Capitolo II
CAPITOLO II
Aveva pensato tutta la notte a quella ragazza e aveva
il suo nome impresso nella mente: Luce. Adesso stava passeggiando
lungo la strada che aveva percorso il giorno prima assieme a lei,
fino a fermarsi davanti alla porta del suo appartamento, rimanendo
fermo a fissarlo con le mani in tasca.
Stava cercando di rimettere a posto
quel confusionario posto dove viveva. Aveva vinili ovunque, persino
in cucina, vicino al tostapane da acrobati, che sparava fuori fette
di pane a una velocità tremenda. Prese in mano un disco e vide che
era dei Beatles. Beatles for sale. Sorrise a metà quando le caddero
gli occhi su John.
Rimase a fissare la porta, indeciso sul
da farsi, poi si decise ed endò a bussare.
Girò la testa di scatto e poggiò il
vinile su un tavolo vicino. Si buttò i capelli all'indietro e tirò
ben giù la camicia larga che portava addosso, che quasi copriva del
tutto gli shorts. Andò ad aprire e rimase qualche secondo in
silenzio a guardare John, appoggiandosi allo stipite della porta.
Fece mezzo passo indietro e la squadrò
da capo a piedi con le mani in tasca, poi posò lo sguardo sui suoi
occhi blu e sorrise appena per non sembrare troppo scortese,
dopotutto si era presentato a casa sua senza nemmeno avvisare.
- Buongiorno.. Disturbo? -
Sorrise senza staccare gli occhi dai
suoi. Alzò le sopracciglia per poi incrociare le gambe coperte solo
dagli shorts che le arrivavano nemmeno a metà coscia e sorrise a
metà.
- No.. Però mi dai una mano adesso. -
- Una mano? -
Allungò lo sguardo verso
l'appartamento poi tornò su di lei.
Annuì velocemente.
- Pulizie di primavera.. E c'è tanta
di quella roba. -
Si mise una mano nei capelli.
- Ok, ti aiuto volentieri. -
Accennò un sorriso gentile e fece un
passo avanti aspettando che lo facesse entrare.
Si ritrovò davanti a lui, forse
troppo vicina e fece un passo indietro per poi mettersi da parte e
farlo passare.
Entrò dandole un'occhiata per poi
guardarsi tutto intorno, studiando l'appartamento.
Incrociò le braccia al petto ed unì
le gambe finissime e bianche che si ritrovava, per poi guardarsi
attorno, circondata da dischi.
- Ti piace la musica vedo..-
Iniziò a girovagare per la casa
posando gli occhi sui dischi che trovava sparsi ovunque, prendendo in
mano poi "Beatles for sale".
- Allora ti piacciono anche i Beatles..
-
La guardò per una risposta.
Alzò le spalle indifferente e si
avvicinò a John.
- Non mi blocco su un solo gruppo.
Trovo stupido fissarsi su una sola cosa. - Disse con tono moderato
guardando il disco che il ragazzo teneva in mano.
- Io ti ho chiesto solo se ti
piacciono. - Disse con tono superiore posando il disco che aveva in
mano e avvicinandosi appena a lei.
Sorrise con fare ribelle, come faceva a
scuola, dove spesso si beccava rapporti o punizioni per
quell'atteggiamento del volto.
- E io ho espresso una mia opinione,
John. -
Sospirò rassegnandosi, tanto avrebbe
voluto lei laragione, non c'era possibilità di vincere, così si
voltò senza dire nulla e prese in mano una coperta mezza sul divano e
mezza per terra, iniziando a riordinare.
Camminò e si sedette sul pavimento per
prendere i vari dischi a terra.
- Elvis, Gene Vincent, Jerry Lee Lewis,
Screaming Jay Hawkins... -
Intonò piano: - I put a spell on you,
becaause you are mine.. -
Accennò un sorriso sentendola cantare
e girò appena lo sguardo su di lei, per poi tornare a riordinare i
vari vestiti che trovava sul divano.
Si alzò in piedi e andò verso il
giradischi per mettere su real wild child di Jerry Lee Lewis.
- Well I'm just outta school like I'm
real real cool.. I got the jump gota the jive, got the message I'm
alive 'cause I'm a wild one. -
Prese una pila di libri e ballettando
li ripose nella libreria.
Trovò un reggiseno riordinando tra i
vestiti, girò lo sguardo su di lei ridacchiando e assicurandosi che
non lo guardasse, così prese e lo mise in tasca del suo cappotto
nero, tornando poi a sistemare.
Con la coda dell'occhio lo stava
guardando.
- John.. Quello ti serve come trofeo di
caccia o ti piace il colore? - Disse con un sorriso meschino sulle
labbra mentre lo guardava negli occhi stavolta girata.
