Freedom

di ambergris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Terra! Terra in vista!”

Era l’alba quando le urla dell’uomo di vedetta svegliarono la ciurma in completo. Tutti gli uomini si radunarono sovraccoperta curiosi di sapere quello che il capitano aveva tenuto loro nascosto: la prossima meta del loro interminabile viaggio. Era consuetudine del capitano infatti, tenerli all’oscuro della rotta della nave. Solamente il timoniere ne era al corrente, ma non ne faceva parola con nessuno perché il volere del capitano non si discuteva mai.

Capitan Rook, sebbene fosse ancora giovane, era pirata vecchio stampo. Odiava le più recenti e specifiche cartine navali e, decisa la meta, non voleva più averne a che fare. Pensava spesso a quando girava il mondo insieme al padre, dal quale ricevette in eredità la nave. Così, come suo padre quando era bambino, non gli rivelava il luogo dov’erano diretti, lui non lo rivelava alla propria ciurma, ricordando la trepidanza con cui, tempo che fu, aspettava le grida della vedetta e la felicità con la quale giungeva in luoghi sconosciuti. Governava la sua nave con la voglia d’avventura e le speranze di un bambino, ma sapeva comunque farsi rispettare e temere quando necessario. Era coraggioso e tenace, qualità che si addicono a un buon capitano, il quale ha il compito di guidare la propria ciurma e curare la propria nave e tutti i suoi segreti …

“Ecco la Cornovaglia uomini!” esclamò mentre tutti gli altri ascoltavano impazienti. Si sollevò un mormorio di sottofondo. Erano abituati a mete ben più belle, proficue e sicure dato che tornare in madrepatria era molto pericoloso per navi pirata già conosciute. Non riuscivano a spiegarsi la scelta del capitano, specialmente stavolta che, per festeggiare i vent’anni da capitano di Rook, era stata promessa loro una meta fuori dal comune. Sicuramente questa lo era, ma non in modo positivo per la ciurma.

Finalmente qualcuno si decise a parlare. “Cornovaglia? Per quale motivo? Se voleva tornare in Inghilterra perché scegliere una meta tanto insignificante ?” disse Martin, l’ultima aggiunta all’equipaggio, un ricco intellettuale fallito ossessionato dal gioco d’azzardo. Dopo aver perduto tutto decise di unirsi ai pirati e capitan Rook, pur non vedendolo di buon grado, giudicò che con la sua parlantina potesse essere utile nelle contrattazioni. Tuttavia non lo mise al corrente dei segreti della nave, non considerandolo per niente degno della sua fiducia. In seguito si scoprì che non era portato per la vita da pirata quanto per le trattative ed ora era odiato da tutta la ciurma. L’odio comunque era reciproco, infatti pensava di stabilirsi nella prossima meta e di certo la Cornovaglia non era il massimo delle sue aspettative per il futuro.

“Le decisioni del capitano non si discutono” gli rispose Ian, amico d’infanzia di Rook, guardandolo con uno sguardo disgustato. Gli dava fastidio vedere la sua ciurma di pirati modello, che aveva creato insieme a Rook, rovinata dalla presenza di quel nobile fallito. Martin lo guardò di traverso per un po’ ma poi abbassò lo sguardo. Nonostante il capitano avesse vietato le risse nella propria nave, aveva paura del resto dell’equipaggio, tutti uomini molto più robusti e allenati alla lotta.

Il capitano non li ascoltò nemmeno, assorto com’era nei suoi pensieri.

“Cornovaglia … mio paese natale. Paese di mio padre e …” si bloccò. Poi rivolgendosi a Martin disse freddo: “Vai a prendere le cartine e scegli un altro luogo dove stabilirti se questo non ti garba.” Così Martin si ritirò sottocoperta e solo allora Rook disse a Ian: “Valla a chiamare. Voglio che riveda anche lei questo posto”.

