Voglio Fuggire...

di Minerva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Voglio Fuggire... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Passeggiate Notturne al Parco ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - La Storia si Ripete ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Mi Casa es Tu Casa ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Similitudini ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Voglio Fuggire... ***




La nota AU: Perché l'ho messa? Semplice, per esigenza di trama ho alzato l'eta di Sirius di due anni rispetto a quella che specificata dalla Rowling [invece di essere del 1960, è del 1958].
Questo mi ha permesso di abbassare il divario di età con la cugina Andromeda [1954] di soli quattro anni, invece di sei.
Per evitare recriminazioni di ogni sorta ho preferito inserirlo.
Per il resto
cercerò di restare in canon, però si sa veramente poco dell'argomento... quindi sono costretta ad inventare un bel po' di cose.



Avvertenza:

Questa storia è nata come una one-shot.
Perchè, allora, ha un secondo capitolo?
Semplice, ho voluto provare a scrivere una Ted/Andromeda. Ed ho deciso di riutilizzare questa one-shot, che si adatta perfettamente allo scopo.
Vorrei ringraziare Scarlet Angel per:
A) Il betaggio
B) I consigli
C) Le informazioni che mi ha dato, senza le quali avrei scritto una sciochezza dietro l'altra, credendo anche di essere nel giusto.
Vi auguro quindi una buona lettura.



Disclaimer: Tutti i personaggi citati appartengono alla scrittrice J.K. Rowling, nessun copyright vuole essere violato. Scrivo per puro piacere e non per lucro.



Voglio Fuggire...

§§§

Sono stanca.
Sono stanca ed annoiata.
Per la precisione sono stanca, annoiata ed assonnata.
Eccomi all'ennesimo ballo dove non mi è concesso altro che sorridere cordialmente, inchinarmi e conversare sul tempo.
- Signora Grundy, sono felice di rivederla - inchino di circostanza, sorriso smagliante. La vecchiaccia assomiglia ad una grossa pianta grassa. Si muove barcollando sulle corte gambette, mentre il mastodontico seno e il ventre gonfio oscillano pericolosamente.
- Cara Andromeda, come stai? - anche lei ha stampato in faccia un sorriso affabile, ma io lo so che cosa sta pensando: Andromeda Black non vale un decimo delle sue sorelle. Lo so. Lo pensano tutti. La conversazione scivola senza intoppi, i soliti discorsi triti e ritriti. Scuola, balli e matrimoni.
Matrimoni, esattamente.
Ho diciassette anni ed è già ora che io mi sposi con un nobile purosangue, sforni un sacco di marmocchi che a loro volta verranno fatti sposare con degli altri purosangue. Poco importa che siano cugini o parenti, il sangue puro ed incontaminato deve restare all'interno delle nostre famiglie.
Sono nervosa.
Sono nervosa ed agitata.
Per la precisione sono nervosa, agitata e alterata.
Mia sorella Bellatrix si è appena avvicinata a me sibilandomi di tenere la schiena diritta. Che sorella premurosa che ho! Come vorrei poterle rispondere che il mal di testa mi sta annientando, che le adorabili scarpette rosse mi stanno facendo sanguinare i piedi e che il busto dell'elegante abito purpureo mi sta togliendo il respiro. So cosa mi risponderebbe Andromeda, queste sono questioni che una vera signora può ignorare senza alcun problema. Mi risponde sempre così. Vuole sottolineare che lei è una vera signora, ciò che io non sono e probabilmente non sarò mai.
Bellatrix ed io siamo come il giorno e la notte, ciò si percepisce anche solo esteriormente.
Bellatrix è la notte, silenziosa e pericolosa. La chioma, inchiostro tenebroso, le scivola sulle spalle come fosse seta. Un manto notturno senza stelle. L'oscurità perpetua è riflessa anche nei suoi occhi. Due abissi imperscrutabili che spesso mi hanno raggelata e spaventata. Quando si altera diventano due caverne brucianti, la follia alimenta la rabbia, e la rabbia alimenta la follia.
Tutti in famiglia siamo consapevoli di quale sia la sua malattia, pazzia.
La mamma ci raccomandava sempre di non farla arrabbiare, e quello è stato l'unico consiglio che ho seguito. Mia sorella è malvagia, soprattutto con me, poiché secondo lei io sono una bimbetta senza spina dorsale.
Da piccola avevo un canarino. Gli avevo affibbiato un nome sciocco: Cippy. Passavo ore ad osservare quel piccolo esserino zampettante, simpatico ed allegro. Un piccolo sole giallo che illuminava le mie giornate grigie e tristi. Cosa può mai fare una bambina di sette anni in una casa costruita dagli adulti per gli adulti?
- No Andromeda, non toccare quel vaso -
- No Andromeda, non giocare in casa -
- No Andromeda, non si corre per i corridoi -
- No Andromeda, non puoi giocare il giardino, sporcherai il vestito nuovo -
- No Andromeda... -

Queste erano solo una minima parte delle raccomandazioni che ricevevo ogni giorno. Bellatrix non ne riceveva mai, lei era una perfetta bambina, composta ed educata. I nostri genitori la consideravano una piccola perla rara. Elogiata e sistemata su di un piedistallo come monito ed esempio. Bellatrix: una bambina che, in realtà, bambina non lo era mai stata. Adulta e arrivista. Sapeva che cosa voleva, sapeva come ottenerlo, sapeva essere malvagia per raggiungere i suoi scopi. Il ricordo di Cippy invade i miei pensieri
- Dai Cippy, canta! - mormorava una bambina dai capelli color del miele. Un ditino infilato fra le minuscole sbarre della bella gabbia argentata. Il soave canto del canarino si propagò per la stanza. Incantata la piccola Andromeda muoveva la testa al ritmo del cinguettio
- Fallo smettere - ordinò una voce che la piccola ben conosceva
- Bellatrix, per favore, è così dolce - un ghigno si dipinse sul volto della bambina più grande mentre avanzava sibilando
- Andromeda, perché vuoi disobbedirmi? - fissava con odio il canarino giallo. Gli occhi della sorellina si riempirono di lacrime, adesso Bellatrix avrebbe fatto qualcosa di cattivo. Lo sapeva. Succedeva sempre così.
Una furia nera si avvicinò alla gabbia. Il sole contro la notte, aveva pensato Andromeda, solo che quel sole era troppo piccolo perché potesse illuminare l'oscurità che aleggiava attorno alla sorella maggiore. Con un brusco movimento la porticina della gabbia si spalancò ed una mano candida provò ad afferrare il canarino. Le lacrime scorrevano sulle guance di Andromeda, gli occhi arrossati ed un unico pensiero che martellava nella testa "Scappa Cippy, scappa". Immobilizzata da anni di simili dispetti non poté far altro che fissare inerme la scena, se avesse urlato o avesse provato a fermare la sorella sarebbe stata punita.
La mano candida venne graffiata dalle piccole zampette dell'uccellino, nonostante questo riuscì ad intrappolarlo in una salda stretta. Gli acuti cinguettii andavano smorzandosi.
- Andromeda, questo sporco uccellaccio ha osato graffiarmi - ghignò gioiosa, stringendo la presa - sai cosa succede a chi tenta di farmi del male vero? - mormorò dolcemente, mentre il povero Cippy veniva soffocato dalla stretta. Andromeda annuì, grosse lacrime cadevano sul costoso tappeto persiano, mentre la follia di Bellatrix trovava il suo compimento. Aprì la finestra e lasciò cadere l'uccellino privo di vita - Muore - concluse venefica. Uscì dalla stanza, lasciando la sorella a piangere silenziosamente.

