For all the world to see

di skullrose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'agguato ***
Capitolo 2: *** Il volo ***
Capitolo 3: *** The President ***
Capitolo 4: *** War and Peace ***
Capitolo 5: *** Il Complotto Parte I ***
Capitolo 6: *** Il complotto parte II ***
Capitolo 7: *** Doppio gioco ***
Capitolo 8: *** Caos ***
Capitolo 9: *** Sabotaggio ***
Capitolo 10: *** Non si morde mai la mano del padrone ***
Capitolo 11: *** Latitanza forzata parte I ***
Capitolo 12: *** Latitanza forzata parte II ***
Capitolo 13: *** For all the world to see ***



Capitolo 1
*** L'agguato ***


For all the world to see capitolo 1

Come vi comportereste se scopriste che lo Stato e le nazioni intere controllano ogni vostra mossa? Come vi sentireste a essere osservati in ogni singolo momento della vostra vita?

 

Questo è un esperimento, ho chiesto consiglio a Kat Logan che per me è veramente una senpai su molte cose e mentre le chiedevo consiglio dicendole cosa avevo in mente mi è venuta l’idea per questo esperimento.

 

L’agguato

 

 

Come spesso ti definisco, Kami Sama

Quest’esperimento te lo voglio dedicare

Sperando che ti piaccia come a me piacciono le tue fic

 

Palazzo governativo degli Stati Uniti

 

“Signori, vi ho riuniti qui oggi per mettervi al corrente di un nuovo esperimento politico che dal suo inizio fino alla sua fine sarà chiamato For all the world to see, non occorre che vi ricordi che questo progetto è top secret e che chiunque ne parlerà al di fuori di questa stanza sarà eliminato”

Un brusio si era alzato nella stanza fino a quel momento silenziosa, il Presidente degli Stati Uniti aveva ufficialmente dato il via all’esperimento che avrebbe permesso ai vari capi di stato di controllare ogni singola azione dell’intera popolazione mondiale.

Il sistema era stato inventato da uno scienziato ingaggiato dal Governo a cui era stato chiesto di progettare un chip, da trapiantare sotto pelle che fosse in grado di adattarsi al sistema immunitario del corpo umano; non arrecasse nessun tipo di fastidio all’individuo che lo trasportava.

La sua funzione era quella di sostituire i soliti documenti cartacei, come passaporti, carte d’identità e patenti. Oltre a questo, il Presidente voleva di più. Aveva intenzione di controllare ogni singola mossa delle persone grazie ai satelliti collegati al chip.

Dopo mesi di studi e di ricerche il chip era stato finalmente terminato, doveva solo trovare un’ospite su cui testarlo.

“Vieni qui figlia mia, come sai ho creato un chip che sostituirà i vecchi documenti cartacei, devo trapiantartelo nel dito per essere sicuro che funzioni. Sta tranquilla se dopo ventiquattro ore ci saranno dei problemi lo rimuoverò dal tuo organismo”

Una ragazzina minuta di appena quindici anni si era avvicinata scettica al tavolo degli esperimenti di suo padre.

“Sei sicuro papà? Da quando ti è stato commissionato questo lavoro ti vedo cambiato, sembra che tu mi nasconda qualcosa”

Hotaru viveva con suo padre in una casa modesta nella periferia di Tokyo, suo padre il dottor Tomoe, era uno scienziato in declino, nessuno collaborava ai suoi esperimenti e rischiava di essere radiato dall’albo degli scienziati per un esperimento dove aveva perso la vita la sua compagna. Da quel giorno erano riusciti a rimanere uniti nonostante i continui fallimenti; lei era ancora  studentessa, aveva promesso a suo padre di non cercare lavoro fino alla fine dei suoi studi.

Dopo un anno suo padre era stato chiamato da alcuni americani che richiedevano le sue conoscenze nel campo informatico e meccanico per realizzare un chip di riconoscimento che non provocasse danni al corpo umano, gli erano stati inviati insieme ad un collaboratore, i fondi necessari per la sua ricerca e quando aveva chiesto perché il denaro fosse in contanti gli era stato detto che il chip era un esperimento e che per tanto in caso di fallimento non dovevano esserci tracce di depositi o spostamenti finanziari che riconducessero al Presidente degli Stati Uniti.

“Su Hotaru non fare quella faccia, se quest’esperimento va a buon fine potremmo finalmente fare una vita decente ed io mi riscatterò con quegli inetti del laboratorio che mi considerano un fallito”

“Papà ricorda che non ti è permesso parlare di quest’esperimento con altre persone, anche se andasse bene non potresti comunicare, se non al Presidente stesso, l’esito delle tue scoperte”

“Hai ragione, avevo dimenticato questo dettaglio. Su ora sta ferma mentre ti pianto il chip nel dito”

Aveva impugnato una pistola per orecchini opportunamente modificata e adattata al chip per impiantarlo facilmente nel corpo delle persone. Un click e il viso paonazzo di Hotaru stavano a significare che la puntura era andata a buon fine e che il chip era nel suo corpo.

“Visto? Non è stato poi così difficile”

“Parla per te! Mi hai fatto male! Sai che odio le punture!” si era infilata il dito sanguinante in bocca per fermarne la fuoriuscita.

“Su su, non sei più una bambina e poi non ha fatto così male come vuoi farmi credere, dai andiamo, ti compro un gelato se smetti di succhiarti il dito”

“vha bee!”

Un suv nero con i finestrini oscurati era appostato a qualche isolato dalla gelateria dove il dottor Tomoe e sua figlia stavano chiacchierando.

“Guarda che quadretto commuovente!”

“Mi fa venire il voltastomaco!”

“Piantatela voi due! Sembrate due vecchie zitelle!”

“Di che t’impicci tu?! Pensa a fare il tuo lavoro!”

“Si da il caso che sia io l’unica a lavorare qui!”

“Vuoi insinuare che noi non facciamo il nostro?”

“È proprio quello che sto dicendo! State lì a fissare quei due bevendo caffè e mangiando ciambelle come i poliziotti di quart’ordine! Spettegolate e commentate con disprezzo tutto quello che fanno, quando dovreste stare attente a non farci scoprire!”

“Vuoi che ti ricordi perché sei finita qui con noi a monitorare quei due che si divertono, Michiru?”

“Non serve Minako”

“Bene! Se non hai altro da dire pensa al tuo lavoro che noi pensiamo al nostro”

  Il dottor Tomoe e sua figlia erano rientrati a casa molto tardi, era da molto che non passavano del tempo insieme come quel pomeriggio, ma qualcosa turbava la mente del dottore. Si era accorto, infatti, che un suv nero li stava seguendo da quando avevano lasciato la gelateria, non poteva certo essere una coincidenza. Ogni volta che si fermava l’auto nera rallentava e quando ripartiva prima di ricomparire nel suo specchietto retrovisore ci metteva un po’.

“Hotaru, entra in casa, devo fare una cosa importante. Non aprire a nessuno”

“Papà non sono più una bambina! Va bene, non fare tardi e fa attenzione”

“Certo star…hei non sono mica un bambino sai? So badare a me stesso, tu piuttosto vedi di andare subito a letto, domani hai scuola”

Si era chiuso la porta alle spalle e dopo aver tirato un sospiro di sollievo si era avviato verso la macchina, doveva vedere il suo assistente per consegnargli il chip prima che capitasse qualcosa di brutto alla sua famiglia.

 

Hotaru era uscita dalla doccia quando alcuni rumori avevano attirato la sua attenzione.

“Papà? Sei tornato presto o hai dimenticato qualcosa come al solito?”

“Papà? Sei tu vero? Smetti di farmi questi scherzi e dimmi qualcosa!”

Silenzio, solo il silenzio regnava nella casa, una mano uscita dalla stanza si era posata prepotentemente sulla sua bocca.

“Ora ragazzina ascoltami bene! Io toglierò la mano dalla tua bocca, se urli –le aveva puntato una pistola dietro la nuca- ti farò saltare il tuo cervellino e quando tuo padre tornerà avrà una bella sorpresa, siamo intesi?”

La ragazza aveva fatto un cenno affermativo con la testa e la presa sul suo volto si allentò.

“Chi siete? Non ci sono soldi in casa!”

“Avete sentito? Ci crede dei ladruncoli qualunque, questa è bella! Smetti di scherzare e dicci dove si trova il chip”

“Quale chip?”

“Avanti, sai bene di cosa parlo! Se non vuoi uno sfiatatoio come i delfini ti conviene dirmi tutto quello che sai!”

“Piantala! Non otterrai nulla se la tratti così!”

“Tu sta zitta e controlla lo studio del dottore!”

“Non c’è niente, abbiamo controllato un milione di volte! Non c’è nemmeno una cassaforte o ripiani nascosti da nessuna parte!”

“Merda! Ascoltami bene ragazzina, noi adesso facciamo un patto, ci stai? Si? Bene!”

 

Il dottor Tomoe aveva consegnato il chip al suo collaboratore che si era diretto in aeroporto per portarlo immediatamente al Presidente. Il suo lavoro era concluso, doveva solo rilassarsi con sua figlia e aspettare il resto dei soldi che gli erano stati promessi.

“Hotaru sono a casa”

“Papà sono qui in cucina”

“Ti avevo detto di andare a dormire”

“Non avevo sonno e ho deciso di aspettarti”

“Cos’è senza la mia presenza in casa non riesci ancora a dormire?”

Si era diretto verso la cucina quando una persona con un passamontagna nero si era parata davanti a lui stringendo il corpo di Hotaru.

“Alla buon’ora dottore! Non lo sa che le ragazzine non vanno lasciate da sole di notte? Non si sa mai cosa potrebbe capitare! Ci sono tante persone cattive in giro!” la presa su collo di Hotaru si era fatta più forte per rafforzare il concetto e spingere il dottor Tomoe a collaborare.

“Cosa volete da me? Lascia andare mia figlia e prendi me!”

“Non è così facile, se noi lasciamo andare questa puttanella sicuramente andrà a spifferare tutto alla polizia e noi non vogliamo questo vero dottore?” una ragazza dai lunghi capelli biondi dal viso scoperto si era avvicinata a Tomoe mettendo un dito sulle sue labbra e con voce volutamente modulata aveva continuato vicino al suo orecchio

“Se fai un passo falso tua figlia muore!”

“Non ha niente con se e la sua macchina è pulita!”

“Dove cazzo è il chip? Parla o tua figlia si farà molto male”

“Non è più qui”

“Questo lo vediamo da noi testa di cazzo! Dove l’hai nascosto?”

“Teste di cazzo sarete voi! Il chip non è più qui, non è in questa casa, non è in questa città e nemmeno in questo stato! Si trova su un fottuto aereo diretto a New York!”

“Tu maledetto figlio di puttana!”

La presa sul collo di Hotaru era sparita, la persona con il passamontagna aveva tirato un pugno contro il viso del dottore che era finito contro il muro urtando violentemente la testa.

“Ma brava! Adesso mi dici come facciamo a farlo parlare?!”

“Non dirà più nulla! Qui abbiamo finito, ammazza la ragazzina e il dottore! Ah e fai presto dobbiamo prendere un aereo il prima possibile!”

“Co…Io non ammazzo nessuno!”

“Muoviti non ho tutto il tempo del mondo!”

“Io non ammazzo nessuno ti ho detto! Non sono un’assassina come te!”

Due colpi di pistola avevano sfiorato le teste delle due ragazze finendo in mezzo la fronte di Hotaru e un secondo colpo su quella di Tomoe

“Abbiamo finito! Adesso vedete di cancellare ogni vostra traccia abbiamo un volo per New York tra meno di un’ora!”

“Questa è la mia ragazza!”

“Va al diavolo Haruka! Ora muovi il culo e ripulisci questo casino!”

“Minako hai sentito? Sbrigati a ripulire!”

“Ma..”

“Niente ma! Muoviti per dio!”

 

 

Ringrazio, si già ora ho dei ringraziamenti xD Kat Logan che ha visto questo capitolo e l’ha corretto in alcuni punti per renderlo più fluido :3 grazie senpai :3

Questo è il primo capitolo, come ho detto è un esperimento, volevo provare qualcosa di diverso e ovviamente cosa potevo scegliere? L’azione xD bè spero che vi piaccia :3

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Capitolo 2
*** Il volo ***


for all the world to see capitolo 2

Il volo

 

Un uomo di trent’anni si dirigeva a passo spedito verso l’imbarco del volo 207 diretto a New York. Era un uomo di media altezza, con una calvizia precoce dietro la nuca, il suo passo era incerto e lanciava sguardi fugaci intorno a lui stringendo a se una valigetta di metallo.

Sta calmo Takeda, sta calmo! Ora prenderai l’aereo e tornerai nel tuo paese dimenticandoti per sempre di questa faccenda.

La sala d’attesa era piena di persone e alcuni poliziotti dell’unità cinofila controllavano che niente e nessuno avesse con se sostanze stupefacenti o armi.

“Mi scusi lei! Hei signore dico a lei!”

Merda merda merda merda

“Si agente? C’è qualcosa che non va?”

“Non lo so me lo dica lei! Si sente bene?”

“Certamente è solo ansia, sa non sono abituato a volare”

“La capisco, nemmeno io sono portato per i voli, quegli aggeggi infernali non sono sicuri come la mia automobile”

“Già” Takeda stava cominciando a sudare freddo, il cane del poliziotto lo stava annusando e aveva cominciato a ringhiargli contro

“Po-po-potrebbe dire al suo cane di allontanarsi? Sa ho una paura assurda dei cani di grossa taglia”

“Mi dispiace signore ma devo chiederle di seguirmi, quando i cani dell’unità cinofila fanno così vuol dire che hanno trovato qualcosa”

Seguito dal poliziotto Takeda era arrivato davanti ad una porta con l’insegna “Sicurezza”

“Entri!”

La stanza era piccola e arredata con mobili neutri per lo più in metallo, al centro una scrivania dove un uomo sulla cinquantina si accendeva una sigaretta.

“Si tolga il cappotto e vuoti le tasche”

“Un pacchetto di sigarette, un accendino, portafoglio con i documenti e carte di credito un fazzoletto”

“Posso andare adesso agente? Devo prendere un volo”

“Non ancora, devo chiederle di farmi controllare la sua valigetta”

“Non è possibile agente, all’interno ci sono informazioni riservate per il Presidente degli Stati Uniti”

“Si certo e io sono un inviato speciale della NASA, avanti mi dia la valigetta o sarò costretto a metterla in detenzione e chiamare l’Ambasciata”

Un lieve bussare e l’entrata di alcuni uomini vestiti di nero fecero infuriare ancora di più il poliziotto

“Chi siete voi? Non potete stare qui!”

“Stia zitto! Siamo venuti per il signor Takeda, ha delle informazioni riservate che non possono essere rivelate ad altre fonti se non quelle del Presidente”

“Ma state scherzando? Siete in Giappone e tutto quello che esce da qui deve essere controllato!”

“Senta! La nostra Ambasciata ha già provveduto a chiamare i suoi superiori quindi lei adesso chiude quella fogna e ci consegna il signor Takeda immediatamente! Sono stato chiaro?”

“S-signor si!”

“Bene, Takeda andiamo!”

Una volta fuori dalla stanza, gli uomini scortarono Takeda fuori dall’aeroporto, dove un suv nero li stava aspettando con il motore acceso

“Non so chi siete ma io devo prendere un volo e non posso certo fermarmi qui con voi”

“Signor Takeda, ha sentito vero cosa è stato detto dentro quella stanza? Apparteniamo all’FBI americana, siamo stati mandati qui dal Presidente in persona per scortarla fino a New York”

“Ci è stato comunicato che il professor Tomoe è sua figlia sono stati ritrovati uccisi nel loro appartamento”

“Non è possibile! Ho visto il dottor Tomoe circa un’ora fa!”

“Sappiamo che è scosso visto il periodo che avete passato insieme ma la prego di seguirci senza fare storie, gli assassini del professore potrebbero arrivare qui da un momento all’altro”

“Se non si fida ancora, ecco qui, veda con i suoi occhi”

Un uomo alto vestito di nero con degli occhiali scuri gli aveva mostrato il distintivo che veniva rilasciato agli agenti dell’FBI

“Ora si sente più tranquillo?”

“Si”

“Allora salga non c’è tempo da perdere”

 

Sulla strada per l’aeroporto

“Minako guidi come mia nonna! Vuoi muoverti? Tra meno di cinque minuti parte il nostro aereo!”

“Scusami tanto Haruka se non sono una pilota come te!”

“E piantatela cazzo! Siamo in ritardo perché voi due non fate altro che battibeccare!”

“Michiru amore non ti intromettere”

“Amore un corno Haruka! Se non l’hai capito se non prendiamo in tempo quel dannato chip il capo ci squarta”

“Come la fai lunga, sai che posso sempre temporeggiare”

“È proprio per colpa tua se mi ritrovo qui con vuoi due! A quest’ora potevo starmene nel nostro appartamento a riposare! Invece no! Devo stare qui con vuoi due che vi punzecchiate come due bambini!”

“Scansafatiche! Solo perché sei dei piani alti dell’organizzazione non vuol dire che sei esente dal fare il lavoro sporco Miss me ne sto a casa a riposare!”

“Sta zitta Minako!”

“Calmatevi ragazze non ho detto nulla!”

“Meglio!”

L’auto delle ragazze era arrivata in orario all’aeroporto, dovevano controllare che l’assistente del dottor Tomoe aveva preso l’aereo e sperare di riuscire a trovarlo una volta atterrate a New York

“Ci siamo, Minako distrai la guardia!”

“Perché io? Non può farlo Michiru?”

“E permettere così che un bellimbusto guardi con avidità la mia fidanzata? Mai! E poi sai come funziona, io e lei fingiamo di essere una coppia di neo sposi e tu…”

“La sorella rompi coglioni della sposa che non si decide a darvi un attimo di pace!”

“Esattamente! Adesso va e fa il tuo lavoro!”

