Disney!Gay Klaine in: Cinderella

di willbeyoungforever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Disney!Gay Klaine in: Cinderella ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - A dream is a wish your heart makes When you're fast asleep. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - In dreams you lose your heartaches ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Whatever you wish for, you keep ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Have faith in your dreams and someday your rainbow will come smiling thru ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - No matter how your heart is grieving ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - If you keep on believing the dream that you wish will come true ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Don't let your heart be filled with sorrow ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - For all you know, tomorrow the dream that you wish will come true. ***



Capitolo 1
*** Disney!Gay Klaine in: Cinderella ***


Disney!Gay Klaine
in:

Cinderella





(Cover scelta da voi, qui le altre concorrenti)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - A dream is a wish your heart makes When you're fast asleep. ***


Non vi libererete facilmente di me!
Sono già tornata alla riscossa con la terza storia del progetto Disney!Gay (una spiegazione per i nuovi lettori: sto trascrivendo le storie Disney con le Ship di Glee Faberry-Klaine e Brittana, eliminando però la componente magica per renderle il più attuali possibili!)

Come per la volta precedente vi scrivo la corrispondenza dei personaggi e poi vi lascio alla lettura.

Cenerentola: Kurt
Principe: Blaine
Sorellastre: Brittany e Santana
Matrigna: Sue Sylvester
Fata Madrina: Sugar Motta
Topini e Uccellini: Rachel, Quinn, Puck, Tina, Mercedes
Scarpetta: Ipod



Capitolo 1 - A dream is a wish your heart makesWhen you're fast asleep.
 
 
C’era una volta un giovane ragazzo di nome Kurt Hummel. Anzi K. Hummel come citava la targhetta scolorita appuntata al taschino della sua triste divisa a quadretti bianca e rossa.
Kurt odiava quel completo con tutto se stesso. Era assolutamente fuori moda. Ma il ragazzo non poteva certo permettersi il lusso di lamentarsi visto che il lavoro come cameriere al Lima Bean gli serviva e aveva faticato parecchio per trovarlo.
Per questo ogni pomeriggio Kurt, cercando di evitare di guardarsi allo specchio, si infilava controvoglia la divisa sgualcita (corredata da un orrendo cappellino che gli appiattiva tutti i capelli) e senza lamentarsi iniziava il turno al bar.
Il ragazzo trovava la forza di continuare a lavorare in quel locale solo grazie al pensiero fisso di New York: della sua imminente fuga appena il liceo fosse finito e della brillante carriera che avrebbe ottenuto una volta sbarcato nella grande mela.
I sogni son desideri, e il ragazzo lo sapeva bene.
Ma sapeva anche di aver bisogno di soldi per poterli concretizzare. Ed ecco spiegato il suo lavoro al Lima Bean.
Prima di lavorarci, Kurt adorava quel posto. Ci passava interi pomeriggi con i suoi amici del Glee Club a bere caffè e a chiacchierare del più e del meno. Ma adesso lo odiava con tutto se stesso. Aveva cercato disperatamente un posto di lavoro alternativo, magari un call center o qualcosa dove non fosse così in bella vista. Ma nessuno l’aveva mai richiamato. Così mosso dalla disperazione aveva chiesto alla Cheerios Brittany S. Pierce (la figlia della proprietaria del Lima Bean) di essere assunto come cameriere, anche se non aveva esperienze di nessun tipo alle spalle.
Brittany era stata felice di aiutarlo, e li per li Kurt si ritenne addirittura fortunato. Purtroppo il ragazzo non aveva capito proprio nulla.
Anche la Cheerios lavorava come cameriera in quel locale, insieme alla sua migliore amica (anch’essa cheerleader) Santana Lopez. Le due ragazze erano inseparabili, facevano tutto insieme, quasi come due sorelle. Ma come cameriere erano parecchio scansafatiche e sfruttavano quel lavoretto solo per mettersi in bella mostra e provarci con i clienti più carini. Per questo la richiesta di Kurt fu subito esaudita con gioia: il ragazzo senza saperlo si era accollato il lavoro delle due ragazze che lo sfruttavano assegnandogli i compiti più disparati. Così Kurt passava i pomeriggi correndo tra la macchinetta del caffè, la cassa, i lavandini e i tavoli per prendere le ordinazioni. Tutto sotto l’occhio vigile e critico di Brittany e Santana che si divertivano a torturarlo mettendogli fretta o rimproverandolo perché le tazzine non erano state lavate bene. Naturalmente senza muovere un dito.
Per Kurt la vita era un inferno, ma non poteva licenziarsi. Il suo sogno era troppo importante e non poteva certo mollare tutto alla prima difficoltà.
Le giornate di Kurt trascorrevano tutte in modo così monotono che il ragazzo aveva quasi perso la sua solita verve scoppiettante. Nel momento in cui indossava quella divisa Kurt Hummel si annullava completamente, lasciando spazio solo al cameriere K. Hummel, sciatto, con i capelli appiccicati alla testa e con tutte le mani sporche di caffè. Non si degnava nemmeno di far troppo caso ai clienti che venivano nel locale. Il suo unico pensiero era arrivare alla fine della giornata senza spaccare troppe tazzine del caffè.
Il ragazzo prestava attenzione solo a un cliente in particolare. Un ragazzo moro dagli occhi luminosi e dal sorriso magnetico che veniva tutti i mercoledì al locale con un gruppetto di amici. Doveva essere più o meno della stessa età di Kurt, forse più piccolo vista la sua altezza. Ma non era detto.
Kurt non sapeva nemmeno come si chiamava, l’unica cosa certa era che frequentava una scuola di prestigio: lo si poteva capire dalla divisa blu e rossa che indossava lui e tutto il suo gruppetto. Era impossibile comunque non notarli: erano veramente chiassosi.
Ma Kurt non aveva il privilegio di servire quel tavolo. A loro ci pensavano Brittany e Santana. Le due ragazze infatti avevano messo gli occhi su quei ragazzi, spinte soprattutto dal profumo di soldi che sprigionavano le loro divise e i loro mocassini.
 
“Brit…Brit! Guarda! Eccoli li! Come ogni mercoledì”
“Chi?” domandò la bionda guardandosi attorno incuriosita.
“Come chi?” rispose seccata Santana dandogli una gomitata e indicando il gruppo in divisa che era appena entrato.
“Ah loro….lo sai che mi spaventano…sono tutti vestiti uguali e non riesco a riconoscerli…e alcuni sembrano degli Humpa Loompa…quello lì piccoletto in particolare!” disse Brittany osservandoli con sguardo vacuo.
Anche Kurt da dietro il bancone alzò leggermente la testa e posò i suoi occhi azzurri proprio sull’ignaro ragazzo che apriva la fila. Naturalmente quello non lo notò nemmeno e togliendosi la giacca si sedette insieme agli amici al loro solito tavolo.
Santana prese per mano l’amica e si diresse con passo spedito verso i ragazzi.
“Buon pomeriggio” disse la ragazza ispanica con tono suadente avvicinandosi al tavolo dove il gruppetto si era appena accomodato. “Cosa possiamo offrirvi oggi?” aggiunse estraendo dal reggiseno un piccolo block notes e afferrando una penna che teneva dietro all’orecchio. Poi facendo scorrere i suoi occhi castani in quelli di tutti i ragazzi si sedette sullo schienale di una sedia accavallando le gambe in modo molto lento e sensuale. La divisa da cameriera, chissà per quale strano motivo, prevedeva una gonna molto corta, e la ragazza seduta in quella posizione offriva una visuale molto gradita ai suoi clienti. Rise divertita quando si accorse che più di uno tra quei ragazzi aveva la bocca aperta e quindi aggiunse “desiderate un trattamento completo?”. Brittany si passo la lingua sulle labbra pensierosa mentre la ragazza ispanica le accarezzava il braccio, senza mai perdere il contatto visivo con i suoi clienti. Vedendo le due ragazze flirtare in modo così evidente e sentendo quell’affermazione uno dei ragazzi deglutì sonoramente.
“Allora?” li incalzò lei “il gatto vi ha mangiato la lingua? È un vero peccato…”.
Fu il ragazzo moro dagli occhi luminosi a prendere parola per primo. Era l’unico ad avere il viso completamente tuffato nel menù e non sembrava essersi accorto di tutto quello che stava succedendo “Io tutte le volte che vengo qui cerco di variare, ma alla fine mi ritrovo sempre a prendere il solito…un cappuccino medio per me, grazie. E voi ragazzi?” domandò alzando la faccia dal cartonato pieghevole. Facendo scorrere gli occhi sui suoi amici si rese conto della gravità della situazione.
Per risvegliarli dallo stato di trance in cui erano caduti tirò un calcio alla gamba del ragazzo biondo platino che era seduto davanti a lui e una gomitata al compagno asiatico. Lentamente tutti iniziarono a riacquistare l’uso della parola e della salivazione, tornando a comportarsi da ragazzi civili. Non appena le due ragazze si allontanarono con le loro ordinazioni uno dei ragazzi iniziò a parlare in modo molto colorito
“Ricordatemi perché cazzo vado in una scuola solo maschile?”
“Già Nick ha ragione….e soprattutto ricordatemi perché veniamo qui solo un giorno a settimana?”
“Un po’ di contegno ragazzi…sembra che non abbiate mai visto una ragazza in vita vostra…” questa volta era stato il ragazzo moro a parlare.
“Cazzo Blaine quella ce l’ha praticamente sbattuta in faccia! E tu ci chiedi un po’ di contegno! È facile parlare per te che non te ne frega niente!” lo rimbeccò il ragazzo biondo platino lanciandogli il tovagliolo addosso “e vorrei ricordarti che l’unica donna che frequento ogni settimana è mia nonna!”
“E tua nonna non ha quello stacco di cosce, scusa se mi permetto Jeff, ma parlo con cognizione di causa!”
Il ragazzo biondo guardò l’amico in modo inquisitore. Quella frase l’aveva leggermente turbato.
 
Kurt diede una breve sbirciata al foglio delle ordinazioni che Santana gli aveva piantato sotto il naso e sorrise leggermente. Sapeva già cosa doveva preparare per il tavolo di quei ragazzi. Certo non conosceva le ordinazioni di tutti, ma quella del ragazzo moro si: cappuccino medio.
Kurt conscio di essere assolutamente invisibile agli occhi di quel giovane cliente si prendeva alcune libertà lanciandogli segnali che non ottenevano nessun tipo di effetto. Il cameriere era solito decorare il cappuccino del suo cliente prediletto con una spolverata di cioccolato che mischiato al latte veniva a creare un bel cuore. Kurt era sempre soddisfatto del suo lavoro e nel momento in cui Santana e Brittany piazzavano la tazza (e il loro seno) sotto il naso del moro, tratteneva speranzoso il respiro in attesa di un riscontro. Ma quel ragazzo, nonostante avesse più volte lanciato occhiate alla miscela contenuta nella tazza, non aveva mai mostrato alcun segnale (apprezzamento – sospetto – curiosità – rossore…a Kurt sarebbe andata bene qualsiasi di queste reazioni).
Ma quello niente. Non sembrava esibire interesse per le sue decorazioni (e neppure per le avances piuttosto spinte di Brittany e Santata).
Ma Kurt non si dava per vinto.
Se era destinato a rimanere invisibile tanto valeva giocarsi la carta dei messaggi subliminali nel caffè, tanto non gli costavano nulla, anzi lo rendevano anche soddisfatto delle sue abilità manuali e creative.
Così anche quel giorno decorò minuziosamente il cappuccino e lo appoggiò con cura sul vassoio che si trovava sul bancone insieme a tutte le altre ordinazioni.
Brittany senza rivolgere nemmeno un cenno di ringraziamento a Kurt, afferrò il piatto e insieme all’amica tornò verso il tavolo dei ragazzi.
Le due stavano distribuendo le ordinazioni (sempre in modo poco casto) quando un Iphone bianco appoggiato sul tavolo iniziò a suonare.
“Blaine ti suona il cellulare” disse il ragazzo asiatico seduto affianco a lui.
Blaine rispose alla chiamata ripetendo più volte “Si Si, Ok….Adesso arrivo subito” e appena riagganciato il telefono iniziò a mettersi la giacca. “Scusate ragazzi ma devo scappare, è una telefonata importante…” disse alzandosi e dando un’occhiata triste alla tazza di cappuccino che era sotto il suo naso.
“Niente di grave?” chiese uno dei ragazzi.
“No no tranquilli, tutto ok, solo che devo sbrigarmi…” rispose frettolosamente il moro.
“Uff che palle però B. e adesso chi ci porta a casa?”
“Fatti portare da Nick no? Anche lui è venuto in macchina!”
“Si ma io volevo stare sulla tua macchina! È diverso stare su una Porche che su quel catorcio di Nick!”
“Jeff fottiti! Torni a casa a piedi se insulti ancora una volta Nessie!”
“Hai sentito? Ha anche un nome quella macchina! E io secondo te dovrei tornare a casa con questo qui? Poi ascolta musica di merda! Blaine ti prego lasciami le chiavi” lo supplicò il biondo cercando di fare uno sguardo convincente.
“Certo e io come vado via?”
“Che palle!” mugugnò ancora il ragazzo affossandosi nella sedia.
Blaine stava per allontanarsi quando Santana gli si piantò proprio davanti impedendogli di muoversi. “Quindi…Blaine” disse in tono suadente “ho sentito che hai una Porche…che ne dici se qualche volta ci mettiamo d’accordo e porti me e la mia amica Brittany a fare un giretto sulla tua bambina?” domandò la ragazza iniziando a fare dei cerchi con le dita sul petto del ragazzo.
“Mmm vedremo…” rispose il ragazzo allontanandosi dalla cameriera e dirigendosi verso la cassa dove l’attendeva un Kurt visibilmente preoccupato.
Il ragazzo era troppo lontano e non aveva sentito l’andamento della conversazione. L’unica cosa che sapeva era che quello splendore si stava avvicinando a lui per pagare (di solito ci pensavano Brittany e Santana a ritirare i soldi, quindi Kurt non aveva mai avuto dei contatti diretti con lui).
Il ragazzo era agitato e cercò di strofinarsi le mani sporche di caffè sulla camicia, peggiorando ancora di più le sue già misere condizioni. I suoi capelli erano terribili, non poteva farsi vedere in quello stato.
La prima impressione è quella che conta.
Così nel panico Kurt decise di affondare sotto il bancone fingendo di cercare qualcosa e sperando che quel ragazzo fosse anche solo un poco disonesto da andarsene senza pagare.
Invece no.
“Ehm Ehm….scusa…c’è nessuno? Dovrei pagare…”
Kurt prese un respiro, si calò ancora di più la visiera sul viso e si alzò cercando di mantenere un po’ di contegno.
“Scusami, mi era caduta una bustina di zucchero…” IDIOTA pensò il cameriere nella sua testa. Che razza di scusa era?
“Tranquillo, mi spiace di non aver nemmeno potuto assaggiare il cappuccino, però vorrei paga-“
“Come…non l’hai bevuto? C’era qualcosa che non andava? Sapeva di bruciato?” Kurt stava andando in panico, come suo solito. E quando Kurt si impanicava non la smetteva più di parlare.
“No tranquillo! È che mi hanno chiamato e devo scappare…però te lo pago lo stesso, non preoccuparti” rispose il ragazzo lanciando uno dei suoi soliti, fantastici sorrisi.
“Non se ne parla! Adesso te ne rifaccio uno e te lo metto in un bicchiere di carta così te lo porti via….non ti faccio pagare una cosa che non hai consumato…”
“No sul serio, non ho tempo….” Rispose dispiaciuto il ragazzo.
“Shh, tempo di tirare fuori i soldi e il tuo cappuccino medio è già pronto.”
Kurt si fiondò verso la macchinetta e nel giro di pochi secondi rispuntò con la bevanda nell’apposito bicchiere Take Away.
“Grazie…” rispose Blaine prendendo il cappuccino fumante e iniziando a sorseggiarlo “Perfetto…hai messo anche il cacao come al solito….l’adoro! sei fantastico…” disse continuando a bere lentamente per non scottarsi.
Kurt sorrise sotto i baffi e arrossì leggermente per il complimento. Quindi i suoi sforzi non erano poi stati vani. Quel ragazzo aveva notato i suoi cuori di cacao.
“Comunque sono veramente fortunati qui ad averti come cameriere…” aggiunse il ragazzo e a quell’affermazione Kurt strabuzzò gli occhi “sai come prendo il caffè…è difficile ricordarsi l’ ordinazione di tutti i clienti….”.
“Non di tutti clienti, solo la tua…”voleva rispondere Kurt ma si limitò a sorridere imbarazzato.
Intanto il ragazzo di fronte a lui stava trafficando nella tracolla per cercare i soldi.
“Ecco qui…tieni” nonostante avesse posato i contanti non accennava a smettere di frugare nella borsa “Dove cazzo è il mio IPhone?” imprecò tra i denti, poi aggiunse “Posso?” e senza attendere risposta iniziò ad appoggiare tutto il contenuto della sua tracolla sul bancone di fronte a Kurt.
Un mazzo di chiavi con diversi portachiavi colorati, una custodia degli occhiali da vista firmata RayBan, diverse penne e quaderni, un bel portafoglio di pelle, alcuni plettri. Ma del cellulare nessuna traccia.
“Mi guardi un momento le cose?” domandò il ragazzo e poi si allontanò verso il tavolo dei suoi amici. Kurt lo osservò mentre gesticolava, poi iniziò a prestare più attenzione agli oggetti che erano posati sotto il suo naso. In particolare notò come tutti i quaderni avessero impresso lo stesso marchio rosso e blu presente sul taschino della divisa del ragazzo. Una bella D rossa in stile gotico. Sotto a chiare lettere c’era scritto Dalton Academy. Kurt capì che doveva trattarsi del nome della scuola.
In più ogni quaderno era marchiato con il nome del ragazzo scritto a mano in stampatello con un indelebile nero: Blaine Anderson.
Kurt iniziò a sussurrare quel nome tra le labbra. Era così musicale.
“Che idiota!” disse Blaine tornando verso il bancone “L’avevo lasciato sul tavolo e quei deficienti dei miei amici l’avevano nascosto…” iniziò a far rotolare tutte le sue cose nella tracolla.
“Grazie per il cappuccino….K. Hummel” disse il ragazzo strizzando gli occhi per leggere il nome scritto sulla targhetta di Kurt dileguandosi poi fuori dal bar.

