Suspiria profundis

di Krizia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo Ultimo ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Era una mattinata calda e tranquilla, nonostante fosse autunno inoltrato ormai e Lucy decise di approfittarne per rilassarsi, decise che almeno per quella giornata sarebbe stata alla larga dalle missioni, decise che finalmente poteva dedicarsi un po’ a lei e perché no, anche alla stesura del suo romanzo.
Si alzò dal letto con un sorriso che le illuminava i delicati lineamenti del volto, dopo aver già pianificato mentalmente tutte le attività giornaliere; per una volta, pensò, che avrebbe anche potuto astenersi dal raggiungere la gilda e di conseguenza non ritrovarsi coinvolta in qualche missione tanto stupida quanto pericolosa.
Dopo una bella doccia rinfrescante, con la quale schiarì la mente e cacciò via quella strana sensazione di disagio che avvertiva quando era “sola” in casa, si diresse alla sua scrivania, prese il suo romanzo e una penna, rileggendo le ultime righe prima di cominciare a scrivere qualcosa di nuovo.
Lesse una prima volta, poi una seconda, poi una terza e infine un’altra ancora, ma la sua ispirazione sembrava averla abbandonata, sembrava non essere lì con lei in quel momento, facendole improvvisamente ricordare che effettivamente era da sola in casa.
“Non capisco…di solito non mi capita mai di distrarmi così tanto mentre scrivo…oggi la mia ispirazione proprio non si fa sentire” pensò tristemente Lucy, che dopo aver detto addio ai suoi piani giornalieri, optò per la cosa più ovvia, raggiungere Fairy Tail.
“Buongiorno Gilda!” esclamò entusiasta la biondina che, dopo aver salutato alcuni nakama, si diresse immediatamente verso la bacheca delle richieste.
“Ohi Lucy! Come mai questo ritardo?” domandò Natsu, come sempre carico di allegria ed entusiasmo; le  rivolse uno dei suoi soliti sorrisi, mostrando anche i suoi bei canini, che tante altre volte Lucy aveva immaginato mentre tormentavano il suo collo delicato. Si era quasi dimenticata di rispondere persa nei suoi pensieri se non fosse stato per l’intervento di Happy
“Stamattina Lucy è ancora più strana del solito, aye…” disse al Dragon Slayer con uno sguardo misto tra il preoccupato e il divertito.
“Finiscila di darmi della strana, brutto gattaccio” urlò Lucy, fingendosi arrabbiata con il povero exceed; “Ad ogni modo, stamattina avevo deciso di non passare dalla gilda, di..beh ecco, come dire…avevo intenzione di continuare a scrivere il mio romanzo…” disse Lucy arrossendo un poco.
“E allora perché non hai continuato a farlo? Io ed Happy saremmo di sicuro venuti a trovarti di pomeriggio” le rispose il mago del fuoco, rassicurandola.
Lucy sorrise dolcemente prima di rispondere, come a voler ringraziare il ragazzo per il pensiero, gesto che fece arrossire il povero Salamander al quale salì di parecchie tonalità il colore della carnagione.
“Credo che quest’oggi la mia ispirazione non mi abbia voluto aiutare granchè…” disse mestamente Lucy, rivolgendo lo sguardo verso il basso, un po’ triste.
Natsu scattò sull’attenti appena si accorse del lieve cambiamento di umore della maghetta che tanto gli stava a cuore, così iniziò subito a pensare a come avrebbe potuto aiutarla e dopo aver scartato qualche idea, trovò quella che gli sembrò più adatta, vista l’ora che era arrivata.
“Vieni Lucy, andiamo a pesca!” affermò sorridente Natsu stringendole la mano mentre la trascinava fuori dalla gilda affiancato da Happy.
Sicuramente l’idea non allettava Lucy tanto quanto Happy; i tre si diressero verso la East Forest , una misteriosa foresta che si dice nasconda incredibili poteri magici.
“Perché sono qui con voi a pescare quando potrei scrivere il mio romanzo?” frignò Lucy
“Eri caduta in depressione perché non ti veniva nessuna buona idea,no??” domandò canzonandola Natsu
“Aye. Quando succede una cosa simile bisogna andare fuori a schiarirsi le idee.” Lo affiancò Happy.
“Ma perché proprio a pesca?”
“Perché io adoro i pesci, aye”
“E allora? Perché dovrei pescare io il tuo cibo preferito, né?” domandò Lucy fingendosi irritata.
“NE HA ABBOCCATO UNO!” Esclamò Natsu interrompendo gli altri due “ed è pure bello grosso!”
Disse caricandosi al massimo mentre finiva di pescarlo e nel frattempo Happy gironzolava attorno a Lucy canticchiando quanto il pesce gli piacesse. L’ exceed stava avvicinandosi all’amico quando notò che aveva abbrustolito il pesce appena pescato e cominciò a frignare.
“Perché lo hai abbrustolito, Natsu? Il pesce crudo è più buono”
“Huh? Che dici Happy? Anche affumicato è delizioso?”
“No, no! Io lo volevo mangiare crudo!”
“Insomma questo l’ho catturato io, pescatene uno bello grosso da solo” rispose Natsu seccato come un fratello maggiore irritato dal fratellino più piccolo.
“L-lo sta completamente divorando….” Disse Lucy esterrefatta mentre osservava il Dragon Slayer che mangiava da solo.
“C-come hai potuto? La nostra amicizia è finita!”
“Non c’è bisogno di farne un dramma…” disse Lucy mentre Happy si allontanava da loro piagnucolando;
Nonostante la sua immensa testardaggine a Natsu dispiaceva aver fatto un dispetto ad Happy, cosa che Lucy riuscì a leggere senza sforzi dagli occhi del ragazzo; si avvicinò a lui notando tutto il disappunto che mostrava la sua faccia così gli si sedette accanto sorridendogli amorevolmente.
“Non gli vai dietro?” chiese con un tono di voce basso, continuando a sorridergli, mettendolo in imbarazzo senza saperlo, senza sapere quanto Natsu adorasse vedere il suo sorriso così vicino o sentire il suo respiro confondersi con il suo.
“Se ti comporti sempre da duro nessuna ragazza si interesserà davvero a te, Natsu” gli disse con un tono di voce tra il malizioso e il divertito, cercando di canzonarlo; ma il risultato che ottenne, fu una reazione che la mise a disagio, spaventandola.
Lo sguardo di Natsu mutò nell’arco di un attimo dall’imbarazzato all’adirato, distolse gli occhi da quelli di lei che lo scrutavano curiosi ma al tempo stesso terrorizzati; il mago di fuoco strinse i pugni con tutta la forza che aveva in corpo e rivolse un’ultima occhiata alla ragazza che lo affiancava.
“Sta zitta, falla finita dannazione…” sentenziò con un tono adirato quanto scocciato; come se non la sopportasse, come se non avesse voluto vederla, incenerendola con lo sguardo, senza poter fare diversamente.
Il corpo di Lucy rabbrividì all’istante, era spaventata e confusa, avrebbe voluto rimproverarlo come al solito, dicendogli che si comporta sempre in maniera troppo impulsiva; invece restò ferma in silenzio, osservandolo mentre si allontanava, lasciando che la sua mente registrasse le sue spalle che con grandi falcate si allontanavano da lei. Avrebbe voluto fermarlo, urlargli che non ci si comporta in questo modo con gli amici, soprattutto con lei, con la quale condivideva ogni più piccolo gesto di ogni giornata, con la quale, senza accorgersene, aveva instaurato un rapporto ben più profondo della semplice amicizia.
Le sue intenzioni tuttavia, furono bloccate sul nascere dalle lacrime che cominciarono a sgorgare da sole, che le bruciavano il sentiero attraverso il quale, a partire dall’occhio, andavano a ricadere tra le mani con le quali cercava di nascondere il viso.
Restò lì a piangere da sola per più d’un paio d’ore, perdendo del tutto la cognizione del tempo; sperava che Natsu comparisse da un momento all’altro, con il suo solito sorriso, pronto a difenderla e ad aiutarla; ma non fu così; la cosa che più straziava Lucy era il non sapere cosa avesse fatto reagire Natsu a quel modo.
Si sentiva tremendamente stupida per quanto aveva detto, eppure, ripensandoci lucidamente, non le sembrava che battute di quel tipo avessero mai infastidito Natsu. Tuttavia non poteva fare a meno di sentirsi male per quanto accaduto, avrebbe voluto solo stringere forte a sé Natsu scusandosi all’infinito; forse solo così si sarebbe sentita meglio; tra le sue braccia.
Era ormai tramontato il sole e la nebbia era calata all’interno dell’ East Forest, dove si trovava ancora Lucy; aveva la vista appannata, causa di tutte le lacrime che aveva versato nel pomeriggio, le tremavano le gambe, non era abituata a restare così tanto tempo da sola, senza Natsu al suo fianco… era arrivata la sera, portando con se il buio, lo stesso buio che albergava nel cuore di Lucy, si ritrovò a pensare la stessa maghetta, mentre osservava la luna ancora all’interno della foresta.
“Bentornato Natsu, ciao Happy” fu il caloroso saluto di Mirajane al Dragon Slayer e al suo compagno, mostrando loro come sempre un dolce sorriso;
“Allora, è andata bene la pesca?” chiese mentre continuava a servire bevande agli altri membri della gilda.
“Aye! Anche se all’inizio Natsu è stato il solito cafone e si è mangiato il primo pesce tutto da solo” finse di piagnucolare Happy.
“Ehi, ti ho già chiesto scusa per quello e comunque era il MIO pesce quello e inoltre te ne ho fatti mangiare tanti altri…” sbottò Natsu.
Mirajane non potè trattenere una risata cristallina a quella scena, una delle solite, che era ormai solita vedere due o tre volte al giorno.
“Lucy è già andata a casa?” chiese poi notando che la ragazza non era in loro compagnia; Natsu si irrigidì all’istante; ricordava perfettamente l’orribile modo col quale aveva lasciato la ragazza nella foresta.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Un semplice flashback di Lisanna, uno stupido paragone improvvisato tra la persona più importante della sua vita e quella che lo è stata un tempo, uno stupido errore che poteva trasformarsi in qualcosa di molto più grande. E doloroso.
“N-non è qui?” il sibilo di Natsu che Mirajane avvertì appena.
“No, non l’abbiamo vista in gilda, si è allontanata da voi?”
“Io mi sono allontanato da lei….n-non avrei dovuto…ero certo…sarebbe tornata qui” una frase, un senso, un pugno nello stomaco; Natsu si era sentito privare di tutte le sue forze nel realizzare il senso della frase che aveva appena pronunciato, riusciva a percepire il sudore freddo sulla sua fronte, poi si voltò di scatto, fissando l’oscurità della serata.
“A-aspetta Natsu, calmati, tranquillo; non è stata qui Lucy, ma questo non vuol dire che sia successo qualcosa; magari è solo andata a casa”
Natsu spostò lo sguardo dalla finestra alla ragazza, mise a fuoco ciò che gli aveva appena detto e poi balzò dalla sedia alla velocità della luce correndo fuori dalla gilda, seguito come sempre dal suo inseparabile nakama Happy.
 
