La Mia Amica Ballerina di ELIOTbynight (/viewuser.php?uid=56070)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Bill è un
giovane e
ambizioso cantante, che si dedica con costanza alla propria musica e ai
propri
amici.
E fin qui, nulla di
così strano.
Un giorno si
imbatte in
qualcuno di speciale, che gli fa vivere un’amicizia
particolare, rara, unica
nel suo genere.
“Un caso come un altro” direte voi,
“è stato fortunato”.
Ma
come reagireste, se vi dicessi che quest’amicizia
è nata … su
una pista da ballo?
Capitolo 1
<<
Ragazzi, secondo voi da quant’è
che Bill ha la testa altrove? >>
<<
Non saprei, Tom … Qualche
settimana? O di più? Forse Gustav te lo sa dire! Gustav, tu
che ne pensi?
>>
<<
Dall’ultima esibizione, credo.
Quindi saranno tre settimane e qualcosa! >>
<<
Mah, comunque sia è sempre
meno concentrato, di recente. Credete che debba chiedergli il
perché? >>
<<
Strano, è tuo fratello e
dovresti già saperlo! >>
<<
Sarò anche suo fratello,
Georg, anche il suo gemello se vuoi aggiungere e precisare …
ma non sono ancora
diventato un veggente. Anche se mi piacerebbe moltissimo sapere cosa ha
Bill in
testa da tutto questo tempo! >>
Quel
tardo pomeriggio tirava un’aria
insolita nel garage di casa Kaulitz. I tre cominciarono seriamente a
preoccuparsi. Il loro cantante era più distratto che mai,
sembrava che pensasse
a tutto fuorché alla loro musica. Avevano notato
più volte il suo sguardo perso
nel vuoto e i gesti inconsulti che spesso compiva come se volesse
trattenersi
dal dire o fare qualcosa. Ma ciò che maggiormente
preoccupava gli amici erano
tutte quelle ore passate fuori la sera fino a notte inoltrata: talvolta
anche
senza cena, Bill usciva in fretta senza nemmeno curare
l’abbigliamento davanti
allo specchio come di consueto, trascorreva ore in solitaria nei locali
notturni della città e poi tornava a casa stanco, ma con uno
strano sorrisino di
soddisfazione. Dove andava? Con chi stava? Che cosa faceva? Mille
domande si
ponevano i tre giovani musicisti.
<<
Basta, io glielo devo
chiedere! >> esclamò Tom, allontanandosi dalla
batteria di Gustav e
dirigendosi verso la porticina che conduceva alle scale.
Gli
altri due lo stettero a guardare
senza aggiungere parola. Quando il chitarrista abbassò la
maniglia ed aprì la
porta, trovò con sorpresa il fratello che si accingeva a
fare la stessa cosa.
I
due gemelli si fissarono a lungo, poi
Tom fece, spazientito:
<<
Era ora! Hai detto “due minuti
e scendo, intanto esercitatevi”…
mezz’ora fa!! >>
Bill
si passò una mano dietro il collo
e si morse il labbro inferiore, chiedendogli scusa con lo sguardo.
Sbatté le
palpebre un paio di volte per attirare l’attenzione del
fratello sui propri
occhi e, con un sospiro di rassegnazione, l’altro disse:
<<
Lasciamo perdere, vieni!
>>
Entrambi
avevano due profondi occhi
nocciola, ma Tom non sapeva mai resistere a quelli di Bill. Contornati
di
trucco nero, erano decisamente più espressivi.
Il
cantante sorrise in silenzio,
ringraziando mentalmente il fratello per la pazienza, e gli
passò vicino per
raggiungere Gustav e Georg. Tom scosse la testa e richiuse la porta.
<<
Allora, ragazzi, siete
pronti?? >> domandò Bill, assumendo un
po’ di entusiasmo per invogliare
gli altri.
Georg
afferrò il basso e se lo mise a
tracolla:
<<
Ovviamente, aspettavamo solo
te per iniziare! >>
<<
Perfetto, allora con che cosa
vogliamo cominciare oggi? >>
<<
Io direi di partire dalle sere
che passi fuori fino alle tre di notte senza di noi! >>
fece Tom
impaziente di sentire una spiegazione. << Volevo
chiederti, dove vai
sempre così indaffarato? >>
Bill
s‘irrigidì.
<<
Ehm … >>
Gustav
si alzò dalla batteria e,
giocando con una bacchetta, formulò le ipotesi
più svariate.
<<
Non dirmi che hai la fidanzata
e non ce l’hai detto?! Oppure lavori come lavapiatti nei pub
del centro? No,
aspetta, ho indovinato: fai volontariato e vai a dare da mangiare ai
barboni!
>>
Ma
Tom non credette a quelle teorie:
<<
E ti pare che mio fratello
faccia queste cose tornando a casa sorridendo come un bambino?
>>
Durante
quello scambio di opinioni Bill
cercava disperatamente una scusa, una bugia in grado di salvarlo, ma
non ne
trovò neanche una plausibile ed iniziò a
considerare l’eventualità di dire a
tutti la verità.
In
fondo, cosa gli costava? Non c’era
mica nulla di male!
No,
non gli avrebbero mai creduto.
Insomma, non ce l’avrebbero mai visto nei panni di
…
<<
Allora, Bill? Ti decidi a
rispondermi oppure no?? >>
Ma
dopotutto lui era suo fratello e gli
altri i suoi migliori amici. Quell’amicizia che durava da
anni non poteva certo
finire per una sciocchezza del genere, giusto?
<<
E va bene, tanto ve l’avrei
detto comunque!! >> esclamò rassegnato.
Gli
altri sospirarono di sollievo ed
aspettarono silenziosamente che il loro amico spifferasse tutto.
<<
Volete sapere dove vado spesso
la sera? Beh, vado nei locali aperti tutta la notte … per la
precisione, nelle
discoteche … >>
Georg
si appoggiò al muro incuriosito e
domandò:
<<
E che ci vai a fare in
discoteca? >>
<<
Di solito cosa si va a fare in
una discoteca, Georg? >> lo canzonò Bill.
Tom
e Gustav si scambiarono un’occhiata
di stupore e il biondino, facendo cadere la bacchetta,
esclamò:
<<
Tu vai a ballare?? >>
Il
cantante arrossì leggermente ed
iniziò a fissare il pavimento.
<<
Sì, ma … non è ballo in
generale … >>
<<
No! No, non può essere!!
>> disse Tom, spaventandosi. << Fratello,
non puoi farmi questo!
>>
Si
avvicinò a lui e lo prese per le
spalle, guardandolo disperato.
<<
Ti prego, ti supplico, dimmi
che non sai ballare la Tecktonik e non stai diventando un tamarro! Ti
scongiuro!! >>
Bill
scoppiò a ridere. La fantasia di
Tom era più sconfinata di quanto pensasse.
<< Puoi stare
tranquillo, non si tratta
di questo! >>
Tom
emise un sospirone e si levò la
fascetta bianca che teneva su le abbondanti e lunghe treccine nere.
Passò una mano
sulla fronte per asciugare un sudore immaginario e si rimise la fascia,
dicendo:
<<
Mi hai fatto preoccupare … Ti
dispiacerebbe essere più preciso? Balli, ma che cosa?
Striptease? Valzer?
Latino americano? >>
Bill
deglutì ed annuì all’ultima
opzione, aspettandosi di tutto.
Dunque
la sera fuggiva veloce verso le
discoteche del centro … per andare a ballare il latino
americano!
Calò
un silenzio imbarazzante. Tom si
allontanò di un passo e si mise a braccia conserte.
Scrutò l’espressione
preoccupata del fratello, il suo solito look ricercato caratterizzato
da
numerosi accessori metallici, abiti con disegni macabri, smalto sulle
unghie e
trucco nero sul viso ed infine il suo fisico simile al proprio, esile e
slanciato.
Alla
fine mise i polsi sui fianchi e
chiese, stupefatto:
<<
Tu sei un ballerino di latino
americano?!? E perché non me ne hai mai parlato?
>>
<<
Beh, ti sembro il tipo?
>> rispose lui, guardandosi e facendo segno verso se
stesso.
<<
E allora? Se è una cosa che ti
piace, ok! >>
Bill
si sorprese:
<<
Ok? >>
<<
Certo, è ok. >> disse
Tom. << Non credo che cambi qualcosa … o no?
Non avrai mica intenzione di
farci suonare la bachata, perché io …
>>
<<
No, no, no! Non preoccuparti,
non ne ho la minima intenzione!! >> esclamò
l’altro, sorridendo. <<
La cosa più importante siete sempre voi e la nostra musica,
la musica dei Tokio
Hotel. Ma quando un po’ di tempo fa ho scoperto questa cosa
… non so, mi si è
acceso qualcosa dentro. Col tempo è diventato un passatempo,
poi una passione e
insomma, mi sta prendendo sempre di più! Ma vi ripeto che il
latino americano
verrà sempre dopo la nostra musica e il nostro sogno di
diventare un gruppo di
successo, ve lo assicuro!! >>
Tom
inarcò un sopracciglio con sguardo
inquisitorio e si girò verso gli altri due per vedere le
loro reazioni. Gustav
raccolse la bacchetta ed allargò le braccia, mentre Georg
accennò un sorriso
divertito; tutti e due con l’aria di chi dice
“c’est la vie!”.
Tornando
a guardare il fratello, il
chitarrista iniziò a sorridere, poi ridacchiò e
disse:
<<
Beh, devo dire che non me
l’aspettavo. Ci hai davvero colti di sorpresa! Ma anche se
è qualcosa che per
noi è sempre stato estraneo ai nostri gusti e alle nostre
ambizioni, se è
importante per te lo sarà anche per noi. In fondo,
è come se Georg si mettesse
a lavorare all’uncinetto, non ci sarebbe niente di male!
>>
Bill
e Gustav risero, mentre Georg gli
lanciò un’occhiata amichevolmente acida.
<<
Perciò non devi temere le
nostre opinioni. Sei sempre il nostro Bill! >> concluse
Tom allegramente.
Il
cantante lo abbracciò brevemente,
ringraziò tutti per la comprensione e fece un sospiro di
sollievo.
<<
Mi sento meglio, ora! Adesso,
però, dobbiamo provare i pezzi nuovi! >>
<<
Bill, solo una cosa, se non ti
dispiace … >> fece Gustav. << Mi
fai vedere qualche passo? Giusto
per curiosità! >>
Arrossendo
di colpo, Bill rispose:
<<
No, questo no, vi prego! Mi
vergogno! >>
<<
E dai, fratellino! Solo alcuni
passettini!! >> lo implorò il gemello.
<<
Uhm, ok … >>
Sotto
gli occhi curiosissimi degli
amici, Bill appoggiò una mano all’asta del
microfono e l’altra la tenne sospesa
davanti a lui. Guardandosi i piedi e contando a bassa voce per non
sbagliare,
fece un paio di passi laterali a destra e diede un lieve colpo di
bacino verso
l’esterno, poi ripeté la stessa cosa a sinistra.
Il tutto molto sinuosamente.
<<
Basta!! >> esclamò,
fermandosi subito dopo.
Il
bassista si avvicinò e commentò
ammirato:
<<
Wow, sembri uno dei ballerini
della tv! >>
<<
Accipicchia, ti muovi bene …
>> disse Tom, squadrandolo dal basso in alto.
<< Chissà poi come
saresti affascinante, vestito elegante come i ballerini professionisti!
>>
<<
Mi stai corteggiando??
>> domandò scherzosamente Bill, suscitando le
risate di Gustav e Georg.
Tom
arrossì vagamente e si affrettò a
chiarire:
<<
Dico solo che sei bravo e che
farai strage di donne, tutto qui!! >>
<<
Hehe, invidioso! >>
aggiunse il fratello, togliendo il microfono dall’asta.
Gli
altri risero ancora di più, il
chitarrista scosse la testa divertito e andò a prendere il
suo strumento
appoggiato al muro.
Dopo
aver parlato della sua nuova
passione con gli amici, Bill si sentì decisamente meglio, un
po’ più libero.
<<
Ma ora ho voglia di rock!! Partiamo
con il pezzo di ieri sera, su! >>
La
musica cominciò e, come sempre, Bill
si sentì se stesso come mai in altre occasioni.
<<
Ragazzi, esco un attimo a
comprare le sigarette! Sarò qui tra un quarto
d’ora circa! >>
Detto
questo, Tom si chiuse la porta di
casa alle spalle senza badare molto alla reazione del fratello e degli
amici,
riuniti in sala.
L’atmosfera,
in quella ancora pallida
sera di fine giugno, era abbastanza tranquilla. Il sole stava
tramontando, il
cielo si stava scurendo e i tabacchini stavano per chiudere.
Tom
si avviò rapido verso il più
vicino, proprio dietro l’angolo. Stava per girarlo, quando a
tutta velocità
spuntò una bionda che correva a perdifiato. Lui non ebbe il
tempo di
accorgersene e i due si scontrarono in una violenta spinta.
<<
Ehi tipa, guarda dove vai!!
>> esclamò il ragazzo, guardandola con
cipiglio.
L’altra
gli lanciò una sfuggente
occhiata dispiaciuta e fece, correndo via:
<<
Chiedo scusa, non volevo!
>>
Sul
momento Tom si domandò come mai
quella ragazza fosse così di fretta, come se le stessero
correndo dietro. In
effetti, subito dopo, un tizio notevolmente più vecchio con
un’aria poco
amichevole la seguì alla stessa velocità, ma Tom
non ci badò molto.
“Mah!”
pensò, entrando nel piccolo
negozio prima di comprare due pacchetti di sigarette.
Uscito,
ebbe voglia di fare due passi
in giro per l’isolato. Sarebbe durato qualche minuto, giusto
per sgranchirsi un
po’, poi sarebbe tornato da Bill e gli altri.
Qualche
portone dopo, nell’androne esterno
di un condominio, rivide la stessa ragazza con cui si era scontrato
poco prima,
che sembrava in difficoltà con l’uomo che
l’aveva seguita.
Da
lontano Tom non sentiva la
conversazione, ma lei era contro il muro con un’espressione
spaventata sul
volto, mentre lui sembrava sul punto di metterle le mani addosso.
Nell’attimo
in cui la bionda alzò un
urlo, l’uomo la prese per le braccia per tenerla ferma e Tom
sentì l’impulso di
andarla ad aiutare.
<<
Hey, tu! Non sai che le donne
vanno trattate con gentilezza? >> chiese il chitarrista,
avanzando verso
di loro.
La
ragazza si girò verso Tom implorando
aiuto con lo sguardo, mentre l’altro disse:
<<
E tu non sai che è proibito
spacciare? >>
Così,
secondo quell’uomo, lei era una
spacciatrice di droga.
La
squadrò un attimo.
<<
Naah, non me la racconti
giusta. Lasciala stare, è un’amica mia!
>>
<<
Questa canaglia mi deve dei
soldi e non la mollo finché non mi paga!! >>
<<
Sono tutte balle, lasciami!
Lasciami, bastardo!! >> sbraitò la bionda,
strattonandosi via dalla sua
morsa.
Sotto
gli occhi indignati di Tom, il
tipo pensò che non valesse più la pena di andare
avanti, così si allontanò,
scuotendo la testa schifato.
L’altro
lo guardò andare via a braccia
conserte, sospettoso. Quando poi lo vide attraversare la strada e
scomparire,
si voltò verso la ragazza e fece:
<<
Spacci sul serio? >>
Lei,
inorridita, rispose:
<<
Macché! Tutto a un tratto
questo squilibrato che non ho mai visto in vita mia mi prende da parte
e
comincia a minacciarmi. Pensando che volesse farmi del male sono corsa
via, ma
alla fine mi ha raggiunto qui e … un momento, tu non sei
quello che ha sbattuto
contro di me prima? >>
<<
Cosa? Guarda che sei tu ad
essermi venuta addosso!! >>
La
ragazza sospirò.
<<
Sì, hai ragione. Spero di non
averti fatto male! >>
<<
Non è nulla, può capitare …
>>
Tom
la osservò. Aveva un bel fisico,
ben allenato. Probabilmente era una tipa sportiva. Il viso era
perfetto,
illuminato da due luccicanti occhi azzurri. Teneva i lunghi capelli
biondi
legati in una coda di cavallo ed indossava t-shirt, scarpe da
ginnastica e
jeans semplici, di un paio di taglie più grandi.
Massì,
una presentazione ci stava bene.
<<
Piacere, sono Tom. >>
disse lui, porgendole la mano.
Sorpresa
da quel gesto, esitò un
secondo. Poi constatò che quel Tom gli ispirava fiducia, in
fondo l’aveva
aiutata! Così ricambiò e gli strinse
energicamente la mano.
<<
Elisabeth. >>
Dopo
un sorriso rassicurante, i due
uscirono dall’androne e iniziarono a camminare senza una meta
precisa.
<<
E’ la prima volta che ti
capita qualcosa del genere? >> domandò lui
curioso.
<<
No, di persone come lui ne
vedo spesso. Devi sapere che non frequento zone molto tranquille
… Ma è lì che
abitano quasi tutti i miei amici, quindi è inevitabile.
Spesso quelli che
incontro, come il tipo di prima, sono ubriachi, drogati, strafatti di
chissà
quali canne, pasticche, superalcolici e schifezze varie …
Più di una volta
hanno provato a convincermi a entrare in quel giro, ma non ho mai
accettato.
Oggi hai avuto l’onore di assistere all’ennesimo
tentativo! >>
<<
Poveraccio … >> si limitò
a commentare lui.
Elisabeth
continuò:
<<
L’unica droga di cui ho
bisogno è il ballo, che mi porto dietro da parecchi anni. Mi
ritrovo con i miei
compagni di club nei campetti da basket o negli stabili abbandonati,
per
ascoltare musica e muoverci. E tu? A te piace ballare? >>
<<
Io?? >> disse Tom, il
cui pensiero andò immediatamente al gemello.
<< No, è un mondo totalmente
sconosciuto per me! Preferisco suonarla la musica, anziché
ballarla … sai,
suono la chitarra in un gruppo. >>
<<
Forte!! Avete già partecipato
a qualche concorso, contest …? >>
<<
Sì, abbiamo girato tutta la
regione varie volte e abbiamo preso parte a tantissime manifestazioni e
concerti. Però sai, siamo molto ambiziosi … il
nostro sogno è il successo vero
e proprio, con folle di fan scatenati che fanno rumore e caos solo per
noi!
>>
<<
E invece vi ritrovate davanti
solo quattro o cinque persone, le solite. Succedeva anche a me quando
partecipavo alle gare di hip-hop regionali, sognando di diventare una
ballerina
professionista e di danzare nei videoclip degli artisti famosi. Ma alla
fine,
nessuno di importante mi ha mai notato. E ho capito che la cosa che mi
importa
veramente è ballare per me stessa, il resto viene dopo.
>>
<<
Condivido la tua idea!
>>
<<
Vi auguro buona fortuna per il
successo! >>
<<
Grazie, Elisabeth!! >>
Tom
pensò che fosse gradevole parlare
con quella nuova conoscenza. Sembrava che avessero molte cose in
comune. A
differenza degli altri casi in cui approcciava la prima volta con una
bella
ragazza, sentì che l’ideale sarebbe stata una
nuova amicizia, anziché una notte
brava.
<<
Oh, ma quelli laggiù sono
amici miei!! >> esclamò Elisabeth
all’improvviso, indicando alcuni
ragazzi dall’altra parte della strada.
Tom
rimase fermo vicino al semaforo,
mentre lei si fiondò verso di loro e li salutò
calorosamente. Uno di loro aveva
uno stereo sulla spalla, così la bionda chiese se si poteva
accendere. Quando
fece segno a Tom di raggiungerla, il chitarrista attraversò
di corsa.
<<
Guarda qua! >> fece
Elisabeth prima di premere un tasto sullo stereo dell’amico e
far partire la
musica.
Dopo
qualche attimo, iniziò a fare
delle acrobazie tipiche dell’hip-hop. Saltava, girava,
muoveva il corpo in un
modo così fluido che sembrava fatto di materiale elastico.
Passato
un po’ di tempo, Tom commentò
ammirato:
<<
Complimenti!! Sei davvero
brava! >>
<<
Ti ringrazio! >> disse
lei felice, fermandosi.
Un
altro degli amici della ragazza le
disse che dovevano congedarsi, ma lei non volle lasciarli.
<<
Aspettate, vengo con voi! Tom,
è meglio che ti saluti …
>>
<<
Sì, anche da me mi aspettano.
Buona serata, Elisabeth! Mi ha fatto piacere conoscerti, spero di
rivederti
ancora!! >>
<<
Lo stesso è per me, Tom! A
presto!! >>
Il
chitarrista attraversò di nuovo la
strada e presto trovò il portone di casa. Si
guardò intorno, ma Elisabeth era
già sparita con i suoi compari.
Soddisfatto,
suonò al citofono e rientrò.
*
Ve
l'avevo
promesso, ed eccomi qua! ELIOT IS BACK! =D
Mi
sono buttata
su un argomento poco toccato nel mondo delle fan fiction sui TH... non
vi capita spesso di vedere Bill ballare, eh? Spero che sia questo il
fattore X che vi ha messo curiosità!
Se siete arrivati sani e salvi alla fine del primo chilometrico
capitolo (tranquilli, gli altri saranno leggermente più
corti) vi meritate i miei più grandi ringraziamenti con
tanto di riverenza *si inchina*
Mi auguro che seguiate ancora questa mia nuova fan fiction... Ce la sto
mettendo tutta per scriverla bene! Ditemi intanto se vi piace fin
qui... le recensioni positive, insieme all'ispirazione, sono il
carburante ideale per azionare le mie manine (o manone XD) sulla
tastiera del pc e scrivere, scrivere, scrivereeeee *.*
Ok, basta scleri assurdi xD
In breve, grazie mille per aver anche solo letto fin qui e... che dire,
sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Baci by Eliot
;D
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Appena
entrato, fece un respiro
profondo e si concentrò.
Il
baccano della festa era infernale,
le orecchie dei più sensibili non avrebbero retto a lungo.
La sala era enorme e
dappertutto c’erano coppiette che ballavano a
velocità supersonica una canzone
esotica. Si lasciò sorprendere dalla musica e dal ritmo e
con un sorriso sentì
un brivido lungo la schiena, consegnò la giacchetta di pelle
al solito
ragazzino che stava all’ingresso perché venisse
appesa e si buttò
immediatamente nella mischia.
Per
l’occasione si era vestito bene:
indossava dei pantaloni neri eleganti, scarpe da sera e una camicia
bianca.
Alcune giovani donne che lo notavano lanciavano strilli di ammirazione
a vedere
una tale bellezza attraversare la sala, anche se lui non le sentiva e
cercava
un angolo non troppo affollato del locale.
Quando
ne trovò uno aspettò l’inizio
della canzone seguente per cominciare a muovere i primi passi. Intanto
si
guardò intorno: la sala era dominata da luci rapidissime di
ogni colore, le
persone sedute ai tavoli laterali bevevano e conversavano allegramente,
la
musica entrava nelle orecchie come un cannone, rimbombando forte dentro
il
petto.
Sorrise
ancora. Era il suo locale
preferito, ogni sera a partire da una certa ora mettevano solo musica
latino
americana fino a notte fonda. Quella sera Bill era pieno di energia e
desideroso di mostrare alla gente il suo talento. Aveva imparato anche
i passi
più impegnativi solo guardando i ballerini professionisti
che si scatenavano in
pista. Dalla prima volta in cui si accorse che quel ballo era qualcosa
di
unico, non si era lasciato sfuggire nulla e si era buttato a capofitto
in
quella nuova passione.
Cominciò
una nuova canzone, tipicamente
latina. Bill mosse subito qualche passo in avanti, qualche giravolta,
un paio
di movimenti del bacino e già era partito, senza che nessuno
lo potesse
fermare. Quella notte avrebbe danzato senza pensare ad altro.
Cancellò ogni
pensiero dalla mente e si dedicò soltanto al movimento
sinuoso del corpo. Era
l’unico modo che conosceva per avere una carica di adrenalina
tale da farlo
sentire rilassato, come se dovesse dare tutta la sua energia per averne
il
doppio.
Le
ore passarono velocemente e dopo
l’ennesimo drink Bill decise di buttarsi di nuovo in pista.
Stavolta voleva
stupire tutti con il meglio di sé. Si mise al centro della
sala e cominciò a
ballare dapprima con discrezione, poi accennò un paio di
giri su se stesso ed
alcuni passi non proprio tra i più semplici. La gente
intorno iniziò a
guardarlo ammirata, mentre lui sorrideva soddisfatto. Finalmente Bill
si sentì
davvero se stesso, al centro dell’attenzione.
Lanciò sguardi focosi alle
ragazze presenti, conquistandole e poi scappò, andando a
ballare un po’ più in
là. Avvertì un grande sollievo dentro di lui, un
piacere che non provava
spesso. Capì di sentirsi veramente felice e
continuò a ballare senza sosta.
Ma
ad un certo punto la musica cessò e
le luci si fermarono. Subito si alzarono grida di protesta e di
disappunto. Un
faro bianco puntò sulla postazione del dj, che
annunciò:
<<
Ci dispiace per
l’inconveniente, ma per un problema del personale siamo
costretti a chiedervi
di lasciare il locale. Chiediamo ancora scusa! >>
Con
quasi completa rassegnazione, i
clienti se ne andarono a poco a poco, svuotando la sala. Bill rimase
ancora per
qualche minuto, triste. Vide al bancone alcuni camerieri e con forte
curiosità domandò:
<<
Scusate, posso chiedervi che
cosa è successo? >>
<<
Probabilmente hanno trovato
della droga nel retro del locale. Hanno chiamato la polizia e nel
frattempo è
stato chiesto di far uscire tutti i clienti, infatti con quel caos non
avrebbero mai trovato il responsabile! >> rispose uno di
loro.
Un
altro aggiunse:
<<
Ma se fanno andare via i
clienti se ne va via anche lo spacciatore, confondendosi in mezzo a
tutti!
Questi sbirri del cavolo … >>
<<
No, nessuno poteva accedere al
retro dall’orario di apertura, quindi non può
essere nessuno della gente
presente in sala! >>
Ma
Bill non volle sentire altri
dettagli e perplesso andò a recuperare la giacca per fare
ritorno a casa.
Mentre
se la abbottonava, uscì e guardò
in su verso il cielo stellato. Era una bella serata e
l’arietta fresca che
arrivava dal mare tranquillizzò un po’ di
più il ragazzo.
Si
avvicinò al bordo del marciapiede e
decise di chiamare un taxi. Era esausto e non aveva voglia di
camminare. Prima
che potesse farlo, però, osservò una volante
della polizia che parcheggiò
proprio davanti a lui. Si spostò per lasciar scendere gli
agenti e mentre lo
faceva notò un gruppetto di ragazzi che attraversavano la
strada per andare sul
marciapiede dove stava lui. Uno di loro, il più robusto,
aveva uno stereo sulla
spalla. Ma quando videro l’auto della polizia, alcuni di loro
si girarono e si
allontanarono veloci. Rimasero solo in tre: il ragazzo con lo stereo
che
proseguì per la sua strada tranquillamente, un altro che
venne fermato dai
poliziotti per alcune domande ed infine una ragazza bionda che fece
finta di
nulla e si mise sul ciglio del marciapiede come Bill.
<<
Taxi!! >> esclamò,
alzando un braccio verso una macchina bianca che si avvicinava.
Bill
sbarrò gli occhi ed ebbe la
sensazione che il battito cardiaco si fermasse per un secondo.
Era
bellissima. In quella notte che si
faceva sempre più buia, i suoi occhi azzurri splendenti si
notarono ancora di
più. I capelli biondi e lisci, raccolti in una simpatica
coda di cavallo, la rendevano
ancora più luminosa. Ma non indossava abiti che si notavano
subito, non aveva
un atteggiamento insolito, non sembrava diversa dagli altri.
Per
Bill, invece, rappresentava una
rivoluzione.
Perse
completamente la ragione per
qualche attimo, come folgorato. Sembrò che i suoi sensi
smettessero di
funzionare, l’unica cosa che riusciva a percepire era il
cuore, che batteva
sempre più forte facendo nascere una vaga sensazione di
calore nel petto. Un
brivido gli percorse la schiena facendolo sussultare, pian piano una
quasi
gradevole fitta allo stomaco si fece sentire e di scatto Bill
arrossì.
Mai
si era imbattuto in qualcosa di
simile. Ad attirare l’attenzione su di lei era stata la sua
voce, morbida e
cristallina, seppur non molto alta di tono come lo era di volume. I
lineamenti
della ragazza, i suoi movimenti, semplicemente la sua sagoma
… Bill la trovava
perfetta, giusta.
La
sentì immediatamente sua.
