Take my heart. Take my soul. Take everything I am.

di Nenelafolle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LETTER A ***
Capitolo 2: *** LETTER B ***
Capitolo 3: *** LETTER C ***
Capitolo 4: *** LETTER D ***
Capitolo 5: *** LETTER E ***
Capitolo 6: *** LETTER F ***
Capitolo 7: *** LETTER G ***
Capitolo 8: *** LETTER H ***
Capitolo 9: *** LETTER I ***
Capitolo 10: *** LETTER L ***
Capitolo 11: *** LETTER M ***
Capitolo 12: *** LETTER N ***
Capitolo 13: *** LETTER O ***
Capitolo 14: *** LETTER P ***
Capitolo 15: *** LETTER Q ***
Capitolo 16: *** LETTER R ***
Capitolo 17: *** LETTER S ***
Capitolo 18: *** LETTER T ***
Capitolo 19: *** LETTER U ***
Capitolo 20: *** LETTER V ***
Capitolo 21: *** LETTER Z ***



Capitolo 1
*** LETTER A ***


Artigiano era una parola pesante. Se le parole si potessero pesare, “Artigiano” sarebbe stata capace di rompere il bilancino. “Meister” quale sinonimo, lo era altrettanto.
La prima cosa di cui si era accorta Maka quando era diventata Meister era appunto quella: la pesantezza. Non tanto dell’onore, né della responsabilità –o almeno, anche di quelli-, ma soprattutto del peso della buki. Un’arma era qualcosa in grado di fare male, in grado di uccidere, e Maka ne sentiva la consapevolezza fin nelle ossa.
La sua anima, per resistere, aveva bisogno di un’arma compatibile. Fu per le sue parole, la prima sera di convivenza, che capì che era perfetto. Egli disse: « Sono qui come arma per condividere il sangue di cui ci sporcheremo. Ti toccherà fidarti di me, Maka Albarn, perché sarò l’unica persona su cui potrai contare nei momenti difficili. E le anime che mangeremo, sarò io solo a caricarmene il peso, te lo prometto. Artigiano, ti sto dicendo che darò la mia vita per difenderti. Che darò la mia anima. »
E Maka ne restò terribilmente affascinata. Non le parole, né le motivazioni, né le promesse. Era il suo sguardo che l’aveva trafitta.
« Soul Eater.. » sussurrò quella notte sottovoce.
Soul e Maka, Maka e Soul, Artigiano e Arma.
Era da qui nomi, da quegli appellativi, che la loro storia aveva inizio.

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Capitolo 2
*** LETTER B ***


« Basta, cretino! » ridacchiò la ragazza prima che lui la baciasse con trasporto. Ella tentò ancora di fermarlo, ma di fronte al suo sguardo ricolmo d’amore lo lasciò fare. Lui le mordicchiò i lobi delle orecchie dolcemente, mentre le mani di lei si intrecciavano fra i suoi capelli. La ragazza lanciò un urletto mentre lui giocherellava con i suoi capelli biondi. « Stai benissimo così. » sussurrò, alludendo forse alla pettinatura, forse al vestito che lasciava ben poco all’immaginazione. Gli occhi del ragazzo fiammeggiarono mentre di incrociavano con quelli di lei. Le loro labbra si cercarono nuovamente un intreccio di lingue, un continuo movimento di mani sulle schiene dell’amante. Non ci volle molto che si ritrovarono per terra, a sfilarsi le magliette a vicenda.
« Spegni quello schifo, maiale! »
Soul ridacchiò e spense la televisione. Poi si girò verso la sua Meister e fu il suo turno di togliere magliette.

