Luce In The Sky With Diamonds

di Eleanor _ Jude _ Michelle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Capitolo I

CAPITOLO I

John, Luce

Girovagava senza meta in una libreria di Londra piuttosto interessante, col solito ciuffo in testa e il trench beige aperto portato come le capitava sul momento. Stava sfogliando un libro quando camminò all'indietro e andò a sbattere contro un ragazzo.

- Oh, scusa. -



Si voltò di scatto e la fissò per un attimo, poi tornò nel mondo reale e chiuse il libro che stava sfogliando per porgerle la mano sorridente.

- Di niente. Piacere, io sono John. -



Sorrise a metà e gli porse la mano.

- Piacere.. Sono Luce. - Disse scandendo bene la pronuncia "lius". Lo guardò per un momento negli occhi castani e tornò ad osservare gli scaffali.



Rimase a guardarla perplesso, non si rendeva conto come mai non avesse cominciato ad urlare, di solito le ragazze fanno sempre così quando lo vedono.. Forse lei non si era accorta di chi avesse davanti o forse non le importava affatto.



Si era accorta benissimo di chi aveva davanti, ma dopotutto, anche lei era un'artista in un certo senso e non aveva voglia di disturbare con urli o domande patetiche il povero John, che chissà quante ne aveva già sentite. Posò gli occhi blu su un libro e vide anche la mano del ragazzo allungarsi verso di esso. Fu più rapida e lo prese. Sorrise ironica.



Rimase con la mano a mezz'aria e guardò la ragazza, inclinando la testa sbalordito. Non solo non si era sciolta nel vederlo ma faceva anche la prepotente: La adorava già!



Lo guardò negli occhi sorridendo a metà.

- Mh.. Forse è meglio se la mano la metti giù.. Chiameranno un'ambulanza d'urgenza.. Codice paralisi della mano destra, il che per un chitarrista non è conveniente.

Sorrise ironizzando sulla posa imbambolata di John.



Accennò una rista scuotendo la testa e distolse lo sguardo dalla ragazza posandolo su un altro libro e prendendolo in mano per cominciare poi a sfogliarlo.



Aveva intenzione di disturbarlo, almeno un po' per suscitare in lui la voglia di parlarle. Prese il libro "The Howl" che aveva in mano e cominciò a leggerlo per spostare di tanto in tanto la coda dell'occhio su di lui.



Continuò a fissare la pagina del proprio libro che teneva tra le mani, pur non leggend; in realtà cercava di capire se la ragazza lo stasse guardando o meno, cose che risultava difficile se doveva tenere gli occhi puntati sull libro.



Disse piano, quasi in un sussurro: - Forse se strizzi ancora un po' gli occhi vedi il titolo in grassetto a caratteri in maiuscolo. -

Era chiaramente miope, e si poteva notare facilmente.



Fece un sospiro e chiuse il libro, scocciato, rumorosamente. Lo mise sullo scaffale facendo un leggero sorrisetto ironico alla ragazza prima di voltarsi di nuovo per andarsene.



Restò ferma e tirò fuori dalla tasca del trench beige un paio di occhiali da sole neri con una montatura d'osso.

- Questi sono tuoi? - Disse aspettando una risposta.



Si girò verso di lei velocemente senza nemmeno guardare bene e risponde con un secco - No. -



Annuì. - Eppure erano nella tasca sinistra del tuo giubbotto. -

Lo guardò negli occhi sorridendo senza far cadere la sua espressione.



Si avvicinò lentamente con le mani in tasca, mantenendo un'aria piuttosto pacata rispetto alla palese irritazione che gli stava suscitanto quella ragazza.

- Te li regalo.. -



Se li mise sulla testa e lo guardò negli occhi sorridendo e sentendo crescere dentro di lei un certo interesse. Aveva deciso: voleva conoscerlo. Ed era piuttosto testarda. Continuò a fissarlo negli occhi con i suoi, azzurri, e si tolse gli occhiali dalla testa per posarglieli delicatamente sul naso.



Si sistemò gli occhiali ridacchaindo.

- Beh, come sto? - Chiese allargando una mano e alzando le spalle mentre guardava la ragazza aspettandosi un'altra delle sue battutine ironiche.



Misee la testa di lato e rise piano.

- Hai già sentito troppi complimenti.. ti stancherei e basta. -

Continuava a guardarlo negli occhi castani dalla forma particolarissima, totalmente l'opposto dei suoi.



Sorrise e si tolse gli occhiali mettendoli nella tasca della ragazza, dopo essersi avvicinato a lei e averle sfiorato il braccio, per poi dirigersi verso le scale.



Prese gli occhiali e li mise sulla testa per poi scendere seguendolo. Gli stivali neri da pioggia che portava scricchiolavano sul legno e la borsa a tracolla le ciondolava addosso. Insomma: Si sarebbe fermato prima o poi!



Scese tutte le scale continuando poi a camminare impassibile, sapeva che lo stava seguendo, sentiva il flebile rumore dei suoi stivali ma l'avrebbe sentita comunque, anche senza quel rumore, percepiva la sua presenza. Continuò a camminare, dopo essere uscito dalla libreria, per una decina di metri, fino ad entrare in una caffetteria.



Incredibile: continuava a camminare. Niente paura Luce, si ripeteva tra sé e sé seguendolo passo per passo. Entrò nella sua stessa caffetteria e con fare disinvolto gli si sedette davanti alzando un giornale.



Accennò un sorriso, stupito e allo stesso tempo affascinato dal fare insolito di quella ragazza. Si alzò senza dire nulla e ando al bancone per poi tornare dopo qualche minuto con due tazze di caffè in mano. Le poso entrambe sul tavolino, una di fronte a sè e l'altra di fronte al giornale che teneva in mano la ragazza.

- Non farlo freddare. - Disse mentre sorseggiava il caffè soffiando ogni tanto sulla tazza con le sue labbra sottili, quasi assenti.



Sorrise da dietro le pagine ed abbassò il Times che stava leggendo, completamente disattenta e assorta dal pensiero della persona al di là di quei fogli. Prese la tazza di caffè in mano e piegò le ginocchia posando i piedi sul divanetto tipico delle caffetterie inglesi. Poggiò le labbra rosse dalle curve dolci sulla tazza bianca e bevve un sorso di caffè senza emettere rumore alcuno. Posò gli occhi sui suoi capelli aspettando che dicesse qualcosa.



