I sentimenti nascosti

di soel95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo lo scontro ***
Capitolo 2: *** Una reazione eccessiva ***
Capitolo 3: *** Un sogno rivelatore ***
Capitolo 4: *** Perchè ho agito così ***
Capitolo 5: *** Che cosa ho fatto ***
Capitolo 6: *** Cominciano i guai ***
Capitolo 7: *** Felicità spezzata ***
Capitolo 8: *** Io lo amo... ***
Capitolo 9: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 10: *** Non temere... ***
Capitolo 11: *** Mi dispiace... ***
Capitolo 12: *** Non potete farlo! ***



Capitolo 1
*** Dopo lo scontro ***


E’ una splendida serata primaverile… splendida, eppure allo stesso tempo terrificante. I sentimenti che provo in questo momento sono in netto contrasto con la natura ancora dormiente che ci circonda mentre ti osservo adagiato sul letto della tua stanza.
 
Come ho potuto permettere che accadesse,  come ho potuto lasciare che ti facessero questo? Ho sempre creduto di essere una persona forte, memore degli insegnamenti che mio padre mi ha impartito, eppure, in questo momento mi sento terribilmente debole; debole, ma soprattutto impotente.
 
Mi sto gradualmente riscoprendo diversa dalla persona che credevo di essere; sono i miei sentimenti che mi stanno portando verso una diversa considerazione di me stessa. Il mio essere soldato, sta entrando profondamente in conflitto con il mio essere donna; turbamento che sento moltiplicato ogni qual volta i miei occhi si adagiano sul tuo volto ancora dormiente. Se la cosa non fosse reale mi verrebbe quasi da ridere ‘’Il colonnello Oscar Francois de Jarjeres, noto per la sua freddezza, sta attraversando una vera e propria crisi esistenziale’’ mi riscopro a pensare.
 
Ti guardo, mi fermo ad osservarti come se ti vedessi per la prima volta, e mi rendo conto di essere stata veramente cieca a non accorgermi prima di te, nonostante ti abbia avuto accanto per tutti questi anni.
 
‘’Da quando Andrè? Da quando il tuo volto è diventato così incredibilmente affascinante ai miei occhi? Da quando mi sento attratta da quel tuo corpo ormai adulto che lasci intravedere dalla camicia aperta? Ma soprattutto da quando, ho cominciato a non considerarti più solo come un amico ed un fratello?’’
 
La mia mente vola ai nostri ricordi comuni, ricordi che credevo di aver ormai dimenticato, e mi rendo conto, che non c’è stato un preciso istante in cui tutto è cominciato… semplicemente è una verità che era solo celata all’interno di me stessa.
 
Adesso sei disteso, stai sudando. Non mi piace vedere il tuo bel volto trasfigurato dal dolore e così mi avvicino a te e con un fazzoletto bagnato, ti rinfresco la fronte. Stai soffrendo e lo posso vedere, stai soffrendo per causa mia, perché non sono stata abbastanza rapida da colpire quell’uomo che ha deturpato per sempre il tuo viso, il viso che mi ricorda tutta una vita insieme. E mentre mi alzo per dirigermi verso la grande vetrata della stanza
 
-Oscar… - sussurri e vi volto velocemente verso di te, di te che mi stai guardando teneramente con quell’unico occhio che puoi usare
-Perché sei triste?- mi chiedi. Come è possibile che tu riesca sempre ad intuire i miei pensieri e le mie emozioni; possibile che tu mi conosca meglio di mi stessa?
-Andrè… oh Andrè io… io sono così felice di vedere che sei salvo- gli dico mentre inspiegabilmente gli corro accanto per abbracciarlo con foga
 
‘’Ok, d’accordo… sono letteralmente  partita per la tangente. Se i miei sentimenti sono così forti da farmi compiere un gesto simile, credo sia il momento di farmi vedere da un bravo psichiatra…-
 
-Oscar… dai non piangere, sto bene…. Dai, calmati- mi dici rassicurante mentre porti un braccio sulla mia spalla
 
‘’Ehi… un momento, come la mia spalla, ma cos’è, oggi tutti quanti si sono dimenticati di collegare il cervello al resto del corpo che agiscono in maniera sconsiderata?’’
 
Eppure questo contatto mi provoca un profondo piacere, è una sensazione magnifica e nonostante sia quasi impudente da parte tua, non riesco più a privarmi di questo semplicissimo contatto.
 
-Perdonami Andrè, è tutta colpa mia…- sto cominciando a dirti
-No oscar, non è colpa tua… piuttosto chi era il cavaliere nero?-
-non lo so Andrè, l’ho lasciato fuggire…- le parole mi stanno morendo in gola
-Perché Oscar, perché l’hai lasciato fuggire… avresti dovuto inseguirlo e prenderlo, tu avresti dovuto farlo…-
-Lo sai che non avrei mai potuto lasciarti li ferito….-
 
È’ improvvisamente sceso il silenzio fra di noi e mentre mi allontano nuovamente da te, vedo che dal tuo occhio sta sgorgando una lacrima, eppure non sei triste, al contrario, mi stai sorridendo e questo tuo sorriso mi fa mancare un battito…
 
-Sono contento che sia stato ferito io all’occhio e non tu…-
-Grazie Andrè, sei molto caro…-
 
‘’Ok… calma, forse è meglio che vada a bermi qualcosa di forte perché se dopo certi pensieri, me ne esco anche in certe maniere, significa veramente che sono andata fuori di testa. OSCAR!!!! Riprenditi, ritrova un briciolo dell’auto controllo che ti è stato a lungo insegnato’’
 
E dopo averti guardato e sorriso a mia volta, mi dirigo verso l’uscita della tua stanza per lasciarti riposare mentre nella mia mente continuo ad insultarmi ed ad impormi di tornare con i piedi per terra e la testa sopra le spalle.
 
Adesso sto percorrendo silenziosamente i corridoi di casa Jarjeres per dirigermi verso la mia di stanza e tentare di mettere a posto la testa con una lunga dormita quando….
 

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Capitolo 2
*** Una reazione eccessiva ***


Ho appena messo piede nella mia stanza e mi sto apprestando al letto togliendomi la giacca, quando nella penombra scorgo la figura di mio padre con un’espressione sul volto che non preannunciava nulla di piacevole.
 
-Oscar, vieni qui- mi chiama a gran voce, con quello stesso tono che usava quando da piccoli io ed Andrè combinavamo guai che richiedevano un suo intervento
-Si padre?-
-Allora?... hai catturato quel delinquente, il cavaliere nero?-
 
Un brivido mi corre lungo la schiena, ma com’era possibile che quell’uomo fosse tanto insensibile; avevo appena condotto Andrè grondante di sangue e in fin di vita dentro casa sua, e l’unica cosa di cui era in grado di preoccuparsi era che avessi o meno catturato un ladro?
 
-No padre, l’ho lasciato andare- gli rispondo mestamente e con il capo chino, pronta a ricevere la sfuriata che mi avrebbe investito di li a qualche secondo
-Come hai detto…?- e mentre la sua voce tradisce una certa rabbia, arretro di un passo dal mio interlocutore
-Non ho potuto prenderlo padre… se lo avessi fatto, ora Andrè sarebbe morto-
 
‘’Adesso esplode e mi disereda cacciandomi di casa con un calcio sul fondoschiena’’
 
Nella stanza era sceso improvvisamente un silenzio interminabile che rendeva l’atmosfera ancora più grave e difficile da sopportare. Se c’era una cosa che avevo capito nel corso dei miei lunghi anni di vita, era che il generale Francois più attendeva nello sputarti addosso tutta la sua rabbia ed il suo risentimento, maggiore sarebbe stata la sua ira. A questo punto, potevo giungere alla conclusione che fosse effettivamente infuriato con me perché oltre ad essere rimasto nel più profondo silenzio per cinque interminabili minuti, il suo volto aveva raggiunto una tonalità molto simile al boudoir.
 
-Mi stai dicendo…- aveva cominciato a dire con il capo chino – … mi stai dicendo che hai mancato ai tuoi doveri per… per salvare un servo?-
-Si- rispondo con sguardo limpido e fiero
 
L’espressione che in quel momento disegnava il viso di mio padre stava velocemente mutando dallo sconcertato, all’ira pura. Con uno sguardo simile puntato addosso, anche il più coraggioso dei soldati, si sarebbe sentito l’essere più miserabile ed insignificante dell’intera Francia; eppure non potevo dargli la soddisfazione di vedermi titubante o ancor meno in ansia
 
-SEI FORSE USCITA DI SENNO ?!?!?!?!-  tuona all’improvviso dando maggior enfasi alle sue parole alzandosi dalla poltrona in cui è stato seduto fino a poco fa
-No padre, ho semplicemente valutato la situazione, ed ho agito di conseguenza-
 
‘’Io non potevo abbandonare il mio Andrè. Neanche se avessi ricevuto l’ordine direttamente dalla regina’’
 
-Come puoi affermare di aver valutato la situazione?! Era tuo preciso compito catturare quell’uomo, e invece te lo sei fatto scappare da sotto il naso! –
 
A questo punto non ce la faccio più. Ho sacrificato la mia vita per compiacerlo, e ora mi ringrazia accusandomi di inadempienza; dopotutto, ho salvato la vita ad Andrè…
 
-Vi state sbagliando padre!!!- senza volerlo ho alzato la voce, ma non riesco più a trattenermi e gli dico tutto ciò che panso
-E’ vero, ho lasciato fuggire il cavaliere nero… ma se lo avessi inseguito, ora staremmo piangendo la morte di Andrè. Ci saranno sicuramente altre occasioni per catturare quell’uomo, ma semplicemente perché  è ancora vivo. Vi sentireste meglio, se adesso dovessimo affrontare la morte di due persone al posto dell’arresto di una sola?...-
 
Da come reagisce mio padre, capisco immediatamente che ho oltrepassato il limite. Ora, sto solo aspettando la sua reazione che non accenna a ritardare. Chiudo d’istinto l’occhio sinistro mentre sento la guancia in fiamme e vedo il suo braccio ancora alzato, immobile, come se fosse stato estrapolato questo piccolo lasso temporale; eppure non piango, provo un fortissimo dolore, ma non posso piangere…
 
-Non azzardarti mai più rivolgerti a me con quel tono arrogante-
-Perdonatemi padre…- rispondo sommessamente mentre abbasso il capo facendo fluire la mia lunga chioma dorata dinnanzi al volto
-Domani mattina… - comincia a dire duramente mentre si dirige all’uscita della mia stanza -…riceverai la punizione che meriti-
 
Queste sono le sue ultime parole prima di uscire definitivamente dalla mia camera sbattendo la porta con rabbia. Mentre mi dirigo verso il grande letto a baldacchino, apro lentamente i bottoni della camicia prima di sfilarmela di dosso; è un caso che io ora stia osservando il mio riflesso allo specchio, fermo al centro della stanza… è un caso che ancora una volta la mia mente ed i miei pensieri volino a te, a te che ti trovi così vicino… e al contempo così distante da me.
 
