Total eclipse of the heart di fredster (/viewuser.php?uid=145616)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Holmes Chapel ***
Capitolo 2: *** 2. You stole my heart ***
Capitolo 3: *** 3. Imbranato ***
Capitolo 4: *** 4. Beautiful Liar ***
Capitolo 5: *** 5. Spare me what you think and tell me a lie ***
Capitolo 6: *** 6. And the question of heaven for a sinner like me ***
Capitolo 7: *** 7. Please don't leave me alone ***
Capitolo 8: *** 8. And I know that (s)he knows I'm unfaithful ***
Capitolo 9: *** 9. Since that day you stole my heart and you're the one to blame ***
Capitolo 10: *** 10. Since I woke up today I look at your photograph all the time ***
Capitolo 11: *** 11. Think that we got more time one more falling behind gotta make up my mind ***
Capitolo 12: *** 12. What I need to hear now Your sincere apology, when you mean it I'll believe it ***
Capitolo 13: *** 13. My loneliness is killing me, I must confess I still believe, when I'm not with you I lose my mind ***
Capitolo 14: *** 14. I've been looking for the answer somewhere (and) I couldn't see that it was right there ***
Capitolo 15: *** 15. And I swear you're just like a pill, instead of makin' me better you keep makin' me ill ***
Capitolo 16: *** 16. Sometimes I want my taking changes everyone before ***
Capitolo 17: *** 17. How can you see into my eyes like open doors ***
Capitolo 18: *** 18. And it's over, and I'm going under, but I'm not giving up, I'm just giving in ***
Capitolo 19: *** 19. And hoping for a better life this time, we'll fade out tonight straight down the line ***
Capitolo 20: *** 20. But even the sun sets in Paradise ***
Capitolo 21: *** 21. EPILOGO ***
Capitolo 1 *** 1. Holmes Chapel ***
One Direction
I
raggi del sole facevano capolino dalle sottili tende di color porpora
lasciate leggermente aperte e giungevano sul letto dove accarezzavano
la mia pelle scoperta per colpa delle stupide lenzuola che
durante un sonno movimentato si erano arrotolate attorno alle gambe. La
sveglia aveva suonato un paio di volte e prontamente avevo allungato
una mano sul comodino cercando di mettere fine a quella tortura,
ma come se la sveglia non fosse sufficiente sentii i passi pesanti di
mia madre trascinarsi lungo il corridoio del piccolo appartamento
all'ultimo piano di una palazzina in periferia che con tanto sudore mia
madre era
riuscita a guadagnarsi.
- Samantha, sbrigati! Hai chiuso le valigie? -
odiavo doverlo ammettere, ma la sua voce era dolce e melodiosa anche
alle prime ore del mattino. Odiavo la sua perfezione e più
la
guardavo, più mi rendevo conto di non aver ereditato nulla
di
lei, era alta all'incirca
un metro e ottanta, aveva un fisico da modella e lunghi capelli
biondissimi che le ricadevano ondulati lungo le spalle per raggiungere
la metà della sua schiena perfettamente dritta, i suoi occhi
erano di colore verde
smeraldo ed il suo portamento era dolce ed aggraziato tanto quanto lo
era ogni singola parte di lei. Io ero esattamente il suo opposto,
raggiungo a malapena il metro e sessanta, non ho il fisico di una
modella sebbene
abbia ereditato da mia madre il suo ottimo metabolismo, riesco a
mangiare qualunque cosa io voglia senza ingrassare più di
tanto
e tenere le forme nei punti giusti, la mia pelle è
"abbronzata"
così come adora definirla mia
madre che al contrario di me ha una carnagione molto più
chiara,
i miei capelli sono perennemente lisci e castani ed i miei occhi sono
di un color ancora da definire, un marrone chiaro e vivace.
Quello appena finito, era stato il mio ultimo anno scolastico, ero
riuscita a superare la quinta con ben 85 punti su 100 ed ero
dannatamente felice e fiera di me stessa dal momento che ero stata
costretta a lavorare come
barista in uno stupido locale notturno sei notti su sette e nonostante
tutto andare a scuola tutti i giorni. Sì, potevo proprio
dire di
essere fiera del mio lavoro e di meritarmi le vacanze che mia madre
aveva preparato per me.
Infilai un paio di jeans ed una canotta che avevo appositamente
lasciato sul letto e raggiunsi mia madre in cucina che sedeva al tavolo
con in mano una tazza di caffè fumante, rigorosamente nero,
altra cosa in comune e credo che potrei cominciare a spaventarmi e
rivedere la mia posizione, un toast nel piatto senza burro e con sopra
spalmata della marmellata dietetica, una di quelle schifezze che le
consiglia Carlo, il suo dietologo, uomo
simpatico ma mia padre potrebbe puntare anche più in alto.
Prendo posto sulla sedia di fronte alla sua senza accorgermi che come
di consueto la televisione trasmetteva uno di quegli stupidi programmi
di gossip che
mia madre si ostinava a guardare.
- Tesoro, non hai mangiato del vetro sai? Potresti spostarti per
favore? -
scossi la testa sorridendo scalando sulla sedia accanto, quel suo
accento inglese era fastidioso, era riuscito a conservarlo sebbene
vivesse in Italia da praticamente una vita, o almeno da quando mi ha
messa al mondo.
Versai del caffè nella tazza e ci inzuppai un paio di
biscotti,
ma non riuscii a finire di mangiare la colazione che mia madre,
lanciata una rapida occhiata al suo orologio, saltò in piedi
e
corse di sopra a prendere le valigie
urlando qualcosa come - E' tardissimo, perderai l'aereo - non riuscii a
capire perfettamente quello che disse perchè stava ancora
finendo di masticare l'ultimo pezzo di toast che si era messa in bocca
prima di correre
come una matta. Quando tornò al piano di sotto lanciai uno
sguardo in giro per assicurarmi di aver preso tutto e feci un riepilogo
mentale di tutte le cose che avrei dovuto portare con me adattatore, telefono,
caricatore, i-pod, soldi, passaporto e carta d'identità, eeh
. . . cavolo non mi veniva in mente nient'altro
- Tesoro tranquilla, se hai dimenticato qualcosa ce l'avranno
sicuramente zia Jen e tua cugina Amanda. Ora muoviamoci che altrimenti
perdi l'aereo. -
sbuffai aprendo lo sportello dell'auto ed infilandomi in macchina
stringendo le gambe contro il petto, sapevo che mia madre non era
contenta quando mi sedevo in macchina in quel modo ma non mi avrebbe
detto
granchè in quel momento, era talmente agitata dal pensiero
che
potessi perdere l'aereo che dovetti ringraziare il cielo se
riuscì a non causare nessun incidente lungo la strada.
Quando arrivammo all'aeroporto imbarcai le due valigie tenendo con me
una più piccola da portare a bordo dell'aereo, era
così
maledettamente scomodo viaggiare in aereo, tutte quelle regole sui
bagagli mi davano
la nausea. Ci salutammo ben cinque volte, e ad ogni abbraccio mia madre
piangeva sforzandosi di sorridere. Aveva fatto lo stesso quando
l'estate prima ero partita con i miei amici ed eravamo andati ad Ibiza,
la
classica vacanza estiva all'insegna del divertimento, solo che
ringraziando sempre il cielo, quella volta pianse a casa davanti a me
ed Alex, la mia migliore amica. Quest'anno era riuscita a convincere i
suoi genitori
a farle fare un anno intero in America presso una famiglia e
stranamente i suoi avevano acconsentito, così le vacanze
insieme
avevamo semplicemente deciso di rimandarle all'estate successiva.
Quando chiamarono il mio volo mi diressi verso il gate ma fui
letteralmente travolta da una folla di ragazzine impazzite con in mano
sciarpe, sebbene fosse il 20 Giugno, magliette a cartelloni
probabilmente di un
gruppo musicale del momento. Sbuffai rialzandomi sotto l'occhio
divertito di un paio di ragazzi ai quali risposi con uno sguardo
scocciato e capirono immediatamente che avrebbero fatto meglio a
girarsi e parlare
tra di loro che dare delle seccature alla sottoscritta. Raggiunsi il
gate e sbuffai nuovamente, non avevo mai pensato di poter trovare
così tante persone pronte a salire su quel maledetto aereo,
ma
avevo dimenticato
che mia madre, perfetta com'era aveva deciso di fare le cose in grande
segnandomi sulla corsia preferenziale, quella che ti permette di
saltare l'incombenza di fare la fila e raggiungere l'aereo prima degli
altri. Così
mi stampai un sorriso sulla faccia e raggiunsi una hostess alla quale
mostrai il biglietto e mi lasciò passare indicandomi una via
luminosa da seguire. Una volta a bordo inspirai profondamente, l'aereo
era enorme e
per più di una volta mi venne in mente il film Final
Destination, dove l'intera classe, o quasi, muore su quell'aereo mentre
gli altri fanno comunque una brutta fine. Deglutii, non sarebbe stato
certo il mio caso. Incrociai
lo sguardo di una hostess che raggiungeva la sua postazione alquanto
infuriata, le sorrisi e ricambiò, attraversai la prima
classe e
capii il motivo della sua rabbia, un gruppo di cinque ragazzi stava
cantando una stupida
canzone, sebbene fossero tutti e cinque dannatamente intonati, li
superai sentendoli dire qualcosa in inglese, ma poco mi importava tanto
non li avrei capiti in ogni caso. Raggiunsi in fretta il mio posto,
accanto al finestrino e pensai a mia madre e a sua sorella,
probabilmente quello di essere single con una figlia era un vizio di
famiglia, anche se in realtà mia zia Jen aveva divorziato da
suo
marito, io mio padre nemmeno lo avevo
conosciuto, ecco perchè mi ritrovo ad avere non solo un nome
strano per essere italiana, ma anche un cognome. Una bambina prese
posto accanto a me, aveva poco più di dieci anni e
già
viaggiava da sola, le sorrisi
pensando se salutarla o meno e cercare di instaurare una conversazione,
ma qualcosa mi disse che era inglese e questo mi fece pensare che io in
inglese sapevo solamente dire come mi chiamavo, buongiorno e
buonanotte. Quando le hostess richiusero i portelloni dell'aereo, il
pilota ci informò che la partenza era imminente, capii di
dover
allacciare la cintura quando vidi il disegno illuminarsi e l'aereo
cominciare a prendere
velocità. Chiusi gli occhi inspirando, sentii delle
fragorose
risate e vidi l'hostess di prima camminare lungo il corridoio a passo
svelto con la stessa faccia arrabiata di poco prima e capii che si
doveva trattare dei soliti
cinque ragazzi e per un attimo risi divertita. Credo che la mia
espressione fosse realmente terrorizzata perchè la bambina
sorridendo mi prese la mano e la strinse cercando di darmi conforto e
di non farmi pensare al
peggio, la guardai sorridendole e superato il decollo lasciai la sua
mano, che forse avevo stretto un pò troppo forte, a
giudicare
dal colore rosso e dalla faccia stranamente divertita della bambina.
Il viaggio, al contrario di quello che avevo pensato, procedette bene,
riuscii persino ad addormentarmi per venti minuti dopo i quali mi alzai
per raggiungere il bagno. Entrai nuovamente nella parte dedicata alla
prima
classe e mi feci largo nel corridoio ma proprio quando raggiunsi la
penultima fila di poltrona, fui travolta da un ragazzo, decisamente
alto per i miei gusti e dai capelli castani e gli occhi azzurri, che mi
gettò sulla fila
parallela di sedili schiacciandomi completamente. Lo fissai per qualche
secondo e notai un sorrisetto divertito sulla sua faccia, tanto che la
mia espressione divenne uguale a quella della hostess, il ragazzo si
alzò
aggiustandosi la camicia e mi tese una mano che afferrai e mi
aiutò ad alzarmi. Inarcai una sopracciglio aspettandomi
delle
scuse che tardarono ad arrivare, i suoi amici mi guardavano divertiti
ma solo uno prese la
parola e si scusò per l'amico
- Scusaci, stavamo giocando e non ti abbiamo visto -
a parlare era stato un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri,
mossi la testa e cercai nella mia mente delle parole in inglese che
potessero dire semplicemente non
fa niente, sono ancora viva. Un pò ammaccata, ma viva. decisi
che quella frase era troppo elaborata così abbozzai un
sorriso e mi limitai a dire un semplice
- Tutto okay. Grazie -
il ragazzo che poco prima mi aveva travolta mi squadrò da
capo a piedi e poi prese la parola quasi vittorioso
- Non sei inglese vero? -
Einstein gli faceva un baffo, ottima deduzione, d'altronde che cosa gli
aveva fatto esattamente capire che non fossi inglese, il mio terribile
accento oppure la mia carenza nel vocabolario di lingua inglese?
- No e non lo parlo granchè -
affermai con un lieve sorriso
- Peccato . . . -
sentii una voce di sottofondo provenire da un altro dei cinque ragazzi,
aveva i capelli ricci ed una maglietta colorata, mi guardava con un
sorriso gentile al quale risposi per poi alzare le spalle e salutare i
ragazzi
raggiungendo finalmente il bagno. Quando ripercorsi la stessa strada, i
ragazzi si limitarono a guardarmi e raggiunto il mio posto la bambina
seduta accanto a me mi accolse con un sorriso
- One Direction -
disse sorridente, come se qualcuno le avesse appena regalato una di
quelle meravigliose barbie con i vestiti da sera più belli
che
io abbia mai visto
- Che cosa piccola? -
chiesi senza aver capito che cosa avesse voluto esattamente dire
- I ragazzi con qui hai appena parlato. Loro sono gli One Direction -
disse indicando i cinque che guardavano dalla nostra parte, mi sporsi
dal sedile e quando incrociai lo sguardo del ragazzo dai capelli ricci,
mi resi conto che aveva due occhi verdi meravigliosi e subito mi nascosi
scivolando nel mio sedile imbarazzata.
- Oh sì. Sono simpatici -
risposi sorridendo, in realtà non li avevo mai visti
nè
sentiti prima d'ora ma la bambina sembrava essere una loro fan o almeno
sembrava conoscerli e volevo cercare di fare una bella figura.
Dopo un'ora e qualche minuto atterrammo all'aereoporto di Holmes
Chapel, mi avvicinai al rullo dove di lì a poco sarebbero
cominciate ad arrivare le mie valigie e quando le individuai le
trascinai per terra e mi
diressi verso l'uscita dove una guardia mi bloccò
indicandomi un'uscita laterale
- Mi scusi ma l'aeroporto è troppo affollato e non possiamo
aprire queste porte -
rispose con un marcato accento inglese, annuii sorridendo e mi diressi
verso l'uscita che era stata indicata. Ero la prima ad uscire, la prima
dopo il gruppo di ragazzi sull'aereo, li superai alzando il
cappuccio della felpa, dannato tempo inglese, mi ero dimenticata che la
Rossi, la professoressa di inglese, aveva passato cinque anni a
spiegarci come il tempo in Inghilterra, facesse schifo 360 giorni su
365.
- Ehi! Qual'e' il tuo nome? -
sentii gridare uno dei ragazzi che in poco meno di due secondi mi aveva
raggiunta, lo guardai divertita porgendogli la mano
- Samantha. Piacere -
- Io sono Louis, piacere mio -
disse stringendo la mano sorridente poi terminò le
presentazioni
- Quello al cellulare è Liam, gli piace una ragazza e cerca
consigli online su come conquistarla -
lo sguardo di Liam fulminò Louis
- Tante grazie Lou -
dissi sottovoce, ma entrambi risero dopo qualche secondo
- Il biondo è Niall, quello al suo fianco è Zayn
e il figone la in fondo è Harry -
Sorrisi a tutti i ragazzi che mi aveva presentato fino a raggiungere il
ragazzo riccio dagli occhi verdi, Harry aveva detto che si chiamava. Da
parte sua il ragazzo ci raggiunse con un passo deciso, sicuro di
sè e mi porse
la mano che strinsi sorridendo
- Piacere di conoscerti Sammi -
disse piegando le labbra in un sorriso lasciando comparire due fossette
sulle guance. Sammi?! ma che razza di soprannome è, un cane
lo
chiamo Sammi, la tartaruga di Alex si chiamava Sammi, nome datole in
mio onore, ma Sammi faceva decisamente schifo.
- Sam mi piace di più -
- Allora ti chiamerò Sam -
affermò ridendo, lo guardai divertita e gli indicai la mano
che stava ancora stringendo
- Se mi lasci la mano io magari andrei. Mi stanno aspettando -
dissi divertita, il ragazzo indugiò qualche istante e poi
lasciò andare la mia mano ma prima che potessi riprendere la
strada mi parlò nuovamente
- Lasciami il tuo numero, così magari ci vediamo -
mi voltai guardandolo, poteva anche essere un cantante e l'idolo di
tante ragazzine, ma non davo il mio numero a ragazzi conosciuti da poco
più di cinque secondi, okay probabilmente se fosse stato
Orlando
Bloom
gli avrei lasciato anche l'indirizzo di casa scritto su un paio di
mutande, ma bello quanto voleva, lui non era Orlando Bloom.
- Non dò il mio numero alle persone che nemmeno conosco -
affermai ridendo
- Se non me lo dai come facciamo a vederci di nuovo -
- Destino -
affermai sorridendo riprendendo le valigie e facendomi strada fra le
persone che intanto avevano cominciato ad affollare l'uscita secondaria
dell'aereoporto. Con un'abile mossa riuscii a superare le persone ed
uscii
nel grande parcheggio dell'aereoporto, vidi l'alta figura di zia Jen
fare capolino dal marciapiede poco distante, era identica a mia madre.
La raggiunsi sorridendole e la abbracciai, infilammo le valigie in
macchina e
mi diressi verso il sedile anteriore aprendo lo sportello ma mi accorsi
che qualcosa non quadrava
- Guidi tu? -
disse scherzosamente, scoppiai in una risata divertita. L'altra cosa
che la Rossi aveva ripetuto un centinaio di volte era che in
Inghilterra la guida era dal lato opposto. Ridendo feci il giro della
macchina e misi seduta
sul sedile anteriore giusto. Osservai la strada curiosa, sebbene ormai
sapessi della guida dalla parte opposta, mi spaventai per due volte
quando la zia camminava lungo la carreggiata che sostenevo dovesse
essere
per le macchine provenienti dal senso opposto.
- Credo che se abitassi qui non riuscirei mai a prendere la patente -
dissi ridendo suscitando anche le risate di mia zia. Mi resi conto solo
in quel momento che Amanda non era venuta così mi sforzai di
fare la brava cugina e chiedere informazioni su di lei
- Come mai Amanda non è venuta? -
domandai con non troppa curiosità, ma mia zia non
sembrò farci molto caso
- E' alle prove. Si è iscritta ad un corso di teatro proprio
l'altro giorno e . . . non arrabiarti ma sapendo quanto ti piace
recitare Amy ha deciso di iscrivere anche te -
per un attimo trattenni il respiro, non sapendo se dare più
importanza al fatto che ora la chiamasse Amy, oppure al fatto che mi
avesse iscritta ad un corso di teatro
- Se può esserti d'aiuto, è il migliore di tutta
Holmes Chapel -
affermò soddisfatta di quell'informazione che mi aveva
appena dato.
Io amavo recitare, avevo interpretato diversi ruoli principali nella
mia vecchia scuola tra cui Wendy nella recita di Peter Pan il primo
anno, Gabriella di High school musical il secondo e altre parti ma
questo non gli
dava il diritto di prendere una decisione al posto mio e questo mi
faceva irritare. Sospirai abbozzando un sorriso, non avrei cominciato
le mie vacanze litigando con la zia così annui con poca
convinzione, ma anche
questa volta la zia non si accorse di niente se non del fatto che avevo
passivamente accettato di prendere parte a quel progetto di teatro.
Il viaggio durò pochi minuti e non appena imboccato il lungo
viale, riuscii a riconoscere la casa della zia, era una casa di modeste
dimensioni, uguale a quelle che si stagliavano ai suoi lati se non per
un unico dettaglio,
la sua porta era dipinta di un irritante color giallo canarino e questo
particolare la rendeva visibile a chilometri di distanza. Era stata
Amanda a dipingerla di quel colore quando era ancora piccola, e io la
detestavo
perchè la mamma non mi aveva mai permesso di fare una cosa
simile, non potevo nemmeno appendere un poster nella mia camera che
suscitavo la sua ira.
Trascinai le valigie lungo i minuscoli scalini e raggiunsi la mia
stanza al piano di sopra, il lato positivo era che almeno non avrei
dovuto condividerla con quel mostro di mia cugina e non avrei dovuto
assistere alle
sue scene disgustanti. Mi lasciai cadere sul letto e guardai lo schermo
del cellulare che segnava le 17.30, non pensavo che fosse
già
così tardi. Composi il numero di mia madre ma il telefono
squillava senza ricevere
alcuna risposta. Probabilmente aveva già deciso di
spassarsela
con uno dei suoi tanti amici, e chi la biasimava. Aveva solo 36 anni ed
un corpo da favola, chi poteva biasimarla. Aveva passato tutta la sua
adolescenza
ed i suoi anni migliore a prendersi cura di sua figlia da sola e adesso
si stava prendendo la sua piccola rivincita.
- Saaaammmi! Alle 18.00 è pronta la cena -
sgranai gli occhi, un'altra persona che osava chiamarmi in quel barbaro
modo. Ma in quel momento riuscii solamente a pensare che la cena
sarebbe stata pronta alle 18.00, mi stava prendendo in giro?! Non sarei
riuscita a buttar giù nemmeno un pezzo di pane a quell'ora,
io che ero abituata a mangiare alle 21.00.
Chiusi gli occhi inspirando a fondo, ripensando a quei ragazzi
incontrati in aereoporto e non potei fare a meno di sorridere divertita
all'idea che centinaia di ragazze si erano fermate per
chissà quanto tempo fra le
mura dell'aereoporto solamente per vederli, magari anche da lontano,
mentre io che non li avevo mai visti nè sentiti nella mia
vita, li avevo conosciuti, tutti e cinque. I miei pensieri furono
interrotti dall'arrivo di Amanda
che aprì bruscamente la porta della mia stanza raggiungendo
il letto con un sorriso, aveva sempre pensato di starmi simpatica,
questo probabilmente perchè la mamma mi aveva sempre
corrotta con montagne di
caramelle per trattarla bene ed illuderla così di essere la
mia cugina preferita, e d'altronde se pensiamo al fatto che
è anche l'unica cugina che ho, potrei concederle il
privilegio di essere quella preferita.
La squadrai per qualche istante, dell'Amanda che ricordavo io non era
rimasto più niente, certo aveva mantenuto la stessa altezza,
carta che però non era nemmeno a mio favore, quindi avrei
sorvolato, aveva perso
dieci chili e messo su un fisico perfetto, o quasi, ma era comunque
sulla retta via, aveva tinto i capelli facendoli diventare biondi e
stranamente non stonavano con i suoi occhi scuri.
- Che ne hai fatto di mia cugina? -
domandai osservandola, da parte sua si scatenò una risata e
quasi mi irritai quando dovetti riconoscere che anche il suono della
sua voce era diventato quasi piacevole. Ma che ne avevano fatto
seriamente di
Amanda? L'avevano abbandonata e sostituita con questa ragazza che mi
trovavo di fronte?
- Sono sempre io, cambiata, ma sono sempre io -
disse divertita, e mi sfuggì un sorriso del quale mi pentii
pochi secondi dopo quando fattasi forza mi venne ad abbracciare
stendendosi accanto a me. Feci un rapido calcolo, io e lei ci passavamo
esattamente 3 anni perciò se io dovevo farne diciannove in
Agosto, lei dovrebbe averne all'incirca sedici.
- Stasera potremmo uscire, un mio amico dà una festa a casa
sua. Suo fratello più grande è tornato a casa
oggi con degli amici e vuole festeggiare e sua madre è fuori
città -
incrociai lo sguardo di Amanda che voleva esattamente dire che a quella
festa si sarebbe divertita da morire, chiunque lo avrebbe fatto,
insomma una festa genitori è una signora festa. Ma dovevo
anche tenere
presente che sarebbe stata una festa di ragazzi più piccoli
di me di tre anni.
- Oh andiamo. Che ne è stato del tuo spirito di festa?
Dov'è finita la Sam che non appena sentiva la parola party
si precipitava alla porta di casa con una bottiglia di birra in mano? -
Chiese invocando i bei vecchi tempi
- E' rimasta in Italia. Stasera non me la sento, sono un pò
stanca. Facciamo un'altra sera okay? -
- Okay -
sbuffò sconsolata, ma riprese quasi subito la parola
- Vuoi che resti a farti compagnia? -
mi chiese anche se capii dal tono della sua domanda che sperava che la
mia risposta fosse negativa affinchè potesse andare alla
festa
- No tranquilla, credo che mi addormenterò presto stasera. -
dissi sorridendole.
Dopo cena Amanda
andò alla festa a casa del suo amico che scoprii abitava
infondo alla strada, zia Jen si mise sul divano a guardare un vecchio
film inglese di quelli ancora in bianco e nero e io mi ritirai nella
mia
camera al piano di sopra.
Presi il telefono e notai che erano arrivati un paio di messaggi, in
uno la mamma mi informava che stava bene e mi chiedeva se fossi
arrivata. Certo mamma,
tanto anche se mi fossi persa a quest'ora potresti seriamente
aiutarmi. pensai ridendo. Il secondo messaggio era di
Alex, avevamo promesso di inviarci un messaggio al giorno sebbene ci
trovassimo in due paesi differenti perciò il suo
messaggio diceva
semplicemente che stava bene e che le mancavo. Scrissi rapidamente che
stavo bene anche io e che anche lei mi mancava e lascia il telefono
sulla moquette impostando la sveglia per il mattino
seguente. La zia aveva parlato con una sua amica che mi aveva
gentilmente offerto un posto di lavoro per i tre mesi estivi e avrei
cominciato l'indomani con il turno di mattina. Fare la cameriera in un
bar non era mai
rientrato esattamente nei programmi estivi ma d'altronde l'idea di
lavorare non mi aveva mai spaventata e non potevo trascorrere tre mesi
interi a spese di mia zia perciò avrei dovuto darmi da fare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 2. You stole my heart ***
One Direction
Aprii gli occhi
sbadigliando, afferrai il cellulare dando una rapida
occhiata all'orario e quando lessi sullo schermo del telefono che erano
già le otto di mattina scattai in piedi precipitandomi in
bagno,
ero in ritardo, e
arrivare in ritardo
il primo giorno di lavoro non era mai una buona
idea. Raccolsi i capelli in un paio di trecce e posi sulla fronte un
largo elastico di colore rosa pastello, sembravo una di quelle vere
hippy che
scendevano dal loro
furgoncino con un sorriso stampato in volto ed il
segno della pace tatuato ovunque. Infilai un paio di jeans chiari ed
una canotta dello stesso colore dell'elastico, sistemai rapidamente il
trucco e
scesi di corsa le
scale. Trovai la zia seduta sul piccolo tavolino
rotondo della cucina intenta a sorseggiare del tè mischiato
con
il latte, non capirò mai l'ossessione degli inglesi per
quella
schifezza. Mi guardò con un
ampio sorriso e mi
fece cenno di sedermi
- Sono in ritardo,
devo correre -
dissi indicando la
porta ma notai che la zia scoppiò in una fragorosa risata
- Tua madre me lo
aveva detto che ti saresti dimenticata di aggiornare l'orario -
disse appoggiando la
tazza sul tavolo e indicandomi l'orologio appeso
alla parete, varcai la soglia della porta della cucina e misi a fuoco
l'ora determinata dalle lancette dell'orologio e mi lasciai cadere
sulla sedia
erano le sette e
dieci, e mia madre aveva ragione, mi ero completamente
dimenticata che gli inglesi vivevano un'ora indietro. Aggiornai il
telefono affinchè non potessi ripetere nuovamente lo stesso
errore e versai un
pò di
caffè in una tazza vuota
- Deduco che Amanda
stia ancora dormendo -
dissi sorridendo
- Oh sì.
La scuola qui comincia alle nove e finisce alle quattro
del pomeriggio. Anche se a volte Amy torna a casa per pranzo -
disse sgranocchiando
un biscotto. Non sapevo se invidiare il fatto che
cominciassero alle nove o se deriderli del fatto che invece uscissero
da quella prigione alle quattro del pomeriggio, ma in quel momento
potevo
fare entrambe le
cose tanto io con la scuola non avevo più
niente a che fare. Chiacchierai per un pò con mia zia
parlando
di come andavano le cose in Italia, lasciai che mi raccontasse per la
centesima volta dei
litigi con il suo ex
marito per gli alimenti che lui doveva pagare alla
figlia e poi finalmente uscii di casa dirigendomi verso il bar. Era un
posto molto carino, alcuni tavolini in vimini erano posti lungo l'ampio
marciapiede
e alcuni camerieri
entravano ed uscivano prendendo e consegnando le
ordinazioni dei clienti che per essere le otto del mattino erano
davvero parecchi. Inspirai profondamente ed entrai nel locale,
l'interno era ancora
più
bello, numerosi tavolini lucidi erano disposti ordinatamente
per tutto il locale che era talmente grande che ne ospitava quasi una
cinquantina, una donna dai capelli rossi mi venne incontro porgendomi
la mano e
facendomi un largo
sorriso
- Ciao, devi essere
Samantha. Io sono Julie, piacere di conoscerti -
mi disse
stritolandomi la mano, sorrisi cercando di non darlo troppo
a vedere e quando finalmente la lasciò tirai un forte
sospiro di
sollievo, mi spiegò rapidamente come fare gli scontrini, gli
orari di lavoro, dove
avrei trovato
l'uniforme e mi presentò un paio di altri ragazzi
suoi dipendenti. Infilai la camicetta bianca e attaccai il cartellino
con il mio nome, afferrai una penna ed un blocchetto per le ordinazioni
e ritornai nella
grande sala che nel
frattempo si era riempita di nuove persone. Quasi
non riuscii a credere ai miei occhi quando posai lo sguardo su un
tavolino infondo al locale. Quando avevo parlato di destino in
realtà non
pensavo realmente a
quello che stavo dicendo ma a quanto pare qualcun
altro sì. I cinque ragazzi che avevo incontrato
all'aereoporto
erano seduti proprio infondo al locale e gran parte della popolazione
femminile
presente era girata
verso di loro sorridendogli e qualcuna più
spavalda era persino andata a chiedere una
foto. Mi avviai a passo lento ed incerto verso di loro estraendo il
blocchetto, quando fui abbastanza vicina notai lo sguardo sorpreso di
Louis posarsi su di me e salutai i ragazzi con un cenno della mano
- Ciao ragazzi.
Pronti per ordinare? -
tutti rimasero in
silenzio increduli per qualche secondo, tutti tranne
Niall, il ragazzo biondo che era intento a leggere accuratamente il
menu e che cominciò ad ordinare
- Io prendo la
colazione della casa con doppia porzione di bacon e salsiccia -
scrissi rapidamente
ciò che aveva detto pensando a come potesse
mangiare così tanto specialmente a quell'ora del mattino ma
non
dissi nulla
- Sam -
disse Harry con un
sorriso stampato sulle labbra, quasi non ci credeva nemmeno lui
- Ti ricordi il mio
nome -
dissi ridendo, anche
se in realtà ero sollevata che non mi avesse chiamata Sammi
come la tartaruga di Alex.
- Avevi qualche
dubbio? -
chiese, e per
qualche secondo pensai che ci stesse provando, il tono
della sua voce, i suoi sguardi, erano come dei segnali quasi
impercettibili.
- Cosa ci fai qui? -
chiese Louis, lo
guardai ridendo indicando il locale con un gesto della mano
- Ci lavoro -
- No, voglio dire.
Cosa ci fai ad Holmes Chapel -
- Ah, be ci abito -
dissi alzando le
spalle come se la risposta fosse stata ovvia
- Ma non eri
italiana? -
disse
improvvisamente Zayn interessandosi alla mia storia
- Volete seriamente
che cominci a raccontarvi la storia della mia vita
o posso prendere le vostre ordinazioni senza rischiare di essere
licenziata il primo giorno? -
chiesi ridendo
- E comunque sono a
casa di mia zia per un pò -
e la mia risposta
sembrò lasciarli abbastanza soddisfatti, o
almeno quello che bastava affinchè tornassero a concentrarsi
sul
menù e sulle loro ordinazioni. Percepivo lo sguardo di Harry
e
cercai di evitarlo
concentrandomi sul
mio lavoro, continuavo a sorridere alle persone che
entravano ed uscivano dal locale e pulivo tavolini scambiando ogni
tanto qualche battuta con delle signore stranamente simpatiche.
Dopo pochi minuti
tornai nuovamente al tavolo dei ragazzi consegnando ad ognuno di loro
la rispettiva ordinazione
- Colazione della
casa con doppio bacon e doppia salsiccia -
dissi appoggiando il
piatto davanti a Niall
- Frittata e
salsiccia -
dissi appoggiando
entrambi i piatti di Zayn e Liam
- E altre due
colazioni della casa senza fagioli -
così
dicendo lasciai sul tavolo anche i piatti di Louis ed
Harry. Mi chinai raccogliendo i menù quando sentii una mano
calda appoggiarsi sul mio fianco lasciato scoperto dalla camicia forse
troppo piccola e
per un attimo
sussultai al contatto con la sua pelle e probabilmente se
ne accorse anche lui perchè quando mi voltai cercando il
volto
corrispondente a quella mano, vidi che sul volto di Harry un sorriso
compiaciuto al quale
risposi imbarazzata
- Dimmi -
quasi lo sussurrai.
Lo vidi afferrare uno dei menù e aprirlo
all'ultima pagina dove aveva scritto con una bella calligrafia una
sottile scritta di colore nero
- Vorrei anche il
numero della cameriera, grazie -
il resto del gruppo
scoppiò in una fragorosa risata e mi accorsi
che nella foga Niall stava rischiando di affogarsi con un pezzo di
salsiccia ma Liam era prontamente intervenuto dandogli dei forti colpi
sulla schiena
- Quante volte
bisogna ripeterti che non devi ridere con la bocca piena. -
disse scuotendo la
testa
- Scusa mamma -
bofonchiò
Niall che stava riprendendo fiato, i due si
scambiarono una rapida occhiata e scoppiarono nuovamente a ridere,
questa volta senza che nessuno si affogasse
- Allora? -
si intromise Harry
al quale non avevo ancora risposto. Lo guardai per
qualche secondo, un buon 85% di me gridava le cifre del mio numero di
telefono mentre il resto si stava già recando a comprare una
nuova
scheda telefonica.
- Vedo che posso
fare -
risposi infine
lasciandolo con il suo solito sorrisetto stampato sul
volto. Tornai dietro al bancone e cominciai a lavare alcune tazze che
erano rimaste nel lavandino fino a quando non fui raggiunta dai cinque
ragazzi
che attendevano di
pagare. Incrociai lo sguardo di Harry che non disse
nulla, si limitava ad osservare ogni mio singolo movimento e mi accorsi
più di una volta che osservava attentamente anche ogni
singolo
movimento della mia
camicetta. Quando finirono di pagare allungai la
mano afferrando delicatamente quella del ragazzo che mi
guardò
compiaciuto senza dire nulla e scrissi sul palmo della sua mano le
prime tre
cifre che
componevano il mio numero poi alzai lo sguardo incrociando nuovamente i
suoi occhi verdi
- Così
dovrai fare colazione qui tutte le mattine -
dissi sorridendogli
e per un attimo avrei voluto che Alex fosse stata
presente. Sosteneva che con i ragazzi fosse lei la migliore a fare
colpo e solitamente le davo ragione, non mi piaceva granchè
giocare a fare la gatta
morta, ma quella
mattina potevo tranquillamente affermare che me la stavo cavando alla
grande.
- Allora suppongo
che ci vediamo domani mattina -
rispose lui
mantenendo costante il suo sorrisetto divertito.
Probabilmente si stava divertendo, d'altronde poteva avere qualunque
ragazza di questa città e di gran parte del resto del mondo
e
stava a perdere tempo
con una semplice
cameriera che a stento riusciva a parlare in inglese.
Seguii con lo
sguardo le cinque figure allontanarsi e sorridendo con me
stessa ripresi il mio lavoro, notai una signora non troppo lontana che
mi guardava ridendo a sua volta, dovevo avere decisamente
un aspetto alquanto
patetico ma notai nei suoi occhi un segno di
approvazione, d'altronde tutti erano stati giovani persino quelli che
volutamente fanno finta di aver rimosso qualsiasi tipo di ricordo.
Alle 14.00 esatte
lasciai alle mie spalle il bar di Julie e camminavo
sorridendo a chiunque mi passasse accanto guadagnandomi così
delle strane occhiate da parte delle persone. In pochi minuti imboccai
il
lungo viale dove
abitava mia zia, superavo le alte case inglesi fino a
quando non raggiunsi la porta gialla sulla quale trovai un bigliettino.
Le
chiavi sono sotto al vaso alla tua sinistra, sono dovuta andare a
Liverpool per lavoro. Torno nel fine settimana. Baci Jen.
era un buon metodo
quello di suggerire alle persone dove trovare le
chiavi di casa, tanto che per qualche secondo entrai in panico non
riuscendo a trovarle, questo fino a quando non mi resi conto di
cercarle nel
vaso sbagliato.
Quando le trovai mi fiondai in bagno dove mi abbandonai
alle carezze dell'acqua calda, ero perfettamente a conoscenza che fuori
ci fossero all'incirca una ventina di gradi, se non di più,
ma
non ero mai riuscita
nella mia vita a fare una doccia fresca, nemmeno
durante il periodo più torbido dell'estate. Mi avvolsi in un
soffice accappatoio bianco e avvolsi i capelli in un asciugamano
dirigendomi poi
in camera da letto.
Amanda mi aveva mandato all'incirca una decina di
messaggi per ricordarmi che per quel pomeriggio era previsto un
incontro con il gruppo di teatro al quale, gentilmente, mi aveva iscritta
e l'unica richiesta
che era stata avanzata era quella di presentarsi
con dei calzini colorati, un colore qualsiasi, basta che non fosse
compreso tra la gamma che andava dal nero al grigio, dal rosso vivace
ad uno troppo
scuro, dal viola in
stile dark al violetto in stile bimbetta di quattro anni, insomma
proprio un qualsiasi colore a scelta. Entrai nella piccola camera di
Amanda e cercai un paio di calzini adatti da poter indossare, vagai
con lo sguardo fra quelle mura dipinte di una leggera
tonalità di lilla, di fronte al letto c'era una piccola
scrivania in legno chiaro sulla quale vi era un piccolo computer bianco
e sullo specchio una ventina di foto che
la ritraevano felice insieme ad un gruppo di amiche, le guardai una ad
una fino a quando raggiunsi l'unica che la vedeva protagonista insieme
ad un ragazzo, la staccai dallo specchio e vidi disegnato sul retro un
enorme
cuore e non riuscii a trattenere un sorriso. Sistemai tutto come
l'avevo trovato e ancora avvolta nell'asciugamano infilai le calze rosa
che avevo trovato nel suo cassetto, quasi non precipitai dalle scale
quando sentii
suonare la porta. Non poteva essere Amanda, era ancora a scuola infondo
erano solamente le tre del pomeriggio
- Un secondo! -
urlai dalla cima delle scale, lanciai l'asciugamano ancora umido sulla
moquette della mia stanza ed infilai una di quelle felpe che
solitamente utilizzavo per dormire data la grandezza, scesi di corsa le
scale ed aprii
la porta. Davanti a me vidi comparire la figura simpatica di Louis,
aveva i capelli leggermente scompigliati e fissava la felpa che
indossavo
- Ignora le mie condizioni -
dissi sorridendo imbarazzata
- Ora capisco perchè le ragazze odiano le sorprese -
risi divertita annuendo con un lieve cenno della testa e poi ripresi a
parlare
- Come hai scoperto dove abito? -
chiesi sorpresa
- Harry abita infondo al viale e ti abbiamo vista rientrare -
disse alzando le spalle come se avessi dovuto arrivarci da sola a
quella scontata conclusione.
- Comunque, mettiti qualcosa che non mi faccia vergognare e vieni a
fare un giro con noi -
disse sorridendo mostrando una dentatura perfetta
- Oh, verrei volentieri però ecco io . . . ho già
un impegno -
- Hai già fatto colpo sui ragazzi di Holmes Chapel? A parte
noi ovviamente -
disse scoppiando in una fragorosa risata che mi ricordò
vagamente quella che avevo già sentito a bordo dell'aereo
- Oh no. Voi siete sempre i miei preferiti -
dissi ridendo
- Devo andare ad un corso di teatro -
conclusi sorridendo
- Ma se non sai una parola di inglese -
fu la sua risposta sarcastica, gli lanciai uno sguardo inarcando un
sopracciglio
- Ehi, devi insegnarmi a farlo -
disse provando ad imitare la mia mossa ma tutto ciò che
venne fuori furono solamente delle facce strane e scoppiai a ridere
insieme a lui
- Allora facciamo un'altra volta. -
concluse con poca soddisfazione, fece per andarsene imboccando il
vialetto quando ci ripensò voltandosi nuovamente nella mia
direzione
- Ti saluta Harry -
disse semplicemente per poi tornare a camminare verso l'uscita del
vialetto
- Ricambia -
dissi sperando di aver utilizzato un tono abbastanza alto da farmi
sentire. In realtà credo che lo avesse detto solamente
perchè aveva intuito che Harry mi piacesse, avevo avuto modo
di parlare con lui a colazione
e avevo capito che Harry era un tipo egocentrico al quale piaceva avere
l'attenzione delle ragazze e non avrebbe mai mandato i suoi saluti per
primo.
Richiusi la porta alle mie spalle e tornai di sopra, infilai qualcosa
di comodo e quando Amanda fu rientrata aspettai che si cambiasse e ci
avviammo verso un piccolo edificio ad un piano dove si sarebbe tenuta
la lezione di quella sera.
- Amy, non hai caldo? -
Amy?! avevo seriamente cominciato a chiamarla anche io con quello
stupido soprannome?
- No sto bene -
disse tirando le maniche lunghe di una sottile maglietta in cotone.
Scrollai le spalle senza troppa convinzione e spinsi la porta del
piccolo edificio. All'interno di una grande sala vi era un enorme
tavolo rotondo attorno
al quale vi erano una decina di sedie alcune delle quali occupate da
ragazzi che sembravano avere più o meno la mia stessa
età o quella di Amanda. Regalai un sorriso a tutti quanti e
presi posto accanto ad una
ragazza dai lunghi capelli neri e qualche ciocca fucsia e verde, aveva
il viso coperto da un pesante strato di fondotinta ed un altrettanto
pesante strato di ombretto misto ad eyeliner nero attorno agli occhi.
Rimasi in silenzio per qualche secondo, ma non spettava a me giudicare
gli stili delle persone. Il silenzio fu interrotto dall'entrata di un
uomo sulla trentina dai folti capelli ricci e neri, un paio di occhi
altrettanto scuri
e la barba che occupava gran parte del suo viso. Ma dove diavolo sono finita? pensai
maledicendo la zia ed Amanda che mi avevano portata in quel posto. Lo
vidi avvicinarsi al tavolo a passo svelto e farmarsi
di colpo quando fu abbastanza vicino da squadrarmi da capo a piedi
- Abbiamo finalmente l'onore di conoscere Samantha. -
disse in un ampio sorriso che al contrario di quello di Louis mostrava
solamente una fila di denti storti e leggermente ingialliti, mi tese la
mano che afferrai con poca convinzione e ricambiai il sorriso. Non era
inglese,
o almeno il suo accento non lo era, la sua pronuncia era completamente
diversa e molto più simile a quella degli attori americani.
- Lo spettacolo di quest'anno sarà un misto fra amore e
passione, una giovane ragazza che lotta con i suoi sentimenti. Non sa
se scegliere il ragazzo perfetto, quello dolce che la mette al centro
del suo universo,
oppure quello dannatamente bello e dal carattere totalmente opposto al
primo. E' un amore . . . -
lo lasciai parlare seguendo i movimenti della sua bocca, blaterava
qualcosa sull'amore ma non afferrai tutto il concetto. Io non avrei mai
scelto lo stronzo della situazione, chi era così
autolesionista da volersi
complicare gratuitamente la vita.
- . . . . sarai la protagonista -
a quella parola vidi tutti gli occhi puntati su di me e guardai con
aria interrogativa Amanda che sorrideva compiaciuta
- Sei perfetta. La bellezza contesa, l'amore che porta allo scontro due
ragazzi. Due ragazzi che erano amici, due ra. . . . -
andò avanti blaterando qualcos'altro sulla profonda amicizia
e qualche altra cazzata del genere ma anche questa volta lo lasciai
parlare.
Quando finalmente ebbe terminato dedicammo il resto della lezione a
fare degli esercizi sulla fiducia, qualcosa come camminare in giro per
la stanza e quando uno dei nostri compagni gridava dovevamo tutti
correre
dietro di lui ed afferrarlo mentre si lasciava cadere fidandosi di noi.
Quando fu il momento delle coppie, il buon vecchio Albert, il regista,
mi mise insieme a quella ragazza un pò emo che avevo
osservato poco prima
e qualcosa mi fece capire che avrebbe colto l'occasione per vendicarsi
delle occhiate furtive che avevo lanciato ai suoi vestiti per non
parlare dei suoi capelli.
- Comincia tu -
dissi quasi urlando senza lasciarle il tempo di rispondere, la vidi
posizionarsi davanti a me allargando le braccia e sperai per un attimo
che non superasse i settanta chili perchè altrimenti sarei
caduta sotto il suo peso,
proprio mentre la vidi sbilanciarsi all'indietro sentii il cellulare
vibrare e quasi mi venne un infarto, avevo dimenticato di spegnerlo.
Ritrassi le mani dimenticandomi della presenza di Lily, nota come
emo-girl, che
commettendo il tragico errore di fidarsi della sottoscritta era finita
per terra fra le risate generali.
Mi dispiace
mimai con le labbra, ma la sua espressione mi fece capire
che questa non me l'avrebbe perdonata tanto in fretta.
- Perfetto, abbiamo capito che dobbiamo lavorare di più
sulla fiducia. -
concluse quasi divertito Albert
- Bene ragazzi, il prossimo incontro è Lunedì
alle 17.00, buon fine settimana -
rimasi in silenzio qualche secondo pensando al motivo per il quale
augurasse buon fine settimana il giovedì pomeriggio, ma poi
ricordai che qui il weekend comincia esattamente il venerdì
e tutto ebbe un senso.
- Ah dimenticavo. Vi mando per e-mail i testi delle canzoni e la
musica, studiateli -
Amanda mi trascinò per un braccio e mi guardò con
un paio di occhi dolci, come quelli del gatto di shrek
- Potrei aver dimenticato di dirti che si tratta di un musical -
disse camminando a passo svelto, allargai le braccia sbuffando. Io
cantavo solamente sotto la doccia, lo shampoo era stato il mio primo
microfono e una fila di balsami i miei primi fan ai quali avevo persino
regalato
un autografo ma non lo avevo mai fatto davanti a persone in carne ed
ossa.
Quando tornammo a casa scaldai nel forno un paio di pizze surgelate e
sebbene mangiammo alle nove, come ero abituata, Amanda non si
lamentò granchè.