La guardava sorseggiando il caffè, non sapeva stranamente cosa dire. Lui ci sapeva fare con le ragazze, era risaputo, ma lei era diversa dalle altre, non sapeva come prenderla. Così rimase a guardarla abbassando ogni tanto lo sguardo per bere il suo caffè.



Guardò fuori dalla finestra della caffetteria e posò piano la tazza sul tavolo.

- A quest'ora a Liverpool c'è il sole. Trentacinque minuti al giorno. Contati.. Arrivi fino a Matthew Street dall'Albert Dock con una camminata calma e hai anche il tempo di fermarti a prendere qualcosa in giro. -

Sorrise a metà e tornò a bere del caffè.



Continuava a guardarla, anche quando lei aveva girato lo sguardo sulla finestra. Accennò un sorriso.

- Luce, giusto? - Le domandò posando la tazza sul tavolo.



Annuì lentamente mentre il ciuffo di capelli mossi si sfaceva piano, infatti una falda di capelli le era caduta sulla fronte. La spostò e tornò a guardarlo negli occhi. - John vero? -



Accennò una risata sorridendo sghembo con le sue labbra sottili.

- Si, John, esatto. -



Piegò le labbra in un sorriso naturale e si tirò su le maniche del trench che portava, facendo tintinnare la miriade di braccialetti che portava al braccio sinistro.

- Il mio intuito è formidabile.- Disse appoggiando un gomito al tavolo e poggiando la testa sulla mano dello stesso braccio.



Si appoggò allo schienale del divanetto incrociando le braccia senza distogliere lo sguardo da Luce.

- Mi viene il dubbio che tu non mi conosca. -



Lo guardò negli occhi castani e sorrise a metà lasciando che i capelli lunghi e mossi si sciogliessero sulle spalle.

- Io so chi sei. Ma non ti conosco. Conoscere è qualcosa di ben diverso da leggere interviste,non credi? -



Si alzò dal divanetto e si sistemò la giacca prima di tornare a guardare la ragazza.

- Vivi molto lontano da quì? -



Scosse la testa.

- Molto vicino a Westminster. - Disse continuando ad osservarlo e raddrizzando la schiena per poi poggiarla al divanetto.



- Ti posso accompagnare a casa? - Disse porgendole una mano.



Si alzò in piedi da sola e annuì. - Perché no. -

Si tolsee il trench e lo mise nella borsa a tracolla per poi cominciare a camminare.



Sorrise e andò a pagare per poi raggiungere Luce fuori dalla caffetteria.



Stirò le braccia in aria tenendosi le mani per poi portare di nuovo le braccia giù e scrollare le spalle. Si girò verso John e sorrise a metà.



Si incamminò lentamente mettendo le mani in tasca senza nememno accertarsi che lei lo stesse seguendo. Gli risultava abbastanza antipatica a pelle, ma era convinto che sarebbe stata meglio conoscendola, e poi il suo comportamento lo intrigava da morire.



Sorrise a metà guardandolo camminare e tirò fuori la sua macchina fotografica che scattò una foto al ragazzo di spalle. La rimise in borsa, avrebbe fatto sviluppare la foto poi. Era osservata da diversa gente che la guardava per via dei suoi shorts alla marinara che suscitavano tanto scalpore tra le signore.



Si girò un istante per assicurarsi che ci fosse ancora poi si voltò di nuovo continuando per la sua strada.

- Vivi da sola? -



Annuì velocemente scendendo dalle nuvole. Lo guardò e si abbassò sul naso gli occhiali da sole che gli aveva dato poco prima John. - Sì.. -



- Quanti anni hai? -

Continuava a camminare impassibile facendole ogni domanda che gli veniva in mente, sempre con lo stesso tono.



- Diciannove. - Disse chiara per farsi sentire da John nel mezzo alla gente, camminando allo stesso passo.



Si voltò per guardarla, aveva esattamente l'età che dimostrava, era quasi perfetta in tutti i particolari, veniva attirato particolarmente dai suoi capelli che ondeggiavano al vento, creando dei giochi di luce che la rendevano ancora più particolare di quanto non fosse già.



Sorrise fermandosi tra la gente che passava senza notare né lei ne John che si stavano guardando in quel momento. Incredibile, nessuno notava John. Tutti troppo impegnati per guardarli. La gente perdeva così dei bei momenti della vita. Riprese a camminare guardando John con gli occhi blu con fare interessato. Aveva dei lineamenti a dir poco particolarissimi.



Continuava a camminare e passare con lo sguardo dalla ragazza al suo fianco alla strada davanti a se; era un po' che camminavano, ormai dovevano essere quasi arrivati.

- E' ancora lontano? -



Scosse la testa e svoltò velocemente in un vicolo. Si parò davanti una porta turchese e tirò una chiave arzigogolata fuori dalla borsa. Aprì l'uscio ed entrò nel grande appartamento londinese che possedeva.



Aguzzò lo sguardo per cercare di captare qualche particolare dell'appartamento rimanendo a qualche passo dall'ingresso.

- Bene, sei arrivata sana e salva a casa. -



Si appoggiò allo stipite della porta e guardò fuori al di là del ragazzo.

- Mh.. Già.

Fece per girarsi ed entrare dentro la casa lasciandolo li.



Rimase in silenzio guardandola, voleva vedere se sarebbe davvero rientrata lasciandolo lì, senza nemmeno uno "ciao".



Si girò di scatto e lo guardò da un po' più lontano.

- Aspetta un momento. Perché mi hai fatto quelle domande? - Disse riavvicinandosi al ragazzo lentamente.



Fece un altro di quei suoi sorrisi sghembi, ricordandosi il loro discorso al caffè sul conoscere una persona.

- Per conoscerti.. -



Non poté fare a meno di sorridere e guardarlo negli occhi in silenzio. Si spostò i capelli mossi su una spalla.

- Adesso cosa farai? -



Guardò velocemente l'orologio girando il polso, per poi tornare sugli occhi chiari e profondi della ragazza.

- Adesso andrò a casa, stasera giornata libera per gli scarafaggi! -

Sorrise alzando la mano in segno di saluto.

- Spero di poterti conoscere ancora, ricordati che so dove abiti. - Disse strizzando un occhio velocemente.



Alzò la mano e lo salutò velocemente per poi entrare in casa e chiudere la porta sorridendo e poggiando la borsa a terra.


Sorrise non appena lei richiuse la porta e si incamminò verso casa ripensando all'incontro con quella ragazza, tanto strana quanto affasciante e intrigante ai suoi occhi. Non vedeva l'ora di rivederla, il giorno dopo sarebbe andato da lei.