Come al solito spero che questo inizio vi piaccia e vi invogli a seguire la storia e magari a lasciare qualche recensione!
Vi scrivo, solo se per caso siete interessati, le altre due storie della serie:

Disney!Gay Klaine in The Beauty&TheBeast in Italiano (Disney!Gay Klaine in The Beauty&TheBeast in Inglese)
Disney!Gay Faberry in The Little Mermaid 


per chi è interessato a qualcosa di diverso, sempre con i Klaine mi faccio pubblicità anche all'altra FF Calvin Klaine: Get It Uncensored

Anche per questa storia ho pronte tre cover che presto porrò sotto il vostro giudizio!
L
a storia verrà aggiornata due volte a settimana, il martedì e il sabato!
Ottavia

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - In dreams you lose your heartaches ***


Capitolo 2: In dreams you lose your heartaches

Kurt passò le ore successive come in una bolla. Un sorriso ebete gli si era dipinto sul volto e non sembrava intenzionato a scomparire.
Il ragazzo era irriconoscibile.
Saltellava da un tavolo a un altro come un folletto regalando occhiate felici a tutti i suoi clienti, rispondendo in tono gentile anche a quelli più scorbutici.
Non prestava neppure attenzione agli insulti che Santana e Brittany continuavano a lanciargli.
La sua mente era troppo occupata a ripetere le parole di quel ragazzo “Sei fantastico…Sono veramente fortunati ad averti come cameriere…Sai come prendo il caffè…”. Kurt si ritrovò addirittura a ripetere sottovoce “Blaine Anderson” per vedere che effetto facesse quel nome sulle sue labbra.
Per la prima volta da quando lavorava in quel locale, Kurt finì il turno con un sorriso (dimenticandosi addirittura di togliere quel cappellino rosso che tanto odiava).
Arrivato a casa salutò il padre con un bacio sulla guancia e dopo avergli spiegato che a causa dei compiti avrebbe saltato la cena, si rinchiuse in camera.
Trovò finalmente il coraggio di guardarsi allo specchio. Era letteralmente impresentabile. Iniziò a pensare che Blaine fosse un buon samaritano e che gli avesse rivolto la parola solo perché mosso da compassione. Non poteva essere altrimenti.
Spaventato da quell’idea si tolse immediatamente i vestiti e si tuffò sotto la doccia bollente. Aveva bisogno di schiarirsi le idee.
Dopo quasi un’ora (i rituali del ragazzo erano parecchio complessi) Kurt uscì dal bagno asciutto e ben profumato. Indossò il suo pigiama blu preferito e si cacciò sotto il piumone con il portatile sulle ginocchia.
Non sapeva bene cosa sperava di trovare, ma senza pensarci troppo digitò il nome BLAINE ANDERSON su Google.
1.830.000. Circa.
“Ottimo” pensò Kurt increspando le labbra in un misto tra la delusione e l’agitazione.
Il ragazzo iniziò a far scorrere i siti e scelse subito Facebook. Era il sito più semplice oltre che il più ovvio. Tutti avevano Facebook.
Tutti tranne Kurt.
Aveva provato ad aprire un account qualche tempo prima, giusto per non essere etichettato come l’unico sfigato fuori dal mondo, ma se ne era pentito immediatamente. Nel giro di pochi giorni la sua bacheca era stata invasa da insulti di ogni tipo, costringendolo ad eliminarsi immediatamente.
La prima pagina Facebook che gli comparve apparteneva a un certo Blaine Anderson, un ragazzo paffuto dal volto simpatico e con i capelli rossi.
Purtroppo non si trattava del suo Blaine.
Kurt non si diede per vinto e continuò la ricerca, ma nessuno dei profili presenti su quel social network corrispondeva al ragazzo del Lima Bean.
Dopo più di un’ora Kurt sospirò sonoramente e affondando la schiena nel cuscino abbandonò il sito.
Dopo essersi mordicchiato il labbro per alcuni minuti decise di tentare una nuova strategia.
Così scrisse nella barra di ricerca DALTON ACADEMY.
Anche questa volta comparvero una serie infinita di risultati, per la maggior parte bandi di concorsi vari, classifiche sportive, moduli da pagare…tutti inerenti alla scuola privata Dalton.
Kurt si concesse qualche minuto per visitare il sito ufficiale rimanendone assolutamente ammaliato. Quella non poteva chiamarsi scuola. Era una specie di castello.
Si soffermò a guardare le foto che ritraevano le stanze, i lampadari, i mobili….in confronto il Mckinley sembrava una specie di stalla (Kurt aveva più volte paragonato alcuni suoi compagni a degli animali incivili, ma mai come in quel momento si rese conto di quanto quel paragone fosse azzeccato).
Ma nonostante tutto quel ben di Dio, di Blaine nemmeno una traccia.
Molto deluso, oltre che assonnato, decise di fare un ultimo tentativo. Questa volta digitò affianco a Dalton Academy anche il nome di Blaine Anderson. Non era molto fiducioso, sperava di trovare almeno una foto dell’annuario da poter salvare e magari infilare nel diario o nell’armadietto.
Tra i risultati che gli comparvero, Kurt fu attratto da un sito con uno strano url: daltonacademy-warbler.tumblr.com
Decise quindi di iniziare a visitarlo.
Gli si parò davanti agli occhi una pagina che aveva come sfondo una parte di divisa della Dalton. Kurt la riconobbe subito dall’inconfondibile cravatta rigata rossa e blu. Sulla sinistra vi era una foto di un gruppo di ragazzi su un palco, tutti allineati con le mani dietro alla schiena. Kurt riuscì a riconoscere il viso di alcuni di loro, e con un tuffo al cuore notò anche Blaine in prima fila.
Forse quel sito faceva al caso suo.
Iniziò a scorrere la pagina e vi trovò molte cose interessanti. Quel Tumblr era una raccolta di foto del Glee Club della Dalton, gli Warblers. Vi erano immagini delle esibizioni ufficiali, delle prove….
La barra laterale conteneva poi una serie di link interattivi. Ognuno con il nome di un ragazzo (Kurt immaginò che si trattasse dei nomi dei componenti del Glee).
Cercò immediatamente Blaine Anderson e non appena lo trovò cliccò su quel nome.
Davanti agli occhi di un incredulo Kurt (non poteva veramente immaginare di essere così fortunato) si presentò un’immagine di Blaine (tasto destro-click-salva) e una breve biografia:
 
Nome: Blaine Anderson
Capelli:Castani
Occhi:Nocciola
Altezza:1.73
Data di nascita:5 Febbraio
Segno zodiacale:Acquario
Anno accademico:Junior
Ruolo nei Warbler:Leader - Solista
Strumenti suonati:Pianoforte – Chitarra – Violino – Violoncello –Batteria – Mandolino
 
“Wow” sussurrò Kurt non appena finì di leggere tutte le cose che sapeva fare quel ragazzo.
Comunque poteva ritenersi soddisfatto. Era un ottimo stalker.
Prima di chiudere la pagina fece scorrere nuovamente la biografia e notò un ulteriore link attivo in basso a destra, chiamato:
Listen to me:Download Here.
Kurt senza pensarci due volte cliccò. Nel giro di un minuto il file era sul suo computer. Non sapeva bene cosa aspettarsi, quindi impaziente e con il cuore in gola aprì la canzone.
Una dolce musica suonata al pianoforte riempì la camera da letto del ragazzo. Kurt la riconobbe subito, era una hit molto famosa di Katy Perry: Teenage Dream, ma non l’aveva mai sentita con quell’arrangiamento.
Poi attaccò la voce.
Kurt rimase letteralmente a bocca aperta. Per alcuni secondi smise addirittura di respirare. Poteva chiaramente sentire il suo cuore battere all’impazzata e una strana sensazione di vuoto nello stomaco.
La canzone di Katy Perry era irriconoscibile. Quel ragazzo l’aveva trasformata in una specie di stupenda serenata. Kurt non si aspettava che Blaine avesse una voce così calda, profonda e…seducente.
Istintivamente chiuse gli occhi e alzò il volume. Fu semplice immaginarsi quel ragazzo davanti a lui intento a dedicargli quella canzone.
 
“Let’s go all the way tonight
No regrets, just…just….just…love
We can dance until we die
You & I
We’ll be young forever”


Ogni sospiro di Blaine, ogni pausa, ogni parola sussurrata era un’emozione nuova per Kurt. La canzone gli stava penetrando dentro il corpo, fin sotto la pelle, la sentiva fluire nelle vene, come se quella voce gli appartenesse, come se Blaine la stesse cantando per lui.
 
“’Cause…You make me feel like I’m living a teenage dream
The way you turn me on, I can’t sleep
Let’s runaway and don’t ever look back, don’t ever look back”

 
Tutte le pause erano diverse rispetto alla versione originale, Blaine ripeteva le parole a suo piacimento in una specie di improvvisazione e si capiva dal modo in cui stava suonando, quanto fosse coinvolto emotivamente. 
 
“My heart stops! When you look at me
Just one touch now baby I believe
This is real so take a chance and don’t ever look back, don’t ever look back…”

 
Mai parole di una canzone erano state più azzeccate di quelle.
Il cuore del ragazzo aveva letteralmente smesso di battere non appena il brano era terminato, e ora Kurt si sentiva un vuoto enorme dentro. Aveva bisogno di ascoltare nuovamente la splendida voce di quel ragazzo.
Ancora, ancora e ancora.
Così, velocemente, mise la canzone sull’I-pod e dopo averla messa in loop, si cacciò sotto le coperte, spense le luci, chiuse gli occhi e si fece cullare dalla voce del ragazzo del Lima Bean e dalle sue dolci parole d’amore.
Come se fosse la verità.
Come se Blaine fosse proprio lì in quel momento, accanto a lui che lo osservava con i suoi occhi nocciola, che gli stringeva dolcemente una mano canticchiandogli la canzone nelle orecchie per farlo addormentare.
Kurt impegnandosi poteva addirittura sentire il suo fiato caldo solleticargli il collo e il suo dolce profumo.
Il ragazzo si addormentò presto con questa convinzione trascorrendo così una delle notti più serena della sua vita.
 

*

Kurt il mattino seguente fu svegliato dal suono prepotente del suo cellulare. Nella notte le cuffie gli erano scivolate fuori dalle orecchie, ma il ragazzo poteva sentire ancora la voce di Blaine in lontananza. Con gli occhi impastati e tutti i capelli arruffati arrancò verso il cellulare e senza neppure leggere il nome sul display rispose alla chiamata mugugnando.
Non molti avevano il suo numero di cellulare, quindi non rischiava di fare pessime figure.
“Mmmm”
“Kurt, Kurt….ci sei? Ma dove sei finito? Ti ho chiamato 5 volte!” era la sua amica Mercedes.
“Si, sono qui…”
“Ma ti sei appena svegliato?”
“Ah Ahhhhh” rispose il ragazzo sbadigliando sonoramente
“Che hai fatto ieri sera Kurt? Quelle due vipere ti hanno sfinito facendoti fare tutto il loro lavoro?” chiese la ragazza preoccupata.
Kurt si grattò la testa sistemandosi i capelli e appena realizzò cosa aveva fatto la sera precedente un grande sorriso gli comparve sul volto.
Non aveva dormito troppo a lungo perché sfinito dalla stanchezza, ma perché per la prima volta si era sentito tranquillo e in pace con se stesso. Nessun incubo o fantasma era venuto a fargli visita disturbandogli il sonno. Quella notte, la calda voce di Blaine l’aveva coccolato nel sonno, sussurrandogli nelle orecchie quanto fosse fantastico.
Kurt non riuscì a trattenere un sospiro, che non sfuggì a Mercedes.
“Kuuurtie” attaccò la ragazza con tono petulante “cosa sono questi sospiri da ragazzina innamorata? Il mio sesto senso mi dice che mi stai nascondendo qualcosa!...Sei con qualcuno?”. Il ragazzo arrossì violentemente, ringraziando di non trovarsi faccia a faccia con Mercedes.
“Ma sei impazzita!” rispose in fretta con un tono di voce troppo alto a causa dell’agitazione.
“Se se…tu me la racconti giusta…di la verità!”
“Uff Mercedes, non è successo niente…” rispose il ragazzo sgusciando fuori dal piumone e iniziando ad avvicinarsi alla finestra.
“Eh allora cos’era quel sospiro?” domandò maliziosa la ragazza.
Kurt la conosceva bene: non si sarebbe arresa facilmente.
“Niente….è solo che mi hai svegliato da un sogno incantevole…” rispose Kurt giocherellando con i suoi capelli
“Che cos’hai sognato?” la ragazza era sempre più curiosa
“Non posso dirlo...”
“Perché?”
“Perché un desiderio svelato non si avvera più, e dopotutto i sogni son desideri…” rispose il ragazzo con voce estasiata appoggiando la fronte contro la finestra.
“Uffa Kurtie….ti odio quando fai il misterioso…comunque, io e gli altri ti stiamo aspettando…ma tra cinque minuti inizia la prima ora…”
“COOOOSA? È già così tardi” domandò il ragazzo abbandonando il mondo degli usignoli e tornando con i piedi per terra.
“Eh già principessa! Se ti sbrighi riesci ad arrivare per la seconda ora…ma ho i miei dubbi, conosco i tuoi tempi quando si tratta di vestirsi….ci becchiamo direttamente a pranzo?”
Kurt bofonchiò una risposta affermativa e poi di corsa agganciò il telefono.
Di solito era una persona così precisa e puntuale, nel giro di una notte a causa di un ragazzo, della sua magnifica voce e del suo sorriso dirompente non si riconosceva più.
 