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Capitolo 3
*** LETTER C ***


C’era qualcosa in Maka che lo affascinava terribilmente. Ed era quella stessa cosa che finiva sempre per salvarli, durante le battaglie. La sua determinazione. Quella sua capacità naturale di non arrendersi mai, nemmeno di fronte alle avversità più grandi.
Ogni volta che Soul rischiava di perdere la calma, di sbuffare spazientito e lasciare tutto così come stava, lei lo afferrava più saldamente, e gli trasmetteva attraverso i polpastrelli tutta la forza di volontà di cui aveva bisogno. Soul Eater Evans era stato abituato fin da piccolo a sopportare, e ad annuire di fronte alle spiegazioni delle persone più adulte. Ma dalla sua entrata alla DWMA queste regole erano diventate inutili, in una scuola dove chiunque faceva solo ciò che si sentiva, figlio del preside compreso.
Invece la sua partner, Maka-chan, ostentava una tale smania di muoversi, di portare a compimento progetti, di avere idee, studiare, leggere, fare domande, ottenere risposte, allenarsi, che a Soul pareva impossibile fare coppia con lei. Lui stesso non si capacitava di come ci riusciva.
Ma in fondo, dentro di sé, egli sapeva fin troppo bene cos’era ciò che lo spingeva avanti.
Era proprio quella determinazione, quella bieca convinzione di farcela di Maka.
Nel loro appartamento, la notte in cui si trovavano soli, era straordinario vedere come la ragazza era fermamente convinta di essere sexy.

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Capitolo 4
*** LETTER D ***


Dovette concentrarsi intensamente per guardare qualcosa che non fosse Maka. Le sue gambe lunghe e sottili continuavano ad attrarre il suo sguardo come una calamita. Maka era sempre in minigonna –mini-minigonna, a ben vedere- ed era un vero attentato agli ormoni della sventurata buki.
Era piatta come un’asse da stiro, con le caviglie enormi e i polsi troppo sottili. A dispetto dell’abbigliamento inferiore, indossava sempre della biancheria da bambina mai cresciuta, quasi volesse prendersi gioco di chi cercava di sbirciare. Ma nonostante questo suo aspetto fisico ben poco attraente, Maka aveva qualità che pochi –se non nessuno- in quella scuola possedevano.
La sua Meister era come una carezza di bambino, un complimento gratuito, una luce nella notte scura. Ecco, era una lampada lasciata fuori che finiva sempre per attirare le falene come Soul.
E, il ragazzo ne era pienamente e terribilmente consapevole, non avrebbe potuto fare a meno di scottarsi.

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Capitolo 5
*** LETTER E ***


« Eddai, Soul » cominciò Maka « buttale! »
Il ragazzo rimase a fissare quelle cose indifese e accusate ingiustamente dalla Meister. Lettere, tantissime, di persone –ragazze- che volevano fare coppia con lui almeno per un giorno. La maggior parte erano di un fastidioso colore rosa, e profumavano terribilmente. Altre invece avevano disegnati sopra dei cuoricini, o direttamente delle labbra stilizzate ben poco attraenti.
« Non le voglio vedere in questa casa! » sbuffò lei.
Soul ghignò. « Sei gelosa, Maka-chan? »
Lei arrossì vistosamente « No!, ovvio che no! » esclamò abbassando il viso.
Soul le si avvicinò. « Davvero? » le ansimò sul collo.
« Nemmeno un po’ » confermò lei.
« Sicura? » e passò la lingua sul suo collo. Lei rabbrividì, guardando le lettere abbandonate e dimenticate da entrambi sul tavolo.
« Forse solo un pochino. » provò a dire, ma le parole si persero nell’abbraccio d’amore della sua buki.

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Capitolo 6
*** LETTER F ***


Forse non sarebbe successo davvero. Forse era tutto un sogno, Maka presto avrebbe aperto gli occhi e si sarebbe ritrovata nella sua stanza con la sveglia che trillava.
Forse, Maka pensò, ma proprio forse, suo padre non era lì davanti a lei e forse Soul non lo stava guardando negli occhi con uno sguardo così serio.
 Sempre parlando ipoteticamente, forse Maka non stava cercando di tranquillizzare –senza successo- la Death Scythe, Spirit-sama. Forse.
 « Davvero, nulla di preoccupante » stava dicendo la ragazza. « Sul serio papà, ti abbiamo chiamato perché.. cioè la verità è che non devi agitar-- » ma lui la interruppe.
« Oh, avanti Maka. » si alzò in piedi e indicò il suo petto, poi quello di Maka e disse, nel modo più chiaro e comprensibile possibile: « Spirit-senpai, io e sua figlia stiamo assieme. Ecco. » e sedette.

