Like Titanic.

di _IlaSwag_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Happy Birthday. ***
Capitolo 2: *** Wow! ***
Capitolo 3: *** Tell Me Why. ***
Capitolo 4: *** Road To London. ***
Capitolo 5: *** Shopping! ***
Capitolo 6: *** Like Titanic. ***
Capitolo 7: *** Where Are You Now? ***
Capitolo 8: *** I'm Stupid And I Know It. ***
Capitolo 9: *** What Are You Doing? ***
Capitolo 10: *** Fear. ***
Capitolo 11: *** I Have An Idea. ***
Capitolo 12: *** Next To You. ***
Capitolo 13: *** I Miss You. ***
Capitolo 14: *** You Are Not Brave. ***
Capitolo 15: *** Scooter. ***
Capitolo 16: *** I Am Jack Drew Dawson. ***
Capitolo 17: *** Film. ***
Capitolo 18: *** Foam Party. ***
Capitolo 19: *** Trauma. ***
Capitolo 20: *** Everything is gonna be alright. ***



Capitolo 1
*** Happy Birthday. ***


Like Titanic.

Happy Birthday.

Salii su quella nave la mattina del Primo Marzo duemiladieci.Quella era la nave dei sogni.Posizionai i miei bagagli nella mia cabina di prima classe e poi,assieme alla mia migliore amica Chelsea,esplorammo il resto di quell'immensa nave.Era il giorno del mio compleanno e quello di Chelsea e i nostri genitori ci avevano permesso di festeggiare su una nave con una crociera.Si sarebbe realizzato il nostro sogno:Andare in Inghilterra.
-Vieni Rose,andiamo sul ponte!- urlò Chelsea.Ebbene sì,Rose è il mio nome.
Ci dirigemmo verso il ponte,e quasi spontaneamente ci meravigliammo della veduta.Quella nave era piuttosto veloce,e il vento soffiava tra i capelli.
-E' bello,vero?- mi chiese Chelsea.Quella era la mia prima volta su una nave da crociera.
-Sì,lo è.- affermai.
-Facciamo come Jack e Rose,sali qui sopra.- Suggerì Chelsea.Titanic era il nostro film preferito e come tale non avevamo perso l'occasione di simularlo.
Seguii il suo consiglio e iniziammo a simulare la scena più emozionante del film.
Non sentii il tocco delle mani di Chelsea.Non mi andava di aprire gli occhi per controllare cosa stesse facendo perchè stavo godendo la sensazione di libertà che stavo provando in quel momento.
-Chelsea,dovresti dire qualcosa e prendermi le mani.- le ricordai.
-Rose,ti fidi di me?- non era assolutamente la voce di Chelsea,mi allarmai.
-Sì Jack,mi fido di te.- in raltà non conoscevo quel ragazzo e nè tantomeno capii perchè Chelsea mi aveva lasciata tra le mani di uno sconosciuto.
-In teoria non mi chiamo Jack.- affermò.Quel ragazzo aveva rovinato un momento romantico.
-Uh signorino,come si chiama?- chiesi curiosa ormai.
-Justin,e lei?- mi chiese.
-L'ha detto lei prima,mi chiamo Rose.- gli dissi mentre avevo ancora gli occhi chiusi.
Mi girai e vidi una bellezza infinita.Leonardo DiCaprio era su una nave con me?Sorrisi a ciò che stavo pensando.
-Strano che tu non urla.- sussurrò qualche secondo dopo.
-Come Scusa?- cosa c'entrava quello che aveva detto?
-Sono Justin Bieber,non mi conosci?- mi chiese.Modesto il ragazzo.
-Ah ciao,scusa,ma devo andare.- non era proprio la cosa giusta farmi vedere con un ragazzo famoso,non volevo finire nei casini.
-Allora come è andato l'incontro?- mi chiese Chelsea che mi stava aspettando nella nostra cabina.
-Ora mi spieghi cosa è successo in quei secondi durante i quali ho chiuso gli occhi.- le pregai di informarmi.
-Niente,mi ha fatto segno di andarmene e "conoscendolo" mi sono fidata.Allora come è andata?- mi chiese.
-Niente Chelsea,l'ho lasciato lì perchè eravamo in atteggiamenti teneri e di conseguenza ho avuto paura che ci avessero visto.- rispsosi.
-Tu sei pazza.- Affermò Chelsea.
Mentre conversammo,ci preparammo per la cena di benvenuto:decidemmo di indossare entrambe un vestitino elegante per l'occasione,e poi,perchè era il nostro compleanno.
Una volta conclusi i preparativi,ci avviammo al ristorante,e una volta arrivati,ci accomodammo ai nostri posti.Assieme agli altri ospiti,mangiammo,cantammo e ballammo.
Alla fine il cameriere portò il dessert e,sorprendemente,Chelsea cacciò dalla sua borsa due candeline che posizionò una sulla mia ed un'altra sulla sua torta.Cacciò anche un accendino e le accese.Ci facemmo gli auguri e,prima di spegnere,espressi un desiderio:Volevo che quella fosse stata la miglior vacanza della mia vita.
-Auguri Rose!- sussurrò qualcuno al mio orecchio.Mi voltai e vidi Justin dirirgersi al suo tavolo,prima di sedersi mi guardò e sorrise,io abbassai lo sguardo a causa delle mie guance che stavano andando a fuoco.Chelsea non si accorse di nulla perchè era troppo impegnata a gustarsi il dessert.Decisi di assaggiarloanche io,e la scelta non poteva avere rimpianti.
Ci alzammo per uscire dal ristorante quando mi resi conto che anche Justin stava spegnendo delle candeline:Era evidente che quello fosse il suo compleanno.Mi avvicinai.

-Tanti Auguri Justin.- dissi.Quella volta fu Lui ad arrossire,ma io,indiferente,raggiunsi Chelsea che mi attendeva in cabina.

 

My Space:

Quello che avete appena letto
è il primo capitolo della mia nuova FF.
Innanzitutto volevo dirvi che sono un po' di giorni che
non faccio altro che pensare a questo e
spero che vi piaccia.
Ovviamente se me lo farete sapere in qualche recensione sarei più che felice.
Per chi non si ricordasse di me,
sono l'autrice di:
"Semplicemente Lui" e di "The Forever Exists".
Un Bacio.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_



 

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Capitolo 2
*** Wow! ***


Wow!

Bussarono alla porta e Chelsea si affrettò ad aprirla.
-Rose,è per te.-  neanche fossi a casa mia.
-Chi é?- chiesi scocciata.
-Justin.- rispose a bassa voce.
Sobbalzai e mi avviai alla porta,e mentre mi avvicinavo alla porta,mi diedi un'ultima sistemata ai capelli.
-Ciao!- lo salutai.Tutto quello era alquanto strano,lo conoscevo da poco,ma mi era simpatico.Decisi di non illudermi,l'apparenza inganna.
-Ciao.- mi diede un bacio sulla guancia.Avrei voluto urlargli di non avere tutta quella confidenza,ma non lo feci,infondo quel bacio mi fece sorridere.
-Dimmi.- dissi aspettando che mi dicesse il motivo di quella visita.
-Vieni con me e Alfredo?- mi chiese.Avrei accettato se non ci fosse stata Chelsea.
-Mi dispiace,ma io sarei in compagnia della mia migliore amica.- affermai.
-E dov'è il problema?Porta anche Lei!- suggerì un suo amico,supposi che fosse Alfredo.
-Okay,glielo chiedo subito.- rientrai in cabina,avvisai Chelsea,la quale si finì di preparare con me e nel giro di cinque minuti,fummo pronte.
-Dove andiamo?- chiesi.
-Ti voglio far vedere uno spettacolo.- rispose vagamente.Era sera e ci trovavamo sul ponte della nave,faceva freddo.
-Cosa mi devi far vedere?- chiesi incuriosita.
-Il cielo.- affermò.Stava delirando per caso?
Alzai gli occhi al cielo ed era visibile qualche stella.Cosa credeva,che nella mia Los Angeles non ci fossero stelle?Mha,è proprio vero che le popstar hanno un cervello montato e incapace di ragionare.
-Tu aspetta...- sussurrò al mio orecchio.Okay,aveva bevuto,era ufficiale.
Il cielo,però,si illuminò improvvisamente grazie a dei bellissimi fuochi d'artificio.Justin mi abbracciò da dietro.Cosa stava facendo?
La cosa più strana di tutte,fui Io.Avevo sempre avuto paura dei fuochi d'artificio,ma dall'istante in cui Justin mi abbracciò,dimenticai completamente dell'esistenza di quella mia fobia.Non so come,non ricordo in che modo,ma mi ritrovai a baciare Justin.Io che baciavo uno sconosciuto e non mi ritraevo ad esso?Cosa stava accadendo?Eppure quel bacio mi piacque,ma non significava niente se non un semplice contatto fisico.Mi staccai perchè non volevo farmi vedere con Lui,un personaggio famoso.Non credo che i miei genitori fossero stati orgogliosi di me.
-Wow!- ero in estasi e non controllavo nè ciò che facevo nè ciò che dicevo.Infondo avevo fatto quell'esclamazione riferendomi ai fuochi d'artificio.
-Cosa?- chiese Justin.Davvero non aveva capito che fosse per i fuochi?
-Perchè mi hai baciata?- accidenti,perchè non mi controllavo.Forse dovevo andarmi a buttare a mare.
-Bho,credo la situazione.- rispose balbettando.Mi stava prendendo per i fondelli?Le popstars hanno anche la caratteristica dell'essere stronzi,lo sapevo,ma allora perchè mi ero illusa?Illusa di cosa,poi?
Mi stavo innervosendo e arrabbiando.
-Bene,buonanotte Justin.- girai i tacchi,chiamai Chelsea che era poco distante da noi,e mi avviai in cabina.
-La nostra Rose è interessata a Justin...- disse Chelsea sbattendo la porta.Cosa le aveva offerto Alfredo?
-Quelli stronzi mi fanno schifo.- giurai sui miei sedici anni appena compiuti.
-Non ti seguo.- mi rispose.Le raccontai quello che era accaduto e capii che avevo bisogno di riposo.
Avevo solo bisogno di dormire e dimenticare quel strano bacio che ci demmo.Avevo bisogno di dimenticare anche Justin e la sua stronzaggine per godermi al massimo quella vacanza.


 

**
 

-Hai fatto una cazzata amico.- mi disse Alfredo.L'avevo combianta davvero così grossa con Rose?Wow!C'è,non che mi interessasse,ma l'avevo presa in simpatia.
-Ed ora?- chiesi.Era una domanda stupida,e non so perchè gliela porsi.
-Rimedia.- rispose ovvio.Peccato fosse tardi e non riuscivo a concentrarmi.
-E come?- chiesi disperato.Perchè fossi disperato non lo sapevo,forse era Alfredo che metteva pressione.
-Chiedendole scusa.- rispose ancora più ovvio.
-Domani le chiederò scusa,ma il fatto è che davvero non so perchè l'ho baciata.Ho fatto una cazzata,lo so.- dissi.Troppi pensieri per la testa,e menomale che me la dovevo godere questa vacanza.
-Io credo che ti interessi.- sbottò improvvisamente.
-Amico,è qui che ti sbagli.- affermai.Ero più che sicuro di quello che avevo detto.


 

My Space:
Preciso subito una cosa:

NON HO COPIATO QUESTA STORIA DA NESSUNO.
Mi è saltata in mente pensando al Titanic e alla sua strage,tutto qui.
La sua trama sarà diversa.
Comunque volevo ringraziare coloro i quali hanno recensito il primo capitolo.
Un Bacio.
With Love,Ila.
On Twitter:_IlaSwag_

 







 


 

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Capitolo 3
*** Tell Me Why. ***



Tell Me Why.

Quella notte avevo bisogno di riposarmi,ma la trascorsi insonne.Cercavo di capire perchè mi avesse "illusa".
Mi aspettavo tutto,tranne che quella risposta.Mi aveva spiazzato.Ero riuscita a giungere al termine solo un ragionamento:Non dovevo più vederlo.
La mattina successiva mi alzai e misi il costume per usufruire della piscina della nave,non c'era molta gente,evidentemente dormiva ancora,oppure erano pronti per scendere perchè dopo qualche ora saremmo arrivati.
-Chelsea,non ti tuffi?- chiesi impaziente.
-Arrivo Rose.- si tuffò.Ero finalmente senza pensiero,fin quando non vidi Alfredo e Justin raggiungerci.
-Chelsea,andiamo via.- le ordinai velocemente.Lei mi bloccò.
-Pensi che così si affrontino i problemi?- mi rimproverò Chelsea.In effetti,aveva ragione.
-Okay,restiamo qui.- le dissi.
-Buongiorno ragazze.- ci salutò Justin.Aveva una bella faccia tosta a far finta di nulla.
-Buongiorno.- rispondemmo io e Chelsea all'unisono.
-Possiamo restare io e Rose da soli?- chiese Justin.
Era ovvio che avrebbero accettato,ma per un nanosecondo sperai che nessuno l'avrebbe fatto.
-Ma certo!- rispose Chelsea,proprio come se non avessi pensato a nulla.
Ci lasciarono soli.
-Non hai niente da dirmi?- mi chiese Justin.No,non ci sapeva fare con le ragazze,nonostante ne avesse tante ai suoi piedi.
-Io?No,niente.- quello che avrebbe dovuto parlare,era Lui.
-Perchè sei così fredda?- era confermato,non ci sapeva proprio fare.
-Dimmi perchè l'hai fatto.- A me bastava una semplice spiegazione,quella sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti.
-Cosa?- mi stava prendendo in giro,speravo.
-Scusa.- continuò poi.
-Ti avevo fatto un'altra domanda.- lo rimproverai fredda.
-Ecco,mi andava di baciarti,tutto qui.- ma cosa credeva?Che fossi una marionetta?
-Mi fai letteralmente schifo.- l'avevo detto davvero?
-Che c'è,ti eri illusa,piccola?- mancava poco che lo avessi preso a sberle.
-Stronzo.- gli urlai.No,non mi alzai,restai seduta lì,aspettando che lui si fosse alzato.
-Bene.- rimase lì impalato.
Vidi Chelsea che stava arrivando.Quella ragazza era la mia salvezza.
-Rose,la nave arriverà tra un'ora.Andiamo a prepararci.- mi avvisò.Mi alzai solo perchè era stata la mia migliore amica a chiedermelo.Quando fui lontana,ma non abbastanza da non vederlo,mi voltai un'ultima volta e notai che lo sguardo di Justin era ancora come lo avevo lasciato:perso nel vuoto.

**
 

-Sì,è la seconda cazzata.- affermò Alfredo.Grazie,ho un amico che farebbe invidia a chiunque.
-Perchè lo hai fatto?Justin tu non sei così.- continuò poi.Aveva ragione,non mi ero mai comportato in quel modo.
-Non lo so.- abbassai lo sguardo.
-Dovresti ammetterlo prima di tutto a te stesso che quella ragazza ti piace.Non l'avresti mai baciata,ti conosco Justin.- davvero poteva interessarmi una tipa strana come quella.Io,sino ad allora non mi facevo problemi sulle ragazze,perchè stavo diventando così "complesso"?
Restai lì,immobile,sommerso dai pensieri.
-Mentre pensi,affrettati a scendere da questa nave.- mi interruppe Alfredo.Caspita,quel ragazzo era un indovino:Capiva anche se stessi pensando.
-Okay Alfredo,è una bella ragazza.- affermai.
-Non devi convincere me,ma te stesso.Per te è solo una bella ragazza?Cosa hai provato quando l'hai baciata?Rispondi queste domande e capirai cos'è per te.- sembrava la maestra,se non mia madre.Lo stavo odiando.No,non era solo una bella ragazza,ma una sorta di dea.Cosa aveva di speciale?La sua chioma rossa contrastata dagli occhi color ghiaccio.Il suo fisico da modella,e le gambe da urlo per non parlare del fondoschiena.E poi,era misteriosamente scontrosa,quasi volesse proteggersi da qualcosa che nasconde.Quando l'ho baciata?Oh,andiamo,mi sentivo Dio,non saprei esprimere ciò che provavo.


 

My Space:
Buonpomeriggio!Come state?Io benissimo,sisi.
Sapete una cosa?Voglio ringraziarvi perchè in due giorni siamo già arrivati e abbiamo già superato le 100 visualizzazioni.
Un ringraziamento particolare va:
Alle due
Rossella,alla Faigona,a Letizia e *nonsosehodimenticatoqualcunomaPERDONAMI*
Grazie alle 10 recensioni,vi AMO.
Spero che anche questo capitolo vi piaccia e di conseguenza recensiate.

Un bacione.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 

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Capitolo 4
*** Road To London. ***


Road To London.

Eravamo sbarcati senza alcun problema,io non avevo nessun problema.Justin non l'avrei più visto.Piuttosto,avrei potuto vantarmi con la gente di aver baciato Justin Bieber.Sono stronza,lo so.
-Chelsea,non sai quanto sono felice!- urlai mentre passeggiavamo per Londra.
-Mh,e perchè?- mi chiese col sorriso sulle labbra.
-Siamo a Londra,cazzo.E poi,non vedo più Justin.- da perfetta pazza iniziai a ballare la conga per le strade di Londra.
-Chi non vedresti più?- era un incubo,vero?
-Justin,ovvio.- risposi guardando Chelsea.Doveva essere stata Lei a parlare.
-Peccato sia qui.- mi voltai e quella volta non vidi Leonardo DiCaprio,ma un semplice deficiente.
-Già,peccato.- mi allontanai con Chelsea a braccetto.Quel ragazzo era indisponente,nonostante gli avessi fatto capire chiaramente che di Lui,non mi interessava niente.
Facemmo il giro per tutta Londra:Visitammo Bucking Palace,il Big Ben,Pictually Circus,il Madame Tsuadde e parecchi musei.Ad ogni particolare,facevamo una foto,ad ogni paesaggio,facevamo una foto,ad ogni statua,facevamo una foto,ad ogni sorriso,facevamo una foto.Fu il giorno più bello ed emozionante della mia vita.Alla sera,tornammo all'arbergo.Era bellissimo:Cinque stelle,e un terrazzo formidabile.Salire lì,ti faceva sentire il Re del Mondo,proprio come Jack si sentiva sul Titanic.
-Posso farlo,vero?- chiesi a Chelsea.Mi guardò con un punto interrogativo stampato in faccia.
-SONO LA REGINA DEL MONDO!- urlai.Tutti gli ospiti di quel magnifico hotel mi guardarono con disprezzo.Non mi importava,solo Dio sapeva quanto fosse importante andare in quel Paradiso di città.Non che Los Angeles facesse pena,anzi,ma Londra era comunque un sogno.
-ED IO SONO IL RE DEL MONDO.-
ancora quella voce?Non poteva essere Justin,non dinuovo.
Mi voltai con la speranza che quello che aveva urlato fosse stato un pazzo come me,ma invece no.Era Lui,ancora Lui.
-Lo sono ora perchè sono qui con te.- mi sussurrò all'orecchio.Avevo sbagliato a sentire,giusto?Oh,andiamo,perchè mi continuavo ad autoconvincermi del contrario?In quel momento,volevo solo smetterla di pensare,ma non ci riuscivo.
-Senti Justin,non voglio avere nulla a che fare con te.- affermai.Ebbi nei suoi confronti la stessa espressione che gli ospiti dell'hotel avevano da poco avuto nei miei confronti.
Non parlò,mi prese la mano,me la strinse,e poi la lasciò.Ancora una volta mi illusi che avesse fatto qualcosa paragonabile ad una scena di un film.Lui se ne andò,io rimasi lì a guardarlo.Era bello,questo era più che certo,ma faceva uno strano effetto guardarlo.Con la punta dell'indice,accarezzò la mano che quello strano,stronzo,indisponente,ma pur sembre bello essere umano le aveva stretto.Stava impazzendo più di quanto già non lo fosse.Notò che sul palmo della mano c'era qualcosa che la pungeva."Sarà un piccolo pezzetto di legno della ringhiera del terrazzo ad essermi entrato nel palmo." pensò.Aprì la mano e vi trovo un minuscolo post-it.Chi aveva mai potuto metterle un bigliettino nella mano senza che Lei se ne fosse accorta?
"Ci vediamo alle 23:00 all'ascensore." La prima cosa che mi venne in mente?La scena del Titanic nella quale Jack stringe la mano a Rose e le lascia un bigliettino in cui le dava appuntamento all'orologio.Quel ragazzo doveva amare Titanic quanto Me.La seconda cosa che mi venne in mente?Cosa voleva Justin da Me?E per lo più a quell'ora nelle vicinanze di un ascensore?La terza cosa che mi venne in mente?Dovevo dirlo a Chelsea?
Decisi di andare a mangiare con Chelsea e stare per un po' senza pensieri.
-Dopo si esce!- le ricordò Chelsea.
-Dove andiamo?- le chiesi.
-In discoteca,ovvio.- Mio padre mi aveva severamente vietato di non andare in discoteca,non a Londra.
-No Chelsea,non possiamo.- le ricordai.
-Che fine ha fatto Rose,quella che apparentemente è una brava ragazza ma alla fin fine trasgredisce tutte le regole?- mi chiese.Già,che fine aveva fatto?Evidentemente si era andata a farsi fottere.Non risposi alla domanda che mi fece Chelsea.
-Che hai?- mi chiese dopo poco.
-Andiamo alla discoteca dell'hotel,poi però andiamo a dormire presto.Domani ci aspetta una lunga giornata.- chiunque mi avesse conosciuto avrebbe detto che avevo la febbre.Io che proponevo di andar a dormire presto perchè l'indomani sarebbe stata una lunga e faticosa giornata?C'era qualcosa che non ruotava per il verso giusto.
-Okay.- Chelsea non oppose resistenza.Molto strano anche quello.Cosa ci stava succedendo?
Andammo a ballare.Nonostante nella discoteca ci fosse anche Justin,non ci degnammo di uno sguardo.Continuavo a chiedermi il perchè di quel bigliettino.Forse non era nulla di importante.
Spostai lo sguardo sul cellulare:Le 22:55
-Cazzo!- ero ancora a ballare e non trovavo più Chelsea.In più avevo un "appuntamento" con Justin.
Mi avvicinai al bancone e la trovai lì,a parlare con un ragazzo.
-Chelsea,dobbiamo andare,è tardi.- ancora una volta non esitò.Evidentemente non le interessava il ragazzo con il quale parlava sebbene fosse carino.
Dovevo trovare una scusa per far allontanare Chelsea.
-Amore,incomincia a salire in camera,ti raggiungo tra un po'.Compro qualcosa da bere e da mangiare per stanotte.- lei annuì ed io mi avvicinai all'ascensore dopo che Chelsea salì.
Lo vidi avvicinare.Perchè lo stavo aspettando?Forse,non avrei dovuto farlo.
-Possiamo parlare?- mi chiese.Io annuii.Ma di cosa dovevamo parlare ancora?Intanto Justin chiamò l'ascensore.Essa si aprì dopo poco e Justin mi ci buttò dentro.Voleva violentarmi per caso?No,voleva baciarmi.Io?Glielo impedii.
-Dovevamo parlare.- risposi fredda.Quegli ascensori erano trasparenti,chiunque avrebbe potuto vederci fare una cazzata e sparlare con il Mondo intero.
-Rose,mi piace baciarti.- affermò.Solo Dio sapeva quanto piacesse anche a me,ma non volevo,non con Lui che mi aveva delusa il primo giorno della nostra conoscenza.
-Justin,portami al quarto piano.- gli ordinai.Lui sorrise maliziosamente.
-Non puoi andare a dormire.- mi rispose.Era uno psicopatico.
-Perchè non potrei?- chiesi indifferente.La sua stupida risposta non mi avrebbe toccato.
-Perchè la tua amica sta dormendo.- rispose ovvio.Mille pensieri passarono per la testa.
-Stronzo,cosa le hai fatto?- gli diedi un due pugni sul petto sperando si facesse male,ma non si spostò neanche di un millimetro.
-Niente,le ho solo messo un sonnifero nel suo drink.- mi faceva letteralemente schifo.E se quello non era un sonnifero?
-Chi mi dice che quello fosse un sonnifero?- chiesi preoccupata.Dovevo trovare un modo per uscire da lì dentro.
-Fidati,non farei del male agli amici della persona che mi piace.-  si tappò la bocca e si girò dall'altro lato.Sarebbe stato molto meglio se non avessi prenotato quel viaggio.
-Scusa?- avevo il diritto di avere delle spiegazioni per quello che aveva appena detto.Non volevo essere presa in giro,non da Lui,non in una ascensore.
-Sono ubriaco.- mi rispose.Mi scappò una risata.
-Se lo fossi stato,non l'avresti saputo.- si grattò la nuca.Premeva in continuazione i pulsanti dell'ascensore,era snervante.
-Fammi uscire.- gli ordinai.E lui cosa fece?Mi baciò.RIPETO:MI BACIO'.Era stronzo.Lo faceva di proposito.Aveva ben capito che con un semplice bacio mi faceva toccare il cielo.Eppure non continuavo a capire il motivo di quella sensazione.
-Ora puoi andare,anzi no,aspetta.- poco confuso il ragazzo.Mi prese,mi strinse a sè e mi baciò.Sorrisi sulle sue labbra.Cazzarola,cosa stavo facendo?Stavo rovinando il mio piano,anche se non lo avevo ancora progettato.
Mi riaccompagnò alla stanza,ma nessuno mi aprii.Sperai vivamente che quello fosse stato un semplice sonnifero.
-Ed ora?- chiesi a me stessa.
-Vieni a dormire da me.Ti do una tuta ed una mia mutanda.- mi propose.Avrei accettato,ma dovevo pur sempre avvisare Chelsea.Le scrissi un messaggio,quando si sarebbe svegliata,la prima cosa che avrebbe fatto,sarebbe stata quella di controllare il suo cellulare.
Dopo essermi lavata e cambiata,mi accorsi che in camera mancava Alfredo.
-Alfredo?- chiesi.
-Passerà la notte con un suo amico qui di Londra.Credo si chiami James.- mi informò.
-Cosa farai domani?- mi chiese.Sorrisi al pensiero di quello che aspettava.
-Shopping con Chelsea per Londra.Yeah Buddy.- mi girai sul lato del mio letto e mi addormentai.

