che vita è

di laurastella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


che vita è

Nota : i personaggi non appartengono a me.

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Ah, che bello accarezzarti, perdersi a guardarti.
Con gli occhi di un bambino, con gli occhi che hai.
La neve scende fuori e nasconde i rumori per noi
.Resta a letto, non alzarti, che ci penso da me.
A ingegnarmi, a coccolarti, a portarti il caffè.
Su un vassoio, con il sole del mattino apposta per noi.
( Che vita è - Irene Grandi )

I primi raggi del sole la risvegliarono dai suoi sogni, ma quella mattina Akane esitò ad aprire gli occhi, non voleva farlo e accorgersi così che anche la dolce sensazione di calore che l’avvolgeva fosse in realtà uno stupido sogno che, come gli altri, il nuovo giorno le avrebbe strappato via. alla fine si fece coraggio e li aprì . il cuore quasi le scoppiò nel petto, lui era lì che la stringeva tra le braccia da dietro, il volto seppellito nei suoi capelli e le labbra posate delicatamente sul suo collo, le loro gambe erano intrecciate così come le mani e proprio lì, in quel groviglio di dita, s’intravedevano due fasce identiche e scintillanti color dell'oro, due fedi nuziali. I bagliori che emettevano colpite dai raggi del sole affascinavano akane che, per osservare meglio quel semplice e meraviglioso anello che portava al dito, slacciò con delicatezza le sue mani da quelle di suo marito; "si, mio... marito!"si ripeté ancora incredula, quest ultimo però non sembrò gradire molto la cosa e, mugugnando nel sonno, con le mani ormai libere, le cinse saldamente la vita stringendola forte a se e affondando ancora di più il volto nell'incavo del suo collo. A quel tocco Akane sussultò e si sentì mancare un battito, non era abituata ad un contatto così possessivo, così intimo, non con lui, non ancora perlomeno. Infondo erano sposati da appena un giorno e quella era stata la loro prima notte insieme. “si, davvero una grande prima notte di nozze", pensò sarcastica, ancora non poteva credere di essersi tirata indietro, di non aver voluto fare l'amore con lui. Eppure non c'era niente che lo avrebbe reso più felice, niente che avrebbe desiderato di più. "sono una sciocca egoista" si disse con tristezza. Anche a lei sarebbe piaciuto, anche lei lo voleva, ma era successo tutto troppo in fretta, troppe emozioni tutte in una volta così, alla fine, non se l'era sentita di andare fino in fondo e aveva dovuto fermarlo.


Lo stato d'animo di Akane era cambiato così tante volte il giorno prima, che gli avvenimenti di quella notte erano giunti del tutto inaspettati. Dall’annuncio del matrimonio, la mattina prima, nel cuore della ragazza si erano, infatti, alternate, senza sosta, speranze e paure e, sul suo volto, lacrime e sorrisi e tutto era avvenuto così rapidamente da lasciarle addosso solo un grande senso di spossatezza e una gran voglia si di piangere, ma di felicità. Tutto era iniziato all'improvviso, quando, dopo essersi rinchiusa nella sua camera in seguito alla prima lite della giornata con Ranma, si era vista raggiungere dalle due sorelle maggiori. "andate via, non ho voglia di parlare di quel baka e se volete che faccia pace con lui... " aveva iniziato a dire, ma Nabiki l'aveva interrotta bruscamente "francamente Akane, a nessuno interessa molto delle vostre idiozie, siamo solamente stanchi." e detto ciò aveva appoggiato accanto alla sorella, che era seduta a terra di fianco al letto, una grossa scatola quadrata, piuttosto anonima in verità, e si era diretta verso la porta. Allora Kasumi si era fatta avanti lei, portando due scatole più piccole e poggiandole, con delicatezza, accanto alla prima, ma lo aveva fatto a testa bassa, senza mai guardarla negli occhi ne sorriderle come faceva di solito. Akane, confusa, aveva fatto vagare ripetutamente lo sguardo dalle scatole, posate accanto a lei, alle sorelle, che se ne stavano silenziose sulla porta ad osservarla. Il silenzio era stato rotto da Nabiki che, ostentando indifferenza le aveva detto "papà vuole vederti pronta in palestra al più presto" dopo di che se n'era andata seguita da una riluttante Kasumi che, voltandosi per chiudere con cura la porta dietro di se, aveva lanciato un ultimo sguardo alla sorellina accasciata sul pavimento, uno sguardo di scuse.
Con gli occhi fissi sulla porta chiusa, Akane, ancora confusa, aveva sbattuto più volte le palpebre, nel tentativo di ridestarsi da quello stato di torpore in cui era caduta sin dal frettoloso arrivo delle sorelle. Con mani tremanti, tolto il coperchio alla scatola portata da Nabiki, si era trovata davanti un informe ammasso bianco. "Ma che... ", non era riuscita a terminare la frase, che si era ritrovata a stringere tra le mani quello che aveva riconosciuto essere un kimono da sposa. "no, non ci credo, fa che non sia vero" aveva sussurrato con le lacrime agli occhi, lacrime di rabbia e frustrazione. Non poteva credere che lo avessero fatto di nuovo, che stessero di nuovo tentando di decidere il corso della sua vita facendo scelte e prendendo decisioni al suo posto. Nuove lacrime le avevano inondato il viso e Akane si era lasciata ricadere nella posizione che occupava prima, le ginocchia al petto e il viso tra le mani. "possibile che pensino che sia solo una bambina capricciosa?" pensava mentre ricordava l'espressione esasperata e severa di Nabiki e le parole che questa aveva pronunciato "... siamo soltanto stanchi akane.". si, erano stanchi dei suoi capricci, dei suoi piagnistei e ora, come si fa con una bimba viziata, passavano alle maniere forti per farle imparare una volta per tutte la lezione.

