ne dici di questo? -
dissi afferrando un piccolo cappottino rosso corto, più che a riparare dal freddo serviva semplicemente da corredo dell'intero abbigliamento ma era decisamente meraviglioso
- E' bellissimo! Devi prenderlo, e sappi che dovrai prestarmelo -
disse ridacchiando avviandosi alla cassa. La raggiunsi e dopo aver pagato andammo a sederci nello stesso bar in cui Louis mi aveva portato la prima volta che andammo a fare colazione insieme, dopo che Amanda
ed io litigammo. Anche la cameriera era la stessa, mi si avvicinò con un gran sorriso che scomparve quando vide che insieme a me c'era una ragazza e non Louis, per un attimo sorrisi compiaciuta.
- Che vi porto ragazze? -
la sua era quasi un'aria di sufficienza ma dal momento che Hannah sembrò non farci troppo caso, decisi che anche io avrei fatto lo stesso
- Una spremuta d'arancia -
disse chiudendo il menù
- Per me del tè al limone -
dissi guardando la mano della ragazza scorrere velocemente sul blocchetto.
- Il tuo amico che fine ha fatto? -
prese coraggio e mi pose la domanda
- E' fuori città -
dissi scrollando le spalle, non le avevo dato esattamente la risposta che voleva, probabilmente avrebbe preferito un che ne sò, se vuoi sue notizie chiamalo il suo numero è 938****
Ma il numero di Louis poteva tranquillamente scordarselo.
- Il tuo amico ha fatto colpo -
disse la bionda ridacchiando
- Oh be, a chi è che non piace Louis -
dissi ridendo ripensando a tutte le fan che costantemente lo fermavano semplicemente per dirgli quanto fosse bello e altre smancerie di quel tipo, per non parlare di Harry.
Harry, che fine aveva fatto? Mi mancava, non potevo negarlo, ma da quando era partito non si era fatto sentire se non con un messaggio e questo mi stava distruggendo. Povera illusa, credevi davvero di essere
riuscita a farti amare da lui? Lui che può avere chiunque ai suoi piedi? Persino quella cameriera è più bella di te Sam.
- Sam tutto a posto? -
disse Hannah una volta terminata la sua spremuta
- Oh sì. Scusa -
dissi sorridendole, gettai una rapida occhiata al display del telefonino che segnava l'ora e mi resi conto che era arrivato il momento di tornare a casa, non volevo fare tardi.
- Io dovrei andare, quando Louis ed i suo amici torneranno te lo presenterò -
dissi sorridendole
- Ci conto -
rispose ridacchiando. Ci salutammo e mi avviai verso casa, persino la porta gialla sembrava consumarsi ogni giorno insieme a zia Jen.
Girai la chiave nella serratura ed una volta entrata in casa lasciai la borsetta sul mobile accanto alla porta, notai la figura di mia zia ferma sul divano rivolta verso la televisione che trasmetteva uno di quei film
che tanto amava e che ancora non capivo come riuscisse a guardarli. Istintivamente sorrisi nella sua direzione, l'adoravo anche per quello.

- Zia, sono tornata -

dissi cercando di attirare la sua attenzione me l'unico rumore in quella casa erano le voci degli attori provenienti dalla televisione, la zia era rimasta immobile esattamente dov'era.






Haloa :3
Buonasera a tutte/i, ebbene sì, qualche directioner ragazzo dovrà pur esserci ù.ù
Prima cosa, il figone che vedete nella gif, per chi non lo sapesse, e potrei morire per questo D:, è Ian Somerhalder che nella mia fan fiction, per chi non l'avesse ancora compreso
ha il ruolo di Josh ù.ù Non so esattamente come è nato questo personaggio ma sapevo solamente che dopo aver guardato questa gif, Ian doveva assolutamente comparire in questa storia. Bene, dopo avervi annoiate abbastanza, continuo dicendo che oggi è il mio compleanno, e non ve ne fregherà niente ma come al solito lo dico perchè avevo voglia di scrivere e sì, a volte non mi fermo più come in questo caso ahahahaha! Bene . . . .
Ero molto indecisa sulla presenza di Hannah o su quella di Eleonor, perchè personalmente mi piacciono entrambe e moltissimo! Ma alla fine ho optato per la prima perchè ha qualcosa che bo, mi ispirava per questa storia. E' stata una scelta impulsiva ecco. Ma volevo precisare che non ho nulla contro Eleonor, anzi la adoro!!!
Okay, non so esattamente quanti capitoli ci siano prima del ritorno dei ragazzi, credo almeno uno sicuramente per dare una svolta alla vicenda che come avrete intuito è inziata alla fine di questo capitolo ç.ç Diciamo che io non sono molto per gli HAPPY ENDING, insomma non apprezzo sempre il vissero felici e contenti. Detto questo, non spoilero ù.ù
Harry non si fa sentire, ha la coscienza sporca ù.ù e Lou gli regge il gioco u.u
Bene, ringrazio sempre quelle meravigliose persone che leggono la mia storia, che la inseriscono fra le seguite/preferite/ricordate ecc. e soprattutto a tutte le persone che hanno recensito gli scorsi capitoli e, permettetemelo, volevo ringraziare in modo speciale Alexandra McAdams perchè mi segue sempre e la ringrazio di cuore per questo <3
Oh dimenticavo, questo è il vestito di Sam http://i.imgur.com/X6QhT.jpg
Al prossimo capitolo :3
































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Capitolo 10
*** 10. Since I woke up today I look at your photograph all the time ***


One Direction

Since I woke up today I look at your photograph all the time

La piccola stanza con al centro una bara di legno era piena di gente, tutta Holmes Chapel era venuta portando con sè il loro dolore e le loro condoglianze. Mia madre ed Amanda mi avevano raggiunta non
appena poterono e adesso mia madre era seduta sul divanetto stringendo le mani delle persone accettando le loro condoglianze e rispondendo ai loro Come ti senti? Deve essere terribile con un semplice
cenno del capo. Come potevano semplicemente pensare a delle domande di quel genere, come credevano che si sentisse? Aveva appena perso sua sorella, non poteva certo dire di essere in Paradiso.
Amanda non mi aveva nemmeno guardata in faccia, il suo volto era rigato dalle lacrime, aveva passato tutto il giorno seduta sul dondolo in giardino. Mi odiava e non potevo biasimarla, ero stata complice di
sua madre, l'avevo tenuta all'oscuro di tutto e le avevo negato la possibilità di salutarla.
Anche Julie e Josh erano venuti e quando incrociai gli occhi azzurri del ragazzo mi sentii per un attimo sollevata, come se in quella stanza fossimo rimasti solamente noi due e tutta la tensione che avevo accumulato
fosse svanita. Si avvicinarono entrambi e lasciai che Julie mi stringesse in un abbraccio sinceramente commossa
- Oh Sam. -
disse solamente prima di scoppiare a piangere e per un attimo trovai la situazione ribaltata, ero io a consolare lei, ero io a passarle una mano sulla schiena cercando di darle conforto. Si vedeva che quella donna
aveva realmente voluto bene a mia zia. Poi fu il turno di Josh, ma il suo abbraccio era più timido, si staccò quasi subito sibilando un sorriso.
- Ti va di andare in giardino? -
dissi indicandogli la porta sul retro
- Certo -
sussurrò circondando le mie spalle con un braccio. Una volta in giardino notai la figura di Amanda in un angolo rannicchiata sul dondolo, stava piangendo.
- Deve soffrire parecchio -
disse Josh in un sospiro, annuii con la testa. E se stava soffrendo, per gran parte era anche colpa mia. Sospirai lasciandomi sedere su uno scalino seguita da Josh. Restammo in silenzio, non avevo molta voglia di
parlare, non sarebbe servito a molto, non avrebbe riportato indietro la zia. Mi lasciai cullare da Josh, anche se tutto il mio corpo avrebbe voluto essere stretto dalle braccia meno muscolose di un altro ragazzo, il
mio ragazzo. Avevo provato a chiamarlo una decina di volte con scarso successo, alla fine avevo deciso semplicemente di rinunciare. Ad Holmes Chapel non ero da sola, non ancora almeno.
Julie apparve sulla porta e attirò la nostra attenzione, Josh si alzò salutandomi e lo stesso fece Julie. Seguii le due figure allontanarsi e concentrai la mia attenzione su Amanda, mi avvicinai a lei titubante e mi feci
coraggio prendendo la parola
- Amy . . . mi dispiace -
sussurrai lasciando scendere una lacrima, lei alzò lo sguardo e credetemi, se avesse potuto uccidermi, lo avrebbe fatto volentieri
- Ti dispiace?! Ma con quale coraggio riesci a venire qui da me e dirmi che ti dispiace! -
disse piangendo scoppiando in una risata isterica
- Am devi credermi, ho sbagliato lo so. -
dissi, ma la sua unica risposta fu un cenno di disapprovazione del capo
- Non so come tu possa guardarti allo specchio Sam -
sibilò prima di alzarsi, superarmi e rientrare in casa. Mi lasciai scivolare sul dondolo, già come facevo ancora a guardarmi allo specchio? Ero una persona orribile.
- Non sei una persona orribile -
sentii una voce dolce alle mie spalle pronunciare quella frase come se mi avesse letto nel pensiero. Mi voltai riconoscendo una familiare testa bionda, Hannah. Era venuta anche lei.
Le sorrisi seguendola mentre si avvicinava prendendo posto sul dondolo accanto a me
- Non se sarei poi così sicura -
dissi scrollando le spalle. Non disse niente, mi strinse in un abbraccio e tirai su col naso per non ricominciare a piangere. In tutto quel tempo di lacrime ne avevo versate parecchie, stavo cominciando ad abituarmi
all'idea di non poter più vedere mia zia ma non mi ero resa conto che per quanto potessi provarci, non sarei mai riuscita ad abituarmi veramente all'idea di non vederla mai più.
- Ti voglio bene -
disse Hannah con un sorriso
- Anche io -
dissi abbracciandola.
Quando finalmente dopo diverse ore tutti andarono via e la bara contenente il corpo della zia fu scortata al cimitero di Holmes Chapel, rimasi insieme a mia madre, Amanda ed Hannah. Mia madre si era
rifugiata in cucina cercando di cucinare qualcosa, Amanda si era rinchiusa in quella che era la sua stanza mentre io ed Hannah eravamo sul divano a guardare un film scadente che passavano su un canale locale.
- Mi odierà per sempre -
dissi ripensando ad Amanda
- No non lo farà. Dalle solo un pò tempo -
disse Hannah sorridendomi. Stavo per risponderle ma sentii il cellulare squillare, lo afferrai leggendo il nome del mio migliore amico sullo schermo e risposi
- Ehi bellissima -
la voce di Lou era squillante ed allegra, segno che tutto stava andando a gonfie vele. Cercai di trattenere le lacrime, non volevo rovinare la sua giornata con i miei problemi, non se lo meritava.
- Ehi Sam, tutto a posto? Sembra che tu stia piangendo -
disse e percepii un lieve cambiamento nel suo tono di voce
- Oh no è che Di Caprio è appena affondato nell'Atlantico -
dissi tirando su con il naso. Lou sapeva che Titanic era il mio film preferito, sapeva che lo guardavo almeno una volta alla settimana e sapeva quanto quella scena riusciva a farmi piangere ma se una parte di me
sperava di averlo convinto, l'altra parte gridava e sperava che si accorgesse della stronzata che gli avevo appena raccontato
- Sam, che succede? Per quanto tu sia una fan di quel film, non lo guarderesti mai per due giorni di fila. Ho controllato il tuo twitter -
disse ridacchiando sull'ultima parte della frase
- E, concedimelo. Sei una pessima bugiarda -
sorrisi, quel ragazzo era fenomenale e giurai a me stessa che non me lo sarei fatto scappare per niente al mondo, anche dall'altra parte dell'oceano riusciva a capire come stavo, oppure era veramente colpa mia
e della mia totale incapacità di mentire. Inspira profondamente sentendo gli occhi bruciare
- E' morta Lou -
bisbigliai e sentii la mano di Hannah stringere la mia mentre Lou dall'altra parte del telefono era rimasto in silenzio, così continuai piangendo
- E' colpa mia Lou. Se fossi rimasta a casa con lei me ne sarei accorta e avrei potuto fare qualcosa -
dissi singhiozzando
- Sam non incolparti, sapevi che tua zia stava male. Probabilmente l'avresti portata in ospedale e che avresti ottenuto? Le avresti solamente allungato la sua sofferenza, pensa solo che adesso, dovunque si trovi,
è in un posto migliore ed ha smesso di soffrire -
la voce di Lou era calma e cercava di infondermi sicurezza, e mi sentii meglio.
- Grazie Lou -
dissi tirando su con il naso ed asciugandomi le lacrime con una manica della felpa, sentii la voce di Harry accanto a Lou e sentii il cuore prendere a battere più forte come se stesse cercando di uscire dal petto
- Lou passamelo ti prego -
dissi e quando terminai la frase la voce che sentii dall'altro capo del telefono quasi non riuscivo a ricordarla
- Sam, mi dispiace tantissimo -
disse solamente
- Harry, quanto mi sei mancato. -
dissi piangendo. Ma ora le lacrime non erano più per mia zia, gran parte erano per Harry.


Quando uscii dal bagno notai che Lou era al telefono, non avevo più rivisto la rossa da quella sera e sperai di non rivederla mai più in tutta la mia vita. Non avevo avuto il coraggio di sentire la sua voce, quella
voce che sapevo mi avrebbe fatto sentire una merda più di quanto già non lo facessi. Ma poi sentii le parole di Louis
e sentii il mondo cadere. Aveva perso sua zia ed io ero stato un completo stronzo, afferrai il
telefono dalle mani di Louis e lo portai all'orecchio
- Sam, mi dispiace tantissimo -
dissi restando poi in silenzio mentre sentivo chiaramente che lei dall'altra parte del telefono piangeva senza sosta. Sentii come una pugnalata nello stomaco, sapevo che in quel momento non ero io a farla piangere
ma il pensiero di quello che avevo fatto mi distruggeva. Sei un coglione Hazza.
- Harry, quanto mi sei mancato -
rispose lei piangendo. Le ero mancato? Lei mi era mancata, mi mancavano i suoi occhi color del miele, la sua pelle ambrata, il suo sorriso, il suo profumo, la sua dolcezza. Tutto di lei mi mancava.
Chiusi gli occhi, sentire la sua voce mi aveva fatto capire che cosa mi stavo giocando. La ragazza più bella dell'Universo per una stronzata. Per un attimo mi venne voglia di dirle tutto quanto, di liberarmi di quel peso
ma Lou mi afferrò il polso con decisione e fissò i suoi occhi azzurri nei miei e capii al volo quello che il suo sguardo mi stava comunicando. Non era il momento giusto.
- Tu mi sei mancata. Scusa se sono stato il peggior fidanzato del mondo -
dissi passando una mano fra i ricci chiudendo gli occhi, sentivo le lacrime rigare il mio volto. L'avevo tradita e da quando era successo non riuscivo a togliermi quel pensiero dalla testa.
- Sono così felice di sentirti. Avevo bisogno di sentire la tua voce. -
disse lei dall'altro capo del telefono e mi accorsi che il tono della sua voce era già cambiato. Era bastato parlarle per qualche secondo per notare un lieve tono di felicità nella sua voce, per quanto potesse sentirsi
realmente felice in quel momento.
- Manca solo una settimana e poi sarò da te -
dissi inspirando profondamente. Il pensiero di vederla mi terrorizzava, non mi ero sentito così insicuro in tutta la mia vita. Ero sempre stato Harry dal sangue freddo, che non si lasciava mai sfuggire la situazione dalle
mani ma solamente immaginarla davanti a me in tutta la sua bellezza mi faceva stringere lo stomaco. Come avrei potuto ancora guardarla negli occhi?
- Ti aspetto -
disse decisa. E sapevo che lo avrebbe fatto sul serio.
Quando terminai la chiamata passai il telefono a Louis in silenzio abbassando lo sguardo
- Hazza. Ti conosco, so che ti senti in colpa e non dare retta alla rossa. Devi dirlo a Sam, che tu la perda o meno lei merita di sapere la verità. E se non sarai tu a dirlo ci penseranno le foto e le fans . . . -
- . . . ed è meglio che a dirglielo sia io -
dissi concludendo la frase lasciata in sospeso dal mio amico. La nostra conversazione fu interrotta dall'arrivo degli altri membri della band. Liam e Niall stringevano fra le mani alcuni pacchi di caramelle e altre
schifezze varie mentre Zayn era impegnato ad armeggiare con il suo cellulare, quando alzò lo sguardo incontrando il mio lo vidi allargare le braccia sbuffando
- Andiamo Hazza! Hai fatto solo del sesso, non hai ucciso nessuno e non è ancora diventato un reato! Togliti quell'espressione da morto -
disse scuotendo la testa.
- Zayn, non vorrei mai essere nei panni della tua ragazza. Sei un tale stronzo -
disse Liam scuotendo la testa
- So che vuol dire essere traditi, e fidati fa male anche se si tratta solamente di sesso -
disse buttandosi sul divano.
Ecco un altro nella band che aveva la sensibilità di un elefante.
- Perchè non le hai dato una seconda opportunità? -
chiesi lasciando tutti in silenzio, ovviamente parlavo con Liam chi meglio di lui avrebbe potuto darmi un consiglio, infondo lui era stato tradito e visto che ormai la sensibilità alloggiava nella nostra stanza d'albergo
colsi al volo l'occasione per porgli la mia domanda
- Be ecco io . . . -
si sollevò appoggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia
- Non mi fidavo più di lei. Mi sentivo a disagio, come se non fossi abbastanza per lei e per questo avesse deciso di stare con qualcuno che non fossi io -
le sue parole non fecero altro che diminuire le mie speranze di restare con Sam, ma non potevo certo biasimarlo. Non mi era mai capitato di essere tradito, le mie relazioni non erano state mai così lunghe da includere
un tradimento, ma ero certo che se una ragazza lo avesse fatto, l'avrei lasciata immediatamente. La fiducia era alla base di un rapporto solido, specialmente considerando il mio lavoro che mi impegnava per moltissimo tempo.
Sospirai buttandomi sul divano mentre Zayn mangiava una caramella
- Amico, io ti ripeto la mia filosofia. E' stato solo del sesso, niente sentimenti, niente smancerie, solo SESSO -
scandì bene l'ultima parola come se non l'avesse ripetuta abbastanza ed in quel momento fu Niall, che fino ad allora era rimasto in silenzio, a prendere la parola
- Andiamo Zayn, che vuol dire. Sentimenti o meno lui si è scopato un'altra ragazza che, dettaglio finora tralasciato, ci risulta essere la sua migliore amica -
- Sottolinerei l'aggettivo migliore -
disse Louis scuotendo la testa.
- Okay, così non mi aiutate -
sbuffai chiudendomi in bagno.

- Ti piace parecchio eh? -
disse Hannah sorridendomi non appena chiusi la telefonata. La guardai sorridendo e pensai di aver assunto la classica espressione da sfigata innamorata
- Direi di sì, e anche tanto -
dissi nascondendo il volto fra le mani. Non capivo perchè ma arrossivo, per qualsiasi cosa riguardante Harry le mie guance si coloravano di rosso ed era talmente frustrante.
- Credo sia ora che vada a casa. Sempre se tu sei d'accordo, se hai bisogno di me chiamo i miei e gli dico che resto qui ancora un pò -
disse sistemandosi i capelli
- Non preoccuparti, cercherò di farcela. Grazie Hannah -
dissi sorridendole e stritolandola in un abbraccio
- E di cosa Sam? E' questo che fanno le amiche giusto? -
disse allargando le braccia
- Giusto -
dissi sorridendo.
- A domani -
disse dandomi un bacio sulla guancia, la accompagnai alla porta e dopo averla richiusa alle mie spalle inspirai profondamente.
La giornata non era ancora finita, quando la mamma era arrivata quella mattina aveva detto di volermi parlare ma date le circostanze non avevamo ancora avuto modo di scambiare due parole.
La raggiunsi in cucina e mi appoggiai lungo lo stipite della porta
- Mamma -
la chiamai a bassa voce, quando si voltò notai i suoi occhi rossi e gonfi, segno che non aveva ancora smesso di piangere
- Ho fatto anche io il test prima di partire -
disse tirando su con il naso.
Per qualche secondo trattenni il respiro, sentii la paura farsi strada lungo tutto il mio corpo e rimasi in silenzio in attesa del verdetto. Sarebbe stata una condanna a morte anche la sua?













Haloa :3
Salve a tutteeee <3 Eccomi qui ad aggiornare :D
Ooooh, confesso che la parte migliore è stata raccontare il punto di vista di Harry ed il discorso con i ragazzi e credo che praticamente si sia chiarito un pò il pensiero di ognuno di loro, ovviamente il diavolo accanto
ad Harry non poteva che essere Zayn ahahaha! Che ne pensate della gif? Volevo mettere qualcosa di allegro data la piega del capitolo ahahaha! E sì, come prevedibile Amanda è un pò incavolata con Sam D:
Secondo voi come pensate che sia il verdetto del test della madre di Sam? Io non spoilero, ma anticipo che si scoprirà nel prossimo capitolo, non sono così cattiva da lasciarvi sulle spine ù.ù
Se non si fosse notato, dal momento che ho una passione stratosferica per la musica, ogni titolo del capitolo corrisponde ad un titolo oppure ad una frase di una canzone che mi sembrava più opportuna in quel momento e sebbene il titolo di questo capitolo sia preso dalla canzone Goodbye di Miley Cyrus, ci tengo a sottolineare che l'ispirazione mi è stata data dai Blue. Ebbene sì, li amo e le loro canzoni mi hanno
davvero ispirata, e poi come fa la voce di quell'angelo meraviglioso di nome Lee Ryan a non ispirare? *____*
Okay, bene credo di avervi annoiate abbastanza. Ci tengo a precisarlo ogni volta, ringrazio chi si ferma a leggere la mia fan fiction, chi la inserisce tra le seguite/ricordate/preferite e soprattutto chi le recensisce <3
tanto amore per voi, grazie di cuore <3
Al prossimo capitolo *_____*
Ricordo il mio twitter? Massì dai tanto non ho niente da fare ahaha!
https://twitter.com/#!/fuckness_




























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Capitolo 11
*** 11. Think that we got more time one more falling behind gotta make up my mind ***


One Direction Think that we got more time one more falling behind gotta make up my mind

Rimasi immobile lungo lo stipite della porta con lo sguardo fisso su di lei aspettando che dicesse il risultato, la vidi avvicinarsi e stringermi in un abbraccio piangendo
- E' negativo -
sussurrò al mio orecchio. Sapevo di dover essere triste, la zia era morta per quella stessa malattia che poteva aver ereditato anche mia madre, eppure ero dannatamente felice di averla accanto a me e di poterla
avere accanto per sempre. Piansi anche io stringendola quando ci staccammo ci guardammo e ridemmo insieme, doveva essere una scena davvero patetica la nostra.
- Okay, vai di sopra a chiamare Amanda, la cena è pronta -
disse ritornando poi davanti ai fornelli. Nella nostra relazione di madre/figlia non c'erano molte smancerie e gesti d'affetto, noi eravamo più come due migliori amiche e ci bastava uno sguardo per dirci anche un
semplice ti voglio bene, ma dirlo, be era tutta un'altra cosa.
- Ti voglio bene -
le dissi sorridendole, quando si voltò mi regalò un sorriso e riprese a sistemare la tavola. Mi girai cominciando a salire le scale e arrivata davanti alla porta di Amanda e bussai delicatamente
- Amanda, posso entrare? -
dissi aprendo leggermente la porta
- Se proprio devi -
la sentii rispondere sbuffando. Okay, avevo sbagliato ma non meritavo di essere trattata così, infondo nello sbaglio le mie non erano state decisioni prese con cattiveria. Mi misi seduta sul letto e la guardai cercando
di pensare a come cominciare la conversazione
- Ascolta Amy, ho sbagliato e ti chiedo scusa. Meritavi di poter prendere una decisione da sola -
dissi notando che il suo sguardo si era affievolito e continuai
- Non odiarmi, te lo chiedo per favore -
cercai di mimare un sorriso ma tutto quello che uscì fu una delle mie solite strane espressioni e riuscii persino a farla sorridere
- Non ti odio Sam. Solo che avrei voluto salutarla, dirle quanto le volevo bene, quanto le voglio bene -
si corresse immediatamente, la abbracciai accarezzandole la schiena. Ero felice che non mi odiasse ed avrei fatto di tutto per farla stare meglio
- Amy, se vuoi restare possiamo chiederlo a mia madre. -
dissi sorridendole, sapevo che Holmes Chapel era importante per lei
- No, questa casa, questa città. Troppi ricordi, non ce la faccio, non adesso almeno -
disse asciugandosi una lacrima
- Okay - sussurrai
- Ora andiamo, la cena è pronta -
dissi avviandomi verso la porta e tornando in cucina. Mangiammo in silenzio, nessuna di noi tre aveva voglia di parlare. Mia madre ed Amanda sarebbero ripartire l'indomani e ripetutamente mi era stato proposto
di tornare in Italia con loro, ma la mia estate non era ancora finita ed Harry sarebbe tornato in una settimana. Avrei resistito e poi non ero sola, c'erano sempre Hannah e Josh e probabilmente fu il loro pensiero
a convincermi a restare una settimana da sola in quella casa, se non fosse stato per loro sarei andata in Italia per poi tornare quando Harry avrebbe finito il tour.
Mi alzai dalla sedia, forse un pò troppo in fretta perchè fui colta all'improvviso da un forte giramento e rimasi aggrappata al tavolo per qualche secondo, quando finalmente mi ripresi abbozzai un sorriso
- Ti senti bene Sam? -
chiese mia madre masticando
- Sì, solo un giramento di testa. Sono molto stanca -
dissi sorridendo ad entrambe.
- Ci vediamo domattina -
- A domani tesoro -
rispose mia madre
- Notte Sam -
disse Amanda.
Salii le scale e raggiunsi la mia camera, avevo promesso a Louis che mi sarei collegata a Twitter e che ci saremmo visti ma riuscii solamente ad accendere il computer prima di addormentarmi.