Minako si era diretta dal poliziotto addetto al controllo dei bagagli e con fare civettuolo aveva attirato la sua attenzione

“Mi scusi agente, sa, non sono pratica di aeroporti, mi chiedevo se lei saprebbe dirmi cosa fare” giocava con una ciocca di capelli e tra una parola e l’altra lanciava occhiate provocanti all’agente mostrando la sua scollatura generosa

“S-signorina, deve passare da questa porta e noi controlleremo se ha addosso delle armi o oggetti che potrebbero ferire i passeggeri”

“Agente cosa sta insinuando? Che io sia un pericolo per i passeggeri?”

“C-certo che no, però sa è una questione di routine, tutti sono obbligati a passare da qui, non si preoccupi una volta passata questa porta la condurrò io personalmente all’imbarco se proprio non sa dove andare”

“La ringrazio”

Ancheggiando aveva superato la porta per il controllo mentre Haruka e Michiru caricavano le loro borse, il poliziotto era troppo preso ad ammirare il fondoschiena di Minako da non badare alle armi che passavano sotto il suo naso.

“Agente la ringrazio per aver trattenuto mia cognata, sa, da quando sua sorella si è sposata non ci lascia un attimo da soli”

“Si figuri è stato un piacere per me”

Salutato il poliziotto con un sorriso forzato, Minako aveva liberato un sospiro di sollievo

“Era ora! Mi guardava come un allupato!”

“Non è mica colpa mia se vai ancheggiando come una baldracca di strada!”

“Non ti azzardare a darmi della baldracca sotto specie di uomo mancato!”

“Piantatela, non è il momento per litigare! Vedete di cercare l’aiutante del dottore!”

Dopo una buona mezz’ora di ricerca si erano ritrovate davanti il corridoio che conduceva all’aereo

“Sicuramente ha preso il primo volo”

“Se così non fosse? Se il professore ci avesse mentito?”

“Non l’ha fatto, sapeva che ad un suo minimo errore la figlia sarebbe morta”

“Si da il caso che sia morta ugualmente insieme a lui!”

“Si e sei stata proprio tu ad ucciderli Michiru!”

“Perché tu non volevi farlo Minako!”

“Ragazze basta! Prendiamo l’aereo e una volta a New York vedremo di trovare questo tizio! E soprattutto evitate di alzare la voce su questi argomenti, l’ultima cosa che voglio è ritrovarmi la sicurezza alle calcagna!”

 

Sull’aereo

“Michiru la situazione non mi convince!”

“Haruka calmati! Se l’assistente del dottore ha preso il primo volo sicuramente lo troveremo all’aeroporto di New York, dopotutto ha delle informazioni per il Presidente dubito fortemente che se ne vada in giro da solo”

“Forse hai ragione, ma…”

“Ma se non avesse preso l’aereo? Se qualcuno l’ha preso dall’aeroporto per scortarlo fino in America?”

“Minako tu guardi troppi film d’azione, mi dici come potrebbero portarlo in America senza prendere un aereo? Siamo in Giappone ricordi?”

“Michiru sarà che io guardo troppi film ma tu sembri una pivella!”

“Come osi!”

“Lasciami finire! Se il chip lo ha veramente il nostro uomo è molto probabile che alcuni agenti inviati dal Presidente lo scortino fino in America con un jet privato!” con fare non curante Minako aveva espresso la sua idea insinuando nella mente di Michiru molti dubbi riguardo la missione

Se Minako ha ragione siamo fottute! Dobbiamo recuperare il chip prima che venga messo in circolazione!

 

Albergo di Tokyo

“Signore ci è stato comunicato che gli assassini del professor Tomoe e di sua figlia sono su un aereo diretto a New York, cosa facciamo?”

“Lasciate che giochino ancora un po’, al mio segnale li catturerete, ma per adesso lasciategli fare ciò che vogliono. Nel frattempo Takeda si riposi, domani lei arriverà a New York per consegnare la valigetta al Presidente”

“Ma come pensate di evitare gli assassini di Tomoe?”

“Non si preoccupi lei domattina prenderà un jet privato e sarà condotto direttamente alla Casa Bianca, una volta lì consegnerà il chip al Presidente e si toglierà di scena”

“Cosa vuole dire?”

“Che dovrà sparire, le forniremo una nuova identità e faremo in modo che lei non apra bocca sul progetto!”

“Il progetto del Presidente è troppo importante per l’integrità delle Nazioni e nessuno s’intrometterà in questa storia!”

 

Questo è il secondo capitolo, ringrazio Shadow DylanDog e Miss_Writer che hanno commentato e inserito la storia tra i seguiti :3

Al prossimo capitolo :3

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Capitolo 3
*** The President ***


For all the world to see capitolo 3

The President

 

“Come delle complicazioni! Di che genere!”

“State scherzando vero?”

“Me ne rendo conto, avviserò immediatamente il Presidente!”

Una donna sulla cinquantina con una serie di fascicoli si era diretta a passo spedito verso la grande porta alla sua sinistra. Un lieve bussare e la voce del Presidente che la invitava ad entrare

“Mi dica signorina Jonson”

“S-signor Presidente i vostri agenti hanno appena chiamato dicendo che ci sono delle complicazioni”

“Che genere di complicazioni”

“Il dottor Tomoe è stato rinvenuto morto questa mattina assieme a sua figlia”

“Non sapevo vivesse con sua figlia, come sono morti?”

“Due colpi di pistola, non ci sono tracce di colluttazione e nemmeno che il dottore abbia provato a difendersi, la casa è in perfetto ordine. La polizia giapponese pensa si tratti di suicidio”

“È impossibile! Conoscevo il dottor Tomoe non avrebbe mai fatto del male a sua figlia e tantomeno si sarebbe ucciso!”

“Signore lei crede…”

“Vada a rispondere al telefono signorina! Se ci sono novità mi avverta immediatamente!”

“Si signore”

Il Presidente era un uomo di bell’aspetto nonostante i suoi sessant’anni, aveva lavorato per anni nel FBI e con il contributo di alcuni enti era diventato il Presidente degli Stati Uniti d’America. Era passato un anno dalla sua elezione ma ancora non era abituato a tutti quei riguardi, certo era a capo di un gruppo del FBI ma era differente dal dover comandare un’intera Nazione.

Aveva preso a camminare avanti e indietro davanti alla scrivania con passo malfermo, la cravatta improvvisamente gli dava fastidio e con un gesto secco della mano la slegò lanciandola sulla grande poltrona di pelle nera

Dannazione! Questo progetto è troppo importante non posso lasciarmi intimorire dalla morte di Tomoe! Sono stanco, devo riposare non ho più l’età per preoccuparmi così!

“Signorina Jonson”

La voce ansante e gracchiante della segretaria aveva raggiunto le orecchie del Presidente che si era seduto mollemente sulla poltrona tenendosi la testa con le mani

“Si signor Presidente?”

“Mi porti un’aspirina! Ah è un’altra cosa”

“Si signore?”

“Cerchi di scoprire chi ha ucciso il dottor Tomoe e sua figlia!”

 

Ufficio del capo dei servizi segreti

 

“Ah signorina Jonson che piacere risentirla”

“Come dice?”

“Non posso crederci! Certo signorina, avverta il Presidente che ci occuperemo noi del caso”

Un dito curato aveva premuto il piccolo tastino rosso dell’interfono posto sulla scrivania

“Mi faccia salire immediatamente l’agente Mizuno!”

Una donna dai lunghi capelli neri si massaggiava le tempie ripensando alla conversazione con la segretaria del Presidente

Merda! L’operazione non è cominciata e già ci scappa il morto! Che cazzo state combinando? Se scoprono chi siete saremo tutti nella merda

“Capo…”

“Capo si sente bene?”

Una mano si era avvicinata alle braccia della ragazza facendola sussultare

“Ah..Mizuno vuole farmi morire d’infarto?”

“Mi scusi capo, l’ho chiamata più volte ma sembrava assorta nei suoi pensieri. Posso ripassare dopo se lei è impegnata”

“Non preoccuparti e non chiamarmi capo! Ho un nome e un cognome sai”

“Mi scusi signorina Hino”

“Così va meglio”

Con un sorriso rassicurante Rei aveva fatto accomodare la ragazza davanti a lei mentre prendeva dalla scrivania alcuni documenti che riportavano il timbro top secret

“Sa Mizuno, ci è arrivata notizia che il dottor Tomoe e sua figlia sono stati uccisi nel loro appartamento. Ora capisco che lei era molto legata alla famiglia in quanto insegnante privata della signorina Hotaru ma le chiedo di ragionare a mente fredda su questo caso”

“L’ascolto”

“Bene, tutto quello che le dirò rimarrà tra noi intesi?”

“Si signore!”

 

Una ragazza dai corti capelli blu vestita di nero si dirigeva con il passo fiero di un soldato davanti la camera del Presidente, un fugace sguardo alla segretaria che la fissava in cagnesco e un bussare leggero ma deciso fece palesare la sua presenza

“Signor Presidente, sono l’agente Mizuno sono stata mandata dal capitano Hino con i dati della situazione”

“Molto bene agente Mizuno si sieda e mi racconti il piano”

“Bene signore, noi pensiamo che l’uccisione del dottor Tomoe sia l’attacco di un organizzazione terroristica che mira a indebolire il nostro sistema”

“Intende forse i ribelli di Al-Qaida?”

“No signore, quegli adoratori di Allah non sono nemmeno a conoscenza dei nostri piani! Pensiamo piuttosto ad un’organizzazione che ha l’obiettivo di fermare la diffusione del chip”

“Se così fosse qualcuno deve aver sorvegliato il dottor Tomoe! Nessuno al di fuori dei capi delle nazioni è ha conoscenza di questo progetto”

“Sospettiamo signore che ci sia una spia che abbia accesso ai progetti che lei sta avviando”

“È inammissibile! Signorina Mizuno i miei uomini sono selezionati personalmente da me! Nessuna persona sospetta entra nel FBI!”

“Signore non sto insinuando questo, probabilmente sotto lauta ricompensa qualcuno è stato corrotto”

“Questo è più comprensibile! Bene agente Mizuno se non ha altro da aggiungere sul piano è libera di andare e di catturare gli assassini del dottore e di sua figlia”

“Non si preoccupi signore ero molto legata alla figlia del dottore e non lascerò impuniti i suoi assassini!”

Dopo una forte stretta di mano, Ami si era diretta fuori dalla Casa Bianca con l’intento di andare dalla sua compagna Makoto ricoverata in un ospedale militare

“Agente Mizuno”

“Signorina Hino”

“Oh chiamami Rei dopotutto siamo entrambe fuori servizio”

“Va bene, Rei”

“Sta andando a trovare l’agente Kino?”

“Si”

“Le dispiace se mi unisco a lei? Vorrei portarle i miei saluti, dopotutto fa parte della mia squadra”

“Certo ah, Rei puoi darmi del tu”

Dopo mezz’ora di macchina erano arrivate all’ospedale militare dov’era ricoverata Makoto

“Avanti!”

“Makoto come stai? C’è anche Rei”

“Capo che ci fa qui?”

“Chiamami Rei non sono in servizio”

“Come ti senti?”

“Va bene capo, cioè Rei. Molto meglio Ami credo che tra un paio di giorni potrei tornare a casa ed essere di nuovo operativa”

“Mi fa piacere sentirlo Makoto, avremo bisogno di lei per una nuova missione; ma per questo aspetteremo che si riprenda completamente e che torni in ufficio, adesso vi lascio”

“Arrivederci”

“Allora Ami, come mai da queste parti?”

“Cos’è non posso venire a trovare la mia compagna?”

“Strano visto che non ti fai vedere dall’incidente!”

“Cerca di capire…”

“Capire cosa? Sei sparita da più di due mesi!”

Sei mesi prima in Iraq

“Ami fa attenzione! Ci sono mine ovunque!”

“Sta tranquilla, sul radar non sono evidenziate”

“Non mi fido molto di quei cosi lo sai!”

“Potresti fidarti di me”

“Mi fido di te ma non della tua tecnologia”

Una forte esplosione aveva scaraventato all’aria i corpi di Makoto e Ami, dopo un lieve stordimento si erano rese conto di essere circondate dalla milizia del posto

“Siamo nella merda”

Erano state catturate e torturate e più volte seviziate per costringerle a parlare e rivelare i piani del loro Governo quando dopo due settimane erano state liberate dall’esercito americano inviato per liberarle

Durante il viaggio di ritorno erano state medicate ma Makoto era messa peggio e nonostante le cure continuava a perdere sangue al punto tale di perdere i sensi ripetute volte

Quando si erano risvegliate si trovavano nell’ospedale militare vicino alla Casa Bianca, dopo una settimana Ami era stata dimessa e da quel momento non era più tornata a fare visita a Makoto, la ferita che portava nel cuore bruciava ogni notte come la cicatrice che riportava sul suo collo, segno indelebile di come la guerra cambiava per sempre le persone

“Ami mi stai ascoltando cristo santo?”

“Scusami Makoto”

Involontariamente Ami aveva portato la mano sulla cicatrice per assicurarsi in un vano tentativo che tutto quello che aveva rivisto entrando in ospedale fosse solo un incubo

“La cicatrice ti resterà per sempre, come io resterò per sempre con questo braccio mutilato e una cicatrice sull’occhio. Abbiamo perso qualcosa in Iraq, io un braccio e un occhio, tu il tuo coraggio e la tua umiltà!”

“La guerra cambia le persone Makoto lo sai bene!”

“Questo non vuol dire che puoi stare al servizio di un Presidente meschino ed egoista!”

“Sei ancora convalescente e non sai quel che dici!”

“Si che lo so! Ami se continui a restare lì presto o tardi sarò io a venire a trovare te, ma non sarà in un ospedale!”

“Non finirò adesso al cimitero! Finirò accanto alla tomba di mio padre solo quando sarò vecchia!”

“Hai visto la morte in faccia e ancora ti ostini a credere negli ideali del Presidente che ci ha mandate a morire!”

“Me ne vado Makoto! Parlare con te è come parlare con un anarchico convinto!”

“Perché lo sono! Sai ho avuto modo di pensare stando qui e quando mi dimetteranno darò le mie dimissioni! Non servirò un Presidente egoista, ma solo i miei ideali e quelli del popolo!”

“Visionaria! Non farti sentire dai militari o morirai nel giro di qualche ora!”

“Vaffanculo Ami non ho bisogno di te!”

Sbattendo la porta Ami aveva lasciato per sempre Makoto e il suo passato decidendo di servire il Presidente

 

Sull’aereo

 

“Ragazze tra qualche ora arriveremo a New York, propongo di andare direttamente dal Presidente!”

“Si così magari ci sparano a vista!”

“Non sanno che siamo state noi!”

“Si ma se qualcuno ha spifferato qualcosa?”

“Per qualcuno intendi Rei? Sta tranquilla non tradirebbe mai la nostra fiducia!”

“Ma io non capisco una cosa, se lavoriamo per il Presidente perché stiamo cercando di rubargli il chip?”

“Minako noi non lavoriamo per il Presidente, è solo una copertura! Il nostro vero obiettivo è quello di rubare il chip e distruggerlo! La salvezza del popolo è più importante di un Presidente egoista!”

 

Ringrazio chi ha inserito la storia nelle suguite, chi recensisce e chi legge in silenzio :3


 

 

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Capitolo 4
*** War and Peace ***


For all the world to see capitolo 4

War and Peace

 

 “Haruka abbandona la missione!”

“Michiru non posso non ti lascio in questo inferno!”

“So cosa sto facendo, abbandona la missione! È un ordine!”

“Ma…”

“Niente ma! Sono un tuo superiore! Rispetta l’ordine e abbandona la missione!”

Erano state inviate in Iraq per una missione di pace come la definiva il loro Presidente, loro invece la chiamavano missione punitiva contro gli innocenti. Erano ormai sei mesi che la loro base si era stabilita sul suolo nemico e dopo tanto cercare finalmente avevano trovato una pista importante. Alcuni terroristi stavano contrabbandando delle armi bianche per le nazioni più potenti, le ragazze avevano ricevuto una soffiata anonima che li avvertiva dello scambio, era ormai sera quando finalmente avevano dato il via al blitz per arrestarli tutti.

“Haruka fa attenzione! Non sappiamo quanti ce ne siano dentro!”

“Si signore! Michiru fa attenzione anche tu!”

Tutto improvvisamente era diventato accecante e i suoni ovattati, qualcuno urlava qualcosa di incomprensibile e ripetuti boati attutiti arrivavano alle sue orecchie stordite, all’improvviso una presa salda l’aveva trascinata all’aria aperta, sentiva la sabbia portata dal vento finirle sul viso e nel naso; uno sparo ravvicinato e quando aveva riaperto gli occhi l’unica cosa che riusciva a vedere era il buio di una cella.

“Haruka svegliati!”

“Haruka!”

“Harukaaa!”

“Eh…si sono sveglia”

“Asciugati la bava per favore!”

“Si prega i signori passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza stiamo per atterrare”

“Oh finalmente siamo arrivate”

“Minako non siamo qui in visita di piacere ricordalo!”

“Ok ok, quindi adesso come procederemo?”

“Una volta a terra vedremo il da farsi”

Era stato un volo stancante per Haruka che era ancora turbata per il sogno che aveva fatto, erano passati anni dalla guerra che aveva coinvolto lei e Michiru ma continuava a rivivere lo stesso incubo quasi ogni notte

“Ruka ti senti bene?”

“Eh…ah…si si sto bene non preoccuparti Michi”

Una volta in aeroporto avevano scorto tra la folla degli uomini in nero che si guardavano intorno e bisbigliavano qualcosa all’auricolare

“Possibile che ci abbiano già scoperte?”

“Non essere paranoica, andiamo da loro tranquillamente e se necessario useremo le maniere forti”

Con passo deciso le ragazze si avviarono verso gli uomini in nero che bloccavano l’uscita

“Salve agenti, il Presidente ci ha chiesto di venirvi in contro e scortarvi personalmente da lui”

“Come fa il Presidente a sapere che siamo qui?”