Ricordo a stento la reazione dei miei genitori quando raccontai la sorte del povero Cippy. Allarmati avevano parlato con Bellatrix, che chiaramente aveva negato tutto. Mia madre era ansiosa di chiudere l'inquietante faccenda e dichiarò che mi ero sbagliata, mi fece promettere che non avrei raccontato a nessuno ciò che era successo e mi fece giurare di non far arrabbiare mia sorella. Su questo non c'era alcun dubbio, ma capii anche quale fosse la mentalità della mia famiglia: I panni sporchi si lavano in casa. Sempre. L'evidente contraddizione presente nel discorso della mamma iniziò a farmi riflettere. Bellatrix passò le vacanze estive a casa della zia, la quale provvide a raddrizzarle in carattere, o almeno questo è quello che sostennero i miei genitori. Ancora oggi ho dei seri dubbi in proposito. Io ho sempre avuto paura della zia, era, ed è tuttora una vecchia arcigna. Quando andavamo a trovarla era una tortura. Odiavo dovermi agghindare a festa solo per poi starmene seduta immobile ad aspettare che i grandi avessero finito di parlare. La zia è anche la mamma di Regulus e Sirius, il mio cuginetto preferito. Anche loro partecipano a questa festa. Sirius è annoiato tanto quanto me e sta conversando con Narcissa. L'altra mia sorella.
Ho sempre pensato che Narcissa fosse una specie di fantasma. Da piccola non piangeva mai, ne ha mai strillato o fatto i capricci. Restava sempre in disparte, coccolando una vecchia bambola di stoffa. L'unico suo divertimento era giocare alle "signore grandi" con me. Si sistemava composta al tavolino di legno e mi offriva del tè in una vecchia tazza sbeccata. Poi parlava del tempo con termini forbiti. Sentire una bambina di quattro anni dire
- Non trova che sia una splendida giornata signora Black - con un tono affettato e fingendo di bere elegantemente dalla piccola tazzina scolorita mi faceva sorridere. Ripensandoci mi provoca dei brividi lungo la schiena, Narcissa a quattro anni era più adulta di me, anche lei non ha vissuto appieno la sua infanzia. Un'altra perla rara dei Black... io, Andromeda, mi limito a fare la parte della sorella incapace. Come questa sera.
Narcissa e Bellatrix splendono ognuna del contrasto con l'altra, Bellatrix fasciata in un abito di seta bianco, Narcissa in uno nero. Una è il negativo dell'altra. Entrambe algide e sicure di se, sorridenti ed educate. Vengono definite delle signorine rispettabili. Io vengo definita un "maschio mancato" sono troppo irruente e poco affettata per poter rientrare a pieno nel titolo di "signorina". Per questo motivo resto a fare da tappezzeria, addossata al muro, pregando che a nessuno salti in mente di chiedermi un ballo.
Narcissa mi passa accanto sorridendo
- Andromeda, non appoggiarti al muro, non è un comportamento da signorina - sibila dolcemente, continuando a sorridere verso la sala. L'umiliazione di essere ripresa dalla sorellina minore mi brucia molto, nonostante ciò sorrido a mia volta, la ringrazio dicendole
- Grazie Narcissa, senza di te non potrei vivere - e mi allontano elegantemente verso Sirius
- Cugino adorato, uccidimi - lo saluto con falsa allegria
- Non puoi chiedermi questo cara cugina, altrimenti mi tocca restare da solo qui - la solita battuta alla quale ridacchiamo sempre. Siamo la consolazione uno dell'altra in queste feste mondane
Sono rilassata
Sono rilassata ed allegra
Per la precisione sono rilassata allegra e felice
Sirius sa come tirarmi su il morale, parliamo di argomenti poco rispettabili utilizzando un tono di voce ed un'espressione fra le più serie di cui disponiamo. Tutti intorno ci osservano sorridendo, di certo pensano che la nostra conversazione versi su: scuola, balli e matrimoni. Chi mai immaginerebbe che stiamo progettando una fuga in grande stile
- Andromeda, che ne diresti se scappassimo da questa noiosissima festa piena di schifosi razzisti inaciditi dal tempo? - mi domanda mio cugino, bevendo brevi sorsi di punch. Saluta con un cenno della testa un ragazzo. Non mi fissa, poiché non è consono alla situazione
- Sirius non stavo aspettando altro - rispondo in tono cortese e quasi annoiato. Fisso insistentemente il mio ventaglio, se guardassi Sirius troppo spesso sarei tacciata come sfacciata
Benvenuti alla mascherata dei purosangue. In questo mondo l'apparenza è tutto. Sappiamo benissimo che sotto questa patina di perfetta rispettabilità si agitano torbide situazioni scabrose. Tradimenti, figli abbandonati e morti sospette costellano la nostra superba società come una macabra cornice. L'omertà è una legge, il silenzio è il nostro modo di parlare. Un mondo fatto di contraddizioni evidenti e nascoste
- Cugino, potresti accompagnarmi nel parco? Sento il bisogno di aria fresca - chiedo a voce abbastanza alta perché la signora Grundy ci senta. Lei ci sorride benevola, non c'è nulla di sconveniente nella mia richiesta, ad una giovane ragazza è concesso avere caldo.
- Sarà un piacere accompagnarti, cugina - mi risponde lui, tendendomi il braccio. Il sorriso della signora Grundy si amplia, la risposta educata di Sirius l'ha colpita molto. Vedere il ribelle dei Black comportarsi così galantemente fa molto piacere agli abitanti di questa strana società.
Iniziamo a spostarci per la sala lentamente, la fretta non deve trasparire. Mai. La pacatezza è la norma e la regola.
- Sirius, Andromeda, dove state andando? - il nonno ci ferma, sa che noi due non abbiamo buone intenzioni. Il cuore mi balza in gola, siamo stati scoperti. Dovremo restare in questa sala. Dovrò vedere mia sorella Bellatrix civettare con Rodolphus Lestrange e Narcissa che invece cerca di attirare l'attenzione di Malfoy... Merlino ti prego no! Tutto ma non questo!
- Nonno, vostra nipote Andromeda non si sente molto bene. Sente il bisogno di aria fresca. Stavo accompagnandola nel parco, come si conviene fare, così che non venga importunata da nessuno - spiega Sirius con sussiego. Gli amici del nonno ci sorridono, non si sono insospettiti ed il mio rossore sembra solo comprovare questa bugia.
- Andromeda? - domanda lui burbero.
- Certo nonno, vostro nipote è stato così gentile da accogliere la mia richiesta - continuo, facendomi aria con il ventaglio.
- Buona passeggiata allora - ci augura Abraxas Malfoy, tornando a rivolgersi al nonno. Con tranquillità ci allontaniamo dalla festa, finalmente raggiungiamo il parco.
Sono euforica.
Sono euforica ed esaltata.
Per la precisione sono euforica, esaltata e spensierata.
Superiamo una grande siepe che ci nasconde alla vista di tutti, un ghigno si dipinge sul nostro volto mentre ci allontaniamo velocemente da questo luogo grondante di ipocrisia e falsità.
Ci dirigiamo verso il mondo babbano, dove nessuno ci conosce come gli eredi della casata Black. Dove siamo semplicemente due adolescenti senza regole ed obblighi. Saremo puniti, saremo castigati, riceveremo la solita ramanzina sulla rispettabilità, sugli obblighi sociali a cui siamo aggiogati, la vita mondana...
Non ci voglio pensare. Non questa sera. Non quando posso stare in compagnia di Sirius e divertirmi. Questa sera siamo fuggiti. Domani ne pagheremo le conseguenze, ma questa notte è solo per noi!
Per dimenticare il nostro mondo malato e distorto.
Questa notte è nostra. Il domani non sarà nostro... ma è il domani, non ora... domani...


§§§



Ora alcune informazioni puramente tecniche.
La storia non è finita, la sto ancora scrivendo. Questo implica che potrebbe subire lunghe pause di riflessione. Lo dico qui, avvisando i lettori.
Sappiate che ci tengo, a questa storia, e cercherò di terminarla, ma non so in che tempi. Spero non geologici ^^!
Detto questo vi lascio al secondo capitolo:
"Passeggiate notturne al parco"

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Passeggiate Notturne al Parco ***


Un sentito ringraziamento a Scarlet Angel per il betaggio, i consigli e tutto il resto!



