Dillo con un fiore

di Meiko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione (ovvero la sottoscritta parla) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Cap.5 ***
Capitolo 7: *** Cap.6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prefazione (ovvero la sottoscritta parla) ***


DILLO CON UN FIORE…

Prefazione (ovvero la sottoscritta parla)

Allora…questa ff è nata per un mio divertimento, per potermi immergere nel mondo AU con Capitain Tsubasa, una cosa che confesso mi diverte molto.
Voglio fare i ringraziamenti a luxy e a Betty che m’incoraggiano sempre, e voglio far ei complimenti a luxy per le sue bellissime storie, di cui la sottoscritta è innamorata follemente.
Non vi preoccupate se non capite il linguaggio dei fiori, perché metterò in grassetto il loro significato.
Bene, a questo punto posso solo augurarvi….Buona lettura!!

PERSONAGGI

Tom Becker, ventisei anni, ispettore di Scotland Yard
Oliver Atton, ventisei anni, psicologo criminale
Patricia Gatsby, venticinque anni, moglie di Oliver
Philip Callaghan, ventisei anni, medico legale
Margherita Tuchter, venticinque anni, ladra
Jackson, ventisei anni, compagno di Margherita

Questi sono solo pochi degl’altri personaggi che metterò, ma per ora penso che possa bastare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


CAP.1

La musica a tutto volume fuoriusciva dal locale affollato, fuori dall’enorme portone una fila pazzesca di gente aspettava il proprio turno per entrare nell’esclusivo locale, i buttafuori mantenevano sotto controllo la situazione, facendo entrare solo gli autorizzati.
A parte il tappeto rosso sotto i piedi della grande file, la strada appariva una palude, sui vari buchi dell’asfalto sbucavano pozzanghere, a volte contorniate da cartacce e fumo che proveniva dai tombini.
Una vera scena da film, e come nei film, ecco arrivare la macchina.
Una stupenda Mercedes nera, lucente, guidata da un autista di colore, vestito però come uno di quei cantanti rapper che si vedono nei video musicali.
Il rapper uscì velocemente dalla machina, aprendo così lo sportello inferiore, da dove uscì una gamba fasciata da pantaloni di pelle nera.
Lentamente, una donna dalla bellezza disarmante uscì dalla macchina, guardandosi intorno con aria attenta, per poi sorridere felina all’autista, che la scortò fino al portone, dove il buttafuori per qualche momento gli sbarrò la strada.
Gli occhi d’oro della donna si soffermarono sul buttafuori, che poi notò sorpreso lo strano fiore che sembrava tenere legati i lunghi capelli della donna, che sorridendo aspettò che l’enorme uomo bianco la lasciasse passare, e seguita dal rapper s’addentrò nel locale, dove la musica a tutto volume sembrava abbassarsi al suo passaggio.
Il rapper fissò prima il grosso Ibisco.

Bellezza fulminea e fugace

Poi guardò con una punta d’imbarazzo i grandi occhi dorati della donna, che sorrise felina, continuando a camminare, ancheggiando sensuale, avvicinandosi all’uomo, che le circondò la vita da vespa con un braccio.
Continuarono a camminare per la grande discoteca, al centro di una serie di corridoi aperti si apriva, tra fasci di luce, lo spiazzo fatto di piastrelle di vetro e argento, dove donne pantere e uomini affascinanti si scatenavano al suono frastornante della musica.
Lei li fissò quasi con indifferenza, continuando a camminare, seguita dal rapper, che l’accompagnò, lanciando sguardi di fuoco a qualsiasi uomo tentasse di ammirar quel capolavoro di madre natura, i pantaloni di pelle sottolineavano le lunghe gambe magre, mentre una camicia nera con i primi bottoni sbottonati mostrava non solo la vita sottile, ma anche il seno prominente, i fianchi ondeggiavano come il mare mosso.
I suoi occhi, come guizzi dorati, si muovevano ogni tanto a lanciare sguardi provocatori a uomini, ch non avrebbero esitato a far entrare quella donna a farla entrare nel loro harem.
Poveri sciocchi!
La donna sorrideva felina, continuando a camminare, il ticchettare dei suoi sandali aperti dal tacco altissimo veniva coperto dalla musica a tutto volume.
Alla fine, dopo aver camminato lungo il corridoio sopra lo spiazzo dove tutti ballavano, la coppia raggiunse una porta nera, dove a bloccarla c’era un altro buttafuori, che al contrario del compagno fuori fece entrare senza esitazione la donna.
Superarono una barriera fatta di veli dai colori caldi come il fuoco, per poi trovarsi in una stanza tappezzata di morbidi persiani e soffici poltrone rosse, seduto sulla più grande un uomo sulla sessantina d’anni, che scatenò nella donna un moto di disgusto.
Senza fiatare, la donna e il rapper si misero comodi sulle poltroncine, la donna incrociò le gambe, mentre l’uomo spegneva su un portacenere che stonava con l’arredamento il sigaro cubano, per poi iniziare a parlare, con voce roca e sguardo da verme, che disgustava la donna, che si limitò ad ascoltare, coprendosi con una mano la bocca.
Il rapper, velocemente, tirò fuori da una delle sue tasche un grosso sacchetto di velluto blu scuro, tirandone fuori il contenuto: piccoli e brillanti diamanti, che l’anziano uomo afferrò e rigirò tra le mani, per poi sorridere alla coppia, alzandosi e avvicinandosi alla donna, toccandola con delicatezza con la mano sudata, scatenando lo schifo della donna, che però rimase impassibile, lasciandosi fare una carezza alquanto provocatoria dall’uomo, che sorrideva, mentre il rapper lo voleva fulminare con lo sguardo, ma un gesto secco della mano della donna lo fermò; lei sorrideva provocatoria all’uomo, alzandosi e strusciandosi contro di lui, per poi baciarlo con violenza con le labbra.
In un attimo dopo, l’uomo cadde a terra morto, mentre la donna si ripuliva le labbra con un fazzoletto, mettendosi poi di nuovo il rossetto che aveva nella borsetta nera, mentre il rapper ridacchiando riprendeva i diamanti.
Prima di uscire, la donna appoggiò sotto una mano dell’uomo uno stranissimo fiore, per poi uscire con un sorriso con il rapper, baciandolo dolcemente sulle labbra, dando solo un’occhiata al buttafuori, che si limitò ad annuire, mentre la copia si allontanava, la donna aveva lasciato liberi i capelli, l’ibisco era rimasto sulla poltroncina dove stava seduta.

-Ancora lei?-
-Si-
Tom Becker fissò con freddezza il volto sconcertato dell’uomo, l’ultima sua faccia era quella di un vecchio di sessanta anni sconvolto, quasi avesse visto un mostro, o avesse capito una cosa orribile.
-Per ora non noto niente di strano, ma ti saprò dire altro dopo l’autopsia-
Becker annuì, stringendo e sorridendo la mano al medico legale Callaghan, che uscì dalla piccola stanza, mentre il fotografo terminava di scattare le ultima foto, e il poliziotto si guardava intorno, alla ricerca di qualche dannatissima prova che lo aiutasse a smascherare l’identità di lei.
Invece, le uniche cose erano l’ibisco ormai rovinato, segno del suo passaggio, e il suo messaggio, la pianta carnivora tra le mani del cadavere, che venne portato via, mentre con un fazzoletto Tom Becker raccolse il gambo, fissando con un sorriso ironico la piccola piantina

Rassegnazione di forza alla superiorità

Sembrava che la bella e dolce dama dei fiori avesse voluto prendere in giro uno dei più ricchi e famosi industriali di tutta Londra, con quel fiore che voleva significare che il vecchio e ricco morto avesse ceduto alla forza di lei, la criminale più celebre di tutta Scotland Yard.
Persino l’ FBI aveva tentato di acchiapparla, inutilmente, lei era troppo furba.
Tom sorrise, ripensando alla faccia incazzata di Benjamin Prise, ispettore dell’ FBI incaricato di prendere la “dama dei fiori”, quando proprio era quasi riuscito a raggiungere la tana della donna, lei era gia scappata, lasciando solo un fiore di papavero.

Consolazione

In quel momento, per poco Tom non scoppiò a ridere, mentre Benjamin stringeva le mani a pugno, arrabbiato nero, allontanandosi poi da quel fiore maledetto, mentre Tom si era limitato a raccoglierlo, portandoselo via con se.
Era il suo vizio, ogni volta che la dama lasciava qualche fiore- messaggio, lui se lo portava sempre a casa, mettendolo in un vaso, lasciando così che il fiore continuasse a vivere i suoi ultimi giorni.
Ormai quel gesto scaramantico durava da più o meno due anni, da quando gli affidarono il compito di catturare una ladruncola da quattro soldi che con un fiore- messaggio, il primo fiore, aveva annunciato di fare u furto ad una banca.
Ci riuscì in un’ora.
Il fiore che portò?
L’iris

Buona novella

Una ragazza piuttosto giocosa.
Secondo i vari psicologi che avevano fatto il profilo della ladra, doveva essere una donna di venticinque anni, laureata in botanica, che s’interessa soprattutto ad una cerchia stretta di persone, le più ricche i tutto il pianeta.
E la sua tana era a Londra.
Eh gia, ma dove?
Tom sbuffò, passandosi una mano tra i corti e spettinati capelli castani, per poi avviarsi verso la sua macchina e dirigersi alla centrale di Scotland Yard.
Tom Becker era sicuramente un uomo brillante, con una grande furbizia, uno dei migliori nel campo della criminologia.
Spesso riusciva a sventare omicidi e furti, grazie all’aiuto dello psicologo criminale Oliver Hutton.
Ma il suo unico obbiettivo era solo quello di catturare la “dama dei fiori”, e di guardarla in volto.
Poi, poi….poi?
Eh gia, poi che avrebbe fatto?
Per ora non gl’interessava, mentre con gesto stanco appoggiava il giaccone verde sporco sulla sedia, mettendosi seduto alla sua scrivania, riprendendo il suo lavoro sul tavolo del suo studio, quando una vocina gentile e una testa castana sbucò dalla porta aperta.
-Tom, posso?-
-Patty, vieni, accomodati-
Patricia Gatsby era davvero una bella donna.
Formosa, la pelle abbronzata, i capelli corti scuri come gli occhi, e il sorriso gentile.
Ormai sposata da circa un anno con Holly, che in quel momento entrò nell’ufficio di Tom, stupendosi di trovarci la moglie, che lo salutò scoccandogli un grosso bacio sulla guancia.
-Ero solo venuta a darvi questo, ed ad augurarvi buon lavoro. Ci vediamo!-
e così dicendo, appoggiò sul banco di Tom il sacchetto di plastica, uscendo poi dall’ufficio, mentre i due uomini si dividevano i panini che, come tutti i giorni, Patty portava in ufficio per Holly e Tom. -Che dovevi dirmi, Holly?-
-Ho parlato con Philip, e mi ha detto che il vecchio Mr. Blaster è morto per avvelenamento-
-E allora?-
-E allora…il veleno proviene dalla pianta dell’oleandro. Hanno trovato anche un rossetto per terra, lasciando forse per caso dalla nostra dama-
-Pensi che il rossetto?-
-No, lo si sa. Nel rossetto è stato trovato il veleno di oleandro-
Tom sorrise beffardo, trattenendo a stento una risata, mentre si appoggiava con la schiena sulla sedia in cuoio, incrociando le braccia dietro la nuca.
Holly lo guardò stupito.
-Perché ridi?-
-Perché la nostra dama ha lasciato apposta il rossetto. Sai il significato dell’oleandro?-
Holly scosse la testa, mentre Tom ridacchiava.

Diffidenza

-Il suo significato vuol farci mettere in guardia, che la nostra bella dama si farà sentire molto presto, e che per questo non dobbiamo rilassarci sugl’allori-
Holly annuì, rimanendo sorpreso dalla calma che possedeva Tom, sorridendo lievemente.
-Tu ti stai divertendo, vero Tom?-
-Si, da morire. Questo gioco a scacchi con la “dama dei fiori” mi diverte molto-
-Ma ormai sono due anni che le diamo la caccia-
-Lo so, ma sto aspettando il momento giusto per darle scacco matto-
-ISPETTORE BECKER!-
un poliziotto entrò violentemente nell’ufficio di Tom, prendendo fiato, per poi porgere una busta gialla all’uomo, che sorrise, riconoscendo il piccolo stemma a fiore.
La “dama dei fiori”.
Aprì la busta, e delicatamente tirò fuori il fiore- messaggio.
Il solito iris, in più il messaggio scritto in bella calligrafia, un fiore, abbastanza grande, dal fusto lungo.

“Tom Becker, ispettore di Scotland Yard. La dama dei fiori colpirà tra pochi giorni”

Di solito era più precisa, ma al ragazzo bastò osservare il fiore per capire che cosa volesse fare la dama.
Una corona imperiale.

Regalità

…i gioielli della corona inglese…

FINE primo capitolo

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-Senti un po’…ma non ti sembra di aver esagerato?-
-Riguardo a cosa? Dammi più corda, non ci arrivo-
Jack guardò storto Margherita, per poi far scendere dolcemente e lentamente la fune dove era attaccata la dama dei fiori.
Margherita si trovava a mezz’aria, nel pieno centro di un furto, sotto di lei, in un cofano di vetro, un collier di zaffiri e diamanti in bella mostra, che luccicava alla luce dell’unica piccola lampadina, la grande sala era totalmente deserta, solo le altre teche anch’esse riempite con gioielli e pietre preziose di ogni tipo.
Ma lei voleva quel dannato collier!
“Sempre le cose più difficili si prende!”
Jack sbuffò, lanciando ogni tanto uno sguardo al computer, per controllare la sorveglianza, che non entrava nella stanza, talmente era piena di sistemi d’allarme e raggi laser.
Non si erano nemmeno accorti che i ragazzo aveva fatto saltare la corrente.
Ora Margherita si trovava a pochi centimetri dalla teca, e lentamente estrasse dalla tasca dietro dei pantaloni un laser, i lunghi capelli tenuti da un fermaglio a forma di fiore, mentre Jack controllava la situazione generale con il proprio computer, assicurandosi che tutto l’impianto fosse sotto black out.
-Riguardo al furto dei gioielli della corona…non avrai preteso troppo?-
-Ma figurati! Sarà un giochetto da ragazzi…senti, lanciami un fumogeno, ho un sospetto…-
-Obbedisco badrona-
-Spiritoso!-
Margherita fece una smorfia, mentre Jack gli passava un fumogeno; tappandosi il naso e trattenendo il fiato, Margherita lo sperse su tutta la sala.
Dopo neanche mezzo secondo, piccole e sottili striscie di laser attraversavano tutta la sala.
Jack fissò stupito dalla grata del condotto d’aria i laser, mentre Margherita faceva un mezzo sorriso.
-Lo dicevo io…-
-Avranno di sicuro un generatore! Porcamiseria!-
-Dai, non prendertela, tutti fanno degli errori. Dammi il guanto-
Jack gli passò il guanto, mentre Margherita iniziava il lavoro lungo, quello che trovava più noioso: fare un foro sulla teca in vetro.
Di solito il tempo variava dal tipo di vetro.
-Questo vetro non sembra antiproiettile, ci metterò cinque minuti!-
-Meno male, ormai è mezzanotte passata…-
-Che succede, Cenerentola? Temi di perdere la scarpetta?-
Jack sorrise ironico alla battuta, mentre Margherita finiva di bucare il vetro, togliendo poi delicatamente il vetro con il guanto con le ventose, ammirando con un lungo fischio il collier.
-Guarda che spettacolo…-
una complicata eppure leggera composizione di diamanti lucenti e zaffiri celesti.
Delicatamente, con la punta delle dita, Margherita afferrò il collier, sollevandolo con delicatezza, mettendolo poi con gentilezza dentro un sacchetto rosso di velluto. Evitando all’ultimo secondo il contatto con uno dei raggi laser più alti.
Jack tirò su un sospiro di sollievo, mentre Margherita si passava la mano sulla fronte, asciugandosi il sudore.
-Jack, la scatola-
- Agl’ordini, mia dama dei fiori-
il ragazzo, lentamente, fece scendere una piccola scatola di legno pregiato dove all’interno, tra pezzi di stoffa leggera, c’erano varie specie di fiori di vari colori.
-Che fiore mettiamo oggi per il nostro ispettore?-
Margherita parlò tra se e se, mentre osservava con fare esperto i vari fiori, ricordando a memoria il loro vario significato.
Poi, con gentilezza, afferrò una Camelia, di colore rosa, mentre Jack annuiva con il capo.
-Buona scelta-
-Lo so-
Margherita appoggiò con attenzione il fiore sul cuscino di velluto, baciandolo in segno di addio, per poi salire su, da Jack, facendogli ammirare il collier, mettendolo poi al collo.
-Come mi sta?-
Jack gli baciò delicatamente le labbra, sorridendogli.
-Sei stupenda-
-Grazie, ora andiamo-
e così dicendo, i due passarono rapidamente, come topi, lungo il condotto dell’aria, mentre al posto del collier brillava una stupenda camelia in fiore.

Perfetta bellezza. Superiorità non esibita.

“Modesta”
Tom sorrise, prendendo poi il fiore con delicatezza, mettendoselo in tasca, guardandosi poi intorno, alzando alla fine lo sguardo verso il grosso condotto dell’aria.
Era entrata e uscita da li, veloce come un ombra.
La circonferenza perfetta in cima alla teca di vetro indicava che era davvero passata dal condotto dell’aria, d’altronde questo era abbastanza grande da passarci accucciati.
Nessuno ci pensa mai a queste piccole sciocchezze, e poi questi sono i risultati.
Due milioni di dollari e più portati via dalla “dama dei fiori”.
Gia Tom pensava alla sgridata del capo- ispettore quando sarebbe tornato, però sapeva il futuro colpo della dama.
I gioielli della corona.
WOW!
Non scherzava, quel colpo si sarebbe rivelato il più grande della storia.
Questa era davvero l’ultima mossa della dama.
Però…era un peccato…
In fondo…due anni sono pochini…
Lui si sarebbe divertito volentieri per un altro po’ ad inseguire la dama.
Ma di sicuro lei era stanca di giocare, stavolta faceva sul serio.
Va bene, anche lui si sarebbe messo d’impegno.
Non solo l’avrebbe catturata, ma l’avrebbe guardata anche in faccia.
Pensando in questo modo, Tom si allontanò dalla gioielleria, ignorando le lamentele del direttore, avviandosi con la macchina verso il Big Beng, la grande torre dove si tenevano tutti i gioielli della corona.
La mappa della grande torre di Londra assomiglia vagamente ad un pentagono, ed era suddivisa in varie parti.
Partendo dal lato sinistro dall’entrata, percorrendo tutto il perimetro, s’incontravano la casa della regina (ex casa) con la torre verde, la “Beuchamp Towe”, la cappella di San Pietro con il “Site of Block”, dopo la casa dei gioielli c’era il “Waterloo Barracks”, poi il museo, l’armeria, la “Wakefield Tower” e la “Bloody Tower”, la White Tower quasi al centro dell’intera mappa.
Tom fissava a memoria la cartina situata fuori dalle mura, per poi entrare, mostrando il distintivo.
Ad attenderlo, uno dei guardiani che di solito si occupavano di sorvegliare i gioielli, che glieli mostrò senza tanti complimenti.
Le varie corone, le collane, i gioielli da re e da regina.
Tom li guardò uno ad uno, alla ricerca del gioiello che la Dama dei fiori si sarebbe presa.
Perché lui la conosceva, sapeva che ne avrebbe preso uno alla volta.
Erano troppi per portarseli via tutti insieme.
E comunque, assieme al fiore- messaggio, ne aveva lasciato un altro.
Un fiore tutto giallo, un Farferugine.

