We keep writing, talking and planning

di Rey Sullivan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa. Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Premessa. Capitolo 1 ***


Premessa:


Ehi, salve a tutti. Mi chiamo Jessica, per gli amici Jes. Sono una ragazza di 16 anni. Ci sono tante cose che mi piacciono, proprio come tante altre ragazze. Mi piace stare in compagnia degli amici, la musica, il mare, la musica, dormire, la musica, il cibo, la musica. Ma la cosa che mi piace di più in assoluto è la musica. Come se non si fosse capito. Comunque in questa FanFict... Ah! Dimenticavo, mi piace anche cantare. Sono fissata. Ma torniamo a noi, dicevo, questa FanFicti... Oh mi piacciono tanto anche gli Avenged Sevenfold sono una mia passione, anche loro, per questo ho scritto... Mhm, forse è meglio che completo la frase di prima, capirete molte più cose. Dicevo che in questa FanFict... Ah! No, niente. Questa volta era per cazzeggiare ma sono sicura che vi sto facendo innervosire. Prometto che non mi interromperò più! Parola di Scout! Ehm sì, comunque. In questa FancFiction io sarò una ragazza di 18 anni appena compiuti che vive in Huntington Beach. Lì, da una grande passione per la musica e per gli Avenged Sevenfold, conosce delle ragazze stupende con cui passerà il resto della sua inutile vita: Francesca detta Frà, Cristina detta Crì, Anna detta Fucky o come la chiamerà qualcuno Annina. Queste ragazze in realtà non hanno tutte 18 anni e non ho intenzione di svelare la loro età. Non si dice l'età di una donna, quindi non insistete *smile*. Incomincio subito col narrarvi il primo capitolo.

P.S.: Narrerò alcuni capitoli dal punto di vista di altri personaggi.
 

Capitolo 1

Ero uscita di casa proprio come ogni mattina.
"Oggi ho fatto 18 anni. Che merda. Li trascorrerò lavorando. Che schifo essere soli".
Il sole picchiava forte e i raggi colpivano violenti la mia pelle provocando un lieve bruciore. Faceva caldo, molto caldo. Beh, era pur sempre Luglio. Presi il cellulare.
"Merda. Sto facendo tardi". Non potevo permettermi di ritardare ancora o quel figlio di puttana mi avrebbe licenziata. "Che merda". Mi ero presentata già una volta in ritardo, proprio il primo giorno. Lo ricordo ancora bene. "Per fortuna! Con la memoria corta che mi ritrovo". Era il 1° Giugno di quest'anno. Finita la scuola iniziai a lavorare. "Oh beh, sempre meglio di niente". Finalmente arrivai e appena misi piede dentro il ristorante mi sentii rinfrescare. "Ti amo condizionatore". Entrai in cucina.
«Buongiorno» salutai lo Chef. Mi sorrise. "Che cazzo ha da ridere? Un 'ciao' sarebbe stato più che sufficiente. Tutta questa positività che ha mi fa venire il voltastomaco".
Andai nello spogliatoio per cambiarmi.
"Uff, con tutto questo caldo mi tocca stare in cucina a sudare come un maiale. Che cazzo, oggi non mi va di fare niente. Ma perché, i maiali sudano?".
Dopo essermi messa la mia fottuta divisa rientrai in cucina.
«Brigata* di oggi?» chiesi rivolgendomi allo Chef. Mi rispose rivolgendomi un altro sorriso.
"Oddio che merda".
«Sous Chef*».
"WTF?".
Se avrei avuto qualcosa in bocca sicuramente l'avrei sputata.
«Come mai questo compito?»
«Mhm, penso che tu abbia bisogno di esperienza e visto che hai già fatto tutto tranne questo... Comunque auguri.»
«Grazie» risposi senza entusiasmo.
"Che palle. Mi tocca aiutare 'sto qua". Iniziammo a preparare la Mise En Place* quando arrivò la prima Comanda*.
"Si inizia a lavorare".
 
                                                                                         ...
 
Uscii da quella cucina che erano circa l'1 e 40 minuti.
"Giornata leggera rispetto alle altre".
Mi diressi verso casa quando qualcuno si avvicinò a me con l'auto e suonò il clacson. Il finestrino del conducente si abbassò.
«Vuoi un passaggio a casa?»
"Wow che macchina!".
Era lo Chef, Jack si chiamava. Credo.
«No, vado a piedi. La ringrazio.»
«Dammi del tu e poi non ti mangio mica. Su sali».
"Ooooh come odio le persone che insistono".
Decisi di accontentarlo così salii nell'auto.
«Grazie.»
«Figurati» rispose sorridendomi. Partì. Mi girai e guardai fuori dal finestrino quando...
«OH MISERIA!» esclamai.
«Che succede?» domando Jack frenando di colpo. Davanti a me c'erano una sfilza di cartelloni con su scritto che gli Avenged Sevenfold si trovavano a Long Beach per un live. Mi sentii male.
«Devo esserci.»
«Ma cosa?»
«Guarda quei cartelloni» risposi.
«Avenged Sevenfold, Long Beach...» disse abbassando il tono della voce mentre leggeva.
"Voglio andarci".
«E allora?»
«E ALLORA?! Io devo andarci. Voglio vederli.»
«Hai i biglietti?»
"Ah, già, vero... I biglietti".
«Ehm... No, non li ho» dissi abbassando lo sguardo.
«Dove li si può prendere questi biglietti?»
«Su internet.»
«Quanto tempo si impiega da Huntington Beach a Long Beach?»
«Credo... Sì più o meno una mezz'ora».
"Cos'avrà in mente...".
Non disse nulla e partì. Arrivammo sotto casa mia.
«Beh, grazie del passaggio Jack.»
«Di nulla. Se vuoi domani passo a prenderti per andare a lavoro...»
«Ehm...»
"Ma guarda 'sto mangia frittelle! Ora che gli dico?".
Mi guardò speranzoso e nonostante il mio carattere di merda non riuscii a dirgli di no.
«Ok... Ti aspetto domani. Buonanotte.»
«Ok! 'Notte» disse. Gli diedi le spalle ed entrai dentro casa.
 
