There's a Firefly, loose tonight; Better catch it before it burns this place down.

di Sunburn_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

«Iriiiiiiiis, guarda, guarda questo video!!!» Fede mi passò il portatile.
Internet aperto su YouTube, c'era un video del solito chiodo fisso delle mie due amiche...quel tizio, Ed Sheeran.
Cosa ci trovavano  non lo sapevo...si, la sua musica era buona...ma di certo non era Kurt Cobain* o Ozzy.
Il solito ragazzo innamorato con una chitarra, con dei capelli rossi.
Aurora sospirò innamorata mentre il rosso iniziava a cantare.
Io invece, sospirai esasperata.
«Ragazze, davvero,  lo sapete che è impossibile che questo...Ed, si possa minimamente accorgere della vostra esistenza?» sbuffai, riporgendo il portatile a Fede.
Aurora, con i suoi ricci indomabili e gli occhi scuri iniziò  a fissarmi, come se l'avessi appena insultata, anche Federica sembrava indignata.
«Tu, tu non poi dirci così. Noi lo amiamo! E quando noi TRE andremo al concerto, ti dovrai ricredere, scommetto che ti innamorerai pazza, è impossibile non farlo..» Fede inizò a canticchiare le parole della canzone che continuava a sentire, 24 ore su 24!
La guardai interrogativa e scocciata. «Noi tre? Io non intendo affatto urlare e mischiarmi in una massa di ragazzine urlanti che si strappano i capelli solo per...per lui. No!»
«Pensa un po', Iris. Una razza sul gruppo su FaceBook ha proposto di vestirci tutte da dinosauri arancioni con i reggiseni! E poi glieli lanciamo! Non è un'idea carinissima???» 
Sembrava che non mi avessero nemmeno sentito.
Io...io al concerto di Ed Sheeran vestita da dinosauro arancione con il reggiseno? No.
Oh no, mie care.
Ma era inutile controbbatere ora, erano ormai perse.
E irrecuperabili, aggiungerei.

Londra è una città meravigliosa, l'ho sempre sognata..e ora che ho diciannove anni, ho realizzato un mio grande sogno.
Ci vivo; ci vivo con le mie due migliori amiche!
Non è una cosa meravigliosa?
Anche se  il tempo non permette vestitini troppo leggeri e richiede che ti porti sempre con te un ombrello, è la cosa migliore che mi sia mai capitata in tutta la mia vita.
Vivere in Italia, bhè, si era bello, ma io sono nata qui, è questo il mio posto.
A Firenze c'era bella gente, persone fantastiche...ma  mi sentivo stretta.
Io volevo essere indipendente, avere una casa propria, lontana da  genitori e fratelli gelosi.
E chissà magari trovare l'amore.
Peccato che nulla di questo si è avverato.
Ora che mi sono trasferita qui, mamma e papà mi chiamano tutti giorni, e anche Liam e Greg.
Come tutti i giorni stavo passeggiando per le strade del mio quartiere, dritta al negozio di strumenti musicali dove lavoro...
Ho accetato solo perchè pagano bene, e perchè posso suonare il pianoforte a coda tutto il tempo che voglio.
Come al solito, svolto a destra per l'ennesima volta ed eccomi arrivata davanti ad una vetrina bellissima, con esposti  chiatasse semicaustiche e elettriche e quache basso.
Entrai, e subito il proprietario mi venne in conto.
«Iris, giusto in tempo, ho bisogno del tuo aiuto»

Il vecchio Tony era un uomo davvero simpatico. Mi condusse il bancone e mi porse una lettera.
Era dalla banca.
Diceva che dovevamo pagare un sacco di soldi. Una cifra quasi impossibile.
Guardai Tony e sospirai. «Dovremo alzare tutti i prezzi, diminuire le spese il più possibile, e...e lavorerò gratis»

«Oh, no. Non te lo posso permettere, non posso farti lavorare gratis»
Annuii convinta. «Se serve per salvare il negozio, lo farò. Il problema è che non bastano comunque, ci serve un piano»
L'uomo sospirò. «Spero che troverai una soluzione, devo andare a casa, Rose mi aspetta. Grazie per tutto quello che fai»
Sorrisi.
Rimasi sola e mi misi al piano.
Iniziai a suonare un po' di musica classica, Mozart per la precisione.
Era fantastico il modo in cui queste composizioni potessero emozionarmi tutte le volte che suonavo.
Continuai a suonare, finchè un'idea mi balenò in testa.
«Un concerto di beneficenza!» mormorai soddisfatta di me stessa.
«Mi sembra un ottima idea, per cosa serve?»

Sobbalzai e sbancai.
Rivolsi uno sguardo verso chi aveva parlato.
Era un ragazzo poco pià grande di me.
Portava un capello di lana.
«Scusa, non ti volevo spaventare. Solo che suonavi così bene che non ti ho voluto interrompere.»
Sorrisi e mi ricomposi, andando dietro il bancone.
Eppure avevo già visto il suo viso da qualche parte.
«Serve qualcosa?» domandai cordialmente.
«Si, mi servono delle nuove corde per la mia chitarra acustica
»
Alzai un sopracciglio. «Tutte e sei? Che cosa hai fatto a questa povera chitarra?»
Il ragazzo sorrise. « Anche Llyoyd inizia ad essere un po' vecchia»
«Lloyd?»
«E il nome di una delle mie chitarre. Comunque è possibile avere queste corde?»
Annuii. «Un secondo»
Aprii la porta dietro di me, dove si trovava il magazzino. Era enorme e c'era di tutto e di più.
Andai verso uno scaffale e aprii un cassetto.
Vuoto.
Aprii quello sotto ancora.
Niente.
Tornai indietro con un sorrisino tirato. «Ehmmm...non abbiamo più corde. Senti, me le faccio portare e appena ce le ho ti chiamo? Che ne dici?»
«Nessun problema. Ma è possibile averle entro questo pomeriggio?»
«Certamente. Segna qui il tuo numeroe anche il tuo nome.» gli passai un postit e una penna.
Dopo pochi secondi mi ripassò il fogliettino.
Edward.
Si chiamava Edward. «Comunque, se serve aiuto per il concerto di beneficenza, posso aiutare»
Scettica ringraziai e lo vidi allontanarsi dal negozio.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Il mio cellulare inizoò a squilliare ripetutamente. «Pronto?»
«Iris!!! Oddio, non ti immaggini nemmeno quello che sta succedendo, o  cavolo!» Aurora era super agitata.
Mi preoccupai immediatamente. «Che cosa diavolo è successo? Tutto bene?»
«S-si! C'è..ti rendi conto! Non ci posso ancora credere. Io...io l'ho visto! L'ho visto!»
Sospirai. «Chi hai visto?»
«Lui, ho visto Ed Sheeran nel nostro quartiere! Sono sicura che sia lui! E se vivesse nel nostro stesso posto...nel nostro stesso palazzo?! Ti rendi conto, io l'ho visto!»
«Auro,  mi hai chiamato solo per questa sciocchezza. Ne riparlaimo a casa, torno stasera. Ciao.»
Finalmente le corde erano arrivate, e così avevo chiamato quell'Edward per venire a ritirare.
E un'altra volta non lo sentii arrivare.
Era peggio di un ninja quel tipo.
Sobbalzai quando sentii la sua voce. «Allora, chi ha visto questa Aurora?»
«Sostiene di aver visto il suo idolo qui in questo quartiere. Comunque...ecco le corde. Sono...23 £ »
«Cavolo, le corde più costose di tutta la mia vita»
Sorrisi «Il negozio va male. E' per questo il concerto di beneficenza, per salvare questo posto.»
Il ragazzo sorrise e mi  diede i soldi in cambio di un sacchettino con le sue corde.
«Allora posso dare una mano, dicono che sono bravo»
Lo guardai interrogativo.
Si tolse il capello di lana, liberando i capelli rossi.
Troppo familiare.
«Sai, ti ho già visto da qualche parte»
«Dici?»
«Si. Magari sei un vecchio amico dell'asilo. Oppure...bhò, non so. Sei già stato in questo negozio?»
«Assolutamente si. Tutte le volte c'è Tony. Oggi però, ci sei tu.»
«Ma io dove ti ho già visto?!» parlavo più con me stessa che con lui. «Edward,,,» 
«Piacere,  Ed Sheeran»
Restai imbambolata per qualche secondo e sospirai. «Oh no...»
«E' tanto grave?» domandò "ED".
Decisamente troppo grave.
«Si. Decisamente. Ora se mi vuoi scusare è entrato un cliente. Addio»
«Wow. Non sei una mia fan?»
«Per niente.»  annuii seria «Per colpa tua le mie coinquiline sono fuori di testa. E poi non sopporto la gente famosa»
«Comunque, sei hai bisogno di aiuto per il concerto, hai il mio numero»
Uscii dal negozio con un sorrisino beffardo sulle labbra.
Se avessi raccontanto questo episodio a Federica e Aurora non mi avrebbero lasciato nemmeno respirare per quanto domande mi farebbero.
No, questo sarebbe diventato il mio segreto.

Arrivai a casa esausta, ripensando a quello che era successo.
«Sono tornata» annucciai a Federica e Aurora che erano sdraiate sul divano, a guardare il video di una canzone di ...Ed Sheeran.
«Ehi! Eccoti finalmente, ti devo raccontare i dettagli del mio incontro con Ed!»
«Sono troppo gelosa di te, cavolo. Perchè mi stavo facendo la doccia?»
«Per non puzzare?» proposi, facendomi spazio sul divano.
«Allora, ero affacciata alla finestra. Quando vedo un ragazzo passare. Era stupendo.  E come sai, io sono come una cacciatrice. Allora scendo le scale in fretta e furia, e per un secondo, prima che svolti l'angolo lo vedo in faccia. Aveva un capello di lana, ma la faccia era proprio la sua. Sono sicura al 110 %! Cavolo com'era bello!»
«Sono Gelosa! Basta, Auro!!! Senti, sono arrivati i biglietti! Domani vado a prendere i costumi da dinosauro, Iris, anche per te vero?? I reggisenti  usiamo i nostri! »
«Oh no. Non ti azzardare a comprare quel coso pure per me, mi astengo.» mi alzai e mi diressi in camera mia.
«Dove vai?»
«A dormire. Domani mattina vado a lavoro prima che devo organizzare un concerto di beneficenza!»
«Non sarebbe super strepitoso che Ed Sheeran potesse suonare  al concerto? Aspetta, ma perchè, qualcosa non va con il negozio?»
Sorrisi. «Non vi preoccupate. E per Ed Sheeran...vedrò cosa posso fare. 'Notte»

Quella mattina, quando arrivai al negozio, trovai Ed seduto sui gradini.
«E tu? Tu che ci fai qui?» sbottai mentre armeggiavo con la serratura della porta.
«Voglio spere il tuo nome» rise scompigliandosi i capelli.
«E perchè? Iris, se lo vuoi proprio sapere. E impara a stare più attento, la mia amica ti ha riconosciuto.»
«Iris, piacere di conoscerti» sorrise porgendomi una mano.
«Il piacere è tutto tuo, Ed»


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

«Allora?»
Alzai il naso dal libro che stavo leggendo. «Allora cosa?» domandai fissando il rosso seduto sul panchetto del pianoforte.
«Allora, Iris, perchè non vuoi che suoni al concerto di beneficenza?» si alzò «Il mio aiuto servirà; avete bisogno di  soldi no?»
Arricciai il naso.«No. Voglio farcela da sola»
«Tony mi ha già dato il permesso»
«Verme» mormorai indignata.
Lui si avvicinò con un sorriso che volentieri gli avrei strappato.
«Perchè c'è l'hai con me? Non potevi restartene a casa tua? In..Irlanda vero? Pechè sei venuto in questo dannato negozio? » Sbottai  scaraventando  il libro per terra.
Non riuscii a mantenere un espressione seria e scoppiai a ridere.
Acnhe Ed non riuscì a trattenersi «Non ti capisco proprio, io»
«E perchè dovresti capirmi?»
«Sei un tipo interessante» senteziò con aria solenne.
«Mha» sbuffai e ricacciai il naso tra le pagine del mio romanzo, dopo averlo raccolto.
«Mh, allora...scelgo io le canzoni che suonerai al concerto» decisi dopo che finii il capitolo.
Lui era rimasto lì, a fissarmi.
«Solo se tu suonerai, hai un discreto talento»
«Discreto talento? Il tuo è un discreto talento, io sono celestiale» questa volta la seria mi riuscì benissimo, anche perchè credevo veramente a quello che stavo dicendo. «E comunque non suonerò»
«Vedremo. Bene, ciao Iris»  mi salutò ma non ricambiai.
Non lo sopporto!
Improvvisamente il cellulare vibrò. Un messaggio.
"Siamo dietro l'angolo, con i frappè e una sorpresina. Baci. Auro e Fe'"
Merda.
Merda.
Merda.
Uscii dal negozio alla velocità della luce e mi precipitai da Ed, che fortunatamente era ancora vicino.
Senza dire nulla gli presi la mano e lo trascinai dentro il magazzino.
Non ebbe nemmeno il tempo di dire niente.
«Zitto» lo minacciai attraverso la porta.
Dopo pochi secondi, Aurora e Federica fecero la loro entrata, con in manno un sacco di buste....e il mio frappè alla fragola, che strappai veroce dalle loro mani.
«Ditemi tutto»
Federica aprii una busa e tirò fuori una testa di dinosauro arancione con il ciuffo rosso. Oh dio.
«Che ne dici?»
«Che è un obrobrio e che farete una figura di merda conciate così»
Aurora mi strizzò l'occhio e mi passò una busta. «Visto che non ci appoggi in questa idea, almeno ti abbiamo comprato dei vestiti meravigliosi»
Sbirciai dentro la sacca, e in pochi secondi avevo messo tutto il contenuto sul bancone.
Una  cannottiera nera con una zampa dello stesso colore dei capelli di Ed, propabilmente il suo simbolo.
Un paio di jeans chiarissimi e strappati. e un paio di converse arancioni.
Ed un vestito nero, sopra il ginocchio che lasciava  scoperta tutta la schiena.
Riposi tutto con cura.
«Ragazze?»
«Mmmh?»
«Quando mai mi dovrei mettere il vestitino?»
«Al concerto di beneficenza. Abbiamo i Pass per il dietro le quinte. Chiederemo a Ed di suonare al concerto di benefeicenza»
Oh, non ce n'è bisogno.
«Siete pazze»
«Lo sappiamo. Ci vediamo stasera  a casa, ok?»
Annuii e le salutai.
Dopo qualche secondo sentii  la voce di Ed ridere «Posso uscire?»
«Fai pure»
«Venite al mio concerto?»
«Purtroppo. Quelle due sono le tue fan numero 1. Pensa un po', mi trascineranno al concerto e dovremmo vederci anche dietro le quinte. Oddio»
«Non sei felice?»
«Non puoi immaginare quanto...» sbottai.
«Ora vado veramente...ci vediamo, Iris»

Rientrai a casa che era sera tardi.

«Ehiii» Aurora mi venne in contro «Ha chiamato tuo fratello, richiamalo»
Presi il telefono e chiamai.
«Greg?»
«Scricciolo , la prossima settimana veniamo li a Londra»

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Prima fila.
In prima fila accanto a sette dinosauri arancioni con il reggiseno.
In prima fila accanto a sette dinosauri arancioni con il reggiseno che urlavano per Ed.
Ed io.
Accanto al branco, che non riuscivo a non trattenere le risate e a vergognarmi per loro, fotografandole con la mia Nikon.
Ah, mie care amiche, ve lo rinfaccerò per sempre.
Ed aveva appena iniziato a suonare, rivolgendomi ogni tanto un occhiata di sottecchi, che però non ricambiai.
Terminata la canzone, il rosso prese il microfono.
«Sapete,  in questa stanza, nelle prime file c'è una ragazza a cui non piaccio,che dite di fargli cambiare opinione?»
Un urlo da tutte le fan si alzò fino al soffitto del palazzetto,
Fede e Auro mi lanciarono uno sguardo stranito.
Io alzai le spalle,  annoiata.
Oh, lui l'avrebbe pagata per tutto questo.
L'avrebbe pagata molto cara.
«Firefly » annucciò il titolo della canzone che avrebbe cantato.
Oh che  cosa patetica, una canzone intitolata  "Lucciola".
Iniziò a cantare i primi versi.
I ragazzi troppo smielati non mi piacevano. Di certo non avrei fatto un eccezione per uno che cantava "I feel in love, next to you..."
Solo al ritornello, dovevo ammetere, fui particolarmente catturata.
There's a Firefly, loose tonight; Better catch it before it burns this place down.
C'è una lucciola persa questa notte, meglio catturarla prima che bruci questo posto.
Carina. Ma niente di più. Aurora mi sorrise dandomi una spallata con l'ernome braccio di gommapiuma «vedo che ti piace, hai gli occhi lucidi»
Che?!
«Cosa...ti sta sbagliando, io..» balbettai stupita dalla mia stessa reazione.
Non  mi ero mai soffermata ad ascoltarlo veramente, ma ora che l'avevo fatto...ero costretta ad ammetere a me stessa...che non era niente male.
Un discreto talento...
Sorrisi.
Ed mi guardò in quello stesso momento e sporofondai nella vergogna.
No, comunque non ero ancora una sua fan.
E mai lo sarei stata.

Se sentivo urlare un'altra ragazzina arrapata, giuro che avrei urlato pure io, ma di chetarsi.
«Iris, eccolo, guarda, muoviti!» Federica mi trascinò con lei e Auro verso il cantante.
Almeno si erano tolte i costumi.
Quando ci vide sorrise.
Cosa cavolo aveva da sorridere, stupido bamboccio rosso.
«Buona sera signiorine» salutò lui, mentre le mie amiche cercavano di trattenere le lacrime.
Gli rivolsi uno sguardo esasperato.
Visto come hai ridotto le mie amiche?
Federica mi guardò supplichevole.
Sospirai.
«Scusami, la mia amica è troppo emozionata. Potete fare una foto insieme?»
Lui annuii, e prese sotto braccio da una parte Aurora da una parte Federica.
Dalla loro esrpessione capii che erano veramente felici.
Almeno loro.
Feci due scatti per sicurezza e annuii. «Fatto» annucciai.
«Grazie mille, sei il mio idolo» mormorò Aurora.
Ed sorrise intensamente. «Grazie, lo aprrezzo molto. Scommetto che voi due eravate  alcune  dei  dinosauri...originale»
«Già» sussurrai senza farmi sentire da nessuno.
«Senti, questa mia amica qui, che non è tua fan, lavora in un negozio di musica in banca rotta. Voleva fare un concerto di beneficenza, ti va di participare e darle una mano?»
«E così non sei una mia fan è?» cercò di trattenere un altro sorriso «Ci penserò, te lo prometto, perchè non mi lasci il tuo numero, ricciolina?»
Federica nascose la gelosia che iniziava a regalare sguardi omicidi verso l'amica.
Aurora, che tremamava peggio di un chiwua...bhè, di quei cagnolini che sembrano topi, prese un foglietto dalla tasca.
Non ci credo, se l'era già preparato da casa.
Il rosso si avvicinò a Federica e le sussurrò qualcosa all'orecchio.
Dopo poco la mia amica mi strappò la Riflex dalle mani e mi spinse addosso al rosso.
Andai contro di lui, e mi ritrovai a cinque centimetri dal suo volto.
In quell'istante, il flasch segnalò lo scatto.
Sospirai.
«Scusami, io...»
«Non ti preoccupare, l'ho chieto io alla tua amica. Bene, ci sono altre persone. Vi chiamerò per il concerto, ci vediamo»


«Ti rendi conto?!»
Quelle due non la finivano più di urlare e di piangere come pazze.
«Si, c'ero anche io» biascicai mettendo le foto sul computer.
«Hai fatto?» mi domandò euforica Fede,
Annuii e voltai lo shcemro verso di loro.
Iniziai a scorrere le foto che avevo fatto.
Erano tutte meravigliose.
Ad un certopunto comparì la mia foto.
«IRIS!!!!!!!»
«Che c'è?»
«Sei stupenda...sembra che vi state per baciare!»
Osservai l'immagine.
I miei capelli si arriciavano sulla schiena e  i miei occhi erano fissi nei suoi.
I nostri volti a poca distanza.
Arrossii.
«Perchè cavolo mi hai spinto?!»



