I try to write the story about you and him di Drika (/viewuser.php?uid=130941)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time ever I saw your face, I thought the sun rose in your eyes ***
Capitolo 2: *** The First Cut Is The Deepest ***
Capitolo 1 *** The first time ever I saw your face, I thought the sun rose in your eyes ***
1°
Settembre - King's Cross station
Platform
9 And 3/4 And The Journey To Hogwarts
Il
cielo sopra Londra era plumbeo quella mattina di settembre, le nuvole
gonfie di pioggia oscuravano il sole che solo a tratti filtrava tra
gli spazi. Una donna sulla banchina d'ingresso della stazione le
osservava preoccupata in attesa che il marito e il figlio la
raggiungessero.
-A
me continua a sembrare tutto una sciocchezza, Beth.- la voce dura
dell'uomo la riportò alla realtà, ma non
badò assolutamente alle
sue parole e si accucciò appena per sistemare il cappotto
del
figlio.
-Hai
tutto ciò che ti occorre in caso di pioggia, Ted?-
domandò
premurosa mentre il ragazzo si limitò ad annuire
osservandosi
attorno, per ora era ancora tutto normale, tutto banale.
Quello
che era decisamente fuori dal normale invece era il contenuto del
carrello che stava spingendo. Un baule che conteneva tutto
l'occorrente per il suo primo anno scolastico nella nuova scuola, la
sacca che conteneva i suoi libri di testo e da cui si intravedeva
quella che sembrava una divisa nera e una gabbia con dentro un gatto
soriano.
L'unica
cosa che sperava Ted in quel momento era che non fosse tutto uno
stupido scherzo ben organizzato.
-Dovrei...
Attraversa quel muro?- domanda dubbioso mentre la madre annuisce. Era
stata lei a parlare con la vicepreside quando era venuta a fare loro
visita dopo la sua lettera, quindi era quella meglio
informata in
quel momento.
-Esattamente.
Con una bella rincorsa per la precisione.- disse la donna
sorridendogli dolcemente.
Il
ragazzo, leggermente rincuorato, fece per prendere una bella rincorsa
quando qualcosa cozzò contro il suo carrello facendogli
perdere
l'equilibrio e finire col sedere per terra.
-Ouch...!-
fece appena in tempo a dire prima che la mano della madre si
allungasse verso di lui per aiutarlo a rialzarsi, mentre la causa
della sua caduta, una ragazzina con la sua famiglia, non solo non si
era minimamente girata ad aiutarlo, ma aveva appena attraversato la
barriera. Per paura di perderla di vista, Ted fece immediatamente lo
stesso, ma la folla e il caos dall'altro lato l'aveva già
inghiottita.
Il
cielo sopra Londra era plumbeo quella mattina di settembre, le nuvole
gonfie di pioggia oscuravano il sole che solo a tratti filtrava tra
gli spazi mentre le tre sorelle scendevano ordinatamente le scale con
i bagagli al seguito e si schieravano, era proprio il caso di dirlo,
davanti ai genitori per il controllo prima di uscire.
-Possiamo
andare.- sentenziò secca dopo lunghi minuti di analisi
Druella per
poi appoggiarsi con grazia al braccio che il consorte le porgeva per
la smaterializzazione. Le tre sorelle invece si diedero la mano tra
di loro e un elfo le portò nello stesso vicolo in cui i
genitori le
stavano attendendo. Dopo essersi riordinate e aver congedato l'elfo
le due maggiori presero i loro bagagli e li sistemarono su un
carrello avviandosi con passo sicuro verso il muro.
Il
quintetto camminava tutto sommato in silenzio e gli unici suoni che
si sentivano erano i passi rapidi delle ragazze sul pavimento della
stazione e il ritmico cozzare del bastone da passeggio del padre.
-Babbani...!-
sbottò Cygnus con disgusto qualche minuto dopo quando uno di
essi
aveva inavvertitamente pestato il suo mantello.
-Non
sanno stare al loro posto- rincarò la figlia maggiore con un
ghigno
che ricordava molto quello paterno che le fece guadagnare un cenno
del capo di fredda approvazione da parte dei due genitori.
Lo
scambio di battute era passato del tutto inosservato agli occhi delle
due figlie minori che, appoggiate al carrello di quella di mezzo,
stavano confabulando serratissime.