 

 

Buonsalve a tutti quelli che sono incappati in questa storiella! E' la prima che posto e l'ho scritta ancora qualche anno fa quindi abbiate pietà >.<

Inizialmente non l'avevo immaginata così, ma ho dovuto restringerla per questioni di tempo. Volevo sapere se valeva la pena ampliarla o se secondo voi è un'idea da buttare.

Un immenso grazie a chiunque la legga! Baci, ambergris

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La carrozza era pronta ma Brianna tardava come al solito. Era immersa nei suoi sogni più spensierati mentre Rosemary le pettinava i capelli. Le due ragazze erano cresciute insieme come sorelle. Erano l’una l’opposto dell’altra e non solo per posizione sociale, la prima infatti era la figlia di uno degli uomini più potenti ed influenti di Cornovaglia, mentre l’altra una povera serva.

Brianna, di nobile stirpe, era una ragazza coraggiosa ed estroversa, amante dell’avventura ma anche testarda e molto astuta quando necessario. Aveva dei lunghi capelli neri che cadevano a boccoli sopra le spalle, due grandi occhi verde smeraldo e una carnagione abbronzata. Il suo volto aveva la bellezza dei lineamenti tipici italiani, che aveva ereditato da sua madre.

Rosemary, al contrario, aveva un aspetto tipicamente inglese. Carnagione chiara, lisci capelli biondi che le arrivavano alle spalle e occhi azzurri così chiari da sembrare quasi trasparenti. Era molto più timida dell’amica, ma anche più dolce e amorevole. Non pretendeva dalla vita di più di quello che avesse già e, mentre Brianna sognava avventure mozzafiato, Rosemary sperava solo di continuare ad essere felice e per questo, secondo lei, non servivano viaggi ai confini del mondo.

La madre di Rosemary, Theresa, era da molto tempo al servizio della sua famiglia e aveva cresciuto la figlia del proprio padrone, come balia. La madre di Brianna, infatti, morì poco dopo la nascita della figlia. Come accadde, nemmeno Brianna lo sapeva, poiché il padre si ostinava a non parlarne. Per questo, e per molti altri motivi, non era in buoni rapporti con lui.

Proprio n quel momento entrò Theresa urlando a Brianna di sbrigarsi perché, se non avesse sentito il primo richiamo, la carrozza per lei era già arrivata.

“Non ho intenzione di salire su quella carrozza” disse decisa Brianna.

“Suvvia! Non fare i capricci ora! Le regole del bon ton impongono che un invito a cena del proprio futuro marito non possa essere declinato, nemmeno con tutta la delicatezza e la buona educazione possibile!” replicò Theresa stremata dal solito comportamento di Brianna.

“Non mi interessano le buone maniere se mi portano soltanto ad un matrimonio combinato! Ora lasciatemi andare. Scapperò prima che mio padre possa vedermi.” e uscì velocemente dalla porta lasciandosi alle spalle le urla della donna.

Attraversò tutto il corridoio del piano superiore, facendo attenzione a non farsi sentire mentre passava davanti alla camera del padre. Certo lui non era stupido. Aveva pianificato ogni parte della casa così che le fosse impossibile fuggire di nascosto. Prima di raggiungere l’uscita sul retro infatti, doveva attraversare ancora il suo studio, l’atrio e la cucina, dove sicuramente avrebbe incontrato qualche servitore. Per questo motivo aveva badato a farseli tutti amici e a capire così di quali di loro poteva fidarsi.

Attraversò anche lo studio, apparentemente vuoto, e giunse alle scale che portavano all’atrio e quindi alla porta principale, dove lo aspettava la carrozza. Troppo preoccupata di guardarsi le spalle non si accorse di ciò che le stava davanti e andò a sbattere contro qualcosa.

“Brianna. Scommetto che ti stavi avviando verso la carrozza” disse suo padre serio.