Bramosia di ricchezza

Interpretato, stava a dire che ne avrebbe preso uno alla volta.
Ormai, Tom la conosceva talmente bene da interpretare i fiori- messaggio che ogni volta la dama gli lasciava.
Una cosa era certa, però.
Non era sola, lavorava in coppia.
Più di una volta la si era vista scappare in compagnia di un altro ladro.
Per Tom questa era stata una spiacevole scoperta, non sapeva se ignorare quel compagno o esserne geloso.
In effetti…non gli andava giù l’idea che la Dama dei fiori lavorasse con qualcun altro, avrebbe preferito di gran lunga che catturasse solo lei…
Tom uscì dai suoi pensieri, mentre seguiva i guardiano della torre, che lo accompagnò fuori dalla stanza.
Era appena uscito dalla casa dei gioielli, che si trovò di fronte una brunetta niente male che a quanto pare lo stava aspettando.
-Jenny!-
-Tom! Finalmente sei uscito!-
l’uomo rise, ammirando la splendida donna di fronte a se, vestita di camicia bianca aperta sul decoltè , e jeans blu scoloriti con stivaletti con tacco.
Jenny “penna di fuoco”, la più famosa e rompiscatole giornalista che tutta Londra abbia mai avuto. Puzza di scoop? Jenny era li, in prima fila.
Sopratutto se l’indagine riguardavano sulla dama dei fiori, oppure sugli omicidi…
Era la donna più ficcanaso che Scotland Yard avesse mai conosciuto, con lei nessuno era al sicuro dalle fughe di notizie.
E la sua fonte principale non era niente meno che il medico legale Philip Callaghan, fidanzato con la bella brunetta da almeno tre anni.
Nessuno dei due aveva pensato minimamente il matrimonio, nonostante vivessero insieme e si conoscessero da tutto quel tempo.
Jenny partì sparata verso Tom, il suo micidiale taccuino e la sua terribile penna pronta a scrivere tutto quello che usciva dalla bocca di Tom, che si limitò a scuotere il capo.
-Jenny, sai meglio di me che io non ti dirò nulla! Anche perché credo che la maggior parte delle informazioni te le abbia passate Philip-
-Questo è vero, però per ogni più piccolo dettaglio è meglio chiederlo al diretto interessato, non credi Tom? Avanti, spara!-
-L’unica cosa certa che ti posso dire e che la dama prenderà i gioielli uno alla volta-
-Oh! Credevo che facesse il colpo grosso al party organizzato da sua maestà!-
-?Di che parli?-
Jenny fissò allibita Tom, per poi ridere.
-Ma come, ne parlano tutti i giornali, ne ho fatto accenno pure io! Sua maestà la regina ha intenzione di dare una grande festa qui, all’interno della White Tower! Pare che ci sarà tutta l’alta società di Londra e dintorni-
-Interessante! E quando sarà questa festa?-
-Tra sette giorni precisi. Ti consiglio di cercarti un vestito adatto, perché è un ballo in maschera, e si ispira alla Francia di Luigi re sole!-
e così dicendo, Jenny decise di lasciare aria a Tom ,che tirò un sospiro di sollievo, quel giorno doveva essere di buon’umore, non l’aveva torturato come al solito.
Beh, almeno aveva qualche informazione in più.
Bene!
Adesso doveva cercarsi un costume e una maschera…

-Ah! Stringi troppo!-
-Non ti lamentare, sei tu che ti sei ingrassata!-
-IO COSA?!-
Jack rise, per poi finire di aiutare Margherita a legare gli ultimi laccetti del corsetto in stecche di balena, decisamente scomodo, da togliere il fiato!
Però mostrava il fisico magro e il seno ben fatto di Margherita, che litigò mezz’ora con quei dannatissimi bottoncini del vestito!
-Uff! Quanto odio vestirmi così!…però il risultato è soddisfacente-
girò su se stessa, ammirando il complesso abito che indossava, per poi scoppiare a ridere, osservando la faccia sbalordita di Jack, che era rientrato nella stanza.
-Jack! Respira!-
Jack scosse la testa, ancora sotto shock, per poi sorridere, ed abbozzare un inchino verso Margherita, offrendogli la mano, che la ragazza sorridendo accettò, iniziando a bollare con il ragazzo di colore un valzer.
-Sei bellissima anche senza questa roba-
Margherita bloccò in tempo la mano di Jack, sorridendo dispettosa.
-Giù le mani, Jack! Ho fatto una faticaccia per mettermelo. E poi, devo essere in forma per la festa!-
Jack fece il muso, e birichina la ragazza gli diede u bacino sul naso, per poi spingerlo fuori dalla stanza, chiudendosi dietro la porta, cominciando a togliersi l’abito, per poi notare una rosa bianca sulla sgabello vicino allo specchio.
Una rosa bianca, circondata da petali rossi.
Margherita sorrise, imbarazzata, annusando la rosa bianca, ammirandone i petali.

Purezza, candore

(Anche questo capitolo è fatto!! Meiko)

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


CAP.3

Camminava con passo sicuro lungo il pavimento in grate che separava lei e Jack dal loro “magazzino”, come chiamavano simpaticamente il locale dove vendevano quanto più di legale si potesse vendere, dalla roba alle armi.
Lei era come al solito “svestita”, pantaloni in pelle e topless super aderente, con sopra lungo giaccone nero, i capelli legati come al solito in uno chignon.
Sul suo sorriso era stampato il sorriso più strafottente che nessuno avesse mai visto, sembrava che fosse certa di avere l’intero universo nelle sue mani, e i suoi passi riecheggiavano tra le grate, i sandali con i accetti in cuoio e tacco alto la facevano sembrare ancora più slanciata e provocatoria.
Dietro di lei, Jack la seguiva, questa volta vestito in modo terribilmente affascinante, tanto che ogni tanto Margherita le lanciava qualche occhiata, lasciandosi scappare fischi di ammirazione.
-Mi ricordi Will Smith-
-Sono figo, eh?-
lei si limitò a lanciargli un sorriso ironico, prima di essere fiancheggiata dal compagno, il braccio di Jack avvolse la sua sottile vita da vespa, accompagnandola all’interno dell’edificio.
All’interno, ciò che di più si può definire “spazzatura”: spacciatori, trafficanti, corrotti, leccaculo, puttane, e chi più ne ha più ne metta.
Un harem in particolare attirò l’attenzione della coppia, continuamente controllata da centinaia di sguardi tra l’ubriaco e il fatto, donne sverginate fumavano silenziose, creando così un banco di fumo che offuscava la vista del tatto in resina e metallo che dava un panorama piuttosto “luminoso” del cielo, i fari in cima al tetto non permettevano nemmeno di ammirare la luna.
Margherita cominciò a scendere i primi scalini con passo da pantera, e Jack scosse la testa, preparandosi a subire ferite su ferite, mentre affiancava la ragazza, che si limitò a sorridergli sinceramente, prima di indossare la maschera che era di consueto solita utilizzare ad un tizio come lui.
L’essere più viscido e più provvisto di armi e trucchi interessanti che tutta l’Inghilterra avesse mai conosciuto.
Come al solito, era ubriaco, circondato da sei stupende donne con tanto di “90-60-90” che massaggiavano lo schifoso corpo sudaticcio e scheletrico dell’uomo, doveva avere almeno trent’anni, ma ne dimostrava cinquanta, privo di capelli e con due occhi azzurri che uscivano dalle orbite, vestiva di jeans strappati in più punti, anche li, e una canotta che dimostrava quanto fosse magro.
Margherita si trattenne dal vomitare, mentre si avvicinava alla mischia, la testa pelata di Ergoy sbucò tra una bionda e una riccia nera.
-Guarda chi c’è, la mia cliente più cara-
disse quel porco con un tono così viscido da scatenare un brivido lungo la schiena di Margherita, che si limitò a sforzarsi di sorridere, mentre l’uomo si riallacciava la cinta dei pantaloni, la mischia pian piano si calmò, le donne guardarono infastidite Margherita, che si limitò a mettersi le mani sui fianchi, non aveva tempo da perdere.
-Come te la passi, Ergoy?-
-Come vedi, bellezza, sono sempre in forma. Che ne dici di testare le mie capacità?-
quel dito sotto il suo mento era quanto di fastidioso Jack trovasse, non voleva che quell’essere toccasse la “dama dei fiori”
Margherita si limitò a scoccare un’occhiata omicida, scostandosi dal dito.
-Ergoy, mi servono documenti falsi, stasera-
-Ehi, piccola, sono impegnato!-
il suo alito puzzava di alcol, tanto che Margherita temeva di svenire, mentre manteneva il suo aspetto ostile, da “regina dei ghiacci”, e con uno sbuffo scuoteva la testa.
-Ergoy, ti prego, mi conosci…-
tirò fuori dalla cinta dei pantaloni un revolver, caricandolo e puntandolo contro la testa lucente di Ergoy, mentre lo fissava truce.
-…non mi piace usare i crisantesimi con il metodo europeo*-
il tizio ingoiò un colpo a vuoto, per poi annuire, e allontanandosi dall’harem, si avvicinò ad un computer li vicino, obbedendo ciecamente ai comandi di Margherita, mentre Jack l’aspettava li poco lontano.
Dopo meno di cinque minuti, Margherita sorrideva soddisfatta, rimettendosi la pistola dietro i pantaloni, Jack teneva in mano documenti falsi, mentre si allontanavano da quell’edificio.

La folla gridava come non mai, tutti sembravano impazziti o peggio, mentre sulle strade si era riversata tutta la popolazione di Londra, tutti a sventolare bandierine, mentre da terrazzi e tetti di edifici si riversavano coriandoli bianco-rossi.
Taro si guardava intorno, leggermente spaesato, continuando però a lanciare occhiate ai poliziotti vestiti di giacche giallo fosforescente che spingevano la gente indietro, lasciando passare i “campioni”, ovvero l’intera squadra di rugby inglese, vincitrice dei campionati.
Vedevi questi omoni su gli autobus aperti, che passavano tra la gente, salutando e pavoneggiandosi con la coppa dorata.
“Bersaglio facile”
non credeva che sarebbe intervenuta, perché sapeva che lei non s’interessava di sport. Ma un passaggio gratuito verso Buckingham Palace non l’avrebbe perso al vento.
Per questo motivo lui, tra la folla, seguiva velocemente gli enormi bus, seguito da Oliver, Patty era rimasta a casa, anche se di solito la ragazza non perdeva occasione di ficcare il naso come Jenny “penna di fuoco”, che aveva ricevuto una soffiata da qualcuno, ed ora il suo articolo era stampato a caratteri cubitali alla prima pagina del giornale.

“La dama dei fiori annuncia il calo del suo sipario: minaccia di rubare i gioielli di sua maestà sotto il suo naso”

una notizia così ha fatto gola a tutti i paparazzi, che ora si appostavano ai bordi di Scotland Yard, pronti a tempestare il povero Tom i domande riguardo ad una sua presunta “storia” con la ladra.
Ma figurati, non l’aveva mai vista in faccia, come avrebbe potuto avere una storia con lei?
Si guardò intorno, la folla gridava assordante, spesso aveva rischiato di perdersi dietro Oliver, che però lo seguiva, sbucando da tutte le parti, dirigendosi con il compagno al palazzo di sua maestà la regina.
Dopo gli ultimi scandali avvenuti alla casa di sua maestà, come ad esempio lo scandalo delle foto fatte da un falso maggiordomo, sua altezza reale si era fatta più prudente, e la sfida lanciata dalla dama dei fiori l’aveva davvero seccata molto.
Per questo Tom non si stupì nell’incrociare un viso a lui noto, nascosto sotto il berretto blu con a caratteri grandi bianchi la scritta “FBI”.
-Benjamin Prise…-
l’uomo alzò lo sguardo, incrociando lo sguardo color nocciola infreddolito di Becker, che fece mezzo sorriso, porgendo la mano, che l’agente strinse con poca confidenza.
-Ispettore Becker, chi non muore si rivede…-
-Credevo che dopo la piccola burla della dama avesse rinunciato al suo proposito…-
Benji si limitò a fare un sorrisetto sarcastico, mentre dava degl’ordini con la radio, parlando con uno sbuffo a Tom.
-Beh, la regina mi ha dato l’ordine di sorvegliare il suo palazzo da “fastidiose” presenze, ed io eseguo-
-Lei non è una presenza fastidiosa…-
-Ma lo è per la regina-
la regina era totalmente pazza! Definire “fastidiosa” la “dama dei fiori” era come invitarla a svuotare Buckingham Palace!
Tom si limitò a sbuffar, mentre con la coda dell’occhio osservava gli “omoni” della squadra di rugby venir fatti accomodare a casa della regina per un the.

-QUEL ROMPIBALLE!!!-
Margherita era veramente stizzita, mentre Jack cercava di trattenerla dal lanciarsi contro Benji e dargliele di santa ragione.
Le aveva rovinato la vita per un mese intero!
Quel rompiscatole l’aveva tormentata per un mese, inseguendola dovunque, osservandola notte e giorno, il senso del pudore di quell’uomo era ZERO!
Per fortuna l’aveva scampata bella, ed era tornata a divertirsi con Tom Becker.
Ma adesso che c’era lui, il suo piano prendeva una piega complicata!
Beh…tanto meglio…
Lei quando voleva qualcosa, l’otteneva sempre!
E lei voleva i gioielli della corona!
Voleva fargliela vedere a quella stupida regina da due soldi tutta montata che l’aveva definita “fastidiosa”
FASTIDIOSA…
Bene…
La regina l’avrebbe trovata il suo problema più grande,. Alla faccia dell’onore della famiglia reale. Margherita si era giurata di rovinargli la vita.
Poi avrebbe fatto baracche e burattini.
Ma per ora non poteva pensare a calare il sipario.
Sistemandosi il suo pass per entrare tranquillamente a palazzo, si avviò verso le porte della casa della signora regina, accompagnata da Jack.
Venne fermata da due poliziotti, che attirarono l’attenzione di Tom e Benji, che si voltarono ad ammirare lo splendido esemplare di bellezza femminile.
Gambe lunghe e magre, seno tondo, glutei sodi, vita da vespa, fianchi da capogiro, capelli lunghi liberi ed occhi nascosti da due occhiali da sole, un sorriso tranquillo dipinto sulle labbra sottili.
Tom le si avvicinò, studiandola con occhio attento, mentre Margherita sorrideva tranquilla.
-Vorrebbe essere così gentile da dirci chi è e perché cammina tranquillamente verso la casa di sua maestà?-
-Beh, Mister, io sono una dei giornalisti invitati al the di sua maestà con la squadra di rugby campione del mondo. Il mio assistente ed io siamo invitati-
-Non mi sembra che la regina abbia invitato giornalisti-
Margherita scoccò una occhiata invisibile scocciata a Benji, continuando a parlare con aria tranquilla, sfoggiando un biglietto riccamente decorato e scritto con bella calligrafia e sigillo reale.
-Questo è l’invito per me e il mio assistente-
Benji ci passò un’occhiata veloce, copiato da Tom, che però porse con gentilezza il biglietto alla donna, che sorridendo passò oltre i poliziotti, entrando nella lussuosa casa di sua maestà.
Tom la guardò attento, ammirando l’ancheggiare seducente, prima di fischiettare e seguire la bella pulzella dentro il palazzo.

*I crisantemi in Europa sono simbolo di morte, mentre invece in Giappone sono il simbolo di felicità. Strano vero?

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


CAP.4

Una curiosità da CSI.
Le banconote (in america, non so se anche in Italia) vengono impregnate con il liquido della pianta di crisantemo per diminuire la presenza di batteri. Un po’ come i disinfettanti.
Ringrazio sempre luxy che mi ha incoraggiato con Betty ad “Occhi”, e vi consiglio di leggere la sua nuova creazione, “Prendimi l’Anima”, davvero interessante!

Si avviò a passo spedito all’interno di Buckingham Palace, Jack fischiava impressionato dal lusso della bella casa della regina.
-La regina si tratta davvero bene!-
-Gia…-
-Ehilà, come siamo silenziosi-
-Non mi piace niente di questo posto-
-Dai, non fare così-
-Si…-
la ragazza fece una breve smorfia di schifo, mentre entrando all’interno della casa di sua maestà, osservava con occhio rapido gli eleganti saloni e le sale abbellite, ogni sorta di gemma e arredamento costoso era stato usato per i capricci di regnanti passati.
La regina si trattava bene, lei e le sue chiappe!
Margherita era totalmente disgustata da tutto questo, il che sorprendeva perfino lo stesso Jack, che non perdeva occasione per ammirare l’argenteria, o i lampadari in cristalli.
Tutto quello sfarzo…tutto quel lusso…
Tutto ciò per una regnante con la puzza sotto il naso che si preoccupava di più della sua privasy e degli suoi affari piuttosto che del suo popolo, che lasciava in mano ad un ministro incapace e malfidato come Blair.
Dopo il patto con il presidente con gli stati uniti, Margherita sperò in un attacco alla regina.
Quella deficiente! Lasciare tutto in mano a una testa vuota come Blair, che insieme a quella di Bush facevano i tamburi!
Tsk!
Con passo da felino, Margherita raggiunse la sala da the, dove davanti ai suoi occhi, liberi dagl’occhiali da sole, l’intera squadra di omaccioni di rugby chiacchierava con la regina mentre si faceva scattare delle fotografie con la regina che sorrideva al centro di quella massa di muscoli, lei in mezzo era davvero minuscola.
Jack, come un vero fotografo, si mise in mezzo agl’altri, iniziando a fare foto a destra e a manca contro la regina, il suo flash sembrava il più potente di tutti.
Margherita sorrise, nascosta nell’ombra di una delle pesanti tende in velluto, mentre osservava divertita quella minuscola figurina vecchia che rappresentava l’Inghilterra parecchio tempo fa, attorno ad una decina di uomini tutto muscoli e niente cervello, che rappresentava l’Inghilterra in quel momento.
Tsk! Ecco come la vecchia monarchia fiera ma decadente si faceva mettere sotto da una “monarchia” giovane e scattante, ma senza una base dove mettere i piedi.
Questo era l’Inghilterra dal punto di vista di Margherita, che non si era mai troppo interessata di politica, ma invece s’interessava con attenzione allo sottile filo d’argento con perle che la regina quel giorno indossava con tanta baldanza, ben sapendo che, in quell’istante, la dama dei fiori la osservava.
La regina era una sciocca sprovveduta.
Sarà stata anche una grande regina, ma non capiva il rischio che stava correndo…
Margherita sorrise, passando la lingua tra le labbra.
Bene…si sarebbe divertita a vedere la faccia scioccata della regina mentre, lei, sotto il suo nasino da regnante, gli avrebbe preso la sua corona.
Posandoci sopra invece…una bella corona di giacinti!

Gioco, divertimento

Una bella sorpresa…
-Cos’avete da ridere, bella signorina?-
davanti alle immagini sfuocate di una corona di giacinti, il bel viso dell’ispettore Becker riempì il campo visivo di Margherita, che sorrise, senza rimettersi gli occhiali, osservando con sguardo sornione gli occhi nocciola di Tom, che osservava affascinato gli stupendi occhi color oro e melassa della donna, che si limito a rivolgergli un sorriso educato, tornando ad osservare la scena: la regina stava bevendo e parlando tranquillamente con i giocatori della squadra di Rugby, ridendo ogni tanto con ari apparentemente divertita, il sorriso di Margherita morì, mentre in tono sprezzante usciva l’unico aggettivo che le veniva in mente di dire contro quella donna.
-Falsa…-
Becker la guardò stupito, per poi sorriderle anche lui come una vecchia volpe.
-Vedo che lei non apprezza…-
lei si voltò verso il sorridente ispettore di Scotland Yard, e non poté fare a meno di accorgersi che…
Che era davvero un bell’uomo!
-Infatti, trovo assai noioso questo stupido teatrino, la regina dovrebbe più preoccuparsi della dama, che di un the con dei bestioni senza cervello-
-Non li giudichi con tanta leggerezza, bella signorina. Potrebbe scoprire cose assai interessanti-
Margherita guardò incuriosita Tom ,che si limitava a sorridere tranquillo e quasi con aria divertita, mentre apparentemente sembrava interessato alla scena e alle risate di sua maestà, ma in realtà la sua attenzione era totalmente rivolta alla compagnia femminile li affianco, lanciò un’occhiata, ammirando per un istante lo stupendo corpo atletico, per poi salire verso i capelli lunghi e lucenti, di un biondo scuro, e fermarsi sul viso pulito, gli occhi dorati fissavano infastiditi la figura della regina, eppure erano al tempo stesso incantati dalla figura anziana della sovrana, che continuava a farsi fotografare.
Margherita ammirò il fisico ben fatto di Becker, le gambe muscolose ma magre, il ventre piatto, il torace ampio e le grandi spalle, la schiena spaziosa e le braccia muscolose, i capelli spettinati gli davano un’aria giovanile, e quegl’occhi color nocciola racchiudevano una dolcezza che incantava la dama, che però non perse di vista la regina, che si alzava in piedi, mentre Jack si avvicinava alla ragazza, lanciando un’occhiata poco amichevole al poliziotto.
-Possiamo andare-
-Bene. E’ stato un piacere, ispettore-
-L’onore è stato mio, dama-
la donna sorrise divertita, allontanandosi con il fotografo che ringhiava contro Tom, che gli scoccò un’occhiataccia, prima di voltarsi verso la regina che, tranquillamente, si allontana, mentre la squadra di rugby si preparava a lasciare Buckingham Palace.