                                                                              ...
 
La sveglia suonò ed io mi alzai.
"Cazzo devo fare in fretta, Jack sarà qui tra poco".
Mi preparai, feci colazione e il campanello suonò. Uscì da casa.
«Buongiorno» disse salutandomi con un bacio sulla guancia.
"Wait... Tutta 'sta confidenza?".
«Buongiorno» dissi senza l'ombra di un fottuto sorriso. Salimmo in auto e andammo al lavoro.
 
                                                                                   ...
 
Era il 23, era passata una settimana e Jack mi prendeva e mi accompagnava a casa ogni giorno. Qualche sera uscimmo assieme. Stavamo diventando amici, non era così male il tizio. Mi svegliai con il mal di testa. Mi ero ubriacata, non ricordavo niente.
"Mi serve un qualcosa per far passare questo fottuto mal di testa".
Presi un'aspirina e mi preparai per il lavoro quando mi squillò il cellulare. Mi arrivò un messaggio...
 
Da Jack per Jes:
Ehi, sei pronta? Sto arrivando, devo solo girare l'angolo.
Da Jes per Jack:
Io? Pronta? Altro che! Sono prontissima!
Da Jack per Jes:
Ahahahahahah a dopo
 
Non risposi e lo aspettai fuori. Arrivò e suonò il clacson. Corsi da lui e quando aprì lo sportello...
(Mia espressione: O.O)
«Oh porca di quella puttana! Sono i biglietti del concerto dei Sevenfold!»
«Ahahahah sì! Consideralo come il regalo del tuo compleanno. In ritardo di una settimana ma va beh...»
«Oh miseria! Oh miseria!» esclamai. Non potevo crederci... Salii in macchina e afferrai quei biglietti. Li lessi per ben tre volte e non feci altro che guardarli per tutto il tragitto. Quando arrivammo e scendemmo dall'auto li lasciai dentro e io abbracciai forte Jack.
«Tu vieni con me, vero?»
«Io?»
«Sì... Infondo hai preso due biglietti.»
«A me non piace quel genere di musica. Lo sai, io ascolto l'House.»
«Ah... Ma sarò sola così!» esclamai.
«Porta qualcun'altro con te.»
«Non ho nessun'altro...»
«Mhm... Dai, lo faccio per te». Gli sorrisi a 32453674645 denti e gli saltai addosso.
«Grazie, grazie, grazie!» dissi. Rise ed entrammo. Per tutto il giorno pensai al concerto e mi immaginai a come poteva essere e così il tempo passò in fretta. Jack ed io andammo a farci due birrette dopo mi accompagnò a casa.
«Ti va di dormire da me?»
«Di-di-dici sul serio?» chiese balbettando. Risi e annuì. Così entrammo dentro e ci andammo a mettere a letto...

*Brigata: Si tratta dei ruoli che si trovano in cucina come il pasticciere o come lo chef dei primi piatti (Chef Entremetier)
*Sous Chef: Colui che aiuto il capo della cucina ovvero lo Chef de cusine. Lo sostituisce in caso di sua assenza.
*Mise en place: E' la preparazione del materiale necessario per un serivizio (quella in sala) o di una preparazione (quella in cucina).
*Comanda: La comanda è un piccolo foglio che fa parte di un blocco sul quali  vengono annotano le 
vivande e le bevande richieste dai cliente in un determinato tavolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
 