Dopo essersi ripresa dallo spavento, la ragazza, ebbe il coraggio di parlare:

“Padre, sappia che non ho intenzione di salire su quella carrozza”

Suo padre non sembrò per niente sorpreso e disse:

“Non sempre quello che facciamo o quello che ci accade dipende dalle nostre intenzioni Brianna. Sembra che tu abbia quindici anni per niente. Non hai il minimo senso di responsabilità.”. Mentre parlava la sua rabbia andava crescendo, finché sbottò: “ Quando ti deciderai a diventare più matura? La devi smettere di sognare. Questo è il mondo reale, dove la vera felicità non esiste, fattene una ragione”

“Voi avete torto, padre! Sono sicura che riuscirei ad essere felice se solo mi lasciaste scegliere!”

“Vuoi sempre fare di testa tua! Sei proprio come tua …”

Brianna lo guardò stupefatta. Era la prima volta che si lasciava sfuggire un’esclamazione del genere. Suo padre non terminò la frase. Era terrorizzato dalle sue stesse parole. Parole che era riuscito a trattenere per quindici anni e che gli sfuggivano adesso, senza un apparente motivo.

In quel momento arrivò Theresa che stava cercando Brianna preoccupata. Vedendola insieme a suo padre si scusò dell’intrusione e avvisò che la carrozza era pronta.

“Grazie Theresa. Brianna stava proprio uscendo” affermò sir Ferrars più serio di prima “Accompagnala per favore”

“Certo signore”

Dopo che l’uomo uscì dalla stanza, Theresa cinse le spalle di Brianna e accompagnandola fuori le chiese:

“Cosa gli hai detto stavolta? Era sconvolto!”

“Niente …”

Brianna stava ancora pensando alla conversazione con il padre quando, vedendo la carrozza, si voltò di scatto verso la propria balia.

“Non obbligarmi, ti prego!” sussurrò la ragazza quasi sul punto di scoppiare a piangere. Si guardarono negli occhi con uno sguardo complice, da madre e figlia.

“Ti voglio troppo bene per impedirti di essere felice” disse commossa Theresa e dopo un lungo abbraccio aggiunse: “Se proprio devi andartene fatti accompagnare da Nicolas”

“Theresa, non sono più una bambina!”

“Niente obbiezioni! Lo troverai nelle stalle probabilmente. E, Brianna ... promettimi che tornerai”

Brianna la guardò ma non riuscì a risponderle. Come sarebbe potuta ritornare in quella casa dopo tutto ciò? Per quale motivo poi? Per vivere infelice per tutta la vita? Era molto egoista da parte sua, ma non poteva farne a meno. Arriva un momento nella vita, dove si deve pensare al proprio bene piuttosto che a quello degli altri. Questo gliel’aveva insegnato suo padre costringendola a sposarsi per non averla più tra i piedi, o almeno questo era quello che pensava lei. Così si voltò e corse via in cerca di Nicolas. Giunta alle stalle lo vide mentre accarezzava un puledrino.

Nicolas era fratello maggiore di Rosemary e quindi figlio di Theresa. Aveva due anni in più di Brianna ed era più alto di lei. I capelli erano simili a quelli della sorella, ma con sfumature dorate, e gli occhi erano blu intenso, del colore del mare.

Quando la vide si alzò, le andò incontro e le disse scherzoso: “Buongiorno signorina Ferrars. Come posso servirla?”

Brianna lo conosceva tanto bene da sapere che prendeva in giro i modi delle persone nobili, ma in quel momento non era certo in vena di scherzare.

“Accompagnami in città per favore”

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Nicolas capì la gravità della cosa e che dovevano allontanarsi in fretta dalla casa. La prese per mano e, quando furono usciti dalla proprietà Ferrars, iniziò a correre.

“E’ meglio andare al porto. Il centro non è sicuro, potremmo destare sospetti.” disse il ragazzo.

Smisero di correre solo quando, prendendo una serie di vie secondarie, si trovarono in un piccolo vicolo deserto. Qui Nicolas si ricordò di non sapere il motivo di quella fuga e chiese a Brianna delle spiegazioni. La ragazza gli raccontò tutto l’accaduto e alla fine lui le chiese: “Quindi non tornerai mai più a casa?”. Mentre lo chiedeva, guardava avanti, dove iniziava a intravedersi il mare, con uno sguardo quasi triste.