Passeggiate Notturne al Parco

§§§

Delle allegre risate mi distraggono dai miei cupi pensieri. Involontariamente cerco con lo sguardo chi sia così gaio. Il parco non è affollato, tutt’altro. Eppure non vedo nessuno allegro, sono tutti seri o concentrati, taluni persino infastiditi da queste risa.
Io sono solo curioso. Magari vedere delle persone felici mi farà passare la tristezza che provo ora. La mia ragazza mi ha appena lasciato. Non che me lo abbia detto, ma vederla avvinghiata ad uno sconosciuto è valso più di mille parole. Ed è stato doloroso.
Molto doloroso.
Anche se ci frequentavamo solo da tre mesi.
Tre mesi… sono pochi per credere che Lei sia la donna della tua vita.
Tre mesi… sono pochi per immaginarsi felicemente sposato.
Tre mesi… che delusione.
Non ho nemmeno avuto il coraggio di intervenire. Ho incassato il colpo e me ne sono andato, con le mani affondate nei jeans.
Un vero duro, che si allontana mesto al tramonto, lasciando la sua donna nelle braccia di un altro, una specie di gorilla glabro.
Patetico.
Domani le telefonerò e le dirò che l’ho vista. Adesso non ne ho la forza e sarebbe terribilmente imbarazzante urlarle addosso per telefono. Preferisco far sbollire la rabbia.
Poi… conosco Ally! Sarebbe in grado di rigirare la frittata a suo vantaggio, facendomi passare per il cattivo.
Sembra incredibile vero? Eppure so che ci riuscirebbe.
Senza contare il mio odio innato verso le cabine telefoniche. Sarà a causa della mia claustrofobia, ma non riesco a restarci per più di tre minuti di fila.
Senza riflettere cerco di seguire le risate che si avvicinano e si allontanano da me come un’onda.
Le seguo camminando con le mani perennemente nascoste nelle tasche.
Sono riparato da un grande cespuglio quando due figure emergono dal nulla, o meglio, entrano nel cono di luce del lampione.
Rimango sbalordito a fissarle, ed il mio stupore aumenta quando mi rendo conto di che razza di abiti indossino.
Sembrano appena usciti da una festa in maschera, ma non ci sono feste o sagre oggi.
Sono una ragazza ed un ragazzino.
Lei ha un grazioso vestito rosso, lui un completo nero.
Siamo in luglio, come fanno a resistere con quelle palandrane addosso? È questa la prima cosa che mi chiedo, mentre osservo gli abiti eleganti. Quasi mi sento in imbarazzo, poiché indosso solo jeans e maglietta.
Mi scopro a fissare la ragazza. Per la precisione sono rimasto affascinato dalla complicata struttura di forcine e mollette che sta lentamente collassando su se stessa, lasciando libera la folta chioma castana.
A fatica sposto la mia attenzione sul ragazzo.
È molto giovane, non può avere più di quattordici anni. Lei invece sembra più vecchia. Che ne abbia venti? No, è l’abito che mi sta ingannando, avrà la stessa età di Ally: diciassette, diciotto anni.
Rimango nascosto, sono curioso di sapere che cosa ci fanno qui questi due, cerco di ascoltare la loro conversazione.
- Sirius ci siamo riusciti – la voce esultante della ragazza mi fa trasalire, tanto è acuta.
- Si, cugina adorata, sai che cosa ci attende al ritorno vero? – ribatte Sirius divertito
- Certo che lo so – risponde lei quasi piccata – Ragazzi! Queste cose non si fanno! Sirius in punizione, ti sposerai con Lisa Blustrode! Andromeda in punizione, ti sposerai con Julius Goyle! – decreta la ragazza, con una voce di due ottave più basse. Questo sembra divertire molto Sirius, che scoppia a ridere senza ritegno
- Con Lisa?! Andromeda, non sapevo mi odiassi tanto – boccheggia fra le risa.
- Ed io che dovrei dire? Mammina cara mi ricorda in continuazione quanto sia affascinante Julius, quanto sia intelligente Julius, quanto sia ricco Julius – commenta schifata la ragazza, scrollando il capo e facendo così cadere un numero imprecisato di forcine.
Sono totalmente rapito dalla scena, è così surreale.
Ed allo stesso tempo così reale.
Mi sembra di aver già visto questa ragazza, di conoscerla, anche il nome suona familiare.
Andromeda...
Forse sto sognando; o forse è colpa dello spinello che mi ha passato Marcus. Me lo ha regalato ieri, dicendo che nella vita si deve provare tutto.
Tutto sommato è un regalo abbastanza normale, per un tipo come lui.
A quattordici anni mi donò gentilmente una rivista osé, l’unico commento che mi disse fu “Rifatti gli occhi, bello”. Marcus è sempre stato un ragazzo originale.
Gli spinelli, però, non rientrano nelle mie abitudini. Diciamo che l’aver visto Ally e quella specie di gorilla mi ha fatto sentire il bisogno di tirarmi su. Non avevo i soldi per potermi permettere una sbronza colossale, così ho ripiegato con quello che avevo a portata di mano.
Andromeda e Sirius, continuano a ridacchiare fra loro. Hanno iniziato a bisbigliare e non riesco a sentire che cosa dicono.
Resto appostato come una sentinella, ma mi sento a disagio. Sembra che stiano confabulando fra loro, tanto è sommesso il tono di voce.
Improvvisamente la voce di Sirius mi chiama.
- Siamo così interessanti? – il tono strafottente mi indispone immediatamente.
- Come scusa? – ribatto, cercando di sembrare il più indifferente possibile.
- Ci stai osservando da quando ci siamo fermati, non siamo stupidi – mi fredda gelido.
Negare sarebbe inutile.
Dannazione, sono stato scoperto!

§§§

Recensioni:

Ringrazio DarthSteo e Lady Guinever per i commenti. [Scusate per il ritardo osceno, ma ci ho messo un bel po’ per decidere se continuarla o meno]

Chiacchere sparse, totalmente inutili:

Ed ecco il secondo capitolo della mia primissima Long-Fic.
Che dire, mi sono imbarcata in questa situazione, vediamo cosa ne esce.
Per fortuna la mia beta mi ha informato che Ted non è un babbano, bensì un mago con origini babbane. Come Hermione, per intenderci.
Però mi sembrava banale scrivere di Ted ed Andromeda ai tempi della scuola etc…
No, non è vero, la questione è che l’ho scoperto quando oramai avevo scritto troppo di questa storia, avevo approntato una trama e quindi… così è e così resta.
Ciò non toglie che Ted sia un mezzosangue, ma il tutto si svolge dopo i tempi della scuola.

