Il Re Leone - come tutto ebbe inizio (LIBRO I°)

di Miranh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La Futura Regina ***
Capitolo 3: *** Pericolo in agguato ***
Capitolo 4: *** Il leone misterioso ***
Capitolo 5: *** L'inaspettato ***
Capitolo 6: *** Un segreto rincontro ***
Capitolo 7: *** Nuove emozioni ***
Capitolo 8: *** La punta avvelenata ***
Capitolo 9: *** Il passato svelato ***
Capitolo 10: *** Tormenti ***
Capitolo 11: *** Nuovo inizio ***
Capitolo 12: *** Lezioni di caccia ***
Capitolo 13: *** Piccolo cuore infranto ***
Capitolo 14: *** Una tragica scoperta ***
Capitolo 15: *** Il risentimento di Zhymu ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Il Re Leone-

Come tutto ebbe inizio

 

Introduzione:

 

La Rupe dei Re, l'immensa roccia innalzata sulle Terre del Branco, ove si sono succedute e si succedono ancora le varie dinastie dei leoni, sulle cui spalle grava l'importante compito di mantenere l'equilibrio del Cerchio della Vita.
 

Prologo


Alle Terre del Branco erano giunti, in cerca d'acqua, una bellissima leonessa, Neera, dal manto ambrato e dagli occhi verdi con il suo cucciolo, Ahadi, il quale aveva gli occhi verdi della madre e un manto chiaro, dotato di un ciuffo nero sulla fronte.

Dopo essersi dissetati ad una pozza d'acqua, trovarono un posto all'ombra sotto un albero, dove riposarsi.

Ad un certo punto lo sguardo del cucciolo fu attratto dalla vista di una lontana ed enorme roccia innalzata su quelle terre:

<< Mamma, mamma! Guarda là >>

<< Cosa c'è Ahadi? >>

<< Guarda! Che posto è quello?? >>

<< Ah, quella? E' la Rupe dei Re >>

<< La Rupe dei Re? >>

<< Sì, là vive il re con il suo branco >>

<< Davvero?? Possiamo andarci un giorno?? >>

<< Forse...dai adesso riposati >>

<< Oh..va bene... >> disse Ahadi con un sospiro, sdraiandosi accanto alla madre, mentre continuava a guardare la Rupe con i suoi occhi di smeraldo.

 

Il giorno dopo giunsero in una valle, dove un branco di antilopi si era fermato a brucare l'erba: era il momento di cacciare. La fame e la vista delle numerose antilopi incitarono il piccolo Ahadi a scattare subito avanti, desideroso di catturarne una:

<< Fermati, Ahadi!! Aspetta! >> disse Neera, fermandolo in fretta con una zampa.

<< Ma mamma, voglio provare a prenderne una! >>

<< Comprendo il tuo desiderio, ma sei stato troppo precipitoso! Un agguato richiede molta prudenza e concentrazione: senza questi rischierai di patire la fame >>

<< E come faccio a... >>

<< La strategia prima di tutto, Ahadi...essa è molto importante ed assicura il successo nella caccia >>

<< Oh >>

<< Si deve cercare di avvicinarsi al branco con calma senza essere notati, tenendo il ventre a terra e senza fare il minimo rumore. Aspetta qui e resta nascosto. Per il momento guarda solo come si fa e quando sarai più grande faremo molta pratica >>

<< Va bene >>

Neera si allontanò. Ahadi era rimasto sdraiato su una roccia a guardare la sua leggiadra figura, che si avvicinava lentamente al branco, avanzando nascosta nell'alta erba. Infine scattò in avanti: la caccia era cominciata. Le antilopi avevano iniziato a disperdersi, la leonessa le accerchiava con agilità spingendole verso l'interno del branco, per individuare la preda più adatta. Ahadi, ammaliato da tanta prontezza, rimase a guardare quella scena con molta attenzione, desiderando di farne parte, di correre al fianco di sua madre, immaginando se stesso come un grande predatore che assapora il sangue caldo della preda appena catturata.

Proprio quando la leonessa stava in procinto di catturare un'antilope...

<< COSA CI FATE QUI??!! QUESTO E' IL MIO TERRITORIO DI CACCIA!! >>

Ahadi sobbalzò alla vista di un enorme leone dallo sguardo minaccioso che giaceva dietro di lui.

<< ALLORA??! >> ruggì il leone.

Il cucciolo spalancò la bocca senza emettere alcun suono: non sapeva cosa dire, il suo cuore batteva freneticamente dal terrore. Il primo pensiero fu quello di scappare e rifugiarsi dietro a sua madre, la quale si era fermata, dopo aver udito il ruggito del leone, facendo scappare le antilopi:

<< Come sarebbe a dire che questo è il suo territorio di caccia??! >> esclamò Neera << ognuno può cacciare liberamente dove vuole! >>

<< Mi spiace contraddirti, ma per gli stranieri vi sono regole alquanto severe... >> rispose lo sconosciuto;

<< Qualunque esse siano, non è un buon motivo per prendersela tanto! >>

<< Ah, davvero? Oltre ad essere una straniera, che invade il territorio di un altro per il cibo, hai anche la faccia tosta di porre obiezioni?! >> ringhiò il leone mentre le girava intorno, senza staccarle gli occhi di dosso.

<< Tuttavia... >> disse con un ghigno << sei così affascinante che potrei anche perdonarti >>

<< Bene! >> esclamò la leonessa << se le cose stanno così possiamo anche togliere il disturbo! Vieni, Ahadi >> .

Il piccolo la seguì tremando, ma non fecero in tempo ad allontanarsi che subito il leone balzò davanti a loro.

<< Perché tanta fretta? Il tempo non manca, per cui possiamo anche divertirci un po'... Il perdono va pagato! >>

Alla povera Neera balzò il cuore in gola.

Ahadi non sapeva che fare, gli occhi grigi di quel leone lo terrorizzavano parecchio. Tremava per ciò che quella belva avrebbe potuto fare a lui e a sua madre.

<< Spiacente, ma abbiamo fretta!! >> affermò la leonessa con tono deciso, mentre indietreggiava. Ma il leone continuò ad avanzare verso di lei:

<< Non provare a resistermi...non mi piace usare la forza in momenti come questi...ma per quel che mi riguarda la nostalgia del corpo di una leonessa è più forte del controllo stesso... >>

Neera tirò fuori gli artigli, pronta a contrattaccare:

<< Come puoi affermare certe cose con tanta leggerezza??!! >> gli ringhiò;

<< Non ti conviene fare la difficile con me >>

<< Questo cucciolo dipende da me!! Devo andare a procacciargli il cibo! >>

<< Bene! Se il problema è questo cucciolo insignificante, lo toglierò di mezzo!! >> ruggì la belva, mostrando le zanne, pronto a colpire il piccolo.

<< MAMMAAA...!! >> urlò il povero Ahadi in preda al panico;

Neera aggredì il leone in difesa del suo piccolo: << NON TOCCARE MIO FIGLIO!!! >>.

Sfuriò tra zanne e artigli una dura e violenta lotta, alternata fra i tentativi del leone di sottomettere la leonessa e la grande resistenza di quest'ultima.

<< M-mamma...no... >> Le lacrime sgorgarono fuori dagli occhi verdi di Ahadi, che assisteva impotente alla brutalità di quello scontro, dal quale sua madre, purtroppo non ne uscì vittoriosa: la vedeva lì a dimenarsi vana, mentre l'erba si bagnava del sangue delle sue ferite e la vita cominciava ad abbandonarle il corpo.

Il leone, che aveva riportato ferite meno gravi dallo scontro, la atterrò ma, viste le condizioni in cui era ridotta, rinunciò all'accoppiamento.

<< Maledetta...forse a quest'ora non saresti in quelle condizioni se non ti fossi opposta ai miei voleri...E in quanto a te >> disse rivolgendosi al cucciolo << potresti considerarti molto fortunato...o molto sfortunato... >>

Ahadi rabbrividì all'ascolto di quelle parole. Il leone continuò a parlare: << Non ho la minima intenzione di sporcarmi ancora le zampe con delle creature insignificanti come voi...ci penseranno la fame o altri pericoli a farti fuori visto che tua madre non potrà più proteggerti d'ora in avanti... >>

<< D-DEMONIO!! >> urlò il piccolo con il volto rigato dalle lacrime;

<< Cosa vorresti fare eh?! >> ruggì il leone << con quel tuo esile corpicino non resisteresti neanche un minuto! Sei solo un essere debole e inerme, ecco cosa sei! Sto già pregustando la tua morte... >>

La rabbia si unì alla tristezza di Ahadi, avrebbe voluto punire subito quella belva...Se solo avesse potuto!

Il leone se ne andò sogghignando, lasciando da solo il cucciolo accanto al corpo esanime di sua madre.

<< Mamma... >> le si avvicinò piangendo, rannicchiandosi sul suo ventre ancora caldo, sperando e pregando di sentirla parlare ancora.

<< Dì qualcosa...per favore mamma... >>

<< ...A...Ahadi... >>

<< Mamma!? Oh, mamma...!! >>

<< ..Piccolo mio.. >>

<< Non lasciarmi mamma, non lasciarmi solo! Ti prego! >> implorò, strofinando il proprio muso con il suo;

<< Ascolta... >> ansimò Neera << promettimi che continuerai ad andare avanti...che continuerai a vivere...per me >>

<< Nooo...Noooo!! Ti prego mamma! Risparmia le energie...non devi affaticarti! >>

<< Ahadi, te ne prego... >>

<< ...No... >>

<< Ri..ricordi la Rupe dei Re?...Vai...vai lì.. >>

<< Mamma..?? >>

<< Chiedi al re di farti entrare nel suo branco...ci sarà chi si prenderà cura di te... >>

<< No... mamma... >>

<< Diverrai grande e forte...troverai la tua strada...percorrila senza lasciarti guidare dall'odio... >>

<< Ma come!! Come potrei non odiare chi ti ha ridotto così??? Come?? >> singhiozzò Ahadi sconfortato, mentre le sue lacrime si univano al sangue della leonessa;

<< ...L'odio provoca solo sofferenza... Ahadi...Ti prego...non ridurti a una belva insensibile...Non voglio che tu... faccia questa fine.... Ci saranno momenti in cui potrai sentirti solo o abbandonato...ma ricorda...io sarò sempre con te...anche se non potrai vedermi...sappi che sarò con te...a vegliare sul tuo cammino...Sei il mio più grande conforto...devi vivere.. >>

<< Oh, mamma... >>

<< Vieni qui... >> e prese il suo amato cucciolo tra le zampe, scambiando con lui il proprio calore, con molta affettuosità.

Trascorsero così l'intera notte, senza mai separarsi l'uno dall'altra.

Era giunta l'alba. I primi raggi cominciavano ad estendersi su tutta la savana, scaldandola e tingendola di giallo e rosso.

Ahadi aprì a stento gli occhi infastiditi dalla luce << E' l'alba >> mormorò.

<< Mamma...Mamma?!! >> si alzò di scatto, separandosi dal suo corpo freddo << Oh, no >> la scosse più e più volte...era ormai troppo tardi: << Apri gli occhi...Per favore mamma...Guardami ancora una volta! Mamma!! >> ma non si ridestò più;

<< Mamma!!! NOOO! NO! >> .

Pianse disperatamente, con gli occhi ormai rossi e gonfi per le innumerevoli lacrime versate. I suoi pensieri furono attraversati da molti ricordi, divenuti lontani: il bellissimo e rassicurante sorriso di sua madre, i suoi occhi luminosi, i suoi insegnamenti, il suo calore...

Corse via, senza voltarsi indietro...senza sapere dove stesse andando...

Il trauma era stato troppo forte per sopportarlo da solo, ma non vi era nessuno su cui si potesse appoggiare...nessuno su cui contare né di cui fidarsi... Il modo attorno a lui divenne un ostacolo, una minaccia da affrontare da solo e le notti si riempirono di incubi difficili da scacciare.

La cosa peggiore fu il risentimento nei confronti di quel leone, quella belva egoista, che gli aveva sottratto la gioia...La tristezza svanì e lasciò il posto solo per la rabbia e per l'odio, cambiandolo sia interiormente che esteriormente: il suo sguardo innocente divenne d'acciaio e i suoi modi di fare sempre più bruschi: << Dannato assassino...Dannato mostro...! Hai ucciso mia madre! Mi hai portato via la felicità! E' tutta colpa tua! Tua! Te la farò pagare! >>

Questo pensiero divenne ben presto un'ossessione per lui.

Il desiderio di vendetta gli aveva riempito la parte del cuore, spezzata dal dolore.

E con quanto fiato aveva in corpo gridò: << Vendicherò la sua morte a qualsiasi costo!! GIURO CHE LO UCCIDERO'!!! >> .

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Capitolo 2
*** La Futura Regina ***


Capitolo 1. “ La futura Regina ”

 

 

Era una calda e serena mattina, il sole avvolgeva la Rupe dei Re in tutta la sua magnificenza. L'amato re delle Terre del Branco dalla criniera castana, Mohatu, si allontanò, come era solito fare, per il giro di controllo.

Mentre si era fermato a bere alla pozza dell'acqua, un frenetico e improvviso battito d'ali catturò la sua attenzione:

<< Mohatu! Mohatu, signore!! >> era Zozo, la bucero femmina, che forniva con fedeltà la propria collaborazione ai sovrani;

<< Zozo?! Cosa c'è? E' successo qualcosa di grave?? >>

<< Si tratta di Aura, vostra moglie, signore! >>

<< Perché? Cosa le è accaduto?? >>

<< Venite, presto!! >>

Mohatu corse più veloce che poté; una volta arrivato alla rupe scavalcò le rocce, per raggiungere la caverna interna.

<< Aura?? >> la chiamò agitato, una volta giunto all'entrata; poi la vide lì sdraiata, con attorno le altre leonesse, che teneva un piccolo batuffolo marroncino-rossastro tra le zampe; un'espressione emozionata e serena si manifestò sul volto di Mohatu, mentre si avvicinava alla sua amata, sotto lo sguardo commosso di tutti:

<< Congratulazioni, mio re...Siete diventato padre di una splendida cucciola! >> disse con emozione Zozo, mentre la bella Aura accarezzava col muso la nuova arrivata:

<< Congratulazioni vivissime, vostra maestà >> dissero felici le altre leonesse.

Il re e la regina si scambiarono tenere effusioni l'un l'altro, e quando la piccola aprì gli occhi, poterono vedere che li aveva di un rosso luminoso e profondo, come quelli del padre:

<< E' bellissima... >> disse dolcemente il leone, mentre vedeva la sua piccola sorridergli;

<< Come la chiameremo? >> chiese la regina;

Lui ci pensò su per un momento, poi gli si illuminarono gli occhi:

<< Uru...Si chiamerà Uru, come la sua saggia e magnanima nonna >>

<< Uru...è perfetto >> rispose lei, commossa.

Mohatu si rivolse a Zozo: << Vai a chiamare Rafiki...Oggi alle Terre del Branco verrà presentata la “Futura Regina” >>

<< Volo subito ad annunciarlo, signore! >> rispose euforicamente, e volò via.

 

Al di là della Rupe dei Re abitava in un grande albero Rafiki, il saggio mandrillo, allora più giovane, che aiutava da tempo con i suoi consigli il re e le Terre del Branco.

Zozo lo vide sopra un ramo, seduto a meditare e gli volò incontro:

<< Rafiki! Rafiki! >>

<< Zozo? Qual buon vento? >>

<< E' nata, Rafiki! La figlia del re è nata! >>

<< E' nata?? Ah aah! Che splendida notizia!! Raduna la savana per la cerimonia, cara Zozo >>

<< Subito, Rafiki! Volo! >>

La voce fu sparsa per tutta la savana: in breve tempo mandrie e stormi erano in fermento, per arrivare alla Rupe dei Re a vedere la figlia del loro amato sovrano.

Ben presto la grande roccia fu circondata e riempita dei colori di tutte le creature presenti, da quelle più grandi a quelle più piccole: << Evviva il re Mohatu! Urrà alla sua regina! >>.

Rafiki era salito sulla grande roccia, dove tutti attendevano il suo arrivo; in fondo vi erano i sovrani con il loro branco.

Scambiò un amichevole abbraccio con Mohatu, e si avvicinò alla piccola Uru, che giaceva fra le zampe della madre.

<< Complimenti >> disse << è davvero bella, sono sicuro che diverrà una brava regina >>

<< Grazie, Rafiki >> rispose Aura.

Uru sorrise, agitando le zampette, per toccare la corta barbetta grigia del mandrillo, che le si era avvicinato con il volto:

<< Ah ah ah... >> rise lui << intraprendente la piccolina, eh? >>

<< Già, è tutta suo padre >> rise felicemente la regina;

<< Ah ah... Sì, me lo ricordo bene, anche Mohatu da piccolo era un bel birbante, vero? >>;

Mohatu arrossì: << Eh eh...Meglio non rivangare... >> disse e si levò un'allegra risata fra i presenti.

Poi Rafiki prese un frutto dal suo bastone, lo spaccò in due parti e ne sparse il succo sulla fronte di Uru col pollice, in segno di benedizione:

<< E ora piccolina... >> disse, prendendola in braccio << ...verrai presentata al tuo mondo come esso si presenterà a te a poco a poco, mentre crescerai, e lo manterrai prospero e vitale con la tua assennatezza, in quanto Futura Regina di tutti noi >>.

Pronunciate queste parole, Rafiki si avvicinò all'apice della Rupe e sollevò aggraziatamente la piccola, mostrandola a tutte le creature delle Terre del Branco. Un gran clamore si sparse fra la folla, che era colma di felicità; i due sovrani guardarono con orgoglio la figlia, che volgeva per la prima volta il suo sguardo innocente verso la loro amata terra, illuminata dai calorosi raggi del sole.

 

________

 

Arrivò la stagione delle piogge. La piccola Uru trascorreva gran parte del tempo nella grotta con le leonesse, giocando e imparando a fare i suoi primi passi; ogni tanto provava anche a tirare fuori il musetto dalla grotta e non appena si bagnava con le gocce di pioggia, si ritraeva subito indietro arricciando il nasino.

Cresceva pian piano, dimostrando un carattere buono e tranquillo ed essendo molto affettuosa con tutti. Era la piccola gioia del branco: il suo bel sorriso riusciva a rasserenare gli altri; le piaceva molto stare in compagnia di sua madre ed aspettava sempre con felicità il ritorno del padre dalle Terre del Branco e ogni volta che gli correva incontro affondava il muso nella morbida e castana criniera del leone. Il re era fiero di avere una figlia così bella, allegra e pacifica; cercava di passare con lei più tempo che poteva, facendola divertire e insegnandole molte cose.

Diventò molto amica anche degli altri leoncini del branco. Non passava giorno senza che questi si riunissero tutti, per giocare insieme, o farsi qualche scherzetto a vicenda.

Il più grande di tutti era Khendo, un leoncino marrone chiaro con occhi grigi molto espressivi: si comportava come leader nel gruppo, prendendo spesso le varie decisioni ed era molto affettuoso con Uru; poi vi erano Hydo e Helya, fratello e sorella dal pelo grigiastro e gli occhi gialli, molto uniti e amichevoli con tutti; infine c'era Athena, leoncina dagli occhi verdi e pelo chiaro, molto dolce, anche se a volte poteva sembrare un po' dura di carattere: era la miglior confidente di Uru.

 

In una mattina tranquilla al retro della grande roccia, la piccola Uru, di quasi quattro mesi, giocava con la coda di sua madre, che si era distesa su una roccia a riposare assieme ad altre leonesse; poi le salì sul ventre:

<< Mamma, dov'è andato papà? >>

<< E' andato a fare il suo giro di controllo, Uru. Sai bene che la sua è una grande responsabilità >>

<< Sì, lo so...Ma quando torna? Oggi mi doveva portare in cima alla Rupe, per spiegarmi molte cose >>

<< Stai tranquilla, che tornerà. Devi avere pazienza >>

<< Lo so.... ma la pazienza mi manca: voglio apprendere a fondo il ruolo che mi spetta... >>

<< Su, su...Hai ancora molto tempo davanti a te >> disse dolcemente Aura, leccando la sua testolina;

<< Perché non vai un po' a giocare con i tuoi amici nel frattempo? >>

<< Va bene >> rispose Uru, strofinando il musetto con quello della madre;

<< Ci vediamo dopo, mamma >>

<< A più tardi, tesoro >>.

Uru corse via, andando a cercare i suoi amici; passò un po' di tempo a guardare in giro, ma non li trovò:

<< Uffa... Ma dove sono finiti tutti?? Si saranno allontanati dalla Rupe? >>si lamentò.
Ma non appena si voltò per tornare indietro...

<< BUH!! >>

<< WAAAAH!! >> era Khendo, che le era saltato addosso:

<< Khendo!! Ma che...??! >>

<< Ah ah ah... Avresti dovuto vedere la faccia che hai fatto, Uru! >>

<< M-ma... >> balbettò lei, sorpresa;

<< Credevi che ce ne fossimo andati via, senza dirti niente, vero? >> domandò Athena, che era uscita da dietro un'altra roccia assieme a Hydo e Helya;

<< Ecco, a dirla tutta...Sì >> rise Uru;

<< Bé...Non hai tutti i torti in fondo >> disse Helya, mentre guardava Hydo e Khendo;

<< Eh..? Che vuoi dire? >>

<< Khendo e Hydo si sono allontanati da soli questa mattina, senza avvertire nessuna di noi >> spiegò Athena;

<< Davvero? E dove ve ne siete andati? >>

<< Ehm...Ecco, siamo andati... >> balbettò timidamente Hydo;

<< SSSH! Zitto! >> esclamò Khendo;

<< Siete andati oltre i confini?? >>

<< N-no, Uru... Non proprio >> rispose Khendo;

<< Come sarebbe “ non proprio ”?! Mio padre dice che quei posti sono pericolosi per noi >>

<< Sul serio? Eppure eccoci qua, davanti ai tuoi begli occhioni >>

<< Non scherzare su questi argomenti, Khendo >>

<< Su, dai...Sei troppo apprensiva...Abbiamo scoperto un posto magnifico, e volevamo portarci anche voi, più tardi però...visto che tu dovevi stare con tuo padre questa questa mattina...A proposito, come mai sei qui con noi e non con lui? >>

<< Non è ancora tornato dal suo giro di controllo, per questo sono venuta a cercarvi >>

<< Non è ancora tornato? Strano... >> osservò Helya;

<< Di solito torna qui a quest'ora... E' successo qualcosa? >> domandò Athena;

<< Che io sappia, no... Può anche capitare che rientri più tardi: in fondo ha tanto da fare >>

<< Perfetto, allora non c'è nulla di cui preoccuparsi >> disse Hydo;

<< Oh, si invece >> riattaccò Uru;

<< E andiamo... >> si lamentò Khendo;

<< Potevano esserci iene! >>

<< Ma non c'erano iene, ti dico! Vi erano solo scheletri >>

<< SCHELETRI?! >> esclamò Helya, turbata;

<< Sì... scheletri di elefanti >> precisò Hydo << Enormi scheletri che ti balzano addosso, quando meno te lo aspetti!!! >> e saltò su sua sorella, per metterle paura:

<< Smettila, Hydo!! >> gli urlò Helya, spaventata;

<< Scheletri di elefanti? Non ne sapevo niente >> disse Uru;

<< Già, non è fantastico? Pensa quanti segreti potrebbe nascondere quel posto! >>

<< Ma, Khendo... >>

<< Su, non c'è nulla di cui avere paura. E poi, qualsiasi cosa accada, ti proteggerò io >>

<< Scommetto che sia proprio questo a preoccuparla...>> rise Athena;

Khendo si irritò: << Delicata come sempre, eh? >>

<< Modestamente >> rispose lei; e tutti si misero a ridere.

<< URU! >>

<< Oh! E' mio padre >>

<< URU, DOVE SEI?? >>

<< ARRIVO, PAPA'! Devo andare... A lui non dirò niente, però daremo solo un'occhiata veloce a quel posto, d'accordo? A più tardi >>

<< A più tardi >> la salutarono gli altri.

 

<< Papà!! >> esclamò contenta, andando incontro al leone;

<< Piccola mia... Scusami se ho fatto tardi >> disse Mohatu abbracciandola;

<< Di che ti scusi?? Hai molte responsabilità, e poi sono contenta di vederti >> disse la piccola, sorridendo;

<< Sei proprio dolce...E ora come ti ho promesso saliremo in cima alla Rupe >>

<< EVVAI!! >> e cominciarono a salire giocando e rincorrendosi a vicenda;

<< Stavolta vinco io, papà >>

<< Oh, non credo proprio, signorina >>

<< Ah ah ah... >>

Infine raggiunsero la cima: il panorama era unico, variopinto con i colori della natura e delle creature, contrastati dai raggi del sole che si estendevano su tutte le Terre del Branco:

<< E' bellissimo... >> sussurrò lei, ammaliata dalla bellezza di quel paesaggio;

<< E' vero, Uru... E sappi anche che tutto ciò che vedi, che questi raggi del sole espongono ai tuoi occhi, dalle pietre fino alle singole foglie di ogni pianta, è il nostro regno >>

<< Tutto questo?? >>

<< Tutto quanto >>

<< E' fantastico! E il giorno in cui comincerò la mia reggenza, diverrà tutto mio?? >>

<< Sì, tutto, ma per mantenerlo tale, ricordatelo bene, devi rispettarlo >>

<< E come? >>

<< La coesistenza di questo mondo è dovuta all'equilibrio del Cerchio della Vita: tutte le creature sono collegate fra loro, e devono attenersi a vicenda, a dispetto della catena alimentare >>

<< Ciò riprende anche il discorso dell'altra volta, vero? Che i nostri corpi diventano erba dopo la morte, così le altre creature se ne cibano, come noi ci cibiamo di loro >>

<< Esatto, ma bisogna anche aiutarsi a l'un l'altro, e in questo modo si ottiene una buona cooperazione in favore del regno >>

<< Uao, papà! Tu sai proprio tutto >>

<< No, non tutto...E credimi, mai nessuno potrà venire a conoscenza di ogni segreto, che caratterizza questo mondo >>

La piccola Uru rimase così sorpresa e affascinata da quel discorso, che ne ricordò sempre ogni parola. Ammirava molto suo padre, e sperava di divenire come lui in coraggio e saggezza. Ma questi pensieri sereni furono improvvisamente contrastati dal sapere ciò che avrebbe fatto quello stesso giorno con i suoi amici; tuttavia cercò di non pensarci e di nascondere la sua preoccupazione per tutto il tempo che trascorse con suo padre quella mattina.

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Capitolo 3
*** Pericolo in agguato ***


Capitolo 2. “ Pericolo in agguato ”

 

 

Si fece pomeriggio: Mohatu fu chiamato da Zozo dopo la caccia, per andare verso Nord, dove erano state avvistate delle iene che spingevano delle mandrie lontano dai propri territori; per Uru e gli altri giunse invece il momento di andare ad esplorare quel luogo apparentemente inabitato.

La piccola avvisò sua madre del loro allontanamento, ma non le piacque affatto mentire:

<< Mamma, io e gli altri andiamo a giocare al lago giù a valle, come ieri >>

<< Ah, va bene. Certo... mi sentirei più tranquilla se Zozo vi accompagnasse, però è andata con tuo padre a Nord... >>

<< Oh, via...Non preoccuparti mamma, non ci allontaneremo mica dai confini...Staremo giù, al lago di ieri, perciò non preoccuparti >> mentì controvoglia, strofinandosi affettuosamente con sua madre per tranquillizzarla;

<< D'accordo, ma fate attenzione >>

<< Certo! >>

<< A dopo, allora >>

<< Ciao! A dopo >> e corse via in fretta, andando in contro al gruppo:

<< Eccomi. Tutti pronti? >>

<< Eccome! >> rispose Khendo eccitato;

<< Allora, andiamo >>.

Scesero i massi e si allontanarono dalla Rupe, senza perdere ogni tanto il tempo per farsi degli scherzi o per rincorrersi.

Ma il sorriso svanì dal volto di Uru, non appena vide che si stavano allontanando molto da casa:

<< Khendo... >>

<< Sì? >>

<< Dove siamo diretti esattamente? >>

<< Uhm...Più o meno verso Nord... Perché? >>

<< Perché ci stiamo allontanando troppo, siete sicuri di ricordarvi esattamente dove si trova? >>

<< Certo che sì! >> rispose Hydo;

<< Sicuro, sicuro? >> chiese Athena con tono scherzoso;

<< Dubiti di me forse? >> riattaccò Hydo;

<< Certo che sì! >> rispose la leoncina ridendo;

<< Dubbiosa... >> disse lui con un mezzo sorriso, guardandola;

<< Zitti ora. Siamo quasi arrivati >> disse Khendo << però passeremo davanti ad una piccola caverna, per cui dovete fare tutti silenzio >>

<< Come mai? >> chiese Helya;

<< Stamattina io e Hydo vi siamo entrati per vedere com'era fatta dentro, ma non era vuota >>

Athena si unì al discorso: << Non era vuota? >>

<< No: c'era un leone e ci ha cacciati via >> spiegò Hydo;

<< Un leone? >> domandò Uru;

<< Già, probabilmente era uno straniero: non lo avevamo mai visto prima d'ora da queste parti >>

<< E cosa ci faceva lì? >>

<< Non lo so; comunque era giovane: un adolescente per essere esatti >>

<< Davvero? >>

<< Sì >>

Khendo riprese il discorso: << Ma aveva un pessimo carattere: non ci ha dato nemmeno il tempo di scusarci, che subito ci ha ruggito contro, cacciandoci via >>

<< Oh...avrà avuto sicuramente dei motivi... >>

<< Può darsi, ma faceva davvero paura >> disse Hydo;

<< Quali motivi avrebbe mai potuto avere?? >> grugnì Khendo << cacciarci via così....Di sicuro ha un brutto carattere >>

<< Mai giudicare dalle apparenze >> disse Uru;

<< Parli bene tu, che cerchi sempre il lato positivo delle cose >>

<< E questo che vorrebbe dire? >>

<< Niente...che sei buona, tutto qua >> le sorrise;

<< Come sei romantico >> scherzò Athena;

<< Eh? C-che..? >>

<< Ah ah ah... >> risero gli altri; Khendo sbuffò.

Giunsero nei pressi della grotta di cui si era accennato, ma furono improvvisamente frenati dalla vista di un giovane leone che si aggirava da quelle parti. Così si nascosero dietro a delle piante:

<< Accidenti, è lui >> disse Khendo; Uru gli si mise accanto ad osservare lo straniero, ma non ne rimase spaventata, anzi ne fu in qualche modo attratta: era come se sguardo color smeraldo di quel leone le avesse appena trapassato il petto con una forza misteriosa.

<< E ora? >> chiese Helya;

<< Ora conviene muoverci senza farci notare >> sussurrò Khendo << D'accordo? Stammi vicina Uru...Ma..Uru?? >>

<< Che aria triste... >>

<< Ma che stai dicendo? >> domandò Athena perplessa;

<< Quel leone...sembra essere molto triste... >>

<< Che ti importa ora di quello là?? >> le disse Khendo aspramente << pensa a non rimetterci la pelle, piuttosto. Su, andiamo >>.