“Natsu…” il suo richiamo sembrava più un lamento.
“Che c’è Happy?” chiese Natsu mentre continuava a correre avendo intrapreso la strada che li avrebbe condotti all’appartamento di Lucy.
“Perché abbiamo lasciato Lucy sola? Non eravamo usciti per lei?” fu una domanda che trafisse in pieno il cuore di Natsu; lui era uscito per lei, per farla stare meglio, invece l’aveva lasciata da sola, probabilmente a piangere. Si sentiva un mostro e il suo silenzio fu la conferma che Happy cercava; non doveva chiederlo; stava già male Natsu. Sfondò la finestra della camera di Lucy notandola chiusa, quando in realtà la biondina la lasciava sempre aperta per lui e cominciò a cercarla in ogni stanza quando infine provò, anche se invano, a fiutarne l’odore con le narici. Nulla. Lei non era in casa. E probabilmente non ci era nemmeno passata. Doveva trovarla. A tutti i costi.
“Vieni Happy, torniamo nella foresta” disse il Dragon Slayer prima di riprendere a correre. Cercò la maga degli spiriti stellari per tutto il bosco, lo perlustrò in ogni dove, fiutò anche ma nulla, quando ad un tratto si ritrovò il nastro di Lucy a terra davanti a lui.
“DANNAZIONE!” Ringhiò ad alta voce emanando fiamme da entrambi i pugni per la rabbia mentre teneva stretto tra le mani l’unico oggetto che lo avvicinava a Lucy, il suo nastrino.
Happy e Natsu tornarono alla gilda senza poter colmare il vuoto delle domande dei suoi nakama. “Hai trovato Lucy?” le uniche tre parole che da ben cinque giorni si sentiva ripetere dalla gilda intera. Ogni volta che gli veniva posta questa domanda era come se lo trafiggessero al cuore, avrebbe voluto rispondere che era lì con lui, che la stava abbracciando proprio in quel momento, ma invece ogni volta doveva pronunciare le solite dolorose parole “Ancora no”
I giorni passavano e le notizie erano sempre le stesse. Nessuno aveva saputo nulla. Nessuno aveva visto nulla. Lucy non c’era e Natsu stava male. Da morire. Si sentiva responsabile, gli mancava, gli mancava il suo sorriso dolce, il suo profumo delicato, il suo respiro sulle labbra quando dormivano abbracciati, gli mancava dannatamente troppo. Non ce la faceva più. Nessuno nella gilda aveva provato a confortare Natsu, tutti sapevano che aveva un modo tutto suo di elaborare le emozioni, e questa, doveva essere la più forte che il ragazzo avesse mai affrontato, dopo la scomparsa di Igneel. Era fin troppo evidente quanto il Dragon Slayer fosse provato dalla situazione, motivo per il quale il Master stesso aveva chiesto di non disturbare Natsu in questo periodo.
Natsu sbatté un pugno sul tavolo quando all’improvviso si aprirono le porte della gilda. Fu il primo a voltarsi e ciò che vide gli fece spalancare gli occhi. Era Loki che teneva tra le braccia il corpo di Lucy ferito e privo di sensi. “Che è successo?” si fiondò su di lui urlando e strappandogli Lucy dalle braccia.
“Lucy….Lucy sono io, sono Natsu…per favore apri gli occhi così mi potrai sgridare” la voce di Natsu si abbassava di tonalità man mano che realizzava quanto il corpo della ragazza fosse bianco e freddo.
“Che le è successo?” urlò rivolgendosi di nuovo contro Loki ma quest’ultimo scrollò le spalle in segno di ignoranza.
“Non lo so. Nessuno di noi spiriti lo sa, quel che è certo è che dev’essere successo qualcosa, perché improvvisamente Lucy ha sprigionato tutta la sua energia magica aprendo tutti i portali di noi spiriti...dev’essere stato uno sforzo che il suo corpo non è stato in grado di reggere, per questo motivo ora è ridotta così”
Natsu ascoltava attentamente quanto gli esponeva Loki mentre stringeva a sé Lucy, per non farla cadere ma soprattutto perché ne aveva un disperato bisogno. La sentiva respirare, ma il suo era un respiro a malapena percettibile, che gli faceva capire che era ancora viva.
“Ora ci sono io Lucy, ti riprenderai e dopodiché ti risveglierai per sgridarmi come al solito” sussurrò Natsu all’orecchio della ragazza, intenerendo l’intera gilda e cercando di dar speranza soprattutto a se stesso.
Cominciò ad incamminarsi verso l’uscita della gilda quando una voce familiare lo richiamò “Ehi Natsu! Dove vai con Lucy in quello stato?” domando Gray
“Vado da Porlyuska” rispose freddamente per poi allontanarsi dalla gilda.
Non appena fu arrivato la stessa Porlyuska si spaventò per le condizioni in cui si presentava il fisico di Lucy; pallido, freddo, con un respiro irregolare, dimagrito; dopo averla visitata uscì dalla sua stanza per la prima volta con uno sguardo di comprensione verso Natsu.
“Cos’ha?”
“Torna domani”
“Devo sapere” rispose a tono Natsu stringendo i pugni che ripresero ad emanare fuoco per la rabbia e i sensi di colpa.
“Non devi sentirti in colpa Natsu” perfino Natsu notò che Porlyuska era troppo indulgente stavolta. Perfino lui comprese che non era un buon segno. “Quando si rimetterà?” chiese, aggrappandosi ad un’ultima speranza.
“Lucy non ha agito di sua spontanea volontà. E’ stata costretta a sprigionare la sua energia magica. Dev’essere incappata in un artefatto della Lost Magic dal nome SUSPIRIA PROFUNDIS; è un’ incantesimo in grado di auto attivarsi alla presenza di un mago; SUSPIRIA PROFUNDIS è famoso come incantesimo proprio perché priva il mago della sua energia magica racchiudendola nel prisma dal quale è capace di auto attivarsi; evidentemente Lucy si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato” disse Porlyuska con un tono di voce più pacato e sensibile, apprendendo anche lei appieno il significato delle parole che stava per pronunciare.
“Non esistono ancora cure mediche o incantesimi reversibili a questo, Natsu e tu sai che vuol dire essere privato della propria energia magica” disse con un tono di voce più basso.
Natsu scattò dalla sedia gettandosi sulla maga “Ma che stai dicendo? Lei è Lucy! La mia Lucy! Si riprenderà!” urlò fiondandosi nella stanza della biondina. Le si avvicinò con gli occhi umidi ma incapaci di versar lacrime perché si rifiutava ancora di accettare la verità, Lucy era lì, così vicina a lui, poteva ammirare di nuovo la sua bellezza, poteva toccare i suoi capelli, accarezzarle la guancia e avvertire il suo respiro, sebbene appena percettibile.
Si sentiva maledettamente in colpa, l’aveva lasciata sola per via di un flashback provocato involontariamente. Si concesse di far scendere le lacrime silenziosamente mentre premeva con forza il corpo di Lucy al suo, stringendolo con tutta la forza che aveva come se potesse donarle la sua vita con quel piccolo gesto. Restò tutta la notte in quella posizione con lei e sapere che Lucy, la sua Lucy, era lì, con lui, viva ma incapace di vivere la sua vita, era la tortura più straziante che il cuore di Natsu avesse mai provato.
  

