Santana Lopez e l'incanto Patronus

di londra555
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Santana Lopez e l’incanto Patronus
 
 
Note: eccomi di nuovo. Come si vede dal titolo è la mia seconda AU ambientata nel mondo di Harry Potter. Nasce perché alcune persone mi hanno chiesto un seguito all’altra “Santana Lopez e lo specchio magico” che consiglio di leggere se volete iniziare questa perché ci sono tante citazioni degli avvenimenti di quella storia. Piccole informazioni di base. Questa storia è composta da solo nove capitoli che, come praticamente sempre per quello che mi riguarda, verranno pubblicati una volta al giorno a meno di cause di forza maggiore che mi impediscano di farlo!
Aggiungo un grazie in anticipo a chiunque voglia leggere! Un abbraccio!
 
1.
Santana si sedette nel vagone del treno che l’avrebbe portata al suo ultimo anno a Hogwarts. Sorrise a Brittany che era al suo fianco e le prese la mano. Sarebbe stato il loro ultimo anno e sarebbe stato fantastico. Puck entrò con un sorriso nel vagone seguito da Finn.
-I vostri bauli sono stati sistemati! Per ringraziarmi Lopez puoi comprarmi una dozzina di cioccorane!
-Smettila Puck! Era tuo dovere! E poi quanti anni hai?– lo fermò Santana.
-Ma San! Anche io voglio le cioccorane, sono le mie preferite! – disse Brittany con un broncio.
-E infatti le comprerò, sono anche le mie preferite! – sorrise Santana.
Puck sollevò gli occhi al cielo mentre si buttava sul sedile e faceva spazio a Kurt che era appena arrivato.
-Ma se le hai sempre odiate da quando, al primo anno, ti sono sfuggite scappando dal finestrino del treno! – disse Kurt mentre allungava le gambe.
-Tu non devi stare con il tuo fidanzato che non vedi da almeno dieci giorni? – chiese Santana infastidita.
-No, lo sai, è un prefetto e adesso è con gli altri prefetti che fanno … - Kurt si fermò di colpo mentre pensava – Adesso che ci penso, non ho idea di cosa fanno i prefetti in treno. Non credo di aver mai ascoltato Blaine quando me ne parlava!
Santana fece un sorrisino malvagio.
-Potrei ricattarti sai? Sono sicura che a Blaine non piacerebbe per niente sapere che non l’ascolti!
Kurt sollevò un sopraciglio.
-Brittany! Santana vuole ricattarmi!
La ragazza si voltò guardando con disapprovazione la sua fidanzata che cercava di mettere su l’espressione più innocente che possedeva. Per fortuna di Santana la porta del loro vagone si aprì mostrando Mike e Tina. La ragazza si sedette con loro mentre il prefetto di Corvonero salutava calorosamente tutti gli altri presenti, non si vedevano da quando erano iniziate le vacanze ma non aveva tempo per fermarsi. Il viaggio fu forse il più veloce che avessero mai fatto, parlarono delle vacanze e Brittany poteva raccontare la sua nuova vita. Santana le teneva la mano sorridendole dolcemente. Non lasciò la sua mano nemmeno quando arrivarono a Hogwarts, ma, a malincuore, la dovette lasciar andare al suo tavolo per la cena di benvenuto.
Dopo la cerimonia di smistamento e un abbondante banchetto i prefetti si alzarono per accompagnare le proprie case verso i dormitori.
-Britt! Vieni con me! Puoi dormire nel mio dormitorio, non se ne accorgerà nessuno. – disse Santana che era riuscita a liberarsi di Puck che voleva spiegarle un nuovo tipo di allenamento per il quidditch che lui e Finn avevano perfezionato durante l’estate.
-Scordatelo Santana! – la fermò immediatamente Rachel che era apparsa dal nulla alle sue spalle – Va contro le regole e posso assicurarti che quest’anno non ne infrangeremo nemmeno una! Credo di parlare a nome di tutti quando dico che abbiamo rischiato abbastanza lo scorso anno e che quindi il nostro ultimo anno a Hogwarts sarà all’insegna dello studio e del rispetto totale di tutte le norme.
-Veramente parli solo a nome tuo Rachel! Io se posso continuerò a infrangere qualunque cosa! – disse Puck mentre le passava al lato.
-Puck! Dove vai? Dobbiamo andare insieme! Lo sai che è tradizione della prima notte! – iniziò Rachel.
-Ma so la strada! – protestò il ragazzo.
-Su ragazzi non creiamo problemi, almeno il primo giorno! – sbottò Sam – Brittany, con me! Lascia perdere quella pessima influenza che ti sei trovata come fidanzata!
Santana sollevò gli occhi al cielo sconfitta mentre guardava il gruppo di Tassorosso che si dirigeva verso la propria sala comune. Quinn si fermò al suo fianco.
-Tranquilla San, so come raggiungere la stanza delle necessità… - le sussurrò la frase senza nemmeno concluderla.
-Fabray! Ti ho mai detto che sei il mio corvo preferito? – chiese Santana con un sorriso soddisfatto.       
 
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Kurt guardava schifato il suo orario mentre faceva colazione nel tavolo di Grifondoro. Blaine, al suo fianco discuteva con Mercedes dei turni di controllo dei ragazzi del primo anno che dovevano essere abbastanza serrati almeno finché non si fossero abituati al castello ed avessero smesso di perdersi. Sentì qualcuno che si sedeva al suo fianco.
-Santana cosa ci fai qui? – disse automaticamente mentre sollevava lo sguardo ma si trovò davanti Quinn – Ah sei tu! Pensavo fosse San che voleva infastidirmi.
-E infatti eccomi qua! – disse allegra Santana mentre si sedeva al lato di Quinn che le rivolse un veloce saluto mentre prendeva qualcosa da mangiare.
-Ma voi non dovreste … - iniziò Kurt ma fu interrotto da Finn, Sam, Puck e Dave che si sedettero pesantemente di fronte a lui, salutarono velocemente e iniziarono a fare colazione.
-Sam, dov’è Britt? – domandò Santana.
-Sta arrivando, era in sala comune che aspettava che Sugar fosse pronta!
-Scusate, vorrei sapere perché siete tutti … - riprovò Kurt ma fu interrotto da Mike e Tina che prendevano posto vicino ai ragazzi di Tassorosso.
-San! Buongiorno! – salutò allegramente Brittany, appena arrivata, mentre si sedeva al fianco della Serpeverde e la stringeva.
-Buongiorno anche a te, Brit! – disse Mike mentre masticava.
-Mio caro asiatico, ognuno ha le sue priorità! E quella di Brit sono io! Quindi è normale che saluti prima me! – disse Santana con un sorrisino di trionfo.
-Volete dirmi perché siete tutti nel tavolo di Grifondoro? Non avete i vostri tavoli? – chiese Kurt.
-Andiamo Kurt! Almeno la colazione possiamo farla insieme! In fondo è il momento dove in Sala Grande c’è meno gente. – rispose Rachel che era appena arrivata dopo aver fatto sedere i ragazzi del primo anno di Serpeverde al tavolo corrispondente.
-Dove sono finiti i tuoi buoni propositi di non infrangere regole? – domandò Kurt.
-Tecnicamente non stiamo facendo niente di male! – rispose con un’alzata di spalle.
-Allora che novità ci sono per quest’anno? – chiese Finn cambiando argomento.
-Cura delle creature magiche e, naturalmente, difesa contro le arti oscure. – rispose automaticamente Quinn.
-L’insegnante di cura delle creature magiche è solo una supplente. Pare che il nostro vecchio guardacaccia abbia richiesto un anno sabbatico per studiare i draghi in Ungheria. In fondo era il suo sogno da tanto tempo! – iniziò Rachel – Il nuovo professore di Difesa pare che fosse un Auror. Anche se ha lasciato.
-Non mi dire che avremo un vecchio pensionato! Non credo di sopportare un’altra lezione come quella del professor Rüf! – sbottò Puck con la bocca piena.
-Chiudi quella bocca mentre mastichi! – lo sgridò Santana mentre gli tirava un pezzo di pane.
-No, è giovane. Non so perché abbia deciso di lasciare il lavoro di auror. Si dice che quello che ha visto l’ha segnato per il resto dei suoi giorni ma sapete come sono queste voci. Non sempre ci si può fidare! – disse Quinn mentre prendeva dalle mani di Santana un cucchiaio prima che continuasse a lanciare oggetti verso Puck.
-Con chi abbiamo difesa? – chiese Sam.
-Tassorosso con Serpeverde e Grifondoro con Corvonero. Anche cura delle creature magiche. – iniziò a elencare distrattamente Quinn – Invece per pozioni sono con te, San.
-Come ogni anno!
-Vogliamo andare? Potrebbe essere una brutta idea arrivare in ritardo con professori nuovi. Ci vediamo più tardi. – disse Blaine mentre si alzava.
 
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-Dovrei togliere punti a tutti! – esclamò Rachel entrando nella stanza.
-Siediti Berry! – disse Santana accompagnando le parole con un gesto della mano – Stiamo solo parlando della giornata! Prometto che sarà solo per stanotte!
Rachel sbuffò mentre si sedeva su uno dei cuscini che erano apparsi nell’aula di incantesimi. Era evidente che non avrebbero mai rispettato quella promessa.
-Allora? Com’era Difesa? – chiese Dave, Serpeverde avrebbe avuto quella lezione solo il giorno dopo.
-E’ stata incredibile! Quel tipo è fantastico! – ammise Mike.
-La prima lezione è stata sull’incanto Patronus! Ha organizzato una specie di gara tra gli ultimi anni e premierà il migliore! – spiegò Quinn.
-Non ho possibilità! Il mio Patronus non si capisce nemmeno che animale sia! – sbottò Finn sconsolato.
-Il professore si chiama Diego Dosbarajas, credo che i genitori fossero spagnoli. Ha una cicatrice sul lato sinistro del volto, dal sopracciglio alla guancia. Magari prima della fine dell’anno ci racconta in che battaglia se l’è guadagnata! – disse Kurt con aria sognante guadagnandosi una gomitata da parte di Blaine.
-E cura delle creature magiche? Com’è la nuova professoressa? – chiese Tina.
-A parte che ha un nome ridicolo, non sembra male. – rispose Santana con un’alzata di spalle.
-Oggi ha fatto lezione sugli unicorni. Ne abbiamo visto uno da lontano! – esclamò Brittany con gli occhi lucidi d’emozione.
-La professoressa Holiday non ha un nome ridicolo! – esclamò Rachel.
-Scherzi Rachel? Holly Holiday potrebbe essere il nome del quinto teletabbies! – affermò Sam.
-Il nome di cosa? – chiesero in coro diverse voci.
-Oh lasciate perdere! – rispose Sam mentre si alzava. A volte dimenticava che quelli erano maghi – Andiamo a dormire piuttosto.
Dopo una serie di rapidi saluti, Santana si avvicinò a Brittany per poterle sussurrare all’orecchio.
-Vieni nel mio dormitorio?
La bionda si voltò per risponderle ma fu interrotta da Rachel che era proprio li dietro.
-Santana ho già detto che Brittany deve andare nella torre di Tassorosso! E poi io e te dividiamo la stanza!
-Non per mia scelta! – disse immediatamente Santana.
-Brittany, con me! E tu, San, ti teniamo d’occhio! – si intromise Sam trascinando la ragazza di Tassorosso con se.
Santana sollevò gli occhi al cielo, aveva bisogno che Quinn le spiegasse come raggiungere la stanza delle necessità.

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Capitolo 2
*** 2. ***


 
Su ottimo consiglio di evelyn_cla (grazie mille ancora!) ho stilato una piccola lista per ricordare a che casa appartiene ciascuno. Serpeverde: Rachel, Dave Karofsky (prefetti), Santana, Puck. Tassorosso: Sam e Sugar (prefetti), Finn, Brittany. Grifondoro: Mercedes e Blaine (prefetti), Kurt. Corvonero: Quinn e Mike (prefetti), Tina.
Grazie a tutti!
 
2.
 
-Non siete emozionati? – domandò Rachel.
-No! – rispose secca Santana.
-Io sono preoccupato! – ammise Finn.
-Devi solo concentrarti Finn! Oppure trovare un altro ricordo che possa migliorare il tuo Patronus! – spiegò Sam.
-Pensi che la prima volta che ricordo di aver mangiato un panino al formaggio non sia un ricordo abbastanza felice? – domandò confuso Finn.
-Certo che no! Questo spiega perché il tuo Patronus assomiglia a una gelatina senza forma! – esclamò Dave a bocca aperta.
-Si ma perché non siete emozionati? In fondo è una gara! – insistette Rachel.
-Io non sono mai riuscita a evocarlo! – esclamò Brittany guardando il pavimento.
Santana le si avvicinò e la strinse.
-Non preoccuparti! Sarai impressionante! – le sussurrò per poi lasciarla andare mentre vedeva apparire dalla porta un uomo alto con profondi occhi neri e capelli altrettanto scuri. Come avevano detto gli altri, sul suo volto spiccava una cicatrice sul lato sinistro. Santana sogghignò ripensando allo sguardo sognante di Kurt. Quell’uomo era decisamente affascinante.
-Buongiorno ragazzi! Hogwarts è piccola e voi sapete già chi sono! Professor Dosbarajas ragazzi, è spagnolo! Cercate di non storpiare troppo il mio povero cognome per piacere! – rivolse un sorriso alla classe – E adesso iniziamo la lezione.
Tutta la prima parte fu dedicata alla teoria e alla storia dell’incanto Patronus. Naturalmente ne avevano già sentito parlare ma dovevano ammettere che, quell’uomo, aveva un talento naturale per mantenere l’attenzione degli studenti. Sembrava sempre che stesse raccontando una storia.
-E adesso passiamo alla pratica! Voglio vedere cosa sapete fare. E ricordate che è importante stare concentrati ma soprattutto il ricordo che scegliete.
In pochi minuti l’aula si riempì di figure argentee più o meno corporee. Come tutti si aspettavano il Patronus di Finn sembrava un enorme budino e, improvvisamente fu attraversato da un piccolo orso che proveniva dalla bacchetta di Dave.
-Non male signor Karofsky, ma non è perfetto! Un orso non dovrebbe essere così piccolo. – disse il professore mentre controllava il lavoro dei ragazzi – Signor Hudson è la prima volta che vedo un Patronus con la forma di un dessert invece che di un’animale!
Nel frattempo Sam stava con gli occhi chiusi per cercare di concentrarsi. Quando si sentì pronto lanciò il suo incantesimo e apparve il suo Patronus che si muoveva sinuoso.
-Signor Evans, magnifica trota! Impressionante! – si complimentò il professore dandogli una pacca sulla spalla.
Rachel guardava Puck che faceva volare la sua aquila al lato del suo fringuello.
-Bel lavoro ragazzi! Cioè alla sua aquila manca la coda signor Puckerman e il suo fringuello è molto carino ma poco impressionante! – sorrise il professore prima di portarsi davanti a Santana e al suo stupefacente Patronus. Rimase a bocca aperta e gli si illuminarono gli occhi.
Davanti a lui stava un maestoso lupo, senza dubbio il Patronus più luminoso in quella stanza, aveva un atteggiamento fiero mentre si muoveva lentamente passando protettivo intorno a Brittany. Questo attirò l’attenzione del professore che si avvicinò preoccupato alla ragazza.
-Signorina Pierce, va tutto bene? Perché non provi a farmi vedere il tuo incantesimo?
-Perché non sono sicura di riuscirci – ammise a bassa voce.
-Ma è facile! Chiudi gli occhi! – iniziò il professore mentre la ragazza ubbidiva anche se non sembrava del tutto sicura – Adesso pensa a qualcosa che ti rende felice, ma non a una cosa qualunque. Devi pensare a cosa fa battere il tuo cuore.
Brittany sorrise appena, ancora con gli occhi chiusi. Poi li aprì di colpo.
-Expecto Patronum!
Immediatamente dalla bacchetta apparve una luce intensa argentata che lentamente prendeva forma. Tra lo stupore generale prese forma quello che sembrava un maestoso animale.
-Ma il tuo Patronus è un cavallo? – domandò Puck a bocca aperta.
-Quello non è un cavallo… - iniziò Rachel anche lei stupita.
-Quello è un unicorno! – terminò Santana.
Il professore sorrise con orgoglio poi sollevò il sopraciglio nel vedere il lupo di Santana che si avvicinava al patronus di Brittany e iniziava a comportarsi come un cucciolo perdendo completamente il portamento fiero che aveva fino a poco prima.
-Signorina Lopez è la prima volta che vedo un lupo fare le fusa! – disse divertito il professor Dosbarajas.
Poi l’uomo si diresse a passo deciso verso la cattedra e prese un libro.
-Questo è il premio per il vincitore della piccola gara che ho indetto e che si trova in questa stanza. – iniziò a dire fissando i ragazzi – Signorina Lopez è per lei.
-Cosa? – chiese stupita mentre fissava ancora a bocca aperta l’unicorno che nel frattempo le si era avvicinato come se volesse farsi accarezzare.
-Si, so che state pensando che l’unicorno della signorina Pierce era decisamente impressionante! E avete ragione! Devo dire che in tutta la mia vita è la prima volta che vedo qualcuno con che ha come patronus un animale magico! – fece una pausa per rivolgere un sorriso a Brittany – Ma decisamente il lupo della signorina Lopez è il migliore che ho visto! Questo libro è il tuo premio!
Santana si avvicinò per prendere il libro mormorando un veloce ringraziamento prima di raggiungere Brittany che l’aspettava per uscire dall’aula visto che ormai la lezione era finita.
-Il tuo unicorno era fantastico! – le disse mentre camminava lungo il corridoio con lei.
-Grazie San, anche il tuo lupo era carino! Cos’è? – chiese indicando l’oggetto che aveva tra le mani la Serpeverde.
-Un libro sull’incanto Patronus. Storia, curiosità, pozioni che lo possono rafforzare o…
-Pensavo a te, sai?
-Eh? Cosa?
-Il mio pensiero felice, sei tu.
 