Ti vorrei accanto in questo momento in cui sento tutto il mondo crollarmi attorno, tutte le convinzioni che iniziano inesorabilmente a sgretolarsi. Eppure non ci sei… probabilmente neppure puoi immaginare il grande tormento che attanaglia il mio cuore in queste ore interminabili e mentre guardo il mio corpo mi rendo conto concretamente, forse per la prima volta, che sono veramente una donna; a questo punto i nuovi sentimenti che ho iniziato a provare mi appaiono più sensati e ancora più concreti.
 
Stancamente raggiungo il letto dopo aver indossato la veste da notte e finalmente mi lascio avvolgere dalle dolci braccia di Morfeo; eppure anche nel sonno…
 
 
Ciao a tutti XD
Ho appena finito di scrivere questo nuovo capitolo che spero vivamente vi piacerà.
A coloro che mi seguono e che sono molto più pratici di me vorrei fare una domanda: come si fa a cambiare il raiting di una storia in corso? (pensavo di alzarlo ad un certo punto ^^)
Comunque visto ce sono nuova, se non vi è di peso gradirei delle recensioni (non mi spaventano le critiche) almeno per rendermi un po’ più convinta di ciò che sto facendo.
A presto!!! XD

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Capitolo 3
*** Un sogno rivelatore ***


Mi sveglio in un bellissimo prato, in una meravigliosa giornata di estate. Poco distante riesco a scorgere un piccolo lago in cui si riflettono i raggi del sole illuminando tutto di una rilassantissima luce arancione. Mi alzo e mi accorgo di essere scalza perché percepisco chiaramente la morbidezza dell’erba sotto i miei piedi; è incredibile come questa sensazione mi possa procurare una così piacevole emozione…
 
Dopo aver inspirato a pieni polmoni il profumo dolciastro che mi circonda, noto dei movimenti vicino al lago ed incuriosita da quella presenza, mi avvicino furtivamente, cercando di non farmi notare.
 
-Andrè…- sussurro non appena mi rendo conto che è lui la persona che avevo notato
 
Nonostante le mie parole fossero appena sussurrate, si volta verso di me e mi osserva con uno sguardo che traspira tenerezza e sorpresa, per la mia presenza in quel luogo, insieme
 
-Oscar, che cosa ci fai qui… non dovresti essere a casa? Sta per scendere la sera…-
-Io… credo di essermi addormentata…- rispondo timidamente alla sua domanda
 
Abbasso lo sguardo, non riesco neanche più a sopportare di osservarlo dritto negli occhi, che il mio cuore manca un battito… mi sento improvvisamente investita da un intenso calore che mi attraversa completamente mandandomi il volto in fiamme.
 
Mentre mi osservo la punta dei piedi, sento il suono dei suoi passi attutito dall’erba e quando finalmente trovo il coraggio di alzare lo sguardo… mi ritrovo il suo volto a circa cinque centimetri dal mio
 
-Andrè…- la mia voce risulta un grido strozzato a causa della meraviglia di sentirlo così vicino a me     
-Che cos’hai?-
 
Non riesco a rispondergli… la sua vicinanza mi provoca un’ansia che non avevo mai sperimentato prima d’ora, la parole che avrei voluto pronunciare mi muoiono in gola ogni qual volta i nostri sguardi si incontrano per poi sfuggirsi e ricercarsi ancora… e ancora.
 
Tutto intorno a noi è silenzio, l’unico rumore percepibile è quello del vento tra le fronde degli alberi… probabilmente però, a breve sarà udibile anche un nuovo suono: quello del mio cuore che non accenna a rallentare.
 
‘’non riesco a capire per quale motivo mi sento così piacevolmente agitata; dopotutto… conosco Andrè da moltissimi anni ormai e… non mi è mai capitato di sentirmi così…’’
 
-Vuoi sapere perché sei inquieta?- mi domanda con un meraviglioso sorriso stampato sulle labbra
 
Queste sue parole mi hanno sorpresa ancor più delle mie emozioni; come aveva fatto ad intuire perfettamente i miei pensieri? Che cosa ci stava succedendo? Era forse quel luogo magico in cui ci trovavamo a renderci due persone diverse? Diverse… sì… eppure simili; simili nei loro sentimenti, simili nei loro gesti… quegli stessi gesti che stavamo compiendo senza rendercene conto, senza che la ragione potesse in alcun modo impedire.
 
Guidati da una forza inimmaginabile, i nostri volti continuano inesorabilmente ad avvicinarsi fino a quando non si congiungono definitivamente; un brivido percorre le schiene di entrambi quando le nostre labbra entrarono in contatto, quel contatto che negli anni avevamo diligentemente evitato e che entrambi desideravamo immensamente. Un tornado di sensazioni nuove mi investe in un istante rivelandomi definitivamente i miei sentimenti per te…
 
Il bacio casto che ci eravamo inizialmente scambiati, nell’istante in cui allaccio le mie mani al tuo collo si fa più reale, più concreto… più appassionato. Con un impeto che non avrei mai immaginato ti potesse appartenere, mi attiri in un tenerissimo abbraccio e con dolcezza, inviti le mie labbra a schiudersi per potermi rivelare un modo di emozioni ancora più forti.
 
Mi guidi senza fretta, ma posso percepire che il tuo desiderio nei miei confronti sta crescendo inesorabilmente… come del resto, anche il mio verso di te. Infatti non voglio più tenere a freno le mie emozioni, non ora che ho finalmente capito che sono parte integrante del mio essere, sia come uomo che come donna… ma un istante di incertezza mi attraversa quando mi stendi sull’erba e delicatamente ti adagi sopra di me...
 
-Andrè…- comincio incerta
-Oscar, ti desidero più di qualunque altra cosa al mondo… ma non farò mai nulla che tu non voglia…-
-Andrè…- ripeto ancora una volta
 
A queste sue parole, le ombre che per un istante hanno attraversato la mia mente ed il mio cuore, svaniscono nel nulla ed io, mi sento tranquilla… pronta per ricevere l’amore dell’uomo che per tutta una vita mi ho amato senza rendermene conto; osservo per un istante il suo sorriso radioso e sento un ultimo raggio di sole invadermi il volto prima che questo scompaia, lasciando spazio alle tenebre che avrebbero assistito alla nostra prima unione…
 
-Madamigella Oscar… madamigella Oscar svegliatevi forza!!- sento mentre un insopportabile raggio luminoso va a posarsi sul mio viso rendendomi impossibile tornare a dormire
-Nanny… che ore sono?- domando con la voce impastata dal sonno
-E’ tardi Oscar… tra poco dovrai essere a Versailles-
 
Queste parole mi fanno brutalmente cadere dal letto e mi inducono a prepararmi in tempi record mentre la mia mente torna per un istante al fantastico sogno che ho fatto e dalla quale mi hanno sottratto sul più bello…
 
‘’Era dunque tutto frutto della mia immaginazione… eppure sento che le emozioni provate erano reali… ciò dunque significa che mi sono innamorata di Andrè, possibile che i sentimenti che credevo di nutrire per Fersen fossero così frivoli?’’
 
Cercando una risposta definitiva alle mie domande, mi dirigo a passo spedito verso le scuderie per montare Cesar e prima di mandarlo al galoppo, mi scopro ad osservare la finestra della stanza di Andrè con un sorriso sulle labbra…

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Capitolo 4
*** Perchè ho agito così ***


Sto percorrendo il viale che conduce a Versailles mentre il mio pensiero ritorna costantemente al sogno di questa notte… non riesco a non rimuginare sulle emozioni provate in quell’istante, l’immenso piacere che mi avvolgeva mentre mi trovavo tra le braccia di Andrè nell’istante in cui ci siamo baciati.
 
Sono talmente assorta nei miei pensieri che non mi accorgo che Cesar si è fermato attendendo un mio gesto, mettendosi tranquillamente a mangiare un po’ d’erba; un nitrito più forte degli altri mi fa riscuotere e sorpresa da me stessa, smonto dalla sella consegnando le briglie allo stalliere del palazzo e mi avvio a passo spedito verso l’ingresso con l’intenzione di raggiungere gli appartamenti della regina il prima possibile…
 
‘’Ormai credo proprio di aver bisogno del consiglio di una donna con esperienza… io da sola non riesco a capacitarmi ne dei miei sentimenti, ne tantomeno delle mie azioni…’’ penso sconsolata mentre raggiungo la porta degli appartamenti di Maria Antonietta e sempre sovrappensiero attendo di essere annunciata
 
-Il colonnello Oscar Francois de Jarjeres- sento pronunciare e a quel punto senza alcun timore, varco quest’ultima ed entro in una grande sala con al centro la regina affiancata dalla sua dama di compagnia, la contessa di Polignac. Mi avvicino per poi inchinarmi rispettosamente di fronte alla prima donna della corte…
 
-Maestà… mi avevate fatto chiamare?- domando mestamente e con il capo chino
-E’ così Oscar… contessa di Polignac vi pregherei di lasciarci sole un istante- ordina con voce ferma lasciando pertanto sconcertata la contessa
-Ma… altezza…- inizia a replicare
-Ho bisogno di parlare con madamigella Oscar di una faccenda privata- conclude autoritaria non dandole altra scelta se non quella di obbedire alla regina e lasciarci sole nella grande sale
 
Non ho mai visto la regina con un’espressione così grave sul volto, si può distinguere chiaramente che al suo interno si sta combattendo un profondo conflitto;
 
-Oscar…- comincia con tono solenne, eppure non riesce a guardarmi negli occhi
-Ditemi maestà…-
-Questa mattina mi è stato riportato un fatto increscioso che è accaduto ieri notte…-
 
Maria Antonietta aveva improvvisamente alzato lo sguardo per dirigerlo su di me, sotto la pressione esercitata da quegli occhi, sono io ad interrompere il contatto visivo che si era venuto a creare avendo inteso perfettamente a quale fatto la regina si stava riferendo…
 
-… mi hanno riferito che avete mancato di catturare il cavaliere nero lasciandolo scappare impunemente…-
 
‘’Non l’ho lasciato scappare per non adempiere ai miei obblighi, ma per salvare la vita di Andrè’’
 
-… ora gradirei che mi spiegaste come si sono svolti i fatti madamigella Oscar, dovete capire che io non posso sorvolare su una mancanza così grave dal momento che un pericoloso criminale è stato lasciato in libertà- conclude di dirmi con tono duro ma profondamente segnato, nei suoi occhi infatti riesco a leggere chiaramente che sta soffrendo nel dovermi annunciare questa presa di posizione che è costretta a prendere
-Vedete maestà…- comincio a spiegarmi insicura
-… ieri notte ho riferito ciò che sto per dirvi anche a mio padre per poter spiegare le ragioni del mio agire… io… il mio comportamento è stato dettato dalla contingenza…-
-Non riesco a comprendervi Oscar, perché non avete arrestato quell’uomo… oh Oscar… sapete che per me siete una preziosa amica e che non vorrei mai ferirvi… ma in questo momento io non posso fare altrimenti…- è caduta in un pianto disperato ed io a queste parole non riesco a rimanere indifferente; ha espresso chiaramente la stima e l’amicizia che ci lega.
 