Mi svegliai ancora assonnata. Eravamo andati a letto tardi, ci eravamo persi in chiacchiere e il lavoro era finito tardi... Molto tardi. Mi alzai dal letto e andai in bagno, dopo mi vestii. Pantaloncini e t-shirt. Rimasi scalza e mi diressi per la cucina. Mi fermai di colpo.
«Oh buongiorno. Che fai?»
«'Giorno. Sto preparando la colazione». Mi avvicinai e lo salutai con un bacio sulla guancia priva di barba e guardai la padella. Uova e pancetta...
"Mhm... Bene. Mi sentirò male... Merda".
Mi andai a sedere e aspettai che la colazione fosse pronta.
«Sai, Jack, non c'era bisogno che ti mettessi a cucinare. Oggi abbiamo la giornata libera e tu che fai? Cucini. Wow non credevo che la tua passione potesse arrivare fino a tanto». Lo sentii ridere.
«Beh, Jessica, io amo cucinare non ne posso fare a meno. Credevo fosse anche la tua di passione... Non è così?»
«Io, ehm... A me piace stare in cucina ma la mia passione è un'altra.»
«Ti va di dirmi quale sarebbe?»
«La mia più grande passione è sempre stata la musica.»
«Ehi, io a casa ho una chitarra. Non ho mai imparato a suonarla e così non l'ho più toccata. Se te la porto mi suoneresti qualcosa?»
«Ma... Ma io non so suonare. Mi piacerebbe imparare ma non ho mai avuto la possibilità» risposi. Si girò e mi guardò. Prese due piatti e ci mise la colazione. Posò un piatto davanti a me e iniziai a mangiare.
«Com'è nata la tua passione per la musica?»
«Oh beh, ero piccola quando iniziò a piacermi la musica». Mangiai un boccone.
«Cioè?»
«Avevo 4 o 5 anni, non ricordo bene. Ero in auto con il mio papà. Lui accese la radio e trasmettevano una canzone. "Perdono". Gli feci comprare il CD di quel cantante e in pochissimi giorni mi imparai tutte le canzoni. Le ballavo e le cantavo. Poi, quando mio nonno morì, avevo 9 anni, mi sentii male. Ero a pezzi e non c'era niente che riusciva a distogliere i pensieri su di lui, quando mi misi a canticchiare. Allora iniziai ad ascoltare della musica e a cantare così mi sentii meglio. Non pensavo a niente. In quel momento eravamo la musica ed io. Poi, scoprendo un altro genere di musica, che ormai ascolto da tanto tempo, iniziai a voler suonare oltre che a cantare. Volevo una chitarra ma non potevo permettermela». Abbassai lo sguardo e finimmo la colazione in silenzio. Mi alzai e presi i piatti che posai nel lavello.
«Io devo andare». Lo guardai.
«Dove vai?»
«Vado a comprare delle cose». Evitai di chiedere cosa, non volevo essere invadente, quindi annuii. Lo accompagnai alla porta e ci salutammo. Guardai un po' di televisione e dopo iniziai a pulire la casa.
 
                                                                                 ...
 
Si fece sera ed ero in pigiama. Suonarono il campanello.
«ARRIVO!» esclamai. Aprii la porta.
«Ciao Jack». Lo feci entrare. Aveva un sacchetto in mano. Andò nel salotto e si sedette sul divano e mi fece segno di sedermi accanto a lui, allora mi accomodai. Mi diede il sacchetto in mano.
«Apri» disse con un sorriso. Aprii il sacchetto. Dentro c'era una bandana rossa, una felpa a maniche corte, dei jeans a vita bassa, molto bassa, e delle Converse. Lo guardai.
«Stai scherzando, vero?»
«No, sono tue.»
«U mad?!» esclamai. Rise.
«Te le ho comprate per domani. Non mi dire che te lo sei dimenticato!»
«Io? Dimenticarmi il live? Pff! Per chi mi hai presa?» domandai facendogli una linguaccia. Rise.
«Oh! Ecco, quindi domani indossa questi vestiti» disse divertito. Mi fece l'occhiolino.
«Quanto hai speso?»
«Nah, non te lo dico.»
«Su, spara!» esclamai inarcando le sopracciglia.
«No, non voglio che mi dai i soldi. Prendilo come un regalo» disse sorridendo. Lo abbracciai, poi mi alzai e andai a posare il sacchetto nelle mia camera. Ritornai da lui.
«Vuoi qualcosa da bere?»
«Se hai birra sì, altrimenti niente». Risi e andai in cucina a prendere due birre e dopo averle aperte ritornai in salotto.
«Ecco, tieni». Prese la bottiglia e iniziò a berne il contenuto. Feci lo stesso.
«Era questo il motivo per cui sei andato via questa mattina?»
«Sì. Non le ho comprate qui». Lo guardai confusa.
«E dove?»
«Long Beach». Inghiottii la birra tutta in una volta facendo rumore.
«Cosa? E perché?» chiesi stupita. Rise.
«Sì, proprio lì. Ci sono andato per vedere il posto del concerto. Il palco è già montato». Mi si illuminarono gli occhi e una lacrima mi rigò il viso.
«Ehi! Perché piangi?»
«Oh, no niente. Sono felice. Non posso credere che domani li vedrò. Ho sempre sognato di vederli» risposi sorridendo.
«Come sei dolce...» disse. Arrossii.
«... Comunque, se vuoi essere in prima fila ci conviene partire di mattina presto e stare tutto il giorno la davanti» continuò.
«Chissà se vendono i pass.»
«Ehi? Mi stai ascoltando?»
«Pensi che entro domani troveremo i pass?» domandai guardandolo. Poi abbassai lo sguardo.
«Tu non mi stai ascoltando».
«Mhm?»
«Lo sapevo. Antipatica» disse incrociando le braccia.
"Ha finito la birra. Forse parla di questo".
«Aaaah! Scusa! Non mi ero accorta che ti era finita la birra. Vado a prendertene un'altra!» esclamai dispiaciuta. Mi alzai ma Jack mi fermò.
«Non parlavo delle birra, Jes» disse scoppiando, subito dopo, a ridere. Lo guardai confusa mi sedetti.
«E di cosa?» domandai.
«Parlavo del concerto. Dicevo che se vuoi essere in prima fila dobbiamo partire da qua prestissimo. Già c'erano 5 ragazzi postati la davanti.»
«Oh. Io intenzione di partire da qua verso le 5 e mezza del mattino, visto che ci vuole una mezz'ora saremo lì alle 6.»
«Ottima idea» disse sorridendomi.
«Dormi di nuovo qui?»
«Se non è un problema.»
«Ma quale problema! Anzi è meglio così faremo prima! Come minimo dobbiamo svegliarci alle 4 perché io devo pulire tutta la casa. Non posso lasciarla in disordine.»
«Alle... ALLE QUATTRO?!» esclamò Jack guardandomi scioccato. Risi.
«Sì, mi sembra ovvio. Avanti io non lascio casa mia così.»
«Ok, va bene...» sospirò.
«... Vado a prendermi il ricambio e torno qua subito» continuò.
«Se non ti dispiace io mi vado a mettere a letto altrimenti domani non mi sveglio. Ti do le chiavi così entri. La stanza tua è sempre la stessa.»
«Ok, grazie». Disse alzandosi dal divano e prendendo le chiavi. Uscì dalla porta. Mi alzai dal divano e mi buttai sul letto. Iniziai a pensare a come poteva essere quel strafottuto concerto che aspettavo da anni.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
 
