Il sogno

di Emily11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto inizia da qui ***
Capitolo 2: *** C'è qualcosa di strano in me ***
Capitolo 3: *** Le cose si fanno critiche ***
Capitolo 4: *** Che mi succede? ***
Capitolo 5: *** Il carro nero ***
Capitolo 6: *** Papà... ***
Capitolo 7: *** Da male...in peggio! ***



Capitolo 1
*** Tutto inizia da qui ***



"Emily, ehy, Emily" disse una voce.
Mi girai. "Oh, Marta che succede?"
"Si dice che arriverà un'altro compagno oggi"
"Ah ma davvero?"
Una voce stridula e insopportabile disse: "Signorine, avete finito di chiaccherare?"
"Si, professoressa" dicemmo.
Mi abbandonai ai miei pensieri guardando la finestra.
E se quel ragazzo sia il mio amore mai conosciuto?
Mmm... Troppo da film, è impossibile
Suonò la campanella e ci avviammo verso la mensa.
Marta mi venì incontro e mi disse: "Ammettilo, anche tu hai pensato ad un amore impossibile con il ragazzo che deve venire".
Marta sembrava che capisse quello che pensavo, eravamo diverse, molto diverse la sua spenzieratezza mi commuoveva, ma io non ero così avvolte mi trovavo in disagio anche con lei, ma questo non lo sapeva, forse lo aveva già capito.
"Mmm...sì" le risposi.
"Lo sapevo" Marta mi fece un occhiolino e continuò "Ma se è carino lascialo a me" iniziò a ridere.
Io le feci un mezzo sorriso. Andammo nell'aula.
Fui la prima ad entrare ma c'era uno strano ragazzo, seduto in prima fila, chi era? Non lo avevo mai visto. Alzò la testa e mi vide, stava scrivendo qualcosa nel suo quaderno. Rimasi immobile. Ma lui, finalmente, disse la prima parola.
"S-sono il ragazzo nuovo, Robert" disse.
Ripresi il mio carattere indifferente, lo salutai e andai nel mio banco. Dopo poco tempo arrivarono tutti i miei compagni, la professoressa presentò il ragazzo nuovo.
Quando le lezioni furono finite, andai a casa. Salutai mio padre e andai a fare la doccia. Notai una strana macchia nel gomito era comparsa solo ora, ne ero sicura. Si era fatto tardi, andai a dormire. Mi svegliai nel centro della notte, avevo fatto uno strano sogno fuoco... fiamme e distruzione era tutto quello che avevo sognato. Sta succedendo qualcosa, ne sono sicura. Cercai di riaddomentarmi, ci riuscii. Il mattino seguente raccontai quel sogno a mio padre, non la prese sul serio, sull'ottimismo, mi disse semplicemente che avevo fatto un incubo e che non mi dovevo preoccupare però io la prendevo sul serio, sul realismo. Sì, ero fatta così, non ci posso far niente, ero cinica, realista e indifferente. L'esatto opposto di mio padre e Marta loro erano così gioiosi. A che scopo recitare la parte delle persone felici e senza alcun problema se tutti sapevano che non era così? Perchè dire "Và tutto bene" anche se poi mi sento malissimo? Era sabato, giorno di risposo andai a fare un giro al parco. Mi sedetti su una panchina. Ma passò un ragazzo abbastanza alto era Robert. Robert si sedette in un'altra panchina. Mi osservava, mi fissava mi sentii in disagio mi sentivo osservata. Non mi piaceva per niente quella sensazione... C'era qualcosa di strano in quel ragazzo, sembrava che lo conoscevo da tutta la vita, lui continuò a fissarmi. Fino a quando mi alzai e andai a casa.
Fine primo capitolo.
Continuerò domani.