“I vostri cellulari, sono collegati ad un satellite, tramite GPS sappiamo sempre dove vi trovate”

“Ora seguiteci”

Si erano ritrovate nel grande suv nero che le stava conducendo dal Presidente, avevano l’aria tesa, nella loro testa erano mille le congetture

E se avesse scoperto che siamo state noi?

Merda! Ci serve l’aiuto di Rei!

Sicuramente Rei ha inventato qualcosa, ma non ricordo di aver mai visto questi agenti al FBI

“Perdonate la domanda, ma come mai signorine siete così tese?”

“Sa, nel nostro lavoro siamo sempre prudenti e a dire il vero non ricordo di avervi mai visto in servizio da noi quindi siamo un po’ scettiche al riguardo!” la solita Minako con il suo tono saccente riusciva a smascherare senza troppi giri di parole gli impostori e i pianta grane

“Vede agente, se lei fosse stata più attenta avrebbe capito subito la situazione”

“Cosa sta insinuando?”

“Minako non ti sei resa conto che sono due donne e per la precisione una è Rei e l’altra e Makoto?”

“Co…si lo sapevo! Stavo solo giocando un po’!”

“Bugiarda, si vede chiaro in faccia quanto sei rimasta sorpresa”

“E va bene! Non l’avevo capito! Ora Rei mi spieghi cos’è questa messinscena?”

“Con calma ragazze, ogni cosa a suo tempo”

Nonostante la rassicurazione di essere tra amici le ragazze non erano del tutto convinte di essere al sicuro. Dopo due ore in mezzo al traffico e le lamentele di Rei su come il traffico veniva gestito male arrivarono al quartier generale del FBI

“Bene signore, conoscete la strada, andate nel mio ufficio immediatamente!”

“Si signore!”

“Ah Michiru tu no, tu resti qui c’è una questione di cui dobbiamo parlare privatamente”

“Si signore!”

Haruka e Minako si trovavano nell’ufficio di Rei già da un ora e Haruka che di natura era impaziente aveva cominciato a battere il piede nervosamente

“Vuoi smetterla? Mi da fastidio!”

“Non m’interessa! Dove cazzo sono Rei e Michiru?”

“Cos’è sei gelosa del capo?”

“Non dire stronzate!”

“Sai è probabile che in questo Michiru si stia divertendo senza pensare a te, dopotutto dici sempre che è la tua fidanzata ma non la tratti mai come merita!”

“Piantala Minako se non vuoi che ti uccida!”

“Oh povera Haruka, logorata dalla sua gelosia si sente inferiore al capo!”

Un gancio destro tirato con rabbia aveva fatto cadere Minako dalla sedia che si teneva dolorante il naso rotto mentre Haruka era pronta a sferrarle un’altra serie di pugni

“AGENTE TENOU! COSA DIAVOLO HA FATTO?”

“Capo io, chiedo scusa ma l’agente Aino mi ha provocato!”

“Credi che serva come giustificazione?”

“No signore!”

“Adesso rimettiti seduta mentre porto l’agente in infermeria!”

“Si signore”

“Michiru da pure tu le disposizioni, conosci già il piano”

“Si signore!”

Una volta che Michiru si era assicurata che Rei e Minako si erano allontanate si era parata davanti ad Haruka con sguardo furente e minaccioso

“Si può sapere che cazzo è successo?”

“Niente!”

“Non dire niente! Le hai rotto il naso con un pugno!”

“Hai ragione! Le ho rotto il naso e sai che ti dico? Lo rifarei altre cento volte!”

“Cosa è successo?”

“Mi ha provocata!”

“Come, non mi sembra che tu abbia qualche ferita!”

“Non esteriormente”

“Spiegati!”

“Mi ha fatto ingelosire! Ha insinuato che tu e Rei ve la intendente e mi ha fatto sorgere l’insicurezza!”

“Ma ti ha dato di volta il cervello? Haruka guardami cazzo! Sono cinque anni, cinque che stiamo insieme che ci pariamo il culo a vicenda su qualsiasi cosa! Cosa ti ha fatto pensare anche lontanamente che io potessi scoparmi Rei?”

“Bè è la tua ex no?”

“No! Haruka io e Rei siamo ex colleghe, prima di te lavoravo in squadra con lei, dopo una missione andata male dove lei è rimasta ferita sono stata affiancata a te. Non c’è nessun legame sentimentale di quel tipo tra me e lei”

“Sono un idiota vero?”

“Sei la mia idiota” si era avvicinata al viso di Haruka per soffiarle quelle parole sulle labbra prima di darle un casto bacio

“Adesso agente è meglio pensare al lavoro”

“Si signore!”

 

Ospedale militare

“Signorina Kino può lasciare l’ospedale, le sue condizioni sono stabili e non ci sono segni di complicazioni. Entro una settimana può tornare operativa sul campo”

“La ringrazio dottore ma credo che mi congederò”

“Come mai? Se posso”

“Dottore lei è mai stato in guerra? Sul campo di battaglia intendo”

“No signorina”

“Allora non può capire i demoni che ci sono nella mia testa quando ogni notte chiudo gli occhi”

“Ma ho sentito dire che era un soldato eccezionale”

“Questo è ciò che viene detto di me nell’esercito, la verità dottore è che non mi sento più portata per la vita militare”

“Signorina Kino io sono solo un medico ma se lei crede che questa è la decisione giusta lasci pure la vita militare ma non privi la Nazione e il Presidente delle sue qualità”

“Ci penserò, grazie dottore per avermi curata”

“Si figuri”

Erano mesi che non rivedeva la luce del sole, era finalmente fuori dall’ospedale, adesso poteva dare le dimissioni e sfruttare le sue conoscenze per il bene del popolo

Sfruttare le mie conoscenze per il Presidente? Tsz che si fotta! Aiuterò questa Nazione a ribellarsi, ma prima mi serve l’aiuto di persone fidate all’interno del FBI

 

“Allora è tutto chiaro?”

“Si signore!”

“Bene andate”

“Mizuno sei sicura che il Presidente non scoprirà niente?”

“State tranquille, ho raccontato al Presidente che c’è qualche agente corrotto nel FBI”

“Sei un genio”

“Haruka ma che hai fatto a Minako?”

“Ehm, bè ecco…”

“Lascia perdere, so quanto può diventare stronza e subdola”

“Grazie per aver capito”

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Haruka vado a farmi una doccia, se qualcosa non ti è chiara leggi gli appunti sul tavolo”

 “Vai tranquilla non sono mica una pivella, solo una cosa non mi è chiara e che sicuramente non troverò nei documenti”

Michiru era in bagno e il rumore dell’acqua attutiva la voce di Haruka dall’altra parte della porta

“Haruka entra perché non riesco a sentirti”

“Cosi mi rendi le cose difficili”

“Non fare la pervertita e parla”

“Ok…dicevo, non mi è chiara una cosa, chi sarebbe l’altro alleato della missione? Ho capito che nel FBI ci sono degli anarchici come noi ma non so chi sono”

“Haruka ricordi l’agente Kino?”

“Makoto? Si”

“Bene, è lei l’altro alleato, purtroppo Ami ha dovuto litigare con lei per spingerla a lasciare l FBI e concentrarsi sul popolo”

“Aspetta, mi stai dicendo che Ami e Makoto si sono lasciate?”

“Si Haruka per questo sarà ancora più difficile lavorare con loro, ma ricorda ogni cosa a suo tempo”

“D’accordo, ma adesso…”

“Co..mhf”

Haruka incurante dell’acqua si era intrufolata nella doccia per baciare appassionatamente Michiru, erano mesi che non avevano un minuto di privacy e la continua presenza di Minako non l’aiutava

“Haruka…ma che fai?”

“Quello che dovrei fare tutte le volte che sono sola con te”

Continuarono a baciarsi in modo sempre più intenso fino a consumare il loro amplesso nella doccia

Una volta a letto Michiru si era accoccolata sul petto di Haruka addormentandosi beatamente con il battito del suo cuore, mentre Haruka appena chiusi gli occhi aveva ripreso il suo incubo

“Michiru dove sei?”

“Accanto a te, so che non puoi vedermi ma sono qui” un rumore di catene fece capire ad Haruka che Michiru era nella sua stessa situazione

“Dove ci troviamo?”

“Sicuramente ci hanno catturato, perché non hai abbandonato la missione?”

“Non volevo lasciarti morire da sola”

“Stupida in guerra i sentimentalismi sono fatali”

“Tu perché sei qui?”

“Ti ho vista a terra ricoperta di sangue e ho abbandonato la missione”

“Stupida in guerra i sentimentalismi sono fatali” aveva imitato la voce di Michiru scatenandone una breve risata

“Michiru usciremo da qui in un modo o nell’altro”

I primi raggi del sole avevano riportato Haruka alla realtà, si era voltata e aveva trovato gli occhi blu del mare di Michiru che la guardava preoccupata

“Che ti succede?”

“Il solito incubo”

“Haruka è tutto passato, vieni qui”

Haruka si era accoccolata sul petto di Michiru lasciandosi cullare in un sonno questa volta senza sogni

 

 

Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite, chi legge in silenzio e chi recensisce :3

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Capitolo 5
*** Il Complotto Parte I ***


For all the world to see capitolo 5

Il complotto part I

 

Il telefono squillava da ore ma Haruka e Michiru erano troppo impegnate a riposare da non rendersene conto, quando Michiru stessa stizzita dalla suoneria incessante aveva scaraventato a terra il cellulare fermando definitivamente quel suono odioso

“Michiru era il mio cellulare quello che hai fatto volare?” Haruka aveva la voce impastata dal sonno e resa ovattata dai cuscini che aveva messo sulla testa a causa del tormento della suoneria

“Non lo so, che ore sono?”

“Le…cristo santo! Michiru alzati è tardissimo! Sono le undici e non siamo ancora in ufficio!”

“Merda! Haruka muoviti! Oggi niente colazione o coccole!”

“Si signore!”

In un lampo le ragazze si erano precipitate in bagno per una veloce doccia fredda e indossare l’abito nero da lavoro. Quello di Michiru era composto da un tailleur nero con camicia bianca e un cravattino del medesimo colore dell’abito, mentre per Haruka un pantalone con giacca nera camicia bianca e cravatta abbinata, ogni agente del FBI aveva a disposizione degli accessori che potevano essere integrati con la tenuta da lavoro, Michiru aveva degli orecchini con ricetrasmittente e un orologio con dardi soporiferi e microfono spia; Haruka invece un ferma cravatta con una piccolissima telecamera e un orologio con un filo sottilissimo di nylon per gli attacchi a sorpresa

“Possiamo andare?”

“Un attimo non riesco a sistemare la cravatta!”

“Muoviti lascia fare a me, te la sistemo in ascensore!”

“Ecco fatto, adesso è perfetta! Haruka”

“Si?”

“Corri più che puoi”

“Agli ordini”

La loro auto era parcheggiata nel grande viale alberato del palazzo dove loro alloggiavano, quando avevano degli impegni urgenti il portiere si preoccupava di lasciare la macchina pronta sul vialetto

“Aah la mia bambina”

“Piantala e guida!”

“Trattala con rispetto! È una signora macchina questa!”

“Haruka M-U-O-V-I-T-I!”

“Va bene va bene! –accarezzando lo sterzo- tranquilla piccolina oggi ti farò divertire come meriti”

A quell’ora le strade di New York erano affollate da taxi in sosta vietata, da camion di rifornimenti e persone che si credono superiori ad altri lasciando la loro auto alla bene e meglio in strada

“Ma ti sembra logico tutto questo casino?”

“Haruka è normale a quest'ora la città è in pieno fermento”

“Non accetto tutto questo casino! Non posso nemmeno guidare inserendo la seconda!”

“So che ti piacciono le strade libere e larghe ma qui adesso non è possibile intesi?”

“Michi tu non capisci! Questa è una BMW M3 e46! Non è la classica macchinina da città!”

“Haruka puoi anche avere un tre ruote! Per quel che mi riguarda siamo in ritardo in ufficio e sicuramente Makoto è già li e starà succedendo il putiferio!”

Haruka troppo ferita dalle parole di Michiru, aveva dato fondo a tutte le sue conoscenze in campo di pilotaggio, facendo una manovra brusca invertendo il senso di marcia e infilandosi in una stradina ad accesso limitato cominciando ad aumentare la velocità per arrivare in tempo a lavoro

 

Sala riunioni unità speciale FBI

“Dove cazzo si sono cacciate quelle due? È mai possibile che debbano arrivare in ritardo!”

“Capo si calmi”

“Mizuno portami una tisana”

“Si signore!”

“Minako dove sono quelle due?”

“Sinooe soo…”

“Agente Aino si levi immediatamente quella caramella dalla bocca e mi dica esattamente dove si trovano quelle due!”

“Si signore! Signore gli agenti Tenou e Kaioh saranno qui tra trenta secondi!”

“Perfetto!”

Rei aveva premuto il tasto sull’interfono richiamando Ami

“Agente Mizuno lasci perdere la tisana e mi porti qui l’agente Kino!”

 

“Haruka muoviti!”

“Calma calma, tanto siamo già in ritardo”

“Non peggiorare ulteriormente il ritardo!”

“Sei tu che hai lanciato il mio cellulare per terra perché continuava a suonare!”

“Se tu non ti…lascia perdere!”

Un lieve bussare e una massa di capelli color del mare entrarono nel raggio d’azione del telefono di Rei che appena visto dallo sguardo di Michiru era finito in mille pezzi contro il muro

“Capo ma è impazzita?”

“No Michiru! Sono solo furiosa perché siete in ritardo di almeno tre ore e l’agente Kino sta creando problemi nonostante sia stata legata e portata qui con la forza dall’agente Mizuno!”

“Rei non ti sembra di esagerare?”

“Haruka taci altrimenti oggi c’è ne son pure per te”

Rei era furente, aveva scoperto che la segretaria del Presidente stava indagando per conto suo su alcuni agenti del FBI che tramavano un colpo di stato alle spalle del Presidente

“Ragazze la situazione ci è sfuggita di mano! L’assistente del dottor Tomoe il professor Takeda è stato ritrovato morto nel bagno dell’aeroporto militare di New York. Non c’erano documenti sul cadavere ma dal DNA risulta essere il nostro uomo, ora il chip è stato rubato! Non sappiamo chi l’ha rubato e tantomeno cosa vogliono farci, vi voglio operative ventiquattro ore su ventiquattro sette giorni su sette se è necessario intesi?!”

“Ma capo come facciamo a trovare qualcuno che non ha lasciato nessuna traccia?”

“Era qui che ti volevo Haruka, tu sei lo spazzino della squadra giusto? Tu sai come far sparire tracce e indizi adesso devi fare il contrario, me li devi trovare!”

“Ma se non ci sono impronte e segni di colluttazione sarà impossibile anche per me”

“Haruka in obitorio c’è il cadavere del professore vai a dargli un’occhiata e mettiti a lavoro, non abbiamo più molto tempo!”

“Si signore!”

“In quanto a voi, agente Mizuno, agente Aino voi siete quelle più esperte coi computer, trovatemi i filmati delle telecamere a circuito chiuso dell’aeroporto, qualsiasi indizio che possa portarci a scoprire qualcosa in più sull’accaduto”

“Si signore!”

“Michiru, tu e l’agente Kino lavorerete insieme, lei è un anarchica convita e spera di aiutare il popolo ad insorgere contro il Presidente, il vostro compito è quello di fomentare l’odio dei cittadini verso il Presidente e i vari capi di stato. È tutto chiaro?”

“Si signore!”

“Bene, andate adesso!”

“Ah un’altra cosa, Michiru assumerai tu il comando dell’operazione, è inutile ricordare le conseguenze in caso di fallimento vero?”

“No signore”

 

“Ragazze il piano è questo”

 

Ufficio del Presidente

 

“State scherzando?”

“No signor Presidente, il professor Yui Takeda è stato trovato morto e privo di documenti nel bagno dell’aeroporto, non sappiamo ancora chi è stato ad ucciderlo ma stiamo indagando”

“E che ne è del chip?”

“Rubato signore”

Il Presidente era visibilmente preoccupato, continuava a massaggiarsi le tempie mentre cercava un’alternativa all’enorme intoppo che si era creato

Devo assolutamente parlare con gli altri capi mondiali, non possiamo rischiare di mandare all’aria questo progetto

“Signori convocate tutti i capi mondiali e allertate le associazioni segrete! Dobbiamo agire immediatamente!”

“Si signor Presidente!”

 

Servizi segreti

“Signore una chiamata dal FBI sulla linea uno!”

“FBI? Che vogliono da noi?”

“Sono il capo della CIA chi è che parla”

“Sono il capitano Rei Hino dell’unità di spionaggio del FBI”

“Non c’è una simile unità nel FBI!”

“Si che c’è, siamo solo molto bravi a nasconderci, mi ascolti bene capitano Meio, siamo in guerra! Abbiamo bisogno del vostro aiuto!”

“In guerra? Ma di che accidenti sta parlando?”

“Non è prudente parlarne al telefono, incontriamoci  al molo tra mezz’ora!”

“Ci sarò!”

“Ah un ultima cosa, venga sola!”

 

Ufficio di Michiru Kaioh

 

“Agente Kino le sto dicendo la verità!”

“Non le credo! Com’è possibile una cosa del genere? Mi avete chiamata visionaria quando ho espresso la mia idea e ora venite a dirmi che sono anni che complottate contro il Governo mondiale e che anche l’agente Mizuno è coinvolta?!”

“Esattamente! Le chiedo di credermi, ora le mostrerò alcuni fascicoli altamente confidenziali, all’interno ci sono le risposte a ciò che lei cerca!”

