La Mia Amica Ballerina

di ELIOTbynight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***





Bill è un giovane e ambizioso cantante, che si dedica con costanza alla propria musica e ai propri amici.
E fin qui, nulla di così strano.

Un giorno si imbatte in qualcuno di speciale, che gli fa vivere un’amicizia particolare, rara, unica nel suo genere.
“Un caso come un altro” direte voi, “è stato fortunato”.


Ma come reagireste, se vi dicessi che quest’amicizia è nata … su una pista da ballo?






Capitolo 1



<< Ragazzi, secondo voi da quant’è che Bill ha la testa altrove? >>
<< Non saprei, Tom … Qualche settimana? O di più? Forse Gustav te lo sa dire! Gustav, tu che ne pensi? >>
<< Dall’ultima esibizione, credo. Quindi saranno tre settimane e qualcosa! >>
<< Mah, comunque sia è sempre meno concentrato, di recente. Credete che debba chiedergli il perché? >>
<< Strano, è tuo fratello e dovresti già saperlo! >>
<< Sarò anche suo fratello, Georg, anche il suo gemello se vuoi aggiungere e precisare … ma non sono ancora diventato un veggente. Anche se mi piacerebbe moltissimo sapere cosa ha Bill in testa da tutto questo tempo! >>
Quel tardo pomeriggio tirava un’aria insolita nel garage di casa Kaulitz. I tre cominciarono seriamente a preoccuparsi. Il loro cantante era più distratto che mai, sembrava che pensasse a tutto fuorché alla loro musica. Avevano notato più volte il suo sguardo perso nel vuoto e i gesti inconsulti che spesso compiva come se volesse trattenersi dal dire o fare qualcosa. Ma ciò che maggiormente preoccupava gli amici erano tutte quelle ore passate fuori la sera fino a notte inoltrata: talvolta anche senza cena, Bill usciva in fretta senza nemmeno curare l’abbigliamento davanti allo specchio come di consueto, trascorreva ore in solitaria nei locali notturni della città e poi tornava a casa stanco, ma con uno strano sorrisino di soddisfazione. Dove andava? Con chi stava? Che cosa faceva? Mille domande si ponevano i tre giovani musicisti.
<< Basta, io glielo devo chiedere! >> esclamò Tom, allontanandosi dalla batteria di Gustav e dirigendosi verso la porticina che conduceva alle scale.
Gli altri due lo stettero a guardare senza aggiungere parola. Quando il chitarrista abbassò la maniglia ed aprì la porta, trovò con sorpresa il fratello che si accingeva a fare la stessa cosa.
I due gemelli si fissarono a lungo, poi Tom fece, spazientito:
<< Era ora! Hai detto “due minuti e scendo, intanto esercitatevi”… mezz’ora fa!! >>
Bill si passò una mano dietro il collo e si morse il labbro inferiore, chiedendogli scusa con lo sguardo. Sbatté le palpebre un paio di volte per attirare l’attenzione del fratello sui propri occhi e, con un sospiro di rassegnazione, l’altro disse:
<< Lasciamo perdere, vieni! >>
Entrambi avevano due profondi occhi nocciola, ma Tom non sapeva mai resistere a quelli di Bill. Contornati di trucco nero, erano decisamente più espressivi.
Il cantante sorrise in silenzio, ringraziando mentalmente il fratello per la pazienza, e gli passò vicino per raggiungere Gustav e Georg. Tom scosse la testa e richiuse la porta.
<< Allora, ragazzi, siete pronti?? >> domandò Bill, assumendo un po’ di entusiasmo per invogliare gli altri.
Georg afferrò il basso e se lo mise a tracolla:
<< Ovviamente, aspettavamo solo te per iniziare! >>
<< Perfetto, allora con che cosa vogliamo cominciare oggi? >>
<< Io direi di partire dalle sere che passi fuori fino alle tre di notte senza di noi! >> fece Tom impaziente di sentire una spiegazione. << Volevo chiederti, dove vai sempre così indaffarato? >>
Bill s‘irrigidì.
<< Ehm … >>
Gustav si alzò dalla batteria e, giocando con una bacchetta, formulò le ipotesi più svariate.
<< Non dirmi che hai la fidanzata e non ce l’hai detto?! Oppure lavori come lavapiatti nei pub del centro? No, aspetta, ho indovinato: fai volontariato e vai a dare da mangiare ai barboni! >>
Ma Tom non credette a quelle teorie:
<< E ti pare che mio fratello faccia queste cose tornando a casa sorridendo come un bambino? >>
Durante quello scambio di opinioni Bill cercava disperatamente una scusa, una bugia in grado di salvarlo, ma non ne trovò neanche una plausibile ed iniziò a considerare l’eventualità di dire a tutti la verità.
In fondo, cosa gli costava? Non c’era mica nulla di male!
No, non gli avrebbero mai creduto. Insomma, non ce l’avrebbero mai visto nei panni di …
<< Allora, Bill? Ti decidi a rispondermi oppure no?? >>
Ma dopotutto lui era suo fratello e gli altri i suoi migliori amici. Quell’amicizia che durava da anni non poteva certo finire per una sciocchezza del genere, giusto?
<< E va bene, tanto ve l’avrei detto comunque!! >> esclamò rassegnato.
Gli altri sospirarono di sollievo ed aspettarono silenziosamente che il loro amico spifferasse tutto.
<< Volete sapere dove vado spesso la sera? Beh, vado nei locali aperti tutta la notte … per la precisione, nelle discoteche … >>
Georg si appoggiò al muro incuriosito e domandò:
<< E che ci vai a fare in discoteca? >>
<< Di solito cosa si va a fare in una discoteca, Georg? >> lo canzonò Bill.
Tom e Gustav si scambiarono un’occhiata di stupore e il biondino, facendo cadere la bacchetta, esclamò:
<< Tu vai a ballare?? >>
Il cantante arrossì leggermente ed iniziò a fissare il pavimento.
<< Sì, ma … non è ballo in generale … >>
<< No! No, non può essere!! >> disse Tom, spaventandosi. << Fratello, non puoi farmi questo! >>
Si avvicinò a lui e lo prese per le spalle, guardandolo disperato.
<< Ti prego, ti supplico, dimmi che non sai ballare la Tecktonik e non stai diventando un tamarro! Ti scongiuro!! >>
Bill scoppiò a ridere. La fantasia di Tom era più sconfinata di quanto pensasse.
<< Puoi stare tranquillo, non si tratta di questo! >>
Tom emise un sospirone e si levò la fascetta bianca che teneva su le abbondanti e lunghe treccine nere. Passò una mano sulla fronte per asciugare un sudore immaginario e si rimise la fascia, dicendo:
<< Mi hai fatto preoccupare … Ti dispiacerebbe essere più preciso? Balli, ma che cosa? Striptease? Valzer? Latino americano? >>
Bill deglutì ed annuì all’ultima opzione, aspettandosi di tutto.
Dunque la sera fuggiva veloce verso le discoteche del centro … per andare a ballare il latino americano!
Calò un silenzio imbarazzante. Tom si allontanò di un passo e si mise a braccia conserte. Scrutò l’espressione preoccupata del fratello, il suo solito look ricercato caratterizzato da numerosi accessori metallici, abiti con disegni macabri, smalto sulle unghie e trucco nero sul viso ed infine il suo fisico simile al proprio, esile e slanciato.
Alla fine mise i polsi sui fianchi e chiese, stupefatto:
<< Tu sei un ballerino di latino americano?!? E perché non me ne hai mai parlato? >>
<< Beh, ti sembro il tipo? >> rispose lui, guardandosi e facendo segno verso se stesso.
<< E allora? Se è una cosa che ti piace, ok! >>
Bill si sorprese:
<< Ok? >>
<< Certo, è ok. >> disse Tom. << Non credo che cambi qualcosa … o no? Non avrai mica intenzione di farci suonare la bachata, perché io … >>
<< No, no, no! Non preoccuparti, non ne ho la minima intenzione!! >> esclamò l’altro, sorridendo. << La cosa più importante siete sempre voi e la nostra musica, la musica dei Tokio Hotel. Ma quando un po’ di tempo fa ho scoperto questa cosa … non so, mi si è acceso qualcosa dentro. Col tempo è diventato un passatempo, poi una passione e insomma, mi sta prendendo sempre di più! Ma vi ripeto che il latino americano verrà sempre dopo la nostra musica e il nostro sogno di diventare un gruppo di successo, ve lo assicuro!! >>
Tom inarcò un sopracciglio con sguardo inquisitorio e si girò verso gli altri due per vedere le loro reazioni. Gustav raccolse la bacchetta ed allargò le braccia, mentre Georg accennò un sorriso divertito; tutti e due con l’aria di chi dice “c’est la vie!”.
Tornando a guardare il fratello, il chitarrista iniziò a sorridere, poi ridacchiò e disse:
<< Beh, devo dire che non me l’aspettavo. Ci hai davvero colti di sorpresa! Ma anche se è qualcosa che per noi è sempre stato estraneo ai nostri gusti e alle nostre ambizioni, se è importante per te lo sarà anche per noi. In fondo, è come se Georg si mettesse a lavorare all’uncinetto, non ci sarebbe niente di male! >>
Bill e Gustav risero, mentre Georg gli lanciò un’occhiata amichevolmente acida.
<< Perciò non devi temere le nostre opinioni. Sei sempre il nostro Bill! >> concluse Tom allegramente.
Il cantante lo abbracciò brevemente, ringraziò tutti per la comprensione e fece un sospiro di sollievo.
<< Mi sento meglio, ora! Adesso, però, dobbiamo provare i pezzi nuovi! >>
<< Bill, solo una cosa, se non ti dispiace … >> fece Gustav. << Mi fai vedere qualche passo? Giusto per curiosità! >>
Arrossendo di colpo, Bill rispose:
<< No, questo no, vi prego! Mi vergogno! >>
<< E dai, fratellino! Solo alcuni passettini!! >> lo implorò il gemello.
<< Uhm, ok … >>
Sotto gli occhi curiosissimi degli amici, Bill appoggiò una mano all’asta del microfono e l’altra la tenne sospesa davanti a lui. Guardandosi i piedi e contando a bassa voce per non sbagliare, fece un paio di passi laterali a destra e diede un lieve colpo di bacino verso l’esterno, poi ripeté la stessa cosa a sinistra. Il tutto molto sinuosamente.
<< Basta!! >> esclamò, fermandosi subito dopo.
Il bassista si avvicinò e commentò ammirato:
<< Wow, sembri uno dei ballerini della tv! >>
<< Accipicchia, ti muovi bene … >> disse Tom, squadrandolo dal basso in alto. << Chissà poi come saresti affascinante, vestito elegante come i ballerini professionisti! >>
<< Mi stai corteggiando?? >> domandò scherzosamente Bill, suscitando le risate di Gustav e Georg.
Tom arrossì vagamente e si affrettò a chiarire:
<< Dico solo che sei bravo e che farai strage di donne, tutto qui!! >>
<< Hehe, invidioso! >> aggiunse il fratello, togliendo il microfono dall’asta.
Gli altri risero ancora di più, il chitarrista scosse la testa divertito e andò a prendere il suo strumento appoggiato al muro.
Dopo aver parlato della sua nuova passione con gli amici, Bill si sentì decisamente meglio, un po’ più libero.
<< Ma ora ho voglia di rock!! Partiamo con il pezzo di ieri sera, su! >>
La musica cominciò e, come sempre, Bill si sentì se stesso come mai in altre occasioni.

<< Ragazzi, esco un attimo a comprare le sigarette! Sarò qui tra un quarto d’ora circa! >>
Detto questo, Tom si chiuse la porta di casa alle spalle senza badare molto alla reazione del fratello e degli amici, riuniti in sala.
L’atmosfera, in quella ancora pallida sera di fine giugno, era abbastanza tranquilla. Il sole stava tramontando, il cielo si stava scurendo e i tabacchini stavano per chiudere.
Tom si avviò rapido verso il più vicino, proprio dietro l’angolo. Stava per girarlo, quando a tutta velocità spuntò una bionda che correva a perdifiato. Lui non ebbe il tempo di accorgersene e i due si scontrarono in una violenta spinta.
<< Ehi tipa, guarda dove vai!! >> esclamò il ragazzo, guardandola con cipiglio.
L’altra gli lanciò una sfuggente occhiata dispiaciuta e fece, correndo via:
<< Chiedo scusa, non volevo! >>
Sul momento Tom si domandò come mai quella ragazza fosse così di fretta, come se le stessero correndo dietro. In effetti, subito dopo, un tizio notevolmente più vecchio con un’aria poco amichevole la seguì alla stessa velocità, ma Tom non ci badò molto.
“Mah!” pensò, entrando nel piccolo negozio prima di comprare due pacchetti di sigarette.
Uscito, ebbe voglia di fare due passi in giro per l’isolato. Sarebbe durato qualche minuto, giusto per sgranchirsi un po’, poi sarebbe tornato da Bill e gli altri.
Qualche portone dopo, nell’androne esterno di un condominio, rivide la stessa ragazza con cui si era scontrato poco prima, che sembrava in difficoltà con l’uomo che l’aveva seguita.
Da lontano Tom non sentiva la conversazione, ma lei era contro il muro con un’espressione spaventata sul volto, mentre lui sembrava sul punto di metterle le mani addosso.
Nell’attimo in cui la bionda alzò un urlo, l’uomo la prese per le braccia per tenerla ferma e Tom sentì l’impulso di andarla ad aiutare.
<< Hey, tu! Non sai che le donne vanno trattate con gentilezza? >> chiese il chitarrista, avanzando verso di loro.
La ragazza si girò verso Tom implorando aiuto con lo sguardo, mentre l’altro disse:
<< E tu non sai che è proibito spacciare? >>
Così, secondo quell’uomo, lei era una spacciatrice di droga.
La squadrò un attimo.
<< Naah, non me la racconti giusta. Lasciala stare, è un’amica mia! >>
<< Questa canaglia mi deve dei soldi e non la mollo finché non mi paga!! >>
<< Sono tutte balle, lasciami! Lasciami, bastardo!! >> sbraitò la bionda, strattonandosi via dalla sua morsa.
Sotto gli occhi indignati di Tom, il tipo pensò che non valesse più la pena di andare avanti, così si allontanò, scuotendo la testa schifato.
L’altro lo guardò andare via a braccia conserte, sospettoso. Quando poi lo vide attraversare la strada e scomparire, si voltò verso la ragazza e fece:
<< Spacci sul serio? >>
Lei, inorridita, rispose:
<< Macché! Tutto a un tratto questo squilibrato che non ho mai visto in vita mia mi prende da parte e comincia a minacciarmi. Pensando che volesse farmi del male sono corsa via, ma alla fine mi ha raggiunto qui e … un momento, tu non sei quello che ha sbattuto contro di me prima? >>
<< Cosa? Guarda che sei tu ad essermi venuta addosso!! >>
La ragazza sospirò.
<< Sì, hai ragione. Spero di non averti fatto male! >>
<< Non è nulla, può capitare … >>
Tom la osservò. Aveva un bel fisico, ben allenato. Probabilmente era una tipa sportiva. Il viso era perfetto, illuminato da due luccicanti occhi azzurri. Teneva i lunghi capelli biondi legati in una coda di cavallo ed indossava t-shirt, scarpe da ginnastica e jeans semplici, di un paio di taglie più grandi.
Massì, una presentazione ci stava bene.
<< Piacere, sono Tom. >> disse lui, porgendole la mano.
Sorpresa da quel gesto, esitò un secondo. Poi constatò che quel Tom gli ispirava fiducia, in fondo l’aveva aiutata! Così ricambiò e gli strinse energicamente la mano.
<< Elisabeth. >>
Dopo un sorriso rassicurante, i due uscirono dall’androne e iniziarono a camminare senza una meta precisa.
<< E’ la prima volta che ti capita qualcosa del genere? >> domandò lui curioso.
<< No, di persone come lui ne vedo spesso. Devi sapere che non frequento zone molto tranquille … Ma è lì che abitano quasi tutti i miei amici, quindi è inevitabile. Spesso quelli che incontro, come il tipo di prima, sono ubriachi, drogati, strafatti di chissà quali canne, pasticche, superalcolici e schifezze varie … Più di una volta hanno provato a convincermi a entrare in quel giro, ma non ho mai accettato. Oggi hai avuto l’onore di assistere all’ennesimo tentativo! >>
<< Poveraccio … >> si limitò a commentare lui.
Elisabeth continuò:
<< L’unica droga di cui ho bisogno è il ballo, che mi porto dietro da parecchi anni. Mi ritrovo con i miei compagni di club nei campetti da basket o negli stabili abbandonati, per ascoltare musica e muoverci. E tu? A te piace ballare? >>
<< Io?? >> disse Tom, il cui pensiero andò immediatamente al gemello. << No, è un mondo totalmente sconosciuto per me! Preferisco suonarla la musica, anziché ballarla … sai, suono la chitarra in un gruppo. >>
<< Forte!! Avete già partecipato a qualche concorso, contest …? >>
<< Sì, abbiamo girato tutta la regione varie volte e abbiamo preso parte a tantissime manifestazioni e concerti. Però sai, siamo molto ambiziosi … il nostro sogno è il successo vero e proprio, con folle di fan scatenati che fanno rumore e caos solo per noi! >>
<< E invece vi ritrovate davanti solo quattro o cinque persone, le solite. Succedeva anche a me quando partecipavo alle gare di hip-hop regionali, sognando di diventare una ballerina professionista e di danzare nei videoclip degli artisti famosi. Ma alla fine, nessuno di importante mi ha mai notato. E ho capito che la cosa che mi importa veramente è ballare per me stessa, il resto viene dopo. >>
<< Condivido la tua idea! >>
<< Vi auguro buona fortuna per il successo! >>
<< Grazie, Elisabeth!! >>
Tom pensò che fosse gradevole parlare con quella nuova conoscenza. Sembrava che avessero molte cose in comune. A differenza degli altri casi in cui approcciava la prima volta con una bella ragazza, sentì che l’ideale sarebbe stata una nuova amicizia, anziché una notte brava.
<< Oh, ma quelli laggiù sono amici miei!! >> esclamò Elisabeth all’improvviso, indicando alcuni ragazzi dall’altra parte della strada.
Tom rimase fermo vicino al semaforo, mentre lei si fiondò verso di loro e li salutò calorosamente. Uno di loro aveva uno stereo sulla spalla, così la bionda chiese se si poteva accendere. Quando fece segno a Tom di raggiungerla, il chitarrista attraversò di corsa.
<< Guarda qua! >> fece Elisabeth prima di premere un tasto sullo stereo dell’amico e far partire la musica.
Dopo qualche attimo, iniziò a fare delle acrobazie tipiche dell’hip-hop. Saltava, girava, muoveva il corpo in un modo così fluido che sembrava fatto di materiale elastico.
Passato un po’ di tempo, Tom commentò ammirato:
<< Complimenti!! Sei davvero brava! >>
<< Ti ringrazio! >> disse lei felice, fermandosi.
Un altro degli amici della ragazza le disse che dovevano congedarsi, ma lei non volle lasciarli.
<< Aspettate, vengo con voi! Tom, è meglio che ti saluti … >>
<< Sì, anche da me mi aspettano. Buona serata, Elisabeth! Mi ha fatto piacere conoscerti, spero di rivederti ancora!! >>
<< Lo stesso è per me, Tom! A presto!! >>
Il chitarrista attraversò di nuovo la strada e presto trovò il portone di casa. Si guardò intorno, ma Elisabeth era già sparita con i suoi compari.
Soddisfatto, suonò al citofono e rientrò.



*





Ve l'avevo promesso, ed eccomi qua! ELIOT IS BACK! =D
Mi sono buttata su un argomento poco toccato nel mondo delle fan fiction sui TH... non vi capita spesso di vedere Bill ballare, eh? Spero che sia questo il fattore X che vi ha messo curiosità!
Se siete arrivati sani e salvi alla fine del primo chilometrico capitolo (tranquilli, gli altri saranno leggermente più corti) vi meritate i miei più grandi ringraziamenti con tanto di riverenza *si inchina*
Mi auguro che seguiate ancora questa mia nuova fan fiction... Ce la sto mettendo tutta per scriverla bene! Ditemi intanto se vi piace fin qui... le recensioni positive, insieme all'ispirazione, sono il carburante ideale per azionare le mie manine (o manone XD) sulla tastiera del pc e scrivere, scrivere, scrivereeeee *.*
Ok, basta scleri assurdi xD
In breve, grazie mille per aver anche solo letto fin qui e... che dire, sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Baci by Eliot
;D

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Appena entrato, fece un respiro profondo e si concentrò.
Il baccano della festa era infernale, le orecchie dei più sensibili non avrebbero retto a lungo. La sala era enorme e dappertutto c’erano coppiette che ballavano a velocità supersonica una canzone esotica. Si lasciò sorprendere dalla musica e dal ritmo e con un sorriso sentì un brivido lungo la schiena, consegnò la giacchetta di pelle al solito ragazzino che stava all’ingresso perché venisse appesa e si buttò immediatamente nella mischia.
Per l’occasione si era vestito bene: indossava dei pantaloni neri eleganti, scarpe da sera e una camicia bianca. Alcune giovani donne che lo notavano lanciavano strilli di ammirazione a vedere una tale bellezza attraversare la sala, anche se lui non le sentiva e cercava un angolo non troppo affollato del locale.
Quando ne trovò uno aspettò l’inizio della canzone seguente per cominciare a muovere i primi passi. Intanto si guardò intorno: la sala era dominata da luci rapidissime di ogni colore, le persone sedute ai tavoli laterali bevevano e conversavano allegramente, la musica entrava nelle orecchie come un cannone, rimbombando forte dentro il petto.
Sorrise ancora. Era il suo locale preferito, ogni sera a partire da una certa ora mettevano solo musica latino americana fino a notte fonda. Quella sera Bill era pieno di energia e desideroso di mostrare alla gente il suo talento. Aveva imparato anche i passi più impegnativi solo guardando i ballerini professionisti che si scatenavano in pista. Dalla prima volta in cui si accorse che quel ballo era qualcosa di unico, non si era lasciato sfuggire nulla e si era buttato a capofitto in quella nuova passione.
Cominciò una nuova canzone, tipicamente latina. Bill mosse subito qualche passo in avanti, qualche giravolta, un paio di movimenti del bacino e già era partito, senza che nessuno lo potesse fermare. Quella notte avrebbe danzato senza pensare ad altro. Cancellò ogni pensiero dalla mente e si dedicò soltanto al movimento sinuoso del corpo. Era l’unico modo che conosceva per avere una carica di adrenalina tale da farlo sentire rilassato, come se dovesse dare tutta la sua energia per averne il doppio.
Le ore passarono velocemente e dopo l’ennesimo drink Bill decise di buttarsi di nuovo in pista. Stavolta voleva stupire tutti con il meglio di sé. Si mise al centro della sala e cominciò a ballare dapprima con discrezione, poi accennò un paio di giri su se stesso ed alcuni passi non proprio tra i più semplici. La gente intorno iniziò a guardarlo ammirata, mentre lui sorrideva soddisfatto. Finalmente Bill si sentì davvero se stesso, al centro dell’attenzione. Lanciò sguardi focosi alle ragazze presenti, conquistandole e poi scappò, andando a ballare un po’ più in là. Avvertì un grande sollievo dentro di lui, un piacere che non provava spesso. Capì di sentirsi veramente felice e continuò a ballare senza sosta.
Ma ad un certo punto la musica cessò e le luci si fermarono. Subito si alzarono grida di protesta e di disappunto. Un faro bianco puntò sulla postazione del dj, che annunciò:
<< Ci dispiace per l’inconveniente, ma per un problema del personale siamo costretti a chiedervi di lasciare il locale. Chiediamo ancora scusa! >>
Con quasi completa rassegnazione, i clienti se ne andarono a poco a poco, svuotando la sala. Bill rimase ancora per qualche minuto, triste. Vide al bancone alcuni camerieri e con forte curiosità domandò:
<< Scusate, posso chiedervi che cosa è successo? >>
<< Probabilmente hanno trovato della droga nel retro del locale. Hanno chiamato la polizia e nel frattempo è stato chiesto di far uscire tutti i clienti, infatti con quel caos non avrebbero mai trovato il responsabile! >> rispose uno di loro.
Un altro aggiunse:
<< Ma se fanno andare via i clienti se ne va via anche lo spacciatore, confondendosi in mezzo a tutti! Questi sbirri del cavolo …  >>
<< No, nessuno poteva accedere al retro dall’orario di apertura, quindi non può essere nessuno della gente presente in sala! >>
Ma Bill non volle sentire altri dettagli e perplesso andò a recuperare la giacca per fare ritorno a casa.
Mentre se la abbottonava, uscì e guardò in su verso il cielo stellato. Era una bella serata e l’arietta fresca che arrivava dal mare tranquillizzò un po’ di più il ragazzo.
Si avvicinò al bordo del marciapiede e decise di chiamare un taxi. Era esausto e non aveva voglia di camminare. Prima che potesse farlo, però, osservò una volante della polizia che parcheggiò proprio davanti a lui. Si spostò per lasciar scendere gli agenti e mentre lo faceva notò un gruppetto di ragazzi che attraversavano la strada per andare sul marciapiede dove stava lui. Uno di loro, il più robusto, aveva uno stereo sulla spalla. Ma quando videro l’auto della polizia, alcuni di loro si girarono e si allontanarono veloci. Rimasero solo in tre: il ragazzo con lo stereo che proseguì per la sua strada tranquillamente, un altro che venne fermato dai poliziotti per alcune domande ed infine una ragazza bionda che fece finta di nulla e si mise sul ciglio del marciapiede come Bill.
<< Taxi!! >> esclamò, alzando un braccio verso una macchina bianca che si avvicinava.
Bill sbarrò gli occhi ed ebbe la sensazione che il battito cardiaco si fermasse per un secondo.
Era bellissima. In quella notte che si faceva sempre più buia, i suoi occhi azzurri splendenti si notarono ancora di più. I capelli biondi e lisci, raccolti in una simpatica coda di cavallo, la rendevano ancora più luminosa. Ma non indossava abiti che si notavano subito, non aveva un atteggiamento insolito, non sembrava diversa dagli altri.
Per Bill, invece, rappresentava una rivoluzione.
Perse completamente la ragione per qualche attimo, come folgorato. Sembrò che i suoi sensi smettessero di funzionare, l’unica cosa che riusciva a percepire era il cuore, che batteva sempre più forte facendo nascere una vaga sensazione di calore nel petto. Un brivido gli percorse la schiena facendolo sussultare, pian piano una quasi gradevole fitta allo stomaco si fece sentire e di scatto Bill arrossì.
Mai si era imbattuto in qualcosa di simile. Ad attirare l’attenzione su di lei era stata la sua voce, morbida e cristallina, seppur non molto alta di tono come lo era di volume. I lineamenti della ragazza, i suoi movimenti, semplicemente la sua sagoma … Bill la trovava perfetta, giusta.
La sentì immediatamente sua.
Sì, doveva essere tutta sua, solamente sua! La desiderò ardentemente, volle avvicinarsi e sentire il suo profumo, ascoltare ancora la sua voce, vedere il suo sorriso.
Fece un rapido esame di coscienza e capì di essersi totalmente rincoglionito.
Un taxi bianco accostò al marciapiede più o meno a metà strada fra lei e Bill. La ragazza fece qualche passo verso la portiera, ma il cantante scosse rapidamente la testa e, deciso a sentirla accanto a sé, si avvicinò.
I due arrivarono insieme alla portiera ed appoggiarono la mano sulla maniglia all’unisono.
Una scossa elettrica salì su per il braccio di Bill fino alla spalla, la testa e il cervello. Il contatto era così piacevole che esitò a togliere la mano e provò perdutamente ad incrociare lo sguardo della giovane.
Lei, stupita, alzò la testa e lo guardò. Si scontrò negli occhi nocciola del ragazzo e rimase immobile e silenziosa per qualche attimo.
<< Scusa … vuoi salire tu sul taxi? Posso chiamarne un altro! >> disse, togliendo la mano dalla maniglia della portiera.
Non sapendo come, Bill acconsentì con un flebile movimento del capo. Poi, sentendosi un idiota, rispose:
<< Ehm, sì! Ma se hai fretta non importa …  >>
<< No, no! Non preoccuparti, vai pure!! >>
Appena lei allargò gli angoli della bocca in un lucente sorriso, Bill percepì un grande calore nel cuore, come un fuoco che si era acceso dentro di lui. Di fronte a quello splendore non poté far altro che sorridere a sua volta e mormorare un “grazie” strozzato.
La ragazza annuì e sorridendo ancora si voltò per attraversare la strada, ma qualcosa cadde dalla borsa che aveva a tracolla.
Sorpreso, Bill si precipitò a raccogliere il quadratino di carta rimasto sul marciapiede.
A prima vista sembrava un biglietto da visita, con una scritta incombente: “El Fuego del Sol”.
Era un bigliettino rosso che rappresentava un sole stilizzato e a fianco c’era un indirizzo, un numero di telefono e la descrizione di un club sportivo e non solo: c’erano tutti i tipi di attività, ogni genere di sport e di passatempo, canto, recitazione, ballo …
C’era anche il ballo latino americano. Bill sbatté le palpebre e ci pensò su.
<< Allora, vuole salire o me ne vado? Devo lavorare, sa?? >> esclamò il tassista, aprendo il finestrino.
Per zittirlo il ragazzo saltò in auto e gli comunicò la destinazione, stringendo il biglietto tra le mani.
Mentre il taxi partiva, cercò la ragazza con lo sguardo fuori dai finestrini, ma non la vide, era sparita.
Osservò ancora il biglietto e rifletté un istante sulle sensazioni che aveva provato.
Era stato come una violenta ed inaspettata esplosione dentro di lui, come uno spavento. Ma era stato così bello …
La voleva. Oh, eccome se la voleva! Desiderava incontrarla di nuovo più di qualsiasi cosa al mondo.
Lesse di nuovo le parole scritte sul bigliettino del club … e capì subito che cosa fare.
 