-Secondo me ti sta troppo attaccato-
Margherita distolse la sua attenzione dal libro che stava leggendo, lasciando con un movimento fluido scivolare via gli occhiali, fissando Jack che usciva dalla camera con in mano le foto della regina.
Il ragazzo la guardava preoccupato e infastidito, mentre lo sguardo della donna era sbalordito, le sottili sopracciglia si corrucciarono infastidite.
-Non fare lo scemo! Mi sta attaccato perché mi da la caccia!-
-Si, ma preferirei che ti desse la caccia ad un metro da te-
-Jack, non dire cazzate! Non ho voglia di litigare con te! Ho dovuto sorbirmi le manacce di quel porco di poliziotto del FBI che mi stava “perquisendo”-
-Per fortuna ti sei trattenuta da dargli un cazzotto-
-Guarda che quello eri tu, perché mi stava poco gentilmente “perquisendo” il culo-
-…-
Margherita osservò con un sorriso dolce Jack che sprofondava accanto a lei, e con un movimento felino si mise sulle gambe del ragazzo, abbracciandolo e baciandolo gentilmente sulle labbra, lentamente un sorriso comparì sul viso del ragazzo di colore.
-Lo sai che quando fai così non riesco più ad arrabbiarmi-
-E per questo che lo faccio. Dai! Fammi vedere queste foto-
-Ti ricordo che stiamo per affrontare qualcosa che va oltre i normali furti che abbiamo fatto-
-Non me lo ricordare, e fammi vedere queste foto-
Margherita strappò poco gentilmente le foto da Jack, che la guardò divertito, prima di fissare insieme alla ragazza le preziose foto della regina e, al tempo stesso, della mappa della stanza dei gioielli e dei vari sistemi di allarme della sala del Big Ben.
-Niente telecamere?-
-No, sono solo nascoste, ma il problema sono le spie-
-Che palle! Sarà più difficile del previsto!-
-Da quando usi questo linguaggio poco adatto alla dama?-
-Scusami, ma le sai che non sopporto le spie! Però…hai un futuro come fotografo! Quando che le hai fatte?-
-Mentre tu litigavi con la sarta per il vestito, il signorino sotto tuo incarico se n’era andato a zonzo come un normale turista. Ho fatto una faticaccia a non farmi vedere-
-Guarda che questo tuo commento non ti fa onore al tuo essere ladro-
-Guarda che TU sei la ladra-
-Vabbè, lasciamo stare-
Margherita inforcò gli occhiali, una ciocca di capelli sfuggita alla coda scivolava su di una guancia, mentre gli occhi dorati e felini della ragazza si muovevano svelti tra le fotografie, che rappresentavano mappe, sistemi di allarme e vari angoli della stanza.
-Niente condotto d’aria…dovremmo bucar e il tetto-
-E’ troppo rischioso, rischiamo di farci beccare-
-Tranquillo, ho pronto il gas-
-Davvero? Come hai fatto?-
-Ricetta di famiglia. Allora…-
e mentre Margherita e Jack parlottavano per la serata dopo, Tom si stava provando il suo costume per la festa in maschera della regina.
“Ti aspetto…dama!”

Allora? Come andiamo? Perdonatemi se vi ho fatto aspettare, un buco nero nella mia mente mi ha fermato.
Non temete, non vi abbandonerò per un po’ di tempo.
Bacioni e saluti a luxy, Izumi e Betty!
Meiko

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Capitolo 6
*** Cap.5 ***


CAP. 5

Guardò con aria felice dal vetro della gioielleria lo splendido diamante che era li, in bella mostra, adagiato come un pascià tra sete preziose e altre pietre preziose più piccole, quasi come un harem di bellissime danzatrici del ventre che facevano la corte al famosissimo “Principe d’India“, uno dei più grossi diamanti mai trovati.
Si leccò le labbra golosa, quel diamante luccicava con fare incantatorie di fronte ai suoi occhi dorati.
Li affianco, poco dopo, un ragazzo di colore lasciò andare tra le labbra un lungo fischio d’ammirazione.
-Bello…-
-Gia. Forza, andiamo!-
agitata come una bimba, Margherita si arrampicò come un ragno per il muro, raggiungendo una finestra ancora più alta della stanza, che raggiungeva il soffitto.
Con un veloce passamano, Jack consegnò il laser a Margherita, che velocemente creò un passaggio per il magro braccio, la mano si affrettò ad aprire la finestra.
Jack, tempestivamente, sparò un arpione, che s’attaccò con una ventosa al muro, mentre Margherita inarcò il sopracciglio, finendo di incollare il vetro staccato dalla vetrata.
-Sicuro che mi regge?-
-Abbiamo provato per cinque volte di fila, e reggeva-
-Guarda che se casco la colpa ricade su di te-
-Malfidata come sempre! Dai!-
con un’affettuosa pacca sul fondoschiena della ragazza, il ragazzo di colore invitò Margherita a sbrigarsi, inserendo in un anello di metallo sulla cintura un grosso cavo, per poi guardare giù.
…dovevano essere circa sei metri…
Un bel volo!
Prendendo un profondo respiro, mentre Jack sparava il secondo arpione dall’altra parte del muro, Margherita si lasciò cullare dal vuoto, aggrappandosi al cavo.
Le due ventose la tenevano, mentre lei scivolava silenziosa, Jack a fatica svanì, chiudendosi dietro la finestra.
-Sta attenta-
-Tranquillo, andrà tutto bene-
-Ti amo-
lei gli sorrise.
-Lo so, fratellino-
Jack sorrise, mentre chiudeva la vetrata, svanendo dalla vista di Margherita, che con un altro respiro profondo e una controllatina al suo fermaglio con i fiori attaccati si preparava al furto.
Scivolò lungo il percorso, lanciando distratte occhiata agl’altri bellissimi gioielli messi in bella mostra nelle teche di vetro, per poi concentrarsi sul principe d’India, che riposava brillante e panciuto tra sete rosse e arancioni.
Dallo zainetto nero che teneva sulle spalle tirò fuori una piccola pistola con un’altra ventosa, e la sparò sopra di se, lasciando penzolare il cavo, togliendosi dall’altro e scendendo con un fruscio timido, fino a trovarsi di fronte al bellissimo principe.
Scherzosamente, Margherita, s’inchinò di fronte al panciuto principe.
-Maestà, ora procedo al vostro rapimento-
ridacchiò, per poi occuparsi della teca.
Con delicatezza, evitando di innescare i sensori, la ladra aprì la teca, lasciando che il suo sguardo vagasse tra gli zaffiri, i rubini e gli smeraldi, adagiati tra stoffe, sete e cuscini piccoli e grandi di velluto; al centro, maestoso, luccicava il diamante, grande quanto la sua mano, le mille sfaccettature creavano deliziosi giochi di luci e arcobaleni, mentre il riflesso degl’occhi d’oro di Margherita splendeva alla luce delle piccole lampade messe apposta in alcuni angoli della teca.
Con gentilezza, Margherita afferrò il diamante, pesandolo, per poi metterselo in un sacchetto rosso, appendendolo alla cinta.
Si guardò intorno, per poi togliersi dal fermaglio i fiori, appoggiandoli tra i cuscini.
Un grosso ibisco, e un Bucaneve.

Bucaneve= consolazione

Ridacchiò, prima di voltarsi.
La porta stava ad una decina di metri dalla teca.
Cercò a lungo nello zaino, prima di tirare fuori una mascherina con lenti rosse.
Tutti e dieci i metri erano tappezzati di laser.
-Banale…-
Margherita fece spallucce, per poi voltarsi un attimo a tastare il diamante nel sacchetto rosso.
-Maestà, dedico a voi e a l’ispettore Becker il mio balletto-
dicendo così, Margherita iniziò la sua danza, mentre il suo slanciato e stupendo corpo passava tra i laser in un complesso gioco di contorsionismo e danza.
Quando anche l’ultimo laser fu passato, Margherita si tolse la mascherina, e fece una piccola smorfia, prima di lanciare una moneta, correndo via.
E tra i suoni dell’allarme e le grida della polizia, Jack guardò arrabbiato Margherita, che ridacchiò.
-Sei davvero pestifera!-
-Mi stavo annoiando!-
il ragazzo di colore sbuffò, prima di ridere, mentre con Margherita si allontanavano in scooter, mentre la polizia era troppo impegnata a vedere la teca con l’ibisco un po’ sgualcito e il Bucaveneve, Tom ridacchiava a sottecchi…

-Che nostalgia…-
Margherita fissò ancora il “principe d’India” fra le sue mani, prima di rimetterlo nel suo scrigno di cuscini con il “Cuore africano” e “il signore dei ghiacci”, nella sua teca di vetro.
Era passato solo un anno e mezzo da quando aveva rubato il principe, ed ora il principe avrebbe avuto la compagnia dei gioielli di sua maestà la regina.
Quella sera…sarebbe stata la sua grande sera...
Avvertì una presa familiare stringerla, un bacio dietro al collo la informava che Jack gli si era avvicinato.
-Pensierosa?-
-Ricordi del passato…-
Margherita sorrise, sistemando la Pervinca che aveva messo in bella mostra sopra la teca.

Pervinca= dolci ricordi

Jack la fissò preoccupato.
-Non mi dire che stai rinunciando?-
-Ma sei matto? E’ da due anni che progetto il colpo, e quando l’occasione mi capita al volo, la rinuncio così? Mai!-
-E allora cosa?-
Margherita si fece triste, mentre sistemava gli occhiali sul naso e un ciuffo di capelli che gli erano sfuggiti dall’acconciatura.
-Niente…-
Jack la fissò arrabbiato.
-E’ per via di Becker?-
Margherita si voltò a guardarlo, infastidita.
-E se fosse?-
-Allora sarebbe meglio fare questo colpo, almeno non c’è lo ritroviamo tra i piedi-
-Non me lo dire, sei geloso!-
-Si, lo sono!-
aveva gridato queste ultime parole, arrossendo, mentre la ragazza lo abbracciava.
-Non devi-
-Io ti amo-
-…lo so, fratellino…-
-Non ci riesco?-
-No, non ci puoi riuscire, e te l’ho gia detto-
Margherita sorrise triste, mentre Jack si limitava ad annuire sconfitto, strappando un ultimo bacio, prima che la ragazza si allontanasse, per prepararsi alla festa di Natale.

La White Tower era stata perfettamente decorata in stile Luigi re Sole, e tutti gli invitati ammiravano estasiati il complesso di candelieri e decorazioni.
Nascosti tra gli invitati, i vari infiltrati dell’FBI si guardavano attorno con aria attenta, mentre Benji si mostrava in tutta la sua baldanza vestito da cavaliere, li accanto un conte Becker elegante con tanto di codino legato con un nastro nero di seta.
Dame e signori si salutavano a vicenda con inchini e abbracci un po’ freddi, tutti vestiti in tema dell’epoca, mentre altri invitati si aggiungevano.
Con la regina, anche suo figlio Carlo e i suoi nipoti avevano partecipato alla festa di Natale.
Fuori, Margherita si sistemava un attimo l’abito, appena uscita da una limousine nera, mentre Jack gli offriva il braccio e una candida rosa che sistemò nella complicata acconciatura.
La ragazza sorrise, mentre entrava in sala.
Il vestito era formato da un corsetto stretto decorato con pizzi e bottoncino in perla, con petali candidi di rose, la gonna con stecche di balena di color crema di velluto e seta, con alcuni fiori ricamati.
L’acconciatura era molto complessa, una treccia che avvolgeva a mo’ di coroncina il capo, decorata con rose bianche e dature bianche.

Mistero

Una maschera crema con una cornice di petali bianchi nascondeva parte del viso sorridente.
La dama misteriosa non mise troppo tempo ad avere l’attenzione di tutti, ovvero ciò che sperava.
-Ti ammirano tutti, sei stupenda-
-Lo so-
Margherita sorrideva felina, mentre Jack continuava a darle il braccio, i suoi occhi cercarono rapidi due figure familiari.
La regina e Tom Becker.
MERDA!
Margherita strinse il braccio di Jack.
-Che succede?-
-Quel dannato…-
con un gesto del capo indicò Benjiamin Prise che con uno speciale microfono su bavero comunicava con gli altri agenti mascherati.
-Lui non era nei piani!-
-Jack, mantieni i controllo, c’è sempre la scappatoia. Ora andiamo a salutare sua maestà-
e così dicendo i due raggiunsero la regina, inchinandosi a meno ad un metro da lei, primo per colpa della gonna, poi per tradizione.
-Presto non avrai più quel sorriso sulla faccia, brutta befana…-
Jack trattenne una risatina, allontanandosi con Margherita.
-Ok Jack. Via con il piano!-
-Buona fortuna!-
-Anche a te-
i due si divisero, e come programmato da Margherita iniziarono le danze, subito Tom si avvicinò alla bella Dama che in quel momento si guardava intorno con aria annoiata.
-I miei omaggi dama-
-Messere…-
-Vuole accettare un’invito alle danze?-
-Con onore e piacere-
Margherita si stava divertendo come una matta, e anche Tom si divertiva, mentre Benji li osservava da lontano, lo sguardo serio e sospettoso.
-Ignori il mio compagno, mia dama. Egli non apprezza la vera bellezza-
-E immagino che voi dunque l’apprezziate, messere-
Tom sorrise, mentre occhi dorati brillavano nascosti da un maschera di rose bianche e dature.
Margherita sorrise felina, lanciando un’occhiata ad un gelosissimo Jack, che però restava al bancone dei buffet, velocemente verso del contenuto bluastro dentro a delle bevande, allontanandosi senza farsi notare.
Bene, prima parte andata.
Tom la osservò, era bella ed era tra le sue braccia.
Il vestito le dava un'aria innocente, eppure lui sapeva la verità, l'aveva capito osservando quei diabolici occhi del colore dell'oro.
Se solo avesse avuto le prove, ora sarebbe li ad arrestarla.
Ma c’erano altre dame della stesa età, chiunque di loro poteva essere la “dama dei fiori”.
Però lui era sicuro che quella che stava danzando con lui era l’autentica.
Ne era certo!
-Qualcosa vi turba, messere?-
-Solo la vostra bellezza, mia dama-
-I vostri complimenti mi imbarazzano, messere-
-Eppure queste mie parole sono verità. Siete bella come una rosa bianca e pura e fredda come una ninfea-

Castità, purezza, freddezza

Margherita sorrise colpita e divertita, allora l'aveva riconosciuta!
E va bene
-Ma davvero mi giudicate così, messere?-
-Certo, e inoltre voglio dirvi che vi offrirei la mia vita e una Petunia-
Margherita arrossì violentemente, caspita! Che dichiarazione d’amore!

Petunia=Amore che non si riesce a nascondere

-Messere, temo che dovrò rifiutare il vostro dono, ed essere come una Lavanda-

Diffidenza

Tom sorrise mestamente, mentre Margherita abbassava il capo, si sentiva incredibilmente male ad aver risposto così.
Ma...ma loro erano diversi...lui un ispettore di polizia...lei una ladra...
E poi, se Tom gli mentisse?
No, non lo accettava!
Il ballo finì, lentamente Margherita si allontanò da Tom, che vedeva un sogno durato per due anni allontanarsi da lui.
Perché ne soffriva? Perché stava così male?
Anche Margherita si chiese la stessa cosa, e un dubbio piccino penetrò nella sua mente, offuscato però da un grido di una vecchia dama.
-AL LADRO! MI HANNO RUBATO LA COLLANA IN SMERALDI!-
“Proprio al momento giusto!”
Velocemente, Margherita rivelò una tasca segreta nella gonna con una specie di biglia.
Tom non fece in tempo.
-FERMA!-
la ladra sbatté a terra la biglia, rivelando un gas soporifero, in pochi secondi tutti erano a terra, Tom si stava trattenendo con un fazzoletto alla bocca, doveva resistere!
Aveva sentito un sussurro, e sapeva dove la ladra era diretta.
-I gioielli...-
Nel frattempo Benji vide sua maestà accasciarsi a terra, la collana e la corona svaniti, al suo posto tanti Giacinti rosso cupo.

L’etimologia del termine (giak, radice greca, significa rosso cupo) da credito all’ipotesi che in principio i Giacinti fossero di colore rosso cupi

-Maledetta!!-
il poliziotto ruggì, uscendo con Tom, partendo a correre verso la sala dei gioielli.
Margherita, nel frattempo, si era levata l'abito rivelando una tuta nera aderente allo splendido corpo, salendo in cima al tetto della sala dove l'aspettava Jack.
-CHE STAVI FACENDO CON QUELLO SBIRRO?!-
-Non è il momento Jack!-
il ragazzo annuì borbottando, aiutando la ragazza a preparare velocemente la carica di esplosivo.
-Ci sarà un bel botto-
-Tappati le orecchie-
la ragazza ubbidì, mentre Jack faceva esplodere il tetto, il botto raggiunse Tom e Benji, che si affrettarono, mentre Margherita ridacchiava.
-Forse ho esagerato!-
-Non è il momento di pensarci. Calati giù-
-Vieni con me!-
-No, devo restare qui-
-Ho detto che scendi!!-
il ragazzo di malavoglia scese giù con Margherita, che gli passò uno zaino, la ragazza fece esplodere un paglio di biglie, facendo addormentare le guardie che sorvegliavano.
-Veloce!-
il ragazzo obbedì, passando sul vetro dello spray, pian piano alcune "X" comparvero sul vetro in corrispondenza di certi gioielli.
-Bella scelta!-
-Modestamente!-
-Quando li hai fatti?-
-Quando tu eri in cerca d'informazioni. La sottoscritta si è introfulata e ha scelto i gioielli del primo round-
Margherita e Jack riempirono velocemente i loro zaini, poi la ragazza sparò un'arpione, il gancio si attaccò saldamente al tetto, mentre Jack abbracciava Margherita, la ragazza fece partire il riavvolgimento, velocemente i due erano di nuovo sopra il tetto, inspiegabilmente si era alzato un vento violento.
-DAMA DEI FIORI, SEI IN ARRESTO!!-
Margherita si trovò dietro Benji e Tom che le bloccavano la strada, davanti i fanali di due elicotteri che tenevano lei e Jack sotto le luci.
La ragazza si voltò verso Benji, ridacchiando.
-A quanto pare la lezione non ti è bastata, sbirro rompiballe!-
-Sta zitta, e alza le mani-
-Non mi dare ordini!!-
Tom ridacchiò, Margherita era una donna che si sapeva far valere.
Benji caricò il colpo soprendendo Tom: questa volta gliel'avrebbe fatta pagare!
-Che fai?!-
-Una cosa che dovevo fare da molto tempo!-
sparò un colpo, ma Margherita sfuggì in tempo, richiando però di scivolare, Jack fece appena in tempo a prenderla, per poi voltarsi e vedere Benji che caricava un secondo colpo, Tom cercò di femrarlo, ma venne sbalzato via.
-MARGHERITA!-
la ragazza non si rese conto di quello che stava accadendo, fino a quando non si rese conto dello sparo e di Jack che la copriva dallo sguardo furioso di Benji e sconvolto di Tom.
Jack...Jack...
-JACK!!!-

(Vi lascio in sospeso, dopo un periodo indefinito ritorno con questa ff che dedico a luxy, a betty e a tutti quelli che mi seguono!!
Baci!!
Meiko)

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Capitolo 7
*** Cap.6 ***


CAP 6

Alzò gli occhi dal pavimento, davanti a lei solo una grande vetrata che rifletteva la sua stanca immagine.
Si…era stanca…improvvisamente era stanca, troppo stanca, come se la vecchiaia l’avesse raggiunta prematuramente.
Aveva il labbro spaccato, gli aveva dato uno schiaffo.
Quel figlio di puttana gli aveva dato uno schiaffo…dopo…dopo aver sparato a Jack…
Jack…idiota…perché mi hai fatto da scudo?