Alle otto in punto suonò la sveglia, mi stropicciai gli occhi ed entrai in bagno lavandomi. Avevo un aspetto orribile, quasi non mi riconoscevo. Gli occhi erano ancora leggermente gonfi ed arrossati e li coprii come
meglio potei con del trucco. Lasciai i capelli liberi lungo le spalle e dopo essermi sciaquata il viso tornai in camera cercando i primi vestiti comodi nell'armadio. Scelsi un paio di Jeans strappati, una maglietta in cotone bianca con qualche strass sul davanti e per combattere il vento inglese afferrai un maglioncino lungo azzurro che lasciai aperto. Al piano di sotto mia madre ed Amanda avevano già fatto colazione e portato le valigie nel vialetto, stavamo aspettando solamente che il taxi arrivasse e ci accompagnasse all'aereoporto
- Se hai intenzione di restare qua dovresti seriamente considerare l'idea di prendere la patente -
disse mia madre ridacchiando. Sapeva benissimo i miei rapporti difficili con le auto, e se già ero stata bocciata tre volte in Italia, non avrei osato immaginare che cosa avrei combinato qui in Inghilterra, considerando
il diverso tipo di guida.
- Devo ricordarti i disastri che ho combinato? Il mio istruttore finito in ospedale, il secondo che mi ha abbandonata in mezzo alla strada senza nemmeno finire l'esame perchè ero un pericolo pubblico ed il terzo
che mi ha bocciata perchè mi ero fermata in mezzo alla strada per far passare un povero riccio indifeso? -
dissi ridacchiando
- Sì, in effetti forse è meglio che continui con i mezzi pubblici -
concluse ridendo. Aveva ragione.
L'aereoporto era deserto, certo, deserto rispetto all'ultima volta che ci andai con Harry. Alcune persone erano sedute ai piccoli tavolini di Starbucks e mentre sorseggiavano i loro caffè tenevano lo sguardo fisso
sui tabelloni con gli orari degli aerei.
- Siamo in ritardo, porca miseria -
sentii la voce di mia madre diventare quasi stridula e anche in questi momenti riusciva a non lasciarsi mai fuggire un liberatorio porco cazzo pensai divertita.
Le accompagnai a lasciare le valigie e una volta arrivate davanti ai controlli dovetti salutarle, abbracciai prima Amanda stringendola e scompigliandole i capelli e poi mi strinsi a mia madre
- Ci vediamo presto tesoro -
disse sorridendo mentre si allontanava salutandomi con un gesto della mano. Sospirai e passando davanti a Starbucks vi entrai ordinando un frappuccino alla cannella, il mio preferito. Quando uscii fermai un taxi
e dopo avergli detto Holmes Chapel ed il nome della via tornai a casa. Da sola.

Non mi dispiaceva passare del tempo con me stessa, non ero mai stata una ragazza che aveva bisogno di una presenza costante nella sua vita. Insomma, mia madre aveva solo pochi anni più di me ed era ancora
una ragazzina, mio padre . . . be ad avercelo un padre, e quanto a vita sentimentale dopo Stefano avevo preferito avere qualche storia ma senza troppa importanza. E poi era arrivato Harry, il muro che a fatica avevo
costruito era crollato e stare da sola era diventato impossibile. Salii al piano di sopra dando una rapida occhiata in giro ed entrai nella mia stanza lasciandomi cadere sul letto e chiusi gli occhi cercando di rilassarmi
ma nel momento in cui stavo per abbassare anche la palpebra destra una lucetta verde che lampeggiava dal computer attirò la mia attenzione
- Cazzo Sam, il computer -
imprecai contro me stessa. Non era possibile, avevo scordato il computer acceso dalla sera precedente e non potevo certo permettermi di romperlo per poi comprarne uno nuovo. Mi alzai muovendo il mouse e lo
schermo si illuminò lasciando lo spazio alla pagina iniziale di Twitter e in quel momento mi tornò sotto agli occhi il messaggio che avevo già letto qualche tempo prima
A quanto pare Harry preferisce le rosse
e cliccai sul link che era stato postato dopo quella frase, l'immagine doveva essere abbastanza pesante dal momento che ci stava mettendo un'eternità a caricarla ma non ci davo molta importanza, le fan avrebbero
fatto qualsiasi cosa e sebbene non condividessi il loro pensiero riuscivo a capirle. Infondo anche io da piccola sognavo di sposarmi con il mio idolo, prima di sapere che fosse gay ed in quel caso non c'era foto che reggesse i miei loschi piani.
Sentii il campanello suonare e nell'attesa che la foto si caricasse scesi al piano di sotto ed aprii la porta
- Buongiorno -
la voce di Hannah era solare, e simpatica più del solito
- Buongiorno, a cosa dobbiamo tutta questa allegria? -
le chiesi ridacchiando scostandomi dalla porta per farla passare. Appoggiò la borsa e la felpa sul divano e si voltò verso di me sorridente
- Josh mi ha chiesto di uscire -
dissi ridendo
- Giura? -
le chiesi ridendo a mia volta
- Giuro -
disse sorridente e vidi i suoi brillare
- E' fantastico. Voglio dire, che lui te l'abbia chiesto non che lui sia fantastico -
dissi imbarazzata, in realtà Josh non era solo fantastico, era almeno un centinaio di quegli aggettivi messi insieme ma aveva chiesto ad Hannah di uscire ed a quanto pareva a lei Josh piaceva perciò quei cento
aggettivi li avrei tenuti per me
- Puoi dirlo, anche lui è fantastico -
disse ridacchiando. Seconda volta che leggeva nella mia mente, avrei dovuto cominciare a pensare che fosse imparentata con Edward Cullen
- Be sì okay in effetti solo un pazzo potrebbe affermare il contrario -
dissi ridendo, le indicai con un cenno della mano le scale
- Salgo un attimo in camera a spegnere il computer -
dissi sorridendole e mimò un okay con le labbra. Salii di corsa le scale e una volta arrivata in camera mi avvicinai al computer muovendo il mouse per illuminare nuoamente lo schermo e l'immagine che mi trovai
davanti agli occhi mi lasciò senza fiato. Non sarebbe cambiata, non l'aveva fatto la prima volta e non lo avrebbe fatto nemmeno adesso. Eppure non provavo odio nei suoi confronti, mi era indifferente. Quello che
mi faceva stare male era vedere quel ragazzo baciare quelle labbra, vedere il mio ragazzo baciare le sue labbra. Sentii gli occhi bruciare e cercai di cacciare dentro le lacrime, ora era tutto più chiaro. Harry che non le
parlava, che la evitava e che le mentiva. Fino a quando avrebbe recitato? Quando aveva intenzione di dirle di essersi scopato la sua migliore amica, o meglio quella che una volta lo era.
- Sam tutto okay? -
la voce di Hannah fece capolino dalla porta, non dissi niente e la sentii farsi più vicina, mi posò una mano sulla spalla e senza nemmeno che le dicessi nulla, per la terza volta, capì immediatamente e mi strinse in
un abbraccio.
Quando ci staccammo spense il computer e si lasciò cadere sul mio letto senza dire niente.
Come ci si sentiva ad essere traditi? Una merda
Come ci si sentiva a vedere il proprio ragazzo baciare la propria migliore amica? Una merda
Come ci si sentiva a rivivere una parte della tua vita che in qualche maniera avevi già vissuto? Una merda gigante.
Infondo me lo meritavo, avevo dato troppa fiducia ad Harry, lo conoscevo da poco tempo e da povera illusa credevo di amarlo e di essere ricambiata.
Complimenti Sam, ti meriti un applauso.

Avevo ancora in mente quella foto, Harry ed Alex stretti intenti a fare uno studio approfondito delle tonsille dell'altro quando con Hannah decidemmo di uscire e fare un giro per Holmes Chapel. Passammo dal
caffè di Julie ma non ci fermammo molto, il locale era pieno di persone e sarò sincera, per un attimo pensammo che se Josh ci avesse viste ci avrebbe implorate di restare ad aiutarlo e per quanto figo potesse
essere, quello era il nostro giorno libero ed io ero dannatamente depressa e lavorare non era esattamente quello di cui avevo bisogno.
Camminammo facendo foto in qualsiasi angolo della città, persino con persone sconosciute che mi indicavano urlando Quella è la ragazza di Harry
e Hannah era prontamente lì a darmi coraggio e a reprimere il mio istinto di alzare il dito medio e gridare che primo QUELLA aveva un nome, e che secondo Harry Styles era un gran pezzo di . . .
Okay Sam respira, da quando hai preso ad insultare la gente gratuitamente? Ammettilo, lui se li merita i tuoi insulti
Okay Sam, respira di nuovo. Il fatto che tu abbia cominciato ad avere delle incantevoli discussioni con te stessa non è esattamente un buon segno per la tua salute mentale, sappilo. Oh grazie, allora qualcuno ancora si preoccupa di me.
- Che ne dici se facciamo un pigiama party? -
propose Hannah sorridendo
- Ci sto. Ma dobbiamo passare al supermercato a comprare delle schifezze, in casa ho solo cibo dannatamente sano -
dissi sbuffando per poi farmi trascinare dalla mia amica nel supermercato all'angolo della strada.
Mentre Hannah si aggirava tra gli scaffali del negozio sentii il telefono squillare e lo estrassi dalla borsa leggendo il nome che si illuminava sul display Louis <3
- Pronto? -
- Sam sono Harry -
disse, e per un attimo provai la sensazione di piangere e urlare e sfogare contro di lui tutta la mia rabbia ma mi ero ripromessa di non farlo. Non avrei fatto una scenata, non ne avrei fatto un dramma. Lui era Harry Styles ed io Samantha, la ragazza italiana che vive ad Holmes Chapel nel periodo estivo.
- Ciao Harry -
dissi atona
- E' successo qualcosa? -
chiese notando probabilmente il cambiamento del mio tono di voce. E' successo qualcosa?
" Si Harry, sei stato con la mia migliore amica, o almeno questo è quello che provano le foto. Dimmi che non è vero, dammi una spiegazione, una qualunque, dimmi una bugia come cantate voi, qualsiasi cosa ma ti prego non dirmi che sei stato con lei"
- No, va tutto bene. -
risposi ignorando i miei pensieri. Non avrei fatto la figura della povera innamorata, non era nello stile di Samantha Davis, non pretendevo di piacere a chiunque ma non volevo essere presa in giro, nessuno merita un trattamente del genere.
- No, non va tutto bene Sam. Lo sento -
disse in un sospiro
- Ne parliamo quando torni, ora devo andare -
dissi e senza nemmeno lasciargli il tempo di rispondere chiusi la telefonata.
Vidi Hannah ricomparire da dietro lo scaffale sventolando diversi pacchetti di patatine ed un paio di vaschette di gelato al cioccolato. Non era quello ciò di cui avevo bisogno, dovevo ritrovare la vecchia Samantha,
quella che in una situazione del genere avrebbe combattuto e non avrebbe lasciato campo libero ai suoi sentimenti di distruggerla.
Afferrai un paio di bottiglie di alcool e le mostrai ridendo ad Hannah che sembrò approvare la mia idea e dopo aver pagato portammo la festa a casa mia.




Haloa :3
Salve a tutte!!! E anche questo capitolo è terminato, credo che sia un evento più unico che raro il fatto che io stia
aggiornando praticamente tutti i giorni! Quest'ultimo capitolo non mi convince moltissimo e chiedo scusa in primis se non
vi piacerà D: Ma specialmente nel pezzo finale non ero proprio convintissima . . .  Mi rifarò con il prossimo :)
Sam doveva saperlo prima o poi, insomma era impossibile che rimanesse all'oscuro di tutto. E poi c'è Hannah, dolce Hannah, quanto la adoro?
Festino privato a casa Davis, tutte invitate <3
Ora passo alla gif, l'ho trovata girando per il web e mamma mia cioè non trovo neanche le parole adatte per commentarla, ho sempre pensato che le camice nere fossero sexy
ma in coppia con Harry sono troppo ahsjasjahaajssb okay, ci sono ù.ù
Volevo dedicare una riga dello spazio dell'autrice al vampiro più sfigato, Edward Cullen, che viene citato sopra e non vorrei che poi venisse ad uccidermi il cane o il pesciolino rosso ahaha!
Vi piace Twilight? Domanda che non c'azzecca niente ma visto che l'ho citato almeno mi informo, a me fa altamente schifo ahahaha!
Bene, pronta a ricevere pomodori per il capitolo ed insulti per twilight xD
Come sempre, un grazie a chi legge la mia storia, a chi la segue e soprattutto a chi la recensisce, amore immenso per voi <3
A presto, se sopravvivo D:
Ahh dimenticavo, questo era il vestito di Sam <3
Baciiiiii :***





























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Capitolo 12
*** 12. What I need to hear now Your sincere apology, when you mean it I'll believe it ***


One Direction What I need to hear now Your sincere apology, when you mean it I'll believe it

Una settimana. Era passata una settimana da quando la zia era morta, la mamma ed Amanda erano tornate in Italia ed io avevo scoperto del tradimento di Harry. Avevo chiamato Alex, ma non avevo speso il
mio tempo insultandola, non era nel mio stile.

-Oh andiamo Sam, mi conosci. Sai come sono fatta, infondo non sono una cattiva persona-
aveva detto come sempre, anche lei in tempo di crisi non si sprecava a cercare una nuova scusa, una nuova frase che potesse discolparla.
-No Alex, questa volta non attacca.-
le avevo risposto fredda
-Quindi non siamo più amiche?-
aveva domandato dall'altre parte della cornetta improvvisamente dura e distaccata
-Vedo che se ti impegni usi anche la parte superiore del tuo corpo.-
le avevo risposto, sì forse quello poteva rientrare nella categoria degli insulti, ma era sempre un insulto educato e senza termini volgari, il che voleva dire che valeva
almeno il doppio.
-Allora lascia che ti dica una cosa. Chiediti perchè prima Stefano ed ora Harry hanno preferito perdere te per passare una notte con me-
-Fattela tu una domanda. Chiediti perchè prima Stefano ed ora Harry dopo aver passato una notte con te sono sempre tornati da me-
Senza nemmeno lasciarle il tempo di rispondere posi fine a quella telefonata tirando un sospiro di sollievo.
Guardai Hannah soddisfatta, era stata lei a "costringermi" a telefonarle, diceva che mi sarei sentita meglio una volta conclusa la telefonata ed effettivamente non potevo darle torto.

Inspirai a fondo, oggi sarebbero tornati i ragazzi. Avevo ricevuto un messaggio da parte di Harry dove diceva che sarebbe passato a casa mia non appena sarebbe arrivato ad Holmes Chapel aggiugendo
che aveva una novità. Novità eh?
Afferrai il telefono sul comodino e composi il numero di Hannah, se non fosse partita per un weekend romantico con Josh per Londra probabilmente sarei corsa a rifugiarmi a casa sua implorandola di darmi
asilo politico per evitare Harry, ma a quanto pareva l'appuntamento con Josh era andato alla grande. Mi aveva raccontato che l'aveva portata a cena nel locale migliore della città ed infine l'aveva portata a fare una
romantica passeggiata in riva al mare, comportandosi da vero signore dandole come bacio della buonanotte un leggero bacio sulla fronte.
-Hei Han, scusami davvero se ti disturbo ma non ce la faccio -
dissi cercando di prendere fiato
- Sam, ce la fai. Quando arriva fallo entrare, non dire niente fai come se niente fosse per vedere la sua reazione, mettilo alla prova. Se ti ama veramente te lo dirà immediatamente -
affermò decisa
- Oh, ti saluta Josh -
aggiunse ridacchiando
- Ricambia. E cercate di tornare senza prole -
dissi ridacchiando.
Anche dall'altra parte del telefono sentii delle risate generali e dopo esserci salutate chiusi la conversazione. Entrai in camera e frugai nell'armadio in cerca di alcuni vestiti freschi adatti alla giornata, il tempo
in Inghilterra da qualche giorno a questa parte era stranamente bello ed a tratti persino caldo.
Afferrai un paio di pantaloncini verdi fosforescenti ed una maglietta larga grigia raccogliendo i capelli in una treccia di lato. Stavo ancora finendo di prepararmi quando sentii il campanello suonare con insistenza
- Un attimo! -
gridai cecando di farmi sentire, ma immaginai di avere avuto scarso successo dal momento che il campanello non accennava a voler smettere. Scesi di corsa le scale saltando gli ultimi due scalini e quando atterrai sulla
moquette aprii la porta trovandomi cinque ragazzi sorridenti sull'uscio di casa
-Buongiorno bellezza-
disse Louis che dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia entrò ignorando la mia presenza, dietro di lui entro Harry che mi rubò un bacio e per quanto potessi essere arrabbiata con lui in quel momento assaporai
il sapore delle sue labbra e mi costrinsi a non cedere alla tentazione di saltargli addosso. Zayn non si lasciò pregare, mi sorrise beffardo e mi superò trascinando dietro di sè un paio di valigie, dietro di lui, al contrario
dei primi tre, Liam e Niall erano rimasti in piedi guardandomi sorridenti, mi scostai di lato
- Prego ragazzi -
dissi sorridendo lasciandomi abbracciare da entrambi.
-Lou, quello che cosa sarebbe?-
chiesi voltandomi verso un piccione che aveva appena uscito dalla sua valigia
-Sam, ti presento Kevin. Vieni a stringergli la zampa, coraggio!-
disse avvicinandosi a me con quel coso stretto tra le mani
-Non ci provare-
dissi indietreggiando
-Guarda che è suscettibile, potrebbe offendersi-
sibilò ridacchiando, scossi la testa e concentrai la mia attenzione sulle valigie che tutti i ragazzi, tranne Harry, avevano portato con loro
-Qualcuno mi spiega che cosa succede?-
chiesi guardando le espressioni di tutti i ragazzi, Louis fischiettò guardando Liam che a sua volta si girò verso Niall il quale fece lo stesso verso Zayn che terminò quella catena guardando Harry che finalmente decise di prendere la parola
- Mia madre li ha cacciati di casa. Erano troppo chiassosi -
disse allargando le braccia
- E non sopportava Kevin -
aggiunse Louis fingendosi offeso.
- Quindi speravamo che tu potessi darci asilo -
disse Liam facendo gli occhi dolci. Non era leale lasciare parlare Liam, lui e Niall probabilmente sarebbero stati gli unici in grado di corrompermi. Insomma come potevi sbatterli fuori di casa, mi stava anche facendo
gli occhi dolci e avrei voluto corrergli incontro ed abbracciarlo ma mi limitai a ridacchiare.
- Okay, va bene. Ma quel coso lo lasci in giardino -
dissi indicando il piccione che Louis stava amorevolmente accarezzando
- Non se ne parla -
disse facendo un linguaccia
- Louis, il piccione fuori di casa. Adesso -
lo ammonì Liam seguito da Niall
- Non vorrai farci mandare via per uno stupido piccione -
- Oh Kevin, non ascoltare Niall, non sa quello che dice -
disse facendo finta di tappare le orecchie al suo piccione.
Mi guardai intorno notando che Harry era rimasto appoggiato al muro mentre Louis era uscito in giardino con Kevin, Liam era andato in cucina seguito da Niall mentre Zayn era scomparso.
- Sam, di cosa volevi parlarmi? -
Harry mi bloccò prima che potessi salire al piano di sopra e cercare il moro, lo guardai per qualche secondo incrociando i suoi occhi verdi e sentii lo stomaco stringersi improvvisamente, ricordai le parole di Hannah
ed abbozzai un sorriso
- Niente di importante. Volevo sapere se avevi conosciuto qualcuno durante il tour -
disse scrollando le spalle marcando la parola qualcuno lo vidi irrigidirsi per qualche secondo e pensai che forse avrebbe parlato, mi avrebbe chiesto scusa e spiegato l'enorme malinteso, che sì l'aveva baciata ma
che non ci era andato a letto come sosteneva Alex, e sebbene lei fosse una delle persone più stronze su questo mondo, sapevo che non era una bugiarda.
- Sono stato talmente occupato con il tour che non avevo tempo nemmeno per respirare -
disse sorridendo, o almeno provandoci. Provai una nuova stretta allo stomaco, ma questa volta era dovuta alla rabbia, mi stava mentendo e non lo sopportavo.
- Però in effetti ho conosciuto Alex, la tua amica -
- Davvero? L'hai trovata simpatica? -
chiesi sorridendo
- Sì, ma pensavo a te tutto il tempo -
anche quando te la scopata nella tua stanza d'albergo?
quasi mi morsi la lingua per non formulare frase che avevo appena pensato.
- E non c'è niente che devi dirmi? -
era la sua ultima opportunità, decisi che gliene avevo date abbastanza. Scosse la testa negativamente
- Sam dove vuoi arrivare, non capisco -
disse allargando le braccia, afferrai il computer e gli mostrai la foto sentendo gli occhi diventare lucidi
- Allora spiegami questa. Dimmi che vi siete baciati perchè in America le persone si salutano così, dimmi che Alex mi ha detto una stronzata quando ha detto che siete stati insieme nella tua stanza d'albergo,
dimmi che hai pensato a me tutto il tempo, ma dillo credendoci ti prego -
dissi piangendo. Mi sforzai di riprendere fiato e di cercare di riprendere il mio solito autocontrollo. Forse avevo gridato, Liam e Niall si erano affacciati dalla porta della cucina, Louis era rientrato in casa e mi guardava in silenzio senza dire niente e intravidi Zayn fare capolino lungo le scale per poi sparire scuotendo la testa. Poco mi importava.
- Sam posso spiegarti -
- Sì ti prego, e sii convincente -
affermai con un tono più deciso
- Mi sono ubriacato, lo so non è una scusa, ma non ero in me e lei era lì e ci ha provato e io . . . Cazzo Sam, sono un ragazzo e prima di stare con te la mia vita era completamente diversa e non ho saputo resistere -
parlò agitando in aria le mani
- Se stare con me ti fa tanto schifo bastava dirlo, così non mi sarei innamorata di te e mi avresti evitato una colossale delusione -
dissi scuotendo la testa
- Non volevo dire questo. Stare con te è la cosa migliore che mi sia capitata -
disse per poi fermarsi
- Ti sei innamorata di me? -
chiese poi come se il resto della conversazione non fosse mai avvenuto
- Già, e sbaglio ogni volta. Ho sbagliato in passato e non ho imparato niente dai miei errori. -
- Sam io . . . -
lo fermai prima che potesse continuare
- Lascia stare. E' colpa mia, sapevo che stare con te non sarebbe stato facile. Sapevo che avrei dovuto competere sempre con il resto mondo e che non sempre sarei stata all'altezza della situazione. -
- E' il resto del mondo che non può competere con te. Ti dimostrerò che ti amo, e lo farò ogni giorno. Perchè è te che voglio e nessun'altra -
Sospirai, le sue erano solo parole e non cambiavano quello che era successo. Lui era stato con Alex. Lo vidi uscire dalla porta e chiuderla alle sue spalle salutando con un cenno della testa Louis e gli altri due ragazzi
che in silenzio erano tornai in cucina mentre io mi lasciai cadere sul divano. In pochi secondi Louis mi fu accanto e mi strinse fra le sue braccia
- Tu lo sapevi vero? -
dissi cercando di non piangere di nuovo
- Sì, e ti chiedo scusa per non avertelo detto. Per aver lasciato che fosse una foto a farti sapere la verità, ma per quello che vale non sono mai stato d'accordo con Harry e glielo ripetevo ogni giorno -
la sua voce era calda e protettiva e lasciai affondare la testa nel suo petto. Restammo stesi sul divano abbracciati fino a quando un urlo dalla cucina non ci divise
- Aiutooo! Cucchiaii -
Liam entrò in soggiorno afferrando Louis e nascondendosi dietro di lui. Non sapevo se ridere o prenderlo sul serio, quei quattro erano completamente fuori di testa ma la faccia di Liam era realmente terrorizzata
- Sam, ti prego falli sparire -
mi implorò, lo guardai allibita non sapendo bene come rispondergli. Come potevo buttare via i cucchiai, come pensava che avrei potuto mangiare una minestra o del gelato.
- Liam, sono solo cucc . . . -
- Nooo! Non nominarli -
- Come credi che potremmo mangiare che ne so, il gelato -
dissi allargando le braccia
- Con le forchette, io lo faccio sempre! Non è così difficile come sembra, ma ti prego falli sparire -
- Okay, va bene. Dammi solo il tempo di fare una doccia -
dissi in un sospiro. Era casa mia e già avevano cominciato a cambiare le mie abitudini. Mi trascinai al piano di sopra ed aprii la porta della mia stanza, sfilai la maglietta e la appoggiai sul mobile insieme ai pantaloncini verdi fosforescenti rimanendo in reggiseno e coulotte.
- Wow. Ora capisco perchè Harry si disperava dopo essersi fatto la rossa. -
mi voltai imbarazzata notando la figura di Zayn comodamente stesa sul mio letto con lo sguardo fisso su di me, gli mancavano solamente i popcorn e poi poteva tranquillamente affermare di trovarsi al cinema
- E tu che cavolo fai nella mia stanza -
dissi allargando le braccia
- Ehi, Liam e Niall si sono presi i due lettini della stanza accanto e in quella infondo c'è solo un letto matrimoniale. Non ho intenzione di condividere il letto con Louis, gli puzzano i piedi -
disse enfatizzando l'ultima parte sui piedi di Louis
- Dovrai sacrificarti per una notte -
conclusi avviandomi verso il bagno
- No. Il letto è mi piace e la visuale ancora di più -
disse ridacchiando, lo fulminai con lo sguardo
- Se non ti spiace vorrei fare una doccia -
- Mi stai invitando? -
disse beffardo
- Sì, ad uscire -
dissi con un sorrisetto chiudendo la porta alle mie spalle.
Lui era decisamente quello che mi avrebbe dato seri problemi in quella casa, l'unico che avrebbe messo a dura prova la mia pazienza.
Sbuffai chiudendo gli occhi lasciandomi accarezzare dalle calde goccie d'acqua che fuoriuscivano dal getto della doccia, ripensai ad Harry e non riuscii a trattenere le lacrime.