Quel giorno Valery era più allegra del solito.
Come sempre uscì dal “Fuego del Sol” con un saltello, facendo volteggiare la lunga gonna leggera, stavolta di un vivace arancione sfumato di rosso sui fianchi. Sopra indossava un top bianco che lasciava l’ombelico scoperto e aveva le maniche lunghe fino ai gomiti. Ai piedi calzava delle scarpette eleganti rosse, con qualche centimetro di tacco. Portava una graziosa tracolla e un paio di vistosi occhiali da sole.
Era una ragazza normalissima dal punto di vista fisico, forse con un tocco di fascino in più dato dai suoi fianchi ben modellati; possedeva due grandi occhi verde smeraldo sempre sorridenti e i lunghi capelli neri ed ondulati volteggiavano sciolti sulle sue spalle con armonia.
A Valery bastava poco per essere felice. Era semplice, solare, esuberante, ma anche dolce, coraggiosa e amante delle sfide. Qualsiasi occasione era buona per dare un tocco di positività alla vita sua e quella degli altri. Era forse la migliore ballerina del club e nessuna era capace di colpire piacevolmente i gusti altrui come lei: ogni volta che danzava era come se iniziasse ad illuminarsi di luce propria, come un potente raggio di sole.
Si allontanò dall’androne antistante il club e imboccò il marciapiede, sospirando. Era stato un pomeriggio particolarmente movimentato e si sentiva stanca. Ma nonostante questo manteneva un’allegra e soddisfatta espressione sul viso.
Passò davanti a una gelateria dove si poteva ordinare anche da fuori e si fermò.
“Uhm, perché no?” pensò.
Ordinò velocemente un frappé, presa da una gran voglia di dolcezza.
Non appena ebbe la sua merenda in mano, si sedette su una panchina e si rilassò. Tolse gli occhiali ed osservò gli ultimi bagliori che il sole emanava da dietro le case.
<< Che panorama da favola … >> disse tra sé.
<< Hai ragione, guarda che figo quel ragazzo laggiù! >>
Stupita, Valery si voltò e vide Sophie, una sua amica del club, socia onoraria e responsabile dell’attività di ballo.
<< Sophie, mi riferivo al tramonto, se non te ne fossi accorta! >> fece Valery divertita.  << Non cambierai mai: sempre il vizio di incollare gli occhi sugli uomini, eh? >>
L’altra, sistemandosi i capelli castani legati in una coda, rispose:
<< Sarà, ma anche quel tipo all’angolo della strada non scherza in fatto di panorami super …  >>
Incuriosita, Valery girò la testa verso il punto indicato dall’amica, sorseggiando il frappé.
Accidenti, per poco non le andava di traverso!
Mentre Sophie ridacchiava, la ballerina rimase a bocca aperta nel vedere così tanto fascino concentrato tutto nella stessa persona. Non le era mai capitato di incontrare qualcuno che la attirasse in quel modo.
Aguzzò la vista e scrutò i particolari di quel ragazzo: aveva la carnagione un po’ scura, il viso serio ma avvolgente, il corpo perfetto e possente malamente nascosto dai vestiti extra-large, un atteggiamento sicuro e intraprendente e lunghe treccine nere a caratterizzargli l’aspetto.
Si trovava esattamente di fronte a lei, dall’altra parte della piazzetta, appoggiato ad un palo intento a fumare una sigaretta.
<< E’ bellissimo, Sophie …  >> mormorò Valery con tono sognante.
<< Vero? Ha un fascino davvero raro! Ora devo salutarti, cara, altrimenti si fa tardi. Alla prossima!! >>
L’altra si dimostrò assente nell’agitare la mano in segno di saluto, Sophie lo notò e camminò via ridacchiando ancora.
In qualche modo, la ballerina si accorse che lui non era un ragazzo carino qualunque, no. Era il primo a farle provare davvero qualcosa alla prima occhiata, il primo che le interessasse seriamente.
Lui faceva la differenza.
“Voglio sapere chi è!” si disse.
Finì rapidamente di bere il frappé, poi assunse un’aria indifferente, ma sicura di sé. Rimettendosi gli occhiali, camminò fino alla parte opposta con l’intenzione di passare di fianco al ragazzo.
Quest’ultimo stava giusto staccando la schiena dal palo per buttare la sigaretta e dirigersi altrove, così si ritrovò sullo stesso marciapiede dove stava passando Valery. I due finirono quasi fianco a fianco, ma ovviamente non si degnarono di uno sguardo, anche se lei spostava gli occhi per guardarlo di tanto in tanto.
Giunti a un semaforo appena diventato verde, la ragazza accelerò il passo in modo da finirgli davanti.
Dalla grande e trafficata strada che stavano percorrendo, Valery imboccò improvvisamente una via secondaria e si accorse compiaciuta che il ragazzo la seguiva. A poco a poco aumentò la velocità con la quale camminava e dopo essersi assicurata che lui le stesse ancora dietro, aspettò il momento giusto per coglierlo alla sprovvista.
Si girò di scatto ed esclamò:
<< Smettila di seguirmi!! >>
Lui si bloccò e la fissò, ammutolito.
<< Chiedo scusa?? >> fece poi, stupito.
<< Ho detto, smettila di seguirmi! >> ripeté Valery, mantenendo un’espressione di disprezzo.
Il ragazzo sembrò spaesato e non seppe sul momento cosa dire, mentre lei sentì la soddisfazione crescere dentro di sé.
<< Ti … ti stavo seguendo? >> domandò lui con ingenuità.
Valery sbatté gli occhi, perplessa. Replicò:
<< Non mi stavi seguendo? >>
L’altro scosse il capo lentamente.
<< E allora che cosa stavi facendo alle mie spalle?? E’ da un bel po’ che mi cammini dietro! >> disse lei, mettendo le mani sui fianchi e fingendo indignazione.
<< Io … non lo so! >> rispose lui. << A dire la verità non so nemmeno cosa ci faccia qui … Forse ti ho seguita senza rendermene conto! Sai, quando si cammina senza una destinazione precisa … >>
A quel punto la ragazza non seppe cosa dire. Non aveva più nessun motivo per aggredirlo di nuovo!
Imbarazzata, diventò leggermente rossa e balbettò:
<< Oh ehm, davvero? Cioè, voglio dire … scusa, mi sono soltanto un po’ allarmata … >>
<< Non fa niente! Gira voce che i dintorni siano frequentati da persone poco raccomandabili!! >> esclamò lui, accennando un sorriso per rassicurarla.
<< Sì, infatti! >> ridacchiò Valery. << Mi dispiace, credevo che avessi cattive intenzioni! >>
<< Non fa nulla! >>
La ballerina sfruttò gli attimi seguenti per osservare il ragazzo da vicino. Lo trovò ancora più carino, inoltre aveva appena scoperto che si trattava anche di una persona aperta e simpatica.
Sì, gli piaceva decisamente.
Per non destare alcun sospetto sul suo interessamento, mosse qualche passo indietro ancora con una punta di imbarazzo e si congedò.
<< Allora … ciao! E scusa ancora!! >>
Girò l’angolo, agitando una mano e sentendolo dire:
<< Figurati, buona serata! >>
Valery riprese a camminare, rossa come un peperone. Pensò che le sarebbe piaciuto davvero tanto incontrarlo ancora e si accorse di essere particolarmente attratta da lui. Quello sconosciuto era entrato nella sua vita all’improvviso, travolgendola e facendole provare qualcosa di nuovo. Si era forse innamorata? Probabilmente sì!
“Ti rivedrò, lo sento!” disse tra sé, mentre il cuore le batteva forte.
Intanto il ragazzo la seguì con lo sguardo, focalizzò l’attenzione sulle sue curve e fece una smorfia d’apprezzamento, prima di proseguire dritto per la sua strada.
 
*

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


<< Nome? >>
<< Bill Kaulitz. >>
<< Età? >>
<< Ventun anni. >>
<< Nato e residente qui? >>
<< Sì, certamente. >>
<< Lavoro? >>
<< Ehm, al momento sono … disoccupato, ecco. >>
<< E’ sposato? >>
Il ragazzo sussultò all’ultima domanda della segretaria del club.
<< Cosa?? >> esclamò. << No! Scusi, le sembro un uomo sposato?? >>
La donna alzò gli occhi su di lui, scollando finalmente lo sguardo dal computer posto sulla scrivania. Non appena si accorse quanto giovane fosse il ragazzo che aveva di fronte, strabuzzò gli occhi e si affrettò immediatamente a farsi perdonare.
<< Oh, mi dispiace … Sono talmente abituata a seguire una certa procedura per le iscrizioni che ormai do tutto per scontato! >>
Bill si convinse e rassicurò la segretaria con un sorriso, dicendole:
<< Ho capito perfettamente. Dunque, ha bisogno di altri dettagli? >>
<< Sì, per la verità mi dovrebbe dire ancora una cosa, ma diciamo che è facoltativa …  >> continuò lei, assumendo un’aria professionale e dando un’occhiata allo schermo. << A quale specialità del club desidera iscriversi? >>
Il ragazzo si appoggiò con i gomiti al bancone e rimase silenzioso, abbassando lo sguardo e pensandoci ancora per un’ultima volta.
Perché si stava iscrivendo al quel club multiattività? Come faceva a sapere che la ragazza dei suoi sogni frequentava proprio quel club? Non aveva certo la garanzia al cento per cento che potesse trovarla lì, eppure si era presentato con convinzione al banco delle iscrizioni.
“Beh, non posso sapere se la troverò qui se non ci provo!”
<< Latino americano. >> rispose con sicurezza.
La segretaria finì di compilare il modulo:
<< Ecco qua! Può accedere e provare tutte le attività del club, tra cui recitazione, canto, diversi tipi di ballo come hip-hop, danza classica o moderna, inoltre ci sono anche vari tipi di sport, palestra, persino yoga e … >>
<< Grazie, ma credo che verrò qua solo per ballare latino americano! >> la interruppe lui per stringere i tempi.
<< Ah, d’accordo. Come preferisce. Ecco il suo modulo e si diverta con noi! >>
Bill sentì subito un grande senso di soddisfazione quando prese in mano il modulo d’iscrizione al “Fuego del Sol” appena stampato. Si domandò se tra i muri di quell’edificio avrebbe trovato quella bionda che tanto lo aveva fatto impazzire e pensò che, pur non avendo ancora trovato una risposta, si sarebbe comunque divertito lì dentro. Non vedeva l’ora di cominciare.
<< Posso farle una domanda, ehm, Bill? >>
Abbastanza sorpreso, il ragazzo alzò gli occhi verso la segretaria.
<< Se mi permette, sarei curiosa di sapere come mai ha reagito così precipitosamente quando le ho chiesto se fosse sposato … Inoltre ho notato che ha anche assunto un vivace colorito in faccia … >>
Lui si portò una mano al viso, imbarazzato, poi fece:
<< Sa, ho conosciuto una ragazza di cui credo proprio di essermi innamorato … E sono abbastanza sicuro di trovarla qui! >>
<< Davvero? >> sorrise lei. << Tantissime giovani frequentano il nostro club, spero che riesca a trovare la ragazza che cerca! >>
<< La ringrazio! >>
<< Segua quel corridoio laggiù e sulla sinistra dovrebbe trovare la sala da ballo …  >> fece la donna, indicando il corridoio in questione.
Bill allargò un altro sorriso simile al precedente:
<< Grazie ancora!! >>
Dirigendosi verso la sala, il ragazzo mise il modulo nella tasca del giaccone e si guardò in giro. Oltre molte porte di vetro c’erano delle sale destinate a diverse attività. Giunse ad una porta aperta, alla cui entrata c’era una tenda semitrasparente. La oltrepassò e si ritrovò nella sala da ballo.
Spalancò gli occhi e ammirò lo spettacolo con meraviglia.
La pista era immensa, circondata da eleganti tavoli e sedie. In posizione laterale si trovava una postazione da dj, mentre in alto si affacciava una lunga balaustra proveniente dal piano superiore, dove probabilmente si tenevano altri corsi di altre attività. Le luci colorate erano in movimento e c’era un discreto numero di ballerini a coppie o da soli, tutti impegnati a danzare al ritmo di una canzone latina.
<< Wow!! >> esclamò Bill.
Seduta ad un tavolino, una ragazza lo sentì e disse:
<< Ehi, sei nuovo? >>
<< Già, mi sono appena iscritto. >>
<< Allora è il caso di tesserarti! Io sono Sophie e mi occupo del ballo latino americano. >> fece lei, alzandosi e porgendogli la mano.
<< Piacere, sono Bill! >>
Dopo aver sorriso e stretto la mano a Sophie, lui si concentrò di nuovo sulla pista, facendo vagare perdutamente lo sguardo tra i movimenti rapidi dei danzatori.
<< La vogliamo questa tessera o no?? >> disse la ragazza.
L’altro annuì e la seguì, sorridendo ancora.
 
Dopo qualche giorno, Tom incontrò nuovamente Elisabeth. Si erano fermati nello stesso bar a bere qualcosa, lui per relax e lei per caso. Le loro chiacchiere non erano durate a lungo, infatti Eli se ne sarebbe andata di lì a poco a causa di un impegno. Allenamento al club, citando le sue testuali parole.
I due avevano parlato ancora molto delle loro passioni, in particolare quella di Tom per la musica. A quel proposito, Elisabeth gli aveva fatto vedere un volantino, trovato casualmente nella buca di casa sua, che pubblicizzava un contest per giovani talenti. Il ragazzo lo aveva letto con curiosità e aveva deciso di tenerlo e informarsi. Nel conservarlo dentro la tasca dei pantaloni ci aveva messo un po’ di ironia, considerata la scarsa quantità di informazioni scritte su quel pezzo di carta. Ma chissà, forse era la volta buona che qualcuno di importante notasse lui e la band!
Dopo aver salutato allegramente l’amica era andato a dare un’occhiata all’indirizzo riportato sul volantino, nemmeno tanto distante dal bar in cui si trovava in quel momento. Attaccato a una porta, aveva trovato un foglio decisamente più dettagliato e scoprì che si trattava di qualcosa di serio, molto più di quanto immaginasse.
Appresa la notizia, tornò immediatamente a casa per parlarne con Bill. Quest’ultimo ne fu molto felice e chiamò subito Georg e Gustav.
I quattro si ritrovarono lì dove Tom aveva letto il volantino completo, appeso alla porta dell’ufficio che si occupava del contest in questione.
<< Ciao ragazzi! >> salutò Georg, arrivato per ultimo.
<< Non ci hai messo un po’ tanto, per abitare qui vicino? >> chiese Bill sospettoso.
L’amico lo guardò, sentendosi accusato.
<< Scusa se prima di uscire sono andato in bagno!! >> esclamò.
Gli altri risero e, dopo aver ravvivato l’atmosfera, entrarono.
Per fortuna rintracciarono subito il responsabile del contest. Bill si fece avanti e domandò cortesemente:
<< Salve, è lei il signor Quartz? >>
L’uomo si girò e confermò con un cenno della testa.
<< Io e i miei amici vorremmo iscriverci al contest da lei organizzato! >> continuò l’altro, sorridendo.
Il signor Quartz sorrise a sua volta e li invitò a seguirlo, intanto scambiò qualche parola con loro.
<< Sai ragazzo, devo averti già visto da qualche parte … Ma certo, qualche sera fa eri al locale che poi ha chiuso perché era arrivata la polizia! >>
Tutti e quattro impallidirono a quell’affermazione.
<< Bill … di cosa sta parlando?? >> fece Tom, rimproverando il gemello con gli occhi.
Il cantante mise subito le mani avanti, difendendosi:
<< Non è come sembra, io non ho fatto niente! >>
<< Sì, il ragazzo ha ragione. >> continuò Quartz. << C’era un problema di droga tra il personale del locale, se non sbaglio … >>
<< Oh, per caso sa com’è andata a finire quella sera? Hanno magari arrestato qualcuno? >> domandò Bill, fortemente curioso.
L’uomo rispose, pensandoci ancora su:
<< Mi pare che abbiano fermato alcuni giovani per far loro delle domande, ma non è uscito fuori nulla di interessante … Molti di loro frequentano spesso la strada e in modo particolare mi ricordo di una bella ragazza bionda … >>
Con uno scatto fulmineo, Tom e Bill si irrigidirono.
<< Una ragazza bionda?? >> esclamarono in coro.
Calò subito uno strano silenzio, tra la meraviglia generale. Che i due fratelli conoscessero la stessa persona?
Sorpresi, si voltarono l’uno verso l’altro e si chiesero spiegazioni con lo sguardo, senza ottenerne.
 
Elisabeth entrò al “Fuego del Sol” con un sorriso, salutò amichevolmente la segretaria ed imboccò il corridoio principale. Senza alcuna esitazione, come d’abitudine, attraversò la tenda della sala da ballo e la superò, facendo lo slalom tra i tavoli. Arrivò ad una porta come sempre spalancata, che conduceva al grande bar della struttura.
Girò la testa per guardare chi c’era al bancone, poi allargò un altro sorriso, più felice del primo. Provò un gran sollievo nel constatare che nulla era cambiato nella solita routine: la sua migliore amica la stava aspettando ed Eli la trovava lì sempre alla stessa ora, seduta sempre allo stesso posto, quasi come se ogni volta si dessero appuntamento.
Sentendo l’arrivo di qualcuno, Valery si voltò e quando si accorse che era Elisabeth scese dallo sgabello per salutarla.
<< Ciao, Val!! >> fece la bionda, abbracciandola.
<< Ciao, carissima! >> ricambiò lei. << Come procede? >>
Sciolsero l’abbraccio ed Elisabeth rispose, con una smorfia:
<< Mh, non c’è male. E tu? >>
<< Non c’è male … Anzi, ultimamente sto proprio bene! >>
<< Sul serio? Sarà l’estate che sta arrivando, forse? >>
<< Sì, in un certo senso! >> disse Valery, ridendo.
Le due si risedettero una accanto all’altra e ordinarono da bere, con il proposito di rilassarsi e chiacchierare un po’ prima dell’inizio delle loro attività, latino americano per l’una e hip-hop per l’altra.
<< Che mi racconti? >> chiese la mora, fissando il suo bicchierone di aranciata fresca con voracità.
L’amica appoggiò stancamente un gomito sul bancone e fece:
<< Mah … qualche sera fa c’è stato un casino al locale … >>
Prima che potesse iniziare a bere, Valery si bloccò col bicchiere a mezz’aria.
<< Quel locale? >> domandò, accentuando la prima parola e aggrottando la fronte.
<< Quel locale. >> ripeté Elisabeth, sospirando.
Val bevve alcuni sorsi, poi riappoggiò la bibita e chiese all’amica di fornirle altri dettagli.
La coca cola di Eli arrivò, ma fu quasi ignorata dalla bionda, che invece cominciò a raccontare.
<< I miei amici devono averne combinata un’altra …  >> disse con aria triste. << Si stanno seriamente mettendo nei guai. Sono delle brave persone e ancora non capisco come siano riuscite ad entrare in quel brutto giro! >>
<< Cos’è successo esattamente? >> domandò la mora.
Sospirando, Elisabeth iniziò a far scorrere il dito sul bordo del bicchiere, facendo affondare e di nuovo riemergere i cubetti di ghiaccio immersi all’interno. Intanto rispose:
<< Devono aver effettuato uno scambio di … roba, nel retro del locale. >> alla parola “roba” fece una smorfia di disgusto. << Non ho la più pallida idea di cosa sia successo, ma la sera è stata trovata della droga proprio lì e hanno fatto uscire tutti i clienti. Io e i miei amici eravamo proprio da quelle parti quando è successo e all’arrivo della polizia siamo dovuti andarcene. Hanno fermato e sottoposto a delle domande alcuni dei presenti, un paio dei quali li conosco e sono implicati nella vicenda, ma naturalmente hanno fatto finta di non saperne nulla. >>
Ascoltandola, Valery bevve ancora e poi chiese, preoccupata:
<< E a te cos’è accaduto? Ti hanno chiesto qualcosa? >>
<< No, niente. Quella sera me ne sono andata a casa senza parlare e senza incontrare nessuno. Dopotutto non ho nulla da nascondere, no? >> disse Eli, cominciando a bere la sua bibita.
Sorseggiando, però, le tornò alla mente il ragazzo a cui aveva ceduto il taxi e rimase in silenzio con sguardo assorto, aspettando che Val dicesse qualcos’altro.
<< Forse faresti meglio ad allontanarti da quelle persone. >> fece infatti Valery. << Non è giusto che ti trascinino in mezzo a questo casino, tu non hai fatto niente di male! >>
L’amica roteò gli occhi con aria scocciata.
<< Uffa, me l’hai già detto … Ma io non voglio separarmi da loro, non sopporto l’idea che potrebbero rovinarsi la vita! Voglio continuare a star loro vicino, voglio tirarli fuori da tutto questo! >>
<< Mmh … >> borbottò la mora, finendo di bere la sua aranciata.
Eli fece girare la cannuccia nel bicchierone di cola, poi sembrò rianimarsi.
<< Cambiamo argomento! Che mi dici, Val? >>
L’amica sorrise e si strinse nelle spalle con un gran sorrisone.
<< Non hai idea di che cosa mi è successo! >>
<< Spara!! >> esclamò Elisabeth, colta improvvisamente dalla curiosità.
Arrossendo un po’, Valery disse:
<< Ho incontrato un ragazzo …  >>
<< Davvero?? >>
<< Sì! Il più bel ragazzo che abbia mai visto! >>
<< Ma ci hai parlato? >>
L’altra annuì e continuò:
<< Non solo ha un fascino unico, ma è anche piacevole sentirlo parlare. Credimi Eli, credo di essere stracotta!! >>
La bionda rise e fece:
<< Dici che sarà la volta buona?? >>
<< Lo spero proprio! >> rispose Val, ridendo anche lei.
 
Si alzò un breve boato.
La sala era immensa, il palco imponente e la platea maestosa. Era la prima vera sala da concerto che i ragazzi vedevano e la meraviglia fu davvero grande.
<< Avevate mai visto qualcosa di simile? >> mormorò Bill, contemplando l’enorme ambiente.
<< No, è … è fantastico!! >> rispose Gustav.
Il signor Quartz incrociò le braccia con orgoglio e disse:
<< Il contest si terrà qui. Niente male, vero? E’ tutto a vostra disposizione. Se volete provare prima del grande giorno, basta registrarsi all’ingresso da dove siamo entrati poco fa. Allora … confermo la vostra partecipazione? >>
I quattro musicisti annuirono con un soddisfatto sorriso e Quartz si congedò.
Georg e Gustav andarono rapidamente verso il palco per osservarlo più da vicino, mentre Tom e Bill restarono sui gradini della platea.
Rompendo il silenzio, il chitarrista fece:
<< Una ragazza bionda, eh? >>
Bill si voltò verso il fratello, perplesso. Il dubbio di qualche minuto prima tornò nelle menti di entrambi.
Il cantante decise di non rispondere in alcun modo e spostò lo sguardo nuovamente sul palco in lontananza. Per il momento non voleva condividere il suo innamoramento, o almeno non prima di essersi accertato che i due gemelli parlassero della stessa persona.
<< Come si chiama? >> riprese Tom, curioso.
<< Non lo so! >>
L’altro rise.
<< Dai Bill, non fare il cretino … >>
<< Tom, sembra incredibile, ma non lo so veramente! >> disse Bill con aria estremamente seria.
Il chitarrista capì che diceva la verità e smise di sorridere.
<< Facciamo così. Se è la stessa ragazza bionda mi paghi la chitarra nuova … >>
<< E se non lo è? >>
<< … mi iscrivo anch’io a latino americano. >>
A quell’affermazione, Bill scoppiò a ridere e Tom si maledì per quell’improvvisa e indecente proposta.
<< Ci sto!! >> esclamò il cantante, cominciando a scendere i gradini per raggiungere gli altri amici.
Tom si spiaccicò una mano sulla guancia, ma poi ridacchiò e pensò:
“Dev’essere per forza Elisabeth … Lo so, lo sento! Nuova Gibson Les Paul, ti sto aspettando!!”
 