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Brittany stava appoggiata al tronco dell’albero mentre si godeva gli ultimi tenui raggi del sole con gli occhi chiusi. Era sabato e poteva rilassarsi e riposare, le prime settimane erano state intense. Kurt era al suo fianco ma nessuno dei due si sentiva in vena di parlare, semplicemente stavano li a sentire il ronzare degli insetti e il rumore delle piccole onde che increspavano la superficie del lago Nero, create dai tentacoli della piovra gigante.
-Kurt? – domandò pigramente la ragazza senza scomodarsi ad aprire gli occhi.
-Si, Brit.
-Dov’è Blaine?
-Si sta allenando.
I ragazzi rimasero di nuovo in silenzio mentre lasciavano che la lieve e piacevole brezza accarezzasse la loro pelle.
-Brit?
-Si, Kurt.
-Dov’è Santana?
-Con Quinn.
-Cosa stanno facendo?
-Non ho ben capito. Santana mi ha detto qualcosa sul cercare una stanza nascosta che appare e scompare.
Il ragazzo aprì gli occhi sollevandosi per guardare meglio Brittany che continuava tranquillamente nella stessa posizione.
-Stanno cercando la stanza delle necessità?
-No, non la stanno cercando, Quinn sa dov’è!
Kurt si passò una mano sul volto, avrebbe dovuto fare un lungo discorso a Santana sull’importanza di quell’ultimo anno e su quanti problemi avrebbero passato se avessero scoperto per cosa volevano usare la stanza delle necessità. Aprì la bocca per dire qualcosa ma fu interrotto dall’arrivo di Quinn e Santana. Quest’ultima aveva un sorriso che diede un brivido di preoccupazione a Kurt.
-Ciao – disse la ragazza di Serpeverde sedendosi al lato di Brittany mentre si inclinava per baciarla.
-Io e te dobbiamo parlare! – disse senza mezzi termini Kurt con sguardo minaccioso.
-Perché? – chiese Santana, cercando di suonare innocente.
-Sai benissimo perché! E, Quinn, mi meraviglio di te!
-Dai Kurt! Prometto che starò attenta! – sospirò Santana.
Il ragazzo si alzò, sapeva che era inutile cercare di farla ragionare.
-San, cerca di non metterla nei guai. – le sussurrò prima di andare via, l’allenamento di Grifondoro doveva essere finito.
-Brit, quando mi farai vedere questo famoso patronus? – chiese Quinn dopo aver salutato Kurt.
La ragazza prese distrattamente la bacchetta con una mano mentre con l’altra stringeva la mano di Santana. Immediatamente apparve uno splendido unicorno argentato. Quinn lo guardava con la bocca aperta.
-Incredibile! Gli animali magici sono rarissimi.
-Si me l’ha detto anche Mike! – sorrise Brittany.
-Sul serio è fantastico! – disse Finn che aveva visto le ragazze da lontano e si era avvicinato a loro accompagnato da Sam e Rachel.
-Sono davvero così rari? – chiese Sam.
-Si. E hanno un’altra particolarità – iniziò a spiegare Quinn – Un patronus normale può cambiare se il mago soffre un trauma, invece gli animali magici…
-Niente li può cambiare! – concluse Santana, tra gli sguardi straniti degli altri – Che c’è? Il libro che mi ha lasciato il professor Dosbarajas è interessante!
-Andiamo a cena! Si è fatto tardi! – disse Finn mentre si alzava. 
 
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Puck si trovava in sala comune guardando il libro di strategie nel quidditch che aveva tra le mani e cercava di prendere appunti. Forse poteva convincere Santana ad ascoltare qualcuno dei suoi consigli. Sollevò lo sguardo e vide la ragazza al lato del camino anche se questo era spento, era seduta in una delle comode poltrone e sfogliava distrattamente il libro che le aveva dato il professore di difesa. Soppesò le varie possibilità, indeciso se quello fosse il momento migliore per avvicinarsi. La ragazza sembrava abbastanza concentrata, se l’avesse fatta innervosire non avrebbe avuto nessuna possibilità di essere ascoltato. Scosse la testa. In fondo quello poteva essere un buon momento per parlarle. Stava per alzarsi quando vide che Rachel lo precedeva. Guardò con interesse lo scambio di battute tra le ragazze. Rachel aveva uno strano sorriso, meno brillante del solito, mentre le porgeva un pacco. Puck piegò un po’ la testa per vedere bene la reazione di Santana che sembrava sorpresa. Vide come apriva la scatola e prendeva qualcosa mentre un’amplio sorriso si disegnava sul suo volto. Notò che stava sollevando quella che sembrava una collana con un ciondolo circolare. Il ragazzo sorrise, probabilmente si trattava di un regalo di Brittany. Si appoggiò alla poltrona e decise che, in fondo, quello non era il momento adatto per disturbarla. Non l’avrebbe mai ammesso a voce alta ma era felice per quella ragazza. Era cambiata in meglio da quando aveva conosciuto Brittany, non che fosse una persona diversa, semplicemente aveva imparato che poteva mostrare com’era davvero senza paura. Mezz’ora dopo sollevò di nuovo lo sguardo e scosse la testa mentre il suo sorriso si allargava ancora di più quando la vide uscire quasi di corsa dalla sala comune di Serpeverde. Sapeva che stava andando da Brittany, ci avrebbe scommesso la cresta.
Intanto Quinn camminava lungo il corridoio. Doveva assolutamente tornare nella sala comune per studiare. In fondo era ancora presto e lei avrebbe potuto recuperare il tempo che stava perdendo a causa, o grazie, a quell’improponibile gruppo a cui si era unita. Scosse la testa cercando di accelerare il passo e quasi si scontrò con una persona che aveva appena girato l’angolo.
-Quinn, ti sei fatta male?
-No Kurt! Non preoccuparti! Dove stai andando?
-Volevo cercare di parlare con Santana per convincerla a non rischiare di mettersi nei guai! E, a questo proposito… dovevi proprio farlo?
Quinn scoppiò a ridere.
-Andiamo, Kurt! Non credo che possano fare del male a nessuno, vogliono solo stare un po’ da sole! Santana mi ha raccontato che non le hai lasciate sole nemmeno per un attimo quest’estate!
-Non è vero! – disse indignato il ragazzo, poi fece un sorriso colpevole e continuò – Ma Brittany vive a casa mia adesso! Era difficile per me non stare in mezzo ai piedi.
-Ti prometto che le tengo d’occhio anche io! Ma adesso devo andare! Devo assolutamente studiare!
I ragazzi si separarono e Quinn vide con la coda dell’occhio che Kurt prendeva la strada per tornare alla torre di Grifondoro. Sorrise tra se. Alla fine l’aveva convinto. Sperò che Santana non la facesse pentire della sua decisione. Voltò l’ennesimo corridoio e si preparò per andare a destra ma poi, con la coda dell’occhio vide proprio Santana che percorreva rapidamente un corridoio alla sua sinistra, si fermò pensando se fosse il caso di chiamarla per salutarla ma poi vide che, dal nulla appariva Sam. Vide come la chiamava lui e scosse la testa, decise che era meglio non farsi vedere altrimenti non avrebbe studiato nemmeno per quella sera. Si diresse rapidamente verso la sua sala comune, avrebbe avuto tempo l’indomani per chiederle com’era andata.      
 

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Capitolo 3
*** 3. ***


Note: terzo capitolo! E da questo momento inizia la storia vera e propria! Vorrei solo ringraziarvi tutti per come avete accolto questa storia! Un abbraccio!
 
3.
 
Brittany correva lungo il corridoio che l’avrebbe portata nella sala Grande per la colazione. Sembrava una giornata come tutte le altre, non aveva nessuna sensazione strana, nessuna idea di quello che sarebbe successo di li a pochi minuti. Naturalmente era abbastanza ansiosa di vedere Santana e poterle chiedere perché il giorno prima non si era presentata all’appuntamento, ma non era preoccupata. E certo non poteva essere arrabbiata con lei, era certa che ci fosse una buona spiegazione. Perciò, quando finalmente raggiunse la sala e il tavolo di Corvonero dove Quinn e Kurt stavano già facendo colazione, aveva il suo solito sorriso radioso, ignara che, in pochi minuti la sua vita sarebbe cambiata e il suo cuore sarebbe stato calpestato.
-Buongiorno! – salutò allegramente – Avete visto San?
-No, non è ancora arrivata – fu Kurt il primo a rispondere, poi sembrò pensarci un attimo e le si avvicinò abbassando la voce – Ma pensavo sareste arrivate insieme, stamattina.
Brittany scosse con veemenza la testa.
-Ieri non si è fatta vedere – disse semplicemente con un’alzata di spalle.
-Cosa? Io l’ho vista nel corridoio subito dopo aver parlato con te – disse Quinn indicando Kurt – Pensavo che si stesse dirigendo alla torre di Tassorosso.
-Buongiorno! Cosa sono quelle facce? – domandò Rachel che era appena arrivata con Puck mentre si sedeva.
-Avete visto Santana? – domandò Kurt sempre più perplesso.
-Si, era in sala comune. Arriverà a momenti immagino. – rispose Puck.
-Era in sala comune? Vi ha detto qualcosa? – chiese di nuovo Kurt.
-No, ha solo risposto al saluto in modo più acido del solito. Perché? Cosa succede? – Rachel iniziava a incuriosirsi.
-Cosa succede dove? – domandò Sam mentre si sedeva con uno sbadiglio.
-Potremmo arrivare tutti insieme per fare colazione la prossima volta? Così evitiamo di ripetere le cose all’infinito! – disse Kurt con una mezza risata.
-Stiamo parlando di Santana, ieri dovevamo vederci ma non è venuta. – spiegò Brittany.
-In effetti è strano! Ma puoi chiederlo a lei direttamente! – disse Sam sollevando una mano per salutare Santana che era appena entrata nella sala Grande.
La ragazza gettò una rapida occhiata al tavolo di Corvonero e, senza nessun gesto, si diresse decisa verso quello di Serpeverde. Si sedette tranquillamente e iniziò a fare colazione con calma, ignorando gli sguardi interrogativi che provenivano dai suoi amici.
-Perché non è venuta qui? – chiese Puck che aveva smesso di mangiare per fissare il suo sguardo su Santana.
-Avete litigato? – chiese Rachel rivolta a Kurt perché non era possibile che avesse litigato con Brittany.
-Certo che no! – rispose immediatamente il ragazzo – O almeno non che io sappia e … Britt? Dove vai?
-Da San! Voglio sapere cosa sta succedendo.
-Questa storia non promette bene – sussurrò Quinn.
Santana non sollevò nemmeno lo sguardo al saluto allegro di Brittany, semplicemente bevve un sorso di succo d’arancia. La ragazza di Tassorosso, che iniziava a pensare che ci fosse qualcosa che non andava anche se non riusciva a trovarne il motivo, provò a sedersi al suo fianco. A quel punto Santana si voltò verso di lei guardandola con un sopraciglio sollevato e un’espressione interrogativa in volto.
-Non sai che questo è il tavolo per la casa di Serpeverde?
-Cosa? Si certo che lo so. San, cosa c’è che non va?
-A parte il fatto che stai rovinando la mia tranquilla colazione non c’è altro – si voltò di nuovo per concentrarsi di nuovo sul suo piatto con un’alzata di spalle.
Brittany sembrò accusare il colpo e aprì la bocca per dire qualcosa. Ma si accorse che le era difficile trovare le parole. Guardò il tavolo di Corvonero e si accorse che tutti gli sguardi dei suoi amici erano puntati su di lei e, praticamente tutti, erano a bocca aperta.
-San? Ho fatto qualcosa di male?
-Si! Infastidirmi durante la colazione!
-Io … io non capisco… - provò di nuovo Brittany questa volta con le prime lacrime che si formavano negli angoli degli occhi.
Santana scoppiò a ridere.
-Non avevo dubbi! Del resto sei una Tassorosso, si dice che una delle vostre caratteristiche sia la pazienza, ma secondo me è solo un modo gentile per dire che siete lenti a capire le cose!
Brittany si alzò di scatto senza trattenere le lacrime.
-Perché mi tratti così?
Santana si voltò lentamente per guardarla meglio.
-Prova a seguire anche il labiale, magari ti aiuta a capire quello che dico. Sparisci, non infastidirmi, non parlarmi, non ti avvicinare! Non ho nient’altro da dirti!
Quando Brittany corse via per uscire il più in fretta che poteva dalla sala grande, mentre Santana la guardava scuotendo la testa divertita, nel tavolo di Corvonero tutti si alzarono di scatto. Sam corse dietro alla ragazza seguito a ruota da Rachel. Kurt e Quinn si diressero direttamente verso la ragazza di Serpeverde che aveva rivolto di nuovo la sua attenzione alla colazione.
-Cosa diavolo credi di fare? – domandò Kurt senza riuscire a nascondere l’ira della sua voce.
Santana sollevò gli occhi al cielo mentre sbuffava infastidita.
-Cosa succede oggi? Nessuno sa più riconoscere il tavolo della propria casa?
-San? Stai bene? Brittany è corsa via in lacrime a causa tua! – provò Quinn con un tono che era un misto tra stupore, incredulità e dolore.
-Si e, sinceramente, non me ne importa! Ma se interessa a voi quella è la porta, potete seguirla così magari riesco a finire questo succo d’arancia per poi andare a lezione!
-Santana cosa è successo? Davvero, io non capisco! – disse Kurt sopprimendo il desiderio impellente di colpirla per cercare di farla tornare in se.
-Kurt, non succede niente! Semplicemente ho dato un cambio alla mia vita. Ho rivisto le mie priorità e tu non sei nessuno per chiedermi spiegazioni! E adesso, se volete scusarmi, vado a lezione!
 
-------------------   
 
Quando Dave entrò in quella stanza aveva una delle espressioni più preoccupate che i ragazzi avessero mai visto. Si passò una mano sul viso mentre si sedeva sui soliti cuscini dell’aula di incantesimi e si guardò intorno accorgendosi della mancanza dei ragazzi di Tassorosso.
-Dove sono gli altri? – chiese.
-Nella torre di Tassorosso, Brittany non voleva uscire. – rispose piano Kurt.
-Non è venuta nemmeno a lezione oggi. Stamattina, quando è scappata, l’abbiamo persa di vista e l’abbiamo ritrovata solo ore dopo. Era con la professoressa Holiday che le stava mostrando un Jobberknoll, credo che stesse cercando di tirarla su di morale. – disse pensierosa Rachel.
-Un cosa? – domandò Puck.
-Ma dove sei tu mentre noi facciamo lezione? E’ un piccolo uccello maculato afono! Ne ha parlato anche la Sylvester la settimana scorsa, le sue piume vengono usate per il siero della verità! – spiegò rapidamente Quinn.
-Comunque Dave, perché quella faccia? – domandò Blaine.
-Ero con Santana. – rispose con un filo di voce.
-Cosa ti ha detto? Io ho provato a parlarle a lezione stamattina ma mi ha ignorato! – chiese Mike.
-Mi ha risposto che aveva di meglio da fare che passare le sue serate con voi. – rispose scuotendo la testa – Ha aggiunto che tutti i Serpeverde dovrebbero avere di meglio da fare!
-Io non capisco cosa sia successo! – esclamò Tina.
-Non lo so, sinceramente sono preoccupato. Ci deve essere qualcosa sotto dobbiamo solo scoprire cosa. – disse Kurt pensieroso.
-Si ma io non sarei così negativo! – intervenne Puck.
-Cosa intendi? Ti sembra che le cose possano andare peggio? Alla fine della conversazione mi ha minacciato con la bacchetta se non smettevo di infastidirla e devo dirvi la verità, non ho dubitato nemmeno per un attimo che, se avessi insistito, l’avrebbe usata – disse Dave.
-Si, ma comunque oggi all’allenamento ho visto che indossa ancora il ciondolo che gli ha regalato Britt ieri. – aggiunse Puck.
-Di cosa stai parlando? – chiese Rachel.
Il ragazzo la guardò aggrottando le sopraciglia.
-Del regalo che le hai dato tu ieri prima che uscisse! Ti ho vista quando le consegnavi la scatolina, pensavo fosse da parte di Brittany. C’era un ciondolo circolare, anche se non l’ho visto bene. – rispose Puck come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Cosa? No, io non le ho dato niente! Non ero nemmeno in sala comune ieri! – esclamò Rachel.
-Si! Eri tu! Eravate a tre metri di distanza, non posso essermi confuso! – aggiunse Puck che iniziava a infastidirsi.
-Non mi interessa cosa pensi di aver visto! Io non le ho dato proprio niente!
-E allora dov’eri se non in sala comune? – chiese Puck.
-Cosa? Io… io stavo… studiando. In biblioteca, tutta la sera. – balbettò la ragazza senza guardare nessuno in particolare.
-In biblioteca? Io sono stato li e non ti ho vista! – disse Blaine pensieroso.
-Mi state dando della bugiarda? – domandò Rachel infastidita.
-Tu stai dando del bugiardo a me, invece? So quello che ho visto! E ho visto te che davi un ciondolo a Santana! – esclamò Puck.
-Non starò qui ad ascoltare i vostri vaneggi! Non ho proprio niente da nascondere! – Rachel si alzò e, prima che qualcuno potesse intervenire se ne andò rapidamente.
Quinn si avvicinò a Kurt mentre le conversazioni riprendevano.
-Kurt, dobbiamo parlare con Sam. Ieri notte l’ho visto con Santana. Magari può dirci qualcosa di più.
-Vuoi andare adesso?
-No – rispose scuotendo la testa – Non potremmo entrare nella sala comune di Tassorosso. Proviamo domani prima degli allenamenti.
 
-------------------
 
Kurt correva lungo il corridoio accompagnato da Quinn mentre cercavano di raggiungere Sam che sembrava particolarmente nervoso. Quando furono abbastanza vicini lo chiamarono a voce alta e il prefetto di Tassorosso si voltò di scatto.
-Sam! Va tutto bene? – chiese Kurt a corto di fiato.
-Ti sembra che ci sia qualcosa che va bene in questo periodo? Ho provato a parlare con la vostra amica Serpeverde poco fa, a lezione di cura delle creature magiche. Mi ha detto … mi ha detto … guarda lascia perdere! Non ci voglio nemmeno pensare!
-Sam sta calmo, tutti siamo increduli per quello che sta succedendo, ma alzare la voce con noi non migliorerà la situazione – disse con calma Quinn.
-Avete visto Brittany? No vero? E sapete perché? Perché non esce nemmeno dalla sua stanza! E mi dite di stare calmo! Per non parlare di come mi ha trattato Santana!
-Dobbiamo chiederti una cosa riguardo a lei. – provò Kurt.
-Se penso che sia una ingrata e completamente folle? Si, lo penso!
Poi Sam si voltò e riprese a camminare cercando di sbollire la rabbia. Sapeva che non era giusto prendersela con Kurt e Quinn che, ovviamente, non avevano nessuna colpa per quello che stava succedendo ma, almeno sino al prossimo allenamento di quidditch, non aveva altro modo per sfogare la sua frustrazione.
-Vorremmo sapere cosa le hai detto l’altra notte!- la voce di Quinn lo fece fermare di colpo.
-Di cosa stai parlando? – chiese lentamente.
-L’altra notte. Stavo tornando alla sala comune di Corvonero e ho visto che la chiamavi. Cosa le hai detto? – chiese di nuovo Quinn.
-Ti stai sbagliando! Non so di cosa parli. L’ultima volta che ho visto San prima che iniziasse a comportarsi in questo modo assurdo è stato a lezione!
-Sono sicura che eri tu!
-No, io quella sera ero … beh non sono affari vostri dov’ero! Non capisco questo terzo grado! Dovreste provare a fare ragionare la vostra amica invece che inseguire me!
-Sam, aspetta! – cercò di fermarlo Kurt, ma senza successo. Videro sparire la tunica del prefetto di Tassorosso prima di poter reagire.
Kurt e Quinn si guardarono per un secondo.
-Sta succedendo qualcosa di strano, non credi? – domandò lei.
-Così sembra. Perché non ha voluto dire dov’era, secondo te?
-Non lo so. Ma non sembra l’unico ad avere qualcosa da nascondere. Ieri Rachel è scappata appena Puck ha parlato di quel ciondolo.
-Ricapitoliamo le cose che sappiamo: Santana è improvvisamente cambiata. Puck ha visto Rachel che le consegnava un pacco con dentro, pare un ciondolo, prima che questo cambiamento avvenisse. Tu hai visto Sam chiamare Santana sempre la notte prima. Sia Sam che Rachel dicono che non l’hanno vista ma allo stesso tempo si comportano come se avessero qualcosa da nascondere.
-Si più o meno. Chi sta mentendo?
-La vera domanda è… chi è il primo che proviamo a seguire?