Detto questo vi saluto sino al prossimo capitolo:
“Incontri ravvicinati del terzo tipo”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo ***


Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo

§§§

- Andromeda, per caso conosci il ragazzo che si è nascosto dietro al cespuglio? – mi domanda Sirius bisbigliando
- Chi? – sorpresa faccio per voltarmi, ma il mio adorato cugino mi blocca.
- No, aspetta, vediamo come si comporta – ghigna sadico. Sirius è un bastardo, lo so benissimo. Si diverte a mettere in imbarazzo tutti, Regulus e Narcissa in particolare.
Regulus si è preso una cotta per Narcissa.
A dieci anni è normale innamorarsi platonicamente della bella cugina di sedici.
Quando Sirius l’ha scoperto non lo ha più lasciato in pace. Gira per Grimmauld Place cantando le tipiche canzoncine idiote “Regulus e Narcissa si voglion sposar!” ed amenità simili.
In quei frangenti è insopportabile persino a me.
Quindi mi premuro di citare i bigliettini che lui scriveva alla nostra Bellatrix:
Cara Bellatrix,
Sei il sole che illumina le mie cupe giornate a Grimmauld Place...”
Solitamente, a questo punto, iniziamo ad urlarci addosso, questo porta zia Walburga, sua madre, ad intervenire. Lei non perde occasione per sgridarlo, e magari anche zittirlo con un incantesimo tacitante. È meschinamente divertente vederlo boccheggiare come un avvincino appena pescato.
Io vengo solo ripresa in tono gelido.
- Queste cose non si addicono ad una Black. – Questa è, probabilmente, la frase che ho sentito più spesso in vita mia.
- Siamo così interessanti? – domanda mio cugino, riportandomi alla realtà.
Si è rivolto al cespuglio, ed io mi aspetto che sia solo uno scherzo. Invece il suddetto risponde.
- Come scusa? – finalmente riesco a vedere il proprietario della voce. È un ragazzo, nemmeno tanto bello. Gli spettinati capelli rossi gli ricadono sugli occhi, regalandogli un’espressione stralunata. È magro, molto magro. Questo mi fa ricordare quei due chili di troppo che circondano elegantemente il mio giro-vita. Anche il viso è magro ed affilato. Si potrebbe dire che sia un ragazzo scheletrico.
- Ci stai osservando da quando ci siamo fermati, non siamo stupidi – replica implacabile Sirius, quando si mette in testa qualcosa è terribile!
Riesco a cogliere il disagio dello sconosciuto, e questo mi porta ad intervenire nella discussione.
- Sirius, non essere così odioso, in fondo non stava facendo nulla di male –
- Ci stava spiando! – obietta caustico.
Effettivamente non è un bel comportamento, rifletto guardandomi le scarpe… le scarpe? Il vestito?
Per Merlino! Non ci siamo cambiati! Siamo stati troppo presi dalla fuga per ricordarci di indossare abiti babbani.
Adesso capisco perché ci sta fissando. Conciati così sembriamo due pazzi.
- Sirius, è ovvio che ci stia guardando – inizio velocemente – Ci siamo dimenticati di toglierci i costumi della festa in maschera – dico, indicando il mio abito.
Mio cugino si è bloccato, anche lui ha afferrato il nocciolo della questione ed arrossisce. Borbotta delle scuse, alle quali si premura di aggiungere che, in ogni caso, non sta bene spiare.
- Scusate, volevo solo… ecco io… non lo so - cerca di rispondere l’altro con imbarazzo.
- Beh, potresti sempre presentarti, è buona educazione presentarsi – suggerisce Sirius acidulo
- Oh sì, avete ragione. Io sono… sono Ted Tonks, piacere –
- Piacere mio, Sirius Black – mio cugino si avvicina porgendogli la mano. La rigida educazione di zia Walburga sta facendo i suoi effetti.
- Andromeda Black – mi presento con un piccolo inchino, anche l’educazione di mia madre funziona bene.
Ted è sempre più colpito, in negativo. Sono sicura che fra poco chiamerà il San Mungo per farci ricoverare.
- Siete cugini? - domanda sospettoso
- Sì, è corretto - asserisce Sirius
No, forse il San Mungo no. Un manicomio babbano però sì!
Sono in imbarazzo, ed è Sirius che sblocca la situazione.
- Ted… ehm senti – ma Ted non fa in tempo a sentire. Un borbottio risuona nel parco, mentre un fulmine si schianta lontano.
Un temporale inglese! Un maledettissimo, dannatissimo temporale inglese!
- Al diavolo – esclamo con poca eleganza. Se bagno il vestito mia madre mi farà rimpiangere di essere venuta al mondo. Già solo per l’essermene andata dalla festa passerò dei momenti poco piacevoli, se poi rovino l’abito nuovo…
Mia madre non perderebbe l’opportunità di ricordarmi quanto io sia incapace.
Da una figlia che è riuscita ad ottenere solo due E ai M.A.G.O. non ci si può aspettare poi molto.
Bellatrix, invece, è una figlia tanto perfetta. Lei che di E ne ha conquistate a centinaia. Inoltre, il vanto di mia madre, è quello di poter raccontare di quella lode speciale che la sua Bellatrix ha ricevuto per Difesa Contro le Arti Oscure!
Vogliamo parlare di Narcissa perfetta-prefetta*? Meglio evitare.
Una ventata umida mi distoglie dalle mie riflessioni.
- Sirius, ce la faremo a tornare a casa, prima che piova? – domando disperata.
- No – è la lapidaria risposta. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Ma che cosa ci è venuto in mente? Perché siamo fuggiti da quella festa?
Voglio solo tornare a casa. Strofino con forza le palpebre, cercando di impedire alle lacrime di scendere.
- Volete che vi accompagni in un pub? – domanda Ted imbarazzato
- Con questi vestiti? – replico acida
- Oh, scusami! Cosa pensi di fare allora? – ribatte lui scocciato.
- Non lo so, non posso bagnare il vestito – è l’unica cosa che riesco a dire, prima che le lacrime prendano il sopravvento. Al diavolo tutto, sto cercando di fare l’adulta, ma non riesco nemmeno ad accettare di sporcarmi il prezioso vestitino da bambola.
Andromeda Black, sei patetica. E stupida.
Con tutti i guai che ho combinato questa sera, il vestito dovrebbe essere l’ultimo dei miei problemi.
Invece no!
Perché sapere che mia madre mi considera un’incompetente mi fa stare malissimo. Finché sono Bellatrix e Narcissa a pensarlo… ma non la mamma.
Ho sempre lottato per un po’ di approvazione, anche se fingo di non averne bisogno.
Quale bambina non ha bisogno di sentirsi dire “Brava tesoro”. Poche volte sono stata degnata di tale onore, mentre per le mie sorelle è il contrario.
È davvero triste essere la sorella senza capacità, essere la parte negativa di un paragone.
Anche adesso, che voglio fuggire, mi rendo conto di essere un’inetta. Non so fare nulla, se non piangermi addosso.
Patetica, patetica e patetica.
Sirius si limita a mettermi una mano sulle spalle, anche lui è preoccupato. È la prima volta che ci allontaniamo così tanto da casa.
Siamo due sciocchi, ecco che cosa siamo.
Inizio a guardarmi attorno spaventata. È notte, pioverà e siamo lontani da casa, per di più in una zona poco conosciuta. Che situazione orribile.
Orribile, davvero.
Vorrei essere a casa mia, nella mia camera.
Vorrei leggere il libro che ho abbandonato sul comodino, o riposare nel mio letto comodo.
Vorrei potermi levare questo corsetto che mi toglie il fiato, e lanciare le strette scarpette attraverso la stanza.
Vorrei farmi un bagno fresco.
Vorrei…
Invece sono in un parco sconosciuto, a parlare con un ragazzo sconosciuto e per di più babbano.
Quando imparerò a pensare prima di agire?
Quando?

§§§

*So che sarebbe perfetta-prefetto, ma ho preferito storpiarlo.

Recensioni:

^clod^: Sono contenta di essere riuscita a farti interessare a questa coppia, spesso dimenticata in favore di altri pairing più noti.

Miyaki: Ma allora esiste qualcuno a cui piacciono le Andromeda/Ted… Grazie! In EFP non ne ho trovate molte, anzi.
Poi ho preferito non leggerle nemmeno, così da non essere condizionata su nulla. Pensavo non ci fossero fan della coppia. Sono felice di scoprire il contrario

Master Ellie: Un’altra fan di Andromeda. Effettivamente questo personaggio è spesso surclassato dalle due sorelle che le rubano la scena. Anche perché, bisogna ammetterlo, è quasi più facile scrivere di Bellatrix o Narcissa, di cui si sa di più.
Andromeda invece… non si sa nemmeno se sia viva o morta durante la saga di Harry Potter!