 *



 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4


Come sempre, tutti gli occhi erano puntati su di lei.
Valery si muoveva con una tale agilità che i presenti non ne potevano rimanere indifferenti. Ballando, rimaneva ferma nello stesso angolo della pista, ma fu come se l’intera sala fosse intrisa di quella magia e di quel calore che soltanto lei sapeva emanare. I suoi passi erano perfetti, come se fossero stati studiati accuratamente. Val aveva un fascino travolgente che incantava chiunque.
La canzone finì e ne cominciò subito un’altra, rianimando i ballerini che si erano fermati apposta per guardare lei. Valery passò una mano in mezzo ai capelli con un gran sospiro, prima di camminare verso i tavoli e raggiungere alcune compagne di club, tra cui Sophie.
<< Sei un’esibizionista! >> le disse quest’ultima con fare scherzoso.
<< Che cosa? >> fece Valery con ingenuità. << Stavo solo ballando, non volevo certo attirare l’attenzione! >>
Un’altra ragazza esclamò, spostando una sedia verso Val per farla sedere:
<< Si dà il caso che succede praticamente sempre! >>
La mora si sedette e rispose:
<< Ribadisco che non stavo facendo nulla di speciale … Se alla gente piace come ballo, tanto meglio, ma fondamentalmente la cosa mi è indifferente. >>
<< Modestia e franchezza, Valery, sei un mito!! >> fece Sophie.
Da lì in poi la diretta interessata preferì cambiare argomento. Aveva sempre saputo di avere un talento naturale per la danza, ma saggiamente non ne aveva mai approfittato per vantarsi o per mettersi in mostra. Non si sarebbe mai permessa.
Chiacchierando, il tempo passò. Nel frattempo era arrivato Bill, che senza alcun indugio si era buttato in pista allegramente. Ballava da solo, senza trattenersi dal fare mosse particolari o magari un po’ audaci. Intorno a lui non c’era molta gente, ma si sentì comunque parecchio osservato, soprattutto dalle persone sedute ai tavoli. Questo non lo disturbò e, insomma, Bill ballava semplicemente, per ingannare il tempo con qualche cosa che riteneva piacevole.
Fu dopo una giravolta e l’inizio di una canzone nuova, che Valery lo notò.
Rimase per qualche istante con lo sguardo fisso sul ragazzo. Ad attirare l’attenzione era stata la libertà e la spontaneità dei suoi movimenti, cosa che non vedeva spesso negli altri ballerini. Era bravo, certo, ma Val si dimostrò critica e constatò che faceva qualche errore nella sequenza dei passi o nella dinamica di alcune mosse. Eppure, senza riuscire a capirne il motivo, a lei piaceva come quel ragazzo ballava. Era sciolto, spensierato, libero, gradevole da vedere nonostante le imperfezioni. Al contrario, lei era abituata a danzare con impegno e con la massima concentrazione, risultando perfetta agli occhi di tutti. Questo la fece riflettere.
<< Sophie … è nuovo quello? >> domandò poi all’amica, senza distogliere gli occhi da lui.
L’altra cercò di capire dove stesse guardando Val, poi disse:
<< Chi? Il tipo alto e moro al centro della pista? Sì, l’ho tesserato qualche giorno fa! >>
<< E’ bravo … >> fece Val, ancora con sguardo assorto.
Sophie diede un’occhiata al ragazzo e rise.
<< Già, si muove veramente bene. Lo vuoi conoscere? Mi pare che si chiami Bill … >>
La ballerina rimase zitta, si portò una mano al mento come per pensare e dopo averci rimuginato sopra per un po’, si alzò e decise in qualche modo di sfidarlo.
Cominciò a danzare con maestria e notevole bravura, sollevando i soliti boati di apprezzamento. Ogni tanto si girava per vedere se il ragazzo nuovo l’avesse notata e quando si rendeva conto del contrario, faceva qualche mossa provocatoria per sollecitare di più il pubblico.
Finalmente Bill la vide e rimase molto impressionato davanti a un così grande talento, al punto che si unì al pubblico di danzatori che si erano fermati a guardarla. Quando Valery se ne accorse, si fermò e lo fissò intensamente. Comprendendo di essere stato preso di mira, il moro non ne fu intimidito, anzi: fece qualche passo verso di lei e con un lieve inchino le porse una mano, invitandola a ballare.
Tutti i presenti furono perplessi. Nessuno aveva mai chiesto di ballare a Valery, la famosa Valery, colei che aveva raggiunto la perfezione e non poteva paragonarsi a nessun altro. Val ne fu altrettanto colpita e, presa dalla curiosità, accettò e gli prese la mano. Gli altri ballerini che avevano assistito alla scena ridacchiarono e continuarono a ballare per conto proprio.
Con strana disinvoltura, senza lasciarle la mano sinistra, Bill pose quella destra sul fianco di Valery e lei, per forza di cose, mise la sua sulla spalla del ragazzo. Quest’ultimo diede poi l’attacco con un cenno della fronte, subito dopo il quale i due iniziarono a muoversi.
Era così strano per Val. Nessuno le aveva mai proposto così audacemente di ballare con lei e farlo senza preavviso, tra l’altro con un perfetto sconosciuto, le suonava parecchio insolito e insomma, troppo strano! Lui, invece, non si era fatto alcuno scrupolo, si stava semplicemente divertendo. Ma non sapeva che in realtà la ragazza con la quale stava danzando era la più brava e ammirata della pista, quindi una persona di una certa importanza nel club.
Ad ogni modo, i due si mossero a tempo di musica senza alcuna esitazione. Bill aveva assunto un’espressione fiera, ma allo stesso tempo divertita e soddisfatta; intanto Valery lo studiava e valutava attentamente la situazione.
“Oh no, pivello, la più brava sono io!” pensò, fissandolo in viso.
Per un po’ i due seguirono una successione di passi piuttosto semplice, ma improvvisamente Val prese l’iniziativa e cominciò a trascinare Bill in alcune mosse rapide ed impegnative, sebbene fossero anche molto belle da vedere. Gli prendeva le mani e faceva una doppia o tripla giravolta, il tutto nella stessa battuta, oppure cambiava improvvisamente l’ordine dei passi o ancora commetteva volutamente qualche errore. Insomma, stava facendo di tutto per disorientarlo, metterlo in difficoltà. Eppure lui sembrava non esserne turbato, o meglio, non se n’era accorto. Rimaneva tranquillo e anzi, nelle sue movenze e nei suoi sguardi si poteva leggere una certa curiosità.
Vedendo che il ragazzo proseguiva con serenità, lei s’innervosì. Piano piano si calmò e continuò a danzare correttamente. Intanto lo osservava, tentando di capire il motivo del suo comportamento. Bill non parlava, si muoveva soltanto. Ma nello stesso tempo era anche molto affascinato e coinvolto da ciò che faceva. Sembrava che non si fosse preso nessun impegno, fatto nessuno scrupolo, prefissato nessun obiettivo. Il suo desiderio era ballare. E basta.
Quando Valery se ne accorse, dovette ricredersi. Quasi nessun ballerino ragionava come lui; tutti quelli che conosceva, lei compresa, erano guidati da una forte ambizione e tutto ciò cui pensavano mentre danzavano era solo il raggiungimento della perfezione. Raramente c’era qualcuno che, come Bill, ballava solo per divertirsi e sentirsi bene. Riflettendo su questo, la ragazza si incuriosì e proprio dalla curiosità fu spinta a guardare quello strano giovane direttamente negli occhi, per capire meglio cosa pensasse.
Lui si accorse dello sguardo insistente di Val, così ricambiò con un sorriso e un flebile movimento della mano che la incitava a fare una giravolta. Lei la eseguì, senza mutare l’espressione meravigliata che aveva in viso. Possibile che lui non avesse nemmeno un pizzico di spirito competitivo? Doveva averlo. Chiunque ballasse con lei doveva essere competitivo.
“Se non vuole una sfida, beh, gliela farò volere io!” si convinse la ragazza.
Per un po’ fu Bill a guidare i passi, poi Valery capì che sarebbe stata soddisfatta solo se lo avesse fatto sbagliare o distrarre. Aspettò qualche momento, dopodiché iniziò a fare una giravolta dopo l’altra. In questo modo il ragazzo si stancò un po’ e mentre lui la guardava ammirato, capendo che lei aveva davvero un gran talento, la ballerina lo strattonò per entrambe le braccia, spingendolo a spostarsi dalla sua posizione, rischiando quasi di farlo inciampare.
Bill si accorse che l’aveva fatto apposta ed osservò meglio la sua espressione. Valery stava sorridendo, orgogliosa e sorniona, come se gli avesse appena dimostrato che era lei la più brava dei due. Notando questo sguardo un po’ maligno, Bill si stupì. Ma contrariamente alle aspettative di Val, lui non si arrabbiò, né ebbe voglia di un’altra sfida. Alzò invece un sopracciglio con perplessità, come per dirle “Non è che per caso ce l’hai con me?”.
A quel punto la ballerina non seppe più cosa fare. Era così sorpresa della sua reazione, talmente tanto che la cosa la divertì. Si rese conto di essere stata un po’ stupida a proporgli uno scontro del genere e che in fondo non aveva neppure senso. Lei non era vanitosa o desiderosa di mettersi in mostra, eppure si era comportata con lui come se lo fosse. Rendendosi conto di tutto questo, sorrise e poi scoppiò a ridere, lasciandosi trasportare dal braccio di Bill che le faceva fare un’ennesima giravolta.
Fino a quando la canzone finì, i due continuarono a ballare insieme. Era un’esperienza nuova per entrambi e di conseguenza stavano provando sensazioni insolite. Si piacquero a vicenda, ma non furono attratti l’uno dall’altra. Era un’emozione particolare, intensa ma non come lo è l’amore. Stavano forse diventando … amici?
Sì, era qualcosa di simile, ma l’amicizia che erano abituati a provare era differente da quella che sentivano in quel momento. Non compresero subito di cosa si trattava, ma un passo dopo l’altro la risposta fu chiara: si stava sviluppando tra loro una grande complicità. I loro movimenti avevano cadenze diverse, eppure sembravano avere un alone di magia intorno, quando avvenivano insieme. Che avessero trovato rispettivamente il loro compagno e compagna di ballo ideale?
La canzone terminò e i due ballerini si fermarono. Sospirarono per la stanchezza, avevano danzato a lungo. Rimasero qualche attimo a fissarsi. Sorridevano, erano felici di aver provato qualcosa di nuovo.
<< Piacere, io sono Valery. >> fece lei, allungandogli il braccio.
Lui allargò il sorriso, le strinse la mano e rispose:
<< Piacere mio. Mi chiamo Bill! >>
Val si torturò le mani e si guardò intorno, indecisa sul da farsi. Poi si rigirò verso Bill e chiese:
<< Un drink? >>
L’altro annuì ed iniziò a camminare verso il bar.
<< Volentieri! >>
 
Appoggiandosi allo stipite della porta del bar, Valery fece:
<< E così sei nuovo … >>
<< Già. >> disse lui, aprendo una lattina di soda e appoggiandosi all’altro stipite di fronte a lei. << Mi piace molto questo club! >>
Val lo guardò sovrappensiero.
<< Posso dirti che ti muovi davvero bene? >> gli disse poi.
<< Grazie. Anche tu sei molto brava! Hai talento! >>
<< Ti ringrazio. >>
La ragazza portò alla bocca il suo bicchierone di tè freddo, sempre fissandolo. Intanto Bill buttò giù diversi sorsi della sua bibita e si sentì molto più rinfrancato. Il suo sguardo cadde su Valery con la sua stessa aria pensierosa, poi chiese:
<< Succede spesso che l’intera sala si fermi a guardarti come poco fa? >>
Lei distolse gli occhi da lui e fece, guardando per aria e alzando le spalle:
<< Sì … direi di sì. >>
Bill ne fu sorpreso.
<< Sul serio? Allora devi essere popolare qui … >>
<< Già, così pare. >> disse Val senza tante cerimonie. << E credo che per questo nessuno mi abbia mai chiesto di ballare insieme, almeno fino ad oggi. >>
Mentre Valery riprendeva a bere il suo drink, il ragazzo la fissò a occhi spalancati.
<< Ciò significa che io sono il primo?? >>
Valery fece sì con il capo, suscitando in Bill un certo pentimento per essersi comportato in modo così audace con lei. Chissà cos’avrebbero pensato gli altri di lui, ora, sapendo che un ballerino nuovo e mai visto prima aveva fatto ciò che gli altri danzatori non avevano mai avuto il coraggio di fare …
“Ah, ma in fondo cosa m’importa del giudizio della gente?”
<< Ehm, capito … Dimmi, Valery, pensi che ne sia valsa la pena? >> domandò titubante.
La ragazza si voltò verso Bill e senza troppe esitazioni sorrise.
<< Assolutamente sì! Penso che ballare con te sia stato meglio di quanto avrebbe potuto esserlo con qualsiasi altro ballerino! >>
Inutile dire che Bill si sentì orgoglioso dopo quell’affermazione. Allargò un sorriso e fece:
<< Neanch’io posso lamentarmi. Ho ballato con la più famosa danzatrice del quartiere! Non ti sembra incredibile? >>
<< Mai come lo è stato per me ballare con te! >> disse Val a sua volta.
I due ebbero infine la stessa idea e fecero tintinnare i contenitori delle loro bevande.
Proprio mentre stavano finendo i loro drink, videro Sophie avvicinarsi con grande eccitazione.
<< Ciao Sophie! >> fece Valery.
<< Ciao Val, ciao Bill! >>
Anche lui salutò, poi la responsabile dell’attività di ballo disse:
<< Ragazzi, ma che cosa vi è successo?? >>
<< Di cosa stai parlando? >> domandò lui sorpreso.
<< Vi hanno visto tutti ballare prima! >> esclamò lei, sorridendo. << Siete stati fenomenali! >>
Val guardò Bill con perplessità:
<< Sul serio? Non ce n’eravamo minimamente accorti! >>
<< E invece avete spopolato! Stanno tutti parlando di voi, in questo momento … >>
Cercando conferma alla frase di Sophie, i due ballerini fecero rapidamente scorrere lo sguardo in mezzo alla gente in sala. Non appena qualcuno incrociava i loro occhi, si girava e parlottava con i vicini di tavolo o di pista ed era palese che l’argomento fosse il nuovo arrivato e la ballerina più famosa del club … insieme.
<< Bah, sono soltanto voci! >> disse Valery, per poi staccarsi dallo stipite della porta e andare a posare il bicchiere al bancone.
Intanto Bill buttò via la lattina vuota, mentre Sophie gli diceva:
<< Ad ogni modo, sto facendo un giro per il “Fuego del Sol” per informare tutti i soci che si sono appena aperte le iscrizioni per una gara di ballo! >>
Il ragazzo si dimostrò subito interessato.
<< Veramente? Che bello! Val, hai sentito?? >>
Val non aveva sentito e quando Sophie le ripeté la notizia, reagì in modo strano.
<< Oh … è individuale? >>
<< No, è in coppia! >> rispose l’altra, strizzando l’occhio a Bill.
Quest’ultimo la fulminò con gli occhi, intimandole di togliere il disturbo, così lei se ne andò. Intanto Valery tornò ad appoggiarsi al muro con aria assorta.
Lui le chiese, avvicinandosi:
<< Tutto bene? >>
<< Sì, credo. >> fece lei con una leggera, ma percepibile ansia. << Sai, ho sempre desiderato prendere parte a una gara … >>
<< Non l’hai mai fatto?? >>
<< No. Tutte quelle organizzate da questo club sono sempre state a coppie ed io non ho mai trovato il partner giusto per me … eppure sono una persona competitiva e muoio dalla voglia di partecipare, penso che tu l’abbia già capito … vero? >>
Bill esitò un momento di fronte a quell’espressione, che non faceva altro che confermare l’ansia e la speranza dell’amica. Era come se gli stesse chiedendo con gli occhi di iscriversi alla gara con lei.
Quando se ne rese conto, lui fece un sorriso e disse:
<< Dalla prossima volta iniziamo a pensare ad una coreografia, intanto tu vai a dire a Sophie di tenere il premio pronto per noi! >>
Con gli occhi un po’ lucidi, Valery rise e lo abbracciò brevemente, prima di correre ed esclamare a gran voce il nome di Sophie.
 
 
 *


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 

Entrati nella palestrina, Bill e Valery dimostrarono subito di apprezzarla.
<< Com’è carina! >> fece lei. << Per che ora l’hai prenotata? >>
<< Tutti i giorni dalle 5 in poi, se non ci precede una squadra di bambini che giocano a basket … >>
Val alzò le spalle, posando per terra uno stereo e la sua borsa.
<< Va benissimo lo stesso! >>
A lato della palestrina c’era una grande porta con degli enormi maniglioni. Bill si avvicinò a essa e la aprì, scoprendo con sorpresa che da lì si usciva direttamente nella piazzetta.
<< Ehi, ma è qui che si terrà la gara! >> esclamò.
L’amica era occupata a cercare un cd tra quelli che si era portata dietro, quando sentì la voce di Bill.
<< Davvero? >> domandò, raggiungendolo.
Di fronte a loro c’era un grande padiglione dalla forma circolare, contornato da alte arcate e sovrastato da una cupola. C’era molto spazio e sembrava il posto adatto per una competizione pubblica.
Valery appoggiò un gomito sulla spalla di Bill e commentò:
<< E’ veramente bello, questo posto. Immaginalo pieno di gente … >>
Non fu difficile farlo. Il ragazzo aveva sempre sognato di esibirsi con la sua band davanti a tante persone e al solo pensiero fece un sorriso spontaneo che tenne per sé, senza dire nulla.
<< Vieni, Bill, voglio farti sentire una canzone! >>
Con queste parole i due rientrarono nella palestrina. Val trovò il cd che stava cercando, lo mise velocemente nello stereo e lo fece partire.
<< E’ una delle mie preferite … >> disse lei, mentre la musica cominciava.
Dopo averla ascoltata per un po’, nella mente dei due ballerini iniziarono a prendere forma idee su idee utili per la coreografia che avrebbero dovuto presentare alla gara. Decisero che quella canzone sarebbe stata il loro cavallo di battaglia e presero subito a lavorare sul pezzo, improvvisando varie combinazioni di passi di danza tra una risata e l’altra.
Le due ore seguenti passarono in un lampo. Quando se ne accorsero, Bill e Valery raccolsero le loro cose e fecero per lasciare il club. Commentando le loro prime prove e facendosi complimenti a vicenda, arrivarono all’uscita. Ma appena oltrepassata la porta, la ragazza si immobilizzò e spalancò le orbite.
<< Fratellino, sei venuto a prendermi! >> esclamò invece Bill.
Tom era venuto incontro al gemello, quasi per puro caso, tanto per passare il tempo. Ovviamente nella testa di Valery prese vita un’infinità di domande.
<< Qual buon vento ti porta qui, Tom? >> continuò il cantante, avvicinandosi a lui.
<< Il vento della noia, infatti non sapevo cosa fare a casa da solo senza avere gemelli da tormentare. Com’è andato il …? >>
Il ragazzo si bloccò a sua volta, non appena si accorse della presenza di Valery alle spalle del fratello. Quest’ultimo si girò per controllare la reazione dell’amica, ma vedendo che anche lei sembrava sorpresa di vedere Tom cominciò a preoccuparsi.
<< Ehm, ragazzi? Va tutto bene? >>
Val avvertì un’improvvisa vampata di calore avvolgerla dalla testa ai piedi, poi scosse il capo e farfugliò:
<< Bill … ti dispiacerebbe dirmi …? >>
Il moro capì e procedette subito con le presentazioni.
<< Oh, certamente! Valery, ti presento il mio fratello gemello Tom. Tom, questa è Valery, la mia partner di ballo. >>
<< Lieto … >> fece il chitarrista ancora stupito, titubando nel stringerle la mano che lei le porgeva.
Non fu complicato per Bill notare che tra i due c’era qualcosa di strano.
<< Vuoi scusarmi un momento, Tom? >> disse il ballerino. << Avrei due cosette di cui parlare con Val … >>
Prese l’amica per il polso e mentre lei faticava a distogliere gli occhi da Tom, venne trascinata nuovamente dentro.
<< Ti senti bene?? >> esclamò lui con sguardo inquisitorio.
<< Certo! >> mentì Valery, che invece combatteva per nascondere l’imbarazzo. << Piuttosto, perché non mi hai detto che lui è il tuo fratello gemello?! >>
<< Non ero tenuto a farlo! >> ribatté Bill. << Magari te ne avrei parlato, però … aspetta: mi sono perso qualcosa?? >>
Lei arrossì e non rispose, limitandosi a guardare per aria con finta innocenza.
 
Intanto, fuori, Tom era ancora in preda alla sorpresa. “Com’è piccolo il mondo!” pensò. Insieme allo stupore, però, scoprì di sentirsi anche contento di aver incontrato di nuovo quella ragazza. Dopotutto, non si incontravano spesso delle tipe così carine …
Navigando in questo mare di pensieri, quasi non si accorse che la sua amica Elisabeth stava passando di lì.
<< Ciao Tom! >> disse, andandogli vicino.
L’improvviso arrivo della ragazza lo fece sobbalzare.
<< Elisabeth!! Anche tu da queste parti? >>
<< Già. Tu che cosa ci fai qui? Anche tu hai deciso di unirti al “Fuego del Sol”? >> chiese lei curiosa.
<< No, sono qui solo per passare il tempo … >> rispose Tom ancora mezzo stordito da tutti quegli incontri. << Conosci questo club? >>
Eli sorrise, guardando l’insegna luminosa:
<< Certo, ci vengo spesso con la mia migliore amica … Oh, guarda, eccola lì! >>
Non appena si accorse che Elisabeth stava parlando di Valery, il chitarrista trasalì.
<< Valery è la tua migliore amica?? >> esclamò, fissando le due ragazze una dopo l’altra.
<< Sì … Hai già avuto modo di conoscerla? >>
<< Si può dire di sì! >>
La bionda rimase zitta per qualche attimo, giusto il tempo di sospettare che tra i due ci fosse qualcosa di particolare. Non ebbe il tempo di approfondire la cosa, però, perché improvvisamente notò il ragazzo con cui dentro stava parlando l’amica. Lo aveva già incontrato!
<< Piuttosto, sai chi è quel tizio con cui Val sta parlando? >> chiese Elisabeth distrattamente.
Tom alzò le spalle.
<< Mio fratello, nonché partner di ballo di Valery. Perché, ha per caso attirato la tua attenzione? >>
<< No, no … Semplice curiosità. >> rispose lei, facendo finta che Bill non le interessasse. << Oh no, sono in ritardo! Devo salutarti, Tom. Ci vediamo presto, ok? >>
<< Ok!! >> fece lui, osservandola andar via di corsa.
 
Nel frattempo, nell’atrio del club …
<< Mi stai dicendo che ti piace mio fratello?? >>
<< No! Cioè, sì … ehm … >>
Valery non era riuscita a nascondere l’imbarazzo e aveva raccontato a Bill il suo primo incontro con Tom, confessando poi che le era piaciuto fin dall’inizio. Era la prima volta che si sentiva così ed era una sensazione strana.
<< Ti prego, non dirlo a nessuno! >> lo pregò.
Lui alzò un sopracciglio, indeciso, ma poi cedette allo sguardo supplichevole di Val.
<< D’accordo! >> disse. << Farò finta di niente, a patto che tu prima o poi glielo dica! >>
<< Mmh, e va bene. >>
In quel momento Sophie stava passando di lì, così Bill decise di andare a chiederle altri dettagli riguardanti la gara di ballo. Valery, invece, uscì con l’intenzione di parlare un po’ con Tom.
<< E’ tutto a posto? >> domandò lui, vedendola arrivare.
<< Sì, niente di importante … >>
Il ragazzo fece un gesto che si ritrovava sempre a compiere quando era nervoso o imbarazzato: mise le mani in tasca e dondolò un po’ con i piedi. Valery, invece, rimase ferma a guardarlo con discrezione, senza risultare invadente. Era il chiaro comportamento di due persone che si piacciono a loro insaputa.
<< Sai, Val … >> Tom cercò un po’ di confidenza chiamandola con il suo diminutivo. << Poco fa è passata Elisabeth. Ci siamo conosciuti per caso giorni fa e mi ha detto che siete amiche … >>
Valery fu felicissima di aver trovato con lui un argomento di conversazione. In questo modo avrebbe potuto guardarlo e sentirlo parlare senza far trasparire il suo interesse nei suoi confronti.
<< Davvero? Mi sarebbe piaciuto salutarla … >>
<< Ha detto che era in ritardo, forse aveva un impegno! >>
<< Capisco. >>
Val abbassò lo sguardo, ripensando alla situazione in cui era immischiata Elisabeth. Con tutta probabilità si trattava di un ennesimo incontro con i suoi amici drogati e questo le abbassò il morale. Tom si accorse che qualcosa non andava, perciò si avvicinò a Valery e le chiese quale fosse il problema scuotendo lievemente il capo e aggrottando la fronte, il tutto con un’espressione dolce sul viso.
<< Eli si è messa in testa di voler frequentare alcuni amici suoi, solo che questi qui fanno parte di un brutto giro di droga e non voglio che anche lei ci finisca in mezzo! >> spiegò Valery con tristezza.
<< Ah sì, nelle ultime settimane ne ho sentito parlare … >> fece Tom. << E così Elisabeth conosce quelle persone? >>
<< Perlomeno alcune, sì. >>
Il chitarrista la osservò ed ebbe una gigantesca voglia di tirarla su. Sfoderando uno dei suoi sorrisi più sinceri, le disse:
<< Coraggio, tutto si sistemerà. Sei la sua migliore amica, no? Stalle vicino e sono sicuro che non le succederà niente di male! >>
Val sollevò gli occhi per guardarlo. Si scontrò con il suo lucente sorriso e sentì le guance andare in fiamme. A quel punto gli sorrise a sua volta e annuì, dandogli ragione. I due risero, poi Tom le chiese:
<< Sbaglio o sei diventata rossa? >>
L’altra balbettò:
<< Cosa? No, figurati! Sarà colpa del tramonto … >>
Il sole, infatti, si stava affrettando a lasciare il cielo. Poco dopo arrivò Bill, che fu il primo a procedere con i saluti.
<< Possiamo andare. Val, ci incontriamo di nuovo qui domani pomeriggio? >>
<< Assolutamente, non vedo l’ora! >> fece lei. << Allora, io vado di qua … >>
<< … e noi andiamo di là! >> disse Tom, terminando la frase.
I tre si salutarono e, camminando verso casa, Valery si sentì davvero contenta di aver rivisto il ragazzo che le piaceva. Non avrebbe mai pensato che Tom fosse il fratello gemello del suo nuovo amico ballerino!
“Com’è piccolo il mondo!” pensò con un sorriso.
 