Eleanor

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

CAPITOLO II 

    (John, Luce)

Aveva pensato tutta la notte a quella ragazza e aveva il suo nome impresso nella mente: Luce. Adesso stava passeggiando lungo la strada che aveva percorso il giorno prima assieme a lei, fino a fermarsi davanti alla porta del suo appartamento, rimanendo fermo a fissarlo con le mani in tasca.



Stava cercando di rimettere a posto quel confusionario posto dove viveva. Aveva vinili ovunque, persino in cucina, vicino al tostapane da acrobati, che sparava fuori fette di pane a una velocità tremenda. Prese in mano un disco e vide che era dei Beatles. Beatles for sale. Sorrise a metà quando le caddero gli occhi su John.



Rimase a fissare la porta, indeciso sul da farsi, poi si decise ed endò a bussare.



Girò la testa di scatto e poggiò il vinile su un tavolo vicino. Si buttò i capelli all'indietro e tirò ben giù la camicia larga che portava addosso, che quasi copriva del tutto gli shorts. Andò ad aprire e rimase qualche secondo in silenzio a guardare John, appoggiandosi allo stipite della porta.



Fece mezzo passo indietro e la squadrò da capo a piedi con le mani in tasca, poi posò lo sguardo sui suoi occhi blu e sorrise appena per non sembrare troppo scortese, dopotutto si era presentato a casa sua senza nemmeno avvisare.

- Buongiorno.. Disturbo? -



Sorrise senza staccare gli occhi dai suoi. Alzò le sopracciglia per poi incrociare le gambe coperte solo dagli shorts che le arrivavano nemmeno a metà coscia e sorrise a metà.

- No.. Però mi dai una mano adesso. -



- Una mano? -

Allungò lo sguardo verso l'appartamento poi tornò su di lei.



Annuì velocemente.

- Pulizie di primavera.. E c'è tanta di quella roba. -

Si mise una mano nei capelli.



- Ok, ti aiuto volentieri. -

Accennò un sorriso gentile e fece un passo avanti aspettando che lo facesse entrare.



Si ritrovò davanti a lui, forse troppo vicina e fece un passo indietro per poi mettersi da parte e farlo passare.



Entrò dandole un'occhiata per poi guardarsi tutto intorno, studiando l'appartamento.



Incrociò le braccia al petto ed unì le gambe finissime e bianche che si ritrovava, per poi guardarsi attorno, circondata da dischi.



- Ti piace la musica vedo..-

Iniziò a girovagare per la casa posando gli occhi sui dischi che trovava sparsi ovunque, prendendo in mano poi "Beatles for sale".

- Allora ti piacciono anche i Beatles.. -

La guardò per una risposta.



Alzò le spalle indifferente e si avvicinò a John.

- Non mi blocco su un solo gruppo. Trovo stupido fissarsi su una sola cosa. - Disse con tono moderato guardando il disco che il ragazzo teneva in mano.



- Io ti ho chiesto solo se ti piacciono. - Disse con tono superiore posando il disco che aveva in mano e avvicinandosi appena a lei.



Sorrise con fare ribelle, come faceva a scuola, dove spesso si beccava rapporti o punizioni per quell'atteggiamento del volto.

- E io ho espresso una mia opinione, John. -



Sospirò rassegnandosi, tanto avrebbe voluto lei laragione, non c'era possibilità di vincere, così si voltò senza dire nulla e prese in mano una coperta mezza sul divano e mezza per terra, iniziando a riordinare.



Camminò e si sedette sul pavimento per prendere i vari dischi a terra.

- Elvis, Gene Vincent, Jerry Lee Lewis, Screaming Jay Hawkins... -

Intonò piano: - I put a spell on you, becaause you are mine.. -



Accennò un sorriso sentendola cantare e girò appena lo sguardo su di lei, per poi tornare a riordinare i vari vestiti che trovava sul divano.



Si alzò in piedi e andò verso il giradischi per mettere su real wild child di Jerry Lee Lewis.

- Well I'm just outta school like I'm real real cool.. I got the jump gota the jive, got the message I'm alive 'cause I'm a wild one. -

Prese una pila di libri e ballettando li ripose nella libreria.



Trovò un reggiseno riordinando tra i vestiti, girò lo sguardo su di lei ridacchiando e assicurandosi che non lo guardasse, così prese e lo mise in tasca del suo cappotto nero, tornando poi a sistemare.



Con la coda dell'occhio lo stava guardando.

- John.. Quello ti serve come trofeo di caccia o ti piace il colore? - Disse con un sorriso meschino sulle labbra mentre lo guardava negli occhi stavolta girata.



Si mise a ridere tirando fuori dalla tasca il reggiseno.

- Ma cosa, questo? -



Annuì lentamente e si diresse verso di lui. Lo prese dalle sue mani e si girò di schiena. Si slacciò la camicia, bottone per bottone per poi farla cadere sul pavimento, mostrando di spalle la schiena nuda, per poi infilarsi il reggiseno a fascia e chiudere i ferretti.



La guardò per tutto il tempo senza cambiare minimamente la sua aspressione, poi, una volta riallacciato il reggiseno, si piegò e presa la camicia della ragazza da terra e si avvicinò a lei da dietro facendogliela penzolare davanti al viso.



La prese agguantandola e se la rinfilò velocemente per poi chiudere i bottoni e girarsi.

- Almeno stavolta non puoi prenderlo. E se ne trovi altri, mettili in un cassetto. - Disse sorridendo e girandosi per guardarlo negli occhi.



Sorrise e le stampò un bacio sulle labbra appena la vide davanti a se, poi si voltò tranquillamente e tornò a riordinare i cuscini del divano.


Si portò una mano alle labbra e sorrise infantile per poi ritornare al tavolo e prendere alcuni dischi tedeschi che chi sa di che diavolo di autore erano.



Finì di mettere apposto i cuscini e si sedette sul divano guardandola.

- C'è ancora tanto da fare? -



Si girò verso di lui spostando tutti i capelli mossi che poi con una mano si mette dietro l'orecchio sinistro.

- Mh.. No. -



- Quindi possiamo riposarci un po'? -



Annuì piano e ripose i vinili in un a cassetta all'interno di un'anta della libraria per poi sedersi sul tavolo e buttare su le gambe piegando poi le ginocchia ed osservandolo.



- Che lavoro fai? - Le chiese mentre continuava a guardare tutto intorno a sè l'appartamento.