“Ti amo”

Scemo, lo so che mi amavi.
Lo so che speravi che io mi innamorassi di te.
Purtroppo…non è avvenuto…
Sarebbe potuto accadere, ma tu…adesso…non ci sei…
Non ci sarai mai più…
Oddio…
Sei morto…
Jack, sei morto.
Oddio, me ne rendo conto solo ora.
Solo ora capisco che non potrò più divertirmi a rubare, niente sarà più come prima.
Sarò da sola Jack, questo lo capisci?
Da sola…
Tu non sarai li ad aiutarmi.
Sono da sola…
Da sola…
Mise le mani in faccia, scuotendo il capo, i capelli scomposti scivolavano lungo le spalle, si tratteneva dallo scoppiare in lacrime, non sarebbe stato un bello spettacolo per loro che la stavano osservando dietro il vetro.
Li poteva sentire quelle presenze, la stavano osservando, come una di quelle cavie usate per degli esperimenti.
L’avrebbero usata allo stesso modo?
Margherita non ci pensava,in quel momento stava pensando solo a Jack.
A Jack, che ora era morto.
Prese un profondo respiro, togliendosi le mani dalla faccia, guardandosi intorno con gli occhi lucidi, trattenendo le lacrime, la stanza era totalmente bianca, lei era l’unica macchia nera i quello splendore.
Aveva un taglio vicino all’occhio destro, e il labbro di sotto era spaccato.
Brutto stronzo…
Beh, almeno la ragazza gli aveva lasciato un segno sul viso.
Così ci avrebbe pensato due volte prima di toccarla di nuovo.
…che strano…
Adesso stava pensando a Tom, a quello che stava facendo il suo acerrimo nemico amico.
Magari l’aveva pure dimenticata, chissà!
Margherita non si poté porre altre domande, che la porta si aprì, rivelando un uomo di fattezza robusta pelato bianco e Benji, ora vestiva la divisa di agente dell’FBI, con il capellino a nascondere gli occhi, la piccola cicatrice vicino all’occhio dove la ragazza l’aveva colpito era stata curata.
Lei invece era ancora ridotta in un ostato pietoso, seduta a terra, con le ginocchia piegate e le mani appoggiate su esse, si limitò a squadrare Benji, prima di voltare lo sguardo verso il vecchio ciccione, che la squadrava, per poi iniziare a parlarle.
-Bene, a quanto pare tu saresti la famigerata “Dama dei fiori”-
-In persona, ciccione. Con chi ho l’onore di parlare?-
-Con uno dei capi dell’FBI-
-Uuuh, si è scomodato per me, che onore-
-Non scherzare troppo con me, perché potresti finire subito in gattabuia per il resto della tua vita-
-Fatelo pure, tanto on ho nulla da perdere, solo lo sfizio di uccidere il vostro uomo come ha fatto con il mio compagno-
Margherita indicò con la testa Benji, che si limitò a lanciarle un’occhiata d’odio, mentre lei sorrideva divertita, mentre l’uomo anziano continuava a parlare.
-Solo che i miei capi non vogliono metterti in gabbia, ci servi viva. Devi fare un lavoretto per noi-
-Un lavoretto per l’FBI? Tu straparli, grassone!-
Margherita teneva la testa alzata, non aveva la minima voglia di scusarsi per quei due stronzi, ne di ascoltare la loro “proposta”
L’uomo si limitò a sorriderle di nuovo.
-Invece dico la verità. Si tratta di rubare una cosa preziosa ad un uomo molto scaltro. Ti dice nulla Schneider?-
-L’uomo più ricco e incredibilmente più scapolo della terra? Si, ne ho sentito parlare- -Bene, ma quello che non sai è del suo progetto detto in codice “Millefoglie”-

Guerra, dolore

Margherita alò la testa.
-Che sarebbe?-
-Sai le proprietà curative di questa pianta, vero?-

Da sempre è rinomata, inoltre, per le proprie proprietà curative e medicamentose, prima fra tutte la capacità di fermare il flusso del sangue (potere coagulante); impacchi realizzati con le foglie della pianta venivano utilizzati nell'antichità per curare le ferite dei soldati.
La mitologia raffigura lo stesso Achille medicare le ferite dei propri soldati con la Millefoglie, durante la guerra di Troia.

-Idiota, parli con la “Dama dei fiori”, grassone!-
-Giusto, ma quello che non sai è che Schneider ha creato grazie ha questo potere e a quello di alcuni fiori tra i quali l’Oleandro un potente veleno in grado di uccidere dieci persone in due minuti se inalato-
Margherita fece una faccia ironica.
-Però! E io cosa c’entro?-
-Ecco, noi non vogliamo che Schneider usi questo veleno. Quindi vorremmo che tu lo rubassimo-
-Dove sta la fregatura?-
-Nessuna fregatura. Quando avrai portato a termine la missione te ne potrai tornare libera-
Margherita si alzò in piedi, pulendosi il fondoschiena come se niente fosse, per poi squadrare l’uomo basso di statura negl’occhi piccoli e arrossati.
-Io potrei anche starci, ma a due condizioni-
-Trattiamone-
-La prima: che mi permettiate di fare a MODO MIO-
-Si…potremmo anche accettare questa condizione. La seconda?-
-E che mi scelga da sola il mio partner. So benissimo che volete rifilarmi questo stronzo, ma sappiate che io non ci sto. Piuttosto mi ammazzo e ammazzo lui. O scelgo io o non se ne fa niente-
L’uomo la guardò turbato, per poi non poter fare altro che annuire: non aveva altra scelta, Margherita sorrise vittoriosa.

Entrò nel pub, facendo sbattere la porta dietro di se, attirando qualche sguardo ubriaco, una bellezza mozzafiato appariva sulla porta, guardandosi intorno con fare stanco e annoiato, era alla ricerca di qualcuno.
-Ehi bella, se cerchi qualcuno io sono qui!-
un ubriacone si parò di fronte alla donna, che si limitò ad allontanarlo con una mano, quasi schifata, per poi notare l’oggetto dei suoi pensieri su un tavolo non troppo distante, era da solo.
Lo ammirò alla poca luce di quel punto, i capelli spettinati, la camicia sbottonata ai primi bottoni, un bicchiere di birra in una mano, lo sorseggiava con avidità, un rivolo scivolò giù dalle labbra, percorrendo parte della mascella e arrivando alla fine del collo.
Margherita sorrise felina, gli occhi dorati brillavano divertiti, in quel momento pensò a tante di quelle cose porche che doveva vergognarsi, mentre si avvicinava a Tom, vestiva di pantaloni sotto la vita che mostravano il suo piccolo fondoschiena, il bustino nero aderente faceva risaltare le forme del suo seno, e il laccetto era in bella mostra, un cappotto lungo era all’interno foderato con pelliccia, faceva freddo in quella stagione.
La ragazza lo osservò con un sorriso, mentre lui si limitava ad ammirarla, quella bellissima figura era difficile da vedere in altre donna, non aveva nemmeno un filo di pancia, i capelli sciolti ricadevano dolcemente, alcune ciocche scivolavano per le spalle scoperte, la pelle era nivea, e gli occhi dorati brillavano con forza.

Tom sorrise divertito, mentre lei si metteva seduta davanti a lui, ordinando anche lei una birra alla spina.
-Allora non ti hanno sbattuta dentro…-
-Gli servo…e tu servi a me-
il ragazzo guardò stupito gli occhi ferini di Margherita, che ringraziò con un sorriso il cameriere, Tom invece lanciò un’occhiata assassina al ragazzo che si era “per caso” fermato ad osservare il corpo da pantera della ragazza, che ridacchiò, prima di riprendere a parlare.
-Gli servo per fare un furto al miliardario Schneider…e io ho bisogno di un compagno per questa missione…-
-Schneider? Ti riferisci a “Millefoglie”?-
-Ah, vedo che ne sai qualcosa-
-So abbastanza, tutti quanti nel mondo della polizia sanno degl’affari sporchi del tedesco. Si dice che trasporti illegalmente armi e cocaina. Insomma, è uno dei capi della malavita mondiale-
-Non lo da a vedere-
-Fino ad ora non si sono riuscite ad avere prove per incastrarlo-
-Beh, questo on m’interessa. Quello che m’interessa è rubare la “Millefoglie”, ed avere un biglietto per la libertà. Il resto me ne frega poco-
-Credi alle loro promesse?-
-No, infatti ho intenzione di tenere per me quel veleno…mi può tornare utile-
la ragazza sorseggiò la sua birra, mentre Tom la fissava attento.
-Mi stai chiedendo di diventare tuo socio?-
-Si-
-…un poliziotto che lavora con una ladra…sembra interessante…-
la donna si limitò a sorridere felina, ammirando con occhiate fugaci il fisico di Tom e la sua aria affascinante.
Tom la guardò sorridendo divertito, per poi avvicinarsi a lei.
-Però…per lavorare insieme mi servirà il tuo nome…-
-…Margherita, per servirla-
Tom non seppe trattenere un risolino, era divertito da quel nome, mentre lei sorseggiava ancora la sua birra.
Lei lo guardò sorridendo, finendo di bere.
-Non mi hai detto la tua risposta-
Tom sorrise, inarcando un sopracciglio in un’espressione di vestita, prima di allungare una mano verso la ragazza.
-Soci-
Margherita sorrise raggiante, stringendo la mano all’uomo.
-Sapevo che non avresti rifiutato ad una proposta del genere-

(Ecco qui il secondo capitolo, spero che non vi abbia deluso, a presto!
Meiko)

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Cap.7

Restò sulla porta della palestra, tanto non aveva bisogno di avvicinarsi, la vista anche da li era meravigliosa, e sorrise maliziosa, ammirando quello spettacolo difficile da trovare in tutti quegl’uomini che stavano in quel momento osservando quella donna dal corpo magro e flessuoso, lei spostò gli occhiali da sole giusto per poterlo vedere meglio.
Ci sono due categorie di uomini, anzi tre.
I poco.
I troppo.
I perfetti.
Lui era il raro esempio di maschio perfetto alle prese con addominali e pettorali, ignorando la presenza femminile che aveva attirato sguardi a tratti affamati di sesso, a tratti imbarazzati e a tratti infastiditi.
Un gioco di chiaroscuri di movimenti e di torsioni del busto, di guizzi di muscoli e fasci di tendini e di gocce di sudore che percorrevano seducenti quelle pelle chiara ma non pallida stavano ovviamente cercando d’incantare Margherita verso Tom, che continuava il suo allentamento quotidiano ignaro di quelle presenza, la ragazza si stupì che quella meraviglia d’uomo non avesse ancora una meraviglia di donna!
Bene….significava che lei era la fortunata.
Accarezzò sensualmente le labbra con la punta della lingua, lo sguardo malizioso e nella testa tante di quelle porcate e pensieri talmente sconci da rimanerci secchi, lei ridacchiò in silenzio, prima di avvicinarsi silenziosa e felina verso l’uomo, che continuò i suoi addominali, le flessioni del busto e lo spettacolare movimento del corpo avrebbe fatto venire la bava a qualsiasi donna.
Lei si limitò a sporgersi, in modo che lui uscisse via dal mondo dei suoi pensieri e restasse a guardare per qualche secondo due miniere dorate dalle pupille affilate da gatto, un bastoncino con una piccola pietra azzurra tratteneva i capelli, anche se qualche ciuffo scivolava e accarezzava come mano affamato il viso che sorrideva ironico e malizioso.
-…ma non ti vergogni ad essere così bello e affascinante?-
lui sorrise divertito, mettendosi comodo e sorridendole con aria da ragazzo, i capelli castani continuamente spettinati che lo rendevano ancora più infantile, gli occhi nocciola brillanti di divertimento e ammirazione verso la donna.
-Senti da che pulpito viene la predica, proprio tu ti vieni a lamentare che io sono bello? Ma ti guardi allo specchio-
-Tutti i giorni, e per la cronaca mi serve questo corpo per rubare e per scappare da te-
-E a me questo corpo serve per inseguirti-
si guardarono sfidandosi, poi lei sbuffando divertita gli lanciò l’asciugamano in faccia.
-Ti aspetto al bar-
si allontanò come un demone, e lui sorrise divertito, ancora un po’ incredulo di avere accettato la proposta di quella ladra a rubare al famoso Schneider, uno dei più famosi, giovani e ricchi banchieri, oltre che uno dei più grandi trafficante di droga e armi illegali.
Gia…peccato che non ci fosse nessuna prova a testimoniare questo!
Tom sbuffò, facendosi una rapida doccia e cambiandosi, raggiungendo con borsone il bar dove, seduta su una comoda poltroncina a sorseggiare cioccolata calda c’era la sua “socia”.
Bella e ardente come la lussuria.
Forse è un po’ esagerato, ma se non era quello, era il Paradiso!
-Eccomi qua-
-Ordini qualcosa?-
-Un the freddo-
appena gli venne servita la bibita, Margherita lo squadrò con un’occhiata, prima di mostrargli una serie di foto e articoli che stava leggendo in attesa dell’uomo, con sopra stampata la faccia del biondo banchiere tedesco.
-Allora…Schneider ha intenzione di organizzare un festino in onore dell’apertura del suo albergo sull’isola di Malta, nella sua villa al mare. Una settimana-
-Si tratta bene!-
-Noi c’intrometteremo come dei rampolli dell’alta società, e saremo fidanzati-
-Peccato che sia tutta una bugia…-
Margherita sorrise diabolica a quella affermazione, risposta da Tom, per poi riprendersi i vari articoli e alzarsi in piedi mentre Tom pagava il conto, e l’affiancava verso la spider blu elettrica che li attendeva di fronte alla palestra, Margherita sorrise divertita.
-Vieni con questa tutti i giorni?-
-No, ogni tanto, solo per fare bella figura con le donne-
-Oh-ho! Un gigolò!-
Tom sorrise imbarazzato e divertito, mentre appoggiava la sacca ed entrava in macchina, Margherita li affianco si sedeva comodamente sul sedile, mostrando le sue belle gambe in quei pantaloni in pelle.
-Dove andiamo?-
-A farci passaporti falsi-
-Ergoy è stato arrestato qualche giorno fa!-
-Gia, che sollievo. Ma non andiamo da lui, andiamo in questo indirizzo-
Tom annuì leggendo velocemente l’indirizzo, mezz’oretta in macchina, per poi sorridere ironico mentre guidava e parlava con Margherita.
-Ho sentito che ha avuto una soffiata con una telefonata anonima-
-Beh, chiunque l’abbia fatto sarà stata una persona di buon cuore. Quel poveretto stava morendo di AIDS!-
Tom sorrise più innervosito, avere accanto Margherita per lui era qualcosa che andava oltre la sua immaginazione, dopo due anni d’inseguimenti ora aveva li, al suo fianco, la donna che aveva inseguito da quando era entrato in polizia!
L’affascinante ventenne sedeva al suo fianco tranquilla, pensando a chissà cosa, il suo sguardo dorato nascosto dagl’occhiali da sole scuri, vestiva stavolta di una maglietta di lino bianco con lacci e nastri con le maniche che si allargavano, nascondendo in parte le delicate mani di ladra, i pantaloni di pelle le stavano benissimo, e la maglietta rivelava a tratti l’ombelico piccolo e abbronzato.
Bella, terribilmente bella.
Si concentrò sulla guida come meglio poteva, raggiungendo così una serie di condomini in uno dei più moderni quartieri, frequentato poco dalla malavita, Tom si guardò intorno, mentre Margherita indicava uno degl’ultimi edifici.
-Caspita!-
-Come dice un vecchio detto “Se vuoi nascondere qualcosa, mettilo bene in vista”-
Tom sorrise affiancando la donna, l’uomo indossava una camicia sbottonata ai primi bianchi bottoni, i capelli spettinati semi-asciutti e jeans che fasciavano il fondoschiena divino, Margherita ebbe la tentazione di toccarglielo, ma quella mano si fermò su uno dei pulsanti del pannello con varie scritte, fermandosi su una certa “Maki Huston”
>> Si?
-Indovina-
>> Marghe! Sali!
La ragazza sorrise, ascoltando il tono allegro da ragazzina dell’amica, che aprì il portone.
Velocemente, i due presero l’ascensore, salendo fino all’ultimo piano.
-La tua amica si tratta bene-
-Non hai idea di quanti ladri abitino in Inghilterra-
-Certo che lo so, solo che io sono impegnato solo con te-
Tom accarezzò con un dito il mento di Margherita che sorrise dolce, quel contatto così delicato le fece venire in mente Jack, rattristandola.
-Pensi a Jack-
lei annuì, tenendo lo sguardo basso, mentre Tom sbuffava, per poi farle alzare il mento e baciarle la fronte.
-Ora sono io che mi preoccupo per te-
-Guarda che è il contrario, conoscendoti!-
Margherita sorrise ironica, mentre l’uomo ridacchiava, l’ascensore si fermò con un tintinnio, aprendo velocemente le porte scorrevoli, rivelando quattro porte, una socchiusa lasciava entrare uno spiraglio di luce.
La donna aprì con sicurezza la porta, di fronte al loro un caos di fogli, fotografie ed altre scartoffie varie, il parquet di legno chiaro con un tavolo basso e comode poltrone, sparsi un po’ dovunque cuscini rossi scuri e verdi scuri, li vicino una scalinata portava al piano di sopra, mentre la stanza al piano di sotto comprendeva oltre che salotto anche cucina e davanzale, il piano di sopra sempre in legno aveva la camera da letto e la porta del bagno nella parete bianca.
Margherita sorrise divertita, quella casa era sempre un caos.
Una musica di sottofondo sembrò rilassare i due ospiti, era una canzone di Sting, “Desert Rose”.
-Marghe!-
una testa castana dai capelli cortissimi si sporse dal davanzale, agl’occhi di Tom e di una sorridente Margherita apparve una ragazza di massimo vent’anni, il corpo magro e un po’ minuto nascosto da pantaloncini e canotta, i capelli corti castano scuri e due occhi brillanti nerissimi, il sorriso acceso e un paio di occhiali dalla montatura leggera sulla testa.
-Maki! Questa casa è un caos!-
-Scusami, ma ne io ne Mark mettiamo mai in ordine. Sai, siamo molto pigri-
-Lui dov’è?-
-In questo momento è fuori, ma dovrebbe tornare tra poco-
la ragazza scese velocemente le scale rispondendo a Margherita, che l’abbracciò, poi Maki osservò attenta Tom.
-Allora sono vere le voci! Il tuo ispettore è diventato tuo socio!-
-Come corrono le notizie!-
-Sai come! Comunque io sono Maki Houston-
la ragazza allungò la mano a Tom che sorridendo la strinse gentilmente, temeva di rompere quella ventenne, che rivolse di nuovo la sua attenzione a Margherita.
-Allora, cosa vuoi?-
-Passaporti falsi. Dobbiamo diventare al più presto due rampolli dell’alta società-
-Stranieri?-
-No, preferiamo mantenere la nostra amata terra inglese-
-Detto da te “amata terra inglese” sa di sarcasmo-
Margherita sorrise triste, mentre Maki sbuffava, invitando i due a togliersi i cappotti e a mettersi comodi.
-Allora…io te li posso fare entro oggi, purtroppo non sono veloce come Ergoy-
-Guarda, sono così contenta di venire da te, ti giuro che mi veniva voglia di vomitare ogni volta che vedevo quel tizio.
Sono così felice che ti sei messa improprio! Tu i passaporti falsi li trucchi con più metodo di quello schifoso-
Maki sorrise imbarazzata, mentre Tom si rendeva conto di essere testimone di una conversazione tra una ladra e una che falsaria.
Però, ormai, anche lui si poteva considerare un ladro, quindi!
Il cd mandò nell’aria una canzone di Gloria Gaynor “I will survive”
Margherita l’ascoltò divertita, i gusti di Maki si scontravano con il fare moderno e l’alta tecnologia che c’era in quella casa.
Erano passati due anni da quando la ragazza era scappata da Ergoy che l’aveva violentata, prima i due erano soci.
Fu in quel periodo che conobbe Mark Lenders, un falsario di gioielli molto in gamba.
Inutile dire che dopo molti bisticci e litigi dovuti soprattutto al carattere di lui che prendeva fuoco molto facilmente e quello tutto pepe di lei alla fine si erano messi insieme, ed ora abitavano insieme.
Lei aveva perso il figlio avuto dallo stupro, ma i qualche miracoloso modo era scampata all’AIDS
Maki nel frattempo aveva servito qualcosa di fresco da bere, invitando poi i due a salire al piano di sopra, mostrando i tre computer che aveva in casa e lo stereo che in quel momento mandava un pezzo leggermente più moderno.
Jarabe de Palo “La flaca”
La ragazza addentò una fetta di pane e nutella, mettendosi gli occhiali che le davano un’aria matura e cominciando a lavorare, mentre Margherita chiacchierava tranquillamente con la ragazza, che sorrideva tranquilla.
-Allora, come va con Mark?-
-Beh, a parte le solite sfuriate tutto bene. Adesso ha intenzione di imitare un famoso gioiello, chiamato “insalata del mondo”-
-Ne ho sentito parlare. Pare dia una collana preziosissima con oro, argento e varie pietre preziosi con anche diamanti proveniente un po’ da tutto il mondo-
-Mark ha scoperto che la indossa una famosa modella francese, pare che questa sia fidanzata con il famoso banchiere Schneider-
Margherita captò immediatamente il messaggio di Maki.
-Che ne sai di lui? E poi spiegami come fai a sapere dei miei problemi-
-Per tua informazione, stai parlando con una pericolosissima hacker che è riuscita ad addentrare nel Pentagono e ad uscirne indenne e senza che nessuno lo notasse-
Margherita sorrise, mentre la canzone terminava, lasciando invece scorrere “mmmbop”, la ragazza non si ricordava più chi erano i tre ragazzi che la suonavano.
-Tutti sanno dei traffici di Schneider, è considerato uno dei più grandi esportatori e importatori di droga pesante e armi.
E’ considerato uno dei tre più grandi-
-Gli altri due chi sono?-
-…mi dispiace, ma per ora non ho scoperto nulla. Però so che parteciperanno al festino all’isola di Malta.
Qui c’è in gioco roba pesante!-
Tom ascoltava in silenzio, fissando attento la ragazza che continuava a lavorare alla tastiera, la sua velocità era incredibile, e nonostante parlasse con Margherita non perdeva mai la concentrazione!
Giorgio Gaber "A la Moda del Varietà"
-EHILA, SONO A CASA!-
-Mark!-
la ragazza scattò in piedi, scendendo velocemente al piano di sotto ignorando Tom e Margherita, quest’ultima sorrise affettuosa, facendo intendere a Tom la situazione: Maki e Mark erano incollati come la colla, per lei lui era importantissimo, e per Mark Maki era il tesoro più prezioso da proteggere.
…come faceva Jack…
Margherita si sentì triste, avvertendo però lo sguardo di Tom, stupendosi.
-Ehilà, la damina ci fa visita!-
Margherita abbracciò affettuosa Mark, che lanciò un’occhiata a Tom, per poi stringergli la mano con una punta di diffidenza, mentre Maki riprendeva a chiacchierare.
Margherita prese in pugno la conversazione.
-Allora Mark, ho saputo della tua intenzione di fare un falso dell’ “insalata del mondo”-
il ragazzo annuì orgoglioso, venticinque anni, gia da quindici aveva cominciato a falsificare banconote, diventando uno dei più grandi falsari.
-A dire la verità l’ho finita, e volevo chiederti un favore, dato che tu starai più vicina a lui a Schneider-
-Lui chi?-
-Non lo sai? Julian Ross e sua moglie Amy vogliono fare il colpaccio! L’ultimo del principe dei ladri!-
-Questa è bella!-
-Vogliono forzare la cassaforte della villa al mare e svaligiare tutto-
-Tipica mossa da Julian. Ma perché l’ultima? Perché si ritira?-
-A quanto pare i suoi problemi al cuore sono peggiorati, ed ha bisogno di un trapianto di cuore. E comunque il principe dei ladri è stanco di rubare, vuole fermarsi per fare famiglia-
-E quindi vuole fare il colpaccio…beh, io voglio solo sbrogliarmela con l’FBI…e rubare la mia bella insalata-
-Allora hai intenzione di rubarla?-
-Ma certo, e se tu me lo concederai, per l’ultima serata della settimana la fidanzata di Schneider indosserà il falso del grande Mark Lenders, mentre la dama dei fiori sfoggerà sul suo collo la celebre collana “insalata del mondo”-
-Allora in bocca al lupo Margherita, facciamo il tifo per te, e poi torna a salutarci-
-Contaci!-
Margherita afferrò i passaporti che Maki le consegnava, per poi scendere velocemente le scale, mentre Tom veniva fermato da Mark.
-Sbirro, non mi fido molto di te, ma se Margherita ti ha scelto, un buon motivo ci sarà.
Non fare mosse false, ho ti ritroverai me, Maki e tutta la comunità dei ladri contro, chiaro?-
Tom sorrise.
-Non temere Mark, ormai anch’io sono ladro come voi, e non ho nessuna intenzione di lasciare Margherita!-
Tom scese velocemente le scale, affiancando poi Margherita sorridendo, mentre Mark si stringeva a se Maki annuendo soddisfatto, mentre la musica si rivelava essere di Louis Armstrong “Mi va di cantare”

