I try to write the story about you and him

di Drika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time ever I saw your face, I thought the sun rose in your eyes ***
Capitolo 2: *** The First Cut Is The Deepest ***



Capitolo 1
*** The first time ever I saw your face, I thought the sun rose in your eyes ***


1° Settembre - King's Cross station


Platform 9 And 3/4 And The Journey To Hogwarts

Il cielo sopra Londra era plumbeo quella mattina di settembre, le nuvole gonfie di pioggia oscuravano il sole che solo a tratti filtrava tra gli spazi. Una donna sulla banchina d'ingresso della stazione le osservava preoccupata in attesa che il marito e il figlio la raggiungessero.
-A me continua a sembrare tutto una sciocchezza, Beth.- la voce dura dell'uomo la riportò alla realtà, ma non badò assolutamente alle sue parole e si accucciò appena per sistemare il cappotto del figlio.
-Hai tutto ciò che ti occorre in caso di pioggia, Ted?- domandò premurosa mentre il ragazzo si limitò ad annuire osservandosi attorno, per ora era ancora tutto normale, tutto banale.
Quello che era decisamente fuori dal normale invece era il contenuto del carrello che stava spingendo. Un baule che conteneva tutto l'occorrente per il suo primo anno scolastico nella nuova scuola, la sacca che conteneva i suoi libri di testo e da cui si intravedeva quella che sembrava una divisa nera e una gabbia con dentro un gatto soriano.
L'unica cosa che sperava Ted in quel momento era che non fosse tutto uno stupido scherzo ben organizzato.
-Dovrei... Attraversa quel muro?- domanda dubbioso mentre la madre annuisce. Era stata lei a parlare con la vicepreside quando era venuta a fare loro visita dopo la sua lettera, quindi era quella 
meglio informata in quel momento.
-Esattamente. Con una bella rincorsa per la precisione.- disse la donna sorridendogli dolcemente.
Il ragazzo, leggermente rincuorato, fece per prendere una bella rincorsa quando qualcosa cozzò contro il suo carrello facendogli perdere l'equilibrio e finire col sedere per terra.
-Ouch...!- fece appena in tempo a dire prima che la mano della madre si allungasse verso di lui per aiutarlo a rialzarsi, mentre la causa della sua caduta, una ragazzina con la sua famiglia, non solo non si era minimamente girata ad aiutarlo, ma aveva appena attraversato la barriera. Per paura di perderla di vista, Ted fece immediatamente lo stesso, ma la folla e il caos dall'altro lato l'aveva già inghiottita.

Il cielo sopra Londra era plumbeo quella mattina di settembre, le nuvole gonfie di pioggia oscuravano il sole che solo a tratti filtrava tra gli spazi mentre le tre sorelle scendevano ordinatamente le scale con i bagagli al seguito e si schieravano, era proprio il caso di dirlo, davanti ai genitori per il controllo prima di uscire.
-Possiamo andare.- sentenziò secca dopo lunghi minuti di analisi Druella per poi appoggiarsi con grazia al braccio che il consorte le porgeva per la smaterializzazione. Le tre sorelle invece si diedero la mano tra di loro e un elfo le portò nello stesso vicolo in cui i genitori le stavano attendendo. Dopo essersi riordinate e aver congedato l'elfo le due maggiori presero i loro bagagli e li sistemarono su un carrello avviandosi con passo sicuro verso il muro.
Il quintetto camminava tutto sommato in silenzio e gli unici suoni che si sentivano erano i passi rapidi delle ragazze sul pavimento della stazione e il ritmico cozzare del bastone da passeggio del padre.
-Babbani...!- sbottò Cygnus con disgusto qualche minuto dopo quando uno di essi aveva inavvertitamente pestato il suo mantello.
-Non sanno stare al loro posto- rincarò la figlia maggiore con un ghigno che ricordava molto quello paterno che le fece guadagnare un cenno del capo di fredda approvazione da parte dei due genitori.
Lo scambio di battute era passato del tutto inosservato agli occhi delle due figlie minori che, appoggiate al carrello di quella di mezzo, stavano confabulando serratissime.
Andromeda era talmente immersa in quel discorso che neanche si rese conto, finché non fu troppo tardi, di essersi scontrata con un ragazzo e averlo fatto cadere a terra. Stava per chiedergli scusa come riflesso della sua buona educazione, quando la mano ferma di Druella che la spingeva in avanti le fece capire che il bambino a terra non era degno delle sue attenzioni. Si girò quindi immediatamente senza riuscire a vederlo bene in viso e corse contro la parete, seguita a ruota dalla sorella minore.