Haloa :3
Salve a tutte/i, sì ancora la mia stupida speranza di scrivere anche per qualche directioner. Questa volta vi ho fatto aspettare un pò di più, ma questi ultimi giorni sono stati davvero, davvero, davvero
impegnativi. Ho passato il weekend in compagnia di letteratura francese, latina ed inglese . . . . Senza aggiungere un meraviglioso fascicolo di anatomia ahahaha!
Questo capitolo mi ispira e non mi ispira, ci sono dei pezzi che mi piacciono parecchio e altri che invece non mi convincono moltissimo ma ormai è tempo di pubblicarlo ù.ù
Nella gif, Lou amoreggia con il suo amatissimo piccione, awww cheddolci ahahaha! Ieri i ragazzi sono partiti per l'America, avete visto le foto? Come erano dolci Louis ed Eleanor? *___*
E vogliamo parlare delle foto di Zayn insieme a Lux? Che meravigliaaaaa! Ma perchè dicono di amare così tanto l'Italia e poi non vengono a trovarci maiiii ç.ç Farò un reclamo ahahahaha!
Questo weekend è stato da cancellare, uno dei più brutti in assoluto . . . . . . . . . Bene, spero che il capitolo sia di vostro gradimento, mi farebbe piacere leggere le vostre recensioni perchè dalle visualizzazioni la
storia è più che seguita, e non vi ringrazierò mai abbastanza. Grazie ad Ale e Niniell che mi seguono sempre, un bacione e tantissimo amore per voi <3
Ma grazie anche a tutte le persone meravigliose che leggono la mia storia e a chi l'ha inserita fra le preferite,seguite e ricordate. Grazie di cuore!
PS: Questo era il vestito di Sam <3 
http://i.imgur.com/LB6d2.jpg
Vi ricordo il mio twitter, tanto ormai lo faccio in ogni capitolo ahahaha!
https://twitter.com/#!/fuckness_
































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Capitolo 13
*** 13. My loneliness is killing me, I must confess I still believe, when I'm not with you I lose my mind ***


One Direction My loneliness is killing me, I must confess I still believe, when I'm not with you I lose my mind

Mi strinsi nell'asciugamano fissando il mio riflesso allo specchio, ero sempre io eppure mi sentivo così diversa. Mi sentivo sola, sebbene in casa mia ci fossero quattro ragazzi, ma senza Harry avrei potuto trovarmi
nel mezzo di Piccadilly Circus e sentirmi comunque l'unica ragazza esistente sulla faccia della Terra. Afferrai la biancheria pulita, un reggiseno viola ed un paio di coulotte dello stesso colore e mi insultai profondamente quando realizzai di non aver preso nient'altro, avrei dovuto abituarmi alla presenza di quattro ragazzi in casa e non potevo continuare a girare mezza nuda per casa come se fossi ancora da sola,
specialmente dal momento che a Zayn piaceva bazzicare in giro per la mia stanza.
Aprii leggermente la porta spiando nella mia stanza che apparentemente era vuota, aprii maggiormente la porta e mi misi alla ricerca di un paio di pantaloncini comodi, afferrai dopo un'attenta ricerca, i pantaloncini
che avevo utilizzato nelle ore di ginnastica, erano viola come la biancheria ma avevano disegnata sul sedere una di quelle simpatiche superchicche, sì . . . non sarei mai cresciuta. E Molly era la mia preferita.
- Mmmh -
sentii una voce sexy inondare il silenzio della camera, mi voltai osservando lo sguardo di Zayn e mi affrettai ad indossare i pantaloncini
- Zayn cazzo, potresti anche bussare prima di entrare -
sbuffai guardandomi intorno alla disperata ricerca di una maglietta
- Sei sexy quando dici le parolacce -
disse ridacchiando, sbuffai ignorando la sua frase. Essere definita sexy da Zayn Malik non era un complimento, chissà a quante ragazze lo aveva detto e quante erano cadute nella sua trappola. Aprii un cassetto
e tirai fuori una canotta bianca infilandola anche se ormai, per la seconda volta, Zayn mi aveva vista in biancheria.
- Oh andiamo, saresti perfetta se solo ti lasciassi andare -
sentii la sua voce farsi più vicina, quasi sussurrare, mentre sentivo il suo fiato lungo il collo. Non mi voltai, probabilmente se lo avessi fatto mi sarei ritrovata attaccata alle sue labbra, e anche se ero stata la migliore
amica di Alex, questo non significava che ero uguale a lei. Okay, questa era cattiva ma infondo se la meritava.
- Zayn, cercherò di non ferire il tuo orgoglio. Ma puoi anche evitare di comportarti così, non verrò a letto con te. Non ti bacerò, e non farò qualsiasi altra cosa tu abbia in mente -
lo sentii ridacchiare e allontanarsi di qualche centimetro, quel poco che mi bastò per girarmi e guardarlo negli occhi. Il colore delle sue iridi era completamente diverso da quello di Harry, anzi era molto più simile al mio, erano di un colore cioccolato intenso e dovetti distogliere lo sguardo per concentrarmi sulle sue parole
- Ricordati le tue parole, voglio sentirtele sussurrare quando cadrai ai miei piedi -
disse buttandosi sul letto. Sinceramente, non capivo come mai il novanta per cento delle fan sbavasse dietro a questo concentrato di arroganza e presunzione quando il resto del gruppo era la perfezione formato
cantanti, a partire da Liam, a proseguire da Niall ed a finire da Louis. Harry era un caso particolare. Non si era schierato, a volte era una versione simpatica di Zayn, altre una versione antipatica degli altri tre.
Tornai in bagno per asciugarmi i capelli che successivamente raccolsi in una coda, quando uscii Zayn era ancora steso sul mio letto addormentato. Studiai i suoi lineamenti per qualche secondo e lo trovai perfetto,
certo, se avesse continuato a tenere la bocca chiusa per sempre. Il colore della sua pelle era più scuro rispetto a quello degli altri, più simile al mio, e finalmente realizzai quanto realmente potesse essere sexy.
Okay Sam, che cazzo stai dicendo? Sexy?
- Di questo passo, finirai per consumarmi -
disse senza nemmeno aprire gli occhi. Come diavolo aveva fatto a capire che lo stavo guardando
- Non ti stavo guardando -
mentii diventando rossa. Colpita e affondata.
- Non deve imbarazzarti. Lo fanno tutte, certo dopo essersi divertite con me. Se vuoi puoi sempre metterti al pari -
disse ridacchiando. Afferrai i pantaloncini verdi che avevo indossato quella mattina e glieli tirai in faccia
- Inziano tutte cosi, il passo successivo è il reggiseno -
disse aprendo gli occhi e fissandomi. Uscii dalla stanza lasciandolo ancora sghignazzante disteso sul mio letto. Afferrai il cellulare e lessi un messaggio di Harry.

Sentirti dire che sei innamorata di me mi ha fatto capire quanto grande sia stato il mio sbaglio. Ti amo Sam, voglio stare con te. Adesso e per sempre

Chiusi gli occhi, lo avrei perdonato? Certo, io ero Sam. La buona e vecchia Sam, chiunque mi avesse fatto del male l'avevo sempre perdonato e che cosa ne avevo ricevuto in cambio? Lo stesso trattamento iniziale,
la stessa pugnalata che però faceva meno male perchè in qualche modo ero preparata a riceverla nuovamente. Sentii qualcuno bussare alla porta ripetutamente, quando scesi vidi Liam e Louis intenti in una gara
a Mario Kart mentre Niall seduto sul divano sorseggiava coca cola e ingurgitava patatine alla paprika. Tutti e tre si voltarono verso di me e con un sorriso dissero in coro
- Hanno bussato -
quasi mi sembrava una barzelletta. Tre ragazzi che non si erano degnati di alzarsi e aprire la porta ma che pensavano di essersi resi utili avvisandomi che qualcuno stava ripetutamente bussando alla mia porta.
- Ma va? Grazie ragazzi -
dissi sarcastica e se Niall e Liam afferrarono la mia ironia, qualcun altro ancora convinto della sua utilità rispose
- Prego Sam -
lo guardai scuotendo la testa suscitando le risate di Liam e Niall. Quando aprii la porta, una chioma bionda fece il suo ingresso avvolta in un vestito estivo bianco a fiori rosa e la guardai divertita
- Non è meraviglioso? -
chiese ridacchiando facendo un giro su sè stessa.
- E' stupendo -
dissi abbracciando Hannah. Quanto mi era mancata.
- Oh Sam a proposito, c'è un piccione davvero inquietante sulla tua veranda. Nuovi metodi anti ladri? -
disse ridacchiando
- No, è Kevin. -
dissi sconsolata, la sua faccia rimase perplessa e le accennai brevemente al fatto che Kevin fosse il nome del piccione di Louis, quello che aveva visto sulla mia veranda. Quando entrammo in salotto i ragazzi divennero muti, nella stanza calò il silenzio, a parte il rumore delle patatine masticate da Niall.
- Ciao ragazzi. Io sono Hannah -
disse lei rompendo quell'atmosfera imbarazzante. Liam si alzò dal divano cordialmente e le porse una mano che strinse con delicatezza
- Liam, piacere di conoscerti -
disse in un sorriso. Poi fu il momento di Niall che si limitò a salutarla con un cenno della mano completamente ricoperta dalla paprika
- Io sono Niall -
disse tra una patatina e l'altra. Quando fu il turno di Louis, nessuno in quella stanza smise di ridere nemmeno per un istante. Si alzò dal divano buttando per terra il suo controller, suscitando alcuni insulti da parte di Liam che si precipitò per sistemare il suo danno, si avvicinò a noi con un sorriso che voleva imitare quello sexy di . . . . be avete capito di chi, ma tutto quello che ne uscì fu una smorfia e allungò la mano stringendo
quella di Hannah e facendo dondolare le loro mani su e giù senza accennare a volerla lasciare andare
- Louis, piacere di conoscerti. -
- Hannah, piacere mio -
rimasi a bocca aperta, aveva detto piacere mio? E lo aveva detto solo a Louis. Come poteva aver fatto colpo la goffaggine di Louis e non i modi da principe azzurro di Liam? Come potevano non aver fatto colpo
quegli splendidi occhi azzurri di Niall?
Mi sgranchii la voce
- Magari se le lasciassi la mano, potrebbe ancora pensare di tenerla per qualche anno. Sai com'è, due mani sono meglio di una -
dissi guardando prima Louis e poi Hannah
- Oh si, scusa -
disse passandosi una mano fra i capelli. Okay, Zayn dava lezioni di seduzione? Prima il sorriso, ora la mano fra i capelli . . . .
- Okay Louis, stai cercando di fare colpo sulla mia amica? -
chiesi inarcando un sopracciglio
- Eh? Come? Cosa? Io? -
cominciò a dire altre cose prive di senso per poi congedarsi con un sorriso ampiamente ricambiato da Hannah, la afferrai per un braccio
- Ma tu non stavi con Josh? -
- Sì, ma non per questo la cerchia delle mie amicizie deve chiudersi -
disse scrollando le spalle. Okay, aveva ragione, come sempre.
- E poi Louis è molto carino -
disse ridacchiando. Non potevo darle torto, di Louis si poteva dire tutto tranne che non fosse carino.
- Ti offrirei qualcosa da mangiare ma a quanto pare Niall mi ha svuotato la casa -
dissi ridacchiando notando un sorriso divertito sul volto di Hannah
- E io che speravo nel tuo ottimo bacon grigliato -
disse alludendo all'ultima volta che mi ero offerta di preparare la colazione e lei era stata male dopo aver provato il mio bacon
- Dai andiamo, ti offro la colazione -
dissi ridacchiando andando in salotto, Louis sollevò subito lo sguardo sorridendo a 32 denti
- Noi andiamo a fare colazione! -
annunciai
- Vengo anch'io -
urlò Louis scattando in piedi
- Ehi! Ma ti stavo stracciando -
brontolò Liam scuotendo il controller che aveva tra le mani
- Non dire queste cose davanti alle ragazze -
bisbigliò irritato Louis all'orecchio dell'amico
- Non è vero, lo stavo solo lasciando vincere -
disse passandosi una mano fra i capelli, di nuovo.
Afferrai una felpa ed uscii insieme ai miei due migliori amici ma rimasi come paralizzata quando vidi alla fine del vialetto Harry
- Noi intanto andiamo -
bisbigliò Hannah incamminandosi insieme a Louis. Raggiunsi Harry lentamente e mi fermai a pochi passi da lui. Mi sentii sollevata quando incontrai con lo sguardo i suoi occhi verdi, quegli occhi che mi erano mancati da morire, come se avessi vissuto senza poter respirare, senza aria nei polmoni. Ero ferita, ma amavo Harry più di quanto odiassi Alex.
- Sam, volevo chiederti se ti andava di . . . -
non lo lasciai terminare la frase che mi intromisi nel suo discorso
- Aspetta, devo dirti una cosa. Quando ho visto quella foto mi è crollato il mondo addosso, mi sono sentita una stupida per averti permesso di entrare nella mia vita e di occupare un posto privilegiato nel mio cuore,
ti ho odiato perchè con tutte le persone che potevi scegliere, sei andato a letto con Alex -
presi un attimo di pausa asciugandomi una lacrima, ma prima che potesse parlare ricominciai
- Ma per quanto io abbia potuto odiarti, stare senza di te mi fa stare peggio. Quando sono con te mi sento più leggera, più sicura di me e vorrei darti una seconda occasione -
- Non chiedo altro -
disse posando la sua mano lungo la mia guancia per asciugare le altre lacrime che erano comparse sulla mia pelle. Non servì a molto perchè pochi secondi dopo avevo ripreso a piangere più forte di prima e mi ero
stretta a lui, avevo respirato di nuovo il suo profumo e avevo baciato di nuovo le sue labbra, quelle labbra che mi erano mancate, quel sapore che da troppo tempo non sentivo mio.
Quando raggiungemmo Hannah e Louis al tavolo li guardai divertita, ridevano come due bambini lanciandosi bustine di zucchero sotto lo sguardo scocciato della cameriera bionda che sin dal primo giorno cercava
di fare colpo su Louis e guardandola non riuscii a trattenere una risata soddisfatta. Strinsi la mano di Harry guardando i suoi occhi e presi posto accanto alla mia migliore amica
- La giornata non poteva cominciare meglio -
affermò Louis stringendo a sè l'amico e scompigliandoli i capelli. Ridemmo tutti insieme e per un attimo mi sentii come Marissa Cooper quando insieme ai suoi amici ed al suo ragazzo trascorreva il tempo seduta
ad un piccolo tavolino di una caffetteria proprio come noi e concludeva o cominciava una giornata. Sì, eravamo senza dubbio noi i nuovi fantastici quattro.



Haloa :3
Ciao ragazze <3 Okay, avevo promesso credo via twitter che avrei postato questo capitolo molto prima e invece arriva solo oggi D: Vi chiedo enormemente scusa ma giuro che sono stata super impegnata con la scuola, ho dovuto studiare, studiare e ancora studiare. Per non parlare poi che la mia ispirazione era pari a zero e credo che lo avrete notato . . . . vabè insomma prometto di rifarmi con i prossimi capitoli.
Ho deciso di far tornare insieme Sam ed Harry, oggi mi sento particolarmente in vena romantica . . . Sarà perchè è tutta la mattina che ascolto Cannonball in versione Little Mix ed è meravigliosa *___* Io le amo!
Okay, mi farebbe davvero piacere sapere che cosa ne pensate di questa storia, in moltissimi la leggono perchè le visite aumentano ogni giorno ma in pochissimi mi dicono che cosa ne pensano e credetemi, vorrei davvero sapere aspetti positivi e negativi :D Nel frattempo, ringrazio come sempre Ale, Giada e Martina che hanno recensito lo scorso capitolo. Come sempre, tanto amore per voi <3
Inoltre, ringrazio chi legge la mia storia e chi l'ha inserita tra le ricordate/preferite/seguite ecc . . . .
Un bacio, al prossimo capitolo!
Vi ricordo il mio twitter? ahaha!
https://twitter.com/#!/fuckness_


































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Capitolo 14
*** 14. I've been looking for the answer somewhere (and) I couldn't see that it was right there ***


One Direction


- Che cosa vi porto ragazzi? -
la cameriera dalla folta chioma bionda si era avvicinata al tavolo sorridendo verso Louis
- Uova e salsiccia -
Louis ed Harry risposero in coro facendo scoppiare me ed Hannah in una fragorosa risata. L'alchimia che c'era fra quei due batteva di gran lunga quella fra me ed Hannah, o almeno ci faceva della sana concorrenza.
- Per me del bacon grigliato e delle uova -
l'occhiata che le due si scambiarono fu tutto tranne che amichevole, per un attimo provai una strana sensazione di paura, mi trovavo esattamente in mezzo a due bionde che erano pronte a dare il via ad una lotta
e temetti per la mia incolumità.
- Per me un caffè grazie -
dissi sperando che una volta presa la mia ordinazione avesse girato i tacchi ma così non fece, o meglio, prima di andarsene ancheggiando si sporse sul tavolo afferrando i menù mettendo in bella mostra il suo
davanzale. Harry girò lo sguardo per incontrare il mio e gli sorrisi. Louis al contrario era rimasto come incantato da quella vista e fui abbastanza certa che il suo urlo fu dovuto al calcio che Hannah gli sferrò da sotto al tavolo
- Ma che ti prende? -
le chiese massaggiandosi la gamba
- Oh niente, mi prudeva l'alluce -
scoppiai a ridere. Le prudeva l'alluce? Persino Louis non sembrò convinto da quella risposta, tanto che cominciò a ridacchiare
- Non è che per caso sei gelosa? Se è così puoi dirlo, giuro che non la guardo più -
disse guardando Hannah negli occhi e quasi istintivamente io ed Harry ci girammo verso di lei curiosi di sapere quale sarebbe stata la sua reazione
- Chi? Io? Gelosa di quella bionda ossigenata con le tette di plastica? Ma figurati, mi prudeva l'alluce! Non ti è mai capitato? -
disse scrollando le spalle e scoppiando in una risatina isterica
- Odio le bionde -
grugnì sommessamente ma le sue parole raggiunsero le orecchie di Louis che ridacchiò rispondendole divertito
- Anche tu sei bionda -
Hannah contrasse il viso in una smorfia
- Sì, ma io sono una bionda bella. E le mie tette non sono di plastica -
Harry e Louis risero divertiti
- Han ma che cavolo stai dicendo? -
- Non lo so, aiutami -
disse implorandomi ridacchiando. Ecco nuovamente che la bionda raggiunse il nostro tavolino con in mano le ordinazioni di Louis ed Harry, quando si avvicinò ad Harry la fulminai con lo sguardo e quello le fu sufficiente per capire che non avrebbe dovuto nemmeno provarci con lui perchè l'avrei incenerita all'istante, aggirò Harry infilandosi fra le sedie dei ragazzi e si chinò accanto a Louis appoggiando la sua ordinazione
- Porta i tuoi galleggianti lontano da lui pu . . . -
la bionda alzò lo sguardo verso Hannah ma le tappai la bocca prima che finisse la sua frase
- Puella che non sei altra. Le piacciono i latinismi -
dissi sorridendo sperando di averla convinta. Abbozzò un sorriso e tornò verso il bancone
- Latinismi? E che diavolo sono? -
chiese sgranando gli occhi
- Lascia perdere -
dissi ridendo
- Okay, hai seriamente intenzione di devastare la mia vita sessuale? -
disse Louis allargando le braccia
- Ti faccio vedere io cosa ti rovino se guardi ancora quelle boe galleggianti -
scoppiammo tutti in una risata finchè questa volta non si avvicinò un cameriere al nostro tavolo consegnando a me ed Hannah le nostre ordinazioni. Ci mostrò un ampio sorriso prima di voltarsi e raggiungere la sua collega dietro al bancone.
- Bel culo eh il cameriere? -
disse Hannah dandomi una leggera gomitata prima di urlare anche lei
- Ma che diavolo ti prende? -
chiese ringhiando verso Louis
- Oh niente, mi prudeva l'alluce -
disse allargando le braccia.
Scoppiai a ridere scuotendo la testa, quei due sembravano fatti l'uno per l'altro.
Lanciai una rapida occhiata all'orologio che portavo al polso e realizzai di essere in ritardo per il lavoro, finii in fretta il caffè e mi congedai
- Ci vediamo più tardi, devo andare -
- Oh andiamo Sam mi abbandoni qui? Così? -
disse Hannah fingendosi dispiaciuta
- Han, non farmi dire quello che sto pensando -
disse ridacchiando. Era lei che l'avrebbe passata liscia per un ritardo perchè stava con Josh, non la sottoscritta.
Hannah ridacchiò mandandomi un bacio con un cenno della mano, lasciai un bacio sulle labbra di Harry che mi seguì con lo sguardo fino a quando non scomparii dietro l'angolo. Ero sola con i miei pensieri.
L'avevo perdonato, era una scelta dettata dal cuore perchè la ragione non faceva altro che urlarmi e sbattermi in faccia le foto di Harry e Alex. Sarei riuscita a fidarmi di Harry di nuovo?
Fu con quell'interrogativo che trascorsi l'intera giornata servendo cocktail, panini e caffè. E dopo un'intera giornata non ero riuscita a darmi una risposta. Mi diressi verso il retro del locale concedendomi i miei dieci
minuti di pausa e mi lasciai scivolare lungo il gradino della piccola scalinata appoggiando la testa alla ringhiera. Ero certa che perdonarlo mi avrebbe fatta stare meglio eppure perchè continuavo a sentirmi vuota,
perchè avevo ancora più dubbi ed incertezze di prima?
- Brutta giornata? -
la voce di Josh mi sorprese alle spalle, mi voltai abbozzando un sorriso
- Mi hai fatta spaventare -
dissi sorridendo
- Oh scusa, non era mia intenzione -
disse sedendosi accanto a me.
- In realtà non proprio, sono tornata insieme ad Harry -
Josh sapeva quello che avevo passato, tutte le volte che durante l'assenza di Harry era rimasto a casa mia insieme ad Hannah ne avevamo parlato per ore e mi aveva sempre detto la sua opinione
- Sam sai come la penso -
disse piegando la testa verso di me fissandomi con i suoi intensi occhi di colore azzurro, forse anche più azzurri di quelli di Niall
- Sì lo so, tu non tradiresti mai la tua ragazza e non lo avresti mai perdonato -
- Esatto. Se lo ha fatto una volta chi ti dice che non lo farà una seconda? -
già, chi me lo poteva assicurare. Si sà che il lupo perde il pelo ma non il vizio e sappiamo tutti com'era la vita di Harry prima che arrivassi io.
- Non lo so. Sento di aver fatto la cosa giusta, insomma lo amo dovrà pur significare qualcosa -
dissi appoggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia
- Però non sei felice, non come lo eri prima almeno. Anche questo vuol dire qualcosa -
- Vorrei solamente che tutto tornasse come prima, vorrei non aver mai preso quel dannato aereo -
lo avevo detto davvero. In altre circostanze avrei detto che fosse stata solo la rabbia a farmi dire quelle parole ma in realtà sapevo che almeno una parte di me quelle cose le pensava davvero.
Prendere quell'aereo che cosa aveva portato? Mi aveva avvicinata a mia zia per farmela perdere poco tempo dopo, mi aveva allontanata da Amanda, mi aveva fatto conoscere un ragazzo, ero finita con l'innamorarmi di lui e come al solito la storia finiva che a rimanere fregata ero sempre io. Prendere quell'aereo è stato solo un grosso sbaglio. Certo, se non lo avessi fatto adesso non avrei conosciuto Hannah e probabilmente
Alex sarebbe ancora la mia migliore amica. Ma non cambiava molto le carte in tavola.
- Se non avessi preso quell'aereo, credo che mi sarebbe dispiaciuto non fare la tua conoscenza -
disse sorridendo passando un braccio lungo le mie spalle.
Il resto della giornata trascorse molto rapidamente, arrivava il bel tempo anche qui in Inghilterra e la gente preferiva trascorrere un pò di tempo al mare e questo era positivo, almeno non avrei dovuto sgobbare
tutto il giorno per servire ai tavoli.
Quando tornai a casa la trovai vuota, attaccati al frigorifero c'erano un paio di fogliettini, uno bianco di Louis con scritto che andava a casa di Harry ed uno giallo di Niall e Liam che invece dicevano che avrebbero cenato fuori. Perfetto, ero rimasta solamente io e avrei potuto godermi la tranquillità che mi era stata rubata, con buone intenzioni, da quei quattro ragazzi.
Presi una pizza dal congelatore e la appoggiai sul tavolo della cucina in attesa che si scongelasse per infilarla nel forno quando sentii il rumore di un vaso rotto provenire dalla sala seguito da un'imprecazione
- Fanculo -
inspirai a fondo imponendomi di restare calma, mi guardai intorno in cerca di qualcosa che potesse rappresentare un'ottima arma da difesa e trovai un mattarello nascosto dietro al forno a microonde, lo afferrai e mi
affacciai in soggiorno ma non vidi niente se non pezzi di vaso sparsi per tutta la moquette
- Ma che cazzo stai facendo? -
urlai dalla paura voltandomi alle mie spalle, Zayn era in piedi dietro di me con stampato sul volto un sorrisetto divertito
- Mi hai fatto perdere dieci anni di vita -
dissi abbassando l'arma.
- Dovevi vederti, eri davvero convinta di poter stendere un ladro con il mattarello? -
chiese ridacchiando indicando l'oggetto che stringevo fra le mani
- Ci avrei provato -
dissi cercando di prendere le mie parti, in effetti aveva ragione, avevo scelto l'arma migliore da scagliare sulle tempie di un possibile ladro
- Che cosa ci fai a casa? -
gli chiesi superandolo e ritornando in cucina
- Non avevo voglia di uscire con i ragazzi -
disse lasciandosi cadere con molta eleganza su una sedia
- E poi, perchè uscire con loro quando posso restare a casa con te -
il tono della sua voce era calato, quasi poteva essere definito un sussurro sexy che per un attimo mi fece rabbrividire.
- Ah, divertimento assicurato allora -
dissi scuotendo la testa
- Queste sono le parole che voglio sentire -
disse con un sorrisetto. Scossi la testa senza nemmeno guardarlo, uscii una seconda pizza dal congelatore e nel frattempo infilai la prima nel forno prendendo posto di fronte a Zayn che aveva preso a fischiettare
il ritornello di una delle loro canzoni, non chiedetemi quale fosse . . . a malapena riesco a riconoscerle. Passai una mano fra i capelli sistemandoli e tamburellai con le unghie sul tavolo guardando un punto non ben definito del  muro della cucina, il silenzio cominciava a farsi imbarazzante.
- L'hai perdonato allora -
disse infine rompendo il silenzio, i suoi occhi marrone intenso erano fissi nei miei e dovetti abbassare lo sguardo, non era la prima volta che mi succedeva, lo sguardo di Zayn era penetrante come se potesse
leggere ogni mio più intimo segreto.
- Già . . . -
dissi cercando di sorridere, non volevo che passasse un messaggio sbagliato. Avevo perdonato Harry perchè mi sentivo di farlo, perchè lo volevo accanto a me eppure ora che l'avevo di nuovo al mio fianco sentivo
che insieme a lui vi era un'ombra, una forte paura di perderlo, la paura di non essere abbastanza per lui, la paura di ritrovarmi nuovamente ad essere tradita ed a sbandierare la mia vita privata ai quattri venti.
Non era come la prima volta, d'altronde niente lo è una volta che la fiducia è andata perduta.
- Non mi sembri entusiasta -
commentò improvvisamente serio, aprii la bocca per rispondere ma non riuscii a proferire parola, rimasi in silenzio e rialzai lo sguardo incontrando i suoi occhi. Fu in quel momento che realizzai che Zayn non voleva esattamente una risposta, la sua non era una domanda, bensì un'affemazione.
- Hai deciso di dormire con Louis? Perchè io ho intenzione di dormire nel tuo letto -
disse cambiando discorso. Lo guardai sospirando, non sarei mai riuscita ad averla vinta con Zayn Malik, aveva deciso che avrebbe dormito nel mio letto dal primo momento che aveva messo piede in casa mia e lo avrebbe fatto, fosse stata anche l'ultima cosa al mondo che avesse fatto.
- Sì, la tua è solo una scusa -
dissi scuotendo la testa
- Oh no. Fidati, i piedi di Louis puzzano davvero. -
disse ridacchiando. Le pizze non ci misero molto ad essere pronte e mangiammo in silenzio. Ogni tanto sollevavo lo sguardo nella sua direzione ed osservavo i suoi lineamenti abbastanza marcati, le sue labbra, i suoi denti perfetti; ma lo riabbassavo subito cercando di non essere scoperta da Zayn. Mi accorsi però che i miei tentativi erano stato inutili quando incontrai il suo sguardo e notai che sorrideva divertito e soprattutto compiaciuto. Brava Sam, Jennifer Garner in Alias ti fa un baffo.
- Allora . . .  buonanotte -
dissi appoggiando il piede sul primo scalino e voltandomi verso Zayn che a pochi centimetri da me era appoggiato lungo il muro. Si avvicinò posandomi un leggero bacio sulla guancia, al contatto con le sue labbra calde e leggermente umide socchiuse gli occhi e lo sentii sussurrare al mio orecchio
- Buonanotte, anche se senza di me non sarà buona per niente -
disse per poi allontanarsi dirigendosi verso il divano in salotto sul quale lo vidi gettarsi con poca grazia. Raggiunsi la stanza di Louis subito dopo aver infilato una canotta ed un paio di pantaloncini corti, mi infilai sotto le coperte e chiusi gli occhi addormentandomi.
Quando mi svegliai mi accorsi che i ragazzi erano rientrati, Louis era steso accanto a me con una mano che penzolava dal letto mentre la faccia era completamente schiacciata sul cuscino. Istintivamente annusai l'aria
e mi accorsi che sebbene non fosse così forte come mi era stato descritto, l'odore dei suoi piedi non era certamente gradevole. Ridacchiai da sola divertita da quel pensiero, ma come se l'odore non bastasse posso aggiungere che Louis russava talmente forte che il letto quasi tremava. Sollevai lo sguardo sul soffito dove vi era riflesso l'orario della sveglia che segnava le 2.40 del mattino . . . Provai a chiudere gli occhi e cercare di addormentarmi ma con scarso successo. . . . non ero mai riuscita a dormire con accanto una persona che non mi dava pace nemmeno per cinque minuti, il tempo necessario per ritrovare il sonno perduto . . . Mi alzai sconfitta e mi trascinai davanti alla porta della mia stanza, indugiai qualche secondo prima di afferrare la maniglia ed aprire la porta. Entrando e stendendomi accanto a Zayn non avrei fatto altro che aumentare il suo già sproporzionato ego, ma d'altronde non avevo altra scelta, Liam e Niall dormivano in un letto ad una sola piazza ed il divano non era una scelta molto allettante. Sospirai ed entrai nella camera, era completamente buio, non vi era nemmeno una piccola lucina. Io ero terrorizzata dal buio, non ero mai riuscita a dormire circondata da così tanta oscurità. Cercai il letto e una volta afferrate le lenzuola le sollevai infilandomi nel letto,
notai la figura di Zayn emettere un suono indecifrabile e girarsi verso di me.
- Lo sapevo che saresti venuta -
dissi infine ancora addormentato
- Non è per te Zayn, è Louis che è una pessima compagnia -
dissi chiudendo gli occhi
- Certo, come preferisci Sam -
disse avvicinandosi, sentii il suo braccio muscoloso accarezzare il mio fianco e appoggiarvisi sopra. In altre circostanze lo avrei afferrato e sbattuto dall'altra parte del letto eppure quel calore era così piacevole che
non trovai nemmeno la voglia di allontanarlo da me.