Brianna lo guardò incuriosita e quando lui se ne accorse, arrossì leggermente e disse: “Certo mia madre e mia sorella sarebbero molto tristi per la tua partenza.”

La ragazza capì quello che voleva dire ed era vero. Ne avrebbero sofferto quasi quanto ne avrebbe sofferto lei. Ma come cercare la felicità altrimenti? Ad un tratto le venne un’idea.

“Potrebbero venire con me!”

“Quindi hai già deciso dove andare?”

“In effetti … no, non ancora.” Si rese conto di quanto stupida fosse stata. Come poteva pensare di fuggire senza neanche una meta?

Finirono di percorrere il vicolo e sboccarono direttamente nel porto.

“Come fai a conoscere tutte queste vie secondarie?” chiese Brianna incuriosita, senza smettere di pensare però alla destinazione del suo viaggio di fuga.

“Anche a me qualche volta piace scappare. Soprattutto … dopo che mio padre è morto. Vengo qui e guardo il mare.” Nicolas si accorse che con questo discorso aveva rattristato ulteriormente l’atmosfera, quindi rise per smuovere un po’ la situazione. Poi disse scherzoso: “Allora sei scappata per non incontrare di nuovo il tuo futuro marito. Non è di certo un gesto molto cortese da parte tua.”

“Non ricordarmelo.” disse Brianna cercando di rimanere seria, ma poi lo guardò e scoppiò a ridere. “Ti giuro che mi è bastato vederlo una volta per capire che non l’avrei sposato nemmeno per tutto l’oro del mondo!”

“Pover’ uomo! Cos’ha fatto di male per scatenare la tua ira?” continuò Nicolas ridendo.

“Intanto sir Leonard è molto più vecchio di me e già dal nome si capisce che è un aristocratico. Non ha il minimo senso dell’umorismo e sembra quasi non provi emozioni”, spiegò Brianna. Poi scoppiò a ridere e disse: “Chissà che faccia farà quando si vedrà arrivare la carrozza vuota! Vorrei tanto vedere se sarà ancora priva di qualsiasi emozione!”.

Quando riuscirono a smettere di ridere, decisero di andare a mangiare qualcosa alla taverna. Dovevano nascondersi, ma per questo non potevano certo morire di fame. Entrarono e per fortuna non videro nessun di loro conoscenza. Perciò si sedettero e ordinarono qualcosa con i pochi spiccioli che possedeva Nicolas.

Un gruppo di uomini accanto a loro stava parlando animatamente e Brianna non poté fare a meno di ascoltare i loro discorsi.

“Hai sentito della nave che ha attraccato in porto ieri? Dicono che sia una nave pirata.”

“Si, l’ho sentito anch’io. Sono pirati molto ricercati, perché pieni di ricchezze. Chissà per quale motivo hanno ancorato qui …”

“Si pensa per faccende personali. In effetti che vantaggi economici potrebbero ottenere qui in Cornovaglia dei pirati già così ricchi?”

“Lo penso anch’io. Di sicuro sir Ferrars però non lascerà che si fermino a lungo. Non vuole noie lui e, secondo me, ha pienamente ragione.”

“Già. Mai fidarsi dei pirati.”

Brianna ne rimase affascinata. Pirati. L’avevano sempre fatta sognare avventure favolose, fin da quando era piccola. Theresa, infatti, le leggeva spesso libri che narravano le peripezie dei viaggi di questi furfanti avventurieri e lei ne rimaneva sempre estasiata.

Erano così intraprendenti, coraggiosi e … liberi! Sì, sarebbe potuta essere una fantastica soluzione salpare con i pirati. Se non fosse stato per la regola niente donne a bordo. Questa, infatti, era, secondo Brianna, l’unica pecca dei pirati. Li avrebbe convinti comunque. Sapeva di potercela fare, ma non sapeva ancora come.

