A desperate decision

di Lady A
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Goku aveva da poco fatto ritorno sulla Terra dopo sette anni di permanenza nell'aldilà, sia Gohan che Goten erano al settimo cielo avendo il loro papà con loro ma Chichi? Chichi non era felice, forse non lo era mai stata da quando aveva sposato quel saiyan così buono, ingenuo ma anche tanto coraggioso da sacrificarsi per il bene dell'umanità lasciando la sua famiglia da sola, lasciando sua moglie da sola, quella donna che a volte sembrava comportarsi con lui più da madre che da moglie, quella donna che era stata costretta a occuparsi di tutto, eppure lei immaginava che la vita matrimoniale con Goku non sarebbe stata proprio come le fiabe, ma quella che viveva non era proprio una vita matrimoniale! Pensando a tutto questo dai suoi occhi scesero lacrime, ormai non c'era un giorno che non piangesse.
«Odio questa vita…», nella sua mente scorsero mille pensieri, avrebbe tanto voluto cancellare per sempre la sua memoria, ritornare giovane e cominciare una nuova vita, lontana da Goku. Sì era un brutto pensiero, come poteva cancellare tutti quei anni passati... assieme? 
«Chissà se Goku ha capito cos'è l'amore?», si domandava, in effetti quando si erano sposati, il saiyan non aveva la minima idea di cosa fosse l'amore, non sapeva cosa fosse una moglie, un matrimonio e neppure come nascessero i bambini, nella sua vita, Chichi non aveva mai incontrato una persona così ingenua, Goku faceva parte della sua vita fin da quando lei era una bambina. Facendo un respiro, la bruna si alzò dal letto e si diresse in cucina. Li c'era Goku, Crilin e Bulma, non volendoli disturbare stava per tornare indietro, quando una frase le lacerò il cuore, Goku stava parlando con i suoi amici del fatto che sua moglie fosse molto fredda e severa con lui.
«Oh, avanti Goku, certo che non so proprio come tu faccia a sopportare quella rompiscatole! Se fossi in te l'avrei già lasciata da un pezzo. Forse non siete fatti per stare insieme. Chi te lo ha fatto fare di sposarti?!», queste furono le taglienti parole di Bulma. Chichi restò lì, immobile per un po’, con lo sguardo nel vuoto. Gli occhi neri  come la pece cominciavano a riempirsi di lacrime, senza pensarci neppure un secondo prese la borsa e si avvicinò alla porta, l'aprì lentamente, prima di uscire però si fermò a guardare una fotografia, c'era lei Goku e Gohan. Per un attimo nella sua mente cominciò a rivivere quei giorni, poi un colpo al cuore. Si ricordò della morte del marito, poi un altro colpo al cuore… e tanti altri ancora. L'unico ricordo gioioso dopo quei momenti che gli avevano fatto ricordare la foto, fu quando nacque Goten, poi nient'altro...

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Dopo un lungo sospiro e dopo aver pensato e riflettuto a lungo sulle conseguenze che avrebbe portato ai suoi figli, Chichi decise di andarsene. Chiuse la porta e si incamminò.
«Bulma non ha tutti i torti, anzi, ha decisamente ragione…» pensò amaramente tra sé, asciugandosi le capricciose lacrime che le irroravano il dolce viso d'avorio. Nel frattempo, dopo quello che gli aveva detto la turchina su Chichi, Goku si affrettò a risponderle, ma naturalmente doveva prima finire di ingozzarsi con una torta…
«Pfe me...pff », biascicò con la bocca piena.
«Ma Goku, finisci prima di mangiare! Amico mio, sei sempre il solito!» Lo schernì amichevolmente Crilin, mentre Bulma lo osservava palesemente disgustata.
«Urca! ma cosa dici Bulma?! Chichina è la miglior moglie e mamma del mondo! Sono contento di averla sposata, davvero! Lei mi ha insegnato un mucchio di cose che io non potevo proprio minimamente immaginare e non solo…» rispose Goku con la sua solita candida voce, sorridendo e grattandosi il capo.
«Ah beh, su certi aspetti ha fatto dei piccoli miracoli», ridacchiò Bulma.
«Come sul fatto di riuscire ad avere due figli?», domandò Crilin trattenendosi le risate.
«Giusto!» ,rispose la Brief, portandosi una mano intorno ad una ciocca dei suoi capelli turchini.
 