Alzò le spalle e si guardò intorno.

- Dipingo. Diciamo che.. Sono un'artista. - Disse passando gli occhi sulle pareti bianche della casa.



Seguì il suo sgurado lungo le pareti per poi posarlo sui suoi occhi blu.

- Cosa dipingi? -



Guardò gli occhi del ragazzo poco distante da lei e sgranchì le dita dei piedi nudi.

- L'anima della gente. -



Sorrise naturalmente stupito dalla risposta della ragazza. Era sempre più interessato a lei e nonostante il suo carattere apparentemente acido, lui era deciso a conoscerla a fondo. Si alzò e si avvicinò al tavolo fermandosi davanti a lei e poggiando le mani sulle sue ginocchia nude.

- E com'è l'anima della gente? -



Deglutì piano, senza emettere alcun rumore, senza muoversi minimamente. Lo guardò negli occhi, in modo profondo, serio.

- Varia da persona a persona. Quella di alcuni è profonda come una pozzanghera e vile. Altri sono dominati da una rabbia interiore causata da traumi. In quel caso il dipinto sarà prevalentemente rosso. Oppure c'è chi è felice. Allora basta una tela bianca per mettere a nudo un'anima pacifica. -


Abbassò istintivamente lo sguardo ripensando alla sua infanzia e alla rabbia che puntualmente reprimeva e finiva per sfogare in qualche attimo di violenza. Deglutì togliendo le mani dalle ginocchia della ragazza e mettendole in tasca.



Chiuse gli occhi e poggiò le mani sulle ginocchia bianche e fredde. Li riaprì velocemente e disse piano quasi in un sussurro. - Devi essere una persona tormentata. Non hai avuto un'infanzia facile, anzi direi al contrario, disastrosa. caratterizzata da carenze di affetto. E sei alla ricerca di te stesso. Forse della calma che non hai mai avuto. Di qualcuno che ti prenda e che non ti lasci andare. -



Si allontanò voltandosi e arrivò alla finestra. Guardò per 5 buoni minuti la pioggia che incminciava a scendere dal cielo grigio, senza però accorgersi pienamente del temporale.



Si alzò piano, senza far rumore, in tutto il suo spropositato equilibrio e si mise alle sue spalle, senza un particolare motivo, attendendo che si girasse.



Sentì la presenza della ragazza alle sue spalle, ma era indeciso se voltarsi o meno. Il suo guardo lo confortava, in qualche modo, ma in quel momento era troppo debole e non voleva mostrarsi fragile ai suoi occhi, così rimase ancora qualche istante a guardare fuori, dalla finestra che ormai si era riempita di gocce.



Guardò piano in basso e si mise una mano tra le lunghezze dei capelli che legò in una treccia laterale morbida. Guardò anche lei il tempo che si metteva di male in peggio col passare dei minuti fino a quando non si avvicinò piano a lui per poggiare la fronte sulla sua schiena e chiudere gli occhi.



Alzò la testa al contatto con la ragazza, rimase stupito e si voltò a guardarla.



Spostò piano la testa dalla sua schiena e appena si voltò lo guardò dritto negli occhi, coi suoi di quel blu profondo, seria, senza battere ciglio.



La guardò con la stessa intensità senza alcuno movimento tranne quello delle sue mani che quasi involontariamente si mossero per cercare quelle della ragazza di fronte a lui.



Mosse piano le mani verso le sue e appoggiò i palmi ai suoi per poi mettere le dita negli spazi tra un dito e l'altro del ragazzo.



Continuò a fissarla per un tempo indefinito, gli sembrava di navigare in quei suoi occhi blu, così profondi e sinceri, che non nascondevano il suo essere, al contrario del suo comportamento apparentemente freddo e distante.


Si avvicinò di poco e dopo averlo guardato per un istante negli occhi, appoggiò la testa al suo petto per poi chiudere le palpebre e respirare impercettibilmente col naso.


Rimase alquanto stupito da quel comportamento e rimase a fissare il vuoto davanti a se stringendole intanto le mani tra le sue.


Aprì gli occhi e disse impercettibilmente. - Hai paura di mostrare la tua debolezza alla gente, vero? -


Si irrigidì a quelle parole e rimase immobile fissando il vuoto.


Alzò la testa e lo obbligò a guardarla negli occhi fissandolo dritto nelle pupille.

- Non ho intenzione di ferirti. -


La guardò scrutando nei suoi occhi a pochi centimetri dai suoi.


Sbatté una volta le ciglia per poi riaprire gli occhi blu nei quali ci si poteva perdere guardandoli per troppo tempo.


Sentiva il suo respiro sulle labbra e il suo sguardo pesare sui suoi occhi, non riusciva quasi a sostenerlo.


Osservò il ragazzo sull'orlo del cedimento con lo stesso sguardo penetrante che aveva tenuto fino ad allora, senza lasciare le sue mani.


Non ce la faceva più a reggere lo sguardo della ragazza, ma non abbassò il suo, anzi continuò a fissarla avvicinandosi sempre di più fino a sentire la punta del naso sfiorare il suo.


Senza distogliere lo sguardo dagli occhi castani di John, prese a sfiorare piano il naso contro il suo, respirando fievolmente.


Inclinò leggermente la testa senza distogliere lo sguardo e le baciò delicatamente le labbra, quasi sfiorandole.


Rispose al bacio chiudendo gli occhi e posando con delicatezza le labbra sulle sue, che si potevano quasi definire profili della bocca, da tanto che erano sottili.


Socchiuse gli occhi assaporando le sue labbra tra le proprie, le lasciò le mani posando le proprie sui suoi fianchi, con delicatezza.


Appoggiò il palmo destro delle mani alla sua guancia e risalì piano il volto fino ai capelli castano-rossi che scompigliò con dolcezza per poi chiudere le gambe, alle quali cominciava a sentire freddo, dato che era cambiata la temperatura e addosso aveva solo quel paio di shorts slavati.


Spostò le mani dai suoi fianchi fino ad arrivare alle cosce, fredde sulle sue calde mani, e le sfiorò le labbra con la lingua continuando a baciarla.


Aprì piano le labbra e continuò a baciarlo per sentire gli zigomi scaldarsi e prendere colore. Portò le mani fino alla vita del ragazzo e le poggiò sulla sua pancia.


Le sfiorò le cosce con le dita e prese piano a spingere la lingua sempre più dentro la bocca della ragazza fino a toccarle la sua.