Passibile che credessero che quella sarebbe stata la giusta soluzione? Possibile che pensassero davvero che fosse tutto cosi facile? che un matrimonio, imposto per giunta, avrebbe potuto porre fine alle liti furibonde, alle scenate di gelosia e, soprattutto, alle lacrime e alle sofferenze, inevitabili in quel gioco al massacro che era diventata la loro relazione?"sono proprio dei pazzi se la pensano così" si era detta asciugando le ultime lacrime che ancora le scorrevano sul viso. Non sarebbe bastato questo a mettere le cose a posto con Ranma. Lei lo sapeva, perché gli altri non volevano capirlo? Già avevano provato ad accasarli, più di un anno prima, finendo per ingarbugliare ancora di più la matassa e, quella volta, lei era stata d'accordo. “pensavo mi amasse" e invece aveva dovuto ricredersi, lui non l'amava. “perché ora dovrebbe essere diverso?"pensava, mentre nuove, cocenti lacrime le imperlavano le lunghe ciglia annebbiandole la vista."vorrei tanto che avessero ragione loro, sarebbe un sogno sposarlo ed essere felice con lui", ma nella sua vita niente era mai stato semplice, non da quando era arrivato Ranma.

Già, Ranma! "quel dannato stupido!chi sa cosa farebbe se mi vedesse di nuovo vestita da sposa"questo pensiero l‘aveva colta mentre accarezzava distrattamente l’abito che poco prima stringeva tra le mani. E, intanto, rievocava nella sua mente la reazione del ragazzo quando l’aveva vista in abito nuziale per la prima volta. "stai benissimo" le aveva detto e, il solo ricordo di quel complimento, in un attimo, le aveva infiammato il viso, fatto battere più forte il cuore e schiuso le sue labbra in un dolce sorriso, ma quel momento magico era finito presto, distrutto dal ricordo della rabbia di Ranma e dell’arrivo dei loro "amici". In breve il rossore imbarazzato delle gote della ragazza era stato sostituito da quello dei suoi splendidi occhi che si andavano riempiendo di lacrime amare, di nuovo. 
Akane si era asciugata svelta il viso e intanto cercava di smettere di piangere, ripensarci faceva ancora male, anche dopo tanto tempo, e lei aveva sofferto fin troppo. Ma per quanto si sforzasse la sua mente, tornava a quel fatidico giorno.
" La colpa è mia, solamente mia, se ne avessi parlato prima con lui quella volta ora noi forse…" si rimproverava, "No, non è colpa mia, la colpa è tutta di quei pazzi! Se non ci fossero stati loro, sicuramente ora saremmo già sposati!" beh, forse non proprio sposati, ma si sarebbero chiariti una volta per tutte e lei non avrebbe più vissuto nell’incertezza, che, fra tutte, era la cosa che le faceva più male. Era sicura, infatti, che, mettendolo con le spalle al muro, Ranma avrebbe fatto la sua scelta e quale modo migliore di metterlo alle strette se non con un matrimonio? Akane sapeva che il ragazzo non avrebbe mai sposato una donna che non avesse amato con tutto se stesso. Lo sapeva perche su questo erano uguali e, infondo, sperava di essere lei quella donna. Per questo, a suo tempo, aveva acconsentito alle nozze, per costringerlo a rivelarle i suoi veri sentimenti, ma il suo piano era miseramente fallito.
"ma questa volta non verrebbe nessuno a mettersi in mezzo, e lui sarebbe costretto a parlare chiaro!" questo pensiero l’aveva fulminata all’improvviso riaccendendo una luce fiera e battagliera nei suoi occhi. In un attimo aveva preso la sua decisione iniziando a spogliarsi e pregando, in cuor suo, di star facendo la cosa giusta. intanto, le solite paure tornavano a far vacillare il suo animo, rischiando di soffocare quella flebile speranza che ancora le albergava nel cuore guidando i suoi passi.