 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Certe volte cercavo la solitudine.
Mi piaceva stare da sola e riflettere, su tutto.
Su tutto quello che stava capitando intorno a me, su tutte le persone che conoscevo e su tutte le azioni che avevo fatto.
Oggi, ero in uno di quei giorni.
Ero da sola, nel negozio di Tony, a suonare qualche nota a caso.
Ero confusa.
E non capivo nemmeno perchè.
Si può essere più stupidi di me?
No.
Inziai a canticchiare le prime parole che mi vennero in mente, così, senza pensarci troppo.
«Give a little time to me, we'll burn this out.» Sospirai.
«We'll play hide and seek, to turn this around...» continuò una voce che non era più la mia.
Presi scossa e per poco non cascai dal panchetto.
«Alla fine, la canzone ti è piaciuta?» sussurrò Ed come per non disturbare nessuno.
«Che canzone?» ero annichilita.
«Quella che stavi cantando, è la mia canzone. E devo dire, che hai una bella voce, davvero»
Sbuffai. «Lasciami in pace, per favore!»
«Che ti ho fatto male? Rispondi» questa volta sbuffò lui e mi venne da ridere.
«Abbiamo già tenuto questo discorso, no?»  cercai di ricompormi.
«E' solo, che mi stai trattando di merda» 
Rimasi in silenzio,e come se non ci fosse continuai a suonare la  sua canzone a orecchio.
«Ti va di preparare qualcosa per il concerto?» mi domandò, quando le ultime note si erano perse nell'aria.
«Prima una domanda. Come fai a venire qui tutte le volte che ci sono io, isnomma, mica sarà un caso!»
Lui scosse la testa, diveritio, e dalla vetrina indicò il palazzo di fronte. «Abito  là, ti vedo dalla finestra»
Arrosii. «Cosa?»
Lui annuii convinto. «Semplice. Io. Casa. Negozio. Finestra. Non è tanto difficile, ci puoi arrivare si ti sforzi»
Wow, questa volta era lui che faceva l'ironico.
Mi aveva spiazato.
Non replicai. 
«Allora, ti va si o no di iniziare a preparare qualcosa, devi stabilire la data. Prima stabiliamo la data e poi organizziamoci. Ti va?»
Scossi la testa.
No. «No. Mi dispiace. Arrangiati, fai come ti pare»
Mi alzai.
«Che ho fatto ora?»
«Nulla. Assolutamente nulla. Bene...devo andare. Non ti scordare di chiamare Aurora, e ricordati di non scordare che io e te non ci siamo mai conosciuti. Se ci rincontreremo in futuro, bhè, estranei. Che ne dici?»
Allungai la mano, come un imprenditore.
Lui era sbigottito.
Non ci capiva nulla, in verità nemmeno io.
Lui strinse la mano rassegnato. «Allora, ciao?»
«Ciao, Ed Sheeran» 
Ma invece di andaresene, me ne andai io.
Lasciandolo da solo in negozio.
Ma che cazzo stavo facendo?!
La cosa giusta. No io con quello non dovevo più avere a che fare mai più.

A casa, ero a pezzi.
Già l'ho detto che sono stupida, no?
Mi misi sul divano e guardaii un po' di film.
Federica era al telefono e Auro, bhò, lei era sparita, chissà dove.
Girai, un canale a caso.
Eccolo.
Mi perseguitava allora. «Fede, c'è il tuo idolo alla Tv, vieni»

In pochi secondi la bionda si era precipitata sul divano.
Mi alzai, lasciando posto a lei, e mi infilai in camera.
Accesi il mio computer e mi misi ad ascoltare musica  a tutto volume.
Il cellulare iniziò a squillare, ma non mi importò di rispondere.
Rimasi immbolie a crogiolarmi nel rock.
Aurora fece irruzione nella mia camera.
Indicò il suo cellulare. 
Sbuffai e andai a stoppare youtube.
«Scusami,  ecco fatto, si, è quella  che non ti sopporta»  la riccia rise nervpsa«Iris, Ed ha detto che ascolti buona musica»

La ignoraii e ascoltai i due conversare, strano che non si era messa a urlare quando il telefono aveva squillato. O forse o aveva fatto, solo che non l'avevo sentita.
Federica, era aggrappata alla sua spalla, cercando di sentire la sua voce.
«Si, il 19, si. Mi sembra un giorno perfetto. Ok, quindi...abbiamo meno di una settimana per organizzarci!» rise  di nuovo.
Ptff. 
«Ok, grazie mille. Si, è stato un piacere, ti salutano le mie amiche! Allora, dopodomani? Perfetto!»
E finalmente attaccò.
Entrambe le mie amiche fecero per dirmi qualcosa, ma le spinsi fuori da camera mia, e riiniziai con il rock duro e crudo.
Cazzo mi stava prendendo!?
Chiusi gli occhi, e mi vidi davanti a me il rosso che rideva.
Sparisci dalla mia mente, ordinai.
Ma non funzionava.
Ora stava cantando.
Ora suonava.
Ora tutte e due.
E io, io mi vergognavo di me stessa.










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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Captiolo 6

Era da tre giorni che Ed non si faceva vivo con me.
Con Aurora  e Federica si.
E la cosa mi lasciav ...indifferente.
Già, non mi importava nulla se quello lì non mi rivolgeva più la parola, anzi, meglio.
Io mi  limitavo a studiare le mie canzoni per il concerto di beneficenza.
A quanto pare, Ed avev trovato il luogo, aveva ottenuto il permesso e anche altra gente interessata ad aiutare.
Alla fine, io non stavo facendo nulla.
E questa cosa mi faceva imbestialire.
Il negozio era una delle cose a cui ero più affezionata, e arriva quel rosso da strapazzo a saragliare tutti i miei progetti.
Che schifo.
Mi consolai guardando il calendario.
Domani srebbero arrrivati i miei genitori e i miei due fratelli maggiori, dopo quattro mesi che non li vedevo.
Che bello.
Finalmente mi sarei tirata su di morale.
Sospirando, trascinai i piedi i cucina; ero ancora in pigiama, e i capelli  erano peggio di un cespulio d'erba secca.
Ai fornelli c'era Federica, con un sorriso smagliante e in perfetto ordine.
I capelli biondi  perfettamente raccolti in una coda e gli occhi  castani illuminati dalla sua pelle chiara.
«Buon giorno, dormigliona. Anche oggi è una stupenda giornata, guarda il tempo!»
Con  gli occhi ancora impiastrati dal sonno, rivolsi uno suardo alla finestra.
Wow.
Più io stavo da schifo moralmente  più il tempo era bello.
Ma che storia era mai questa?!
«Già»
«Allora, hai imparato tutti gli spartiti che ti ha dato Auro?»
Annuii.
«Cavolo, dovresti conoscerlo anche tu. Già lo amavo alla follia prima, pensa un po' ora che è nostro amico.»
Già, dovrei conoscerlo anche io....
Estranei
Si, eravano estranei.
«Non ci tengo»
Fede sbuffò «Cavolo, Iris! Smettila di essere così, in questi giorni sembri depressa! Ma che hai?»
Cercai di sorridere. «Niente. E' solo che sto facendo troppi incubi, sono stressata perchè domani arriva la mia famiglia...e per il concerto»
La bionda si avvicinò con un sorriso quasi materno.«Su dai, non fare così»
«Così come?
«Oh, la mia piccola Iris, quante cose hai ancora da imparare»
La guardai scettica.
Lei non riusciva mai a sopportare i miei sguardi e come sempre scoppio a ridere.
Lo feci anche io.
«Vado a farmi una doccia, ok?» avvisai prima di ritrascinarmi in bagno.
Un po' d'acqua mi avrebbe  risvegliato, e dato un apsetto migliore di una barbona con il pigiama.

Uscii con l'sciugamano legato al petto e con un altro come turbante, e ovviamente le mie ciabattone calde.
In quel momento la porta si aprì.
Ed e Aurora.
Sorrisi.
Ma cosa cazzo stavo facendo? 
Mi rimproverai e  miricordai di come ero conciata.
«Ehm...io vado a cambiarmi che dopo esco,è» e senza aggiungere altro mi infilai in camera mia.
Sospirai, chiudendo la porta a chiave.
Cazzo Iris, ripigliati una buona volta!
Mi vestii e mi asciugai i capelli, cercandoli di farli stare a bada.
Misi in tasca cellulare e presi la borsa, e con questo mi dileguiai silenziosamente.
Non volevo vedere la faccia di Ed.
No.
Mi rifugiai in negozio con il fiatone.
Tony stava servendo un cliente.
Entrambi si girarono verso di me.
«Buon giorno fiorellino, tutto bene, sei particolarmente bella oggi»
Mi guardai.
Cannottiera fin troppo aderente e pantaloncini.
Ma non avevo freddo?
Io bhò.
Il cliente mi sorrise. Io ricambiai.
«Liam, lei è la ragazza di cui ti parlavo»
Il ragazzo mi porse una mano. «Liam Sheeran, piacere» il ragazzo sorrise.
E quel sorriso mi spiazzò completamente
Aspetta un attimo...Liam Sheeran.
Oh no. Non un altro.
Sorrisi.
«I-Iris Rose»
«Un nome perfetto per un fiorellino come te»
Ptff..patetico.
«Grazie»
Tony rise. «Iris, Liam si unirà al concerto di beneficenza»
Ecco.
«A-a si?»




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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

«Greeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeg» urlai dall'altra parte dell'areo porto.
Potevo riconoscere mio fratello ovunque con la sua altezza immane.
Il mio gigante buono.
Con le lacrime agli occhi, lacrime di felicità, gli corsi in contro.
«Scricciola!» mi abbracciò forte forte, come quando eravamo bambini.
Lui ha 24 anni, io 17.
«Ti voglio tanto tanto tanto tanto bene» mormorai affondando la testa nel suo petto.
«Anche io, mezza sega.»
«Dove...dove sono mamma e papà, e Ricky?»
Il mio gigante buono sorrise e indico un lontano punto dietro di se.
Erano carichi di valige.
«Gli hai lasciato tutte le valige??!» gli diedi un pugno affettuoso sul  braccio «Ah, quanto mi è mancata la tua pigrizia!»
Scoppiai a ridere, e attendemmo il loro arrivo.
Appena ebbero finito di mettere a terra le valigie saltai al collo di tutti.
Piangevo come una fontana.
«Tesoro, va tutto bene, non piangi mai così tanto!» mio padre mi scansò una ciocca dal viso.
Risi. «E' una lunga storia»
Andai addosso a Ricky apposta. Era il mio gemello.
«Che fai, demente??» rise lui spingendimo a sua volta.
«Imbecille» gli feci la linguaccia abbracciandolo.
Ah, se mi era mancata la mia famiglia.

Quella sera eravamo a pranzo a casa mia.
Fede era scomparsa, ma in compenso c'era Aurora che bastava per un esercito.
Come al soltio,la porta si aprì all'improvviso.
Federica con il sorriso più grande di sempre con....
Ed.
Merda.
«'Seraaa! Scusate il ritardo! Si unisce Ed, ha avuto certe idee per il concerto!»
La bionda, senza badare a presentazioni aggiunse un piatto e una sedia, di fianco a me.
Il rosso era un po' in imbarazzo.
Sospirai.«Ah, lui è Ed Sheeran. Famiglia, vi presentò il chiodo fisso di Auro e Fede, la super star»dissi cercando di evitare gli sguardi di tutti.»
Mio fratello Greg mi diede una gomitata «Ed Sheeran?»
Annuii, impacciata. «E' una lunga storia anche questa, te la racconterò poi»
Papà non sembrava al settimo cielo per questa aggiunta, e nemmeno io.
Anzi, avevo il broncio.
Auro e Fede ve lo potete immaginare come stavano.
Mamma e Ricky erano neutri.
Greg..bhè lui la pensava come me, credo.
Mentre si sedeva, sfioro il mio ginocchio con il suo.
Rimasi impassibile.
Più o meno.
Senza farmi vedere gli lanciai sguardi di sottecchi.
Mia madre prese parola. «Avete parolato di concerto, raccontatemi un po'» Tenendo lo sguardo puntato sulla mia insalata immangiata, iniziai araccontare del negozio e romanzare un po' , saltando i miei incontri con Ed, e passando subito al suo concerto.
Mamma ascoltava con interesse tutta la storia.

Auro rise. «Ed raccontaci l'idea che ci ha detto Federica prima»
Il rosso sorrise. «Voglio fare un duetto con Iris»



Prima che se ne andassere tutti gli ospiti, Ricky mi si avvicinò e mi sussurrò ad un orecchio «Gemellina mia, sei proprio innamorata vero?»

*****
 

Quella mattina mi svegliò una voce.
Una voce che cantava alla mia finestra.
La voce di Ed.

 


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Tutto accade per una ragione, mi hanno detto.
Nulla è per caso.
In quel momento avrei voluto gridare a tutti quanti che erano solo forttole.
Io e Ed non avevamo nulla a che fare.
Nulla.
Mi affacciai alla finestra ancora in pigiama.
Eccolo, cantare con la sua solita chitarra e la sua aria da... da... non lo so nemmeno io cosa!
Era cerchiato da un orda di ragazzine arrapate.
Quanto mi facevano pena, a questo punto volevo solo ritornare a dormire anchè perchè avevo passato quasi tutta la notta  a parlare e sopratutto discutere con le mie amiche.
Volevano convincermi a fare un duetto con lui.
Ma...punto primo: io non canto.
Punto secondo: no.
Quando si accorse di me, era già al ritornello di una canzone.
Non chiedetemi quale.
«Vattene da sotto la mia finestra, sono stanca!»
Ignorata.
«Ho sonno! Ed vattene!» sbuffai.
Sei proprio innamorat vero? Le parole di Ricky mi riusonarono in testa.
Sentii le guance avvampare, e me ne vergogniai.
No...io odiavo quel tipo con i capelli rossi.
Sbuffai esasperata. «Ed, per favore!»
Quetsa volta qualcuna delle ragazzine mi rivolse sguardi omicidi.
Oh che paura.
Con tutta la rabbia che mi circolava e l'assenza di caffeina che mi faceva restare lucida scesi  anche io.
Si, in pigiama.
Mi feci largo tra la follafino ad essere a pochi passi da lui.
Non mi fregava nulla degli sguardi della gente.
Misi una mano sulle corde della chitarra smorzandone il suono.
Lui sorrise e mi rivolse uno sguardo ....divertito?
«Vedi quella? Bhè, è la mia cara finestra, e sai cosa c'è dopo? Camera mia. Ho sonno, ti giuro che se non la smetti di cantare...» Liam si fece largo tra la folla e mi tappò la bocca con un semplice sorriso.
«Fratellino, vedo che te ne sei trovata una bella tosta, bel look , fiorellino» il moro si scompigliò i capelli.
Restai a fissarli entrambi sbigottita.
Perchè a me? «Che cosa ho fatto di male?» piangiucolai tra me e me.
«Conosci Iris?»
Annuii per conto di Liam. «Ci ha presentati Tony, bene. Io torno a dormire. Buona notte»
«E' mezzogiorno» il rosso rise.
«'notte» ripetei risalendo in casa.
Tutto capita per una ragione.
Si.
Sti cazzi.

Il campanello suonò, una, due, tre volte.
«Chi cazzo è, ora?» sbuffai cinque minuti dopo.
Finalmente mi ero riaddormentata ma a quanto pare sono molto ricercata.
...vaffanculo.
«Arrivo» urlai strusciando i piedi in corridoio.
Aprii la porta. Tony. «Momento sbagliato?»
«Forse solo un pochino» risi «Se aspetti cinque minuti mi sistemo e preparo il caffè anche per te»
Tanto ormai di riposarsi non c'era verso.
L'anziano rise e si andò ad accomodare in salotto.
Io mi ritirai in camera a lavarmi e vestirmi adeguatamente e poi preparai un po' di caffè.
«Eccomi» porsi a Tony una tazza fumante.
«Grazie mille, bambina. Ti dispiace se parliamo un po?»
«Lo sai che per me è sempre un piacere» sorrisi ridando caffeina al mio sangue.
«E' dura da dire»
Mi preoccupai. «V-va tutto bene?»
Lui socsse il capo rammaricato. «Rosa sta peggiorando, io le devo stare accanto.»
Rose era sua moglie, purtroppo aveva molti problemi medici, la poverina stava quasi sempre male.
«Capisco, quindi il negozio...»
«Non ce la farò più a gestirlo, Iris. Mi dispiace»
Gli occhi mi si inumidirlono. «Io...i-io nono so cosa dire» balbettai ricacciando indietro le lacrime.
Ci tenevo tanto.
«Ora che avevate un modo  per tenerlo attivo, sono costretto a chiudere. Sono mortificato»
Annuii senza però dire nulla.
Lasciai la tazza mezza piena sul tavolo.
«Senti, e...e se lo gestissi io da ora in poi? Non è difficile, facciamo il concerto, penserò a tutto io, Federica e Aurora mi daranno una mano. Posso chiedere anche...anche» deglutii «Anche a Ed e a Liam. La cosa potrebbero funzionare. Deve funzionare.»
«Iris...» non lo lasciai finire.
«Tu non ti dovraipiù preoccupare di nulla, pagherò tutto io, gestirò io le consegne e gli ordini. Per favore.»
«Non si tratta di cederti il negozio, vorrei che fosse tutto così semplice...»
«Tony, il negozio non può chiudere» mormorai lasciando sfuggire qualche lacrima.
Ci tengo troppo, decisamente troppo.
«Intanto vediamo il concerto, intando vediamo come va l'incasso, e poi vedremo. Ci penserò»

********


Bussai freneticamente alla porta.
Continuai e continuai all'infinito fino a che la porta non si aprì.
«Chi...» non gli diedi il tempo di parlare che mi ero già precipitata dentro.
Ero nervosa. Era da quella mattina che continuavo a mangiarmi le unghie e a camminare, piangere e sospirare.
Finalmente mi ero decisa a fare qualcosa.
«Ed, ho bisogno del tuo aiuto» mormorai imbarazzata.
«Sono le due di notte. A te la concezione di orari non ti è tanto chiara?» biasicò impastato dal sonno. «E poi, non eravamo estranei
Forse mi ero decisa un po' tardi. Ma meglio dopo che mai.
«Ho bisogno del tuo aiuto, non rendermi più nervosa di come già non sono!»
«Hai bussato tu alla mia porta!» «Stai zitto e ascoltami!
» Gli spiegai tutto quello che mi aveva detto Tony.
«E quindi....vuoi ripensare alle idee che avevo per il concerto. Suonerai?»
Annuii. «Ma non canterò mai, che ti entri bene in testa!»
Lui rise.
E non so perchè, lo feci anche io.
«Un'altra cosa: non dire nulla a nessuno. Deve rimanere segreto.»
«Auro e Fede?»
Auro e Fede? Da quando in quà le chiama Auro e Fede?!
«Sopratutto non lo devono sapere loro!»
Auro e Fede
Non capivo perchè mi dava tanto noia.
«Ti va di metterti al lavoro?» mi indicò un piano verticale, che nemmeno avevo notato.
Era attrezzato il ragazzo.
Sopra c'erano delle foto di lui da ragazzino.
In alcune foto c'era una ragazzina, lunghi capelli mogano che si muovevano come onde selvatiche e due occhi verdi vispi come un gatto.
Mi era familiare.
Sembravano molto legati...
Mi concentrai solo sui tasti del piano.
«Allora» disse prendendo una chitarra, sdraiata sul divano «Che canzoni vuoi suonare?»
«Non conosco le tue canzoni, però voglio suonare quella che cantavamo al negozio e quella....si, Firfly, credo che si chiami, giusto?»
Lui annuii.
«Poi....poi bhò. Le canzoni sono le tue, sceglile tu»
«Che ti succede?»
Lo guardai stranita.
«Di soltio mi tratti di merda»
«E' l'orario.» dissi.
Si. Doveva essere per forsa l'orario.
«A quest'ora non sono tanto lucida» aggiusni prima di tuffarmi nelle note e dimenticare tutto quanto.