Toccò piano la lingua con la sua per poi cingere il collo del ragazzo con le braccia fini e pallide, ricoperte però sul braccio sinistro da miriadi di braccialetti.


Mise le mani attorno alla vita esile della ragazza portandola più vicina a sè, esplorando delicatamente tutta la sua bocca con la lingua.


Si appoggiò col corpo fragile a quello del ragazzo mentre lasciava che le loro lingue si incontrassero, mentre passava le dita fini, da pianista, nei suoi capelli mossi.


Respirava lentamente sulle labbra della ragazza intento ad assaporare ongi singolo momento di quel bacio che stava durando ormai da tempo nella sua mente, anche se nelle realtà dovevano essere passati si e no un paio di minuti da quando si era voltato dalla finestra.


Muoveva piano la testa per rispondere al bacio, intrecciando piano la lingua alla sua per poi staccarla a colpi e farla rincontrare. Si sentiva leggera. Quasi lo stesso effetto che le dava l'LSD, Ci mancava solo che vedesse tutto coloratissimo e distorto.


Continuò a baciarla sempre più coinvolto fino a non riuscire quasi più a riprendere il respiro, quella ragazza era stupenda e la stava conoscendo sempre di più, anche senza tante parole, che a lui sono sempre risultate inutil.


Aveva abbattuto la barriera che John metteva tra lui e la gente in modo e maniera da non poter permetter loro di ferirlo. Ed era quasi come se si fosse aperto del tutto. Prese a respirare affannosamente dalle narici, sentendosi gli zigomi rossi ed accaldati.


Continuava a baciarla, non voleva smettere, mentre nella sua mente si insinuavano i pensieri più perversi. Ma no, non li avrebbe seguiti. La voleva incredibilmente ma non avrebbe ceduto alle sue voglie, almeno fino a quando non fossero state condivise da lei.


Sentiva il corpo diventare da freddo a caldo. Le gambe cominciavano ad intiepidirsi così come le braccia, il busto. Si strinse piano a lui mentre i capelli si scioglievano dalla treccia e ricadevano morbidi e sinuosi sulle sue spalle. Sentiva il cuore batterle fin troppo forte in petto.



Si allontanò lentamente fino a guardarla negli occhi, con il respiro lento che si faceva sempre più pesante sulle sue labbra.


Lo guardò negli occhi lentamente, riprendendo piano fiato e con un accenno di gioia negli occhi.


Le baciò ancora le labbra, delicatamente, per poi allontanarsi di nuovo.


Si allontanò piano e raddrizzò la schiena. La camicia adesso era completamente aggrinzita e i bottoni erano aperti fino alla scollatura. Lo guardò negli occhi e deglutì senza far alcun rumore, chiudendo le gambe fini e bianche.


Posò lo sguardo sul seno che le si intravedeva dalla scollatura, non era molto pronunciato ma assolutamente sensuale, come tutto il suo corpo che nonostante fosse molto sottile aveva una grazia e una sensualità innata.


Si spostò una falda di capelli mossi e castani dal viso, con un movimento del braccio destro e restò ferma dov'era mentre lo guardava assorta e teneva una mano nelle lunghezze dei capelli.


Portò le mani sulla camicetta tenendo lo sguardo sulla scollatura e prese a richiuderle lentamente i bottoni fino al petto per poi guardarla negli occhi.


Sorrise guardandolo negli occhi e rimase ferma dov'era portando le dita di una mano su una sua guancia, sfiorandola piano, delicatamente, come se si fosse potuta rovinare.


Sorrise leggermente ma sincero, guardandola negli occhi, non poteva guardare altrove, quegli occhi lo catturavano completamente.


Arricciò piano il naso sorridendo, per poi stenderlo di nuovo. Lo guardò negli occhi castani, dal taglio particolare, che rimandava molto quasi agli occhi a mandorla.


Le carezzò delicatamente il viso per poi sussurrare: - Devo andare.. -


Guardò a terra e alzò la testa.

- Aspetta un momento. -


Annuì leggermente guardandola.


Prese un respiro e disse piano, seria, guardandolo negli occhi: - Io.. Non.. Insomma. -


- Non..? - Le domandò sfiorandole il contorno del viso con le dita, leggermente.


Abbassò lo sguardo a terra.

- Tendo sempre a farmi del male.. E.. Non voglio essere un'altra di una lunga serie. -


La guardò a lungo pensando alle parole da dire prima di sussurrare: - Io tendo a far soffrire.. sta a te scegliere di fidarti o meno.. -


Sussurrò piano guardandolo negli occhi: - Anche io tendo a far soffrire.. Io.. penso volermi fidare. - Disse piano per poi guardare di lato.


Si avvicinò dandole un lento e lungo bacio sullo zigomo per poi accarezzarle la guancia.

- Domani.. -

Pensò un po' a cosa dire, perchè un solo pensiero passava nella sua mente, ma cercava di mandarlo via.

- Me lo fai un ritratto della mia anima? -


Sopirò piano.

- Penserò a come farlo. - Disse a mezza voce per poi mordersi piano il labbro inferiore, rosso e piuttosto carnoso, così a contrasto con la sua pelle chiara. Aveva paura di non essere niente di serio per lui.


- Ciao. -

Sorrise dandole un altro piccolo bacio sulla guancia e si diresse verso la porta. La guardò velocemente prima di sparire chiudendo la porta alle sua spalle.

Eleanor

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

CAPITOLO III

John, Luce



Si era alzata di buon ora quella mattina, e davanti a sé aveva trovato una tela bianca ed immacolata. Sospirò e si alzò in piedi, si mise una camicia larga e bianca e i suoi soliti shorts di jeans slavati ormai per il continuo lavaggio e utilizzo. Prese dall'armadio i suoi innumerevoli vasetti contenenti qualsiasi gradazione di rosso e un coltello. Tranciò la tela in modo irregolare e prese a schizzarla con un pennello, da prima col rosso Tiziano, poi col rosso corallo. Si legò i capelli in un ciuffo sulla testa. La camicia era già imbrattata così come le mani.


Non aveva dormito tutta la notte, era rimasto a pensare all'episodio del giorno prima con Luce. Non sapeva bene cosa suscitasse in lui quella ragazza ma aveva voglia di rivederla. Si alzò ancora stanco dal letto e andò in bagno per farsi una doccia veloce. Dopo essersi vestito usci prendendo le chiavi della macchina e il suo cappotto nero e si mise in viaggio verso la casa della ragazza dalgi occhi blu, che tanto lo prendevano.