 

My Space:
Ciao a Tutte.Posso dirvi una cosa?VI AMO.
Siamo arrivati al quarto capitolo con già 12 recensioni.
SIETE FANTASTICHE.
Per non parlare di un'altra cosa:
Avete inserito già la mia storia nelle preferite,nelle da recensire e in quelle da seguire?
GRAZIE.
Parlando del capitolo:Che ve ne pare?
Mi credete se vi dico che ci ho impegato tantissimo tempo per farlo sembrare perfetto?
Anche se il risultato,però,non è dei migliori,spero mi facciate sapere cosa ne pensate.
Un Bacione.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_



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Capitolo 5
*** Shopping! ***



Shopping!

Quella notte sperai che Alfredo tornasse presto,ma non fu così.Dovetti subirmi ore e ore di chicchiere di Justin.Non nego che provò a baciarmi più volte.
-Justin,perchè hai detto quella frase prima?- gli chiesi.
-Rose,hai frainteso:C'è una ragazza che mi piace e ti assomiglia molto.- rispose.Ennesima prova che non ci sapesse fare con il sesso femminile.Incominciavo ad avere seri dubbi.
-E' un personaggio famoso?- chiesi curiosa.Avevo ben compreso che il resto della nottata l'avrei trascorsa in quel modo,perciò mi rassegnai.
-No.- non voleva darmi informazioni,ma volevo essere indisponente proprio come Lui lo era con me.
-Come la conosci?- chiesi.In realtà poco mi importava.
-Così.- che razza di risposta era?Peccato che quella fu solo l'introduzione ad un bacio.Un magnifico bacio.
-Senti Justin,ora mi hai proprio rotto:Prima sei il romanticone di turno,poi mi baci,poi dici che era la situazione,inizi a comportarti male con me,mi baci,mi dici che ti piace una tizia e poi mi ribaci.Credi sia giusto tutto questo?Credi davvero che tu con me possa giocare attraverso i miei sentimenti?Mi hai rotto.- ero furiosa quanto una bestia.Presi la borsa e aprii la porta.Avevo le lacrime agli occhi.Justin mi prese e mi spinse contro la porta.Mi baciò.Quella volta ebbi la lucidità di dargli uno schiaffo fortissimo.Perchè voleva farmi soffrire?
-Mi piaci!- urlò mentre correvo per il corridoio.Era notte fonda,e qualcuno lo avrebbe sentito sicuramente.Io,per non so quale motivo,feci finta di nulla.
-Rose!- urlò come un dannato.
-Dovrai abbassare la testa ogni volta che mi vedrai.- tornai indietro solo per dirgli quella frase.
-Rose,dormi qui.- mi supplicò.Sembrava un bimbo piccolo,mi faceva tenerezza perchè sarebbe rimasto solo.Rientrai nella cabina e mi posizionai sul letto:ero volta sul lato destro,alla mia sinistra c'era il letto di Justin.
-Buonanotte prncipessa.- credo fosse convinto che stessi dormendo.Sorrisi.
Il giorno successivo fu una vibrazione a svegliarmi.
Un messaggio:Chelsea;
Cosa state facendo in quella cabina?Mi devo preoccupare?Sono sveglia,quando vuoi,bussa.
Riposizionai il cellulare sul comodino e feci per alzarmi,ma qualcosa mi bloccava.Notai bene che era un braccio:Cosa ci faceva un cadavere nel letto?Spostai le lenzuole e vidi il corpicino di Justin stretto al mio.Cosa ci faceva lì?Non dovevo accettare il suo invito.Con cautela lo spostai,mi lavai,mi rivestii e mi avviai alla camera.Bussai.
-Spiegami cos'è successo.- non le avrei detto del sonnifero,si sarebbe arrabbiata.
-Ti sei addormentata e non aprivi,Justin mi ha offerto un letto nella sua camera.- la informai.
-Solo questo?- chiese preoccupata Chelsea.
-Okay,con qualche bacio.- abbassai notevolmente il tono di voce.
-Quel ragazzo è pazzo:me lo sono ritrovato nel "mio" letto stamattina.- continuai.Chelsea ascoltava attenta.
-E per di più mi ha anche detto che gli piaccio,ma non credo sia la verità.- conclusi.Mi stavo sfogando.Non mi ero neanche resa conto che stessi piangendo.Mi maledissi per il mio carattere fragile.
-Rose,perfavore calmati.Con calma,ora bevi un bicchiere d'acqua.- mi passò un picchiere con dell'acqua.
-Vuoi sapere cosa penso?Che l'orgoglio sia come l'invidia:una brutta bestia.Tu come Lui lo siete abbastanza,e non mi contraddire.Il problema?Non c'è alcun problema.Vi piacete entrambi,ma avete paura di farvi del male a vicenda.Sarà perchè abitate distanti,sarà perchè crediate di non essere pronti,sarà il fatto che Lui sia famoso,ma c'è qualcosa che vi blocca.- mi spiegò Chelsea.In effetti aveva ragione.Io avevo paura di deludere i miei genitori se mi avessero visto con un personaggio famoso,io avevo paura di farmi e fargli del male,e cosa maggiore avevo paura della distanza,e che quest'ultima ci avesse diviso prima o poi.
-Andiamo a fare shopping?- chiesi.Era tipico di me,cambiare argomento in momenti di difficoltà.
-Rose,io sono pronta,tu lo sei,ma credimi,lo shopping non ti farà distrarre,non dopo aver passato la notte con Lui,non dopo che ti sei svegliata tra le sue braccia,non dopo esserti addormentata con il sapore delle sue labbra sulle tue,non dopo che si è dichiarato con te.- mi riportò alla realtà.Pura e semplice verità.


 

**
 

-Forse dovresti incontrare qualche Beliebers,credo sia l'unico modo per distrarti.-
 Alfredo era tornato,e con sè portò anche le sue magnifiche idee.
-Sì,e come?- non riuscivo a ragionare.Era più forte di me ma Rose me lo impediva.
-Ma sei idiota?A te basta andare a fare shopping.- già,shopping.Quel giorno anche Rose aveva organizzato un'uscita con la sua migliore amica.Dannazione,perchè continuavo a pensare a Lei?
Uscimmo dall'hotel e mi diressi al centro commerciale più vicino.Non avevo la più pallida idea di dove fosse andata Rose,ma dovevo distrarmi.Comprai qualche cinta,delle magliette e un paio di scarpe:Supra,ovviamente.
Diedi il tutto ad Alfredo e appena uscii dai magazzini,mi tolsi la felpa.Da quel momento in poi chiunque mi avrebbe riconosciuto.Baby era uscita da poco,e stava avendo parecchio successo,anche lì,in Inghilterra.
Passarono la bellezza di tre minuti e un mare di folla mi travolse.Chi chiedeva autografi,chi foto,chi un semplice abbraccio.Era incredibile come la gente si "relazionasse" a me senza neanche conoscermi.
Avevo bisogno di aria,e alzai gli occhi al cielo,poi guardacaso,l'occhio mi cadde sulla vetrata del primo piano del centro commerciale.Chi poteva esserci se non Rose?Avevo deciso di non pensarci,ma quella ragazza era uno stalker.


 

**
 

-Quel ragazzo è uno stalker.- affermai.Io e Chelsea avevamo comprato moltissime cose:molti di essi erano regali per i nostri parenti.
-Non credo che uno stalker si faccia vedere a sua volta dalle proprie "seguaci".- affermò Chelsea.Anche quella volta aveva ragione.
-Allora non era venuto a cercarmi?- chiesi mettendo un finto broncio.
-No,c'è Sì,c'è No.Rose sarà venuto per te ma ha avuto qualche inconveniente.- si giustificò Chelsea.Non aveva capito l'ironia della mia frase.Scoppiai a ridere.
Quella sera tornammo in hotel.Preparammo i bagagli perchè l'indomani pomeriggio ci saremmo rimbarcati.Pregai che Justin fosse rimasto ancora qualche giorno lì,a Londra.
-Rose,vado a fare la doccia.- mi disse Chelsea.Io continuai a sistemare le nostre cose.
All'improvviso qualcuno bussò alla porta.Il tempo di lasciare ciò che avevo in mano che andai ad aprire.Chi c'era lì fuori?Nessuno.O meglio,non c'era nessuno ma c'era qualcosa,a terra.
Era una busta.E se fosse stato un pacco bomba?Dietro di essa una rosa bianca con un bigliettino.Lo lessi:
Scusa,sono un cretino e so che lo sai.La vedi quella rosa bianca?Sai perchè è priva di colore?Perchè ci rappresenta.Se dovesse mai succedere qualcosa tra noi prenderà colore,se non dovesse succedere niente diventerà nera.
Ora apri il regalo.
Justin.

Cosa si aspettava?Magari saremmo diventati amici,ma niente di più.
Aprii il regalo e vi trovai un vestito verde smeraldo.Poi un altro bigliettino.
Lo vedi quello?Mettilo domani sera sulla nave,perchè sì,saremo di nuovo sulla stessa nave.
Ora decideva Lui cosa dovevo fare?Non credo l'avrei messo.Squadrai il vestito e mi accorsi che era un Valentino.Aveva speso tantissimi soldi,e a me non stava bene,ma lo accettai.


 

My Space:
Buonasera bellezze,come va?
Oggi ci sono i colloqui e se non mi dovessi connettere in questi giorni,è perchè sarò in punizione.
Pregate per me che non accadrà questo.
Anyway,cosa ne pensate di questo capitolo?
SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER VOI,
ho scritto la parte centrale di questo capitolo a scuola. Grazie infinite per le duecento visualizzazioni ricevute e per le 18 recensioni.
VI AMO SEMPRE PIU'.
Un Bacione.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 


 

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Capitolo 6
*** Like Titanic. ***


Like Titanic.
 

-A questo punto credo ci tenga a te.- mi rivolse la parole Chelsea.Le avevo raccontato l'episodio delle rose.Infondo era stato un gesto carino,ma chissà quali film mentali si era fatto quel ragazzo.
-Io credo che voglia solo giocare.- affermai.Non so per quale motivo,ma ero convinta che Lui avesse quelle intenzioni nei miei confronti.
-Chi gioca non è capace a pensare queste idee carine.- disse convinta che avesse ragione.
-Chelsea ti devo ricordare di Andrew,il tuo ex ragazzo?- le ricordai.Il suo ragazzo era un emerito stronzo.Uno di quelli che ti promette la luna,ma in realtà se ne infischia altamente di te.Erano stati insieme quattro mesi,i quali sembrarono un'eternità dato che abitavano alla bellezza di 600 chilometri di distanza.Chelsea capì che la stava prendendo in giro quasi per caso,e da quel giorno si era ripromessa di non mettersi mai più con un ragazzo che abitasse al di fuori di Los Angeles,nonostante Lei credesse nell'amore a distanza e di quanto potesse far crescere e diventare più forte le persone.
-No,grazie.- rispose fredda.Per Lei era un capitolo chiuso.
-Dobbiamo andare Rose,tra un'ora la nave parte.- eravamo in netto ritardo.Quella mattina non incontrai nenche una volta Justin.Forse era destino,o comunque era meglio in quel modo anche se sapevo che doveva salire su quella nave.
Ci avviammo al porto con il taxy.Trovammo un autista molto gentile e disponibile che ci fece trascorrere il tragitto in modo tranquillo.
Ci imbarcammo alle 17 del 4 Marzo duemiladieci.Quella data mi sconvolse.Si tatuò sulla mia pelle senza che gli avessi dato il permesso.
-La nostra cabina è la 750,quinto piano!- esclamai felice.Quella nave rappresentava la perfezione e che quest'ultima potesse esistere.
Ci sistemammo e come all'andata facemmo il nostro giro perlustrativo.Ci facemmo tante foto anche lì,perchè di quella vacanza volevamo ricordare tutto perchè non sapevamo che nel bene o nel male la nostra memoria lo avrebbe fatto comunque.
-Rose!- mi chiamò.Chi?Justin.Riconobbi la sua voce quasi lo conoscessi da anni.
-Ah,ciao.- risposi fredda.Il motivo non lo sapevo neanche io.
-Ehm,ve la rubo un attimo.- disse grattandosi la nuca rivolgendosi a Chelsea e Alfredo.Mi obbligava anche senza chiedermi niente,ed io come una stupida glielo lasciavo fare.
-Dimmi.- più fredda di un ghiacciolo.
-Hai ricevuto le rose?- mi chiese.
-Sì.- faceva più freddo se si era a contatto con la nostra conversazione che in Antartide.
-Il vestito?- chiese.
-Anche quello.- risposi.
-Lo metterai stasera,vero?- mi chiese sensualmente.Stava per sciogliere il ghiacciolo della conversazione.
-Forse.- risposi vagamente.Mi aveva convinta con il suo tono di voce,aveva qualcosa di magico quel ragazzo.
-Eddai Rose,che ti ho fatto?- mi chiese.Poco scemo il ragazzo.
-Credo di avertelo già spiegato.- magari fossero state quelle le vere motivazioni.Chelsea mi aveva fatto ben capire cosa mi bloccasse e non riuscivo a trovare una via d'uscita.
-Io non penso sia per quello,me ne accorgo da come mi guardi,me ne accorgo da come cerchi di far la dura con me.- non pensavo fosse così intelligente.Forse,avevo qualcosa sulla mia faccia che mi rendeva strana se non ridicola.
-E cosa pensi che sia?-chiesi curiosa.La mente maschile,evidentemente,andava tradotta come quella femminile.
-Il fatto che io sia famoso.- rispose triste,quasi si sentisse in colpa per quello.Mi aveva fatto uno strano effetto la sua risposta.
-Sarà...- risposi tranquilla.Non volevo farglielo pesare.Gli sorrisi addirittura.
Ci salutammo,mi accorsi che col passeggiare e parlare trascorsero quasi due ore.Avevo lasciato quella poveretta di Chelsea in compagnia di Alfredo senza che Lei lo volesse.La chiamai e le dissi che l'aspettavo in cabina.
Mi andai a fare una doccia e una volta finito misi sul letto da una parte il vestito che mi aveva regalato Justin,da un'altra uno che comprai prima di partire a Los Angeles.Ero indecisa.
-Chelsea,quale metto?- chiesi consiglio.Non per la bellezza dell'abito,perchè era di gran lunga più bello quello che Justin mi aveva regalato,ma per il semplice fatto che non sapevo davvero se accontentare o meno Justin.
-Ovviamente quello di Justin.Anche se avete "litigato", ti ha comprato quel vestito per riavvicinarsi a te,e per ringraziamento,come minimo,lo devi indossare.- ancora una volta aveva ragione.Infondo era solo una forma di ringraziamento.Inoltre Chelsea mi fece una bellissima pettinatura,la quale evidenziava i miei boccoli e infine mi truccò.Non sono una ragzza che ama truccarsi,difatti non lo avevo fatto molte volte prima d'allora.
-Rose,chiudi tu.- mi lanciò le chiavi della cabina e dopo essermi spruzzata il profumo,la chiusi a chiave.
Raggiunsi il ristorante sentendomi abastanza osservata.Forse avevo indossato delle scarpe una diversa dall'altra,ma dopo aver fatto un accurato controllo dinanzi uno specchio che si trovava sulla nave,costatai che non avevo nulla fuori posto




                                                                                                                                               **
-Credo di aver appena visto una Dea.-
riportai ad alta voce ciò che stavo pensando incurante del fatto che quella sera al mio tavolo c'erano altre persone importanti di cui io non conoscevo l'esistenza.
-Di cosa parli Justin?- mi chiese una signora sulla settantina.A quanto avevo capito,quella doveva essere la madre del costruttore di quell'immensa nave.
-Lì,al tavolo dietro di lei.- le feci notare.Si girò e sorrise.
-Ti piace?- mi chiese.Aveva ancora un sorriso sulle labbra.
-Non saprei.- risposi.In realtà avrei voluto urlarle che Rose Sun mi piaceva,eccome se mi piaceva.
-Sì ti piace.- affermò sicura di quello che aveva appena detto.
-Perchè dice questo?- le chiesi curioso della sua risposta.
-Perchè sono una donna.- rispose fiera.Probabilmente avevaa già squadrato la mia situazione.
-Cosa dovrei fare?- le chiesi un suggerimento.
-Per ora balla con Lei.Poi potreste parlare.- mi consigliò l'anziana signora.
Mi alzai e mi avvicinai al suo tavolo che era poco distante dal mio.
-Signorina balla con me?- chiesi gentilmente avvicinandomi al suo orecchio.Lei prima di accettare guardò la sua amica che le fece l'occhiolino e poi si alzò.Andammo al centro della pista.
-Grazie.- disse a bassa voce.
-E di cosa?- le chiesi non comprendendo il motivo per il quale mi stava ringraziando.
-Per il vestito.- la sentii sorridere sulla mia spalle,io la strinsi più forte.
-Vieni a parlare un pò dove c'è meno casino?- la invitai e stranamente lei accettò senza esitare.
Uscimmo dal ristorante e la portai sul ponte,lo stesso posto dove l'avevo vista per la prima volta.
-Dove mi porti?- mi chiese.Sembrava tranquilla dal suo tono di voce.La guardai e le sorrisi perchè speravo me l'avesse chiesto.
-Su una stella.- Titanic era il mio film preferito e di conseguenza non persi l'occasione di trasformarmi nel suo Jack Dawson.
Sorrise e quel sorriso quella sera illuminava l'intera nave e l'intero oceano più della Luna e le stelle presenti nel cielo.
-Ti piace Titanic?- mi chiese.Intanto la feci sedere su una panchina.
-Scherzi?E' il mio film preferito.- affermai.Nonostante fossi un ragazzo non mi vergogno a dirlo.
-Davvero?Anche il mio.- rispose incredula.Era così anormale che fosse il mio film preferito?
Mi sorrise.E poi ancora una volta,un'altra ancora.Fece la stessa mossa all'incirca dieci volte,poi la bloccai con un bacio.Ancor più stranamente non si staccò,nè tantomeno mi tirò uno schiaffo,anzi quel bacio fu accompagnato dalle nostre lingue,che quasi per magia,si unirono in una magnifica danza.
Ci staccammo e sorrise.
-Smettila,ti prego.- le dissi.Potevo morire a secondi se continuava a sorridere.
-Di far cosa?- mi chiese dolcemente.
-Di sorridere.- le risposi.Le sue guance si arrossirono e lei abbassò il viso per l'imbarazzo.Glielo alzai dandole un altro bacio.