*

 
Come previsto Kurt arrivò giusto per pranzo e passò tutta la giornata cercando di evitare gli sguardi indagatori di Mercedes e degli altri (la ragazza era una gran chiacchierona).
Miracolosamente riuscì ad arrivare indenne a fine giornata scolastica. Ma per Kurt il pomeriggio era ancora lungo. Gli spettava un pesantissimo turno al Lima Bean.
E oggi era solo giovedì.
Di giovedì non sarebbe venuto nessun Blaine a rendere più piacevole il suo lavoro.
Con passo lento si trascinò fino alla macchina cercando di pensare in positivo: mancavano solo cinque giorni prima del loro prossimo incontro. Che poi incontro era una parola grossa. Kurt si sarebbe limitato a guardarlo da lontano, ma questa volta poteva permettersi di immaginarlo intento a suonare il violino, la chitarra o magari il piano mentre canticchiava Teenage Dream.
Il ragazzo si risvegliò dai suoi pensieri ed estrasse l’Ipod. Prima di schiacciare il tasto Play si domandò quanto fosse una cosa da fangirl impazzita quella che stava facendo. Ma poi con una scrollata di spalle scacciò quei pensieri e lasciandosi trasportare dalla melodia iniziò a guidare fino al Lima Bean.
 

*

 Kurt entrò nel locale dalla porta sul retro e con non poco disgusto indossò la divisa e quell’orrendo cappellino. Uscì dalla cucina per dirigersi dietro il bancone e iniziare il suo turno.
La scena che gli si presentò davanti lo stupì parecchio.
“Coach Sylvester! Che ci fa lei qui?” domandò il ragazzo scioccato, alla donna bionda in tuta seduta davanti a lui.
“Sei in ritardo Hummel…”
“Si di qualche minuto…non riuscivo a trovare il cartellino identifica- ma, mi scusi la franchezza, non siamo mica a scuola….non dovrebbe essere lei a farmi la paternale…”
“Non siamo a scuola, ma siamo nel MIO bar!”
Brittany tossì leggermente e la donna si corresse: “Nel senso, siamo nel bar della mamma di Brittany, che è stato affidato a ME mentre lei è in viaggio per cercare di aprire una filiale in Europa…non si fidava di lasciare tutto nelle mani di sua figlia…” la donna si girò verso Brittany che era intenta a contare le bustine di zucchero.
Kurt non potè dargli torto. La cheerleader avrebbe mandato in rovina il locale, regalando caffè ai clienti o dimenticandosi di aprire il bar dato che non aveva ancora imparato i giorni della settimana.
Il ragazzo tornò a guardare la donna che lo stava fissando con sguardo tagliente; in quel preciso momento si rese conto di una cosa. Se pensava di non poter odiare di più quel lavoro, si sbagliava di grosso.
La Sylvester era la donna più odiosa e crudele del pianeta, ed ora, chissà per quanto tempo, sarebbe stata la sua superiore.
Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di piangersi addosso perché la donna iniziò subito a dargli ordini.
“Ora caro Kurt….vieni qui!” disse con tono minaccioso
Il ragazzo si avvicinò a testa bassa.
 “Dunque…sei stato parecchio insolente nei miei confronti, mi hai addirittura risposto a tono…”
Il ragazzo iniziò a protestare “Io non sape-“
“Fa silenzio!” lo rimbeccò la donna e Kurt obbedì immediatamente.
“ A quanto pare hai tempo da perdere in chiacchiere…ti darò io il modo per impiegarlo meglio….vediamo un po’…dunque….ci sono quelle macchinette del caffè laggiù… PULISCILE! e le finestre della vetrina….LAVALE! Poi c’è da passare lo straccio da pavimenti…
“Ma l’ho fatto ieri sera!” cercò di protestare il ragazzo.
“FALLO DI NUOVO!” rispose gelida la donna, che continuò poi ad elencare altre mansioni contandole sulla punta delle dita “poi sciacquerai tutte le stoviglie, impilerai le tazzine per ordine di grandezza, luciderai il bancone e tutti i tavolini…e poi…”
Kurt alzò gli occhi verso la donna semi disperato, che altro compito poteva affidarle quella donna assurda?
“…e poi direi che per oggi può bastare…naturalmente dovrai occuparti anche della cassa, delle ordinazioni e dei clienti…” la donna con un sorriso fintissimo si sedette comoda su una sedia davanti a Kurt allungando le gambe e incrociando le braccia sul petto.
Iniziò a fissare il ragazzo, facendogli capire che stando li fermo stava solo perdendo tempo prezioso.


Ciao ragazze!
Per prima cosa vorrei ringraziare tutti quelli che hanno già inserito la storia tra le seguite/recensite/preferite! E anche tutte le persone che hanno commentato il primo capitolo!
SIETE FANTASTICI!
Ora passo a qualche piccolissima nota:
In Cenerentola il principe è proprio poco presente, e come ho detto a qualcuno via MP, ok il colpo di fulmine...però ho preferito prendermi qualche libertà rispetto alla storia orginale...per questo tutta la prima parte di questo capitolo è opera mia, non rispetta il cartone...ma mi serviva per far avvicinare Kurt all'idea di perfezione/principesca di Blaine! Fatemi sapere cosa ne pensate.
La versione di Teenage Dream di Blaine è quella acustiva di Darren che potete sentire qui (ma secondo me la conoscete già!)
La seconda parte del capitolo ha invece parecchi riferimenti al cartone animato, a partire da alcune frasi che sono proprio quelle esatte...vediamo chi le indovina :-)
La Bio di Blaine: l'altezza è quella ufficiale di Darren e dato che, mannaggia a me non ho mai avuto la possibilità di incontrarlo per verificare con mano che sia proprio alto 1.73 (ma secondo me è + basso!) facciamo finta di credere che sia vero.
Lo stesso vale per la data di nascita, è quella di Darren, perchè non ho trovato quella di Blaine.
Ultima cosa...ho scelto Tumblr perchè io ne sono praticamente dipendente, mi sembrava un'idea carina...fatemi sapere.
Vi lascio anche il mio indirizzo se volete aggiungermi:-) 
http://dontrythis-athome.tumblr.com/

A Sabato per il cap 3 (mentre per chi segue la Calvin Klaine ci vediamo Giovedì!!!!)
Ottavia

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Whatever you wish for, you keep ***


Capitolo 3: Whatever you wish for, you keep
 
Quelli furono I cinque giorni più pesanti della vita di Kurt Hummel.
La Sylvester riusciva a trovare i compiti più assurdi e faticosi da fargli fare. Il povero ragazzo ogni sera tornava a casa sfinito, e dopo una doccia e una cena veloce, rantolava in stato comatoso sul letto. Una sera si addormentò addirittura in bagno
In questi giornate frenetiche riusciva comunque a trovare dei ritagli di tempo per fantasticare su Blaine e per ascoltare la sua voce intonare Teenage Dream. La cosa incredibile era il fatto che ogni volta che partiva la canzone nelle sue orecchie, si emozionava sempre in modo diverso, come se tutte le volte quella melodia assumesse significati nuovi.
Possiamo tranquillamente dire che  fu grazie all’aiuto di (un ignaro) Blaine, se Kurt riuscì a superare quelle giornate infernali.
La possibilità di poter incontrare lo sguardo del suo cliente preferito il mercoledì successivo e magari di ricevere addirittura un sorriso o un saluto gli diedero la forza di tirare avanti e di sopportare i soprusi di quella donna chiamata Sue Sylvester, anche nota come l’incarnazione del male.
Così, molto lentamente, arrivò finalmente mercoledì.
Il ragazzo era riuscito a trovare il tempo per lavare e stirare la divisa. Aveva anche sistemato i capelli (inutilmente, visto che il cappellino rosso glie li schiacciava tutti sulla testa) e si era spruzzato una goccia di profumo prima di incominciare il turno al Lima Beans.
Era intento a pulire il bancone quando sentì il suono della porta aprirsi e il vociare di un gruppo di ragazzi. Alzò immediatamente lo sguardo, e riconobbe le divise della Dalton. Cercò con gli occhi Blaine, pronto a sfoderargli uno dei suoi più grandi sorrisi. Ma non lo vide.
Il ragazzo non c’era.
Una fitta allo stomaco colpì Kurt. Dal mercoledì precedente la sua vita girava attorno a quel ragazzo e a quell’incontro, e invece lui non c’era.
Si sentì un vero stupido.
Tornò a strofinare il bancone trattenendo le lacrime che stavano prepotentemente cercando di sbucare dai suoi occhi cristallini.
Sentì chiaramente le voci di Santana e Brittany prendere le ordinazioni dei Warblers. Le due ragazze portarono a Kurt il solito foglietto con scarabocchiatte le bevande per il gruppo. Questa volta però non c’era nessun cappuccino medio da preparare, pensò il ragazzo, che si mise subito all’opera.
Ma quel giorno Kurt si era dimenticato di qualcuno.
La Sylvester.
La donna era silenziosa da troppo tempo. Stava sicuramente escogitando qualcosa. Ma Kurt era troppo turbato per poterlo capire. Se ne accorse solo quando sentì un tonfo sul pavimento. Alzò lo sguardo e vide la donna proprio davanti a lui con le braccia incrociate sul petto. Ai suoi piedi c’era un sacco di polvere di caffè rotto, completamente rovesciato sul pavimento.
Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, e nemmeno alle sue orecchie quando la donna disse semplicemente “Oops” e poi si allontanò verso la sua solita sedia. Come se non bastasse Brittany tutta felice iniziò a saltellare proprio su quella chiazza scura portando impronte per tutta la sala, mentre Santana prese della polvere tra le mani e inseguendo l’amica iniziò a soffiargliela addosso con fare divertito. Tutto sotto gli occhi stupiti dei clienti (I Warblers sembravano apprezzare molto quello spettacolino).
Kurt tirò un grande respiro, iniziò a ripetersi mentalmente “NewYorkNewYorkNewYork” e afferrò uno straccio pronto per pulire il disastro.
Le impronte arrivavano fino al tavolo degli studenti della Dalton, e Kurt si ritrovò involontariamente ad ascoltare le loro conversazioni.
“…Blaine dev’essere proprio giù di morale per decidere addirittura di non venire qui…adora il cappuccino del Lima Bean…” disse il ragazzo asiatico.
Kurt drizzò le orecchie, e sentì il cuore fargli un tuffo nel petto. Decise di farsi più vicino.
“Già” rispose un ragazzo di colore “qualcuno di voi sa cosa gli è successo?”
Kurt alzò lo sguardo verso il gruppetto e trattenne il fiato per qualche secondo. Quasi tutti i ragazzi scossero il capo in senso negativo. Tutti tranne uno, quello più cicciotello (Kurt aveva cercato di imparare anche i nomi degli altri componenti del gruppo, ma la sua mente era troppo presa da Blaine per interessarsi agli altri Warblers).
“Treeeeent…cos’è quella faccia? Ci nascondi qualcosa?”  domandò un ragazzo moro con fare petulante.
Il ragazzo scosse la testa in modo agitato, tradendosi da solo.
Alcuni ragazzi iniziarono a punzecchiarlo per fargli svuotare il sacco.
Kurt era sempre più curioso.
“Dai Trent….lo sai qual è la regola: tra i Warblers non ci sono segreti! Devi cantare!”
E il gruppetto iniziò a intonare una canzoncina monotona battendo le mani a tempo: “Canta usignol! Canta Usignol! Aaaaaaaaaa! Canta Usignol! Canta Usignol!”
Trent agitando le mani domandò il silenzio “Dai ragazzi! Ci stanno guardando tutti! Smettetela!”
“Eh tu parla!”
“….Mmmm….ok….” il ragazzo era visibilmente combattuto, ma decise di raccontare quello che sapeva. “Non è che so poi molto…. l’altro giorno sono andato in sala musica e ho sentito Blaine al telefono che parlava con suo padre. Stavano tipo litigando…e lui diceva che era stanco di dover fare sempre quello che voleva suo padre, di lasciargli vivere la sua vita, che il suo sogno più grande era la musica….cose del genere…”
“Allora è sempre il solito problema…suo padre è un vero tiranno…non si rende conto delle doti di suo figlio…” disse il ragazzo asiatico scuotendo la testa.
“Dobbiamo fare qualcosa per tirarlo su di morale…” disse il ragazzo biondo grattandosi la testa.
“Ma cosa?” domandò Trent
I ragazzi rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre Kurt fingeva di pulire il pavimento.
“Trovato!” disse il ragazzo moro con il naso pronunciato “ UNA FESTA! Organizziamo una festa per Blaine!!!!”
I ragazzi iniziarono a vociare emozionati.
“Grande idea Nick! Blaine adora le feste!”
“Potremmo fare una festa in maschera!”
“O a tema!”
“Sisi a tema!”
Kurt non riusciva più a distinguere chi stesse parlando.
“Potremmo chiedere a Blaine che tema preferisce!”
“Ma cosi non sarebbe più una sorpresa….”
“E poi se facessimo fare a Blaine…con le sue sciocche idee romantiche…organizzerebbe un party a tema farfalle, unicorni e arcobaleni!”
I ragazzi erano molto agitati. Fu l’asiatico ad estrarre un foglietto e a richiedere l’ordine.
“Ragazzi, calmiamoci…iniziamo a prendere alcuni appunti….pensiamo al tema…qualcosa di classico, che però possa piacere a Blaine…qualche idea?”
“Hawaii” disse Trent emozionato
“Ma che dici?” lo rimbeccò Nick
“Ma scusa Blaine non ha origini Hawaiane?”
“Ti pare? Filippine Trent…FILIPPINE!”
“Uhm….” Il ragazzo paffuto non sembrava molto convinto.
“Cowboy!” fu un’altra proposta che giunse dal fondo del tavolo.
“Perché a Blaine piacciono i Cowboy?”
“Eh che ne so! Era così per dire!”
 “Se devi parlare senza cognizione di causa, stai zitto!”
“Allora sentiamo Jeff….cosa piace a Blaine?”
“Mmmm….calzini? Cuccioli? Trovato….gatti! A tutti piacciono i gatti!”
Il ragazzo asiatico riprese ancora una volta il controllo della situazione sbattendo la mano sul tavolo.
“Silenzio! Io direi di stare sul classico….cosa ne dite di fare una festa a tema smoking e….fluo? alla fine lo smoking è una versione elegante del nostro blazer mentre sappiamo tutti quanto Blaine ami i colori fluorescenti….avremmo la possibilità di sbizzarrirci con i particolari!”
“WES SEI UN CAZZO DI GENIO!” disse il ragazzo biondo platino agitandosi sulla sedia.
“Dobbiamo fare gli inviti!”
“Chi invitiamo?”
“Ehm Ehm…” Santana e Brittany erano in piedi con il vassoio tra le mani.
Kurt si fece piccolo piccolo in un angolo sperando di non essere visto.
“Abbiamo sentito di questo party nella vostra scuola….non penserete mica di dimenticarvi delle vostre cameriere di fiducia, vero?” disse la ragazza ispanica facendo passare la mano nei capelli corvini del ragazzo che era vicino a lei. Quello deglutì sonoramente e lanciò un occhiata a Wes.
“Certo, potete venire anche voi….” disse il ragazzo asiatico.
“ E potete portare anche delle amiche!” aggiunse il biondino.
“Anzi….” un ragazzo moro si alzò sulla sedia declamando a gran voce “Qui è Thad Warbler che vi parla. Tutti i presenti sono ufficialmente invitati alla più grande festa a tema mai tenutasi alla Dalton Accademy! Chi è interessato può lasciare il suo nome in cassa, e domani faremo avere gli inviti a….” Thad si guardò in giro, e quando trovò Kurt lo indicò con il dito “…a quel ragazzo lì!….potrete ritirarli al più presto da lui.”
Il ragazzo fu accolto non solo da applausi, ma anche da sguardi indagatori. Senza badarci troppo si risedette e continuò a intavolare una fitta conversazione riguardo i preparativi della festa insieme agli altri ragazzi, lasciando Kurt interdetto.
Il ragazzo era appena stato nominato dispensatore ufficiale degli inviti di questo party per Blaine. Ma soprattutto se la festa era aperta a tutte le persone presenti in quel bar, anche Kurt era invitato.
Avrebbe rivisto Blaine, nella sua scuola. Magari sarebbe anche riuscito a scambiarci quattro chiacchiere (senza quell’orrendo cappellino a schiacciargli i capelli).
Kurt era agitato. Non sapeva nemmeno come vestirsi.
 