Arrivò l’ordinazione e allora Brianna ebbe il coraggio di informare Nicolas della sua idea.

“Hai sentito i discorsi di quegli uomini?”

“Si, una nave di pirati ha attraccato in porto.” rispose Nicolas e dopo aver fissato Brianna negli occhi capì a cosa stava pensando. “Non avrai intenzione di …”

“Perché no? Non abbiamo altra scelta. E’ la nostra unica via di scampo.”

“Nostra? Vuoi davvero far scappare con te mia madre e mia sorella?”

Brianna capì che gli stava portando via le due persone che gli stavano più a cuore. In fondo erano una famiglia, che diritto aveva lei di dividerli?

“Sempre se loro vogliono e sempre se vorrai venire anche tu. Altrimenti sono sicura che non partirebbero senza di te.”

Nicolas ci pensò un attimo. “Come faremo a tornare a casa per informarle della partenza?” chiese poi.

La ragazza non aveva ancora pensato a questo, ma la rassicurava credere che anche lui fosse d’accordo.

Quando finirono di cenare, uscirono dalla taverna che era già buio e Brianna propose di dividersi. Nicolas doveva tornare a casa per avvisare Theresa e Rosemary e magari prendere qualche soldo e qualche provvista per il viaggio, mentre lei avrebbe trovato i pirati e in qualche modo li avrebbe convinti a farli salpare con loro. All’inizio Nicolas non voleva lasciarla sola, ma capì che non potevano fare altrimenti e alla fine acconsenti.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Dopo che Nicolas l’ebbe lasciata, Brianna cominciò la ricerca della nave. Quella sera ce n’erano talmente tante in porto che si sentì subito scoraggiata. Ad un tratto però vide un’imbarcazione molto diversa dalle altre, più grande ed imponente, e capì di averla trovata. Si avvicinò e rimase così affascinata dalla sua bellezza che quasi non si accorse della figura nera che stava salendo a bordo. Brianna gridò per attirare l’attenzione così da poterle parlare, ma quando la strana persona la vide scappò. La ragazza la inseguì e si ritrovò sopra la nave, nel buio pesto della sera.

Sentì uno stano rumore provenire dalle scale che portavano sottocoperta e andò in quella direzione. Stava scendendo quando alle sue spalle qualcuno gridò:

“Hei tu! Che ci fai qui?”

Brianna non si voltò nemmeno e impaurita, con il cuore che le batteva forte sul petto, corse giù per la scalinata mentre l’uomo che l’aveva vista dava l’allarme al resto della ciurma.

Giunse in un corridoio che probabilmente portava agli alloggi dell’equipaggio. Decise di entrare nella prima stanza e quando entrò la vide: una donna in una nave pirata.

I loro occhi si incontrarono e lo sguardo di quella donna bellissima scatenò in Brianna una serie di ricordi lontani. Anche la donna parve colpita nel vederla e la fissò intensamente con i suoi grandi occhi verdi, così simili a quelli di Brianna …

Ancora scossa da quell’incontro udì dei passi alle sue spalle, ma non fece a tempo a girarsi che due mani forti le tapparono la bocca fino a toglierle il respiro. La ragazza annaspò in cerca d’aria finché non ce la fece più e svenne.

 

Nicolas intanto era arrivato a casa. Scavalcò la recinzione e si diresse verso l’entrata posteriore. Era chiusa ovviamente, ma lui teneva sempre con sé un mazzo di chiavi di riserva. Entrò e sgattaiolò nelle camere dei domestici che per fortuna si trovavano al primo piano. Pur essendo al buio riuscì ad orientarsi subito in quei corridoi così familiari che conosceva fin a bambino. Così trovò subito la camera della madre e della sorella e bussò piano.

“Mamma! Sono io! Nicolas! Apri!” sussurrò.