1° settembre - Hogwarts Express

Entry Into the Great Hall

La giornata in fin dei conti stava proseguendo bene per Ted. Dopo un attimo di smarrimento iniziale aveva fatto la conoscenza con un ragazzo, Arthur Weasley, che era letteralmente ossessionato dai babbani e che quindi aveva trovato in Ted una fonte praticamente inesauribile di informazioni riguardo il loro mondo. Dal canto suo si era molto divertito a rispondere alle sue domande, spesso completamente senza senso, ma una parte di lui voleva rimanere solo. Aveva con sé il libro che stava leggendo e che la sera prima aveva interrotto proprio al punto cruciale e quindi non vedeva l'ora di proseguirlo e sapere come andava a finire.
Alla fine, Arthur gli aveva proposto di raggiungere alcuni suoi amici e giocare a scacchi magici, ma lui aveva gentilmente declinato l'offerta. Magici o no, gli scacchi non erano proprio la sua passione e quindi ne aveva approfittato per rimanere solo con il suo capitolo. Immerso com'era nella lettura non si guardava attorno, non badava quindi alla gente che passava o a chi sbirciava nello scompartimento, ora vuoto, alla ricerca di qualcuno.
Finché con la coda dell'occhio non vide dei riccioli castani nel corridoio. Inciampando appena nel mantello andò fino all'ingresso, ma era stato troppo lento, la ragazza aveva già proseguito. Ancora una volta non era stato in grado di vederla in viso.
-Dannazione!- sbottò appena tornando al suo libro, leggermente meno concentrato.

-Lestrange stammi alla larga ti ho detto! Ora non c'è mio padre a controllarmi e sai perfettamente che sto con te in sua presenza solo per farlo contento!-
La secondogenita di casa Black evidentemente non riusciva proprio a sopportare il secondogenito di casa Lestrange a cui invece, salvo innamoramenti di purosangue più facoltosi e rispettabili, sapeva perfettamente di essere destinata. Ciò nonostante però tentava di stare con il ragazzo il meno possibile quando aveva la scelta, come in quel momento e ne aveva approfittato per andare a cercare due sue amiche un anno avanti a lei che non aveva visto sul binario. Dopo uno sguardo veloce alla carrozza dei prefetti (dove comunque non avrebbero dovuto essere, essendo troppo giovani ancora) cominciò a far passare scompartimento per scompartimento alla loro ricerca.
Una volta arrivata a metà treno si chiese se fossero svanite nel nulla e solo in quel momento notò seduto solo nello scompartimento completamente immerso nella lettura il ragazzo che aveva involontariamente fatto cadere sul marciapiede 9. Evidentemente non era un babbano come aveva pensato al momento, ma poco importava in realtà. Non lo conosceva e la madre l'aveva rapidamente scostata da lui. Di conseguenza aveva dedotto che non era un mago degno delle sue attenzioni.