Troppo silenzio nella casa. Ci voleva della musica. Prese il suo giradischi e il 45 giri di "I put a spell on you" e cominciò a far partire il vinile. Il sax e la voce graffiante del cantante di colore erano un mix formidabile. Si mise con il suo sgabello davanti alla tela e prese a scrivere con un altro punto di rosso parole colme di rabbia.


Arrivò davanti al palazzo dove si trovava l'appartamento di Luce ed esitò appena prima di scendere dalla macchina. Pensava a cosa dirle, non ne aveva idea. Dopo un po' scese di macchina e andò a bussare all'appartamento.


Sentì delle nocche sbattere contro la porta celeste e si alzò cauta dallo sgabello. Ripose la tela nella sua camera e spense piano il 45 giri togliendo la puntina dal vinile. Prese un respiro ed andò ad aprire lentemente la porta. si mise al centro dell'apertura ed aspetto che John le dicesse qualcosa.


Si schiarì la voce guardandola con lemani in tasca.

- Ciao, come va? -

Erano le uniche parole che gli venirono in mente, era nel pallone, cosa più unica che rara per lui che faceva sempre di tutto per sembrare tutto d'un pezzo.


Annuì col capo.

- Non saprei, tu? -

Incrociò le gambe e puntò uno dei piedi magri a terra, sapeva che era sotto pressione, solo che le sfuggiva il motivo.


- Tutto bene grazie. - Allungò lo sguardo verso l'interno dell'appartamento.


Si mise una mano nei capelli e guardò a terra, per poi toglierla e posare lo sguardo sui suoi occhi.

- Se stai un altro po' lì, ti cresceranno le radici. - Disse per poi voltarsi ed entrare nell'appartamento.


Entrò seguendola, guardandosi attorno. Lo irritava da morire, non tanto il comportamento della ragazza ma il fatto che lui non riuscisse a reagire.


Si appoggiò con delicatezza al tavolo di vetro della sala da pranzo e incrociò leggermente le braccia sullo sterno per poi guardarlo negli occhi.


Si fermò e la guardò negli occhi. Doveva rriprendere in mano la situazione.

- Allora, me lo fai il ritratto? Poi se vuoi te lo faccio io. -

Si appoggiò con un fianco al tavolo ridacchiando appena.


Sorrise ironica.

- Mh.. Non l'ho finito. E' in fase di completamento. - Disse restando com'era e guardandolo negli occhi e sciogliendosi i capelli per poi rimettere l'elatico insieme ai suoi braccialetti sul braccio sinistro.


- Sta venendo bene? - Prende una sigaretta e se la porta alle labbra.


Chiude gli occhi un momento per poi riaprirli.

- Direi di sì. -

Che razza di domande inutili le stava facendo? Prese l'accendino che aveva sul tavolo e glielo lanciò.


Prese al volo l'accendino e accese la sigaretta aspirando appena.

- Ok dai, me ne vado e torno quando mi sono fatto un copione decente. -

Posò l'accendino sulla tavola e si alzò prendendo la sigaretta tra le dita.


Sbuffò velocemente e si mosse dal tavolo per fare due passi avanti.

- Non hai bisogno di un copione, e lo sai meglio di me. Se tu lasciassi parlare quello che davvero devi dirmi invece di sostituirlo a domande retoriche forse, la conversazione si farebbe più interessante. O sbaglio Winston? - Disse guardandolo negli occhi con fare entrante.


Strizzò appena gli occhi riducendoli ad una fessura, ancora più piccoli di quello che non fossero già, e la guardò intensamente prima di fare un altro tiro.


Gli tolse la sigaretta dalle mani e velocemente fece un tiro per poi espirare il fumo sul suo viso. Si allontanò e andò a sedersi sul tavolo di vetro.


La seguì velocemente senza dire nulla e non appena fu abbastanza vicino le stampò un bacio intenso sulle labbra mentre piano scendeva con le dita dalla spalla della ragazza lungo tutto il braccio.


Posò le labbra sulle sue chiudendo gli occhi al contatto e mise le braccia attorno al suo collo senza muoversi da dov'era.


Continuò a baciarla e sfiorarle il braccio fino ad arrivare alle dita tra le quali teneva la sigaretta. La prese in mano lentamente e le succhiò piano le labbra prima di staccarsi e fare un tiro.


Piegò le ginocchia al petto e lo guardò fumare quella stramaledettissima sigaretta. Era molto meglio rispetto alle foto, nelle quali i Beatles sembravano manichini. Specialmente Paul, che per via degli zigomi, sembrava un bambolotto.


Fece un ultimo tiro trattenendo il fumo e posò la sigaretta nel posacenere per poi tornare a guardare la bocca della ragazza. Si avvicinò piano espirando sulle sue labbra per poi baciarla di nuovo deicatamente.


Chiuse gli occhi e poggiò una mano sulla sua guancia destra e risalando fino a intrecciare le dita nei capelli castani. Il ciuffo dei capelli, come al solito troppo lente, si sarebbe sciolto di li a poco.


Non lasciò ai capelli della ragazza il tempo di sciogliersi da soli che la sua mano era già impegnata a navigare tra i suoi capelli mossi e morbidi, mentre le sue labbrano si facevano sempre più calde. Si lasciò sfuggire un piccolo sorrisetto continuando a baciarle le labbra prendendole tra le proprie.


Morse piano il labbro inferiore del ragazzo baciandolo e si avvicinò di poco a lui lasciando a una gamba la libertà di penzolare piano mentre l'altra era ancora piegata contro il petto. Sentiva gli zigomi accaldarsi.


Portò una mano sulla gamba che le penzolava dal tavolo mentre l'altra, dietro la schiena della ragazza, non resistì a scendere fino al fondoschiena per poi insinuarsi delicatamente sotto la larga camicia che portava.


Prese a respirare lentamente e profondamente dalle narici del piccolo naso che si ritrovava ad avere e inarcò piano la schiena al tatto della mano del ragazzo. Fece scendere dal tavolo anche l'altra gamba e aprì piano la bocca per poi sfiorare quelle che si potevano definire le labbra del ragazzo con la lingua.


Fece una mossa scattante perndendo la lingua della ragazza tra le sue "labbra", la succhiò piano per poi farla incontrare con la sua. La mano intanto si spingeva sempre più su, sulla morbida schiena di Luce, l'altra invece stava iniziando a stringerle sempre più la coscia, involontariamente.