Dopo cena si chiuse nella sua camera e mi rannicchiai sul divano in
salotto, mi ricordai della faccia della povera Lily stesa per terra e
scoppiai a ridere poi mi ricordai del messaggio che mi era arrivato e
che non ero
ancora riuscita a leggere così mi allungai sul bracciolo del
divano ed afferrai il telefono, lessi sullo schermo un numero che non
avevo in memoria e che mai avevo visto nella mia vita ma quando aprii
il messaggio e ne
lessi il contenuto capii che si trattava solo di una persona.
Libera domani sera?
Harry :-)
sorrisi scuotendo la testa. . . e adesso che gli rispondo, se
dico di sì sembro la solita sfigata che muore ai suoi piedi
e io un pò di dignita ce l'ho ancora, se dico di no . . . ma
non voglio dire di no . . .
dopo qualche incertezza mi venne in mente la risposta
perfetta, che potesse fargli capire che non pendevo dalle sue labbra e
che lo avrebbe incuriosito così digitai ed inviai il
messaggio
Forse. :-)
Dopo qualche istante lo schermo del cellulare si
illuminò nuovamente
Passo da te alle otto, e
lo so che stai morendo dalla voglia di vedermi :-)
l'ego di quel ragazzo era davvero smisurato ma in
realtà sapevo benissimo che aveva ragione. Riuscii a
raggiungere il letto per miracolo e dopo aver impostato la sveglia
lasciai chiudere gli occhi rilassandomi.
Haloa
:3
Salve
a tutte/i, facendo finta che vi sia anche una piccola percentuale
maschile che impazzisca per gli one direction xD
Piccolo angolo per me :-)
Premessa, amo le faccine! ahaha! stavo ascoltando una canzone
meravigliosa, forse un pò depressa, ma meravigliosa
ù.ù meravigliosa, l'ho già detto?
Così mi sono sentita un pò ispirata, un
pò no e ho detto . . . finiamo il capitolo
così poi posso raggiungere la parte della fanfiction dove le
cose diventano interessanti.
La storia non è delineata, non ho una trama fissa in mente,
io sono un tipo che ha un'idea meravigliosa e cinque minuti dopo me ne
viene in mente un'altra che cambia completamente
le carte in tavola perciò cerco di scrivere e di far uscire
fuori qualcosa di decente xD
Detto questo, Samantha è un misto di vari personaggi,
c'è dentro un pò del mio carattere e un
pò di quello che mi piacerebbe avere. Cerco di dare spessore
anche al personaggio di Amanda
che nella storia sostanzialmente non occupa un posto di grande
importanza, ma spero che ne avrà in futuro.
Ringrazio le due meravigliose persone che hanno recensito lo scorso
capitolo, e chi l'ha semplicemente letto :-)
Mando un bacio a tutti quanti e mi dileguo in cerca di nuove
ispirazioni :3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 3. Imbranato ***
One Direction
Imbranato
Avevo cambiato tre magliette prima decidere quale fra quelle mi stesse
meglio e la decisione non ero nemmeno riuscito a prenderla da solo
- Lou quale preferisci? -
avevo costretto Louis a restare in camera mentre gli altri al piano di
sotto si sfidavano a colpi di kart davanti alla televisione
- Hazza, ti preferisco nudo lo sai -
disse con un tono ammiccante e se non fossi stato in ritardo avrei
gettato i vestiti per aria e gli sarei saltato addosso dando il via ad
una lotta e a numerose risate
- Anche io mi preferisco nudo -
risposi semplicemente ridacchiando
- Quella grigia -
disse infine lanciandomi la maglietta grigia che avevo gettato sul letto
- Vada per quella grigia allora -
sfilai quella che stavo indossando in quel momento ed infilai quella
che mi aveva passato Lou, guardai il mio riflesso nello specchio
- Io cadrei ai tuoi piedi all'istante -
disse Louis ridendo
- Ecco perchè sono sicuro che Sam non farà la
stessa cosa -
- Vuoi dire che sono uno facile? -
disse fingendosi infuriato per poi scoppiare in una nuova risata
scompigliandomi i ricci, quando riuscii a divincolarmi dalla sua presa
passai una mano fra i capelli e guardai l'orologio che segnava le 20.15
e voleva dire che ero in forte ritardo, scesi di corsa le scale
afferrando le chiavi della macchina di Louis dal mobiletto accanto alla
porta
- Trattala bene miraccomando -
- Tranquillo Lou, Sam mi piace -
- No, parlavo della mia principessa -
disse con aria preoccupata rivolto alla sua macchina parcheggiata alla
fine del vialetto, scossi la testa ed uscii richiudendo la porta alle
mie spalle. In effetti non capivo come Lou potesse ancora permettermi
di guidare
la sua macchina, gliene avevo distrutte tre. La prima volta che commise
l'errore di lasciarmi al volante della sua Cecilia finii contro un
cassonetto della spazzatura, la seconda volta che invece mi
prestò Mike, il suo
bolide nuovo di zecca, finii contro ad un muro e la storia di Priscilla
sarebbe meglio tralasciarla. E' colpa sua, errare è umano,
perseverare è però diabolico. Bella frase Hazza, sono fiero di
te pensai divertito.
Inserii la prima e guidai per pochi secondi, giusto il tempo di
raggiungere la casa di Sam alla fine della strada, lasciai la macchina
davanti al cancello e scesi sistemando la maglietta. Arrivati davanti
alla porta di casa
indugiai qualche secondo, non speravo che mi avrebbe aperto, non dopo
venti minuti di ritardo ma decisi di fare lo stesso un tentativo.
Chiusi la mano a pugno e bussai con forza sulla porta per poi mettermi
ad
aspettare con le mani in tasca studiando ogni singolo particolare del
suo giardino.
- Senti questa: Harry
pensa che una delle cose più romantiche da fare con una
ragazza, sia il bagno in una vasca piena di petali di rosa e candele è
schifosamente romantico -
Amanda quasi gridava comodamente stesa sul letto davanti al computer,
aveva passato tutta la sera a fare delle ricerche su Harry per capire
se fossi una delle tante che voleva aggiungere alla sua lista,
perchè
tra le varie stronzate c'era anche quella Harry rubacuori, oppure
avrei potuto baciarlo sulla porta di casa come in tutti i film
romantici che passano in televisione il sabato sera quando tutto il
mondo ti ha
tagliata fuori e resti a casa a deprimerti.
- Condivido il tuo schifosamente romantico -
io ed il romanticismo non avevamo una relazione stabile, a dire la
verità non ce l'avevamo semplicemente. Una ragazza ricorda
sempre le date importanti, gli anniversari, i compleanni e qualsiasi
altra stronzata di quel
genere. Io riuscivo a malapena a ricorda il giorno del mio compleanno.
Passai una mano fra i capelli leggermente mossi e sistemai la gonna a
vita alta nera che avevo scelto per l'occasione e finalmente uscii dal
bagno raggiungendo Amanda
- Harry è solito baciare al primo appuntamento.
Perciò spera che non lo faccia -
- Così mi inviterà una seconda volta e
concluderà la serata in bellezza -
finimmo in coro la frase che lei aveva cominciato
- Sei da urlo. -
disse guardandomi, dal canto mio sorrisi facendo una giravolta su me
stessa per poi lasciare il posto ad una sonora risata. Lanciai una
rapida occhiata all'orologio che segnava le otto e venti e realizzai
che
Harry era in ritardo
- Non so con chi sia uscito prima di me, ma questi venti minuti non
glieli perdono -
dissi indicando ad Amanda l'orologio
- Eccolo! -
disse non appena sentimmo qualcuno bussare alla porta, con le labbra
mimò un imbocca al lupo e successivamente mi dileguai
lasciandola nella mia stanza.
Scesi le scale ed aprii la porta trovandomi davanti la figura di Harry
avvolta in un paio di jeans ed una maglietta grigia che toglievano il
fiato.
- Sei meravigliosa -
furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca, devo ammettere
che però fecero la loro figura, avevo già tolto
cinque minuti al suo fastidioso ritardo
- Se lo dico un'altra volta mi perdoni per il ritardo? -
disse piegando gli angoli delle labbra in una sorriso facendo comparire
sul viso un paio di adorabili fossette. In quel momento avevo
cancellato il suo ritardo, ma non glielo avrei detto.
- Può darsi -
dissi semplicemente sorridendo
- Allora, sei meravigliosa -
disse allungando una mano verso di me. Mi sporsi afferrando una
giacchetta nera e la borsa ed afferrai la sua mano richiudendo la porta
alle mie spalle. Arrivati davanti alla macchina vidi Harry precedermi
con uno scatto felino e fiondarsi sulla portiera spalancandola e
facendo un ampio cenno con la mano
- Prego -
disse sorridente, lo guardai con un sorriso e mi accomodai seguendolo
con lo sguardo. Prese posto accanto a me e mise in moto la macchina.
- Dove mi porti? -
chiesi voltandomi leggermente verso di lui, i suoi capelli erano
perfetti ed il suo sguardo era concentrato dritto davanti a
sè
- E' una sorpresa -
rispose e mi accorsi che stava sorridendo perchè vidi
spuntare nuovamente quelle adorabili fossette. Rimasi in silenzio ad
osservare i suoi lineamenti
- Se continui così finirai per consumarmi -
disse ridendo e sentii le guance prendere improvvisamente fuoco
- Scusa -
dissi tornando ad osservare il paesaggio che scorreva rapido dietro al
finestrino
- Non ho detto che non mi piacesse -
disse sorridendo nuovamente, il semaforo era rosso e la macchina si
fermò. Ero nervosa, non era il mio primo appuntamento eppure
sentivo una sensazione, in un certo senso piacevole, quella leggera
ansia
che ti prende lo stomaco e ti fa capire che sei con la persona giusta.
Passai una mano fra i capelli aggiustando nervosamente un piccolo
ciuffo che era già perfetto senza che nemmeno lo toccassi,
fu in quel momento che sentii la mano di Harry avvicinarsi alla mia e
stringerla
delicatamente, sentivo le nostre dita intrecciarsi e giocare dolcemente
e mi voltai verso di lui sorridendogli. Quando scattò il
verde la macchina ripartì e le nostre mani si dividevano
solamente per quei pochi
secondi necessari ad Harry per cambiare le marce. Parcheggiammo in un
ampio parcheggio ma prima di poter scendere dalla macchina vidi Harry
avvicinarsi
- Questa fa parte della sorpresa -
disse mostrandomi una benda nera
- Devo preoccuparmi? -
chiesi ridendo
- No, devi solo fidarti -
disse guardandomi negli occhi, ripensai alla questione della fiducia e
sorrisi leggermente
- Mi fido -
affermai alla fine voltandomi verso il finestrino per permettergli di
posizionare la benda. Sentii lo sportello di Harry e chiudersi e dopo
pochi secondi sentii aprirsi il mio
- Harry? -
chiesi titubante
- Sono qui -
rispose prendendo la mia mano aiutandomi a scendere dalla macchina. Mi
lasciai guidare fino a quando non sentii due braccia sollevarmi da
terra ed il profumo della sua pelle diventare dannatamente vicino,
passai un braccio attorno al suo collo ridendo
- Ma dove mi stai portando? -
chiesi incuriosita, sentivo in sottofondo il lieve rumore delle onde e
capii che mi aveva portata al mare ed immaginai la reazione di Amanda
quando glielo avrei raccontato schifosamente
romantico
- Siamo quasi arrivati -
quando mi lasciò ritornare con i piedi per terra e mi tolse
la benda dagli occhi avevo davanti a me uno scenario perfetto, davanti
a me era stato disegnato un piccolo sentiero con centinaia di candele
accese e alla
fine vi era un piccolo tavolo rotondo apparecchiato con due sedie ed al
centro un enorme conchiglia rosa.
- Hai fatto tutto da solo? -
chiesi meravigliata, nessuno era riuscito a stupirmi in quel modo.
Certo, non che potessi vantare una lista di ex fidanzati lunga quanto
la Divina Commedia, ma nessuno di loro si era spinto fino a questo
punto.
- Devo ammettere che l'idea è stata mia ma che con la
realizzazione mi hanno aiutato i ragazzi -
disse soddisfatto
- E' stupendo Harry. Non so cosa dire -
- Non dire niente -
ci guardammo per pochi istanti fino a quando la sua mano non strinse
nuovamente la mia, sfilai le scarpe e raggiungemmo il piccolo tavolino.
Fu la serata più bella della mia vita, tutto era
così perfetto che se solo
me lo avessero raccontato avrei fatto fatica a crederci.
Parlammo come se ci conoscessimo da una vita, ridemmo ad ogni stupida
battuta che veniva in mente all'altro e tutta l'ansia e la tensione che
avevo accumulato erano come svanite.
Una volta a casa avrei dovuto ringraziare Liam fino alla fine dei miei
giorni, la sua idea della spiaggia e della cena romantica era stata
fantastica, per non parlare del dettaglio delle candele aggiunto da
Zayn.
Per un attimo mi era dispiaciuto essermi preso il merito di un'idea
così brillante, ma il dispiacere svanì quasi
subito quando guardai l'espressione dipinta sul viso di Sam.
Avevamo passato l'intera serata a parlare del più e del
meno, a fare battute più o meno divertenti, ma non si era
accorta che il più delle volte mentre lei parlava fingevo di
ascoltarla concentrandomi invece
su di lei e su quanto fosse bella. Tutto di lei mi aveva colpito, ogni
minimo dettaglio. Il colore dei suoi capelli, leggermente
più chiaro sulle punte, la sua carnagione abbronzata che le
dava un tono estremamente
sexy, i suoi occhi color del miele, la sua voce,le sue labbra, i suoi
vestiti, il suo corpo.
- Adesso sono io che finirò per essere consumata -
disse ridendo, aveva ragione, probabilmente avevo persino assunto
un'aria da maniaco che doveva averla messa in imbarazzo visto il colore
rosso delle sue guancie
- Chiedo scusa -
dissi sorridendole
- Non ho detto che non mi piacesse -
disse ripetendo le mie stesse parole.
- Vieni con me -
le dissi alzandomi e prendendola per mano. Mi piaceva stare con lei, la
vedevo così fragile come una di quelle stupende bambole di
porcellana. Mi fermai vicino al mare e mi lasciai scivolare sulla
sabbia tirando
Sam giù al mio fianco, il vento le aveva scompigliato i
capelli e mi avvicinai riportandoli alla loro forma originale. La vidi
avvicinarsi a me e sentii il suo corpo vicino al mio, la sua testa
appoggiata sul mio petto ed
il suo profumo dolce inondare le mie narici. Ci stendendemmo sulla
sabbia umida e restammo per oltre un'ora ad osservare le stelle, poi
improvvisamente vidi una stella cadere
- Hai espresso un desiderio? -
le chiesi appoggiando la guancia sui suoi capelli, quando
spostò piano la testa per incontrare i miei occhi la vidi
sorridere
- No. Stasera non potevo desiderare niente di meglio -
rispose con naturalezza, seguii i movimenti delle sue labbra e ogni
particella del mio corpo gridava di baciarla e di assaporare il gusto
di quelle labbra ma decisi di aspettare, Sam era diversa dalle altre e
volevo
trattarla come tale. Socchiusi gli occhi lasciandomi cullare dalla
brezza marina e dal dolce profumo di Sam.
Aprii gli occhi ancora assonnata, mi domandai per un secondo se avevo
immaginato tutto, l'appuntamento meraviglioso con Harry, le candele, il
mare, i suoi occhi. Quando mi accorsi di essere ancora fra le sue
braccia realizzai che non era stato tutto un sogno ma che era successo
davvero. Sollevai lo sguardo sul suo viso, dormiva ancora, la sua
espressione era rilassata e non potei fare a meno di sorridere a mia
volta.
- Ehi -
disse con un filo di voce
- Ehi -
risposi sorridendogli, mi alzai sebbene controvoglia, avrei voluto
rimanere con lui su quella spiaggia per sempre, ma la vita reale ci
stava aspettando
- Dobbiamo andare. Ho il turno in caffetteria -
dissi tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Il viaggio in macchina fu reso piacevole da una delle mie canzoni
preferite che veniva trasmessa da una radio locale, quando la macchina
si fermò davanti al vialetto di casa Harry con lo stesso
scatto della sera
prima, raggiunse il mio sportello e lo aprì scortandomi fino
alla porta di casa, rovistai nella borsa in cerca delle chiavi e quando
le trovai mi voltai verso di lui
- Allora grazie -
dissi sorridendogli, ecco comparire nuovamente quelle due meravigliose
fossette e seguii la sua figura girarsi per imboccare nuovamente il
vialetto, ma dopo pochi passi sembrò ripensarci e lo vidi
tornare
indietro e quando fummo abbastanza vicini, sentii le sue labbra posarsi
delicatamente sulle mie, le nostre lingue si intrecciarono in una danza
dolce e quando ci staccammo nessuno dei due riuscì a
cancellare
dalla faccia quell'espressione felice che si era delineata durante il
bacio.
- Ti chiamo -
mi disse prima di rientrare nell'auto e sperai tanto che mantenesse
fede alla sua parola.
Haloa :3
lo
scorso capitolo non sembra essere piaciuto :( spero che questo sia
migliore ^^
E' interamente dedicato ad Harry e Sam, ma se siete arrivati fin qui
senza saltare nemmeno una riga, probabilmente ve ne sarete
già
accorti :)
Stasera mi sentivo particolarmente ispirata, sarà
perchè ho visto amici e la visione eterea di Gabriel Garko
è stata come una musa.
Spero di leggere qualche recensione, per sapere che cosa va bene della
storia e cosa invece non va (:
a presto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 4. Beautiful Liar ***
One Direction
Beautiful Liar
Girai la chiave nella serratura e quando
entrai mi
accorsi del totale disastro che regnava in quella casa, il vaso che la
zia adorava accanto al televisore si trovava dalla porta opposta della
stanza distrutto in
mille pezzi, un paio di ragazzi dormivano sulla moquette senza
maglietta sporchi e puzzolenti, dalla cucina arrivavano dei rumori di
tazze sbattute nel lavandino così mi diressi a passo incerto
verso quella stanza
e vidi Louis in piedi davanti al lavandino intento a lavare un paio di
tazze, quando si voltò lo guardai allargando le braccia
- Ma che cavolo è successo in questa casa? -
- Tua cugina ha dato una festa da urlo e sentendo un chiasso infernale
stamattina mi sono fiondato per vedere che succedeva ed ho cacciato
gran parte delle persone. Tranne quei due in soggiorno che
non riesco a svegliare. Ho provato a fargli annusare i miei calzini ma
non ha funzionato nemmeno quello -
disse ridacchiando. Non potevo crederci, mi aveva promesso che avrebbe
passato la serata da ragazza responsabile. Sbuffai lasciando cadere le
braccia lungo i fianchi e mi voltai ritornando in salotto
- Non te la prendere Sam, è una ragazzina -
gridò Louis certo che lo stessi ascoltando. Una ragazzina
che mi aveva messa nei guai fino al collo con sua madre. Afferrai con
due dita il bordo dei jeans di uno dei due ragazzi strattonandolo
sperando che si svegliasse, quando finalmente lo vidi aprire gli occhi
sfoderai uno dei miei sorrisi migliori e la mia tattica vincente:
quando vuoi che la gente vada via, dì loro che
c'è da
pulire.
- Okay ragazzi alzatevi e datemi una mano a pulire -
dissi raccogliendo un bicchiere dal pavimento, improvvisamente entrambi
i ragazzi si alzarono dal pavimento senza nemmeno cercare la loro
maglietta e si dileguarono con un paio di scuse.
Decisi di tornare in cucina da Louis ma per mia sfortuna inciampai in
uno dei tremila bicchieri sparsi per tutto il soggiorno e volai come se
avessi appena bevuto una redbull
- Carenza di affetto? Potevi dirmelo, ti avrei abbracciata io -
sentii la voce di Louis divertita fare capolino dalla porta della
cucina, non voltai nemmeno la testa dalla sua parte perchè
la
mia attenzione fu catturata da una piccola bustina nascosta sotto al
divano,
mi trascinai strisciando ed allungai una mano cercando di afferrare la
mia preda sapendo di trovarmi sotto lo sguardo curioso di Louis, quando
riuscii a prenderla mi rialzai dal pavimento scrollandomi dai vestiti
alcune briciole di patatine sparse sul pavimento.
- Che razza di roba è? -
chiesi rigirando la bustina fra le mani, sentii una mano appoggiarsi
sul mio fianco ed il viso di Lou fisso su quella bustina, quando mi
girai ed incrociai il suo sguardo fui certa che entrambi sapevamo
perfettamente
di che cosa si trattasse.
- Okay, non è detto che sia di tua cugina. Infondo
c'è stata una marea di gente in questa casa stanotte -
Louis cercava di sdrammatizzare ma le sue parole non riuscivano a
calmare la mia mente, come poteva essersi ridotta a fare uso di quella
stupida polvere, che cosa c'era nella sua vita che non andava a tal
punto da
farle credere che quella fosse la sua unica soluzione, e da quanto
andava avanti . . . possibile che non me ne fossi mai resa conto?
Certo, da quando sono arrivata ho avuto occhi solo per Harry ed i suoi
amici.
- Ho vinto il premio come peggiore cugina del mondo -
sospirai sbattendo la bustina sul tavolo e prendendo la testa fra le
mani
- Ehi, non è colpa tua. -
- Cosa non è colpa sua? -
mi voltai di scatto e vidi la figura esile di Amanda entrare in cucina
con addosso un'enorme felpa ed un paio di shorts
- Am, che è successo? -
le chiesi notando i suoi occhi gonfi ed arrossati, aveva pianto.
- Niente -
disse scrollando le spalle
- Amanda? -
- Lasciami in pace okay. Se sei incazzata per la festa non mi
interessa, tanto mamma non torna -
sgranai gli occhi incredula di ciò che aveva appena detto e
dal tono che aveva utilizzato per farlo
- Che vuoi dire? -
- Che resta in qualunque posto sia andata. Ha mandato una lettera -
disse lanciandomi una busta leggermente spiegazzata, poi il suo sguardo
cadde sulla bustina rimasta sul tavolo e fu in quel momento che si
scatenò l'ira che aveva cercato di reprimere sino a quel
momento
- Adesso ti metti anche a frugare nelle mie cose? -
- Am! Stai sbagliando -
dissi afferrando la bustina prima che potesse farlo lei
- Non ho chiesto il tuo parere -
la sua voce era fredda, mi si avvicinò e tutto quello che
sentii
fu la sua mano colpire la mia guancia con un sonoro schiaffo per poi
impadronirsi di ciò che le apparteneva.
Louis era rimasto in silenzio appoggiato allo stipite della porta senza
sapere bene che cosa dire o in che modo intervenire, Amanda
girò
i tacchi chiudendosi nella sua camera ed io rimasi immobile nel mezzo
della cucina intenta a realizzare quello che era appena successo.
- Ehi Sam, tutto a posto? -
colsi la preoccupazione nel tono della voce di Louis e mi sforzai di
sorridergli trattenendo a stento le lacrime, le sue bracci circondarono
i miei fianchi e mi tirò a sè, nascosi il viso
nel suo petto scoppiando in un
pianto liberatorio. Volevo aiutarla ma lei mi aveva appena tagliata
fuori dalla sua vita.
- Che cosa devo fare Lou? -
chiesi singhiozzando
- Non lo so -
sussurrò al mio orecchio stringendomi ancora più
forte, inspirai a fondo cercando di calmare le lacrime che continuavano
a rigare rapide il mio volto
- Vai a cambiarti, andiamo a mangiare qualcosa -
disse rompendo il nostro abbraccio accarezzandomi sorridente una
spalla, annuii salendo al piano di sopra e sfilai i vestiti che
odoravano ancora di Harry, infilai un paio di shorts di jeans ed una
maglietta nera larga
ed aperta lungo i fianchi, lasciai che i capelli ricadessero mossi
lungo la schiena e tornai in salotto dove Louis stava finendo di pulire
quel casino.
- Andiamo -
disse porgendomi delicatamente la sua mano che afferrai e tenni stretta
a me per tutto il tempo.
Camminammo in silenzio sotto lo sguardo indagatorio di tutte le ragazze
che per strada lo riconoscevano, alcune più temerarie si
avvicinavano sorridendo chiedendogli una foto che prontamente doveva
scattare
la sottoscritta, ma per Lou avrei scattato tutte le foto del mondo.
Quando riuscimmo a raggiungere un piccolo bar non troppo lontano da
casa un nuovo gruppo di ragazzi ci si avvicinò sorridente ed
ecco che
mi ritrovai a scattare un'altra decina di fotografie, tutto
perchè in una Lou aveva gli occhi chiusi, in un'altra stava
facendo una smorfia e altre espressioni strane.
Prendemmo posto in un piccolo tavolino in fondo al locale dove in pochi
secondi fummo raggiunti da una cameriera dai lunghi capelli biondi
mossi da leggeri boccoli, stringeva fra le mani un piccolo block notes
ed una penna di colore verde e non smetteva di fissare Louis sorridendo
- Ciao ragazzi, volete ordinare? -
rimasi in silenzio, sebbene avesse parlato al plurale ero certa che le
interessava di più l'ordinazione del ragazzo seduto di
fronte a me.
- Per me uova con bacon grazie -
disse Lou rispondendo ai sorrisi della cameriera che finalmente, anche
se contro voglia, spostò lo sguardo su di me mantenendo
sempre il suo sorriso
- Per me un caffè e un muffin al cioccolato -
dissi porgendole il menù
- Perfetto, arrivano subito -
concluse dileguandosi dietro al bancone ancheggiando per attirare
l'attenzione di Lou
- Smettila di fissarle il sedere, sembri un maniaco -
dissi lanciandogli una bustina di zucchero
- Non è colpa mia se madre natura le ha regalato un ottimo
lato b -
si scusò ridacchiando lanciandomi la stessa bustina di
zucchero, scossi la testa divertita. Aprii la borsa nera che avevo
portato con me ed uscii la lettera che Amanda mi aveva dato poco prima
e la
aprii in silenzio sotto lo sguardo di Louis, lessi rapidamente
incredula a ciò che vedevo scorrere sotto ai miei occhi.
" . . . . sei la parte
migliore di me, mamma. "
quelle ultime parole mettevano fine alla sua lettera, ed
era vero. Porsi la lettera a Louis che la lesse con molta
più rapidità di me, la ripiegò senza
proferire parola e la infilò nella mia borsa
- Ha bisogno di te -
alzai lo sguardo incrociando gli occhi azzurri di Lou
- Non so come aiutarla Lou, ci sono già passata in passato
con un mio amico ed il mio aiuto non è bastato -
dissi sentendo gli occhi tornare nuovamente lucidi, era vero, la storia
si ripeteva. In realtà quello che avevo perso non era un mio
amico, era l'amore della mia vita. Era il ragazzo perfetto che si era
lasciato
trasportare dalle sue brutte amicizie e lo avevo perso senza poter fare
nulla per aiutarlo.
- Proprio perchè ci sei già passata puoi aiutarla
-
fu in quel momento che una lampadina si accese all'interno della mia
mente, avrei dovuto chiamare mia madre e portare Amanda il
più lontano possibile da Holmes Chapel
- Torno subito -
dissi afferrando il cellulare nella mia borsa. Mi diressi fuori dal
locale componendo rapidamente il numero di mia madre, dopo solo due
squilli sentii la sua voce dall'altro capo del telefono e per un attimo
mi sentii
a casa, quella voce così dolce e familiare mi dava un senso
di pace e di sicurezza. Le raccontai ogni cosa senza soffermarmi molto
sull'abbandono di mia zia che mia madre già conosceva ed
insieme decidemmo che
Amanda sarebbe partita l'indomani per raggiungere mia madre a Milano
- Tesoro, vuoi che prenoti un biglietto anche per te? -
sommersa dalle lacrime avrei voluto risponderle di sì e
correre a casa a preparare le valigie ma come un fulmine a ciel sereno,
nella mia mente passò l'immagine di Harry, dei suoi occhi,
le sue labbra piegate in
un sorriso e quelle adorabili fossette lungo le sue guance.
- No, se non ti dispiace vorrei restare qui ancora per un
pò. Sentirò la zia per la casa -
conclusi asciugando l'ultima lacrima
- D'accordo, sono fiera di te tesoro. -
- Ti voglio bene mamma -
conclusi prima di mettere fine alla telefonata, inspirai profondamente
per riprendere fiato e rientrai nel locale. Mi accorsi, senza troppo
stupore, che la bionda era in piedi davanti a Louis ridendo per qualcosa
che lui aveva appena finito di dire con una faccia buffa e decisi di
aspettare prima di interrompere la loro conversazione, quando raggiunsi
il mio posto Lou mi mostrò la mano divertito
- . . .9275 . . . -
lessi alcune cifre di un numero che era stato gentilmente annotato sul
suo palmo destro seguito da un piccolo cuoricino verde
- Hai fatto conquiste eh Lou? -
dissi sorridendogli
- A quanto pare -
disse infilzando un pezzo di pancetta
- Sei più tranquilla, trovato una soluzione? -
chiese masticando
- Amanda andrà a Milano, a casa mia -
un colpo di tosse e gli occhi sgranati di Lou mi fecero preoccupare
nuovamente fino a quando non lo vidi riprendere a respirare normalmente
sebbene con il viso un pò arrossato
- E tu andrai con lei? Voglio dire, hai intenzione di tornare a casa? -
mi chiese con lo sguardo preoccupato, sorrisi stringendo fra le mani la
tazza di caffè fumante e lo guardai negli occhi
- Credo che resterò, almeno ancora per un pò -
dissi dando un leggero sorso alla bevanda
- Sono felice -
disse rubando il mio muffin
- Ehi! Se poi vomiti non ti tengo la fronte, sappilo! -
dissi ridacchiando. Guardai l'orologio appeso al muro di fronte a me e
mi accorsi di dover andare a lavoro, uscii dal locale insieme a Louis,
che da vero gentiluomo pagò la colazione per entrambi e dopo
averlo
salutato con un abbraccio mi diressi verso il locale di Julie.
La giornata era volata, avevo lavorato sodo tutto il pomeriggio senza
nemmeno un secondo di pausa. Quando finalmente vidi Julie raggiungermi
tirai un sospiro di sollievo
- Sam, vieni nel mio ufficio -
disse sorridendo e per un attimo volevo riprendere l'aria che avevo
buttato fuori pochi secondi prima e tenerla per dopo quando fossi stata
certa che il mio turno era finito e che non mi avesse
chiamata per darmi delle brutte notizie.
Mi misi seduta su una sedia di fronte alla sua scrivania giocherellando
nervosamente con le mani e quando finalmente si decise a parlare alzai
lo sguardo ascoltando le sue parole
- Ho saputo di tua zia e volevo sapere se c'è qualcosa che
io possa fare per aiutare te o Amanda -
il suo tono era gentile e sembrava che ci tenesse davvero
- Ti ringrazioe Julie. Amanda raggiungerà mia madre in
Italia mentre io resterò qui per un pò. Ti sarei
grata se potessi continuare a lavorare nel tuo locale -
dissi sorridendole
- Ma certo tesoro. Da questo posto non ti manda via nessuno -
la vidi sgattaiolare via da dietro la scrivania e raggiungermi per
stritolarmi in un abbraccio.
Quando tornai a casa notai con piacere che Amanda aveva sistemato
tutto, ogni cosa era tornata al suo posto e la casa brillava.
- Amanda? -
urlai per farmi sentire, vidi la sua schioma sporgere dalla cime delle
scale e la guardai con un ampio sorriso, quando mi raggiunse in salotto
ci buttammo sul divano rimanendo in silenzio
- Sam mi dispiace per oggi, giuro. Non sono una drogata, non voglio
esserlo -
disse scoppiando a piangere, passai un braccio lungo le sue spalle e la
strinsi a me. Per la prima volta fu come se provassi la sensazione di
essere una madre, lei, così piccola e stretta a me in cerca
di conforto, di
aiuto.
- Non preoccuparti Am, non succederà -
le dissi accarezzandole i capelli
- Non arrabbiarti, ma ho cercato una soluzione e credo che la cosa
migliore per te in questo momento sia andare via da Holmes Chapel -
dissi tutto d'un fiato aspettandomi una nuova reazione violenta da
parte sua, che però al contrario rimase appoggiata sulla mia
spalla annuendo semplicemente con la testa
- Ho pensato, be veramente io e Sophie, abbiamo pensato che sarebbe
meglio che tu la raggiungessi a Milano. Finirai la scuola lì
e starai a casa nostra -
- Quindi la zia sa tutto? -
chiese alzando la testa, annuii in silenzio
- D'accordo -
disse infine convinta
- La mamma ti ha prenotato un volo domattina alle nove da Liverpool -
conclusi sorridendole
- Allora sarà meglio che mi sbrighi a fare le valigie -
la seguii con lo sguardo svanire dietro la porta della sua stanza.
Afferrai il telecomando e cominciai a guardare la televisione, davano
uno di quei film d'animazione di ultima generazione con milioni di
effetti
speciali e attori super fighi, non riuscii a sistemare un soffice
cuscino dietro la schiena che sentii qualcuno bussare alla porta. Mi
alzai sbuffando
- Arrivo -
blaterai afferrando la maniglia e spalancando la porta
- Come stai? Louis mi ha raccontato che . . . -
non lasciai che portasse a termine la frase che mi gettai fra le sue
braccia, mi era mancato. Mi era mancato il suo profumo, i suoi capelli,
i suoi occhi, le sue fossette, la sua pelle tutto di lui mi era mancato.
Sentii il petto vibrare da una sottile risata, così mi
staccai ridendo a mia volta e gli feci cenno di entrare
- Mi sei mancato -
dissi semplicemente richiudendo la porta alle mie spalle
- Se sapevo di essere accolto così, sarei venuto prima -
disse ridacchiando, sorrisi passando una mano fra i capelli e allungai
una mano prendendo il suo braccio per poi portarla dietro al suo collo
e mi lasciai avvolgere da un altro abbraccio, sentivo le sue mani
sfiorare
la mia pelle lasciata nuda lungo i fianchi e mi sforzai di controllare
il respiro. Ci guardammo per pochi istanti e fui io a prendere
l'iniziativa, avvicinai le mie labbra alle sue sentendole di nuovo mie,
mi sentivo
al sicuro con lui e dannatamente felice.
Haloa :3
Nuovo capitolo *__*
Mi sorprendo di me stessa, non credevo che sarei riuscita ad aggiornare
così presto (:
Che dire, poor Amy . . . ma vi assicuro che il viaggio a
Milano le servirà ;-)
Che ne pensate della friendship tra Sam e Lou? Io li adoro
ù.ù
Lo so che gli altri directions si vedono poco, per niente. Ma li
introdurrò come meritano nei prossimi capitoli :-)
Harry e Sam vi piacciono??
Baciiii, a presto :-)
aaah, quasi dimenticavo!
Questa è la mia Sam :-) (l'immagine è presa da
internet :-))
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** 5. Spare me what you think and tell me a lie ***
One Direction
Spare me what you think and tell
me a lie
Harry rimase tutta la
notte con me, prima di andare a
dormire mi fermai lungo lo stipite della porta di Amanda che
già
dormiva avvolta fra le lenzuola, non faceva freddo ma lei era
esattamente come me, anche
nel bel mezzo dell'estate io avevo bisogno di sentire il cotone delle
lenzuola sulla pelle, era un'abitudine senza la quale non riuscivo ad
addormentarmi. Rimasi in silenzio ad osservarla certa che mandarla in
Italia
fosse la soluzione migliore per lei, almeno in quel momento, ma capivo
perfettamente che allontanarla dalla sua vita qui ad Holmes Chapel non
sarebbe stato affatto facile per lei. Un braccio che
circondò la
mia
vita mi riportò sulla Terra, sorrisi leggermente lasciando
appoggiare la testa sulla spalla di Harry che era comparso al mio
fianco, le sue labbra sfiorarono appena la mia fronte lasciando un
piccolo bacio e sospirai
- Mi mancherà -
dissi cercando di trattenere le lacrime sebbene gli occhi fossero
diventati lucidi già da un pezzo
- Ehi, ci sono io qui con te -
disse in un sussurro vicino al mio orecchio, sorrisi stringendomi a lui
non avrei potuto
chiedere di meglio pensai confortata dalla sua presenza.
Ci allontanammo ancora stretti l'uno all'altra richiudendo la porta di
Amanda alle nostre spalle e accesi la luce della mia stanza, il letto
era perfettamente intatto, d'altronde non ci aveva dormito nessuno
dalla sera prima che avevo trascorso con Harry sulla spiaggia. Quella
sarebbe stata la nostra seconda notte insieme, dovevo ammettere che
sebbene mi fossi abituata alla sua presenza, quella sensazione di avere
mille
farfalle nello stomaco ogni qual volta che mi si avvicinava, che mi
stringeva a sè o che semplicemente sfiorava la mia pelle,
non se
ne era mai andata.
- Harry, devo andare in bagno! -
cercai di non urlare troppo ma allo stesso tempo quel poco che bastava
per farmi sentire Harry ancora chiuso in bagno da venti minuti
- Ho quasi finito -
rispose chiudendo finalmente il rubinetto dell'acqua, quando finalmente
la porta del bagno si aprì Harry mi stupì per la
seconda
volta. Il bagno era illuminato da diverse candele e la vasca da bagno
era stata riempita
di acqua sulla quale galleggiavano una marea di petali di rosa, sorrisi
lasciando che Harry mi tirasse a sè, lo guardai nei suoi
occhi
verdi per qualche secondo dimenticando per un momento la vasca, i
fiori, le candele e
tutto il resto
- Ti amo. Lo so, ci conosciamo da poco tempo ma le sensazioni che mi
regali ogni giorno, anche solo con uno sguardo, con un sorriso, con un
gesto. Fidati, non me le ha mai regalate nessun'altra ragazza prima
d'ora -
lo guardai arrossendo, non importava da quanto lo conoscessi ma sentivo
di provare qualcosa per lui, se fosse amore non saprei dirlo ma era
qualcosa di molto simile
- Harry, io . . . . -
mise un dito sulle mie labbra
- Shh . . . va bene. Lo dirai quando sarai pronta -
disse avvicinando le sue labbra alle mie, le nostre lingue si unirono,
di nuovo, sentivo le sue mani accarezzare il mio corpo e mille brividi
percorrevano ogni centimetro della mia pelle, i nostri respiri erano
uniti
così come i nostri corpi, lasciai che mi sfilasse la
maglietta
appoggiando la mia pelle sulla sua e in pochi secondi i nostri vestiti
erano sparsi lungo il pavimento del bagno.
Fui sommersa da una sensazione meravigliosa, uno strano senso di
benessere accanto a quel ragazzo meraviglioso. I suoi ricci erano
bagnati e ricadevano lungo il suo viso, non avevamo smesso di sfiorarci
nemmeno
per un istante, si era avvicinato posando le labbra lungo il mio collo
lasciando una scia di dolci baci fino a raggiungere le mie labbra e
unirle nuovamente alle sue.
Lo amavo, ma dirlo mi avrebbe resa vulnerabile, lui sarebbe stato il
mio punto debole ed io odiavo sentirmi scoperta, odiavo far sapere alla
gente quale fosse il punto esatto dove ferirmi.
- Okay, allora io ed Harry ti accompagnamo all'aereoporto, il gate
è il numero 37, miraccomando non ti sbagliare che
sennò
chissà dove vai a finire, a Milano dovresti arrivare per le
12.00 considerando il fuso orario
e fuori ti aspetterà mia madre. -
- Sam, non credi di esagerare? Lo hai ripetuto un centinaio di volte -
disse Harry divertito, lo guardai inarcando un sopracciglio ma sapevo
che aveva ragione, ero in ansia d'altronde Amanda la vedevo
così
piccola per mandarla in un posto a lei sconosciuto completamente da
sola e
per un attimo mi sentii in colpa, forse avrei dovuto essere meno
egoista e andare con lei
- Posso farcela. Fidati -
ancora la fiducia, io mi fidavo, erano gli altri a doversi preoccupare
quando la situazione si sarebbe invertita
- Okay, andiamo allora altrimenti rischi di perdere l'aereo -
dissi afferrando la mano di mia cugina, Harry aveva finito di caricare
in macchina l'ultima valigia, presi posto accanto a lui e ogni tanto
guardavo i suoi occhi verdi fissi sulla strada anche se sapevo che si
era accorto
del mio sguardo, ma non dava a vederlo. Oltre che un bravo cantante,
era anche un bravo attore.
- Sam nella mia stanza ci sono ancora dei vestiti e delle altre cose,
potresti portarmele quando torni? -
disse sorridendomi dallo specchietto
- Certo tesoro -
dissi sorridendole a mia volta. L'aereoporto di Liverpool era grande,
almeno uno tra i più grandi che io abbia mai visto, e questo
potrebbe dirla lunga su quante volte io abbia viaggiato.
Quando varcammo l'entrata, tutti gli occhi erano puntati su di noi, o
per essere precisi su Harry. Adoravo vedere le ragazze sorridere alla
sua vista perchè riuscivo a capirle perfettamente, chiunque
avrebbe
sorriso guardandolo. Gli feci un rapido cenno con la mando indicandogli
il banco del check-in dove mi diressi tenendo stretto a me il sottile
braccio di mia cugina
- Credo di essere più nervosa io di te -
ammisi sorridendo
- Come sono i ragazzi italiani? -
chiesi ridacchiando
- Oh be, pensa ad un ragazzo inglese -
- Fatto -
disse ridendo
- Ecco, ora immaginati il contrario -
scoppiai in una risata, in effetti sostenevo che i ragazzi italiani
fossero l'esatto opposto di quelli inglesi, a partire dal loro modo di
vestire. E poi, sarà per puro spirito patriottico ma io
amavo
gli italiani e li trovavo
decisamente sexy. Questo
però non ditelo ad Harry.
Concluso il check-in e lasciati i bagagli accompagnai
Amanda
fino all'ingresso dell'imbarco dove comincia tutta la fila di quei
macchinari che sono pronti a guardare anche come sono fatte le tue ossa
e dopo
una decina di abbracci Amanda riuscii a divincolarsi dalla mia stretta
e scomparì tra la folla. Sospirai, era andata.
Girai per l'aereoporto alla ricerca di Harry, la mia missione fu
abbastanza facile, mi bastò semplicemente individuare un
gruppo di ragazze che si era notevolmente moltiplicato dal nostro
arrivo e mi misi in un angolo
aspettando di riuscire ad attirare l'attenzione di Harry. Quando
incontrai il suo sguardo lo vidi avvicinarsi verso di me, il risultato
fu che tutti gli sguardi delle ragazze ricaddero su di me, alcuni erano
dolci e gentili
mentre altri avrebbero voluto incenerirmi all'istante
- Andiamo? -
disse semplicemente con un sorriso
- Se vuoi restare non è un problema, posso prendere un taxi -
dissi leggermente imbarazzata, l'ultima cosa che volevo fare era rubare
a quelle ragazzine il loro idolo ma dentro di me prendere il taxi era
l'ultima cosa che avrei voluto fare
- Prenderai il taxi di Harry Styles, nessun altro -
affermò afferrando la mia mano, in quel momento una marea di
fotocamere erano fisse su di noi e vidi Harry salutare le ragazze con
un ampio gesto della mano e grandi sorrisi
- Okay, lo sai vero che con questo hai reso tutto come dire . . . .
ufficiale? -
dissi ridendo cercando di nascondermi dietro di lui, sapevo quanto
fosse popolare ma io ci tenevo a restare nel mio anonimato
- Voglio stare con te alla luce del sole, voglio che tu sia mia e che
tutto il mondo lo sappia -
disse aprendomi la portiera, mi lasciai scivolare sul sedile
appoggiando la testa lungo il finestrino ed incrociai il suo sguardo
- Non voglio essere di nessun altro -
dissi quasi sussurrando. La macchina partì lasciandosi alle
spalle l'aereoporto e dopo un paio d'ore di macchina superammo il
cartello che dava il benvenuto nella cittadina di Holmes Chapel.
Scesi dalla macchina ridendo per una delle tante battute di Harry ma il
mio cuore si fermò quando vide parcheggiata davanti al
vialetto una macchina, non una macchina qualsiasi ma quella che mi
aveva scortata
la prima volta che arrivai in Inghilterra, era la macchina di mia zia.
Sentii un brivido percorrere tutto il corpo e strinsi entrambe le mani
- Ehi, vuoi che resti? -
Harry accanto a me aveva immaginato di chi potesse trattarsi e se da
una parte avrei voluto che restasse per poter fermarmi nel momento in
cui avrei scaraventato contro di lei qualsiasi oggetto presente in
quella casa, mi resi conto che era una questione che dovevo risolvere
da sola.
- No, non preoccuparti. Ti chiamo più tardi -
dissi appoggiando le mie labbra alle sue e lo guardai salire in
macchina e raggiungere casa sua non troppo lontano, mi girai dando le
spalle alla strada e imboccai il piccolo vialetto che conduceva alla
porta principale,
inserii la chiave ed aprii la porta. Lei era seduta sul divano,
giocherellava nervosamente con le chiavi della macchina e non appena mi
vide comparire sulla soglia della porta alzò lo sguardo su
di me riuscendo solamente a pronunciare il mio nome
- Samantha -
lasciai sbattere la porta alle mie spalle, interrogandomi su quale
possibile ragione avrebbe utilizzato per scusarsi di aver abbandonato
sua figlia ma nessuna era all'altezza del gesto che aveva compiuto.
Haloa :3
Questo
capitolo non è uno dei miei preferiti, sarà che
l'ispirazione era davvero poca . . . la scuola mi sta
seriamente devastando, in più in questi giorni sono super
impegnata con il gruppo di teatro perchè
giovedì si va in scena e sono troppo agitata, ed impegnata
con le prove D: Posso farcela, posso farcela.
Nel prossimo capitolo, che ancora non ho scritto, ci sarà
sicuramente il motivo per il quale la zia ha deciso di lasciare Amanda,
e sarà un pò triste, ma non svelo altro!
Passando a Sam ed Harry, per la scena della vasca da bagno mi sono
rifatta ad uno dei mille facts
che ho letto girando per le pagine facebook (:
E devo dire che se lo avesse fatto con me, sarei svenuta all'istante. .
. cioè una vasca piena di petali di rosa e candele
è stratosferica! e bravo hazza.
Volevo aggiornare ieri sera ma ero troppo presa dai Trl awards, e ci
sono rimasta male che i nostri One Direction non abbiano vinto,
pazienza, si rifaranno
alla prossima occasione ;-)
Detto questo, mi tocca salutarvi . . . ho Montaigne, Rabelais e Ronsard
che mi aspettano . . . D:
Colgo l'occasione per ringraziare quelle meravigliose persone che
utilizzano il loro tempo lasciando una recensione alla mia storia, che
apprezzo davvero moltissimo,
a chi l'ha inserita fra le preferite, seguite e ricordate <3 Mi
fa davvero piacere :-)
Aggiungo che questo è il mio twitter, così se
qualcuno ne ha voglia può seguirmi e sarò ben
felice di ricambiare (:
A presto bella gente <3
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** 6. And the question of heaven for a sinner like me ***
One Direction
And the question of heaven for a
sinner like me
Inspirai
a fondo e senza dire una parola mi andai a
sedere sul divano di fronte a lei, probabilmente la rabbia che provavo
in quel momento era immotivata, d'altronde lei era stata disponibile
nei miei confronti, mi
aveva accolta in casa sua e se aveva lasciato Amanda con me voleva dire
che godevo della sua fiducia, eppure non riuscivo a guardarla in faccia.