Chiacchiere sparse, totalmente inutili


Com’è ovvio ringrazio la mia beta, Scarlet Angel, che con pazienza segue l’evolversi della storia.
Inoltre un sentito ringraziamento a ReaderNotViewer, che mi ha dato dei preziosi consigli sulla fan fiction in generale. Per fortuna la sua pignoleria mi ha aperto gli occhi sui molti punti “oscuri” che, per me, erano invece chiari.
Grazie davvero!

Il terzo capitolo della storia… non mi sembra vero.
Si vede che non sono abituata alle long fic. Solo one-shot per ora.
Non è così difficile portarla avanti, sarà che ho già scritto i capitoli ed hanno solo bisogno di essere revisionati per bene, però mi sto divertendo. Ed alla fine è questo che importa.
Qualora diventasse un obbligo fastidioso e irritante penso non la continuerei, non ne verrebbe fuori nulla di buono.
Però non credo succederà, mi piace scrivere, e soprattutto mi piace scrivere di questa coppia.
Preferisco scrivere dal punto di vista di Andromeda, Ted è… un maschio.
Non riesco ad immedesimarmi in un uomo, quindi rischio sempre di scivolare nell’inverosimile.
Però la storia sarà a punti di vista alternati, uno Ted, uno Andromeda. Quindi avrò tempo e modo di esercitarmi.
Forse anche altri personaggi compariranno, per staccare dalla coppia. Ma resteranno comunque marginali.
È già difficile gestire Ted ed Andromeda… se ci mettiamo anche altri personaggi mi portano alla neuro di peso.
Che dire?
È facile scrivere su questi due personaggi, perché non se ne sa quasi nulla. Così non sono costantemente preoccupata di uscire dal canone. Poi posso sbizzarrirmi sul passato di Ted, sui suoi genitori ed eventuali amici.
Non sono molto brava a restare IC, soprattutto in una storia romantica.
Spero anche di non concentrarmi solo sulle romanticherie e ignorare tutto il resto, vorrei scrivere una storia completa sotto tutti i punti di vista.
I capitoli saranno sempre corti.
Perché?
Perché utilizzando i punti di vista alternati non me la sento di descrivere “troppo” attraverso gli occhi di una sola persona.
Spesso ci saranno delle riprese al capitolo precedente, per collegare i due punti di vista.
Ovviamente i punti di vista distorcono la realtà effettiva di ciò che accade. Il tutto è filtrato tramite il pensiero del personaggio in questione.
Detto questo vi saluto sino al prossimo capitolo "La Storia di Ripete"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - La Storia si Ripete ***


La storia si ripete

§§§

Si dice che il mondo sia bello perché vario.
No, questa non è varietà, è pazzia. Pazzia allo stato puro.
Possibile che questa ragazza pensi solo ad un vestito di carnevale?
Ed il cugino? Ha perso tutta la sua baldanza e la fissa spaventato.
Dubito che stessero tornando a casa. Sembra piuttosto che ne siano scappati.
Non so che cosa fare.
Propongo un pub, e subito Andromeda mi zittisce.
Certo che anche la ragazza è un peperino, degna cugina dello sbarbatello.
Non so cosa fare, ne cosa proporre per risolvere la situazione. Per di più inizia anche a dolermi la testa..
Ci mancava solo l’emicrania per completare questa bellissima serata.
La Fortuna si è dimenticata della mia esistenza. Dopo aver visto la mia ragazza con un altro, essermi fumato il mio primo spinello, aver incontrato due pazzi; ecco l’emicrania.
Perfetto.
Veramente perfetto.
I singhiozzi di Andromeda mi riportano alla realtà.
- Posso darvi un passaggio in macchina – proviamo, magari si calma.
Non sopporto la vista di una ragazza che piange. Tutta colpa di mia madre, che mi ha sempre detto che le lacrime di una donna sono più preziose delle perle. Non bisogna mai sprecarle. Andromeda, invece, sembra volerne sciupare parecchie.
- Grazie per l’offerta, ma se i nostri genitori ci vedessero arrivare con uno sconosciuto si preoccuperebbero – declina gentilmente Sirius
- Si preoccuperanno di più se non tornate a casa –
Sirius non risponde subito, probabilmente sta dosando le parole con cui rispondermi.
- Vedi, nella nostra strana famiglia, essere accompagnati a casa da degli sconosciuti riserva maggiori e peggiori punizioni, che non tornarci affatto –
Bene, mi sento come Alice. Irrimediabilmente confuso. Ma che razza di genitori sono, i loro? Evito di pensarci, non credo otterrei risposte.
- Posso aiutarvi in qualche modo? – domando, mentre maledico lei per quelle lacrime che mi costringono ad interessarmi alla questione.
- Beh… puoi ospitarci, se vuoi – risponde la signorina.
Certo, perché no? Volete anche the e biscotti? La colazione in camera per le otto è di vostro gradimento?
Come vorrei poter dire di no, come lo vorrei. Ma quelle dannate lacrime non me lo permettono. Cerco una scappatoia.
- Voi vi fidate così tanto di uno sconosciuto? – insinuo malizioso
- Siamo in due, sappiamo difenderci – replica impassibile Sirius mettendosi una mano in tasca, Andromeda annuisce.
- Io non voglio responsabilità, tu sei sicuramente minorenne – ribatto, parlando a Sirius.
- Per favore, non sappiamo dove andare, ed il temporale si avvicina – supplica Andromeda fissando il cielo.
Oramai sono dieci minuti che ne parliamo. Questi due ragazzi sono testardi come muli.
Se fossero malintenzionati?
No, devo forse ricordarmi che li stavo spiando io, e non loro me?
Va bene, va bene. Mi adeguo alla follia che sta imperando e li invito a casa mia.
Ringrazio mia madre che, dopo la morte di mio padre, ha venduto la grande villa Sole, e si è comperata due appartamenti in centro. Me ne ha consegnato uno, dicendo che è ora che diventi indipendente.
Un modo simpatico per mandarmi fuori di casa. Questo le permette di fare tutte quelle manifestazioni femministe, che tanto le piacciono.
La signora Banks*, in confronto, è una devota casalinga.
Affretto il passo, l’aria umida ci circonda e mi si appiccica addosso come una seconda pelle. Odio l’umidità, ed ho giurato tante volte a me stesso che me ne sarei andato da questo posto.
Eppure ho sempre dovuto infrangere questa promessa, finché non diventerò avvocato non mi trasferirò.
Il problema è che io non ho mai voluto studiare giurisprudenza. Io sogno di diventare un pittore e trasferirmi a Parigi, ma la nonna paterna è stata chiara. Seguirai le orme di tuo padre.
Ed eccomi bloccato in una scuola sconosciuta a studiare per un titolo di studio che non voglio.
Un film già visto.
Anche con Hogwarts è stato lo stesso.
Sorpresa, sorpresa.
Un giorno arrivò una lettere tramite gufo, e dico gufo, che mi avvertiva del fatto che fossi un mago.
Pensai che fosse uno scherzo dei miei genitori, ma poi mi dovetti ricredere.
Mia madre disse che sarebbe stato fantastico, mio padre si limitava a darle ragione. Ero un bimbetto di undici anni, quindi accettai entusiasta.
Che sbaglio, che terribile sbaglio.
Avrei dovuto dar retta a nonna Costance, che si oppose con tutte le sue forze a questa decisione.
Io, un sanguesporco, non avrei mai dovuto varcare quella soglia maledetta.
Passai sette anni d’inferno, non riuscendo a ribellarmi ai soprusi. A quelli dei Serpeverde, s’intende.
Un covo di superbi purosangue. Si divertivano a tormentarmi, non perdevano occasione per umiliarmi e deridermi.
Eppure tacevo sempre, non ho mai denunciato i piccoli carnefici.
I miei compagni di Corvonero facevano quel poco che potevano, ma nessuno ebbe mai il coraggio di mettersi esplicitamente contro di loro.
Presi il diploma e giurai a me stesso che non avrei mai più usato una bacchetta. Che fare allora?
Fortuna volle che mia nonna avesse insistito per farmi prendere delle lezioni private l’estate. Lezioni babbane, ovviamente. Per sette anni frequentai Hogwarts, e studiai a casa.
Terribilmente stressante, ma mi servì. Mi fu necessario per poter prendere un diploma in soli due anni, seguendo corsi intensivi.
Albus Silente mi diede tutto l’appoggio che mi occorreva. Parlò con il preside riguardo alla scuola speciale che avevo frequentato negli ultimi sette anni.
Una scuola per ragazzi dotati. Mi sentii come un X-Man.
Nonna Costance si prodigò ancor di più.
Scrisse lettere di raccomandazione e parlò con il direttore. Di persona.
Non so cosa si siano detti, mi limito al fatto che ottenni l’attestato, e questo mi basta.
Una volta ottenuto il tanto agognato titolo di studio, chiesi di potermi iscrivere ad un’accademia d’arte.
Ma nonna Costance me lo impedì, dovevo diventare avvocato, come mio padre, il quale era scomparso da poco.
Non riuscii ad oppormi, dopo tutto quello che aveva fatto per me, proprio non potevo…
Il temporale ci raggiunge, lo sguazzo ci infradicia da capo a piedi, per fortuna non manca molto a casa mia. Andromeda continua a piagnucolare, il suo vestito si è bagnato.