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Capitolo 4
*** 4. ***


 
4.
 
Quella domenica il tempo non prometteva niente di buono. Il cielo era coperto da nuvole pesanti e scure, una pioggia leggera ma fitta si abbatteva sul campo di quidditch rendendo la visibilità praticamente nulla. Blaine sospirò mentre usciva dagli spogliatoi. Non sarebbe stata una partita facile e lo sapeva. Scosse la testa sentendo già la divisa che diventava pesante a causa della pioggia. Sorrise verso Santana che usciva in quello stesso momento fiancheggiata da Puck e Dave. Sembrava che gli stesse dando le ultime istruzioni.
-Ragazzi! Che bella giornata per una partita di quidditch! – sorrise il cercatore di Grifondoro.
-Poteva andare peggio! Almeno non ci sono fulmini! – rispose Puck mentre si avvicinava.
Blaine notò come Santana lo ignorava e proseguiva per la sua strada. La fissò per un attimo prima di chiamarla.
-San! In bocca al lupo! – esclamò appena si voltò mentre allungava la mano per stringere quella della ragazza.
Ma lei sollevò appena un sopraciglio guardandolo con un ghigno.
-Spera solo di uscire con le tue gambe! – gli disse solo.
Blaine aggrottò le sopraciglia, non era la prima volta che sentiva quella frase uscire dalle labbra di Santana, ma quella fu la prima volta che sentì davvero un brivido di paura che gli percorreva la spina dorsale. Forse fu a causa di quel ghigno minaccioso, o del tono o forse semplicemente perché lei non aveva ricambiato la sua stretta di mano. Ma non riuscì a dire niente perché, mentre quei pensieri gli riempirono la mente, Santana si era già voltata accompagnata da Dave mentre Puck si fermò un secondo per dargli una pacca di animo sulla spalla.
-Santana? Sei sicura? – chiese di nuovo Dave quando furono abbastanza lontani da Blaine perché questo non sentisse.
-Senti Karofsky, sei il battitore della mia squadra?
-Certo ma…
-E vuoi continuare ad esserlo?
-Si naturalmente, ma non vedo come…
-Allora fai il tuo lavoro. C’è poca visibilità, l’arbitro non si accorgerà di niente! Mira a Blaine! Ogni maledetto bolide deve andare contro di lui.
-Santana, non ti sembra di esagerare? Rischiamo di fargli male davvero. Non si vede oltre un paio di metri. – provò di nuovo Puck che li aveva appena raggiunti.
La ragazza si voltò esasperata.
-Non è una maledetta discussione! Vi ho dato un semplice ordine di gioco! Approfittiamo delle condizioni ambientali per vincere.
-Ma perché vuoi giocare sporco? Sei molto più rapida di lui, prenderai quel boccino prima che possa anche solo vederlo! – esclamò Puck.
-Vi dico come stanno le cose – disse la ragazza fermandosi di scatto per averli entrambi davanti – Fate quello che vi dico. In caso contrario troverò altri due battitori. Non ci vuole un grosso cervello per colpire un bolide con una mazza! E se dovessimo perdere la partita per causa vostra è meglio che preghiate il cappello parlante perché vi metta in un’altra casa!
Poi salì sulla scopa e si allontanò in volo.
-Cosa facciamo? – chiese Puck all’altro battitore.
-Non ho intenzione di darle ascolto! Non faccio del male di proposito a Blaine per una partita di quidditch, nemmeno se mi costa il posto in squadra. – disse risolutivo Dave.
-Sono con te! Ma dobbiamo scoprire cosa stia passando per la testa di Santana. Tutto questo non è normale.
I due guardarono con sguardo preoccupato Santana che volava sopra le loro teste, poi la seguirono quando l’arbitro entrò in campo. Come potevano aspettarsi la partita era una delle più dure che potevano ricordare. Era quasi impossibile vedere i propri compagni di squadra e, per peggiorare la situazione, c’era un vento non troppo forte ma insistente che rendeva difficile calcolare la traiettoria. Puck non aveva idea di chi stesse vincendo quando vide passare a tutta velocità Santana affiancata da Blaine. Dovevano aver visto il boccino. Si voltò di colpo riuscendo a vedere appena un bagliore dorato per poi perderlo di vista, inghiottito da quell’atmosfera cupa insieme ai cercatori.
Blaine sentiva la pioggia che lo colpiva in volto come milioni di dolorosi spilli. Odiava giocare in quelle condizioni ma, in quel momento riusciva solo a pensare a quel minuscolo oggetto dorato che si trovava a poco più di un metro da lui. Sentiva la presenza di Santana al suo fianco ma sapeva che aveva preso almeno una decina di centimetri di vantaggio. Era la sua occasione, non era mai riuscito a batterla ma quella sarebbe stata la volta buona. Poi una spallata lo fece vacillare per un decimo di secondo, sufficiente per fare in modo che la cercatrice di Serpeverde annullasse il vantaggio che aveva faticosamente conseguito. La guardò con la coda dell’occhio e le urlò qualcosa di incoerente, quello era un fallo evidente ma non poteva sperare che l’arbitro lo vedesse in quelle condizioni. L’unica cosa che ottenne in risposta fu un ghigno divertito. Il ragazzo tornò a concentrarsi sul boccino. E si accorse che era ormai a portata di mano. Allungò il braccio velocemente fin quasi a sfiorarlo e sorrise, ormai era suo. Santana in quel momento colpì la parte posteriore della sua scopa con un deciso calcio. Blaine dovette riportare entrambe le mani sul manico per riuscire a non cadere rovinosamente. Aveva perso il controllo e gli costò fatica riprenderlo ma, quando finalmente ci riuscì la partita era terminata e Santana era già al suolo con il boccino saldamente stretto nella mano. Sentì una rabbia sorda che montava nel suo petto e scese per raggiungerla e affrontarla direttamente.
-Cosa diavolo ti è saltato in mente? – domandò mentre scendeva.
Si accorse subito che si stavano avvicinando Kurt con Quinn.
-Cosa vuoi? Sparisci perdente! – gli rispose Santana.
Blaine le afferrò il collo della divisa.
-Quasi perdo il controllo! Potevi uccidermi! – urlò mentre sentiva le mani di Kurt che si stringevano intorno al suo braccio e lo spingevano ad allontanarsi.
Puck e Dave nel frattempo avevano affiancato Santana.
-Blaine che succede? – chiese Dave cercando di stare calmo.
-Il tuo capitano! Mi ha quasi buttato giù dalla scopa! – rispose cercando di avvicinarsi di nuovo alla ragazza ma si trovò davanti un muro umano creato dai due battitori di Serpeverde.
-Sta fermo Blaine! Non ti permetto di avvicinarti a lei in questo stato, siamo amici ma, dentro il campo, proteggo i miei compagni! – lo fermò Puck.
-Come volete! Avete vinto la partita, bel lavoro! – urlò di nuovo Blaine mentre si voltava di scatto e si allontanava.
Puck si passò una mano sul volto poi scambiò uno sguardo con Quinn e Kurt che sembravano paralizzati.
-Mi dispiace. – sussurrò.
-Non è colpa tua - rispose Quinn – Ma le cose stanno prendendo una brutta piega.
Puck si voltò raggiungendo in pochi rapidi passi Santana che, nel frattempo, si era allontanata verso gli spogliatoi.
-Santana! Aveva ragione lui, ti ho vista quando hai colpito la sua scopa! A cosa stavi pensando? – le chiese afferrandole il braccio per farla fermare.
-A vincere la partita! Cosa che non stavi facendo tu visto che hai ignorato i miei ordini! – poi si allontanò lasciando Puck a bocca aperta.
La mattina dopo fu la prima volta in tanto tempo che non fecero colazione tutti insieme.   
 
---------------------
 
-Non ci riusciremo mai! – ammise Kurt.
-Dobbiamo almeno provarci! – intervenne Mike.
-Ha ragione Kurt, siamo troppo pochi! – insistette Tina.
-Ma non possiamo arrenderci senza nemmeno provare – disse Quinn mentre camminava nervosamente avanti e indietro.
Era una giornata abbastanza fredda, le nuvole cupe sembravano rispecchiare perfettamente l’atmosfera che si respirava ormai da tempo a Hogwarts. Kurt guardava il cielo con aria abbattuta. Dopo la partita di quidditch tra Serpeverde e Grifondoro la tensione era aumentata a dismisura e sembrava che tutti avessero qualcosa da nascondere tra le mani. Prima tra tutti Santana. Non riusciva a parlarle perché ogni volta che provava ad avvicinarsi questa lo scacciava di malo modo.
-C’è una cosa che non capisco, se Rachel non ha dato quel medaglione a Santana perché non vuole dire cosa stava facendo quella sera? – domandò Tina per l’ennesima volta.
-E se fosse solo una coincidenza? Se quel medaglione non ha niente a che fare con tutta questa storia? – aggiunse Mike. Ormai era tempo che continuavano a ripetersi sempre gli stessi dubbi. Ma erano strade senza uscita, solo parlandone non arrivavano da nessuna parte.
Kurt scosse la testa perplesso.
-L’unica cosa che sappiamo è che, al contrario di quello che pensava Puck, non era un regalo di Brittany. E non ha motivo di mentire.
-Avete visto Santana ultimamente? Ha delle occhiaie evidenti. Sta dormendo poco, ne sono sicura. Potremmo appostarci vicino alla sua sala comune e seguirla! – propose Quinn.
-Si ma non sappiamo se esce dalla sala comune di notte. Avremmo bisogno di qualcuno di Serpeverde ma non lo possiamo chiedere a Rachel perché non sappiamo cosa sta nascondendo e Puck e Dave dopo la partita non sono molto socievoli. – disse Kurt.
-Da qualche parte dobbiamo pur iniziare – esclamò Mike.
-Per il momento direi di andare a lezione – propose Tina mettendosi in piedi.
Gli altri annuirono e la seguirono. Avrebbero avuto una lezione straordinaria di cura delle creature magiche. La professoressa Holliday era riuscita, contro tutte le regole imposte dal ministero, a portare a Hogwarts un Kelpie e l’avrebbe mostrato agli alunni dell’ultimo anno. Ci sarebbero state le quattro case riunite e, vista la pericolosità di quella creatura, l’avrebbe aiutata il professore di difesa contro le arti oscure. Arrivarono trafelati accorgendosi che erano praticamente gli ultimi. Il professor Dosbarajas e la professoressa Holiday parlavano animatamente e sembravano dei bambini davanti a un giocattolo nuovo. Il professore di difesa teneva la bacchetta puntata su quello che sembrava un cavallo con una criniera di giunchi di palude. La professoressa Holiday si fece avanti, accorgendosi che ormai gli studenti erano pronti e guardavano con la bocca spalancata quella creatura. Sorrise amichevolmente prima di iniziare a spiegare, soffermandosi soprattutto sulla pericolosità dell’animale e sull’evento eccezionale che era per loro trovarselo davanti.
-Chi mi sa dire qual è il Kelpie più famoso? – chiese alla fine.
-Quello che vive a Loch Ness – rispose Quinn.
-Dieci punti per Corvonero! – esclamò la professoressa con un sorriso – E qualcuno sa anche che incantesimo sta usando il nostro professor Dosbarajas per tenerlo fermo?
-Usa un incantesimo Imposius – sussurrò a voce bassa Brittany.
-Molto bene! Dieci punti anche per Tassorosso! – la professoressa Holiday le sorrise raggiante. Tutti si erano accorti che quella ragazza stava attraversando un momento difficile e lei aveva fatto di tutto per cercare di distrarla. Le creature magiche sembravano essere un buon diversivo.
Anche il professore di Difesa si voltò per sorriderle e, forse a causa di quella minima distrazione, il Kelpie riuscì a liberarsi dell’incantesimo che lo teneva imbrigliato. Furono pochi e concitati secondi. L’animale si lanciò verso gli studenti di Tassorosso che erano alla sua destra mentre il professor Dosbarajas e la professoressa Holiday rilanciavano contemporaneamente un incantesimo Imposius. Brittany si trovava nella direzione dove si stava dirigendo il Kelpie e, inconsciamente, chiuse gli occhi sperando che l’incantesimo facesse effetto prima che l’animale la raggiungesse. Ma poi sentì uno spostamento d’aria e la stretta decisa di due mani che la spostarono velocemente ma senza farle male. Quando riaprì gli occhi si trovò tra le braccia di Santana che la guardava con gli occhi spalancati e il respiro pesante. Sembrava che la vedesse dopo molto tempo. Brittany allungò la mano stringendo il medaglione che spuntava dalla tunica della Serpeverde e lo strinse con forza.
-Brit … - sussurrò Santana a pochi centimetri.
-Brittany! Tutto bene! – gridò la professoressa Holiday.
Il suono di quella voce le fece voltare entrambe. Gli occhi di Santana divennero più scuri mentre si allontanava da Brittany e si incamminava verso il castello senza dire una parola. Kurt fu rapido a raggiungerla.
-San! Stai bene? Hai salvato Brittany! L’incantesimo non l’avrebbe fermato in tempo!
-Si. E quindi?
-Ti importa di lei! Voglio sapere perché ti stai comportando così!
-Sparisci!
Santana continuò a camminare lasciando indietro Kurt che si trovò affiancato da Dave, Puck e Quinn.
-Io credo che il suo comportamento sia dovuto al medaglione! – disse Quinn – Quando Brittany l’ha stretto nella sua mano gli occhi di Santana si sono illuminati, come se stesse riprendendo coscienza del mondo intorno!
-Dobbiamo scoprire perché Rachel le ha dato quell’oggetto, siamo con voi. – disse Puck passandosi preoccupato una mano sulla cresta.
-E se non fosse stata Rachel davvero? – domandò Kurt.
-Allora dovrà spiegare cosa fa tutte le notti quando esce di soppiatto dalla sala comune. – sussurrò Dave guardando con la coda dell’occhio la ragazza che passava a pochi metri di distanza.
-Stanotte proveremo a seguirla. E poi ci occupiamo del medaglione. – tagliò corto Kurt. Sarebbero arrivati in fondo a quella situazione.   
 
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Rachel si guardò intorno velocemente e vide che la sala comune era quasi vuota. Si alzò lentamente fingendo di stiracchiarsi e si diresse verso la porta per poter uscire. Guardò di nuovo che nessuno le stesse prestando attenzione prima di pensare che in fondo era il prefetto e che poteva uscire quando voleva. Scosse la testa per scacciare i suoi pensieri mentre spariva nel corridoio. Si impose di camminare lentamente e a testa alta, solo nel caso avesse incontrato qualche professore. Percorse i corridoi dei sotterranei arrivando rapidamente alla scala che l’avrebbe portata al primo piano. Quando arrivò in cima guardò a destra e a sinistra per assicurarsi che non ci fosse nessuno alla vista e poi raggiunse rapidamente la seconda rampa di scale che l’avrebbe portata al secondo piano.
Dietro di lei, nascosti tra le ombre, Puck e Dave la seguivano silenziosamente. Giunti al primo piano bussarono alla porta della classe di trasfigurazione che si trovava proprio alla fine della rampa di scale e, immediatamente, questa fu aperta da Kurt e Quinn.
-Sta salendo al secondo piano – sussurrò Dave accompagnando la frase con un gesto della testa.
I quattro salirono le scale, mantenendosi a debita distanza ma senza perdere di vista una Rachel che sembrava sempre più tesa ad ogni passo. La videro camminare lungo un immenso corridoio illuminato dalla luce tenue delle torce. Avrebbero scoperto dove stava andando e cosa stava nascondendo. O almeno questo pensavano. Ma un rumore improvviso li fece fermare e nascondere. C’erano delle voci poco distanti. Parlavano così basso che era impossibile distinguere non solo le parole ma anche chi stesse parlando. Dave e Quinn fecero cenno agli altri due di fermarsi e mantenersi invisibili. Se fosse stato un professore loro, come prefetti, non rischiavano niente. Si affacciarono a sinistra e spalancarono gli occhi quando si accorsero che si trattava di Finn che stava parlando con qualcuno. Quinn si rilassò un attimo e stava per chiamarlo quando il ragazzo si mosse rivelando la persona con cui stava parlando. Quando la videro si nascosero rapidamente nell’ombra e guardarono la scena con curiosità. Li videro allontanarsi insieme e si voltarono per andare a raggiungere Kurt e Puck che aspettavano immobili.
-Erano Santana e Finn! – esclamò a voce bassa Quinn.
-Santana? – chiese a bocca aperta Kurt.
-Si, rapidi dobbiamo seguirli! – disse Dave afferrando la tunica di Puck che non sapeva da che parte dirigersi.
-Ci dividiamo? – provò Kurt – Dobbiamo sapere dove sta andando Rachel!
-Dave, con me! Seguiamo Santana e Finn! Voi andate a seguire Rachel – Quinn diede le istruzioni velocemente prima di voltarsi.
-Chi state seguendo?
La voce fece sobbalzare i quattro ragazzi che si voltarono allo stesso tempo trovandosi davanti Brittany che li guardava con aria curiosa. Kurt si portò una mano al petto per assicurarsi che il suo cuore non cercasse di uscire.
-Brittany cosa ci fai qui? – le chiese cercando di mantenere un tono di voce normale.
-Più o meno quello che fate voi! – rispose con un’alzata di spalle.
-Noi stavamo seguendo Rachel! – ammise Puck con un sorriso.
-Perché sei uscita da sola? Potrebbe essere pericoloso. – disse Quinn rivolgendosi alla ragazza di Tassorosso.
-Sam e Finn non c’erano. E Sugar si è addormentata sul divano, come ogni sera!
-E dov’erano quei due? Dovrebbero aiutarti! – disse indignato Kurt.
-Non lo so! Escono la notte, ma non so dove vanno!
Kurt guardò Quinn per un attimo poi rivolse di nuovo la sua attenzione a Brittany.
-Sam e Finn escono insieme la notte? E da quando?
-Non escono insieme! Di solito Sam esce presto, Finn esce solo quando non c’è nessuno che lo controlla. O almeno deve essere quello che pensa lui!
-Ragazzi, mi spiace disturbare questo scambio di opinioni ma vi rendete conto che li abbiamo persi? – chiese Dave guardandosi intorno.
Tutti gli occhi si puntarono verso di lui e, finalmente, tutti si ricordarono perché erano in mezzo a un corridoio nel bel mezzo della notte. Kurt si passò stancamente la mano sul viso, Dave aveva ragione. Non sapevano dove potevano essere andati e ormai era troppo tardi per provare a rintracciarli. Hogwarts era troppo grande e potevano essere ovunque.
-Ci riproveremo domani – sospirò Quinn.
-Rimane in piedi quello che vogliamo fare domani? – domandò Puck.
-Direi di si. Almeno provateci – rispose Kurt guardando i due ragazzi di Serpeverde.
-Cosa volete fare? – chiese Brittany con curiosità.
-Noi pensiamo che il comportamento di Santana potrebbe essere dovuto a quello strano medaglione che le ha dato Rachel – iniziò a spiegare Quinn.
-E domani, durante l’allenamento di quidditch proveremo a toglierglielo! – concluse Dave.
Brittany sembrò pensare a quello che aveva appena sentito poi sollevò la mano destra mostrando il palmo nel quale si poteva vedere una marca rossa circolare.
-Fate attenzione. Quando l’ho stretto ha bruciato la mia mano. 