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Capitolo 2
*** C'è qualcosa di strano in me ***



Il mattino seguente, mi svegliai di buon umore, la vita mi sorrideva per una volta. Iniziai a sorridere, erano forse i miei primi sorrisi da quuando era morta mia madre. Sì, mia madre è morta, per l'esattezza di è suicidata, questo è quello che dicono i medici dopo averla esaminata. Ma io sapevo che non era così, mia madre è morta quando avevo 8 anni, io e mia madre avevamo un intesa perfetta mi disse mio padre, ma non mi volle più raccontare nulla.
Ad un certo punto ricevetti una telefonata "Marta"
Risposi.
"Ehy Emily ti và di venire a casa mia questo pomeriggio?" mi disse senza nemmeno darmi il tempo di dire "Pronto"
Ma io non potevo, non mi sentivo a mio agio a casa sua io sono una solitaria, avrei preferito rimanere da sola a pensare a mia madre e al perchè del suo abbandono. Mi ero svegliata di buon umore, sì, ma il desiderio di sapere come sono andate veramente le cose mi usciva da tutti i pori. Non potevo dire di no alla mia migliore amica, anche perchè è da molto che non passiamo un pò di tempo da sole, a scuola c'è sempre qualcuno che si impiccia.
"Ok" Le risposi involontariamente.
"Allora ci vediamo a casa mia alle 17:00 Ciao" e riattaccò
Mi sdraiai nel mio letto, mi sentivo un'ipocrita a mentire anche alla mia migliore amica, ormai le bugie uscivano dalla mia bocca automaticamente, inconsapevolmente dicevo delle bugie, mi incaricavo di far qualcosa che poi non mi andava di fare. C'è qualcosa di strano in me, pensai. Non sono come tutte le altre ragazze della mia età, tutte spenzierate e gioiose. Io ero diversa.
Si fecero le 17:00 andai a casa di Marta.
"Ciao" dissi mentre le facevo un mezzo sorriso.
"Vieni entra."
Il tono di Marta era diverso, diverso da quella ragazza spenzierata che conoscevo, era come il mio, molto diverso.

"C'è qualcosa che non và?" le chiesi.
"Sì... Forse no..." mi disse.
"Racconta."
Io e Marta avevamo un rapporto piacevole anche perchè io non sono la ragazza che parla tanto, invece mi piace ascoltare lei, invece, è una chiaccherona, quindi lei parla e io ascolto.
"In teoria, mia madre non fuma. Giusto?" mi disse
"Giusto."
"Ieri stavo andando in cucina per prendere un coltello, quando, lei mi fa cenno di non entrare, ho visto che nascondeva la sua mano, la guardai più attentamente e usciva del fumo bianco, lo stesso fumo di una sigaretta e proprio oggi di mattina, si sentiva una puzza di sigarette terribile. Non sò cosa fare, dovrei dire a mia madre che sò che lei fuma? Oppure dovrei recitare la parte della figlia idiota che non capisce nulla? La cosa che mi fa più arrabbiare è che non me l'abbia detto." mi raccontò
Rimasi sorspresa da quello che Marta mi raccontava, sua madre era così gioiosa, amichevole, buona, gentile e sembrava sempre in buona salute, non aveva l'aspetto di una fumatrice.
"Mmm..Non sai quanto mi dispiace, forse non te la detto perchè sta aspettando il momento giusto, forse... Se gli dici che sai che lei fuma, la vostra intesa si spezzerà in piccoli frammenti, cerco di immaginare io al posto tuo, anche se mia madre non c'è più, io glielo direi. Dovete affrontare il problema con calma e in un luogo in cui ci siete solo tu e lei. Spero di esserti stava d'aiuto." le dissi
"E' difficile.." Mi abbracciò.
"Lo so...lo so." le dissi.
Fine secondo capitolo. Continuo domani o questo pomeriggio.