Andromeda
era talmente immersa in quel discorso che neanche si rese conto,
finché non fu troppo tardi, di essersi scontrata con un
ragazzo e
averlo fatto cadere a terra. Stava per chiedergli scusa come riflesso
della sua buona educazione, quando la mano ferma di Druella che la
spingeva in avanti le fece capire che il bambino a terra non era
degno delle sue attenzioni. Si girò quindi immediatamente
senza
riuscire a vederlo bene in viso e corse contro la parete, seguita a
ruota dalla sorella minore.
1°
settembre - Hogwarts Express
Entry
Into the Great Hall
La
giornata in fin dei conti stava proseguendo bene per Ted. Dopo un
attimo di smarrimento iniziale aveva fatto la conoscenza con un
ragazzo, Arthur Weasley, che era letteralmente ossessionato dai
babbani e che quindi aveva trovato in Ted una fonte praticamente
inesauribile di informazioni riguardo il loro mondo. Dal canto suo si
era molto divertito a rispondere alle sue domande, spesso
completamente senza senso, ma una parte di lui voleva rimanere solo.
Aveva con sé il libro che stava leggendo e che la sera prima
aveva
interrotto proprio al punto cruciale e quindi non vedeva l'ora di
proseguirlo e sapere come andava a finire.
Alla fine, Arthur gli
aveva proposto di raggiungere alcuni suoi amici e giocare a scacchi
magici, ma lui aveva gentilmente declinato l'offerta. Magici o no,
gli scacchi non erano proprio la sua passione e quindi ne aveva
approfittato per rimanere solo con il suo capitolo. Immerso com'era
nella lettura non si guardava attorno, non badava quindi alla gente
che passava o a chi sbirciava nello scompartimento, ora vuoto, alla
ricerca di qualcuno.
Finché
con la coda dell'occhio non vide dei riccioli castani nel corridoio.
Inciampando appena nel mantello andò fino all'ingresso, ma
era stato
troppo lento, la ragazza aveva già proseguito. Ancora una
volta non
era stato in grado di vederla in viso.
-Dannazione!-
sbottò appena tornando al suo libro, leggermente meno
concentrato.
-Lestrange
stammi alla larga ti ho detto! Ora non c'è mio padre a
controllarmi
e sai perfettamente che sto con te in sua presenza solo per farlo
contento!-
La
secondogenita di casa Black evidentemente non riusciva proprio a
sopportare il secondogenito di casa Lestrange a cui invece, salvo
innamoramenti di purosangue più facoltosi e rispettabili,
sapeva
perfettamente di essere destinata. Ciò nonostante
però tentava di
stare con il ragazzo il meno possibile quando aveva la scelta, come
in quel momento e ne aveva approfittato per andare a cercare due sue
amiche un anno avanti a lei che non aveva visto sul binario. Dopo uno
sguardo veloce alla carrozza dei prefetti (dove comunque non
avrebbero dovuto essere, essendo troppo giovani ancora)
cominciò a
far passare scompartimento per scompartimento alla loro ricerca.
Una
volta arrivata a metà treno si chiese se fossero svanite nel
nulla e
solo in quel momento notò seduto solo nello scompartimento
completamente immerso nella lettura il ragazzo che aveva
involontariamente fatto cadere sul marciapiede 9. Evidentemente non
era un babbano come aveva pensato al momento, ma poco importava in
realtà. Non lo conosceva e la madre l'aveva rapidamente
scostata da
lui. Di conseguenza aveva dedotto che non era un mago degno delle sue
attenzioni.
1°
settembre - Lo smistamento
The
Sorting Hat
La
scuola in cui avrebbe dovuto studiare studiare nei successivi sette
anni era, in una parola sola, stupefacente.
Enorme,
praticamente un castello da quello che aveva potuto vedere e
pullulante di magia, a partire dal soffitto incantato nella sala in
cui erano appena entrati e in cui avrebbero dovuto partecipare alla
cerimonia dello smistamento.
Ted
non aveva capito esattamente cosa avrebbero dovuto fare e non vedeva
Arthur in zona per farselo spiegare quindi aveva deciso di osservare
l'esempio degli innumerevoli compagni
prima di lui. La chiamata infatti avveniva in ordine alfabetico
quindi aveva tutto il tempo di osservare.