Procedettero, facendo attenzione a non fare il minimo rumore; poi, una volta lontani da quel posto, cominciarono a correre finché giunsero al luogo in cui giacevano gli scheletri di elefanti e scesero la ripida parete, che ne segnava il confine:

<< Guardate! Fantastico, no?? >>

<< Fantastico?! Mette i brividi! >> affermò Helya, tremando;

Athena rimase sbigottita : << Impressionante >> disse;

<< Già e non c'è neanche un'anima viva! Possiamo muoverci liberamente >> esclamò Hydo << dai, che aspettiamo?? Andiamo ad esplorare! >> disse con eccitazione.

Uru li seguì silenziosamente: sapeva bene che non conveniva dare pregiudizi a luoghi come quello.

Cominciarono a girare in varie parti; Hydo e Khendo trovarono divertimento nell'aggirare le costole dei vari scheletri:

<< Accidenti, quanti ce ne sono >> osservò Helya;

<< Questo è un cimitero >> affermò Uru << papà non me ne ha mai parlato... ha solo accennato di alcuni posti verso Ovest, al di fuori dei confini, che sono pieni di pericoli in agguato, ma non sapevo di questo cimitero qui a Nord.... Forse me ne avrebbe parlato in questi giorni... >>

<< Ehi, dove sono andati quei due??? >> domandò Helya preoccupata << erano qui un momento fa! >>

<< Cosa?? >> si preoccuparono le altre;

<< Khendo!! Hydo!! Dove siete finiti?? >> gridarono.

Poi un improvviso rumore sopra le loro teste catturò la loro attenzione:

<< RRAAARRHHH!! >>

<< AAAAAH!! >> i due cuccioli saltarono loro addosso, balzando dal teschio di un elefante:

<< Khendo!! Hydo!! non fatelo mai più! >>

<< AH AH AH... >>

<< Stupidi!! >>

<< Ehi, dai...non arrabbiatevi! Sapevate poi che qui non c'è nessuno oltre... >> “ CRACK!! ” << ...n-noi >> “ CRACK! ”

<< C-cos'è...questo rumore...?? >> balbettò Helya, impaurita;

<< N-non lo so... >> rispose Hydo;

<< SPOSTATEVI!! >> urlò Uru: un masso stava cadendo giù da una prete rocciosa. Riuscirono ad allontanarsi appena in tempo. Poi il masso si schiantò al suolo, fracassandosi. I leoncini, ansimavano spaventati, col cuore che palpitava forte. Poco dopo realizzarono che il pericolo era svanito:

<< Era solo uno stupido masso, che per poco non travolgeva a tutti quanti! Meglio allontanarsi dalle pareti: sembrano fragili >> disse Khendo tranquillizzando gli altri, anche se di poco.

Ma ad Uru l'accaduto non andò giù: sospettava che ci fosse stato lo zampino di qualche iena nascosta fra i massi e gli scheletri:

<< Andiamo via, questo posto non mi sembra affatto sicuro >> disse;

<< Sono d'accordo! >> esclamò Helya frettolosamente;

<< Anche noi >> dissero Athena e Hydo;

<< Khendo? >>

Ma lui rimase in silenzio:

<< Khendo, sii ragionevole! >> esclamò Athena << Ci sono altri posti in cui divertirsi, non vedo perché dobbiamo rischiare in questo luogo >>

<< Athena ha ragione. Andiamocene >> disse Hydo;

<< Avete paura, forse? >>

<< Che c'entra?? >> grugnì Athena << Bene! Se questo è il modo per dimostrare il tuo “ coraggio ”, allora resta qui! Io me ne vado! >>

<< Ehi, calmati! Stavo solo scherzando! Certo che me ne voglio andare! >> rispose Khendo;

<< Non mi sembra proprio! >>

<< Accidenti, quanto sei difficile! >>

<< ORA BASTA, RAGAZZI! Non è né il momento, né il posto giusto, per bisticciare! >> intervenne Uru << Muoviamoci, per una buona volta >> e si incamminò, seguita da Helya e Hydo; Khendo e Athena rimasero imbronciati per un po', poi si avviarono anche loro.

Mentre stavano cercando un'uscita, una strana ombra, accompagnata da uno scricchiolio di ossa, passò velocemente, nascondendosi in uno scheletro. I cuccioli sobbalzarono terrorizzati, guardandosi intorno e stringendosi l'uno vicino all'altro:

<< Chi c'è??> > domandò Uru, urlando, ma non si udì alcuna risposta;

<< Cos'era...?? >> chiese Hydo; subito dopo si levò una strana e diabolica risata, che riecheggiò dappertutto:

<< Via, svelti!! >> esclamò Khendo con agitazione.

Corsero velocemente, sperando di raggiungere un' uscita il più presto possibile, ma furono frenati inaspettatamente da una grossa iena, che balzò davanti a loro, mostrando le zanne con un sorriso maligno:

<< Bene, bene...Sentiamo...Cosa ci fanno qui dei piccoli bocconcini come voi, eh? E dentro i territori altrui, per giunta...Volevate farci forse una piacevole visitina? >>

<< Oh, no signore! La prego, ci scusi, non volevamo fare niente di male... Noi... >> balbettò Khendo, cercando di spiegare;

<< Abbiamo sbagliato strada! E-ecco... >> intervenne Hydo;

<< Ooh... Poverini... >> Disse una iena femmina, uscita dallo scheletro dietro di loro:

<< Mio caro, forse dovremmo occuparcene noi... >>

<< Ma certo...Non possiamo rimanere impassibili... >>

<< Oh, n-non disturbatevi...Ora ce ne andiamo... >> disse Khendo, indietreggiando con gli altri;

<< Ma perché tanta fretta? Non ce n'è motivo... >>.

Li circondarono, sfoderando gli artigli; i poveri cuccioli non sapevano come agire: se restavano, sarebbe giunta la loro fine e se si disperdevano, rischiavano di perdersi a vicenda.

Tuttavia l'impulso di scappare fu molto forte, così, presa una grande velocità, sfuggirono dalle grinfie delle iene, avendole di conseguenza alle calcagna.

Uru corse velocemente, cercando disperatamente di mettercela tutta per aver salva la vita; ma il pensiero dei suoi amici in pericolo la turbò e avrebbe fatto qualunque cosa, per salvarli da quella situazione, anche a costo della vita! Ma in che modo poteva?

"Forse, se cerco di attirare la loro ira su di me, gli altri potranno salvarsi ” pensò.
Così attese che tra loro e le iene si instaurasse una certa distanza, poi svoltò subito, prendendo un'altra direzione:

<< URU!! Dove vai?? >> gridarono gli altri, vedendola allontanarsi dal gruppo e salire una roccia ad un angolo:

<< EHI! STUPIDE BESTIACCE ROGNOSE! DA QUESTA PARTE! >> gridò;

<< NOOO! URU! >>

<< Come hai osato chiamarci??! >> risposero le iene arrabbiate, fermandosi accanto al masso su cui era salita;

<< Siete sorde per caso?? Avete capito benissimo!! E, in quanto Futura Regina di questo regno, farò si che veniate punite dal Re, mio padre, come meritate!! >>

<< Miserabile mocciosa!! Ora vedrai! >> le ringhiarono, scattando in avanti; Uru cominciò a scappare cercando di attirarle altrove, lontano dai suoi amici.

<< URUUU!! >> gridò Khendo;

<< Cosa possiamo fare?? >> piangevano gli altri;

<< Andremo ad aiutarla, ecco cosa! >>

<< E come?? >>

<< Hydo, tu vieni con me! Cercheremo di tenere a bada quelle bestiacce! Voi invece andate a cercare Mohatu: oggi si è diretto qui a Nord, trovatelo ed avvisatelo! Se tutto andrà bene, ci rivedremo da queste parti >>

<< No! Restiamo tutti insieme! Ti prego! >> implorò Helya disperatamente;

<< Non possiamo farlo! Da soli siamo del tutto impotenti! Dovete andare da Mohatu e condurlo qui! Non preoccupatevi, andrà tutto bene! >>

Così, col cuore in gola, si separarono: Athena ed Helya trovarono un'uscita dal cimitero e corsero a cercare il re; Hydo e Khendo andarono invece a seguire le tracce di Uru e delle iene.

Intanto la povera leoncina, rimasta sola contro le iene, cercò di seminarle fra gli enormi scheletri, con scarso successo: ogni volta che sperava di essersene liberata, eccole che rispuntavano da altre parti, piene di ferocia.

Non aveva più idee e le forze cominciarono a mancarle: i tempi per riprendere fiato si abbreviavano sempre di più. Era stremata dalla fatica e dal terrore e loro riuscivano sempre a coglierla di sorpresa: sembravano instancabili!

Cercò di cogliere l'occasione di trovare un'uscita durante la fuga. Ma l'unica che trovò fu la ripida parete da cui era entrata inizialmente: scenderla era facile, ma salirla era tutto un altro paio di maniche e il tempo stringeva. Ma non avendo molta scelta, decise di tentare per quella via di fuga. Cominciò a salire, arrampicandosi faticosamente sui massi della parete, con le forze che le restavano.

Il suo cuore accelerò, non appena le iene le furono di nuovo dietro.

Allora, tenendosi aggrappata ad un masso, spinse con le zampette posteriori alcuni sassi, colpendo la iena più vicina:

<< Maledetta! >> le ringhiò la belva; ma lei continuava a salire spingendo giù i sassi che le capitavano sotto le zampe.

A causa delle frettolosità, le scivolò la zampa anteriore sinistra, procurandosi un taglio profondo, che la sciava tracce di sangue al suolo. Cercando di ignorare il dolore, riuscì a raggiungere la cima della salita, rientrando nei confini delle Terre del Branco.

Non aveva la forza per proseguire e la ferita continuava a bruciare, ma non poteva fermarsi lì: le iene, nonostante fossero fuoriuscite dai propri territori, non sembravano voler rinunciare all'inseguimento.

Correva e zoppicava senza sapere quale meta raggiungere; non poteva trovare alcun nascondiglio: gli inseguitori avrebbero seguito le tracce del suo sangue. L'unica consolazione era sapere che i suoi amici fossero fuori da quel pericolo.

Giunse nei pressi di una forte corrente d'acqua, da cui non poteva più trovare scampo, e si accasciò al suolo piangendo.

Ormai le iene l'avevano raggiunta, e stavano sul punto di sbranarla, quando: << LASCIATELA STARE!! >> gridarono Khendo e Hydo, azzannando le zampe delle belve, distogliendone l'attenzione dalla leoncina:

<< Dannati leoni spelacchiati!! Sempre tra i piedi! >> reagirono loro, scrollandoseli di dosso con violenza e sbattendoli al suolo.

<< Khendo!! Hydo!! No! >> si disperò Uru, scattando verso di loro con il solo aiuto della sua forza di volontà, per aiutarli; ma una iena la colpì di riflesso, scagliandola con forza nel corso d'acqua e finì in balia della corrente:

<< NOOO! URU!! >>

<< AH IH IH IH EH EEH... >> risero malignamente le iene, compiaciute da ciò:

<< Bene! Ed ora, tolta di mezzo quella fetida principessina, ci occuperemo di voi due... >>

Ma un improvviso e potente ruggito interruppe l'azione: << MOHATU! >> gioirono i cuccioli: era lui, seguito da Athena ed Helya.

Il re, più inferocito che mai, aggredì le iene, sfogando tutta la sua ira. Ferì la femmina ad un fianco e atterrò il maschio, tenendogli una zampa sulla gola:

<< Pietà! Vi prego! Ci arrendiamo! >>

<< SILENZIO! Se oserete ripresentarvi di nuovo da queste parti ed aggredire i piccoli, la pagherete con la vita!! >>

<< S-sì!! D'accordo! Ce ne andiamo! >> e scapparono via in fretta.

I cuccioli, terrorizzati, si avvicinarono lentamente al leone, il quale si voltò verso di loro, con occhi adirati. Nel frattempo arrivò anche Zozo ed atterrò preoccupata, circondando le spalle di Helya ed Athena con le ali:

<< Dov'è Uru?? >> domandò Mohatu con gran tono;

Hydo si mise a piangere, timoroso di rispondere. Khendo, altrettanto triste, poiché si sentiva responsabile di quanto accaduto, si fece coraggio e rispose a singhiozzi:

<< E' tutta colpa mia... mi dispiace...Sono stato io ad insistere per venire qui...non pensavo che ci fossero iene...Uru si è voluta sacrificare per noi e le aveva attirate su di sé...non abbiamo fatto in tempo a fermarla...e... poi l'hanno fatta cadere nel fiume!!...Non siamo riusciti a fare nulla..! Noi... >> e scoppiò anche lui a piangere.

Un'espressione disperata si manifestò sui volti di Zozo e delle leoncine.

Mohatu sentì una grande fitta al cuore, un dolore per il quale non esistono parole in grado di spiegarlo; poi, trattenendo le lacrime, parlò:

<< Zozo! >>

La volatile si asciugò una lacrima: << Signore? >>

<< Portali a casa. Che gli avvenimenti di oggi gli servano da lezione per la vita >>

<< Oh...Sì, sire... >>

<< E raduna le leonesse per la ricerca >>

<< Certo... Eh? Cosa? Ricerca? >>

<< Seguiremo il corso del fiume e andremo a cercarla >>

<< M-ma... >>

<< Questo è un ordine! >>

<< Subito, signore! Venite piccoli... >>.

Col capo chinato verso il basso, i leoncini la seguirono: ora comprendevano veramente il motivo delle preoccupazioni della loro amica, scomparsa. 

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Capitolo 4
*** Il leone misterioso ***


Capitolo 3. “ Il leone misterioso ”

 

 

<< Oh...D-dove mi trovo...?... >> Uru, sdraiata su un fianco a riva del fiume, sollevò debolmente la testa, guardandosi attorno: era buio; vi erano tanti alberi, che insieme formavano una piccola ed ignota giungla:

<< Queste...non sono le Terre del Branco...AHI! >> si leccò la ferita dolorante sotto la zampa, poi ricordò tutto: era stata scaraventata nel fiume e la corrente la trascinò via; fortunatamente le era capitato sotto zampa un tronco galleggiante, su cui aggrapparsi, per non annegare. Poi, raggiunta una sponda tranquilla, si era accasciata al suolo, priva di sensi per un po' di tempo.

Rimaneva però un grosso problema: ritrovare la strada di casa. Infatti il fiume l'aveva trascinata troppo lontano, in un luogo a lei sconosciuto in tutto e per tutto. Avrebbe potuto seguire il corso del fiume, ma le ripide ed alte pareti rocciose delle cascate, l'avrebbero costretta a fare il giro lungo, con molte più probabilità di perdersi.

Comunque rimanere in quel posto sarebbe stata la scelta più sbagliata da fare: infatti piccola e sola com'era, sarebbe stata del tutto vulnerabile di fronte ad altri pericoli. Così, barcollando, si alzò, si scrollò l'acqua di dosso e zoppicò, seguendo per un tratto il corso d'acqua; poi, alla prima parete rocciosa che incontrò, si diresse all'interno della giungla .

Il Sole era ormai tramontato e l'oscurità rendeva quel posto inquietante per lei. Col cuore in gola proseguiva, passando in mezzo alle enormi foglie delle piante, avendo paura che un pericolo le sarebbe saltato addosso da un momento all'altro: “ Chissà dove andrò a finire...O come finirò io stessa stanotte... ” pensò. In seguito levò lo sguardo verso il cielo stellato, sperando di ricavarne fuori un po' di conforto:

<< Grandi Re del Passato... >> disse << vi prego... se ci siete, aiutatemi a tornare a casa...guidatemi...Mi sento così impotente e sola in questo posto a me sconosciuto >>. Poco dopo aver pronunciato queste preghiere, sentì all'improvviso qualcosa toccarle la schiena. Ignara del fatto che si trattava semplicemente del ramo di un albero, si spaventò e cominciò a correre veloce, gridando e implorando aiuto.

Procedeva senza sapere dove stesse andando, con le foglie delle piante che le frustavano il muso, a causa della velocità:

<< Aiuto! Aiutatemi! Vi prego! >> continuava a gridare, con molta agitazione. Durante la corsa si accorse che qualcosa di appuntito le penetrò in profondità nella ferita, provocandole un dolore lancinante, ma la paura non le diede la possibilità di fermarsi e continuò a correre.

 

Infine andò a sbattere violentemente contro qualcosa: << EHI! >> esclamò una voce maschile.

La piccola rotolò all'indietro, poi alzò gli occhi, tremando: si era scontrata con un giovane leone, seduto da quelle parti, lo stesso che aveva visto quel pomeriggio con i suoi amici: << A-Aiutami! >> implorò lei, aggrappandosi ad una sua zampa;

<< Togliti!! >> urlò il leone, arrabbiato, allontanandola; poi si alzò e fece per andarsene, ma la piccola si aggrappò di nuovo a lui: << No! Non te ne andare! Ti prego! >>

<< Ma cosa vuoi?! Vattene! Lasciami stare! >>

<< NO! >>

<< Stupida mocciosa! Oltre a venirmi addosso, hai anche il coraggio di continuare ad importunarmi?! Levati di mezzo! >>

<< NO, NO! Ti prego, aiutami! C'è un mostro!! >>

<< Ma quale mostro??! Non vedi che qui ci sono solo alberi?! Vai via! >>

<< Ti prego! Non voglio rimanere sola! Mi sono persa...voglio tornare a casa... >> e si mise a piangere;

Allora il leone sospirò calmandosi, poi l'allontanò di nuovo, più dolcemente però, e vide una piccola macchia di sangue, che gli aveva lasciato sulla zampa:

<< Sei ferita? >>

<< No...non è nulla... >> singhiozzò lei;

<< Se lo dici tu... >>

<< Non te ne andare!... >>

<< Non me ne vado...Anzi, ti accompagno. Cosi mi lascerai finalmente in pace >>

<< Oh, grazie! >> si sollevò di morale;

<< Dove vivi? >>

<< Alle Terre del Branco >>

<< Ah! Ti sei allontanata molto >>

<< E' lontano da qui? >>

<< Sì, è lontano. Conviene andarci di giorno. Di notte, con le iene che possono esserci, è pericoloso >>

<< Oh... >>

<< Ci muoveremo all'alba. Anch'io devo tornare laggiù... >>

<< Fantastico! Ti farò ospitare da mio padre! In fondo ti devo molto >>

<< Ehi, ehi, calma! Non se ne parla! Patti chiari e “ amicizia ” lunga...Ti accompagnerò solo al confine, dopodiché dovrai sparire dalla mia vista >>.

Uru rimase mortificata da quelle parole e non trovò una risposta da dare; allora il leone parlò al suo posto: << Bene, chi tace acconsente. Patto fatto >> e si incamminò: << Dove vai?? >> si agitò lei;

<< Hai intenzione di rimanere a dormire in questo posto? Come vuoi... >>

<< Oh, no! Aspettami! >> e lo seguì.

Trovarono una piccola grotta dove passare la notte; era ben nascosta dai cespugli, quindi anche abbastanza sicura.

Il leone vi entrò dentro e si sdraiò; la piccola Uru in un primo momento esitò, poi vi entrò e provò a rannicchiarglisi vicino, ma lui si scostò da lei:

<< Non sono qui per farti da madre! >> le disse aspramente. Allora Uru, aflitta, si allontanò e si sdraiò da un'altra parte. Prevalse un gran silenzio nella grotta. La piccola non riusciva a sopportare tutto quell'imbarazzo e voleva provare a rompere quella gelida barriera che li separava:

<< Ehm... >> disse timidamente;

<< Cosa c'è ancora..? >> sospirò il leone;

<< Il... il mio nome è Uru. E tu come ti chiami? >>;

lui rimase per un po' in silenzio, poi rispose: << Mi chiamo Ahadi >>

<< Ahadi? Bel nome >> si complimentò lei.

Il leone mugugnò e si rigirò a dormire. Uru sorrise, sentendosi più tranquilla, poi abbassò la testa e, prima di addormentarsi, sussurrò:

<< Grazie >>.

 

Giunse l'alba e la grotta si illuminò con primi spiragli di luce.

Ahadi si alzò sbadigliando ed andò fuori dalla grotta a stiracchiarsi. La piccola Uru era rimasta ancora dentro a dormire e lui la svegliò bruscamente:

<< Ehi, mocciosa! Svegliati o ti lascio qui >>

<< Mmmh... >> mugugnò lei << ancora cinque minuti, mamma... >>

<< Ma che mamma?! Allora sei proprio fissata! >>

<< Eh?...Uh... >>

<< Muoviti, la strada da fare è lunga >>

La leoncina si alzò e si stiracchiò, boccheggiando a causa della zampa ferita, poi uscì: << Eccomi... >> disse sbadigliando;

<< Sai, non hai una bella cera... >> osservò lui;

<< Dici..? Strano...perché mi sento benissimo... Forse sono ancora mezza addormentata... >>

<< Direi proprio di sì. Andiamo >> e si avviarono.

Si fecero strada in mezzo alla giungla per molti chilometri, cercando di rimanere a velocità costante. Per Uru fu alquanto difficoltoso stare allo stesso passo di Ahadi: si perdeva continuamente in mezzo alle fratte e alle enormi foglie delle piante, inoltre la ferita, che stava pian piano iniziando a crostarsi, le impediva di fare rapidi movimenti:

<< E-ehi!...Aspettami, sei troppo veloce, non ce la faccio a starti dietro >> gli disse;

<< Sei tu che sei lenta! >>

<< Ma... >>

<< Devi stare al passo, non puoi pretendere che ti tenda d'occhio ovunque tu vada >>

<< Ma... >>

<< Se continui così, arriveremo a destinazione all'inizio della prossima stagione. Perciò vedi di muoverti, capito mocciosa? >>

Uru perse la pazienza, con tutti questi rimproveri:

<< PRIMO: non mi chiamo mocciosa, ma URU! Capito? SECONDO: non mi fai alcuna paura, perciò non darti troppe arie! TERZO: sono ferita ad una zampa! Se proprio non non vuoi fermarti ad aspettarmi, allora ti salirò in groppa!! Così starò al tuo passo! >>

<< Ma che...? Non azzardarti! >> ma non fece in tempo a rispondere che subito la piccola gli balzò addosso, afferrandolo per la criniera.

<< Togliti subito!! Altrimenti... >>

<< Altrimenti cosa? >> lo interruppe << Saresti talmente spietato, da farmi del male?? Non credo proprio! >>

<< Senti un po' tu!...Non hai il diritto di... >>

<< Non volevi arrivare presto alle Terre del Branco? Cosa aspetti allora? Muoviamoci >>

Ahadi grugnì, adirato. Tuttavia si arrese a quello scontro verbale e ricominciò a camminare, con Uru che sorrideva compiaciuta sulle sue spalle.

Maledizione... ” pensò lui “ Come può una mocciosetta essere così avventata?! Ma sopratutto...come ho potuto sottomettermi in questo modo?! ”.

 

Uru inizialmente passava il tempo ad osservare il paesaggio attorno a loro, poi quando quel silenzio si fece piuttosto imbarazzante, cercò di attaccare discorso:

<< Peso troppo? >> “ ma che cosa sto dicendo?? ”;

<< Se pesassi davvero troppo, a quest'ora non riuscirei a portarti ancora in groppa, non pensi? >>

<< Ehm..già >>

<< Perché lo hai chiesto? Hai forse deciso di scendere, finalmente? >>

<< Oh, no, no, no! >>

<< Testarda >>

<< Eh eh... >> rise ed appoggiò il piccolo mento sulla morbida e corta criniera del leone;

<< Ehi, non te ne approfittare tanto, mocciosa >>

<< Uru! Mi chiamo Uru! >>

<< Mhpf... >> mugugnò lui.

Uru tenne per qualche minuto il muso imbronciato, intrecciando le dita delle zampette con la criniera di Ahadi; tuttavia non voleva terminare la conversazione in quel modo: per qualche strana ragione si divertiva a parlare con lui, ed avrebbe voluto saperne di più sul suo conto; inoltre era molto attratta dai suoi occhi malinconici, i quali gli donavano un misterioso fascino:

<< Senti...Tu, da dove vieni? >> gli chiese;

<< Ti aspetti che risponda? >>

<< No, no...Era così, per conversare un po'...Per conoscerci meglio, non pensi? In fondo siamo...amici, vero? >>

<< Come corri in fretta coi tempi tu... >>

<< Però mi stai aiutando, e questo conta molto per me...Che male c'è a farsi qualche domanda a vicenda? >>

<< Giustissimo. Allora: perché non te ne stai zitta e mi lasci in pace? >>

<< Ma così non vale! Non è una domanda giusta da fare... >>

<< Eppure era una semplice, chiara e netta domanda >>

<< Sì, ma...Uffaaa...! >> sospirò la leoncina; Ahadi rise gustandosi la vittoria verbale: << Ecco, ora siamo pari >> disse.

Ma perché fa così?? ” pensò lei “ In fondo non ho fatto nulla di male... Volevo solo sapere quale fosse la sua casa...O forse l'ho offeso senza rendermene conto? ”.

Intanto il tempo scorreva veloce, e la mattina giunse al culmine:

<< Quanto manca ancora? Ho fame... >> si lamentò lei;

<< Manca poco. Non puoi sopportare in silenzio? >>

<< Sono stufa di starmene zitta! Ci sono rimasta fino ad adesso! Non puoi darmi ordini >>

<< Ma non era un ordine: era una richiesta >>;

Uru grugnì; intanto il suo stomaco continuava a brontolare. Non poteva resistere ancora per molto senza mangiare, doveva recuperare le forze, strappatele il giorno prima. Mentre lei rimuginava su questi pensieri, Ahadi si fermò:

<< Che succede? >>

<< Succede che siamo arrivati: vedi? Questo è il confine >>

<< Hai ragione! Sono a casa, finalmente! >> esclamò scendendo dalle spalle del leone;

<< Grazie, mille! Ti sono debitrice...Che..? Ma dove vai?? >> domandò perplessa, vedendolo allontanarsi:

<< Ho promesso che ti avrei condotta fino al confine >>

<< Ma... >>

<< Quindi è giunta l'ora di separarci. Arrivederci, mocciosa, stammi bene >>

<< No... >> Uru, nonostante volesse fermarlo, non riuscì a muoversi dal suo posto. Non voleva rimanere di nuovo sola, ma non aveva idea di come persuaderlo a restare con lei. Avrebbe voluto che venisse nel suo branco, voleva fare qualcosa per lui, sdebitarsi per il favore ricevuto... Non poteva separarsene così freddamente...

<< Aspetta!! >> gridò, sperando che si sarebbe voltato indietro, a guardarla.

<< Cosa c'è? >> domandò lui, senza voltarsi;

<< Non andartene...per favore! Vieni con me! >>

<< Ascolta, ho già i miei problemi a cui pensare!...Non ti ci mettere anche tu... >>

<< Ma così non potrò sdebitarmi!...Almeno, se restiamo insieme... >>

<< Se non continuerai ad insistere, considererò chiusa la faccenda: in altre parole, debito pagato. Su, torna a casa. Addio >>

La piccola rimase in silenzio, col capo chino verso il basso, sentendo un vuoto nel petto; poi alzò lo sguardo verso di lui e lo salutò: << Addio Ahadi...Sei stato un grande conforto per me! Non ti dimenticherò mai! Addio, e grazie ancora... >>. Lui si girò a guardarla, colpito da quelle parole. Anche se per un istante, Uru poté rivedere in lontananza quegli occhi, che l'avevano attratta dal primo istante in cui lo vide con i suoi amici. Poi lui si rivoltò ed andò via.

La piccola rimase per qualche minuto in quel posto, triste e sconsolata, poi si fece forza e s'incamminò per trovare la strada di casa.

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Capitolo 5
*** L'inaspettato ***


Capitolo 4. “ L'inaspettato ”

 

 

Le ricerche di Uru erano durate per tutta la notte e la mattina. La povera regina era in preda allo sconforto, per la perdita della figlia. Mohatu non si dava pace: l'avrebbe trovata a qualunque costo, passassero stagioni.

Le altre leonesse erano stanche e tristi a causa delle lunghe e deludenti ricerche; un'aria angosciosa si era sparsa per tutto il branco.

Zozo, partecipante anche lei alle ricerche, continuava ad osservare quell'afflizione, che invadeva tutti i loro cuori. Nessuno l'aveva ancora trovata e le speranze diminuivano sempre più. Addolorata, provò a spiegare al re la situazione: le possibilità che la piccola fosse ancora viva erano molto scarse, ma Mohatu non voleva saperne:

<< Signore, non sapete quanto mi addolori dirvelo...Ma ormai le leonesse sono sfinite...e se continuiamo con gli insuccessi...Potrebbe non avercela fatta ormai... >>

<< SCIOCCHEZZE! Lei è viva! Viva! Lo sento... E la troverò! Dobbiamo farcela, costi quel che costi! Che le le ricerche non vengano interrotte, finché non sarà trovata! >>

<< Sì, sire... >> e volò via.

 

La piccola Uru, ignara di tutto, proseguiva verso l'interno delle Terre del Branco. Era felice di tornare, ma allo stesso tempo era anche preoccupata per la reazione che avrebbero potuto avere i suoi genitori.

Calma, calma, calma... ” pensò “ Devo stare calma...Va tutto bene...In fondo dovrei essere felice: sono ancora viva...E comunque un rimprovero lo merito di sicuro...Sono stata imprudente ad andare in quel postaccio... Chissà come staranno gli altri... ”;

mentre rimuginava tra sé, percepì delle strane vibrazioni nel suolo:

<< Ma che...? >> Uru si guardò attorno preoccupata, mentre le vibrazioni si facevano sempre più forti. Poi udì degli starni versi:

<< Ma cosa...ZEBRE! Sono zebre! Perché...? >> e balzò spaventata non appena le vide in branco, che correvano veloci e si avvicinavano verso di lei: << Oh, no! Accidenti! Non me ne va mai bene una! Aiuto! >> e corse a cercare un riparo, prima che venisse travolta da esse. Trovò fortunatamente un tronco caduto, cavo all'interno, che segnava un dislivello fra due pianure. Vi si nascose impaurita e guardò dal basso le zebre che saltavano oltre il tronco. Subito dopo, passarono alcune iene, che le stavano inseguendo. “ Sono capitata nel ben mezzo di una battuta di caccia ” pensò.

Quanto tutto sembrava essere tornato tranquillo, Uru non perse un solo istante e uscì svelta dal nascondiglio, salendo sulla pianura soprastante, ma...<< AAAAAAH!!! >>. Il suo grido riecheggiò dappertutto, fino a raggiungere le orecchie di Ahadi, che si era fermato a bere non lontano da quel posto. Udito l'urlo, il leone, riconosciuta la sua voce, corse verso il luogo da cui l'aveva sentito provenire.