Mancava mediamente un mese al contest musicale al quale i ragazzi avrebbero partecipato e le prove dovevano iniziare subito. Non passarono molti giorni dall’iscrizione che i quattro si ritrovarono nella grande sala da concerto per prendere confidenza con le varie apparecchiature presenti sul palco e dintorni.
I musicisti stavano dando un’ultima occhiata agli strumenti e in poco tempo avrebbero cominciato, quando un sibilo assordante sorprese tutti i presenti, spingendoli a tapparsi le orecchie e a fare smorfie di dolore. Capendo che il rumore era stato causato da Bill, tutti si girarono verso di lui con aria di rimprovero.
<< Hehe, scusate ragazzi! Devo ancora abituarmi a usare i microfoni professionali e sofisticati! >> fece il cantante, ridendo per ammorbidire gli amici.
<< Fai attenzione, la prossima volta! >> disse Tom, seduto sul bordo del palco intento a sistemare la sua chitarra.
Anch’essa, come il microfono di Bill, era collegata ad alcune enormi e rumorose casse, per cui il rischio di emettere un sibilo c’era comunque anche per il chitarrista. E infatti, nel trattenere lo strumento che stava per cadergli di mano, Tom provocò un suono simile al precedente, se non più insopportabile.
<< E poi dicevi a Bill!! >> esclamò Georg, stappandosi poi le orecchie.
Tom sbuffò senza rispondere e continuò con il suo ultimo controllo.
Bill si avvicinò a lui e gli domandò:
<< Cos’hai, fratellino? Ti vedo pensieroso … >>
<< Mmh, non è nulla, Bill … >>
<< Sicuro? >>
Tom si voltò ed incontrò il sopracciglio alzato del gemello. Comprese immediatamente che sarebbe stato impossibile nascondersi alla sua curiosità, ma l’orgoglio lo spinse a non arrendersi.
<< Davvero, sto bene! >> ribadì.
<< Non ci credo … >> fece Bill, scuotendo il capo. << Tu hai qualcosa e giuro che scoprirò di cosa si tratta! >>
Gustav e Georg, sistemati leggermente più indietro sul palcoscenico, si gustarono la scena in silenzio, promettendosi di commentare alla fine.
<< Fammi indovinare: sei emozionato per l’esibizione? >>
Tom non rispose, ma tenne gli occhi fissi in quelli del fratello per un po’, al punto che Bill ruppe ad un certo punto il silenzio e si rimangiò le parole appena dette.
<< No, non si tratta di questo. Vediamo … Hai litigato con qualcuno? >>
La serietà con cui Bill provava a leggere nello sguardo del gemello aveva dell’incredibile. Fin da quand’erano piccoli era sempre riuscito a capire cosa si celava nell’animo di Tom. Ma neanche quella era la risposta giusta. Si portò una mano al mento e aggrottò la fronte, riflettendo più intensamente. Provò poi con un’ennesima ipotesi:
<< Non dirmi che hai solo un po’ di malumore!? >>
L’altro lo guardò come per dargli dello scemo e gli altri due amici risero. In effetti Tom non era tipo da depressione improvvisa. Bill non demorse e scrutò meglio lo sguardo del gemello. Ad un tratto capì e con un battito di ciglia mutò espressione, illuminandosi.
<< Aspetta, non è mica detto che sia qualcosa di brutto … Di’ un po’, per caso hai conosciuto una ragazza? >>
Negli occhi del chitarrista comparve una quasi invisibile scintilla che Bill percepì. Quest’ultimo sorrise con soddisfazione e fece:
<< Bingo! >>
<< Davvero? E chi è la fortunata? >> chiese Gustav con forte curiosità.
Tom alzò le mani:
<< Scordatevi che ve lo dica!! >>
Gli amici lo pregarono di parlare, un po’ come avevano fatto con Bill quando aveva rivelato la sua segreta passione per il ballo.
<< Avanti, perché non dircelo? Siamo i tuoi amici, non ti costa niente! >> fece il batterista.
Il bassista concordò:
<< Già! E poi non ci cambi la vita dicendoci il nome della ragazza, tanto non la conosciamo nemmeno … o sì? >>
A quel punto Bill ebbe la giusta intuizione e disse, sornione:
<< Forse il nostro Tom non vuole dirci il nome della ragazza che gli interessa proprio perché noi la conosciamo! O meglio, io la conosco … >>
La vittima della discussione lanciò un’occhiata perfida al cantante, come per minacciarlo di brutte conseguenze se avesse continuato a parlare. Tuttavia Bill proseguì convinto e disse infine, avvicinando il viso all’orecchio del fratello per farlo sentire ancora più in trappola:
<< Scommetto che è Valery, non è così? >>
Tom spalancò gli occhi e deglutì. “Sapevo che l’avrebbe scoperto, accidenti!” pensò.
Il ragazzo si era proprio innamorato di Valery; il sentimento era maturato dopo la loro conversazione avvenuta qualche giorno prima al club. L’incontro casuale in cui l’aveva vista la prima volta aveva senz’altro contribuito ad avvicinarli e ad attirare l’attenzione di lei su di lui, ma dopo averci scambiato alcune parole Tom aveva capito che Val gli interessava davvero. Si trattava di una ragazza ricca di qualità e molto emotiva, fu questo ciò che più gli piacque.
Mentre Georg e Gustav si guardavano con fare interrogativo, Bill andò di nuovo verso la sua asta con microfono altezzosamente, felice di aver indovinato tutto. A Tom non restò che incassare la sconfitta.
<< Evita almeno di renderti ridicolo con quell’andatura da trampoliere zoppo! >> disse, poi sospirò: << Anche se hai ragione … >>
<< Aspettate, ma chi è questa Valery? >> fece Georg, ansioso di sentire quel pettegolezzo nei dettagli.
Bill rispose:
<< La mia partner di ballo al club. Tom l’ha conosciuta quando è venuto a prendermi e a quanto pare non è stata la prima volta che l’ha incontrata … >>
Da lì il chitarrista proseguì raccontando della prima volta in cui aveva visto Valery. Man mano che spiegava com’erano andati i fatti, camminando avanti e indietro sul palco, si faceva spazio sulle sue gote un lieve rossore. Il gemello lo notò e si rese conto che Tom era veramente innamorato.
<< E comunque … insomma, lei mi piace e … >>
Il ragazzo ripensò al sorriso che Val gli aveva rivolto prima di salutarsi e non poté fare a meno di sorridere a sua volta, poi abbassò gli occhi e mise le mani in tasca con grande timidezza. Bill gli andò vicino e appoggiò un braccio sulle sue spalle per incoraggiarlo, promettendogli poi che non avrebbe mai rivelato quel segreto alla sua amica a patto che prima o dopo sarebbe stato Tom a farlo.
Improvvisamente, i quattro sentirono il vocione del responsabile della sala esclamare dalla platea:
<< Siete ancora lì? Non vi sento fare musica! >>
Bill prese il microfono e cercò di spiegargli che in breve avrebbero iniziato, ma ad interromperlo arrivò il fratello, che aveva rapidamente impugnato la chitarra e aveva fatto pizzicare le corde con forza, assordando tutti.
Vedendo l’espressione scandalizzata dell’uomo nella platea, i Tokio Hotel poco riuscirono a trattenere una gran risata.



*

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Capitolo 6
*** 6 ***


Capitolo 6


La musica andava avanti e i due ballerini danzavano con allegria. Era un pomeriggio fresco e l’atmosfera era rilassante.
<< Dici che sto andando bene, Valery? >>
Bill la colse di sorpresa: non era abituata a parlare o sentire qualcuno che le parlava mentre ballava. Si lasciava guidare dalle braccia dell’amico, concentrandosi solo sui movimenti e sul ritmo, e cominciava anche a esserne come inebriata, in un certo senso. Ma dovendo improvvisamente interrompere quel fenomeno per rispondere, non realizzò subito cosa avrebbe dovuto dire.
<< Ehm … >> fece, poi sorrise: << Sì, certo! >>
Soddisfatto, Bill continuò nei primi accenni di coreografia che aveva ideato con Val. Era contento di quella risposta, ma aveva notato che Valery era rimasta assente nel dargliela. Ci pensò in silenzio, proseguendo con i passi e dando il meglio di sé. Provò a sentirsi come lei: si concentrò sulla canzone e cercò di eseguire tutte le mosse in modo corretto. Rapidamente, però, scoprì di sentirsi a disagio ragionando così.
<< Bill, stai attento! >> esclamò Val, vedendo che stava per pestarle un piede.
Lui scosse la testa e senza smettere di muoversi si scusò:
<< Oh, perdonami! >>
<< Ehi, ti accorgi che stai sbagliando la coreografia?? >> disse poi Valery, stizzita. Non capiva perché il suo amico fosse così distratto.
<< Cosa? Oh … scusa, io … >>
<< Ah, non importa! >>
Con un gesto che sembrava esprimere irritazione, la ragazza si separò da Bill e spense lo stereo.
A quel punto iniziò un’inaspettata discussione.
<< Che cos’hai? >> chiese lei, incrociando le braccia sul petto.
<< Niente, sto bene. >> rispose Bill, ancora tranquillo.
L’altra lo fissò incerta e ribatté:
<< Sicuro? Non è che magari sei agitato per la gara? >>
<< No, davvero, sto bene. Non ti preoccupare! >>
Valery socchiuse gli occhi, senza fidarsi. << Non ci credo. >> disse.
Bill abbozzò una risata e fece:
<< Valery, te lo giuro. Sto bene. Piuttosto, adesso mi chiedo se stia bene tu! >>
L’amica trovò assurde le parole del ragazzo e ne fu turbata.
<< Cosa dici? >> esclamò. << Io sto alla grande, talmente alla grande in questo periodo che ho voglia di ballare più di quanto non ne abbia mai avuta. Tu, invece? Oggi ti vedo spento, oggi non percepisco quel … quel non so cosa che ha attirato la mia attenzione quando ti ho visto ballare per la prima volta. Che ti succede, Bill? Per poco non sbagli i passi e … >>
<< Non riesco a ballare a comando! >> la interruppe lui. << Tu sai che sono una persona spontanea e che non ho mai danzato una coreografia predefinita, perciò è naturale che debba ancora prenderci la mano! >>
Non sapendo perché, Valery si sentì come tradita.
<< Non capisco. >> mormorò. << Pensavo che tutto stesse andando bene e che ti sentissi a tuo agio … Cosa c’è che non va? >>
Bill strinse le labbra e si impietosì di fronte alla preoccupazione di Val. Non ebbe più il coraggio di alzare la voce e rispose, con un sospiro:
<< Niente, in realtà. La coreografia è bella, la canzone mi piace, insomma è tutto perfetto … >>
<< Ma …? >>
<< … il fatto è che anche tu sei perfetta. E vorrei esserlo anch’io. Vedi, io sto cercando di adattarmi al tuo stile perché se entrambi saremo perfetti, avremo la vittoria in tasca. Ci tengo veramente molto a vincere, ma solo perché ci tieni tu … E’ la tua prima gara e voglio che tu la vinca. >>
Valery non seppe sul momento cosa dire. Bill si stava impegnando così tanto per evitare che la sua prima tanto ambita gara andasse male e lei non se n’era nemmeno accorta. Ne fu commossa ed ebbe una gran voglia di ringraziarlo.
<< Oh, Bill … >> fece, avvicinandosi a lui. << Questa gara non si vince con la perfezione. E’ vero, sono brava, precisa e quant’altro, ma il pubblico vuole vedere qualcosa che lo sorprenda e che gli trasmetta delle belle sensazioni. Tu con me ci sei riuscito, perché quando balli sei te stesso. Io lo sono, ma fino a un certo punto; voglio dire, non faccio trasparire le emozioni della mia danza come fai tu. E questo è davvero bello. Non perdere il tuo stile, Bill! E’ la cosa più meravigliosa che abbia mai visto e che da un ballerino si possa mai vedere. Cerchiamo di unire la mia cosiddetta perfezione alla tua speciale spontaneità: dobbiamo lasciarli tutti a bocca aperta. Ti va? >>
L’amico era rimasto ad ascoltare quelle parole dette con voce tremante in silenzio, ma nei suoi occhi una scintilla si faceva sempre più visibile. Valery aveva ragione, per quella gara bisognava essere se stessi. Sorrise e d’impeto la abbracciò forte. Lei ricambiò felice e gli sussurrò in un orecchio:
<< Grazie per quello che stai facendo per me … Ti voglio bene. >>
<< Anch’io ti voglio bene, Val. >> disse il ragazzo a sua volta.
 
Si piacevano sempre di più. Quegli stili sembravano combaciare con un’armonia a dir poco perfetta; la sinuosità di Bill e la precisione di Valery formavano un quadro incredibile e spettacolare. I due sembravano rendersene conto e cercavano di sfruttare questo fatto al meglio.
Un altro pomeriggio di prove era passato e come al solito si diressero verso l’uscita del club insieme. Quella volta, però, lei si fermò davanti ad un corridoio.
Accorgendosi che l’amica non era più al suo fianco, il ragazzo si voltò e la vide vicino all’angolo di quel corridoio laterale, con le mani dietro la schiena e un sorriso schietto.
<< Non vieni? >> domandò lui.
<< Aspetto una persona. >>
<< Davvero? Chi è? >>
<< La mia migliore amica. >>
Bill approvò con un cenno del capo:
<< Oh, che bello! >>
<< Non ti fermi a conoscerla? >> chiese Val, girando il busto a destra e a sinistra come una bambina.
<< Non posso. >> rispose il cantante, scuotendo la testa. << Tra non molto cominciano le prove per il contest musicale di cui ti avevo parlato e gli altri mi stanno aspettando! >>
Un po’ delusa, Valery fece:
<< Che peccato, mi sarebbe piaciuto presentartela … Beh, sarà per la prossima volta. Buon proseguimento e … salutami Tom! >>
Ridacchiarono entrambi, mentre lei arrossiva solo al pensiero del gemello del suo amico.
<< Allora ci vediamo presto, Val! Ciao!! >>
<< Ciao, Bill!! >>
Agitando la mano, i due si separarono. Proprio mentre il ragazzo stava varcando la soglia dell’edificio per uscire, Elisabeth apparve al fianco dell’amica. Reggeva un borsone sportivo nella mano e aveva negli occhi la stanchezza di lunghe ore di allenamento.
<< Eccoti qui, Eli! Eli? >>
La bionda non ebbe la prontezza di rispondere a Valery. La visione di Bill che spariva sotto la luce del tramonto imminente l’aveva ipnotizzata.
<< Elisabeth! Mi rispondi?? >>
L’altra balbettò qualcosa, girandosi di colpo verso Val, ma si sentiva come se fosse appena arrivata da un altro pianeta:
<< Hai detto qualcosa? Cosa-cosa hai detto? >>
La scena era talmente surreale ed esilarante che Valery rise di gusto. Aveva già intuito tutto e la cosa la divertiva perché in un certo senso si sentiva come Elisabeth: aveva incontrato anch’essa un ragazzo che era stato capace di sorprenderla e di conquistarla.
<< Eli, scommetto che Bill ti ha fulminata! >>
La bionda ebbe un tremito solo a sentire il nome del ragazzo della discussione. Cercò di dimostrarsi forte e fece:
<< Solo un po’. E’ carino, ma nulla di più … >>
<< Cosa fai, la bugiarda adesso?? >> domandò Val con il viso paralizzato nel suo sorriso compiaciuto.
<< No aspetta, non sto facendo la bugiarda! >> esclamò Elisabeth, mettendo le mani avanti come per discolparsi. << Insomma, è soltanto un bel ragazzo, non ha niente di speciale. Come fai a dire che mi piace, non … non ci ho nemmeno parlato … >>
Il suo sguardo si abbassò, mentre lei si accorse che aveva appena fatto la figura della bugiarda, appunto.
Valery la interrogò con gli occhi, poi vide l’amica sospirare e arrendersi all’evidenza.
<< Se usciamo, ti racconto tutto. >> disse Eli, incitando Val ad andare fuori con un cenno del capo.
La mora fece qualche saltello dalla felicità, come una bambina che aspetta che le venga data una sorpresa, poi domandò:
<< E’ la prima volta che lo vedi? E’ stato un colpo di fulmine?? >>
<< Sì e no! >> rispose Elisabeth, appendendosi il borsone sulla spalla. << C’era anche lui quella sera al locale … Ma stai tranquilla, lui non c’entra niente con tutto il casino che è successo! Lui era solo, sul ciglio del marciapiede, e aspettava un taxi. Ne ho chiamato uno anch’io e abbiamo toccato la maniglia della portiera insieme. Dio, Val, quando mi ha guardata mi è mancato il respiro … era così bello, e mi fissava con un’espressione così innocente … >>
Notando che l’amica avvolta nei suoi pensieri si era fermata nel bel mezzo del marciapiede, Valery esclamò, scuotendola per un braccio:
<< Svegliati, non ti hanno insegnato a parlare e camminare contemporaneamente?? >>
Entrambe risero, poi si allontanarono dal club e presero la strada di casa. Eli continuò:
<< Gli ho ceduto il taxi e sono tornata a piedi, non me la sentivo di lasciarlo là ad aspettare sapendo quello che era appena accaduto. Non ho mai smesso di pensare a lui, a Bill … Dimmi che non è il tuo fidanzato, Valery! >>
<< No, figurati, è solamente il mio partner di ballo per la gara del mese prossimo. >>
<< Oh, amica mia, non sai quanto mi fai felice! >>
Valery si illuminò improvvisamente e prima che l’altra potesse aggiungere qualcos’altro, disse:
<< A proposito, indovina cosa ho scoperto … >>
<< Che cosa hai scoperto? >> chiese Eli, intuendo dall’espressione concitata dell’amica che si trattava di una cosa importante.
<< Ricordi il ragazzo che ho incontrato per caso e che da quella volta mi fa battere il cuore? >> trillò la mora, appendendosi al tronco di un albero del viale e girandoci attorno. << E’ il fratello gemello di Bill! >>
Elisabeth sorrise:
<< Lo so. Me l’ha detto Tom stesso. >>
Val rimase di sasso e fissò la bionda ad occhi sbarrati.
<< Tu … conosci Tom?? >>
<< Eccome! Non so perché, ma mi sentivo che era lui il ragazzo che ti piace … >>
La mora abbassò le palpebre per un attimo, poi scosse la testa e fece:
<< Accidenti, sta diventando tutto così complicato … >>
Eli rise, ma Valery la prese per le spalle.
<< Aspetta un secondo: Bill e Tom sono gemelli e tu lo sapevi, Bill è il mio partner di ballo e … lo sapevi? >>
<< Sì, me l’ha detto Tom. >>
<< Ok, allora lo sapevi e … come, vi siete già detti tutte queste cose?? >>
<< Si fa presto amicizia con lui! >> osservò la bionda compiaciuta.
<< D’accordo, quindi sapevi anche questo. Andiamo avanti … Tom mi piace, Bill ti piace … Caspita, potremmo essere cognate!! >>
Con una grande risata, le due amiche si abbracciarono. Elisabeth osservò poi:
<< E pensare che da piccole giocavamo a fare le sorelle! Ti rendi conto, Val? Una coincidenza dopo l’altra! >>
<< E’ tutto così meraviglioso!! >>
Sotto la luce del sole che spariva dietro chissà quali orizzonti, Valery ed Elisabeth tornarono a casa tenendosi a braccetto.
 
Bill aveva visto tutto. Le aveva viste uscire insieme dal club e ridere animatamente tra loro. E così aveva scoperto che la migliore amica di Valery era lei, la bionda che aveva sempre desiderato incontrare da quando era entrato a far parte del “Fuego del Sol”.
<< Non è possibile … >> sussurrò, guardando l’asfalto. << E’ lei. L’ho trovata, finalmente! >>
Diventò tutto rosso e sentì gli occhi tremare e forse anche brillare, solamente pensando alla sera in cui l’aveva vista per la prima volta. Ed era la migliore amica di Val! Ormai ne era certo anche lui: il mondo era davvero piccolo.
Non ebbe molto tempo per crogiolarsi in quella stupenda idea, poiché un’Audi bianca accostò davanti a lui e dal finestrino si sporse Tom, che gli gridò:
<< Ciao Bill, salta su! >>
Allargando un sorriso luminoso, il cantante ballerino salì in macchina verso una meta che conosceva solo il fratello.


*

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Capitolo 7
*** 7 ***


Capitolo 7

 
L’Audi bianca fu guidata da Tom su per una strada in collina, piena di curve e sobbalzi. Alla fine la destinazione venne raggiunta: vicino a un bosco c’era un magnifico belvedere da cui si poteva godere di un panorama fantastico.
<< Wow!! >> esclamò Bill, scendendo dall’auto.
<< Bello, eh? L’ho scoperto pochi giorni fa. >> esordì il gemello.
L’altro si appoggiò al muretto di pietra e contemplò per un attimo la grandiosa vista della città. Non gli era mai sembrata così grande come in quel momento. Sorridendo, mormorò:
<< Grazie per avermi portato qui … E’ uno splendido posto! >>
<< Sì. >>
I due si ritrovarono uno di fianco all’altro, immersi in chissà quali pensieri. Ma Bill ne aveva uno in particolare che prevaleva su tutti gli altri …
<< Tom, tu lo sai perché mi sono iscritto a quel club? >>
Curioso, il fratello fece no con la testa.
<< L’ho fatto nella speranza di incontrare una ragazza. >> disse Bill, sospirando di felicità. << E l’ho trovata, Tom. Oggi l’ho vista da lontano ed è meravigliosa esattamente come la prima volta che l’ho incontrata. Sono uscito da un locale, una sera, ed era lì. Bionda, occhi azzurri, un corpo perfetto … un angelo! >>
In quel momento Tom ebbe la certezza assoluta che suo fratello stesse parlando di Elisabeth, la stessa Elisabeth che lui aveva conosciuto e che era diventata sua amica.
Ridacchiò tra sé senza dire nulla, attirando l’attenzione di Bill. Quest’ultimo domandò, perplesso:
<< Come mai ridi? >>
<< Mi devi una chitarra. >> si limitò a rispondere l’altro, divertito.
Il cantante non capì immediatamente di cosa Tom stesse parlando e aggrottò la fronte. Ad un tratto si ricordò della scommessa e andò fuori di sé dallo stupore.
<< La conosci?? >>
<< Sì, lo sapevo che era lei … Ora voglio la mia chitarra nuova! >>
Bill spalancò le orbite a dismisura.
<< Sto scoprendo che mio fratello conosceva già da tempo la ragazza di cui mi sono innamorato … e tu pensi alla tua chitarra nuova?? >>
<< Ehi, sto scherzando! >> fece Tom, mettendo le mani avanti per difendersi. << Ti piace Elisabeth? Sul serio? >>
<< Elisabeth … >>
Bill stava sentendo il nome della sua bella per la prima volta, senza esserselo mai chiesto. Ripetendolo insieme a Tom, constatò che gli suonava particolarmente poetico. Dopotutto l’amore rendeva tutto poetico, almeno per lui.
<< Credo di essere ormai pazzo di lei! >> disse, indirizzando lo sguardo verso l’orizzonte come se in cuor suo la stesse cercando in quel mare di persone e palazzi sotto di lui.
Tom ne rimase piacevolmente sorpreso. Gli tornò alla mente la situazione inversa vissuta in sala prove, quando era stato lui a confessare i propri sentimenti per un’amica del fratello. Comprese a pieno ciò che Bill aveva provato in quell’occasione e, fissando la scintilla che gli brillava negli occhi persi nel paesaggio, provò anche lui quella tenerezza, quell’affetto che solo i gemelli possono scambiarsi.
<< Glielo dirai? >> chiese.
<< Un giorno lo farò. >> rispose Bill.
Tom gli passò affettuosamente un braccio sulla parte alta della schiena, poi tornò ad ammirare il paesaggio in silenzio, ascoltando il vento e lasciando che gli ultimi bagliori del sole si posassero su di lui e sul gemello.
 
Valery era pronta e si stava scaldando i muscoli, ma si bloccò con perplessità quando vide Bill irrompere in palestra con una strana foga.
<< Val, non indovinerai mai che cosa sto per dirti!! >> esclamò lui col fiatone.
La ballerina fu divertita dal suo inaspettato entusiasmo e fece:
<< Sei più allegro del solito! Dev’essere una bella notizia … >>
<< Assolutamente sì! >>
Bill corse verso l’amica, le prese una mano e accese lo stereo a caso.
<< Dai Val, balla con me! >>
Partì una canzone e i due danzarono per un po’, per tutta la palestra, ridendo come matti. Bill le faceva fare un sacco di giravolte, mosse strane e chissà che cos’altro, al punto che a metà canzone Valery disse, ridendo e spegnendo lo stereo:
<< Ehi va bene, va bene, basta! Mi fai girare la testa, Bill! >>
Come lei desiderava, il cantante si fermò.
<< Allora … >> fece poi lei. << Che mi devi dire di così importante? Sono proprio curiosa, adesso! >>
<< Meglio se ti racconto tutto dal principio, amica mia … >>
Così dicendo, Bill la prese nuovamente per mano e mimò con lei l’inizio di una danza romantica. Cominciò, con aria di mistero:
<< Una sera sono andato a ballare in uno splendido locale. Era una serata da urlo, non avevo mai ballato così a lungo prima! >>
Valery rise e seguì il cantante in una sinuosa combinazione di passi e movimenti particolarmente sensuali e provocanti.
<< Ad un certo punto hanno dovuto chiudere, ma questi sono dettagli sicuramente trascurabili … Sono uscito fuori, sotto le stelle, era veramente una piacevole serata … Quando all’improvviso … >>
Di colpo, il ragazzo attirò Valery a sé, avvicinando il viso al suo. Lei non se lo aspettava e sussultò, mentre lui continuò, immobile e sottovoce:
<< Ho sentito la voce di una ragazza. >>
<< Uh, ora capisco! >> disse Val, riprendendo con quella sottospecie di danza narrativa.
Lui proseguì, con tono sognante:
<< Mi sono girato e ho visto la più bella creatura che abbia mai avuto il piacere di incontrare sulla mia strada … >>
In quel momento Bill iniziò a rendere i movimenti sempre più ampi e leggeri, finché poi non si separò dalla ballerina e cominciò a ballare da solo.
<< E’ meravigliosa! Appena l’ho vista, il mio cuore ha preso a martellare e un turbine di vampate di calore e brividi gelidi mi hanno sorpreso … Non hai idea di come mi senta ora, soltanto pensando a lei! >>
<< Come una donna in menopausa?? Haha, sto scherzando! >> rispose Valery, ricevendo un’occhiataccia. << Dai, capisco come ti senti, sai bene che anch’io sono innamorata … Ma chi è questa ragazza? Ci hai parlato? L’hai più rivista? >>
Bill si appoggiò al muro e fissò il soffitto, intanto fece:
<< Certo che ci ho parlato, e in quelle poche frasi che mi ha rivolto mi sono sentito cadere come una pera cotta! E l’ho anche rivista, sì, proprio in questo club … >>
<< Davvero?? >> si illuminò lei.
<< Sì … e non ci crederai mai, se ti dico chi è! >>
Bill tornò vicino a Valery a passo di danza, mentre lei cercava di capire perché non avrebbe dovuto crederci. Era forse una ragazza che conosceva?
Silenziosamente rifletté: Bill l’aveva incontrata fuori da un locale che aveva dovuto improvvisamente chiudere. E se fosse il locale dove …? E se la ragazza in questione fosse …?
Prima che lei potesse fare domande, il ragazzo la prese per le spalle ed esclamò:
<< Valery, sto parlando di Elisabeth!! >>
La mora spalancò gli occhi e la bocca. Aveva visto giusto!
<< Cosa? >> mormorò.
<< Ma sì, Elisabeth! >> continuò Bill. << E’ la tua migliore amica, no? L’altro giorno volevi farmela conoscere, ah, perché non sono rimasto? Invece sono andato alle prove … Vi ho viste uscire insieme e mi è mancata la terra sotto i piedi! Che bello, sono felice che sia già così vicina a me! >>
“Caspita”, pensò Valery. “E se quei due si incontrassero? Eli mi ha detto che è cotta di lui, questo significa …”
<< Aaah, ma è fantastico! >> disse, abbracciandolo. << Sono contenta che sia lei! >>
L’abbraccio si sciolse subito e lei poté notare con piacere tutta la felicità di Bill, dipinta in quel suo sorriso luminoso.
<< Voglio festeggiare! >> fece lui, battendo le mani. << Vado al bar a prendere qualcosa da bere … Offro io! >>
<< Ok, ti aspetto! >>
Bill uscì dalla palestra canticchiando, intanto la ballerina si avvicinò alle grandi e vecchie vetrate per guardare fuori. Pensando a come si sarebbero comportati quei due vedendosi, ridacchiò. Chissà, probabilmente sarebbero arrossiti entrambi, avrebbero balbettato tantissimo e si sarebbero guardati con occhi raggianti. E lei sarebbe stata a guardare come un’innocente spettatrice.
Si immaginò la scena: lei e Bill che escono dal club ed intercettano Elisabeth che arriva da un altro corridoio, i due si fissano con enorme stupore e diventano rossi come pomodori. Valery si fa da parte e assiste con un sorriso divertito, mentre il ragazzo esclama “finalmente ti ho trovata, mio dolce angelo!” ed Eli risponde con voce tremante “non ti ho mai dimenticato, tesoro mio, ti ho pensato così a lungo!”. E a quel punto si prendono per mano ed iniziano a camminare, parlando d’amore ed altre cose. Se ne vanno sotto la luce del tramonto e … e …
Il viso di Val si corrucciò senza che lei potesse prevedere quella svolta nei suoi pensieri.
“E io?”
 