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Era già trascorso un mese da quando Loki si ripresentò alla gilda con una Lucy pallida e svenuta tra le braccia, un mese che lasciò un’invisibile cicatrice su Natsu, proprio all’altezza del cuore, che ogni giorno lo faceva star male tanto da fargli sembrare di non poter respirare e gli ricordava quanto stupido fosse stato nell’aver lasciato la ragazza da sola durante quel giorno; se solo non fosse stato impulsivo come al suo solito, se solo potesse tornare indietro e starle accanto…
Semplicemente “se…..”
Natsu continuava ad osservare Lucy, seduto sul letto della stanza di Porlyuska, tenendole la mano stretta nelle sue, cercando di convincersi che magari con quel lieve gesto, un semplice contatto, lei potesse avvertire la sua presenza, potesse sentire che era lì con lei; mentre a volte i suoi tentativi di farsi sentire si trasformavano in speranza, speranza che magari stringendole la mano più forte lei avrebbe aperto gli occhi, rimproverandolo perché le stava facendo del male.
Già, del male… quello che provava lui da quando Lucy era in quello stato era nulla in confronto a quello che doveva aver fatto a lei, si disse; le passò una mano sui capelli, poi le accarezzò una guancia e la sostenne con il palmo della mano, fissandola con lo sguardo più triste e cupo che Porlyuska avesse mai visto… La maga infatti, da quando Lucy era stata ritrovata, aveva subito comunicato le condizioni della ragazza al Dragon Slayer, ma non era riuscita a cacciarlo via, era stata una guerra persa in partenza; tutto quello che lei aveva potuto fare era prendersi cura di Lucy in modo tale che il suo corpo non risentisse più di quello che già aveva subito; in altre parole, si limitava a mantenerla in vita, come se giorno dopo giorno non facesse altro che ripetere la stessa operazione che manteneva in ibernazione la giovane maga, impedendole di scivolare tra le braccia di Ade prima del suo tempo.
Porlyuska durante i primi giorni aveva cercato di cacciare Natsu più volte, con i suoi soliti modi aggressivi, ma le bastò incontrare lo sguardo cupo e ferito del ragazzo per permettergli di restare lì con Lucy tutto il tempo che voleva; i suoi occhi erano sempre stati più espressivi delle sue parole e in quel caso il dolore che li riempiva era percepibile anche a distanza; Natsu non era stato più così male da quando Igneel era scomparso… Le condizioni di Lucy gli stavano più a cuore della sua stessa vita in quel momento, avrebbe anche volentieri dato tutta la sua forza magica pur di rivedere un’altra volta la sua Lucy rivolgergli un sorriso dopo l’ennesima strana ed estenuante battaglia in cui l’aveva trascinata. Era questa l’impressione che dava. Porlyuska se ne era accorta durante tutti quei giorni che il Dragon Slayer aveva trascorso chiuso in camera con Lucy.
Alla gilda l’atmosfera era la stessa che albergava nel cuore di Natsu, nessuno più era in grado di ridere e scherzare come una volta, con la consapevolezza che una loro nakama non riuscisse più a risvegliarsi da quel “sonno maledetto”.
“Master…so che glielo avrò chiesto già tante altre volte, ma siamo davvero sicuri che non ci sia assolutamente nulla per poter salvare Lucy?”
Il tono della voce di Erza era duro, duro come non mai, cercava di recitare la parte di Natsu, quel suo lato che nei momenti più critici di ogni battaglia rianimava tutti donando forza e coraggio, una speranza tutta nuova, che nessuno però sembrava riuscire a percepire, nemmeno lo stesso Natsu che non faceva altro che trascorrere le sue giornate insieme a Lucy;
Makarov aprì un occhio, appena destatosi da una delle sue tante riflessioni, trovandosi davanti una Titania del tutto cambiata; quando un suo nakama era in pericolo Erza dava tutta se stessa ma stavolta era diversa, il non poter aiutar Lucy, il sentirsi impotente aveva turbato così tanto Titania dal cercare di prendere il posto di Natsu, stavolta sarebbe stata lei quella che non avrebbe mollato fino a quando non avrebbe ottenuto ciò che voleva, il benessere della sua famiglia.
“Erza… cerca di mantenere la calma” fu il sussurro di Mira Jane che intervenne prima di Makarov.
“Il SUSPIRIA PROFUNDIS è un sortilegio antico, appartenente alla Lost Magic… Al giorno d’oggi non possediamo informazioni molto dettagliate a riguardo…”
“Questo non vuol dire che dobbiamo restare a guardare con le mani in mano!” esordì Erza “Ci sarà pure un qualcosa che possa anche in minima parte aiutarci!”
“Erza, cerca di calmarti….agitarti non ti sarà d’aiuto” intervenne Gray, cercando di sostenere la compagna di team.
“Posso….posso continuare…posso ancora fare ricerche….posso studiarle ancora….” Disse Levy in un sussurro quasi impercettibile, cercando di trattenere le lacrime che già le avevano riempito gli occhi quando ad un tratto sentirono la porta della gilda sbattere. Un silenzio quasi tombale calò tra i maghi che contemporaneamente si voltarono per avere conferma di ciò che già avevano pensato, Natsu era tornato; Natsu si era allontanato da Lucy per la prima volta dopo ben un mese. Nessuno osò rivolgergli la parola, bastava guardarlo in faccia per capire che non era il caso. Happy lo guardò preoccupato, seduto accanto a Levy, non riuscì nemmeno lui a rivolgergli la parola.
“Nonnetto… mi rifiuto…”
Makarov lo squadrò da capo a piedi, capiva perfettamente i sentimenti di quel figlio che sembrava aver  perso tutto, ogni speranza della vita, avendo perduto anche la sua compagna.
“Lo avevo già capito, Natsu…” rispose pacatamente il Master voltando lo sguardo verso Levy, che si alzò immediatamente come se glielo fosse stato chiesto.
“Come ti ho già detto, possediamo poche e frammentarie notizie a riguardo Natsu…tuttavia, potremmo provare a cercare ulteriori informazioni nell’Archivio del Concilio”
“Andiamo immediatamente” urlò Natsu.
“Aspetta Natsu, non essere così impaziente; devo prima richiedere un permesso per poter visitare l’Archivio, sebbene la situazione non sia superficiale, non a tutti è permesso entrarvi”
Natsu fissò gli occhi in quelli di Makarov, sebbene fosse consapevole che quanto diceva corrispondeva alla verità, non poteva fare a meno di provare rabbia nei suoi confronti, che in quel momento appariva ai suoi occhi come un piccolo-grande ostacolo verso quell’ impercettibile e flebile speranza che si era insinuata di nuovo nel suo cuore, che lo aveva rianimato e spinto a fare l’impossibile pur di poter sentire la sua Lucy urlare la mattina quando cerca di cacciarlo invano dal suo letto.
 