Sì,
doveva essere tutta sua, solamente
sua! La desiderò ardentemente, volle avvicinarsi e sentire
il suo profumo, ascoltare
ancora la sua voce, vedere il suo sorriso.
Fece
un rapido esame di coscienza e
capì di essersi totalmente rincoglionito.
Un
taxi bianco accostò al marciapiede
più o meno a metà strada fra lei e Bill. La
ragazza fece qualche passo verso la
portiera, ma il cantante scosse rapidamente la testa e, deciso a
sentirla accanto
a sé, si avvicinò.
I
due arrivarono insieme alla portiera
ed appoggiarono la mano sulla maniglia all’unisono.
Una
scossa elettrica salì su per il
braccio di Bill fino alla spalla, la testa e il cervello. Il contatto
era così
piacevole che esitò a togliere la mano e provò
perdutamente ad incrociare lo
sguardo della giovane.
Lei,
stupita, alzò la testa e lo
guardò. Si scontrò negli occhi nocciola del
ragazzo e rimase immobile e
silenziosa per qualche attimo.
<<
Scusa … vuoi salire tu sul
taxi? Posso chiamarne un altro! >> disse, togliendo la
mano dalla
maniglia della portiera.
Non
sapendo come, Bill acconsentì con
un flebile movimento del capo. Poi, sentendosi un idiota, rispose:
<<
Ehm, sì! Ma se hai fretta non
importa … >>
<<
No, no! Non preoccuparti, vai
pure!! >>
Appena
lei allargò gli angoli della
bocca in un lucente sorriso, Bill percepì un grande calore
nel cuore, come un
fuoco che si era acceso dentro di lui. Di fronte a quello splendore non
poté
far altro che sorridere a sua volta e mormorare un
“grazie” strozzato.
La
ragazza annuì e sorridendo ancora si
voltò per attraversare la strada, ma qualcosa cadde dalla
borsa che aveva a
tracolla.
Sorpreso,
Bill si precipitò a
raccogliere il quadratino di carta rimasto sul marciapiede.
A
prima vista sembrava un biglietto da
visita, con una scritta incombente: “El Fuego del
Sol”.
Era
un bigliettino rosso che
rappresentava un sole stilizzato e a fianco c’era un
indirizzo, un numero di
telefono e la descrizione di un club sportivo e non solo:
c’erano tutti i tipi
di attività, ogni genere di sport e di passatempo, canto,
recitazione, ballo …
C’era
anche il ballo latino americano.
Bill sbatté le palpebre e ci pensò su.
<<
Allora, vuole salire o me ne
vado? Devo lavorare, sa?? >> esclamò il
tassista, aprendo il finestrino.
Per
zittirlo il ragazzo saltò in auto e
gli comunicò la destinazione, stringendo il biglietto tra le
mani.
Mentre
il taxi partiva, cercò la
ragazza con lo sguardo fuori dai finestrini, ma non la vide, era
sparita.
Osservò
ancora il biglietto e rifletté
un istante sulle sensazioni che aveva provato.
Era
stato come una violenta ed
inaspettata esplosione dentro di lui, come uno spavento. Ma era stato
così
bello …
La
voleva. Oh, eccome se la voleva!
Desiderava incontrarla di nuovo più di qualsiasi cosa al
mondo.
Lesse
di nuovo le parole scritte sul
bigliettino del club … e capì subito che cosa
fare.
Quel
giorno Valery era più allegra del
solito.
Come
sempre uscì dal “Fuego del Sol”
con un saltello, facendo volteggiare la lunga gonna leggera, stavolta
di un
vivace arancione sfumato di rosso sui fianchi. Sopra indossava un top
bianco che
lasciava l’ombelico scoperto e aveva le maniche lunghe fino
ai gomiti. Ai piedi
calzava delle scarpette eleganti rosse, con qualche centimetro di
tacco.
Portava una graziosa tracolla e un paio di vistosi occhiali da sole.
Era
una ragazza normalissima dal punto
di vista fisico, forse con un tocco di fascino in più dato
dai suoi fianchi ben
modellati; possedeva due grandi occhi verde smeraldo sempre sorridenti
e i
lunghi capelli neri ed ondulati volteggiavano sciolti sulle sue spalle
con
armonia.
A
Valery bastava poco per essere
felice. Era semplice, solare, esuberante, ma anche dolce, coraggiosa e
amante
delle sfide. Qualsiasi occasione era buona per dare un tocco di
positività alla
vita sua e quella degli altri. Era forse la migliore ballerina del club
e
nessuna era capace di colpire piacevolmente i gusti altrui come lei:
ogni volta
che danzava era come se iniziasse ad illuminarsi di luce propria, come
un
potente raggio di sole.
Si
allontanò dall’androne antistante il
club e imboccò il marciapiede, sospirando. Era stato un
pomeriggio
particolarmente movimentato e si sentiva stanca. Ma nonostante questo
manteneva
un’allegra e soddisfatta espressione sul viso.
Passò
davanti a una gelateria dove si
poteva ordinare anche da fuori e si fermò.
“Uhm,
perché no?” pensò.
Ordinò
velocemente un frappé, presa da
una gran voglia di dolcezza.
Non
appena ebbe la sua merenda in mano,
si sedette su una panchina e si rilassò. Tolse gli occhiali
ed osservò gli
ultimi bagliori che il sole emanava da dietro le case.
<<
Che panorama da favola … >>
disse tra sé.
<<
Hai ragione, guarda che figo
quel ragazzo laggiù! >>
Stupita,
Valery si voltò e vide Sophie,
una sua amica del club, socia onoraria e responsabile
dell’attività di ballo.
<<
Sophie, mi riferivo al tramonto,
se non te ne fossi accorta! >> fece Valery divertita. << Non
cambierai mai: sempre il vizio di
incollare gli occhi sugli uomini, eh? >>
L’altra,
sistemandosi i capelli castani
legati in una coda, rispose:
<<
Sarà, ma anche quel tipo all’angolo
della strada non scherza in fatto di panorami super … >>
Incuriosita,
Valery girò la testa verso
il punto indicato dall’amica, sorseggiando il
frappé.
Accidenti,
per poco non le andava di
traverso!
Mentre
Sophie ridacchiava, la ballerina
rimase a bocca aperta nel vedere così tanto fascino
concentrato tutto nella
stessa persona. Non le era mai capitato di incontrare qualcuno che la
attirasse
in quel modo.
Aguzzò
la vista e scrutò i particolari
di quel ragazzo: aveva la carnagione un po’ scura, il viso
serio ma avvolgente,
il corpo perfetto e possente malamente nascosto dai vestiti
extra-large, un
atteggiamento sicuro e intraprendente e lunghe treccine nere a
caratterizzargli
l’aspetto.
Si
trovava esattamente di fronte a lei,
dall’altra parte della piazzetta, appoggiato ad un palo
intento a fumare una
sigaretta.
<<
E’ bellissimo, Sophie … >>
mormorò Valery con tono sognante.
<<
Vero? Ha un fascino davvero
raro! Ora devo salutarti, cara, altrimenti si fa tardi. Alla prossima!!
>>
L’altra
si dimostrò assente
nell’agitare la mano in segno di saluto, Sophie lo
notò e camminò via
ridacchiando ancora.
In
qualche modo, la ballerina si
accorse che lui non era un ragazzo carino qualunque, no. Era il primo a
farle
provare davvero qualcosa alla prima occhiata, il primo che le
interessasse
seriamente.
Lui
faceva la differenza.
“Voglio
sapere chi è!” si disse.
Finì
rapidamente di bere il frappé, poi
assunse un’aria indifferente, ma sicura di sé.
Rimettendosi gli occhiali, camminò
fino alla parte opposta con l’intenzione di passare di fianco
al ragazzo.
Quest’ultimo
stava giusto staccando la
schiena dal palo per buttare la sigaretta e dirigersi altrove,
così si ritrovò
sullo stesso marciapiede dove stava passando Valery. I due finirono
quasi
fianco a fianco, ma ovviamente non si degnarono di uno sguardo, anche
se lei
spostava gli occhi per guardarlo di tanto in tanto.
Giunti
a un semaforo appena diventato
verde, la ragazza accelerò il passo in modo da finirgli
davanti.
Dalla
grande e trafficata strada che
stavano percorrendo, Valery imboccò improvvisamente una via
secondaria e si
accorse compiaciuta che il ragazzo la seguiva. A poco a poco
aumentò la
velocità con la quale camminava e dopo essersi assicurata
che lui le stesse
ancora dietro, aspettò il momento giusto per coglierlo alla
sprovvista.
Si
girò di scatto ed esclamò:
<<
Smettila di seguirmi!!
>>
Lui
si bloccò e la fissò, ammutolito.
<<
Chiedo scusa?? >> fece poi,
stupito.
<<
Ho detto, smettila di
seguirmi! >> ripeté Valery, mantenendo
un’espressione di disprezzo.
Il
ragazzo sembrò spaesato e non seppe
sul momento cosa dire, mentre lei sentì la soddisfazione
crescere dentro di sé.
<<
Ti … ti stavo seguendo?
>> domandò lui con ingenuità.
Valery
sbatté gli occhi, perplessa.
Replicò:
<<
Non mi stavi seguendo?
>>
L’altro
scosse il capo lentamente.
<<
E allora che cosa stavi
facendo alle mie spalle?? E’ da un bel po’ che mi
cammini dietro! >> disse
lei, mettendo le mani sui fianchi e fingendo indignazione.
<<
Io … non lo so! >>
rispose lui. << A dire la verità non so
nemmeno cosa ci faccia qui …
Forse ti ho seguita senza rendermene conto! Sai, quando si cammina
senza una destinazione
precisa … >>
A
quel punto la ragazza non seppe cosa
dire. Non aveva più nessun motivo per aggredirlo di nuovo!
Imbarazzata,
diventò leggermente rossa
e balbettò:
<<
Oh ehm, davvero? Cioè, voglio
dire … scusa, mi sono soltanto un po’ allarmata
… >>
<<
Non fa niente! Gira voce che i
dintorni siano frequentati da persone poco raccomandabili!!
>> esclamò lui,
accennando un sorriso per rassicurarla.
<<
Sì, infatti! >>
ridacchiò Valery. << Mi dispiace, credevo che
avessi cattive
intenzioni! >>
<<
Non fa nulla! >>
La
ballerina sfruttò gli attimi seguenti per osservare il
ragazzo da
vicino. Lo trovò ancora più carino, inoltre aveva
appena scoperto che si
trattava anche di una persona aperta e simpatica.
Sì,
gli piaceva decisamente.
Per
non destare alcun sospetto sul suo interessamento, mosse qualche passo
indietro ancora con una punta di imbarazzo e si congedò.
<<
Allora … ciao! E scusa ancora!! >>
Girò
l’angolo, agitando una mano e sentendolo dire:
<<
Figurati, buona serata! >>
Valery
riprese a camminare, rossa come un peperone. Pensò che le
sarebbe
piaciuto davvero tanto incontrarlo ancora e si accorse di essere
particolarmente
attratta da lui. Quello sconosciuto era entrato nella sua vita
all’improvviso,
travolgendola e facendole provare qualcosa di nuovo. Si era forse
innamorata?
Probabilmente sì!
“Ti
rivedrò, lo sento!” disse tra sé,
mentre il cuore le batteva forte.
Intanto
il ragazzo la seguì con lo sguardo, focalizzò
l’attenzione sulle
sue curve e fece una smorfia d’apprezzamento, prima di
proseguire dritto per la
sua strada.
*
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
<<
Nome? >>
<<
Bill
Kaulitz. >>
<<
Età?
>>
<<
Ventun anni. >>
<<
Nato
e residente qui? >>
<<
Sì,
certamente. >>
<<
Lavoro?
>>
<<
Ehm,
al momento sono … disoccupato, ecco. >>
<<
E’
sposato? >>
Il
ragazzo
sussultò all’ultima domanda della segretaria del
club.
<<
Cosa?? >> esclamò. << No! Scusi,
le sembro un uomo sposato??
>>
La
donna alzò
gli occhi su di lui, scollando finalmente lo sguardo dal computer posto
sulla
scrivania. Non appena si accorse quanto giovane fosse il ragazzo che
aveva di
fronte, strabuzzò gli occhi e si affrettò
immediatamente a farsi perdonare.
<<
Oh,
mi dispiace … Sono talmente abituata a seguire una certa
procedura per le
iscrizioni che ormai do tutto per scontato! >>
Bill
si
convinse e rassicurò la segretaria con un sorriso, dicendole:
<<
Ho
capito perfettamente. Dunque, ha bisogno di altri dettagli?
>>
<<
Sì,
per la verità mi dovrebbe dire ancora una cosa, ma diciamo
che è facoltativa … >>
continuò lei, assumendo un’aria
professionale e dando un’occhiata allo schermo.
<< A quale specialità del
club desidera iscriversi? >>
Il
ragazzo si
appoggiò con i gomiti al bancone e rimase silenzioso,
abbassando lo sguardo e
pensandoci ancora per un’ultima volta.
Perché
si
stava iscrivendo al quel club multiattività? Come faceva a
sapere che la
ragazza dei suoi sogni frequentava proprio quel club? Non aveva certo
la
garanzia al cento per cento che potesse trovarla lì, eppure
si era presentato
con convinzione al banco delle iscrizioni.
“Beh,
non
posso sapere se la troverò qui se non ci provo!”
<<
Latino americano. >> rispose con sicurezza.
La
segretaria
finì di compilare il modulo:
<<
Ecco
qua! Può accedere e provare tutte le attività del
club, tra cui recitazione,
canto, diversi tipi di ballo come hip-hop, danza classica o moderna,
inoltre ci
sono anche vari tipi di sport, palestra, persino yoga e …
>>
<<
Grazie, ma credo che verrò qua solo per ballare latino
americano! >> la
interruppe lui per stringere i tempi.
<<
Ah,
d’accordo. Come preferisce. Ecco il suo modulo e si diverta
con noi! >>
Bill
sentì
subito un grande senso di soddisfazione quando prese in mano il modulo
d’iscrizione al “Fuego del Sol” appena
stampato. Si domandò se tra i muri di
quell’edificio avrebbe trovato quella bionda che tanto lo
aveva fatto impazzire
e pensò che, pur non avendo ancora trovato una risposta, si
sarebbe comunque
divertito lì dentro. Non vedeva l’ora di
cominciare.
<<
Posso farle una domanda, ehm, Bill? >>
Abbastanza
sorpreso, il ragazzo alzò gli occhi verso la segretaria.
<<
Se
mi permette, sarei curiosa di sapere come mai ha reagito
così precipitosamente
quando le ho chiesto se fosse sposato … Inoltre ho notato
che ha anche assunto
un vivace colorito in faccia … >>
Lui
si portò
una mano al viso, imbarazzato, poi fece:
<<
Sa,
ho conosciuto una ragazza di cui credo proprio di essermi innamorato
… E sono
abbastanza sicuro di trovarla qui! >>
<<
Davvero? >> sorrise lei. << Tantissime
giovani frequentano il
nostro club, spero che riesca a trovare la ragazza che cerca!
>>
<<
La
ringrazio! >>
<<
Segua quel corridoio laggiù e sulla sinistra dovrebbe
trovare la sala da ballo
… >>
fece la donna, indicando il
corridoio in questione.
Bill
allargò
un altro sorriso simile al precedente:
<<
Grazie ancora!! >>
Dirigendosi
verso la sala, il ragazzo mise il modulo nella tasca del giaccone e si
guardò
in giro. Oltre molte porte di vetro c’erano delle sale
destinate a diverse
attività. Giunse ad una porta aperta, alla cui entrata
c’era una tenda
semitrasparente. La oltrepassò e si ritrovò nella
sala da ballo.
Spalancò
gli
occhi e ammirò lo spettacolo con meraviglia.
La
pista era
immensa, circondata da eleganti tavoli e sedie. In posizione laterale
si
trovava una postazione da dj, mentre in alto si affacciava una lunga
balaustra
proveniente dal piano superiore, dove probabilmente si tenevano altri
corsi di
altre attività. Le luci colorate erano in movimento e
c’era un discreto numero
di ballerini a coppie o da soli, tutti impegnati a danzare al ritmo di
una
canzone latina.
<<
Wow!! >> esclamò Bill.
Seduta
ad un tavolino,
una ragazza lo sentì e disse:
<<
Ehi,
sei nuovo? >>
<<
Già,
mi sono appena iscritto. >>
<<
Allora è il caso di tesserarti! Io sono Sophie e mi occupo
del ballo latino americano.
>> fece lei, alzandosi e porgendogli la mano.
<<
Piacere, sono Bill! >>
Dopo
aver
sorriso e stretto la mano a Sophie, lui si concentrò di
nuovo sulla pista,
facendo vagare perdutamente lo sguardo tra i movimenti rapidi dei
danzatori.
<<
La
vogliamo questa tessera o no?? >> disse la ragazza.
L’altro
annuì
e la seguì, sorridendo ancora.
Dopo
qualche
giorno, Tom incontrò nuovamente Elisabeth. Si erano fermati
nello stesso bar a
bere qualcosa, lui per relax e lei per caso. Le loro chiacchiere non
erano
durate a lungo, infatti Eli se ne sarebbe andata di lì a
poco a causa di un
impegno. Allenamento al club, citando le sue testuali parole.
I
due avevano
parlato ancora molto delle loro passioni, in particolare quella di Tom
per la
musica. A quel proposito, Elisabeth gli aveva fatto vedere un
volantino,
trovato casualmente nella buca di casa sua, che pubblicizzava un
contest per
giovani talenti. Il ragazzo lo aveva letto con curiosità e
aveva deciso di
tenerlo e informarsi. Nel conservarlo dentro la tasca dei pantaloni ci
aveva
messo un po’ di ironia, considerata la scarsa
quantità di informazioni scritte
su quel pezzo di carta. Ma chissà, forse era la volta buona
che qualcuno di
importante notasse lui e la band!
Dopo
aver
salutato allegramente l’amica era andato a dare
un’occhiata all’indirizzo
riportato sul volantino, nemmeno tanto distante dal bar in cui si
trovava in
quel momento. Attaccato a una porta, aveva trovato un foglio
decisamente più
dettagliato e scoprì che si trattava di qualcosa di serio,
molto più di quanto
immaginasse.
Appresa
la
notizia, tornò immediatamente a casa per parlarne con Bill.
Quest’ultimo ne fu
molto felice e chiamò subito Georg e Gustav.
I
quattro si
ritrovarono lì dove Tom aveva letto il volantino completo,
appeso alla porta
dell’ufficio che si occupava del contest in questione.
<<
Ciao
ragazzi! >> salutò Georg, arrivato per ultimo.
<<
Non
ci hai messo un po’ tanto, per abitare qui vicino?
>> chiese Bill
sospettoso.
L’amico
lo
guardò, sentendosi accusato.
<<
Scusa se prima di uscire sono andato in bagno!! >>
esclamò.
Gli
altri
risero e, dopo aver ravvivato l’atmosfera, entrarono.
Per
fortuna
rintracciarono subito il responsabile del contest. Bill si fece avanti
e
domandò cortesemente:
<<
Salve, è lei il signor Quartz? >>
L’uomo
si
girò e confermò con un cenno della testa.
<<
Io e
i miei amici vorremmo iscriverci al contest da lei organizzato!
>>
continuò l’altro, sorridendo.
Il
signor
Quartz sorrise a sua volta e li invitò a seguirlo, intanto
scambiò qualche
parola con loro.
<<
Sai
ragazzo, devo averti già visto da qualche parte …
Ma certo, qualche sera fa eri
al locale che poi ha chiuso perché era arrivata la polizia!
>>
Tutti
e
quattro impallidirono a quell’affermazione.
<<
Bill
… di cosa sta parlando?? >> fece Tom,
rimproverando il gemello con gli
occhi.
Il
cantante
mise subito le mani avanti, difendendosi:
<<
Non
è come sembra, io non ho fatto niente! >>
<<
Sì,
il ragazzo ha ragione. >> continuò Quartz.
<< C’era un problema di
droga tra il personale del locale, se non sbaglio …
>>
<<
Oh,
per caso sa com’è andata a finire quella sera?
Hanno magari arrestato qualcuno?
>> domandò Bill, fortemente curioso.
L’uomo
rispose, pensandoci ancora su:
<<
Mi
pare che abbiano fermato alcuni giovani per far loro delle domande, ma
non è
uscito fuori nulla di interessante … Molti di loro
frequentano spesso la strada
e in modo particolare mi ricordo di una bella ragazza bionda
… >>
Con
uno
scatto fulmineo, Tom e Bill si irrigidirono.
<<
Una
ragazza bionda?? >> esclamarono in coro.
Calò
subito
uno strano silenzio, tra la meraviglia generale. Che i due fratelli
conoscessero la stessa persona?
Sorpresi,
si
voltarono l’uno verso l’altro e si chiesero
spiegazioni con lo sguardo, senza
ottenerne.
Elisabeth
entrò al “Fuego del Sol” con un sorriso,
salutò amichevolmente la segretaria ed
imboccò il corridoio principale. Senza alcuna esitazione,
come d’abitudine,
attraversò la tenda della sala da ballo e la
superò, facendo lo slalom tra i
tavoli. Arrivò ad una porta come sempre spalancata, che
conduceva al grande bar
della struttura.
Girò
la testa
per guardare chi c’era al bancone, poi allargò un
altro sorriso, più felice del
primo. Provò un gran sollievo nel constatare che nulla era
cambiato nella
solita routine: la sua migliore amica la stava aspettando ed Eli la
trovava lì
sempre alla stessa ora, seduta sempre allo stesso posto, quasi come se
ogni
volta si dessero appuntamento.
Sentendo
l’arrivo di qualcuno, Valery si voltò e quando si
accorse che era Elisabeth
scese dallo sgabello per salutarla.
<<
Ciao,
Val!! >> fece la bionda, abbracciandola.
<<
Ciao, carissima! >> ricambiò lei.
<< Come procede? >>
Sciolsero
l’abbraccio ed Elisabeth rispose, con una smorfia:
<<
Mh,
non c’è male. E tu? >>
<<
Non
c’è male … Anzi, ultimamente sto
proprio bene! >>
<<
Sul
serio? Sarà l’estate che sta arrivando, forse?
>>
<<
Sì,
in un certo senso! >> disse Valery, ridendo.
Le
due si
risedettero una accanto all’altra e ordinarono da bere, con
il proposito di
rilassarsi e chiacchierare un po’ prima dell’inizio
delle loro attività, latino
americano per l’una e hip-hop per l’altra.
<<
Che
mi racconti? >> chiese la mora, fissando il suo
bicchierone di aranciata
fresca con voracità.
L’amica
appoggiò stancamente un gomito sul bancone e fece:
<<
Mah
… qualche sera fa c’è stato un casino
al locale … >>
Prima
che
potesse iniziare a bere, Valery si bloccò col bicchiere a
mezz’aria.
<<
Quel
locale? >> domandò, accentuando la prima
parola e aggrottando la fronte.
<<
Quel
locale. >> ripeté Elisabeth, sospirando.
Val
bevve
alcuni sorsi, poi riappoggiò la bibita e chiese
all’amica di fornirle altri
dettagli.
La
coca cola
di Eli arrivò, ma fu quasi ignorata dalla bionda, che invece
cominciò a
raccontare.
<<
I
miei amici devono averne combinata un’altra … >> disse con
aria triste. << Si
stanno seriamente mettendo nei guai. Sono delle brave persone e ancora
non
capisco come siano riuscite ad entrare in quel brutto giro!
>>
<<
Cos’è successo esattamente? >>
domandò la mora.
Sospirando,
Elisabeth
iniziò a far scorrere il dito sul bordo del bicchiere,
facendo affondare e di
nuovo riemergere i cubetti di ghiaccio immersi all’interno.
Intanto rispose:
<<
Devono aver effettuato uno scambio di … roba, nel retro del
locale. >>
alla parola “roba” fece una smorfia di disgusto.
<< Non ho la più pallida
idea di cosa sia successo, ma la sera è stata trovata della
droga proprio lì e
hanno fatto uscire tutti i clienti. Io e i miei amici eravamo proprio
da quelle
parti quando è successo e all’arrivo della polizia
siamo dovuti andarcene.
Hanno fermato e sottoposto a delle domande alcuni dei presenti, un paio
dei
quali li conosco e sono implicati nella vicenda, ma naturalmente hanno
fatto
finta di non saperne nulla. >>
Ascoltandola,
Valery bevve ancora e poi chiese, preoccupata:
<<
E a
te cos’è accaduto? Ti hanno chiesto qualcosa?
>>
<<
No,
niente. Quella sera me ne sono andata a casa senza parlare e senza
incontrare
nessuno. Dopotutto non ho nulla da nascondere, no? >>
disse Eli,
cominciando a bere la sua bibita.
Sorseggiando,
però, le tornò alla mente il ragazzo a cui aveva
ceduto il taxi e rimase in
silenzio con sguardo assorto, aspettando che Val dicesse
qualcos’altro.
<<
Forse
faresti meglio ad allontanarti da quelle persone. >> fece
infatti Valery.
<< Non è giusto che ti trascinino in mezzo a
questo casino, tu non hai
fatto niente di male! >>
L’amica
roteò
gli occhi con aria scocciata.
<<
Uffa, me l’hai già detto … Ma io non
voglio separarmi da loro, non sopporto
l’idea che potrebbero rovinarsi la vita! Voglio continuare a
star loro vicino,
voglio tirarli fuori da tutto questo! >>
<<
Mmh
… >> borbottò la mora, finendo di
bere la sua aranciata.
Eli
fece
girare la cannuccia nel bicchierone di cola, poi sembrò
rianimarsi.
<<
Cambiamo argomento! Che mi dici, Val? >>
L’amica
sorrise e si strinse nelle spalle con un gran sorrisone.
<<
Non
hai idea di che cosa mi è successo! >>
<<
Spara!! >> esclamò Elisabeth, colta
improvvisamente dalla curiosità.
Arrossendo
un
po’, Valery disse:
<<
Ho
incontrato un ragazzo … >>
<<
Davvero?? >>
<<
Sì!
Il più bel ragazzo che abbia mai visto! >>
<<
Ma
ci hai parlato? >>
L’altra
annuì
e continuò:
<<
Non
solo ha un fascino unico, ma è anche piacevole sentirlo
parlare. Credimi Eli,
credo di essere stracotta!! >>
La
bionda
rise e fece:
<<
Dici
che sarà la volta buona?? >>
<<
Lo
spero proprio! >> rispose Val, ridendo anche lei.
Si
alzò un
breve boato.
La
sala era
immensa, il palco imponente e la platea maestosa. Era la prima vera
sala da
concerto che i ragazzi vedevano e la meraviglia fu davvero grande.
<<
Avevate mai visto qualcosa di simile? >>
mormorò Bill, contemplando
l’enorme ambiente.
<<
No,
è … è fantastico!! >>
rispose Gustav.
Il
signor
Quartz incrociò le braccia con orgoglio e disse:
<<
Il
contest si terrà qui. Niente male, vero? E’ tutto
a vostra disposizione. Se
volete provare prima del grande giorno, basta registrarsi
all’ingresso da dove
siamo entrati poco fa. Allora … confermo la vostra
partecipazione? >>
I
quattro
musicisti annuirono con un soddisfatto sorriso e Quartz si
congedò.
Georg
e
Gustav andarono rapidamente verso il palco per osservarlo
più da vicino, mentre
Tom e Bill restarono sui gradini della platea.
Rompendo
il
silenzio, il chitarrista fece:
<<
Una
ragazza bionda, eh? >>
Bill
si voltò
verso il fratello, perplesso. Il dubbio di qualche minuto prima
tornò nelle
menti di entrambi.
Il
cantante
decise di non rispondere in alcun modo e spostò lo sguardo
nuovamente sul palco
in lontananza. Per il momento non voleva condividere il suo
innamoramento, o
almeno non prima di essersi accertato che i due gemelli parlassero
della stessa
persona.
<<
Come
si chiama? >> riprese Tom, curioso.
<<
Non
lo so! >>
L’altro
rise.
<<
Dai
Bill, non fare il cretino … >>
<<
Tom,
sembra incredibile, ma non lo so veramente! >> disse Bill
con aria
estremamente seria.
Il
chitarrista capì che diceva la verità e smise di
sorridere.
<<
Facciamo così. Se è la stessa ragazza bionda mi
paghi la chitarra nuova … >>
<<
E se
non lo è? >>
<<
… mi
iscrivo anch’io a latino americano. >>
A
quell’affermazione, Bill scoppiò a ridere e Tom si
maledì per quell’improvvisa
e indecente proposta.
<<
Ci
sto!! >> esclamò il cantante, cominciando a
scendere i gradini per
raggiungere gli altri amici.
Tom
si
spiaccicò una mano sulla guancia, ma poi
ridacchiò e pensò:
“Dev’essere
per forza Elisabeth … Lo so, lo sento! Nuova Gibson Les
Paul, ti sto
aspettando!!”