*

  
Come previsto il giorno successivo Thad Warbler si presentò al Lima Bean con una pila di volantini e inviti. Il ragazzo emozionato li posò sul bancone proprio di fronte a Kurt e iniziò a sommergerlo di spiegazioni.
“Ecco vedi, questi sono gli inviti ufficiali per chi ti ha già lasciato il nome, e questi invece sono io volantini informativi…mettili su tutti i tavoli, distribuiscili con i caffè…anche ai passanti se vuoi! Più siamo e più ci divertiamo! E poi…” il ragazzo si interruppe.
Il suo sguardo venne catturato da Brittany e Satana che in fondo al corridoio erano intente ad allacciarsi i rispettivi grembiulini. Thad prese personalmente due inviti nella loro bella busta blu scura e si diresse con passo svelto verso le due ragazze che erano di spalle. Richiamò l’attenzione di Brittany tamburellandole sulla spalla, e la giovane si voltò.
Il ragazzo proclamò con fare pomposo, imitando un annunciatore regale: “Un dispaccio urgente da parte di sua maestà imperiale…” e con un profondo inchino porse le due buste alle ragazze. Brittany e Santana accettarono gli inviti e, prima di allontanarsi tra i risolini, diedero un leggero bacio sulla guancia al messaggero.
Thad uscì dal bar come se fosse un un altro pianeta: non badò nemmeno a Kurt, che sfruttando l’occasione aveva sfilato dalla pigna di inviti una busta e se l’era fatta scivolare nella tasca della divisa.
Adesso il ragazzo era ufficialmente invitato al party di Blaine.
Ora aveva solo bisogno di ottenere il permesso della Sylvester.
 

*

“Ehm…Signora Sylvester….” Kurt quella sera prese il coraggio a quattro mani e si avvicinò alla donna. La festa era sabato, e Kurt non voleva perdere tempo, in caso fosse riuscito ad ottenere il permesso di parteciparci “Signora Sylvester…mi spiace disturbarla…” il ragazzo estrasse dal grembiule la busta blu, sotto gli occhi increduli di Brittany e Santana che nel frattempo si erano avvicinate ad osservare la scena. “…Dato che  ho ricevuto anche io l’invito alla festa di sabato, volevo solo sapere se mi era permesso andarci….” Poi aggiunse velocemente (a seguito dello sguardo truce che la donna aveva assunto) “naturalmente dopo aver finito il mio turno qui al Lima…”
“Tu” sentenziò Santana “vuoi venire alla festa?”. Le ragazze iniziarono a prendere in giro Kurt, imitandolo: la mora afferrò la scopa e si avvicinò all’amica bionda facendo un grande inchino. Brittany rispose porgendole la mano e chiedendole:
“Mi concede questo ballo?”
“Solo se qualcuno mi regge la scopa!”
Le due ridendo sguaiatamente iniziarono a ballare un valzer per tutta la sala.
La Sylvester richiamò l’ordine battendo le mani e dopo aver soppesato bene le parole, disse:
“Hummel, ascoltami bene…potrai venire solo se finisci in tempo tutte le tue faccende e, naturalmente, se troverai un vestito adatto da mettere.”
Kurt non potava credere di essere stato così fortunato. Felicissimo ringraziò la donna e si dileguò in cucina, lasciando Brittany e Santana totalmente sconvolte.
“Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?” domandò la mora
“Certo….ho detto si…” rispose la Sylvester in tono compiaciuto
“Ah….ha detto si….” le fece eco la biondina, senza però capire veramente cos’era appena successo.

Ci credete che mi stavo dimenticando di pubblicare?
comunque anche in questo capitolo ci sono parecchi riferimenti al cartone animato...vediamo chi li coglie!
Per una volta non ho niente da dire a parte grazie infinite a tutti quelli che commentano, e che hanno messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate!
a presto
Ottavia


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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Have faith in your dreams and someday your rainbow will come smiling thru ***


Capitolo 4: Have faith in your dreams and someday your rainbow will come smiling thru
 

- Dopo scuola, tutti a casa mia. URGENTE! Kurt -

 

*

 
“Dal tuo sms Kurt, pensavo fosse successo qualcosa di grave” sbottò Mercedes affondando nel letto del ragazzo.
“E tu questo non lo chiami grave?” rispose il diretto interessato con tono isterico agitando le braccia. Kurt era in piedi tra una montagna di vestiti sparsi per tutta la camera, Mercedes, Tina, Quinn, Rachel e Puck erano seduti o a terra o sul letto e facevano scorrere lo sguardo spaventati per la camera.
“Non ho niente da mettermi….” piagnucolò il ragazzo quasi con le lacrime agli occhi.
“Niente da metterti?” domandò Rachel sconvolta indicando la valanga di vestiti.
“Ma non va bene niente Rachel! Perché non capisci? E poi dico io, che tema è “Smoking e Fluo”? Andrò indossando il giubbotto catarifrangente che mio padre ha in macchina…me lo sento!….non potevano scegliere qualcosa di più classico? Che so...tipo Black&White, Total Red, Animalier….”
“Hippie?” concluse Puck resuscitando dal suo angolino.
“Noah è così fuori moda l’hippie!” rispose il ragazzo quasi inorridito “e poi non potrei mai mettere i pantaloni a zampa…”
“Scusa Kurt, è che ogni tanto mi viene nostalgia dei vecchi tempi” aggiunse il ragazzo sospirando e perdendosi nei suoi strani pensieri.
Gli altri gli lanciarono una breve occhiata incuriosita, ma poi tornarono quasi subito ad occuparsi del topic principale: l’abito di Kurt.
Quinn prese parola e con fare materno cercò di aiutare il ragazzo “Kurt, ma non è difficile…hai un sacco di completi eleganti nei tuoi armadi…. Decidi quale indossare e poi ci metti qualche particolare fluorescente…intanto procediamo con calma…su quale colore pensavi di indirizzarti?”
“mmmm” Kurt era pensieroso. All’improvviso si lanciò verso una cassettiera e ne estrasse un paio di scarpe stringate fuxia “cosa ne dite del fuxia?”. Le ragazze iniziarono a vociare felici mentre Puck, sempre dalla sua tana, sbadigliò sonoramente.
“Io ancora non capisco cosa ci faccio qui” brontolò il ragazzo “e poi perché sono l’unico ragazzo? Dove sono Finn, Artie e Sammie?”
“Finn tra poco arriva, gli altri non sono potuti venire…” spiegò Rachel trafficando insieme a Tina per cercare di trovare qualche indumento fuxia tra quella valanga di indumenti.
Kurt scelse dal suo armadio un bello smoking bianco candido e lo mostrò a tutte le ragazze (più Puck).
“Sisisisisi!” disse Tina battendo le mani a tempo. Quinn stava per avvicinarsi all’amico porgendogli alcuni accessori, quando il cellulare del ragazzo iniziò a squillare prepotentemente.
Kurt lo estrasse e dopo aver fatto una smorfia con il naso rispose.
Era la Sylvester.
“Si…arrivo subito….certo…non ci sono problemi…tra due minuti sono li…”
Il ragazzo riattaccò e iniziò a prendere la sua giacca.
“Kurt, ma non manca ancora un’ora prima del tuo turno al Lima?” domandò Mercedes guardandolo in modo apprensivo.
“La Sylvester ha bisogno di me. Brittany a quanto pare ha messo il mais nelle macchinette del caffè, convinta di fare i Pop Corn….e ora ha rotto tutto…devo andare a pulire il disastro che ha combinato…Finn dovrebbe tornare tra” il ragazzo controllò l’orologio “ 15 minuti circa, voi state pure qui…grazie per l’aiuto…mi arrangerò io stanotte inventandomi qualcosa…” e dicendo questo il ragazzo uscì dalla camera di corsa, lasciando il gruppetto delle New Direction solo in casa.
“Povero Kurt….quella donna lo sta torturando…” disse Puck stendendosi sul pavimento tra gli abiti.
“Dobbiamo fare qualcosa per aiutarlo…” disse Rachel giocherellando con delle perline che aveva trovato chissà dove.
“Già” fece eco Tina.
“Idea!” disse Quinn improvvisamente. “Ragazzi alzatevi abbiamo un po’ di lavoro da fare!” e dicendo questo la ragazza bionda si avvicinò a Puck e gli porse una mano per aiutarlo. Il ragazzo si mise in piedi controvoglia, e così fecero anche tutti gli altri.
“Faremo una sorpresa al nostro Kurt facendogli trovare la stanza pulita e….l’abito per la festa ultimato di tutti i suoi particolari!”
“Grande idea Q!” disse Mercedes felice
“Forza!” li esortò Quinn “Iniziate a prendere tutto quello che vedete di Fuxia!”
 

*

 
Quella sera Kurt era sfinito. La Sylvester gli aveva fatto grattare tutte le macchinette del caffè e l’aveva obbligato a togliere tutte le cicche che erano incollate sotto i tavolini (ed erano molte).
Appena rientrato in casa, i suoi unici desideri erano: disinfettarsi le mani, farsi una bella doccia e buttarsi a letto, magari ascoltando Teenage Dream cantata da Blaine.
Blaine.
Il Party imminente di sabato
Il vestito ancora non era deciso.
La stanza era sottosopra.
Questi pensieri colpirono Kurt come dei flash tutti nello stesso momento, così il ragazzo prima di aprire la porta della sua stanza prese un profondo respiro. Non pensava di essere pronto ad affrontare la situazione disastrosa che gli si sarebbe presentata sotto gli occhi nel giro di pochi secondi.
Così schiuse lentamente la porta e intrufolò la testa, giusto per capire quanto grave fosse la cosa.
Invece rimase piacevolmente stupito.
Sembrava quasi che degli uccellini avessero messo piede nella sua stanza, sistemando tutto mentre lui non c’era, come accadeva nei cartoni animati. Kurt ci mise un po’ per realizzare che non poteva essere stata opera degli uccellini, bensì dei suoi fantastici amici.
Il suo sguardo cristallino fu presto catturato dal completo bianco attaccato all’anta del suo armadio.
Le New Direction avevano pensato anche a quello.
Il ragazzo fece scorrere gli occhi dal basso verso l’alto sull’abito che era proprio li davanti a lui.
Le scarpe erano quelle fuxia che avevano deciso insieme, così come la giacca e i pantaloni bianchi. Vi erano però una serie di particolare che completavano il tutto. Su una camicia anch’essa bianca, vi era posizionato un bel papillon rosa fluorescente che richiamava il colore della cintura e delle scarpe. I Bottoni della camicia erano stati sostituiti con delle perle anch’esse fuxia, che davano decisamente quel tocco alla Kurt Hummel in più che mancava.
Il completo non era nè troppo eccessivo, nè troppo formale. Era perfetto.
Kurt dopo aver mandato un sms multiplo ai suoi amici e essersi rinfrescato, si gettò sotto il piumone. Era così agitato che nemmeno la voce di Blaine in cuffia riusciva a tranquillizzarlo.
Il giorno successivo ci sarebbe stata la festa, Kurt avrebbe indossato il suo abito perfetto e avrebbe interagito con il ragazzo della caffetteria. Non gli sembrava vero.
Per diverse ore si girò e rigirò nel letto, organizzando mentalmente tutti i possibili discorsi da intavolare con Blaine (i modi per abbordarlo senza sembrare troppo sfacciato, gli argomenti che l’avrebbero reso brillante, gli argomenti da evitare assolutamente per non spaventarlo troppo. Decise addirittura di inventarsi una passione spropositata per Katy Perry…così, casualmente).
A un certo punto iniziò però a preoccuparsi del fatto che la mancanza di sonno gli avrebbe causato due occhiaie tremende, e dato che la festa non era a tema zombie, decise che forse era il caso di darsi una calmata e di abbandonarsi al sonno lasciandosi cullare, ancora una volta, dalle note di Teenage Dream.
 

*

 
Il mattino successivo Kurt era pieno di energie, malgrado le poche ore di sonno. Nonostante questo però la giornata trascorse con una lentezza esasperante.
Come se non bastasse al Lima Bean, Sue si inventò tutti i compiti più strani e faticosi per il povero ragazzo, che fu costretto a lavorare il doppio. Anche perché doveva finire tutto in tempo per darsi una sistemata per il party.
Santana e Brittany nel frattempo erano peggio del solito. Non facevano assolutamente niente a parte acconciarsi i capelli, sistemarsi le unghie, truccarsi e provarsi una quantità spropositata di vestiti sfilando tra i tavoli e chiedendo il parere dei clienti.
Kurt le guardava di sottecchi cercando di mantenere la calma. Non poteva sbottare proprio in quel momento, poche ore prima dell’inizio della festa.
Sue vigilava su Kurt come un avvoltoio e per almeno tre volte il ragazzo la vide spintonare qualche cliente che stava trasportando il caffè, così che questo lo facesse cadere. E Kurt doveva accorrere a pulire tutto.
Insomma quella giornata era un vero inferno. Più del solito.
Ma Kurt non si fece abbattere.
Per questo riuscì ad arrivare indenne alla chiusura.
Brittany e Santana erano già pronte da ore. La mora aveva scelto un minidress verde accesso coordinato con una giacca di jeans fuxia (i clienti avevano votato per quell’abito tra tutti quelli che aveva indossato. Kurt pensò che il motivo fosse l’incredibile scollatura). La biondina invece aveva optato per un vestito da Prom giallo/verde fluorescente fatto di tulle e senza spalline.
Ma la sorpresa più grande fu vedere la Sylvester apparire dalla cucina con una tuta arancio evidenziatore con il logo Adidas arcobaleno (la cosa più pacchiana che Kurt avesse mai visto in vita sua) ed esclamare “Eccomi, sono pronta per il party!”.
“Si era autoinvitata? E perché veniva? Era vecchia!” Pensò Kurt, ma non badò troppo a quei pensieri e svelto sgusciò anche lui nel cucinino sul retro per prepararsi.
 
