I'll never leave

di Marty_Winchester
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vicina alla morte ***
Capitolo 2: *** Il vuoto ***
Capitolo 3: *** Il mio nome ***
Capitolo 4: *** Ciao, ti ricordi di me? ***
Capitolo 5: *** Allucinazioni o ricordi? ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Vicina alla morte ***


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Il pavimento è bagnato, nell’aria si respira un odore di… non saprei cosa.
Dove mi trovo? Chi sono io?
Cerco di alzarmi in piedi, devo spostarmi dalla strada, ma ogni parte del mio corpo sanguina e mi fa un male atroce. Chi mi ha ridotto così?
Posso solo rimanere in posizione supina, a fissare l’immensità del cielo.

«Aiuto»
Cerco di urlare, ma le costole rotte premono contro i polmoni.

«Aiuto»
La mia voce è appena un sussurro. Una leggera goccia mi bagna la guancia, poi se ne aggiungono altre venti.

“Non potrebbe andare peggio di così”
In lontananza avverto un suono, il mio cervello lo elabora come “una macchina in avvicinamento”.

«Il mio “non potrebbe andare peggio” era una domanda retorica»
Cerco di urlare, ma presto mi maledico visto il dolore pungente che mi trafigge il petto.
Ecco è finita: questa macchina mi investirà e io morirò.

 
 
«Sammy è stato necessario»
Distolgo un attimo lo sguardo dalla strada per guardare mio fratello negli occhi.

«Sto bene, torna a guardare la strada»
Obbedisco, automaticamente.

«Ma che… oh cazzo!»
Schiaccio il pedale del freno e sterzo, finendo quasi fuori strada.

«Che cavolo fai Dean?»

«C’è qualcuno in mezzo alla strada»
Apro la portiera e mi avvicino alla figura sdraiata, immobile, in mezzo alla strada.

«Oh santo cielo! Sam chiama il 911»
Sbraito, mentre mi metto in ginocchio accanto a una ragazza quasi morente; quando mi vede, sulle sue labbra si disegna un debole sorriso.

«Hey, come ti chiami? Che cosa è successo? Chi ti ha fatto questo?»
La paura illumina i suoi occhi.

«Tranquilla, ci sono io qui»
 
 

Sono arrivata così vicina alla morte, ma ancora non sono fuori pericolo. Quando ho sentito il rumore delle ruote, sull’asfalto bagnato, ho trattenuto il fiato aspettando la pace; volevo morire, ma quando ho sentito la sua voce, qualcosa dentro di me è scattato. Cerco di parlare, ma le costole premono sui miei polmoni e la gola mi brucia.

«Aiuto»
Riesco a dire, prima di emettere un grido di dolore.

«Tranquilla, io sono Dean, resisti sta arrivando l’ambulanza»
Contro ogni mia aspettativa riesco a muovere il braccio, afferrando la mano di Dean.

«Non ti lascio sola»
Sorrido, prima di perdere i sensi.

 

**angolo dell'autrice**
ciao a tutti ^^ eccomi con un'altra storia
che ne pensate? lasciate una recensione per farmi avere un vostro parere ^^
buona serata e grazie della lettura

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Capitolo 2
*** Il vuoto ***


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 «Buongiorno, io sono Derek Smith e lui è il mio collega, David Copper. Siamo qui per il corpo ritrovato senza organi»
La segretaria, una donna dai capelli rossi e un paio di occhiali blu, distoglie appena lo sguardo dal computer e ci guarda.

«Voi sareste…?»

«Dell’F.B.I.»
Tiriamo fuori il distintivo, automaticamente, e la donna ci fa un segno con la mano per indicarci la strada.
Percorriamo un corridoio e arriviamo nella camera mortuaria, dove troviamo il medico legale, rettifico una dottoressa davvero molto sexy.

«Cosa può dirci?»
La dottoressa toglie i guanti e si rivolge a noi con tono dubbioso.

«Un caso davvero strano, ne ho viste di cose assurde ma questa… un corpo senza organi, non riesco a capire chi posso fare una cosa simile»

«Gli organi erano sciolti o…»
Sam inizia, con la sua solita voce da saputello, ma la dottoressa lo interrompe subito.

«Semplicemente spariti»
La mia attenzione è catturata da un altro corpo: una donna piena di contusioni, graffi, tagli profondi… un corpo davvero martoriato, quasi come quello di Jane Doe.*

«Mi scusi dottoressa, cosa sa dirmi di quella ragazza così orribilmente ridotta?»
Al medico scappa un sospiro.