Si mise a ridere tirando fuori dalla
tasca il reggiseno.
- Ma cosa, questo? -
Annuì lentamente e si diresse verso di
lui. Lo prese dalle sue mani e si girò di schiena. Si slacciò la
camicia, bottone per bottone per poi farla cadere sul pavimento,
mostrando di spalle la schiena nuda, per poi infilarsi il reggiseno a
fascia e chiudere i ferretti.
La guardò per tutto il tempo senza
cambiare minimamente la sua aspressione, poi, una volta riallacciato
il reggiseno, si piegò e presa la camicia della ragazza da terra e
si avvicinò a lei da dietro facendogliela penzolare davanti al viso.
La prese agguantandola e se la rinfilò
velocemente per poi chiudere i bottoni e girarsi.
- Almeno stavolta non puoi prenderlo. E
se ne trovi altri, mettili in un cassetto. - Disse sorridendo e
girandosi per guardarlo negli occhi.
Sorrise e le stampò un bacio sulle
labbra appena la vide davanti a se, poi si voltò tranquillamente e
tornò a riordinare i cuscini del divano.
Si portò una mano alle labbra e
sorrise infantile per poi ritornare al tavolo e prendere alcuni
dischi tedeschi che chi sa di che diavolo di autore erano.
Finì di mettere apposto i cuscini e si
sedette sul divano guardandola.
- C'è ancora tanto da fare? -
Si girò verso di lui spostando tutti i
capelli mossi che poi con una mano si mette dietro l'orecchio
sinistro.
- Mh.. No. -
- Quindi possiamo riposarci un po'? -
Annuì piano e ripose i vinili in un a
cassetta all'interno di un'anta della libraria per poi sedersi sul
tavolo e buttare su le gambe piegando poi le ginocchia ed
osservandolo.
- Che lavoro fai? - Le chiese mentre
continuava a guardare tutto intorno a sè l'appartamento.
Alzò le spalle e si guardò intorno.
- Dipingo. Diciamo che.. Sono
un'artista. - Disse passando gli occhi sulle pareti bianche della
casa.
Seguì il suo sgurado lungo le pareti
per poi posarlo sui suoi occhi blu.
- Cosa dipingi? -
Guardò gli occhi del ragazzo poco
distante da lei e sgranchì le dita dei piedi nudi.
- L'anima della gente. -
Sorrise naturalmente stupito dalla
risposta della ragazza. Era sempre più interessato a lei e
nonostante il suo carattere apparentemente acido, lui era deciso a
conoscerla a fondo. Si alzò e si avvicinò al tavolo fermandosi
davanti a lei e poggiando le mani sulle sue ginocchia nude.
- E com'è l'anima della gente? -
Deglutì piano, senza emettere alcun
rumore, senza muoversi minimamente. Lo guardò negli occhi, in modo
profondo, serio.
- Varia da persona a persona. Quella di
alcuni è profonda come una pozzanghera e vile. Altri sono dominati
da una rabbia interiore causata da traumi. In quel caso il dipinto
sarà prevalentemente rosso. Oppure c'è chi è felice. Allora basta
una tela bianca per mettere a nudo un'anima pacifica. -
Abbassò istintivamente lo sguardo
ripensando alla sua infanzia e alla rabbia che puntualmente reprimeva
e finiva per sfogare in qualche attimo di violenza. Deglutì
togliendo le mani dalle ginocchia della ragazza e mettendole in
tasca.
Chiuse gli occhi e poggiò le mani
sulle ginocchia bianche e fredde. Li riaprì velocemente e disse
piano quasi in un sussurro. - Devi essere una persona tormentata. Non
hai avuto un'infanzia facile, anzi direi al contrario, disastrosa.
caratterizzata da carenze di affetto. E sei alla ricerca di te
stesso. Forse della calma che non hai mai avuto. Di qualcuno che ti
prenda e che non ti lasci andare. -
Si allontanò voltandosi e arrivò alla
finestra. Guardò per 5 buoni minuti la pioggia che incminciava a
scendere dal cielo grigio, senza però accorgersi pienamente del
temporale.
Si alzò piano, senza far rumore, in
tutto il suo spropositato equilibrio e si mise alle sue spalle, senza
un particolare motivo, attendendo che si girasse.
Sentì la presenza della ragazza alle
sue spalle, ma era indeciso se voltarsi o meno. Il suo guardo lo
confortava, in qualche modo, ma in quel momento era troppo debole e
non voleva mostrarsi fragile ai suoi occhi, così rimase ancora
qualche istante a guardare fuori, dalla finestra che ormai si era
riempita di gocce.