1° settembre - Lo smistamento

The Sorting Hat

La scuola in cui avrebbe dovuto studiare studiare nei successivi sette anni era, in una parola sola, stupefacente.
Enorme, praticamente un castello da quello che aveva potuto vedere e pullulante di magia, a partire dal soffitto incantato nella sala in cui erano appena entrati e in cui avrebbero dovuto partecipare alla cerimonia dello 
smistamento.
Ted non aveva capito esattamente cosa avrebbero dovuto fare e non vedeva Arthur in zona per farselo spiegare quindi aveva deciso di osservare l'esempio degli innumerevoli compagni prima di lui. La chiamata infatti avveniva in ordine alfabetico quindi aveva tutto il tempo di osservare.
-Andromeda Black!-
La ragazza che era appena stata chiamata dalla voce ferma e severa della direttrice di Grifondoro, che lui conosceva già visto che era anche la vicepreside e era stata lei a venire a parlare a casa sua dopo la lettera, si incamminò piano verso lo sgabello, senza esitare un secondo, come se sapesse esattamente cosa dovesse fare.
Ted, dal canto suo, aveva drizzato le orecchie quando aveva salito i pochi scalini. I riccioli castani che per tutto il giorno lo avevano 
seguito! Finalmente aveva l'opportunità di vedere in viso la misteriosa quanto sfuggevole ragazza.
Quando finalmente i suoi occhi incontrarono quelli di Andromeda, anche se probabilmente lei neanche se n'era accorta, rimase a bocca aperta. Se i capelli erano belli, se il viso era dolcissimo come solo quello di una bambina non ancora donna poteva essere, i suoi occhi.. I suoi occhi neri erano delle calamite per quelli di Ted, profondi come due pozzi senza fine e illuminati da una luce tutta particolare.
Non si era reso nemmeno conto di essersi incantato a guardarla, finché non sentì il Cappello declamare:
-Serpeverde!-

Nonostante sapesse esattamente cosa aspettarsi, vedere coi proprio occhi Hogwarts era comunque una discreta emozione. Entrando nella Sala Grande si guardò con attorno venendo poi catturata dalla sorella maggiore al tavolo verdeargento che avrebbe presto occupato anche lei.
Infatti, per lei lo smistamento era una pura formalità essendo destinata a quella casa fin dalla nascita per il suo cognome e per il suo sangue.
-Andromeda Black!- chiamò a voce ferma e severa la McGranitt e lei con passo tranquillo si avvicinò allo sgabello sedendosi in punta senza neanche sistemarsi il mantello, tanto sarebbe stata una cosa rapida.
-Uhm... Interessante... Ambiguo...- la voce proveniva direttamente dal cappello che a voce non udibile nel resto della Sala stava osservando la sua mente. - Ora io mi chiedo... Serpeverde per il sangue o Grifondoro per il coraggio che vedo?-
A quelle parole, probabilmente, se fosse stata un'altra persona sarebbe letteralmente caduta dallo sgabello.
GRIFONDORO?! Tanto valeva mandare una lettera a Cygnus in cui diceva di amare i babbani, il risultato sarebbe stato lo stesso. Una bruciatura sull'albero di famiglia e la sua testa su un piatto d'argento per la famiglia Black-Rosier.
No! NONO! Non poteva assolutamente accadere!!
-No? In effetti è troppo presto anche per te...- aveva pensato quelle cose talmente intensamente che anche il cappello le aveva percepite e ne aveva evidentemente tenuto conto perché pochi secondi dopo declamò a gran voce:
-Serpeverde!-

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Oddio quanto tempo che non pubblicavo qualcosa O_O (il primo che dice meglio così, lo crucio ^^). Comunque eccomi tornata in uno dei miei paring preferiti. Andromeda Ted. Il progetto questa volta è ambizioso e speriamo che mi venga bene. In pratica, come avrete intuito se siete arrivati fino a qui, voglio scrivere alcuni momenti della loro vita dal punto di vista di entrambi. Speriamo di farcela...
In ogni caso, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. ^^
Un consiglio, io ho scritto ascoltando l'OST relativo che vi ho linkato, quindi il mio consiglio è di fare altrettanto. Ovvero di leggere ascoltando.
A presto :D

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Capitolo 2
*** The First Cut Is The Deepest ***