“Cerca di distrarti Natsu, dovresti riposare un po’ mentre il Master chiede ausilio al Concilio” disse Levy cercando di farlo calmare almeno in parte.
“Torno da Porlyuska. Per favore Levy, non appena il Nonnetto avrà ricevuto notizie corri subito ad avvisarmi” Salamander rivolse alla piccola Levy poche parole con quel suo tono ormai asciutto e inespressivo che da un mese lo aveva caratterizzato.
E detto questo, Natsu si avviò verso l’uscita della gilda.
Porlyuska stava ricontrollando la temperatura corporea di Lucy e al contempo stesso cercava di dar sostento al suo fisico attraverso pozioni nutritive quando arrivò Natsu che spalancò la porta senza troppi preavvisi; come al solito, si fiondò nella camera di Lucy stendendosi accanto a lei.
 
“Gray, con me; facciamo da scorta al Master e accompagniamolo al Concilio” esordì Erza e senza aspettare il cenno di assenso del compagno si avviò insieme a Makarov fuori dalla gilda.
 
“Ci si rivede, Erza”
Una voce nota a Titania la destò dal flusso dei suoi pensieri riversati sulle condizioni della sua nakama Lucy. Ma quando si voltò per guardare con i suoi stessi occhi la persona che aveva pronunciato il suo nome con così tanta dolcezza quanta amarezza, i suoi sospetti si affievolirono fino a trasformarsi in certezze. Gerard si stava incamminando verso di lei, annullando quasi completamente la distanza che li separava.
“E’ un piacere rivederti in forma dopo così tanto tempo, mia cara….Erza”
“Non…. Pronunciare…. il mio nome!” sussurrò adirata la maga. Le ghignò quasi con dolcezza come risposta
“Ti trovo così cambiata, Erza” sussurrò al suo orecchio, posando una mano sulla spalla di Titania “Sai, dovresti essere più carina con me, del resto, sono stato io ad approvare l’accesso di Makarov all’ Archivio solo per la vostra maghetta” le sorrise di nuovo prima di allontanarsi da lei, percependo la rigidità della maga che non faceva altro che digrignare i denti mentre le parlava.
“Yo, Erzaaaa!”  la richiamò Gray insieme a Makarov che la raggiunsero percorrendo il corridoio alle sue spalle.
“Che novità ci sono, Master?” chiese ansiosa Titania, mascherando la sua irritazione per l’accaduto di poco prima.
“Torniamo immediatamente alla gilda. Natsu sarà felice di sapere che in alcuni libri dell’archivio si parla di una leggenda in grado di sciogliere il sortilegio di SUSPIRIA PROFUNDIS; ne sapremo di più quando Levy avrà dato un’occhiata a quei volumi ma al momento, il fatto dell’esistenza di tale leggenda accende già una speranza, se consideriamo il fatto che anche il SUSPIRIA PROFUNDIS è considerato ai giorni nostri una leggenda”
“Corriamo da Natsu”  affermarono Erza e Gray.
  Note dell’autrice:
Allora, anzitutto mi sento in dovere di chiedere UMILMENTE perdono a tutti coloro che mi seguono e che ho dovuto far aspettare così tanto, ma, tra amici, litigi e impegni universitari il tempo mi è mancato davvero, anche per dormire a volte! xD  Detto questo, porgo i miei più sinceri ringraziamenti a chi legge le mie storie e anche a chi le recensisce e soprattutto ringrazio di cuore INORI e SARALASSE che mi aiutano sempre spesso incoraggiandomi a continuare; spero di postare il quarto capitolo nel minor tempo possibile ma soprattutto spero che si sia percepito quanto il nostro povero Natsu stia soffrendo, trasmettere le sue emozioni era il mio obiettivo principale. ;)   Un bacio a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


Quella stessa sera il portone della gilda di Fairy Tail si aprì portando con sé una nuova, piccola e indispensabile speranza: la leggenda secondo la quale è possibile invertire gli effetti del SUSPIRIA PROFUNDIS. Titania, Makarov e Gray entrarono attirando all’istante l’attenzione di ogni mago lì presente e la prima a pararsi dinanzi a loro fu proprio la dolce e inseparabile amica di Lucy, Levy.
“Master, Erza, Gray!” fu il richiamo che palesemente implorava di essere aggiornato riguardo eventuali novità provenienti dal Concilio.
“Il tuo aiuto sarà indispensabile per venire a capo di questa storia, Levy” sentenziò Makarov seriamente fissandola negli occhi, percependo la fermezza e la prontezza di Levy, disposta a tutto pur di poter aiutare la sua migliore amica.
“Che avete scoperto?” chiese avvicinandosi al Master.
“In alcuni volumi del Concilio, dedicati alla leggenda del SUSPIRIA PROFUNDIS, si parla di un’altra leggenda, dell’antitesi di tale incantesimo, secondo il quale sarebbe possibile scioglierlo. Ma non sappiamo altro. E’ necessario studiare approfonditamente tale leggenda, bisogna conoscere i rischi che tale sortilegio potrebbe far riversare su chi lo compie e su chi lo subisce. Il tuo compito è proprio questo Levy, scopri cosa è vero e cosa non lo è, cosa è necessario fare, cosa potrebbe subire chi compie l’incantesimo e chi lo subisce, scopri tutto quello che puoi, Levy”.
Makarov si soffermò sulla pronuncia del nome della maga, come a voler evidenziare quanto il suo ruolo fosse fondamentale in tale studio e quando abbassò di nuovò lo sguardo notò ancora una volta la fermezza che aveva prima, confondendola per un attimo con quella luce che appare negli occhi di Natsu quando interviene per sostenere la gilda intera; gli venne spontaneo pensare che probabilmente Natsu aveva trasmesso quella speranza che è solita caratterizzarlo in tutti i suoi nakama, rendendoli così simili a lui in un ennesimo momento tragico che la gilda stava attraversando. Per quella notte lasciarono che Natsu riposasse tranquillo, decisero quindi di metterlo a corrente della situazione solo la mattina seguente, quando tutta la gilda sarebbe stata pronta a lavorare per portare a termine un incarico che avrebbe ripagato tutti con il ritorno della loro Lucy.
 