Uru era spaventata a morte e il suo corpo tremava: si era ritrovata improvvisamente faccia a faccia con altre iene, che stavano correndo per raggiungere i compagni. In un primo momento le iene rimasero disorientate a causa dell'urlo, poi, osservando la leoncina, una la riconobbe:

<< Tu...SEI ANCORA VIVA?! >> ringhiò: era lo stesso maschio che la aveva aggredita al Cimitero degli Elefanti. Fra le altre vi era anche la compagna: << Com'è possibile?! Dannata e fetida principessina! A causa tua e di quel prepotente di tuo padre, siamo ridotti così! Pieni di ferite dolenti! Non ce la facciamo neanche a stare dietro ai nostri compagni!! >>

<< Puoi stare tranquilla, cara >> intervenne il maschio << ce la pagherà! E anche molto cara! >>

<< Allora è questa la leoncina, di cui ci avete parlato >> commentarono le altre tre iene che stavano con loro: << Tranquilli, non le lasceremo neanche il tempo di andare dal suo paparino! >> e si levò una maligna risata, mentre si avvicinavano minacciosamente alla sventurata.

Una iena diede inizio all'attacco, ma Uru riuscì a schivarla in tempo e cominciò a scappare, avendole alle calcagna. Stavolta sembrava proprio che non avesse potuto farcela: le iene erano più numerose ed alquanto veloci; inoltre non avrebbe potuto mantenere la stessa velocità, tutto il tempo e anche la ferita faceva la sua parte.

Quando la distanza tra lei e le iene si fece sempre più breve, essendosi voltata indietro a guardarle, inciampò in un ramo a terra e rotolò varie volte. Indolenzita, non riuscì più a continuare a correre; si coprì il viso con le zampe, attendendo la morte con terrore.

Poi un ruggito vicinissimo catturò la sua attenzione e vide sopra di sé un ombra, che saltò oltre ed atterrò di fronte alle iene. Lo riconobbe:

<< AHADI!! >>

<< Non ti si può lasciare sola un attimo, eh?! >> disse lui;

<< E questo chi è?? >> domandarono le iene colte di sorpresa << Non importa, sistemeremo anche lui, dopo aver dato una lezione a quella mocciosa! >>

<< Non vi azzardate a toccarla!! Altrimenti dovrete fare i conti con il sottoscritto!! >> ruggì;

<< Ma sentitelo! >> reagirono le iene << E' ancora un poppante e già si dà delle arie da adulto! Cosa pensi di fare?? Graffiarci il didietro?? >> e scoppiarono a ridere;

<< Se la cosa vi aggrada... >> rispose lui, sorridendo maliziosamente;

<< Uh?? >>

<< ...lo farò con molto piacere!! >> e le attaccò sfoderando gli artigli e le zanne.

<< NOOO!! AHADI! >> gridò Uru disperata, ma ormai era già scoppiato un violento combattimento: il giovane leone si dimostrò più forte di quanto sembrasse e le iene ne rimasero inaspettatamente sorprese, vista la sua giovane età, ma allo stesso tempo erano anche state messe in difficoltà.

Tuttavia erano grosse e numerose e questo giovava a loro vantaggio.

Uru assisteva sconvolta alla violenza di quella scena, dalla quale uscirono ovunque schizzi di sangue, che macchiavano il suolo.

Zozo, che stava continuando le ricerche, volò da quelle parti ed osservò lo scontro dall'alto:

<< Ma cosa succede?? >> Poi, avvicinandosi di più, riuscì a riconoscere la piccola figura di Uru:

<< Oh, santo cielo!! Uru!! Devo avvertire Mohatu!! >> e volò via velocissima.

Intanto Ahadi era riuscito ad abbattere una iena, azzannandola alla gola; ma le altre, anche se ferite, continuavano a saltargli addosso, mordendogli il collo e i fianchi, cercando di arrivare anche alla leoncina.

La piccola non sapeva cosa fare: si reputò responsabile di quanto stava accadendo e piangeva amaramente, vedendo il leone indebolirsi sempre di più, a causa delle ferite che stava riportando.

Poi, ad un tratto, tutto si fermò. Le iene smisero di attaccare: si stava avvicinando qualcosa. Non appena videro da lontano la sagoma del re, che correva verso di loro, se la diedero a gambe.

 

Uru si avvicinò svelta ad Ahadi, il quale cadde a terra, ferito gravemente:

<< Ahadi... >> piangeva << Perché?? Perché lo hai fatto?? Non volevo che rischiassi la vita per me! Ti dovevo già molto! Perché...? >> e gli strofinò il musetto contro la nera criniera imbrattata di sangue. Lui si voltò a guardarla:

<< Sei proprio una mocciosa...E poi...non potevo certo permettere che quelle bestiacce schifose ti facessero del male... >>

<< No...Non dovevi farlo!... >>

In quel momento arrivò Mohatu seguito da Zozo:

<< URU!! Piccola mia!! >> gridò;

<< PAPA'!! >> corse da lui e si abbracciarono forte; anche Zozo la circondò affettuosamente con le ali. 

<< Ma...Cosa è successo??! >> chiese il re ansiosamente, vedendo a terra il leone ferito ed una iena morta;

<< Ti prego papà... >> singhiozzò Uru << Aiutalo! Il suo nome è Ahadi. Mi ha aiutata a ritrovare la strada di casa e... se non fosse stato per lui, ora non sarei qui... >>

<< Non ho bisogno d'aiuto... >> disse Ahadi, sforzandosi di non sembrare debole.

Mohatu lo guardò: non lo aveva mai visto prima d'ora. Tuttavia gli doveva la vita della figlia e il minimo che potesse fare era di ospitarlo alla Rupe e prendersene cura, finché non sarebbe guarito:

<< Grazie. Ti devo la vita di Uru...Non posso lasciarti in quelle condizioni: verrai con noi alla Rupe dei Re e lì ci prenderemo cura di te >>

<< La Rupe...dei Re?? >> chiese il giovane, perplesso << V- voi...siete il re?? >>;

<< Zozo >>

<< Si, sire?? >>

<< Raduna le leonesse e vai a chiamare Rafiki; ci rivedremo alla Rupe >>;

<< Vado subito! Che bello rivederti sana e salva, piccola Uru >> disse piangendo felice e volò via.

Ahadi era rimasto sorpreso dalla scoperta inaspettata; Mohatu gli si avvicinò: << Su, aggrappati a me >> disse, piegando la spalla verso di lui;

<< No... Non voglio... >>

<< Sei ridotto male, ragazzo mio! Devi essere assolutamente aiutato da qualcuno, o rischierai la vita: tranquillo, non porti alcun disturbo >>

<< Sì, Ahadi >> intervenne Uru << Te ne prego, vieni con noi... >>

Il giovane cercò di restare impassibile, ma vista la situazione, dopo un po', accettò l'aiuto e si aggrappò al re, che lo trasportò sulle spalle.

Uru sorrise: era molto contenta di poter ospitare Ahadi a casa sua , e camminò per tutto il tragitto accanto a lui, senza staccargli gli occhi di dosso.

 

Arrivarono alla Rupe: lì vi erano le leonesse assieme a Rafiki, che aspettavano ansiosamente il loro ritorno.

<< Eccoli! >> esclamarono i piccoli;

<< Uru!! >> esclamò la regina correndo incontro alla figlia e l'abbracciò:

<< Oh, Uru... >>

<< Mamma...Mi dispiace tanto... >>

<< SSSH...Sono contenta che tu stia bene... >> le disse dolcemente, versando una lacrima.

<< Uru! Uru! >> gridarono di gioia i suoi amici, scambiando con lei un caloroso abbraccio di gruppo. La gioia era tornata nel branco.

Rafiki tirò un sospiro di sollievo nel vedere che tutto, o quasi tutto, era andato per il verso giusto. Poi si precipitarono nella grotta per curare il giovane straniero, che aveva perso i sensi lungo la strada.

 

Mohatu lo appoggiò a terra delicatamente e lasciò spazio al mandrillo che si era avvicinato: << Che macello... >> commentò Rafiki << Come ha fatto a ridursi cosi? >>

<< Dimmi, Rafiki, c'è qualche speranza per lui? Sopravviverà?? >> chiese il re, preoccupato;

<< Probabilmente sì...E' molto giovane, per cui il suo corpo può reagire bene ai traumi subiti...Ma prima di dare una risposta certa alla tua domanda, bisogna aspettare un po' e vedere come procederà la cosa >>

Uru si mise accanto a suo padre, ad osservare Ahadi:

<< Ce la farà...non è vero, Rafiki?? >> chiese.

Il mandrillo le sorrise,accarezzandola sulla testa: << Sta' tranquilla, cara. Ci penso io...Su, ora va' fuori con tuo padre, così potrò lavorare bene >> disse. Così il re e la figlia uscirono fuori dalla grotta.

Camminarono per qualche minuto, in silenzio. Mohatu mostrava un'espressione molto seria; Uru era triste e mortificata per l'accaduto: i suoi genitori si erano molto spaventati a causa sua, per cui le mancava il coraggio di parlare con suo padre. Ad un certo punto il re si fermò e si sedette su un ripiano roccioso. Piano, piano, Uru si sedette accanto a lui con lo sguardo abbassato, timorosa di guardarlo in faccia. Poi il leone fece un sospiro ed iniziò a parlare:

<< Sono molto deluso Uru...Mi avete deluso... Cosa vi è saltato in mente??Avete rischiato la morte: stavano sul punto di uccidervi!... >>

<< Oh...Lo so, scusami, papà!...Io... io non volevo!...Mi dispiace!...Invece di cambiare idea, di darti ascolto... Non ho nemmeno tentato di fermare la cosa!....Sono andata anch'io con loro...Sono una stupida...E' tutta colpa mia...Hanno rischiato di morire per me...I-io... >> singhiozzò, mentre le guance le si bagnavano di lacrime;

<< Uru... >>

<< Lo so...di avervi deluso... di avervi mentito...So che vi siete preoccupati...che avete sofferto...Mi dispiace! Giuro che non si ripeterà...! Lo giuro! >> piangeva;

<< Abbiamo temuto di perderti per sempre...piccola mia... >> sospirava Mohatu posandole dolcemente una zampa sulle spalle << Tuttavia... >> disse avvicinandosi col volto << con questa esperienza hai dimostrato di possedere un grande valore >>

<< ..Oh..? >>

<< Avresti dato volentieri la tua vita per salvare quelle dei tuoi amici...Il tuo è stato un valoroso gesto di bontà e coraggio: doti che fanno di te una regina nata...Il tuo è un gran cuore, Uru...E non c'è nulla in grado di competere con l'amore stesso...Sono molto fiero di te figliola...Lo siamo tutti >>

<< Oh, papà..! >> e lo abbracciò forte. Si tennero stretti a lungo, senza badare allo scorrere del tempo: questa fu una delle esperienze più belle e significative per Uru.

 

Mancava poco ormai al tramonto del Sole. Il sorriso era tornato a splendere sul volto della piccola e su quello di suo padre.

Lasciarono il ripiano roccioso ed andarono incontro al branco. Tutti erano felici di riaverla di nuovo tra loro e i suoi amici non persero un solo istante per abbracciarla e per tempestarla di domande:

<< Oh, Uru! Abbiamo avuto molta paura! Che bello vederti! >> esclamarono Athena e Helya;

<< Eh, già! Finalmente tutti insieme!...Mi dispiace per ciò che è successo >> disse Hydo abbracciandola;

<< Non preoccuparti >> gli sorrise;

<< Ma dicci...Cos'è successo dopo la caduta del fiume??Chi è quello, che ti ha aiutata?? Come lo hai incontrato?? >>

<< Un momento, un momento! >> e continuarono così a lungo.

Gli adulti li guardavano felici. Soltanto Khendo sembrava non essere particolarmente loquace...Anzi, era come se si tenesse a debita distanza da Uru:

<< Khendo... >> Uru si rivolse a lui << Perché rimani lì?? Dai vieni qui! Non ci siamo neanche salutati! >> gli disse sorridendo, ma lui si ritrasse, con espressione angosciata.

<< Khendo..? >>

<< ..... >>

<< Ma che ti prende?? >>

<< Mi dispiace... >>

<< Eh? >>

<< Mi dispiace, Uru...Non merito la tua gentilezza...Non ne sono degno >>

<< Ma cosa dici? >>

<< Sono stato uno stupido....Non dovevo insistere in quel modo...Avrei dovuto darti retta >>

<< Ma... >>

<< E' stata tutta colpa mia...E nonostante ciò...tu hai voluto rischiare la pelle per me!... >>

<< Ma non potevi sapere che cosa sarebbe accaduto, Khendo. Non martoriarti con questi pensieri >>

<< Ma per poco non morivi!...Io... >>; Uru gli andò incontro e lo abbracciò:

<< E' tutto apposto, dai... Tutto è andato per il meglio, perciò devi stare tranquillo >> gli disse dolcemente << Sai bene che non mi piace vedere il mio amico così triste! Su, adesso fammi un bel sorriso, ragazzone! >>;

<< Oh, Uru...! >> esclamò contento, ricambiando l'abbraccio.

 

<< Evviva! Ora che tutto è risolto, raccontaci cos'è successo! Siamo molto ansiosi! >> esclamarono gli altri contenti.

<< Quello non è lo stesso leone della grotta?? >>

<< Che cosa vi è successo?? >>

<< Come vi siete incontrati?? >>

<< Dove hai passato la notte?? >>.

Uru rise, sopraffatta dalla moltitudine di domande; poi, una volta ripreso fiato, cominciò a raccontare:

<< E' stato tutto così...inaspettato! >>.....

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Capitolo 6
*** Un segreto rincontro ***


Capitolo 5. “ Un segreto rincontro ”

 

 

 

Il Sole era ormai tramontato. Alcune leonesse si erano radunate per una caccia notturna, mentre il re attendeva Rafiki fuori dalla grotta, per avere notizie sulle condizioni del giovane leone.

Non appena il mandrillo uscì, Mohatu gli andò incontro: << Allora? Come sta? >>;

Rafiki sospirò e poi rispose:

<< Leggermente meglio...Gli ho somministrato una mistura di erbe; ora sta riposando. Se passerà la notte, sarà del tutto fuori pericolo. Però... soffre di denutrizione >>

<< Cosa? Denutrizione? >>;

Rafiki annuì.

<< Come possiamo comportarci al riguardo? >> chiese Mhoatu;

<< Non deve fare sforzi per almeno tutta la prima settimana....Poi dovrete far sì che mangi una doppia razione di cibo, per qualche giorno....in questo modo potrà recuperare per bene le forze >>

<< D'accordo. Grazie, amico mio... >>

<< Tornerò domattina. Chiamatemi per qualsiasi cosa >>

<< Lo faremo senz'altro >>.

Detto questo, Rafiki se ne andò. Sul suo volto si era manifestata una strana aria turbata. In quel momento arrivò Uru: << Papà! Come sta Ahadi?? E Rafiki? Se ne è già andato? Che cosa ha detto? >>

<< Sta meglio...Sta meglio...Puoi tranquillizzarti >>

<< Che sollievo...Posso vederlo?? >>; Mohatu in un primo momento indugiò, ma poi disse: << Va bene. Ma fai attenzione a non svegliarlo: ha bisogno di riposo >>

<< D'accordo >> ed entrarono dentro, senza fare troppo rumore.

In fondo alla cavità vi era Ahadi che riposava: aveva varie parti del corpo coperte e circondate da foglie di erbe mediche. Uru gli si avvicinò, sdraiandosi vicino al suo volto, guardandolo tristemente.

Mohatu si sedette di fronte a loro e notò la zampetta incrostata di Uru:

<< Cos'hai fatto alla zampa? >>

<< Eh..? Oh...Nulla di particolare...una stupidaggine...Sono scivolata su una roccia >>

<< Potevi fartela guardare da Rafiki >>

<< Ma no...E poi questo non è nulla in confronto alle ferite di Ahadi... Perciò non preoccuparti >> ; la piccola diceva così, ma in realtà il dolore le si era diffuso quasi fino alle giunture dell'intero arto, ed era peggiorato da quando le era penetrata quella strana punta in profondità, tuttavia non voleva far preoccupare gli altri, perciò cercava di non far vedere che soffriva;

<< Ti sei affezionata molto a lui, vero? >> le chiese; Uru annuì: << Mi ha aiutata...Deve avere senz'altro un gran cuore...E voglio ricambiargli il favore in qualche modo...Ma non so come... >>

<< Al momento giusto lo saprai >> le disse il padre;

<< Lo pensi davvero? >>

<< Sicuro >>; Uru sorrise rassicurata e si rivoltò a guardare Ahadi.

 

Nel frattempo le leonesse erano ritornate dalla caccia con una grossa preda, che trascinarono fino alla grotta. Si riunirono tutti di fronte all'entrata per mangiare. Uru si alzò ed andò incontro a loro. Mohatu, prima che tutti cominciassero il pasto, ricordando le avvertenze di Rafiki, prese un grande pezzo di carne e lo portò ad Ahadi, dentro la grotta, dopodiché gli altri iniziarono a mangiare.

Si avvicinò a lui e gli posò delicatamente una zampa sulla spalla:

<< Ehi, ragazzo...svegliati >>; Ahadi strizzò gli occhi e si svegliò:

<< Oh...dove..Dove mi trovo? >>

<< Sei al sicuro, nella Rupe dei Re >>

<< Eh?...Nella Rupe dei Re..? >>

<< Sì. Un nostro amico ti ha già prestato le dovute cure.... Tieni. Hai bisogno di mangiare >>

<< C-che?...No...Io... >>

<< Mangia. Sei denutrito e devi recuperare le energie >>.

Ahadi non disse più nulla: non appena posò lo sguardo sul grande pezzo di carne, lo addentò voracemente, ingoiandone grossi pezzi, senza più preoccuparsi di ciò che accadeva attorno a lui.

<< Avevi proprio fame, eh? >> commentò Mohatu << mangia piano però, o rischierai di farti male alla gola >> e uscì dalla grotta, per prenderne un altro pezzo, da dargli. Quando rientrò, si sedette accanto a lui posandogli vicino l'altro pezzo di carne: << Prendi anche questo, ti farà bene... Dimmi...Da dove vieni? >>;
Ahadi ingoiò un altro boccone e poi rispose: << Sono nato alle terre del lontano Est....Ma non ho mai vissuto in un luogo fisso...sono sempre stato nomade... >>

<< Dunque non hai un branco? >>

<< No... >>

<< AHADI! >> esclamò Uru, contenta di vederlo sveglio, ed entrò nella grotta con la madre, dopo aver mangiato:

<< Sono felice di vedere che ti sei ridestato. Come ti senti?? >>

<< Una meraviglia...> > rispose ironicamente << Dunque questa moccios... ehm... cioè, questa leoncina è vostra figlia? >>

<< Sì >> rispose Aura << la Futura Regina del regno. Ma prima ancora è la nostra amata figlia...Ti sono molto grata di averla salvata. Grazie ancora >>

<< Ah...Oh...Certo...Di niente...La Futura Regina... >> e contrasse i muscoli del viso a causa del dolore al corpo:
<< Vogliate scusarmi...Ma sono molto...molto stanco di parlare... >>

<< E' comprensibile...Riposa pure. Ora ti lasciamo in pace >>

<< No, non posso...Devo andarmene da qui... >> e fece per alzarsi, ma le sue condizioni glielo impedirono: le zampe cedettero e si ritrovò chino a terra;

<< Fermati! Cosa ti salta in mente?! >> esclamò Mohatu, aiutandolo << Dove pensi andare ridotto così?! Devi riposare! Se pensi di recarci disturbo, ti sbagli: non ci dai alcun fastidio. Inoltre siamo ben decisi di aiutarti a guarire >>

<< Mio padre ha ragione, Ahadi! Resta qui! Tu mi hai salvata e ti ripagherò il favore, costi quel che costi >> intervenne Uru.

<< Perché...? Perché tanta generosità nei miei confronti?...Io non... >>

<< Perché hai un cuore grande e leale >> disse la piccola.

Il re lo aiutò a sdraiarsi:

<< Ora cerca di rilassarti e se ti serve qualcosa non esitare a chiamarci, capito? >> gli disse. Ahadi tacque ed appoggiò il mento su una zampa;

<< Riposa ora >> disse la regina. I sovrani uscirono dalla grotta; Uru si rivoltò indietro a guardarlo ancora una volta e gli sorrise, poi andò dietro ai genitori.

Ahadi divorò l'altro pezzo di carne, poi con gli occhi fissi sulla parete della grotta, abbassò il volto e chiuse le palpebre: da un occhio fuoriuscì una piccola e lucente lacrima, che gli rigò la guancia.

 

Il branco trascorse la notte all'aperto, sotto le stelle, in segno di riconoscenza nei confronti dei Re del Passato, finché giunse la mattina.

Mohatu si alzò per primo ed andò a controllare se Ahadi era rimasto nella grotta durante la notte. Si sollevò di morale nel vederlo dentro, accucciato ad un angolo, a dormire. Così andò a bere alla pozza d'acqua, attendendo il rapporto mattutino di Zozo.

Intanto anche la regina si svegliò insieme alle altre leonesse, per aspettare l'arrivo di Rafiki. Entrò nella grotta insieme alla piccola Uru, per sapere come stava il giovane straniero. Si era svegliato anche lui da poco, infastidito dal bruciore delle ferite:

<< Buongiorno >> lo salutò Aura;

<< Buongiorno, Ahadi! >> salutò anche Uru, euforicamente. Lui si voltò di scatto, per l'inaspettata visita:

<< Ah...Buongiorno, maestà... >>

<< Come ti senti stamattina? >> chiese la regina;

<< Non molto bene, temo... >>

<< Mi rincresce...Ma non preoccuparti: tra poco arriverà lo stesso amico di famiglia, che ti ha aiutato ieri >>

<< Ah...va bene...Dov'è andato il re? >> chiese mantenendo un'espressione austera;

<< E' andato a controllare come vanno le cose nel regno >> rispose Uru << lo fa ogni giorno. E' una cosa normale >>

<< Capisco... >>

<< Aura! >> la grotta fu riempita dall'eco della voce di una giovane leonessa del branco, fuori dalla grotta; Ahadi si voltò e il suo sguardo si incrociò con quello di lei: rimasero a guardarsi per qualche istante, provando una sorta di attrazione; Uru se ne accorse e sorrise senza farsi notare.

<< Rina? Che succede? >> chiese Aura; la giovane si riprese dalla piacevole distrazione e rispose:

<< Rafiki sta arrivando >>

<< Ah, bene. Fatelo venire qui >>

<< Si, subito >> e si allontanò. Ahadi sobbalzò alla pronuncia di quel nome:

<< Rafiki?! Il vostro amico...si chiama Rafiki?! >>; Uru rimase perplessa:

<< Sì...E' un mandrillo, che viene sempre ad aiutarci quando ne abbiamo bisogno...Perché, lo conosci? >>

<< No!...No >> rispose turbato. Aura ed Uru lo guardarono con aria interrogativa: << Qualcosa non va? >> chiese la regina;

<< Cosa? No... >>

<< Aura, Rafiki è arrivato >> disse Rina, che era ritornata;

<< Grazie. Fallo passare >> ed entrò il mandrillo;

<< Buon giorno, Aura >> salutò;

<< Ciao, Rafiki. Grazie per essere venuto >>

<< Di nulla...Allora...come procede qui? >>

<< La notte è trascorsa tranquilla >>

<< Molto bene...Così tu sei Ahadi, giusto? Hai appena raggiunto la maturità e subito ti abbandoni allo scontro, eh? E' bello essere giovani... >> disse ironicamente;

<< Rafiki... >> rispose Ahadi, sconcertato;

<< Va bene, noi togliamo il disturbo. Vieni Uru >> disse Aura;

<< Sì, mamma >> rispose << A dopo, Ahadi. Ciao >> e se ne andarono.

Tra il mandrillo e il leone ci fu un momento di grande silenzio, accompagnato da un lungo sguardo. Poi Rafiki prese in mano le erbe mediche, che aveva portato e le andò a sostituire a quelle usate il giorno prima: << E così ci rivediamo dopo tanto tempo...mio caro ed imprudente Ahadi... E per giunta nello stesso luogo che ripugnasti circa un anno e mezzo fa >>

Ahadi fece una smorfia di dolore, a causa della medicazione: << Non... AHI... Non sono stato io a volerlo... >>

<< Allora perché non te non te ne sei andato via ieri? Se proprio non volevi davvero stare qui... >>

<< Come potevo in queste condizioni?? E comunque non appena sarò guarito me ne andrò via >>

<< Per fare che? Per andare ancora dietro alla tua vendetta?? Come puoi continuare a disprezzare così la tua vita?! >>

<< N-non è la mia vita che disprezzo...Ma la sua! AHI! Fai piano... >>

<< Non mentire a te stesso >>

<< E questo che vuol dire?? >>

<< Se ci tenessi davvero alla tua vita, saresti venuto a vivere qui, come desiderò tua madre! >>

<< Ma questo non vuol dire niente...!! >>

<< Lo credi davvero? Non hai fatto altro che patire la fame e coltivare odio, a causa della tua imprudenza precipitosa! E questo non significherebbe niente?? >>; Ahadi tacque;

<< Ma è in parte colpa mia.... >> continuò Rafiki << Non sono riuscito a persuaderti....Mi sono comportato in modo indulgente con te... E, dopo quei giorni passati insieme, sei scomparso...Non ho fatto altro che servare dispiacere e colpa dentro di me...Tuttavia sei sopravvissuto; ed ora eccoti qua: circondato dalla benevolenza di questo branco...Il destino avrà in serbo qualcosa di speciale per te, sicuramente... Non gettare via questa possibilità di avere una vita migliore, Ahadi. Fallo per tua madre... >>

Gli occhi del leone si fecero lucidi e sospirò: << Ma io.... Non posso! >>

<< Perché?? >>

<< Non posso vivere qui, con chi permette che in giro circolino liberamente belve malvagie!...Se il re avesse avuto almeno un briciolo in più di responsabilità...Forse mia madre sarebbe ancora viva!! >>

<< Proprio tu, con questo tuo punta vista, parli di responsabilità?! Essere andato a rischio incontro alla morte da piccolo è responsabilità?! Sappi che l'Africa è grande, ragazzo....E non vi è leone migliore di Mohatu che sappia gestire il proprio regno come si deve! Ma, come tutte le creature di questo mondo, anche lui non è in grado di saper controllare ogni cosa! Se non lo capisci adesso, lo capirai col tempo, maturando... Per il momento accetta l'aiuto di questi leoni benevoli e cerca di persuadere te stesso a restare qui....Avrai una vita migliore di quanto tu creda >>.

Ahadi rimase in silenzio voltando tristemente la testa da un'altra parte. Rafiki finì la medicazione, prese la sua roba e lo salutò: << Sai dove trovarmi, se avrai bisogno di me. Per il momento ti auguro una buona convalescenza. Arrivederci, Ahadi >> e uscì dalla grotta. Il giovane lo guardò allontanarsi, fino a quando sparì, poi andò a rannicchiarsi ad un angolo, rimuginando sulla discussione intrattenuta, finché si addormentò di nuovo.

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Capitolo 7
*** Nuove emozioni ***


Capitolo 6. “ Nuove emozioni ”

 

 

<< ..... >>

 

Ahadi... ”

Mh...? ” si guardò intorno;

Ahadi ”

Oh....M-mamma...?! Sei tu?! ”

Mio piccolo Ahadi... ”

Mamma! ” il cucciolo le corse incontro “ Mamma! Sei tornata! Mi manchi tanto... ” si strinse a lei;

Lo so, figlio mio...Lo so... ”

Non andartene più!...Ti prego...Portami con te ”

Tu devi vivere, Ahadi...il tuo posto è qui ”

No! Non voglio più stare in questo mondo, dove vive quell'assassino... ”

Sei grande ormai...ed è giunto il momento di intraprendere la tua strada...Di sapere chi tu sia veramente... ”;

E il cucciolo crebbe all'improvviso: una folta criniera gli incorniciò il volto ed i suoi artigli si fecero affilati: “ Che succede?! Mamma...? ”

Non vivere di odio... ”

Come faccio?! Aiutami! ”

Hai già di fronte a te una zampa pronta ad aiutarti, se vorrai accoglierla... ” e la sua figura sfumata scomparì in una nube vaporosa;

No! Non andartene! ” inseguì quella nube,cercando di raggiungerla, maledicendo il leone che la assassinò davanti ai suoi occhi.

Giunse ad una pozza d'acqua: non appena vi immerse le zampe, essa si tinse di sangue. Si ritrasse disgustato e spaventato da quell'orrore, quando una losca e cupa figura apparve davanti a lui, accompagnata da un forte vento che oscurava tutto: il giovane non riusciva a distinguerne i tratti del volto e voleva scappare, ma per un'ignota e strana ragione le sue zampe non si mossero; intanto l'enorme ombra felina avanzò verso di lui, minacciosamente:

Chi sei..??! ” chiese in preda al panico, ma l'ombra non rispose;

Che cosa vuoi??! ” e sentì qualcosa cingergli le spalle:

No!! ”

.... ” …..

 

<< NOOOO!! >>

<< AAAH >> urlò una voce femminile.

Ahadi si svegliò ansimando: le ferite bruciavano a causa del sudore e, non comprendendo ancora a pieno cosa stava succedendo, sentì sotto di lui un corpo fine e morbido: abbassò lo sguardo e vide una leonessa, anch'essa spaventata: era Rina, la giovane che vide all'entrata della grotta, quella mattina. Rimasero per qualche istante in silenzio a fissarsi, poi lui cercò di ricostruire mentalmente i fatti: probabilmente le era saltato addosso di riflesso, a causa del brusco risveglio, ma ciò che ancora non comprendeva era il motivo per cui la leonessa si trovava nella grotta: << Oh...C-che cosa...? >> cercò di chiederle il motivo;

<< Ero...Ero venuta a portarti un pezzo di carne, su richiesta della principessa Uru...Quando sono entrata, ti ho visto agitato...stavi avendo un incubo...e ho cercato di svegliarti... >> disse tesa; Ahadi capì:

<< Ah...Oh...Mi dispiace! Non volevo...Io...! >> si agitò;

<< Non preoccuparti... >> disse lei << Ehm...Senti...Potresti spostarti ora? Così potrò alzarmi >>

<< S-sì..certo >> e si allontanò in fretta. Si sedettero l'uno difronte l'altra, senza incrociare i propri sguardi, e calò un silenzio imbarazzante. Poi quando Rina si ricordò del pezzo di carne, che le era caduto a terra, lo prese e glielo porse: << Tieni... >> disse << E' per te... >>

<< Grazie... >> rispose lui, e si chinò a mangiare.

Rina rimase a guardarlo per un po', poi cercò di cominciare una conversazione: << Il tuo nome è Ahadi, vero? Caspita ...Mi hai davvero spaventata...Per un attimo ho pensato che avresti voluto uccidermi... Scusami! Che pensiero stupido ho avuto... >> disse ridendo timidamente;

<< Non hai bisogno di scusarti...E comunque è stata colpa mia... >>

<< Ma dai, su...Non l'hai fatto di proposito: è stato un...incidente >> e gli sorrise. Ahadi la guardò: era davvero molto carina e avrebbe voluto conoscerla meglio. Tuttavia nascose questo suo pensiero, mantenendo un temperamento calmo e un'espressione seria: << Il tuo nome, invece, è Rina, giusto? >>

<< Sì >>

<< Dunque...è stata la mocciosetta a farti venire qui? >>

<< “ Mocciosetta ”...? >> domandò perplessa;

<< Cioè, no...la...la principessa, volevo dire... >>

<< Ah, sì. Ti si è molto affezionata...E' una cucciola molto affettuosa >>

<< Sul serio? Allora perché non è venuta lei..? >>

<< Non lo so...Perché me lo chiedi? Non ti vado a genio forse...? >>

<< No, no! Non volevo dire questo! Non fraintendermi... Io... >>;

Rina rise: << Sei proprio strano, sai? Comunque non devi agitarti tanto...Non ti fa bene alla salute >>

<< Agitato? Io?? Non sono agitato... >>

<< Come vuoi... >> disse lei, alzandosi in piedi << Allora ci vediamo. Buona giornata >>

<< Come? Te ne vai..?? >>

<< Devo andare a mangiare anch'io, non pensi? >>

<< Ah, sì certo! Certo...Va pure...Allora a più tardi >>

<< D'accordo >> sorrise e se ne andò.