 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

«Buongiorno» sussurrò una voce abbastanza vicina.
Mi svegliai di colpo, strabuzzando  gli occhi.
«C-Chi, c-che cosa?!» 
Mi guardai intorno.
Non ero a casa mia. Non ero a casa mia!
Ero appoggiata....a Ed, che  mi guardava sorridendo.
Avvampai.
Mi alzai di scatto, e mentre mi alzavo scioccata, mi accorsi che il suo braccio stava cingengo la mia vita.
No.
«Oddio!» sbottai rischiando di inciampare nella mia ombra.
Oddio, no. Avevo dormito a casa di Ed.
Ora come l'avrei spoegato a tutti?
Ehi, ciao. Sono Iris, e stanotte non ho dormito a casa mia perchè sono rimasta da Ed Sheeran.
«Credo che ci siamo addormentati» rise.
Che cosa c'era da ridere. «Brutto mostro. Non ti azzardare a dire nulla a nessuno di questa faccenda, chiaro? Nulla! E' un altro segreto! Federica e Aurora non lo devono sapere.Oddio, sono spacciata. Mannaggia a te!»
«Sei logorroica. Non l'avrei mai detto»
«Non sono logorroica, ho solo tante cose da dire! Brutto idiota!»
«Di prima mattina sei anche più scorbutica di prima»
«Merda» sbottai passandomi una mano tra i capelli. «Che cazzo, non mi potevo avvertire?! »
«Di cosa ti avrei dovuto avvertire? E comunque che c'è di male. Siamo amici.«
Scoppiai  a ridere di gusto. «Io e te amici? Ma fammi il piacere! Oddio, ora solo perchè ci siamo incontranti un po' di volte al negozio, e perchè abbiamo suonato insieme un paio di volte, e io sia venuta al tuo  merdoso concerto non significa che siamo amici!»
Lui rise.
Che caspita c'era di divertente in tutto questo?
«Guarda cge sei venuta tu alle due di notte a casa mia!»
«E' stato un errore madornale, cavolo! Volevo solo salvare il negozio!» sbuffai.
«Stronza.»
«Come prego?»mi venne da ridere.
«Oltre a logorroica, sei anche stronza. E' piena di contraddizioni.»
«Oh, ma come sei tenero. Ora mi commuovo per tutti questi bei aggettivi»
Il rosso si scompigliò i capelli.  «Che caratterino»
Come tutta risposta puntai le mani sui fianchi e misi il brocnio.
«Ah, la bella bimba se l'è presa?» Ed  sorrise.
«Sono venuta da te solo per il negozio. Non per nient'altra cosa. Punto»
«E io credevo che tu mi amassi alla follia»
Avvampai. Il cuore a mille. «Non dire stronzate, Ed. Io innamorata di te!? Io?! Ah-ah, bella battuta. SI, certo, come no'. Certo che se proprio pieno di autosima, bello mio. Io, innamorata di uno come te? Mai. Solo nel tuoi sogni»
«Logorroica, stronza, piena di contraddizioini e innamorata di me. Wow»
Mi avvicinai con passo di carica, il dito puntato contro al suo petto.
«Tu brutto...»  le parole mi morirono in gola quando le mie punte delle Converse toccarone le sue puntoe delle scarpe.
I nostri corpi erano così vicini.
Sentivo il suo respiro sulla guancia.
«Ok, so di aver ragione.  Vuoi scommettere che sei innamorata di me?»
Mi sentivo piccola piccola di fronte a lui.
Avevo persino paura di respirare.
OH NO.
Avvicinò lentamente il suo volto al  mio.
«Ed...»sussurrai prima che le sue labbra sfiossassero le mie.
La porta si spalancò immediatamente.
«Iris, congratulazioni»
NO
Federica e Aurora, poggiate allo stipite della porta.
«Ragazze...»
«'Federica e Aurora non lo devono sapere'
» Aurora fece il verso alla mi  affermazione.
Merda.
«Pensavo che fossimo amiche» mormorò Federica trattenendo le lacrime.
«Io...»
«Iris. Vi stavate per  baciare. Non raccontarmi cazzate, ah, vi siete incontrati un po' di volte, è? E perchè non ci hai detto nulla?»
Ed era silenzioso e pensieroso e osservava tutta la scena immobile.
«Io...» le lacrime iniziarono a graffiarmi le guance.
«Rispondi, lurida»
«Non lo so»
«Sai che ti dico, Iris? Sai che cosa ti dico? Non vogliamo più vederti. E sai un altra cosa, vai a casa e fai le vaige. Non tornare mai più. E per farti sentire ancora più in colpa, avevamo organizzato una festa a sorpresa, oggi compi 19 anni, ricordi?» la riccia era furibonda.
«Buon compleanno Iris. Ciao Ed. Ci vediamo al concerto. Forse. Per fare le tue cose vieni stasera , così non ci incontriamo» 
Si dileguarono.
«Iris...»
Guardai Ed. «Mi dispiace»
Non risposi e anche io mi dileguai.
Corsi  a caso , senza meta e destinazione precisa.
Sentivo ancora le lacrime uccidermi l'anima.
Che cazzo avevo combinato?
Cosa diavoo avevo fatto!
The worst thing in life come free to us
Mi girai spiazzata da quelle parole e da quella voce.
Ah, era solo una radio di una ragazzina.
Sospirai.
E tra l'altro...mi ero anche innamorata.
E' già.
Come era possibile?
«Fanculo» mormorai.
In quel preciso istante, Londra  decise di punirmi.
Iniziò a pivere a dirotto.
Ci mancava solo questa.
In un quartiere che non conoiscevo, senza cellulare,  con il cuore spezzato.
Vaffanculo a tutti.
Nemmeno me lo ricordavo che era il mo compleanno!
16 anni di amicizia rovinati....rovinati per colpa di Ed.
Anche se il vero colpevole ero io.
Era tutta colpa mia.
MIA.

«Tutto bene?» 

Mi tirai su, ero accasciata, seduta sul bordo di un marciapiede, sotto l'acqua incessante.
Cercai di sorridere, e afferrai la mano che mi aveva porso.
«Grazie» mormorai cadendo tra le sue braccia.




 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Prima di iniziare a scrivere, vorrei semplicemente ringraziare tutte le ragazze che leggono e recensiscono questa mia FanFiction ,siete semplicemente meravigliose!
Un ringraziamento speciale va a Serena, Eugenia e anche a  Giulietta.
Siete speciali!


«S-sei sicuro che per te va bene?»
Il ragazzo mi sorrise. «Certamente, fiorellino»
Liam prese le mie borse.
Non ci credo, me ne stavo veramente andando via da casa mia.
Avevo il cuore in milioni e milioni di pezzettini, e tra l'altro domani sera ci sarebbe stato il concerto di beneficenza, e non sapevo nemmeno dove era il palco.
In questo periodo avevo mille cose tra la testa: Ed, il negozio che chiude, Auro e Fede, la mia famiglia.
La mia famiglia, già.
Che cosa gli dovrei dire se venisse loro voglia di andare a casa, e scoprire che non abituo più lì, ma con il fratello di Ed Sheeran che quasi nemmeno conosco?
Sospirai.
Mi guidò nel suo appartamento.
Era piccolo ma accogliente.
Sunito nel salotto c'erano alcune chitarre e anche qui un piano verticale.
Cavolo però se ci andavano leggeri in fatto di strumenti musicali.
Entrambi amavano la musica.
Poi improvvisamente mi balenò in testa la frase che aveva detto Tony quando l'avevo conosciuto :Lui è Liam, suonerà anche lui al concerto di beneficenza.
«Liam?»
«Mmh?»
«Ma domani suoni? Che cosa? »
«Mi sebrava che Tony te lo avesse già detto, no? Credo che suonerò un po' di Led Zeppelin»
Sgranai gli occhi.
«Riepti immediatamente quello che hai detto!» gli puntai contro il dito.
«Credo che suonerò un po' di Led Zeppelin?»
«Oddio, santissimo ciento onorato, io ti adoro. Basta, ho deciso. Da ora in poi sei il mio migliore amico. Punto» gli occhi mi brillavano.
Rise. «Allora vai a ringraziare mio fratello, è colpa di quel pel di carota se ascolto buona musica, senza di lui forse sarei un emo»
Ed.
Rimasi annichilita e quindi non seppi come rispondere. 
«Il gatto ti ha mangiato la lingua?»

Mi svegliai dalla mia trance. «Led Zeppelin.»
«E' il loro nome, già» 
«Bene, quindi ...programma della serata. Ed e me, tu con i Led Zeppelin....e poi?»
«Poi vengono due vecchie amiche di mio fratello. Serena e Juliette»
Vecchie amiche.
SOLO vecchie amiche.
DEVONO essere solo vecchie amiche.
«Ah, e questo lo vengo a sapere solo ora?»
«Già» Liam rise di nuovo «Ah, penso che voglia invitare anche Nina, la sua ex»
L-la sua Ex.
EX-Ragazza...vuol dire che prima si amavano.
E se magari lei è ancora innamorata di lui? E se lui si rimette con lei?!?!
No.
No.
Iris smettila di fare la bimbetta innamorata! Urlai a me stessa.
Scossi la testa.
«Ehi, calamti. Sei più carina tu»

Avvampai. «M-ma di c-cjhe cosa stai p-parlando?! I-io...»
«Fiorellino, lo sai che si vede a distanza di centomilioni di chilometri che sei innamorata pazza di mio fratello?»
Oh merda.

La porta iniziò a suonare ripetutamente. Liam non era in casa.
E ora?
Che diamine dovevo fare?
Respirai e andai ad aprire.
Mi ritrovai davanti ad una diciasettene bionda e dagli occhi color cioccolata calda.
«Liaam! Ciao com-» le morirono le parole in gola quando si accorse che io non ero Liam.
«Ehmmm..tu sei la ragzza di Liam?»

Sorrisi. Come era carina quella ragazza. «N-no. Sono solo un'amica. Le mie conquiline mi hanno sfrattato, è una lunga storia. Comunque, piacere , Iris Rose»
Lei mi allungò la mano. «Nina. Il mio nome è Nina Nesbitt»
Oh.
Quella Nina Nesbitt, l'ex-ragazze di Ed.
Ok.
Respirai profondamente e le strinsi la mano.
Ho detto che era carina?
Bhè, scordatevi che l'ho detto io....

«Edddd!» la bionda corse ad abbracciare Ed.

Ma come! Non erano Ex!
Gli ex non si comportano in questo modo tra di loro! No!
«Ehilà, Nina! Tutto bene?»
Liam accanto al rosso mi sorrise divertito.
Lo fulminai. Che cosa c'era da ridere?!

Poi, dopo circa un quarto d'ora di quel dannati baci e abbraccia tra dannati Ex, quel rosso dei miei stivali (purtroppo non la pensavo veramente così) si accorse di me.
«Iris! Tutto bene con Auro e Fede?»

La  bionda prese parola.
 «Auro e Fede?»
Un dubbiò si levò nella mia testa.
E cercai di scacciarlo, senza troppi risultati.
«S-si, sono le ex coinquiline di Iris, mie fan»
Nina annuì a disagio e rimase finalmente ritta.

«Ora vivo con tuo fratello, pensa un po' come sono messa»
«Ehi!» Liam mi spinse










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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La porta si aprì di colpo, mentre noi quattro ce eravamo messi a chiaccherare amorevolmente su quello che sarebbe stato il concerto domani.
Una bionda (un'altra!) e una rossa irrupperò in casa.
«Ehi, Ed, non ci saluti?» disse la rossa.
«Ma certo che ti saluto Juliette, e ovviamente anche a te, Serena» Ed corse ad abbracciarle entrambe.
Liam senza farsi vedere mi tirò un pizzicotto sul gomito per attirare la sua attenzione. 
Mi avvicinai di più a lui, anche se eravamo seduti accanto. «Sarei geloso anche io se la ragazza che mi piace avessi non so quanti pretendenti»
Gli tirai una gomitata, e lui gemette per il dolore.
Io dovetti soffocare una risata.
Juliette e Serena.
Sospirai.
Si avvicinò al mio orecchio. e sussurrò «Anche di loro sei più bella tu»
«Bravo Liam, bravo» mormorai giocando il peggio sorriso assassino di sempre.
«Avete detto qualcosa?» Nina si gira verso noi due.
«No, assolutamente nulla» sorrisi a falso gioco.
«Ah, mi è sembrato» la diciasettenne continuò a concentrare la sua attenzione su quello spettacolino davanti a noi.
Juliette e Serena continuavano a mettere le mani addosso al mio...a Ed!
Ohh care ragazze, fareste meglio a tenerle al loro posto, se ci tenete.
Quando finalmente ci fu un minuto di silenzio mi alzai in piedi e corsi da loro.
«Piacere Iris Rose» ah, come ero brava a fingermi lieta di conoscerle.

Finalmente se ne erano andati tutti.
Ah, un po' di pace.
Più o meno.
Tralasciamo il fatto che Liamè da mezzora che ripete "il fiorellino è cotto, il fiorellino è cotto e geloso" e che più che un triangolo, qui c'è un ettagono!
«Secondo te ho qualche possibilità?»
«Se parlassimo solo di te, bhè, assolutamente si. Ma mio fratello, bhò, conosci Ed. Lui ha tutte le sue idee»
«Di la verità, sei innamorato di me?» risi.
Lui sorrise. «Può darsi» sibilliano rise di nuovo.

*****


«Sei pronta? Siamo tutti qui, e stiamo aspettando solo te» Ed rise.
Io dall'altra parte della porta avvampai. «Io...io così non ci esco!»
Sentii qualcuno sbuffare.
«Entro, ok?» fece Ed.
«No! Non ti azzardare, al massimo può entrare solo Liam!»
«Arrivo»
In pochi secondi era entrato nella camera che mi aveva dato.
Ero nascosta dietro la tenda.
Mi vergognavo a morte.
Non avevo mai, dico, mai, indossato una gonna.
MAI!
«Esci fuori!» disse affettuoso.
«Mi vergogno, andate voi!»
«Iris, non fare la bambina»
Timidamente uscii da dietro le tende, continuando a tenermi la gonna del vestitono nero.
Si, mi ero messa il vestitino che mi avevano regalato le mie amiche, quella sera mi sarei fatta perdonare.
Si. Ce l'avrei fatta.
«Wow» sussurrò.
Lo guardai scettica. «Sembro un pagliaccio!» «Fiorellino, sei semplicemente meravigliosa»
«Provalo!» lo sfidai.
Lui si avvicinò, il suo volto vicino al mio.
Troppo vicino.
«Iris»
«Mmmh?» 
Il mio cuore batteva a mille.
«Sei bellissima» mi baciò la fronte.
Rimasi un po' delusa.
Anzi, mi caddero le braccia, ero convinta che mi stesse per baciare e invece...
Rimasi in silenzio.
«Dai andiamo» sospirai e annuii.

Seguii Liam fuori dalla porta.
In soggiorno c'erano tutti
Juliette, Serena, Nina e Ed.
Le  tre ragazze erano semplicemente meravigliose, a loro si che la gonna donava.
A me no.
Assolutamente no.
Tutti rimasero in silenzio a fissarrmi.
Ecco. Visto?

«Lo so che sono ridicola, ma possiamo andare per favore?»

Ed prese la parola, schiaraendosi la voce. «Andiamo, vi faccio vedere il palco»

Non conoscenvo nemeno quella parte di Londra.
Era un posto meraviglioso, il palco era alto, il più alto che avevo mai visto.
C'erano già piccoli gruppi di fan, probabilmente di Ed...o di Nina.
Serena si avvicinò furtivamente a me.
I capelli biondi erano semplicemente bellissimi, indossava un vestito a fascia blu cobalto, in tinta con i suoi occhi meravigiosi.
Cavolo, tutto bellissime tranne me.
Ci credo che Ed nemmeno mi guardava.
Mi rimproverai mentalmente per questi pensieri futili e guardai Serena. 

«Nervosa?» mi domandò.
«No. Affatto. Tu?»

Lei annuì. «Prima di cantare sono sempre nervosa»


«Buona sera a ttutti per essere venuti a questo concerto! Per chi non lo sapesse serve a contribuire i pagamenti per far restare aperto il negozio di strumenti musicali migliore del mondo! Stasera qui con noi alcune persone hanno voluto partecipare, tra di loro c'è anche Nina Nesbitt» anncucciò il rosso al microfono.
Un ulro si levò dalla folla.
Non avrei mai pensato che ad un concerto di beneficenza ci potessero essere così tanta gente.
Mhà. Saranno qui per vedere il famose Ed Sheeran e la bellissima Nina Nesbitt...
«Prima però di inziare vorrei presentarvi mio fratello, Liam!»
Un altro urlò  si levò dalla folla.
Il ragazzo, accanto a me, mi diede una pacca sulla spalla, e poi andò lì, sul palco. «Ciao a tutti! E' un onore essere qui su  questo palco con mio fratello e le persone meravigliose che parteciperanno stasera» mi lanciò un occhiata «Scateniamoci, voglio che vi divertiate!»
Risi. «Scommetto che le ragazze in questo pubblicò non vogliono più sentirmi parlare, quindi, che ne dite di iniziare?» Ed prese la chitarra e se la mise al collo.