Guardò piano in basso e si mise una
mano tra le lunghezze dei capelli che legò in una treccia laterale
morbida. Guardò anche lei il tempo che si metteva di male in peggio
col passare dei minuti fino a quando non si avvicinò piano a lui per
poggiare la fronte sulla sua schiena e chiudere gli occhi.
Alzò la testa al contatto con la
ragazza, rimase stupito e si voltò a guardarla.
Spostò piano la testa dalla sua
schiena e appena si voltò lo guardò dritto negli occhi, coi suoi di
quel blu profondo, seria, senza battere ciglio.
La guardò con la stessa intensità
senza alcuno movimento tranne quello delle sue mani che quasi
involontariamente si mossero per cercare quelle della ragazza di
fronte a lui.
Mosse piano le mani verso le sue e
appoggiò i palmi ai suoi per poi mettere le dita negli spazi tra un
dito e l'altro del ragazzo.
Continuò a fissarla per un tempo
indefinito, gli sembrava di navigare in quei suoi occhi blu, così
profondi e sinceri, che non nascondevano il suo essere, al contrario
del suo comportamento apparentemente freddo e distante.
Si avvicinò di poco e dopo averlo
guardato per un istante negli occhi, appoggiò la testa al suo petto
per poi chiudere le palpebre e respirare impercettibilmente col naso.
Rimase alquanto stupito da quel
comportamento e rimase a fissare il vuoto davanti a se stringendole
intanto le mani tra le sue.
Aprì gli occhi e disse
impercettibilmente. - Hai paura di mostrare la tua debolezza alla
gente, vero? -
Si irrigidì a quelle parole e rimase
immobile fissando il vuoto.
Alzò la testa e lo obbligò a
guardarla negli occhi fissandolo dritto nelle pupille.
- Non ho intenzione di ferirti. -
La guardò scrutando nei suoi occhi a
pochi centimetri dai suoi.
Sbatté una volta le ciglia per poi
riaprire gli occhi blu nei quali ci si poteva perdere guardandoli per
troppo tempo.
Sentiva il suo respiro sulle labbra e
il suo sguardo pesare sui suoi occhi, non riusciva quasi a
sostenerlo.
Osservò il ragazzo sull'orlo del
cedimento con lo stesso sguardo penetrante che aveva tenuto fino ad
allora, senza lasciare le sue mani.
Non ce la faceva più a reggere lo
sguardo della ragazza, ma non abbassò il suo, anzi continuò a
fissarla avvicinandosi sempre di più fino a sentire la punta del
naso sfiorare il suo.
Senza distogliere lo sguardo dagli
occhi castani di John, prese a sfiorare piano il naso contro il suo,
respirando fievolmente.
Inclinò leggermente la testa senza
distogliere lo sguardo e le baciò delicatamente le labbra, quasi
sfiorandole.
Rispose al bacio chiudendo gli occhi e
posando con delicatezza le labbra sulle sue, che si potevano quasi
definire profili della bocca, da tanto che erano sottili.
Socchiuse gli occhi assaporando le sue
labbra tra le proprie, le lasciò le mani posando le proprie sui suoi
fianchi, con delicatezza.
Appoggiò il palmo destro delle mani
alla sua guancia e risalì piano il volto fino ai capelli
castano-rossi che scompigliò con dolcezza per poi chiudere le gambe,
alle quali cominciava a sentire freddo, dato che era cambiata la
temperatura e addosso aveva solo quel paio di shorts slavati.
Spostò le mani dai suoi fianchi fino
ad arrivare alle cosce, fredde sulle sue calde mani, e le sfiorò le
labbra con la lingua continuando a baciarla.
Aprì piano le labbra e continuò a
baciarlo per sentire gli zigomi scaldarsi e prendere colore. Portò
le mani fino alla vita del ragazzo e le poggiò sulla sua pancia.
Le sfiorò le cosce con le dita e prese
piano a spingere la lingua sempre più dentro la bocca della ragazza
fino a toccarle la sua.
Toccò piano la lingua con la sua per
poi cingere il collo del ragazzo con le braccia fini e pallide,
ricoperte però sul braccio sinistro da miriadi di braccialetti.
Mise le mani attorno alla vita esile
della ragazza portandola più vicina a sè, esplorando delicatamente
tutta la sua bocca con la lingua.
Si appoggiò col corpo fragile a quello
del ragazzo mentre lasciava che le loro lingue si incontrassero,
mentre passava le dita fini, da pianista, nei suoi capelli mossi.
Respirava lentamente sulle labbra della
ragazza intento ad assaporare ongi singolo momento di quel bacio che
stava durando ormai da tempo nella sua mente, anche se nelle realtà
dovevano essere passati si e no un paio di minuti da quando si era
voltato dalla finestra.