Haloa :3
Salve ragazze <3 Credo di aver ritardato di un giorno e spero possiate perdonarmi :D Ma è stato un weekend molto intenso, ho avuto le prove tutti i giorni e oggi ho provato tutta la mattina e concluso la giornata con lo spettacolo, vi dico solo che sono tornata a casa alle 20.00 dalle 8.00 che ero fuori di casa D: Dire che sono distrutta è dire poco xD Per fortuna il capitolo era quasi pronto, ho dovuto scrivere solo il finale del quale non sono pienamente soddisfatta ma era l'unica cosa decente che sono riuscita a formulare xD Dai ragazze, manca pochissimo alla fine della scuola . . . . Il 10 Giugno festeggerò tutto il giorno! AHAHAHA!
Avete visto le gif su Louis ed Eleanor a NY? Come sono belli? *________* Poi vabè lei è meravigliosa e la sua maglietta, per quanto semplice, è meravigliosa xD
E che dire della gif? Cioè Hazza e Zayn si commentano da soli! AHAHAHAHAHA!
Dunque, parlando del capitolo, c'è un LIEVISSIMO avvicinamento con Zayn, ma Harry e Sam non sono mica morti come coppia, anziii! Non ho ancora ben deciso come arrivare alla fine, ma bene o male in qualche modo ci dovrò arrivare :D Ma è presto ancora per parlare di finale, sempre se la storia non vi ha già annoiate abbastanza ù.ù
Scappo, giuro che sono distrutta! Un bacio e tanto amore alle mie solite ragazze preferite che recensiscono ogni capitolo <3
Amore anche a chi legge semplicemente la storia, ma sappia che se vuole recensire la sua opinione è sempre ben gradita, e a tutti colore che hanno inserito la mia storia fra le preferite/seguite e ricordate!
Baciiiiiiiiiiiiiiiiiii! Oggi niente twitter, sono troppo pigra per fare copia e incolla, tanto lo trovate in quasi tutti gli spazi dell'autrice dei capitoli precedenti.
AAAAAAAAAAAAAHHH, DIMENTICAVO! Quante di voi stanno aspettando con ansia domani per prendere il DVD? Io corro in libreria subito dopo la scuola AHAHAHA! Baciiiiiii e Amoreeee <3



























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Capitolo 15
*** 15. And I swear you're just like a pill, instead of makin' me better you keep makin' me ill ***


One Direction And I swear you're just like a pill, instead of makin' me better you keep makin' me ill

Aprii gli occhi controvoglia accompagnando il tutto con un sonoro sbadiglio. Lo confesso, dormire era il mio passatempo preferito, ogni estate quando finalmente arrivavano le mie meritate vacanze le passavo a poltrire nel letto e quando mia mamma mi svegliava perchè era tardi sosteneva lei, passavo dal letto al divano riprendendo il mio ozio giornaliero. Adesso però c'era il lavoro che mi impediva di trascorrere le mie giornate nel migliore dei modi. Cercai di sollevarmi ma le mie gambe erano bloccate da una terza gamba che giaceva a peso morto circondando la mia gamba destra. Eppure ero sicura di avere avuto sempre due gambe. Mi voltai e fu in quel momento che mi ricordai di avere Zayn al mio fianco, dormiva ancora con le labbra leggermente dischiuse. Credo di averlo già detto prima, o quanto meno di averlo pensato, ma era dannatamente bello quando dormiva, certo non che da sveglio facesse una brutta figura. Infilai una mano sotto alla coperte e raggiunsi la sua gamba, cercai di spostarla senza svegliarlo ma non appena riuscii a divincolarmi dalla sua morsa, ecco che il suo braccio circondò il mio petto. Sospirai, era una guerra persa in partenza con Zayn.
- Zayn -
dissi scuotendo il suo braccio, la sua unica risposta fu un lamento seguito da un movimento della testa che si appoggiò nello spazio fra il mio collo e la mia spalla.
Sospirai, andiamo Zayn.
- Zayn -
dissi cercando di uscire dalla sua morsa
- Sto dormendo -
disse e sentii il suo fiato lungo il mio collo e fui percorsa da un lungo brivido
- Non è vero, mi hai appena risposto -
dissi ridacchiando
- Sto dormendo e mi stai disturbando -
disse sistemandosi meglio sulle mia spalla
- Chiama quel tipo, come si chiama Shosh, Gosh -
- Josh . . . -
dissi infine
- Eh lui, digli che non puoi andare a lavoro, che sei troppo occupata a condividere il letto con me -
Raccolsi tutte le forze che avevo in corpo e riuscii finalmente a spostarlo mi alzai di scatto
- A volte mi domando se tu un cervello ce l'abbia -
- E? -
- E la risposta è no! Perchè quando Dio li distribuiva tu stavi . . . -
non mi lasciò terminare la frase che si intromise
- Stavo facendo sesso con una bella bionda dalle tette grosse e più simpatica di te -
- Non era esattamente quello a cui stavo pensando ma se preferisci la tua versione va bene uguale -
dissi scrollando le spalle
- E io non sono antipatica -
dissi alzandomi dal letto cogliendo una risatina da parte di Zayn. Sentii la sua mano afferrare con una presa decisa il mio polso e ricaddi sul letto, Zayn era a due centimetri dal mio viso e percepivo perfettamente
il ritmo del suo respiro, il battito del suo cuore e stranamente erano entrambi accelerati, fin troppo per appartenere a Zayn Malik.
I suoi occhi intensi erano fissi nei miei e si affrettava ad accorciare le distanze fra di noi centimetro dopo centimetro. Lo ammetto, per qualche istante pensai al sapore delle sue labbra, a quanto morbide potessero essere, al profumo della sua pelle, ma qualcosa in me mi riportò alla realtà, era sbagliato. Io stavo con Harry, e sebbene avesse sbagliato ero certa che valesse almeno una dozzina di volte più di Zayn.
- Devo andare a lavoro -
dissi infine allontanandomi dal suo viso, il volto di Zayn era privo di espressione, se l'aspettava e probabilmente si stava domandando come mai ci avessi messo così tanto ad allontanarmi da lui. E quella era esattamente la stessa domanda che mi stavo ponendo anch'io.
Indossai una canotta nera che terminava lungo le cosce come pantaloncini, una giacchetta rossa, degli shorts di jeans strappati, calze nere lunghe fino al ginocchio ed un paio di scarpe comode. Scesi di corsa al
piano di sotto dove trovai i ragazzi intenti a fare colazione, li salutai rapidamente ed uscii. Quella mattina l'aria inglese era fredda, molto più fredda del solito, in cielo c'erano dei grossi nuvoloni grigi che minacciavano pioggia da un momento all'altro e accelerai raggiungendo a passo svelto la caffetteria. Hannah era già ai tavoli e quando mi vide entrare si girò sorridente e quando le passai di fianco mi strizzò l'occhio
- Come siamo sexy questa mattina -
disse ridacchiando. Non capii se parlava sul serio o se il suo fosse un semplice commento ironico al mio abbigliamento, ma non vi prestai troppa attenzione. In pochi minuti indossai l'uniforme e raggiunsi la mia amica
nel grande salone
- Avvisami se vedi Josh, sto cercando di evitarlo -
mi bloccai con in mano il block notes e la fissai per qualche secondo
- E per quale motivo staresti cercando di evitarlo? -
notai un lieve rossore comparire sulle sue guancie chiare e sorrise
- L'ho lasciato ieri pomeriggio e poi ieri stavo tornando a casa e ho incontrato Louis ed ecco, be sì noi . . . -
cominciai a ridere come se la mia amica avesse appena raccontato una delle più belle barzellette del mondo tanto che lei mi guardò quasi arrabbiata
- Dov'è che trovi esattamente il lato divertente della storia? -
inarcai un sopracciglio cercando di farle capire che Josh era appena comparso alle sue spalle
- Buongiorno ragazze -
disse svelto, per la prima volta non si era fermato, non aveva regalato a nessuna delle due il suo meraviglioso sguardo, il suo sorriso. Niente, solo un rapido saluto.
- Cazzo Sam, sei pessima -
disse ridacchiando
- Sei tu che parli a macchinetta, se mi avessi lasciato il tempo per dirtelo lo avrei fatto -
risposi tirandole un colpetto sulla spalla
- Comunque, cos'è che avete fatto esattamente tu e Louis? -
ripresi il discorso che Hannah aveva lasciato incompleto
- Ci siamo baciati. Ed è stato così . . .  così . . . -
- Romantico? -
- Be non proprio, conosci Louis. Stava andando da Harry e . . . -

Hannah aveva appena lasciato Josh in piedi davanti al locale, era stata gentile come sempre ed era stata forse questa sua gentilezza ad aver ferito il ragazzo ancora di più.
- Josh, sei un ragazzo meraviglioso. Un principe azzurro direi . . . ma vedi quando sto con te dovrei provare mille farfalle nello stomaco, dovrei arrossire ad ogni tuo gesto, dovrei sentire un brivido
ogni volta che la tua mano sfiora la mia pelle. E questo purtroppo non succede, e la colpa è mia. Meriti una ragazza che sappia apprezzarti. Spero che un giorno, quando ne avrai voglia, potremmo restare amici perchè sei la persona più meravigliosa che io abbia mai conosciuto -
lasciò una lieve carezza sulla guancia del ragazzo allontanandosi con gli occhi lucidi. Sapeva che ci sarebbe voluto del tempo per diventare amici, ma lei infondo ci sperava. Josh era un ragazzo perfetto e si sarebbe odiata di aver perso una persona fantastica come lui.
Ma Louis le aveva rubato il cuore, era esattamente l'opposto di quel ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri e dai modi da principe azzurro, Lou era goffo e rideva sempre, non era romantico, o almeno non lo era mai stato fino a quel momento, gli sudavano le mani ogni qual volta era insieme ad Hannah, la voce quasi gli tremava quando provava a dire una frase seria ma nessuno lo ascoltava. Ed ogni volta che Hannah incontrava quegli occhi azzurri, provava una sensazione indescrivibile, diversa dalle farfalle nello stomaco, perchè quello che si agitava dentro di lei era un Rocky Balboa pronto a scagliarsi nel ring contro il suo avversario. Fremeva, aveva voglia di stare accanto a lui, di accarezzare i suoi capelli e di perdersi tra le sue labbra.
E poi, come un fulmine a ciel sereno, lo aveva visto attraversare le strada e percorrere canticchiando un breve tratto di marciapiede prima di fermarsi davanti al vialetto di casa Styles per firmare alcuni autografi a delle piccole fan ferme accanto a lui. Questo era il lato che più apprezzava in lui, regalava un sorriso a chiunque, e lo faceva col cuore, anche se la sua giornata era stata la più brutta della sua vita. Dovette confessarlo, rimase tutta la sera fuori dalla casa di Styles insieme ad un gruppo di fan e quando finalmente Louis uscì da quella porta rossa il cuore si fermò per qualche secondo. Si allontanò dalle fan e si avviò verso casa di Sam e proprio lì, camminando come se niente fosse, incontrò Louis
- Hannah -
fu lui a salutarla per primo andandole incontro con un grande sorriso
- Louis -
aveva risposto nervosamente. L'avrebbe scoperta?
- Mi stavi aspettando? -
disse ridacchiando. La sua era una semplice battuta eppure per pochi istanti pensò che il ragazzo avesse capito qualcosa
- Ma ti pare che passo il mio tempo ad aspettare te? -
rispose in una risata. Sì, stupida. Lo hai appena fatto.
- Scusa. -
disse sorridendo
- E' che ho avuto una brutta giornata e sono un pò stanca -
aggiunse la ragazza. Ecco comparire di nuovo quel sorriso. Respirò a fondo cercando di trovare un pò di calma.
- Mi dispiace, posso fare qualcosa? -
Lou era sincero, come sempre. I suoi occhi non smettevano di cercare quelli di Hannah e quando li trovò la ragazza disse semplicemente
- Sì -
per poi avvicinarsi a lui ed assaporare il sapore di quelle labbra che fino a quel momento aveva solamente potuto immaginare.

Quando finalmente Hannah finì il suo racconto dettagliato non riuscii a non sorridere per tutta la giornata. Ero così felice che le cose fossero perfette per lei e Louis, infondo se lo meritavano entrambi. Mi sentivo in colpa per Josh, infondo se Hannah e Louis si erano conosciuti, un pò, era anche a causa mia. Ma avevo fin troppe cose per la testa per le quali sentirmi in colpa e Louis ed Hannah non rientravano in quella categoria.
- Secondo te cosa devo mettere stasera? Elegante oppure casual? -
disse appoggiandosi al suo armadietto
- Dove ti porta? -
chiesi infilando i pantaloncini di jeans e slegando i capelli che avevo tenuti raccolti in una coda
- Cena e poi bowling -
disse sorridendo. Il bowling non era certa il mio tipo di appuntamento preferito ma Hannah sembrava essere al settimo cielo, o era uguale a Louis oppure era talmente presa da lui che non si era accorta di dove Louis intendesse portarla.
- Non troppo elegante, nè troppo casual. -
- Grazie Sam. Sei stata davvero d'aiuto -
disse ridacchiando. Cosa pretendeva, aveva chiesto consigli di moda ad una che di moda non capisce nemmeno l'alfabeto. Afferrai il telefono dalla borsa e lessi rapidamente un messaggio da parte di Harry
" Potrei passare la serata in compagnia della mia fidanzata? "
un sorriso comparì automaticamente sulle mie labbra, no. L'era di Harry non era mai finita, altrimenti il suo messaggio non mi avrebbe fatto quell'effetto, le sue parole non mi avrebbero messa di buon umore
" Non vorrai portarmi al bowling "
risposi ridendo. Harry e Louis erano migliori amici dal primo giorno che si incontrarono e fui certa che così come Hannah aveva raccontato a me la sua versione, Louis aveva fatto altrettanto con il suo migliore amico
" No babe, non parli con Louis Tomlinson. Ho in mente piani migliori. Passo a prenderti alle 20.00. "
lessi rapidamente il messaggio e lanciai il telefono nella borsa.
- Buonaserata Han. Sappi che domani voglio un resoconto dettagliato -
dissi passando accanto a lei
- Molto dettagliato -
sussurrai divertita lasciando la bionda ridere alle mie spalle. Attraversai Holmes Chapel in silenzio, le strade erano deserte. Evento più unico che raro da quando i ragazzi avevano messo piede in città.
Quando imboccai finalmente il vialetto di casa tirai un sospiro di sollievo, vedere quella porta gialla così familiare mi dava una sensazione di familiarità, di benessere e da quando i ragazzi abitavano con me, persino di felicità. Erano ancora lei cinque quando togliendo solamente la giacca rossa mi lasciai cadere sul divano accanto a Liam che mi strinse in un abbraccio. Mi accoccolai sulla sua spalla e rimanemmo così a guardare
un cartone animato che davano in televisione.
- Come siamo sexy . . . -
aveva detto Zayn con un tono seducente tanto da attirare non solo la mia attenzione ma anche quella di tutti gli altri ragazzi
- Dacci un taglio Zayn. -
La voce di Louis era decisa e guardava Zayn dritto negli occhi
- Le ho solo fatto un complimento -
disse il moro allargando le braccia con un sorrisetto spavaldo.
- Okay, finiamola tutti quanti -
disse infine Niall sedendosi accanto a me sgranocchiando dei pop corn.
Eravamo una famiglia, ci volevamo bene e come tutte le famiglie del mondo anche noi litigavamo. Ma non avrei scambiato quei quattri ragazzi per nessun'altra cosa o persona al mondo.





Haloaaaa :3
Ciao ragazzeeeee! Come state??? 4 giorni, non pensavo di metterci tanto ma alla fine tra una cosa e l'altra sono passati ben 4 giorni ù.ù
Ultimamente non ho proprio delle grandissime notizie, non così importanti da riempire lo spazio dell'autrice xD La scuola mi sta distruggendo e così il cercare di recuperare quante più materie possibili.
Sondaggio: Promosse, Bocciate o Rimandate? :D Nel mio caso, all'80% ci sarà il debito ç.ç
Passando al capitolo . . . . be come avrete notato c'è stato uno sviluppo molto interessante per Hannah e Louis. Hannah che finalmente (?) ha lasciato Josh ed ha baciato Louis. Quindi possiamo dire che ormai quei due stanno insieme ù.ù Zayn? Ve gusta? A me sì ù.ù ahahahahahahahaha!
Credo che il prossimo capitolo sarà abbastanza concentrato sulla coppia Harry e Sam ma non avendolo ancora scritto, non posso dire granchè ù.ù Il bello di non aver scritto i capitoli è che così non posso dare spoiler sicuri ma solo idee campate in aira che sono soggette a continui cambiamenti in base al mio umore ahahahahahahaha!
Che ne pensate della gif? ù.ù Zayn con i guantoni di Hulk è fantastico ahahahahahaha!
Altro sondaggio: preferite Zayn o Harry? ù.ù
Lo scorso capitolo è arrivato a 4 recensioni *-* WOOOW (mi sento molto Cassie in Skins xD)
Ben 32 persone hanno inserito la mia storia tra le seguite, altre 17 fra le preferite e 3 fra le ricordate. Grazie di cuore <3
questo è il vestito sexy (?) di Sam :D
http://i.imgur.com/Tv5gC.jpg
questo è il mio twitter:
https://twitter.com/#!/Youngthegiant__




































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Capitolo 16
*** 16. Sometimes I want my taking changes everyone before ***