“Natsu! Natsu svegliati!”
All’ennesimo richiamo pronunciato dalla piccola Levy senza alcun risultato, intervenne Erza, che con la sua sola presenza, piazzandosi alle spalle di Natsu che dormiva accanto a Lucy, riuscì a far saltare in piedi il Dragon Slayer terrorizzato.
“Ci sono importanti novità, Natsu; il Master ci aspetta alla Gilda, forza muoviamoci” sentenziò Erza con il tono più neutrale che potè, cercando di non infondere false speranze al compagno, e tantomeno a sé stessa.
“Non ho ancora esaminato con accuratezza tutti i volumi, ma da quel che ho potuto capire, esiste davvero una sorta di antitesi che possa far risvegliare Lucy” spiegava con tono assonnato ma speranzoso la piccola Levy a Mirajane, che anziché dormire aveva preferito iniziare a studiare tutto il materiale di cui disponeva; proprio nel mentre le due maghe discutevano a riguardo, Titania e Natsu avevano fatto la loro comparsa nella gilda e l’aver udito quelle parole fecero inizialmente immobilizzare Natsu e poi lo fecero scattare in direzione della piccola Levy.
Non aveva frainteso, non aveva sentito male, non aveva sognato.
Esisteva una possibilità, seppure remota e altamente improbabile; lui aveva la possibilità di riabbracciarla.
Solo dopo aver realizzato questi pensieri si rese conto di quanto stesse bramando il solo vederla sorridere, il potersi intrufolare nel suo letto, il poterla baciare non appena si fosse risvegliata.
Perché si, tutto quel dolore lo aveva fatto ragionare; lui la ama e darebbe la sua vita pur di avere la certezza che lei possa riaprire gli occhi.
“Levy! Che hai detto?” fu l’imperativa domanda del Dragon Slayer.
“Natsu, sei qui…” rispose sorpresa ma sorridente Levy, che capiva meglio di chiunque altro, la sua voglia di rivederla.
“Che devo fare? Ti prego dimmelo! Voglio salvarla! Non mi importa quanto caro mi possa costare! Io DEVO salvarla”
Levy, fu dapprima sorpresa nel vedere Natsu talmente desideroso di aiutare Lucy; certo, tutti sapevano quanto stesse male da quel giorno, quanto responsabile di tutto si sentisse, eppure, c’era qualcosa di diverso questa volta; c’era quella disperazione nel tono di voce di Natsu che a Levy non sfuggì e che le fece comprendere quanto il ragazzo la rivolesse con sé.
Sorrise.
“Vedi, qui sorge il primo problema Natsu… per far si che si possa attivare l’incantesimo di disattivazione occorre innanzitutto avere il prisma del SUSPIRIA PROFUNDIS che ha sottratto l’energia magica di Lucy; ma sinceramente io non saprei da dove iniziare a cercare.”
Natsu ascoltò attentamente quanto Levy gli stava spiegando, sapeva di non essere famoso per la sua astuzia, ma se si trattava del restituire a Lucy la sua vita, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Dopo aver analizzato più volte la situazione insieme a Levy ripensò a quando avevano ritrovato nella gilda Lucy priva di sensi, per la prima volta e istintivamente girò lo sguardo verso Loki.
Lo Spirito Stellare, dal canto suo, annuì in direzione dello sguardo del Dragon Slayer, capendo perfettamente dove volesse arrivare.
“Posso ricondurvi io nel luogo dove ho ritrovato Lucy” e detto questo, Titania, Gray e Natsu chiesero tacitamente l’approvazione del Master per poter seguire Loki.
“Io resterò qui a continuare a studiare tutto quello che posso!” urlò Levy mentre i tre erano già fuori il portone ma non le sfuggì il sorriso di gratitudine che Natsu le riservò prima di sparire dal suo campo ottico.
 
“Dove siamo?” domandò Erza guardandosi attorno sempre attenta ad attaccare eventuali nemici.
“Siamo nella foresta dove ritrovai Lucy senza sensi; riuscite a vedere quel fiume laggiù? E’ il posto esatto in cui l’ho trovato. Ne deduco che il prisma, se siamo fortunati, si trovi ancora lì da qualche parte.” Disse Loki iniziando a cercare con lo sguardo.
“Vado a cercarlo io” esordì Natsu incamminandosi verso il fiume senza aspettare gli altri.
“Aspetta!” fu il richiamo di Erza che lo bloccò per un polso prima che fosse troppo lontano.
“Non sappiamo ancora come agisca tale incantesimo, non sappiamo se uno di noi possa fare la stessa fine di Lucy nel tentativo di salvarla, non sappiamo nemmeno se il prisma si trovi ancora lì o meno; dobbiamo pensare a come avvicinarci prima di andare”
“Non mi interessa Erza, se davvero quel prisma può far tornare Lucy com’era, allora posso anche sacrificare la mia vita” rispose secco Natsu che con uno scatto si allontanò da Erza e si avvicinò al fiume indicatogli da Loki, che lo seguì immediatamente, ansioso per le sorti della sua amata padrona. Erza e Gray erano consapevoli di quanto questa azione potesse rivelarsi pericolosa per loro eppure non esitarono ad avvicinarsi ai compagni che erano già presi dalla ricerca del prisma. Passarono alcuni minuti prima che Gray scorgesse un bagliore e subito si apprestò ad urlare agli altri della visione. Natsu fu il primo che, essendosi avvicinato, notò il suo colore, un grigio tenue mescolato ad un chiarore che emanava un senso di calore facilmente percettibile.
Fu un attimo, probabilmente anche meno. Nessuno riuscì a capire bene cosa successe eppure l’unica cosa certa che tutti ricordarono perfettamente fu che dopo l’avvicinarsi di Natsu al prisma, quest’ ultimo sprigionò una luce intensa che catapultò tutti a vari chilometri di distanza da lui, tutti…tranne Natsu, che continuò ad avvicinarsi ad esso afferrandolo con tanta voglia quanta prepotenza, sapendo che quel gesto rappresentava un piccolo primo passo verso il risveglio della sua Lucy.
Natsu non ne fece parola con gli altri, ma ebbe l’impressione, anzi, era praticamente certo che quel calore che prima si era sprigionato mentre lui si avvicinava fosse lo stesso che avvertiva quando si avvicinava a Lucy. Con questi pensieri si recarono alla gilda, stupefatti, ma contenti, del fatto che il prisma non avesse riversato conseguenze negative su nessuno di loro.
 
“Levy, Master, siamo ritornati!” urlò Natsu andando incontro alla piccola maga che era intenta a leggere un grosso libro.
“Ottimo lavoro minna!” sorrise la maghetta “Coraggio, ditemi cosa è successo; dov’è il prisma? Siete riusciti a recuperarlo? E’ successo qualcosa?”
E mentre Natsu spiegava per filo e per segno alla piccola maga cosa era accaduto, lui stesso, insieme a tutti gli altri, notò e registrò nella mente ogni espressione che appariva sul volto della piccola Levy mentre ascoltava e analizzava la situazione.
Tutti osservavano in silenzio, Natsu osservava con ansia. Tutti volevano sapere, lui DOVEVA sapere il responso.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


“Ho cercato di non farlo agire in maniera troppo sconsiderata ma…”
Levy stava guardando i compagni appena rientrati mentre ascoltava con attenzione ogni più piccolo dettaglio riguardo la storia del ritrovamento del prisma.
“Non mi interessava cosa poteva accadere… con questo possiamo provare a salvare Lucy del resto, no? Ad ogni modo, nessuno di noi ha capito cosa sia successo in quel momento o perché, fatto sta che appena ci siamo avvicinati io sono stato l’unico che il prisma non ha scaraventato via, non saprei spiegare cosa mi è capitato… ma mi è sembrato come se volesse essere preso da me e da nessun altro” spiegò Natsu ansioso di poter ricevere informazioni più utili dalla maghetta che aveva di fronte.
Levy non potè non sorridere, intenerita dal racconto e dal modo di raccontare del compagno, poi cominciò a spiegare “Dunque… correggimi se sbaglio ma… dopo aver trovato il prisma, siete stati in grado di intravedere anche il colore dell’energia che esso emanava, giusto? Vi siete avvicinati per toccarlo ma siete stati praticamente cacciati, fatta eccezione per Natsu, che oltre ad aver notato il colore che emanava l’energia all’interno del prisma è riuscito anche ad avvertire questa…ehm…questa “calda” presenza? E’ esatto il mio riassunto? Sono andate così le cose?” chiese la maga dai capelli blu, strizzando l’occhio destro  in direzione del Dragon Slayer, per non raccontare alla gilda intera ciò che lui invece le aveva confessato in segreto.
Non so come spiegarlo Levy…ma sono sicuro che quel calore che ho avvertito corrispondesse alla presenza di Lucy. Era come se ci fosse lei con me in quel momento”
“Si, è tutto esatto” confermò Natsu rispondendo anche per gli altri.
“Beh, stando al racconto, posso affermare con certezza due cose in base alle mie ricerche:
-la prima, il prisma, ovvero, il SUSPIRIA PROFUNDIS è in grado di contenere solo l’energia magica di un mago alla volta, per tanto, risulta essere innocuo;
-la seconda, che la leggenda secondo la quale questo sortilegio sia irreversibile….è falsa. In realtà noi possiamo invertire l’incantesimo, altrimenti Natsu e gli altri avrebbero subito la stessa sorte di Lucy.
Ora, quel che ci resta da fare è…capire come risvegliare Lucy senza che nessuno di noi faccia la stessa fine; risvegliandola è possibile che…”
“Accada quel che accada, non mi interessa, ci posso anche rimettere la mia di vita, mi basta far risvegliare la nostra Lu” disse Natsu quasi ringhiando.
Levy a quelle parole si limitò ad annuire tornando sui volumi del Concilio per poter trovare il modo più semplice e inoffensivo per restituire alla sua migliore amica tutta la sua energia magica. In un modo o nell’altro, sapeva che grazie a Natsu lei ce l’avrebbe fatta, Lucy sarebbe “rinata” solo per merito di Natsu.
L’attesa all’interno della gilda era diventata troppo palpabile, erano tutti turbati dall’aria che si respirava a Fairy Tail e ovviamente Natsu fu proprio quello che ne stava risentendo maggiormente. Stare lì senza poter fare nulla non faceva altro che innervosirlo maggiormente sapendo che doveva soltanto restare buono e aspettare finchè Levy non terminava le sue ricerche. Non riuscì a trattenersi un momento di più e decise di uscire.
“Natsu…” fu il lamento del piccolo exceed turbato come non mai da tutta quella storia; Natsu, voltandosi a guardarlo, solo in quel frangente realizzò che aveva trascurato il mondo intero preso dai sensi di colpa e dalla irrefrenabile voglia di stringere Lucy e baciarla.
Già, baciarla; non ci aveva dato importanza fino a quel momento, ma la verità oramai anche lui l’aveva capita. Le mancava, le mancava da morire; ogni minuto lontano da lei era come un minuto senza riuscire a sentire il calore delle sue fiamme, era un minuto devastante. Si era innamorato e solo dopo averla quasi persa lo aveva capito. Non si sarebbe mai perdonato un altro eventuale errore.
Si voltò in direzione dell’exceed sfoderando il sorriso preferito di Lucy “Vieni Happy” -disse- “ Andiamo da Lucy”.
“Aye” fu la risposta del suo inseparabile amico che lo seguì svolazzandogli accanto.
 