Nel frattempo le tre donne erano uscite in strada, dimenticandosi totalmente di Kurt e del fatto che avrebbe partecipato anche lui alla festa.
Era relativamente presto, quindi il trio si mise a chiacchierare e a fumare una sigaretta prima di prendere la macchina per dirigersi alla Dalton. Brittany, come una bambina di cinque anni, iniziò a lamentarsi perché aveva voglia di granita, così Santana andò a prendergliene una nel baracchino poco distante dal Lima Bean. Appena tornata la diede all’amica, che tutta contenta iniziò a berla rumorosamente.
Kurt cercò di prepararsi il più in fretta possibile. Non voleva certo arrivare tardi alla festa. Così una volta indossato il completo, sistemato i capelli alla perfezione con tonnellate di lacca, ed essersi spruzzato un bel po’ di profumo, iniziò a spegnere tutte le luci del bar e a chiudere tutte le porte. Uscito in strada si stupì nel trovare ancora Brittany Santana e Sue intente a chiacchierare allegramente. Ma lo stupore sui volti delle tre donne fu maggiore.
Avevano totalmente omesso la presenza di Kurt alla festa, e sicuramente non erano pronte nel vederlo così….perfetto.
Brittany per poco non si soffocò con il liquido ghiacciato e Santana stava letteralmente andando a fuoco dalla rabbia. Quel ragazzo gli avrebbe sicuramente rubato la scena.
Per questo non ci pensò due volte quando decise di afferrare la granita dalle mani dell’amica. Si avvicinò con passo deciso al ragazzo e dopo avergli fatto passare due dita sul risvolto della giacca e avergli lanciato un sorriso maligno, lo colpì in pieno con la granita dicendo semplicemente “Quaaaanto mi dispiace! Sono inciampata! Mi conosci…sono molto maldestra…” e scuotendo i capelli si allontanò soddisfatta verso le altre due donne che sorridevano divertite.
Kurt riuscì a intravederle appena mentre si dirigevano in macchina e accendevano il motore, perché i suoi occhi erano offuscati dalle lacrime. Una macchia enorme scura copriva tutta la giacca e la camicia, e stava gocciolando anche sui pantaloni.
Il suo vestito era rovinato da capo a piedi.
La sua serata, era rovinata.
Kurt si accasciò seduto sul marciapiede e con la schiena poggiata alla porta d’ingresso del locale si abbandonò a un pianto incessante e sommesso


Ok ragazze!
Intanto scusate per aver saltato l'aggiornamento martedì, ma è stata una settimana stra incasinata, e ho preferito aggiornare la CK martedì al posto di questa...spero di farmi perdonare postando questo capitolo a un orario decente! 

Intanto vi RINGRAZIO immensamente per aver votato le copertine! chi non l'ha ancora fatto può sempre farlo, io ve ne sarò infinitamente grata!! 
Di questo capitolo non ho molto da dire, a parte il fatto che il vestito di Kurt è bianco e rosa come quello di Cenerentola (il primo, quello che gli fanno i topini) - ho cercato comunque di rimanere il più sobria possibile.
Invece il vestito di Santana è quello che Naya indossava al Glee Live (in RDMH) e quello di Brittany è quello del Prom dell'anno scorso.

Ringrazio sempre tutte le persone che leggono e commentano la storia, e tutti quelli che l'hanno aggiunta tra le preferite-seguite-ricordate!
A martedì per il prossimo capitolo, mentre se seguite anche la Calvin Klaine ci sentiamo domani sera con il capitolo 5!
Baci
Otty

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - No matter how your heart is grieving ***


Capitolo 5: No matter how your heart is grieving
 
Il tempo passava ma Kurt non sembrava intenzionato a riprendersi. La granita gli si era seccata sulla camicia e emanava un profumo dolciastro che lo nauseava. Nonostante questo non riusciva proprio ad alzarsi da quella posizione e le lacrime non smettevano di rigargli il volto. Cercava di autoconvincersi ripetendosi tra i singhiozzi: “Dai Kurt, alla fine cos’è un ballo alla Dalton? In fondo dev’essere tremendamente noioso, così pesante e terribilmente…” ma era tutto inutile “…terribilmente meraviglioso” la tristezza lo assaliva inesorabilmente. Quel ballo era la cosa che desiderava più di tutto, anzi, Blaine era la cosa che desiderava più di ogni altro. E questa volta ci era andato così vicino.
“E’ inutile, sono uno stupido che crede ancora nelle favole…” disse a se stesso affondando la testa nelle ginocchia tra i singhiozzi “cosa pensavo di ottenere? Ero convinto che quelle tre mi permettessero di realizzare anche minimamente uno dei miei desideri? È inutile, non posso più sperare…non posso più credere a nulla…anche New York mi sembra un’idea così idiota in questo momento, perché sono così ingenuo? Perché ho questa fottuta tendenza a sognare ad occhi aperti? A credere che prima o poi le cose cambieranno? Perché?” e tra questo fiume di domande si abbandonò nuovamente alle lacrime.
Improvvisamente il ragazzo fu illuminato dai fari di una macchina che si era fermata proprio davanti a lui. Fu obbligato ad alzare lo sguardo e si rese ben presto conto che davanti a lui aveva parcheggiato una limousine bianca scintillante. Puntò gli occhi ancora appannati dalle lacrime su quella macchina, curioso di capire cosa ci facesse un’auto del genere a Lima.
Immediatamente la portiera del passeggero si aprì lasciando scendere una ragazza mora, minuta e con il musetto da topo. Indossava un vestitino vaporoso azzurro e bianco e in bocca aveva un chupa chups. Saltellando su dei tacchi vertiginosi si avvicinò alla vetrina del Lima Beans incurante di Kurt appallottolato proprio davanti all’ingresso. Iniziò a guardare dentro il vetro e a lamentarsi con quella sua vocina pungente “Ehiiii! C’è nessuno?!?! Sono Sugar Motta e vi ordino di aprire questo posto!” strillò battendo sul vetro quando si rese conto che nessuno rispondeva ai suoi ordini.
Kurt preoccupato da quella ragazza cercò di ricomporsi e le rivolse la parola: “Guarda che non c’è nessuno, abbiamo appena chiuso…”
La ragazza si guardò attorno per cercare di capire chi avesse parlato, quando abbassò lo sguardo e notò Kurt tirò un gridolino spaventato “Dio mio! Ma da quanto tempo sei li? Cosa ci fai per terra? E poi cos’è questa puzza?” chiese facendo una smorfia con il viso.
Kurt rispose con un alzata di spalle indicando con lo sguardo la sua camicia totalmente rovinata.
Sugar non sembrava particolarmente interessata ai problemi di quel ragazzo, doveva prima sistemare i suoi. “Comunque, mi stai dicendo che questo posto è chiuso? E io come faccio? Devo portare un muffin al papino, per la sua festa!”
Kurt la guardò in modo interrogativo e la ragazza agitando le mani spazientita disse “la festa del non-compleanno? Sveeeeglia? Le notizie non arrivano qui dove vivi tu?” chiese la ragazza indicando il marciapiede dove era accucciato Kurt,
“Guarda che io non vivo qui…” rispose quello secco.
“Non mi importa…” disse quella perdendosi ad osservare la sua immagine riflessa nella vetrina del locale “…Wow sono fantastica stasera!” disse sistemandosi la gonna di tulle azzurra e ridacchiando.
Kurt appoggiò la testa sonoramente sulla porta del Lima Bean e chiuse gli occhi. La vocina di quella ragazza gli stava facendo venire mal di testa.
“Aaaaaaah!” gridò quella improvvisamente.
“Ecco, appunto” pensò Kurt passandosi due dita sulle tempie e riaprendo gli occhi a forza per capire cos’aveva quella pazza da urlare.
Si ritrovò Sugar accucciata davanti a lui con il chupa chups tra le mani che guardava le sue scarpe con occhi sgranati.
“IO AMO LE TUE SCARPE FUXIA!” disse quella emozionata e Kurt non potè far altro che accennarle un sorriso confuso. Quella ragazza aveva per caso qualche sdoppiamento di personalità? Poteva essere pericolosa?
“Dammele! Le voglio!” e dicendo queste parole si avventò sulle scarpe di Kurt iniziando a strattonarle.
“Ehi Ehi Ehi! Ferma! Ma sei impazzita?” disse il ragazzo tirando indietro la gamba con forza e facendola cadere a terra. In tutta risposta Kurt si alzò in piedi e si appiattì contro la porta del locale. Sugar sdraiata sul marciapiede lo guardava sconvolta.
“Ma per essere uno che vive in strada sei vestito bene…a parte quella macchia scura e appiccicosa su tutto il tuo vestito…se volevi fare le cose bene, perché non te la sei fatta rosa?”
La domanda della ragazza lasciò Kurt a bocca aperta.
“Come hai detto che ti chiami? Sugar?”
“Sugar Motta” rispose quella e Kurt continuò a parlare leggermente infervorato.
“Allora Sugar Motta, non so assolutamente chi sei, e non so come ti permetti di venire a insultarmi, ma mettiamo le cose in chiaro: uno, io non vivo su questo marciapiede e due, questa macchia non fa parte del vestito, qualcuno mi ha versato addosso una granita e ora non posso più partecipare alla festa a cui dovevo andare…chiaro?” disse il ragazzo tutto d’un fiato.
Sugar nel frattempo si era rimessa in piedi e ora saltellava sulle sue gambe emozionata.
“Hai detto festa? Io adoro le feste! Ma solo se le organizzo io!” disse quella in tutta risposta e Kurt fece cadere le braccia pesantemente lungo i fianchi. Si trovava di fronte a un caso disperato.
“Come ti pare, io ora vado a casa a lavarmi…tu fai quello che vuoi, basta che non butti giù la vetrina per cercare di prendere un Muffin per il tuo papino. Il negozio è chiuso, passa domani.” disse il ragazzo, iniziando ad allontanarsi. Ma Sugar gli afferrò il braccio. Ora stava quasi per piangere.
“Ma la tua festa? Non ci vai?” chiese la ragazza.
Kurt spazientito rispose “Secondo te come faccio? Posso andare conciato in questo modo?”
Sugar fece scorrere i suoi occhi stralunati lungo tutto il corpo di Kurt e poi scosse la testa in modo vigoroso.
Estraendo il Chupa Chups dalla bocca iniziò a rotearlo pensierosa attorno a Kurt, quando improvvisamente gridò: “AH! IDEA!” e  poi corse dentro la macchina.
Ne uscì portando uno smoking grigio perla coordinato con una camicia anch’essa della stessa tonalità di grigio.
“Ma certo che ci andrai a quella festa…e con questo vestito! Guarda, è fantastico! È proprio il colore che quest’anno è di moda quaggiù, vedrai che bijou!” disse con un gridolino di gioia saltellando e consegnando l’abito nelle mani di Kurt.
“Ma…ma cosa?” domandò quello incredulo
“E’ del mio papi…lo teniamo in macchina per le occasioni insieme ad altri cambi…c’è un piccolo armadio li dietro” disse la ragazza indicando la limousine. “te lo posso prestare!” Dai provalo…daidaidaidai!” disse quella punzecchiando Kurt che agitato cercò di riprendere in mano la situazione. “Oddio, grazie! Non so veramente come ringraziarti…ora riapro il locale e vado a provarlo…tu aspettami qui…”
Kurt entrò di corsa nel bar, si tolse gli abiti sporchi e indossò il completo pregiato del signor Motta. La stoffa era talmente bella che con la luce prendeva addirittura delle sfumature che andavano dall’argento all’azzurro. Si guardò compiaciuto per qualche secondo nello specchio  pensando che quello era il vestito dei suoi sogni, l’abito perfetto per quella serata magica. Poi si diresse verso la porta d’ingresso, ma prima di uscire e richiudere il Lima Bean decise di prendere una confezione da dodici muffin da portare a Sugar per il non-compleanno del Signor Motta.
“WOWOWOWOW!” gridò la ragazza tutta esalta appena vide Kurt uscire vestito di tutto punto. Corse ad abbracciarlo felice “Stai benissimo! Quasi meglio del mio papino! Sembri un coniglietto tutto brillantinoso!”. Il ragazzo prese quel commento come un complimento e facendo un largo sorriso porse la scatola con i muffin alla ragazza “per tuo padre” disse semplicemente e Sugar quando capì di cosa si trattava, iniziò ad agitarsi in modo scomposto. In preda a un attacco di felicità corse attorno a Kurt facendo dei saltelli, agitando il suo chupa chups come se fosse una bacchetta magica e canticchiando “magicabula, salagadula, bidibibodibibù! Bidibibodibibu!”.
Poi improvvisamente si bloccò, osservando i piedi di Kurt. Il ragazzo indossava ancora le scarpe fuxia.
“Ma quelle scarpe non vanno bene!” disse la ragazza portandosi una mano al petto sconvolta.
“Nono, tranquilla! La festa è a tema fluo quindi so-“ il ragazzo non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Sugar era già tornata verso la macchina affondando nel sedile. Ne riemerse poco dopo portando in mano alcune cose rosa.
Tornò vicino a Kurt e disse “perché non me l’hai detto prima? Guarda qui!” e iniziò a prendere un piccolo fazzolettino di stoffa pregiata rosa fluorescente, esattamente come le scarpe del ragazzo, e glie lo posizionò nel taschino dello smoking. Poi assunse un’espressione incredibilmente seria e si avvicinò a Kurt “Ascoltami bene…questi” e mentre pronunciava queste parole mise sotto il naso del ragazzo un paio di occhiali da sole simil rayban profilati di fuxia “sono i miei occhiali preferiti! Ma visto che sono una persona buonissima, te li presto, così sarai ancora più stupendoloso!”. La ragazza mise gli occhiali a Kurt e poi applaudì felice per l’effetto ottenuto, ripetendo ancora la sua cantilena “Bidibibodibibù! Bidibibodibibu!”.
Poi, come colta da un improvviso lampo, aggiunse “Però…eh si, c’è un però….io stasera devo partecipare a un Pink!Party…quindi ho bisogno di quegli occhiali per completare il mio look…hai tempo fino a mezzanotte….poi ci ritroveremo qui e mi restituirai tutto…sono stata chiara? Se non sei qui all’ora stabilita manderò qualcuno a cercarti! Non conosci le infinite risorse della famiglia Motta!”
Kurt, si fidò di quelle parole, Sugar sembrava una pazza e chissà che oscuri segreti nascondeva la sua famiglia. Per questo rispose “Grazie Sugar, hai salvato la mia serata, ti considererò la mia fata madrina, e non preoccuparti fino a mezzanotte è più di quanto io osassi sperare…”
“Santo cielo ora smettila di parlare e vai! O ti perderai tutto il ballo sai!” gridò quella, spingendo Kurt verso la sua macchina. Il ragazzo le sorrise e  iniziò a correre verso la sua auto.
Appena salito, si diede un ulteriore occhiata nello specchietto. Quegli occhiali erano particolarmente strani, ma tutto sommato gli stavano bene. Così decise di tenerli.
Prima di mettere in moto, cercò l’Ipod e se lo fissò alla tasca dei pantaloni. Poi indossò le cuffie e fece partire a rotazione “Teenage Dream” (non aveva ancora fatto un cd con quella canzone, per questo motivo in macchina era costretto ad ascoltare l’Ipod).
Aveva bisogno di sentire la voce di Blaine diritta nelle sue orecchie per trovare il coraggio di affrontarlo faccia a faccia.
In più quella canzone lo tranquillizzava in un modo impressionante, e in quel momento si sentiva particolarmente agitato.
Impostò sul navigatore l’indirizzo della Dalton e si sistemò la cintura di sicurezza.
“I finally found you, my missing puzzle piece. I’m complete” stava cantando Blaine nelle sue orecchie.
“Speriamo” sussurrò Kurt a se stesso facendo partire il motore.