Sono queste parole che mi danno finalmente la forza e il coraggio di alzare il volto e dopo essermi alzata, mi dirigo con passo lento e cadenzale d’innanzi alla regina per poter essere in grado di prenderle le mani fra le mie…
 
-Maestà… sono addolorata di avervi dato questo enorme dispiacere… ma vi prego non angustiatevi…- cerco di consolarla per permetterle di ascoltare quanto ho da dirle
-… vedete… la notte scorsa io ed Andrè eravamo effettivamente sul punto di catturare il cavaliere nero quando questi… ha… ha ferito il suo occhio destro…- credo proprio che in questo momento si possa leggere tutto il rammarico che sento attraverso i miei occhi, ma ciò che più mi sorprende, è l’espressione della regina che in un istante è mutata da dispiacere nei miei confronti a preoccupazione per le sorti del mio attendente
-Cosa dite madamigella Oscar?… Andrè è stato ferito all’occhio?- il suo tono è incredulo
-E’ così maestà… non ho catturato quel ladro… per poterlo condurre a casa e chiamare un medico- termino a testa alta, non un’incrinatura ha scalfito la mia voce mentre esponevo i fatti così come si sono svolti, ne un’ombra ha oscurato il mio viso mentre raccontavo ciò che hanno fatto al mio Andrè.
 
L’atmosfera che si respirava all’interno della stanza era carica di tensione e ne io ne la regina trovava la forza ed il coraggio di dire alcun che; la consapevolezza che ora investiva Maria Antonietta era quella che non avevo disobbedito per un mio capriccio, ma per salvaguardare la vita di una persona a me molto cara
 
-Oscar io… non credevo che i fatti si fossero svolti in questo modo…- aveva finalmente ripreso
-Non si tratta solo di questo maestà…-
-Non vi seguo Oscar… che altro è accaduto?-
-Io… mentre portavo in salvo Andrè, non pensavo al fatto che stavo salvando il mio attendente… ma l’uomo che io credo di amare…- non credo a ciò che ho appena detto. Ho affermato davanti alla regina di essere innamorata del mio amico d’infanzia; la regina d’altronde credendo di aver capito male, cerca nel mio sguardo una spiegazione che però non riesce a trovare…
 
-Cosa dite Oscar?- mi domanda incredula
-Io… siete la prima persona con la quale ne parlo, è da un po’ di tempo che nutro dei sentimenti strani nei confronti di Andrè… quelle stesse emozioni che mi hanno spinto ad agire ieri notte…-
- … Vi rendete conto che per quanto Andrè sia una brava persona, è pur sempre un servo?-
-Ne sono consapevole maestà… ma non vorrei che foste proprio voi ad impedirmi di comprendere appieno i nuovi sentimenti che ho iniziato a provare…-
 
Il mio sguardo è ferito, ferito nell’orgoglio di aver appena ammesso una cosa simile d’innanzi alla regina; eppure ora mi sento meglio, più leggera e credo che questo sia un’ulteriore passo in avanti verso una piena consapevolezza di me stessa che per troppo tempo ho evitato. All’improvviso alzo il volto perché…

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Capitolo 5
*** Che cosa ho fatto ***


Alzo il volto perché sento la mano della regina delicatamente posata sulla mia spalla ed i suoi passi mentre si avvicina a me…
 
-Alzate lo sguardo Oscar e non temete… voi siete stata per me l’unica persona sulla quale abbia potuto fare affidamento nei momenti tristi… sapete che non vi tradirei mai, per nessuna ragione…- dalle sue parole traspira comprensione ma allo stesso tempo, la gioia che un’amica può provare quando si trova il coraggio di aprirsi con lei sui propri sentimenti.
 
Dopotutto, era sempre l’affascinante comandante delle guardie reali Oscar Francois de Jarjeres ad aver appena affermato di essersi innamorata del suo attendente, e non certo la prima dama che passava per i corridoi della corte… un minimo di sorpresa era più che legittimo
 
-Vi ringrazio maestà… vi ringrazio dal più profondo del cuore…-
-Siete pur sempre una donna Oscar… era naturale che prima o poi anche voi vi sareste innamorata…-
-Già… avete ragione-  dico con gli occhi chiusi per la commozione del momento, eppure un candido  sorriso increspa le mie labbra senza che io lo voglia perché nella mia mente, gioisco per l’amicizia che Maria Antonietta ha dimostrato nei miei confronti. Questo mio flusso di pensieri viene improvvisamente interrotto dalla voce della regina
 
-Oscar…-
-Ditemi maestà-
-Se la cosa vi può far piacere… potete tornare a casa per oggi, non è il caso che lasciate Andrè tanto tempo da solo, a causa della ferita che ha riportato…-
-Maestà io… vi ringrazio… farò come voi suggerite- mi rialzo e dopo essermi protratta in un profondo inchino, mi dirigo tranquillamente e con animo più sereno verso la porta; mi ero tolta un peso enorme rivelando a qualcuno quello che provavo e la cosa inspiegabilmente, mi conferiva una sensazione di tranquillità che raramente avevo provato in altre occasioni…
 
Esco dalla reggia e mi dirigo alle scuderie dove hanno precedentemente condotto Cesar, lo mando al galoppo perché non vedo l’ora di essere di nuovo a casa…
 
‘’Ma a chi vuoi darla a bere?... sei contenta di ritornare prima a palazzo Jarjeres solo perché sei in trepidante attesa di rivedere Andrè, di sapere come sta…’’ mi trovo a pensare, ed effettivamente è vero.
 
Per la prima volta ho parlato con qualcuno di ciò che penso, dei miei sentimenti… questo mi ha fatto bene, però ora… sento un bisogno rinnovato di trovarmi vicino ad Andrè, di poter vedere i suoi occhi color smeraldo… di poter sentire la sua voce, di poterlo ammirare nella sua immagine perfetta…
 
Mi riscopro ad arrossire dei miei stessi pensieri, senza volerlo pian piano sto gradualmente affermando, ma soprattutto confermando, di essermi innamorata di lui; un’ulteriore passo per una presa di coscienza completa di me stessa, è stato compiuto ed io sono serena per ciò che sta accadendo… che mi sta accadendo, ma che soprattutto mi sta così profondamente cambiando. Mutano i miei pensieri, mutano le mie certezze e le mie convinzioni… tutto ciò che credevo fossero le fondamenta della mia intera esistenza, ora le riscopro esser frivole e prive di alcun valore effettivo;
 
Adesso sto alzando lentamente il capo e lascio che un tenue fasci di sole mi rischiari il volto, e con esso anche le idee. All’improvviso scorgo da lontano il nostro palazzo e una furia che non mi è mai appartenuta mi invade… nella mia mente cominciano a sovrapporsi immagini di Andrè da ragazzo, con quelle di lui maturo e accasciato sul suo letto;
 
Sono fuori di me, il mio raziocinio devo averlo dimenticato a Versailles… percorro di corsa i corridoi di casa e raggiungo tutta trafelata la porta della stanza di Andrè, sto per aprirla d’impulso quando mi fermo un secondo a riflettere… decido di ricompormi e riprendere fiato prima di assestare due colpi secchi alla porta di legno…
 
-Avanti…- sento la sua voce calma, rilassata. Entro ed ho un improvviso tuffo al cuore… Andrè si trova fuori dal letto, appoggiato al cornicione della finestra della sua camera con le mani sotto al mento, lascia che il vento gli attraversi dolcemente i capelli scompigliandoli. L’atmosfera che aleggia in questa camera è talmente distesa, da sembrare surreale…
 
-Andrè…- un sussurro mi esce dalle labbra
-Oscar… come mai sei tornata così presto?- si volta verso di me e mi guarda sorpreso non riuscendo a capacitarsi della mia presenza nella sua stanza
-Come stai Andrè?... ti fa male l’occhio?- gli chiedo per cercare di svincolarmi dalla sua precedente domanda
-No… stai tranquilla Oscar… mi sento bene- mi sta osservando con uno sguardo indagatore per cercare di intuire dai miei gesti cosa mi ha condotto a casa prima dell’orario previsto, per quale motivo ho rinunciato al mio compito per tornare indietro…
-Il dottore ha detto che non devi affaticarti, per evitare di rallentare la guarigione dell’occhio- mi avvicino a lui e accosto la schiena alla parete
-Non mi sto affaticando… volevo solo prendere una boccata d’aria… oggi è davvero una splendida giornata-
-Già…- abbasso il capo per evitare che il tuo sguardo possa incrociare il mio; ho paura che riusciresti ad intuire la battaglia che sto combattendo contro me stessa per controllarmi… per impormi quell’atteggiamento distaccato che ho sempre assunto con le persone
 
Mi osservi, capisci che ho qualcosa di diverso dal solito… del resto ci hai sempre azzeccato, tu mi conosci meglio di chiunque altro. Porti una mano sulla mia spalla ed a questo contatto inaspettato sobbalzo, non mi aspettavo un gesto simile da te…
 
-Che cos’hai Oscar? Sei strana…- mi guardi con fare apprensivo ed io non ragiono più… quel calore provocato dalla tua mano, manda in fumo il mio autocontrollo e come se mi osservassi da fuori… mi vedo avvicinarmi ad un Andrè completamente incredulo quando poso delicatamente le mie labbra sulle sue per poi scostarmi velocemente e scappare da quella stanza rifugiandomi nella mia…
 
Mi accascio sul letto cercando di far rallentare il battito del mio cuore, ma la mente ritorna costantemente al gesto incosciente che ho appena compiuto… sento ancora il sapore di Andrè sulle mie labbra e porto istintivamente le dita a contatto con esse; mi agito quando sento il rumore della porta della mia stanza che si apre e quando mi volto… smetto di respirare per un istante perché…

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Capitolo 6
*** Cominciano i guai ***


Sobbalzo quando sento il rumore della porta della mia stanza che si apre e quando mi volto… smetto di respirare per un istante perché mi ritrovo improvvisamente difronte ad un Andrè che mi osserva insistentemente; abbasso la testa dirigendo lo sguardo verso la grande vetrata della mia stanza… non riesco a sopportare un contatto visivo con lui senza arrossire fino alla punta dei capelli.
 