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Capitolo 5
*** 5. ***


 
5.
 
Puck camminava nervosamente a bordo campo. Finse di sistemare la divisa mentre cercava di vedere dove si trovasse Santana. La vide che volava a velocità folle sopra la sua testa. Si voltò quando sentì la presenza di Dave dietro di se. Anche lui teneva lo sguardo fisso sulla ragazza.
-Sei pronto? – chiese Puck.
-Non so, vediamo come va. Cerchiamo di avvicinarci il più possibile. – rispose l’altro salendo sulla scopa e colpendo il bolide in direzione di Santana.
La ragazza lo schivò senza problemi e si voltò con un sorriso ironico.
-Dovrai fare meglio di così contro Tassorosso, Karofsky.
Puck iniziò a volare colpendo svogliatamente il bolide per riscaldarsi. Non perdeva di vista la ragazza che dava ordini e indicazioni. Aspettava il momento opportuno per agire. Non avevano un piano d’azione, era impossibile averne uno, semplicemente avrebbero cercato di creare un’occasione propizia per avvicinarsi il più possibile. Fu allora che vide Santana passare in volo dietro Dave. Gli fece un gesto con la testa che il ragazzo capì al volo, prima di colpire con tutta la forza che aveva il bolide. Dave non cercò nemmeno di prenderlo, abbassò solo la testa sentendo lo spostamento d’aria e il sibilo che aveva provocato a pochi centimetri da lui. Contemporaneamente si voltò e vide Santana che spalancava gli occhi e scartava il più rapidamente possibile. Riuscì ad evitare di un soffio il bolide ma perse l’equilibrio. Dave fu svelto a passarle una mano sulle spalle ed a evitare che cadesse. Spalancò gli occhi nel vedere il suo ghigno divertito.
-Bel lavoro Puckerman! Questo è lo spirito giusto per la partita! – urlò la ragazza risistemandosi sulla scopa – Per oggi basta così!
Dave scese al suolo e si diresse verso gli spogliatoi affiancato da Puck.
-Allora? – gli chiese con ansia appena furono lontani.
-Vieni con me, dobbiamo trovare Kurt. C’è un problema. – tagliò corto Dave mentre accelerava il passo verso il castello.
Trovarono Kurt in biblioteca che parlava animatamente con Quinn. I due sollevarono gli occhi e guardarono i due ragazzi di Serpeverde che indossavano ancora la divisa per l’allenamento e avevano ancora le scope in mano.
-Ragazzi! Meno male che siete qui, abbiamo delle novità. – disse Quinn con uno sorriso.
-Si, abbiamo delle nuove informazioni. Ho parlato con il professor Dosbarajas. E mi ha spiegato che è possibile controllare le persone con l’aiuto di oggetti magici. Quindi basta che riusciamo a toglierle il medaglione! – esclamò Kurt con entusiasmo.
Dave sollevò una mano per fermarlo.
-Abbiamo un problema. – disse solo.
Gli altri lo guardarono confusi.
-Non indossa più il medaglione – disse con un sussurro.      
 
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Puck non ci poteva ancora credere. Non poteva credere che avrebbe dovuto passare i suoi pomeriggi di tutta quella settimana tra le mani di quella psicopatica della professoressa Sylvester. Sbuffò rumorosamente lanciando la pergamena e la piuma sul tavolo mentre guardava con disgusto quei contenitori che aveva davanti. E tutto a causa di Kurt. Ma lui sapeva che non avrebbe dovuto dargli ascolto. La sera prima aveva fatto come gli era stato chiesto e si era messo alle calcagna di Sam. Il ragazzo si dirigeva chiaramente verso la torre dove si trovava la voliera dei gufi. Puck lo seguiva a debita distanza domandandosi se stesse aspettando posta e, se davvero era così, perché non gli arrivasse la mattina in sala grande. Ma sapeva che non poteva distrarsi, aveva il dovere di scoprire cosa stava facendo. Anche se aveva la strana sensazione che non avesse niente a che fare con quello che stava succedendo, ma nessuno aveva voluto dargli retta. Corse silenziosamente lungo il corridoio accorgendosi che il ragazzo di Tassorosso si era allontanato troppo e, quello, fu il suo vero errore. Quando voltò l’angolo andò a sbattere contro una figura alta che camminava tranquillamente con in mano un grande contenitore pieno di lumache cornute stufate che naturalmente andarono a rovesciarsi direttamente sulla sua tunica. Puck sollevò lo sguardo per scusarsi ma le parole gli morirono in gola quando incontrò gli occhi della professoressa Sylvester. Lui chiuse i suoi sperando che la punizione che l’aspettava non fosse troppo dolorosa.
Per questo motivo, in quel momento, si trovava chiuso nell’atmosfera soffocante dell’aula di pozioni, maledicendo se stesso per essere così sfortunato e soprattutto guardando disgustato gli scaffali pieni di ingredienti per le pozioni. La Sylvester aveva scelto la peggior punizione possibile, avrebbe dovuto preparare un inventario completo di tutto quello che c’era li dentro. Ed era un incubo, la metà di quelle cose puzzava in modo insopportabile e, l’altra metà, sembrava potesse saltarti al collo e ucciderti da un momento all’altro. Il ragazzo sospirò guardando con apprensione la porta, sperando che la professoressa non decidesse di entrare proprio nel momento in cui lui aveva scelto per riposare. Si massaggiò le tempie stancamente, domandandosi come fosse possibile che il loro ultimo anno si stesse lentamente trasformando in un incubo.
Santana soprattutto lo preoccupava, tutto era iniziato proprio a partire dal suo incomprensibile comportamento di quella famosa mattina. Ancora non ci poteva credere. Da quel momento si era trasformata in un’altra persona e le cose erano andate peggiorando di giorno in giorno. Rachel era strana, Sam era strano e Finn era strano. Ma, di nuovo, per l’ennesima volta, lui aveva la sensazione che quei tre in realtà non avessero niente a che fare con quella situazione. Scosse la testa. Nessuno l’aveva ascoltato quando aveva provato a suggerire che si concentrassero solo su Santana. La ragazza appariva di giorno in giorno più insofferente, sembrava stanca ed aveva delle occhiaie pronunciate, come se non stesse dormendo bene. Ripensò al medaglione. Anche quello, alla fine, si era rivelato un buco nell’acqua. Non lo indossava più da giorni. Puck non riusciva a spiegarsi quello che era successo. Era sicuro che Santana non fosse più lei, poteva leggerlo nei suoi occhi che avevano assunto una sfumatura più scura e non sembravano nemmeno più i suoi. Aveva voluto credere con tutte le sue forze che, quel cambiamento, fosse dovuto a un incantesimo che la controllava. Lo voleva ancora credere e, quando il professor Dosbarajas aveva spiegato a Kurt che alcuni oggetti potevano essere effettivamente incantati per controllare la volontà delle persone, aveva sentito il cuore battere più forte nel petto perché credeva che, finalmente, avessero trovato la soluzione a quel mistero. Ma poi Dave aveva detto che non lo indossava più. E quella era stata una doccia gelida. Un rumore fuori dalla porta lo scosse dai suoi pensieri e si piegò ad afferrare la piuma e a continuare il suo lavoro prima che la Sylvester entrasse rivolgendogli un’occhiataccia. Sospirò. Doveva finire quell’inventario se non voleva che la donna gli infliggesse una seconda punizione che avrebbe compreso sicuramente del dolore fisico.
 
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Quinn entrò nell’aula di pozioni per la lezione di quella giornata e si guardò attorno. Vide Mike con Tina che le fecero un gesto di saluto e le sorrisero. Lei ricambiò mentre si sedeva al lato di Puck che sembrava più disgustato del solito di trovarsi in quell’aula. La ragazza gli sorrise incoraggiante, sapeva che aveva appena finito una settimana di punizione con la Sylvester e sicuramente l’ultimo posto al mondo dove voleva trovarsi era ancora nella stessa stanza con quella donna. Voltò la testa accorgendosi che Santana era seduta qualche metro più indietro. Al suo fianco c’era Dave con un’espressione cupa. A Quinn sfuggì un sorriso triste. Sapeva che l’espressione del ragazzo era dovuta al fatto che fosse l’unico che continuava imperterrito a stare al lato di Santana sperando che questa parlasse con lui o, almeno, si addolcisse. Invece lei era un muro insormontabile.
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dalla professoressa che entrava stranamente silenziosa. Tutti gli sguardi si posarono su di lei. Era inusuale che non fosse entrata sbraitando e insultando come suo solito. E, incredibilmente, questo cambio, risultava essere inquietante. Quinn aggrottò le sopraciglia mentre vedeva lo sguardo della donna che si posava su tutti loro, quasi a voler leggere dentro ciascuno. Non riuscì a non deglutire preoccupata anche se sapeva per certo di non aver fatto niente di male. O almeno niente che potesse attirare su di se le ire di quella professoressa. 
La Sylvester prese lentamente una pergamena e la rigirò piano tra le mani, senza staccare gli occhi dagli alunni che sembravano aver smesso anche solo di respirare. Si schiarì la voce e poi attese qualche altro secondo. Quando finalmente parlò la voce era bassa e irata.
-Quello che sta succedendo è molto grave.
Nell’aula la temperatura sembrava essersi abbassata di qualche grado, Quinn lanciò un’occhiata rapida a Puck che sembrava preoccupato almeno quanto lei.
-Non ho intenzione di girare intorno al problema.
Le parole sembravano esplodere nel silenzio assoluto. La donna parlava lentamente con un’espressione indecifrabile disegnata in volto.
-Questa è la prima volta che mi è successa una cosa del genere in secoli d’insegnamento.
Qualcuno aveva iniziato a muoversi incomodo nelle sedie, cercando di mantenere la calma mentre la professoressa li lasciava nell’attesa di sapere di cosa stesse parlando.
-Quindi suggerisco al colpevole, se si trova in questa stanza, di consegnarsi di sua spontanea volontà. Perché se lo fa sarò magnanima.
Molti dei ragazzi si guardarono a vicenda quasi aspettandosi che qualcuno si alzasse in lacrime confessando il terribile e, per il momento, sconosciuto crimine.
-In caso contrario mi assicurerò personalmente che, chiunque sia il colpevole, venga espulso per sempre dal castello.
Una nuova pausa. L’ennesima. Accompagnata da una smorfia di disgusto quando risultò evidente che nessuno aveva intenzione di confessare.
-Mancano degli ingredienti. Chiunque abbia a che fare con la scomparsa dei miei ingredienti dalla mia classe di pozioni è meglio che si faccia avanti adesso. Perché quando lo troverò io, e vi faccio notare che ho detto “quando” non “se”, non avrò minimamente pietà.
Improvvisamente si voltò prendendo il libro di pozioni e riprendendo a sbraitare ordini per la lezione di quella mattina, come se non fosse successo niente. Quinn tirò un profondo respiro di sollievo, insomma era vero che sapeva di non aver fatto niente di male ma non poteva negare che quella donna aveva il potere di terrorizzare chiunque. Scosse la testa con un sorriso rilassato, poi aprì gli occhi di colpo mentre un’idea si faceva strada nella sua testa.
-Puck – sussurrò rivolgendosi al compagno di banco – Hai sentito?
-Si! Per fortuna io non ho niente da fare con questa storia! Non avrei sopportato un’altra punizione.
-No, voglio dire. Mancano degli ingredienti per una pozione! Sai cosa vuol dire?
-Che qualcuno vuole fare qualche scherzo? – domandò insicuro il ragazzo.
-No! E se fosse la pozione polisucco? Se hai ragione tu e Rachel, Sam e Finn non hanno niente a che fare con questa storia? Se qualcuno sta usando la pozione polisucco per prendere le loro sembianze e fare qualcosa a Santana? – domandò a voce bassa ma con una evidente nota di entusiasmo.
Il ragazzo spalancò gli occhi capendo cosa volesse dirgli Quinn.
-Potrebbe essere! Voglio dire, è credibile!
-Dobbiamo scoprire quali sono gli ingredienti che mancano! Dobbiamo ottenere quell’elenco dalla Sylvester! – continuò la ragazza sempre più entusiasta.
-Quali sono gli ingredienti della pozione polisucco?
Quinn lo guardò con le sopraciglia aggrottate, non solo perché non capiva il perché di quella domanda ma anche perché non capiva come, uno studente dell’ultimo anno non conoscesse ancora a memoria gli ingredienti di una pozione così famosa.
-Erba fondente raccolta quando c’è la luna piena, corna di bicorno, centinodia, mosche di crisopa stufate, sanguisughe e pelle di girilacco.
Il ragazzo si accigliò.
-Non mancano quegli ingredienti! – disse scuotendo la testa.
-Cosa? E tu come lo sai?
-Perché l’inventario l’ho fatto io come punizione. Mancano wormwood, asfodelo, shivelfig e milza di ratto!
La ragazza lo guardò sollevando un sopraciglio interrogativa.
-Che c’è? Ho passato l’ultima settimana con quelle schifezze! Non dimenticherò mai come si chiamano!
-Quindi siamo di nuovo al punto di partenza – disse Quinn con un sospiro sconfitto.
-Non so, magari possiamo scoprire a cosa servono quegli ingredienti!
La ragazza sollevò la testa e lo guardò. Non era molto ma era pur sempre un punto di partenza.
    
------------------
 
-Niente! Stiamo girando a vuoto! – esclamò a voce un po’ troppo alta Kurt.
Naturalmente attirò le occhiatacce degli altri ragazzi che, in quel momento si trovavano in biblioteca. Kurt si morse il labbro a disagio poi si inclinò verso il gruppo che era con lui.
-Non c’è niente! – ribadì a voce bassissima per non attirare l’attenzione.
-Kurt ci sono ancora mezzo milione di libri di pozioni – spiegò stancamente Mike mentre chiudeva l’ennesimo libro e ne afferrava uno nuovo dalla pila che avevano davanti.
-Stiamo perdendo tempo – disse Blaine appoggiando il fidanzato.
-Si, ma è l’unica cosa che abbiamo al momento! – sospirò Quinn.
-Ma Puck sei sicuro che gli ingredienti che mancano dall’aula di pozioni siano proprio quelli? Non stai dimenticando niente? – chiese di nuovo Blaine.
Lui, Puck e Dave avevano ricostruito di nuovo un rapporto d’amicizia, in fondo il cercatore di Grifondoro non poteva portargli rancore, anche lui in un campo di quidditch avrebbe difeso un suo compagno di squadra. Anche se questo aveva torto, era una cosa naturale. E Santana decisamente non sembrava lei durante quella partita.
-Per l’ennesima volta, Blaine, si! Mancano solo wormwood, asfodelo, shivelfig e milza di ratto! – rispose Puck sollevando gli occhi dal libro di storia del quidditch che stava sfogliando.
-E poi perché non ci aiuti con i libri di pozioni? – chiese ancora Blaine.
-Io ho già fatto il mio lavoro! Tocca a voi scoprire per che pozione servono quegli ingredienti.
In quel momento Brittany entrò nella biblioteca e si sedette al lato di Kurt che le sorrise. Li guardava con aria curiosa mentre continuavano a sfogliare i libri con sempre meno entusiasmo. Fu in quel momento che nella biblioteca apparve anche Santana. Tutto il gruppo si tese immediatamente mentre gli occhi di tutti si puntarono su Brittany che abbassò lo sguardo. Kurt le mise una mano dietro la schiena sentendo un nodo che gli si stringeva nello stomaco alla vista di quell’espressione sofferente. Quando Santana passò silenziosamente al suo lato spostò lo sguardo per fissarlo sulla figura di quella che, sino a non molto tempo prima, era la sua migliore amica. Quello che vide lo fece deglutire dolorosamente. La ragazza sembrava trascinarsi pesantemente verso lo scaffale più lontano. Era incredibilmente pallida e il volto era segnato per l’evidente mancanza di sonno. Sembrava molto stanca e, non appena arrivò di fronte allo scaffale che cercava vi si appoggiò, come se avesse paura di cadere. Kurt la vide chiudere gli occhi per un attimo per poi riaprirli e allungare la mano per raggiungere un libro in alto. Lo sguardo di Kurt fu attirato da un luccichio dorato. Ma in quel momento la manica della tunica scivolò verso il basso lasciandole scoperto il braccio. Lui spalancò gli occhi cercando di deglutire. Quello che vide aumentò, se possibile, la sua preoccupazione. C’era un brutto taglio che correva da poco sotto il polso e raggiungeva quasi il gomito. Non era un esperto ma, se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe detto che poteva essere stato causato solo da un’animale. E anche abbastanza grosso.
Quello che Kurt e gli altri non sapevano era che non erano i soli a fissare la propria attenzione sulla ragazza di Serpeverde. In un angolo poco lontano, la professoressa di cura delle creature magiche seguiva la scena. Era entrata in biblioteca per cercare Brittany, aveva notato che farle vedere delle creature magiche spesso era l’unico modo per smuoverla un po’ e distrarla dai suoi pensieri. E, soprattutto dal giorno dell’incidente con il kelpie, preferiva tenerla d’occhio. Quel giorno erano arrivati alcuni esemplari di clabbert e lei voleva mostrarglieli perché sapeva che quello strano incrocio tra una rana e una scimmia le sarebbe piaciuto. Attese che Santana uscisse consapevole che quel taglio poteva esserselo procurata in un solo modo, e poi si avvicinò con il suo solito sorriso al gruppo.
-Ciao ragazzi! Ogni volta trovo incredibile vedervi tanto uniti! Ai miei tempi non era così, tra case diverse non si andava mai troppo d’accordo! Non come voi almeno.
Tutti sollevarono gli sguardi contemporaneamente, mentre salutavano.
-Sa, dopo quello che abbiamo passato l’anno scorso, con tutto quello che è successo con Brittany e lo specchio… - iniziò a spiegare Mike.
-Si, non c’è bisogno che aggiungi altro! Siete una leggenda nel mondo magico! Ho accettato di lasciare il mio posto a Durmstrang anche per poter conoscere la storia di persona! – ammise la professoressa Holliday.
-Ha insegnato a Durmstrang? – chiese stupito Puck.
-Si, insegnavo arti oscure. Ma comunque ero una supplente anche li! – sorrise divertita.
-Insegnava difesa contro le arti oscure? – chiese di nuovo Puck.
-Diciamo che il corso di studi è diverso da quello di Hogwarts – rispose con un sorriso enigmatico la donna –Comunque, cosa state facendo con tutti questi libri di pozioni? La Sylvester non vi da tregua?
Tutti si scambiarono delle occhiate tra di loro. Poi Quinn, scambiandosi un gesto d’intesa con Kurt iniziò a spiegare.
-Veramente è una piccola ricerca che stiamo facendo per conto nostro. A questo proposito… potremmo farle una domanda?
-Certo! Se posso aiutarvi! – sorrise la professoressa.
-Stiamo cercando una pozione che abbia come ingredienti wormwood, asfodelo, shivelfig e milza di ratto – disse d’un fiato incrociando lo sguardo della professoressa.
Questa li guardò per un attimo mentre il suo solito sorriso spariva dal suo volto.
-Non credo che dovreste interessarvi per cose del genere! – esclamò in modo secco.
-Sa per cosa servono? Non l’abbiamo trovato in nessun libro e ci sarebbe davvero utile se potesse dircelo. – provò Kurt un po’ timoroso della reazione della Holliday.
-Non lo troverete di certo in quei libri. E non credo che vi debba interessare.
Poi, senza ulteriori spiegazioni uscì fuori dalla biblioteca, dimenticandosi la ragione per cui vi era entrata.
 