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Capitolo 7
*** LETTER G ***


Gorgogliò rumorosamente la sua pancia, e lei lanciò una ciabatta nella direzione del suo coinquilino. « Mh? » rispose lui aprendo un occhio.
« Prepara la colazione. » bofonchiò lei, sistemandosi meglio la testa fra i cuscini.
Lui si appoggiò sui gomiti e la guardò. « Non è il mio turno oggi. » ghignò.
La ragazza sbarrò gli occhi, sforzandosi di ricordare che giorno fosse. Ma con lo sguardo di Soul su di lei, faticava anche a ricordare il suo stesso nome.
« Ma potresti convincermi. » continuò il ragazzo, e ridacchiò.
Lei strinse i pugni sul cuscino più vicino e glielo tirò. « Stupido! » esclamò, sorridendo, e prima che potesse pensare con quale favore ricambiarlo, notò che Soul si stava già alzando.
Le passò accanto mentre si dirigeva in cucina. Lei lo bloccò prendendolo per un polso: « Brioches? »
Lui rise e si abbassò fino a lei, sfiorandole la fronte con le labbra. « Calde? »
« Mh.. M-Mi pare ovvio. » disse lei, arrossendo.
La buki si allontanò e Maka ascoltò il rumore dei piatti tirati giù dallo scaffare e della portiera del frigorifero che sbatteva. Si allungò fino a raggiungere il telecomando e accese la televisione, mentre tornava a rintanarsi fra le coperte.
Quando Soul tornò con la colazione, la trovò nuovamente nel mondo dei sogni e ridacchiò.
Appoggiò il vassoio di fronte al divano e si accucciò all’altezza della sua Meister. « Maka-chan.. se non ti svegli mangerò tutte le brioches » sussurrò, a un centimetro dalle sue labbra. « se dormi.. non potrò vedere i tuoi bellissimi occhi verdi. » sempre più vicino.
« Maka. » chiamò un’ultima volta, e la scosse. La giovane aprì gli occhi sbattendo le palpebre varie volte, e vide il suo coinquilino passarle una brioches calda. « Vado a fare anche del caffè. » disse lui, rosso in viso, sciabattando in cucina.
La Meister si toccò le labbra con i polpastrelli e le sentì bollenti.
Soul, in ginocchio davanti al frigo, si prese il viso fra le mani. Stupida ragazza, pensò. « Se pronunci il mio nome nel sonno davvero non posso trattenermi. »

N/A
Su questa fic avete un sacco di libero arbitrio, cari lettori~
Innanzitutto, Maka all’inizio lo colpisce con una ciabatta, quindi il nostro Soul deve essere molto vicino.. poi lei va sotto le coperte, il che fa pensare a un letto, ma sia la televisione che il tavolo dove la buki appoggia le brioches fanno riferimento a un divano.. immaginate ciò che volete della notte che precede questo momento! Che sia stata una serata davanti alla televisione, o anche una folle notte rossa d’amore. Inoltre, nel momento in cui lui la chiama un’ultima volta (nel preciso spazio dove ho cliccato “invio” dopo “sempre più vicino”) lei pronuncia il suo nome, sì, ma lui la bacia? Oppure le labbra della Meister erano bollenti per il solo sogno che stava facendo?
Anche qui, a voi la scelta, adorati! Che dire, le recensioni sono ovviamente gradite, e spero non mi siano scappati troppi errori 8D
Sayonara~