Liam ritornò dietro le quinte.
«Fiorellino, preparati psicologicamente»

Lo guardai stranito.
«Lei è la mia ragazza, Nina Nesbitt. Questo duetto è dedicato a tutte le persone innamorate»





 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

La sua fidanzata.
La sua fidanzata!
No.
Non è giuto, no!
Sentii la terra crollarmi sotto i piedi.
«Che cazzo ha detto quel demente?» sbottò Liam.
Lo guardai, mi sentii gli occhi lucidi.«M-ma n-non intendevi questo?»
«Ma no! Quel...oddio...pensavo che si trattasse solo del duetto, scusami, Iris»
Apoggiai la testa al suo petto. «Ti voglio bene»
«Fiorellino, dai, che c'è tutta una serata» mi sussurrò prima di sentire le voci dei due mischiarsi in un tuttuno.
Eh si.
Eran fatti prorpio l'uno per l'altra.
L'amore fa schifo.
Restai lì, dietro le quinte ad osservare quei due innamorati cantare in modo celestiale.
«Piccola, tocca a te fra poco, pronta?»
Sospirai «No. Ma lo devo essere, giusto?»
«Giusto»
«Non vedo l'ora che tutto questo finisca» sbuffai sospirando per l'ennesima volta.
Mi staccai da Liam e iniziai a passeggiare avanti e indietro.
Juliette, con i suoi capelli rosso fuoco si aviccinò. «Ehi, tutto bene?»
Annuii. «S-si»
La ragazza sorrise, ma non sembrava essersela bevuta.
Tornai vicino al punto esatto in cui il palco visibile confinava con il dietro le quinte.
«Bene, vi siete divertiti?» domandò Nina al pubblico che esultò «Ora vi lascio nelle mani di Ed e di una ragazza fantastica, vi presento Iris!»
Una ragazza fantastica?
Mhà.
Entrai in scena.
Non ero agitata per tutte le persone che c'erano, ero agitata perchè Ed era fidanzato e dovevo suonare con lui, a qualche passo di distanza.
Diedi un occhiata al pubblicò, tra le prime file la mia famiglai.
Feci l''occhiolino a mia madre e porsi tutta la mia attenzione a quel pianoforte digitale così vicino allo sgabello dove si sarebbe seduto Ed.
«Ehi, come va? » sorrisi, parlando al microfono.
Qualcuni fischio. Ma non il fischio che mi sarei aspettata, no. Non uno del tipo "Fai schifo, vattene" no.
Un fischio più del tipo che i ragazzi lanciano alle belle ragazze.
Ah, doveva essere cieco.
«Suoneremo insieme alcune canzoni, spero che vi piaccia» Ed nemmeno mi rivolse uno sguardo.
Schifoso.
«Questo è..Give me Love»
Inizia ad accompagare la sua voce e la sua chitarra.
Chiusi gli occhi e mi persi nelle note per non pensare ad altro, peccato solo che Ed stava cantando quelle parole che ora mi facevano così...così pensare a quanto fosse incredibile.
Eppure...eppure non potevo avere niente di questa incredibilità.
Proseguimmo a Firfly.
Al ritornello, quello che ormai mi piaceva abbastanza , finalmente mi guard di sottecchi.
Sembrava...quasi imbarazzato, ma da cosa?
Senza ripensarci iniziai a canticchiare sempre più forte il ritornello.
Fu quasi istantaneo.
Nemmeno mi ricordai che al piano c'era anche un microfono...
Solo quando la canzone era finita  mi accorsi che avevo finito di cantare la canzone da sola.
Ed si era fermato.
Oddio.
Sospirai e guardai annicchilita il rosso.
«Cosa diavolo mi hai fatto fare?»sibilai.
Lui rimase zitto e sorrise. 
Un enorme applauso si levò dal pubblico.
Diedi un occhiata dietro le quinte, Liam mi sorrideva a 32 denti.
Ricambiai il sorriso.
Cantai da sola anche Wake Me Up, ci stavo prendendo gusto a rubare la scena al mio rosso.
«Uh, ragazzi. Mi hai appena rubato gli applausi» disse al microfono, risi, e salutando tornai dietro le quinte.
«Fiorellino, ma come siamo brave!» mi abbracciò Liam «Mi hai stupito, sei...sei celestiale»
«Ruffiano»

«Iris, puoi aspettare un secondo?» Ed mi prese un braccio.

Quel contatto mi lasciò senza fiato, e cercai di non darlo a vedere.
«Sei stata...»

Non pensai più a nulla, e lo baciai sulla guancia.«'Notte Ed»

 



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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

«Secondo te ho fatto bene?» sussurrai sedendomi sul divano
«Assolutamente si, lo sai. Mio fratello è senza speranza» 
Sorrisi. «Sei un grande»
«Lo so»
Scoppiai a ridere,mapoi tornai subito seria. «Non sono riuscita a vedere Federica e Aurora...»
«Scometto che c'erano, non ti preoccupare, vedrai, trovemo un modo per sistemare tutto»

Quella mattina mi svegliai tra le sue  braccia.
Che belrisveglio vero?
Lo lasciai dormire,e  presi una delle borse in cui avevo messo i vestiti.
Non avevo sfatto nulla, non mi ero rassegnata all'idea di vivere lontano dalle mie migliori amiche.
Presto avrei fatto pace.
Dovevo far pace.
Nel corridoio,qualcosa di pesante cascò da quella dannata borsa.
Sospirando, mi chinai a raccogliere il malefico oggetto.
Un album di foto, di quando vivevo ancora qui a Londra. Dopo gli avrei dato un occhiata.
Mi chiusi in bagno, e inpoco tempo mi vestii e mi lavaii.
Liam dormiva ancora, pigro il ragazzo.
«A dopo» sussurrai alla casa prima di  uscire.
L'appartamento del bruno era abbastanza lontno dal negozio, Tony mi aspettava per discutere.
Appena varcai l'ingresso, notai che il rosso stava discutendo con l'uomo affettuosamente.
Sembravano molto legati quei due.
Sorrisi, ma poimi rabbuiai ricordando che Ed si era fidanzato.
«'giorno» salutai entrambi.
«Ehi, Iris. Eccoti» Tony sorrise felicemente.
«Ehi, andiamo dritti al punto. Quanto abbiamo guadagnato?» domandai sedendomi.
«Bhè...» Ed sospirò «Abbastanza per pagare tutti i debiti, e comprare altri quattro negozi!»
Si!
Scattai in piedi esultando «M-ma è semplicement fantastico! Si! » di impulso abbracciai Ed.
Merda.
Lui ricambiò l'abbraccio.
Avvampai e velocemente mi staccai da lui, non riuscii a guardarlo in faccia.
«Aspetta cara ad esultare....resta il problema della gestione» Tony si alzò in piedi e iniziò a passeggiare «Iris, non ho dubbi che tu sia in grado di amare e gestire questo posto»
Sorrisi. 
«Quindi lo intesterò a te e ai miei nipoti»
Il rosso rise,
«E-e c-chi sono questi nipoti?»
«Piacere Ed Sheeran» il ragazzo si alzò e mi tese la mano «Fiero nipote di Tony Sheeran»

«Ma tu ...perchè non mi hai detto che eri il nipote di Tony?» pigolaiintontita.
Il bruno sorrise.
«Pensavo lo sapessi,stupida
»
«E perchè lo chiamate con il suo nome?»
«Non vuole sentirsi vecchio,dice. Preferisce il suo nome» mi spostò una ciocca dietro l'orecchio «Ma dimmi un po', come mai tu non sapevi che il suo cognome è Sheeran?»

Non ci avevo mai fatto caso. «Ti giuro, non mi sono mai informata sul suo nome, e la sua firma è illegibile» 
Lui annuì.
«Racconta un  po', come andiamo a uomini?»domandai.
Alzò un sopracciglio. «Uomini?»
Scoppiai a ridere rendendomi conto di quello che avevo detto. «Oddio, scusa. Sono così abiutuata a chiederlo a Auro e Fede, che ormai non ci penso, pardon,come siamo messi a donne, caro mio?
»
«Diciamo che ho messo gli occhi su qualcuno»
«Scommetto che si tratta di Juliette, oppure di Serena. Non sarà mica Nina?»
«Non te lo dico, pettegola»
«Non sono pettegola, sono donna!»
«Appunto»

Borbottai delle parole non tanto belle. «L'amore fa schifo,confermi? Sei sempre innamorato della persona che però va dietro a qualcun'altro. Che schifo»
Lui annuì. «A chi lo dici»
«Dai voglio sapere chi è la fortunata»
«E' una stupida contraddittoria che va dietro a mio fratello»
«Ah, un altra? E no, tienimela lontano a questo punto credo che Ed abbia già troppe pretendenti!»
Questa volta fù lui che borbotto qualcosa,ma non capii nulla.
 «Ma se fossi in lei, a quest'ora starei già con te» 
«Stupida»


Erano le dieci e mezzo, e non riuscivo a prendere sonno.
Stavo pensando a tutto quello che mi stava capitando.
Appoggiai la testa al cuscino.
Cavolo se era duro!
Mi diedi un pugnetto in testa.
Che stupida, ci avevo messo sotto l'album di foto.
Lo presi e lo aprii.
Com'ero carina! In quasi tutte le foto sorridevevo  spensierata, e in braccio tenevo sempre un osacchiotto.
Mi ricordavodi lui!
Lo avevo chiamato Cyril, ma non mi ricordo perchè. 
Cel'avevo ancora,lo avevo messo dentro in qualche borsa prima di venire qui con Liam
Domani lo avrei cercato, così, per ricordare i vecchi tempi.
Il cellulare imrovvisamente squillò.
Risposi«Pronto?»
«Ciao, sono Nina»









 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

«Ehmm...si?»
E ora che diamine voleva questa qui? 
«Possiamo incontrarci, dovrei parlarti»
Mi venne da ridere con il tono in cui lo disse.
Cercai di restare seria. «Dove?»
«Caffetteria sotto casa di Ed?»
Sospirai «Arrivo»
Riuchiusi l'album di foto,il viaggio dei ricordi l'avrei rimandato a più tardi.
Avrei tanto voluto sapere che cosa voleva quella lì da me.
Mha.
Con mille dubbi mi mi infilai una giacca,presi la borsa è uscii.
Erano le dieci e mezza, a quest'ora doveva pararmi?!
Menomale che c'erano i lampioni.

«Iris»
«Nina» sospirai «A che cosa devo questo incontro?»
Lei si passò una mano tra i lunghi capelli biondi. «Vorrei parlare di Ed»
Ecco,ci siamo.
Lo sapevo.
«Dimmi»
«Io lo amo, capisci?»
Sospirai. «Fin troppo, direi»
«Ma lui...lui non mi ama veramente. Non capisco che cosa voglia, ma io di certo non sono»
«E perchè lo vieni a dire a me?»
«Lui ...lui credo che voglia te»
Scoppiai a ridere. «Oh no,no cara.»
Cavolo,ora che la mia "cotta" stava passando questa qua mi viene a dire queste cose.
Io non lo so.
«Iris, credo che lui ti ami»
«Credi male, tesoro, Mi dispiace, non voglio più vedere a che fare con questa storia,è stato bello»
Nina sospirò. «Bene,io quello che ti dovevo dire ti ho detto. Vado a casa mia, ciao Iris. Buona notte»
«'notte, Nina» sbuffai vedendola andarsene.
Non feci nemmeno in tempo a muovere un dito che due gocce di piggia mi cascarono in fronte.
Ma che cavolo!
Imprecai ad alta voce,e nel giro di pochi secondi, diluviava.
Tempo del cavolo.
Iniziai a camminare per il marciapiede,da sola, infreddolita e bagnata.
Che vita di merda.
«Ehi bellezza, che ci fai tutta da sola vuoi un passaggio sotto il mio ombrello?» un uomò sulla trentiva si avvicinò con un sorriso sghembo.
Lo ingorai e continuai a camminare.
Questo però continuava a seguirmi.
Ci mancava solo questa.
«Ehi, tesoro..» l'uomo allungò il passo, fino a prendermi il braccio e a constringermi a fermarmi.
«Oh, ma come sei bella»
«Lasciami» sibilai cercando di liberarmi dalla presa.
Ma mi  faceva male, e sembrava tutto inutile.
Iniziai a piangere.
Come una bambinetta.
Che stupida.
Il cuore batteva velocemente, aiuto, avrei voluto gridare, ma le parole nonmi uscivano.
«Ehi, lasciala stare»
L'uomo lasciò la presa.
Chiusi gli occhi.
Non so per quanto.
E non so nemmeno perchè.
Mi sentii abbracciare da dietro.
Liam?
No.
Ed?
Si.
La testa mi faceva male,sentivo la gola andare in fiamme.
«Iris! Tutto bene?»
Rimasi in silenzio.
Mi girai, tuffai la testa nel suo petto, e lo strinsi a me.
«Oh, piccola»

Lo guardai negli occhi.
Cavolo, perchè doveva essere così bello, danazzione?!
Restai in silenzio, mentre le lacrime continuavano a scendere.
«Ehi, basta. Sei con me ora, dai, vieni»

«Grazie Ed»
Lui invece di rispondere, mi sfiorò una guancia con il dorso della mano, e avvicinò il suo volto al mio.
Oh dio.
Mi baciò.
E si.
Mi baciò.
E io ricambiai, felice.
Sentivo il cuore esplodere dalla gioia, toccavo il cielo con un dito.
Mi strinsi a lui.
A Ed.
«Andiamo ora, dai»



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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

A Serena, che mi minaccia per farmi scrivere così veloce 

Mi svegliai così. Abbracciata a questo angelo rosso.
Questa volta non mi scansai omi dimenai.
«Giorno Iris» mi sorrise, appena si accorse che ero sveglia anche io.
Aveva una voce orribile.
«'Giorno» feci io.
Ma anzichè orribile, la mia voce era quasi il verso di un corvo.
«Sei malata, lo sai. Ieri con tutta quella pioggia, ti devi essere presa qualcosa. E io, per colpa tua, ho preso la febbre da te»
Sorrisi. Quando sono malata sono una pappamolle, non so rispondere e agire come vorrei.
«Io l'avevo detto che sei innamorata»
Avvampaii. 
«Non ti preoccupare, credo di essere affetto anche io di questa malattia»
Sembrava quasi una favola.
Wow.
«'Fanculo, Ed»
«Come sei tenera»

Pensai a Nina, a quello che mi aveva detto.
Già,Nina.
Mi alzai di scatto scuotendo la testa.
«Oh no, no, no»
«Che c'è?»
«Nono! No» sospirai e mi alzai in piedi «Devo andare, Ed. Dimeticati di tutto quanto, ho fatto una cazzata. Oddio, Ed.Io ti odio»
«Ma che ti prende?»
Una lacrima mi rigò il volto.  
«Ciao Ed»
Corsi via,piangengo.
No.
No.
Lo amavo.
Si.
Ma non potevo permettere che accadesse tutto questo.
Mi sentivo così confusa, volevo restare con lui, ma non potevo.
«Iris»
«Non ti amo» sussurrai prima di scappare, piangendo.

Mi richiusi in camera mia, a chiave.
Liam non si era nemmeno accorto che ero rientrata.
Mi sentivo a pezzi.
Avevo fatto una cazzata, perchè l'avevo lasciato? Diamine.
Sapevo fare solo le cose sbagliate.
Vaffanculo
Mi sdraiai, e mi accorsi che l'album di foto aspettava solo di essere sfogliato.
Sospirai e dopo essermi messa sotto il piumone, iniziai a sfogliare le pagine.
Io.
Io.
Io e Ricky.
Io, Ricky e Greg che giocavamo.
Tutta la famiglia insieme.
Che bei ricordi.
Le lacrime riiniziarono a scendere a fiumi.
E non capii nemmeno il perchè.
Sfogliai una pagina.
Ero io, a tre anni, alla festa di compleanno di qualcuno, sempre a Londra. 
Eccolo, il festeggiato doveva essere quel bimbo.
Con i capelli rossi e le lentiggini.
Oh.
Oh no.
Girai pagina, io e lui a braccietto.
Io e lui  che ridevamo.
Crollai.
Oddio.
Quel bimbo era Ed.

Girai ancora pagina.
Quattro anni, vacanze estive a Londra!
Riconobbi la foto.
Era la stessa che c'era sul pianoforte di Ed.
Quella bambina ero io.
Ecco perchè mi era famigliare.
Mi caddero le braccia.
Liam entro assonnato in camera, senza nemmeno bussare.
«Tutto bene? Ti ho sentita piangere»

Scossi la testa e corsi ad abbracciarlo.






 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

«E queste?!» urlai scaraventandogli le foto addosso.
Lui mi guardò colpevole.
«Tu lo sapevi, lo sapevi!»
«Si»
Crollai a terra «Perchè on me l'hai detto?» sibilai «Perchè?!»
«Che cosa avrebbe cambiato?» si chinò con me, e mi abbracciò.
«Lasciami»
«No»
«Nina ti ama, Tu stai con lei, tu la ami!»
«Anche tu mi ami, però»
Scossi la testa e mi liberai dall'abbraccio «Ti supplico, lasciami, non ti amo»
BUGIA.
BUGIA.
«Bene, addio Ed» mi alzai, e lui si alzò con me.
«No»
«Addio Ed» ripetei furiosa, e feci per andarmene ma il rosso riuscì ad afferrarmi un braccio e a farmi voltare.
Mi avvicinò a se, e senza lasciarmi dire o fare nulla, mi baciò.
Un bacio avido e disperato.
Se per un momento le lacrime erano placate, bhè, ora erano riiniziate a scendere a fiumi. A graffiarmi e bruciarmi la pelle.
Ora non si sarebbero più fermate.
«Iris ti amo»
Mi ama. «No» mi staccaii e uscii.
Corsi via, senza destinazione.
Confusa.
Tanto confusa.
E' da quando conosco Ed che mi sento come in un tunnel, in una bolla.
Isolata dalla realtà, piena di dubbi, di incertezze.
E non so  cosa fare.
Non avevo la più pallida idea di come agire, di qualse sarebbe stata la prossima volta.
Forse ci dovevo rinucciare.
Basta.
Forse dovevo rinnucciare a tutta questa storia.
Forse sarebbe stato meglio per tutti.
Aurora e Federica l', per conto proprio.
Serena e Juliette per loro conto.
Liam, Ed e Nina a farsi gli affari suoi.
E io?
Mancavo io.
Io...che cosa mi rimaneva?
Nulla.
Immersa nei miei districati pensieri mi andai a scontrare con qualcuno.
«Iris!»
Greg.
Con il cuore in mille e  mille piccoli pezzettini abbracciai mio fratello.
«Finalmente, è da giorni interi che provo a cercarti. Mi sto preoccupando
«Fratellone» mormorai incapace di mettere in fila due parole dopo l'altra.
«Dai, piccola mia, vieni con me»
Mi avvolse la vita con un braccio e cominciammo a camminare.
«Chi è stato a far soffrire in questo modo la mia scricciola preferita?»
Sorrisi , appoggiandomi con tutto il peso  su di lui. «Voglio tornare in Italia, con te, Ricky e mamma e papà»
«Cavolo, deve essere grave»
«Te lo dico dopo con Ricky, ok?»
Lui annui e continummo a camminare in silenzio.
Spesso il silenzio valeva più di mille parole.
Ecco l'appartamento che affitavano sempre quando venivano qui a Londra.
Appena entrai, notai subito il mio gemello che cercava di mangiare una fetta di pizza senza sporcarsi di pomodoro e di continuare la partita all' Xbox.
Sorrisi. «Gemellino, sei un maiale»
«Lo so»
«Ah, quanto ti voglio bene»

Mi misi a sedere di fianco a lui, e la stessa cosa fece il gigante (Greg).
«Che fai qua?»
«Torno in Italia con voi»
Il mio gemello lasciò cadere il joysitck e la pizza sul divano e mi saltò addosso abbracciandomi. «Mi prendi per il culo?»
Risi e ricambiai l'abbraccio, ma poi tornai seria e raccontai a quei due tutta la storia.
Non lo avessi mai fatto.