(Eccomi qui! A presto con il prossimo capitolo!
Ricordate di andare a leggere le ff di Luxy e Betty, baci!!
Meiko)

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Cap.8

“Megaliti, torrioni medievali, la grotta di Calipso: Malta non è solo antica, è assolutamente mitica!
Le strette viuzze di ciottoli delle sue cittadine sono disseminate di cattedrali normanne e di palazzi barocchi, mentre nella campagna si trovano le più antiche costruzioni sorte a opera dell'uomo nel corso dei millenni.
Malta, ottima promotrice del suo romantico passato fatto di costruttori di templi dell'età del rame e di Crociati fedeli al voto della castità, ha utilizzato la sua immagine storica per mettere in piedi un'industria turistica di tutto rispetto.
Non che le isole siano invase dalle solite località turistiche e da grandi alberghi, perché di fronte al processo di modernizzazione la solida cultura cattolica dell'arcipelago ha consentito ai maltesi di mantenere compatta la comunità e di porre un freno allo sviluppo in corso.
Ne consegue che il viaggiatore si trova a godere di un piacevole equilibrio tra la comodità e il fascino di un ambiente semplice e intatto, a un prezzo inferiore rispetto a diverse altre località turistiche mediterranee dello stesso tipo.
I maltesi paiono avere una naturale predisposizione alla vita rilassata e tranquilla, ma verrete colpiti dal loro legame con le antiche tradizioni dell'isola: innumerevoli sono le occasioni in cui gli isolani gettano coriandoli alle statue dei santi patroni trasportate in processione per le strade e indirizzano copiosi brindisi ai Cavalieri di San Giovanni.
La stagione delle festività religiose dura sei mesi e termina giusto in tempo per l'inizio delle vacanze; se avete esagerato con il torrone o il vino, potrete sempre rifugiarvi nelle minuscole e vicine isole di Gozo o Comino per concedervi un periodo di ben meritato riposo.”

(preso da un sito internet)

-Comino…-
Margherita tirò fuori una cartina dalla guida turistica che aveva iniziato a leggere, riconoscendo tra le due isole di Malta e Gozo quella piccola e minuta di Comino.
Inarcò il sottile sopracciglio, osservandola attentamente, per poi calcolare mentalmente la distanza tra l’isola e La Valletta, la capitale di Malta.
Una giornata, al massimo sarebbero arrivati in tempo per la cena a casa di Schnieder.
La sua villa al mare, una festa per i più importanti ceti della società inglese e mondiale.
Era proprio come aveva detto Maki, c’era qualcosa sotto, e la situazione non convinceva molto Margherita, che si limitò a sbuffare, mettendosi sulla testa gli occhiali, per poi voltare lo sguardo verso un addormentato Tom Becker.
Sorrise, ammirandone il profilo e la studiata pettinatura, passandoci sopra la mano con una carezza, tastando i capelli nocciola morbidi, sorridendo ancora, pensando…pensando alla gelosia di Jack.
Era geloso…
Jack…
Margherita strinse il pugno liberò, al solo ricordo di quel sfottuto bastardo che aveva sparato contro Jack, il sangue le ribolliva.
Avrebbe avuto vendetta, vendetta che covava nel suo cuore turbato.
Eppure, era al tempo stesso…felice…
Tornò a fissare Tom, prima di guardare fuori dal vetro, tra un’ora sarebbero giunti a Malta…

Il vento che l’aereo alzava faceva danzare i capelli di Margherita, che si guardò intorno, nonostante tutto l’aereoporto era davvero grande, e c’era un vero e proprio “meltin pot” di persone, tanto che per un istante Margherita fu attraversata da un piacevole senso di smarrimento, che svanì al solo pensiero di essere in qualche modo collegata all’ FBI.
Una leggera sofferenza intaccò il suo viso, le sopracciglia si corrugarono infastidite, per poi avvertire una presenza familiare al suo fianco, gli occhi nocciola nascosti da due lenti di occhiali da sole.
-Così…eccoci qua…-
Margherita sorrise sfacciata, come se tutti i suoi pensieri non l’avessero intaccata nemmeno per un momento, e indossò i suoi occhiali da sole, afferrando e mettendosi su una spalla il suo zainetto nero, avviandosi verso l’aereoporto con Tom al suo fianco che sorrideva divertito, aveva addosso un’aria frizzante e un po’ nervosa, cosa che però non intaccava la sua bellezza di uomo ormai maturo.
Si avviarono velocemente a ritirare i loro bagagli, per poi guardarsi intorno alla ricerca di…
-Mr Leston, Mrs Crey, la limousine vi sta aspettando, prego da questa parte-
un uomo sulla quarantina d’anni affiancò la coppia, Tom con il carrello e Margherita con un borsone, il ragazzo trattenne un fischio di ammirazione ammirando la bellissima Lancia nera modello limousine con tanto di simbolo (io lo chiamo affettuosamente “mirino”, perché sembra un mirino per prender ei pedoni! ^^) in metallo lucente sul cofano nero.
L’interno era davvero da ricconi, abbastanza ampio da starci in più di tre persone, con vari comfort come tv, radio e aria condizionata, dentro una vaschetta piena di ghiaccio del vino e del Martini.
“Caspita”
Tom si guardò intorno, era abituato alle case di ricchi industriali e ai vari comfort di queste, ma quella limousine per lui era davvero il massimo!
Margherita era davvero a suo agio, tanto che stappò il Martini e se ne versò un bicchiere, per poi passarlo a Tom, brindando a qualsiasi cosa che passasse in testa sia a lei che al suo compagno.
-Che questa settimana sia un successo!-
-A noi!-
-Mi scusi, quanto ci metteremo?-
-Se tutto va bene ci metteremo tutta la giornata ad arrivare al porto di Cirkewwa dove ci aspetta un fuoribordo, da li in poi sarà una mezz’ora fino alla villa del signorino Schneider-
Margherita si mise comoda, tanto ci avrebbero messo del tempo, perciò si soffermò ad ammirare le varie città di Malta che le passavano di fronte agl’occhi fuori dal finestrino, mentre la limousine andava a velocità sostenuta verso il porto.
Pensava…al patto che aveva fatto con l’FBI, a quanto odiasse a quei bastardi, al fatto che Jack era morto, e che doveva smettere di pensare a lui.
Pensava a quanto fosse ipocrita, il suo compagno era morto e lei che faceva?
Lavorava per i suoi assassini!
Ma gliel’avrebbero fatta pagare tutti, la dama dei fiori non avrebbe perdonato nessuno di loro.
Avrebbe sparso fiori di Aconito sui loro cadaveri.

Aconito= vendetta

Margherita strinse il pugno che teneva per appoggiare le labbra vicino al finestrino, i suoi occhi si socchiusero.
“Jack, sulla tua tomba metterò crisantemi e Calendule”

Calendula= sofferenza, dolore

Margherita batté leggermente il pugno sulle labbra, mentre Tom la osservava, restando in silenzio, mentre la macchina superava l’ennesima città.
Arrivarono alla città di Cirkewwa relativamente presto, e con il fuoribordo non ci misero troppo ad arrivare alla villa di Schneider, dove dei camerieri li stavano aspettando.
Si poteva dire che il signorino si trattava davvero bene! La villa era a tre piani più un sotterraneo a quanto sembrava, con tanto di piscina, vista sul mare e vari comfort da trovare in tutti gli hotel più prestigiosi.
-Poco modesto il signorino…-
Tom annuì, guardandosi intorno, oltre alla Lancia nera che in quel momento si allontanava c’erano varie macchine da corsa e jeep.
In più c’erano anche dei sorveglianti al cancello principale, oltre che qualche guardia intorno alla casa.
Il posto era sorvegliatissimo…
-Qualcosa non va Michael?-
il ragazzo si voltò, ricordandosi che lui adesso non era più Tom Becker, ma Michael Leston, figlio di un famoso industriale, mentre Margherita era la sua ragazza, la signorina Samantha Crey, anche lei figlia di industriale.
I due furono fatti accomodare nella lussuosa villa, l’arredamento e le varie chicche dovevano valere ciascuna una fortuna.
La loro stanza, poi, era davvero stupenda, con un davanzale che si apriva verso il mare, il letto matrimoniale con tanto di zanzarieri bianche e un bagno da hotel a cinque stelle.
-Spero di non abituarmi troppo a questo lusso-
-Piuttosto penso che sarebbe bello farci un giretto per la villa, per avere un’idea di un possibile nascondiglio per quello che stiamo cercando-
-Sei sicura che lo avrà portato con se?-
lei sorrise furbescamente.
-Maki ci ha detto che altri due contrabbandieri verranno in questa settimana di lusso sfrenato, e forse una di queste sere faranno una specie di baratto per avere tra le mani il prezioso “Millefoglie”…perciò sono più che certa che il signorino Schneider in questa casa abbia una o più stanza segrete dove può nascondere il veleno…-
Tom annuì, guardandosi intorno, prima che Margherita si voltasse di nuovo verso di lui.
-Vieni?-
lui la seguì velocemente, insieme cominciarono a guardarsi intorno, c’erano parecchie stanze con letti singoli o matrimoniali, il terzo piano idem, invece al primo piano c’erano un enorme e sfarzoso salone per fare salotto e per feste, le cucine erano proprio in fondo, e c’era anche uno studio dai mobili in legno lucido eleganti.
Margherita si guardò intorno, per poi scendere affiancata da Tom al piano di sotto, evitando i guardiani.
Niente, solo i garage.
-Maledizione!-
-Non essere nervoso! Vieni, andiamo nello studio-
Margherita trascinò con se Tom, raggiungendo l’ampio studio e chiudendolo dietro di se, per poi cercare intorno, mentre Tom al lato di una finestra vedeva un’altra limousine arrivare, dal portello posteriore ne uscì un uomo biondo e affascinante della stessa età di Becker.
-Schneider è arrivato…-
-Trovato!-
Margherita allungò una mano verso uno dei libri alla parete di destra della sala, un libro dalla copertina abbastanza vecchiotta da un titolo in tedesco.
Con uno scatto seguito da un ronzio, la parete si alzò, rivelando una lunga e buia scalinata, Tom sorrise divertito.
-Come nei film dell’orrore!-
Margherita azionò sul suo orologio e sullo swatch di Tom la pila, insieme continuarono a percorrere la scalinata fino ad arrivare…ad un muro!
Un muro in pietra antica, evidentemente la villa era prima un castello.
-E adesso?-
Margherita guardò tutte le pietre del muro, tastandole, battendo per verificare se c’era qualcosa, e in effetti c’era del vuoto dietro alle pietre, forse una stanza o altre scale.
La ragazza insieme a Tom tastò il muro e le pareti intorno, per poi colpire con il tacco della scarpa un mattonella vuota, e la colpì ancora con più forza, facendo così scattare il portone, che si aprì in due parti che andavano verso l’interno di una galleria buia.
-Bingo!-
Tom guardò stupito la porta, per poi voltarsi di scatto allarmato, afferrando Margherita e chiudendo in qualche modo dietro di lui il portone, che si riaprì qualche minuto dopo, fortunatamente i due si nascosero dietro una delle due porte, mentre sentivano delle voci parlare in tedesco stretto, una figura dalla testa bionda appari e svanì davanti ai loro occhi, Margherita vide di sfuggita uno strano taglio dietro la testa del secondo uomo che parlava con lui, una testa bruna.
Velocemente, i due si allontanarono appena non sentirono più ne le voci ne i passi dei due uomini, raggiungendo di nuovo lo studio e uscendone, salendo poi senza essere notati al piano di sopra, nella loro stanza.
Con un sospiro, Tom si sdraiò sul grande letto.
-Bene, adesso sappiamo dov’è la stanza segreta!-
-Si, però può darsi che quel corridoio porti ad altre stanze. Se non vado errata il nostro amico Schneider ci nasconde qualcosa di più della nostra preda-
-Pensi ad un magazzino?-
-No, penso a qualcosa di più tecnologico. Ma ora basta pensarci! Bisogna prepararsi per il party di stasera!-
-Non dirmi che dovrò mettermi i giacca e cravatta?-
-No, sei molto più affascinante con il look da ragazzo. E poi, devi essere comodo per la tua prova-
-La mia cosa?-
Margherita sorrise, uscendo dal bagno solo con la testa, i lunghi e morbidi capelli accarezzavano una spalla nuda.
-Guarda che se vuoi essere mio socio mi devi dimostrare quanto sei abile nello sborseggiare-
Tom guardò abbastanza colpito la ragazza, che salutandolo con la mano si chiudeva di nuovo in bagno, rivelando solo la spalla nuda, infilandosi in doccia.

La musica frizzante faceva di sottofondo al chiacchiericcio e allo spettegolare di tutti gl’invitati a quella serata, tutti si erano vestiti freschi e senza troppo rigore, a parte qualche distinto signore con il farfallino, tra di essi il vecchio padre del giovane signorino Schneider, anche se l’intera compagnia di banche apparteneva al padre ormai era il figlio che la gestiva egregiamente, in quel momento il vecchio parlava tranquillo con vecchi industriali, mentre Margherita e Tom facevano il loro ingresso nel grande giardino della piscina abbellito per l’occasione con lampioni colorati, musica e qualche stuzzichino.
Margherita sfoggiava il suo corpo da pantera con un abito fatto di veli colorati di tonalità di verde che rivelava le seducenti gambe, il vestito era sbracciato con una scollatura a V che mostrava le rotondità del seno, i capelli sciolti avevano solo i ciuffi laterali tenuti fermi dietro da un fermaglio di piccoli diamanti che luccicava così come luccicava il bel viso leggermente abbronzato adornato di pagliuzze dorato, sulla scollatura quasi a far voler cadere apposta l’occhio su quel punto un narciso giallo.