Sento che ti stai avvicinando a me… sento i tuoi passi sul pavimento… sento la tua figura che mi osserva dall’alto senza mai interrompere quel contatto visivo. Non riesco a sopportare la tensione che sto respirando in questo momento, il mio cuore batte così forte… che ho paura che tu riesca a sentirlo…
 
-Perché l’hai fatto?- mi domandi con voce solenne; continuo ad osservare imperterrite il giardino dalla finestra… se mi voltassi verso di te, sono certa che mi perderei nei tuoi occhi… sono certa che riusciresti a decifrare perfettamente i miei sentimenti, ed è una cosa che non deve accadere…
-…- non riesco neanche a risponderti, le parole prodotte dalla mia mente… inesorabilmente mi muoiono in gola senza produrre alcun suono
-Oscar?- insisti, vuoi ottenere una risposta da me e sono certa che non desisterai dal tuo intento, fino a quando non avrai ottenuto ciò che vuoi
-Perché…perché…- balbetto per l’agitazione, forse dovrei dirti tutto… dovrei correrti vicino e baciarti con trasporto… ma sarebbe giusto? Sarebbe la cosa più corretta da fare ?
-Perché Oscar… voglio una risposta- ti stai avvicinando solennemente al letto dove  ero precedentemente distesa e dove ora mi ritrovo seduta
 
‘’Coraggio Oscar… digli tutto. Confessagli i tuoi sentimenti troppo a lungo soffocati… mal che vada ti ritroverai sbattuta fuori di casa da tuo padre con il tuo ex-attendente che continuerà a disprezzarti per il resto dei suoi gironi…’’
 
-P-p-perché… i…i-io… t-ti… ti… a-a…mo- lo ho appena sussurrato, eppure vedo improvvisamente i tuoi occhi spalancarsi per la sorpresa… non riesci a credere a ciò che ho appena detto e del resto non ci riesco neppure io…
-Come?...- ti avvicini maggiormente al letto e ti accovacci di fronte a me; un brivido mi percorre la schiena quando inspiegabilmente mi afferri le mani
-…- non trovo la forza di risponderti
 
‘’Non chiedermi questo Andrè… è già un miracolo che io sia riuscita a dirti quello che penso una volta… ripetere la stessa esperienza in meno di trenta secondi sarebbe troppo, potrei non sopportare una tale umiliazione…’’
 
-Oscar… che cosa hai appena detto?....- mi osservi con insistenza e dal tuo sguardo riesco a leggere serenità… serenità ed incredulità insieme ad essere sinceri; il tuo volto è a pochi centimetri dal mio… soprattutto le tue labbra si trovano a pochi centimetri dalle mie…
-Ho detto… che… ti… a-amo…- chiudo gli occhi all’istante, non voglio vedere l’espressione beffarda che ti trasfigurerà il volto… non voglio vedere la mia disperazione riflessa nei tuoi occhi….
 
Ho ancora gli occhi chiusi quando percepisco qualcosa di incredibilmente morbido sulle mie labbra… morbido e caldo insieme; giro improvvisamente la testa verso di te mentre trovo il coraggio di aprire gli occhi… credo di aver intuito ciò che sta accadendo, eppure se non lo vedo con i miei occhi… non riuscirò a crederci; il tuo viso è incollato al mio… la tua bocca è incollata alla mia. Senza alcun preavviso… comincio a sentire un incredibile emozione invadermi, se prima ero convinta che il mio cuore stesse per uscirmi dal petto… adesso sta proprio per esplodere;
 
E’ completamente diverso dal bacio che ti ho dato io pochi minuti fa… quello lo si poteva definire un bacio infantile, casto e leggero… quello che invece ci stiamo scambiando in questo momento è agli antipodi, sensuale e passionale. Percepisco un fuoco ardermi nel ventre, un’emozione che non ho mai sperimentato in vita mia… mi mordicchi il labbro inferiore e ne ripercorri i segni con la lingua, sono convinta che a breve sverrò per le forti sensazioni… ma all’improvviso, allontani il volto e apri gli occhi per osservarmi
 
-Oscar… non hai idea per quanto ho sperato che mi dicessi una cosa simile… anch’io ti amo… ti amo più della mia stessa vita- dici con gli occhi lucidi dall’emozione; con un impeto nuovo… ricatturo le tue labbra mentre ci sbilanciamo all’indietro e cadiamo insieme sul materasso del letto;
 
Immergo le mie mani nei tuoi splendidi capelli mentre continuiamo a baciarci con passione crescente… abbassi impercettibilmente il volto e mi poni dei leggeri baci sulla mascella, inarco la testa portandola più a contatto con le coltri del letto per permetterti di muoverti meglio e… quando scendi al centro delle clavicole, un leggero gemito esce dalla mia bocca rendendoti euforico per l’effetto che, hai scoperto, mi fai.
 
Non credevo di poter provare simili emozioni, neanche nei miei sogni più remoti avevo mai immaginato una cosa simile… o meglio… in un sogno recente si… avevo desiderato tutto ciò, ma i sentimenti provati in quel momento, non raggiungono neanche lontanamente quello che sto provando ora… tra le tue braccia;
 
Le tue mani scendono inesorabilmente al colletto della mia divisa e con un colpo secco… questa si apre per poterti permettere di essere tolta. Ora è il turno della camicia… ora indugi maggiormente, forse hai paura che io possa ripensarci, che possa chiederti di fermarti… allora per infonderti maggior sicurezza, a mia volta comincio a baciarti sensualmente la linea della mandibola per poi soffermarmi sul collo facendoti emettere a tua volta dei versi soffocati; all’improvviso capisci e non hai più paura, inizi a slacciare i bottoni della camicia facendo seguire alle tue mani, le tue labbra… e quando raggiungi i miei seni, un grido mi sale in gola nell’istante in cui vi percepisco sopra la bocca.
 
Riesco a scorgere le tue gote arrossate dall’eccitazione… dolcemente ti accarezzo l’occhio bendato per indirti a continuare, vorrei che questo momento non finisse mai… è una tortura troppo dolce e troppo piacevole per chiedere che finisca; la mia camicia ha ora raggiunto la giacca ai piedi del letto… è giunto il momento che sia io a sfilarti la tua di dosso. Esattamente come hai fatto tu poco fa, faccio lentamente passare i bottoni all’interno delle asole per poi posare dei dolci baci su tutto il tuo torace… sei in estasi, lo vedo dall’espressione che ti dipinge il volto ma soprattutto… lo percepisco a contatto con il mio corpo; sono impaziente e aprendoti definitivamente la camicia, la getto velocemente via…
 
Ci alziamo per un istante sulle ginocchia mentre le nostre labbra riprendono a cercarsi, le tue mani sui miei fianchi mi trasmettono un calore afrodisiaco e mi sento pronta per donarmi completamente a te… all’uomo che amo quando, un colpo secco della porta ci fa voltare di scatto rivelando la figura di mio padre all’ingresso con un’espressione indecifrabile sul volto…

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Capitolo 7
*** Felicità spezzata ***


Un colpo secco della porta ci fa voltare di scatto rivelando la figura di mio padre all’ingresso con un’espressione indecifrabile sul volto, gli occhi spalancati ed una rabbia che cominciava a montargli in corpo… sia io che Andrè non abbiamo il coraggio di muovere un singolo muscolo, siamo ancora abbracciati e abbiamo entrambi le teste rivolte verso l’ingresso. Lo sguardo del generale rimane fisso su di noi per un periodo che ci pare eterno, ad uno stupore iniziale si è andato a sostituire un imbarazzo concreto per la situazione, ma soprattutto la condizione, in cui siamo stati scoperti;
 
Così com’è arrivato, mio padre arretra ripercorrendo i suoi stessi passi e si chiude la porta davanti alla faccia. Dopo minuti interminabili riprendo a respirare… ma soprattutto a ragionare; osservo Andrè e noto che è umanamente provato… era appena stato trovato mezzo nudo mentre abbracciava una contessa che a sua volta lo stringeva forte, il crimine di cui stavamo per farci carico è considerato imperdonabile e disdicevole ma nulla è paragonabile alla fantastiche emozioni provate in quei momenti, alla sensazione delle forti braccia dell’amato che ti stringono con dolcezza, forza e desiderio…
 
Come se fossi stata colpita da un fulmine, mi alzo velocemente e inizio a rivestirmi il più in fretta possibile per poter raggiungere il generale e spiegargli ciò che stava accadendo… che mi stava accadendo. Sentivo il bisogno di informarlo sui miei sentimenti, sui miei pensieri e sulle convinzioni che andavano mutando con il passare dei giorni; doveva entrare a conoscenza di ciò che mi passava per la testa…
 
‘’Certo… posso anche andare da lui tutta trafelata e con le più buone intenzioni di spiegarmi… ma è anche vero che non appena mi vedrà come minimo tenterà di sgozzarmi con la spada oppure di piantarmi una pallottola in fronte… tuttavia devo tentare… non voglio neanche pensare a cosa potrebbe fare ad Andrè…’’
 
Con questi pensieri in testa mi appresto ad aprire la porta della mia stanza dopo aver terminato di allacciarmi la camicia, ma un movimento rapido di Andrè mi blocca la mano sulla maniglia…
 
-Che cosa hai intenzione di fare Oscar?- la sua voce era rotta dalla preoccupazione… anche lui si era reso pienamente conto della situazione assurda in cui ci trovavamo
-Devo andare da mio padre a parlargli…-
-Oscar no… non lo fare… è una pazzia…-
-E’ l’unica cosa che possiamo fare Andrè, per il mio bene… ma soprattutto per il tuo…- comprendo perfettamente i tuoi sentimenti, il tuo desiderio di proteggermi è pari al mio di difendere te… eppure sono convinta che non tutto sia perduto, che possiamo ancora riuscire a spiegare la situazione  Francois de Jaryeres
-Oscar…-
-Ti prego… abbi fiducia in me…- per infonderti fiducia mi sporgo quel tanto che basta a far combaciare le nostre labbra e il trasporto di poco fa ritorna alla luce coinvolgendoci come se non ci fossimo mai mossi da quel letto… come se stessimo ancora per fare l’amore;
 