 

**
 

-La smetti?- gli dissi questa volta io.
-Scusa.- il suo tono si trasformò e divenne triste,molto triste.
-Mi fai impazzire!- esclamai.In quel momento io stessa non riuscivo a riconoscermi,figuriamoci quale confusione si stava creando nel cervello di Justin.
-Come scusa?!- mi chiese sorpreso Justin.
-Sei anche sordo oltre ad essere stronzo?Mi fai impazzire.- ribadii.Vidi comparire sul volto di Justin il miglior sorriso che avessi mai visto in tutta la mia vita.Ci baciammo.Ogni nostro bacio era un miscuglio di emozioni e battiti del cuore.Mi lasciai andare proprio come mi aveva consigliato Chelsea,e non mi pentii di averlo fatto.
-Che ore sono?- chiesi sentendo meno casino provenire dal ristorante.
-Quasi mezzanotte.- mi informò.Poi all'improvviso un tonfo seguito da un fastidioso boato.
-Cosa è stato Justin?- chiesi preoccupata.
-Credo ci sia stata una virata.- rispose.Mi ero resa conto che stava mentendo e il suo viso cambiò colorito.
Mi alzai e mi avvicinai alla ringhiera.Sembrò una mia impressione,ma sentii la nave inclinarsi.Non appena mi sporsi vidi un grosso scoglio molto vicino alla nave.Mi venne subito in mente la scena del Titanic e dell'iceberg.Capii immediatamente cosa stava accadendo.
-Justin,dove sono Chelsea e Alfredo?- chiesi preoccupata.Non mi rispose,ma di conseguenza mi prese per mano e iniziò a correre. In poco tempo arrivammo al ristorante,ma lì non c'era un'anima viva.Ci avviammo alle cabine,ma nè Chelsea,nè Alfredo erano nelle rispettive cabine.Più correvamo più incontravamo persone nel pieno di una crisi di panico.Intanto sentivo la nave inclinarsi sempre più.Corremmo a destra e sinistra fin quando la fortuna non volle che ci scontrassimo con Chelsea e Alfredo i quali ci stavano cercando preoccupati.
-Ragazzi,troviamo delle scialuppe.- ci disse Alfredo.Purtroppo eravamo nella parte inclinata della nave e lo spettacolo che si poteva vedere da lì non era per niente avvincente.
Sembrava di essere in una delle scene più traumatiche di Titanic,ma quella era la realtà:Gente che cadeva involontariamente,altra che si buttava per salvare i propri familiari,urla che provenivano da qualsiasi angolo della nave.Il panico più assoluto.
Riuscimmo ad arrivare sul ponte principale,ma non a trovare le scialuppe.Eravamo una massa di persone che sentivano l'ora della morte molto vicina.Riuscii a trovare sicurezza guardando la mia mano intrecciata ancora a quella di Justin.A quel punto non capii più nulla,vidi solo Chelsea volare e scomparire nel mare.Mi tuffai istintivamente,senza dar tempo a Justin di capire ciò che stesse accadendo,e Lui,non mi lasciò la mano.Il contatto con l'acqua gelida fu quasi mortale,ma dovevo lottare per Chelsea.Nuotammo e perlustrammo la zona,ma non la trovammo.Sia Justin che Alfredo provarono a tranquillizzarmi ma nella mia mente avevo solo pensieri cattivi,non potevo star calma,non in quel momento.
-ECCOLA!- urlò Alfredo che era alle nostre spalle.Ci girammo immediatamente nello stesso momento sia io che Justin il quale stringeva sempre più la mia mano.
Stava bene e stava nuotando quasi non avesse percepito l'acqua gelida sulla sua pelle.L'abbracciai e la strinsi forte a me.Le fece lo stesso.
-Ho pensato al peggio.- affermai.Lei mi strinse ancor di più.
-Non è successo nulla.- mi ricordò tranquilla.
Del resto non ricordo più nulla se non qualche frase del tipo:"Lotta Piccola,Lotta. "oppure:"Sei forte,fallo per me e per Chelsea se non per la tua famiglia".


 

My space:
Buonasera,come va?
Sinceramente non so come vi siate sentite dopo esservi lasciate con il vostro ragazzo,
ma se lo avete provato,sapete benissimo cosa io stia passando,ma sorrido,continuo a sorridere perchè è ciò che mi esce meglio.
Ho inserito delle note autobiografiche in questo capitolo e mi scuso per la lunghezza,ma era necessario.
Allora,vi piace?Io vi aspetto sempre in tantissimi a leggere questo capitolo e a recensirlo.
Grazie a coloro i quali la stanno leggendo perchè quelle magnifiche siete voi,non io.
Un bacione.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 


 

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Capitolo 7
*** Where Are You Now? ***


Where Are You Now?
 

-Rose ti prego svegliati.- qualcuno mi chiamò e riuscii a sentirlo a malapena.
-Chi è?- i miei occhi erano socchiusi,non avevo la forza di aprirli.
-Rose sono Chelsea,aspetta chiamo il dottore.- il dottore?Dove mi trovavo?
Sentii la porta chiudersi per poi riaprirsi poco dopo.
-Rose,ricordi il tuo cognome?- mi chiese un uomo di cui non riconobbi la voce.
-Rose,Rose Bieber.- dissi debolmente e insicura di aver detto la cosa giusta.
-Sei sicura?- di nuovo quella voce che non conoscevo.
-Sì.- mentii non riuscii a ricordare alcun cognome se non quello.
-Potreste lasciarmi sola?- chiesi,intanto aprii lentamente gli occhi.
Cosa mi era successo?Ricordavo solo due persone:Chelsea,e un ragazzo,Justin se non sbagliavo.Ma di quest'ultimo ricordavo solo ciò che mi aveva detto prima del buio totale che mi avvolse.Dovevo e volevo sforzarmi a capire cosa mi fosse successo.
-Amore,ora arrivano i tuoi genitori.- entrò Chelsea quasi si fosse dimenticata ciò che aveva richiesto.
-Perchè,dove ci troviamo?- chiesi.
-In Florida,sinceramente non ricordo neanche il nome di questa città.- mi rispose scossa Chelsea.Non riuscivo a comprendere cosa la stesse turbando.
-Perchè siamo qui?- chiesi.La mia testa iniziava a farmi male.
-Non ricordi proprio nulla?- mi chiese Chelsea,Io annuii.
-Il dottore ha detto che ricorderai man mano,non devi sforzarti.-mi informò ma io non le diedi retta a causa del mio carattere testardo.
-CHELSEA,DIMMI TUTTO.- le ordinai urlando.Ebbene sì,riuscii a trovare la forza per urlare.
-La BlueSky è sbattuta contro un grosso scoglio ed ha iniziato ad inclinarsi.Dopodichè qualcuno mi ha spinta facendomi cadere in acqua e tu ti sei tuffata insieme a Justin e Alfredo per salvarmi,e fortunatamente,mi avete trovata subito.L'impatto con l'acqua è stata piuttosto drammatico per un colpo debole e fragile come il tuo e non hai resistito oltre i quindici minuti.- man mano che descriveva avevo un ricordo confuso e sfocato di ciò che mi era accaduto.L'unica scena che ritornava sempre alla mia mente era l'intreccio tra la mia e la mano di Justin.Anche se del suo viso riuscivo a ricordare solo le sue labbra.
-Ora dove sei?- dissi ad alta voce ciò che stavo pensando.Chelsea mi guardò stranamente.
-Rose,non riesci a vedermi?- mi chiese.
-No,Justin,dove sei?- chiesi sperando che Lui fosse proprio lì,accanto a me.
-Justin non è qui.- ammise tristemente Chelsea.
-E dov'è?- chiesi con tono curioso.
-Io,n-non lo so.- le toccò dirmi la verità,ma le si leggeva in faccia che avrebbe voluto dire tutt'altro che quello.
Dovevo distrarmi perchè rimasi delusa dalla risposta che mi diede la mia migliore amica.
-Potresti accendere la tv?- chisi gentilmente.Sicuramente al telegiornale avrebbero parlato di una disgrazia del genere.
-Certo.- rispose.Si avvicinò al televisore.
-Ieri sera poco dopo mezzanotte la lussuosissima nave:BlueSky è affondata causando oltre mille vittime e all'incirca cinquecento feriti.Sulla nave era presente anche la giovane stella:Justin Bieber il quale era in compagnia del suo amico Alfredo Flores.Abbiamo avuto la fortuna di intervistare il piccolo canadese.- la prima notizia che diedero al telegiornale fu quella,ma diedero spazio a Justin e non alle povere vittime.
-Ti sei riuscito a salvare in tempo?- chiese l'inviata,una ragazza sulla trentina.
-Perfortuna ho avuto il buonsenso di salvare due ragazze che erano cadute e non sapevano nuotare.-
dichiarò alla ragazza.Eppure io ricordavo in modo diverso,ma in quel momento non potevo contare sulla mia memoria.
-NO!- Chelsea sobbalzzò dalla sedia.La guardai quasi avesse un punto interrogativo sul volto.
-Non è andata così!- urlò furiosa per poi bisbigliare uno "Stronzo"
-Ora le ragazze dove si trovano?- chiese ancora la giornalista.
-In ospedale,le ho riaccompagnate io personalmente.- affermò Justin.Di questo particolare,purtroppo,non ricordavo nulla.
-Le andrai a trovare?- chiese ancora la ragazza.
-Ovviamente.- sorrideva.Come faceva a sorridere dopo un'affermazione del genere.
-Grazie Justin per la disponibilità.- ringraziò la giovane ragazza che lasciò la linea alla sua collega.
-Scusa Rose,ma mi fa schifo.- mi chiedeva delle scuse,perchè mai lo faceva?
-Non sono andate in quel modo?- chiesi curiosa,ormai.
Bussarono alla porta e dopo il mio "Avanti" essa si aprì.Vidi i miei genitori che mi abbracciarono e mi strinsero forte al loro petto quasi non ci fossimo visti per mesi se non anni.
-Abbiamo avuto paura di perderti.- affermarono e li assicurai che tutto fosse finito ed io stavo bene,perfortuna.
-Mi continua a far schifo.- disse improvvisamente Chelsea,tappandosi immediatamente la bocca.
-Chi?- chiese mia madre.
-Justin Bieber.- affermò.
-Ho sentito che era sulla vostra nave.- continuò mio padre.
-E lo abbiamo conosciuto.- informai i presenti.
-E perchè ti fa schifo?- mia madre chiese a Chelsea.
-Ha dichiarato di averci salvate perchè non sappiamo nuotare,ma voi sapete benissimo che non è così.Ha detto di averci accompagnate qui in ospedale,ma non è vero,non appena un traghetto ci ha raggiunti ha chiamato la polizia per mettere in salvo prima lui,che noi ragazze.Voglio morire.- Chelsea iniziò a piangere e mia mamma la strinse forte a sè.Fece ciò che avrei fatto io se avessi avuto la forza di alzarmi da quel letto.
-Chelsea,lascia stare.Quando starò meglio andremo personalmente io te e i nostri genitori da lui e gli faremo un bel discorsetto.-
Il resto della giornata lo trascorsi facendo visite alle quali i risultati uscirono positivi.Avevo solo bisogno di riposo e di non pensare a quella merda di ragazzo.E fanculo,io non mi chiamavo Rose Bieber,ma Rose Sun.Lo ricordai guardando negli occhi i miei genitori.



 

My Space:
Buonasera Bellezze,come va?
Io sto una favola e mi sto riprendendo alla grande.
Oltre
Justin,c'è la canzone di Avril Lavigne (Smile) che mi sta rendendo fortissima,davvero.
Voglio ringraziarvi una per una:
GRAZIE a
Vale,
le due Rossella,Rosa,Aurora,Letizia,Giulia,
Martina,Veronica, shesproudofdrew     DestinyAngel 
  Allora,vi piace questo capitolo?
Ho provato a scrivere un qualcosa di inaspettato e non so se questo si era già creato nella vostra bellissima mente (?) Comunque vi aspetto in tantissime a recensire in modo tale da poter parlare anche con voi,perchè si,qui,su questo sito,
ho conosciuto un casino di persone magnifiche.

Un bacione.
With Love,Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 

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Capitolo 8
*** I'm Stupid And I Know It. ***


I'm Stupid And I Know It.
 

Avevo commesso un altro errpre.Facevo schifo,ne ero consapevole.Non mi applicai neanche a pensare come si sentisse presa in giro in quell'istante perchè altrimenti mi sarei suicidato.Forse quella sarebbe stat la cosa migliore compiuta in sedici anni della mia vita.
-Vado a Los Angeles.- dissi seriamente a Scooter.
-E sentiamo,a fare cosa?- lui era ed è il mio fratello maggiore.Mi avrebbe fatto ragionare prima di qualunque scelta.Magari tutti noi avessimo un mini-scooter a portata di mano.
-Devo scusarmi con Lei.- avevo spiegato tutti i minimi particolari a Scooter in modo che avesse potuto aiutarmi senza commettere passi falsi.
-Justin,non si può avere tutto dalla vita.- mi disse.Aveva ragione,ma Lei ormai faceva parte della mia vita.
-Organizziamo un concerto lì,al più presto.Ti prego Scooter.- ci pensò un pò su,ma alla fine cedette e accettò.
Subito iniziò a far telefonate su telefonate e a organizzare il tutto.
Mi collegai a Twitter e scrissi:
@justinbieber:Hey Beliebers,ho una sorpresa per alcune di voi.
Almeno inserendo l'aggettivo "alcune",avrei evitato di illudere tante persone.Dagli errori,infondo,si impara.
-Justin,Il trentuno Marzo farai un concerto a Los Angeles.- affermò Scooter.Il trentuno era troppo lontano,e più tempo passava,più la situazione sarebbe peggiorata.
-Disdici tutto.- dissi.Sapevo che Scott era un brav'uomo ma non uno psicologo che avrebbe potuto capirmi.
-Dai qua.- feci segno di passarmi il telefono.Digitai il numero di Usher e lasciai che il telefono suonasse fin quando avrebbe risposto.
-Hey Bro!- finalmente dopo tre telefonate,si degnò a rispondermi.
-Ho bisogno di te.- arrivai subito al succo.
-Oddio Justin,che cosa è successo?- mi chiese preoccupato.Forse l'avevo fatto allarmare fin troppo.
-Potresti organizzarmi un concerto a Los Angeles nel giro di quindici giorni?- chiesi velocemente.Speravo solo che ci fosse riuscito.
-Ci provo,ti chiamo dopo.- attaccò ed io mi sedetti sul divano ad aspettare.
Non trascorse neanche un'ora che mi richiamò.
-I biglietti sono in vendita!- mi informò.Era il mio mito anche per la sua intelligenza.


 

**
 

-Rose guarda qui:Justin Bieber farà un concerto nella nostra Los Angeles,tra dieci giorni.- mi mostrò un giornale sul quale c'era un articolo su di esso.
-Non mi importa.- dissi secca.La voglia di chiarire con lui era passata.
-Avevi detto che avresti chiarito.- mi ricordò mia madre.Chelsea era tornata dalla sua famiglia,lì a Los Angeles e sembrava strano che non mi avesse ancora chiamata.
-Lo so,ma non voglio perdere tempo con un idiota come lui.- con forza mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra.
-Quindi non andrai al concerto?- mi chiese con quel briciolo di speranza che le era rimasto.
-Non so neanche se riuscirò ad uscire da questo ospedale tra dieci giorni.- purtroppo avevo subito un trauma cranico più grave di quanto i dottori pensassero quindi ci tennero che io restassi sotto il loro controllo.
Mi suonò il cellulare:Un messaggio.
Da:Chelsea.
Io andrò al suo concerto.Devo parlargli,e lo farò anche per te.

Peccato non volessi avere più nulla a che fare con lui.Era una storia chiusa.Solo un brutto ricordo.
A:Chelsea.
Non voglio che tu spenda dei soldi per Lui.Mi ami davvero?Non ci andare.

Sembrava un ricatto,ma volevo chiuderla una volta per tutte con Lui.
Da:Okay,ti aspetto.Guarisci in fretta,amore.
Sorrisi e posai il cellulare sul tavolino.


 

**
 

-Devo assolutamente avere l'indirizzo di tutte le famiglie:"Sun" a Los Angeles.- dissi a Scott.Mi guardò perplesso.
-Hai idea di quanto possa essere grande Los Angeles?Non è come la tua Stratford.- già Stratford,quanto mi mancava.
-Sì,questo lo so.Comunque voglio cercare l'indirizzo di ogni famiglia "Sun".- replicai.
Senza pensarci due volte richiamai Usher e gli chiesi quel secondo favore.Prima o poi avrei costruito una statua d'oro a quell'uomo.Ero in volo per Los Angeles e dopo quattro ore avrei dovuto fare un concerto,Dopodichè sarei andato a cercare Rose.Usher mi richiamò dandomi dieci indirizzi delle famiglie con quel cognome e che abitavano al centro della città.
Arrivammo in quella maestosa città e l'ansia mi assalì:Non era il mio primo concerto,ma il primo a Los Angeles.Il tutto mi faceva tremare.Feci le prove e degli incontri con le Beliebers.Che dire,sono fantastiche e uniche.Una di loro mi ha particolarmente colpito:
-Che hai Justin,i tuoi occhi sono tristi.- mi aveva chiesto mentre le firmavo il cd.
-Perchè dici questo?Sto bene.- mentii.Riprese il suo cd e si avvicinò al mio orecchio.
-Te lo si legge in faccia che hai fatto qualcosa che non avresti dovuto.- mi sussurrò.Era una maga per caso?
-In effetti,ma rimedierò.- la rassicurai.Non dovevo assolutamente far preoccupare i miei fans.
-Lo spero.Justin,segui il tuo cuore.- mi disse.Poi si voltò e se ne andò.Forse era un'amica di Rose.
Non sapevo più cosa pensare.
Feci il concerto.Quello era una sorta di prova generale del My World Tour e fortunatamente andò bene:I balli,le canzoni,il rapporto con i fans e con la One Less Lonely Girl.
Dopo aver salutato tutti,guardai l'orologio del mio camerino;Segnavano le ventidue e trenta.Decisi di aggirarmi per i quartieri di Los Angeles con la macchina di qualche mio collaboratore.DOVEVO TROVARE ROSE.
Delle prime sette famiglie,nessuno conosceva una Rose con il loro cognome e una sola famiglia non era presente in casa.Sperai vivamente che non fosse la sua.
Bussai all'ottava famiglia:Mi aprii una ragazza di vent'anni circa.Mi ero incappucciato ben bene e non mi avrebbe riconosciuto sicuramente.
-Scusa il disturbo ma io sto cercando Rose Sun,è qui che abita?- chiesi.Forse mi aveva scambiato per uno stalker a giudicare dalla sua espressione.
-Chi sei?- mi chiese.Ero bravo a mentire,ma non sapevo che dirle.
-Un amico.- dissi.Chissà cos'ero per lei in quel momento.
-Se fossi stato un suo amico,avresti saputo che lei è in ospedale a causa dell'affondamento della BlueSky.- bingo.Era la sua famiglia quella.
-Non sono un maniaco,se mi fai entrare ti spiego chi sono.- supplicai.Si guardò intorno,e dopo essersi convinta,mi fece entrare.
-Accomodati,ma dimmi chi sei.- mi disse quella ragazza.Mi sedetti sul divano e iniziai a togliermi la felpa,il cappello e gli occhiali da sole.Lo sguardo di quella tizia era piuttosto incredulo e sorpreso.
-Justin Bieber è a casa mia?!- chiese a sè stessa.Sorrisi.Facevo uno strano effetto alle ragazze.
-Non sono qui in qualità di Justin Bieber ma di uno stronzo.Ero su quella nave con Rose e al momento dell'incidente Lei era con me,sulle mie labbra con la mano destra intrecciata alla mia.Chelsea è caduta a mare e Lei si è tuffata per salvarla.Io,ovviamente,mi sono buttata e ho iniziato a cercare insieme a Rose e Alfredo,un mio amico,il quale l'ha trovata.E' riuscita a reggere il freddo e l'acqua gelata per quindici minuti,poi è svenuta.Ho cercato di farla riprendere in tutti modi possibili,ma non ci sono riuscito.Poi è arrivata una squadra a salvarmi e non ho fatto niente per portarla con me,solo chiamare un'altra squadra,che poi non so se è arrivata.Ho lasciato il suo corpo in fin di vita tra le braccia della sua amica,ed io,come un vigliacco,me ne sono andato.Volevo solo chiederle scusa,posso andare in camera sua?- forse lo avevo detto senza neanche respirare,ma avevo bisogno di sfogarmi,e quella ragazza di cui non conoscevo neanche il nome mi stava ascoltando con le lacrime agli occhi.
-Rose n-non è ancora tornata dall'ospedale.- affermò singhiozzando.Mi crollò il Mondo addosso.Mi sentivo dannatamente in colpa.A quanto pareva le era successo qualcosa di molto grave.
-Quando tornerà?- chiesi mentre piangevo.
-In questi giorni.- il suo volto si fece serio.Forse stava pensando di picchiarmi.
-Sono Margareth,la sorella maggiore.- si presentò.Mi strinse la mano e percepii che stesse tremando,o forse era la mia mano.
-Volevo parlare con Lei,ma domattina partirò.- la informai tristemente.
-Se vuoi,qui c'è più di un posto libero.- mi disse.Chiamai sia Alfredo che Scott e gli diedi l'inidirizzo della casa di Rose.Mi raggiunsero subito,e li supplicai a restare per la successiva settimana,sempre sotto il permesso di Margareth.Stranamente accettarono senza esitare.
Da quella sera passarono quattro giorni,e di Rose nessuna traccia.Ogni volta che arrivava una telefonata da parte dei coniugi Sun,io mi chiudevo nella camera degli ospiti per non sentire le loro novità,quasi avessi paura della realtà.
-Margareth siamo tornati.- una voce provenì dal piano inferiore.Io stavo giocherellando con il cellulare sul letto,mentre Alfredo e Scott dormivano.Mi alzai di colpo e misi la prima cosa che trovai all'interno della mia valigia.Scesi di sotto e vidi Rose avvolta dalla sua bellezza.Il suo colorito fu abbastanza chiaro da poterci paragonare l'acqua.
-E tu cosa ci fai qui?- mi chiese vedendomi.Capii che non aveva voglia di vedermi.
-Sono stupido e lo so,Rose.- l'abbracciai,mi venne spontaneo.Ritornai in paradiso proprio come quella sera sulla nave.Capii solo allora quanto era importante per me quella ragazza.




 

My Space:
Amori miei,come va?
Non ci siete stati in questi giorni?Ho ricevuto qualche recensione in meno,e forse era giusto per lo schifo di capitolo che avevo scritto.
Spero che,almeno questo,vi piaccia.
Non so,fatemi sapere cosa ne pensate perchè ci tengo,
ma so che ormai,questo,lo avete ben capito.
Sappiate che a me fa sempre piacere conoscere nuove persone,perciò,se qualcuno vuole,io sono qui ad aspettarvi.
VI AMO.
Un bacione.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 


 

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Capitolo 9
*** What Are You Doing? ***


What Are You Doing?