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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

«Che cazzo è successo?! » sbottarono quei due.
Cercai di fermarli, si erano già avviati verso la porta,
«Come cazzo...»
«Calmatevi porca puttana!» urlai cercando di non ridere.
Oh dio, quanto volevo bene a questi due cretini.
Il problema era che loro non scherzavano affatto.
«Io ammazzo prima quell'Ed, poi quel tizio che ti ha importunata e poi quel Liam, giuro che se scopro che ti ha messo le mani addosso, io...io...»
«Greg! Basta, ti supplico! Basta!»
Il castano respirò a fondo. «Va bene, mi calmo. Va bene»
Anche Ricky lo fece.
Ci guardammo negli occhi tutti e tre e poi scoppiammo a ridere.
«Vi voglio bene, ragazzi»
«Iris, anche noi, fidati»
«Ragazzi, allora, quando ritornate a Firenze?»
«L'aereo è dopodomani»
La porta di casa si aprì.
Mamma e Papà.
«Iris»
«Mà, Pà; torno in Italia con voi»

Quella sera restai lì, con la mia famiglia.
Dopo che ricevetti le prime cinque chiamate da parte di Liam, spensi il cellulare.
Poverino.
Non se lo meritava, lui.
Ma se volevo farla finire con questa storia dovevo troncare tutti i rapporti.
Sia con Lui, sia con Ed, che con tutti.
Basta.
Volevo riiniziare da capo.
Si, tutto da zero.
E non mi sarei mai, "infatuata" di un ragazzo.
Mai più.
L'amore, faceva soffrire.
Tanto.
«Che bello riavere una donna in casa»  mamma mi accarezzò i capelli.
Risi.

Ricky mi fece subito cenno con la testa di raggiungerlo.
Così feci, mentre mia madre ci guardava sorridenti.
Mi indicò lo scherzo della Tv.
«Cavolo, ma come cazzo hai fatto!? » sbottai guardando il punteggio.  «Mesi e mesi di duro allenamento. Sarà figo il tuo gemello?»
«Abbassa la cresta e passa il joystick, che ora ti batto»
Mia madre sospirò. «Come non detto, tu sei la peggio»
Iniziai a giocare come una forsennata e per un momento dimenticai tutta questa storia.

Ciao tutto il mondo, ero esterna a tutti.
Io e la mia famiglia.
Basta.
Perchè non poteva essere così?
«Tanto non ce la fai a battere il mio record» borbottò Ricky.
«Vuoi vedere?»
«Vai, vediamo»

Quel pomeriggio, mi presentai a casa di Auro e Federica.
Non più la mia.
Mi aprì Auro,  quasi non la rinconoscevo.
Indossava una tuta e una maglia informe.
I riccioli spettinati, e il trucco sbavato.
Sembrava reduce da una sbornia epocale.
«Thò, la stronza bugiarda»
«Chi è, Auro?!» Federica si affacciò alla porta.

Dio.
Si era tinta i capelli di nero.
Oh dio.
Che era capitato loro?
Una vocina interiore iniziò a ripetermi è colpa tua, è colpa tua...
«Che cosa vuoi?» berciò acida,  guardandomi sprezzante.
«Perdonatemi ragazze solo questo.»
«Mai» sibilò Aurora.

Cercai di sorridere ma le lacrime scapparono alla mia volontà. «Domattina parto, torno in Italia. »
«Bene, così non dorvò vedere più il tuo brutto muso»
«Vi voglio bene, addio» sussurrai, andandomene via.

Non sapevo più che pensare.
Mi decisi a passare anche a casa di Ed.
Ma non bussai, restai lì, per un quarto d'ora o forse un ora.
Non ebbi la congizione del tempo.
Solo quando sentii la sua voce, lasciai appesa alla porta una busta.
L'unico ricordo che avrà di me.
L'unico.
Sospirai.
Lo ami, Iris. Stai facendo una cazzata, tu lo ami quella stupida vocina iniziò a ripetermi le stesse inutili cose.
Mannaggia a lui.
Stupida vocina.
La porta si aprì. «Chi cazz...Iris»







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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

«Ciao, Ed. Nonostante tutto, si, devo ammettere che è stato bello conoscerti.» sussurrai.
Lui mi guardò stupito.
«Amore, chi è?» Nina si affacciò.
Nina.
Ah, capito lui.
Il furbo.
«Ciao Nina, vi saluto» feci per salutarli anche con la mano, ma mi accorsi che tremava.
Tu lo ami ancora, tu lo ami, lui ti ama....
«Perchè dove vai?»
«Via» risposi sorridendo.
«Ma...»
«E' stato  bello» continuai a ripetermi avviandomi verso casa di Liam.
E' stato bello, fin troppo
E stato orribile, fin troppo.
Sentii qualcuno corrermi dietro.
«Fermati, dimmi almeno dove vai, per favore» Ed mi supplicò.
Mi faceva tenerezza.
«Lontano» sussurrai dolcemente.
«Lontano dove?» non cercava di fermarmi, però.
«Lontano da qui, molto lontano.»


Aprii la porta, freneticamente, con la paura che Ed mi avesse seguti fin lì.
Liam era seduto, abbracciato con Serena.
Ci mancava questa.
«Oh...ciao» entrambi sussultarono.
Sorrisi. Ecco di chi era innamorato...
«Mi dispiace disturbarvi, tolgo  il disturbo subito, devo solo prendere tutte le mie borse  e la valigia»
Liam scattò in piedi. «Valigia?»
«Si, ho trovato  una casa dove stare»
«D-dove, tu non puoi andartente» Liam sussurrò mentre Sere stava a guadare tutta la scena impassibile.
Sorrisi. «E' giusto così, mi dispiace»
Lui mi trascinò in camera sua, e fece cenno alla bionda di aspettare due minuti.
«Fiorellino, che succede?»
«Torno in Italia, ho deciso. Basta, non posso più vivere qui, non ce la faccio»
«M-ma...m-ma...non puoi, no....Iris»
Sorrisi di nuovo e lo abbracciai. «Mi mancherai un casino, lo sai? Ma deve andare così, deve»
«No, no, no»
«Ehi, non fare quella faccia, Liam Sheeran» lo brontolai affettuosamente.
«Iris, non andare, ti supplico»
«Dammi una sola buona ragione»
«Ti amo»
Tum-Tum
Tum-Tum.
«C-c-.che c-c-osa?» balbettai impietrita.
E Serena?
No, sembrava che prima si amassero tanto.
Oddio, mi ama.
Liam Sheeran mi ama.

Sospirando, avvicinò il suo volto al mio, e un po' insicuro della mia reazione, poggiò le sue labbra sulle mie.
Iniziò a baciarmi calorosamente.
Un bacio che mi fece sciogliere.
Ricambia, non riuscii a fare altro.
Sono una stronza.
Una stronza.
«Resta» sussurrò alla fine di un bacio, e all'inizio di un altro.
Non riuscivo a dire niente, solo restare appiccicata a lui. «Liam»

Confusa.
Confusa.
«Dimmi, dimmi tutto. Ti supplico, ma dimmi anche che resti. Cazzo, ti amo. Lo capisci?» 
«C-credo di a-amarti anche io, ma per favore, l-lasciami andare, solo per un periodo, ti giuro che torno, torno e quando torno, bhè, mi sarò chiarita, e credo, si, credo proprio che vorrò stare con te, perchèè è quello che sento ora»
«Non mi basta» cercò di nuovo le mie labbra ma mi feci forza.
«Ti giuro che torno, te lo prometto. Ma ho bisogno di tornare, lo capisci?» mi aggrappai a lui piangendo.
«Guirami, sul serio tornerai?»

Annuii, e questa volta fui io a baciarlo, quasi disperata. «E' una promessa»

«Andiamo, dai« Papà mi diede una piccola spinta per continuare a camminare.

Mi ero fermata due minuti, per vedere se qualcuno si presentava all'areoporto.
Nessuno.
Sospirai e riiniziai a camminare trascinandomi dietro le valige.
Due, tre, quattro passi. Altri cinque e  non sarei più potuta tornare indietro.
Uno.
Due.
Tre.
«Iris! Aspetta!» Aurora

Quattro.
Mi voltai.
Cinque.
Troppo tardi...troppo tardi









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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Un nome a caso, Serena, che mi obbliga a scrivere, e che ricambio, asfissandola con la sua Fan Fiction che è semplicemente meravigliosa, ma mai come la mia x'D
Ovviamente scherzo bella mia.


Aurora piamgeva come  non mai, ma ormai avevo attraversato quel tunnel.
Stavo per salire sull'aereporto e non  ci potevo fare nulla.
La guardai e sorrisi, lasciandom,i sfuggire una lacrima.
Qualcunque cosa mi dovesse dire, era tardi.
La guadai attraverso il vetro del corridoio.
Si disperava.
Come il mio cuore il quel momento.
Sillabai "addio" con le labbra e continuai a camminare, in un silenzio terribile.
Nemmeno l'eco dei miei passi risunava nella mia testa, solo un lento e silenzioso consumarsi.
«Iris»
Ricky.
«Mmmh?»
«Tutto bene?»
«Stavo solo pensando a tutto. »
«Ormai non si torna più indietro»
Salimmo sull'aereo.
Mamma e papà accanto.
Io e Greg accanto.
E Ricky accanto a una povera ragazza che tentava di importunare.
Mi appoggiai al petto di mio fratello maggiore. 
«Credo sia normale essere  un po' tristi, vero?»
Lui annuì, e mi baciò sulla fronte.
Mi vennero in mente tutte le cavolate fatte con Auro e Fede, la prima volta che siamo venute a Londra.

«Iris, guarda guarda guarda, oh mio dio, stiamo atterrando, oh mio dio, Iris!» Federica mi stritolò il braccio e mi portò con la faccia appiccicata al finestrino.
Eravamo arrivate.
«Oh mio dio, oh mio dio!» non riuscivo a sare ferma, e tutte e tre piangevamo dalla gioia.
«Siamo Libere, fighè e a Londra! Ragazze, questa è vita, insieme per sempre»


Si, insieme per sempre. 
Si.
«Scricciola?»
«Mmh?»
«Mi sporchidi mascara la maglietta se continui a piangere»

Gli tirai un pugno continuando a tenere la testa sulla sua spalla.«Cazzi tuoi»
«Su, dai. Dimenticati di quell'Ed, di Liam, e di tutto, ora torniamo a casa»
«Mi presenti la tua ragazza?» domandai sorridendo. 
«Ricky,  brutto bastardo»
Il mio gemello sorrise e alzò le spalle.
«Nome?» domandai cercando di distrarmi.
«Sally» borbottò.
«Uhhh Inglese anche lei?»

Lui annuì.
«Non vedo l'ora di conoscerla»
Mi addormentai, con l'ipod nelle orecchie.
Solo quando mi svegliai mi accorsi che c'erano solo canzoni di Ed.

Appena scendemmo, una ragazza dai capelli neri si precipitò tra le braccia di Greg.
Sally.
Oh che teneri.
Oh mio dio.
E poi diceva a me di stare lontano dai ragazzi, che buffone.




l






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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

Ok, dopo la mia crisi esistenziale chiedendomi il motivo per cui io sia così figa e non ho ancora il fidanzato, inizio a scrivere il 20...
:'D

«No, brutto....no! No! No! No!» 
«Brutta stronza, fai  schifo!»
«Stronza la chiami la tua fidanzata, pezzo di merda» 
«Si...ma sai che ti dico Iris, vaffanculo...»
«Molto volentieri!» sospirai «Ah ma cos....si! Si! Si! Ho vinto! Ha! ti sta bene, brutto facocerto!» 
Esultai tirando per aria il Joystick e riprendendolo al volo.
«Ti odio» borbottò indignato Greg.
«Ho vinto, ho vinto, ho vinto, ho vinto» iniziai a girargli intorno saltellando come una bambinetta di cinque anni per la prima volta al circo.
«Ragazzi, dovrei farmi un bel video e postarlo su YouTube, siete incredibili» rise Sally.
Arrossii e risi. «Nessuno mi battè a qualsiasi tipo di Videogioco» affemrai incorociando le braccia al petto.
«Si, certo.» rise anche mio fratello scompigliandomi i capelli affettuosamente.
Mia madre venne in sala, dalla cucina. «Sally, che fai? Ti va di restare a cena da noi? Oppure sei troppo spaventata....non avevi mai conosciuto questi due insieme, devi vedere quando c'è anche Ricky, peggio di bambini dell'asilo , sono»
Battei un piede a terra. «Non è vero, io sono molto matura!» piangucolai.
«Già» risero tutti quelli intorno a me.
Ehy!
«Mi dispiace , ma purtroppo devo andare a casa, la prossima settimana vengono i miei cugini, e la casa è un vero disastro. Cavolo, ve li devo presentare!» Sally si sistemò una ciocca dietro l'orecchio.
«Ti accompagno, dai.» Greg prese le chiavi della sua macchina e fece cenno che sarebbe tornato a momenti.
Salutando, salii le scale e entrai in camera mia.
Oddio.
Quanti ricordi, santa mucca impanata e fritta.
Le pareti erano ancora dipinte di quell'arancione che ho sempre adorato.
Mi ricordava.....non lo so, da piccola mi ricordava i tempi di Londra.
Magari....mi ricordava Ed...no!
Sciochezze!
Era semplicemente un bel colore!
Basta.
Sospirando mi sedetti sul piumone e accesi il cellulare.
Oddio.
32 chiamate perse.
Tutte di Ed.
No.
No.
Feci finta di nulla, e cercai un po' di numeri dei miei vecchi amici in Rubrica.
C'era Eugenia, si! Avrei potuto chiamare lei, quella fan indiscussa del rap e di J-Ax.
La chiamai.
«Pronto?»
«Eugenia, ti ricordi di me? Sono Iris!»
«Iris! Ma che piacere, come stai?! Sei sempre a Londra, oddio quanti ricordi, yo»
Risi. «Sono tornata qui a Firenze, che ne dici, ti va di incontrarici domanI?»
«Oh, no. Mi dispiace tesoro mio. Da quando te ne sei andata sono cambiate un po' di cose, ora abito a Milano»
Ci restai molto male. «Ah, che peccato. Che figuraccia, oddio scusami. Ora devo rimettermi in pari. Cavolo, scusa se ti ho chiamato, ciao!»
Anche lei rise. «Ciao, yo!»
Attaccai e sospirai. Cavolo.
Dovevo essermi persa un bel po' di cose.
Maledetto a me.
Lasciai il cellulare sul mio letto e scesi in cucina ad aiutare mia madre.
«Iris, tutto bene?»
Scrollai le spalle.
«Devi avere la febbre, non mi aiuti mai in cucina. Cavolo, Londra ti ha proprio cambiato, quanto mi sei mancata piccola mia» sorrisi e  iniziai a tagliare le verdure per l'insalata.

«Iris, iris, la mia sorellina, Iris» iniziò a canticchiare Ricky  girandomi intorno.
Era un gioco che facevamo fin da bambini, quandio non sapevamo che fare ci mettevami a girare intorno a l'altro dicendo o canticchiando  le prime cose che ci venivano in mente.
Che cosa stupida?
«Smettila Ricky, dai, mi fai venire il mal di mare»
«Mi sei mancata troppo, diamine.»
Sorrisi e lo abbracciai. «Anche tu se è per questo»
«Dimmi un po'. Stasera non hai nulla da fare. Di va di uscire un po' con me?»
Appoggiai la testa alla sua spalla. «Certo, discoteca?»
«No, meglio»
«Mi preoccupo così»

«Noi usciamo, ciao» annucciammo.
Diavolo, ero l'unica della famiglia che non aveva la patente, mi sentivo una mezza tacca.
Montai in motorino dopo mio fratello e mi aggrappai a lui.
«Pronta?»
«Ovvio»
Partimmo, e inizò a guidare verso il centro città.
Era tutto come l'avevo lasciato, bhè , quasi tutto.
I negozi, le vie, persino gli alberi erano sempre li stessi.
Quasi mi commossi a tutti i ricordi che tenevo racchiusi in questa città.
Eccolo, il muretto del mio primo bacio con Pietro, ed eccolo, l'albero da cui caddi quando avevo sei anni, cercando di recuperare un palloncino incastrato trai rami.
Svoltò un paio di volte fino ad arrivare al solito parco.
Oddio.
«Che giorno è oggi?» domandai scrutando il cielo scuro.
Non c'erano lampioni, e se quello che avevo in mente era corretto,  era semplicemente meraviglioso.
«26 Maggio» borbottò
Mi si illuminarono gli occhi. «Oggi è la prima serata delle Lucciole!!» eslutai, perdendomi nei ricordi ancora una volta.
Io e Ricky, una volta ci eravamo persi per Firenze.
Si era fatto buio, e non c'erano lampioni.
Ad un certo punto sono spuntate queste lucciole, che hanno iniziato a danzare, a creare coreografie nell'aria, eravamo talmente affascinaati da quello spettacolo che non eravamo più preoccupati e che ritrovammo casa subito dopo.
Era il 26 Maggio.
E ogni anno, da quel giorni in poi, le lucciole facevano questo rituale, come per ricordare a me e a Ricky qualcosa.
Era il nostro posto segreto.
There's a Firfly, loos tonight. 
There's a Firfly, loose tonight, 
there's a Firfly loose tonight

Basta, basta.
Lui ti ama...tu lo ami. Hai fatto una gran cazzata, Iris
Basta!
There's a Firlfly loose tonight!







 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

Lo so che sono in ritardo, scusatemi davvero, spero di farmi perdonare. Bacioni a tutti.