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Capitolo 3
*** Le cose si fanno critiche ***



Andai a casa, il mattino seguente andai a scuola dovevamo fare una gita. Andammo in un posto con molti turisti, tra cui dei cinesi. Mi avvicinai ad una ragazza. Ma lei si allontonò bruscemente, aveva gli occhi spalancati come se avesse paura di me. Iniziò a balbettare una parola: "Huǒ...Huǒ" Più mi avvicinavo più lo balbettava e lei indietreggiava sempre più velocemente. La polizia credette fosse pazza e la portarono in caserma io rimasi lì senza sapere cosa significasse quella parola.
"Emily, indovina com'è andata a finire sabato " disse Marta venendo alle mie spalle
"Non ne ho la più pallida idea, dimmelo." le dissi
"Alla fine ho voluto lasciare le cose come stanno, preferisco essere una bimba ingenua agli occhi di mia madre, anzichè rovinare la solita armonia familiare che c'è in casa mia" mi raccontò con un mezzo sorriso
"Hai fatto bene, forse..." le dissi
Mmm...Forse Marta ha fatto veramente bene, forse è meglio apparire ingenua che rovinare il rapporto con sua madre, ma io cosa posso sapere? Io non ho una madre... La cosa che mi incuriosiva di più non era l'azione di Marta nei confronti della madre, avevo solo una cosa fissa in mente: La ragazza cinese che continuava a balbettare "Huǒ" cosa significherà?
Mi tolsi la giacca rimasi a maniche corte, mi guardai il gomito, la macchia era lì ed'era diventata più grande e anche rossa, rosso fuoco.
"Ehy, e questa?" disse Marta indicando la mia macchia
"Eh...quella è...una voglia!" dissi
"Wow, non l'avevo mai vista" disse Marta stupita
In realtà nemmeno io l'avevo mai vista, quella macchia era comparsa solo quando era venuto...Robert! Quel ragazzo così strano...
"Robert..." dissi ad alta voce
"Che succede? Emily" mi disse una voce, era Robert.
Mi toccò il braccio e sentii una scossa che mi percorreva tutto il corpo...Una sensazione di disagio il cuore mi batteva forte...troppo forte. Mi stavo forse innamorando di Robert? No, impossibile. Non sono il tipo che si innamora del primo ragazzo che le fa venire una scossa in tutto il corpo.
Fine terzo capitolo. Continuo domani.

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Capitolo 4
*** Che mi succede? ***



All'improvviso mi venne la pelle d'oca.
"Allora, che succede?" disse Robert
"Ehm...n-niente!" dissi balbettando
Perchè balbettavo? Non ho balbettato per tutti i 15 anni della mia vita, e proprio ora dovevo cominciare?
"Mmm..." disse, e poi se ne andò
Quel "Mmm..." mi metteva i brividi, non credeva a quello che gli avevo detto...
Robert si comportava come tutti gli altri ragazzi studiosi, era sempre attento, disponibile e sapeva sempre tutto, non sbagliava mai di una virgola, lui aveva dei capelli un pò ricci castani, occhi neri e carnagione come tutti i miei compagni, io invece, ero diversa da tutti i miei compagni, avevo i capelli biondi, occhi color ghiaccio e una carnagione abbastanza chiara. Ero diversa, e questo l'avevo capito in 2° elementare, quando le maestre ci portavano in cortile, i miei compagni si divertivano io, invece, stavo appogiata in un albero e leggevo un libro, tutti i miei compagni ridevano, scherzavano io non li capivo mai ero cinica, solitaria ma terribilmente studiosa.

"Ehy, Emily come vanno le cose con Robert?" disse Marta raggiungendomi alle spalle
"COSA?!" dissi alzando un pò il tono della voce
"Eh dai si vede lontano un miglio che ti piace" rispose
"Non è vero!" Dissi arrossendo.
Non sò perchè arrossii per l'imbarazzo o perchè quello che aveva detto Marta era vero?
"Comunque sareste una coppia adeguata" urlò Marta.