Happy e Natsu arrivarono da Porlyuska senza fiato per la corsa, si giustificarono dicendo che avevano fretta di aggiornarla sulla situazione ma la verità era che Natsu non vedeva l’ora di rivedere Lucy. Avvertiva il suo respiro, anche se debole, già dalla stanza di Porlyuska.
“Ehi Lu, svegliati, ci sono io qui…” sussurrò Salamander alla biondina mentre Happy e Porlyuska parlavano con Makarov ed Erza fuori dalla dimora della maga curativa.
Natsu appoggiò una gamba sul letto di Lucy avvicinandosi ancora di più al suo volto; le spostò i capelli da davanti gli occhi pensando che le dessero fastidio e intrecciò le sue dita con quelle fredde di Lucy, sperando di riuscire a scaldarla almeno un po’. “Ti farò tornare presto come prima, te lo giuro Lu” disse stringendo forte la sua mano prima di ritornare nella gilda affiancato da Happy, Titania e dal Master.
 
“Natsu! Vieni qui subito!” urlò Levy saltellando.
“Che è successo?” chiese Salamander già agitato.
“Ho capito…ho capito come invertire l’incantesimo” disse Levy con tono serio e deciso.
“Come possiamo fare?”
“Da quanto ho capito è necessario che una fonte energetica funga da mezzo di comunicazione tra il mago vittima del sortilegio e il prisma che contiene la sua energia magica”
“Levy…che devo fare?” fu la risposta del Dragon Slayer che aveva fatto chiaramente capire quanto si fosse confuso con tutti i giri di parole della compagna.
“Devi semplicemente star vicino a lei col prisma in mano, sarà Lucy stessa a riprendersi la sua energia.”
Natsu mentre finiva di ascoltare le parole della compagna stava già correndo via dalla gilda “Aspetta!” sentì urlare dietro di lui. “Finisci di ascoltarmi prima. Il SUSPIRIA PROFUNDIS potrebbe far risvegliare Lucy ma in questo modo saresti tu a subire la sua stessa sorte, è un effetto a catena!”
“Non mi interessa Levy. Lei starà finalmente bene, questo mi interessa” e detto questo Natsu si fiondò da Porlyuska.
“Lu, starai bene, ora puoi stare finalmente bene!” ringhiò Natsu consapevole che con quel gesto poteva anche rimetterci lui stesso. Fu un momento, non capì bene nemmeno lui cosa successe. Un bagliore caldo e argentato cominciò a fuoriuscire dal prisma avvolgendo prima le chiavi di Lucy e poi la stessa maga. Natsu cercò di continuare a seguire con lo sguardo tutto ciò che accadeva attorno a Lucy ma a un certo punto iniziò a sentirsi troppo attratto dal prisma; prima che se ne rendesse conto questo gli si era incollato alla mano destra cominciando a risucchiare la sua energia magica. Iniziava a mancargli la forza e la vista gli si annebbiava ma stava continuando a guardare Lucy.
“ICE MAKE LANCE!”
Tutto d’un tratto Natsu cadde a terra vicino al letto di Lucy, spostò rapidamente lo sguardo verso la mano “Ehi fiammiferino, sei il solito baka!” disse Gray sorridendo alle spalle del compagno, che anche se non poteva voltarsi per una volta rimase zitto e sorrise alla battuta.
“Gray, al mio tre, distruggilo”
“Uno…”
“Due..”
“Tre…” urlarono all’unisono mentre Lucy riapriva gli occhi piano e Natsu scaldava il pugno per scongelare il prisma quel tanto che bastava per separarlo dalla sua mano e distruggerlo con l’intervento immediato di Gray, che lo ridusse in mille e più pezzi di ghiaccio inoffensivi. Lucy aveva assistito interdetta alla scena e solo dopo essersi rialzato Natsu se ne rese conto; si fissarono pochi attimi negli occhi incapaci di parlare mentre Gray uscì dalla stanza.
“Lu…” disse un incredulo Natsu che si avvicinò alla maga per stringerla forte tra le braccia.
“N-Natsu…” rispose una Lucy scossa dalle lacrime che si era già abbandonata tra le braccia del compagno che le accarezzava i capelli con una mano mentre con l’altra continuava a stringerla a sé sempre più forte, cercando di tranquillizzarla.
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo Sei ***


“Ho….ho avuto tanta paura Natsu….ho avuto davvero paura Natsu…”
Continuava a singhiozzare Lucy tra le braccia del Dragon Slayer mentre quest’ultimo la stringeva ancora tra le braccia. Non se n’era reso conto nemmeno lui, ma l’aver rivisto gli occhi di Lucy fissi nei suoi lo aveva sconvolto a tal punto da farglieli inumidire; sentire la sua Lucy così spaventata e disperata lo aveva turbato così tanto da voler piangere insieme a lei, ma decise invece di continuare a stringerla, facendo un lungo respiro per ricacciare indietro le lacrime; doveva mostrarsi forte a Lucy, doveva mostrarle che poteva contare su di lui, che poteva affidare tutti i suoi problemi a lui, perché non l’avrebbe più lasciata. Mai più. E decise di iniziare a dimostrarglielo già da quel momento.
“Calmati Lu, ci sono io…”
“…Non…N-non riuscivo più..”
Lucy era disperata. Poter vivere di nuovo dopo quell’esperienza, non lo credeva più possibile nemmeno lei.
“Lu, mi dispiace tanto…è tutta colpa mia” sussurrò Natsu stringendola ancora più forte e ricordando in che orribile modo ebbe origine questa dolorosa vicenda.
In quel momento Lucy, con lo sguardo basso, si allontanò appena dal mago che la stringeva, con il volto ancora rigato di lacrime e dopo aver fatto ricorso a tutto il suo coraggio - “Perché?” - gli domandò con un tono asciutto e più aspro di quanto lei stessa volesse esprimere.
“…Lu…è che…”
Anche Natsu abbassò lo sguardo, incapace di darle una spiegazione sensata. Aveva sbagliato e per colpa della sua stupidità aveva rischiato di perdere la persona più importante della sua vita. Quando Lucy cercò di allontanarsi ancora lui la strinse di nuovo ma prima che la circondasse di nuovo con le braccia, lei stessa sciolse definitivamente quel dolce abbraccio che tanto la stava scaldando, rasserenando anche il suo cuore.
“Vorrei…vorrei stare da sola…” gracchiò Lucy con una voce troppo rauca, causata da tutto quel tempo passato senza poter parlare.
“No Lu, non esiste, non puoi chiedermi questo, io non ti lascio più…” iniziò a ribattere il Dragon Slayer riavvicinandosi e abbracciandola di nuovo, stringendola con forza sul suo petto “Non voglio più lasciarti, ho avuto…hai avuto…. Ora che sei qui io non ti lascio più!!”
In un primo momento di smarrimento, la giovane maga cedette alla forza di Natsu, lasciandosi stringere dalle sue braccia, gustandosi di nuovo il calore del suo corpo che aveva desiderato sentire vicino a lei tante altre notti, ma facendo appello a tutte le sue forze e a tutto il suo coraggio, alzò le mani e le posò delicatamente sulle spalle di lui, mantenendo lo sguardo basso per nascondere le lacrime che silenziosamente continuavano a scorrere sul suo volto.
“Per favore Natsu…te lo chiedo per favore, lasciami un po’ sola”
“Non voglio” ringhiò lui protestando.
“Natsu, va fuori. Ti sta aspettando il Master” tuonò improvvisamente Erza.
“Non voglio lasciarla, che venga qui lui” ringhiò di nuovo Salamander.
“Natsu, ti prego, va fuori” chiese con occhi lucidi anche la piccola Levy-chan, che più di tutti aveva patito insieme a lui la lontananza di Lucy.
“Io non ti lascerò mai più Lucy” le sussurrò Natsu all’orecchio lasciandola seduta sul letto a rimpiangere di averlo mandato via. In realtà, nonostante la rabbia e la delusione, Natsu era l’unica persona che Lucy voleva in quella stanza lì con lei.
 