Speravo fosse il frutto della mia immaginazione,e invece no,Lui era lì ad abbracciarmi,ed io ero lì e non facevo niente.Avevo così tanta voglia di prenderlo a schiaffi,di allontanarlo da me,ma allo stesso tempo di stringerlo sempre più.Mi era mancato e tutto quello non poteva essere possibile,eppure era così.Sì,mi piaceva Justin Drew Bieber.Quel ragazzo che quando appariva in televisione lo ascoltavo come se fosse un mio amico,al quale avevo sempre voluto bene.E' strano come tutto sia potuto accadere a me.Ma in quel momento,io Rose,non riuscivo ad accettarmi,ad accettare il mio corpo.
-Cosa stai facendo?- mi staccai.Lui mi guardò ma non fece alcuna espressione,abbassò il capo e si girò.Fece per salire le scale,ma lo bloccai.
-L'uscita è da quella direzione.- indicai la porta d'ingresso.Mi stavo comportando come una vera maleducata.
Lui quasi incurante di ciò che avevo appena detto salì le scale lasciandomi all'inizio di esse sola con mia sorella.
-Perchè l'hai fatto entrare?- chiesi scontrosamente a Margaereth.
-Perchè non l'hai fatto parlare?- sapeva quanto mi dava fastidio quando una persona rispondeva con una domanda ma lo disse con un tono da perfetta presuntuosa.
La guardai male.Lei assunse la stessa espressione.Bel ritorno a casa.Il mio rapporto con mia sorella era standard:ci volevamo bene e se una delle due aveva bisogno dell'altra,non c'era alcun problema,ma a volte,anzi spesso,litigavamo.Ancora più spesso era per dei motivi abbastanza stupidi per delle ragazze della mia età.
-Cosa avrebbe da dirmi?- chiesi.Magari Lei aveva avuto modo di parlare con Lui,e ne sapeva qualcosa in più della mia mente.
-Chiediglielo.- disse con tono ovvio.Odiavo quando faceva la superiore con me solo perchè avesse qualche anno in più
Salii le scale e mi avvicinai alla camera degli ospiti.Riconobbi il viso di Alfredo e poi con lui c'era un altro uomo.Esitai ad entrare,anche perchè non vedevo Justin.Rimasi fuori la porta ad aspettarli.Non pensavo fossero così lenti.
Improvvisamente si aprii.
-Okay,Justin possiamo parlare?- chiesi,forse inutilmente dato che si trovava già al piano di sotto seguito dai suoi amici.
-Scusa per tutto Rose,togliamo il disturbo.- urlò sul guscio della porta.Decisi di provare ad avere la stessa forza che ebbi la sera dell'incidente.Dovevo scusarmi.
Corsi,anche se i dottori mi avevano vietato di farlo,urlai anche se i dottori mi avevano vietato di farlo,mi dimenai anche se i dottori mi avevano vietato di farlo.
Lo bloccai con le mie deboli braccia tenendolo stretto alla vita.
-Rose fa freddo,entra dentro.- fu capace di dirmi solo quello.Lo lasciai,ma solo per posizionarmi dinanzi ad egli.
-Ora mi dici cosa stai facendo a casa mia.- quella volta cercai di essere il meno scontrosa possibile.
Non rispose,cercò solo di scanzarmi.Faceva la parte dell'offeso,forse perchè lo era davvero,forse perchè voleva farmi del male,ancora.
-NON CAPISCI CHE MI FAI STAR MALE COSI'?- Urlai.Si bloccò.
-Credi che io non stia male?Credi che in questo momento non mi faccia schifo da solo?-
i miei sensi di colpa in quel momento non mi abbandonarono,ovviamente.Erano un po' di giorni che ero diventata particolarmente sensibile,dal giorno dell'incidente,perciò le lacrime si stavano preparando a far visita le mie guancia.
-Non lo so,non so più niente Justin.- iniziai a piangere.Mi stavo odiando letteralmente.
-So cosa ti è successo,so che non sai più niente.So tutto e non so come scusarmi.Magari vieni a qualche mio concerto...- ogni parola che fuoriusciva dalla sua bocca mi faceva imbestialire sempre più.
-Quando capirai che il bene di una persona non potrai mai comprarlo con le cose materiali?- chiesi.Mi faceva tanta rabbia,soprattutto perchè quello era il ragazzo che mi piaceva e a me non stava bene che si comportasse così scorrettamente con me,non credevo di meritarmelo.
-Lo so Rose,lo so.Ho soltanto paura di sbagliare.- sembrava sincero,ma l'apparenza inganna,e fu proprio Justin ad insegnarmelo.
-Cosa dovresti sbagliare?Sei Justin Bieber,sei un eroe per così tante persone,sei ancora capace di sbagliare?- perchè avessi posto quella domanda non lo sapevo.Mi stavo pentendo di quella giornata.Volevo tornare a casa.
Mi ritrovai con le labbra attaccate alle sue per una frazione di secondo,non pensavo a niente.
-Vedi perchè ho paura di sbagliare?Lo faccio continuamente,anche ora.- davvero credeva che per me fosse uno sbaglio ogni suo bacio?
-Chi ti dice che questo sia uno sbaglio?- chiesi.Avevo riacquistato in un secondo un sorriso smagliante,invidiabile a Julia Roberts.
-Tu.Lo so che per te è tutto un errore,in primis perchè sono famoso.- quella era la vecchia Rose che lo credeva.La nuova Rose aveva imparato dall'esperienze che un giorno si è ancora vivi,ma quello successivo non si può sapere.Quei giorni in ospedale mi avevano fatto riflettere a lungo;purtroppo lì si può assistere a scene raccapriccianti le quali potrebbero fa pensare a come la vita sia un dono fantastico.
-Justin,Rose Sun è cambiata.- sorrisi.Lo baciai.
-Cosa stai facendo?- mi chiese incredulo.
-Sto commettendo un errore che non mi pentirò mai di aver fatto.- mi sorrise e mi abbracciò.Quelle sue braccia mi erano infinitamente mancate.

**

Mi paragonavano sempre e continuamente ad un gay.Ma no,nessuno sapeva cosa stessi provando in quel momento se non Dio.Alla faccia di tutti i gay,non che fossi contrario a loro,ma quando una ragazza ti piace,e sul serio,sei disposto a fregartene di tutto e tutti.Rose mi aveva invitato a tornare a casa,e strada facendo,le raccontai tutto ciò che era successo dal giorno dell'incidente.Mi stavo dichiarando,ma indirettamente.
-Credo che dopodomani io debba ripartire.- guardai verso Scott che annuì.Avevano assistito a tutto ciò che era successo.Mi ero dimenticato di loro,ma quest'ultimi non presero neanche l'iniziativa di allontanarsi volontariamente.
-Non c'è alcun problema,io ti seguirò tramite Twitter.Io non credo ai giornali,perciò non ne comprerò neanche uno.- affermò,poi sorrise.Potevo benissimo morire.La fissai incantato.
-Cosa stai facendo?- quella domanda poteva essere trasformato nello slogan del giorno.
-Credo che io mi stia innamorando di te.- la baciai.Lei aveva le mani attorno al collo,io sui suoi fianchi.

My Space:
Ciao a tutte!Come state?Io sono felicissima dato che è il mio compleanno (Yeah:33) #sochenonvenefotteuncazzo
Okay,okay,so che ci ho impiegato più del dovuto a scrivere questo capitolo e vi chiedo SCUSA.
Ho un piccolo problema:Internet fa letteralemente SCHIFO e questi pochi minuti grazie ai quali posso connettermi cerco di sfruttarli al massimo,
ma non è facile,infatti questo capitolo è una
MERDA.
Anche per questo vi chiedo ancora scusa.
Però volevo ringraziarvi per due motivi:Le quattrocento visualizzazioni raggiunte e superate e le quarantadue recensioni.

VOI SIETE THE BEST (?)
Vi Amo.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 

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Capitolo 10
*** Fear. ***


  

Mi aveva appena detto che si stava innamorando di me,dovevo essere felice?Lo ero,ma c'era qualcosa che mi turbava.E mai come quella volta sapevo benissimo cosa fosse:La paura che Lui ripetesse la stessa cazzata,la paura che io una semplice ragazza non fossi alla sua altezza.La paura di tutto e tutti.

-Bene,buonanotte.- mi salutò per poi andarsene nella stanza degli ospiti.

Per la prima volta dopo tanto tempo trascorsi una notte tranquilla,con pochi pensieri nonostante il pomeriggio successivo Justin sarebbe partito.Il problema era che io non sapessi neanche dove abitasse precisamente.

**

Quella fu la prima notte dopo molto tempo che trascorsi completamente in bianco.Come sarei potuto sopravvivere per chissà quanto tempo senza di Lei?Ormai era una droga,un tunnel dal quale era impossibile uscire.

-Amico,c'è qualcosa che non va?- mi chiese Alfredo.Evidentemente lo avevo svegliato mentre mi agitavo nel letto.

-Cazzo,è nella stanza affianco a questa,e già mi manca.- affermai bisbigliando.Avevo paura che qualcuno si fosse svegliato.

-E cosa stai aspettando?Vai nella sua camera:Solo vederla ti farà stare meglio.- mi consigliò Alfredo.Feci come mi era stato suggerito.Mi alzai col terrore che in quello stesso momento qualcuno avesse fatto la stessa mia mossa.Dopo aver costatato che c'era "via libera" attraversai il corridoio ed entrai nella camera di Rose.Era avvolta da una coperta bianca,e aveva un pigiama rosso come i suoi capelli.Mi sedetti ed iniziai ad osservare quanta bellezza fosse proprio dinanzi ai miei occhi.Quasi mi meravigliai della creatura di cui il mio cuore batteva.Avrei voluto tenerla stretta a me in quel momento,ma a causa della grossa cazzata che avevo commesso,non potevo avvicinarmi,si sarebbe arrabbiata,ma non detti retta al mio cervello.Mi avvicinai al suo fragile corpicino con cautela.Una foto,ecco cosa meritava quello spettacolo:Una sola e semplice foto che racchiudesse quel momento magico e speciale.

-Justin,Justin,svegliati.Cosa ci fai sul mio letto a quest'ora?- mi alzai e notai che l'orario della sveglia digitale era cambiato dall'ultima volta che lo avevo visto,e non di poco.Segnava le quattro del mattino.Le sorrisi.

-Avevo bisogno di vederti.- affermai.Quelle erano le nostre ultime ore insieme,poi sarei dovuto partire per Atlanta.

-Da quanto tempo sei qui?- chiese.Era ancora assonnata.Lo ero anch'io.Feci un veloce calcolo.

-Da circa due ore.- risposi.Feci per alzarmi e andarmene ma Lei mi bloccò.

-Ho paura.- mi disse.Non sapevo di cosa stesse parlando perciò la guardai molto stranamente.

-E se tu mi stessi prendendo in giro?E se questo fosse un sogno?- mi avvicinai e la baciai.Le volevo dimostrare che per me non era nè uno svago nè un gioco.

-Ti basta questo?Non bacerei mai una ragazza se non provassi nulla.E come hai ben verificato questo non è un sogno.- le feci notare.Mi meravigliai di me stesso e di come mi fosse uscita quella frasde sensata a quell'ora di notte.

-Quando ci siamo baciati la prima volta,tu l'hai fatto giusto per baciarmi,non perchè provassi qualcosa.- affermò.Lei era convinto di quello,perchè fui stato io a dirglielo,a causa del mio carattere codardo.Ma dovevo fargli capire che non era vero,anzi.

-Solo Rose Sun potrebbe credere a queste cose.- dissi ironicamente sperando che lei avesse compreso il significato della frase.

-Allora il signorino Justin Bieber alias Jack Dawson mi potrebbe spiegare?- eravamo seduti l'uno di fronte all'altro,e a me,quella distanza iniziava a infastidirmi.La presi,e la strinsi a me.

-Signorina Rose Sun deve sapere che Lei da quando ha messo piede su quella maledetta o forse santissima nave ha sempre avuto un ammiratore.Questo ammiratore ha sempre cercato di farla sentire sempre a suo agio,e a Lui dispiace moltissimo se Lei abbia pensato qualcosa di diverso.Il suo ammiratore è mortificato e non sa come scusarmi per quanto accaduto il giorno dell'incidente.Infine ho sentito dire che il signorino Bieber è rimasto stupefatto la prima volta che l'ha baciata per il modo in cui Lei possa essere graziosa e delicata mentre muove i suoi muscoli quando da un bacio.Ho anche saputo che per la prima volta ha provato strane sensazioni,ben diverse da quando da o riceve un bacio dalla propria madre.- dissi.Cercai di farle capire nel modo più semplice che strano effetto mi facesse.Quanto le volessi bene,e quanto fosse importante per me.

Il resto della nottata decidemmo di non dormire,anzi di trascorrerla insieme.Per me fu un trauma il giorno successivo,perchè non avevo neanche le forze di tenermi sulle mie stesse gambe.Pranzai con la famiglia Sun la quale era felice di ospitarmi.Durante il momento dei saluti,Rose mi trascinò letteralmente nel giardino sul retro della grande villa.

-Hai un'ultima cosa da dirmi?- aveva la medesima espressione che una bambina di dieci anni assume quando cerca di convincere i propri genitori ad andare a casa dei suoi amici.

-Innanzitutto di non credere a qualsiasi cosa dicano i giornali.Ora ti do il mio numero,qualsiasi dubbio tu puoi e devi chiamarmi.Ma la cosa più importante è che Ti voglio più che bene.- le assicurai.Quello era stato un altro modo per dichiararmi.Mi aspettavo solo una sua risposta. 

      Fear.       

 

Mi aveva appena detto che si stava innamorando di me,dovevo essere felice?Lo ero,ma c'era qualcosa che mi turbava.E mai come quella volta sapevo benissimo cosa fosse:La paura che Lui ripetesse la stessa cazzata,la paura che io una semplice ragazza non fossi alla sua altezza.La paura di tutto e tutti. 
-Bene,buonanotte.- mi salutò per poi andarsene nella stanza degli ospiti.

 


 

ei, 

 

Per la prima volta dopo tanto tempo trascorsi una notte tranquilla,con pochi pensieri nonostante il pomeriggio successivo Justin sarebbe partito.Il problema era che io non sapessi neanche dove abitasse precisamente.

**

Quella fu la prima notte dopo molto tempo che trascorsi completamente in bianco.Come sarei potuto sopravvivere per chissà quanto tempo senza di Lei?Ormai era una droga,un tunnel dal quale era impossibile uscire.
-Amico,c'è qualcosa che non va?- mi chiese Alfredo.Evidentemente lo avevo svegliato mentre mi agitavo nel letto.
-Cazzo,è nella stanza affianco a questa,e già mi manca.- affermai bisbigliando.Avevo paura che qualcuno si fosse svegliato.
-E cosa stai aspettando?Vai nella sua camera:Solo vederla ti farà stare meglio.- mi consigliò Alfredo.
Feci come mi era stato suggerito.Mi alzai col terrore che in quello stesso momento qualcuno avesse fatto la stessa mia mossa.Dopo aver costatato che c'era "via libera" attraversai il corridoio ed entrai nella camera di Rose.Era avvolta da una coperta bianca,e aveva un pigiama rosso come i suoi capelli.Mi sedetti ed iniziai ad osservare quanta bellezza fosse proprio dinanzi ai miei occhi.Quasi mi meravigliai della creatura di cui il mio cuore batteva.Avrei voluto tenerla stretta a me in quel momento,ma a causa della grossa cazzata che avevo commesso,non potevo avvicinarmi,si sarebbe arrabbiata,ma non detti retta al mio cervello.
Mi avvicinai al suo fragile corpicino con cautela.Una foto,ecco cosa meritava quello spettacolo:Una sola e semplice foto che racchiudesse quel momento magico e speciale.

-Justin,Justin,svegliati.Cosa ci fai sul mio letto a quest'ora?- mi alzai e notai che l'orario della sveglia digitale era cambiato dall'ultima volta che lo avevo visto,e non di poco.Segnava le quattro del mattino.Le sorrisi.
-Avevo bisogno di vederti.- affermai.Quelle erano le nostre ultime ore insieme,poi sarei dovuto partire per Atlanta.
-Da quanto tempo sei qui?- chiese.Era ancora assonnata.Lo ero anch'io.Feci un veloce calcolo.
-Da circa due ore.- risposi.Feci per alzarmi e andarmene ma Lei mi bloccò.
-Ho paura.- mi disse.Non sapevo di cosa stesse parlando perciò la guardai molto stranamente.
-E se tu mi stessi prendendo in giro?E se questo fosse un sogno?- mi avvicinai e la baciai.Le volevo dimostrare che per me non era nè uno svago nè un gioco.
-Ti basta questo?Non bacerei mai una ragazza se non provassi nulla.E come hai ben verificato questo non è un sogno.- le feci notare.Mi meravigliai di me stesso e di come mi fosse uscita quella frasde sensata a quell'ora di notte.
-Quando ci siamo baciati la prima volta,tu l'hai fatto giusto per baciarmi,non perchè provassi qualcosa.- affermò.Lei era convinto di quello,perchè fui stato io a dirglielo,a causa del mio carattere codardo.Ma dovevo fargli capire che non era vero,anzi.
-Solo Rose Sun potrebbe credere a queste cose.- dissi ironicamente sperando che lei avesse compreso il significato della frase.
-Allora il signorino Justin Bieber alias Jack Dawson mi potrebbe spiegare?- eravamo seduti l'uno di fronte all'altro,e a me,quella distanza iniziava a infastidirmi.La presi,e la strinsi a me.
-Signorina Rose Sun deve sapere che Lei da quando ha messo piede su quella maledetta o forse santissima nave ha sempre avuto un ammiratore.Questo ammiratore ha sempre cercato di farla sentire sempre a suo agio,e a Lui dispiace moltissimo se Lei abbia pensato qualcosa di diverso.Il suo ammiratore è mortificato e non sa come scusarmi per quanto accaduto il giorno dell'incidente.Infine ho sentito dire che il signorino Bieber è rimasto stupefatto la prima volta che l'ha baciata per il modo in cui Lei possa essere graziosa e delicata mentre muove i suoi muscoli quando da un bacio.Ho anche saputo che per la prima volta ha provato strane sensazioni,ben diverse da quando da o riceve un bacio dalla propria madre.- dissi.Cercai di farle capire nel modo più semplice che strano effetto mi facesse.Quanto le volessi bene,e quanto fosse importante per me.

Il resto della nottata decidemmo di non dormire,anzi di trascorrerla insieme.Per me fu un trauma il giorno successivo,perchè non avevo neanche le forze di tenermi sulle mie stesse gambe.Pranzai con la famiglia Sun la quale era felice di ospitarmi.Durante il momento dei saluti,Rose mi trascinò letteralmente nel giardino sul retro della grande villa.
-Hai un'ultima cosa da dirmi?- aveva la medesima espressione che una bambina di dieci anni assume quando cerca di convincere i propri genitori ad andare a casa dei suoi amici.
-Innanzitutto di non credere a qualsiasi cosa dicano i giornali.Ora ti do il mio numero,qualsiasi dubbio tu puoi e devi chiamarmi.Ma la cosa più importante è che Ti voglio più che bene.- le assicurai.Quello era stato un altro modo per dichiararmi.
Mi aspettavo solo una sua risposta.E lei,mi baciò.Lo ammetto,quella non era la risposta che mi aspettavo.
-Hai detto che ti stai innamorando di me,vero?Bene,voglio che tu sappia una cosa:Il mio cuore fa già parte di te.Mi raccomando,prenditene cura al meglio possibile.Non lo spezzare,ricucire i cocci è una cosa alquanto difficile.Ah,hai detto di volermi più che bene.Io credo di Amarti Justin.- mi disse.Rimasi spiazzato dalle sue parole e dal suo tono così sensuale.Stava dichiarando il suo amore nei miei confronti sulle mie labbra.

Fa schifo,lo so:
VOLEVO SOLO SCUSARMI,
SO DI NON MERITARMI ALCUNA
RECENSIONE PERCHE' FA SCHIFO,
MA VI PROMETTO CHE IMPIEGHERO'
QUALCHE GIORNO PER POTER
SCRIVERE IL CAPITOLO SUCCESSIVO
NEL MIGLIORE DEI MODI.

Un Bacione,Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 

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Capitolo 11
*** I Have An Idea. ***


I have an Idea.
 

No,non credevo mi fosse mancato così tanto,non credevo che mi sarei ritrovata a far capricci per incontrare una giovane pop-star internazionale.Ma,magari fosse stata una semplice pop-star per me.Io,forse per puro egoismo,avrei voluto restare con Lui,di fianco a Lui per i restanti giorni della mia vita.
-Signorina Sun,vuole farci sapere a cosa sta pensando?- quella cogliona della professoressa di filosofia era nella mia classe mentre persone migliori come Justin.Prima di incontrarlo ero una di quelle che non riuscivano ad affezionarsi ad un cantante perchè ho sempre creduto che il loro mondo sia tutto falso e "programmato".
-Professoressa posso andare in bagno?Sto poco bene.- mentii.Ella acconsentì.Sentivo un fottuto bisogno di evaquare da quell'ambiente.Entrai nel bagno e mai come quella volta,non c'era nessuno.Aprii la fontana e mi sciacquai il viso.
-Rose,sicura di stare poco bene?Che hai?Io più che altra ti vedo strana...- era Chelsea.Purtroppo Lei non era la mia compagna di banco perchè i professori sapevano che eravamo molto legate e saremmo finite per distrarci.
La guardai e l'abbracciai.Così,alla sprovvista.
Credevo fosse l'unica cosa che mi servisse in quel momento,eppure no,non mi bastavano.Iniziai a piangere.Maledissi ancora una volta quel dannato giorno dell'incidente perchè da quel giorno avevo una costante paura a farmi compagnia e quella voglia di sfogarmi con le lacrime.
-Hey,hey,hey:So cos'hai,è per Justin vero?- mi chiese.Io annuii,non avevo la forza di parlare.
-So anche che ti manca da morire,giusto?- un'altra domanda.Annuii di nuovo.
-Cosa ci fai qui impalata?- ero a conoscenza che stava per partire uno dei suoi interminabili interrogatori per farmi schiarire le idee.Credevo che pur essendo pallosi,servissero a qualcosa.
-Non lo so.So solo che devo tornare in classe.- affermai.La professoressa mi avrebbe messo di sicuro una nota se non fossi tornata nel giro di qualche misero secondo.
-Non preoccuparti,la professoressa mi ha incaricata di starti vicino il più tempo possibile visto che non stai bene.Ora rispondi alla domanda precedente.- aveva un tono di rimprovero,e non mi aiutava.Però il solo fatto che Lei fosse stata l'unica ad essersi preoccupata per me,la diceva lunga.
-Chelsea,io non so cosa fare.Pensa che oggi è partito per il Canada,inizierà il suo tour mondiale.Hai presente della parola che ho appena utilizzato?Come,ma soprattutto quando potrò rivederlo?- chiesi disperata.Ero sull'orlo di una crisi isterica.Quella era la pura e semplice verità,tutto lì.
-Vedi che sei scema!- urlò.Sperai solo che i bidelli non l'avessero sentita.
-Lo so,mi sono messa in un guaio,aiutami a dimenticarlo.- la disperazione fa dire la prima cosa che passa per la testa,così anche per l'amore.
-Cogliona,se Justin sta per iniziare un tour mondiale,vuol dire che farà dei concerti anche negli Stati Uniti,quindi,ciò significa che farà una visita anche alla nostra Los Angeles.- amavo infinitamente quella ragazza e contemporaneamente odiavo sempre più me stessa per il mio carattere e al fatto che io facessi di tutto per far diventare delle sciocchezze,dei grossi problemi.
-Ora torniamo in classe,ci vediamo oggi a casa mia alle cinque per vedere su internet quando atterrerà a Los Angeles e se ci sarà modo per incontrarlo.- continuò Chelsea.Quanto poteva essere perfetta?Amavo anche la sua capacità di riuscire a trovare sempre una soluzione a qualcosa.
Passai l'intera giornata scolastica nascosta dietro al mio portapenne a messaggiare con Justin.
He Saved Me:
Almeno verrai a qualche mio concerto?

 mi chiese in un messaggio.Potevo mai rifiutare?Certo che no.Ah,lo avevo soprannominato in quel modo per due semplici ragioni:La prima era per non far scoprire alle mie amiche con chi stessi parlando e la seconda perchè avevo un ricordo più chiaro di quella terribile notte e come cercò di salvarmi cercando di farmi forza con le sue dolci frasi.
Certo,solo che non credo riusciremo mai ad incontrarci visto che io sarò dispersa in mezzo ad una folla immensa.
risposi.Ero curiosa di sapere come mi avrebbe risposto.
He Saved Me:
Ti spedisco i pass per posta,tanto so dove abiti ;) Devi solo dirmi quanti te ne devo inviare.
Peccato che la professoressa d'inglese era presente in classe altrimenti avrei iniziato a saltare e urlare come solo un matto sa fare.
Pensai al numero delle persone ed oltre me venivano in mente solo mia sorella e Chelsea.
Me ne servono tre,grazie,ti voglio bene.
Glielo inviai.Ci mise un po' per rispondermi,quindi mi aspettavo un messaggio piuttosto lungo.
He Saved Me:
Cos'è quel "ti voglio bene"?Non te li invio più uu

Sorrisi all'istante.Ciò non faceva togliermi il dubbio che riguardava il tempo della scrittura del messaggio,ma sorvolai.
Ti voglio PIU' che bene.Okay?
Non mi piaceva dirgli una cosa importante per la prima volta tramite un messaggio.
He Saved Me:
NO.