Suonò la sveglia.
"Finalmente! Oggi li vedrò".
Mi alzai dal letto e andai nella stanza dove dormiva Jack. Entrai e mi avvicinai al suo letto.
«Jack? Su svegliati Jack» lo chiamai strattonandolo delicatamente. Si girò verso di me e si stiracchiò.
«Buongiorno. Mi sto alzando» rispose. Così gli sorrisi e mi andai a preparare. 
Finito questo, sistemai la mia stanza e subito dopo quella di Jack mentre lui era in cucina che preparava la colazione.
Mi sentii chiamare dalla cucina così andai la.
«La colazione è pronta» disse girandosi con i piatti in mano. Gli sorrisi.
«Ti stanno davvero bene» continuò indicando i miei vestiti con un cenno, appena percettibile, della testa. Lo ringraziai e mi sedetti. Fece lo stesso.
Consumammo la colazione in silenzio.
«Ci penso io a pulire la cucina.»
«No Jack, tu vai a prepararti, sei ancora in mutande se non te ne fossi accorto» dissi guardandolo in viso. Risi.
«Holy shit! Non l'ho fatto apposta! Non ci ho pensato, sorry!» esclamò arrossendo.
Con un gesto gli indicai l'uscita della cucina.
Mi lasciò sola e iniziai a pulire casa.
 
                                                                                    ...
 
Guardai l'orologio: 5:10.
Iniziai ad avere l'ansia.
"Che cazzo sta facendo Jack?! Arriveremo tardi, merda!".
Passarono altri due minuti e finalmente lo vidi uscire da quella fottuta stanza.
«Alleluia!» esclamai.
«Scusa, non sapevo che mettermi. Ti conviene portarti una giacchetta. Potrebbe far freddo verso sera.»
«Per questo ci hai messo così tanto? Per questa indecisione?» domandai e poi risi.
Annuì.
«Ma dai Jack, siamo a Luglio, cazzo! Precisiamo, 25 luglio. Il grande giorno».
Stavolta fu lui a ridere.
«Dai, basta perdere tempo. Andiamo su!» esclamai contenta.
Così uscimmo da casa e salimmo in auto.
«Si parte!» esclamai.
 
                                                                                      ...
 
Arrivammo a Long Beach verso le 6:30.
Jack parcheggiò l'auto e poi andammo a piazzarci.
"Cristo... Non posso crederci".
Era pieno di ragazzi ma nonostante tutto riuscimmo a farci spazio e, così, ad arrivare in prima fila.
Mi girai verso Jack e parlai con un tono fin troppo contento. Il ché era strano sentirlo da me.
«Ehi Jack! Da questa angolazione riuscirò a vederli tutti e cinque! Sono così felice! Grazie ancora». Gli sorrisi.
«Oh, anche io riuscirò a vederli e poi non ringraziarmi. E' stato un piacere» disse ricambiando il mio sorriso.
Non potei far a meno di guardarmi attorno. Dietro avevo tre ragazzi con un cartellone rosa: "WELCOME HOME A7X".
Era fatto con dei brillantini argento, oro, viola, marroni e verdi.
Sorrisi. Beh, rimasi con il sorriso per tutto il tempo. Poi mi guardai a destra e notai una ragazza con dei capelli rossicci.
"Che bei capelli".
Lei si girò e mi guardò. La mia reazione fu quella di girarmi immediatamente.
«Che succede?» chiese Jack.
«Uhm? No niente» risposi sorridendo. Guardò a destra anche lui, non so che vide perché io ero troppo impegnata a guardare il palco ancora vuoto.
Le ore passavano lente e dentro me l'ansia cresceva.
"Sto impazzendo... Io sono qua, in LBC... Non ci credo ancora e..."
«Scusa?»
... I miei pensieri furono interrotti da qualcuno.
Mi girai e vidi quella ragazza.
«Dimmi» risposi timida.
La ragazza mi rivolse un sorriso cortese e poi disse:
«Mi stai schiacciando il piede.»
«A-a-ah» fu l'unica cosa che mi uscii dalla bocca. Arrossii e spostai subito il  piede da sopra quello suo. Quella ragazza scoppiò a ridere. Jack sogghignava.
«Ti chiedo scusa, ero sovrappensiero e non me ne sono accorta, scusa ancora.»
«Ma no, dai. Sta tranquilla non è nulla» disse continuandomi a sorridere. Annuii.
La ragazza si girò e Jack mi parlò all'orecchio - «Che figura di merda» - e dopo si trattenne le risate. Con le mani mi coprii il viso per la vergogna.
 
                                                                                     ...
 