Ranma si svegliò con Akane tra le braccia e gli sembrò così bella e delicata mentre,assorta nei suoi pensieri,si tormentava la fede al dito che provò un istinto irrefrenabile di stringerla a se e baciarla. E così fece, la spinse con forza più vicina a lui e le baciò con dolcezza il collo. Akane, ancora sovrappensiero, fu colta di sorpresa da quella stretta vigorosa e da quel tocco delicato e sussultò per lo spavento. Quando si rese conto che quelle che l'avevano avvolta erano le forti e calde braccia del suo uomo, si rilassò ed emise un sospiro di sollievo. "sei uno stupido, mi hai spaventata" gli disse quasi urlando, rigirandosi con foga nel suo abbraccio per poterlo guardare in faccia. Quello che vide furono due profondi occhi azzurri che la scrutavano divertiti e il proprietario di questi che le sorrideva dolcemente "buon giorno anche a te amore mio" le rispose. Akane resasi conto di essersi rivolta in modo alquanto brusco arrossì e abbassò lo sguardo "perdonami, non volevo offenderti, ma non posso farci niente, è più forte di me. “si scusò lei.
"lo vedi? E poi dici che non è vero che sei un maschiaccio!"a quel punto, la ragazza, sconcertata e offesa, alzò lo sguardo per replicare, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Ranma, vi lesse dentro tanto amore e tanta dolcezza che lasciò perdere i propositi bellicosi che l'avevano animata fino a pochi secondi prima e gli diede solo un leggero buffetto sulla guancia"ahi, ora mi picchi anche? Non sei per niente carina!"gli disse lui facendole una linguaccia, ma il suo tono era così caldo e carezzevole che Akane non se la prese nemmeno, anzi, sorrise radiosa e si accoccolò meglio fra le sue braccia, dove si era sempre sentita al sicuro. “che marito stupido che mi ritrovo" esclamò baciandolo delicatamente sulle labbra, "chi sarebbe lo stupido?" le chiese lui baciandola a sua volta, "tu" rispose lei ridendo, divertita dalla sua buffa espressione indispettita. Al suono di quella risata cristallina una luce maliziosa riempì gli occhi limpidi e dolci di Ranma,"ora ti faccio vedere io chi è lo stupido!" e, detto questo, l'afferrò per le braccia e la trascinò sotto di se sul letto. 
 