Ero indecisa se ignorare il messaggio o dirglielo che non mi sembrava il caso.
-Spiegaglielo che non te la senti.- la mia compagna di banco mi fece sobbalzare.Era una tipa alquanto strana,preferiva starsene da sola piuttosto che interagire con i componenti della classe,perciò mi meravigliò di quando mi rivolse la parola per lo più con un suggerimento.
-Grazie.- le sorrisi.Vidi che ripetette lo stesso gesto.Non l'avevo mai vista sorridere:Aveva una dentatura perfetta e i suoi denti erano bianchissimi.Aveva un gran bel sorriso.
Non credo sia il caso di dirti certe cose tramite un cellulare.
Lo feci leggere a Jenna,la mia compagna di banco e lei con un cenno del capo approvvò ciò che avevo scritto.
He Saved Me:
Okay,hai ragione.Ora devo andare a provare,ci si sente raggio di sole.

Potevo morire.Sapevo che in quell'istante qualunque sua fan mi avrebbe potuta uccidere,ma avrei voluto urlarlo al Mondo che Justin mi aveva salvata e che stava diventando davvero troppo importante per me.
Poi una vampata di colore avvalse il mio corpo.Se Jenna avesse capito con chi stessi parlando,l'avrebbe detto a tutti?Magari quello sarebbe stato un modo per farsi degli amici...
-Scusami Jenna..- iniziai a parlare.
-Sì,ho letto tutto e no,non ho capito con chi tu stia parlando.Lo ammetto,sono curiosa di sapere chi sia perchè a quanto ho capito dev'essere un cantante,quindi,bho,mi fai paura ragazza.- in realtà quella che faceva paura era lei con la sua abbondante matita sugli occhi e con il suo intuito.Sorrise,e quella volta fui io a ricambiare la mossa.
Suonò la campanella e mi avviai di corsa verso casa per pranzare e svolgere velocemente i compiti.Incontrai quasi per caso sulle scale mia sorella:Margareth
-Mag,verresti ad un concerto con me?- le chiesi.Aveva un'espressione spiazzata.
-Dipende quale cantante vorresti andare a vedere...- rispose vagamente.Sapevo che avrebbe accettato perchè aveva ospitata e parlato a lungo con il "diretto interessato"
-Un certo Justin Bieber?- risposi cercando di fare la vaga anche io.
-Ahhhhhhhhhhh ROSE,HAI I BIGLIETTI?- mi chiese rompendomi entrambi i timpani.
-Qualcosa di meglio.- si pietrificò.
-Sei incinta di Lui?!?- cosa le passava per la testa?Che avessi una sorella pazza lo sapevo,ma non fino a quel punto.Poi ripensai alla frase che avevo detto qualche istante prima e mi misi a ridere.
-No scema,ho i pass,c'è,li invierà Justin direttamente qui e uno sarà per te,uno per me,ed un altro per Chelsea.- affermai.Mi ricordai che non l'avevo ancora detto a quella santa della mia migliore amica.
-Comunque certo che t'accompagno.-  finì per andarsene in camera sua.
Dopo aver terminato le lezioni mi feci una doccia e mi preparai per uscire.Mi truccai appena un pò e mi vestii abbastanza pesante.Nonostante fosse arrivata la primavera faceva ancora freddo.Iniziai a fantasticare su come fossero le stagioni lì in Canada,di come fossero le strade,le case,le piazze.Tutto,insomma.
-Ciao Rose,come ti senti?- ad aprirmi la porta fu una dolce e bella donna nonchè la madre di Chelsea.
-Britney sto bene,grazie.Chelsea?- mi indicò la sua camera e mi avvicinai ad essa.Prima di entrare bussai e Chelsea mi invitò ad entrare.
-Bene Rose,ho una grandiosa notizia:JUSTIN FARA' UN CONCERTO QUI A LOS ANGELES.- e pensare che che avessi già i pass mi fece ridere.
-Cosa c'è da ridere?- mi chiese.Evidentemente non si aspettava quella mia reazione alla sua "grandiosa notizia"
-Ho i pass!- esclamai.Ler rimase sorpresa e incredula a ciò che le avevo appena detto.
-Cosa?E dove li hai presi?- forse,per un attimo,si dimenticò di conoscere Justin.
-Justin,l'ho sentito oggi tramite messaggi.Ha detto che li invierà a casa per posta.- la informai.Aveva un'espressione felice.Io credevo che Lei l'odiasse.
-Bene e sai che farà un incontro con le sue Beliebers?- quello mi era sfuggito.
-No,ma a noi che importa,c'è,noi abbiamo i pass.- le ribadii non sapendo cosa avesse in mente quella sottospecie di genio.
-Ho un'idea:Potremmo coprirci e fingerci di essere sue fans,poi vedremo se ti riconosce o meno.- Ma quant'era magnifica lei e le sue idee.
Mi alzai e andai in cucina dove si trovava sua madre.
-Britney,amo tua figlia!- urlai talmente forte che si spaventò e quasi sicuramente tutto il vicinato mi sentii.
-Okay Rose,sicura di stare bene?- mi chiese ancora una volta.
-Sicurissima.- l'abbraccia.Dal mio comportamento si poteva dedurre che io fossi tutt'altro che normale.
Il concerto si sarebbe tenuto il mese successivo ed io non vedevo l'ora.In quei giorni arrivarono anche i pass e una sua lettera la quale recitava:
Cara Rose,
sono io,il Tuo Jack.Già,colui che potrebbe essere
odiato per il comportamento e l'atteggiamento che
ho avuto quella sera,e no,non riesco proprio a perdonarmelo.
Sai cosa?Con i pass che ti ho inviato spero di renderti davvero felice
spero che tu sarai lì e mi aspetterai quando scenderò da quel palco
tutto sudato ad abbracciarti.
Sto scrivendo una canzone,tutta per te.
Non chiedermi perchè,appena sarà pronta,
te la farò ascoltare.
Voglio dirti una cosa:Tu sei una superstar
diversa da me.Tu stai dominando il palcoscenico
del mio cuore a chilometri e chilometri di distanza.
Non credevo di che saresti diventata davvero così
importante per me.All'inizio lo dicevo solo per autoconvincermi,
ora è così.
Io ti aspetto dietro le quinte di quel palco,
non mancare,ti prego.
Justin/Jack.


 

My Space:
Bellezze,come state?
Sto scrivendo questo capitolo
mentre guardo il concerto di Taylor
su Mtv Music,e a me sembra strano,
ma guardandola mi ha ispirata in questo capitolo.
Voi cosa pensate?
Giuro di averci messa la buon'anima
a scriverlo.
Grazie per le visualizzazioni,
e mi dispiace che gli ultimi due capitoli non vi
siano piaciuti visto che hanno solo una recensione ognuno.
Vi aspetto in molti.
Un bacio.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

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Capitolo 12
*** Next To You. ***


Next To You.
 

Quel giorno tenevo un concerto qui a Los Angeles.Era il secondo per me.Sinceramente non vedevo l'ora,ma ciò che mi stava facendo impazzire era Lei:Rose.O almeno il mio pensiero fisso nei suoi confronti.
Ogni volta che la sentivo telefonicamente mi faceva ben comprendere che non aveva tanta voglia di venire al concerto e forse mi stava facendo un normale favore per rendermi felice.Decisi di chiamarla.
-Pronto?- quella voce così fragile poteva essere la stessa di un angelo.
-Rose,sono io.- ogni volta che la chiamavo,potevo comprendere un filo teso e di imbarazzo tra me e Lei.
-Ah,ciao.- era fredda,altrocchè se era fredda.
-E' successo qualcosa?- le chiesi.Doveva dirmelo o doveva dirmelo.Non sopportavo più quella situazione.
-No,niente.- rispose.Andavo davanti e indietro nella camera dell'albergo.Mi era stato vietato uscire e perciò non potevo incontrarla.
-Rose,ho capito,non vuoi venire al concerto...- dissi tristemente e ancora più angoscianti furono i secondi che separarono la mia affermazione alla sua risposta.
-CERTO CHE VOGLIO VENIRE,OVVIO.- Urlò.Secondo me stava piangendo ma non ebbi modo di capirlo visto che mi attaccò il telefono in faccia.Provai a richiamarla,ma rispondeva la segreteria telefonica.
Dalla rabbia diedi un pugno sulla porta e per fortuna non mi feci male.Ma volevo solo stare da solo e capire cosa avessi sbagliato.


 

**
 

Dio,quanto mi faceva male mentirgli.Gli avevo urlato che avevo voglia di andare al suo concerto.Era stato l'unico modo di esprimere la sua mancanza.Nascondere un piano malefico di Chelsea era difficile.
-Rose,questi sono i panni che indosserai tra un'ora all'incontro.- mi pose una busta che aprii subito.All'interno di essa c'erano un paio di jeans una magliettina bianca ed una felpa beige col cappuccio.Infine in un piccolo sacchettino c'erano le mie amate rey-ban azzurre.
-Il cappuccio dovrai averlo in testa.- ritornò Chelsea con una piastra in mano.Voleva allisciare i miei capelli ricci per rendermi meno riconoscibile.
-Dici che mi riconoscerà?- chiesi mentre Lei si impegnava nel suo improvvisato lavora da Hair-Stylis.
-Lo spero,infondo dice di amarti,ed io riconoscerei il mio amato anche sott'acqua.- mi rispose.In effetti aveva ragione.Quella era una prova.
Dopo mezz'ora ero pronta.Dato il trucco pesante nonostante dovessi indossare degli occhiali e l'abbigliamento paragonabile a quello di un ladro potevo dire che Justin non mi avrebbe mai riconosciuta e potevo anche non arrabbiarmi.
Arrivammo all'esterno della struttura nella quale Justin aspettava tutte le sue fan.Faceva un freddo cane,ma agli addetti non importava e decisero che l'unico che doveva stare al calduccio doveva essere solo Justin.Quello era uno dei tanti motivi per cui odiavo i personaggi famosi:Dovevano avere la priorità su tutto eppure avevamo gli stessi diritti e doveri in qualità di esseri umani entrambi.
-Bene,il 14° gruppo può entrare.- io facevo parte di quel gruppo.Le altre urlavano,le altre saltavano,le altra sorridevano.Io tremavo,io stavo in silenzio,io stavo per piangere.
Lo vidi seduto dietro ad un tavolo.Feci passare le altre avanti lasciando che io e Chelsea fossimo le ultime a parlare con Lui.Mi sedetti a terra in attesa che le altre si sbrigassero,cosa molto improbabile.
-Chelsea,ho paura.- provai a incrociare il suo sguardo dietro ai suoi occhiali.
-Rose,ancora?E' una prova per Lui,dimostrati il meno tesa e preoccupata.- mi consigliò.Io annuii e mi alzai.Era arrivato il mio turno.
-Venite qui,facciamoci una foto.- ci disse.Ci avvicinammo a Lui e riconobbi la sua presa sui fianchi.Quasi volesse che non scappassi.Chissà se stava tenendo Chelsea allo stesso modo.
-Non togliete gli occhiali?- ci disse mentre avvicinava le sue mani sia al viso di Chelsea che al mio.Lo bloccammo e quasi dispiaciuto andò vicino ad un libretto con una sua foto stampata sulla copertina.
-Come ti chiami?- mi chiese.D
ovevo sceglierne uno alla svelta.
-M-Margareth.- balbettai.Decisi quel nome perchè un suo autografo a mia sorella non sarebbe dispiaciuto.
-E Tu?- chiese a Chelsea.Sperai che anch'essa avesse pensato ad un altro nome.
-Danielle.- rispose decisa.Evidentemente aveva pensato a quel nome da molto tempo.
-Allora,non volete dirmi niente?- ci chiese.Guardai Chelsea e capendo ciò che volevo fare annuii con il capo.Lo abbracciai.
-Vorrei stare sempre qui,a fianco a te.- affermai.Già,quanto speravo che Lui mi rispondesse che per Lui andava bene,ma più di ogni altra cosa quanto speravo che mi avesse riconosciuta.
-Oh,anch'io principessa.- mi sussurrò all'orecchio.Mi stavo sciogliendo.Peccato che lui mi stesse vedendo come una delle sue tante fan alla quale dire qualcosa di speciale.
-Ragazze,ora potete andare.- ci disse un uomo.Lo guardai ma non credetti di averlo mai visto prima di allora.Mi voltai ancora una volta e vidi lui che mi sorrise.Eravamo davanti la porta e il fatto che non mi avesse riconosciuta,mi stava facendo star male,ma come biasimarlo,ero ben coperta e irricvonoscibile.
-ASPETTATE!- urlò.Pregai in Dio che mi avesse riconosciuta.
Si avvicinò.
-Avete dimenticato questo.- mi cadde il Mondo addosso.Illudersi è la sensazione peggiore che un essere umano possa provare.
-Tieni Rose.- ripresi la borsa e mi rigirai.Mi bloccai all'improvviso mentre analizzai ciò che mi aveva appena detto.
-Perchè vi siete conciate in questo modo?- ci chiese.Già,perchè?
-Justin,è stata una mia idea.Lei voleva una prova che tenessi tanto a Lei e che l'avessi riconosciuta in un qualunque modo,così l'ho conciata in questo modo.- disse Chelsea.Justin scoppiò in una fragorosa risata.Mi abbracciò e quasi dimenticandosi di chi fosse presente mi baciò teneramente sulle labbra.
-Da cosa mi hai riconosciuto?- chiesi curiosa.
-Verità o Bugia?- vada per la bugia.
-La bugia.- risposi sorridendo.
-Dalla tua voce,ovvio.- rispose.Se quella era la bugia,la quale poteva sembrare il primo elemento con cui si potrebbe riconoscere una persona,qual era la verità?
-Ora esigo la verità.- dissi ironicamente.Vidi il suo colorito assumere un colore rossastro.
-Ehmmm...se non ti incazzi...- allungava il brodo.
-DICI.- gli ordinammo io e Chelsea all'unisono.
-Dal culo.- abbassò lo sguardo.Scoppiai a ridere e dovetti chiedere un bicchiere d'acqua per la saliva che andò di traverso.Non mi ero incazzata,infondo era un ragazzo.
-Ah,e comunque io starò sempre affianco a te.- mi sussurrò all'orecchio prima di darmi un interminabile bacio.


 

My Space:
Bellezze,come va?Io Benissimo,davvero.
Vi piace il capitolo?A me non sembra male,
Solo che non saprei se è corto o va bene.
Voi cosa ne dite?Fatemi sapere,vi aspetto.
Volevo ringraziarvi per le Seicento visualizzazioni
Raggiunte e superate.
E Grazie anche per le 49 recensioni.
Un Bacione.
With Love.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

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Capitolo 13
*** I Miss You. ***


I Miss You.

Non credevo potesse mancarmi così tanto.Eppure era partito da appena cinque minuti.Sinceramente mi aspettavo succedesse qualcosa in più ai semplici baci,ai quali,ora,non so quale significato attribuire.

"Quando ci rivedremo potrò farti delle promesse." mi disse prima di darmi l'ultimo bacio e partire per Dallas.Iniziavo a farmi delle domande;Cosa significavo per Lui?Perchè ha dovuto rimandare ancora a qualche mese?Il problema era che sapessi che grazie al mio carattere lo avrei sicuramente atteso allo stesso modo in cui lo accompagnai all'aeroporto:Con le lacrime agli occhi.
-Dai,Rose,ci sono io qui.- mi rivolse la parola la mia migliore amica per poi lasciarmi un bacio sulla guancia destra.
-Lo so Chelsea,lo so.Il problema è che non ce la posso fare.Lo ammetto:Ho aspettato questo giorno per un solo e semplice motivo.Speravo che mi chiedesse di essere la sua ragazza,altrimenti che senso hanno questi baci?Non riesco più a spiegarmelo dato che mi ha detto che potrà farmi delle promesse solo quando lo rivedrò.E tu sai molto bene che lo rivedrò tra cinque mesi.Sai ancora meglio che io tra cinque mesi sarò di nuovo qui,su questa panchina ad aspettare che Lui scenda dall'aereo.Potrò mai farcela?- parlai a raffica.Mi abbracciò.Adoravo sfogarmi con Lei,perchè era l'unica a capire ciò che passava nella mia mente.
-Amore,insieme affronteremo anche questa difficoltà.- mi assicurò Chelsea con uno dei suoi più bei sorrisi.
-Hai ragione.Mi presti il cellulare?-  mi guardò stranita.Non eravamo le classiche amiche che conoscevamo a memoria il cellulare dell'altra,anzi noi odiavamo quei strani aggeggi.Preferivavamo parlare dal vivo.
-Cosa devi fare?-  mi chiese curiosa.
-Devo connettermi a Twitter.- le dissi.Lei me lo porse senza alcun problema.Mi connessi subito ed inserii i miei dati.Non ero iscritta da molto,giusto qualche settimana.Era stato Justin ad informarmi dell'esistenza di quel sito e ad insegnarmi come funzionasse.Da quel giorno non riuscii a staccarmene.
@justinbieber:I Miss You.
Probabilmente era riferito a me,probabilmente era riferito a sua madre o alla sua famiglia,se non a qualche suo amico.
@ShelovesHim.:E' tutto così strano,lo sento dannatamente lontano ora.
Riuscivo ad immaginare Lui dall'altra parte del Mondo circondato da tutte quelle modelle e belle ragazze Europee che si dimenticava di me.Riuscivo ad immaginare Lui divertirsi ed io piangere sul mio cuscino,ma infondo era meglio che stesse bene Lui che io.Riuscivo a immaginare lo stress che avrebbe potuto accumulare in quei mesi che poi avrebbe potuto sfogare al suo ritorno a casa.
@justinbieber:Odio la distanza,e no,sono più vicino di quanto possiate immaginare.
Aveva letto il mio Tweet,era chiaro ma non sapevo perchè mi venne l'angoscia.Sapevo che ero infinitamente lontano da me,chissà in quale parte del cielo stava volando.
@ShelovesHim:Forse guardando il cielo,riuscirò a sentirti più vicino.
Non ci stavamo menzionando,ma parlavamo altraverso Tweet non intestati a nessuno.Il destinatario poteva essere chiunque,ma ovviamente sapevamo che non erano casualmente scritto,ma ben rivolti a qualcuno di importante.
@justinbieber:Alzate gli occhi al cielo,potreste sentirmi più che vicini.
Già,peccato che il cielo non aiutasse.La distanza è un vuoto incolmabile.
@ShelovesHim:E se il cielo non desse segni di vita?
Fissavo quel manto azzurro.Era limpido,non era presente neanche una misera nuvola.
@justinbieber:Lo avete visto il cielo?Apparentemente sembra fermo,immobile ma in realtà è meno normale di noi:All'inizio e rosastro,poi azzurro,poi blu fino ad essere nero.A volte è anche grigio e al tramonto è arancione.Eppure è sempre lì,su di voi a farvi compagnia.Bene,fate finta che io sia il cielo.
Quando lessi quel Tweet mi misi a piangere.Quanta tenerezza si nascondeva dietro quel carattere da duro.Chelsea accostò e mi abbracciò.Non molte persone avrebbero compiuto lo stesso gesto di quella ragazza.Mi chiese perchè stessi piangendo e le feci leggere quel Tweet.Poco credibilmente si mise a piangere anche Lei.
-Sei importante per Lui,Lui è importante per Te.Metti da parte l'orgoglio e parlagli,non perdere l'occasione.E sai perchè?Perchè oggi ci sei,ma domani non lo sai.E' tutto un punto interrogativo.- mi disse Chelsea.In effetti aveva pienamente ragione,non potevo perdere altro tempo,ma purtroppo il tempo stava trascorrendo fin troppo velocemente e Lui si trovava su un fottuto aereo in viaggio verso l'Europa.
-Non credo sia il caso ora.E' lontano,non potrebbe mai darmi una risposta concreta.- ribadii.
-Hai ragione,ma almeno faglielo capire.Il tempo scorre.- mi consigliò.Decisi di scrivere un Tweet.
@ShelovesHim:Quanto cazzo mi piacerebbe essere più di quello che siamo ora,anche se,sinceramente,non so cosa siamo ora.
Non ebbi alcuna risposta.Non quel giorno.
La mattina successiva mi alzai di controcvoglia e mi preparai per tornare a scuola.Accesi Twitter.
@justinbieber:I Miss You.
@ShelovesHim:I Miss You.