Makoto era furiosa, per anni Ami le aveva nascosto il suo vero ruolo nel FBI e quando le aveva rivelato di essere un’anarchica convita era stata derisa e considerata visionaria, quando anche lei serve gli ideali dell’anarchia. Dopo un’ora aveva visionato i documenti che Michiru le aveva fornito

Merda queste sono missioni dove ho combattuto in prima linea, possibile che non me ne sia mai accorta? Se queste persone dicono il vero farò bene ad aiutarle e a collaborare, il Presidente e i governi mondiali devono cadere per mano del popolo

“Bene agente Kaioh, ho capito che per anni ho combattuto in prima linea per missioni che avevano un secondo fine differente da quello che avevo capito, le chiedo scusa per i miei modi sgarbati e le comunico che sarò dei vostri nelle operazioni”

“Grazie agente Kino lo apprezziamo molto. Adesso scusatemi ma devo visionare il cadavere del professor Takeda e assicurarmi che non ci siano tracce nascoste”

“Prego agente Kaioh, farò un giro per trovare l’agente Mizuno e poi lascerò l’ufficio”

“L’agente Mizuno si trova nella sala computer con l’agente Aino”

“Grazie agente, arrivederci”

Obitorio

“L’hanno strangolato, ci sono segni sul collo e sotto le unghie dei resti di pelle morta che ho analizzato e risultano appartenere a lui”

“Quindi non ci sono tracce dell’assassino?”

“Esattamente”

“Haruka c’è sempre una traccia anche se minima, hai controllato con la luce ultravioletta? La polvere per le impronte digitali?”

“Michiru ho fatto tutto quello che era nella procedura, ma purtroppo gli abiti del professore non erano con il suo corpo!”

“Merda! E adesso?”

“Andremo alla cieca, per adesso non posso fare altro”

“Va bene, andiamo torniamo a casa è meglio”

 

Sala computer

 

“Agente Kino come mai da queste parti?”

“Sono venuta per l’agente Mizuno”

“Oh, la può trovare nella stanza accanto, sta fotocopiando alcuni documenti”

 

“Ami”

“Makoto che ci fai qui?”

“Sono venuta a cercarti, dobbiamo parlare”

“Non posso adesso sono impegnata”

“Continua il tuo lavoro io ti parlerò ugualmente”

“E va bene, dimmi quello che devi forza!”

“Perché non mi hai mai detto niente?”

“Perché mi avevano ordinato di tacere sull’argomento!”

“Ami tu ed io eravamo compagne! Per anni ho combattuto in prima fila guerre che avevano un fine differente da quello che pensavo!”

“Lo so bene ma non potevo dirti nulla!”

“E pensi che questo basti Ami?”

“No”

“Appunto! Quindi spiegami una cosa, l’ultima nostra missione dove ci hanno imprigionate, maltrattate seviziate e torturate?”

“Erano per questo progetto, la milizia in Iraq era a conoscenza dei nostri piani e ha cercato di sfruttare le informazioni per ottenere il chip in cambio della nostra salvezza, per questo ci hanno ridotte così”

“Quando non è stato raggiunto l’accordo credevano che valessimo di più come loro puttane! Ami questo è accaduto a causa tua! Guardami! Mi mancano un braccio e un occhio ma tu te la sei cavata con una cicatrice da niente!”

“Non puoi incolparmi gratuitamente!”

“Ami tu hai tutte le colpe di questo mondo! Se solo mi avessi fatto capire come stavano le cose adesso non saremmo in questa fottuta situazione!”

“Mi dispiace Mak..agente Kino ma io non ho nessuna responsabilità sull’accaduto quindi adesso se non le dispiace dovrei finire il mio lavoro!”

“Vaffanculo!”

Makoto era uscita sbattendo la porta che la separava dalla sala computer, nella sua irruente uscita aveva urtato Minako che era accostata alla porta ad origliare

“Cosa cazzo stavi facendo?”

“Niente!”

“Non dire niente stupida ragazzina! Non osare mai più origliare le conversazioni private degli altri agenti!”

“Altrimenti?”

“Te ne pentirai amaramente! Io sono stata in guerra e conosco mille modi differenti per ucciderti senza che tu te ne accorga!”

“Oh che paura!”

Una testata aveva colpito il naso ancora dolente di Minako che aveva cominciato ad urlare in preda al dolore

“Makoto ma che cazzo?”

“Ha ascoltato la nostra conversazione e in più mi ha istigato!”

“Lasciala e vattene a casa, se il capitano Hino ti becca sei nella merda!”

“Ami la difendi anche?”

“Sta zitta Minako! Hai fatto abbastanza danni in questi giorni!”

 

 

Ecco qui il quinto capitolo :3

Ringrazio come sempre chi recensisce, chi ha inserito la storia tra le seguite e chi legge in silenzio :3

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Capitolo 6
*** Il complotto parte II ***


For all the world to see capitolo 6

Il complotto parte II

 

Molo di New York

 

Ma quanto ci mette, prima mi dice di venire qui e poi non si presenta, sicuramente è una bufala

Una donna dai lunghi capelli neri con riflessi verdi era seduta su una panchina che fissava continuamente l’orologio borbottando tra se e se. Si guardava intorno per trovare la persona che l’aveva contattata qualche istante prima

Siamo in guerra! Ma che andava farneticando, non c’è nessuna guerra tutte le missioni di pace sono state abbandonate

“Lei deve essere il capitano Setsuna Meio della CIA dico bene?”

Una ragazza dai lunghi capelli neri era comparsa improvvisamente nel campo visivo di Setsuna che leggermente spiazzata dalla domanda a bruciapelo aveva cominciato a pensare ad una scusa plausibile per allontanare quella ragazza

“Non cerchi di mandarmi via, sono il capitano Rei Hino dell’unità di spionaggio del FBI, l’ho chiamata mezz’ora fa”

“Non dica idiozie! È una bambina in confronto alla voce che ho sentito al telefono!”

“Mi creda se le dico che sono io, ecco guardi con i suoi occhi!”

Le aveva mostrato con discrezione il suo tesserino di riconoscimento, solitamente non viene mostrato in giro, specie agli agenti della CIA ma quella era una situazione che richiedeva la massima fiducia dei collaboratori che stava cercando di reclutare

“Le credo signorina, ma vuole spiegarmi cortesemente cosa intendeva prima dicendo che siamo in guerra?”

“Semplice, stiamo progettando un colpo di stato!”

“Cosa? Ma si rende conto di quello che sta dicendo agente?!”

“So bene cosa dico e presto lo saprà anche lei, adesso per favore mi segua non è prudente qui!”

Si erano dirette verso l’ingresso del molo dove un’auto nera assai anonima le stava aspettando

“Non si preoccupi non ho intenzione di tenderle un’imboscata, c’è un’agente del mio gruppo alla guida”

“Mi fido capitano Hino, ma l’avverto, se questo è uno scherzo si ritroverà in guai seri!”

“Se è come dice mi spiega perché un’agente della CIA ci sta seguendo da quando abbiamo lasciato la panchina del molo?”

Setsuna aveva sgranato gli occhi a quella domanda, era sicura che il suo agente fosse ben nascosto agli occhi dei passanti, persino lei faceva fatica ad individuarlo

“Non faccia così agente Meio, sono stata in guerra e so ben riconoscere gli altri agenti appostati. Scommetto che addosso ha anche un microfono”

“Sarò franca con lei, ho un microfono e il mio agente era qui per garantire la veridicità delle sue parole”

“Bene, quindi non le dispiacerà se anche il suo agente verrà con noi vero? Non posso rischiare di far trapelare informazioni a terze persone! Quest’incontro non deve uscire allo scoperto!”

“Ho capito, agente Chiba venga qui immediatamente!”

Un ragazzo alto si era avvicinato all’auto dove le due ragazze lo attendevano

“Sono l’agente Chiba Mamoru, chiedo scusa capitano!”

Un profondo inchino aveva accompagnato quelle parole

“Non si preoccupi e si tiri su, adesso andiamo con questi signori!”

“Bene ora che ci siamo possiamo anche andare, lungo il tragitto le verranno svelati i suoi dubbi”

 

Sala computer

“Sta zitta Minako! Hai fatto abbastanza danni in questi giorni!”

“Ami la stai difendendo? Fino a prova contraria sono io che mi ritrovo di nuovo con il naso rotto!”

“Hai capito bene! La sto difendendo perché so esattamente come ti comporti! Hai ricevuto due colpi da due persone che non reagiscono come me! Ora vai in infermeria e trova una scusa credibile per giustificare l’accaduto!”

“Va bene me ne vado, me ne vado, ma stai sicura Ami mi vendicherò contro di te e contro Makoto!”

“Prova a torcere un capello all’agente Mizuno e ti ritroverai anche il resto del corpo rotto!”

“Basta voi due! Si può sapere cosa sta succedendo?”

“Minako hai ricevuto un’altra batosta vedo, questo non può che farmi piacere!”

“Vaffanculo Haruka!”

“Basta! Adesso basta! Minako va in infermeria! Haruka piantala di comportarti come una bambina, Ami Makoto ditemi immediatamente cosa è successo!”

Michiru era furiosa, era a capo di quel gruppo da sole poche ore e già erano fuori controllo, a quanto pareva Minako attaccava chiunque e otteneva come reazione il pestaggio, Makoto sembrava la più furente e rabbiosa in quella stanza mentre Ami cercava di nascondersi dietro la castana

“Adesso mi dite cosa è successo! Il capitano potrebbe trovarci a momenti!”

“Minako ha provocato Makoto che le ha tirato una testata!”

“Grande Makoto!”

“HARUKA! Makoto di grazia perché le hai tirato una testata?”

“Stava origliando la mia conversazione con Ami!”

“Non mi sembra un motivo valido!”

“Lei ha negato di averlo fatto quando io stessa le sono finita addosso!”

“Allora è diverso!”

“Minako perché origliavi?”

“Non lo stavo facendo!”

“MINAKO!”

“Si stavo origliando, ma perché le due urlavano e sapete che io sono curiosa!”

“No tu sei una ficcanaso incallita!”

“Ripetilo se hai il coraggio!”

“Haruka Minako basta!”

La situazione stava degenerando e Michiru non era in grado di contrastare le due ragazze con il solo ausilio della voce grossa

Perdonatemi per questo

Due schiaffi a pieno viso colpirono le ragazze che non si aspettavano un colpo simile dalla sempre tranquilla Michiru

“Michi perché hai colpito anche me?”

“Perché non mi stavi ascoltando!”

“Chiedo perdono Michiru”

“Scusami tu Haruka, in quanto a te Minako vedi di darti una sistemata in infermeria!”

 

Corridoio dell’agenzia

E cosi danno la colpa di tutto a me eh? Vedranno di che cosa sono capace, ho abbastanza informazioni per ridicolizzarle tutte quante!

“Mi scusi infermiera, ma mi si sono riaperti i punti sul naso, avrei bisogno di una sistemata”

“Si stenda sul lettino agente”

 

Sotterranei dell’agenzia

 

“Allora è tutto chiaro?”

“Certo, volete il nostro aiuto per recuperare un chip da distruggere per impedire al Presidente di controllare ogni singola azione!”

“Esattamente”

“Ma non ho ben chiara una cosa, perché lei e il suo gruppo state facendo tutto questo?”

“Capitano Meio, io e il mio gruppo siamo sotto copertura, apparteniamo ad una cellula che da anni complotta contro il Presidente e il governo mondiale, questo chip capitano piegherà l’intero sistema mondiale al volere di capi avidi e senza scrupoli non possiamo permetterlo!”

“Lei sa che ci sarà sempre qualcuno che prenderà altre decisioni simili?”

“Ne sono consapevole ma fino a che avrò vita mi impegnerò a complottare contro il sistema!”

“Sta bene capitano Hino, siamo dei vostri”

“Grazie capitano Meio”

 

Sala computer

 

“Capitano Kaioh devo confessarle una cosa, non mi fido molto dell’agente Aino, è subdola e meschina”

“Agente Kino le assicuro che l’agente Aino è affidabile si comporta in modo sbagliato certo ma è un’ottima agente e non mi priverò delle sue risorse”

“Ho capito capitano, mi limiterò a stare al mio posto”

“Bene, adesso andate a casa per oggi abbiamo finito ma domani ci aspetta un duro lavoro!”

 

Ufficio del Presidente

“Signor Presidente c’è un’agente che chiede di parlare con lei, dice che si occupa del progetto”

“Lo faccia entrare”

“Buona sera signor Presidente, sono l’agente Chiba ho delle informazioni che credo la interesseranno!”

“Si sieda e mi racconti tutto”

“C’è un gruppo di un persone che sta complottando contro di lei, appartengono al FBI ed è coinvolto anche un capo della CIA”

“Ne è sicuro?”

“Certo”

Un sorriso maligno era comparso sul volto del ragazzo, aveva sempre disprezzato il capitano Meio; da quando era bambino il suo sogno era quello di diventare il capo della CIA e cancellare dall’umanità gli agenti come Hino e il suo gruppo che cercavano di cambiare un mondo fatto di regole ben precise

“Agente Chiba sa dirmi i nomi degli altri gruppi che cospirano contro di me?”

Il Presidente era frastornato, si era sempre fidato dei suoi agenti e scoprire così da uno sconosciuto che qualcuno di loro complotta contro di lui lo faceva fidare ancor meno

Se questo ragazzo ha ragione devo stare attento

“Certo signore, l’agente Meio capitano della CIA, l’agente Hino del FBI e il suo gruppo!”

“Giovanotto è meglio per lei dire la verità! Loro sono i miei migliori agenti! Sono stato io stesso ad ingaggiarli e mai farebbero qualcosa contro di me o contro il governo!”

Si era alzato in piedi e più volte aveva sbattuto la mano sulla scrivania richiamando così l’attenzione della sua segretaria che preoccupata per la sua incolumità aveva chiamato la sicurezza

“Signore ci sono problemi?”

“No agenti ma questo ragazzo va scortato immediatamente fuori di qui! È un cospiratore dello stato!”

“Sarà fatto signore!”

“Si pentirà di non aver dato credito alle mie parole signor Presidente!”

Vecchio bastardo! Spero che il tuo cuore collassi prima ancora del tuo governo!

 

Ufficio di Rei Hino

 

“È andata come dicevo io?”

“Sapevo che non c’era da fidarsi di quel ragazzino, grazie per averlo tenuto d’occhio, ora sai cosa devi fare!”

“Capitano Meio il suo agente si è comportato secondo i piani, come le ho detto non bisogna fidarsi di nessuno”

“Avete ragione capitano Hino, sapete come giocare le vostre carte, speri che il Presidente non ci sia cascato!”

“Stia tranquilla, infondo è stato il Presidente in persona a metterci a capo di un’organizzazione così potente!”

“Ha ragione!”

 

Camera d’albergo nel centro di New York

 

“Come procede il piano?”

“Quelle ragazzine sono ancora convinte di lavorare per noi?”

“Si il chip l’abbiamo noi! Presto agiremo”

“Si certamente”

“Cosa? Uccidete chiunque crei problemi! Questo piano deve filare liscio come l’olio intesi?”

“Perfetto!”

Un uomo di mezza età si era avvicinato alla finestra della sua camera scostando appena la tenda per osservare la strada

I giochi sono aperti, vedremo chi vincerà alla fine

 

Questo è il sesto capitolo :3 ringrazio chi ha inserito la storia tre le seguite, chi recensice e chi legge in silenzio :3

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Capitolo 7
*** Doppio gioco ***


For all the world to see capitolo 7

Doppio gioco

 

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Sei ancora sicura di voler tenere Minako con noi?”

“Sì, è la migliore Haruka”

“Ma hai sentito cosa ha fatto a me e Makoto”

“Haruka so bene che è una subdola stronza ma ti ripeto che è la migliore”

“Se è una questione di computer c’è Ami che sa il fatto suo”

“Haruka basta con questa storia, siamo a casa e sai che odio parlare di lavoro a casa!”

Michiru era stanca, Haruka per tutto il viaggio di ritorno le aveva dato il tormento dicendo che Minako rischiava di mandare a monte l’intero piano e che non era adatta per lavorare in una squadra.

“Haruka io vado a letto”

“Non guardi un po’ di tv con me?”

“No non me la sento”

Le aveva dato un bacio sulla fronte e l’aveva lasciata davanti la televisione spenta

Haruka cerca di capire, Minako infondo è una brava ragazza, dalle un po’ di fiducia

Michiru perché ti ostini così tanto a volerla con noi? Se manda a puttane l’operazione saranno cazzi amari per tutti

 

Appartamento di Minako

 

Quella stronza di Makoto picchia forte, devo ricordarmi di stare più attenta, io con questa faccia ci lavoro

“Pronto?”

“Si signore, tutto procede secondo i piani”

“Ah siete stati voi allora?”

“Cosa? Me ne occuperò io signore non si preoccupi”

Ma che cazzo! Sempre lavoro, uffa!

 

Prigione militare, detenuto 187

Si pentiranno amaramente di avermi sbattuto qui dentro! Il capo sta mandando qualcuno per liberarmi, sa bene che sono importante per l’esito della missione!

“Alzati hai una visita”

“Chi è?”

“Una ragazza, dice di conoscerti”

Che il capo abbia mandato una ragazza per farmi evadere? È furbo come una volpe quel vecchio

“Salve agente Chiba, sono l’agente Aino, si ricorda di me?”

“Sinceramente no”

“Ci siamo conosciuti questa mattina”

“Lei appartiene al gruppo dell’agente Hino?”

“Proprio così”

“Se ne vada!”

Si era avvicinata sensualmente a lui bloccandolo al tavolino della sala per le visite, sapeva esattamente che se la missione falliva si sarebbe trovata braccata da entrambi i gruppi ma non doveva pensarci. Abbassando la voce si era avvicinata ancora di più al ragazzo

“Se fai il bravo posso farti uscire da qui, dopotutto mi manda il capo”

“Stronzate!”

“Oh credi davvero che io serva quel pezzente del Presidente? Ho aspirazioni più alte! Non voglio stare per tutta la vita a leccare il culo di un vecchio bastardo!”

“Ti ascolto”

“Tutto quello che devi fare è morire!”