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Capitolo 8
*** LETTER H ***


« Hanno deciso la data per il test? » domandò mettendo in ordine i fogli frettolosamente.
« No » rispose Tsubaki all’amica « Non stavi ascoltando? » aggiunse con un sorrisetto sarcastico.
« Certo che stavo ascoltando! » ribatté troppo in fretta Maka « Volevo solo esserne sicura. » bofonchiò, nemmeno lei realmente convinta.
« Certo certo.. vai già via? » chiese la ragazza più alta vedendo la giovane Meister prendere i libri e allontanarsi.
« Mh, sì.. oggi.. »
« E’ il tuo compleanno! » esclamò contrariata l’amica. Ma Maka la salutò con un’alzata di spalle, quindi si girò e cominciò a correre verso il suo appartamento.
La salutarono in molti, e cercarono di fermarla per farle gli auguri, ma la ragazza non si sarebbe fermata per nulla al mondo. Continuò a correre con un sorriso enorme stampato in faccia, e arrivata di fronte al portone del loro condominio, cercò di riprendere fiato.
Mentre entrava nell’androne, e salendo le scale, lo sentì sempre più forte. Profumo di shortcake.
Non riuscì a trattenere un gemito mentre apriva la porta di casa, dove la sensazione di avere la torta davanti era praticamente tangibile.
Abbandonò i libri sul tavolo e in un lampo fu in cucina. Lì, un allegro fischiettio jazz proveniva dal pavimento, vicino al forno.
« Quanto ancora? » canticchiò il ragazzo inginocchiato a terra. « Tre minuti, mia Meister » andò avanti alzando lo sguardo rosso vermiglio sulla ragazza « Sono troppi e ho troppa fame! » esclamò con una falsa voce femminile. « Allora potevi comprartela, cara mia. » si alzò in piedi e allungò le mani verso Maka « Non sarebbe stato lo stesso. » disse con una voce volutamente sexy, mentre prendeva la giovane e la traeva a sé. « No, hai ragione, Maka-chan. Non sarebbe stato lo stesso. » e la baciò dolcemente.
« Mh.. » sussurrò lei. « Questo è più buono di qualsiasi shortcake. »

N/A
Il finale è stato lungo e travagliato, inizialmente mi sembrava OOC far parlare Soul da solo, ma poi mi hanno detto che era carino ( ? ) e quindi è rimasto. La battuta finale di Maka invece è stata aggiunta proprioproprio mentre inserivo gli HTML. E, in una prima stesura, Soul avrebbe dovuto rispondere: « Allora che cavolo me l’hai fatta preparare?! » ma si sarebbe persa l’atmosfera romantica.. ( ? )
Grazie anche per aver solo letto, ma come ben sapete c’è un riquadro quàssotto apposta per farmi sapere che ne pensate. Adioss~

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Capitolo 9
*** LETTER I ***


Inserì il disco sul vecchio grammofono polveroso e lo fece partire. Ascoltò la tromba leggera che apriva la canzone seguendone il ritmo con la testa. Canticchiò a mezza voce le note mentre il piede sbatacchiava per terra. Ah, la musica, gli ricordava sempre i periodi più belli della sua vita. Ah, il jazz, quando scappava da suo fratello Wes e si nascondeva in quei locali piccoli e scialbi, dove apprezzavano il suo talento senza compararlo a quello del violinista. Ah, il grammofono, glielo aveva regalato suo padre quando aveva scoperto di essere una buki. Prima era appartenuto al nonno stesso di Soul, Bill*. Ah, i dischi in vinile, con il loro fascino che i Compact Disc non riuscivano a trasmettere mai. Ah, le dita da pianista, si ritrovava sempre a fissarle, chiedendosi come facessero ad essere così innaturalmente lunghe.
Ah, le melodie finivano soprattutto per portare nei suoi pensieri Maka.

N/A
*Bill Evans era un famoso pianista jazz, e ha scritto alcune opere davvero belle. Lo consiglio a tutti, l’ho inserito nella fic perché ho sempre sognato di farlo. Il sensei ha dichiarato di aver preso spunto da lui per il cognome di Soul Eater, quindi lo consiglio a tutti i fan della buki. Ad ogni modo, mi piace pensare che ci sia una parentela fra i due, quindi non andate a farmi domande su chi sia Bill.
Un nonno è un nonno.

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Capitolo 10
*** LETTER L ***


La sua Artigiana aveva dei capelli straordinari quando si trovavano sotto l’acqua: erano infatti così sottili che trattenevano le gocce in delle piccole perle di rugiada pura. Gli occhi rossi della sua buki fissavano quelle sferette con crescente amore. Adorava i codini di Maka-chan, e adorava la pioggia. Il mix dei due era mortale per il povero Soul.
Non erano solo le gocce incapsulate nelle ciocche bionde, era il passaggio successivo.
Quando i capelli inglobavano l’acqua e Maka era costretta a scioglierli.
Allora, in quel momento, Soul rischiava davvero di non riuscire a trattenere se stesso.