§§§

* Per chi non lo ricordasse, è la mamma, nel film Mary Poppins. La quale, sfegatata femminista, partecipa ad ogni manifestazione possibile.

Recensioni:

Annaira: Sono felice che tu abbia apprezzato Sirius, non ero convinta di averlo reso al massimo. La coppia in effetti è molto trascurata, spero di non deluderne i fan.

Lemonade: Sono desolata che quel “presto” sia diventato un mese ma… la facoltà… è riiniziata.

Master Ellie: Chiedo perdono per il ritardo ma… la mia facoltà è peggio di una sanguisuga, mi richiede un sacco di tempo ^^! Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo.

Tabita: Sono contenta che ti abbia apprezzato la mia fan fiction. Spero solo di non deludere le tue aspettative sui due protagonisti ^^!

^clod^: Non credevo di riuscire a rendere curiosi i miei lettori/lettrici ^^! Mi auguro sia di tuo gradimento anche questo capitolo.

Chiaras: Ed eccoti accontentata, mi auspico di essere riuscita a restare IC, per quel poco che sappiamo dei due protagonisti.

Fenrir: Ed ecco Teddy, spero di non aver deluso le aspettative!

Chiacchiere sparse, totalmente inutili:

Chiedo scusa per il vergognoso ritardo, sfortunatamente ho riiniziato l'università. Questo mi porta via tantissimo tempo. E, per finire in bellezza, sia io che Scarlet Angel abbiamo avuto dei problemi coi pc.
Non che il mio si possa definire propriamente un problema, diciamo che è stato un cambio radicale di portatile. Quindi ho dovuto traferire, formattare, cambiare, impostare... un lavoraccio che mi ha preso una giornata intera del mio poco tempo libero.
Comunque come vedete sono viva, e, se vi può consolare, ho molti capitoli scritti in attesa di essere betati. Quindi se anche dovessi avere un improvviso blocco, ho materiale a sufficienza per poterlo superare senza danni o ritardi. Almeno credo.

Ed ecco, finalmente e lungamente atteso, il quarto capitolo della saga infinita… no scherzo. Non sarà infinita, o almeno lo spero.
Chiariamo subito ciò che riguarda Mary Poppins.
Io mi riferisco solo alla trasposizione cinematografica. Non ho mai letto i libri di Mary Poppins. Mi è stato riferito da ReaderNotViewer che nei libri la signora Banks è una casalinga, mentre nel film è un'attiva femminista.
Bene, chiarito questo, ringrazio Scarlet Angel per il betaggio, come al solito ^^!

Che dire, le parti di Ted sono infinitamente più difficili di quelle di Andromeda. In tutta sincerità non so come funzioni la mente di un maschietto, non so se si comporterebbe così come l’ho descritto od in tutt’altra maniera ma… va bene così.
Ovviamente il passato di Ted, nonna Costance, sua madre e tutto il resto è puro frutto della mia fantasia.
La Rowling non ci dice nulla sulla sua famiglia, e quindi io mi posso permettere moltissime libertà su questo argomento. Cio non toglie che se qualcuno ha qualche notizia attendibile sui vari parenti, sarei più che felice di conoscerle.

Ah sì, ho aggiunto una piccolezza nel capitolo precedente, ve la riporto qui, così non dovete rileggervelo tutto per trovare la modifica

Ted è sempre più colpito, in negativo. Sono sicura che fra poco chiamerà il San Mungo per farci ricoverare.
- Siete cugini? - domanda sospettoso
- Sì, è corretto - asserisce Sirius
No, forse il San Mungo no. Un manicomio babbano però sì!

Non ho molto altro da aggiungere. Per questo vi saluto sino al prossimo capitolo: “Mi casa es tu casa”

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Mi Casa es Tu Casa ***


Capitolo 5 – Mi casa es tu casa.