«è stata trovata a due kilometri dal motel MoonLight, era troppo tardi per salvarla; non ha documenti e non riusciamo a identificarla»
“2 kilomentri dal motel MoonLight…” è la zona dove abbiamo trovato l’altra ragazza.

«Torneremo dottoressa»
Mi avvio verso l’uscita, ignorando lo sguardo esitante di Sam.
Solo quando entriamo in macchina Sammy inizia a parlare.

«Che ti è preso? Non abbiamo scoperto nulla»
Metto in moto, senza preoccuparmi di abbassare la musica, tanto lo farà mio fratello.

«Quella ragazza morta è nelle stesse condizioni in cui abbiamo trovato l’altra, anche la zona è all’incirca quella»
Inizia a piovere, così faccio partire i tergicristallo.

«E questo caso merita la nostra attenzione più dell’altro?»

«Forse sbaglio, ma il mio istinto mi dice che dovremmo occuparci anche della ragazza»

«Che intendi per occuparci? Fare i Baby sitter?»

«Mi dispiace Sammy, le ho promesso di non lasciarla sola»
Alzo la musica, l’unica cosa che riesca a tirarmi su anche in questi giorni grigi; per questo quando Sam spegne la radio, vorrei picchiarlo.

«Non fraintendere, non dico di abbandonarla, ma è conciata male, sarà instabile mentalmente… l’ultima cosa di cui ha bisogno siamo noi, due pazzi svitati»

  «Parla per te, fratellino»

«Dean, siamo onesti: giriamo da una città all’altra, stiamo in squallidi motel, infrangiamo leggi su leggi, rischiamo l’osso del collo senza una paga né un grazie…»
Alzo la radio a palla, la voce di Sam sparisce dentro il testo musicale.


 
Tutto è buio, oscuro; solo una luce filtra nella stanza, una linea quasi retta creata dalla porta semi-aperta.
Nell’aria si respira un odore di pino misto a uova marce, non proprio un odore davanti al quale si rimane indifferenti.
Il mio cuore corre, anzi galoppa. Il sangue fuoriesce attraverso le ferite fresche, la pelle pulsa sotto quelle vecchie.

"Chi può odiarmi tanto da ridurmi così?"

Non posso vedermi, la luce non illumina il mio corpo, ma il dolore parla chiaro.
Sento rumore di passi. Trattengo il fiato e prego… ma chi prego?
La porta si spalanca e appare una donna, riesco solo a mettere a fuoco il colore dei suoi capelli: biondi.

«Finalmente sei sveglia, hai intenzione di continuare la commedia del “non so nulla”?»

«è la verità…» la mia voce si spezza, lacrime mi rigano il volto «Non ho ricordi prima di questa stanza…» altri singhiozzi.

«Bene»
La sua voce è divertita, emette una risata sadica. Si avvicina, ogni passo che compie mi riempie il corpo di spasmi. Impugna uno strano affare.

«No ti prego!»
Inizio a urlare, il dolore è indescrivibile…

 
«No lasciami stare non so nulla!»
Scatto in piedi, tremante. Mi tocco i polsi, hanno ancora i segni della corda… non era un semplice incubo.
Nella stanza entra di corsa una donna.

«Cosa succede?»
Si avvicina, ma io scatto giù dal letto.

«Tranquilla, è tutto apposto»
Cerca di avvicinarsi, ma io mi ritraggo ancora.

«No, non mi tocchi!»
Corro via, ignorando il dolore. Non ho una meta, continuo a salire… perché salgo?
Arrivo a una porta, l’apro con forza e mi ritrovo sul tetto. Sopra alla mia testa nuvole nere sprigionano saette.
Mi avvicino al cornicione, sotto di me il vuoto; mi sento al sicuro adesso, non so perchè mi sembra una situazione confortante...


* in caso qualcuno non lo sapesse è il termine con cui si indiga una donna senza identità


**angolo dell'autrice**
eccomi tornata, che ne pensate?
spero vi sia piacciuto, se ho fatto qualche errore (molto probabile) non esitate a farmelo notare
un grazie speciale alle mia care amiche, ma anche a tutti voi che leggete e lasciate recensioni
saluti xD

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Capitolo 3
*** Il mio nome ***


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I miei occhi analizzano un paesaggio anonimo ma familiare. Dovrei aver paura di cadere (sono con le gambe penzoloni nel vuoto) invece mi sento a mio agio.
Mi manchi.
Da dove è venuto fuori quel pensiero? Come fa a mancarmi qualcuno se nemmeno so chi sono io?