Ahadi rimase a fissare il vuoto, pensando a lei ed a ciò che era accaduto:

<< Wow... >> sospirò fausto e tornò a mangiare il pezzo di carne. Per la prima volta, dentro di lui, sentì un nuovo sentimento crescere e diffondersi piacevolmente.

 

Rina era tornata dal branco, per il pasto. Non appena Uru, che stava mangiando, la vide arrivare, le corse incontro felice: << Allora? >> chiese << Com'è andata? Ha mangiato? Avete fatto amicizia? >>

<< Ambedue le cose >> rispose Rina;

<< E lui come si sentiva? >>

<< A mio parere, direi che è tornato ad essere piuttosto energico >> rise;

<< Davvero?? Meno male...Allora lo andrò a trovare dopo il pasto >>

<< Toglietemi una curiosità principessa.... >>

<< Chiamami Uru e dammi del tu, senza problemi >>

<< ...Uru...Come mai hai voluto che andassi io da lui? Potevi benissimo andarci tu... >>

<< Ehm... >> balbettò Uru, cercando una risposta adatta, da darle:

<< Beh...Come ….Come potevo trasportagli un grosso pezzo di carne da sola, piccola come sono?... >>

<< Allora potevi farti accompagnare da tua madre, no? >>

<< Ah...Ehm... >>

<< Beccata. Allora...Quali erano le tue vere intenzioni? >>

<< Ehm...Te lo dico dopo, va bene?? Ora devo...devo andare a ripulirmi >>

<< Uru... >>

<< Oh...Volevo semplicemente che faceste amicizia...ecco...Che male c'è? E poi... a giudicare dalla tua espressione, dev'essere stata una cosa piacevole... giusto? >>

Rina sorrise, sorpresa da quelle parole, ed annuì, ammettendo di essere contenta.

Poi la regina chiamò la figlia, per ripulirla dal sangue della preda, mentre Rina andò a mangiare. Terminato il bagno, Uru decise di andare a trovare Ahadi e si avviò verso la grotta. Khendo e gli altri leoncini la videro allontanarsi:

<< Sembra proprio che non abbia più tempo per noi, ormai... >> si lamentò Khendo << Pensa solo a quello là... >>

<< Ma cosa dici?? >> intervenne Athena << Sai che non è vero. E poi quel leone l'ha salvata, mi sembra piuttosto normale che si preoccupi per lui ed anche noi dovremmo essergli riconoscenti per il suo gesto >>

<< Infatti >> disse Helya << Non c'è motivo di prendersela. E poi potremo giocare insieme nel pomeriggio >>; Khendo abbassò lo sguardo: << E'...è che quel tipo là non mi piace...Ecco >>

<< Stai scherzando, vero? >> disse Hydo << Io lo trovo eroico, davvero... Non è mica semplice saper affrontare molte iene da soli >>

<< Ti ricordo che ci aveva cacciati bruscamente da quella piccola caverna >> disse Khendo;

<< E allora? Come ha detto Uru: avrà avuto i suoi motivi >> intervenne Helya; allora Khendo si imbronciò.

<< Si può sapere che ti prende? Non sarai mica geloso! >> disse Athena;

<< Cosa?? Geloso?? Io?? Ma dai...! >>

<< Oh, caspita! E' geloso! >> esclamò Hydo;

<< Non è vero!! Non sono geloso! >> e gli altri si misero a ridere, divertiti;

<< Tranquillo...ad Uru non diremo niente... >>

<< Vi ripeto che non sono geloso! >>

<< Oh andiamo, Khendo. Si vede lontano un miglio che non sopporti questa situazione >> disse Athena maliziosamente;

<< Siete insopportabili... >> sbuffò lui;

<< E già! >> esclamò Hydo, ridendo.

 

Intanto la piccola Uru era giunta all'entrata della grotta, nella quale vi era Ahadi, perso nei suoi pensieri.

<< Ciao! >> lo salutò. Ahadi scattò sorpreso e si voltò verso di lei: << Ah, salve, principessa... >>

<< Chiamami Uru, per piacere >>

<< D'accordo, mocciosa >>

<< Uffa...Non ti riesce proprio , vero? Comunque...Come ti senti? Va meglio? >>

<< Sì, va meglio...un pochino >>

<< Bene >> e gli si sedette accanto.

<< E così hai mandato un'altra leonessa, eh? >> disse lui;

<< Già. E' una leonessa in gamba, vero? Ti è piaciuta?? >>

<< Non sono discorsi adatti ai mocciosi >>

<< Ti è piaciuta! >> affermò Uru, sorridendo << Ho indovinato, vero?? Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me >>

<< Ma che stai dicendo?? >>

<< Dico il vero. Scommetto che ti senti meglio per merito suo >> rise.

Ahadi mugugnò: l'aveva colto nel segno: << Sei proprio una rompiscatole, sai? >>

<< Modestamente, puoi dirlo forte >> rise compiaciuta.

<< Uru! >> all'entrata era arrivato Khendo << Smettila di stare sempre qui dentro. Vieni a stare un po' con noi >>

<< Khendo...? Ah...Sì. Tu vai, io vi raggiungo subito >>

Khendo gettò un'occhiataccia su Ahadi e se ne andò.

<< Mh... >> Commentò Ahadi << Amichevole il piccoletto... >>

<< Devi scusarlo... >> disse Uru << E' ancora preso dal vostro bisticcio alla caverna >>

<< Ah, è cosi? >>;

Uru annuì: << Io gli ho detto di lasciar perdere: avrai avuto sicuramente i tuoi motivi per mandarli via, no? >> ; ma il leone tacque, turbato.

<< Ahadi? >>

<< Su, vai dai tuoi amici ora >>

<< Va bene...Allora ciao. Ti manderò Rina! >> scherzò e se ne andò. Il leone sorrise: << E' proprio una mocciosa...l'avevo detto io... >>.

 

Uru scese le rocce, vide i suoi amici e si avvicinò piano piano, per non farsi notare; poi balzò e fece un agguato ad Helya:

<< Waah! Uru! >>

<< Ah ah ah! >> rise lei;

<< Ora ti faccio vedere io! >> e si misero a giocare, atterrandosi a vicenda. Athena e Hydo si unirono al gioco, eccetto Khendo:

<< Che ti prende? >> chiese Uru, che si era fermata << Dai giochiamo tutti insieme >>

<< No...Non mi va di fare la lotta >>

<< Allora che ti va di fare? Trovato! Perché non andiamo al lago?? Lì ci divertiremo di più! >>

<< Beh...D'accordo >>

<< Allora è deciso: si va al lago. Passiamo ad avvertire la mamma >>

<< Sì, sì! Dai! >> gioirono gli altri, ed andarono alla gola rocciosa dove riposavano le leonesse. Fra loro c'era anche Mohatu, appena tornato dal suo controllo. Uru lo salutò e chiese il permesso di andare al lago con gli altri: << Possiamo? >>

<< Va bene. A condizione che venga Zozo con voi >>

<< Non c'è problema. Grazie, papà >> e cominciarono a correre, seguiti dalla volatile: << State tranquillo sire: sono in buone mani, li terrò sotto stretto controllo >> disse prima di volare via;

<< Ne sono convinto >> rispose il re.

Così il gruppo si allontanò: << Crescono così in fretta...Ed hanno sempre voglia di esplorare... >> disse Aura;

<< Già. La curiosità è forte alla loro età >> commentò Mohatu;

<< Khendo in particolare...Sembra cambiato, da quando è successo tutto questo...E' molto più devoto nei confronti di Uru >>

<< Sì, è vero >>

<< Che ne pensi? >>

<< Forse, in futuro...potrebbe anche diventare re >>

<< Forse... >>

<< Dimmi...come sta il giovane? Cos'ha detto Rafiki? >>

<< Ha detto che si sta riprendendo bene e che, se continua così, la sua convalescenza sarà breve >>

<< Sono contento >>

<< Però...>>

<< Hm? >>

<< Mi è sembrato che fosse turbato da qualcosa...Non so...Aveva una strana espressione...Tu ne sai qualcosa? >>; Mohatu alzò le spalle:

<< Non so che dirti, Aura >>

<< Dovresti parlargli, la prossima volta che lo vedrai >>

<< Va bene... >>

<< Com'è andato il controllo, stamattina? >>

<< Ci sono stati un po' di problemi con le iene ed altre discordie fra i sudditi. Comunque per il momento è tutto sistemato...Vado a trovare il giovane >> le sfiorò il volto con il proprio e salì verso la grotta.

Ahadi, sdraiato vicino alla parete con la testa appoggiata sulle zampe incrociate, pensava e ripensava di continuo a quello strano sogno, che lo aveva profondamente inquietato, ed a quale significato potesse rifarsi.

Una zampa pronta ad aiutarmi... ” pensò “ Niente odio....E poi quell'ombra... Quel sangue...Ma che Significa?! Cos'era?! Mamma, dimmelo...Parlami...Che devo fare?? ” e si irritò; “ Ma perché mi agito così?... E' stato solo uno stupido sogno!....Uno stupido incubo...!! ” e alzò velocemente il busto, sfogando il suo nervosismo, graffiando a fondo la parete con gli artigli:

<< Va meglio, a quanto vedo >>; Ahadi si voltò sbigottito: era Mohatu;

<< Maestà! I-io...non pensavo che sareste venuto... >>

<< Posso sempre trovare un po' di tempo per vedere come sta un amico, giusto? >>;

il giovane si stupì all'ascolto di quella parola: “ Amico... ”

<< Sarei un amico per voi...? >>

<< Certo >> sorrise il re << Come va? >>

<< Meglio... >>

<< Bene...Te la senti di uscire un po'? Non fa bene restare sempre qui dentro: andiamo a fare due passi insieme e poi hai anche bisogno di bere >>

<< Uscire..? Va bene >> e provò a mettersi in piedi, anche se un po' traballante; Mohatu lo aiutò, sostenendogli una spalla, e uscirono fuori. La luce improvvisa infastidì gli occhi di Ahadi, per il fatto che era rimasto da tempo dentro la grotta, nella quale la luce penetrava a malapena.

Stavano per scendere le rocce, quando il giovane fu attratto dalla vista delle Terre del Branco a quell'altezza e si avvicinò alla sporgenza per osservare meglio: la bellezza di quel posto era unica e i raggi del Sole incorniciavano ogni cosa, mostrandone il completo splendore. Una piacevole brezza gli accarezzò la criniera, fece un respiro profondo e alla mente gli ritornò il lontano ricordo di quando era piccolo e desideroso di venire alla Rupe: ora risultava quasi incredibile per lui trovarsi lì:

<< E' bellissimo, vero? >> commentò Mohatu;

<< Sì... >> rispose Ahadi e continuarono la camminata.

<< Com'è la vita di un re? >> chiese il giovane << Quali vantaggi comporta? >>

Mohatu lo guardò un po' stupito, per quella strana domanda, poi sorrise e rispose: << Non aspettarti qualcosa di straordinario, ragazzo... Essere re può comportare diversi punti di vista riguardo la vita: chi ad esempio commette l'errore di inorgoglirsi, di sentirsi potente è destinato a fare del proprio regno una catastrofe >>

<< Sul serio? >>

<< Sì. Perché vedi, un re porta con sé il peso di un'enorme catena di responsabilità e per evitare che questa si spezzi, si deve anteporre il bene del regno al proprio >>

<< E come? >>

<< Tutto ciò che ci circonda coesiste grazie ad un equilibrio, che, anche se delicato, permette di fare della vita un insieme di armonie. Bisogna comprendere questo equilibrio, rispettando tutte le creature, in modo da essere collegati nel Cerchio della Vita >>

<< Cerchio della Vita? Cosa vuol dire? >>

<< Ci sei già dentro. La vita stessa è un cerchio perfetto >>

<< Ah... >>

<< Lo capirai col tempo >>

Quel discorso rimase nella mente di Ahadi come un mistero affascinante da svelare. Non si era mai sentito così prima d'ora: << E questo peso...diverrà anche di vostra figlia, vero? >>

<< Sì. Sarà una regina meravigliosa >>

<< Come fate ad esserne sicuro? >>

<< E' molto in gamba...Pensa che, poco prima del vostro incontro, aveva rischiato la sua vita da sola contro le iene, attirandole su di sé, per salvare i suoi amici, che stavano per essere catturati >>

<< Dite sul serio? Non ne sapevo niente...Ecco il motivo di quella ferita alla zampa... >>

Mohatu annuì << Aveva anteposto la vita altrui alla propria: spirito di una degna Regina >>

<< Caspita... >> disse il giovane sotto voce, pensando alla piccola Uru.

Nel frattempo erano passati accanto al branco delle leonesse, che stavano riposando sulle rocce. Molte giovani di esse rimasero colpite dal misterioso fascino del giovane leone e gli si avvicinarono entusiaste:

<< Ciao! Sei tu l'eroe che ha salvato la principessa?? >>

<< Come sei carino! >>

<< Raccontaci un po' di te! >>

<< Perché non rimani un po' con noi?? >>; Ahadi rimase intimidito dalla moltitudine delle leonesse che lo accerchiarono in meno di un minuto:

<< Dai vieni con noi! Parliamo insieme! >>

<< Ehm...Io... >> balbettò;

<< Buone, buone, giovani! >> si intromise il re, trascinando Ahadi fuori dalla mischia << Non lo stancate: non si è ancora ripreso del tutto dal trauma. Quando guarirà potrete fargli tutte le domande che volete, ma per ora deve essere lasciato in pace, capito? Su andiamo >>

<< Ehm..Sì >> e lo seguì;

<< Ma non è giusto però... >> si lamentarono le leonesse; allora Ahadi si voltò e le salutò:

<< Arrivederci, ragazze >>

<< Oh, che carino! Ci ha salutato! Ciao! Alla prossima! >> ricambiarono in coro il saluto;

<< Ciao, Ahadi >> lo salutò Rina, che era rimasta distaccata dal gruppo;

<< Ciao...Rina >> la salutò timidamente; allora le leonesse andarono da lei a tempestarla di domande: << Coraggio, sputa il rospo. Che c'è tra voi? >>

<< Che vi è successo? >>

<< Dai, diccelo! Per favore! >>

<< Ma vorrete scherzare?! Non c'è nulla tra noi! Gli ho solo portato un pezzo di carne, su richiesta della principessa, tutto qua! >> rispose Rina;

<< Tanto non ce la darai a bere! Avanti! >> e continuarono così a lungo.

Ahadi osservò da lontano e rise: “ Poveretta ” pensò.

<< Vedo che hai conosciuto Rina >> osservò Mohatu;

<< Sì... >>

<< E' una brava leonessa. Ha anche compiuto da poco tempo la sua prima caccia >>

<< Davvero? >>

<< Sì. E tu? Da quanto tempo hai cominciato a cacciare da solo? >>

<< Ecco io...Io non ho mai...imparato bene... >>

<< Ah...! >> esclamò il re, comprendendo il motivo della denutrizione del giovane << Non preoccuparti. Ti insegnerò io, quando sarai guarito >> disse, rassicurandolo.

 

Infine giunsero alla pozza d'acqua, dove si fermarono a bere.

<< Questo posto... è incredibile >> commentò Ahadi << Desideravo tanto di venirci da piccolo con mia madre... >>

<< Perché non ci siete venuti allora? >> chiese il re; il momentaneo sorriso di Ahadi svanì in un attimo e la sua espressione tornò cupa. Cercò di dire qualcosa, ma non ci riuscì;

<< Che succede? Ti senti male?? >> ma il giovane non rispose: sentiva un gran dolore diffondersi dentro di lui;

<< Ahadi?! >>

<< Non è...nulla...Non è nulla.... >> il suo respiro si fece più affannoso;

<< Non hai una bella cera....Meglio rientrare subito >> disse Mohatu e lo condusse sopra la Rupe. 

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Capitolo 8
*** La punta avvelenata ***


Capitolo 7. “ La punta avvelenata ”

 

 

 

Zozo, volando, osservava con attenzione i cuccioli, che si rincorrevano fra loro, senza fermarsi mai; soltanto Khendo, che stava dietro a loro, non prendeva parte al divertimento. Zozo se ne accorse e volò più in basso per parlargli: << Ehi, piccolo Khendo, tutto bene? Perché non giochi con i tuoi amici? >>

<< Non ne ho voglia...Tutto qua >>

<< Sei sicuro che vada davvero tutto bene? Avete litigato? >>

<< No... >>

<< Allora cosa c'è? >>

<< Nulla...E' che non voglio abbassarmi a fare certi giochi scemi.... >>

<< “ Giochi scemi ” dici?? A me invece sembra che ti siano sempre piaciuti >>

<< Sì, ma... ora sono troppo grande per queste cose >>

<< Ah, davvero? Troppo grande, eh? >>

<< Sì... >> ; ma Zozo non era convinta da quella risposta, tuttavia non volle scavare a fondo quel discorso: << Va bene, piccolo: pensala pure come vuoi, ma tieni presente che ci sono ancora molte cose che devi imparare... Su, cerca di divertirti >> e volò avanti, risalendo di quota.

Khendo, pensò al discorso intrattenuto e raggiunse gli amici, per correre con loro:

<< Finalmente hai deciso di raggiungerci >> disse Athena;

<< Certo che sì... >> e la superò;

<< Ehi! Non vale! Aspettami! >> e gli corse dietro, per gareggiare, finché giunsero al lago.

<< Evviva! >> esclamarono Hydo ed Helya, tuffandosi in acqua e schizzandosi a vicenda. Khendo ed Athena invece continuavano a gareggiare intorno alla riva.

Uru si era fermata a bere: era stanca ed aveva bisogno di riposare un po'. La volatile le atterrò accanto: << Principessa, vi sentite bene? >>

<< Sì, sì...Voglio solo fermarmi un momento...Devo ancora recuperare per bene le mie forze, dopo quell'avventura... >>

<< Certo, certo. Ma non sforzatevi troppo mi raccomando >>

<< Tranquilla >> e si tuffò anche lei in acqua;

 

<< E-EHI!! FERMI! Non schizzatevi troppo! E non saltate l'uno addosso all'altro! Non quando siete in acqua >> li rimproverò Zozo;

<< Ma dai, Zozo! Che male c'è? Non annegheremo mica... >> disse Hydo;

<< E' questa la mia paura! L'acqua non è adatta per i felini... >>

<< Oh, suvvia >> rise Helya, schizzando addosso alla volatile: << EHI! Non è affatto diver.... >>

<< E' divertente vero? >> le domandò Uru, sorridendo:

<< Oh, s-sì certo...Cioè.... no! >> rispose scrollandosi l'acqua dalle piume << Non è affatto... >> ed in quel preciso istante arrivarono Khendo ed Athena, che si tuffarono nel lago, inondando involontariamente la povera Zozo:

<< Accidenti...Scusa, Zozo... >> balbettò Khendo, abbassando lo sguardo, per non ridere alla vista della volatile completamente zuppa, con le piume piegate e gocciolanti, che le davano un aspetto buffo: << Grandioso, Khendo... >> sbuffò ironicamente Athena a voce bassa. Zozo si irritò ed alzò la voce: << Tirate subito le vostre chiappette fuori da lì! ORA! >> e i leoncini uscirono dall'acqua dispiaciuti e si sedettero a riva: << Scusaci, Zozo >> dissero in coro. Allora la volatile, addolcita, incrociò le ali al petto e sollevò il volto: << Va bene: accetto le scuse. Però dovrete giocare più tranquilli la prossima volta, chiaro?? >>

<< SI'!! GRAZIE ZOZO! >> la abbracciarono per poi tornare subito nell'acqua: << I giovani! Sempre così energici... >> commentò lei.

Trascorsero molto tempo a nuotare, l'acqua si era fatta tiepida con lo scorrere del pomeriggio e la trovarono piacevole.

Ma ad un certo punto la piccola Uru fu travolta da un forte capogiro: era come se qualcosa sbattesse all'interno della sua testa e facesse sì che tutto si rabbuiasse attorno a lei. Sentì la testa pesante ed il corpo venirle meno: così cadde sott'acqua:

<< URU!! >> si allarmarono gli altri e Khendo, tirandola per la collottola, la portò a riva: << Cos'è successo?? >> chiese con preoccupazione Zozo;

<< Non lo so! Stavamo giocando e...ad un certo punto è svenuta! >>

<< Oh santo cielo! Povera piccola! Presto, prendila sulle spalle tu, che sei il più grande! Torniamo alla Rupe! >> ; Khendo obbedì: la prese sulle spalle e si mise a correre svelto, con gli altri.

Intanto alla Rupe, si stavano radunando la regina con le altre leonesse, per un'altra battuta di caccia, mentre Mohatu era rimasto a tener compagnia al giovane Ahadi nella grotta: << Va meglio ora? >> chiese;

<< Sì, grazie... >> rispose lui;

<< Mi dispiace, forse ti sei sforzato troppo oggi... >>

<< N-non c'è bisogno che vi scusiate...E' tutto apposto. Davvero...ora mi sento meglio >>

<< Va bene, voglio fidarmi... >> rispose il re poco convinto: era sicuro che non si trattava soltanto delle condizioni di salute, ma anche di qualche problema personale, che affliggeva il ragazzo, ma non volle intromettersi in quella questione.

Poi la sua attenzione fu catturata da un'improvviso richiamo:

<< MOHATU! SIGNORE! >>

<< Ma...E' Zozo! >> e corse fuori dalla grotta; Ahadi da dentro tese l'orecchio pronto ad ascoltare:

<< Zozo! Che succede?! >>

<< Vostra figlia! Sta male! Molto male! >>

<< Cosa?!! >>

<< E' svenuta al lago, Khendo la sta portando sulle spalle, ma da quando si è risvegliata non la smette di spasimare! Non so proprio cosa potrebbe avere... >> spiegò agitata. Ahadi, che aveva sentito tutto, fu preso da un'improvvisa preoccupazione.

<< Vai a chiamare Rafiki! >>

<< Sì, signore! >> e volò via.

Nel frattempo i cuccioli erano risaliti sulla Rupe ed andarono da Mohatu.

Khendo si chinò a terra e fece scendere Uru dalle spalle e tutti si misero attorno a lei impauriti: spasimava forte, come se stesse soffrendo molto, ed era molto calda:

<< Che cos'ha?? >> chiese Helya;

<< Non lo so... >> rispose Athena << Guarda! Cos'è? >> chiese indicando la zampa gonfia di Uru, dalla quale fuoriusciva sangue e roba bianca;

Mohatu si sdraiò, prendendo la figlia tra le zampe e le accarezzò dolcemente la testolina.

<< Sire! Ecco Rafiki! >> era tornata Zozo, seguita dal mandrillo;

<< Rafiki! Ti prego! Aiutala! Dimmi che cos'ha! >> implorò il re;

Il mandrillo poggiò la mano sulla fronte della leoncina: << Accidenti.... Scotta tanto...Portiamola dentro! >>; Allora Mohatu prese la figlia e la portò nella grotta;

<< Voialtri invece è meglio se restate qui fuori >> disse Rafiki;

<< Sì... >> risposero loro. Zozo li circondò con le ali e rimase con loro fuori ad aspettare.

Ahadi si scansò per fare spazio alla piccola Uru. Mohatu la posò a terra e fece passare Rafiki.

La piccola agonizzava: l'intero arto posteriore sinistro era gonfio e le doleva fino alle ossa, come se le sue carni stessero bruciando. Il mandrillo le prese la zampa e la ispezionò: ne stava fuoriuscendo sangue e pus, accompagnati da uno strano liquido: << Ma...Cosa le è accaduto?? Da quanto tempo la sua zampa era in queste condizioni?? >> chiese sconcertato; Mohatu non sapeva dargli una risposta precisa: << Non lo so...Ha detto di essere scivolata su una roccia tagliente...Ma ci aveva rassicurati dicendo che non le doleva... >>

<< Probabilmente la sua era una bugia... >> disse Rafiki << Conoscendola, non voleva farvi sicuramente preoccupare... >>

<< Ma perché? Cos'ha?? >>

Rafiki bagnò le punte delle dita con lo strano liquido fuoriuscito dalla zampa di Uru: lo strofinò un po' e lo annusò; la sua espressione si fece angustiata: << Ma questo è.... è VELENO!! >> esclamò;

<< Cosa??! Veleno!? >> si spaventò il re; anche Ahadi ebbe un tuffo al cuore all'udire di quella parola e si avvicinò alla leoncina, preoccupato.

<< E' un pericoloso veleno, che in genere si trova sulle punte di frecce dei Pigmei... Se non si interviene subito, questo può essere mortale >> spiegò il mandrillo;

<< Ma le tribù dei Pigmei non si trovano da queste parti...Come può essere?? >> domandò il re, temendo di perdere la figlia per sempre;

<< Non lo so... Ma devo subito prepararle un antidoto e trovare ciò da cui proviene il veleno. Ascolta, devi andare a prendermi le erbe mediche che crescono vicino all'antro della Rupe, te le ricordi vero? >>

<< Sì, vado subito! >> e il re uscì fulmineo dalla grotta.

Intanto Rafiki legò un'erba sopra al gomito di Uru, per non far diffondere ulteriormente il veleno, e cercò in fretta di trovare il piccolo oggetto avvelenato, nella ferita. Ahadi assisteva timoroso, non sapendo cosa fare per aiutarla.

Poi il mandrillo riuscì ad intravedere una punta scura nelle profondità della ferita, ben conficcata nella carne, ma per riuscire ad estrarla avrebbe dovuto allargare le labbra del taglio ed infilare le punte delle dita a fondo e ciò non poteva essere fatto senza che la piccola ne potesse soffrire ancora più precocemente: << Devo...Devo farle una piccola operazione...Ma soffrirà molto... >> disse afflitto;

<< Posso aiutare in qualche modo?? >> chiese in ansia il giovane leone;

<< Forse...se riesci a tenerla ferma potremo renderle più breve questo tormento... >> disse il mandrillo;

<< D'accordo... >> rispose Ahadi e circondò la leoncina con una zampa, pronto a bloccarla, per quando si sarebbe agitata.

Rafiki le sollevò la zampa e cominciò pian piano ad allargarle la ferita con le dita, ma, come aveva predetto, la piccola si mise subito ad urlare e ad agitarsi a causa del dolore:

<< FERMA! STAI FERMA! >> le gridò Ahadi, cercando di trattenerla, mentre il mandrillo tentava di continuare il suo intervento, ma lei continuava a dimenarsi e cominciò a piangere.

I suoi amici la sentivano gridare da fuori e si intimorirono: << Mamma mia! La stanno torturando! >> esclamò Helya.

Trovandosi in difficoltà, Ahadi la sollevò da terra e la strinse al petto, riuscendo a trattenerla più forte e Rafiki finalmente riuscì proseguire l'operazione. Sopportando le urla e l'agitazione della piccola, le allargò le carni e da queste, con le unghie delle dita, estrasse la punta avvelenata, con forza. Finalmente le agonie di Uru diminuirono e i due tirarono un sospiro di sollievo: << Visto, mocciosa? E' tutto finito...Tutto finito. Ora puoi stare tranquilla....Mi hai fatto venire il mal d'orecchio, accidenti >> le disse Ahadi.

Rassicurata dal caldo petto del giovane leone, che la stava tenendo, si accoccolò su di lui aggrappandosi alla sua criniera, piangendo ed ansimando silenziosamente. Ahadi si intenerì nel guardarla, ma scosse subito la testa:

<< Ehm....Su, ora puoi toglierti....Avanti... >> balbettò;

Rafiki sorrise: << Sai, non credo che abbia intenzione di lasciarti...Dai, rassicurala un po' >>

<< E cosa dovrei fare secondo te?? >>

<< Quello che stai facendo ora, giovanotto >>

<< Ah, sì....certo >>

<< Coraggio, vado a prendere dell'acqua, così le pulisco la ferita >>

<< Va..va bene >> e il mandrillo si allontanò.

Rimasero soli nella grotta: Ahadi non sapeva come comportarsi e intanto Uru continuava singhiozzare, abbracciandolo:

<< Ehm... >> il leone cercò di attaccare discorso << Perché continui a piangere? Ti fa ancora molto male? >> chiese;

Uru sospirò;

<< Allora? Perché piangi? >>

<< Perché...mi dispiace... >>

<< Ma di cosa? >>

<< Vi siete preoccupati tanto per me...scusatemi >> il suo respiro era affannato ed era ancora molto calda;

<< Ma che dici?? Certo che sei proprio strana...! L'importante è che tu guarisca... >>

Uru sorrise e chiuse gli occhi, affondando la testa nella morbida criniera di Ahadi: lui fu preso da un leggero imbarazzo, tuttavia cominciò a provare una piccola e piacevole sensazione, ad averla accanto a sé.

In quel momento arrivarono Mohatu con le erbe e Rafiki con dell'acqua nella concavità di un frutto:

<< Papà... >> lo chiamò Uru, debolmente;

<< Uru! Figliola... >> le leccò una guancia.

Rafiki le ripulì delicatamente la ferita, cercando di non farle male e le fasciò la zampa con una lunga foglia curativa, poi si mise a preparare la mistura di erbe contro il veleno.

Mohatu si sollevò di morale, nel vedere che tutto stava procedendo per il meglio, ma voleva una conferma riguardo al motivo del silenzio della figlia: << Uru, perché non ci hai detto niente riguardo alla ferita? Perché hai voluto tenere nascosta la tua sofferenza? >>

Lei sospirò, abbassando lo sguardo. La testa le girava: << Non volevo che vi preoccupaste... >>

<< Ma, così facendo, non hai fatto altro che aumentare la nostra preoccupazione. Per fortuna siamo intervenuti in tempo. Dovrai sempre dirci, d'ora in avanti, se ci sarà qualcosa che non va... Per il bene di tutti >>

Uru annuì, dispiaciuta:

<< Da quanto tempo avevi quella punta dentro la zampa? Dove l'hai trovata? >> le chiese ancora;

<< Mi è entrata dentro correndo...Poco prima di incontrare lui, nello stesso luogo... ma ero del tutto disorientata >>

<< Sarà meglio guardarsi da quel posto...Dove si trova esattamente, ragazzo? >>

<< Più o meno verso Ovest, a circa metà del corso del fiume >>

<< Bene. Che nessuno vada in quel luogo >>

<< Ma, sire...Io passo molto spesso da quelle parti e vi posso assicurare che non ci sono tribù di Pigmei >> dissentì il giovane;

<< Può darsi, ma di sicuro quello è oppure è stato uno dei loro territori di caccia. Non si sa mai, quindi è meglio evitarlo >>.