“E’ questo è quanto” concluse di spiegare Lucy alla sua migliore amica raccontandole cosa ricordava prima di perdere i sensi assieme alla sua energia magica. “Sono molto arrabbiata con lui” le confidò a bassa voce.
“Lucy-chan…” le sorrise la piccola Levy prendendole la mano intenerita dal racconto dell’amica e dalla conseguente reazione di Natsu, ricordando perfettamente tutti gli stati d’animo che il nakama in quel periodo senza Lucy aveva vissuto: tristezza e solitudine.
“Natsu sa di essere in torto, lo ha capito” cercò di spiegare Levy.
“Non è questo il punto. Anche io posso facilmente immaginare come si sia sentito in questo periodo, io lo avvertivo; non chiedermi come, ma riuscivo a sentirlo. Tuttavia, abbandonarmi lì, nella foresta, per una stupida battuta…non ho detto nulla di male Levy…” ricominciò a singhiozzare la biondina abbracciando la sua migliore amica che, a questo punto, iniziava a preoccuparsi per come la situazione avrebbe potuto evolversi tra lei e il Dragon Slayer.
Erano innamorati l’uno dell’altra e questo ormai era fin troppo evidente.
 
“Levy, devo chiederti di tornare alla gilda adesso; fuori c’è Natsu che ha voluto aspettarti” annunciò Porlyuska che era entrata senza preavviso nella stanza di Lucy. La maga degli Spiriti Stellari ebbe un sussulto sapendo che lui era rimasto ancora lì; aveva passato tutta la giornata lì, pur sapendo che lei non voleva vederlo.
“Dai Lu-chan, domani potrai finalmente ritornare a Fairy Tail, sono tutti ansiosi di rivederti in gilda” disse Levy sorridendole dolcemente mentre si alzava per abbracciarla “Domattina presto sarò qui per venirti a prendere, torneremo insieme alla gilda, ok?”
“Va bene Levy-chan” le sorrise di rimando, salutandola dal letto con un piccolo gesto della mano.
“Saluto Lucy anche io” sbraitò Natsu a Porlyuska mentre Levy era appena uscita dalla stanza della biondina.
“Lu…”
Lucy alzò lo sguardo riconoscendo la persona alla quale apparteneva quel tono di voce; l’unica persona che affettuosamente la chiamava in quel modo.
“Io accompagno Levy, ma dopo torno. Non voglio lasciarti da sola” e dopo averla intensamente fissata negli occhi richiuse la porta alle sue spalle, senza dar tempo alla maga di ribattere.
 
“Dovete parlare Natsu”
“Lo so Levy, tu entra io invece torno da lei”
La maghetta dai capelli blu, annuendo in segno di assenso “Non dovrei essere io a dirtelo…”  - disse – “ma lei ha davvero bisogno di te Natsu”
Dopo aver sorriso a Levy, Salamander iniziò a correre il più velocemente possibile verso la dimora di Porlyuska.
 
“Lu…” sussurrò entrando dalla finestra della stanza di Lucy, che si sedette sul letto non appena avvertì la sua presenza.
“Sapevo che saresti tornato subito” gli rivolse un debole sorriso fissando gli occhi in quelli di lui.
“Te lo avevo detto mi sembra” replicò lui sedendosi sul letto e stringendola di nuovo “Mi dispiace. Sono serio Lu, mi sentivo morire ogni volta che ti guardavo; pregavo tu riaprissi gli occhi ogni volta che parlavo ma sembravi come mor…”
“Io ti sentivo” esordì lei posandogli un dito sulle labbra per fermarlo, spiazzandolo completamente.
“Che cosa??”
“Io ti sentivo. Ogni volta che mi parlavi, ogni volta che mi abbracciavi, quando mi accarezzavi i capelli, io ti sentivo Natsu” rispose Lucy, che non riuscì a evitare che le si riempissero gli occhi di lacrime “Ti sentivo, ma non riuscivo a parlarti, non riuscivo a riaprire gli occhi. E’ stata questa la tortura più grande per me”
All’ascolto di tali parole Natsu spostò la maga, facendola sedere sulle sue gambe.
“Adesso ci sono io Lu, e se prima ho sbagliato per la mia stupidità, stavolta non permetterò mai più a nessuno di allontanarti da me” sussurrò il Dragon Slayer con gli occhi fissi in quelli della biondina, asciugandole con i pollici le lacrime che silenziosamente erano cadute dopo quella dichiarazione e chinandosi per unire dolcemente le labbra a quelle di lei.
Lucy, che in un primo momento fu colta alla sprovvista, si lasciò guidare dalle labbra di lui che ormai si erano impossessate delle sue, mordendole di tanto in tanto e regalandole quell’amore che tanto le era mancato.

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Capitolo 7
*** Capitolo Ultimo ***


“Mi sei mancata Lu…stavo impazzendo”
Sussurrò Natsu con le labbra appoggiate su quelle di lei, assaporando tutta la dolcezza di quel momento; certo, aveva pensato diverse volte a come sarebbe stato il loro primo bacio e di sicuro non si aspettava che avrebbe trovato il coraggio di baciarla proprio in quella camera, con Porlyuska che poteva entrare da un momento all’altro, ma riaverla tra le braccia era stata una tentazione troppo forte dalla quale potersi sottrarre.
Lucy invece, si soffermò a registrare nella sua mente tutto ciò che era accaduto in quelle ultime due settimane.
Era riuscita a sfuggire alle sorti di quel pericolosissimo sortilegio di cui non voleva nemmeno ricordare il nome ed era finalmente ritornata nella sua amata gilda, potendo riabbracciare con le lacrime agli occhi tutti i suoi nakama.
Ma la cosa che proprio non riusciva ancora a realizzare era quella relazione che aveva sempre e solo immaginato nella sua testa, alla quale aveva amaramente rinunciato pur di non allontanarsi da lui.
Natsu era sempre stato con lei, fin da quando era rimasta vittima del SUSPIRIA PROFUNDIS.
Non l’aveva mai lasciata, era rimasto ogni giorno al suo fianco finché non era riuscito a farla risvegliare con l’aiuto dei loro nakama.
E adesso erano insieme, erano finalmente una coppia e stavano imparando insieme pian piano ad esprimere il loro amore attraverso gesti piccoli e grandi che li riempivano di gioia, anche se a Lucy bastava la sua presenza a farla sentire totalmente soddisfatta, felice di essere viva.
 