- Mi dispiace -
sussurrò forse più a sè stessa che a
me e mi lasciai andare ad una sottile risata scuotendo il capo
- Non credo. Se così fosse non te ne saresti andata -
dissi amaramente
- Vedi Sam, non conosci la situazione. Sono malata . . . -
le sue parole furono interrotte da un singhiozzo e istintivamente
sollevai lo sguardo, dai suoi occhi scendevano delle lacrime
- E' ereditaria, ho convinto tua madre a fare dei controlli, ma per me
ormai non c'è molto da fare. I medici hanno solamente detto
che
ho un mese, forse due e preferisco che Amanda viva felice sapendomi
altrove
piuttosto che averla accanto egoisticamente lasciando che mi veda
morire giorno dopo giorno -
se la sua era una scusa, era la migliore che avessi mai sentito ma
qualcosa nella sua voce e nella sua espressione mi fece capire che in
realtà di finto c'era ben poco. Inspirai, di nuovo. Non
riuscivo
a credere a quello
che avevo appena ascoltato, e se fosse stata realmente ereditaria anche
io avrei perso mia madre? Il solo pensiero fece che il mio stomaco si
chiudesse e sentii le mani tremare. Guardavo mia zia e vedevo in lei
una donna insicura e terribilmente impaurita
- Ti sbagli, non devi allontanare Amanda dalla tua vita. Quello che hai
fatto è da egoisti, l'hai allontanta perchè sei
tu che
hai paura di perderla. L'hai distrutta zia, l'hai resa insicura di
sè stessa -
dissi tra le lacrime
- Lo sa che le voglio bene più della mia stessa vita -
- No! non lo sa, non in questo momento! Ha bisogno di sentirselo dire,
ed ha bisogno che a dirglielo sia tu -
quasi gridai, poteva realmente credere di fare del bene ad Amanda
tenendola lontano da lei?
- Dovrebbe avere almeno il diritto di saperlo -
- No. Il pensiero di dover passare ogni singolo giorno come se fosse
l'ultimo la ucciderebbe, e ucciderebbe me. Preferisco morire da sola
conservando quel bel ricordo che ho di lei -
quelle furono le sue ultime parole, seguii la sua figura sollevarsi dal
divano e stringere a sè una sottile borsetta rosa pallido
- Volevo che tu lo sapessi, e vorrei anche che tu le consegnassi
questa. Non subito, ma quando arriverà il momento giusto -
- Quando te ne sarai andata vuoi dire -
ammisi sotto voce
- Esatto. E ti prego di mantenere il segreto, tua madre lo sa e mi ha
dato la sua parola. Ora ho bisogno che sia tu a darmi la tua -
era così fragile, leggermente smagrita ed in preda ad un
forte
tremolio che non permetteva al suo corpo di restare fermo nemmeno per
un secondo, i suoi occhi erano spenti e lucidi e provai un profondo
sentimento
di pietà verso quella donna e non potevo lasciarla andare
via,
non potevo permettere che lasciasse questo mondo chissà dove
senza avere nessuno accanto, chiunque, anche il peggiore dei peccatori,
merita di avere
qualcuno accanto nell'ultimo momento della sua vita, in modo da poter
avere fino all'ultimo secondo la possibilità di pentirsi per
le
sue scelte e di redimersi
- Hai la mia parola, ma solo se resti qui. Non ti lascerò da
sola -
- Non voglio far soffrire nemmeno te Sam. Non è giusto -
- Non te lo sto chiedendo -
affermai decisa e non ci volle molto per convincerla, ero certa che
anche lei lo desiderava ma era troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Ti voglio bene -
disse abbracciandomi ed entrambe restammo unite in quell'abbraccio per
un'infinità di tempo.
Quando la sera rientrai in casa dopo il lavoro, notai con gran sorpresa
che zia Jen aveva preparato la cena e aveva anche deciso di aspettarmi
sebbene fosse decisamente tardi per gli standard inglese.
Presi posto di fronte a lei e sebbene una parte di me ancora condannava
quello che aveva fatto ad Amanda, il restante 50% non poteva non amarla
per la forza che quella donna aveva dentro di sè. Mi chiese
della mia giornata, di come mi trovassi a lavoro, insomma i tipici
discorsi durante i pasti eppure sentivo un nodo alla gola che non
accennava ad andarsene perchè sapevo che presto o tardi
quelle
conversazioni
sarebbero finite, per sempre.
Afferrai la grossa brocca d'acqua che si trovava esattamente al centro
della tavola, l'acqua era di colore rosa e quella era la cosa che
maggiormente amavo dell'Inghilterra, oltre ad Harry Styles si intende,
gli inglesi
avevano persino l'acqua diversa dalla nostra ed era dannatamente bella
e buona.
Sentii il campanello suonare un paio di volte e guardai la zia con aria
interrogativa
- Aspettavi qualcuno? -
mi chiese deglutendo, scossi la testa negativamente e mi alzai dalla
sedia dirigendomi verso la porta quando sentii il campanello squillare
un'altra volta
- Non ho le ali come Mercurio, sto arrivando! -
gridai sbuffando. Quando aprii la porta mi trovai davanti Louis con i
capelli leggermente arruffati e con il fiatone, non disse niente ma si
limitò a chiedere di entrare con un gesto della mano,
sorrisi scostandomi giusto quel poco per lasciarlo passare
- Io . . . inseguito . . . loro . . . aiutami -
disse ansimando lasciandosi cadere sul divano, lo guardai ridendo
scuotendo la testa notando un gruppo di fan in delirio davanti al mio
vialetto, sorrisi chiudendo la porta alle mie spalle e mi lanciai sul
divano
accanto a Louis
- Qual buon vento ti porta nella mia umile dimora? -
gli chiesi ridendo
- Che linguaggio erudito il suo signorina Samantha Penelope Davis -
disse sfoderando un falso sorrisetto. Come diavolo aveva fatto a
conoscere il mio secondo nome?
- Non usare il mio secondo nome. -
dissi alzando l'indice della mano destra verso di lui
- Oh andiamo è così carino chiamarti Penelope, ti
chiamerò Penny -
- Tu provaci e ti stronco la carriera -
dissi quasi ringhiando ma non durò molto, lo sguardo di Lou
mi fece scoppiare in una sonora risata e le mie cattive intenzioni
andarono a farsi benedire. In quel momento detestai mia madre per aver
scelto un
secondo nome così maledettamente orribile. Un nome non
sarebbe stato sufficiente?
- Sam, chi era alla porta? -
la figura sottile di mia zia fece capolino dalla porta della cucina, il
volto era pallido e smagrito e sebbene stessi cominciando a farci
l'abitudine, vederla così mi metteva lo stesso una certa
tristezza mi sforzai di sorridere
- E' Louis, non credo di avertelo mai presentato -
dissi notando che Louis si era già alzato e si era diretto
verso la zia stringendole la mano, non potei leggere nei suoi pensieri
ma fui certa che si preoccupò di non stringere forte quella
mano sottile
- Louis Tomlinson, piacere di conoscerla -
disse in un ampio sorriso
- Oh, devi essere qualcuno di importante per presentarti anche con il
cognome -
disse la zia ricambiando la stretta di mano del giovane
- Io sono Jennifer, ma Jen va benissimo -
disse per poi sparire lungo le scale probabilmente dilenguandosi nella
sua stanza.
- Ma lei non era . . . -
non gli lasciai il tempo di finire la frase
- E' malata Lou, Amanda non sa niente -
- Non credi che forse dovresti dirglielo? -
il tono della sua voce era esattamente quello di una persona che ti
stava dicendo una cosa talmente ovvia che quasi gli scocciava dovertelo
dire, lo guardai allargando le braccia
- Non lo so, ha già sofferto abbastanza. I medici le hanno
dato un mese o due . . . -
lasciai la frase in sospeso
- E' ereditaria? -
la frase uscì di getto dalla sua bocca e notai un velo di
preoccupazione nei suoi occhi
- Come? -
chiesi titubante
- Voglio dire, puoi avercela anche tu? -
non mi ero mai posta quell'interrogativo, la zia aveva parlato di
ereditarietà ma aveva solo nominato mia madre, non me.
- No, non è ereditaria -
mentii, non volevo che si preoccupasse, non ce n'era bisogno
- Allora che si fa? -
disse battendo le mani come un bambino
- Film? -
dissi sventolando davanti ai suoi occhi il mio dvd preferito, tre metri sopra il cielo,
era un classico italiano, voglio dire, qualsiasi ragazzina poteva
vantarsi di averlo visto e di essersi presa una bella cotta per
Scamarcio, che in realtà è bello solo in quel
film. Non lasciai a Lou il tempo di replicare, sapevo che le storie
d'amore non erano esattamente la sua passione perciò prima
che proponesse qualche film comico
o fantasy, introdusse il disco nel lettore dvd e corsi in cucina a
prendere delle patatine e due bottigliette di coca cola.
Mi lasciai avvolgere dal suo braccio appoggiando la testa sulla sua
spalla, esattamente nello spazio fra il collo e quest'ultima e guardai
l'intero film in quella posizione mentre sentivo dalla sua mascella
provenire il rumore di patatine masticate e scoppiai a ridere
- Si sono appena lasciati Sam, lui ha preso un bel cazzotto in faccia
da un pirla e ha fatto un gesto così nobile e tu ridi? -
era completamente assorto dal film, seguiva ogni singolo momento senza
perdersi nemmeno una scena e, mi dispiace per chi ancora non ha avuto
il piacere di guardare questo film, vidi comparire sul suo volto
delle lacrime quando Pollo morì in sella alla sua moto
- E' così triste Sam -
disse tirando su con il naso, mi voltai verso di lui trattenendo a
stento le risate. Anche io avevo pianto per quella scena, ma solo la
prima volta, non come in Titanic che la morte di Jack mi sconvolge ogni
volta, e poi
lui era un ragazzo, lui era Louis Tomlinson, l'idolo di milioni di
ragazzine che scoppiava a piangere per la morte di un personaggio
secondario di un film di non troppa importanza quale tre metri sopra il
cielo.
Passai una mano fra i suoi capelli scompigliandoli nuovamente e lo vidi
girarsi verso di me improvvisamente serio, i suoi occhi erano fissi sui
miei e per un attimo sentii mancare l'ossigeno attorno a me
- Lou, cos'è quella faccia? -
chiesi quasi avendo paura della sua risposta
- Ho promesso a Harry che avrei aspettato a dirtelo perchè
voleva farlo prima lui, però non ci riesco. -
disse tutto d'un fiato
- Ok, mi stai spaventando -
dissi in una risata isterica
- Niente era sicuro ma oggi ci hanno chiamato dall'America per
confermare il nostro tour e partiremo fra un paio di giorni, staremo
via . . . un mese -
le ultime due parole le disse talmente sotto voce che quasi non le
afferrai
- Un mese? -
ripetei dopo di lui non convinta di aver ben capito le sue parole, lo
vidi annuire semplicemente con un cenno del capo. Avrei voluto alzarmi
in piedi e implorarlo di non partire, di restare ad Holmes Chapel con me
perchè da sola non ce l'avrei fatta ma il mio egoismo non
era mai stato il mio forte. Inspirai a fondo mandando via quei pensieri
e lasciai comparire un sorriso sul volto
- E' meraviglioso Lou -
Haloa :3
E' passato davvero un sacco di
tempo D: ma giuro che sono stata impegnatissima! Oggi ho avuto lo
spettacolo che, anche se non vi interessa,
vi dico che è andato benissimo (Y). Da domani si spera che
io possa riuscire a dedicarmi con maggiore tempo a questa fan fiction :
D
Per prima cosa, chiedo umilmente scusa per la brevità del
capitolo e per il contenuto, non ero per niente ispirata tanto
è vero che l'ho
riscritto per ben tre volte indecisa su cosa fare accadere esattamente,
perchè ero indecisa su due fatti e alla fine mi è
venuta in mente una storiella e quindi ho optato per
quello che avete letto : D Seconda cosa, non trovate che questa gif di
Lou sia magnifica? ahahaha! Terza cosa, quante di voi stanno aspettando
l'uscita fra poco meno di mezz'ora
del video di More Than This? *alza la mano*
Infine, ma non per importanza, voglio ringraziare tantissimo tutte le
persone che leggono la mia storia, tutte colore che l'hanno recensita
(tanto amore <3), e tutti coloro che l'hanno inserita fra le
seguite,ricordate e preferite <3 grazie di cuore! :3
Mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate di questo capitolo e
soprattutto di avere delle idee per i prossimi, se avete idee o
suggerimenti sarei lieta di ascoltarli :)
A presto, ricordo che per chiunque volesse seguirmi su twitter,
può farlo seguendo questo link:
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** 7. Please don't leave me alone ***
One Direction
Please don't leave me alone
Mi svegliai ancora stretta fra le braccia di Louis, avevamo passato
tutta la notte a guardare la serie di film sdolcinati in stile italiano
targati Moccia. Mi
sollevai dal divano cercando di non svegliarlo dal momento
che dormiva ancora beatamente, il forte odore del caffè
attirò la mia attenzione e mi trascinai in cucina dove vidi
la
sottile figura di zia Jen in piedi davanti ai fornelli. Era una mia
impressione oppure diventava
magra ogni giorno di più? Quando si accorse della mia
presenza si voltò sorridendomi
- Buongiorno tesoro -
- Giorno . . . -
sibilai ancora addormentata, afferrai la caffettiera bollente e mi
bruciai la mano imprecando in una strana lingua che nemmeno io stessa
riuscii a comprendere, versai in una tazza il caffè, che
bevevo
rigorosamente
senza zucchero e mi lasciai cadere con non troppa grazia su una sedia.
Il caffè nero senza zucchero era una tradizione per me e
Alex,
insomma era come la danza irlandese per l'Irlanda.
Non riuscivo a tollerare le persone che bevevano zucchero con caffè e
non viceversa, solo per sentirsi grandi abbastanza per bere quella
bevanda ritenuta il nettare dei grandi.
- Allora, con quel ragazzo? . . . Louis -
disse zia Jen sedendosi sulla sedia di fronte a me, sollevai lo sguardo
stringendo la tazza fra le mani ed incrociai la sua espressione
divertita. Qualcosa mi diceva che era convinta che sul divano, fra me e
Louis, nella
sua immaginazione fossero successe delle cose poco caste. E da una
parte potevo capirla, insomma Louis era praticamente una sorta di
principe azzurro, a parte i suoi modi eccessivamente infantili e
scherzosi,
ma finchè teneva la bocca chiusa poteva tranquillamente
spacciarsi per uno dei Windsor.
- Non abbiamo fatto sesso se era quello che intendevi -
dissi ridacchiando dando un altro lieve sorso al mio caffè
- Oh. Avreste dovuto, insomma ha guardato tutta la notte dei
noiosissimi film d'amore era il minimo che tu potessi fare -
disse allargando le braccia, avrei voluto dirle che io l'avevo
costretto a guardare SOLO tre metri sopra il cielo, che era il mio
preferito, non tutti gli altri.
- Oggi lavori? -
mi chiese lasciando per un attimo da parte l'argomento Louis, scossi la
testa negativamente. Julie aveva deciso di darmi un paio di giorni
liberi dal momento che aveva saputo del rientro della zia e mi aveva
detto
di passare del tempo insieme a lei, in caso si fosse presentata una
situazione d'emergenza.
- Buongiorno bellezze -
la voce di Louis risuonò per tutta la stanza scatenando una
lieve risata in mia zia, lo guardai per qualche secondo, i suoi occhi
azzurri brillavano e le sue labbra erano distese in uno dei suoi
meravigliosi sorrisi.
Okay Sam, dove stai andando a parare? Dove sono finite le fossette?
Quelle che ti piacciono da morire?
In America con molta
probabilità
Il fatto che nella mia testa vi fossero delle vocine non faceva di me
una persona particolarmente a posto mentalmente, specialmente se queste
parlavano di Harry Styles e delle sue fossette.
- Ciao Sammina carotina -
disse scompigliandomi i capelli, sbuffai irritata. Non sapevo se avrei
dovuto incazzarmi di più per il fatto che avesse osato
scompigliare i miei capelli a quel barbaro orario del mattino oppure
che avesse trovato
un nomignolo orribile seguito da uno degli ortaggi che più
detestavo. Perchè le carote sono ortaggi vero?
- Lou, per la tua incolumità ti consiglio di non chiamarmi
mai
più Sammina, tanto meno seguita da quello stupido ortaggio,
nè tanto meno di toccare i miei capelli -
dissi cercando di mantenere un'espressione arrabbiata ma con scarso
successo.
- Che cos'hai contro queste dolci carote? -
disse afferrando una carota dal frigorifero, lo guardai sgranando gli
occhi
- Non vorrai fare colazione con una carota vero? -
scrollò le spalle dando un morso alla carota che stringeva
fra le mani
- Perchè no? Fanno bene alla vista sai? -
disse mostrando il cibo che stava masticando, lo guardai disgustata e
mi alzai lasciando la tazza quasi vuota nel lavandino
- Io vado, devo finire di preparare le valigie -
disse guardandomi, probabilmente stava aspettando una mia reazione ma
rimasi impassibile. In realtà avrei voluto buttarmi per
terra,
strisciare fino ai suoi piedi e supplicarlo di non partire, ma sapevo
che era da
egoisti e che se fossi stata io a dover partire non avrei voluto che
qualcuno ostacolasse il mio sogno. Mi sforzai di sorridere
accompagnandolo alla porta, tamburellavo nervosamente le dita sul
pantalone e tenevo
lo sguardo fisso per terra, probabilmente se qualcuno mi avesse
insegnato a fischiare, in quel momento mi sarei anche messa a
fischiettare qualche strano motivetto per rendere l'aria meno tesa.
- Louis! -
lo richiamai allargando le braccia incredula che avesse imboccato il
vialetto senza nemmeno salutarmi
- Domani parti e starai via un mese intero e non guardi nemmeno la mia
faccia? E se poi è l'ultima volta che la vedi? -
dissi ridacchiando, okay era una battuta infelice ma chi di voi poteva
affermare il contrario. Vidi il suo volto girarsi ed il suo sguardo
incenerirmi, tornò sui suoi passi stritolandomi in un
abbraccio
- Non è divertente -
sibilò vicino al mio orecchio
- Scusa -
dissi semplicemente arrampicandomi sulle sue spalle, era dannatamente
troppo più alto di me e sembravo la scimmietta di Tarzan
intenta
ad arrampicarsi su un albero.
- E' solo che mi mancherai Lou -
dissi trattenendo le lacrime, staccò la sua presa e mi
guardò dritta negli occhi asciugando con un dito una lacrima
- Ti chiamerò tutti i giorni, promesso -
disse infine soddisfatto, lo salutai un'ultima volta e poi rientrai in
casa richiudendo la porta alle mie spalle. Inspirai a fondo, se a
malapena avevo salutato Louis, come pensavo di poter fare lo stesso con
Harry . . .
Sentii il telefono squillare e cominciai a cercarlo dappertutto,
maledizione, avrei dovuto perdere il dannatissimo vizio di lasciarlo in
giro per casa perchè quando poi ne avevo bisogno non
riuscivo
mai a trovarlo . . .
Lo individuai finalmente fra i cuscini del divano e risposi appena in
tempo senza nemmeno leggere il nome che era comparso sul display
- Buongiorno dolcezza -
un inconfondibile accento italiano mi aveva appena dato il buongiorno e
non potevo non riconoscerlo
- Alex! -
urlai allegra, era una vita che non sentivo la voce della mia migliore
amica. Certo, ne avevamo passate di tutti i colori, dai soliti litigi
da bambine a quelli di proporzioni fin troppo elevate, ma la nostra
amicizia era
riuscita a sopravvivere.
- Tocca a me adesso!
Lascia la mia bambola! -
urlavo cercando di attirare l'attenzione della mia amica con scarso
successo, lei teneva salda tra le mani la mia barbie, la mia preferita,
quella con il vestito migliore che le avessi
mai comprato e sebbene lei ne avesse centinaia rinchiuse in uno dei
suoi cassetti, adorava giocare con la mia bambola
- Dai Sam! Ci sto giocando io, prendine una delle mie -
- Ma io voglio la mia -
sibilai arrendendomi, non l'avrei avuta in dietro, non ora
nè mai.
- Terra chiama Sam! Ci sei bellezza? -
Cercava invano di attirare la mia attenzione, ma una marea di ricordi
stavano riaffiorando nella mia mente
- Ehm, sì ci sono -
mentii prima che un nuovo ricordo riaffiorasse, questo era
più recente
- Sam, devo confessarti
una cosa -
il suo volto era sconvolto, lui era appena morto e noi due eravamo
rimaste da sole nel mezzo della sala d'attesa dell'ospedale, mia madre
non aveva risposto alle mie chiamate e
avevo implorato Alex di venire a prendermi. Sapevo che cosa stava per
dirmi, lei e Stefano erano stati insieme, lei la mia migliore amica mi
aveva tradita andando a letto con il mio ragazzo,
l'unico di cui mi sia mai innamorata. Ma avrei fatto finta di niente,
avevo bisogno di lei, avevo bisogno di qualcuno ed ero maledettamente
sola e sebbene facesse male avevo bisogno di lei.
- Lo so già -
dissi guardandola dritta negli occhi, non era da me, non guardavo mai
le persone negli occhi perchè molto spesso per via del mio
carattere non riuscivo a sostenere lo sguardo e mi imbarazzavo,
ma avevo voglia di vedere la sua reazione, di capire sebbene da capire
ci fosse molto poco
- Sam io ti giuro che mi dispiace, tu mi conosci, lo sai come sono
fatta . . . io non sono una persona cattiva ma lui era lì e
tu
non c'eri e io . . . -
vidi un paio di lacrime comparire sul suo volto, non dissi molto a
riguardo, non le avrei detto nessuna parola di conforto se quello era
ciò che sperava, l'unica cosa che proferii fu
- Non parliamone mai più -
e così dicendo l'avevo superata infilandomi nella sua
macchina in silenzio.
Non la vidi piangere mai più.
Non parlammo di quell'argomento mai più.
Come se non fosse mai successo, una piccola parentesi della nostra vita
lasciata ai bordi dei nostri ricordi.
Ma non era sparita, io lo ricordavo ancora.
- . . . . e poi è anche simpatico, voglio dire
non è solo una massa di muscoli e capelli -
silenzio
- Sam non mi hai ascoltata -
si lamentò dall'altra parte del telefono, aveva ragione,
tutto
quello che avevo sentito era una massa di muscoli e capelli e
nient'altro
- Se ti piace fattelo -
risposi alzando le spalle, la mia frase era poco elegante ma si
adattaca perfettamente allo stile di Alex, sin da bambina era sempre
stata una ragazza dai facili costumi e nel corso del tempo era andata
peggiorando
- Ma ti ho detto che ci sono andata a letto ieri sera -
disse ridendo, le avevo dato la prova di non aver ascoltato nemmeno una
sillaba del suo discorso
- Allora fattelo di nuovo -
conclusi ridendo
- Mi manchi pagliaccia -
disse rendendo il tono della sua voce più dolce
- Anche tu pagliaccissima -
dissi sorridendo anche se lei questo non avrebbe potuto vederlo
- Hai ancora i capelli fucsia? -
domandai divertita, Alex era sempre stata quella un pò
alternativa, passava continuamente le sue fasi emo girl, punk girl e
altre cavolate del genere, aveva il suo stile e nella sua stranezza ed
eccentricità lo trovavo
persino carino a volte.
- Nope, li ho fatti rossi -
affermò entusiasta.
- Ti manderò una foto -
concluse soddisfatta
Parlammo al telefono per una mezz'oretta, raccontai ad Alex di Harry e
degli altri ragazzi e da parte sua ci fu una sonora risata
- Li ho sentiti, qui in America le ragazzine sono pazze di loro -
disse ridacchiando
- Dai, magari li vedi -
- Allora posso ritenermi fortunata -
rispose ridendo.
- Ti salutano i miei -
disse poi come se si fosse ricordata improvvisamente. I suoi genitori
erano delle persone adorabili, a volte erano parecchio severi con i
figli e con me non erano stati da meno e li avrei ringraziati per
sempre per
questo, mi avevano cresciuta come se fossi stata veramente la sorella
di Alex, sebbene da qualche parte un padre ce l'avessi e una madre che
era intenta a riprendersi la gioventù
- Ricambia -
dissi felice
- Alex! Sam! Non vi
chiamerò un'altra volta -
la voce di Paolo era diventata forte, non stava più giocando
e non aveva più voglia di aspettarci
- Ancora uno papà -
gridò Alex in cima allo scivolo, io ero subito corsa ad
infilare
le scarpe e lo raggiunsi lasciandomi abbracciare. Paolo ci portava al
parco quasi tutti i pomeriggi quando era libero dal lavoro.
Guardavo Alex e suo padre e invidiavo quel bel quadretto familiare e
odiavo persino me stessa perchè non avevo mai avuto nessuno
con
cui andare al parco, a parte Paolo.
Quando finalmente chiudemmo la telefonata mi
arrivò un
messaggio, era di Harry. Il testo diceva solamente che sarebbe passato
a prendermi alle 12.30 e l'orologio in cima alla parete del soggiorno
mi diceva
che avrei dovuto darmi una mossa se volevo essere pronta per quell'ora
così salii in camera aprendo tutti gli armadi ed i cassetti,
afferrai una maglietta nera a maniche corte con una manica
più
larga che lasciava
scoperta una spalla ed infilai un paio di pantaloncini neri con dei
disegni ed un paio di scarpe aperte, lasciai i capelli sciolti lungo le
spalle e mi fiondai in bagno dando un tocco di trucco al mio viso, alle
12.30
in punto, quando Harry suonò il campanello, era evidente che
avesso imparato la lezione dal primo appuntamente, ero prontissima.
Scesi le scale urlando un ciao
a mia zia e dopo aver afferrato la borsa aprii
la porta trovandomi di fronte quegli occhi verdi meravigliosi e quelle
dolci fossette che di lì a poco sarebbero andate in America.
Già ma Harry non sapeva ancora che io lo sapevo.
- Andiamo signorina? -
mi disse allungandomi una mano che afferrai portandola dietro la mia
schiena, mi voltai verso di lui sorridente e in quel momento l'America
era decisamente l'ultimo dei miei pensieri.
- Dove mi porti? -
chiesi facendo dondolare le nostre mani che non si erano mai lasciate
dal momento in cui Harry era comparso sulla soglia di casa mia
- E' una sorpresa -
mi disse sorridendo. Come la prima volta che uscimmo, mi
accompagnò alla macchina e aprì lo sportello
richiudendolo una volta che mi fui accomodata sul sedile ed esattamente
come la prima volta, quando
ebbe preso posto sul sedile accanto a me, estrasse una benda e con
quella mi coprì gli occhi
- Vedi qualcosa? -
- No -
- Sicura -
- Sì -
- Non è che mi stai mentendo vero? -
- No Harry, giuro che non vedo niente -
dissi ridendo scuotendo la testa, sentii le sue dita fra le mie e
sorrisi stringendole e mi lasciai cullare dalla macchina. Guidammo per
molto tempo, un paio d'ore, forse di più, non saprei dirlo
ma quando mi tolse la
benda realizzai di trovarmi esattamente nella meravigliosa capitale
inglese
- Benvenuta a Londra -
disse sorridendo mostrandomi nuovamente le sue fossette, mi avvicinai a
lui posando le mie labbra sulle sue, le nostre lingue si unirono e
sentii nuovamente il suo sapore che mi era mancato. Mi staccai da lui
quando
realizzai di aver allestito un piccolo teatrino al centro
dell'attenzione di numerose fan che trattenevano a stento le urla.
Sentii le guance prendere improvvisamente colore, e non era per via
della cipria, il braccio
di Harry che prima circondava il mio fianco si spostò
salutando le fan che stavano cominciando ad accerchiarci e mi limitai a
sorridere imbarazzata. Lo vidi dispensare abbracci e firmare autografi
e quando finalmente
salutò la piccola folla che si era radunata accanto a noi,
sentii di nuovo la sua presa forte su di me come se stesse gridando a
tutti quanti che io, Samantha Penelope
Davis, ero la sua ragazza.
Visitammo Londra tutto il pomeriggio, e non potè mancare una
tappa nel negozio che tanto amavo, Abercrombie, all'entrata ci
accolsero un paio di modelli, una ragazza giovanissima dai lunghi
capelli rossi e la
carnagione abbronzata ed un ragazzo decisamente alto con lo stesso
colore di pelle della ragazza e completamente rasato.
- Non guardarla troppo, potrei diventare gelosa -
dissi dando una leggera gomitata ad Harry che si finse offeso
- Tu piuttosto attenta a dove posi lo sguardo -
disse tirandomi a sè e baciandomi come per marcare il suo
territorio. La seconda fermata fu un negozio non molto distante da
Piccadilly Circus dove comprai un paio di vestiti ed un paio di shorts.
Stranamente su Londra splendeva il sole e questo era veramente strano
ma fui contenta, il Karma sembrava essere dalla nostra parte. Prima di
rimetterci in viaggio verso Holmes Chapel Harry mi portò nel
parco
vicino Buckingam Palace e una volta seduti sull'erba lo vidi torturarsi
le mani pensando probabilmente a come cominciare il suo discorso
- Sam . . . . domani io e i ragazzi partiamo per l'America -
disse senza alzare lo sguardo
- Staremo via un mese ma . . . non è un impegno
poi così importante. Voglio dire, un mese è
parecchio e io voglio stare con te, ho paura di combinare dei casini. -
disse alzando lo sguardo, lo guardai sorridendogli
- Harry, tu domani partirai con il resto del gruppo, andrai in America
e farai felici milioni di ragazzine -
dissi dandogli un leggero bacio sulle labbra
- E non preoccuparti, chiederò a Louis di occuparsi
personalmente di te -
conclusi soddisfatta, sebbene sapessi che Louis, pur essendo il
più grande era anche quello meno affidabile del gruppo.
- Ti amo Sam -
disse baciandomi nuovamente
- Ti amo anch'io -
dissi sorridendogli
Haloa :3
Come state??? Io detesto il caldo, odio
l'estate, vacanze a parte, sono sempre stata un'amante del freddo
ù.ù
Bene, ieri ho visto la puntata finale di The Vampire Diaries e dopo
aver pianto per quaranta minuti ho colto al volo il momento
d'ispirazione e mi sono messa a scrivere
il capitolo che ho concluso oggi :-) Mi sento potente quando riesco a
scrivere un capitolo in così poco tempo :-) Questo
è l'ultimo capitolo prima della partenza dei ragazzi :-(
Supposizioni per il futuro? Che cosa succederà in questo
mese? Non spoilero, giuro ù.ù
Alloora, concludo perchè sono di corsissima, devo
assolutamente andare a lavarmi, perchè sì ogni
tanto mi ricordo e lo faccio ù.ù e poi devo
uscire D:
Lei è Alex in versione rossa http://i.imgur.com/CZGPw.jpg , e questo è il
completo di Sam. http://i.imgur.com/jOeE0.jpg
Ricordo che per chi mi volesse seguire su twitter, il link è
il seguente
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** 8. And I know that (s)he knows I'm unfaithful ***
One Direction
And I know that (s)he knows I'm
unfaithful
-
Hazza muovi il tuo bel culetto, l'aereo non ci aspetta! -
La voce di Zayn risuonò per tutta la casa di Harry seguito a
ruota dalla sonora voce di Lou
- E se non ci presentiamo le fan lo prenderanno a calci il tuo bel culo
-
Louis si voltò di scatto verso Zayn realizzando quello che
il
suo amico aveva appena detto e cercando di assumere un'espressione
seria cominciò
- E tu come sai che Harry ha un bel culo? Non lo avrai per caso
guardato? O peggio ancora TASTATO? -
disse urlando sgranando gli occhi, quando mi affacciai in cima alle
scale ecco che Louis ricominciò
- Harry Styles, tra noi è finita. Non accetto di essere
tradito, per di più con un altro membro della band -
disse incrociando le braccia al petto, scossi la testa ridendo e mi
trascinai giù dalle scale passando accanto a Louis
- Lo sai che sei tu il mio preferito -
gli sussurrai con una voce sexy all'orecchio, il suo braccio
circondò il mio collo e lo sentii tirarmi con forza verso di
lui
- Fatti dare un bacetto -
cercai di divincolarmi e quando finalmente ci riuscii con una mano mi
sistemai i miei amatissimi ricci
- Lou che cazzo fai -
dissi ridacchiando
- Voglio mantenere la nostra privacy, se Sam ci vede potrebbe lasciarmi
-
disse ridendo, il solo pensiero di perdere Sam lo torturava. Fino a
quel momento era sempre stato Harry il ruba cuori che insieme a Zayn
passava notti intere in discoteca in compagnia di quante più
ragazze
possibile, il ragazzo che ogni mattina vedeva andare via dal suo letto
una ragazza diversa, il ragazzo che amava quella vita sregolata e senza
amore, colma solo di sano sesso.
E poi era arrivata Sam, all'inizio era stata quasi una sfida, poi
quella ragazza era finita col piacermi sul serio, lo avevo capito la
sera del nostro primo incontro quando stesi sulla sabbia l'avevo tenuta
stretta a me,
avevo respirato il suo profumo ed accarezzato la sua pelle. Era diversa
dalle ragazze con cui ero uscito, lei era mora ed io avevo sempre avuto
un debole per le bionde, aveva la carnagione abbronzata e l'unica
persona che conoscessi con quella stessa tonalità di pelle
era Zayn, era simpatica e soprattutto era normale.
- Harry ti vuoi dare una mossa? -
Liam era nervoso, ogni volta che dovevamo partire metteva fretta a
chiunque perchè voleva essere in aereoporto tre ore prima
del
volo per non correre il rischio di restare a terra. Era inutile, Paul
non lo avrebbe
permesso, a costo di farci attraversare l'oceano a nuoto.
Salii in macchina sul sedile posteriore in mezzo a Zayn e Niall, Louis
e Liam erano sui sedili davanti, mentre il primo guidava, il secondo
canticchiava un pezzo di una delle nostre canzoni, passammo davanti
casa di Sam, le finestre erano ancora chiuse e le tende non
permettevano di vedere all'interno, segno che probabilmente stesse
ancora dormendo.
La sera prima ci eravamo salutati con la promessa di vederci tutte le
sere e di scriverci su twitter. Avrei mantenuto fede a quella promessa.
L'aereo era stranamente in orario, evento più unico che raro
visti gli enormi ritardi che portavano con sè tutte le
volte,
Paul era seduto insieme agli altri membri dello staff un paio di sedili
dietro di noi, io avevo occupato il posto centrale nella fila sulla
destra accanto a Liam e Louis mentre Zayn e Niall sedevano nei sedili
della fila accanto alla nostra; entrambi si erano addormentati uno
sull'altro ed erano talmente carini
che Louis non aveva resistito ad avvicinarsi a loro e urlargli nelle
orecchie gustandosi divertito la loro reazione spaventata, al suo
scherzo seguì qualche insulto ma i due si riaddormentarono
subito.
Liam osservava il paesaggio fuori dal finestrino, la rottura con la sua
ragazza Stacey, Pacey o come diavolo si chiamava lo stava uccidendo e
mi dispiaceva vederlo in quello stato
- Ehi a che pensi? -
chiesi girandomi verso di lui
- A Lacey, la amo da morire Hazza e il fatto di non essere stato
abbastanza per lei mi fa stare male -
parlava quasi sussurrando e riuscii a sentire che a stento si sforzava
di trattenere le lacrime. Liam era esattamente il principe azzurro che
tutte sognavano, lui non tradiva, non urlava, era calmo, dolce, gentile
ed
era anche il ragazzo più romantico che io avessi mai
conosciuto
e non riuscivo a capire perchè una ragazza avesse potuto
tradirlo con il suo esatto antagonista. Quella ragazza non mi era mai
piaciuta, io e gli
altri della band l'avevamo vista solo un paio di volte quando andammo a
trovare Liam a casa sua ed entrambe le volte ci aveva squadrato dalla
testa ai piedi senza nemmeno salutarci. C'era decisamente qualcosa
in lei che non andava e sebbene Liam stesse soffrendo, ero felice che
finalmente si fosse liberato di quella ragazza, lui meritava di meglio.
- Per quello che vale, ti meriti di meglio. -
dissi appoggiando una mano sulla sua spalla e lo vidi sorridere sebbene
per qualche secondo.
Louis, con la delicatezza di un elefante, si lasciò cadere
sul sedile e cominciò a canticchiare un pezzo di Tell me a lie ,
Louis ed il suo tempismo perfetto . . .
- Tell me
everything but don't you say he's what you're missing baby
If he's the reason that you're leaving me tonight spare me what you
think
and tell me a lie -
-
Grazie mille Lou -
disse Liam appoggiando la testa contro il finestrino, cercai di
reprimere una risata e mi voltai verso Louis che a sua volta cercava di
fare lo stesso. Dopo diverse ore di aereo la voce del capitano ci
informò che
eravamo finalmente atterrati all'ereoporto di San Francisco, una volta
che scendemmo dall'aereo inspirai profondamente. Potevo sentire
perfettamente le grida delle fan all'uscita dell'aereoporto, tirai
fuori il
telefonino e notai che Sam mi aveva mandato un messaggio
* Mi manchi. Ti aspetto.
Ti amo. Sam *
Sorrisi leggendo quelle poche parole e digitai velocemente
una risposta
* Anche tu mi manchi.
Non vedo l'ora di tornare. Ti amo. *
Zayn e Niall camminavano a braccetto ed avevano
già
raggiunto l'uscita, Liam camminava poco dietro di loro mentre Louis era
accanto a me saltellando felice. Mi avvicinai a lui e cominciammo a
saltellare insieme
superando i ragazzi che ci guardavano divertiti, quando raggiungemmo
Niall e Zayn ridemmo e dicemmo in coro
- Non sarete mai una coppia bella quanto noi due -
- Ragazzi, finitela. Le fan vi aspettano -
disse Paul, io e Louis ci fermammo davanti a lui mimando il saluto
militare
- Sì signore. Ai suoi ordini -
dicemmo prima di scoppiare a ridere sotto lo sguardo divertito di Paul,
ormai ci aveva rinunciato, era una causa persa e ancora non riuscivo a
spiegarmi perchè non ci avesse lasciato e fosse diventato il
manager
di qualche artista più famoso e meno rompi scatole di noi
cinque.
All'interno l'aereoporto era pieno di fan, alcune erano sedute per
terra, altre erano in piedi gridando i nostri nomi ed alzando al cielo
una marea di cartelloni più o meno colorati che riportavano
frasi delle nostre
canzoni insieme alle nostre facce.
Uno di quelli recitava una frase di Moments quasi a
voler dare il colpo di grazia a Liam
' DON'T WANNA BE REMINDED, DON'T
WANNA BE SEEN, DON'T WANNA BE WITHOUT YOU '
Liam guardò il cartello sospirando
e si
concentrò sulle fan regalando a tutte un sorriso, cercavo di
salutarle tutte quante, adoravo vedere quanto fosse apprezzata la
nostra musica, quanto l'affetto di quelle
ragazze fosse immenso per tutti noi. Le adoravo semplicemente. Quando
lasciammo l'aereoporto era ancora mattina, per via del fuso orario, e
senza nemmeno passare in hotel Paul ci portò direttamente
allo stadio nel quale la sera si sarebbe tenuto il primo concerto del
nostro tour per poter provare.
Il pomeriggio lo passammo in giro a San Francisco, avevo sempre visto
l'America come una sorta di paradiso terrestre, insomma chiunque
riusciva ad emozionarsi sentendo semplicemente la parola AMERICA, e
trovarmi finalmente in quel posto meraviglioso non aveva prezzo. Ci
avrei portato Sam, non appena tornati dal tour avremmo avuto due
settimane di vacanza e le avrei passate con Sam in America.
- Sam! Al telefono! -
spensi il televisore e raggiunsi mia zia in cucina che mi porgeva
gentilemente la cornetta. Era sempre più pallida, sempre
più magra, era una sofferenza guardarla in quello stato.
- Pronto? -
dissi portando il telefono vicino all'orecchio e ritornando in salotto
- Buongiorno meraviglia -
la voce di Alex dall'altre parte del telefono era squillante e
riuscì a trasmettermi persino un pò della sua
allegria
- Buonasera a dire il vero -
la corressi ridacchiando
- Oh è vero, da te a quest'ora è già
buio -
disse più a sè stessa che a me
- Non mi avevi detto che i tuoi amici sarebbero venuti a San Francisco -
- Parli di Harry e del resto della band? -
chiesi masticando un pop corn
- Sì esattamente! San Francisco è un delirio, ci
sono fan urlanti in tutti gli angoli delle strade -
disse sbuffando
- Non lo sapevo. Voglio dire, non mi sono scritta tutte le
città che visiteranno -
dissi semplicemente. Non mi interessava molto, l'unica tappa che
conoscevo era l'ultima quella che mi avrebbe riportato indietro il mio
ragazzo ed il mio migliore amico.
- Allora, che fa di bello? -
chiese, ma la sua era una domanda che non prevedeva esattamente una
risposta perchè qualunque cosa io stessi facendo avrei
dovuto smettere per parlare al telefono con lei. Ma in quel momento non
avevo voglia
di fare una chiacchierata, il pensiero di Harry nella sua stessa
città mi aveva disturbata e aveva azzerato la mia voglia di
parlare con Alex
- Di Caprio sta per morire, se non ti dispiace torno ad insultare la
Winslet. Ci sentiamo domani, il mio domani per intenderci -
dissi ridendo sull'ultima parte della frase
- Va bene. Salutami Leo -
Leo? erano già amici intimi? pensai ridendo
Le luci dello stadio erano accese, sul palco era tutto pronto, i
musicisti ai loro posti, il pubblico urlava, mancavamo solamente noi.
Sul gigantesco schermo apparvero dei numeri che simbolizzavano il conto
alla rovescia, il tempo che separava noi da loro. 5
4 3 2 1
Le note di One Thing partirono ed in pochi secondi ci ritrovammo sul
palco davanti a milioni di fan, cantammo una canzone dopo l'altra
ognuna dedicandola alle nostre fan. Quando arrivò il momento
di
What Makes You Beautiful tutte le fan la cantarono insieme a noi e
quando intonai il mio pezzo mi avvicinai ad una ragazzia fra il
pubblico, le tesi la mano e la aiutai a salire sul palco sorridendole
guardando
i suoi occhi illuminarsi e bagnarsi dalle lacrime. Aveva più
o meno l'età di Charlotte, la sorella di Louis, la strinsi a
me dedicandole quel pezzo di canzone e con il resto del gruppo cantammo
insieme a lei per
poi ri accompagnarla giù dal palco. Quando fu il momento di Tell me a Lie vidi
Liam dare il meglio di sè, stava lottando e stava sfogando
la sua rabbia sul palco facendo una delle sue migliore performance.
Alla fine dello spettacolo salutammo le nostre fan e una volta nei
camerini ci lasciammo cadere sui divanetti stanchi
- Che si fa? -
chiese improvvisamente Zayn
- Film? -
propose Niall che fu subito appoggiato da Liam
- Oh andiamo! Siamo in America, siamo giovani! Per fare i vecchi
abbiamo tutta la vita -
dissi alzandomi in piedi
- Usciamo, andiamo in qualche locale -
proposi notando subito lo sguardo di approvazione di Zayn
- Ragazzi, io sono stanco. Per stasera passo -
disse Louis asciugandosi il sudore con un asciugamano
- Io preferisco il film -
disse Niall bocciando la mia idea
- Anche io, scusate ragazzi ma non sono dell'umore giusto per uscire -
si giustificò Liam
- Non prenderci in giro, non saresti venuto lo stesso -
disse Zayn ridacchiando beccandosi una cuscinata da Liam che
scoppiò a ridere
- Ci andremo io e Zayn -
affermai scrollando le spalle
- Puoi giurarci -
rispose Zayn aggiustandosi la camicia.
Dopo essere passati in hotel per cambiarci, lasciammo i ragazzi intenti
a guardare un film mentre io e Zayn uscimmo per le strade Californiane.
Era notte fonda eppure per le strade c'era una marea di gente,
per l'occasione avevo indossato una camicia a quadri ed un paio di
jeans, il tutto accompagnato dalle mie amate converse bianche dalle
quali mi separavo giusto il tempo di dormire. Anche Zayn aveva
indossato una
camicia che aveva lasciato aperta per metà lasciando
intravedere il suo fisico ambrato, il solito esibizionista, pensai
divertito.
Una ragazza dai capelli rossi ci fermò, era strana parecchio
tanto che per un attimo temetti di poter essere aggredito. Aveva delle
calze a rete strappate, dei pantaloncini che sembravano per lo
più mutande ed una
maglietta stretta nera che non lasciava nulla all'immaginazione, si
presentò porgendoci la mano
- Sono Alex, piacere! Tu devi essere Harry, il ragazzo di Sammi -
disse presentandosi. Un momento, aveva detto Sammi?
- E tu come la conosci? -
- Sono la sua migliore amica -
disse in un sorriso
- Non sei male visto dal vivo -
disse ridendo. Era l'esatto opposto della sua amica, per niente timida
e del tutto esibizionista, stile a parte avrebbe potuto tranquillamente
essere la versione femminile di Zayn. O forse no.
- Dai venite, vi porto in un locale decente -
disse camminando davanti a noi, guardai Zayn che scrollò le
spalle
- Tanto non sappiamo dove andare, basta che ci siano alcool e belle
ragazze e per me va bene tutto -
disse ridacchiando, Alex camminava spavalda facendosi largo tra la
folla le mani lungo le gambe e per un attimo studiai il suo fondo
schiena ma distolsi lo sguardo, cavolo era la migliore amica di Sam ed
io ero il suo
ragazzo.
Harry Styles, ricordati
che sei fidanzato per giunta con la ragazza migliore del pianeta.
La rossa si fermò davanti all'entrata di un
locale e salutò il buttafuori facendogli un cenno verso di
noi, quando quello annuì si voltò invitandoci ad
entrare. La musica era assordante e nel locale un bel pò di
ragazze
erano in mezzo alla pista ballando a ritmo di musica elettronica, non
esattamente il mio tipo preferito ma decisamente orecchiabile. Vidi
Zayn ordinare da bere e lanciarsi subito in pista circondato dalla
metà delle
ragazze presenti che avendolo riconosciuto cercavano subito di fare
colpo. Presi posto accanto alla ragazza che nel frattempo aveva
ordinato un paio di alcolici e quando arrivarono ne avvicinò
uno verso di me
- Meglio di no -
dissi, se avessi cominciato a bere non avrei smesso ed Harry ubriaco
portava con sè una marea di problemi
- Oh andiamo, non avrai mica paura di un pò di alcool -
disse piegando la testa di lato mettendo in bella mostra la sua
scollatura
- Ti tengo d'occhio io -
disse schiudendo le labbra.
Al diavolo, un bicchierino non mi avrebbe fatto male ed infondo me lo
meritavo, avevo fatto un ottimo concerto e dovevo festeggiare.