Mi allontano da lui e lo osservo attentamente mentre tengo la mano posata sulla sua guancia prima di allontanarmi da lui per andare a discutere con mio padre;
 
Percorro a passo spedito i corridoi della casa… le mie gambe si muovono da sole perché la mia mente sa già dove queste devono condurmi. Ogni volta che il generale è arrabbiato o preoccupato, si reca sempre nello studio per poter riflettere senza essere interrotto o condizionato da alcun che; raggiungo in breve tempo la grande porta oltre la quale so trovarsi  mio padre ma nell’istante in cui sto per aprirla… un attimo di confusione e preoccupazione mi invade bloccandomi sul posto ed impedendomi di procedere oltre;
 
‘’Coraggio Oscar… non dovevi entrare per spiegarti con lui? Non avrai paura vero…?
Non ho alcun timore… è solo che mi preoccupo per Andrè e….
Si certo… confessa che sei intimorita perché sai perfettamente quante armi ci sono in quella sala…’’
 
Faccio un respiro profondo e dopo aver bussato con decisione tre colpi, apro lentamente la porta ed entro nello studio… scorgo subito Francois Jaryeres profondato in un’ampia poltrona di velluto rosso posta di fronte al caminetto al centro di questo; mi avvicino a lui e raccolgo tutte le mie forze prima di iniziare a parlargli…
 
-Padre…- cerco di iniziare, ma questo mio tentativo ed il mio flusso di pensieri viene bruscamente interrotto dal violento colpo che mi viene assestato al volto… mio padre è fuori di se dalla collera mentre compie questo gesto ed inizia a colpirmi con parole dure
-Sciagurata… da quanto va avanti questa storia…?- cerca invano di mantenere un tono di voce contenuto, i suoi occhi sembra che trabocchino fiamme d’odio nei mie confronti
-…- non riesco a parlare, o forse non trovo le parole adeguate da dirgli… ma questa mia mancanza, lo innervosisce ancora di più, inducendolo a riprendere in mano la conversazione
-Ti ho fatto una domanda Oscar… e pretendo una risposta….-
-I-io…- tento di ribattere, ma come prima… tutto il coraggio che mi contraddistingueva era svanito nel nulla, si era eclissato, era tramontato come il sole nel suo ciclo perpetuante
-Allora… voglio sapere quante volte sei andata a letto con il tuo attendente…- queste parole cariche di risentimento, fanno risvegliare in me l’ardore che ho sempre covato… mi fanno ritrovare finalmente tutte le capacità lessicali che mi erano venute meno negli ultimi minuti
-Nessuna padre….- ribatto convinta e senza più alcuna esitazione
-Come..?- è sorpreso dalla mia risposta, probabilmente crede che lo stia prendendo in giro… lo riesco a scorgere attraverso quegli occhi così simili ai miei…
-E’ così padre… io ed Andrè non siamo mai stati insieme…- termino di riferirgli
-Credi  che il buon Dio mi abbia privato così presto della vista e del raziocinio? …Pensi che non mi sia accorto di ciò che accadeva in quella stanza Oscar?- il tono tagliente che ha adoperato per pronunciare quest’ultima frase mi fa gelare il sangue nelle vene per un secondo… d’improvviso temo di non essere nuovamente in grado di replicare alle sue parole
-Vi posso assicurare… che ciò che vi ho appena detto è la verità… sta a voi credermi o no- il secondo schiaffo che mi colpisce è forse addirittura più forte del primo e questa volta, mi sbilancia all’indietro provocandomi una sonora caduta
-Non ti permettere mai più di rivolgerti a me con quel tono Oscar… mi sono spiegato?-
-Si… perdonatemi…- chiudo gli occhi mentre sento il rumore dei suoi passi dirigersi verso di me per poi sorpassarmi; mi volto e vedo che sta uscendo dallo studio… probabilmente vuole andare da Andrè. Questa brutta quanto probabile opzione mi fa alzare di corsa per cercare di raggiungere la mia stanza prima che lo faccia mi padre; corro più veloce che posso attraverso la villa sperando di fare in tempo…
 
Nella mia stanza Andrè sente la porta aprirsi di getto e voltata di colpo la testa vede la figura ferma sulla porta e con lo sguardo fisso sul suo di…

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Capitolo 8
*** Io lo amo... ***


Nella mia stanza Andrè sente la porta aprirsi di getto e voltata di colpo la testa vede la figura ferma sulla porta, con lo sguardo fisso, di sua nonna… lo osserva sorpreso chiedendosi probabilmente cosa ci fa li, soprattutto a petto nudo; tuttavia si ricompone subito dicendogli…
 
-Andrè… il generale mi ha detto di mandarti a chiamare… ti attende all’ingresso-
-Certo… grazie nonna- risponde tentando di mantenere il controllo e soprattutto di ricomporsi mentre afferra la sua camicia dal pavimento e la indossa velocemente
 
Si dirige in corridoio seguendo Nanny con lo sguardo perso nei suoi pensieri… probabilmente domandandosi come mi è successo dal momento che mio padre lo ha mandato a chiamare, questo flusso di pensieri viene interrotto quando senteil suono dei miei passi alle sue spalle
 
-Andrè…- dico concitata non appena ti vedo in lontananza, volti la testa di scatto e per un istante mi sembra che il tuo occhio si sia inumidito a causa di alcune lacrime ribelli mentre mi abbracci con slancio lasciando tua nonna a proseguire da sola
-Oscar… ero così in ansia per te, cos’è successo… il generale vuole che vada all’ingresso…- dici mentre mi accarezzi dolcemente la testa che ho affondato nell’incavo del tuo collo
-Non mi ha creduto… ho cercato in tutti i modi a convincerlo che fra di noi non c’era stato nulla… ma lui… non ha voluto credermi…- senza volerlo scoppio in un pianto silenzioso e mi stringo maggiormente su Andrè, ho bisogno di sentirlti vicino, ora più che mai…
 
‘’Andrè… non so cosa farei senza di te, ormai sei diventato più indispensabile dell’aria che respiro... vorrei che mio padre non ci avesse mai interrotto… ho bisogno di sentirti su di me, di sentire che sei parte di me… perché tu ormai sei già nel mio cuore, e lo controlli a tuo piacimento…’’
 
-Sssh…- cerchi di calmarmi facendo passare dolcemente la mano in mezzo ai miei capelli biondi con movimenti lineari mentre l’altra la posi nel mezzo delle mie scapole, puoi sentire il mio petto alzarsi e abbassarsi a ritmo con il mio cuore, quel cuore che ormai è sincronizzato con il tuo
-Non che mi aspettassi che tu ci riuscissi Oscar… ma almeno ci hai provato… ora devo andare a sentire cosa vuole dirmi- provi ad infondermi fiducia attraverso uno di quei sorrisi che io adoro, come se rischiarassero il cielo in un giorno di tempesta
-Vengo con te Andrè… non voglio lasciarti da solo di fronte alla furia di mio padre- ti guardo con scurezza afferrandoti la mano e i nostri sguardi si incontrano, complici degli stessi pensieri e delle stesse emozioni
 
Insieme riprendiamo a percorrere i corridoi della villa fino a quando non giungiamo difronte alla grande porta d’ingresso… mio padre è li davanti con un’espressione grave sul volto, ci sta aspettando è chiaro, non appena ci vede sulla soglia delle scale alza il volto per incontrare con il suo sguardo truce i nostri limpidi; istintivamente ci prendiamo per mano e questo gesto non deve essere passato inosservato agli occhi indagatori di Francois de Jarjeyes che inizia a guardarci in modo ancora più contrariato, lentamente scendiamo fino a giungergli davanti dove per un tempo interminabile… non facciamo altro che far passare i nostri sguardi gli uni sugli altri…
 
-Avevo detto che volevo parlare con Andrè… perché sei qui anche tu?- mi domanda con tono solenne e un improvviso brivido mi attraversa al suono di quella voce così tagliente, questa mia reazione viene subito intercettata da Andrè che mi afferra la mano con maggior decisione
-Qualunque cosa dobbiate dirgli… non c’è motivo per cui io non possa ascoltarla…- gli rispondo mentre già attendo lo schiaffo che di li a breve mi avrebbe colpito ma che invece non arriva…
-Andrè…- tuona mentre ho la presunta sensazione che stia tentando di far sembrare il suo tono il più minaccioso possibile così da intimidirci
-… credo tu sappia il perché ti trovi qui ora…- inizia, questa volta sono io a stingere la tua mano non appena vedo delle gocce di sudore freddo scenderti lungo il volto, partendo dalla tempia per poi percorrere la linea della mascella
-Lo posso immaginare signore- rispondi tranquillamente nel tentativo di non lasciar trasparire alcuna emozione dalle tue parole
-Sono stato io a farti giungere in questa casa quasi vent’anni fa… e francamente mi aspettavo un comportamento più rispettoso da parte tua…-
-Non capisco a cosa vi riferiate, ho sempre mantenuto un comportamento consono al ruolo che ricopro…-
-Davvero? E quale sarebbe ora questo ruolo… quello dell’amante?- domanda alzando la voce all’improvviso, il controllo che ha cercato di mantenere fino ad ora è scomparso lasciando al suo posto solo la rabbia
-Vi state sbagliando signor generale, tra me ed Oscar non è mai accaduto nulla…- gli rispondi a tono eppure con garbo, per quanto tu possa essere infastidito da questa situazione… non dimentichi mai le buone maniere che ti sono state insegnate
-Credete che sia nato ieri? Pensate che non mi sia reso conto di ciò che stavate facendo in quella camera?!-
 
Ora mio padre non cerca neanche di controllare il tono… tutto il suo risentimento esplode contro di noi insieme alle sue parole; secondo lui ho tradito l’onore della mia famiglia, nutrire dei sentimenti nei confronti di un membro della servitù è considerato un crimine imperdonabile in una famiglia nobile…
 
‘’Ma perché nessuno, in questa società chiusa mentalmente, vuole capire che non è il rango a fare di una persona un individuo diverso? Perché io ed Andrè non possiamo vivere insieme come due persone che si amano? E’ mai possibile che il generale non riesca a comprendere i miei sentimenti?...’’
 