Akane non ebbe neanche il tempo di reagire che si trovò sovrastata dal ragazzo, gli rivolse uno sguardo terrorizzato mentre lui la fissava accarezzandola amorevolmente, non sapeva che fare, non voleva che si sentisse rifiutato di nuovo, ma non si sentiva ancora pronta e pensava che lui lo avesse capito, ma evidentemente non era così, e ora? le sue paure si dissolsero nel momento stesso in cui Ranma smise di accarezzarla e prese a farle il solletico. Lo stupore di Akane fu immenso "ed io che pensavo che lui pensasse... si, insomma...che volesse....ah,meno male"si disse sollevata, e il suo sollievo si mescolò in una fragorosa risata provocatale da mani spietate che, dimentiche del suo bisogno di respirare, continuavano a muoversi frenetiche in zone strategiche del suo corpo senza darle tregua."Ranma basta, mi soffochi!" riuscì a dire tra le risate che ormai le scuotevano il corpo e le impedivano di respirare correttamente, "no maschiaccio" ribadì lui categorico, la baciò sulla punta del naso e aggiunse"non finché non dirai che, tra noi due, la stupida qui sei tu". “non lo farò mai! " resistette lei stoicamente. Lui alzò le spalle indifferente e aumentò il ritmo. "ahahahah... R-Ranma ti prego basta..ahahahaha, non sei stupido....ahahahaha.....mi rimangio tutto"supplicò infine senza fiato. Le dita di Ranma cessarono subito la loro frenetica danza e Akane fu pervasa dal sollievo. Lui le lasciò un momento per calmarsi e riprendere un po’ di respiro e poi baciandola le chiese "e allora racchia, ci voleva tanto?" la ragazza non reagì alla provocazione nel modo in cui lui si aspettava, ma allacciandogli le braccia al collo e baciandolo nel modo più dolce e passionale di cui era capace.

Ranma rimase un pò spiazzato dalla sua audacia, ma dopo un attimo di esitazione rispose al bacio, cercando di metterci tutto l'amore che provava per lei e che mai, prima di quella notte, era riuscito a comunicarle. Akane sentì quell'amore che la sommergeva tutta e si sentì sciogliere il cuore al calore di quel bacio che si stava scambiando con suo marito, il suo Ranma! C’era voluto molto tempo, ma, alla fine, si era sistemato tutto e quei baci, quelle carezze e quell'atmosfera incantata ne erano la prova. Quel pensiero la fece arrossire, fino al giorno prima aveva solo potuto sognare un futuro con Ranma e sperare che, prima o poi, tra loro sarebbe cambiato qualcosa. Mai avrebbe pensato di essere così vicina a realizzare i suoi sogni ne di poter provare tante e tali emozioni in gesti così semplici eppure così straordinari, gesti per lei del tutto nuovi, ma di cui non riusciva a credere di aver sempre fatto a meno e a cui, soprattutto, non avrebbe rinunciato mai più, per nulla al mondo. Anche Ranma era perso negli stessi pensieri e, terminato il bacio, l'abbracciò stretta, non voleva lasciarla andare, voleva che quel momento magico e perfetto lo accompagnasse per sempre, sapeva che fin troppo presto la realtà avrebbe preso il sopravvento ed era deciso a evitarlo. 

Il borbottio del suo stomaco pose fine a queste nobili riflessioni e la risata argentina di Akane suggellò il momento, di per se già poco imbarazzante. Il povero ragazzo arrossì di colpo "è che ieri non ho quasi toccato cibo" si giustificò imbarazzato; a quelle parole Akane s’incupì, ma, decisa a non perdere il suo buon umore, scacciò i tristi pensieri che la stavano assalendo e scese dal letto. Ranma rimase a fissarla, preoccupato dal repentino cambiamento "e ora dove vai?"le chiese temendo di averla in qualche modo offesa. Se, in un primo momento, il sorriso radioso che scorse sul suo viso, quando lei si voltò a guardarlo, lo tranquillizzò, non ebbero lo stesso effetto le dolci parole che la ragazza gli rivolse e che, a Ranma, suonarono più come una minaccia. 
"sto andando a preparare la colazione al mio dolce maritino" annunciò infatti lei con tono melenso, "mi era sembrato che avessi fame, no?" aggiunse divertita vedendo l'espressione spaventata dipinta sul volto del ragazzo"s-s-si...cioè no, cioè si...però non occorre che ti disturbi tanto..." provo a dissuaderla lui, con una nota di panico ben udibile nella voce."nessun disturbo" asserì Akane con decisione "e poi, ora che siamo sposati, dovrai abituarti alla mia cucina" e gli dedicò il sorriso più innocente e lo sguardo più tagliente di cui fosse capace, come per sfidarlo a contraddirla. Se prima sul viso di Ranma vi era paura, ora quello che si poteva leggere nei suoi occhi era il più puro terrore. La ragazza parve soddisfatta dall’effetto delle sue parole e con un sorriso di trionfo si voltò per uscire dalla stanza; prima di andarsene però non poté evitarsi un’ultima frecciatina "sono contenta che tu non abbia niente da ridire"gli disse in tono beffardo e aggiunse: "Ora vado, avevo proprio intenzione di sperimentare una nuova ricetta di mia invenzione, vedrai che delizia!" a quest'affermazione il ragazzo impallidì e avvertì lo stomaco contorcersi per la paura e il cuore mancare un battito, intanto un velo di sudore freddo gli imperlava la fronte e i brividi gli percorrevano la schiena. E, guardando la sua "premurosa mogliettina" allontanarsi soddisfatta con un ghigno malefico dipinto sulle labbra, l'unica cosa che gli rimase da fare fu inghiottire faticosamente il groppo che gli si era formato in gola e pregare i kami affinché gli donassero una morte veloce e meno dolorosa di quella che lo attendeva.