Zayn si unì a noi ed in pochi minuti avevo mandato
giù una decina di alcolici, sentivo la gola bruciare ed una
sensazione di euforia, mi lanciai in pista ballando insieme alla rossa,
sentivo il suo corpo contro il mio,
le sue mani ed il suo profumo. Chiusi gli occhi imponendomi di
ragionare ma l'alcool stava già avendo la meglio e mi
abbandonai semplicemente a quella piacevole sensazione.
Non ricordo esattamente come tornammo in albergo, ma Zayn era
completamente ubriaco e si era portato con sè una ragazza
dai capelli biondi e dal viso coperto da lentiggini, si chiusero nella
sua stanza e da lì
non li vidi più uscire. Aprii la porta della mia camera
seguito da Alex, la vidi barcollare stringendo ancora tra le mani una
bottiglia di birra e scoppiò a ridere lasciandosi cadere sul
letto stendendosi accanto a me
vedevo il soffitto girare vorticosamente, avevo decisamente esagerato.
Mi voltai verso di lei e poi fu tutto molto rapido, si mise sopra di me
aprendo un bottone dopo l'altro, gettata via la camicia
lasciò una scia
di baci sulla mia pelle e sentii la schiena essere percorsa da un
brivido di piacere, mi mossi invertendo le posizioni e la baciai
facendo incontrare le nostre lingue, il suo sapore era un misto di
alcool e sigaretta,
ad ogni bacio la sentivo respirare sempre più velocemente,
passammo tutta la notte insieme fino a quando entrambi stanchi non ci
addormentammo.
La mattina dopo fu il rumore della porta della mia camera a svegliarmi,
aprii prima un occhio e poi un altro guardando Louis in piedi di fronte
al mio letto, cercai di alzarmi ma riappoggiai la testa sul cuscino
in preda ad un fortissimo la di testa. Mi lamentai portando un braccio
sugli occhi ed in quel momento sentii qualcuno accanto a me, mi voltai
riconoscendo i capelli rossi accanto a me.
- Harry che cazzo hai fatto -
disse Louis scuotendo la testa, mi alzai dal letto svegliando Alex che
dopo aver emesso dei lamenti si svegliò guardandosi intorno
- Oh no ti prego, dimmi che noi non . . . -
lasciò la frase in sospeso ma entrambi ci eravamo
già dati una risposta
- Questa non me la perdona -
disse prendendosi la testa fra le mani
Louis mi guardò interrogativo ma gli avrei spiegato dopo la
storia della ragazza
- Lou ti prego . . . -
non mi lasciò il tempo di finire la frase che subito prese
lui la parola
- . . . dirlo a Sam. Manterrò il segreto
perchè ti voglio bene Hazza, ma sai che non è
giusto quello che hai fatto e dovrai dirglielo non appena torneremo -
- No! non devi dirglielo -
disse alzando la voce la rossa
- Tu perderesti la ragazza ed io la mia migliore amica. -
- Ha ragione, mi lascerebbe all'istante, senza contare quanto la
farei soffrire. -
- E' stato solo sesso, niente di più -
chiarì la rossa. Louis scosse la testa scioccato
- Ma vi sentite? Hazza spero per te che tu non faccia sul serio,
altrimenti hai davvero toccato il fondo -
disse uscendo dalla stanza contrariato.
Mi odiavo, ero caduto in tentazione e mi erano bastate dodici ore
lontano da Sam per tornare il vecchio Harry. Ero un fottuto disastro.
Haloa :3
Come state?
:-) Questo capitolo è quasi interamente sotto il punto di
vista di Harry, loro arrivano in America, il concerto è un
successone e quale
occasione migliore per festeggiare? D: pessima idea caro Hazza! Spero
che il capitolo vi sia piaciuto, oggi ero abbastanza ispirata e dal
momento che il capitolo
non mi sembra uno dei migliore ma nemmeno tanto obrobrioso (?) ho
deciso di postarvelo subito anche perchè non so certa di
riuscire a lavorare al prossimo in questi giorni perchè i
compiti in classe e le interrogazioni sono parecchie e avendo alcune
materie sotto dovrei cercare di rimediare D: Mission impossible . . . .
Che ne pensate della gif? *___* a me piace tantissimo :D
Bene, ringrazio tutti coloro che lasciano recensioni, tutti coloro che
semplicemente leggono la mia storia e tutte quelle meravigliose persone
che hanno inserito la mia storia fra
le seguite/ricordate e preferite. un grazie di cuore : D
Come ormai di consueto, vi lascio il mio indirizzo twitter se qualcuna
di voi volesse seguirmi :D
A presto!
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** 9. Since that day you stole my heart and you're the one to blame ***
One Direction
Since that day you stole my
heart and you're the one to blame
- Sam! Farai tardi a lavoro!
-
quasi urlò mia zia dal piano di sotto, già quasi.
Era
passata una settimana dalla partenza dei ragazzi ed in una sola
settimana lei era peggiorata di giorno in giorno, ogni mattina mi
sforzavo di sorriderle e cercare
di infonderle una certa sicurezza ma svaniva nel momento in cui la
stringevo a me prima di uscire temendo che quella potesse essere
l'ultima volta. Inspirai a fondo. Per tutta la settimana non avevo
avuto notizie
di Louis nè tanto meno di Harry, sapevo che il tour li
impegnava
tantissimo e con il fuso orario era davvero un'impresa sentirsi. Ero
riuscita a parla con Louis per una decina di minuti e avevo ascoltato
con
curiosità il racconto delle sue giornate, qualcosa era
diverso
nella sua voce, era dolce e questo non era normale se si parlava di
Louis. Più volte gli chiesi di Harry ma la sua risposta fu
sempre E' in bagno e
ti saluta oppure Si
è addormentato, se vuoi lo sveglio ma
prontamente rifiutavo la sua offerta sapendo quanto potessero essere
stravolti e non lo avrei privato di alcune ore di sonno.
Raggiunsi mia zia in cucina e sorseggiai un pò del
caffè
che aveva preparato prima di tornare di sopra ed infilare un paio di
jeans comodi, una canotta bianca ed un paio di converse, raccolsi i
capelli in una coda
e decisi di non truccarmi, non sarei certamente morta e oltretutto non
dovevo preoccuparmi di apparire perfetta agli occhi del mio ragazzo che
in quel momento si trovava dall'altra parte dell'oceano.
Accesi il computer, avrei dato un'occhiata veloce alle notifiche e
sperato di aver ricevuto anche uno stupido messaggio da parte di Harry.
Da quando avevamo reso la nostra storia ufficiale rimasi sbalordita dal
calore
delle sue fan, mi sarei aspettata centinaia di insulti su ogni singolo
centimetro del mio corpo, foto di bambole vodoo che assomigliavano a
me, minacce e desderi del tipo Che
il Karma ti conduca sotto ad un
autobus oppure che
tu venga schiacciata da un elefante e
cose di questo tipo. Invece con mia grande sorpresa notai che quelle
ragazze erano solo una minuscola percentuale di tutte le fan di Harry,
gran parte
di loro lasciava una marea di commenti carini e simpatici ai quali non
potevo non rispondere con un ampio sorriso sulle labbra.
Entrata nella pagina delle notifiche una in particolare
attirò la mia attenzione
A quanto pare Harry
preferisce le rosse
poco distante dal commento c'era un link, quando avvicinai il cursore
per aprirlo sentii il telefonino squillare e lasciai perdere il
computer.
* Scusa se non mi sono
fatto sentire. Ti penso, Harry *
sorrisi istintivamente leggendo quelle parole ma decisi
che gli
avrei risposto in seguito, spensi il computer, avrei rimandato a
più tardi, il lavoro non poteva aspettarmi.
Afferrai la borsa che avevo lasciato sul letto e tornai in salotto dove
salutai zia Jen lasciandole un sonoro bacio sulla fronte. La
caffetteria di Julie era decisamente più affollata del
solito,
persino lei stessa si era messa
a girare per i tavolini a servire i numerosi clienti, dietro al bancone
salutai con un cenno della mano Josh, il nipote di Julie che ogni tanto
le dava una mano e altri due ragazzi e poi notai una ragazza,
probabilmente
nuova, aveva dei capelli biondi e lisci lunghi sopra le spalle, il
colore della sua pelle era molto più chiaro rispetto al mio
e la
sua aria era tipicamente inglese, ma di diverso da tutte le ragazze
inglesi era il suo viso,
sembrava simpatica e cercava di destreggiarsi fra i mille vassoi che
aveva di fronte a sè. Corsi nello spogliatoio salutando
velocemente Julie ed infilai la mia uniforme ritornando nella sala del
locale e mi avvicinai
alla nuova ragazza con un sorriso
- Ciao, devi essere nuova -
le dissi porgendole la mano che la ragazza afferrò
sospirando
- Sì, sono Hannah piacere -
disse sollevata
- Samantha. Piacere mio. Ti do una mano -
dissi afferrando un vassoio con diverse ordinazioni, vidi comparire un
lieve sorriso sul suo volto e le sue labbra mimarono un grazie e cominciai
a girare fra i tavoli servendo e raccogliendo ordinazioni.
Alle 14.00 sia io che Hannah prendemmo i nostri più che
meritati
dieci minuti di pausa ed uscimmo sul retro del locale dove si
affacciava un piccolo giardino ben curato, mi misi seduta sul primo
scalino e notai sorridendo che anche Hannah fece lo stesso.
- Di dove sei? -
mi chiese sistemandosi una ciocca di capelli
- Sono italiana, si sente parecchio vero? -
dissi ridacchiando, in effetti la mia era una domanda retorica, ero
abbastanza certa che il mio accento italiano fosse il mio segno di
riconoscimento
- Un pochino -
ammise sorridendo
- Tu di dove sei? -
chiesi a mia volta
- Sono nata a Doncaster ma ho vissuto un pò a Londra ed ora
eccomi qui ad Holmes Chapel per lavoro dei miei genitori -
disse facendo un breve riassunto della sua vita.
- Ehi belle ragazze -
disse Josh affacciandosi dalla porta del locale, sorrise mettendo in
bella mostra una dentatura più che perfetta. Aveva i capelli
neri corvini portati leggermente lunghi e scompigliati ed i suoi occhi
azzurri brillavano
mentre osservavano a turno me ed Hannah, probabilmente se non fossi
innamorata di Harry gli sarei saltata al collo in meno di qualche
secondo ma dovetti contenermi, per quanto bello potesse essere, io
amavo Harry Styles.
- Ciao caro -
dissi sorridendogli
- Lo so che vi state godendo i vostri dieci minuti di pausa e
credetemi, odio disturbare due belle ragazze come voi, ma non
è
che tornereste ad aiutarci? Vi prego -
cercò di mimare gli occhi dolci in stile gatto con gli
stivali
del film shrek e probabilmente fu quello che diede a me ed Hannah il
colpo di grazie. Ci alzammo insieme e dopo esserci sistemate i
pantaloni ci avviammo
verso la porta facendoci scortare da Josh
- Vi prometto che vi lascio andare a casa venti minuti prima -
affermò cercando di farsi perdonare. Vidi Hannah sorridere e
dire qualcosa come non
preoccuparti e ritornammo nella confusione che regnava
nel locale.
- Mi ha fatto piacere conoscerti -
disse Hannah sfilandosi il cartellino con il suo nome per riporlo
accuratamente nel suo armadietto. Sfilai la camicia infilando la
canotta bianca con la quale ero uscita quella mattina e mi voltai verso
la bionda con
un sorriso
- Anche a me ha fatto piacere conoscerti -
dissi sorridendole
- Sei la prima ragazza simpatica che ho incontrato in questa
città. -
ridacchiai divertita
- E' strano, ma anche per me. A parte mia cugina che ora è
in
Italia, sei la prima ragazza simpatica che ho incontrato qui ad Holmes
Chapel -
affermai ricordandomi di Lily, la ragazza emo che avevo conosciuto alle
prove di teatro. Fu in quel momento che realizzai di aver un incontro
extra quello stesso pomeriggio. Da un pò di tempo a questa
parte
stavamo cercando di mettere in scena un musical ed Albert aveva avuto
la brillante idea di dare alla sottoscritta il ruolo della
protagonista, una specie di Satine del Moulin Rouge con il cuore diviso
a metà fra due
ragazzi.
- Io devo scappare, oggi ho le prove extra di teatro ma se ti va domani
dopo il lavoro possiamo uscire e fare qualcosa da ragazze -
dissi ridacchiando
- Shopping! -
quasi urlò divertita e scossi la testa affermativamente, la
salutai con un abbraccio e ci scambiammo i numeri di telefono. Fui
sollevata, finalmente una persona simpatica con la quale avrei potuto
passare il tempo.
Da quando Amanda era andata in Italia, Harry e Louis in America,
passavo il mio tempo al caffè oppure a casa insieme a zia
Jen,
non che mi dispiacesse trascorrere del tempo con lei ma ogni tanto
avevo semplicemente voglia di uscire a fare le classiche cose che
faresti in compagnia di una tua amica. Alex era dall'altra parte del
mondo e con lei le cose erano diventate diverse da un bel pò
di
tempo.
Entrai nel piccolo teatro e salutai tutti con un rapido cenno della
mano al quale persino Lily ricambiò, il mondo stava
decisamente
per finire, pensai ridendo. Notai accanto ad Albert la presenza della
stessa chioma
corvina che conoscvo perfettamente e salutai con un largo sorriso il
ragazzo, proprietario degli occhi azzurri più belli che
avessi
mai visto sulla faccia della Terra e volai a cambiarmi quando tornai mi
misi seduta
accanto a lui sorridendogli
- A quanto pare non sono l'unica ad avere un debole per il teatro -
sussurrai ridendo
- Che ci vuoi fare, è più forte di me -
disse allargando le braccia muscolose sorridendo. Scossi la testa
divertita. Il suo ruolo sarebbe stato quello del ragazzo perfetto,
quello che possedeva metà del cuore della protagonista, il
dolce
ragazzo disposto a
tutto pur di conquistare la sua amata e fui felice di dover recitare al
suo fianco.
Cominciammo a provare un paio di canzoni, non solo aveva un fisico
perfetto ma la sua voce era altrettanto meravigliosa. La canzone
più bella che avrei dovuto cantare era Total Eclipse of The
Heart, la mia preferita
e cercai di fare del mio meglio mentre ondeggiavo sul palco lasciandomi
prendere prima da Josh e poi dall'altro co-protagonista. Al termine
delle prove partì un applauso generale e notai l'espressione
compiaciuta
dipinta sul viso di Albert che esclamò
- Ragazzi, ottimo lavoro. Sono fiero di voi. -
si avvicinò a noi per stringerci in un abbraccio di gruppo.
Avremmo rubato i cuori delle persone che avrebbero partecipato alla
prima del nostro spettacolo, ne ero certa.
- La prossima settimana proviamo la scena finale, vi voglio in forma -
disse dandomi una leggera pacca sulla spalla. Vidi Josh avvicinarsi a
me e gli sorrisi
- Hai già dato un'occhiata al copione percaso? -
chiese leggermente imbarazzo, scrollai le spalle
- A dire il vero no, sono arrivata alla scena di oggi -
- Ah. No perchè ecco . . . -
cominciò quasi a balbettare torturandosi i capelli
- Be ecco, noi due, intendo me e te, be si ecco dovremmo baciarci -
disse cercando di sorridere
- Oh . . . -
dissi semplicemente, ero certa che quella scena mi avrebbe messa in
imbarazzo. Avrei dovuto baciare un ragazzo, e non uno qualsiasi, ma
Josh capelli neri ed occhi dannatamente azzurro sexy.
Okay Sam, respira.
Mi trascinai in cucina con la stessa delicatezza di un elefante, con
gli occhi ancora socchiusi afferrai una tazza e ci versai il mio solito
caffè nero, in televisione trasmettevano un servizio sulla
famiglia reale . . . che cosa
avrei dato per essere la sedia sulla quale si era adagiato il perfetto
lato b del principe più bello dell'Universo? Harry
ovviamente.
Non che io abbia qualcosa contro William sia chiaro, ma uno era sposato
e non
rientrava nelle mie abitudini adocchiare i ragazzi già
impegnati, e due per quanto anche lui fosse bello, non poteva competere
con la bellezza strabiliante del fratello.
Vidi zia Jen entrare in cucina, gli occhi erano colorati da scure
occhiaie e la sua carnagione era più pallida del solito, la
sentii tossire un paio di volte e notai la sua mano tremolare
- Zia, ti senti bene? -
- Certo tesoro? -
quasi sussurrò, da qualche giorno faticava persino a parlare
e cercavo di farla sforzare il minimo indispensabile
- Grazie per esserti presa cura di me -
disse accennando un lieve sorriso che scomparì quasi subito,
sospirai sconsolata perchè mi suonava come un addio?
- Non devi nemmeno dirlo. Prendermi cura di te è stata la
cosa migliore che io avessi potuto fare e l'ho fatta col cuore, lo sai -
le disse avvicinandomi a lei stringendola in un abbraccio. Non aveva
mai smesso di lottare, ogni giorno lo dimostrava alzandosi dal letto ed
iniziando una nuova giornata, lo dimostrava recandosi in ospedale e
sottoponendosi a delle stupide cure che non facevano altro che
indebolirla per darle che cosa? Un paio d'ore in più, un
giorno forse?
- Ci vediamo più tardi, hai l'appuntamento con Hannah, non
ricordi? -
disse facendo ricomparire il lieve sorriso di poco prima, annuii con la
testa poco convinta
- Posso restare a casa se vuoi -
- Oh no, vai e divertiti. Sarò qui al tuo ritorno -
disse sorseggiando il suo caffè
- Lo prometti? -
per un attimo mi sentii dannatamente stupida, ma avevo bisogno di
sentirglielo dire, di avere una certezza, per quello che di certo
potesse avere, che l'avrei trovata a casa al mio ritorno.
- Prometto -
affermò sorridendo, o almeno provandoci.
Il campanello suonò un paio di volte e quando finalmente
raggiunsi la porta stretta in una minigonna rosa ed una camicetta a
maniche lunghe e larghe di colore bianco, Hannah era davanti
all'entrata di casa;
la salutai con un sorriso richiudendo la porta alle mie spalle, per un
attimo mi domandai se avessi dovuto fingere con lei, se avessi dovuto
far finta che tutto andasse bene e sembrare una ragazza felice ma lei
non era Alex e questo lo avevo capito dal primo giorno, non voleva
essere al centro dell'attenzione e si interessava realmente alla
persone che aveva accanto e in un certo senso infondeva uno strano
senso di
sicurezza, come se tutto potesse filare liscio.
- Tutto bene? -
chiese prendendomi sotto braccio
- Non proprio . . . -
dissi sospirando
- E' mia zia -
dissi semplicemente
- Oh, Julie mi ha raccontato. Mi dispiace Sam, so che può
sembrare una frase di circostanza ma credimi, mi dispiace davvero
vederti così -
disse stringendomi in un abbraccio
- Grazie. Avevo bisogno di sentirmelo dire -
dissi tirando su con il naso.
- Che te ne pare di questa? -
chiese comparendo dal camerino. Indossava una canotta bianca con
diversi disegni e le stava una meraviglia, era semplice come lei ma per
nulla scontata o banale.
- E' perfetta -
affermai sorridendo prima di scomparire dietro ad una marea di vestiti.
Quello era decisamente il mio negozio preferito, non aveva capi
all'ultima moda ma quello che c'era era decisamente perfetto e
soprattutto
era uno dei pochi negozi che aveva ancora dei prezzi accessibili per
delle semplici commesse di una caffetteria.
- Che ne dici di questo? -
dissi afferrando un piccolo cappottino rosso corto, più che
a riparare dal freddo serviva semplicemente da corredo dell'intero
abbigliamento ma era decisamente meraviglioso
- E' bellissimo! Devi prenderlo, e sappi che dovrai prestarmelo -
disse ridacchiando avviandosi alla cassa. La raggiunsi e dopo aver
pagato andammo a sederci nello stesso bar in cui Louis mi aveva portato
la prima volta che andammo a fare colazione insieme, dopo che Amanda
ed io litigammo. Anche la cameriera era la stessa, mi si
avvicinò con un gran sorriso che scomparve quando vide che
insieme a me c'era una ragazza e non Louis, per un attimo sorrisi
compiaciuta.
- Che vi porto ragazze? -
la sua era quasi un'aria di sufficienza ma dal momento che Hannah
sembrò non farci troppo caso, decisi che anche io avrei
fatto lo stesso
- Una spremuta d'arancia -
disse chiudendo il menù
- Per me del tè al limone -
dissi guardando la mano della ragazza scorrere velocemente sul
blocchetto.
- Il tuo amico che fine ha fatto? -
prese coraggio e mi pose la domanda
- E' fuori città -
dissi scrollando le spalle, non le avevo dato esattamente la risposta
che voleva, probabilmente avrebbe preferito un che ne sò, se vuoi
sue notizie chiamalo il suo numero è 938****
Ma il numero di Louis poteva tranquillamente scordarselo.
- Il tuo amico ha fatto colpo -
disse la bionda ridacchiando
- Oh be, a chi è che non piace Louis -
dissi ridendo ripensando a tutte le fan che costantemente lo fermavano
semplicemente per dirgli quanto fosse bello e altre smancerie di quel
tipo, per non parlare di Harry.
Harry, che fine aveva fatto? Mi mancava, non potevo negarlo, ma da
quando era partito non si era fatto sentire se non con un messaggio e
questo mi stava distruggendo. Povera illusa, credevi davvero di essere
riuscita a farti amare da lui? Lui che può avere chiunque ai
suoi piedi? Persino quella cameriera è più bella
di te Sam.
- Sam tutto a posto? -
disse Hannah una volta terminata la sua spremuta
- Oh sì. Scusa -
dissi sorridendole, gettai una rapida occhiata al display del
telefonino che segnava l'ora e mi resi conto che era arrivato il
momento di tornare a casa, non volevo fare tardi.
- Io dovrei andare, quando Louis ed i suo amici torneranno te lo
presenterò -
dissi sorridendole
- Ci conto -
rispose ridacchiando. Ci salutammo e mi avviai verso casa, persino la
porta gialla sembrava consumarsi ogni giorno insieme a zia Jen.
Girai la chiave nella serratura ed una volta entrata in casa lasciai la
borsetta sul mobile accanto alla porta, notai la figura di mia zia
ferma sul divano rivolta verso la televisione che trasmetteva uno di
quei film
che tanto amava e che ancora non capivo come riuscisse a guardarli.
Istintivamente sorrisi nella sua direzione, l'adoravo anche per quello.
- Zia, sono tornata -
dissi cercando di attirare
la sua attenzione me l'unico rumore in quella casa erano le voci degli
attori provenienti dalla televisione, la zia era rimasta immobile
esattamente dov'era.
Haloa :3
Buonasera a tutte/i, ebbene
sì, qualche directioner ragazzo dovrà pur esserci
ù.ù
Prima cosa, il figone che vedete nella gif, per chi non lo sapesse, e
potrei morire per questo D:, è Ian Somerhalder che nella mia
fan fiction, per chi non l'avesse ancora compreso
ha il ruolo di Josh ù.ù Non so esattamente come
è nato questo personaggio ma sapevo solamente che dopo aver
guardato questa gif, Ian doveva assolutamente comparire in questa
storia. Bene, dopo avervi annoiate abbastanza, continuo dicendo che
oggi è il mio compleanno, e non ve ne fregherà
niente ma come al solito lo dico perchè avevo voglia di
scrivere e sì, a volte non mi fermo più come in
questo caso ahahahaha! Bene . . . .
Ero molto indecisa sulla presenza di Hannah o su quella di Eleonor,
perchè personalmente mi piacciono entrambe e moltissimo! Ma
alla fine ho optato per la prima perchè ha qualcosa che bo,
mi ispirava per questa storia. E' stata una scelta impulsiva ecco. Ma
volevo precisare che non ho nulla contro Eleonor, anzi la adoro!!!
Okay, non so esattamente quanti capitoli ci siano prima del ritorno dei
ragazzi, credo almeno uno sicuramente per dare una svolta alla vicenda
che come avrete intuito è inziata alla fine di questo
capitolo ç.ç Diciamo che io non sono molto per
gli HAPPY ENDING, insomma non apprezzo sempre il vissero felici e
contenti. Detto questo, non spoilero ù.ù
Harry non si fa sentire, ha la coscienza sporca
ù.ù e Lou gli regge il gioco u.u
Bene, ringrazio sempre quelle meravigliose persone che leggono la mia
storia, che la inseriscono fra le seguite/preferite/ricordate ecc. e
soprattutto a tutte le persone che hanno recensito gli scorsi capitoli
e, permettetemelo, volevo ringraziare in modo speciale Alexandra
McAdams perchè mi segue sempre e la ringrazio di cuore per
questo <3
Oh dimenticavo, questo è il vestito di Sam http://i.imgur.com/X6QhT.jpg
Al prossimo capitolo :3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** 10. Since I woke up today I look at your photograph all the time ***
One Direction
Since I woke up today I look
at your photograph all the time
La
piccola stanza con al centro una bara di legno era piena di gente,
tutta Holmes Chapel era venuta portando con sè il loro
dolore e
le loro condoglianze. Mia madre ed Amanda mi avevano raggiunta non
appena poterono e adesso mia madre era seduta sul divanetto stringendo
le mani delle persone accettando le loro condoglianze e rispondendo ai
loro Come ti senti?
Deve essere terribile con un semplice
cenno del capo. Come potevano semplicemente pensare a delle domande di
quel genere, come credevano che si sentisse? Aveva appena perso sua
sorella, non poteva certo dire di essere in Paradiso.
Amanda non mi aveva nemmeno guardata in faccia, il suo volto era rigato
dalle lacrime, aveva passato tutto il giorno seduta sul dondolo in
giardino. Mi odiava e non potevo biasimarla, ero stata complice di
sua madre, l'avevo tenuta all'oscuro di tutto e le avevo negato la
possibilità di salutarla.
Anche Julie e Josh erano venuti e quando incrociai gli occhi azzurri
del ragazzo mi sentii per un attimo sollevata, come se in quella stanza
fossimo rimasti solamente noi due e tutta la tensione che avevo
accumulato
fosse svanita. Si avvicinarono entrambi e lasciai che Julie mi
stringesse in un abbraccio sinceramente commossa
- Oh Sam. -
disse solamente prima di scoppiare a piangere e per un attimo trovai la
situazione ribaltata, ero io a consolare lei, ero io a passarle una
mano sulla schiena cercando di darle conforto. Si vedeva che quella
donna
aveva realmente voluto bene a mia zia. Poi fu il turno di Josh, ma il
suo abbraccio era più timido, si staccò quasi
subito
sibilando un sorriso.
- Ti va di andare in giardino? -
dissi indicandogli la porta sul retro
- Certo -
sussurrò circondando le mie spalle con un braccio. Una volta
in
giardino notai la figura di Amanda in un angolo rannicchiata sul
dondolo, stava piangendo.
- Deve soffrire parecchio -
disse Josh in un sospiro, annuii con la testa. E se stava soffrendo,
per gran parte era anche colpa mia. Sospirai lasciandomi sedere su uno
scalino seguita da Josh. Restammo in silenzio, non avevo molta voglia di
parlare, non sarebbe servito a molto, non avrebbe riportato indietro la
zia. Mi lasciai cullare da Josh, anche se tutto il mio corpo avrebbe
voluto essere stretto dalle braccia meno muscolose di un altro ragazzo,
il
mio ragazzo. Avevo provato a chiamarlo una decina di volte con scarso
successo, alla fine avevo deciso semplicemente di rinunciare. Ad Holmes
Chapel non ero da sola, non ancora almeno.
Julie apparve sulla porta e attirò la nostra attenzione,
Josh si
alzò salutandomi e lo stesso fece Julie. Seguii le due
figure
allontanarsi e concentrai la mia attenzione su Amanda, mi avvicinai a
lei titubante e mi feci
coraggio prendendo la parola
- Amy . . . mi dispiace -
sussurrai lasciando scendere una lacrima, lei alzò lo
sguardo e
credetemi, se avesse potuto uccidermi, lo avrebbe fatto volentieri
- Ti dispiace?! Ma con quale coraggio riesci a venire qui da me e dirmi
che ti dispiace! -
disse piangendo scoppiando in una risata isterica
- Am devi credermi, ho sbagliato lo so. -
dissi, ma la sua unica risposta fu un cenno di disapprovazione del capo
- Non so come tu possa guardarti allo specchio Sam -
sibilò prima di alzarsi, superarmi e rientrare in casa. Mi
lasciai scivolare sul dondolo, già come facevo ancora a
guardarmi allo specchio? Ero una persona orribile.
- Non sei una persona orribile -
sentii una voce dolce alle mie spalle pronunciare quella frase come se
mi avesse letto nel pensiero. Mi voltai riconoscendo una familiare
testa bionda, Hannah. Era venuta anche lei.
Le sorrisi seguendola mentre si avvicinava prendendo posto sul dondolo
accanto a me
- Non se sarei poi così sicura -
dissi scrollando le spalle. Non disse niente, mi strinse in un
abbraccio e tirai su col naso per non ricominciare a piangere. In tutto
quel tempo di lacrime ne avevo versate parecchie, stavo cominciando ad
abituarmi
all'idea di non poter più vedere mia zia ma non mi ero resa
conto che per quanto potessi provarci, non sarei mai riuscita ad
abituarmi veramente all'idea di non vederla mai più.
- Ti voglio bene -
disse Hannah con un sorriso
- Anche io -
dissi abbracciandola.
Quando finalmente dopo diverse ore tutti andarono via e la bara
contenente il corpo della zia fu scortata al cimitero di Holmes Chapel,
rimasi insieme a mia madre, Amanda ed Hannah. Mia madre si era
rifugiata in cucina cercando di cucinare qualcosa, Amanda si era
rinchiusa in quella che era la sua stanza mentre io ed Hannah eravamo
sul divano a guardare un film scadente che passavano su un canale
locale.
- Mi odierà per sempre -
dissi ripensando ad Amanda
- No non lo farà. Dalle solo un pò tempo -
disse Hannah sorridendomi. Stavo per risponderle ma sentii il cellulare
squillare, lo afferrai leggendo il nome del mio migliore amico sullo
schermo e risposi
- Ehi bellissima -
la voce di Lou era squillante ed allegra, segno che tutto stava andando
a gonfie vele. Cercai di trattenere le lacrime, non volevo rovinare la
sua giornata con i miei problemi, non se lo meritava.
- Ehi Sam, tutto a posto? Sembra che tu stia piangendo -
disse e percepii un lieve cambiamento nel suo tono di voce
- Oh no è che Di Caprio è appena affondato
nell'Atlantico -
dissi tirando su con il naso. Lou sapeva che Titanic era il mio film
preferito, sapeva che lo guardavo almeno una volta alla settimana e
sapeva quanto quella scena riusciva a farmi piangere ma se una parte di
me
sperava di averlo convinto, l'altra parte gridava e sperava che si
accorgesse della stronzata che gli avevo appena raccontato
- Sam, che succede? Per quanto tu sia una fan di quel film, non lo
guarderesti mai per due giorni di fila. Ho controllato il tuo twitter -
disse ridacchiando sull'ultima parte della frase
- E, concedimelo. Sei una pessima bugiarda -
sorrisi, quel ragazzo era fenomenale e giurai a me stessa che non me lo
sarei fatto scappare per niente al mondo, anche dall'altra parte
dell'oceano riusciva a capire come stavo, oppure era veramente colpa
mia
e della mia totale incapacità di mentire. Inspira
profondamente sentendo gli occhi bruciare
- E' morta Lou -
bisbigliai e sentii la mano di Hannah stringere la mia mentre Lou
dall'altra parte del telefono era rimasto in silenzio, così
continuai piangendo
- E' colpa mia Lou. Se fossi rimasta a casa con lei me ne sarei accorta
e avrei potuto fare qualcosa -
dissi singhiozzando
- Sam non incolparti, sapevi che tua zia stava male. Probabilmente
l'avresti portata in ospedale e che avresti ottenuto? Le avresti
solamente allungato la sua sofferenza, pensa solo che adesso, dovunque
si trovi,
è in un posto migliore ed ha smesso di soffrire -
la voce di Lou era calma e cercava di infondermi sicurezza, e mi sentii
meglio.
- Grazie Lou -
dissi tirando su con il naso ed asciugandomi le lacrime con una manica
della felpa, sentii la voce di Harry accanto a Lou e sentii il cuore
prendere a battere più forte come se stesse cercando di
uscire
dal petto
- Lou passamelo ti prego -
dissi e quando terminai la frase la voce che sentii dall'altro capo del
telefono quasi non riuscivo a ricordarla
- Sam, mi dispiace tantissimo -
disse solamente
- Harry, quanto mi sei mancato. -
dissi piangendo. Ma ora le lacrime non erano più per mia
zia, gran parte erano per Harry.
Quando uscii dal bagno notai che Lou era al telefono, non avevo
più rivisto la rossa da quella sera e sperai di non
rivederla
mai più in tutta la mia vita. Non avevo avuto il coraggio di
sentire la sua voce, quella
voce che sapevo mi avrebbe fatto sentire una merda più di
quanto già non lo facessi. Ma poi sentii le parole di Louis e
sentii il mondo cadere. Aveva perso sua zia ed io ero stato un completo
stronzo, afferrai il
telefono dalle mani di Louis e lo portai all'orecchio
- Sam, mi dispiace tantissimo -
dissi restando poi in silenzio mentre sentivo chiaramente che lei
dall'altra parte del telefono piangeva senza sosta. Sentii come una
pugnalata nello stomaco, sapevo che in quel momento non ero io a farla
piangere
ma il pensiero di quello che avevo fatto mi distruggeva. Sei un coglione Hazza.
- Harry, quanto mi sei mancato -
rispose lei piangendo. Le ero mancato? Lei mi era mancata, mi mancavano
i suoi occhi color del miele, la sua pelle ambrata, il suo sorriso, il
suo profumo, la sua dolcezza. Tutto di lei mi mancava.
Chiusi gli occhi, sentire la sua voce mi aveva fatto capire che cosa mi
stavo giocando. La ragazza più bella dell'Universo per una
stronzata. Per un attimo mi venne voglia di dirle tutto quanto, di
liberarmi di quel peso
ma Lou mi afferrò il polso con decisione e fissò
i suoi occhi azzurri nei miei e capii al volo quello che il suo sguardo
mi stava comunicando. Non era il momento giusto.
- Tu mi sei mancata. Scusa se sono stato il peggior fidanzato del mondo
-
dissi passando una mano fra i ricci chiudendo gli occhi, sentivo le
lacrime rigare il mio volto. L'avevo tradita e da quando era successo
non riuscivo a togliermi quel pensiero dalla testa.
- Sono così felice di sentirti. Avevo bisogno di sentire la
tua voce. -
disse lei dall'altro capo del telefono e mi accorsi che il tono della
sua voce era già cambiato. Era bastato parlarle per qualche
secondo per notare un lieve tono di felicità nella sua voce,
per quanto potesse sentirsi
realmente felice in quel momento.
- Manca solo una settimana e poi sarò da te -
dissi inspirando profondamente. Il pensiero di vederla mi terrorizzava,
non mi ero sentito così insicuro in tutta la mia vita. Ero
sempre stato Harry dal sangue freddo, che non si lasciava mai sfuggire
la situazione dalle
mani ma solamente immaginarla davanti a me in tutta la sua bellezza mi
faceva stringere lo stomaco. Come avrei potuto ancora guardarla negli
occhi?
- Ti aspetto -
disse decisa. E sapevo che lo avrebbe fatto sul serio.
Quando terminai la chiamata passai il telefono a Louis in silenzio
abbassando lo sguardo
- Hazza. Ti conosco, so che ti senti in colpa e non dare retta alla
rossa. Devi dirlo a Sam, che tu la perda o meno lei merita di sapere la
verità. E se non sarai tu a dirlo ci penseranno le foto e le
fans . . . -
- . . . ed è meglio che a dirglielo sia io -
dissi concludendo la frase lasciata in sospeso dal mio amico. La nostra
conversazione fu interrotta dall'arrivo degli altri membri della band.
Liam e Niall stringevano fra le mani alcuni pacchi di caramelle e altre
schifezze varie mentre Zayn era impegnato ad armeggiare con il suo
cellulare, quando alzò lo sguardo incontrando il mio lo vidi
allargare le braccia sbuffando
- Andiamo Hazza! Hai fatto solo del sesso, non hai ucciso nessuno e non
è ancora diventato un reato! Togliti quell'espressione da
morto -
disse scuotendo la testa.
- Zayn, non vorrei mai essere nei panni della tua ragazza. Sei un tale
stronzo -
disse Liam scuotendo la testa
- So che vuol dire essere traditi, e fidati fa male anche se si tratta
solamente di sesso -
disse buttandosi sul divano.
Ecco un altro nella band che aveva la sensibilità di un
elefante.
- Perchè non le hai dato una seconda opportunità?
-
chiesi lasciando tutti in silenzio, ovviamente parlavo con Liam chi
meglio di lui avrebbe potuto darmi un consiglio, infondo lui era stato
tradito e visto che ormai la sensibilità alloggiava nella
nostra stanza d'albergo
colsi al volo l'occasione per porgli la mia domanda
- Be ecco io . . . -
si sollevò appoggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia
- Non mi fidavo più di lei. Mi sentivo a disagio, come se
non fossi abbastanza per lei e per questo avesse deciso di stare con
qualcuno che non fossi io -
le sue parole non fecero altro che diminuire le mie speranze di restare
con Sam, ma non potevo certo biasimarlo. Non mi era mai capitato di
essere tradito, le mie relazioni non erano state mai così
lunghe da includere
un tradimento, ma ero certo che se una ragazza lo avesse fatto, l'avrei
lasciata immediatamente. La fiducia era alla base di un rapporto
solido, specialmente considerando il mio lavoro che mi impegnava per
moltissimo tempo.
Sospirai buttandomi sul divano mentre Zayn mangiava una caramella
- Amico, io ti ripeto la mia filosofia. E' stato solo del sesso, niente
sentimenti, niente smancerie, solo SESSO -
scandì bene l'ultima parola come se non l'avesse ripetuta
abbastanza ed in quel momento fu Niall, che fino ad allora era rimasto
in silenzio, a prendere la parola
- Andiamo Zayn, che vuol dire. Sentimenti o meno lui si è
scopato un'altra ragazza che, dettaglio finora tralasciato, ci risulta
essere la sua migliore amica -
- Sottolinerei l'aggettivo migliore -
disse Louis scuotendo la testa.
- Okay, così non mi aiutate -
sbuffai chiudendomi in bagno.
- Ti piace parecchio eh? -
disse Hannah sorridendomi non appena chiusi la telefonata. La guardai
sorridendo e pensai di aver assunto la classica espressione da sfigata
innamorata
- Direi di sì, e anche tanto -
dissi nascondendo il volto fra le mani. Non capivo perchè ma
arrossivo, per qualsiasi cosa riguardante Harry le mie guance si
coloravano di rosso ed era talmente frustrante.
- Credo sia ora che vada a casa. Sempre se tu sei d'accordo, se hai
bisogno di me chiamo i miei e gli dico che resto qui ancora un
pò -
disse sistemandosi i capelli
- Non preoccuparti, cercherò di farcela. Grazie Hannah -
dissi sorridendole e stritolandola in un abbraccio
- E di cosa Sam? E' questo che fanno le amiche giusto? -
disse allargando le braccia
- Giusto -
dissi sorridendo.
- A domani -
disse dandomi un bacio sulla guancia, la accompagnai alla porta e dopo
averla richiusa alle mie spalle inspirai profondamente.
La giornata non era ancora finita, quando la mamma era arrivata quella
mattina aveva detto di volermi parlare ma date le circostanze non
avevamo ancora avuto modo di scambiare due parole.
La raggiunsi in cucina e mi appoggiai lungo lo stipite della porta
- Mamma -
la chiamai a bassa voce, quando si voltò notai i suoi occhi
rossi e gonfi, segno che non aveva ancora smesso di piangere
- Ho fatto anche io il test prima di partire -
disse tirando su con il naso.
Per qualche secondo trattenni il respiro, sentii la paura farsi strada
lungo tutto il mio corpo e rimasi in silenzio in attesa del verdetto.
Sarebbe stata una condanna a morte anche la sua?
Haloa :3
Salve a tutteeee <3
Eccomi qui ad aggiornare :D
Ooooh, confesso che la parte migliore è stata raccontare il
punto di vista di Harry ed il discorso con i ragazzi e credo che
praticamente si sia chiarito un pò il pensiero di ognuno di
loro, ovviamente il diavolo accanto
ad Harry non poteva che essere Zayn ahahaha! Che ne pensate della gif?
Volevo mettere qualcosa di allegro data la piega del capitolo ahahaha!
E sì, come prevedibile Amanda è un pò
incavolata con Sam D:
Secondo voi come pensate che sia il verdetto del test della madre di
Sam? Io non spoilero, ma anticipo che si scoprirà nel
prossimo capitolo, non sono così cattiva da lasciarvi sulle
spine ù.ù
Se non si fosse notato, dal momento che ho una passione stratosferica
per la musica, ogni titolo del capitolo corrisponde ad un titolo oppure
ad una frase di una canzone che mi sembrava più opportuna in
quel momento e sebbene il titolo di questo capitolo sia preso dalla
canzone Goodbye di
Miley Cyrus,
ci tengo a sottolineare che l'ispirazione mi è stata data
dai Blue. Ebbene sì, li amo e le loro canzoni mi hanno
davvero ispirata, e poi come fa la voce di quell'angelo meraviglioso di
nome Lee Ryan a non ispirare? *____*
Okay, bene credo di avervi annoiate abbastanza. Ci tengo a precisarlo
ogni volta, ringrazio chi si ferma a leggere la mia fan fiction, chi la
inserisce tra le seguite/ricordate/preferite e soprattutto chi le
recensisce <3
tanto amore per voi, grazie di cuore <3
Al prossimo capitolo *_____*
Ricordo il mio twitter? Massì dai tanto non ho niente da
fare ahaha!
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** 11. Think that we got more time one more falling behind gotta make up my mind ***
One Direction
Think
that we got more time one more falling behind gotta make up my mind
Rimasi immobile lungo
lo stipite della porta con lo
sguardo fisso su di lei aspettando che dicesse il risultato, la vidi
avvicinarsi e stringermi in un abbraccio piangendo
- E' negativo -
sussurrò al mio orecchio. Sapevo di dover essere triste, la
zia
era morta per quella stessa malattia che poteva aver ereditato anche
mia madre, eppure ero dannatamente felice di averla accanto a me e di
poterla
avere accanto per sempre. Piansi anche io stringendola quando ci
staccammo ci guardammo e ridemmo insieme, doveva essere una scena
davvero patetica la nostra.
- Okay, vai di sopra a chiamare Amanda, la cena è pronta -
disse ritornando poi davanti ai fornelli. Nella nostra relazione di
madre/figlia non c'erano molte smancerie e gesti d'affetto, noi eravamo
più come due migliori amiche e ci bastava uno sguardo per
dirci
anche un
semplice ti voglio bene, ma dirlo, be era tutta un'altra cosa.
- Ti voglio bene -
le dissi sorridendole, quando si voltò mi regalò
un
sorriso e riprese a sistemare la tavola. Mi girai cominciando a salire
le scale e arrivata davanti alla porta di Amanda e bussai delicatamente
- Amanda, posso entrare? -
dissi aprendo leggermente la porta
- Se proprio devi -
la sentii rispondere sbuffando. Okay, avevo sbagliato ma non meritavo
di essere trattata così, infondo nello sbaglio le mie non
erano
state decisioni prese con cattiveria. Mi misi seduta sul letto e la
guardai cercando
di pensare a come cominciare la conversazione
- Ascolta Amy, ho sbagliato e ti chiedo scusa. Meritavi di poter
prendere una decisione da sola -
dissi notando che il suo sguardo si era affievolito e continuai
- Non odiarmi, te lo chiedo per favore -
cercai di mimare un sorriso ma tutto quello che uscì fu una
delle mie solite strane espressioni e riuscii persino a farla sorridere
- Non ti odio Sam. Solo che avrei voluto salutarla, dirle quanto le
volevo bene, quanto le voglio bene -
si corresse immediatamente, la abbracciai accarezzandole la schiena.
Ero felice che non mi odiasse ed avrei fatto di tutto per farla stare
meglio
- Amy, se vuoi restare possiamo chiederlo a mia madre. -
dissi sorridendole, sapevo che Holmes Chapel era importante per lei
- No, questa casa, questa città. Troppi ricordi, non ce la
faccio, non adesso almeno -
disse asciugandosi una lacrima
- Okay - sussurrai
- Ora andiamo, la cena è pronta -
dissi avviandomi verso la porta e tornando in cucina. Mangiammo in
silenzio, nessuna di noi tre aveva voglia di parlare. Mia madre ed
Amanda sarebbero ripartire l'indomani e ripetutamente mi era stato
proposto
di tornare in Italia con loro, ma la mia estate non era ancora finita
ed Harry sarebbe tornato in una settimana. Avrei resistito e poi non
ero sola, c'erano sempre Hannah e Josh e probabilmente fu il loro
pensiero
a convincermi a restare una settimana da sola in quella casa, se non
fosse stato per loro sarei andata in Italia per poi tornare quando
Harry avrebbe finito il tour.
Mi alzai dalla sedia, forse un pò troppo in fretta
perchè
fui colta all'improvviso da un forte giramento e rimasi aggrappata al
tavolo per qualche secondo, quando finalmente mi ripresi abbozzai un
sorriso
- Ti senti bene Sam? -
chiese mia madre masticando
- Sì, solo un giramento di testa. Sono molto stanca -
dissi sorridendo ad entrambe.
- Ci vediamo domattina -
- A domani tesoro -
rispose mia madre
- Notte Sam -
disse Amanda.
Salii le scale e raggiunsi la mia camera, avevo promesso a Louis che mi
sarei collegata a Twitter e che ci saremmo visti ma riuscii solamente
ad accendere il computer prima di addormentarmi.
Alle otto in punto suonò la sveglia, mi stropicciai gli
occhi ed
entrai in bagno lavandomi. Avevo un aspetto orribile, quasi non mi
riconoscevo. Gli occhi erano ancora leggermente gonfi ed arrossati e li
coprii come
meglio potei con del trucco. Lasciai i capelli liberi lungo le spalle e
dopo essermi sciaquata il viso tornai in camera cercando i primi
vestiti comodi nell'armadio. Scelsi un paio di Jeans strappati, una
maglietta in cotone bianca con qualche strass sul davanti e per
combattere il vento inglese afferrai un maglioncino lungo azzurro che
lasciai aperto. Al piano di sotto mia madre ed Amanda avevano
già fatto colazione e portato le valigie nel vialetto,
stavamo
aspettando solamente che il taxi arrivasse e ci accompagnasse
all'aereoporto
- Se hai intenzione di restare qua dovresti seriamente considerare
l'idea di prendere la patente -
disse mia madre ridacchiando. Sapeva benissimo i miei rapporti
difficili con le auto, e se già ero stata bocciata tre volte
in
Italia, non avrei osato immaginare che cosa avrei combinato qui in
Inghilterra, considerando
il diverso tipo di guida.
- Devo ricordarti i disastri che ho combinato? Il mio istruttore finito
in ospedale, il secondo che mi ha abbandonata in mezzo alla strada
senza nemmeno finire l'esame perchè ero un pericolo pubblico
ed
il terzo
che mi ha bocciata perchè mi ero fermata in mezzo alla
strada per far passare un povero riccio indifeso? -
dissi ridacchiando
- Sì, in effetti forse è meglio che continui con
i mezzi pubblici -
concluse ridendo. Aveva ragione.