Scese dal tavolo e posò le mani sui fianchi di John per poi aprire velocemente la giacca che portava e unire la gambe chiare e fredde, fini e alla'apparenza fragili. Intrecciò la lingua alla sua nel bacio per poi accostare il corpo al suo.


Continuò a baciarla con passione mentre cercava con la mano il gancio del reggiseno, senza però trovarlo.

- Se non lo usi me lo potevi anche far prendere.. - Sussurrò nel bacio che si faceva sempre più passionale.


Rise piano e riprese a baciarlo per poi toglierli la giacca e indietreggiare scappando velocemente fino al piano di sopra. aprì la porta della camera e la chiuse appoggiandosi a questa con la schiena ridendo.

- Non volevo rovinarti la sorpresa! - Urlò dal piano di sopra.



La guardò appena confuso e salì le scale sorridendo, fino ad arrivare alla porta. - E' permesso? -


Aprì la porta e si appoggiò allo stipite bianco per poi sorridere a metà alzando un sopracciglio. Lo guardò negli occhi castani e mise la testa di lato. Nel movimento le caddero i capelli su una spalla.


La guardò con un sorriso dolce e le portò la mano sulla spalla facendole cadere i capelli sula schiena.

- Perchè mi scappi? - Le baciò piano il collo ridachciando appena.


Sorride e gli mette una mano nei capelli chiudendo gli occhi.

- Non ne ho idea. L'ho fatto e basta. Non c'è un motivo preciso.-


Scese a baciarle il petto mentre con le mani le apriva la camicia mano a mano che scendeva a baciarla.


Si appoggiò al muro con delicatezza mentre gli sbottonava il primo occhiello della camicia alla bianca che portava.


Aprì completamente la camicia della ragazza e le portò le mani sulle spalle facendogliela scivolare appena sulle braccia per guardarle intensamente il corpo nudo cno un leggero sorrisetto.


Scosse la testa veloce e prese a baciarlo per poi finire di sbottonargli la camicia e farla cadere a terra. Cominciava ad aver freddo.


La prese in braccio per le gambe e la portò sul letto sdraiandosi sopra di lei mentre continuava a baciarla, intrecciando le due lingue. Era quello che voleva sin dall'inizio ma non sapeva se era pienamente quello che voleva in quelo momento. Poi cosa sarebbe successo? Sarebbe stata una delle sue tante avventure o era qualcosa di più?.


Si stese piano sul letto e passò a baciarlo intrecciando la lingua alla sua. Aveva una tremenda paura di essere una delle solite scappatelle dei Beatles, e la cosa la metteva piuttosto sotto pressione, tanto che teneva le mano stese lungo il corpo, quasi chiuse in pugno.


Passò le mani lungo il corpo della ragazza sotto di lui, intento a baciarla. La sentiva rigida, forse anche un po' impaurita. Sospirò allontanandosi dalle sue labbra e si alzò mettendosi in piedi di fronte al letto, bramando il seno di Luce e cercando di nascondere la sua voglia.


Si tirò su con la schiena e lo squadrò con gli occhi blu. Piegò le ginocchia contro il seno e si spostò i capelli mossi dietro l'orecchio destro.


Si piegò sulle ginocchia e rimase a guardarla in silenzio, pensando. Di solito se ne sarebbe fregato, non era da lui badare alle sensazioni altrui, se era sesso, era sesso e basta. Non voleva ferirla, lo faceva con tutte, ma sapeva benissimo che anche se ci avesse provato non sarebbe durata a lungo. Si perse negli occhi blu di Luce mentre rigirava tra i suoi pensieri.


Guardò John piegarsi sulle ginocchia. La voglia che aveva in corpo era percepibile nell'aria. Si stese piano sul letto e pancia in giù per poi continuare a guardarlo dalle lenzuola bianche.


Sospirò e le diede un lungo bacio chiudendo gli occhi prima di ritirarsi su con le ginocchia e prendere la camicia da terra per poi rimettersela lasciandola slacciata.


Chiuse gli occhi e si tirò su con la schiena, incrociando le gambe e portandosi il lenzuolo sul seno nudo.


La guardò mentre si chiudeva la camicia e una volta finito sospirò dicendo: - Sei molto bella, sai?-


Guardò in basso per poi alzare gli occhi verso di lui.

- Perché non l'hai fatto? - Disse guardandolo fissa nelle pupille nere.


- Perchè.. credevo che tu non volessi. -

Sostenne il suo sguardo pesante e continuò a guardarla negli occhi.


- Non so nemmeno io quello che voglio, non riesco a decifrarti, e la cosa mi da sui nervi. -

Disse senza spostare lo sguardo.


- A me da tutto sui nervi. Tu, il tuo comportamento, le tue parole, le tue tele, il tuo appartamento, il tuo sguardo, la tue prepotenza, la tua voce.. E tutto questo mi fa impazzire, non sai quanta voglia abbia adesso di fare l'amore con te. Ma poi non so, forse sarebbe solo un'altra storia da aggiungere alle tante scappatelle. O forse potrebbe essere qualcosa di più. L'unica cosa che so è che mi piaci. Per una notte a letto, per una settimana, per un mese, per un anno, non lo so. So che ti voglio. So che non voglio averti finchè tu non vuoi me.-

Lasciò che i suoi pensieri fluissero direttamente dalla mente alla bocca senza nemmeno accorgersene, si era aperto completamente, per quanto potesse, e questo forse lo spaventava un po' perchè lo avrebbe reso più debole.. almeno così credeva.


Lo guardò negli occhi per tutto il discorso, che finì in pochi secondi dato che non prese mezzo attimo di respiro per concluderlo. Arrossì leggermente sugli zigomi e guardò a terra, felice dentro di sé.

- Io.. Penso di volerti.. Insomma. Ti voglio. - Disse piano per poi deglutire e guardare verso la finestra della stanza che irradiava una classica luce uggiosa inglese.



Non perse nemmeno un attimo e si catapultò sul letto ricominciando a baciare Luce con quanta più passione aveva in corpo.



Rise piano e gli scompigliò i capelli baciandolo e mordendogli piano il labbro inferiore chiudendo gli occhi.



Si slacciò velocemente la camicia senza smettere nemmeno per un attimo di baciarla, quasi senza riprendere mai fiato, e si ritrovò in men che non si dica sopra di lei con indosso solamente i boxer e i seni della ragazza tra le mani.