Quanto possiamo amare Sugar Motta?! E' PERFETTA!
Ci sono alcune cosine (frasi) riprese dal cartone, vediamo chi le scova...

Grazie ancora a tutti quelli che leggono e recensiscono e a chi continua a inserire la storia tra le seguite/preferite/ricordate
A Sabato con la festa alla Dalton.
Baci
Ottavia

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - If you keep on believing the dream that you wish will come true ***


Capitolo 6: If you keep on believingthe dream that you wish will come true
 
Kurt trovò facilmente la scuola di Blaine. L’edificio lo conosceva dalle foto che aveva visto su internet, ma dal vivo era ancora più impressionante.
In più i ragazzi avevano fatto un lavoro eccellente: il parco era stato addobbato con nastri e fiocchi fosforescenti e dalle finestre Kurt poteva intravedere luci colorate. Ma la cosa più impressionante era la musica assordante che usciva dalla Dalton.
Il ragazzo parcheggiò turbato e dopo essersi dato un ultima occhiata, varcò la soglia dell’edificio.
Percorse il lungo corridoio d’ingresso guardandosi attorno a bocca aperta. Il soffitto era pieno di lampadari pregiati, e lo stesso valeva per i mobili e i quadri. Tutto in quella scuola gridava lusso e agiatezza.
Kurt non sapeva di preciso dove dovesse andare, ma decise di seguire la musica, che lo condusse proprio verso una grande porta.
Il ragazzo prima di entrare nella stanza prese un respiro profondo.
Il momento era arrivato.
 

*

 
“Blaine, Blaine! Corriiiiii” gridò un ragazzo con uno smoking giallo fosforescente, intonato perfettamente con il colore dei suoi capelli “tra poco tocca a noi!”
“Jeff, non vale! Dovevate avvisarmi che stasera avremmo anche dovuto cantare! Prima mi organizzate una festa a sorpresa e poi mi fate anche esibire, non penso di essere pronto…”
“Blaine piantala! Tu sei nato pronto!” disse David afferrandolo per un braccio e iniziando a strattonarlo verso un palchetto che si trovava al centro della stanza.
Wes e altri Warblers erano intenti a sistemare la pedana su cui si sarebbero esibiti. Thad si avvicinò al microfono e dopo aver fatto un cenno al DJ di abbassare la musica, iniziò a parlare alla folla.
“Ragazzi grazie per essere venuti stasera all’esclusivo party in onore del nostro Blaine Anderson!” la folla esplose in un boato di grida e applausi, tanto che Thad fu costretto ad aspettare qualche secondo prima di riprendere a parlare.
“Come tutti voi sicuramente saprete, Blaine è il leader dei Warblers, e visto che ogni occasione è buona per un esibizione, stasera vi presentiamo uno dei nostri pezzi più acclamati….e scusateci per il look leggermente eccentrico…ma risalta perfettamente il nostro caro Blaine!” disse il ragazzo, e dopo aver spostato il microfono corse a posizionarsi con gli altri.
Le luci si abbassarono e le voci dei ragazzi iniziarono ad armonizzare le prime note di Raise Your Glass.
Blaine si calò subito nel suo ruolo.
Altro che “non penso di essere pronto….”
Quel ragazzo era un animale da palcoscenico.
 

*

 
Nel momento in cui Kurt varcò la porta si trovò catapultato in un mondo fluorescente e psichedelico. La sala era gremita di gente vestita con i colori più assurdi che ballava e si agitava a suon di musica. Il ragazzo dalla cima della scalinata, sfruttando la posizione sopraelevata, percorse con gli occhi tutta la stanza per cercare Blaine.
Non riuscì ad individuarlo, in compenso trovò immediatamente Brittany in piedi su un tavolo, molto probabilmente già ubriaca, che stava facendo uno spogliarello.
Santana era poco distante che ballava avvinghiata a due ragazzi (più che altro sembravano dei polipi).
Kurt riuscì a trovare anche Sue, in piedi affianco al buffet che controllava chi si avvicinava troppo agli alcolici.
Il ragazzo facendosi coraggio si immerse in quella marmaglia di gente esaltata. Trovare Blaine sarebbe stata un’ impresa davvero difficile.
Come non detto.
Eccolo li, trascinato al centro di una pedana attorno alla quale si stava ammucchiando la gente.
Se possibile, era ancora più bello del solito.
Intanto era uno dei pochi non pacchiani, e Kurt apprezzò molto questo suo ottimo gusto nel vestire. Per la serata aveva scelto uno smoking blu scuro non troppo elegante e una camicia scura, il tutto coordinato da un papillon fuxia. Kurt riuscì a notare che anche i calzini del ragazzo erano fuxia, e non potè fare a meno di sorridere. Senza farlo apposta erano vestiti perfettamente in pendant.
Kurt guardò velocemente gli altri Warblers. Erano a dir poco imbarazzanti. Alcuni avevano scelto dei pantaloni o delle giacche arancio o verdi fosforescenti (alcuni avevano azzardato addirittura pantaloni arancio e giacca verde), il ragazzo asiatico indossava un Borsalino rosa e delle scarpe da tennis azzurre evidenziatore, il ragazzo alto e biondo platino era riuscito addirittura a trovare uno smoking giallo fluo che nemmeno The Mask avrebbe indossato.
Kurt arrivò a pensare che evidentemente quei ragazzi avrebbero avuto bisogno di un buon stilista se mai fossero diventati famosi, magari quello degli One Direction.
Tornò a concentrarsi su Blaine: il ragazzo moro era visibilmente agitato. Con una mano impugnava il microfono e con l’altra si torturava il profilo della giacca. Kurt cercò di farsi strada tra la gente per raggiungere le prime file e si mise ad ascoltare le parole di Thad.
Gli Warblers si sarebbero esibiti dal vivo.
Kurt non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Blaine si voltò di spalle e abbassò la testa. Non appena gli altri ragazzi iniziarono con la base, si rigirò e iniziò a saltellare per il palco cantando, totalmente a suo agio.
L’agitazione di pochi secondi prima era completamente scomparsa, lasciando spazio a una grinta e a una padronanza della scena incredibile.
Kurt rimase a bocca aperta. Quel ragazzo così minuto era in realtà un concentrato di energia. Sembrava nato per stare sul palcoscenico.
Il ragazzo seguì Blaine con gli occhi per tutta la canzone, e per un attimo gli sembrò quasi che quello avesse ricambiato il suo sguardo.
Non appena la canzone finì gli Warbler si inchinarono e vennero accolti da grida e applausi a scena aperta.
Kurt fu costretto ad allontanarsi, visto che una massa di persone si stava ammucchiando sul palcoscenico. Decise quindi di avvicinarsi al buffet per mangiare qualcosa dato che il suo stomaco aveva incominciato a brontolare.
Vi incontrò la Sylvester e ringraziò Sugar e i suoi occhiali scuri, dato che la donna non sembrava averlo riconosciuto.
La musica riprese a suonare, questa volta lasciando spazio a una Hit di Katy Perry “Last Friday Night”.
Kurt era intento a scegliere quali tartine mangiare, quando si sentì toccare sulla spalla.
Nel momento stesso in cui si voltò sentì le ginocchia cedergli, tanto che dovette appoggiarsi con una mano al tavolo del buffet.
Blaine era proprio di fronte a lui, sorridente.
Dopo pochi secondi il moro si avvicinò a Kurt per sovrastare la musica e gli gridò nell’orecchio “TI HO VISTO DAL PALCO! ADORO I TUOI OCCHIALI!”.
Kurt non capiva più niente, avere quel ragazzo così vicino, sentire l’odore del suo dopobarba e la sua voce proprio nelle sue orecchie…non poteva farcela.
Abozzò un sorriso, ma risultò più che altro una smorfia.
Blaine gli afferrò la mano e urlando “BALLIAMO!” lo trascinò al centro della sala.
Kurt era un bravo ballerino, ma in quel momento le sue gambe erano talmente molli e non volevano muoversi. Blaine era divertito e saltellava felice attorno al suo partner. Quando si accorse del fatto che quel ragazzo era veramente in imbarazzo gli afferrò le braccia e iniziò a muovergliele a tempo gridando “SCIOGLITI UN PO’! SEGUI ME!”, poi gli fece fare una serie di giravolte.
Kurt capì che non poteva lasciarsi sfuggire quell’occasione: prese così una serie di respiri ad occhi chiusi e poi iniziò a lasciarsi trascinare dalla musica agitando le spalle come sapeva fare. Blaine sembrava apprezzare, infatti continuava a volteggiare attorno a Kurt seguendo il ritmo.
I due si lasciarono trascinare dalla musica fino alla fine della canzone, ballando come dei pazzi. Blaine passò poi un braccio sopra la spalla del suo partner gridando “IL MIGLIOR PARTY DI SEMPRE!*”.
Kurt pensava esattamente la stessa cosa.
In quel preciso momento partì un lento, e Kurt arrossì violentemente.
Blaine non ci fece caso e porse ancora la mano al ragazzo invitandolo a ballare. I due si posizionarono particolarmente vicini e iniziarono ad ondeggiare per la sala. Kurt però stava sudando ed era visibilmente agitato, tanto che Blaine se ne accorse e gli domandò: “Stai bene?” (questa volta senza urlare, non ce n’era bisogno) “Vuoi uscire a prendere una boccata d’aria?”
Il ragazzo annuì e i due si diressero verso la porta che conduceva a uno dei cortili sul retro della scuola.
Appena usciti Kurt iniziò a parlare velocissimo “mi spiace, per colpa mia ti sei allontanato dalla tua festa…torna dentro se vuoi, io posso benissimo stare qui fuori da solo…”
Blaine si avvicinò al ragazzo e con la mano gli fece un leggero buffetto sulla spalla “Piantala! Non mi stai mica rovinando la serata sai? Anzi ho iniziato a divertirmi veramente da quando ho iniziato a ballare con te…”
“Stai dicendo che quando eri sul palcoscenico a cantare non ti stavi divertendo?” chiese Kurt cercando di mascherare l’imbarazzo e di deviare il discorso.
Quello alzò le spalle con tono di sufficienza e rispose “si mi divertivo, ma lo faccio talmente tante volte che ormai mi viene spontaneo….invece con te era diverso, c’era proprio una bella sintonia tra noi due non trovi? Come se ci conoscessimo da tempo…”
“Non hai capito chi sono?” chiese Kurt sconvolto.
Blaine scosse la testa perplesso “il tuo viso mi sembra famigliare, e anche la tua voce, ma sinceramente non riesco proprio a capire dove ti ho già visto…”
Kurt rimase veramente di stucco. Sapeva di essere anonimo, un semplice cameriere di un bar, ma non pensava di essere così tanto invisibile. E possibile che a causa di un semplice paio di occhiali, quello non riusciva a riconoscerlo?
“Puoi dirmi chi sei?” chiese Blaine avvicinandosi a Kurt e cercando di togliergli gli occhiali da sole.
Kurt fece uno scatto indietro e disse “Non se ne parla!”
“Uff, allora come posso capire chi sei? Avevo intenzione di chiederti il numero di telefono per vederci ancora qualche volta, ma se non posso nemmeno guardarti negli occhi….cosa mi nascondi sotto quegli occhiali? Non è che sei come Ciclope degli X-Man e lanci raggi laser dagli occhi? Sai, solo per sapere….in questo caso non ti chiederei mai il numero…”
Kurt rimase leggermente sconvolto da questo lato nerd di Blaine. Poi decise di giocare un po’ con il ragazzo “fammi delle domande così vediamo se capisci chi sono….se poi in base alle mie risposte mi troverai comunque interessante mi potrai chiedere il numero…e ti assicuro che non sparo raggi laser dagli occhi…”
Blaine sorrise e iniziò a pensare. Dopo qualche secondo domandò: “Hai detto che ci siamo già visti?”
“Affermativo”
“Quante volte?” chiese quello
“Spesso” rispose Kurt.
“Mmmm…dove?”
“Non posso dirtelo, capiresti subito, almeno credo…”
“Ok…tanto per essere sicuri….non vieni in questa scuola, vero?”
“No”
I due continuarono a passeggiare mentre Blaine cercava di trovare qualche domanda interessante da fare.
“Cantante preferito?”
“Katy Perry” – bugia – pensò Kurt, ma a fin di bene, dopotutto.
“ANCHE LA MIA!” disse quello in un misto di gioia e stupore.
“Bevanda preferita?”
“Diet Coke”
“Animale preferito?”
“Lama”
Blaine rise a questa risposta, beccandosi una pacca sul braccio e un rimprovero “Ehi, non insultare i Lama!”
“Dove ti vedi tra 10 anni?”
“A New York”
“Wow…” rispose quello, poi continuò “cosa fai nel tempo libero?”
“Non ho molto tempo libero…”
“Tutti hanno del tempo libero….”
“Lavoro quasi sempre….”
“Dove?”
“Non posso dirtelo…”
“Afferrato….quindi….ci saranno dei momenti in cui non lavori no? In quei momenti cosa ti piace fare per rilassarti?”
“Ascoltare te che canti?” no questo Kurt non poteva dirlo. Per questo optò per un’altra scelta: “Cantare e leggere…”
Blaine sembrava aver apprezzato molto quella risposta.
“Ti piacciono i fumetti? Tipo i Fantastici 4, gli Xman….queste cose qui?”
Kurt sorrise, quel ragazzo era veramente adorabile “abbastanza…”
“E Harry Potter?”
“Da impazzire”
“Ma sei vero? Ti prego dimmi chi sei! Voglio sposarti, sei il mio ragazzo ideale!”
Kurt arrossì violentemente sentendo quelle parole, e per evitare di darlo troppo a vedere si voltò e si sedette su una panchina dando le spalle a Blaine.
Quello però non tardò ad arrivare e si posizionò al suo fianco.
Dopo essere rimasto in silenzio a pensare per qualche secondo e a osservare il suo interlocutore con sguardo improvvisamente serio, Blaine si avvicinò pericolosamente alle labbra di Kurt e giunto a pochi centimetri di distanza avvicinò le mani verso gli occhiali rosa.
Prima di sollevarli fece un’ultima domanda, questa volta quasi sussurrandola: “Hai mai baciato qualcuno?”.
 
* “BEST PARTY EVER!” dal video di Katy Perry

Mi scuso per il ritardo...ma sono tornata adesso da lavoro...
spero di farmi perdonare con questo capitolo....finalmente abbiamo l'incontro Klaine con il ballo...
che ve ne pare???
ringrazio come al solito tutti perchè siete gentilissimi!!!
A martedì
Baci
Otty

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Don't let your heart be filled with sorrow ***


Capitolo 7: Don't let your heart be filled with sorrow
 
Il cuore di Kurt stava battendo all’impazzata. Blaine era talmente vicino che poteva sentirne il respiro direttamente sulle sue labbra. Il ragazzo, sotto gli occhiali scuri, chiuse gli occhi, aspettando il fatidico momento del contatto.
Ma improvvisamente quell’attimo magico fu interrotto dall’ insistente vibrazione proveniente dalla tasca dei pantaloni di Kurt.
Il ragazzo mise una mano sulla sua coscia e in quel preciso momento realizzò il tutto. Aveva puntato la sveglia esattamente a mezzanotte meno dieci, giusto per ricordarsi dell’appuntamento con Sugar. Sinceramente non pensava che gli dovesse servire. Invece aveva perso totalmente la cognizione del tempo.
Con uno scatto si alzò in piedi lasciando Blaine con le mani a mezz’aria, assolutamente interdetto.
Kurt con foga iniziò a scusarsi mentre si allontanava per rientrare nella Dalton “Mi dispiace….devo scappare…scusami!”.
“Un momento!” gridò Blaine alzandosi e inseguendolo “Aspettami ti prego! Non so neanche il tuo nome! Dove stai andando?”
“E’ tardissimo! Scusami…scusami davvero” disse Kurt iniziando a correre nella sala da ballo cercando di farsi largo tra la folla. Blaine poco distante continuava a seguirlo “Ma cosa significa? Se te ne vai così come potrò ritrovarti?”.
Kurt era già a metà scalinata quando si girò giusto un attimo per guardare ancora una volta Blaine e chiedergli nuovamente scusa.
In quel momento il ragazzo si infilò la mano nella tasca per spegnere il cellulare, che continuava a vibrare con insistenza. Inavvertitamente, mentre faceva quell’operazione, l’Ipod gli scivolò fuori dai pantaloni. Blaine però era troppo vicino, quindi Kurt decise di lasciarlo li a terra, e continuò a correre verso l’ingresso della scuola. Si catapultò alla macchina senza più guardarsi alla spalle. Una volta salito, mise in moto e si allontanò a gran velocità. Solo in quel momento diede un occhiata nello specchietto e vide Blaine ansante ai piedi dell’ingresso principale della Dalton che si guardava attorno smarrito.
Kurt si maledì per quello che era appena successo, ma non voleva deludere Sugar, e sinceramente temeva anche le sue minacce.
 