*
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
Come
sempre,
tutti gli occhi erano puntati su di lei.
Valery
si
muoveva con una tale agilità che i presenti non ne potevano
rimanere
indifferenti. Ballando, rimaneva ferma nello stesso angolo della pista,
ma fu
come se l’intera sala fosse intrisa di quella magia e di quel
calore che
soltanto lei sapeva emanare. I suoi passi erano perfetti, come se
fossero stati
studiati accuratamente. Val aveva un fascino travolgente che incantava
chiunque.
La
canzone
finì e ne cominciò subito un’altra,
rianimando i ballerini che si erano fermati
apposta per guardare lei. Valery passò una mano in mezzo ai
capelli con un gran
sospiro, prima di camminare verso i tavoli e raggiungere alcune
compagne di
club, tra cui Sophie.
<<
Sei
un’esibizionista! >> le disse
quest’ultima con fare scherzoso.
<<
Che
cosa? >> fece Valery con ingenuità.
<< Stavo solo ballando, non
volevo certo attirare l’attenzione! >>
Un’altra
ragazza esclamò, spostando una sedia verso Val per farla
sedere:
<<
Si
dà il caso che succede praticamente sempre! >>
La
mora si
sedette e rispose:
<<
Ribadisco che non stavo facendo nulla di speciale … Se alla
gente piace come
ballo, tanto meglio, ma fondamentalmente la cosa mi è
indifferente. >>
<<
Modestia
e franchezza, Valery, sei un mito!! >> fece Sophie.
Da
lì in poi
la diretta interessata preferì cambiare argomento. Aveva
sempre saputo di avere
un talento naturale per la danza, ma saggiamente non ne aveva mai
approfittato
per vantarsi o per mettersi in mostra. Non si sarebbe mai permessa.
Chiacchierando,
il tempo passò. Nel frattempo era arrivato Bill, che senza
alcun indugio si era
buttato in pista allegramente. Ballava da solo, senza trattenersi dal
fare
mosse particolari o magari un po’ audaci. Intorno a lui non
c’era molta gente,
ma si sentì comunque parecchio osservato, soprattutto dalle
persone sedute ai
tavoli. Questo non lo disturbò e, insomma, Bill ballava
semplicemente, per
ingannare il tempo con qualche cosa che riteneva piacevole.
Fu
dopo una
giravolta e l’inizio di una canzone nuova, che Valery lo
notò.
Rimase
per
qualche istante con lo sguardo fisso sul ragazzo. Ad attirare
l’attenzione era
stata la libertà e la spontaneità dei suoi
movimenti, cosa che non vedeva
spesso negli altri ballerini. Era bravo, certo, ma Val si
dimostrò critica e
constatò che faceva qualche errore nella sequenza dei passi
o nella dinamica di
alcune mosse. Eppure, senza riuscire a capirne il motivo, a lei piaceva
come
quel ragazzo ballava. Era sciolto, spensierato, libero, gradevole da
vedere
nonostante le imperfezioni. Al contrario, lei era abituata a danzare
con
impegno e con la massima concentrazione, risultando perfetta agli occhi
di
tutti. Questo la fece riflettere.
<<
Sophie … è nuovo quello? >>
domandò poi all’amica, senza distogliere gli
occhi da lui.
L’altra
cercò
di capire dove stesse guardando Val, poi disse:
<<
Chi?
Il tipo alto e moro al centro della pista? Sì,
l’ho tesserato qualche giorno
fa! >>
<<
E’
bravo … >> fece Val, ancora con sguardo
assorto.
Sophie
diede
un’occhiata al ragazzo e rise.
<<
Già,
si muove veramente bene. Lo vuoi conoscere? Mi pare che si chiami Bill
… >>
La
ballerina
rimase zitta, si portò una mano al mento come per pensare e
dopo averci
rimuginato sopra per un po’, si alzò e decise in
qualche modo di sfidarlo.
Cominciò
a
danzare con maestria e notevole bravura, sollevando i soliti boati di
apprezzamento. Ogni tanto si girava per vedere se il ragazzo nuovo
l’avesse
notata e quando si rendeva conto del contrario, faceva qualche mossa
provocatoria per sollecitare di più il pubblico.
Finalmente
Bill la vide e rimase molto impressionato davanti a un così
grande talento, al
punto che si unì al pubblico di danzatori che si erano
fermati a guardarla.
Quando Valery se ne accorse, si fermò e lo fissò
intensamente. Comprendendo di
essere stato preso di mira, il moro non ne fu intimidito, anzi: fece
qualche
passo verso di lei e con un lieve inchino le porse una mano,
invitandola a
ballare.
Tutti
i
presenti furono perplessi. Nessuno aveva mai chiesto di ballare a
Valery, la
famosa Valery, colei che aveva raggiunto la perfezione e non poteva
paragonarsi
a nessun altro. Val ne fu altrettanto colpita e, presa dalla
curiosità, accettò
e gli prese la mano. Gli altri ballerini che avevano assistito alla
scena
ridacchiarono e continuarono a ballare per conto proprio.
Con
strana
disinvoltura, senza lasciarle la mano sinistra, Bill pose quella destra
sul
fianco di Valery e lei, per forza di cose, mise la sua sulla spalla del
ragazzo. Quest’ultimo diede poi l’attacco con un
cenno della fronte, subito
dopo il quale i due iniziarono a muoversi.
Era
così
strano per Val. Nessuno le aveva mai proposto così
audacemente di ballare con
lei e farlo senza preavviso, tra l’altro con un perfetto
sconosciuto, le suonava
parecchio insolito e insomma, troppo strano! Lui, invece, non si era
fatto
alcuno scrupolo, si stava semplicemente divertendo. Ma non sapeva che
in realtà
la ragazza con la quale stava danzando era la più brava e
ammirata della pista,
quindi una persona di una certa importanza nel club.
Ad
ogni modo,
i due si mossero a tempo di musica senza alcuna esitazione. Bill aveva
assunto
un’espressione fiera, ma allo stesso tempo divertita e
soddisfatta; intanto
Valery lo studiava e valutava attentamente la situazione.
“Oh
no,
pivello, la più brava sono io!” pensò,
fissandolo in viso.
Per
un po’ i
due seguirono una successione di passi piuttosto semplice, ma
improvvisamente
Val prese l’iniziativa e cominciò a trascinare
Bill in alcune mosse rapide ed
impegnative, sebbene fossero anche molto belle da vedere. Gli prendeva
le mani
e faceva una doppia o tripla giravolta, il tutto nella stessa battuta,
oppure
cambiava improvvisamente l’ordine dei passi o ancora
commetteva volutamente
qualche errore. Insomma, stava facendo di tutto per disorientarlo,
metterlo in
difficoltà. Eppure lui sembrava non esserne turbato, o
meglio, non se n’era
accorto. Rimaneva tranquillo e anzi, nelle sue movenze e nei suoi
sguardi si
poteva leggere una certa curiosità.
Vedendo
che
il ragazzo proseguiva con serenità, lei
s’innervosì. Piano piano si calmò e
continuò a danzare correttamente. Intanto lo osservava,
tentando di capire il
motivo del suo comportamento. Bill non parlava, si muoveva soltanto. Ma
nello
stesso tempo era anche molto affascinato e coinvolto da ciò
che faceva.
Sembrava che non si fosse preso nessun impegno, fatto nessuno scrupolo,
prefissato nessun obiettivo. Il suo desiderio era ballare. E basta.
Quando
Valery
se ne accorse, dovette ricredersi. Quasi nessun ballerino ragionava
come lui;
tutti quelli che conosceva, lei compresa, erano guidati da una forte
ambizione
e tutto ciò cui pensavano mentre danzavano era solo il
raggiungimento della
perfezione. Raramente c’era qualcuno che, come Bill, ballava
solo per
divertirsi e sentirsi bene. Riflettendo su questo, la ragazza si
incuriosì e
proprio dalla curiosità fu spinta a guardare quello strano
giovane direttamente
negli occhi, per capire meglio cosa pensasse.
Lui
si
accorse dello sguardo insistente di Val, così
ricambiò con un sorriso e un flebile
movimento della mano che la incitava a fare una giravolta. Lei la
eseguì, senza
mutare l’espressione meravigliata che aveva in viso.
Possibile che lui non
avesse nemmeno un pizzico di spirito competitivo? Doveva averlo.
Chiunque ballasse
con lei doveva essere competitivo.
“Se
non vuole
una sfida, beh, gliela farò volere io!” si
convinse la ragazza.
Per
un po’ fu
Bill a guidare i passi, poi Valery capì che sarebbe stata
soddisfatta solo se
lo avesse fatto sbagliare o distrarre. Aspettò qualche
momento, dopodiché
iniziò a fare una giravolta dopo l’altra. In
questo modo il ragazzo si stancò
un po’ e mentre lui la guardava ammirato, capendo che lei
aveva davvero un gran
talento, la ballerina lo strattonò per entrambe le braccia,
spingendolo a
spostarsi dalla sua posizione, rischiando quasi di farlo inciampare.
Bill
si
accorse che l’aveva fatto apposta ed osservò
meglio la sua espressione. Valery
stava sorridendo, orgogliosa e sorniona, come se gli avesse appena
dimostrato
che era lei la più brava dei due. Notando questo sguardo un
po’ maligno, Bill
si stupì. Ma contrariamente alle aspettative di Val, lui non
si arrabbiò, né
ebbe voglia di un’altra sfida. Alzò invece un
sopracciglio con perplessità,
come per dirle “Non è che per caso ce
l’hai con me?”.
A
quel punto
la ballerina non seppe più cosa fare. Era così
sorpresa della sua reazione,
talmente tanto che la cosa la divertì. Si rese conto di
essere stata un po’
stupida a proporgli uno scontro del genere e che in fondo non aveva
neppure
senso. Lei non era vanitosa o desiderosa di mettersi in mostra, eppure
si era
comportata con lui come se lo fosse. Rendendosi conto di tutto questo,
sorrise
e poi scoppiò a ridere, lasciandosi trasportare dal braccio
di Bill che le
faceva fare un’ennesima giravolta.
Fino
a quando
la canzone finì, i due continuarono a ballare insieme. Era
un’esperienza nuova
per entrambi e di conseguenza stavano provando sensazioni insolite. Si
piacquero a vicenda, ma non furono attratti l’uno
dall’altra. Era un’emozione
particolare, intensa ma non come lo è l’amore.
Stavano forse diventando …
amici?
Sì,
era
qualcosa di simile, ma l’amicizia che erano abituati a
provare era differente
da quella che sentivano in quel momento. Non compresero subito di cosa
si
trattava, ma un passo dopo l’altro la risposta fu chiara: si
stava sviluppando
tra loro una grande complicità. I loro movimenti avevano
cadenze diverse,
eppure sembravano avere un alone di magia intorno, quando avvenivano
insieme.
Che avessero trovato rispettivamente il loro compagno e compagna di
ballo
ideale?
La
canzone
terminò e i due ballerini si fermarono. Sospirarono per la
stanchezza, avevano
danzato a lungo. Rimasero qualche attimo a fissarsi. Sorridevano, erano
felici
di aver provato qualcosa di nuovo.
<<
Piacere, io sono Valery. >> fece lei, allungandogli il
braccio.
Lui
allargò
il sorriso, le strinse la mano e rispose:
<<
Piacere mio. Mi chiamo Bill! >>
Val
si
torturò le mani e si guardò intorno, indecisa sul
da farsi. Poi si rigirò verso
Bill e chiese:
<<
Un
drink? >>
L’altro
annuì
ed iniziò a camminare verso il bar.
<<
Volentieri! >>
Appoggiandosi
allo stipite della porta del bar, Valery fece:
<<
E
così sei nuovo … >>
<<
Già.
>> disse lui, aprendo una lattina di soda e appoggiandosi
all’altro
stipite di fronte a lei. << Mi piace molto questo club!
>>
Val
lo guardò
sovrappensiero.
<<
Posso dirti che ti muovi davvero bene? >> gli disse poi.
<<
Grazie. Anche tu sei molto brava! Hai talento! >>
<<
Ti
ringrazio. >>
La
ragazza
portò alla bocca il suo bicchierone di tè freddo,
sempre fissandolo. Intanto
Bill buttò giù diversi sorsi della sua bibita e
si sentì molto più rinfrancato.
Il suo sguardo cadde su Valery con la sua stessa aria pensierosa, poi
chiese:
<<
Succede spesso che l’intera sala si fermi a guardarti come
poco fa? >>
Lei
distolse
gli occhi da lui e fece, guardando per aria e alzando le spalle:
<<
Sì …
direi di sì. >>
Bill
ne fu
sorpreso.
<<
Sul
serio? Allora devi essere popolare qui … >>
<<
Già,
così pare. >> disse Val senza tante cerimonie.
<< E credo che per
questo nessuno mi abbia mai chiesto di ballare insieme, almeno fino ad
oggi.
>>
Mentre
Valery
riprendeva a bere il suo drink, il ragazzo la fissò a occhi
spalancati.
<<
Ciò
significa che io sono il primo?? >>
Valery
fece
sì con il capo, suscitando in Bill un certo pentimento per
essersi comportato
in modo così audace con lei. Chissà
cos’avrebbero pensato gli altri di lui, ora,
sapendo che un ballerino nuovo e mai visto prima aveva fatto
ciò che gli altri
danzatori non avevano mai avuto il coraggio di fare …
“Ah,
ma in
fondo cosa m’importa del giudizio della gente?”
<<
Ehm,
capito … Dimmi, Valery, pensi che ne sia valsa la pena?
>> domandò
titubante.
La
ragazza si
voltò verso Bill e senza troppe esitazioni sorrise.
<<
Assolutamente sì! Penso che ballare con te sia stato meglio
di quanto avrebbe
potuto esserlo con qualsiasi altro ballerino! >>
Inutile
dire
che Bill si sentì orgoglioso dopo
quell’affermazione. Allargò un sorriso e
fece:
<<
Neanch’io
posso lamentarmi. Ho ballato con la più famosa danzatrice
del quartiere! Non ti
sembra incredibile? >>
<<
Mai
come lo è stato per me ballare con te! >>
disse Val a sua volta.
I
due ebbero
infine la stessa idea e fecero tintinnare i contenitori delle loro
bevande.
Proprio
mentre stavano finendo i loro drink, videro Sophie avvicinarsi con
grande
eccitazione.
<< Ciao Sophie! >>
fece Valery.
<<
Ciao Val, ciao Bill! >>
Anche
lui
salutò, poi la responsabile
dell’attività di ballo disse:
<<
Ragazzi, ma che cosa vi è successo?? >>
<<
Di
cosa stai parlando? >> domandò lui sorpreso.
<<
Vi
hanno visto tutti ballare prima! >> esclamò
lei, sorridendo. << Siete
stati fenomenali! >>
Val
guardò
Bill con perplessità:
<<
Sul
serio? Non ce n’eravamo minimamente accorti! >>
<<
E
invece avete spopolato! Stanno tutti parlando di voi, in questo momento
… >>
Cercando
conferma alla frase di Sophie, i due ballerini fecero rapidamente
scorrere lo
sguardo in mezzo alla gente in sala. Non appena qualcuno incrociava i
loro
occhi, si girava e parlottava con i vicini di tavolo o di pista ed era
palese
che l’argomento fosse il nuovo arrivato e la ballerina
più famosa del club …
insieme.
<<
Bah,
sono soltanto voci! >> disse Valery, per poi staccarsi
dallo stipite
della porta e andare a posare il bicchiere al bancone.
Intanto
Bill
buttò via la lattina vuota, mentre Sophie gli diceva:
<<
Ad
ogni modo, sto facendo un giro per il “Fuego del
Sol” per informare tutti i
soci che si sono appena aperte le iscrizioni per una gara di ballo!
>>
Il
ragazzo si
dimostrò subito interessato.
<<
Veramente? Che bello! Val, hai sentito?? >>
Val
non aveva
sentito e quando Sophie le ripeté la notizia,
reagì in modo strano.
<<
Oh …
è individuale? >>
<<
No,
è in coppia! >> rispose l’altra,
strizzando l’occhio a Bill.
Quest’ultimo
la fulminò con gli occhi, intimandole di togliere il
disturbo, così lei se ne
andò. Intanto Valery tornò ad appoggiarsi al muro
con aria assorta.
Lui
le
chiese, avvicinandosi:
<<
Tutto bene? >>
<<
Sì,
credo. >> fece lei con una leggera, ma percepibile ansia.
<< Sai,
ho sempre desiderato prendere parte a una gara …
>>
<<
Non
l’hai mai fatto?? >>
<<
No.
Tutte quelle organizzate da questo club sono sempre state a coppie ed
io non ho
mai trovato il partner giusto per me … eppure sono una
persona competitiva e
muoio dalla voglia di partecipare, penso che tu l’abbia
già capito … vero?
>>
Bill
esitò un
momento di fronte a quell’espressione, che non faceva altro
che confermare
l’ansia e la speranza dell’amica. Era come se gli
stesse chiedendo con gli
occhi di iscriversi alla gara con lei.
Quando
se ne
rese conto, lui fece un sorriso e disse:
<<
Dalla
prossima volta iniziamo a pensare ad una coreografia, intanto tu vai a
dire a
Sophie di tenere il premio pronto per noi! >>
Con
gli occhi
un po’ lucidi, Valery rise e lo abbracciò
brevemente, prima di correre ed
esclamare a gran voce il nome di Sophie.
*
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5
Entrati nella
palestrina, Bill e Valery dimostrarono subito di apprezzarla.
<<
Com’è carina! >> fece lei.
<< Per che ora l’hai prenotata? >>
<<
Tutti i giorni dalle 5 in poi, se non ci precede una squadra di bambini
che giocano a basket … >>
Val
alzò le spalle, posando per terra uno stereo e la sua borsa.
<<
Va benissimo lo stesso! >>
A lato della
palestrina c’era una grande porta con degli enormi
maniglioni. Bill si avvicinò a essa e la aprì,
scoprendo con sorpresa che da lì si usciva direttamente
nella piazzetta.
<<
Ehi, ma è qui che si terrà la gara!
>> esclamò.
L’amica
era occupata a cercare un cd tra quelli che si era portata dietro,
quando sentì la voce di Bill.
<<
Davvero? >> domandò, raggiungendolo.
Di fronte a
loro c’era un grande padiglione dalla forma circolare,
contornato da alte arcate e sovrastato da una cupola. C’era
molto spazio e sembrava il posto adatto per una competizione pubblica.
Valery
appoggiò un gomito sulla spalla di Bill e
commentò:
<<
E’ veramente bello, questo posto. Immaginalo pieno di gente
… >>
Non fu
difficile farlo. Il ragazzo aveva sempre sognato di esibirsi con la sua
band davanti a tante persone e al solo pensiero fece un sorriso
spontaneo che tenne per sé, senza dire nulla.
<<
Vieni, Bill, voglio farti sentire una canzone! >>
Con queste
parole i due rientrarono nella palestrina. Val trovò il cd
che stava cercando, lo mise velocemente nello stereo e lo fece partire.
<<
E’ una delle mie preferite … >>
disse lei, mentre la musica cominciava.
Dopo averla
ascoltata per un po’, nella mente dei due ballerini
iniziarono a prendere forma idee su idee utili per la coreografia che
avrebbero dovuto presentare alla gara. Decisero che quella canzone
sarebbe stata il loro cavallo di battaglia e presero subito a lavorare
sul pezzo, improvvisando varie combinazioni di passi di danza tra una
risata e l’altra.
Le due ore
seguenti passarono in un lampo. Quando se ne accorsero, Bill e Valery
raccolsero le loro cose e fecero per lasciare il club. Commentando le
loro prime prove e facendosi complimenti a vicenda, arrivarono
all’uscita. Ma appena oltrepassata la porta, la ragazza si
immobilizzò e spalancò le orbite.
<<
Fratellino, sei venuto a prendermi! >> esclamò
invece Bill.
Tom era
venuto incontro al gemello, quasi per puro caso, tanto per passare il
tempo. Ovviamente nella testa di Valery prese vita
un’infinità di domande.
<<
Qual buon vento ti porta qui, Tom? >> continuò
il cantante, avvicinandosi a lui.
<<
Il vento della noia, infatti non sapevo cosa fare a casa da solo senza
avere gemelli da tormentare. Com’è andato il
…? >>
Il ragazzo si
bloccò a sua volta, non appena si accorse della presenza di
Valery alle spalle del fratello. Quest’ultimo si
girò per controllare la reazione dell’amica, ma
vedendo che anche lei sembrava sorpresa di vedere Tom
cominciò a preoccuparsi.
<<
Ehm, ragazzi? Va tutto bene? >>
Val
avvertì un’improvvisa vampata di calore avvolgerla
dalla testa ai piedi, poi scosse il capo e farfugliò:
<<
Bill … ti dispiacerebbe dirmi …? >>
Il moro
capì e procedette subito con le presentazioni.
<<
Oh, certamente! Valery, ti presento il mio fratello gemello Tom. Tom,
questa è Valery, la mia partner di ballo. >>
<<
Lieto … >> fece il chitarrista ancora stupito,
titubando nel stringerle la mano che lei le porgeva.
Non fu
complicato per Bill notare che tra i due c’era qualcosa di
strano.
<<
Vuoi scusarmi un momento, Tom? >> disse il ballerino.
<< Avrei due cosette di cui parlare con Val …
>>
Prese
l’amica per il polso e mentre lei faticava a distogliere gli
occhi da Tom, venne trascinata nuovamente dentro.
<<
Ti senti bene?? >> esclamò lui con sguardo
inquisitorio.
<<
Certo! >> mentì Valery, che invece combatteva
per nascondere l’imbarazzo. << Piuttosto,
perché non mi hai detto che lui è il tuo fratello
gemello?! >>
<<
Non ero tenuto a farlo! >> ribatté Bill.
<< Magari te ne avrei parlato, però
… aspetta: mi sono perso qualcosa?? >>
Lei
arrossì e non rispose, limitandosi a guardare per aria con
finta innocenza.
Intanto,
fuori, Tom era ancora in preda alla sorpresa.
“Com’è piccolo il mondo!”
pensò. Insieme allo stupore, però,
scoprì di sentirsi anche contento di aver incontrato di
nuovo quella ragazza. Dopotutto, non si incontravano spesso delle tipe
così carine …
Navigando in
questo mare di pensieri, quasi non si accorse che la sua amica
Elisabeth stava passando di lì.
<<
Ciao Tom! >> disse, andandogli vicino.
L’improvviso
arrivo della ragazza lo fece sobbalzare.
<<
Elisabeth!! Anche tu da queste parti? >>
<<
Già. Tu che cosa ci fai qui? Anche tu hai deciso di unirti
al “Fuego del Sol”? >> chiese lei
curiosa.
<<
No, sono qui solo per passare il tempo … >>
rispose Tom ancora mezzo stordito da tutti quegli incontri.
<< Conosci questo club? >>
Eli sorrise,
guardando l’insegna luminosa:
<<
Certo, ci vengo spesso con la mia migliore amica … Oh,
guarda, eccola lì! >>
Non appena si
accorse che Elisabeth stava parlando di Valery, il chitarrista
trasalì.
<<
Valery è la tua migliore amica?? >>
esclamò, fissando le due ragazze una dopo l’altra.
<<
Sì … Hai già avuto modo di conoscerla?
>>
<<
Si può dire di sì! >>
La bionda
rimase zitta per qualche attimo, giusto il tempo di sospettare che tra
i due ci fosse qualcosa di particolare. Non ebbe il tempo di
approfondire la cosa, però, perché
improvvisamente notò il ragazzo con cui dentro stava
parlando l’amica. Lo aveva già incontrato!
<<
Piuttosto, sai chi è quel tizio con cui Val sta parlando?
>> chiese Elisabeth distrattamente.
Tom
alzò le spalle.
<<
Mio fratello, nonché partner di ballo di Valery.
Perché, ha per caso attirato la tua attenzione?
>>
<<
No, no … Semplice curiosità. >>
rispose lei, facendo finta che Bill non le interessasse.
<< Oh no, sono in ritardo! Devo salutarti, Tom. Ci
vediamo presto, ok? >>
<<
Ok!! >> fece lui, osservandola andar via di corsa.
Nel
frattempo, nell’atrio del club …
<<
Mi stai dicendo che ti piace mio fratello?? >>
<<
No! Cioè, sì … ehm …
>>
Valery non
era riuscita a nascondere l’imbarazzo e aveva raccontato a
Bill il suo primo incontro con Tom, confessando poi che le era piaciuto
fin dall’inizio. Era la prima volta che si sentiva
così ed era una sensazione strana.
<<
Ti prego, non dirlo a nessuno! >> lo pregò.
Lui
alzò un sopracciglio, indeciso, ma poi cedette allo sguardo
supplichevole di Val.
<<
D’accordo! >> disse. <<
Farò finta di niente, a patto che tu prima o poi glielo
dica! >>
<<
Mmh, e va bene. >>
In quel
momento Sophie stava passando di lì, così Bill
decise di andare a chiederle altri dettagli riguardanti la gara di
ballo. Valery, invece, uscì con l’intenzione di
parlare un po’ con Tom.
<<
E’ tutto a posto? >> domandò lui,
vedendola arrivare.
<<
Sì, niente di importante … >>
Il ragazzo
fece un gesto che si ritrovava sempre a compiere quando era nervoso o
imbarazzato: mise le mani in tasca e dondolò un
po’ con i piedi. Valery, invece, rimase ferma a guardarlo con
discrezione, senza risultare invadente. Era il chiaro comportamento di
due persone che si piacciono a loro insaputa.
<<
Sai, Val … >> Tom cercò un
po’ di confidenza chiamandola con il suo diminutivo.
<< Poco fa è passata Elisabeth. Ci siamo
conosciuti per caso giorni fa e mi ha detto che siete amiche
… >>
Valery fu
felicissima di aver trovato con lui un argomento di conversazione. In
questo modo avrebbe potuto guardarlo e sentirlo parlare senza far
trasparire il suo interesse nei suoi confronti.
<<
Davvero? Mi sarebbe piaciuto salutarla … >>
<<
Ha detto che era in ritardo, forse aveva un impegno! >>
<<
Capisco. >>
Val
abbassò lo sguardo, ripensando alla situazione in cui era
immischiata Elisabeth. Con tutta probabilità si trattava di
un ennesimo incontro con i suoi amici drogati e questo le
abbassò il morale. Tom si accorse che qualcosa non andava,
perciò si avvicinò a Valery e le chiese quale
fosse il problema scuotendo lievemente il capo e aggrottando la fronte,
il tutto con un’espressione dolce sul viso.
<<
Eli si è messa in testa di voler frequentare alcuni amici
suoi, solo che questi qui fanno parte di un brutto giro di droga e non
voglio che anche lei ci finisca in mezzo! >>
spiegò Valery con tristezza.
<<
Ah sì, nelle ultime settimane ne ho sentito parlare
… >> fece Tom. << E
così Elisabeth conosce quelle persone? >>
<<
Perlomeno alcune, sì. >>
Il
chitarrista la osservò ed ebbe una gigantesca voglia di
tirarla su. Sfoderando uno dei suoi sorrisi più sinceri, le
disse:
<<
Coraggio, tutto si sistemerà. Sei la sua migliore amica, no?
Stalle vicino e sono sicuro che non le succederà niente di
male! >>
Val
sollevò gli occhi per guardarlo. Si scontrò con
il suo lucente sorriso e sentì le guance andare in fiamme. A
quel punto gli sorrise a sua volta e annuì, dandogli
ragione. I due risero, poi Tom le chiese:
<<
Sbaglio o sei diventata rossa? >>
L’altra
balbettò:
<<
Cosa? No, figurati! Sarà colpa del tramonto …
>>
Il
sole, infatti, si stava affrettando a lasciare il cielo. Poco dopo
arrivò Bill, che fu il primo a procedere con i saluti.
<<
Possiamo andare. Val, ci incontriamo di nuovo qui domani pomeriggio?
>>
<<
Assolutamente, non vedo l’ora! >> fece lei.
<< Allora, io vado di qua … >>
<<
… e noi andiamo di là! >> disse
Tom, terminando la frase.
I
tre si salutarono e, camminando verso casa, Valery si sentì
davvero contenta di aver rivisto il ragazzo che le piaceva. Non avrebbe
mai pensato che Tom fosse il fratello gemello del suo nuovo amico
ballerino!
“Com’è
piccolo il mondo!” pensò con un sorriso.
Mancava
mediamente un mese al contest musicale al quale i ragazzi avrebbero
partecipato e le prove dovevano iniziare subito. Non passarono molti
giorni dall’iscrizione che i quattro si ritrovarono nella
grande sala da concerto per prendere confidenza con le varie
apparecchiature presenti sul palco e dintorni.