Qualche pomeriggio dopo, Bill e Val dovettero rinunciare alle prove poiché la palestra era già occupata, così decisero di passare un po’ di tempo in sala da ballo senza pensare alla gara. Erano a buon punto, dopotutto, perciò poterono concedersi un po’ di ballo libero, solo per il gusto di ballare.
Stava passando in quel momento una canzone mediamente tranquilla e i due ballerini ne approfittarono per chiacchierare.
<< Come vanno i preparativi per la vostra competizione musicale? >> gli chiese Valery.
<< Benissimo, direi! >> rispose Bill con un sorriso. << Stiamo finalmente respirando l’atmosfera del palcoscenico e del grande pubblico. E’ la prima volta che partecipiamo ad un contest di questa portata e pur essendo elettrizzati ce la stiamo mettendo tutta. Nulla è andato storto, finora! >>
<< Sono certa che sarà tutto perfetto quando verrà il grande giorno! >> fece poi lei.
Dopo un paio di lievi piroette, il ragazzo sospirò.
<< Beh, ogni volta che stiamo per esibirci dal vivo, anche solo davanti ad un pubblico di poche persone, la paura ci prende alla sprovvista e purtroppo non tutto va come vorremmo … Spero invece che stavolta vada meglio del solito! >>
Valery lo consolò:
<< Coraggio, vedrai che andrà bene! E’ qualche giorno dopo la nostra gara di ballo, vero? Allora ci sarò sicuramente tra il pubblico a tifare per voi. >>
<< Sul serio?? >>
<< A-ha! >>
<< Grazie Val, sei fantastica! >>
Inaspettatamente la musica cambiò e diventò più vivace. Bill domandò:
<< Ma questa è una salsa? >>
<< Indovinato. >> disse l’amica. << Vogliamo scatenarci? >>
<< L’hai detto, socia! >>
E con queste parole cominciarono subito a muoversi verso il centro della pista, seguendo fedelmente quel ritmo latino.
Non fu difficile per loro farsi notare. Avevano suscitato interesse negli altri utenti del club, perché lei era la più brava e desiderata dai ballerini e l’unico che aveva saputo conquistare la sua fiducia e diventare il suo partner era stato uno sconosciuto mai visto prima, dal comportamento eccentrico e dall’aspetto altrettanto insolito. E tutti i presenti dovettero constatare che quella coppia era incredibilmente avvincente ed affiatata.
Valery e Bill, però, avevano sempre ignorato tutte quelle voci; a loro interessava soltanto divertirsi. Ma come si muovevano! Quasi fossero stati una cosa sola.
Durante il ritornello di quell’allegra musica, i due rimasero uniti solo da una mano e si allargarono verso l’esterno con un braccio in alto, come per mettersi in posa. Subito dopo, il ragazzo la tirò a sé e Val si attorcigliò su se stessa, legata dalle braccia di entrambi. Avrebbe dovuto fermarsi sul petto di lui e poi ripetere la mossa al contrario per sciogliere l’avvitamento, ma scivolò all’indietro e i piedi le si staccarono dal pavimento. Valery lanciò un piccolo grido credendo di cadere, ma Bill fu più svelto e riuscì ad abbassarsi e tenerla per la schiena con tutte e due le mani. In quell’istante la ragazza gli mise le braccia al collo e risollevò la testa verso di lui, ma si accorsero entrambi che nella caduta il busto di Valery aveva ruotato dall’altra parte: se avevano eseguito l’avvitamento col braccio sinistro di Bill, Val era finita stranamente con la testa alla sua destra.
Si fissarono. Lui appariva perplesso e sembrava chiederle con lo sguardo “ma come hai fatto??”. Valery, invece, lo guardò con attenzione e lo osservò nei particolari. Vide i suoi brillanti occhi nocciola, la sua bocca semiaperta in una smorfia stupita e i tratti angelici del suo viso. Senza rendersene conto, arrossì un po’ e sentì qualcosa sfondarle il petto.
Rimasero lì fermi senza parlare, finché lei non fece:
<< Ehi … mi hai presa! >>
<< Già. >> disse Bill, ridendo. << Pensa se non t'avessi presa: ti saresti fatta un gran male! >>
Contagiata da lui, anche la ragazza sorrise. Poi, avvicinando leggermente il viso a quello dell’amico, sussurrò:
<< Sei stato tu a farmi roteare? >>
<< No … >> rispose l’altro, sorpreso quanto lei.
Val socchiuse allora gli occhi a fessura e propose:
<< E se lo rifacessimo? >>
Bill acconsentì con un cenno del capo ed aiutò Valery ad alzarsi. Si misero nella posizione precedente alla caduta e aspettarono un paio di battute prima di rifare l’intera sequenza di movimenti. Dopodiché, la scena si ripeté: si girarono un po’ verso l’esterno sollevando il braccio libero, Val cominciò ad avvolgersi su se stessa e quando fu abbastanza vicina a Bill piegò le ginocchia e fece ruotare il busto dalla parte opposta, stavolta volontariamente. Rovesciò la testa all’indietro nel farlo, rendendo il movimento più ampio e sinuoso, mentre il ragazzo la seguì con gli occhi da vicino con un fluido spostamento del collo. Si ritrovarono di nuovo con i visi vicini e Valery provò le stesse sensazioni di prima.
<< Che mossa è questa, Val? >> chiese lui, ugualmente stupito.
<< Non lo so, non mi è mai capitato di farla. E se fosse una mossa inventata? >> rispose Valery tutto d’un fiato.
<< Potrebbe essere … Sì! Abbiamo inventato una nuova mossa! >>
I due amici ballerini scoppiarono a ridere, separando i loro corpi.
<< La terremo per noi, vero Bill? >> disse lei. << Voglio che sia una mossa solamente nostra! >>
Il cantante la prese per mano e le fece fare un casquet, poi le fece l’occhiolino.
<< Ok, sarà la nostra mossa speciale! >>
E risero ancora, come se non potessero dimostrare in altro modo la loro felicità.
 

*

 

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Capitolo 8
*** 8 ***


Capitolo 8


Elisabeth stava ballando con i suoi amici e i suoi movimenti erano così rapidi e ampi che ricordava una grande fontana d’acqua zampillante. Ogni occasione era però buona per fermarsi e ridere con gli altri ed era questa la cosa più bella che amava del trascorrere tempo con loro. Durante una di queste piccole pause iniziò a sentirsi stanca e andò verso la propria borsa, appoggiata al muro di quel vecchio magazzino dove l’acustica dello stereo dell’amico Bobby era perfetta.
<< Arrivo subito, mi rinfresco un attimo! >> fece agli altri, separandosene.
Aprì la borsa ed afferrò l’elastico per i capelli e la bottiglietta d’acqua. Buttò giù qualche sorso, poi si sedette per terra nell’angolo e legò la chioma bionda in una coda alta. Sospirò, poi si accorse che la spia rossa del cellulare lampeggiava in mezzo alle sue cose. Accese lo schermo e si accorse che le era arrivato un messaggino.
 
Ciao, ho bisogno di parlarti!
Appena riesci, fammi 1 squillo e incontriamoci
sotto casa mia ai vecchi giardini... TVB by Val
 
La ragazza alzò le sopracciglia con inaspettata perplessità verso la schermata del telefonino. Possibile che fosse così urgente?
Sorrise, in fondo le faceva sempre piacere vedere la sua migliore amica, e rispose subito.
 
Hey se vuoi passo oggi, fatti trovare là x le 6! Sono curiosa, nn vedo l’ora... a piu tardi, TVB by Eli
 
Stava premendo il tasto per inviare, quando sentì la voce di un ragazzo del gruppo, Tyler:
<< Elisabeth, vieni! Dobbiamo chiederti una cosa! >>
Gettando il cellulare in borsa, si alzò con un salto e raggiunse i suoi amici.
<< Abbiamo qualcosa da chiederti … >> li sentì dire.
 
Val era uscita dalla palestrina prima di Bill e lo stava aspettando fuori nel corridoio. Mentre lo faceva, vide passare Sophie e la salutò da lontano con un cenno della mano.
<< Ah Valery! Speravo proprio di incontrarti … >> disse l’altra, correndole  vicino.
La ballerina le chiese il perché e Sophie le rispose:
<< Tu e Bill siete diventati così celebri qui dentro che i rivali non tardano ad arrivare! A quanto pare ci sono degli iscritti dell’ultimo minuto alla gara di ballo della settimana prossima … Sono coppie di ballerini professionisti e ho il sospetto che siano qui perché sono stati gli invidiosi del club a chiamarli! >>
<< Dici che l’hanno fatto per dispetto a me e Bill?? >> sbottò Val. << Se è così, mi interessa poco. L’ho sempre detto, io, che non mi interessa vincere, e questo vale anche per lui! >>
Sophie non si aspettava quella risposta, ma scrollò ugualmente le spalle e la avvertì:
<< Fate come volete, ma a me piacerebbe che vinceste voi … e quelli là sono forti ed esperti, quindi allenatevi!! >>
<< Tranquilla, ce la stiamo mettendo tutta! >> la rassicurò l’altra.
Salutata Sophie, Bill uscì dalla palestrina e i due si diressero verso l’uscita. Arrivati là, andarono ognuno per la sua strada.
<< Alla prossima, Bill. Non manca molto, ormai … sono così elettrizzata! >>
<< Sono emozionato pure io! Ma noi li stenderemo tutti, giusto? >>
<< Giusto!! >>
Senza che Valery se lo aspettasse, il ragazzo si sporse in avanti e baciò l’amica sulle guance, prima di voltarsi ed esclamare ancora qualche frase di saluto. Lei ricambiò, ma subito dopo sentì il bisogno di appoggiarsi al muro e riflettere.
Aveva sentito come una scossa elettrica attraversarle il viso, quando Bill l’aveva baciata. I pensieri inondarono subito la sua mente come un fiume in piena. Non si era mai sentita così confusa: perché provava quelle cose quando era con lui? Era solo amicizia, ne era certa. Ma allora come mai il suo corpo reagiva come se fosse innamorata?
Non riuscì a capirlo e rinunciò a farlo, talmente era ansiosa. Se fosse stata veramente innamorata di Bill, cosa provava allora per Tom? Amore o no? E per Bill? Solo un grande affetto o l’inizio di una cotta seria? Era tutto così difficile!
I dubbi erano troppi e Valery non poté più sopportarli. Si mise le mani nei capelli, avvertendo vagamente la sensazione di pianto. Un momento: ed Elisabeth? Lei era la sua migliore amica e allo stesso tempo amava Bill. Se anche Val si stava innamorando di lui, la loro amicizia era in pericolo! No, l’amicizia di Eli era sicuramente più importante, non poteva perderla.
Prese il cellulare e le inviò un sms. Voleva vederla e parlarle prima che fosse troppo tardi; se avesse lasciato passare del tempo, la situazione avrebbe potuto peggiorare.
Decise che non poteva restare fuori dal club per tutta la sera e si incamminò verso casa. Durante il tragitto ricevette la risposta di Elisabeth: si sarebbero viste più tardi ai vecchi giardini, vicino casa sua.
Tirò un gran sospiro e cercò di pensare ad altro. Non le faceva bene rimuginare su tutta la faccenda, perché avrebbe potuto farsi delle idee sbagliate solamente pensandoci.
 
La bionda svoltò all’angolo e in lontananza riuscì a scorgere i giardinetti. Erano deserti; dopotutto tutti i bambini della zona erano cresciuti e dovevano avere più o meno la sua età. Tuttavia rimaneva un punto di riferimento per molta gente, anche per lei e Valery. Mentre si avvicinava, vide l’amica mora seduta su una panchina in mezzo all’erba, all’ombra dello scivolo. Si affrettò e in poco tempo arrivò.
<< Ciao, Valery! >> disse.
L’altra alzò la testa verso di lei e sorrise, alzandosi per abbracciarla:
<< Ciao, Elisabeth! >>
Rimasero lì abbracciate per un po’, fino a quando Val non si staccò e si sedette, seguita da Eli.
<< Come mai volevi vedermi? >> domandò la bionda.
Valery fece per dire qualcosa, ma nessun fiato uscì dalle sue labbra. Incrociò tra loro le dita delle mani sudate e fissò lo sguardo su un punto impreciso del prato, poi mormorò:
<< Non so da dove cominciare … >>
L’altra la incoraggiò:
<< Beh … comincia e basta, no? >>
Dapprima Val si stupì, ma poi comprese che l’amica aveva ragione. Sospirò e poi disse semplicemente:
<< Forse mi sto innamorando di Bill. >>
Elisabeth voleva risponderle, voleva dirle “capisco, ma non preoccuparti perché una soluzione c’è”… Invece rimase senza parole. Solo in quel momento capì come mai Valery era così agitata. Si incupì e si prese qualche istante per scegliere le parole giuste.
<< Oh … >> fece soltanto.
Volle continuare, ma la mora andò avanti con nervosismo.
<< Vedi Eli, ho preferito parlartene ora per evitare casini futuri. So bene quello che provi per Bill, ma ultimamente sto iniziando a sentire anch’io qualcosa di particolare quando sono con lui. Ho pensato subito a te perché tengo tantissimo alla nostra amicizia e io non voglio perderti solo perché ci piace lo stesso ragazzo! Speravo potessi aiutarmi nel capire meglio cosa sta succedendo dentro di me, che cosa provo … >>
<< Ehi Val, calmati! Vai piano! >> la interruppe Elisabeth. << Cerchiamo di rifletterci con calma. >>
Valery annuì e si tranquillizzò, poi si girò con il busto verso l’amica e le spiegò la sua preoccupazione.
<< Io e te ci conosciamo da tanto tempo e non so esattamente quante volte ti ho detto che ti voglio un bene immenso e che non voglio perderti per nulla al mondo. Ma adesso che ci piace lo stesso ragazzo, ho paura che tu ti allontani da me … >>
Notando che Val stava assumendo un’aria sempre più triste, Elisabeth preferì chiarire subito quel primo pezzo di discorso.
<< Stai tranquilla. >> disse con un sorriso. << E’ solo uno dei tanti ostacoli che abbiamo sempre superato insieme. Non mi perderai, stai pur certa che non lo permetterò. >>
<< Oh, Elisabeth … >> fece l’altra, commuovendosi. << Hai ragione! >>
La bionda le diede un bacetto sulla guancia, come quelli che si danno tra bambini per gioco. Questo contribuì a sollevare il morale di Valery.
<< E ora focalizziamoci sul problema in sé e per sé. Parlami meglio di queste sensazioni che provi con Bill … >> disse Eli con voce calma, per non agitare di nuovo l’amica.
Quest’ultima iniziò:
<< E’ da un po’ che sento qualcosa di strano quando sono con lui. Mentre balliamo, parliamo, sempre. Lo guardo e … sento le farfalle nello stomaco, le guance in fiamme e i brividi lungo la schiena. Tutto questo mi fa pensare che mi stia prendendo una cotta, anche perché Bill è carino, si muove splendidamente … >>
<< Ho capito. >> esordì Eli. << E Tom, invece? >>
<< Tom? >>
Sulle prime Val si domandò cosa c’entrasse Tom, insomma, stavano parlando di Bill. Riflettendoci bene, però, capì.
<< Vuoi confrontare le due cose? Ma Elisabeth, sono due casi diversi! >> esclamò.
L’altra scosse la testa e fece:
<< E’ proprio perché si tratta di due casi differenti che è necessario confrontarli. Senti, Valery, ti va di fare un esperimento? >>
Valery sbatté gli occhi con sorpresa, ma poi si incuriosì ed accettò.
<< Voglio che adesso pensi a Bill. >> ordinò Eli.
<< Penso a Bill … e basta? >>
<< Sì, semplicemente. >>
L’amica si concentrò. Pensando a Bill, le vennero in mente le prove fatte per la gara di ballo, tutti i drink bevuti insieme al bar, le mosse strane che li facevano ridere. Ebbe infine un’immagine di lui che le sorrideva, simile a quella che le aveva rivolto quando avevano inventato la loro mossa. Sentì il bisogno di pensarci ancora per imprimersela bene nel cervello, ma non ci riuscì proprio come voleva.
<< Ok, ho pensato a Bill. >> disse alla fine.
Elisabeth rise divertita, intuendo già quale esito avrebbe avuto l’esperimento, poi fece:
<< Perfetto. Pensa a Tom, adesso. >>
Era una strana richiesta, ma Valery eseguì. La prima cosa che ricordò di lui fu quando avevano parlato davanti al club e lui le aveva sorriso per tirarla su. Solo a pensarci, si allargò un sorriso uguale sul volto di Val, in maniera completamente automatica. Da lì, lei pensò al loro primo incontro, a quando l’aveva trovato stupendo sin dalla prima occhiata, quando l’aveva visto appoggiato ad un palo della piazzetta. Il cuore prese a batterle forte, anche se lei non se ne accorse subito.
La bionda stava a guardare la sua reazione con compiacimento, contenta di aver avuto la giusta intuizione.
<< Visto? >> chiese dopo un po’.
La soluzione al problema di Valery era ormai chiara. La diretta interessata abbracciò la sua migliore amica, sussurrandole “grazie” nell’orecchio per averla aiutata ad aprire gli occhi. Non servirono spiegazioni in più, anzi, le due cambiarono direttamente argomento.
<< Alla fine è facile. >> riprese Elisabeth. << E poi se ci piacesse davvero lo stesso ragazzo, in questo momento sarebbe l’ultimo dei miei problemi … >>
<< Di che parli? >> domandò Val.
L’altra mise il broncio e si appoggiò stancamente allo schienale della panchina, poi sbuffò:
<< Mi hanno fatto una proposta. Mi hanno chiesto di fare da tramite per, ecco … uno scambio. Uno scambio di … di roba. >>
La faccia di Valery si dipinse di stupore. Sapeva di cosa si trattava e non era affatto una bella cosa.
<< N-non hai accettato, vero?? >> fece subito, piena d’ansia.
<< Certo che no! >> sbottò Eli. << Però ho detto che ci avrei pensato … >>
<< Cosa? Ma perché? >>
Elisabeth fece spallucce, poi proseguì massaggiandosi il braccio e guardando in giro:
<< E’ stupido, lo so, ma non riesco a non avere paura della loro reazione al mio dissenso. Non hai idea di che casino ci sia dietro, Val, è qualcosa di assurdo. E io non voglio entrarci, lo sai. Però … >>
<< Eli, io ti ho sempre detto di allontanarti da quella gente! >> la interruppe Valery. << Era proprio cose di questo genere che io temevo! >>
L’altra non rispose più. Per via della stanchezza, del broncio … ma non ebbe più voglia di parlarne. Quasi si pentì di aver sollevato l’argomento. Val, invece, continuò a pensarci. Provò a mettersi nei panni dell’amica e constatò che probabilmente Eli si sentiva debole di fronte ad una scelta apparentemente facile.
<< Su, non fare così. Non voglio vederti triste. Vedrai, troverai una soluzione! >> le disse, massaggiandole una spalla.
L’abbracciò e sentì che faceva sì con la testa, allora la tenne stretta per un po’ in modo da farla sentire meglio.
 
Le ultime vibrazioni sonore della canzone si propagarono in tutta la sala, con grande soddisfazione da parte della band.
<< Evvai!! >> esultò Tom, sfilandosi la chitarra e meditando una pausa. << Per oggi può bastare, vero, gente? >>
<< Sì, direi proprio di sì! >> concordò l’amico Georg.
I quattro iniziarono a mettere a posto le proprie cose prima di andare via. Tom si avvicinò al fratello e lo sfotté:
<< Ehi, sembra che stavolta tu non sia andato granché bene. Avevi una voce strana … Beh, posso compensare io, dato che invece me la sono suonata come un vero rocker!! >>
<< Piantala, sbruffone! Non sei divertente! >> sbottò Bill.
Gustav, svitando le varie parti della batteria, osservò con aria divertita:
<< Sembra che Bill avesse la testa tra le nuvole, questo pomeriggio … Forse pensava a una ragazza, come Tom la settimana scorsa! >>
Georg e Tom risero tra loro, mentre il cantante sbuffò e lasciò il palco tenendo il microfono in una mano e l’asta nell’altra.
<< Dai, Bill, scherzavamo! >> gridò Tom.
Bill sbuffò ancora e posò le sue cose in mezzo agli altri attrezzi messi vicino al palco, poi fece con indignazione:
<< Per caso ti ho preso in giro quando abbiamo parlato del tuo innamoramento, Tom? >>
Il gemello rispose, seguendo Georg verso la cassa dove stavano gli strumenti:
<< No, ma nemmeno io ho intenzione di prenderti in giro! >>
<< Anzi, parliamone con tranquillità! >> propose il bassista. << Sono curioso di sentire anche Bill, adesso! >>
<< E’ un’ottima idea … >> aggiunse Gustav.
Il cantante tornò sul palco e si arrese. Raccontò della sera in cui aveva incontrato Elisabeth, poi li mise al corrente dei suoi legami affettivi con Tom e Valery.
<< Ricordatevi però che io so gestire la situazione meglio di mio fratello! >> concluse poi, orgoglioso.
Tom gli rivolse un’occhiataccia dall’altra parte del palco e fece:
<< Cosa vorresti dire? >>
<< A differenza tua, sono molto più maturo e mi tengo per me ogni cosa al riguardo, senza annoiare gli amici con i miei momenti di entusiasmo. >>
Gustav e Georg pensavano che Tom si offendesse, invece lo videro giocherellare con telefonino di Bill, trovato casualmente tra le sue cose accumulate lì accanto.
<< Ma a chi vuoi darla a bere?? >> ribatté il chitarrista, sollevando per aria il cellulare del fratello.
Tutti poterono vedere sullo sfondo un enorme cuore e la scritta “Elisabeth ti amo” a caratteri scintillanti. Il leader trasalì e si precipitò a smentire la sua reputazione di ragazzo fin troppo sentimentale.
Mentre gli altri due ridevano a crepapelle, i gemelli si sbracciavano l’uno contro l’altro come lottatori di wrestling per recuperare il telefono, gridandosene di tutti i colori.
*


 

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Capitolo 9
*** 9 ***


Capitolo 9


 
Qualche pomeriggio dopo, Valery arrivò tardi all’allenamento. Percorse il corridoio principale del club a passo veloce, trafelata, poi raggiunse la porta degli spogliatoi che conducevano alla palestrina e vi entrò. Prima di raggiungere Bill, però, lo sentì canticchiare e si fermò.
Sentì ancora il cuore che nel petto le martellava e sbuffò con un misto di stupore e disappunto.
<< Non è possibile, di nuovo?? >> si disse. << Calma Val, calma … Passerà. Sì, passerà. E’ solo un periodo, dopo un po’ non succederà più! >>
Entrò nella palestrina e salutò il suo compagno di ballo.
<< Ehi Valery! Oggi sono arrivato prima io, hai visto? >>
<< Già! >>
<< Comincia pure a mettere il cd nello stereo … Io, ehm, faccio una rapida tappa in bagno! >>
Lei ridacchiò e lo guardò andare negli spogliatoi. Dopo aver lasciato cadere la borsa sul pavimento, si sedette per terra e si appoggiò al muro.
“Che faccio?” si domandò. “Non ci capisco più niente! Amo Tom, ma non sono ancora completamente libera da questo dubbio. Uffa!”
Facendo vagare lo sguardo in giro, passò sotto i suoi occhi il borsone di Bill. Quando però vide il suo cellulare sbucare dal taschino, si rianimò. Non sapendo perché, sembrava dirle “prendimi Valery, prendimi”.
La preoccupazione di chiedere il permesso al proprietario non si fece neppure sentire: Val si allungò ed afferrò il telefono con un gesto furtivo. Con disinvoltura, lo sbloccò e diede un’occhiata tra fatti che non erano esattamente suoi. Finì casualmente nella rubrica e un pensiero le balenò in testa.
“Uhm, io non ce l’ho, il numero di Tom …”
Con la coda dell’occhio, la ragazza controllò se l’amico stesse arrivando. Non c’era pericolo di venire scoperta. Scivolò tra i nomi senza esitazione e trovò quello del chitarrista.
Aveva bisogno di parlare del suo problema con qualcuno che esercitasse una certa influenza su di lei. Con Elisabeth l’aveva già fatto, con Bill non era possibile per non mettere a repentaglio la buona riuscita della gara … Tom era l’unico rimasto.
Valery non era sicura che fosse esattamente una buona idea parlarne proprio con lui, ma il pensiero di parlarci al telefono e sentire la sua voce prevalse su ogni altro dubbio.
E così copiò rapidamente quel numero nella propria rubrica, dopodiché mise via il telefonino di Bill e fece finta di niente quando il ballerino arrivò.
 