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Capitolo 2
*** 2 ***


 
Ma come ho fatto ieri
A fare tutto senza di te
Che vita e'
Giri nei miei pensieri
E un posto ancora vuoto non c'e'
Che vita e'
Dammi un pizzico dammi un morso
Dimmi che un sogno non e'


Akane scese le scale, contenta della piccola rivincita che si era presa sul "dolce maritino", "se lo merita per tutto quello che mi ha fatto patire " pensò con stizza, mentre il sorriso le si affievoliva sulle labbra. Tempo di fare le scale e quel sorriso era già del tutto scomparso dal  suo viso, sostituito da un espressione triste e sconsolata. i ricordi stavano tornando ad assalirla e con essi le lacrime e l'angoscia che l'avevano accompagnata per tutto il giorno prima...

...Aveva già indossato lo shitagasane e il kakeshita e ora stava allacciando in vita l'obi, mentre l'Uchikake, il soprabito da cerimonia che completa il tradizionale vestito da sposa, era poggiato delicatamente sul letto;già da un po’ lo stava accarezzando con lo sguardo, soffermandosi ad ammirarne le pregiate rifiniture e le splendide decorazioni, poi era tornata a concentrarsi sulla propria figura riflessa nello specchio. Più si guardava e più si trovava carina: il trucco era perfetto, leggero e raffinato, la rendeva più affascinante senza appesantirla o renderla volgare; i capelli avevano stranamente deciso di andare a posto senza troppe storie e, infine, l'abito, scivolandole addosso morbido e sinuoso, le donava un’aria eterea, quasi angelica. ecco...appunto...quasi! Perché quell'aspetto, così dolce ed elegante, contrastava decisamente con la furia che le stava crescendo dentro e che, a poco a poco, le andava contraendo i lineamenti in una smorfia dura e rabbiosa."quello stupido troverebbe da ridire anche vedendomi così " piagnucolava irritata, " ma oggi deve solo provare a dirmi che sono un maschiaccio dalla vita larga e gli piazzo un calcio, così ben assestato, che non avrà più bisogno dell'acqua fredda per diventare una donna! " e, in un moto di rabbia, aveva stretto così forte la cintura in vita che l'era mancato il respiro e aveva dovuto allentarla un po’ per non morire asfissiata.
 
Poi, raccolta da terra una delle due scatole più piccole, l'aveva aperta e, sbuffando, ne aveva estratto lo tsuno kakushi; sapeva che avrebbe dovuto metterlo sin da quando aveva capito di dover indossare uno Shiromuku e non un abito all'occidentale, era la tradizione e non si era mai vista una sposa senza."dicono che porti sfortuna" si ripeteva, a mo’di incoraggiamento, ma senza troppa convinzione; certo, non le piaceva l'idea di iniziare un matrimonio all'insegna dei cattivi auspici, ma, per lei, quel copricapo rappresentava tutto ciò contro cui si era sempre battuta per affermare la propria indipendenza. Infatti, quel semplice velo, all'apparenza così grazioso e innocente, era il simbolo della sottomissione femminile, della più completa arrendevolezza; era la promessa, da parte della donna, di sottostare, sempre e comunque, alla volontà del marito, di mitigare il proprio carattere e di rinunciare alle proprie aspirazioni al di fuori della famiglia e, tutto questo, Akane non poteva accettarlo. D'altra parte, non metterlo, avrebbe significato sfidare le convenzioni, mancando di rispetto alla famiglia dello sposo, disonorando così suo padre e questa, di certo, era l'ultima cosa che desiderava.