Chichi camminò per varie ore per la città. Era da parecchio che non lasciava i monti Paoz, le sembrò tutto così straordinariamente meraviglioso. Osservava le case, il caos delle persone, le risate serafiche dei bambini, il cinguettio armonioso degli uccellini, notò molte più cose. Certo sui monti Paoz c'era ancora più natura, ma forse lei era troppo impegnata a piangere e a pensare alla casa per accorgersi che dietro quelle mura c'era la vita, una vita che cambiava di continuo e che non si fermava per nessuno, dove le persone entravano ed uscivano…
«Ho sbagliato tutto… in tutto questo tempo è come se... avessi chiuso la porta per lasciare il mondo fuori dalla stanza1», pensò tristemente. Poi con un passo lento si fermò davanti la casa di Bulma, la Capsule Corporetion. La scienziata, aveva da poco brevettato un prototipo della macchina del tempo che però non era ancora stato collaudato. La macchina oltre ad andare indietro nel tempo permetteva anche di perdere la memoria, di ricominciare di nuovo la propria storia, infatti si poteva inserire qualunque cosa per evitare che si ripetesse nel nuovo passato.
«Questa fa a caso mio!», disse tra sé la corvina. Si avvicinò flebilmente allo sportello metallico e  lo aprì con cautela. Digitò sul monitor la frase :”Voglio cancellare dal mio cuore e dalla mia mente Son Goku “. Fece un breve sospiro e azionò il dispositivo. In un’esigua frazione di secondi Chichi sentì la propria testa scoppiare e la vista diminuire, si risvegliò nel suo letto  nel castello di suo padre Giuma. L'omone entrò facendo attenzione a non svegliarla, la ragazza però aprì gli splendidi occhioni d’ebano, sentì la sua testa girare, tutto attorno a lei girava. Aveva una stranissima sensazione.
Intanto Bulma fece ritorno a casa, aprì la porta del laboratorio e lanciò un urlo a dir poco terrificante. Vegeta che si stava allenando con Goku si precipitò piuttosto stizzito da lei.
«Hei, che diamine ti succede?», chiese con la sua solita aria altezzosa e menefreghista.
«Chi-Chichi...è stata qui…», berciò tutto d’un fiato, indicando la macchina da lei costruita,  in quel mentre, fu raggiunta anche da Goku che la guardava incredulo.
«Che centra Chichi?», chiese Vegeta atono.
«Oddio… credo che lei abbia azionato questa macchina! Il problema è che io non l'ho ancora collaudata…»
«Scusa ma perché la mia Chichina avrebbe dovuto azionare questo aggeggio?», intervenne Goku, con la sua solita aria candida.
«E-ecco… Goku qua c'era scritto quello che ha programmato: “Voglio cancellare dal mio cuore e dalla mia mente Son Goku!”», rispose mestamente, chinando il capo sinceramente dispiaciuta.
«C-cosa?», Goku sentì all'improvviso una confusione, una stranissima confusione, avvertì un forte dolore acuto all’altezza cuore, che lo costrinse a cadere con i ginocchi a terra.
«No… Non posso aver perso per sempre la mia Chichi!»



 
 

1* Frase tratta dalla canzone “Sono solo parole” di Noemi. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Intanto, in un pomposo castello ai piedi del monte Friggi Friggi, la giovane Chichi cercava di alzarsi dal letto.
 «Che mal di testa…», si ritrovò a mormorare stancamente, toccandosi la fronte. 
«Suvvia piccola mia, riposa ancora un po’, ti farà bene restare a letto», la rassicurò quel grosso omone di suo padre. La fanciulla rimase sotto le sue calde coperte, ma ad un tratto avvertì una sensazione di angoscia attanagliarle lo stomaco. Un’ angoscia tremenda.
Mai prima di allora l'aveva provata o almeno così credeva.

 
 ~

«Chichi, no!», le urla disperate di Goku risuonavano in tutta Capsule Corp.
«Io non posso vivere senza di lei!», pronunciò sconvolto, cadendo in ginocchio. Ad un tratto guardò la macchina del tempo e senza dir nulla si precipitò dentro di essa. Digitò risoluto la scritta: “Non voglio essere escluso dalla vita di Chichi.” Bulma e Vegeta non ebbero neppure il tempo di fermarlo, era stato troppo veloce… Il tutto era avvenuto in una marginale frazione di secondi.
«Quello stupido! Si può sapere cosa diamine gli è passato per la testa?», chiese furioso il principe dei saiyan.
«E' solo innamorato, Vegeta…», Bulma fissò suo marito che per una strana ragione, si ritrovò ad eluderne lo sguardo…  detestava ammetterlo, ma era preoccupato per la sorte del suo migliore nemico-amico e dovette ammettere che se si fosse trovato nella stessa situazione avrebbe forse, fatto la stessa cosa.
 
Ora era tutto nelle mani del destino…
 
Goku si risvegliò ai piedi di un imponente albero di mele, il suo aspetto non era cambiato, non era ritornato ragazzo e neppure la sua memoria era svanita. Che cosa era successo?
Dopo essersi ripreso, esclamò risolutamente:
«Devo trovare la mia Chichi!», dopodiché si mise in cammino, ma non sapeva con esattezza dove si  trovasse. Il suo cuore batteva a ritmi sempre più violenti, faceva male, sì, provava la stessa l'angoscia e il dispiacere di aver indotto la sua adorata moglie a compiere un gesto così insensato, disperato. Lui la amava, l’amava alla follia anche se non glielo aveva mai detto chiaramente, con i figli non aveva molta difficoltà a dimostrarlo, ma con Chichi era diverso. Aveva paura di perderla se gli avesse dato troppo amore, invece l'aveva persa per non averglielo dato abbastanza.
L’eroe della Terra, camminò per parecchie ore, si sentiva spaesato, perso, senza una meta precisa dove andare, ed era la prima volta che gli accadeva una cosa del genere, sentiva che gli mancava una parte di sé, la parte più importante di tutte.
 