Mia cugina è un’incosciente! Chiedere ospitalità ad uno sconosciuto?
So che è un babbano, e le basterebbe fare un incantesimo per metterlo fuori gioco, ma è veramente poco intelligente come comportamento. La fisso di sottecchi, mentre seguiamo Ted. È nervosa e si tocca con insistenza la coscia, la bacchetta la infastidisce.
Ogni purosangue che si rispetti porta con se la sua bacchetta. Sempre. Per noi uomini è tutto molto semplice, la tasca interna del vestito è atta allo scopo, ma per le donzelle?
Alle feste non si portano mai borsette, quindi si risolve il problema tenendola nella giarrettiera.
Questo l’ho scoperto quando, all’età di sette anni, mi infilai sotto la gonna della signorina Lianne Malfoy.
La fanciulla non era dotata di senso dell’umorismo, infatti non apprezzò il gesto e mi immobilizzò per il resto della serata.
Torno a fissare Ted, è così mingherlino che potrei metterlo facilmente fuori gioco.
Se fosse anche lui un mago?
Se ci stesse spiando su commissione di qualcuno?
Siamo in guerra, colui – che – non – deve – essere - nominato fa stragi e noi chiediamo ospitalità agli sconosciuti! Siamo due idioti. Cerco di comunicarlo ad Andromeda, ma lei mi gela con lo sguardo, si limita a sussurrare che non siamo in pericolo.
Inizio a riflettere.
Se fosse un mangiamorte non ci ucciderebbe. Siamo due purosangue, Black, che aspettano il marchio.
Se fosse un auror non ci ucciderebbe: Siamo due ragazzini, ci porterebbe in qualche quartier generale e cercherebbe di scoprire qualcosa su di noi.
Se fosse un babbano non ci ucciderebbe: Siamo due maghi, sappiamo difenderci più che egregiamente.
Forse non siamo in pericolo.
Però, chi mai può dirlo? Magari ci ammazzano perché siamo le pecore nere dei Black… e lasciamo perdere questo orribile gioco di parole.
Scuoto la testa rassegnato, Andromeda ha intenzione di fidarsi di questo babbano. Non posso lasciarla da sola, quindi tanto vale accettare il fatto ed essere pronti a reagire.
Reagire in maniera veloce e precisa.
Veloce… come la nostra fuga alla festa.
Che fuga magistrale! Non riesco a non pensare a quando potrò raccontarlo a James. Non mi crederà mai!
Mi piacerebbe aver visto la faccia di mammina cara, quando si è accorta della nostra scomparsa.
Sicuramente Regulus la starà consolando, dicendo che sono davvero un figlio degenere, che non voglio bene alla mia adorata genitrice.
Schifoso leccapiedi.
Chissà come reagirebbero se ci vedessero con questo Ted.
Il mio adorato fratellino sverrebbe di certo, mentre lei inizierebbe a strepitare come un’ossessa. Probabilmente mi diserederebbe all’istante.
Ma la soddisfazione di vedere la sua faccia paonazza sarebbe impagabile, lei che è sempre così calma e posata.
Continuo a crogiolarmi in questi pensieri piacevoli, almeno sino a quando non sento delle gocce cadermi sul viso. Lo scroscio ci coglie impreparati ed Andromeda ricomincia a piangere.
Il vestito è fradicio e lei ha paura di come la prenderà sua madre.
Non capisco perché si sia fissata così tanto sull’abito. Davvero, non lo capisco!
Di certo questo sarà l’ultimo dei nostri problemi, quando torneremo a casa. Sua madre non si accorgerà nemmeno del vestito rovinato.
Ted ci assicura che non manca molto ed accelera il passo.
Poco dopo giungiamo davanti alla porta del famoso appartamento. Ci possiamo accomodare all’interno.
È piccolo, e disordinato.
La mia camera è decisamente più grande!
Scruto con sospetto ogni angolo. È un babbano. Decisamente un babbano.
I piatti sporchi giacciono abbandonati nel lavandino della cucina, mentre dei vestiti adornano il divano.
- Scusate il disordine – esclama Ted, correndo a nascondere i vestiti in quella che, presumibilmente, è la sua camera da letto – Accomodatevi – aggiunge meccanicamente, indicando il divano.
Andromeda non se lo fa ripetere, si siede e si toglie le scarpette, che con ogni probabilità ha maledetto in ogni secondo della passeggiata.
- Cugina, ti sembra il caso di restare qui? – sussurro concitato.
- Certo, che altro potremmo fare? Piove, siamo lontani da casa e con ogni probabilità non ritroveremo la strada al buio. Non possiamo nemmeno fare magie, dobbiamo adattarci! – risponde stizzita.
- Ma se Ted… -
- Ted è un babbano, non ci farà nulla – assicura – e se ci provasse… - non finisce la frase, ma si sfiora la coscia. Magia, ovviamente.
- Tu puoi usarla, io no – la rimbecco infastidito.
- E con ciò? Vorresti insinuare che non sono capace di difendermi? –
- No, non è questo, ma io non potrei aiutarti –
Insomma, essere “salvato” da una ragazza è disonorevole. Andromeda capisce perfettamente dove sto andando a parare e ridacchia divertita. L’orgoglio maschile è sempre stato un argomento divertente per lei. Al contrario, io sbuffo stizzito, e mi siedo sul divano.
È comodo, così comodo che quasi mi addormento. Ieri notte ho dormito veramente poco, sono stato troppo impegnato a disturbare Regulus per farlo.
Aspettiamo il padrone di casa. Il rumore di passi che si avvicinano ci avvisa del suo ritorno. Si è cambiato, e ci squadra con evidente esasperazione.
- Non potete restare coi vestiti bagnati, vi ho portato qualcosa con cui cambiarvi. Il bagno è lì – afferma, porgendoci un fagotto di stoffa a testa.
Andromeda cerca di contestare la decisione, ma il ragazzo la fulmina.
- Non ho intenzione di bagnare il divano per i vostri capricci – sentenzia perentorio.
Mestamente mia cugina si dirige verso il bagno, uscendone molti minuti dopo. Sembra una babbana, anche se quella maglietta, che le arriva quasi alle ginocchia, è un po’ stretta per lei. Diciamo che le mette in risalto quelle grazie prettamente femminili.
Ted le rivolge un’occhiata distratta, per poi domandarle sbigottito
- Ma… e i jeans? -
- I tuoi pantaloni… mi sono stretti – si giustifica lei, oramai diventata paonazza dalla vergogna.
Scoppio a ridere, rimediandomi un’occhiataccia da Andromeda. Capisco che vorrebbe dirmi di stare zitto, che la sto imbarazzando.
Ma è davvero divertente!
Andromeda è una vera piaga quando si tratta di vestiti.
Secondo lei, tutto ciò che indossa la fa apparire grassa e sgraziata.
Non le è mai saltato per la mente che forse, quella pancia, esiste davvero. E che, se ogni volta che si muove riesce a distruggere qualcosa, forse non è colpa del vestito di turno.
Sono sicuro che starà dando la colpa a Ted, che le ha voluto fare uno scherzo.
Un’altra occhiata mi fa capire abbastanza bene che è meglio se mi allontano.
- Vado a cambiarmi – riesco a sghignazzare, prima di richiudermi la porta del bagno alle spalle

Recensioni:

Nisi Corvonero: Sono più che felice di aver attirato anche la tua attenzione sul personaggio di Andromeda.

Francesca Akira89: Oh, prevedo scintille, ma non anticipo nulla ^^! Comunque mi pare di ricordare [ma potrei sbagliarmi] che Black sia un cognome veramente diffuso, un po' come il nostro Rossi, o Bianchi. Quindi è abbastanza normale che se qualcuno si presenta con "Salve sono Sara Rossi" difficilmente penserai che sia imparentata con quel Rossi che conoscevi a scuola. E poi, diciamocelo, Ted è un po' imbranato. Vive nel suo mondo.

Tabita: Il mio ego si è gonfiato come un pesce palla! Grazie ancora per i complimenti ^^.

Chiacchiere sparse, totalmente inutili:

Ed ecco il 5° capitolo.
Oramai i rigraziamenti a Scarlet Angel sono di rito, ma continuerò a ribadirlo fino alla fine della storia, se mai avrà una fine.
Grazie per l'infinita pazienza ^^!
Avrete sicuramente capito che il protagonista è Sirius.
Ovvio no? Io mi trovo in difficoltà a riportare i pensieri dei personaggi maschili e descrivo anche Sirius.
Credo che si possa leggere, in questo comportamento, una leggera nota di masochismo.
Però non potevo non descrivere che cosa pensa il piccolo cuginetto della situazione, ed ho pensato che fosse un buono stacco dai due protagonisti.
Bene, scrivere attraverso gli occhi di Sirius non è così difficile, sarà che la mia mentalità è quella di una ragazzina di quattordici anni, e quindi mi immedesimo meglio...

Non so davvero che altro scrivere, in fondo non è successo praticamente nulla...
La cosa è preoccupante, ma spero non vi siate troppo annoiati in queste divagazioni in cui non accade praticamente nulla.
Vi saluto sino al prossimo capitolo "Similitudini"