Narciso= vanità, autostima ed incapacità d’amare

Tom, invece, era vestito come un playboy, la camicia aperta ai primi bottoni lasciava intravedere la pelle più chiara della ragazza, i pantaloni leggermente aderenti mostravano il fondoschiena e le gambe muscolose, i capelli come sempre spettinati che però non davano fastidio, anzi.
Fecero subito la loro porca figura, in effetti insieme erano davvero una coppia da invidiare, lei giovane, bella e carismatica, lui bello, educato e sorridente.
Margherita sorrise divertita, prendendo sottobraccio il ragazzo.
-Bene Tom, adesso comincia il nostro test-
-Mi dica cosa devo fare, maestra-
Margherita si guardò intorno attenta, i suoi occhi sembravano essere diventati quelli di un predatore alla ricerca della sua vittima.
E la scelta cadde su una ragazzina di sedici- diciassette anni che chiacchierava allegra con alcune coetanee e ragazze ventenni, al collo portava un semplice collier ch faceva risaltare la pelle abbronzata, i capelli corti erano tinti alle punte di rosa, e indossava un semplice abito azzurro che però scopriva la schiena.
Margherita sorrise.
-Quella ragazza è perfetta. Devi riuscire a sfilargli il collier senza che lei se ne accorga. Hai…un’ora-
Tom osservò attentamente la ragazza, per poi sorridere anche lui felino, e avvicinarsi con aria tranquilla alla ragazza, le coetanee notarono subito l’uomo, commentano con sussurri e risatine Tom che si avvicinò alla ragazza sorridendole carismatico.
-Salve, io sono Michael Leston. Lo sa che l’ho notata subito? I suoi occhi mi hanno davvero stregato…-
inutile dire che la ragazza arrossì subito come una sciocca, e Tom sorrise, mentre la sua mente progettava il metodo più facile di sfilargli il luccicante collier.
Era molto semplice, ma si vedeva che Margherita aveva gusto.
La ragazza, intanto, si stava guardando intorno con aria tranquilla, tenendo però sotto controllo il compagno, che aveva cominciato a fare la corte alla povera malcapitata, offrendole subito da bere.
In gamba!
Margherita sorrise, prima di essere avvicinata da un uomo sulla trentina, dai capelli scuri come gli occhi e l’aria tranquilla, il sorriso affascinante.
Margherita gli sorrise a sua volta.
-Non sei cambiato di una virgola. Anche tu sei stato da Maki?-
-Si, io e mia moglie siamo due ricchi gioiellieri adesso-
-Lei dov’è?-
-E’ andata un attimo a mettere una spia nello studia di Schneider-
Margherita rise, divertita, abbracciando affettuosamente l’uomo, per poi fare un beve inchino con il capo.
-Principe…-
-Dai Margherita! Sono io che dovrei inchinarmi alla dama dei fiori-
la donna sorrise, lanciando un altro sguardo a Tom, che nel frattempo continuava a parlare con la ragazza, in quel momento le stava chiedendo di ballare con lei.
Margherita osservò i movimenti di Tom, stupendosi della sua bravura, la ragazza doveva essere leggermente brilla, perché continuava a sghignazzare come una stupida.
Anche Julian, che fino a quel momento aveva osservato incuriosito l’atteggiamento di Margherita, osservava il giovane, che in quel momento stava sussurrando qualcosa alla ragazza, che arrossiva, per poi fremere alla audacissima carezza dell’uomo, che velocemente si mise la mano in tasca, per poi sorridere alla ragazza, baciarle la mano e allontanarsi da lei, lei che ci rimaneva davvero male, raggiungendo di nuovo le altre.
Tom raggiunse Margherita che era in compagnia di altro uomo, e si tenne la mano in tasca, schioccando un bacio sulla guancia della ragazza.
-Samantha, chi è quest’uomo?-
-Tom, lui è Julian Ross…-
il ragazzo sorrise all’uomo, stringendogli tranquillamente alla mano, l’uomo lo guardava sorridendo divertito.
-Complimenti, la ragazza non si è accorta di nulla-
-Grazie, per me è stata la prima volta…-
Tom mostrò un brillante diamante del collier, per poi rimetterselo in tasca.
In quello stesso istante, una bellissima donna dai lunghi capelli rossi tenuti da un fermaglio con smeraldi, vestita di un abito color pesca con una mantellina dello stesso colore sfumato in giallo scuro si avvicinava, l’uomo le schioccò un bacio sulla fronte.
-Amy, questi sono Margherita e Tom-
-Ah! Piacere di conoscere la dama dei fiori-
-Piacere mio-
Margherita strinse la mano alla sua nemica- amica, ammirando la bella coppia, mentre Tom faceva un educato baciamano, mentre l’uomo cingeva la vita della moglie con un braccio, la donna cominciò a chiacchierare.
-Ho sentito della tua missione e delle tue intenzioni. Sappi che noi ti diamo carta bianca-
-Questo mi sorprende! Che volete rubare di preciso?-
-Beh, nella stessa cassaforte dove c’è quello che tu vuoi c’è anche il deposito della famiglia Schneider-
Margherita fece una faccia sbalordita.
-E volete rubare tutto?-
-Certo!-
-Ma saranno un sacco di soldi!-
-Abbiamo il nostro piano-
-Perché non collaboriamo? Tanto, anche se non vogliamo la stessa cosa, andiamo tutti quanti nella stessa direzione-
Tom parlava tranquillo, stupendo i tre, poi Julian annuì convinto.
-L’idea di Tom mi piace! Che ne dici cara?-
Amy ci penso un po’ su, prima di annuire anche lei d’accordo.
-Bene, allora ci vediamo domani in piscina per pensare a qualcosa-
Margherita fece appena in tempo a terminare di parlare che cadde il silenzio, poi un scrosciare di applausi.
Il signorino Schneider fece il suo ingresso in piscina con accanto una stupenda modella, mora dagl’occhi di ghiaccio come il fidanzato, vestita di un abito scollatissimo, il collo decorato con uno stupendo collier che Margherita riconobbe come “l’insalata del mondo”
Era assolutamente stupendo: una raffinata rete d’oro con argento, intrappolata in essa rubini, smeraldi, zaffiri e al centro un bellissimo diamante a goccia. Margherita sorrise ferina, leccandosi le labbra con la punta della lingua.
Che meraviglia…

(Spero che vi sia piaciuto, aspetto commenti! Baci!
Meiko)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Cap.9

Si svegliò con un dolcissimo profumo che aleggiava sopra di lei, socchiudendo lentamente gli occhi, era sdraiata sotto delle fresche lenzuola adesso sgualcite, tra cuscini morbidi, i capelli formavano un’aura quasi angelica su quel viso che si tingeva di un sorriso sereno, per poi lentamente svanire, mentre si metteva seduta comoda, strofinandosi e facendo un poco elegante sbadiglio, ricordandosi di essere nella villa di Schneider, di avere una missione per conto del FBI e di aver dormito con Tom.
Questo pensiero più di tutti le fece nascere un sorriso felice e malizioso più che mai, per qualche minuto, quando si era svegliata nel cuore della notte, aveva potuto ammirare il fisico paradisiaco dell’uomo, osservando attenta il viso da bambino addormentato e i capelli perennemente spettinati, sorridendo affettuosamente.
Si stiracchiò come un gatto pigro, e in quel momento Tom uscì dalla doccia a busto nudo con addosso un costume da bagno a pantaloncino, un asciugamano sulla testa e una piccola rete di gocce d’acqua che adornavano le spalle grandi e l’inizio del petto.
-Buongiorno-
lei sorrise, ammirandolo, quella meraviglia d’uomo non si rendeva conto del rischio che correva a girare così in presenza di lei.
Sorrise allegra e maliziosa.
-Buongiorno!-
Tom sorrise, osservando la camicia che lei indossava per dormire, era più grande di lei di almeno una taglia, e i bottoni sbottonati rivelavano i reggiseno e le mutandine.
Margherita guardò fuori dal davanzale, anche quella era una giornata stupenda, il sole picchiava in quell’isola.
-Sembra di essere ai tropici! Eppure siamo ancora in inverno!-
-Dev’essere il clima mediterraneo. Ah! Amy e Julian ci aspettano in piscina alle undici, abbiamo ancora un’oretta, fai colazione-
Tom indicò un carrello con una brioche profumata e del caffè con latte, e Margherita senza farselo ripetere due volte cominciò a gustarsi la brioche, mentre il ragazzo infilava un paio di jeans strappati alle ginocchia e una camicia sbottonata sul petto, sedendosi poi all’opposto di Margherita, che sorseggiava il suo caffelatte.
-Posso farti una domanda?-
-Certo-
-…come si sono conosciuti Amily e Julian? Lei non mi sembra una ladra, anzi mi sembra di averla gia vista da qualche parte-
non era quella la domanda giusta, ma anche su quel punto era curioso, e Margherita sorrise felina.
-Allora l’hai notato anche tu. Beh, in effetti Amily, prima di sposare Julian, era la moglie di un ricco impresario. La loro storia è molto famosa tra noi ladri-
-Dai, ti ascolto-
Margherita si alzò, dirigendosi verso il bagno e chiudendo dietro di se la porta, mentre Tom si avvicinava e si appoggiava alla porta di spalle, mentre la ragazza cominciava prepararsi per l’incontro.
-Beh…lui era molto famoso gia allora, avrà avuto 25 anni, 26 al massimo, quando la conobbe, pensa che lei era stata costretta a sposarsi a diciotto anni!-
Tom fischiò per risposta, mentre Margherita cominciava a lavarsi i denti, interrompendo per un momento la discussione, per poi riprenderla.
-Lui aveva minacciato l’impresario di rubare il “sole di mezzogiorno”, un topazio grande quanto il palmo della mano di un uomo abbellito con oro-
-Che c’entra Amily?-
-Vedi, l’impresario, che si chiamava Refford, aveva sposato Amily prima di tutto perché lei era di nobili origini, ma poi per avere un figlio che però non è riuscito ad ottenere in quanto lui era sterile. Trattava malissimo la moglie dando la colpa a lei-
-Allora?-
-Allora…Amily la sera del furto indossava la collana, e alcuni ladri che erano venuti per osservare il furto hanno ammesso che quella sera era davvero stupenda, quel gioiello la rendeva ancora più bella e affascinante.
Comunque, Julian spense tutte le luci, e stava per rubare il gioiello quando venne scoperto-
Tom guardò stupito la porta, mentre Margherita sorrideva a quel ricordo.
-Fortunatamente, Amily lo salvò in tempo, e lo pregò di portarla via con lui-
-E lui la portò via con se?-
-Certamente, lui si era innamorato subito di quella donna. Adesso sono più di cinque anni che sono sposati, e lei ormai è nota come una ladra molto intelligente e bravissima in fatto di spie e sistemi di rintracciamento-
-Sul serio?-
-Certo, devi sapere che lei è abilissima a costruire spie e cose di questo tipo-
Tom annuì, spostandosi dalla porta e avvicinandosi al davanzale, mentre Margherita ne usciva e si preparava anche lei, tornando in bagno per indossare il suo bikini e dei pantaloncini in jeans con una canotta rosa, i capelli legati in una comoda treccia, mentre Tom indossava i suoi occhiali da sole, affiancandola prendendo l’asciugamano.

Appena arrivati in piscina, la ragazza si tuffò in piscina, mentre Tom si sdraiava pigramente al sole, per poi ricevere gli schizzi d’acqua dalla ragazza, l’acqua era fredda!
-Vedo che vi divertite!-
Julian mostrava il suo bel fisico indossando solo dei boxer anche lui, di pelle era leggermente più abbronzato di Tom, che si mise seduto, mentre Margherita si immergeva, uscendone fuori dalla scaletta li vicino, lo stupendo fisico decorato di goccioline d’acqua, alcuni ciuffi di capelli fradici adornavano il fisico, gli occhi felini.
La ragazza affiancò i due uomini, asciugandosi velocemente corpo e viso, raggiungendo un’ombrellone dove ad attenderli c’era Amily con un cocktail e una spremuta di frutta che stava sorseggiando.
Tom e Margherita ordinarono due aperitivi a base di frutta, mentre Amily si toglieva gli occhiali da sole.
-Bene, immagino che sappiate dei sotterranei di questa villa. Bene, dovete sapere che la loro planimetria è grande tre volte il primo piano di questa villa, e si diramano in una serie di corridoi con sistemi di difesa molto pericolosi.
In un primo stadio ci sono i sistemi visibili: raggi infrarossi, telecamere e altro.
Poi c’è un secondo stadio di sistemi non visibili: sensori che avvertono il calore e sensori estremamente sensibili al tocco-
-Praticamente, se camminiamo o tocchiamo una parete, scatta l’allarme-
-Sono ancora più sensibili. Poi c’è un terzo stadio, un sistema a realtà virtuale-
-Realtà virtuale?-
Amily annuì
-Bisogna munirsi di speciali apparecchi visivi e di una carta magnetica per accedere alla stanza e per azionare gli apparecchi-
Margherita ticchettò lievemente nervosa le unghie sul tavolino, mentre Tom sorseggiava il suo aperitivo, ed Amily prendeva un attimo di fiato, Julian si guardò un secondo intorno.
-Per il primo stadio non ci sono problemi, ed anche per i secondo abbiamo trovato una soluzione, per il terzo l’unico problema è riuscire ad avere la carta magnetica-
la donna si passò una mano tra i capelli sciolti, erano una cascata di capelli rossi morbidi e lucenti, indossava un bikini che evidenziava le gambe lunghe e magre e il seno.
I quattro non fiatarono, per poi venire richiamati per il pranzo, dandosi appuntamento per il giorno dopo.

-Uff!!-
Margherita si sdraiò sul letto fatto, passandosi una mano sulla fronte e accarezzando i suoi capelli, mentre Tom si chiudeva dietro la porta, osservandola un attimo, prima di dirigersi verso il davanzale, fissando fuori la bella giornata, erano le due del pomeriggio, eppure il sole aveva cominciato gia a tramontare.
-Stai pensando alla carta magnetica?-
-Come la posso prendere a Schneider? Il nostro padrone di casa non si fa quasi mai vedere!-
-Su, non ti crucciare, ho chiesto di farci portare del the freddo, poi io esco-
Margherita si voltò sorpresa a guardare Tom.
-Dove vai?-
-Vado a fare un giro per la villa, alla ricerca di qualcosa di interessante-
l’uomo sorrise, uscendo dalla stanza con un comodo marsupio sulla spalla, lasciando Margherita leggermente sorpresa e preoccupata, che si sdraiò di nuovo sul letto a pensare sul metodo più semplice di prendere quella carta magnetica.

Si guardò intorno, era arrivato ad un parcheggio dove venivano sfoggiate porche e macchine sportive che valevano centinaia di soldi, Tom le ammirò con un sorriso divertito, accarezzando una porche color sabbia molto bella.
-Vedo che ha gusto per le macchine-
l’uomo si voltò, incrociando lo sguardo di ghiaccio di Schneider, quest’ultimo gli strinse la mano.
-Michael Leston. E’ davvero una macchina stupenda. Dovrà valere almeno un milione di dollari o addirittura qualcosa di più!-
-In effetti, questa è una macchina che mi è costata parecchio, ma sono un esperto diplomatico, e sono arrivato ad un accordo con il tizio che me l’ha venduta…-
Tom lanciò uno sguardo all’uomo che sorrideva divertito, ammirando la sua macchina e accarezzandola con una mano.
-Anche in fatto di gioielli ho visto che è buon gustaio, La collana della vostra ragazza è davvero magnifica-
-Quella era una sciocchezzuola-
-Non teme che qualcuno gliela possa rubare?-
il biondo tedesco sorrise diabolico all’inglese, un sorriso che gelava il sangue, tanto sicuro di se con un misto di diabolico che metteva in soggezione.
-Tutto quello che vede è tenuto sotto controllo dai miei occhi. Nessun ladro potrà mai portarmi via ciò che è mio-
quel mio pronunciato con accento tedesco mise un attimo Tom in soggezione, per poi fargli sorgere un impeto di fastidio, quell’uomo troppo sicuro di se gli dava fastidio.
-Beh, è stato un piacere parlare con lei, Mr Leston, ma devo andare-
Tom (o Michael, che dir si voglia) lo lasciò andare sorridendogli, anche se dentro era turbato dall’atteggiamento sicuro di quell’uomo, che parlò sottovoce con un uomo che nel frattempo li aveva raggiunti.
Era spagnolo, ma Tom capì ugualmente ciò che dicevano, e si allontanò velocemente, raggiungendo la parte dietro della villa, dove c’erano delle scuderie.
-Che razza di villa! Persino le scuderie!-
Tom entrò, assieme a lui un altro ricco signore cominciò a preparare il suo cavallo, e dopo aver scambiato un cenno di saluto con il giovane, si allontanò al trotto.
Tom incrociò uno scudiere.
-Si possono montare questi cavalli?-
-Certo, il signor Schneider ha dato libero accesso alle scuderie-
-Posso chiederle quanto ci si mette a cavallo a raggiungere questo posto?-
Tom indicò un punto su una mappa dell’isola allo scudiere, che ci pensò su grattandosi la testa
-Se si percorre una strada sterrata che taglia a metà l’isola, due ore all’andata e due al ritorno, non sembra ma l’isola è grande-
-Benissimo, grazie-
Tom guardò i cavalli, scegliendo un giovane purosangue scattante dal manto grigio- bianco, partendo così al galoppo.

-Tarda…-
Margherita guardò fuori dal davanzale, controllando l’orologio, erano le sette, Tom non tornava da quel pomeriggio alle due, ed era seriamente preoccupata.
-Mi aspettavi?-
Margherita si voltò di scatto, il viso sorridente del ragazzo sudato la calmò per qualche secondo, per poi sbattere poco elegantemente il piedino a terra, il tacco sulla moquette veniva soffocato.
-Ma dove sei stato? Mi hai fatto venire un infarto!-
-Scusami, hai ragione, ma avevo trovato qualcosa di interessante, e mi sono dilungato-
-Posso sapere che cos’era di così interessante?-
Tom puntò un dito sul nasino di Margherita, sorridendo allegro.
-Segreto-
-Non ci dovrebbero essere segreti tra noi…-
Tom si limitò a entrare in bagno, facendosi una doccia mentre Margherita aspettava risposte, osservando il marsupio, da una tasca fuoriusciva un rullino.
-Hai fatto foto?-
-Si, la fauna era molto interessante-
-E per fauna cosa vuoi intendere?-
-Beh…ho visto un incontro di animali che si scambiavano qualcosa di interessante-
-Hai visto Schneider trafficare?-
-SHH!-
Tom mise un dito sulle labbra facendo zittire Margherita, mentre finiva di vestirsi per la sera.
-Ho visto Schneider dall’altra parte dell’isola con dei furgoni aspettare un uomo che avevo incontrato questo pomeriggio, un brasiliano, e hanno tenuto una conversazione interessante, stanotte ci sarà uno scambio-
-Dove?-
-…perché ti interessa?-
-Perché vengo con te, dopo lo scherzo di oggi pomeriggio non me la sento di lasciarti andare da solo-
Margherita fissò convinta con un sorriso di beffa Tom ,che si limitò a sbuffare e ad annuire.
-L’appuntamento è dopo mezzanotte, sulla costa a nord della villa, ci si mette un’ora ad arrivarci. Ora andiamo, sto morendo di fame!-
la ragazza prese a braccetto l’uomo, seguendolo.

Avevano deciso di andare anche questa volta a cavallo, dato che con le moto o altri veicoli avrebbero fatto troppo rumore, e avevano seguito a distanza i camion.
Adesso erano li, su un’alta collina, sotto di loro Schneider scendeva da uno dei furgoni, facendosi in parte illuminare da un faro di uno dei due furgoni, guardandosi intorno e passandosi una mano guantata di cuoio, gesto che non passò inosservato a Margherita, che si sistemava dei capelli mossi dal vento che c’era.
-Il nostro amico non ha il mignolo-
Tom guardò meglio, e davvero a Schneider mancava l’ultimo dito della mano, ma un’altra figura attirò l’attenzione di Tom, che si mise di nuovo ad osservare con il binocolo il furgone.
-Ma quella non è la sua ragazza?-
Margherita si fece passare il binocolo.
-Gia, Annie, la modella, anche lei è coinvolta in questo traffico-
Margherita fece una smorfia, per poi indicare con il dito un altro furgone che stava arrivando, Tom tirò fuori la macchina fotografica.
Dal furgone ne uscì il brasiliano con quello che sembrava il suo tirapiedi, che raggiunse Schneider e la ragazza.
Tom cominciò a scattare qualche foto, per poi aumentare gli scatti quando vide una valigetta sbucare dalle spalle del tirapiedi del brasiliano.
La cosa fu piuttosto complicata, dato che il brasiliano voleva vedere la merce di Schneider, e l’uomo con fastidio gliela mostrava, guardandosi intorno, sospettoso. Si fecero le due quando alla fine si raggiunse un accordo.
-Tom, dobbiamo andare, o alla villa qualcuno potrebbe notare la mancanza dei cavalli-
l’uomo a malincuore diede ascolto alla compagna, allontanandosi velocemente al galoppo.

(Eccomi, al più presto il nuovo capitolo! Baci!
Meiko)

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Cap 10

Si mise gli occhiali con un sospiro scocciato, nascondendo le iridi feline, mentre il vento forte di quella mattinata le alzava i capelli, nascondendo a tratti il viso pensieroso e preoccupato, mentre i suoi occhi si soffermavano ad ammirare il mar mediterraneo, quella mattina era cristallino, in quel momento davanti alla villa passò una di quelle navi crociere di lusso, e i suoi occhi si soffermarono a guardare la bianca nave che sfilava come una modella su quel mare azzurro.
Lei non ci era mai andata in crociera, lui soffriva il mal di mare.
…Jack…
Sospirò, ripensando agl’avvenimenti che si erano succeduti, confondendola, ulteriormente…
La sua morte, il patto con Tom, quello con l’FBI, la rapina, l’incontro con Julian ed Amy, la scheda da rubare…
Gia…quella maledetta carta che serviva al loro furto, una cosa così inutile poteva mandare tutto a monte!!!
Che rabbia!
Passò la mano tra i capelli, cercando di domarli, ma quel vento rompiscatole sembrava avercela con lei, tanto che alla fine si arrese, mentre la sua mente stava continuando a lavorare senza sosta alla ricerca di una possibile soluzione.
Beh…almeno Tom aveva avuto quello che voleva!
Quelle foto che valevano milioni gli avevano dato la vittoria contro Schneider in tasca!
C’era solo da aspettare il momento propizio per smascherarlo ancora una volta.
Margherita sbuffò per l’ennesima volta, sembrava una locomotiva a vapore!
Tristemente, pensò alla morta di Jack, una lacrima le venne spontanea, asciugandosela con il palmo della mano, mentre ripensava a tutto il tempo passato insieme, fin dalla prima volta che si erano visti.
Forse…era stato l’unico e l’ultimo gesto buono del padre…anche se aveva sempre dei secondi fini…

“Margherita, ti presento Jack, tuo fratello”

All’inizio era sbalordita, quello era il fratello adottivo di suo padre!!
In effetti, il padre voleva un ragazzo bianco, non di colore, e lo voleva cacciare.
Chissà cosa l aveva fatto cambiare idea.
Forse sua madre…

“Tesoro, Margherita ormai gli è affezionata, e comunque adesso è nostro figlio…”

“Quello è solo tuo figlio! Colpa tua che non mi hai dato un maschio, brutta cretina!”