 ~

Nel frattempo, nel castello di Giuma si presentò un giovane ragazzo Akomo Yoko, che sarebbe stato il futuro marito di sua figlia.
«Ciao ragazzo!», lo salutò calorosamente l'omone. Il giovanotto entrò altezzosamente e senza esitazioni si precipitò nella camera della giovane fanciulla.
«E tu chi sei? Che ci fai nella mia camera?», proruppe infatti alquanto scandalizzata nel trovarselo dinanzi.
«Sono Akomo Yoko, il tuo futuro marito...», le disse con spavalderia, avvicinandosi al suo letto e porgendole galantemente la mano. Chichi rimase spiazzata e non ricambiò, il ragazzo la fissò senza tuttavia, scomparsi.  
«Qualcosa non va, bellezza?», le chiese, guardandola con aria maliziosa.
«Mi sembra ovvio! Sei pregato di uscire dalla mia camera!», rispose molto imbarazzata e adirata, coprendosi alla meglio con il lenzuolo.
«Mi dispiace di averti messa in imbarazzo!», rise e dopo averle donato un piccolo sorrisino sbarazzino, il ragazzo dai capelli rossi fuoco, se ne andò dalla sua stanza.
«Io sposarmi…?», si domandò la ragazza, fino ad allora non aveva mai pensato al matrimonio, non si era mai innamorata e non aveva motivo di desiderare la sua vita nelle vesti di moglie e madre.
Ad un tratto ebbe una fitta lacerante al cuore… quasi come se qualcuno la stesse pugnalando. Si alzò dal letto, si guardò allo specchio e cominciò a pettinare i suoi lunghissimi capelli corvini. Quella stranissima sensazione le era tornata. Sentiva che qualcosa o qualcuno a cui era molto legata era nelle vicinanze, ma chi poteva essere?
 
Goku ?

Il saiyan, si trovava immerso nella fitta boscaglia dietro il castello dove viveva la sua amata, gli enormi alberi coprivano tutta la visuale. Camminò moltissimo e alla fine esausto si accasciò a terra.
Venne l'aurora e il cinguettio armonioso degli usignoli rallegravano la giornata. Goku aprì lentamente gli occhi ma ad un tratto sentì un urlo…
«Razza di maniaco! Come ti permetti?!», era Chichi che prese a schiaffi il giovane Akomo.
«Non dirmi che non hai mai baciato un uomo?»
«CAFONE! Non ti sposerò mai e poi mai!», la voce  furiosa della bruna, risuonò per tutti gli anfratti del monte.
Goku la riconobbe subito e senza esitare si fiondò nel castello. Stranamente non riusciva più a volare né a teletrasportarsi, avvertendo la sua forza limitata. Ora era solo un semplice uomo, senza poteri. Non era più un saiyan, era il Goku che infondo Chichi aveva sempre desiderato.
«Urca! E' adesso come faccio! Devo andare da lei… ha  bisogno di me!», raggiunse il palazzo e cominciò a bussare con insistenza, ma nessuno lo apriva. Sentiva la voce della sua amata e si  sentiva impotente! Lui doveva difenderla, ma del resto lui stesso aveva fatto del male a sua moglie, anche senza volerlo.
«Per favore aprite!», urlò continuando a bussare, finché dopo parecchi minuti un ragazzo con un occhio nero uscì da quel castello. Molto evidentemente Chichi lo aveva malmenato per bene…
Quasi lo invidiò, a Goku mancavano molte le diafane mani di sua moglie. Fini e così delicate, avevano un tocco leggero quando accarezzava, ma quando lo picchiava sapevano essere  parecchio forti!
Entrò nel castello, si ricordò quando lui e la sua Chichina avevano spento le fiamme con un ventaglio magico, quello fu l'inizio della loro avventura, lì si conobbero meglio e subito dopo si sposarono. 
«Urca! Quanto tempo è passato... », pensò guardandosi intorno, all'improvviso da una stanza uscì proprio lei… Chichi. Era tutta nervosa e  non lo degnò neppure di uno sguardo, era intenta a conversare con suo padre. Le passò proprio davanti, Goku era felice, anche il solo fatto di averla rivista lo rallegrò e pensare che l'ultima volta che si erano visti, la povera Chichi si era chiusa in camera a piangere. E lui? Lui invece di andare a consolare, di farsi sentire presente, aveva pensato a mangiare e a chiacchierare con i suoi vecchi amici. Si sentiva così tremendamente in colpa. Chichi intanto conversava ancora con suo padre, finché il suo sguardo cadde proprio su Goku. Anche quello di Giuma cadde sul saiyan dai buffi capelli a palma.
«E lei chi è?», chiese repentinamente l'omone , mantenendo tuttavia, quel tono gentile che lo caratterizzava.
«I-io sono Goku! Son Goku… Eheheh»
Chichi nell'udire quelle parole, quella voce... ebbe un sussulto al cuore, le sembrò di conoscerlo. Ma rimase lì immobile, qualcosa le impedì di avvicinarsi. Aveva la sensazione che tutta quelle stranezze che aveva provato negli ultimi giorni fossero avvenute proprio per mezzo di quel Son Goku.
«Piacere figliolo! Come mai sei qui?», gli chiese Giuma ma Goku non lo sentì nemmeno era troppo impegnato a seguire con lo sguardo Chichi.
«Urca, com’è bella! Come ho fatto a non accorgermene prima?» Pensò, avvertendo il cuore battere forte.
Giuma vide sul volto dei due ragazzi delle strane reazioni. Erano turbati, sconvolti... sembravano vivere in un mondo tutto loro.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Giuma lasciò i due ragazzi da soli. Chichi che Goku si scrutarono attentamente per innumerevoli minuti ma nessuno di loro osò proferir parola. Venne sera, la luna prese il posto in cielo, illuminandolo di tenera speranza, l'omone ospitò volentieri il giovane ragazzo e gli diete una stanza accanto a quella della figlia. Non appena Goku varcò l’ingresso della sua camera e si sedette sul letto, non riuscì a non pensare a quello che era successo.
 «Urca! L'ho avuta davanti a me e non ho fatto niente, ma perché?» si chiese, portandosi una mano alla fronte.
 