 

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.
 
Kurt uscì dall’aula di difesa contro le arti oscure accompagnato da Blaine. Entrambi stavano discutendo degli incantesimi di controllo che venivano usati. Certo, il più famoso rimaneva l’imperius ma era solo la punta dell’iceberg. Durante le lezioni avevano imparato a conoscere e, tecnicamente, a difendersi da una quantità spaventosa di incantesimi del genere. Kurt cercava di convincere il suo fidanzato che Santana doveva essere vittima di uno di questi. Blaine a sua volta diceva che, forse, era il caso che iniziassero a pensare che davvero la ragazza era cambiata. Kurt solo scuoteva la testa. Certo, per il momento, tutto quello che avevano provato si era rivelato un vicolo cieco. Il medaglione era sparito, l’idea della pozione polisucco di Quinn era davvero buona ma gli ingredienti che mancavano non corrispondevano, Rachel spariva dalla sala comune e ancora non erano riusciti a scoprire cosa stesse facendo.
Era così preso da questa conversazione che non fece caso al gruppo di studenti che stavano passando al suo fianco, questo finché non si sentì spintonare violentemente. Blaine fu rapido ad afferrarlo al volo prima che andasse a sbattere contro il muro.
-Cosa diavolo pensi di fare? – urlò il prefetto di Grifondoro.
Solo allora Kurt si accorse che la persona che l’aveva spintonato era proprio Santana. La ragazza si fermò lanciandogli un’occhiata.
-Spiega al tuo ragazzo che è meglio che guardi dove cammina.
-Potevi spostarti tu! – rispose Blaine.
Kurt nel frattempo la guardava negli occhi. Quella non poteva essere Santana. Fece un paio di passi e le si parò di fronte. Manteneva il contatto visivo ma sentiva che gli occhi gli si stavano riempiendo di lacrime.
-Prima di essere il suo fidanzato sono il tuo migliore amico – sussurrò.
Santana spalancò per un attimo gli occhi. Poi digrignò i denti, come se avesse sentito una fitta di dolore e spintonò Kurt che, questa volta, finì al suolo. La ragazza poi si portò le mani alle tempie e si lasciò sfuggire un lamento mentre chiudeva gli occhi. Fu allora che Kurt rivide quel bagliore dorato che aveva visto anche nella biblioteca. Era un anello e aveva inciso un simbolo che lui non riusciva a vedere bene. Poi vide la ragazza che si stava accasciando al suolo ma, prima che lo raggiungesse fu raggiunta da Brittany che la prese tra le braccia.
-San…
Santana aprì gli occhi e la vide a pochi centimetri, sembrò riprendersi. Allungò piano la mano per accarezzarle il volto. Brittany si avvicinò mentre sentiva il tocco sulla sua guancia.
-Brit…
-Cosa sta succedendo qui?
La voce del professor Dosbarajas li fece voltare. Era appena uscito anche lui dall’aula e guardava la scena perplesso. Fu immediatamente raggiunto anche dalla professoressa Sylvester che li guardava severa.
-Non voglio litigi nei corridoi! – sbraitò questa – Vi voglio tutti nelle vostre sale comuni! Adesso!
Il professor Dosbarajas si avvicinò a Santana.
-Tu no. Vieni con me in infermeria, sei quasi svenuta.
Santana si fece trascinare via, non prima che Kurt si accorgesse che i suoi occhi erano di nuovo diventati scuri e spenti.  
 
----------------
 
 
Quinn ascoltava Kurt e scuoteva la testa. Stavano animatamente discutendo di quello che era successo quella mattina dopo la lezione di difesa contro le arti oscure.
-Non lo so Kurt! Non stiamo andando da nessuna parte! Avremmo bisogno di un aiuto! O almeno di una buona dose di fortuna!
Il corridoio era praticamente deserto quel pomeriggio. Era una giornata particolarmente fredda e gli studenti si erano rintanati nelle sale comuni per stare il più possibile vicini ai camini.
-Per un attimo è tornata a essere lei! – esclamò Kurt.
Quinn continuava a scuotere la testa mentre camminavano verso la sala comune di Corvonero.
-E Brittany?
-Non so. Ho provato a parlarle ma non vuole. Ha detto che ha bisogno di concentrarsi.
-Concentrarsi? – domandò curiosa Quinn.
Kurt si strinse nelle spalle.
-Si, non ho capito bene a cosa si riferisse ma dice che c’è qualcosa di importante che le sta sfuggendo e vuole ricordare cos’è!
Quinn aprì la bocca con sguardo confuso ma, prima di poter dire qualunque cosa vide arrivare verso di loro Puck di corsa. Il ragazzo si fermò a un paio di metri di distanza e riprese fiato.
-Aula di trasfigurazione. Tra due ore.
-Cosa? – domandò confuso Kurt.
-Sam! Vuole parlarci! – continuò Puck tra un respiro e un altro.
Quinn e Kurt si scambiarono un’occhiata.
-Di cosa vuole parlarci? – domandò curiosa Quinn.
-Non lo so! Mi ha detto solo che è importante!
-Chi altri verrà? – chiese Kurt.
-A parte Santana, per ovvi motivi, e Rachel credo che l’abbia detto a tutti. Anche se poco fa ho visto Brittany che andava in biblioteca e mi ha detto che deve ricordare qualcosa! Non ho capito di cosa stesse parlando però. – il ragazzo si passò una mano sulla cresta mentre sembrava pensare a quello che gli aveva detto Brittany.
-Va bene, ci vediamo li allora.
-Quinn! Se vai in sala comune e vedi Mike, dillo anche a lui! Non sono ancora riuscito a trovarlo!
La ragazza annuì mentre continuava a camminare con Kurt.
-Cosa credi che voglia? – le domandò il ragazzo.
-Sinceramente? Non ne ho idea!
-Potremmo scoprire cosa ci sta nascondendo.
-E se avesse ragione Puck? Se lui non avesse niente a che fare con tutta questa storia?
-Non so Quinn. Sei tu quella che l’ha visto con Santana quella famosa notte.
La ragazza sembrò pensarci per un attimo.
-Sai, comincio a non essere più sicura di quello che ho visto.
 
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Un paio d’ore dopo Blaine, Mercedes e Kurt entrarono di soppiatto nell’aula di trasfigurazione accorgendosi che erano praticamente gli ultimi. Si sedettero al lato di Quinn e Puck.
-Dov’è Sam? – domandò.
-Non è ancora arrivato – rispose Quinn.
Kurt si guardò intorno.
-Mancano anche Rachel, Brittany e Finn.
-Brittany era ancora in biblioteca. Rachel non mi parla da quando le ho chiesto perché avesse dato quel medaglione a Santana e Finn mi ha detto che aveva da fare! – elencò Puck.
-Cosa doveva fare Finn? – chiese Kurt.
-Non lo so! Non me l’ha detto!
-Una cosa alla volta, Kurt! Cerchiamo di capire cosa voglia Sam – disse Quinn.
In quel momento la porta si aprì ed entrò Sam con un oggetto abbastanza grande coperto ed un’espressione concentrata in volto. Nella stanza si creò un silenzio teso immediatamente. Quinn si piegò inconsciamente in avanti quando Sam iniziò a parlare.
-Prima di tutto grazie a tutti per essere qui.
Fece una pausa mentre guardava i suoi amici. Corrugò le sopracciglia quando li vide tutti concentrati e tesi.
-Ecco volevo mostrarvi quello che stavo facendo in questo periodo!
-Hai deciso di confessare? – domandò Kurt facendo sobbalzare tutti.
-Confessare? Confessare cosa? – chiese a sua volta Sam sempre più perplesso.
-Cosa hai fatto a Santana? – continuò Kurt.
-Aspetta! Io non ho fatto niente a Santana!
-E allora perché hai detto che non eri con lei quella sera? Quinn ti ha visto! Ma quando te l’abbiamo chiesto hai negato! – aggiunse Kurt.
-Perché non l’ho vista davvero quella sera! Non vi ho detto dov’ero perché era una sorpresa!
-Ma sei andato via e sembrava che avessi qualcosa da nascondere!
-Sono andato via perché ero nervoso per aver litigato con Santana ed ero preoccupato per Brittany! Ve l’avevo anche detto! E poi si, avevo qualcosa da nascondere! La sorpresa!
Kurt aprì la bocca per rispondere ma la richiuse e si voltò verso Quinn che aveva anche lei un’espressione sorpresa.
-Ma allora cosa stavi facendo?
-Quella sera ero nella torre dei gufi perché mi doveva arrivare questo! – esclamò entusiasta il ragazzo mentre sollevava il telo che copriva l’oggetto che aveva portato.
Seguì un silenzio perplesso mentre tutti gli occhi si puntavano su quell’oggetto.
-Cosa diavolo è? – domandò alla fine Dave.
Sam si passò una mano tra i capelli sempre con il sorriso in volto. Ma fu Mike il primo a parlare.
-Quello è un proiettore!
-Esatto! – esclamò felice Sam.
-Un cosa? – domandò Dave mentre Quinn, che iniziava lentamente a capire cosa stesse succedendo si passava una mano coprendosi il volto.
-Ecco voi siete tutti maghi! O quasi! La maggior parte di voi non sono mai stati in un cinema babbano! E io volevo farvi vedere il mio film preferito! Per questo ho lavorato a un incantesimo che mi permettesse di proiettare Avatar in tre dimensioni sulla parete per poterlo guardare insieme! – spiegò Sam senza perdere il sorriso.
-Avatar? – chiese piano Kurt che stava cercando di mantenersi calmo e non saltare al collo del prefetto di Tassorosso per ucciderlo.
-Oe ma lrr ne tse'a nga!
A quel punto Kurt si alzò piano e si diresse verso Sam che continuava imperterrito a sorridere come un bambino. Quando gli fu abbastanza vicino gli afferrò la tunica e iniziò a scuoterlo.
-Ti rendi conto che abbiamo pensato che tu avessi fatto un maleficio a Santana! Insieme a Rachel! E tu stavi solo cercando di farci vedere un film?
-Aspetta un momento! Se Sam non ha niente a che fare con questa storia magari anche Rachel ha una buona scusa per il suo strano comportamento! – disse Puck che finalmente poteva dimostrare che aveva ragione.
Kurt si fermò lasciando andare la tunica di Sam e voltandosi lentamente.
-Hai ragione! Andiamo! Dobbiamo trovarla! Ci dividiamo in gruppi, siamo abbastanza da poter controllare tutta Hogwarts!
Tutti si alzarono di scatto e uscirono fuori lasciando Sam a bocca aperta e sconsolato.
-Ma io volevo vedere il film! – sussurrò prima di seguirli fuori dall’aula.
Raggiunse Kurt, Quinn e Puck che si stavano dirigendo verso la sala comune di Serpeverde e discutevano animatamente. La ragazza gli fece cenno di accelerare il passo. Arrivarono all’ingresso della sala comune in poco tempo e si fermarono nascosti nell’ombra.
-Va bene. Puck entra li dentro e controlla se c’è Rachel – ordinò Quinn.
Il ragazzo annuì ma, un attimo prima di pronunciare la parola d’ordine la porta si aprì sola mostrando proprio Rachel. Entrambi sobbalzarono per la sorpresa.
-Puck, cosa stai facendo?
-Torno in sala comune! – rispose rapidamente il ragazzo.
-Bene!
-E tu cosa stai facendo?
-Giro di controllo! – rispose altrettanto rapidamente Rachel.
-Bene!
Puck si spostò per lasciarla passare e la guardò mentre spariva rapidamente lungo il corridoio. Sospirò. Dovevano scoprire dove andava. Si voltò di scatto e le corse dietro, non senza prima fare un gesto ai suoi amici che aspettavano nascosti poco distanti.
-Non possiamo perderla! Dobbiamo approfittare di questo colpo di fortuna! – esclamò a voce bassa Quinn.
-Vi giuro che se incontro di nuovo la Sylvester e mi mette in punizione non vorrò più avere a che fare con nessuno di voi! – esclamò Puck preoccupatissimo mentre veniva trascinato da Kurt.
Videro Rachel salire le scale e arrivare al secondo piano, si nascosero nell’ombra quando questa si voltò per essere sicura che non ci fosse nessuno. Quinn sospirò quando Rachel non li vide e proseguì verso la sua meta, quella era la loro occasione. Le corsero dietro il più silenziosamente possibile quando questa voltò l’angolo e si fermarono quando si accorsero che non era più sola. Kurt spalancò la bocca quando capì cosa stesse succedendo e si voltò per guardare Quinn che aveva la stessa espressione. Sam chiese silenziosamente se fosse il caso di intervenire o aspettare ancora prima di farlo. Puck sogghignò per un attimo.
-Questi sono i momenti in cui vorrei che Santana fosse ancora una persona normale! Non glielo avrebbe mai perdonato! – disse a voce bassissima.
Kurt sollevò gli occhi al cielo e uscì allo scoperto.
-Rachel! Finn! Si può sapere cosa state facendo? – disse a voce alta.
Rachel e Finn, sentendosi chiamare da quella voce fin troppo conosciuta, sobbalzarono per lo spavento staccandosi l’uno dalle braccia dell’altra e rompendo il bacio.
-Kurt! Non è quello che sembra… - iniziò Rachel per interrompersi subito quando vide apparire anche gli altri – Quinn, Puck, Sam! Cosa ci fate voi qui?
-Ti stavamo seguendo – spiegò con un’alzata di spalle Puck, in fondo non capiva perché la ragazza si stupisse.
-Quindi è questo quello che facevi quando sgattaiolavi fuori la notte? – chiese Sam a Finn.
-Si, ma vorrei aggiungere che … - iniziò Finn.
-Ma perché non ce l’avete detto? – domandò Quinn.
-Perché volevamo tenerlo per noi almeno finché non eravamo sicuri e poi Finn aveva appena lasciato quella ragazza di Tassorosso del quinto anno e non volevamo si sapesse che… - provò a spiegare Rachel.
-Ma davvero io non vi capisco! Abbiamo perso tutto questo tempo pensando che tu e Finn e Sam stavate cercando di controllare Santana! – Kurt passeggiava nervosamente davanti a Rachel e Finn con le mani tra i capelli.
Rachel aggrottò le sopraciglia.
-Aspetta! Ancora con questa storia! Vi avevo detto che io non avevo dato niente a Santana!
-Si ma io ti avevo visto! E tu non volevi dire dov’eri quella notte! – disse Puck.
-Ero con Finn!
-Quindi anche tu Finn non hai mai parlato con Santana in questo periodo? – chiese Quinn cercando di mantenere la calma.
-Non parlo con Santana praticamente dalla prima lezione di difesa contro le arti oscure!
-Dovevate dircelo! Siamo mesi dietro di voi! – quasi urlò Kurt.
-Ci state seguendo da mesi? – domandò Sam indignato.
-Si, voi e anche Santana! – spiegò Puck.
-E ci avete messo tutto questo tempo a scoprire che stiamo insieme? – domandò Finn confuso.
Kurt e Quinn gli lanciarono un’occhiataccia prima di voltarsi e tornare alle loro rispettive sale comuni. Per quella notte ne avevano avuto abbastanza.
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** 7. ***


 
7.
 