-Padre…- mi intrometto, prima non ha sentito ragioni e non mi ha dato retta, ma ora voglio che sappia finalmente ciò che penso e provo
-Non ti immischiare Oscar…- mi ribatte scontento dalla mia uscita
-Invece mi dovrete ascoltare…  sono consapevole di quali siano le vostre opinioni a riguardo, ma non ho nessuna intenzione di rinunciare ad Andrè proprio ora che l’ho finalmente trovato…io… io lo amo padre!- concludo risoluta, con la coda dell’occhio posso scorgere Andrè compiaciuto e sorpreso dalle mie parole, per quanto gli abbia già confessato i miei sentimenti… sentirselo ripetere gli procura ancora una piacevolissima fitta al cuore e inoltre, è sorpreso dall’incredibile coraggio che ho avuto nel dichiarare tutto così apertamente a mio padre sfidandone l’ira;
 
Mi si avvicina con passo deciso e solo l’intervento di Andrè che si interpone tra noi gli impedisce questa volta di colpirmi; a questo gesto il suo sguardo contrariato diventa ancora più pesante da sopportare ma dopo pochi secondi, ci si affianca sibilando tra i denti e con un’espressione grave in volto
 
-Saranno le loro maestà… a stabilire la vostra punizione- e dicendo questo si allontana per tornare probabilmente nel suo studio lascandoci all’ingresso come pietrificati da una potere innaturale…

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Capitolo 9
*** Finalmente insieme ***


-Saranno le loro maestà a decidere- queste parole non fanno che rimbombarmi nella mente, proprio quel giorno mi sono recata a far visita alla regina la quale mi ha espresso tutta la sua solidarietà… ma se mio padre avesse messo i sovrani dinnanzi al fatto compiuto non so come questi avrebbero potuto reagire; per quanto un regnante possa dimostrare amicizia nei confronti di un suo suddito, le leggi che vengono imposte devono essere rispettate anche da questi… e purtroppo la legge non è dalla nostra parte.
 
-Non ti preoccupare Oscar…- la voce di Andrè mi riscuote dal mio flusso di pensieri, posso notare un sorriso sul suo volto che tuttavia non può nascondere l’inquietudine che lo attanaglia;
 
‘’Sei sempre stato così Andrè… poni il mio benessere e la mia serenità al disopra di ogni cosa ti stia intorno; ma io non voglio che questa volta mi difendi, vorrei poter affrontare la situazione che ci tocca in prima persona insieme a te… sentirti al mio fianco è l’unica cosa che voglio perché ti amo… e ora che so che anche tu mi ami, rinuncerei a qualsiasi cosa pur di starti accanto…’’
 
All’improvviso una soluzione… un’idea mi colpisce con tutta la sua forza; quanto sono stata cieca, la paura nei confronti del generale non mi ha permesso di rendermi conto che per risolvere il nostro problema basterebbe una semplicissima azione;
 
‘’Ormai ho deciso… se mi porranno difronte ad una scelta… so perfettamente cosa fare’’
 
Questa nuova consapevolezza mi tranquillizza, volto lentamente lo sguardo incatenandolo agli occhi di Andrè… su quegli smeraldi che adoro, intrecciando le mie dita con le sue mentre un caldo sorriso, in risposta a quello che precedentemente mi aveva rivolto, mi increspa le labbra.
 
-Non sono in ansia per ciò che potrebbe succedere… stavo pensando… che insomma… - sento le guance diventarmi bollenti, non riesco a credere al pensiero che la mia mente ha prodotto… sto per chiedergli una cosa assurda… ma due dita che conosco bene mi alzano dolcemente il volto che avevo precedentemente abbassato
-Cosa c’è… cos’è che vuoi dirmi?-
-Io…- le parole mi muoiono in gola, sono pur sempre un ufficiale dell’esercito e certe proposte non fanno parte del mio carattere; temo che Andrè possa a leggermi nel pensiero perché prima ancora che riesca a dire qualcosa… le sue labbra intrappolano la mia bocca in un bacio passionale e lussurioso.
 
All’improvviso sento un fuoco esplodermi nel ventre… non mi importa della possibilità che mio padre ritorni da un momento all’altro o che un qualunque membro della servitù possa vederci, getto istintivamente le braccia al collo del mio amato mentre percepisco le sue risalire lungo la mia camicia.
 
-Ti andrebbe di riprendere da dove abbiamo interrotto prima?- mi domandi con gli occhi lucidi dal desiderio che per anni hai represso;  a questo punto non ho più dubbi, o i miei pensieri sono così prevedibili… oppure le nostre anime sono collegate permettendoci di intuire i sentimenti dell’altro
-Non desideravo altro- ti sussurro a fior di labbra con un tono talmente malizioso che non pensavo potesse uscire dalle mie labbra
 
Mi guardi inizialmente sorpreso ma poi noto sul tuo volto la mia stessa espressione mentre dolcemente mi sollevi riportandomi nella mia stanza; questa volta non commettiamo lo stesso errore e chiudiamo la porta a chiave. Ti stendi al mio fianco e ci guadiamo… i nostri sguardi sono complici degli stessi pensieri proibiti; mi accarezzi la guancia dolcemente e avvicini il mio volto al tuo così da permettere alle nostre labbra di incontrarsi nuovamente.
 
‘’Come ho fatto a resistere tanto tempo senza di te, ora mi sembra la cosa più normale del mondo sentirti al mio fianco non come un attendente, ma come un uomo sta con una donna… la sua donna’’
 
-Oscar io… tu sei convinta di tutto questo?... sei sicura che sia io la persona giusta?- domandi allontanando per un istante il tuo volto; ti osservo senza riuscire a dire nulla perché ciò che ho nel cuore è difficile da esprimere a parole e allora agisco… non adotto un comportamento degno del capitano della guardia di sua maestà ne tantomeno quello adatto ad una contessa… tuttavia è il mio cuore ora a muovere il mio corpo e allora ti abbraccio con slancio per poi baciarti con impeto
-Si sono sicura… non c’è nessun altro che vorrei prendesse il tuo posto ora-
 
I tuoi baci si fanno più audaci così come le tue mani, le sento scendere dal mio volto e posarsi sul mio seno… le tue labbra sono invece stano percorrendo il mio collo per poi fermarsi sulle clavicole mentre questa scia di baci mi manda letteralmente in paradiso. Provo delle emozioni fortissime mentre per la seconda volta nell’arco di mezza giornata mi togli la camicia con una lentezza estenuante; anch’io voglio far provare le stesse emozioni che come un mare in tempesta, tu mi stai regalando.
 
Dolcemente ti accarezzo il collo con mani insicure per poi farle scendere lungo il tuo torace… decido di slacciarti la camicia facendo passare con precisione ogni bottone all’interno della rispettiva asola così da poter ripercorrere il percorso compiuto poc’anzi dalle mie mani con le labbra; l’espressione di pura estasi che dipinge il tuo volto mi invita a continuare nonostante un iniziale imbarazzo… devo ammettere che vederti così impotente e sottomesso mi regala un brivido lungo la schiena perché sono consapevole che tuto questo è merito mio.
 
Il rossore che imperla le tue guance mi fa capire che sei giunto al limite della sopportazione, con un gesto un po’ brusco infatti mi fai stendere sotto di te e con movimenti precisi riesci a sfilarmi i pantaloni così da lasciarmi totalmente nelle tue mani; a tua volta ti privi degli ultimi indumenti che ti sono rimasti ma poi ti fermi… ti fermi e mi guardi
 
‘’Che cosa ti prende ora? Stiamo finalmente per realizzare i nostri sogni più intimi… stiamo per diventare una cosa solane nel corpo e nell’anima…’’
 
-Che cosa succede Andrè… perché ti sei fermato?’’ ti domando con gli occhi socchiusi
-Ho paura di farti male… per te è la prima volta e… temo di non lasciarti un buon ricordo- mentre pronunci queste parole abbassi gli occhi insicuro e questo tuo atteggiamento istintivamente mi fa sorridere; non voglio che tu creda una cosa simile… così ti afferro la mano e me la porto sul petto in modo che tu possa sentire il battito accelerato del mio cuore…
-Non rischi di farmi male… e questo che senti, mai ti abbandonerà… apparterrà pe sempre a te, la persona che amo- dico mentre ti sento stringerla intorno al mio seno, ti avvicini improvvisamente a me così che i nostri volti possano toccarsi nuovamente e un dolore improvviso mi avvolge per un istante…
 

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Capitolo 10
*** Non temere... ***


Un dolore improvviso mi avvolge per un’istante seguito subito da una sensazione di completezza… quella stessa completezza che solo ora mi accorgo, ho aspettato ansiosamente. Sento le braccia di Andrè stringermi con fare protettivo aspettando che mi abitui al sentirlo dentro di me; so che sta attendendo solo un gesto da parte mia per lasciarsi finalmente andare a tutti i suoi sentimenti.
 
Le emozioni mutano rapidamente all’interno di me… nonostante siano contrastanti, mi stanno regalando tutte delle sensazioni indescrivibile; ora come ora… non ho nessun’intenzione di far attendere ulteriormente il mio compagno di una vita, l’unica persona che sia mai riuscita a farmi stare così bene, allora agisco, i miei occhi si puntano sui tuoi e tu capisci… capisci ciò che vorrei dirti ma che la mia bocca non riesce a pronunciare.
 
Il tuo corpo inizia a muoversi sinuoso sul mio in una danza antica come il mondo, un movimento tanto semplice che eppure riesce a far stare tanto bene due persone… stai diventando quasi frenetico, le tue mani si posano ansiose sui miei seni, sostituite quasi subito dalla tua bocca vorace; qualsiasi cosa tu faccia, mi regala emozioni sempre nuove e sempre più intense…
 
‘’Andrè… ti amo così tanto, non immaginavo neanche lontanamente che fare l’amore con te sarebbe stato così bello… però… tu sembri così esperto nei gesti e nei movimenti che un dubbio atroce mi sta attanagliando il cuore… possibile che tu sia stato con altre donne? Che tu abbia riservato queste attenzioni a qualcun’altra? Però… non potrei neanche biasimarti, non si può attendere una persona per tutta la vita… eppure questo pensiero, mi fa stare ugualmente male ’’
 
Cerco di scacciare questi pensieri dalla mia mente… il mio fiato ora  rotto dai gemiti sempre più frequenti che mi sfuggono, sul tuo volto arrossato posso notare un lieve sorriso per l’effetto che mi provochi. Un improvviso desiderio di farti provare il mio stesso piacere mi invade… vorrei tanto farti star bene eppure, non riesco a muovere un singolo muscolo, sono totalmente in balia di te, dei tuoi gesti… del tuo amore.
 