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Similitudini ***



Similitudini

§§§

Maledetti pantaloni babbani!
No, correggo, maledetti pantaloni babbani stretti.
Che vergogna, non riesco ad allacciarli. Sono troppo stretti per me, almeno in vita.
Ted è davvero uno scheletro!
Sono chiusa in questo stanzino, che dovrebbe essere un bagno, da oramai un quarto d’ora.
Ho litigato a lungo con l’elegante vestito rosso, non ci sono stati elfi domestici pronti ad aiutarmi, e la cosa mi ha infastidito parecchio. A casa sarei stata servita con rapidità
Comunque sono riuscita a slacciare tutti quei dannati gancetti del corpetto, ed ad infilarmi quella maglietta babbana. Non è profumata come i miei vestiti, ma almeno è asciutta.
Però questi pantaloni... oh Merlino che rabbia!
Non posso restare qui dentro per sempre, e poi… che razza di bagno è? Non c’è nemmeno una vasca!
Mi guardo di nuovo allo specchio, che ha un urgente bisogno di essere pulito. La t-shirt è comunque abbastanza lunga per coprire la bacchetta.
Ho deciso. Fa caldo. Resterò con addosso solo questa, ed appena il mio vestito si sarà asciugato lo rimetterò.
Torno in salotto. Mio cugino mi squadra allibito.
Ted invece mi guarda senza alcun interesse. Poi sgrana gli occhi.
Sono indecente conciata in questa maniera.
- Ma… e i jeans – mi domanda, cercandoli con lo sguardo. Rimango delusa, non mi sta fissando in quel modo. È solo perché non indosso quel suo stupido indumento.
- I tuoi pantaloni… mi sono stretti – arrossisco sia per la rabbia che per la vergogna.
Devo proprio confessare che non sono snella come un fuscello?
Sirius scoppia a ridere, ed istintivamente lo fulmino con lo sguardo. Lo fulminerei volentieri anche con qualcos’altro, ma siamo davanti ad un babbano.
- Vado a cambiarmi – ghigna il mio adorato consanguineo, dirigendosi verso il “bagno”.
La porta si chiude e cala un silenzio imbarazzante, interrotto sporadicamente dai tuoni.
- Vuoi una coperta? – mi chiede Ted, fissando la finestra
- Eh… no, grazie, fa caldo – altro che signorina! Chiunque avrebbe accettato, ma c’è troppa afa per avvolgersi in una coperta, veramente troppa.
Altro silenzio imbarazzante, ed io mi concentro sul ticchettio dell’orologio, che si confonde con quella della pioggia sui vetri.
- Di cosa ti occupi? – chiedo, nella speranza di alleviare la tensione
- Studio, giurisprudenza –
Loquace il ragazzo! Sono abituata alle conversazioni che intrattengo alle feste, una domanda simile esige una risposta molto più elaborata.
- Oh, e ti piace? –
- No, ma devo – Sincerità, nel mio mondo è bandita, ma non qui. Provo un’immediata simpatia per questo ragazzo.
Quante volte mi è successa la stessa cosa? Tante, davvero tante.
- Ti capisco, che cosa vorresti fare? – Gli sorrido comprensiva, quanti sogni infranti ho dovuto nascondere nei miei cassetti.
Voglio fare la ballerina! No, non ti è concesso.
Voglio fare l’esploratrice! No, non ti è concesso.
Voglio fare la cantante! No, non ti è concesso.
Tutti i miei sogni sono stati soffocati sul nascere, perché io devo solo sposarmi ed avere un sacco di marmocchi.
Non mi sono mai imposta per poter cambiare il corso degli eventi, perché tanto non servirebbe a nulla.
È già tutto deciso per me.
Mia madre mi sorride benevola quando parlo con Julius. Ma io non lo trovo per nulla simpatico. Metà del tempo mi parla di quidditch, l’altra metà mi parla delle sue aspirazioni personali.
Vuole diventare Ministro. Mira molto in alto, ed è noioso. È troppo… troppo serio per me. Io voglio poter ridere col mio ragazzo, non dovermi sorbire l’ennesimo studio borsistico dei titoli di suo padre. Mi bastano quelli della mia famiglia.
Considerando che l’economia è una di quelle materie che non si studiano a Hogwarts, ci pensa papà a compensare.
La frase più frequente che sento è
- Da grandi dovrete saper gestire i vostri capitali da sole! – bello vero? A diciassette anni so in che cosa posso investire, come ad esempio per la M.A.V [Magiche Assicurazioni sulla Vita] è sempre molto sicura in questi tempi. Ed in cosa no.
Pensavo fosse un problema esclusivamente femminile, adesso scopro che così non è.
- Io? Il pittore – mi confida Ted, giocherellando con una matita trovata sul divano.
Solo ora noto tutti i disegni appesi alle pareti, non sono bellissimi. Si vede che non ha mai potuto affinare la sua tecnica, però la capacità c’è.
Che spreco, che spreco di talento costringerlo a studiare qualcosa che non gli interessa.
Mi alzo per esaminarli più da vicino, alcuni sono affascinanti.
Scene di tutti i giorni, paesaggi, ragazze, amici…
- Sono belli – osservo, continuando a passeggiare
- Cosa cugina? – Sirius, ha appena finito di cambiarsi. Mi basta un’occhiata per capire che lui, in versione babbana, sta meglio di me. Noto inoltre che i jeans gli vanno bene. La cosa mi infastidisce.
- Questi disegni. Li ha fatti Ted – rispondo, indicando il ritratto di una ragazza mora.
Sirius replica con un cenno del capo, è stanco, si vede. Anche Ted lo capisce e si offre di scortarlo nella camera degli ospiti.
- No, preferisco restare qui – riesce a rispondere, soffocando uno sbadiglio.
Che tenero, si preoccupa per me. Non vuole lasciarmi da sola con Ted. Se non fossi così intrigata da questo babbano andrei a dormire con lui.
- Sirius non penso che Ted voglia attentare alle mie virtù – sdrammatizzo ridendo.
- Però, Andromeda, è sconveniente restare così in compagnia di uno sconosciuto – sottolinea Sirius malizioso. Crede che stia cercando di sedurre Ted?
Assurdo! Non mi interessano i ragazzi, non dopo aver avuto il piacere di intrattenermi con tutti quei decerebrati alle feste.
- Sirius, se stai insinuando qualcosa… -
- Io? Assolutamente no! Però converrai con me che mostrare una così ampia porzione di gambe ad uno sconosciuto non sia rispettabile –
- A quanto posso sentire, cugino, l’adorata zia sta ottenendo dei meravigliosi risultati – La frecciata lo colpisce in pieno, lasciandolo stupito.
- Come desideri, mia cara, vi auguro una buona notte – sibila di rimando, e si dirige verso la porta che Ted ha gentilmente aperto.
- Sogni d’oro – gli auguro ghignando. Sapere che gli insegnamenti di sua madre stanno facendo effetto lo tormenterà per tutta la notte. Ted non risponde, è troppo sconvolto dalla breve conversazione che ha appena udito per farlo.
Muove appena la testa in direzione di Sirius, per poi soffermarsi a fissare le sue mani. Si stanno intrecciando senza sosta. È nervoso. Molto nervoso.

Recensioni:

^clod^: Sono più che lieta di essere riuscita ad incuriosirti. Andromeda non è propriamente in carne, è una ragazza normale. Con una taglia in più di quello che dovrebbe avere ^^! Poi c'è da dire che Ted è uno scheletro... non so se hai presente quei ragazzi altissimi e magrissimi, che sembrano delle figurine di cartavelina.
Poi mi è venuta in mente questa scena perché è un po' quello che è successo col mio ragazzo, i suoi pantaloni mi vanno a filo...

Chiaras: Eccoti accontentata! Spero di non deluderti.

FrancescaAkira89: Beh, effettivamente Andromeda e l'etichetta non vanno molto d'accordo. Anche se, negli anni '70 [perché la storia è ambientata in quegli anni] non erano rare le ragazze con delle enormi magliette e sotto dei collant o dei fuseaux.
E poi, ricordiamoci che Andromeda è pur sempre una strega, una mossa falsa da parte di Ted e lei lo pietrifica!

Chiacchiere sparse, totalmente inutili


I dovuti ringraziamenti alla mia beta, Scarlet Angel, sin troppo paziente con me.

Che dire, siamo già al 6° capitolo. Non mi sembra vero.
Mi scuso per l'enorme ritardo, ma quando si ha una madre che ti soffia sul collo perché tu dia esami... ho dovuto fare una full immersion ed ho dato tre esami in una settimana. Il quarto mi aspetta lunedì; ed io ho paura.
Inoltre sto anche partecipando al ficexchange indetto da Kit, ed ovviamente non ho idee.
Ma non dispero, prima o poi qualcosa inventerò!
Oltre a questo non c'è molto altro da dire, per cui vi saluto fino al prossimo capitolo, sperando di poterlo pubblicare entro la fine dell'anno!
Vi aspetto quindi a "Una lunga, lunghissima notte" e vi auguro una buona giornata!

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