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Capitolo 11
*** LETTER M ***


Maka lo fissava.
Lui giocherellava con la matita. Per tutta l’ora la teneva fra indice e anulare e la faceva sbatacchiare contro il tavolo: mina, fondo, mina, fondo. Seguiva anche il tempo con il piede, era: tacco, punta, tacco, punta. Chiudeva gli occhi istintivamente, in quel punto, e il pianoforte compariva nella sua testa. Seguiva allora le scale con lentezza, soppesando i suoni per trovare il migliore, quello perfetto. Era DoReMiFaSolLaSi, era doremifa..
« Soul. » sussurrò, dando di gomito, la Meister. Lui aprì le palpebre con una calma snervante, incrociando le pupille verdi di Maka, la sua partner. « Soul, ascolta. » gli intimò. Inizialmente lui pensò che lei stesse per farle sentire la nota che lui cercava, poi vide che alludeva alla lezione. La ragazza tornò a girarsi verso il prof, scrivendo appunti fittissimi senza neppure guardare il foglio.
Sogghignò il ragazzo dai capelli bianchi, al pensiero di come erano simili pur essendo apparentemente così diversi. Come il ragazzo suonava senza guardare la tastiera, così la ragazza scriveva i suoi fitti appunti senza degnare di uno sguardo il foglio.
Le anime dei due erano perfettamente sincronizzate, due ruote dentate dello stesso meccanismo, allo stesso tempo vicine come luna e stelle, distanti come luce e buio, accumunate da emozioni, divise da pensieri. Simili per determinazione, distanti per conoscenza. Non vi era una metafora al mondo in grado di spiegare quel legame. Non vi erano parole, in nessuna lingua, per descrivere quel filo d’argento che incatenava le loro anime l’una all’altra. Nessuno poteva capire. Non era cuore, non era corpo. Era solo semplice e pura anima.

N/A
Scusate davvero per il mio ritardo nel caricare questo capitolo, ma la settimana precedente e anche questa che verrà sono davvero piene per me. Spero possiate perdonarmi; cercherò ad ogni modo di continuare i caricamenti come ho fatto fin ora, ma vi prego fin da subito di lasciare al tempo i miei ritardi. Ce la sto mettendo tutta :3
Grazie a tutti !

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Capitolo 12
*** LETTER N ***


Non scherziamo, pensò il ragazzo di fronte al letto matrimoniale. Il loro appartamento doveva essere ridipinto e si erano trasferiti temporaneamente in questo mini in affitto. Ma trovarsi di fronte a un bagno grande meno di un tavolo per due, un cucinino con sala da pranzo annessa e una sola camera da letto con letto matrimoniale, lo aveva lasciato leggermente basito. Il solo pensiero di dividere le coperte con Maka-chan.. Beh, non che lo avesse fatto altre volte, ma non era mai successo per sua iniziativa, né tantomeno dall’inizio di quella che sarebbe stata una lunga notte. Di solito era verso le due di mattina che i due cercavano conforto l’uno nell’altra.
Mentre immaginava come sarebbe stata una notte così, arrossendo fino a pensare di aver preso la febbre, il cellulare di Soul squillò. Lo prese titubante, e sentì immediatamente la voce di Maka-chan dall’altro capo del telefono. « Ehi, Soul. » disse.
« Maka. Mi hai chiamato? » la spronò lui.
« Mh, sì. Volevo solo dirti che stasera mi fermerò a dormire con Tsubaki e che—beh, verrà da te Black*Star. » Maka ridacchiò, come se qualcuno le stesse parlando dall’altro capo del telefono.
Soul imprecò e mise giù senza salutare. Quella ragazza sapeva sempre come alimentare le sue fantasie e sbattergli la porta in faccia nel momento del bisogno.

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Capitolo 13
*** LETTER O ***


Ogni tanto il pianoforte di Soul non produceva le melodie aggraziate a cui era abituato. Solitamente, vi erano scale portentose, sonate rigogliose, note che lasciavano l’ascoltatore con le lacrime agli occhi e il respiro mozzato.
Quando invece non produceva questi suoni aggraziati, riusciva comunque a spezzare respiri. Ma invece della sala dentro la quale avrebbe dovuto suonare, solo due persone sospiravano al suono del pianoforte.
Uno era il suo, il pianista, giusto a metà del baratro tra Follia e sanità mentale, l’altro era lei. La Meister, l’Artigiano, l’anima stessa del piano di Soul.
Il ragazzo non avrebbe potuto esistere senza Maka.
Il suo pianoforte suonava scompostamente, tasti premuti a caso, senza seguire una partitura. Melodie che seguivano le spinte dei due innamorati.