Gli anni erano passati rapidamente al castello per Ted e la sua vita scorreva (quasi) tranquilla. Presto il quinto anno sarebbe iniziato e per lui voleva dire principalmente nuove materie da studiare, esami e una sempre più bella ragazza da guardare... Da lontano. Non che Andromeda avesse mai dato qualche minimo segno di accorgersi di lui. Se si escludevano i momenti in cui qualche Serpeverde lo prendeva di mira perché lui era troppo vicino a loro, per il resto del tempo la ragazza non sembrava interessarsi minimamente a lui.
Anzi, per la precisione neanche si degnava di appoggiare il suo sguardo su di lui, probabilmente credendo che la sua vista ne verrebbe intaccata se provasse a osservarlo per più di mezzo secondo.
Al contrario lui si abbeverava di quei momenti, si nutriva degli attimi che poteva passare osservando Andromeda o, come più frequentemente capitava, la nuca di Andromeda. Nelle ore che avevano in comune, passava il tempo a guardarla, sperando che un giorno sarebbe riuscito anche solo a parlarle assieme. Non molto di più. Gli sarebbe bastato parlare qualche minuto con lei, sfogare i suoi sentimenti e poi l'avrebbe lasciata andare, per sempre.
I mesi da settembre erano passati stancamente, freddi prima del tempo, e lui aveva continuato a vivere come sempre. Guardava Andromeda da lontano, tentava di sopravvivere alla sua goffaggine e vivacchiava nei voti in attesa degli esami di fine anno. Fortunatamente a casa rimaneva solo sua madre, il padre era morta l'anno precedente, quindi non c'era più nessuno la che gli ricordasse quanto fosse strano e sbagliato o lo demotivasse.
Praticamente senza quasi accorgersene erano arrivati i primi di dicembre, motivi dei pensieri casalinghi che aveva quella mattina salendo a colazione, e lui come ogni studente tentava in tutti i modi possibili di combattere contro il freddo pungente e gli spifferi.
Rabbrividendo si era appena seduto al tavolo dei tassorosso quando meccanicamente alzò lo sguardo verso quello dei serpeverde. Andromeda non era ancora arrivata, ma le sue sorelle sì. Probabilmente si era fermata da qualche parte a scollarsi Lestrange di dosso, una presenza praticamente costante nelle sue giornate e che, per certi versi, Ted invidiava.
Almeno lui non doveva elemosinare attimi con la ragazza, inventando i modi più assurdi per stare con lei.
Perso com'era in quei pensieri quasi neanche si accorse che proprio la Black di mezzo era entrata e si era sistemata tra le sorelle, ma quando lo fece notò immediatamente una cosa. Portava al collo la sciarpa di Lestange non la sua. Era facile rendersene conto perché quella del ragazzo era molto più distrutta di quella di lei che invece la teneva alla perfezione come ogni capo del suo bestiario.
Dopo un rapido quanto inutile discorso di Silente, e una rapidissima colazione Ted si alzò in direzione dei sotterranei, la sua prima lezione era con Lumacorno. Lato positivo, avrebbe potuto fare lezione con la ragazza. Lato negativo, non riusciva ancora a fare la pozione che lui aveva assegnato, avrebbe fuso il suo ennesimo calderone e avrebbe preso le sue ennesime punizioni. Secondo lato positivo, nell'aula di pozioni faceva caldo.
Poteva prendersela con comodo tanto metà del tavolo di Serpeverde era ancora seduto a mangiare e Lumacorno non avrebbe mai iniziato senza attendere ogni singolo suo pupillo.
Si incamminò verso l'aula, facendo attenzione a dove metteva i piedi per evitare di inciampare in qualcosa (o qualcuno) quando una figura che risaliva il corridoio dal lato opposto lo fece distrarre.
-Scostati Tonks.- le parole di Lestange ebbero l'effetto di una doccia gelata per Ted che di conseguenza non si spostò abbastanza in fretta e il suo gomito urtò quello della ragazza facendole cadere le pergamene che aveva tra le mani.
Il ragazzo sospirò dispiaciuto per quel disastro e fece per allungarsi a raccogliere, a terra ci era già visto che ci era finito dopo lo scontro, quando le indelicate mani di Rabastan lo spinsero all'indietro.