-Oscar…- sussurri al mio orecchio con una voce roca e graffiate, eppure tanto virile e calda.
-Ah… Andrè… Andrè…- la mia voce segue subito la tua, il mio corpo è completamente aderito al tuo e ti segue desideroso di imparare;
 
Se possibile, un piacere più intenso degli altri mi pervade dopo una tua spinta più decisa all’interno del mio corpo… subito cerco di riprendere fiato ma mi accorgo che vuoi allontanarti da me e allora agisco istintivamente, le mie gambe ti cingono i fianchi impedendoti di andartene
 
-Oscar…io… sono al limite…- fatichi a pronunciare le parole a causa del forte desiderio che stai provando
-Lo so… ma voglio che resti con me…-
-Ti… ah… ti rendi conto dei rischi che… potremmo correre? – tenti di farmi ragionare, come sempre
-Certo… e non potrei provare gioia più… ah… ah…- respiro affannosamente, non sono abituata a provare tutto questo…  ma sono certa che non vedo l’ora di farlo
-… grande, che avere un figlio... con te…- riesco a concludere
 
Per quanto tu possa insistere, mi conosci troppo bene e sai che non cambierò idea… e allora mi assecondi, avverto nuovamente quel piacere di pochi minuti fa seguita però da una presenza che permane in me anche quando tu ti scindi definitivamente;
 
Ci stendiamo entrambi ansimanti sul mio letto compiacendoci della reciproca presenza… sentirti al mio fianco dopo tutto questo, mi riscalda il cuore e mi fa desiderare che tutto questo non finisca mai… qualunque cosa accada; in questo momento non esistono i nostri problemi con mio padre, non esiste alcuna distinzione di ceto sociale… esistiamo soltanto noi, all’interno del nostro mondo perfetto.
 
-Sei sicura che non ti pentirai della tua scelta?-
-Assolutamente no… questo è quello che voglio…- ti prendo dolcemente la mano per poi posarvi un bacio
-Sei tu… quello che voglio-
-Oh Oscar…- mi accarezzi dolcemente la guancia per poi avvicinare lentamente il mio volto al tuo fino a quando non si uniscono in un caloroso bacio;
 
Ci addormentiamo così… stretti in un dolce abbraccio, quasi a voler preservare questo mondo di assoluta perfezione che si è venuto a creare nelle ultime ore; il mio viso delicatamente appoggiato al tuo petto mi permette di percepire il lento battito del tuo cuore mentre le tue forti braccia mi cingono i fianchi con fare protettivo. I suoni intorno a me iniziano a farsi più ovattati, le palpebre inesorabilmente cominciano a chiudersi facendomi scivolare nel fantastico mondo di Morfeo, ma neppure il tempo ci può dividere, non ora che finalmente ci siamo uniti… nel corpo e nello spirito;
 
 
Mi trovo nella mia stanza … intorno a me oggetti di inestimabile valore e strabiliante bellezza, tutti riconducibili al mio passato; improvvisamente… la mia attenzione viene catturata da una figura appoggiata alla parete con le braccia conserte e gli occhi chiusi; trattengo il respiro quando mi rendo conto che si tratta di Andrè… del mio Andrè, che tra tutto ciò che riempie questa sala, sembra quasi risplendere. Mi avvicino lentamente a lui con passo felino, camminata che però non gli sfugge… apre gli occhi posandoli sulla mia figura che solo ora mi accorgo essere in veste da camera; quando gli sono abbastanza vicina, con un movimento fluido e deciso, mi stringe a se facendo aderire perfettamente i nostri corpi… questo gesto mi fa arrossire visibilmente, ma l’imbarazzo viene presto sostituito dalla pace e dalla tranquillità;
 
Lo scenario cambia, il mio corpo cambia… il ventre piatto che da sempre mi contraddistingueva è stato sostituito da una più voluminosa pancia tondeggiante,  il mio piccolo seno si è ingrossato… ma a stupirmi maggiormente, è quel semplice anello d’oro che porto al dito… e nuovamente appari, gli abiti più aristocratici e se possibile, uno sguardo ancora più dolce; questa volta sei tu a venirmi incontro mentre con decisione cerchi le mie labbra in un dolcissimo bacio.
 
‘’Oh Andrè… non hai idea di quanto sia innamorata di te…’’ penso teneramente quando i nostri volti si separano
 
Alla fine, tutto ridiventa buio per pochi secondi, per poi lasciarmi vedere delle ultime immagini; la mia figura è tornata quella di sempre, ma tra le mie braccia stringo una dolcissima bambina con le manine rivolte verso la figura di Andrè che mi sta accanto… sembriamo il ritratto della famiglia perfetta.
 
 
Un raggio di sole illumina i nostri corpi ancora stretti nel loro abbraccio, mi sveglio per prima seguita subito dopo da Andrè… mi guardi dolcemente e mi baci con passione
 
-Buon giorno Oscar… dormito bene?- domandi con fare sornione
-Mai dormito meglio… -
 
Improvvisamente, le immagini di questa notte mi ritornano alla mente spingendomi a cercare rifugio tra le tue braccia rassicuranti… appoggio nuovamente il mio volto al tuo torace che a quanto pare, ha la capacità di calmarmi…
 
-Che cosa ti prende…? Sei preoccupata?- nella tua voce noto una vena di ansia
-No… stai tranquillo, volevo solo sentirti nuovamente vicino a me…-
-Sciocca… io ci sarò sempre per te… non ti lascerò mai, te lo prometto – mi rispondi posando un delicato bacio sulla mia testa
 
Se siamo insieme sento di poter affrontare qualsiasi difficoltà… mi sono finalmente resa conto che senza di te, io non sono nulla; la mia intera esistenza è condizionata dalla tua presenza al mio fianco… per questo ora, mi sento ancora più decisa e convinta della scelta che ho preso per il mio futuro, anzi… per il nostro futuro insieme.
 

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Capitolo 11
*** Mi dispiace... ***


L’avvento del nuovo giorno ci costringe a far calare sui nostri volti, le maschere di servo e padrone che abbiamo indossato abilmente per oltre vent’anni… ma ormai non possiamo più fare finta che quello che proviamo l’uno per l’altra non esista… non possiamo illuderci che sia qualcosa di sbagliato dal momento che le nostre anime ora sono così serene.
 
Mi sembra di essere nata unicamente per questo, per poter rimanere dolcemente tra le tue braccia cullata dal lento battito del tuo cuore… quello stesso cuore che ormai so battere unicamente per me. Non hai idea di quanto questa consapevolezza mi renda felice; nulla ha più importanza del saperti vicino a me in questo momento così delicato per il nostro futuro insieme.
 
Mi alzo controvoglia da quel caldo letto dove questa notte siamo finalmente diventati una cosa sola… è un ricordo talmente dolce e vivo in me da procurarmi il batticuore anche dopo molte ore; con passo lento comincio a raccogliere i miei vestiti dal pavimento, esattamente dove li avevamo lanciati nella foga dell’amore, indossandoli distrattamente dal momento che tutte le mie attenzioni sono rivolte a te… a te che ancora dormi beatamente nel mio letto e nella quale vorrei tornare anch’io in questo preciso istante.
 
-Andrè… Andrè svegliati…- sussurro mentre ti scuoto dolcemente; non è possibile che qualcuno entri e ti trovi beatamente addormentato nella camera della padrona di casa
-Mmh… dai nonna ancora dieci minuti…- mugugni in risposta e a me viene solo da sorridere, non riesco a credere che tu possa essere davvero così pigro
-Andrè… dai alzati…- riprovo, ma ottengo soltanto la tua indifferenza mentre ti giri su un fianco e ti tiri la coperta sopra la testa per nascondere il volto dal sole che ormai invade la stanza
-Ah… ho capito mio caro, non mi lasci scelta- sussurro ancora mentre facendo passare l’ultimo bottone dell’uniforme nella sua asola mi avvicino nuovamente a te; a questo punto ogni mezzo è lecito per tirarti giù dal letto, perciò  comincio a lasciarti una lunga scia di dolci baci partendo dall’orecchio e percorrendo tutta la linea della mascella soffermandomi solo infine sulle tue labbra. Sento finalmente che stai tornendo nel regno dei vivi quando la tua bocca intrappola la mia in un bacio carico di passione…  la tua mani ora sono saldamente posate sulle mie spalle e dolcemente mi attirano verso il basso, a maggior contatto con le tue labbra.
-Finalmente hai deciso di svegliarti…- mormoro separandomi leggermente da te ma rimanendo in ogni caso ad una distanza tale da consentirmi di appoggiare la fronte sulla tua e sentire il tua fiato caldo sulla pelle
-Se tutti i miei risvegli dovranno essere così… verrò più spesso a dormire nella tua stanza- rispondi con il sorriso sulle labbra e con gli occhi ancora chiusi.
Sei veramente incorreggibile… eppure non riesco a non amare anche questo lato del tuo carattere così dolce e passionale, in grado di farmi scorrere il fuoco nelle vene; tuttavia… ora devo ritornare con i piedi per terra e cercare di affrontare la situazione che si è venuta a creare con la mente fredda di un soldato:
-Andrè… io devo andare… devo assolutamente parlare con la regina…-
-Oscar… sai bene che tuo padre avrà di certo riferito ai sovrani il nostro crimine…-
-No… non è un crimine…- rispondo posandoti dolcemente la mano sul volto -…non è un crimine amarti…-
-Oscar…-
-Tenerci separati per delle assurde convenzioni dinastiche lo sarebbe- termino decisa.
Mi alzo in piedi e ritrovo la sicurezza e la determinazione che mi hanno sempre contraddistinto, voglio affrontare a testa alta le conseguenze della scelta che ho compiuto… scelta della quale non mi pentirò mai e che nessuno… nemmeno le loro maestà in persona, potranno portarmi a rivalutare.
 