-Andromeda
Black!-
La
ragazza che era appena stata chiamata dalla voce ferma e severa della
direttrice di Grifondoro, che lui conosceva già visto che
era anche
la vicepreside e era stata lei a venire a parlare a casa sua dopo la
lettera, si incamminò piano verso lo sgabello, senza esitare
un
secondo, come se sapesse esattamente cosa dovesse fare.
Ted,
dal canto suo, aveva drizzato le orecchie quando aveva salito i pochi
scalini. I riccioli castani che per tutto il giorno lo
avevano seguito! Finalmente
aveva l'opportunità di vedere in viso la misteriosa quanto
sfuggevole ragazza.
Quando
finalmente i suoi occhi incontrarono quelli di Andromeda, anche se
probabilmente lei neanche se n'era accorta, rimase a bocca aperta. Se
i capelli erano belli, se il viso era dolcissimo come solo quello di
una bambina non ancora donna poteva essere, i suoi occhi.. I suoi
occhi neri erano delle calamite per quelli di Ted, profondi come due
pozzi senza fine e illuminati da una luce tutta particolare.
Non
si era reso nemmeno conto di essersi incantato a guardarla,
finché
non sentì il Cappello declamare:
-Serpeverde!-
Nonostante
sapesse esattamente cosa aspettarsi, vedere coi proprio occhi
Hogwarts era comunque una discreta emozione. Entrando nella Sala
Grande si guardò con attorno venendo poi catturata dalla
sorella
maggiore al tavolo verdeargento che avrebbe presto occupato anche
lei.
Infatti,
per lei lo smistamento era una pura formalità essendo
destinata a
quella casa fin dalla nascita per il suo cognome e per il suo sangue.
-Andromeda
Black!- chiamò a voce ferma e severa la McGranitt e lei con
passo
tranquillo si avvicinò allo sgabello sedendosi in punta
senza
neanche sistemarsi il mantello, tanto sarebbe stata una cosa rapida.
-Uhm...
Interessante... Ambiguo...- la voce proveniva direttamente dal
cappello che a voce non udibile nel resto della Sala stava osservando
la sua mente. - Ora io mi chiedo... Serpeverde per il sangue o
Grifondoro per il coraggio che vedo?-
A
quelle parole, probabilmente, se fosse stata un'altra persona sarebbe
letteralmente caduta dallo sgabello.
GRIFONDORO?!
Tanto valeva mandare una lettera a Cygnus in cui diceva di amare i
babbani, il risultato sarebbe stato lo stesso. Una bruciatura
sull'albero di famiglia e la sua testa su un piatto d'argento per la
famiglia Black-Rosier.
No!
NONO! Non poteva assolutamente accadere!!
-No?
In effetti è troppo presto anche per te...- aveva pensato
quelle
cose talmente intensamente che anche il cappello le aveva percepite e
ne aveva evidentemente tenuto conto perché pochi secondi
dopo
declamò a gran voce:
-Serpeverde!-
----------------------------------
Oddio
quanto tempo che non pubblicavo qualcosa O_O (il primo che dice meglio
così, lo crucio ^^). Comunque eccomi tornata in uno dei miei
paring preferiti. Andromeda Ted. Il progetto questa volta è
ambizioso e speriamo che mi venga bene. In pratica, come avrete intuito
se siete arrivati fino a qui, voglio scrivere alcuni momenti della loro
vita dal punto di vista di entrambi. Speriamo di farcela...
In
ogni caso, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. ^^
Un
consiglio, io ho scritto ascoltando l'OST relativo che vi ho linkato,
quindi il mio consiglio è di fare altrettanto. Ovvero di
leggere ascoltando.
A
presto :D
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Capitolo 2 *** The First Cut Is The Deepest ***
Gli
anni erano passati rapidamente al castello per Ted e la sua vita
scorreva (quasi) tranquilla. Presto il quinto anno sarebbe iniziato e
per lui voleva dire principalmente nuove materie da studiare, esami e
una sempre più bella ragazza da guardare... Da lontano. Non
che Andromeda avesse mai dato qualche minimo segno di accorgersi di
lui. Se si escludevano i momenti in cui qualche Serpeverde lo prendeva
di mira perché lui era troppo
vicino a loro, per il resto del tempo la ragazza non
sembrava interessarsi minimamente a lui.