*

Blaine dopo aver percorso con lo sguardo per alcuni minuti tutto il parcheggio si arrese.
Il ragazzo misterioso era scomparso così com’era venuto.
Decise quindi di tornare dagli altri per interrogarli, magari qualcuno lo conosceva.
Rientrando nella sala della festa, sulle scalinate principali calpestò un oggetto piccolo e argentato. L’Ipod di Kurt.
“Ecco cos’era scivolato fuori dalla tasca di quel ragazzo!” disse fra se e se raccogliendolo e infilandoselo nei pantaloni.
Poi si avvicinò ai suoi amici Warblers e iniziò a tempestarli di domande a proposito del suo accompagnatore misterioso.
Tuttavia sembrava che quel ragazzo fosse venuto dal nulla. Nessuno lo conosceva, nessuno l’aveva mai visto, e nessuno l’aveva invitato.
Blaine era disperato. La sua unica speranza risiedeva in quell’oggettino argento che custodiva nella tasca dei pantaloni. Ora tutto quello che desiderava fare era rinchiudersi nella sua stanza del dormitorio e analizzarlo per bene. Non sapeva esattamente cosa sperava di trovare a parte della musica, ma aveva bisogno di ritagliarsi un momento per pensare a quello che stava succedendo.
Tuttavia Blaine era l’ospite d’onore, e non riuscì a dileguarsi dalla festa molto facilmente, così fu costretto a stamparsi un fintissimo sorriso sul volto e aspettare che tutti se ne andassero.
Passò il resto della serata con una mano in tasca, stretta attorno al lettore musicale che aveva trovato, dato che aveva una paura folle di perderlo.
 

*

 
Blaine finalmente riuscì a chiudersi nella sua camera in solitudine. Erano già le quattro di mattina ma il ragazzo non aveva per niente sonno. L’insieme di avvenimenti di quella sera l’avevano riempito di adrenalina ed ora l’unica cosa che voleva fare era scoprire qualcosa di più su quel misterioso ragazzo.
Sfilandosi le scarpe velocemente, balzò ancora vestito di tutto punto sul piumone ed estrasse dalla tasca il piccolo lettore musicale, iniziando a rigirarselo tra le mani, probabilmente cercando un iniziale, un portachiavi, un indizio che lo potesse aiutare in qualche modo. Ma non c’era nulla.
Decise di accendere l’Ipod per ascoltare qualche traccia, pronto a ricevere un ulteriore conferma di quanto quel ragazzo fosse perfettamente in sintonia con lui, anche per quanto riguardava i loro gusti musicali.
Certo, non si aspettavatutta quella sintonia.
Non appena il ragazzo schiacciò il tasto play sentì la sua voce risuonargli direttamente nelle orecchie.
Com’era possibile che quel ragazzo avesse la sua versione di Teenage Dream sull’ Ipod?
Fece scorrere avanti le tracce, ma non ne trovò altre. La situazione iniziava a inquietarlo leggermente.
Chi era quel ragazzo? Il suo personale stalker?
Blaine sentì il bisogno di abbandonare il lettore musicale sul letto per andare a farsi una doccia bollente e chiarificatrice.
Se di per sé il desiderio di rivedere quel ragazzo era già forte, ora, dopo aver scoperto la sua tracklist, Blaine doveva trovarlo a tutti i costi.
La doccia non aiutò molto. Blaine era, se possibile, ancora più confuso di prima. Mille domande lo attanagliavano e non riusciva a dare una risposta a nessuna di queste.
Decise di tentare di dormire. Avrebbe cercato di risolvere la questione il giorno successivo (che fortunatamente era domenica) con l’aiuto di qualcuno dei suoi amici.
 

*

“Sveglia raggio di sole! Sono già le tre di pomeriggio!”.
Il sonno di Blaine fu interrotto bruscamente dalla voce e dal dolce peso di Trent che era praticamente seduto sopra di lui.
Il ragazzo con la voce impastata dal sonno mugugnò qualcosa e poi si coprì totalmente con il piumone.
“Blaine, sul serio, è ora di alzarsi. Sei rimasto solo tu a letto…anche Nick è già in piedi….” Disse Wes iniziando ad aprire tutte le finestre per far entrare la luce e anche l0aria pungente “non farci usare le maniere forti…”
Blaine ricordandosi cos’era successo l’ultima volta (una bella secchiata d’acqua fredda non era il suo primo desiderio in quel momento) abbassò la coperta dalla faccia brontolando “sono sveglio…”
Wes sorridendo si avvicinò ai due ragazzi sedendosi sul bordo del letto, domandando “allora ti sei divertito ieri sera?”
Blaine fece un cenno stanco con la testa e Trent lo rimbeccò immediatamente con tono malizioso “secondo me si è divertito fino a mezzanotte….poi non vedeva l’ora di andarsene…”
Wes sorrise leggermente a quell’affermazione, mentre Blaine sbuffando, si girò su un lato affossandosi sotto le coperte.
Il compagno asiatico gli si avvicinò e spostando il piumone dalla faccia dell’amico chiese: “Non hai scoperto nulla su quel ragazzo misterioso? La notte non ti ha portato qualche consiglio?”
“Zero” rispose Blaine con delusione.
“Ma non può essere apparso dal nulla! Qualcuno deve averlo invitato!” disse Trent agitando le mani in modo ovvio.
“Quell’idiota do Thad ha invitato mezzo Ohio….ha dato gli inviti anche ai passanti…” rispose Wes in tono scocciato, poi rivolgendosi a Blaine “Comunque amico, io non ti capisco! Non puoi rimanerci sotto così per uno che nemmeno conosci! Ti sei avvicinato a lui per un paio di occhiali…e ora guardati qua!”
Il ragazzo da sotto le coperte si passò una mano tra i capelli arruffati e poi rispose “no ragazzi, voi non capite….tra noi è scattato qualcosa…o almeno per me è così…non so come spiegarvelo….è come se conoscessi quel ragazzo da sempre….”
“Sei il solito romantico inguaribile, B.” lo rimbeccò ancora una volta Wes.
“C’è un momento…quando dici a te stesso: - Oh, eccoti.. È tutta la vita che ti cerco -…non vi è mai capitato ragazzi?” gli altri due agitarono la testa in segno negativo, così Blaine continuò a parlare “beh, conoscere quel ragazzo ieri sera ha rappresentato quel tipo di momento per me….”
Trent con gli occhi lucidi, iniziò a parlare a sproposito, abbassandosi ed abbracciando il ragazzo che era ancora imbacuccato sotto le coperte: “Mio piccolo usignolo….questo è lo spunto perfetto per una favola!....’Il giovane principe che si inchina alle invitate, ad un tratto alza gli occhi, il suo viso si illumina perché eccola, gli appare la fanciulla dei suoi sogni, non sa chi sia e da dove venga…ma che gli importa di saperlo, il suo cuore gli dice che quella sarà la fanciulla che diventerà sua sposa!’ …l’unica differenza è che qui si tratta di un fanciullo…ma a chi importa? Amico, l’amore è amore!”
“Trent, è una storia molto bella….ma mi stai soffocando!” disse Blaine da sotto l’ammasso di coperte.
“Scusa!” rispose l’amico spostandosi immediatamente.
Il moro decise di sollevarsi. Doveva sfruttare quella domenica pomeriggio per cercare il ragazzo misterioso. Si rivolse così a Wes iniziando a parlare “Secondo te quante speranze ci sono di trovarlo? Thad ha invitato davvero così tanta gente?”
Il ragazzo asiatico rispose in tono preoccupato “Se devo essere sincero, ce ne sono poche….però ti possiamo aiutare a setacciare i posti più battuti….lui ti ha detto qualcosa che ci potrebbe aiutare?”
Blaine, che aveva già ripassato mentalmente molte volte il discorso che si erano scambiati la sera precedente lui e il ragazzo misterioso, rispose velocemente “mi ha solo detto che ci siamo già visti spesso….e che lavora parecchio…”
“Va bè questo è già un buon punto di partenza!” rispose il moro “significa che quasi sicuramente lo incontri sul suo posto di lavoro…che so, al supermercato….in panetteria….in edicola….”
“Wow, le opzioni stanno diminuendo a vista d’occhio!” disse sarcastico Blaine.
Wes afferrò un paio di jeans e una maglietta che erano sul pavimento e glie li lanciò addosso sbuffando: “Sbrigati a vestirti, abbiamo una missione da compiere!”


Penultimo capitolo!!!!
Spero che vi piaccia, e non odiatemi per il bacio mancato...anche nel cartone è così!!!
Si rifaranno alla fine ve lo prometto (per il finale mi sono presa una licenza poetica, che spero apprezzerete!)
Ci sentiamo Sabato per il finale di questa storia (e se tutto va bene Giovedì per il nuovo cap della Calvin Klaine!)
Grazie a tutti quelli che leggono, seguono e commentano la storia!
Buon ULTIMO GLEE DAY a tutti!
Ce la faremo a superare questa cosa, basta che stiamo unite!
Baci
Otty

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - For all you know, tomorrow the dream that you wish will come true. ***


Capitolo 8:  For all you know, tomorrowthe dream that you wish will come true
 
 
Blaine, Wes, Trent e gli altri Warbler iniziarono la ricerca del ragazzo misterioso percorrendo tutti i posti che Blaine era solito frequentare. Blaine fermava i passanti, li fissava intensamente, iniziava a fargli domande, a volte arrivava addirittura a mostrargli l’Ipod, ma nessuno era quello giusto.
Andarono in edicola, al parco, in panetteria, al supermercato, in tutti i negozi di vestiti che il ragazzo frequentava, ma niente.
Andarono anche al Lima Bean.
Appena il gruppetto entrò, questa volta in borghese, Kurt trattenne il fiato.
Eccolo.
Il ragazzo moro, stanco e sconsolato si andò a sedere al suo solito posto. Era spossato da tutta quell’inutile ricerca. Fu Wes ad andare incontro a Kurt e a iniziare a chiedergli dove si trovasse la sera precedente.
Sinceramente, il cameriere era stizzito da quella situazione. Perché Blaine mandava avanti gli altri al posto suo? Ed era davvero così stupido da non riconoscerlo? Forse non l’aveva visto bene.
Così decise di rispondere velocemente mentendo al ragazzo asiatico, e poi iniziò a preparare il solito cappuccino medio per Blaine. Questa volta glie l’avrebbe portato lui. L’avrebbe guardato negli occhi e avrebbe aspettato la reazione di Blaine.
Così fece.
Con il cappuccino in mano, si avvicinò al tavolo e lo posò, forse con troppa foga in quanto parecchio liquido schizzò da tutte le parti, proprio sotto il naso di Blaine. Quello alzò gli occhi e fisso il cameriere con sguardo spento. Improvvisamente però un lampo gli attraversò le pupille color miele. Purtroppo durò un attimo, perché il ragazzo scosse la testa velocemente e dopo aver ringraziato tra le labbra, tornò a fissare la sua tazza. Kurt riuscì a leggere nel comportamento di quello una frase del tipo: “impossibile”.
Il cuore di Kurt si distrusse in mille pezzi.
Quello che era successo la notte precedente, a quanto pare, non significava nulla. Ancora una volta si stupì di essere così invisibile per il resto del mondo. Dopotutto era ancora il ragazzo della festa, solo senza occhiali fuxia e con un orribile cappellino rosso.
Si allontanò con passo spedito tornando dietro al bancone, mentre Santana e Brittany si avvicinavano al gruppetto di ragazzi, per intrattenerli come solo loro sapevano fare.
Il cameriere lanciò un’ulteriore occhiata a Blaine, e nonostante tutto provò pena per quel ragazzo. Era distrutto, lo si poteva notare dal modo in cui era seduto.
Ma anche Kurt era a pezzi.
Parlare sarebbe stata la cosa più semplice.
Ma Kurt aveva un orgoglio, che sinceramente in quel momento era stato calpestato dall’insensibilità di Blaine.
 

*

I Warbler continuarono la loro estenuante ricerca per i due giorni successivi. Tuttavia Blaine era assolutamente demotivato, oltre che abbattuto e sconsolato. Il ragazzo della festa era scomparso, nessuno lo conosceva e nessuno l’aveva mai visto: se n’era andato così, velocemente com’era arrivato.
 
Dal canto suo Kurt stava vivendo un profondo conflitto emotivo. Stava cercando di dimenticare Blaine che non l’aveva riconosciuto a prima vista: odiandolo sarebbe stato più semplice allontanarlo dai suoi pensieri. Ma non ci riusciva. Quello sguardo da cucciolo smarrito e bastonato che gli aveva visto sul volto domenica pomeriggio lo stava dilaniando. Per questo motivo la rabbia iniziale di Kurt stava lasciando spazio alla compassione, oltre che a un velo di tristezza.
Il cameriere aveva cominciato ad accettare il fatto che fosse invisibile al mondo intero e, a fatica, stava cercando di ricominciare a vivere la sua monotona vita divisa tra scuola e lavoro.