One Direction Sometimes I want my taking changes everyone before

Alle 19.00 in punto salutai i ragazzi per rifugiarmi nella mia stanza
- Non capisco perchè voi ragazze dobbiate prepararvi sempre con un'ora d'anticipo -
aveva detto Niall ridacchiando. Certo, quando parlavi con i ragazzi si lamentavano sempre del fatto che le ragazze passavano ore in bagno, che non sapevano mai quale vestito scegliere, che preferivano vederle senza trucco e con i capelli raccolti in una coda. Certo . . . peccato però che quando poi vedevano il lavoro finito nessuno osava pronunciare nuovamente tutte quelle stronzate. I ragazzi e la loro coerenza.
Entrai nella mia stanza spalancando l'armadio, Harry non mi aveva dato molti indizi ma aveva escluso il bowling perciò decisi di accantonare l'idea di un paio di jeans e maglietta. Notai un vestito nero con vari ricami
che lasciava la schiena scoperta e lo presi fra le mani, troppo elegante?
- Non devi mica incontrare la regina -
borbottò Zayn alle mie spalle. Mi voltai spaventata, possibile che dovesse sempre farmi spaventare in quel modo?
- Mi hai spaventata -
dissi guardando il vestito, lui non disse nulla si limitò a ridacchiare divertito per poi buttarsi con molta grazia sul letto. Sollevai il vestito facendoglielo vedere
- E' troppo elegante? -
- No, è troppo per Harry. -
disse semplicemente. Lo guardai non sapendo esattamente che cosa dire, esprimeva giudizi continui su Harry ma da quello che potevo notare lui non era certo migliore di Harry.
- Non sei tanto meglio di lui lo sai. -
- Ma io non sto con te -
lo vidi alzarsi leggermente per appoggiare il suo peso sui gomiti. Seconda volta che riusciva a spiazzarmi.
- In Italia si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio -
dissi scrollando le spalle
- Che cosa vuol dire? -
- Che anche se stessi con me non perderesti il vizio di farti una diversa ogni sera -
dissi riponendo il vestito nell'armadio.
- Probabile. Harry però ti ha dato la certezza, insomma . . . non è lui che è andato a letto con la tua migliore amica o sbaglio? -
sentii una fitta al cuore, quelle parole erano taglienti come la lama affilata di un coltello.
- Andiamo, lo sappiamo entrambi che non hai dimenticato. Fai finta di niente, fai finta che non sia mai successo. Ma basta che una persona te lo ricordi per farti stare male -
- Smettila Zayn -
dissi con le lacrime agli occhi, ero rivolta verso l'armadio sicura che Zayn non potesse vedermi eppure sapevo perfettamente che aveva capito che stessi piangendo e che questo non scatenava in lui alcun tipo di reazione. Zayn era freddo, per lui non esistevano sentimenti, non c'era niente oltre al sesso. Sesso, non amore.
- Che cosa stai aspettando? Che si faccia la tua nuova migliore amica? -
sentii la sua voce ancora più dura e non riuscii a trattenere le lacrime.
- Dovresti imparare ad amare Zayn, credimi è la cosa più bella che ti possa capitare -
- L'amore è solo una perdita di tempo. Non appena cominci ad amare una persona, c'è sempre qualcuno o qualcosa che te la porta via -
scossi la testa
- Se è quella giusta, resterà per sempre. Non importa chi o che cosa entrerà a far parte della sua vita -
conclusi asciugandomi una lacrima
- Sei un'illusa Sam. Apri gli occhi -
così dicendo lo vidi alzarsi e afferrare un vestito bianco ed azzurro con dei pois bianchi sulla gonna
- Metti questo, è perfetto -
disse a pochi centimetri dal mio viso. Non respirai, sentivo il cuore battere impazzito e lo stomaco stringersi. Era una sensazione strana, eppure dopo quello che aveva detto avrei dovuto odiarlo a morte. Zayn aveva molti difetti, era forse il ragazzo più egoista e dal cuore di ghiaccio che io avessi mai conosciuto, eppure sotto quella roccia dalla pelle scura ero certa che si nascondesse un ragazzo che in realtà desiderava amare con tutto sè stesso ma che era troppo spaventato dall'idea di aprirsi per poterlo fare. Lo guardai negli occhi per pochi secondi, fino a quando non fu lui ad indietreggiare
- Passa una buona serata. -
disse solamente prima di uscire dalla stanza e chiudere la porta alle sue spalle.
Le sue parole mi avevano turbata, i suoi modi mi avevano turbata. Tutto di lui aveva lasciato un segno. Inspirai a fondo, Harry. Dovevo pensare a lui e a nessun altro.
Infilai il vestito che Zayn mi aveva suggerito e raccolsi i capelli lisci in una lunga coda che ricadeva lungo la schiena lasciata scoperta, osservai la mia immagine riflessa nello specchio ed inspirai a fondo. Perchè le parole di Zayn mi avevano colpita così duramente? Perchè infondo aveva ragione. Ma c'era un errore nei suoi pensieri, probabilmente Harry non avrebbe esitato a farsi la mia nuova migliore amica, come l'aveva chiamata Zayn, ma ero certa che Hannah non era Alex. Hannah non avrebbe mai nemmeno permesso a sè stessa di pensare ad una cosa del genere e questo faceva di lei il mio punto di riferimento.
Alle 20.00 in punti sentii il campanello suonare e quando scesi al piano di sotto notai che Louis era già uscito lasciando dietro di sè una forte scia di profumo, ridacchiai divertita. Liam e Niall mi guardarono sorridendo e mi vennero incontro circondandomi con un abbraccio
- Sei meravigliosa -
disse Liam guardandomi negli occhi, sorrisi imbarazzata
- Già, sei perfetta. Dovresti uscire con me -
disse Niall ridacchiando
- Grazie ragazzi -
dissi stritolandoli in un nuovo abbraccio. Zayn non si era mosso dal divano, lo sguardo era fisso sul cellulare e digitava freneticamente qualcosa, un messaggio forse. Non mi interessava, Harry era dietro quella porta gialla che mi aspettava. Aspettava me e nessun'altra, almeno per quella sera.
- A più tardi -
- Divertiti -
dissero Niall e Liam in coro. Lanciai loro un ultimo sorriso prima di aprire la porta e trovarmi due occhi verdi intenti a fissarmi
- Wow, sei fantastica -
commentò Harry quasi in trance, sorrisi richiudendo la porta alle mie spalle
- Lo so -
dissi fingendo. Adoravo sentire dei complimenti uscire da quelle labbra. La sua mano si intrecciò con la mia e sentii il cuore cominciare a battere forte come se stesse cercando di uscire dal petto. Una piccola folla di fan si era radunata davanti al vialetto di casa, Harry le salutò con un ampio sorriso prima di aprire la portiera della sua macchina e aspettare che prendessi posto sul sedile del passeggiero per poi richiuderla alle mie spalle. Una volta al mio fianco allacciò la cintura e partì.
- Dove mi porti? -
chiesi ridacchiando. Non ricevetti risposta, il suo sguardo era fisso sulla strada ma una piccola fossetta tradiva la finta espressione seria che cercava di mantenere. Sorrisi mordicchiandomi il labbro inferiore.
Fuori dal finestrino vedevo scorrere una serie di paesaggi infiniti, dalle campagne inglesi con i campi perfettamente curati, alle piccole cittadine con piccole casette dalle finestre illuminate da una fioca luce giallastra. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da Harry, tutto di lui era così perfetto. O almeno, a me sembrava tale. I suoi capelli erano leggermente mossi e spettinati, una delle sue due piccole fossette era costantemente presente sul suo viso ed il suo sguardo meraviglioso si alternava dal guardare la strada e poi me. Ogni qualvolta che lo incrociavo non potevo fare a meno di arrossire, credo che non mi sarei mai abituata a sostenere quei profondi occhi verdi.
Lo amavo? Certo che lo amavo, come avrei potuto non provare niente per quel meraviglioso ragazzo che avevo al mio fianco. Mi aveva tradita e mi aveva ferita era come se una parte di quella ferita non fosse mai andata via, come se non si fosse cicatrizzata. Noi due insieme eravamo come il mare ed i suoi piccoli abitanti, l'uno non poteva fare a meno dell'altro. Eppure non mi sentivo completa, eppure stavo finendo col pensare di nuovo ad un'altra persona che avrei dovuto lasciare ad Holmes Chapel. Io e lui eravamo come il giorno e la notte, come il sole e la luna. Lui era una creatura dannatamente bella e tenebrosa mentre io ero una creatura semplice, di scarsa bellezza e di un'infinita insicurezza.
Lo amavo? No, il mio cuore non era suo. Il mio cuore apparteneva al ragazzo dagli occhi verdi seduto al mio fianco e non sarebbe mai stato di nessun altro. Solo lui mi trattava come se fossi l'unica ragazza presente sul pianeta, solo lui poteva farmi sentire meravigliosa come una principessa.
- Siamo arrivati -
la sua voce calda mi riportò alla realtà, mi voltai verso di lui avvicinando le mie labbra alle sue. Fu un bacio intenso, che tutt'ora non saprei descrivere. Sentivo il suo respiro caldo sulla pelle e le sue mani scorrere delicatamente lungo la schiena facendo comparire un sorriso sulle mie labbra.
- Ti amo -
sussurrai sperando che quelle parole restassero nell'intimità che si era creata fra noi due. Dire quelle cinque parole mi aveva sempre resa fragile e vulnerabile, scoprire i miei sentimenti non mi era mai piaciuto perchè era l'unico punto in cui colpirmi sarebbe stato più facile. Ma uscirono quasi spontanee e non riuscii a fermarli, o forse non volevo fermarle.
- Due volte a Londra in così poco tempo. Dovrei cominciare a pensare di essere speciale? -
dissi intrecciando le mie dita con le sue. Harry si bloccò e si mise davanti a me guardandomi negli occhi
- Tu sei speciale -
pronunciò marcando ogni singola parola della sua frase. Non dissi niente, mi aveva spiazzata.
Camminammo mano nella mano per le vie di Londra inseguiti da gruppi di fan e fotografi, le prime non mi davano fastidio anzi mi facevano capire che non ero l'unica persona ad apprezzare Harry per la sua semplicità, mentre i secondi non ci lasciavano un attimo di tregua ci seguivano dovunque andassimo e impedivano alla nostra serata di prendere un'ottima piega. Finalmente raggiungemo un piccolo ristorante italiano molto elegante, un cameriere alto con i capelli neri brizzolati ed una carnagione scura ci accolse sfoggiando un bellissimo accento italiano sebbene parlasse inglese perfettamente. A stento cercai di tenere la bocca chiusa e di non cominciare ad intavolare una discussione interamente in italiano che stavo quasi cominciando a dimenticare, colpa di abitare tutti i giorni insieme a quattro ragazzi inglesi e di vivere lontano dalla mia madre patria. Ci sedemmo in un tavolo lontano dall'entrata del locale sebbene non servisse a nasconderci dagli scatti delle persone fuori dal ristorante, passai una mano fra i capelli imbarazzata e sorrisi guardando Harry
- Mi dispiace Sam, loro non li avevo previsti -
disse scusandosi, afferrai le sue mani sorridendogli
- Non è colpa tua, è solo che non ero pronta a tutto questo. Insomma, le uniche persone che mi hanno rincorsa durante un appuntamento sono state Alex per darmi un . . . -
mi bloccai ridendo. Alex mi aveva inseguita per quasi tutto l'appuntamento con un profilattico in mano sfoggiando il suo slogan del fai sesso sicuro, non vorrai ritrovarti a pesare 100 kg domani.
guardai l'espressione dipinta sul volto di Harry, per un attimo avevo dimenticato di lui ed Alex, ma non potevo farci niente. Alex era più della metà del mio passato.
- Sì be non è importante . . . e mia madre perchè le avevo rubato la macchina -
pensai divertita
- Hai rubato la macchina a tua madre? -
- Be tecnicamente non è rubare se lo fai a tua madre -
dissi ridacchiando.
Quando finimmo di mangiare anche il dolce Harry da vero cavaliere pagò il conto e mi fermò prima che potessi raggiungere l'uscita del locale
- Vieni con me -
disse sorridendo trascinandomi verso il retro del ristorante. Varcata la soglia della piccola porta bianca si apriva un immenso giardino illuminato da mille luci colorate appese ai grossi alberi, davanti a noi c'era un piccolo sentiero in mattoni e davanti una zona circolare sormontata da un grande gazebo pieno di fiori e luci. Per un attimo pensai di trovarmi sul set del film A Cinderella Story, l'atmosfera era perfetta, il mio principe era perfetto.
- Posso farti una domanda? -
chiesi istintivamente.
- Tutto quello che vuoi -
- Ti sei pentito di quello che hai fatto con Alex? -
abbassai lo sguardo, avevo paura della sua risposta e forse una parte di me non voleva nemmeno conoscerla. Le sue dita morbide lasciarono la mia mano e si spostarono sul volto alzandolo e costringendo i miei occhi a fissarsi nei suoi
- Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo. -
e guardandolo negli occhi realizzai che quello che stava dicendo era la verità, i suoi occhi brillavano e gridavano la verità. Mi attirò a sè lasciando un dolce bacio sulle labbra per poi staccarsi e condurmi al centro del cerchio coperto dal gazebo
- Ho un'ultima sorpresa -
disse sussurrando, notai con una rapida occhiata il cameriere di prima uscire con in mano un violino seguito da una ragazza che teneva un piccolo flauto, si misero in un piccolo angolo del giardino non troppo distante da noi e cominciarono a suonare una melodia dolce. Harry mi strinse a sè circondando i miei fianchi con le sue braccia, avvicinai il viso al suo guardando i suoi occhi verdi
- Ti amo Harry Styles -
dissi sorridendo
- Ti amo Samantha Penelope Davis -
disse marcando la pronuncia del mio secondo nome. Lo guardai per qualche secondo, Louis Tomlinson e la sua boccaccia.
- Non prendertela, è così carino -
disse ridacchiando
- Giuro che gli strappo le corde vocali quando torno a casa -
Harry si lasciò andare ad una leggera risata. Passai una mano fra i suoi ricci e lo zittii con un bacio lasciando i nostri corpi muoversi lenti al ritmo di quella musica meravigliosa.



Haloa :3
Liam e Josh *__________* aaawwww :3
E' passata ormai una settimana (?) da quando ho postato il capitolo? Chiedi umilmente scusa, ma l'ultima settimana di scuola è stata super impegnativa perchè avevo un pò di cose da recuperare D:
Ero un pò indecisa su come rendere l'appuntamento di Sam ed Harry e alla fine ho scelto di fare una cosa molto romantica. Insomma, non dimentichiamoci che la povera Hannah è andata al bowling, qualcuno di romantico doveva pur esserci! AHAHAHA!
io non vi ringrazierò mai abbastanza, il primo capitolo della storia ha raggiunto e superato le mille visualizzazione e quando ho visto il numero ero tipo così D: , davvero grazie di cuore <3
Ringrazio le ragazze che lasciano una recensione, le persone che leggono i miei capitoli e tutte quelle meraviglie che l'hanno inserita fra le preferite, seguite e ricordate.
Domani ultimo giorno, dite che è finita sta scuola?! Dopodiche cominciano le vacanze, alternate ai corsi di recupero, ma avrò sicuramente molto più tempo e spero di postare con molta più rapidità.
Ricordo il mio twitter per chi volesse seguirmi :D
https://twitter.com/#!/mylifehas1D_
eee, vi posto il vestito di Sam :D
http://i.imgur.com/srljv.png

































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Capitolo 17
*** 17. How can you see into my eyes like open doors ***


One Direction
17. How can you see into my eyes like open doors

Feci scattare la serratura il meno rumorosamente possibile, avevo controllato l'ora sul piccolo schermo del mio cellulare e segnava le 3.40 del mattino e sapevo che i ragazzi dormivano già da un pò. Almeno ero certa che lo facessero Liam,Niall e Louis. Con Zayn non potevo avere la stessa certezza, lui non era esattamente il tipo di ragazzo che donava certezze. Varcai la soglia di casa e mi ritrovai immersa nel salotto rischiarato da una flebile luce giallastra dimenticata accesa, richiusi la porta alle mie spalle e guardai verso i divani, forse con la speranza di trovarvi qualcuno che però non c'era.  Salii lentamente i piccoli scalini e mi ritrovai in pochi secondi al piano di sopra, passai davanti alla camera di Louis e lo vidi completamente avvolto fra le lenzuola mentre dalla sua bocca si levava un pesante russare.
La porta della camera di Liam e Niall era socchiusa ed intravidi le loro sagome stese sui letti, raggiunsi la mia stanza aprendo piano la porta cercando di fare il meno rumore possibile ma quando entrai notai che Zayn non c'era. Era uscito e sebbene fossero le 3.45 del mattino non era ancora rientrato. Sfilai le scarpe lasciandole in un angolo della stanza e sfilai il vestito indossando un paio di pantaloncini rosa ed una canotta bianca, raccolsi i capelli in una coda e mi avvicinai al letto quando improvvisamente il telefono prese a squillare
- Cazzo! -
sussurrai a dentri stretti correndo verso la borsa dove avevo lasciato il telefono, nella rincorsa che presi in direzione del mobiletto sbattei l'alluce del piede contro l'angolo del letto e strinsi gli occhi costringendomi a non urlare per il dolore
- Merda! Che male -
sibilai rispondendo senza nemmeno controllare chi fosse
- Ciao anche a te migliore amica -
disse Hannah dall'altro capo del telefono con una voce squillante.
- Han, non che io detesti parlare con te, ma sono quasi le quattro del mattino e qui stanno dormendo tutti -
dissi massaggiandomi il povero alluce danneggiato
- Oh scusa, pensavo fossi ancora con Harry -
disse ridacchiando
- No, sono appena tornata. A proposito com'è stata la tua serata? -
le chiesi ricordandomi che non ero stata l'unica ad aver passato una serata fuori in dolce compagnia
- Speravo che me lo chiedessi -
disse ridendo. Mi avviai verso il bagno lasciandomi scivolare accanto alla vasca da bagno e mi misi comoda per ascoltare quello che sarebbe stato il lungo racconti di Hannah

Quando Hannah aveva accettato l'invito di Louis per uscire insieme, non si sarebbe aspettata esattamente un invito al bowling ma per lei l'importante sarebbe stato passare la serata insieme non le importava dove e come. Aveva passato mezz'ora davanti all'armadio indecisa su che cosa mettere, aveva scartato almeno una decina di jeans per colpa del colore e altrettante magliette per lo stesso motivo fino a quando la sua attenzione non era stata catturata da un vestitino bianco non troppo corto ricamato con dei piccoli fiorellini di colore rosa chiaro al quale aveva abbinato un paio di sandali dello stesso colore. Aveva lasciato i capelli biondi liberi lungo le spalle ma rigorosamente piastrati ed aveva coperto il suo viso con un filo leggero di trucco, non amava esagerare d'altronde non aveva mai pensato di essere così brutta da necessitare di una maschera completa per nascondersi. Non era Megan Fox, questo era ovvio, ma non era nemmeno una ragazza orribile.
- Papà, come sto? -
disse scendendo le scale e facendo una giravolta su sè stessa da perfetta ballerina. Suo padre alzò lo sguardo soddisfatto
- Sei meravigliosa tesoro -
le aveva detto in un sorriso. Tutti i padri sarebbero stati orgogliosi della propria figlia, specialmente se quella figlia era Hannah. Lei era così perfetta che sembrava scesa direttamente dal cielo.
- Hannah, c'è bisogno che io ti faccia . . .  be sì ecco intendo, è il caso che io ti parli del . . .  -
suo padre era visibilmente in imbarazzo e gesticolava facendo ampi cerchi con le mani facendo intuire chiaramente alla figlia di che cosa stesse parlando
- Sesso papà? -
chiese lei finendo la frase del padre
- Sì, sesso -
rimarcò lui
- No stai tranquillo. La mamma ti ha battuto sul tempo lo scorso anno -
disse ridacchiando. Suo padre tirò un leggero sospiro di sollievo per poi sollevare di colpo entrambe le sopracciglia
- O mio dio, hai perso la tua verginità? -
disse portando entrambe le mani davanti alla bocca, l'espressione di Hannah fu un misto tra divertimento e compatimento
- No papà, il mio imene è ancora intatto -
disse ridendo
- Bene, fa che lo sia per i prossimi trent'anni -
disse riprendendo a guardare la televisione. Hannah scosse la testa divertita
- Certo, trent'anni papà -
sussurrò fra sè divertita.
Lo schermo del cellulare lasciato fra le lenzuola si era illuminato e lampeggiava una piccola busta gialla con il nome di Louis, il messaggio diceva solamente Sono fuori casa tua, ti aspetto
Hannah afferrò la piccola borsetta e ci mise dentro il cellulare e corse al piano di sotto salutando la sua famiglia con un rapido "ciao".
Louis era appoggiato alla sua macchina intento a sistemarsi i capelli guardando il suo riflesso nel piccolo specchietto dell'auto e nemmeno si accorse dell'arrivo della bionda
- Louis -
lo salutò Hannah raggiante, il ragazzo sussultò per poi rilassarsi alla vista della ragazza
- Venere -
sussurrò guardando il corpo della giovane sbalordito che nel frattempo lo guardava ridendo
- Cosa? -
- Hannah, volevo dire Hannah -
si corresse aprendo la portiera
- Prego -
le disse con un ampio cenno della mano e non appena Hannah ebbe preso posto sul sedile davanti, richiuse lo sportello accarezzando la carrozzeria della sua amata Carolina.
- Qual'è il piano? -
Louis sorrise mettendo in moto l'auto
- Lo scoprirai -
disse ridacchiando

- Dai arriva alla parte romantica Han -
la invitai ridacchiando
- Intendi quando mi ha portata al bowling o quando è venuto a casa mia? -
non riuscii a frenare le risate, Louis ed il romanticismo avevano la relazione più difficile che io avessi mai visto. Un momento . . .
- E' venuto a casa tua? A fare cosa? -
- Oh andiamo Sam, a fare una partita a briscola -
disse Hannah ridendo dall'altro capo del telefono
- L'abbiamo fatto -
- Oh, e com'è stato? Voglio dire, meglio lui o Josh? -
ero andata dritta al sodo, Josh mi era sempre sembrato un tipo che ci sapesse fare in tema camere da letto mentre Louis lo vedevo un pò . . . Louis. Inoltre da quando Hannah era tornata dalla sua gita romantica con Josh prima di rompere con lui, non mi aveva raccontato niente.
- Non lo so. Io e Josh non l'abbiamo mai fatto -
concluse
- Vuoi dire che la tua prima volta è stata con Louis? -
- Sì -
fu la sua unica risposta
- Han è una cosa romantica, sebbene stiamo parlando di Louis. -
- Lo so -
disse eccitata
- Ma adesso raccontami la tua serata, spero che Harry ti abbia preparato una serata coi fiocchi -
- Niente bowling per noi -
dissi ridendo per poi continuare
- Mi ha portata a Londra -
dissi ripensando alla vista di quella magnifica città in compagnia di Harry
- Abbiamo cenato in un posto bellissimo, l'atmosfera era così romantica, a parte i fotografi che non ci lasciavano nemmeno respirare -
aggiunsi irritata ripensando a tutti quei flash che avevano fatto da sfondo alla nostra serata
- Domani dovrò difenderti dall'attacco di milioni di directioner inferocite -
disse Hannah ridacchiando
- Dopo che qualcuno pubblicò le foto di me e Louis sul marciapiede un sacco di ragazzine non hanno fatto altro che insultarmi -
concluse ridacchiando. Hannah era una tipa dura, non dava peso alle chiacchiere della gente io al contrario ero terrorizzata dal pensiero di poter ricevere qualsiasi tipo di insulto. Alla fine, che cosa avevo fatto per meritarmi degli insulti gratuiti?
- Allora da domani sarai la mia guardia del corpo ufficiale -
dissi ridendo
- Che onore. Dai dimmi la parte in cui vi spogliate e lo fate nella sua macchina -
disse ridendo, non c'erano dubbi sul fatto che lei fosse decisamente la ragazza perfetta per Louis, a volte faticavo a capire se quelle parole le prendesse dalla testa del suo fidanzato ma poi realizzavo che veniva in diretta dal suo cervello
- Han! E' stata una serata romantica, la più bella della mia vita. Niente sesso selvaggio nella sua macchina -
dissi ridacchiando
- Dopo aver cenato mi ha portata nel giardino nel retro del locale e c'erano dei camerieri che hanno suonato per noi tutta la sera -
- Come Hilary e Chad in quel film, ogni tanto chiedi a Harry di dare consigli a Louis -
disse infine sospirando
- Sarà fatto. Ora vado, ti voglio bene -
dissi sentendo dall'altra parte un ti voglio bene anch'io. Chiusi la chiamata e mi sollevai dal pavimento, passai una mano sul sedere massaggiandolo, non avevo messo in conto quanto duro potesse essere il pavimento e adesso il mio sedere aveva preso le forme di quello della statua di Michelangelo a Firenze. Quando alzai gli occhi vidi una figura in piedi nella penombra lungo lo stipite della porta, non mi spaventai, ormai ero abituata ad incontrarlo così e sebbene la luce fosse bassa, capii immediatamente di chi fosse quel corpo davanti a me
- Zayn -
quasi lo sussurrai come se volessi dirlo più a me stessa che a lui. Non si mosse nemmeno di mezzo centimetro, non ero nemmeno certa che stesse respirando
- Mi serve il bagno -
disse con un tono piatto
- Oh, certo -
dissi notando che era entrato nel bagno, aveva i capelli spettinati, il viso stanco e notai che la zip dei suoi jeans era aperta. Non capivo esattamente per quale motivo ma una parte di me, una buona parte di me, si sentiva come tradita, gelosa di quella ragazza che gli aveva fatto compagnia fino a quel momento. Lo superai senza incrociare il suo sguardo, ero certa che la sua entrata non fosse stata casuale, in qualche modo aveva voluto farmi capire che anche lui aveva passato una buona serata.
Sentivo l'acqua della vasca da bagno scorrere e non riuscii a fare a meno di immaginare ogni singola gocciolina scivolare lungo il suo corpo accarezzando ogni singolo muscolo, ogni singolo tratto del suo corpo perfetto, le sue labbra dischiuse, i suoi occhi di un colore così intenso che erano capaci di spedirmi in un altro mondo non appena li incrociavo. Il cuore non batteva più regolarmente, il battito era accelerato ed era l'unico suono che percepivo di me stessa. Ero rimasta in piedi davanti al letto, lo sguardo era rivolto verso la porta del bagno in attesa di un momento non ben definito. Quando la porta si aprì Zayn uscì indossando un paio di boxer neri che aderivano perfettamente alle sue forme e dopo aver percorso con lo sguardo il suo corpo trattenni il fiato per pochi istanti cercando i suoi occhi che da tempo avevano trovato i miei.
Non disse niente, avanzò a passo deciso tenendo teso ogni singolo muscolo del suo corpo, persino il suo volto era contratto senza però aver assunto una precisa espressione. Quando fu abbastanza vicino, sentii il suo respiro sul collo e detestai il fatto di essere alta un metro e poco più perchè il suo fiato, il calore del suo corpo era eccitante e in quel momento non desideravo altro di baciarlo e sentirlo mio, desideravo rubarlo a chiunque altra ragazza lo avesse tenuto per sè fino a pochi minuti prima. Le sue mani sfiorarono la mia pelle e circondarono i fianchi stringendoli in una presa forte e decisa, anche il respiro, insieme al battito del mio cuore, aveva cessato di essere regolare, con l'indice della mano destra sfiorai il suo petto lasciato nudo e percorsi le forme dei suoi addominali per poi salire e sfiorare le sue labbra. Zayn mi stava facendo conoscere una parte di me che mai avevo visto prima, che mai avrei pensato potesse nascondersi dentro di me ma che stavo amando in quel momento.
Le sue labbra di avvicinarono posandosi sulle mie, erano labbra avide e la sua lingua cominciò a fare spazio nella mia bocca, mi aggrappai al suo corpo stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi lasciandomi appoggiare sul letto mentre le sue mani spaziavano sotto la canotta per poi toglierla definitivamente. Lo spinsi leggermente per invertirci e mi ritrovai sopra di lui lasciando una scia di baci sul suo petto che si alzava e si abbassava rapidamente spingendomi sempre più in basso sfilandogli i boxer neri e questa volta fu Zayn e tornare sopra di me facendomi diventare sua, almeno per quella notte.
- Com'è andata la serata? -
mi chiese nel buio della stanza, il suo corpo era disteso accanto a me e finalmente i nostri respiri erano tornati regolari. Quella domanda mi lasciò senza parole, per tutto quel tempo non avevo pensato ad Harry, nella mia testa, nel mio corpo, c'era stato posto solo per Zayn
- Zayn, io . . . -
cercai di formulare una frase ma in realtà non sapevo nemmeno io che cosa stessi cercando esattamente di dire
- Tranquilla Sam, non mi dà fastidio. Io ho una parte di te che Harry non avrà mai -
concluse prima di girarsi verso la porta e addormentarsi.
Non immaginai quanto vera fosse l'affermazione che aveva appena fatto, ma era così. Harry aveva una parte di me che Zayn non poteva avere ma lui aveva l'altra metà di me che Harry non poteva vedere, che nemmeno aveva mai conosciuto.