Nella stanza accanto:
«Ma cosa mi prende? Perché… perché quando ho visto quel ragazzo mi sono irrigidita così?», in cuor suo la giovane fanciulla sapeva di conoscere Goku, ma non si ricordava né come e né quando e pensando a lui cadde in un dolce sonno. Erano le due del mattino quando Chichi si risvegliò in un mare di lacrime. Aveva fatto un incubo davvero molto strano! Aveva litigato con suo marito e aveva abbandonato i suoi figli per scappare. Scappare dal rancore, dalla rabbia che provava per il suo grande e unico amore.
Goku.
La mora mise una mano sul suo cuore, scalpitava furentemente. Provava una lunga serie di emozioni tutto per mezzo di quell’incantevole ragazzo, non riusciva proprio a toglierselo dalla testa oltre che dal cuore. Scese lentamente dal letto e si diresse verso l'ampia cucina del palazzo. Osservò la luna che con la sua luce argentea illuminava tutto il monte Friggi Friggi, ad un tratto però sentì una mano posarsi delicatamente, come il tocco di un angelo, sulla sua esile spalla. Si voltò di scatto e incrociò il magnetico sguardo di lui… Son Goku.
«Oh, è lei… cosa ci fa qui?», chiese sottovoce, mantenendo un tono gentile e cortese.
«Chichi... ti ricordi di me? Sono Goku, tuo marito!», le parlò lui, prendendole dolcemente le mani. 
Chichi arrossì. Ci fu un attimo di silenzio, in quell’istante i loro sguardi e i loro respiri presero il sopravvento. 
«I-io non... sono sposata...», disse titubante la ragazza, cercando di eluderne lo sguardo, ma Goku la strinse lentamente e dolcemente a sé.
«Chichi ti prego cerca di ricordarti, scusami se mi sono comportato da vigliacco, scusami se ti ho fatto scappare da me e dai nostri figli...»
«I… i nostri figli?», chiese la mora, con un’espressione palesemente sconvolta.
«Gohan e Goten, li ricordi? Loro ora saranno tanto preoccupati per te!».
Chichi ricordò che nel suo sogno c'erano un ragazzino e un bambino che piangevano e la chiamavano mamma, però quel sogno le aveva messo troppo angoscia, non poteva credere di essere stata capace di fare una cosa così orrenda… 
«No… non è possibile! Come ho già detto io non sono sposata…».
«Tesoro, per colpa mia tu te ne sei andata, hai usato quell'aggeggio che ha inventato Bulma, sei ritornata nel passato perché mi volevi cancellare dalla tua vita...» spiegò Goku, mestamente. Nell’udire quelle parole, Chichi avvertì qualcosa comprimergli il petto, per un attimo ebbe la sensazione di vivere davvero quei momenti.
«Se ho fatto davvero questo è perché tu mi hai fatto del male!», quelle parole le uscirono con rabbia. Goku  guardò i suoi occhi, quelle meravigliose gemme luminose, più delle stelle di quella notte, concretizzando che  erano gli stessi con cui Chichi l'aveva guardato l'ultima volta, così colmi di ira, rancore e delusione. La mora lo guardò, vedeva su quel viso, un 'aria sinceramente afflitta, sofferente, si sentì morire per quello che aveva detto. Si fermò a fissarlo ancora un po' per poi fare ritorno nella sua stanza, ma appena chiuse la porta, avvertì le prime lacrime rigarle il viso. Era certa che Goku le avesse detto la verità: lei era scappata da lui e aveva abbandonato i suoi due figli.
«Sono io la cattiva dunque?», disse singhiozzando, era indescrivibile la disperazione che provava. Le stille incolori sgorgarono velocemente, bagnandole la sottile camicia di seta che indossava, la testa le cominciò a girare sempre di più, finché non svenne a terra.
Goku era rimasto immobile in cucina, serrò risoluto i pugni più volte per trattenere tutta la rabbia che covava nei confronti di se stesso. Venne mattina, Giuma andò a svegliare sua figlia ma la trovò a terra in camera, priva di sensi.
«Chichi, bambina mia, che ti è successo? Rispondimi!», il vocione dello stregone Del Toro rimbombò per tutto il castello, tanto da far svegliare Goku, che si precipitò immediatamente dalla sua amata. Chichi fu distesa sul suo grande letto rosa. Era priva di sensi, il suo respiro si faceva sempre più debole e il suo corpo era sempre più freddo. Un brivido di paura corse repentinamente lungo la schiena del saiyan.
«Chichi ti prego, riprenditi, non puoi lasciarmi!», Le sussurrò Goku disperato, mentre stringeva le mani della fanciulla che sembrava ormai in fin di vita.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Chichi poteva percepire perfettamente l'angoscia e le lacrime di Goku e di Giuma che erano intorno al suo letto, ma non riusciva a comunicare con loro, si sentiva estrania nel suo corpo, come in coma. Dentro la sua mente come per incanto, ricominciò a rivivere tutti quei momenti che aveva passato con il suo amato guerriero. Fu una cosa bellissima, il suo cuore le scalpitava come non mai, era un cuore innamorato, ad un tratto però, i bei ricordi furono spazzati via da quelli brutti. Litigi, incomprensioni, rancore, rabbia, disperazione, rassegnazione, ansia, angoscia di tutto e di più, fino a giungere a quel gesto che poteva sembrare insensato. Ritornare indietro, cancellare tutto, mettere una pietra su quei sentimenti che la stavano opprimendo. Si sentiva morire, ma era certa di aver fatto la cosa giusta, non ne poteva più di quella vita! Dopo quel susseguirsi di ricordi cominciò a vedere tutto bianco, finché riaprì lentamente gli occhi, riuscendo ad intravedere anche se in modo un po’ sfocato l’imponente figura di suo padre e di Goku. Ancora debile, afferrò leggermente la mano di quest'ultimo:
«Perché sei qui? Perché sei tornato a tormentarmi?», sussurrò sommessamente. Giuma li guardava incredulo, intuendo dentro di sé che c'era qualcosa che legava sua figlia e quel ragazzo, difatti dopo essersi sincerato delle sue condizioni, diete un bacio sulla fronte di Chichi e lasciò i due da soli.
 «Chichina io ti amo! Io voglio far parte della tua vita! Tu sei per me la miglior moglie e mamma del mondo!», le disse Goku, carezzandole dolcemente la mano. Lei ripresa coscienza, si alzò da letto e si avvicinò alla finestra, osservò un po’ fuori, finché il suo sguardo si ricongiunse di nuovo a quello così dolce, rasserenante e forse etereo di Goku.
«In questi anni… mi hai fatto solo del male. Ti amo, ma ti prego rispettami, io non voglio più vivere con te, non ne posso più!», esalò con una voce affranta e incrinata dal dolore.
 