L'aereoporto era deserto, certo, deserto rispetto all'ultima volta che
ci andai con Harry. Alcune persone erano sedute ai piccoli tavolini di
Starbucks e mentre sorseggiavano i loro caffè tenevano lo
sguardo fisso
sui tabelloni con gli orari degli aerei.
- Siamo in ritardo, porca miseria -
sentii la voce di mia madre diventare quasi stridula e anche in questi
momenti riusciva a non lasciarsi mai fuggire un liberatorio porco cazzo pensai
divertita.
Le accompagnai a lasciare le valigie e una volta arrivate davanti ai
controlli dovetti salutarle, abbracciai prima Amanda stringendola e
scompigliandole i capelli e poi mi strinsi a mia madre
- Ci vediamo presto tesoro -
disse sorridendo mentre si allontanava salutandomi con un gesto della
mano. Sospirai e passando davanti a Starbucks vi entrai ordinando un
frappuccino alla cannella, il mio preferito. Quando uscii fermai un taxi
e dopo avergli detto Holmes Chapel ed il nome della via tornai a casa.
Da sola.
Non mi dispiaceva passare del tempo con me stessa, non ero mai stata
una ragazza che aveva bisogno di una presenza costante nella sua vita.
Insomma, mia madre aveva solo pochi anni più di me ed era
ancora
una ragazzina, mio padre . . . be ad avercelo un padre, e quanto a vita
sentimentale dopo Stefano avevo preferito avere qualche storia ma senza
troppa importanza. E poi era arrivato Harry, il muro che a fatica avevo
costruito era crollato e stare da sola era diventato impossibile. Salii
al piano di sopra dando una rapida occhiata in giro ed entrai nella mia
stanza lasciandomi cadere sul letto e chiusi gli occhi cercando di
rilassarmi
ma nel momento in cui stavo per abbassare anche la palpebra destra una
lucetta verde che lampeggiava dal computer attirò la mia
attenzione
- Cazzo Sam, il computer -
imprecai contro me stessa. Non era possibile, avevo scordato il
computer acceso dalla sera precedente e non potevo certo permettermi di
romperlo per poi comprarne uno nuovo. Mi alzai muovendo il mouse e lo
schermo si illuminò lasciando lo spazio alla pagina iniziale
di
Twitter e in quel momento mi tornò sotto agli occhi il
messaggio
che avevo già letto qualche tempo prima
A quanto pare Harry
preferisce le rosse
e cliccai sul link che era stato postato dopo quella
frase,
l'immagine doveva essere abbastanza pesante dal momento che ci stava
mettendo un'eternità a caricarla ma non ci davo molta
importanza, le fan avrebbero
fatto qualsiasi cosa e sebbene non condividessi il loro pensiero
riuscivo a capirle. Infondo anche io da piccola sognavo di sposarmi con
il mio idolo, prima di sapere che fosse gay ed in quel caso non c'era
foto che reggesse i miei loschi piani.
Sentii il campanello suonare e nell'attesa che la foto si caricasse
scesi al piano di sotto ed aprii la porta
- Buongiorno -
la voce di Hannah era solare, e simpatica più del solito
- Buongiorno, a cosa dobbiamo tutta questa allegria? -
le chiesi ridacchiando scostandomi dalla porta per farla passare.
Appoggiò la borsa e la felpa sul divano e si
voltò verso
di me sorridente
- Josh mi ha chiesto di uscire -
dissi ridendo
- Giura? -
le chiesi ridendo a mia volta
- Giuro -
disse sorridente e vidi i suoi brillare
- E' fantastico. Voglio dire, che lui te l'abbia chiesto non che lui
sia fantastico -
dissi imbarazzata, in realtà Josh non era solo fantastico,
era
almeno un centinaio di quegli aggettivi messi insieme ma aveva chiesto
ad Hannah di uscire ed a quanto pareva a lei Josh piaceva
perciò
quei cento
aggettivi li avrei tenuti per me
- Puoi dirlo, anche lui è fantastico -
disse ridacchiando. Seconda volta che leggeva nella mia mente, avrei
dovuto cominciare a pensare che fosse imparentata con Edward Cullen
- Be sì okay in effetti solo un pazzo potrebbe affermare il
contrario -
dissi ridendo, le indicai con un cenno della mano le scale
- Salgo un attimo in camera a spegnere il computer -
dissi sorridendole e mimò un okay
con le labbra. Salii di corsa le scale e una volta arrivata in camera
mi avvicinai al computer muovendo il mouse per illuminare nuoamente lo
schermo e l'immagine che mi trovai
davanti agli occhi mi lasciò senza fiato. Non sarebbe
cambiata,
non l'aveva fatto la prima volta e non lo avrebbe fatto nemmeno adesso.
Eppure non provavo odio nei suoi confronti, mi era indifferente. Quello
che
mi faceva stare male era vedere quel ragazzo baciare quelle labbra,
vedere il mio ragazzo baciare le sue labbra. Sentii gli occhi bruciare
e cercai di cacciare dentro le lacrime, ora era tutto più
chiaro. Harry che non le
parlava, che la evitava e che le mentiva. Fino a quando avrebbe
recitato? Quando aveva intenzione di dirle di essersi scopato la sua
migliore amica, o meglio quella che una volta lo era.
- Sam tutto okay? -
la voce di Hannah fece capolino dalla porta, non dissi niente e la
sentii farsi più vicina, mi posò una mano sulla
spalla e
senza nemmeno che le dicessi nulla, per la terza volta, capì
immediatamente e mi strinse in
un abbraccio.
Quando ci staccammo spense il computer e si lasciò cadere
sul mio letto senza dire niente.
Come ci si sentiva ad essere traditi? Una merda
Come ci si sentiva a vedere il proprio ragazzo baciare la propria
migliore amica? Una merda
Come ci si sentiva a rivivere una parte della tua vita che in qualche
maniera avevi già vissuto? Una merda gigante.
Infondo me lo meritavo, avevo dato troppa fiducia ad Harry, lo
conoscevo da poco tempo e da povera illusa credevo di amarlo e di
essere ricambiata.
Complimenti Sam, ti meriti un applauso.
Avevo ancora in mente quella foto, Harry ed Alex stretti intenti a fare
uno studio approfondito delle tonsille dell'altro quando con Hannah
decidemmo di uscire e fare un giro per Holmes Chapel. Passammo dal
caffè di Julie ma non ci fermammo molto, il locale era pieno
di
persone e sarò sincera, per un attimo pensammo che se Josh
ci
avesse viste ci avrebbe implorate di restare ad aiutarlo e per quanto
figo potesse
essere, quello era il nostro giorno libero ed io ero dannatamente
depressa e lavorare non era esattamente quello di cui avevo bisogno.
Camminammo facendo foto in qualsiasi angolo della città,
persino con persone sconosciute che mi indicavano urlando Quella è la ragazza
di Harry
e Hannah era prontamente lì a darmi coraggio e
a
reprimere il mio istinto di alzare il dito medio e gridare che primo
QUELLA aveva un nome, e che secondo Harry Styles era un gran pezzo di .
. .
Okay Sam respira, da quando hai preso ad insultare la gente
gratuitamente? Ammettilo, lui se li merita i tuoi insulti
Okay Sam, respira di nuovo. Il fatto che tu abbia cominciato ad avere
delle incantevoli discussioni con te stessa non è
esattamente un
buon segno per la tua salute mentale, sappilo. Oh grazie, allora
qualcuno ancora si preoccupa di me.
- Che ne dici se facciamo un pigiama party? -
propose Hannah sorridendo
- Ci sto. Ma dobbiamo passare al supermercato a comprare delle
schifezze, in casa ho solo cibo dannatamente sano -
dissi sbuffando per poi farmi trascinare dalla mia amica nel
supermercato all'angolo della strada.
Mentre Hannah si aggirava tra gli scaffali del negozio sentii il
telefono squillare e lo estrassi dalla borsa leggendo il nome che si
illuminava sul display Louis
<3
- Pronto? -
- Sam sono Harry -
disse, e per un attimo provai la sensazione di piangere e urlare e
sfogare contro di lui tutta la mia rabbia ma mi ero ripromessa di non
farlo. Non avrei fatto una scenata, non ne avrei fatto un dramma. Lui
era Harry Styles ed io Samantha, la ragazza italiana che vive ad Holmes
Chapel nel periodo estivo.
- Ciao Harry -
dissi atona
- E' successo qualcosa? -
chiese notando probabilmente il cambiamento del mio tono di voce. E'
successo qualcosa?
" Si Harry, sei stato con la mia migliore amica, o almeno questo
è quello che provano le foto. Dimmi che non è
vero, dammi
una spiegazione, una qualunque, dimmi una bugia come cantate voi,
qualsiasi cosa ma ti prego non dirmi che sei stato con lei"
- No, va tutto bene. -
risposi ignorando i miei pensieri. Non avrei fatto la figura della
povera innamorata, non era nello stile di Samantha Davis, non
pretendevo di piacere a chiunque ma non volevo essere presa in giro,
nessuno merita un trattamente del genere.
- No, non va tutto bene Sam. Lo sento -
disse in un sospiro
- Ne parliamo quando torni, ora devo andare -
dissi e senza nemmeno lasciargli il tempo di rispondere chiusi la
telefonata.
Vidi Hannah ricomparire da dietro lo scaffale sventolando diversi
pacchetti di patatine ed un paio di vaschette di gelato al cioccolato.
Non era quello ciò di cui avevo bisogno, dovevo ritrovare la
vecchia Samantha,
quella che in una situazione del genere avrebbe combattuto e non
avrebbe lasciato campo libero ai suoi sentimenti di distruggerla.
Afferrai un paio di bottiglie di alcool e le mostrai ridendo ad Hannah
che sembrò approvare la mia idea e dopo aver pagato portammo
la
festa a casa mia.
Haloa :3
Salve a tutte!!! E anche
questo capitolo è terminato, credo che sia un evento
più unico che raro il fatto che io stia
aggiornando praticamente tutti i giorni! Quest'ultimo capitolo non mi
convince moltissimo e chiedo scusa in primis se non
vi piacerà D: Ma specialmente nel pezzo finale non ero
proprio convintissima . . . Mi rifarò con il
prossimo :)
Sam doveva saperlo prima o poi, insomma era impossibile che rimanesse
all'oscuro di tutto. E poi c'è Hannah, dolce Hannah, quanto
la adoro?
Festino privato a casa Davis, tutte invitate <3
Ora passo alla gif, l'ho trovata girando per il web e mamma mia
cioè non trovo neanche le parole adatte per commentarla, ho
sempre pensato che le camice nere fossero sexy
ma in coppia con Harry sono troppo ahsjasjahaajssb okay, ci sono
ù.ù
Volevo dedicare una riga dello spazio dell'autrice al vampiro
più sfigato, Edward Cullen, che viene citato sopra e non
vorrei che poi venisse ad uccidermi il cane o il pesciolino rosso ahaha!
Vi piace Twilight? Domanda che non c'azzecca niente ma visto che l'ho
citato almeno mi informo, a me fa altamente schifo ahahaha!
Bene, pronta a ricevere pomodori per il capitolo ed insulti per
twilight xD
Come sempre, un grazie a chi legge la mia storia, a chi la segue e
soprattutto a chi la recensisce, amore immenso per voi <3
A presto, se sopravvivo D:
Ahh dimenticavo, questo era il vestito di Sam <3
Baciiiiii :***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** 12. What I need to hear now Your sincere apology, when you mean it I'll believe it ***
One Direction
What
I need to hear now Your sincere apology, when you mean it I'll believe
it
Una
settimana. Era passata una settimana da quando la zia era morta, la
mamma ed Amanda erano tornate in Italia ed io avevo scoperto del
tradimento di Harry. Avevo chiamato Alex, ma non avevo speso il
mio tempo insultandola, non era nel mio stile.
-Oh andiamo Sam, mi
conosci. Sai come sono fatta, infondo non sono una cattiva persona-
aveva detto come sempre, anche lei in tempo di crisi non si sprecava a
cercare una nuova scusa, una nuova frase che potesse discolparla.
-No Alex, questa volta non attacca.-
le avevo risposto fredda
-Quindi non siamo più amiche?-
aveva domandato dall'altre parte della cornetta improvvisamente dura e
distaccata
-Vedo che se ti impegni usi anche la parte superiore del tuo corpo.-
le avevo risposto, sì forse quello poteva rientrare nella
categoria degli insulti, ma era sempre un insulto educato e senza
termini volgari, il che voleva dire che valeva
almeno il doppio.
-Allora lascia che ti dica una cosa. Chiediti perchè prima
Stefano ed ora Harry hanno preferito perdere te per passare una notte
con me-
-Fattela tu una domanda. Chiediti perchè prima Stefano ed
ora
Harry dopo aver passato una notte con te sono sempre tornati da me-
Senza nemmeno lasciarle il tempo di rispondere posi fine a quella
telefonata tirando un sospiro di sollievo.
Guardai Hannah soddisfatta, era stata lei a "costringermi" a
telefonarle, diceva che mi sarei sentita meglio una volta conclusa la
telefonata ed effettivamente non potevo darle torto.
Inspirai a fondo, oggi sarebbero tornati i
ragazzi. Avevo
ricevuto un messaggio da parte di Harry dove diceva che sarebbe passato
a casa mia non appena sarebbe arrivato ad Holmes Chapel aggiugendo
che aveva una novità. Novità eh?
Afferrai il telefono sul comodino e composi il numero di Hannah, se non
fosse partita per un weekend romantico con Josh per Londra
probabilmente sarei corsa a rifugiarmi a casa sua implorandola di darmi
asilo politico per evitare Harry, ma a quanto pareva l'appuntamento con
Josh era andato alla grande. Mi aveva raccontato che l'aveva portata a
cena nel locale migliore della città ed infine l'aveva
portata a
fare una
romantica passeggiata in riva al mare, comportandosi da vero signore
dandole come bacio della buonanotte un leggero bacio sulla fronte.
-Hei Han, scusami davvero se ti disturbo ma non ce la faccio -
dissi cercando di prendere fiato
- Sam, ce la fai. Quando arriva fallo entrare, non dire niente fai come
se niente fosse per vedere la sua reazione, mettilo alla prova. Se ti
ama veramente te lo dirà immediatamente -
affermò decisa
- Oh, ti saluta Josh -
aggiunse ridacchiando
- Ricambia. E cercate di tornare senza prole -
dissi ridacchiando.
Anche dall'altra parte del telefono sentii delle risate generali e dopo
esserci salutate chiusi la conversazione. Entrai in camera e frugai
nell'armadio in cerca di alcuni vestiti freschi adatti alla giornata,
il tempo
in Inghilterra da qualche giorno a questa parte era stranamente bello
ed a tratti persino caldo.
Afferrai un paio di pantaloncini verdi fosforescenti ed una maglietta
larga grigia raccogliendo i capelli in una treccia di lato. Stavo
ancora finendo di prepararmi quando sentii il campanello suonare con
insistenza
- Un attimo! -
gridai cecando di farmi sentire, ma immaginai di avere avuto scarso
successo dal momento che il campanello non accennava a voler smettere.
Scesi di corsa le scale saltando gli ultimi due scalini e quando
atterrai sulla
moquette aprii la porta trovandomi cinque ragazzi sorridenti sull'uscio
di casa
-Buongiorno bellezza-
disse Louis che dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia
entrò ignorando la mia presenza, dietro di lui entro Harry
che
mi rubò un bacio e per quanto potessi essere arrabbiata con
lui
in quel momento assaporai
il sapore delle sue labbra e mi costrinsi a non cedere alla tentazione
di saltargli addosso. Zayn non si lasciò pregare, mi sorrise
beffardo e mi superò trascinando dietro di sè un
paio di
valigie, dietro di lui, al contrario
dei primi tre, Liam e Niall erano rimasti in piedi guardandomi
sorridenti, mi scostai di lato
- Prego ragazzi -
dissi sorridendo lasciandomi abbracciare da entrambi.
-Lou, quello che cosa sarebbe?-
chiesi voltandomi verso un piccione che aveva appena uscito dalla sua
valigia
-Sam, ti presento Kevin. Vieni a stringergli la zampa, coraggio!-
disse avvicinandosi a me con quel coso stretto tra le mani
-Non ci provare-
dissi indietreggiando
-Guarda che è suscettibile, potrebbe offendersi-
sibilò ridacchiando, scossi la testa e concentrai la mia
attenzione sulle valigie che tutti i ragazzi, tranne Harry, avevano
portato con loro
-Qualcuno mi spiega che cosa succede?-
chiesi guardando le espressioni di tutti i ragazzi, Louis
fischiettò guardando Liam che a sua volta si girò
verso
Niall il quale fece lo stesso verso Zayn che terminò quella
catena guardando Harry che finalmente decise di prendere la parola
- Mia madre li ha cacciati di casa. Erano troppo chiassosi -
disse allargando le braccia
- E non sopportava Kevin -
aggiunse Louis fingendosi offeso.
- Quindi speravamo che tu potessi darci asilo -
disse Liam facendo gli occhi dolci. Non era leale lasciare parlare
Liam, lui e Niall probabilmente sarebbero stati gli unici in grado di
corrompermi. Insomma come potevi sbatterli fuori di casa, mi stava
anche facendo
gli occhi dolci e avrei voluto corrergli incontro ed abbracciarlo ma mi
limitai a ridacchiare.
- Okay, va bene. Ma quel coso lo lasci in giardino -
dissi indicando il piccione che Louis stava amorevolmente accarezzando
- Non se ne parla -
disse facendo un linguaccia
- Louis, il piccione fuori di casa. Adesso -
lo ammonì Liam seguito da Niall
- Non vorrai farci mandare via per uno stupido piccione -
- Oh Kevin, non ascoltare Niall, non sa quello che dice -
disse facendo finta di tappare le orecchie al suo piccione.
Mi guardai intorno notando che Harry era rimasto appoggiato al muro
mentre Louis era uscito in giardino con Kevin, Liam era andato in
cucina seguito da Niall mentre Zayn era scomparso.
- Sam, di cosa volevi parlarmi? -
Harry mi bloccò prima che potessi salire al piano di sopra e
cercare il moro, lo guardai per qualche secondo incrociando i suoi
occhi verdi e sentii lo stomaco stringersi improvvisamente, ricordai le
parole di Hannah
ed abbozzai un sorriso
- Niente di importante. Volevo sapere se avevi conosciuto qualcuno
durante il tour -
disse scrollando le spalle marcando la parola qualcuno
lo vidi irrigidirsi per qualche secondo e pensai che forse avrebbe
parlato, mi avrebbe chiesto scusa e spiegato l'enorme malinteso, che
sì l'aveva baciata ma
che non ci era andato a letto come sosteneva Alex, e sebbene lei fosse
una delle persone più stronze su questo mondo, sapevo che
non
era una bugiarda.
- Sono stato talmente occupato con il tour che non avevo tempo nemmeno
per respirare -
disse sorridendo, o almeno provandoci. Provai una nuova stretta allo
stomaco, ma questa volta era dovuta alla rabbia, mi stava mentendo e
non lo sopportavo.
- Però in effetti ho conosciuto Alex, la tua amica -
- Davvero? L'hai trovata simpatica? -
chiesi sorridendo
- Sì, ma pensavo a te tutto il tempo -
anche quando te la
scopata nella tua stanza d'albergo?
quasi
mi morsi la lingua per non formulare frase che avevo appena pensato.
- E non c'è niente che devi dirmi? -
era la sua ultima opportunità, decisi che gliene avevo date
abbastanza. Scosse la testa negativamente
- Sam dove vuoi arrivare, non capisco -
disse allargando le braccia, afferrai il computer e gli mostrai la foto
sentendo gli occhi diventare lucidi
- Allora spiegami questa. Dimmi che vi siete baciati perchè
in
America le persone si salutano così, dimmi che Alex mi ha
detto
una stronzata quando ha detto che siete stati insieme nella tua stanza
d'albergo,
dimmi che hai pensato a me tutto il tempo, ma dillo credendoci ti prego
-
dissi piangendo. Mi sforzai di riprendere fiato e di cercare di
riprendere il mio solito autocontrollo. Forse avevo gridato, Liam e
Niall si erano affacciati dalla porta della cucina, Louis era rientrato
in casa e mi guardava in silenzio senza dire niente e intravidi Zayn
fare capolino lungo le scale per poi sparire scuotendo la testa. Poco
mi importava.
- Sam posso spiegarti -
- Sì ti prego, e sii convincente -
affermai con un tono più deciso
- Mi sono ubriacato, lo so non è una scusa, ma non ero in me
e
lei era lì e ci ha provato e io . . . Cazzo Sam, sono un
ragazzo
e prima di stare con te la mia vita era completamente diversa e non ho
saputo resistere -
parlò agitando in aria le mani
- Se stare con me ti fa tanto schifo bastava dirlo, così non
mi
sarei innamorata di te e mi avresti evitato una colossale delusione -
dissi scuotendo la testa
- Non volevo dire questo. Stare con te è la cosa migliore
che mi sia capitata -
disse per poi fermarsi
- Ti sei innamorata di me? -
chiese poi come se il resto della conversazione non fosse mai avvenuto
- Già, e sbaglio ogni volta. Ho sbagliato in passato e non
ho imparato niente dai miei errori. -
- Sam io . . . -
lo fermai prima che potesse continuare
- Lascia stare. E' colpa mia, sapevo che stare con te non sarebbe stato
facile. Sapevo che avrei dovuto competere sempre con il resto mondo e
che non sempre sarei stata all'altezza della situazione. -
- E' il resto del mondo che non può competere con te. Ti
dimostrerò che ti amo, e lo farò ogni giorno.
Perchè è te che voglio e nessun'altra -
Sospirai, le sue erano solo parole e non cambiavano quello che era
successo. Lui era stato con Alex. Lo vidi uscire dalla porta e
chiuderla alle sue spalle salutando con un cenno della testa Louis e
gli altri due ragazzi
che in silenzio erano tornai in cucina mentre io mi lasciai cadere sul
divano. In pochi secondi Louis mi fu accanto e mi strinse fra le sue
braccia
- Tu lo sapevi vero? -
dissi cercando di non piangere di nuovo
- Sì, e ti chiedo scusa per non avertelo detto. Per aver
lasciato che fosse una foto a farti sapere la verità, ma per
quello che vale non sono mai stato d'accordo con Harry e glielo
ripetevo ogni giorno -
la sua voce era calda e protettiva e lasciai affondare la testa nel suo
petto. Restammo stesi sul divano abbracciati fino a quando un urlo
dalla cucina non ci divise
- Aiutooo! Cucchiaii -
Liam entrò in soggiorno afferrando Louis e nascondendosi
dietro
di lui. Non sapevo se ridere o prenderlo sul serio, quei quattro erano
completamente fuori di testa ma la faccia di Liam era realmente
terrorizzata
- Sam, ti prego falli sparire -
mi implorò, lo guardai allibita non sapendo bene come
rispondergli. Come potevo buttare via i cucchiai, come pensava che
avrei potuto mangiare una minestra o del gelato.
- Liam, sono solo cucc . . . -
- Nooo! Non nominarli -
- Come credi che potremmo mangiare che ne so, il gelato -
dissi allargando le braccia
- Con le forchette, io lo faccio sempre! Non è
così difficile come sembra, ma ti prego falli sparire -
- Okay, va bene. Dammi solo il tempo di fare una doccia -
dissi in un sospiro. Era casa mia e già avevano cominciato a
cambiare le mie abitudini. Mi trascinai al piano di sopra ed aprii la
porta della mia stanza, sfilai la maglietta e la appoggiai sul mobile
insieme ai pantaloncini verdi fosforescenti rimanendo in reggiseno e
coulotte.
- Wow. Ora capisco perchè Harry si disperava dopo essersi
fatto la rossa. -
mi voltai imbarazzata notando la figura di Zayn comodamente stesa sul
mio letto con lo sguardo fisso su di me, gli mancavano solamente i
popcorn e poi poteva tranquillamente affermare di trovarsi al cinema
- E tu che cavolo fai nella mia stanza -
dissi allargando le braccia
- Ehi, Liam e Niall si sono presi i due lettini della stanza accanto e
in quella infondo c'è solo un letto matrimoniale. Non ho
intenzione di condividere il letto con Louis, gli puzzano i piedi -
disse enfatizzando l'ultima parte sui piedi di Louis
- Dovrai sacrificarti per una notte -
conclusi avviandomi verso il bagno
- No. Il letto è mi piace e la visuale ancora di
più -
disse ridacchiando, lo fulminai con lo sguardo
- Se non ti spiace vorrei fare una doccia -
- Mi stai invitando? -
disse beffardo
- Sì, ad uscire -
dissi con un sorrisetto chiudendo la porta alle mie spalle.
Lui era decisamente quello che mi avrebbe dato seri problemi in quella
casa, l'unico che avrebbe messo a dura prova la mia pazienza.
Sbuffai chiudendo gli occhi lasciandomi accarezzare dalle calde goccie
d'acqua che fuoriuscivano dal getto della doccia, ripensai ad Harry e
non riuscii a trattenere le lacrime.
Haloa :3
Salve a tutte/i,
sì ancora la mia stupida speranza di scrivere anche per
qualche directioner. Questa volta vi ho fatto aspettare un
pò di più, ma questi ultimi giorni sono stati
davvero, davvero, davvero
impegnativi. Ho passato il weekend in compagnia di letteratura
francese, latina ed inglese . . . . Senza aggiungere un meraviglioso
fascicolo di anatomia ahahaha!
Questo capitolo mi ispira e non mi ispira, ci sono dei pezzi che mi
piacciono parecchio e altri che invece non mi convincono moltissimo ma
ormai è tempo di pubblicarlo ù.ù
Nella gif, Lou amoreggia con il suo amatissimo piccione, awww cheddolci
ahahaha! Ieri i ragazzi sono partiti per l'America, avete visto le
foto? Come erano dolci Louis ed Eleanor? *___*
E vogliamo parlare delle foto di Zayn insieme a Lux? Che
meravigliaaaaa! Ma perchè dicono di amare così
tanto l'Italia e poi non vengono a trovarci maiiii
ç.ç Farò un reclamo ahahahaha!
Questo weekend è stato da cancellare, uno dei più
brutti in assoluto . . . . . . . . . Bene, spero che il capitolo sia di
vostro gradimento, mi farebbe piacere leggere le vostre recensioni
perchè dalle visualizzazioni la
storia è più che seguita, e non vi
ringrazierò mai abbastanza. Grazie ad Ale e Niniell che mi
seguono sempre, un bacione e tantissimo amore per voi <3
Ma grazie anche a tutte le persone meravigliose che leggono la mia
storia e a chi l'ha inserita fra le preferite,seguite e ricordate.
Grazie di cuore!
PS: Questo era il vestito di Sam <3 http://i.imgur.com/LB6d2.jpg
Vi ricordo il mio twitter,
tanto ormai lo faccio in ogni capitolo ahahaha!
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** 13. My loneliness is killing me, I must confess I still believe, when I'm not with you I lose my mind ***
One Direction
My
loneliness is killing me, I must confess I still believe, when I'm not
with you I lose my mind
Mi strinsi nell'asciugamano
fissando il mio riflesso allo
specchio, ero sempre io eppure mi sentivo così diversa. Mi
sentivo sola, sebbene in casa mia ci fossero quattro ragazzi, ma senza
Harry avrei potuto trovarmi
nel mezzo di Piccadilly Circus e sentirmi comunque l'unica ragazza
esistente sulla faccia della Terra. Afferrai la biancheria pulita, un
reggiseno viola ed un paio di coulotte dello stesso colore e mi
insultai profondamente quando realizzai di non aver preso nient'altro,
avrei dovuto abituarmi alla presenza di quattro ragazzi in casa e non
potevo continuare a girare mezza nuda per casa come se fossi ancora da
sola,
specialmente dal momento che a Zayn piaceva bazzicare in giro per la
mia stanza.
Aprii leggermente la porta spiando nella mia stanza che apparentemente
era vuota, aprii maggiormente la porta e mi misi alla ricerca di un
paio di pantaloncini comodi, afferrai dopo un'attenta ricerca, i
pantaloncini
che avevo utilizzato nelle ore di ginnastica, erano viola come la
biancheria ma avevano disegnata sul sedere una di quelle simpatiche
superchicche, sì . . . non sarei mai cresciuta. E Molly era
la
mia preferita.
- Mmmh -
sentii una voce sexy inondare il silenzio della camera, mi voltai
osservando lo sguardo di Zayn e mi affrettai ad indossare i pantaloncini
- Zayn cazzo, potresti anche bussare prima di entrare -
sbuffai guardandomi intorno alla disperata ricerca di una maglietta
- Sei sexy quando dici le parolacce -
disse ridacchiando, sbuffai ignorando la sua frase. Essere definita
sexy da Zayn Malik non era un complimento, chissà a quante
ragazze lo aveva detto e quante erano cadute nella sua trappola. Aprii
un cassetto
e tirai fuori una canotta bianca infilandola anche se ormai, per la
seconda volta, Zayn mi aveva vista in biancheria.
- Oh andiamo, saresti perfetta se solo ti lasciassi andare -
sentii la sua voce farsi più vicina, quasi sussurrare,
mentre
sentivo il suo fiato lungo il collo. Non mi voltai, probabilmente se lo
avessi fatto mi sarei ritrovata attaccata alle sue labbra, e anche se
ero stata la migliore
amica di Alex, questo non significava che ero uguale a lei. Okay,
questa era cattiva ma infondo se la meritava.
- Zayn, cercherò di non ferire il tuo orgoglio. Ma puoi
anche
evitare di comportarti così, non verrò a letto
con te.
Non ti bacerò, e non farò qualsiasi altra cosa tu
abbia
in mente -
lo sentii ridacchiare e allontanarsi di qualche centimetro, quel poco
che mi bastò per girarmi e guardarlo negli occhi. Il colore
delle sue iridi era completamente diverso da quello di Harry, anzi era
molto più simile al mio, erano di un colore cioccolato
intenso e
dovetti distogliere lo sguardo per concentrarmi sulle sue parole
- Ricordati le tue parole, voglio sentirtele sussurrare quando cadrai
ai miei piedi -
disse buttandosi sul letto. Sinceramente, non capivo come mai il
novanta per cento delle fan sbavasse dietro a questo concentrato di
arroganza e presunzione quando il resto del gruppo era la perfezione
formato
cantanti, a partire da Liam, a proseguire da Niall ed a finire da
Louis. Harry era un caso particolare. Non si era schierato, a volte era
una versione simpatica di Zayn, altre una versione antipatica degli
altri tre.
Tornai in bagno per asciugarmi i capelli che successivamente raccolsi
in una coda, quando uscii Zayn era ancora steso sul mio letto
addormentato. Studiai i suoi lineamenti per qualche secondo e lo trovai
perfetto,
certo, se avesse continuato a tenere la bocca chiusa per sempre. Il
colore della sua pelle era più scuro rispetto a quello degli
altri, più simile al mio, e finalmente realizzai quanto
realmente potesse essere sexy.
Okay Sam, che cazzo stai dicendo? Sexy?
- Di questo passo, finirai per consumarmi -
disse senza nemmeno aprire gli occhi. Come diavolo aveva fatto a capire
che lo stavo guardando
- Non ti stavo guardando -
mentii diventando rossa. Colpita e affondata.
- Non deve imbarazzarti. Lo fanno tutte, certo dopo essersi divertite
con me. Se vuoi puoi sempre metterti al pari -
disse ridacchiando. Afferrai i pantaloncini verdi che avevo indossato
quella mattina e glieli tirai in faccia
- Inziano tutte cosi, il passo successivo è il reggiseno -
disse aprendo gli occhi e fissandomi. Uscii dalla stanza lasciandolo
ancora sghignazzante disteso sul mio letto. Afferrai il cellulare e
lessi un messaggio di Harry.
Sentirti dire che sei innamorata di me mi ha fatto capire quanto grande
sia stato il mio sbaglio. Ti amo Sam, voglio stare con te. Adesso e per
sempre
Chiusi gli occhi, lo avrei perdonato? Certo, io ero Sam.
La
buona e vecchia Sam, chiunque mi avesse fatto del male l'avevo sempre
perdonato e che cosa ne avevo ricevuto in cambio? Lo stesso trattamento
iniziale,
la stessa pugnalata che però faceva meno male
perchè in
qualche modo ero preparata a riceverla nuovamente. Sentii qualcuno
bussare alla porta ripetutamente, quando scesi vidi Liam e Louis
intenti in una gara
a Mario Kart mentre Niall seduto sul divano sorseggiava coca cola e
ingurgitava patatine alla paprika. Tutti e tre si voltarono verso di me
e con un sorriso dissero in coro
- Hanno bussato -
quasi mi sembrava una barzelletta. Tre ragazzi che non si erano degnati
di alzarsi e aprire la porta ma che pensavano di essersi resi utili
avvisandomi che qualcuno stava ripetutamente bussando alla mia porta.
- Ma va? Grazie ragazzi -
dissi sarcastica e se Niall e Liam afferrarono la mia ironia, qualcun
altro ancora convinto della sua utilità rispose
- Prego Sam -
lo guardai scuotendo la testa suscitando le risate di Liam e Niall.
Quando aprii la porta, una chioma bionda fece il suo ingresso avvolta
in un vestito estivo bianco a fiori rosa e la guardai divertita
- Non è meraviglioso? -
chiese ridacchiando facendo un giro su sè stessa.
- E' stupendo -
dissi abbracciando Hannah. Quanto mi era mancata.
- Oh Sam a proposito, c'è un piccione davvero inquietante
sulla tua veranda. Nuovi metodi anti ladri? -
disse ridacchiando
- No, è Kevin. -
dissi sconsolata, la sua faccia rimase perplessa e le accennai
brevemente al fatto che Kevin fosse il nome del piccione di Louis,
quello che aveva visto sulla mia veranda. Quando entrammo in salotto i
ragazzi divennero muti, nella stanza calò il silenzio, a
parte
il rumore delle patatine masticate da Niall.
- Ciao ragazzi. Io sono Hannah -
disse lei rompendo quell'atmosfera imbarazzante. Liam si
alzò
dal divano cordialmente e le porse una mano che strinse con delicatezza
- Liam, piacere di conoscerti -
disse in un sorriso. Poi fu il momento di Niall che si
limitò a
salutarla con un cenno della mano completamente ricoperta dalla paprika
- Io sono Niall -
disse tra una patatina e l'altra. Quando fu il turno di Louis, nessuno
in quella stanza smise di ridere nemmeno per un istante. Si
alzò
dal divano buttando per terra il suo controller, suscitando alcuni
insulti da parte di Liam che si precipitò per sistemare il
suo
danno, si avvicinò a noi con un sorriso che voleva imitare
quello sexy di . . . . be avete capito di chi, ma tutto quello che ne
uscì fu una smorfia e allungò la mano stringendo
quella di Hannah e facendo dondolare le loro mani su e giù
senza accennare a volerla lasciare andare
- Louis, piacere di conoscerti. -
- Hannah, piacere mio -
rimasi a bocca aperta, aveva detto piacere mio? E lo aveva detto solo a
Louis. Come poteva aver fatto colpo la goffaggine di Louis e non i modi
da principe azzurro di Liam? Come potevano non aver fatto colpo
quegli splendidi occhi azzurri di Niall?
Mi sgranchii la voce
- Magari se le lasciassi la mano, potrebbe ancora pensare di tenerla
per qualche anno. Sai com'è, due mani sono meglio di una -
dissi guardando prima Louis e poi Hannah
- Oh si, scusa -
disse passandosi una mano fra i capelli. Okay, Zayn dava lezioni di
seduzione? Prima il sorriso, ora la mano fra i capelli . . . .
- Okay Louis, stai cercando di fare colpo sulla mia amica? -
chiesi inarcando un sopracciglio
- Eh? Come? Cosa? Io? -
cominciò a dire altre cose prive di senso per poi congedarsi
con
un sorriso ampiamente ricambiato da Hannah, la afferrai per un braccio
- Ma tu non stavi con Josh? -
- Sì, ma non per questo la cerchia delle mie amicizie deve
chiudersi -
disse scrollando le spalle. Okay, aveva ragione, come sempre.
- E poi Louis è molto carino -
disse ridacchiando. Non potevo darle torto, di Louis si poteva dire
tutto tranne che non fosse carino.
- Ti offrirei qualcosa da mangiare ma a quanto pare Niall mi ha
svuotato la casa -
dissi ridacchiando notando un sorriso divertito sul volto di Hannah
- E io che speravo nel tuo ottimo bacon grigliato -
disse alludendo all'ultima volta che mi ero offerta di preparare la
colazione e lei era stata male dopo aver provato il mio bacon
- Dai andiamo, ti offro la colazione -
dissi ridacchiando andando in salotto, Louis sollevò subito
lo sguardo sorridendo a 32 denti
- Noi andiamo a fare colazione! -
annunciai
- Vengo anch'io -
urlò Louis scattando in piedi
- Ehi! Ma ti stavo stracciando -
brontolò Liam scuotendo il controller che aveva tra le mani
- Non dire queste cose davanti alle ragazze -
bisbigliò irritato Louis all'orecchio dell'amico
- Non è vero, lo stavo solo lasciando vincere -
disse passandosi una mano fra i capelli, di nuovo.
Afferrai una felpa ed uscii insieme ai miei due migliori amici ma
rimasi come paralizzata quando vidi alla fine del vialetto Harry
- Noi intanto andiamo -
bisbigliò Hannah incamminandosi insieme a Louis. Raggiunsi
Harry lentamente e mi fermai a pochi passi da lui. Mi sentii sollevata
quando incontrai con lo sguardo i suoi occhi verdi, quegli occhi che mi
erano mancati da morire, come se avessi vissuto senza poter respirare,
senza aria nei polmoni. Ero ferita, ma amavo Harry più di
quanto odiassi Alex.
- Sam, volevo chiederti se ti andava di . . . -
non lo lasciai terminare la frase che mi intromisi nel suo discorso
- Aspetta, devo dirti una cosa. Quando ho visto quella foto mi
è crollato il mondo addosso, mi sono sentita una stupida per
averti permesso di entrare nella mia vita e di occupare un posto
privilegiato nel mio cuore,
ti ho odiato perchè con tutte le persone che potevi
scegliere, sei andato a letto con Alex -
presi un attimo di pausa asciugandomi una lacrima, ma prima che potesse
parlare ricominciai
- Ma per quanto io abbia potuto odiarti, stare senza di te mi fa stare
peggio. Quando sono con te mi sento più leggera,
più sicura di me e vorrei darti una seconda occasione -
- Non chiedo altro -
disse posando la sua mano lungo la mia guancia per asciugare le altre
lacrime che erano comparse sulla mia pelle. Non servì a
molto perchè pochi secondi dopo avevo ripreso a piangere
più forte di prima e mi ero
stretta a lui, avevo respirato di nuovo il suo profumo e avevo baciato
di nuovo le sue labbra, quelle labbra che mi erano mancate, quel sapore
che da troppo tempo non sentivo mio.
Quando raggiungemmo Hannah e Louis al tavolo li guardai divertita,
ridevano come due bambini lanciandosi bustine di zucchero sotto lo
sguardo scocciato della cameriera bionda che sin dal primo giorno
cercava
di fare colpo su Louis e guardandola non riuscii a trattenere una
risata soddisfatta. Strinsi la mano di Harry guardando i suoi occhi e
presi posto accanto alla mia migliore amica
- La giornata non poteva cominciare meglio -
affermò Louis stringendo a sè l'amico e
scompigliandoli i capelli. Ridemmo tutti insieme e per un attimo mi
sentii come Marissa Cooper quando insieme ai suoi amici ed al suo
ragazzo trascorreva il tempo seduta
ad un piccolo tavolino di una caffetteria proprio come noi e concludeva
o cominciava una giornata. Sì, eravamo senza dubbio noi i
nuovi fantastici quattro.
Haloa :3
Ciao ragazze <3 Okay,
avevo promesso credo via twitter che avrei postato questo capitolo
molto prima e invece arriva solo oggi D: Vi chiedo enormemente scusa ma
giuro che sono stata super impegnata con la scuola, ho dovuto studiare,
studiare e ancora studiare. Per non parlare poi che la mia ispirazione
era pari a zero e credo che lo avrete notato . . . . vabè
insomma prometto di rifarmi con i prossimi capitoli.
Ho deciso di far tornare insieme Sam ed Harry, oggi mi sento
particolarmente in vena romantica . . . Sarà
perchè è tutta la mattina che ascolto Cannonball
in versione Little Mix ed è meravigliosa *___* Io le amo!
Okay, mi farebbe davvero piacere sapere che cosa ne pensate di questa
storia, in moltissimi la leggono perchè le visite aumentano
ogni giorno ma in pochissimi mi dicono che cosa ne pensano e credetemi,
vorrei davvero sapere aspetti positivi e negativi :D Nel frattempo,
ringrazio come sempre Ale, Giada e Martina che hanno recensito lo
scorso capitolo. Come sempre, tanto amore per voi <3
Inoltre, ringrazio chi legge la mia storia e chi l'ha inserita tra le
ricordate/preferite/seguite ecc . . . .
Un bacio, al prossimo capitolo!
Vi ricordo il mio twitter? ahaha!
https://twitter.com/#!/fuckness_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** 14. I've been looking for the answer somewhere (and) I couldn't see that it was right there ***
One Direction
-
Che cosa vi porto ragazzi? -
la cameriera dalla folta chioma bionda si era avvicinata al tavolo
sorridendo verso Louis
- Uova e salsiccia -
Louis ed Harry risposero in coro facendo scoppiare me ed Hannah in una
fragorosa risata. L'alchimia che c'era fra quei due batteva di gran
lunga quella fra me ed Hannah, o almeno ci faceva della sana
concorrenza.
- Per me del bacon grigliato e delle uova -
l'occhiata che le due si scambiarono fu tutto tranne che amichevole,
per un attimo provai una strana sensazione di paura, mi trovavo
esattamente in mezzo a due bionde che erano pronte a dare il via ad una
lotta
e temetti per la mia incolumità.
- Per me un caffè grazie -
dissi sperando che una volta presa la mia ordinazione avesse girato i
tacchi ma così non fece, o meglio, prima di andarsene
ancheggiando si sporse sul tavolo afferrando i menù mettendo
in
bella mostra il suo
davanzale. Harry girò lo sguardo per incontrare il mio e gli
sorrisi. Louis al contrario era rimasto come incantato da quella vista
e fui abbastanza certa che il suo urlo fu dovuto al calcio che Hannah
gli sferrò da sotto al tavolo
- Ma che ti prende? -
le chiese massaggiandosi la gamba
- Oh niente, mi prudeva l'alluce -
scoppiai a ridere. Le prudeva l'alluce? Persino Louis non
sembrò
convinto da quella risposta, tanto che cominciò a
ridacchiare
- Non è che per caso sei gelosa? Se è
così puoi dirlo, giuro che non la guardo più -
disse guardando Hannah negli occhi e quasi istintivamente io ed Harry
ci girammo verso di lei curiosi di sapere quale sarebbe stata la sua
reazione
- Chi? Io? Gelosa di quella bionda ossigenata con le tette di plastica?
Ma figurati, mi prudeva l'alluce! Non ti è mai capitato? -
disse scrollando le spalle e scoppiando in una risatina isterica
- Odio le bionde -
grugnì sommessamente ma le sue parole raggiunsero le
orecchie di Louis che ridacchiò rispondendole divertito
- Anche tu sei bionda -
Hannah contrasse il viso in una smorfia
- Sì, ma io sono una bionda bella. E le mie tette non sono
di plastica -
Harry e Louis risero divertiti
- Han ma che cavolo stai dicendo? -
- Non lo so, aiutami -
disse implorandomi ridacchiando. Ecco nuovamente che la bionda
raggiunse il nostro tavolino con in mano le ordinazioni di Louis ed
Harry, quando si avvicinò ad Harry la fulminai con lo
sguardo e
quello le fu sufficiente per capire che non avrebbe dovuto nemmeno
provarci con lui perchè l'avrei incenerita all'istante,
aggirò Harry infilandosi fra le sedie dei ragazzi e si
chinò accanto a Louis appoggiando la sua ordinazione
- Porta i tuoi galleggianti lontano da lui pu . . . -
la bionda alzò lo sguardo verso Hannah ma le tappai la bocca
prima che finisse la sua frase
- Puella che non sei altra. Le piacciono i latinismi -
dissi sorridendo sperando di averla convinta. Abbozzò un
sorriso e tornò verso il bancone
- Latinismi? E che diavolo sono? -
chiese sgranando gli occhi
- Lascia perdere -
dissi ridendo
- Okay, hai seriamente intenzione di devastare la mia vita sessuale? -
disse Louis allargando le braccia
- Ti faccio vedere io cosa ti rovino se guardi ancora quelle boe
galleggianti -
scoppiammo tutti in una risata finchè questa volta non si
avvicinò un cameriere al nostro tavolo consegnando a me ed
Hannah le nostre ordinazioni. Ci mostrò un ampio sorriso
prima
di voltarsi e raggiungere la sua collega dietro al bancone.
- Bel culo eh il cameriere? -
disse Hannah dandomi una leggera gomitata prima di urlare anche lei
- Ma che diavolo ti prende? -
chiese ringhiando verso Louis
- Oh niente, mi prudeva l'alluce -
disse allargando le braccia.
Scoppiai a ridere scuotendo la testa, quei due sembravano fatti l'uno
per l'altro.
Lanciai una rapida occhiata all'orologio che portavo al polso e
realizzai di essere in ritardo per il lavoro, finii in fretta il
caffè e mi congedai
- Ci vediamo più tardi, devo andare -
- Oh andiamo Sam mi abbandoni qui? Così? -
disse Hannah fingendosi dispiaciuta
- Han, non farmi dire quello che sto pensando -
disse ridacchiando. Era lei che l'avrebbe passata liscia per un ritardo
perchè stava con Josh, non la sottoscritta.
Hannah ridacchiò mandandomi un bacio con un cenno della
mano,
lasciai un bacio sulle labbra di Harry che mi seguì con lo
sguardo fino a quando non scomparii dietro l'angolo. Ero sola con i
miei pensieri.
L'avevo perdonato, era una scelta dettata dal cuore perchè
la
ragione non faceva altro che urlarmi e sbattermi in faccia le foto di
Harry e Alex. Sarei riuscita a fidarmi di Harry di nuovo?
Fu con quell'interrogativo che trascorsi l'intera giornata servendo
cocktail, panini e caffè. E dopo un'intera giornata non ero
riuscita a darmi una risposta. Mi diressi verso il retro del locale
concedendomi i miei dieci
minuti di pausa e mi lasciai scivolare lungo il gradino della piccola
scalinata appoggiando la testa alla ringhiera. Ero certa che perdonarlo
mi avrebbe fatta stare meglio eppure perchè continuavo a
sentirmi vuota,
perchè avevo ancora più dubbi ed incertezze di
prima?
- Brutta giornata? -
la voce di Josh mi sorprese alle spalle, mi voltai abbozzando un sorriso
- Mi hai fatta spaventare -
dissi sorridendo
- Oh scusa, non era mia intenzione -
disse sedendosi accanto a me.