Le ore passavano e i piedi, i miei poveri piedi, gridavano pietà. Neanche al lavoro mi stancavo così tanto, e stavo ore al in piedi…
D'un tratto si sentirono delle urla. Alzai di scatto la testa e guardai il palco.
«Jack?! Jack?!» lo chiamai.
«Che succede?» domandò. Fui incapace di rispondergli quindi gli indicai il palco. Stavano montando...
«.... LA BATTERIA DI JIMMY!» urlò la ragazza accanto girandosi verso di me. La guardai e sorrisi.
«VUOL DIRE CHE IL LIVE STA PER INIZIARE!» urlai alla ragazza.
«SI! MANCA POCO ORMAI!» rispose. Mi abbracciò e io ricambiai l'abbraccio.
«OH, SCUSA! IO SONO FRANCESCA, HO 18 ANNI!»
«TRANQUILLA. IO SONO JESSICA ANCHE IO NE HO 18» dissi sorridendo.
«LUI E JACK...» presentai.
«PIACERE FRANCESCA» urlò stringendole la mano.
«HA 23 ANNI» continuai. Francesca sorrise.
«QUESTI RAGAZZI QUA, OLTRE CHE BRAVI SONO DEI GRAN FIGHI!» urlò lei.
«CAZZO SI! MAMMA MIA...» urlai per farmi sentire.
«LI SBATTEREI OVUNQUE!» continuai. Poi mi accorsi che le urla degli altri cessarono e i ragazzi che avevo attorno sentirono la mia affermazione. Mi impietrii.
"Figura di merda. Figura di merda. FIGURA DI MERDA!".
Jack scoppiò a ridere tenendosi la pancia ed asciugandosi le lacrime.
«Sì, hai ragione. Io amo quel Nano!» esclamò Francesca.
«Oh sì, è così basso e carino. Come si fa a non amarlo?»
«Perché Zacky? Aaaah quella porchetta!» esclamò ridendo.
«Lo adoro! Oh beh, io li adoro tutti e cinque.»
«Già, sono fantastici» rispose.
Continuammo a parlare fino a quando i Sevenfold andarono in scena.
     
                                                                                         ...
 
Il concerto iniziò: Critical Acclaim.
Cantai a squarciagola. 
Matt sbagliò una parola. Scoppiai a ridere.
«Che c'è?» domandò Jack. Francesca si girò.
«Ha sbagliato!» esclamò lei.
«Sì!» confermai. Poi spiegai a Jack.
«Vedi, il testo dice "Excuse the obscene", mentre il cantante ha detto "Ignore the obscene". Ma poi lui è libero di fare ciò che vuole».
La canzone finì e Shadows iniziò a parlare e poi presento la prossima canzone.
 
                                                                         ...
 
Seconda canzone: Second Heartbeat.
Urlai come una matta.
La canzone era alla fine. Mancava solo l'assolo di Synyster.
«LONG BEACH! MY BOY, SYNYSTER FUCKIN' GATES!» urlò in quel dannato microfono.
La mia attenzione andò su Gates solo quando sbagliò l'assolo.
Fece una linguaccia e riprese a suonare.
Ero come incantata da lui. Poi mi accorsi che il suo sguardo era rivolto a me.
"Merda. Mi sta fissando".
Inarcò le sopracciglia e finì il tutto con una smorfia.
"Sì, okay Jessica. Con tutte le persone che ci sono proprio te doveva guardare eh? Ma piantala. Hai 18 anni, smettila di fantasticare".
 
                                                                                  ...
 
Terza canzone: Afterlife.
Francesca ed io ci tenemmo abbracciate per le spalle.
All'inizio i due, Zacky Vengeance e Synyster Gates, si misero a suonare uno accanto all'altro. Erano così in sintonia. Sia Frà che io non riuscimmo a distogliere lo sguardo dai due.
La canzone iniziò e, la ragazza ed io, la cantammo, assieme a Matt, urlando.
I movimenti di Zacky e il suo modo di suonare mettevano i brividi...
O almeno era quello che mi disse lei, ero troppo impegnata a cantare e a guardare Gates.
Lui faceva tutte quelle mosse che ti facevano mancare il fiato.
Francesca concordò con me su Gates e io con lei su Zacky... Dopo aver guardato ovvio.
Matt che non stava fermo quando cantava era un qualcosa di comico ma allo stesso tempo fantastico. Aveva una voce fuori dal comune. Metteva i brividi.
La voce di Zacky e quella di Synyster erano bellissime.
La concentrazione di The Rev... E il piccolo Johnny. Magnifici.
Iniziò la mia parte preferita: "Loved ones back home all crying 'cause they're already missing me...".
La voce di The Rev provocò in me un'ondata di brividi e delle lacrime percorrevano lente la mia guancia.
«Ehi» disse Frà smettendo di cantare e porgendomi un fazzoletto.
«Grazie» risposi sorridendole. Lo presi e mi asciugai il viso. Ripresi ad ascoltare quelle voci meravigliose.
E poi lo scream di Matt e l'introduzione all'assolo di Gates provocarono altri brividi.
Zacky era accanto a Synyster per poi lasciarlo solo.
Iniziò quel fottuto e magnifico assolo.
Johnny Christ fu come impazzito. Muoveva la testa dalla mia sinistra alla mia destra così velocemente da farmi pensare che potesse perderla (?).
Il mio sguardo, però, ritornò su Gates.
Fine della canzone. Un bel finale direi, già. Con la linguaccia di Synyster...
Matt iniziò a parlare e ringraziò i ragazzi che, chissà come erano arrivati a destra dell'arena visto che erano al centro (?), avevano fatto quel cartellone dando il benvenuto ai Sevenfold.
Zacky lo interruppe leggendo un cartellone dedicato a lui: «... Zacky Vee is man for me...».
A quel punto tutti urlarono.
Matt presentò la prossima canzone.
                                                                                ...
 