«Ti prego perdonami Chichi, so che non sono stato un buon marito e né un buon padre, ma ti prego… io voglio stare con te!», la implorò lui, avvicinandosi a lei.
«Ti ho già perdonato troppe volte! Troppi abbandoni, troppo egoismo. Ma che ne sai tu del dolore che provavo la sera vedendo sempre il nostro letto vuoto? Che ne sei del dolore di quando ho partorito da sola, e tu non c’eri? Mi hai dato troppe responsabilità e le hai date anche a Gohan! Tu invece? Che ne sei delle responsabilità? Che ne sai di una famiglia?», quelle parole taglienti come coltelli, ferirono il giovane eroe. 
 
«Hai ragione, è tutta colpa mia» , mormorò tristemente, incapace di aggiungere altro.
 
«Puoi ben dirlo! Per te contano solo gli allenamenti. Per te viene prima il mondo intero e alla fine noi... quella che dovrebbe essere la tua famiglia! Se mi ami davvero devi lasciarmi andare, per favore, voglio essere felice e lo sarò solo se ti cancellerò per sempre», disse Chichi, dandogli ostinatamene le spalle per non mostrare le sue copiose lacrime.
 
 «Gohan e Goten cosa faranno senza te?»
 
«Forse vivranno meglio, sono stata troppo severa con loro, soprattutto con Gohan, ho preteso sempre troppo da lui, ed ora è giunto però il momento che tu tiri avanti la famiglia. Non sei un buon marito, ormai per recuperare è tardi, cerca almeno di recuperare con loro, tanto lo so che alla fine seguiranno le tue orme. Diventeranno anche loro dei teppisti...», e con queste parole la fanciulla lasciò la sua camera. Il dispiacere e la sofferenza che provava Goku erano molto più atroci di tutti gli attacchi che gli avessero sferrato i suoi peggiori nemici. A volte, l'amore è solo un sinonimo di sofferenza e Goku lo stava provando sulla sua pelle. Era confuso, da un lato pur di veder felice l'unico amore della sua vita sarebbe stato disposto a lasciarla andare, ma dall'altra, come avrebbe fatto ad andare avanti nella sua vita? Che senso avrebbe avuto ritornare a casa senza di lei pronta ad accoglierlo a braccia aperte?