Mi resi conto che lo scrivemmo in contemporanea.Restai ancora collegata qualche minuto in attesa della risposta al Tweet.
@justinbieber:So solo che ora non posso fare promesse.
Scrisse.Stavo per piangere,lo giuro.
@ShelovesHim: Forse non sono tanto importante per Lui.
Mi scollegai.Scesi e mi avviai a scuola.Non avevo intenzione di rovinarmi la giornata con un semplice messaggio da parte sua.


 

**
 

Come avrei potuto farglielo capire?Ci tenevo a Lei ma non me la sentivo di affrontare a sedici anni una relazione a distanza.Era una cosa per persone adulte che non svolgono il mio lavoro.
@justinbieber:@ShelovesHim Sei troppo importante,e no,non voglio rovinare nessun tipo di rapporto che abbiamo,qualunque esso sia,a causa della distanza.
Attesi a lungo,ma non rispose.Non si connesse neanche.Forse la scuola le aveva riservato qualche impegno,forse era uscita con Chelsea a fare una passeggiata,forse un ragazzo aveva organizzato un appuntamento per Lei.
E cosa peggiore era che Lei avrebbe accettato perchè non credeva più in quel Noi.
La sera feci il concerto a Dallas.Ritornai in Hotel stanco morto con Alfredo.Ricevetti una telefonata:Sperai che fosse Rose,ma nel leggere il nome di mia madre restai delusa.
-Pronto?- risposi.Intanto accesi il computer.
-Amore Mio,mi devi delle spiegazioni.- aveva un tono calmo.Non capivo perchè mi stesse chiamando se alloggiava nella camera affianco alla mia,ma soprattutto non capivo quali spiegazioni volesse da me a quell'ora.
-Dimmi.- risposi.
-Chi è ShelovesHim?A chi sono riferiti quei messaggi su Twitter?- "Cazzo." pensai.Non avevo tanta voglia di parlarne.
-Mamma giuro che te lo spiego domani,ora ho sonno.- riattaccai.Avevo appena commesso una grande cazzata.
Sistemai il computer sulle gambe e accessi a Twitter.Bussarono alla porta.Era tardi,e se fosse stato qualcuno del personale avrei potuto denunciarlo,ma no,era mia madre con un'espressione piuttosto arrabbiata.
-JUSTIN DREW BIEBER,dammi subito il computer,il cellulare,e l'I-POD.- che avesse urlato era poco.
-Perchè?- chiesi con quel faccino innocente che di solito assumevo per non finire nei guai.
-Mi hai attaccato il telefono in faccia.Non ti permettere mai più,HAI CAPITO?- aveva ragione.Annuii.
-Alfredo,dammi anche tu il tuo computer e il tuo telefono.- Alfredo non c'entrava nulla,eppure se mia mamma si infuriava era capace di prendersela con il Mondo intero.
-Pattie,ma cos'ho fatto?- chiese innocentemente Alfredo.
-NULLA,ma mio figlio deve imparare a rispettarmi di più e darsi meno arie.Poi deve dirmi chi è ShelovesHim.- avevo ben c'entrato quale fosse il motivo di così tanta furiosità.Voleva sapere di Rose,e io dovevo dirglielo altrimenti addio computer,addio telefono,addio I-Pod ma soprattutto addio Rose.
-Mamma è una ragazza che ho conosciuto sul BlueSky.Sono innamorato perso di Lei,e lo stesso vale per Lei.Ma tra di noi non è successo mai nulla se non tanti baci.E a Lei questa situazione non sta bene,ma come biasimarla?Dovrà aspettare cinque mesi prima che io possa farle qualche promessa.Le stanno venendo dei dubbi.- le dissi.Mia mamma era gelosa di me,ma era comprensibile,io ero il suo unico ometto,mio nonno era il suo grande uomo,ma non lo vedeva da tanto tempo.
-I dubbi le verrano eccome se tu non le prometti di non legarti a nessuna ragazza in questi mesi.- mi disse mia madre sedendosi sul mio letto.
-Come faccio ad esserne sicuro?- chiesi.
-Sei innamorato pazzo di Lei,o sbaglio?Immagina se ora stesse dormendo con un ragazzo,cosa faresti?- nessuno avrebbe toccato la mia Rose perchè solo io,il suo Jack,potevo farlo.
-Andrei lì,a Los Angeles e ucciderei quella sottospecie di ragazzo.- affermai.Mia madre sorrise teneramente.
-Ah,allora è di Los Angeles?Per caso è quella ragazza dell'aeroporto?- mi chiese curiosa.
-Sì.- affermai.Non avevo mai fatto una conversazione del genere con mia madre.
-Bei gusti figliolo.Comunque quello che cercavo di farti capire è che se Lei vedesse delle foto o venisse a sapere che ti stai frequentando con un'altra ragazza,rimarrebbe delusa,verrebbe da te e ucciderebbe prima te e poi l'altra ragazza.L'ho osservata oggi mentre piangeva.Ci tiene a te,non falla soffrire.- mi disse.Non mi sarei mai permesso di farle del male,MAI.
Mia madre era con in camera mia con il mio pc sul mio twitter.Prima di quello,non c'era stato alcun segreto tra di noi,quindi a me non da alcun fastidio se Lei naviga sui miei account.
-ShelovesHim ti ha scritto:"Non per forza la distanza rovina i rapporti.A volte li riavvicina."Bene ora dovresti scriverle qualcosa.- disse mia madre.Mi catapultai dal letto e mi avvicinai a Lei.
@justinbieber:Ti Amo.
Le scrissi quello.Poi presi il cellulare e le inviai un messaggio,quello della buonanotte.
I Miss You.




 

My Space:
Ciao Belli,come va?Io sto bene,dai.
Vi piace il capitolo?Bene,spero lo abbiate
letto tutto perchè il prossimo riserverà
qualche sorpresuccia.
Volevo ringraziare chi ha inserito queste storie
tra le preferite,le seguite e quelle da recensire
perchè siete in tantissimi.
GRAZIE.
Vi aspetto in tantissimi anche
in questo capitolo.
Un bacione.
WithLove.Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_




























 


 





 



 


 























 

 

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Capitolo 14
*** You Are Not Brave. ***


You Are Not Brave.
 




Chiunque avrebbe pianto di gioia,avrebbe saltato,avrebbe urlato,avrebbe sorriso a leggere quelle parole,ma io no.
La cosa che più mi infastidiva era che non avesse avuto il coraggio di dirmelo.E da quel giorno non mi chiamò più,nè tantomeno mi scrisse qualche messaggio.
Decisi di chiamarlo.
-Sì lo so.Dimmi per l'ennessima volta che faccio schifo,dimmi che non ho le palle,hai ragione,dimmi quello che vuoi.- il ragazzo si sentiva leggermente in colpa per caso?
-Non sei coraggioso.- gli risposi.
 -Sì,lo so.- rispose freddamente.
Se qualcuno mi avesse avvisato che stesse finendo ancor prima di iniziare,avrei evitato di mettermi a piangere attraverso il telefono.Ma non era l'unica che lo faceva,c'era anche Lui,dall'altra parte del telefono,che tirava all'insù il naso in continuazione.
-Non piangere.- continuò.Forse a me bastava sentirgli dire quelle parole per perdonarlo,ma non gliel'avrei chiesto,e non per orgoglio,ma per non importunarlo,nè tantomeno sentirmelo dire come se fosse un obbligo e non come se fosse una sensazione,un emozione detta con il cuore.
-Sì Justin,non piango,non parlo,non urlo,non faccio più nulla,perchè forse quella che fa schifo sono io.Ammettilo che ti ho rovinato la vita,ammetti ciò che vuoi,ti capirò e non mi offenderò.- gli dissi.Mi guardavo allo specchio e mi facevo schifo da sola.Lui era solo un coglione senza le palle,ed io ero solo una cogliona che si stava innamorando.
-Non lo dire neanche per scherzo.Se non ci fossi stata tu,la mia vita ora sarebbe monotona sebbene fossi in giro per il Mondo.Se non ci fossi stata tu non avrei mai imparato ad ascoltare il mio cuore;Se non ci fossi stata tu,non avrei imparato ad amare.- in quale modo mi amava?Amare non solo è scambiarsi dei baci,amare non è solo abbracciarsi,amare non è solo sussurrare qualcosa di dolce.Amare è sentire le farfalle nello stomaco,sentire il cuore battere all'impazzata e iniziare a sudare freddo appena si vede la persone di cui siamo innamorati,amare è essere sempre presente nel momento del bisogno,amare è balbettare quando si parla con quella persone tanto speciale,amare è far sentire speciale qualcuno.
-Se queste palle le raccontassi a qualche personaggio famoso faresti un gran favore a me e a te stesso.- non riuscivo a credere a nulla di tutto quello che mi diceva.Mi confessò di amarmi il giorno dopo che partì,dopodichè non ebbi sue notizie,se non attraverso il telegiornale,per due mesi,finchè a chiamarlo non fui io.
-Se ti dicessi che ti amo rose?- sentii le mie guance prendere fuoco.Perfortuna non era davanti a me.
-Non ti crederei,ovvio.- risposi.Sentii Justin sbuffare.Forse se provassi a perdonarlo per la seconda volta,magari capirebbe che quella sarebbe stata l'ultima chance.
-Cosa devo fare per fartelo capire?- mi chiese supplicandomi.Magari se fosse stato lì con me si sarebbe inginocchiato.
Se,invece,fosse stato Jack Dawson non mi avrebbe posto quella domanda.Avrebbe pensato,non avrebbe dormito per due mesi,avrebbe trovato la soluzione per una cocciuta come Rose DeWitt Bukater.
-A me bastava che ti facessi sentire in questi due mesi,e invece,sono stata io a farlo.- affermai.Non sopportavo l'idea che si fosse dimenticato di me,tutto lì.
-E come sarebbero state le nostre conversazioni?Come quelle di prima?Non credo.E' da quanto ti ho detto che ti amo che tutto è cambiato tra di noi.Vuoi sapere una cosa Rose?Io Ti Amo.- disse velocemente.Ed eccole lì:Le farfalle nello stomaco,il cuore che inizia a battere all'impazzata,il sudore che fuoriesce dalla pelle.Eppure lui non era lì,non era con me.Come se non le sentissi rivolte a me quelle parole.
-Non hai il coraggio.- dissi freddamente.Non sapevo nemmeno io perchè l'avessi detto.
**

Ah,ero io quello senza il coraggio?Quello che le aveva appena detto di amarla,quello che si era dichiarato a Lei,quello che le stava donando il
cuore e che si stava già rompendo per come si stava comportando.
Gliel'avrei dimostrato all'istante.
-Potrei dimostrartelo anche ora.- gli dissi.Lei non rispose.Come se fosse in attessa di sapere cosa avessi fatto.Riuscivo a sentire il suo respiro,e sì,mi faceva star bene.
Aprii Skype e vidi che era in linea.Nonostante fossimo a telefono,la chiamai.
-Perchè mi chiami su Skype?- chiese.Lo avrebbe scoperto ben presto,perciò mi limitai a non rispondere.
Infatti accettò.
-Non possiamo stare a telefono e su Skype contemporaneamente.Direi che se staccassimo il cellulare spenderei meno soldi.- continuò poi.Non risposi e attaccai.La guardavo attraverso un computer e la vedevo perfetta.
Quando le mie Beliebers dicevano così facevo fatica a crederle,ma solo quel giorno capii cosa si provasse.
-Ti Amo Rose.- le dissi.La vidi prima sorridere,poi le scese una lacrima sulla guancia.Istintivamente passai il pollice sullo schermo.Lei sorrise,poi si asciugò la lacrima.
-Quella lacrima te l'ho asciugata io.- precisai.Sorrise,anzi no,Rise.Il suono della sua risata era magnifico,limpido,semplice.
-Ti Amo anch'io Justin.- mi disse.Rimasi a bocca aperta.Non mi aspettavo me lo dicesse.
-Chiudi la bocca,potrebbero entrare le mosche.- e con quella frase l'atmosfera romantica svanì.Ma il suo sorriso era restato,fortunatamente.
-Piccola,scusa se hai sofferto.Non capisco come tu possa amarmi.- affermai.Me lo chiedevo ogni sera prima di addormentarmi.
-Io sono innamorata di te Justin.- il cuore iniziò a ballare la danza dell'amore.Era la più difficile,comprendeva passi articolati e piuttosto complicati,ma quando iniziava,sembrava non finire mai.
-Quando tornerai?- chiese.Ormai avevo perso il conto,quindi,presi l'agenda di Scooter.Mi meravigliai  quando al primo Settembre lessi "Porterò Justin a Los Angeles,ma è una sorpresa." Il primo settembre sarebbe stata un'ottima data,dato che sarebbero stati sei mesi di conoscenza.
-Non dovrei saperlo anche io visto che sull'agenda di Scott c'è scritto che è una sorpresa per me,ma il primo settembre sarò a Los Angeles.- risi.Lei fece finta di esultare.Mancavano poco più di trenta giorni a quella data.

-Chi ti ha detto di prendere la mia agenda?- Oh merda,Scott.

My Space:
Bellezze,come state?Io bene. (Yeah Man.)
Questo capitolo è consapevole di far pena,
ma non avevo la giusta ispirazione,e poi

è un capitolo di passaggio.
Spero che vi piaccia comunque.
Vi aspetto in molti,lo sapete.
Un bacione.
With Love,Ila.

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Capitolo 15
*** Scooter. ***


Scooter.  

Oh merda,Scooter.Mi era stato vietato leggere la sua agenda,perché oltre a tener segnati i miei eventi riguardanti la mia carriera,Scott scriveva delle massime sulla sua vita e dei pensieri che non voleva condividere con nessuno.
-Che stai facendo?- chiese poi. 
-Una webcam con una Belieber.- risposi.Sentii Rose sbuffare.A quanto pareva le dava fastidio essere definita una semplice fan.
-Comunque sei in punizione,Bieber.- disse.Ero in imbarazzo.Sentii poi una dolce risata che proveniva da Rose.
Amavo Scooter per la sua complicità il suo essere fratello,il suo essere gentile,il suo essere disponibile,il suo essere padre senza sostituire la figura di mio padre e lo amavo anche per la sua serietà,per il suo essere duro e poco flessibile su alcuni aspetti della vita,lo ammiravo per il suo essere valoroso.
Si avvicinò a me.
-Hey Rose.- la salutò con la mano,poi Lei ricambiò.
-Non capisco perchè ti abbia definita una semplice Belieber.- eh no Scooter,le mie Beliebers non sono "Semplici."
-Vorrei saperlo anch'io.- li guardai entrambi con uno sguardo cagnesco.    

**    


 


 

Decisi di metterlo in difficoltà.Se avesse detto una cosa riguardante noi dinanzi Scooter avrei chiesto di mettermi con Lui.
-Lo sapete cos'è per me.- cercò di sviarsela.
-No,non lo sappiamo.- rispondemmo io e Scooter all'unisono.Iniziavo a stimarlo.
-Lei fa parte di me,ormai.- rispose.Involontariamente sorrisi.Mi chiedevo solo se stesse facendo sul serio.
-E' tutto per te e non le hai neanche chiesto di stare insieme.- ed io ero innamorata di Justin?Meglio Scooter.Lo AMAVO.
Vidi che iniziò ad arrossire e per non farsi vedere dall'imbarazzo,si coprì con la maglietta.
-Non dici niente Rose?- eh no Scooter.Quella domanda non me la meritavo.Lo guardai confuso e allora fu Justin ad approfittarne.
-Eh Rose,non dici nulla?- disse Justin ridendo sotto i baffi che non aveva.
-Sta zitto Justin,tu sei ancora in punizione.- era un rapporto odio-amore il mio e di Scooter.In quel momento tanto amore.
-Rose,ti metteresti mai con Justin?- oh porca puttana.Stavo per chiudere la chiamata ma vidi che Scott si stava sedendo tutto comodo su una poltrona vicino Justin.
-Che domande fai?- chiesi imbarazzata.Avevo le guance che stavano per andare in fiamme.
-Rose sei obbligata a rispondere.- disse Scooter.Non lo conoscevo bene,ma era strano quell'uomo.Si comportava come un bambino,a volte.
-Sì,mi metterei con Justin.- mi sentivo una scema a dirlo attraverso un computer.
-Anche io.- rispose Justin.Io e Scooter lo guardammo male.
-Ti metteresti con te stesso?- chiese Scott.Sapevo che lo faceva per farglielo uscire dalla sua bocca.
-No,con Rose.- disse torturando la sua maglia.Era nervoso e imbarazzato,soprattutto imbarazzato.
-Ora mi dovete spiegare perchè al giorno oggi si dice che i giovani fanno le cose affrettate e senza pensarci?- chiese stupito dal nostro comportamento distante.
-Chi ti dice che Justin non sia andato subito al sodo quando ci siamo conosciuti?- chiesi prendendomi confidenza.Ormai sapevo che ero in mezzo a quel giro di domande e difficilmente ne sarei uscita fuori.
-Oddio,l'avete già fatto?- chiese tra un misto di sorpresa e preoccupazione.
Io e Justin scoppiammo a ridere e Scooter capii che non era successo niente,perfortuna.
-Vi siete mai detti "Ti Amo."?- chiese poi.Io e Justin riuscimmo a guardarci negli occhi con uno schermo davanti.
-Sì.- rispose prima Lui.Io feci finta di parlare così mi precedette.
-Io non vi ho mai sentiti.- disse Scooter.Sorrisi ma solo dopo qualche secondo mi resi conto che aveva parlato al plurale.
-Però prima ce lo siamo detti.-affermai io.Mi sarei vergognata.
La porta della mia camera si spalancò e apparve Chelsea.Chissà cosa avrebbe pensato se mi avesse vista parlare con Justin.Come potevo liquidarlo?
-Stai parlando con Justin?Ciao Justin.- salutò la popstar con la mano.Si nascose dietro al computer cercando di avere spiegazioni.In quel momento era difficile dargliele.
-Ciao Chelsea.- la salutò.
-Cos'è ora ti fai sentire?- chiese immediatamente Chelsea.
Quando eravamo piccole mi promise che qualsiasi ragazzo mi avrebbe fatta star male,se la sarebbe vista con Lei.Quella promessa la stava mantenendo.
-Sì.- rispose a bassa voce.
-E tu saresti?- chiese Scooter.
-La migliore amica di questa meraviglia.- disse indicandomi.Le sorrisi.
-Cosa sai su questi due?- chiese poi Scooter.Chelsea mi guardò stranita,ma con un'espressione le feci capire che si poteva fidare di quell'uomo.
-So solo che Justin ha fatto star male Rose per due volte.So anche che quando abbiamo avuto l'incidente,Lei si è risvegliata dicendo che il suo cognome fosse Bieber.- affermò Chelsea quasi infuriata.Scooter rise e Justin a quante parve,non credeva a ciò che aveva detto Chelsea.
-Davvero Rose?- chiese incredulo.
-Davvero.- risposi a bassa voce.
-Perchè non me l'hai detto?- perchè avrei dovuto dirglielo?A Lui non interessava niente di me.
-Voi vi amate e state perdendo tempo.Ah Justin,fossi in te imparerei a sfogliare l'agenda.- disse per poi alzarsi.Justin si alzò,quasi dimenticandosi del collegamento.
-Perchè Scooter?- chiese cercando di capire.
-Perchè se avessi saputo sfogliare,ti saresti accorto che hai una pausa di due settimane e che,guardacaso,trascorrerai con tua madre e tuo padre in California,a Los Angeles.- io e Chelsea ci alzammo e iniziammo a saltare,dimenticandoci,anche noi,della webcam.
-Hey,voi state esultando individualmente.- ci fece notare Scooter.Già,ma cosa avrei dovuto fare.
Justin si avvicinò alla fessura della mini-telecamerina e la baciò.
-Ti Amo Rose,aspettami.- disse quasi sussurrando.
-Non mi muovo.- dissi per poi dargli un bacio indiretto.
Avrei dovuto ringraziare infinitamente Scooter,che conosceva chissà come,in che modo stava andando la "nostra storia",per il suo aiuto che apparentemente poteva sembrare che si stesse facendo i cazzi suoi.E poi c'era Lui,un ragazzo troppo importante per me che mi faceva continuamente contraddire,che mi faceva continuamente provare emozioni anche a chilometri e chilometri di distanza.che mi faceva amare e odiare se stesso.
 



My Space:
Buonasera MERAVIGLIE.
Posso umilmente scusarmi per il mio mese d'assenza?
Vi spiego cos'è successo:HO GLI ESAMI.
Sto cercando di fare a meglio la tesina,e non è semplice.
Voi come state?Come ve la passate?
Vi piace il capitolo?
Dai,spero di sì.
Voglio ringraziarvi per le 63 recensioni
e per la vostra attenzione nei miei confronti.
Sto scrivendo anche un'altra FF:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1070874&i=1 
Vorrei che mi scriviate e mi diceste cose ne pensate anche
di quella perchè sapete che ci tengo.
Un bacione.
With Love,Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

 










































 
 

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Capitolo 16
*** I Am Jack Drew Dawson. ***


I am Jack Drew Dawson.
 

Mia madre aveva capito tutto.Aveva,forse,compreso meglio di me ciò che provavo per Justin.Era contraria.Non al nostro "rapporto" ma la spaventava la stessa cosa che anche a me faceva paura:La Celebrità.
Eravamo all'aeroporto e c'era un gran baccano.Justin mi aveva detto che sarebbe arrivato con il suo jet privato,ma non sapeva da quale gate sarebbe uscito.Così mi sedetti su una sedia,e mentre mia madre mi accarezzava i capelli,io aspettavo.Aspettavo colui che amavo,colui che mi aveva fatto star male,eppure ero lì in attesa che da quella porta fosse uscito la perfezione e che mi avesse stretto a Lui come non aveva mai fatto.
L'attesa era snervante.Avevo acquistato anche delle riviste,ma quest'ultime non mi aiutavano dato che parlavano soprattutto di Justin.
Ogni volta che mia madre vedeva una sua foto sul giornale faceva una smorfia.Le dava fastidio chi le prestava attenzione:Era di carattere,figuriamoci se Io la sua figliola,fossi finita su una copertina di una rivista.
Diceva sempre che qualsiasi cosa avessi scelto per la mia vita,lei lo avrebbe rispettato,ma lo si leggeva in faccia che non era d'accordo su quello che stavo andando in contro.
-Eccolo Rose.- indicò la porta.Mi alzai,ma restai petrificata.Non riuscivo a muovermi,ma quella volta non era per l'emozione.Una massa di paparazzi si accalcò su di Lui e i suoi collaboratori.Non volevo che si affrettasse a venire da me,perchè poi i paparazzi avrebbero fotografato anche me,e sapevo che in quel modo avrei deluso mia madre.
Decisi di inviargli un messaggio.
To:Justin.
A mia madre non piacerebbe che io finisca sui giornali.