«Che cosa stai facendo lì così?»
Quasi cado per lo spavento. Mi giro di scatto e rimango incatenata in un paio di occhi blu.

«Chi sei tu? Da dove sei spuntato?»

«Io sono Castiel»
Mi alzo in piedi e mi avvicino all’uomo. Sono inebriata dal suo profumo, ma cerco di restare lucida.

«Lavori nell’ospedale?»

«No, sono un amico dei fratelli Winchester»

«Di chi?»

«Dean e Sam»
Ricordo solo questo Dean: è stato lui a salvarmi.

«Potresti portarmi da lui? Possibilmente lontano da quest’ospedale… non so perchè, ma odio l'ospedale»
Appoggia le sue morbide dita sulla mia fronte e in qualche secondo ci ritroviamo in una stanza.

«Aspetta qui, vado a prendere i fratelli»
Castiel sparisce nel nulla.
Analizzo i particolari di questa stanza: ci sono tre letti, strani simboli disegnati sul soffitto, dei coltelli, delle pistole, degli articoli di giornale e altre cose inconsuete.
Quando sento uno strano sfarfallio trasalisco e istintivamente mi preparo alla lotta – non ho idea se in un corpo a copro avrei la meglio – ma abbasso la guardia non appena riconosco Castiel, Dean e l’altro deve essere Sam.

«Cazzo Castiel, non farlo più! Ogni volta che mi trasporti così non vado in bagno per una settimana»
Dean sbraita contro Castiel, quest’ultimo risponde alzando le spalle. Sam si accorge della mia presenza e tira una gomitata al fratello, forse per farlo star zitto.

«Hey... hmm scusami... come ti senti?»
Il ragazzo dagli occhi color smeraldo si avvicina con circospezione.

«Io… bè… potrei stare peggio»
Abbasso lo sguardo sentendomi arrossire: non capisco perché avverta… imbarazzo?

«Non devi preoccuparti: non ti faremo del male e non devi aver paura di quel tizio in trench»
Mi fa l'occhiolino, forse per allentare lo stress.

«Non mi fa per niente paura, i suoi occhi blu mi trasmettono calma»
Forse avrei dovuto fermarmi a “non mi fa per niente paura” visto che ai presenti scappa una risatina, pazienza ho la sensazione di essere abituata a simili figure.

«Comunque abbiamo un problema molto serio da risolvere»

«Cioè?»
Chiediamo in coro io e Sam, ma la mia voce – appena un sussurro- è coperta dalla sua, più potente.

«Dobbiamo trovarti un nome»
Non capisco come possa essere il problema più pressante, ma decido di dimostrarmi molto interessata per essere educata.

«E che nome?»
Chiedo con eccessiva foga.

«Scegli tu»
Risponde Dean con naturalezza.

«Ma io non conosco alcun nome…»
«Sam, prepara il computer: dobbiamo fare una bella ricerca»

 ***
 
«Cassandra è carino, non trovi?»

«No per favore! Mi ricorda la povera Cassandra stuprata da Aiace sull’altare di Atena»
I presenti mi rivolgono sguardi dubbiosi, rispondo alla loro domanda implicita.

«Lo trovo ridicolo anch’io… so certe cose inutili, ma niente della mia vita»
Ritornano a guardare il computer scorrendo un lungo elenco di nomi.

«Che ne dici di… Elena?»

«Hmm… Non lo sento… mio»

«Un nome è come un paio di scarpe, ci devi prendere confidenza»
Adesso sono io a ridere, ma cerco di trattenermi.

«Fai vedere a me, scelgo il primo che mi ispira»
Mi siedo davanti al computer, leggo velocemente qualche nome... ecco! Ho trovato il mio nome.
«Il mio nome sarà Jessica»
Sentenzio, convinta.
***
 
Faticosamente apro gli occhi, troppo difficilmente…
Cerco di pulirmi la faccia con le mani, ma sono legate molto strette.
Il fazzoletto che mi hanno messo come bavaglio è imbrattato di sangue, mi da fastidio, ma è niente in confronto al dolore che senso in ogni parte del corpo.