Alzò lentamente la schiena reggendosi sulle braccia e prese a baciargli piano il collo stringendosi a lui. Con le mani scese lenta sul bacino, sfiorando i boxer con le dita di una mano.



Le mise una mano dietro la schiena sorreggendola e passò a baciarle il seno e tutto il bacino fino al basso ventre, dove con l'altra mano le stava già slacciando gli shorts.



Gli abbassò lentamente i boxer prendendo il lenzuolo e buttandoselo fino in testa per poi stendersi sul letto e buttare le braccia all'indietro come in segno d'arresa.



Prese a baciarle il seno lentamente, eccitato dal suo odore soave e indecifrabile, mentre le sfilava gli shorts e portava una mano fino all'intimità della ragazza sotto di lui.



Chiuse gli occhi e buttò la testa all'indietro sul cuscino per poi piegare le ginocchia e aprire piano le gambe. Gli sfilò lentamente i boxer e gli stampo un bacio sulle labbra.



Le spostò piano gli slip posando la sua grande mano sul sesso di lei, passando due dita sulle grandi labbra, eccitandosi sempre di più mentre le baciava lascivamente il collo.



Respirò piano dalle narici e gli passò una mano nei capelli per poi posare l'altra sul suo bacino, prendendo piano il suo membro tra le dita.



Il respirò si fece più pesante sulle labbra della ragazza, sentiva la voglia crescere dentro di lui. La penetrò leggermente con due dita dopo averle abbassato del tutto gli slip.



Inarcò di poco la schiena e sospirò piano per poi baciarlo e cominciare a muovere su e giù il membro del ragazzo, piuttosto eccitata.



Iniziò ad ansimare piano su di lei e uscì con le dita. Portò una mano sulla sua e la tolse dal suo membro per poi portarlo sulle sue grandi labbra ormai bagnate.


Strusciò piano il sesso contro la sua erezione prendendo a compiere piccoli movimenti col bacino. Lo baciò per poi leccare le sue labbra.

Penetrò energicamente in lei con un movimento secco e deciso mentre le succhiava le labbra ansimando sulla sua pelle candida che iniziava a colorarsi di passione.



Arrossì di colpo e gemette piano, reggendosi a lui. Soffocò il resto dei gemiti in un bacio passionale mentre il suo corpo si muoveva allo stesso ritmo di quello di John.



Spingeva ritmicamente contro di lei, aumentando sempre di più la velocita, a pari passo con l'accitazione che saliva in lui, paragonabile alla lava che saliva in un vulcano, tanto si stava facendo caldo sotto quelle leggerissime lenzuola.



Geme più forte di prima e inarca la schiena per poi artigliare la schiena del ragazzo, sebbene le sue unghie non fossero lunghe. Era decisamente scarlatta in volto.



Continuava a spingere mentre le baciava il seno, insaziabile. Gli ansimi che si facevano sempre più forti finirono per trasformarsi in gemiti, trattenuti ogni tanto dal seno della ragazza che ormai non aveva più un centimetro di pelle su cui non fossero passate le sue labbra.



Si fermò un secondo e poggiò le mani sulla testa del ragazzo che probabilmente non aveva intenzione alcuna di fermarsi e lo guardò per poi passare la sua bocca sul suo collo e leccarlo piano.



Mugolò appena al tocco della sua lingua sul collo ed usci piano da lei. La vena pulsava, lui era sempre più eccitato e vicino all'orgasmo, bastò sfiorarle il sesso da sopra un paio di volte per farlo arrivare all'apice del piacere.



Gli diede un piccolo colpetto col sesso e sentì bagnato nella prossimità. Gli prese il viso tra le mani e lo bacio lentamente intrecciando la lingua alla sua per poi sfiorare il naso contro il suo.



La baciò ancora ansimante e in preda all'eccitazione. Il suo petto si muoveva su e giù respirando, e ad ogni respiro incontrava il seno della ragazza, caldo sotto di lui.



Gli passò le dita nella testa piena di capelli castani e strusciò le labbra contro il suo collo inarcando la schiena e toccando il suo petto coi capezzoli turgidi. Prese a respirare lenta dalle narici e chiuse gli occhi.



Si appoggiò al letto su un fianco guardando il corpo da modella della ragazza. Era così esile e fragile che aveva quasi timore a toccarlo. Contemplava le sue forme mentre disegnava dei cerchi concentrici su uno dei seni, con il dito indice.



Si girò su un fianco e lo guardò negli occhi. Sorrise dolcemente e gli si avvicinò piano per poi strusciare leggera il naso contro il suo. Il lenzuolo la copriva fino al bacino e i capelli le ricadevano sulla schiena.



- Sei davvero molto bella... - Disse in un sussurro sulle sue labbra dandole un leggero bacio tra il naso e il labbro superiore.



Sorrise a metà e appoggiò delicatamente le testa sulla sua spalla destra per poi ranicchiarsi e chiudersi su sé stessa.



Si sdraiò portando il braccio sinistro sotto la testa e rimanendo a contemplare le mura e il soffitto della stanza, con il respiro che tornava regolare.



Aprì gli occhi e tornò a pancia in su. Prese la sua macchina fotografica dal cassetto e fece una foto al soffitto. La rimise dentro e sorrise divertita.



Rise guardando lo strano soggetto della foto. - Tu sei strana, ragazza.-



Annuì e voltò la testa verso di lui. - Mh.. Unica nel mio genere.. - Disse ridendo piano.



- Anche io voglio fare una foto. - Disse guardando il cassetto da dove poco prima lei aveva tirato fuori la macchina.



Gli passò la macchina fotografica e sorrise a metà guardandolo.



Sorrise prendendo in mano la macchina fotografica e guardò Luce prima di decidere come farla mettere in posa.

- Mettiti appoggiata sul braccio, sdraiata, e copriti appena con le lenzuola.. - Disse portando la macchina davanti al viso.



Rise piano. - Fidati, mi intendo di pose fotografiche, lascia fare a me. -

Si coprì le gambe con il lenzuolo e puntellò un braccio sul ginocchio. Alla mano dello stesso braccio appoggiò la testa.



La guardò per qualche istante quasi estasiato, prima di scattarle la foto.



Sorrise beffarda per la foto e si ributtò giù. - Ho posato per Chanel.-



- Sei incredibilmente antipatica, sai? - Disse ridacchando e posando la macchina sul letto.



Sorrise e ridacchiò per poi alzare un sopracciglio. - Mh.. me lo dicono tutti quelli che mi adorano.-

Eleanor

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