I
musicisti stavano dando un’ultima occhiata agli strumenti e
in poco tempo avrebbero cominciato, quando un sibilo assordante
sorprese tutti i presenti, spingendoli a tapparsi le orecchie e a fare
smorfie di dolore. Capendo che il rumore era stato causato da Bill,
tutti si girarono verso di lui con aria di rimprovero.
<<
Hehe, scusate ragazzi! Devo ancora abituarmi a usare i microfoni
professionali e sofisticati! >> fece il cantante, ridendo
per ammorbidire gli amici.
<<
Fai attenzione, la prossima volta! >> disse Tom, seduto
sul bordo del palco intento a sistemare la sua chitarra.
Anch’essa,
come il microfono di Bill, era collegata ad alcune enormi e rumorose
casse, per cui il rischio di emettere un sibilo c’era
comunque anche per il chitarrista. E infatti, nel trattenere lo
strumento che stava per cadergli di mano, Tom provocò un
suono simile al precedente, se non più insopportabile.
<<
E poi dicevi a Bill!! >> esclamò Georg,
stappandosi poi le orecchie.
Tom
sbuffò senza rispondere e continuò con il suo
ultimo controllo.
Bill
si avvicinò a lui e gli domandò:
<<
Cos’hai, fratellino? Ti vedo pensieroso …
>>
<<
Mmh, non è nulla, Bill … >>
<<
Sicuro? >>
Tom
si voltò ed incontrò il sopracciglio alzato del
gemello. Comprese immediatamente che sarebbe stato impossibile
nascondersi alla sua curiosità, ma l’orgoglio lo
spinse a non arrendersi.
<<
Davvero, sto bene! >> ribadì.
<<
Non ci credo … >> fece Bill, scuotendo il
capo. << Tu hai qualcosa e giuro che scoprirò
di cosa si tratta! >>
Gustav
e Georg, sistemati leggermente più indietro sul
palcoscenico, si gustarono la scena in silenzio, promettendosi di
commentare alla fine.
<<
Fammi indovinare: sei emozionato per l’esibizione?
>>
Tom
non rispose, ma tenne gli occhi fissi in quelli del fratello per un
po’, al punto che Bill ruppe ad un certo punto il silenzio e
si rimangiò le parole appena dette.
<<
No, non si tratta di questo. Vediamo … Hai litigato con
qualcuno? >>
La
serietà con cui Bill provava a leggere nello sguardo del
gemello aveva dell’incredibile. Fin da quand’erano
piccoli era sempre riuscito a capire cosa si celava
nell’animo di Tom. Ma neanche quella era la risposta giusta.
Si portò una mano al mento e aggrottò la fronte,
riflettendo più intensamente. Provò poi con
un’ennesima ipotesi:
<<
Non dirmi che hai solo un po’ di malumore!? >>
L’altro
lo guardò come per dargli dello scemo e gli altri due amici
risero. In effetti Tom non era tipo da depressione improvvisa. Bill non
demorse e scrutò meglio lo sguardo del gemello. Ad un tratto
capì e con un battito di ciglia mutò espressione,
illuminandosi.
<<
Aspetta, non è mica detto che sia qualcosa di brutto
… Di’ un po’, per caso hai conosciuto
una ragazza? >>
Negli
occhi del chitarrista comparve una quasi invisibile scintilla che Bill
percepì. Quest’ultimo sorrise con soddisfazione e
fece:
<<
Bingo! >>
<<
Davvero? E chi è la fortunata? >> chiese
Gustav con forte curiosità.
Tom
alzò le mani:
<<
Scordatevi che ve lo dica!! >>
Gli
amici lo pregarono di parlare, un po’ come avevano fatto con
Bill quando aveva rivelato la sua segreta passione per il ballo.
<<
Avanti, perché non dircelo? Siamo i tuoi amici, non ti costa
niente! >> fece il batterista.
Il
bassista concordò:
<<
Già! E poi non ci cambi la vita dicendoci il nome della
ragazza, tanto non la conosciamo nemmeno … o sì?
>>
A
quel punto Bill ebbe la giusta intuizione e disse, sornione:
<<
Forse il nostro Tom non vuole dirci il nome della ragazza che gli
interessa proprio perché noi la conosciamo! O meglio, io la
conosco … >>
La
vittima della discussione lanciò un’occhiata
perfida al cantante, come per minacciarlo di brutte conseguenze se
avesse continuato a parlare. Tuttavia Bill proseguì convinto
e disse infine, avvicinando il viso all’orecchio del fratello
per farlo sentire ancora più in trappola:
<<
Scommetto che è Valery, non è così?
>>
Tom
spalancò gli occhi e deglutì. “Sapevo
che l’avrebbe scoperto, accidenti!”
pensò.
Il
ragazzo si era proprio innamorato di Valery; il sentimento era maturato
dopo la loro conversazione avvenuta qualche giorno prima al club.
L’incontro casuale in cui l’aveva vista la prima
volta aveva senz’altro contribuito ad avvicinarli e ad
attirare l’attenzione di lei su di lui, ma dopo averci
scambiato alcune parole Tom aveva capito che Val gli interessava
davvero. Si trattava di una ragazza ricca di qualità e molto
emotiva, fu questo ciò che più gli piacque.
Mentre
Georg e Gustav si guardavano con fare interrogativo, Bill
andò di nuovo verso la sua asta con microfono
altezzosamente, felice di aver indovinato tutto. A Tom non
restò che incassare la sconfitta.
<<
Evita almeno di renderti ridicolo con quell’andatura da
trampoliere zoppo! >> disse, poi sospirò:
<< Anche se hai ragione … >>
<<
Aspettate, ma chi è questa Valery? >> fece
Georg, ansioso di sentire quel pettegolezzo nei dettagli.
Bill
rispose:
<<
La mia partner di ballo al club. Tom l’ha conosciuta quando
è venuto a prendermi e a quanto pare non è stata
la prima volta che l’ha incontrata …
>>
Da
lì il chitarrista proseguì raccontando della
prima volta in cui aveva visto Valery. Man mano che spiegava
com’erano andati i fatti, camminando avanti e indietro sul
palco, si faceva spazio sulle sue gote un lieve rossore. Il gemello lo
notò e si rese conto che Tom era veramente innamorato.
<<
E comunque … insomma, lei mi piace e …
>>
Il
ragazzo ripensò al sorriso che Val gli aveva rivolto prima
di salutarsi e non poté fare a meno di sorridere a sua
volta, poi abbassò gli occhi e mise le mani in tasca con
grande timidezza. Bill gli andò vicino e appoggiò
un braccio sulle sue spalle per incoraggiarlo, promettendogli poi che
non avrebbe mai rivelato quel segreto alla sua amica a patto che prima
o dopo sarebbe stato Tom a farlo.
Improvvisamente,
i quattro sentirono il vocione del responsabile della sala esclamare
dalla platea:
<<
Siete ancora lì? Non vi sento fare musica! >>
Bill
prese il microfono e cercò di spiegargli che in breve
avrebbero iniziato, ma ad interromperlo arrivò il fratello,
che aveva rapidamente impugnato la chitarra e aveva fatto pizzicare le
corde con forza, assordando tutti.
Vedendo
l’espressione scandalizzata dell’uomo nella platea,
i Tokio Hotel poco riuscirono a trattenere una gran risata.
*
|
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Capitolo 6 *** 6 ***
Capitolo 6
La
musica andava
avanti e i due ballerini danzavano con allegria. Era un pomeriggio
fresco e
l’atmosfera era rilassante.
<<
Dici
che sto andando bene, Valery? >>
Bill
la colse
di sorpresa: non era abituata a parlare o sentire qualcuno che le
parlava
mentre ballava. Si lasciava guidare dalle braccia dell’amico,
concentrandosi solo
sui movimenti e sul ritmo, e cominciava anche a esserne come inebriata,
in un
certo senso. Ma dovendo improvvisamente interrompere quel fenomeno per
rispondere, non realizzò subito cosa avrebbe dovuto dire.
<<
Ehm
… >> fece, poi sorrise: <<
Sì, certo! >>
Soddisfatto,
Bill continuò nei primi accenni di coreografia che aveva
ideato con Val. Era
contento di quella risposta, ma aveva notato che Valery era rimasta
assente nel
dargliela. Ci pensò in silenzio, proseguendo con i passi e
dando il meglio di
sé. Provò a sentirsi come lei: si
concentrò sulla canzone e cercò di eseguire
tutte le mosse in modo corretto. Rapidamente, però,
scoprì di sentirsi a
disagio ragionando così.
<<
Bill,
stai attento! >> esclamò Val, vedendo che
stava per pestarle un piede.
Lui
scosse la
testa e senza smettere di muoversi si scusò:
<<
Oh,
perdonami! >>
<<
Ehi,
ti accorgi che stai sbagliando la coreografia?? >> disse
poi Valery,
stizzita. Non capiva perché il suo amico fosse
così distratto.
<<
Cosa? Oh … scusa, io … >>
<<
Ah,
non importa! >>
Con
un gesto
che sembrava esprimere irritazione, la ragazza si separò da
Bill e spense lo
stereo.
A
quel punto
iniziò un’inaspettata discussione.
<<
Che
cos’hai? >> chiese lei, incrociando le braccia
sul petto.
<<
Niente, sto bene. >> rispose Bill, ancora tranquillo.
L’altra
lo
fissò incerta e ribatté:
<<
Sicuro? Non è che magari sei agitato per la gara?
>>
<<
No,
davvero, sto bene. Non ti preoccupare! >>
Valery
socchiuse gli occhi, senza fidarsi. << Non ci credo.
>> disse.
Bill
abbozzò
una risata e fece:
<<
Valery, te lo giuro. Sto bene. Piuttosto, adesso mi chiedo se stia bene
tu!
>>
L’amica
trovò
assurde le parole del ragazzo e ne fu turbata.
<<
Cosa
dici? >> esclamò. << Io sto alla
grande, talmente alla grande in
questo periodo che ho voglia di ballare più di quanto non ne
abbia mai avuta.
Tu, invece? Oggi ti vedo spento, oggi non percepisco quel …
quel non so cosa
che ha attirato la mia attenzione quando ti ho visto ballare per la
prima
volta. Che ti succede, Bill? Per poco non sbagli i passi e …
>>
<<
Non
riesco a ballare a comando! >> la interruppe lui.
<< Tu sai che
sono una persona spontanea e che non ho mai danzato una coreografia
predefinita, perciò è naturale che debba ancora
prenderci la mano! >>
Non
sapendo
perché, Valery si sentì come tradita.
<<
Non
capisco. >> mormorò. << Pensavo
che tutto stesse andando bene e che
ti sentissi a tuo agio … Cosa c’è che
non va? >>
Bill
strinse
le labbra e si impietosì di fronte alla preoccupazione di
Val. Non ebbe più il
coraggio di alzare la voce e rispose, con un sospiro:
<<
Niente, in realtà. La coreografia è bella, la
canzone mi piace, insomma è tutto
perfetto … >>
<<
Ma
…? >>
<<
… il
fatto è che anche tu sei perfetta. E vorrei esserlo
anch’io. Vedi, io sto
cercando di adattarmi al tuo stile perché se entrambi saremo
perfetti, avremo
la vittoria in tasca. Ci tengo veramente molto a vincere, ma solo
perché ci
tieni tu … E’ la tua prima gara e voglio che tu la
vinca. >>
Valery
non
seppe sul momento cosa dire. Bill si stava impegnando così
tanto per evitare
che la sua prima tanto ambita gara andasse male e lei non se
n’era nemmeno
accorta. Ne fu commossa ed ebbe una gran voglia di ringraziarlo.
<<
Oh,
Bill … >> fece, avvicinandosi a lui.
<< Questa gara non si vince
con la perfezione. E’ vero, sono brava, precisa e
quant’altro, ma il pubblico
vuole vedere qualcosa che lo sorprenda e che gli trasmetta delle belle
sensazioni. Tu con me ci sei riuscito, perché quando balli
sei te stesso. Io lo
sono, ma fino a un certo punto; voglio dire, non faccio trasparire le
emozioni
della mia danza come fai tu. E questo è davvero bello. Non
perdere il tuo
stile, Bill! E’ la cosa più meravigliosa che abbia
mai visto e che da un
ballerino si possa mai vedere. Cerchiamo di unire la mia cosiddetta
perfezione
alla tua speciale spontaneità: dobbiamo lasciarli tutti a
bocca aperta. Ti va?
>>
L’amico
era
rimasto ad ascoltare quelle parole dette con voce tremante in silenzio,
ma nei
suoi occhi una scintilla si faceva sempre più visibile.
Valery aveva ragione,
per quella gara bisognava essere se stessi. Sorrise e
d’impeto la abbracciò
forte. Lei ricambiò felice e gli sussurrò in un
orecchio:
<<
Grazie per quello che stai facendo per me … Ti voglio bene.
>>
<<
Anch’io ti voglio bene, Val. >> disse il
ragazzo a sua volta.
Si
piacevano
sempre di più. Quegli stili sembravano combaciare con
un’armonia a dir poco
perfetta; la sinuosità di Bill e la precisione di Valery
formavano un quadro
incredibile e spettacolare. I due sembravano rendersene conto e
cercavano di
sfruttare questo fatto al meglio.
Un
altro
pomeriggio di prove era passato e come al solito si diressero verso
l’uscita
del club insieme. Quella volta, però, lei si
fermò davanti ad un corridoio.
Accorgendosi
che l’amica non era più al suo fianco, il ragazzo
si voltò e la vide vicino
all’angolo di quel corridoio laterale, con le mani dietro la
schiena e un
sorriso schietto.
<<
Non
vieni? >> domandò lui.
<<
Aspetto una persona. >>
<<
Davvero? Chi è? >>
<<
La
mia migliore amica. >>
Bill
approvò
con un cenno del capo:
<<
Oh,
che bello! >>
<<
Non
ti fermi a conoscerla? >> chiese Val, girando il busto a
destra e a
sinistra come una bambina.
<<
Non
posso. >> rispose il cantante, scuotendo la testa.
<< Tra non molto
cominciano le prove per il contest musicale di cui ti avevo parlato e
gli altri
mi stanno aspettando! >>
Un
po’
delusa, Valery fece:
<<
Che
peccato, mi sarebbe piaciuto presentartela … Beh,
sarà per la prossima volta.
Buon proseguimento e … salutami Tom! >>
Ridacchiarono
entrambi, mentre lei arrossiva solo al pensiero del gemello del suo
amico.
<<
Allora ci vediamo presto, Val! Ciao!! >>
<<
Ciao, Bill!! >>
Agitando
la
mano, i due si separarono. Proprio mentre il ragazzo stava varcando la
soglia
dell’edificio per uscire, Elisabeth apparve al fianco
dell’amica. Reggeva un
borsone sportivo nella mano e aveva negli occhi la stanchezza di lunghe
ore di
allenamento.
<<
Eccoti qui, Eli! Eli? >>
La
bionda non
ebbe la prontezza di rispondere a Valery. La visione di Bill che
spariva sotto
la luce del tramonto imminente l’aveva ipnotizzata.
<<
Elisabeth! Mi rispondi?? >>
L’altra
balbettò qualcosa, girandosi di colpo verso Val, ma si
sentiva come se fosse
appena arrivata da un altro pianeta:
<<
Hai
detto qualcosa? Cosa-cosa hai detto? >>
La
scena era
talmente surreale ed esilarante che Valery rise di gusto. Aveva
già intuito
tutto e la cosa la divertiva perché in un certo senso si
sentiva come
Elisabeth: aveva incontrato anch’essa un ragazzo che era
stato capace di
sorprenderla e di conquistarla.
<<
Eli,
scommetto che Bill ti ha fulminata! >>
La
bionda
ebbe un tremito solo a sentire il nome del ragazzo della discussione.
Cercò di
dimostrarsi forte e fece:
<<
Solo
un po’. E’ carino, ma nulla di più
… >>
<<
Cosa
fai, la bugiarda adesso?? >> domandò Val con
il viso paralizzato nel suo
sorriso compiaciuto.
<<
No
aspetta, non sto facendo la bugiarda! >>
esclamò Elisabeth, mettendo le
mani avanti come per discolparsi. << Insomma,
è soltanto un bel ragazzo,
non ha niente di speciale. Come fai a dire che mi piace, non
… non ci ho nemmeno
parlato … >>
Il
suo
sguardo si abbassò, mentre lei si accorse che aveva appena
fatto la figura
della bugiarda, appunto.
Valery
la
interrogò con gli occhi, poi vide l’amica
sospirare e arrendersi all’evidenza.
<<
Se
usciamo, ti racconto tutto. >> disse Eli, incitando Val
ad andare fuori
con un cenno del capo.
La
mora fece
qualche saltello dalla felicità, come una bambina che
aspetta che le venga data
una sorpresa, poi domandò:
<<
E’
la prima volta che lo vedi? E’ stato un colpo di fulmine??
>>
<<
Sì e
no! >> rispose Elisabeth, appendendosi il borsone sulla
spalla. <<
C’era anche lui quella sera al locale … Ma stai
tranquilla, lui non c’entra
niente con tutto il casino che è successo! Lui era solo, sul
ciglio del
marciapiede, e aspettava un taxi. Ne ho chiamato uno anch’io
e abbiamo toccato
la maniglia della portiera insieme. Dio, Val, quando mi ha guardata mi
è
mancato il respiro … era così bello, e mi fissava
con un’espressione così
innocente … >>
Notando
che
l’amica avvolta nei suoi pensieri si era fermata nel bel
mezzo del marciapiede,
Valery esclamò, scuotendola per un braccio:
<<
Svegliati, non ti hanno insegnato a parlare e camminare
contemporaneamente??
>>
Entrambe
risero, poi si allontanarono dal club e presero la strada di casa. Eli
continuò:
<<
Gli
ho ceduto il taxi e sono tornata a piedi, non me la sentivo di
lasciarlo là ad
aspettare sapendo quello che era appena accaduto. Non ho mai smesso di
pensare
a lui, a Bill … Dimmi che non è il tuo fidanzato,
Valery! >>
<<
No,
figurati, è solamente il mio partner di ballo per la gara
del mese prossimo.
>>
<<
Oh,
amica mia, non sai quanto mi fai felice! >>
Valery
si
illuminò improvvisamente e prima che l’altra
potesse aggiungere qualcos’altro,
disse:
<<
A
proposito, indovina cosa ho scoperto … >>
<<
Che
cosa hai scoperto? >> chiese Eli, intuendo
dall’espressione concitata
dell’amica che si trattava di una cosa importante.
<<
Ricordi il ragazzo che ho incontrato per caso e che da quella volta mi
fa
battere il cuore? >> trillò la mora,
appendendosi al tronco di un albero
del viale e girandoci attorno. << E’ il
fratello gemello di Bill!
>>
Elisabeth
sorrise:
<<
Lo
so. Me l’ha detto Tom stesso. >>
Val
rimase di
sasso e fissò la bionda ad occhi sbarrati.
<<
Tu …
conosci Tom?? >>
<<
Eccome! Non so perché, ma mi sentivo che era lui il ragazzo
che ti piace …
>>
La
mora
abbassò le palpebre per un attimo, poi scosse la testa e
fece:
<<
Accidenti, sta diventando tutto così complicato …
>>
Eli
rise, ma
Valery la prese per le spalle.
<<
Aspetta un secondo: Bill e Tom sono gemelli e tu lo sapevi, Bill
è il mio
partner di ballo e … lo sapevi? >>
<<
Sì,
me l’ha detto Tom. >>
<<
Ok,
allora lo sapevi e … come, vi siete già detti
tutte queste cose?? >>
<<
Si
fa presto amicizia con lui! >> osservò la
bionda compiaciuta.
<<
D’accordo,
quindi sapevi anche questo. Andiamo avanti … Tom mi piace,
Bill ti piace …
Caspita, potremmo essere cognate!! >>
Con
una
grande risata, le due amiche si abbracciarono. Elisabeth
osservò poi:
<<
E
pensare che da piccole giocavamo a fare le sorelle! Ti rendi conto,
Val? Una
coincidenza dopo l’altra! >>
<<
E’
tutto così meraviglioso!! >>
Sotto
la luce
del sole che spariva dietro chissà quali orizzonti, Valery
ed Elisabeth tornarono
a casa tenendosi a braccetto.
Bill
aveva
visto tutto. Le aveva viste uscire insieme dal club e ridere
animatamente tra
loro. E così aveva scoperto che la migliore amica di Valery
era lei, la bionda
che aveva sempre desiderato incontrare da quando era entrato a far
parte del
“Fuego del Sol”.
<<
Non
è possibile … >>
sussurrò, guardando l’asfalto. <<
E’ lei. L’ho
trovata, finalmente! >>
Diventò
tutto
rosso e sentì gli occhi tremare e forse anche brillare,
solamente pensando alla
sera in cui l’aveva vista per la prima volta. Ed era la
migliore amica di Val!
Ormai ne era certo anche lui: il mondo era davvero piccolo.
Non
ebbe
molto tempo per crogiolarsi in quella stupenda idea, poiché
un’Audi bianca
accostò davanti a lui e dal finestrino si sporse Tom, che
gli gridò:
<<
Ciao
Bill, salta su! >>
Allargando
un
sorriso luminoso, il cantante ballerino salì in macchina
verso una meta che
conosceva solo il fratello.
*
|
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Capitolo 7 *** 7 ***
Capitolo 7
L’Audi
bianca
fu guidata da Tom su per una strada in collina, piena di curve e
sobbalzi. Alla
fine la destinazione venne raggiunta: vicino a un bosco c’era
un magnifico
belvedere da cui si poteva godere di un panorama fantastico.
<<
Wow!! >> esclamò Bill, scendendo
dall’auto.
<<
Bello, eh? L’ho scoperto pochi giorni fa. >>
esordì il gemello.
L’altro
si
appoggiò al muretto di pietra e contemplò per un
attimo la grandiosa vista
della città. Non gli era mai sembrata così grande
come in quel momento. Sorridendo,
mormorò:
<<
Grazie per avermi portato qui … E’ uno splendido
posto! >>
<<
Sì.
>>
I
due si
ritrovarono uno di fianco all’altro, immersi in
chissà quali pensieri. Ma Bill
ne aveva uno in particolare che prevaleva su tutti gli altri
…
<<
Tom,
tu lo sai perché mi sono iscritto a quel club?
>>
Curioso,
il
fratello fece no con la testa.
<<
L’ho
fatto nella speranza di incontrare una ragazza. >> disse
Bill, sospirando
di felicità. << E l’ho trovata, Tom.
Oggi l’ho vista da lontano ed è
meravigliosa esattamente come la prima volta che l’ho
incontrata. Sono uscito
da un locale, una sera, ed era lì. Bionda, occhi azzurri, un
corpo perfetto …
un angelo! >>
In
quel
momento Tom ebbe la certezza assoluta che suo fratello stesse parlando
di
Elisabeth, la stessa Elisabeth che lui aveva conosciuto e che era
diventata sua
amica.
Ridacchiò
tra
sé senza dire nulla, attirando l’attenzione di
Bill. Quest’ultimo domandò,
perplesso:
<<
Come
mai ridi? >>
<<
Mi
devi una chitarra. >> si limitò a rispondere
l’altro, divertito.
Il
cantante
non capì immediatamente di cosa Tom stesse parlando e
aggrottò la fronte. Ad un
tratto si ricordò della scommessa e andò fuori di
sé dallo stupore.
<<
La
conosci?? >>
<<
Sì,
lo sapevo che era lei … Ora voglio la mia chitarra nuova!
>>
Bill
spalancò
le orbite a dismisura.
<<
Sto
scoprendo che mio fratello conosceva già da tempo la ragazza
di cui mi sono
innamorato … e tu pensi alla tua chitarra nuova??
>>
<<
Ehi,
sto scherzando! >> fece Tom, mettendo le mani avanti per
difendersi.
<< Ti piace Elisabeth? Sul serio? >>
<<
Elisabeth … >>
Bill
stava
sentendo il nome della sua bella per la prima volta, senza esserselo
mai
chiesto. Ripetendolo insieme a Tom, constatò che gli suonava
particolarmente
poetico. Dopotutto l’amore rendeva tutto poetico, almeno per
lui.
<<
Credo di essere ormai pazzo di lei! >> disse,
indirizzando lo sguardo
verso l’orizzonte come se in cuor suo la stesse cercando in
quel mare di
persone e palazzi sotto di lui.
Tom
ne rimase
piacevolmente sorpreso. Gli tornò alla mente la situazione
inversa vissuta in
sala prove, quando era stato lui a confessare i propri sentimenti per
un’amica
del fratello. Comprese a pieno ciò che Bill aveva provato in
quell’occasione e,
fissando la scintilla che gli brillava negli occhi persi nel paesaggio,
provò
anche lui quella tenerezza, quell’affetto che solo i gemelli
possono
scambiarsi.
<<
Glielo dirai? >> chiese.
<<
Un
giorno lo farò. >> rispose Bill.
Tom
gli passò
affettuosamente un braccio sulla parte alta della schiena, poi
tornò ad
ammirare il paesaggio in silenzio, ascoltando il vento e lasciando che
gli
ultimi bagliori del sole si posassero su di lui e sul gemello.
Valery
era
pronta e si stava scaldando i muscoli, ma si bloccò con
perplessità quando vide
Bill irrompere in palestra con una strana foga.
<<
Val,
non indovinerai mai che cosa sto per dirti!! >>
esclamò lui col fiatone.
La
ballerina
fu divertita dal suo inaspettato entusiasmo e fece:
<<
Sei
più allegro del solito! Dev’essere una bella
notizia … >>
<<
Assolutamente sì! >>
Bill
corse verso
l’amica, le prese una mano e accese lo stereo a caso.
<<
Dai
Val, balla con me! >>
Partì
una
canzone e i due danzarono per un po’, per tutta la palestra,
ridendo come
matti. Bill le faceva fare un sacco di giravolte, mosse strane e
chissà che
cos’altro, al punto che a metà canzone Valery
disse, ridendo e spegnendo lo
stereo:
<<
Ehi
va bene, va bene, basta! Mi fai girare la testa, Bill! >>
Come
lei
desiderava, il cantante si fermò.
<<
Allora … >> fece poi lei. << Che
mi devi dire di così importante?
Sono proprio curiosa, adesso! >>
<<
Meglio se ti racconto tutto dal principio, amica mia …
>>
Così
dicendo,
Bill la prese nuovamente per mano e mimò con lei
l’inizio di una danza
romantica. Cominciò, con aria di mistero:
<<
Una
sera sono andato a ballare in uno splendido locale. Era una serata da
urlo, non
avevo mai ballato così a lungo prima! >>
Valery
rise e
seguì il cantante in una sinuosa combinazione di passi e
movimenti
particolarmente sensuali e provocanti.
<<
Ad
un certo punto hanno dovuto chiudere, ma questi sono dettagli
sicuramente
trascurabili … Sono uscito fuori, sotto le stelle, era
veramente una piacevole
serata … Quando all’improvviso …
>>
Di
colpo, il
ragazzo attirò Valery a sé, avvicinando il viso
al suo. Lei non se lo aspettava
e sussultò, mentre lui continuò, immobile e
sottovoce:
<<
Ho
sentito la voce di una ragazza. >>
<<
Uh,
ora capisco! >> disse Val, riprendendo con quella
sottospecie di danza
narrativa.
Lui
proseguì,
con tono sognante:
<<
Mi
sono girato e ho visto la più bella creatura che abbia mai
avuto il piacere di
incontrare sulla mia strada … >>
In
quel
momento Bill iniziò a rendere i movimenti sempre
più ampi e leggeri, finché poi
non si separò dalla ballerina e cominciò a
ballare da solo.
<<
E’
meravigliosa! Appena l’ho vista, il mio cuore ha preso a
martellare e un
turbine di vampate di calore e brividi gelidi mi hanno sorpreso
… Non hai idea
di come mi senta ora, soltanto pensando a lei! >>
<<
Come
una donna in menopausa?? Haha, sto scherzando! >> rispose
Valery,
ricevendo un’occhiataccia. << Dai, capisco come
ti senti, sai bene che
anch’io sono innamorata … Ma chi è
questa ragazza? Ci hai parlato? L’hai più
rivista? >>
Bill
si
appoggiò al muro e fissò il soffitto, intanto
fece:
<<
Certo che ci ho parlato, e in quelle poche frasi che mi ha rivolto mi
sono
sentito cadere come una pera cotta! E l’ho anche rivista,
sì, proprio in questo
club … >>
<<
Davvero?? >> si illuminò lei.
<<
Sì …
e non ci crederai mai, se ti dico chi è! >>
Bill
tornò
vicino a Valery a passo di danza, mentre lei cercava di capire
perché non
avrebbe dovuto crederci. Era forse una ragazza che conosceva?