«Eiutot»
Non riesco a emettere nessun suono comprensibile, è inutile provo solo più dolore, quindi mi arrendo.
Fuori dalla porta avverto rumore di passi, ogni parte del mio corpo spera sia la fine di tutto il dolore, ma il mio cervello sa che è solo l’inizio.
Aspetto. Aspetto. Aspetto. Niente, non succede niente.
Altri passi, rimango in ascolto per captare ogni minimo suono (è molto difficile perché nelle orecchie rimbomba il battito frenetico del mio cuore) .

«… niente da fare, sapevamo della sua preparazione eccezionale, ma una simile resistenza non è… plausibile»
Un forte rumore, una testa che sbatte con forza sul pavimento.

«Sei un inutile rifiuto!»
Non ho bisogno di stare concentrata per sentire queste ultime parole, rimbombano con forza in ogni parte della casa.

«Ci penserò io, tutti si possono piegare»
Quest’ultima parola mi riempie il corpo di sussulti, so benissimo cosa intende per piegare.
Soffrirò, e molto anche.
***
 
«No, no, non so niente!»
Mi sveglio sudata, tremante, sto iperventilando e per miracolo riesco a non vomitare i succhi gastrici.
Nella stanza si accendono due lampadine e i fratelli scattano in piedi, brandendo le loro armi.
«Sc-sc…»
Cerco di dire qualcosa, ma comincio ad avere le convulsioni.
Non ricordo molto di cosa successe in seguito, tutto divenne buio e finalmente riposai senza avere incubi.


** angolo dell'autrice**
scusate il terribile ritardo, non ero molto sicura di questo capitolo...
aspetto voi per avere recensione, grazie infinite a Tasha e Miss_Tennant

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Capitolo 4
*** Ciao, ti ricordi di me? ***


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prima di tutto scusate il ritardo!



I miei incubi divennero ogni giorni meno intensi, sempre terribili, ma sempre più sbiaditi. Sono riuscita a riprendermi, ma da sola non ci sarei mai riuscita: Dean, Sam e Castiel mi hanno confortato e rassicurato, settimana dopo settimana.

Adesso eccomi qui, pronta a vivere una vita normale, anche se cacciare mostri e avere una relazione sentimentale con un angelo è tutto purché abituale…
 
Sono davanti al pc, intenta a scrivere il mio diario: dicono serva a superare un trauma. Quando sento un’onda d’aria, non mi spavento, anzi mi spunta un grande sorriso.

«Ciao Castiel!»
Mi tolgo le cuffiette e mi precipito ad abbracciare il mio angioletto.

«Come ti senti Jess?»
Esclama, dandomi il suo solito bacio delicato che mi fa girare la testa, in senso buono.
Ci sediamo sul letto e gli rivolgo uno sguardo dolce.

 «Hai novità Cass?»

«Quando non aiuto voi sono impegnato in una miriade di ricerche, ma non ho scoperto ancora niente…»
Abbassa lo sguardo, sa benissimo che il non sapere mi tormente dentro.

«Non fare così, stai facendo del tuo meglio, lo so»
Allenta la cravatta e si massacra le mani, anche se non conosco quasi niente del mondo, mi fa strano vedere un angelo in questo stato.

«Non capisco come sia possibile, sembri spuntata dal nulla circa cinque mese fa. Non mi darò pace finchè non troverò le risposte»
Gli sorrido e inizio a baciarlo appassionatamente, desidero più di semplici baci, ma ogni volta si tira indietro.

«Jess, aspetta…»
Ecco, ogni volta la stessa storia: sfugge al mio abbraccio e mi rivolge uno sguardo da cucciolo.

«Cosa c’è Cass? Non sono abbastanza carina?»
A quelle parole il suo sguardo si riempie di dolore.

«Che cosa dici! Sei la creatura più bella che sia mai esistita sulla terra»

«E allora qual è il problema?»
Sbotto, accorgendomi troppo tardi del tono aspro che uso, ma ormai è tardi.

«Non voglio approfittarmi di te, ecco tutto»
Scoppio a ridere, lasciando l’angelo di stucco: non era la reazione che si aspettava.

«è stato Dean a dirti questo?»
A giudicare dalla sua espressione, devo aver indovinato.

«Lui mi ha detto che…»

«Lascia stare Castiel, ci vediamo dopo per parlare del caso»
Pronuncio il suo nome con freddezza, mi avvicino al computer e continuo quello che stavo facendo prima; appena Cass sparisce, però, inizio a piangere e ringrazio il cielo che i fratelli siano usciti.