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Chichi era sdraiata sul divano dell'ampio soggiorno del palazzo a fissare la rigogliosa natura che si poteva scorgere dalla finestra, dentro di lei un vuoto incolmabile.
Che cosa aveva fatto?
 
~

Intanto, in un laboratorio di nostra conoscenza:
«Bulma tu devi fare immediatamente qualcosa per riportare Kakaroth e sua moglie qui da noi!», sbraitò Vegeta ormai spazientito.
 
«E' proprio quello che sto cercando di fare, ma se tu continui a mettermi l'ansia non ci riuscirò mai! Lo so che sei preoccupato per loro...», cinguettò Bulma, cercando di nascondere un sorrisino.
 
«Per me può morire sia lui che tutta la sua insulsa famiglia! Voglio che torni solamente perché nel caso si verificasse un pericolo solo grazie a lui riusciremmo a cavarcela!», replicò fuori di sé, centrato in pieno. 

~
Mentre la mora era in un immenso mare di lacrime, si avvicinò a lei Akomo.
«Buongiorno mia futura consorte, qualcosa non va?», Gli chiese il rosso con un tono di voce melliflua, avvicinandosi a lei.
 «Non capisco ancora perché sei di nuovo qui! Mi sembra di essere stata chiara! Non ti sposerò mai e poi mai!», gridò lei, con voce irritata ed isterica.
 
«Questo è tutto da vedere cara Chichi Del Toro…», sghignazzò divertito, strofinandosi smanioso le mani, Chichi non diete peso a quelle parole e ritornò a immergersi nei suoi pensieri. Akomo Yoko però era venuto a conoscenza di tutto, infatti aveva origliato i due durante la loro conversazione e tramava qualcosa.
«A noi due Goku...», esclamò con rabbia, stringendo risolutamente i pugni lungo i fianchi.
 
 
~

Goku era disteso sul prato della boscaglia dietro il castello, non riusciva a capacitarsi di aver perso sua moglie. Avrebbe voluto precipitarsi da lei, stringerla forte a sé, baciarla, riassaporare il gusto delle sue morbide labbra vellutate e coralline, ma qualcosa lo tratteneva… la coscienza. Era perfettamente consapevole di averla ferita, delusa e umiliata. Gli aveva affidato un mucchio di responsabilità, non voleva vederla soffrire, se ripensava alle sue lacrime si sentiva quasi morire. Non era giusto che quella donna tanto meravigliosa che lo aveva amato fin dal primo giorno piangesse per colpa sua, ma non era in grado di immaginare la sua vita lontano da Chichi. In tutti quei anni aveva imparato a conoscere il carattere di sua moglie e sapeva che quando faceva così in realtà era solo un modo per far si che si riavvicinasse di più a lei.
«Io la devo raggiungere! Devo fargli capire che per me è la cosa più importante. Non mi importa se ci impiegherò anni, lei lo deve sapere, devo riconquistare la sua fiducia. Ti amo amore mio!», disse risoluto, mentre guardava i luminosissimi raggi del sole che riscaldavano il monte, quando all'improvviso qualcuno gli sferrò un leggero colpo alle spalle. Il saiyan, si voltò e vide un ragazzo con i capelli rosso fuoco e con uno sguardo di ghiaccio. Ebbe la sensazione di averlo già visto.
 
«Goku, vero?», ringhiò Akomo.
 «Ah sì! Sono io piacere!», rispose ingenuamente il saiyan. 
 
«Preparati a lasciare questa valle di lacrime…», il rosso tirò fuori un potente fucile.
 
 
«Urrrca… ma che hai intenzione di fare?», chiese Goku stupito.
 
«Quando qualcuno si mette sul mio percorso fa una brutta fine. Tu non dovevi intrometterti tra me e Chichi...»  Nell’avvertire il nome di sua moglie, Goku cambiò espressione e si ricordò di aver visto quel ragazzo all'uscita del castello con un occhio nero.
«Cosa vuoi da lei?»
 
«Sposarla, ereditare l’intero patrimonio dei Del Toro, diventare ancora più ricco e potente! E se lei non vorrà, la prenderò con la forza!», gli occhi di Akomo erano pieni di ira e rabbia.
«Tu non torcerai un solo capello a mia moglie!», Goku stava cominciando ad innervosirsi, ma non avendo più i suoi poteri non poteva trasformarsi in super saiyan, né poteva lanciargli un onda energetica.
 Nel castello intanto, Chichi ebbe un forte presagio. Ad un tratto si ricordò delle strane parole di Akomo e sentì come se delle spine, le più pungenti in assoluto gli stessero trapassando il cuore. Cominciò a sudare, sentiva che Goku era in pericolo. Uscì di tutta fretta dal palazzo e si avventurò nella fitta boscaglia.