Haloa :3
Buongiorno a tutte/i !
Comincio col chiedervi scusa per l'enorme ritardo, ma confesso di aver attraversato il fatidico periodo durante il quale ogni idea mi sembrava davvero pessima e ho preferito aspettare un'ispirazione decente piuttosto che postare un capitolo pieno di cavolate! Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, io non ne sono pienamente soddisfatta ma alla fine non potevo aspettare ancora xD
Come avrete notato, e per evitare spoiler vi consiglio di leggere prima il capitolo e poi tornare quaggiù aahahahah
Il fatidico momento tra Sam e Zayn, non voglio che passi il messaggio che Sam è una facile ma è divisa a metà, Harry ovviamente recita il ruolo del principe azzuro mentre Zayn le fa conoscere un lato di sè che non aveva mai conosciuto ma che lei riesce ad apprezzare e poi ovviamente nessuno può negare che fra i due ci sia dell'attrazione.
Sarò sincera, credo che non manchino moltissimi capitoli alla fine, ormai ci siamo quasi . . . Ho già delle idee riguardanti il finale e per quanto sia doloroso mettere il punto a questa storia, non vedo l'ora di cominciare a buttarle giù perchè voglio scrivere un finale degno di essere chiamato tale ahahah!
Ora, passiamo alle chiacchiere ahahah
Innanzitutto, un grosso in bocca al lupo ai maturandi. Spaccate i culi a tutti ragazzi/e !!!
Poi, avete visto le twitcam di Niall e Liam? ahahah quella di Niall insieme a Josh mi ha fatta morire dal ridere, Josh che fa le ruote in mezzo al corridoio alle due di mattina se non erro . .  e poi cioè, quando hanno detto CIAO ITALIA Josh con la voce sexy e Niall con la sua voce strana ahahahah Okay . . .  Ho finalmente trovato i poster a grandezza naturale, mi sembra di essere uscita dall'armadio che conduce a Narnia e di essere tornata nel mondo reale ahahahah!
Bene, vi ricordo il mio indirizzo twitter se volete scrivermi o seguirmi <3
https://twitter.com/#!/mylifehas1D_
A presto, baci e tanto amore :3

































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Capitolo 18
*** 18. And it's over, and I'm going under, but I'm not giving up, I'm just giving in ***


One Direction
18. And it's over, and I'm going under, but I'm not giving up, I'm just giving in

Sentivo gli occhi bruciare, tutta la notte, o meglio, quello che ne rimaneva, l'avevo passata a piangere in silenzio. Era come se in quella stanza ci fosse un'altra persona, una Sam che non avevo mai conosciuto e che se prima avevo amato, adesso cominciavo ad odiarla. La odiavo perchè era esattamente il tipo di persona che avevo sempre detestato, la odiavo perchè si era comportata come Alex, la odiavo perchè aveva fatto ad Harry quello che lui aveva fatto a lei, ed era perfettamente consapevole di quanto fosse doloroso scoprire di essere stati traditi.
Ma non rimpiangevo di averlo fatto con Zayn, stare con lui mi aveva fatto provare una marea di sensazioni nuove che mi avevano completamente rapita e portata su un altro pianeta.
Mi voltai verso di lui ed osservai la sua schiena perfetta, seguii la linea della colonna vertebrale con lo sguardo fino a quando non incontrai il lembo del lenzuolo che copriva la parte restante nuda del suo corpo, quella che fino a poche ore prima mi aveva fatto sua. Il suo corpo si alzava ed abbassava ritmicamente ad ogni respiro e mi alzai dal letto cercando di non svegliarlo, la sveglia segnava le sette in punto e questo significava per me una giornata di lavoro. Hannah avevo preso il giorno libero, me lo aveva ripetuto un centinaio di volte il giorno prima, aveva detto di voler passare del tempo con Louis prima di tornare a Doncaster per una settimana ed il pensiero di dover portare tutto dentro di me per una giornata intera, di dover guardare Harry negli occhi e dover mentire, mi uccideva. Qualsiasi peccatore sente il bisogno di svelare il proprio peccato, a volte per avere semplicemente la coscenza pulita, altre volte perchè il bisogno di confidarsi è davvero forte e ti divora dall'interno.
Mi avvicinai all'armadio e tirai fuori un paio di shorts neri ed una canotta blu, infilai un paio di calzettoni bianchi con delle strisce verdi lunghi fino al ginocchio ed indossai un paio di scarpe comode, lasciai i capelli lisci ricadere lungo le spalle spostati da un lato e mi appoggiai all'armadio osservando i lineamenti rilassati del viso di Zayn. Sembrava così diverso dalla persona che in realtà era tutti i giorni, in realtà lui era diverso, il ragazzo che aveva appena fatto l'amore con me era un ragazzo che aveva bisogno d'amore, un ragazzo che da troppo tempo si accontentava di semplice sesso e per la prima volta ha avuto qualcosa di diverso. Ma qualcosa mi diceva con sarebbe mai riuscito ad ammetterlo, che una volta svegliatosi, quel ragazzo sarebbe ritornato lo stesso di sempre e avrebbe cercato sempre il solito sesso, accontentandosi.
Mi avvicinai al letto incerta sedendomi accanto a lui, lo osservai nuovamente rassicurata dal fatto che era avvolto in un sonno profondo e passai una mano lungo la sua guancia

- Zayn, cercherò di non ferire il tuo orgoglio. Ma puoi anche evitare di comportarti così, non verrò a letto con te. Non ti bacerò, e non farò qualsiasi altra cosa tu abbia in mente -
lo sentii ridacchiare e allontanarsi di qualche centimetro, quel poco che mi bastò per girarmi e guardarlo negli occhi. Il colore delle sue iridi era completamente diverso da quello di Harry, anzi era molto più simile al mio, erano di un colore cioccolato intenso e dovetti distogliere lo sguardo per concentrarmi sulle sue parole
- Ricordati le tue parole, voglio sentirtele sussurrare quando cadrai ai miei piedi -

Come un fulmine a ciel sereno mi ricordai di quella volta quando respinsi Zayn, anche quella volta aveva avuto ragione.
- Misà che devo rimangiarmi la mia frase -
dissi in un sussurro passando una mano fra i suoi capelli, non si era mosso di mezzo centimetro e dormiva ancora beatamente
- Dovresti lasciarti andare ogni tanto, sei meglio di quello che vuoi far apparire -
dissi lasciandogli un bacio sulla guancia. Mi alzai e mi avviai verso il piano di sotto chiudendo la porta alle mie spalle. Sperai di non incrociare Louis nel tragitto verso la porta, era il migliore amico di Harry e non aveva esitato a dire la sua opinione quando era stato lui a tradire me ed in un certo senso temevo il suo giudizio e temevo per la nostra amicizia.
La casa era deserta, sul frigo c'era appeso un bigliettino giallo con la calligrafia storta di Louis che diceva " Sono con Hannah, ci vediamo stasera. Louis"
sorrisi, rassicurata dal fatto che lui non sarebbe tornato prima di sera e felice perchè lui e la mia migliore amica avrebbero trascorso un'intera giornata insieme, loro due da soli.
Afferrai la borsa ed uscii dirigendomi verso il caffè, notai con stupore che la casa era circondata da una decina di giovani ragazze con in mano cellulare e macchine fotografiche pronte ad immortalare qualsiasi  cosa o persone fosse uscita da dietro la porta gialla. Una di loro, forse la più grande di quel piccolo gruppetto e dai lunghi capelli biondo cenere, mi si avvicinò guardandomi dritta negli occhi
- Sappi che se solo provi a far soffrire Harry Styles, verrò a cercarti e ti spezzerò le gambe. Sono stata chiara? -
restai un secondo in silenzio sperando che da un momento all'altro sarebbe scoppiata in una risata e mi avrebbe informata che mi trovavo su uno di quegli stupidi programmi dove fanno degli scherzi a della povera gente innocente, ma la ragazza non accennava a desistere e dovetti prendere fiato prima di rispondere
- Sì . . . -
dissi solamente, la ragazza sorrise compiaciuta e si spostò lasciandomi passare e colsi l'occasione per alzare il passo e sbrigarmi ad arrivare alla caffetteria, forse era la mia coscenza ad incutermi ancora più paura di quella ragazzina.
Stranamente la grande sala piena di tavolini era quasi vuota, fatta eccezione per un paio di giovani studenti in anticipo per le loro lezioni ed una coppia di anziani signori che sorseggiava allegramente un caffè.
Per qualche minuto mi fermai ad osservarli, anche io un giorno sarei diventata come loro, un'adorabile e simpatica vecchietta seduta ad un tavolino di una piccola cittadina inglese alle sette del mattino in compagnia dell'amore della sua vita ed in quel momento, nella mia testa, quell'anziano signore aveva solo un nome . . .
- Sam! -
la voce allegra di Josh mi riportò alla realtà prima ancora che potessi finire i miei pensieri, mi sforzai di sorridere e mi avvicinai a lui
- Ciao Josh -
dissi con meno enfasi
- Che succede? -
domandò subito appoggiando entrambi i gomiti sul bancone e sporgendosi verso di me. Lo guardai negli occhi che brillavano, quel ragazzo era esattamente lo stereotipo del principe azzurro. Era perfetto esteticamente e caratterialmente era il ragazzo migliore esistente sulla faccia della terra, non aveva problemi, era dolce e premuroso e si accorgeva in pochi secondi quando qualcosa non andava.
- Niente -
mentii guardando altrove
- Sam, non mi convinci -
disse prendendomi per mano e portandomi verso il retro del locale
- Prendiamoci cinque minuti di pausa, di là riusciranno a cavarsela -
- Ma io non ho ancora iniziato -
dissi sorridendo, da parte sua ci fu una leggera scrollata di spalle e poi si lasciò scivolare sul primo scalino che conduceva al giardino, lo seguii sedendomi accanto a lui ed inspirai profondamente
- Cosa c'è che non va? -
chiese voltandosi verso di me, alzai le spalle cercando di trattenere le lacrime
- Sono stata a letto con Zayn -
ammisi, e in quell'istante mi sentii sollevata, come se mi fossi tolta un masso di dieci chili, ma subito dopo mi sentivo pesante come prima, se non addirittura con un peso maggiore, con la consapevolezza di quello che avevo fatto.
- Però stai con Harry -
concluse lui sorridendo
- Già, e mi sento uno schifo -
- Ti sei pentita? Di essere stata con Zayn intendo -
- Sarei una brutta persona se dicessi di no? -
chiesi guardandolo
- No, solo una persona onesta -
disse con lo stesso sorriso
- Io non lo so. Amo Harry, ne sono certa è solo che Zayn mi fa sentire diversa -
cercai di spiegare nel migliore dei modi quello che provavo
- Devi fare una scelta Sam, stare con tutti e due non è giusto e lo sai -
disse con naturalezza, in realtà non avevo mai considerato l'idea di stare con entrambi, sapevo che era sbagliato e sapevo che in qualche modo il mio cuore apparteneva ad uno solo di loro, solo non sapevo ancora quale, almeno non lo avevo ancora capito.
- Grazie Josh. So che ultimamente il tuo non è stato un ottimo periodo ma apprezzo quello che stai facendo per me -
- Non preoccuparti, se hai bisogno io ci sono -
disse passando un braccio attorno alle mie spalle e tirandomi a se avvolgendomi in un abbraccio.

La mattinata trascorse velocemente, Holmes Chapel era stranamente deserta e solo poche persone affollavano la grande sala del bar. Meglio per me, significava che Josh non mi avrebbe implorata di fare un turno extra per aiutarlo. Alle 13.00 in punto sfilai l'uniforme di lavoro e tornai ad indossare i miei shorts e mi immersi nella soleggiata vita cittadina. Dopo aver parlato con Josh mi sembrava che tutta l'ansia fosse svanita ma mi bastò pensare ad Harry per tornare nuovamente a sentire una forte stretta allo stomaco, non avrei certo potuto evitarlo per sempre e d'altronde non volevo nemmeno farlo. Sapevo che dovevo dirgli la verità e avrei dovuto farlo al più presto, ma dicendogli la verità avrei messo in pericolo la band. Insomma, non gli avrebbe certo fatto piacere sapere che la sua ragazza lo aveva tradito e lo avrebbe mandato fuori di testa il fatto che lo avesse fatto con uno dei suoi migliori amici, ma una parte di me pensava che almeno così avrebbe capito che cosa potessi aver provato quando i ruoli erano invertiti, ma questa era una magra consolazione. Imboccai il viale di casa notando una piccola folla di ragazzine radunate davanti al vialetto che conduceva sino alla piccola porticina gialla dietro la quale si trovavano Liam,Niall,Louis e Zayn. Trattenni il respiro per pochi secondi cercando con lo sguardo la ragazza che quella mattina mi aveva minacciata ma fortunatamente non la scorsi da nessuna parte, superai il piccolo gruppetto e mi rifugiai in casa, finalmente al sicuro.
Liam si affacciò dalla cucina con un ampio sorriso
- Hai fame? -
mi chiese
- Non molta -
dissi in una smorfia, il cibo era l'ultimo dei miei pensieri
- Qualcosa non va? -
chiese avvicinandosi, notai che portava legato in vita un piccolo grembiule di colore bianco leggermente sporco e notai una striscia di farina che colorava la sua guancia
- Sei sporco -
dissi ridacchiando
- Dove? -
chiese cominciando a tastarsi il viso
- Qui -
dissi allungano l'indice e spazzando via la farina dalla sua guancia
- Grazie -
sussurrò in un sorriso
- Comunque, non hai risposto alla mia domanda. E' tutto a posto? -
chiese nuovamente appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle
- mmh mmh -
mugugnai vagamente ma la mia risposta sembrò bastargli
Sentii una voce schiarirsi in cima alle scale e quando mi sporsi, notai Zayn in piedi a fissare prima Liam e poi me, mi allontanai sorridendo notando che nel frattempo Liam era tornato in cucina senza dare troppo peso a Zayn. Salii le scale e lo raggiunsi nella mia camera sedendomi sul letto.
- Buongiorno -
disse sorridendo. Era la prima volta che vedevo stampato su quel volto un sorriso sincero e sentii una forte fitta nello stomaco forse perchè quel sorriso voleva dire molte cose, forse perchè quelle cose erano troppe per me e soprattutto non ero ancora sicura di quello che avesse significato per me stare con lui quella notte.
- Giorno -
risposi sorridendo ma con meno enfasi rispetto al suo
- Qualcosa non va? -
chiese sedendosi di fianco a me, la sua gamba era attaccata alla mia mente la sua mano percorreva lenta la mia schiena creando dei brividi ad ogni singolo movimento, anche il meno accentuato, mi voltai a guardarlo e vidi il suo volto a pochi centimetri dal mio, le sue labbra leggermente dischiuse ed i suoi occhi fissi nei miei
- Devo andare da Harry -
sussurrai, forse più a me stessa che a lui
- Non lo ami Sam -
disse secco staccando la mano dalla mia schiena e portandola sulla sua gamba
- E sai perchè non lo ami? -
disse improvvisamente alzandosi in piedi
- Perchè se lo amassi veramente, non saresti venuta a letto con me ieri sera -
- Non è così Zayn, tu lo sai. Io provo qualcosa per entrambi e sento di dover dire la verità ad Harry -
dissi socchiudendo gli occhi imponendomi di non piangere
- Se provi qualcosa per me allora resti qui, non andare via -
disse in un sussurro, i suoi occhi quasi mi imploravano di restare e mi resi conto in quel momento che avrei dovuto fare una scelta. Restare avrebbe significato Zayn, andare invece Harry.
- Zayn . . . io . . .-
il mio cervello non riusciva a pensare lucidamente, il cuore faceva un nome, la mente ne urlava un altro. A quale dei due avrei dovuto dare ascolto?
- Lascia perdere Sam. Dimentica tutto quello che è successo -
disse uscendo dalla stanza e sbattendo la porta alle sue spalle
- Ma non voglio dimenticarlo, non voglio dimenticarmi di te -
quasi lo urlai cercando di fargli giungere le mie parole anche se ormai era sparito dietro quella porta, inspirai profondamente. Quasi non respiravo più, sentivo la testa pulsare e avevo la vista annebbiata. Che mi succedeva? Mi alzai sbattendo gli occhi più volte fino a quando non riuscii a riprendere il controllo e scesa al piano di sotto notai che Zayn era sparito e mi lasciai cadere sul divano fino a quando il campanello della porta non interrumpe il flusso dei miei pensieri.
- Harry -
sussurrai alla vista di quel ragazzo dagli occhi verdi ed i capelli ricci leggermente arruffati
- Sam -
disse visibilmente preoccupato mentre si fece largo entrando in casa
- Cos'è successo? -
chiese passando l'indice della mano destra sulla mia guancia per asciugare le lacrime
- Devo dirti una cosa e probabilmente non avrai più il coraggio di guardarmi in faccia -
sussurrai guardando i suoi occhi incupirsi di colpo.
- Sono stata con Zayn -
ammisi lasciando che nuove lacrime scivolassero lungo le mie guance, ma questa volta non c'era la mano di Harry a raccoglierle cadevano senza che nessuno le fermasse
- Ora capisco come ti sia sentita e confesso che non so come hai fatto a perdonarmi perchè onestamente in questo momento hai smesso di avere la mia fiducia, hai smesso di godere del mio rispetto -
disse freddo. Le sue parole furono un duro colpo, non mi sarei aspettata un abbraccio ed una pacca sulla spalla, ma le sue parole mi avevano ferita. Mi feriva il fatto di non essere più una persona importante per lui, mi feriva non poter più essere stretta fra quelle braccia che mi sembravano un porto sicuro alla fine di una giornata disastrosa. Le sue labbra si posarono sulle mie ma fu un bacio triste, un bacio d'addio.
- Questo era quello che di solito viene definito un bacio d'addio? -
chiesi allargando le braccia
- Sì. Addio Sam -
disse voltandosi verso la porta
- Harry. Ricordati solamente che ti ho amato e che non importa di chi si sia messo fra di noi, perchè non ho mai smesso di farlo e mai smetterò -
non si voltò, non vidi nemmeno l'espressione del suo volto, tutto ciò che vidi fu la sua figura uscire, sbattendo la porta dietro di sè.
Fui nuovamente presa dalle stesse sensazioni di poco prima, sentivo le tempie pulsare talmente forte che temetti potessero scoppiarmi da un momento all'altro, faticavo a respirare, era come se il polmoni stessero bruciando e non arrivasse loro più ossigeno e la vista cominciava a ridursi. Sentii la porta aprirsi e vidi Louis ed Hannah comparire sulla soglia di casa, lei era leggermente nascosta dalla figura alta del suo ragazzo, sentii la sua voce chiara e decisa fare capolino nella mia testa
- Sam che cazzo hai combinato? -
chiese alquanto alterato
- Non ci credo, ti facevo una persona migliore -
disse avvicinandosi
- Louis, stai esagerando! -
lo interruppe Hannah alzando di due toni la sua voce
- Lui ha fatto la stessa cosa -
- Questo non le dava il diritto di tradirlo con uno dei suoi migliori amici -
- Lou . . . -
sibilai cercando di attirare la sua attenzione quando si voltò verso di me riuscivo a percepire solo i contorni della sua figura
- Mi dispiace -
sussurrai stanca
- Non mi interessa. Mi hai deluso Sam, non ho altro da dire -
disse superandomi e salendo le scale
- Gli passerà Sam -
disse Hannah stringendomi in un abbraccio per poi staccarsi immediatamente guardandomi preoccupata
- Sam cos'hai? -
mi chiese notando che non riuscivo più a respirare
- Sam?! -
quasi urlò mentre chiudevo gli occhi lasciandomi cadere sulla moquette del salotto.
- Louis ti prego corri! -
la voce rotta dai singhiozzi di Hannah seguita dai passi frettolosi di Louis lungo le scale furono le ultime cose che sentii prima di perdere conoscenza.





Ciao ragazze <3 scusate il solito ritardo ma sono stata davvero impegnata in questo periodo, tra i corsi a scuola che mi impegnano tutti giorni più il fatto che cerco di andare in piscina per lasciare ad Edward Cullen il primato della carnagione cadaverica dell'anno xD ho davvero pochissimo tempo.
Avevo forse già accennato qualcosa nello scorso capitolo riguardo il continuo della storia, ebbene il fatidico momento è arrivato. La storia sta per finire, mancano davvero pochi capitoli al gran finale ed al nostro arrivederci, ma sarà temporaneo perchè ho già in mente altre idee <3
Ringrazio come sempre quelle splendide persone che leggono la mia storia, quelle che la recensiscono e tutti coloro che l'hanno inserita fra le seguite/ricordate e preferite <3 grazie,grazie,grazie <3
Che altro dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, avevo molte idee in testa ma metterle in pratica è stato alquanto difficile.
Spero di non avervi deluse, vi mando un bacio <3
Al prossimo capitolo <3
PS. questo era il vestito di Sam :) http://i.imgur.com/hyGiB.jpg
































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Capitolo 19
*** 19. And hoping for a better life this time, we'll fade out tonight straight down the line ***


One Direction
19. And hoping for a better life this time, we'll fade out tonight straight down the line

Aprii gli occhi guardandomi intorno, le pareti erano bianche, le lenzuola erano bianche, il tavolino di fronte al letto era bianco e sempre bianca era la sedia accanto ad esso. Sembrava che chiunque abitasse lì dentro, fosse un amante del bianco.
- Sei sveglia -
sussurrò Hannah alzando la testa dal letto, aveva i capelli leggermente arruffati ed il viso stanco
- Dove siamo? -
le chiesi sorridendole, mi guardò con un'espressione stupita prima di rispondere dopo qualche secondo
- Non ricordi niente? -
chiese con un leggero sorriso
- Ricordo di aver fatto un casino con Zayn ed Harry e ricordo che Louis si è arrabbiato parecchio -
dissi ridacchiando. In realtà la mia era una risata amara, di chi è consapevole di quanto orribile sia quello che ha fatto
- Louis è preoccupato per te. E' andato al bar a prendere un caffè tornerà tra poco -
disse guardando verso la porta
- Sam, c'è qualcosa che non va? Voglio dire stai bene? -
chiese timorosa
- In che senso? -
- Sam, non . . . non respiravi ed eri così pallida e poi sei svenuta ed io ho pensato che non ti avrei più rivista -
disse scoppiando a piangere
- Han, sto benissimo e ti prometto che sarai costretta a vedere la mia faccia per i prossimi cinquant'anni e anche nell'aldilà staremo insieme per sempre -
dissi stringendo la sua mano
- Lo spero per te -
disse asciugandosi una lacrima con il polso e tirando su col naso. Proprio in quel momento Louis entrò nella stanza e non appena mi vide il grande bicchiere di caffè che stringeva tra le mani fece un volo prima di cadere per terra versando il suo contenuto sui pantaloni beige di Louis e sul pavimento, bianco, della stanza.
- Sam! -
urlò ignorando la macchia enorme che si era formata sul suo pantalone
- Mi hai fatto prendere un infarto -
disse stringendomi in un abbraccio
- Ma sappi che sono ancora arrabbiato con te -
- Mi farò perdonare, te lo giuro -
dissi in un sussurro
- Ho provato a chiamare Zayn ma non ha risposto ed ho mandato un messaggio ad Harry -
- Ma non ha risposto neanche lui -
conclusi al suo posto la frase. Non potevo biasimarli, d'altronde se fossi morta non gli avrei fatto che un favore.
- I dottori stanno facendo delle analisi ma a noi non dicono niente -
disse Louis allargando le braccia
- Ma hanno detto che puoi uscire fra un paio d'ore perchè i tuoi parametri di non so che cosa sono buoni -
si affrettò a spiegare Hannah
- Bene, questa stanza è davvero deprimente -
dissi ridacchiando mentre cercavo di sollevarmi dal letto. Rinunciai alla mia impresa quasi subito ero debole, come se mi avessero risucchiato tutta la forza e mi lasciai andare contro al cuscino
- Sam, stai bene? -
chiese subito Hannah preoccupata
- Sì, sono solo un pò debole -
mi affrettai a dire con un sorriso
- Sarà meglio che mi vesta e vada a parlare con i dottori -
dissi riprovando nuovamente ad alzarmi, mi trascinai in bagno anch'esso interamente bianco, e lasciai scorrere l'acqua finchè non fosse ghiacciata e chiusi gli occhi inspirando profondamente. In quel momento non riuscivo a pensare alla mia salute, tutto quello che avevo per la testa erano Zayn ed Harry, l'espressione fredda di Zayn mentre si girava sbattendo la porta alle sue spalle e quella delusa di Harry mentre faceva esattamente la stessa mossa del primo. Entrambi mi avevano lasciata dietro ad una porta e forse era quello che mi meritavo.
- Signorina Davis? -
la voce di uno dei medici mi riportò alla realtà ed uscii dal bagno incontrando un uomo abbastanza alto, con una folta capigliatura marrone e due occhi color nocciola
- Sono il primario Donovan, potrei scambiare due parole con lei? -
chiese con lo sguardo serio e fisso su di me
- Certo -
dissi annuendo con un lieve cenno del capo seguendo il primario in una piccola stanza adiacente alla mia ma riempita solo da un grande tavolo in acciaio, un paio di sedie, un computer ed un mucchio di cartelle cliniche
- Come si sente? -
mi chiese invitandomi con un cenno della mano a prendere posto sulla sedia di fronte alla scrivania
- Un pò stanca, ma passerà -
dissi giocherellando con le dita
- E' di questo che volevo parlarle -
disse assumendo un tono serio e cauto
- Lei è una parente di Jennifer Davis giusto? -
- Sì . . . era mia zia -
dissi non capendo che cosa c'entrasse lei esattamente
- E lei sa da quale malattia sua zia era affetta -
- Non precisamente ma so che le cure non le sono servite a molto -
conclusi amareggiata
- Sua zia era affetta da una grave forma di leucemia -
concluse il dottore abbassando lo sguardo
- E questo cosa c'entra con me? -
chiesi osservando i suoi movimenti e fu quando incontrai il suo sguardo che capii immediatamente il legame fra me, mia zia e quella malattia
- Se cominciamo subito abbiamo buone opportunità  -
disse annuendo col capo
- Sia sincero, cosa vuol dire con buone opportunità? Che guarirò? -
chiesi trattenendo a stento le lacrime
- No, questo non posso dirlo. Purtroppo la sua cartella clinica ci dice che la malattia è già in uno stato avanzato ma con le giuste cure potrebbe . . . -
lo fermai impedendogli di terminare la frase
- Potrei cosa? Vivere un altro anno? Forse due? E vedermi consumare giorno dopo giorno insieme alle persone che mi stanno accanto? -
dissi alzandomi dalla sedia
- No mi dispiace -
dissi infine scuotendo il capo
- Signorina, la prego di rifletterci. Non posso obbligarla a sottoporsi alle cure mediche ma mi creda, i suoi familiari vorrebbero passare più tempo in sua compagnia che in sua assenza -
ora come ora una frase del genere mi sembrava una barzelletta, chi avrebbe voluto passare del tempo con me? Zayn? Harry? Louis? Hannah, forse, ma sapevo che infondo anche lei la pensava come il resto dei ragazzi e ancora una volta non potevo biasimarla
- No, non mi sottoporrò alle cure -
affermai decisa, avevo preso la mia decisione e non avrei cambiato idea. Se dovevo lasciare questo mondo, non avrei prolungato l'attesa
- Devo chiederle di firmare questo foglio allora, per mettere per iscritto la sua volontà di non disporre dei trattamenti medici -
- Certo -
dissi afferrando una penna e firmando in fondo alla pagina che il dottore mi aveva mostrato. Quando chiusi alle mie spalle la porta della piccola stanzetta inspirai profondamente cercando di reprimere le lacrime, non era quello il momento ed il luogo adatto per concedermi il lusso di piangere e d'altronde non era con le lacrime che avrei potuto risolvere i miei problemi. Notai Hannah e Louis venirmi incontro preoccupati e decisi di non dirgli niente. Per la prima volta avevo capito che cosa avesse dovuto provare mia zia quando decise di lasciare Amanda, quando decise che quel peso era troppo per condividerlo con lei, che in qualche modo avrebbe modificato la sua vita e avrebbe vissuto ogni giorno come se fosse l'ultimo mentre lei avrebbe dovuto continuare a vivere con la speranza in un domani, con il desiderio di andare al college, di sposarsi e avere dei figli.
- Allora? -
disse Louis quasi urlando mentre Hannah lo rimproverava tirandogli un pizzicotto
- Siamo in un ospedale, non gridare! -
disse mentre Louis si massaggiava la parte del braccio colpita da Hannah
- Allora cosa? -
chiesi fingendo di non aver capito mentre mi affrettavo ad entrare nella camera e prendere tutte le mie cose, cercai di evitare lo sguardo di entrambi, aver saputo della malattia era doloroso, mentirgli non era di meno ma farlo mentre li guardavo negli occhi mi avrebbe distrutta senza contare che entrambe avrebbero capito immediatamente le mie bugie.
- Il dottore! -
disse Louis entrando in camera
- Cosa voleva? -
continuò Hannah
- Oh niente, mi ha solo chiesto di firmare le carte per potermi dimettere -
dissi chiudendo la cerniera della borsa e raccogliendo i capelli in una coda. Chiusi gli occhi respirando a fondo, cominciavo a sentirmi nuovamente debole e le tempie cominciavano a pulsare più forte di prima.
- E perchè ne ha fatto un segreto di stato? Sembrava dovesse dirti chissà cosa -
disse Hannah in un sospiro mentre Louis restò in silenzio. Lei non poteva sospettare nulla, quando venni a conoscenza dell'ereditarietà della malattia ne avevo parlato solo con Louis e la mia famiglia e questo spiegava il suo naturale sospiro in netto contrasto con l'espressione ancora preoccupata stampata sul volto del ragazzo.
- Andiamo! Questo posto mi mette una tale tristezza -
disse Hannah afferrando la mia borsa e cominciando ad avviarsi verso l'uscita dell'ospedale
- Sam, è tutto a posto? -
sussurrò Louis al mio orecchio mentre ci accingevamo a raggiungere Hannah
- Sì Lou perchè non dovrebbe -
mentii
- C'è qualcosa di cui dovrei preoccuparmi? -
continuò alludendo chiaramente alla malattia. Inspirai a fondo mentre le vocine nella mia testa urlavano di dirgli la verità, è vero gli avrei caricato un peso enorme sulle spalle ma era giusto che lo sapesse. Ma non volevo che provasse pena per me, non volevo che cominciasse a trattarmi diversamente solamente perchè sarei potuta morire in pochi giorni, pochi mesi al massimo.
- No, puoi stare tranquillo -
sussurrai prendendolo sotto braccio
- Grazie al cielo, pensavo che ti avrei persa -
disse abbracciandomi quasi togliendomi l'ossigeno. A quelle parole a stento riuscii a trattenere le lacrime, non avrei potuto dirglielo. Sapevo che tra pochi giorni sarebbero ripartiti per un nuovo tour e non volevo che rinunciasse per me, non volevo vederlo soffrire per me, non volevo che pensasse che ogni giorno passato insieme potesse essere l'ultimo, non volevo che uscendo da quella porta gialla potesse avere la paura di non rivedermi più. Non potevo fargli questo.