«Ricky,Ricky! Guarda!» urlai danzando tra le lucciole.
Erano tre anni che non vedevo questo spettacolo
Lui rise. «Molto meglio della Discoteca no?»
Annuii, e anche se era  troppo buio e non mi potevo vedere,sapevo che aveva capito.
Tra gemelli funziona così.
«Smettila di piangere però»
Visto? Sapeva tutto di me.
Mi asciugai le lacrime con la manica della giacca.
«La mia Iris sta diventando una piagnucolona, quell'Ed non ha portato niente di buono»
Mi avvicinai a lui a stentoni, cercando di non inciampare in qualsiasi cosa.
Quando trovai il suo braccio, mi ci aggrappai.
«Dimmi, per favore, dimmi che cosa diavolo devo fare» sussurrai.
Il mio gemello appoggiò la testa sopra la mia e iniziò a cullarmi.
«Iris» mi baciò sulla nuca « Tranquilla cucciola. Io te l'ho già detto che tu e l'amore siete agli antipodi»
«Io sento che lo amo, ma amo pure Liam. Ma allo stresso momento li odio con tutta me stessa, non ci sto capendo più niente...»
«Iris, piccola mia,su, basta piangere che sei più bella con il sorriso»
Cercai di sorridere, ma non ci riuscii.
«Sai, ho capito fin da subito che eri innamorata del rosso»
Sospirai. «Lo sai, era il mio amico di infanzia a Londra...»
«Quale? Quello per cui avevi una cotta , quello che ti ha invitato al suo compleanno e tui gli hai regalatoil tuo orsacchiotto preferito CYRIL...»
«Si, si è lui. Però smettila che di certo non mi fai sentire meglio così...»
«Ah, comunque è una vecchia fiamma, ah, che battuta. Fiamma, lui ha i capelli rossi!»
Gli diedi un pugno sul braccio. «Imbecille»
Mi staccai da lui e iniziai a riosservare le lucciole.
Così delicate, così piccole, eppure così piene di luce.
«Ti sei pentita, vuoi tornare a Londra?»
E' difficile.
Restai in silenzio.
«Ho capito» sospirò «Non me lo vuoi dire»
«Scemo lo sai che a te, dico tutto!»
«Sarà meglio!»
«Ok, allora devo confessare che ho baciato Liam»
Silenzio.
1
Silenzio
2
Silenzio
3
«Che cazzo ha fatto quel bastardo?!»
«Hobaciato pure Ed» avvampai.
«Lo ammazzo, lo ammazzo, cazzo!»
Risi. «Ti voglio bene, Ricky»
Lui si calmò e sospirò.
Ripresi parola. «E tu, caro mio, come sta messo a don....a uomini?»
«Oh, benissimo. Ho  quattro o cinque file alla porta, tutte mi amano.»
«Si, certo»
«Guarda che sono fidanzato!»
«Veramente?! Me la presenti?!»
«Certo, quando le dirò che stiamo insieme»
Che scemo.«Idiota, se vuoi ti presento io qualcuno!»
«Tipo?»
«Juliette, Seren...» mi fermai ricordandomi che ero a Firenze non Londra.
Vaffanculo!
«Che palle, ti è tornato il brocnio!»
«E io che ci posso fare?!» borbottai

Oh my my, my my, Give me Love, oh my my, my my...
Alzai la testa in direzione della finestra.
Ed.
Il cuore mi battè all'impazzata.
No.
Non poteva essere venuto, no!
Mi affacciai.
Una ragazzina e un ragazzo. «Lorenzo, non è stupendo?! Come fai a dire che fa schifo?!»
«Sofia ma dai, non è nessuno in confronto a Ozzy!»
Già.
«Si, ma anche Ed è magnifico!»
«Fai come ti pare»
La ragazza rise.
«Lory!» urlai con il sorriso.
Mio cugino.
Lui mi guardò, e appena mi vide gli si illuminò il viso. «Iris! Muoviti a scendere e vienimi ad abbracciare!»
Sorrisi e in pochi secondi mi precipitai a travolgerlo,
«Bella!» rise lui,
«Ah, oddio, quanto mi sei mancato! E come sei cresciuto!»
«Certo, ho 16 anni ora è»
Gli scompigliai i capelli e guardai la ragazza. «Sofy, alla fine sei caduta al fascino di mio cugino vero?»
«Che cosa ci posso fare?»
Risi.«Che bello essere qui!»
Lorenzo mi  guardò confuso. «Ah già! Ma tu eri a Londra, ma che cazzo ci fai quà?!»
«Devo schiarimri le idee per un po'»
«Tu sei pazza, c'è, Londra! Mhà, che cugina strana che ho!»
«Iris, ma senti un po', lo consci Ed Sheeran»
«Fin troppo, direi»
«Non è meraviglioso»
«In verità lo odio»


«Iris!» Sally mi chiamò dall'altra parte della strada.
Mi voltai e la raggiunsi con il sorriso.
«Ho bisogno del tuo parere, dai, mi accompagni per negozio, che devo comprare il regalo ai miei cugini?»
Annuii.

In che guaio tremendo mi ero cacciata.





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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Solo a Serena, e a tutto lo Zoo e al Pingunario (?)

Avvolte mi capita di mettermi a sedere, e domandarmi il motivo di certe scelte del destino.
Anche se non ci ho mai creduto.
Eppure, ora non ne ero tanto sicura.
Anzi...
Mi chiesi che qualcuno lassù pensava che avessi fatto qualcosa di male, doveva essere perforza così.
Non c'era altra solzuione.
Mi odiavano.
Si.
Greg mi afferrò per un braccio e mi trascinò via. Io piantai i piedi e non mi mossi di un millimetro, fissando la scena che avevo davanti.
Era inutile portarmi via.
Risi.
Ormai loro erano qua.
Guardai l'espressione dei due fratelli.
Non si erano ancora accorti di me.
Il mio cuore accelerava.
«Iris» sussurrò Greg.
Scossi la testa. «Lasciami in pace, Greg.»
Lui rimase annichilito.
Continuai ad osservare quei due che camminavano verso Sally.
«Cugina! Vieni qua, su!» Ed e Liam la abbracciarono.
Io sorrisi, involontariarmente.
«Andiamo, dai» mi sussurrò di nuovo Greg.
Scossi la testa. «Non avrebbe senso, fratellone»
«Dai piccola. Lo sai che non voglio che tu soffra»
Sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia. «Greg, ho diciannove anni, non sei»
«Lo so ma...»
«Iris!»
Troppo tardi.
Liam richiamò il mio nome.
Mio fratello imprecò e tornò verso Sally e Ed, quest'ultimo mi fissava come se volesse dirmi qualcosa, ma non voleva...o poteva.
Il bruno corse da me, e mi abbracciò.«Iris» sussurrò.
Ricambiai l'abbraccio, scioccata.
«Non ci posso credere, piccola mia»
Rimasi in silezio, mentre una lacrima, sola e amara mi percorreva il volto.
Non andava bene tutto questo.
No.
«Oddio, quanto ti amo» sussurrò ancora.
Il suo nome, fu tutto quello che riuscii a dire.


Appena ci riuscii mi rinchiusi in camera mia.
A chiave.
Appena riuscii a sottrarmi dall'abbraccio di Liam.
Piangevo, piangevo come una deficente.
Era possibile che l'amore potesse ridurmi in queste condizioni?!
Cazzo.
Il Cellulare squillò.
Non volevo rispondere.
Lo lasciai squillare.
Mi avvolsi nel piumone e ....trovai CYRIL.
Lo guardai...il mio orsacchiotto.
Lo avevo regalato a lui ....a Ed, per il suo quarto complanno, e lui me lo aveva rdato indietro quandi mi trasferii qui a Firenze.
Lo abbracciai.
E io che speravo in un amore.
Il cellulare riiniziò a squillare prepotentemente.
Sospirando risposi.
«Si?»
«Iris! Sono io Aurora, cazzo. Iris, scusami, scusami, scusa a me ce Federica. Oddio, Iris. Cavolo, perdonaci, ti scongiuro, torna qui a Londra, ritorna a vivere con noi, lasciamoci alle spalle tutto quello che è accaduto!»
Risi. «Auro...»
«Si, lo so che ci siamo comportate  da stronze, ma devi scusarci, oddio Iris. Scusa!»
«Ma io...» mi interruppe di nuovo.
«Iris, dai, ti prego, dai, ti vogliamo un casino di bene, non posso permetterti di rimanere là in Italia!»
Sospirai. «Mi fai parlare si o no?!»
Lei si chetò.
«Ti ho già perdonato, tonta. Solo...solo che devo scharirmi le idee. non lo so Aurora, non ci capisco più una ceppa. Tra l'altro Ed e Liam sono venuti pure loro, e ci mancava solo questa, e poi...»
«Ti adoro, ti adoro! Iris, voglio abbracciarti cazzo, torna da me , ti prego. Torna da me e Federica!»
«Non lo so...»
«Nono, ora tu alzi il culo, fai le valige e ti muovi in aereoporto, monti sul primo volo  e torni da me, ti sposi con Ed e avrai 5 belle carotine!»
«Aurora....»
La ia amica sospirò. «Facciamo così, ti do tempo fino a quando Ed non ritonra a Londra, poi monti con lui e Liam sul volo e torni da me»
«Vedremo»

Qalcuno iniziò a tirarmi i sassi alla finestestra.
Ma che era, un film?!
E poi erano le due del mattino, porco cane!
Assonnata mi alzaii e aprii la finestra.
Ed.
Ah, santo iddio, e santa mucca impanata e fritta.
«Che cosa vuoi?!» berciai.
«Voglio solo parlarti, per favore!»
«Ed...»
«Dammi solo due minuti, per favore, Iris!»
Incredibilmente annuii e scesi.

Appena uscii dalla porta, venne verso di me , ma poi si fermò.
Voleva abbracciarmi, ma non poteva.
Io non glielo permettevo.
La solita vocina dispettosa e fastidiosa iniziò a parlarli, come al solito.
E dai, dai, abbraccialo. Tu lo ami, cazzo, abbraccialo, amalo, sposalo!
Ahhrgh! Stupida vocina!
E dopo altri trent'anni che lo ripeteva senza sosta guardai Ed negli occhi, e icredibilmente lo abbracciai.
Lui era stupito.
«Ed, Ed! Cazzo!» mormorai,

Lui mi strinse. Mi strinse forte e tuffai la testa nel suo petto.
«Iris» mi chiamò, ma non riuscii più a guardarlo.
«Ehi, va tutto bene?»
Scossi la testa. «No! Cazzo, no, non va niente bene, nulla, niente nada! Merda!»


 



 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23


«Amici, ok?» chiesi conferma.
«Solo amici, niente di più»
Sorrisi. «Mi sembra perfetto»
E allora perchè sentivo il cuore così pesante?
«Bene, allora.»
Amici.
Idota! 
«Visto che sei mio amico, ti obbligo a raccontarmi tutto»
«Vale la stessa cosa per te, bella mia. Ok, inizia tu, una domanda ciascuno, ok?»
Annuii. «Mmmh.come siamo messi a u..donne?»
«Perfettamente, direi. Sono felicemente fidanzato, ho un'amica fantastica e mi vanno dietro milioni di ragazzine anche se non voglio»
Felicemente fidanzato...ok.
Deglutii. «Tocca a te, chiedi pure»
«Sei innamorata di qualcuno?»
Si, di te. «Si»
«Di chi?»
Misi il broncio. «Tocca a me»
«Scusa, vai pure» lui rise.
«Ok, vediamo...non ho idee. Fai la tua domanda» scoppiai a ridere.
«Che caso irrecuperabile, Iris. Davvero. Ok, allora...di chi sei innamorata?»
Di te «Di tuo fratello»

«Liam!» lo chiamai correndogli in contro.
«Ehi, fiorellino mio» 
Appena lo raggiunsi mi strinse forte e mi baciò.
«Come va piccola, tutto bene?»
Anuii. «Perfettamente. Di devo dire una cosa!»
«Cosa?»
Non fare la Puttana, non fare la Stronza...non illuderlo, lui ti ama, tu lo stai prendendo in giro, non farlo, Iris. No...
«Ti amo» sussurrai.
Lui rise. «Anche io, fiorellino»
Iris! No! No! Iris, cazzo, non puoi comportarti così!
«Allora, ti va di tornare con me, dopodomani, si ritorna a Londra!»
Scossi la testa. «No, scusami. Ho bisogno di un'altro po' di tempo...veramente»
«Va bene, dai. Non ti preoccupare, basta che torni!»
«Ovvio»
«Dai, ho saputo che hai fatto pace con Aurora e Federica, giusto?»
«PIù o meno» borbottai.
«Dai, cavolo, si è fatto tardi Iris. Vado a pranzo dagli Zii, vieni anche tu?»
Scossi la testa. «Non ti preoccupare, sono apposto.»
Lui sospirò «Ok, allora vado è. Ci vediamo , ti chiamo e magari usciamo stasera. Ok, ciao!»
E in pochi secondi si dileguò.
Stai facendo una grande cazzata!

«Lory!» sorrisi vedendolo davanti alla mia porta.
Lo feci entrare. «Che ci fai qua?»
«In onore dei vecchi tempi, che ne dici di dormire  come facevamo tre anni fa?»
Annuii ridendo. «Mi sembra perfetto, allora, l'hai portata la Coca-cola?»
Lui annuii e mi indicò la borsa della Conad* in mano.
Sorrisi. «Sei il migliore!»
Lo feci accomodare, e ci mettemmo seduti a parlare.
«Lorenzo, sono felicissima che tu sia qua»
Questa volta  rise anche lui. «Pure io, ti ricordi quando quella volta prendemmo l'appartamento di nonna, e invitammo chissà quanta gente, e lei si incazzò perchè spaccammo il letto?»
Annuii. «Mio dio, si! E quella volta quando Naty prese la patente, e avevamo paura a farci accompagnare per Firenze?»
Ah, vecchi ricordi piacevoli. Finalmente.
«Quante ne abbiamo combinate, mi ricordo ancora quando mi hai presentato Sofia»
«Tua cugina è la migliore, vero?»
«Si, diciamo di si, dai»
Improvvisamente il cellulare mi squillò. 
Liam.
Risposi. «Si? Pronto?»
«Ehi, fiorellino, che ne dici, ti va di uscire? Ti porto a mangiare qualcosa?»
«Ehmm...sono con mio cugino...non so se ..» non finii la frase che lui iniziò a ripetere che voleva venire, che avremmi potuto fare un uscita a quattro, che ci saremmi divertiti. «Ah...perfetto!»
«Allora vieni sotto casa mia, diciamo, tra...un quarto d'ora?»
Lorenzo rise e prese possesso del mio cellulare. «Amico, fidati, un quarto d'ora non le basterebbe nemmeno morta...»
Appena riattaccai, guardai mio cugino. «Tu hai il motorino, vero?»

Alzò le sopracciglia. «No, ho di meglio»
E dopo circa mezz'ora in cui mi ero preparata, Lore mi mostrò, parcheggiata sotto casa mia, la cosa più bella che avessi mai visto.
Una Kawasaki Ninja, di quel verde fluorescente che amavo.
Gli occhi iniziarono a brillarmi.
«E-e questa?» balbettai, stupita.
«Bhè, diciamo che ho iniziato a mettermi tutti i soldi da parte da quando sei partita, se non prima, fino...due settimane fa? Bella vero?»
«Oddio, ma è bellissima!»
«Dai» mi passò il casco integrale «Andiamo»
Me lo infilai, e mi misi dietro di lui.
«E' legale, vero?»

Come risposta, accellerò subito, senza darmi risposta.
Oh dio...





i

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24


Corsi ad abbracciarlo, ma cera qualcosa nel mio cuore che ancora non andava.
Mi sentivo come se stessi facendo la cosa sbagliata.
Infodno, era la cosa sbagliata.
Esatto, brutta rincoglionita, cazzo Iris, riuscirai mai a fare qualcosa di intelligente?
Per fortuna con la moto non c'erano stati problemi.
Non me lo sarei mai aspettato, di solito, la mia famiglia è la più sfigata di sempre.
C'eravamo solo io e Liam, Lore era andato a prendere Sofia per questa fantastica uscita a quattro.
«Fiorellino, qui fuori si gela, dai entriamo un po'» Liam mi prese per la vita e mi guidò dentro l'appartamento.
Nel salotto, Ed aveva la chitarra in mano, ed era intento a suonare qualcosa.
«Oh, ciao Iris»
In quel momento, il mio cuore iniziò ad accellerare...così forte da volermi trafiggereil petto.
«Ciao Ed, scusa il disturbo»
Lui sorrise. «No, non ti preoccupare»
Risi nervosa e rivolsi di nuovo tutta la mia attenzione a Liam.
Lui si passò una mano tra i capelli, e con la faccia piena di dolcezza e ingenuità  iniziò a riempire il sileznio imbarazzante calato improvvisamente  «Allora, noi dopodomani torniamo a Londra, è un Ultimatum , sicura di non voler tornare?»
Scossi la testa. «Liam,  ti giuro che torno. Ho bisogno solo, di un po' più ti tempo, per ritrovare le idee giuste, e capire delle cose»
Di nuovo silenzio.
Ed riinizò a suonare qualche accordo, di chissà quale canzone.
Ma fu interrotto dallo squillare del suo telefono. 
Rispose. «Ehi, amore»
Nina, suppongo....
Cazzo, che dolore...
Visto, lo ami!
«Ti amo anche io, si, perfetto. Ti aspetto all'aereoporto allora. Un bacio. Ciao!»
Mi voltai subito verso la finestra, con lo sguardo diretto la strada, per nascondere i miei occhi che nascondevano una tristezza  infinita.
Singori e signore, ecco a voi,  Iris! La più idiota di questo mondo!
Finalmente la moto sbucòà da dietro l'incorcio e si fermò in pochi secondi.
Con naturalezza mi precipitai fuori, e corsi da Sofia e Lorenzo.
«Ehilà, Sofy!»
Si tolse il cascò e liberò i capelli selvaggi. «Ehi, Iris! Tutto a posto?»

No. «Si, tu?»
«Raazze, avete tutta la serata, ma ora è meglio filare, no?»

Anuii, e chiamai Liam.
«Ok, pronti?» fece il mio....ragazzo....prendendo le chiavi della sua auto.
«S...no. Aspetta, mi devono essere cadute le chiavi di casa neltuo appartamento torno subito»
Velocemente tornai indietro, e aprii la porta, senza bussare.
Ed era sdraiato sul divano che sospirava.
Non si accorse di me, fino a che feci i primi tre passi in casa.
«Scusami, mi devono essere cadute le chiavi..» farfugliai.
Lui rise. «Non ti preoccupare, va tutto bene, divertiti stasera»
Mi sentivo male.
Il cuore oltre che accellerare, lo sentivo stringersi.
Eccole, le chiavi
Mi chinai a raccoglierle, e prima di dileguarmi mi avvicnai a lui.
«Ci vediamo, Ed» e lo baciai sulla guancia.

Si, un bacio da amici.
Ovvio, no?
AMICI!