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Capitolo 14
*** LETTER P ***


Pensava che Soul fosse sonnambulo: Maka-chan sospettava che il ragazzo non dormisse la notte. Ogni qualvolta si alzava per andare in bagno, o bere, o semplicemente rimaneva sveglia a studiare, scorgeva sempre la fessura sotto la porta illuminata. La apriva lentamente, e lo trovata intento a guardare fuori dalla finestra, le dita che tamburellavano sul davanzale seguendo una strana melodia. A Maka faceva quasi paura. Allora gli si avvicinava, e la buki si girava e le tendeva le mani. « Prestami il tuo petto. » diceva, e la abbracciava. Dormivano così, insieme, e ogni notte ripartiva.

N/A
Mi scuso vivamente per la lunghezza -per meglio dire cortezza- del capitolo, ma sono davvero presa con faccende di grande importanza, quindi per oggi dovete accontentarvi. Prometto che tornerò a scriverne della lunghezza "giusta". Arigatou per ogni recensione e commento, avrete sempre un angolino del mio cuore, oh prodi recensori~

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Capitolo 15
*** LETTER Q ***


Quella sera dopo cena Soul e Maka si accomodarono sul divano per guardare un film. Appena inizio, Soul cominciò con nonchalance ad avvicinarsi al corpo di Maka. Lei per risposta, mangiava i suoi popcorn con velocità snervante. Non ci volle molto che finirono, e la ragazza dovette alzarsi a prenderne degli altri.
Soul avvertì distintamente il freddo che il corpo esile della ragazza lasciò dietro di sé alzandosi.
Smise di fissare lo schermo della televisione e osservò la Meister sbuffare di fronte al microonde. Ghignò compiaciuto, osservando i pantaloncini corti –bloomers praticamente- che Maka usava per dormire. Salì lentamente con lo sguardo sul suo corpo, i fianchi magri, la schiena dritta e decisa, le spalle, il collo..
Soul non si accorse nemmeno di essersi alzato ed avvicinato.
Maka si girò. « Hai finito anche tu i popcorn? » domandò, piegando leggermente il capo a sinistra.
Le codine si mossero, e la buki si avvicinò e ne slegò una. Trattenne l’elastico fra le dita, giocherellandoci. Poi il suo sguardo si spostò sulla ragazza. « No, » rispose, un ghigno sul volto « ho finito l’autocontrollo. » e le fu addosso.

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Capitolo 16
*** LETTER R ***


Ricordò con piacere i momenti passati insieme a Maka. Riusciva a ricreare nella sua testa ogni più piccolo particolare della ragazza, avrebbe potuto disegnare ogni pagliuzza che risplendeva nei suoi occhi verdi, tracciare la linea delle sue gambe, unica e perfetta, riusciva persino a sentire i suoi capelli fra le dita, se ci pensava attentamente.
Amava Maka. L’amava in quel modo inspiegabile che ormai era parte di lui.
Soul Eater Evans avrebbe potuto vivere senza l’Amore. Ma, proprio come stare lontano dal suo pianoforte sarebbe stato come vivere senza le sue mani, vivere senza Maka sarebbe stato come vivere senza il proprio cuore. Era il suo partner, il suo compagno nella danza, il suo uguale e il suo opposto, il suo amato e il suo amante. Era l’altra metà della sua anima. Ad un tratto la verità gli si era imposta, con tanta forza che non poteva rifiutarla. Doveva stringere Maka intorno ai fianchi e sentirla sciogliersi in quell’abbraccio pieno di desiderio. Doveva amarla.

* La frase in corsivo e' una citazione tratta dalle "Cronache del Mondo Emerso" di Licia Troisi.

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Capitolo 17
*** LETTER S ***


Soul odiava i libri di Maka. C’era quello con la copertina rigida e spessa, che puzzava di muffa e le cui pagine parevano diventare polvere al solo guardarlo. Aveva un titolo complicato, scritto forse in greco, forse in un’altra lingua incomprensibile. C’era quello fino ma pesantissimo, un mix impossibile ma vero, con la sovraccoperta in plastica e il titolo ricoperto d’oro che luccicava. E quello blu, morbido, liscio, tascabile, un buon libro per un viaggio. Ma Soul odiava tutti i libri di Maka.
Soul odiava i libri di Maka, perché in un modo o nell’altro finivano sempre per sfondargli la testa.