Silenziosamente
rifletté: Bill l’aveva incontrata fuori da un
locale che aveva dovuto
improvvisamente chiudere. E se fosse il locale dove …? E se
la ragazza in questione
fosse …?
Prima
che lei
potesse fare domande, il ragazzo la prese per le spalle ed
esclamò:
<<
Valery, sto parlando di Elisabeth!! >>
La
mora
spalancò gli occhi e la bocca. Aveva visto giusto!
<<
Cosa? >> mormorò.
<<
Ma
sì, Elisabeth! >> continuò Bill.
<< E’ la tua migliore amica, no?
L’altro giorno volevi farmela conoscere, ah,
perché non sono rimasto? Invece
sono andato alle prove … Vi ho viste uscire insieme e mi
è mancata la terra
sotto i piedi! Che bello, sono felice che sia già
così vicina a me! >>
“Caspita”,
pensò Valery. “E se quei due si incontrassero? Eli
mi ha detto che è cotta di
lui, questo significa …”
<<
Aaah, ma è fantastico! >> disse,
abbracciandolo. << Sono contenta
che sia lei! >>
L’abbraccio
si sciolse subito e lei poté notare con piacere tutta la
felicità di Bill,
dipinta in quel suo sorriso luminoso.
<<
Voglio festeggiare! >> fece lui, battendo le mani.
<< Vado al bar a
prendere qualcosa da bere … Offro io! >>
<<
Ok,
ti aspetto! >>
Bill
uscì
dalla palestra canticchiando, intanto la ballerina si
avvicinò alle grandi e
vecchie vetrate per guardare fuori. Pensando a come si sarebbero
comportati
quei due vedendosi, ridacchiò. Chissà,
probabilmente sarebbero arrossiti
entrambi, avrebbero balbettato tantissimo e si sarebbero guardati con
occhi
raggianti. E lei sarebbe stata a guardare come un’innocente
spettatrice.
Si
immaginò
la scena: lei e Bill che escono dal club ed intercettano Elisabeth che
arriva
da un altro corridoio, i due si fissano con enorme stupore e diventano
rossi
come pomodori. Valery si fa da parte e assiste con un sorriso
divertito, mentre
il ragazzo esclama “finalmente ti ho trovata, mio dolce
angelo!” ed Eli
risponde con voce tremante “non ti ho mai dimenticato, tesoro
mio, ti ho
pensato così a lungo!”. E a quel punto si prendono
per mano ed iniziano a
camminare, parlando d’amore ed altre cose. Se ne vanno sotto
la luce del
tramonto e … e …
Il
viso di
Val si corrucciò senza che lei potesse prevedere quella
svolta nei suoi
pensieri.
“E
io?”
Qualche
pomeriggio dopo, Bill e Val dovettero rinunciare alle prove
poiché la palestra
era già occupata, così decisero di passare un
po’ di tempo in sala da ballo
senza pensare alla gara. Erano a buon punto, dopotutto,
perciò poterono
concedersi un po’ di ballo libero, solo per il gusto di
ballare.
Stava
passando in quel momento una canzone mediamente tranquilla e i due
ballerini ne
approfittarono per chiacchierare.
<<
Come
vanno i preparativi per la vostra competizione musicale?
>> gli chiese
Valery.
<<
Benissimo, direi! >> rispose Bill con un sorriso.
<< Stiamo
finalmente respirando l’atmosfera del palcoscenico e del
grande pubblico. E’ la
prima volta che partecipiamo ad un contest di questa portata e pur
essendo
elettrizzati ce la stiamo mettendo tutta. Nulla è andato
storto, finora!
>>
<<
Sono
certa che sarà tutto perfetto quando verrà il
grande giorno! >> fece poi
lei.
Dopo
un paio
di lievi piroette, il ragazzo sospirò.
<<
Beh,
ogni volta che stiamo per esibirci dal vivo, anche solo davanti ad un
pubblico
di poche persone, la paura ci prende alla sprovvista e purtroppo non
tutto va
come vorremmo … Spero invece che stavolta vada meglio del
solito! >>
Valery
lo
consolò:
<<
Coraggio, vedrai che andrà bene! E’ qualche giorno
dopo la nostra gara di
ballo, vero? Allora ci sarò sicuramente tra il pubblico a
tifare per voi.
>>
<<
Sul
serio?? >>
<<
A-ha! >>
<<
Grazie Val, sei fantastica! >>
Inaspettatamente
la musica cambiò e diventò più vivace.
Bill domandò:
<<
Ma
questa è una salsa? >>
<<
Indovinato. >> disse l’amica. <<
Vogliamo scatenarci? >>
<<
L’hai detto, socia! >>
E
con queste
parole cominciarono subito a muoversi verso il centro della pista,
seguendo
fedelmente quel ritmo latino.
Non
fu
difficile per loro farsi notare. Avevano suscitato interesse negli
altri utenti
del club, perché lei era la più brava e
desiderata dai ballerini e l’unico che
aveva saputo conquistare la sua fiducia e diventare il suo partner era
stato
uno sconosciuto mai visto prima, dal comportamento eccentrico e
dall’aspetto
altrettanto insolito. E tutti i presenti dovettero constatare che
quella coppia
era incredibilmente avvincente ed affiatata.
Valery
e
Bill, però, avevano sempre ignorato tutte quelle voci; a
loro interessava
soltanto divertirsi. Ma come si muovevano! Quasi fossero stati una cosa
sola.
Durante
il
ritornello di quell’allegra musica, i due rimasero uniti solo
da una mano e si
allargarono verso l’esterno con un braccio in alto, come per
mettersi in posa.
Subito dopo, il ragazzo la tirò a sé e Val si
attorcigliò su se stessa, legata dalle
braccia di entrambi. Avrebbe dovuto fermarsi sul petto di lui e poi
ripetere la
mossa al contrario per sciogliere l’avvitamento, ma
scivolò all’indietro e i
piedi le si staccarono dal pavimento. Valery lanciò un
piccolo grido credendo
di cadere, ma Bill fu più svelto e riuscì ad
abbassarsi e tenerla per la
schiena con tutte e due le mani. In quell’istante la ragazza
gli mise le
braccia al collo e risollevò la testa verso di lui, ma si
accorsero entrambi
che nella caduta il busto di Valery aveva ruotato dall’altra
parte: se avevano
eseguito l’avvitamento col braccio sinistro di Bill, Val era
finita stranamente
con la testa alla sua destra.
Si
fissarono.
Lui appariva perplesso e sembrava chiederle con lo sguardo
“ma come hai
fatto??”. Valery, invece, lo guardò con attenzione
e lo osservò nei
particolari. Vide i suoi brillanti occhi nocciola, la sua bocca
semiaperta in
una smorfia stupita e i tratti angelici del suo viso. Senza rendersene
conto,
arrossì un po’ e sentì qualcosa
sfondarle il petto.
Rimasero
lì
fermi senza parlare, finché lei non fece:
<<
Ehi
… mi hai presa! >>
<<
Già.
>> disse Bill, ridendo. << Pensa se non
t'avessi presa: ti saresti
fatta un gran male! >>
Contagiata
da
lui, anche la ragazza sorrise. Poi, avvicinando leggermente il viso a
quello
dell’amico, sussurrò:
<<
Sei
stato tu a farmi roteare? >>
<<
No …
>> rispose l’altro, sorpreso quanto lei.
Val
socchiuse
allora gli occhi a fessura e propose:
<<
E se
lo rifacessimo? >>
Bill
acconsentì con un cenno del capo ed aiutò Valery
ad alzarsi. Si misero nella
posizione precedente alla caduta e aspettarono un paio di battute prima
di
rifare l’intera sequenza di movimenti. Dopodiché,
la scena si ripeté: si
girarono un po’ verso l’esterno sollevando il
braccio libero, Val cominciò ad
avvolgersi su se stessa e quando fu abbastanza vicina a Bill
piegò le ginocchia
e fece ruotare il busto dalla parte opposta, stavolta volontariamente.
Rovesciò
la testa all’indietro nel farlo, rendendo il movimento
più ampio e sinuoso,
mentre il ragazzo la seguì con gli occhi da vicino con un
fluido spostamento
del collo. Si ritrovarono di nuovo con i visi vicini e Valery
provò le stesse
sensazioni di prima.
<<
Che
mossa è questa, Val? >> chiese lui, ugualmente
stupito.
<<
Non
lo so, non mi è mai capitato di farla. E se fosse una mossa
inventata? >>
rispose Valery tutto d’un fiato.
<<
Potrebbe essere … Sì! Abbiamo inventato una nuova
mossa! >>
I
due amici
ballerini scoppiarono a ridere, separando i loro corpi.
<<
La
terremo per noi, vero Bill? >> disse lei.
<< Voglio che sia una
mossa solamente nostra! >>
Il
cantante
la prese per mano e le fece fare un casquet, poi le fece
l’occhiolino.
<<
Ok,
sarà la nostra mossa speciale! >>
E
risero
ancora, come se non potessero dimostrare in altro modo la loro
felicità.
*
|
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Capitolo 8 *** 8 ***
Capitolo 8
Elisabeth
stava ballando con i suoi amici e i suoi movimenti erano
così rapidi e ampi che
ricordava una grande fontana d’acqua zampillante. Ogni
occasione era però buona
per fermarsi e ridere con gli altri ed era questa la cosa
più bella che amava
del trascorrere tempo con loro. Durante una di queste piccole pause
iniziò a
sentirsi stanca e andò verso la propria borsa, appoggiata al
muro di quel
vecchio magazzino dove l’acustica dello stereo
dell’amico Bobby era perfetta.
<<
Arrivo subito, mi rinfresco un attimo! >> fece agli
altri, separandosene.
Aprì
la borsa
ed afferrò l’elastico per i capelli e la
bottiglietta d’acqua. Buttò giù
qualche sorso, poi si sedette per terra nell’angolo e
legò la chioma bionda in
una coda alta. Sospirò, poi si accorse che la spia rossa del
cellulare
lampeggiava in mezzo alle sue cose. Accese lo schermo e si accorse che
le era
arrivato un messaggino.
Ciao, ho bisogno di
parlarti!
Appena riesci, fammi
1 squillo e incontriamoci
sotto casa mia ai
vecchi giardini... TVB by Val
La
ragazza
alzò le sopracciglia con inaspettata perplessità
verso la schermata del
telefonino. Possibile che fosse così urgente?
Sorrise,
in
fondo le faceva sempre piacere vedere la sua migliore amica, e rispose
subito.
Hey se vuoi passo
oggi, fatti trovare là x le 6! Sono curiosa, nn vedo
l’ora... a piu tardi, TVB by
Eli
Stava
premendo il tasto per inviare, quando sentì la voce di un
ragazzo del gruppo,
Tyler:
<<
Elisabeth, vieni! Dobbiamo chiederti una cosa! >>
Gettando
il
cellulare in borsa, si alzò con un salto e raggiunse i suoi
amici.
<<
Abbiamo qualcosa da chiederti … >> li
sentì dire.
Val
era
uscita dalla palestrina prima di Bill e lo stava aspettando fuori nel
corridoio. Mentre lo faceva, vide passare Sophie e la salutò
da lontano con un
cenno della mano.
<<
Ah
Valery! Speravo proprio di incontrarti … >>
disse l’altra,
correndole vicino.
La
ballerina
le chiese il perché e Sophie le rispose:
<<
Tu e
Bill siete diventati così celebri qui dentro che i rivali
non tardano ad
arrivare! A quanto pare ci sono degli iscritti dell’ultimo
minuto alla gara di
ballo della settimana prossima … Sono coppie di ballerini
professionisti e ho
il sospetto che siano qui perché sono stati gli invidiosi
del club a chiamarli!
>>
<<
Dici
che l’hanno fatto per dispetto a me e Bill?? >>
sbottò Val. << Se è
così, mi interessa poco. L’ho sempre detto, io,
che non mi interessa vincere, e
questo vale anche per lui! >>
Sophie
non si
aspettava quella risposta, ma scrollò ugualmente le spalle e
la avvertì:
<<
Fate
come volete, ma a me piacerebbe che vinceste voi … e quelli
là sono forti ed
esperti, quindi allenatevi!! >>
<<
Tranquilla, ce la stiamo mettendo tutta! >> la
rassicurò l’altra.
Salutata
Sophie, Bill uscì dalla palestrina e i due si diressero
verso l’uscita.
Arrivati là, andarono ognuno per la sua strada.
<<
Alla
prossima, Bill. Non manca molto, ormai … sono
così elettrizzata! >>
<<
Sono
emozionato pure io! Ma noi li stenderemo tutti, giusto? >>
<<
Giusto!! >>
Senza
che
Valery se lo aspettasse, il ragazzo si sporse in avanti e
baciò l’amica sulle
guance, prima di voltarsi ed esclamare ancora qualche frase di saluto.
Lei
ricambiò, ma subito dopo sentì il bisogno di
appoggiarsi al muro e riflettere.
Aveva
sentito
come una scossa elettrica attraversarle il viso, quando Bill
l’aveva baciata. I
pensieri inondarono subito la sua mente come un fiume in piena. Non si
era mai
sentita così confusa: perché provava quelle cose
quando era con lui? Era solo
amicizia, ne era certa. Ma allora come mai il suo corpo reagiva come se
fosse
innamorata?
Non
riuscì a
capirlo e rinunciò a farlo, talmente era ansiosa. Se fosse
stata veramente innamorata
di Bill, cosa provava allora per Tom? Amore o no? E per Bill? Solo un
grande
affetto o l’inizio di una cotta seria? Era tutto
così difficile!
I
dubbi erano
troppi e Valery non poté più sopportarli. Si mise
le mani nei capelli,
avvertendo vagamente la sensazione di pianto. Un momento: ed Elisabeth?
Lei era
la sua migliore amica e allo stesso tempo amava Bill. Se anche Val si
stava
innamorando di lui, la loro amicizia era in pericolo! No,
l’amicizia di Eli era
sicuramente più importante, non poteva perderla.
Prese
il
cellulare e le inviò un sms. Voleva vederla e parlarle prima
che fosse troppo
tardi; se avesse lasciato passare del tempo, la situazione avrebbe
potuto
peggiorare.
Decise
che
non poteva restare fuori dal club per tutta la sera e si
incamminò verso casa.
Durante il tragitto ricevette la risposta di Elisabeth: si sarebbero
viste più
tardi ai vecchi giardini, vicino casa sua.
Tirò
un gran
sospiro e cercò di pensare ad altro. Non le faceva bene
rimuginare su tutta la
faccenda, perché avrebbe potuto farsi delle idee sbagliate
solamente
pensandoci.
La
bionda
svoltò all’angolo e in lontananza
riuscì a scorgere i giardinetti. Erano
deserti; dopotutto tutti i bambini della zona erano cresciuti e
dovevano avere
più o meno la sua età. Tuttavia rimaneva un punto
di riferimento per molta
gente, anche per lei e Valery. Mentre si avvicinava, vide
l’amica mora seduta
su una panchina in mezzo all’erba, all’ombra dello
scivolo. Si affrettò e in
poco tempo arrivò.
<<
Ciao, Valery! >> disse.
L’altra
alzò
la testa verso di lei e sorrise, alzandosi per abbracciarla:
<<
Ciao, Elisabeth! >>
Rimasero
lì
abbracciate per un po’, fino a quando Val non si
staccò e si sedette, seguita
da Eli.
<<
Come
mai volevi vedermi? >> domandò la bionda.
Valery
fece
per dire qualcosa, ma nessun fiato uscì dalle sue labbra.
Incrociò tra loro le
dita delle mani sudate e fissò lo sguardo su un punto
impreciso del prato, poi
mormorò:
<<
Non
so da dove cominciare … >>
L’altra
la
incoraggiò:
<<
Beh
… comincia e basta, no? >>
Dapprima
Val
si stupì, ma poi comprese che l’amica aveva
ragione. Sospirò e poi disse
semplicemente:
<<
Forse mi sto innamorando di Bill. >>
Elisabeth
voleva risponderle, voleva dirle “capisco, ma non
preoccuparti perché una
soluzione c’è”… Invece rimase
senza parole. Solo in quel momento capì come mai
Valery era così agitata. Si incupì e si prese
qualche istante per scegliere le
parole giuste.
<<
Oh …
>> fece soltanto.
Volle
continuare,
ma la mora andò avanti con nervosismo.
<<
Vedi
Eli, ho preferito parlartene ora per evitare casini futuri. So bene
quello che
provi per Bill, ma ultimamente sto iniziando a sentire
anch’io qualcosa di
particolare quando sono con lui. Ho pensato subito a te
perché tengo tantissimo
alla nostra amicizia e io non voglio perderti solo perché ci
piace lo stesso
ragazzo! Speravo potessi aiutarmi nel capire meglio cosa sta succedendo
dentro
di me, che cosa provo … >>
<<
Ehi
Val, calmati! Vai piano! >> la interruppe Elisabeth.
<< Cerchiamo
di rifletterci con calma. >>
Valery
annuì
e si tranquillizzò, poi si girò con il busto
verso l’amica e le spiegò la sua
preoccupazione.
<<
Io e
te ci conosciamo da tanto tempo e non so esattamente quante volte ti ho
detto
che ti voglio un bene immenso e che non voglio perderti per nulla al
mondo. Ma
adesso che ci piace lo stesso ragazzo, ho paura che tu ti allontani da
me …
>>
Notando
che
Val stava assumendo un’aria sempre più triste,
Elisabeth preferì chiarire
subito quel primo pezzo di discorso.
<<
Stai
tranquilla. >> disse con un sorriso. <<
E’ solo uno dei tanti
ostacoli che abbiamo sempre superato insieme. Non mi perderai, stai pur
certa
che non lo permetterò. >>
<<
Oh,
Elisabeth … >> fece l’altra,
commuovendosi. << Hai ragione!
>>
La
bionda le
diede un bacetto sulla guancia, come quelli che si danno tra bambini
per gioco.
Questo contribuì a sollevare il morale di Valery.
<<
E
ora focalizziamoci sul problema in sé e per sé.
Parlami meglio di queste
sensazioni che provi con Bill … >> disse Eli
con voce calma, per non
agitare di nuovo l’amica.
Quest’ultima
iniziò:
<<
E’
da un po’ che sento qualcosa di strano quando sono con lui.
Mentre balliamo,
parliamo, sempre. Lo guardo e … sento le farfalle nello
stomaco, le guance in
fiamme e i brividi lungo la schiena. Tutto questo mi fa pensare che mi
stia
prendendo una cotta, anche perché Bill è carino,
si muove splendidamente …
>>
<<
Ho
capito. >> esordì Eli. << E Tom,
invece? >>
<<
Tom?
>>
Sulle
prime
Val si domandò cosa c’entrasse Tom, insomma,
stavano parlando di Bill.
Riflettendoci bene, però, capì.
<<
Vuoi
confrontare le due cose? Ma Elisabeth, sono due casi diversi!
>> esclamò.
L’altra
scosse la testa e fece:
<<
E’
proprio perché si tratta di due casi differenti che
è necessario confrontarli. Senti,
Valery, ti va di fare un esperimento? >>
Valery
sbatté
gli occhi con sorpresa, ma poi si incuriosì ed
accettò.
<<
Voglio che adesso pensi a Bill. >> ordinò Eli.
<<
Penso a Bill … e basta? >>
<<
Sì,
semplicemente. >>
L’amica
si
concentrò. Pensando a Bill, le vennero in mente le prove
fatte per la gara di
ballo, tutti i drink bevuti insieme al bar, le mosse strane che li
facevano
ridere. Ebbe infine un’immagine di lui che le sorrideva,
simile a quella che le
aveva rivolto quando avevano inventato la loro mossa. Sentì
il bisogno di
pensarci ancora per imprimersela bene nel cervello, ma non ci
riuscì proprio
come voleva.
<<
Ok,
ho pensato a Bill. >> disse alla fine.
Elisabeth
rise divertita, intuendo già quale esito avrebbe avuto
l’esperimento, poi fece:
<<
Perfetto.
Pensa a Tom, adesso. >>
Era
una
strana richiesta, ma Valery eseguì. La prima cosa che
ricordò di lui fu quando
avevano parlato davanti al club e lui le aveva sorriso per tirarla su.
Solo a
pensarci, si allargò un sorriso uguale sul volto di Val, in
maniera
completamente automatica. Da lì, lei pensò al
loro primo incontro, a quando
l’aveva trovato stupendo sin dalla prima occhiata, quando
l’aveva visto
appoggiato ad un palo della piazzetta. Il cuore prese a batterle forte,
anche
se lei non se ne accorse subito.
La
bionda
stava a guardare la sua reazione con compiacimento, contenta di aver
avuto la
giusta intuizione.
<<
Visto? >> chiese dopo un po’.
La
soluzione
al problema di Valery era ormai chiara. La diretta interessata
abbracciò la sua
migliore amica, sussurrandole “grazie”
nell’orecchio per averla aiutata ad
aprire gli occhi. Non servirono spiegazioni in più, anzi, le
due cambiarono
direttamente argomento.
<<
Alla
fine è facile. >> riprese Elisabeth.
<< E poi se ci piacesse
davvero lo stesso ragazzo, in questo momento sarebbe l’ultimo
dei miei problemi
… >>
<<
Di
che parli? >> domandò Val.
L’altra
mise
il broncio e si appoggiò stancamente allo schienale della
panchina, poi sbuffò:
<<
Mi
hanno fatto una proposta. Mi hanno chiesto di fare da tramite per, ecco
… uno
scambio. Uno scambio di … di roba. >>
La
faccia di
Valery si dipinse di stupore. Sapeva di cosa si trattava e non era
affatto una
bella cosa.
<<
N-non hai accettato, vero?? >> fece subito, piena
d’ansia.
<<
Certo che no! >> sbottò Eli. <<
Però ho detto che ci avrei pensato
… >>
<<
Cosa? Ma perché? >>
Elisabeth
fece spallucce, poi proseguì massaggiandosi il braccio e
guardando in giro:
<<
E’
stupido, lo so, ma non riesco a non avere paura della loro reazione al
mio
dissenso. Non hai idea di che casino ci sia dietro, Val, è
qualcosa di assurdo.
E io non voglio entrarci, lo sai. Però …
>>
<<
Eli,
io ti ho sempre detto di allontanarti da quella gente! >>
la interruppe
Valery. << Era proprio cose di questo genere che io
temevo! >>
L’altra
non
rispose più. Per via della stanchezza, del broncio
… ma non ebbe più voglia di
parlarne. Quasi si pentì di aver sollevato
l’argomento. Val, invece, continuò a
pensarci. Provò a mettersi nei panni dell’amica e
constatò che probabilmente
Eli si sentiva debole di fronte ad una scelta apparentemente facile.
<<
Su,
non fare così. Non voglio vederti triste. Vedrai, troverai
una soluzione!
>> le disse, massaggiandole una spalla.
L’abbracciò
e
sentì che faceva sì con la testa, allora la tenne
stretta per un po’ in modo da
farla sentire meglio.
Le
ultime
vibrazioni sonore della canzone si propagarono in tutta la sala, con
grande
soddisfazione da parte della band.
<<
Evvai!! >> esultò Tom, sfilandosi la chitarra
e meditando una pausa. <<
Per oggi può bastare, vero, gente? >>
<<
Sì,
direi proprio di sì! >> concordò
l’amico Georg.
I
quattro
iniziarono a mettere a posto le proprie cose prima di andare via. Tom
si
avvicinò al fratello e lo sfotté:
<<
Ehi,
sembra che stavolta tu non sia andato granché bene. Avevi
una voce strana …
Beh, posso compensare io, dato che invece me la sono suonata come un
vero
rocker!! >>
<<
Piantala, sbruffone! Non sei divertente! >>
sbottò Bill.
Gustav,
svitando le varie parti della batteria, osservò con aria
divertita:
<<
Sembra che Bill avesse la testa tra le nuvole, questo pomeriggio
… Forse
pensava a una ragazza, come Tom la settimana scorsa! >>
Georg
e Tom
risero tra loro, mentre il cantante sbuffò e
lasciò il palco tenendo il
microfono in una mano e l’asta nell’altra.
<<
Dai,
Bill, scherzavamo! >> gridò Tom.
Bill
sbuffò
ancora e posò le sue cose in mezzo agli altri attrezzi messi
vicino al palco,
poi fece con indignazione:
<<
Per
caso ti ho preso in giro quando abbiamo parlato del tuo innamoramento,
Tom?
>>
Il
gemello
rispose, seguendo Georg verso la cassa dove stavano gli strumenti:
<<
No,
ma nemmeno io ho intenzione di prenderti in giro! >>
<<
Anzi, parliamone con tranquillità! >> propose
il bassista. << Sono
curioso di sentire anche Bill, adesso! >>
<<
E’
un’ottima idea … >> aggiunse Gustav.
Il
cantante
tornò sul palco e si arrese. Raccontò della sera
in cui aveva incontrato
Elisabeth, poi li mise al corrente dei suoi legami affettivi con Tom e
Valery.
<<
Ricordatevi però che io so gestire la situazione meglio di
mio fratello!
>> concluse poi, orgoglioso.
Tom
gli
rivolse un’occhiataccia dall’altra parte del palco
e fece:
<<
Cosa
vorresti dire? >>
<<
A
differenza tua, sono molto più maturo e mi tengo per me ogni
cosa al riguardo,
senza annoiare gli amici con i miei momenti di entusiasmo.
>>
Gustav
e
Georg pensavano che Tom si offendesse, invece lo videro giocherellare
con
telefonino di Bill, trovato casualmente tra le sue cose accumulate
lì accanto.
<<
Ma a
chi vuoi darla a bere?? >> ribatté il
chitarrista, sollevando per aria il
cellulare del fratello.
Tutti
poterono vedere sullo sfondo un enorme cuore e la scritta
“Elisabeth ti amo” a
caratteri scintillanti. Il leader trasalì e si
precipitò a smentire la sua
reputazione di ragazzo fin troppo sentimentale.
Mentre
gli
altri due ridevano a crepapelle, i gemelli si sbracciavano
l’uno contro l’altro
come lottatori di wrestling per recuperare il telefono, gridandosene di
tutti i
colori.
*
|
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Capitolo 9 *** 9 ***
Capitolo 9
Qualche
pomeriggio dopo, Valery arrivò tardi
all’allenamento. Percorse il corridoio
principale del club a passo veloce, trafelata, poi raggiunse la porta
degli
spogliatoi che conducevano alla palestrina e vi entrò. Prima
di raggiungere
Bill, però, lo sentì canticchiare e si
fermò.
Sentì
ancora
il cuore che nel petto le martellava e sbuffò con un misto
di stupore e
disappunto.
<<
Non
è possibile, di nuovo?? >> si disse.
<< Calma Val, calma … Passerà.
Sì, passerà. E’ solo un periodo, dopo
un po’ non succederà più!
>>
Entrò
nella
palestrina e salutò il suo compagno di ballo.
<<
Ehi
Valery! Oggi sono arrivato prima io, hai visto? >>
<<
Già!
>>
<<
Comincia pure a mettere il cd nello stereo … Io, ehm, faccio
una rapida tappa
in bagno! >>
Lei
ridacchiò
e lo guardò andare negli spogliatoi. Dopo aver lasciato
cadere la borsa sul
pavimento, si sedette per terra e si appoggiò al muro.
“Che
faccio?”
si domandò. “Non ci capisco più niente!
Amo Tom, ma non sono ancora
completamente libera da questo dubbio. Uffa!”
Facendo
vagare lo sguardo in giro, passò sotto i suoi occhi il
borsone di Bill. Quando
però vide il suo cellulare sbucare dal taschino, si
rianimò. Non sapendo
perché, sembrava dirle “prendimi Valery,
prendimi”.
La
preoccupazione di chiedere il permesso al proprietario non si fece
neppure
sentire: Val si allungò ed afferrò il telefono
con un gesto furtivo. Con
disinvoltura, lo sbloccò e diede un’occhiata tra
fatti che non erano
esattamente suoi. Finì casualmente nella rubrica e un
pensiero le balenò in
testa.
“Uhm,
io non
ce l’ho, il numero di Tom …”
Con
la coda
dell’occhio, la ragazza controllò se
l’amico stesse arrivando. Non c’era
pericolo di venire scoperta. Scivolò tra i nomi senza
esitazione e trovò quello
del chitarrista.
Aveva
bisogno
di parlare del suo problema con qualcuno che esercitasse una certa
influenza su
di lei. Con Elisabeth l’aveva già fatto, con Bill
non era possibile per non
mettere a repentaglio la buona riuscita della gara … Tom era
l’unico rimasto.
Valery
non
era sicura che fosse esattamente una buona idea parlarne proprio con
lui, ma il
pensiero di parlarci al telefono e sentire la sua voce prevalse su ogni
altro
dubbio.