Intanto il mandrillo, ascoltando la conversazione, finì di preparare l'infuso e lo porse alla piccola Uru: << Su, bevi e vedrai che domani andrà meglio >> disse; la leoncina lo annusò debolmente e si ritrasse, per il fetore, convincendosi che avrebbe avuto un cattivo sapore, poi, preso il coraggio, iniziò a berlo. Sentì un brivido lungo la schiena e un disturbo allo stomaco e lo risputò subito, bagnando involontariamente i piedi di Rafiki:

<< BLEAH! Che schifo....Oh! Scusa, Rafiki! Non volevo... >> si mortificò; Ahadi cercava di trattenere una leggera risata. Il mandrillo sospirò scuotendo la testa e porse di nuovo l'infuso alla leoncina:

<< Per favore...Cerca di non risputarlo! So che non è buono...Ma è efficace contro i veleni: questo è un antico rimedio, tramandato da generazioni nella mia famiglia, perciò, possibilmente, cerca di berne più che puoi, prima che il veleno rischi di diffondersi >>; Uru fece una smorfia di disgusto, poi obbedì, cercando di inghiottirne il più possibile.

In meno di un minuto, riuscì a svuotare il contenitore, sotto gli occhi stupiti di tutti; poi si lasciò cadere all'indietro, sul petto di Ahadi, mugugnando forte, per il ribollire dell'infuso nella sua pancia:
<< Tutto...Tutto bene? >> le chiese il giovane. Mohatu e Rafiki le si avvicinarono preoccupati.

Uru mugugnò a lungo, dopodiché si slanciò improvvisamente in avanti e gettò un rumorosissimo rotto, che riecheggiò in tutta la grotta, lasciando perplessi tutti gli altri: << Ora sto bene... >> disse, accasciandosi al suolo.

<< Questa leoncina non finirà mai di stupirmi... >> commentò Rafiki.

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Capitolo 9
*** Il passato svelato ***


Capitolo 8. “ Il passato svelato ”

 

 

Le cacciatrici tornarono alla Rupe con una preda catturata e chiamarono i loro cuccioli per il pasto.

La regina entrò nella nella grotta con Zozo e, vedendo Rafiki con gli altri, chiese spiegazioni su quanto accaduto; il re ed il mandrillo le spiegarono tutto e lei, preoccupata, prese la figlia fra le zampe scaldandola col proprio calore. Ahadi rimase a guardarle, nostalgico, in quanto gli era tornata sua madre tra i pensieri e fu preso da una strana malinconia, che cercò di non manifestare.

Intanto Mohatu e Rafiki uscirono fuori a parlare:

<< La piccola è fuori pericolo >> disse il mandrillo << Ma avrà bisogno di riposare... Fatela stare nella grotta con Ahadi, per qualche giorno >>

<< Con Ahadi? >> chiese il re, cercando di capire;

<< Sì... >> rispose Rafiki; Mohatu, ricordò ciò che la propria moglie gli aveva detto quel pomeriggio e provò ad entrare nel discorso:

<< Senti...Mia moglie pensa che ci sia qualcosa che ti turba e anch'io lo penso...Me ne vorresti parlare, se questo può aiutarti? >>

Rafiki fu colto da un brivido di stupore, sorpreso dall'accortezza dei sovrani: << In effetti, potrebbe aiutarmi...anzi, aiutarci >>

<< Hm? >>

Il mandrillo sospirò: << Quel giovane leone si trova in una situazione moralmente critica...molto critica >>

<< Per quale ragione? >>

<< Perse sua madre troppo presto: aveva presso a poco cinque mesi quando ciò accadde, un anno e mezzo fa>>

<< Santo cielo...! Povero ragazzo! Come accadde?? >>

<< Fu uccisa da un leone, qui nelle Terre del Branco: voleva togliere di mezzo il cucciolo, per poi...abusare di lei...Ma la leonessa intervenne per difendere il piccolo e sfuriò una violenta lotta, dalla quale lei non uscì vincitrice... >>;

Mohatu rabbrividì a quelle parole: non poteva credere che, proprio qui nel suo regno, fosse accaduta una cosa del genere:

<< Ma come..?! Come è potuto accadere..?! Perché non me ne hai mai parlato, Rafiki?? >>

<< In seguito, io trovai e ospitai per un po' di tempo quel cucciolo... Stava molto male ed era assai denutrito: sarebbe morto se non fossi intervenuto.... Mi raccontò la sua sventura; io gli consigliai di venire qui alla Rupe, come sua madre gli disse prima di morire e più volte ho tentato di accompagnarlo da voi, ma senza successo. Reagiva violentemente e mi fece promettere di non dirvi nulla... >>

<< Ma perché? >>

<< Perché il suo fu un pregiudizio sbagliato nei tuoi confronti... >>

<< Che vuoi dire? Spiegati >>

<< Mi disse esattamente queste parole: “ Non andrò mai da chi permette che nel proprio regno succedano cose del genere! ” >>.

A Mohatu si gelò il cuore, colpito da quel pregiudizio, e si sentì davvero responsabile di quel delitto: << E poi? Cosa accadde?? >> chiese, soffocando un ringhio;

<< Sparì mentre dormivo, dopo alcuni giorni trascorsi insieme, senza lasciare tracce. Quel giovane è cresciuto nell'odio e nella sofferenza, alimentato solo dal desiderio di vendetta nei confronti dell'assassino di sua madre. Un'infanzia violentemente rovinata, in poche parole... >>.

Il re sprigionò la sua ira: << Dannazione! Come ho potuto permettere una cosa simile??! Ecco il perché della sua crisi di questo pomeriggio... >>

<< Calmati, Mohatu! Non è stata colpa tua! Non puoi pretendere di avere il pieno controllo delle cose! >>

<< Ma allora cosa..?! Cosa posso fare per lui?? >>

<< Per il momento dovrete dargli tutto il vostro bene, amico mio... Bisogna cercare di donargli una vita migliore, distaccata da quella che ha scelto... Ma non vi conviene mettere bocca sulla sua dolorosa esperienza, fino a quando non sarà lui stesso a raccontarvela...E allora potrà aprire gli occhi sulla giusta via. Questa è la mia preghiera. Mi fido di voi >>

<< Tenteremo tutto il possibile >>

<< Bene. Ora hai capito il motivo della mia richiesta, vero? Tua figlia è una delle creature più dolci e belle a questo mondo: sarà una buona cura per lui >>

<< Grazie, Rafiki...Grazie di cuore >>

I due amici si abbracciarono per poi salutarsi. Il mandrillo si avviò per tornare a casa, mentre il leone risalì le rocce e rientrò nella grotta:

<< Allora? >> chiese la regina << Cos'ha detto? Ci hai parlato? >>

<< Sì >>

<< Dunque? >>

<< Nostra figlia è fuori pericolo >>

<< Sia lodato il cielo... >> si sollevò Aura;

<< E dopo ti devo parlare >> disse il re;

<< Di che si tratta? >>

<< Dopo. Ora andiamo a mangiare >>

<< Va bene >> ed andarono a prendere la carne per i due convalescenti.

 

Dopo il pasto notturno il branco andò a riunirsi nella cavità della grotta sottostante. Il re e la regina rimasero ancora un po' di tempo nella piccola grotta sovrastante, con i due giovani, fino a quando Uru si addormentò e il re dovette assicurarsi dell'incolumità del branco:

<< Andiamo, Aura >> disse << E' ora >>

<< Sì >> rispose lei prendendo Uru per la collottola;

<< No. Uru rimarrà qui >> affermò Mohatu; Aura lo guardò interrogativamente, mentre Ahadi trasalì: << Cosa?! >> esclamò;

<< Rimarrà qui con te. E' un disturbo? >> chiese il re;

<< Eh? No, no...! >>

<< Qui circola più aria, in quanto siete solo in due: nella grotta del branco invece ce ne è di meno e Uru potrebbe risentirne, visto il suo stato. Capisci, vero? >>

<< S-sì certo >>

<< Allora sarà così, per questa settimana. Ti va bene? >>

<< Come desiderate... >> sospirò.

<< Bene. Buona notte >> e uscì.

Aura posò Uru a terra, la leccò e salutò il giovane: << Scusaci tanto, Ahadi... Buona notte >>

<< Buona notte...maestà >>.

I due sovrani si allontanarono: << Che succede, Mohatu? >> chiese Aura;

<< Ascoltami per favore: è molto importante >> rispose lui.

 

Ahadi volse lo sguardo verso Uru, controllando che stesse dormendo, e si sdraiò vicino alla parete rocciosa, girandosi dall'altra parte: “ Bene ” pensò

La mocciosa dorme: così potrò starmene in pace per un po' ” e chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi, finché non sentì un piccolo corpo strofinarsi contro la sua schiena: “ Ecco, lo sapevo... ” e si alzò:

<< Ehi, mocciosa! Mi pare di averti già detto che non approvo queste smancerie >>

<< Ma, Ahadi... >> si mortificò lei << Perché? Prima sei stato così gentile con me... >>

<< Ma prima eri in difficoltà: avevi bisogno di aiuto >>

<< E allora? >>

<< E allora è così. Ti tengo qua solo perché lo vuole tuo padre, per qualche strana ragione... Ma non pensare che la cosa mi dia piacere >>

<< Se la cosa ti dà dispiacere...allora perché prima mi hai fatto stare accanto a te?? >> cercava di restare calma, ma la ferita era ancora molto dolente e la testa le pesava;

<< Perché....Te l'ho detto! Avevi bisogno d'aiuto >>

<< Ma visto che ti dispiace....potevi fare a meno di aiutarmi >>

<< .... >>

<< Perché?...Perché sei così scorbutico?? >>

<< Scorbutico? Io?? >>

<< Sì! Sembra quasi che tu non voglia che gli altri si affezionino a te... O peggio: che tu non voglia affezionarti a nessuno >>

<< Ma come... >>

<< Probabilmente in passato ti è accaduto qualcosa di spiacevole... E forse oggi ne stai pagando le conseguenze... Ma tieni a mente che non sei solo! Ci siamo noi e continueremo ad aiutarti finché ne avrai bisogno... E di sicuro verrà il giorno in cui ripagherò il mio debito con te. Tu e mio padre siete i miei eroi...Quindi farò di tutto per farvi sorridere! Costi quel che costi! >>

<< Ma io non...non voglio il vostro aiuto! >>

<< Non m'importa! Chiaro?? >> gli occhi di Uru si fecero lucidi e le scese una lacrima.

Ahadi non riusciva a dire nulla, non sapeva in che modo risponderle: il discorso della leoncina lo aveva colto in pieno. Lei gli ricordava sua madre. Era più di un anno che nessuno si curava di lui: nessun altro branco lo aveva mai accettato finora e la sua infanzia era stata rovinata dalla morte e dal risentimento. Gli era mancato in ogni momento l'affetto di cui aveva bisogno. Ma ecco che ora qualcuno si è fatto avanti per lui e che con propria volontà sta riaccendendo in lui una flebile speranza: per una volta finalmente si sentiva più forte e più deciso a rinnegare la solitudine. Sentiva il desiderio di colmare il vuoto, che portava da sempre dentro di sé.

<< Io vado... >> disse Uru;

<< Cosa?? >> chiese perplesso il giovane << E dove?? >>;

<< Torno nella grotta del branco, se questo può farti sentire meglio... >>

si alzò in fretta ed iniziò a correre verso l'uscita ma la zampa le impedì di proseguire oltre: sentì nuovamente la ferita allargarsi e una fitta terribile si impossessò del suo arto anteriore e la fece accasciare al suolo agonizzante.

<< Uru! >> esclamò lui preoccupato e si precipitò su di lei: tremava e aveva le guance rigate dalle lacrime:
<< Stupida! Perché ti sei sforzata?! Lo sai che ti devi riposare! >>

<< Mi hai chiamata per nome finalmente... >> ansimò lei; il leone sospirò.

Un fulmine ruppe il silenzio della savana e lasciò spazio a numerose e fitte gocce di pioggia. In pochi secondi i due si ritrovarono completamente zuppi.

<< Che temporale... >> osservò Ahadi e trascinò Uru all'interno.

<< Che fai? Credevo non ti piacesse la mia compagnia >>

<< Credevi. Ora vieni qui o prenderai freddo >> disse concedendole di venirgli vicino;

<< Ma sono bagnata... >>

<< Anch'io lo sono >> la prese tra le zampe e si sdraiò, scaldandola al petto. Uru non riusciva ancora a crederci: la stava abbracciando!

Ricambiò l'affetto e si strinse a lui.

Una piccola sensazione di serenità si diffuse nel cuore del leone, come quando si trovava con sua madre, ma fu pervaso da una contrastante insicurezza: era davvero questo ciò che voleva? Ciò di cui aveva bisogno? O forse avrebbe dovuto continuare a raggiungere i propri scopi? Seguire il risentimento? Lasciare il branco del re una volta guarito? Forse affezionarsi di nuovo a qualcuno lo avrebbe fatto nuovamente soffrire? Cosa doveva fare?

<< Stai piangendo...? Ahadi?? >>

Il leone si accorse delle proprie lacrime: << No, non è niente... Sono solo le gocce di pioggia, che mi hanno bagnato... >>

<< Ma stai tremando... Tutto bene? >>

Ahadi la strinse di più cercando di non farle vedere che piangeva:

<< Ahadi...?? >>

<< Scusa. Ti sto facendo male? >>

<< No, no. Sei sicuro che sia tutto apposto? Hai bisogno di qualcosa? >>

<< Non mi serve nulla... Dormi ora >>

<< D..D'accordo... >>

E la notte trascorse così: l'unico rumore che si sentiva era il potente scrosciare della pioggia.

 

Si fece mattina e i raggi del sole si riflettevano nelle gocce di rugiada, che risplendevano sopra ogni foglia di pianta ed un incantevole arcobaleno colorò il cielo.

Cominciarono a sentirsi i primi sbadigli del branco e dalla grotta uscì il sovrano seguito dalla regina, per andare a vedere come stavano i due convalescenti. Mohatu aveva raccontato tutto ad Aura ed erano entrambi in pensiero per il giovane Ahadi.

La prima ad affacciarsi fu lei ed un bel sorriso comparve sul suo volto:

<< Mohatu! Guarda >> sussurrò a bassa voce per non svegliare i due; il re si affacciò e si stupì contento: << Rafiki aveva ragione, a quanto pare... >>

Ahadi fece un respiro profondo, strizzando gli occhi, e si svegliò; sentì la piccola Uru sul suo petto, la quale stava ancora dormendo e si voltò verso l'uscita: vide due ombre, sfumate dalla luce: << Buongiorno >> disse Mohatu; in seguito Ahadi realizzò: << M-maestà..! >> e si alzò di scatto facendo rotolare a terra involontariamente la piccola Uru, la quale si svegliò: << Ehi...Che succede...? >> chiese ancora assonnata; poi, quando vide i sui genitori, il sonno le passò improvvisamente: << Mamma! Papà! >> gioì; la madre le si avvicinò: << Come va la zampa, tesoro? >>

<< Fa ancora male, però va meglio >>

<< Ne sono contenta. Hai avuto ottima cura di lei stanotte, Ahadi...Ti ringrazio >>

<< Ehm... Si figuri >>

Mohatu si unì alla conversazione: << Ve la sentite di andare a bere alla pozza? >>

<< Oh sì, si! Andiamo >> rispose Uru felice;

<< Aspetta, però >> le disse il padre << Salimi in groppa. Non devi sforzare la zampa >> e si chinò verso di lei;

<< Evvai! >> esclamò Uru e salì sulle spalle di Mohatu << Vieni Ahadi! Andiamo >> e uscirono tutti.

Incrociarono anche le altre leonesse: << Noi andiamo a caccia >> disse la regina << Ci vediamo dopo >>

<< Va bene. A dopo >> rispose il re.

Ahadi allungò lo sguardo tra loro, in cerca di Rina. Quando i suoi occhi si incrociarono con quelli celestini di lei, una scintilla di piacere gli fece aumentare i battiti. Lei gli sorrise e si allontanò col branco di leonesse.

<< Ti piace, eh? >> gli sussurrò Uru;

<< Pensa un po' per te tu >> le rispose imbarazzato; la leoncina rise.

 

Una volta giunti alla pozza dell'acqua, erano stati preceduti dalle leonesse più anziane, che erano rimaste a controllare gli altri cuccioli: << Uru! >> esclamarono contenti e le corsero incontro:
<< Accidenti, ci hai fatto preoccupare tanto ieri, sai? >> disse Hydo;

<< Ci eravamo davvero spaventati, quando avevi cominciato ad urlare a quel modo. Ma ora va tutto bene, vero? >> chiese Helya;

<< Sì, sì, grazie. Scusatemi per avervi fatto preoccupare >> rispose Uru, sorridendo mesta; Ahadi la osservava, cercando di capire da dove potessero provenire tutta quella bontà e quell'altruismo che caratterizzavano fortemente il cuore di quella leoncina, ma non riusciva a comprenderlo.

Mohatu si chinò a terra per far scendere Uru dalle sue spalle: << Su vai un po' con i tuoi amici, ma non correre e cerca di camminare piano >>

<< Sì, papà >> e scese con cautela, andando incontro al gruppo di leoncini.

Ahadi scosse la testa e si rivolse al re: << Quei leoncini...non sanno neanche cos'ha dovuto passare Uru per loro, ed hanno la faccia tosta di venire a lamentarsi con lei perché gli ha fatti preoccupare... E lei continua a scusarsi... Proprio non capisco >>

<< Sono piccoli, Ahadi. Ancora hanno da imparare >> rispose il re;

<< Sì, ma...vostra figlia, ancorché piccola, si dimostra piuttosto matura, rispetto agli altri...Sopratutto rispetto a quello strano leoncino dagli occhi grigi... >>

<< Ti riferisci a Khendo? Oh, lui sembra essere un tipo abbastanza responsabile...Anche se lo dimostra raramente, certo...Io e mia moglie pensiamo che un giorno potrebbe diventare un buon compagno per Uru... >>

<< Cosa?? Uru e quello lì? Li avete promessi l'uno all'altra? >>

<< No...Le nostre sono solo ipotesi. E' ancora presto per dare conclusioni affrettate. Certo, Khendo si rivela molto spesso geloso di Uru... Ma non sappiamo se si dimostrerà all'altezza delle responsabilità che spettano ad un compagno e ad un sovrano... >>

<< Perdoni la mia curiosità...Ma è tradizionale da voi auspicare

matrimoni? >>

<< Ebbene, sì. Anche io e mia moglie siamo stati promessi sin da quando eravamo cuccioli... Ma per noi non fu un problema: ci innamorammo prima ancora di saperlo... Ed è questo che vorrei per mia figlia: un matrimonio felice. Perciò non voglio prometterla a nessuno che lei non ami. Però certo... tutto dipenderà dallo scorrere degli avvenimenti >>

<< Che volete dire? >>

<< Io non ci sarò per sempre...E neanche Aura. Quindi voglio essere sicuro che lei non rimarrà sola >>

<< Oh, per me potete stare tranquilli... Per quel che vedo io, vostra figlia sembra essere una tipa coscienziosa >>

<< Sono contento che lo pensi. A proposito...Come ti senti? >>

<< Meglio... Le ferite cominciano pian piano a rimarginarsi >>

<< Bene. Ora devo andare. Potresti tenere d'occhio Uru e gli altri con le altre leonesse, per favore? Se te la senti >>

<< Non c'è problema >>

<< Grazie >> e si allontanò; Uru lo vide: << Papà! Dove vai? >>

<< Devo andare, figliola, per il rapporto >>

<< Ah, già...Torna presto! >> lo salutò;

<< Senz'altro, piccina! A più tardi >>.

L'espressione della piccola si fece triste:

<< Cos'hai Uru? >> chiese Athena;

<< Niente...Tutto bene >>

<< Sicura? Guarda che non me la dai a bere... >>

<< E' perché vedo sempre di rado mio padre... E' molto impegnato, vero...

Ma non riesco quasi mai a stare con lui a lungo...E come se non bastasse ora sto così con la zampa...Non potrò passeggiare con lui per un po'... >>

<< Su, non demoralizzarti... Potrai sempre saltargli in groppa. E poi anche non non vediamo sempre i nostri padri >>

<< Questo è vero... Però voi avete sempre la possibilità di giocare e stare con loro per intere giornate... >>

<< Dai, non fare la musona. Non va bene per una futura regina >> intervenne Khendo;

Uru tirò su il naso: << Hai ragione...perdonatemi >>

Ahadi ascoltò l'intera conversazione. Intanto le anziane leonesse lo stavano scrutando da capo a zampe: << Ma che bel giovine... >> commentarono. Il leone se ne accorse e si imbarazzò.

 

<< Ma perché quel tipo non se ne torna alla grotta? >> si lamentò Khendo;

<< Perché, scusa? Anche lui ha il diritto di prendere un po' d'aria, no? >> rispose Uru;

<< Sì, però... >>

<< Non ti va a genio, vero? >>

<< No >>

<< Va bene, allontaniamoci un po' >> disse lei, alzandosi piano; gli altri la seguirono. Khendo guardò un'ultima volta il leone e si unì agli altri.

Per me quel cucciolo è senza speranze... ” pensò Ahadi.

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Capitolo 10
*** Tormenti ***


Capitolo 9. “ Tormenti ”

 

 

 

<< Ehi, senti...Hai dormito con lui stanotte, vero?? >> chiese Helya eccitata;

<< Sì >> rispose Uru sorridendo;

<< Caspita. Sai che le altre giovani leonesse ti invidiano? >> disse Athena;

<< Che cosa...? Ma perché?? >>

<< Bé...Non puoi negare che lui sia carino, giusto? >>

<< Sì...In effetti è molto affascinante... >>

<< Ecco: ha riscosso un enorme successo tra le leonesse; perciò invidiano il fatto che tu gli sia stata accanto >>

<< Ma daaai...! >> rise Uru incredula << Non posso crederci... >>

<< Guarda che è vero >> disse Khendo imbronciato;

<< Wow... >>

<< E com'è andata? Dai non tenerci sulle spine >> insistette Hydo;

<< E' stato bellissimo >> rispose Uru contenta;

<< Bellissimo?? >> si emozionò Helya;

<< Sì. Perché oltre a chiamarmi per nome, per la prima volta...Mi ha abbracciata e scaldata! Ci eravamo bagnati con la pioggia, e così... >>

<< Uao! >>

Khendo rabbrividì: << Che cosa?? >>

<< Hai capito benissimo, Khendo... >> disse Athena;

<< Vi siete abbracciati?! >>

<< Già. Non è incredibile?? >> gioì Uru;

<< Orribile direi... >>

<< Che?? >>

<< Insomma... Hai solo quattro mesi e già ti abbracci con gli sconosciuti?? >>

<< Non è uno sconosciuto! Mi ha salvato la vita >>

<< Certo... E secondo me un giorno tu e lui diverrete re e regina >>

<< Co....Eh???... >> si domandò Uru perplessa << T-tu...credi davvero...??AHAHAHEHEH... >> si gettò a terra per le risate; Khendo arrossì imbarazzato: << URU!! >>

<< AHAH...Eheh... >> si calmò << Scusami Khendo... Non potevo farci niente...Hai un gran bel senso dell'umorismo tu >>

<< Non era umorismo, Uru >>

<< Cosa...? Dunque tu lo pensi davvero...? Eh...?? No, no ,no! >>

<< Lo penso eccome! >>

Gli altri assistevano alla conversazione in silenzio, convinti che ne avrebbero ascoltate delle belle;

<< Ma Khendo...Cioè....Non so se tu te ne sia accorto...Ma ci hai visti? Lui è un adulto, e io sono piccola per lui... >>

<< Non è ancora un adulto! E' un'adolescente! >>

<< Vabbé... A prescindere dall'età, anche le nostre, ecco... dimensioni non si equivalgono affatto... >>

<< Tanto crescerai >>

<< Khendo...Ciò che pensi è assolutamente impossibile... >>

<< Non è impossibile! >>

<< Invece sì! E poi a lui piace un'altra >>

<< Un'altra, dici? >>;

Uru annuì;

<< Pensala pure come vuoi...Per quanto mi riguarda lui ti ha salvata solo per entrare nelle grazie di tuo padre! E un giorno si guadagnerà il posto da re! >>

Ahi!..Ha esagerato stavolta ” pensarono gli altri;

<< Khendo... >> Uru sentì una fitta al cuore...<< Che ti prende...? Perché fai così?? >>

Lui votò la testa da un'altra parte.

<< Khendo! Chiedile subito scusa! >> intervenne Athena;

<< Perchè dovrei?? E' lui l'usurpatore...Non io >>

<< Smettila! >> pianse Uru << Lui non è come pensi! E' un leone per bene! Quando mi ha salvata non sapeva che io fossi la Futura Regina! >> e corse via;

<< No, Uru! Aspetta! >> gridarono gli altri;

<< I miei complimenti, Khendo...Ci sai proprio fare con i più piccoli >> gli disse Athena arrabbiata, ed andò ad inseguire Uru;

<< Si può sapere che t'è preso?? >> gli chiese Hydo, ma Khendo rimase impassibile.

 

Uru correva senza badare al dolore; le lacrime le annebbiavano la vista e si gettò sull'erba a piangere. Athena le giunse vicino: << Uru... >> le appoggiò una zampa sulla spalla;

<< Perché fa così?? >> singhiozzò << Sorrideva e scherzava sempre...Ma ora...Cosa gli è successo?? >>

<< Ehm...Vedi, Uru...il fatto è che lui, a quanto pare, ti vuole molto bene...e quindi ha visto in quel leone una sorta di rivale, ecco >>

<< Rivale?? Ma perché?? Perché non possiamo andare tutti d'accordo?? >>

<< Non so risponderti... >>

<< Credimi! Ahadi non è cattivo... Probabilmente il suo è un passato oscuro... Ma ha un cuore grande >>

<< Ti credo...Ma tu hai veramente idea di chi lui possa essere in realtà? >>

<< Eh? >>

<< In fondo stiamo parlando di uno straniero...Ti sei mai chiesta cosa facesse? Da dove venisse? Che cosa lo abbia spinto qui? >>

<< No...Però mi ha aiutata, e questo basta. So che una volta guarito potrebbe andar via... Ma io gli voglio comunque bene >>

<< Sono felice per te. Ma...Per quanto riguarda Khendo? >>

Uru sospirò: << Va bene... Darò a Khendo un'altra possibilità >>

<< Brava! Questo è lo spirito giusto. Anche se per me non se lo merita... >>

<< Tutti meritano l'affetto, Athena >>

<< Se lo dici tu, ci credo. Su, andiamo >> l'aiutò ad alzarsi e tornarono dal resto del gruppo.

Khendo era rimasto sotto l'ombra di un alberello insieme a Hydo e Helya: aveva gli occhi fissi al suolo e la sua espressione manifestava un misto tra broncio e dispiacere. I due fratelli invece non sapevano né che dire né che fare, vista la situazione.

Poi Uru, una volta arrivata, si avvicinò a Khendo, il quale alzò lo sguardo verso di lei: << Khendo... >> disse << Tu sei mio amico ed io ti voglio bene...Ma se me ne vuoi davvero anche tu, ti prego, non dimostrarlo in questo modo... Sorridi e scherza come fai sempre; non sopporto di vederti così imbronciato e scontroso: so che tu in realtà non sei così. Continuiamo ad andare d'accordo, tutti quanti >> si rivolse anche agli altri.

<< Mi dispiace... >> si scusò Khendo, abbassando di nuovo lo sguardo;

<< Non fa niente. E' tutto passato ormai >> continuò Uru; il dolore alla zampa le aumentò improvvisamente << Scusatemi tutti ma.. non mi sento molto bene. Ci vediamo più tardi >> e cominciò a zoppicare, tornando verso la pozza;

<< A più tardi, Uru... >> la salutarono. Athena era molto arrabbiata con Khendo: << Accidenti, Khendo! Stai esagerando... Non vedi che Uru sta male?? Vuoi aumentarle il dolore?? Non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da te... >>

<< Ma piantala... >> le rispose lui bruscamente, e si allontanò;

<< Athena, è meglio se lo lasci perdere >> disse Helya << Questo non è il momento adatto per le ramanzine... >>

<< Ma la sua gelosia sta aumentando vertiginosamente... Non so cos'altro potrebbe succedere a quei due... >>

<< Meglio lasciar scorrere le cose e non mettersi a discuterne >> disse Hydo;

<< Forse avete ragione... >>

 

Ahadi si stava dissetando alla pozza, quando sentì qualcuno aggrapparsi alla sua zampa: << Mocciosa...? Che hai fatto? >>

<< Niente... >> rispose triste;

<< Sicura? Ti senti male? >>

<< No... Sono solo stanca >>

<< Stanca, dici? Vuoi che ti riporti alla grotta? >>

<< No, non preoccuparti >>

<< Come vuoi... >> e la sentì avvinghiarsi di più: << Ma che...? Ehi...? >>

Le sollevò il mento e vide che i suoi occhi rossi erano lucidissimi e minacciavano un pianto: << Si può sapere che ti è successo? Allora? >>

<< Un giorno te ne andrai...vero? >> gli chiese; una lacrima le scese lungo la guancia e bagnò la zampa di Ahadi; il leone si ritrasse dolcemente per non farle male, ma i suoi occhi emanavano lampi tremendi, che intimorirono la piccola Uru, la quale distolse lo sguardo:

<< Ho fatto una domanda stupida. Scusami. E' ovvio che te ne andrai... Hai già una tua vita ed altre cose a cui pensare... >> disse;

Ahadi si inquietò:

<< Ti prego di non mettere più bocca su questo argomento >> le disse freddamente;

<< Perché? >>

<< Perché sì! Sei ancora una mocciosa e non puoi capire! >>

<< Ma cosa?? Che cosa?? >>

<< Niente...Assolutamente niente! >> si alzò in fretta e si allontanò;

<< Ahadi...?! Dove vai?? >> Uru rimase perplessa e sconsolata.

L'irascibile comportamento improvviso del leone l'aveva angustiata:

Ma perché?? Che gli è preso?? Non era mia intenzione offenderlo... Non capisco... ” pensò.

Lo aveva visto girare dietro alla Rupe e voleva seguirlo, ma non era sicura se quella fosse la cosa giusta da fare. Rimase al suo posto per un po', ad indugiare, poi decise di risalire sulla Rupe: “ Forse è meglio non seguirlo... Probabilmente in questo momento non vuole vedermi ” e si avviò verso le enormi rocce.

Ahadi era andato a sedersi sotto un albero, dietro alla rupe, preso da pensieri agitati: “ Madre... Come posso dirle che il mio unico scopo nella vita, fino adesso, è stato quello di... uccidere..? ”; poi fu preso da una strana e forte impressione... una sorta di rimorso nei riguardi della leoncina: gli tornarono in mente i suoi occhi rossi, che nonostante stessero minacciando un pianto, erano di una misteriosa bellezza, che colpiva in profondità: si rese conto di aver sbagliato atteggiamento con lei. Si rialzò e cominciò a camminare in direzione dei massi.

