TITANIC

CAPITOLO 1

La storia inizia nelle profondità dell'Oceano Atlantico, dove giace il relitto del grande transatlantico Titanic.

Il cacciatore di tesori Brock Lovett scende alla ricerca di un prezioso diamante, chiamato il Cuore dell'Oceano.

La sua squadra di ricerca pensa che sia custodito nella cassaforte di Caledon Hockley, figlio di un magnate dell'acciaio imbarcatosi sul Titanic 85 anni prima.

Lovett gira intorno al grande relitto, osservando ciò che è rimasto, e ne resta affascinato.

C'erano resti di molti oggetti appartenuti ai passeggeri e vedere quel grande relitto, quello che era stato una grande nave molti anni prima, era sempre triste.

Lovett riesce a trovare quello che cercava, la cassaforte che viene riportata in superficie.

La squadra di Lovett è pronta a festeggiare il ritrovamento, ma devono annullare i festeggiamenti, poiché nella cassaforte rinvenuta non c'è altro che un vecchio dipinto.

Questo però si rivelerà di grande aiuto.

Una donna ultracentenaria di nome Rose Calvet vede l'esploratore che parla in televisione di questo dipinto, e si riconosce.

Gli telefona, confessando di essere lei la ragazza del dipinto e di sapere del Cuore dell'Oceano.

Lo raggiunge, e inizia a raccontare la sua storia.

 

CAPITOLO 2

Il 10 Aprile 1912 c'era una grande agitazione nel porto di Southampton, la gente ammirava la più grande nave del mondo: il grandissimo transatlantico Titanic, che sarebbe partito proprio quel giorno.

Erano tutti molto sorpresi, ma c'era qualcuno che non lo era altrettanto. Una giovane ragazza, doveva avere sui 17 anni, dai capelli rossi e dall'aria aristocratica non lo sembrava per niente anzi, la snobbava la sua grandezza.

«Non capisco perché ne parlino tanto, a me non sembra più grande del Mauretania.» fece lei con aria di una che la sa lunga.

«Si può essere blasé riguardo ad alcune cose, Rose, ma non riguardo al Titanic. È almeno trenta metri più lungo del Mauretania, e molto più lussuoso.» Rose, la ragazza che prima aveva parlato, annuì ma non sembrò molto convinta di ciò che le diceva il suo fidanzato Cal.

Scese dall'auto anche la madre e tutti e tre si diressero verso il Titanic.

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Nel frattempo in un bar vicino ad un piccolo tavolino quattro ragazzi giocavano a Poker, e uno di loro aveva scommesso i suoi biglietti di terza classe per il Titanic.

Erano quasi le undici, dovevano sbrigarsi se volevano salire sulla nave.

Uno dei quattro ragazzi, un bel biondo, parlò.

«Va bene. È il momento della verità. La vita di qualcuno qui sta per cambiare. Fabrizio?» si rivolse ad un ragazzo moro che gli stava seduto a fianco.

«Niente. Olaf?» questa volta si girò verso il ragazzo di fronte, che mostrò le carte.

«Niente. Sven?», un altro giocatore della partita,

«...Oh, due coppie... Scusa tanto, Fabrizio» disse desolato Jack, il ragazzo biondo.
«Che scusa! Hai scommesso tutto quello che avevamo...!!» scoppiò Fabrizio.
«Scusa tanto, non rivedrai tua madre per un bel po' di tempo... perché noi ce ne andiamo in America!!»

«Full, ragazzi!! Wo-hoo!!»
«Evviva!!! Oh Dio Mio, ti ringrazio!!!» esultarono i due amici.

I due ragazzi che aveva perso i loro biglietti per il Titanic, intanto avevano iniziato una rissa, perché uno dei due era scontento, non poteva andare in America e cercare fortuna.

I due ragazzi vincitori erano troppo entusiasti da non accorgersi dell'ora, e per poco riuscirono a salire sulla grande nave, già pronta a partire.

Cercarono le loro cabine, ed entrarono facendo la conoscenza degli altri due compagni.

Erano pronti, per vivere una settimana sulla più grande e lussuosa nave del mondo.