Anzi, per la precisione neanche si degnava di appoggiare il suo sguardo
su di lui, probabilmente credendo che la sua vista ne verrebbe
intaccata se provasse a osservarlo per più di mezzo secondo.
Al contrario lui si abbeverava di quei momenti, si nutriva degli attimi
che poteva passare osservando Andromeda o, come più
frequentemente capitava, la nuca di Andromeda. Nelle ore che avevano in
comune, passava il tempo a guardarla, sperando che un giorno sarebbe
riuscito anche solo a parlarle assieme. Non molto di più.
Gli sarebbe bastato parlare qualche minuto con lei, sfogare i suoi
sentimenti e poi l'avrebbe lasciata andare, per sempre.
I mesi da settembre erano passati stancamente, freddi prima del tempo,
e lui aveva continuato a vivere come sempre. Guardava Andromeda da
lontano, tentava di sopravvivere alla sua goffaggine e vivacchiava nei
voti in attesa degli esami di fine anno. Fortunatamente a casa rimaneva
solo sua madre, il padre era morta l'anno precedente, quindi non c'era
più nessuno la che gli ricordasse quanto fosse strano e
sbagliato o lo demotivasse.
Praticamente senza quasi accorgersene erano arrivati i primi di
dicembre, motivi dei pensieri casalinghi
che aveva quella mattina salendo a colazione, e lui come ogni studente
tentava in tutti i modi possibili di combattere contro il freddo
pungente e gli spifferi.
Rabbrividendo si era appena seduto al tavolo dei tassorosso quando
meccanicamente alzò lo sguardo verso quello dei serpeverde.
Andromeda non era ancora arrivata, ma le sue sorelle sì.
Probabilmente si era fermata da qualche parte a scollarsi Lestrange di
dosso, una presenza praticamente costante nelle sue giornate e che, per
certi versi, Ted invidiava.
Almeno lui non doveva elemosinare attimi con la ragazza, inventando i
modi più assurdi per stare con lei.
Perso com'era in quei pensieri quasi neanche si accorse che proprio la
Black di mezzo era entrata e si era sistemata tra le sorelle, ma quando
lo fece notò immediatamente una cosa. Portava al collo la
sciarpa di Lestange non la sua. Era facile rendersene conto
perché quella del ragazzo era molto più distrutta
di quella di lei che invece la teneva alla perfezione come ogni capo
del suo bestiario.
Dopo un rapido quanto inutile discorso di Silente, e una rapidissima
colazione Ted si alzò in direzione dei sotterranei, la sua
prima lezione era con Lumacorno. Lato positivo, avrebbe potuto fare
lezione con la ragazza. Lato negativo, non riusciva ancora a fare la
pozione che lui aveva assegnato, avrebbe fuso il suo ennesimo calderone
e avrebbe preso le sue ennesime punizioni. Secondo lato positivo,
nell'aula di pozioni faceva caldo.
Poteva prendersela con comodo tanto metà del tavolo di
Serpeverde era ancora seduto a mangiare e Lumacorno non avrebbe mai
iniziato senza attendere ogni singolo suo pupillo.
Si incamminò verso l'aula, facendo attenzione a dove metteva
i piedi per evitare di inciampare in qualcosa (o qualcuno) quando una
figura che risaliva il corridoio dal lato opposto lo fece distrarre.
-Scostati Tonks.- le parole di Lestange ebbero l'effetto di una doccia
gelata per Ted che di conseguenza non si spostò abbastanza
in fretta e il suo gomito urtò quello della ragazza
facendole cadere le pergamene che aveva tra le mani.
Il ragazzo sospirò dispiaciuto per quel disastro e fece per
allungarsi a raccogliere, a terra ci era già visto che ci
era finito dopo lo scontro, quando le indelicate mani di
Rabastan lo spinsero all'indietro.
-Non toccarle!- l'ordine era così perentorio che il ragazzo
neanche ci provò. Non che amasse seguire gli ordini del mago
purosangue, ma non aveva voglia di litigare
in mezzo al corridoio.
-Volevo solo essere d'aiuto...- si limitò a mormorare e ad
alzare lo sguardo verso la ragazza, cercando un cenno di intesa o di
qualsiasi cosa che potesse giustificare quel gesto. Andromeda
però era impassibile dietro il compagno di casa, altera e
fredda come sempre.