Intanto l'ignara Uru tentava faticosamente di risalire le rocce, ma la zampa non era nelle condizioni appropriate e le doleva continuamente: “ Credo proprio di star facendo una pazzia...” pensò; tuttavia continuò ad arrampicarsi.

Ma ad un certo punto la zampa le cedette e si ritrovò a cadere all'indietro con una serie di rotoli e non riusciva a fermarsi. Chiuse gli occhi e lanciò un piccolo grido di spavento, finché non andò a sbattere contro qualcosa:

<< Ahi...Ma che..?? >> ed apri gli occhi: << Ahadi!? >> si sorprese;

<< Possibile che ogni volta che ci vediamo mi vieni sempre a sbattere addosso?! E poi, non dovevi sforzare la zampa >> disse lui;

<< Oh, accidenti, scusa! Io... Pensavo fossi arrabbiato con me... >>;

Ahadi scosse la testa: << Non hai bisogni di scusarti... Torniamo alla grotta? >>

<< Eh?? Ah, sì, sì! D'accordo >>; la fece salire in groppa e si avviarono a risalire le rocce.

Uru proprio non capiva: un attimo prima era arrabbiato e un attimo dopo si dimostrava gentile...Però ne era molto contenta e voleva godere il più possibile di quel momento:

<< Ce la fai? >> chiese;

<< Se ce la faccio?! Dubiti di me?? >> scherzò lui;

<< ...Sì! >>

<< Bene! Allora scendi >>

<< No, no, no! Non dubito! Non dubito! >> E si misero a ridere.

Per lei fu un'esperienza bella e nuova, ridere assieme a lui: era abituata a vederlo sempre serio. Inoltre gli occhi smeraldi del giovane leone si erano fatti più belli e luminosi ed avevano aumentato la misteriosa attrazione che Uru provava verso di lui: << Così mi piaci >> gli disse;

<< Cosa? >>

<< E' bello vederti sorridere, Ahadi... Dopo tante sofferenze, dev'essere proprio una bella sensazione vero? >>

<< ....... >> “ Ma coma fa ad affermare certe cose con così tanta facilità?? Io non ci riuscirei... ” pensò lui;

<< Ahadi? >>

<< Eh?? >>

<< Stai sbagliando strada: dobbiamo salire dall'altra parte >>

<< Oh, scusa...Mi ero un attimo perso >>

<< Stavi pensando a Rina, eh? >> rise maliziosa;

<< Cosa ..? No >>

<< Ammettilo... >>

<< Non stavo pensando a lei... E poi a te cosa importa? >>

<< Ah, no, nulla... >> sorrise.

Una volta arrivati su la fece scendere; ma la caduta di prima le aveva aumentato il dolore e fece una smorfia:
<< Ahi...Non ne posso più... >>

<< Colpa tua >> le disse lui << Sei stata un'imprudente >>

<< Lo so, accidenti >>

<< Vieni qui: fammi dare un'occhiata >> e le prese la zampetta.

Per un attimo il cuore di Uru accelerò: era stata presa da una strana sensazione, che mai in vita sua aveva provato, ma si calmò subito.

Ahadi le spostò lentamente le fasciature, ma ciò le diede un'altra piccola scossa di dolore e mugugnò:

<< Scusami >> disse lui;

<< N-no, niente... >>

<< Perdi sangue. La ferita ti si è tutta sporcata ed hai rischiato di farci entrare dentro altri piccoli sassi... >>

<< Sono una stupida, lo so... >>

<< Ora stai ferma che te la disinfetto >>

<< Sì... Eh?? Che?... >> rimase sconcertata.

Ahadi si chinò su di lei e delicatamente con la sua calda lingua ripulì e disinfettò la ferita.

Il cuore aumentò nuovamente i battiti, e si sentì le guance in fiamme: “ Ma che mi succede..? ” pensò “ Mi sento così agitata... Però è una bella sensazione... ”.

Ahadi finì la medicazione: le risistemò le fasciature e le diede un colpetto sulla testolina: << Ora cerca di non rifarti male, per piacere >>

<< Ah?..Oh, sì! Tranquillo >> sorrise timidamente.

Poi un flebile e piacevole odore di carne fresca si diffuse nell'aria: << La mamma è tornata dalla caccia! >> gioì Uru ed uscì fuori velocemente;

<< Ehi, mocciosa! Ma che ti ho appena detto??! >> la rimproverò Ahadi, ma Uru si era già allontanata, per andare incontro alle leonesse.

Allora lui si alzò in fretta, per andare a controllare che la leoncina non avesse fatto un secondo capitombolo.

Tirò un sospiro di sollievo, non appena la vide insieme alla madre, tutta contenta, che addentava la preda; così, liberato da quel pensiero, tornò nella grotta e si sdraiò: “ Che mocciosa assurda... ”.

Poi si accorse di un'ombra entrata dentro e si voltò; una piacevole scossa s'impossessò del suo cuore:
<< Rina? >>

<< Ciao, Ahadi >> lo salutò;

<< Che..? >>

<< Mi sono presa l'incarico di venirti a portare anche oggi un pezzo di carne >> spiegò;

<< Ah, grazie...Ma non dovevi disturbarti >>

<< Nessun disturbo... Per me è un piacere >> gli sorrise;

Ahadi arrossì, incapace di rispondere: era così carina...

<< Sai, ti trovo molto meglio rispetto a ieri >> osservò lei;

<< Davvero? Sì, in effetti il dolore sta passando, così come le ferite... >>

<< Sono contenta. Così potremo finalmente fare delle uscite insieme >>

<< Eh?? Uscire...insieme?? >> rimase perplesso;

Rina annuì: << Sì. Non trovi che sia una splendida idea? >>

Ahadi non riusciva ancora a crederci: “ D-dev'essere un sogno...Sì, non c'è dubbio... ” pensò;

<< Allora? Che ne dici? >> domandò lei;

<< Che è una buona trovata...Sì... >>

<< Perfetto! Sarò molto felice di farti conoscere questo posto, visto che sei nuovo. Buon appetito >> e se ne andò;

Ahadi sospirò compiaciuto e si chinò a mangiare la carne. 

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Capitolo 11
*** Nuovo inizio ***


Capitolo 10. “ Nuovo inizio ”

 

 

 

 

Dopo il pasto il branco si riunì dietro la Rupe a riposare. Le madri ripulivano i propri cuccioli, mentre le giovani leonesse ridevano e parlavano fra loro.

Uru, che partecipava alla pulizia del corpo con gli altri amici, cominciò a sentirsi preoccupata per suo padre: infatti non si era più fatto vedere per tutta la mattina ed oltre:

<< Mamma, dov'è papà? E' parecchio che è via... >>

<< Oggi ha dovuto allontanarsi di più >>

<< Perché? >>

<< Perché siamo alle porte della stagione secca: molte mandrie si spostano ed altre litigano fra loro per il cibo e l'acqua; non è semplice persuaderle a smettere >>

<< Però stiamo parlando di papà: lui ce la farà sicuramente, ed un giorno anch'io riuscirò ad essere come lui: viaggerò per aiutare gli altri >>

<< Brava la mia piccola >> .

Dopo il bagno le madri degli altri cuccioli si riunirono per andar via dalla Rupe con i figli.

Uru andò da loro:

<< Ehi, Athena, dove state andando? >>

<< Oggi i nostri padri sono tornati alle Terre del Branco >>

<< Ah, capisco. Quindi andate da loro >>

<< Già >>

<< Peccato che non posso muovermi, con questa zampa...Sarei venuta volentieri a salutarli anch'io >>

<< Non preoccuparti: ci saranno altre occasioni >> la rassicurò l'amica;

<< Porteremo loro i tuoi saluti >> disse la madre di Athena;

<< Oh, grazie, Sita. Ci vediamo tra qualche settimana >>

<< Ciao, Uru >> la salutarono gli altri;

<< Ciao a tutti >> li ricambiò e tornò ad accucciarsi accanto a sua madre.

Era felice per i suoi amici, ma allo stesso tempo si sentiva triste: come avrebbe voluto andare con loro! Ma sopratutto avrebbe voluto suo padre accanto a sé.

<< Oh, suvvia, Uru... >> la consolò la madre << Vedrai, potrai tornare presto a giocare fuori. E poi non dimenticarti di Ahadi >>

<< Hai ragione! Potrò tenergli compagnia per tutto il giorno! >> si rallegrò;

<< Ecco, brava. Vai un po' da lui >>

<< Vuoi venire anche tu? Ti prego >>

<< Scusami, cara... Ma sono molto stanca a causa della caccia. Verrò più tardi >>

<< Grazie, mamma >> la abbracciò e si allontanò;

<< Fai attenzione alla zampa, però >>

<< Certo! >> corse via, piano.

Il giovane era uscito dalla grotta e si era sdraiato su un ripiano roccioso, a guardare il paesaggio, che lo circondava. Pensava e ripensava continuamente al discorso intrattenuto con la giovane Rina e lo eccitava il fatto che, un giorno, sarebbe andato con lei ad esplorare quei luoghi.

Era così preso da quel pensiero che non si accorse dell'arrivo di Uru. La piccola si accorse del leggero sorriso sul volto del leone:

<< Ahadi? >> lo chiamò, ma lui non si voltò;

<< Ehi? >> riprovò, ma senza risultato; allora si stufò e gli balzò addosso:

<< AAH!...EHI! >> si spaventò lui; poi si accorse della piccola Uru, sulla sua schiena;

<< Salve...Hai avuto paura? >> rise lei;

<< Razza di...Certo che no! >>

<< Sì, sì...certo. Hai l'aria molto serena, sai? >>

<< Trovi? >>

<< Sì. E' per Rina vero?? Che carino che sei! Ho indovinato? >>

<< Uff....Che sei venuta a fare? >> chiese sdraiandosi da un lato; Uru scese dal suo ventre e cominciò a giocare con la coda del leone;

<< A stare con te >> rispose;

<< E i tuoi amici? Non vai a giocare con loro? >>

<< Loro non ci sono >>

<< Ah... E perché? >>

<< Sono andati dai loro padri. Ogni volta che vengono qui, noi andiamo da loro per un giorno. Oggi però non ho potuto andarci... >>

<< Mi spiace >>

<< Non è grave...Potrò andare una volta guarita >>

<< E tuo padre, invece? Dov'è? >>

<< E' andato lontano. Mamma dice che ci metterà un po' di tempo a tornare, a causa delle discordie fra le mandrie: stiamo vicini alla stagione secca. Perciò... >>

<< Capisco >>

<< Comunque sia, ho deciso che da grande lo aiuterò nelle sue missioni. Andrò anch'io ad aiutare il regno >>

<< Però...Sei molto intraprendente tu, sai? >>

<< Eh eh...Grazie. Però sono contenta che i miei amici possano stare con i loro padri, dopo tempo... Sai, sono dei bravi leoni... e anche molto maestosi: come il mio papà >> sorrise << Certo, però... Il padre di Khendo, Zhymu, è fin troppo maestoso... E' un tipo molto particolare: mi incute sempre un po' di timore. Lui e Khendo hanno gli stessi occhi grigi e parlano sempre da soli, ed ogni tanto lo vedo che si volta a guardare me e mia madre in modo strano... Però ci ho fatto l'abitudine >>

<< Vi guarda in modo strano? >> chiese Ahadi, cercando di capire;

<< Già. Non so il perché... Comunque non c'è nulla di cui preoccuparsi >>

<< Mh... >>

<< Tu, invece? >>

<< Cosa? >>

<< Che tipo è tuo padre? E tua madre? >>

Ahadi indugiò per qualche istante, poi rispose: << Non o mai avuto occasione di conoscere bene mio padre...Se ne andò che non avevo ancora un mese >>

<< Oh...Mi dispiace... >> si rattristò Uru;

<< A mia madre invece volevo molto bene... Era buona e intraprendente, come te... >>

<< Eh...? >> arrossì lei;

<< Ed era davvero bellissima....La creatura più importante, per me... >>

<< E poi? >>

<< E poi...Morì, molto tempo fa. Prima ancora della tua nascita.... >>

<< Oh, no... >>

<< E...Ed è da allora... Sono rimasto solo...sempre solo....Per tutta la mia vita, non ho fatto altro che...che... >>

<< Ahadi?? >> si preoccupò la leoncina; il giovane si voltò bruscamente con il muso nascosto tra le zampe:

<< Ahadi... >> gli si avvicinò: stava singhiozzando: << Non...Non guardarmi... >> le disse.

Uru si fermò, non sapendo cosa fare né cosa dire per consolarlo: capiva che stava soffrendo, terribilmente soffrendo... La morte della madre probabilmente gli aveva lasciato un trauma inspiegabile. Però la piccola non voleva restare così con le mani in mano: doveva assolutamente fare qualcosa per confortarlo...

Il suo corpo si mosse prima ancora del suo pensiero: si avvicinò ancora di più a lui e gli accarezzò dolcemente la criniera: << Scommetto che hai preso da tua madre quegli occhi meravigliosi e lucenti... >> gli disse in tono confortante, con una dolcezza straordinaria, che solo in pochi sarebbero in grado di manifestare; il giovane si voltò subito a guardarla, inspiegabilmente colpito, preso e confortato dalle sue parole:

<< Non sei solo... Io ti sono vicina, Ahadi... E sempre lo sarò, ogni volta che ne avrai bisogno...E anche tua madre lo è e lo sarà sempre >>; gli occhi del giovane brillarono di un'incredibile luce che si rispecchiava in quelli di Uru.

La piccola gli sorrise affettuosamente: << Probabilmente hai bisogno di restare un po' da solo... Tornerò più tardi >> si allontanò da lui e fece per andarsene, quando il giovane le mise improvvisamente davanti una zampa, impedendole di andare oltre e la strinse a sé, con affetto.

Uru rimase meravigliata e si strinse anch'essa a lui.

<< Grazie >> le disse il leone.

 

Trascorsero molti minuti senza mai separarsi, finché la piccola decise di andare a divertirsi insieme con lui: << Che ci facciamo ancora qua?? Andiamo un po' in giro, dai! C'è un tempo bellissimo! >> esclamò, felice;

<< Come la signorina desidera >> rispose Ahadi, sorridendo.

Fu una bella giornata per entrambi: trascorsero tutto il tempo a giocare insieme, a ridere e a rincorrersi (piano, naturalmente).

Finalmente la tranquillità cominciò a farsi strada nel cuore di Ahadi, il quale non aveva più provato quella felicità da più di un anno.

La compagnia di Uru, per lui, divenne un piccolo tesoro, da custodire gelosamente. Sarà, forse, la sua innocenza? Il suo tenero sorriso? Il suo animo puro? Di una cosa però era del tutto certo: questa amicizia avrebbe segnato un nuovo inizio per lui e mai avrebbe rinunciato ad essa.

Giunse poi il tramonto. Tutte le Terre del Branco si tinsero d'arancio rosato, creando un'immensa e serena atmosfera rilassante e pacifica.

Ahadi ed Uru risalirono sulla Rupe, per ammirare lo spettacolo creato dal crepuscolo. Lei lo invitò ad andare all'apice della grande pietra, dove un re può manifestare sempre la propria autorità, la quale rappresenta la maestosità del regno: inoltre la vista da lassù era speciale.

Ahadi accettò ed andarono insieme fino all'orlo della roccia:

<< Pazzesco... >> commentò lui;

<< Ti piace? >> gli chiese Uru;

<< Molto....E' una bella sensazione stare quassù... Provo come qualcosa di misterioso e coinvolgente allo stesso tempo >>

<< Già. Anch'io provo lo stesso. Chissà se anche papà si sente cosi quando si affaccia da qui... >> e si sporse di più, facendo accarezzare il piccolo volto dalla dolce e calda brezza, che si era alzata. Anche Ahadi si sollevò di più, facendo sfiorare la propria criniera col vento. Solo qualcuno con grande prontezza ed audacia avrebbe potuto mantenere magnifico quel posto con perseveranza. Il giovane si rese conto di aver sbagliato a pregiudicare negativamente Mohatu: infatti non è semplice andare avanti con un enorme carico di responsabilità da portarsi dietro:

<< Tuo padre è di certo un gran re... >>

<< Davvero lo pensi?? >> domandò Uru, contenta;

<< Certo. Non tutti sono in grado di far prosperare un mondo così grande e bello >>

<< Sì, è vero... Spero tanto che un giorno anch'io riuscirò a mantenere tale impegno. Anche se non sono sicura di farcela... >>

<< E perché? >>

<< Bé... Mio padre e mia madre sono dei grandi leoni, forti e coraggiosi... Mentre io... >>

<< Tu cosa? > >

<< Non faccio altro che cacciarmi nei guai ultimamente... E, se non fosse stato per voi, a quest'ora sarei di certo morta. Se continuerò ad essere così debole, se non saprò come affrontare le situazioni critiche e se non troverò nessuno con cui condividere la mia vita ed il mio trono... Come potrò portare avanti il regno..?? >> abbassò il capo e le orecchie, sconfortata.

Ahadi s'intenerì e le accarezzò dolcemente la testolina con il muso:

<< Su... Non martoriarti con questi pensieri... Lo scoraggiamento è il peggior nemico per un sovrano. Ti preoccupi troppo per ciò che avverrà: sei ancora giovane e ne hai di tempo per imparare a governare. So che sarai una grande regina, lo sento >>

<< Dici sul serio? >>

<< Certamente. E devi assolutamente toglierti dalla testa l'idea di essere debole: perché non lo sei affatto! Se non fosse stato per te, i tuoi amici non ce l'avrebbero mai fatta contro quelle iene. E fai sparire quell'espressione triste dal tuo bel faccino: sei molto più carina quando sorridi >>

La tristezza di Uru svanì in un istante e sul suo volto si accese un bellissimo sorriso, che lasciò Ahadi, per un momento, senza parole.

La piccola abbracciò l'amico affettuosamente, in segno di ringraziamento, per il conforto dato e rimasero sulla grande roccia, ad ammirare gli ultimi raggi del tramonto.

Nella cavità più interna, vi era la regina Aura, la quale si era fermata più indietro ad osservare con tenerezza la figlia ed il giovane forestiero. Decise di non interrompere quello che stava avvenendo e rimase ferma.

Al di là della Rupe, sopra la cima di un grande albero, vi era il saggio mandrillo Rafiki, che, seduto su un ramo ed appoggiato al proprio bastone, sorrideva alla vista di Ahadi ed Uru, così vicini l'uno all'altra, sopra la punta della Rupe.

Anche il re Mohatu, che si era fermato sotto l'albero, sul quale vi si trovava Rafiki, guardava i due giovani da lontano, contento di vederli insieme.

Tutti quanti rimasero ad ammirare quel bellissimo tramonto, il quale rimase per sempre impresso nel loro cuore, in quanto avrebbe segnato la fine di un tragico periodo e l'inizio di uno nuovo e migliore.

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Capitolo 12
*** Lezioni di caccia ***


Capitolo 11. “ Lezioni di caccia ”

 

 

 

 

Era trascorso un mese da quell'indimenticabile tramonto.

Il rapporto tra Ahadi e la famiglia della Rupe era diventato molto più profondo rispetto a prima, sopratutto con la piccola Uru. Non passava giorno senza che questi giocassero e si mettessero insieme a guardare il crepuscolo, la sera. Inoltre prese parte nel branco e trascorreva le notti nella caverna insieme agli altri.

Mohatu divenne per il giovane leone un buon maestro, ma sopratutto aveva trovato in lui la figura paterna, che non aveva mai avuto in tutta la sua fanciullezza. Passeggiavano insieme per molti pomeriggi, parlando sempre a lungo e ogni tanto la mattina Mohatu lo portava con sé a controllare le Terre.

Anche il suo sentimento per Rina crebbe: parlavano spesso insieme e lui inoltre si sentiva impaziente per quanto riguardava la loro uscita insieme. Ormai era terminata quasi del tutto la sua convalescenza e presto avrebbe potuto trascorrere con lei molto più tempo: il che lo eccitava parecchio, ma non lo faceva notare.

Uru si accorse del sentimento che cresceva tra i due e se ne restava sempre nascosta ad un angolo ad osservarli e a ridere in silenzio, facendo il tifo per lui.

Le ferite di Ahadi si rimarginarono e la peluria teneva bene nascoste le cicatrici rimaste. Con le premure dei sovrani e della piccola Uru e con l'abbondanza di cibo, riprese consistenza ed era tornato nel pieno delle sue forze. Poteva finalmente correre per i prati a gran velocità.

 

Così arrivò finalmente il giorno in cui Ahadi avrebbe appreso a pieno come cacciare. Era una calda mattina, nel periodo della stagione secca: Mohatu era appena tornato dal suo rapporto mattutino e si fermò ad aspettare Ahadi, sotto la Rupe. Era molto contento per il giovane leone, in quanto era cominciato per lui una nuova vita felice e cercava di fare il possibile per lui: aveva avuto un'orribile infanzia e come se non bastasse aveva rischiato la vita per Uru. Accoglierlo nel branco era il minimo che potesse fare per ricambiarlo. Quest'oggi gli avrebbe insegnato accuratamente a cacciare: non sapendo se un giorno il ragazzo sarebbe andato via o meno, sarebbe almeno stato in grado di procurarsi il cibo da solo, nella savana.

Ad un certo punto si sentì il battito d'ali di Zozo:

<< Sire, stanno arrivando >>

<< Sì, grazie, Zozo. Ma....Perché hai parlato al plurale? >>

<< Bé, anche vostra figlia voleva venire vedervi... Non si preoccupi: ci sarà anche la regina, vostra moglie, con lei. Sarà una bella gita di famiglia, vedrete >>

<< Bene...Come sta Ahadi? >>

<< Oh, sta benissimo, signore: sembra molto contento di venire con voi ad imparare >> e mentre la conversazione continuava, Mohatu lo vide scendere dai massi della rupe, accompagnato da Aura e da Uru.

La piccola corse ad abbracciare suo padre: << Buon giorno, papà! Posso venire anch'io, con mamma, vero? >> chiese emozionata; Mohatu ed Aura si scambiarono un tenero sguardo e si voltarono a guardare la figlia:

<< Ma certo. Sarà molto istruttivo per te >> le rispose;

<< Urrà! >> saltò di gioia << Vieni, Ahadi! Andiamo! >> esclamò tirando il giovane leone per la zampa: << Un momento!Un momento... Calmati. Vai avanti, io ti seguo a ruota. Che pazzerella che sei oggi... >> sorrise;

<< Eh, eh...Hai ragione, scusa. E' che non vedo l'ora di vederti in azione... >>

<< Bé, abbiamo tutta la giornata, quindi... >>

<< Vero! Allora io vado avanti >> e corse via felice;

<< Piano, Uru! Piano... Non sei ancora guarita del tutto alla zampa >> esclamò la madre;

<< Vero! Scusa, mamma! >> e rallentò. Mohatu sorrise: << Certo che oggi è proprio euforica... >>

<< Già, e temo che continuerà così per tutto il giorno. Le vado dietro io >>

disse Aura.

Le due leonesse andarono avanti, mentre Mohatu ed Ahadi rimasero indietro a camminare insieme: << Allora? Sei pronto? >> chiese il re;

<< Eccome! Anche se....temo di non riuscirci... >>

<< Non si nasce imparati, Ahadi: per questo faremo pratica. Sei già abbastanza forte così come sei...Vedrai che andrà bene >>.

Ahadi sorrise: era bello sentir parlare Mohatu con quel tono rassicurante.

<< Buona caccia >> augurò Zozo e volò via, a controllare i confini;

<< Grazie, Zozo! >> rispose Ahadi;

<< Su, andiamo >> disse Mohatu.

Camminarono a lungo, verso le pianure, finché videro un branco di impala, che brucavano l'erba. Aura ed Uru rimasero su un altura, mentre i due leoni scendevano, nascosti dall'erba alta, andando verso il branco. Uru si arrampicò sul robusto ramo di un albero, per vedere meglio; Aura stava sotto, a controllarla.

<< Oggi cominceremo con una preda abbastanza facile da catturare. Ma non credere che la caccia sia una cosa piacevole >>

<< Perché? >>

<< Te ne accorgerai... Ora segui le mie istruzioni >>

<< Va bene, ti ascolto >>

<< Rimani col ventre a terra, e fai attenzione a non urtare qualche sasso: bisogna restare in assoluto silenzio >>

<< D'accordo >> e cominciò ad avanzare nell'erba, intenzionato a fare un agguato affrettato;

<< Fermati! Aspetta >> disse Mohatu, prendendolo per la coda;

<< Ma non stavo facendo rumore >>

<< Lo so. Ma sei troppo precipitoso. Devi essere più prudente: gli impala potrebbero accorgersi di te a causa della velocità, con cui ti avvicini a loro >>

<< Ah >>

<< E devi essere più rilassato: fai dei respiri profondi e silenziosi, mi raccomando >>

<< Va bene, ho capito >>

<< E pensa bene a come sferrare l'agguato >>

<< Certamente >> e cominciò ad allontanarsi, lentamente.

Mohatu rimase ai piedi dell'altura, ad osservare la scena: “ Vediamo un po' come se la cava... ” pensò.

Uru teneva lo sguardo fisso sulla pianura, cercando di vedere Ahadi: << Ma dov'è finito? Non riesco a vederlo... >>

<< Perché l'erba lo nasconde, Uru >>

<< ...Ah! Eccolo, lo vedo! >> esclamò. Aura si chinò in avanti per osservare anche lei la scena: << No, non così...Deve abbassarsi di più...Altrimenti lo vedranno >> disse.

<< Abbassati, Ahadi! Abbassati! >> gridò Uru;

<< SSSH...! Fai silenzio o ti sentiranno >> disse Aura;

<< OOPS >> e si tappò la bocca con una zampa.

<< Forza, ragazzo....Forza... >> sussurrò Mohatu.

Ahadi continuava ad avanzare; il cuore gli batteva forte e l'ansia cominciò a fargli tremare le membra. Questa agitazione non gli giovò affatto: infatti calpestò per sbaglio un rametto, spezzandolo: << Oh no... >> disse. Gli impala si accorsero di lui e cominciarono a scappare. Ahadi grugnì e iniziò ad inseguirli: << Forza, Ahadi!! Dai! >> urlarono Aura ed Uru; Mohatu invece scosse la testa: << Non ce la farà. Se la preda scappa prima dell'agguato è difficile raggiungerla... >>

E aveva ragione: infatti Ahadi, nonostante gli sforzi, non riuscì a restar loro alle calcagna. Ed infine, ormai esausto, si fermò, lasciandoli scappare.

Gli altri lo raggiunsero: << Tutto bene? >> chiese Aura;

<< Dannazione! Non ce l'ho fatta.... Si sono accorte di me troppo presto >>

ansimò.

<< Devi essere più sicuro di ciò che fai >> disse Mohatu << L'agitazione non va bene nella caccia. Comunque non preoccuparti: non si riesce mai al primo tentativo >> lo rassicurò << Su, andiamo a cercare un'altra mandria >> e si avviarono verso il nord.

Il giovane camminava col capo abbassato, deluso dall'esito del primo agguato. Uru si accorse del suo malumore e gli camminò affianco cercando di tirarlo su di morale:

<< Ehi... Dai non fare quella faccia... Ci vuole semplicemente pratica, tutto qua. Se sei capace di affrontare tante iene da solo, puoi benissimo cacciare senza difficoltà. La tua è una perseveranza senza pari e ti ammiro molto per questo >> gli disse. Ahadi sorrise, dandole con la zampa una carezza sulla testa: << Grazie, Uru >>.

Infine giunsero ad un'altra pianura, dove vi era un branco di gazzelle. Le leonesse rimasero a distanza, mentre Mohatu si allontanò con Ahadi di nuovo: << Ricorda: mantieni sempre la calma. Sento che questa volta andrai bene: sfrutta al meglio le tue capacità >> e gli diede una piccola pacca sulla spalla:

<< Va' ora. Io rimango qui. Sii prudente >>

<< Senz'altro >> e come prima si allontanò, stavolta mantenendosi più basso che poté e fece attenzione a non urtare sassi o rametti; stavolta si sentiva più sicuro di sé: gli tornò in mente la figura di sua madre, quando cacciava, ricordandone la prontezza e l'agilità. Le gazzelle non si accorsero di lui e, una volta raggiunta una buona vicinanza, scattò in avanti, dando inizio all'inseguimento. Le gazzelle furono colte di sorpresa e questo era un vantaggio per lui: infatti la distanza tra loro diminuiva sempre di più.

<< Sei grande, Ahadi! Forza! >> gridò Uru.

Il giovane individuò la preda più adatta e, cercando di evitare di far finire negli occhi la terra e i sassi che quest'ultima alzava, la sorprese da un lato e le balzò addosso atterrandola: << Ce l'ha fatta! >> esclamò la leoncina.

La gazzella continuava a dimenarsi, ma Ahadi la teneva stretta a terra e pian piano le cercò il collo: ne sentì il sangue scorrere sulle zanne e sulla lingua e continuò a morderla finché questa smise di lottare. Appena non la sentì più muoversi, il giovane leone mollò la presa, facendola accasciare al suolo esanime e si leccò le zanne insanguinate. Mohatu aveva ragione: non era stata affatto una bella sensazione assaporarne il sangue mentre la sentiva spasimare.

<< Bravo! Ce l'hai fatta! >> si complimentò con lui Aura; Uru gli saltellò attorno: << Visto? Te lo dicevo io! La prima ti è solo servita da lezione. Sei stato grande! >>

Mohatu gli sorrise: << Complimenti. Però immagino che ora tu conosca il motivo per ciò che ti ho detto prima... >>

<< Sì, l'ho capito. E avevi ragione, mio re >>

 

Divorarono la gazzella e se ne andarono verso l'ombra sotto agli alberi, a riposare.

Ahadi ed Uru erano gli unici a non sentirsi stanchi e si distanziarono per non disturbare i sovrani. Rimasero molto tempo a giocare insieme felici; Mohatu ed Aura passarono invece il loro tempo ad osservarli:

<< E' un bravo ragazzo... >> disse lei << Sembra che finalmente stia apprezzando questa vita. Dopo quel che ha passato... >>

<< Già... >> rispose il re << Rafiki diceva bene: Uru lo rende felice e per lui è un'ottima compagnia >>

<< E hai notato che anche Uru viene resa felice dalla presenza di Ahadi? >> disse Aura << Guardali...Emanano un grande sentimento sereno >>

<< Sì >>

<< Mi ricordano tanto noi due nel fiore degli anni... >> sorrise la regina, appoggiando la testa sul collo di Mohatu. Lui ricambiò abbracciandola:

<< Giocavamo come pazzi e le serate si fecero più intense una volta cresciuti... >> le disse;

<< Ah, ah...Ma dai.... >> rispose lei arrossendo: << Sai, caro...io spero che l'affetto tra loro prevarrà sempre e che aumenterà... >>

Intanto Ahadi, stancandosi, si era sdraiato, mentre Uru continuava a rosicchiargli un orecchio: << Allora domani uscirai con Rina, vero?? >>

<< Uff...Sì, sì... >>

<< Che bello! Sono felice per te...Però... >>

<< Però cosa? >>

<< Domani non ci sarai per tutto il giorno... ed i miei amici non sono ancora tornati... >>

Ahadi sospirò e le leccò una guancia: << Tranquilla, tornerò per la sera, a guardare il tramonto con te, come sempre >>

<< Davvero?? >>

<< Sì >>

<< Ma... Non devi disturbarti per me... >>

<< Perché dovrebbe essere un disturbo? >>

<< Beh... Sei libero di restare con lei la sera....Non devi stare per forza con me >>

<< Ma io non mi sento costretto a stare con te, anzi: per me è un piacere >>

<< Grazie, Ahadi >>

Uru sorrise e sfregò la testa sulla sua criniera, con affetto. 