 
*

 
Quel martedì pomeriggio verso le 18.00 la porta del Lima Bean si aprì. Kurt era intento a sistemare i cookies in vetrina quindi non alzò lo sguardo (anche perché non aspettava nessuno in particolare quel giorno). Sentì solamente il suono dello scampanellio della porta e i passi strascicati del cliente che si dirigeva a sedersi.
Dopo qualche minuto Santana e Brittany posizionarono il foglietto delle ordinazioni sotto il naso del cameriere.
Quando il ragazzo lesse l’ordinazione “cappuccino medio” istintivamente alzò lo sguardo percorrendo la sala con i suoi meravigliosi occhi azzurri.
E poi lo vide.
Lì, seduto con la testa tra le mani e la schiena curva, ancora avvolto nel suo cappotto scuro, c’era Blaine.
Kurt riuscì a intravedere sotto la sciarpa rossa il colletto bianco della camicia e la cravatta a righe della divisa della Dalton.
Anche così depresso e abbattuto era bellissimo (oltre che tenero come uno di quei cuccioli abbandonati che appena li vedi senti il bisogno di proteggere e coccolare).
Ma cosa ci faceva Blaine di martedì al Lima Bean? Ed era ridotto come uno straccio a causa sua? Kurt pensando a queste cose si sentì veramente colpevole.
Si affrettò a preparare il cappuccino medio per Blaine e dopo averlo decorato con il suo solito cuore (gesto involontario dettato dall’abitudine) lo mise in mano a Santana, che lo consegnò al ragazzo.
Quello non accennava ad alzare lo sguardo, era li immobile che fissava un punto indistinto tra le sue mani. Totalmente assorto nei suoi pensieri iniziò a sorseggiare la bevanda.
La cosa andò avanti per tutta pomeriggio. Infatti Blaine sembrava come in una specie di trance, continuava ad ordinare caffè in alternanza con dolci di vario tipo, e sempre fissandosi le mani consumava le sue ordinazioni in silenzio.
Nel frattempo Kurt si sentiva uno stronzo colossale. Continuava a fissare il ragazzo per trovare il coraggio di andare a parlargli per consolarlo e per svelare la sua identità. Ma le frasi tipo che gli venivano in mente in quel momento andavano da “CARRAMBA CHE SORPRESA!” a “ECCOMI QUI, SONO KURT L’UOMO DELLA TUA VITA!” .
Non gli sembrava proprio il caso.
Al quinto cappuccino di Blaine (che Kurt ormai faceva parecchio annacquato per evitare una notte insonne al povero ragazzo) il cameriere venne richiamato prepotentemente dalla voce della Sylvester che lo esortava di correre nella cucina a sistemare la dispensa.
Kurt a malincuore guardò ancora una volta il povero Blaie e poi lasciò il locale nelle mani di Santana e Brittany per rinchiudersi nello sgabuzzino delle provviste.
Il ragazzo mancava da circa dieci minuti, quando la porta scampanellò nuovamente. Questa volta entrò una ragazza stralunata, con una gonna vaporosa rosa, una magliettina bianca e una pelliccia corta fuxia. Il tutto coordinato con degli occhiali da sole – proprio quegli occhiali da sole - anch’essi fuxia.
Era Sugar Motta.
La ragazzina con il suo passo saltellante si avvicinò alla cassa dove si trovava Santana e sollevando gli occhiali da sole cinguettò: “Ciao! Voglio dodici di quei muffin che l’altra sera il coniglietto sbarluccicoso che lavora qui mi ha regalato….sai per il non compleanno del Papi”
Dire che Santana guardò male Sugar è riduttivo. La ragazza stizzita da quell’occhiata ripetè la domanda con lentezza, dirittamente in faccia alla mora.
In quel momento intervenne Brittany che prese sottobraccio Sugar e come se fossero amiche da una vita la accompagnò a sedersi chiedendole “Allora l’hai visto anche tu il coniglietto scintillante? Pensavo di essere l’unica!”
Sugar si sedette proprio nel tavolino davanti a Blaine e iniziò una concitata conversazione con la cheerleader bionda. La sua voce era talmente squillante e fastidiosa che il ragazzo fu costretto a sollevare lo sguardo dal suo cappuccino.
Quello che vide lo lasciò senza fiato.
Affianco alle mani di quella ragazzina chiassosa, poggiati sul tavolo, c’erano gli occhiali fuxia del ragazzo misterioso.
Blaine balzò in piedi e si precipitò verso la ragazza: “Questi occhiali….sono tuoi?”
Quella lo guardò di soppiatto e poi disse “Certo!”
“Dove li hai presi? Conosci qualcun altro che li ha? Puoi dirmi il negozio dove li vendono…la marca….qualsiasi cosa!” biascicò il ragazzo tutto d’un fiato.
“Stai tranquillo! Che problema hai con questi occhiali? Se ti piacciono tanto posso prestarteli, come ho fatto l’altra sera con quel ragazzo….” Disse la ragazza prestando poca attenzione a quello che stava dicendo
“CHI?!” tunò Blaine afferrando la mano di Sugar.
“Stai tranquillo!”
“DIMMELO TI PREGO!”
“Dio, è così ovvio…ma il coniglietto sbarluccicoso!”
Blaine guardò male Sugar.
“Chi è il coniglietto sbarluccicoso?” chiese quello in tono sospettoso.
“Sono io! Sono io!” disse Brittany alzando la mano e agitandosi sulla sedia
Blaine guardò la bionda con fare sconsolato e scosse la testa.
In quel preciso momento arrivò Santana che accarezzando le braccia di Brittany disse in tono malizioso “Brit, pensavo che quello fosse il mio nomignolo quando facciamo le cosacce…” poi rivolgendosi a Blaine che la guardava perplesso aggiunse “Si usignolo, sono io il coniglietto sbarluccicoso….e ti lascio immaginare quello che vuoi….”
Blaine era troppo depresso per avere qualsiasi tipo di reazione. Questa volta aveva intravisto un barlume di speranza nella questione ragazzo misterioso, ma tutto si era frantumato in un secondo. Quando stava per tornare a sedersi però, Sugar tirò un grido acutissimo “AAAAH! ECCOLO, ECCOLO è LUI IL CONIGLIETTO!” indicando Kurt che era lontano e di spalle intento a sollevare uno scatolone pesante da portare in magazzino.
Non si sa bene come, quello non sentì la voce di Sugar, e tornò diretto dalla Sylvester a sistemare le cose.
Blaine sentì le gambe cedergli, e il cuore fargli un tuffo nel petto.
Allora il ragazzo di quella sera era il cameriere K. Hummel.
Si voltò verso Santana e domandò “come si chiama il vostro collega?” cercando di mantenere una parvenza di calma e tranquillità, anche se in realtà era un turbine di emozioni.
“Kurt” rispose quella non capendo il motivo di così tanto interesse.
“Kurt” ripetè Blaine tra le labbra e poi con un sorriso gigante tornò a sedersi al suo tavolino, con il cuore in gola, decidendo la mossa successiva.
Desiderava correre da Kurt e dirgli quanto l’aveva cercato, se anche lui aveva percepito quel legame a partire da una semplice chiacchierata, e se ricambiava i suoi sentimenti.
Ma prima di tutto voleva capire com’era possibile che non l’avesse riconosciuto. Per tutto questo tempo era stato lì, sotto i suoi occhi.
Decise di trattenere tutti i suoi istinti (che in quel momento gli gridavano: “appena esce da quello sgabuzzino saltagli addosso” oppure “anzi no, saltagli addosso dentro quello sgabuzzino…”) e di aspettare la chiusura del locale. Voleva rimanere solo con quel ragazzo, per cercare di parlargli, sempre che quei suoi famosi istinti glie lo avessero permesso.
Non appena il ragazzo uscì dalla porta della cucina, tutto sudato per il duro lavoro, Blaine si perse a contemplarlo, rendendosi conto di essere stato veramente un idiota a non rendersi conto prima che Kurt in realtà era il ragazzo della festa.
 

*

 
 
“Mi spiace disturbarti…” disse Kurt avvicinandosi a Blaine che era ancora seduto al suo tavolino a sorseggiare l’ennesimo cappuccino “ma io tra poco devo chiudere…”. Nel locale non era rimasto più nessuno. Anche Brittany, Santana e Sue se n’erano andate.
Il ragazzo rispose con un sorriso enigmatico e un cenno della testa che Kurt non seppe bene come interpretare. Per questo il cameriere decise di allontanarsi e tornare dietro al bancone per sistemare le ultime cose. Iniziò a spegnere le prime luci, giusto per far capire a Blaine che era veramente il momento di andarsene.
Infatti il ragazzo si presentò in cassa per pagare, fissando Kurt in modo strano. Le luci del Lima Bean erano soffuse e il locale era immerso nel silenzio più totale. L’unico rumore era quello metallico della cassa che stava stampando lo scontrino. Kurt era parecchio agitato per quella situazione così intima, in più non riusciva a capire cosa stesse passando per la mente del ragazzo moro, per questo motivo faticava a mantenere il contatto visivo con lui. Decise di fingersi molto interessato al conto di Blaine, anche se in realtà sapeva benissimo tutto quello che aveva consumato quel pomeriggio. Nel momento in cui porse lo scontrino al ragazzo, alzò i suoi grandi occhi azzurri e fece un leggero sorriso. Blaine in tutta risposta si fece molto serio e invece di prendere lo scontrino, gli afferrò tutta la mano con presa salda, facendo sussultare Kurt che arrossì vistosamente a causa di quell’inaspettato contatto. Il ragazzo moro iniziò a parlare: “Sei tu….” poi facendo forza sul suo braccio scavalcò il bancone e si appollaiò davanti a Kurt, prima accucciato con i piedi sul marmo, poi seduto con le gambe penzoloni, lasciando il suo interlocutore particolarmente perplesso, tanto che si allontanò di qualche passo spaventato.
Blaine in tutto questo non aveva mai perso il contatto visivo con Kurt e una volta seduto proprio di fronte a lui continuò il suo discorso “Sei tu…il ragazzo della festa, il proprietario di questo Ipod…” disse estraendo dalla tasca il lettore musicale che il ragazzo aveva perso.
Kurt distolse lo sguardo, domandandosi se Blaine avesse ascoltato la sua playlist, che in pratica consisteva solo in Teenage Dream.
Il moro stava li seduto aspettando una risposta, così Kurt si fece coraggio e disse: “ce ne hai messo di tempo per capirlo…”
“Perché non me l’hai detto quando sono venuto qui? Ti ho cercato come un pazzo… pur di trovarti non ho nemmeno dormito…” chiese il ragazzo sempre in tono molto serio.
“Perché pensavo che mi riconoscessi al primo sguardo…” sussurrò Kurt abbassando gli occhi a terra ed esternando tutta la sua frustrazione. Blaine poggiò l’Ipod affianco a lui e cogliendo di sorpresa il ragazzo dagli occhi azzurri lo attrasse a se afferrandolo per i passanti dei pantaloni.
Kurt in quel momento si trovava tra le gambe di Blaine, i loro visi erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro e i loro sguardi incatenati.
Kurt poteva sentire il cuore esplodergli nel petto e la pelle bruciargli: i due ragazzi si stavano praticamente mangiando con gli occhi.
Blaine sussurrò “e questo come me lo spieghi….” poi iniziò a cantare lentamente “Let’s go all the way tonight, no regrets, just …love”. Senza mai perdere il contatto visivo con l’altro, il morocolmò la breve distanza tra i loro visi, facendo congiungere le loro labbra.
Entrambi desideravano quel contatto da tempo e con tutto loro stessi, per questo si lasciarono trascinare in un bacio passionale. Kurt voleva sentire il corpo di Blaine ancora più vicino al suo, per questo fece scorrere le mani lungo i fianchi dell’altro e giunto poco sopra al sedere attrasse ancora di più il ragazzo verso di se, spingendolo sull’orlo del bancone. Blaine rispose intrecciando le gambe dietro il corpo di Kurt e affondando ancora di più la lingua nella bocca del ragazzo.
Kurt iniziò a passare le dita tra i riccioli di Blaine, che nel frattempo stava facendo scorrere le sue mani esperte lungo tutta la schiena del ragazzo accarezzandolo con trasporto. Il ragazzo dagli occhi azzurri iniziò a sentire il bisogno di respirare, per questo si allontanò dalla bocca dell’altro e iniziò a scendere lungo il suo collo lasciando una scia di baci, allentando con le mani la cravatta rigata e aprendo qualche bottone della camicia bianca per poter dedicarsi anche a quella porzione di pelle.
Blaine sembrava compiaciuto dallo spirito d’iniziativa del ragazzo, per questo lo lasciò fare. Decise però di accompagnare il tutto canticchiando, con voce resa roca dal piacere, stralci di Teenage Dream.
Appena Kurt captò quelle parole cantate da quella voce, se possibile, ancora più sensuale del solito, sentì tutto il sangue confluirgli in un punto preciso del corpo.
Decise di porre fine a quella piacevole tortura, tornando ad occuparsi delle labbra di Blaine, impedendogli così di cantare. Anche questa volta Blaine sembrò apprezzare la decisione del ragazzo e facendo aderire il suo petto a quello dell’altro ricambiò il bacio con piacere.
Il moro iniziò a far risalire le sue mani verso il collo di Kurt, e giunto vicino alla testa tentò di togliere il cappellino al ragazzo che però immediatamente si stacco dal bacio e mise le mani sul berretto. “NO!” gridò in un attimo di lucidità, spezzando tutta l’atmosfera che si era venuta a creare nella stanza. Blaine lo guardò in modo interrogativo, ma Kurt non sembrava intenzionato a spostare le mani dalla testa.
Così il ragazzo domandò “che problema c’è con quel cappello?”
Kurt vergognandosi allontanò lo sguardo da Blaine e cercò di fare un passo indietro, senza riuscirci, visto che il ragazzo lo teneva incatenato tra le sue gambe intrecciate proprio dietro di lui. Blaine fece un cenno con la testa, quasi spazientito, ma nello stesso tempo divertito per il modo buffo in cui si stava comportando quel ragazzo.
Il ragazzo disse sottovoce “non voglio che mi vedi i capelli….sono terribili quando tolgo questo cappello…”.
Blaine non poteva crederci.
Si trovava di fronte al ragazzo più adorabile sulla faccia della terra.
Lentamente prese i polsi di Kurt e li abbassò, poi guardandolo fisso negli occhi gli levò il cappello facendolo cadere per terra.
Come immaginava.
Con i capelli così tutti in disordine era ancora più bello.
Con  sorriso malizioso afferrò la cravatta sottile della divisa da lavoro di Kurt e lo attirò verso di se. Si avvicinò al suo orecchio e in un sussurro gli disse “fidati che quando avrò finito con te, i tuoi capelli saranno talmente sconvolti che rimpiangerai quelli che hai in questo momento…”.
Kurt a quelle parole sbiancò e deglutì sonoramente. Poi però decise di chiudere gli occhi e di lasciarsi andare al tocco di Blaine, che in quel momento si stava occupando del lobo del suo orecchio.
Ai capelli poteva pensarci dopo, la proposta di quel ragazzo sembrava molto interessante, ed era curioso di scoprire cosa aveva in mente quel furbetto.
Quando Kurt reclinò il capo all’indietro e sussurrò con desiderio il nome del ragazzo che gli stava mordicchiando l’orecchio, Blaine capì di aver carta bianca. Decise così di abbandonare il lobo per tornare a poggiare le sue labbra su quelle di Kurt, trascinandolo in un'altra dimensione.
 

The End

 

E siamo arrivati alla fine di questa storia! Vi mancheranno almeno un pochino Kurt e Blaine versione Cenerentola e Principe Azzurro? 
A me siiiii!!!
Con questo capitolo mi sono leggermente sbizzarrita, perchè diciamocelo, il bacio del cartone è a stampo, qui invece la scena è + colorita!!!

Ringrazio TUTTE, ma TUTTE le fantastiche persone che hanno seguito questa storia, recensita, inserita tra le preferite o ricordate.
Ringrazio moltissimo anche quelli che hanno votato la cover, e la vittoria và a quella con l'ipod, quindi sistemerò il layout del primo capitolo.

Come al solito non vi libererete facilmente di me, perchè la prossima storia è Sleeping Beauty, con Kurt nel ruolo del principe Filippo e Blaine in quello di Aurora (ho inverito i ruoli per non far fare sempre a Kurt la principessa!). Tuttavia dato che sabato prossimo ho uno spettacolo, da lunedì sarò tutti i giorni in teatro ad oltranza, quindi mi prenderò una pausa di una settimana....avrete la possibilità di leggere il primo capitolo di Sleeping Beauty tra due lunedì!.
Sempre per questo motivo domani aggiornerò la Calvin Klaine...

Chi di voi ha notato che se leggete i titoli dei capitoli di seguito viene fuori la canzone: "i sogni son desideri" versione inglese?

Fatemi sapere qualcosa!
Bacioni a tutti
Ottavia

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