In preda a questi gravi pensieri, non si era accorta della presenza di Kasumi nella stanza, fino a che, la giovane donna, non le aveva rivolto la parola: "sei bellissima imoto-san" le aveva detto con un sorriso, "Kasumi! Mi hai spaventata, non ti ho sentita arrivare": Akane, infatti, presa alla sprovvista, era sobbalzata nell'udire la voce della sorella maggiore; "io ho bussato, ma dovevi essere distratta, perché non mi hai risposto. Così sono entrata!" si era giustificata quest'ultima sorridendole serena. Akane, nel frattempo, si era lasciata cadere a capo chino sul letto, stringendo ancora lo zuno kakushi tra le mani; in un attimo kasumi le si era seduta accanto prendendole le mani tra le sue; a quel punto, la ragazza aveva alzato il viso, ormai in lacrime, e l'altra, vedendola in quello stato, aveva iniziato ad accarezzarle dolcemente i capelli cercando di confortarla. "che c'è che non va Akane? Stai per sposarti dovresti essere felice" aveva detto la maggiore rivolgendosi alla sorella, con il tono più dolce e rassicurante del mondo, "è che mi sembra tutto così dannatamente difficile" era stata la risposta della ragazza che, intanto, aveva preso a tormentarsi il labbro inferiore con i denti, mentre, con la mano, stendeva nervosamente il tessuto, già liscio,dell'abito lottando per ricacciare indietro il pianto. " non dire così, vedrai che tutto andrà per il meglio,ne sono sicura" la incoraggiava Kasumi; "come fai a saperlo?" aveva chiesto Akane asciugandosi timidamente gli occhi; " lo so e basta,fidati di me. Ma ti rendi conto che hai la felicità a portata di mano? tra poco più di un’ora ti basterà dire - lo voglio - e avrai tutto ciò che hai sempre desiderato in questi anni !".
 
" ma io non voglio " aveva urlato la futura sposa, ricominciando a piangere disperata e guadagnandosi per questo un occhiata perplessa da parte della sua interlocutrice; la quale, ora, si interrogava confusa su quelle parole dette con tanta veemenza."non vuoi sposarti?" era stata, infatti, la domanda che aveva rivolto per chiarirsi un po’ le idee, "no, io voglio sposarmi; è che ho paura che lui mi lasci sull'altare come l'ultima volta, non lo sopporterei! Ma non voglio neanche costringerlo a fare qualcosa che non vuole e, soprattutto, non voglio mettermi questo dannatissimo coso in testa!" Kasumi aveva sospirato sollevata; per un attimo, era stata convinta che la ragazza fosse davvero decisa a non far celebrare le nozze, ma, fortunatamente, non era così;era solo spaventata ed era compito suo ora tranquillizzarla ed incoraggiarla. Con tutta la delicatezza di cui era capace, aveva cominciato a spostarle indietro la frangia che le ricadeva sugli occhi tenuti ostinatamente puntati a terra; "Akane, Akane guardami!" e Akane aveva alzato lo sguardo,permettendo alla sorella di continuare a parlare."non devi pensare le cose che hai detto, vedrai che tutto andrà bene! lo so che sei spaventata e ti capisco, ma non permettere che la paura ti impedisca di vivere la tua felicità, te la meriti sorellina! E poi, come puoi pensare che Ranma non voglia sposarti?".
 
 
  • Shiromuku: termine con cui si indica il tradizionale abito da sposa giapponese  formato da tre diversi kimono, indossati l'uno sull'altro:
a) Shitagasane: primo dei tre kimono che formano lo Shiromuku.
b) Kakeshita: secondo dei tre kimono che formano lo shiromuku,si indossa sopra lo Shitagasane.
c) Uchikake: ultimo dei tre kimono che formano lo shiromuku, si indossa sopra il Kakeshita e va lasciato sciolto in vita.
  • Tsuno kakushi:letteralmente "coprire le corna", è il tradizionale copricapo indossato dalle spose giapponesi come completamento dello shiromuku.
P.S. In Giappone, le corna simboleggiano la rabbia e l'aggressività. E, per un donna, portare questo cappello il giorno delle nozze rappresenta la promessa di essere docile e non  arrabbiarsi mai.
  • Obi: cintura con cui si allaccia in vita il kimono( in questo caso il Kakeshita).
  • Imoto-san: sorellina

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