- In realtà non proprio, sono tornata insieme ad Harry -
Josh sapeva quello che avevo passato, tutte le volte che durante
l'assenza di Harry era rimasto a casa mia insieme ad Hannah ne avevamo
parlato per ore e mi aveva sempre detto la sua opinione
- Sam sai come la penso -
disse piegando la testa verso di me fissandomi con i suoi intensi occhi
di colore azzurro, forse anche più azzurri di quelli di Niall
- Sì lo so, tu non tradiresti mai la tua ragazza e non lo
avresti mai perdonato -
- Esatto. Se lo ha fatto una volta chi ti dice che non lo
farà una seconda? -
già, chi me lo poteva assicurare. Si sà che il
lupo perde
il pelo ma non il vizio e sappiamo tutti com'era la vita di Harry prima
che arrivassi io.
- Non lo so. Sento di aver fatto la cosa giusta, insomma lo amo
dovrà pur significare qualcosa -
dissi appoggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia
- Però non sei felice, non come lo eri prima almeno. Anche
questo vuol dire qualcosa -
- Vorrei solamente che tutto tornasse come prima, vorrei non aver mai
preso quel dannato aereo -
lo avevo detto davvero. In altre circostanze avrei detto che fosse
stata solo la rabbia a farmi dire quelle parole ma in realtà
sapevo che almeno una parte di me quelle cose le pensava davvero.
Prendere quell'aereo che cosa aveva portato? Mi aveva avvicinata a mia
zia per farmela perdere poco tempo dopo, mi aveva allontanata da
Amanda, mi aveva fatto conoscere un ragazzo, ero finita con
l'innamorarmi di lui e come al solito la storia finiva che a rimanere
fregata ero sempre io. Prendere quell'aereo è stato solo un
grosso sbaglio. Certo, se non lo avessi fatto adesso non avrei
conosciuto Hannah e probabilmente
Alex sarebbe ancora la mia migliore amica. Ma non cambiava molto le
carte in tavola.
- Se non avessi preso quell'aereo, credo che mi sarebbe dispiaciuto non
fare la tua conoscenza -
disse sorridendo passando un braccio lungo le mie spalle.
Il resto della giornata trascorse molto rapidamente, arrivava il bel
tempo anche qui in Inghilterra e la gente preferiva trascorrere un
pò di tempo al mare e questo era positivo, almeno non avrei
dovuto sgobbare
tutto il giorno per servire ai tavoli.
Quando tornai a casa la trovai vuota, attaccati al frigorifero c'erano
un paio di fogliettini, uno bianco di Louis con scritto che andava a
casa di Harry ed uno giallo di Niall e Liam che invece dicevano che
avrebbero cenato fuori. Perfetto, ero rimasta solamente io e avrei
potuto godermi la tranquillità che mi era stata rubata, con
buone intenzioni, da quei quattro ragazzi.
Presi una pizza dal congelatore e la appoggiai sul tavolo della cucina
in attesa che si scongelasse per infilarla nel forno quando sentii il
rumore di un vaso rotto provenire dalla sala seguito da un'imprecazione
- Fanculo -
inspirai a fondo imponendomi di restare calma, mi guardai intorno in
cerca di qualcosa che potesse rappresentare un'ottima arma da difesa e
trovai un mattarello nascosto dietro al forno a microonde, lo afferrai
e mi
affacciai in soggiorno ma non vidi niente se non pezzi di vaso sparsi
per tutta la moquette
- Ma che cazzo stai facendo? -
urlai dalla paura voltandomi alle mie spalle, Zayn era in piedi dietro
di me con stampato sul volto un sorrisetto divertito
- Mi hai fatto perdere dieci anni di vita -
dissi abbassando l'arma.
- Dovevi vederti, eri davvero convinta di poter stendere un ladro con
il mattarello? -
chiese ridacchiando indicando l'oggetto che stringevo fra le mani
- Ci avrei provato -
dissi cercando di prendere le mie parti, in effetti aveva ragione,
avevo scelto l'arma migliore da scagliare sulle tempie di un possibile
ladro
- Che cosa ci fai a casa? -
gli chiesi superandolo e ritornando in cucina
- Non avevo voglia di uscire con i ragazzi -
disse lasciandosi cadere con molta eleganza su una sedia
- E poi, perchè uscire con loro quando posso restare a casa
con te -
il tono della sua voce era calato, quasi poteva essere definito un
sussurro sexy che per un attimo mi fece rabbrividire.
- Ah, divertimento assicurato allora -
dissi scuotendo la testa
- Queste sono le parole che voglio sentire -
disse con un sorrisetto. Scossi la testa senza nemmeno guardarlo, uscii
una seconda pizza dal congelatore e nel frattempo infilai la prima nel
forno prendendo posto di fronte a Zayn che aveva preso a fischiettare
il ritornello di una delle loro canzoni, non chiedetemi quale fosse . .
. a malapena riesco a riconoscerle. Passai una mano fra i capelli
sistemandoli e tamburellai con le unghie sul tavolo guardando un punto
non ben definito del muro della cucina, il silenzio
cominciava a farsi imbarazzante.
- L'hai perdonato allora -
disse infine rompendo il silenzio, i suoi occhi marrone intenso erano
fissi nei miei e dovetti abbassare lo sguardo, non era la prima volta
che mi succedeva, lo sguardo di Zayn era penetrante come se potesse
leggere ogni mio più intimo segreto.
- Già . . . -
dissi cercando di sorridere, non volevo che passasse un messaggio
sbagliato. Avevo perdonato Harry perchè mi sentivo di farlo,
perchè lo volevo accanto a me eppure ora che l'avevo di
nuovo al mio fianco sentivo
che insieme a lui vi era un'ombra, una forte paura di perderlo, la
paura di non essere abbastanza per lui, la paura di ritrovarmi
nuovamente ad essere tradita ed a sbandierare la mia vita privata ai
quattri venti.
Non era come la prima volta, d'altronde niente lo è una
volta che la fiducia è andata perduta.
- Non mi sembri entusiasta -
commentò improvvisamente serio, aprii la bocca per
rispondere ma non riuscii a proferire parola, rimasi in silenzio e
rialzai lo sguardo incontrando i suoi occhi. Fu in quel momento che
realizzai che Zayn non voleva esattamente una risposta, la sua non era
una domanda, bensì un'affemazione.
- Hai deciso di dormire con Louis? Perchè io ho intenzione
di dormire nel tuo letto -
disse cambiando discorso. Lo guardai sospirando, non sarei mai riuscita
ad averla vinta con Zayn Malik, aveva deciso che avrebbe dormito nel
mio letto dal primo momento che aveva messo piede in casa mia e lo
avrebbe fatto, fosse stata anche l'ultima cosa al mondo che avesse
fatto.
- Sì, la tua è solo una scusa -
dissi scuotendo la testa
- Oh no. Fidati, i piedi di Louis puzzano davvero. -
disse ridacchiando. Le pizze non ci misero molto ad essere pronte e
mangiammo in silenzio. Ogni tanto sollevavo lo sguardo nella sua
direzione ed osservavo i suoi lineamenti abbastanza marcati, le sue
labbra, i suoi denti perfetti; ma lo riabbassavo subito cercando di non
essere scoperta da Zayn. Mi accorsi però che i miei
tentativi erano stato inutili quando incontrai il suo sguardo e notai
che sorrideva divertito e soprattutto compiaciuto. Brava Sam, Jennifer
Garner in Alias ti fa un baffo.
- Allora . . . buonanotte -
dissi appoggiando il piede sul primo scalino e voltandomi verso Zayn
che a pochi centimetri da me era appoggiato lungo il muro. Si
avvicinò posandomi un leggero bacio sulla guancia, al
contatto con le sue labbra calde e leggermente umide socchiuse gli
occhi e lo sentii sussurrare al mio orecchio
- Buonanotte, anche se senza di me non sarà buona per niente
-
disse per poi allontanarsi dirigendosi verso il divano in salotto sul
quale lo vidi gettarsi con poca grazia. Raggiunsi la stanza di Louis
subito dopo aver infilato una canotta ed un paio di pantaloncini corti,
mi infilai sotto le coperte e chiusi gli occhi addormentandomi.
Quando mi svegliai mi accorsi che i ragazzi erano rientrati, Louis era
steso accanto a me con una mano che penzolava dal letto mentre la
faccia era completamente schiacciata sul cuscino. Istintivamente
annusai l'aria
e mi accorsi che sebbene non fosse così forte come mi era
stato descritto, l'odore dei suoi piedi non era certamente gradevole.
Ridacchiai da sola divertita da quel pensiero, ma come se l'odore non
bastasse posso aggiungere che Louis russava talmente forte che il letto
quasi tremava. Sollevai lo sguardo sul soffito dove vi era riflesso
l'orario della sveglia che segnava le 2.40 del mattino . . . Provai a
chiudere gli occhi e cercare di addormentarmi ma con scarso successo. .
. . non ero mai riuscita a dormire con accanto una persona che non mi
dava pace nemmeno per cinque minuti, il tempo necessario per ritrovare
il sonno perduto . . . Mi alzai sconfitta e mi trascinai davanti alla
porta della mia stanza, indugiai qualche secondo prima di afferrare la
maniglia ed aprire la porta. Entrando e stendendomi accanto a Zayn non
avrei fatto altro che aumentare il suo già sproporzionato
ego, ma d'altronde non avevo altra scelta, Liam e Niall dormivano in un
letto ad una sola piazza ed il divano non era una scelta molto
allettante. Sospirai ed entrai nella camera, era completamente buio,
non vi era nemmeno una piccola lucina. Io ero terrorizzata dal buio,
non ero mai riuscita a dormire circondata da così tanta
oscurità. Cercai il letto e una volta afferrate le lenzuola
le sollevai infilandomi nel letto,
notai la figura di Zayn emettere un suono indecifrabile e girarsi verso
di me.
- Lo sapevo che saresti venuta -
dissi infine ancora addormentato
- Non è per te Zayn, è Louis che è una
pessima compagnia -
dissi chiudendo gli occhi
- Certo, come preferisci Sam -
disse avvicinandosi, sentii il suo braccio muscoloso accarezzare il mio
fianco e appoggiarvisi sopra. In altre circostanze lo avrei afferrato e
sbattuto dall'altra parte del letto eppure quel calore era
così piacevole che
non trovai nemmeno la voglia di allontanarlo da me.
Haloa :3
Salve ragazze <3 Credo
di aver ritardato di un giorno e spero possiate perdonarmi :D Ma
è stato un weekend molto intenso, ho avuto le prove tutti i
giorni e oggi ho provato tutta la mattina e concluso la giornata con lo
spettacolo, vi dico solo che sono tornata a casa alle 20.00 dalle 8.00
che ero fuori di casa D: Dire che sono distrutta è dire poco
xD Per fortuna il capitolo era quasi pronto, ho dovuto scrivere solo il
finale del quale non sono pienamente soddisfatta ma era l'unica cosa
decente che sono riuscita a formulare xD Dai ragazze, manca pochissimo
alla fine della scuola . . . . Il 10 Giugno festeggerò tutto
il giorno! AHAHAHA!
Avete visto le gif su Louis ed Eleanor a NY? Come sono belli?
*________* Poi vabè lei è meravigliosa e la sua
maglietta, per quanto semplice, è meravigliosa xD
E che dire della gif? Cioè Hazza e Zayn si commentano da
soli! AHAHAHAHAHA!
Dunque, parlando del capitolo, c'è un LIEVISSIMO
avvicinamento con Zayn, ma Harry e Sam non sono mica morti come coppia,
anziii! Non ho ancora ben deciso come arrivare alla fine, ma bene o
male in qualche modo ci dovrò arrivare :D Ma è
presto ancora per parlare di finale, sempre se la storia non vi ha
già annoiate abbastanza ù.ù
Scappo, giuro che sono distrutta! Un bacio e tanto amore alle mie
solite ragazze preferite che recensiscono ogni capitolo <3
Amore anche a chi legge semplicemente la storia, ma sappia che se vuole
recensire la sua opinione è sempre ben gradita, e a tutti
colore che hanno inserito la mia storia fra le preferite/seguite e
ricordate!
Baciiiiiiiiiiiiiiiiiii! Oggi niente twitter, sono troppo pigra per fare
copia e incolla, tanto lo trovate in quasi tutti gli spazi dell'autrice
dei capitoli precedenti.
AAAAAAAAAAAAAHHH, DIMENTICAVO! Quante di voi stanno aspettando con
ansia domani per prendere il DVD? Io corro in libreria subito dopo la
scuola AHAHAHA! Baciiiiiii e Amoreeee <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** 15. And I swear you're just like a pill, instead of makin' me better you keep makin' me ill ***
One Direction
And I
swear you're just like a pill, instead of makin' me better you keep
makin' me ill
Aprii gli occhi controvoglia
accompagnando il tutto con
un sonoro sbadiglio. Lo confesso, dormire era il mio passatempo
preferito, ogni estate quando finalmente arrivavano le mie meritate
vacanze le passavo a poltrire nel letto e quando mia mamma mi svegliava
perchè era
tardi sosteneva
lei, passavo dal letto al divano riprendendo il mio ozio giornaliero.
Adesso però c'era il lavoro che mi impediva di trascorrere
le
mie giornate nel migliore dei modi. Cercai di sollevarmi ma le mie
gambe erano bloccate da una terza gamba che giaceva a peso morto
circondando la mia gamba destra. Eppure
ero sicura di avere avuto sempre due gambe. Mi voltai e
fu in quel momento che mi ricordai di avere Zayn al mio
fianco, dormiva ancora con le labbra leggermente dischiuse. Credo di
averlo già detto prima, o quanto meno di averlo pensato, ma
era
dannatamente bello quando dormiva, certo non che da sveglio facesse una
brutta figura. Infilai una mano sotto alla coperte e raggiunsi la sua
gamba, cercai di spostarla senza svegliarlo ma non appena riuscii a
divincolarmi dalla sua morsa, ecco che il suo braccio
circondò
il mio petto. Sospirai, era una guerra persa in partenza con Zayn.
- Zayn -
dissi scuotendo il suo braccio, la sua unica risposta fu un lamento
seguito da un movimento della testa che si appoggiò nello
spazio
fra il mio collo e la mia spalla.
Sospirai, andiamo Zayn.
- Zayn -
dissi cercando di uscire dalla sua morsa
- Sto dormendo -
disse e sentii il suo fiato lungo il mio collo e fui percorsa da un
lungo brivido
- Non è vero, mi hai appena risposto -
dissi ridacchiando
- Sto dormendo e mi stai disturbando -
disse sistemandosi meglio sulle mia spalla
- Chiama quel tipo, come si chiama Shosh, Gosh -
- Josh . . . -
dissi infine
- Eh lui, digli che non puoi andare a lavoro, che sei troppo occupata a
condividere il letto con me -
Raccolsi tutte le forze che avevo in corpo e riuscii finalmente a
spostarlo mi alzai di scatto
- A volte mi domando se tu un cervello ce l'abbia -
- E? -
- E la risposta è no! Perchè quando Dio li
distribuiva tu stavi . . . -
non mi lasciò terminare la frase che si intromise
- Stavo facendo sesso con una bella bionda dalle tette grosse e
più simpatica di te -
- Non era esattamente quello a cui stavo pensando ma se preferisci la
tua versione va bene uguale -
dissi scrollando le spalle
- E io non sono antipatica -
dissi alzandomi dal letto cogliendo una risatina da parte di Zayn.
Sentii la sua mano afferrare con una presa decisa il mio polso e
ricaddi sul letto, Zayn era a due centimetri dal mio viso e percepivo
perfettamente
il ritmo del suo respiro, il battito del suo cuore e stranamente erano
entrambi accelerati, fin troppo per appartenere a Zayn Malik.
I suoi occhi intensi erano fissi nei miei e si affrettava ad accorciare
le distanze fra di noi centimetro dopo centimetro. Lo ammetto, per
qualche istante pensai al sapore delle sue labbra, a quanto morbide
potessero essere, al profumo della sua pelle, ma qualcosa in me mi
riportò alla realtà, era sbagliato. Io stavo con
Harry, e sebbene avesse sbagliato ero certa che valesse almeno una
dozzina di volte più di Zayn.
- Devo andare a lavoro -
dissi infine allontanandomi dal suo viso, il volto di Zayn era privo di
espressione, se l'aspettava e probabilmente si stava domandando come
mai ci avessi messo così tanto ad allontanarmi da lui. E
quella era esattamente la stessa domanda che mi stavo ponendo anch'io.
Indossai una canotta nera che terminava lungo le cosce come
pantaloncini, una giacchetta rossa, degli shorts di jeans strappati,
calze nere lunghe fino al ginocchio ed un paio di scarpe comode. Scesi
di corsa al
piano di sotto dove trovai i ragazzi intenti a fare colazione, li
salutai rapidamente ed uscii. Quella mattina l'aria inglese era fredda,
molto più fredda del solito, in cielo c'erano dei grossi
nuvoloni grigi che minacciavano pioggia da un momento all'altro e
accelerai raggiungendo a passo svelto la caffetteria. Hannah era
già ai tavoli e quando mi vide entrare si girò
sorridente e quando le passai di fianco mi strizzò l'occhio
- Come siamo sexy questa mattina -
disse ridacchiando. Non capii se parlava sul serio o se il suo fosse un
semplice commento ironico al mio abbigliamento, ma non vi prestai
troppa attenzione. In pochi minuti indossai l'uniforme e raggiunsi la
mia amica
nel grande salone
- Avvisami se vedi Josh, sto cercando di evitarlo -
mi bloccai con in mano il block notes e la fissai per qualche secondo
- E per quale motivo staresti cercando di evitarlo? -
notai un lieve rossore comparire sulle sue guancie chiare e sorrise
- L'ho lasciato ieri pomeriggio e poi ieri stavo tornando a casa e ho
incontrato Louis ed ecco, be sì noi . . . -
cominciai a ridere come se la mia amica avesse appena raccontato una
delle più belle barzellette del mondo tanto che lei mi
guardò quasi arrabbiata
- Dov'è che trovi esattamente il lato divertente della
storia? -
inarcai un sopracciglio cercando di farle capire che Josh era appena
comparso alle sue spalle
- Buongiorno ragazze -
disse svelto, per la prima volta non si era fermato, non aveva regalato
a nessuna delle due il suo meraviglioso sguardo, il suo sorriso.
Niente, solo un rapido saluto.
- Cazzo Sam, sei pessima -
disse ridacchiando
- Sei tu che parli a macchinetta, se mi avessi lasciato il tempo per
dirtelo lo avrei fatto -
risposi tirandole un colpetto sulla spalla
- Comunque, cos'è che avete fatto esattamente tu e Louis? -
ripresi il discorso che Hannah aveva lasciato incompleto
- Ci siamo baciati. Ed è stato così . . .
così . . . -
- Romantico? -
- Be non proprio, conosci Louis. Stava andando da Harry e . . . -
Hannah aveva appena
lasciato Josh in piedi davanti al locale, era stata gentile come sempre
ed era stata forse questa sua gentilezza ad aver ferito il ragazzo
ancora di più.
- Josh, sei un ragazzo meraviglioso. Un principe azzurro direi . . . ma
vedi quando sto con te dovrei provare mille farfalle nello stomaco,
dovrei arrossire ad ogni tuo gesto, dovrei sentire un brivido
ogni volta che la tua mano sfiora la mia pelle. E questo purtroppo non
succede, e la colpa è mia. Meriti una ragazza che sappia
apprezzarti. Spero che un giorno, quando ne avrai voglia, potremmo
restare amici perchè sei la persona più
meravigliosa che io abbia mai conosciuto -
lasciò una lieve carezza sulla guancia del ragazzo
allontanandosi con gli occhi lucidi. Sapeva che ci sarebbe voluto del
tempo per diventare amici, ma lei infondo ci sperava. Josh era un
ragazzo perfetto e si sarebbe odiata di aver perso una persona
fantastica come lui.
Ma Louis le aveva rubato il cuore, era esattamente l'opposto di quel
ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri e dai modi da principe
azzurro, Lou era goffo e rideva sempre, non era romantico, o almeno non
lo era mai stato fino a quel momento, gli sudavano le mani ogni qual
volta era insieme ad Hannah, la voce quasi gli tremava quando provava a
dire una frase seria ma nessuno lo ascoltava. Ed ogni volta che Hannah
incontrava quegli occhi azzurri, provava una sensazione indescrivibile,
diversa dalle farfalle nello stomaco, perchè quello che si
agitava dentro di lei era un Rocky Balboa pronto a scagliarsi nel ring
contro il suo avversario. Fremeva, aveva voglia di stare accanto a lui,
di accarezzare i suoi capelli e di perdersi tra le sue labbra.
E poi, come un fulmine a ciel sereno, lo aveva visto attraversare le
strada e percorrere canticchiando un breve tratto di marciapiede prima
di fermarsi davanti al vialetto di casa Styles per firmare alcuni
autografi a delle piccole fan ferme accanto a lui. Questo era il lato
che più apprezzava in lui, regalava un sorriso a chiunque, e
lo faceva col cuore, anche se la sua giornata era stata la
più brutta della sua vita. Dovette confessarlo, rimase tutta
la sera fuori dalla casa di Styles insieme ad un gruppo di fan e quando
finalmente Louis uscì da quella porta rossa il cuore si
fermò per qualche secondo. Si allontanò dalle fan
e si avviò verso casa di Sam e proprio lì,
camminando come se niente fosse, incontrò Louis
- Hannah -
fu lui a salutarla per primo andandole incontro con un grande sorriso
- Louis -
aveva risposto nervosamente. L'avrebbe scoperta?
- Mi stavi aspettando? -
disse ridacchiando. La sua era una semplice battuta eppure per pochi
istanti pensò che il ragazzo avesse capito qualcosa
- Ma ti pare che passo il mio tempo ad aspettare te? -
rispose in una risata. Sì, stupida. Lo hai appena fatto.
- Scusa. -
disse sorridendo
- E' che ho avuto una brutta giornata e sono un pò stanca -
aggiunse la ragazza. Ecco comparire di nuovo quel sorriso.
Respirò a fondo cercando di trovare un pò di
calma.
- Mi dispiace, posso fare qualcosa? -
Lou era sincero, come sempre. I suoi occhi non smettevano di cercare
quelli di Hannah e quando li trovò la ragazza disse
semplicemente
- Sì -
per poi avvicinarsi a lui ed assaporare il sapore di quelle labbra che
fino a quel momento aveva solamente potuto immaginare.
Quando finalmente Hannah finì il suo racconto
dettagliato non riuscii a non sorridere per tutta la giornata. Ero
così felice che le cose fossero perfette per lei e Louis,
infondo se lo meritavano entrambi. Mi sentivo in colpa per Josh,
infondo se Hannah e Louis si erano conosciuti, un pò, era
anche a causa mia. Ma avevo fin troppe cose per la testa per le quali
sentirmi in colpa e Louis ed Hannah non rientravano in quella categoria.
- Secondo te cosa devo mettere stasera? Elegante oppure casual? -
disse appoggiandosi al suo armadietto
- Dove ti porta? -
chiesi infilando i pantaloncini di jeans e slegando i capelli che avevo
tenuti raccolti in una coda
- Cena e poi bowling -
disse sorridendo. Il bowling non era certa il mio tipo di appuntamento
preferito ma Hannah sembrava essere al settimo cielo, o era uguale a
Louis oppure era talmente presa da lui che non si era accorta di dove
Louis intendesse portarla.
- Non troppo elegante, nè troppo casual. -
- Grazie Sam. Sei stata davvero d'aiuto -
disse ridacchiando. Cosa pretendeva, aveva chiesto consigli di moda ad
una che di moda non capisce nemmeno l'alfabeto. Afferrai il telefono
dalla borsa e lessi rapidamente un messaggio da parte di Harry
" Potrei passare la
serata in compagnia della mia fidanzata? "
un sorriso comparì automaticamente sulle mie
labbra, no. L'era di Harry non era mai finita, altrimenti il suo
messaggio non mi avrebbe fatto quell'effetto, le sue parole non mi
avrebbero messa di buon umore
" Non vorrai portarmi al
bowling "
risposi ridendo. Harry e Louis erano migliori amici dal
primo giorno che si incontrarono e fui certa che così come
Hannah aveva raccontato a me la sua versione, Louis aveva fatto
altrettanto con il suo migliore amico
" No babe, non parli con
Louis Tomlinson. Ho in mente piani migliori. Passo a prenderti alle
20.00. "
lessi rapidamente il messaggio e lanciai il telefono nella
borsa.
- Buonaserata Han. Sappi che domani voglio un resoconto dettagliato -
dissi passando accanto a lei
- Molto dettagliato -
sussurrai divertita lasciando la bionda ridere alle mie spalle.
Attraversai Holmes Chapel in silenzio, le strade erano deserte. Evento
più unico che raro da quando i ragazzi avevano messo piede
in città.
Quando imboccai finalmente il vialetto di casa tirai un sospiro di
sollievo, vedere quella porta gialla così familiare mi dava
una sensazione di familiarità, di benessere e da quando i
ragazzi abitavano con me, persino di felicità. Erano ancora
lei cinque quando togliendo solamente la giacca rossa mi lasciai cadere
sul divano accanto a Liam che mi strinse in un abbraccio. Mi accoccolai
sulla sua spalla e rimanemmo così a guardare
un cartone animato che davano in televisione.
- Come siamo sexy . . . -
aveva detto Zayn con un tono seducente tanto da attirare non solo la
mia attenzione ma anche quella di tutti gli altri ragazzi
- Dacci un taglio Zayn. -
La voce di Louis era decisa e guardava Zayn dritto negli occhi
- Le ho solo fatto un complimento -
disse il moro allargando le braccia con un sorrisetto spavaldo.
- Okay, finiamola tutti quanti -
disse infine Niall sedendosi accanto a me sgranocchiando dei pop corn.
Eravamo una famiglia, ci volevamo bene e come tutte le famiglie del
mondo anche noi litigavamo. Ma non avrei scambiato quei quattri ragazzi
per nessun'altra cosa o persona al mondo.
Haloaaaa
:3
Ciao ragazzeeeee! Come state???
4 giorni, non pensavo di metterci tanto ma alla fine tra una cosa e
l'altra sono passati ben 4 giorni ù.ù
Ultimamente non ho proprio delle grandissime notizie, non
così importanti da riempire lo spazio dell'autrice xD La
scuola mi sta distruggendo e così il cercare di recuperare
quante più materie possibili.
Sondaggio: Promosse, Bocciate o Rimandate? :D Nel mio caso, all'80% ci
sarà il debito ç.ç
Passando al capitolo . . . . be come avrete notato c'è stato
uno sviluppo molto interessante per Hannah e Louis. Hannah che
finalmente (?) ha lasciato Josh ed ha baciato Louis. Quindi possiamo
dire che ormai quei due stanno insieme ù.ù Zayn?
Ve gusta? A me sì ù.ù
ahahahahahahahaha!
Credo che il prossimo capitolo sarà abbastanza concentrato
sulla coppia Harry e Sam ma non avendolo ancora scritto, non posso dire
granchè ù.ù Il bello di non aver
scritto i capitoli è che così non posso dare
spoiler sicuri ma solo idee campate in aira che sono soggette a
continui cambiamenti in base al mio umore ahahahahahahaha!
Che ne pensate della gif? ù.ù Zayn con i guantoni
di Hulk è fantastico ahahahahahaha!
Altro sondaggio: preferite Zayn o Harry? ù.ù
Lo scorso capitolo è arrivato a 4 recensioni *-* WOOOW (mi
sento molto Cassie in Skins xD)
Ben 32 persone hanno inserito la mia storia tra le seguite, altre 17
fra le preferite e 3 fra le ricordate. Grazie di cuore <3
questo è il vestito sexy (?) di Sam :D
http://i.imgur.com/Tv5gC.jpg
questo è il mio twitter:
https://twitter.com/#!/Youngthegiant__
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** 16. Sometimes I want my taking changes everyone before ***
One Direction
Sometimes I want my taking
changes everyone before
Alle
19.00 in punto salutai i ragazzi per rifugiarmi nella mia stanza
- Non capisco perchè voi ragazze dobbiate prepararvi sempre
con un'ora d'anticipo -
aveva detto Niall ridacchiando. Certo, quando parlavi con i ragazzi si
lamentavano sempre del fatto che le ragazze passavano ore in bagno, che
non sapevano mai quale vestito scegliere, che preferivano vederle senza
trucco e con i capelli raccolti in una coda. Certo . . . peccato
però che quando poi vedevano il lavoro finito nessuno osava
pronunciare nuovamente tutte quelle stronzate. I ragazzi e la loro
coerenza.
Entrai nella mia stanza spalancando l'armadio, Harry non mi aveva dato
molti indizi ma aveva escluso il bowling perciò decisi di
accantonare l'idea di un paio di jeans e maglietta. Notai un vestito
nero con vari ricami
che lasciava la schiena scoperta e lo presi fra le mani, troppo
elegante?
- Non devi mica incontrare la regina -
borbottò Zayn alle mie spalle. Mi voltai spaventata,
possibile che dovesse sempre farmi spaventare in quel modo?
- Mi hai spaventata -
dissi guardando il vestito, lui non disse nulla si limitò a
ridacchiare divertito per poi buttarsi con molta grazia sul letto.
Sollevai il vestito facendoglielo vedere
- E' troppo elegante? -
- No, è troppo per Harry. -
disse semplicemente. Lo guardai non sapendo esattamente che cosa dire,
esprimeva giudizi continui su Harry ma da quello che potevo notare lui
non era certo migliore di Harry.
- Non sei tanto meglio di lui lo sai. -
- Ma io non sto con te -
lo vidi alzarsi leggermente per appoggiare il suo peso sui gomiti.
Seconda volta che riusciva a spiazzarmi.
- In Italia si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio -
dissi scrollando le spalle
- Che cosa vuol dire? -
- Che anche se stessi con me non perderesti il vizio di farti una
diversa ogni sera -
dissi riponendo il vestito nell'armadio.
- Probabile. Harry però ti ha dato la certezza, insomma . .
.
non è lui che è andato a letto con la tua
migliore amica
o sbaglio? -
sentii una fitta al cuore, quelle parole erano taglienti come la lama
affilata di un coltello.
- Andiamo, lo sappiamo entrambi che non hai dimenticato. Fai finta di
niente, fai finta che non sia mai successo. Ma basta che una persona te
lo ricordi per farti stare male -
- Smettila Zayn -
dissi con le lacrime agli occhi, ero rivolta verso l'armadio sicura che
Zayn non potesse vedermi eppure sapevo perfettamente che aveva capito
che stessi piangendo e che questo non scatenava in lui alcun tipo di
reazione. Zayn era freddo, per lui non esistevano sentimenti, non c'era
niente oltre al sesso. Sesso, non amore.
- Che cosa stai aspettando? Che si faccia la tua nuova migliore amica? -
sentii la sua voce ancora più dura e non riuscii a
trattenere le lacrime.
- Dovresti imparare ad amare Zayn, credimi è la cosa
più bella che ti possa capitare -
- L'amore è solo una perdita di tempo. Non appena cominci ad
amare una persona, c'è sempre qualcuno o qualcosa che te la
porta via -
scossi la testa
- Se è quella giusta, resterà per sempre. Non
importa chi o che cosa entrerà a far parte della sua vita -
conclusi asciugandomi una lacrima
- Sei un'illusa Sam. Apri gli occhi -
così dicendo lo vidi alzarsi e afferrare un vestito bianco
ed azzurro con dei pois bianchi sulla gonna
- Metti questo, è perfetto -
disse a pochi centimetri dal mio viso. Non respirai, sentivo il cuore
battere impazzito e lo stomaco stringersi. Era una sensazione strana,
eppure dopo quello che aveva detto avrei dovuto odiarlo a morte. Zayn
aveva molti difetti, era forse il ragazzo più egoista e dal
cuore di ghiaccio che io avessi mai conosciuto, eppure sotto quella
roccia dalla pelle scura ero certa che si nascondesse un ragazzo che in
realtà desiderava amare con tutto sè stesso ma
che era
troppo spaventato dall'idea di aprirsi per poterlo fare. Lo guardai
negli occhi per pochi secondi, fino a quando non fu lui ad
indietreggiare
- Passa una buona serata. -
disse solamente prima di uscire dalla stanza e chiudere la porta alle
sue spalle.
Le sue parole mi avevano turbata, i suoi modi mi avevano turbata. Tutto
di lui aveva lasciato un segno. Inspirai a fondo, Harry. Dovevo pensare
a lui e a nessun altro.
Infilai il vestito che Zayn mi aveva suggerito e raccolsi i capelli
lisci in una lunga coda che ricadeva lungo la schiena lasciata
scoperta, osservai la mia immagine riflessa nello specchio ed inspirai
a fondo. Perchè le parole di Zayn mi avevano colpita
così
duramente? Perchè infondo aveva ragione. Ma c'era un errore
nei
suoi pensieri, probabilmente Harry non avrebbe esitato a farsi la mia
nuova migliore amica, come l'aveva chiamata Zayn, ma ero certa che
Hannah non era Alex. Hannah non avrebbe mai nemmeno permesso a
sè stessa di pensare ad una cosa del genere e questo faceva
di
lei il mio punto di riferimento.
Alle 20.00 in punti sentii il campanello suonare e quando scesi al
piano di sotto notai che Louis era già uscito lasciando
dietro
di sè una forte scia di profumo, ridacchiai divertita. Liam
e
Niall mi guardarono sorridendo e mi vennero incontro circondandomi con
un abbraccio
- Sei meravigliosa -
disse Liam guardandomi negli occhi, sorrisi imbarazzata
- Già, sei perfetta. Dovresti uscire con me -
disse Niall ridacchiando
- Grazie ragazzi -
dissi stritolandoli in un nuovo abbraccio. Zayn non si era mosso dal
divano, lo sguardo era fisso sul cellulare e digitava freneticamente
qualcosa, un messaggio forse. Non mi interessava, Harry era dietro
quella porta gialla che mi aspettava. Aspettava me e nessun'altra,
almeno per quella sera.
- A più tardi -
- Divertiti -
dissero Niall e Liam in coro. Lanciai loro un ultimo sorriso prima di
aprire la porta e trovarmi due occhi verdi intenti a fissarmi
- Wow, sei fantastica -
commentò Harry quasi in trance, sorrisi richiudendo la porta
alle mie spalle
- Lo so -
dissi fingendo. Adoravo sentire dei complimenti uscire da quelle
labbra. La sua mano si intrecciò con la mia e sentii il
cuore
cominciare a battere forte come se stesse cercando di uscire dal petto.
Una piccola folla di fan si era radunata davanti al vialetto di casa,
Harry le salutò con un ampio sorriso prima di aprire la
portiera
della sua macchina e aspettare che prendessi posto sul sedile del
passeggiero per poi richiuderla alle mie spalle. Una volta al mio
fianco allacciò la cintura e partì.
- Dove mi porti? -
chiesi ridacchiando. Non ricevetti risposta, il suo sguardo era fisso
sulla strada ma una piccola fossetta tradiva la finta espressione seria
che cercava di mantenere. Sorrisi mordicchiandomi il labbro inferiore.
Fuori dal finestrino vedevo scorrere una serie di paesaggi infiniti,
dalle campagne inglesi con i campi perfettamente curati, alle piccole
cittadine con piccole casette dalle finestre illuminate da una fioca
luce giallastra. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da Harry, tutto
di lui era così perfetto. O almeno, a me sembrava tale. I
suoi
capelli erano leggermente mossi e spettinati, una delle sue due piccole
fossette era costantemente presente sul suo viso ed il suo sguardo
meraviglioso si alternava dal guardare la strada e poi me. Ogni
qualvolta che lo incrociavo non potevo fare a meno di arrossire, credo
che non mi sarei mai abituata a sostenere quei profondi occhi verdi.
Lo amavo? Certo che lo amavo, come avrei potuto non provare niente per
quel meraviglioso ragazzo che avevo al mio fianco. Mi aveva tradita e
mi aveva ferita era come se una parte di quella ferita non fosse mai
andata via, come se non si fosse cicatrizzata. Noi due insieme eravamo
come il mare ed i suoi piccoli abitanti, l'uno non poteva fare a meno
dell'altro. Eppure non mi sentivo completa, eppure stavo finendo col
pensare di nuovo ad un'altra persona che avrei dovuto lasciare ad
Holmes Chapel. Io e lui eravamo come il giorno e la notte, come il sole
e la luna. Lui era una creatura dannatamente bella e tenebrosa mentre
io ero una creatura semplice, di scarsa bellezza e di un'infinita
insicurezza.
Lo amavo? No, il mio cuore non era suo. Il mio cuore apparteneva al
ragazzo dagli occhi verdi seduto al mio fianco e non sarebbe mai stato
di nessun altro. Solo lui mi trattava come se fossi l'unica ragazza
presente sul pianeta, solo lui poteva farmi sentire meravigliosa come
una principessa.
- Siamo arrivati -
la sua voce calda mi riportò alla realtà, mi
voltai verso
di lui avvicinando le mie labbra alle sue. Fu un bacio intenso, che
tutt'ora non saprei descrivere. Sentivo il suo respiro caldo sulla
pelle e le sue mani scorrere delicatamente lungo la schiena facendo
comparire un sorriso sulle mie labbra.
- Ti amo -
sussurrai sperando che quelle parole restassero
nell'intimità
che si era creata fra noi due. Dire quelle cinque parole mi aveva
sempre resa fragile e vulnerabile, scoprire i miei sentimenti non mi
era mai piaciuto perchè era l'unico punto in cui colpirmi
sarebbe stato più facile. Ma uscirono quasi spontanee e non
riuscii a fermarli, o forse non volevo fermarle.
- Due volte a Londra in così poco tempo. Dovrei cominciare a
pensare di essere speciale? -
dissi intrecciando le mie dita con le sue. Harry si bloccò e
si mise davanti a me guardandomi negli occhi
- Tu sei speciale -
pronunciò marcando ogni singola parola della sua frase. Non
dissi niente, mi aveva spiazzata.
Camminammo mano nella mano per le vie di Londra inseguiti da gruppi di
fan e fotografi, le prime non mi davano fastidio anzi mi facevano
capire che non ero l'unica persona ad apprezzare Harry per la sua
semplicità, mentre i secondi non ci lasciavano un attimo di
tregua ci seguivano dovunque andassimo e impedivano alla nostra serata
di prendere un'ottima piega. Finalmente raggiungemo un piccolo
ristorante italiano molto elegante, un cameriere alto con i capelli
neri brizzolati ed una carnagione scura ci accolse sfoggiando un
bellissimo accento italiano sebbene parlasse inglese perfettamente. A
stento cercai di tenere la bocca chiusa e di non cominciare ad
intavolare una discussione interamente in italiano che stavo quasi
cominciando a dimenticare, colpa di abitare tutti i giorni insieme a
quattro ragazzi inglesi e di vivere lontano dalla mia madre patria. Ci
sedemmo in un tavolo lontano dall'entrata del locale sebbene non
servisse a nasconderci dagli scatti delle persone fuori dal ristorante,
passai una mano fra i capelli imbarazzata e sorrisi guardando Harry
- Mi dispiace Sam, loro non li avevo previsti -
disse scusandosi, afferrai le sue mani sorridendogli
- Non è colpa tua, è solo che non ero pronta a
tutto
questo. Insomma, le uniche persone che mi hanno rincorsa durante un
appuntamento sono state Alex per darmi un . . . -
mi bloccai ridendo. Alex mi aveva inseguita per quasi tutto
l'appuntamento con un profilattico in mano sfoggiando il suo slogan del
fai sesso sicuro, non
vorrai ritrovarti a pesare 100 kg domani.
guardai l'espressione dipinta sul volto di Harry, per un
attimo
avevo dimenticato di lui ed Alex, ma non potevo farci niente. Alex era
più della metà del mio passato.
- Sì be non è importante . . . e mia madre
perchè le avevo rubato la macchina -
pensai divertita
- Hai rubato la macchina a tua madre? -
- Be tecnicamente non è rubare se lo fai a tua madre -
dissi ridacchiando.
Quando finimmo di mangiare anche il dolce Harry da vero cavaliere
pagò il conto e mi fermò prima che potessi
raggiungere
l'uscita del locale
- Vieni con me -
disse sorridendo trascinandomi verso il retro del ristorante. Varcata
la soglia della piccola porta bianca si apriva un immenso giardino
illuminato da mille luci colorate appese ai grossi alberi, davanti a
noi c'era un piccolo sentiero in mattoni e davanti una zona circolare
sormontata da un grande gazebo pieno di fiori e luci. Per un attimo
pensai di trovarmi sul set del film A Cinderella Story, l'atmosfera era
perfetta, il mio principe era perfetto.
- Posso farti una domanda? -
chiesi istintivamente.
- Tutto quello che vuoi -
- Ti sei pentito di quello che hai fatto con Alex? -
abbassai lo sguardo, avevo paura della sua risposta e forse una parte
di me non voleva nemmeno conoscerla. Le sue dita morbide lasciarono la
mia mano e si spostarono sul volto alzandolo e costringendo i miei
occhi a fissarsi nei suoi
- Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo. -
e guardandolo negli occhi realizzai che quello che stava dicendo era la
verità, i suoi occhi brillavano e gridavano la
verità. Mi
attirò a sè lasciando un dolce bacio sulle labbra
per poi
staccarsi e condurmi al centro del cerchio coperto dal gazebo
- Ho un'ultima sorpresa -
disse sussurrando, notai con una rapida occhiata il cameriere di prima
uscire con in mano un violino seguito da una ragazza che teneva un
piccolo flauto, si misero in un piccolo angolo del giardino non troppo
distante da noi e cominciarono a suonare una melodia dolce. Harry mi
strinse a sè circondando i miei fianchi con le sue braccia,
avvicinai il viso al suo guardando i suoi occhi verdi
- Ti amo Harry Styles -
dissi sorridendo
- Ti amo Samantha Penelope Davis -
disse marcando la pronuncia del mio secondo nome. Lo guardai per
qualche secondo, Louis Tomlinson e la sua boccaccia.
- Non prendertela, è così carino -
disse ridacchiando
- Giuro che gli strappo le corde vocali quando torno a casa -
Harry si lasciò andare ad una leggera risata. Passai una
mano
fra i suoi ricci e lo zittii con un bacio lasciando i nostri corpi
muoversi lenti al ritmo di quella musica meravigliosa.
Haloa :3
Liam e
Josh *__________* aaawwww :3
E'
passata ormai una settimana (?) da quando ho postato il capitolo?
Chiedi umilmente scusa, ma l'ultima settimana di scuola è
stata super impegnativa perchè avevo un pò di
cose da recuperare D:
Ero un pò indecisa su come rendere l'appuntamento di Sam ed
Harry e alla fine ho scelto di fare una cosa molto romantica. Insomma,
non dimentichiamoci che la povera Hannah è andata al
bowling, qualcuno di romantico doveva pur esserci! AHAHAHA!
io non vi ringrazierò mai abbastanza, il primo capitolo
della storia ha raggiunto e superato le mille visualizzazione e quando
ho visto il numero ero tipo così D: , davvero grazie di
cuore <3
Ringrazio le ragazze che lasciano una recensione, le persone che
leggono i miei capitoli e tutte quelle meraviglie che l'hanno inserita
fra le preferite, seguite e ricordate.
Domani ultimo giorno, dite che è finita sta scuola?!
Dopodiche cominciano le vacanze, alternate ai corsi di recupero, ma
avrò sicuramente molto più tempo e spero di
postare con molta più rapidità.
Ricordo il mio twitter per chi volesse seguirmi :D
https://twitter.com/#!/mylifehas1D_
eee, vi posto il
vestito di Sam :D
http://i.imgur.com/srljv.png
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** 17. How can you see into my eyes like open doors ***
One Direction
17. How can you see into my eyes
like open doors
Feci
scattare la serratura il meno rumorosamente possibile, avevo
controllato l'ora sul piccolo schermo del mio cellulare e segnava le
3.40 del mattino e sapevo che i ragazzi dormivano già da un
pò. Almeno ero certa che lo facessero Liam,Niall e Louis.
Con
Zayn non potevo avere la stessa certezza, lui non era esattamente il
tipo di ragazzo che donava certezze. Varcai la soglia di casa e mi
ritrovai immersa nel salotto rischiarato da una flebile luce giallastra
dimenticata accesa, richiusi la porta alle mie spalle e guardai verso i
divani, forse con la speranza di trovarvi qualcuno che però
non
c'era. Salii lentamente i piccoli scalini e mi ritrovai in
pochi
secondi al piano di sopra, passai davanti alla camera di Louis e lo
vidi completamente avvolto fra le lenzuola mentre dalla sua bocca si
levava un pesante russare.
La
porta della camera di
Liam e Niall era socchiusa ed intravidi le loro sagome stese sui letti,
raggiunsi la mia stanza aprendo piano la porta cercando di fare il meno
rumore possibile ma quando entrai notai che Zayn non c'era. Era uscito
e sebbene fossero le 3.45 del mattino non era ancora rientrato. Sfilai
le scarpe lasciandole in un angolo della stanza e sfilai il vestito
indossando un paio di pantaloncini rosa ed una canotta bianca, raccolsi
i capelli in una coda e mi avvicinai al letto quando improvvisamente il
telefono prese a squillare
- Cazzo! -
sussurrai a dentri stretti correndo verso la borsa dove avevo lasciato
il telefono, nella rincorsa che presi in direzione del mobiletto
sbattei l'alluce del piede contro l'angolo del letto e strinsi gli
occhi costringendomi a non urlare per il dolore
- Merda! Che male -
sibilai rispondendo senza nemmeno controllare chi fosse
- Ciao anche a te migliore amica -
disse Hannah dall'altro capo del telefono con una voce squillante.
- Han, non che io detesti parlare con te, ma sono quasi le quattro del
mattino e qui stanno dormendo tutti -
dissi massaggiandomi il povero alluce danneggiato
- Oh scusa, pensavo fossi ancora con Harry -
disse ridacchiando
- No, sono appena tornata. A proposito com'è stata la tua
serata? -
le chiesi ricordandomi che non ero stata l'unica ad aver passato una
serata fuori in dolce compagnia
- Speravo che me lo chiedessi -
disse ridendo. Mi avviai verso il bagno lasciandomi scivolare accanto
alla vasca da bagno e mi misi comoda per ascoltare quello che sarebbe
stato il lungo racconti di Hannah
Quando Hannah aveva
accettato
l'invito di Louis per uscire insieme, non si sarebbe aspettata
esattamente un invito al bowling ma per lei l'importante sarebbe stato
passare la serata insieme non le importava dove e come. Aveva passato
mezz'ora davanti all'armadio indecisa su che cosa mettere, aveva
scartato almeno una decina di jeans per colpa del colore e altrettante
magliette per lo stesso motivo fino a quando la sua attenzione non era
stata catturata da un vestitino bianco non troppo corto ricamato con
dei piccoli fiorellini di colore rosa chiaro al quale aveva abbinato un
paio di sandali dello stesso colore. Aveva lasciato i capelli biondi
liberi lungo le spalle ma rigorosamente piastrati ed aveva coperto il
suo viso con un filo leggero di trucco, non amava esagerare d'altronde
non aveva mai pensato di essere così brutta da necessitare
di
una maschera completa per nascondersi. Non era Megan Fox, questo era
ovvio, ma non era nemmeno una ragazza orribile.