-Non toccarle!- l'ordine era così perentorio che il ragazzo neanche ci provò. Non che amasse seguire gli ordini del mago purosangue, ma non aveva voglia di litigare in mezzo al corridoio.
-Volevo solo essere d'aiuto...- si limitò a mormorare e ad alzare lo sguardo verso la ragazza, cercando un cenno di intesa o di qualsiasi cosa che potesse giustificare quel gesto. Andromeda però era impassibile dietro il compagno di casa, altera e fredda come sempre.
In realtà, la reazione di Andromeda era tutto meno che impassibile, solo anni di educazione avevano impedito che i veri sentimenti si mostrassero. La reazione del purosangue l'aveva infastidita come sempre, ma non poteva dimostrarlo davvero, quindi si limitò ad accucciarsi e dire, guardando entrambi:
-Posso fare da me!- sbottò osservandoli ancora e, per la prima volta in cinque anni, incrociare gli occhi di Ted che non erano stati abbassati abbastanza rapidamente dal proprietario.
Le era bastato. Qualcosa negli occhi azzurri del ragazzo l'aveva rapita. C'era qualcosa in quei pozzi azzurri che la stregava, facendole battere il cuore in un modo del tutto nuovo per lei. In un attimo il mondo attorno a loro si era annullato e lei non riusciva a distogliere lo sguardo dal giovane Tassorosso.
Sapeva che doveva farlo, la sua minima parte razionale ancora attiva glielo diceva, ma non ce la faceva.
Fosse stato per le sarebbe rimasta tutta la mattina ad osservare quel pezzo di cielo, mentre dal canto suo il ragazzo non aveva mosso un muscolo per interrompere il contatto con la ragazza. Per la prima volta da anni riusciva a farsi notare da lei e non avrebbe abbassato lo sguardo per nulla al mondo. Anche perché se adorava i suoi capelli, il suo sguardo era letteralmente magnetico.
Solo dopo lunghi minuti la ragazza si disse che aveva guardato fin troppo tempo Ted davanti all'intero quinto anno di serpeverde ed era il caso di alzare lo sguardo.
-Sparisci dalla mia vista- le parole le costarono uno sforzo incredibile, ma dovette dirle o la cosa avrebbe portato a pettegolezzi e discussioni e non voleva. Senza contare cosa sarebbe successo se la voce avesse raggiunto Bellatrix. Sarebbe stata capace di scrivere ai genitori anche se, appunto, si trattava di una voce per il puro gusto di ricordarle chi era.
Ted sentendo quelle parole si alzò di scatto e corse via. Non gli importava della lezione imminente, tanto sarebbe stata solo l'ennesima punizione di Lumacorno, ormai ci aveva fatto l'abitudine e comunque l'avrebbe presa in ogni caso.
In quel momento voleva solo sparire. Con le lacrime agli occhi raggiunse il lago nero e si sedette su una roccia sul bordo incurante del freddo o della neve.
Ovviamente si era illuso, la ragazza aveva solo accidentalmente mantenuto il contatto visivo.
-Perché....?- la domanda ripensandoci però gli sorse spontanea, perché la ragazza lo aveva mantenuto?
-Perché cosa Tonks?- la voce di Andromeda lo fece sobbalzare, visto che la neve aveva attutito i suoi passi.
Non le rispose subito, ma si girò a guardarla. La ragazza era alle sue spalle, leggermente ansimante per la corsa, le guance arrossate dal caldo e i riccioli mossi dal vento freddo... Un vero spettacolo per il ragazzo che nonostante il freddo e la delusione rimase a guardarla rapito.
-Come mai sei qui? Non vai da Lumacorno?- quando finalmente si riprese pose quella domanda che effettivamente era legittima dal suo punto di vista.
-Ho preso la scusa di un mal di testa e sono uscita.- mormorò la ragazza ricambiando a fatica il suo sguardo. Sentiva la salivazione praticamente a zero e le farfalle nello stomaco, o comunque qualcosa di molto simili ad esse, e non riusciva a staccare lo sguardo da lui.
-Andromeda....?- lentamente Ted si era avvicinato a lei notando il suo più che evidentemente sbandamento e le aveva accarezzato la mano.
Forse non avrebbe dovuto farlo.... perché ora voleva solo stringere fra le sue quelle delicate di lei e scaldarle avendole percepite gelide a quel brevissimo tocco, mentre lei aveva stretto le dita come infastidita.
-Ted...- la mano in realtà scossa da un brivido si era allungata a cercare quelle di lui, subito accontentata.