Era lì. Era lì e ancora non si decideva a premere quel tasto verde. Sarebbe stato così facile farlo, bastava un leggerissimo movimento del dito … invece se ne stava ferma, un sospiro dopo l’altro, in balia degli scrupoli.
Valery era seduta sul suo letto a gambe incrociate e aveva il cellulare in mano da quasi mezz’ora. Ogni volta che lo schermo si spegneva, lei premeva un tasto qualsiasi per riaccenderlo e vedere il semplice nome di Tom illuminato da una striscia blu nell’elenco dei contatti.
A forza di pensarci, però, le venne in mente una strategia: uscì dalla rubrica e decise di scrivere un sms.

E poi cos’è successo??

Senza più esitare, lo inviò al ragazzo ed aspettò. Pregava che funzionasse, intanto si scervellava per inventare qualcosa da dirgli.
Come la strategia prevedeva, Tom chiamò. Con un sorriso enorme, Valery rispose:
<< Pronto? >>
<< … Valery?! >>
<< Sì, sono io! >>
<< Me l’hai inviato tu il messaggino? >>
<< Quale mess-AAHHH! Volevo inviarlo ad una mia amica, ma devo averlo mandato a te per sbaglio! E’ così, non è vero? >>
<< Sì, esatto! >>
<< Non ti dispiace, vero Tom? Ti ho per caso disturbato? >>
<< No, stai tranquilla … >>
Aveva funzionato. Val esultò mentalmente e cambiò posizione sul letto, mettendosi sdraiata, poi chiese:
<< Beh, è da un po’ che non ci vediamo. Come va? >>
<< Bene! Tu, invece? >>
<< Tutto ok … Bill come sta? >>
<< Lui sta bene. >> fece il chitarrista, che si stava facendo prendere sempre di più dalla conversazione. << E’ sempre più gasato, lo sai? Non fa che parlare della vostra gara di ballo e se siamo fortunati parla anche del nostro contest. Non pensa ad altro!! >>
<< Non puoi biasimarlo, no? Sta prendendo queste cose molto seriamente, mi pare di capire … >>
<< Sì. Come se la cava con la danza? E’ almeno bravo? >>
<< Altroché! >> esclamò lei. << Il talento ce l’ha tutto! >>
<< Forse, però, è più portato per il canto. Ultimamente è migliorato molto e sono convinto che al contest se la caverà benissimo! >>
<< Di questo, non ne dubito! >>
Valery dovette ammettere che faceva un certo effetto sentire la voce di Tom anche solo per telefono. Se arrivava ad avere il batticuore soltanto per questo, significava che era davvero innamorata. Tutti i dubbi che aveva svanirono immediatamente, senza nemmeno accorgersene.
<< Tu, Val? >> domandò Tom. << Sei gasata come Bill? >>
<< Io? Tantissimo! E’ da sempre che desidero gareggiare e non vedo l’ora … >>
<< Verrò sicuramente a vedervi insieme ai ragazzi del nostro gruppo. Non ci perderemmo questo evento per nulla al mondo! >>
<< Oh, grazie! Siete veramente carini! >>
<< Faremo il tifo per voi, dateci dentro!! >>
Anche il ragazzo si rese conto che l’amore provato per Valery era più forte e reale di quanto si aspettasse. Aveva spiccato un salto per la sorpresa, quando aveva scoperto che l’sms era suo e aveva sentito la sua voce al cellulare!
<< Lo sai, Valery … >> disse con tenerezza. << E’ bello parlare con te. >>
La ballerina arrossì e si strinse al cuscino, dopodiché aggiunse, con un sorriso nella voce:
<< Anche per me … Quasi quasi, non mi dispiace affatto averti inviato per sbaglio quel messaggio. Dico sul serio! >>
I due avvertirono un gran senso di felicità e continuarono a chiacchierare. Dopo un po’, Val sentì che Tom trasaliva e diceva:
<< E’ tardissimo! Dobbiamo andare alle prove … A presto, Valery! >>
<< A presto, Tom. Saluta Bill e gli altri, mi raccomando! >>
<< Contaci!! >>
Riattaccando, la ballerina balzò giù dal letto e saltellò via con il ritratto della gioia dipinto in faccia.
 
Quella sera tirava aria, il cielo era coperto e la temperatura si era abbassata bruscamente. In piena estate erano ormai normali le grosse differenze tra giorno e notte.
Era molto tardi e in un vicolo dall’aspetto sinistro Elisabeth era in attesa. Si strinse nella felpa per l’ennesima volta e rabbrividì. Faceva freddo e si pentì di essere rimasta a maniche corte e di aver raccattato solo quel vecchio felpone per coprirsi.
Mise le mani nei tasconi e avvertì da una parte qualcosa che ricordava la consistenza della plastica. Sospirò e tirò fuori il sacchetto sigillato contenente una pericolosa polvere bianca. Con ansia ripeté sottovoce la frase che la accompagnava da tutto il giorno, come una cantilena:
<< Passerà, Eli, dopo stasera sarà tutto finito. Passerà e sarà tutto finito. >>
Ma perché non riusciva ancora a calmarsi, allora?
Aveva una brutta e fastidiosa sensazione, come se dovesse succedere qualcosa di brutto da un momento all’altro. Non era poi lontana dalla verità, questa constatazione.
Sbirciò l’orologio sul cellulare. Mancavano circa quindici minuti all’appuntamento con i clienti. Non sarebbe riuscita ad attendere ancora a lungo, era troppo nervosa. Doveva fare qualcosa per non pensarci.
Rimase a fissare il telefonino e decise che una telefonata a qualcuno di speciale fosse la cosa più giusta. Scorse i nomi della rubrica con l’intenzione di chiamare Valery, ma si fermò quando incrociò il nome di Tom. Forse le avrebbe fatto bene parlare con qualcuno di diverso.
Non esitò ulteriormente e premette il tasto di chiamata, per poi portare il cellulare all’orecchio con un tremito. Ci furono molti squilli prima che qualcuno potesse rispondere, finché la telefonata non cominciò ed Eli sentì dei rumori di sottofondo.
Si aspettava un tono tranquillo e allegro, invece la voce maschile che disse “pronto” era più profonda e non proprio entusiasta. Non era Tom, ma l’aveva già sentita.
<< Pronto? >>
Riecheggiò nella sua mente per una frazione di secondo come un rimbombo e non fu difficile capire che si trattava di Bill. Elisabeth reagì come se stesse pensando “fantastico, prima l’agitazione per l’incontro e adesso per lui!”.
<< Ehm, per caso c’è Tom? >> balbettò.
<< Sì, ma al momento non può rispondere … >>
Bill staccò il telefono dall’orecchio per vedere chi era. Aveva risposto senza nemmeno guardare il mittente della chiamata, era troppo occupato a imprecare contro il fratello che stava giocando alla Play Station ed era “impossibilitato a interrompere a causa dell’imminente raggiungimento del nuovo record”.
Appena si accorse che era Elisabeth, si drizzò sulla schiena e inghiottì il chewing-gum dallo sgomento.
<< Elisabeth? L’amica di Tom e Valery? >> chiese poi.
<< Sì, sono io. Se disturbo, posso anche chiamare più tardi … >>
<< No, figurati, se vuoi puoi riferire a me! >> rispose Bill tutto d’un fiato.
La bionda rimise in tasca il sacchetto e lo strinse forte, per sfogare l’agitazione su un’unica cosa. Subito dopo domandò:
<< Allora, com’è? >>
<< Non male, dai. >> fece il cantante. << E tu? >>
<< Beh, diciamo che potrebbe andare meglio. >>
<< Perché? >>
L’idea di confidarsi con Bill accese una scintilla strana in lei e qualcosa le disse che si poteva fare tranquillamente.
<< Non so se Tom te ne ha mai parlato … o magari anche Valery … sei il compagno di ballo di Valery, no? >>
<< Sì, sì! >>

<< Ecco, ti hanno mai detto che io … insomma, frequento gente poco raccomandabile? >>
Estremamente curioso, il ragazzo si mise comodo – era spaparanzato sul divano fino a un momento prima – e disse:
<< No, non mi hanno mai detto nulla al riguardo. Vorresti parlarmene tu? >>
<< Sì. Ne avrei proprio voglia. Il fatto è che queste persone sono immischiate in un brutto giro, ti dice niente lo spaccio di droga? Ecco. Io non ho mai voluto entrarci, frequentavo quelle persone solo perché le ritenevo amiche e condividevo con loro i miei interessi. Adesso, però, sono finita in un bel guaio! >>
<< Che cosa è successo? >>
<< Questa sera devo fare da tramite per uno scambio e ho un brutto presentimento … >>
Bill si intristì e cominciò a capire come si sentiva la ragazza. Fece quindi del suo meglio per darle una mano.
<< Eli, vorrei farti una domanda. >> esordì. << Se fossero veramente tuoi amici, ti permetterebbero di entrare nei loro loschi affari? >>
Elisabeth ammutolì. Aveva già considerato quel punto di vista, ma non ci aveva mai riflettuto sul serio. Si incupì e mormorò timidamente:
<< Capisco cosa intendi, ma il fatto è che ho paura di rimanere sola. Non posso farci nulla, è più forte di me. E’ una cosa stupida, lo so … >>
<< No, non è stupido. >> disse subito lui, con tono dolce. << In qualche modo, credo che tutti noi temiamo la solitudine. Non piace a nessuno. Ed è normale, sai? Tu no, però, non devi avere paura. Credimi, è meglio restare soli anziché frequentare gente che ti fa soltanto del male! >>
La ragazza ascoltava con la massima attenzione e immediatamente si accorse di dover far tesoro di quelle parole.
<< Non hai motivo di preoccuparti, perché non sei sola. >> continuò poi lui. << Insomma, c’è Valery, c’è Tom … mi pare che con Tom tu abbia un buon rapporto, no? Stai tranquilla, perché Tom è una persona più che a posto!>>
Elisabeth fece un verso a bocca chiusa per confermare, seguito da un istante di silenzio tra i due. Infine, Bill concluse dolcemente:
<< E poi, se vuoi … ci sono io. >>
Lei arrossì e all’improvviso non sentì più quel pizzicore sulla pelle causato dal freddo. Sorrise e si strinse nella felpa, immaginando di abbracciare il ragazzo.
<< Grazie, Bill. >> fece con gioia.
Senza che se ne accorgesse subito, però, Eli vide dall’altra parte della strada un paio di figure scure avvicinarsi con aria sospetta in quella notte deserta.
Ebbe un tuffo al cuore e fu costretta ad interrompere la chiamata.
<< Scusa, ma devo andare … Ciao! E grazie ancora! >>
Queste parole precedettero una sfilza di bip-bip che segnalarono la fine della telefonata. Bill rimase con il cellulare in mano, perplesso, poi il gemello gli gridò contro qualcosa di offensivo ed entrambi tornarono ai loro battibecchi fraterni.
La ragazza si separò dal muro e piantò le mani in tasca. Si paralizzò e sentì di non potersi più muovere dall’agitazione, ma dopo la conversazione con Bill aveva capito cosa fare.
Due giovani col cappuccio le si impalarono davanti.
<< Sei tu Elisabeth? >> domandò uno di loro vestito come Tom, ma nella sua versione più antipatica.
La bionda annuì debolmente e inghiottì la saliva.
Il secondo tizio, un energumeno con sigaretta alla mano e uno sguardo gelido come il ghiaccio, disse semplicemente:
<< Hai la roba? >>
Senza fiatare – non ne aveva la forza – Eli porse loro il sacchetto di plastica, cercando di non tremare. Il primo di loro lo fece sparire istantaneamente in un tascone della giacca, per poi estrarre un fascio di banconote dall’altro e cominciare a contarle. L’altro lo guardava, immobile.
Pensando di aver finito e notando con disappunto che non se ne andavano, la ragazza fece con soggezione:
<< Se va bene così, me ne vorrei andare … >>
Il secondo, dall’aria più infame, esclamò subito con voce ferma:
<< Cos’è, hai paura? >>
Colta alla sprovvista, Elisabeth tacque. La sua espressione faceva trasparire tutta la sua ansia.
<< Oh, capisco … >> continuò lui. << Non ci vuoi entrare. Ma ormai ci sei già dentro, non vedi? >>
Dopo un attimo di esitazione, l’altra sbottò:
<< No! Non è vero! >>
Anche il primo ragazzo smise di contare i soldi e sollevò lo sguardo, sorpreso. La ragazza proseguì:
<< Lasciatemi in pace, non voglio avere più niente a che fare con voi! >>
Quelle parole sono ben temute da ogni criminale vero.
<< Oh. >>
Il più giovane, quello che contava le banconote, mollò queste ultime nelle mani del collega e mosse qualche passo verso di lei.
<< Sei contro di noi, dunque. >> disse. << Non possiamo, però, lasciarti andare e permetterti di spifferare tutto ai quattro venti. >>
Elisabeth tirò fuori le mani dalle tasche, stringendo i pugni, e li minacciò:
<< Vedrai invece che lo farò! Non voglio più stare a guardare, non è giusto. Me ne infischio se dovrò rimanere da sola, sempre meglio che continuare ad essere partecipe di un crimine orrendo come il vostro! >>
Sperava di averli intimoriti almeno un po’, ma vide che non mossero un muscolo e si pentì di aver parlato tanto. I due si scambiarono un’occhiata fugace, poi il secondo ordinò al primo:
<< Prepara la canna … >>
La ragazza intuì immediatamente le loro intenzioni.
<< No … non voglio farmi drogare!! >> gridò, indietreggiando.
Non appena toccò il muro con la schiena, imboccò l’uscita del vicolo ad una velocità supersonica e si diede alla fuga. Li sentì urlare e imprecare, ma mai si sarebbe fermata.
Percorse un tratto di strada piuttosto lungo e dovette appoggiarsi al semaforo all’angolo per riprendere fiato.
Improvvisamente udì uno di loro esclamare:
<< Ti riempiremo fino a farti scoppiare il cervello e nessuno ci scoprirà! >>
Anche se la milza si contorceva dal dolore nel suo addome, Eli riprese a correre con tutta la forza che aveva in corpo. I due delinquenti le stavano sempre dietro.
Di botto, svoltò in una viuzza secondaria e vide con stupore che si trovava quasi ai giardinetti. Un’idea le illuminò l’anima di speranza.
“Valery!”
Corse ancora e ancora, finché non entrò nei giardini, sorpassò le giostre per i bambini, attraversò il prato e la strada fino al portone dell’amica.
<< Valery!! Aiutami, Valery!! >>
Suonò disperatamente e ripetutamente al citofono, poi l’amica si affacciò dal primo piano.
<< Elisabeth! >>
<< Aprimi, Val, mi stanno per raggiungere!! >> sbraitò la bionda, stremata.
L’altra capì in un lampo e si precipitò di sotto. In un secondo, proprio mentre i due stavano attraversando la strada ed erano ormai lì, Elisabeth si sentì trascinare dentro l’atrio del condominio dalla mano di Valery.
I malviventi rimasero ad osservare il portone da fuori senza poter fare più nulla. Se ne andarono qualche momento dopo, sbuffando.
<< Stai tranquilla, è tutto finito … >> mormorò la mora all’amica, stringendola forte.
Eli scoppiò in un pianto liberatorio e inumidì la maglietta di Val, ma l’importante era essersi liberata di un peso enorme.
Adesso sì, che non era più sola.


*


 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Capitolo 10


L’agitazione era alle stelle. I due amici ballerini avevano ormai perso ogni concezione, come se fossero stati perennemente in trance.
La palestra del club era stata allestita come un vero e proprio backstage: c’erano tanti paraventi che formavano due corridoi, uno per le ragazze e uno per i ragazzi. Vi erano specchi da ogni parte, sedie, panche, tavoli, appendiabiti … tutto l’occorrente necessario per una degna preparazione alla gara.
Gli effetti dei concorrenti erano sparsi dappertutto e il megaspogliatoio era vuoto. Erano tutti fuori, la competizione era iniziata già da un pezzo. Erano rimasti dentro solamente Bill e Valery, alla fine dei loro preparativi.
<< Ancora questa e poi tocca a noi, se non sbaglio … >> osservò Bill, sistemandosi di fronte ad uno specchio.
Per il grande evento si era abbigliato con scarpe e pantaloni neri eleganti, la solita camicia bianca sempre chic e un foulard corto e leggero annodato attorno al collo, che contrastava piacevolmente con il resto del vestiario con il suo rosso acceso. Dopo aver revisionato il trucco, questa volta più sobrio del normale, Bill stava controllando che i capelli non avessero troppo gel.
Val esclamò:
<< Di già?? Ma come … Bill, guarda che stai benissimo! >>
Entrambi risero e il ragazzo si allontanò dallo specchio, andando verso l’amica.
Valery era meravigliosa. Aveva un vestito senza maniche che aderiva al busto e lasciava invece la gonna volteggiante, corta fino alle ginocchia, terminante con una fila di frange. Era a bande larghe e oblique, luccicanti in un motivo alternato di rosso e di argento. Ai piedi, Valery portava delle scarpette con tacco medio, nere e con alcuni lacci legati alle caviglie. Un fiocco bianco raccoglieva le ciocche esterne dei suoi capelli, mentre quelli sottostanti erano liberi sulla schiena.
La ballerina camminava nervosamente sul posto, vicino alla porta che conduceva fuori nel padiglione. Il cantante le andò incontro e le chiese con premura:
<< Ehi, sei pronta? >>
<< Sì, però … >> fece lei, torturandosi le mani. << Sai com’è, la nostra prima gara … >>
<< Anch’io sono emozionato, credimi. E lo ammetto: ho una fifa …! >>
<< Oh, vedrai che ti passa subito! >> disse Val, facendo spallucce.
L’altro la guardò con sorpresa:
<< Ma non eri tu la più emozionata dei due?? >>
Risero ancora. Fortunatamente era un ottimo metodo per smorzare la tensione e concentrarsi.
Lei, per sentirsi ancora più rilassata, decise impulsivamente di abbracciarlo. Bill le passò amorevolmente una mano sulle spalle, ma quando posò gli occhi sull’entrata della palestra, li strabuzzò.
<< Ehm, Val … >> disse, staccandosi. << Perché non vai a vedere la performance che viene prima di noi? Quei due brasiliani sembrano esperti, mmh, meglio tenerli d’occhio. Intanto mi vado a rinfrescare, comincia a far caldo … >>
L’amica obbedì, mentre lui si fiondava verso il fratello, che si era nascosto in tempo dietro al muro prima di venire scoperto. Solo Bill l’aveva visto.
Senza reprimere nulla del suo stupore, il cantante fece, non appena fu di fronte a Tom:
<< Ma come hai fatto a entrare?? >>
L’altro, come se la cosa non avesse importanza, rispose:
<< Oh beh, mi sono lavorato un po’ la responsabile … >>
<< Sophie? >> disse Bill, sbattendo le palpebre.
Intuì che Tom doveva aver combinato qualcosa di strano e gli domandò poi, mettendo i polsi sui fianchi con aria da mamma rompiscatole:
<< Non l’avrai convinta a modo tuo, vero? >>
<< No, figurati! >> rispose Tom, alzando lo sguardo per aria di sbieco, fingendo palesemente indifferenza.
Bill alzò gli occhi al cielo. La fama di playboy di Tom non si smentiva mai.
<< Ma poverina … >> sospirò poi. << Lei non sa che ami un’altra! >>
Il gemello lo assecondò, senza tornare a guardare Bill in faccia:
<< Eh già, poverina … >>
Il ballerino gli lanciò un’occhiata esasperata, ma poi tacque. Si impensierì e si voltò rapidamente verso Val, che spiava fuori dalla porta socchiusa.
Tornato a guardare Tom, chiese di getto:
<< A proposito, glielo dirai? >>
<< Eh? >> fece l’altro, perplesso.
<< Vuoi deciderti a dire a Valery che la ami o no? >>
Il ragazzo con le treccine incrociò le braccia e sbottò:
<< Non ci penso nemmeno! >>
<< Dai, approfittane ora! >> lo incitò il gemello. << Abbiamo ancora un po’ di tempo prima che tocchi a noi … >>
<< Sei pazzo? Se le dico una cosa del genere prima di gareggiare, le rovinerò tutto! >> esclamò Tom, preso dal panico solo all’idea di dichiararsi così all’improvviso.
Bill cercò ancora di convincerlo:
<< Avanti, non fare il coniglio! E poi c’è tutto il club a vedere la gara, e sai che Val ha tanti ammiratori … Non vorrai che lei finisca per stare al loro gioco, vero? >>
Il fratello non rispose, ma mugugnò e si appoggiò al muro con nervosismo, sapendo che Bill aveva ragione. Non voleva perderla, ma gli sarebbe costato tantissimo aprire il suo cuore in un momento simile.
Il cantante lo fulminò con lo sguardo in un ennesimo tentativo di convincimento, ma Tom arrossì e fece soltanto:
<< Non posso, non ne ho la forza!! >>
L’altro si girò verso il soffitto con fare sempre più esasperato. In quel momento i due sentirono la voce di Valery, piena di stupore:
<< Tom? Cosa ci fai qui? >>
Il ragazzo inghiottì la saliva ed entrò, andandole incontro.
<< Oh, ciao Val! >> fece con un cenno di saluto con la mano. << Ero venuto solo per dirvi in bocca al lupo! >>
La ballerina disse, sorridendo:
<< Grazie, è davvero gentile da parte tua … >>
I due furono ormai faccia a faccia e lui poté ammirare la sua amata in tutta la sua bellezza. Si fermò e la osservò rapidamente, poi commentò:
<< Caspita, sei stupenda! >>
Valery arrossì di colpo e a stento riuscì a chiedere:
<< Oh, sul serio? >>
<< Sì, cioè, volevo dire, il vestito ti sta benissimo! >> balbettò Tom, assumendo a sua volta un colorito particolare.
<< Ah … >> fece lei, imbarazzatissima, sotto gli occhi curiosi di Bill. << Beh, ti ringrazio. >>
Il cantante vide che tra loro stava calando una certa tensione e decise di vivacizzare il dialogo.
<< Allora, Tom? Alla fine sei venuto! >>
<< Fratellino! Sarai una bomba, lo so già! >>
Con questo scambio di battute, i gemelli si abbracciarono brevemente. Val sorrise, intenerita.
<< Adesso, direi che sia ora di andare … Tocca a voi! >> disse poi Tom, muovendosi verso l’entrata della palestra.
<< Sì … A presto, Tom. >> mormorò la ragazza, mentre Bill la guidava verso l’uscita con un braccio sulla schiena.
Sophie si era appena affacciata e stava appunto per dire alla coppia di ballerini che il loro turno era arrivato. Valery le assicurò con un gesto del capo che erano pronti, mentre Bill lanciò l’ennesimo sguardo di incitamento al fratello, che riuscì a leggergli le labbra: “Diglielo!”.
Tom mise il broncio e scosse la testa, per poi girarsi e iniziare a camminare verso gli spogliatoi, da dove era arrivato.
Ma si bloccò.
Quando avrebbe potuto dichiararsi, se non in quel momento?
Aveva un nodo allo stomaco solo al pensiero … ma l’amore prevalse e lo incoraggiò. Decise di cogliere l’occasione al volo, finché era ancora in tempo.
Sospirò, poi si voltò ed esclamò:
<< Io ti amo! >>
La ballerina si fermò e spalancò gli occhi, proprio mentre stava varcando la soglia della grande porta che conduceva fuori. Bill e Sophie non osarono interrompere il silenzio che seguì quella frase, sbalorditi.
Tom l’aveva detto. Finalmente. Fece un respiro profondo e aspettò che Valery si girasse.
Lei, infatti, si voltò lentamente e con voce tremante mormorò:
<< Che cosa hai detto? >>
<< Ti amo, Val. >> ripeté lui. << Proprio così, mi sono innamorato di te. >>
Lei lo guardò ad occhi sgranati e diventò violentemente rossa in viso. Uno strano silenzio le trapanò le orecchie e la gola assorbì tutte le parole possibili che avrebbe potuto tirare fuori. Il silenzio regnò anche nella sua testa.
Niente, non riusciva ancora a realizzare. Aveva bisogno che Tom parlasse ancora. Con passo incerto, gli si avvicinò, mentre il ragazzo proseguiva:
<< Senza che me ne accorgessi sul serio, non ho mai smesso di pensarti. Solo quando mi hai sorriso per la prima volta, ho capito quanto stavi diventando importante per me. Posso giurarti che non ho mai provato nulla di simile per nessun’altra ragazza; sei l’unica ad avermi conquistato realmente … e non sarò mai completamente felice se non entrerai a far parte della mia vita. >>
Quelle parole venivano dal cuore. Tutti se ne resero conto dal tono che usava. Bill sorrise ed esultò silenziosamente, senza però aspettarsi che Valery rispondesse: si trattava di una dichiarazione d’amore in piena regola, dopotutto, era normale non sapere cosa dire.
La ragazza si specchiò nello sguardo di Tom, pieno di sentimento. In quel secondo momento muto, le sue pupille cominciarono a brillare, anche se non riusciva ancora a parlare.
Dopo un po’, Tom abbozzò una risatina e spostò gli occhi verso il fratello.
<< Bill lo sa. >> fece con piacere.
Val si girò verso l’amico e vide che le faceva l’occhiolino, poi tornò a fissare l’amato, che aggiunse:
<< E sa anche che lo sosterrò fino alla fine in questa sfida per cui si è tanto preparato. >>
La gara doveva continuare e Tom sentì che era ora di togliere il disturbo. Con fare impacciato, si diresse verso la porta da dove era venuto, mentre nella mente di Valery prese vita il primo pensiero: “Non andartene”.
Prima di sparire oltre la porta, il ragazzo disse un’ultima cosa:
<< Perciò, Valery … non sorprenderti se, durante la vostra esibizione, non farò altro che tenere gli occhi puntati su di te. >>
Sempre in silenzio, Tom se ne andò con uno strano sorriso di soddisfazione.
Ora si avvertiva solo il baccano del pubblico che in sottofondo applaudiva all’esibizione appena terminata. Non volò una mosca e non si mosse nessuno per un po’, finché Sophie non mormorò:
<< Ehm … ragazzi, dovete andare … >>
Quella era l’ultima frase che si sarebbe potuta sentire. Bill si voltò e cominciò a sbraitare:
<< Ma porca di quella zoccola, Sophie, Tom le ha appena detto che la ama!! Vuoi lasciarle il tempo di riprendersi?? >>
L’altra reagì d’impulso, mentre Valery non muoveva un muscolo e stava zitta ad ascoltare.
<< E come la mettiamo con il pubblico che aspetta?? >>
<< Che ne so, intrattienili, racconta una barzelletta! >> buttò lì lui.
<< Ho capito …! >> sospirò lei, congedandosi.
La tranquillità tornò nello spogliatoio. Bill si avvicinò cautamente all’amica ballerina e le si mise di fianco, poi la guardò in viso. Val era ancora scossa. Quella frase, quelle poche parole che ogni donna vorrebbe sentirsi dire, le rimbombavano in testa con un’eco soave. Solo dopo essersi accorta che il cantante le era vicino, sussurrò, per mettere in semplice evidenza quel dettaglio:
<< Tu lo sapevi. >>
<< Sì, l’ho sempre saputo. >> aggiunse Bill con dolcezza. << Volevo che però fosse lui a dirtelo … mi sembrava più giusto … no? >>
Lei non fiatò e continuò a fissare il vuoto, immersa nei suoi pensieri. Pian piano realizzò ogni cosa e si sentì arrossire. Un piacevole calore si diffuse nel suo corpo e Valery annuì, cominciando già a sorridere.
<< Tu, però, non gli hai detto niente … >> fece ancora l’amico.
L’altra disse timidamente:
<< Non ci sono riuscita. >>
Non si era mai vista con quell’aspetto così fragile. Bill se ne accorse e sorrise con tenerezza. Era certo che prima o poi avrebbe parlato con suo fratello e i due sarebbero stati felici insieme. A malincuore, dovette interrompere quell’attimo particolare:
<< Beh, ora abbiamo una gara che ci aspetta … e un pubblico da sorprendere, ti ricordi? >>
<< Sì. >> rispose Val, riprendendosi.
<< Coraggio, avrai tutto il tempo per pensarci! Adesso, però, sai cosa ci aspetta ... >>
<< Certamente! Andiamo!! >>
Non sapendo bene il perché, Valery uscì da quello spogliatoio sentendosi un po’ diversa. Le sue idee cambiarono posizione nella sua testa e si incastrarono tra loro formando dei pensieri nuovi. Era una sensazione che ancora non era facile da interpretare, ma di una cosa Valery era sicura: si sentiva felice come non mai.
Ed era complicato mettere da parte quelle nuove emozioni per qualche minuto di fronte a quel pubblico che sembrava sterminato, ma doveva farcela. Ora l’unica cosa che contava erano lei e Bill, agitatissimi e pronti a far ballare la piazza intera.
 