“Adesso non ho più intenzione di perderti di vista amore, nemmeno per un minuto” le sussurrò all’orecchio prima di cominciare a mordicchiarlo. Lucy rabbrividì a quel contatto, ancora disabituata a stare così intimamente con lui ma già fisicamente e mentalmente dipendente da lui.
Natsu si spostò piano dal suo orecchio al collo, che iniziò a torturare dolcemente coi canini per poi baciarlo con molta delicatezza, contrasto che sapeva far rabbrividire la ragazza lievemente ansimante sotto di lui.
“N-Natsu, fermati…potrebbe arrivare Happy….”
“Gli ho chiesto di lasciarci soli finché non saremmo ritornati noi alla gilda” sussurrò lui continuando a martoriarle il collo mentre le bloccava i polsi con le mani, tenendola ferma sotto di lui col peso del suo corpo. Natsu era decisamente ubriaco del profumo di Lucy, della sua presenza, dei suoi baci, dei suoi sospiri. Non ne poteva più fare a meno e le aveva appena dimostrato che stavolta non si sarebbero fermati di nuovo. Non avrebbe permesso di nuovo che il panico si impadronisse del suo sguardo, seppure per una questione fondamentalmente banale, che riguardava solo loro due. Quella volta Lucy preferì fermarsi alle semplici attenzioni di sempre, ma stavolta Natsu non le avrebbe permesso di rifarlo. Aveva un ulteriore vantaggio: erano in camera sua, non in quella di Lucy;
 
Il Dragon Slayer aveva ormai smesso di torturarle il collo per impossessarsi di nuovo delle labbra di lei mentre con le mani aveva iniziato ad esplorare il corpo della maga sotto di lui; Lucy, d’altro canto, si stava irrigidendo sempre più alle carezze provocanti di Natsu, cosa che lo fece bloccare all’istante.
“Hai paura di me?”  chiese col fiato un po’ corto fissandola negli occhi.
“Non…no…solo che…”
Natsu le sorrise dolcemente e le prese il viso tra le mani – “Guardami amore” – “ Potrei mai farti del male?”
Le chiese sfiorandole con dolcezza le labbra. A Lucy bastò quel semplice gesto per dissolvere tutti i dubbi che ormai le avevano annebbiato la mente e rispose con un bacio a fior di labbra.
“Ti amo Natsu. Ti affiderei la mia vita anche ora, io ho la certezza del tuo amore e questo mi basta” sussurrò lei in un dolce lamento.
A tali parole Natsu le sfoderò il sorriso che lei tanto amava e si fiondò di nuovo sulle sue labbra, baciandola con passione, non lasciandole nemmeno il tempo per respirare, perché voleva che respirasse direttamente dalle sue labbra. Con le mani riprese ad accarezzare la sua Lucy là dove nessuno aveva mai osato farlo prima, passò entrambe le mani sulle sue cosce per alzarle la gonna ma prima di perdersi dentro di lei le rivolse un ultimo sguardo per avere la certezza che non si stesse sforzando di fare qualcosa per la quale non si sentiva ancora pronta. Ma quando vide il dolce sorriso che le aveva illuminato il volto iniziò a spingersi piano dentro di lei, fermandosi immediatamente appena si accorse della sua rigidità ma riprese sorridendo con malizia quando vide che fu lei a inarcarsi su di lui, invitandolo a non restare fermo per quel dolore che lui e soltanto lui avrebbe trasformato in una dolce lussuria della quale avrebbero goduto insieme per sempre.
“T-Ti amo Lu”
Ansimò lui mentre continuava a spingersi dentro di lei, iniziando a perdere di lucidità nel momento in cui lei gli prese le mani e le posò delicatamente sul seno ormai nudo.
“T-ti amo anche io N-Natsu…non…n-non voglio più vivere senza di te” gemette Lucy di rimando mordendosi un labbro per non urlare. Salamander alzò la testa a quelle parole trovando la forza di immergersi dentro di lei con più forza, spingendosi violentemente dentro di lei, lasciando che urlasse un po’ prima di baciarla con foga.
“Resta con me. Resta a vivere insieme a me. Lascia il tuo appartamento.”
Furono le parole che riuscì a pronunciare prima di perdere del tutto quelle briciole di lucidità che ancora lo accompagnavano. Stare insieme a Lucy era ormai una droga per lui, fare l’amore con lei lo confermava.
I loro corpi che si intrecciavano, si cercavano, si stringevano, i loro corpi che danzavano insieme fino a quando raggiunsero l’apice del piacere soffocando i loro gemiti nel bacio più dolce che si fossero dati.
 
La loro prima volta. Lucy l’aveva sempre immaginata, ma ritrovarsi a dormire tra le braccia di Natsu, nel suo letto, ancora intimamente uniti, era molto più di quanto potesse mai aspettarsi. Le si dipinse un radioso sorriso nel vedere un Natsu finalmente rilassato che dormiva beato stringendola anche nel sonno, con la testa abbandonata nell’incavo del suo collo. Iniziò a carezzargli piano i capelli baciandolo di tanto in tanto, prestando molta attenzione, per non svegliarlo. Stava ripensando ancora a ciò che le aveva detto mentre facevano l’amore, ma pensava fossero parole dovute alla passione del momento. Non ci stava dando molto peso. Tuttavia, non potè fare a meno di intenerirsi guardandolo dormire così beato sotto le sue carezze mentre ripensava a quelle parole.
“Mmmh”  mugolò lui mentre si svegliava muovendosi piano e provocando una scarica di brividi a Lucy, rendendosi conto che erano ancora uniti intimamente.
“Buongiorno Lu” sorrise facendo perdere un colpo al povero cuore di Lucy, che non avrebbe retto facilmente alla presenza così totalizzante e decisamente indispensabile del suo drago.
“Scusa, ti ho svegliato?”
“Niente affatto Lu, sentivo le tue carezze e avevo voglia di muovermi un po’ per non farti stare troppo scomoda” le sorrise maliziosamente spingendosi un po’ facendo gemere Lucy di nuovo, che lo attirò a se e lo baciò con passione per riprendere a fare l’amore ancora una volta. Stare insieme a lui, sentirsi un’unica essenza con lui, inebriarsi del suo profumo, godere di ogni suo respiro nella bocca era tutto ciò di cui lei aveva bisogno.
Tanto tempo dopo e tanto amore dopo i due si ritrovarono ancora a letto, sempre stretti l’uno all’altra.
“Natsu?”
“Dimmi Lu”
“Niente. Solo… non lasciarmi mai, ti prego.”
“Solo se non mi lascerai tu” rispose Natsu sussurrando e baciandole la testa.
“Lascia l’appartamento Lu, voglio che resti a vivere qui, insieme a me”
Lucy restò senza parole, non si aspettava di certo che Natsu glielo avrebbe chiesto di nuovo, restò a guardarlo con gli occhi sbarrati per una manciata di secondi che a Natsu fecero ovviamente mal interpretare il tutto.
“Scusa Lu…ovviamente non voglio forzarti a fare nulla…solo ch…”
“Ma stai zitto e buono per una volta”  sorrise lei bloccandolo e lasciandogli una gran confusione in testa.
“Non mi aspettavo che tu volessi davvero che restassi a vivere qui.”
Stavolta fu Natsu a guardarla allibito. Come poteva credere che scherzasse su un fatto talmente serio?
“Ma che dici Lu? Credi davvero che non ti voglia con me?”
“No, non questo Natsu…mi hai solo colta alla sprovvista”
“Io non ti lascerò andare mai più Lu. Tu sei mia, mia! E nessun altro potrà mai nemmeno avvicinarsi a te in mia assenza, sei solo mia!” e detto ciò Natsu si rimise su di lei, iniziando a baciarla dolcemente dappertutto. Ormai aveva bisogno di lei, ormai viveva per lei, per averla vicino, ecco perché viveva.
E non lasciò che mettesse piede in quell’appartamento da sola mai più, mantenne fede alla sua parola, Lucy doveva restare con lui giorno e notte, non esistevano situazioni differenti, non potevano nemmeno essere più pensate, entrambi si cercavano ogni momento della giornata e l’unico modo per rasserenarsi era perdersi nel sorriso dell’altro.
 
 
 
 
Bene bene bene ;D  
Questa è la fine della fanfiction, mi scuso per il ritardo col quale ho pubblicato quest’ultimo capitolo, ma gli studi portano via sempre tanto tempo  L  Ad ogni modo… volevo dedicare un capitolo speciale alla mia coppia preferita e se sono caduta nell’OOC vi chiedo scusa, non era mia intenzione, così come non è mia intenzione offendere nessuno con un capitolo un po’ più…caldo diciamo ^^  Spero di aver fatto arrivare a tutti le stesse emozioni che provavo io nel descriverli così vicini e innamorati, un grazie speciale a chi mi ha sempre seguita e un grazie di cuore a chi mi recensisce i capitoli, stimolandomi a dar sempre del mio meglio. Spero di cuore vi sia piaciuta questa fic, un saluto a tutti… alla prossima fic  ;) 

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