- Papà, come sto? -
disse scendendo le scale e facendo una giravolta su sè
stessa da
perfetta ballerina. Suo padre alzò lo sguardo soddisfatto
- Sei meravigliosa tesoro -
le aveva detto in un sorriso. Tutti i padri sarebbero stati orgogliosi
della propria figlia, specialmente se quella figlia era Hannah. Lei era
così perfetta che sembrava scesa direttamente dal cielo.
- Hannah, c'è bisogno che io ti faccia . . . be
sì
ecco intendo, è il caso che io ti parli del . . . -
suo padre era visibilmente in imbarazzo e gesticolava facendo ampi
cerchi con le mani facendo intuire chiaramente alla figlia di che cosa
stesse parlando
- Sesso papà? -
chiese lei finendo la frase del padre
- Sì, sesso -
rimarcò lui
- No stai tranquillo. La mamma ti ha battuto sul tempo lo scorso anno -
disse ridacchiando. Suo padre tirò un leggero sospiro di
sollievo per poi sollevare di colpo entrambe le sopracciglia
- O mio dio, hai perso la tua verginità? -
disse portando entrambe le mani davanti alla bocca, l'espressione di
Hannah fu un misto tra divertimento e compatimento
- No papà, il mio imene è ancora intatto -
disse ridendo
- Bene, fa che lo sia per i prossimi trent'anni -
disse riprendendo a guardare la televisione. Hannah scosse la testa
divertita
- Certo, trent'anni papà -
sussurrò fra sè divertita.
Lo schermo del cellulare lasciato fra le lenzuola si era illuminato e
lampeggiava una piccola busta gialla con il nome di Louis, il messaggio
diceva solamente Sono
fuori casa tua, ti aspetto
Hannah afferrò la piccola borsetta e ci mise dentro il
cellulare
e corse al piano di sotto salutando la sua famiglia con un rapido
"ciao".
Louis era appoggiato alla sua macchina intento a sistemarsi i capelli
guardando il suo riflesso nel piccolo specchietto dell'auto e nemmeno
si accorse dell'arrivo della bionda
- Louis -
lo salutò Hannah raggiante, il ragazzo sussultò
per poi rilassarsi alla vista della ragazza
- Venere -
sussurrò guardando il corpo della giovane sbalordito che nel
frattempo lo guardava ridendo
- Cosa? -
- Hannah, volevo dire Hannah -
si corresse aprendo la portiera
- Prego -
le disse con un ampio cenno della mano e non appena Hannah ebbe preso
posto sul sedile davanti, richiuse lo sportello accarezzando la
carrozzeria della sua amata Carolina.
- Qual'è il piano? -
Louis sorrise mettendo in moto l'auto
- Lo scoprirai -
disse ridacchiando
- Dai arriva alla parte romantica Han -
la invitai ridacchiando
- Intendi quando mi ha portata al bowling o quando è venuto
a casa mia? -
non riuscii a frenare le risate, Louis ed il romanticismo avevano la
relazione più difficile che io avessi mai visto. Un momento
. .
.
- E' venuto a casa tua? A fare cosa? -
- Oh andiamo Sam, a fare una partita a briscola -
disse Hannah ridendo dall'altro capo del telefono
- L'abbiamo fatto -
- Oh, e com'è stato? Voglio dire, meglio lui o Josh? -
ero andata dritta al sodo, Josh mi era sempre sembrato un tipo che ci
sapesse fare in tema camere da letto mentre Louis lo vedevo un
pò . . . Louis. Inoltre da quando Hannah era tornata dalla
sua
gita romantica con Josh prima di rompere con lui, non mi aveva
raccontato niente.
- Non lo so. Io e Josh non l'abbiamo mai fatto -
concluse
- Vuoi dire che la tua prima volta è stata con Louis? -
- Sì -
fu la sua unica risposta
- Han è una cosa romantica, sebbene stiamo parlando di
Louis. -
- Lo so -
disse eccitata
- Ma adesso raccontami la tua serata, spero che Harry ti abbia
preparato una serata coi fiocchi -
- Niente bowling per noi -
dissi ridendo per poi continuare
- Mi ha portata a Londra -
dissi ripensando alla vista di quella magnifica città in
compagnia di Harry
- Abbiamo cenato in un posto bellissimo, l'atmosfera era
così romantica, a parte i fotografi che non ci lasciavano
nemmeno respirare -
aggiunsi irritata ripensando a tutti quei flash che avevano fatto da
sfondo alla nostra serata
- Domani dovrò difenderti dall'attacco di milioni di
directioner inferocite -
disse Hannah ridacchiando
- Dopo che qualcuno pubblicò le foto di me e Louis sul
marciapiede un sacco di ragazzine non hanno fatto altro che insultarmi -
concluse ridacchiando. Hannah era una tipa dura, non dava peso alle
chiacchiere della gente io al contrario ero terrorizzata dal pensiero
di poter ricevere qualsiasi tipo di insulto. Alla fine, che cosa avevo
fatto per meritarmi degli insulti gratuiti?
- Allora da domani sarai la mia guardia del corpo ufficiale -
dissi ridendo
- Che onore. Dai dimmi la parte in cui vi spogliate e lo fate nella sua
macchina -
disse ridendo, non c'erano dubbi sul fatto che lei fosse decisamente la
ragazza perfetta per Louis, a volte faticavo a capire se quelle parole
le prendesse dalla testa del suo fidanzato ma poi realizzavo che veniva
in diretta dal suo cervello
- Han! E' stata una serata romantica, la più bella della mia
vita. Niente sesso selvaggio nella sua macchina -
dissi ridacchiando
- Dopo aver cenato mi ha portata nel giardino nel retro del locale e
c'erano dei camerieri che hanno suonato per noi tutta la sera -
- Come Hilary e Chad in quel film, ogni tanto chiedi a Harry di dare
consigli a Louis -
disse infine sospirando
- Sarà fatto. Ora vado, ti voglio bene -
dissi sentendo dall'altra parte un ti voglio bene anch'io. Chiusi la
chiamata e mi sollevai dal pavimento, passai una mano sul sedere
massaggiandolo, non avevo messo in conto quanto duro potesse essere il
pavimento e adesso il mio sedere aveva preso le forme di quello della
statua di Michelangelo a Firenze. Quando alzai gli occhi vidi una
figura in piedi nella penombra lungo lo stipite della porta, non mi
spaventai, ormai ero abituata ad incontrarlo così e sebbene
la luce fosse bassa, capii immediatamente di chi fosse quel corpo
davanti a me
- Zayn -
quasi lo sussurrai come se volessi dirlo più a me stessa che
a lui. Non si mosse nemmeno di mezzo centimetro, non ero nemmeno certa
che stesse respirando
- Mi serve il bagno -
disse con un tono piatto
- Oh, certo -
dissi notando che era entrato nel bagno, aveva i capelli spettinati, il
viso stanco e notai che la zip dei suoi jeans era aperta. Non capivo
esattamente per quale motivo ma una parte di me, una buona parte di me,
si sentiva come tradita, gelosa di quella ragazza che gli aveva fatto
compagnia fino a quel momento. Lo superai senza incrociare il suo
sguardo, ero certa che la sua entrata non fosse stata casuale, in
qualche modo aveva voluto farmi capire che anche lui aveva passato una
buona serata.
Sentivo l'acqua della vasca da bagno scorrere e non riuscii a fare a
meno di immaginare ogni singola gocciolina scivolare lungo il suo corpo
accarezzando ogni singolo muscolo, ogni singolo tratto del suo corpo
perfetto, le sue labbra dischiuse, i suoi occhi di un colore
così intenso che erano capaci di spedirmi in un altro mondo
non appena li incrociavo. Il cuore non batteva più
regolarmente, il battito era accelerato ed era l'unico suono che
percepivo di me stessa. Ero rimasta in piedi davanti al letto, lo
sguardo era rivolto verso la porta del bagno in attesa di un momento
non ben definito. Quando la porta si aprì Zayn
uscì indossando un paio di boxer neri che aderivano
perfettamente alle sue forme e dopo aver percorso con lo sguardo il suo
corpo trattenni il fiato per pochi istanti cercando i suoi occhi che da
tempo avevano trovato i miei.
Non disse niente, avanzò a passo deciso tenendo teso ogni
singolo muscolo del suo corpo, persino il suo volto era contratto senza
però aver assunto una precisa espressione. Quando fu
abbastanza vicino, sentii il suo respiro sul collo e detestai il fatto
di essere alta un metro e poco più perchè il suo
fiato, il calore del suo corpo era eccitante e in quel momento non
desideravo altro di baciarlo e sentirlo mio, desideravo rubarlo a
chiunque altra ragazza lo avesse tenuto per sè fino a pochi
minuti prima. Le sue mani sfiorarono la mia pelle e circondarono i
fianchi stringendoli in una presa forte e decisa, anche il respiro,
insieme al battito del mio cuore, aveva cessato di essere regolare, con
l'indice della mano destra sfiorai il suo petto lasciato nudo e
percorsi le forme dei suoi addominali per poi salire e sfiorare le sue
labbra. Zayn mi stava facendo conoscere una parte di me che mai avevo
visto prima, che mai avrei pensato potesse nascondersi dentro di me ma
che stavo amando in quel momento.
Le sue labbra di avvicinarono posandosi sulle mie, erano labbra avide e
la sua lingua cominciò a fare spazio nella mia bocca, mi
aggrappai al suo corpo stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi
lasciandomi appoggiare sul letto mentre le sue mani spaziavano sotto la
canotta per poi toglierla definitivamente. Lo spinsi leggermente per
invertirci e mi ritrovai sopra di lui lasciando una scia di baci sul
suo petto che si alzava e si abbassava rapidamente spingendomi sempre
più in basso sfilandogli i boxer neri e questa volta fu Zayn
e tornare sopra di me facendomi diventare sua, almeno per quella notte.
- Com'è andata la serata? -
mi chiese nel buio della stanza, il suo corpo era disteso accanto a me
e finalmente i nostri respiri erano tornati regolari. Quella domanda mi
lasciò senza parole, per tutto quel tempo non avevo pensato
ad Harry, nella mia testa, nel mio corpo, c'era stato posto solo per
Zayn
- Zayn, io . . . -
cercai di formulare una frase ma in realtà non sapevo
nemmeno io che cosa stessi cercando esattamente di dire
- Tranquilla Sam, non mi dà fastidio. Io ho una parte di te
che Harry non avrà mai -
concluse prima di girarsi verso la porta e addormentarsi.
Non immaginai quanto vera fosse l'affermazione che aveva appena fatto,
ma era così. Harry aveva una parte di me che Zayn non poteva
avere ma lui aveva l'altra metà di me che Harry non poteva
vedere, che nemmeno aveva mai conosciuto.
Haloa :3
Buongiorno a tutte/i !
Comincio col chiedervi scusa per l'enorme ritardo, ma confesso di aver
attraversato il fatidico periodo durante il quale ogni idea mi sembrava
davvero pessima e ho preferito aspettare un'ispirazione decente
piuttosto che postare un capitolo pieno di cavolate! Spero che questo
capitolo sia di vostro gradimento, io non ne sono pienamente
soddisfatta ma alla fine non potevo aspettare ancora xD
Come avrete notato, e per evitare spoiler vi consiglio di leggere prima
il capitolo e poi tornare quaggiù aahahahah
Il fatidico momento tra Sam e Zayn, non voglio che passi il messaggio
che Sam è una facile ma è divisa a
metà, Harry ovviamente recita il ruolo del principe azzuro
mentre Zayn le fa conoscere un lato di sè che non aveva mai
conosciuto ma che lei riesce ad apprezzare e poi ovviamente nessuno
può negare che fra i due ci sia dell'attrazione.
Sarò sincera, credo che non manchino moltissimi capitoli
alla fine, ormai ci siamo quasi . . . Ho già delle idee
riguardanti il finale e per quanto sia doloroso mettere il punto a
questa storia, non vedo l'ora di cominciare a buttarle giù
perchè voglio scrivere un finale degno di essere chiamato
tale ahahah!
Ora, passiamo alle chiacchiere ahahah
Innanzitutto, un grosso in bocca al lupo ai maturandi. Spaccate i culi
a tutti ragazzi/e !!!
Poi, avete visto le twitcam di Niall e Liam? ahahah quella di Niall
insieme a Josh mi ha fatta morire dal ridere, Josh che fa le ruote in
mezzo al corridoio alle due di mattina se non erro . . e poi
cioè, quando hanno detto CIAO ITALIA Josh con la voce sexy e
Niall con la sua voce strana ahahahah Okay . . . Ho
finalmente trovato i poster a grandezza naturale, mi sembra di essere
uscita dall'armadio che conduce a Narnia e di essere tornata nel mondo
reale ahahahah!
Bene, vi ricordo il mio indirizzo twitter se volete scrivermi o
seguirmi <3
https://twitter.com/#!/mylifehas1D_
A presto, baci e tanto amore
:3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** 18. And it's over, and I'm going under, but I'm not giving up, I'm just giving in ***
One Direction
18. And it's over, and I'm going
under, but I'm not giving up, I'm just giving in
Sentivo gli occhi
bruciare, tutta la notte, o meglio, quello che ne rimaneva, l'avevo
passata a piangere in silenzio. Era come se in quella stanza ci fosse
un'altra persona, una Sam che non avevo mai conosciuto e che se prima
avevo amato, adesso cominciavo ad odiarla. La odiavo perchè
era
esattamente il tipo di persona che avevo sempre detestato, la odiavo
perchè si era comportata come Alex, la odiavo
perchè
aveva fatto ad Harry quello che lui aveva fatto a lei, ed era
perfettamente consapevole di quanto fosse doloroso scoprire di essere
stati traditi.
Ma non rimpiangevo di averlo fatto con Zayn, stare con lui mi aveva
fatto provare una marea di sensazioni nuove che mi avevano
completamente rapita e portata su un altro pianeta.
Mi voltai verso di lui ed osservai la sua schiena perfetta, seguii la
linea della colonna vertebrale con lo sguardo fino a quando non
incontrai il lembo del lenzuolo che copriva la parte restante nuda del
suo corpo, quella che fino a poche ore prima mi aveva fatto sua. Il suo
corpo si alzava ed abbassava ritmicamente ad ogni respiro e mi alzai
dal letto cercando di non svegliarlo, la sveglia segnava le sette in
punto e questo significava per me una giornata di lavoro. Hannah avevo
preso il giorno libero, me lo aveva ripetuto un centinaio di volte il
giorno prima, aveva detto di voler passare del tempo con Louis prima di
tornare a Doncaster per una settimana ed il pensiero di dover portare
tutto dentro di me per una giornata intera, di dover guardare Harry
negli occhi e dover mentire, mi uccideva. Qualsiasi peccatore sente il
bisogno di svelare il proprio peccato, a volte per avere semplicemente
la coscenza pulita, altre volte perchè il bisogno di
confidarsi
è davvero forte e ti divora dall'interno.
Mi avvicinai all'armadio e tirai fuori un paio di shorts neri ed una
canotta blu, infilai un paio di calzettoni bianchi con delle strisce
verdi lunghi fino al ginocchio ed indossai un paio di scarpe comode,
lasciai i capelli lisci ricadere lungo le spalle spostati da un lato e
mi appoggiai all'armadio osservando i lineamenti rilassati del viso di
Zayn. Sembrava così diverso dalla persona che in
realtà
era tutti i giorni, in realtà lui era diverso, il ragazzo
che
aveva appena fatto l'amore con me era un ragazzo che aveva bisogno
d'amore, un ragazzo che da troppo tempo si accontentava di semplice
sesso e per la prima volta ha avuto qualcosa di diverso. Ma qualcosa mi
diceva con sarebbe mai riuscito ad ammetterlo, che una volta
svegliatosi, quel ragazzo sarebbe ritornato lo stesso di sempre e
avrebbe cercato sempre il solito sesso, accontentandosi.
Mi avvicinai al letto incerta sedendomi accanto a lui, lo osservai
nuovamente rassicurata dal fatto che era avvolto in un sonno profondo e
passai una mano lungo la sua guancia
- Zayn, cercherò di non ferire il tuo orgoglio. Ma puoi
anche
evitare di comportarti così, non verrò a letto
con te.
Non ti bacerò, e non farò qualsiasi altra cosa tu
abbia
in mente -
lo sentii ridacchiare e allontanarsi di qualche centimetro, quel poco
che mi bastò per girarmi e guardarlo negli occhi. Il colore
delle sue iridi era completamente diverso da quello di Harry, anzi era
molto più simile al mio, erano di un colore cioccolato
intenso e
dovetti distogliere lo sguardo per concentrarmi sulle sue parole
- Ricordati le tue parole, voglio sentirtele sussurrare quando cadrai
ai miei piedi -
Come un fulmine a
ciel sereno mi ricordai di quella volta quando respinsi Zayn, anche
quella volta aveva avuto ragione.
- Misà che devo rimangiarmi la mia frase -
dissi in un sussurro passando una mano fra i suoi capelli, non si era
mosso di mezzo centimetro e dormiva ancora beatamente
- Dovresti lasciarti andare ogni tanto, sei meglio di quello che vuoi
far apparire -
dissi lasciandogli un bacio sulla guancia. Mi alzai e mi avviai verso
il piano di sotto chiudendo la porta alle mie spalle. Sperai di non
incrociare Louis nel tragitto verso la porta, era il migliore amico di
Harry e non aveva esitato a dire la sua opinione quando era stato lui a
tradire me ed in un certo senso temevo il suo giudizio e temevo per la
nostra amicizia.
La casa era deserta, sul frigo c'era appeso un bigliettino giallo con
la calligrafia storta di Louis che diceva " Sono con Hannah, ci vediamo
stasera. Louis"
sorrisi, rassicurata dal fatto che lui non sarebbe tornato
prima
di sera e felice perchè lui e la mia migliore amica
avrebbero
trascorso un'intera giornata insieme, loro due da soli.
Afferrai la borsa ed uscii dirigendomi verso il caffè, notai
con
stupore che la casa era circondata da una decina di giovani ragazze con
in mano cellulare e macchine fotografiche pronte ad immortalare
qualsiasi cosa o persone fosse uscita da dietro la porta
gialla.
Una di loro, forse la più grande di quel piccolo gruppetto e
dai
lunghi capelli biondo cenere, mi si avvicinò guardandomi
dritta
negli occhi
- Sappi che se solo provi a far soffrire Harry Styles, verrò
a
cercarti e ti spezzerò le gambe. Sono stata chiara? -
restai un secondo in silenzio sperando che da un momento all'altro
sarebbe scoppiata in una risata e mi avrebbe informata che mi trovavo
su uno di quegli stupidi programmi dove fanno degli scherzi a della
povera gente innocente, ma la ragazza non accennava a desistere e
dovetti prendere fiato prima di rispondere
- Sì . . . -
dissi solamente, la ragazza sorrise compiaciuta e si spostò
lasciandomi passare e colsi l'occasione per alzare il passo e sbrigarmi
ad arrivare alla caffetteria, forse era la mia coscenza ad incutermi
ancora più paura di quella ragazzina.
Stranamente la grande sala piena di tavolini era quasi vuota, fatta
eccezione per un paio di giovani studenti in anticipo per le loro
lezioni ed una coppia di anziani signori che sorseggiava allegramente
un caffè.
Per qualche minuto mi fermai ad osservarli, anche io un giorno sarei
diventata come loro, un'adorabile e simpatica vecchietta seduta ad un
tavolino di una piccola cittadina inglese alle sette del mattino in
compagnia dell'amore della sua vita ed in quel momento, nella mia
testa, quell'anziano signore aveva solo un nome . . .
- Sam! -
la voce allegra di Josh mi riportò alla realtà
prima
ancora che potessi finire i miei pensieri, mi sforzai di sorridere e mi
avvicinai a lui
- Ciao Josh -
dissi con meno enfasi
- Che succede? -
domandò subito appoggiando entrambi i gomiti sul bancone e
sporgendosi verso di me. Lo guardai negli occhi che brillavano, quel
ragazzo era esattamente lo stereotipo del principe azzurro. Era
perfetto esteticamente e caratterialmente era il ragazzo migliore
esistente sulla faccia della terra, non aveva problemi, era dolce e
premuroso e si accorgeva in pochi secondi quando qualcosa non andava.
- Niente -
mentii guardando altrove
- Sam, non mi convinci -
disse prendendomi per mano e portandomi verso il retro del locale
- Prendiamoci cinque minuti di pausa, di là riusciranno a
cavarsela -
- Ma io non ho ancora iniziato -
dissi sorridendo, da parte sua ci fu una leggera scrollata di spalle e
poi si lasciò scivolare sul primo scalino che conduceva al
giardino, lo seguii sedendomi accanto a lui ed inspirai profondamente
- Cosa c'è che non va? -
chiese voltandosi verso di me, alzai le spalle cercando di trattenere
le lacrime
- Sono stata a letto con Zayn -
ammisi, e in quell'istante mi sentii sollevata, come se mi fossi tolta
un masso di dieci chili, ma subito dopo mi sentivo pesante come prima,
se non addirittura con un peso maggiore, con la consapevolezza di
quello che avevo fatto.
- Però stai con Harry -
concluse lui sorridendo
- Già, e mi sento uno schifo -
- Ti sei pentita? Di essere stata con Zayn intendo -
- Sarei una brutta persona se dicessi di no? -
chiesi guardandolo
- No, solo una persona onesta -
disse con lo stesso sorriso
- Io non lo so. Amo Harry, ne sono certa è solo che Zayn mi
fa sentire diversa -
cercai di spiegare nel migliore dei modi quello che provavo
- Devi fare una scelta Sam, stare con tutti e due non è
giusto e lo sai -
disse con naturalezza, in realtà non avevo mai considerato
l'idea di stare con entrambi, sapevo che era sbagliato e sapevo che in
qualche modo il mio cuore apparteneva ad uno solo di loro, solo non
sapevo ancora quale, almeno non lo avevo ancora capito.
- Grazie Josh. So che ultimamente il tuo non è stato un
ottimo periodo ma apprezzo quello che stai facendo per me -
- Non preoccuparti, se hai bisogno io ci sono -
disse passando un braccio attorno alle mie spalle e tirandomi a se
avvolgendomi in un abbraccio.
La mattinata trascorse velocemente, Holmes Chapel era stranamente
deserta e solo poche persone affollavano la grande sala del bar. Meglio
per me, significava che Josh non mi avrebbe implorata di fare un turno
extra per aiutarlo. Alle 13.00 in punto sfilai l'uniforme di lavoro e
tornai ad indossare i miei shorts e mi immersi nella soleggiata vita
cittadina. Dopo aver parlato con Josh mi sembrava che tutta l'ansia
fosse svanita ma mi bastò pensare ad Harry per tornare
nuovamente a sentire una forte stretta allo stomaco, non avrei certo
potuto evitarlo per sempre e d'altronde non volevo nemmeno farlo.
Sapevo che dovevo dirgli la verità e avrei dovuto farlo al
più presto, ma dicendogli la verità avrei messo
in
pericolo la band. Insomma, non gli avrebbe certo fatto piacere sapere
che la sua ragazza lo aveva tradito e lo avrebbe mandato fuori di testa
il fatto che lo avesse fatto con uno dei suoi migliori amici, ma una
parte di me pensava che almeno così avrebbe capito che cosa
potessi aver provato quando i ruoli erano invertiti, ma questa era una
magra consolazione. Imboccai il viale di casa notando una piccola folla
di ragazzine radunate davanti al vialetto che conduceva sino alla
piccola porticina gialla dietro la quale si trovavano Liam,Niall,Louis
e Zayn. Trattenni il respiro per pochi secondi cercando con lo sguardo
la ragazza che quella mattina mi aveva minacciata ma fortunatamente non
la scorsi da nessuna parte, superai il piccolo gruppetto e mi rifugiai
in casa, finalmente al sicuro.
Liam si affacciò dalla cucina con un ampio sorriso
- Hai fame? -
mi chiese
- Non molta -
dissi in una smorfia, il cibo era l'ultimo dei miei pensieri
- Qualcosa non va? -
chiese avvicinandosi, notai che portava legato in vita un piccolo
grembiule di colore bianco leggermente sporco e notai una striscia di
farina che colorava la sua guancia
- Sei sporco -
dissi ridacchiando
- Dove? -
chiese cominciando a tastarsi il viso
- Qui -
dissi allungano l'indice e spazzando via la farina dalla sua guancia
- Grazie -
sussurrò in un sorriso
- Comunque, non hai risposto alla mia domanda. E' tutto a posto? -
chiese nuovamente appoggiando entrambe le mani sulle mie spalle
- mmh mmh -
mugugnai vagamente ma la mia risposta sembrò bastargli
Sentii una voce schiarirsi in cima alle scale e quando mi sporsi, notai
Zayn in piedi a fissare prima Liam e poi me, mi allontanai sorridendo
notando che nel frattempo Liam era tornato in cucina senza dare troppo
peso a Zayn. Salii le scale e lo raggiunsi nella mia camera sedendomi
sul letto.
- Buongiorno -
disse sorridendo. Era la prima volta che vedevo stampato su quel volto
un sorriso sincero e sentii una forte fitta nello stomaco forse
perchè quel sorriso voleva dire molte cose, forse
perchè
quelle cose erano troppe per me e soprattutto non ero ancora sicura di
quello che avesse significato per me stare con lui quella notte.
- Giorno -
risposi sorridendo ma con meno enfasi rispetto al suo
- Qualcosa non va? -
chiese sedendosi di fianco a me, la sua gamba era attaccata alla mia
mente la sua mano percorreva lenta la mia schiena creando dei brividi
ad ogni singolo movimento, anche il meno accentuato, mi voltai a
guardarlo e vidi il suo volto a pochi centimetri dal mio, le sue labbra
leggermente dischiuse ed i suoi occhi fissi nei miei
- Devo andare da Harry -
sussurrai, forse più a me stessa che a lui
- Non lo ami Sam -
disse secco staccando la mano dalla mia schiena e portandola sulla sua
gamba
- E sai perchè non lo ami? -
disse improvvisamente alzandosi in piedi
- Perchè se lo amassi veramente, non saresti venuta a letto
con me ieri sera -
- Non è così Zayn, tu lo sai. Io provo qualcosa
per entrambi e sento di dover dire la verità ad Harry -
dissi socchiudendo gli occhi imponendomi di non piangere
- Se provi qualcosa per me allora resti qui, non andare via -
disse in un sussurro, i suoi occhi quasi mi imploravano di restare e mi
resi conto in quel momento che avrei dovuto fare una scelta. Restare
avrebbe significato Zayn, andare invece Harry.
- Zayn . . . io . . .-
il mio cervello non riusciva a pensare lucidamente, il cuore faceva un
nome, la mente ne urlava un altro. A quale dei due avrei dovuto dare
ascolto?
- Lascia perdere Sam. Dimentica tutto quello che è successo -
disse uscendo dalla stanza e sbattendo la porta alle sue spalle
- Ma non voglio dimenticarlo, non voglio dimenticarmi di te -
quasi lo urlai cercando di fargli giungere le mie parole anche se ormai
era sparito dietro quella porta, inspirai profondamente. Quasi non
respiravo più, sentivo la testa pulsare e avevo la vista
annebbiata. Che mi succedeva? Mi alzai sbattendo gli occhi
più
volte fino a quando non riuscii a riprendere il controllo e scesa al
piano di sotto notai che Zayn era sparito e mi lasciai cadere sul
divano fino a quando il campanello della porta non interrumpe il flusso
dei miei pensieri.
- Harry -
sussurrai alla vista di quel ragazzo dagli occhi verdi ed i capelli
ricci leggermente arruffati
- Sam -
disse visibilmente preoccupato mentre si fece largo entrando in casa
- Cos'è successo? -
chiese passando l'indice della mano destra sulla mia guancia per
asciugare le lacrime
- Devo dirti una cosa e probabilmente non avrai più il
coraggio di guardarmi in faccia -
sussurrai guardando i suoi occhi incupirsi di colpo.
- Sono stata con Zayn -
ammisi lasciando che nuove lacrime scivolassero lungo le mie guance, ma
questa volta non c'era la mano di Harry a raccoglierle cadevano senza
che nessuno le fermasse
- Ora capisco come ti sia sentita e confesso che non so come hai fatto
a perdonarmi perchè onestamente in questo momento hai smesso
di
avere la mia fiducia, hai smesso di godere del mio rispetto -
disse freddo. Le sue parole furono un duro colpo, non mi sarei
aspettata un abbraccio ed una pacca sulla spalla, ma le sue parole mi
avevano ferita. Mi feriva il fatto di non essere più una
persona
importante per lui, mi feriva non poter più essere stretta
fra
quelle braccia che mi sembravano un porto sicuro alla fine di una
giornata disastrosa. Le sue labbra si posarono sulle mie ma fu un bacio
triste, un bacio d'addio.
- Questo era quello che di solito viene definito un bacio d'addio? -
chiesi allargando le braccia
- Sì. Addio Sam -
disse voltandosi verso la porta
- Harry. Ricordati solamente che ti ho amato e che non importa di chi
si sia messo fra di noi, perchè non ho mai smesso di farlo e
mai
smetterò -
non si voltò, non vidi nemmeno l'espressione del suo volto,
tutto ciò che vidi fu la sua figura uscire, sbattendo la
porta
dietro di sè.
Fui nuovamente presa dalle stesse sensazioni di poco prima, sentivo le
tempie pulsare talmente forte che temetti potessero scoppiarmi da un
momento all'altro, faticavo a respirare, era come se il polmoni
stessero bruciando e non arrivasse loro più ossigeno e la
vista
cominciava a ridursi. Sentii la porta aprirsi e vidi Louis ed Hannah
comparire sulla soglia di casa, lei era leggermente nascosta dalla
figura alta del suo ragazzo, sentii la sua voce chiara e decisa fare
capolino nella mia testa
- Sam che cazzo hai combinato? -
chiese alquanto alterato
- Non ci credo, ti facevo una persona migliore -
disse avvicinandosi
- Louis, stai esagerando! -
lo interruppe Hannah alzando di due toni la sua voce
- Lui ha fatto la stessa cosa -
- Questo non le dava il diritto di tradirlo con uno dei suoi migliori
amici -
- Lou . . . -
sibilai cercando di attirare la sua attenzione quando si
voltò
verso di me riuscivo a percepire solo i contorni della sua figura
- Mi dispiace -
sussurrai stanca
- Non mi interessa. Mi hai deluso Sam, non ho altro da dire -
disse superandomi e salendo le scale
- Gli passerà Sam -
disse Hannah stringendomi in un abbraccio per poi staccarsi
immediatamente guardandomi preoccupata
- Sam cos'hai? -
mi chiese notando che non riuscivo più a respirare
- Sam?! -
quasi urlò mentre chiudevo gli occhi lasciandomi cadere
sulla moquette del salotto.
- Louis ti prego corri! -
la voce rotta dai singhiozzi di Hannah seguita dai passi frettolosi di
Louis lungo le scale furono le ultime cose che sentii prima di perdere
conoscenza.
Ciao ragazze
<3 scusate il solito ritardo ma sono stata davvero impegnata in
questo periodo, tra i corsi a scuola che mi impegnano tutti giorni
più il fatto che cerco di andare in piscina per lasciare ad
Edward Cullen il primato della carnagione cadaverica dell'anno xD ho
davvero pochissimo tempo.
Avevo forse già accennato qualcosa nello scorso capitolo
riguardo il continuo della storia, ebbene il fatidico momento
è arrivato. La storia sta per finire, mancano davvero pochi
capitoli al gran finale ed al nostro arrivederci, ma sarà
temporaneo perchè ho già in mente altre idee
<3
Ringrazio come sempre quelle splendide persone che leggono la mia
storia, quelle che la recensiscono e tutti coloro che l'hanno inserita
fra le seguite/ricordate e preferite <3 grazie,grazie,grazie
<3
Che altro dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, avevo molte idee
in testa ma metterle in pratica è stato alquanto difficile.
Spero di non avervi deluse, vi mando un bacio <3
Al prossimo capitolo <3
PS. questo era il vestito di Sam :)
http://i.imgur.com/hyGiB.jpg
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** 19. And hoping for a better life this time, we'll fade out tonight straight down the line ***
One Direction
19.
And hoping for a better life this time, we'll fade out tonight straight
down the line
Aprii
gli occhi guardandomi intorno, le pareti erano bianche, le lenzuola
erano bianche, il tavolino di fronte al letto era bianco e sempre
bianca era la sedia accanto ad esso. Sembrava che chiunque abitasse
lì dentro, fosse un amante del bianco.
-
Sei sveglia -
sussurrò
Hannah alzando la testa dal letto, aveva i capelli leggermente
arruffati ed il viso stanco
-
Dove siamo? -
le
chiesi sorridendole, mi guardò con un'espressione stupita
prima di rispondere dopo qualche secondo
-
Non ricordi niente? -
chiese
con un leggero sorriso
-
Ricordo di aver fatto un casino con Zayn ed Harry e ricordo che Louis
si è arrabbiato parecchio -
dissi
ridacchiando. In realtà la mia era una risata amara, di
chi è consapevole di quanto orribile sia quello che ha fatto
-
Louis è preoccupato per te. E' andato al bar a prendere un
caffè tornerà tra poco -
disse
guardando verso la porta
-
Sam, c'è qualcosa che non va? Voglio dire stai bene? -
chiese
timorosa
-
In che senso? -
-
Sam, non . . . non respiravi ed eri così pallida e poi sei
svenuta ed io ho pensato che non ti avrei più rivista -
disse
scoppiando a piangere
-
Han, sto benissimo e ti prometto che sarai costretta a vedere la mia
faccia per i prossimi cinquant'anni e anche nell'aldilà
staremo
insieme per sempre -
dissi
stringendo la sua mano
-
Lo spero per te -
disse
asciugandosi una lacrima con il polso e tirando su col naso.
Proprio in quel momento Louis entrò nella stanza e non
appena mi
vide il grande bicchiere di caffè che stringeva tra le mani
fece
un volo prima di cadere per terra versando il suo contenuto sui
pantaloni beige di Louis e sul pavimento, bianco, della stanza.
-
Sam! -
urlò
ignorando la macchia enorme che si era formata sul suo pantalone
-
Mi hai fatto prendere un infarto -
disse
stringendomi in un abbraccio
-
Ma sappi che sono ancora arrabbiato con te -
-
Mi farò perdonare, te lo giuro -
dissi
in un sussurro
-
Ho provato a chiamare Zayn ma non ha risposto ed ho mandato un
messaggio ad Harry -
-
Ma non ha risposto neanche lui -
conclusi
al suo posto la frase. Non potevo biasimarli, d'altronde se fossi morta
non gli avrei fatto che un favore.
-
I dottori stanno facendo delle analisi ma a noi non dicono niente -
disse
Louis allargando le braccia
-
Ma hanno detto che puoi uscire fra un paio d'ore perchè i
tuoi parametri di non so che cosa sono buoni -
si
affrettò a spiegare Hannah
-
Bene, questa stanza è davvero deprimente -
dissi
ridacchiando mentre cercavo di sollevarmi dal letto. Rinunciai
alla mia impresa quasi subito ero debole, come se mi avessero
risucchiato tutta la forza e mi lasciai andare contro al cuscino
-
Sam, stai bene? -
chiese
subito Hannah preoccupata
-
Sì, sono solo un pò debole -
mi
affrettai a dire con un sorriso
-
Sarà meglio che mi vesta e vada a parlare con i dottori -
dissi
riprovando nuovamente ad alzarmi, mi trascinai in bagno anch'esso
interamente bianco, e lasciai scorrere l'acqua finchè non
fosse
ghiacciata e chiusi gli occhi inspirando profondamente. In quel momento
non riuscivo a pensare alla mia salute, tutto quello che avevo per la
testa erano Zayn ed Harry, l'espressione fredda di Zayn mentre si
girava sbattendo la porta alle sue spalle e quella delusa di Harry
mentre faceva esattamente la stessa mossa del primo. Entrambi mi
avevano lasciata dietro ad una porta e forse era quello che mi
meritavo.
-
Signorina Davis? -
la
voce di uno dei medici mi riportò alla realtà ed
uscii
dal bagno incontrando un uomo abbastanza alto, con una folta
capigliatura marrone e due occhi color nocciola
-
Sono il primario Donovan, potrei scambiare due parole con lei? -
chiese
con lo sguardo serio e fisso su di me
-
Certo -
dissi
annuendo con un lieve cenno del capo seguendo il primario in una
piccola stanza adiacente alla mia ma riempita solo da un grande tavolo
in acciaio, un paio di sedie, un computer ed un mucchio di cartelle
cliniche
-
Come si sente? -
mi
chiese invitandomi con un cenno della mano a prendere posto sulla sedia
di fronte alla scrivania
-
Un pò stanca, ma passerà -
dissi
giocherellando con le dita
-
E' di questo che volevo parlarle -
disse
assumendo un tono serio e cauto
-
Lei è una parente di Jennifer Davis giusto? -
-
Sì . . . era mia zia -
dissi
non capendo che cosa c'entrasse lei esattamente
-
E lei sa da quale malattia sua zia era affetta -
-
Non precisamente ma so che le cure non le sono servite a molto -
conclusi
amareggiata
-
Sua zia era affetta da una grave forma di leucemia -
concluse
il dottore abbassando lo sguardo
-
E questo cosa c'entra con me? -
chiesi
osservando i suoi movimenti e fu quando incontrai il suo sguardo
che capii immediatamente il legame fra me, mia zia e quella malattia
-
Se cominciamo subito abbiamo buone opportunità -
disse
annuendo col capo
-
Sia sincero, cosa vuol dire con buone opportunità? Che
guarirò? -
chiesi
trattenendo a stento le lacrime
-
No, questo non posso dirlo. Purtroppo la sua cartella clinica ci dice
che la malattia è già in uno stato avanzato ma
con le
giuste cure potrebbe . . . -
lo
fermai impedendogli di terminare la frase
-
Potrei cosa? Vivere un altro anno? Forse due? E vedermi consumare
giorno dopo giorno insieme alle persone che mi stanno accanto? -
dissi
alzandomi dalla sedia
-
No mi dispiace -
dissi
infine scuotendo il capo
-
Signorina, la prego di rifletterci. Non posso obbligarla a sottoporsi
alle cure mediche ma mi creda, i suoi familiari vorrebbero passare
più tempo in sua compagnia che in sua assenza -
ora
come ora una frase del genere mi sembrava una barzelletta, chi
avrebbe voluto passare del tempo con me? Zayn? Harry? Louis? Hannah,
forse, ma sapevo che infondo anche lei la pensava come il resto dei
ragazzi e ancora una volta non potevo biasimarla
-
No, non mi sottoporrò alle cure -
affermai
decisa, avevo preso la mia decisione e non avrei cambiato
idea. Se dovevo lasciare questo mondo, non avrei prolungato l'attesa
-
Devo chiederle di firmare questo foglio allora, per mettere per
iscritto la sua volontà di non disporre dei trattamenti
medici -
-
Certo -
dissi
afferrando una penna e firmando in fondo alla pagina che il dottore mi
aveva mostrato. Quando chiusi alle mie spalle la porta della piccola
stanzetta inspirai profondamente cercando di reprimere le lacrime, non
era quello il momento ed il luogo adatto per concedermi il lusso di
piangere e d'altronde non era con le lacrime che avrei potuto risolvere
i miei problemi. Notai Hannah e Louis venirmi incontro preoccupati e
decisi di non dirgli niente. Per la prima volta avevo capito che cosa
avesse dovuto provare mia zia quando decise di lasciare Amanda, quando
decise che quel peso era troppo per condividerlo con lei, che in
qualche modo avrebbe modificato la sua vita e avrebbe vissuto ogni
giorno come se fosse l'ultimo mentre lei avrebbe dovuto continuare a
vivere con la speranza in un domani, con il desiderio di andare al
college, di sposarsi e avere dei figli.
-
Allora? -
disse
Louis quasi urlando mentre Hannah lo rimproverava tirandogli un
pizzicotto
-
Siamo in un ospedale, non gridare! -
disse
mentre Louis si massaggiava la parte del braccio colpita da Hannah
-
Allora cosa? -
chiesi
fingendo di non aver capito mentre mi affrettavo ad entrare nella
camera e prendere tutte le mie cose, cercai di evitare lo sguardo di
entrambi, aver saputo della malattia era doloroso, mentirgli non era di
meno ma farlo mentre li guardavo negli occhi mi avrebbe distrutta senza
contare che entrambe avrebbero capito immediatamente le mie bugie.
-
Il dottore! -
disse
Louis entrando in camera
-
Cosa voleva? -
continuò
Hannah
-
Oh niente, mi ha solo chiesto di firmare le carte per potermi dimettere
-
dissi
chiudendo la cerniera della borsa e raccogliendo i capelli in una coda.
Chiusi gli occhi respirando a fondo, cominciavo a sentirmi nuovamente
debole e le tempie cominciavano a pulsare più forte di prima.
-
E perchè ne ha fatto un segreto di stato? Sembrava dovesse
dirti chissà cosa -
disse
Hannah in un sospiro mentre Louis restò in silenzio. Lei non
poteva sospettare nulla, quando venni a conoscenza
dell'ereditarietà della malattia ne avevo parlato solo con
Louis e la mia famiglia e questo spiegava il suo naturale sospiro in
netto contrasto con l'espressione ancora preoccupata stampata sul volto
del ragazzo.
-
Andiamo! Questo posto mi mette una tale tristezza -
disse
Hannah afferrando la mia borsa e cominciando ad avviarsi verso l'uscita
dell'ospedale
-
Sam, è tutto a posto? -
sussurrò
Louis al mio orecchio mentre ci accingevamo a raggiungere Hannah
-
Sì Lou perchè non dovrebbe -
mentii
-
C'è qualcosa di cui dovrei preoccuparmi? -
continuò
alludendo chiaramente alla malattia. Inspirai a fondo mentre le vocine
nella mia testa urlavano di dirgli la verità, è
vero gli avrei caricato un peso enorme sulle spalle ma era giusto che
lo sapesse. Ma non volevo che provasse pena per me, non volevo che
cominciasse a trattarmi diversamente solamente perchè sarei
potuta morire in pochi giorni, pochi mesi al massimo.
-
No, puoi stare tranquillo -
sussurrai
prendendolo sotto braccio
-
Grazie al cielo, pensavo che ti avrei persa -
disse
abbracciandomi quasi togliendomi l'ossigeno. A quelle parole a stento
riuscii a trattenere le lacrime, non avrei potuto dirglielo. Sapevo che
tra pochi giorni sarebbero ripartiti per un nuovo tour e non volevo che
rinunciasse per me, non volevo vederlo soffrire per me, non volevo che
pensasse che ogni giorno passato insieme potesse essere l'ultimo, non
volevo che uscendo da quella porta gialla potesse avere la paura di non
rivedermi più. Non potevo fargli questo.
In
pochi minuti arrivammo a casa, scesi dalla macchina afferrando la borsa
che prontamente fu afferrata da Louis
-
Lascia faccio io, è meglio se non ti affatichi -
disse
avviandosi verso la porta, ridacchiai divertita e lo seguii senza
obiettare d'altronde ero certa che non me l'avrebbe data vinta. Quando
entrammo in casa Liam e Niall mi corsero incontro abbracciandomi, Niall
aveva gli occhi lucidi mentre Liam era più contenuto
-
Ci hai fatto prendere un grosso spavento -
mormorò
il secondo al mio orecchio
-
Scusatemi -
dissi
abbracciandoli entrambi
-
Perdonata -
disse
Niall in un sorriso al quale ricambiai prontamente
-
Vado in camera, sono un pò stanca -
dissi
avviandomi verso le scale ma fui bloccata da Liam
-
Vai nella nostra, è meno "affollata" -
disse
ridacchiando sull'aggettivo affollata. Liam e Niall non sapevano ancora
quello che era successo, quando Zayn era andato via il giorno prima i
due gli erano corsi dietro senza ottenere delle spiegazioni e quando
tornarono, be a dire il vero quella parte non la ricordo esattamente.
Quell'aggettivo rimarcato da Liam mi creò un nodo nello
stomaco, non potevo credere che Zayn fosse a letto con un'altra, nel
letto che avevamo condiviso dalla prima notte che aveva passato in
quella casa. Sentii gli occhi bruciare e le lacrime cominciare ad
affacciarsi, annuii distrattamente superando Liam al quale
però una volta al piano di sopra non diedi ascolto, volevo
vederlo con i miei occhi. Volevo sperare fino all'ultimo momento di
vedere una scena diversa una volta aperta quella porta ma quello che
vidi fu esattamente quello che Liam aveva cercato di descrivermi con
l'aggettivo "affollata". Una ragazza dai capelli castani era intenta a
gridare il suo nome mentre lui era su di lei, non appena comparii lungo
lo stipite della porta incontrai il suo sguardo e non riuscii a
trattenere le lacrime, indietreggiai socchiudendo la porta.
-
Sam . . . -
sentii
a malapena sussurrare Zayn ma non vi prestai molta attenzione. Mi andai
a rifugiare fra le coperte di Louis, il suo odore era sparso ovunque e
mi confortava, mi faceva sentire a casa e solo allora mi resi conto che
la mia casa, quella vera, non era ad Holmes Chapel e non era nemmeno in
Inghilterra. La mia casa era mia madre e si trovava a Milano e
realizzai che era con lei che avrei voluto trascorrere i miei ultimi
giorni, con lei che per anni, nonostante le difficoltà, mi
ha cresciuta ed invogliata ad inseguire i miei sogni e a stare al passo
con la vita perchè purtroppo la vita non aspetta nessuno,
puoi solo stare al passo con lei ma non puoi permetterti di restare
troppo indietro perchè altrimenti perderesti la strada e ti
smarriresti.
-
Sam -
la
voce di Zayn pose fine ai miei pensieri, osservai la sua figura stretta
in un paio di boxer neri avvicinarsi al letto e sedersi accanto al mio
corpo interamente avvolto fra le coperte
-
Tranquillo Zayn, noi non stiamo insieme ed hai tutto il diritto di
scoparti chi ne hai voglia -
dissi
prima che potesse dire qualcosa, qualsiasi cosa.
-
Non so perchè l'ho fatto. Ho agito d'impulso
perchè mi sentivo tradito e volevo renderti il favore,
sapevo che ti avrei fatta soffrire eppure l'ho fatto ugualmente -
ammise
a testa bassa
-
Non fa niente -
dissi
asciugando una lacrima. D'altronde ero l'ultima persona che potesse
giudicare il suo comportamento.
-
Sei stata da lui? -
disse
in un sospiro. Scossi la testa negativamente
-
Dove sei stata? -
chiese
alzando il viso e notai un velo di preoccupazione nei suoi occhi
-
Non ha importanza. Sono qui adesso -
dissi
rifugiandomi fra le sue braccia lasciandomi andare ad un pianto
liberatorio. Piangevo per Harry, per Zayn, per Hannah, Louis, Liam,
Niall,mia madre, Amanda. Piangevo perchè la paura di
lasciare queste persone era troppa, piangevo perchè la morte
spaventa chiunque, specialmente se sai di avere un'appuntamento con
essa. Piangevo perchè il peso che portavo dentro di me era
enorme e non potevo condividerlo con nessuno senza condizionare il suo
stato d'animo. Piangevo perchè pensavo a quanti piani, a
quanti progetti avevo fatto in tutti questi anni per il mio futuro.