  *
 

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Capitolo 11
*** 11 ***


Capitolo 11


Per quanto fosse strano, i due ballerini non stavano pensando a nulla quando il pubblico applaudì.
Il loro sguardo era fisso nel vuoto, non sapevano nemmeno loro cosa stessero guardando. E non pensavano a niente. Fu un fenomeno inspiegabile, ma insolitamente spontaneo. Tutto ad un tratto ogni azione mentale aveva perso significato.
Solo una cosa, solo un obiettivo riuscì a sfiorare e poi smuovere il loro silenzio interiore.
“Concentrazione.”
E quando ormai questa paralisi del cervello si stava prolungando più del dovuto, la musica partì. Come niente.
Sembrò subito l’ennesima prova generale, perché avevano sentito quella canzone così tante volte che la reazione che ne seguì parve quasi meccanica. E improvvisamente, tutto divenne più semplice.
Bill si mosse in avanti come previsto, partendo da una posizione laterale e andando verso il centro del padiglione, con passo morbido e sinuoso secondo il suo stile. Le prime battute lo videro come unico protagonista, ma non appena le note iniziarono a cambiare, ecco che anche Valery si mosse verso di lui con movimenti altrettanto fluidi, forse un po’ più ampi. Gli girò attorno per un po’, con alcune giravolte sobrie e non ancora così audaci; intanto la profonda voce maschile della canzone si fece sentire in una serie di sensuali mormorii. Bill la guardava con intensità e cercò quasi di imitarla come prevedeva la coreografia, ma lei gli sfuggiva sempre e quando i due furono schiena contro schiena e si toccarono con le spalle, cominciarono a ballare secondo i tipici passi latini americani, da un lato e dall’altro. Come se fossero stati allo specchio, ma lo specchio in questione era alle loro spalle.
Nel frattempo, la musica divenne più vivace e intrigante, ma rallentò nuovamente dopo poco. In quegli istanti, Bill e Val si voltarono uno di fronte all’altra. Iniziò un gioco di sguardi, camminarono sensualmente come due animali feroci pronti a scannarsi … o forse come due amanti che si preparano a fondere la loro passione, come la musica indusse a pensare.
E poi, ci fu l’inizio vero. Dopo un inchino da parte di entrambi, la canzone prese un ritmo più stabile, che i due ragazzi seguirono fedelmente. Erano tesi, i loro muscoli facciali facevano anche male, talmente erano contratti nelle loro espressioni serie. Ma non si fermarono e con il corpo rimasero sciolti.
Non si erano ancora toccati, però. La coreografia stabiliva che i due dovessero ballare uno di fronte all’altra senza contatto per un po’, fino al ritornello. Ci fu infatti una svolta, ad un certo punto: la voce sentimentale della canzone si mescolò alle note seguendo un crescendo sempre più marcato. Bill e Valery lo enfatizzarono perfettamente, iniziando ad avvicinarsi l’una all’altro con occhiate di fuoco e movimenti sinuosi, come se dovessero toccarsi ed esplodere a momenti.
E così fu. Quando si presero per mano, fecero alcune rapide mosse a effetto e poi esplosero nella loro danza piena di passione, mai noiosa e prevedibile. E anche se alcuni passi potevano risultare banali e già visti, eseguiti da quei due diventarono qualcosa di sensazionale. Il pubblico si ritrovò ad assistere all’immagine della perfetta armonia.
Insieme, Valery e Bill si sentirono più leggeri. Il pubblico applaudì, ammaliato, e ciò rese i due ragazzi ancora più coinvolti. Si sorrisero e continuarono a ballare, con la spontaneità di lui e la perfezione di lei fuse assieme. Il tramonto alle loro spalle, poi, dava quel tocco di fascino estivo in più che fece dell’esibizione una visione straordinaria.
Continuarono così per tutta la canzone, fino a che i due terminarono in bellezza con la loro mossa segreta. Restarono faccia a faccia per un po’, giusto il tempo di lasciarsi sfondare i timpani dal rumorosissimo applauso del pubblico. Si sorrisero con una soddisfazione immane e poi si presero per mano per un inchino.
Fu un lungo applauso, lungo e caloroso. I due ragazzi fecero scorrere lo sguardo in mezzo al pubblico: smorfie di stupore compiaciuto, commenti tra gli amici presenti, urla, fischi e quant’altro. In quel bagno di folla, Valery riuscì a vedere Tom. Applaudiva e sorrideva, guardandola intensamente. Lei stette a fissarlo a sua volta con la stessa espressione e gli mimò un “grazie” con le labbra. Intanto, Bill rideva vedendo le facce di Georg e Gustav, lì vicino. Erano quelli che facevano più casino di tutti, coinvolgendo anche altre persone del pubblico e ripetendo “quello è amico mio, quello è amico mio!”.
<< Ce l’abbiamo fatta! >> disse Val, spingendolo a voltarsi verso di lei.
Impulsivamente, il ragazzo l’abbracciò e lei si mise a ridere. In un orecchio gli fece poi:
<< Non sono mai stata così felice. Grazie Bill, grazie per essere stato con me! >>
<< Grazie a te per avermi coinvolto! >> rispose lui. << Non avrei mai conosciuto un’amica come te, se non ci avessi provato … >>
Erano ancora stretti l’uno all’altra, quando vicino a loro apparve Sophie.
<< Lo sapevo che facevate un figurone!! >> esclamò. << Un altro applauso per Bill e Valery! >>
Un boato si unì al frastuono di quei continui battiti di mani. I due ballerini sciolsero l’abbraccio e si inchinarono ancora più e più volte.
In quegli istanti, pensarono che insieme avevano creato qualcosa di straordinario. No, non la coreografia, non l’esibizione. Qualcosa che veniva da dentro.
Un’amicizia particolare. Un legame diverso da tutti gli altri, completamente unico nel suo genere.
Avevano creato e vissuto una nuova emozione.
 
La gara era finita. Tutto il pubblico si era fiondato sul buffet all’aperto. In una parte della piazza, sotto le colonne del padiglione, Bill chiacchierava con gli amici.
<< Dai, dai e gira … dai, dai e gira … >> ripetevano Georg e Tom, imitando l’amico che ballava.
Improvvisavano movimenti molleggianti e lenti di proposito, mentre Bill e Gustav ridevano. Tom faceva girare Georg, poi con le mani in aria scuotevano il bacino in maniera ritmica.
<< Non facevo così!! >> replicò ad un certo punto il cantante. << Finitela, altrimenti mi arrabbio! >>
<< Avanti, tanto lo sappiamo che sei bravo! >> fece il fratello fermandosi, mentre il bassista si avvicinò ad una colonna con l’intenzione di ballarci insieme.
Bill disse, felice:
<< Grazie. Non potete concepire la soddisfazione che provo a sapere che è andato tutto bene! >>
Per evitare che Georg fosse accusato di atti osceni in luogo pubblico – si strusciava contro la colonna del padiglione con una scandalosa disinvoltura – Gustav andò a fermarlo. Nel frattempo, Tom prese da parte Bill e gli domandò:
<< Dov’è Valery? Non l’ho più vista! >>
<< Non so. Il pubblico l’ha inghiottita. Sarà con le sue amiche, in balia delle frivolezze di Sophie … >>
<< Forse hai ragione. Vado a cercarla! >>
Stava partendo in quarta, ma venne fermato dal braccio del gemello.
<< Tom … se tra loro c’è Elisabeth, potresti mandarla qui da me? >> mormorò.
L’altro sorrise:
<< Ok. Ci becchiamo dopo … >>
Allo stesso tempo, Val era accerchiata dalle ragazze che frequentavano il club solo per guardare e spettegolare sulla gente. Era seduta dentro in palestra e tutte la ricoprivano di complimenti. Per quanto Sophie cercasse di tenerle calme, quelle erano sempre lì e Valery sospirava sempre più pesantemente.
<< Ragazze, ho visto che hanno assunto dei nuovi personal trainer nella sezione di aerobica … Se non andate a vedere se sono dei bei fusti, beh, temo che se ne andranno tra poco! >>
In un mucchio di risatine acute, quelle giovani scomparvero verso altre aree dell’edificio.
<< Grazie, Sophie, ti devo un favore. >> disse Valery, appoggiandosi ad un attaccapanni.
L’amica si mise vicino a lei e fece:
<< Ma figurati! >>
La porta che dava sulla piazza era spalancata e le due potevano vedere chiaramente cosa accadeva all’esterno. Là in mezzo, la ballerina riconobbe la sagoma di Tom sotto il sole e si drizzò sulla schiena.
<< Santi numi, è ancora qui! >>
In un lampo fu in piedi, appiattita contro il muro. Sophie le domandò spiegazioni e lei sussurrò:
<< Non voglio che mi veda. Non adesso. Non saprei cosa fare … e non voglio che da me ottenga solo uno stupido silenzio, dopo tutto quello che mi ha detto! >>
L’altra annuì e decise di coprirla.
<< Posso farti rimanere qui e chiudere le porte, così puoi pensarci con tranquillità. >> disse poi. << Ti va? >>
Valery ci rifletté per un attimo. Solo per un attimo, perché un attimo bastò.
<< Sì, credo proprio di averne bisogno. Non ho molta voglia di parlare. >>
<< Bene! >>
Sorridendo allo sguardo riconoscente dell’amica, Sophie uscì e la chiuse in palestra. Val sospirò e si sedette per terra, per poi farsi trasportare dai suoi pensieri e lasciar galoppare la fantasia.
 
Il chitarrista stava ancora cercando la ragazza che amava, ma quando incontrò Elisabeth ci rinunciò. Sarebbe stata una buona occasione per dare a Valery il tempo necessario per mettere tutto bene a fuoco.
<< Hey, amico! >> esclamò Eli, alzando il braccio non appena lo vide.
Con una particolare stretta di mano, i due si salutarono come due amici di vecchia data.
Tom le chiese subito:
<< Hai visto Val, per caso? >>
<< No, anch’io la stavo cercando. E poi, a dir la verità, cercavo soprattutto tuo fratello. >>
Lui non ci mise molto a capire le intenzioni dell’amica bionda. Glielo si leggeva sul viso … e sul suo improvvisamente vivace colorito. Si capirono al volo.
<< E’ vicino alle colonne! >> disse Tom, facendole capire che aveva inteso già tutto.
Elisabeth lo ringraziò:
<< Sei un grande!! >>
E corse via.
Tom era sicuro che una certa scena, una certa frase, un certo silenzio si sarebbero ripetuti. Sorrise tra sé e si precipitò a cercare Georg e Gustav, in modo da lasciare campo libero all’amica.
 
Arrivò lì, in prossimità delle colonne che reggevano la cupola della piazza. Aveva corso, perché sapeva che sarebbe dovuta andare via in poco tempo a causa di un impegno. Ma doveva vederlo. Doveva parlargli.
Era solo, con la schiena appoggiata ad un’altra colonna. Fissava per terra con sguardo pensieroso, come se dopo la sua esibizione stesse ripensando a tutta la sua vita. Il sole era da poco sparito dietro gli alti palazzi del centro e i suoi ultimi raggi rendevano ben nitido solo il suo profilo. Elisabeth lo vide così … e il suo cuore impazzì. Sentì il respiro farsi più affannato, non certo per la corsa, e le vene pulsare con forza. Non era mai stata così emozionata.
Sorrise e camminò verso Bill a timidi passi. Non disse nulla finché lui non percepì la sua presenza, alzò gli occhi e la vide.
<< Ciao. >> mormorò lei, massaggiandosi il braccio con imbarazzo.
Dopo aver a stento digerito un gran nodo allo stomaco, Bill salutò a sua volta con lo stesso luccichio negli occhi:
<< Ciao. >>
Esitarono prima di dire altro. Avevano troppa paura di fare brutte figure.
<< Non ho avuto molte occasioni per … conoscerti, ecco.>> disse poi Elisabeth. << Però Tom e Valery mi hanno parlato tanto di te. >>
<< Sì … hanno parlato anche a me di te. >> aggiunse lui.
Calò nuovamente il silenzio. Era la seconda volta che si vedevano di persona e volevano imprimersi per bene quell’immagine in testa, finché ne avevano l’occasione.
<< Non ti sei dimenticato di me, vero? >>
Quelle parole erano così isolate che sembrarono fare eco tutto intorno ai due ragazzi, anche se in realtà stavano riascoltando quella frase soltanto nella loro testa.
Bill non si era mai dimenticato di lei. E come avrebbe potuto? Non aveva mai fatto altro che ripensare a quella notte, da quando si era innamorato.
Elisabeth proseguì:
<< La prima volta che ci siamo visti … quella sera fuori dal locale, vicino al taxi … te lo ricordi? >>
Il giovane cantante arrossì ed annuì debolmente. Da come ne parlava, pareva che se ne ricordasse bene anche lei. Possibile che anche per lei quell’incontro aveva rappresentato qualcosa di speciale?
Eli sorrise nello stesso modo in cui Tom aveva sorriso a Valery dopo la sua confessione. Ormai aveva deciso di dire tutto.
<< Sono contenta che tu non te lo sia dimenticato … perché io non ho mai smesso di pensarci. Non ho mai smesso di sperare di rivederti ancora, di parlarti, di vederti sorridere. Non ho mai smesso di pensare a te! >>
Voleva andare avanti, anche sotto gli occhi meravigliati del ragazzo, ma da lontano sentì che Sophie aveva preso un microfono e stava chiamando tutti a raccolta.
<< Prova, prova … è passato da tutti il foglio per la votazione?? >>
Elisabeth capì che era arrivato il momento di annunciare i vincitori della competizione. Aveva poco tempo. Con voce agitata, fece:
<< Io … volevo solo dirti questo. Non so quando ti rivedrò, per cui voglio che tu lo sappia adesso. >>
Mentre lei parlava, il ballerino si era staccato dalla colonna e le si era avvicinato senza il coraggio di dire una parola, stupito com’era.
<< Non puoi immaginare la mia sorpresa nel venire a sapere che partecipavi a una gara di ballo insieme alla mia migliore amica … >> disse Eli con dolcezza. << Sei stato fantastico prima. Non avevo mai visto nulla di simile. >>
Si udì ancora la voce di Sophie:
<< Tra un attimo saprete il nome della coppia che vincerà la gara di ballo di quest’anno! >>
Un gran baccano si diffuse da parte di tutti. Nello stesso momento, alla fine della piazza vicino alla strada, accostò un’auto che Elisabeth conosceva. Qualcuno era venuto a prenderla.
<< Oh no, devo andare! >> fece tra sé con disappunto.
<< Elisabeth … >>
Quel flebile sussurro bastò ad esprimere tutta la volontà che aveva Bill di farla restare. Ma lei non sapeva se mollare tutto per rimanere e sapere se fosse ricambiata, anziché andarsene e lasciargli il tempo di pensarci.
I due si guardarono con amore, con la voglia di stringersi forte e non separarsi più. Ma la solita paura, la solita timidezza li bloccavano.
<< Bill, io … >> cominciò lei, ma lo strillo lanciato in lontananza da Sophie la interruppe:
<< Io lo sapevo, io lo sapevo! Signore e signori, i vincitori sono Bill e Valery!!! >>
Il pubblico fece tanto di quel casino che Eli riuscì a smuoversi e finalmente a dichiararsi.
<< Bill, io ti amo! >>
Il cuore del ragazzo parve esplodergli nel petto e la sorpresa fu tale da togliergli completamente la voce. La testa iniziò a girargli … non aveva idea di come reagire!
Intanto il pubblico era già su di lui. Mentre Valery era già in balia della gente entusiasta, altri circondarono Elisabeth e Bill in un istante. In quel caos, la bionda gli sorrise amorevolmente e disse, poggiando le mani sulle braccia di lui:
<< Perdonami, ma devo scappare … congratulazioni per la vittoria! Ero sicura che ce l’avresti fatta. >>
Accadde tutto in quasi assenza di tempo. Eli scomparve tra la folla e solo quando la perse di vista Bill iniziò a gridare il suo nome tentando di ritrovarla. Ma lei non c’era più.
A poco a poco tutte quelle persone lo trascinarono vicino a Valery. Quest’ultima saltava di gioia.
<< Abbiamo vinto, abbiamo vinto!! >> gli esclamò in faccia non appena lo vide.
L’altro scosse il capo e fece dissolvere la confusione che gli aveva velocemente rapito il cervello.
<< Abbiamo vinto! >> ripeté per rendersene davvero conto. << Sì, abbiamo vinto, ce l’abbiamo fatta! Siamo grandi, Val!! >>
I due si abbracciarono a lungo mentre tutti applaudivano.
Bill non era mai stato così frastornato. Aveva appena scoperto di essere ricambiato in amore e aveva appena vinto la gara di ballo a cui tanto teneva. Cosa provare per prima, la gioia e la soddisfazione della vittoria o il disappunto e lo stupore della dichiarazione d’amore appena ricevuta?
Di colpo capì come si era sentita Valery prima di esibirsi. Non aveva pensato che potesse essere una sensazione così difficile da interpretare, questo miscuglio di emozioni.
Siccome non sapeva come comportarsi, decise di lasciarsi trascinare e si lasciò abbracciare dall’amica, permettendo al frastuono intorno a lui di spaccargli le orecchie.
 
 *

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Capitolo 12
*** 12 ***


Capitolo 12


Era tutto finito. La gara, la festa, tutto.
Il cielo era violaceo e iniziava a tirare il venticello della sera, ma i due ballerini non se n’erano ancora andati.
Stavano lì, seduti su una panca di marmo in mezzo alle colonne del padiglione. Schiena contro schiena, in silenzio. Era la loro mente a parlare. Ed era arrivato il momento di fermarsi un attimo e pensare un po’ a tutto quanto.
<< Anche tu allora, eh? >> fece Valery sorniona.
Bill rispose:
<< Sì e scommetto che tu lo sapevi. >>
<< Già. >> annuì lei. << Alla fine tutto è venuto fuori. >>
<< Tutto, tranne quello che avremmo dovuto dire noi. >>
<< Mm-mmh … >>
C’era un comune e strano senso di colpa. La sensazione di aver perso un’occasione importante.
<< Come ti senti, Bill? >>
Esitò prima di parlare. Non gli era mai sembrato difficile rispondere ad una domanda così apparentemente banale.
<< Scombussolato. >> disse dopo un po’. << Non … non so proprio che dire … >>
Valery gli fece capire che anche per lei era lo stesso:
<< Sì, mi sembra normale dopo che la persona che amiamo ci ha detto … cioè … Bill, mi ama anche lui. Anche Tom mi ama! Ti rendi conto?? >>
<< E che mi dici di Elisabeth? Anche lei mi ama! Proprio come la amo io! E io non le ho detto niente, sono stato lì a bocca aperta come un idiota! >> esclamò il ragazzo con lo stesso tono concitato dell’amica.
<< Vuoi parlare di me? >> fece ancora Val. << Avrei potuto dire tranquillamente “anch’io”. Un semplice “anch’io” e a quest’ora sarei con tuo fratello da un bel pezzo … >>
Entrambi avevano sentito il bisogno di alzare la voce, non per far presente la paradossalità della situazione, quanto per rimproverare loro stessi per via di quell’opportunità persa.
Non se lo perdonavano. Cosa sarebbe costato dire “ti amo anch’io”? E invece stavano lì a rodersi il fegato per colpa di un’assurda timidezza.
Dopo un improvviso silenzio, Bill appoggiò il gomito sul ginocchio piegato e con lo stesso braccio si massaggiò la fronte. Sospirò e scuotendo il capo borbottò:
<< Non avrei dovuto lasciarla andar via … A proposito, sai dov’era diretta? >>
<< In commissariato, credo. >> rispose Valery con poca espressività nella voce. << A testimoniare su quella storia dello spaccio. >>
<< Ah, bene. Sono contento, almeno tutto si risolverà per il meglio! >>
<< Sì … >>
E non bastava. Un’altra cosa si aggiungeva al vortice di emozioni e pensieri che i due stavano condividendo.
<< Beh, almeno abbiamo vinto la gara, eh Val? >>
<< E’ vero … >>
La ballerina rovesciò la testa all’indietro, scontrandosi con quella di Bill, e sorrise.
<< Non sai come sono felice! >> continuò. << L’ho sempre sognato e finalmente ce l’abbiamo fatta. Abbiamo vinto. Abbiamo travolto la piazza intera! >>
Bill si dimostrò altrettanto soddisfatto:
<< Ma hai visto come applaudivano?? Accidenti, non penso che rivivrò presto una sensazione tanto bella! >>
<< E il vostro contest? >>
<< Ah già … Lì, allora, sarà davvero qualcosa di straordinario. Vado in crisi solo all’idea! >>
Il ragazzo batté il piede sulla superficie di marmo dalla felicità.
<< Dai, che andrà benissimo pure stavolta. >> aggiunse lei.
Non potevano immaginare una gioia più grande. Essersi incontrati, quasi scontrati, per poi creare qualcosa di nuovo e inaspettato, un’emozione speciale. E con essa avevano stupito tutti, oltre che loro stessi. Non avevano mai provato una simile complicità. Gli effetti ottenuti erano così belli che né Bill né Valery trovarono le parole per descrivere il tutto.
<< Ti voglio bene, Valery. >>
<< Anche io ti voglio bene, Bill. >>
Bastava quello.
Si presero per mano e continuarono a vagare con la mente e con il cuore, nel silenzio di quel crepuscolo estivo. Avrebbero voluto rimanere in quel silenzio per ore.
Poi, ad un tratto, Valery fece:
<< Come la mettiamo con Eli e tuo fratello? >>
Bill ridacchiò.
<< Bella domanda. A questo punto credo che tocchi a noi. >>
<< Mi chiedo dove troveremo la forza! >> annuì lei, sorridendo allo stesso modo.
Si immaginarono la scena. Sarebbero incespicati di sicuro anche solo nel salutare! Risero insieme al solo pensiero.
Il ragazzo aggiunse poi:
<< Non abbiamo scelta, Val … Glielo dobbiamo dire. Sarà difficile, ma devono sapere tutto. Dobbiamo condividere questa felicità. Anche perché non c’è più motivo di averne paura … >>
Si aspettava un segno di approvazione dall’amica, anche solo un verso non proprio definito. Invece Valery rimase in silenzio, rimuginando sulle ultime parole.
<< Perché tu non ne hai più paura, vero? >> tentò ancora di dire Bill, sospettoso.
Lei non rispose e si morse il labbro. Avrebbe mentito se gli avesse dato corda. E lui se ne accorse immediatamente.
<< Valery … >> fece, girandosi a guardarla. << Hai ancora paura di dire a Tom che lo ami?? >>
Val cambiò posizione, mettendosi seduta composta. Intanto disse, con percepibile inquietudine:
<< Bill, non lo so. Non so di cosa potrei aver paura … Dell’amore in sé, forse, o di fare brutte figure … Non lo so, uffa! C’è qualcosa che mi blocca!! >>
<< L’orgoglio? >>
La ballerina non confermò, né smentì. Tacque e distolse lo sguardo, aggrottando la fronte. Sapeva che Bill aveva visto giusto.
Non era stato difficile intuirlo. Il cantante aveva scoperto presto la vera natura di Valery e già mentre lei parlava, aveva capito che era quello il muro oltre il quale la sua amica non riusciva ad andare.
Continuò:
<< Hai paura che Tom ti veda in difficoltà, fragile e vulnerabile. Non è vero? >>
Il silenzio della ragazza non fece altro che confermare il tutto.
<< E’ normale. >> proseguì Bill. << Anche Tom era così. >>
Curiosa, Val si voltò verso l’amico, mentre questo parlava.
<< Poi ha capito che non c’è niente di più bello dell’amore e che in fondo è lo scopo della vita. E non lo ha più temuto. >>
Valery pensò alla storia di Tom. Lo immaginò timido e impacciato, un po’ come lo aveva visto l’ultima volta. Somigliava tanto ad una persona. Somigliava a se stessa, proprio nei momenti in cui lasciava trasparire le sue emozioni.
Ma lui aveva avuto la forza di dire tutto. Ce l’avrebbe fatta anche lei?
<<< Val, non ha nulla da temere, anzi! Hai già l’amore di mio fratello. >> terminò Bill, cingendole la schiena con un braccio. << Non ti resta che dargli il tuo. E ti sentirai ancora più forte di prima, vedrai! >>
La mora sorrise. Tacque di nuovo. E che altro poteva dire? Il suo amico aveva ragione.
<< Grazie, Bill. >>
Si abbracciarono stretti, come per farsi coraggio. Era arrivata l’ora di chiudere in bellezza e di dichiararsi a loro volta al più presto. Entrambi lo sapevano e si promisero che ce l’avrebbero fatta.