In realtà, la reazione di Andromeda era tutto meno che
impassibile, solo anni di educazione avevano impedito che i veri
sentimenti si mostrassero. La reazione del purosangue l'aveva
infastidita come sempre, ma non poteva dimostrarlo davvero, quindi si
limitò ad accucciarsi e dire, guardando entrambi:
-Posso fare da me!- sbottò osservandoli ancora e, per la
prima volta in cinque anni, incrociare gli occhi di Ted che non erano
stati abbassati abbastanza rapidamente dal proprietario.
Le
era bastato. Qualcosa negli occhi azzurri del ragazzo l'aveva rapita. C'era
qualcosa in quei pozzi azzurri che la stregava, facendole battere il
cuore in un modo del tutto nuovo per lei. In un attimo il mondo attorno
a loro si era annullato e lei non riusciva a distogliere lo sguardo dal
giovane Tassorosso.
Sapeva che doveva farlo, la sua minima parte razionale ancora attiva
glielo diceva, ma non ce la faceva.
Fosse stato per le sarebbe rimasta tutta la mattina ad osservare quel
pezzo di cielo, mentre dal canto suo il ragazzo non aveva mosso un
muscolo per interrompere il contatto con la ragazza. Per la prima volta
da anni riusciva a farsi notare da lei e non avrebbe abbassato lo
sguardo per nulla al mondo. Anche perché se adorava i suoi
capelli, il suo sguardo era letteralmente magnetico.
Solo dopo lunghi minuti la ragazza si disse che aveva guardato fin
troppo tempo Ted davanti all'intero quinto anno di serpeverde ed era il
caso di alzare lo sguardo.
-Sparisci dalla mia vista- le parole le costarono uno sforzo
incredibile, ma dovette dirle o la cosa avrebbe portato a pettegolezzi
e discussioni e non voleva. Senza contare cosa sarebbe successo se la
voce avesse raggiunto Bellatrix. Sarebbe stata capace di scrivere ai
genitori anche se, appunto, si trattava di una voce per il puro gusto
di ricordarle chi era.
Ted sentendo quelle parole si alzò di scatto e corse via.
Non gli importava della lezione imminente, tanto sarebbe stata solo
l'ennesima punizione di Lumacorno, ormai ci aveva fatto l'abitudine e
comunque l'avrebbe presa in ogni caso.
In quel momento voleva solo sparire. Con le lacrime agli occhi
raggiunse il lago nero e si sedette su una roccia sul bordo incurante
del freddo o della neve.
Ovviamente si era illuso, la ragazza aveva solo accidentalmente
mantenuto il contatto visivo.
-Perché....?- la domanda ripensandoci però gli
sorse spontanea, perché la ragazza lo aveva mantenuto?
-Perché cosa Tonks?- la voce di Andromeda lo fece
sobbalzare, visto che la neve aveva attutito i suoi passi.
Non le rispose subito, ma si girò a guardarla. La ragazza
era alle sue spalle, leggermente ansimante per la corsa, le guance
arrossate dal caldo e i riccioli mossi dal vento freddo... Un vero
spettacolo per il ragazzo che nonostante il freddo e la delusione
rimase a guardarla rapito.
-Come mai sei qui? Non vai da Lumacorno?- quando finalmente si riprese
pose quella domanda che effettivamente era legittima dal suo punto di
vista.
-Ho preso la scusa di un mal di testa e sono uscita.-
mormorò la ragazza ricambiando a fatica il suo sguardo.
Sentiva la salivazione praticamente a zero e le farfalle nello stomaco,
o comunque qualcosa di molto simili ad esse, e non riusciva a staccare
lo sguardo da lui.
-Andromeda....?- lentamente Ted si era avvicinato a lei notando il suo
più che evidentemente sbandamento e le aveva accarezzato la
mano.
Forse non avrebbe dovuto farlo.... perché ora voleva solo
stringere fra le sue quelle delicate di lei e scaldarle avendole
percepite gelide a quel brevissimo tocco, mentre lei aveva stretto le
dita come infastidita.
-Ted...- la mano in realtà scossa da un brivido si era
allungata a cercare quelle di lui, subito accontentata.
-Sono qui...- non capiva, non riusciva a capire... E neanche gli
importava.