Sognavo una casetta tranquilla in riva al mare, sognavo di passare
giorni intere seduta sulla spiaggia in compagnia del vero amore ad
osservare l'alba ed il tramonto giorno dopo giorno guardandoci
invecchiare, guardando i nostri figli costruire castelli di sabbia e
poi i nostri nipoti. Invece mi ritrovavo a dover cancellare ogni cosa,
non avrei avuto una casa in riva al mare, nessun amore con cui
invecchiare, nessun figlio, nessun nipote.
-
Shh, ci sono io con te. Non vado da nessuna parte -
sussurrò
Zayn al mio orecchio
-
Grazie -
dissi
stringendo la presa sulla calda pelle della sua schiena lasciata nuda
-
Ti amo -
disse
e quello fu come un fulmine a ciel sereno. Quel suo TI
AMO mi
riportò alla mente una nostra precedente conversazione
-
Dovresti imparare ad amare Zayn, credimi è la cosa
più bella che ti possa capitare -
-
L'amore è solo una perdita di tempo. Non appena cominci ad
amare una persona, c'è sempre qualcuno o qualcosa che te la
porta via -
scossi
la testa
-
Se è quella giusta, resterà per sempre. Non
importa chi o che cosa entrerà a far parte della sua vita -
Aveva
ragione ancora una volta, aveva appena detto di amarmi e sapevo quanto
questo fosse importante e duro da ammettere per lui eppure io sarei
andata via, lo avrei lasciato. Era solo una questione di tempo
Haloa belle directioners
<3
Come
state? Questa volta sono stata più veloce rispetto al solito
ahahaha! Avviso, mancano forse uno/due capitoli più
l'epilogo. Lo dico ora così a chi fosse piaciuta questa fan
fiction può prepararsi a dire un "arrivederci" alla mia
adorata Sam. Okay, misà che questa volta ci sta un luuungo
commento al capitolo. Alcune di voi se lo aspettavano, altre no, ma
nella mia testa il finale era questo sin dal primo capitolo di questa
storia, il personaggio di Sam è "facile da amare" si
rispecchia un pò con la maggior parte delle persone, non
è una ragazza troppo perfetta ma nemmeno con troppi difetti,
è innamorata della vita e di tutto ciò che la
circonda ma ahimè non sono sempre rose e fiori. Credo che
dopo questo capitolo sia ormai ufficiale quello che sarà il
destino della protagonista, ma prometto che farò del mio
meglio per concludere questa storia nel migliore dei modi. Zayn, ha
imparato ad amare? Io credo che sia impossibile, cioè tutti
sanno amare bisogna semplicemente trovare il coraggio di farlo ed
esporsi. In questo capitolo Harry viene solamente citato, su di lui
posso dire che ce l'ha molto con Sam, si sente tradito
perchè sì, lui la ama da morire e lei ricambia i
suoi sentimenti, sia chiaro. Al 90% credo che l'epilogo sarà
raccontato da uno dei personaggi di questa storia che non si
identifichi con Sam, non so ancora chi sarà e mi piacerebbe
che mi consigliaste sulla scelta, e non so se sarà in prima
oppure in terza persona. Ma quasi sicuramente l'epilogo non
verrà raccontato da Sam.
Passando alle cose allegre :) Contente che sia finito il tour in
America? Lo ammetto, io un pochino sì
ù.ù A momenti si trasferivano lì!!!
Vi piace questa gif? C'è troppo amore in quelle immagini
*____* NON E' FATTA DA ME, nessuna delle gif postate è mia.
Le trovo girovagando per il web :D
Lo scorso capitolo ha raggiunto le sei recensioni *___* Cavolo, grazie
di cuore! Non me l'aspettavo! Spero che anche questo sia di vostro
gradimento e mi piacerebbe davvero sapere che cosa ne pensate :)
Un bacio, al prossimo capitolo <3
Potete trovarmi su twitter https://twitter.com/#!/mylifehas1D_
e anche su http://ask.fm/adinfinitum
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** 20. But even the sun sets in Paradise ***
One Direction
20. But even the sun sets in
Paradise
Inspirai profondamente rigirandomi fra le
lenzuola, era
passata una settimana durante la quale avevo cominciato a perdere peso
e sentirmi sempre più debole giorno dopo giorno. Mancava un
solo
giorno alla loro partenza, mancava un solo giorno e poi non avrei
più rivisto il sorriso dipinto sul volto di Louis,
l'espressione
di terrore di Liam davanti ad un cucchiaio, gli occhi azzurri di Niall,
la figura di Zayn avvolgermi in tutto il suo calore, le fossette di
Harry. Per giorni avevo mentito più a me stessa che agli
altri.
In realtà dire loro la verità significava per me
ammettere che me ne stavo andando, significava entrare nel mondo reale
e non ero pronta ad affrontare tutto ciò. Non ero a pronta a
guardare negli occhi la triste realtà. Mi alzai ignorando il
forte mal di testa che quasi mi impediva di pensare lucidamente e mi
avviai verso il bagno dove lasciai scorrere l'acqua fredda nel
lavandino prima di bagnarmi il viso. Infilai una camicia verde a
maniche lunghe che però tirai su fino al gomito, una
minigonna
bianca con dei ricami, delle calze grigie alte fino al ginocchio ed un
paio di stivaletti neri. Mi guardai allo specchio e quasi stentavo a
riconoscermi, la Sam che conoscevo io, quella che conoscevano tutti non
era quella riflessa nello specchio, non era quella ragazza dallo
sguardo spento che si trovava fra quelle quattro mura.
- Sam! E' pronta la colazione -
sentii Liam urlare dal piano di sotto e senza troppa fretta scesi gli
scalini attenta a non cadere e raggiunsi i ragazzi in cucina, Hannah e
Louis erano infondo al tavolo ridendo e scherzando con un pezzo di
pancetta, Niall era chino sul suo piatto mentre Zayn fumava
nervosamente una sigaretta affacciato alla finestra e Liam si accingeva
a mettere nel mio piatto un pancake
- Grazie Liam -
sorrisi lasciandogli un bacio sulla guancia, da parte sua ci fu un
ampio sorriso prima di prendere posto accanto a me
- Vorrei tanto restare qui con voi -
disse Louis guardando prima Hannah e poi me
- Ehi! Milioni di fan vi stanno aspettando, non vorrai mica deluderle! -
dissi ridacchiando
- E poi noi siamo sempre qui, non scappiamo -
disse Hannah dandogli un bacio a stampo. Saremo ancora qui? Per un
attimo provai una fitta allo stomaco.
- Sì, noi siamo sempre qua -
sentivo gli occhi bruciare e mi sforzai di non scoppiare a piangere,
Zayn si voltò verso di me fissando i suoi occhi nei miei e
provai una forte fitta allo stomaco. In quel momento mi sentii
stranamente egoista, desideravo non essere malata perchè non
volevo lasciarlo, desideravo tanto che non partisse e che restasse
insieme a me, ma nello stesso momento accanto a me volevo anche Harry,
volevo poter guardare i suoi occhi verdi ogni qualvolta ne sentivo il
bisogno e sapevo che di lì a poco non avrei più
potuto
farlo. Sapevo che avevo tradito la sua fiducia e non avrei avuto il
tempo di riconquistarla, non avrei avuto il tempo per dirgli quanto
fosse importante per me, per dirgli che avrei voluto invecchiare con
lui.
- Sam, possiamo parlare? -
notai un velo d'incertezza nella sua voce e acconsetii con un cenno del
capo seguendolo in salotto
- Non voglio chiederti di scegliere, arriverà il momento e
farai
la tua scelta quando sarai pronta ma sappi che ti porterò
sempre
con me dovunque andrò -
disse tutto d'un fiato, sollevai il suo volto con una carezza e cercai
di sorridere
- Grazie Zayn -
sussurrai abbracciandolo, fra le sue braccia mi sentivo protetta mi
sentivo come se la malattia scomparisse tutte le volte che la sua pelle
calda avvolgeva il mio corpo sempre più freddo
- Dovresti mangiare, sei magra abbastanza per metterti a dieta -
disse ridacchiando, annuii debolmente e sentii una vocina nella testa
che urlava di dirgli la verità, urlava che meritasse di
sapere
tutto quanto e probabilmente se la situazione fosse stata diversa, se
non fosse dovuto partire il giorno dopo gli avrei anche detto tutto ma
dirglielo in quel momento significava farlo soffrire più di
quanto potesse soffrire in una situazione normale, se fosse partito lo
avrebbe fatto con la consapevolezza che non mi avrebbe più
rivista mentre così non si sarebbe spenta in lui la speranza
di
rivedermi un giorno, la speranza di trovare quell'amore che tanto
ardentemente stava cercando.
Sentii le sue dita farsi spazio tra le mie e mi lasciai condurre in
cucina dove ognuno di noi tornò ad occupare il proprio posto
attorno al
tavolo, con lo sguardo guardai attentamente il viso di ognuno di loro,
quasi volessi imprimerlo nella mente, in realtà volevo poter
portare
con me per sempre un loro ricordo, volevo ricordare il viso di quelle
persone che hanno reso la mia vita meravigliosa semplicemente con un
loro sguardo, un loro sorriso.
- Sam? -
mi richiamò Hannah ridendo
- I ragazzi oggi partono e vanno a Londra, noi che facciamo? -
chiese ridacchiando
- Quello che vuoi ma che ci tenga occupate tutto il pomeriggio -
le dissi sorridendo, avrei trascorso ogni istante insieme a lei e poi
sarei partita, sentivo che dovevo tornare a casa.
- Harry passa a prenderci tra poco, se vuoi salutarlo . . . -
Liam
non concluse la frase. Era un ragazzo meraviglioso, i suoi occhi
sprizzavano dolcezza e regalava un sorriso a chiunque, anche al suo
miglior nemico perchè il suo cuore era più grande
di qualsiasi altra
cosa e l'amore dominava il suo corpo.
- Non penso che lui voglia salutarmi -
conclusi
più con me stessa che con Liam. Per una volta
però sarei stata egoista
e sarei uscita a salutarlo, nonostante tutto volevo ricordare per
sempre anche il suo viso, i suoi occhi verdi e quelle meravigliose
fossette che un tempo apparivano anche per me. Sentimmo il campanello
suonare un paio di volte e ci guardammo in silenzio quasi a chiederci
chi dovesse andare ad aprire fin quando non mi alzai sotto l'occhio
attento di Zayn
- Vado io -
sussurrai avviandomi verso la porta.
Afferrai la maniglia ed inspirai a fondo concedendomi qualche secondo
per me e quando aprii la porta gialla trovai Harry in piedi lungo lo
stipite della porta stretto in un paio di Jeans chiari ed una camicia
che accarezzava il suo corpo perfetto, i capelli erano coperti da un
cappello dello stesso colore della camicia e ai piedi portava le sue
amate converse. Lo guardai sorridendo notando che il suo sguardo era
impassibile e guardava alle mie spalle in attesa di uno dei ragazzi
- Volevo salutarti, i ragazzi mi hanno detto che oggi andate a Londra e
. . . -
- Sam cosa stai cercando di fare? Conversazione? -
disse bruscamente, sentii una stretta allo stomaco e gli occhi bruciare
ma mi obbligai a non andarmene in camera mia piangendo
- Come puoi odiarmi così tanto -
chiesi sussurrando
- E me lo chiedi? Sei andata a letto col mio migliore amico -
- Tu però non sei stato tanto migliore di me, solo che
questo te lo sei già dimenticato -
dissi aprendo la porta per farlo passare e avviandomi verso il piano
superiore
- Chiudila quando ve ne andate -
dissi
senza nemmeno guardarlo. Mi odiavo per quello che avevo fatto ma
sembrava che il suo passato lo avesse cancellato, era come se per lui
quella notte con Alex non fosse mai successa.
La porta della mia stanza si aprì ed entrarono Louis insieme
al
resto dei ragazzi che si buttarono su di me abbracciandomi
- Mi mancherete -
dissi senza riuscire a trattenere le lacrime
- Ehi piccola, saremo tornati prima che tu ti accorga della nostra
mancanza -
disse Niall spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- Dobbiamo andare altrimenti Harry rompe tutto il giorno -
disse Liam sollevandosi dal letto
- Ci vediamo al mio ritorno -
sussurrò Zayn al mio orecchio prima di posare un bacio sulla
mia guancia
"lo spero"
pensai limitandomi a sorridere ed annuire con un cenno del
capo
- Ciao piccola -
disse Louis stampandomi un bacio in fronte, poco prima che i ragazzi
uscissero dalla stanza presi fiato e li salutai
- Vi voglio bene, vi prego non dimenticatelo -
dissi abbozzando un sorriso mentre sentivo le lacrime scendere
copiosamente rigando entrambe le guance
- E chi se lo scorda -
disse Niall mandandomi un bacio con la mano
- Lou, puoi restare un secondo? -
chiesi mentre gli altri uscirono chiudendo la porta alle loro spalle
- Mi mancherà vedere il tuo sorriso al mattino, i tuoi
abbracci ed il suono della tua risata -
dissi abbracciandolo stretto a me
- Perchè mi sembra un addio Sam? -
chiese anche lui fra le lacrime
-
Non lo è, gli addii sono quando due persone si lasciano per
sempre. Il
nostro è un arrivederci perchè ti
porterò sempre nel cuore -
dissi asciugandomi una lacrima
- Ricordati di me anche quando vivrai nel buio perchè ci
sarò sempre. Non dimenticarlo Sam -
sussurrò
al mio orecchio e fui certa che una parte di lui avesse capito che non
ci saremmo rivisti ma che l'altra cercava in ogni modo di reprimere
quei pensieri
- Louis muoviti! -
sentii Harry urlare dal piano di sotto
- L'hai salutato? -
mi chiese staccandosi dall'abbraccio
- Sì, ma è troppo accecato dal dolore -
dissi sorridendo nervosamente
- Ma va bene così, quando gli passerà ricordagli
solo che non ho mai smesso, nemmeno per un momento di amarlo -
- Ti voglio bene Sam -
disse accarezzandomi i capelli
- Ti voglio bene Lou -
dissi
sorridendo mentre guardavo la sua figura allontanarsi e sparire dietro
alla piccola porta della mia stanza, ascoltai con attenzione il suono
dei suoi passi lungo le scale che si unì a quello degli
altri per poi
sparire una volta usciti dalla casa.
- Sam -
Hannah comparì davanti alla porta a braccia conserte ed uno
sguardo amorevole
- Ei . . . -
mi limitai a dire mentre la guardai sedersi accanto a me
- Torneranno presto stai tranquilla -
mi disse accarezzandomi la schiena, annuii con la testa mentre non
riuscivo a smettere di piangere e mi voltai verso di lei
- Han c'è una cosa che devo dirti -
le dissi con la voce rotta dal pianto. E così le raccontai
la mia vita, di quando la prima volta incontrai quei cinque ragazzi
sull'aereo, di Amanda, della zia e della sua malattia ed infine della
notizia che il dottore mi aveva dato all'ospedale
- Non può essere -
disse ritraendosi scioccata
- Voglio dire guardati, sei bellissima e nel fiore
dell'età, hai una vita davanti non può essere!
Non puoi essere malata, non puoi vivere sapendo di morire. Non
è giusto -
disse prima di scoppiare in un pianto liberatorio, la seguii senza dire
niente. Eravamo due ragazze sedute su un letto che piangevano
abbracciate l'una all'altra senza sapere bene cosa dire, avevo
immaginato quel momento per giorni e sentivo di essermi liberata di un
grosso peso, come se dirlo ad Hannah mi avesse liberata dalla malattia
perchè sapevo che non l'avrei affrontata da sola.
- La vita non è mai giusta ma ti posso garantire che la mia
è stata meravigliosa, incontrare te, i ragazzi e Josh
è stata una delle cose più belle che mi fosse
potuta capitare -
- No Sam, tu sei la nostra cosa più bella. Hai insegnato
qualcosa ad ognuno di noi, sei riuscita a cambiare persino Zayn -
disse ridendo sull'ultima frase.
- Ho deciso di andare a Milano, di tornare a casa da mia madre -
dissi sistemandomi i capelli nervosamente
- Va bene. Quando vuoi partire? -
disse triste. Sapevo che non voleva lasciarmi andare ma la conoscevo
talmente bene da sapere che non me lo avrebbe impedito e non potevo
fare altro che ringraziarla infinitamente per questo
- Ho prenotato un volo per domattina -
dissi frugando nella borsa e trovando il biglietto che avevo acquistato
- Allora direi che dovremmo preparare le valigie -
disse alzandosi dal letto
- Ti voglio bene Han -
dissi abbracciandola nuovamente
- Ti voglio bene anch'io Sam -
disse piangendo nuovamente.
- Shh, non piangere. Promettimi che verrai da me il più
tardi possibile, dopo che avrai dato alla luce una decina di piccoli
Tomlinson meravigliosi e giocato con i tuoi nipoti. -
- Te lo prometto. -
disse tirado su con il naso
- E tu promettimi che mi aspetterai -
- Te lo prometto Han -
dissi in un sussurro.
Passammo l'intero pomeriggio a preparare le valigie e quando finimmo la
mia stanza era ormai vuota, erano rimasti solo i mobili senza
però niente al loro interno.
- E' triste vedere questa camera vuota -
- Lo so -
dissi stringendomi nelle spalle
- Allora che facciamo stasera? -
chiese Hannah sorridendo
- Ti va un pigiama party? -
- Okay, ma niente alcool -
disse preoccupata
- Tranquilla non muoio per un paio di birre -
alla parola muoio notai
il suo corpo irrigidirsi
- Non è divertente -
disse con gli occhi lucidi
- Scusami -
dissi sorridendo
- Niente alcool -
conclusi infine e notai il sorriso comparire sul suo volto.
- Ordiniamo una pizza, sto mor. . . ehm ho molta fame -
dissi sorridendo prendendo un amorevole schiaffo da parte di Hannah.
Haloa :) in ritardissimo, come sempre
ahimè, ma ecco il nuovo capitolo. Vi chiedo scusa ma
purtroppo scriverlo è stato più difficile del
previsto, è stato un periodo dove
l'ispirazione era praticamente pari a zero e anche adesso non sono
soddisfatta al 100% di quello che ho scritto. Bene, questo credo che
con molta probabilità sia
esattamente l'ultimo capitolo, l'ultimo aggiornamento sarà
con l'epilogo ed ovviamente i saluti e ringraziamenti finali. Parlando
del capitolo, vi confesso che ho pianto scrivendolo,
sarà perchè mi sono affezzionata alla storia,
sarà perchè sentivo l'amicizia tra Sam e Louis
molto reale non lo so. Ma ho pianto molto, specialmente scrivendo il
momento tra Loui e Sam,
che personalmente è il mio preferito in assoluto. Harry come
avete visto non è stato molto carino, ma è dovuto
al fatto che soffre perchè amava veramente questa ragazza.
Ora, chi amerà Sam?
In realtà Sam ama tutti, voglio dire, con sè
porterà nel cuore ognuno di loro ma in realtà
solo con uno di loro è amore, il cuore di Sam può
appartenere solo ad uno dei due ragazzi.
Verrà svelato nell'epilogo, forse ù.ù
Questo era il vestito di Sam :) http://i.imgur.com/i2y7s.jpg
Bene, vi lascio e vi mando un
bacio e tanto amore. Al prossimo capitolo! Vi ricordo che potete
trovarmi su
twitter https://twitter.com/xshadowsx_ e su ask per qualsiasi domanda http://ask.fm/adinfinitum
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** 21. EPILOGO ***
21. If happy ever after did exist
I would still be holding you like this
-
Mi mancherai Sam -
le dissi tirando su col naso, sapevo che era poco femminile ma poco mi
importava, era una mia abitudine sin da quando era bambina, avevo
imparato a tirare su col naso e a fare la lotta nel fango ancora prima
di imparare a dire mamma o papà. Ero Hannah la ragazza dai
capelli biondi che si rotolava nel fango fingendo di essere John Cena e
inscenando seri combattimenti di wrestling con mio fratello. Non mi era
mai importato molto di quanto poco femminile fosse tirare su col naso e
mai avrebbe cominciato ad importarmene.
- Mi mancherai anche tu. -
- Sai . . . -
cominciai a parlare trattenendo le lacrime
- Vorrei poter trovare le parole perfette e farti un discorso con i
fiocchi ma questo succede solo nei film quando una ragazza dal
quoziente intellettivo superiore alla media sale sul palco ed
improvvisa un discorso che si rivela degno del suo cervello. -
suscitai una risata da parte sua e la accompagnai per poi riprendere il
mio discorso
- Ma farò del mio meglio. Grazie, perchè quel
giorno alla
caffetteria mi sei venuta vicina e mi hai fatta sentire a mio agio,
grazie perchè se non ti avessi conosciuta non avrei mai
conosciuto Louis e a quest'ora non saprei che cosa significa amare
veramente. Grazie perchè mi stai insegnando ad essere forte
anche quando la vita ha deciso di voltarti le spalle. -
dissi senza riuscire a frenare le lacrime
- No Hannah, sono io che devo ringraziare te. Tu e i ragazzi mi avete
tenuta in vita più a lungo, mi avete fatta sentire viva
anche
quando la mia condanna era già scritta e spedita in
paradiso.
Perciò grazie perchè con voi i miei ultimi giorni
non mi
sono sembrati tali -
Sentii le sue braccia esili stringersi attorno al mio collo e ricambiai
il suo abbraccio cercando di non stringerla troppo, era diventata
magrissima e temevo di farle male sebbene fossi certa che celato in
quel corpo esile si celasse una guerriera.
In quel momento una voce metallica annunciò l'ultima
chiamata
per il volo in partenza con destinazione Milano e con gli occhi lucidi
ci salutammo
- Ciao Han -
- Arrivederci Sam -
e la vidi sparire tra la folla.
Una bambina dai lunghi capelli biondi lasciati liberi
correva
fra i piccoli sentieri del cimitero alla periferia di Milano, la sua
carnagione chiara ed i suoi occhi azzurri risaltavano sotto la luce del
sole. Sorrideva ed era raro vedere sorridere qualcuno fra quelle fredde
lapidi eppure lei era felice.
- Christel vieni qua -
una voce bassa ma dolce richiamava l'attenzione della bambina con
scarso successo.
- Mamma vieni, è qui -
disse indicando una lapide leggermente più grande delle
altre con una foto non troppo vecchia. Samantha Penelope Davis
recitava la targhetta posta appena sotto al viso sorridente della
giovane
- Christel non urlare, qui le persone stanno riposando. Non vorrai
svegliarle -
disse con un sorriso una ragazza, anch'essa dai capelli biondi e la
carnagione chiara, ma a differenza della piccola i suoi occhi erano
scuri.
- Scusa mamma -
disse la piccola sedendosi accanto alla lapide
- Tu dici che la zia Sam mi vuole bene? -
disse la piccola
- Ne sono sicura, le sarebbe piaciuto conoscerti e sareste diventate
ottime amiche. Proprio come lo era con la tua mamma -
recitò la ragazza sedendosi accanto alla figlia
- Perchè è morta? -
chiese la bambina curiosa
- Oh, lei non è morta. E' andata lassù insieme
agli
angeli. Vedi piccola, lei era uno degli angeli migliori e Dio lo ha
chiamato a sè -
- Ma non poteva aspettare un pochino così avrei potuto
conoscerla anch'io -
la bambina sbuffò suscitando una risata da parte della
giovane
madre. La piccola si alzò avvicinandosi ad un piccolo
gattino
che giocherellava con un filo d'erba nel piccolo spazio verde adiacente
alla lapide di quella che la bambina chiamava amorevolmente zia
- Non allontanarti -
la avvisò la madre per poi guardare la foto impressa sul
freddo marmo
- Quanto mi manchi Sam -
disse lasciando scivolare una lacrime lungo la sua guancia
- Mi dispiace di non essere venuta prima ma le cose dopo la tua morte
sono cambiate radicalmente -
disse cercando di soffocare i singhiozzi per non far preoccupare la
piccola che giocava non molto distante da lei
- Quando Louis mi diede la notizia quasi non riuscivo a crederci. Avevo
appena scoperto di essere incinta e non potevo dirlo all'unica persona
che mi avrebbe capita e supportata, quella persona che insieme a me
avrebbe amato quella piccola creatura dal primo momento. -
Inspira ed espira,
inspira ed espira.
Forza Hannah puoi farcela, magari è solo uno stupido ritardo
dovuto allo stress o a qualsiasi altra cavolata. Non puoi essere
incinta. Mi alzai di scatto dal divano attirando su di me lo sguardo
preoccupato di mia madre e quello divertito di mio fratello
- Han tesoro tutto bene? -
la guardai mostrando uno dei miei sorrisi migliori cercando di essere
convincente
- Certo, tutto bene. -
dissi afferrando un maglioncino ed uscendo dalla porta principale
ritrovandomi in mezzo alla fredda notte inglese. Avevo bisogno di una
farmacia e ne avevo bisogno immediatamente. Quando vidi una piccola
insegna verde illuminarsi ritmicamente cominciai a correre fermandomi
solo quando raggiunsi la piccola porta chiusa a chiave. Suonai
ripetutamente il campanello tanto da suscitare l'ira del farmacista di
turno al quale mostrai un altro dei miei migliori sorrisi
- Del filo interdentale, uno spazzolino, un test di gravidanza, queste
caramelle e quel burrocacao -
disse senza prendere fiato
- Ecco a lei -
disse il giovane posando sul bancone un test di gravidanza
- Tutte le altre cose le vuole? -
dannata esperienza. Chissà quante ragazze erano passate
dalla
sua farmacia con una lista immensa di prodotti e alla fine erano uscite
stringendo in mano una busta di carta con all'interno solo un test di
gravidanza.
- No, grazie -
dissi imbarazzata
- Sono nove sterline -
disse digitando dei tasti sulla cassa porgendomi poi lo scontrino.
Pagai e tornai a casa nascondendo sotto al maglione il test e corsi in
bagno. Afferrai il test e mi misi seduta sul water, andavo in bagno
ogni cinque minuti, avevo la vescica più piccola del mondo
eppure in quel momento non mi scappava la pipì. Nascosi il
test
in uno dei cassetti e corsi in cucina a prendere una bottiglia d'acqua
e cominciai a berla dimenticandomi quasi di respirare ed ecco
finalmente lo stimolo giusto. Corsi nuovamente al piano di sopra e fui
colta dal panico quando mi accorsi che mio fratello si era chiuso
all'interno, non sapevo se preoccuparmi del test o del fatto che la
vescica implorava di essere svuotata.
- Joe ho bisogno del bagno -
- Han, non ora -
rispose con aria di sufficienza. Con tutto il mio autocontrollo gridai
- Joe esci da quel cazzo di bagno, subito! -
la porta si aprì magicamente e comparve davanti a me mio
fratello con uno sguardo pietrificato
- Bastava chiedere -
disse scuotendo la testa. Lo ignorai, il water stava gridando il mio
nome e la vescica rispondeva urlando. Afferrai il test e finalmente
tirai un sospiro di sollievo. Presi il foglietto delle istruzioni e
cominciai a leggere. Una striscetta negativo, non sei incinta, due
striscette positivo, in bocca al lupo.
- ... Eh be credo sia inutile che io ti dica che le
striscette erano due -
disse la bionda con un sorriso mentre guardava la sua piccola giocare.
- Fisicamente assomiglia a me, fatta eccezione per gli occhi che mi
ricordano quelli di Louis. Ma ti assicuro Sam che ha la stessa voglia
di vivere di suo padre, la stessa simpatia, la stessa forza, la stessa
grinta. -
disse asciugandosi una nuova lacrima
- Louis. Ti starai chiedendo che cosa successe quella stessa notte dopo
che venni a conoscenza di essere incinta -
così dicendo riprese il suo racconto
Afferrai il telefono e
composi
rapidamente il numero di Sam, squillava ma nessuno rispondeva. Ripetei
la stessa operazione un paio di volte prima di guardare l'orologio e
realizzare che in Italia erano un'ora avanti e che forse stava
già dormendo. L'avrei chiamata il giorno dopo per darle la
bella
notizia. Perchè era una bella notizia vero? Il telefono
vibrò e lessi rapidamente
" devo parlarti,
sono fuori casa tua. Lou xx "
che fosse diventato Edward Cullen e fosse riuscito a
leggere
nella sua mente a distanza? Glielo avrei detto, infondo ci amavamo e
lui sarebbe stato felice esattamente come me. Quando uscii ed imboccai
il vialetto di casa lo vidi immobile appoggiato al muretto con lo
sguardo fisso per terra intento a fissare un punto non ben precisato
del marciapiede
- Lou? -
lo chiamai incerta
- Qualcosa non va? -
dissi prendendo il suo viso fra le mani e guardandolo negli occhi.
Quegli occhi azzurri che mi avevano rubato il cuore erano lucidi e
leggermente arrossati, sulle sue guancie si intravedeva una scia
lasciata dalle lacrime che erano scese lungo il suo volto ed il suo
cuore batteva come impazzito.
- Lou mi stai facendo preoccupare, dì qualcosa -
lo implorai
- Sam . . . -
disse in sussurro prima di piangere nuovamente e in quel momento il mio
cuore sprofondò in un dolore inconsolabile, dentro di me si
aprì una voragine incolmabile perchè una parte di
me non
c'era più, era volata via.
- Non ci credo -
dissi staccandomi da lui
- Non avrei motivo per mentirti -
disse alzando lo sguardo
- Non ci credo -
ripetei accasciandomi per terra
- Non ci credo -
sussurrai più a me stessa che a lui. Coprii il mio volto con
le
mani abbandonandomi ai singhiozzi, sentii le forti braccia di Louis
sollevarmi e stringermi al suo petto
- Shh -
disse accarezzandomi i capelli ma tutto mi sembrava inutile. Il dolore
non sarebbe mai passato.
- E c'è tutt'ora, ho solo imparato a convivere
con la tua assenza -
disse la ragazza accarezzando la piccola foto che ritraeva la sua
migliore amica
- Ti starai chiedendo quando decisi di dirgli della bambina. Decisi di
rimandare il discorso a dopo il tuo funerale. Fu abbastanza impegnativo
dare la notizia ai ragazzi, specialmente ad Harry e Zayn -
disse prima che nuovi ricordi le riaffiorassero alla mente
La serratura di casa
Davis
scattò ed io e Louis facemmo la nostra entrata. Harry era
rimasto dai ragazzi e giocava insieme a Liam alla play station mentre
in cucina Niall e Zayn si concedevano uno spuntino notturno. Quando
Liam si girò a guardarci e notò i nostri volti
rigati
dalle lacrime si alzò di scatto lasciando persino vincere
Harry
che esultò urlando prima di zittirsi e fissarci in silenzio
mentre anche gli altri due ragazzi ci raggiunsero in soggiorno
- Che succede? -
la voce di Liam faceva trapelare un velo di agitazione
- Dobbiamo darvi una brutta notizia -
disse Louis
- Sì, questo lo avevamo capito -
disse Harry lasciandosi cadere sul divano appoggiando entrambi i gomiti
sulle ginocchia
- Si tratta di Sam -
aggiunsi attirando verso di me gli sguardi di tutti i ragazzi ma non
riuscii a concludere il discorso perchè nuove lacrime si
mischiarono alle vecchie e scesero nuovamente sul mio viso
- E' morta -
disse infine Louis
- Che cazzo stai dicendo? -
scoppiò Zayn avvicinandosi a Louis
- E' morta Zayn -
continuò il ragazzo
- Ti spacco la faccia, come puoi dire una stronzata del genere. -
notai tutti i muscoli di Zayn irrigidirsi e posai una mano sul suo
braccio stringendolo per impedirgli di fare del male a Louis
- Era malata Zayn. -
dissi tirando su con il naso
- Aveva la leucemia -
dissi singhiozzando
- Ma che cazzo vi siete bevuti voi due. Ma che cazzo state dicendo. Ma
vi sentite? -
disse Harry alzandosi dal divano visibilmente sconvolto
- Harry mi dispiace -
il ragazzo superò me e Louis ed uscì sbattendo la
porta
- Sam ce lo avrebbe detto -
disse infine Niall
- Non lo ha fatto perchè dovevate partire per il tour e non
voleva caricarvi di un peso così pesante -
dissi lasciando il braccio di Zayn
- Vado a cercare Harry -
dissi uscendo lasciando i tre ragazzi immobili al centro della stanza
- Harry -
gridai sperando in una sua risposta. Girai su me stessa e notai una
figura seduta infondo alla strada con la schiena appoggiata ad un
muretto e mi affrettai a raggiungerla
- Harry -
sussurrai lasciandomi scivolare accanto a lui. Lo sentii tirare su con
il naso e lo vidi asciugarsi una lacrima
- Perchè non me lo ha detto? -
disse piangendo. Che cosa potevo dirgli, che non lo aveva fatto
perchè l'aveva tratta uno schifo quando lei stava cercando
di
dirgli addio?
- Infondo me lo merito, sono stato uno stronzo. -
continuò fra le lacrime
- Sai cosa mi fa impazzire? Il fatto che non abbia potuto dirle addio,
il fatto che lei ci abbia provato e io glielo abbia impedito. Il fatto
che non ho baciato le sue labbra un'ultima volta, il fatto di non
averla vista sorridere un'ultima volta, il fatto di non averla vista
un'ultima volta -
mi sforzai di non piangere, in quel momento eravamo due persone unite
dall'aver perso una persona speciale per entrambi. Passai una mano
sulle sue spalle e lo strinsi a me, appoggiò la testa sulla
mia
spalla e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
- Ti amava Harry. Non ha mai smesso di farlo e sono sicura che dovunque
lei sia, sta continuando ad amarti -
dissi in un sussurro
- Ti amava Sam, e credo che tu questo lo sappia
già. Ha
continuato la sua carriera nella musica ma da solista, il gruppo si
è sciolto pochi mesi dopo la tua morte regalando alle fan un
ultimo tour insieme, poi Liam è tornato a casa, ha
trovato
l'amore ed ha messo su famiglia. Ci sentivamo spesso ma poi ogni volta
finivamo per parlare sempre di te così ci prendeva la
malinconia
e piano piano le chiamate diminuivano, poi si trasformavano in sms e
adesso ci sentiamo due volte l'anno per darci gli auguri di Natale e
del compleanno. Niall è tornato in Irlanda e ha fondato una
casa
discografica per nuovi talenti, anche con lui le cose sono andate come
con Liam. Zayn ha smesso di cantare per molto tempo fino a quando un
giorno non ha incontrato una ragazza che gli ha fatto riscoprire
l'amore e che lo ricambiava, adesso abita a Londra ed è
diventato il manager più sexy degli ultimi tempi fidanzato
con
la bellissima cantante della quale si occupa. -
la giovane si concesse una risata ripensando alle vite perfette dei
suoi vecchi amici. Aveva ragione, dopo la morte dell'amica il gruppo
aveva cominciato a dividersi ogni giorno di più fino a
quando la
rottura non fu inevitabile.
- Dov'è Zayn?
-
chiesi rientrando in casa, Louis e Liam erano seduti sul divano mentre
Niall era seduto sulla moquette giocherellando con il laccio del
pantalone del pigiama
- E' di sopra -
disse il biondo senza alzare lo sguardo. Mi avviai verso la stanza che
era di Sam e trovai Zayn seduto per terra esattamente al centro delle
quattro mura e mi appoggiai lungo lo stipite della porta
- Ehi -
dissi osservandolo
- E' sempre così, ogni volta che sento di aver trovato la
persona giusta mi sfugge dalle mani. Sapevo che il suo cuore
apparteneva ad Harry ma sapevo anche che mi sarebbero bastati pochi
mesi per convincerla che anch'io non ero poi così male per
lei -
disse battendo un pugno per terra
- Avrei dovuto capirlo, avrei dovuto guardarla negli occhi e capire che
qualcosa non andava e invece sono stato un cieco -
continuò
- Zayn, la guardava con gli occhi di un innamorato. Non vedevi niente
oltre lei e la sua bellezza. Inoltre, nessuno penserebbe ad una cosa
del genere guardando la persona alla quale tiene di più al
mondo
-
dissi avvicinandomi a lui e accarezzandogli la schiena
- Lascia perdere. Tanto le nostre stupide chiacchiere non la
riporteranno indietro. Le mie lacrime non riporteranno il suo sorriso,
le mie parole non riporteranno il suo corpo. Sono stato uno stupido, un
coglione. Me lo merito perchè me la sono andata a cercare,
avevo
chiuso con l'amore e ci sono ricascato come un cretino -
disse alzandosi
- Zayn -
lo richiamai prima che uscisse dalla stanza
- Non chiudere mai con l'amore, tutti trovano una persona speciale,
bisogna solo avere la pazienza di aspettarla e se sei fortunato quando
la trovi, lei decide di ricambiarti -
dissi, il suo sguardo era neutro e lo seguii con lo sguardo mentre
usciva dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle eppure ero certa
che quelle parole non le avrebbe dimenticate, ero certa che un giorno,
presto o tardi, quella persona sarebbe arrivata anche per lui.
- Non mi sbagliavo -
disse in un sorriso
- Mamma, possiamo portarlo a casa? -
la voce della piccola distolse l'attenzione della bionda dalla fredda
lapide e le mostrava il piccolo gattino
- Tesoro non credo lo facciano salire sull'aereo -
disse sorridendo
- Oh . . -
disse triste la bambina
- Questa è la sua casa tesoro, lui è insieme alla
zia Sam e sono sicura che non vorrebbe allontanarsi da lei -
disse la ragazza mentre la bambina tornava a giocare con il suo piccolo
amico
- Sai, il giorno del tuo funerale è stato l'ultimo giorno
che
abbiamo passato tutti insieme. Durante il viaggio nessuno aveva il
coraggio di parlare di te, Harry se ne stava in un angolo torturando i
suoi ricci, Zayn era dal lato opposto in silenzio, Liam e Niall erano
uno accanto all'altro parlando di cose stupide per allentare la
tensione, Louis era accanto a me fisicamente ma in realtà
era
lontano e non potevo fare nulla per riportarlo da me. Ricordo che quel
giorno noi eravamo gli unici vestiti di bianco, avevamo pensato che il
giorno del tuo funerale non dovesse rappresentare un addio ma un
arrivederci, che in realtà non dovevamo essere tristi
perchè prima o poi ti avremmo rivista e non volevamo che
fosse
un giorno triste. Ricordo gli sguardi dei presenti, incluso quello di
Amanda e di tua madre fisso su di noi al momento del nostro arrivo ma
poi anche tua madre fu d'accordo con noi e un sorriso comparve sul suo
volto, seppure per un breve momento. -
La ragazza inspirò profondamente facendo una breve pausa
- Non ho mai detto a Louis di essere incinta, tutt'ora lui non sa della
bambina. A volte penso di aver preso la scelta sbagliata a volte
però penso che invece sia quella giusta per lui. Non era
pronto
per diventare padre e non dimenticherò mai l'espressione
dipinta
sul suo volto quando tornammo a casa, prima di lasciarci -
Camminavamo in silenzio
per le strade
di Holmes Chapel, i fan ed i paparazzi avevano deciso di rispettare il
dolore di Louis e del resto dei ragazzi e li avevano lasciati in pace,
almeno per qualche giorno. Zayn era tornato a Bradford, Liam a
Wolverhampton, Niall a Mullingar ed Harry era tornato con noi ad Holmes
Chapel.
- Devo parlarti -
dissi rompendo il silenzio che si era creato fra di noi
- Anch'io -
aggiunse Louis chianando il volto
- Prima tu -
dissi ascoltando in silenzio. Louis mi afferrò delicatamente
per
un braccio facendomi fermare e voltare verso di lui, i suoi occhi
azzurri brillavano ed erano fissi nei miei, ancora dopo tanto tempo mi
facevano lo stesso effetto della prima volta che li vidi.
- Torno a Doncaster -
disse facendo una breve pausa
- Han io non posso stare con te. Tu sei una persona meravigliosa ed io
ti amo, ma guardarti mi fa ricordare Sam e mi distrugge, guardare i
tuoi occhi, il tuo sorriso, tutto di te mi ricorda lei e non posso
farcela. Non adesso. -
ammise mentre una lacrima gli rigava il volto. Allungai una mano
accarezzando il suo viso e con l'indice raccolsi quella lacrima che era
caduta
- Shh -
dissi poggiando un dito sulle sue labbra
- Va bene. Ma non permettere mai a niente e nessuno di cancellare i
ricordi che hai di lei, sono speciali e col tempo imparerai a guardare
indietro con il sorriso e con la consapevolezza di aver conosciuto una
persona meravigliosa come lei -
dissi piangendo. Quel giorno Louis lasciò Holmes Chapel e
ritornò a Doncaster, non gli dissi del bambino. Non potevo
legarlo a me quando ciò che voleva lui era allontanarsi.
Andare
via da Holmes Chapel e dai suoi ricordi. Forse un giorno avrebbe
incontrato il suo bambino e guardandolo lo avrebbe riconosciuto, o
forse no. Ma lo lasciai andare, magari un giorno lui stesso sarebbe
tornato da me ed insieme avremmo ricordato Sam con il sorriso.
- Non è più tornato -
dissi asciugandomi una lacrima
- Sono andata a Doncaster una volta, l'ho anche incontrato ma senza
farmi vedere. Era felice, era insieme ad una ragazza meravigliosa,
aveva i capelli castani, era alta con un fisico perfetto e lo faceva
sorridere. Il suono della sua risata si poteva udire a due isolati di
distanza. Così me ne sono andata, io insieme alla piccola
che
ogni giorno cresceva dentro di me -
disse in un sospiro.
- Sai, prima di andare via Lou mi chiese quale fra Zayn ed Harry avevi
scelto. Non gliel'ho mai detto ma entrambe sappiamo che il tuo cuore
è sempre appartenuto e sempre apparterrà ad Harry
Styles.
-
così dicendo prese il mazzo di fiori che aveva portato con
sè e lo lasciò accanto alla lapida mentre la
piccola si
affrettava a raggiungere la madre
- Saluta la zia tesoro, dobbiamo andare -
la ragazza si chinò e prese in braccio la bambina che con
una mano mandò un bacio alla piccola foto
- Ciao zia, a presto -
- Ciao Sam -
così dicendo madre e figlia ripercorsero lo stretto vialetto
lasciando alle loro spalle molti ricordi, alcuni belli, altri brutti ma
tutti pur sempre ricordi.
Tra i fiori vi era un biglietto, era completamente bianco fatta
eccezione per una piccola scritta al centro Aspettami, lo hai promesso.
Hannah.
FINE
Questa volta
ho deciso di non mettere nessuna gif, voglio che l'ultima immagine sia
quella della storia.
E' stato messo il punto a questa fanfiction, confesso che all'inizio
ero molto insicura, non sapevo se qualcuno l'avrebbe
seguita, se fosse piaciuta, se la storia fosse carina. Poi ho guardato
il film A Cinderella Story e ho ripetuto dentro di me
Non permettere mai che
la paura di perdere ti impedisca di partecipare e allora
mi sono detta, proviamo nel peggiore dei
casi dopo un paio di capitoli cancello la storia. Invece ho visto che
lentamente alcuni di voi si sono appassionati insieme a me
alle vicende di Sam,Harry,Zayn,Liam,Niall,Louis ed Hannah. Rileggendo
la storia ho notato che le idee con le quali ero partita
sono state completamente stravolte. Credetemi, mettere fine a questa
storia mi rende triste perchè mi sento legata a Sam e be
sarò anche sentimentale ecc ma la ricorderò
sempre questa
storia. E' stata la seconda che ho scritto seriamente, ne avevo scritta
una
in precedenza su Skins ma trovo che questa rispecchi la mia crescita.
Questo epilogo è stato scritto di getto tutto in una notte,
così come
questo spazio autrice, ma ho deciso di non postarlo subito ma di
aspettare qualche giorno. Non per cattiveria ma perchè
così la fanfiction
non finirà subito, l'ultimo capitolo l'ho postato solo ieri.
Questa sera è stata una serata un pò negativa e
questo ha
fatto bene alla storia perchè
mi ha dato la carica giusta per scrivere anche se preferirei averla
avuta in un altro modo. Non vi annoierò con le mie storie
personali, non
preoccupatevi :')
Parlando del capitolo, Sam ha scelto Harry anche se la sua non
è
stata una vera scelta, il suo cuore è stato di quel ragazzo
dal
momento in cui i
due si incontrarono a bordo dell'aereo per Londra. Zayn, il suo per Sam
non era vero amore, lui lo cercava così disperatamente e
credeva
di averlo trovato
in lei ma così non era e alla fine lui lo sapeva e sempre
alla
fine lo ha trovato. Louis, il suo rapport con Sam è molto
particolare, i due erano legati in un
modo molto forte e la morte della ragazza lo ha distrutto a tal punto
da voler cambiare radicalmente e lasciare ad Holmes Chapel tutti i
ricordi di quest'ultima
ma non vorrei che pensaste che Louis non abbia amato Hannah
perchè non è così, Louis l'amava ma
lei faceva
parte di quel passato che lui voleva lasciarsi
alle spalle, di quel passato che lo rendeva infelice.
Spero che la storia vi sia piaciuta, spero di avervi trasmesso le
stesse emozioni o almeno un pò di quelle che ho provato io
scrivendo la storia. Spero non vi
abbia deluso la scelta del narratore finale, ho scelto di raccontare in
terza persona il presente ed in prima dal punto di vista di Hannah il
passato, i flashback.
Ringrazio tutte le ragazze che hanno seguito la mia storia e che
l'hanno recensita. Permettetemi di fare un saluto speciale ad Alexandra
McAdams perchè mi ha seguita
dall'inizio della storia e perchè anche su twitter mi ha
sempre
seguita. Grazie di cuore <3 Un saluto anche a Niniell95 che come
Alexandra mi ha seguita dall'inizio <3
e un grazie a tutte loro che mi hanno dato un parere e degli ottimi
consigli, per non parlare dei loro bellissimi complimenti <3
Robby_Directioner,gengibuz,giuls_399,Crazier_,MartinaStyles,juls a
directioner,Vale Hazza96,Ginny_Gemma,KathleenJaymesH_
GRAZIE DI CUORE, SENZA DI VOI PROBABILMENTE NON AVREI CONTINUATO A
SCRIVERE QUESTA STORIA. GRAZIE DI CUORE.
Grazie a chi ha inserito la storia fra le seguite,ricordate e preferite
e chi semplicemente ha deciso di leggerla in silenzio. GRAZIE!
Sappiate che
non è un addio, sto lavorando ad un'altra storia
che ha per protagonisti Liam e Niall perchè in questa
fanfiction
non hanno avuto lo spazio che meritavano
perciò tornerò e non vedo l'ora di tornare.
Vi
chiedo un ultimo favore, passate a dare uno sguardo alla nuova
fanfiction su Liam e Niall, mi farebbe davvero piacere se lo faceste :)
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1162641&i=1
Intanto vi ricordo che potete sempre trovarmi su twitter https://twitter.com/xshadowsx_
Questa
storia è scritta da me, pubblicata senza alcuno scopo di
lucro.
Il carattere dei personaggi descritti è frutto della mia
fantasia e con questa storia
non intendo dare
rappresentazione veritiera del carattere delle persone descritte,
nè offenderle in alcun modo.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1038011
|