N/A
Scrivo di nuovo poco nonostante sia vacanza perché mi sto dando da fare per la Z che (oddio!) si avvicina inesorabilmente. Altre tre lettere e tocca a lei, sto un po’ morendo.
Se volete incolpare qualcuno, fatelo con la Jaq, che se non scrivo un bel finale mi molesta perché è Seme. (?) Arigatou a tutti i recensori, e a presto ; v ;

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Capitolo 18
*** LETTER T ***


Trattenne il respiro mestamente lei, passandoli le dita fra le codine bionde. Osservò i suoi appunti fitti come al solito. C’era qualcosa, in quei suoi appunti, qualcosa che distoglieva la sua solita, inattaccabile, attenzione dallo studio. Era un angolo del foglio, che le scritte nella leggera scrittura di Maka avevano aggirato. Era un appunto diverso, un tratto forte, le lettere marcate, basse, da uomo. Vi era scritto: “I tuoi occhi mi ispirano una melodia”.
Maka non poteva fare a meno di leggere e sorridere da sola, come un’ebete.
Voleva finire di studiare al più presto per tornare a casa, dall’unica persona che non avrebbe mai smesso di desiderare. Voleva chiudere i libri e scappare, una cosa che mai le era successa. Aveva un disperato bisogno di sentire quella melodia, di sentire la sua voce, di sentire le sue braccia forti stringerla. Aveva un disperato bisogno dei suoi occhi rossi e dei suoi capelli bianchi.
Albino, pensò, così lo chiamavano all’inizio. Ridacchiò fra se e se la ragazza, mettendo gli appunti nella borsa ed alzandosi. Stupido albino che mi fa fremere dal desiderio. E corse da lui.

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Capitolo 19
*** LETTER U ***


Ultimamente Soul non suonava più così spesso il piano. Ovvero, continuava ad ascoltare musica jazz come se fosse il suo unico modo di respirare, e ancora le melodie prendevano sempre forma nei suoi pensieri e, a dirla tuta, mentre camminava le sue dita tamburellavano nell’aria, con uno sguardo ispirato sul viso.
Ma era da tanto tempo che non toccava una tastiera. Non che non ne avesse l’occasione –affatto-, semplicemente quando vedeva il piano di fronte a sé, non sentiva più quell’insaziabile voglia di suonare che lo assaliva, così violenta da fargli tremare le mani.
C’era qualcosa che saziava quella fame, e aveva un nome: Maka.
Sulla schiena di lei, le notti in cui non lo rimandava nella sua stanza, lui suonava così tante melodie che gli tiravano i tendini. Tutte per lei, la sua musa. Lei l’aveva guarito dalla sua ossessione compulsiva per il pianoforte, dandogliene un’altra. Soul era letteralmente drogato di Maka.

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Capitolo 20
*** LETTER V ***


Vinceremo, pensò Soul. Sentiva le mani della sua Meister stringere il suo corpo con una forza inaudita in un corpo così esile. Ma Soul conosceva bene quel corpo, fin troppo. Ogni suo centimetro fremeva in battaglia quanto nella vita privata. Maka era concentrata –come sempre-: erano passati tanti anni dal loro incontro, eppure non erano cambiati di una virgola, sempre con le loro fissazioni, sempre con la loro risonanza, sempre con l’altro. Tanti anni erano passati, a raccogliere un’anima dopo l’altra, e mai un tentennamento. Death Scythe o meno, sempre insieme.
Erano la spalla l’uno per l’altro.
Mentre Soul ingoiava anche quell’anima di kishin, Maka si accasciò, le sue ginocchia cedettero.
La buki non ebbe neanche il tempo di deglutire: la prese prima che sfiorasse il terreno e la strinse fra le braccia. « Maka-chan » sussurrò al suo orecchio, il cuore che batteva così forte da farlo tremare. « che ti è successo? » la voce si ruppe.
L’urlo del ragazzo squarciò la quiete nell’aria.
Era caduta, e ora toccava a Soul rialzarla. Solo un’altra volta. Solo un altro momento, solo un’ultimo sguardo, si disse. Come sempre.