Alle due ero a casa.
Alle tre di notte ero nel giardino delle Lucciole, a piangere come una demente.
La testa e il cuore mi scoppiavano, una mi diceva di fare una cosa, mentre l'altro mi imponeva di ascoltarlo.
Io amavo Ed, e volevo un mondo di bene a Liam.
Analizzai la situazione.
Io e Ed, uguale amore, no?
Si, ma il mio orgoglio mi impediva di affermare i miei sentimenti, e poi....c'era qualcos'altro che mi diceva che non dovevo mettermi con lui.
Liam era il ragazzo perfetto, carino, dolce, simpatico....ma gli volevo solo un gran bene, niente di più.
Perchè stavo con lui?
Non lo sapevo.
Una lucciola mi si posò sul naso, e per vederla icornciaii gli occhi.
Scoppiai a ridere da sola.
Sembravo quasi pazza...
«I fell in love, next to you...»
Mi girai.
Ed.
Il cuore in gola cerchò di calmarsi dallo spavento, e i miei occhi cercavano di arrestare le lacrime.
Impossibile.

«Ed...» provai a fermarlo, ma lui continuò a cantare.

E io continuavo a piangere, a piangere come una bambina.
A fine canzone, mi avvolse in un abbraccio caloroso.
«Ehi, su. Di al tuo amico perchè piangi?»

Perchè ti amo, ma non posso confessarteli chissà per quale stupido motivo di cui nemmeno io conosco l'esistenza.  «Non ne ho la minima idea»
Tuffai la testa nel suo petto. «C-cosa ci fai qua?»
«Non riuscivo a dormire, così ho trovato questo posto
» Lui sospirò «Ah, la mia amica. Come è stupida»
Iniziai anche a tremare. «Non sono stupida!»
Lui rimase in silenzio, a cullarmi dolcemente.
AMICI.
Niente di più. 
«Ed?»
«Si?»
«Mi accompagni a casa?»










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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

Cavolo, scusate il ritardo. Lo so, sono un mostro. Prometto che aggiornerò di nuovo costantemente e sotto minaccia!

Abbracciai Liam e lo baciai. 
«Sicura che non vuoi venire?» mi sussurrò tra i capelli.
Anuii, sicura. «Vi raggiungerò, spiegatelo voi ad Auro e a Fede»
Il bruno annuì, passandomi un bracio sulle spalle.
Mi appoggiai a lui e sospirai. «Su con la vita, mica è morto qualcuno»
Ridemmo.
Poi guardai Ed, di sottecchi.
Anche lui mi stava guardando.
Il cuore mi piangeva e essere così stronza.
«Mi sa che è meglio andare ora, sennò perdiamo il volo» disse il rosso.
No, resta con me «Ok, dai. Allora....arrivederci, non addio, capito?»
Liam mi baciò dolcemente. «Arrivederci, quindi»
Sorrisi e lo abbracciai di nuovo.
Ed ci guardava.
E io sentivo il cuore in mille pezzi.
Che merdata.
Appena mi staccai dal bruno, timidamente mi avvicinai a lui.
E sospirando, lo baciai sulla guancia. 
«Ciao, amico mio»
«Ciao Iris» sospirò «Ti saluterò Nina, quando arrivo»
Sorrisi tristemente. «Perfetto...» mormorai.
E dopo pochi secondi, li vidi allontanarsi da me, sempre di più, sempre di più, fino a scomparire nella folla...
Quando non li vidi più, sospirai e una lacrima, sola e solitaria, mi logorava la guancia.
«Ehi»
Mi girai di scatto. 
Sally.
«Ehi...»
«Tutto a posto, ti vedo un po'....triste»
Ed se ne è andato...«Mhà, sarà che Liam se ne è andato»
Sally mi scansò una ciocca di capelli dalla faccia. «Cara mia, sei sicura che si tratta di Liam?»
Non risposi,  così lei mi prese a braccietto e mi trascinò nel parchetto giochi per bambini, dove ci sostammo su una panchina a osservare gli innocenti bambini che giocavano.
«Iris, ti conosco da poco, ma so riconoscere uno sguardo innamorato, quando lo vedo. E quello sguardo non è per Liam...»
Sospirai.
«Voglio solo che tu sia felice, e che anche i miei cugini lo sono. Tu non ami Liam, devi dirglielo, o lo farai soffrire»
Annuii. «Io però non so più che fare»
Lei rise attirando l'attenzione di alcuni bambini. «Cara mia, devi solo seguire il tuo cuore, niente di più»
Un bambino  e una bambina dai capelli rossi si avvicinarono, con un sorriso così dolce e innocenete.
La bimba mi porse un fiorellino.
Sorrisi. «Che bello, questo fiore» mormorai rigirandomelo tra le mani.
Mi venne da ridere quando capii che era un iris.
«Eri triste, così ti abbiamo preso questo, nessuno deve essere triste...» il bimbo mi illuminò con un suo sorriso.
Il cuore aveva una malinconia nostalgica di quando ero bambina,  di quando non avevo problemi con l'amore, con il mondo.
Quando Ed era solo un amico di infazia, nulla di più.
Appena i piccoli se ne andarono, osservai Sally, quasi commossa.
«Che succede?» le domandai.
Lei sorrise e scosse la testa. «Nulla, dai. Andiamo a pranzare, di va. Hanno aperto un ristorantino che è una meraviglia!»
Anuii e mi lasciai fare strada..
Appena entrammo, una donna cicciottella e da lunghi capelli biondi ci salutò calorosamente.
«Zia, lei è Iris, la sorella di Greg»
Zia?
La donna iniziò a scrutarmi, e poi con un sorriso strano ci fece sedere ad un tavolo e ci fece oridinare.
«Io...una pizza margherita, e un po' d'acqua naturale» annucciai.
«E tu, Sally, niente vino o alcolici ricorda.»
«Portami una bistecca e un po' d'acqua, grazie Zia»
«Perchè niente vino o alcolici?» domandai.

Quando arrivai a casa, mi fiondai subito su Ricky, che giocava all'Xbox.
Gli rubai il controller e iniziai a correre.
Volevo divertirmi. Non volevo più pensare a nulla.
Avrei rivelato i miei sentimenti ad Ed, una volta per tutte, quando sarei tornata a Londra, avrei detto a Liam la verità, accettando le conseguenze, e avrei riiniziato tutto da capo.
«Iris! Cavolo, dai. Stavo battendo il mio record! Dammi qua!»
Io risi, risi come una bambina.
«No, mi dispiace.»
«Ma dai, perchè?»
«Bhò, ne ho voglia, è da tanto che non facciamo gli scemi» corsi in cucina, ostacolandolo buttando in mezzo le sedie del tavolo.
«Ah, si è? Vuoi la guerra, e guerra sia!» brontolò lui.
Lasciò perdere il controller, e si gettò su di me, e in pochi secondi mi prese, e mi mise sulle sue spalle come se fossi un sacco di patate.
«Lasciami! Brutto gorilla!» risi.
«Mai!»

Mi gettò sul divano, e iniziò a farmi il solletico.
Oh no.
Il mio punto debole.
Avevo le lacrime agli occhi da quanto ridevo e quasi non riuscivo a respirare.
«P-per f-favore, basta, b-basta!!»
«No, ora subisci la tua punizione!» anche lui rise.

Crudele!
Mamma entrò subito, con il mestolo in mano, e con un aria sia divertita che infuriata.
«E' possibile che ha 19 anni, vi dovete comprtare come due bambini dell'asilo!?»
Convinti, annuimmo.
«Ah,ma che figli che ho, diamine!» ma rise anche lei, rise di gusto.
Come mi mancava il rapporto così bello con la mia famiglia.
Era perfetto tutto questo, eppure, io volevo altro.
Ora mi ero chiarita.
Si.
Tutto stava andando per il meglio...

 

********
 

Tre giorni dopo....
Il cellulare inizò a squillare ripetutamente, ininterrottamente.
Erano le tre del mattino.
Con gli occhi impiastrati dal sonno, andai a rispondere.
«Pronto?»
«Iris! Iris, sono io! Cazzo, Iris! Iris! Merda!» Federica piangeva.
Diventai subito seria. «Cosa cavolo è successo??! Dimmelo, perchè stai piangendo?!»
«Lui...Iris, cavolo. Vieni qua, devi tornare al più presto! Iris!»
«Lui che cosa? Chi è lui? Federica, cavolo. Cercati di calmarti e raccontami!»
Lei sospirò e dopo qualche singhiozzo devastato iniziò a balbettare «Lui, lui stava in macchina.  E poi, poi, poi è a-andato c-c-ontro un'altra m-macchina, lui...»
Il cuore in gola che batteva talmente forte e veloce da uccidermi.
Lui chi^ Che cosa è successo?
CHI E' LUI?!
«Lui?» la incalzai con la voce tremante.
«E' morto»

MORTO.
«Chi è morto?!» urlai piangendo anche io.
«E' morto, è morto, è morto. E' morto.
»
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Solo l'eco dei nostri singhiozzi.
Una consapevole realtà si levò nel mio cuore. 
«E' morto, è morto. Liam....è morto»

 

Angolino di Sunburn_ : Ok, per questo capitolo voglio tante recensioni, perfaovre *-*

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

Morto. 
Non avevo mai pensato alla Morte come un concetto che potesse riguardarmi da vicino.
Morto.
E' quando una persona non può più respirare, non può più palrare, provare emozioni.
Non può intervenire, cambiare glii avennimenti, esprimere la propria opionione.
Morto è quando sei immobile, freddo, e ormai tutto quello che ti circonda va avanti, mentre tu, morto, rimani fermo.
Quando sei Morto, non puoi più tornare indietro.
Dovevo morire io, non Liam.
Io mi meritavo di morire, Liam era la persona più dolce e sentimentale di questo mondo.
Io lo avevo preso in giro, e ora, lui se ne era andato.
Andato per sempre, con la convinzione che io l'amassi, che io fossi follemente innamorata di lui, mentre la trsite e dura verità e che amavo suo fratello.
Mi sentivo sporca, mi sentivo una ladra.
Restavo il silenzio, solo con i miei singhiozzi.
Tremavo, tremano nella mia colpevolezza.
Infondo, si.
Era colpa mia.
Dovevo morire io, dovevo morire io, non lui... mi ripetevo.
«Iris? Sei qua?»
Greg scese le scale, assonnato.
Appena notò il mio cellulare frantumato in mille pezzettini sul pavimento, e me rannichiata in un angolo, scossa da fremiti convulsivi, micorse in contro.
«Iris! Cosa cazzo è successo?»
Silenzio.
E' colpa mia.
Quando mi avvolse in un abbraccio e mi prese in collo, non mossi nemmeno un muscolo. Il viso nascosto dai capelli e tenuto tra le mani.
«Iris, diavolo, mi sto preoccupando, mi vuoi dire che cazzo  sucesso?!» disse posandomi sul suo letto.
In quel momento pronucciai le ultime parole che avrei mai detto «Portami a Londra»
Parole crude, amare, che nascondevano il pianto  disperato di una stronza la quale ero.
Parole che riuscuonarono gelide, secce tra quelle quattro pareti.
Parole, che alla fine, non avrebbero sistemato nulla.
La porta si spalancò, Sally in lacrime corse da Greg.
Li guardai di sottecchi.
«Piccola mia, che cosa è successo, perchè piangete tutte, spiegatemi!»
Sally singhiozzò qualcosa di incomprensibile.
Io però capii.
«Ripeti, tesoro, e fai un bel respiro»
La ragazza lo sospirò più volte e raccimolando un po' di coraggio sussurrò «Liam è morto»
E di nuovo quel silenzio, che però era riempito dagli urli trattenuti che mi riempivano la testa.


Imbarcai su un aereo la mattina stessa.
Sola.
Le cuffie del mio Ipod suonavano un metal duro e agressivo quasi fino a sfondarmi le orecchie.
Avevo bisogno di sentire quella sensazione arrabbiata.
Pensai a quello che avrei trovato a Londra, avrei trovato Ed, straziato dal dolore.
Avrei  trovato due vecchie amiche, distrutte.
Avrei trovato una città che non avrei mai più riconosciuto.
«Scusami?»
Guardai in cagnesco il tizio seduto di fianco a me.
«Può abbassare il volume della musica, si sente fin troppo» borbottò.
Io, a malincuore, feci la ragionevole e abbassai.
Durante il tragitto,il tempo passato con Liam mi passò davanti, come le diapositive di un vecchio film.
Perdonami

Quando  sbarcai, nessuno era lì  per me.
Attraversai solitaria la lunga strada, trascinandomi dietro una sola valigia.
I passi risuonavano sul cemento.
C'era chi si fermava a darmi uno sguardo interrogativo.
Perchè avevo quell'espressione, probabilmente si chiedevano.
Ignorai tutto e tutto.
Quando passai per il mio quartiere, passai davanti al negozio.
Le tende nere calate sulla vetrina.
Tirai le chiavi fuori, da sotto il tappetino.
E aprii.
Dentro, tutto era come l'avevo lasciato.
Nessuno c'era più entrato.
Trascinai le dita sulle venature del legno del bancone, e poi ancora sul pianoforte.
Lo aprii.
E iniziai a suonare, frustata, note a caso.
Note dure, brutte, stonate.
Quando finalmente mi sfogai, sospirando mi affacciai fuori, la finestra di Ed.
Rimasi immobile ad osservare la tenda arancione, che la bordava.
Respirando lentamente, entrai nel palazzo e salii le scale, lasciando il bagaglio all'entrata, fino al piano di Ed.
La mano tremante, con le nocce sbiancate, bussai.
Nessuno mi aprì.
Bussai di nuovo.
Nessuno.
Sospirando provai ad aprire.
Aperto.
Infilai dentrola testa, Ed, sdraiato con Nina, sul divano, intrecciati in un abbraccio.

********

Appena mi avvistarono, mi corsero in contro, travolgendomi e abbracciandomi.
Io non riuscivo nemmeno ad alzare una mano per stringerle.
Piangevano, piangevano come bambine.
Le mie lacrime, invece, erano celate nel mio cuore.
«Ti voglio bene, Iris, ti voglio bene» sussurrò Fede.
Aurora non riusciva a parlare, si limitava ad appoggiarsi a me.

 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

Siete fantastiche e io non sono così brava come dite
Vi voglio bene
Marty


«Sei qua»
Si, sono tornata avrei voluto dire.
Anuii.
«Guardati» ma il tono con cui lo aveva detto detto non era dolce come me lo aspettavo.
Anzi, era quasi...disgustato?
Sapevo benissimo che dovevo apparire un mostro.
Non mangiavo da circa una settimana, non dormivo e non parlavo più.
La notte continuavo a vedere il volto di Liam che mi diceva che io meritavo la morte, non lui.
In fondo...era la verità no?
Mi specchiai nel riflesso del pianoforte.
Ero dimagrita, la pelle pallida sembrava quasi cadaverica, gli occhi erano cerchiati da occhiaie e i miei capelli erano crespi, indomati.
«Che c'è...non riesci a parlare?»
Si.
Avevo paura di guardarlo, solo sentire la sua vboce era così frustante.
Finalmente avevo capito che l'amavo, e che gli dovevo dire quello che provavo e poi...poi tutto si è sgretolato...
«Che sei tornata a fare? A rovinarmi la vita un altro po'?!»
Quelle parole mi trafissero il cuore.
Le lacrime volevano scappare al mio controllo, ma riuscii a trattenerle, finalmente.
«Da quando ti conosco...mi hai reso tutto più compicato»
E il pianto alla fine esplose, 
«Smettila di pianger» sibilò «Era meglio non conoscerti»
Fece per andarsene e io provai a fermarlo, ma dalla mia gola non uscì alcuna parola.
Ci riprovai.
NON TE NE ANDARE, PERDONAMI! TI AMO! gridai dentro di  me, ma non era ancora abbastanza.
«A-a-asp...a-aspetta!» sussurrai abbastanza forte da farmi sentire.
Si fermò e mi rivolse uno sguardo glaciale.
«Io t-ti a-a-amo!» 
Mi asciugai gli occhi, cercando di essere più chiara possibile.
Mi facevo pena da sola.
Ed restò immobile.
«Ti amo, cazzo, ti amo ED!» urlai.
Mi stupii della forza della mia voce.
«Iris...»
Alzai lo sguardo, anche lui mi guardava, volevo raggiungerlo, aggrapparmi a lui, abbracciarlo, baciarlo...stare con lui.
Invece, crollai sulle ginocchia.
«Iris, ti supplico»
«Ed...»
«Dio santo» Nina entrò in negozio.
«Nina andiamo, dai piccola mia» la bacio e le prese la mano.
«Tu...puttana...» sibilò Nina.
Trascinandola via, Ed mimò con le labbra la parola "addio"

«Iris è tutto il giorno che ti cerco!»
Mi voltai di scatto, nascondendo quello che avevo in mano , sotto il cuscino.
«S-s-sono q-qua»
Federica con un aria stralunata mi venne in contro piangendo e abbracciandomi. «Sei tornata?»
«Non sono -mai partita»
La neo-corvina scosse la testa «A me sembra di si» Si asciugò una lacrima «Ora, possiamo parlare?»
Anuii e in quel preciso momento il mio stomacò brontolò. «Che ne dici se andiamo a parlare in un cafè?»
Dopo circa dieci minuti eravamo a ingozzarci di ciambelle e capuccini.
Mi ingozzai come una pazza.
«Che cosa yti ha fatto cambiare idea, Iris?»
«Ho solo capito che non ne vale la pena»
«E per Ed?»
«Bhè, lui è solo uno stronzo...!»
«Si, ma figo e con talento»
«Ma resta pur sempre uno stronzo, Fede»
«Ma lo ami»
«Purtroppo si» 
«Ehi, chiamiamo Aurora e avvertiamola del tuo ritorno!»


«Ehi, Iris!»
Mi voltai.
David.
Gli cordi incontro e lo abbracciai.
«E tu?»

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

Thò, per ironia della sorte, Ed verrà a Milano il 28...

«Che hai, questo bel faccino perchè è così triste?»
David mi portò dietro l'orecchio una ciocca di capelli.
Era stato il mio migliore amico fin da sempre, da quando mi ero trasferita a Londra, lavorava al negozio di musica, poi era tornato in California. E non l'avevo più rivisto.
Aveva circa ventiquattro anni, una specie di fratello maggiore aggiunto.
«Mhà, nulla»
«Non può essere nulla Iry, non può. So che è morto quel ragazzo...Tony me l'ha detto...»
Mi voltai, per non far vedere la mia espressione straziata di dolore.
Per farmi voltare mi afferrò il braccio.
«Lasciami» borbottai.
«Vieni qua» e senza agiungere altro mi abbracciò da dietro, avvolgendomi le spalle e appoggiando la testa sulla mia.
«David...»
«Iris...sei cambiata»
«Succede,  quando chi sta con me cambia»

«Iris, m-ma èra David!?» Aurora mi venne addosso.
Anuii.
«Mio dio, si! E' tornato! Si!» eslutò al cielo.
Risi leggermete.
Lei era da sempre innamorata di lui.
«Ma che hai , tutta moscia!»
Sospirai.
«Iris, oggi Ed mi ha chiamata, domani sera ha un concerto e ha initato me e Federica»
«E allora?»
«E allora Federica ha detto che non va, esce con Matt, così tu vieni con me, ti metti la cosa più sexy, e gli fai rimpiangere di aver scelto Nina»
La guardai scettica. «No»
«Si!»
Sospirai e annuii. «Ma chi è Matt?»
«Il nuovo amore di Fede, l'ha conosciuto un po' di sere fa, finalmente si è fatto vivo»
Sorrisi. «Allora, domani sera mi trascini al concerto vestita da dinosauro?»