Chiunque avrebbe detto che io mi faccio fin troppi problemi,ma ci tengo a mia madre,tengo al suo amore nei miei confronti e non vorrei mai che Lei restasse delusa da me.
From:Justin.
Fai finta di essere una Belieber,vieni qui e abbracciami,nient'altro.Poi ci vediamo a casa tua:So dove abiti,lo ricordo ancora.

Feci leggere il messaggio a mia madre e poi mi avviai verso la folla.Fortunatamente l'altezza mi aiutava.Avevo fatto quattro anni di pallavolo durante gli anni dello sviluppo e ciò mi aveva aiutata ad essere più alta.Era lì con un cappellino della New York rosso che firmava gli autografi.
Era fin troppo distratto,o meglio,impegnato a fare foto che non si accorse che era affianco a me.Non me la presi,quelle ragazze stavano piangendo e urlando per il ragazzo che amavo.Mi sentivo una regina.
-Certo che mettersi il cappello della New York a Los Angeles è una sorta di contraddizione.- gli sussurrai all'orecchio sinistro.Lui sobbalzò e lo vidi sorridere,forse anche ridere.
Mi abbracciò e quasi dimenticandosi di tutto e tutti mi prese in braccio.Mi sentivo in Paradiso.
In quel momento avrei voluto essere nella sua mente e vedere quali fossero i suoi pensieri.
-Vai a casa,ti raggiungo subito.- mia madre aveva invitato a restare Justin a casa mia per quelle due settimane.E forse,sarei ripartita con Lui fino a Settembre.La mia vita,senza quella nave,senza quella sottospecie di Titanic sarebbe stata monotona e superficiale,ma finalmente era arrivato Lui a farmi provare emozioni.Ringraziavo Dio ogni giorno per non avermi chiamato al cielo e per avermi fatto restare qui,con questo angelo che a volte si trasformava in diavolo.
Entrai in casa e lo sguardo attento di mia sorella seguiva i miei passi.Prima che mi domandasse qualcosa le dissi che Justin sarebbe venuto quando avrebbe liquidato i paparazzi.Mi sorrise.Mia madre aveva preparato tutto per gli ospiti:Il pranzo in primis.Avevamo invitato anche Chelsea.Quest'ultima si stava frequentando con un ragazzo ma non gli convinceva.Forse non era il suo tipo.
Bussarono alla porta e mi catapultai su di essa per aprirla.Le braccia di Justin avvolsero il mio collo e io lo strinsi più che potevo.
-Ho letto il cartello Welcome To Los Angeles e l'ho fotografato,ora la metto su Twitter.- mi fece vedere la foto.Che fosse matto l'avevo capito sin dal primo giorno,ma non avevo capito cosa avesse in mente.
Aprì prima il suo contatto di istagram,ci postò la foto e scrisse:Qui c'è la mia piccola.La postò anche su Twitter.
Nessuno e dico nessuno aveva capito che fosse riferito ad una ragazza,tutti pensavano che la sua piccola fosse il cartello.Non sapevo chi fosse peggio se Justin o le sue Beliebers.Infondo se bisognava stare dietro ad un coglione,dovevi essere un coglione.Io ero una cogliona.
-Ragazzi è pronto!- non eravamo neanche entrati e già mia madre si era data da fare.Justin fece un sorriso sincero,limpido,uno di quelli che varrebbe la pena fotografare per poi sorridere a sua volta quando si sarebbe rivista la foto.
Ci sedemmo a tavola.Si respirava un'aria spensierata,felice,serena.
-Allora Justin:Raccontaci un pò come sta andando.- disse mio padre mentre mia madre si era appena seduta dopo aver messo il cibo negli appositi piatti.Mia sorella Margareth era seduta affianco a Chelsea e mi facevano gli occhiolini.Cercai di dar loro dei calci ma l'unico che colpii fu Alfredo il quale fece un'espressione di dolore e cerco di rimproverare con lo sguardo Justin,ma che non capii.Scoppiai a ridere.
-A me va tutto alla grande.Qualche anno fa non avrei immaginato tutto quello che mi sta capitando;Non avrei neanche immaginato di incontrare Rose su una nave che è affondata.- Pensandoci neanche io avrei potuto immaginare tutto quello che mi stava accadendo.Forse Justin era la persona giusta,forse Justin era ciò che meritavo di aspettare.
-Ci tieni a Rose?- domanda fatale da parte di mia sorella.La uccisi con gli occhi.E quello era solo il primo di altri quattordici giorni.
-Credo si sia capito,ormai...- sorrisi.Sorrisi perchè fu quello che mi venne più spontaneo da fare.Ero così dannatamente felice.
Durante la serata parlammo del più e del meno,giocammo a carte,bevemmo coca-cola a non finire e mangiammo una montagna di pop-corn.Sembrava di essere in un sogno,ma era la pura e semplice realtà,e a me quella pura e semplice realtà piaceva,altrochè se mi piaceva.
Se ne andarono attorno le undici ed io aiutai Justin a sistemarsi e a disfare le valigie.
-Cosa c'è in questa busta?- chiesi piegandomi e raccogliendola.Justin si affrettò a raggiungermi non curante del fatto che avesse alcuni indumenti in mano.
-Niente,niente.- rispose nascondendola nell'armadio.Quell'atteggiamento mi diede fastidio,ma ero disposta ad accettare qualsiasi difetto.
-Non me la racconti giusta...- misi il broncio.Mi girai di spalle ma le mani calde,nonostante il caldo di fine Giugno,si posarono sulle mie spalle nude a causa del top senza spalline.Mi fece girare e mi strinse a se.Se qualcuno mi avesse disturbato,avrei creato all'istante un bazuka.
-Non mi hai ancora salutato come si deve.- disse con voce sensuale.Decisi di fare la dura,di farmi corteggiare,ma Lui aveva una grandissime dote piuttosto irresistibile.
-Ciao Justin Drew Bieber,come stai?- dissi con fare ovvio.Mi strinse ancora di più a se.Dovevo farmi venire spesso la voglia di scherzare.
-Signorina,le ricordo che sono il signorino Jack Drew Dawson.- ironizzò.
-Non avevo mai sentito parlare di Lei.- risposi cercando di non guardarlo negli occhi;Avrei fallito,il suo sguardo era fin troppo attraente e sexy.
Mi baciò.Mi baciò improvvisamente.Fu il primo bacio inaspettato.Non pensavo l'avesse fatto,credevo mi avesse dato una di quelle sue risposte alle quali bisognava riflettere per dare un'altra risposta adeguata;E invece no.Aveva la sua mano sulla mia guancia.Era calda e faceva contrasto con la mia guancia fredda.L'altra mano era sul mio fianco:ogni nanosecondo che trascorreva mi stringeva sempre più quasi non volesse farmi scappare,quasi volesse dirmi che ero solo sua.Avrei voluto chiedergli ancora una volta cos'eravamo,ma mi godetti l'attimo e cercai di non rovinarlo.

 

**

Se qualcuno organizzava un concorso di miglior baciatrice,avrei iscritto immediatamente Rose Sun.Sembrava si trasformasse in una fata dotata di un potere magico:L'Amore.
Ormai avevo capito,se qualcuno mi avesse chiesto cosa fosse l'amore,avrei dovuto rispondere:"Rose,Rose Sun è l'amore."
Sono un ragazzo,e sentivo il mio cuore unirsi al suo e ballare una danza creata da loro.Quel bacio non voleva da entrambe le parti terminare,ma lo facemmo per riprendere fiato.
-Ora si ricorda di me?- chiesi con ancora la voglia di scherzare.
-Aspetti.- mi disse.Poi mi baciò.Quel bacio veloce fu fatale:Sembrava volesse uccidermi con un infarto.
-Ora ricordo.- disse sorridendomi.L'amavo.E il fatto che fossi difronte alla ragazza che amavo,mi rendeva felice,completo,fortunato.
-Signorina Sun,voglio che lei sappia una cosa:Domani vorrei visitare Los Angeles con Lei.- la informai.Si sedette sul mio letto e mi fece segno di seguirla.
-I Paparazzi?- la vidi diventare triste.Dovevo trovare una soluzione,una soluzione immediata.
-Vuole restare quattordici giorni chiusa in casa signorina?- le chiesi.Fortunatamente le era appena terminata la scuola.Scooter aveva calcolato,come al solito,tutto alla perfezione.
-No che non voglio,e sai cosa ti dico?Domani ti farò vedere tutta Los Angeles.La conoscerai talmente bene che una volta che ritornerai nella tua Stratford ti perderai.- mi disse.Era lunatica:Cambiava sempre umore. Amava proprio i cambiamenti,Lei. Faceva parte del suo carattere ed io ero disposto ad accettare i suoi difetti pur di stare con Lei.
Avevo in serbo per Lei una bella sorpresa.Una di quelle che non avrebbe mai potuto immaginare.Io Los Angeles la conoscevo fin troppo bene.

 

My Space:
Eccomi qui(?)
Scusate ancora una volta il ritardo,
ma ho cercato di aggiornare al più presto possibile.
Da come avete ben capito,ci saranno delle sorprese
nel prossimo capitolo,quindi,non macate.
Volevo ringraziare infinitamente coloro che mi seguono sempre:
Rosa,Letizia,Rossy,Valentina,Martina,Aurora e Rò.
Spero che dal prossimo capitolo io possa aggiungere qualche 
altro nome in questa lista.
Spero che vi piaccia,e che mi facciate sapere ciò che pensate.
Un bacione.
With Love,Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

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Capitolo 17
*** Film. ***


Film.

La mattina successiva fui la prima ad alzarmi.Tutti dormivano.Scrissi un bigliettino a Justin nel quale dicevo che uscivo.Non so perchè lo scrissi dato che non dovevo uscire.Volevo che la mia vita assomigliasse a quella di un film,volevo che dopo la tempesta uscisse il sole,e forse,quello era il giorno giusto.
Mi sedetti sul divano del salone al piano di sotto.Aspettavo che qualcuno si svegliasse e mi facesse compagnia.Anche quella di mia sorella avrei accettato.
Ma nessuno scendeva.
Nessuno si svegliava.
Decisi allora di fare colazione,da sola.
Aprii il frigo,presi il latte,lo versai nella mia tazza personale,quella con le mucche che ballavano la conga,e ci buttai anche qualche biscotto spezzato.
Avevo un vizio:Bevevo il latte con la cannuccia.Avevo bevuto il latte nel biberon fino all'età di sei anni e non riuscivo a togliermi il vizio di succhiarlo attraverso qualcosa,in quel caso la cannuccia.
Cercai di non fare rumore.Non tanto per la mia famiglia,ma per Justin e la sua crew che avevano affrontato un lungo viaggio.
Ma ovviamente non ci riuscii.
-Buongiorno.- era Alfredo seguito da mia sorella.La guardai insospettita,ma con una sua espressione mi fece capire che era una semplice coincidenza l'entrata con Alfredo.
-Giorno.- continuai a fare colazione infischiandome dei presenti.Quando mangiavo,nessuno doveva disturbarmi.
Fortunatamente mia sorella Margareth era molto più ospitale di me e,di buon'impegno,si mise a preparare la colazione per tutti.
Avevo terminato il latte,ma avevo ancora fame,così mi alzai per prendere ancora del latte e qualche fetta biscottata;Sembrava non mangiassi da un'eternità.
-LA,LA,BABY.- si sentì canticchiare da Justin.Fu buffo come di primo mattino aveva la sua voce,e fu ancora più buffo quando con tutti i capelli scombinati cercò di imitare i Jonas Brothers.
-Li conosci?- chiesi curiosa.
-Chi?- pensai fosse ritardato,ma poi collegai che era prima mattina e quella ritardata ero io.
-I Jonas.- dissi.Intanto Lui andò a sedersi.
-Sì,certo.- rispose facendo uno sbadiglio.
Sapevo che la giornata che mi aspettava era lunga e tempestosa.O almeno faticosa,perciò mi andai a fare una doccia.Mi rilassai,ma cercai di non perdere troppo tempo.
-Rose,dove sei?- mia madre.Cosa voleva ancora?Avevo appena indossato l'accappatoio e dopo essermi sistemata per bene,uscii dalla porta.
-Ah sei qui.Ti cercava Justin.- mi informò.
-E dov'è ora?- chiesi a mia madre.Aveva una tuta.Non avevo mai visto mia madre con una tuta.
-In camera sua.- mi informò.Mi diressi in camera sua consapevole che fossi in accappatoio.
Prima di entrare bussai.
-Entra Rose.- disse.Come faceva a sapere che fossi io?Quel ragazzo era diventato anche magico per caso?
-Come facevi a sapere che fossi io?- chiesi curiosa.
-Chiamalo sesto senso...- fece il vago.Poi si girò.Stesse fermo per un istante.Mi squadrò dalla testa ai piedi e infine si decise ad avvicinarsi e baciarmi.Se solo ci fosse stata una telecamera nel mio corpo,si sarebbe rotta dopo poco a causa della grande confusione provocata da quel bacio.
-Sei bellissima.- mi sussurrò all'orecchio.La sua voce rauca di primo mattino rese quella frase sexy.
-Tra quindici minuti ti aspetto giù.- disse poi allontanandosi.Voleva farmi morire?Stava riuscendo nel suo intento.
Sapevo che lo aveva fatto di proposito a darmi appuntamento dopo solo quindici minuti.Ci mettevo un'infinità a prepararmi per bene,ma accettai la sfida contro il tempo.
Aprii l'armadio e trovai un vestitino leggero e estivo blu con un fiocchetto rosso e dei righini che partivano dalle cosce e arrivavano sino alle ginocchia.Lo indossai.Presi anche un paio di ballerine che mio padre mi comprò a Parigi durante un suo viaggio di lavoro.Ovviamente non dimenticai l'intimo.Lo misi abbinato al vestito,anche se non era da me.Di solito indossavo la prima mutanda e il primo reggiseno che trovavo.
Mi mancavano i capelli.Li avevo ricci già di mio,ma decisi di prendere un diffusore per arricciarli ancor di più.
Misi un po' in ordine,e con qualche minuto di ritardo scesi al piano inferiore.
-Finalmente,Justin ti sta aspettando in macchina con Kenny.- mi accolse Alfredo.Sinceramente non volevo Kenny con noi,ma io non decidevo un bel niente e dovevo mettermi bene in mente che era una pop-star ad uscire con me,non un ragazzo comune.
Uscì dalla mia abitazione e entrai in macchina.
-Buongiorno.- mi salutò Kenny.Justin mi strinse subito a me.
-Buongiorno.- risposi.
-Dove ci porti?- mi chiese Justin.
-Hollywood!- esclamai.Mi sembrava strano che Lui non ci fosse mai andato nè tantomeno che non l'avesse neanche proposto.
Arrivammo nel giro di venti minuti.
Ogni volta che salivo su quella collina,mi sembrava di essere in Paradiso.
Io e Justin stavamo in giro per Hollywood come due normali turisti che ci facevamo le foto sulle stelle della Walk Of Fame e nessuno ci aveva riconosciuto.
Trascorremmo una buona ora tra negozi e foto.
-Ora andiamo a Rodeo Drive,a fare un pò di shopping.- ordinai a Kenny.Justin sorrise felice.
Eravamo ancora in macchina.
-Ti voglio Bene Rose.- mi disse.Sorrisi,mi sentivo leggermente in imbarazzo con Kenny.Forse Justin se ne accorse e mi baciò.Ancora.Ed ogni volta non mi stancavo mai.

 

**

Avevamo appena terminato di far comprere.In fondo mi ero divertito a far shopping,ma avevo in serbo per Lei una bellissima sorpresa.Avevo acquistato un cappello della LA per non fare una figura di merda con quelli dellla New York.Ci fermammo a mangiare anche dei gelati.
La barista mi riconobbe e mi chiese una foto.Mi promise anche che non avrebbe detto a nessuno che mi trovavo lì.
Feci segno a Kenny di portarci in quel luogo che avevo affittato tutto per me.
-Hey Rose,chiudi gli occhi.- le dissi.Mi guardò stranita ma le feci l'occhiolino.
Le feci strada sino alla macchina,poi entrammo.
Eravamo abbastanza vicini quindi nel giro di dieci minuti arrivammo.
-Dove siamo Justin?- chiese.Non era ancora il momento di riverarle il luogo.
-Presto lo scoprirai.- le feci strada.Entrammo ed era tutto buio.Feci segno all'hostess di avvisare tutti che eravamo arrivati.
Quella sera doveva essere perfetta.
La chiusi in uno stanzino buio.Se ci fosse stata la luce,avrebbe capito dove si trovava.Le diedi la stessa busta di cui si era accorta il giorno precedente e ritornai alla mia "postazione".
Non c'era un'anima viva in quel luogo.
Uscì da quella porta con un vestitino non aderente ma corto color giallo e una fascia viola sulla vita.Le scarpe erano dello stesso colore della fascia.Era bellissima.
-Non ho ancora capito dove siamo.- affermò.Gliel'avrei svelato durante la giornata,che poi si stava trasformando in sera.
-Dai vieni,ora non importa.- le feci strada.Schioccai le dita,e come da copione,un occhio di bue illuminò un tavolo,il nostro tavolo.
-Oddio,cos'è?- Non riconosceva un tavolo?C'era qualcosa che non andasse?Mi assalì l'ansia.
-Cosa?- chiesi preoccupato.
-Questa?- indicò la mia spilla,la mia nuova spilla.Era una "R" con dei brillantini.
-Oh,è l'iniziale del tuo nome.Questa è per te.- gli porsi uno scatolino che aprì velocemente.Sorrise nel vedere la stessa identica spilla con la mia iniziale.
-E' mia?- mi chiese.
-Certo che è tua,piccola.- se la mise sul bordo del vestitino.
Ci sedemmo al tavolo.Ci portarono da mangiare.Mangiammo e bevemmo.Doveva essere una giornata speciale.Non parlammo molto,ma gli sguardi che si susseguirono furono meglio di mille parole.Le nostre mani intrecciate erano da fotografare.Sembravano fossero state create per essere intrecciate.
-Perchè non mi dici dove siamo?In un posto clandestino,forse?- cercò di indovinare.Mi misi a ridere.
-E perchè i camerieri sono vestiti con gli stessi colori del mio vestito?- mi chiese.
-Sono i colori della tua squadra,o sbaglio?- risposi con un'altra domanda.
-Sì,forza Lakers.- urlò agitando le braccia.Era buffa.
-Sei mai stata allo Staples Center?- chiesi.Il palazzetto nel quale giocava la squadra di basket di Los Angeles,aveva quel nome.
-Certo.Il miglior posto è la tribuna,ed io,perfortuna,ci sono andata un paio di volte.- se solo avesse saputo dove si trovava,non avrebbe neanche detto quella frase.
Finimmo di mangiare e arrivò il momento.La feci alzare.Partì la musica e ballammo:un lento.Qualcuno aveva messo la canzone del "Tempo delle Mele" e lei,proprio come un film,poggiò la sua testa sulla mia spalla.La strinsi forte a me e sperai che quel momento non finisse mai.
-Ti Amo Justin.- sussurrò al mio orecchio.Il mio cuore ballava insieme a noi.
Le presi una mano e la feci poggiare sul mio petto.Volevo che fosse proprio quell'organo a fargli sapere cosa stessi provando.
Mi baciò.
Quel bacio inaspettato.Quel bacio che più degli altri ti fa provare infinite emozioni.
Dopo di esso mi inginocchiai.
-Signorina Rose Sun,vuole essere la mia ragazza?- le chiesi.Non sapevo perchè mi stessi emozionando.Non sapevo perchè stessi piangendo,non sapevo perchè anche Lei fosse commossa.
-Sì.- rispose tra i singhiozzi e le lacrime.Le infilai un anello.
Mi abbracciò e mi baciò.
Mi avvicinai al tavolo e mi abbassai sotto di esso per premere un pulsante posizionato di proposito lì.
Le luci si accesero.Il viso di Rose era illuminato.
-Oh mio Dio,Justin.- mi abbracciò,di nuovo.
Dove ci trovavamo?Al palazzetto dei Lakers.In mezzo al campo.
Sua madre mi aveva detto di quanta passione fosse avvolta Rose per quella squadra quindi pensai di farle un regalo.Non sembrava una cosa romantica a dirlo,perciò non glielo dissi,decisi di far avere l'effetto sorpresa proprio come nei film.

 

My World:
E' venuto una merda,lo so.
Non mi sono impegnata abbastanza,so anche questo.
Spero che comunque almeno
un pò vi piaccia.
Fatemi tutte le critiche di questo mondo,
me le merito.
Volevo comunque dirvi che
Vi Adoro,
anzi,
VI AMO.
Grazie per le 72 recensioni.
Un bacione.
With Love,Ila.
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Capitolo 18
*** Foam Party. ***


Foam Party.