Muoveva piano la testa per rispondere
al bacio, intrecciando piano la lingua alla sua per poi staccarla a
colpi e farla rincontrare. Si sentiva leggera. Quasi lo stesso
effetto che le dava l'LSD, Ci mancava solo che vedesse tutto
coloratissimo e distorto.
Continuò a baciarla sempre più
coinvolto fino a non riuscire quasi più a riprendere il respiro,
quella ragazza era stupenda e la stava conoscendo sempre di più,
anche senza tante parole, che a lui sono sempre risultate inutil.
Aveva abbattuto la barriera che John
metteva tra lui e la gente in modo e maniera da non poter permetter
loro di ferirlo. Ed era quasi come se si fosse aperto del tutto.
Prese a respirare affannosamente dalle narici, sentendosi gli zigomi
rossi ed accaldati.
Continuava a baciarla, non voleva
smettere, mentre nella sua mente si insinuavano i pensieri più
perversi. Ma no, non li avrebbe seguiti. La voleva incredibilmente ma
non avrebbe ceduto alle sue voglie, almeno fino a quando non fossero
state condivise da lei.
Sentiva il corpo diventare da freddo a
caldo. Le gambe cominciavano ad intiepidirsi così come le braccia,
il busto. Si strinse piano a lui mentre i capelli si scioglievano
dalla treccia e ricadevano morbidi e sinuosi sulle sue spalle.
Sentiva il cuore batterle fin troppo forte in petto.
Si allontanò lentamente fino a
guardarla negli occhi, con il respiro lento che si faceva sempre più
pesante sulle sue labbra.
Lo guardò negli occhi lentamente,
riprendendo piano fiato e con un accenno di gioia negli occhi.
Le baciò ancora le labbra,
delicatamente, per poi allontanarsi di nuovo.
Si allontanò piano e raddrizzò la
schiena. La camicia adesso era completamente aggrinzita e i bottoni
erano aperti fino alla scollatura. Lo guardò negli occhi e deglutì
senza far alcun rumore, chiudendo le gambe fini e bianche.
Posò lo sguardo sul seno che le si
intravedeva dalla scollatura, non era molto pronunciato ma
assolutamente sensuale, come tutto il suo corpo che nonostante fosse
molto sottile aveva una grazia e una sensualità innata.
Si spostò una falda di capelli mossi e
castani dal viso, con un movimento del braccio destro e restò ferma
dov'era mentre lo guardava assorta e teneva una mano nelle lunghezze
dei capelli.
Portò le mani sulla camicetta tenendo
lo sguardo sulla scollatura e prese a richiuderle lentamente i
bottoni fino al petto per poi guardarla negli occhi.
Sorrise guardandolo negli occhi e
rimase ferma dov'era portando le dita di una mano su una sua guancia,
sfiorandola piano, delicatamente, come se si fosse potuta rovinare.
Sorrise leggermente ma sincero,
guardandola negli occhi, non poteva guardare altrove, quegli occhi lo
catturavano completamente.
Arricciò piano il naso sorridendo, per
poi stenderlo di nuovo. Lo guardò negli occhi castani, dal taglio
particolare, che rimandava molto quasi agli occhi a mandorla.
Le carezzò delicatamente il viso per
poi sussurrare: - Devo andare.. -
Guardò a terra e alzò la testa.
- Aspetta un momento. -
Annuì leggermente guardandola.
Prese un respiro e disse piano, seria,
guardandolo negli occhi: - Io.. Non.. Insomma. -
- Non..? - Le domandò sfiorandole il
contorno del viso con le dita, leggermente.
Abbassò lo sguardo a terra.
- Tendo sempre a farmi del male.. E..
Non voglio essere un'altra di una lunga serie. -
La guardò a lungo pensando alle parole
da dire prima di sussurrare: - Io tendo a far soffrire.. sta a te
scegliere di fidarti o meno.. -
Sussurrò piano guardandolo negli
occhi: - Anche io tendo a far soffrire.. Io.. penso volermi fidare.
- Disse piano per poi guardare di lato.
Si avvicinò dandole un lento e lungo
bacio sullo zigomo per poi accarezzarle la guancia.
- Domani.. -
Pensò un po' a cosa dire, perchè un
solo pensiero passava nella sua mente, ma cercava di mandarlo via.
- Me lo fai un ritratto della mia
anima? -
Sopirò piano.
- Penserò a come farlo. - Disse a
mezza voce per poi mordersi piano il labbro inferiore, rosso e
piuttosto carnoso, così a contrasto con la sua pelle chiara. Aveva
paura di non essere niente di serio per lui.
- Ciao. -
Sorrise dandole un altro piccolo bacio
sulla guancia e si diresse verso la porta. La guardò velocemente
prima di sparire chiudendo la porta alle sua spalle. Eleanor |