***

«Allora, sei sicura di voler venire?»
Dean mi guarda, titubante. In mano tiene la pistola, vuole che mi tiri indietro, ma non posso più passare le mie giornate davanti al computer o cercando di arrivare in seconda base con un angelo.

«Certo»
Afferro la pistola e usciamo dalla camera di motel. Mi siedo nel sedile davanti, ho scoperto di soffrire il mal d’auto, e monopolizzo la radio. Dean all’inizio era un po’ irritato da questo mio atteggiamento, ma quando ha scoperto che la musica mi aiuta non gli ha più dato fastidio.
Fuori dal finestrino la pioggia cade fitta, a ogni frenata brusca mi spavento, sono sempre ansiosa. Dopo circa quindici minuti arriviamo davanti alla casa abbandonata, dove sono stati segnalati avvenimenti sospetti. Carichiamo le armi ed entriamo, attenti e vigili. Appena varcata la soglia, ci dividiamo: Sam controlla il piano superiore, mentre Dean ed io quello inferiore. 
In casa è buio, per fortuna che abbiamo portato le torce. Cammino a passo incerto tra i vari locali dell’abitazione, trattenendo il disgusto per tutto quello sporco e per la puzza.

«Allora Jessica… come vanno le cose con Castiel?»
Quella domanda mi lascia un po’ spiazzata, mi cade la torcia e inizio ad andare in panico. Faccio dei respiri profondi e penso “sei insieme ad uno dei migliori cacciatori al mondo, stai calma”.

«Non bisognerebbe stare in silenzio e rimanere concentrati?»
Cerco di cambiare discorso, ma Dean ormai mi conosce troppo bene, mi conosce meglio di me stessa.

«Quell’angelo imbranato ti ha fatto qualcosa non che non volevi facesse?!»
Dean mi mette una mano sulla spalla e mi costringe a guardarlo negli occhi.

«No ma và, il contrario…»

«Che vuoi dire?»
Per fortuna uno strano rumore fa distrarre Dean dal nostro discorso. Il mio sollievo, però, dura poco: mi vengono strappate dalle mani le armi e una strana forza mi spinge in una stanza, chiudendomi dentro.

«Jessica!»
Sento il cacciatore fuori dalla stanza, urla e tira calci, ma la porta non si apre. Avverto altri passi, sarà sicuramente Sam; nemmeno quando i fratelli uniscono le loro forze, riescono a farmi uscire da qui.

«Ciao tesoro, com’è che ti fai chiamare adesso… Jessica?»
Istintivamente mi schiaccio contro il muro e strizzo gli occhi cercando di vedere, ma la stanza è completamente immersa nel buio.

«Non ti farei mai del male, anche se te lo meriteresti… non ti ricordi chi sono io, vero?»

«Non te la prendere a male, non ricordo praticamente niente»
Non so perché uso un tono di voce basso e composto.

«Quindi il nome “Lucifero” non ti dice nulla?»

«No… chi è?»
Mormoro, allontanandomi dal muro: non mi sento più in pericolo, a livello inconscio devo aver riconosciuto quel nome.

«Jessy, chi c’è lì con te?!»
La voce del maggiore dei Winchester prorompe nella stanza, facendomi sobbalzare, come se fossi stata conta in flagrante.

«Non voglio che a Dean venga un infarto, quindi adesso di lascio andare, però non posso ogni volta inscenare qualche caso magabro (sperando in un vostro intervento): dammi una goccia del tuo sangue, così potrò rintracciarti»

«Rintracciarmi?»
Sento una lama sul mio braccio, tiro un gridolino per il dolore, ma velocemente passa.

«Jessica!»
Dean finalmente riesce a buttare giù la porta ed entra, trovandomi sola e spaventata.

«Tutto bene?»

«Hmm…» mi guardo il braccio, trovandolo illeso. «Si, voglio andare via da qui»


**angolo dell'autrice**
scusate ancora il ritardo, mi ero bloccata... non so come sia venuto questo capitolo, aspetto una vostra recensione!

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Capitolo 5
*** Allucinazioni o ricordi? ***


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«Il discorso è chiuso, tu non verrai più a caccia con noi»

Dean prende il telecomando in mano e accende la televisione; mi metto proprio davanti allo schermo, decisa a non far cadere il discorso.