E
così copiò
rapidamente quel numero nella propria rubrica, dopodiché
mise via il telefonino
di Bill e fece finta di niente quando il ballerino arrivò.
Era
lì. Era
lì e ancora non si decideva a premere quel tasto verde.
Sarebbe stato così
facile farlo, bastava un leggerissimo movimento del dito …
invece se ne stava
ferma, un sospiro dopo l’altro, in balia degli scrupoli.
Valery
era
seduta sul suo letto a gambe incrociate e aveva il cellulare in mano da
quasi
mezz’ora. Ogni volta che lo schermo si spegneva, lei premeva
un tasto qualsiasi
per riaccenderlo e vedere il semplice nome di Tom illuminato da una
striscia
blu nell’elenco dei contatti.
A
forza di
pensarci, però, le venne in mente una strategia:
uscì dalla rubrica e decise di
scrivere un sms.
E poi
cos’è
successo??
Senza
più esitare, lo inviò al ragazzo ed
aspettò. Pregava che funzionasse, intanto si scervellava per
inventare qualcosa
da dirgli.
Come
la strategia prevedeva, Tom chiamò.
Con un sorriso enorme, Valery rispose:
<<
Pronto? >>
<<
… Valery?! >>
<<
Sì, sono io! >>
<<
Me l’hai inviato tu il messaggino?
>>
<<
Quale mess-AAHHH! Volevo inviarlo
ad una mia amica, ma devo averlo mandato a te per sbaglio! E’
così, non è vero?
>>
<<
Sì, esatto! >>
<<
Non ti dispiace, vero Tom? Ti ho
per caso disturbato? >>
<<
No, stai tranquilla … >>
Aveva
funzionato. Val esultò mentalmente e
cambiò posizione sul letto, mettendosi sdraiata, poi chiese:
<<
Beh, è da un po’ che non ci
vediamo. Come va? >>
<<
Bene! Tu, invece? >>
<<
Tutto ok … Bill come sta? >>
<<
Lui sta bene. >> fece il
chitarrista, che si stava facendo prendere sempre di più
dalla conversazione.
<< E’ sempre più gasato, lo sai? Non
fa che parlare della vostra gara di
ballo e se siamo fortunati parla anche del nostro contest. Non pensa ad
altro!!
>>
<<
Non puoi biasimarlo, no? Sta
prendendo queste cose molto seriamente, mi pare di capire …
>>
<<
Sì. Come se la cava con la danza?
E’ almeno bravo? >>
<<
Altroché! >> esclamò lei.
<< Il talento ce l’ha tutto! >>
<<
Forse, però, è più portato per il
canto. Ultimamente è migliorato molto e sono convinto che al
contest se la
caverà benissimo! >>
<<
Di questo, non ne dubito! >>
Valery
dovette ammettere che faceva un
certo effetto sentire la voce di Tom anche solo per telefono. Se
arrivava ad
avere il batticuore soltanto per questo, significava che era davvero
innamorata. Tutti i dubbi che aveva svanirono immediatamente, senza
nemmeno
accorgersene.
<<
Tu, Val? >> domandò Tom.
<< Sei gasata come Bill? >>
<<
Io? Tantissimo! E’ da sempre che
desidero gareggiare e non vedo l’ora …
>>
<<
Verrò sicuramente a vedervi
insieme ai ragazzi del nostro gruppo. Non ci perderemmo questo evento
per nulla
al mondo! >>
<<
Oh, grazie! Siete veramente
carini! >>
<<
Faremo il tifo per voi, dateci
dentro!! >>
Anche
il ragazzo si rese conto che l’amore
provato per Valery era più forte e reale di quanto si
aspettasse. Aveva
spiccato un salto per la sorpresa, quando aveva scoperto che
l’sms era suo e
aveva sentito la sua voce al cellulare!
<<
Lo sai, Valery … >> disse
con tenerezza. << E’ bello parlare con te.
>>
La
ballerina arrossì e si strinse al
cuscino, dopodiché aggiunse, con un sorriso nella voce:
<<
Anche per me … Quasi quasi, non mi
dispiace affatto averti inviato per sbaglio quel messaggio. Dico sul
serio!
>>
I
due avvertirono un gran senso di felicità
e continuarono a chiacchierare. Dopo un po’, Val
sentì che Tom trasaliva e
diceva:
<<
E’ tardissimo! Dobbiamo andare
alle prove … A presto, Valery! >>
<<
A presto, Tom. Saluta Bill e gli
altri, mi raccomando! >>
<<
Contaci!! >>
Riattaccando,
la ballerina balzò giù dal
letto e saltellò via con il ritratto della gioia dipinto in
faccia.
Quella
sera tirava aria, il cielo era
coperto e la temperatura si era abbassata bruscamente. In piena estate
erano
ormai normali le grosse differenze tra giorno e notte.
Era
molto tardi e in un vicolo dall’aspetto
sinistro Elisabeth era in attesa. Si strinse nella felpa per
l’ennesima volta e
rabbrividì. Faceva freddo e si pentì di essere
rimasta a maniche corte e di
aver raccattato solo quel vecchio felpone per coprirsi.
Mise
le mani nei tasconi e avvertì da una
parte qualcosa che ricordava la consistenza della plastica.
Sospirò e tirò
fuori il sacchetto sigillato contenente una pericolosa polvere bianca.
Con
ansia ripeté sottovoce la frase che la accompagnava da tutto
il giorno, come
una cantilena:
<<
Passerà, Eli, dopo stasera sarà
tutto finito. Passerà e sarà tutto finito.
>>
Ma
perché non riusciva ancora a calmarsi,
allora?
Aveva
una brutta e fastidiosa sensazione,
come se dovesse succedere qualcosa di brutto da un momento
all’altro. Non era
poi lontana dalla verità, questa constatazione.
Sbirciò
l’orologio sul cellulare. Mancavano
circa quindici minuti all’appuntamento con i clienti. Non
sarebbe riuscita ad
attendere ancora a lungo, era troppo nervosa. Doveva fare qualcosa per
non
pensarci.
Rimase
a fissare il telefonino e decise che
una telefonata a qualcuno di speciale fosse la cosa più
giusta. Scorse i nomi
della rubrica con l’intenzione di chiamare Valery, ma si
fermò quando incrociò
il nome di Tom. Forse le avrebbe fatto bene parlare con qualcuno di
diverso.
Non
esitò ulteriormente e premette il tasto
di chiamata, per poi portare il cellulare all’orecchio con un
tremito. Ci
furono molti squilli prima che qualcuno potesse rispondere,
finché la
telefonata non cominciò ed Eli sentì dei rumori
di sottofondo.
Si
aspettava un tono tranquillo e allegro,
invece la voce maschile che disse “pronto” era
più profonda e non proprio
entusiasta. Non era Tom, ma l’aveva già sentita.
<<
Pronto? >>
Riecheggiò
nella sua mente per una frazione
di secondo come un rimbombo e non fu difficile capire che si trattava
di Bill.
Elisabeth reagì come se stesse pensando
“fantastico, prima l’agitazione per
l’incontro e adesso per lui!”.
<<
Ehm, per caso c’è Tom? >>
balbettò.
<<
Sì, ma al momento non può
rispondere … >>
Bill
staccò il telefono dall’orecchio per
vedere chi era. Aveva risposto senza nemmeno guardare il mittente della
chiamata, era troppo occupato a imprecare contro il fratello che stava
giocando
alla Play Station ed era “impossibilitato a interrompere a
causa dell’imminente
raggiungimento del nuovo record”.
Appena
si accorse che era Elisabeth, si
drizzò sulla schiena e inghiottì il chewing-gum
dallo sgomento.
<<
Elisabeth? L’amica di Tom e
Valery? >> chiese poi.
<<
Sì, sono io. Se disturbo, posso
anche chiamare più tardi … >>
<<
No, figurati, se vuoi puoi
riferire a me! >> rispose Bill tutto d’un fiato.
La
bionda rimise in tasca il sacchetto e lo
strinse forte, per sfogare l’agitazione su un’unica
cosa. Subito dopo domandò:
<<
Allora, com’è? >>
<<
Non male, dai. >> fece il
cantante. << E tu? >>
<<
Beh, diciamo che potrebbe andare
meglio. >>
<<
Perché? >>
L’idea
di confidarsi con Bill accese una
scintilla strana in lei e qualcosa le disse che si poteva fare
tranquillamente.
<<
Non so se Tom te ne ha mai parlato
… o magari anche Valery … sei il compagno di
ballo di Valery, no? >>
<< Sì, sì! >>
<<
Ecco, ti hanno mai detto che io …
insomma, frequento gente poco raccomandabile? >>
Estremamente
curioso, il ragazzo si mise
comodo – era spaparanzato sul divano fino a un momento prima
– e disse:
<<
No, non mi hanno mai detto nulla
al riguardo. Vorresti parlarmene tu? >>
<<
Sì. Ne avrei proprio voglia. Il
fatto è che queste persone sono immischiate in un brutto
giro, ti dice niente
lo spaccio di droga? Ecco. Io non ho mai voluto entrarci, frequentavo
quelle
persone solo perché le ritenevo amiche e condividevo con
loro i miei interessi.
Adesso, però, sono finita in un bel guaio! >>
<<
Che cosa è successo? >>
<<
Questa sera devo fare da tramite
per uno scambio e ho un brutto presentimento …
>>
Bill
si intristì e cominciò a capire come
si sentiva la ragazza. Fece quindi del suo meglio per darle una mano.
<<
Eli, vorrei farti una domanda.
>> esordì. << Se fossero
veramente tuoi amici, ti permetterebbero
di entrare nei loro loschi affari? >>
Elisabeth
ammutolì. Aveva già considerato
quel punto di vista, ma non ci aveva mai riflettuto sul serio. Si
incupì e mormorò
timidamente:
<<
Capisco cosa intendi, ma il fatto
è che ho paura di rimanere sola. Non posso farci nulla,
è più forte di me. E’
una cosa stupida, lo so … >>
<<
No, non è stupido. >> disse
subito lui, con tono dolce. << In qualche modo, credo che
tutti noi
temiamo la solitudine. Non piace a nessuno. Ed è normale,
sai? Tu no, però, non
devi avere paura. Credimi, è meglio restare soli
anziché frequentare gente che
ti fa soltanto del male! >>
La
ragazza ascoltava con la massima
attenzione e immediatamente si accorse di dover far tesoro di quelle
parole.
<<
Non hai motivo di preoccuparti,
perché non sei sola. >> continuò
poi lui. << Insomma, c’è Valery,
c’è Tom … mi pare che con Tom tu abbia
un buon rapporto, no? Stai tranquilla,
perché Tom è una persona più che a
posto!>>
Elisabeth
fece un verso a bocca chiusa per
confermare, seguito da un istante di silenzio tra i due. Infine, Bill
concluse
dolcemente:
<<
E poi, se vuoi … ci sono io.
>>
Lei
arrossì e all’improvviso non sentì
più
quel pizzicore sulla pelle causato dal freddo. Sorrise e si strinse
nella
felpa, immaginando di abbracciare il ragazzo.
<<
Grazie, Bill. >> fece con
gioia.
Senza
che se ne accorgesse subito, però,
Eli vide dall’altra parte della strada un paio di figure
scure avvicinarsi con
aria sospetta in quella notte deserta.
Ebbe
un tuffo al cuore e fu costretta ad
interrompere la chiamata.
<<
Scusa, ma devo andare … Ciao! E
grazie ancora! >>
Queste
parole precedettero una sfilza di
bip-bip che segnalarono la fine della telefonata. Bill rimase con il
cellulare
in mano, perplesso, poi il gemello gli gridò contro qualcosa
di offensivo ed entrambi
tornarono ai loro battibecchi fraterni.
La
ragazza si separò dal muro e piantò le
mani in tasca. Si paralizzò e sentì di non
potersi più muovere dall’agitazione,
ma dopo la conversazione con Bill aveva capito cosa fare.
Due
giovani col cappuccio le si impalarono
davanti.
<<
Sei tu Elisabeth? >> domandò
uno di loro vestito come Tom, ma nella sua versione più
antipatica.
La
bionda annuì debolmente e inghiottì la
saliva.
Il
secondo tizio, un energumeno con
sigaretta alla mano e uno sguardo gelido come il ghiaccio, disse
semplicemente:
<<
Hai la roba? >>
Senza
fiatare – non ne aveva la forza – Eli
porse loro il sacchetto di plastica, cercando di non tremare. Il primo
di loro
lo fece sparire istantaneamente in un tascone della giacca, per poi
estrarre un
fascio di banconote dall’altro e cominciare a contarle.
L’altro lo guardava,
immobile.
Pensando
di aver finito e notando con
disappunto che non se ne andavano, la ragazza fece con soggezione:
<<
Se va bene così, me ne vorrei
andare … >>
Il
secondo, dall’aria più infame, esclamò
subito con voce ferma:
<<
Cos’è, hai paura? >>
Colta
alla sprovvista, Elisabeth tacque. La
sua espressione faceva trasparire tutta la sua ansia.
<<
Oh, capisco … >> continuò
lui. << Non ci vuoi entrare. Ma ormai ci sei
già dentro, non vedi?
>>
Dopo
un attimo di esitazione, l’altra
sbottò:
<<
No! Non è vero! >>
Anche
il primo ragazzo smise di contare i
soldi e sollevò lo sguardo, sorpreso. La ragazza
proseguì:
<<
Lasciatemi in pace, non voglio
avere più niente a che fare con voi! >>
Quelle
parole sono ben temute da ogni
criminale vero.
<<
Oh. >>
Il
più giovane, quello che contava le
banconote, mollò queste ultime nelle mani del collega e
mosse qualche passo
verso di lei.
<<
Sei contro di noi, dunque.
>> disse. << Non possiamo, però,
lasciarti andare e permetterti di
spifferare tutto ai quattro venti. >>
Elisabeth
tirò fuori le mani dalle tasche,
stringendo i pugni, e li minacciò:
<<
Vedrai invece che lo farò! Non
voglio più stare a guardare, non è giusto. Me ne
infischio se dovrò rimanere da
sola, sempre meglio che continuare ad essere partecipe di un crimine
orrendo
come il vostro! >>
Sperava
di averli intimoriti almeno un po’,
ma vide che non mossero un muscolo e si pentì di aver
parlato tanto. I due si
scambiarono un’occhiata fugace, poi il secondo
ordinò al primo:
<<
Prepara la canna … >>
La
ragazza intuì immediatamente le loro
intenzioni.
<<
No … non voglio farmi drogare!!
>> gridò, indietreggiando.
Non
appena toccò il muro con la schiena,
imboccò l’uscita del vicolo ad una
velocità supersonica e si diede alla fuga.
Li sentì urlare e imprecare, ma mai si sarebbe fermata.
Percorse
un tratto di strada piuttosto
lungo e dovette appoggiarsi al semaforo all’angolo per
riprendere fiato.
Improvvisamente
udì uno di loro esclamare:
<<
Ti riempiremo fino a farti
scoppiare il cervello e nessuno ci scoprirà! >>
Anche
se la milza si contorceva dal dolore
nel suo addome, Eli riprese a correre con tutta la forza che aveva in
corpo. I
due delinquenti le stavano sempre dietro.
Di
botto, svoltò in una viuzza secondaria e
vide con stupore che si trovava quasi ai giardinetti. Un’idea
le illuminò
l’anima di speranza.
“Valery!”
Corse
ancora e ancora, finché non entrò nei
giardini, sorpassò le giostre per i bambini,
attraversò il prato e la strada
fino al portone dell’amica.
<<
Valery!! Aiutami, Valery!!
>>
Suonò
disperatamente e ripetutamente al
citofono, poi l’amica si affacciò dal primo piano.
<<
Elisabeth! >>
<<
Aprimi, Val, mi stanno per
raggiungere!! >> sbraitò la bionda, stremata.
L’altra
capì in un lampo e si precipitò di
sotto. In un secondo, proprio mentre i due stavano attraversando la
strada ed
erano ormai lì, Elisabeth si sentì trascinare
dentro l’atrio del condominio
dalla mano di Valery.
I
malviventi rimasero ad osservare il
portone da fuori senza poter fare più nulla. Se ne andarono
qualche momento
dopo, sbuffando.
<<
Stai tranquilla, è tutto finito …
>> mormorò la mora all’amica,
stringendola forte.
Eli
scoppiò in un pianto liberatorio e
inumidì la maglietta di Val, ma l’importante era
essersi liberata di un peso
enorme.
Adesso
sì, che non era più sola.
*
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Capitolo 10 *** 10 ***
Capitolo 10
L’agitazione
era alle stelle. I due amici
ballerini avevano ormai perso ogni concezione, come se fossero stati
perennemente in trance.
La
palestra del club era stata allestita
come un vero e proprio backstage: c’erano tanti paraventi che
formavano due
corridoi, uno per le ragazze e uno per i ragazzi. Vi erano specchi da
ogni
parte, sedie, panche, tavoli, appendiabiti … tutto
l’occorrente necessario per
una degna preparazione alla gara.
Gli
effetti dei concorrenti erano sparsi
dappertutto e il megaspogliatoio era vuoto. Erano tutti fuori, la
competizione
era iniziata già da un pezzo. Erano rimasti dentro solamente
Bill e Valery,
alla fine dei loro preparativi.
<<
Ancora questa e poi tocca a noi,
se non sbaglio … >> osservò Bill,
sistemandosi di fronte ad uno specchio.
Per
il grande evento si era abbigliato con scarpe
e pantaloni neri eleganti, la solita camicia bianca sempre chic e un
foulard
corto e leggero annodato attorno al collo, che contrastava
piacevolmente con il
resto del vestiario con il suo rosso acceso. Dopo aver revisionato il
trucco,
questa volta più sobrio del normale, Bill stava controllando
che i capelli non
avessero troppo gel.
Val
esclamò:
<<
Di già?? Ma come … Bill, guarda
che stai benissimo! >>
Entrambi
risero e il ragazzo si allontanò
dallo specchio, andando verso l’amica.
Valery
era meravigliosa. Aveva un vestito senza
maniche che aderiva al busto e lasciava invece la gonna volteggiante,
corta
fino alle ginocchia, terminante con una fila di frange. Era a bande
larghe e
oblique, luccicanti in un motivo alternato di rosso e di argento. Ai
piedi,
Valery portava delle scarpette con tacco medio, nere e con alcuni lacci
legati
alle caviglie. Un fiocco bianco raccoglieva le ciocche esterne dei suoi
capelli, mentre quelli sottostanti erano liberi sulla schiena.
La
ballerina camminava nervosamente sul
posto, vicino alla porta che conduceva fuori nel padiglione. Il
cantante le
andò incontro e le chiese con premura:
<<
Ehi, sei pronta? >>
<<
Sì, però … >> fece lei,
torturandosi le mani. << Sai com’è,
la nostra prima gara … >>
<<
Anch’io sono emozionato, credimi.
E lo ammetto: ho una fifa …! >>
<<
Oh, vedrai che ti passa subito!
>> disse Val, facendo spallucce.
L’altro
la guardò con sorpresa:
<<
Ma non eri tu la più emozionata
dei due?? >>
Risero
ancora. Fortunatamente era un ottimo
metodo per smorzare la tensione e concentrarsi.
Lei,
per sentirsi ancora più rilassata,
decise impulsivamente di abbracciarlo. Bill le passò
amorevolmente una mano
sulle spalle, ma quando posò gli occhi
sull’entrata della palestra, li
strabuzzò.
<<
Ehm, Val … >> disse,
staccandosi. << Perché non vai a vedere la
performance che viene prima di
noi? Quei due brasiliani sembrano esperti, mmh, meglio tenerli
d’occhio.
Intanto mi vado a rinfrescare, comincia a far caldo …
>>
L’amica
obbedì, mentre lui si fiondava
verso il fratello, che si era nascosto in tempo dietro al muro prima di
venire
scoperto. Solo Bill l’aveva visto.
Senza
reprimere nulla del suo stupore, il
cantante fece, non appena fu di fronte a Tom:
<<
Ma come hai fatto a entrare??
>>
L’altro,
come se la cosa non avesse
importanza, rispose:
<<
Oh beh, mi sono lavorato un po’ la
responsabile … >>
<<
Sophie? >> disse Bill,
sbattendo le palpebre.
Intuì
che Tom doveva aver combinato
qualcosa di strano e gli domandò poi, mettendo i polsi sui
fianchi con aria da
mamma rompiscatole:
<<
Non l’avrai convinta a modo tuo,
vero? >>
<<
No, figurati! >> rispose
Tom, alzando lo sguardo per aria di sbieco, fingendo palesemente
indifferenza.
Bill
alzò gli occhi al cielo. La fama di
playboy di Tom non si smentiva mai.
<<
Ma poverina … >> sospirò
poi. << Lei non sa che ami un’altra!
>>
Il
gemello lo assecondò, senza tornare a
guardare Bill in faccia:
<<
Eh già, poverina … >>
Il
ballerino gli lanciò un’occhiata
esasperata, ma poi tacque. Si impensierì e si
voltò rapidamente verso Val, che
spiava fuori dalla porta socchiusa.
Tornato
a guardare Tom, chiese di getto:
<<
A proposito, glielo dirai?
>>
<<
Eh? >> fece l’altro,
perplesso.
<<
Vuoi deciderti a dire a Valery che
la ami o no? >>
Il
ragazzo con le treccine incrociò le
braccia e sbottò:
<<
Non ci penso nemmeno! >>
<<
Dai, approfittane ora! >> lo
incitò il gemello. << Abbiamo ancora un
po’ di tempo prima che tocchi a
noi … >>
<<
Sei pazzo? Se le dico una cosa del
genere prima di gareggiare, le rovinerò tutto!
>> esclamò Tom, preso dal
panico solo all’idea di dichiararsi così
all’improvviso.
Bill
cercò ancora di convincerlo:
<<
Avanti, non fare il coniglio! E
poi c’è tutto il club a vedere la gara, e sai che
Val ha tanti ammiratori … Non
vorrai che lei finisca per stare al loro gioco, vero? >>
Il
fratello non rispose, ma mugugnò e si
appoggiò al muro con nervosismo, sapendo che Bill aveva
ragione. Non voleva
perderla, ma gli sarebbe costato tantissimo aprire il suo cuore in un
momento
simile.
Il
cantante lo fulminò con lo sguardo in un
ennesimo tentativo di convincimento, ma Tom arrossì e fece
soltanto:
<<
Non posso, non ne ho la forza!!
>>
L’altro
si girò verso il soffitto con fare sempre
più esasperato. In quel momento i due sentirono la voce di
Valery, piena di stupore:
<<
Tom? Cosa ci fai qui? >>
Il
ragazzo inghiottì la saliva ed entrò,
andandole incontro.
<<
Oh, ciao Val! >> fece con un
cenno di saluto con la mano. << Ero venuto solo per dirvi
in bocca al
lupo! >>
La
ballerina disse, sorridendo:
<<
Grazie, è davvero gentile da parte
tua … >>
I
due furono ormai faccia a faccia e lui
poté ammirare la sua amata in tutta la sua bellezza. Si
fermò e la osservò
rapidamente, poi commentò:
<<
Caspita, sei stupenda! >>
Valery
arrossì di colpo e a stento riuscì a
chiedere:
<<
Oh, sul serio? >>
<<
Sì, cioè, volevo dire, il vestito
ti sta benissimo! >> balbettò Tom, assumendo a
sua volta un colorito
particolare.
<<
Ah … >> fece lei,
imbarazzatissima, sotto gli occhi curiosi di Bill. <<
Beh, ti ringrazio.
>>
Il
cantante vide che tra loro stava calando
una certa tensione e decise di vivacizzare il dialogo.
<<
Allora, Tom? Alla fine sei venuto!
>>
<<
Fratellino! Sarai una bomba, lo so
già! >>
Con
questo scambio di battute, i gemelli si
abbracciarono brevemente. Val sorrise, intenerita.
<<
Adesso, direi che sia ora di
andare … Tocca a voi! >> disse poi Tom,
muovendosi verso l’entrata della
palestra.
<<
Sì … A presto, Tom. >>
mormorò la ragazza, mentre Bill la guidava verso
l’uscita con un braccio sulla
schiena.
Sophie
si era appena affacciata e stava
appunto per dire alla coppia di ballerini che il loro turno era
arrivato.
Valery le assicurò con un gesto del capo che erano pronti,
mentre Bill lanciò
l’ennesimo sguardo di incitamento al fratello, che
riuscì a leggergli le
labbra: “Diglielo!”.
Tom
mise il broncio e scosse la testa, per
poi girarsi e iniziare a camminare verso gli spogliatoi, da dove era
arrivato.
Ma
si bloccò.
Quando
avrebbe potuto dichiararsi, se non
in quel momento?
Aveva
un nodo allo stomaco solo al pensiero
… ma l’amore prevalse e lo incoraggiò.
Decise di cogliere l’occasione al volo,
finché era ancora in tempo.
Sospirò,
poi si voltò ed esclamò:
<<
Io ti amo! >>
La
ballerina si fermò e spalancò gli occhi,
proprio mentre stava varcando la soglia della grande porta che
conduceva fuori.
Bill e Sophie non osarono interrompere il silenzio che seguì
quella frase,
sbalorditi.
Tom
l’aveva detto. Finalmente. Fece un
respiro profondo e aspettò che Valery si girasse.
Lei,
infatti, si voltò lentamente e con
voce tremante mormorò:
<<
Che cosa hai detto? >>
<<
Ti amo, Val. >> ripeté lui.
<< Proprio così, mi sono innamorato di te.
>>
Lei
lo guardò ad occhi sgranati e diventò
violentemente rossa in viso. Uno strano silenzio le trapanò
le orecchie e la
gola assorbì tutte le parole possibili che avrebbe potuto
tirare fuori. Il
silenzio regnò anche nella sua testa.
Niente,
non riusciva ancora a realizzare.
Aveva bisogno che Tom parlasse ancora. Con passo incerto, gli si
avvicinò,
mentre il ragazzo proseguiva:
<<
Senza che me ne accorgessi sul
serio, non ho mai smesso di pensarti. Solo quando mi hai sorriso per la
prima
volta, ho capito quanto stavi diventando importante per me. Posso
giurarti che
non ho mai provato nulla di simile per nessun’altra ragazza;
sei l’unica ad
avermi conquistato realmente … e non sarò mai
completamente felice se non
entrerai a far parte della mia vita. >>
Quelle
parole venivano dal cuore. Tutti se
ne resero conto dal tono che usava. Bill sorrise ed esultò
silenziosamente,
senza però aspettarsi che Valery rispondesse: si trattava di
una dichiarazione
d’amore in piena regola, dopotutto, era normale non sapere
cosa dire.
La
ragazza si specchiò nello sguardo di
Tom, pieno di sentimento. In quel secondo momento muto, le sue pupille
cominciarono a brillare, anche se non riusciva ancora a parlare.
Dopo
un po’, Tom abbozzò una risatina e
spostò gli occhi verso il fratello.
<<
Bill lo sa. >> fece con
piacere.
Val
si girò verso l’amico e vide che le
faceva l’occhiolino, poi tornò a fissare
l’amato, che aggiunse:
<<
E sa anche che lo sosterrò fino
alla fine in questa sfida per cui si è tanto preparato.
>>
La
gara doveva continuare e Tom sentì che
era ora di togliere il disturbo. Con fare impacciato, si diresse verso
la porta
da dove era venuto, mentre nella mente di Valery prese vita il primo
pensiero:
“Non andartene”.
Prima
di sparire oltre la porta, il ragazzo
disse un’ultima cosa:
<<
Perciò, Valery … non sorprenderti
se, durante la vostra esibizione, non farò altro che tenere
gli occhi puntati
su di te. >>
Sempre
in silenzio, Tom se ne andò con uno
strano sorriso di soddisfazione.
Ora
si avvertiva solo il baccano del
pubblico che in sottofondo applaudiva all’esibizione appena
terminata. Non volò
una mosca e non si mosse nessuno per un po’,
finché Sophie non mormorò:
<<
Ehm … ragazzi, dovete andare …
>>
Quella
era l’ultima frase che si sarebbe
potuta sentire. Bill si voltò e cominciò a
sbraitare:
<<
Ma porca di quella zoccola,
Sophie, Tom le ha appena detto che la ama!! Vuoi lasciarle il tempo di
riprendersi?? >>
L’altra
reagì d’impulso, mentre Valery non
muoveva un muscolo e stava zitta ad ascoltare.
<<
E come la mettiamo con il pubblico
che aspetta?? >>
<<
Che ne so, intrattienili, racconta
una barzelletta! >> buttò lì lui.
<<
Ho capito …! >> sospirò lei,
congedandosi.
La
tranquillità tornò nello spogliatoio.
Bill si avvicinò cautamente all’amica ballerina e
le si mise di fianco, poi la
guardò in viso. Val era ancora scossa. Quella frase, quelle
poche parole che
ogni donna vorrebbe sentirsi dire, le rimbombavano in testa con
un’eco soave.