Margherita strinse i pugni, il ricordo di suo padre che picchiava la madre non er aper niente piacevole, al contrario era la cosa peggiore che quel bastardo avesse fatto, dopo aver tentato di violentare Margherita stessa!
Ma come poteva?
Che razza di lurido schifoso!
Si era sentita tradita, delusa.
E quando lui era morto, cosa aveva detto?

“Onore alla corona inglese”

STRONZO!
Razza di stronzo, nemmeno un “scusa” o un “ti voglio bene”?
L’ipocrisia non è mai stata un tuo pregio, coglione.
Una rabbia ceca attraversava e scuoteva il suo corpo, mentre una scia di sangue e pensieri malvagi attraversava i suoi occhi, fatti improvvisamente lucidi, freddi, taglienti.
Solo Jack era rimasto, la madre era morta anni prima.
Il suo adorato fratello.
Un fratello che aveva cominciato ad innamorarsi di lei.
No, non dovevi farmela questa.
Io ti amavo come fratello, non come uomo.
Ma tu non lo volevi accettare, vero?
Ma va bene così…anche se non ti amavo come uomo, accettavo il tuo amore, anche se mi facevi male ogni volta che mi guardavi geloso quando parlavo di Tom.
E’ colpa mia se mi piace lui e non te?
Dimmelo!
No, ormai tu non puoi più dirmi niente…
Più niente…
-Stai bene?-
Tom si sporse verso di lei turbato e la vide sorridere ed annuire, asciugandosi l’ennesima lacrima scivolata via al suo controllo.
-Si, adesso va tutto bene, non ti preoccupare. Piuttosto…vestiti-
Tom si guardò, in effetti era solo in boxer, non che lo spettacolo fosse sgradevole, ma la terrazza era verso la piscina, chiunque alzando lo sguardo lo avrebbe notato…in quelle vesti…
L’uomo arrossì di colpo, stupendo Margherita e scatenandola una risata irrefrenabile, mentre lui si vestiva e sorrideva imbarazzato.
-Tom Becker, sei una fonte di sorprese!-
Margherita cercò di riprendersi dalla risata, almeno era riuscito a farla sentire meglio, e questo era una cosa molto buona!
-Guarda che scendo, ci vediamo!-
-Si, va bene!-
Margherita ridacchiò ancora per la figura che qualche minuto prima aveva fatto Tom, e scese con un peso in meno sul cuore, quando di colpo delle grida la bloccarono mentre si avviava verso la piscina, e voltandosi vide la posta scorrevole dello studio socchiusa, da li provenivano una voce ansimante che strillava come una matta.
Margherita si avvicinò, affacciandosi e osservando con un solo occhio quello che stava accadendo: seduto su una comoda sedia di velluto rosso con il legno intarsiato c’era il ero proprietario delle banche Schneider, il padre di Karl, il figlio lo guardava in piedi con accanto la ragazza, Margherita notò il fatto che Annie portasse pochi vestiti che non coprivano assolutamente nulla, a giudicare dalla canotta bianca trasparente e la gonna cortissima con la vita bassa.
-SEI UNA SCIAGURA PER LA FAMIGLIA! NON TI PERMETTERO DI DIVENTARE MIO EREDE!-
di sicuro il vecchio doveva aver scoperto i traffici illegali di Karl, ma questo non pareva minimamente turbato dalle grida isteriche dal padre, anzi si limitava a tenere le braccia incrociate, fissandolo tranquillo, mentre Annie borbottava tra se e se di sicuro per lo schiamazzo procurato dal vecchio, che puntò il dito contro il figlio, continuando a gridare.
-SEI UNA VERGOGNA! UNA DISGRAZIA!-
-Adesso finiscila vecchio, mi stai facendo perdere la pazienza-
Margherita tremò lievemente a quel tono così tranquillo dell’uomo, mentre Annie lo guardava con un’occhiata, allontanandosi fregandosene altamente dei ripetuti schiamazzi e minacce del vecchio.
La cosa continuò per un altro po’, almeno fino a quando Karl, spazientito, sparò un colpo al vecchio, in mano una pistola con silenziatore che colpì dritto in faccia il vecchio, sotto lo sguardo paralizzato di Margherita, mentre Annie sbuffava ancora.
-Ma non hai esagerato? Bastava ricattarlo-
-Figurati, questo vecchiaccio sarebbe uscito fuori con qualche truchetto-
-E adesso che si fa del morto?-
-Portiamolo di sotto-
Annie annuì, mentre Karl azionava il meccanismo, sollevando con Annie che faceva fatica il corpo privo di vita, trascinandolo per le scale.
-Ah Annie, gliel’hai presa?-
-…no, ma lo faccio dopo, tanto a chi vuoi che serva quella scheda?-
“La scheda?!”
-Sai dov’è?-
-Credo che sia dentro ad uno dei cassetti della scrivania, ma controllo dopo.
Andiamo-
i due trascinarono via il corpo, mentre Margherita guardava con orrore i piedi della vittima che venivano trascinati via con il resto del corpo, non c’erano macchie di sangue sul tappeto.
Velocemente e mantenendo il sangue freddo, la ragazza entrò nello studio, ancora un po‘ a disagio per la situazione di prima, e cominciando a controllare ad ogni cassetto, tirando fuori una forcina tra i capelli e aprendo l’ultimo, dove trovò la scheda.
-Cercala-
-Va bene-
OH NO!
Margherita, velocemente, afferrò delle sfere dentro lo zaino, sbattendole a terra, provocando così del gas.
-Ma cosa?!-
la ragazza fuggì appena in tempo, nascondendo in una piccola nicchia sotto le scale, mentre Karl ed Annie uscivano, lei spaventata a morte.
-Credi che ci abbia visti?-
-Non l oso, ma chiunque ci abbia visti, farà una brutta fine!-
l’uomo strinse il pugno della mano senza mignolo, per poi uscire fuori in giardino con Annie ancora spaventata, Margherita tirò un sospiro di sollievo prima di uscire dal nascondiglio e sorridere allegra, almeno adesso avevano la scheda!

-Che cosa?!-
-Non urlare!-
Tom annuì, ancora scioccato come Julian ed Amy della notizia ricevuta.
-Adesso, oltre ai traffici, si aggiunge anche l’omicidio! Quel Karl è senza scrupoli!-
-Si, ma la cosa positiva è che almeno abbiamo la scheda magnetica!-
Margherita sorrise allegra, anche se Amy si sentiva a disagio, Julian li accanto le stringeva la mano preoccupato, da un po’ di tempo la donna non si sentiva molto bene.
-Dobbiamo accelerare i tempi-
-Come mai tutta questa fretta?-
-Può darsi che ti abbiamo intravisto nel gas che hai creato, e potrebbero riconoscerti. Tanto vale accelerare i tempi. Domani sera faremo il colpo-
Margherita avvertì il corpo cederle, e si aggrappò a tutte le sue forze al bordo della piscina: domani sera? Ma…ma allora…aveva pochissimo tempo!!!
-Non credi di esagerare, Julian?-
-No, ha ragione, dobbiamo fare in fretta-
Tom si voltò verso Margherita, la ragazza si era fatta di colpo seria e preoccupata, e l’uomo poté solo annuire, per poi buttarsi in acqua.

Si guardò allo specchio, finendo di ravvivare i lunghi capelli mossi e ondulati: indossava un vestito lungo blu scuro, la parte sopra era legata con due nastri dietro al collo, mostrando una scollatura a V molto seducente.
Si guardò a lungo, osservando la pelle che in quei giorni si era un po’ abbronzata, e strinse forte il manico della spazzola.
Un giorno…un giorno solamente…
Strinse gli occhi, le venne di botto un forte mal di testa, costringendola a sedersi sul letto, di colpo era come se una ondata di tristezza l’avesse attraversata, e si passò una mano sugl’occhi, nascondendoli tristemente.
Non voleva…era troppo presto…erano passati solo quattro giorni…
Solo quattro giorni…lei non voleva partire…voleva…voleva ancora…
Ancora restare un po’ con lui…
Tom uscì dalla camera, indossando stavolta un abito più adatto per una cena di gala che Karl aveva di punto in bianco deciso di organizzare, e fissò stupito la figura di Margherita, che appena lo vide si ricompose, sorridendo come al suo solito.
Era davvero bella, la pelle abbronzata la rendeva ancora più seducente, e come sempre aveva sempre quell’aria maliziosa, anche se stavolta…
Stavolta faceva male a Tom, che si limitò a sorriderle, offrendole il braccio, accompagnandola alla cena.
Un giorno…gli era rimasto solo un giorno…
La cena fu piuttosto tranquilla, anche se Annie appariva nervosa, e Karl ogni tanto lanciava qualche sguardo preoccupato agl’ospiti, Margherita in tutti modi evitò l’incontro con uno dei due, temendo di farsi riconoscere, e restando sempre vicina a Tom, che come lei temeva il peggio.
Però…però in fondo non era solo per quello che restavano vicini.
Di colpo, un sottofondo musicale consiglio ai due di unirsi al gruppo che lentamente scendeva in pista a ballare un lento molto bello.
Tom offrì ancora il braccio a Margherita, che sorridente si fece accompagnare in pista, facendosi stringere da lui e iniziando a ballare, di colpo un forte calore attraversò i due corpi, e una sensazione li accolse, come se da sempre era scritto che dovevano restare così abbracciati.
Tom la fece girare, ammirando il corpo in quel vestito blu scuro, luccicante di piccolissime paillets, per poi stringerla di nuovo a se, mentre una voce femminile cantava.

Fly me to the moon,
and let me play among the star
Let me see what spring is like
On Jupiter and Mars
In other word hold my hand
In other world darling kiss me

-Questa è il nostro primo e ultimo ballo-
-Gia…lo so…-
Tom sentì una tristezza profonda, mentre stringeva la presa sulla vita, Margherita appoggiò le mani sulle spalle dell’uomo, stringendosi a lui.
Più vicini, un altro po’ più vicini…
-…perché…perché hai scelto me, quando…quando sei diventata la dama dei fiori?-
Margherita sorrise malinconica, tentando di ricordare i suoi primi furti, quei due bellissimi anni passati a cercarsi, ad inseguirsi, per poi fuggire via con la promessa di tornare, una promessa racchiusa in un istante, un solo momento.
-Non lo so il perché, sinceramente non lo ricordo più…ma…ma sono felice di aver scelto te…e nessun altro…-
dicendo questo, Margherita nascose il viso da quello di Tom, stringendosi a lui, sentiva la tristezza affiorarle in corpo, salire su per il viso, verso gli occhi.
Voleva stringerla solo un po’ più a se, avvertire ancora quella piacevole sensazione che aveva desiderato per quei due anni.
-Tom…-
era un sussurro, qualcosa di impercettibile che nessuno poteva sentire, ma lui abbassò lo sguardo, e la vide sofferente, uno sguardo malinconico caricò di tristezza.

Fill my life with song
And let me sing forevermore
You are all I hope for
All I worship and adore
In other words please be true
In other words I love you

-Tom…ti prego…-
l’uomo si limitò a tenerla stretta a se, facendola volteggiare, ammirandola. La voleva vederla bella, sorridendogli con la sua solita felina sensualità, eppure faceva male.
Faceva male sapere che forse quella era l’ultima volta che sarebbero rimasti così…così vicini…
L’interludio della voce femminile era occupato solo dal loro silenzio e dalle loro incessanti preghiere, eppure il tempo è maligno, e non avrebbe ascoltato.

Fly me to the moon
And let me play among the stars
Let me see what spring is like
On Jupiter and Mars
In other words hold my hand
In other words darling kiss me

Lui non ci sarà più , non tornerà più da te, non ti cercherà più.
Lei svanirà via, ti dimenticherà, si allontanerà da te.
Non…non lo voglio…

Fill my life with song
And let me sing forevermore
You are all I hope for
All I worship and adore
In other words please be true
In other words I love you

Non posso non permetterlo…
Però…però vorrei…
Vorrei poter…
Margherita strinse le mani al petto di Tom, fissandolo triste, lui ricambiò il suo sguardo.
-Tom…ti prego…-

Only you…only you…

-Resta con me…-

Fill my life with song
And let me sing forevermore
You are all I hope for
All I worship and adore
In other words please be true
In other words I love you

Lui sorrise sofferente quanto Margherita, avvicinandosi a lei e baciandole una guancia, mentre quella piccola e unica lacrima scendeva via dalla guancia di lei, mentre lentamente la musica rallentava, fino a finire, loro due in silenzio, lei lo strinse per un braccio, pregandolo in silenzio di portarla su in camera.

(Anche questo capitolo è andato!!
Credo che il prossimo capitolo sarà l’ultimo, ma non ne sono sicura, si vedrà!
Nel frattempo ringrazio luxy, Rossy, Betty e le altre che mi commenteranno!!
Grazie mille! Andate a leggere le ff di Betty e luxy, che sono bellissime!!
Meiko)

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Cap.11

…Ultimo giorno…
Aveva discusso tutta la mattinata di come sarebbe andato il piano, avevano discusso per levarsi dalla testa quel profumo e quel calore della sera precedente.
Non aveva pianto nemmeno una lacrima, non voleva mostrarsi debole.
In fondo, era giusto, doveva andare a finire così.
No, non era giusto, non era giusto!!
Lei non voleva perderlo, sapere che non aveva altro motivo per vivere, se non quello di rubare per scappare ridente da lui, aspettando il prossimo furto, il prossimo istante in cui lo avrebbe incontrato di nuovo.
Non c’era più nessuno con lei…
Era sola…
Soffriva, soffriva…
E lui?
Lui chiuse gli occhi per un istante, mentre Julian e Amy uscivano dalla stanza, e provò a concentrarsi sulla sua vita senza il suo lavoro, senza rincorrere lei, senza ricevere fiori messaggio, senza aspettare dolcemente e silenzioso la morte di quei fiori, aspettando una loro nuova rinascita.
Vuoto…
Un senso di vuoto che trascinava giù, soffocava.
No, non poteva finire così.
Cosa aveva guadagnato da tutto questo?
Aria, aria.
Che schifo!
Erano in silenzio in quella camera, lei seduta sul letto, lui appoggiato al davanzale a guardare fuori, i silenzio era qualcosa che cercava inutilmente di colmare i grande vuoto.
Prima o poi uno dei due si doveva muovere! Non potevano aspettare le undici di sera così, muti come pesci!
Alzatevi, parlatevi, chiaritevi!
Macché!
Nemmeno pensarci!

-Cosa…cosa farai…dopo questo?-
la domanda era sussurrata, ma sembrava che ci fosse un eco pazzesco in tutta la stanza, tanto che lei sentì la sua voce chiara e distinta.
Gia…cosa avrebbe fatto?
…un’unica cosa…
-…Mi vendicherò…ucciderò gli assassini di Jack…e poi…-
strinse il pugno, afferrando saldamente il lenzuolo bianco, trattenendo ancora le lacrime, anche se il suo cuore era irrimediabilmente andato in frantumi, e adesso veniva riparato solo con…con rabbia…una grande rabbia…e sete…sete di vendetta…che attraversava le sue vene, scorreva nel suo sangue, raggiungeva i suoi occhi, brillanti ora di una nuova forma di vita, una vita che però portava solo…solo…
alla distruzione di se stessi…
-…poi morirò, soffocata da questa rabbia…da questo…questo senso d’impotenza…-
si alzò di scatto in piedi, mentre Tom si voltava verso di lei, stava tremando, tremando rabbiosa, trattenendo quello che sembrava…sembrava…pianto?
L’aveva mai vista piangere?
Si…una volta l’aveva vista…
Quando…quando il suo compagno…Jack…veniva ucciso da Benji…
Li l’aveva vista piangere, era scioccata, immobile, i capelli venivano liberati dalla pettinatura, accarezzavano selvaggi il viso immobile, fermi, dipinto di un’espressione di puro dolore.
-Non ho più motivo di restare…presto non ti vedrò più…sapere che non ti vedrò più…mi fa stare male…-
si voltò verso di lui, ammirandolo.
-…sei…sei bellissimo…e non potrò più dirtelo…perché svanirai…sarai un altro ricordo…un ricordo che però svanirà via…per questo rubo gioielli…i gioielli rimangono per sempre intatti come sono…ma perché non sono felice? Perché adesso non sono più felice?! PERCHE SAPERE DI NON VEDERTI PIU MI FAR STAR MALE, PERCHE?!-
aveva alzato la voce, la sensazione d’impotenza scuoteva il suo corpo e la faceva tremare di rabbia, mentre tratteneva il pianto, non voleva e non doveva piangere.
Tom la fissò, prima di avvicinarsi a lei, appoggiando la sua fronte con quella di lei.
-Cosa…cosa posso fare…per non farti più smettere di piangere?-
lei lo fissò, per poi accarezzargli tremante il viso, chiudendo e stringendo gli occhi.
-Resta con me…amami…anche solo per oggi…ma amami e resta accanto a me…solo questo ti chiedo…-
Tom la fissò, ammirandola.
Perso, quando la guardava si sentiva felicemente perso.
No.
Anche lui stava male, anche lui soffriva come lei all’idea di non averla più affianco a se.
Non voleva lasciarla, ora che finalmente l’aveva li, vicino a se, non voleva più fare quell’errore.
E fece la prima cosa che l’impulso gli consigliò di fare, urlandolo ai quattro venti.

ABBRACCIALA E AMALA!