 ~

Intanto tra Goku e Akomo stava avvenendo un duro scontro. L'avversario del saiyan possedeva un’elevata forza e colpì ripetutamente Goku, finché non gli sferrò un colpo con il fucile al cuore. il guerriero cadde a terra, in quel momento sopraggiunse Chichi. Fu indescrivibile il dolore che provò nel vedere suo marito a terra in un mare di sangue.
«Goku, Goku no!», le urla disperate della mora risuonarono per tutto il bosco. Il suo amore, era lì a terra, non si muoveva. Lei si gettò vicino a lui e in lacrime, gli accarezzò teneramente i capelli.
«Amore mio che ti è successo? Scusami, scusami per tutto, sono stata una stupida! E’ tutta colpa mia, del mio orgoglio, ti prego guardami, non puoi lasciarmi sola…», sussurrò in preda alla disperazione, stringendola disperatamente a sé.
«Chichi, perdonami, ti amo…», bisbigliò lui, con voce affaticata. La moglie poggiò la testa del suo amato sulle sue ginocchia e urlò in preda all'ira.
«Chi è stato? Chi?», Il saiyan gli strinse con debolezza la mano, ormai la Nera Signora sembrava pronta a prenderlo con sé.
 «Chichi!», snocciolò con rabbia Akomo.
 «Che cosa hai fatto a mio marito? Maledetto te la farò pagare!», la giovane era disperata, il suo corpo tremava e provava un dolore indescrivibile, i suoi occhioni di onice erano ormai zuppi di lacrime e la sua rabbia cresceva sempre di più. Si alzò e sferrò un potente pugno a Akomo, e poi una serie di calci, finché l'avversario con un semplice gesto la gettò contro una roccia.
 
«Chichi, ti prego scappa, scappa tesoro mio…», furono le ultime parole di Goku. Avvertì le forza diminuire, cominciò a non percepire più i suoni e con un ultimo sospiro, chiuse gli occhi. 





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Capitolo 7
*** Epilogo. ***


Chichi si voltò, aveva le labbra sanguinanti e gli abiti impregnati del sangue di Goku, Akomo gettò a terra il fucile, si avvicinò a lei e adirato, l’afferrò per un braccio. 
«Questa è la fine che fanno tutti quelli che si mettono contro di me!», sibilò fissandola con i suoi penetranti occhi color ghiaccio, abbassandosi vicino a lei e cominciando a sfiorarle maliziosamente i lunghissimi capelli color pece. La ragazza infastidita e disgustata gli diede uno schiaffo.
«Non osare toccarmi!», gridò con il terrore negli occhi, il ragazzo si apprestò a sferrarle un pugno quando si percepì uno sparo. Chichi vide il giovane accasciarsi a terra e Goku strisciare lentamente con il fucile.
«Goku…», gridò, raggiungendo il marito.
«Chichi… devo proteggerti…», mormorò lui con un filo di voce.
«Goku ti prego resisti…».
La fanciulla cominciò a correre dirigendosi verso il palazzo per chiedere aiuto. Il suo cuore batteva a mille, sapeva che Goku era all'estremo ormai. Inciampò varie volte, provocandosi numerose ferite e strappi ai vestiti, ma ciò non poteva fermarla, nulla poteva fermarla! Entrò nel castello e gridò a squarciagola finché attirò l'attenzione della servitù.
«Vi prego aiutatemi, Goku è stato ferito è nel bosco!», disse piangendo, mentre le abrasioni cominciarono a sanguinare sempre di più.
«Figliola ma che succede?», chiese Giuma, accorrendo preoccupato e spaventato nel vedere sua figlia in quelle condizioni. Chichi si gettò tra le sue braccia, piangendo disperata.
«Oh, papà! Goku sta per morire ed è tutta colpa mia e del mio maledettissimo orgoglio!»
 «Piccola mia vedrai che ce la farà... ma voi già vi conoscevate?», chiese un po’ confuso, prendendo a carezzarle i capelli. Chichi lo guardò e con gli occhi rossi e grondanti di lacrime, assentì.
«Papà, io vengo dal futuro! Goku è mio marito… è… è difficile da spiegare, sono stata una stupida! Lui è un potente guerriero, si è sacrificato varie volte per la Terra, per i suoi abitanti e io? Io invece di comprenderlo l'ho sempre attaccato e non l'ho mai aiutato, sono fuggita via utilizzando una macchina del tempo, volevo cancellarlo dalla mia vita e ho lasciato i miei figli...», la donna cercava di farsi forza, ma  si sentiva terribilmente in colpa. All'improvviso vide i medici che trasportarono Goku al palazzo e si precipitò da uno di loro
«Allora come sta? Vi prego ditemi che c'è la farà? Vi prego!», urlò disperata, facendo spaventare uno dei medici. 
 
«Cercheremo di fare tutto il possibile, signorina Del Toro».
 