Brittany guardava con aria perplessa la boccetta di succo di sanguisughe che aveva davanti. Kurt la guardò dalla porta della classe di pozioni prima di sospirare e avvicinarsi a lei prendendo posto al suo fianco come sempre. Proprio in quel momento entrò la Sylvester come una furia. Urlò un paio di ordini e tutti si misero al lavoro sulla pozione restringente che stavano cercando di preparare durante l’ultima settimana di lezioni. Kurt era alle prese con i bruchi che erano necessari per la preparazione quando la voce di Brittany lo distrasse.
-Non indossa più l’anello.
-Cosa? – domandò senza capire a cosa si riferisse.
-Santana. Prima indossava il medaglione e c’è stato quell’episodio con il kelpie e quell’oggetto è sparito. Poi aveva quell’anello e ha avuto quel litigio con te ed è quasi svenuta. Per un momento è tornata in se. Ma adesso è sparito anche l’anello.
-Quindi secondo te cosa sta succedendo?
-Qualcuno la controlla. Con oggetti incantati. E la obbliga a fare qualcosa di pericoloso.
-Già, ma cosa?
-Non lo so! Ma sparisce durante la notte! Non dorme, è pallida come un cadavere e hai visto quelle ferite?
-Sembrano fatte da un qualche animale – sospirò Kurt.
-Hummel! Pierce! Immagino che la pozione restringente sia troppo semplice per voi vero? Potete stare li a chiacchierare! Cinque punti in meno a Grifondoro e cinque a Tassorosso!
Kurt e Brittany fecero una smorfia. La Sylvester non aveva per niente pazienza durante le sue lezioni. I due ragazzi abbassarono la testa e si concentrarono di nuovo sulla loro pozione che stava effettivamente assumendo un colore abbastanza preoccupante.
-Puck aveva ragione. Sam, Rachel e Finn non avevano niente a che fare con tutta questa storia – sussurrò piano Kurt.
-Si, ieri notte Sam mi ha raccontato tutto.
-Credo che qualcuno abbia usato la pozione polisucco per prendere le loro sembianze.
-Qualcuno che non ha bisogno di rubare gli ingredienti dalla Sylvester.
Kurt annuì gettando una rapida occhiata alla professoressa che intanto sbraitava contro Finn e Sugar che, nella prima fila, avevano fatto scappare tutti i loro bruchi.
-Cosa stavi facendo ieri in biblioteca? – domandò Kurt improvvisamente.
-Nel medaglione e nell’anello che indossava Santana c’è un simbolo. Non l’ho visto bene ma sono sicura che l’ho già visto da qualche parte.
Kurt si morse il labbro. Se fosse stato un simbolo di qualche mago, forse sarebbero riusciti a scoprire a chi appartenevano.
-Stavo pensando agli ingredienti che sono spariti dall’aula di pozioni – riprese Brittany.
-Si, sembrava che la professoressa Holiday sapesse a cosa servono.
-Già. Ma avremmo bisogno di molta fortuna per convincerla a dircelo. E avremmo bisogno di tanta fortuna anche per riuscire a scoprire dove va San durante la notte!
-Pirce! Hummel! Avrete bisogno di molta fortuna per sopravvivere alla punizione che vi darò se continuate a blaterare durante la mia classe! Altri cinque punti in meno per Tassorosso e Grifondoro! E, alla prossima parola, vi troverete nella foresta proibita per portarmi veleno di acromantula!  
Kurt e Brittany sobbalzarono rendendosi conto che erano così presi dai loro discorsi che non si erano accorti che la Sylvester era arrivata dietro di loro. Probabilmente ne aveva anche sentito una parte. Kurt strinse i denti e abbassò la testa di nuovo, questa volta sarebbe stato in religioso silenzio sino alla fine della lezione.
Brittany nel frattempo per fingere di essere concentrata sulla pozione aggiunse troppo succo di sanguisuga e dal calderone si alzò una terribile colonna di fumo giallognolo. La Sylvester scosse la testa mentre si allontanava per avvicinarsi a Blaine e Mercedes che litigavano per decidere chi doveva tagliare la milza di ratto.
Finalmente la lezione finì e Kurt raccolse le sue cose aspettando Brittany sulla porta. Stavano per uscire quando una voce li fermò.
-Hummel! Pierce! Dove credete di andare?
La voce della Sylvester li fece sobbalzare. Si voltarono lentamente per accorgersi che la donna era davanti al tavolo dove loro erano seduti sino a pochi secondi prima e li guadava con le braccia incrociate al petto.
-Professoressa cosa possiamo fare per lei? – domandò Kurt con voce insicura mentre si accorgeva che Brittany, al suo fianco, si muoveva nervosamente.
-Non voglio che lasciate le vostre cose nella mia aula! – esclamò la donna dandogli le spalle e ritornando verso la cattedra.
Kurt guardò rapidamente le sue cose, lui non stava dimenticando niente. Si voltò verso Brittany che scosse la testa per indicargli che nemmeno lei aveva lasciato niente. Il ragazzo si schiarì la voce.
-Professoressa mi spiace ma noi non abbiamo dimenticato niente …
-Hummel! Vuoi davvero passare la notte nella foresta proibita?
Brittany rapidamente corse verso il tavolo ed effettivamente c’era una piccola boccetta. Corrugò la fronte perché quello che c’era dentro era inconfondibile e poi l’afferrò mettendola nella tasca della tunica. Raggiunse di nuovo Kurt sulla porta che la guardava incuriosito.
-Grazie professoressa Sylvester. Non mi ero accorta di averla dimenticata.
-Sparisci Pierce! – fu l’unica cosa che rispose la donna.
I due ragazzi si buttarono rapidamente nel corridoio.
-Cosa avevi dimenticato? – chiese Kurt.
-Non avevo dimenticato niente.
-E allora cos’era?
Brittany si fermò estraendo la boccetta dalla tasca della tunica. Kurt spalancò la bocca e lei sorrise.
-Avevamo bisogno di fortuna vero?
-Fortuna liquida!
-Si. Felix felicis. Stanotte scopriremo cosa sta facendo Santana.
 
---------------
 
 
Quinn ascoltava il racconto di Kurt senza poter credere a quello che sentiva.
-Quindi la Sylvester vi ha dato una boccetta di felix felicis?
-Si!
-E perché l’avrebbe fatto?
-Non lo so! Non sono sicuro! Io credo che semplicemente volesse aiutare Brit!
Proprio in quel momento li raggiunse Brittany con un enorme sorriso sul volto.
-Siete pronti? – chiese.
-Non sono sicura che sia una buona idea! – disse Quinn.
-Ma è la nostra occasione! Grazie a questa riusciremo a seguire San e a scoprire cosa sta facendo! – esclamò Brittany.
Quinn guardò Kurt aspettando che il ragazzo le desse man forte ma si accorse, con grande stupore, che sembrava d’accordo con Brittany.
-Avanti! Bevi pure questa cosa! Ma sono convinta che stiamo giocando con il fuoco!
Brittany le sorrise aprendo la boccetta e portandosela alle labbra. Bevve quel liquido del colore dell’oro fuso tutto in un sorso e chiuse gli occhi. Passarono alcuni lunghissimi secondi.
-Brit? Va tutto bene? – chiese timidamente Kurt.
La ragazza aprì gli occhi con un luminoso sorriso.
-Bene! Andiamo a cercare Santana – disse Quinn.
Brittany solo scosse la testa sorridendo.
-Come no? Dobbiamo trovarla prima che finisca l’effetto della pozione! – insistette Kurt.
-Adesso devo fare una cosa! Ci vediamo dopo! – disse Brittany mentre si voltava e iniziava a correre.
-No! Cosa vuol dire che ci vediamo dopo? Dove ci vediamo? – le urlò dietro Kurt.
-Vi troverò io! – rispose mentre era già lontana.
Quinn aggrottò le sopraciglia e guardò Kurt.
-Come se non fosse una persona abbastanza strana anche senza l’aiuto di pozioni!
 
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Holly Holiday sedeva in una scomoda sedia nella sua capanna poco fuori il castello. Prese la teiera dal fuoco e si versò una tazza guardando le fiamme scoppiettanti. Sentì un rumore proveniente dall’esterno e si alzò lentamente. Tutti i sensi erano all’erta. Poteva essere quasi sicura che ci fosse qualcuno, aveva visto quella che sembrava un’ombra fuori dalla finestra. Il rumore di colpi decisi sulla porta di legno la fece sobbalzare. Prese la bacchetta e si avvicinò piano, afferrò la maniglia e spalancò la porta puntando la bacchetta contro la persona che stava ferma sulla soglia. Aggrottò le sopraciglia appena la riconobbe.
-Brittany! Cosa ci fai qui a quest’ora? Dovresti essere nel tuo dormitorio!
-Professoressa! Devo parlare con lei!
La donna si fece da parte permettendole di entrare. Preparò una seconda tazza e la mise davanti alla ragazza che la guardava con un sorriso felice sul volto. La professoressa sembrava perplessa.
-Cosa ci fai qui?
-Lei sa che pozione si prepara con gli ingredienti che sono spariti!
Quella frase non era una domanda. Era un’affermazione decisa e questo attirò l’attenzione della professoressa. La donna bevve un sorso dalla sua tazza domandandosi sin dove poteva spingersi con la ragazza che aveva di fronte. Alcune cose era meglio non conoscerle.
-Ti ha visto qualcuno venire qui? – domandò quasi per prendere tempo.
-No! – di nuovo un’affermazione così decisa che non sembrava ammettere repliche. Davvero, quella sera, Brittany sembrava diversa dal solito.
La professoressa Holiday inclinò la testa per studiarla meglio. Soppesò le varie possibilità. Forse non doveva dire niente.
-Anche se lo sapessi, perché dovrei dirlo a te?
Il sorriso sul volto di Brittany non vacillò nemmeno per un secondo.
-Perché forse potrebbe aiutarla il fatto che io lo sappia.
Di nuovo quel tono. La professoressa guardò la ragazza che aveva davanti. Era solo una studentessa. Certo l’anno prima erano riusciti a distruggere uno specchio magico, ma quanto merito andava alla loro abilità e quanto alla fortuna. Ancora una volta la donna si chiese quale fosse la soluzione migliore.
-C’è solo un libro che parla di quella pozione.
Brittany annuì appena, quel sorriso incastonato sul suo volto cominciava a rendere nervosa la professoressa Holiday.
-Ma non è nella biblioteca, vero?
-No, ma c’è sicuramente una copia a Hogwarts.
Brittany saltò in piedi.
-Devo andare!
-Brittany?
La ragazza si fermò con la mano sulla maniglia.
-Anche l’autore del libro si trova ad Hogwarts.
Brittany di nuovo annuì mentre si lanciava di corsa verso il castello lasciando la professoressa Holiday confusa e indecisa se avesse fatto bene o meno a fornire alla ragazza tanti dettagli.
 
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-Non avremmo dovuto lasciarla sola! – si lamentò per l’ennesima volta Kurt camminando avanti e indietro.
-Si l’hai già detto!
-Se le succede qualcosa i miei genitori mi uccideranno con le loro mani!
-Kurt, è sotto l’effetto della felix felicis! Ci sono più possibilità che succeda qualcosa a noi piuttosto che a lei!
Il ragazzo si voltò per rispondere ma in quel momento la porta dell’aula di trasfigurazione dove si erano nascosti si spalancò.
-Andiamo! Abbiamo poco tempo! – disse Brittany prima di voltarsi e salire sulle scale.
Kurt e Quinn si lanciarono al suo inseguimento per evitare di perderla.
-Come ha fatto a trovarci? – chiese Kurt.
-Felix felicis! Te l’avevo detto!
I tre corsero per le scale sino al settimo piano. Raggiunsero un grande arazzo e lo superarono. Brittany con un semplice incantesimo spense una delle torce in un angolo, creando una zona d’ombra, e si appoggiò al muro in attesa. Kurt aggrottò le sopraciglia.
-Cosa facciamo qui?
-Aspettiamo – rispose semplicemente Brittany.
-Aspettiamo cosa?
Quinn fu rapida a fargli cenno di stare in silenzio. Il ragazzo si voltò per vedere Santana che si era fermata dando le spalle al grande arazzo e guardava la parete spoglia davanti a lei. La videro camminare avanti e indietro tre volte e fu allora che apparve una porta dal nulla. Kurt spalancò gli occhi mentre vedeva Santana che l’apriva dopo aver gettato una rapida occhiata intorno e si infilava dentro.
-La stanza delle necessità – sussurrò Quinn.
Non si erano accorti che Brittany si era lanciata verso la porta riuscendo a fermarla un decimo di secondo prima che si chiudesse, scomparendo. La ragazza fu raggiunta subito da Quinn e Kurt che si affacciarono trovandosi davanti uno scuro e freddo corridoio. Brittany fu la prima a entrare cercando di non fare rumore. Percorsero pochi metri e si accorsero che il corridoio si apriva su una grande stanza bene illuminata. Videro Santana di spalle che immergeva un bicchiere in un calderone che sobbolliva in un angolo. La pozione sembrava avere un bel colore argentato ma non doveva essere particolarmente buona visto che la ragazza si piegò in avanti come se avesse appena ricevuto un pugno dritto nello stomaco. Passarono un paio di minuti. Santana si mosse lentamente ed estrasse la bacchetta. I tre si schiacciarono ancora di più nell’ombra per evitare di essere visti. La loro fortuna non poteva durare ancora per molto. Allora Santana pronunciò l’ultimo incantesimo che si sarebbero mai aspettati. In pochi secondi un filo argentato partì dalla sua bacchetta e andò a prendere la forma fisica di un lupo. Quinn spalancò la bocca per la sorpresa. Quello era il suo patronus. Sentì Brittany irrigidirsi al suo fianco e le appoggiò una mano sulla spalla per tranquillizzarla. Poi si concentrò di nuovo sulla stanza e si accorse del perché di quella reazione della sua amica.
Il lupo di Santana aveva poco a che fare con la creatura maestosa ma docile che le avevano descritto. In realtà non aveva mai visto una cosa del genere. L’animale era rivolto verso Santana, aveva le orecchie basse e il pelo della schiena sollevato. Ma, soprattutto mostrava i denti e sembrava ringhiare contro quella che doveva essere la sua padrona. Poi avvenne tutto in un attimo. Il lupo attaccò. Santana cercò di controllarlo ma non fece in tempo e si trovò le zanne sul braccio. La ragazza urlò di dolore e l’animale sparì. Kurt afferrò Brittany e le tappò la bocca perché non si lanciasse su Santana per aiutarla.
La ragazza di Serpeverde si alzò a fatica. Digrignò i denti mentre sollevava la manica della tunica e scopriva un nuovo e sanguinante taglio. Rilanciò l’incantesimo e riapparve il lupo. Questa volta riuscì a controllarlo più a lungo prima che questo cercasse di attaccarla.
Kurt vide le lacrime negli occhi di Brittany e decise che, per quella sera, avevano abbastanza informazioni. La trascinò via silenziosamente con l’aiuto di Quinn che sembrava sconvolta almeno quanto lui.
-Brit? Stai bene? – chiese piano Quinn quando furono finalmente fuori.
La ragazza solo annuì asciugandosi una lacrima.
-Santana ha rubato gli ingredienti per la pozione! Deve avere a che fare con il suo patronus, ma come facciamo a scoprire a cosa serve esattamente? – esclamò Kurt.
-Io so dove trovare la soluzione – disse piano Brittany.
I due amici la guardarono aspettando che si spiegasse meglio.
-Abbiamo bisogno di Rachel. 
 

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Capitolo 8
*** 8. ***


Avevo detto che sarebbero stati 9 capitoli… ma saranno 10! Grazie a tutti quelli che stanno seguendo la storia e soprattutto a tutti quelli che trovano un minuto per recensire!
8.
 