Solo dopo essersi accorta che il cantante le era vicino,
sussurrò, per mettere
in semplice evidenza quel dettaglio:
<<
Tu lo sapevi. >>
<<
Sì, l’ho sempre saputo. >>
aggiunse Bill con dolcezza. << Volevo che però
fosse lui a dirtelo … mi
sembrava più giusto … no? >>
Lei
non fiatò e continuò a fissare il
vuoto, immersa nei suoi pensieri. Pian piano realizzò ogni
cosa e si sentì
arrossire. Un piacevole calore si diffuse nel suo corpo e Valery
annuì,
cominciando già a sorridere.
<<
Tu, però, non gli hai detto niente
… >> fece ancora l’amico.
L’altra
disse timidamente:
<<
Non ci sono riuscita. >>
Non
si era mai vista con quell’aspetto così
fragile. Bill se ne accorse e sorrise con tenerezza. Era certo che
prima o poi
avrebbe parlato con suo fratello e i due sarebbero stati felici
insieme. A
malincuore, dovette interrompere quell’attimo particolare:
<<
Beh, ora abbiamo una gara che ci
aspetta … e un pubblico da sorprendere, ti ricordi?
>>
<<
Sì. >> rispose Val,
riprendendosi.
<<
Coraggio, avrai tutto il tempo per
pensarci! Adesso, però, sai cosa ci aspetta ...
>>
<<
Certamente! Andiamo!! >>
Non
sapendo bene il perché, Valery uscì da
quello spogliatoio sentendosi un po’ diversa. Le sue idee
cambiarono posizione
nella sua testa e si incastrarono tra loro formando dei pensieri nuovi.
Era una
sensazione che ancora non era facile da interpretare, ma di una cosa
Valery era
sicura: si sentiva felice come non mai.
Ed
era complicato mettere da parte quelle
nuove emozioni per qualche minuto di fronte a quel pubblico che
sembrava
sterminato, ma doveva farcela. Ora l’unica cosa che contava
erano lei e Bill,
agitatissimi e pronti a far ballare la piazza intera.
*
|
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Capitolo 11 *** 11 ***
Capitolo 11
Per
quanto fosse strano, i due ballerini
non stavano pensando a nulla quando il pubblico applaudì.
Il
loro sguardo era fisso nel vuoto, non
sapevano nemmeno loro cosa stessero guardando. E non pensavano a
niente. Fu un
fenomeno inspiegabile, ma insolitamente spontaneo. Tutto ad un tratto
ogni
azione mentale aveva perso significato.
Solo
una cosa, solo un obiettivo riuscì a
sfiorare e poi smuovere il loro silenzio interiore.
“Concentrazione.”
E
quando ormai questa paralisi del cervello
si stava prolungando più del dovuto, la musica
partì. Come niente.
Sembrò
subito l’ennesima prova generale,
perché avevano sentito quella canzone così tante
volte che la reazione che ne
seguì parve quasi meccanica. E improvvisamente, tutto
divenne più semplice.
Bill
si mosse in avanti come previsto,
partendo da una posizione laterale e andando verso il centro del
padiglione,
con passo morbido e sinuoso secondo il suo stile. Le prime battute lo
videro
come unico protagonista, ma non appena le note iniziarono a cambiare,
ecco che
anche Valery si mosse verso di lui con movimenti altrettanto fluidi,
forse un
po’ più ampi. Gli girò attorno per un
po’, con alcune giravolte sobrie e non
ancora così audaci; intanto la profonda voce maschile della
canzone si fece
sentire in una serie di sensuali mormorii. Bill la guardava con
intensità e
cercò quasi di imitarla come prevedeva la coreografia, ma
lei gli sfuggiva
sempre e quando i due furono schiena contro schiena e si toccarono con
le
spalle, cominciarono a ballare secondo i tipici passi latini americani,
da un
lato e dall’altro. Come se fossero stati allo specchio, ma lo
specchio in questione
era alle loro spalle.
Nel
frattempo, la musica divenne più vivace
e intrigante, ma rallentò nuovamente dopo poco. In quegli
istanti, Bill e Val
si voltarono uno di fronte all’altra. Iniziò un
gioco di sguardi, camminarono
sensualmente come due animali feroci pronti a scannarsi … o
forse come due amanti
che si preparano a fondere la loro passione, come la musica indusse a
pensare.
E
poi, ci fu l’inizio vero. Dopo un inchino
da parte di entrambi, la canzone prese un ritmo più stabile,
che i due ragazzi
seguirono fedelmente. Erano tesi, i loro muscoli facciali facevano
anche male,
talmente erano contratti nelle loro espressioni serie. Ma non si
fermarono e
con il corpo rimasero sciolti.
Non
si erano ancora toccati, però. La
coreografia stabiliva che i due dovessero ballare uno di fronte
all’altra senza
contatto per un po’, fino al ritornello. Ci fu infatti una
svolta, ad un certo
punto: la voce sentimentale della canzone si mescolò alle
note seguendo un
crescendo sempre più marcato. Bill e Valery lo enfatizzarono
perfettamente,
iniziando ad avvicinarsi l’una all’altro con
occhiate di fuoco e movimenti
sinuosi, come se dovessero toccarsi ed esplodere a momenti.
E
così fu. Quando si presero per mano,
fecero alcune rapide mosse a effetto e poi esplosero nella loro danza
piena di
passione, mai noiosa e prevedibile. E anche se alcuni passi potevano
risultare
banali e già visti, eseguiti da quei due diventarono
qualcosa di sensazionale.
Il pubblico si ritrovò ad assistere all’immagine
della perfetta armonia.
Insieme,
Valery e Bill si sentirono più
leggeri. Il pubblico applaudì, ammaliato, e ciò
rese i due ragazzi ancora più
coinvolti. Si sorrisero e continuarono a ballare, con la
spontaneità di lui e
la perfezione di lei fuse assieme. Il tramonto alle loro spalle, poi,
dava quel
tocco di fascino estivo in più che fece
dell’esibizione una visione
straordinaria.
Continuarono
così per tutta la canzone,
fino a che i due terminarono in bellezza con la loro mossa segreta.
Restarono
faccia a faccia per un po’, giusto il tempo di lasciarsi
sfondare i timpani dal
rumorosissimo applauso del pubblico. Si sorrisero con una soddisfazione
immane
e poi si presero per mano per un inchino.
Fu
un lungo applauso, lungo e caloroso. I
due ragazzi fecero scorrere lo sguardo in mezzo al pubblico: smorfie di
stupore
compiaciuto, commenti tra gli amici presenti, urla, fischi e
quant’altro. In
quel bagno di folla, Valery riuscì a vedere Tom. Applaudiva
e sorrideva,
guardandola intensamente. Lei stette a fissarlo a sua volta con la
stessa
espressione e gli mimò un “grazie” con
le labbra. Intanto, Bill rideva vedendo
le facce di Georg e Gustav, lì vicino. Erano quelli che
facevano più casino di
tutti, coinvolgendo anche altre persone del pubblico e ripetendo
“quello è
amico mio, quello è amico mio!”.
<<
Ce l’abbiamo fatta! >> disse
Val, spingendolo a voltarsi verso di lei.
Impulsivamente,
il ragazzo l’abbracciò e
lei si mise a ridere. In un orecchio gli fece poi:
<<
Non sono mai stata così felice.
Grazie Bill, grazie per essere stato con me! >>
<<
Grazie a te per avermi coinvolto!
>> rispose lui. << Non avrei mai conosciuto
un’amica come te, se
non ci avessi provato … >>
Erano
ancora stretti l’uno all’altra,
quando vicino a loro apparve Sophie.
<<
Lo sapevo che facevate un
figurone!! >> esclamò. << Un
altro applauso per Bill e Valery!
>>
Un
boato si unì al frastuono di quei
continui battiti di mani. I due ballerini sciolsero
l’abbraccio e si
inchinarono ancora più e più volte.
In
quegli istanti, pensarono che insieme
avevano creato qualcosa di straordinario. No, non la coreografia, non
l’esibizione.
Qualcosa che veniva da dentro.
Un’amicizia
particolare. Un legame diverso
da tutti gli altri, completamente unico nel suo genere.
Avevano
creato e vissuto una nuova
emozione.
La
gara era finita. Tutto il pubblico si
era fiondato sul buffet all’aperto. In una parte della
piazza, sotto le colonne
del padiglione, Bill chiacchierava con gli amici.
<<
Dai, dai e gira … dai, dai e gira
… >> ripetevano Georg e Tom, imitando
l’amico che ballava.
Improvvisavano
movimenti molleggianti e lenti
di proposito, mentre Bill e Gustav ridevano. Tom faceva girare Georg,
poi con
le mani in aria scuotevano il bacino in maniera ritmica.
<<
Non facevo così!! >> replicò
ad un certo punto il cantante. << Finitela, altrimenti mi
arrabbio!
>>
<<
Avanti, tanto lo sappiamo che sei
bravo! >> fece il fratello fermandosi, mentre il bassista
si avvicinò ad
una colonna con l’intenzione di ballarci insieme.
Bill
disse, felice:
<<
Grazie. Non potete concepire la
soddisfazione che provo a sapere che è andato tutto bene!
>>
Per
evitare che Georg fosse accusato di
atti osceni in luogo pubblico – si strusciava contro la
colonna del padiglione
con una scandalosa disinvoltura – Gustav andò a
fermarlo. Nel frattempo, Tom
prese da parte Bill e gli domandò:
<<
Dov’è Valery? Non l’ho più
vista! >>
<<
Non so. Il pubblico l’ha
inghiottita. Sarà con le sue amiche, in balia delle
frivolezze di Sophie …
>>
<<
Forse hai ragione. Vado a
cercarla! >>
Stava
partendo in quarta, ma venne fermato
dal braccio del gemello.
<<
Tom … se tra loro c’è Elisabeth,
potresti mandarla qui da me? >> mormorò.
L’altro
sorrise:
<<
Ok. Ci becchiamo dopo … >>
Allo
stesso tempo, Val era accerchiata
dalle ragazze che frequentavano il club solo per guardare e
spettegolare sulla
gente. Era seduta dentro in palestra e tutte la ricoprivano di
complimenti. Per
quanto Sophie cercasse di tenerle calme, quelle erano sempre
lì e Valery
sospirava sempre più pesantemente.
<<
Ragazze, ho visto che hanno
assunto dei nuovi personal trainer nella sezione di aerobica
… Se non andate a
vedere se sono dei bei fusti, beh, temo che se ne andranno tra poco!
>>
In
un mucchio di risatine acute, quelle
giovani scomparvero verso altre aree dell’edificio.
<<
Grazie, Sophie, ti devo un favore.
>> disse Valery, appoggiandosi ad un attaccapanni.
L’amica
si mise vicino a lei e fece:
<<
Ma figurati! >>
La
porta che dava sulla piazza era
spalancata e le due potevano vedere chiaramente cosa accadeva
all’esterno. Là
in mezzo, la ballerina riconobbe la sagoma di Tom sotto il sole e si
drizzò
sulla schiena.
<<
Santi numi, è ancora qui! >>
In
un lampo fu in piedi, appiattita contro
il muro. Sophie le domandò spiegazioni e lei
sussurrò:
<<
Non voglio che mi veda. Non
adesso. Non saprei cosa fare … e non voglio che da me
ottenga solo uno stupido
silenzio, dopo tutto quello che mi ha detto! >>
L’altra
annuì e decise di coprirla.
<<
Posso farti rimanere qui e
chiudere le porte, così puoi pensarci con
tranquillità. >> disse poi.
<< Ti va? >>
Valery
ci rifletté per un attimo. Solo per
un attimo, perché un attimo bastò.
<<
Sì, credo proprio di averne
bisogno. Non ho molta voglia di parlare. >>
<<
Bene! >>
Sorridendo
allo sguardo riconoscente
dell’amica, Sophie uscì e la chiuse in palestra.
Val sospirò e si sedette per
terra, per poi farsi trasportare dai suoi pensieri e lasciar galoppare
la
fantasia.
Il
chitarrista stava ancora cercando la
ragazza che amava, ma quando incontrò Elisabeth ci
rinunciò. Sarebbe stata una
buona occasione per dare a Valery il tempo necessario per mettere tutto
bene a
fuoco.
<<
Hey, amico! >> esclamò Eli,
alzando il braccio non appena lo vide.
Con
una particolare stretta di mano, i due
si salutarono come due amici di vecchia data.
Tom
le chiese subito:
<<
Hai visto Val, per caso? >>
<<
No, anch’io la stavo cercando. E
poi, a dir la verità, cercavo soprattutto tuo fratello.
>>
Lui
non ci mise molto a capire le
intenzioni dell’amica bionda. Glielo si leggeva sul viso
… e sul suo
improvvisamente vivace colorito. Si capirono al volo.
<<
E’ vicino alle colonne! >>
disse Tom, facendole capire che aveva inteso già tutto.
Elisabeth
lo ringraziò:
<<
Sei un grande!! >>
E
corse via.
Tom
era sicuro che una certa scena, una
certa frase, un certo silenzio si sarebbero ripetuti. Sorrise tra
sé e si
precipitò a cercare Georg e Gustav, in modo da lasciare
campo libero all’amica.
Arrivò
lì, in prossimità delle colonne che
reggevano la cupola della piazza. Aveva corso, perché sapeva
che sarebbe dovuta
andare via in poco tempo a causa di un impegno. Ma doveva vederlo.
Doveva
parlargli.
Era
solo, con la schiena appoggiata ad
un’altra colonna. Fissava per terra con sguardo pensieroso,
come se dopo la sua
esibizione stesse ripensando a tutta la sua vita. Il sole era da poco
sparito
dietro gli alti palazzi del centro e i suoi ultimi raggi rendevano ben
nitido
solo il suo profilo. Elisabeth lo vide così … e
il suo cuore impazzì. Sentì il
respiro farsi più affannato, non certo per la corsa, e le
vene pulsare con
forza. Non era mai stata così emozionata.
Sorrise
e camminò verso Bill a timidi
passi. Non disse nulla finché lui non percepì la
sua presenza, alzò gli occhi e
la vide.
<<
Ciao. >> mormorò lei,
massaggiandosi il braccio con imbarazzo.
Dopo
aver a stento digerito un gran nodo
allo stomaco, Bill salutò a sua volta con lo stesso
luccichio negli occhi:
<<
Ciao. >>
Esitarono
prima di dire altro. Avevano
troppa paura di fare brutte figure.
<<
Non ho avuto molte occasioni per …
conoscerti, ecco.>> disse poi Elisabeth. <<
Però Tom e Valery mi
hanno parlato tanto di te. >>
<<
Sì … hanno parlato anche a me di
te. >> aggiunse lui.
Calò
nuovamente il silenzio. Era la seconda
volta che si vedevano di persona e volevano imprimersi per bene
quell’immagine
in testa, finché ne avevano l’occasione.
<<
Non ti sei dimenticato di me,
vero? >>
Quelle
parole erano così isolate che sembrarono
fare eco tutto intorno ai due ragazzi, anche se in realtà
stavano riascoltando
quella frase soltanto nella loro testa.
Bill
non si era mai dimenticato di lei. E
come avrebbe potuto? Non aveva mai fatto altro che ripensare a quella
notte, da
quando si era innamorato.
Elisabeth
proseguì:
<<
La prima volta che ci siamo visti
… quella sera fuori dal locale, vicino al taxi …
te lo ricordi? >>
Il
giovane cantante arrossì ed annuì
debolmente. Da come ne parlava, pareva che se ne ricordasse bene anche
lei. Possibile
che anche per lei quell’incontro aveva rappresentato qualcosa
di speciale?
Eli
sorrise nello stesso modo in cui Tom
aveva sorriso a Valery dopo la sua confessione. Ormai aveva deciso di
dire
tutto.
<<
Sono contenta che tu non te lo sia
dimenticato … perché io non ho mai smesso di
pensarci. Non ho mai smesso di
sperare di rivederti ancora, di parlarti, di vederti sorridere. Non ho
mai
smesso di pensare a te! >>
Voleva
andare avanti, anche sotto gli occhi
meravigliati del ragazzo, ma da lontano sentì che Sophie
aveva preso un
microfono e stava chiamando tutti a raccolta.
<<
Prova, prova … è passato da tutti
il foglio per la votazione?? >>
Elisabeth
capì che era arrivato il momento
di annunciare i vincitori della competizione. Aveva poco tempo. Con
voce
agitata, fece:
<<
Io … volevo solo dirti questo. Non
so quando ti rivedrò, per cui voglio che tu lo sappia
adesso. >>
Mentre
lei parlava, il ballerino si era
staccato dalla colonna e le si era avvicinato senza il coraggio di dire
una
parola, stupito com’era.
<<
Non puoi immaginare la mia
sorpresa nel venire a sapere che partecipavi a una gara di ballo
insieme alla
mia migliore amica … >> disse Eli con
dolcezza. << Sei stato
fantastico prima. Non avevo mai visto nulla di simile. >>
Si
udì ancora la voce di Sophie:
<<
Tra un attimo saprete il nome
della coppia che vincerà la gara di ballo di
quest’anno! >>
Un
gran baccano si diffuse da parte di
tutti. Nello stesso momento, alla fine della piazza vicino alla strada,
accostò
un’auto che Elisabeth conosceva. Qualcuno era venuto a
prenderla.
<<
Oh no, devo andare! >> fece
tra sé con disappunto.
<<
Elisabeth … >>
Quel
flebile sussurro bastò ad esprimere
tutta la volontà che aveva Bill di farla restare. Ma lei non
sapeva se mollare
tutto per rimanere e sapere se fosse ricambiata, anziché
andarsene e lasciargli
il tempo di pensarci.
I
due si guardarono con amore, con la
voglia di stringersi forte e non separarsi più. Ma la solita
paura, la solita
timidezza li bloccavano.
<<
Bill, io … >> cominciò lei,
ma lo strillo lanciato in lontananza da Sophie la interruppe:
<<
Io lo sapevo, io lo sapevo!
Signore e signori, i vincitori sono Bill e Valery!!! >>
Il
pubblico fece tanto di quel casino che
Eli riuscì a smuoversi e finalmente a dichiararsi.
<<
Bill, io ti amo! >>
Il
cuore del ragazzo parve esplodergli nel
petto e la sorpresa fu tale da togliergli completamente la voce. La
testa
iniziò a girargli … non aveva idea di come
reagire!
Intanto
il pubblico era già su di lui.
Mentre Valery era già in balia della gente entusiasta, altri
circondarono
Elisabeth e Bill in un istante. In quel caos, la bionda gli sorrise
amorevolmente e disse, poggiando le mani sulle braccia di lui:
<<
Perdonami, ma devo scappare …
congratulazioni per la vittoria! Ero sicura che ce l’avresti
fatta. >>
Accadde
tutto in quasi assenza di tempo.
Eli scomparve tra la folla e solo quando la perse di vista Bill
iniziò a
gridare il suo nome tentando di ritrovarla. Ma lei non c’era
più.
A
poco a poco tutte quelle persone lo
trascinarono vicino a Valery. Quest’ultima saltava di gioia.
<<
Abbiamo vinto, abbiamo vinto!!
>> gli esclamò in faccia non appena lo vide.
L’altro
scosse il capo e fece dissolvere la
confusione che gli aveva velocemente rapito il cervello.
<<
Abbiamo vinto! >> ripeté per
rendersene davvero conto. << Sì, abbiamo
vinto, ce l’abbiamo fatta! Siamo
grandi, Val!! >>
I
due si abbracciarono a lungo mentre tutti
applaudivano.
Bill
non era mai stato così frastornato.
Aveva appena scoperto di essere ricambiato in amore e aveva appena
vinto la
gara di ballo a cui tanto teneva. Cosa provare per prima, la gioia e la
soddisfazione della vittoria o il disappunto e lo stupore della
dichiarazione
d’amore appena ricevuta?
Di
colpo capì come si era sentita Valery
prima di esibirsi. Non aveva pensato che potesse essere una sensazione
così
difficile da interpretare, questo miscuglio di emozioni.
Siccome
non sapeva come comportarsi, decise
di lasciarsi trascinare e si lasciò abbracciare
dall’amica, permettendo al
frastuono intorno a lui di spaccargli le orecchie.
*
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Capitolo 12 *** 12 ***
Capitolo
12
Era tutto
finito. La gara, la festa, tutto.
Il cielo era
violaceo e iniziava a tirare il venticello
della sera, ma i due ballerini non se n’erano ancora andati.
Stavano
lì, seduti su una panca di marmo in mezzo alle
colonne del padiglione. Schiena contro schiena, in silenzio. Era la
loro mente
a parlare. Ed era arrivato il momento di fermarsi un attimo e pensare
un po’ a
tutto quanto.
<<
Anche tu allora, eh? >> fece Valery sorniona.
Bill rispose:
<<
Sì e scommetto che tu lo sapevi. >>
<<
Già. >> annuì lei. <<
Alla fine tutto è
venuto fuori. >>
<<
Tutto, tranne quello che avremmo dovuto dire noi.
>>
<<
Mm-mmh … >>
C’era
un comune e strano senso di colpa. La sensazione di
aver perso un’occasione importante.
<<
Come ti senti, Bill? >>
Esitò
prima di parlare. Non gli era mai sembrato difficile
rispondere ad una domanda così apparentemente banale.
<<
Scombussolato. >> disse dopo un po’.
<<
Non … non so proprio che dire … >>
Valery gli
fece capire che anche per lei era lo stesso:
<<
Sì, mi sembra normale dopo che la persona che
amiamo ci ha detto … cioè … Bill, mi
ama anche lui. Anche Tom mi ama! Ti rendi
conto?? >>
<<
E che mi dici di Elisabeth? Anche lei mi ama!
Proprio come la amo io! E io non le ho detto niente, sono stato
lì a bocca
aperta come un idiota! >> esclamò il ragazzo
con lo stesso tono concitato
dell’amica.
<<
Vuoi parlare di me? >> fece ancora Val.
<< Avrei potuto dire tranquillamente
“anch’io”. Un semplice
“anch’io” e a
quest’ora sarei con tuo fratello da un bel pezzo …
>>
Entrambi
avevano sentito il bisogno di alzare la voce, non
per far presente la paradossalità della situazione, quanto
per rimproverare
loro stessi per via di quell’opportunità persa.
Non se lo
perdonavano. Cosa sarebbe costato dire “ti amo
anch’io”? E invece stavano lì a rodersi
il fegato per colpa di un’assurda
timidezza.
Dopo un
improvviso silenzio, Bill appoggiò il gomito sul
ginocchio piegato e con lo stesso braccio si massaggiò la
fronte. Sospirò e
scuotendo il capo borbottò:
<<
Non avrei dovuto lasciarla andar via … A proposito,
sai dov’era diretta? >>
<<
In commissariato, credo. >> rispose Valery
con poca espressività nella voce. << A
testimoniare su quella storia
dello spaccio. >>
<<
Ah, bene. Sono contento, almeno tutto si risolverà
per il meglio! >>
<<
Sì … >>
E non bastava.
Un’altra cosa si aggiungeva al vortice di
emozioni e pensieri che i due stavano condividendo.
<<
Beh, almeno abbiamo vinto la gara, eh Val? >>
<<
E’ vero … >>
La ballerina
rovesciò la testa all’indietro, scontrandosi
con quella di Bill, e sorrise.
<<
Non sai come sono felice! >> continuò.
<< L’ho sempre sognato e finalmente ce
l’abbiamo fatta. Abbiamo vinto.
Abbiamo travolto la piazza intera! >>
Bill si
dimostrò altrettanto soddisfatto:
<<
Ma hai visto come applaudivano?? Accidenti, non
penso che rivivrò presto una sensazione tanto bella!
>>
<<
E il vostro contest? >>
<<
Ah già … Lì, allora, sarà
davvero qualcosa di
straordinario. Vado in crisi solo all’idea! >>
Il ragazzo
batté il piede sulla superficie di marmo dalla
felicità.
<<
Dai, che andrà benissimo pure stavolta. >>
aggiunse lei.
Non potevano
immaginare una gioia più grande. Essersi
incontrati, quasi scontrati, per poi creare qualcosa di nuovo e
inaspettato,
un’emozione speciale. E con essa avevano stupito tutti, oltre
che loro stessi.
Non avevano mai provato una simile complicità. Gli effetti
ottenuti erano così
belli che né Bill né Valery trovarono le parole
per descrivere il tutto.
<<
Ti voglio bene, Valery. >>
<<
Anche io ti voglio bene, Bill. >>
Bastava
quello.
Si presero per
mano e continuarono a vagare con la mente e
con il cuore, nel silenzio di quel crepuscolo estivo. Avrebbero voluto
rimanere
in quel silenzio per ore.
Poi, ad un
tratto, Valery fece:
<<
Come la mettiamo con Eli e tuo fratello? >>
Bill
ridacchiò.
<<
Bella domanda. A questo punto credo che tocchi a
noi. >>
<<
Mi chiedo dove troveremo la forza! >> annuì
lei, sorridendo allo stesso modo.
Si
immaginarono la scena. Sarebbero incespicati di sicuro
anche solo nel salutare! Risero insieme al solo pensiero.
Il ragazzo
aggiunse poi:
<<
Non abbiamo scelta, Val … Glielo dobbiamo dire.
Sarà difficile, ma devono sapere tutto. Dobbiamo condividere
questa felicità.
Anche perché non c’è più
motivo di averne paura … >>
Si aspettava
un segno di approvazione dall’amica, anche solo
un verso non proprio definito. Invece Valery rimase in silenzio,
rimuginando
sulle ultime parole.
<<
Perché tu non ne hai più paura, vero?
>>
tentò ancora di dire Bill, sospettoso.
Lei non
rispose e si morse il labbro. Avrebbe mentito se gli
avesse dato corda. E lui se ne accorse immediatamente.
<<
Valery … >> fece, girandosi a guardarla.
<< Hai ancora paura di dire a Tom che lo ami??
>>
Val
cambiò posizione, mettendosi seduta composta. Intanto
disse, con percepibile inquietudine:
<<
Bill, non lo so. Non so di cosa potrei aver paura …
Dell’amore in sé, forse, o di fare brutte figure
… Non lo so, uffa! C’è
qualcosa che mi blocca!! >>
<<
L’orgoglio? >>
La ballerina
non confermò, né smentì. Tacque e
distolse lo
sguardo, aggrottando la fronte. Sapeva che Bill aveva visto giusto.
Non era stato
difficile intuirlo. Il cantante aveva scoperto
presto la vera natura di Valery e già mentre lei parlava,
aveva capito che era
quello il muro oltre il quale la sua amica non riusciva ad andare.
Continuò:
<<
Hai paura che Tom ti veda in difficoltà, fragile e
vulnerabile. Non è vero? >>
Il silenzio
della ragazza non fece altro che confermare il
tutto.
<<
E’ normale. >> proseguì Bill.
<< Anche
Tom era così. >>
Curiosa, Val
si voltò verso l’amico, mentre questo parlava.
<<
Poi ha capito che non c’è niente di più
bello
dell’amore e che in fondo è lo scopo della vita. E
non lo ha più temuto.
>>
Valery
pensò alla storia di Tom. Lo immaginò timido e
impacciato, un po’ come lo aveva visto l’ultima
volta. Somigliava tanto ad una
persona. Somigliava a se stessa, proprio nei momenti in cui lasciava
trasparire
le sue emozioni.
Ma lui aveva
avuto la forza di dire tutto. Ce l’avrebbe
fatta anche lei?
<<<
Val, non ha nulla da temere, anzi! Hai già
l’amore di mio fratello. >> terminò
Bill, cingendole la schiena con un
braccio. << Non ti resta che dargli il tuo. E ti sentirai
ancora più
forte di prima, vedrai! >>
La mora
sorrise. Tacque di nuovo. E che altro poteva dire?
Il suo amico aveva ragione.
<<
Grazie, Bill. >>
Si
abbracciarono stretti, come per farsi coraggio. Era
arrivata l’ora di chiudere in bellezza e di dichiararsi a
loro volta al più
presto. Entrambi lo sapevano e si promisero che ce
l’avrebbero fatta.
La sala da
concerto era gremita di giovani, venuti ad
assistere a quella competizione musicale. I Tokio Hotel non erano
ancora
entrati in scena e le ragazze erano impazienti.
<<
Eli, ma quando tocca a loro?? >> domandò
Valery, appoggiandosi alla transenna con aria svogliata.
La bionda,
facendo la stessa cosa, le rispose:
<<
Val, è la centesima volta che me lo chiedi. Non lo
so! >>
<<
Uffa, siamo arrivate qui con così tanto anticipo!
>> sbottò la mora. <<
E’ faticoso stare in prima fila … >>
<<
Guarda che l’hai voluta tu. >>
In quel
momento partì uno strimpellio di chitarra.