«Il discorso non è per niente chiuso: questi sono i rischi del mestiere! E poi non mi vedi? Sono illesa, diglielo anche tu Sam»

Mi volto verso Sam, cercando di avere un suo supporto, ma lui sfugge al mio sguardo.

«Non tirare in ballo mio fratello! Decido io per te, ti ho promesso che ti avrei protetto e lo farò, volente o nolente»

«Fanculo»

«Come scusa?»

Risponde con voce sommessa il maggiore dei Winchester, rivolgendomi uno sguardo avvilito. Sospiro e mi sposto dal televisore.

«Mi dispiace, scusa ho bisogno di prendere una boccata d’aria»

Mi avvicino alla porta, ma Sam mi si para davanti.

«Non puoi andare in giro da sola»

«Non ho cinque anni, fammi passare»

«E allora quanti anni hai?»

Queste parole sono come un pugno in pieno petto, cerco di non darlo a vedere, ma Dean mi conosce fin troppo bene; una delle cose che mi fanno più soffrire è non sapere il mio nome, la data del mio compleanno, la mia età, se ho fratelli o sorelle…

«Sam, chiudi quella cazzo di fogna!»

«Ha ragione… non sarò sola, verrà Castiel con me»

Appena nomino il suo nome appare nella stanza l’angelo, a due passi da me. Cazzo, ma il sigillo che mi ha scolpito nelle costole non dovrebbe nascondermi dal suo radar?!

«Cos’è successo?»

Chiede, rivolgendomi i suoi occhi di un blu intenso.

«Si è rotta la canna del cesso»

Rispondo io, incrociando le braccia. L’angelo inclina la testa di lato e mi rivolge la sua espressione dubbiosa: è così carino quando fa così, ma sono arrabbiata con lui e devo sforzarmi per non riempirlo di baci. Nel frattempo Sam e Dean sono scoppiati a ridere, aumentando ancora di più la perplessità di Castiel.

«Che cosa avete da ridere? Comunque è molto grave che abbia risposto al richiamo di Jessica, vuol dire che non è più fuori dai radar angelici»

Nella stanza cala il silenzio, adesso siamo noi a fissare Cass con sguardo titubante.

«è successa una cosa…»

Inizio, ma qualcosa mi fa fermare, non so bene cosa. I loro sguardi mi bruciano il volto e sento molto caldo al viso, è la prima volta che mi sento così.

«Quando? Cosa?»

Chiedono in coro Castiel e Dean, visibilmente impazienti. Le loro voci non sono molto forti, ma il mio udito quadrupla il suono, stordendomi.

Arranco, per poi cadere pesantemente sul letto. Velocemente mi sono tutti vicino: Dean si mette davanti a me, Castiel alla mia destra e Sam prende il mio viso tra le mani; iniziano a parlarmi, ma le parole non arrivano al mio cervello…

 

«Non possiamo continuare così, prima o poi lo scoprirà…»

Copro il mio corpo nudo con il lenzuolo del letto e rimango a fissare l’uomo, o meglio la creatura, sulla soglia della porta.

«Tranquilla, non potrebbe mai farti del male»

«Ti considera meno di niente, un rifiuto; cosa penserebbe di me se sapesse che lo tradisco, in più con una creatura come te?!»

Si volta, non mi risponde, lo supplico di aspettare, gli ripeto mille volte che non penso io quelle cose, ma è tutto inutile.

Crowley, non andare via così.

Crowley, io ti amo.

Crowley, portami via.

Crowley. Crowley. Crowley….

«Crowley!»

Mi alzo di scatto dal letto, finendo col dare una testata a Sam. Ci tastiamo la faccia, entrambi doloranti.

«Hai detto Crowley?»

Interloquisce Dean, togliendomi la mano dal viso per controllarmi.

«Non so chi sia…»

Non mento, è la verità più assoluta. Guardo Castiel, mi sento come se lo avessi tradito, ma era solo un'allucinazione, no?

«Voi lo conoscete questo Crowley?»

Chiedo con circospezione; non è difficile intercettare gli sguardi che si scambiano, tutti e tre.

«Allora, parlatemi, non fate quelle facce da pesci lessi!»



 

**angolo dell'autrice**
allora che ne pensate?
lasciate una recensione, grazie ^_^

un bacio a Tasha, Vanessa, Veronica e tutti voi che leggete e recensite!