-Guardami Ted.- Andromeda sentiva il bisogno di perdersi in quegli
occhi che annullavano tutto il suo mondo. Dimenticava così
facilmente e con così tanto piacere di essere una Black, di
avere dei doveri, degli obblighi, che non doveva essere lì,
non con lui.
Di essere destinata al Lestrange minore dopo che la sorella era ormai
praticamente sposata al maggiore.
Alla coscienza che davanti a lei si apriva un'esistenza da infelice
purosangue non amata dal marito con l'obiettivo di dargli una
discendenza per non trovarsi nella situazione della madre, guardata
ancora più freddamente dal padre per le inutili tre figlie
femmine e derisa dalla cognata che aveva dato a Orion due maschi.
Ma non le importava.
Ted dal canto suo non se lo fece ripetere due volte e subito
alzò lo sguardo dalle mani della Serpeverde guardandola
negli occhi e avvicinando alle sue labbra le mani.
-Mi fai impazzire. So che è sbagliato ma non riesco a
staccarmi.- ammise lei mentre il ragazzo sorrideva:
-Ti faccio impazzire abbastanza da fare questo?- senza
neanche attendere una risposta la strinse a sé, appoggiando
le sue labbra su quelle morbide e lucide di lei. La mano destra
arrivò fino alla base della schiena, per sorreggerla, mentre
la sinistra realizzava il sogno di toccare e giocare coi meravigliosi
riccioli di lei.
Andromeda neanche si oppose, non disse nulla, ma rimase in quella
posizione.
Obiettivamente non rispose al bacio di lui, ma Ted non solo non ci fece
caso, ma non gli diede neanche peso. Il giovane era troppo preso da
quella marea di sensazioni per rendersi conto di quello che succedeva effettivamente.
Rimase qualche minuto con le labbra appoggiate a quelle di lei, ma alla
fine fu costretto a staccarsi. La ragazza era sensibilmente
più bassa di lui, discretamente alto e forse anche per
quello particolarmente goffo, e cominciava a fargli male il collo,
anche perché la posizione così improvvisata non
era stata delle migliori.
Andromeda dal canto suo riaprì gli occhi quando il caldo
umido delle labbra di lui venne meno e lo guardò negli
occhi. Non disse nulla, come se il bacio le avesse tolto il dono della
parole, ma si limitò a guardarlo negli occhi, sempre
così dannatamente bello e sorridente.
-Due anni...- sussurrò piano il giovane tassorrosso
riportandola alla realtà, mentre lei lo guardava senza
capire -dammi due anni di amore. Dammi fino ai M.A.G.O e poi se
crederai che tutto questo è troppo e non vale la candela
sparirò dalla tua vita, ma ti prego...-
Le nuove parole di Ted furono bloccate dall'indice di Andromeda sulle
sue labbra.
-Due anni. Poi deciderò.- anche se in realtà
forse la sua decisione l'aveva già presa... -Ma nessuno
dovrà sapere di noi Ted.-
-Nessuno ovviamente Meda...- disse lui azzardandosi a chiamarla in quel
modo per la prima volta. Lei sorrise e lo lasciò fare,
sentendo poi la campana suonare.
-Per te sono ancora Black quando non siamo assieme, ci vediamo ad
incantesimi Tonks, vedi di non ucciderti per la via.- disse la ragazza
ridendo e correndo verso il castello in modo da non arrivare in ritardo
ad una ben meno accondiscendente McGrannit.
-Ci proverò Black!- rispose lui di rimando canzonandola.
Attese qualche minuto prima di correre a sua volta verso il castello,
felice come non era mai stato prima.
----------------
Unico
appunto in questo capitolo.
Secondo
Pottermore la McGranitt inizia a lavorare ad Hogwarts nel 1953 quindi
è più che legittimo che fosse la loro insegnante
di trasfigurazione essendo Meda (e quindi Ted) nata in un arco di tempo
compreso tra il 1950 (Bellatrix) e il 1955 (Narcissa).
Per
una mia convenzione del tutto personale li considero nati nel 1953.
Se vorrete leggere come l'ho scritta io, fate partire la musica quando
Andromeda, per la prima volta, incrocia gli occhi di Ted.
ps:
un commentino, anche negativo, è sempre è
comunque gradito, non dimenticatevelo ;)
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