N/A
Penultima fic; lascio i ringraziamenti /sclerate varie/ all’ultima, all’“ultimo momento, l’ultimo sguardo”. No, Maka non è morta in questa LETTER V, è solo svenuta ( ? ) in visione dell’ultima, la Z.
Solo un altro capitolo, recensori/lettori vari. Solo un’altra volta (cit.).
+Postilla: il prossimo capitolo arriverà fra due giorni, perché EBBENE SI mi piace tenervi sulle spine ! <3

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Capitolo 21
*** LETTER Z ***


« Zuccone » disse Maka « sto bene. »
Lui le strinse la mano più forte, abbassando lo sguardo. Brontolò qualcosa.
« Soul.. » lo richiamò lei. « Soul. »
Lui alzò lo sguardo e capitolò: « Ho avuto davvero paura. » si ritrovò a confessare.
Lei sorrise in risposta. « Anche io. » ci fu un secondo di silenzio, dove Maka sbuffò. « Ingrasserò un sacco. » si lamentò.
« Credi forse che smetterò di amarti? » la prese in giro lui, e sgranò gli occhi quando lei annuì.
« Oh, avanti Soul. Provieni da una ricca famiglia inglese, sei una Death Scythe, suoni benis-- » ma il ragazzo la interruppe con un bacio. « Baka » disse tra sé e sé « Non sarei nulla senza di te. »
Lei arrossì, cercando il suo sguardo. « Nemmeno io. » rispose seria.
Lui ridacchiò: « Certo, Maka-migliore-della-classe. »
Maka rise così forte che cominciò a tossire in maniera sguaiata.
« Maka! » Soul si alzò in piedi di scatto, cercando qualcosa, un bicchiere d’acqua, un dottore.. non trovando niente batté con il palmo sulla schiena della Meister. « Stai bene? » domandò, visibilmente preoccupato.
Lei sorrise e riprese le sue mani. Il ragazzo non si era nemmeno accorto di avergliele lasciate, nella foga di alzarsi.
« Sì sì, sto bene. » rispose lei, sempre ridendo.
Lui sbuffò, risedendosi. Poi un ghigno familiare comparve sul suo volto, un’idea lo illuminò: « State bene. » la corresse.
Lei arrossì ancor di più, prima di annuire, abbassando automaticamente una mano verso il ventre: « Stiamo bene. » confermò.

N/A
Non ho potuto aspettare 8D A VOI!
#Dedicated to JaqThe Monster { che se non lo scrivevo mi molestava . ELLA SEME. ME UKE (?!) }        L’intera raccolta è dedicata a lei, ma devo ringraziare molte altre persone, quindi:
Grazie a: greenyasha89 ;Jaqueline ;Odin Sphere ;otaku_girl ;SoulEaterEvans ; per aver inserito la mia raccolta tra le preferite. Non so nemmeno dirvi quanto questo sia stato importante per me.
Grazie a:IskaFillis ; per aver inserito la mia raccolta fra le ricordate. Thanks a lot !
Grazie a:
aki_penn ;alyce7 ;ChibiRoby ;Distorted Soul ;Mikky ;RANFYC ;staairway ;_Soul97_ ; per aver inserito la mia raccolta fra le seguite. Merci boucoup, gentlemens ; u ;

    E infine, Grazie a Jaqueline ; aki_penn ; RANFYC ; alyce7 ; Maka34 ; ToukoAlbarn ; per aver recensito ! Tutti voi, soprattutto le prime quattro, mi avete donato una felicità incommensurabile. Le vostre parole sono state ciò che mi ha spinta ad andare avanti, e se tanto sono migliorata adesso è solo grazie a voi. I recensori sono le persone che amo di più al mondo, Arigatou minna!
Ma soprattutto, Grazie a Soul Eater Evans & Maka Albarn, che sono allo stesso tempo le persone a cui attribuire il merito dell’intera raccolta e due che non hanno fatto niente se non amarsi. Fosse stato per me, li avrei messi a copulare sin dal primo capitolo ! (cit. Jaq) Se fosse stato per me, Atsushi-sensei caVo, i due prodi eroi avrebbero combattuto ben poco.
E chi vuol intendere, intenda!

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Se hai letto questa raccolta, o anche solo un capitolo: RECENSISCI. Ti amerò in eterno !

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