Cavalco ora decisa verso la reggia di Versailles… ti ho asciato pochi minuti fa nelle mie stanze con la raccomandazione di essere prudente, eppure già mi manchi. Sono decisamente drogata della tua presenza, del tuo sorriso, dei tuoi occhi… di tutto te stesso; se ci rifletto con attenzione, ancora non mi sembra vero di essere riuscita nel giro di poche ora a realizzare il mio sogno d’amore…
 
Attraverso con decisione i cancelli della reggia così come ho già fatto innumerevoli volte nel giro di questi anni e con passo sicuro mi dirigo verso gli appartamenti della regina… l’attesa per essere ricevuta non è lunga, dopotutto sono legata alla sovrana da un profondo sentimento di amicizia, ma quando varco la soglia, lo sguardo luminoso che di solito mi accoglie è invece rabbuiato:
 
-Maestà…-
-Venite avanti Oscar, devo parlarvi di una faccenda importante…- inizia con tono grave
-Amica mia… purtroppo qualche ora fa ho ricevuto una visita di vostro padre…- il tono con il quale pronuncia queste parole mi permette di intuire quale possa essere stato il loro argomento di conversazione e per quale motivo la mia amata regina oggi appare così rassegnata
-Maestà io…-
-Oscar… voi sapete che per me siete un’amica molto importante e sarei disposta ad esaudire ogni vostro desiderio...ma vedete, ciò della quale vostro padre vi accusa, è purtroppo qualcosa che non può essere ignorato…-
-Maestà… io non ho avuto alcun timore nel rivelarvi quali siano i miei reali sentimenti nei confronti di Andrè, però…- cerco in qualche modo di ricordare a Maria Antonietta che cosa si prova nell’amare una persona che purtroppo non dovrebbe essere destinata a ricevere questo sentimento da parte nostra
- Madamigella Oscar… io non vorrei dovervi fare alcun torto poiché voi siete stata l’unica persona che mi è sempre stata fedele e leale… ma io non posso… non posso…-
 
E’ scoppiata in un pianto disperato, mi rendo conto che quello che la sto portando a fare, va contro la sua indole per natura gentile e generosa… eppure io non posso ma soprattutto non voglio dover rinunciare ad Andrè proprio ora che l’ho finalmente trovato, ora che ho compreso quali fortissimi sentimenti mi leghino a lui; si nasconde il volto con le mani mentre lacrime amare scivolano lentamente lungo le sue guance… per me che ho giurato di difenderla sempre da qualunque tipo di nemico, questa è una sofferenza molto profonda poiché sono consapevole che sono io a procurarglielo;
 
-Vi prego, alzate il volto maestà…- le avvolgo dolcemente le mani, quelle mani fatte per tenere un ventaglio con eleganza, con le mie, abituate a brandire speda e pistola, e la invito ad alzare lo sguardo verso di me così da potermi osservare senza intralci…
-Oscar…-
-Maestà, voi sapete che sono disposta ad eseguire qualunque ordine voi mi diate… ma l’unica cosa che veramente non sopporterei, è che mi chiedeste di rinunciare all’uomo che amo…-
-Amica mia…-
-Vi scongiuro maestà… non chiedetemi questo- anche i miei occhi sono stati inondati dal pianto, un pianto che non può essere trattenuto quando vedi che l’unica gioia della tua vita rischia di esserti strappata
-Oscar io… purtroppo non posso fare altrimenti, la legge è molto severa riguardo ai rapporti che devono intercorrere tra un servo e un padrone… mi dispiace, io stessa conosco molto bene il valore di Andrè, ma se ora acconsentissi a questo… farei perdere credibilità alla famiglia reale nei confronti dei nobili…-
-Mia regina, se questo è ciò che avete deciso, allora non mi lasciate alcuna scelta…- fisso lo sguardo su quello di Maria Antonietta, l’ombra che oscurava fino a poco fa i miei occhi è ora sparito e con determinazione estraggo la spada pronunciando quelle parole che segneranno il nostro futuro…
 
 

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Capitolo 12
*** Non potete farlo! ***


-Mia regina, se questo è ciò che avete deciso, allora non mi lasciate alcuna scelta… intendo rinunciare per sempre al mio titolo e al mio grado!- affermo con decisione
-NO!!! Oscar non potete…- sui vostri occhi posso leggere tutta la sorpresa ed il rammarico per quanto vi sto portando a fare, eppure non c’è alternativa… se l’unico modo che ho per poter rimanere con l’uomo che amo è quello di abbandonare per sempre ogni privilegio… allora sono pronta…
-Sono desolata… ma non intendo separarmi da Andrè…-
-Oscar vi prego deve… deve esserci un modo per evitare tutto questo…-
-Vorrei che ci fosse maestà davvero… ma voi avete preso la vostra decisione perciò io…-
-Aspettate…- mi intimate di fermarmi, vi siete addirittura alzata dalle sedie dove vi trovavate fino a poco fa per la foga con la quale avete pronunciato queste ultime parole e… una lieve speranza si impossessa di me
-Maestà… io non voglio che voi vi sentiate obbligata a fare qualcosa che ritenete sbagliato, mi sentirei profondamente in colpa per questo…- vi dico abbassando lo sguardo
-Madamigella Oscar io… proverò a parlare nuovamente con sua maestà il re di questa situazione, ma vi prego… vi prego non fate gesti avventati- concludete mentre mi fate cenno di ritirarmi.
 
Attraverso con passo spedito i corridoi di quella reggia che mi hanno visto maturare, crescere… e diventare finalmente una persona consapevole di quello che vuole, non una che accetta ogni volta le volontà altrui chinando mestamente il capo. I numerosi specchi che troppe volte mi hanno vista passiva delle decisioni che mio malgrado ero costretta ad accettare… ora rifrangono il viso di una persona nova, diversa, che non ha più paura di affrontare i suoi veri sentimenti, celati un tempo da una maschera, una creatura nuova… forgiata tra le braccia del suo uomo grazie ai suoi baci.
 
Non mi pento di quanto detto alla regina… quella stessa regina che più di una volta è stata disposta ad affrontare le male lingue della corte piuttosto che sottomettersi e rinunciare all’amore del conte di Fersen; io stessa sarei disposta ad affrontare tutto questo solo per lui… non credevo di riscoprirmi una persona così passionale, sotto l’altero comandante delle guardie reali si cela invece una donna invasa dal fuoco dell’amore.
 
Il mio flusso di pensieri viene improvvisamente interrotto da una figura che si staglia dinnanzi a me al centro del corridoio… mi guarda fisso, ma non celo il mio sguardo al suo così come innumerevoli volte lui non ha fatto con me nelle lunghe giornate in cui si tormentava per il suo amore impossibile e sbagliato…
-Conte di Fersen…-
-Madamigella Oscar, è un piacere rivedervi dopo così tanto tempo…-
-Lo è anche per me-
-Perdonatemi ma… siete stata in udienza da sua maestà?-
-Esatto… avevo una faccenda della massima urgenza da trattare con lei…-
-Capisco…- ora i vostri occhi si abbassano, intuisco che c’è qualcosa che vi preoccupa ma della quale non avete ancora il coraggio di parlarmi… siamo sempre stati amici e ci siamo sempre sostenuti a vicenda, spinta da questo sentimento di amicizia vi domando quale sia la causa della vostra angoscia…
-Che cosa avete Fersen?-
-Vedete Oscar… credo di sapere quale sia stato il vostro argomento di conversazione… io non vorrei che ve la prendeste per questo ma… sua maestà si è confidata con me subito dopo la visita di vostro padre… era veramente combattuta tra il suo dovere di sovrana e l’affetto che nutre per voi…-
 
Rimango sorpresa dalla rivelazione di Fersen… se le parole di mio padre hanno spinto la regina addirittura a confidarsi con il conte, significa che da queste è rimasta decisamente turbata; non avrei mai voluto essere causa di problemi per la sovrana, anche per questo le avevo rivelato quali fossero i miei reali sentimenti, speravo fosse possibile trovare una soluzione…
 
-Capisco…- suppongo che dal mio tono si riesca ad intuire la sorpresa ma soprattutto il disagio che sto provando in questo momento, l’uomo che fino a qualche tempo fa ero convinta di desiderare, mi dice che è al corrente di quanto provo per Andrè…
-Oscar io… volevo dirvi che non vi critico per quanto è successo… in effetti, sono l’ultima persona che può permettersi di farlo…-
-Non vi preoccupate Fersen… è solo che… mi avete colto alla sprovvista; non credevo ne foste a conoscenza-
-Se posso fare qualcosa per voi… sappiate che potrete contare su di me- conclude chinando lievemente il capo per poi indirizzarmi un sorriso triste.
 
 Leggo nei suoi occhi tutta la comprensione per un amore che in questa società viene definito sbagliato sebbene non lo sia per i nostri cuori… ma soprattutto… vi leggo tutto l’amore, per troppo tempo represso, nei confronti della regina Maria Antonietta.
 
-Vi ringrazio… perdonatemi se non mi intrattengo ulteriormente con voi… ma devo andare-
-Ma certo… a presto Oscar-
-A presto-
 
Riprendo il mio cammino attraverso le numerose sale di Versailles ripensando agli ultimi avvenimenti di queste ore… la scoperta dei miei sentimenti, le accuse di mio padre… e la mia decisione; non avrei mai voluto leggere la delusione negli occhi della mia adorata regina ma non posso fare altrimenti… probabilmente è a causa di questo mio flusso di pensieri che non mi accorgo che sin da quando sono uscita dagli appartamenti di sua maestà vi è un ombra che mi segue e che purtroppo ha udito la mia conversazione con il conte di Fersen…
 
Mi osserva, all’ombra di un corridoio laterale, con profondo astio… con l’odio negli occhi. Sicuramente sta pensando a come sfruttare a proprio vantaggio quanto è venuto fortuitamente a sapere… confidenze private che sarebbero dovute rimanere tali ma che ora… potrebbero portare alla sofferenza di numerose persone.
 
Una volta giunta nei giardini del palazzo, informo Girodelle che per oggi la supervisione alle esercitazioni sarà compito suo; non ho voglia di rimanere in questo luogo ancora per molto, mi manca l’aria solo a pensare a tutti quei nobili degenerati che pur di aumentare i loro privilegi si venderebbero l’anima… quei nobili che non conoscono il significato ed il valore dei veri sentimenti, quelli che  si possono provare unicamente per coloro che veramente ci meritano;
 
-Comandante…- mi riscuoto nell’udire la voce del mio secondo
-… mi stavo chiedendo… non vi sentite bene ultimamente, ecco… vi vedo un po’ stanca…-
-Non vi preoccupate Girodelle…- inizio prontamente
-… deve solo essere un po’ di stress, ultimante non abbiamo mai avuto un periodo di riposo, e poi… con la scusa della ricerca del cavaliere nero… non ho avuto molto tempo per riposarmi…-
-Capisco… allora a domani comandante-afferma congedandosi con un perfetto saluto militare
 
Parto con Cesar al galoppo per poter tornare il più in fretta possibile a palazzo… in verità… in cuor mio non desidererei farvi ritorno molto presto, ma tra quelle stanze vi è la mia unica ragione di vita…
 
La figura misteriosa mi osserva compiaciuta da una delle finestre della reggia mentre mi allontano ed un sorriso malizioso ne increspa le labbra… ha ideato qualcosa… qualcosa che distruggerà sia la mia vita che quella di coloro che amo; aspettava da lungo tempo di trovare una falla, una piccola crepa nella quale applicare la giusta pressione per distruggermi…
 
 

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