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Capitolo 5
*** Il carro nero ***



Quando andai a casa pensai molto a quello che mi aveva detto Marta, ma non provavo niente per Robert, niente...
Mi feci un bagno e iniziai a osservare la macchia nel mio gomito era ancora più grande, l'acqua diventò fredda all'improvviso, e la macchia mi bruciava in una maniera incredibile, dovetti chiudere l'acqua, attorno alla macchia si formò una specie di crosticina e iniziò a uscire del vapore, era strano, se mi toccavo il gomito, mi pizzicava. Quando finì di esaminare la ferita. Stavo sdraiata in un bel giardino verde con alcuni fiori e le farfalle che volavano di qua e di là. Vicino c'era un ruscello dove alcuni animali si dissetavano ma vicino al ruscello c'era un sentiero dove raramente passavano delle macchine. Ma in questo caso non fu una macchina, perchè passò un carro, un carro trainato da dei cavalli, la cosa strana è che era completamente nero, perfino i cavalli erano neri. Appena passava si sentiva una musica inquetante. Il carro si fermò, uscì un'uomo alto vestito di nero che si avvicinava, della faccia si vedeva solo la bocca, che esprimeva un sorriso che mi fece sentire un brivido lungo la pelle, quel sorriso non era amichevole, sentivo che era malvagio. Sentii il bisogno di scappare, ero sdraiata e ci volle un pò per alzarmi e spezzare il mio legame con la tranquillità e il benessere. L'uomo si avvicinava sempre di più io correvo, lui camminava ma sembrava che fosse in vantaggio, ogni suo passo mi portava ansia e dolore, mi uscirono delle lacrime, non sò il perchè. Sentii qualcuno che mi toccava la spalla aveva un guanto nero, mi girai ed'era quell'uomo si era tolto il cappello. Assomigliava a Robert ma non era lui aveva dei capelli molto più ordinati e sopratutto molto più corti.

"Driiiiiin Driiiiiiiiiiin"
Mi svegliai di colpo, era solo un sogno, perchè nei miei uncubi c'era sempre qualche collegamento con Robert? Cosa voleva significare? Mmm.. Aveva qualcosa di strano quel ragazzo, qualcosa di misterioso. Non mi piaceva per niente.
Andai a scuola, Marta mi raggiunse e subito mi disse:
"Ehy, ti piace il mio nuovo maglione nero?
"Nero? Cosa? Dove?"
"Ehy, ma che ti prende? Ti senti bene?" mi disse
"Eh? Sì Sì, bene benissimo."
Angolo dell'autore

Ciao, ragazzi quando mi và scriverò "L'angolo dell'autore" Allora voglio pregarvi di far una cosa che molti non fanno: Scrivere le Recensioni, mi piacerebbe leggere cosa ne pensate:
Ma se dovete insultare gli errori grammaticali o la storia conviene che non scrivere niente, NON mi piacciono le persone che fanno da "Maestrine". Chiaro? Al prossimo capitolo. (Domani)

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Capitolo 6
*** Papà... ***



"Allora? Adesso hai paura del nero?" Mi chiese Marta
"Eh? No no, non preoccuparti non è nulla" dissi cercando di sorridere
In realtà non stavo male per il mio sogno, ma una sensazione strana affliggeva la mia mente, mi sentivo male, stava succedendo qualcosa? Forse sono troppo concentrata sulla mia macchia, sul sogno e su Robert. Ma non per fatti personali, solo per il comportamento del ragazzo. Mi girava la testa, mi sentivo lo stomaco vuoto, ma non avevo fame.
Corsi in bagno, mi lavai la faccia velocemente mi guardai allo specchio, ero pallida, mi misi la mano nella fronte, ma non avevo la febbre. Mi guardai allo specchio il mio sguardo era cambiato. Non ero più indifferente, e innocente ero diversa.
Scoppiai in lacrime. Perchè mi succedeva questo? mi chiesi singhiozzando, sotto la mia corteccia dura si nascondeva il cuore di una ragazza sensibile e sopratutto sola. Sì sola, ero costretta a rimanere sola, era il mio destino. No, non si può cambiare il destino. Per quanto ci provi è impossibile, non posso sapere quello che mi succederà e, non posso fare niente. Mi asciugai le lacrime e mi avviai verso la mia classe.