La sala da concerto era gremita di giovani, venuti ad assistere a quella competizione musicale. I Tokio Hotel non erano ancora entrati in scena e le ragazze erano impazienti.
<< Eli, ma quando tocca a loro?? >> domandò Valery, appoggiandosi alla transenna con aria svogliata.
La bionda, facendo la stessa cosa, le rispose:
<< Val, è la centesima volta che me lo chiedi. Non lo so! >>
<< Uffa, siamo arrivate qui con così tanto anticipo! >> sbottò la mora. << E’ faticoso stare in prima fila … >>
<< Guarda che l’hai voluta tu. >>
In quel momento partì uno strimpellio di chitarra. Solitario, ma sovrano sul brusio di chiacchiere concitate del pubblico. Le due amiche si alzarono sulle punte per vedere chi suonava ed ebbero un tuffo al cuore quando constatarono che si trattava di Tom. Trasalirono e cominciarono ad incitarlo:
<< Vai Tom, sei il migliore!! >>
Mentre il ragazzo proseguiva con il suo assolo introduttivo, il signor Quartz parlò al microfono da un lato del palco, prima di sparire e lasciar spazio al gruppo:
<< Sono lieto di presentarvi la prossima band. Questi quattro giovani sono energici e pieni di vita. Insomma, spaccano! Sono i Tokio Hotel! >>
Si alzò un applauso spontaneo. Val ed Elisabeth erano già emozionatissime e gridarono ancora più forte. Subito dopo le parole di Quartz, Gustav diede l’attacco e la canzone dei TH iniziò.
Le aspettative di tutti furono pienamente soddisfatte. Al centro del palco venne avanti Bill, più adrenalinico che mai. Solo Elisabeth e Valery riuscirono a capire che in realtà era tesissimo ed era un po’ nervoso; bastava guardarlo attentamente negli occhi. Tuttavia, a parte quel piccolo dettaglio, la band scoppiò in tutta la sua energia. Bill cantò con tutta la forza che aveva in corpo, gli altri facevano di tutto per dare il meglio di sé. Il risultato fu incredibile.
<< Senti che musica! >> esclamò Val, che saltava ormai da un bel pezzo.
L’amica non rispose. Stava con le braccia in aria e batteva le mani a tempo insieme ad un gruppo di ragazzi delle prime file, lanciando uno strillo di eccitazione di tanto in tanto. Era d’accordo con Valery, però. Quella musica non l’aveva mai sentita e le parve qualcosa di assolutamente divino. E anche se le cose divine sembrano solitamente lontane e irraggiungibili, ebbe l’impressione che quella melodia invece fosse particolarmente vicina al suo cuore e al suo animo libero.
Quella musica la sentiva così vicina … che qualcosa scattò dentro di lei. Un istinto irrefrenabile, un impulso incontrollabile. Al solo pensiero fremeva. Alla fine non resistette.
Prendendo totalmente alla sprovvista tutti i presenti, Valery in primis, la ragazza scavalcò la transenna con un salto senza alcuna difficoltà. Alcuni addetti alla sicurezza non persero tempo e si diressero verso di lei per farla tornare al suo posto, ma si bloccarono di colpo e rimasero a fissarla, increduli: Elisabeth aveva cominciato a ballare.
Era formidabile. Bill, a bordo palco, non riusciva a credere ai suoi occhi e per poco non perdeva la voce, ma non si abbandonò alle sue emozioni e mantenne il controllo, proseguendo ancora meglio di prima. Tutti si chiedevano come facesse quella ragazza a ballare in maniera così fluida, così naturale, seppure facesse delle cose straordinarie. A giudicare dalla sua espressione, però, lei non si sentiva stanca. Era felice e aveva una voglia infinita di trasmettere la sua libertà al mondo circostante. Quella canzone era un portento e il tutto si combinava perfettamente.
Quando l’esibizione terminò, i ragazzi quasi non si commossero. Non avevano mai avuto un successo simile ed era stato splendido. Valery era la più scatenata del pubblico ed Elisabeth, beh, non si era mai sentita così bene.

La sera stessa i giovani si diedero appuntamento a casa Kaulitz. Scesero tutti in garage e ovviamente la discussione andò sul contest.
<< Ve lo giuro, era qualcosa di magnifico! >> ripeteva Val.
Bill fece subito:
<< Dai, non esagerare … >>
L’amica lo guardò come per dargli dello scemo.
<< Mi stai prendendo in giro? >> ironizzò. << Erano tutti per voi! Cioè, non capite, voi … aaaah!! >>
Con la testa tra le mani, Val fece avanti e indietro nel garage, ripensando alla musica dei Tokio Hotel. Non sapeva come descrivere quella meraviglia.
Nel frattempo, Elisabeth faceva complimenti su complimenti a tutti e anche lei si trovò in difficoltà nel descrivere le sensazioni che aveva provato. D’altra parte, la band le fece i complimenti per la sua danza. Valery era esterrefatta.
<< Come ti è venuto in mente?? >> le chiese.
L’amica bionda sospirò e alzò le spalle.
<< Non lo so. >> disse. << So solo che è stato bellissimo. >>
Bill la osservò mentre parlava, allargando un sorriso. Si appoggiò al muro, un po’ separato dagli altri, e si concentrò sui battiti del cuore che stavano aumentando. “Mi sa che tra poco …”
Quando la conversazione degli altri si interruppe e il garage piombò nel silenzio, si girarono tutti verso di lui. Val e Tom si fecero da parte, Gustav e Georg li seguirono a ruota. Avevano un gradevole presentimento.
Uno dei due doveva dire qualcosa. Era evidente. Eli mise le mani dietro la schiena e si avvicinò.
<< Come ti senti, Bill? >> chiese, premurosa.
Il ragazzo si strinse nelle spalle:
<< Stanco … ma sono proprio contento. >>
Lei lo guardò profondamente negli occhi.
<< Lo credo bene. >> mormorò. << Ormai è inutile dirti che sei bravissimo e pieno di talento, te lo stanno dicendo tutti … >>
Eli si stava facendo prendere dalla tensione e aveva iniziato a parlare, tentando di alleviarla.
<< Per quanto riguarda me, sai già tutto, quindi non penso che ci sia bisogno di aggiungere altro. Quello che provo non è cambiato, anzi, ogni giorno la cosa migliora. O peggiora, dipende … >>
Stava sparando una sciocchezza dopo l’altra, ma avrebbe detto di tutto pur di non far precipitare la situazione nel silenzio. Bill la fissava. Gli suscitava una grandissima tenerezza.
<< Tu non devi fare nulla, però, se non te la senti. >> continuò lei, agitata come non mai. << Non sei obbligato a parlare, né altro. Non è assolutamente nelle mie intenzioni crearti problemi, ma di nessun genere! Voglio che tu stia sereno il più possibile. Io di sicuro rispetterò i tuoi spazi, le tue volontà, le tue scelte e … >>
Elisabeth non poté più proseguire. Bill le aveva posato l’indice sulle labbra, imponendole di tacere. Le sorrise.
Fu il lucente sorriso di un ragazzo che aveva trovato l’amore della sua vita e che finalmente aveva lì, tra le sue braccia, più meravigliosa che mai. Il sorriso sincero di un giovane innamorato e felice, un giovane a cui palpitava il cuore di fronte allo splendore emanato dalla sua bella. Il più bel sorriso che una donna potesse ricevere e custodire per sempre.
Elisabeth arrossì e sentì soltanto un flebile “sssh …”, prima che il suo cuore cominciasse a fare le capriole. Lui si avvicinò, la baciò … e lei non poté far altro che lasciarsi baciare, incantata.
Nessuno se la sentì di commentare. La sorpresa era tanta, ma erano tutti così felici per quei due che si limitarono a guardarli con un semplice sorriso. Solo Valery sussurrò un piccolo “oooh …” prima di appoggiare la schiena al muro e assistere alla scena.
Eli e Bill avevano tanto sospirato quel momento. Una sensazione di felicità immensa li pervase, mentre il bacio si faceva sempre più dolce. Era pura magia. Si strinsero forte e non vollero lasciarsi più almeno per un bel pezzo.
Tom cacciò le mani in tasca e si imbarazzò lui stesso dalla gioia, vedendo quella coppia finalmente unita. Si voltò verso Val, contenta allo stesso modo. Nello stesso istante si era girata anche lei e di scatto i due distolsero lo sguardo.
Valery si ripeté nella sua testa che Bill ce l’aveva fatta a dimostrare i suoi sentimenti. Lei ancora no. Strinse le labbra e si fece pensierosa. Quando ne avrebbe avuto l’opportunità? Ma soprattutto, quando avrebbe avuto il coraggio di farlo?

*

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Capitolo 13
*** 13 ***


Capitolo 13
 
Una settimana dopo i Tokio Hotel erano all’aeroporto, in partenza verso la capitale, accompagnati dalle ragazze.
<< Mi raccomando, voglio essere la prima a sapere se c’è la benché minima novità! >> stava dicendo Valery, aiutando gli altri con le valigie.
Georg disse, trascinando un paio di borsoni:
<< Contaci, ma se non ti arrivassero notizie, sappi che probabilmente saremo troppo impegnati a festeggiare! >>
Si annunciava un grande futuro per la band. Avevano finalmente avuto la loro occasione d’oro e la stavano cogliendo al volo. Tuttavia non erano gli unici.
Elisabeth esordì con una grande notizia:
<< Sapete che mi hanno chiamata per una selezione? >>
Si fermarono tutti dalla sorpresa.
<< E che aspettavi a dircelo?? >> esclamò Val. << E’ fantastico!! >>
Così dicendo, le saltò al collo con tutto l’entusiasmo che si possa immaginare. Mentre scioglievano l’abbraccio, Eli continuò:
<< Al contest era presente un coreografo, un amico di quel Quartz che ha organizzato tutto … Dopo la vostra esibizione mi ha bloccata per un braccio, si è presentato e mi ha chiesto il numero di telefono, dicendomi di stare tranquilla. Io mi sono fidata e adesso sono convocata ai provini per entrare nel cast di una trasmissione televisiva!! >>
Tom alzò un urlo di felicità.
<< Wow! Pretendo l’autografo! >>
Anche lui la abbracciò, mentre Gustav e Georg le fecero i complimenti e le diedero diverse pacche amichevoli sulle spalle. Infine Elisabeth lasciò che Bill la tirasse a sé e dicesse:
<< Sono contentissimo per te, amore mio. Ma occhio ai corteggiatori, perché sono geloso! >>
Le bastò baciarlo per assicurargli che non avrebbe ceduto.
In quell’istante una voce rimbombò dappertutto, annunciando l’imminente partenza del volo che doveva prendere il gruppo.
<< E’ un peccato doverci separare in quest’atmosfera così bella! >> fece Gustav. << Ci mancherete, ragazze! >>
Tom fu il primo ad iniziare a salutare. Si avvicinò ad Elisabeth e la abbracciò fortissimo, dicendo:
<< Meglio che andiamo, altrimenti perdiamo l’aereo. A presto Eli, mi mancherai! >>
<< Anche tu! >>
Poco dopo fecero un saluto speciale con le mani e si sorrisero. Poi Gustav e Georg dissero arrivederci ad entrambe, uno dopo l’altro. Bill si fermò di fronte a Val, aspettando che finisse di salutare gli altri due amici. Quando anche lei rimase ferma a guardarlo, tutti e due sentirono che qualche lacrima sarebbe di certo uscita.
<< Ci vediamo, Bill. >> sorrise Valery, commossa.
Il ragazzo ricambiò: << Sì, ci vediamo, amica mia. >>
Di colpo, si strinsero forte. Non se la sentivano di dire altro, avevano paura di rovinare quell’attimo pieno di affetto. Dopo aver sciolto l’abbraccio, Bill andò verso Elisabeth, che lo riempì di baci e di carezze fino a stancarsi.
Nel frattempo Tom fissava Valery con un insolito luccichio negli occhi. La ragazza non ci mise molto ad accorgersene e lo guardò allo stesso modo. Piano piano, chiuse le mani in due pugni e le mise dietro la schiena, senza avere il coraggio di parlare. Fu lui a farlo.
<< Ciao, Valery. >>
Lei non rispose subito. Sarebbe dovuta esplodere e dirgli tutto quello che bisognava dire, ma le parole le morirono in gola.
<< Ciao, Tom. >> mormorò soltanto.
Un po’ deluso, il giovane sorrise comunque, anche se era un sorriso triste e malinconico.
Il gruppo diede le ultime raccomandazioni e poi si allontanò verso le scale mobili, portandosi dietro numerosi bagagli. Appena sparirono oltre le scale, Elisabeth mise le mani sui fianchi con indignazione e si voltò verso l’amica, fulminandola con lo sguardo.
<< Mmh? >> fece la mora, colta alla sprovvista.
Eli disse semplicemente: << Lo sai, Val. Lo sai che cosa devi fare. Sei ancora in tempo. >>
L’altra abbassò gli occhi, ansiosa. Dopo un po’ fece flebilmente:
<< Non ci riesco. >>
<< Cosa?!? >> esclamò di botto Elisabeth, spaventandola.
<< E’ complicato … >> continuò Valery, massaggiandosi le braccia. << Sono orgogliosa, lo sai, non voglio che … cioè, ho paura di … di sentirmi debole e … e fragile … >>
La bionda la interruppe prendendola per le spalle e costringendola a guardarla negli occhi.
<< Come credi che si senta Tom? L’hai visto? Hai visto che faccia aveva?? >>
Val rivide di nuovo quella tristezza, quella delusione che le aveva fatto perdere la voce. La voce che invece doveva tirar fuori per dire tutto, per dichiararsi, per esprimersi. Rivide il suo Tom, bello come il sole. Si immaginò il suo sorriso … ma non ci riuscì molto bene. Doveva averlo ancora davanti per poterselo ricordare.
C’era solo un modo per farlo.
<< TOM! >>
Eli non fece in tempo a reagire che Valery era già su per la scala mobile. “Si è decisa!” pensò sorridendo.
<< Tom, aspetta! Tom … Tom, ti amo!! Anch’io ti amo! >>
Val corse come non aveva mai corso prima. Era arrivato il momento di mandare l’orgoglio a quel paese, proprio come aveva fatto lui. Non si diede pace finché non lo vide in lontananza, diretto verso il controllo delle valigie. Spintonò in mezzo alla folla per raggiungerlo, senza mai rallentare.
<< Tom, fermati! Aspetta!! >>
Il suo grido fu così forte da sovrastare la voce dell’altoparlante, che richiamava i passeggeri del volo proprio in quell’istante. Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore e si girò in fretta. La scorse tra la gente e le corse incontro come un disperato.
Valery era quasi arrivata, stava per toccarlo, stava per abbracciarlo e dirgli tutto, quando inciampò. Tom ebbe dei riflessi eccezionali e riuscì ad impedire che cadesse. In un attimo si ritrovarono uno nelle braccia dell’altra.
Si fissarono col fiatone. I loro respiri si stavano mescolando, ma non avevano il tempo di ascoltarli e di calmarli. Valery fece finalmente ciò che doveva fare: esplose.
<< Ti amo, Tom. Ti amo! Scusami, ti prego, scusami se non te l’ho detto prima … >>
Lui la guardava con un amore immenso e aspettò con calma che riprendesse fiato, dopodiché lei proseguì:
<< Avevo … avevo paura. Non volevo sentirmi vulnerabile, debole, piccola. Sono troppo orgogliosa … mi dispiace di averci messo così tanto, Tom. Non ho pensato a te, che aspettavi una risposta. Sono stata una grandissima stupida! Mi dispiace … mi dispiace, Tom. >>
Il ragazzo la abbracciò più intensamente. Le accarezzò i capelli e attese che il suo respiro rallentasse. Valery, invece, appoggiò la testa al suo petto e sentì chiaramente il battito del suo cuore che martellava. Non ci mise molto a calmarsi. Dopotutto stava così bene …
Tom le diede un bacio sulla fronte e Val si separò dal suo petto. Sentì la mano di lui accarezzarle una guancia e sollevò la sua per accarezzarla a sua volta. I due fecero toccare le loro fronti e si fissarono.
<< Ti senti meglio? >> domandò il ragazzo con dolcezza.
Con un lieve sorriso, Valery annuì. Sorrise anche lui, mentre gli ultimi respiri affannati si stavano placando. A differenza di quanto si aspettasse, Val si sentì forte, grande. Un piacevole calore si irradiò nel suo corpo, partendo dal cuore ed arrivando al viso, alle mani, allo stomaco, alle gambe.
<< Baciami e ti perdono il ritardo! >> sussurrò Tom ad un certo punto.
Felice come non lo era mai stata, Valery non ci pensò due volte. I due giovani innamorati divennero una cosa sola: si abbracciarono e si baciarono a lungo, lasciando che la passione, mischiata alla tenerezza, li inghiottisse.
I Tokio Hotel assisterono da lontano e furono felicissimi. Tuttavia era tardi e cominciarono a chiamare il loro compagno ripetutamente. La nuova coppia dovette interrompere quella straordinaria magia. Non si erano mai sentiti così bene e sarebbero rimasti così in eterno, ma il tempo era quello che era.
<< Devo andare. >> esordì Tom con sguardo colpevole.
Valery gli accarezzò il viso dolcemente, poi fece:
<< Buon viaggio … e scusa se ho scelto il momento sbagliato! >>
Lui scosse la testa e la guardò ancora più profondamente.
<< E’ il momento perfetto, perché finalmente è già arrivato. >> mormorò poi.
Così presa da quell’incredibile atmosfera di dolcezza, amore e felicità, Val gli diede un bacio sul naso e lasciò che il frastuono della gente che faceva avanti e indietro intorno a loro diventasse il più profondo dei silenzi. Rimasero fermi, navigando nello sguardo della persona che amavano. Non si erano mai sentiti meglio.
<< Mi mancherai, Val … >> fece Tom, sollecitato dagli amici frettolosi.
Lei annuì e lo lasciò andare. Il ragazzo prese le sue valigie e la salutò un’ultima volta con il più splendente dei sorrisi. << Ti amo tanto! >> esclamò poi, prima di voltarsi ed affrettarsi a raggiungere gli altri.
Valery rispose subito: << Ti amo anch’io, Tom! >>
Avendo sentito, il giovane si girò per guardarla ancora una volta. Mentre si avvicinava ai suoi compagni spiccò un salto dalla gioia e Val ridacchiò, felice allo stesso modo.
E così i Tokio Hotel partivano, sparendo tra la folla, verso un futuro ricco di sorprese e di meraviglie.
Elisabeth apparve alle spalle dell’amica dopo averla seguita ed aver visto tutta la scena. Soddisfatta, le chiese come si sentisse.
Valery non smise un solo attimo di sorridere tra sé e di godere di quella magnifica felicità di cui era diventata piacevolmente preda. Ce l’aveva fatta, era riuscita ad oltrepassare la barriera dell’orgoglio e ad assaporare l’amore vero senza paura.
Poi ripensò a tutto quanto. Il primo ballo con Bill, il primo casuale incontro con Tom, il primo sorriso ricevuto da entrambi. La dichiarazione e la gara, i pensieri e i dubbi che aveva condiviso con i suoi amici.
Diede un respiro profondo ed avvertì una gradevole sensazione di libertà.
<< Mi sento sulla cima del mondo. >>
 
*
 
 

Epilogo

 
Bisogna considerare le circostanze per capire se passò poco o tanto tempo. Obiettivamente si trattava di sei mesi, per la band era un attimo, per le due amiche ballerine un’eternità.
I ragazzi avevano già fatto carriera: dopo essere scesi dall’aereo ed aver incontrato una serie di produttori, manager e vari personaggi del mondo musicale, firmarono il contratto che tanto aspettavano e pubblicarono in poco tempo il loro primo album, che vendeva piuttosto bene. Il loro sogno si era finalmente realizzato e le cose non sarebbero potute andare meglio.
Una sera la band affidò come di consueto i suoi bagagli al personale di un hotel, appena tornati da un giro di promozioni in giro per il paese. A differenza delle altre volte, però, non si fiondarono nelle loro stanze per riposarsi. Si spaparanzarono sulle poltrone della hall, perché aspettavano qualcuno.
<< Ragazzi, a me non sembra ancora vero … >> mormorò Bill, quasi tra sé.
Georg si buttò sul divanetto accanto a lui, commentando a sua volta:
<< E’ un sogno, dev’essere un sogno. Non voglio svegliarmi! >>
Ridendo, anche gli altri si accomodarono con loro. I Tokio Hotel cominciarono a chiacchierare e non passò molto tempo che due giovani ragazze entrarono nell’albergo.
<< Scusateci, è qui che alloggiano i Tokio Hotel? >> domandò una di loro con tono gentile, affacciandosi alla reception.
L’uomo dietro al banco fece segno che il gruppo era proprio lì dietro.
<< Grazie! >>
Bill restò immobile e spalancò gli occhi dalla sorpresa.
“Questa … questa voce …”
Di colpo gli saltò alla mente un’altra parola, pronunciata allo stesso modo.
“Taxi!”
Quella voce, la stessa voce chiara e cristallina che aveva udito tempo prima. La voce di cui si era innamorato. Era inconfondibile.
<< Elisabeth? >> fece, avvertendo che il battito cardiaco aumentava.
Una delle due iniziò a correre verso i ragazzi. Si tolse rapidamente il cappellino e sciolse i lunghi e lisci capelli biondi all’aria. Con gli occhi azzurri luccicanti di gioia, esclamò:
<< Bill, sono qui!! >>
Il cantante non attese oltre. Si alzò dal divano sotto lo sguardo stupito dei compagni, spintonò via le sedie e il tavolino che lo intralciavano nella corsa e volò verso la sua amata con un sorriso enorme.
Urlando come matti, si abbracciarono forte e poi si diedero una miriade di baci. Dietro di loro, il resto della band si mosse verso il banco della reception per salutare.
<< Ragazze, come ci avete trovati?? >> chiese Gustav felicissimo, mentre abbracciava Valery.
Quest’ultima, arrivata alle spalle di Elisabeth, rispose:
<< Un colpo di fortuna! Mi siete mancati così tanto … >>
Eli e Bill, intanto, erano ancora avvinghiati l’uno all’altra e cominciarono a farsi domande a raffica.
<< Tesoro, avrò consumato il vostro cd a forza di riascoltarlo! Siete grandi, siete davvero grandi … Come state? >>
<< Stiamo da favola! Tu, Eli? Come avete fatto a trovarci? Sarai stanchissima, chissà che viaggio avrete fatto … >>
<< Ci abbiamo messo molto, ma alla fine eccoci qua! Mi sei mancato tanto, Bill, troppo. Te l’ho già detto che ti amo alla follia?? >>
<< Sì, amore mio! Ti amo anch’io, immensamente. Non ho mai smesso di pensarti … >>
Nel frattempo anche Georg salutava Valery. Sotto gli occhi inteneriti degli altri, a cui piaceva vedere quella coppia così spensierata, i due sciolsero l’abbraccio e così Elisabeth poté salutare con calma il resto del gruppo.
Tom strinse la sua amica bionda rischiando di soffocarla, poi andò dritto dritto verso Val, che lo aspettava un po’ più in là.
<< Ehi … >> sorrise lei. << Come va? >>
Lui le si fermò davanti. Era ancora così bella … Non gli pareva vero averla lì, tutta per sé.
Ridacchiò e scosse il capo, poi fece:
<< Che domande mi fai?? >>
Subito dopo la avvolse nelle sue braccia dolcemente e Valery lo lasciò fare, abbandonandosi completamente. Dopo un po’ disse:
<< Scusa, sono così sconvolta dal viaggio … Mi sei mancato tantissimo! >>
Tom la guardò negli occhi e fece scontrare la fronte con la sua, come l’ultima volta che si erano visti.
<< Anche tu, Val. >> sussurrò.
Si diedero un bacio casto sulle labbra, poi un altro e un altro ancora, fino a baciarsi sul serio. Era un bacio così delicato, così poetico che tutti gli altri si fermarono a guardarli, affascinati senza darlo molto a vedere. Lei gli massaggiò il collo con una mano, mentre il ragazzo le passava ripetutamente la sua tra i capelli. Quando si separarono, realizzarono di essersi davvero di nuovo rivisti e in una risata generale Tom la abbracciò di nuovo, la sollevò e la fece girare per un po’.
Dopo quel calorosissimo saluto, Val andò verso Bill ed abbracciò anche lui, dondolando leggermente.
<< Ciao, amico!! >> esclamò, contenta.
<< Ciao! Sono felicissimo di vederti … >>
I due ballerini si presero per le mani e si diedero un’occhiata silenziosa a vicenda. Si trovavano veramente bene.
Bill fece, all’improvviso:
<< Valery, ti va di ballare più tardi? >>
L’amica saltellò ed acconsentì.
<< Sì!! Non vedo l’ora! >>
Quella familiarità, quel chissà cosa che li rendeva così complici scintillò negli occhi di entrambi.
Forse sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero ballato insieme, perché per via del successo della band non avrebbero potuto continuare a vedersi così spesso … ma erano ben determinati a rendere quel ballo bello come il primo, come quello che li fece conoscere.
<< Allora, Elisabeth … sei andata avanti anche tu con il tuo progetto? >> domandò Georg, passato il momento dei saluti.
La bionda annuì, permettendo a Bill di circondarle le spalle con un braccio; cercò di rispondere, ma un vocione più alto del suo la interruppe.
<< Ma guarda guarda, le nostre giovani superstar! >>
Si avvicinò al gruppo un tipo in jeans e maglietta dall’aria cordiale. Gustav alzò verso di lui una mano in segno di saluto:
<< Ciao David! Eli, Val … questo è David Jost, il nostro manager! >>
La bionda chinò leggermente la testa ed indicò l’amica:
<< Piacere, io sono Elisabeth. Lei è la mia migliore amica, Valery. >>
David sorrise ancora di più.
<< Il piacere è mio … >> fece, poi aggiunse con aria sorniona: << A giudicare da come vi stanno vicino i gemelli, deduco che siete piuttosto impegnati! >>
Per dargli ragione, il gruppo rise e Val confermò:
<< Direi proprio di sì! >>
Tutti quanti rimasero insieme a parlare del destino della band e di tante altre cose, tra cui il successo avuto da Elisabeth nel mondo della danza: dopo essere stata in tv aveva partecipato anche ad importanti rassegne teatrali e con Valery aveva preso parte ad un film come comparsa.
In pochi minuti i Tokio Hotel invitarono le ragazze nella loro suite per un ulteriore proseguimento di serata. Non avrebbe potuto esserci niente di meglio per festeggiare il loro arrivo e il successo generale di tutti. Per motivi professionali, David non potè unirsi a quell’allegra compagnia.
Prima di salire le scale, Bill fu trattenuto proprio dal manager per la manica della maglietta.
<< Posso chiederti una cosa? >>
Il giovane cantante fece sì con il capo e si fermò ad ascoltare.
<< Chi sono quelle due ragazze? Mi pare di capire che non sono delle tipe qualunque … >> chiese David con forte curiosità.
Bill sorrise e spiegò:
<< Elisabeth è colei di cui mi sono innamorato completamente. Credimi, sarei perso senza di lei! Non chiedermi come sia successo, perché a momenti non me lo spiego nemmeno io …! >>
L’altro comprese ed annuì, poi aggiunse:
<< Chi è invece Valery? >>
Bill abbassò lo sguardo, felice. Quella domanda aprì innumerevoli cassetti della sua mente, tirando fuori tutti i ricordi legati a quella straordinaria amicizia, indelebili e ancora vivi nel suo cuore.
<< Lei, beh … Lei è la mia amica ballerina. >>
 
 
 
 
 
 
~ Fine ~
 
 
 
Spero che vi sia piaciuta.... un bacio!!

By Eliot

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