Mamoru era paralizzato dalla paura, il capo non aveva mandato quella ragazza per liberarlo ma per ucciderlo e togliere di mezzo qualsiasi intoppo per la sua missione

Perdonami papà!

Minako aveva estratto dalla sua borsetta un rossetto velenoso, dopo averlo sistemato sulle sue labbra si era avvicinata al ragazzo baciandolo ripetutamente per permettere al veleno sulle sue labbra di ucciderlo più in fretta. Dopo essersi pulita le labbra si era diretta alla porta

“Saionara baby!”

Quella notte l’agente Chiba era stato trovato morto nella sua cella dopo ore di agonia

 

Camera d’albergo nel centro di New York

 

“Mi fa piacere sentirlo”

“Capisco, la prossima volta non ti darò più incarichi simili”

“Presto”

“Quando arriverà il momento verrai ricompensata”

Un uomo di mezza età controllava di tanto in tanto fuori dalla finestra al terzo piano del Palace Hotel, per essere sicuro di non avere nessun poliziotto alle calcagna

Quei mangia ciambelle non sanno nemmeno che sono qui! Poveri illusi!

“Signore è tutto pronto!”

“Bene, cominciate”

“Signore”

“Cosa c’è?”

“Siete davvero sicuro?”

“Certamente, mandate in modo anonimo quel dannato chip a Rei Hino e fate in modo che ci siano le impronte di quella mocciosa di Minako Aino! Ah un'altra cosa, toglietela di mezzo!”

“Si signore!”

Stupida ragazzina, credi davvero che ti lasci in vita dopo tutto quello che sai?

 

Ufficio di Rei Hino

 

“Capo è arrivato questo per lei!”

“Cos’è?”

“Non lo so, mi è stato chiesto di consegnarlo direttamente a lei”

Sul pacco c’era solo scritto il suo nome, era una busta anonima e il suo nome era scritto al computer

Chiunque mi ha mandato questo pacco non vuole essere rintracciato!

Per natura e per esperienza aveva deciso di portare in laboratorio il pacchetto per controllare che non ci fossero strane sostanze o una bomba

“Capo che ci fa ancora qui?”

“Babbo Natale è arrivato in anticipo quest’anno!”

“Sarcastica come sempre, dia a me”

“Cortese come sempre Makoto”

“Sa chi l’ha mandato?”

“No”

“Allora vediamo di trovare delle impronte digitali”

Dopo un rapido controllo Makoto era riuscita ad ottenere quattro impronte digitali sul pacco e a confrontarle con quelle presenti nel database dell’agenzia

“Capo”

“Cosa c’è?”

“Le impronte sul pacco corrispondono all’agente Aino”

“Cosa?”

“Guardi”

“Apri il pacco senza toccarlo direttamente con le mani”

“È il chip che cercava!”

“Analizzalo, voglio vedere se ci sono anche li le sue impronte”

“Ci sono capo”

“Come faceva ad avere lei il chip?”

“Capo non vorrei insinuarle dei dubbi ma l’agente Aino è subdola e spietata, è sicura che non sia stata lei ad uccidere l’assistente del professore?”

“Non lo so Makoto, ora non so più niente! Chiama Haruka e Michiru e avverti Ami, riunione urgente!”

“Si signore!”

 

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Michi spegni il cellulare”

“Non è il mio”

“È il telefono delle emergenze?”

“Si…”

“Michiru”

“Si?”

“Alzati!”

“Perché? È ancora notte fuori Haruka!”

“Michiru il telefono delle emergenze sta suonando!”

“Merda!”

Ancora assonnate le due ragazze avevano indossato nuovamente la loro uniforme e si erano dirette immediatamente in agenzia dove Rei e le altre le stavano aspettando

“Come al solito Minako è in ritardo vero?”

“Non verrà!”

“Perché?”

“Perché è proprio di lei che dobbiamo parlare!”

“Anche tu Rei?”

“Michiru mi è stato mandato un pacco qualche minuto fa, conteneva il chip che è stato rubato!”

“Cosa c’entra con Minako?”

“Le sue impronte erano ovunque, anche sul chip”

“State dicendo che è stata lei a rubarlo?”

“È probabile” 

“È assurdo, non ucciderebbe nessuno!”

“Non a mani nude!”

“Merda!”

“Haruka ha colto nel segno! Siamo nella merda. In più, ricordate l’agente Chiba?”

“Chi quell’imbecille che è andato a sputtanare tutto al Presidente?”

“Esatto”

“Cosa è successo?”

“L’hanno trovato morto nella sua cella!”

“Doppia merda!”

“Brava Haruka, stranamente questa notte sei partecipe e attenta!”

“Rei non fare la sarcastica! Siamo nella merda per due ovvi motivi!”

“Quali?”

“Il primo, Minako ci sta imbrogliando e sta operando per qualcun altro. Il secondo, c’è qualcun altro che è interessato al chip!”

“Stai dicendo che c’è qualche possibilità che alcuni terroristi siano a conoscenza del chip?”

“Probabile”

“Se cosi fosse Rei dobbiamo stare attenti!”

“Setsuna da dove diavolo sei uscita!”

“Ero venuta a trovare il capitano Hino per parlare della scomparsa dell’agente Chiba e ho ascoltato buona parte della conversazione!”

“Voi della CIA siete spioni e guardoni!”

“Gentile da parte sua Tenou!”

“Si figuri miss guardona!”

“Dobbiamo agire in fretta!”

“Cosa proponi?”

“Piazzeremo delle cimici nell’appartamento di Minako e la sorveglieremo a distanza!”

“È stata addestrata nel FBI se ne accorgerà”

“Voi del FBI siete dei fighetti montati che non riconoscono la merda del loro cane nemmeno calpestandola! Senza offesa!”

“Fottiti Setsuna!”

“Magari più tardi! Ora pensiamo ad agire!”

“Va bene capitano Meio, mi fido! Procedete pure”

 

Appartamento di Minako

 

Il momento è giunto! Presto Rei e le altre soccomberanno per mano della loro stessa organizzazione! Aspetta un momento perché la porta del mio appartamento è aperta?

“Chi c’è?”

“C’è qualcuno?”

“Sono un’agente del FBI non vi conviene fare gli stronzi con me!”

“Non si preoccupi tanto lei non nuocerà più a nessuno!”

“Tu maledetto bastardo!”

“Saionara ragazzina!”

Un colpo di pistola e il corpo di Minako si era accasciato a terra privo di vita. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno dopo da alcuni agenti mandati a sistemare delle cimici nel suo appartamento

“Capo l’hanno uccisa!”

“Un colpo di pistola”

“No capo non ci sono segni di violenza o di resistenza, dalla sua espressione sembra quasi che conoscesse il suo assassino”

“Va bene capo facciamo ritorno!”

 

Ecco il settimo capitolo, ringrazio come sempre chi legge e recensisce, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia tra le seguite :3

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Capitolo 8
*** Caos ***


For all the world to see capitolo 8

Caos

 

“Capitano Hino navighiamo in un mare di merda!”

“Lo vedo anch’io capitano Meio!”

Qualcuno interno all’organizzazione era riuscito a consegnare il chip al Presidente che senza perdere altro tempo l’aveva messo sul mercato spacciandolo per un nuovo vaccino

“Adesso come fermiamo la sua diffusione Rei?”

“Non lo so Haruka, non possiamo mica costringere le persone a fare ciò che vogliamo!”

“Questo no ma possiamo chiedere aiuto alla Fratellanza Anarchica”

“Stai scherzando?”

“No!”

“Se sai come fare Haruka fai di tutto per farci aiutare!”

 

Hotel Palace New York

 

“Signore la signorina Tenou chiede di parlare con lei!”

“Fatela entrare!”

“Salve signore”

“So già perché sei qui Haruka”

“Mi facilita il compito così”

“Non ho detto che ti aiuterò”

“Cosa?”

“Haruka non posso far mettere in mezzo la Fratellanza Anarchica in questo caos ne usciremmo sconfitti!”

“Ma signore, il chip è già in circolazione!”

“Lo so bene cosa credi!”

“Cosa vuole fare allora?”

“Niente!”

“Come niente!”

“Non c’è altro che io possa fare, sono un povero vecchio che ha dedicato la sua vita a combattere una guerra persa in partenza. Haruka trova tu il modo ma non coinvolgere la Fratellanza!”

“Si signore!”

“Ah Haruka?”

“Si signore?”

“Sta attenta la fuori, ho sentito che Minako è stata uccisa!”

“Certamente signore!”

Haruka era molto confusa, credeva che il vecchio l’avrebbe appoggiata come sempre e invece si sbagliava

Che abbia ragione lui? Devo trovare Michiru e trovare un piano per fermare questo casino!

 

Ufficio di Michiru Kaioh

 

“Makoto, Ami distraete gli infermieri che sono agli angoli delle strade! Dobbiamo temporeggiare e rubare i chip!”

“Ma capo come possiamo fare?”

“Serve un diversivo, l’unica capace di farlo è-“

“Michiru ti devo parlare!”

“Haruka, menomale che sei qui! Ho bisogno di te per una missione!”

“Dopo, ora devo parlarti, ci serve un diversivo per rubare il carico di chip diretto agli infermieri agli angoli della città!”

“È quello che sto progettando io! Mi servi tu per completare l’opera!”

“Cosa ti serve?”

“Ruba il camion e distruggilo!”

“Ma è un blindato!”

“Andiamo questo non ti ha mai fermato!”

“Hai ragione, Makoto, Ami andiamo!”

Haruka con uno scatto si era avvicinata a Michiru baciandola dolcemente

“Questo è per dirti che tornerò!”

“Ci conto!”

 

Ufficio del Presidente

 

“Molto bene, il chip sarà presto impiantato nel corpo di milioni di persone!”

“Signore è sicuro di aver preso tutte le precauzioni necessarie?”

“Stai tranquillo, quattro blindati sono diretti in punti diversi della città, se hanno intenzione di rubarli dovranno affrontare i nostri agenti migliori!”

“Chi sarebbero signore?”

“Haruka Tenou, Michiru Kaioh, Makoto Kino e Ami Mizuno!”

“Vuole fidarsi della squadra di Hino signore?”

“Esattamente, le ho scelte io personalmente per la loro fedeltà!”

“Va bene signore, vado ad avvertirle!”

Corridoio

 

“Allora è tutto chiaro?”

“Si!”

“Agenti fermatevi!”

Merda!

“Si agente?”

“Il Presidente vi vuole per guidare personalmente i quattro furgoni che contengono i chip…non vedo l’agente Kaioh”

“Andiamo noi a chiamarla”

“Grazie, vi aspetto in garage per assegnarvi le chiavi”

Haruka presa l’auricolare e sintonizzatasi sulla frequenza privata dell’ufficio di Michiru aveva diffuso la notizia così che solo lei ne fosse a conoscenza, pochi minuti dopo le quattro ragazze erano riunite nel garage

“Tutto chiaro?”

“Si signore!”

“Il Presidente si fida di voi! Non deludetelo! Andate!”

“Si signore!”

 

“Tutto chiaro?”

“Si Haruka, ma come faremo a eludere la sorveglianza?”

“A questo ho pensato io, manderò in corto i loro sistemi di monitoraggio e cambierò le coordinate del GPS”

“Ami sei un genio!”

“Makoto tu cosa farai?”

“Ho contattato alcuni compagni ribelli, si occuperanno degli infermieri agli angoli delle strade!”

“Perfetto, allora andiamo!”

“Ricordate, il minimo fallimento ci manderà dritte all’inferno!”

“Il fallimento non è contemplato!”

 

In strada

Il fallimento non è contemplato! Michiru ti rendi conto di quello che hai detto cazzo? Se anche solo una di noi fallisce saremo tutte compromesse!

Haruka stava seguendo il copione alla lettera, sapeva che i sistemi di sorveglianza erano ancora attivi, doveva pazientare ancora qualche minuto prima di fuggire verso il porto con il furgone

 

Il minimo fallimento ci manderà dritte all’inferno! Haruka tu si che sei rassicurante! Per questo sono io il capo e non tu, vero è che ho esagerato pure io però la mia frase è stata più d’effetto

Michiru era agitata, seguiva il blindato di Haruka mentre pensava a mille e più catastrofi che potevano mandare a monte l’intera operazione

 

Ma quelle due credono di essere la reincarnazione di Rambo? Se qualcosa va storto l’intera FBI sarà nella merda oltre noi!

Makoto era forse la più agitata, aveva già fatto altre volte missini simili in posti ben più pericolosi del centro di New York, ma in quel caso era totalmente differente. Un solo passo falso avrebbe mandato a monte l’operazione spazzando via l’FBI

 

Citazioni da film d’azione a parte, quelle due si stanno divertendo come non mai! Era da molto che non le vedevo in azione con così tanto vigore, Makoto poi sembra la più preoccupata, eppure in Iraq era tra le migliori della compagnia! Sarà meglio che mi dia da fare a far saltare il collegamento GPS

Ami era la più sciolta e distaccata del gruppo, chiudeva la carovana dei blindati. Il suo compito era quello più difficile, mentre guidava doveva far saltare il collegamento GPS mandando in tilt il sistema di monitoraggio delle vetture e della sala di controllo nella camera del Presidente

Forza Ami puoi farcela!

 

Ufficio del Presidente

 

“Signore ci sono dei problemi!”

“Cosa?”

“Il collegamento GPS è saltato, non riusciamo ad individuare i blindati e per di più l’intera sala di monitoraggio è andata in tilt, ci vorranno due ore per ripristinare l’intero sistema!”

“Merda! Riuscite a contattare gli agenti sui blindati e scoprire se stanno bene?”

“Ci proveremo signore, ma se permette ho una domanda!”

“Sentiamo!”

“Perché è così affezionato a quelle ragazze?”

“Mi hanno salvato la vita quando eravamo in guerra! Ero stato colpito da una granata e sarei certamente morto lì se quelle quattro non mi avessero salvato, ero un vero stronzo in quanto loro comandante, ma loro sono tornate a salvarmi. È per questo che non crederò mai che loro mi stiano tradendo!”

“Ho capito signore, cercheremo di rintracciarle!”

“Grazie!”

Il Presidente si era accasciato sulla sua grande poltrona slacciandosi la cravatta e lanciandola dall’altra parte della sala

Ragazze non fatemi dubitare di voi! Fate attenzione!

 

Ufficio della signorina Jonson

 

“Si signore”

“Come le ho detto signore”

“Farò ciò che posso”

“Si signore l’hanno trovata”

“Certamente signore”

 

La signorina Kate Jonson era la segretaria del Presidente, era l’unica a conoscere in tempo reale le direttive che venivano inviate ai vari organi interni. Era anche l’unica a controllare i documenti top secret in entrata e in uscita; nessuno mai avrebbe sospettato di una signora minuta di cinquant’anni, il suo vero capo le aveva chiesto di infiltrarsi nella Casa Bianca per scoprire i piani del Presidente e di dirigere da lì le varie operazioni per farli fallire

Ancora pochi passi e il Presidente con quelle stupide ragazzine moriranno e a chi daranno la colpa? Al capitano Hino, non vedo l’ora di vederla marcire in galera! Nessuno merita di essere il Presidente se non il capo della Fratellanza Anarchica

 

Ecco l’ottavo capitolo :3 ringrazio come sempre chi legge e recensisce, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia tra le seguite :3

Alla prossima :3

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Capitolo 9
*** Sabotaggio ***


For all the world to see capitolo 9

Sabotaggio

 

Palace Hotel

 

“Signore i blindati si stanno muovendo”

“Bene, contattate Jonson!”

Tutto procede secondo i piani, presto le Nazioni saranno nel caos più totale

 

Ufficio di Kate Jonson

 

“Certo signore, mi muovo immediatamente!”

“Come dice?”

“Perché no?”

“Ho capito, sarà fatto!”

Dannato vecchio dal cuore d’oro, fotterò lo stesso le tue ragazze e vedrai che la colpa ricadrà su di te, non solo tu puoi cambiare i piani a tuo favore!

 

Centro di New York, collegamento radio tra blindati

 

“Makoto contatta i tuoi amici, fa in modo che si facciano trovare agli angoli della città quando noi passeremo”

“Ami imposta le nuove coordinate GPS”

“Haruka dirigiti al porto, io andrò a prendere Rei!”

“Si signore!”

 

Forza Makoto puoi farcela!

“Ragazzi state pronti agli angoli delle strade al posto degli infermieri, appena saremo passate fomentate la folla e ribellarsi contro il Presidente”

“Agli ordini Makoto!”

 

Forza Ami, l’hai fatto un milione di volte perché adesso ti risulta così difficile? Forse perché il Presidente si fida di te e tu stai aiutando gli assassini di Tomoe e sua figlia!

“Ragazze non posso farlo!”

“Ami ti ha dato di volta il cervello per caso?”

“Haruka non posso farlo! Voi avete ucciso il dottor Tomoe e sua figlia e ho giurato a me stessa e al Presidente che vi avrei uccise!”

“Ami non dire stronzate, Haruka e Michiru non avrebbero mai fatto una cosa simile!”

“No Makoto, Ami ha ragione, sono stata io ad ucciderli. Noi lavoriamo per la Fratellanza Anarchica, un gruppo rivoltoso estremista che cerca con ogni mezzo, anche il più subdolo, di fermare i piani dei maggiori capi delle nazioni”

“State scherzando?”

“No Makoto, Michiru ha detto la verità!”

“Ma, salvare il popolo, farlo insorgere contro il Presidente, non conta niente per voi?”

“Certo che sì, ma noi serviamo la Fratellanza e se qualcuno ostacola i suoi piani saremo costrette a uccidere!”

“Anche se questo vuol dire uccidere colui che vi ha salvate in Iraq?”

“Proprio così Ami, se non te la senti posso capire, ma non posso assicurarti di lasciarti andare!”

“Capisco!”

“Aspettate un momento! Ami porca puttana, sai a cosa andavamo in contro! Te l’ho detto anche in ospedale, hai perso il tuo coraggio in quell’inferno e adesso vuoi aiutare quel bastardo del Presidente?!”