******

«Togliti quella giacca, ora!»
Scossi la testa. No.
«Iris! Sai come divento se mi arrabbio, togliti la giacca!»
Scossi la testa e uscii di casa «E' già tanto se ho indossato i tuoi vestiti e queste scarpe scomodissime! Figurati se mi tolgo la giacca!»
Indossavo un vestito a fascia, sopra il ginocchio di un colore blu cobalto.
Le scarpe con il tacco mi stavano uccidendo i miei poveri piedi.
Per coprore le braccia, avevo messo la mia giacchetta di pelle.
Non volevo altri poblemi
«Oh, solo per stavolta te la do vinta, ok? Solo perchè sei bellissima! Andiamo dai...»

Eccomi, in prima fila, ad un suo concerto.
No, questa volta niente dinosauri arancioni, no.
Solo io, che mi sentivo ridicola, ad apparirgli davanti.
Mi aveva rivolto sono uno sguardo quella sera, e non era uno sguardo affettuoso.
No.
Mi odiava.
Ero riuscita a rovinare tutto.
«Ciao a tutti, come al solito, canterò per voi. Ok, la prima canzone di oggi è Firfly»
Ecco.
Lo faceva apposta.
Si.
Iniziò a cantare e io tenni lo sguardo puntato sulle mie scarpe, mentre Aurora si dimenava come una pazza.
Ad un certo punto, qualcuno mi afferò i fianchi.
Mi girai di scatto.
E quando mi accorsi che era David, sorrisi.
«Anche tu, qua?» mi sussurra ad un orecchio.

Annuii ma mi staccai dall'abbraccio che mi stava dando.
Aurora era innamorata di lui, io ero davanti ad Ed.
Non, non avrei fatto la stronza.
No
Auro non si era accorta della sua presenza, così io e lui ci mettemmo a parlare sotto voce.
«Ti piace questo Ed?»
«Non è male»
«Sei bellissima oggi»

Scossi la testa. «Non fare il ruffiano»
Ed finì di cantare, e rivolse a me e David, uno sguardo incazzato.
Oh, era pure incazzato perchè parlavo con un ragazzo?
Ma vaffanculo!
«Ho capito che le persone false sono ovunque, che non arrivano da nessuna parte, con i loro comportamenti, e ho capito che è inutile cercare di amarle, perchè se ricambieranno, il loro amore sarà falso»  annucciò il rosso fissandomi. «Sunburn»
«Iris...»
«MMH?»
«Perchè guardava a te?»
«Sono una persona falsa..»


Alla fine del concerto, Aurora mi trascinò dietro le quinte.
David era sparito, così come era comparso.
Doveva avere dei poteri magici.
«Ed!» lo salutò  sventolando le mani per attirare la sua attenzione.
Non si era accorto che c'ero anche io.
Un ragazzo, mentre passava, mi tirò addosso il caffè bollente.
Cazzo, tutte a me.
Trattenni un urlo di dolore.
Il poveretto si scusò mille volte, mentre Aurora se la rideva.

Ed, si avvicinò in quel momento.
Ma a me non disse nulla.
Di Nina  nemmeno l'ombra..

«Stupida togliti la giacca»
No.
No.

Senza che me ne accorsi, me la sfilò in due secondi.
La loro attenzione finì sulle mie braccia.
«Iris, che cosa hai combinato!?»



 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29

Ragazze, vi devo dire che sono quasi agli scoccioli, mancano non molti capitoli per concludere questa storia, ognuno di voi, mi giuri che seguirà la prossima Fan Ficrion su Ed che scriverò, giuratemelo!
Bacioni
Marty
P.s: Siete speciali, tutte quante <3

Mi sfliai le scarpe e corsi via, come una bambina.
Non guardai nessuno in faccia, nessuno.
Cazzo.
Mondo di merda.
Volevo morire.
MORIRE!
Drigrignai i denti, e cercando di non sentire le lacrime bruciarmi sulla pelle candida, continuai ad andarmene per la mia strada, qualunque essa sia.
Non sperai che qualcuno mi venisse dietro.
Mi odiavano tutti, ormai.
Non meritavo le loro attenzioni, le loro premure.
Ed non mi amava, ora, che aveva visto le mie braccia, lo disgustavo.
Ero un mostro ambulante, e non meritavo nemmeno di vivere.
«Iris, cazzo. Non ti ho mai visto piangere, il crollo di un mito?»
Mi voltai di scatto.
David.
«A quanto pare, dovrai trovarti un nuovo idolo» biascicai.
«Credo anche io» sussurrò lui ridendo e venendomiad abbracciare.
«Perchè sei venuto? David, proprio ora, che tutto è incasinato, tu sbuchi fuori»
«Adoro il modo in cui,  a parole sembra che mi odi, ma in realtà mi vuoi bene»
«Scemo»
Sospirando mi staccai da lui. «Sai, volevo che venisse qualcun'altro a consolarmi»
«L'avevo capito»
«Lo amo, David, lo amo! Lo amo, lo amo, lo amo! E lui mi odia, per colpa mia, ho rovinato tutto!»
«Per me no, guarda»
Mi voltai, verso la direzione in cui guardava David.
Ed.
«Cazzo»
«Lo volevi? Prenditelo!» rise.
Scossi la testa.
«Bene, io vado, ciao, Iris, ti voglio bene, salutami Aurora»
Lo baciai sulla guancia. «Ti voglio bene, David. Certo, Auro ne sarà entusiasta, ciao»
E in pochi secondi, mi ritrovai a fissare Ed a pochi metri a distanza da me..
Nel silenzio che sovrastava solo i nostri respiri.
«Iris...»
Rimasi in silenzio, e aspettai che si avvicinò, fino a quasi sfiorarmi.
Quasi come scottato, si fermò.
«Perchè, spiegami, perchè fai certe cazzate? Dimmi perchè!?» sussurrò.
Mi guardai le cicatrici solcate sulle mie braccia.
Il labbrò mi tremò.

Le ginocchia, troppo deboli per sopportare un simile peso, crollarono a terra.
Ed si chinò, e si sedette per terra con me.
Mi avvolse le spalle con un abbraccio, e mi cullò dolcemente.
«Ed...io...Ed...»
Non riuscivo a respirare, i signhiozzi mi rbavano ogni briciola di ossigeno.
Lui iniziò a intonare Firfly per tranquillizzarmi.
«Ssssttt»
Lo guardai negli occhi. «Sono solo una puttana»
«Già» borbottò Nina, dietro alle nostre spalle.
Mi voltai, sempre a terra.
Ed si alzò. «Nina...»
«Che vuoi?!»  borbottò piangendo «Preferisci una bambina, una ragazzina immatura, una puttanella a me!»
Ed non sapeva che dire.
Io restavo in silenzio, a pensare la pena che mi faceva quella ragazza.
«Nina, smettila.
»
«Ero venuta in ritardo per farti una straccio di sopresa, e ti ritrovo qua, con questa sgualdrina»
«Nina, ho detto basta»
«Tu non mi ami, vero? Tu non mi hai mai amato?»
Il rosso guardò prima a me , poi la biondà, ed esasperato si passò una mano tra i capelli.
«Nina, basta. Vattene»
«'fanculo» berciò la ragazza, strusicando i piedi, mentre se ne andava.
«Lei soffre» sussurrai «Io la capisco»
«Iris...»
«Non è giusto Ed, fa male. Fa troppo male»

Mi rialzai, e lasciando Ed da solo, inseguii Nina.
La ritrovai seduta su una panchina a piangere.
Ci teneva veramente.
Le poggiai una mano su di una spalla.
Mi guardò in cagnesco «Che vuoi?!»
«Consolarti» sorrisi
«Si, da quella che si taglia le vene per amore»
«Ascolta, so cosa si prova, non ti credere. Ho capito che lo ami veramente anche tu. Questo è un casino troppo grande»
«Grazie al cazzo»
«Entrambe amiamo Ed, ma lui è uno solo. E' una di nuo due, rimarrà scontenta»
«E' so già che sono io, cazzo. Io, non tu. Ed ti ama, lo vedi come ti guarda? Sono gelosa!»


Quando Nina se ne era andato, io rimasi sulla panchina, ad aspettare chissà cosa.
Forse Ed.
«Bella nottata, vero?»

Annuii. «Vorrei...»
Non conclusi la frase. 
«Vorrei...baciarti» concluse lui.
Avvicinandosi al mio volto.
Lui a pochi centimetri di distanza, che ad ogni respiro, si colmava sempre di più.
La sua mano, poggiata sul mio ginocchio, e l'altra sulla guancia.
«Io....»
«Nonostante tutto, Iris. Nonostante tutto quello che è successo, nonostante la Morte di Liam, nonostante il disgusto che provavo per te...ti desidervavoi sempre accanto a me. L'unico mio amore, sei tu. Iris»
E senza aggiungere altro, poggio le sue labbra sulle mie.
Un bacio iniziato dolce, e che si trasformò un bacio avido disperato.
Tragico.
La pioggia inziiò a scendere, incessante. 
Io e Ed continuavamo a baciarci, come se niente fosse.
Sentivo i capelli appicicati al collo.
Ma non mi poteva importare nulla.
Ero con Ed.
Il mio Ed!
Ci separammo un attimo «Quando ci baciamo c'è sempre la pioggia» sussurrò prima di baciarmi di nuovo.







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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30

Manca poco gente ç__________ç


La sera dopo...

«E' ora?» domandai.
«E ora basta cazzate Iris»
Mi passo una mano sulle cicatrici.
Mi sentivo così stupida e così in colpa.
«Ehi, stavo pensando ad una cosa...» sussurrai guardandolo.
«Dimmi tutto»
«Al nostro incontro, due mesi e mezzo fa»
Lui rise «Le corde più costose di tutta la mia vita»
«E io che pensavo che il fantomatico Edward fosse un affascinante giovane, poi ho scoperto che eri tu....»
Ed mi guardò male.
«Idiota, scherzo» risi.
«Mio dio, abbiamo fatto certi casini, per arrivare a stare insieme»
Il cuore mi salì in gola. «N-n...noi?»
«Si, stiamo insieme, capito? Puoi scegliere, o si, o si»
«Mmmmmhh...posso chiedere l'aiuto del pubblico?»
«Mi dispiace, no. Oh no, 3...2...1...tempo scaduto. Ormai sei fidanzata con un bel rosso»
«Uhh! Chi è?!»
Mi diete una leggera spinta e feci finta di mettere il broncio.
«Non sei contenta?» si avvicinò a me «Ti amo»
«Ti a-amo...pure io, porca puttana»
«Cavolo»
«Che c'è?!»
«La mia fidanzata  peggio di una scaricatrice di porto!»
La mia fidanzata
Aveva detto la mia fidanzata.
«Ehi, piccola, che cosa piangi a fare?» sussurro, asciugandomi una lacrima.
«E' che sono felice» sussurrai.
Ci mancava solo un coro di "Ohhhh" e tutto era perfetto.
«This is, the star of something of beautiful ...» iniziò a cantare dolcemente, mentre io mi scioglievo come il burro.
Esisteva il raagazzo perfetto, in fondo.
Dopo chissà quanto tempo, finalmente le lacrime che solcavano il mio viso, erano lacrime di gioia.
La porta si aprì di colpo.
 «Eccovi!» Federica «Ops, ho interrotto qualcosa?»
Scoppiai a ridere. Mi alzai subito e saltai addosso alla mia amica. «Oh, quanto ti voglio bene!»
«Ed, ma  che hai combinato?» sorrise «E' tutta felice!»
Il rosso rise. «E' l'amore, credo»
«Ma come siete teneri?» domandò, baciandomi la guancia. 
«Fede, ma con questo Matt?»
Avvampò. «Bhè, diciamo che ..bhè, si, usiciamo insieme»
Saltai dalla gioia.«Dio!»
«Manca solo Aurora, no?»
In quel preciso istante il mio cellulare squillò.
Greg.
Sorrisi e risposi «Fratellone!»
«I-I-Iris!»
«Greg! Oh mio dio,sono così felice!»
«Anche io! Divento p-papà!»
Le lacrime riiniziarono a solcarmi il viso. «S-stai scherzando?! Cazzo, ma c'è qualcuno che mi ama allora, lassù!»
Lui rise. «Non è finita, veniamo a vivere là, con Ricky, Mamma e Papà, per sempre!»
Crollai a terra, sotto gli occhi di tutti.
«Io..io...»
«Sorellina, ci vediamo presto, dai,  vado con Sally dai suoi genitori»
Quando riattaccai, ssia Federica che Ed mi guardarono strainiti, io sul pavimento che me la ridevo.
«Ed?»
«Mmmh?»
«Diventeremo zii»

Quando fummo finalmente soli, lo baciai e gi sussurrai«Zii»



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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31

9 mesi dopo...
«Ehi, Iris, ti squilla il telefono, che faccio rispondo?»
Annuii continuando a preparare la torta. «Se solo queste due mi dessero una mano, invece di cincifishiare»

Sembravo tipo Flash, corsi per tutta la strada dal appartamento fino all'ospedale,Ed non riusciva a starmi dietro.
E ridevamo, ridevamo come pazzi.
Se solo avessimo la macchina.
Ma nulla.
Era un cantante famoso, e cosa? Non aveva la macchina!
Quando oltrepassai la soglia dell'ospedale, inziiai a piangere di gioia.
Non avevo ancora visto mio nipote, ma sapevo che era bellissimo.
Mi precipitai al banco informazioni. «S-scusi, mio f-fratello e la sua ragazza hanno avuto un b-bambino, la stanza?»
La donna rise «Probabi,mente stai parlando di Sally Davis? Stanza 107, secondo piano, prima svolta a destra seconda a sinistra. La trovi di sicuro, ah, congraulazioni»
Non risposi nemmeno che io e Ed ci precipitammo nella stanza.
Irruppi come una furoia, e tutti i presenti sobbalzarono.
«Ecco, mio figlio sa già com'è fatta sua zia, purtroppo» Greg rise e mi venne ad abbracciare.
«Dio, Greg!» sussurrai «Mamma e papà?»
«Stanno arrivando, dio, non è la cosa più bella che tu abbia mai visto?»
Mi avvicinai a Sally, con il piccolo in braccio. Era così bello.
Aveva gli stessi occhi si Sally, e mi scrutava, così piccolo, mentre si accucciava alla mamma.
«Come lo chiamerete?»
«Liam» sussurrò Sally, accarezzandolo.
Io e Ed ci guardammo, e io mi appoggiai a lui. «Sarà un bambino fantastico»
«Ovviamente»
Lo guardai negli occhi, sorrideva, e mi guardava. «E' una cosa meravigliosa non trovi?»
Annuii e lo baciai davanti a tutti.
In quel preciso istante mamma e papà aprirono la porta.
Dio!
«Ehmmm...» Papà mi scrutava con occhi rabbiosi. Lo stesso mamma.
«W l'amore?» propose Ricky, alzandosi in piedi dalla poltrona.
Io e il mio rosso scoppiammo a ridere.
«Oggi è u giorno di festa, su, tutti felici!
» e corsi ad abbracciare tutti come una demente.
Ed e i miei fratelli se la ridevano di gusto, come Sally.
I miei genitori, mi osservavano severa,  per passare uno sguardo addolcito a Liam e a Sally.
Che famiglia di pazzi.
Lentamente con il fiatone, mi avvicinai al nuovo arrivato, e guardandolo negli occhi gli sussurrai «Ma in che famiglia sei capitato?»
«La migliore» disse Sally «Veramente»

*******

«Zia Iris?»
Guardai in direzione di Liam.  «Si?»
«Mi passi la coca cola?» risi e gliela passai.
«Iris! Iris! Ti ricordi quando non volevi bere la birra per paura di diventare un ubriacona, e bevevi solo coca cola?» Aurora rise, versando un po' di vino a David.
Scoppiai a ridere.
«Cos'è la birra?» chiese di nuovo il piccolo.
«Ehm, no, niente. E' una medicina!» balbettai cercando di nascondere le risate.
«Zio? Perchè la Zia dice una bugia?»

Ed rise «Oh, perchè è una pazza da legare»
Lo guardai in cagnesco.
«Che c'è, è vero!?» 

Sbuffai, e  mi misi ad osservare il mio nuovo tatuaggi, li, sotto l'avambraccio.
Un iris, arancione.
«Ah, ci devi dire a cosa è dovuto il tuo tatuaggio, se lo scopre mamma e papà di ammazzano» Ricky trangugnò due fette di pollo.
«E' che sono felice per l'attes...»

Una lucciola si posò esattamente al centro del tavolo. Sulla nostra cena.
Gli occhi mi si illuminarono. «There's a Firfly, loose tonight, better cathc it before it burns this place down...» iniziai a cantare ad alta voce, Ed si mise a cantare con me.
Senza ne chitarra ne nulla, solo le nostre voci e una lucciola che danzava nel cielo.
«Zio, ma nemmeno tu stai tanto bene» dsse innocentemente Liam, quando finimmo di cantare.
Scoppiai a ridere.«Che famiglia!»
«Io voglio sapere per cosa è dovuto quel tatuaggio, sei in attesa di...?»

Greg, Aurora e Federica sbarrarono gli occhi insieme e all'unisono urlarono «Non sarai mica.....in dolce attesa!?»
Sbiancai, e lo stesso Ed.
Per poi avvampare, come dementi. «Ma cosa?!»
«Sono in attesa di sapere le date del nuovo tuor mondiale di Ed, e per festeggiare mi sono fatta tatuare questo!» scoppiai in una risata di gusto,  tanto che avevo le lacrime agli occhi.



Angolo di Sunburn_: OK, Sapete che questo è l'ultimo capitolo!?
Lo sapete ç_ç?!
Io non ci posso ancora credere, DIO!
Ok, prima di ringraziare tutte le fantastiche persone, chiedo Scusa a Serena, Giulietta e a Angela, che leggerà questo capitolo martedì, vi volevo linkare il primo capitolo della mia nuova Fan Fiction su Ed 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1106458&i=1  che aggiornerò a breve! Spero che leggerete e recensireter come avete fatto con questa <3 Siete stati fantastiche!
Dio, mi dispiace un casino finire questa FF ma non ho più idee per Iris e Ed, scusate!


Allora, ringrazio prima di tutto, in special modo : Serena, Giulietta, Angela, Eugenia, e tutte le ragazze del gruppo e non che hanno recensito. Scuate se non elenco i nomi, ma  non ho tempo che domani ho l'esame di Matematica e devo studiare ç___ç
Alloraaaaa, dalla prima all'ultima, siete tutte meravigliose, dico sul serio, senza le vostre recensioni non sarei qua, a scivere i ringraziamenti!
E come non potrei ringraziare ED! La musa ispiratrice (?) della mia FF
Ed, ti amiamo <3
Ok, sto degenerando per non dire addio....ma non è un addio, perchè voi leggerete la mia nuova FF, quindi, ci vediamo (?)
Vero, ditemi di si!
Bacioni per questa ultima volta su questa storia
Marty
Vi voglio bene





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