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Capitolo 13
*** Piccolo cuore infranto ***


Capitolo 12. “ Piccolo cuore infranto ”

 

 

 

Finalmente....Finalmente oggi starò con lei... ”

<< Ahadi? Ehi, Ahadi? >>

Il giovane si voltò accorgendosi della piccola Uru fuori dalla grotta:

<< Eh? Uru...Cosa c'è? >>

<< Ti sto chiamando da molti minuti >>

<< Ah, davvero? Scusa... >>

<< Non preoccuparti...So il perché >> sorrise;

<< Mhf... >>

<< Mio padre è andato via presto, a lavorare; la mamma invece si sta preparando per la caccia: mi ha detto di venirti a chiedere se volevi andare anche tu con le leonesse... >>

<< Ah...Va bene, vado subito >>

<< A proposito... C'è anche Rina! Eh, eh...Così oggi passerete più tempo insieme >>

<< Urgh! >> arrossì lui imbronciato << Sì, sì, d'accordo... Grazie per l'informazione, piccola messaggera... >>

<< Prego, è un piacere per me >> rise lei ed andarono insieme dalle altre leonesse.

Le giovani risero euforiche non appena videro Ahadi: << Ah, che bello! Allora vieni con noi! >>

<< Sì >> intervenne la regina << Ieri si è dimostrato un cacciatore molto promettente... >>

<< Sul serio?? >> e lo circondarono: << Dovrai raccontarci tutto, eh? >>

<< Siamo molto felici di averti nel gruppo! >>

Ahadi non sapeva come comportarsi: si sentiva lusingato ed imbarazzato allo stesso tempo ed i suoi occhi erano alla continua ricerca di Rina, la quale si era distaccata dal gruppo di ammiratrici. Non appena i loro sguardi si incrociarono, lei gli fece l'occhiolino in ricordo del loro appuntamento pomeridiano e lui rispose con un gran sorriso.

<< Buona caccia >> salutò Uru e si allontanò andando dalle leonesse anziane, che restavano alla Rupe. Lo vide allontanarsi con il branco, finché non sparirono tutti nell'erba alta della savana.

La piccola sospirò e si sdraiò vicino ad una leonessa: “ chissà quando torneranno gli altri... ”

<< Principessa Uru, qualcosa non va? >> chiese la leonessa, che le stava accanto: << Oh, no, no, Lia... >> rispose lei << Solo che non so cosa fare... I miei amici ancora non sono qui...E Ahadi starà fuori per tutto il giorno... >>

<< Quel bel giovane dici? >>

<< Sì...però ha promesso che sarebbe venuto a vedere con me il tramonto, questa sera >>

<< Che cosa carina >> disse un'altra leonessa;

<< Già: molto romantica >> continuò Lia;

<< CHE?! Romantica?! >> Uru rimase perplessa << Ma perché tutti fraintendono? Siamo amici, ecco tutto: guardiamo quasi ogni sera il tramonto >>

<< Certo...Certo... Chi credete di imbrogliare, principessa? >>

<< Ma io non sto imbrogliando nessuno >>

<< Ascoltate, cara...Sono vecchia ormai e di cose ne so più di quanto tu creda....Lui in realtà vi piace molto: è evidente da come lo guardate >>

Uru arrossì: << N-Non può essere...Lui è troppo grande per me... >>

<< L'età non conta per l'amore >> disse l'altra leonessa << Pensa che mio marito era molto più giovane di me! >>

<< Oh, cavolo....Davvero?? >> si sorprese Uru;

<< Ma che razza di espressioni utilizzate, voi?! >> la rimproverò Lia:

<< “ Oh, cavolo ”....?! Non va per niente bene! E' molto sconveniente per una futura regina >>

Uru cominciò a stufarsi di quella conversazione: << Avete ragione, scusatemi.... >> “ UFFA! ”; e chinò il capo a terra, appoggiandolo sulle zampe. Infine si addormentò.

 

A risvegliarla fu una zampa appoggiata sulla sua schiena; la piccola aprì gli occhi ed alzò lo sguardo; ciò che vide la lasciò meravigliata ed il suo cuore accelerò: ai sui occhi si rispecchiava la figura di un giovane leone bellissimo, sfocato dalla luce alle spalle: le sorrideva ed aveva gli occhi di un bellissimo color smeraldo ed una morbida criniera nera che gli incorniciava il volto.

<< Ehi, piccola, svegliati, che c'è da mangiare >>

Uru si stropicciò gli occhi e riconobbe, in quel leone, Ahadi. Ma il suo cuore non si calmò: << Ahadi...Quando sei arrivato...? >>

<< Proprio ora: mi hanno detto che hai dormito come un ghiro per tutto il tempo >>

<< Ah, ehm...Già >>

<< Vieni: c'è una bella sorpresa >> e le mostrò le prede catturate;

<< Pazzesco! Avete catturato due Gnu! >>

<< Visto? Cosi avremo da mangiare anche più tardi >>

<< E' vero! Sei grande >>

<< No...Non è vero: è solo grazie alle altre se ne abbiamo catturati due >>

<< Però anche tu avrai fatto sicuramente la tua parte: non essere modesto >> ed andò dalla madre ad addentare le prede.

 

Arrivò il pomeriggio e le leonesse si sparsero in varie parti della Rupe a riposare. Rina si allontanò dalle altre e scese i grandi massi, rimanendo in attesa di Ahadi. Lui era rimasto ancora sopra, a fare compagnia ad Uru, poi non appena si accorse che Rina era scesa, arrivò anche per lui il momento di andare; fece scendere Uru dal suo ventre e si alzò:

<< Io devo andare. Ci vediamo più tardi >> disse;

<< Fate una buona passeggiata >> disse Aura;

<< Grazie >>

<< Ciao, Ahadi! >> lo salutò anche Uru;

<< Ciao, piccolina. Non combinare guai in mia assenza, eh? >> e se ne andò.

La leoncina si affacciò dai ripiani di roccia, per vederlo scendere.

Rina gli andò incontro e gli si strusciò addosso felice, il che lo lasciò sorpreso: << Che bello! Finalmente un po' da soli, in pace. Non vedevo l'ora, sai? >> disse lei; Ahadi arrossì, impacciato:

<< Oh, beh... Grazie....Anch'io sono felice >>

<< Vieni, ti mostrerò dei bei posti >> gli disse ed andò avanti; lui le corse dietro contento.

La piccola Uru li vide andar via e tornò a sdraiarsi accanto alla madre. Avrebbe tanto voluto andare con loro, ma non poteva certo interrompere il romanticismo di quell'appuntamento.

Aura si accorse dell'aria abbattuta di sua figlia e le leccò il musetto:

<< Piccola, cos'hai? Sei triste perché Ahadi è uscito con Rina? >>

<< No, no. Anzi....Sono felice per loro, ma gli altri non sono ancora tornati e trascorrerò di nuovo una giornata senza far niente >>

<< Capisco.... Che ne dici se più tardi, dopo che mi sarò riposata, usciamo un po' noi due, eh? >>

<< Sul serio?? Che bello! Grazie mamma >> la abbracciò;

<< Su vai un po' a giocare qui nei dintorni ora >>

<< Sì, va bene >> e scese giù dalla Rupe.

Dunque...Che cosa potrei fare in quest'arco di tempo? Correre? Inseguire farfalle e lucertole? Arrampicarmi? Mah....Uff..... Chissà come se la passano Ahadi e Rina... ” e si accasciò al suolo annoiata, cercando di farsi venire un'idea abbastanza coinvolgente.

Trovato! Andrò in perlustrazione qui nei dintorni, come papà, e se sarà necessario interverrò ” .

Pensato ciò, si alzò e cominciò ad allontanarsi, guardandosi continuamente attorno.

Passò più di un quarto d'ora a girare, ma tutto sembrava tranquillo; si allontanò molto dalla Rupe e proprio quando si rassegnò a tornare indietro, dei mugugni e dei lamenti, provenienti da dietro una piccola altura, catturarono la sua attenzione ed andò a vedere. Una volta raggiunto il posto, salì sull'altura per affacciarsi: vi erano due cuccioli di ghepardo che stavano litigando con un cucciolo di elefante per dividersi la poca acqua rimasta in una pozza. L'elefantino continuava a barrire, agitando la proboscide contro i piccoli ghepardi, mentre questi lo schivavano mordendogli e graffiandoli le zampe.

Ma tu guarda un po'... ” pensò Uru “ Possibile che i loro genitori non facciano niente per educarli come si deve? Però....non c'è neanche l'ombra di un adulto da queste parti....Forse sono orfani? ” e avanzò verso di loro, i quali, continuando a litigare, non si accorsero di lei:

<< A-ehm... >> balbettò, ma continuavano a non notarla; << Ehi...Ehi!!... >> ma non ottenne ancora alcun risultato << Uff... EEEHIIII!!! E PIANTATELA UNA BUONA VOLTA!! >> urlò.

Infine i tre, accorgendosi di lei, smisero di litigare e la guardarono sbigottiti:

<< Accipicchia! Finalmente vi siete calmati! Si può sapere che succede? >>

Loro rimasero ancora un po' in silenzio, poi l'elefantino parlò: << E tu chi sei?? Vattene via impicciona di una leonessa! Queste sono discussioni da maschi! >> le disse bruscamente sollevandole contro la proboscide; Ma Uru non ci badò e continuò la conversazione: << Allora? Perché litigate? >>

<< Non sono affari che ti riguardano >> risposero i due ghepardi;

<< Oh, certo...Che mi aspettavo?? Un branco di maschilisti! Va bene continuate pure le vostre discussioni: io mi fermo a bere quest'acqua! >>

e si precipitò sulla piccola pozza: << EHI! Ferma! >> gridarono gli altri << Questa è la nostra acqua! Non puoi berla! >>

<< Oh, ma davvero? >>

<< Sì! >>

<< E perché? >>

<< Perché...Perché sì! E' nostra! >>

<< E perché è vostra? >>

<< Perché....L'abbiamo vista prima noi! E' sul nostro territorio! >>

<< OOH.....Certo.....E perché questo sarebbe il vostro territorio? Che avete fatto per guadagnarvelo? >>

<< Ora basta: mi stai seccando! >> reagì l'elefante, lanciandosi contro di lei; ma Uru si dimostrò pronta e lo schivò senza alcuna difficoltà. Allora la attaccò di nuovo, ottenendo lo stesso risultato. I piccoli ghepardi si stupirono dell'agilità della leoncina, che sembrava muoversi con le ali alle zampe. Infine, dopo vari tentativi, l'elefantino si stancò e smise di attaccarla:

<< Detesto la violenza emotiva: mi hai attaccata nonostante io non ti abbia fatto niente di male >> disse Uru << Questa non è virilità! In questo modo pagherai le conseguenze solo a tuo svantaggio, dimostrando di non avere neanche un briciolo di cervello agli occhi degli altri! E in quanto a voi due... >> disse rivolgendosi ai ghepardi << ....voi non siete molto diversi da lui: anche a voi potrebbe bastare un nonnulla per reagire violentemente! Ma perché fate così? Ritrovate un po' di ragione! Se invece di dividervi amichevolmente l'acqua a vicenda, continuerete a fare così, finirete per non sopravvivere...O peggio: rimanere da soli a vita! >>.

Questi discorsi toccarono nel profondo gli animi dei tre cuccioli, i quali abbassarono il capo, riconoscendo il senso morale di quelle parole.

<< Beh....Da bravi ora: dividetevi poco alla volta quest'acqua. Capisco che stiamo attraversando un periodo di siccità, ma è più conveniente cooperare che lottare fra noi, non vi pare? A proposito... verso nord c'è un bel laghetto... Se la cosa vi può interessare.... >> e si voltò per andarsene << Allora buona fortuna. Se il destino lo vorrà ci incontreremo ancora. Addio >> e si avviò.

I tre rimasero in silenzio, ciascuno dispiaciuto per ciò che è successo; poi il piccolo elefante cominciò a piangere: << WAAAH....! >>

<< Ehi?! Perché piangi? >> chiesero i due piccoli ghepardi;

<< Sigh!...Quella leonessa ha ragione! Sono troppo violento e continuo a non avere amici! Per i miei genitori sono una vergogna! >> e si asciugò le lacrime con la proboscide:

<< Su non piangere … Vieni: beviamo insieme. E poi che ne dite se andiamo a cercare il laghetto che lei ha citato? Così ci divertiremo >>

<< Bella idea! Andiamo >> esclamò l'altro ghepardo;

<< Grazie.... Scusatemi per prima.... >> disse l'elefantino;

<< Non preoccuparti. E poi anche noi abbiamo le nostre colpe... >> risposero i due cuccioli.

Uru si era nascosta dietro un albero, ad osservare compiaciuta i tre cuccioli, diventati amici: “ Missione compiuta! Ora torno a casa... ”. E si avviò.

<< Chissà chi era... >> si chiesero i ghepardi;

<< Boh.... Comunque sembra essere una tipa apposto....Molto in gamba >> disse l'elefantino << Ho come l'impressione di averla già vista da qualche parte....Ma non ricordo bene >>

<< Ti verrà in mente più tardi. E poi se non sbaglio voi elefanti avete buona memoria. Quindi... >> rispose uno dei due fratelli << Su, andiamo >> ed andarono verso nord, giocando e scherzando fra loro.

 

Uru si sentiva felice: era riuscita bene nel suo intento e sperava in cuor suo di rivederli, un giorno.

Stava tornando a casa, ma durante il cammino la sua attenzione fu di nuovo catturata da qualcosa: erano leoni, ma non stavano litigando, anzi: sembravano una coppia affiatata. Uru si avvicinò di più per vederli meglio, poi sobbalzò emozionata: erano Rina ed Ahadi, che si rincorrevano felici.

Sapeva che sarebbe dovuta rientrare presto a casa, per andare incontro alla madre, ma il desiderio di seguirli di nascosto era troppo forte per lei. Così, con cautela si nascose dietro alberi e cespugli, per osservarli e seguirli, senza essere notata. Ahadi sembrava essere davvero felice, così come Rina: ridevano, scherzavano, rotolavano e si abbandonavano ad effusioni.

Uru era contenta di questo, ma sentiva dentro di sé anche un piccolo e strano sentimento di dispiacere e se ne vergognò: “ Ma perché mi sento così? Che mi prende? Eppure dovrei essere felice per loro... ” pensò

Dovrei solo vergognarmi....Sono una stupida... ”; e, mentre era presa da questi pensieri, li perse di vista: “ Accidenti... ”.

Giunse nei pressi di un albero, all'apparenza robusto, sotto il quale vi era un piccola pozza di fango. Vi si arrampicò per ottenere una visuale migliore sul paesaggio: si mise in pizzo ad un ramo e si coprì con la zampa gli occhi, infastiditi dal Sole: << Ma dove sono finiti?....Ah! Eccoli >> li vide seduti in lontananza l'uno accanto all'altra, che parlavano. Si porse più in avanti per vederli meglio, ma il ramo sul quale stava cedette e si spezzò all'improvviso, facendola finire nella pozza di fango: << WAAAH! >>

SPLOTCH!

 

<< Cos'è stato?? >> si domandò perplesso Ahadi, avendo sentito il rumore;

<< Cosa? >> chiese Rina;

<< Quel rumore... >>

<< Quale rumore? Io non ho sentito niente >>

<< Vado a vedere >>

<< Oh?! Aspetta, Ahadi. Ma dai, che importa? Sarà stato un uccello... >>

<< Non era un uccello >>

<< Allora cosa? >>

<< Non lo so: per questo vado a vedere >>

<< Uff... D'accordo: andiamo >> e lo seguì.

 

<< Che schifo...! >> commentò Uru, trovandosi completamente sudicia e sporca di fango: << E ora...? Che faccio? Torno a casa? Oppure continuo a....? Forse è meglio tornare a casa...sì >> e mentre cercava di uscire dalla sudicia pozza, un'ombra la coprì dal sole: << Eh..? >> e si voltò.

<< Uru?! Che ci fai qui?? Ma come ti sei conciata...? >>

<< A-Ahadi?! Oh....Ciao! Come va? Stavo....giocando col fango! No, beh...Ci sono caduta, veramente >>

<< Me ne sono accorto... >>;

Rina li raggiunse e si unì alla conversazione: << Principessa Uru!? Ma che avete fatto...?? >>

<< Ciao, Rina! Ecco, io... >>

<< Si può sapere perché ti sei allontanata così tanto da casa? Eh?? >> chiese Ahadi in tono brusco << Potevi farti male! Da sola è pericoloso andare in giro >>

<< Ma...Non volevo fare niente di male....Stavo facendo dei giri di controllo... >>

<< Non m'interessa! Tua madre sa che sei qui? >>

<< Non credo proprio che lo sappia... >> disse Rina;

<< M-ma io... >>

<< Tornatene a casa! E alla svelta! Abbiamo già perso fin troppo tempo. Andiamo, Rina >>

<< Sì.... >> e si allontanarono, lasciandola sola e sconfortata. Un pizzico di rabbia prese spazio nella sua tristezza e se ne andò a testa alta verso la strada di casa.

 

<< Quella leoncina è incredibile....Non può essere lasciata sola a lungo >> disse Ahadi;

<< Per me la stai viziando un po' troppo, Ahadi >> commentò Rina << E' la Futura Regina e non è un bene per lei essere sempre assecondata. Sai come diverrebbe capricciosa? >>

<< ....No, lei non è così >>

<< Dici? Mah... >>

<< ..... >>

<< Perché quella faccia seria? Cos'hai? >>

<< Senti...Pensi che io sia stato troppo duro con lei? >>

<< Assolutamente no. Non può andarsene sempre dove vuole: è pericoloso. E poi dovrà imparare ad essere responsabile, una volta cresciuta: se si asseconderà ogni suo capriccio non diverrà mai una regina rispettabile >>

<< Forse hai ragione....Però avremmo dovuto accompagnarla a casa...Non credo che da sola... >>

<< Oh, puoi stare tranquillo: sa cavarsela. Se è arrivata fin qui, può benissimo tornare da sola >>

<< Va bene.... >>

 

Trascorsero circa due ore. La piccola Uru andò alla pozza d'acqua vicino alla Rupe a ripulirsi un po' dal fango, ma non era semplice: rimaneva sempre un po' di sporcizia, noiosa da togliere: “ Oh, beh...Meglio di prima sto sicuramente... ” ed andò a risalire i grandi massi per raggiungere la madre. La vide che stava scendendo, probabilmente per cercarla:

<< Mamma! Sono qui >>

<< Uru?! Ma che cosa...? Dove sei stata? E come hai fatto a ridurti così? >>

<< Oh, niente....Sono caduta dentro una pozza di fango >>

<< Ti sei fatta male? >>

<< No, però.... >>

<< Su, vieni qui: hai bisogno di un bel bagno >> disse Aura e prese la figlia per la collottola, portandola di sopra.

Durante la pulizia la regina notò un'espressione triste sul volto di Uru:

<< Cos'hai, tesoro? >>

<< Niente... >>

<< Sicura che vada tutto bene? >>

<< Sì, sì....Sono solo un po' stanca >>

<< Capisco...Allora usciremo un'altra volta, va bene? >>

Uru annuì: per i propri gusti era stata anche fin troppo fuori da casa quel giorno. L'incontro con Ahadi e Rina era stata la parte peggiore: quella brusca discussione fra loro l'aveva molto rattristata.

<< Hai fatto molto movimento, vero? >>

<< Bé, diciamo che sono incappata in un giovane elefantino e due piccoli ghepardi... >>

<< Cosa? >>

<< Stavano litigando per l'acqua e per fortuna sono riuscita a farli smettere... E' così che si deve fare , no? >>

<< Che brava! Tuo padre sarà molto fiero >>

<< Davvero? >>

<< Oh, sì. Ora comprendo del perché sei stanca. Cerca di restare sveglia per la sera, però >> disse Aura sorridendo;

<< Eh? Perché? >>

<< Bé...Non ti sarai dimenticata di Ahadi, vero? Ti terrà compagnia stasera, se non sbaglio >>

<< Sì...Credo, di sì.... >>

<< Su ora fatti pulire per bene >> e continuò a farle il bagno.

Per un momento Uru si era dimenticata della promessa di Ahadi, ma era anche preoccupata: non sapeva cosa avrebbe potuto fare per chiarirsi con lui e probabilmente non sarebbe riuscita nemmeno a guardarlo in faccia.

Tuttavia cercò di non pensarci troppo e rimase in compagnia di sua madre, ad attendere il tramonto.

 

Il tempo passava, ma di Ahadi e Rina neanche l'ombra: “ Strano... ” pensò Uru: “ eppure aveva promesso ed il tramonto sta anche per finire... Forse non verrà perché l'ho fatto arrabbiare? ” e si rattristò.

Decise di riscendere i massi, sperando di incontrarlo là sotto, ma non c'era.

Girò intorno alla Rupe, continuando a cercare, poi, sotto i grandi rami di un albero, li vide: stavano l'uno sdraiato vicino all'altra a guardare il tramonto. Uru camminò piano, per non farsi notare e si nascose dietro una roccia, abbastanza vicina per sentire cosa si dicevano: << Bel tramonto vero, Ahadi? >> chiese Rina;

<< Bellissimo.... E stasera, con te, mi piace particolarmente di più, rispetto alle altre volte >>

Alla povera Uru si spezzò il cuore, all'udire quelle parole: non pensava che Ahadi non avrebbe mantenuto la promessa, ma sopratutto non avrebbe mai creduto che lui gradisse poco la sua compagnia durante la sera. Afflitta profondamente, si asciugò una lacrima e corse sopra alla Rupe, entrando dentro la grotta, singhiozzando. Non aveva nulla in contrario se a loro piaceva stare insieme, ma lui le aveva fatto una promessa, che poi non ha mantenuto e questo la faceva stare male.

 

<< Ma, più ancora del tramonto, io amo l'alba >> disse Rina;

<< Ah, sul serio? >>

<< Sì: la trovo più confortante. Invece a te? Quale dei due ti piace di

più? >>

<< Mi è sempre piaciuto il tramonto.... Per me rappresenta l'addio ad un giorno, che non tornerà mai più, ma allo stesso tempo è pronto ad ospitare la culla di un nuovo giorno... >> l'alba per lui era il peggior ricordo della propria vita: quando sua madre non si ridestò più...

<< Come sei poetico >> disse Rina

<< Era ciò che diceva sempre mia madre.... Anche ad Uru piace molto il tramonto.....Oh, no! >>

<< Che c'è? >>

<< Non ho mantenuto la parola... >>

<< Di che parli? >>

<< Le avevo promesso di guardare con lei il tramonto, stasera... >>

<< Cosa? >>

<< Che stupido...Scusami, è meglio che ora vada >>

<< Ma....Ahadi?? Dai, rimani qui. Cosa ti importa? Non succede mica niente se per una volta non stai con lei... >>

<< Sì, però...l'avevo promesso >>

<< Oh, smettila!....Ti stai affannando troppo per quella leoncina! Ormai il tramonto è finito >>

<< Ma non so nemmeno se è tornata a casa... >>

<< Oh, suvvia: certo che è tornata >>

<< Come fai ad esserne sicura? >>

<< Beh....Non è abituata a stare troppo a lungo fuori... Poi il tuo rimprovero avrà fatto la sua parte... >>

<< Sarà....Ma vado a controllare >> e si alzò;

<< Uffa...! >> e lo seguì.

Al loro ritorno trovarono Aura ad attenderli: << Finalmente, eccovi qui. Mi avete fatto preoccupare: pensavo che sareste tornati prima del tramonto... >>

<< Mi dispiace, Aura >> si scusò Ahadi << E Uru? Dov'è? >>

<< E'...nella grotta, a riposare >> rispose lei. Allora il giovane si diresse là, mentre Rina andò a riunirsi con il resto delle leonesse.

Ahadi entrò e la vide aggomitolata ad un angolo: << Uru? >> le si avvicinò; lei si accorse di lui e si voltò dall'altra parte: << Perché sei qui? Vai da Rina >> gli disse;

<< Scusami...Ho infranto la promessa... Me ne sono ricordato solo poco fa >>

<< Non l'hai fatto intenzionalmente....perciò non fa niente. E poi non devi stare per forza sempre con me >>

<< Perché non mi guardi? >> le chiese. Uru sobbalzò.

<< Allora? >> continuò lui;

<< ....Ho sonno, sono stanca >>

<< Ma non è un buon motivo per non guardarmi >> e provò a girarla con una zampa, ma lei se la scrollò di dosso:
<< Voglio dormire! >> disse.

Ahadi sospirò: << Come vuoi....mocciosa >> ed uscì dalla grotta.

Uru sentì un'altra fitta al cuore e scoppiò a piangere, silenziosamente.

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Capitolo 14
*** Una tragica scoperta ***


Capitolo 13. “ Una tragica scoperta ”

 

 

 

 

Quella notte, un' insolita e fredda brezza si diffuse nella grotta, ove il branco dormiva. Tutte le leonesse si strinsero fra loro per stare più calde. La piccola Uru stava sdraiata tra i suoi genitori, ma non riusciva a prendere sonno: non poteva pensare ad altro che al dispiacere per le divergenze, nate tra lei ed Ahadi il giorno prima.

Alzò la testa per vedere dove si era andato a sdraiare: guardò più e più volte l'interno della grotta, ma lui non era lì. Allora si alzò senza fare rumore ed andò fuori, facendo attenzione a non calpestare le code delle leonesse. All'esterno la brezza era più forte e le fece venire i brividi; si guardò attorno e vide il giovane leone, sdraiato sull'apice della rupe, che guardava il cielo stellato.

Gli si avvicinò silenziosamente, esitando: non sapeva se le conveniva restare lontana o andargli vicino. Tuttavia le sue zampe continuavano a camminare ed infine andò a rannicchiarsi accanto a lui, il quale rimase sorpreso di vederla, ma mantenne un'espressione seria: << Uru? Come mai sei ancora sveglia? Non riesci a dormire? >>

<< No... >>

<< Cosa c'è? >>

<< Senti, Ahadi, io... >>

<< Hm? >>

<< Volevo chiederti scusa....per ieri sera...Mi dispiace tanto >>

Ahadi si ammorbidì e la accarezzò sulla testa: << Non sei tu quella che deve chiedere scusa, ma io: non mi sono comportato bene nei tuoi riguardi... >>

<< Ma... non sei arrabbiato con me? >>

<< No... Perché dovrei? Piuttosto dovresti essere tu quella arrabbiata >>

Uru sorrise a si strinse di più a lui, volgendo lo sguardo sulle stelle; la brezza fredda si dileguò e la luna risplendeva:

<< Sai, Ahadi? Mio padre dice che tutti grandi re del passato si trovano lassù....che ci guardano dalle stelle e che ci proteggono... >>

<< Ah, sì? >>

<< Sì... Tu che pensi? >>

<< Mi sembra alquanto surreale la cosa >>

<< Dici? Io ci credo invece... Sono sicura che anche tua madre si trova lassù, fra le stelle più luminose, a guardarti e a proteggerti... Ed un giorno anche tu e mio padre sarete fra le stelle più luminose...ne sono certa >>; il sonno cominciava a farsi sentire e sbadigliò: ora si sentiva più tranquilla e poteva finalmente dormire in pace. Appoggiò la testolina su una zampa del leone e si addormentò serena.

Le parole di Uru erano molto confortanti per l'animo cupo di Ahadi.

Sorrise e si addormentò anche lui, appoggiando la testa vicino alla sua.

 

Giunse l'alba, ad illuminare la savana. Il re e la regina si svegliarono per primi e si spaventarono, non vedendo più con loro la figlia:

<< Oh, no! Dov'è finita? E Ahadi?? >> si agitò Aura;

Mohatu andò fuori dalla grotta e tirò un sospiro di sollievo nel vedere i due giovani, all'apice della Rupe:
<< Tranquilla, cara....Sono qua fuori a dormire... >>

Aura si affacciò: << Grazie al cielo... >>

<< Lasciamoli dormire un altro po'... >> disse Mohatu << Bene, vado a chiamare Zozo... >>

<< Oh, aspetta, Mohatu.... >> supplicò la regina;

<< Cosa c'è? >>

<< Ecco....Perché non rimani qui per un pochino? Per favore... >>

<< Tesoro... Sai che non posso...specialmente in questa stagione >>

<< Sì, però...Non ti vedo quasi mai durante il giorno... e anche Uru sente la tua mancanza >>

Mohatu le leccò una guancia: << Tenterò di tornare presto, questo pomeriggio >> disse ;

<< Allora, portami con te...Ti prego! >>

<< Aura... >>

<< Per favore, Mohatu... >>

<< No. Ti ho quasi persa una volta e non voglio che questo accada ancora... Perciò devi restare qui, ad occuparti di nostra figlia >>

Aura abbassò il capo: << Scusami...perdona questo mio capriccio...Però, prima che tu vada via, stiamo un po' insieme con i ragazzi...Facciamo una breve passeggiata... >>

Mohatu, sospirò, acconsentendo, ed andò all'apice della Rupe, a svegliargli: << Sveglia, ragazzi, su >>;

Ahadi mugugnò ed aprì gli occhi: << Oh, Mohatu....Buongiorno >>

<< Che ne dite di fare due passi, insieme? Prima che io vada... >>

<< Volentieri >> e scosse piano la piccola Uru per svegliarla:

<< Ehi, sveglia, Uru >>

<< Mmmh... >> e si rigirò a dormire;

<< Allora? Vuoi deciderti? >> si impazientì lui;

<< Lasciala perdere... >> disse Mohatu, strizzando un occhio ad Ahadi << Vorrà dire che andremo senza di lei.... >>

Uru si svegliò di soprassalto: << Eh?? Uh?? Dove?? Dove andate? Aspettate! >>

Mohatu ed Ahadi scoppiarono a ridere, mentre Uru si imbarazzò, avendo compreso tutto.

 

Scesero giù, tutti insieme, e si dissetarono alla pozza. Era bello passeggiare in famiglia durante la mattina.

Camminarono per molti minuti, poi videro Zozo in lontananza, che volava verso di loro: sembrava molto contenta.

<< Zozo, come mai quell'aria appagata? >> chiese il re;

<< Stanno tornando le madri, con i cuccioli. Li troverete più avanti. Così la nostra piccola Uru potrà finalmente divertirsi con loro >>

<< DAVVERO? Stanno tornando?? Evvai! >> gridò Uru gioiosa e cominciò a correre, per andare incontro agli amici;

<< Piano, Uru! Piano! >> esclamò Aura, andando dietro alla figlia.

Mohatu sorrise: era felice di vedere sua figlia così allegra:

<< Com'è euforica >> osservò Ahadi;

<< Bé, sono stati via per un mese intero...E' ovvio che le siano mancati >> disse il re.