In pochi minuti arrivammo a casa, scesi dalla macchina afferrando la borsa che prontamente fu afferrata da Louis
- Lascia faccio io, è meglio se non ti affatichi -
disse avviandosi verso la porta, ridacchiai divertita e lo seguii senza obiettare d'altronde ero certa che non me l'avrebbe data vinta. Quando entrammo in casa Liam e Niall mi corsero incontro abbracciandomi, Niall aveva gli occhi lucidi mentre Liam era più contenuto
- Ci hai fatto prendere un grosso spavento -
mormorò il secondo al mio orecchio
- Scusatemi -
dissi abbracciandoli entrambi
- Perdonata -
disse Niall in un sorriso al quale ricambiai prontamente
- Vado in camera, sono un pò stanca -
dissi avviandomi verso le scale ma fui bloccata da Liam
- Vai nella nostra, è meno "affollata" -
disse ridacchiando sull'aggettivo affollata. Liam e Niall non sapevano ancora quello che era successo, quando Zayn era andato via il giorno prima i due gli erano corsi dietro senza ottenere delle spiegazioni e quando tornarono, be a dire il vero quella parte non la ricordo esattamente. Quell'aggettivo rimarcato da Liam mi creò un nodo nello stomaco, non potevo credere che Zayn fosse a letto con un'altra, nel letto che avevamo condiviso dalla prima notte che aveva passato in quella casa. Sentii gli occhi bruciare e le lacrime cominciare ad affacciarsi, annuii distrattamente superando Liam al quale però una volta al piano di sopra non diedi ascolto, volevo vederlo con i miei occhi. Volevo sperare fino all'ultimo momento di vedere una scena diversa una volta aperta quella porta ma quello che vidi fu esattamente quello che Liam aveva cercato di descrivermi con l'aggettivo "affollata". Una ragazza dai capelli castani era intenta a gridare il suo nome mentre lui era su di lei, non appena comparii lungo lo stipite della porta incontrai il suo sguardo e non riuscii a trattenere le lacrime, indietreggiai socchiudendo la porta.
- Sam . . . -
sentii a malapena sussurrare Zayn ma non vi prestai molta attenzione. Mi andai a rifugiare fra le coperte di Louis, il suo odore era sparso ovunque e mi confortava, mi faceva sentire a casa e solo allora mi resi conto che la mia casa, quella vera, non era ad Holmes Chapel e non era nemmeno in Inghilterra. La mia casa era mia madre e si trovava a Milano e realizzai che era con lei che avrei voluto trascorrere i miei ultimi giorni, con lei che per anni, nonostante le difficoltà, mi ha cresciuta ed invogliata ad inseguire i miei sogni e a stare al passo con la vita perchè purtroppo la vita non aspetta nessuno, puoi solo stare al passo con lei ma non puoi permetterti di restare troppo indietro perchè altrimenti perderesti la strada e ti smarriresti.
- Sam -
la voce di Zayn pose fine ai miei pensieri, osservai la sua figura stretta in un paio di boxer neri avvicinarsi al letto e sedersi accanto al mio corpo interamente avvolto fra le coperte
- Tranquillo Zayn, noi non stiamo insieme ed hai tutto il diritto di scoparti chi ne hai voglia -
dissi prima che potesse dire qualcosa, qualsiasi cosa.
- Non so perchè l'ho fatto. Ho agito d'impulso perchè mi sentivo tradito e volevo renderti il favore, sapevo che ti avrei fatta soffrire eppure l'ho fatto ugualmente -
ammise a testa bassa
- Non fa niente -
dissi asciugando una lacrima. D'altronde ero l'ultima persona che potesse giudicare il suo comportamento.
- Sei stata da lui? -
disse in un sospiro. Scossi la testa negativamente
- Dove sei stata? -
chiese alzando il viso e notai un velo di preoccupazione nei suoi occhi
- Non ha importanza. Sono qui adesso -
dissi rifugiandomi fra le sue braccia lasciandomi andare ad un pianto liberatorio. Piangevo per Harry, per Zayn, per Hannah, Louis, Liam, Niall,mia madre, Amanda. Piangevo perchè la paura di lasciare queste persone era troppa, piangevo perchè la morte spaventa chiunque, specialmente se sai di avere un'appuntamento con essa. Piangevo perchè il peso che portavo dentro di me era enorme e non potevo condividerlo con nessuno senza condizionare il suo stato d'animo. Piangevo perchè pensavo a quanti piani, a quanti progetti avevo fatto in tutti questi anni per il mio futuro. Sognavo una casetta tranquilla in riva al mare, sognavo di passare giorni intere seduta sulla spiaggia in compagnia del vero amore ad osservare l'alba ed il tramonto giorno dopo giorno guardandoci invecchiare, guardando i nostri figli costruire castelli di sabbia e poi i nostri nipoti. Invece mi ritrovavo a dover cancellare ogni cosa, non avrei avuto una casa in riva al mare, nessun amore con cui invecchiare, nessun figlio, nessun nipote.
- Shh, ci sono io con te. Non vado da nessuna parte -
sussurrò Zayn al mio orecchio
- Grazie -
dissi stringendo la presa sulla calda pelle della sua schiena lasciata nuda
- Ti amo -
disse e quello fu come un fulmine a ciel sereno. Quel suo TI AMO
mi riportò alla mente una nostra precedente conversazione

- Dovresti imparare ad amare Zayn, credimi è la cosa più bella che ti possa capitare -
- L'amore è solo una perdita di tempo. Non appena cominci ad amare una persona, c'è sempre qualcuno o qualcosa che te la porta via -
scossi la testa
- Se è quella giusta, resterà per sempre. Non importa chi o che cosa entrerà a far parte della sua vita -

Aveva ragione ancora una volta, aveva appena detto di amarmi e sapevo quanto questo fosse importante e duro da ammettere per lui eppure io sarei andata via, lo avrei lasciato. Era solo una questione di tempo




Haloa belle directioners <3
Come state? Questa volta sono stata più veloce rispetto al solito ahahaha! Avviso, mancano forse uno/due capitoli più l'epilogo. Lo dico ora così a chi fosse piaciuta questa fan fiction può prepararsi a dire un "arrivederci" alla mia adorata Sam. Okay, misà che questa volta ci sta un luuungo commento al capitolo. Alcune di voi se lo aspettavano, altre no, ma nella mia testa il finale era questo sin dal primo capitolo di questa storia, il personaggio di Sam è "facile da amare" si rispecchia un pò con la maggior parte delle persone, non è una ragazza troppo perfetta ma nemmeno con troppi difetti, è innamorata della vita e di tutto ciò che la circonda ma ahimè non sono sempre rose e fiori. Credo che dopo questo capitolo sia ormai ufficiale quello che sarà il destino della protagonista, ma prometto che farò del mio meglio per concludere questa storia nel migliore dei modi. Zayn, ha imparato ad amare? Io credo che sia impossibile, cioè tutti sanno amare bisogna semplicemente trovare il coraggio di farlo ed esporsi. In questo capitolo Harry viene solamente citato, su di lui posso dire che ce l'ha molto con Sam, si sente tradito perchè sì, lui la ama da morire e lei ricambia i suoi sentimenti, sia chiaro. Al 90% credo che l'epilogo sarà raccontato da uno dei personaggi di questa storia che non si identifichi con Sam, non so ancora chi sarà e mi piacerebbe che mi consigliaste sulla scelta, e non so se sarà in prima oppure in terza persona. Ma quasi sicuramente l'epilogo non verrà raccontato da Sam.
Passando alle cose allegre :) Contente che sia finito il tour in America? Lo ammetto, io un pochino sì ù.ù A momenti si trasferivano lì!!!
Vi piace questa gif? C'è troppo amore in quelle immagini *____* NON E' FATTA DA ME, nessuna delle gif postate è mia. Le trovo girovagando per il web :D
Lo scorso capitolo ha raggiunto le sei recensioni *___* Cavolo, grazie di cuore! Non me l'aspettavo! Spero che anche questo sia di vostro gradimento e mi piacerebbe davvero sapere che cosa ne pensate :)
Un bacio, al prossimo capitolo <3
Potete trovarmi su twitter
https://twitter.com/#!/mylifehas1D_  e anche su http://ask.fm/adinfinitum







































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Capitolo 20
*** 20. But even the sun sets in Paradise ***


One Direction
20. But even the sun sets in Paradise

Inspirai profondamente rigirandomi fra le lenzuola, era passata una settimana durante la quale avevo cominciato a perdere peso e sentirmi sempre più debole giorno dopo giorno. Mancava un solo giorno alla loro partenza, mancava un solo giorno e poi non avrei più rivisto il sorriso dipinto sul volto di Louis, l'espressione di terrore di Liam davanti ad un cucchiaio, gli occhi azzurri di Niall, la figura di Zayn avvolgermi in tutto il suo calore, le fossette di Harry. Per giorni avevo mentito più a me stessa che agli altri. In realtà dire loro la verità significava per me ammettere che me ne stavo andando, significava entrare nel mondo reale e non ero pronta ad affrontare tutto ciò. Non ero a pronta a guardare negli occhi la triste realtà. Mi alzai ignorando il forte mal di testa che quasi mi impediva di pensare lucidamente e mi avviai verso il bagno dove lasciai scorrere l'acqua fredda nel lavandino prima di bagnarmi il viso. Infilai una camicia verde a maniche lunghe che però tirai su fino al gomito, una minigonna bianca con dei ricami, delle calze grigie alte fino al ginocchio ed un paio di stivaletti neri. Mi guardai allo specchio e quasi stentavo a riconoscermi, la Sam che conoscevo io, quella che conoscevano tutti non era quella riflessa nello specchio, non era quella ragazza dallo sguardo spento che si trovava fra quelle quattro mura.
- Sam! E' pronta la colazione -
sentii Liam urlare dal piano di sotto e senza troppa fretta scesi gli scalini attenta a non cadere e raggiunsi i ragazzi in cucina, Hannah e Louis erano infondo al tavolo ridendo e scherzando con un pezzo di pancetta, Niall era chino sul suo piatto mentre Zayn fumava nervosamente una sigaretta affacciato alla finestra e Liam si accingeva a mettere nel mio piatto un pancake
- Grazie Liam -
sorrisi lasciandogli un bacio sulla guancia, da parte sua ci fu un ampio sorriso prima di prendere posto accanto a me
- Vorrei tanto restare qui con voi -
disse Louis guardando prima Hannah e poi me
- Ehi! Milioni di fan vi stanno aspettando, non vorrai mica deluderle! -
dissi ridacchiando
- E poi noi siamo sempre qui, non scappiamo -
disse Hannah dandogli un bacio a stampo. Saremo ancora qui? Per un attimo provai una fitta allo stomaco.
- Sì, noi siamo sempre qua -
sentivo gli occhi bruciare e mi sforzai di non scoppiare a piangere, Zayn si voltò verso di me fissando i suoi occhi nei miei e provai una forte fitta allo stomaco. In quel momento mi sentii stranamente egoista, desideravo non essere malata perchè non volevo lasciarlo, desideravo tanto che non partisse e che restasse insieme a me, ma nello stesso momento accanto a me volevo anche Harry, volevo poter guardare i suoi occhi verdi ogni qualvolta ne sentivo il bisogno e sapevo che di lì a poco non avrei più potuto farlo. Sapevo che avevo tradito la sua fiducia e non avrei avuto il tempo di riconquistarla, non avrei avuto il tempo per dirgli quanto fosse importante per me, per dirgli che avrei voluto invecchiare con lui.
- Sam, possiamo parlare? -
notai un velo d'incertezza nella sua voce e acconsetii con un cenno del capo seguendolo in salotto
- Non voglio chiederti di scegliere, arriverà il momento e farai la tua scelta quando sarai pronta ma sappi che ti porterò sempre con me dovunque andrò -
disse tutto d'un fiato, sollevai il suo volto con una carezza e cercai di sorridere
- Grazie Zayn -
sussurrai abbracciandolo, fra le sue braccia mi sentivo protetta mi sentivo come se la malattia scomparisse tutte le volte che la sua pelle calda avvolgeva il mio corpo sempre più freddo
- Dovresti mangiare, sei magra abbastanza per metterti a dieta -
disse ridacchiando, annuii debolmente e sentii una vocina nella testa che urlava di dirgli la verità, urlava che meritasse di sapere tutto quanto e probabilmente se la situazione fosse stata diversa, se non fosse dovuto partire il giorno dopo gli avrei anche detto tutto ma dirglielo in quel momento significava farlo soffrire più di quanto potesse soffrire in una situazione normale, se fosse partito lo avrebbe fatto con la consapevolezza che non mi avrebbe più rivista mentre così non si sarebbe spenta in lui la speranza di rivedermi un giorno, la speranza di trovare quell'amore che tanto ardentemente stava cercando.
Sentii le sue dita farsi spazio tra le mie e mi lasciai condurre in cucina dove ognuno di noi tornò ad occupare il proprio posto attorno al tavolo, con lo sguardo guardai attentamente il viso di ognuno di loro, quasi volessi imprimerlo nella mente, in realtà volevo poter portare con me per sempre un loro ricordo, volevo ricordare il viso di quelle persone che hanno reso la mia vita meravigliosa semplicemente con un loro sguardo, un loro sorriso.
- Sam? -
mi richiamò Hannah ridendo
- I ragazzi oggi partono e vanno a Londra, noi che facciamo? -
chiese ridacchiando
- Quello che vuoi ma che ci tenga occupate tutto il pomeriggio -
le dissi sorridendo, avrei trascorso ogni istante insieme a lei e poi sarei partita, sentivo che dovevo tornare a casa.
- Harry passa a prenderci tra poco, se vuoi salutarlo . . . -
Liam non concluse la frase. Era un ragazzo meraviglioso, i suoi occhi sprizzavano dolcezza e regalava un sorriso a chiunque, anche al suo miglior nemico perchè il suo cuore era più grande di qualsiasi altra cosa e l'amore dominava il suo corpo.
- Non penso che lui voglia salutarmi -
conclusi più con me stessa che con Liam. Per una volta però sarei stata egoista e sarei uscita a salutarlo, nonostante tutto volevo ricordare per sempre anche il suo viso, i suoi occhi verdi e quelle meravigliose fossette che un tempo apparivano anche per me. Sentimmo il campanello suonare un paio di volte e ci guardammo in silenzio quasi a chiederci chi dovesse andare ad aprire fin quando non mi alzai sotto l'occhio attento di Zayn
- Vado io -
sussurrai avviandomi verso la porta. Afferrai la maniglia ed inspirai a fondo concedendomi qualche secondo per me e quando aprii la porta gialla trovai Harry in piedi lungo lo stipite della porta stretto in un paio di Jeans chiari ed una camicia che accarezzava il suo corpo perfetto, i capelli erano coperti da un cappello dello stesso colore della camicia e ai piedi portava le sue amate converse. Lo guardai sorridendo notando che il suo sguardo era impassibile e guardava alle mie spalle in attesa di uno dei ragazzi
- Volevo salutarti, i ragazzi mi hanno detto che oggi andate a Londra e . . . -
- Sam cosa stai cercando di fare? Conversazione? -
disse bruscamente, sentii una stretta allo stomaco e gli occhi bruciare ma mi obbligai a non andarmene in camera mia piangendo
- Come puoi odiarmi così tanto -
chiesi sussurrando
- E me lo chiedi? Sei andata a letto col mio migliore amico -
- Tu però non sei stato tanto migliore di me, solo che questo te lo sei già dimenticato -
dissi aprendo la porta per farlo passare e avviandomi verso il piano superiore
- Chiudila quando ve ne andate -
dissi senza nemmeno guardarlo. Mi odiavo per quello che avevo fatto ma sembrava che il suo passato lo avesse cancellato, era come se per lui quella notte con Alex non fosse mai successa.
La porta della mia stanza si aprì ed entrarono Louis insieme al resto dei ragazzi che si buttarono su di me abbracciandomi
- Mi mancherete -
dissi senza riuscire a trattenere le lacrime
- Ehi piccola, saremo tornati prima che tu ti accorga della nostra mancanza -
disse Niall spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Dobbiamo andare altrimenti Harry rompe tutto il giorno -
disse Liam sollevandosi dal letto
- Ci vediamo al mio ritorno -
sussurrò Zayn al mio orecchio prima di posare un bacio sulla mia guancia
"lo spero"
pensai limitandomi a sorridere ed annuire con un cenno del capo
- Ciao piccola -
disse Louis stampandomi un bacio in fronte, poco prima che i ragazzi uscissero dalla stanza presi fiato e li salutai
- Vi voglio bene, vi prego non dimenticatelo -
dissi abbozzando un sorriso mentre sentivo le lacrime scendere copiosamente rigando entrambe le guance
- E chi se lo scorda -
disse Niall mandandomi un bacio con la mano
- Lou, puoi restare un secondo? -
chiesi mentre gli altri uscirono chiudendo la porta alle loro spalle
- Mi mancherà vedere il tuo sorriso al mattino, i tuoi abbracci ed il suono della tua risata -
dissi abbracciandolo stretto a me
- Perchè mi sembra un addio Sam? -
chiese anche lui fra le lacrime
- Non lo è, gli addii sono quando due persone si lasciano per sempre. Il nostro è un arrivederci perchè ti porterò sempre nel cuore -
dissi asciugandomi una lacrima
- Ricordati di me anche quando vivrai nel buio perchè ci sarò sempre. Non dimenticarlo Sam -
sussurrò al mio orecchio e fui certa che una parte di lui avesse capito che non ci saremmo rivisti ma che l'altra cercava in ogni modo di reprimere quei pensieri
- Louis muoviti! -
sentii Harry urlare dal piano di sotto
- L'hai salutato? -
mi chiese staccandosi dall'abbraccio
- Sì, ma è troppo accecato dal dolore -
dissi sorridendo nervosamente
- Ma va bene così, quando gli passerà ricordagli solo che non ho mai smesso, nemmeno per un momento di amarlo -
- Ti voglio bene Sam -
disse accarezzandomi i capelli
- Ti voglio bene Lou -
dissi sorridendo mentre guardavo la sua figura allontanarsi e sparire dietro alla piccola porta della mia stanza, ascoltai con attenzione il suono dei suoi passi lungo le scale che si unì a quello degli  altri per poi sparire una volta usciti dalla casa.
- Sam -
Hannah comparì davanti alla porta a braccia conserte ed uno sguardo amorevole
- Ei . . . -
mi limitai a dire mentre la guardai sedersi accanto a me
- Torneranno presto stai tranquilla -
mi disse accarezzandomi la schiena, annuii con la testa mentre non riuscivo a smettere di piangere e mi voltai verso di lei
- Han c'è una cosa che devo dirti -
le dissi con la voce rotta dal pianto. E così le raccontai la mia vita, di quando la prima volta incontrai quei cinque ragazzi sull'aereo, di Amanda, della zia e della sua malattia ed infine della notizia che il dottore mi aveva dato all'ospedale
- Non può essere -
disse ritraendosi scioccata
- Voglio dire guardati, sei bellissima e  nel fiore dell'età, hai una vita davanti non può essere! Non puoi essere malata, non puoi vivere sapendo di morire. Non è giusto -
disse prima di scoppiare in un pianto liberatorio, la seguii senza dire niente. Eravamo due ragazze sedute su un letto che piangevano abbracciate l'una all'altra senza sapere bene cosa dire, avevo immaginato quel momento per giorni e sentivo di essermi liberata di un grosso peso, come se dirlo ad Hannah mi avesse liberata dalla malattia perchè sapevo che non l'avrei affrontata da sola.
- La vita non è mai giusta ma ti posso garantire che la mia è stata meravigliosa, incontrare te, i ragazzi e Josh è stata una delle cose più belle che mi fosse potuta capitare -
- No Sam, tu sei la nostra cosa più bella. Hai insegnato qualcosa ad ognuno di noi, sei riuscita a cambiare persino Zayn -
disse ridendo sull'ultima frase.
- Ho deciso di andare a Milano, di tornare a casa da mia madre -
dissi sistemandomi i capelli nervosamente
- Va bene. Quando vuoi partire? -
disse triste. Sapevo che non voleva lasciarmi andare ma la conoscevo talmente bene da sapere che non me lo avrebbe impedito e non potevo fare altro che ringraziarla infinitamente per questo
- Ho prenotato un volo per domattina -
dissi frugando nella borsa e trovando il biglietto che avevo acquistato
- Allora direi che dovremmo preparare le valigie -
disse alzandosi dal letto
- Ti voglio bene Han -
dissi abbracciandola nuovamente
- Ti voglio bene anch'io Sam -
disse piangendo nuovamente.
- Shh, non piangere. Promettimi che verrai da me il più tardi possibile, dopo che avrai dato alla luce una decina di piccoli Tomlinson meravigliosi e giocato con i tuoi nipoti. -
- Te lo prometto. -
disse tirado su con il naso
- E tu promettimi che mi aspetterai -
- Te lo prometto Han -
dissi in un sussurro.
Passammo l'intero pomeriggio a preparare le valigie e quando finimmo la mia stanza era ormai vuota, erano rimasti solo i mobili senza però niente al loro interno.
- E' triste vedere questa camera vuota -
- Lo so -
dissi stringendomi nelle spalle
- Allora che facciamo stasera? -
chiese Hannah sorridendo
- Ti va un pigiama party? -
- Okay, ma niente alcool -
disse preoccupata
- Tranquilla non muoio per un paio di birre -
alla parola muoio notai il suo corpo irrigidirsi
- Non è divertente -
disse con gli occhi lucidi
- Scusami -
dissi sorridendo
- Niente alcool -
conclusi infine e notai il sorriso comparire sul suo volto.
- Ordiniamo una pizza, sto mor. . . ehm ho molta fame -
dissi sorridendo prendendo un amorevole schiaffo da parte di Hannah.














Haloa :) in ritardissimo, come sempre ahimè, ma ecco il nuovo capitolo. Vi chiedo scusa ma purtroppo scriverlo è stato più difficile del previsto, è stato un periodo dove
l'ispirazione era praticamente pari a zero e anche adesso non sono soddisfatta al 100% di quello che ho scritto. Bene, questo credo che con molta probabilità sia
esattamente l'ultimo capitolo, l'ultimo aggiornamento sarà con l'epilogo ed ovviamente i saluti e ringraziamenti finali. Parlando del capitolo, vi confesso che ho pianto scrivendolo,
sarà perchè mi sono affezzionata alla storia, sarà perchè sentivo l'amicizia tra Sam e Louis molto reale non lo so. Ma ho pianto molto, specialmente scrivendo il momento tra Loui e Sam,
che personalmente è il mio preferito in assoluto. Harry come avete visto non è stato molto carino, ma è dovuto al fatto che soffre perchè amava veramente questa ragazza. Ora, chi amerà Sam?
In realtà Sam ama tutti, voglio dire, con sè porterà nel cuore ognuno di loro ma in realtà solo con uno di loro è amore, il cuore di Sam può appartenere solo ad uno dei due ragazzi.
Verrà svelato nell'epilogo, forse ù.ù
Questo era il vestito di Sam :)
http://i.imgur.com/i2y7s.jpg
Bene, vi lascio e vi mando un bacio e tanto amore. Al prossimo capitolo! Vi ricordo che potete trovarmi su  twitter https://twitter.com/xshadowsx_ e su ask per qualsiasi domanda http://ask.fm/adinfinitum







































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Capitolo 21
*** 21. EPILOGO ***



21. If happy ever after did exist I would still be holding you like this

- Mi mancherai Sam -
le dissi tirando su col naso, sapevo che era poco femminile ma poco mi importava, era una mia abitudine sin da quando era bambina, avevo imparato a tirare su col naso e a fare la lotta nel fango ancora prima di imparare a dire mamma o papà. Ero Hannah la ragazza dai capelli biondi che si rotolava nel fango fingendo di essere John Cena e inscenando seri combattimenti di wrestling con mio fratello. Non mi era mai importato molto di quanto poco femminile fosse tirare su col naso e mai avrebbe cominciato ad importarmene.
- Mi mancherai anche tu. -
- Sai . . . -
cominciai a parlare trattenendo le lacrime
- Vorrei poter trovare le parole perfette e farti un discorso con i fiocchi ma questo succede solo nei film quando una ragazza dal quoziente intellettivo superiore alla media sale sul palco ed improvvisa un discorso che si rivela degno del suo cervello. -
suscitai una risata da parte sua e la accompagnai per poi riprendere il mio discorso
- Ma farò del mio meglio. Grazie, perchè quel giorno alla caffetteria mi sei venuta vicina e mi hai fatta sentire a mio agio, grazie perchè se non ti avessi conosciuta non avrei mai conosciuto Louis e a quest'ora non saprei che cosa significa amare veramente. Grazie perchè mi stai insegnando ad essere forte anche quando la vita ha deciso di voltarti le spalle. -
dissi senza riuscire a frenare le lacrime
- No Hannah, sono io che devo ringraziare te. Tu e i ragazzi mi avete tenuta in vita più a lungo, mi avete fatta sentire viva anche quando la mia condanna era già scritta e spedita in paradiso. Perciò grazie perchè con voi i miei ultimi giorni non mi sono sembrati tali -
Sentii le sue braccia esili stringersi attorno al mio collo e ricambiai il suo abbraccio cercando di non stringerla troppo, era diventata magrissima e temevo di farle male sebbene fossi certa che celato in quel corpo esile si celasse una guerriera.
In quel momento una voce metallica annunciò l'ultima chiamata per il volo in partenza con destinazione Milano e con gli occhi lucidi ci salutammo
- Ciao Han -
- Arrivederci Sam -
e la vidi sparire tra la folla.