Sentì dei passi e dei mormorii all’interno, poi sua madre girò il chiavistello e lui entrò nella stanza.

Una volta dentro fu assalito dalle domande.

“Cos’è successo? Come mai Brianna non è con te? Le è successo qualcosa?”

“No mamma, Brianna sta bene. Sono venuto a prendere te e Rosemary! Vuole che partiamo con lei!”

“Partire? Per dove?” chiese Rosemary ansiosa. Non poteva credere di avere un’amica così pazza!

“Una nave di pirati ha attraccato in porto. L’idea è di salpare con loro.” rispose Nicolas mentre iniziava già a fare le valige.

“Pirati?!” Theresa rimase a bocca aperta. Possibile che Brianna fosse già al corrente di... di tutta la verità? Eppure lei non le aveva mai detto niente, come sir Ferrars le aveva ordinato di fare.

“Mamma? C’è qualcosa che non va?” chiese Nicolas vedendo la sua espressione.

“Io …” quasi non riusciva a parlare dall’agitazione “Io devo trovare Brianna. Devo dirle la verità!”

“La verità? Quale verità?” chiesero all’unisono Nicolas e Rosemary incuriositi.

Theresa non rispose, ma uscì in fretta dalla stanza verso la cucina, in cerca di provviste. Questo fece capire ai ragazzi che presto sarebbero salpati con i pirati.

 

Brianna si risvegliò il mattino dopo con la testa che le girava. Si trovava in una grande stanza e stranamente era sdraiata su un letto. Non si spiegava il motivo di tanta comodità, in fondo lei era solo un’intrusa. Poi ripensò a tutto quello che era successo e si ricordò avere scoperto il loro segreto. A questo punto dei veri pirati l’avrebbero già eliminata, ma cosa doveva aspettarsi da dei pirati che tenevano una donna a bordo della propria nave?  

Quando ebbe abbastanza forza per guardarsi intorno capì di trovarsi nella cabina del capitano. Ad un tratto sentì delle voci avvicinarsi. Riconobbe quella di Theresa e cercò di alzarsi per correrle incontro. Dalla fretta cadde dal letto e con la testa che le girava non riuscì più ad alzarsi, così quando la porta si aprì lei si trovava ancora a terra.

“Brianna, tesoro! Stai bene?” le chiese ansiosa Theresa. Con lei c’erano Rosemary e Nicolas che la prese fra le braccia e la posò di nuovo sul letto. Vide che con loro c’era anche un altro uomo sulla quarantina e chiese sottovoce a Nicolas:

“Chi è quell’uomo? Cos’è successo?”

“E’ il capitano della nave, ma non so niente di quello che è successo dopo che ti ho lasciata sola. Non avrei dovuto farlo, scusa.”

Brianna non ebbe il tempo di rispondere perché Theresa le chiese nuovamente se stesse bene e lei le rispose di non preoccuparsi.

“Cos’è successo, Theresa? Chi era quella donna che ho visto nella stiva? Se ne sai qualcosa dimmelo ti prego!

“Io ho sempre saputo tutto, ma non potevo dirtelo. Mi dispiace averti fatto soffrire Brianna.”

“Cos’è che hai sempre saputo? Dimmelo adesso per favore!”

Theresa si asciugò le lacrime e iniziò a raccontare. In quel momento l’uomo che era con loro, il comandante della nave, uscì dalla stanza.

“Vedi … tua madre fu costretta a sposarsi con un uomo che non amava affatto quando aveva più o meno la tua età e questo non fu mai capace di accettarlo.”

“Conoscevi mia madre?” la interruppe Brianna colma di curiosità e di stupore.

“Era la mia migliore amica, anzi lo è ancora …”

“E’ ancora viva!” esclamò la ragazza piena di gioia.

“Si, e …” cercò di spiegare Theresa, ma in quel momento la porta si aprì ed entrò la donna bellissima che Brianna aveva visto la sera prima, accompagnata dal capitano.

“… ed è qui.” continuò Theresa.

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