-Justin questo è per te.- Scooter diede a Justin una busta gialla.Sorrise quasi sapesse il contenuto di quella busta.
-Cos'è?- chiesi.La mia fottuta curiosità si faceva viva,ancora una volta.
-Una busta.- capitan ovvio,il mio ragazzo era capitan ovvio.
-Maddai...cosa c'è dentro?- chiesi.Lui l'aprì dinanzi a me,e io mi aspettavo una di quelle lettere fantastiche scritte da una fan.
Lo lesse ad alta voce.
"Signor Bieber,siamo lieti di invitarlo allo schiuma party del 18 Giugno allo Staples Center.Avrà un posto nel privè per Lei e altre due persone.
La preghiamo di confermarci la sua presenza e di evitare di annunciare ai suoi fans la sua presenza per questioni di sicurezza.
La direzione."
Lo Staples Center.Il nostro posto.Ero più che d'accordo,anche se lui non aveva dato nessuna sentenza nè mio aveva chiesto di andarci.
-Ci andrò con Kenny e Scooter.Siete d'accordo?- chiese.Rimasi delusa,ma non dissi niente.Non volevo iniziare un litigio per quel motivo.
-Certo Justin,ma a che ora?- rispose Kenny.
Avrei voluto alzarmi e andarmene ma non feci niente.
-Dovrei chiamare per avere delle informazioni più precise...magari chiedo un posto anche per te Rose.- si rivolse a me.Avrei voluto mandarlo a fanculo,ma non lo feci.Però non potevo pretendere nulla,loro erano la sua famiglia,io ero entrata a far parte della sua vita da qualche mese.
-Dovresti...- disse Kenny.
Percaso si erano messi d'accordo per farmi star male ogni secondo di più?
-O-O-O-OCCHI DI GIACCIO,O-O-O-OCCHI DI GHIACCIO,E' QUESTO IL NOME DEL TRIO COMPATTO,DI TRE SORELLE CHE HAN FATTO UN PATTO.- cantai improvvisamente.Era ovvio che fosse una provocazione nei confronti dei tre,e a me piaceva provocare la gente.
Scoppiarono tutti a ridere come degli indemoniati.
-Che c'è?La signorina Sun è invidiosa?- chiese Justin.
-Passerò la serata con qualche ragazzo...- risposi vagamente.
Justin si avvicinò violentemente a me.
-Tu verrai con me.- mi sussurrò all'orecchio.
-VITTORIA!- urlai soddisfatta e orgogliosa di me stessa.
-Vaffanculo Rose.Scooter,verrà Rose con me altrimenti farà la cattiva.- affermò Justin.
-Ti Amo.- sussurrai sensualmente al suo orecchio mentre Scooter lo rispondeva.Lo stavo facendo apposta per distrarlo.
-Stronza..- rispose ancora una volta sussurrando.
Quello stesso giorno ci informammo e ci dissero che sarebbe iniziato alle 21.30 e che dovevamo indossare un costume.Inoltre l'addetto gli ricordò di non informare i suoi fans.
Fu lì che mi venne in mente un'idea malefica.
-Justin,mi dai il tuo cellulare?- gli feci segno mentre parlava ancora a telefono con quel tizio.Non era un tipo capace di fare due cose contemporaneamente,perciò non ci pensò su due volte a prestarmelo.
Entrai sul suo Twitter,e lessi qualche menzione.Erano TUTTE sue fans.Le cose carine che gli scrissero,erano commoventi e fu allora che mi chiesi come Justin riuscisse a non piangere quando io ero presente e leggeva le menzioni.
Risposi ad alcune di loro,e sempre senza il suo consenso,scrissi un Tweet:
Amori Miei Belli,Vi Amo sapete?Ci vediamo il 18 Giugno alle 9.30pm allo Staples Center.Vi Amo più di quando l'ho scritto prima.
Malefica,ero malefica.
Riposai il suo cellulare e me ne andai in camera mia facendo finta di nulla.
-Amore quale di questi due costumi metto?- fece interruzione nella mia camera.Ero anche in intimo,ma questo non lo disturbò.Gay.Il mio ragazzo era gay.Comunque posò la mano sul suo membro,e lì scoppiai a ridere.
-Non ti piacciono?- mi chiese indicando i due costumi:Uno era blu,l'altro arancione.Mi piacevano anche perchè l'ultimo aveva una scritta sul culo bianca:Beliebers.
Se lo avessero visto le sue fans,sarebbero morte all'istante.
-Ti ecciti velocemente Bieber.- dissi.Arrossì violentemente e la situazione era troppo tenera per una romanticona come me.
-Comunque l'arancione con la scritta Beliebers.- continuai indicando il costume.Non parlava,era muto come un pesce.
-Quale metterò io?- chiesi mostrandogli un'infinità di costumi che avevo io.Sperai che decidesse il mio preferito.
-Questo.- indicò uno a fascia blu e le righe bianche.Stile marinaio.Non era il mio preferito ma rispettai la scelta.
-Perchè questo?- chiesi.La mia curiosità colpì ancora una volta.
-E' il più bello secondo me.- rispose sincero.
-Non capisci un cazzo,amò- dissi scherzosamente.Lui sorrise.Dio,quel sorriso.Un aggettivo?bdfvjdhfvjfdvh,ovvio.

 

**

I giorni che precedettero il party trascorsero velocemente.Infondo erano solo due giorni.Mi chiamaro gli organizzatori del party,e tutti incazzati,mi dissero che non mi avrebbero dati un posto nel privè.Il motivo?Avevo avvisato i miei fans,tramite Twitter.Io?Ma quando mai.
Non vollero sentire ragioni ed io non riuscivo a trovare quel tweet perchè in quei giorni di relax avevo seguito e risposto ad una infinità di ragazze e ragazzi.
-Rose,chi cazzo è stato?- le chiesi incazzato.Insomma il privè è il privè.
-Amore non lo so.- rispose con un sorriso sghembo.
-Sei stata tu?- chiesi.Lei annuì abbassando il capo.Non mi sarei incazzato,volevo divertirmi.
-Ora andiamo e divertiamoci...- dissi portandola verso l'infinito e oltre.No,okay e verso il palazzetto.
Entrammo e c'era schiuma ovunque.Ci andammo a cambiare e restammo in costume.Era perfetta.
Iniziammo a spruzzarci tanta schiuma e contemporaneamente ci scambiavamo effusioni d'affetto.Si ballava,altrochè se si ballava,e si beveva.Ma nè io nè Rose non toccammo un bicchiere.
Si avvicinarono una ragazza e un ragazzo.Io e Rose ci guardammo rassicuranti entrambi.Erano parecchio più grandi di noi e ci facevano paura.
Il ragazzo si avvicino a Rose e io la strinsi fortemente.
Lui,infischiandone,le slacciò il laccetto del costume.Riuscii a fermarlo in tempo,e Rose,tremando,se lo sistemò.Controllai che fosse sistemata per bene.
Appena si allontò da Rose lo cercai.
-Come cazzo ti sei permesso?- urlai a causa del casino.
-Chi sei bambino?- mi chiese.Era più grande d'età,non di maturità.
-Justin Bieber.- risposi fiero di portare quel nome.
-Sei un bimbominchia del cazzo.- disse incazzato.
-Tu sei un pervertito.- sbottai andandomene.
Obbligai Rose ad andarcene e feci sapere agli organizzatori che era una festa di merda e che propìbabilmente avrei fatto scattare una denuncia.Ovviamente volevano ripagarmi,ma non mi feci dare neanche uno spicciolo indietro,all'inizio ci eravamo divertiti.
Tornati a casa,Rose ancora shoccata,mi chiese di dormire con Lei e l'accontentai.
Quello schiuma-party fu traumatico e non sapevo come comportarmi con Rose.

 

My Space:
Ecci qua(?)
Bellezze scusatemi ma sono 
partita verso l'infinito e oltre
però sono tornata 
per la fine del mondo e.e
Volevo dirvi che vi amo
e grazie per il vostro sostegno
Mi sto sentendo Bieber a scrivere questo.
Vabbè,dai,il capitolo non è un granchè,
ma dal prossimo sarà tipo una cosa brutta ç_ç
Poi scoprirete perchè.
Un bacione.
With Love,Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_

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Capitolo 19
*** Trauma. ***


Trauma.


Justin era lì da una settimana,aveva visitato tutta Los Angeles tranne che una cosa:Il mare.Ci tenevo che lo vedesse,ci tenevo che qualcuno visitasse il luogo dove sono cresciuta.
Quella mattina ci mettemmo i costumi,e con la sua Range Rover ci avviammo verso la spiaggia.Avrei voluta fargli da "cicerone" ma lui già sapeva la strada.Parcheggiò e prima che scendessimo mi bloccò.
-Buongiorno amore mio.- mi diede un bacio.Uno di quelli che preannunciano una bella giornata,o comunque te lo fanno credere.Quel bacio che sapeva di dentifricio appena usato,quel bacio che mi scaldò il cuore.
-Buongiorno Justin.- lo risposi sulle labbra.Lui sorrise.Era contento e il fatto che la sua felicità fossi io mi rendeva così importante.In quel momento Barack Obama non era niente in confronto a me.
Ci avviammo mano nella mano sulla sabbia bollente di metà Giugno.Prenotammo due lettini e ci sistemammo per bene.Prima che ci spogliassimo Justin mi scaraventò a terra e iniziò a baciarmi dolcemente.Era buffo pensare il modo in cui ci fossimo conosciuti e in che modo ora eravamo lì su quella spiaggia.Era buffo il modo in cui mi guardava neglio occhi e mi baciava il naso.Era diventato così indispensabile per me.
-Andiamo a farci il bagno?- chiesi.
-Mettiti un pò di crema prima.- mi rispose.Aprii la borsa e non appena la cacciai all'esterno,Justin me la sfilò da mano.Lo guardai sconcertata ma poi capii che voleva spalmarla lui.
Così mi iniziai a spogliare.

 

**

Iniziò a spogliarsi,e ancora una volta ero dinanzi una creatura perfetta,ero dinanzi ad una meraviglia e stentavo ancora a credere che fosse la mia ragazza.
Era tutto normale fin quando la vidi irriggidirsi,impallidile e bloccarsi letteralmente.Il mio cuore iniziò a battere fortemente,ma dalla paura.
-Rose che hai?- le chiesi.Non rispose.Ero in panico.
La presi in braccio e la distesi sul lettino.
-J-Justin,ho paura.- mi disse improvvisamente dopo dieci minuti.
-Amore e di che cosa?-  chiesi piuttosto preoccupato.
Tremava.
-Di restare in costume.- la guardai stupito.Non si era mai fatta un problema su una sciocchezza del genere.
-Ho paura che riaccada quello che è successo allo schiuma party.- continuò poi.
Le feci una carezza e dopo averla baciata l'abbracciai.
-Amore ci sono io con te,non avere paura.- la rassicurai.
-Anche allo schiuma party c'eri tu con me,ma è successo lo stesso.- mi rinfacciò poi.Capii di non essere stato un buon fidanzato e in quel momento quasi volevo uccidermi,ma non potevo farlo,io dovevo vivere per vedere il sorriso di Rose,per essere con Rose.
-E' giorno,posso tenerti più sotto controllo.- rispose cercando di essere il più convincente possibile.
E si convinse.Le misi la crema e arrivammo a riva.In quel tragitto pensai che avesse subito una sorta di trauma e mi faceva star male,forse avrei dovuta portarla da un dottore esperto.
L'acqua del mare non era freddissima e così mi ci tuffai subito.Adoro il contatto con l'acqua,mi fa sentire libero come il gabbiano che mi ero tatuato da poco.Andai sott'acqua,presi fiato e ritornai giù,di nuovo.L'acqua ha quello strano potere capace di far dimenticare tutto e tutti alle persone che ci sono a contatto.Ed è per questo che la amo.Ma mai quanto Rose.
Era ancora sulla riva.Immobile come poco prima.Mi spaventai come poco prima.
-Rose che hai?- le chiesi.Non rispondeva,respirava faticosamente.Le stava venendo qualche crisi,forse respiratoria,forse un attacco al cuore,non ero esperto di quelle cose.
Tremava.Ancora una volta tremava.
-E se annegassi?- mi disse all'improvviso balbettando.
-Perchè mai devi annegare?- le risposi cingendo le spalle con il mio braccio.
-Quand'eravamo sul Blue Sky stavamo per annegare,eppure non ce l'aspettavamo.- mi ricordò.Era chiaro,a quel punto,che avesse subito un trauma.
-Sai cosa mi ha insegnato un mio maestro che non ho mai conosciuto?- le chiesi.Mi guardò sbalordita.Aveva un grosso punto interrogativo stampato sul volto.
-Cosa?- chiese.
-In un mondo pieno d'odio, dobbiamo avere ancora il coraggio di sperare. Il un mondo pieno di rabbia, dobbiamo avere ancora il coraggio di confortare. In un mondo pieno di disperazione,dobbiamo avere ancora il coraggio di sognare. In un mondo pieno di sfiducia, dobbiamo avere ancora il coraggio di credere.- le risposi.Sorrise e quel sorriso mi fece rilassare.Stava meglio.
-Chi è questo maestro?- chiese ancora una volta Rose.
-Michael Jackson.- risposi fiero.Non mi importava se la gente avesse avuto a che dire sul fatto che mi piacesse il re del pop.Non mi interessava se mi dicevano che fossi troppo giovane per ascoltare le sue canzoni,non mi sarebbe neanche interessato il parere di Rose in quel caso.
-Amo quell'uomo,mi da sempre forza.- ecco perchè amavo quella ragazza.Se ne usciva sempre con frasi inaspettate,era imprevedibile e non era monotona.
-Ora andiamo a fare il bagno?- non mi resi conto del passo falso che feci.
-Non ce la faccio.- rispose.Non volevo insistere,volevo solo che affrontasse le sue paure.
-Proviamoci insieme.- le dissi dandole la mano.Lei l'afferrò ma arrivati sulla riva non muoveva più le gambe.
-Rose,ci proveremo un'altra volta,okay?- le chiesi.Non volevo insistere.Lei annuì.
Restammo tutta la giornata sulla spiaggia a lanciarci la sabbia,a mangiare i panini che lei aveva preparato con tanto amore la mattina stessa.Ci scattammo un milione di foto per ricordare per sempre questi momenti indimenticabili.Per ricordare di NOI.
-Ti amo Justin.- mi disse mentre tornavamo in macchina.
-Mai quanto io amo te,piccola.- la risposi baciandola.
Durante il tragitto per tornare a casa,Rose si addormentò sul sedile.Accostai per farle una foto che solo io avrei potuto custodire,la feci con il mio I-PHONE.
Era un angelo.Era sulla terra per farmi amare.Ecco perchè era un angelo.
Entrai a casa sua e tenendola in braccio la portai in camera sua.Poi andai dai suoi genitori.
-Vorrei parlarvi.- dissi seriamente.
Entrambi si sedettero e sui loro volti comparve un'espressione preoccupata.
-Dicci Justin,cos'è successo?- chiese sua madre spronandomi a parlare.
-Rose è traumatizzata.Ha paura del mare,dell'acqua e tutto questo perchè ha ancora chiaro il ricordo dell'incidente.- dissi.Mi limitai a dire solo quella paura,non mi azzardai neanche ad accennare la paura di restare in costume e da cosa era causata.
-Grazie Justin,la porteremo a fare una visita stesso domani.- mi rispose il padre fermo.
-Posso venire anch'io se non vi dispiace?-  chiesi.I genitori acconsentirono.
Andai nella mia camera e ne parlai con Alfredo.Alfredo era come un fratello,mi capiva,e quella sera mi fece capire di non lasciarla sola:Era una ragazza sincera,una di quelle che a Los Angeles non trovi facilmente,una di quelle che non si trovano facilmente in qualunque parte del Mondo.
Mi ricordò di averle promesso che le sarei stata sempre accanto,e quella volta non potevo tirarmi indietro.

My Space:
Sciaaao bele(?)
Come estas?
Vi avevo anticipata che in questo capitolo
ci sarebbero state delle sorprese ed 
eccole qui.
Rose è traumatizzata,ed è solo l'inizio.
Volevo ringraziarvi  per le mille visualizzazioni
e vi aspetto tutti al prossimo capitolo.
Un bacione.
With Love,Ila.
On Twitter:@_IlaSwag_




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Capitolo 20
*** Everything is gonna be alright. ***


Everything is gonna be alright.


Non trascorsero molti giorni dal momento in cui informai i genitori di Rose dell'accaduto al mare.Erano piuttosto pronti ad aiutare la loro figlia in ogni difficoltà,e quella,probabilmente,era maggiore rispetto alle altre.
-Justin ci sarai sempre con me,vero?- cucciola.Mi faceva tanta tenerezza.Dovevo starle vicino ora più che mai.In cuor mio sapevo che tutto sarebbe andato nel modo giusto,perchè tutto doveva andare nel modo migliore in cui qualcosa potesse andare.Lei meritava di stare bene,proprio perchè lei mi faceva sempre star bene,lei quell'esserino dal corpo minuscolo e debole aveva una forza e un'energia innata,lei era perfetta.
-Piccola ci sarò anche quando non mi vorrai più..- odiavo pensare ad un probabile distacco tra noi due.Lei era il mio ossigeno,senza di lei ero il nulla.
Quella mattina,quindi,ci stavamo dirigendo verso il psicologo più bravo della città,o almeno così si diceva.Speravo che si rilassasse,ma durante il tragitto Rose stette per tutto il tempo con la testa appoggiata alla mia spalla e la presa del braccio piuttosto forte.
Quando le avevamo detto che doveva andare dallo psicologo si irrigidì,forse credeva che stessimo sottovalutando la sua elevata intelligenza,e forse credeva che lei non ne avesse il bisogno..
Scendemmo dall'auto e lei non si staccò da me,nè tantomeno mentre aspettavamo il suo turno.Nella sala d'attesa c'erano parecchie ragazze,la loro espressione era identica a quella di Rose.Non credevo che però stessero sul Blue Sky quel giorno da subire un trauma come quello di Rose.
Quel giorno dimenticai di essere 'Justin Bieber' ma divenni il ragazzo di Rose Sun.
Lo ero per me,ma non per le ragazze lì presenti.Si illuminarono vedendomi e corsero ad abbracciarmi.Non si comportarono come le altre Beliebers,si limitarono ad abbracciarmi,e sorridermi.Forse quell'abbraccio le faceva stare meglio.E quegli abbracci mi stavano facendo sentire Dio.


**
 

Erano tutte lì,ad abbracciarlo.Aveva detto che non mi avrebbe abbandonata.
-Signorina Sun.- la segretaria mi chiamò.Con me vennero anche mia madre e mio padre,il mio ragazzo non sapevo se era con me o meno,ma l'importante era avere i miei genitori.
Di questa storia Chelsea non ne era a corrente.Pregai Justin e i miei a non dirle nulla,non volevo che si preoccupasse.E poi le si sarebbe data la colpa,venne a lei l'idea di salire su quella nave e non si è mai perdonata quella scelta.
-Il dottore alla prima visita non vuole la presenza di nessuno se non della paziente nello studio.-Cosa cazzo stava dicendo quella donna?Perchè mi voleva così male?Volevo sprofondare.
-Prego signorina Sun...- mi portò dal dottore.
-Tu sei Rose,giusto?- mi chiese un uomo sulla cinquantina.Apparentemente era simpatico,quindi gli feci un sorriso e annuì alla domanda.
-Ti va di stenderti su quel lettino e farci una chiacchierata?- mi indicò un lettino marroncino,era parecchio confortevole non appena mi ci distesi su il dottore si sedette con una sedia a rotelle vicino al lettino,prese un'agenda,una penna di quelle eleganti e iniziò a scrivere alcuni appunti seppure io non stessi parlando.
-Rose ora ti farò delle domande.I tuoi genitori non sapranno i risultati di queste risposte,ma ti prego di essere sincera.- aveva una voce serissima.Promisi a me stessa che gli avrei detto solo e soltanto la verità.
-Fumi?- pensai che stesse male,ma forse se mi poneva quelle domande,vi era un motivo..
-no.- ero sincera,non avevo mai provato a fare un tiro a differenza di Chloe,che ogni tanto,si divertiva con le sigarette dei suoi amici.
-Bevi?-  era un'interrogatorio per caso?
-No,se non acqua.- volevo sdrammatizzare ma lui restò serio.Mi inquietò da come la sua espressione passò da 'seria' a 'serissima'
-Assumi sostanze stupefacenti?- non era un interrogatorio,aveva copiato le domande dai famosi test di twitter,uno di quelli che si fa quando una persona non ha nulla da fare.


**
 

Ero lì fuori.L'attesa mi distruggeva anche se aveva iniziato da poco la seduta.
Mi feci prestare un block notes dalle ragazze lì presenti e inizia a scrivere.Era tutto ciò che mi usciva meglio quando avevo bisogno di sfogo. 


Across the ocean, across the sea
Startin’ to forget the way you look at me now
Over the ocean and across the sky
Startin’ to forget the way you look in my eyes
And for you, I would walk
A thousand miles
To be in your arms
Holding my heart

 

        Per lei avrei fatto di tutto,qualsiasi cosa,e mentre era chiusa in quella stanza mi tornava in mente il modo in cui mi guardava cercando sicurezza prima di entrare,e di come mi fece capire che aveva bisogno di me.
Avevamo entrambi bisogno l'uno dell'altro.

        
Oh I, Oh I…
I love you
Everything’s gonna be alright, 
Be alright,
Be alright

 

Tutto andrà bene,era quello che mi continuavo a ripetere,era quello che avevo ripetuto fino a pochi attimi prima a Rose,ed era quello che stavo per dire a qualcun'altro.
-Forse voi sapete chi sono,ma oggi voglio essere per tutti Justin,non il ragazzo famoso.Lì dentro c'è una persona molto cara che sta affrontando un periodo difficile,come tutti voi credo,e con questo voglio solo dirvi che tutto andrà bene,è una mia promessa,e poi tutti voi avrete una sorpresa da parte mia.- guardai negli occhi anche i genitori di Rose,cercai di far capire loro che quello che avevo appena detto era un messaggio anche per loro.Mi risedetti e continuai a scrivere.


Through your sorrow,
Through the fights
Don’t you worry ’cause everything’s gonna be alright
All alone in my room
Waiting for your phone call to come soon
And for you I would walk a thousand miles
To be in your arms,
Holding my heart

 

Mi promisi una cosa non appena finì di scrivere la seconda strofa:Dovevo attraversare insieme a Rose e a tutte le mie Beliebers ogni momento difficile che si sarebbe presentato,ogni dolore,qualunque cosa,perchè tutto sarebbe andato nel modo giusto.


Oh I, Oh I…
I love you
Everything’s gonna be alright,
Be alright,

Be alright

 

E poi l'amavo,cosa potevo pretendere oltre al suo amore?Era così tutto magicamente perfetto da quando ho conosciuto quella creatura.Lei è la mia Rose,io sono il suo Jack,qualunque cosa ci capitasse non ci avrebbero mai e poi mai separato.
Ma non ce la facevo più ad aspettare che quella porta si aprisse,sembrava che quei minuti si fossero bloccati,non passavano più ed io per quanto volessi restare calmo c'era qualcosa che mi turbava.


You know that I care for you
I’ll always be there for you
Promise I will stay right here
I know that you want me too
Baby we can make it through anything
Cause everything’s gonna be alright, 
Be alright,
Through the sorrow, through the fights
Everything’s gonna be alright
Be alright…

 

Ma poi uscì,uscì da quella porta e corsi ad abbracciarla.
-Sai che mi prendo cura di te,ci sarò sempre per te,prometto che starò proprio qui,so che mi vuoi anche te,tesoro noi possiamo attraverso ogni cosa perché tutto andrà bene, attraverso il dolore, attraverso le lotte,tutto andrà bene.- avevo appena scritto quelle frasi su un foglio di carta ma le conoscevo tutte a memoria.Lei non poteva sapere quale sorpresa l'aspettava,ma fu tanto dolce da piangere dall'emozione,stringendomi fortissimo e poi lasciandomi un bacio bellissimo sulle mie labbra.



Sssaaaalve.
Sono tornata.
Mi scuso per tutti questi mesi,ma ora sono tornata.

Spero che questo capitolo vi piaccia.
E spero anche che voi mi lasciate una recensione
non appena finiate di leggere il capitolo 

per dirmi cosa ne pensate e quali sono stati gli errori.
Che altro?
Ah già,ora su twitter mi chiamo
@itsmichaelsmile
se volete parlare con me basta seguirmi e menzionarmi.
Un bacio.

Ila.

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