Rachel passava lo sguardo sui suoi amici che la guardavano speranzosi. Brittany le aveva spiegato cosa doveva fare ed era semplice. Ma lei ne avrebbe volentieri fatto a meno.
-Rachel, per piacere, potresti toglierti dal viso quell’espressione di panico? Non ti stiamo mandando al fronte! – spiegò di nuovo Kurt.
-Ma ti rendi conto che, se torna nella stanza proprio mentre io sto frugando nel suo baule potrebbe uccidermi? – chiese la ragazza con una lieve punta di isteria nella voce.
Brittany sospirò mentre si appoggiava al tronco dell’albero. Era una pomeriggio soleggiato, non si poteva definire caldo ma era piacevole stare all’aria aperta invece che negli umidi corridoi del castello.
-Rachel non preoccuparti! Santana esce tutte le notti e torna tardissimo! Avrai tutto il tempo per trovare il libro, portarlo da noi e rimetterlo dove l’hai trovato! Santana non sospetterà niente! – Quinn si intromise per cercare di tranquillizzarla.
-Ma siete sicuri che sia necessario?
-Rachel, ti prego! Sei l’unica che può farlo! – disse sporgendosi in avanti Brittany.
Rachel la guardò negli occhi e sospirò, non poteva fare altro che arrendersi. Avevano ragione, lei era l’unica che poteva farlo in fondo divideva la stanza con Santana. Brittany sorrise, sapeva che aveva vinto.
Così poche ore dopo Rachel cenò rapidamente e si diresse altrettanto rapidamente verso la sua sala comune. Salutò Dave che stava seduto in una delle poltrone e le fece un gesto per indicarle di stare tranquilla. La ragazza sospirò e si diresse verso il suo dormitorio che divideva con Santana. Sobbalzò quando si accorse che la sua compagna di stanza era li sdraiata sul letto con in mano il solito libro. Quello stesso libro che il professore di difesa contro le arti oscure le aveva dato come premio per il suo patronus. Quello stesso libro che lei avrebbe dovuto prendere quella notte e portare silenziosamente nella solita aula di incantesimi dove si sarebbe riunita con Kurt, Quinn, Brittany e Sam per scoprire se davvero, come pensava la ragazza di Tassorosso, nascondesse qualche indizio utile per capire cosa stesse succedendo a Santana. Sospirò rumorosamente attirando l’attenzione della sua compagna di stanza. Rachel deglutì vistosamente, temendo che le sue intenzioni fossero così evidenti che le si sarebbero potute leggere in volto senza nessuno sforzo. Ma, naturalmente, Santana non disse niente. Semplicemente riportò la sua attenzione sul libro ignorandola totalmente.
Rachel tirò le tende che l’avrebbero nascosta da una nuova eventuale occhiata della sua compagna di stanza. Si buttò sotto le coperte ed aspettò. Sapeva che non avrebbe dovuto attendere molto ma, come sempre quando era nervosa, il tempo sembrava trascinarsi con lentezza disarmante. Poi, finalmente, sentì un movimento poco distante e seppe con certezza che Santana si stava alzando dal letto. Rachel chiuse gli occhi cercando di concentrarsi solo sui rumori e cercando di associarli ad azioni. Così seppe quando Santana aprì il baule, probabilmente per infilarci dentro il libro e, soprattutto, riconobbe il cigolio della porta che si apriva e si chiudeva. Contò sino a cento e poi spostò piano la tenda. Come si aspettava era sola nella stanza. Si mosse lentamente. Sapeva che era irrazionale avere paura in quel momento. In fondo se Santana fosse tornata lei non avrebbe avuto niente da temere. Si diresse verso la porta guardandola come se si aspettasse che, da un momento all’altro, si spalancasse rivelando una furiosa Santana che aveva intuito le sue intenzioni ed era tornata per impedirgli di portarle a termine.
Rachel sospirò e cercò di calmarsi. Prese un paio di respiri profondi e si buttò verso il baule. Afferrò il libro senza degnarlo nemmeno di uno sguardo e corse verso la classe di incantesimi pregando che il battere furioso del suo cuore nel petto non sfociasse in un prematuro infarto.
-L’hai preso? – domandò Brittany saltando in piedi appena attraversò la porta dell’aula.
Rachel annuì pallida come un cadavere. Quinn le si avvicinò piano prendendole il libro dalle mani.
-Faremo in fretta – disse per tranquillizzarla.
Kurt la raggiunse immediatamente e iniziarono a sfogliare il libro alla ricerca di una cosa ben precisa. E non fu difficile incontrarla.  Quinn sollevò lo sguardo e lo rivolse verso Rachel, Brittany e Sam che stavano a pochi metri di distanza in trepidante attesa.
-Sappiamo per cosa servono gli ingredienti che sono stati rubati nell’aula di pozioni – fece una pausa per abbassare di nuovo lo sguardo verso le pagine del libro – Esiste una pozione che modifica l’incantesimo patronus.
-Cosa vuol dire? – domandò Brittany.
-Il patronus è un incantesimo di difesa. Questa pozione lo trasforma in un incantesimo violento. Il patronus diventa instabile e difficile da controllare.
-Quindi è questo che sta facendo Santana? – domandò Sam.
-Credo di si, ha rubato gli ingredienti ed usa la stanza delle necessità per provare a controllarlo. Sta giocando con il fuoco, è pericoloso quello che sta facendo – continuò Quinn.
-E c’è dell’altro – aggiunse Kurt passando la mano sulla copertina in pelle del libro sulla quale si poteva vedere un simbolo circolare in rilievo.
-Cosa? – domandò Rachel che non sopportava quell’attesa.
Kurt sollevò la copertina del libro per mostrare un simbolo circolare, i ragazzi si avvicinarono per poterlo vedere meglio e si resero conto che era formato da due D contrapposte. Brittany corrugò la fronte.
-Questa è il simbolo dell’autore del libro. La Holiday ha detto a Brittany che l’autore si trova ad Hogwarts. E queste sono le iniziali del suo nome. Diego Dosbarajas. Lui ha dato il libro a Santana. Lui la sta controllando con oggetti incantati! – esclamò Kurt.
-Come fai ad esserne sicuro? – chiese Sam insicuro.
-Perché il medaglione e l’anello avevano un simbolo circolare impresso. Non l’abbiamo visto bene ma potrebbe essere questo – concluse Kurt gettando un’occhiata a Brittany che manteneva la sua espressione accigliata.
-Ma come è possibile? – chiese ancora poco convinto Sam.
-Potrebbe avere usato la pozione polisucco per prendere le sembianze di Rachel, Sam e Finn e consegnare a Santana l’oggetto che la controllava. Lui è un professore ed ex auror, sicuro che non aveva bisogno di rubare gli ingredienti per crearla! – spiegò rapidamente Kurt – E, se ci pensate, l’anello è scomparso quando il professor Dosbarajas l’ha accompagnata in infermeria quando è quasi svenuta! Deve averlo sostituito con qualcos’altro!
-Si ma perché? – insistette Sam.
Kurt aprì la bocca per rispondere ma la richiuse subito accorgendosi che, in realtà, non aveva una risposta a quella domanda. Si guardò intorno aspettando che qualcuno gli desse una mano. Si accorse subito che Rachel si mordeva nervosamente il labbro.
-Rachel, tu hai qualche idea? – chiese Kurt.
-L’anno scorso… quando siamo entrate nella sezione proibita della biblioteca per cercare notizie sullo specchio ho letto una cosa strana – iniziò insicura – C’è un libro in quella sezione che parla della storia oscura di Hogwarts e delle storie che sono legate al castello.
I ragazzi la guardavano in attesa che andasse avanti domandandosi di cosa stesse parlando. Ma nessuno ebbe il coraggio di interromperla.
-Sapete cos’è la pietra della resurrezione? – domandò alla fine Rachel.
-Si, lo sanno tutti. Era uno dei tre doni della morte. Ma è stato perso da Harry Potter nella foresta proibita quando si è consegnato a Voldemort – rispose rapidamente Kurt.
-Si. O, almeno, questo è quello che è stato raccontato. In quel libro si dice che la pietra è stata ritrovata dai centauri e riportata al castello. Si decise di nasconderla nei sotterranei di Hogwarts e proteggerla con incantesimi potentissimi.
-Quindi è stato detto che la pietra fosse andata persa per evitare che venisse cercata a Hogwarts? Ok ma, anche se fosse vero, cosa centra con Santana e con quello che sta facendo? – chiese Sam.
-Perché pare che l’incantesimo che la protegge sia una versione migliorata dell’incantesimo patronus. Sono stati creati dei guardiani che impediscono l’accesso a dove dovrebbe essere nascosta la pietra. Secondo il libro sono un cervo, una lontra, un Jack Russel terrier e un cavallo. E solo un altro patronus può eliminarli. Per questo Santana sta cercando di modificare il suo lupo!
-Ma perché qualcuno vorrebbe la pietra della resurrezione? – domandò Sam mentre si grattava la testa perplesso.
-Per la stessa cosa che voleva Voldemort. Il potere. – disse Kurt.
I ragazzi si guardarono tra loro, poi Brittany si diresse verso la porta e l’aprì.
-Dove stai andando? – chiese Quinn preoccupata.
-Alla stanza delle necessità! – rispose mentre si lanciava lungo il corridoio verso le scale che l’avrebbero portata al settimo piano – Dobbiamo fermarla!
Sam fu il primo a reagire e a lanciarsi all’inseguimento della ragazza e, subito dopo li seguirono gli altri. Arrivarono al settimo piano con il fiatone e videro Brittany ferma davanti alla parete.
-Britt! Aspetta! Se Santana è li dentro tu non puoi entrare sinché non esce! – spiegò tra una boccata d’aria e l’altra Quinn.
Brittany si voltò per guardarla aspettando che si avvicinasse.
-Dobbiamo almeno provare! Se non è li dentro dobbiamo scoprire dov’è! Potrebbe essere in pericolo!
Poi Brittany camminò avanti e indietro tre volte pensando disperatamente a quello che necessitava e, incredibilmente, apparve una porta. Dovette aprirla Quinn visto che gli altri sembravano troppo sorpresi per muoversi, e li spintonò dentro. I ragazzi si trovarono dentro una semplice stanza quadrata abbastanza grande ma completamente vuota. In una delle pareti c’era una strana decorazione in rilievo ma nessuno ci fece molto caso al momento.
-Non c’è! – esclamò Kurt guardandosi intorno.
-Se fosse stata dentro noi non saremmo potuti entrare – gli ricordò Quinn pazientemente.
-Potrebbe essere tornata al dormitorio! – disse Rachel pensierosa, un attimo prima che la sua espressione si incupisse – Oddio se ha cercato il libro e non l’ha trovato? Come posso riportarlo senza che se ne accorga?
-Non è tornata nel suo dormitorio! – tutti si voltarono verso Sam che era fermo davanti alla parete che mostrava quello strano rilievo – Brittany a cosa stavi pensando mentre cercavi di entrare qui?
-Solo a Santana – rispose a voce bassa la ragazza – Solo al fatto che voglio trovarla.
-Come fai a sapere che non è nel suo dormitorio? – domandò Quinn avvicinandosi al ragazzo.
-Perché questa parete è una mappa in rilievo del castello di Hogwarts e, quel puntino laggiù porta il nome di Santana Lopez! – spiegò Sam indicando un punto che si muoveva verso i sotterranei.
-Sta andando in una zona proibita. Quei corridoi portano direttamente a una specie di labirinto di cunicoli che si trova sotto il lago nero! Ma è vitatissimo andarci! – spiegò Rachel.
-Sta andando a prendere la pietra della resurrezione – sussurrò Kurt.
-Dobbiamo fermarla! – esclamò Brittany voltandosi per uscire dalla stanza delle necessità ma questa volta Sam fu rapido nell’afferrarle il polso e fermarla.
-Brit, potrebbe essere pericoloso! Se la sta controllando il professor Dosbarajas non sarà lontano. Ed è un esperto di arti oscure! Abbiamo bisogno d’aiuto! Potremmo svegliare i professori e cercare di fermarla prima che si faccia male…
-No, Sam! Non abbiamo tempo! L’anno scorso ha rischiato la sua vita per me! Pensaci è già nei sotterranei! Se lanciassimo l’allarme dovremmo dare spiegazioni e non abbiamo il tempo per farlo! Io vado! Tu fai quello che credi giusto!
Brittany si liberò della presa del ragazzo e si lanciò di corsa fuori dalla porta.
-Ha ragione! Io vado con lei! – disse Kurt.
Sam lanciò una rapida occhiata a Quinn e Rachel che annuirono insieme prima di correre verso i sotterranei.
-Meno male che avevi detto che quest’anno non avremmo infranto nessuna regola! – disse Sam a una velocissima Rachel.

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.
 
-Brittany! – urlò Rachel dimenticandosi del fatto che poteva esserci qualcuno li intorno.
La ragazza di Tassorosso si voltò accorgendosi che gli altri erano a pochi metri di distanza da lei e che, evidentemente, l’avevano seguita. L’unica cosa che aveva in mente era di riuscire a fermare Santana. Adesso che il pericolo aveva preso una forma e dei contorni definiti si sentiva in preda al panico.
-Non possiamo fermarci Rach! Ha bisogno di noi! – rispose prendendo fiato per un secondo.
-Brit, hai ragione! Ma i sotterranei sono da questa parte – disse indicando uno stretto corridoio sulla destra.
Brittany spalancò la bocca ma poi lasciò perdere accorgendosi che la ragazza aveva ragione e tornò sui suoi passi. Sam apriva il passo mantenendo la sua bacchetta alta con l’incantesimo lumos per rischiarare il cammino in quegli oscuri corridoi. L’aria si faceva sempre più pesante e carica di umidità mentre avanzavano. Kurt sobbalzò quando sentì che qualcosa lo afferrava per un braccio e fu sul punto di urlare quando si accorse che si trattava solo di una terrorizzata Rachel che sussurrò delle impercettibili scuse per averlo spaventato ma che, evidentemente, non aveva nessuna intenzione di mollare la presa. Poi Sam si bloccò di colpo accorgendosi che la strada si divideva e si guardò intorno. Qualcosa attirò la sua attenzione e si inginocchiò avvicinando la sua bacchetta per illuminare la zona.
-Cosa c’è? – chiese preoccupata Quinn.
-Sangue. Santana potrebbe essere ferita.
Brittany spalancò gli occhi ed era pronta a lanciarsi verso destra per seguire quella debole pista ma Sam la trattenne.
-Prendi la bacchetta. Mi dispiace Brit ma, in questo momento, non è la tua Santana. Devi fare attenzione.
-Non ho intenzione di usare incantesimi contro di lei! – esclamò Brittany.
-E io non ho intenzione di lasciare che ti faccia male! Prendi la bacchetta o ti trascino via! – Sam la guardava negli occhi e, anche se leggeva un dolore e una preoccupazione che, la ragazza, si era tenuta dentro per ormai troppo tempo, era deciso a non permetterle di rischiare la sua incolumità. E Santana, era inutile negarlo, era pericolosa.
-Sam ha ragione, Brit. Prendi la bacchetta – insistette dolcemente Kurt estraendo la sua con un nodo in gola al pensiero di usarla per difendersi dalla sua migliore amica. O peggio per farle del male.
Brittany fece come le era stato detto anche se a malincuore e poi seguì Sam che era ritornato a capo del gruppo e guardava con attenzione il pavimento alla ricerca di tracce che l’avrebbero portato alla sua meta. Alla fine, dopo un tempo che sembrò infinito si trovarono davanti a una porta di legno. Davanti erano evidenti i segni di una lotta. Si poteva vedere un arazzo strappato e una torcia al suolo, ormai spenta.
-Potrebbe essere dietro quella porta – indicò Sam – E ricordate che potrebbe non essere sola.
Sam spinse la porta cercando di fare il minimo rumore possibile e si trovò davanti una grande stanza quadrata. C’era una strana atmosfera creata dalla luce instabile di molte torce. E, vicino alla parete più lontana dalla porta, di spalle, c’era Santana che allungava una mano verso una piccola scatola di legno posta sopra un piedistallo di pietra.
-Santana! –urlò Brittany.
La ragazza si voltò si scatto con la bacchetta ben stretta nella mano destra mentre, con la sinistra stringeva con forza qualcos’altro. Videro un lampo di ira che attraversava i suoi occhi mentre, lentamente, si avvicinava verso di loro. Automaticamente Sam, Rachel e Quinn sollevarono le loro bacchette seguiti da Kurt che aveva un’espressione sofferente, come se, anche solo quel semplice gesto, gli causasse dolore. Brittany mantenne le mani lungo i fianchi cercando di catturare lo sguardo di Santana che invece era sfuggente come quello di un animale in trappola. E, per la prima volta, Brittany seppe che Sam aveva detto la verità. Santana, la sua Santana, era pericolosa e non avrebbe esitato a farle del male. Fu proprio guardando la bacchetta di Santana, puntata contro di lei, che si accorse che indossava un bracciale con un ciondolo circolare. Brittany corrugò le sopraciglia perché c’era qualcosa che non andava bene.
-Cosa ci fate qui? – domandò Santana mentre soppesava la situazione.
-Ferma, San. Rimetti quello che hai preso al suo posto – disse piano Kurt cercando di attirare la sua attenzione e mantenendo un tono di voce calmo per non spaventarla.
-Meglio se sparite e mi lasciate fare quello che devo! – esclamò in risposta la ragazza puntandogli contro la bacchetta.
-Siamo cinque contro uno! Abbassa la bacchetta e… - Sam spalancò gli occhi e si scansò per evitare che l’incantesimo che aveva appena lanciato Santana lo colpisse in pieno.
-Questo era solo un avvertimento, tasso, il prossimo non lo sbaglio! Uscite da qui e nessuno si farà male. – disse con un sorriso Santana.
-San! Ti prego, abbassa la bacchetta – sussurrò Brittany.
Il sorriso sparì dal viso della ragazza di serpeverde e, per un attimo, fissò i suoi occhi in quelli azzurri di Brittany che la guardavano supplicanti. Poi un movimento alle loro spalle attirò la loro attenzione. Il professor Dosbarajas entrò trafelato nella stanza con la bacchetta alta davanti a se.
-Fermi! Tutti! A Santana ci penso io!
Kurt passava lo sguardo dal professore a Santana esattamente come tutti gli altri. Sentì un sospiro di rassegnazione provenire da Sam che sicuramente si aspettava quel momento e aveva anche provato ad avvisarli prima di dirigersi nei sotterranei. Sapeva che si trovavano tra l’incudine e il martello, è vero che erano superiori numericamente ma era anche vero che Diego Dosbarajas era un auror esperto e alle loro spalle c’era una imprevedibile Santana che non aveva dubitato un solo attimo prima di scagliare un incantesimo contro Sam. Kurt strinse la mascella. Poteva sperare che Santana avesse uno dei suoi momenti di debolezza ma, allo stesso tempo, era certo che il nuovo oggetto che la controllava, probabilmente quel bracciale che aveva intravisto prima e che Brittany stava fissando con tanta attenzione, fosse stato rafforzato con un incantesimo di controllo ancora più potente di quelli precedenti e non poteva certo puntare tutte le sue carte sulla fortuna. Allora un bagliore proveniente da dietro le spalle lo fece sobbalzare. Sam aveva lanciato un incantesimo che il professor Dosbarajas, facilmente, schivò. Kurt lo sentì rispondere con un semplice expelliarmus e fece appena in tempo a vedere la bacchetta di Sam che volava contro la parete alle sue spalle.
-State fermi! Potreste farvi male! Sono qui solo per … - iniziò a dire il professore prima di crollare al suolo di colpo.
I ragazzi spalancarono la bocca per lo stupore ma poi tutti si aprirono in un sorriso mentre una, altrettanto sorridente professoressa Holiday entrava nella stanza. La donna manteneva ben salda nella mano destra la bacchetta. Kurt quasi si sentì svenire dal sollievo mentre, finalmente, seguiva l’esempio di Quinn e Rachel che stavano abbassando il loro braccio. Vide con la coda dell’occhio che Santana non si era mossa di un millimetro ma adesso che era arrivata la professoressa di cura delle creature magiche e che, soprattutto il professor Dosbarajas era incosciente, la situazione era decisamente a loro favore.
Holiday si rivolse con un sorriso sempre in volto a Santana.
-Portami la pietra – disse semplicemente.
La ragazza si mosse lentamente sempre con la bacchetta puntata verso i suoi amici ma Brittany fu svelta a mettersi davanti a lei a un paio di metri di distanza.
-No! – urlò.
Kurt voleva muoversi per farla spostare perché aveva paura che Santana l’attaccasse, ma lo stupore l’aveva paralizzato.  Cosa aveva in mente Brittany? Perché si era messa in mezzo proprio adesso che la professoressa Holiday aveva preso in mano la situazione?
-Brit, spostati. Può essere pericoloso – provò gentilmente Quinn che pensava le stesse cose di Kurt.
-No! – ripeté Brittany scuotendo la testa mentre Santana si era fermata con un’espressione illeggibile in volto.
-Brittany dai retta ai tuoi amici – la voce della professoressa era calma mentre cercava di convincere la ragazza.
-Il medaglione, l’anello, il bracciale. Il simbolo che c’è sopra non sono due D! – disse questa volta Brittany senza arretrare di un millimetro.
-Brit, cosa vuoi dire? Se non è quello allora vuol dire che… - iniziò Kurt sollevando il braccio.
Ma la professoressa Holiday fu più rapida. Le bacchette di Quinn, Rachel, Kurt e Brittany volarono quando l’incantesimo expelliarmus, li colpì ed andarono a fare compagnia a quella di Sam. Troppo lontane per essere raggiunte.
-Vuol dire che è una H. – disse Holiday con un ghigno soddisfatto.
-Tu! – esclamò incredulo Sam.
-Si. Sono sempre stata io! C’è voluta tutta la vita ma alla fine, a Durmstrang, ho scoperto dove si trovava la pietra della resurrezione. Ho usato il professor Dosbarajas che cercava semplicemente di proteggere Santana consegnandole il suo libro. Lui è stato mandato qui dal ministero quando hanno avuto il sospetto che qualcuno avrebbe cercato di impossessarsi della pietra. Anche se sono stata attentissima ho lasciato delle tracce dietro di me.
Holly Holiday fece un passo dentro la stanza.
-Il poveretto credeva che fosse la professoressa Sylvester ed è stato facile ottenere la sua fiducia! Ha dato quel libro come premio al miglior patronus dopo che l’ho suggerito io! Per questo ha scelto Santana e non Brittany, perché un animale magico non può cambiare. Lui pensava che avrebbe protetto Santana consegnandole tutte le informazioni per difendersi. Ha solo reso il mio lavoro più facile e meno rischioso!
-Quindi eri tu che le hai consegnato il medaglione la prima volta? – chiese piano Rachel.
-Si! Mi sono accorta subito che potevate essere un problema ed ho pensato bene di mettervi l’uno contro l’altro! Per questo ho preso le vostre sembianze! Per questo ho cercato di avere la fiducia di Brittany! Ed avevo ragione! Quasi la perdo per due volte – disse indicando Santana con un rapido gesto del capo – Ho dovuto rafforzare l’incantesimo più di quanto pensassi!
-Ma perché non l’hai presa direttamente tu? – chiese Kurt.
-Perché i guardiani potevano essere sconfitti solo con l’incanto patronus. Ma io non posso evocarlo! Ma, adesso, basta parlare! Santana, consegnami la pietra!
Santana sollevò lo sguardo per incontrare quello di Brittany.
-Spostati – disse solo.
La ragazza di Tassorosso non si mosse, solo scosse la testa. Santana non si scompose. Solo lanciò il suo incantesimo. Brittany sentì il braccio sinistro in fiamme quando lo stupeficium lo raggiunse. Strinse i denti per non arretrare e, dopo un attimo di esitazione, sollevò di nuovo gli occhi per puntarli in quelli di Santana. Questa sembrò fermarsi un attimo.
-Brittany, non credo che tu abbia capito la situazione. – iniziò a spiegare con calma Holly – Questa volta l’incantesimo di controllo è troppo potente perché degli stupidi ragazzini possano pensare di mettersi in mezzo. Santana non esiterà a colpirti di nuovo.
Brittany scosse la testa.
-San, se vuoi passare dovrai obbligarmi a muovermi. Lo so che una parte di te mi sente ancora. Non farmi del male, San.
Brittany barcollò quando, un attimo dopo aver finito la frase un secondo incantesimo stupeficium la colpì nello stesso punto di prima. Strinse più forte la mascella mentre cercava di mantenersi in equilibrio e portò la mano destra a tenere l’ormai inerte braccio sinistro. Quando puntò di nuovo i suoi occhi in quelli di Santana questa poté vedere bene le lacrime.
-Va bene! Basta così! Brit, lasciala passare! – urlò Quinn spaventata.
-Santana. Per l’ultima volta portami la pietra – disse decisa la Holiday estendendo la mano sinistra.
Santana non distolse lo sguardo da quello di Brittany. Poi mosse il polso della mano che stringeva la bacchetta e apparve il suo patronus. Il lupo ringhiava a un metro da Brittany che non lo guardava. Non poteva guardarlo. Il suo cuore non avrebbe retto nel vedere quei denti minacciosi, le orecchie spostate all’indietro e il pelo sollevato. Non lo poteva guardare perché sapeva che, nonostante tutto, il ricordo felice di Santana, quello che le permetteva invocare quell’incantesimo era lei. E questo le faceva male, perché non era in grado di salvarla e di proteggerla come lei aveva fatto solo un anno prima. Per questo mantenne i suoi occhi fissi in quelli di Santana almeno così quella sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe visto prima che l’animale l’attaccasse.
E il lupo attaccò. Brittany lo capì dall’urlo disperato di Quinn ed era sicura che loro, in quel momento, avessero chiuso gli occhi. L’animale le passò al lato veloce come un lampo e le ci volle un attimo per capire che non era lei il suo obbiettivo. Fu chiaro solo quando riconobbe le grida di dolore della professoressa di cura delle creature magiche. Ma durò solo un attimo. E, dopo quel momento interminabile lo vide. Quel lampo negli occhi di Santana. Era lei di nuovo e la stava guardando. Ma poi quegli occhi scuri si appannarono di colpo e le palpebre si chiusero mentre cadeva al suolo. Brittany si lanciò su di lei per prenderla al volo. L’ultima cosa che sentì Santana fu il suo nome pronunciato da quella voce preoccupata e delle braccia forti che la sostenevano. E, nonostante tutto, sorrise perché si sentiva come se fosse appena tornata a casa. Ma poi ci fu solo il buio che la inghiottì.       
 