Solitario, ma sovrano sul brusio di chiacchiere concitate del pubblico.
Le due
amiche si alzarono sulle punte per vedere chi suonava ed ebbero un
tuffo al
cuore quando constatarono che si trattava di Tom. Trasalirono e
cominciarono ad
incitarlo:
<<
Vai Tom, sei il migliore!! >>
Mentre il
ragazzo proseguiva con il suo assolo introduttivo,
il signor Quartz parlò al microfono da un lato del palco,
prima di sparire e
lasciar spazio al gruppo:
<<
Sono lieto di presentarvi la prossima band. Questi
quattro giovani sono energici e pieni di vita. Insomma, spaccano! Sono
i Tokio
Hotel! >>
Si
alzò un applauso spontaneo. Val ed Elisabeth erano
già
emozionatissime e gridarono ancora più forte. Subito dopo le
parole di Quartz,
Gustav diede l’attacco e la canzone dei TH iniziò.
Le aspettative
di tutti furono pienamente soddisfatte. Al
centro del palco venne avanti Bill, più adrenalinico che
mai. Solo Elisabeth e
Valery riuscirono a capire che in realtà era tesissimo ed
era un po’ nervoso;
bastava guardarlo attentamente negli occhi. Tuttavia, a parte quel
piccolo
dettaglio, la band scoppiò in tutta la sua energia. Bill
cantò con tutta la
forza che aveva in corpo, gli altri facevano di tutto per dare il
meglio di sé.
Il risultato fu incredibile.
<<
Senti che musica! >> esclamò Val, che saltava
ormai da un bel pezzo.
L’amica
non rispose. Stava con le braccia in aria e batteva
le mani a tempo insieme ad un gruppo di ragazzi delle prime file,
lanciando uno
strillo di eccitazione di tanto in tanto. Era d’accordo con
Valery, però.
Quella musica non l’aveva mai sentita e le parve qualcosa di
assolutamente
divino. E anche se le cose divine sembrano solitamente lontane e
irraggiungibili, ebbe l’impressione che quella melodia invece
fosse
particolarmente vicina al suo cuore e al suo animo libero.
Quella musica
la sentiva così vicina … che qualcosa
scattò dentro
di lei. Un istinto irrefrenabile, un impulso incontrollabile. Al solo
pensiero
fremeva. Alla fine non resistette.
Prendendo
totalmente alla sprovvista tutti i presenti,
Valery in primis, la ragazza scavalcò la transenna con un
salto senza alcuna
difficoltà. Alcuni addetti alla sicurezza non persero tempo
e si diressero
verso di lei per farla tornare al suo posto, ma si bloccarono di colpo
e
rimasero a fissarla, increduli: Elisabeth aveva cominciato a ballare.
Era
formidabile. Bill, a bordo palco, non riusciva a credere
ai suoi occhi e per poco non perdeva la voce, ma non si
abbandonò alle sue
emozioni e mantenne il controllo, proseguendo ancora meglio di prima.
Tutti si
chiedevano come facesse quella ragazza a ballare in maniera
così fluida, così
naturale, seppure facesse delle cose straordinarie. A giudicare dalla
sua
espressione, però, lei non si sentiva stanca. Era felice e
aveva una voglia
infinita di trasmettere la sua libertà al mondo circostante.
Quella canzone era
un portento e il tutto si combinava perfettamente.
Quando
l’esibizione terminò, i ragazzi quasi non si
commossero. Non avevano mai avuto un successo simile ed era stato
splendido.
Valery era la più scatenata del pubblico ed Elisabeth, beh,
non si era mai
sentita così bene.
La sera stessa
i giovani si diedero appuntamento a casa
Kaulitz. Scesero tutti in garage e ovviamente la discussione
andò sul contest.
<<
Ve lo giuro, era qualcosa di magnifico! >>
ripeteva Val.
Bill fece
subito:
<<
Dai, non esagerare … >>
L’amica
lo guardò come per dargli dello scemo.
<<
Mi stai prendendo in giro? >> ironizzò.
<< Erano tutti per voi! Cioè, non capite, voi
… aaaah!! >>
Con la testa
tra le mani, Val fece avanti e indietro nel
garage, ripensando alla musica dei Tokio Hotel. Non sapeva come
descrivere quella
meraviglia.
Nel frattempo,
Elisabeth faceva complimenti su complimenti a
tutti e anche lei si trovò in difficoltà nel
descrivere le sensazioni che aveva
provato. D’altra parte, la band le fece i complimenti per la
sua danza. Valery
era esterrefatta.
<<
Come ti è venuto in mente?? >> le chiese.
L’amica
bionda sospirò e alzò le spalle.
<<
Non lo so. >> disse. << So solo che
è
stato bellissimo. >>
Bill la
osservò mentre parlava, allargando un sorriso. Si
appoggiò al muro, un po’ separato dagli altri, e
si concentrò sui battiti del
cuore che stavano aumentando. “Mi sa che tra poco
…”
Quando la
conversazione degli altri si interruppe e il
garage piombò nel silenzio, si girarono tutti verso di lui.
Val e Tom si fecero
da parte, Gustav e Georg li seguirono a ruota. Avevano un gradevole
presentimento.
Uno dei due
doveva dire qualcosa. Era evidente. Eli mise le
mani dietro la schiena e si avvicinò.
<<
Come ti senti, Bill? >> chiese, premurosa.
Il ragazzo si
strinse nelle spalle:
<<
Stanco … ma sono proprio contento. >>
Lei lo
guardò profondamente negli occhi.
<<
Lo credo bene. >> mormorò. <<
Ormai è
inutile dirti che sei bravissimo e pieno di talento, te lo stanno
dicendo tutti
… >>
Eli si stava
facendo prendere dalla tensione e aveva
iniziato a parlare, tentando di alleviarla.
<<
Per quanto riguarda me, sai già tutto, quindi non
penso che ci sia bisogno di aggiungere altro. Quello che provo non
è cambiato,
anzi, ogni giorno la cosa migliora. O peggiora, dipende …
>>
Stava sparando
una sciocchezza dopo l’altra, ma avrebbe
detto di tutto pur di non far precipitare la situazione nel silenzio.
Bill la
fissava. Gli suscitava una grandissima tenerezza.
<<
Tu non devi fare nulla, però, se non te la senti.
>> continuò lei, agitata come non mai.
<< Non sei obbligato a parlare,
né altro. Non è assolutamente nelle mie
intenzioni crearti problemi, ma di
nessun genere! Voglio che tu stia sereno il più possibile.
Io di sicuro
rispetterò i tuoi spazi, le tue volontà, le tue
scelte e … >>
Elisabeth non
poté più proseguire. Bill le aveva posato
l’indice sulle labbra, imponendole di tacere. Le sorrise.
Fu il lucente
sorriso di un ragazzo che aveva trovato
l’amore della sua vita e che finalmente aveva lì,
tra le sue braccia, più
meravigliosa che mai. Il sorriso sincero di un giovane innamorato e
felice, un
giovane a cui palpitava il cuore di fronte allo splendore emanato dalla
sua
bella. Il più bel sorriso che una donna potesse ricevere e
custodire per
sempre.
Elisabeth
arrossì e sentì soltanto un flebile
“sssh …”,
prima che il suo cuore cominciasse a fare le capriole. Lui si
avvicinò, la
baciò … e lei non poté far
altro che
lasciarsi baciare, incantata.
Nessuno se la
sentì di commentare. La sorpresa era tanta, ma
erano tutti così felici per quei due che si limitarono a
guardarli con un
semplice sorriso. Solo Valery sussurrò un piccolo
“oooh …” prima di appoggiare
la schiena al muro e assistere alla scena.
Eli e Bill
avevano tanto sospirato quel momento. Una
sensazione di felicità immensa li pervase, mentre il bacio
si faceva sempre più
dolce. Era pura magia. Si strinsero forte e non vollero lasciarsi
più almeno
per un bel pezzo.
Tom
cacciò le mani in tasca e si imbarazzò lui stesso
dalla gioia,
vedendo quella coppia finalmente unita. Si voltò verso Val,
contenta allo
stesso modo. Nello stesso istante si era girata anche lei e di scatto i
due
distolsero lo sguardo.
Valery si
ripeté nella sua testa che Bill ce l’aveva fatta a
dimostrare i suoi sentimenti. Lei ancora no. Strinse le labbra e si
fece
pensierosa. Quando ne avrebbe avuto l’opportunità?
Ma soprattutto, quando
avrebbe avuto il coraggio di farlo?
*
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Capitolo 13 *** 13 ***
Capitolo
13
Una
settimana dopo i Tokio Hotel erano all’aeroporto, in
partenza verso la capitale, accompagnati dalle ragazze.
<<
Mi raccomando, voglio essere la prima a sapere se
c’è la benché minima novità!
>> stava dicendo Valery, aiutando gli altri
con le valigie.
Georg disse,
trascinando un paio di borsoni:
<<
Contaci, ma se non ti arrivassero notizie, sappi
che probabilmente saremo troppo impegnati a festeggiare!
>>
Si annunciava
un grande futuro per la band. Avevano
finalmente avuto la loro occasione d’oro e la stavano
cogliendo al volo.
Tuttavia non erano gli unici.
Elisabeth
esordì con una grande notizia:
<<
Sapete che mi hanno chiamata per una selezione?
>>
Si fermarono
tutti dalla sorpresa.
<<
E che aspettavi a dircelo?? >> esclamò Val.
<< E’ fantastico!! >>
Così
dicendo, le saltò al collo con tutto l’entusiasmo
che
si possa immaginare. Mentre scioglievano l’abbraccio, Eli
continuò:
<<
Al contest era presente un coreografo, un amico di
quel Quartz che ha organizzato tutto … Dopo la vostra
esibizione mi ha bloccata
per un braccio, si è presentato e mi ha chiesto il numero di
telefono,
dicendomi di stare tranquilla. Io mi sono fidata e adesso sono
convocata ai
provini per entrare nel cast di una trasmissione televisiva!!
>>
Tom
alzò un urlo di felicità.
<<
Wow! Pretendo l’autografo! >>
Anche lui la
abbracciò, mentre Gustav e Georg le fecero i
complimenti e le diedero diverse pacche amichevoli sulle spalle. Infine
Elisabeth lasciò che Bill la tirasse a sé e
dicesse:
<<
Sono contentissimo per te, amore mio. Ma occhio ai corteggiatori,
perché sono geloso! >>
Le
bastò baciarlo per assicurargli che non avrebbe ceduto.
In
quell’istante una voce rimbombò dappertutto,
annunciando
l’imminente partenza del volo che doveva prendere il gruppo.
<<
E’ un peccato doverci separare in quest’atmosfera
così bella! >> fece Gustav. <<
Ci mancherete, ragazze! >>
Tom fu il
primo ad iniziare a salutare. Si avvicinò ad
Elisabeth e la abbracciò fortissimo, dicendo:
<<
Meglio che andiamo, altrimenti perdiamo l’aereo. A
presto Eli, mi mancherai! >>
<<
Anche tu! >>
Poco dopo
fecero un saluto speciale con le mani e si
sorrisero. Poi Gustav e Georg dissero arrivederci ad entrambe, uno dopo
l’altro. Bill si fermò di fronte a Val, aspettando
che finisse di salutare gli
altri due amici. Quando anche lei rimase ferma a guardarlo, tutti e due
sentirono che qualche lacrima sarebbe di certo uscita.
<<
Ci vediamo, Bill. >> sorrise Valery, commossa.
Il ragazzo
ricambiò: << Sì, ci vediamo, amica
mia.
>>
Di colpo, si
strinsero forte. Non se la sentivano di dire altro,
avevano paura di rovinare quell’attimo pieno di affetto. Dopo
aver sciolto
l’abbraccio, Bill andò verso Elisabeth, che lo
riempì di baci e di carezze fino
a stancarsi.
Nel frattempo
Tom fissava Valery con un insolito luccichio
negli occhi. La ragazza non ci mise molto ad accorgersene e lo
guardò allo
stesso modo. Piano piano, chiuse le mani in due pugni e le mise dietro
la
schiena, senza avere il coraggio di parlare. Fu lui a farlo.
<<
Ciao, Valery. >>
Lei non
rispose subito. Sarebbe dovuta esplodere e dirgli
tutto quello che bisognava dire, ma le parole le morirono in gola.
<<
Ciao, Tom. >> mormorò soltanto.
Un
po’ deluso, il giovane sorrise comunque, anche se era un
sorriso triste e malinconico.
Il gruppo
diede le ultime raccomandazioni e poi si allontanò
verso le scale mobili, portandosi dietro numerosi bagagli. Appena
sparirono
oltre le scale, Elisabeth mise le mani sui fianchi con indignazione e
si voltò
verso l’amica, fulminandola con lo sguardo.
<<
Mmh? >> fece la mora, colta alla sprovvista.
Eli disse
semplicemente: << Lo sai, Val. Lo sai che
cosa devi fare. Sei ancora in tempo. >>
L’altra
abbassò gli occhi, ansiosa. Dopo un po’ fece
flebilmente:
<<
Non ci riesco. >>
<<
Cosa?!? >> esclamò di botto Elisabeth,
spaventandola.
<<
E’ complicato … >>
continuò Valery,
massaggiandosi le braccia. << Sono orgogliosa, lo sai,
non voglio che …
cioè, ho paura di … di sentirmi debole e
… e fragile … >>
La bionda la
interruppe prendendola per le spalle e
costringendola a guardarla negli occhi.
<<
Come credi che si senta Tom? L’hai visto? Hai visto
che faccia aveva?? >>
Val rivide di
nuovo quella tristezza, quella delusione che
le aveva fatto perdere la voce. La voce che invece doveva tirar fuori
per dire
tutto, per dichiararsi, per esprimersi. Rivide il suo Tom, bello come
il sole.
Si immaginò il suo sorriso … ma non ci
riuscì molto bene. Doveva averlo ancora
davanti per poterselo ricordare.
C’era
solo un modo per farlo.
<<
TOM! >>
Eli non fece
in tempo a reagire che Valery era già su per la
scala mobile. “Si è decisa!”
pensò sorridendo.
<<
Tom, aspetta! Tom … Tom, ti amo!! Anch’io ti amo!
>>
Val corse come
non aveva mai corso prima. Era arrivato il
momento di mandare l’orgoglio a quel paese, proprio come
aveva fatto lui. Non
si diede pace finché non lo vide in lontananza, diretto
verso il controllo
delle valigie. Spintonò in mezzo alla folla per
raggiungerlo, senza mai
rallentare.
<<
Tom, fermati! Aspetta!! >>
Il suo grido
fu così forte da sovrastare la voce
dell’altoparlante, che richiamava i passeggeri del volo
proprio in
quell’istante. Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore e si
girò in fretta. La scorse
tra la gente e le corse incontro come un disperato.
Valery era
quasi arrivata, stava per toccarlo, stava per
abbracciarlo e dirgli tutto, quando inciampò. Tom ebbe dei
riflessi eccezionali
e riuscì ad impedire che cadesse. In un attimo si
ritrovarono uno nelle braccia
dell’altra.
Si fissarono
col fiatone. I loro respiri si stavano
mescolando, ma non avevano il tempo di ascoltarli e di calmarli. Valery
fece
finalmente ciò che doveva fare: esplose.
<<
Ti amo, Tom. Ti amo! Scusami, ti prego, scusami se
non te l’ho detto prima … >>
Lui la
guardava con un amore immenso e aspettò con calma che
riprendesse fiato, dopodiché lei proseguì:
<<
Avevo … avevo paura. Non volevo sentirmi
vulnerabile, debole, piccola. Sono troppo orgogliosa … mi
dispiace di averci messo
così tanto, Tom. Non ho pensato a te, che aspettavi una
risposta. Sono stata
una grandissima stupida! Mi dispiace … mi dispiace, Tom.
>>
Il ragazzo la
abbracciò più intensamente. Le
accarezzò i
capelli e attese che il suo respiro rallentasse. Valery, invece,
appoggiò la
testa al suo petto e sentì chiaramente il battito del suo
cuore che martellava.
Non ci mise molto a calmarsi. Dopotutto stava così bene
…
Tom le diede
un bacio sulla fronte e Val si separò dal suo
petto. Sentì la mano di lui accarezzarle una guancia e
sollevò la sua per
accarezzarla a sua volta. I due fecero toccare le loro fronti e si
fissarono.
<<
Ti senti meglio? >> domandò il ragazzo con
dolcezza.
Con un lieve
sorriso, Valery annuì. Sorrise anche lui,
mentre gli ultimi respiri affannati si stavano placando. A differenza
di quanto
si aspettasse, Val si sentì forte, grande. Un piacevole
calore si irradiò nel
suo corpo, partendo dal cuore ed arrivando al viso, alle mani, allo
stomaco,
alle gambe.
<<
Baciami e ti perdono il ritardo! >> sussurrò
Tom ad un certo punto.
Felice come
non lo era mai stata, Valery non ci pensò due
volte. I due giovani innamorati divennero una cosa sola: si
abbracciarono e si
baciarono a lungo, lasciando che la passione, mischiata alla tenerezza,
li
inghiottisse.
I Tokio Hotel
assisterono da lontano e furono felicissimi.
Tuttavia era tardi e cominciarono a chiamare il loro compagno
ripetutamente. La
nuova coppia dovette interrompere quella straordinaria magia. Non si
erano mai
sentiti così bene e sarebbero rimasti così in
eterno, ma il tempo era quello
che era.
<<
Devo andare. >> esordì Tom con sguardo
colpevole.
Valery gli
accarezzò il viso dolcemente, poi fece:
<<
Buon viaggio … e scusa se ho scelto il momento
sbagliato! >>
Lui scosse la
testa e la guardò ancora più profondamente.
<<
E’ il momento perfetto, perché finalmente
è già
arrivato. >> mormorò poi.
Così
presa da quell’incredibile atmosfera di dolcezza, amore
e felicità, Val gli diede un bacio sul naso e
lasciò che il frastuono della
gente che faceva avanti e indietro intorno a loro diventasse il
più profondo
dei silenzi. Rimasero fermi, navigando nello sguardo della persona che
amavano.
Non si erano mai sentiti meglio.
<<
Mi mancherai, Val … >> fece Tom, sollecitato
dagli amici frettolosi.
Lei
annuì e lo lasciò andare. Il ragazzo prese le sue
valigie e la salutò un’ultima volta con il
più splendente dei sorrisi. <<
Ti amo tanto! >> esclamò poi, prima di
voltarsi ed affrettarsi a
raggiungere gli altri.
Valery rispose
subito: << Ti amo anch’io, Tom!
>>
Avendo
sentito, il giovane si girò per guardarla ancora una
volta. Mentre si avvicinava ai suoi compagni spiccò un salto
dalla gioia e Val
ridacchiò, felice allo stesso modo.
E
così i Tokio Hotel partivano, sparendo tra la folla, verso
un futuro ricco di sorprese e di meraviglie.
Elisabeth
apparve alle spalle dell’amica dopo averla seguita
ed aver visto tutta la scena. Soddisfatta, le chiese come si sentisse.
Valery non
smise un solo attimo di sorridere tra sé e di
godere di quella magnifica felicità di cui era diventata
piacevolmente preda.
Ce l’aveva fatta, era riuscita ad oltrepassare la barriera
dell’orgoglio e ad
assaporare l’amore vero senza paura.
Poi
ripensò a tutto quanto. Il primo ballo con Bill, il
primo casuale incontro con Tom, il primo sorriso ricevuto da entrambi.
La
dichiarazione e la gara, i pensieri e i dubbi che aveva condiviso con i
suoi
amici.
Diede un
respiro profondo ed avvertì una gradevole
sensazione di libertà.
<<
Mi sento sulla cima del mondo. >>
*
Epilogo
Bisogna
considerare le
circostanze per capire se passò poco o tanto tempo.
Obiettivamente si trattava
di sei mesi, per la band era un attimo, per le due amiche ballerine
un’eternità.
I
ragazzi avevano già
fatto carriera: dopo essere scesi dall’aereo ed aver
incontrato una serie di
produttori, manager e vari personaggi del mondo musicale, firmarono il
contratto che tanto aspettavano e pubblicarono in poco tempo il loro
primo
album, che vendeva piuttosto bene. Il loro sogno si era finalmente
realizzato e
le cose non sarebbero potute andare meglio.
Una
sera la band affidò
come di consueto i suoi bagagli al personale di un hotel, appena
tornati da un
giro di promozioni in giro per il paese. A differenza delle altre
volte, però,
non si fiondarono nelle loro stanze per riposarsi. Si spaparanzarono
sulle
poltrone della hall, perché aspettavano qualcuno.
<<
Ragazzi, a me
non sembra ancora vero … >> mormorò
Bill, quasi tra sé.
Georg
si buttò sul
divanetto accanto a lui, commentando a sua volta:
<<
E’ un sogno,
dev’essere un sogno. Non voglio svegliarmi! >>
Ridendo,
anche gli
altri si accomodarono con loro. I Tokio Hotel cominciarono a
chiacchierare e
non passò molto tempo che due giovani ragazze entrarono
nell’albergo.
<<
Scusateci, è
qui che alloggiano i Tokio Hotel? >> domandò
una di loro con tono
gentile, affacciandosi alla reception.
L’uomo
dietro al banco
fece segno che il gruppo era proprio lì dietro.
<<
Grazie!
>>
Bill
restò immobile e
spalancò gli occhi dalla sorpresa.
“Questa
… questa voce …”
Di
colpo gli saltò alla
mente un’altra parola, pronunciata allo stesso modo.
“Taxi!”
Quella
voce, la stessa
voce chiara e cristallina che aveva udito tempo prima. La voce di cui
si era
innamorato. Era inconfondibile.
<<
Elisabeth?
>> fece, avvertendo che il battito cardiaco aumentava.
Una
delle due iniziò a
correre verso i ragazzi. Si tolse rapidamente il cappellino e sciolse i
lunghi
e lisci capelli biondi all’aria. Con gli occhi azzurri
luccicanti di gioia,
esclamò:
<<
Bill, sono
qui!! >>
Il
cantante non attese
oltre. Si alzò dal divano sotto lo sguardo stupito dei
compagni, spintonò via
le sedie e il tavolino che lo intralciavano nella corsa e
volò verso la sua
amata con un sorriso enorme.
Urlando
come matti, si
abbracciarono forte e poi si diedero una miriade di baci. Dietro di
loro, il
resto della band si mosse verso il banco della reception per salutare.
<<
Ragazze, come
ci avete trovati?? >> chiese Gustav felicissimo, mentre
abbracciava
Valery.
Quest’ultima,
arrivata
alle spalle di Elisabeth, rispose:
<<
Un colpo di
fortuna! Mi siete mancati così tanto …
>>
Eli
e Bill, intanto,
erano ancora avvinghiati l’uno all’altra e
cominciarono a farsi domande a
raffica.
<<
Tesoro, avrò
consumato il vostro cd a forza di riascoltarlo! Siete grandi, siete
davvero
grandi … Come state? >>
<<
Stiamo da
favola! Tu, Eli? Come avete fatto a trovarci? Sarai stanchissima,
chissà che
viaggio avrete fatto … >>
<<
Ci abbiamo
messo molto, ma alla fine eccoci qua! Mi sei mancato tanto, Bill,
troppo. Te
l’ho già detto che ti amo alla follia??
>>
<<
Sì, amore mio!
Ti amo anch’io, immensamente. Non ho mai smesso di pensarti
… >>
Nel
frattempo anche
Georg salutava Valery. Sotto gli occhi inteneriti degli altri, a cui
piaceva
vedere quella coppia così spensierata, i due sciolsero
l’abbraccio e così
Elisabeth poté salutare con calma il resto del gruppo.
Tom
strinse la sua
amica bionda rischiando di soffocarla, poi andò dritto
dritto verso Val, che lo
aspettava un po’ più in là.
<<
Ehi … >>
sorrise lei. << Come va? >>
Lui
le si fermò
davanti. Era ancora così bella … Non gli pareva
vero averla lì, tutta per sé.
Ridacchiò
e scosse il
capo, poi fece:
<<
Che domande mi
fai?? >>
Subito
dopo la avvolse
nelle sue braccia dolcemente e Valery lo lasciò fare,
abbandonandosi
completamente. Dopo un po’ disse:
<<
Scusa, sono
così sconvolta dal viaggio … Mi sei mancato
tantissimo! >>
Tom
la guardò negli
occhi e fece scontrare la fronte con la sua, come l’ultima
volta che si erano
visti.
<<
Anche tu, Val.
>> sussurrò.
Si
diedero un bacio
casto sulle labbra, poi un altro e un altro ancora, fino a baciarsi sul
serio.
Era un bacio così delicato, così poetico che
tutti gli altri si fermarono a
guardarli, affascinati senza darlo molto a vedere. Lei gli
massaggiò il collo
con una mano, mentre il ragazzo le passava ripetutamente la sua tra i
capelli. Quando
si separarono, realizzarono di essersi davvero di nuovo rivisti e in
una risata
generale Tom la abbracciò di nuovo, la sollevò e
la fece girare per un po’.
Dopo
quel calorosissimo
saluto, Val andò verso Bill ed abbracciò anche
lui, dondolando leggermente.
<<
Ciao, amico!!
>> esclamò, contenta.
<<
Ciao! Sono
felicissimo di vederti … >>
I
due ballerini si
presero per le mani e si diedero un’occhiata silenziosa a
vicenda. Si trovavano
veramente bene.
Bill
fece,
all’improvviso:
<<
Valery, ti va
di ballare più tardi? >>
L’amica
saltellò ed
acconsentì.
<<
Sì!! Non vedo
l’ora! >>
Quella
familiarità,
quel chissà cosa che li rendeva così complici
scintillò negli occhi di
entrambi.
Forse
sarebbe stata
l’ultima volta che avrebbero ballato insieme,
perché per via del successo della
band non avrebbero potuto continuare a vedersi così spesso
… ma erano ben
determinati a rendere quel ballo bello come il primo, come quello che
li fece
conoscere.
<<
Allora,
Elisabeth … sei andata avanti anche tu con il tuo progetto?
>> domandò
Georg, passato il momento dei saluti.
La
bionda annuì,
permettendo a Bill di circondarle le spalle con un braccio;
cercò di
rispondere, ma un vocione più alto del suo la interruppe.
<<
Ma guarda
guarda, le nostre giovani superstar! >>
Si
avvicinò al gruppo
un tipo in jeans e maglietta dall’aria cordiale. Gustav
alzò verso di lui una
mano in segno di saluto:
<<
Ciao David!
Eli, Val … questo è David Jost, il nostro
manager! >>
La
bionda chinò
leggermente la testa ed indicò l’amica:
<<
Piacere, io
sono Elisabeth. Lei è la mia migliore amica, Valery.
>>
David
sorrise ancora di
più.
<<
Il piacere è
mio … >> fece, poi aggiunse con aria sorniona:
<< A giudicare da
come vi stanno vicino i gemelli, deduco che siete piuttosto impegnati!
>>
Per
dargli ragione, il
gruppo rise e Val confermò:
<<
Direi proprio
di sì! >>
Tutti
quanti rimasero
insieme a parlare del destino della band e di tante altre cose, tra cui
il
successo avuto da Elisabeth nel mondo della danza: dopo essere stata in
tv
aveva partecipato anche ad importanti rassegne teatrali e con Valery
aveva
preso parte ad un film come comparsa.
In
pochi minuti i Tokio
Hotel invitarono le ragazze nella loro suite per un ulteriore
proseguimento di
serata. Non avrebbe potuto esserci niente di meglio per festeggiare il
loro
arrivo e il successo generale di tutti. Per motivi professionali, David
non
potè unirsi a quell’allegra compagnia.
Prima
di salire le
scale, Bill fu trattenuto proprio dal manager per la manica della
maglietta.
<<
Posso
chiederti una cosa? >>
Il
giovane cantante
fece sì con il capo e si fermò ad ascoltare.
<<
Chi sono
quelle due ragazze? Mi pare di capire che non sono delle tipe qualunque
…
>> chiese David con forte curiosità.
Bill
sorrise e spiegò:
<<
Elisabeth è
colei di cui mi sono innamorato completamente. Credimi, sarei perso
senza di
lei! Non chiedermi come sia successo, perché a momenti non
me lo spiego nemmeno
io …! >>
L’altro
comprese ed
annuì, poi aggiunse:
<<
Chi è invece
Valery? >>
Bill
abbassò lo
sguardo, felice. Quella domanda aprì innumerevoli cassetti
della sua mente,
tirando fuori tutti i ricordi legati a quella straordinaria amicizia,
indelebili e ancora vivi nel suo cuore.
<<
Lei, beh … Lei è la mia
amica ballerina. >>
~
Fine ~
Spero
che vi sia piaciuta.... un bacio!!
By Eliot
;D
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