-Sono qui...- non capiva, non riusciva a capire... E neanche gli importava.
-Guardami Ted.- Andromeda sentiva il bisogno di perdersi in quegli occhi che annullavano tutto il suo mondo. Dimenticava così facilmente e con così tanto piacere di essere una Black, di avere dei doveri, degli obblighi, che non doveva essere lì, non con lui.
Di essere destinata al Lestrange minore dopo che la sorella era ormai praticamente sposata al maggiore.
Alla coscienza che davanti a lei si apriva un'esistenza da infelice purosangue non amata dal marito con l'obiettivo di dargli una discendenza per non trovarsi nella situazione della madre, guardata ancora più freddamente dal padre per le inutili tre figlie femmine e derisa dalla cognata che aveva dato a Orion due maschi.
Ma non le importava.
Ted dal canto suo non se lo fece ripetere due volte e subito alzò lo sguardo dalle mani della Serpeverde guardandola negli occhi e avvicinando alle sue labbra le mani.
-Mi fai impazzire. So che è sbagliato ma non riesco a staccarmi.- ammise lei mentre il ragazzo sorrideva:
-Ti faccio impazzire abbastanza da fare questo?-  senza neanche attendere una risposta la strinse a sé, appoggiando le sue labbra su quelle morbide e lucide di lei. La mano destra arrivò fino alla base della schiena, per sorreggerla, mentre la sinistra realizzava il sogno di toccare e giocare coi meravigliosi riccioli di lei.
Andromeda neanche si oppose, non disse nulla, ma rimase in quella posizione.
Obiettivamente non rispose al bacio di lui, ma Ted non solo non ci fece caso, ma non gli diede neanche peso. Il giovane era troppo preso da quella marea di sensazioni per rendersi conto di quello che succedeva effettivamente. Rimase qualche minuto con le labbra appoggiate a quelle di lei, ma alla fine fu costretto a staccarsi. La ragazza era sensibilmente più bassa di lui, discretamente alto e forse anche per quello particolarmente goffo, e cominciava a fargli male il collo, anche perché la posizione così improvvisata non era stata delle migliori.
Andromeda dal canto suo riaprì gli occhi quando il caldo umido delle labbra di lui venne meno e lo guardò negli occhi. Non disse nulla, come se il bacio le avesse tolto il dono della parole, ma si limitò a guardarlo negli occhi, sempre così dannatamente bello e sorridente.
-Due anni...- sussurrò piano il giovane tassorrosso riportandola alla realtà, mentre lei lo guardava senza capire -dammi due anni di amore. Dammi fino ai M.A.G.O e poi se crederai che tutto questo è troppo e non vale la candela sparirò dalla tua vita, ma ti prego...-
Le nuove parole di Ted furono bloccate dall'indice di Andromeda sulle sue labbra.
-Due anni. Poi deciderò.- anche se in realtà forse la sua decisione l'aveva già presa... -Ma nessuno dovrà sapere di noi Ted.-
-Nessuno ovviamente Meda...- disse lui azzardandosi a chiamarla in quel modo per la prima volta. Lei sorrise e lo lasciò fare, sentendo poi la campana suonare.
-Per te sono ancora Black quando non siamo assieme, ci vediamo ad incantesimi Tonks, vedi di non ucciderti per la via.- disse la ragazza ridendo e correndo verso il castello in modo da non arrivare in ritardo ad una ben meno accondiscendente McGrannit.
-Ci proverò Black!- rispose lui di rimando canzonandola. Attese qualche minuto prima di correre a sua volta verso il castello, felice come non era mai stato prima.


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Unico appunto in questo capitolo.
Secondo Pottermore la McGranitt inizia a lavorare ad Hogwarts nel 1953 quindi è più che legittimo che fosse la loro insegnante di trasfigurazione essendo Meda (e quindi Ted) nata in un arco di tempo compreso tra il 1950 (Bellatrix) e il 1955 (Narcissa).
Per una mia convenzione del tutto personale li considero nati nel 1953.
Se vorrete leggere come l'ho scritta io, fate partire la musica quando Andromeda, per la prima volta, incrocia gli occhi di Ted.

ps: un commentino, anche negativo, è sempre è comunque gradito, non dimenticatevelo ;)

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