“Makoto loro hanno ucciso Hotaru!”

“Questo lo so! Anche se hanno commesso un crimine si stanno battendo per spodestare il Presidente! Finiamo questa missione e poi ti vendicherai di loro!”

“Non posso farlo! Non voglio lavorare con un gruppo di anarchici estremisti!”

“Ami non sono anarchica estremista! Io sono per la guerra e gli spargimenti di sangue quando necessario! Gli estremisti sono quelli come Haruka e Michiru!”

“Adesso basta!”

“Tu chi sei?!”

“Sono la signorina Jonson, ho ascoltato la vostra conversazione e ovviamente ho provveduto a farla ascoltare anche al Presidente stesso che ha ordinato il vostro arresto!”

“Maledetta vecchia baldracca!”

“Oh che gentile signorina Tenou! Il capo della Fratellanza Anarchica la ringrazia per il suo lavoro in questi ultimi anni e spera che non se la prenda troppo a male se viene liquidata in un modo non convenzionale alla Fratellanza!”

“Cosa sta dicendo?”

“Saionara signorina Tenou!”

Una bomba piazzata sotto il blindato di Haruka era appena saltata, distruggendo completamente il blindato e sbalzandola fuori, il suo corpo ricoperto di sangue si muoveva a fatica sull’asfalto.

“Michiru….prosegui la missione….distruggi gli altri tre blindati”

“Haruka non parlare! Resisti ti salverò!”

“Ami, so che non le aiuteresti mai ma io e te dobbiamo finire la missione!”

“Makoto il Presidente ci ha scoperte!”

“Non m’interessa! I chip non devono finire nei corpi delle persone!”

“Mi dispiace Makoto ma non ho intenzione di aiutarvi!”

Un colpo di pistola aveva steso Makoto e Michiru che si erano accasciate a terra agonizzanti, Haruka era in fin di vita e se non veniva curata subito sarebbe morta, Michiru si teneva la gamba, dove un foro di pistola faceva sgorgare il sangue a fiumi, mentre Makoto tentava invano di estrarre il proiettile dal suo braccio.

“Perdonatemi ma doveva andare così!”

 

Palace Hotel

 

“Che cosa?”

“Merda!”

“Radunante le truppe! Operazione di salvataggio!”

“No non m’importa se è un suicidio io non lascio quelle ragazze a morire per una guerra mia!”

“Vada al diavolo signorina Jonson!”

“Ragazzi muovetevi!”

“Si signore!”

Il vecchio Jacob era sull’orlo di una crisi isterica, i suoi due agenti migliori erano agonizzanti in pieno centro di New York e lui non osava muoversi da quella camera d’albergo che era diventata lentamente la sua prigione. La signorina Jonson era la sua infiltrata alla Casa Bianca e gli aveva fatto credere più volte che la CIA e l’FBI lo stessero braccando per arrestarlo per alcuni crimini di guerra compiuti in Iraq.

Quella vecchia megera! La pagherai cara per aver disobbedito ai miei ordini! Ho ancora membri fedeli soltanto a me!

L’aria era diventata irrespirabile, il petto gli doleva e aveva cominciato a tossire ripetutamente sputando sangue. Stava morendo, era allo stadio avanzato del cancro e il suo ultimo obiettivo prima di lasciare quel mondo che l’aveva condannato a quella vita era salvare le ragazze che per anni gli erano state fedeli.

 

Centro di New York

 

Alcuni suv neri si stavano dirigendo a grande velocità verso il centro di New York, guidavano come forsennati e in testa al gruppo c’era un suv guidato da Rei che furente si dirigeva a tavoletta dai suoi sottoposti che non l’avevano avvisata dell’operazione.

Siete delle idiote senza speranza! Porca puttana ragazze! Avete mandato a monte l’intera operazione e adesso il vecchio bastardo sta tirando le cuoia a causa vostra! Ah se vi prendo mi pulirò il culo con le vostre scuse!

“Agente Hino dove crede di andare così di fretta?”

“Signor Presidente le dico una cosa che tengo dentro da anni, VADA AL DIAVOLO! Due dei miei agenti migliori stanno morendo in mezzo alla strada a causa sua! Si ha capito bene a causa sua! Lei e la sua stupida idea di controllare gli abitanti del mondo intero, ma si rende conto della gravità della cosa? Nessuno avrà più privacy, nessuno potrà più sentirti al sicuro una volta entrato a casa e per quale motivo? Perché lei è un uomo avido ed egoista!”

“Rei non ti permetto di parlarmi così! Questo progetto è per la sicurezza mondiale! Con quei chip saremo in grado di controllare potenziali criminali, agire immediatamente contro i cospiratori e salvare persone che si sento male e vivono sole!”

“Signor Presidente, me ne frego delle sue nobili intenzioni! Sa, solitamente si dice, che con le più nobili intenzioni sono stati commessi gli atti più disonesti che l’umanità ha conosciuto! Se lei vuole continuare con questa follia faccia pure, ma stia sicuro che non avrà l’appoggio della mia squadra!”

Rei aveva buttato dal finestrino la piccola radio che si era irrimediabilmente frantumata al suolo, era arrivata all’incrocio dell’esplosione, anche se distante riusciva a vedere perfettamente che era in corso uno scontro a fuoco.

Devo fare in fretta e salvare Haruka! Merda! Tutto è andato a puttane!

 

Ufficio del Presidente

 

“Signor Presidente deve arrestare immediatamente quelle ragazze!”

“Signorina Jonson credo di non averle dato il permesso per esprimere la sua opinione!”

“Oh signore, vede, anche se non vuole sarà costretto ad arrestarle!”

“E perché mai?”

Il Presidente guardava preoccupato la finestra, era in ansia per le sorti delle ragazze, sapeva che il progetto del chip le avrebbe messe contro di lui ma era determinato a portarlo avanti. Si era voltato appena la signorina Jonson si era posizionata dietro di lui, dal riflesso aveva visto che gli stava puntando una pistola dietro la nuca.

“Sa signorina Jonson, aspettavo questo giorno con impazienza, cosa crede che sono un vecchio rimbambito che si piscia nei pantaloni?”

Con un agile mossa aveva estratto la sua pistola e adesso si ritrovava faccia a faccia con la donna che l’aveva assistito e spiato per un anno intero.

“No signore, ho avuto modo di osservarla in questo lungo anno e ho capito che siete un uomo pieno di risorse, ma sfortunatamente per lei la sua vita è arrivata al capolinea”

“Non ne sarei così sicuro”

Un colpo di pistola aveva colpito la mano della signorina che aveva lasciato cadere la pistola con il colpo in canna che si era infranto contro il petto del Presidente. Le sue urla avevano riempito la stanza mentre cercava di fermare la fuoriuscita di sangue.

“Maledetto bastardo, spero che morirai!”

 

I piani erano cambiati, niente era andato come progettato, Haruka era a terra agonizzante mentre un ulteriore fiotto di sangue si faceva strada dalla sua bocca; Michiru era diventata pallida e la presa sulla gamba stava cominciando a diventare più debole, Makoto stava morendo dissanguata nel tentativo di estrarre la pallottola che Ami che le aveva sparato alla spalla.

Non c’era traccia di Ami sul posto, aveva caricato il resto dei chip sul suo blindato e si era diretta alla Casa Bianca per avvertire il Presidente, voleva bene a quell’uomo, lo considerava come un padre e non avrebbe permesso a nessuno di tradirlo.

Perdonatemi ragazze ma è giusto così!

Lacrime di rimpianto e rabbia sgorgavano dai suoi occhi senza che lei facesse nulla per fermarli, avrebbe sacrificato la vita per il Presidente e nemmeno le sue più care amiche l’avrebbero distratta da questo.

 

 

Ecco il nono capitolo :3

Ringrazio chi recensisce, chi legge in silenzio chi ha inserito la storia tra le seguite :3

Alla prossima

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Capitolo 10
*** Non si morde mai la mano del padrone ***


For all the world to see capitolo 10

Non si morde mai la mano del padrone

 

Ami guidava come una forsennata, voleva tornare alla Casa Bianca e avvisare il Presidente di quello che stava accadendo in strada.

Perfetto, sono una traditrice! Ma come si dice “non si morde mai la mano del padrone”, non potevo continuare ad aiutarle. Ragazze perdonatemi.

 

Haruka era a terra ferita, le ferite erano profonde e lentamente il suo colorito stava diventando pallido, i suoni erano lontani e la stretta di Michiru sulle sue mani si faceva sempre più debole.

Ecco che succede di nuovo, questa volta non ci sarà nessuno pronto a proteggermi o a salvarmi com’è successo in Iraq.

Iraq due anni prima

 

“Haruka maledizione! Abbandona la missione! È un ordine!”

“Non posso farlo! Ti coprirò le spalle come ho sempre fatto!”

“Non essere ottusa, devi andartene! Me la caverò!”

“Ho detto di no! Puoi mandarmi anche davanti alla corte marziale, ma per quanto mi riguarda tu vieni prima di questa dannata guerra e costi quel che costi ti parerò il culo come ho fatto in questi tre anni!”

“Haruka, sei consapevole che stai disobbedendo ad un ordine diretto? Che potrei farti congedare senza onori e che se tu morissi adesso non riceveresti nessun elogio?”

“Me ne rendo conto”

“Bene, allora vedi di puntare quel tuo fucile contro quei maledetti! Se muori non venire a tormentarmi nei sogni!”

“Signor sì signore!”

Il blitz era partito, Haruka abbatteva quanti più contrabbandieri possibili fin quando un boato non l’aveva sbalzata contro un muro che stava crollando su di lei, due forti braccia l’avevano trascinata fuori da quell’inferno. Un vento leggero le solleticava la pelle e per un attimo era tornata a vedere, il viso di un uomo poco più che cinquantenne le copriva la visuale, sentiva le mani dell’uomo tastarle il corpo per individuare le ferite profonde, poi nuovamente tutt’intorno era diventato buio.

Si era risvegliata diverse ore dopo, debole e stanca, era incatenata al muro in una cella lercia e senza finestre.

“Michiru dove sei?”

“Accanto a te, so che non puoi vedermi ma sono qui” un rumore di catene fece capire ad Haruka che Michiru era nella sua stessa situazione

“Dove ci troviamo?”

“Sicuramente ci hanno catturato, perché non hai abbandonato la missione?”

“Non volevo lasciarti morire da sola”

“Stupida in guerra i sentimentalismi sono fatali”

“Tu perché sei qui?”

“Ti ho vista a terra ricoperta di sangue e ho abbandonato la missione”

“Stupida in guerra i sentimentalismi sono fatali” aveva imitato la voce di Michiru scatenandone una breve risata

“Michiru usciremo da qui in un modo o nell’altro”

L’odore di zolfo aveva riempito le loro narici, la polvere si era sparsa in ogni anfratto di quella cella costringendole a trattenere il respiro e chiudere gli occhi.

“Ragazze siamo qui per liberarvi, il comandante è stato catturato, dobbiamo salvarlo! Un elicottero sarà qui a breve”

“Haruka maledizione apri gli occhi, non lasciarmi così! Rei fa qualcosa, portiamola in ospedale, ormai la missione è fallita e lei sta morendo!”

 

Ufficio del Presidente

“Maledetto bastardo!”

“Signorina Jonson, sono stato in esercito per quasi quarant’anni! Potrei ucciderla tranquillamente con i lacci delle mie scarpe o in altri modi molto più dolorosi e agonizzanti, ma la risparmierò! La farò arrestare e le verrà imputata la pena di morte e in più sarà accusata di aver tramato un colpo di stato!”

“Vecchio bastardo schifoso!”

Un proiettile aveva sfiorato l’orecchio del Presidente finendo nella fronte della signorina Jonson che si era accasciata al suolo.

“Signor Presidente, io sono Jacob, il capo della Fratellanza Anarchica! Ho complottato contro di voi per lungo tempo, ma ormai sono vecchio e malato, non voglio più combattere questa guerra. Tolga dalla circolazione i chip e io mi costituirò”

“So chi siete, conosco la vostra organizzazione e anche chi ne fa parte, non ho mosso dito perché aspettavo vi rivelaste spontaneamente e cosi è stato. Guardie arrestate quest’uomo e uccidete gli agenti Mizuno, Kino, Tenou, Kaioh, Hino e Meio!”

 

“La missione For all the world to see è sospesa! Ripeto la missione For all the world to see è sospesa! Cancellate ogni traccia di questo esperimento e qualsiasi copia trovata in giro del chip deve essere distrutta, in caso di fallimento non voglio prove che riconducano a me!”

Aveva scaraventato il telefono contro il muro, aveva dedicato anni a quel progetto, era sicuro di portare un beneficio alla nazione ma sbagliava. L’aveva capito grazie alle ragazze che si erano battute fino alla fine contro di lui, ma non era ancora finita, doveva ancora pazientare.

Eravate come delle figlie per me! Adesso è giunto il momento di dirsi addio!

 

Centro di New York

 

Alcuni giornalisti avevano ricevuto una soffiata su uno scontro a fuoco dove erano coinvolti alcuni agenti legati al passato del Presidente. Erano accalcati contro i resti del blindato saltato in aria, tra i resti erano perfettamente visibili i materiali per un iniezione, fotografie, domande e congetture si ripetevano all’infinito. Il rumore di alcune sirene in avvicinamento li aveva distratti dai resti del blindato, speravano di ottenere informazioni utili per le loro notizie ma l’unica cosa che ricevettero da un uomo alto, dall’aria minacciosa vestito completamente di nero fu un grugnito stizzito e la non tanta velata minaccia di arrestarli per ostacolo alle indagini.

 

Parcheggio Casa Bianca

 

Ami era arrivata filata nel parcheggio, doveva trovare velocemente il Presidente prima che desse l’ordine di ucciderle. Aveva notato l’assenza degli agenti e senza preoccupazioni si era diretta nell’ufficio trovando il corpo della segretaria e il Presidente che fissava tranquillamente fuori dalla finestra.

“Agente Mizuno o dovrei dire Ami? Mi avete tradito!”

“Signor Presidente io sono tornata indietro, sono qui per…”

“Non mentirmi Mizuno! Sei stata sotto il mio comando per molto tempo! Conosco bene il tuo modo di lavorare! Hai fatto saltare il GPS e le comunicazioni dei blindati per poter distruggere i chip in totale tranquillità! Cosa ti fa credere che io ti lasci libera dopo aver tentato di mandare a monte il mio piano?”

“Signore io…”

“Mi dispiace Mizuno, sarà arrestata e condannata alla pena di morte!”

 

Ospedale militare

 

“Fate presto! Il blindato che stava guidando è saltato in aria!”

“Ci occuperemo noi di lei”

Rei camminava avanti e indietro per la sala d’attesa dell’ospedale, Michiru e Makoto si stavano facendo sistemare le ferite che avevano riportato ed erano scosse quanto lei.

Haruka sei il mio agente migliore! Non morire così! Hai resistito alla guerra in Iraq e alle missioni più pericolose in cui ti ho mandato! Ti prego non morire!

Il medico le stava fasciando la gamba e anche se lo fissava il suo sguardo era spento, la sua mente continuava a riproporle l’immagine di Haruka stesa a terra ricoperta di sangue mentre rivedeva la stessa scena di due anni prima in Iraq.

Haruka non morire! Non posso stare senza di te!

Nella stessa stanza Makoto stava aspettando che Michiru fosse medicata, era nervosa e delusa, Ami le aveva tradite, sperava con tutta se stessa che stesse bene. Sapeva cosa era capace di fare il Presidente con i traditori.

Ami maledizione! Non dovevi tradirci così!

 

Setsuna era stata arrestata, il Presidente aveva scoperto che anche lei era coinvolta nel colpo di stato ed era stata velocemente trasferita nella prigione militare per essere sottoposta alla pena di morte.

Merda! Sapevo che non dovevo partecipare a questa missione! Devo trovare il modo per evadere!

 

Sala operatoria

 

Haruka era stata sottoposta con urgenza ad un intervento chirurgico, i medici avevano estratto dal suo corpo un enorme quantitativo di schegge che minacciavano di intaccare i suoi organi vitali.

“Dottore la siamo perdendo!”

“Defibrillatore”

Una serie di scariche avevano riportato in vita Haruka, il suo cuore aveva ripreso a battere, ma continuava a non riprendere conoscenza, aveva consumato già quattro sacchetti di sangue ma il suo colorito era ancora pallido e le sue funzioni vitali minime.

Solo una notte in osservazione ci dirà se si salverà

Rei continuava a camminare avanti e indietro, tutte le volte che entravano degli agenti temeva che avrebbero arrestato lei e la sua squadra, Michiru e Makoto erano sedute su una panca posta davanti la sala operatoria; guardavano Rei agitarsi e preoccuparsi, temeva di perdere il suo agente migliore e temere l’arresto per tutte loro.

“Michiru c’è qualcosa che ancora possiamo fare”

“Makoto, Haruka è in fin di vita, Ami ci ha tradite, tutte noi compreso il capitano Meio siamo in arresto, non possiamo fare altro”

“Lo so bene, ma se ci fosse una piccola possibilità di salvezza non la sfrutteresti?”

“Makoto che hai in mente?”

“Alcuni miei compagni mi hanno avvertita che il blindato diretto alla prigione conteneva il capitano Meio, se riusciamo a farla scappare prima che entri in prigione avremo modo di rimediare all’errore”

“Illuminami”

“Per prima cosa, l’agente Meio è il capo della CIA era il capo della mia compagnia in esercito e ha ancora molti sostenitori che farebbero di tutto per aiutarla, fidati ci sono alcuni che sono a stretto contatto con il Presidente”

“Tu dici di rapire il Presidente?”

“No dico solo di nasconderci per un po’ di tempo per trovare il modo di disattivare i chip”

“Si può fare! Avverto io Rei, tu fa il tuo lavoro! Ci ritroveremo al molo tra un’ora, se non ci sarai ne tu ne Setsuna ci costituiremo”

“Va bene!”