"Allora che ti succede?" mi chiese Marta
"Marta, mi succede di tutto, TUTTO! Ma tu o altre persone non potete capire, non capite un cazzo." le volevo dire, invece le dissi:
"A me? Oh, niente ero stordita per l'orario, ieri ho dormito poco..." le dissi senza perdere la calma e contenendomi.
"Capisco, vedrai appena andrai a casa starai meglio e ti farai un bel pisolino "
Brividi, di tutti i tipi, mi attraversavano tutto il corpo. Casa mi rimbombava nella testa cosa succedeva?
Le lezioni finirono. Mentre andavo a casa si vedeva del fumo, più mi avvicinavo più si sentiva e sentivo il cuore battere a mille.
Poi vidi la mia casa. Spalancai gli occhi.

"Papà!" urlai e scoppiai a piangere
Ecco cos'era successo. Casa mia era a fuoco, e mio padre? Era a casa o si era salvato dall'orribile vicenda?
"Ragazzina, lei abita qui?" mi disse una voce grave
Non lo guardai nemmeno nella faccia, rimanevo a fissare la strada "Si" pronunciai con un filo di voce.
Cosa era successo a mio padre?
Fine sesto capitolo

Angolo dell'autore

Mmm.. Credo che questo capitolo mi sia venuto molto 'tragico'
Buttatemi delle recensioni per qualche volta ringrazio Penelope Aldaya per la recensione. Al prossimo capitolo (Domani o dopo domani)

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Capitolo 7
*** Da male...in peggio! ***



Una signora venì vicino a me e mi disse:
"Signorina, lei è figlia del signor William Smith?"
"Sì adesso dov'è? Stà bene? E' ferito? Per favore dica qualcosa!" le dissi insistendo
"Signorina, si calmi" disse con aria di superiorità "Ha dei parenti, un adulto? Qualcuno che si occupi di lei?" mi chiese
"IO MI OCCUPO DI ME STESSA, NON HO BISOGNO DI UN ADULTO!" le avrei voluto dire ma invece le dissi:
"No, allora mio padre è grave me lo dica per favore!"
La signora andò incontro ad una infermiera, e le disse di dirmi tutto, come se quella signora presuntuosa si volesse liberare di me! Sono così antipatici gli adulti!
L'infermiera si avvicinò e mi disse:
"Suo padre ha riportato delle ustioni in quasi tutto il corpo con intossicazione da fumo" mi disse.
Il mondo mi cadde addosso, quel "quasi" era l'unica possibilità di salvezza di mio padre. E' tutta colpa mia, se io mi sarei occupata di più di mio padre adesso non starebbe camminando in un filo, il filo della vita. Dove, al di sotto ci sono le tenebre della morta, l'oscurità...
"Dov'è adesso?" dissi all'infermiera
"All'Ospedale qui vicino.." mi disse
Corsi, più veloce che potetti, il vendo mi andava incontro violentemente ma non mi interessava, dovevo raggiungere mio padre. Ero stanca ma continuavo, la stanchezza e il tempo erano miei avversari, miei nemici. Dopo un pò si vide l'insegna dell'Ospedale. Entrai correndo incurante delle persone che mi osservavano esterrefatte. Corsi al bancone chiesi all'infermiera dov'era mio padre ma mi disse che il signor Smith era in prognosi riservata.Dovetti aspettare nel corridoio. Quel corridoio bianco con il pavimento lucidato mi sembrava estremamente familiare, c'erano persone ferite, persone che andavano e persone che venivano, ma nessun dottore si avvicinava a me e mi diceva le condizioni di mio padre, nessuno. Fottuti medici quando finiscono! Mi arrabbiavo ma sapevo, in fondo, che la colpa non era dei medici ma MIA! Solo qualche muro mi allontanava da mio padre che in questo momento sarà in una stanza schifosa in un'ospedale schifoso, dove tutto è schifoso. C'erano delle grandi finestre con della polvere e delle grandi tende tipiche degli ospedali piene di polvere. Le sedie erano terribilmente scomode e celesti. Erano messe a gruppi di quattro. Poi entrò un ragazzo...
Angolo dell'autore
Chi sarà il ragazzo misterioso?
Al prossimo capitolo (Domani) Buttatemi delle recensioni e.e

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