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


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questa storia è speciale, quindi si merita "l'angolo dell'autrice" a inizio e fine.
Ero bloccata con questa storia, è passato tantissimo tempo ed è molto difficile riprende "i fili" soprattutto se devo farla finire, ma comunque eccomi.
Dedico questo capitolo a TheWinchesterGirl, questa storia ci ha fatto conoscere! :'(
TUTTO PER TE, e ovviamente a chi deciderà di leggere l'opera di questa pazza xD



Mi hanno raccontato che Crowley è un demone, pensano che per qualche oscura ragione mi abbia tortura e il trauma mi abbia cancellato la memoria, ma non sanno che il mio ricordo era molto diverso: provavo un affetto sincero per lui.

***

 Da quando sono stata “male” Sam e Dean non mi hanno voluto lasciare sola, ma alla fine sono riuscita a farli ragionare:  non possono smettere di salvare la gente, e poi Castiel, ormai, può venire subito in mio soccorso. Non ho fatto parola a nessuno del mio incontro con quel “Lucifero”, non capisco come mai sia sparito nel nulla poi. Mi aveva preso il sangue per poter venire a trovarmi, ma allora perché non si è fatto vivo?
Appena i fratelli escono, accendo il computer e il primo nome che digito è “Lucifero”. Mi scappa un urlo quando leggo tutte le informazioni che appaiono. Tremo dalla paura; dopo pochi secondi appare Castiel, visibilmente preoccupato. Preferisco fingere una calma che non ho.

«Che succede?! Perché hai urlato?»

«Niente, ho ascoltato una canzone bellissima... Piuttosto, è un po’ che non ti fai vedere…» Tengo lo sguardo sul suo trench, noto addirittura una macchia quasi invisibile di sangue. «E quel sangue?» Indico con il dito, cerco ogni appiglio possibile per deviare il discorso.  
L’angelo abbassa lo sguardo e sospira. «Non volevo lo notassi, ho dovuto…»

Non finisce il discorso, sospiro e mi lascio cadere pesantemente sul letto, senza distogliere lo sguardo da lui. Castiel viene a sedersi vicino a me, con mia grande sorpresa. Rivolgo la mia attenzione al computer: il motore di ricerca è ancora fermo su “Lucifero”.

«Jessica…»

«Castiel…»
Parliamo in contemporanea e ci mettiamo a ridere, per un attimo.
Mi volto verso di lui, sono a pochi centimetri dal suo viso: annulliamo la distanza, ci scambiamo baci pieni di passione. Mi metto sopra di lui, gli tolgo il trench e la maglietta; le sue mani corrono sulla mia schiena, poi passano ai miei seni, mi sbottona la camicia e me la sfila velocemente. Il mio seno si appoggia al suo caldo petto, mi stringe in un abbraccio romantico; le sue mani scendono verso il mio fondo schiena e in pochi secondi rimango con solo gli slip. Non smettiamo di scambiarci sguardi pieni d’amore. Le sue labbra scendono sul mio collo, poi sul mio seno e sempre più giù, percorrendo il mio corpo e infuocando la mia pelle. Indugia un po’ con il mio capo intimo e alla fine mi leva quell’ultimo indumento. Essere completamente nuda, davanti a lui, mi eccita in modo che non ritenevo possibile. In breve tempo i suoi ultimi indumenti vanno a far compagnia ai miei, sul pavimento.
Lo spingo sempre più dentro di me, siamo avvolti da un turbinio di passione; il nostro piacere arriva al culmine, una fortissima scarica di piacere mi invade.
D’improvviso ricordo tutto, come se servisse questo ad aprire la mia mente.


Io ero un angelo, la rivale più temuta di Zaccaria. Ero andata in missione, insieme ad Ariel, ma era una trappola: lei è morta, il suo corpo sbattuto sulla terra; io sono stata una vigliacca, mi sono strappata la Grazia e mi sono salvata, Cadendo sulla terra. I demoni mi hanno trovato, torturato e alla fine piegato; sono diventata una collaboratrice di Lucifero, ma lo tradivo con Crowley. Il diavolo ha scoperto tutto solo quando sono scappata, grazie all’aiuto del demone degli incroci. Ha ucciso Crow, è morto per salvarmi.
 
Che cosa farò? Riprenderò la mia Grazia e vendicherò Ariel e Crowley.


*angolo dell'autrice*
spero di aver risposto a tutte le domande, dovevo farla finire per forza così o sarebbe rimasta incompiuta.
BACIONI A TUTTI!

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