 

Città di New York

 

Setsuna era stata prelevata dal suo appartamento e adesso si trovava nel blindato diretto al penitenziario.

Devo evadere, mi serve un diversivo e scappare! Non voglio finire i miei giorni in una cella, so come trattano le ragazze come me la dentro!

Un’auto nera si stava avvicinando a tutta velocità al blindato, i poliziotti avevano cercato di richiamare l’attenzione dell’autista folle senza risultato. Si era avvicinato al finestrino di Setsuna e le aveva mimato un “allontanati dal finestrino” prima di lanciare una piccola bomba che aveva creato una voragine nel blindato mandandolo a sbandare.

I poliziotti erano storditi e il guidatore nell’esplosione è rimasto ucciso.

“Setsuna muoviti”

“Chi diavolo sei?”

“Un’amica”

“So già che mi caccerò nuovamente nei guai ma ormai peggio di così non può andare”

Si era infilata nell’auto e di volata erano partite per il molo. Durante il tragitto Setsuna non aveva osato parlare, aveva riconosciuto Makoto ma la vedeva troppo turbata per parlarle della situazione.

“Devi ancora fissarmi?”

“Co-cosa? Non ti sto fissando”

“Si invece, comunque non importa. Stiamo andando al molo per incontrarci con Rei e Michiru! Ci nasconderemo per un po’ di tempo per tentare di disattivare il chip”

“Stai scherzando? Mi hai fatto evadere per diventare una latitante?”

“Esattamente capitano Meio”

“Soldato Kino vedo che non è cambiata per nulla dai tempi dell’esercito!”

“No signore”

 

Molo di New York

 

“Rei se non arrivano andiamo a costituirci e togliamo di mezzo Haruka! Non voglio vederla in galera per colpa nostra”

“Tranquilla Michiru, nessuna di noi andrà in galera per il momento. Guarda davanti a te”

“È l’auto di Haruka”

“Esatto, ho dato le chiavi a Makoto, tanto per ora Haruka non può usarla”

“Questo non le piacerà per niente Rei”

“Lo so bene”

L’auto si era fermata davanti a loro con il motore acceso, significava che dovevano salire anche loro e lasciare quel posto.

“Makoto non graffiare l’auto”

“Tranquilla Michiru, prima che Haruka esca dall’ospedale avrò riparato la portiera danneggiata”

“Makoto ringrazia solo che siamo in stato d’allarme altrimenti te le darei io stessa!”

“Ragazze per piacere, adesso andiamo in un luogo sicuro”

“A casa mia, nessuno sa dove abitiamo”

“Michiru sei sicura? Se ci seguono arriveranno anche al vostro appartamento”

“Lo so bene, ma è l’unico posto che nessuno conosce”

 

Questo è il decimo capitolo, doveva essere quello conclusivo ma tutta la faccenda ha preso una piega differente nella mia mente xD perdonatemi ma ci saranno ancora altri capitoli xD

Ringrazio come sempre chi recensisce, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia tra le seguite :3

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Capitolo 11
*** Latitanza forzata parte I ***


For all the world to see capitolo 11

Latitanza forzata parte I

 

Erano a casa di Michiru già da un’ora, nessuna osava preparare un piano valido. Tutte sapevano che le condizioni di Haruka erano precarie e volevano aspettare un segno di miglioramento della loro compagna per preparare un piano funzionante.

“Michiru fatti forza, Haruka è forte e vedrai che anche questa volta si salverà”

“Rei non è facile, quando eravamo in Iraq davo per scontato che sarebbe tornata a casa con me, adesso non è più così. Se si riprende e noi arriviamo tardi a prenderla sarà arrestata e giustiziata e non voglio vederla morire su una sedia elettrica”

“Non succederà! In ospedale c’è un medico che faceva parte della mia compagnia e ancora oggi mi è devoto, posso cercare di far seguire i progressi di Haruka da lui così quando sarà stabile potrà farla uscire”

“Setsuna te ne sarei eternamente grata”

“Ok allora, faccio un paio di telefonate”

Makoto continuava a pensare ad Ami e al modo in cui le aveva tradite, si sentiva un’idiota ad averle dato tanta fiducia. Aveva preferito il Presidente alla felicità del popolo.

“Makoto troveremo Ami e poi deciderai tu cosa farne con lei”

“Per me può anche marcire in galera. Ci ha tradite e questo basta per farla diventare morta ai miei occhi”

 

Penitenziario militare

 

Ami era in cella da qualche ora e già non ne poteva più, i secondini la guardavano dall’alto in basso e l’avevano già presa di mira tanto da farla finire subito in isolamento.

Odio questo posto! Non dovevo tradire il Presidente sin dall’inizio! Al diavolo tutto! Devo fuggire da qui e andarmene!

Nella sua cella senza finestre, con i muri rivestiti di un’imbottitura di gomma, ripensava a quello che aveva combinato nell’ultimo periodo e si era resa conto con suo enorme sgomento, che la verità era che non voleva servire veramente il Presidente e nemmeno aiutare le altre, il suo era solo un modo per dimostrare le sue qualità.

Sono una merda! Ho messo in pericolo un mucchio di persone! Forse è giusto che io muoia qui dentro!

 

Ospedale militare

 

Haruka aveva ripreso i sensi, sentiva il suo corpo intorpidito e la sua memoria non era delle migliori a causa dei pesanti sedativi che le avevano dato. Non ricordava com’era finita in ospedale, ma ricordava perfettamente che la loro missione era fallita.

Aveva tentato più volte di rialzarsi, ma le fitte di dolore alla sua testa e al suo addome l’avevano costretta a desistere. Un uomo di trent’anni con un camice bianco era entrato senza bussare nella stanza.

“Sono il suo medico. È ancora in gravi condizioni e per il momento non possiamo dimetterla”

“Senta, io sono un’agente e per tanto devo ritornare subito sul campo”

“Non mi ha capito signorina? Lei non può lasciare l’ospedale”

“Lei non capisce! La fuori le mie compagne stanno rischiando il culo!”

“Le sue compagne stanno bene! L’attendono pazientemente a casa sua”

“Come fa a saperlo?”

“Ho le mie fonti. Stia tranquilla nessuno sa dove si trovano e non sanno nemmeno che lei si è ripresa, finga di essere ancora semi-cosciente e vedrà che la porterò io stesso dalle sue amiche”

“La ringrazio dottore”

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Haruka sta bene! Entro stasera verrà portata qui”

“Nessuno deve trovare questo posto”

“Sta tranquilla, aspetterò io stessa fuori dall’ospedale e la porterò qui a casa”

“Verremo tutte quante, non vogliamo che qualcuno ci segui”

“È troppo pericoloso, verrà solo Michiru con me. E poi l’auto di Haruka è veloce, useremo quella per prelevarla e tornare a casa sane e salve”

“Va bene, ma se qualcosa va storto”

“Lo so bene”

 

Entrata dell’ospedale

 

Makoto e Michiru erano fuori dall’ospedale già da un’ora ma del medico che doveva scortare personalmente Haruka e la stessa Haruka non c’era traccia. Erano agitate, sapevano bene quali rischi correvano a rimanere ancora in giro.

“Tranquilla vedrai che la riporteremo a casa e poi ci nasconderemo per preparare un piano”

“Mako non è facile, se fossimo arrivate tardi? Se l’avessero già portata in galera o peggio?”

“Calma, nessuno va in galera, piuttosto aprire questa porta e tu Makoto vedi non rovinarmi la macchina altrimenti ti uccido”

Haruka era sulla sedia a rotelle accanto alla portella del guidatore che fissava le due ragazze che la guardavano come se fosse un fantasma, il dottore alle sue spalle si era preoccupato di portarla fino alla macchina e di aiutarle con le cure mediche necessarie.

“Haruka sei sicura che far guidare Makoto sia una buona cosa?”

“Ha già usato la mia auto no?”

“Come lo sai?”

“Il sedile, io non lo porto mai così e lo sterzo è troppo basso. Si vede che non sei abituata a questo tipo di auto”

Improvvisamente era scoppiato un piccolo attimo di ilarità, dove Makoto e Haruka discutevano sul modo migliore di guidare la BMW e Michiru che le fissava frastornata senza capire una sola parola di quel che dicevano.

“Ragazze se avete finito di parlare aramaico antico vi pregherei di andare subito a casa, non siamo al sicuro qui”

 

Con una sgommata d’eccellenza e le imprecazioni di Haruka sull’uso incosciente della sua auto si erano dirette a tutta velocità verso l’appartamento, ma qualcuno aveva seguito ogni loro mossa e presto la loro fuga sarebbe diventata una corsa contro la vita e la morte.

 

“Signore si stanno muovendo”

“Si signore”

Una Mercedes nera seguiva le ragazze a distanza di sicurezza, ogni semaforo che incontravano l’auto si posizionava due macchine dietro di loro.

“Haruka”

“Lo so Makoto, ci credono così idiote? È un trucco vecchio come il mondo, gli agenti del Presidente sono degli inetti senza speranza. Makoto levati dal volante ci penso io”

“Mi dici come fai a passare alla guida se ti trovi dietro e per di più ferita?”

“Makoto fa come dice, conosco Haruka ed è capace di tutto anche in queste condizioni”

“Come mi conosci tu amore non mi conosce nessuno”

“Taci Haruka e guai a te se ci fai catturare!”

Michiru si era spostata dietro mentre Makoto era passata sul lato del passeggero permettendo così ad Haruka di prendere il suo posto alla guida.

“Ma che cazzo Mako! Hai totalmente stravolto la mia posizione di guida! Quando usciamo dall’auto giuro che ti ammazzo!”

“Haruka puoi pensarci dopo?”

“Amore, questa è la mia bambina, è una BMW, solo io posso portarla come merita”

“Haruka per me è un mezzo di locomozione inutile, pacchiano ed economicamente irraggiungibile!”

“Michiru Kaioh non osare parlare così della mia bambina chiaro? Ora per cortesia nel sedile c’è una pistola, vedi di far fuori quegli idioti”

Haruka sfrecciava a tutta velocità nel traffico di New York stando attenta a non tamponare o falciare nessuno, dallo specchietto retrovisore vedeva chiaramente l’auto che le inseguiva distanziarsi sempre di più.

“Bene credo che-“

Un rumore di vetri infranti le aveva gelato il sangue, Michiru aveva spaccato il lunotto posteriore per poter sparare meglio contro gli inseguitori. Haruka aveva inchiodato brutalmente mandando Michiru a gambe all’aria

“Ma sei impazzita?”

“Potrei farti la stessa domanda! Mi hai spaccato il lunotto!”

“Haruka è solo una macchina per dio!”

“Non è solo una macchina!”

“Ragazze muovetevi! Ci stanno raggiungendo!”

 

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Ci stanno mettendo troppo!”

“Setsuna calmati, vedrai che arriveranno”

“Non dire di calmarmi Rei!”

“Agitarsi non serve! Dobbiamo rimanere lucide anche per loro!”

Setsuna camminava avanti e indietro davanti alla porta d’ingresso da mezz’ora e l’unica cosa a cui riusciva a pensare era il peggio. Non avevano più notizie del medico da più di un’ora e le ragazze non tornavano.

“Dobbiamo andare a cercarle!”

“Se ci muoviamo ora e loro sono state catturate cosa pensi di fare?”

“Ci penseremo al momento!”

Erano uscite di corsa dall’appartamento, stavano per prendere l’auto quando uno stridio di gomme aveva attirato la loro attenzione. Una BMW nera correva all’impazzata nella loro direzione e sembrava che stesse per travolgerle quando con una brusca frenata si era fermata davanti alle loro gambe.

“Merda Haruka per poco le investivi”

“Ma no, so quel che faccio, piuttosto chiudete il garage e fate silenzio”

“Haruka per colpa tua me la sono fatta addosso! Che cazzo sta succedendo?”

“Rei sta zitta! Ci stanno inseguendo e se facciamo casino siamo nella merda!”

 

Penitenziario militare

 

Ami si era appisolata nella cella d’isolamento quando un gruppo di secondini era entrata per malmenarla lasciandola in fin di vita nella cella buia.

“Questo è per il doppio tradimento!”

“Non uscirai di qui!”

“Morirai prima di arrivare alla sedia elettrica!”

Non riusciva a muovere un muscolo, il suo corpo era sottoposto a continue violenze, aveva capito che reagire l’avrebbe condannata ad una lunga tortura e aveva preferito lasciare campo libero ai secondini che ogni giorno la massacravano con manganellate, calci e pugni.

Questo è il prezzo del mio tradimento! Makoto direbbe che è il karma ma io non credo a queste stronzate! La verità è che i secondini sono corrotti, uomini e donne senza scrupoli che ucciderebbero anche la loro madre per guadagnare una lauta ricompensa. Io adesso sono il loro giochino, non che fonte di reddito, presto si stancheranno e mi lasceranno morire.

Era debole e stanca, la sua mente era annebbiata e il suo corpo era scosso da brividi di freddo, il dolore non le permetteva di muoversi e respirare era diventato molto più doloroso delle percosse che subiva ogni giorno.

Un’altra notte qui dentro e morirò in una pozza di sangue. Perdonami Makoto, eri la mia compagna, la mia amica e il mio tutto, ho tradito la tua fiducia scegliendo il Presidente. Mi dispiace.

Un forte calcio l’aveva colpita in pieno viso mandandola a sbattere contro la pesante porta di ferro della cella uccidendola sul colpo.

 

 

Questo è l’undicesimo capitolo, ho preferito spezzarlo qua per non appesantirvi troppo, non so ancora quanti capitoli ci saranno ma posso dirvi che si arriverà presto alla fine.

Ringrazio come sempre chi recensisce, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite e ricordate :3

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Capitolo 12
*** Latitanza forzata parte II ***


For all the world to see capitolo 12

Latitanza forzata parte II

 

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Pensi siano andati via?”

“Non si sente niente”

“Andiamo di sopra senza fare rumore”

Avevano osservato la strada dalla loro finestra e dell’auto che le seguiva non c’era traccia, dopo la folle corsa le condizioni di Haruka erano peggiorate portandola più volte sull’orlo dello svenimento.

“Serve un medico”

“Io so sistemare i punti ma credo che qui ci sia dell’altro lavoro da fare”

“Setsuna chiama il medico che l’ha fatta uscire e fallo venire qui”

“Andrò a prenderlo”

“È pericoloso”

“Fidatevi”

Setsuna era scesa in garage senza fare il minimo rumore, aveva avvertito il medico del suo arrivo e si era premunita di portare con se un sacchetto nero.

Se tutto va secondo i piani non dovrebbe vedermi nessuno

Velocemente aveva fatto retromarcia e si era diretta a tutta velocità verso l’ospedale. Lanciava occhiate fugaci al retrovisore per essere sicura di non essere seguita e che nessuno avesse trovato il loro nascondiglio.

Arrivata davanti l’ospedale si era appostata nel parcheggio buio all’angolo dell’entrata, ma del medico nessuna traccia.

“Buona sera agente Meio”

Merda!

“Scenda dalla macchina e si volti per favore”

Una sportellata in pieno viso e il poliziotto era steso a terra, in quel momento vide il medico uscire velocemente dall’ospedale portando con sé la classica borsa da dottore.

“Da questa parte, svelto!”

Con la portella del passeggero aperta si era lanciata a tutta velocità verso il medico che era rimasto imbambolato a fissare l’entrata, con una frenata e uno strattone l’aveva tirato su e con una sgommata era ripartita per il centro della città.

“Dottore mi creda non vorrei farlo, ma è necessario. Le ho spiegato la mia situazione”

“Non si preoccupi capitano”

Setsuna aveva passato il sacco nero e il medico si era preoccupato di metterlo sulla sua testa sotto lo sguardo attento ma fugace della donna al suo fianco. Guidavano orma da diversi minuti e di poliziotti alle calcagna neanche l’ombra, si era diretta prudentemente verso casa e in tutta fretta si era infilata nel garage chiudendosi la strada alle spalle.

“Dottore adesso si fidi di me, non posso ancora levarle il sacco dalla testa, stia tranquillo che è in ottime mani”

L’aveva condotto lentamente verso l’appartamento dove le altre la stavano aspettando impazienti. In quel lasso di tempo le condizioni di Haruka erano peggiorate, le ferite aperte l’avevano indebolita ulteriormente e l’avevano portata in una condizione di vita o di morte.

“Presto!”

“Sarò franco, in queste condizioni precarie potrebbe anche morire nel giro di pochi minuti”

A quelle parole la calma che da sempre distingueva Michiru in certe situazioni era andata a farsi benedire, aveva preso il medico dal colletto della camicia e aveva cominciato a strattonarlo urlandogli contro con tutta la rabbia che aveva in corpo.

“Se la lasci morire ti farò morire nello stesso identico modo!”

“Mi lasci!”

“Lei mi prometta che salverà la mia Haruka e io la lascerò finire il suo lavoro!”

“Non posso prometterle niente!”

“Allora non sono stata abbastanza chiara!”

“Ho capito, ho capito. Adesso mi lasci!”

 

Ufficio del Presidente

 

“Come procede la ricerca?”

“Signore non riusciamo a trovarle, abbiamo perquisito i loro alloggi ma di loro nessuna traccia”

“È impossibile! Tutti gli agenti hanno dichiarato la loro residenza!”

“Lo sappiamo signore, abbiamo seguito tutte le procedure, controllo dei cellulari, abitazioni, GPS e tutti hanno dato esito negativo”

“Non c’è che dire, sanno come nascondersi!”

“Signore io proporrei di agire diversamente!”

“Sentiamo”

“Io proporrei di diffondere il chip come se niente fosse, dopotutto una di loro è in gravi condizioni. Sapete anche voi che non si muovono mai senza un loro componente”

“Hai ragione, ma se decidessero di provare a farsi vedere ugualmente?”

“L’intera città è in allerta, sono state avvisate tutte le forze dell’ordine, chiunque risulti sospetto verrà mandato direttamente qui”

“Eccellente! Procedete”

“Si signore!”