Quarta canzone: «... Play The Beast And The Harlot, now!»
Iniziarono a suonare.
«Long Beach, I won’t see you move, now!» esclamò.
Gates mi stava facendo impazzire con quella chitarra.
Zacky e Johnny si diedero il cinque.
Mi guardò di nuovo e usci fuori quella dannata lingua.
"NON GUARDA TE, LO CAPISCI?!".
"ZITTA RAGIONE! Mi piace pensar che sia così! Cosa c'è di male?".
"Il fatto che tu ti fotta la testa!"
"Fa silenzio!". Riuscii a zittire il lume della ragione.
«Okay, Brian ti sta guardando» sussurrò Frà al mio orecchio.
Non riuscii a risponderle.
"Visto?!".
Gates distolse lo sguardo per poi tornare nella sua postazione.
«ODDIO MATT SEMBRA UN PAZZO A COME SI E' PARTITO PER CANTARE!» urlai scoppiando a ridere. Francesca e Jack si unirono.
Ecco Shadows che chiamò Synyster per l'assolo: «Yo Gates! Play, guys, for man!».
I miei occhi erano incanti sul suo movimento delle dita e ogni tanto guardavo quel viso così... Così.... VSBDIUJKC.
Zacky si avvicinò a Gates e gli disse qualcosa. Lui rispose con un "Yep", credo, e ripresero a suonare. Poi gli disse qualcos'altro dove Syn rispose con un'espressione davvero molto buffa ma pur sempre carina. Vee sorrise per poi diventare serio.
Prima di ritornarsene con calma alla loro postazione i due guardarono prima Frà e subito dopo me.
«Fr-frà?»
«Sì, ci hanno guardate» disse rimanendo immobile.
Matt tornò a cantare.
Johnny salì da The Rev per poi riscendere subito dopo.
"Quel Nano è pazzo".
L'energia che mise Sullivan su quella batteria, dopo il secondo ritornello, era strabiliante.
Okay, iniziai a non capirci più niente. Stavo uscendo pazza. Matt alla mia sinistra che faceva il figo. Zacky al centro che suonava la chitarra, Synyster che alzava il medio, Sullivan che si girava la bacchetta tra le dita, Johnny che muoveva la testa in modo "vbsdhjixz". Dovevo essere in paradiso.
Matt iniziò a cantare. Synyster salì sopra "non ho la più pallida idea di come si chiamano" suonando la chitarra, Sullivan sorrideva e Zacky e Johnny parlavano. Poi Syn con un salto scese da "quell'affare" e Johnny sorrise.
Sì, non avevo più dubbi. Ero morta e quello era il paradiso.
Era arrivata la fine della canzone e, Gates salendo sopra l'impalcatura rialzata (?), mi guardò nonostante fosse dall'altra parte del palco. Mi sentii arrossire ma non abbassai lo sguardo. Anche perché mi era del tutto impossibile. Ero completamente incantata.
Tornò a guardare la sua chitarra e scese da qual coso con un salto facendo una giravolta.
"Che sia una ballerina?".
Fine della canzone.
Negli schermi a LED apparse un video dove una ragazza correva in un bosco e urlava. Poi spunta l'assassino. Il video si interruppe e si senti un urlo.
 
                                                                                ...
 
Quinta canzone: Scream.
Sopra quel palco c'erano delle ragazze in... Intimo?
Iniziò davvero bene, così bene che per tutta la canzone guardai Gates. Non mi accorsi ne di quando Matt iniziò a cantare ne di quando finì.
Ad un punto della canzone, non ho idea quale ero troppo presa da Haner, Frà mi disse: «Guarda l'uccello di Shadows! Si è svegliato!»
«WOOOO!» fu l'unica cosa riuscii a dire vedendo ciò che mi disse Francesca. Dopo ritornai a Gates. Mi stava facendo impazzire con tutti quei movimenti. Stava risvegliando in me sensi animaleschi(?), tanto per citare la canzone.
«Frà, posso chiamarti così vero?, è nomale che faccia pensieri poco puliti riguardo ad uno di loro?» domandai continuando a fissare Haner.
«Certo che puoi chiamarmi così. Sì, è più che normale. Li sto facendo anche io, proprio in questo momento su Johnny e su Zacky» disse ridendo. Annuii.
Iniziò l'assolo e iniziai a non capire più un cazzo. Avevo caldo, tanto, troppo caldo.
Poteva un uomo essere così perfetto?
La voce di Jimmy mi mise i brividi ma il mio sguardo era sempre rivolto a Gates.
"Merda. Voglio essere quella chitarra".
E anche questa canzone era arrivata al termine. Synyster si avvicinò a Zacky e uscì fuori la lingua, poi si morse il labbro e fece un segno con la mano come per dire "non c'è la faccio più", poi mi guardò. Zacky invece continuava a guardare Frà. La canzone finì.
Mi girai verso Frà: «Siamo morte?»
«Credo di sì». Jack diede un pizzicotto a me e uno a Frà.
«AHI!» esclamai assieme a lei. Jack rise.
«Siete ancora vive» aggiunse.
Sul palco arrivo un reggiseno per Johnny e Matt prese a raccontare di quella volta che arrivarono per Zacky trenta reggiseni.
«I was jealous» disse Syn. Risi.
Poi Matt chiese se volevamo sentire cantare Johnny nella prossima canzone.
 