La strinse a se, così forte che temette di farle del male, per poi baciarla, baciarla con passione, con rabbia, tristezza, disperazione, sentimenti che facevano male, per poi lentamente svanire via, lasciando solo l’ebbrezza, l’ebbrezza di quel bacio, un bacio che aveva agognato per tutto quel tempo…per due anni aveva desiderato guardarla, ammirarla, baciarla…
Lentamente, la fece sdraiare sul letto, fissandola con il fiatone.
Male, faceva male pensare che non l’avrebbe più toccata così.
Si sdraiò al suo fianco, trattenendo a stento la rabbia, stringendo i pugni, mentre lei chiudeva gli occhi triste.
-…ti prego Tom…resta con me…-
l’uomo la guardò ancora, sul viso un’espressione triste, per poi baciarla ancora. Ancora, e ancora.
“Fino a quando non sarò sazio, non voglio smettere di baciarti”
“…e allora non smettere, ti supplico…”

Carezza agognate, mie nemiche, sfiorate quel suo corpo, e fatemi sentire l’ebbrezza del suo calore, della sua morbidezza, di quella sensazione di liscio che lentamente mi fa perdere la ragione.
Scappa, vattene via, mia ragione, perché non desidero altro che il toccarla e ammirare solo lei, i suoi occhi.
Abisso di quei occhi, ti prego trascinami con te, ipnotizzami, voglio sentire lei sul mio corpo…
Andatevene via, vestiti, mie barriere, mia nemiche, voglio solo la sua pelle.
Mia bocca, mie labbra, assaggiatela, assaggiatela in tutto il suo essere perfetto, e ricordatevi il suo sapore, perché non ci sarà dolce o bevanda che saprà di lei.
Volgi ascoltare solo il suo respiro fondersi con il mio, voglio solo avvertire il calore all’unisono dei nostri corpi, volgi avvertire la nostra danza sensuale.
Ora non sei più un mio sogno, sogni nemici che all’alba svaniscono.
Queste emozioni che sento sono certezza, certezza che mi manda in estasi, come in estasi è la sensazione di aver solo per me la tua verginità.
Nessuna ti avrà sfiorata come ho fato io?
Non l’hai permesso a nessuno?
Mi sento onorato, mia dama…
Sono io il tuo cavaliere?
Dì di si, rendimi felice, mandami via da questo mondo, fammi raggiungere il Paradiso, assaporare l’ebbrezza di aver raggiunto il culmine, per poi scaraventarmi giù in un limbo, un limbo fatto di pienezza, che mi culla, anche se poi una lancia trafigge il mio cuore.
E questa, dunque, la nostra fine?
Guardo te, tu guardi me.
Ancora, ancora un po’.
Non sarò mai sazio di te.
Voglio assaporare ancora quel contatto, come tu lo vuoi.
Si, balleremo ancora fra le nuvole, attraverseremo ancora l’universo in un balzo, fino a stanotte.
Fino a quando il mio corpo non griderà pietà, la mia mente vorrà solo assaporare queste emozioni che mi assalgono.
E tu, cosa mi chiedi?
Di restare…di amarti…
Si…si…
Lo voglio…
Voglio amarti…amarti all’infinito…amarti fino ad impazzire…
Non voglio lasciarti…
Cosa bagna il mio viso?
Lacrime?
Si piango…piango…e ti amo…
Ti amo alla follia…

Si mossero rapidi dalle loro stanze, Julian e Amy li aspettavano nello studio, velocemente la donna aprì il passaggio, permettendo agl’altri tre di andare, lei rimaneva li controllare la situazione, e diede un bacio al marito augurandogli buona fortuna.
Con un click Margherita e Tom accesero le torce dei loro swatch, guardandosi attorno, la lunga scalinata li portò velocemente giù verso l’enorme portone in pietra, sbattendo il piede nel punto giusto Margherita aprì il passaggio, lasciando che alcune torce di colpo accendessero, illuminando anche se poco nitidamente il lungo corridoio, lo percorsero tutti e tre correndo, fino a raggiungere un punto, in cui Amy, dagl’auricolari che aveva consegnato ai tre li fermò.
>> Da qui in poi ci sono i “visibili”
-Li vediamo-
Telecamere, una ogni due metri, il loro raggio di azione era ad angolo acuto.
Margherita inserì gli occhiali, e una fitta rete di raggi la indusse a fare una piccola smorfia, per poi passare lo zainetto a Tom, localizzando il pulsante dove disattivava i raggi dall’altra parte del corridoio lungo una decina di metri.
Con grazia e canticchiando una canzoncina, Margherita iniziò la difficile danza acrobatica che i raggi le imponevano di fare, di colpo Amy la indusse ad abbassarsi, notando alcuni raggi che si muovevano ogni due minuti.
Si bloccò a metà corridoio, ansimando affaticata, era tra due telecamere che per un soffio non l’avevano ripresa, e davanti a lei due raggi si muovevano malefici, oltre c’erano altri tre raggi che imponevano di saltarli.
Margherita, prendendo il respiro e contando fino a tre, rotolò sotto i raggi infrarossi che si muovevano e con uno scatto felino attraversò con un balzo gli altri tre raggi, fermandosi giusto in tempo per chinarsi e strusciare via, mentre Tom e Julian prendevano un sospiro di sollievo.
Attraversò danzando un altro pezzetto di corridoio, fino a raggiungere il pulsante che premette con uno sbuffo, di colpo uno schiocco come di scossa informò i due uomini della mancanza dei raggi e fermandosi ogni due tre metri, riuscirono a raggiungere Margherita, Amy lavorando al computer riuscì a far aprire la porta metallica, dando così agl’altri tre la possibilità di raggiungere il punto dei “non visibili” Sensori a temperatura.
-Amy, quanto ci dai?-
>> …un minuto
-Basterà-
il corridoio lo si poteva percorrere in due minuti, era davvero lungo questa volta, ma Amy aveva gia fatto miracoli a dargli un minuto, dovevano arrangiarsi.
Al comando della donna, i quattro partirono ad una corsa sfrenata, rischiando di scivolare, mentre Amy prendeva il tempo, pregando che riuscissero a raggiungere l’altra parte di corridoio.
57…58…59…
-Fatto!-
Amy prese un respiro di sollievo, c’e l’avevano fatta per miracolo!
I sensori si riattivarono in silenzio, mentre l’ennesima porta informa va ai tre nervosissimi ladri di essere arrivati alla prova del fuoco.
La stanza di simulazione.
La porta si aprì con un ronzio, su un tavolo computerizzato c’erano quattro caschi, i tre li afferrarono, passando le schede magnetiche sui i tre caschi che con un bip si attivarono, in un momento i tre videro una porta davanti a loro aprirsi.
E in quel momento Amy perse il contatto visivo e audio, pregando in silenzio che non accadesse niente di brutto.

(Penultimo capitolo!! Come sempre pubblicherò il penultimo, l'ultimo e alla fine l'epilogo.
Beci!
Meiko)

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Cap.12

Era…era enorme…non vi erano muri…solo…solo piastrelle…
Piastrelle che riflettevano l’azzurro intenso di un cielo d’estate.
Si guardarono attorno, il cielo era costellato di tante piccole nuvole bianche, come piccoli batuffoli che procedevano tranquillamente nella grande distesa azzurra.
Solo una linea di orizzonte, la linea delle piastrelle con il cielo…
Oltre, solo…solo…
-L’immenso…-
realtà virtuale, è vero…ma era così realistica…che sembrava di essere davvero soli, in quella distesa, ad ammirare ciò che noi chiamiamo infinito.
Senza fine, e ti senti il cuore accelerare, sei emozionato, ti senti smarrito, ma al tempo stesso un senso di libertà grida felice nel cuore.
Margherita prese un profondo respiro, calmandosi, quelle emozioni la agitavano, la innervosivano…
Calma, è solo finzione…
Finzione…
Si guardò ancora intorno, cominciando a camminare, seguita poi da Tom e Julian, anche il Principe si era calmato e cercava di pensare lucidamente, anche se era dannatamente preoccupato per Amy, pregando che stesse bene.
Tom si guardava ancora intorno, rendendosi conto che era tutto finto, e avvertendo un po’ di delusione.
Era tutto finto, che tristezza…
Ad un certo punto, uno di loro avvertì una delle piastrelle fare uno strano rumore, come di vuoto, e violentemente Julian ci sbatté il piede, frantumandola, sotto c’era il vuoto, il vuoto che però veniva colmato da…un sensore…con un pulsante…
Margherita si abbassò a premere il bottone, e in attimo davanti ai loro occhi stupefatti il cielo divenne notte, e miliardi di stelle apparvero sopra di loro.
Poi, di punto in bianco, le stelle diventavano fasci bianchi, che cercavano di colpirli.
Raggi!
Li evitarono con balzi e capriole, ancora un po‘ sorpresi di quell’attacco inaspettato.
I laser evitarono per un soffio Tom, che cadde a terra, colpendo di nuovo il pulsante vicino al sensore, e di colpo da notte si fece giorno.
-Evidentemente il bottone doveva imbrogliare il ladro…-
-Forza, cerchiamo un modo per uscire da qui-
-Se ci togliessimo il casco?-
-Troppo pericoloso. Potrebbe anche capitare un colpo al cervello, Amy ha detto che i sensori avvertono quando si indossa o meno il casco-
-Quindi c’è il rischio di ritrovarsi in una specie di limbo nero?-
-Probabile-
che notizia confortante!
Margherita guardò in alto, stranamente non c’era sole in quella enorme distesa, eppure era illuminato.
Margherita guardò la sua ombra.
…mezzogiorno…
Margherita guardò le ombre di Tom e Julian li vicino ,e notò che erano diverse, non c’era luminosità uniforme.
Questo…voleva dire…
Margherita, velocemente, puntò il dito sopra di se, e sorrise, “sparando” un colpo sopra di se.
-Bang!-
di colpo, si ritrovarono in un enorme salone, la lampada sopra di loro era spente, e tutto intorno c’erano dei sensori con sotto dei laser spenti.
-La lampada, collegata ai sensori, dava l’idea della realtà virtuale…-
Tom e Julian si tolsero i caschi copiati da Margherita che si ravvivò i capelli, guardandosi intorno, sorridendo incrociando lo sguardo con un enorme cassaforte davanti a loro con serratura.
-Julian, questo tocca a te-
l’uomo sorrise, togliendosi dalle spalle lo zaino nero, tirando fuori una bomboletta spray e del pongo verde molto morbido, che infilò nella toppa della serratura, tirandolo fuori delicatamente in modo che mantenesse intatta la sua forma di chiave, e ci spruzzò sopra lo spray, indurendolo, per poi aprire la prima serratura, ce n’erano altre tre.
La seconda fu più lenta, tirando fuori un computerino e lavorando sullo schermo con tastiera numerata della seconda serratura, trovando dopo un minuto la combinazione esatta, per poi darsi da fare con la terza serratura, la sua preferita.
Una complessa combinazione di quattordici manovelle numerate (sapete quelle degl’armadietti o delle vere cassaforti? Quelle), a guardarle Tom gli venne un colpo, ci avrebbe messo una vita!
Julian si scrocchio le dita, iniziando un delicato lavoro, a mano a mano le quattordici combinazioni venivano girate e rigirate più volte, sentendo veri “clack”, mentre Margherita osservava attenta il lavoro di Julian, che sorridendo soddisfatto ascoltò l’ennesimo scatto, prima di muovere la maniglia della cassaforte, dando la precedenza alla signorina, seguito da un stupefatto Tom.
-Ma scusa, un po’ di esplosivo no?-
-No, non sarebbe servito a molto. E poi c’è più gusto così!-
Tom si mise la mano sulla fronte, stupefatto, mentre Julian ridacchiava, Margherita avanzò fino a bloccarsi.
Il Millefoglie…
Una boccetta alta dieci centimetri contenente un liquido dorato con all’interno vari sedimenti.
Era su un podio in vetro trasparente dove era stato messo in bella mostra sotto delle lampade che lo illuminavano, e su tutta la stanza centinaia di quello che sembravano bottoni.
Tom lanciò una moneta che aveva con se, e di colpo una cinquantina di raggi la polverizzarono, mentre Tom fischiava e Julian si grattava la testa, i tesoro era dall’altra parte.
Margherita si guardò intorno, per poi notare un “bottone” più grande degl’altri, e velocemente prese un elastico e una pallina di metallo.
Creando una fionda in pochi secondi, puntò il “bottone”, colpendolo in pieno, di colpo tra varie esplosione come di petardi gli altri “bottoni” si spensero e lei tranquillamente afferrò il Millefoglie, Tom sorrise felice, mentre Julian afferrava dall’altra parte della sala quello che sembrava una scatola.
-Tutto li il tesoro degli Shneider? Che cosa c’è dentro?-
Julian sorrise, aprendolo.
C’era una vecchia mappa di sotterranei.
-L’ultimo indizio alla caccia del tesoro degli Schneider: il punto esatto dove troverò il sole di Mezzogiorno e la luna di Mezzanotte nell’Eclissi-
-L’ECLISSI?!-
-Che cos’è?-
Tom guardò stranito Margherita, che lo guardò agitata.
-E’ uno dei gioielli più belli e preziosi al mondo! La pepita più grande del mondo e il diamante più grande del mondo fusi insieme in un bellissimo gioiello di valore inestimabile!!-
Margherita guardò un sorridente Julian, che strinse a se la mappa.
-Come fatto a…-
-Ricorda che sono il Principe dei Ladri, ed ora andiamo, che sto morendo di ansia per Amy-
Margherita annuì, sorridendo felice: il Principe dei Ladri era meritevole del suo titolo.
I tre avvertirono altre esplosioni, e spaventati percorsero il corridoio dove prima avevano percorso in realtà virtuale, in cinque minuti erano gia sulle scale dello studio, Julian era il più veloce dei tre, il cuore gli batteva come un matto, non riusciva più a sentire Amy via radio!
Raggiunse così, con il cuore in gola lo studio, il computer di Amy era a terra rotto, schiacciato dal peso di un tacco di una seducente gamba, Annie sorrideva malefica, mentre si avvicinava a Karl, al collo aveva il gioiello agognato di Margherita.
L’uomo aveva tra le braccia Amy, che tremava spaventata, alla tempia una pistola pronta a sparare.
-Credevate davvero che mi sarei fatto imbrogliare così?-
Karl sorrideva malefico, accarezzando con la punta della lingua l’orecchio di Amy, che tremò ancora più sconvolta, Julian tremava invece dalla rabbia.
-Non toccare mia moglie, porco!-
-IO do gli ordini qui, signor Principe dei Ladri. E adesso ridammi quella mappa-
Julian tremò ancora furioso, mentre Annie allungava la mano verso di lui, sorridendo felice, mentre riceveva la mappa, saltellando allegra e avvicinandosi al ragazzo, che poi si rivolse a Margherita.
-Tu hai qualcosa che mi appartiene. Tiralo fuori molto delicatamente, e dallo alla mia donna-
la ragazza rimase immobile per qualche secondo, per poi tirare fuori la boccetta, e lentamente consegnarla ad Annie, che gliela strappò di mano, tornando da Karl, che sorrise, prima di lasciare andare Amy, che si tuffò nelle braccia del marito, ancora tremante, mentre Karl puntava la pistola, Annie ne tirava fuori un’altra puntandola in contemporanea.
-Chi ammazziamo per primi?-
-Io voglio la dama. Non ho dormito all’idea che lei mi rubasse la collana-
-Prego, tutta tua. Io mi occupo del Principe dei Ladri-
-Crepate-
Annie caricò il colpo, Margherita era immobile, e Tom stava per proteggerla con il suo corpo, quando lei si voltò e lo bloccò in tempo, il colpo gli colpi di striscio la spalla, ma le procurò un male pazzesco.
-Sta ferma, stronza, altrimenti non riesco a colpirti!-
-Tu non mi farai proprio niente!-
Margherita tirò fuori delle palline, sbattendole a terra, il gas generò lo stordimento dei due assassini, lasciando così il tempo ai quattro ladri di fuggire via, correndo fuori dalla villa, inseguiti da un gruppo di guardiani sotto comando rabbioso di Karl che si era fatto soffiare sotto il naso la boccetta, mentre Annie si tastava il collo, almeno la collana era ancora al suo posto!

Margherita ridacchiò, e si mise in corsa la collana, fermandosi con gli altri fuori dalla villa, facendosi ammirare.
-Come mi sta?-
-Bellissima!-
Tom sorrise, Amy gli aveva tolto le parole di bocca, mentre Margherita ridacchiava come una bimba pestifera.
-IHIHI!! Domani Annie avrà una brutta sorpresa!-
-Allora alla fine c’è l’hai fatta!-
Margherita annuì soddisfatta, immaginando la faccia divertita e contenta di Mark quando avrebbe visto quella modella indossare la sua collana, una perfetta riproduzione dell’ “insalata del mondo”
I pensieri della ragazza si rivolsero alla coppia li affianco, Amy festeggiava allegra stringendo tra le mani quelle del marito e la mappa che erano riusciti a soffiare dalle grinfie di quella maledetta strega.
-Finalmente!-
-Dopo anni di ricerche avremmo finalmente l’eclissi-
i due guardarono Margherita e Tom, sorridendo.
-E’ stata una bella avventura, mi sono divertito tantissimo!-
-Anche noi, è stato un piacere-
i due ladri si strinsero le mani, poi Julian e Amy presero una delle porche che il “signorino” teneva nel parcheggio, mentre risuonava ancora le grida dei guardiani, Margherita guardò tristemente Tom.
-…allora…che si fa?-
lei stringeva ancora la mano a Tom, da quando erano usciti si erano tenuti saldamente fuggendo.
Lei fissò la sua mano che si stringeva quella di lui, e sorrise triste, mentre lentamente la lasciava andare…per poi essere ri-afferata da Tom, che le sorrise tranquillo.
-Che ne dici se nel frattempo facciamo un po’ di strada assieme?-
Margherita lo guardò sorpreso, per poi annuire sorridendo, guardando attentamente le varie auto parcheggiate, scegliendone una, salendoci velocemente, ricordandosi all’ultimo momento delle valigie!!
-Che facciamo senza valigie?-
-Sei tu la ladra!-
Margherita lo guardò sorpresa, per poi scoppiare a ridere, mentre Tom sorridendo furbescamente facendo partire la macchina, che con un rombo si allontanò, mentre alcune jeep iniziavano l’inseguimento.
-Però non andremo molto lontano con questa macchina!-
-Fidati…-
Margherita annuì, mettendosi comoda, mentre Tom ingranava la marcia, evitando agilmente le varie scariche di mitra e i colpi di pistola, Karl su una delle jeep che l’inseguiva minacciava di morte a chiunque avesse rovinato la sua bella sportiva blu elettrico, che opra sfrecciava per le strade dell’isoletta, mentre il sole davanti a loro sorgeva, limpido e quasi divertito da tutto quel trambusto, la campagna veniva risvegliata non dal canto del gallo ma da quello dei clacson e delle armi che consumavano proiettili all’inseguimento di Margherita e Tom, questa si guardava dietro dal vetrino, sbuffando scocciata, non era riuscita a recuperare le valigie!!!
-Siamo quasi arrivati! Tieniti pronta per fare un bel salto!-
Margherita guardò turbata l’uomo, per poi sorridere divertita ed annuire, slacciandosi la cintura, mentre la macchina raggiungeva la costa, l’unica lingua di sabbia era veramente stretta, e li vicino c’era un motoscafo bianco.
-E quello dove sbuca?-
-Un piccolo prestito da Karl Schneider. Credo che dopo la settimana sarebbe fuggito, inalando il veleno in tutta l’isola, scatenando una strage di vittime-
-Ho notato che non c’è Annie con lui!-
-Probabilmente non gli frega niente del veleno, voleva solo tenere stretto a se la fortuna di Schneider e la sua collana-
Margherita ridacchiò allegra, per poi aprire i colpo la portiera, gettandosi fuori dall’auto con Tom, mentre questa correva impazzita verso, facendosi sommergere ancora in corsa, creando una barriera di spuma e d’acqua salata, che permise ai due di salire sul motoscafo, mentre Karl urlava come un matto, i guardiani sparavano a tutta forza, rischiando di ferire Tom, che schivò in tempo i colpi, facendo partire il motoscafo, fuggendo via con Margherita che notò sol allora la presenza dei loro borsoni!!
-Come hai fatto?-
-Mentre tu riposavi, io sistemavo tutto-
-Ma a percorrere l’isola ci vuole un sacco di tempo!-
-Scemotta, non ti sei accorta che abbiamo girato in tondo? Siamo proprio a poca distanza da villa Schneider-
Margherita si guardò intorno, constatando la verità, per poi ridere, tirando fuori un sacchetto dallo zaino, aprendolo, tantissimi petali bianchi e rossi volarono al vento.
-Cosa sono?-
-Petali di papavero!-

Consolazione

Tom rise di gusto, accelerando, mentre Margherita diceva addio a villa Schneider, sorridendo allegra, mentre si allontanavano da quell’isoletta, allontanandosi da Malta, verso est.

(Ecco, finito l'ultimo!!
Meiko)

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Epilogo

“Karl Schneider, il celebre bancario è stato arrestato con l’accusa di omicidio di suo padre.
Pare anche che Schneider fosse un trafficante di armi e stupefacenti, i suoi compratori però sono rimasti ancora nell’ombra.
Grande scandalo anche per la sua fidanzata, la nota modella Annie, che ha sfilato qualche giorno fa con addosso un falso della celebre “insalata del mondo”.
Arrestata anche lei, scoperta infatti come socia di Karl”


-Beh…Judy Penna di Fuoco ha colpito ancora!-
lui annuì, guardandosi intorno, mentre lei si toglieva gli occhiali da sole, rivelando le iridi dorate, per poi sorridere triste ed uscire dalla macchina, afferrando da dietro la decappottabile un mazzo di fiori, avvicinandosi alle lapidi, seguita poi dall’uomo, che le restò affianco, mentre lei restava in silenzio, porgendo il mazzo di crisantemi alla lapide, su cui c’era una foto di un uomo di colore e delle scritte dorate.

“Qui giace Jackson Tuchter, scomparso da questa terra all’età di ventisei anni
Dalla tua sorellina un bacio.
Riposa in pace, fratellino mio”

Tom strinse con un braccio le spalle di Margherita, che lasciò scivolare via delle lacrime, per poi tornare all’auto, e asciugarsi velocemente le lacrime, prendendo un profondo respiro e sfogliando di nuovo il giornale, sorridendo felina, mentre Tom si metteva comodo, guardandola da dietro i suoi occhiali da sole.
-Qualcosa di interessante?-
-Beh…qui dice che a Milano c’è una mostra di gioielli…penso che ci farò un salto…-
-Ti aspetto li-
Tom la osservò sorridendo, mentre lei si avvicinava e lo baciava, per poi scendere dall’auto sorridente.
-Alla prossima rapina, mio caro ispettore-
-A presto, mia dama-
lui partì con un rombo di motore, mentre lei sorrideva, pronta per un nuovo colpo, tra i capelli due o tre Fiordaliso.

Leggerezza, felicità

E sul sedile accanto a Tom, due garofani, uno rosso e uno bianco.

Rosso= amore
Bianco= fedeltà

Fine

(lo so, non è gran che, ma mi piaceva finirlo così, con qualcosa che sa di continuazione, cosa che però temo non avverrà, dato che ho in cantiere un nuovo AU che pubblicherò al più presto, nel frattempo grazie a tutti, a Luxy, Rossy, Betty e a gl’altri per avermi commentato e per commentarmi la mia ff!!
Baci a tutti!!
Meiko)

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