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Capitolo 10
*** 10. ***


Siamo arrivati alla fine! Un abbraccio e un enorme ringraziamento a tutti! Alla prossima!
 
 
10.
 
-Kurt, vai a riposare! Sei qui da tre giorni! Non l’aiuti se svieni per la stanchezza!
-Ti ho detto che sto bene Quinn! Non voglio muovermi da qui finché non riprende conoscenza!
-Sei distrutto, Kurt! Hai bisogno di riposo! Hai sentito cos’hanno detto, non sanno quando si risveglierà, rimango io con lei adesso, vai a riposare almeno un paio d’ore. Se ci sono miglioramenti ti prometto che sarai il primo a saperlo.
Santana mosse leggermente la testa infastidita da quella discussione. Cosa ci facevano Kurt e Quinn nel suo dormitorio? Ma soprattutto perché sentiva il suo corpo come una poltiglia di dolore pulsante? Aprì gli occhi a fatica e si voltò per guardare i suoi amici che stavano a un metro dal suo letto ma non le prestavano attenzione. Allora provò a sollevarsi un poco con scarsi risultati. Mosse il braccio trovandolo completamente fasciato. Corrugò la fronte pensando che quella situazione era abbastanza strana. Mosse di nuovo la testa per guardare Kurt e si preoccupò quando mise a fuoco le occhiaie marcate che cerchiavano gli occhi arrossati del suo migliore amico.
-Kurt vai a riposare hai un aspetto che fa spavento – sussurrò alla fine domandandosi perché la sua voce suonasse tanto debole.
Il ragazzo si voltò di scatto fulminandola con lo sguardo.
-Ho già detto di no, San! Non ho intenzione di muovermi finché non… - la frase rimase a metà mentre realizzava che Santana aveva aperto gli occhi e stava parlando.
Kurt guardò Quinn che aveva lacrime agli occhi per il sollievo e l’abbracciò con forza. Santana corrugò la fronte sempre più confusa.
-Cosa diavolo ci fate nel mio dormitorio? – domandò alla fine facendo staccare i due amici.
-Santana! Sei in infermeria! – Kurt le si avvicinò piano insicuro su come comportarsi, aveva voglia di saltarle addosso e stringerla ma l’espressione della ragazza che denotava non solo confusione ma anche sofferenza lo trattenne.
-Infermeria? – domandò Santana guardandosi intorno e accorgendosi che effettivamente quello non era certo il suo dormitorio – Sono caduta dalla scopa durante un allenamento?
Kurt e Quinn si guardarono in volto indecisi su cosa dirle. Santana spalancò la bocca preoccupata.
-No! Sono caduta durante la partita con Grifondoro? Non dirmi che quel mezzo goblin del tuo ragazzo ha vinto la partita! – esclamò Santana.
-San, non hai avuto un incidente giocando a quidditch – iniziò Quinn – Forse dovremmo chiamare qualcuno perché controlli come stai…
-Aspetta un momento. Se sono in infermeria… perché ci siete solo voi e non Brittany? – Santana era sempre più confusa e, l’ennesimo sguardo che si scambiarono i suoi amici la fece rabbrividire – Cos’è successo?
-Non ricordi niente? – chiese piano Kurt.
Santana chiuse gli occhi e appoggiò la testa al cuscino cercando di ripercorrere quello che ricordava.
-Ricordo il viaggio in treno per arrivare qui. Il banchetto di benvenuto. Quinn che mi mostrava la camera delle necessità. Il professore di difesa contro le arti oscure e la sua lezione con il patronus – Santana manteneva gli occhi chiusi ma improvvisamente qualcosa le fece aggrottare le sopraciglia – Ricordo Rachel che mi ha dato qualcosa. E poi stavo andando da Brittany e ho incontrato Sam. Lui… lui ha fatto qualcosa con l’oggetto che mi ha dato Rachel. Ma erano strani. Era come se non fossero loro.
-Ricordi l’oggetto? – chiese Quinn.
Santana tornò a concentrarsi. Era qualcosa di piccolo.
-Un medaglione. L’ho messo al collo ma poi Sam ha fatto qualcosa e non ricordo niente sino alla mattina dopo.
-Stava attivando l’incantesimo e no, non era Sam. – disse a voce bassa Kurt – Cos’è successo la mattina dopo?
-Io ero in sala comune, mi ricordo che non mi sentivo bene. C’era qualcosa di strano. Poi sono andata in sala grande, vi ho visto al tavolo di Corvonero ma … aspetta, non sono venuta verso da voi! E poi Brittany si è avvicinata a me e io…
Santana aprì gli occhi come piatti mentre quello che era successo le tornava alla mente con chiarezza disarmante.
-No, ditemi che non le ho detto quelle cose davvero! – esclamò quasi al bordo delle lacrime.
Ma lo sguardo di Quinn e Kurt non lasciava dubbi. Santana chiuse gli occhi di nuovo e tutti i ricordi la colpirono forza. Si sollevò di scatto dal letto e dovette lottare per evitare di svenire di nuovo.
-La pietra! Dov’è la pietra?
-Non lo sappiamo. In un posto sicuro immagino. – rispose in fretta Quinn.
-E la professoressa Holiday? – insistette Santana.
-Azkaban. Ed è un miracolo che sia sopravvissuta al tuo attacco.
Santana si passò una mano tra i capelli.
-E Brittany? Dio io l’ho colpita con …
-Sta bene. L’hanno tenuta mezza giornata in infermeria, ha ancora il braccio fasciato ma non è niente di grave – disse rapidamente Quinn.
-Ma non è qui! Mi odia! Ho rovinato tutto! Come posso averle fatto quelle cose? Dovrei essere io ad Azkaban! Ho cercato di prendere la pietra e vi ho minacciato e ho … oddio il mio patronus!
-Santana, non sei stata tu a fare quelle cose! Eri sotto l’effetto di una maledizione molto potente! Non si spiegano nemmeno come sia stato possibile che tu sia riuscita a liberartene alla fine! Nessuno di noi ce l’ha con te! – esclamò Kurt.
-E allora perché Brittany non è qui?
-Perché quello che la Holiday ti ha fatto fare era pericoloso e ha delle conseguenze… - iniziò piano Quinn – E Brittany si sente in colpa perché pensa che non sia stata in grado di proteggerti. Pensa di aver perso un sacco di tempo e che, alla fine, non è riuscita a fare niente di buono per te. Pensa di non meritarti.
Santana spalancò la bocca incredula. Quello era decisamente un incubo. Doveva vederla, doveva parlare con Brittany. Provò a sollevarsi ma si ritrovò le braccia di Kurt che la sorreggevano prima di cadere al suolo.
-San, sei troppo debole! Dove stai andando?
-Devo vederla! – poi un pensiero le attraversò la mente – Avete detto che quello che ho fatto ha conseguenze? Di cosa state parlando?
Quinn guardò Kurt che abbassò lo sguardo.
-Non ti sei chiesta perché non è stata la Holiday stessa a cercare di prendere la pietra? Perché aveva bisogno di te?
Santana provò a concentrarsi.
-Ha detto che non poteva evocare il suo patronus, ma questo cosa centra? – chiese preoccupata Santana.
-Questa è la conseguenza di quello che hai fatto. Lei non può più evocarlo perché ha abusato della pozione che lo trasformava – spiegò piano Quinn.
-Quindi nemmeno io posso più evocarlo?
-Non lo sappiamo con certezza. Ma non voglio mentirti, è probabile che tu non possa più farlo.
Santana si lasciò cadere pesantemente sul letto.
-Kurt, passami la mia bacchetta – disse a voce bassa.
Il ragazzo deglutì preoccupato.
-Sei sicura? Sei ancora debole dovresti riposarti prima. Potresti non riuscire anche per la stanchezza.
-Kurt, la bacchetta.
Il ragazzo prese l’oggetto che riposava vicino al letto di Santana. Lo strinse tra le mani. Era una bellissima bacchetta d’ebano africano e con un nucleo di corda di cuore di drago, una delle poche a Hogwarts che non era stata fatta da Olivander. Santana ne andava particolarmente fiera e anche lui visto che anche la sua era fatta con il legno dello stesso albero, ma aveva un nucleo di crine di unicorno. Kurt sospirò mentre la porgeva alla sua proprietaria e aspettava pazientemente vicino a Quinn.
Santana respirava pesantemente mentre cercava di calmare il battito irregolare del suo cuore. Chiuse gli occhi per concentrarsi dopo essersi faticosamente messa a sedere sul bordo del letto.
-San, se non te la senti è meglio aspettare – sussurrò Quinn.
Ma non poteva aspettare. Doveva saperlo. Si concentrò e pensò a Brittany. Pensò alla prima volta che le loro mani si erano sfiorate, in una notte di luna piena, mentre la luce della luna illuminava la superficie dello specchio.
-Expecto patronum
Quello che accadde dopo li lasciò tutti a bocca aperta.
-Questo non è possibile! – esclamò Quinn alla fine.
-Non può essere vero! – aggiunse Kurt.
Santana mise via la bacchetta e si alzò a fatica dal letto. Prese la tunica dalla sedia e iniziò a cercare di metterla.
-Cosa stai facendo? – chiese Kurt.
-Devo andare da lei – spiegò solo Santana.
-Ma non puoi muoverti! Sei stata incosciente per tre giorni! Rimettiti a letto! – insistette il ragazzo.
-Ti prego Kurt. Aiutami.
Santana e Kurt si guardarono negli occhi per un secondo. Poi il ragazzo sospirò afferrando la tunica e aiutandola a indossarla.
-Cerchiamo di non farci vedere dall’infermiera Pillsbury.      
 
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Brittany si trovava seduta con la schiena appoggiata al tronco del solito albero dove, spesso, aveva passato i pomeriggi con i suoi amici. Ma adesso era li da sola. Come sempre negli ultimi tre giorni. Era vero che i suoi amici si davano il cambio per stare con lei il più possibile e provare a parlarle. Ma, per lei, quello che le dicevano erano solo parole vuote.
Tutti le dicevano la stessa cosa. Non era colpa sua.
Ma lei sapeva che non era vero. Lei sapeva che tutto quello che era successo era solo ed esclusivamente colpa sua.
Si asciugò una lacrima che le era sfuggita e portò le ginocchia al petto abbracciandole. Fissò lo sguardo sulla superficie stranamente calma del lago e sospirò.
Quando, l’anno prima, Santana aveva rischiato tutto pur di salvarla dallo specchio lei si era ripromessa che mai avrebbe permesso che qualcosa di male potesse succederle.
E doveva ammettere che non era riuscita a difenderla. Che non era stata in grado di farlo. E adesso lei era in un letto nell’infermeria da tre giorni, senza aver ripreso conoscenza da quella notte nei sotterranei.
Brittany strinse il pugno con tanta forza da farsi male. Non sarebbe dovuta arrivare a quel punto. Era compito suo proteggerla. Ed aveva avuto la possibilità di farlo più e più volte. Se solo le avesse strappato via quel medaglione quando l’aveva avuto tra le mani. O se solo non avesse perso troppo tempo. Se solo l’avesse fermata quando l’aveva trovata nella stanza delle necessità invece di farsi trascinare via da Kurt. Scosse la testa. Non era stata in grado di difenderla. Non c’era altro modo per definire quello che era successo in questi mesi. E Santana aveva probabilmente perso il suo patronus.
Per colpa sua. Solo per colpa sua.
Brittany non poteva perdonarsi. Per questo non poteva stare con Santana. Semplicemente non meritava di stare con lei. Sarebbe stato meglio se non fosse mai uscita dallo specchio.
Un lieve fruscio alle sue spalle la fece sobbalzare ma non si voltò. Non aveva voglia di vedere nessuno. Non c’era niente che le potessero dire che le avrebbe fatto cambiare idea.
-Posso sedermi con te?
Brittany sollevò la testa di scatto e si voltò in direzione della voce. Spalancò la bocca per lo stupore e non trattenne le lacrime di sollievo. Almeno era viva e si era svegliata. Sentì l’istinto di alzarsi e stringerla ma non poteva farlo. Non quando l’aveva lasciata in balia della sua sorte e di quell’incantesimo così a lungo. Non meritava di sentirla di nuovo sua.
Santana si sedette piano lasciandosi scivolare lungo il tronco dell’albero. Kurt l’aveva accompagnata sin li ma, quando aveva visto Brittany sola ed in lacrime aveva deciso che era meglio fare gli ultimi metri che la separavano da quella ragazza da sola. Anche se non era stata una così buona idea visto che stava disperatamente lottando per non svenire di nuovo. Finalmente raggiunse il suolo e si lasciò sfuggire un piccolo sospiro di sollievo. Voltò la testa per guardare Brittany che invece teneva lo sguardo acquoso dritto davanti a se.
-Mi dispiace, Brit. Ricordo ogni singola parola che ti ho detto in questi mesi. Ricordo ogni singolo gesto. E mi sento così male per quello che ti ho fatto! Mi sento così male al pensiero di averti ferita e di averti lasciata sola e…
Brittany spalancò la bocca e si voltò per guardare Santana che continuava a scusarsi.
-Tu mi chiedi scusa? – la fermò scuotendo la testa prima che potesse terminare la frase – Tu chiedi scusa a me che non ho saputo proteggerti?
-Senza di te avrei consegnato la pietra alla Holiday – sussurrò semplicemente Santana.
-No! Io non sono stata in grado di fare niente! Anche quando ne avevo la possibilità! Tu sei riuscita a liberarti da sola ed a difenderci tutti.
Santana scosse la testa sorridendo.
-Se non ci fossi stata tu non l’avrei potuto fare. Niente di quello che è successo è colpa tua!
Brittany si lasciò sfuggire una risata amara.
-Si me lo ripetono tutti da tre giorni! Ma io so che non è così! Non saresti arrivata a quel punto se fossi intervenuta prima e con più coraggio. Non avresti perso il tuo patronus se ti avessi fermata subito.
-L’incantesimo che mi controllava non l’ho rotto io. L’hai fatto tu quando stavi davanti a me immobile e disarmata nonostante gli incantesimi che ti ho lanciato contro. L’hai rotto tu quando mi hai guardata negli occhi ed è bastato quello per fare in modo che la me stessa imprigionata potesse uscire fuori.
-Non ho fatto niente! – quasi urlò Brittany – Non ho fatto niente e adesso tu hai perso il tuo patronus. Ed è tutta colpa mia!
-E se ci fosse un modo per dimostrarti che quello che ti dico è vero? – domandò a bruciapelo Santana.
-Non puoi farlo. Come sarebbe possibile?
Santana sorrise.
-Prendi la tua bacchetta – sussurrò.
Brittany fece una smorfia ma fece quello che le veniva detto.
-Adesso chiudi gli occhi. Voglio che ti concentri. Voglio vedere il tuo patronus.
Brittany corrugò la fronte titubante.
-Non voglio! Non è giusto che io possa farlo.
-Ti prego Brit.
Dalla bacchetta della ragazza prese forma uno splendido unicorno e Santana sorrise.
-Tieni gli occhi chiusi, Brit – le sussurrò avvicinandosi appena al suo orecchio e notando immediatamente il brivido che le aveva increspato la pelle a quella vicinanza – Adesso dimmi. Qual è il ricordo che ti permette di invocarlo?
Brittany, per la prima volta da quando Santana si era seduta al suo fianco, mostrò un piccolo sorriso felice.
-L’anno scorso. La prima volta che ho sfiorato la tua mano. Alla luce della luna piena.
-Io penso alla stessa cosa – sorrise Santana sfiorandole il collo con le labbra – Expecto patronum.
Quando Brittany sentì che Santana aveva pronunciato l’incantesimo aprì gli occhi stupita incontrando i profondi occhi scuri dell’altra a pochi centimetri dai suoi. Vide che Santana sorrideva e si voltò per trovare un secondo patronus vicino al suo.
-Questo non è possibile! – disse a bocca aperta mentre si accorgeva che, effettivamente, Santana era in grado di invocare il suo patronus anche se non era più un lupo.
-Perché non è possibile? – sorrise questa allo sguardo colmo di incredulità della ragazza al suo fianco.
-Quello è un unicorno! Come il mio! E non è possibile!
-Ti amo Brit. E tu non sei solo il mio ricordo felice, sei tu il mio patronus. Senza di te non ce l’avrei mai fatta a rompere l’incantesimo.
Brittany riportò la sua attenzione in quegli occhi scuri mentre lentamente i due unicorni sparivano. Vide la mano di Santana che si posava sul suo volto per asciugare un paio di lacrime e sorrise. Poi chiuse gli occhi e posò le sue labbra su quelle di Santana. Sentendo finalmente come tutto ritornava al suo posto. Lei era di nuovo li, tra le sue braccia e questa volta per sempre.
 
fine     

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