«Dovete fare l'impossibile!», gridò con la voce affranta dal dolore. Non poteva perderlo di nuovo. Le ore passavano, ma sembravano interminabili. Chichi era seduta a terra fuori la stanza di Goku, non si era neppure fatta medicare, nonostante le suppliche di suo padre, quelle ferite non era niente rispetto allo strazio che provava interiormente.
 «Kami ti prego, ti supplico non farlo morire...», pregò sommessamente, volgendo gli occhi al cielo. Finalmente dopo svariate ore uscirono i medici.
«Allora? Come sta?», chiese ansiosa, alzandosi.
«Ha riportato ferite molto gravi, però l’organo vitale non è leso in profondità, se riesce a superare la notte ha buone probabilità di farcela», asserì il medico, andandosene. Ancora in apprensione, Chichi avvertì la presenza di suo padre, che come un angelo aveva vegliato su di lei tutto il tempo.
«Papà, scusami… posso immaginare che in questo momento tu non stia capendo niente! Scusami per il mio comportamento e sappi che ti voglio un’infinità di bene…», e abbracciò teneramente il dolce l'omone barbuto.
 «Non ti preoccupare piccola mia, comunque l'ho intuito da subito che tra te e quel ragazzo c'era un qualcosa che vi legava».
Dopo qualche ora, Chichi entrò nella stanza dove c'era Goku. Il guerriero era disteso sul letto, aveva il petto fasciato e il suo viso segnato da graffi. Si sedette vicino a lui, osservandolo teneramente. Aveva quell'aria così dolce e ingenua, era proprio per quello che aveva perso la testa tanti anni fa! 
«Goku sei così importante per me…», sussurrò flebilmente, accarezzandogli dolcemente il capo. Lentamente lui riaprì gli occhi e vide la sua Chichi vicino a lui. Da quanto tempo non stavano così vicini? Forse da quando avevano concepito Goten, quella sera prima di quel maledettissimo Cell Game.
«Urca, che dolore! Tesoro sono felice di rivederti qui vicino a me!», parlò con quel tono da bambinone.
«Come potrei non stare con te! Ti amo tanto Goku… ora ti lascio riposto», sorrise la mora, dandogli un dolce bacio sulla guancia, ma lui con molta delicatezza, nonostante anche le braccia gli dolessero la prese e la baciò sulle labbra, fu uno dei momenti più belli e intensi. 
«Chichi sei… sei indispensabile per me, un po’ come il cibo...», a quelle parole la mora  lo guardò sorridendogli sarcasticamente.
«Non cambierai mai!», lo baciò nuovamente. Dopo poco uscì dalla stanza, si affacciò all'ampia terrazza, era una maestosa serata e le stelle erano sparse nell'immenso cielo, la luna contribuiva con la sua luce argentea a dare un aspetto incantevole all’intero monte e in quel momento non potette  non pensare ai suoi figli. Guardando Goku aveva avuto l'impressione di rivederli. Erano così simili, erano la copia esatta del padre... soprattutto il piccolo Goten.
Dove siete piccoli miei? Pensò la fanciulla, sospirando e scostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, quando sentì dei passi familiari e si voltò, notando suo marito in piedi.
«Goku ti sei già alzato, non dovresti stare a letto?», mormorò sinceramente preoccupata e apprensiva.
«Sto bene, tranquilla!», la rassicurò lui. Chichi avvolse il marito in un caldo e amorevole abbraccio. Era meraviglioso poterlo avere con sé, quanta nostalgia aveva provato negli ultimi anni. Il saiyan prese teneramente tra le mani il viso della moglie e si baciarono di nuovo. Il chiaro di luna rendeva tutto molto romantico, Giuma li osservava intenerito all'interno della stanza. All'improvviso un vortice li avvolse, Goku e Chichi tenendosi per mano vennero catapultati nel laboratorio di Bulma.
«Era ora!», esultò la turchina, ponendosi le mani sui fianchi.
«Kakaroth!», asserì Vegeta, cercando di simulare un blando interesse per il suo ritorno. Goku e Chichi si guardarono complici, erano contenti di essere ritornati a casa. La mora si alzò e uscì dal laboratorio, Goku immediatamente la seguì, senza neppure dar troppo peso ai suoi amici, ora la cosa che contava più di tutte era solo e solamente lei. Goku aveva riacquistato tutti i poteri.
«Chichina che ne dici se a casa ci andiamo a piedi?», le propose, guardandola intensamente. 
«D-dici sul serio?», Chichi era stupefatta. 
«Ma certo! Mi piace così tanto stare con te, scusami se a volte non trovo le parole giuste ma io ti amo», rispose Goku sorridendo e baciandola dolcemente. Una volta giunti a casa, furono accolti calorosamente da  Gohan e Goten che corsero ad abbracciarli, felici. Dopo molto tempo, la famiglia Son trascorse finalmente una serata piena di gioia, armonia e amore. Chichi  in cuor suo era consapevole che ciò non sarebbe durato in eterno, ma in fin dei conti non le dispiaceva, anche se il destino avrebbe servato altri nemici e allontanamenti lungo il loro cammino, il loro amore sarebbe rimasto per sempre indissolubile, nulla l’avrebbe mai scalfito, né la lontananza né la morte.

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