Da lontano si videro piccole sagome, sfogate dal calore del Sole, le quali, una volta più vicine, prendevano la forma di due leonesse con tre piccoli, i quali correvano verso Uru, felici:

<< Hydo! Helya! Athena! Amici miei! >> esclamò la leoncina;

<< Uru! >> corsero ad abbracciarla: << Che bello rivedervi! Come state? >>

<< Benissimo! E tu? Che hai fatto in nostra assenza? >>

<< Vi racconterò! E....Khendo? Dov'è?? >>

<< Non lo sappiamo... Ancora non l'abbiamo visto e neanche sua madre >>

<< Ah...Probabilmente arriverà più tardi. Stavamo facendo una passeggiata...Vi unite a noi? >>

<< Certo! >> e formarono tutti un bel gruppetto errante.

Passeggiarono per un po' di tempo, le altre leonesse raccontavano del loro viaggio, ma per Mohatu arrivò l'ora di andare:

<< Signore...Il rapporto del mattino >> gli ricordò Zozo;

<< Ah, sì....Arrivo >>

<< Oh, no... >> si rattristò Uru << Devi proprio andare? >>

<< Sì, piccina... >> l'accarezzò << Tornerò verso la prima sera >>

<< Sii prudente, Mohatu... >> si raccomandò la regina;

<< Stai tranquilla >> strofinarono i loro musi affettuosamente e lui se ne andò.

Ahadi si dispiacque, vedendo Uru triste e cercò di tirarle su il morale:

<< Su, dai....Abbiamo una lunga e bella giornata davanti a noi: chissà quante cose potremo fare, visto che ora sono tornati i tuoi amici >>

Uru sorrise: << Hai ragione >>

Intanto Aura parlava con le altre leonesse: << Ahadi si è integrato bene nel branco, vero? >> chiese una di loro;

<< Sì >> rispose la regina << Fortunatamente....Dopo quel che ha passato, è tornato ad essere felice....Speriamo che continuerà ad essere così... >>

<< Qualcosa ti preoccupa, Aura? >> chiese l'altra leonessa;

<< Ecco... è solo che ho come un... brutto presentimento: temo che accadrà presto qualcosa... >>

<< Forse è solo una tua impressione.... E poi questo è un bel momento, no? Non vedo che cosa possa accadere... >>

<< Mi auguro che tu abbia ragione >> e rimasero a guardare i loro figli, che giocavano insieme.

Arrivò l'ora del pasto e ripresero la strada di casa. Decisero di camminare per un po' lungo la sponda di un piccolo fiume, ammirando i riflessi del sole sull'acqua.

I cuccioli giocavano assieme ad Ahadi sulla riva, correndo e schizzandosi l'acqua. Arrivati quasi alla fine del corso, videro un leone ed una leonessa assieme al loro piccolo, sull'altra sponda del fiume. Uru riconobbe Khendo ed i suoi genitori: << Khendo! Ciao! >> lo salutò;

<< Ciao, Khendo! >> salutarono gli altri;

<< Ehi, ciao ragazzi! >> li ricambiò;

Ahadi si voltò a guardare e ciò che vide fu la causa di tutte le sventure successive: il padre del cucciolo. Quegli occhi grigi! La criniera prominente! Il colore marrone chiaro della peluria! L'aspetto possente e minaccioso, che occupò sempre i suoi incubi di cucciolo! L'espressione arrogante....l'assassino di sua madre!!

Fu come se il mondo gli crollasse improvvisamente sulle spalle: alla mente tornò l'immagine del cadavere insanguinato di Neera. La felicità fu spazzata via ed al suo posto comparvero di nuovo l'odio.... e la vendetta!

Non sentì più nulla... tranne l'impulso di ridurre quel leone ad una carcassa....

<< ASSASSINO!! >> gridò con tutta la sua forza, attraversando l'acqua del fiume, per raggiungere l'altra sponda.

<< AHADI?! >> Uru ed Aura si spaventarono, così come gli altri: non capivano cosa stesse succedendo: l'irascibile umore di Ahadi ed i suoi occhi fiammeggianti le aveva colte di soppiatto. E poi tutto fu fulmineo: Ahadi, attraversato velocemente il fiume, aggredì il leone, senza alcuna pietà e tra i due esplose una violenta lotta. Khendo e sua madre urlarono di terrore, allontanandosi; Uru piangeva, mentre Aura supplicava, affinché lo scontro terminasse lì:

<< Ahadi, fermati!! Ma che ti è preso??! Fermatevi! Smettetela subito!! >>

ed attraversò anche lei l'acqua del fiume insieme alle altre due leonesse per intervenire.

I cuccioli rimasero in disparte, ad osservare tutto, spaventati.

Aura si mise tra i due leoni e cercò di fermare Ahadi, ma lui reagì colpendola violentemente, mandandola fuori dal campo di battaglia:

<< MAMMA!! >> gridò Uru in preda al panico << AHADI! Ma che ti succede?! Basta! Ti prego! >> piangeva, non sapendo cosa fare; anche le altre leonesse cercavano di fermarli, ma senza successo.

Mohatu, che fortunatamente non si era ancora allontanato molto, udì le grida ed i ruggiti e tornò indietro. Corse più veloce che poté, attraversò l'acqua del fiume e si mise in mezzo ai due combattenti: mandò indietro Zhymu ed atterrò Ahadi, cercando di tenerlo fermo:

<< Ma siete pazzi?! Cos'è questa marmaglia??! >> urlò << Si può sapere che succede?? >>

<< Domandalo a quel ragazzino insano di mente!! Ha cercato di uccidermi senza un motivo! >> esclamò Zhymu;

<< Che cosa?? AHADI! Sei uscito completamente di senno??! Volevi rendere quel cucciolo orfano di padre e vedova quella leonessa??! >>

Uru intanto stava nuotando per raggiungere sua madre, che era rimasta a terra, indolenzita.

Ahadi si arrabbiò ancora di più e ruggì: << E quel depravato allora?! Quel vile assassino??! >>

<< Che stai dicendo??! >>

<< Quella belva ha ammazzato mia madre!! L'ha ridotta ad un pezzo di carne smembrato, davanti ai miei occhi!! E tutto perché lui voleva uccidermi per poi abusare di lei!! Lei mi aveva difeso! Non ho mai avuto pace dentro di me da quel giorno! La mia infanzia è stata un incubo! E proprio ora che stavo ritrovando con voi la mia felicità...è riapparso!! >>

ansimò senza calmarsi; dai suoi occhi arrabbiati sgorgarono fiumi di lacrime;

<< Calmati! Ora calmati! Ci sono io con te... >> disse Mohatu, abbracciando il giovane, il quale sfogò tutte le sue lacrime sul petto del re;

<< Tu... >> Zhymu si ricordò << Tu sei...quel cucciolo?! Tu...sei ancora vivo... >>

Uru era spaventata a morte ed abbracciò forte la madre: non voleva credere che tutto ciò fosse vero, non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere dal padre di Khendo.

<< Zhymu... >> pianse la madre di Khendo, abbracciando il figlio << Ti prego... dimmi che non è vero... >> ma Zhymu abbassò il capo, rimanendo in silenzio.

<< Bene, Zhymu... >> parlò Mohatu << ...poiché l'accusa, che il giovane ha versato su di te, è stata appurata... in quanto hai macchiato le tue zampe con il sangue di un'innocente nel mio regno...ti aspetta un punizione assai peggiore della morte...l'esilio! Andrai dritto nel cuore delle Terre di Nessuno! Non dovrai mostrare la tua faccia su queste terre....mai più!! Ora va'! Sparisci dalla mia vista! >>.

Detto ciò, Zhymu corse via, ringhiando di rabbia.

La tragica scoperta di quel giorno lasciò tutti tristemente turbati; fu un brutto colpo, soprattutto per il piccolo Khendo.

 

Rafiki, saputo tutto da Mohatu, restava in disparte, ad osservare l'afflizione del branco: sapeva che l'accaduto non avrebbe fatto altro che creare problemi in futuro e temeva che presto sarebbe successa un'altra disgrazia.

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Capitolo 15
*** Il risentimento di Zhymu ***


Capitolo 14. “ Il risentimento di Zhymu ”

 

 

 

Trascorse una settimana da quel giorno. La tranquillità sembrava riprendere pian piano il controllo nel branco, anche se c'erano delle eccezioni.

Khendo non riusciva a togliersi dalla mente il padre: venire a sapere a quel modo che dietro di lui si nascondeva un vile assassino, lo lasciò afflitto. Uru e gli altri cercavano di confortarlo, facendolo ridere, abbracciandolo e giocando con lui, ma rimaneva quasi sempre triste.

La madre era triste e arrabbiata allo stesso tempo.

Anche Ahadi era giù di corda: la rabbia che provò quel giorno l'aveva sconvolto e si sentiva in colpa per il piccolo Khendo, ma anche se gli avrebbe parlato, sapeva che il cucciolo non gli avrebbe mai dato ascolto.

Avrebbe voluto uccidere Zhymu quel giorno, ma l'idea di far soffrire un cucciolo, lo opprimeva. Si sentiva solo e sconfortato e non sapeva più se il suo comportamento fosse giusto o sbagliato: non sapeva se avrebbe dovuto andarsene o meno.

Uru era triste. Non avrebbe mai pensato che il padre di un amico avesse fatto un torto del genere a lui e a sua madre. Cercava di confortare anche Ahadi, ma ultimamente lui non accettava compagnie. Neanche Rina riusciva a farlo sorridere. Il giovane dormiva sempre fuori la sera e si escludeva dal resto del branco.

Mohatu cercava sempre di coinvolgerlo in varie attività, ma con scarso successo.

 

In una notte di luna piena, mentre tutto il branco dormiva nella grotta, la piccola Uru prese coraggio ed uscì, per andare da Ahadi, anche se lui l'avrebbe di certo rimandata indietro come le altre volte.

Fece attenzione a non svegliare nessuno ed andò a cercare il giovane leone. Sulla Rupe non c'era, quindi era sicuramente sceso giù.

Allora Uru, col cuore in gola, scese piano le enormi rocce e si infilò nell'erba alta della savana. Salì su un masso e riuscì a vederlo in lontananza: stava camminando nella direzione opposta rispetto a quella della Rupe: “ Vuole andarsene...! ” pensò, e si mise a correre svelta per raggiungerlo il più presto possibile.

Correva molto velocemente, senza badare ai fili d'erba che le frustavano il volto e senza preoccuparsi della propria zampa.

Riuscì a raggiungerlo e, prima che lui potesse reagire, gli abbracciò una gamba:
<< NON ANDARTENE! Ti prego...! >> lo supplicò;

<< Uru?! Che ci fai qui?? Torna a casa! >>

<< NO! >>

<< Fa' come ti dico! Vai! >>

<< No! >>

<< Uru...! Per favore... >>

<< No... >>

<< Senti... Per me è arrivato il momento di andare. Non cercare di fermarmi >>

<< Ma perché te ne vuoi andare?? >>

<< Questo posto non ha più niente a che vedere con me... >>

<< Ma non è vero! Io ti voglio bene! E anche i miei genitori te ne vogliono! Non andare... >>

<< Ma hai visto cosa ho fatto?? Stavo per uccidere il padre di un tuo amico...E tuo padre non ha voluto punirmi... >>

<< Perché non lo meriti! Hai rinunciato alla vendetta... è proprio per questo che non meriti una punizione! >>

<< Uru... >>

<< Se tu avessi continuato a non darti pace per uccidere Zhymu, a quest'ora mio padre ti avrebbe già esiliato, col cuore dolente! Ma per fortuna non l'hai ucciso....e non vuoi più farlo...Papà dice che hai saputo affrontare te stesso... e non sei diventato una belva insensibile ed assassina! Perciò resta qui... >> lo guardò con i suoi grandi occhi rossi, che piangevano calde e sincere lacrime.

Ahadi si voltò dall'altra parte per non far vedere che piangeva anche lui. Si asciugò le lacrime e si rivoltò per abbracciarla.

I due ritornarono alla Rupe e si addormentarono insieme sotto di essa, senza risalire i massi.

Le prime ore della notte trascorsero tranquille: tutto taceva e la luna tingeva d'argento la savana.

 

Fu un rumore a ridestare Ahadi dal sonno. Il giovane alzò la testa ed annusò l'aria: c'era uno strano odore. Poi si risenti di nuovo un rumore d'erba smossa. Era probabile che ci fosse qualcuno da quelle parti, così prese delicatamente Uru per la collottola, senza svegliarla, e la riportò sulla Rupe, dentro alla grotta del branco. Poi scese nuovamente giù, per vedere di che si trattava.

Camminò per molti metri, seguendo il rumore, ma, andando avanti , si accorse che le creature, che camminavano in mezzo all'erba, erano più di una e ben presto si ritrovò circondato da tre leoni.

 

Intanto Uru, sentendo sotto di sé un terreno roccioso, anziché l'erba su cui si era addormentata, aprì gli occhi e si rese conto di trovarsi nella grotta, ma Ahadi era sparito. Si affacciò fuori e sentì dei rumori: “ Ma dove sta andando? ” e scese i massi in silenzio. Era talmente concentrata sul seguire i rumori che udiva, che non si accorse della presenza di un leone sconosciuto. Infatti, non appena svoltò l'angolo, lui la sorprese acchiappandola e tappandole la bocca con la zampa: << MMMMH..!!! >> cercò di urlare, ma non ci riuscì: << SSHH!! >> fece lui << Salve principessina....Mi spiace disturbarle la dormita, ma ora deve venire assolutamente con me. E badi di non far storie, o saranno guai per la sua famiglia! Capito? >>

Uru annuì, terrorizzata: ma cosa stava succedendo? Avrebbe voluto chiamare aiuto! Tuttavia rimase in silenzio, come lo sconosciuto le aveva detto, temendo per la vita dei suoi cari.

 

Ahadi si ritrovò circondato da tre leoni più grandi di lui e si preparò a difendersi, se fosse stato necessario: << Chi siete?? Che volete? >> chiese, cercando di nascondere la propria paura;

<< Bene, bene... Dunque saresti tu il giovanotto accudito dal re? Un po' magrolino, non trovate? >> disse uno di loro sogghignando;

<< Già...Non credo che resisterà per molto... >> disse un altro;

<< Ma di che cosa state parlando?? Che volete da me? >> si impazientì Ahadi;

<< Non agitarti... Vogliamo semplicemente che tu venga con noi... >> disse il terzo leone;

<< E perché mai dovrei farlo?? >>

<< Vedi...il nostro capo vorrebbe dirti un paio di cosette....Per ringraziarti del suo esilio! >>

<< NO! >> Ahadi capì tutto e tentò di fuggire, ma due dei leoni lo inseguirono e lo afferrarono con le zanne, atterrandolo con violenza:

<< Fermi! >> disse il leone più grosso, che era rimasto fermo << Ci serve vivo... >> e si avvicinò a lui: << Senti, ragazzo: non mi piace usare la violenza per la persuasione....Ma vedi abbiamo un piccolo asso nella manica che... potrebbe definitivamente convincerti >>

<< Eh?! >> Ahadi rimase confuso da quelle parole; poi dopo un po' udì dei mugugni dietro di lui e si voltò: << Uru! >> esclamò non appena vide la leoncina tenuta per la collottola da un quarto leone: << Ahadi..! >> lo chiamò, spaventata;

<< Zitta! >> le ringhiò il leone che la teneva, stringendo ancora di più i denti, facendole male;

<< No! Lasciatela, vi prego! Lei non ha alcuna colpa! >> implorò Ahadi;

<< Lo so >> disse il leone più grande, avanzando verso di lei:

<< Però: che carina che è... Vero? Sono sicuro che diverrà un bel bocconcino, una volta cresciuta >> rise malizioso, avvicinando il muso a quello di Uru << Avrei potuto farmi un bel pensierino su di te in futuro... Ma a quanto pare dovrò rinunciarci, per colpa di un moccioso cocciuto... Aaah...Che peccato dover rovinare un così bel faccino... >> e le posò un artiglio sulla guancia, pronto a sfregiarla. La piccola, ansimando, chiuse forte gli occhi, tremando di terrore:

<< NO! VI PREGO! Lasciatela stare! Verrò con voi! Verrò! Ma non fatele del male! >>

Il leone sorrise malizioso ed allontanò la zampa dal volto della piccola:

<< Bene, vedo che ci siamo capiti... Portatelo via! >> ordinò agli altri due leoni, che obbedirono, spingendo Ahadi davanti a loro, tirandolo per la criniera: << Ahadi! No! >> gridò Uru disperata, dimenandosi, ma il leone, che la teneva, strinse ancora di più il morso: << Ferma e zitta! >>

<< Ma chi siete?? Che volete da lui?? >> pianse, sopportando il dolore;

<< Questo non vi riguarda, principessa! >>

<< Su... Non essere così duro con lei >> disse il leone più grande, avvicinandosi a lei di nuovo << E' ancora una piccola ed ingenua principessina.... >> e si fermò a guardarla << ...Certo che è carina persino da spaventata.....Sono contento di non aver rovinato la vostra bellezza... A quanto pare mi sono rimaste delle speranze per il futuro... >>

Uru si inquietò e reagì violentemente, graffiandolo con forza su una guancia. Il leone ruggì d'impulso, arrabbiandosi, mentre l'altro la posò a terra e la tenne ferma con una zampa: << Lasciatemi! >> urlò;

<< ZITTA! >> la rimproverò, facendo ancora più pressione sulla sua piccola schiena.

Il più grande si asciugò con una zampa il sangue sulla guancia, e, prima di raggiungere gli altri, ringhiò: << Bada che non scappi via! Capito? >>

l'altro annuì.

Irato per la reazione della leoncina, andò dagli altri, i quali notarono i graffi sul suo volto: << Che hai fatto alla faccia, Rodos? >> chiese uno dei compagni: << Niente! Una stupidaggine >> rispose nervoso;

<< Ehi....Non mi dirai mica che è stata....la principessina?? AH, AH... >> rise un altro di loro;

<< Chiudi il becco! >> ruggì Rodos;

<< No...è stata davvero lei?? Caspita, che bel caratterino che ha...Adoro le leonesse con carattere! Eh, eh... >>

Ahadi, che ascoltò tutto, continuava a camminare, seguito da loro, capendo che Zhymu aveva architettato tutto, per farlo fuori e vendicarsi dell'esilio.

Continuò ad avanzare, col cuore in gola, finché giunsero ai confini delle Terre del Branco, in un'area spaziosa, circondata da alberi.

Là, sdraiato su un grande masso, vi era Zhymu, che li attendeva. Non appena li vide arrivare, scese dalla roccia ed avanzò verso di loro: << Ma bravi! L'avete portato, come richiesto... >>

<< Eccolo qui, Zhymu. Vivo e vegeto, come lo volevi tu >>

<< Perfetto >> e gli si avvicinò: << Dunque... Ahadi... Ti sei accorto del risultato della tua azione dell'altro giorno? Allora, sei contento di aver rovinato la felicità di una famiglia? >>

Ahadi tremò di rabbia e rispose: << Proprio tu, che distruggesti per primo la mia famiglia e la mia felicità, parli a me in questo modo?!! Sei un demonio!! >>

Allora Zhymu gli morse il collo e lo atterrò con violenza: << Non ti conviene provocarmi! La tua presenza a questo mondo non fa altro che intralciare i miei piani! >> ruggì << Prima che ti riduca a pezzettini, avrei un'altra domanda: come hai fatto a sopravvivere, dopo la morte di tua madre? >>

<< Non sono tenuto a risponderti!! >> ringhiò lui;

<< Bene! Si dia inizio a tutto! >> e si allontanò da Ahadi mettendosi in posizione di attacco; il giovane si rialzò e si preparò anche lui allo scontro.

Girarono l'uno di fronte all'altro per qualche istante e, una volta sfoderati artigli e zanne, esplose una battaglia sanguinolenta.

 

Uru intanto aspettava il momento giusto per sfuggire al controllo del leone.

Non appena sentì che la sua zampa aveva diminuito la pressione, rotolò svelta, sottraendosi alla presa, ed iniziò a correre verso la Rupe per avvertire il padre: << PAPA'!! PAPA'! >> gridò. Ma il leone fu più svelto di lei e le bloccò la corsa; allora la piccola prese la stessa direzione che presero Ahadi e gli altri leoni e tentò di seminare il leone in mezzo all'erba alta e ai massi. Correva molto spedita, temendo per la vita dell'amico, ma ogni volta che sembrava andarle bene, il leone le rispuntava alle calcagna. Non avrebbe potuto mantenere per molto quella velocità, anche perché lui essendo più grande era molto più veloce. Poi riuscì ad intravedere un masso sotto al quale vi era una tana scavata nella terra: “ Conosco quella piccola tana! ” pensò “ Ha due uscite! Forse posso riuscire ad ingannarlo! ” e corse ad infilarsi sotto la terra della tana. Il leone, ignaro del fatto che quella tana avesse due uscite, rimase fuori: << Sei poco furba >> disse << Ormai non hai più via di scampo ed io posso aspettare per tutta la notte >>

Ma Uru non badò alle sue parole e percorse il piccolo tunnel sotterraneo, finché non vide la seconda uscita, che sbucava su un terreno, fuori dall'erba alta. Uscì piano, senza far rumore e, capendo di essere riuscita ad ingannarlo, proseguì il cammino seguendo le tracce dei leoni.

 

Ahadi fu scaraventato a terra con forza da Zhymu, che lo aveva colpito violentemente al petto, ferendolo. Ma il giovane non aveva alcuna intenzione di arrendersi e, ignorando le ferite, si rialzò svelto e morse forte il collo di Zhymu, riuscendo a lacerargli la carne. Lo scontro tra i due era cruento e gli altri leoni facevano da spettatori, scommettendo sulle loro vite.

Zhymu rimase stupito e messo in difficoltà dall'inaspettata forza del giovane: dietro l'aspetto gracile nascondeva infatti una robustezza incredibile. Tuttavia, essendo più grande ed esperto, riuscì a tenergli testa al combattimento.

Infatti Ahadi, indebolito dalle ferite sanguinanti, finì per esaurire quasi tutte le proprie energie. Fu nuovamente colpito con forza e rifinì a terra esausto. Zhymu allora decise di porre fine alla lotta e cominciò ad azzannargli la giugulare.

Il giovane si sentiva soffocare e capì che quella era la fine per lui: “ Addio, Uru... Addio, Mohatu... Aura... Rina... Addio a tutti... ” e chiuse gli occhi.

<< NOOO!!! >> Si levò un grido improvviso, che riecheggiò dappertutto.

Tutti i leoni si voltarono, compreso Zhymu, e dai cespugli balzò fuori Uru, la quale, con tutto il proprio vigore, andò contro Zhymu: fece un lunghissimo salto e gli afferrò il muso con i denti, rimanendo con le zampe posteriori sospese nel vuoto: << AAAH!!! >> Zhymu gridò di dolore << Toglietemela di dosso!! >> ruggì agitandosi, cercando di scrollarla via;

<< URU! >> gridò Ahadi, sorpreso di vederla. Gli altri leoni le si avvicinavano per portarla via, ma Ahadi si rialzò con le sue ultime forze e cercò di difenderla, tenendoli a bada.

Alla fine Zhymu perse completamente la pazienta e se la scrollò di dosso con una zampa, facendola sbattere violentemente contro un albero.

Poi tutto si fece muto attorno ad Ahadi: l'una cosa vide e che sentì in quel momento fu il corpo di Uru che si accasciò al suolo esanime:

<< URU!! >> si allontanò dai leoni e si precipitò su di lei;

Gli altri si avvicinarono a Zhymu: << Tutto bene, capo? >> chiesero;

lui si toccò i segni sanguinanti del morso di Uru e si arrabbiò: << No, che non va bene! Idioti!! Levatevi di mezzo! State lontani! >> reagì violento.

<< Uru... >> Ahadi la scuoteva, ma lei non rinveniva << No...Uru, no...Ti prego! Non lasciarmi anche tu... >> insisteva, ma senza risultato << Uru...! URU!! NO! >> si chinò su di lei e l'abbracciò, bagnandola con le proprie lacrime: << Maledetti!! Dannati!! L'avete uccisa! L'AVETE UCCISA!! Me la pagherete! Carogne bastarde!! >> e si aizzò contro di loro, accecato dall'ira e dal risentimento violento.

Li morse, li colpì, li graffiò senza badare a chi rimaneva ferito sotto di lui.

Poi tutto si interruppe all'improvviso: un fortissimo ruggito, catturò l'attenzione dei presenti. Poi dall'oscurità degli alberi uscì fuori Mohatu seguito da Aura e dall'intero branco.

<< Mohatu?! Come hai fatto a trovarci?! >> si impaurì Zhymu; tutti gli altri intanto corsero via, feriti e spaventati;

<< Tornate qui canaglie!! >> urlò il loro capo, ma Mohatu gettò un altro potente ruggito: << Vattene! >> disse << Vattene se non vuoi che ti uccida qui!! Traditore! >>

Al leone, indebolito dalle ferite, non restò altro che obbedire e corse via svelto.

Il re poi posò lo sguardo su Ahadi, che era tornato a piangere sul corpo Uru: << Cosa le è accaduto?? >> domandò risoluto; ma Ahadi non rispose e continuò a piangere.

Aura si precipitò sulla figlia: << Uru!! Piccola mia!! >> pianse e la tolse dalle zampe di Ahadi, stringendola a sé. Mohatu le si mise accanto:

<< Uru... >>

Arrivò anche Zozo, che atterrò vicino alla piccola, posandole un'ala su una zampetta.

Ahadi, guardò le altre leonesse ed incrociò lo sguardo di Rina: anche lei stava piangendo. I due si guardarono per un istante, poi lei si voltò da un'altra parte e andò via. Tutte le altre leonesse, circondarono i sovrani, tristi.

Il giovane leone rimase fuori dal cerchio e si rese conto che per lui era ormai il momento di andare via; si alzò e si allontanò senza che gli altri se ne accorgessero: “ Non ho più niente da fare qui...Non c'è più nulla che mi leghi a questo posto.... Ormai l'ho persa per sempre! La mia piccola Uru non c'è più!.... Se resterò qui creerò solo guai a Mohatu....Non posso fare altro che andarmene... ed attendere la morte... ”. Correva e correva ancora, con gli occhi annebbiati dalle lacrime, non vedeva dove andava, ma continuava ad andare lontano... Non piangeva così tanto da quando era morta sua madre. E, da quel giorno, nessuno lo vide più, per oltre un anno.

 

Aura continuava a tenere sua figlia tra le zampe, Mohatu appoggiò il proprio capo sul suo; avevano entrambi le guance rigate dalle lacrime, come il resto del branco.

Rimasero in quel posto per molti minuti, finché ad un certo punto, la piccola Uru mostrò segni di vita: si sentì infatti un piccolo mugugno e la videro riaprire gli occhi: << M-mamma... >>

<< Uru! Oh, Uru! Tesoro mio! Sei viva! >> e la strinse forte;

<< Uru! Piccola mia! >> gioì Mohatu, accarezzandola;

<< Papà... >> sorrise lei;

<< Oh, piccola Uru! Che gioia! >> si rallegrò Zozo.

Tutto il branco fu percosso dalla felicità, nel vederla salva ed ancora in vita: << C-cos'è successo..? >> si domandò, confusa;

<< Temevamo di averti persa per sempre....Ma per fortuna eri solo priva di sensi >> rispose Aura;

<< Priva di sensi... >> Uru cercò di ricordare, poi, sentendo un forte dolore in tutto il corpo, le torno in mente tutto: << Oh, no! Ahadi! Papà! Zhymu! E' stato Zhymu! Mi aveva fatto prendere in ostaggio da un altro leone!...Hanno costretto Ahadi a venire qui..! >>

Mohatu la guardò perplesso;

<< Ahadi...Dov'è Ahadi?? E Zhymu?? >> si agitò la leoncina;

<< Calmati, tesoro... Zhymu se ne è andato >> disse Aura;

<< E Ahadi? Dov'è lui?? Sta bene?? >>

Mohatu cercò subito il giovane con lo sguardo, ma non lo vide da nessuna parte: << Dov'è andato..?? Era lì un momento fa.... >> si domandò preoccupato;

<< Papà...? >>

<< Aura! Riporta Uru alla Rupe e falla visitare da Rafiki. Porterò con me un gruppo di leonesse: andremo a cercarlo. Zozo... >>

<< Sì, sire?? >>

<< Tu andrai avanti....Lo cercherai dall'alto >>

<< Volo immediatamente >> ed andò a cominciare le ricerche;

<< Dov'è andato, papà? Dov'è? >>

<< Tranquilla, tesoro... Stiamo andando a cercarlo. Vedrai che lo troveremo >>

<< ...Sì... >> Uru si angosciò.

Aura la prese per la collottola e tornò verso la Rupe con alcune leonesse, mentre le restanti andarono con Mohatu.

 

Intanto, fuori dai confini, Zhymu ed i suoi compagni si erano fermati in un posto, dove passare la notte ed in seguito furono raggiunti dal loro ultimo membro, che aveva avuto l'incarico di sorvegliare Uru: era ferito anche lui.

Zhymu era molto arrabbiato e lo atterrò, con una zampa alla gola:

<< Idiota! Non dovevi tenerla d'occhio?! Eh?! >>

<< M-mi dispiace.... Ma me l'aveva proprio fatta... E-era riuscita ad ingannarmi... >> balbettò, impaurito;

<< E Mohatu?? Come ha fatto a trovarci?! >>

<< S-si era accorto dei richiami della figlia... E quello strano uccello femmina lo ha guidato... >>

<< E poi?? >>

<< Mi hanno trovato e costretto a rivelare tutto... >>

<< Sei un incapace! >>

<< M-ma, Zhymu... Lui era troppo forte per me... Si tratta pur sempre del re... >>

<< Re, un corno!! >> e mollò la presa << Adesso dovrò pensare ad un altro modo per togliere di mezzo quel moccioso... >>

<< S-se ne è andato... >>

<< Come?? >>

<< Ho saputo che è scappato via... E adesso lo stanno cercando... >>

<< Spero che lo ritrovino stecchito, allora! >> e si allontanò dal branco, ringhiando.

 

Le ricerche di Ahadi durarono per tutta la notte e per tutto il mattino seguente, ma non riuscirono a trovarlo da nessuna parte.

Fu un duro colpo per la piccola Uru e per i sovrani: si erano affezionati a lui più di quanto avessero immaginato e la sua perdita lasciò un grande vuoto nel loro cuore.

Da allora Uru trascorreva le sue giornate in compagnia degli amici, i quali le davano sempre conforto; ed ogni sera, dal tramonto fino a tarda notte, restava ferma sulla grande roccia della Rupe ad osservare le terre ed il cielo, sperando e pregando che un giorno Ahadi sarebbe tornato da lei.

 

- Fine Libro I -

 

Presto posterò anche il secondo libro! Al momento la sua stesura è ancora in corso!

Ringrazio tutti quelli che hanno sempre seguito la mia storia con pazienza e che mi hanno incoraggiata ad andare avanti! Un caloroso saluto a tutti quanti! Ci si rincontrerà al continuo della storia! 

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