“Un’altra cosa, Haruka è ancora in ospedale?”

“No signore, questa notte l’hanno portata via. Non sappiamo quale sia il medico che l’ha dimessa”

“Non importa, se la conosco bene adesso starà imprecando contro qualcosa per le sue condizioni. È questione di tempo, presto le arresteremo e il For all the world to see sarà avviato con successo”

 

Appartamento di Haruka e Michiru

 

“Ho finito, deve riposare per almeno un mese e ci vorrà almeno un altro mese prima che si rimetta del tutto”

“Sta dicendo che ci vogliono due lunghi mesi?”

“Esattamente signorina, mi dispiace ma non posso fare altro per aiutarla”

“Non si preoccupi, però adesso dottore ci deve promettere che non dirà nulla su di noi, tantomeno dove ci troviamo”

“Oh non ci sono problemi per questo. Mi occuperò io di lui”

“Va bene”

Al posto di Setsuna era andata Rei in strada, aveva deciso di non lasciare il medico davanti l’ospedale per paura di un’imboscata. Seguendo le istruzioni che Setsuna le aveva dato aveva condotto il medico al molo e dopo aver aperto la portella e dato uno spintone mentre gli levava il sacchetto, si era diretta a tutta velocità verso l’appartamento.

Avevano due mesi per riprendersi dall’attacco e trovare una strategia migliore di quella che avevano usato tempo prima, avrebbero aspettato il tempo necessario anche se questo significava mettere in circolazione il chip.

 

Questo è il dodicesimo capitolo ho preferito interrompere qui così da fare i prossimi capitoli senza spezzarli , il prossimo capitolo è l’ultimo xD

Sarà più lungo ma più completo, per il resto ringrazio chi recensisce, chi legge in silenzio e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite e ricordate :3

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Capitolo 13
*** For all the world to see ***


For all the world to see capitolo 13

For all the world to see

 

 

Erano passati tre mesi dalla loro latitanza, Haruka si era ormai stabilizzata, in quel periodo avevano escogitato un piano che avrebbe messo per sempre fuori uso i chip e mandato via il Presidente.

Sono stati i mesi più difficili per loro, ogni notte sentivano auto della polizia correre in lungo e in largo sotto il loro nascondiglio, avevano appreso dalla televisione che il Presidente aveva dato lo stato di allerta e che chiunque avesse ritrovato le ragazze vive o morte avrebbe ottenuto una ricompensa.

Nel palazzo dove vivevano, le retate erano all’ordine del giorno, erano riuscite a scamparla grazie all’ingegno di Michiru che tutte le volte si mascherava per distrarre gli uomini che altrimenti le avrebbero consegnate al Presidente.

“Ragazze, sono passati tre mesi, il piano ormai è concluso”

“Da questo momento in poi non si torna più indietro, sapete tutte a cosa andiamo in contro, io, Rei e Michiru nei giorni scorsi abbiamo perso una persona cara, il capo della Federazione Anarchica. Inutile dirvi che io combatterò per lui questa guerra!”

“Anche se io non appartengo alla vostra Fratellanza combatterò per lui, mi avete raccontato cosa ha fatto negli anni ed è un uomo per il quale valga la pena morire”

“Ti ringrazio Makoto. Adesso è tutto pronto, domani agiremo”

 

Ufficio del Presidente

 

Il petto gli faceva male, da quando la signorina Jonson gli aveva sparato sembrava invecchiato di anni, non c’era più traccia dell’uomo di bell’aspetto dei mesi precedenti.

Dove cazzo vi nascondete? Credete ancora di avere una possibilità? Il chip è in circolazione ormai da tre mesi e noi controlliamo tranquillamente la vita di tutti.

Con un pulsante posto sotto la scrivania, aveva azionato i monitor che si trovavano in un vano a scomparsa del tavolo.

Guardali, maniaci, ladri, uomini d’affari, casalinge, bambini che giocano allegramente. Poveri illusi, non sapete nemmeno di essere spiati, ogni vostra mossa, ogni vostro respiro o parola viene registrato, voi portate avanti le vostre vite senza uno scopo ma questo cambierà. Si, con la modifica apportata al chip sarò in grado di comandare le persone a mio piacimento inviando al loro insulso cervello informazioni che loro nemmeno conoscono.

Presto le Nazioni saranno rivoluzionate e questo solo grazie a me. Dovrebbero darmi un nobel per queste stronzate così sarei molto più potente e brillante.

Da quando il progetto originale del chip era stato cambiato il Presidente credeva di essere riuscito a creare qualcosa che avrebbe permesso ai potenti del mondo di controllare ogni singolo individuo che andava contro il sistema.

Molti degli scienziati ingaggiati per il progetto, al suo termine sono stati uccisi per evitare che in futuro potessero parlarne a qualcuno.

Prima o poi uscirete dalla vostra tana, non importa dove vi nascondiate, presto vi troverò!

 

Centro di New York

 

Una ragazza dai lunghi capelli neri camminava con disinvoltura tra le strade di New York, ogni tanto lanciava occhiate interessate alle vetrine degli abiti di alta moda, era nei pressi della stazione di polizia quando un vibrare piuttosto fastidioso aveva attirato la sua attenzione.

Dove diavolo è il cellulare? Possibile che un’insulsa pochette possa essere un buco nero?! Quanto odio queste stronzate da donne alla moda!

Eccolo!

“Sono arrivata”

“Ci vediamo tra cinque minuti vicino l’ospedale!”

Aveva rimesso il cellulare nella piccola borsetta e dopo aver tirato un profondo sospiro di sollievo, si era calata nella sua parte. Era entrata in preda al panico nella stazione di polizia, parlando rapidamente aveva spiegato che lei e una sua amica erano state aggredite e che lei era andata lì per sporgere denuncia; i poliziotti erano troppo confusi dal decolté della signorina per prestare attenzione alle sue parole, ma dopo una serie di urli e un mancamento da parte della stessa, erano corsi in ospedale.

 

Ospedale di New York

 

“Signorina mi ripeta nuovamente cosa le è successo”

“Agente sono stata aggredita! Sa cosa vuol dire essere aggredita?”

“Signorina, se deve esporre denuncia deve dirci cosa è successo nei dettagli”

“Non posso parlarne con un uomo! Ma posso farla parlare con un altro uomo”

“Chi sarebbe?”

“Il mio fidanzato”

“Dov’è adesso?”

“Qui fuori, lui sa quello che è successo ed è andato a prendermi un thè alla macchinetta”

Haruka era fuori dalla stanza e stava cercando di assumere l’aria più arrabbiata e preoccupata che poteva, il piano doveva essere perfetto per evitare ogni possibile fallimento.

“Amore come ti senti? Oh agenti salve”

“Lei è il fidanzato della signorina?”

“Si signore”

“La sua ragazza non vuole parlare con noi riguardo l’aggressione, ma ci ha detto che possiamo parlarne con lei”

“Certamente”

“Allora venga con noi al commissariato”

“Torno presto piccola”

 

Dopo aver baciato velocemente Michiru, Haruka aveva lanciato uno sguardo d’intesa al medico nella stanza.

“Sono andati?”

“Sì”

“Sei riuscita a prendere…”

“Certamente”

“Sei grande Setsuna”

Velocemente si erano dirette all’entrata dell’ospedale, Rei le stava aspettando nella macchina della polizia con indosso una delle uniformi dei due agenti stesi dietro l’ospedale.

“Dov’è Haruka?”

“Sono qui!”

Era uscita da dietro l’angolo sistemandosi la cravatta della divisa e posizionando il cappello, sotto lo sguardo stupito di Michiru.

“Ho fatto bene a tingerti i capelli di nero e poi la divisa ti sta divinamente”

“Michi non è il momento, sali in macchina”

Con le sirene spiegate si erano dirette dal Presidente, gli annunci televisivi dicevano che i fuggitivi dovevano essere consegnati direttamente a lui nel più breve tempo possibile. Haruka guidava guardandosi intorno, era sicura della riuscita del piano ma non lo era dell’esito finale, aveva paura di essere scoperta una volta arrivate dal Presidente.

Se ci scoprono adesso siamo fottute!

 

Parcheggio sotterraneo della Casa Bianca

 

Quanto ci mettono? Se sto qui ancora un po’ corro il rischio di essere scoperta!

Makoto era ferma in un angolo buio del parcheggio da più di un’ora, era riuscita ad infiltrarsi grazie ad un blindato che aveva lasciato aperta la saracinesca. Ha avuto tutto il tempo per piazzare alcuni candelotti di dinamite attorno ai pilastri principali e un piccolo esplosivo sotto ogni macchina degli agenti, gran parte della riuscita del piano dipendeva proprio da quelle esplosioni.

Un’auto era entrata a velocità sostenuta nel parcheggio e si era diretta verso di lei con i fari spenti, aveva cominciato a sudare freddo temendo il peggio.

“Muoviti Makoto!”

“Cazzo Haruka mi hai fatto prendere un colpo!”

“Dettagli! Piuttosto è tutto pronto qua sotto?”

“Dettagli? Quando finiamo questa storia ti uccido con le mie mani! Comunque sì è tutto pronto”

“Io sono Highlander”

“Si certo, Highlander vedi di muoverti e soprattutto non metterti un gonnellino senza mutande come nel film!”

“Makoto quando finiamo ti uccido!”

Come stabilito Haruka e Rei avevano scortato Michiru, Setsuna e Makoto dal Presidente, tutto filava liscio, nessun’agente le aveva riconosciute e nemmeno fermate segno che il loro travestimento era perfetto.

 

Ufficio del Presidente

 

Un lieve bussare aveva fatto sussultare il Presidente che con un’agile mossa aveva nascosto i monitor della scrivania.

“Avanti”

“Salve signor Presidente”

“Voi chi siete?”

“Siamo Obuko Sosuke e Patricia Smitt, abbiamo catturato i fuggitivi”

“State scherzando?”

“No signore, solo che ne abbiamo catturati solo tre”

“Non importa, le altre due arriveranno per salvarle”

“Signore, insomma…”

“Si la ricompensa, andate adesso, vi chiamerò io stesso per consegnarvela pubblicamente”

“Grazie signore”

“Bene bene bene, e così parte della banda è stata catturata”

“…..”

“Cos’è il gatto vi ha mangiato la lingua?”

“Fottiti Peter!”

“Come osi chiamarmi per nome?”

“Oso è come! Cos’è nessuno sa del tuo passato Peter?!” il tono di Michiru si era accentuato sul nome del Presidente per mettergli pressione

“Michiru non ti permettere a parlarmi così!”

“Peter Evans Armstrong, come ci si sente ad essere il Presidente degli Stati Uniti? Scommetto che non è stato facile nascondere i delitti che ha compiuto in Iraq e qui in America vero?”

“Di che diamine stai parlando Setsuna?”

“Non fare il finto tonto, sappiamo tutte cosa hai fatto o forse tu non ricordi più tutti quegli innocenti che hai ucciso?”

“Baggianate! Credete veramente che a questi idioti americani interessi il passato del Presidente? Tutti i militari hanno ucciso almeno una volta nella loro vita!”

“Certo, ma nessuno mai ha violentato, picchiato e ucciso bambini e bambine come ha fatto lei!”

“Cosa cazzo state dicendo?!” il Presidente si era accasciato sulla sua poltrona in preda al panico, era sicuro di aver eliminato tutti i testimoni della guerra in Iraq e che le ragazze non sapessero niente di quella storia.

“Chi vi ha detto queste cose?”

“Forse non ti ricordi che eri il nostro capitano? Anche se non eravamo in missione insieme, grazie alla tua idea di installare delle telecamere con microfono sugli elmetti, sapevamo sempre dov’eri e cosa facevi!”

“Cosa volete da me?”

 

Una serie di spari fuori dall’ufficio avevano interrotto le ragazze, Haruka e Rei erano entrate di prepotenza nella stanza barricando la porta.

“Adesso caro signor Presidente è arrivato il momento di dire la verità agli americani”

 

Centro di New York

 

Alcuni membri della Fratellanza Anarchica avevano montato un maxi schermo, l’avevano attivato al comando di Haruka via radio. La cosa che non sapeva il Presidente era che il sistema di videosorveglianza del suo ufficio era stato manomesso per permettere a loro di mostrare le immagini in diretta direttamente alle persone che incuriosite si stavano fermando nel centro di New York.

Avevano ascoltato ogni singola parola del lungo discorso, molti di loro che sostenevano ancora il Presidente si erano nascosti agli occhi degli anarchici che minacciavano di ucciderli.

 

“Non c’è nessuna verità da dire! Sono stato mandato in Iraq per una missione di pace e voi con me! Tutto quello che è successo in Iraq è rimasto lì, sepolto sotto metri e metri di detriti e sabbia!”

“Sei sicuro? Eppure una delle verità dell’Iraq sono davanti a te!”

“Per anni hai compiuto stronzate e adesso ne hai fatta una veramente grossa!”

“Hai creato un chip per controllare milioni e milioni di persone!”

“Il chip serve per controllare le persone che ogni giorno compiono atti atroci!”

“Presidente se non lo sa esiste la privacy e lei la sta violando!”

“Il chip serve per il bene della comunità e del mondo intero!”

 

 Molti dei cittadini che erano in ascolto stavano urlando con quanto fiato avevano in corpo il loro disappunto per essere spiati costantemente dal Presidente, lanciavano qualsiasi cosa trovavano contro i sostenitori e gli agenti del Presidente accorsi a sedare la rivolta.

Il gruppo della Fratellanza Anarchica si era diretto velocemente alla Casa Bianca per aiutare le ragazze a fuggire prima che la folla di rivoltosi si scagliasse contro il Presidente e tutta la sua equipe.

 

“Signor Presidente, probabilmente non lo sa, ma tutta questa conversazione è stata trasmessa su un maxi schermo posto al centro di New York e adesso tutti gli americani si stanno dirigendo qui per farle la festa!”

“Stronzate! È impossibile! Il sistema di videosorveglianza non si può manipolare come se niente fosse!”

“Se ricorda bene il sistema l’abbiamo creato noi!”

“Maledette figlie di puttana!”

 

Delle scosse simili ad un terremoto stavano facendo tremare le fondamenta della Casa Bianca, costringendo il Presidente e le ragazze a reggersi come potevano. La porta dell’ufficio era stata bruscamente aperta e un gurppo di rivoltosi si riversavano nella stanza inferociti, brandendo delle mazze e urlando improperi contro il Presidente.

Il Presidente stava tentando inutilmente di chiamare la sicurezza per farsi portare via da quella stanza, ma il pulsante sotto la scrivania non funzionava.

“Ormai è spacciato!”

“Le conviene dire la verità!”

“Sarà messo in galera e sarà processato anche per i crimini compiuti in guerra!”

“Maledette bastarde! Io sono il Presidente degli Stati Uniti! Nessuno può chiudermi in galera come un comune delinquente!”

Un gruppo di agenti del penitenziario si erano fatti strada tra la folla nella stanza ammanettando il Presidente e portandolo via dalla gente che continuava ad urlargli e sputargli contro.

“Questa è fatta”

“Hai ragione, ma adesso andiamocene”

 

Epilogo

 

Era passato un anno da quando il Presidente era stato arrestato, le ragazze avevano ripreso le loro vite ricomponendo la Fratellanza Anarchica e contrastando i piani dei potenti che minacciavano di riprendere il progetto del chip.

“È arrivato il giorno finalmente”

“Già”

“Che c’è?”

“Niente è che dopo quello che abbiamo passato non mi sembra vero che finalmente Peter avrà quello che si merita”

“Michiru non farti seghe mentali, ormai è finita e noi abbiamo vinto”

“Questo è vero però non dimentichiamoci che ci sarà sempre qualcuno che penserà ai suoi scopi sacrificando il popolo”

“Quando succederà noi insorgeremo come abbiamo fatto un anno fa”

 

Le ragazze si erano dirette al penitenziario per assistere all’esecuzione di Peter  Evans Armstrong, era passato un anno dall’ultima volta che l’avevano visto e l’uomo di bell’aspetto aveva lasciato il posto ad un uomo anziano, calvo e smagrito con lo sguardo spento.

L’esecuzione era durata diversi minuti e le urla dell’uomo avevano gelato il sangue delle ragazze che avevano lasciato la stanza prima della sua morte.

“Ora è veramente finita, quel bastardo è morto”

“Io avrei preferito lasciarlo a marcire in galera”

“Si così dopo diverso tempo l’avrebbero scagionato perché troppo vecchio”

“Sicuramente sarebbe morto prima, non dimentichiamoci che lì dentro ci sono uomini che non possono vedere i loro figli”

“Hai ragione”

“Su ragazze torniamo a casa, direi che adesso possiamo prenderci una meritata vacanza”

“Highlander ha ragione, andiamo a casa”

“Makoto mi hai ricordato che una volta finito tutto questo casino dovevo ucciderti”

“Oh andiamo non dirai sul serio”

“Makoto ti conviene correre più veloce che puoi, Highl..Haruka è molto veloce”

“Ma scusami tanto Michi ma dopotutto quella che ha fatto più casino sei tu, le hai distrutto la macchina!”

“A quello ci penserò dopo”

Haruka e Makoto si stavano rincorrendo in circolo scatenando l’ilarità di Michiru, Setsuna e Rei che dopo tanto tempo erano tornate a sorridere.

Questo è l’ultimo capitolo, è uscito più lungo di quello che mi aspettassi ma non sapevo come interromperlo, chiedo scusa anche per il finale forse un po’ troppo banale ma non sapevo come terminarlo al meglio.

Probabilmente per un po’ di tempo non scriverò nulla, anche se qualcosina in verità la sto preparando ma, non posso dirvi nulla. Non sarà un horror ma c’è qualcosa anche per quel genere appena avrò tempo e idee svilupperò qualche altra cosa che possa piacervi.

Ringrazio tutti quelli che hanno commentato, che hanno letto in silenzio, che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite e ricordate :3

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