Una bambina dai lunghi capelli biondi lasciati liberi correva fra i piccoli sentieri del cimitero alla periferia di Milano, la sua carnagione chiara ed i suoi occhi azzurri risaltavano sotto la luce del sole. Sorrideva ed era raro vedere sorridere qualcuno fra quelle fredde lapidi eppure lei era felice.
- Christel vieni qua -
una voce bassa ma dolce richiamava l'attenzione della bambina con scarso successo.
- Mamma vieni, è qui -
disse indicando una lapide leggermente più grande delle altre con una foto non troppo vecchia. Samantha Penelope Davis recitava la targhetta posta appena sotto al viso sorridente della giovane
- Christel non urlare, qui le persone stanno riposando. Non vorrai svegliarle -
disse con un sorriso una ragazza, anch'essa dai capelli biondi e la carnagione chiara, ma a differenza della piccola i suoi occhi erano scuri.
- Scusa mamma -
disse la piccola sedendosi accanto alla lapide
- Tu dici che la zia Sam mi vuole bene? -
disse la piccola
- Ne sono sicura, le sarebbe piaciuto conoscerti e sareste diventate ottime amiche. Proprio come lo era con la tua mamma -
recitò la ragazza sedendosi accanto alla figlia
- Perchè è morta? -
chiese la bambina curiosa
- Oh, lei non è morta. E' andata lassù insieme agli angeli. Vedi piccola, lei era uno degli angeli migliori e Dio lo ha chiamato a sè -
- Ma non poteva aspettare un pochino così avrei potuto conoscerla anch'io -
la bambina sbuffò suscitando una risata da parte della giovane madre. La piccola si alzò avvicinandosi ad un piccolo gattino che giocherellava con un filo d'erba nel piccolo spazio verde adiacente alla lapide di quella che la bambina chiamava amorevolmente zia
- Non allontanarti -
la avvisò la madre per poi guardare la foto impressa sul freddo marmo
- Quanto mi manchi Sam -
disse lasciando scivolare una lacrime lungo la sua guancia
- Mi dispiace di non essere venuta prima ma le cose dopo la tua morte sono cambiate radicalmente -
disse cercando di soffocare i singhiozzi per non far preoccupare la piccola che giocava non molto distante da lei
- Quando Louis mi diede la notizia quasi non riuscivo a crederci. Avevo appena scoperto di essere incinta e non potevo dirlo all'unica persona che mi avrebbe capita e supportata, quella persona che insieme a me avrebbe amato quella piccola creatura dal primo momento. -

Inspira ed espira, inspira ed espira. Forza Hannah puoi farcela, magari è solo uno stupido ritardo dovuto allo stress o a qualsiasi altra cavolata. Non puoi essere incinta. Mi alzai di scatto dal divano attirando su di me lo sguardo preoccupato di mia madre e quello divertito di mio fratello
- Han tesoro tutto bene? -
la guardai mostrando uno dei miei sorrisi migliori cercando di essere convincente
- Certo, tutto bene. -
dissi afferrando un maglioncino ed uscendo dalla porta principale ritrovandomi in mezzo alla fredda notte inglese. Avevo bisogno di una farmacia e ne avevo bisogno immediatamente. Quando vidi una piccola insegna verde illuminarsi ritmicamente cominciai a correre fermandomi solo quando raggiunsi la piccola porta chiusa a chiave. Suonai ripetutamente il campanello tanto da suscitare l'ira del farmacista di turno al quale mostrai un altro dei miei migliori sorrisi
- Del filo interdentale, uno spazzolino, un test di gravidanza, queste caramelle e quel burrocacao -
disse senza prendere fiato
- Ecco a lei -
disse il giovane posando sul bancone un test di gravidanza
- Tutte le altre cose le vuole? -
dannata esperienza. Chissà quante ragazze erano passate dalla sua farmacia con una lista immensa di prodotti e alla fine erano uscite stringendo in mano una busta di carta con all'interno solo un test di gravidanza.
- No, grazie -
dissi imbarazzata
- Sono nove sterline -
disse digitando dei tasti sulla cassa porgendomi poi lo scontrino. Pagai e tornai a casa nascondendo sotto al maglione il test e corsi in bagno. Afferrai il test e mi misi seduta sul water, andavo in bagno ogni cinque minuti, avevo la vescica più piccola del mondo eppure in quel momento non mi scappava la pipì. Nascosi il test in uno dei cassetti e corsi in cucina a prendere una bottiglia d'acqua e cominciai a berla dimenticandomi quasi di respirare ed ecco finalmente lo stimolo giusto. Corsi nuovamente al piano di sopra e fui colta dal panico quando mi accorsi che mio fratello si era chiuso all'interno, non sapevo se preoccuparmi del test o del fatto che la vescica implorava di essere svuotata.
- Joe ho bisogno del bagno -
- Han, non ora -
rispose con aria di sufficienza. Con tutto il mio autocontrollo gridai
- Joe esci da quel cazzo di bagno, subito! -
la porta si aprì magicamente e comparve davanti a me mio fratello con uno sguardo pietrificato
- Bastava chiedere -
disse scuotendo la testa. Lo ignorai, il water stava gridando il mio nome e la vescica rispondeva urlando. Afferrai il test e finalmente tirai un sospiro di sollievo. Presi il foglietto delle istruzioni e cominciai a leggere. Una striscetta negativo, non sei incinta, due striscette positivo, in bocca al lupo.

- ... Eh be credo sia inutile che io ti dica che le striscette erano due -
disse la bionda con un sorriso mentre guardava la sua piccola giocare.
- Fisicamente assomiglia a me, fatta eccezione per gli occhi che mi ricordano quelli di Louis. Ma ti assicuro Sam che ha la stessa voglia di vivere di suo padre, la stessa simpatia, la stessa forza, la stessa grinta. -
disse asciugandosi una nuova lacrima
- Louis. Ti starai chiedendo che cosa successe quella stessa notte dopo che venni a conoscenza di essere incinta -
così dicendo riprese il suo racconto

Afferrai il telefono e composi rapidamente il numero di Sam, squillava ma nessuno rispondeva. Ripetei la stessa operazione un paio di volte prima di guardare l'orologio e realizzare che in Italia erano un'ora avanti e che forse stava già dormendo. L'avrei chiamata il giorno dopo per darle la bella notizia. Perchè era una bella notizia vero? Il telefono vibrò e lessi rapidamente
" devo parlarti, sono fuori casa tua. Lou xx "
che fosse diventato Edward Cullen e fosse riuscito a leggere nella sua mente a distanza? Glielo avrei detto, infondo ci amavamo e lui sarebbe stato felice esattamente come me. Quando uscii ed imboccai il vialetto di casa lo vidi immobile appoggiato al muretto con lo sguardo fisso per terra intento a fissare un punto non ben precisato del marciapiede
- Lou? -
lo chiamai incerta
- Qualcosa non va? -
dissi prendendo il suo viso fra le mani e guardandolo negli occhi. Quegli occhi azzurri che mi avevano rubato il cuore erano lucidi e leggermente arrossati, sulle sue guancie si intravedeva una scia lasciata dalle lacrime che erano scese lungo il suo volto ed il suo cuore batteva come impazzito.
- Lou mi stai facendo preoccupare, dì qualcosa -
lo implorai
- Sam . . . -
disse in sussurro prima di piangere nuovamente e in quel momento il mio cuore sprofondò in un dolore inconsolabile, dentro di me si aprì una voragine incolmabile perchè una parte di me non c'era più, era volata via.
- Non ci credo -
dissi staccandomi da lui
- Non avrei motivo per mentirti -
disse alzando lo sguardo
- Non ci credo -
ripetei accasciandomi per terra
- Non ci credo -
sussurrai più a me stessa che a lui. Coprii il mio volto con le mani abbandonandomi ai singhiozzi, sentii le forti braccia di Louis sollevarmi e stringermi al suo petto
- Shh -
disse accarezzandomi i capelli ma tutto mi sembrava inutile. Il dolore non sarebbe mai passato.

- E c'è tutt'ora, ho solo imparato a convivere con la tua assenza -
disse la ragazza accarezzando la piccola foto che ritraeva la sua migliore amica
- Ti starai chiedendo quando decisi di dirgli della bambina. Decisi di rimandare il discorso a dopo il tuo funerale. Fu abbastanza impegnativo dare la notizia ai ragazzi, specialmente ad Harry e Zayn -
disse prima che nuovi ricordi le riaffiorassero alla mente

La serratura di casa Davis scattò ed io e Louis facemmo la nostra entrata. Harry era rimasto dai ragazzi e giocava insieme a Liam alla play station mentre in cucina Niall e Zayn si concedevano uno spuntino notturno. Quando Liam si girò a guardarci e notò i nostri volti rigati dalle lacrime si alzò di scatto lasciando persino vincere Harry che esultò urlando prima di zittirsi e fissarci in silenzio mentre anche gli altri due ragazzi ci raggiunsero in soggiorno
- Che succede? -
la voce di Liam faceva trapelare un velo di agitazione
- Dobbiamo darvi una brutta notizia -
disse Louis
- Sì, questo lo avevamo capito -
disse Harry lasciandosi cadere sul divano appoggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia
- Si tratta di Sam -
aggiunsi attirando verso di me gli sguardi di tutti i ragazzi ma non riuscii a concludere il discorso perchè nuove lacrime si mischiarono alle vecchie e scesero nuovamente sul mio viso
- E' morta -
disse infine Louis
- Che cazzo stai dicendo? -
scoppiò Zayn avvicinandosi a Louis
- E' morta Zayn -
continuò il ragazzo
- Ti spacco la faccia, come puoi dire una stronzata del genere. -
notai tutti i muscoli di Zayn irrigidirsi e posai una mano sul suo braccio stringendolo per impedirgli di fare del male a Louis
- Era malata Zayn. -
dissi tirando su con il naso
- Aveva la leucemia -
dissi singhiozzando
- Ma che cazzo vi siete bevuti voi due. Ma che cazzo state dicendo. Ma vi sentite? -
disse Harry alzandosi dal divano visibilmente sconvolto
- Harry mi dispiace -
il ragazzo superò me e Louis ed uscì sbattendo la porta
- Sam ce lo avrebbe detto -
disse infine Niall
- Non lo ha fatto perchè dovevate partire per il tour e non voleva caricarvi di un peso così pesante -
dissi lasciando il braccio di Zayn
- Vado a cercare Harry -
dissi uscendo lasciando i tre ragazzi immobili al centro della stanza
- Harry -
gridai sperando in una sua risposta. Girai su me stessa e notai una figura seduta infondo alla strada con la schiena appoggiata ad un muretto e mi affrettai a raggiungerla
- Harry -
sussurrai lasciandomi scivolare accanto a lui. Lo sentii tirare su con il naso e lo vidi asciugarsi una lacrima
- Perchè non me lo ha detto? -
disse piangendo. Che cosa potevo dirgli, che non lo aveva fatto perchè l'aveva tratta uno schifo quando lei stava cercando di dirgli addio?
- Infondo me lo merito, sono stato uno stronzo. -
continuò fra le lacrime
- Sai cosa mi fa impazzire? Il fatto che non abbia potuto dirle addio, il fatto che lei ci abbia provato e io glielo abbia impedito. Il fatto che non ho baciato le sue labbra un'ultima volta, il fatto di non averla vista sorridere un'ultima volta, il fatto di non averla vista un'ultima volta -
mi sforzai di non piangere, in quel momento eravamo due persone unite dall'aver perso una persona speciale per entrambi. Passai una mano sulle sue spalle e lo strinsi a me, appoggiò la testa sulla mia spalla e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
- Ti amava Harry. Non ha mai smesso di farlo e sono sicura che dovunque lei sia, sta continuando ad amarti -
dissi in un sussurro

- Ti amava Sam, e credo che tu questo lo sappia già. Ha continuato la sua carriera nella musica ma da solista, il gruppo si è sciolto pochi mesi dopo la tua morte regalando alle fan un ultimo tour  insieme, poi Liam è tornato a casa, ha trovato l'amore ed ha messo su famiglia. Ci sentivamo spesso ma poi ogni volta finivamo per parlare sempre di te così ci prendeva la malinconia e piano piano le chiamate diminuivano, poi si trasformavano in sms e adesso ci sentiamo due volte l'anno per darci gli auguri di Natale e del compleanno. Niall è tornato in Irlanda e ha fondato una casa discografica per nuovi talenti, anche con lui le cose sono andate come con Liam. Zayn ha smesso di cantare per molto tempo fino a quando un giorno non ha incontrato una ragazza che gli ha fatto riscoprire l'amore e che lo ricambiava, adesso abita a Londra ed è diventato il manager più sexy degli ultimi tempi fidanzato con la bellissima cantante della quale si occupa. -
la giovane si concesse una risata ripensando alle vite perfette dei suoi vecchi amici. Aveva ragione, dopo la morte dell'amica il gruppo aveva cominciato a dividersi ogni giorno di più fino a quando la rottura non fu inevitabile.

- Dov'è Zayn? -
chiesi rientrando in casa, Louis e Liam erano seduti sul divano mentre Niall era seduto sulla moquette giocherellando con il laccio del pantalone del pigiama
- E' di sopra -
disse il biondo senza alzare lo sguardo. Mi avviai verso la stanza che era di Sam e trovai Zayn seduto per terra esattamente al centro delle quattro mura e mi appoggiai lungo lo stipite della porta
- Ehi -
dissi osservandolo
- E' sempre così, ogni volta che sento di aver trovato la persona giusta mi sfugge dalle mani. Sapevo che il suo cuore apparteneva ad Harry ma sapevo anche che mi sarebbero bastati pochi mesi per convincerla che anch'io non ero poi così male per lei -
disse battendo un pugno per terra
- Avrei dovuto capirlo, avrei dovuto guardarla negli occhi e capire che qualcosa non andava e invece sono stato un cieco -
continuò
- Zayn, la guardava con gli occhi di un innamorato. Non vedevi niente oltre lei e la sua bellezza. Inoltre, nessuno penserebbe ad una cosa del genere guardando la persona alla quale tiene di più al mondo -
dissi avvicinandomi a lui e accarezzandogli la schiena
- Lascia perdere. Tanto le nostre stupide chiacchiere non la riporteranno indietro. Le mie lacrime non riporteranno il suo sorriso, le mie parole non riporteranno il suo corpo. Sono stato uno stupido, un coglione. Me lo merito perchè me la sono andata a cercare, avevo chiuso con l'amore e ci sono ricascato come un cretino -
disse alzandosi
- Zayn -
lo richiamai prima che uscisse dalla stanza
- Non chiudere mai con l'amore, tutti trovano una persona speciale, bisogna solo avere la pazienza di aspettarla e se sei fortunato quando la trovi, lei decide di ricambiarti -
dissi, il suo sguardo era neutro e lo seguii con lo sguardo mentre usciva dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle eppure ero certa che quelle parole non le avrebbe dimenticate, ero certa che un giorno, presto o tardi, quella persona sarebbe arrivata anche per lui.

- Non mi sbagliavo -
disse in un sorriso
- Mamma, possiamo portarlo a casa? -
la voce della piccola distolse l'attenzione della bionda dalla fredda lapide e le mostrava il piccolo gattino
- Tesoro non credo lo facciano salire sull'aereo -
disse sorridendo
- Oh . . -
disse triste la bambina
- Questa è la sua casa tesoro, lui è insieme alla zia Sam e sono sicura che non vorrebbe allontanarsi da lei -
disse la ragazza mentre la bambina tornava a giocare con il suo piccolo amico
- Sai, il giorno del tuo funerale è stato l'ultimo giorno che abbiamo passato tutti insieme. Durante il viaggio nessuno aveva il coraggio di parlare di te, Harry se ne stava in un angolo torturando i suoi ricci, Zayn era dal lato opposto in silenzio, Liam e Niall erano uno accanto all'altro parlando di cose stupide per allentare la tensione, Louis era accanto a me fisicamente ma in realtà era lontano e non potevo fare nulla per riportarlo da me. Ricordo che quel giorno noi eravamo gli unici vestiti di bianco, avevamo pensato che il giorno del tuo funerale non dovesse rappresentare un addio ma un arrivederci, che in realtà non dovevamo essere tristi perchè prima o poi ti avremmo rivista e non volevamo che fosse un giorno triste. Ricordo gli sguardi dei presenti, incluso quello di Amanda e di tua madre fisso su di noi al momento del nostro arrivo ma poi anche tua madre fu d'accordo con noi e un sorriso comparve sul suo volto, seppure per un breve momento. -
La ragazza inspirò profondamente facendo una breve pausa
- Non ho mai detto a Louis di essere incinta, tutt'ora lui non sa della bambina. A volte penso di aver preso la scelta sbagliata a volte però penso che invece sia quella giusta per lui. Non era pronto per diventare padre e non dimenticherò mai l'espressione dipinta sul suo volto quando tornammo a casa, prima di lasciarci -

Camminavamo in silenzio per le strade di Holmes Chapel, i fan ed i paparazzi avevano deciso di rispettare il dolore di Louis e del resto dei ragazzi e li avevano lasciati in pace, almeno per qualche giorno. Zayn era tornato a Bradford, Liam a Wolverhampton, Niall a Mullingar ed Harry era tornato con noi ad Holmes Chapel.
- Devo parlarti -
dissi rompendo il silenzio che si era creato fra di noi
- Anch'io -
aggiunse Louis chianando il volto
- Prima tu -
dissi ascoltando in silenzio. Louis mi afferrò delicatamente per un braccio facendomi fermare e voltare verso di lui, i suoi occhi azzurri brillavano ed erano fissi nei miei, ancora dopo tanto tempo mi facevano lo stesso effetto della prima volta che li vidi.
- Torno a Doncaster -
disse facendo una breve pausa
- Han io non posso stare con te. Tu sei una persona meravigliosa ed io ti amo, ma guardarti mi fa ricordare Sam e mi distrugge, guardare i tuoi occhi, il tuo sorriso, tutto di te mi ricorda lei e non posso farcela. Non adesso. -
ammise mentre una lacrima gli rigava il volto. Allungai una mano accarezzando il suo viso e con l'indice raccolsi quella lacrima che era caduta
- Shh -
dissi poggiando un dito sulle sue labbra
- Va bene. Ma non permettere mai a niente e nessuno di cancellare i ricordi che hai di lei, sono speciali e col tempo imparerai a guardare indietro con il sorriso e con la consapevolezza di aver conosciuto una persona meravigliosa come lei -
dissi piangendo. Quel giorno Louis lasciò Holmes Chapel e ritornò a Doncaster, non gli dissi del bambino. Non potevo legarlo a me quando ciò che voleva lui era allontanarsi. Andare via da Holmes Chapel e dai suoi ricordi. Forse un giorno avrebbe incontrato il suo bambino e guardandolo lo avrebbe riconosciuto, o forse no. Ma lo lasciai andare, magari un giorno lui stesso sarebbe tornato da me ed insieme avremmo ricordato Sam con il sorriso.

- Non è più tornato -
dissi asciugandomi una lacrima
- Sono andata a Doncaster una volta, l'ho anche incontrato ma senza farmi vedere. Era felice, era insieme ad una ragazza meravigliosa, aveva i capelli castani, era alta con un fisico perfetto e lo faceva sorridere. Il suono della sua risata si poteva udire a due isolati di distanza. Così me ne sono andata, io insieme alla piccola che ogni giorno cresceva dentro di me -
disse in un sospiro.
- Sai, prima di andare via Lou mi chiese quale fra Zayn ed Harry avevi scelto. Non gliel'ho mai detto ma entrambe sappiamo che il tuo cuore è sempre appartenuto e sempre apparterrà ad Harry Styles. -
così dicendo prese il mazzo di fiori che aveva portato con sè e lo lasciò accanto alla lapida mentre la piccola si affrettava a raggiungere la madre
- Saluta la zia tesoro, dobbiamo andare -
la ragazza si chinò e prese in braccio la bambina che con una mano mandò un bacio alla piccola foto
- Ciao zia, a presto -
- Ciao Sam -
così dicendo madre e figlia ripercorsero lo stretto vialetto lasciando alle loro spalle molti ricordi, alcuni belli, altri brutti ma tutti pur sempre ricordi.
Tra i fiori vi era un biglietto, era completamente bianco fatta eccezione per una piccola scritta al centro Aspettami, lo hai promesso. Hannah.

FINE



Questa volta ho deciso di non mettere nessuna gif, voglio che l'ultima immagine sia quella della storia.
E' stato messo il punto a questa fanfiction, confesso che all'inizio ero molto insicura, non sapevo se qualcuno l'avrebbe
seguita, se fosse piaciuta, se la storia fosse carina. Poi ho guardato il film A Cinderella Story e ho ripetuto dentro di me
Non permettere mai che la paura di perdere ti impedisca di partecipare e allora mi sono detta, proviamo nel peggiore dei
casi dopo un paio di capitoli cancello la storia. Invece ho visto che lentamente alcuni di voi si sono appassionati insieme a me
alle vicende di Sam,Harry,Zayn,Liam,Niall,Louis ed Hannah. Rileggendo la storia ho notato che le idee con le quali ero partita
sono state completamente stravolte. Credetemi, mettere fine a questa storia mi rende triste perchè mi sento legata a Sam e be
sarò anche sentimentale ecc ma la ricorderò sempre questa storia. E' stata la seconda che ho scritto seriamente, ne avevo scritta una
in precedenza su Skins ma trovo che questa rispecchi la mia crescita. Questo epilogo è stato scritto di getto tutto in una notte, così come
questo spazio autrice, ma ho deciso di non postarlo subito ma di aspettare qualche giorno. Non per cattiveria ma perchè così la fanfiction
non finirà subito, l'ultimo capitolo l'ho postato solo ieri. Questa sera è stata una serata un pò negativa e questo ha fatto bene alla storia perchè
mi ha dato la carica giusta per scrivere anche se preferirei averla avuta in un altro modo. Non vi annoierò con le mie storie personali, non
preoccupatevi :')
Parlando del capitolo, Sam ha scelto Harry anche se la sua non è stata una vera scelta, il suo cuore è stato di quel ragazzo dal momento in cui i
due si incontrarono a bordo dell'aereo per Londra. Zayn, il suo per Sam non era vero amore, lui lo cercava così disperatamente e credeva di averlo trovato
in lei ma così non era e alla fine lui lo sapeva e sempre alla fine lo ha trovato. Louis, il suo rapport con Sam è molto particolare, i due erano legati in un
modo molto forte e la morte della ragazza lo ha distrutto a tal punto da voler cambiare radicalmente e lasciare ad Holmes Chapel tutti i ricordi di quest'ultima
ma non vorrei che pensaste che Louis non abbia amato Hannah perchè non è così, Louis l'amava ma lei faceva parte di quel passato che lui voleva lasciarsi
alle spalle, di quel passato che lo rendeva infelice.
Spero che la storia vi sia piaciuta, spero di avervi trasmesso le stesse emozioni o almeno un pò di quelle che ho provato io scrivendo la storia. Spero non vi
abbia deluso la scelta del narratore finale, ho scelto di raccontare in terza persona il presente ed in prima dal punto di vista di Hannah il passato, i flashback.
Ringrazio tutte le ragazze che hanno seguito la mia storia e che l'hanno recensita. Permettetemi di fare un saluto speciale ad Alexandra McAdams perchè mi ha seguita
dall'inizio della storia e perchè anche su twitter mi ha sempre seguita. Grazie di cuore <3 Un saluto anche a Niniell95 che come Alexandra mi ha seguita dall'inizio <3
e un grazie a tutte loro che mi hanno dato un parere e degli ottimi consigli, per non parlare dei loro bellissimi complimenti <3
Robby_Directioner,gengibuz,giuls_399,Crazier_,MartinaStyles,juls a directioner,Vale Hazza96,Ginny_Gemma,KathleenJaymesH_
GRAZIE DI CUORE, SENZA DI VOI PROBABILMENTE NON AVREI CONTINUATO A SCRIVERE QUESTA STORIA. GRAZIE DI CUORE.
Grazie a chi ha inserito la storia fra le seguite,ricordate e preferite e chi semplicemente ha deciso di leggerla in silenzio. GRAZIE!
Sappiate che non è un addio, sto lavorando ad un'altra storia che ha per protagonisti Liam e Niall perchè in questa fanfiction non hanno avuto lo spazio che meritavano
perciò tornerò e non vedo l'ora di tornare.
Vi chiedo un ultimo favore, passate a dare uno sguardo alla nuova fanfiction su Liam e Niall, mi farebbe davvero piacere se lo faceste :) http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1162641&i=1
Intanto vi ricordo che potete sempre trovarmi su twitter
https://twitter.com/xshadowsx_


Questa storia è scritta da me, pubblicata senza alcuno scopo di lucro. Il carattere dei personaggi descritti è frutto della mia fantasia e con questa storia
non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte, nè offenderle in alcun modo.

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