                                                                            ...
 
Sesta canzone: Seize the day.
Johnny prese a cantare: «Seize the day or die regretting the time you lost 
It's empty and cold without you here... Too many people to ache over».
Scoppiai a ridere, molto probabilmente da sola, per come aveva cantato quel pezzo.
Matt gli batté le mani e poi prese a cantare. Aveva tolto gli occhiali.
Mentre cantava accarezzava quel microfono così dolcemente come se fosse il suo unico amore. Mi emozionai con questa canzone, avevo completamente le lacrime agli occhi.
Syn mi guardò e fece un movimento con la testa e riuscì a farmi sorridere. Johnny guardò Frà, anche lei aveva le lacrime agli occhi. Lui le sorrise. Poi andò accanto a Gates. Adesso Zacky la guardava. Gates si portò al centro, proprio davanti a me, e suonò l'assolo.
"La fontana si è aperta, merda". Le lacrime continuavano a scendere e lui continuava a suonare. Di tanto in tanto mi rivolgeva uno sguardo fugace. Alla fine dell'assolo ritornò alla sua postazione. Alla fine dell'ultimo ritornello Gates sorrise al pubblicò e mostrò la lingua.
La canzone finì. Matt iniziò a parlare:
«Gates?» domandò Matt.
«Yeah Sir!» rispose. Iniziarono a parlare fino a quando non disse a Syn di suonare.
Era l'inizio della prossima canzone. Matt chiese qual era la canzone e chi la cantava. Tutti noi avevamo risposto alle due domande. Poi Matt chiese chi voleva salire sul palco a cantare. Salì un ragazzo. Matteo.
 
                                                                                      ...
 
Settima canzone: Walk.
«Get ready for this?! LET'S GO!» esclamò Matteo. Syn iniziò a suonare seguito da Jimmy alla batteria e dagli altri subito dopo.
Cantò tutto il primo pezzo e il primo ritornello. Gli furono fatti i complimenti e poi lo mandarono nel Back stage.
«Che fortunato» dissi a Frà. Lei annuì.
Poi Matt presentò la canzone che stavano per fare.
 
                                                                                         ...
 
Ottava canzone: Bat Country.
«He who makes a beast out of himself! Gets rid of the pain... Of being a man!» esclamò Matt facendo, subito dopo, uno scream. Gli altri presero a suonare e lui iniziò a cantare.
Gates riuscì ad attirare, di nuovo, la mia attenzione...
Volò un peluche che stava per colpire Haner mentre cantava, per fortuna lo schivò, poi andò accanto a Matt che cantava. Gli puntò le dita, a mo di pistola, alla testa e Gates muoveva la testa per dire "no" sorridendo mentre Matt faceva "sì" con la testa continuando a cantare.
Gates portò la testa all'indietro sorridendo e poi mi guardò serio. Poi, distogliendo lo sguardo, andò sulla sua postazione.
Mentre Shadows cantava il pezzo prima dell'assolo, lui si portò al centro del palco pronto e sicuro. Adoravo vederlo suonare. Si stava gasando (?), muoveva la testa e dopo salì sopra l'impalcatura con un salto. Iniziò l'assolo. Poi Zacky Vee si avvicinò a Haner. Ed ecco che i due ci guardavano.
Avevamo qualcosa in faccia?
Entrambi andarono nelle loro postazioni. La canzone stava finendo e io stavo per impazzire.
Nell'ultimo pezzo Zacky andò nella postazione di Gates e iniziarono a parlare. Sembrava che Syn facesse il verso a Matt e Frà ed io ridevamo come sceme. Poi tornò al posto suo.
Ecco la fine della canzone... Zacky non riusciva a stare fermo, si portò davanti a The Rev e poi ritornò al suo posto. Johnny aveva un dolce sorriso stampato in faccia.
La canzone finì.
«... Repeat after me! EHI!» esclamò Matt. Tutti ripetemmo.
«EHI!». Di nuovo.
«EHI! EHI!». Ancora.
«EHI! EHI! EHI!». E ancora.
«I'M NOT INSANE!» urlò. Tutti lo ripeterono dopo lui.
«I'M NOT INSANE!». Nuovamente.
«I'M NOT FUCKING INSANE!»
 
                                                                                           ...
 
Nona canzone: Almost Easy.
Iniziarono a suonare.
«... GO!» esclamò Shadows.
Iniziò a cantare.
Gates salutò tutti con la mano...
Matt puntò il microfono verso di noi per sentirci cantare un pezzo della canzone, poi lo riportò davanti a se.
Finito il primo ritornello Haner saltò per tutto il palco e rivolse delle corna alla sua destra, ovvero alla mia sinistra. Zacky raggiunse Johnny e si misero spalla a spalla a suonare.
Dopo, Haner e Baker ritornarono al proprio posto. Durante il secondo ritornello Johnny si portò davanti a noi lasciando, in modo figo (?), il basso. Alla fine del ritornello Shadows chiamò Haner per l'assolo: «GATESSSSS!» esclamò.
Si portò al centro. Alla fine dell'assolo alzò la chitarra e fece una delle sue espressioni da scemo ma così "dbcydshxzj" che ti portavano a strapparti i capelli (?). Matt ritornò a cantare.
Iniziò il terzo e ultimo ritornello...
La canzone finì. Matt iniziò a parlare e quando arrivò alla presentazione della prossima canzone Gates iniziò a suonarla e tutti noi fan a urlare.
 
                                                                                ...
 
Decima canzone: Gunslinger.
Matt iniziò a cantare. Mentre Gates suonava era così serio e concentrato che quasi sembrava finto. Anche gli altri iniziarono a suonare. In questa canzone Matt era particolarmente bello. Questa volta la mia attenzione era tutta su di lui.
Arrivò il pezzo prima dell'assolo e la pelle d'oca si faceva già sentire.
L'assolo iniziò. Era un qualcosa di fantastico.
La canzone era arrivata al termine e appena finì iniziarono a suonare subito un'altra canzone.
 
                                                                                     ...
 
Undicesima canzone: Unholy Confessions.
Matt prese l'asta del microfono e l'alzò, poi la mise giù e fece uno scream.
Sembravano essersi gasati tutti, persino io. Iniziai a cantare tenendo a braccetto Francesca che mi guardò con uno sguardo interrogativo ma subito dopo, facendo spallucce, prese a fare lo stesso. La mia attenzione fu per la maggior parte di Jimmy, ma anche di Gates e poi di tutti gli altri.
Poi ci fu una scena dove tutto accadde velocemente... Dal pubblicò lanciarono un lenzuolo, o qualcosa del genere, Matt lo prese e lo buttò a terra. Syn si avvicinò a Zacky e gli diede una pacca sul sedere, poi entro Michelle DiBenedetto a prendere quel lenzuolo. Mi immobilizzai. Mi ero completamente dimenticata che i cinque erano fidanzati.
Mi sentii in colpa per aver pensato che Gates mi guardasse. Preferii non darci troppo conto e ritornai a guardare Haner ma vidi che lo stava già facendo lui. Sorrisi involontariamente e lui tornò subito a guardare la sua chitarra. Matt bevve dell'acqua, Syn ritornò alla sua postazione e Vee prese il posto di Gates, mentre Matt ci si mise accanto.
«Yo Zacky...» parlò Matt. Lui annuì. Poi riprese a cantare. Johnny sembrava impazzito. The Rev era magnifico, stupendo, fantastico in quella fottuta canzone. Poi, mentre Gates camminava, guardò il suo pubblico e mosse le dita e dopo le passò sul collo come se volesse tagliarsi la gola. Era stupendo. Alla fine del secondo pezzo sia Sanders che Haner saltarono. Poi Sanders riprese a cantare. Brian raggiunse Matt e ci si mise accanto. Mancava l'ultimo ritornello...
Quando iniziò Haner ritornò davanti al suo microfono. Uscì di nuovo la lingua.
Anche l'ultimo ritornello finì. Haner si mise della birra in bocca e la sputò prima al sua sinistra, poi al centro e poi alla sua destra. Aveva tutto il mento bagnato di birra. Risi assieme a Frà e a Jack. Matt parlò e quando finì Haner riprese a suonare facendo una delle sue espressioni. Poi salì sopra l'impalcatura, Matt scese, e, alzando la chitarra, continuò a suonare. Matt risalì, Haner si levò la chitarra e Zacky e Johnny fecero lo stesso. Poi ci furono dei giochi di fuoco, dove Gates si muoveva come se lo stessero sparando. Poi tutti salutarono posando le chitarre, e il basso, andando dietro le quinte. Haner però ritornò indietro prendendosi la birra e poi andò via.
Negli schermi comparve un video. Alla fine del video iniziò la musica e i cinque ragazzi entrarono in scena per l'ultima canzone.
 
                                                                                         ...
 
Dodicesima canzone: A Little Piece Of Heaven.
Iniziarono a suonare e dei coriandoli uscirono chissà da dove. Haner sputò acqua, o forse altra birra. Mi girai da Frà.
«Non posso credere che sia già finita.»
«Già... Ma dai, ci saranno altre possibilità» disse sorridendomi.
"Questa ragazza è piena di positività".
Ricambiai il sorriso.
Matt iniziò a cantare. Per tutta la canzone Haner fece dei gesti che mi fecero morir dal ridere.
Cantai assieme a Frà tutta la canzone e quando finì mi scese un'altra lacrima. L'asciugai veloce. Alla fine del Live, Matt salutò tutti e uscirono dalla scena.
 
                                                                                ...
 
Uscimmo dalla Long Beach Arena per dirigerci verso la macchina di Jack.
«Frà, tanto per dirti... Baker non ti toglieva gli occhi di dosso. Ti guardava ogni cinque secondi» dissi sorridendole. Lei arrossi. Continuammo a camminare fino a quando non ragiungemmo l'auto di Jack
«Frà dove abiti?» chiese lui.
«Abito ad Huntington Beach. Voi?»
«Anche» risposi con un sorriso.
«Se vuoi ti posso accompagnare a casa. Non credo che a quest'ora ci siano treni o pullman» disse Jack. Frà guardò il suo orologio.
«Già lo credo anche io. Mhm... Se non è troppo disturbo» sorrise a Jack.
«Perché non venite a dormire entrambi a casa mia? Mi sentirei meno sola» dissi guardando prima Jack e poi Frà.
«Okay» disse Jack.
«Ma io non ho nulla da mettermi» disse guardandomi con un tono di tristezza sulla voce.
«Oh beh, posso prestarti qualcosa io, ti starà un po' grande, forse, ma niente che non possa sistemare una cintura» sorrisi.
«Allora va bene» disse. L'abbracciai e lei ricambiò il gesto.
Così salimmo in auto e Jack prese a guidare verso casa.

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